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C O O R D I N A M E N T O G E S T I O N E C O R R E T TA R I F I U T I E R I S O R S E

LALTERNATIVA CE

LINCENERITORE A PARMA NON E NECESSARIO PROGETTO ALTERNATIVO PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI

w w w. g e s t i o n e c o r r e t t a r i f i u t i . i t g e s t i o n e c o r r e t t a r i f i u t i l @ g m a i l . c o m

LAlternativa c
Premessa La produzione dei riuti nel mondo indubbiamente una delle chiare ed evidenti prove di come lattuale programmazione e produzione umana di merci non sia sostenibile. Una merce che alla ne del suo ciclo di utilizzo resta come riuto, e pertanto come sostanza che incider negativamente sullambiente, un chiaro esempio di come vi siano errori fondamentali nel sistema di progettazione delle merci stesse. Su tutti i piani di gestione dei riuti, sia quelli locali che nazionali, si legge che il primo passo per la corretta gestione la riduzione della produzione stessa dei riuti. Una raccomandazione che viene sistematicamente disattesa, dal momento che in Italia, ad esempio, la produzione costantemente in aumento. Dire che il riuto, come residuo della merce che si ottiene alla ne vita della merce stessa, essenzialmente un difetto di progettazione sembra una cosa ovvia. Il ciclo aperto e lineare che luomo ha messo in atto dal momento della rivoluzione industriale (estrazione delle materie prime, lavorazione, trasformazione, produzione, uso, distruzione, riuto) purtroppo la causa prima della grave situazione che il mondo attuale si trova a gestire. La soluzione ovvia sarebbe prendere esempio dai cicli della natura, cicli chiusi nei quali il prodotto di scarto di un sistema (animale, vegetale, et) diventa la fonte primaria di sostentamento per gli altri. Senza banalizzare, dire che la soluzione deve essere ricercata nelleliminazione della produzione del riuto (politica RIFIUTI ZERO- Zero Waste) una verit indiscutibile ed una realt che potr essere raggiunta solo con una presa di coscienza del mondo politico-legislativo tramite una legislazione che imponga la mondo produttivo di commercializzare solo ed esclusivamente materiali e merci riciclabili al 100%. Qui sotto riportiamo un piccolo schema che esemplica il vero ciclo corretto dei riuti (in questo caso gli imballaggi che sono la nte principale insieme allumido dei riuti domestici).

IL CICLO DEGLI IMBALLAGGI

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Nella prospettiva di raggiungere questo risultato, le possibilit attuali che abbiamo sono quelle di minimizzare gli impatti sullambiente e la salute delluomo derivanti dalla gestione dei riuti. Per far questo basta seguire la gerarchia dei vari passaggi nella gestione dei riuti dettata dalla Comunit Europea. Se immaginiamo il sistema di gestione dei riuti come una sorta di catena ad anelli chiusa, dove gli anelli pi grossi rappresentano le fasi pi signicative della gestione (modiche progettazione, riduzione, riuso, riciclo) del tutto evidente che lanello che rappresenta limpianto che dovr gestire il materiale non altrimenti differenziabile (il cosiddetto secco), non potr che essere lanello pi piccolo perch non avremo bisogno di costruire grossi impianti con emissioni impattanti sulla salute e lambiente, ma baster un impianto di recupero per ottenere dal riuto una materia prima seconda utile da re-immettere nei cicli produttivi. Pertanto alla gerarchia dettata dalla normativa europea vigente, va aggiunto il progetto alternativo che presentiamo in questa brochure, un sistema che potr traghettarci col minimo impatto ambientale verso il sistema Riuti Zero Zero Waste.

La Normativa Europea Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, relativa ai riuti. La presente direttiva abroga le direttive 75/439/CEE, 91/689/CEE e 2006/12/CE.

La direttiva stabilisce un quadro giuridico per il trattamento dei riuti all'interno della Comunit. Essa mira a proteggere lambiente e la salute umana attraverso la prevenzione degli effetti nefasti della produzione e della gestione dei riuti. Prevede una specica gerarchia per proteggere maggiormente l'ambiente, decretando che gli Stati membri devono adottare delle misure per il trattamento dei loro riuti conformemente al seguente ordine di priorit: Prevenzione riduzione Preparazione per il riutilizzo Riciclaggio; Recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia ma non necessariamente tramite incenerimento del riuto Smaltimento.

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Gli Stati membri possono attuare misure legislative per rafforzare questa gerarchia nel trattamento dei riuti. Tuttavia, essi devono garantire che la gestione dei riuti non metta a rischio la salute umana e non comprometta l'ambiente. Noi crediamo che la scelta fatta oggi dallamministrazione provinciale e comunale di incenerire i riuti residuali dalla raccolta differenziata, sia una scelta contraria a tale raccomandazione.

Piani e programmi Le autorit competenti sono tenute a predisporre uno o pi piani di gestione dei riuti, volti a coprire l'intero territorio geograco dello Stato membro interessato. Tali piani contengono in particolare il tipo, la quantit e la fonte dei riuti, i sistemi di raccolta esistenti e i criteri di riferimento. Devono inoltre essere elaborati dei programmi di prevenzione, al ne di dissociare la crescita economica dagli impatti ambientali connessi alla produzione dei riuti. Tali programmi devono essere comunicati dagli Stati membri alla Commissione europea. Contesto La produzione di riuti tende ad aumentare all'interno dell'Unione europea. Per questo la legislazione precisa i concetti basilari, come le nozioni di recupero e smaltimento, in modo da inquadrare meglio le attivit di gestione dei riuti. necessario inoltre rafforzare le misure in materia di prevenzione e di riduzione degli impatti ambientali della produzione e della gestione dei riuti. Il recupero dei riuti deve inne essere incoraggiato, al ne di preservare le risorse naturali.

