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Andrea Massa, S155470

Anno accademico 2008/2009 Corso di laurea in Ingegneria Meccanica Corso di storia della tecnologia Cod.02CLY Prof. Filippo Nieddu

Argomento: Ascensori
All safe, Gentleman, all safe. Nel 1853 Elisha Graves Otis, come ogni sera, saliva sulla piattaforma sospesa ad una fune allinterno del Palazzo di Cristallo di New York: quando il cavo veniva tranciato da un collaboratore, lascensore, dotato di un nuovo sistema frenante, rimaneva automaticamente sospeso evitando il rischio della caduta libera. Prima di Otis altri avevano realizzato montacarichi a vapore o idraulici ma sulla loro sicurezza era ancora incerta e restava diffusa le diffidenza di chi troppo spesso leggeva sulle gazzette di improvvise cadute rovinose. A New York, teatro in quegli anni di un boom edilizio, si costruivano i primi edifici con scheletro dacciaio tuttavia chi si sarebbe prestato volentieri a salire dieci piani per raggiungere il proprio posto di lavoro?1 Otis, produttore di molle in acciaio, aveva organizzato la sua produzione su diversi livelli connessi da una piattaforma atta a montacarichi e al trasporto persone; la rottura di una fune aveva provocato la caduta della piattaforma con gravi conseguenze per alcuni lavoratori. Otis si propose, dunque, di escogitare una soluzione: la piattaforma non era pi sospesa alla struttura portante ma era assicurata con lausilio di un congegno a molla compresso dal peso proprio dellascensore. Se la tensione si fosse allentata, ad esempio in seguito alla rottura della fune, i ganci a leva sarebbero scattati in una guida dal profilo dentato, bloccando la piattaforma. Gli sviluppi delle ricerche di Otis non potevano arrivare in un momento pi opportuno: in un tempo in cui, gli edifici erano gi costruiti con elevate altezze, mancava la tecnologia per renderli verticalmente accessibili. Con il suo lavoro, Otis pos le fondamenta per la Otis Elevator Company; tuttavia anche la velocit di trasporto doveva essere incrementata in quanto il congegno di sicurezza progettato da Otis non consentiva di raggiungere velocit pi elevate. Il meccanismo fu, dunque sostituito da guide lisce, con un sistema di frenata della cabina a mezzo di un congegno a cuneo. Dato che il sistema procurava un arresto troppo violento, si svilupparono dispositivi paracadute ad azione progressiva darresto e rallentamento, ben sopportabili anche dai passeggeri. Tali sistemi sono ancora oggi in uso. Per garantire unadeguata sicurezza ai passeggeri, nonostante lincremento di velocit, Otis adatt il regolatore di forze centrifughe inventato da James Watt nel 1788 per la macchina a vapore di sua invenzione e nel 1874 costru ascensori dotati di un sistema di sicurezza indipendente dalla fune portante. Dalla cabina partiva una fune separata che si connetteva al nuovo congegno limitatore della velocit; in corrispondenza di un eccessivo incremento di velocit, frenando la fune sinnescava il processo darresto della cabina. Ancora oggi, ogni ascensore dotato dello stesso tipo di congegno, senza che siano state apportate modifiche di rilievo.2
1 Gianluca TRIVERO, L'ascensore riflessioni su una macchina attraverso i piani dell'esistenza, Torino, De Ferrari editore, 2001. 2 Uwe DREPPER, L'ascensore. Storia del trasporto verticale, Monaco di Baviera, Detail Rivista di architettura, 2004.

