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Capitolo 8

Flussi transonici
Lo studio dei ussi transonici rappresenta uno dei problemi pi dicili nellambito dei ussi compressibili. In un usso transonico stazionario si hanno infatti sia zone subsoniche che zone supersoniche le quali, come si visto, sono governate da sistemi di equazioni ellittici nel primo caso ed iperbolici nel secondo. Poich questi due tipi di equazioni richiedono metodi di soluzione completamente dierenti, non possibile in generale ottenere soluzioni valide in tutto il campo. Inoltre, anche nel caso in cui si possa introdurre lipotesi di piccole perturbazioni, nel caso transonico lequazione del potenziale resta non lineare e non quindi possibile utilizzare la sovrapposizione di soluzioni particolari come nei casi subsonico e supersonico. I ussi transonici comprendono due categorie di problemi: i ussi interni nei quali si verica la transizione subsonico-supersonico ed i ussi esterni nei quali una corrente subsonica avente M sucientemente elevato investe un corpo di forma qualsiasi.

8.1

Flusso nella zona di gola di un ugello

Si visto mediante la teoria quasi-unidimensionale che in corrispondenza della gola di un ugello si pu avere transizione da usso subsonico a usso supersonico. La teoria quasi-unidimensionale tuttavia rappresenta unapprossimazione per ussi che sono bidimensionali piani o, pi spesso, assialsimmetrici. Nel caso piano il usso, essendo omentalpico ed omentropico, governato dallequazione del potenziale (2.17). Se ci limitiamo a considerare la regione nellintorno della sezione di gola, in ogni punto il numero di Mach sar poco diverso da uno. Possiamo allora considerare che nella regione di gola il usso subisca una piccola perturbazione rispetto al usso di riferimento avente M = 1. Lequazione del potenziale pu allora scriversi in termini del poten135

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ziale di perturbazione nella forma (2.24). Come si visto, nel caso transonico i termini a secondo membro sono tutti trascurabili tranne il primo e la (2.24) si riduce a
2 2 1 M ,xx + ,yy = ( + 1) M ,x ,xx

(8.1)

Tenendo poi conto che per il usso di riferimento M = 1, la (8.1) risulta ( + 1) ,x ,xx ,yy = 0 (8.2)

cui vanno associate le condizioni al contorno di tangenza alla parete dellugello. Si ricordi che nella (8.2) le velocit sono adimensionalizzate rispetto a V (che, essendo M = 1, coincide con a )e le lunghezze rispetto ad una dimensione caratteristica che in questo caso ragionevole assumere come la sezione di gola yT (Fig. 8.1a).

R
y D C yT B A O x

R C

dx 1

dv

a) Figura 8.1:

b)

La soluzione della (8.2) stata ottenuta da Sauer esprimendo il potenziale in serie di potenze di y (x, y) = f0 (x) + f1 (x)y + f2 (x)y 2 + f3 (x)y 3 + f4 (x)y 4 (8.3)

Poich il potenziale deve essere simmetrico rispetto allasse x, nella (8.3) devono apparire solo i termini corrispondenti alle potenze pari di y, ovvero (x, y) = f0 (x) + f2 (x)y 2 + f4 (x)y 4 Derivando la (8.4) rispetto ad x e ad y si ottiene
u = ,x = f0 + f2 y 2 + f4 y 4

(8.4)

(8.5) (8.6)

v = ,y = 2f2 y + 4f4 y 3 dove si indicata con lapice la derivazione rispetto ad x.

