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Net.Art larte di fare network Di Fabio Testa (fabiotesta@lybradesign.it) Il termine Net.Art non vuol dire semplicemente arte in Rete.

. Scopriamo genesi e percorsi di una pratica artistica estremamente innovativa. Da sempre le arti hanno svolto un compito di tecnomorfismo, ovvero dare forma ai procedimenti tecnologici del medesimo periodo storico. Lo hanno fatto essenzialmente in due modi: da un lato celebrando (o demonizzando) la tecnologia imperante in una data epoca storica, dallaltro sfruttando materialmente le innovazioni tecnologiche. Per il primo caso basta citare il Futurismo del primo 900, con la sua esaltazione della macchina e della velocit, per il secondo il cosiddetto Rinascimento digitale dei nostri tempi, con tutte le innovazioni portate nel mondo dellarte dallinformatica e da Internet. Probabilmente niente, dallinvenzione della fotografia, ha avuto sulle arti maggior impatto delle tecnologie digitali; in particolare lo sfruttamento creativo della Rete un aspetto del mondo dellarte che non tutti conoscono e accettano, ma che oggi non pi possibile ignorare. Negli anni Trenta Walter Benjamin affermava (a proposito del cinema) che ogni nuovo medium rappresenta la materializzazione dei sogni delle generazioni precedenti. Questaffermazione oggi pienamente confermata dallavvento di Internet, che sembra incarnare molti desideri degli artisti dellultimo trentennio. Andare contro il sistema dellarte cercando di scardinarlo, stata lutopia di molte delle avanguardie degli anni sessanta e settanta. La Net.Art riuscita pienamente in questintento, facendo proprio un media che consente di svincolare larte da qualsiasi supporto, dai luoghi deputati alla sua fruizione (gallerie e musei) e di abbattere definitivamente la barriera tra artista e pubblico. L arte della connessione Partiamo facendo chiarezza sui termini, distinguendo tra Net.Art, Web-Art e Art on the Net. Allinizio del 1997, sulla mailing list di Nettime (http://www.nettime.org) si accese un intenso dibattito tra artisti, critici e appassionati. La discussione, che celava concezioni dellarte in Rete diametralmente opposte, ruotava intorno ai due termini Art on the Net e Net.Art. Da un lato la Rete come nuovo mezzo di distribuzione dellarte tradizionalmente intesa, dallaltro come nuovo modello di relazione sociale. Col termine Art on the Net (arte in Rete) si pu intendere qualsiasi forma artistica che si serva di Internet come mezzo di diffusione. Siti di musei e gallerie, aste darte online, siti di pittori digitali e non, sono solo documentazione di arte che non viene creata per la Rete e, in termini di contenuto, non stabilisce alcuna relazione con la Rete stessa.

