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Un sogno lungo una Notte tra danze e canti sardi Tatiana una allieva di Origini Sarde ci regala un articolo

sui suoi studi e le sue ricerche sullo Sciamanesimo Sardo

Lo Sciamanesimo Sardo... e ...

Sciamanesimo, quale magico significato ha per me questa parola. Chi una Sciamana, una Sacerdotessa? Nel profondo del mio cuore sento che Sciamana/Sacerdotessa una Donna connessa col ritmo incessante della Natura; percepisce visceralmente limpronta degli elementi e usa questa energia per rendere grazie alla Vita stessa, che incessantemente lascia dei doni alla nostra porta di casa. E colei che santifica ogni momento della giornata, costruisce un proprio sapere partendo dallistinto, quellistinto che porta in s un dono grande: la pura Magia. La curiosit mi spinge a ricercare, studiare, chi prima di me ha sospirato di fronte alla Luna, ad un fiore, ha sentito la potenza di unerba, ha visto unombra e combattuta. Donne umili, spesso poco istruite, ma di incommensurabile Saggezza. Donne fiere, in piedi contro il Vento e salde di fronte ad unonda maestosa. Ogni regione, ogni territorio del nostro paese, ci narra di antiche usanze, leggende narrate al chiarore di una candela nelle sere che seguivano giornate scandite da un ritmo pi naturale. Lo sciamanesimo che mi affascina, mi attrae particolarmente quello che si svilupp in Sardegna nei dintorni di Ozieri, nel periodo preistorico e protostorico. A questa cultura apparteneva un popolo pacifico, laborioso, dedito allagricoltura e con una religione basata sulladorazione del Sole e del Toro, Maschile e Femminile. La Sardegna la culla del nostro Matriarcato. Popoli del mare giunsero dallAsia, dallarea Egeo Cretese, dal Tassili africano, dallIberia e dalla Celtia. Popoli figli della madre terra che diffusero il culto della terra, delle acque, il megalitico, la metallurgia, la cultura matrilineare.

Assaporare la Natura Selvaggia della Sardegna stato per me uniniziazione tutta mia, intima, cos fortemente voluta. E una terra che emana la saggezza del ritmo della vita, nella sua pi pura magia. E una terra ancora da scoprire, ma non a tutti data la possibilit di addentrarsi in questo Spazio Sacro. E una terra che si scopre con la pelle, col tatto, col naso per i suoi mille profumi, collascolto di frasi sussurrate allorecchio di chi percepisce le janas, col sapore del sale delle pure acque cristalline, con gli occhi di chi non teme di perdersi nellinfinito dellorizzonte

Dal neolitico ad oggi, il culto della femminilit sacra, fatta di pura sensualit e di saggezza antica, passato e si unito al culto della dea Tanit (fenici(), di Demetra/Cerere (periodo punico romano) Nemmeno lintegralismo cristiano pot distruggere questa sapienza grazie a questa linea matriarcale, le donni di fuora, come vennero definite nel tempo; donne reali e immaginarie, che nellentroterra hanno portato fino ad oggi insegnamenti altrimenti perduti.

Ho potuto visitare personalmente i Nuraghi, le Domus de Janas: la sacralit del luogo, quel misto di luce e ombra, le forme cos rotonde, emanavano odore di Femmina che sotto la loro

tutela, generavano comunit di vera comunione, condivisione, dialogo. Intere zone adibite allincontro di persone che civilmente potevano discutere di argomenti fondamentali, legati alla sopravvivenza della stessa comunit. Le Domus de Janas o Case delle Fate, Case di Diana, presso Alghero del sito Anghelu Ruju, mi hanno accolta allinterno dellutero stesso della dea, con la sua ciclicit lunare. Ho percepito un forte senso di rispetto, una densit particolare, unica.

Le rocce scavate nel terreno, con funzione di tombe sepolcrali, erano e sono abitate da piccole fate, che uscivano solo di notte per andare a pregare presso i templi nuragici; piccole scintille di vibrante energia, si potevano scorgere in ogni dove sul Sentiero che portava verso luoghi sacri.

Queste dolci creature di luce custodivano i segreti di ogni lavoro domestico, tra cui la tessitura e il rituale per fare il pane. La leggenda narra che possedessero telai doro e setacci per la farina fatti dargento, custodi di un immenso tesoro fatto di oro, perle e diamanti. A difesa di questo tesoro, le orribili Muscas Maceddas, creature con testa di pecora, un solo occhio al centro della fronte, denti aguzzi, ali corte e sulla coda un pungiglione velenoso Le janas avevano un dono prezioso: il canto.