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Derivando nuovamente la (8.5) rispetto ad x e la (8.6) rispetto ad y e sostituendo nella (8.2), si ottiene lequazione polinomiale a + by 2 + cy 4 + dy 6 + ey 8 = 0 con
a = ( + 1)f0 f0 2f2

(8.7)

b c

= ( + 1)(f0 f2 + f2 f0 ) 12f4 = ( + 1)(f2 f2 + f0 f4 + f0 f4 )

(8.8)

d = ( + 1)(f2 f4 + f2 f4 ) e = ( + 1)f4 f4

Anch la (8.7) sia soddisfatta per qualunque valore di y, necessario che siano nulli i coecienti. Imponendo che si annullino i coecienti a e b si ottiene f2 = f4 = + 1 f0 f0 2 (8.9)

+ 1 (f0 f2 + f2 f0 ) (8.10) 12 Dalla (8.5) si pu poi osservare che f0 rappresenta la distribuzione di velocit in corrispondenza allasse del condotto (y = 0). Poich la velocit u aumenta lungo lasse, si pu porre in prima approssimazione
uy=0 = f0 = kx

(8.11)

dove k rappresenta il gradiente di velocit sullasse in prossimit di x = 0. Si noti che la (8.11) corrisponde ad aver ssato lorigine degli assi nel punto in cui nulla la perturbazione di velocit, cio nel punto dellasse in cui la velocit sonica. Con la posizione (8.11) si ha f0 = k e sostituendo nella (8.9) si ottiene +1 2 k x 2 mentre la (8.10) d f2 = f4 =
f2 =

+1 2 k 2

f2 = 0

(8.12)

( + 1)2 3 k f4 = 0 f4 = 0 (8.13) 24 E ora immediato vericare dalle (8.8) che si annullano anche i coecienti c, d, e. Con i valori dati dalle (8.11), (8.12) e (8.13), le (8.5) e (8.6) risultano u = kx + +1 2 2 k y 2 (8.14)

138 v = ( + 1)k2 xy +

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( + 1)2 3 3 k y (8.15) 6 Resta da determinare il valore della costante k. Per fare ci disponiamo della condizione di tangenza al contorno che, con riferimento alla Fig. 12.1b, si scrive d v dy dx = == 1 dx R ovvero 1 d v = (8.16) dx R dove R il raggio di curvatura della parete adimensionalizzato rispetto a yT . Derivando la (8.15) e scrivendola in corrispondenza al punto C (y = 1), si ottiene 1 ( + 1)k2 = R da cui k = [( + 1) R]1/2 (8.17)

Il gradiente di velocit quindi tanto pi grande quanto pi piccolo il raggio di curvatura rispetto alla dimensione della gola. Una volta determinata la soluzione, possibile analizzarne le caratteristiche attraverso lesame di due linee particolari: la linea sonica e la linea lungo la quale il usso parallelo allasse x. Questultima denita da v = 0 e, utilizzando la (8.15), risulta +1 2 ky = 0 (8.18) 6 Essa quindi una parabola passante per lorigine degli assi che coincide con il punto sonico sullasse x. Poich la linea v = 0 passa anche per il punto C di Fig. 12.1a, lascissa di questo punto pu essere ottenuta ponendo y = 1 nella (8.18) x+ +1 k 6 e mostra che il punto sonico O si trova a valle della sezione di gola. La linea sonica denita da xC = (1 + u)2 + v 2 = 1 che, trascurando i termini quadratici in base allipotesi di piccole perturbazioni, si riduce a u = 0. Mediante la (8.14) lequazione della linea sonica data da x+ +1 2 ky = 0 2 (8.20) (8.19)

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La linea sonica anchessa una parabola passante per lorigine ed incontra la parete dellugello (y 1) nel punto D di ascissa xD = +1 k = 3xC 2

La linea sonica pertanto attraversa la sezione di gola e la divide in una parte AB in cui il usso subsonico ed una parte BC in cui supersonico. La teoria bidimensionale mostra che nella sezione di gola il numero di Mach mediamente uguale ad uno, come previsto dalla teoria quasi-unidimensionale, ma che esiste una disuniformit in direzione normale allasse, cosicch il usso in prossimit della parete accelera maggiormente che non al centro del condotto. La disuniformit del usso osservabile in Fig. 8.2 dove sono riportate le linee a numero di Mach costante.