La Net.Art invece funziona solo in Rete e prende il mito della Rete come tema ricorrente. Ha spesso a che vedere con concetti strutturali: un gruppo o un individuo progetta un sistema che pu essere espanso da altre persone. LArte del Networking ha sempre avuto poco a che fare con gallerie e musei pi o meno virtuali: essa si serve della Rete non solo come destinataria, ma eleva la comunicazione online a oggetto della sua indagine, esplorandone incessantemente le possibilit. Per la prima volta nella storia dellarte il mezzo di distribuzione e quello di produzione vengono a coincidere. E la Web-Art? Pu essere considerata come una branca della Net.Art che si serve specificamente del World Wide Web. Opere come ipertesti narrativi, oggetti grafici interattivi, animazioni e tutto ci che sfrutta la facciata grafica di Internet, pu rientrare in questa definizione. Tuttavia, pur essendo destinate alla fruizione in Rete, la maggior parte delle opere Web possono essere veicolate anche attraverso altri supporti fisici, come floppy disk o cd-rom. Unopera di Net.Art invece, non si serve necessariamente del Web, ma poggia su una gamma assai pi vasta di protocolli e strumenti di comunicazione (e-mail, chat, sistemi peerto-peer, motori di ricerca, browser alternativi e altro). ovvio che il confine tra Net.Art e Web-Art quantomai labile; le opere darte Net utilizzano quasi sempre il Web per la loro forma estetica e le opere darte Web spesso sfruttano la connessione in molti modi (ad esempio attingendo materiale da altre pagine in tempo reale). Forse la differenza principale sta nel fatto che nel caso di Web-Art, nonostante una parte fondamentale sia giocata dallinterazione del navigatore, lartista rimane il protagonista del processo, mentre in molte opere di Net.Art la comunit che interviene sullopera pu stravolgerla e diventare essa stessa protagonista. Gli artisti Net non producono semplicemente oggetti digitali (come immagini o siti): sono operatori culturali, comunicatori che trovano nella Rete il loro medium e attivano processi in cui lo spettatore diviene un coautore. Lontano dal genio romantico, il Net.Artist anche tecnico, scienziato, programmatore ed sempre aggiornato sulle problematiche di Internet e sulla sua evoluzione. nella sua natura sociale accettare punti di vista diversi dal suo e proporre spiazzamenti che inducono al dialogo; spesso il suo lavoro unindagine sulle potenzialit dei nuovi media e sulle possibilit di usarli in maniera creativa per riflettere su eventi della contemporaneit. Genesi ed evoluzione della Net.Art Le prime opere Net sono state ideate nella prima met degli anni 90 da artisti (principalmente europei e russi) che lavoravano nellombra, senza preoccuparsi di definire criticamente la propria attivit. Forse in parte una leggenda, ma si narra che il termine Net.Art sia venuto fuori dal caso, cos come il termine Dada per lomonimo movimento dinizio secolo. Protagonista di questa storia lartista sloveno

Vuk Cosic, pioniere della Net.Culture europea, da sempre affascinato dalle possibilit visuali dei caratteri ASCII e dei codici in generale. Una mattina di dicembre del 1995, dopo aver sognato di essere lui stesso un costrutto alfa-numerico, Vuk ricevette una email anonima, probabilmente scritta con un programma incompatibile col suo. La lettera risultava essere una lunga sbrodolata di caratteri ASCII illeggibili; lunico frammento che sembrava avere un senso era qualcosa tipo:
[] J8g#|\;Net. Art{-^s1 []

hanno iniziato a praticare furti di siti altrui, lotta al copyright e contestazione sociale. Pratiche e percorsi Le opere di Net.Art presenti in Rete sono numerosissime, cos come gli artisti che a tuttoggi fanno parte di questo affascinante mondo. Cominciamo questa breve carrellata parlando di Marc Napier, uno dei veterani dellarte Net. Il suo studio online (http://www.potatoland.org) contiene opere molto interessanti. Shredder un motore di ricerca alternativo dove si pu digitare qualunque indirizzo Web, ma la pagina visualizzata completamente sfilacciata, destrutturata, decomposta. In Digital Landfill lartista propone uno spazio online dove la gente pu disfarsi del materiale digitale di cui non ha pi bisogno: il risultato unopera darte in continua evoluzione. Il gruppo Etoy invece famoso per i suoi rapimenti virtuali; nel 96 gli etoy.agents, hackerando il motore di ricerca Altavista, dirottavano le persone su http://www.etoy.com. Il loro recente progetto etoy.DAY-CARE uscito dalla Rete per manifestarsi in piazza, allinterno delledizione 2002 della Biennale Arte Giovani di Torino (http://www.bigtorino.net). I membri del gruppo hanno predisposto 2 laboratori digitali sotto forma di container, dedicati a bambini dai 6 mesi ai 12 anni; le produzioni dei piccoli artisti (visibili su Internet allindirizzo http://www.etoy.com/daycare) venivano proiettate su monitor posti allesterno. Loperazione ha promosso un approccio ingenuo e ludico ai nuovi media e ha portato i pi giovani a riflettere sul potere dei mezzi di comunicazione. Proseguiamo parlando degli italiani 01.org, conosciuti soprattutto per i furti e le riproduzioni di molti siti famosi. La loro ultima operazione ha il nome di Life-Sharing e rappresenta una sfida al concetto di privacy su Internet. Attraverso il loro sito (http://www.0100101110101101.org) gli artisti hanno permesso agli utenti della Rete di accedere in qualsiasi momento al loro computer e di seguire lo sviluppo dellopera in tempo reale, rinunciando cos alla loro privacy e persino alla loro anonimia. Unaltra opera Net che di recente ha riscosso molto successo Mouchette (http://www.mouchette.org). Lautore anonimo si identifica con la protagonista del film di Bresson del 1967, mostrando nella home page una piccola immagine della tredicenne su uno sfondo rosa. Accanto alla foto, la presentazione: mi chiamo Mouchette, vivo ad Amsterdam, ho quasi tredici anni, sono un'artista, questo il mio dominio. In basso una piccola mosca ("mouchette" in francese) ronza su una finestra bianca; cliccandola saremo catapultati all'interno delluniverso della ragazzina, nel suo intimo, perfino nel suo corpo. Mouchette.org riesce a creare una presenza tangibile, che il visitatore sente e respira; un'atmosfera di estenuata sensualit mista a un sentimento di morte che strega e affascina senza possibilit di fuga. La protagonista del film di Bresson si suicida lasciandosi rotolare in uno stagno; nella