Melodie fatate accompagnavano nella notte silenziosa i viandanti. La notte... questa immensa risorsa di buio e silenzio per noi anime libere. Ed proprio nella Notte che lo Sciamanesimo Sardo trova il proprio calderone pi fertile

Non ho mai assistito a notti simili: nel buio pi totale, un manto di stelle sovrastava ogni creatura, la Luna Piena avvolgeva con i suoi brillanti raggi ogni spruzzo del mare, inondandolo di pura energia Queste gocce giunsero fino a me e mi sentii realmente trasportare nel ventre della Terra, nella Natura. Mai Terra fu pi femminile; mi ha raccontato di come Donne-Sacerdotesse, Sciamane, Streghe riuscivano ad aiutare lumile gente del popolo, dedita alla pastorizia e allagricoltura. Le cos dette deinas, veggenti stimate e temute allo stesso tempo, perdurarono fino alla prima met del 900; esse venivano chiamate anche videmortos, perch potevano

comunicare coi Erano donne vergini, ossia appartenenti solo a se stesse.

defunti.

Il loro corredo magico era costituito da:

lo il il arnesi da erbe unguenti sostanze che favorivano la trance: giusquiamo, belladonna, olio di ginepro, lOrrosa (rosa delle streghe), la peonia, il fungo Amanita Muscaria.

specchio setaccio velo tessitura

e cogas

I loro poteri:

dominio del fuoco contatto con gli spiriti oracolo capacit di visione a distanza e di guarigione l estasi e la trance il volo magico Potenti donne che vennero trucidate nel periodo dellInquisizione tra il 1560 e il 1688: Castelsardo, lallora Castel Aragonese, divennero il posto pi triste, dove le streghe furono maggiormente perseguitate e uccise

Lattrazione di questo luogo, la presenza di una forte energia qui presente, ancora nel mio cuore. Un posto ridondante di Magia e austerit soffocante, un connubio singolare ma realistico, che sottolinea la brutalit di una forma di religione lontana dal vero insegnamento di Ges. Anime morte con la voglia di comunicare ancor oggi la Saggezza profonda.

Le acque blu che circondano il Castello emanano la voce di queste donne: il mare come un libro, la spuma come loro parole.
Ancora pochi anni or sono, le giovani fanciulle dellentroterra inneggiavano canti al culto della Luna Le cosi dette donne Sarde (cogas) hanno nomi particolari, a seconda delle loro caratteristiche attribuite nel corso dei secoli: surbiles surtoras, strias, bruscia, ma talvolta sono nomi dati col disprezzo, collintenzione di creare attorno a queste figure, torbidi fumi. In comune hanno la loro umanit, ossia sono persone normali, ma che possiedono nozioni magiche e vivono in modo normale, Una caratteristica propria delle DONNE sarde la loro sete vampira che prende di notte e che scompare di giorno, Donne padrone di forti poteri durante la notte. Tra queste le bruscie: donne splendide, affascinanti, madri, mogli, amanti durante il giorno, divengo streghe attratte dal sapore del sangue durante la notte, in preda a poteri particolari. Come in ogni territorio, si cercato di insudiciare la figura della strega disegnandola come esser brutto, spregevole, capace di uccidere senza piet bambini, uomini e donne indifesi (la

sete del sangue!) Sangue per anche simbolo di Vita; donne attratte e profondamente ancorate alla vita. Nel nostro intimo, sappiamo con certezza che non fu e non cos. Le donne sarde, donne di Terra, Mare, Vento e Fuoco, dialogano con gli Spiriti degli Antenati, dei defunti, erano talvolta possedute dagli spiriti naturali. Laspetto pi particolare listintivit con cui queste donne dominavano le loro decisioni, le loro scelte. Erano vere e proprie maghe che attraverso un sentire particolare, usavano le erbe confezionando pozioni e filtri di grande potere. Spesso il loro modo di vivere listintualit, il ritmo della vita le faceva etichettare come donne di facili costumi: le bruja. Queste erano donne belle, potevano essere madri e mogli, ma costantemente avvolte da quel fascino notturno denso di magia e istintualit. Il loro sapere veniva trasmesso nella segretezza; formule e riti donati a poche elette, seguendo uniniziazione, un percorso di crescita verso gli arcani della natura.