Quasi

1D

2D
M*=
0.6 0.7 0.8 0.9 1.0 1.1 1.2 1.3 1.4

x
Figura 8.2: La bidimensionalit del usso consente anche di comprendere come avvenga la transizione da usso interamente subsonico a usso subsonico-supersonico al diminuire della pressione esterna. Come indicato in Fig. 8.3a, anche nel caso subsonico la velocit maggiore in prossimit della parete ma, a dierenza del caso subsonico-supersonico, il usso simmetrico rispetto alla sezione di gola. Diminuendo la pressione esterna, la velocit aumenta in tutti i punti n quando in prossimit della parete si genera una piccola regione supersonica (Fig. 8.3b). Il usso ancora simmetrico. Se si diminuisce ulteriormente la pressione, lestensione della zona supersonica aumenta, il numero di Mach massimo cresce e la ricompressione non pu pi avvenire isentropicamente ma si verica attraverso un urto (Fig. 8.4a) ed a questo punto il usso non pi simmetrico rispetto alla sezione di gola. Man mano che la pressione esterna seguita a diminuire, le due zone supersoniche crescono no a congiungersi (Fig. 8.4b), dando poi luogo ad una regione supersonica delimitata da un urto curvo (Fig. 8.4c) che si sposta gradualmente verso luscita dellugello no a

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a) Figura 8.3:

b)

pervenire alla situazione di Fig. 8.4d in cui il usso nuovamente isentropico ma non pi simmetrico rispetto alla sezione di gola.

M<1

M>1

M<1

M<1

M>1

M<1

a)

b)

M<1

M>1

M<1

M<1

M>1

c) Figura 8.4:

d)

8.2

Il prolo alare in regime transonico

Consideriamo un prolo alare non simmetrico investito da una corrente subsonica nella ipotesi di uido ideale. Poich i disturbi dovuti al prolo propagano verso monte con la velocit del suono, che maggiore della velocit del usso, le linee di corrente iniziano ad incurvarsi a monte del prolo (le linee continue di Fig. 8.5a).

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a) Figura 8.5:

b)

La linea di corrente che va al punto di ristagno R divide il usso che scorre sul dorso da quello che scorre sul ventre del prolo. Lungo il dorso il usso accelera e si espande no a raggiungere in un punto P il valore minimo di Cp per poi ricomprimersi no al bordo di uscita. In corrispondenza del minimo di Cp la velocit massima ed il suo valore maggiore di V . Aumentando il valore di M , il usso resta qualitativamente simile a quello descritto. Le linee di corrente iniziano per ad incurvarsi pi vicino al prolo (linee tratteggiate di Fig. 8.5a), il punto di ristagno si sposta leggermente verso valle e la depressione sul dorso aumenta (Fig. 8.5b) con conseguente aumento della portanza. Poich MP > M ed MP cresce al crescere di M , esiste un valore di M < 1 per il quale MP = 1. Questo valore di M prende il nome di numero di Mach critico inferiore e rappresenta il limite inferiore del campo transonico. Il valore di M cr dipende fortemente dalla forma del corpo e dallangolo di incidenza: esso varia da M cr .4 per corpi tozzi quali un cilindro a M cr .7 .8 per proli sottili e naturalmente diminuisce al crescere dellangolo di incidenza. Il valore di M cr pu essere determinato se si conoscono le caratteristiche del prolo in campo subsonico ed in particolare se si conosce il valore di Cpmin nel caso incompressibile (M = 0). Utilizzando la similitudine di Prandtl-Glauert si ha infatti Cpmin = Cpmin inc 2 1 M (8.21)

Daltra parte, considerando la trasformazione isentropica, la pressione in un punto sonico data da

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p = p ed il coeciente di pressione risulta

2 1 + M 1+

Cp =

2 1 + M 1 1 1+ 1 2 2 M

(8.22)

Uguagliando le (8.21) e (8.22) ed imponendo quindi che nel punto di minima pressione si abbia M = 1, si ottiene la relazione
2 1 M cr 1 2 2 M cr

