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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
Al PttlNeiPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI AI VARII GRADI DELIA GERARCHIA
ECCLESIASTICI,
DELLA CATTOLICA,
CHIESA ALLE CITTA* PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
Al RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VCL. CIIL

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLXI.
f\

La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi


vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO -ECCLESIASTICA

viv VIV
V.iy\EKS {Vivarien.). Glia con re- logo e del penitenziere : il canonico ar-
sicìeDza vescovile dellaGuascogna ioFran- ciprete, coadiuvato da un vicario, ammi-
cia, nel dipailimento cieli' Ardèche, ca- nistra pel capitolo la cura d'anime. Vi
poluogo di cantone nel circondario di Pri- sono di versi canonici onorari, e vari preti
vas, già capitale del basso Vivarese, an- che co'puerì de choro uffiziano la chie-
tico paesello della Francia che dalla città sa. Prima della rivoluzione il capitolo a-
traeva il nome, in oggi è quasi inlera- vea 6 dignità, cioè preposto, arcidiacono,
niente compreso nel detto dipartimento. precentore, sagrista , arciprete, vicario,
È situala fra gli scogli , sulla sommità con 4o canonici. Il palazzo vescovile è
d'uno de' quali vi èia cattedrale ^ sulla nobile edifizio, alquanto ampio e decen*
riva destra del Rodano, in aria salubre, te, parum ab cathedrali distai^ e tro-
distante 4 legbe dal Ponte s. Spirito, cir- vasi in buona condizione. Nella città vi
ca 5 da Privas, 9 da Valenza eiyS da è un'altra chiesa parrocchiale sagra a s»

Parigi , bismille et quingentos circiter Giovanni, munita del battislerio. Prima


continet incolas, dice l' ultima proposi- eranvi anco le parrocchie di s. Lorenzo
zione concistoriale. Ha le vie anguste, ed e delia B. Vergine di Rodano. Nel subur-
è poco ben fabbricata. La cattedrale ,
bio erano le chiese parrocchiali quelle
chiamata basilica dalla Gallia Chrislia- di s. Aulo vescovo di Viviers, di s. Mar-
na, magnifico edifizio di gotica struttura, tino, di s. Vittore, di s. Albano, e di s.

è sagra a Dio, sotto l'invocazione di s. Giuliano, con l'ospedale di s. Maria Mad*


Vincenzo diacono e martire, patrono del- dalena. Nella diocesi fiorirono le abbazie
la città e diocesi : vi si venerano diverse di Cruas, di Chambons e di Masan. Nel-
ss. Reliquie, e vi è il s. fonie battesimale. la città vi è la scuola pe'giovanetti, il graa
Il capitolo si compone di 9 canonici, ca- seminario è un bel fabbricato, già diret-
po de'quali è il decano, ma senza alcuna to da'sulpiziani, e due piccoli collegi, l'o-
dignità, e manca delle {jrebeude del teo- spedale, oltre alcuni stabilimenti di pie-
4 viv V 1 V
là e (li beneficenza, come la casa per l'e- dnxerit Jldem Chrislianani nos la (et.
ducazione de'poveri in cura de'religiosi, Sanctus Andeolus ( V.) a B. Policarpo
mancando però del monte di pielà. Pos- missus in Gallias Gentibo caesus est prò
siede un osservatorio, manifattura di pan- Chri\to circa anno igo (il Butler dice
ni, e filatoi di seta. suo commercio di Il nel 208), Severo imperatore y Gentibus
grani, vini e seta è poco operoso, benché auleni, postea Burgogiales, nunc est op-
gli abitanti vi tengano 3 fiere all'auuo. pido non ignobile, a clarissimo Marly-
Le montagne producono piante aro{na- re appellant Burgnm s. Andeoli (come
ticlie , colle quali si pascono i bestiami, il precedente nel Vivarese, e ora piccola
laonde la carnede'castratiè rinomata. città), conjlarum est de iribus vicis Bur-
"Viviers, Fiv arili ni ^ è antica, chiamata gogiate superiore, Burgogiate inferiore
pure Vimariwn, f^ivario Albiefixiiim, e etGentibo , guani vocabani terrani s.
pili comunemente Albia Helvioruni, e Andeoli, inler ulrunique Burgogialcnt
deve la sua origine alla caduta dell'anti- medio : fortasse igilur a discipulis dicti
chissima Alba Augusta, che giaceva in Martyris religio Albani regionis caput
quelle vicinanze, e fu distrutta da Croco deportata est,anpoiius Helviorum pria-
re degli alemanni, o de' vandalicome al- ceps oppiduni eani ante Gentibwn ac-
tri vogliono, nell'anno 4' ' o 4'2, ovve- ceperat, a chrìslianis tum ante adewiti-
ro nel 53o della correnleera.il proprio bus urbes, quam fico5. Commanville di-
vescovo assunse il titolo di conte di Vi- ce originata la sede vescovile d'Alba nel
viers , di principe Donzère , nel diparti- 3i4, e trasferita a Viviers nel 5%o, due
mento della Dròme, e di Chàteau Neuf- leghedistanle.La Gallia Christiana ^no-
du-Rhnne pure di detto dipartimento in le nel 43o circa, e riporta i seguenti ve-
fhiccia a Viviers, oltre altre signorie con scovi, tratti dal catalogo couìpilato e stam-
vassalli , come s. Andeolo. Varie signo- pato dal Colombi gesuita. Il
p. Giovi-Kini
rie donò Carlo Magno, e confermò Car- i.° vescovo d'Alba fu s. Gennaro, di cui
lo il Calvo, oltreallri imperatorie re mu- s'ignora l'epoca. Gli successe s. Settimio,
nifici di questa chiesa. La città, col Vi- indi s. Maspiciano, Melano I. Era ve-
s.

Varese, definitivamente fu riunita alla co- scovo d'Alba il b. Ausonio quando Cro-
rona di Francia nel i 36 , e ne segui i de- co re de' vandali distrusse la città ( vi

stini. — La 1

sede vescovile quivi fu trasfe- è s. Ausonio i.° vescovo d' Angoulénae,


rita dopo la rovina di Albs o Alba Au- apostolo dell' Aquitania ,
quando Croco
gusta Helviorum o Civitas Albensium invase le Gallie), onde il santo pastore
presso Ginevia,nellai.'' provincia di Vien- trasferì la sua sede in Viviers. Beatui
na (F.) del Delfinato, esarcalo de'Gauli. vir paruit niandaiis coeleslibuSj et desi-
1 Saramarthani nella Gallia Christiana derio tamen civitaiis suae Vivarium , ,

trattano nel t. 4i p-i 173 : Vivarienses Albaricuni appellari voluil, auclore Tho-
Episcopi et Comiles. In diruta ruderi' ma Episcopo j Albamqiie postremas syl-
bus, pagus nomine Alpia, vulgo Aps, seu labas longitudinis taedio deterentibus
s. Petrus de Alpibus repositus est, lite- populis diu dixere. Gregorius VII anno
va b niuiafa in p ex more quem iani o- 1077 etiani vocavit Albani, Vivarium:
Uni faniiliareniflasse Gallis tradii Slra- et post s. Auxoniuni Episcopi ipsi sese
ho 1. 4)/«* verbis : Alpia prioribus sae- appellilaverunt nunc Albenses,nuncP'i-
culis vocabatur Albiae, et Alpes ìpsas varienses. Cautinus archidiaconus suuni
Albium nominant. Adverte auteni ne Al- Melanium dixit Albensem in
Anlistileni
hensem iirbem, parum exacte interpre- synodo Aurelìanensi 5° (fu celebrato nel
teris Albigensem in Aquitania seu Al- 54 1, e nel 549 '' ^' ) fj^^^"^^'^ •^- Venan-
benacuni. Qids vero primus Albani in- tius se in Aruernica vacasse t Vivarien-
V 1 V V I V 5
serri tredecirn ante annis. Porro series Pio nell'816 con largo diploma dato iu
Episcoporurn c/iii per aliquol cenlenos Aquisgrana, ab orniàiudiciaiia potestà -

post Auxonium annos


sederunt T^ivarii, te exiniì^ così le sue possessioni e soggetti.
male certa est. Si trovano quindi: Gio- Tengrino sottoscrisse un privilegio nel
vanni I,Melanio II, s. Valerio ex Mar- concilio di Vormazia nell'BSS. iVel ve-
lyr'ologio f'ivarieiisifuit Alarico rege scovato d' Armanno fu nell' 840 dotata
Episcopus Clodoveus I occidit
,
qiieni la chiesa di s. Sinforiano in Valle Vina-
anno Christi quingetitesirno septimo : de- ria. Al successore Celso l'imperatore Lo-
positio illius ibidem annolatur 4 kal.fe- tario, figliodiLodovico I, confermò pri- i

britarii. Gli successe s. Venanzio I, figlio ne concesse ioclusivameote


vilegi e altri ,

di Sigismoudo re di Borgogna, eletto di a'canonicijConfermaudo ancora l'abbazia


comuii consenso, che nello stesso ^17 in- di Dozera di s. Vincenzo martire, e l'i-
tervenne ai celebre concilio d'Epaona, e sola Formicaria. la questo diploma del-
nel 535 in quello di Alvernia o Overgna r85o, esibilo come il precedenteda'Sacn*
ossia Clermout. Santamente governò 27 marthani, il vescovo è denominato anco-
anni, curò il divin cullo e lo splendore ra Albensinm seti
l'^ivariensiurii. Bernoi-

della salmodia nel coro. Sul n»onte Al- no sedeva nelI'SSS, e foce l'invenzione
I

bavico, presso il Rodano, edificò un mo- del corpo di s. Andeolo neir865, trovalo
nastero di benedettini, e vi professò la re- per divina manifestazione, cui successero
gola, morendo a'5 agosto, quindi gli era- molti miracoli. Carlo I il Cfl/v'orede'fran-
pi eretici dispersero furiosamente le sue chi e imperatore gli donò l'isola Foreni-
reliquie. Dopo
governarono la s.
di lui caria , anche pe'successori. Eucherio II,

Chiesi! di Viviers, Firmino I, Eumachio a lui sostituito dallo stesso re.ottenne nel-
J, Agiipio, Melanio III, pel quale il sud- r 873 altro diploma, col quale concesse
detto arcidiacono Cantino nel 549 ^^ ^' allasua chiesa Puleli , conferuiandogli
concilio d' Orleans. Poscia Ardulfo, Ve- Dozera, Melate, l'isola Argentarla e altri

nanzio II, Longino, S.Luciano, s. Venan- beiti, tutti noverati nel prolisso atto. Il

zio III, s. Rustico, Melanio IV, s. Fir-


s. vescovo Aeterio intervenne nell' 876 al

mino ti, s. Eucherio I, s. Aulo cospicuo concilio di Pont Yoii, neir877 a' comizi,
per miracoli eletto da! clero,pieno.di vir- Ticinensibnsfi neir87g al sinodo di Mau-
tù, penitente, redentore degli schiavi, pro- Rostagno sedeva oeir884> ed è nomi-
lala.

lettore de' poveri , delle vedove e degli nato in una donazione della chiesa di s.
orfani; accrebbe il numero delle chiese, Filippo in Valle Viuaria. Indi succede
eresse un ospizio a'pellegrini, laudato an- una lacuna di vescovi sino a Pietro I del
cora come assai misericordioso e benigno. 993, che approvò la fondazione del mo
Dio operò molti prodigi al suo sepolcro. uastero di s. Pietro de Podio. Ermanno
Degnosuccessore fu Eumachio W^virnia- Armanno, fu alla consagrazione della
grius, et ainalor pUbis sanctae j indi s. chiesa di s. i o 5, intervenne
Vittore nel 1

Longino II, Eribaldo memorato in una a'comizi di Lione nel o32. Indi Gerardo
i

carta d'infeudazioni de'beni di sua chiesa, 1 del 1037. Gebonardo governò dopo di

e s. Arcon7Ìo,che per la libertà di sua chie- lui dal 1 061 al 1073. iN'el 1070 era vesco-

sa pali ujolti oltraggi e colla decapitazio- vo Geraldo II, ma qui certamente vi ègra-
ne ebbe la gloriosa corona del martirio: ve errore di data ; nel 1073 Giovanui li
ilsuo corpo intero si venera nella catte- cardinale di s. Romana Chiesa, assunse
drale, accanto la cappella di s. Martino. per suffragaueo divario decano d'Am-
Il Martirologio di Viviers ne fa menzio- brun, e neli 106 assistè Pasquale II nel-
ne all'8 gennaio. Gli fu surrogato Tom- la benedizione della basilica di Viviers,

maso ], a cui l'imperatore Lodovico I il pi'obabilmente quando quel Papa si re-


6 VI V VI V
cb in tale anno nella Francia, in cui con- tri 1 198 per Argentana. Derno
ne fece nel
sagrò varie chiese. Ciò attesta un antico oBurno ricevè omaggio drtGuidoperChà-
codice rituale deoorainatoyli^g^'y/^'iC^ort teau-Neuf, e poi altri da altri signori per
Fivariensi. In fatti trovasi che il successo- diversi castelli: Federico U imperatore nel
leLeodegario legato della s.Sede,con altri 12 14 confermò il diploma di Federico l
vescovi era presente in Dijon quando Pa- suo avo. Guglielmo 1 nel 1 220 ricevè il 1 1

squale 1 1 ne consagrò la chiesa. Nel i 1 08 pago diCornilonum. Nel 1222 sedeva Ber-
donò a' canonici di s. Piufo il priorato di nardo l de' signori d'Aoduse, e neh 22 3
Borgo s. Andeolo, ed altre chiese ad al- istituì le minori prebende canonicali :

tri. Intervenne neh 1 17 al concilio Tre- nel 1282 si pacificò col re Luigi Vili
norchiaoo (sic), e restaurò le rovinose pe'suoi diritti. Bernoino II neha35 eb-
mura della cattedrale. Hato sedeva nel be varie possessioni, e neh 238 approvò
Il 19, e colla sua erudizione mirabil- le costituzioni de' canonici per la recita
mente rispose alle sottili questioni mos- dell' uffizio della B. Vergine ogni saba-
se da' vescovi nel concilio di Reims. Pie- to nel coro maggiore, dairS.' di Pente-
tro H di Borgogna, cluniacense sempli- coste all' Avvento, e Epi- dall' 8." dell'

ce e timorato di Dio. Ex sede f^ivarien- 1241 Sebastiana


fania al Carnevale. Nel
si Iraductus ad metropoliin Liigdanen- fece alcune donazioni a Bertrando ba-
sem postaliquot annos Episcopalus,
: rene d' Alba. Arnaudo nel 1248 fu al
de Vivariensium colle, d/f Petrus Ferie- sinodo di Valenza, e nel i25o ricevè il
rahilis, l. 2,ep. a, ad Lugdunensem mou- giuramento dal barone d' Alba. Ayma-
lem. ALludU quìppe ad situm EplscO' ro l nel 1 252 accettò in fede e clientela il
pìiFìvarìensis in colle,et antiquuin Lug- signore di Rupe Colomba. Nel 260 Ay- 1

dunensis in monte. Jaucerano neh i34 mo eoa altri vescovi della sua provincia
si trovò presente all'assoluzione data da di Vienna, scrisse a Papa Alessandro IV
Ugone arcivescovo di ReioisaGuigues MI per la canonizzazione di s. Stefano ve-
Delfino diVienna: viveva pure nel i 1 46. scovo di s. Diez ; e nel seguente fece una
Il vescovo Guglielmo I consanguineo donazione al barone d' Alba. Ugo de la
dell'imperatore Corrado III, a quo ac- Tour nel 1263, in unione a' vescovi di
cepil dono Fivariuin iirbem, con diplo- Ginevra e di s. Dies sostenne guerra, e
ma del 1 47. Tommaso 1 1 venne loda- nel 1265 unito co' canonici stipulò una
to per avere raccolto i nomi de'suoi pre- transazione per la giurisdizione di Vi-
decessori, di cui erasi perduta la memo- viers e del Borgo s. Andeolo; nel 1268
ria, e molle antiche carte delle ragioni ebbe luogo la fondazione della maggior
di sua chiesa: fioriva pure nel t i53. In prebenda della cattedrale, nel 1 289 con-
tal anno il successore Guglielmo II in- venne co'canonici sul pedaggio e inter-
tervenne alla convenzione di Puy, e nel venne al sinodo del suo metropolitano di
1 I 54 die' alcune chiese alla badessa di Vienna. Raimondo II de Falgario scien-
s. Andrea di Vienna. Raimondo I nel ziato e generoso, nel 1 296 esentò dal pe-
1 158 ricevè dall'arcivescovo d'Ambrun daggio di Dunzeiaa Guido di Chàteau-
la villa di Valle Vinaria colle sue chie- Neur,ed ilcasteilodìOunzeraaGuglielmo
se. Rotbeito Alba nel 1171 concesse al di Donzera. Il vescovo AdelbertodePeyie
priore di s. Medardo la chiesa di s. Ma- nobilissimo, neh 3oo si pacificò col re Fi-
ria di Montano. Nel 177 Nicola ricevè
i lippo IV il BellOy e con esso nel i3o5
dall' imperatore Federico I un diploma convenne de terra et teniporalilale E-
sulle libertà de'suoi dominii : nel 1 198 piscopi ac Capitali, ò\ Vi viers e suo ter-
venne a patti col suo avversario conte ritorio, io uno a' sudditi, essere soggetti
di Tolosa, cedendogli due castelli, e al- al redi Francia, dovendo 1 vescovi giù-
V I V VI V 7
rare fedeltà al re, e tenere a suo nome Lione.AynaaroIlIdela Voute,de'signor»
Je lene e gli allodiali, però non poten- di tal nome, già vescovo di Valenza e d'