la Rete dava a Cosic un nome per lattivit in cui era coinvolto da tempo. Eccitato ed emozionato Vuk inizi a divulgare immediatamente il termine, e di l a poco sped il messaggio al suo amico di Zagabria, Igor Markovic, che decodificandone il contenuto si accorse che il testo era in realt un manifesto piuttosto vago che se la prendeva con le istituzioni artistiche tradizionali, reclamando una libert despressione per gli artisti su Internet. Il frammento sopracitato, non decodificato dal programma di Cosic, recitava: All this becomes possible only with emergence of the Net. Art as a notion becomes obsolete. Cos, anche se il testo non sembrava rivestire un interesse particolare, il termine era stato creato, o meglio, come notava un altro Net.Artist della prima ora, il russo Alexei Shulgin, si era autocreato per opera di un pezzo di software malfunzionante. Nel corso del 1996 larte Net inizi a evolversi: il numero di persone coinvolte a vario titolo in progetti di ricerca cresceva a ritmi esponenziali e con esso lo svilupparsi di un discorso critico e auto-riflessivo sul rapporto tra arte e Rete. Sul Web, tramite liste di discussione come la gi citata Nettime e siti come The Flying Desk (http://www.desk.org), nonch nei festival come il Next Five Minutes di Amsterdam, cominciava a prendere forma una comunit aperta in cui proliferavano progetti collaborativi e discussioni collettive. Nel maggio del 96 Vuk Cosic organizz a Trieste il primo evento internazionale esclusivamente dedicato allarte della Rete, intitolato Net.Art per se, in cui si mettevano a fuoco i punti cardine della nuova estetica Net; da allora i festival internazionali hanno sempre rivestito una grandissima importanza per la Net.Art. Uno dei punti di riferimento stato senza dubbio il Prix Ars Electronica organizzato dallArs Electronica Center di Linz, che ogni anno ha fatto il punto sulla ricerca artistica legata allinnovazione tecnologica. Nel 99 fu premiato Linux, evento che ha avuto grosse ripercussioni sulla Net.Art. Sebbene non sia nato con uno scopo estetico, il sistema operativo di Linus Torvalds rappresenta un prodotto aperto e modificabile da chiunque, cio il prodotto di un Network. La premiazione di Linux come Net opera ha esteso notevolmente i confini della Net.Art, rendendo il suo territorio comune a quello di hacking e attivismo della Rete. Questo allargamento di orizzonti ha avuto notevoli effetti sulle operazioni degli artisti Net, che