1+ 1+

2 M cr

che consente di determinare il numero di Mach critico per il prolo. Consideriamo ora quello che succede per M > M cr ovvero quando il prolo entra in campo transonico. Nel punto P la velocit sar supersonica ed altri punti nellintorno di P avranno raggiunto M 1. Si viene cio a creare una regione supersonica, comunemente detta bolla supersonica, immersa in un usso subsonico e delimitata da una linea sonica (Fig. 8.6a).
M=1

1 = Cpmin

inc

(8.23)

M=1 M<1 M>1 P

urto

M<1 P

M<1

a) Figura 8.6:

b)

Allinterno della regione supersonica lungo la supercie convessa del corpo si generano delle onde di espansione. Poich lungo la linea sonica la pressione costante, le onde di espansione si riettono su di essa come onde di compressione. Si noti che nel punto di riessione, essendo M = 1, le due famiglie di caratteristiche hanno la stessa pendenza e formano quindi una cuspide. Poich le onde di compressione sono fra loro convergenti, esse possono coalescere prima di raggiungere la supercie del corpo, dando luogo ad un urto (Fig. 8.6b). Salvo casi particolari, che verranno descritti in seguito, questa la situazione che abitualmente si verica.

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Nella visualizzazione di Fig. 8.7 si possono distintamente osservare le onde di espansione della famiglia C2 e le onde riesse C1 che vanno ad interagire con lurto.

Figura 8.7: [da Moulden] Al crescere di M lestensione della bolla supersonica aumenta, lurto si intensica e si sposta verso valle, come indicato schematicamente in Fig. 8.8 assieme allandamento di Cp sul ventre e sul dorso del prolo. Si osservi che, al crescere di M , il valore di Cp che corrisponde al numero di Mach locale unitario diminuisce secondo la (8.22). Contemporaneamente anche sul ventre inizia a formarsi una bolla supersonica (Fig. 8.8c). Questultima, essendo in genere il ventre del prolo pi piatto del dorso, si sviluppa pi rapidamente e ben presto lurto sul ventre si posiziona al bordo di uscita (Fig. 8.8d). Per M appena inferiore ad uno, anche lurto sul dorso raggiunge il bordo di uscita ed i due urti obliqui sono collegati da un tratto di urto curvo attraverso il quale il usso torna ad essere subsonico (Fig. 8.8e). Si osservi che, pur essendo M < 1, in corrispondenza alla parete il usso quasi ovunque supersonico ad eccezione di una piccola zona in prossimit del bordo di attacco. Per M appena superiore ad uno, la topologia del usso cambia radicalmente in quanto a monte del prolo viene a formarsi un urto staccato, a valle del quale il usso subsonico mentre supersonico in tutto il resto del campo (Fig. 8.8f). Si ha quindi una regione subsonica racchiusa in una supersonica e non il viceversa come accadeva in precedenza. Tuttavia per quanto riguarda la supercie del prolo la situazione praticamente identica a quella di (Fig. 8.8e). Ci pu anche essere compreso considerando che per M poco maggiore di uno lurto staccato si trova molto lontano dal prolo ed il numero di Mach a valle dellurto di poco inferiore ad uno cosicch il prolo viene investito da una corrente appena subsonica. Si osservi inne che, al crescere di M in campo supersonico, la regione

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M>1

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M>1

Cp

M=1

Cp M=1

Cp M=1 O x/c

x/c

x/c

a)
M>1 M>1

b)
M>1 M>1

c)
M<1 M>1

Cp M=1 O
1.0

Cp M=1 O x/c

Cp M=1 O x/c

x/c

d)

e) Figura 8.8: [da Visualized Flow]

f)

subsonica si riduce di dimensione ma non pu mai scomparire in quanto, anche se il prolo fosse appuntito, nessuna ala reale pu avere una punta perfetta. Pertanto, mentre il limite inferiore del campo transonico chiaramente denito dal valore del numero di Mach critico, non esiste unaltrettanto chiara denizione del limite superiore del campo transonico, inteso come quello in cui coesistono regioni subsoniche e supersoniche. Da un punto di vista pratico tut-

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tavia la regione subsonica, la cui dimensione diminuisce molto rapidamente al crescere di M , ha eetti trascurabili sulle prestazioni del prolo e si possono quindi considerare come ussi supersonici tutti quelli per cui M > 1.