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RIDUZIONE Appare del tutto evidente che il primo passo da fare per arrivare alla minor produzione di riuti possibile ridurne la produzione. Troppo poco si fatto no ad ora, pur essendo presente nel cappello iniziale di ogni piano provinciale sui riuti (PPGR) lintenzione di volerli ridurre. Alle parole purtroppo per non seguono mai i fatti. Sarebbe invece utile anche solo copiare quello che succede allestero. Caso esemplare stato quello della provincia di Ebersberg in Baviera, dove una seria politica di riduzione dei riuti alla fonte adottata dagli amministratori locali, ed amplicata dalla emanazione nel 1991 di una nuova legge nazionale, nota come "Decreto Tpfer" dal nome dell'allora Ministro dell'Ambiente, ha portato ad un crollo della produzione dei riuti fra il 1988 ed il 1993, ottenendo una riduzione ad un sesto in soli cinque anni! Il Decreto Tpfer attribuisce la responsabilit dei riuti da imballaggio alle ditte produttrici e distributrici; ci ha portato alla nascita del DSD, un consorzio fra le imprese per la raccolta. Il consorzio si nanzia con gli introiti del "Punto Verde" ("Der Grne Punkt"), un marchio per contraddistinguere gli imballaggi per i quali stata versata la tariffa, commisurata alle dimensioni ed al peso, per la loro raccolta e riciclaggio. Questo sistema ha comportato un forte impegno da parte delle imprese a ridurre gli imballaggi e contemporaneamente ha orientato le scelte del pubblico verso i prodotti con minori imballaggi, in quanto meno costosi. Altre esperienze internazionali sono state coronate da successo, come nel distretto di Alameda in California o a Canberra in Australia, dove in dieci anni stata dimezzata la quantit di riuti da smaltire. Da ultimo in Israele stata promulgata una normativa che obbliga i produttori a riciclare gli imballaggi dei loro prodotti (http://www.cosmeticsdesign-europe.com/Packaging-Design/Israel-plans-packaging-recycling-revolution /?c=f6nYxo1Clf18a5wQ54zu9w%3D%3D&utm_source=newsletter_daily&utm_medium=email&utm_camp aign=Newsletter%2BDaily A livello provinciale nei diversi comuni esistono pratiche di riduzione dei riuti, purtroppo presenti in modo non omogeneo per cui pu succedere che in un comune esita un progetto particolare (ad es. lincentivazione per luso dei pannolini riciclabili) mentre in altri si trovano altre misure (ad es. il fontanello di acqua pubblica depurata per ridurre luso di acqua in bottiglie di plastica). La soluzione sarebbe applicare su tutto il territorio provinciale in modo omogeneo quelle misure gi al momento attuabili e collaudate per portare ad un rapido decremento nella produzione riuti tutto il territorio provinciale. Si dovr in primo luogo anche pensare ad una innovazione tecnologica del sistema di packaging. La nostra regione vede la principale presenza sul territorio nazionale di imprese per il packaging, in primis quello per il settore agroalimentare. Indirizzare precise scelte industriali, anche supportate dalla ricerca fatta in collaborazione con le universit delle diverse provincie, porterebbe in breve alla produzione di packaging riciclabile o riutilizzabile al 100%, evitando cos di buttare in discarica o negli inceneritori tonnellate di materia. Di seguito si riportano alcune politiche di riduzione riuti, in parte gi applicate ma non con lattenzione che meriterebbero, che, se estese su tutto il territorio provinciale, determinerebbero un sicuro calo della produzione.

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1.

Compostaggio domestico

Circa il 30% dei riuti soldi urbani composto dallumido, la frazione organica. Tonnellate di organico potrebbero andare direttamente nei terreni e negli orti, invece di nire nei cassonetti. Incentivazione del compostaggio domestico con corretti controlli di efcienza e qualit. 2. Acquisti verdi

Per sottolineare anche limportanza dellutilizzo dei materiali riciclati e di alimentare il mercato dei prodotti con materie prime seconde, si dovrebbe adottare il sistema degli acquisti verdi GPP (Green Public Procurement); tutti gli acquisti degli enti comunali su tutto il territorio provinciale e la stessa Provincia, dovrebbero essere vincolati ad una procedura che selezioni i prodotti fatti dando una preferenza a quelli prodotti con materiale riciclato in modo da sostenere la domanda dei prodotti realizzati con un minor impatto ambientale e dimostrare che anche attraverso gli acquisti si pu incidere. Oltre alla procedura per acquisti verdi andrebbe avviato un sistema interno ai palazzi delle amministrazioni per la raccolta differenziata ed il recupero dei riuti speciali come, ad esempio i toner delle stampanti, che in questo modo potrebbero essere rigenerati e avviati a nuova vita. 3. Acqua buona nelle mense

LItalia il paese Europeo con il maggior consumo di acque minerali. Un consumo che non certo motivato dalla minor qualit delle acque di acquedotto bens da una massiccia campagna pubblicitaria che ci induce allacquisto dellacqua al supermercato con costi superiori del 1000% rispetto a quella pubblica e con una qualit non certo migliore. Lacquisto di acque minerali comporta gravi conseguenze sullambiente per i riuti che producono ma anche per la grande circolazione di TIR che attraversano lItalia per trasportare lacqua del Sud Italia al Nord e viceversa. Decidere di sostituire progressivamente dalle mense scolastiche le acque minerali con lutilizzo delle brocche di acqua del rubinetto. farebbe risparmiare economicamente le scuole e calerebbe la produzione di consumo di plastica. La stessa politica andrebbe applicata alle residenze assistenziali protette e a tutte le comunit. Utile anche linstallazione di fontanelle pubbliche con acqua ltrata e controllata per la distribuzione pubblica. Questa soluzione, attuabile sia nei paesi che nei quartieri cittadini, darebbe la possibilit di rifornirsi da parte delle famiglie, in modo comodo e conveniente, risparmiando sul conto mensile per il consumo di acque minerali in bottiglia di plastica. La riduzione del quantitativo di plastiche PET da mandare a riciclo sarebbe evidente nel giro di pochi giorni. In Italia consumo medio pro-capite di 204,8 litri di acqua in bottiglia nel 2007 (fonte:http://www.eticaeconomia.it/il-mercato-delle-acque-in-bottiglia-in-italia.html) 1 bottiglia da 1,5 lt in PET pesa mediamente 35 grammi (varie fonti su internet) Popolazione provincia di Parma 425.690 abitanti (fonte: http://www2.provincia.parma.it/page.asp?IDCategoria=1257&IDSezione=5060) Verosimile consumo totale di acqua in bottiglia della Provincia di Parma = Litri 87.181.312, Bottiglie ipotetiche consumate per anno: 58.120.874, PET da smaltire o da riciclare in totale: 2.034 tonnellate Consumo PET pro-capite per anno: 4,77 kg
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Quindi se si passa al rubinetto si ha: - minor produzione di PET - minor inquinamento dovuto al trasporto su TIR - risparmio per il portafoglio della famiglia (calcolato in 250-500 Euro anno per famiglia di 4 persone) - maggiori introiti per il gestore locale (ENIA) che "vende" pi acqua e pu investire nel miglioramento del servizio.

4.