do i re affacciare altre pretensìooi, sen s. Diez, gli successe nel 1 336. Unì alla sa-

za il consenso de'vescovi e del capitolo ; grestia della cattedrale la chiesa di s. Sa-


dovere il vescovo usare il vessillo reale ; lavazio, e volle esser sepolto nella basili-
donare il re al vescovo la giurisdizione ca di Viviers, morendo nel i365. Nel
sulla villa dis.GiustotliVivierse suo ter- suddetto libro Magislri Chori Fivarien'
ritorio; in sede vacante non potersi im- si, di lui si legge: Jyniarus de Andusia.
pedire che la gente regia ne custodis- et Vouta, inquii,i>ir magniflcus et pò-

se le terre. Adelberto volle esser sepol- tens, et dedioecesi f'ivariensi^quietiain


to nella cattedrale di s. Vincenzo ; do- contro. Reges non ver eb atur jura defeli-
nò la biblioteca, la cappella domestica e dere, et qui 29 annis fuit Episcopus di-
gli ornamenti vescovili all' episcopio di ctae Ecclesìae, ohiit anno Domini 1 365
Viviers. Gli successe neli3o6 Lodovico et dedit Capitulo^ooojlorenos. Gli ven-

di Poitiers, che nel seguente venne ad ne dietro nel i366(il Cardella rilarda
alcuni patti con Filippo IV. A suo tem- il vescovato al i373) Pietro IV de Sar-

po successe lo strano Irasferiinenlo del- cenas o meglio Sortcnac {V.), poi arci-
la residenza ponlidcia in Francia, ove il vescovo d'Arabrun, cardinale di Greno-
francese Clemente V invitò i cardinali rio XI, indi scismatico anticardinale del-
a farvi Viaggio (^.), q<iindi si stabilì l'antipapa ClementeVll, e pseudo-vesco-
in Avignone e nel contado Fenaissino vo suburbicario di Sabina. E' intrinseco
{V.), ove continuarono 6 successori, con anco il vedere vol.IU,p.2i i,LX,p. 86.
1

fatalissime conseguenze. Pei' la vicinanza Nel i366 Bertrando de Castronovo seu


di Viviers alla papale dimora, certo ne deChalanc,e lo era pure nel 1378. In que-
avrà sperimentato benigni elTetti, tanto sto Beraldo, se dixit clienteni Resit.
più che Papi avignonesi di preferenza
ì Inoltre trovasi nel ripetutoi373 a'2 di-
favorirono i connazionali fiancesi, singo- cembre, Pietro V. Poscia nel 1875 fu
larmente i guasconi. Nel i3i7 si accor- eletto Bernardo II d'Aifeville priore di
dò col capitolo per l'istituzione o quan- s. Martino ile' Campi, che nel seguente

to riguardava il precentore. Kiiis mini- ammise all' omaggio Raimondo de Fa-


mus reperilur parte una inscitlptus sic, bregol,nel 1877 il toparca di Bazalu-
Ludovicus Episcopus, allera^rivarien- cio : nel 1
879 eseguì la ricognizione del-
sisjCuni stemmate lilialo. Dunque in Vi- la sagrestia di Viviers. Nel suo vesco-
viers eravi la zecca, ed vescovi aveano i vato Gregorio XI restituì la residenza
il gius di batter moneta. Nel iSig Gu- pontifìcia a R.oma, ina 0611878 contro il

glielmo IV di Flavacour, nobile e insigne successore Urbano VI insorse l'antipapa


per erudizione e probità, ìndi traslato al- Clemente VII, che recatosi in Avignone
l' arcivescovato d'Auch. Nel 1820 il car- vi stabilì una cattedra di pestilenza, e fu

dinal Pietro de Mortemar {^•), e lo era riconosciuto da più nazioni, compresa la


eziandio nel iSìd. Nel seguente trovasi Erancia. Sedeva vescovo di Viviers Gu-
Aymaro 11, e neli33o è nominalo nella glielmo V
nel 1879, forse per istituzione
convenzione tra il capitolo e il precento- del pseudo Papa. Indi nel 1 38o Giovanni
re. Enrico de Villars già canonico e ca- III Brognier o ArnìetfV.) detloEinbro-
merlengo Lione fu eletto nel ]33i,
di niaco e Brogniac, fatto dall'antipapa Cle-
ricevette omaggio da vari vassalli, nel menteVll, esimio per dottrina, indi nel
i333 ebbe luogo un ordinamento sulla 1 385 lo creò anticardinale e arcivescovo
dimiimzioue de'canonici; e quindi passò d'Arles: mentr'era vescovodiViviers riu-
alla chiesa di Vuleozi, e poi a quella di nì al vescovato il priorato di Duozera,e nel
8 VI V VI V
detto t385 cessò dal governo di questa situra. Morendo nel i 552 legò alla catte-

chiesa. Poscia fu riconosciuto per vero car- drale gli ornamenti vescovili. A nomina
dinale. A'21 ottobre 1 385 l' antipapa gli d'Enrico II re di Francia, sottentrò Si-
surrogò OlivarioI de Martreuil, poi tras- mone de Maillé, poi trasferito all'arcive-
lato a Chàlons sur Saone. Nel 1 887 am- scovato di Tours. Gli successe nel i556,
ministratore Pileo de Praia {F.) prima secondo la Gallia Christiana, Giacomo

nuovamen-
cardinale, poi anlicardinale e Maria Sala bolognese, prolegalo d! Avi-
te cardinale. Nel seguente i388 Giovan- gnone dominio della s. Sede; in tempi ca-
ni IV, indi Pietro VI A'Aylll{F.) o Ail- lamitosissimi, confermò privilegi de' vi- i

ly, anch'esso vescovo scismatico, ed abiu- variensi, e recatosi al concilio di Trento,


rato lo scisnaa più tardi cardinale. Nel ivi terminò di vivere. L'operato da lui
1892 l'antipapa Clemenle VII nominò in quel santo sinodo può leggersi nel Pal-
Guglielmo V di Poitiers. A' 12 novem- lavicino, sulla comunione sotto ambo le

bre 1407 altroscismatico Giovanni V de specie, e benché gli fosse data facoltà di
famoso maresciallo di
Liniers, nipote del restituirsi alla sua diocesi, nel 1^)62 fu
Francia Boucìcault, poscia terminato lo ritirala. Nella stessa Storia del Concilio
Scisma [V.) d'Occidente, legittimo pa- di Trento leggo, che fu fatto vescovo a*

Nel 1443 Olivario II de Poiliers.


store. 12 novembre i554, dottore in ambo le

Nel 144? sedeva Guglielmo VII de Poi- leggi, dotto e versato negli affari forensi,
liers, compose col capitolo e co* cittadi-
si e celebre per esperienza negli affari, mor-
morì nel i454' ^Q questo
ni di Viviers, e to in R.oma a' i o aprile 569, sepolto nel-
i

a'29 novembre gli successe Elia de Pom- la basilica di s. Lorenzo in Damaso, di


padour, traslalo da bine: compose le di- cui era titolare il cardinal Alessandro /^^/r-
scordie tra 'duchi di Savoia e di Borbone» nese (F.) il giuniore nipote di Paolo III,
e viveva ne! 1 47 8. Sebbenei Summarlha- e protettore del vescovo, ed aggiungerò
ni non fanno menzione del cardinal Giu- legato d'Avignone dal i54i al i565. 1
liano della Rovere, poi gran Giulio 11^ Sammarthani riferiscono, che dopo il Sa-
come feci con 8 scrittori a Verdun, qui la, successe il cardinal Farnese, il quale
pure dirò, ch'essi sostengono averlo lo zio dopo avervi preso possesso per procura-
SistoIV fallo vescovo o amministratore tore, abdicò in grazia di Eucherio da s.
diViviersnel 1476. Giovanni III Mont- Vitale suo affine, il quale divenne vesco-
chenu governò dal 1479 al ^497> '' ^"3- vo a'29 giugno i565: dunque il Sala
leebbe controversie coll'abbale di Cruas. avea in precedenza rinunziato, e la chie-
Claudiode Tournon nobilissimo gli suc- sa non era vacala per sua morte. Recato-
cesse nel 1498, lodatissimo pastore per si ioAvignone per le furiose guerre de'
443"oi, fu munifico colla cattedrale col calvinisti Ugonotti [F.), cessò ivi di vive-

farvi l'organo, e donandole ricchi orna- re a' 5 gennaio 1571 e fu sepolto nella
menti, vesti e utensili sagri. Morì nel 1542 chiesa di s. Agricola, con bello epitaHlo
a Dunzera, donde il corpo fu portato nel- in versi, Comes et Praesul Fivariensis.
la basilica di Viviers, assistendo a'solenni Pietro VII d' Urre che gli successe, mori

funerali 7 vescovi. Fu deposto nel sepol- poco dopo nel 1572. Nel seguente Gio-
cro ch'erasi preparato, con onorifìcoepi- vanni VII de l'Hostel, e visse sino a'
taflìo in versi, che racconta il di lui mol- aprile 1621, avendo 94 anni, //js/'u,? ini-
lipliceoperalo.Gli successe il parente Car- pensis ac Capitalo ^ curante Francisco
lo de Tournon abbate di Casa di Dio, ar- Monerio praecentore, anno 1 599 restila-
ciprete e preposto di Viviers, e dal 1 536 San- Fincentiana. Fin dal
la est basilica
suo coadiutore nell'episcopali funzioni, i6i8 eragli slato dato a coadiutore col
riteDeudo eoo indulto oposlolico la pi epo- titolo di vescovo di Pou»peiopoli in parti'
V I V VI V ,j

bus, Lodovico Francisco la Baurae de Su- vede fondo del mio cuore, sa che io
il

se, di nobilissima famiglia, e prese posses- non ho avuto altro (Ine che la gloria di
so nel giorno del transito del predecesso- Lui ". Il prelato, stupefatto d'una rispo-
re,divenendo vescovo e conle di Viviers, sta sì umile e sì modesta, sospettò d'es-
principe di Dunzera e di Chuteau-Neuf, ser stato ingannato; in ciò assicucandulo

barone d' Argenlaria, toparca di s. An- gii schiarimenti che gli furono dati di poi.

deolo e abbate d'Orbisterio. In Argen- Dell'essere stato tratto d'inganno, rese


taria introdusse i religiosi recolletti, in pubblicumenteomaggio all'eminente vir-

Viviers le monache domenicane, ed in- tù del p. Regis,sino al principio del i 634


tervenne a' comizi del clero in Parigi nel in cui fu chiamato a Le Puy da' suoi su-
i635 e nel i65o. Questo zelante pastore periori, il vescovo, nel rimandare il san-
nel i633 chiamò in Viviers^. Gio. Fran- to missionario, scrisse al p. provinciale

cesco Rfgis [f.) gesuita, poiché la sui de'gesuili una lettera, in cui l'.iceva gran-
diocesi da 5o anni era il centro del cal- di elogi della virtù eprudenza del degno
vinismo,' la sede di sanguinosa guerra, ed operatore che avea tanto ubertosamente
il teatro delle più crudeli persecuzioni. faticato nella sua diocesi; ove poi ritor«

Lo ricevette con grandi dimostrazioni di nò a operare stupende e numerose con*


rispetto, e volle che gli fosse compagno versioni. La GaLlia Chris tìarui giung^i

nelle sue visite. Il santo fece da per tut- colla serie de' vescovi di Viviers con La
to delle missioni, che produssero frutti Baume, nuova edizione la continua
e la
meravigliosi: fu di grande aiuto a que- eoa alcuni^ compiendola le annue Noli-
sto uomo veramente apostolico il gen- zie di Roma, ed ecco que'che riporta. A.*
tiluomo de la Suchere, già stato suo di- ì6 settembre 1748 Giuseppe Ilolin du
scepolo. Iddio permise a maggior glo- Morel de Mons, della diocesi d' Acqs. Il
ria del santo, come collo stesso fine i.° giugno 1778 Carlo de la Font de

più volte lo ha permesso eziandio alla di Savine dell' arcidiocesi d'Embrun, con-
lui veneranda e benemerita compagnia, sagrato a'26 luglio: fu membro degiista-
chesi suscitasse una violenta procella con- ti generali del sempre infausto 1789, ed
tro lo zelo mirabile di quest'apostolo. E- uno de' vescovi che miseramente presta-
gli fu accusalo di turbare il riposo delle rono il loro giuramento alla riprovata
famiglie con un zelo indiscreto, e di riem- Cotlituzione Civile del Clero di Fran-
pire i suoi discorsi d'ingiurie e d'invet- cia ; tutta volta morì confessando il suo
tive contrarie alla decenza. Il vescovo La errore. Era vacante quando Pio
la sede
Baume prima ne prese le parti, ma poi VII la soppresse pel concordato del 180 i,
dando retta finalmente alle querele che colla bolla Qui Clirisli Domini, de' 2q
gli venivano fatte, e che credeva non fos- novembre, ad istanza deli." console dell*
sero prive di qualche fondamento, scrisse repubblica francese Napoleone Bonspar-
al superiore de' gesuiti, che richiamasse te; quindi Papa, per quelle del
lo stesso

il p. Regis. Nello stesso tempo lo volle a- re Luigi XV III,


nuovo concordalo
col

vauli di sé, e dopo averlo severamente dell'i I giugno 181 7, abrogò il preceden-
rimproverato, gli disse ch'era costretto te e ripristinò tutte le diocesi di Francia

a rimandarlo. Il p.R.egis, senza ricorre- con quello soppresse, inclusivamente a


re ad alcuna delle ragioni che avrebbero Viviers.Quindi col breve Novara de
potuto giustificarlo, si contentò di rispon- Gallìarum dioecesibus, de' 24 seitem-
dere, eh' egli era pur troppo colpevole bre 182 1, Bull. Rom. coni., t. i5, p.
davanti a Dio, e che per difetto di cogni- 45 1, il ristabilito vescovato di Vi»iers
zioni gli erano per certo sfuggiti alcuni lo dichiarò sutfraganeo della metropoli-
errori. " Per altro, soggiunse^ Iddio, che tana d' Avignone e Io è tuttora. Nel con-
IO V I V V I z
cistoro de'i6 cnaggio rS-iS Pio VII ne molto più una recentissima scritturo de»
preconizzò vescovo Andrea Molin di dicata a' vescovi, combattuta eloquente-
Clermont, morto nel iSi^. Leone XII mente dal cardinal Gousset (arcivescovo
in quello de' 19 dicembre di tale anno, di Reinis), e condannata, non è guari,
gli sostituì Abdone Pietro Francesco dal vescovo di Montauban (mg.' Do-
Bonnel di Mende: egli era stato nomi- ney, e lo è ancora), sono tali motivi che
nato nel i8o3 vescovo di Nantes, digni- bastano a risvegliare un qualche timo-
tà che a quell'epoca credette di ricusa- re ". Meritò mg."^ Guibert, che il Pj(>?i
re. Per sua libera rinunzia, ammessi da Pio IX nel concistoro de' ig marzo 1817
Gregorio XVI, questo P,«p't nei concisto- lo trasferisse alla metropolitana di Tours,

ro de' 24 gennaio iS^^ promulgò suc- e nello stesso gli surrogò nel vescovato di
cessore mg/ Giuseppe l[)polito Guibert Viviers l'odierno ms'.'^ Lodovico Declu-
o
lY Aix, lodatissimo e idoneo ecclesiastico, sy, di Andeiat diocesi di s. Flour, già par-
d'ottima fama e morale, rettore del se- roco zelante prima di Murat, poi di s.

minario e vicario generale del vescovo Geraud ad Auriliac della medesima dio-
d'Aiaccio, grave, prudente e dotto. Scris- cesi, assiduo missionario, lodandone la
se di questo prelato la Civiltà CalloUca, dottrina, la gravità, la prudenza, la pro-
de'28 marzo i853, serie 2.', t. 3, p. bità e altre doti. Ogni nuovo vescovo è
S^. »» Leggiamo con pKicere nelle recen tassito camera apostolica
ne' libri della
tissime pastorali de' prelati dì Parigi in fiorini Syo. Prima avea di rendita
(mg/ Sibour) e di Viviers, le consolanti 3o,ooo lire, e pagava per tasse e spedi-
asseveranze che il così detto gallicani- zione delle bolle 4>4oo fiorini. La dio-
smo più non esiste in Francia, che oggi- cesi oggi comprende il dipartimento del -

mai è un nome vuoto di senso, che in l'Ardéche, e si estende a circa So leghe in


nessun seminario vi si professa, e simili lunghezza e più di i5 in larghezza, com-
bellissime cose. All'autorità di tali e tan- prendendo diversi? città e luoghi: ha
ti personaggi che cosi affermano non pos- 36 parrocchie, 32 3 succursali, e conta
siamo a meno di chinar la testa e lodar 3So,ooo anime circa. L'antica diocesi
in cuor nostro la divina Provvidenza del- comprenileva 3oo parrocchie.
l'essersi sbarbicate per cura de' vescovi VIZZARDELLl Carlo, Cardinale.
quelle piccole sì, ma rigogliose radici di Nacque di onesti genitori nel celebre pae-

discordie che nella Chiesa di Dio una e se degli eroici e nella città di Monte s.