8.3

Caratteristiche aerodinamiche di un prolo in regime transonico

Nella precedente descrizione dei ussi transonici si assunto che il uido fosse non viscoso, trascurando quindi la presenza dello strato limite. In realt invece linterazione fra gli urti e lo strato limite gioca un ruolo fondamentale nella determinazione delle prestazioni di un prolo. Una prima conseguenza dellinterazione urto-strato limite la modica della struttura dellurto. Analogamente a quanto visto nel 5.9, lo strato limite inizia a risentire dellaumento di pressione a valle dellurto pi a monte dellurto stesso, dando luogo ad un urto obliquo di coalescenza. Lurto assume la caratteristica congurazione a lambda (Fig. 8.9) nella quale la compressione avviene in parte attraverso lurto obliquo ed in parte attraverso lurto normale.

Figura 8.9: [da Van Dyke] La seconda e pi importante conseguenza che, se lurto sucientemente intenso, a valle dellurto si ha il distacco dello strato limite. Infatti una particella che si muove lungo la parete quando attraversa un urto subisce una perdita di energia meccanica. La particella non ha pi lenergia suciente a risalire il gradiente avverso di pressione che si ha nella parte posteriore del prolo e si stacca dalla parete. Ne conseguono una drastica caduta della portanza ed un altrettanto drastico aumento della resistenza. Il fenomeno del tutto

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analogo allo stallo che si verica per i proli a bassa velocit ed alto angolo di incidenza e prende quindi il nome di stallo durto (Fig. 8.10).

a) Figura 8.10: [da Moulden]

b)

Si osservi per che mentre la velocit di stallo rappresenta il limite inferiore di velocit per il funzionamento del prolo, la velocit di stallo durto rappresenta il limite superiore per il funzionamento di un prolo subsonico. Oltre che dal valore di M cr , un prolo allora caratterizzato anche dal valore di M st , cio dal pi basso valore di M per il quale si ha lo stallo durto. La fenomenologia del distacco dello strato limite in molti casi ulteriormente complicata dal fatto che il fenomeno assume carattere non stazionario. Quando lo strato limite si distacca, si modicano le condizioni a valle dellurto il quale, per eetto dellaumento della pressione a valle, tende a retrocedere verso il bordo di attacco ed a diminuire di intensit consentendo allo strato limite di riattaccarsi. Questo fenomeno di continuo distacco e riattacco dello strato limite prende il nome di bueting ed fonte di forti variazioni locali di pressione che generano un pericoloso stato di vibrazione della struttura alare. Alle variazioni della topologia del usso in campo transonico sono associate forti variazioni dei coecienti aerodinamici. In Fig. 8.11 sono riportati gli andamenti di CD e CL al variare di M . Per ogni valore di M anche indicata la corrispondente posizione degli urti sul dorso e sul ventre del prolo. In campo subsonico la resistenza costituita dalla somma della resistenza di attrito e di quella di forma. Questultima varia proporzionalmente a Cp e quindi aumenta al crescere di M . Tuttavia per proli sottili ed a bassa incidenza la resistenza di forma piccola rispetto a quella di attrito ed il coeciente di resistenza si mantiene allincirca costante al variare di M . Quando si supera Mcr si ha la comparsa dellurto sul dorso del prolo che genera una resistenza aggiuntiva connessa ai fenomeni dissipativi allinterno dellurto. Inizialmente il numero di Mach a monte dellurto poco maggiore di uno ed, essendo piccola