La Via dellAcqua

Con lo stesso obiettivo di diminuire lutilizzo delle acque minerali ma anche per valorizzare i luoghi delle fonti naturali presenti sul territorio come luoghi di bene comune, si dovrebbero costruire percorsi denominati: La Via dellAcqua. Il percorso valorizzerebbe la presenza delle fonti con una cartellonistica stradale e lindicazione delle propriet dellacqua che ne sgorga e la garanzie dellassoluta sicurezza nellutilizzo. 5. Latte alla spina

Per la riduzione degli imballaggi ma anche per la valorizzazione della Filiera Corta si dovranno realizzare distributori automatici di latte alla spina. Grazie a questo distributore: il cittadino potr avere un latte pi fresco, non trattato e pi genuino, il latte sar pi economico perch con 1 euro si acquista 1 litro di latte fresco appena munto; allallevatore viene riconosciuto pi del doppio rispetto a quanto riconoscono le centrali del latte; il latte pu essere acquistato con un proprio contenitore riutilizzandolo e risparmiando allambiente lutilizzo dei contenitori usa e getta. 6. Detersivi alla spina

Detersivi di qualit, naturali ed ecologici, di produttori locali, possono essere acquistati, direttamente usando un proprio contenitore! Sar necessario creare punti vendita in tutto il territorio cittadino e nei diversi paesi per acquistare in comodit detersivi alla spina risparmiando e facendo risparmiare allambiente lo smaltimento di tanti inutili imballaggi. 7. Eco-sagre

Obbligare, tramite uno specico regolamento, ad utilizzare esclusivamente materiale riciclabile nelle sagre, manifestazioni, feste di quartiere, raduni, etc. Pi Ecosagre signica ridurre limpatto ambientale delle manifestazioni nel territorio provinciale. Gli organizzatori delle sagre estive, infatti si impegneranno a: differenziare tutti gli scarti prodotti dalla sagra e dei partecipanti; ridurre la produzione di riuti e di imballaggi durante le feste utilizzare stoviglie, posate e bicchieri riutilizzabili o in materiale compostabile. 8. Pannolini ecologici

Grazie ai pannolini lavabili si riduce notevolmente la produzione di riuti ma anche la spesa! I nuovi Pannolini lavabili, semplici da usare, sono riutilizzabili: per il 90% sono costituiti da cotone biologico e materiali naturali, si possono lavare anche in lavatrice e comportano un risparmio di oltre il 70% per le famiglie rispetC o o r d i n a m e n t o G e s t i o n e C o r r e t t a R i f i u t i e R i s o r s e! L A l t e r n a t i v a c

to ai normali pannolini. I comuni su tutto il territorio provinciale dovranno fornire alle famiglie il primo kit e, dopo un'iniziale sperimentazione di 20 giorni, a chi intende proseguire nel progetto, fornire il secondo kit con una sovvenzione del 50%. 9. Assorbenti ecologici

Rendere disponibili alla vendita presso le farmacie comunali, ma accendere una specica convenzione con tutte le altre, gli assorbenti ecologici. Grazie alla possibilit di essere lavati e pi volte riutilizzati contribuiscono alla riduzione dei riuti. C' anche un risparmio per le signore perch con la spesa equivalente di una quattro mesi di "usa e getta" si acquistano assorbenti ecologici che durano 10 anni. Il prodotto anallergico e facilmente lavabile. 10. Mercatino di scambio e riuso Gli oggetti inutilizzati possono essere utili agli altri. E' questa l'idea che sta alla base del mercatino di scam-

bio e riuso. Al termine delle giornate specicamente istituite, i cittadini possono lasciare in piazza le cose che non servono pi, che sono state messe allasta, sono state vendute, scambiate, regalate o barattate. Gli oggetti invenduti verranno riciclati.

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11. Via la plastica da tutte le mense Con le nuove gare delle mense scolastiche e comunali, i comuni metteranno al bando l'usa e getta! In tutte le mense scolastiche e comunali dove ancora si usa la plastica, verranno invece inserite le lavastoviglie industriali e i piatti di coccio. Niente pi piatti o bicchieri di plastica ma piatti lavabili che permetto un ulteriore e notevole riduzione nella produzione degli scarti. 12. Progetto scuole a costo zero Al momento le scuole sostengono costi elevati per la rottamazione e smaltimento dei loro riuti (oggetti, arredo, etc). Comuni di media grandezza come Treviso arrivano a spendere anche 150.000 euro allanno per tale servizio. La proposta quella di creare squadre di ragazzi in ogni istituto o comprensorio che possa fungere da smontatori in modo da poter recuperare oggetti e arredo scolastico non pi fruibile da inviare al centro di recupero. Tale progetto potrebbe essere a costo zero per i comuni dal momento che il materiale fungerebbe come sorta di pagamento per il servizio svolto una volta consegnato al centro di recupero. Riportiamo qui sotto un diagramma per spiegare come sono i ussi della raccolta allinterno delle scuole del trevigiano grazie al progetto di collaborazione fra provincia e Centro Riciclo di Vedelago. 13. Utilizzo stampanti Sembra una banalit ma se settassimo le nostre stampanti di casa e dell'ufcio in modalit fronte/retro si risparmierebbe pi o meno il 50% di carta. Considerando che un foglio A4 pesa circa 5 grammi (quelli pi usati hanno una grammatura da 80 gr/mq) e conoscendo il volume di pagine stampate in un anno (in molte stampanti possibile vericarlo dal menu sul display) si pu facilmente calcolare quanti chili di carta si evitato di stampare. Anche in questo caso beneci in: - meno alberi tagliati - meno TIR che viaggiano per trasportare le vostre risme di carta