santa non lasciavan di produrre scandali Giovanni Verdi, a' 2 luglio


diocesi di
e iatture. Ciò nondimeno, certi fitti ul- 1791, quali ne curarono la cristiana e-
i

timamente avvenuti, piiono indicare che ducazione. Dotato liberalmente dalla na-
l'antico fuoco malgrado la vigilanza de' tura di rara modestia e candore d'ani-
pastori non sia del tutto spento. Lo mo, di singolare riservatezza e sottile in-
scalpare v. g. menato da parecchi scrit- gegno, rapidi furono progressi che fece i

tori per la recente condanna del Biilly negli studi nel seminano di Veroli, ove
(Lodovico, per la sua opera della Theo- distinguendosi tra gli alunni suoi com-
logia dogmatica et moralis ad itsuni p^jgiii nelle belle lettere e nelle filosofi-
iSeniinariorum, con decreto della s. con- che disciplina, tuttora in esso viene ri-
gregazione dell' Indice de' 7 dicembre cordato a modello di virtù, di diligenza
l852, Donec corrigatar), a cui però e di profitto. Volentlo perfezionarsi nel-
con tanta lode si assoggettò l'Episcopato; l'apprese scienze e nell'acijulslo di uiag-
il progetto di erigere proprio in questi giori cognizioni, si recò in Roma a stu-
tempi un monumento al gran vescovo diare divinità, come a istruirsi nel diritto
di Meaux [Oossuet Jacopo Benigno), e civile e canonico, e con tale tnirabile sue-
V I z VI Z ,1
cesso che nelle due facoltà consegu'i il cariche da lui egregiamente sostenute.
maggior premio e insieme la laurea di Quanto al fratello Carlo, il Papa nel
onore. Data sì manifesta prova del suo i832 lo promosse alla gelosa carica di
talento, sin d'allora si acquistò l'estima- segretario delle lettere latine, anche
zione generale di chi lo conobbe. Ordi- per la purezza ed eleganza cui scrivea
nalo sacerdote, fu esempio di pietà e di nel latino idioma; lo fece pure came-
saviezza, e vieppiù si dedicò ad appro- riere segreto soprannumerario, e ca-
fondirsi nella dottrina, per cui meritò nonico Liberiano, mostrandosi quindi il

ancor giovane d'essere scelto a pubblico prelato diligente a' divini udìzi e nell'e-
professore di diritto ecclesiastico nella co- sercizio dell'incfMnbenzeche gli affidò il
spicua università di Bologna, ove guada- suo capitolo sebbene laboriose. Disimpe-
gnatasi la benevolenza de'citladini fua- gnnndo egregiamente, e con diligente
scritto nel collegio legale. Non andò gua- precisione il segretariato, per conoscerne
ri che fu trovato degno d'essere trasferito eziandio la rilevante importanza, giusta-
nell'università romana per insegnare nel- mente entrò maggiormente nella grazia
la stessa facoltà, con cpieil' esilo che di- e nell'estimazione del Papa,il quale lo
mostrarono con som aia lode i suoi di- decorò della prelatura domestica e per
scepoli, avendo loro sapulo istillare le distinzione nommb prò tonala rio aposto-
cose più astruse della scienza di cui era lico partecipante, dopo averne ristabilito

maestro. Mentre dileltavasi nella pub- onta della cagio-


l'illustre collegio. Ail

blica istruzione, conosciuto il singolare nevole salute, egli assiduamente eserci-


suo merito da Leone XII, si valse di sua tava i non meno
suoi incarichi ordinari,
opera nella trattazione di affari gravi e che gli non minore impor-
straordinari di
diflìcili. 11 successore Pio Vili, che già ne tanza, non risparmiando ogni maniera
ammirava la profondità jdel sapere e l'in* di fatiche e sudori. Inoltre Gregorio XV[
stancabilità de'servigi che rendeva alla nel 1843 gli affidò il gravissimo incari-
s. Sede, lo promosse nel iS-zg a cano- co di segretario degli affari ecclesiastici,
nista della s. penitenzieria, ed a sostituto nel quale il prelato ebbe più vasto cam-
del segretario de'brevi a'principì,ne'qna- po di fare risplendere la sua dottrina,
li ufficii ancora si rese commendabile singolare prudenza e divozione sincera
per zelo e capacità. Intanto nel i83[ e- alla s. Sede, delle cui ragioni fu peritis-
levato alla cattedra di s. Pietro in tempi simo e valido sostenitore. A premiare un
difiicilissimi Gregorio XVI, come quello cumulo di tante benemerenze, e come
che in uno al degno fratello sacerdote notai all'articolo Pio IX, questo Ponte-
Stefano, che divideva con lui non meno fice (non nel concistoro de' ta giugno

le virtù che il sapere e massime nel gius 1847 secondo le Notizie di Roma del
canonico, dallo stesso Papa promosso a i85i e seguenti anni ) lo creò cardinale
quelle cariche ed a quegli onori, di cui dell'ordine de' preti nel concistoro de'
17
parlai ne'vol. XXVII,
286, dicendo p. gennaio 1848, come riporta il n. 2 del-
di loro patria elevata da lui al grado di la Gazzetta di /ìooirt, pubblicandolo eoa
città, LIVj p, 277, e LIX, p. 147, ol- quello splendido elogio che pronunzi^
tre il sostitutato della segreteria de' brevi nell'allocuzione stampata dagli Annali
a'piincipi; poiché da essi visitato frequen- delle scienze religiose, 2.' serie, t. 6, p.
temente alla di lui residenza nel cardina- I 16, a cui fece eco di plauso l'universa-
lato, appieno ne conosceva molti me- i le per r intemerata fama eh' erasi pro-
riti. morì a'3o aprile» 846,
Mg."^ Stefano cacciato colle preclare sue doti, l'eccellen-
e il u.° 36 del Diario di Roma ne ri- za ('elle cognizioni, l'integrità della vi(a
portò il degno elogio, col novero delle operosissima e laboriosa. Quindi il Papa
la VIZ V f Z
gli assegnò pei tìtolo la chiesa e basilica e riparare oell'ospitalissimo regno di Na-
di s. Pancrazio, lo annoverò alle congre- poli, nel quale corse il sagro collegio a
gazioni (le'vescovi e regolari, degli adari fargli nobde corona; mentre Roma ri-

ecclesiastici, del concilio, di propaganda masta nel pianto e in preda dell'anar-


(Ide e della Cina, dell' imniunilà eccle- chia, precipitò col divenire repubblicana
siastica, dichiarandolo preletto di quella in quell'abisso di vergogne e di sciagure

degli studi. Inoltre lo prepose a protetto- die tutti sanno. Anche il cardinal Viz-
re dell'accademia teologica nell'universi- zardelli non valutando i disagi della vita
tà romana, e della città di Monte s. Gio- e l'affranta sua sanità, seguì l'esempio
vanni. Subito il cardinale volse l'animo, degli eminenti colleghi, ed io Gaeta e
senza rispatmiare cura e industrie, ad Portici giammai si distaccò dal pontificio
eccitare i professori del pubblico inse- fianco, impiegando l'opera sua io tutto-
gnamento per l'ottima istruzione morale ché occorse in quel procelloso sconvolgi-
e scientifica de'giovani, in un deplora- mento. Restaurato il dominio temporale
bile tempo menti e-
in cui quasi tutte le della s. Sede, tornò in Roma, tutte ripren-
l'uno stravolte,ad estirpare le molte ma- dendo le sue primiere occupazioni. Quin-
le piante cbe potevano le altre corrom- di, come narrai nel voi. LXXXIX, p. ya
pere col loro venefico spirito; in una pa- eseg.,(|uandoil Papa rientrò nel suostatò,
rola l'interessò a procedere alacremente si recò ad incontrarlo a Fresinone, e lo
nella miserabile epoca al miglior lustro accompagnò nella gita in Alatri, e poscia

e decoro, ed alla prosperità delle uni- lo precede a Roma. Ma la lenta tisi per
versità e de'licei dello stato. Proseguen- soverchia applicazione contratta, da più
do il cardinale con fiducia ad essere stra- anni il meno, e so-
travagliava, or più or
ordinariamente impiegato nella tratta- venti volte fecetemere de'suoi giorni. As-
zione di adari, il Papa lo deputò suo salito con più violenza dal mule nel mar-

plenipotenziario per concludere, tra la s. zo i85i, dopo 3 «nesi di continuo lan-


Sede e il granduca di Toscana, (\\\q\ con- guore, confortato da'soccorsi della santa
cordato ch'egli sottoscrisse in Roma a'3o religione e dalla benedizione papale da
marzo 848, e pubblicato da'citati/^/iM^Zi
1 lui richiesta, con serenità di volto spirò
a 449> ^^ 'u^ esibito in tale articolo o
p. nel bacio del Signore in R.oraa a'24 <"f'S-
vol.LXXVIll,p.229.Narraial ricordato gio i85i, con morte immatura e nella
articolo Pio IX q io quello di Roma, con fresca età di 6 anni meno 57
1 giorni. Con
ìslretto laconismo, l'atroce caso e bruta- dispiacere ne annunziò la perdila il n.

le ferocia colla quale nel novembre di x-xnXtX Gio male di Roma, '\nà\'\\ o. 122
detto anno, fu in^raolato tragicamente il ne descrisse i solenni funerali tenuti nel-
conte Ptossi ministro pontificio, per ispe- la basilica di Lorenzo in Damaso, e
s.

gnere in lui lo statuto romano e procla- ne'quali cantò messa il cardinal Bri-
la

mare la repubblica, da'furibnndi dema- gnole camerlengo del sagro collegio, alla
goghi, i quali macchinavano l'ultimo ec- presenza de'cardinali e altri personaggi
cidio al principato temporale del Papa. secondo il consueto, ed eziandio del Pa-
Lumeggiai io breve le fatali conseguen- pa che vi si recò per ulteriore attestato di
ze di tale assassinio, e il torrente della stima e amorevolezza, il quale fece poi le

rivoluzione che traboccò da ogni parte assoluzioni sul cadavere. Il n. i4^ dello
di Roma e del suo stato, impunemente stesso Giornale, pubblicò di G. B. una
con baldanza vittorioso. II Pontefice as- bellissima necrologia del cardinal Viz-
salito nel sagro palazzo, sopraffatto dal- zardelli, di cui profittai per la sua vera-
l'iuaudile violenze de'ribelli, fu condotto il che posso affermare siccome am-
cità,

all'estremo partilo di evadere da Pvuaia miratore iulirao delle virtù che rispleo-
VIZ VIZ i3
devano io latito esìmo porporato, ch'ebbe be fine nn tale non solito ricevimento col
ladegnazione di riguardarmi con bene- canto funebre della religiosa famiglia, e
volenza. L'encomiala necrologia termi- col pregar tacitamente ognuno requie a
na con questo giusto ed eloquente elogio. quel loro benefattore. Ricorrendo poi die
M Così cessò di vivere fra noi un Porpo- scptinta della sua morte, quel superiore
rato di s. Chiesa che tutta spese la vita e per effetto di religiosa carità, e per gra-
in servigio di DioSede: umi-
e della s. titudine ancora, perchè l'Em." Vizzar-
le nella sua dottrina, e nello splendore delli fu quegli che altamente avea pere-
delle dignità conferitegli. Tutto a lutti, rato presso l'Em." pro-segretario di stato
astinente, e del suo corpo severo custo- ed altri riguardevoli personaggi a prò
de; rassegnato ed invitto nella lunga in- della ristaurazione di quella sua basilica,
fermità; difensore acerrimo de'diritti del- avendo fatto addobbare a lutto tutta la
Sede ; pazientissimo della fatica ;
lo s. chiesa, colTintervento di 3comunità del
minuto osservatore delle cose; pronto e suo ordine, e fra'lugubri melodiaci con-
cauto a risolvere, di mente penetrante, centi de' cantori della cappella Sistina,
di memoria tenacissima. Nello scrivere celebiò messa solenne, dopo la quale
la

preciso e chiaro. Negli affari più ardui si pas^ò all'assoluzione sid tumulo, di non

consultato di frequente, senza riguardo mediocre struttura. Delle persone, che


alcuno esponeva il suo sentire. Ebbe l'in- si accordarono con sagri leviti nel pre-
i

timità di valenti uomini, e fu da tutti gar requie a quell'anima, non poterono


amalo e tenuto in pregio, onorato da pa- non restar commosse dalla maestà e sen-
recchi Pontefici Il sagro Senato per- timento religioso, con cui si portò a com-
de uno de'suoi più belli ornamenti, la pimento quella funebre ceremonia. Ot-
Chiesa un saldo sostegno. La sua morte tenga ed in)petri ora dal cielo quell'a-
fu da tutti compianta, e perenne resterà nin)a benedetta benedizioni e pace pii
la memoria delle sue virtù". 11 suo ca- religiosi che ministrano in quella basilica,
davere fu trasportato nella chiesa di s. che tanto egli predilesse in vita!" Inolile
Pancrazio fuori della porta omonima e nel n. 1 54 dello stesso O^^rn-fl/ore /ìo-
suo titolo, ed ivi nel suo mezzo venne o- mano, trovo la descrizione de' funerali
norevolmenle sepolto con marmoiea la- celebrati a' 27 giugno al cardinale suo
pide. Leggo neir Osservatore Romano concittadino d<dla città di Monte s. Gio-
del i85i, n. 3o. » Nella sera che porta- vanni, con pontificale fatto da mg/ Ven-
ronsi al riposo della tomba, perchè tito- turi vescovo di Veroli, e prima dell'as-
lare della chiesa di s. Pancrazio, le mor- soluzione intorno al tumulo fu letta da
tali spoglie del fu Em.° Vizzardelli, lo Mattia Mascalchi professore d'eloquenza
che avvenne circa le io p., trovavasi a nel liceo di Veroli un'elegantissima ora-
riceverlo un numeroso stuolo de'fìgliuoli zione funebre, e riuscì tale che furono
del Carmelo (ivi ritornati dopo grandi i subito a lui spedili dal magistiato mu-
restauri del convento e della basilica, ro- nicipale due suoi membri, per ottenere
vinati da' ribelli nel 1849, P^'' f|"8nto di farla di pubblica ragione e lasciarne
indicai a Pio JX, Ronia,s. Pancrazio e una copia all'archivio. Il modesto giova-
Porta s. Pancrazio) v\\iiì'\\'\ ivi da tutte e ne oratore cede pel riflesso, che avrebbe
4 le case religiose ch'essi hanno in questa con ciò dato a'pa; enti del defunto porpo-
città, quella della Scala cioè, di Monser- rato una testimonianza di vera affezione.
rato (questa di recente trasportata presso Finalmente si legge nel n. igc) del Gior-
la panetteria, e le mura del giardino pon- nale di Roma del medesimo 85i,la de- 1

tificio del Quirinale), della Vittoria, e del scrizione de' solenni funerali celebratigli
medesimo collegiodi S.Pancrazio, ed eb- nella chiesa dell'Università romana, col-
l4 V L A V L A
l'assistenza de* professori in abito di for- dichiarando egli pure di non voler ossei**

malità, ne' quali il prof, Francesco O- vare il celibato, nel 1832 conseguì dalla
rioli pronunziò il suo elogio, con ele- Russia il titolo di principe di Monte Ne-

gantissima orazione latina, ammirata gro, e cominciò il suo governo di 26 an-


dagli assistenti. ni, in forza del decretato nell'assemblea
VLADIRA DEL MONTE NEGRO. di Cettigne, nella quale, stabilite alcune
Titolo già del luetiopolila e unico ve- riforme amministrative, venne disposto.
scovo greco scismatico del Monte Negro » È
chiamato al governo dal paese, e ri-
o Cernagora, e signore di essa, die face- conosciuto come principe il serenissimo
va la sua ordinaria residenza nella capi- signore Danilo Petrovich Njegosch; do-
tale Cettigne o in Stagnovitch, e poi del po la sua morte passa la sua successione
principe di questo stato. La regione è nel- in sempiterno a'suoi discendenti maschi
la Turchia Europea sotto il pascialalico nell'ordine di primogenitura; mancando
di Scutari, sebbene dal 1 708 adatto in- questi essa passa a' parenti del più pros-
dipendente da essa. Anticamente appar- simo grado, ed essendo vene molti dello
teneva alla provincia ecclesiastica Prevn- slesso grado, al più anziano. Laonde nel
litana, neWa giurisdizione dell'arcivesco- 1854 Zara l'arcivescovo
fu consagrato a
"vodi iSco/j/a primate della iSV/v/rf. I mon- greco scismatico di Cettigne, da un ve-
tenegrini sono una nazione irrequieta, bel- scovo greco scismatico di Dalmazia. In
licosa, sanguinaria, vendicativa, mancan- tal modo nuovamente fu separato il po-

te di civilizzazione, da circa 5oo anni pro- tere sovrano dal potere religioso, conti-
pugnatrice della propria indipendenza. Si nuando però Danilo investito del i.° a
fauno ascendere, giusta diversi calcoli, i intitolarsiVladika e principe. Quindi nel
a circa 1 20,000, altri dissero 1 4o, 000, al- i855 sposò Darinkt» figlia d'un mercan-
tri 200,000, de'quali 3o,ooo almeno atti te oriundo di Cattaro. Egli oltre la pro-
alle armi. Antica mente l'autor ila ci vi le era tezione e la pensione della Russia, l'una
separala dalla spirituale, ma Giorgio si- e l'altrasi procurò dalla Francia. Intan-

gnore del Monte Negro nel i5i6 lasciò to continuando di tempo in tempo le in-
l'autorità civile al proprio fratello Ger- terminabili guerre de'montenegrini con-
luano,allora metropolita della Cernagora, tro i turchi loro perpetui nemici, si pro-
riunendosi così nel Vladika il potere prin- gettò di fare del Monte Negro un gran
cipesco e l'ecclesiastico. Sino al 1 85o go- principato, colla città di Scutari perca-
"vernò il Monte Negro il Vladika, riunen- pitale. Imperocché, sterile il suolo del
do la giurisdizione spirituale e la tempo- gruppo di montagne della Cernagora, do-
rale,con diritto dì nominare un nipote po essere stali montenegrini allontanati
i

a successore, U quale veniva educato in dal mare, quando loro nel 181 5 fu tolto
Hussia, ed ivi riceveva la sua istituziqne il litorale di Cattaro (non deve confon-

e consagrazione episcopale, onde la Rus- dersi coU'Albania Veneta, ossia l'antica


sia influenza nelle sorli della Cernagora. repubblica di Cattaro, quale nel i4^3
la