Figure di donne pi legate allaspetto leggendario sono:

-la giovana che si presenta nelle case la notte del gioved per aiutare le donne che filano. -le panas o pantamas spiriti di donne morte di parto che nella notte si recano lungo i corsi dacqua -la saggia sibilla che assieme alle altre janas, abita una grotta presso Ozieri, a lei si attribuisce il segreto della lievitazione del pane e linvenzione dei fermenti lattici. -le fadas entit che abitano i nuraghi e tessono la buona e cattiva sorte con un telaio doro. Gli sconfinati spazi di questa terra rigogliosa e arida nello stesso tempo, ci donano esempi architettonici di sensuale bellezza; strutture attraverso le quali veniva sfruttato il potere terapeutico dellacqua: i pozzi sacri, ad esempio.

Qui la Luna e le acque sotterranee conducono una danza magica, trasformandosi cos in un calendario lunare naturale. Un orologio Solare e Lunare, segnalava i Solstizi e gli Equinozi.

Attorno a questi pozzi, capanne abitabili e ambiente adibito alle riunioni a cerchio.

Gli stessi Nuraghi, dallantico sumero nur-aghs (fiamma ardente), sono espressione dellunione dellAcqua e del Fuoco, maschile e femminile. Veri e propri templi astronomici, la struttura accentrava energie magnetiche dal sottosuolo, luogo di pratiche sacre e terapeutiche. Luogo di riunione, di divinazione, di celebrazione della Luna, luogo terapeutico del sonno. Ancora oggi esistono donne depositarie di questo sapere antico, le quali operano senza ricevere in cambio denaro, bens prodotti della Natura. Le orassionarjas, abili erboriste guariscono con formule magiche dette brebus o berbus, ossia parola, verbo, parola attiva, parola che genera qualcosa, produce effetti. Frasi capaci di guarire malattie o preservare gli uomini dai malefici e dai fastidi.

Si tinse di colori meno brillanti quando giunse il Cristianesimo: ovviamente a questo termine venne dato il termine dispregiativo di scongiuro. Curiosamente i sardi fanno una grande distinzione tra brebus (parole magiche sarde) e preghiere, a sottolineare una intrinseca diversit naturale. Laspetto affascinante di questi brebus lessere tramandati da Anziano a Giovane: parole segrete trasferite, donate ad una nuova Sciamana; lanziana ne perdeva la facolt dellefficacia donandola alla nuova. Un passaggio di testimone. Meravigliosa.

Altra curiosit consiste nel fatto che chi eseguiva un brebus non doveva ricevere ricompense per lesecuzione degli stessi, pena il rendere vano lazione sul generato dalla formula. Unaltra figura pi scura perch legata alla fine laccabadoras (hacab= metter fine, lingua fenicia): veri e propri angeli della morte. Definire lo sciamanesimo sardo, cos come lo sciamanesimo italiano, appare di ardua impresa, soprattutto per noi donne pi aperte ad un profondo sentire, rimane impossibile concluderlo in semplici parole.

Come si pu inscatolare in un contesto questa pura energia. Una terra che sa di luna, di notte profonda, figlia di una Dea che ha saputo comunicare con le Donne Sacerdotesse attraverso lascolto attento degli elementi della Natura. Queste magiche deinas non sono altro che donne silenziose, umane, spesso isolate, in continuo contatto col proprio essere unione di Elementi. Se solo potessi attraverso il mio fiato farvi giungere il sapore del Vento, lodore degli alberi nelle strade che uniscono le varie citt come Alghero e Sassari, Porto Torres e Castelsardo. Se potessi inondarvi del profumo del mirto, dello zafferano, dei fichi dindia, del rosmarino, del

ginepro, degli eucalipti, dei pini, degli ulivi, di cui lAria, ricamata dagli spruzzi del mare, inondata! Ho visto le Donne Sarde avvolte da un antico sapore di erba, profumo di unistintualit, frutto di ascolto profondo. Donne che ancora oggi fanno riemergere dalle gocce del loro sangue, rituali magici, pozioni segrete, incanti potenti La natura coi suoi doni ha trovato in esse capaci e attente interlocutrici. Semplice. Questa la parola che contraddistingue lo Sciamanesimo Strano? Inusuale? Semplicemente. Per me tutto qui: Sciamana la semplicit dellascolto, del silenzio. Sardo: semplicit.

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