Altre proposte riduzione del numero di imballaggi e dei contenitori ed il loro riutilizzo, promuovendo il ripristino del sistema del vuoto a rendere a cominciare dai settori della ristorazione, ricezione e distribuzione; incentivazione ed il sostegno ad aziende e distributori che convertono almeno il 30% del proprio prodotto venduto (ad es. latte fresco, acqua minerale, detersivi, ecc.) in contenitori a rendere con cauzione; prevenzione dei riuti basata sul riciclaggio e sulla sistematica estrazione ad oltranza dei materiali riutilizzabili rinvenibili nei riuti stessi; responsabilizzazione delle varie utenze: - utenze domestiche (iniziative di educazione ambientale, tariffa, incentivazione allautocompostaggio, ecc.); - utenze attivit produttive (promozione di accordi di programma e/o incentivi per lattuazione di strategie rivolte alla riduzione degli scarti e alla commercializzazione di merci durature); - utenze commerciali (promozione accordi di programma e/o incentivi per lattuazione di strategie rivolte non solo alla riduzione e riutilizzo degli imballaggi, ma anche allidenticazione e alla vendita di prodotti con materiali pi sostenibili in fase di recupero e smaltimento);
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- grande distribuzione (promozione di accordi di programma e/o incentivi per lattuazione di strategie rivolte alla riduzione degli scarti e alla commercializzazione di merci durature, sistemi di ricarica con dispenser, buoni sul reso ecc.); - utenze ufci (iniziative di educazione ambientale, promozione della carta riciclata, ecc.); - utenze pubbliche (attuare allinterno delle pubbliche amministrazioni misure di riduzione degli imballaggi, raccolta differenziata, politica di acquisti verdi; - favorire la proliferazione di impiantistica per il riciclo e nobilitazione di materiali recuperati; rendere pi conveniente luso di prodotti riciclati anche con politiche scali (tassa sulle materie vergini). Queste vogliono essere solamente alcune linee guida e idee che devono naturalmente essere integrate anche con esperienze ed iniziative gi in essere in molte realt nazionali ed internazionali.

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IL RIUSO Unaltra possibilit che abbiamo per ridurre i riuti recuperare alloriginale funzione oggetti e materiali che vengono buttati perch presumibilmente non pi idonei a svolgere il loro compito. Recuperare e ridare nuova vita a questi oggetti signica evitare di consumare materie prime per produrre analoghi con la stessa funzione. Allinterno dellECO Centro sar presente un'apposita area per il recupero e la riparazione di questi oggetti. Raccolta Porta a Porta Il tema della raccolta differenziata Porta a Porta quello centrale di tutto il ciclo per una corretta gestione dei riuti. Non possibile eseguire una corretta raccolta differenziata, specie di qualit con possibilit di invio al recupero il 100% del materiale raccolto, se non si applicano tre punti per noi fondamentali: 1. 2. 3. 4. Raccolta differenziata PaP su tutto il territorio Eliminazione dei cassonetti stradali Applicazione di una tariffa puntuale (pago per quanto produco di secco indifferenziato) Eliminazione del concetto di assimilazione dei riuti commerciali a quelli urbani ed estensione della raccolta differenziata capillare presso tutti gli operatori del settore commerciale Solo applicando questi passaggi si ritiene di poter assistere ad una riduzione signicativa della produzione dei riuti pro-capite, come gi successo in tutti i territori dove questa losoa stata applicata. Al momento, infatti, la presenza dei cassonetti stradali sulla maggior parte del territorio provinciale, determina il fallimento di una corretta raccolta porta a porta. Il cittadino non virtuoso non esita ad eliminare anche materiale totalmente riciclabile nel cassonetto dellindifferenziato, destinando cos quel materiale ad un recupero tutto da dimostrare, ma sicuramente condannandolo alla discarica o ad un inceneritore (vedi Rapporto Osservatorio Riuti Provincia di Parma 2008).

Qualit della Raccolta differenziata PaP Il secondo aspetto non meno importante la qualit della raccolta differenziata. Il cittadino differenzia correttamente, o con un margine di errore prevedibile, purtroppo mescolando il cosiddetto multi-materiale (vetro, plastiche, alluminio) in un unico contenitore che viene poi svuotato in un camion compattatore. Allinterno del cassone del camion, il materiale viene mischiato, schiacciato e reso in questo modo quasi inseparabile o quanto meno recuperabile con ulteriore costo per la ditta cui tale materiale destinato. No per altro, il comune di Parma ha perso lo scorso anno ben 600.000 euro di incentivi negati dal consorzio del riciclo CONAI proprio per la cattiva qualit della raccolta differenziata. Separare inoltre il vetro singolarmente porta alla concessione sicura degli incentivi CONAI che altrimenti vanno perduti. Va quindi rivista anche la modalit di raccolta del materiale da inviare al riciclo e quindi al riuso, pena una consistente perdita economica insieme ad uno scarso risultato in termini di recupero dei materiali.

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Quale Raccolta differenziata Il tema centrale poi, oltre ad applicare un corretto sistema per la raccolta differenziata, lestensione della raccolta porta a porta ad una quantit di frazioni merceologiche la pi ampia possibile. Al momento vengono raccolte a nostro giudizio solo poche frazioni (verde, carta, vetro, plastiche, alluminio, metalli) ma le possibilit sono molto pi ampie. Basti pensare alla capacit di recupero che si avrebbe se solo durante le demolizioni degli edici si evitasse di buttare in discarica tutto il legno, vetro, metalli, etc che normalmente vedono quel destino. Viene qui sotto riportato una lista delle possibili altre frazioni merceologiche recuperabili tramite raccolta differenziata PaP. Tutte le risorse scartate possono essere divise in 12 categorie di mercato
C AT E G O R I A ESEMPI

Elettrodomestici, Oggetti in plastica durevole, Tessili, MateRIUTILIZZABILI rassi e mobili, Residui di costruzione e demolizione, Libri e cataloghi, altri oggetti riparabili Cartone, Carta da ufcio, Giornali, Riviste e cataloghi, Altra CARTA carta da ufcio, Cartoncino (es. da imballo), Altro / carta composita

RESIDUI VEGETALI

Foglie e erba, Residui di potatura, Rami e ceppi

PUTRESCENTI

Residui alimentari, Residui di pesce e carne, Residuo fangoso, LEGNO, Legno non trattato, Legno trattato

CERAMICHE

Cemento, Asfalto da pavimentazione

TERRENI

Lavagne per gesso, Particelle rocciose

METALLI

Carcasse di auto, Lattine di alluminio, Latte dacciaio, Metalli ferrosi, Non ferrosi,

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C AT E G O R I A

ESEMPI

VETRO

Contenitori vetro trasparente, Contenitori vetro misto, Vetro trasparente, Vetro verde, Vetro misto, Vetro marrone, Vetro di nestre, Altro vetro

TESSILI

Fibre in poliestere, Cotone e lana

POLIMERI

1 PET (CRV), 2 HDPE Colorato, 2 HDPE Naturale, 1 PET Plastica, 4 Sacchetti di plastica, Copertoni, Altre plastiche, Bitume per rivestimento tetti, Pellicole in plastica

CHIMICI

Olio per motori usato, Riuti pericolosi di casa, Assorbenti usa e getta e igiene femminile, Riuti medici trattati