Ala Giorgio Petrovich, dalla cui dinastia colia sua capitale Cattaro si die'alla re-
discendevano i Vladika, trovandosi in pubblica di Venezia, cui fu tolta dalla
Russia rinunziò alla (uiura dignità, per repubblica francese nel 1797 e data al-
mancanza di vocazione, dovendo il Vla- l'Austria; questa perdutala nel i8o5, la
dika osservare il celibato. In conseguen- ricuperò neli8i5. Tuttavolta, delle cor-
za di che, Vladika Pietro li inviò in
il relazioni de' veneziani col Monte Negro fe-
Russia l'altro nipote Danilo o Daniele ci cenno nel XClI,p. 1 74>con altre no-
voi.
Petrovich Njegus oNjegosch, per istruir- zioni che lo riguardano) per darsi all'Au-
si ed esservi consagralo vescovo. Però, stria, Quu ostante che l'avessero acquista-
V L A VOC t^
lo a prezzo del Imo sangue,
si trovaiono vich presidente del senato e fratello del-
cfcslietli o ad tmigrare frequenfemente, l'uccìso, dichiarando al senato e popolo
cv*eio a procacciarsi il sostentamento presente, esser lui il designato a succes-
colle scorrerìe armate, sopra doviziosi i sore dal principe morto. Il senato col po-
territcrii vicini della Bosnia, dell'Erzego- polo adunato in assemblea a Cettigne, l<i

vina e dell'Albania, eziandio a danno de' proclamò principe del Monte Negro. Il

caltolici. Per tali bisogni il Vladika Da- principe è nato nel i84i, «^^1 era uscito
nilo altamente insistette l'ingrandimento nell'antecedente aprile dal liceo imperia-
del suolo, colle prcpinqne pianure del- le dì Parigi, in cui era stato 4 ^ou\: si

l'Erzegovina e di parte dell'Albania, col dice d'indole benevola, quantunque fie-


poilod'Anii»aii;in bre^e di fare ricono- ra. In fatti essendosi ricusali di ricono-
scere gli antichi confini dell'Ivanbegovi- scerlo 3 montenegrini, tosto li lece fuci-
na, la quale comprende pure Scutari. Il lare sulla piazza del mercato; e insorto
principe Danilo, che per la sua energia tumulto, 3 individui che minacciavano
avea fallo tanto pai lare di se, peri mise- incendiargli il palazzo, subito li fece im-
ran)enle a' 2 agosto 860 nella marina
i 1 piccare. La Porta Ottomsna vide con
di Cattalo, mentre colla pi iocipessa con- soddisfazione la scelta di Nicolò, poiché
sorte stava per entrare in barca, per tor- temeva cadesse sul padre Mirko, e man-
nare alia sua casa di Perzango, ov'erasi dò a complimentarlo. L'inviato lochia-
recato a fare i bagni marittimi. Venne mo y^//ezrrt e ^iort^/gnore. E" la I.' volta
ferocemente ucciso con un coIqo di pi- che ì turchi accordano questo tìtolo a un
stola dal montenegrino Todor Cadiò o principe montenegrino, riconoscendo con
Kaditch da Bielpaulovich, profogo sin dal queste formole la sovranità del Monte
precedente giugno dal Monte ^eglo, e Negro. Anche altre diverse potenze lo fe-
già espulso dal territorio dalmata. Egli cero complimentare, e le contrade vicine
fu spinto da vendetta personale, perchè mandarono deputazioni per congratular-
dopo aver eseguita pel principe una com- si. Nicolò rS noven)bre dello stesso 1860
missione a Costantinopoli, non si crederi- sposò in Cettigne, Milena Petrowka figlia
compensato abbastanza; s'inimicò eoa del senatore voivoda della guardia. In
Danilo, e questi l'esiliò e confiscò beni. i (|uella circostanza fu fatto un brindisi al-
Arrestato 1' assassino, fu giudicato da tri- l'imperatore delle Russie, protettore del
bunale austriaco, e poi impiccato a*i3 Montenegro, il quale decorò poi il prin-
dicembre, confesso del delitto, a cui era cipe della gran croce dell'ordine di s. An-
stalo indotto da altre persone, che non na, Poco conosciute le notizie di questo
volle manifestare. Danilo nel Monte Ne- famigerato paese, valgano queste parole
gro era statoinfluente,e manteneva nel ri- a compimento delle notizie di Danilo, ed
poso la popolazione guerresca. Mori Da- a ricordare che le descrissi colla Cernago-
nilo a' 3 settembre, e nella seguente mal-
I
ra ne' voi. LXIll, p. i3i eseg., LXXXI,
lina una deputazione di mcntenegiini si 466 e seg., LXXVII, igo.XClX,
p. p.
recò da Cettigne a Caitaio a prenderne p. 54 e seg. Dell'Erzegovina riparlai nel
il cadavere. Giunta la bara vicina a Cet- voi. XC Vili, p. 53 eseg.
tigne, si avvicinò ad essa vedova Da-
la VLADIMIR. K Wladimir^.
rin^a, ed a prevenire qualunque rivolu- VLADIMIR, r. Wladimiro.
zione, siccome d'animo gagliardo e di VOCABOLARIO e DIZIONARIO,
autorità nel paese, levò dal capo del de- Focabularium, Dictionarium, Onorna-
funto il berretto, e lo pose su quello di sticum, Lexicon. Raccolta dì vocaboli no-
Wikiza o Nicolò Petrovitli INjagosch, ni- tati, colla spiegazione del loro significato.
pote di Danilo e figlio di Mirko PcUo- Tale é la definizione del Dizionario citi'
i6 V OC V O C
la lingua italiana, e del f^ocabolario ghi. Nelle Addizioni, indispensabili ad
della lingua italiana già compilalo da- opere anco di pochi volumi, da prender-

gli accademici della Crusca, edora niiO'- siliberamente a piacere, spero rendere
vamcale corretto ed accresciuto dall' ab- ragione di questo mio lavoro erudito e
bate Giuseppe Manitzzi. In questo clas- pratico, a cui consagrai gran parte di
sico Focabolario si definisce il Dizio- mia vita, sia del vasto concepiaiento, sia
nario: Libro ove sono raccolte ed espo- del]* arduo sviluppo e costosa pubblica-
ste, per lo più in via d'alfabeto, varie zione, già accennata nel voi. C,a p. 180
dizioni spiegate succintamente nella stes- con unica nota, oltre il sagrificare l'ele-
sa lingua, ed anche in lingua diversa; ganza tipografica per non lasciare spazi
Vocabolario, Diclionarium. Aggiunge- vuoti, e in vece con lunghissimi periodi,
rò col benemerito AntonioBarzarini, O/- e tutto questo colle circostanze dilFicili
"zionario Enciclopedico: Dizionario dice- che sempre l'accompagnarono} nondime-
si altresì di varie altre raccolte alfabeti- no superate mediante il divino aiuto, eoa
canienle ordinate sopra materie d'arti e una volontà coraggiosa e tenace, e singo-
di scienza onde Dizionario geografico,
; larmente pel conforto generoso e lusin-
storico j enciclopedico ec. Così questa mia ghiero del pubblico gradimento. Uomo,
opera ha il titolo di Dizionario di erudi- potei essere indotto io errore; appena
zione storico^ecclesiastica, sul quale non però me n' avvidi, ne' luoghi corrispon-
devesi dimenticare quanto qua e là notai denti, prontamente confessai gli abbagli
per la Storia (^.), e nel voi. LXXIV, p. e rettificai le asserzioni, sin anco rilevan-
2636270. Inesso compilai innumerevoli do falli della Stampa {V.), e se ve ne
i

che sotto il loro punto di vista al-


nrlicoli, rimasero, imploro dalla nobile indul-
tri non aveano mai trattato. Ho eseguito genza de'Iettori, grazioso e benigno com-
laboriosamente la compilazione, con mol- patimento. Il buon senso dunque e la
teplici studioseecrilichericerche, ricavate gentile discrezione de* lettori sapranno
da immenso numero di opere, e non co- condonare ed emendare le sviste e men-
piando servilmente dalle Enciclopedie, de involontarie, se per avventura mi sfug-
come ordinariamente praticano e confes- girono. Non è vergogna l'aver sbaglia-
sano compilatori delle medesime o di
i to, qualora si confessi sinceramente il fal-
altri Dizionari. Di tali opere bens'i tal- lo.La vergogna dev'essere di quelli, che
volta, per alcuna nozione me ne giovai, nell'errore si mantengono ostinali e in»
ma con cautela e parsimonia. Precipua- flessibili. Fu più gloria a Fenelon (/^.)
mente alle proprie fonti, opere originali, il dichiararsi vinto, che a Bossuet {V.)
volli attingere quanto in generale com- vincitore. Cattolico e figlio divotissimo
pone il mio Vocabolario e Dizionario, e ubbidientissimo della s. Chiesa catto-
il che lo rese, per replicate pubbliche lica apostolica romana, ragionando del-'
manifestazioni stampate, a mia gran con- l'agiografia e delle File de Santi {T'.)t
comodo,
fusione, veridico, storico, utile e pubblicai solenne e formale protesta, di
anche a me nel suo proseguimento e com- sottoporre tutto quanto questo mio Di-
pimento, massime in fatto di date, esami- zionario di erudizione al supremo giudi -
nate e stabilite colla più possibilediligen- zio della medesima,sì pel detto àe:' Servidi
za, avendo alacremente curato miglio- Dio, e sì pel riferito di sua venerabile dot-
rarlo nel progredimento, come altri pra- trina e credenza, in tutto ad esse unifor-
ticarono nelle opere di silìatto genere. mandomi. Finalmente il dotto gesuita p.
L'indice poi come in un centro riuni- ¥Q\\c\,OnoniasticumRoniamun,coc\^i^\-
rà le notizie che sur uno stesso soggetto ci latini qualifica il Vocabolario, lessico,
o argomento riparlai altrove in più luo- onomastico, o dlzionario,Iibro di vocabo*
V oc V OC 17
li, nomi, toci, parole o dizioni, Focflèfi/rt nintenpro vìvonobis reVquerit... Dopo il
rium,Dìctionarìum,Dictwnanum frolli- vocabolario dizionario di Pesto, tutti gli
men, Codex atit liber Dictionarius^ vel indici delle cose e delle parole che si fece-
Focahularius etc. Corapositore di voca- ro nell'opere a stampa, siponnochiamare
bolario, LexicographuSy vel Onomastici piccoli dizionari inerenti all'opere mede-
scriptores. il eh. À. Belli (di cui nel vol.L, sime. L'autore loda l'eruditissimo e labo*
p. 292 e altrove), ci diede nel 1 845 il se- rioso Cancellieri (del quale anco nel voi.
guente interessante articojo, di cui mi gio- LXXV, p. 35), per l'esattezza degl'indici
vo largameute,nell'y!f /6ii^ di Romani. 2, \ copiosissimi. Tornando a'dizionari, si ha
p. I ^1. Origine deliiFocabolari e Dizio- nel 409 Salomone abate di s. Gallo,
1

nari. Sono li dizionari utili e tante volte nel 469 Gemma vocabulorum,tìe\ 5o2
1 1

indispensabili anco agli uomini più gran- Gemma gemmarunt, un'altra opera di
di, a risparmio di tempo, trovando in quel- Dionisio Nestore fmncescano j ma era
li riunite in piccola rete le nozioni che con riservalo nel «577 a Gerardo Vossio, di
lunga lena dovrebbero andare cercando lui potersi dire nella prefdzione di sue o-
in tante opere qua e là disparate, e so- pere, nemo qui vel a limine musas sala-
irenle difficili a rinvenir nelle più vaste bi- tavityinfìcias iverit Fossil tractatus esse
Per noi romani, che da' latini
blioteche. omnimodae eruditionis, pena longe in-
nascemmo, risale la prima idea del Foca' structissimuniytanta argumenti varietale
holario e del Dizionario nulla meno che abundanSf tanta perspicuilate, metho'
all'aureo secolo d'Augusto, vogliam dire do concinna, omnibusque quibus studiis
al fortunato cominciameiito dell'era cri- honestiora promoveri queunt adiunctis
sliana. Si sa che Marco Yerrìo Fiacco, il conditum, ut singuli tractatus sectoreni
quale, a delta di Svetonio, fìori quando cuicumque generi studiorum addiclum,
imperava appunto Augusto, fu il primo alliciant. Dunque, conclude l'autore, l'o-
che a maniera di serie alfabetica, e per pera di Pesto possiamo, senza tema di an-
conseguenza di dizionario, compose un'o- dare errati, chiamarla il punto dal quale
pera : De Ferboruni signiftcatione, e in processo di tempo si allungarono in va-
questa collo stesso metodo fu rifusa da Se rio senso le linee per li più prolissi e ra-
stoPompeio Pesto d'epoca incerta, ma gionati vocabolari o dizionari, de' quali
contemporaneo di Marco Valerio Marzia- oggimai nella immensità dello scibile u-
le, celebre poeta epigrammatico latino, mano ne siamo a dovizia forniti, e co'soli
I secolo della Chiesa, e morto
fiorito nel dizionari (non computando la traduzione^
dopo l'anno 100 o io3 più che sessage- se ne potrebbero acconciare un'ampia se-
nario. A Paolo Diacono longobardo, se- rie in uomo di voto alle scienze, al-
aula di
gretario di Desiderio ultimo re de' longo- le lettere ed alle arti. Già il celebre ex
bardi, morto monaco di Monte Cassino al gesuita Giovanni Andres nella classica o-
principiar del IX secolo, venne il ghiribiz- pera, Dell'origine, progressi e stalo at-
zo di rifar l'opera di Fiacco e di Feste tuale d* ogni letteratura, nei ragionare
(delle opere di Paolo Diacono, bene da nel 1. 1 , cap. 1 5, Della letteratura del se-
ultimo scrisse il p, ab. Tosti, Storia del- colo XFIIIy e parlando delle sue lette-
la Badia di Monte Cassino, t.iy p. 99) ; rarie dovizie e di quanto può facilitare lo
ma a giudizio de'migliori fallì Dell'impre- studio, alleviare la fatica, e rendere a mi-
sa, ed asserisce il Dacier che niulilavity nor costo universali le cognizioni, tutto e
corrupil lioc scriptum^ qui utilius lingua grandemente in uso alla moderna lettera*
latina non habet,foede laniavit, et inho- tura, soggiunge: « I Dizionari, che sem-
nestis vulneribus confecit, ut cadavere pre sono stati di moda dove hanno fìorito
prò homineytruncum prò corpore^ semia- le lettere, e sempre pure sono stati messi
VCL. CHI.