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CD
0.02 0.01 0

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Xs

urto ventre

1.0 0.8 0.6 X cr 0.4

urto dorso CL
0.4 0.3 0.2 0.1 0 0.7 0.8 0.9 1.0

Prandtl Glauert b a d c e

0.2 0

Ackeret

f M

cr

div

st

Figura 8.11: la dissipazione attraverso lurto, non si osserva una sensibile variazione di CD . Man mano che lurto si intensica, la dissipazione aumenta ed il CD comincia a crescere. Il valore di M per il quale CD supera di 0.002 il valore che si aveva per M = .6 viene denito numero di Mach critico di resistenza o anche numero di Mach di divergenza della resistenza e viene indicato con M div . Aumentando ulteriormente M , lurto seguita ad intensicarsi ed a spostarsi verso valle sin quando raggiunge il cosidetto punto di cresta del prolo, denito come il punto (xcr ) nel quale la direzione della corrente indisturbata tangente al prolo stesso. In questa condizione lurto d luogo al distacco dello strato limite e si quindi raggiunto M st . Il distacco dello strato limite causa unulteriore forte crescita di CD che pu raggiungere valori anche di un ordine di grandezza maggiori di quelli in campo subsonico. Il coeciente di resistenza raggiunge il suo massimo nellintorno di M = 1 per poi diminuire in campo supersonico in accordo con quanto previsto dalla teoria di Ackeret. Per quanto riguarda il coeciente di portanza, esso cresce seguendo la legge di Prandtl-Glauert n quando non si giunge ad Mst . Laumento di pressione nella zona di usso separato sul dorso genera a questo punto una caduta della

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portanza che ulteriormente accentuata dal contemporaneo sviluppo del usso supersonico sul ventre con conseguente diminuzione di Cp . La riduzione di CL prosegue n quando lurto sul ventre non si posiziona al bordo di uscita. Aumentando ancora M si ha un parziale recupero di portanza dovuto al fatto che lurto sul dorso si sposta verso il bordo di uscita, riducendo cos lestensione della zona di usso separato. Il CL raggiunge un nuovo massimo relativo quando anche lurto sul dorso si porta al bordo di uscita e quindi diminuisce, assumendo landamento previsto dalla teoria di Ackeret in campo supersonico. Si osservi che i punti a, b, c, d, e, f sulla curva del CL di Fig. 8.11 rappresentano le corrispondenti congurazioni di Fig. 8.8. Al variare di M , lo sviluppo delle regioni supersoniche sul dorso e sul ventre del prolo genera anche forti variazioni del coeciente di momento e della posizione del centro di pressione. Inizialmente, quando lurto sul dorso inizia a muoversi verso il bordo di uscita, il centro di pressione si sposta allindietro a causa dellaumento della depressione sulla parte posteriore del dorso. Quando anche sul ventre si sviluppa il usso supersonico, questeetto si inverte ed il centro di pressione si sposta in avanti. In corrispondenza al valore di M per cui lurto sul ventre raggiunge il bordo di uscita, sulla parte posteriore del prolo si ha una forza diretta verso il basso ed il centro di pressione si trova quindi nuovamente spostato verso il bordo di attacco (punto d di Fig. 8.12). Questo eetto ulteriormente accentuato se si ha separazione sul dorso. Quando poi lurto superiore riprende a spostarsi verso il bordo di uscita, si ha una nuova inversione di tendenza ed il centro di pressione si sposta allindietro man mano che si estende la regione di depressione sul dorso, no a raggiungere una posizione allincirca a met della corda in campo supersonico. Questi cambiamenti della posizione del centro di pressione danno luogo a rapidi cambiamenti dellequilibrio longitudinale che rendono problematico il controllo del velivolo in campo transonico.
x l 0.5 b a 0 0.75 1.0 M c d e f

Figura 8.12:

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Naturalmente cambiamenti del usso e delle caratteristiche aerodinamiche del tutto analoghi a quelli descritti possono essere originati non dalla variazione di M ma da una variazione dellangolo di incidenza.