Un esempio di quello che si potrebbe fare con i copertoni: I copertoni usati possono essere utilizzati per la fabbricazione di: a. copertoni rigenerati b. conglomerati bituminosi speciali c. membrane impermeabili d. barriere acustiche e. basamenti stradali anti-rumore (massicciate per tram) f. cordoli ed altri attrezzi spartitrafco g. materiali per fondazioni speciali h. isolanti per tetti i. pavimentazioni pedonali l. supporti antistatici per apparecchiature elettriche ed elettroniche m. sigillanti adesivi n. tappetini o. suole per calzature p. parti per macchine industriali q. nastri trasportatori r. imballaggi s. materiali miscelati con altre plastiche
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t. pavimentazioni sportive ecc. Qui sotto si riporta una tabella dove si evidenziano i guadagni e il potenziale occupazionale di 1,000,000 Ton di risorse gettate. Categorie della Chiara DozzinaSM
1. Riutilizzabili 2. Carta 3. Residui vegetali 350 65 30 28,000 370,000 100,000

Prezzo di mercato Posti lavoro Ton /anno $/T (stima)


550 20 7

Valore totale delle risorse ($)


15,400,000 7,400,000 700,000

4. Putrescenti 5. Legno 6. Ceramica 7. Terreni 8. Metalli 9. Vetro 10. Polimeri 11. Tessili 12. Chimici Totale By Richard Anthony

85 24 7 20 35 75 1,020 340 4 2,055

190,000 40,000 20,000 10,000 60,000 30,000 110,000 40,000 2,000 1,000,000

7 4 4 7 40 10 100 200 15

1,330,000 320,000 80,000 70,000 2,400,000 300,000 11,000,000 8,000,000 30,000 47,030,000

E evidente che basterebbe aggiungere altre frazioni merceologiche a quelle che si raccolgono gi con modalit porta a porta per ottenere sicuri vantaggi in termini non solo di protezione della salute e dellambiente, ma anche in termini economici e occupazionali. Quello che in effetti stupisce della decisione delle Amministrazioni di bruciare riuti favorendo cos il gestore principale ENIA, la volont di chiudere totalmente al mondo della cooperazione questo settore che al contrario sarebbe stato trainante per le moltissime realt presenti sul nostro territorio. In un momento in cui la crisi economica e lavorativa sembra spingere le economie dei paesi verso lallarme rosso, non comprendere quale potenziale sarebbe disponibile seguendo questo semplice schema veramente incredibile.

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La nostra proposta si caratterizza anche per la possibilit di dare occupazione ad un numero nettamente superiore di lavoratori rispetto alla semplice gestione con un forno inceneritore. Si calcola infatti che per un lavoratore impegnato nellimpianto di incenerimento si hanno 15 lavoratori coinvolti nel sistema del riciclo e del sistema di riutilizzo della materia che illustreremo Tale scelta poi andrebbe a tutto vantaggio delle tasche dei cittadini, dato che lunico modo di far pagare di meno lutente quello di premiare tramite una tariffa puntuale lo sforzo fatto per la separazione dei materiali. La raccolta PaP ha dimostrato di comportare i maggiori vantaggi sia in termine di riduzione di riuti (mediamente -20%), aumento della raccolta differenziata (no al 70-80%) e, soprattutto, a regime, diminuzione delle tariffe (- 15%). Ricordiamo che gi nel 2006 una ricerca su oltre 13 milioni di cittadini fatta dall'Ecoistituto di Faenza dimostrava quanto detto sopra. Gi oggi un cittadino che vive in un appartamento di 80 metri quadri in provincia di Treviso, ove si fa il porta a porta, paga per la Tarsu 90 euro l'anno rispetto ai 120 euro circa della media del comune capoluogo e di 230 euro pagati dalle nostre famiglie tra Parma e provincia.

RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA La parte da leone in tutto il ciclo dei riuti, sembra anche superuo dirlo, la fa la raccolta differenziata. Eppure non cos scontato questo tema. In particolar modo per la nostra realt cittadina. Se pur vero che sul territorio comunale si assiste ad un notevole successo in termini di raccolta PaP (no anche all80%), c una triste realt per cui alcuni comuni della provincia sono fuori legge per ci che riguarda addirittura il rispetto del decreto Ronchi con percentuali di raccolta differenziata ben al di sotto del 35%. Uniformare pertanto la percentuale di raccolta differenziata su tutto il territorio provinciale, e in particolar modo su quello del comune capoluogo, porterebbe ad ottenere il massimo risultato in termini non solo di miglioramento della qualit della raccolta dei riuti, ma soprattutto in termini di riduzione delle produzione totale. La realt del territorio comunale del capoluogo, purtroppo grazie alla compresenza del sistema misto di raccolta PaP/ cassonetto che vanica non solo i risultati quantitativi ma anche qualitativi della raccolta stessa, il punto centrale da modicare al pi presto (bastano pochi giorni) per rientrare in parametri ottimali. Il sistema che vede sacricato il corretto ciclo della raccolta differenziata purtroppo legato alla equiparazione dei riuti commerciali al riuto urbano (assimilazione). Questo porta i gestori delle attivit commerciali a impegnarsi al minimo nella raccolta differenziata, sicuri che, avendo a disposizione ampi cassonetti stradali per lo smaltimento, non avranno bisogno di preoccuparsi per il destino dei loro materiali inutilizzati. Spesso si tratta di plastiche perfettamente riutilizzabili, di carte, cartoni e umido. Risulta evidente che obbligare il settore commerciale al corretto recupero dei materiali riciclabili e linvio dellumido al compostaggio, darebbe una grossa mano nella riduzione del quantitativo totale dei riuti prodotti per anno pro capite sul territorio provinciale (al momento intorno ai 612 kg/abit/anno). Si calcola che solo togliendo i cassonetti stradali e sospendendo lassimilazione agli urbani dei riuti commerciali si potrebbe scendere come produzione pro capite alla met del valore attuale (350 Kg pro-capite anno invece di In questo modo ne risulterebbe un vantaggio non solo in termini di quantit ma anche di qualit della raccolta PaP, con sicuro recupero degli incentivi CONAI, attualmente non concessi per intero al comune capoluogo proprio per la scarsa qualit della raccolta stessa.
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LA PIATTAFORMA DEL RICICLO Autonomia e autosufcienza sono i secondi punti centrali del nostro progetto alternativo. Al momento, escluso alcune frazioni merceologiche come carta e metalli e in parte una bassa percentuale delle plastiche, il materiale post consumo da riciclare e lumido viene inviato fuori provincia, con costi elevati per la comunit sia in termini ambientali che economici. Il centro di trattamento riuti dovr gestire sul posto tutto il ciclo del recupero delle frazioni merceologiche, in modo da preparare allinvio diretto alle ditte che riutilizzano, le materie cos recuperate col minimo costo ambientale riducendo la movimentazione dei camion per il trasporto in altri centri. Parlare di autosufcienza provinciale senza che questa sia reale anche in termini di recupero e preparazione corretta allinvio delle materie recuperate con la raccolta PaP, non comprendere che, se facciamo il grosso del lavoro in sede, si otterranno dei beneci immediati in piena autonomia. Pertanto allinterno del PAIP dovr essere presente una sezione per il recupero e imballaggio delle frazioni merceologiche di cui sopra da inviare direttamente alle ditte per il riuso.