IC&Sfwvawi? ^m/t/^^
i8 V O C V OC
loto non i^ocheEnciclopediechìioW-
e di qui
in discredilo da'seveii leUerali (forse
ti:

dispiacendo della troppa facilità di erudir- che particolarmente nella prima metà
pressoché in ogni argooieolo, esigendo di questo secolo videro la luce in Fran-
ai
profonda, cia ed in Italia sotto diversi nomi, fra'
di preferenza un'istruzione più
quali citeremo con onore Dizionario di
con assidua applicazione, e non così a
il

buon mercato acquistare le cognizioni, erudizione storico-ecclesiastica compi-


iuassime nelle scienze), or mercè il Dhio- lato dalcav. Gaetano Moroni, che volge
ormai ci sembra que-
suo termine. Né
rio di Medicina del James, di Matemati-
al

ta del Saverien, di Storia Naturale del direm così, relativa e polemica


sta utilità,

Bomare, di Chimica del Macquer, di Fi- delie enciclopedie cattoliche si possa eoa

sica òt\ Paulian, di Musica del Rousseau, qualche ragione mettere m dubbio. Ma
e di non pochi altri simili, mercè singo- forse non altrettanto può dirsi della u-

larmente Dizionario universale del


il lilità intrinseca e positiva, la quale con-

Chambers, e il Dizionario enciclopedico siste nell'attitudine di così fatti lavori a


tanto famoso, perseguitato non senza ra- far dolio e scienziato chi studia in essi.

gione da alcuni ed encomiato da altri al- Conciossiachè la forma e la natura sles-

l'eccesso, si veggono saliti a tanto onore, sa di colali opere porli e quasi richieda

che vengono rispettati come libri classici che lequestioni anche più gravi, più pro-
e magistrali ". Arroge e per l'argomento fonde, più complicate, vi si trattino sem-

e per l'epoca del secolo passato, il riferito pre più o men leggermente e superfi-
dalla Civiltà Cattolica, serie 2.', t.
7, cialmente, perchè ridotte ad un punto
p. 667; che se si compiacque benigna- di vista assai ristretto. E poniamo ancora
mente nominarmi sponlaneamenle, mi che la valentia degli scrittori pervenisse
giova l'autorevole opinamento sulla mo- o congiungere la necessaria brevità e chia-
ralità di mia opera^ con ferma costanza rezza colla conveniente profondità e pon-
guidata dal sentimento sinceramente cat- derazione di giudizio, la poca applicazio-

tolico, per l'accennalo nel pronunziare ne di mente, con cui generalmente par-
un giocondo J'^iva {f'-), e gli serve di va- lando si scorre da'leggitori un articolo,
lido appoggio; egli è per questo che non è più che bastevole a fare che non ne at-
esilo riprodurlo, non mai per leggera va- tingano quasi mai soda scienza, per nul-
nità. M Quando icapitani dell'empietà sul la dire del troppo facile e comune peri-
dfclinar dello scorso secolo si volsero con colo, che chi ha sfiorato un po'di tulio
diabolico divisamento ad avvelenar tutte in un dizionario enciclopedico lusinghi sé
le fonti dell' umano sapere con mxì Enei' con
stesso di sapere di tutta abbastanza, e
clopedia che lutto correndo il giro delle ciò si dispensi da maggiori e più profon-
scienze, tulle le riducesse a ntagislero d'in- di sludi, quali son necessari a chi voglia
credulità; con quale arte o rimedio gli possedere scienza. Vero è nondimeno che
scrittori cattolici potean salvare da certo per coloro i quali non hanno agio uè
corrompimento le menti de' tanti vogliosi modo di attendere a studi seri e conti-
d'una scienza universale spicciolata in ar- nuati, che sono i più, una buona enciclo'
da potersi leggicchiare per passatem-
ticoli pedia sarà sempre un tesoro; e per gli
po? Non altrimenti che con enciclopedie uomini non sarà mai disutile l'ave-
dotti
d'egual forma, ma scritte con altro spirilo, re alla mano un repertorio da sovvenir
in cui la verità della religione, della storia, con esso al difetto della memoria. Sarà
della scienza, sbocconcellata in brevissimi dunque sempre lodevole l'inlendimento
ti atta telli,porgessealla moltitudine un pa di chi metta mano a compilare una buo«
scolo salubre, di cui pasciuta non avesse a na enciclopedia, se fornito egl i sia di scien-
desiderare il pestìfero. Ciò videro sapien- ì za bastevole, e mosso ed animato dall'a*)

%%.>r'^B
V oc V OC 19
nior del vero, cioè da spirilo sincerameli* sacerdote Giovanni Diclich, benemerito
te cattolico". Dichiarò il sulloJ:ilo Baz- autore del Dizioncrio saf^ro-lilurgicOi
zarini, nella sua prefazione al Diziona- nel suo proemio dopo aver provato la
rio Enciclopedico delle !,cienze. Ielle re necessità delle ceremonie nella Chiesa,
ed ani,»* Il numero quasi che ìnfìiiito di siccome alti esterni di religione cristia-

Dizionari e Lessici presso ciascuna na- na, e perciò indispensabile la cognizione


zione pubblicali e che a quando a quan- delle rubriche e le sue norme liturgiche,
do si pubblicano intorno a questa od a e quindi la diligente osservanza negli ec-
quella facoltà è la prova più convincente clesiastici, ad agevolarne aquesti lii cono-
della riconosciuta utililù di siilatti lette- scenza disse aver coticepito il divisamea-
rari lavori, cosicché non vi ha, sarei per to " di compilare questo Dizionario, on-
dire, scienza che non sia sussidiata Ai u- de non riesca più diHlcile il ritrovare
no o più Dizionari, la raccolta de'quali que'ceremoniali precetti da tutta la Chie-
può fornire ormai una copiosa biblioteca. sa stabiliti, che l'esatto esercizio prescri-
Che far dunque del Dizionario presen- vono de' divini UfGzi... così che non a-
te? OOfie egli forse cose nuove ne' suoi rete più d'ora io avvenire a svolgere
articoli, o nuovi termini appresta alle tanti volumi per isciogliere que' dubbi,
scienze e alle arti? Nulla di tuilociò. E- che in sì vasto argomento potessero
gli non fa che raccogliere da tulli per insorgere ". Tale e tanta è la utilità

formare, quanl'è possibile, un sol tutto, d'ogni Vocabolario e Dizionario, Per


alUnchè tutti poi sieno in grado di ac- quelli delle lingue e idiomi delle nazio-
quistare agevolmente una tintura alme' ni, ne parlai a'Ioro articoli. Noterò per

no di ciò che forma il dovizioso patri- ultimo col Nardi nell'opera: De' ParrO'
monio dell'umano sapere, al cui retag- chi dedicata a' f^esco^i della Chiesa
gioabbiamo pur tutti più sagro e in- il callolicay il gravissimo danno che ne
frangibile diritto. Costituito l'uomo ul- viene dal maliziosa abuso delle voci e
tinìo anello della gran catena degli esse- vocaboli, come in proposilo dichiarano
ri senzienti, e primo di quella dell'incor- autorevolmeule ss. Dottori Gio. Criso-
i

poree intelligenze, tanto più a (|ueste stomo, Girolamo e Tommaso; poiché


s'avvicina, quanto maggiori sono le co- dall'abuso derivarono anche 1' Eresie.
gnizioni ch'egli acquista, nel che tutta Ed è perciò, che vari vocaboli e parole
consiste l'essenza sua, e la divina origine adoperate talora in vari sensi dalla Chie-
tra'tpare da cui emana, siccome rivolo sa, questa poi li rigettò e abolì, quando
da fonte, raggio da luce.... Oso confidare i Novatori uè fecero pregiudizievole a-
che sia per sapermene grado da prima buso.
l'Italia tutta nel ravvisare in quest'ope- VOCAZIONE, Focatio. Questo ter-
ra rivendicala l'assoluta superiorità sua mine nel Teslamenlo Nuovo significa or-
sulle emule nazioni anche in questo ra- dinariamente il beneficio che Dio si è de-
mo di letteratura; quindi i dotti, i lette- gnato di accordare agli Ebrei {V.) ed ai
rati e gli studiosi tutti io particolare, a Gentili (^.), chiamandoli a credere in
vendo a ciascuno di essi apprestato il Gesìi CmfOj colla predicazione del Fan-
f'ocabolario proprio della facoltà che gelo {P.), e ad alcuno con grazia affatto
professano; e da ultimo il volgo slesso de' gratuita, colla quale Dio lo chiama alla

men colti e perfino degl' idioti, i quali Religione (F.) cristiana. Spella a noi,
possono attingere a questa fonte senza aiutati dal divino soccorso, d'assicurare
verun magistero quanto può bastare loro questa vocazione colle buone opere, poi-
a non lasciarsi più sopraffa re dagli astrusi ché dice il Salvatore, molti esser chia-
termini degli scenziati barbassori", il mati, ma pochi gli eletti. Se quel teiri-
20 V OC V OC
bile oracolo si compie tulio giorno nel rare di adempirli, a meno che non si ri-

seno slesso del Crislianesimo, è per colpa cevano da Dio le grazie necessarie, e vi

della condotta che vi tiene la più parte di sarebbe temerità neiraspellarle,sesi fos-
quelli che lo professano, colle loro azio- se disposto di sé medesimi contro la vo-

ni. La solenne festa deW Epifania (F.), lontà di Dio. Senza dubbio egli non ri-
olire altri misteri, ci richiama alla me- vela a ciascuno in particolare la sorte che
moria corainciamenlo di nostra voca-
il a lui destina; ma vi sono de' segni, pei
zione alla Fede, e alla conoscenza del ve- quali prudentemente si può giudicare di
ro Dio nelle persone de' ss. Magi [F^.) essere chiamati ad uno stato piuttosto

che furono leprimiziede'gentili. La chia- che ad un altro. L'inclinazione costan-


mata degli ebrei fu in persona dePaito- te e per lungo tempo liberamente speri-

ri(P'\ quali furono le primizie degli


i
mentala di consagrarvisi, il gusto dichia-
israeliti ad adorare Gesti Cristo. La vo- rato per le pratiche e pe'doveri che im-
cazione è altresì un movimento interno pone, il lungo esercizio delle virtù che
col quale Dio chiama alla scelta d' uno esige, il distaccamento assoluto da ogni in-
slato sia del ministero Ecclesiastico{y.), teresse eda ogni motivo temporale, que-
sia di Religioso ( F".), sia di
Religiosa ( /^.), sti sono segni non equivoci d' una vo-
i

sia di Matrimonio {V.). Dicesi pure di cazione solida. Ed è per assicurarsene che
quei che rimangono nello stato di f^er- furono stabiliti diversi Ordini (/^'.)del
i

gine ossia di osservare il Celiba- chiericato, ed i Seminari {^V.) per lo slato


e^.),
to {y.), di Vedovo o di Vedova {F.). ecclesiastico, le prove e il Noviziato (^.)
L'apostolo s. Fedelia ren-
Pietro esorta i per lo stato religioso o Regolare. Coloro
dere certa colle buone opere la loro vo- i quali hanno difBcoltà ad assoggeltar-
cazione e la scelta che Dio ha fatto di visi, devono diffidare molto della loro vo-
essi. E s. Paolo chiama costantemente i cazione, e temere che gl'impegni con cui
fedeli, i diletti di Dio, chiamati alla san- si obbligheranno non siano per essi una
tità. Per vocazione inlendesi inoltre, la sorgente di sciagure per questo mondo e
destinazione d'un uomo ad un ministero per Queste considerazioni fanno
l'altro.

particolare; co»ì s. Paolo si dice chiama- comprendere la gravità dell.i colpa del
to all' Apostolato. Egli decide, che non de- Padre e della Madre,ì qaaìi taUolta vo-
ve nessuno attribuirsi l'onore del ponti- gliono sforzare la vocazione de'Ioro Fi-
ficato, se non vi è chiamato da Dio, come gli, oppure di quelli che li seducono e

Aronne. Di piìl dice: » Ognuno resti in falsamente loro persuadono che ad essi
quella vocazione in cui fu chiamato. Sei conviene il tale stato, che gliene rappre-
tu stalo chiamato essendo Servo? iVoa sentano i vantaggi, senza esporne loro gli
prendertene affanno: ma potendo anche obblighi e gl'inconvenienti che ponno
diventar libero, piuttosto eleggi di servi- succedere. Ma per la vigilanza e per le
re. Imperciocché colui, che essendo servo precauzioni che usano i sagri pastori nel-
è slato chiamato al Signore, è liberto l'esame de'sudditi, la disgrazia delle fal-
del Signore: parimente chi è slato chia- se vocazioni è in oggi mollo più rara che
mato, essendo libero, è servo di Cristo". non si crede comunemente nel mondo.
Si accorda generalmente, che per abbrac- Dichiarò il concilio di Trento, sess. 23,
oppure lo sla-
ciare lo stato ecclesiaslico, De Refor.y e. r. » I contrassegni della
to religioso, bisogna esservi chiamato da vocazione allo stato ecclesiaslico,sono
una vocazione speciale di Dio. Siccome d' esservi con retta intenzione,
entrati
que'due stati impongono de'doveri par- vale a dire di non cercare né la gloria
ticolari, e spesse volte penosi a coloro che del mondo, ne le rendile, né una vi-
vi sono impegnati; cosi non si può spe- ta agiata e sensuale; ma di proporvisi
voc VOC 21
la fatica, pei* promuovere la gloria di elegge alcuno al servizio della sua Chie-
Dio, la salute dell' aaìme, e la propria sa. Se non vi è stato io generale , in cui
santificazioue ". Questa è la disposizio- sia lecito entrare senza la vocazione di-
ne, che il coDcilio Trideotiao esige in vina , molto meno lo stato ecclesiastico,
coloro che devono ricevere la Tonsura io cui si tratta di servire a Dio diretta-
{y.). vescovo Cecconi, Instituzione de
Il mente. Per ministeri tanto meno ecceU
Seminari vescovili, fa osservare con quan- lenti, quanto inferiori sono l'ombre e i

ta oculatezza si esaminasse dagli antichi simboli in confronto della verità, e per


Padri la vocazione eliostato ecclesiasti* quelli dell'antica legge Dio separò espres-
co. Come che i giovani, introdotti di lo- samente la tribù di Levi dalle altre, ed e-
ro prima età ne'coilegi vescovili , non e- lesse distintamente .Aroune pel sommo
raoo capaci di determinarci! proprio lo- sacerdozio, e non Mosè tanto caro a lui
ro stato, così altendevasi , che giunti ad e capo del suo popolo, perchè non era
una conveniente Età {V.) lo scegliesse- stato chiamato a quello stato, pel quale è
ro. dichiaravano allora di non pote-
Se si necessaria la divina vocazione. La qual
re contenersi nel celibato, decretò il necessità si deduce dalla natura de'mini-

concilio di Vaison del 529 » si dia il per- steri che sono propri degli ecclesiastici.
messo di lasciare l'adunanza, e di congiuo- Essi sono incaricati d'annunziare agliuo-
gersi io matrimonio". Per un alTrtre di mini i voleri di Dio, di porgere a Dio i

tanto rilievo, a'suddetti Padri non basta- voti, le preghiere, i ringraziamenti de'fe-
va l'indirizzodato a'giovaoi per più anni, deli, di dispensar loro i preziosi tesori del-
e neppure lo scrutinio, presente il clero le grazie e de'meriti di Gesù Cristo. Chi
e la plebe, della di loro volontà per la vita ardirà d' assumere uHìzi sì rispettabili e
ecclesiastica. Vi aggiunsero essi di più un sì eminenti, senza esservi espressamente
rigoroso sperimento d'altri due anni, per- chiamato? Se ne conosce inoltre tutta
chè in questo tempo gt'interrogali con- l'importanza, considerando l'umana de-
fermassero co' fatti ciò che aveano prima bolezza, la quale se per qualsivoglia ge-
promesso in voce. Diligenze a'no»tri tem- nere di vita ha bisogno di quelle grazie,
picredute strane ed impraticabili ; ep- che si chiamano del proprio stato, cioè
pure talora sarebbero più che necessa- adempir-
degli aiuti soprannaturali, per
rie, per evitare certe lugubri cadute, che ne fedelmente doveri, molto più abbon^
i

spesso avvengono con disonore della di- danti e speciali si richiedono per lo slato
gnità ecclesiastica, e con maggiore scan- ecclesiastico, di cui le obbligazioni sono
dalo della plebe. I concilii emanarono in molteplici e gravissime, i pericoli frequen-
ciò santissimi canoni, e quello di Meaux ti e spaventevoli, le conseguenze, nel ca-
dell' 845 nell'escludere dalla sagra ordi- so d'infedeltà, le più tremende e funeste.
nazione coloro, che almeno per un anno Per altro non si può pretendere che que-
non avevano dato saggio della loro vita sta vocazione sia così sensibile, da appa-
in qualche certo e religioso luogo, della rire per via straordinaria e miracolosa.
città o della diocesi fa dedurre che sia , Basta che esistano certi segni, i quali, qua-
d'allora erasi comincialo ad aa>l)ire iliS"^- lora tutti insieme concorrano nel mede-
cerdozio, senza dar prima probabile in- simo soggetto, se non decidono infallibil-
dizio di sublime vocazione, mediante
sì mente di una vocazione divina, servono
la probità de'coslumi e lo spirito eccle- almeno di sicuro lume in cosa sì ardua,
siastico. 11 vescovo BvomaoW, fnsUtuzio- e a tranquillare chi procede con rettitu-
ni cattoliche, ragionando della vocazio- dine. Tali segui precipuamente consi-
ne allo stato ecclesiastico, la definisce un stono nella bontà di vita, nell'iuclinazio-
atto della divina Provvidenza , con cut ue ad eseguire quanto spetta al culto di
aa V O C V OD
Dio e airecclesiasliclie funzioni, raltilq- stato, di determinarsi con molivi tolti
dine a conseguir le scienze necessarie on- dalla ragione naturale, e da una coscien-
de eseguire doveri dello slato amore
i , za religiosa a un genere di vita che non
alla virtù della castità retta intenzione , sia un ostacolo alla felicità e alla salute ;

per servire Dio e procurar la salute eter- di far vedere anticipatamente le varie vi-

na del prossimo, la chiamata del proprio cissitudini chesogliono accompagnare tut-


t'escovo, clj'è il sigillo di sicurezza circa te le diverse posizioni della società e d'il-