sezione "Suicide Kit" l'utente invitato a suggerire il miglior modo per suicidarsi a 13 anni (esilarante l'elenco dei suggerimenti dei visitatori). Gli Entropy8Zuper (http://entropy8zuper.org) sondano a terza dimesione del Web con Eden.Garden 1.1, affascinante opera commissionata agli artisti dal San Francisco Museum of Modern Art. Il navigatore si muove in un mondo 3d che rappresenta il giardino dellEden e che funziona come un browser. Dopo aver inserito una qualsiasi URL lopera ne interpreta i dati: il codice definisce il mondo 3d, e il testo diviene il motore che muove i personaggi. Ogni tag html ha un oggetto o una creatura corrispondenti, e la mappa di questi consultabile nella pagina introduttiva del sito. Altre opere Net interessanti sono quelle di ark (http://www.rtmark.com) - collettivo che cerca di mettere in luce gli abusi delle societ commerciali verso le leggi e la democrazia - e quelle di Jodi.org (http://www.jodi.org) - che attraverso unestetica definibile del computer rotto si pongono lobiettivo di sovvertire i criteri di fruizione delle pagine Web. Per concludere Attualmente la Net.Art sta attraversando un processo di storicizzazione, com provato dallinteresse manifestato nei suoi confronti dalle istituzioni tradizionali; probabilmente tra non molti anni la ritroveremo in tutti i manuali di storia dellarte. In questo processo una grande importanza rivestono musei importanti come il Whitney di New York o il San Francisco Museum of Modern Art, che hanno sezioni interamente dedicate alla Net.Art e che commissionano importanti opere ad artisti Net di tutto il mondo. DIDASCALIE: Pic01.jpg: LArs Elecrtonica Center di Linz, dove ogni anno si svolge il Prix Ars Electronica. Un edificio interamente cablato in fibra ottica; 5 piani proiettati avanti nel tempo, con stazioni grafiche di ultima generazione, centri multimediali e archivi digitali Pic02.jpg: Due siti dati in pasto allo Shredder di Marc Napier, rispettivamente www.iht.it e www.google.com Pic03.jpg: Uno screenshot tratto dallopera Digital Landfill di Marc Napier Pic04.jpg: 3 dots, stupenda opera java commissionata a Marc Napier dal Whitney Museum di New York (http://www.whitney.org/artport/commissions/codedoc/ Napier/app/wave.html) Pic05.jpg: La home page degli Etoy (http://www.etoy.com) e la sezione dedicata a etoy.DAY-CARE

Pic06.jpg: La home page del prgetto Life-Sharing degli 01.org raggiungibile solamente cercandola tra i dati presenti nellhard disk degli autori Pic07.jpg: Alcuni screenshot della net.opera Mouchette (http://www.mouchette.org) Pic08.jpg: Artport, il portale dedicato alla Net.Art dal Whitney Museum di New York (http://artport.whitney.org) Pic09.jpg: E.space, la galleria elettronica del San Francisco Museum of Modern Art (http://www.sfmoma.org/espace) Pic10.jpg: lopera Agent Ruby di Lynn Hershmann, creata in flash e basata sullinterazione testuale col navigatore (http://www.agentruby.com) Pic11.jpg: Tre screenshot tratti da Eden.Garden 1.1, opera interattiva 3d commissionata agli Entropy8Zuper dal San Francisco Museum of Modern Art (http://eden.garden1.1.projects.sfmoma.org) Pic12.jpg: Tripolar di Scott Snibbe (http://artport.whitney.org/commissions/codedoc/Snibb e/Tripolar.html) Pic13.jpg: Connect the Dots di Martin Wattemberg (http://artport.whitney.org/commissions/codedoc/Watte nberg/connect.html) Pic14.jpg: Feed, altro browser alternativo di Marc Napier (http://feed.projects.sfmoma.org/feedloader.html) Pic15.jpg: World of Awe, Chapter 2 di Yael Kanarek (http://www.worldofawe.projects.sfmoma.org/)

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