You are on page 1of 10

LO STRANIERO

NEL MONDO GRECO

A.S. 2010/2011
Gli stranieri nella Grecia classica
Analizziamo il mutamento di prospettiva nei confronti degli altri nella Grecia classica
e il costituirsi di un modello culturale nellimmaginario collettivo dei Greci in genere,
ma soprattutto degli Ateniesi.

Le ragioni di tale mutamento di prospettiva possono essere individuate in una


necessit politica: limperialismo ateniese successivo alle guerre persiane ha
bisogno di creare un nemico le cui caratteristiche negative siano evidenti e
il giudizio di disvalore sia condiviso da tutti.

Tale modello culturale, non stato accantonato con la fine dellimpero ateniese, ma ha
mantenuto la sua forza a livello politico per giustificare limpresa macedone, e a livello culturale
per sottolineare la superiorit del popolo greco nel momento della crisi della polis.
LO STRANIERO
NEL MONDO GRECO

Dopo le guerre
persiane
Prima delle
guerre
persiane

Le guerre
persiane
Fino alle guerre persiane, agli inizi del V secolo a.C., i rapporti dei Greci con
le culture e i popoli diversi non furono mai conflittuali, bench questi fossero
gi venuti in contatto con popoli stranieri molti secoli prima.

Dal punto di vista culturale i poemi omerici presentano una visione molto
particolare dei popoli diversi dai Greci, in quanto lopposizione noi altri,
soprattutto nellOdissea, assume le connotazioni di umano non umano.

Come si presentano questi esseri diversi? A tale scopo pu essere


sufficiente riportare alcuni versi dellOdissea:

Navigammo oltre da l con il cuore angosciato


E arrivammo alla terra dei Ciclopi violenti
E privi di leggi, che fidando negli dei immortali
Con le mani non piantano piante, n arano
Ma tutto spunta senza seme n aratro,
Il grano, lorzo e le viti che producono
Vino di ottimi grappoli, e la pioggia di Zeus glielo fa crescere.
Costoro non hanno assemblee di consiglio n leggi,
Ma abitano la cima di alte montagne
In cave spelonche, e ciascuno comanda Ritratto di Omero
Sui figli e le mogli, incuranti gli uni degli altri.
(traduzione di A. Privitera)
Questa descrizione viene completata dai versi 125-130 in cui si dice che
I ciclopi non hanno navi e non vi sono carpentieri tra essi. Polifemo
infine viene descritto come: mostro immenso che non somigliava ad un
uomo che mangia pane.

Il basso livello culturale di questo popolo viene quindi


rilevato da alcuni elementi: mancato riconoscimento della
fede negli dei e nei valori morali, ignoranza delle leggi, ma,
soprattutto, questa stirpe non conosce alcun tipo di .

Odisseo e i suoi
compagni accecano
Polifemo

La discriminante lavoro/non lavoro sembra quindi determinante nel definire


lopposizione tra i Greci e i popoli strani e diversi con i quali leroe greco viene
a contatto prima di rientrare nel mondo umano, e agricolo, di Itaca.

indietro
Le guerre persiane modificano in maniera decisiva la percezione che i Greci
hanno dell altro da s ed in particolare degli orientali.

Molti stereotipi nati nel V secolo nei confronti degli Orientali, come la loro lussuria o
lincapacit di ribellarsi ad un potere dispotico, entreranno a fare parte del modello
culturale eurocentrico e verranno pi volte utilizzati nel corso della nostra storia.

Noto a tutti linteresse etnografico di Erodoto che si manifesta negli excursus


geografici sulle popolazioni dellimpero persiano. Tale interesse unito ad un
esplicito progetto di relativismo culturale, in base al quale tutte la popolazioni sono
poste sullo stesso piano (anche se vengono fatti alcuni distinguo).
A ci unito luso costantemente neutro del termine sottolineato
dallosservazione che gli Egizi chiamano barbari tutti coloro che non parlano la loro
lingua. Tuttavia la diversit linguistica diviene comunque un fattore distintivo
chiaro e importante per la comunit ellenica.
Era tuttavia necessario anche per Erodoto trovare una chiave di lettura
dellalterit e individuare un principio ordinatore capace di spiegare la diversit.
Ovviamente questo principio ordinatore viene individuato in base al proprio
modello culturale. Si cerca un modo facile per comprendere lalterit, e questo
modo passa attraverso luso del principio dellinversione: tutto uguale ma
reca il segno dellopposto.

La prospettiva inizia a mutare subito dopo la grande vittoria a Salamina. La


propaganda politica ateniese ha bisogno di un nemico per legittimare la propria
posizione imperialista e la propria leadership, e questo nemico il Barbaro.
Nella tragedia I Persiani messa in scena da Eschilo nel 472 a.C. fortemente
evidenziata lopposizione Greci liberi / orientali schiavi assieme al nesso libert
politica / grandezza di Atene che costituiscono i punti cardine della propaganda
politica periclea. Tale concetto per non ancora apertamente svalutativo nei
confronti dei Barbari.

Tuttavia da sottolineare il singolare impiego del termine barbaro con il quale si


autodefiniscono i Persiani, secondo una categoria di genere razzista. Lassenza
di libert viene quindi utilizzata dalla propaganda democratica ateniese per
motivare la sorprendente sconfitta dei Persiani ad opera dei liberi abitanti
dellAttica.
Prima di arrivare allatteggiamento apertamente razzista assunto dalla tragedia
attica nella seconda met del V secolo, lindagine sulle cause della diversit viene
svolta con parametri scientifici nel trattato ippocratico Sulle arie, le acque, i luoghi
nel quale le differenze di usi e costumi tra i vari popoli vengono imputate alle
differenze climatiche.

Linasprimento dellimmagine dei Persiani si comp negli ultimi anni della guerra del
Peloponneso.
Riflesso chiaro di tale mutamento di prospettiva si ha nellopera di Euripide, che
passa da un atteggiamento di universale solidariet che accomuna Greci e Barbari
in tragedie come Ecuba o le Troiane ad un atteggiamento apertamente razzista
nelle ultime tragedie.

indietro
Nella situazione politica piuttosto confusa e instabile della Grecia dopo la fine
della guerra del Peloponneso il tema della concordia fra i Greci e della guerra
contro i Barbari divenne un motivo topico della propaganda politica.

interessante analizzare la posizione razzista di Aristotele che identifica i popoli


dellAsia come schiavi per natura, e di conseguenza afferma il diritto/dovere
dei Greci al dominio su tali popoli. Per identificare gli schiavi per natura
Aristotele si rif al fatto che la maggior parte degli schiavi presenti nelle citt
greche erano Barbari.
Inoltre nel settimo libro della Politica Aristotele riprende la teoria ippocratica del
clima e dice: i popoli dAsia hanno natura intelligente e capacit nelle arti, ma
sono privi di coraggio per cui vivono continuamente soggetti e in servit.

Nei secoli successi la teoria aristotelica pot essere utilizzata su scala


universali per tutti i barbari, i selvaggi e o miscredenti, tutte le volte che si
rese necessario giustificare la schiavit e non poco

You might also like