In vocazione divina, qualora esistanogli lustrarne i vantaggi egl'inconvenienti, af-


arceniiali segni. Imporla lullociò si cono- finchè si po;$a agire con conoscenza di
sca da'giovani die bramano abbracciare causa. Soprattutto sono savi gli avvisi dati
Jo stalo ecclesiastico, acciò non facciano da mad. Sainte-Sophie orsolina alle sue
iiq'imprudenle risoluzione; da* genito- alunne sul celibato , sul matrimonio e
,

ri per non coartare in verun modo i lo- sulla vita religiosa. Essendo doverosa e
ro ad impegnarsi in quello stato,
figli grata al Signore la memoria riconoscen-
quando non appariscano in loro gì' indi- te de'benefizi ricevuti da lui, e segnalato
cali segni j e da' patroni de' benefizi ec- sopra tutti è certamente quello della pro-
clesiastici, per non presentare a' mede- fessione religiosa , un pio scrittore offrì

simi se non que' chierici, che palesino di il modo di celebrarne con particolar di-
esser veratnenle chiamati a quello stato, vozione l'anniversario, col libro : Eserci-
essendo loro obbligo presentar solamen- zi divoli p^r celebrare ognianno V an-
te soggetti degni e idonei, poiché non di niversario della santa Professione per
rado il possesso d'iiii beneficio induce a le religiose, quali potranno anche ser-

continuare l' ecclesiastica carriera per vire di preparazione alle Novizie che de-
interesse, colui che non sente alcuna le- vono professare e prendere il sagro abi-
gittima e vera disposizione. Il fin qui detto to religioso. Aggiuntavi infine la Jor-
con più di ragione si può applicare alla vo- mola per rinnovare la s. Professione ,
cazione religiosa degli uomini, poiché al delb. Leonardo da Porto Maurizio, Pe-
ministero ecclesiastico devono congiun- saro 1 833. Giusta la sentenza di s. Paolq
gere i doveri religiosi , e di uno stato di non vi è distinzione d'Uomo e di Donna^
maggior perfezione. La moltitudine e va- ma lutti sono una cosa in Gesù Cristo,
rietà delle istituzioni regolari ebbe an- ed in quegli articoli riparlai de'loro dif-
che per iscopc di contentare tutte le in- ferenti stali e condizioni. Nel 1. 1
y, p. i y6
clinazioni, per chi ne ha la vocazione. Il e i8i dell' Albani di Roma pubblicò il
p. Menochio, Sluore, tratta nella centu- p. m. Francesco Lombardi de'minori con-
ria 5." cap, 58 : D' alcune vocazioni di ventuali : Studi morali intorno alla e-
alcuni olla religione o casuali o mera- l^zione dello stalo.
vigliose, che però furono per ispirazione VODOALO (s), solitario, chiamata
e chiamata di Dio. Ma della vocazione anche s. f^oelo o l^oe, e soprannominato
de'religiosi e delle religiose, come di quel- Benedetto. Nilo nel paese de'Pilti in Iseo-
la di altri slati, abbastanza parlai a'Ioro zia, lasciò Iri patria per servire a Dio più
molti articoli. Siponno vedere: Il Trai- liberamente, e trascorse diverse [)rovincie
tato della Focazione Cristiana, Parigi della Francia,
usando della sua eloquenza
i65o. Il Trattalo della Focazione allo ad ammaeslramenlo de'popoli. Giunto a
stato ecclesiastico, Parigi iGgS. Les trois Soissoos, si stanziò in una piccola casa,
Vocations : Le tre l'ocazioni,iet(ere pub- ch'ebbe in dono dall' abbadessa del mo-
blicate e dedicate alle madri cristiane nastero di Nostra Donna, dove condusse
da rnJ ab. Auher, Parigli 838, L'auto vita solitaria, osservando un rigoroso si-
re illumina le giovani sulla scelta d'uno lenzio e tutte le pratiche usate dai veri so*
VOG VOG 13
e ooa uscendo mai che per dire la
litari, e frequenza di popolo, per possedere dal
messa o per servire al prossimo. Queli'ab- IO 16 il corpo di s. Leo o Leone prete
baJessa, che provvedeva pure alla di lui dalmatino. Imperocché il Papa Benedet-

sussistenza, essendo stata istigata contro dopo aver coronato in


to Vili, Roma a'
Vudoalo, esso si determinò di tornare in i5 febbraioioi4 l'imperatore s. Enrico
Iscozia ; ma iddio non permise che ciò si sua sposa s. Cunegonda, per di-
II, colla

Ritornò dunque a Soissons,


effettuasse. mostrazione di ammirazione alla pietà e
.dove continuò il suo tenore di vita fìuo virtù dell'Augusto, gli donò poi il sagro

alla sua morte, che avvenne il 5 febbraio corpo di Leo (con questo nome e eoa
s.

verso l'anno 720. Fuseppellilo in $. Grò- quello di s. £ù\ avverte il Manini, e noti
ce, ch'era il cimilerio delle religiose. MoU con quello di s. Leone, fu sempre chia-
ti miracoli furono da Oio operati alla sua mato), il quale riposava in s. Leo nel
tomba, il suo corpo è a Nostra Donna di Monte Feltro (/^'.). Mentre l'imperatore
Soissons, ed alcune particelle si conserva- col s. Corpo ritornava in Germania a
no presso le religiose di Pont-aux-Dames Bamberga, pervenuto di notte tempo a'
nella diocesi di Meaux, e di Val-de-Gra- 1 4 febbraio 1016 in Voghenza, fece so-
ce a Parigi. Invocavasi s. Vodoalo nelle sta fino all' apparire del giorno. Dispo-
litanie deirVill secolo, e trovasi il suo no- nendosi a riprendere il cammino, con i*

me nella piìi parte de' martirologi mo- sluporedi lui, del corteggio e del popolo,
derni solto il giorno 4 ovvero 5 di feb- il s. Corpo si rese immobile, né fu pos-

braio. sibile rimuoverlo dal luogo ov'era stato


VOGHE NZ/V, Ficovenlia , ricoha- collocato nella chiesa. Il santo principe
venlia, ricohabentla. Già città vescovi- adorò gl'imperscrutabili disegni di Dio,
le, ed ora villaggio della delegazione di e con la sublime calma della cristiana ras-
Ferrara, distante a levante d<illa omoni- segnazione, di necessità prosegui il viag-
ma città circa 1 o miglia, giace in silo de' gio, che vieaecomprovato nella seguen-
il

più elevati e salubri della contrada, nel te iscrizione esistente nella chiesa. Enri-
centro delle Polesine di s. Giorgio, tra il cus ir Impera tor-Corpuss. Lti-E Moli-
Primaro e il Volano, due rami dell'anti- le Feretro alias Feliciano-In Gennai
co Po o meglio, come dice il can. F. L.
; niani deferre cupiens-Cuin ad lume lo-
Bertoldi , De diversi doniinii a quali ò Clini pervenisset- Diiiiisit- Divinitus enini
soggetta Feirara,'ìv'ì 1817, p. vili del- facilini est- Ut arca marmorea in qua
l' Allegazioni slorichey è compreso nel- reconditum est - Nec honiinwn nec ju-
r orcidiocesi di Ferrara , nel vicariato nientorwn vi- Unqiiam dimoveri potuis-
foraneo di Voghiera, il quale è appodia- sei. Mxyi. Clemente Vili nel 1598 reca-

to del governo di Porto Maggiore, di cui tosi a Ferrara, a prender possesso del du-
nel voi. XXiV, 42. La iSialisiica dal
p. cato devoluto alla sovranità della s. Se-
1 853 registra per una delle 5 parrocchie de, si trasferì a Voghenza per visitare il

di Voghera la chiesa arcipretale di Vo- corpo di 8. Leo, per la gran venerazione


ghenza, e questa contenere 60 case, 1 55 che riscuotevada'fedeli, ed ingiunse al ve-
famiglie e 837 abitanti. S' ignora ove scovo Giovanni Fontana di farne la rico-

sorgesse l'antica cattedrale, forse le suc- gnizione, che puntualmente eseguì nel
cesse l'odierna arcipretale, la quale già 1599 r8 luglio, di che fu fatto pubbli-
SHgra a s. Stefano, cambiò titolo e prese co istrumeulo riprodotto dal Marini, «S'd^-

quello del patrono s. Leo prete, compen- gio di ragioni della città di SanleO, p.
sata del perduto onore del seggio vesco- 3o3. Quindi le ss. Ossa furono portate
."
con divenire un santuario che pri-
vile, in processione il i agosto, e quindi ripo-
meggia nel Ferrarese, per venerazione ste nella eassa marmorea fattagli dal ve-
24 VOG VOG
scovo Mauiicino, solto l'altare maggio- Manin! e altri , ma prete e confessore ,
re, tranne il capo che fu collocato in bu- con altre notizie che lo riguardano. la
sto d'argento , per esporsi alla pubblica un pilo o vasca marmorea per 1' acqua
Tenerazìone. Di questa ricognizione e so* santa di lavoro antichissimo, si legge que-
lenne traslazione, il vescovo per memo- sto esametro in caratteri gotici Fivus :

ria pose una lapide nella chiesa, e stabili aquae lacLus fugai oinnes demonis actus.
che se ne celebrasse la festa nel i
° ago- Inoltre sulle pareti dell'atrio della porta
sto ( la quale pure si osserva nella catte- mezzana della chiesa in discorso si legge
draie di Monte Feltro), oltre quella pre- il seguente epigramma, celebrante l'an-
cedentedell'altra traslazione a' 1 4 febbra- tica Voghenza qual madre di Ferrara ,

io.Chi visita la chiesa e il s. Corpo ne' secondo patrii storici Guarini eManini.
i

mesi di maggio e agosto lucra l'indulgen- Si y


Ulani , populuni , vel si mirabere
za plenaria, in modo edificante e commo* Templum-Ista videbuntur singida par-
venie vi accorrono,anche dalle circostan- va Ubi- Sed magnaìllaego siini riguen-
ti Provincie, i divoti, con lunghe proces- Uà ciijus in aho-Ferraria est orla, et
sioni di uomini e di donne d'ogni età e cui Pater hic Populus-Insìgne Octavus
condizione, provenienti dall'alta e bassa Clemens Fontanaque Praesul - Hoc
Romagna, dal Bolognese, Centese, Fina- templitnireddaiit ossaquesacra Lei. Ma
lese, Modenese e altri luoghi. Stanchi e il Ferro, che riportai primi 4 versi, nel-
grondantisudore,giunli in Voghenza dor- Vlstoriadi Comacchio, pretendendo che
mono sulla nuda terra a cielo scoperto Ferrariola (di cui anco nel voi. XV, p.
fino all' albeggiare del di seguente, on- 3 1, detta eziandio Massa Babilonica, per
d'esser i primi ad entrare in chiesa per la frequenza de' forestieri diversi esercì»
confessarsi. Ma tempio non potendo con-
il tantiil commercio), poi Ferrara, fu di-

tenere più di 3ooo persone, è necessa» pendente e nel territorio del ducato di
rio ampliarlo e renderlo più decoroso. Cowjtì!ccftio(/^' ),cosi Voghenza(onde nel-
Poiché frequente e numeroso è il con- la vacanza d'una delle due chiese il ve-
corso de'fedeli accorrenti a invocare il va- scovo superstite le governava), dice non
Udo patrocinio di s.Leo, per le grazie che doversi soffrire i versi posti in Voghen-
ne ottengono da Dio, ed innumerabili so- za o Vigovenza che la dichiarano origi-
no i voti che pendono dal di lui altare, nata dagli Cgoni, bensì conviene, che fu
per gli operati miracoli in ogni circostan- governata da' suoi vescovi, e ne offre la
za e con guarigioni istantanee de'vìsitanti, serie dal 33o sino al 657 in cui diretta-
della languente umanità. Ne restò com- mente divennero di Ferrara. Riferisce
lo

mosso e meravigliato l'odierno arcivesco* i! Malfei nella P^erona illustrata, t. a, p,


vo della s. Chiesa di Ferrara, il zelantis- 58 1, che nel labbro del pulpito di pietra
simo cardinal Luigi Vannicelli-Casoni , di forma circolare e rabescato, che ora
quando si recò nella s. Visita pastorale serve per vera di pozzo alla casa del parro-
del maggio 852, ed in onorevole memo-
1 co di Voghenza, si legge come fu fatto » in
ria che Voghenza era stata prima sede tempo del venerabil vescovo Giorgio de'
de' vescovi di Ferrara e insieme città, ne Doni di Dio,edis. Maria, edi santo Stefa-
condecorò la chiesa con ripristinarla nel- no" antico titolare della chiesa. Dell'antica
r anticogradoarcìpretale. Si onora il San- grandezza di Voghenza nulla apparisce,se
to con uffizio e messa propria , e la sua non che dovunque ruderi e ammassi infor-
divozione è sempre viva e in incremen- mi di sassi, fondamenti di muri, selciati di
to. Avvertii nel voi LXXXVI , p. 124. quadri gialli, pezzi di scale, sepolcri fatti
che s. Leo non fu mai vescovo e né di in mille forme. Negli scavi di Voghenza
MoDte Feltro , come credettero il citato e suoi dintorni si trovarono pietre, iscri-
VOG VOG a5
tioni, urne sepolcrali, sarcofagi di grossa su FogJienza e suo preteso vescoi>ato.
:

mole, luceioe di terra, avaozì di fabbri- Laonde seguendo tale autore , in breve
che aDticbe, di pavimenti ben costruiti, dichiarai la discrepanza di quanto sì as*
medaglie e mooeted'ogni secolo,
idoletti, serisce sul grado di città e sulla preroga-
d(metallo,argentoeoro, decorazioni se : tiva della sede vescovile, non senza ma-
si approfondassero, poiché le scoperte si nifestale gli scrittori i quali attestarono
fecero nel lavorare i campi, certo si riu- l'una e l'altra onorevole condizione, ma ia
Terrebbero reliquie di monumenti e co* modo come si fossero ingannati, nuche nel
se più pregevoli. La mollitudmede'rag- dare il catalogo di i a 01 5 vescovi Vico-
guardevoli monumenti che si trovano di ventini, come il Manini, seguilo poi nel
quando in quando,mo$trano che Voghen- 18 18 dal Bertoldi, e lo rilevai nel voi.
la antica non era una borgata, ma una XXIV, 170, parlando del Ficus
p. 174 e
città. Buona parte furono trasferiti nel j4i'entinus, de\ficus Egonum e di /^o*
palazzo della pubblica biblioteca dell'u- gìienza. Dopo stampato talearticolo Fer-
niversità di Ferrara,anche musaici, bu- rara oltre altre importanti opere che
,

stimarmorei e vasi antichissimi. L'archi- ne trattano (d'alcuna delle quali farò poi
vio di Voghenza fu derubatu (possedeva ricordo), acquistai del dottoe critico mg."
lai.* edizione del concilio di Trento, che can. della metropolitana Giuseppe Ma*
Pio IV donò a tutte le sedi vescovili, per nini Ferranti ferrarese, vicario generale
antica considerando Voghenza)altrimenli delia patria diocesi , benemerentissimo
certi indiscreti critici non avrebbero po- propugnatore di Voghenza, quelle ope-
tuto mettere in forse i suoi vanti. Egli re di cui avea fatto memoria nel citata
è per questo che innanzi di parlarne deb- articolo o voi. XXIV, p. 65 e 184 : Di-
bo premettere alcune dichiarazioni. Il dot- scussione accademica su l'antico vesco-
to ferrarese mg.' Carlo Emanuele Muz- vato di Foghenza, dedicata al cardinal
zarelli uditore di Rota e poi decano della /Alessandro fliatlei de' duchi di Giove ar-

medesima (
quindi miseramente involto civescovo di Ferrara^ ivi 1 795. Compen-
Delle vertigini politiche di Roma de'ne- dio della storia sacra e politica di Fer-
fiisti 1848-49)1 qnando io mi accinsi alla rara , dedicato a mg/ Paolo Patrizio
rifusione e ampliazione dell'articolo i^cr- Fava arcivescovo di Ferrara, ivi 1 808-
rara, non solamente mi raccomandò di 10. In questo compendio il Manini ci die-
prendere a guida precìpua il patrio sto- de ancora nel fine de' promessi 5 voi.
rico d.' Antonio Frizzi, Memorie raccol- r /Appendice, nella quale, confermando
te per la storia di Ferrara, ivi 1791, il sostenuto nella Discussione , couftilò
da luì riputato il migliore, ma siccome io con critica erudizione tanto l'ab. Loren-
noi possedeva, mi favorì ì primi 4 grossi zo Barotti, che 0^1781 avea per ultimo
tomi in foglio, ed il 5.° mancante (per- stampato la Serie de' vescovi ed arci-
chè stampato a parte dopo la morie del vescovi di Ferrara; quanto il contenu-
Frizzi) l'ebbi dalla cortesia del conteToiu- to nel 5." tomo postumo del Frizzi pub»
niaso Guoli decano degli avvocati conci- blicato nel 1809, quale non contento di
il

storiali. Venni confermato sull'idoneità quanto avea sonito contro il vescovato di


della storia del Frizzi, dalla lettura del Voghenza ne' 1. 1 e 1 , nel detto ultimo
p. ab. Raughìasci, e per l'elogio e contez- tornò a riparlarne in difesa dell'anterio-
za che ne fece nella Bibliografìa storica resuo asserto, biasimandoacremente l'au-
dello Stalo Pontificio, a p. 84. H Frizzi tore anonimo della suddetta Discussio-
però negando assolutamente l'esistenza ne, e nuovamente propugnando le sue o*
del vescovato di Voghenza, in dette Me' pinioni a pregiudizio di Voghenza. Però
morie scrisse ancora un intero articolo il Manini, non ostante di averla comin-
26 VOG VOG
ciata col lesto di s. Girolamo: iVos refcl co Aventino, oggidì Foghenza ec, Per-
lere, et refelli sìne iracundia parati su- laraiSio (nel voi. XXIV, p. 65, ricor-
nella sua vivace polemica riconob- dai le anteriori Riflessioni del Passeri
musy
be il Frizzi »» benemerito delle lettere e intorno alla lapide trovala in Voghen-
della patria, e forse il più erudito, il più za); ma poi tenne ferma opinione, chs

accurato de'noslri storici". Confutò pure sebbene formasse già numerosa popola-
quegli altri scrittori che l'aveano prece zione, ciò non ostante non può asserire
duto nell'erronea opinione, e con idonee che tale adunanza d' abitatori portasse
testimonianze ulteriormente provò ave- mai il nome di città, per non potersi
re esistito la sede vescovde di Vogbeuza recare verun sicuro indizio; però essere

sitidal IV secolo della Chiesa, da dove d'avviso bastare ad innalzarla al grado

pel secolo Vili circa in trasferita a Fer- di città la residenza e giurisdizione epi*

rariola poi Ferrara, dopo avere avuto scopale. Laonde il Manini stimò dimo- .-

per ben 3 seG<di 1 2 e più vescovi. Che strare colle fi/^e^vio/zi l'onorevole grado
essa venne espressamente nominala tra" di città nella Gallia Cisalpina al Fico-
quelle smembrate dalla provincia eccle- Avenlinoj e di ritornare sull'argomen-
siastica di Milano e sottoposte suffragiii- to, per un giusto riguardo a Ferrara sua