Furono inoltre constatati problemi alle funi che reggevano la cabina: a causa dei carichi non costanti ed eccentrici, il materiale di composizione della fune era soggetto a considerevole logoramento. La rottura delle funi divenne una frequente causa di incidenti. Nel 1877 Friedrich Koepe, ingegnere impiegato presso la Thyssen, svilupp un nuovo sistema: la fune di trasporto non era pi fissata alla puleggia motrice, ma sinizi a farla scorrere svincolata su una ruota motorizzata. Solamente lattrito tra cavo e puleggia trasmettevano la forza motrice. Il sistema di Koepe, considerato inizialmente pionieristico, si afferm velocemente persino nel settore delle costruzioni ferroviarie, dove per molto tempo nessuno aveva creduto nelladerenza di ruote lisce su binari lisci. Lattrito, che nel caso di un moto orizzontale risultava minimo, nel caso dellascensore verticale subiva un considerevole incremento. La scoperta di Koepe comport una serie di vantaggi: le funi si logorarono meno; inoltre, in caso di blocco della cabina la fune non si srotolava dal tamburo di avvolgimento. Era infatti lallentamento delle funi a creare il rischio delle cadute improvvise; in questo modo invece, la fune secondaria, integrata con la puleggia al pavimento della cabina, bilanciava il peso proprio della fune principale. Nel 1880 Werner Siemens e Halske presentarono ad unesposizione tecnica svoltasi a Mannheim il sistema a propulsione elettrica. Non si tratt di un vero e proprio sistema a funi, ma di una piattaforma fissata per motivi di sicurezza ad una cremagliera. Il propulsore elettrico era montato direttamente al di sotto della piattaforma; il sistema si distingueva per la leggerezza della motrice e per i vantaggi offerti dallapprovvigionamento di energia elettrica, ma erano limitate le possibilit dutilizzo. Sebbene lEuropa avesse un ruolo rilevante nello sviluppo di componenti per ascensori per persone, il miglior impiego di questa tecnologia era soprattutto nellindustria mineraria. Nel caso della Torre Eiffel, non essendo gli ingegneri europei in grado di escogitare una soluzione adeguata, decisero di concedere un permesso straordinario ad Otis per costruire lascensore della torre francese. Gli ascensori europei sviluppati per lExpo mondiale di Parigi del 1889 si basavano su elaborati impianti idraulici che tuttavia erano soggetti ai problemi di gelo. Alla fine del XIX secolo, la notizia di incidenti nelle miniere scuoteva la fiducia nei sistemi di trasporto verticale a fune. Una fune lunga 3000 metri aveva un peso proprio di 19.000 kg e si temeva potesse cadere sulla cabina seppellendo i passeggeri. La tecnologia impiegata era particolarmente onerosa ma il pericolo di incidenti non era completamente scongiurato. I pistoni e i cilindri dovevano essere inseriti nella platea ad una profondit proporzionale allaltezza da superare; la velocit doveva comunque rimanere limitata poich il cilindro di ghisa avrebbe potuto spezzarsi a causa di una incontrollabile inclusione daria mentre il contrappeso avrebbe travolto la cabina insieme ai passeggeri scaraventandoli contro il soffitto del vano corsa per poi precipitare nel vuoto. Nei primi anni del 900' il ronzio causato dai macchinari in funzione costituisce la principale colonna sonora del periodo e, fra le strategie pensate per limitarne i danni, la musica stata subito adottata come la pi conforme: essa addolcisce i costumi, serve a placare gli animi, a indurre stati di calma. E forse quelle prime discese da cinquantesimo piano dentro una gabbia cieca saranno state rese un po' meno convulse dalla presenza di musica diffusa da piccoli altoparlanti , ricordando all'utente che il suo mondo non lo aveva abbandonato ma lo seguiva come un angelo custode anche l dentro.3 L'ascensore non era solo un ottimo mezzo di collegamento tra i piani ma assumeva anche un forte valore estetico: arabeschi di ferro, intarsi di legni pregiati e specchi dorati diventarono l'espressione pi innovativa della Liberty art. L'ascensore diventa una sorta di salottino mobile dove rumori e velocit vengono ovattati da moquette e rivestimenti dai colori sobri. Fino agli anni cinquanta negli ascensori di lussuosi alberghi si incontrava la figura del boy-lift: aveva visto e ascoltato di tutto salendo e scendendo all'infinito, ma con assoluta discrezione dirigeva l'ascensore fissando lo scorrere dei piani davanti a se. Sono macchine con un'ineludibile vocazione cinematografica, non a caso il cinema le ha ampiamente utilizzate per inseguimenti, scene piccanti e duelli finali di ogni tipo: a ben vedere si tratta di una vera e propria macchina teatrale con i suoi meccanismi che scatenano sorprese e paure, tensioni e
3 Francesco OGLIARI e Giovanni CORNOLO', Si viaggia... anche all'ins. Le funicolari e gli ascensori pubblici d'Italia (3), Milano, Arcipelago, 2007.

attrazioni nello spettatore incuriosito su cosa si celi all'interno. L'evoluzione dell'ascensore negli ultimi anni ha visto una propensione verso strutture ibride con cabine vetrate posizionate all'esterno di edifici, affacciati su shopping center e vertiginose skyline mentre si ha in Giappone l'apparizione dei pi veloci ascensori al mondo con velocit di 7.5 m/s. Un caso particolare di ascensore presente all'interno della Mole Antonelliana a Torino che ospita il museo del cinema: l'ascensore corre al centro della cupola senza appoggiarsi a nessuna parete ed sostenuta da diversi fili metallici che fungono anche da guida direzionale; viene annullata l'idea di oppressione delle trombe che ospitano le corse degli ascensori tradizionali e, sbucando all'improvviso dal pavimento, si assiste ad un suggestivo effetto scenico.

Bibliografia:
Gianluca TRIVERO, L'ascensore riflessioni su una macchina attraverso i piani dell'esistenza, Torino, De Ferrari editore, 2001; Uwe DREPPER, L'ascensore. Storia del trasporto verticale, Monaco di Baviera, Detail Rivista di architettura, 2004; Francesco OGLIARI e Giovanni CORNOLO', Si viaggia... anche all'ins. Le funicolari e gli ascensori pubblici d'Italia (3), Milano, Arcipelago, 2007.

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