8.4

Proli subcritici e supercritici

La progettazione aerodinamica di un prolo alare ha in generale lobiettivo di massimizzare il parametro M CL /CD . Nel caso di proli per lalto subsonico bisogna pertanto evitare che allaumento di M si accompagnino il calo di CL e laumento di CD che abbiamo visto essere tipici del funzionamento transonico. Ci pu essere realizzato seguendo due diverse vie. La prima consiste nel disegnare il prolo in modo che abbia il valore di Mcr pi alto possibile, cos da poter volare ad alta velocit senza entrare in campo transonico. I proli di questo tipo vengono detti proli subcritici e devono avere le seguenti caratteristiche: i) piccolo spessore relativo in modo da ridurre le accelerazioni locali; ii) punto di massimo spessore molto spostato allindietro (allincirca a met corda). Ci consente di avere una distribuzione di pressione molto uniforme sul dorso, senza un forte picco di pressione e quindi senza elevate velocit. Naturalmente c un limite allarretramento del punto di massimo spessore dovuto alla necessit di evitare la separazione del usso; iii) piccolo raggio di curvatura del bordo di attacco che contribuisce anchesso a ridurre le accelerazioni locali. Laltra via per ottenere elevate prestazioni ad alti numeri di Mach quella di consentire la formazione della regione supersonica sul dorso ma di disegnare il prolo in modo che la ricompressione avvenga isentropicamente, evitando cos la formazione dellurto che causa della perdita di portanza e dellaumento di resistenza. I proli concepiti per funzionare a valori di M > M cr vengono detti proli supercritici. Essi devono avere caratteristiche opposte a quelle dei proli subcritici e cio: i) grande raggio di curvatura del bordo di attacco; ii) punto di massimo spessore spostato in avanti. Entrambe queste caratteristiche generano una forte accelerazione locale cosicch il usso diviene supersonico a breve distanza dal bordo di attacco; La posizione avanzata del punto di massimo spessore consente inoltre di aumentare

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la lunghezza della zona di ricompressione, la quale pu quindi essere realizzata gradualmente. La progettazione dei proli supercritici viene di solito eettuata con metodi numerici di tipo inverso, nei quali si assegna la distribuzione di velocit che si desidera ottenere e si determina la forma del prolo che realizza tale distribuzione. Va sottolineato il fatto che per un dato prolo supercritico si ottiene la ricompressione isentropica solo in corrispondenza ai valori di M ed per i quali stato progettato, mentre in condizioni fuori progetto si ha la formazione di un urto pi o meno intenso. A titolo di esempio in Fig. 8.13 sono mostrati gli andamenti di Cp per due proli supercritici: il primo in condizioni di progetto ed il secondo fuori progetto.

a) Figura 8.13: [da Schreier]

b)

Si osservi che il prolo non chiuso al bordo di uscita. Lo spazio compreso fra la supercie superiore e quella inferiore occupato dai due strati limite che si sviluppano sul dorso e sul ventre e che al bordo di uscita conuiscono nella scia. Quanto detto sinora sulle caratteristiche geometriche dei proli subcritici e supercritici non deve per far pensare che le dierenze fra i due tipi di proli siano macroscopicamente evidenti. Infatti variazioni anche piccole della pendenza locale possono dar luogo a signicative variazioni di Cp . In Fig. 8.14a sono confrontate le geometrie di un prolo subcritico NACA 64A212 e di uno supercritico.

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a)

b)

Figura 8.14: [da Schlichting-Truckenbrodt] Landamento di Cp sul dorso e sul ventre del prolo subcritico rappresentato in Fig. 8.14b dalle curve 1a ed 1b rispettivamente (si ricordi che larea compresa fra le due curve proporzionale a CL ). Le prestazioni del prolo NACA 64212 possono essere migliorate aumentando il raggio di curvatura del bordo di attacco e rendendo pi piatto il dorso del prolo cos da avere un prolo ancora subcritico ma nel quale si ha una estesa regione sonica sul dorso (curva 2a). Aumentando ancora il raggio di curvatura del bordo di attacco, il prolo diviene supercritico e, attraverso unopportuna conformazione del dorso, si ottiene una ricompressione isentropica (curva 3a). In questo caso il risultato teorico confermato solo parzialmente dai dati sperimentali che mostrano invece la formazione di una debole onda durto. Un ulteriore aumento di portanza pu essere ottenuto modicando la curvatura nella zona posteriore del ventre in modo da realizzare una pi forte ricompressione (curva 3b). I proli cha hanno questa conformazione vengono detti proli retroportanti.

