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SISTEMI ELASTICI A TELAIO
La deformazione locale è facilmente determinabile in quanto ogni asta è
perfettamente incastrata; così come le deformazioni legate a rotazioni e
spostamenti unitari; lo studio del sistema consiste perciò nella determinazione
dello stato di deformazione nodale, cioè delle rotazioni e spostamenti nodali, che
risultano quindi le effettive incognite del problema.
7 8 9
Nelle ipotesi di cui sopra (masse
concentrate a livello dei nodi,
deformazione assiale trascurabile) 5 6
4
un modello rappresentativo di telaio
è, ad esempio, un modello in cui le
coordinate incognite sono le 9 1
82 3
rotazioni dei nodi e i 3 spostamenti
di piano.
Talvolta, nei telai è accettabile anche
l’ipotesi di traversi infinitamente rigidi
rispetto ai pilastri. In tal caso il modello si
semplifica ulteriormente essendo i nodi
impediti di ruotare: le coordinate incognite
si riducono, nel caso dell’esempio, ai 3
spostamenti dei piani.
L’analisi dinamica di un modello siffatto
viene condotta secondo le linee generali
per le strutture ad n gradi di libertà.
Il sistema di equazioni differenziali assume la forma:
m11 c11 c 2 1 2 k1 1 k 2 1 2 0
m 2 2 c 2 2 1 c3 2 3 k 2 2 1 k 3 2 3 0
m3 3 c3 3 2 k 3 3 2 0
1 1 1
k3 La matrice di rigidezza
risulta quindi:
k2
k1 k 2 k2 0
k k 2 k 3
k1
k2 k3
0 k3 k 3
Tale matrice può essere scritta anche nella forma:
k33 1
k13 k23
k12 k22 1
k32 k11 k12 0
c11 c12 0 0
c ... ... 0
c 21 matrice di smorzamento
0 ... ... c n 1,n
0 0 c n ,n 1 c nn
k11 k12 0 0
k ... ... 0 matrice di rigidezza
k 21
0 ... ... k n 1,n
0 0 k n ,n 1 k nn
ANALISI SISMICA
Infine, nel caso di analisi sismica della struttura a telaio piano, nel sistema:
m u r
(i )
r
in cui: gi r 1
n
mr u r(i )
2
r 1
La soluzione di tali equazioni permette di determinare le forze elastiche relative
a ciascun piano:
f p t f p ,i t
n
i 1
in cui: f t mu g V t
p ,i i i i i
f p ,i t m p u pi g i iVi t
fp,i(t) può essere visto come il contributo fornito da ciascun modo alla forza di piano.
Attraverso i metodi statici, per ciascun istante t, si può poi valutare qualsiasi
forza risultante.
Per esempio, il taglio alla base in un generico telaio ad N piani (numero dei gradi
di libertà n = numero dei piani N) è dato dalla somma delle forze ai piani, cioè:
L
0 t f p t 1 f p t 1 m u i iVi t
N
T T
p 1 Mi
Poiché per questo caso si ha T 1 , risulta: L u T m 1
LT 1T m u
e la precedente può essere scritta:
L N 2
0 t L i iVi t
Li
0 t iVi t
T
M i i 1 M i
L2i
La quantità ha le dimensioni di una massa e viene chiamata massa modale
Mi
efficace relativa al modo i-esimo, perché può essere interpretata come la quota
parte della massa totale che risponde al terremoto secondo il modo i-esimo,
(questa interpretazione è valida a rigore solo per strutture con masse concentrate
lungo un asse verticale).
Quindi il contributo di ciascun modo al taglio alla base può essere visto come la
reazione della massa modale efficace alla accelerazione modale efficace del
terreno iVi t .
Per semplificare l'analisi della risposta al terremoto, può essere lecito tenere conto
solo dei primi Z modi di vibrare (Z<N), che sono quelli che danno il maggior
contributo alla vibrazione totale e che di solito sono anche quelli meno smorzati.
Per giudicare se l'approssimazione introdotta tenendo conto di un numero limitato
di modi è accettabile, di solito si confronta il contributo al taglio alla base fornito
dai modi considerati, rispetto al taglio che si otterrebbe considerando tutti i modi.
Se si considerano solo i primi Z modi di vibrare, tale valore è pari al rapporto della
somma delle masse modali efficaci relative agli Z modi considerati rispetto alla
stessa somma estesa a tutti gli N modi:
Z
L2n N
L2n
n 1 M n
n 1 M n
Si dimostra che, per strutture con masse concentrate lungo un asse verticale, la
somma di tutte le masse modali efficaci è uguale alla massa totale:
N
L2n
n 1 M n
MT
M T 1 m 1
T
Infatti, per tali strutture la massa totale è data da: (*)
(2) (2)
q u (1) u 1 u (1) u
Sostituendo, si ha: Ln M n n
Sostituendo quest'ultima nelle equaz. (**) e (*): 1 u Ln
n
M
Ln T Ln
N
L2n
M T 1 m 1 1 m u Ln
T T
n
M n n 1 M n
M
q2,max u (1)
2 g S T , u
1 a 1 1
2 ( 2)
2 g 2 S a T2 , 2 u
2 ( 3)
2 g S T ,
3 a 3 3
2
q3,max u (1)
3 g S T , u
1 a 1 1
2 ( 2)
3 g 2 S a T2 , 2 u
2 ( 3)
3 g S T ,
3 a 3 3
2
1 ui hi
ui
hn hi hn
1 t 121 t
m1u1 m 2 u 2 m3 u 3
xG hn
m1 h1 m 2 h2 m3 h3
xG hn m h
i i
xG
m1 h1 m 2 h2 m3 h3 m h
3 2 2 2 2
m u
2 i i
i i
i 1
1,max hn
m h i i
Sa
m h
2
i i
1 x h1 m h S m h S
f 1,max m1x u1x 1x ,max f1,max m1 m1h1
i i i i
hn
m h m h
2 a 2 a
hn i i i i
m h m h
n 2 a 2 2 2 a
hn i i i i
m h m h
n 2 a 3 3 2 a
hn i i i i
f i ,max mh
mh j j
Sa
m h
i i 2
j j
ANALISI STATICA SECONDO LA NORMATIVA
In particolari condizioni, l'analisi sismica può essere condotta per via statica
applicando ad ogni piano dell'edificio forze orizzontali valutate attraverso le
seguenti formule:
Fh S d T1 W l g
S d T1 l
Wi W m h
Fi zi
z jW j
f i ,max mi hi j j
Sa
m h
2
g j j
FN
Fi
F1
T
Il taglio a ciascun piano si ripartisce fra i pilastri proporzionalmente alle
rigidezze flessionali.
FN
Fi Jn
Tn T
Ji
T1 Ti Tn
T n*h/2
Sempre in via approssimata, si possono calcolare i tagli alle basi dei pilastri,
utili per verificare l'output del calcolo automatico.