IL TRATTAMENTO DELLINDIFFERENZIATO In questo modo rimarrebbe solo ci che impropriamente oggi viene chiamato riuto indifferenziato, cio quella materia che a ne del suo ciclo di utilizzo, non essendo possibile riportarla al riciclo o riuso, viene inviata allincenerimento per ottenere una minima quantit di energia. Energia che sicuramente in saldo negativo se solo si considerasse quanto lenergia consumata per estrarre il materiale, trasformarlo, produrre la merce, trasportare e utilizzare quella data merce in realt incida sul bilancio generale. In questo caso ci si accorgerebbe facilmente che il saldo energetico fortemente negativo e che lenergia prodotta dallincenerimento di quel riuto decisamente molto inferiore a tutta quella che si consumata per produrlo e usarlo, senza considerare i costi di esternalizzazione sanitaria, cio limpatto che le emissioni tossiche prodotte dallincenerimento di quel dato oggetto provocheranno in termini di aumento delle malattie e della spesa sanitaria per la cura delle stesse.

TRATTAMENTO FANGHI DI DEPURAZIONE Un altro tema delicato quello del trattamento dei fanghi di depurazione. Il nuovo progetto di ENIA prevede di bruciare anche questi fanghi, no a poco tempo fa sparsi sui terreni agricoli come fertilizzanti. Una recente normativa di legge impedisce ormai questa pratica, per cui, come materiale organico, ENIA si appresta a bruciarli per ottenere sostanzialmente gli incentivi dei cosiddetti Certicati Verdi (incentivi ottenuti per le fonti rinnovabili, in modo del tutto improprio, simili ai CIP6 per i quali, e solo in Italia, ottenere energia elettrica bruciando riuti signica ottenere ernergia da Fonti Rinnovabili, come sole, vento e mare. Per tale motivo lItalia sotto procedura dinfrazione da parte della Comunit Europea. Ora, esistono altri metodi per trattare i fanghi di depurazione. In 37 comuni della provincia milanese si sono consorziati per dare vita ad un progetto che nell'ottobre del 2008 ha nalmente visto la luce. Si tratta di una Spa, la Idra, fondata nel 1971 per iniziativa della Provincia di Milano che ha realizzato un
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impianto di trattamento, depurazione e allontanamento delle acque reue nell'ottica di tutelare il territorio e difendere il suolo e il sottosuolo e, diciamo noi, en passant, la qualit dell'aria. Il bacino di utenza del progetto assomma a 300.00 abitanti. Il sistema innovativo denominato Athos ed utilizza l'ossidazione termica, in grado di ridurre il volume e rendere stabile il composto trattato. Alla ne del trattamento si ottiene un liquido organico biodegradabile e tecnosabbia. Tutti i fanghi sono al 100% riciclati, valorizzati o reintrodotti nell'ambiente naturale.

http://www.gruppoidra.it/

IL CENTRO DI RECUPERO
Dopo aver attraversato tutte le tappe viste in precedenza, il materiale arriva allECOCENTRO, un impianto che potrebbe vedere la luce nellesatta posizione dove sta sorgendo il PAIP, con lunica differenza che per trattare il riuto residuo non ci sar linceneritore.

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Qui sotto viene riportata una tabella che denisce il materiale in entrata allEcocentro.

ECO-CENTRO

PROCESSI DI RECUPERO

1 AREA Selezione e Riduzione volumetrica

Ricevimento frazioni secche riciclabili da raccolta differenziata multimateriale o monomateriale: (vetro, plastica, metalli) (plastica, metalli) (plastica mista); Selezione dei materiali in base alla composizione merceologica; Selezione della plastica per colore e polimero; Riduzione volumetrica (pressatura) dei vari materiali; Gestione delle singole tipologie di materiali, consegnati a impianti di seconda lavorazione (impianto di destagnazione, impianti per la preparazione del pronto-forno per le vetrerie, ecc.) o a speciche aziende che impiegano i materiali nei loro cicli produttivi. Valorizzazione dello scarto di selezione degli imballaggi, della frazione secca RSU (riuto indifferenziato) e degli scarti conferiti dalle aziende. Il granulato prodotto (sabbia sintetica) viene consegnato a speciche aziende per limpiego nei successivi cicli produttivi.

2 AREA Produzione Granulato

Nello schema qui sotto vediamo come sarebbe strutturato il centro e quali corpi vedrebbe al suo interno

I SEI GRANDI IMPIANTI che OGNI comunit dovr costruire 1. LIRM ... (impianto di recupero materiali provenienti da raccolta differenziata PaP) 2. Il CMRD ... (Centro per i materiali riciclabili con difcolt) 3. Limpianto di compostaggio 4. Limpianto per il ri -utilizzo 5. Limpianto C e D ... ( detriti di costruzioni e demolizioni) 6. Limpianto per i riuti residui - Estrusione
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IRM Nel primo impianto si trattano ovviamente i materiali provenienti dalla raccolta differenziata e li si separano e imballano per il reinserimento nel ciclo produttivo.

CMRD Nel centro per i materiali difcili da riciclare dovranno entrare quegli oggetti che hanno una via difcile per linvio al recupero: gli articoli riciclabili non tradizionali riuti elettronici, TV, libri, scarti di plastiche, polisterene, sacchetti di plastica, vetro non di contenitori, ecc. Tra gli usi previsti nella commercializzazione nale ci saranno il ri-uso, il riciclo e lo smontaggio nalizzato al riciclo.Tale tipo di impianto dovr necessariamente essere gestito con una losoa del vuoto a rendere, con lintento di responsabilizzare i produttori sullimpatto del loro prodotto nale, stimolando il sistema al cambio di rotta. Pertanto vi sar una contribuzione economica da parte dei produttori, mentre si pu ipotizzare che parte dei costi vengano sostenuti dai cittadini per riciclare alcuni oggetti tipo riuti elettronici (computers) e TV.