8.5

Ali nite in regime transonico

Il valore di M cr pu essere aumentato anche adottando unopportuna forma in pianta dellala ed in particolare dotando lala di un angolo di freccia. La velocit V pu essere decomposta in una componente normale ed una tangenziale al bordo di attacco (Fig. 8.15). Questultima non inuisce sulle caratteristiche aerodinamiche dellala e la distribuzione di pressione dipende solo dal valore della componente normale V cos . Se indichiamo con M il numero di Mach critico per unala con

152
V sin V V B C A B C cos

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Figura 8.15: bordo di attacco normale alla corrente, il numero di Mach critico per lala inclinata, avente lo stesso prolo, sar dato da M
cr

M cos

(8.24)

Questa formula indica che il numero di Mach critico per unala con angolo di freccia pu anche risultare maggiore di uno. Naturalmente in questo caso M cr non pu pi essere interpretato come il minimo valore di M per il quale il usso sul prolo diventa sonico, ma deve essere visto come il valore di M al quale inizia laumento della resistenza transonica. I risultati sperimentali mostrano che ladozione di un angolo di freccia non solo aumenta il valore di M cr , ma anche riduce laumento del coeciente di resistenza in campo transonico (Fig. 8.16) Le ali inclinate per, oltre ad indubbi vantaggi, presentano alcuni non trascurabili inconvenienti. Uno di questi il cos detto stallo di estremit. La presenza della componente di velocit parallela allala se da un lato non inuenza la distribuzione di pressione, dallaltro genera uno strato limite che si sviluppa lungo lapertura alare raggiungendo il suo spessore massimo in corrispondenza dellestremit dellala. Poich allestremit il prolo pi sottile che alla radice dellala, lo strato limite modica sensibilmente il prolo che si comporta come un prolo avente spessore relativo pi grande. Lestremit dellala ha quindi un M cr minore di quello alla radice e tende ad andare in stallo prima del resto dellala. Lo stallo di estremit ha un eetto negativo sulla stabilit longitudinale del velivolo in quanto, trovandosi lestremit dellala arretrata rispetto al

Capitolo 8

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Figura 8.16: baricentro, la perdita di portanza genera un momento cabrante, che aumenta lincidenza e quindi esalta il fenomeno dello stallo di estremit. Lo stallo di estremit crea anche problemi di controllo laterale riducendo lecienza degli alettoni che si trovano in genere in prossimit dellestremit dellala. Un altro problema connesso allangolo di freccia quello dellinstabilit aeroelastica. Supponiamo che per qualche motivo lala inclinata di Fig. 8.15 subisca un aumento di incidenza. Poich la portanza aumenta, lala, essendo elastica, si inette verso lalto ruotando attorno ad un asse normale al bordo di attacco (AA). Ci comporta che i punti B e B si spostano verso lalto della stessa quantit e cos pure i punti C e C che per si spostano pi dei punti B e B. Pertanto lincidenza della sezione BC diminuisce e si ha una riduzione della portanza man mano che ci si sposta verso lestremit. Poich lestremit arretrata rispetto al baricentro nasce un momento cabrante che tende ad esaltare laumento di incidenza allorigine del fenomeno dando quindi luogo ad una situazione instabile. Un modo possibile per ridurre gli inconvenienti descritti quello di adottare

Figura 8.17:

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ali con angolo di freccia variabile lungo lapertura alare (Fig. 8.17). Alla radice dellala, dove langolo di freccia grande, grande anche lo spessore relativo, mentre allestremit, dove lala pi sottile, si adotta un angolo di freccia minore. Usando diverse combinazioni di angolo di freccia e spessore (che tenga conto anche dello strato limite) possibile ottenere allincirca lo stesso valore di M cr per tutta lala. Avendo allestremit un angolo di freccia pi piccolo si riduce il rischio dello stallo di estremit mentre, essendo lestremit dellala pi avanzata, si attenuano i problemi di instabilit.

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