Dee dell'arcivescovo di Ravenna^ quan- p.jtria e a sé stesso. » Se Voghenza fu un


do questa dall' imperatore Valentinia- teiupo città, dunque la nostra origine

110 lil volendosi, mentre vi risiedeva non è COSI meschina com'è sembrato ad
con Galla Placidia sui ncadre, a sua i- alcuni appoggiandosi alle Memorie rac-

stsnza condecorare colla dignità metro- colte e pubblicate su d'essa dal chiaris-

politica, questa gli ottenne dal Papa; ed simo nostro". Aveudo qtxesto negato a
lèda notare, che già Ravenna avanti l'era Voghenza, e co'suoi dubbi sospetti, la i.*
cristiana, era stata metropoli e capo ci- sede de'pc'ilrii vescovi, doveva coinijalte-
bile delle due provinole Flaminia ed fcl- re civilmente l'asserzione. Illu(uitiato
milia. Che |a postante tradizione, e tutti dunque d;»l Mmini Ferrjntij e avvedu-
gli storici e critici che nomina, concor- tomi dell'eccessiva contrarietà del Friz-
demente convengono che Voghenza fu zi e di altri (mi si dice che Io scrittore*

città vescovile, ad eccezione degli avver- attuale della storia Fen-arese conte La-
sari oppositori che fecero ogni sforzo per derchi è di opinione contraria al vesco •

combattere la sua reale esistenza. Di più vaio di Voghenza, e che però le sue ra -

il Manioi in fine del t. 6 del suo Coni- gioni sono inconcludenti), jtrovai necessa-
He'irZ/'o, '^dato oltre il promesso, vi ag- rio su Voghenza riformare il detto nel*
giunge ancora; Fogheiiza villaggio del l'articoloFERRARA; quindi per descrivere
Ferrarese un tempo città col nome di con particolari l'origine di quel nobilis-
yico- Aventino. Riflessioni storico cri- simo vescovato e poi arcivescovato, feci
tiche,Ferrara 18 1 o. S' indusse a farle, studiose ricerche, ed in base di queste,
perchè un altro patrio scrittore, per o- principalmente di mg.' Manini e dell'/-
pere pubblicate (Girolamo Baruffaldiil talia sacra, procurerò di«vilupparle in
giùniore) non meno benemerito del Da- breve, nelle proporzioni volute nella mia
miti e del Frizzi, accordò bensì che opera, e mentre ne manca ormai lo spa-
Voghenza ebbe l'onore di esser sede di zio per la definitiva protnessa di compier-
vescovi,anzi a dimostrare il luogo d'uo'an- la conquesto voi.CHI, Ed'uopo però che
tichità assai più. remota e decorosa di io ripeta le parole colle quali il Manini
quella che vi riconobbe pub*
il Frizzi, avea chiuso la Discussione, suoi." lavo-
blicò dell* erudite Osservazioni sopra ro. Ceda adunque ogni impegno allo
»»

un'antica iscrizione riguardante il ri- splendor del vero, e dove fu scrillo, che
voo VOG 27
i nostri storici furon troppo pieghevoli tino, che Manini col BarufTaldi dichiara
ciecamente credendo a'icro padri, si con- sinonimi. /)/. Fettio M. F. - An. Va-
fessi buonamentfr il proprio inganno; Imp. Caesaris Nerv. - Tralani
lenti -
l'antica opinione rimettasi nei suo paci- Opt. Avg. Ger. - Dacici Pari. II. Vir,
fico possesso di quattordici secoli, e si Quìnq.- Praef. Flamini Auguri Patrono
M'eda una volta troppo vero il principio Coloniae - Sicari ^ìci Avenlini - Opti-
di Tertulliano, id verius quod priuSy id mo Patrono Suo. Questo monu-
Givi -

prius quod ab initio". Sebbene poco si mento prova il nome di fico-Aventino,


conosca la storia di queste contrade sino impugnato dagli oppositori, ma non pro-
all'epoca in cui ebbe principio la nobi- va, per quanto vado a riferire, che spet-
lissima città di Ferrara, ciò non basta ti propriamente a Voghenza. È vero, che

ad annullare contrastare quel poco die di Ficus Aientinus si disse ficus Ha»
si sa di Voghenza^ dalla cui storia eccle- bentinus, e poi fico Habenlia e fico»
siastica ebbe comìnciamento quella di venza e foghema, secondo diversi i- i

Ferrara, così il vescovato, benché l'epo- diomi cui fu pronunciato, latino, longo-
ca sia difficile potetti stabilire, per le bardo, toscano. Osserva il Manini, che
discrepanti opinioni. la I.* volta cui lro»ò il nome di fico^
Voghenzao Vico-Aventino apparten- Aventino cambiato in quello di fico-
ne all' antica Gallia Cisalpina, contrada ventia, da cui derivò poi l'altro più vol-
palustre die abitata dagli etruschi, questi gare di foghenza, è in un'investitura
furono cacciati da' galli cisalpini, ì quali del vescovo Martino II del 954. Parlau-;
l'unirono alla det ta loro regione e si vuole do degli antichi ficiff.), dissi che tal-
forse da loro edificata, come notai nel volta le stesse città furono denominateci*
voi. XXIV, p. 43- Veramente, secondo ci, e de* primari /^/Vi eh' ebbero magi-
il Manini, ignorasi quali fossero di sicu- strature distinte e ragguardevoli, fica-
ro i primi suoi abitatori, se greci, se e- /a' chiamandosi i loro ahi latori. Ricordai
truschi, piuttosto se galli, ovvero una- la dissertazione, pubblicata nel 1824
vanzo, come inclina a credere della no- (cioèdopo dell'opere in discorso), del
bile città di Spina, poi ridotta a fico, ^ardi, Sui fici antichi delle città e se-
e da essa distante circa 20 miglia (si gnatamente di Arimi/io, la quale era for-
ponno leggerne le notizie nelle AJcniorie se divisa ne'7 seguenti /'/c/t/, la maggior
storiched' j4 rgenla, raccolte ed illustra- parte de'quali porta de' nomi presi da'
te da d. Francesco Leopoldo Bertoldi, Monti di Roma (f): ficus Aventinus,
Ferrara 1 787. Si congettura che dagli spi- Gaelius, DianensiSy Ejquilinus, Ger-
nesi abbia tratti Argenta suoi princi- i manus,f elabrum, l iminalis. Soggiun-
pi!; e fra'Iuoghi che sorsero pel decadi- ge il Nardi, questo M, Veltio Valente
irento di Spina, si opina uno essere il della tiibù Anieose, alla quale sospetta
J^^oro d'Allieno,a un dipresso dov'è fon- appartenesse Rimìni, ove fu trovala la
data Ferrara), o se romani in fine. Vinti
i lapide, ivi esercitava per l'imperatore la
i galli da'romani, Voghenza divenne co- canea di duumviro quinquennale. Noa
lonia romana; molle famiglie de' vinci- ommette il rimarco, che dalle 7 lapidi
tori si fermarono ad abitarla, e vi fecero di dalli fici, che pure offre, si trae che
fiorire il commercio, la coltura de'campi, mentre si mentovano o i decurioni o i

e le nobili arti, di loro dimora lascian- collegi o i vicani, ninna fa menzione de'
dovi non pochi testimoni nelle lapidi e cittadini riminesi. Ed avverte, che i fi-
nelle iscrizioni. La seguente se apparte- chi erano e nelle città e nelle campagne
nesse a Voghenza, attesterebbe l'onore- paesi tra loro distanti; ed anche nel Ri-
vole dignità di Voghenza o Vico-Àv^q- mi pese eranvi i fichi Forensi o Cam-
aS V OG VOG
pestrì, e molli, a'qnali però non poteva^ esser slato il Vico- A ventino, poi Voghen-
no darsi i decurioni. Il Fico-Avenimo non sarebbe difficile ri-
za, e degli altri

del Ferrarese, poi dello Voghenza, dice scontrarne i nomi in alcune ville del Fer-
il Mbdìdì, era cillà a quel lenapo, che rarese, come Voghiera, Vigoscello, Vi-
prima e dopo di lui la chiamarono mol- garano, e fors'anco Ficarolo, interpreta-
ti erudili, e che desse cittadinanza. Ri- to Vico Ariolo dal Sardi {^^t\V Hislorie

ferisce inoltre il Manini, che fu l'autore Ferraresi, Ferrara 1 55&}. Differenti poi
sunnominato delle Osser\>azioni sopra erano duumviri coloniali, da'duumviri
i

un antica iscrizione del T^ico- Aventino, de'semplici Vichi. Laonde dice cadérgli
oggidì Foghenza, il quale l'attribuì agli di mano la penna, esclamando: Come
autichi abitanti di Voghenza: anch'egli un altro Vico-Aventino nell'Agro Rimi-
la riporta.» In vero che questo è un dub- nese? Ne prenda l'impegno, soggiunge,
bio assai difficile a disciorre. Se con si- lo scrittore àeW Osservazioni. E conclu-
curezza stabilir si potesse, che i nostri de: » dico, replico e sostengo, senza tema
Vico-Aveotini furonsi quelli, che innal- di errare, che Voghenza, oggidì villag-

zarono quella lapide al protettore della gio Ferrarese, fu un tempo città, cioè
loro colonia, la causa sarebbe vinta, e sto dal IV secolo dell'era volgare, fino alla
pei- dire,che vorrei dimostrarvi cittadi» metà del VII secolo, in cui venne bar-
nodi Voghenza quell'uomodistinto, ben- baramente distrutta". Anche 1' autore
chèdi famiglia originaria di Roma, della ì\q\\' Osservazioni conviene che Voghen-

quale si hanno medaglie eziandio raccol- za rorm;)Sse già una numerosa popolazio-
te nel patrio nostro museo. Non voiiei ne, quando fu decorala del seggio vesco-
,

però derivarne le prove ne dalla colonia vile, non mica composta di soli pescato-

di Rimini, che in se comprendeva le al- ri, come sfuggì di penna al Frizzi, fuo-

tre città della Penlapoli, uè duU'iscrizio- rusciti e vagabondi, ma sì pur anche di


ne a Caio Valerio Policarpo, nella qua- famiglie benestanti, ed o per impieghi
le vengono indicati 7 /7c/ii sotto la pro- militari, o per traffico ragguardevoli: si-

tezione di lui. Avrei timore d'allidarmi to posseduto ed abitato da diverse stra-


a monumenti, che non ci appartengono". niere nazioni. Sostiene il Manini, che Vo-
Ke dice le ragioni. Non crede appoggiar- ghenza portò il nome
Fico sino al di
si all'asserto dell' autore deli' Ossen^a- secolo X, non per indicazione di luogo
zioni» che il nostro Vico-Aventino per rurale, ma per nome proprio unitamen-
ragione di maggior vicinanza non duvea te a quello di Aventino, come praticaro-
appartenere ad altra città che a [\imini no altre città vescovili, anche rilenendo
quasi come a sua capitale» poiché moltis- inomi di Castello e di Borgo, e ne pro-
simo paventava che gli venisse passata duce gli esempi. Ritiene ancora, che Vi-
per buona tale asserzione, a cagione della co-Aventino probabilmente fu cinto di
grande distanza e delle strade per venire mura e munito ancora di castello, indi-
al Vico-Aventino da Rimini, e ciò con- spensabili a luogo civilizzato, con magi-
tro la regolarità del governo romano in- strali e cattedra episcopale, in tempi ca-
solito a far questi satti; obbiezioni assai lamitosi e di frequenti guerre, non meno
per lui forti, onde arrendersi senza ga- d'irruzioni barbariche, come degli unni
gliarda resistenza, di concedere cioè»» che e de'goti cui poi soggiacque, oltre altre.
il nostro Vico-Aventino non era altri- Sembra quasi certo, che Voghenza ri-
menti compreso nella colonia di Rimi- cevè il lume della fede cristiana quando

ni". Neppure conviene alla 2." iscrizione s. Apollinare, consagrato da s. Pietro


sospettata fittizia, indicante 7 Fichi, I ."vescovo di Ravenna, (a spedito a dis-
eh« {'&\x\Q)!QÙt\[' Osservazioni dice uno seutiuare il Vangelo De'luoghictrcoslauli
VOG VOG ag
e nelle provincie deirEmilia e della Fla- fondamenti d'un forte castello distrutto
minia, ove già pare che l'avesse promul- da'bolognesi, come nel secolo XllI scris-
galo l'apostolo S.Giacomo Maggìore.Nella se il Ricobaldi, xxtW apologia del Dia-
palustre provincia in cui trovasi Voghen* rio Italico delp. Mon'faucon.h'V^heÙ'i
za, sin d'allora furono eretti sagri templi neW Italia sacra, t. 2, p. 5i3: Ferra-
al vero Dio, e quello di Vogheoza per rienses Episcopi, d\ùì\aKa: Essere comu-
la sua naturale postura in uno de'luoghì ne opinione derivare l'origine di Ferra-
più alti del Ferrarese, circondato da valli ra da FerrariolajCjfra Padum olìm vico,
e costeggiato dal Sandalo, e conseguen- quod Massatn
uhi olini forum Alieni,
temente piùsicuro degli altri; per le quali Bobylonicam vocalur, seu Ficuni Ma-
prerogative eravi certamente la chieda gnum, suum sumpsisse exordiurn, et
madre, e si conosce che più tardi i ca- nomen. In primis hoc tempore lialiae
Donici della cattedrale di Ferrara, ne' civitatihus potesl numerari, supra Pa-
dintorni vi possedevano pingui preben- dum sita, in Gallia Cispadana. Cae-
de. Sì aumentò il numero deTedeli do- tcrum ubi olim Ferrariola erat, ibi ho-
po che l'imperatore Costantino I divenu* die s. Georgii inagnifìcum Coenobium.
to cristiano, ridonò la pace alla Chiesa, Haec vero Ferrarla, quae a Vicoha-
ed accordò a'cristiani il lìbero e$eicizio bentia sumpsit originem, ultra Padum
di loro religione: fu circa nei 3i i ch'egli est... deinde Pontifexa Ficohabentia in

fece in Bontà la pubblica professione nova urbem Ferrariam Fpiscopalent


della fede. Quindi a Voghenza o Vico- dignitatem translulit anno 657. Ita
Aventino, come a luogo il più ragguar- Ferrariensis civitas Vicohabentina in-
devole della contrada, tra gli altri lutti de' sala meruit insigniri, ubi olim ferra-
dintorni, fu dato il proprio vescovo. Os- riensis populus sui primuni exordiurn
serva il Manini, che spettava alla chiesa sumpserat. Ed offre i già riportati ver-
madre la spirituale direzione del nume* si, tempio di s. Leo... 01-
esistenti nel

roso popolo, e guardando all'intorno di dradus, Ficohabentiae primus EpiscO'