COMPOSTAGGIO Limpianto di compostaggio potrebbe ricevere parte del materiale organico proveniente prevalentemente dalla citt. Altri impianti dovrebbero essere ideati sul territorio montano e collinare per ridurre al minimo il
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numero dei camion per il trasporto, contribuendo cos alla riduzione della CO2. L'impianto ricever solo lorganico proveniente da raccolte differenziate tra cui avanzi di cibo, carta sporca, riuti di giardinaggio e bioplastiche. Ci sono tre tecniche principali che funzionano tutte ma tutto dipende da quanto terreno e quanti soldi ci sono. Eco alcuni esempi: A lunghi cumuli aperti la tecnica pi semplice e meno costosa; A cumuli statici aerati sono cumuli con gestione attiva dellaria e dellumidit; Digestore anaerobico il sistema pi complesso e costoso.

IMPIANTO DI RI-UTILIZZO Limpianto di ri-utilizzo dovr separare e gestire i materiali ancora idonei al riutilizzo (oggetti darredo, tessuti, elettrodomestici riparabili, recupero pezzi di ricambio, altro).

IMPIANTO C e D In questa area dellimpianto si separeranno e si invieranno al recupero i materiali di demolizione e decostruzione. La raccolta dei riuti agricoli (teli, taniche, contenitori, ecc.), promossa dalla Provincia di Treviso dovr essere gestita da un consorzio esterno (tipo Consorzio Priula). IMPIANTO PER RIFIUTI RESIDUI - ESTRUSIONE Il materiale non altrimenti riciclabile, invece di essere inviato allincenerimento, sar inviato, previo recupero di materie ancora ulteriormente differenziabili, ad un sistema detto di estrusione per ottenere MATERIA PRIMA SECONDA (detto granulo) cio una sostanza similplastica che potr essere venduta sul mercato rinviandola ai cicli produttivi per essere utilizzata al posto della materia prima, con evidenti beneci economici e ambientali (non si dovr estrarre altra materia per le lavorazioni). In pratica, negli impianti che abbiamo visto prima vengono trattate tutte le frazioni merceologiche che possono essere avviate a recupero e riuso. Quello che non pu essere riciclato (plastiche non altrimenti riciclabili, lm plastici, carta oleosa, elementi di arredo, secco residuo della raccolta differenziata PaP, et) vengono avviate allimpianto di estrusione. Riportiamo qui sotto un piccolo schema dei ussi.
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Il materiale viene sottoposto a controllo, successivo asporto imballaggi presenti e triturazione miscela, quindi a separazione dei materiali ferrosi e non ferrosi. Da qui la materia cos separata viene avviata ad un semplice estrusore che la lavora a 80 gradi, facendola passare fra dischi che omogeinizzano il tutto. Si ottiene cos un materiale stabile, sanicato che viene inviato a successiva granulazione (Granulazione e vagliatura per granulometria). Il materiale triturato poi una volta raffreddato, viene triturato in granuli di diverso tipo di diametro, e viene utilizzato come GRANULATO PLASTICO RP-MIX-CEM Conforme alle Norme UNI EN 10667-14/2003 e Classicato materia prima secondaart. 181 D.lg. 152/2006). Dal trattamento di estrusione si ottiene, quindi, un granulato a matrice prevalente plastica, a norma UNI 10667/14-16, che viene venduto alle Aziende del settore edile per lutilizzo nelle miscele di calcestruzzo per la produzione di manufatti e alle Aziende della lavorazione e stampaggio per la produzione di manufatti a matrice plastica. Il mercato di riferimento ITALIANO, EUROPEO ed extra Europeo. I campi di applicazione sono i seguenti: settore industria edile - aggregante malte cementizie (manufatti in cemento, massetti, pali, pavimenti all., tegole, pareti divisorie, etc.) settore industria plastica - produzione di manufatti (pallet, casseri, tegole, dissuasori, arredo urbano, etc) Ipotizzando anche che la produzione dei riuti nella provincia di Parma restasse la medesima per i prossimi anni, cosa che ovviamente va contro tutte le regole dettate dalle normative attuali che impongono invece una riduzione signicativa, si pu concludere che il materiale raccolto come indifferenziato secco con la raccolta PaP, corrispondente al 25% delle previsioni (75% raccolta differenziata e 25% di secco residuo) potr essere trattato senza incenerimento, senza impatto sulla salute dei cittadini e sullambiente e con un costo economico estremamente inferiore quello previsto dal progetto attuale di ENIA con linceneritore. Vediamo come. La produzione attuale dei riuti (dati osservatorio provinciale riuti, Provincia di Parma, dati 2008) di 265.000 tonnellate anno, con una produzione annua pro-capite di 612 kg. Con le politiche di riduzione illustrate tale produzione pro-capite potrebbe scendere facilmente a 350 kg, percentuale che si osserva come media nei territorio dove la raccolta viene fatta PaP senza cassonetti stradali. Faremo comunque riferimento ai quantitativi attualmente prodotti. Al 2008 ogni abitante inviava a smaltimento 318 kg anno di riuti, con una produzione complessiva di secco indifferenziato di 126.800 tonnellate anno. Questo materiale, trattato dai preselettori della comunit montana e quello di Parma, dopo aver recuperato in parte lumido e materiale plastico (quantitativi estremamente scarsi) viene poi inviato per la regione e anche fuori in varie discariche e inceneritori. Se noi applicassimo una raccolta differenziata di qualit, come anche da previsioni della Provincia e della stessa ENIA che promette di arrivare al 75% di R.D. al 2012, avremmo una produzione annua di secco residuo di 66.250 tonnellate, che grosso modo quello che prevede di bruciare ENIA al 2012 (65.000 ton annuo di RSU).
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Nessuno pu effettivamente rassicurare su questi dati, specie perch il gestore dellimpianto di incenerimento che si vuole costruire il medesimo (ENIA) che si occupa della raccolta differenziata. Esiste quindi un conitto di interesse che potrebbe compromettere l'incremento di raccolta differenziata per garantire materia all'inceneritore, un impianto che deve bruciare carta e plastiche, frazioni merceologiche che possono essere differenziate e recuperate. Per arrotondamento abbiamo considerato una produzione di 250.000 tonnellate anno di riuto che a ne trattamento di riciclo si riducono a 67.000 tonnellate anno di secco indifferenziato. Qui sotto riportiamo un graco che individua i ussi e le destinazioni dei vari materiali, sia da raccolta differenziata, sia del secco indifferenziato che verrebbe inviato al processo di estrusione.

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Passiamo a spiegare quello che contenuto nel graco che, a prima vista, pu sembrare un po complicato. Lipotesi di gestione viene fatta su di una popolazione di 433.000 abitanti della provincia, quelli attuali, con produzione annua di 250.000 tonnellate per una produzione di circa 577 kg per abitante (ancora al di sopra delle reali quantit al ribasso che si potrebbero ottenere con le politiche di riduzione, riuso e differenziazione riportate sopra). Nella prima parte in alto vengono identicati i ussi di materia post consumo ottenuti dalla raccolta porta a porta facilmente differenziabili. Carta e umido avrebbero un immediato recupero al 100%. Per recupero si intende linvio diretto dei materiali facilmente rivendibili alle aziende per la reintroduzione nei cicli produttivi. Restano imballaggi (prevalentemente plastiche), ingombranti, oli, batterie, RAE e secco residuo che invece verrebbero destinati alla piattaforma di selezione dove verrebbero recuperate le frazioni riciclabili come vetro, alluminio e acciaio con una percentuale del 100%. Le plastiche sarebbero inviate al recupero per il 55% (plastiche di qualit che possono rientrare facilmente e in modo immediato nel ciclo produttivo come PET, PE, et), mentre il 45% andrebbero allimpianto di estrusione per un riciclo vicino al 98%. In pratica si tratta di materiale plastiche oggi detto plasimix che, non provenendo dalla classe degli imballaggi misti, deve essere inviato dal CO.RE.PLA con costi di smaltimento elevati o a smaltimento o a recupero a proprie spese. In questo caso si recuperano ulteriori incentivi del CONAI e il materiale viene inviato allestrusore e non in discarica o agli inceneritori come si fa oggi. Vi poi la quota dello scarto di selezione, vicino al 10% del totale di produzione dei riuti, che dovuto agli errori di conferimento dei cittadini (ad es. plastiche non idonee al recupero, et) che attualmente vengono inviate ad incenerimento, mentre col nostro progetto potrebbero essere inviate allimpianto di riciclo (estrusore) per ottenere anche in questo caso materia prima seconda. Nel terzo capitolo dello schema, identicabile come Impianto di Riciclo, avviene il recupero vero e proprio tramite estrusione di quel materiale cui accennavamo prima che al giorno doggi nisce in discarica o negli inceneritori, con costi elevati sia in termini economici che sanitari, per linquinamento prodotto dal questa pratica. Tramite il sistema di estrusione invece si potranno trattare quelle frazioni che abbiamo visto prima (ingombranti, plasmix da imballaggi misti, scarto di selezione) per una quota di poco superiore alle 13.000 tonnellate, insieme a tutto il secco residuo, ovverosia lindifferenziato che viene raccolto col sistema Porta a Porta (bidone grigio). Una buona quota parte sia di ingombranti (45%) sia di scarto di selezione (10%) viene recuperato, e quindi di fatto differenziato al 100% per essere materiale ancora nobile e vendibile sul mercato.

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Nel secco residuo troveremo ancora materiale come carta e plastiche che potranno essere recuperate (35%), mentre il resto viene inviato allimpianto di estrusione sempre per ottenere materia prima seconda. Si tratterebbe nel complesso di 9500 tonnellate anno, 950 recuperabili e 8552 inviate al riciclo con estrusione. Esiste una quota variabile poi di circa il 18% identicata per tutte le frazioni come calo di processo, cio perdita di peso tramite evaporazione acquea che si ottiene durante la sosta del materiale sui piazzali dellarea e da perdita di condensa. Tale liquido viene trattato dai sistema di recupero acque dellintero piazzale dellimpianto. Tutta la quota rimanente di materiale post consumo attualmente non differenziabile in altro modo, e quindi al giorno doggi inviato in discarica o bruciato, pari ad un quantitativo di 55.303 tonnellate anno, e pertanto molto vicino alla quota di RSU che ENIA si appresta a bruciare nellinceneritore al 2012, nel nostro progetto viene inviato a riciclo nellimpianto di estrusione per ottenere materia prima seconda che ha possibilit di piazzamento sul mercato come abbiamo visto sopra. Rimarrebbero 2765 tonnellate anno di materiali post consumo deniti scarto e quindi non riutilizzabili in alcun modo. Tale quota, stoccata in un primo momento presso larea Riuti Residui, verebbe studiata presso il Centro educazione/formazione e studio per capire quale errore di progettazione sta alla base della produzione industriale per avere tale materiale non altrimenti riciclabile. Da qui deve partire lindicazione di fermare le produzioni industriali che portano ad ottenere tali materiali non riutilizzabili e convertire le produzioni con materiali facilmente recuperabili. In questo modo si otterrebbe rapidamente il 100% del riciclo ovverosia il primo passo per realizzare il progetto ZERO WASTE. Questo materiale potebbe comunque essere stoccato tranquillamente anche in piazzali o in discariche non pericolose perch materiale sanicato e inerte. Ricordiamo che invece linceneritore produrr a regime il 30% di ceneri (di cui il 10% ceneri tossiche) che al momento attuale non si capisce bene che destino avranno (discariche? Cementici?). Sicuramente le ceneri tossiche dovranno essere inviate in discariche speciali (di solito quelle di salgemma della Germania) con costi elevatissimi sia economici che ambientali. Il vantaggio del nostro sistema appare del tutto evidente. Si recupera materia, si occupano pi lavoratori nel settore e lambiente e la nostra salute non verrebbero minate dalle emissioni tossico nocive di un inceneritore.

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CONSIDERAZIONI ECONOMICHE
DESTINAZIONE RIFIUTI
a RICICLO Ricavi da conferimento Ricavi da contributi CONAI Ricavi da vendita materiali - Investimenti - Costi di lavorazione

a DISCARICA

- Perdita Contributi Conai - Costi di allestimento - Costi di gestione - Costi di post-esercizio - Costi di bonifica - Costi ambientali e sociali

a INCENERIMENTO

Ricavi da recupero energia

- Perdita Contributi Conai - Costi di costruzione - Costi di gestione - Costi di discarica per le ceneri - Costi di bonifica - Costi ambientali e sociali

Utilizzo di energia per prodotti da materia riciclata e materia vergine (MJ/Kg)


By prof. Jeff Morris

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Risparmio di energia: riciclaggio contro incenerimento (MJ/Kg)

Emissioni di CO2 per prodotti da materia riciclata e materia vergine (Kg eCO2/Kg)

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Emissioni di CO2: riciclaggio contro incenerimento (kg eCO2/kg)

Emissioni di CO2: compostaggio contro incenerimento (kg eCO2/kg)

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