Voghenza le chiese vicine, trova che tutte pus ordinatus a s. SyUestro I Papa
hanno parte nella provìncia, né sapreb- anno 33o. Mg.' Manini Ferranti co-
besi assegnare il tempo io cui comincia- mincia il compendio della storia sagra e
rono ad avervi le parrocchie filiali, che politica di Ferrara, con riferire essere
esistono tuttora. Il centro peiò di essa Oldrado o Ollrando il i.** vescovo che
Vogheoza, Foro Alieno o «.Giorgio Tra- offrono gli scrittori ferraresi, e si vuole
spadano, Codrea, Conlra|^>ò, Gaibana, fosse consagrato vescovo di Vico Aven-
Vigarano, Rovina, Tamara, e tutta al- tino ossia Voghenza nel 33o. Però non
tra terra che costituisce per la maggior si deve tacere che il Sardi non lo registra

parte il distretto Ferrarese, non poteva a ." vescovo, ma pone Oldrado all'anno
I

essere chiesa acefalsi. E d'uopo di a^se- 639, dicendolo uomo venerabile e san-
gnarle un pastore nel i." orcijne, fio dal tissimo, ma lo fu più tardi, come dirò
IV o almeno dal V secolo, sotto cui fos- alla sua volta. Non ostante questa con-
se retto il popolo cristiano ivi dimoran- traria opinione, conosciuta anche da Lo-
te, il quale non potendo risiedere in Fer- renzo Barotti, questi pure riporta Ol-
rara prima del VII secolo, ne portarne trando del 33o peri." vescovo di Fico-
il titolo, poiché Ferrara non ancora esi- habentia, nella Serie deTescovi e Ar-
steva, la tradizione, ch'è quanto dire la civescovi di Ferrara, ivi 1
781. Osserva
storia orale, assegna quindi i primi ve- il Manini sulla pontifìcia ordinazione
scovi a Voghenza, ove 1' antico palazzo di Oldrado, che alloia la sede vescovile
de' vescovi di Ferrara era edificato sui di Vico Aventino Voghenza, che poi
3ò VO G V O G
fu trasferita a Feirarola Traspadana, Leone I Papa che si venera nella basi*
iodi a Ferrara Cispadana, era suffraga- lica Vaticana, cosneaccennai nel voi. XV,
nea di Roma e del Papa cooie metropo- p.43. L' Ughelli offre l'iscrizione mar-
li deirilalia, quindi di Milano pei' poco morea posta in detta chiesa per tale tra-
più d'uD secolo, come a metropoli delia slazione, notando il Coleti, che nel 1 683 •

parte superiore della stessa Italia, poscia il s. Corpo fu traslato sotto l'altare mag-
per due secoli circa di Ravenua eretta iu giore di detta chiesa, colla nobile arca
melropoli dell'Emilia e delia Flaminia, marmorea fattagli dalla divota impera-
indiimmediatamente soggetta alla s. Se- triceAnnia Faustina, moglie dell'impe-
de per privilegio de' Papi, e Hualmente ratore Antonino Pio. Ma il Manini prò»
nel 1735 innalzala al grado arcivescovi- pende che il corpo sia di s. Leone 11, e
le, col pallio metropolitano a'suoi pasto- parlando di lui riferisce la 3.'' traslazio"
ri. Narrai a suo luogo che pel Concordato ne seguita nel 1774 pe»' opera del car-
tra Pio VII dar epubblica Italiana de' dinale Riminaldi, allora uditore di Pio-
16 settembre i8o3, per la nuova circO' ta, nella cappella gentilizia a destra della
scrizione di diocesi, il Papa assegnò al- chiesa di s. Stefano, ed ove accanto gli

l'arcivescovo di Ferrara per sulfraganei fu posta l'iscrizione con l'anno 1773 che
ì vescovi di ConiacchiOfP'erona, Manto- recita. In essa si legge: Sacri s s. Leo ni8
va^ e Adria anche a Rovigo
residenti Il Papae Antiquuni Anniae
Os.^ibus...
(nel quale articolo enumerai paesi tol-
i Faustinae sarcophagum Antonini Pii
ti al Ferrarese dal congresso di Vien- Angusti conjngis j àa\ cx\\ superbo se-
na); ma collo scioglimento del regno i- polcro, filippini lo riposero in una de-
i

talico nel 1 8 1 4 e pel congresso di Vienna cente urna di quell'altare, facendo in-
deli8i4i5i, gli furono ritolte le 3 chie- cidere sur una lapide la memoria che
Ve-
se suffraganee a sinistra del Po, cioè leggevasi prima, cioè la ricordata dall'U-
rona, Mantova quanto a Co-
e Adria; e ghelii, in cui si qualifica il vescovo: s,

macchio, venne restiluitaal suo metropo- Leonis Pontificis et Sacerdotis Christi.


litano di Ravenna. Ora 1' arcidiocesi di Le due iscrizioni per le parole Papa, e
Ferrara comprende \n vicarie foranee, Pontefice e Sacerdote di Cristo, fecero
92 parrocchie, e circa 106,000 anime. errare quelli che crederono il.corpo del
Se propriamente Oldrado non fu il 1.° vescovo per quello di s. Leone I Sommò
vescovo per pochi mesi, certo per tale Pontefice. Conviene però ricordare, che
devesi riconoscersi Giulioeletto nel 33 1, il titolo Papa (V.) ne' primi secoli era
ignorato dall'Ughelii e aggiunto dal Co- comune a' vescovi, e quello di Pontefice
nome d* Episcopus Vicohaben-
leli col (/'.) si dà tuttora a' vescovi coll'aggiua-
tia secundus, ordinatiis ab eodent s. ta della chiesa loro, e il supremo Gerar-
Sylvestro I Papa, annuente Constanti- ca dislinguesi col titolo di Pontefice Ro-
no I imperatore anno 33 1, ex tabula- mano. Gli autori delle due iscrizioni
rio Ecclesiae Ferraritnsis, laonde sem- diedero tali titoli al s. Vescovo di Vo-
bra ammettere Oldrado. Lungo fu il ve- ghenza, fors'anco per seguire una popo-
scovato di Giulio, e nel 364 'o possede- lare tradizione, che fece dire a Marc' An-
va s. Leone I. Siccome vi fu altro santo tonio Guarini, nel Compendio istorico
vescovo nome, il sagro corpo d'u-
di tal dell'origine,accrescimento e prerogati-
no di essi nel 1081 dal vescovo Graziano ve delle Chiese e luoghi pii della città
fu trasportato da Voghenza nella chiesa e diocesi di Ferrara, vi 1 62 r aver do- i :

parrocchiale di s. Stefano protomartire nato il corpo di s. Leone I Papa, Stefano


de'filippini di Ferrara, ne mancò alcuno Il detto III nel 754 a s. Anselmo abbate
di credere uno di essi, il medesimo s. di Monantola, monastero fondalo dal co*
V OG V OG 3f
gnato il fiero Astolfo peoullìmo re ti» glia A naia Faustina la Giovane, fu moglie
lungobardi, il quaie abbate lodepo>>eia a Marc'Aurelio, che successe ad Antonina
Nonanlola, doude fu trasportalo proces- nel 161 mori nel 180, e prima di lui
e
sioualmeDte a Voghenza, per allontana- l'imperatrice. Vi fu un'altra Annia Fau-
re il flagello della pe»lileuza. Di ciò nul- stina moglie d'Eliogabalo, il quale regnò
la disse il celebre Tiraboschi nella slu- dal 222 al 235. Quindi s. Leone I del 364
lia di queir insigne badìa, li Rangliia* e 8. Leone 11 del 61 i,come mai potevano
Sci nella ricordata Bibliografia, seu\en- aver avuto il monumento sepolcrale dal-
zio il Guariui credulo e inesatto scritto- l'imperatrice Annia Faustina di Antoni-
re. Altri critici sturici palrii riconobbe» no, u anche da alcuna dell'altre? Questo
ro che corpo del vero Papa s. Leone 1
il mi riesce oscuro, se pure non si voglia am-
Magno, sempre »ì è venerato e si venera mettere, o che r urna marmorea l' impe-
nella basilica Vaticana. Di più, leggo nei ratrice l'eresse ad altri e poi servì al ve-
can. Giuseppe A utenoreScalabi ini, /Ucr/io- scovo, ovvero che erigendola un' Annia
rie istoiuhe delle Chiae di Ferrara, ivi Faustina, a questa si attribuì la dignità
«773, e perciò pubblicate l'aiiDo prece- imperiale, e persino la condizione di mo-
dente l'uttiaia traslazione, onde non deve glie d'Antonino. L'Ughelli, il Mauioi e

notarsi d'errore se assei isce: sotto l'aliare altriche discussero la controversia, quau-
inaggioie si venera parte del corpo di s. to al sagro corpo che racchiuse, nulla ri-
Leone non aderisco a quanto ag-
(tua levarono sul monumento. L'Ughelli non
giunge)yy/ e/e, traspoi ta to«i a' 1 4 febbraio conobbe il vescovo Costanzo, bensì il Cu-
io83 dal vescovo Graziano da Vogben- leti ììt.\V Addenda tkW Italia sacra, Pico-
za, restando colà la testa coll'allra metà; liabentinus Episcopus tempore d. Aiit-
essendo falso the fosse Sommo Pontefice, brosii, cui Iniolenseni Ecclesiam visi'
ovvero Pontefice ciie semplicemente vuol tandani mandai. Il Manini lo riporta al
tlir f escono. M'isitruisce il Manini,cbelo 379, nel quale anno s. Ambrogio arci-
Scalabrini manifestamente equivocò nel vescovo di Milano e metropolitano della
credere e confondere le relujuie con quel- Gallia Cisalpina e dell'Emilia, ed io con-
le di s. Leo prete dalmalino; la divisione seguenza di queste co ul rad e, coWEpist.'ìy
di esse affatto non sussistere, e-lo confuta nell'iniitulazioue lo chiama^rrt/e/Zo, et'c-
con sode ragioni. Conclude: Dovendosi scovo ficoabentino.\oe9'ia l'istruisce qual
anunellere due corpi distinti, quelli de' »uo figlio, del come regolarsi nella condot-
ss.Leone 1 e Leone 11 vescovi di Voghen- ta della sua diocesi, il di cui governo forse
za, e non potendo essere alcuno di essi un gli avea di recente aflidato, ma di più gli
corpo de' Romani Pontefici omonimi, ne raccomanda la vigilanza in suo nome sul-
viene di conseguenza che il s. Corpo ve- la vicina chiesa d'/mo/a,laqualeera priva
nerato tuttora nella sua chiesa di Voghen- del suo pastore, come notai in quell'arti-
za è quello di s. Leo prete dalmatiiio, co- colo, ed da forestieri infetti d'a-
as.salita

me Si ha pure dalle lezioni del proprio rianesimo. Replicalamente il Manini, in


uffizio; e l'altro che si venera in Ferrara lutti i suoi scritti riguardanti Voghenza,
nella chieda di s. Stefano è quello di s. massime nella Discussione e neW Appen-
Leone li vescoTo di Voghenza. DopoTul- dice, sostenne con solidi argomenti e pro-
timo traslocamentu di sue ss. Ossa nel ve incontrastabili, il vescovato di Gostaa-
monumento ove riposano, il precedente zu,che nel Sgo intervenne qoal suffra-
fu donato da'filippini al museo di Ferra- ganeo al concilio tenuto in Milano, e
ra. Ora attribuendoiti questo ad Annia probabilmente in quell'anno morì. Im-
F^austina moglie d'Antonino Pio, essa perocché in esso il Coleti riporta Agato-
li acque nel i4o di nostra era, e sua fi> ne Ficohabenliae Episcopus nel ponti-
52 VOG VOG
ficaio di s. Sii icio, e sotto Valentioiàno ! I e Voghenza. Il i.° suotcscoto esercente
imperatore. Successore offre il Coleti, la nuova giurisdizione, fu il celebre dot-

citando Baruffaldi, Virginio Vicòhaben- tore Pier o Pietro Grisologo, e il i .° ve-


s.

tiae Episcopus nel 43 1


, come i due pre- scovo da lui consagra to,qual primogenito
cedenti ignorati dall' Ughelli. Altri lo di sua chiesa fatta madre di vescovi, fu

ritardano al 4^t> nia il Manici dimostra Marcellino pastore di Voghenza, non pe-
inverosimile la data e congettura il 43 1 l' Ughelli, ma pare
rò nel 45 1 come scrisse
Narrai a Ravenna i privilegi concessi nel 44^ (nel pontificato di 8. Leone I,

alla sua chiesa da Valenliniano III impe- sebbene l'autore creda prima, in quello

ratore, ed enumerando le chiese vescovili cioè di s. Sisto III), vescovo impugnato


che poi con pontifìcia sanzione, nell'esser acremente anch'esso dal Frizzi, e prova-
elevala a metropolitana, le vennero as- to dal medesimo Manini io tulle le sue
segnate a suffraganee, vi compresi Figo- opere; confutando ancora l'Amadesi, il-
venza. Né tacqui che il Baronio pose in lustre scrittore ravennate, il quale am-
duhhio tale imperiale concessione, altri mettendo Voghenza per città vescovile
pure impugnando il diploma come apo- dell'Emilia, pretese che Marcellino noa
crifo ma siccome le chiese in esse nomi-
; fosse già il i.° figlio della metropoli Ra-
nate furono ^ sono vescovili, non vi è ra- vennate, ma il i.° vescovo dato all'antica
gione di escludere la sola Voghenza. E chiesa di Voghenza. Lo fece altresì eoa
poi dissi pure, che Papa s. Leone I del riprodurre il testo latino, e recitare alcu-
44o> canonicamente f«ce suffiaganei di ni tratti spiegati dalle allegorie, del ser-
Ravenna que' vescovi che l' imperatore mone 75 pronunzialo
1 dal s. Dottore nel
non canonicamente gli avea soggettali. giorno del s. Natale di Gesìi Cristo, nella
Osserva il Manini, che sebbene il diplo- di lui consagrazione,e intitolato: De Mar-
ma di Valenliniano III sìa apocrifo o al- Cellino Episcopo Vicoaventino et Divae
meno assai corrotto, pure il decreto e il Marine Firginis Partii. Nel codice ro-
privilegio in esso concesso non sono meo mano del secolo XII circa ha l'intestazio-
certi; poiché lo pubblicarono rCJghelli e ne Incipit Sermo, quando faclus est
:

il Rossi, edMuratori negli Jiinali d'I-


il Marcellinus Episcopus Ficohaventinus
talia lasciò scritto, che l' imperatore e die kalendaruni novembriuni. Di che il
la pia sua madre Galla Placidia, volendo Manini parlò anche nella Discussione, in
condecorare la chiesa di Ravenna, per uno a quello dei codice Malatestiano di
risiedere anch'essi nella città, ottennero Cesena, correggendo le pretensioni e ca-
dal Romano Pontefìce, che fosse eretta villi del Frizzi, contro monumento sì pre-
io arcivescovato, e che smembrassero
si zioso e decisivo a favore del vescovato vi-
dalla metropoli di Milano molte chiese coabentino. Avverte che S.Pier Grisologo,
per sottopoi le al metropolita Ravennate. a significare nella consagrazione di Mar-
Quindi mg/
Manini nel Compendio at- cellino il i." parlo e parto angoscioso
tribuisce prima di s. Leone I l'erezione di della sua chiesa, per l'opposizioni de' ve-
Ravenna al grado metropolitico, cioè scovi di Milano, prese io quell'omelia una
per decreto di Papa s. Celestino I, o di s. immagine del parlo intemerato prodigio-
Sisto III che gli successe ne! 432, e per de- so e divino della ss. Vergine, il (|uale se
creto parimente di Valenliniano III ebbe non medesimo,
fu parto doloroso per sé
sotto di sé i4 chiese vescovili della Fla- le fu al certo di pena e d'ambascia nel
minia e dell'Emilia, che furono distacca- doversi recare a Betllemme per ubbidire
te dalla metropoli di Milano, enumerate all'editto d'Augusto, e nel vedersi costret-
ancora dal Savioli, Annali Bolognesi, ta a prendere ricovero in una stalla. For-
Lassano i 784, iuclusivamente a Bologna ma quindi una sagra allegorìa^ la quale
VO G VO G 33
Del sensorimane alquanto oscura a chi esplicitamente che esercitava la pesca ad
(come l'ostinato Frizzi) prende troppo alimento umano, stendendo le sue reti
letteralmente il confronto del i." parlo nel mare. Il vescovo Giovanni I del 4^3,
di sua chiesa con quello della Deipara, o Epìscopiis Ficohahentiae, fu sconosciu-
a chi non considera le circostanze del s. to dall'Ughellif e riportato dal Coleti; lo
Vescovo consagratore, che nel venir al- riconobbe Maoini, senza poterne dire al-
latto della consagrazione allude alle con- Marcello 1 del 494» f^icoha-
tro. Così di
traddizioni che tuttora gli si facevano da' bentìne Episcoptts, del Coleti, taciuto
metropolitani di Milano, i quali mal sof- dairUghelli. Ambedue qui non riporta-
frendo il dismembramento di quelle chie- no Giorgio e Mauricino, dal Maniui re-
se dalla loro metropoli, aveano fatto ogni gìstrati nel 525 e nel 545, de' quali me-
possibile sfurzo per impedirgli l'esercizio glio più avanti. Il Coleti in vece olTre
dell'acquistata giurisdizione. Rivoltosi il Vittore ordinato vescovo di Vigovenza
s. Dottore a' vescovi assistenti, alludendo a'20 dicembre 56o, e non l'Ughelli come
a Marcellino, lo fa conoscere per pescato- va dicendo il Manini, solo per trovarli
re di professione, e lo raccomanda a'pre- DeW'ltalia sacra^ senza avvertire che i
senti acciò diventi pescatore di anime, pel vescovi aggiunti in essa in corsivo, se non
conferitogli ministero, con dire: Egli ha vi è il cognome sono del Co-
di Lucenzi,
tulli i numeri per compierne i doveri: leti. Egli però collo Scalabrini, correg-

solo rimane, o miei Fratelli, che preghia- gendone l'illustrazione, del vescovo con-
te il Signore, adìnchè sia fatto degno di ferma l'esistenza, per essersi nel 1737
pescare uomini, chi sinora ha pescato
gli trovata nel restauro della chiesa di s. Ma-
il muto gregge ad alimento degli uomini. ria di Bocche, una tabella corrosa con
In alcuni diari ferraresi nou antichi, è iscrt/.:one,che rinnovata nel 1 175 dal pre-
messo Marcellino nel numero de' Santi, teBonadies ricorda l'edificazione fattane
così il Frizzi fece nel 783 ristampandone
i da Vittore, e che fioriva ancora nel 596.
uno, con registrare a' 2 7 maggio la festa Erudito e critico n'è l'esame, e bello sa-
di s. Marcellino vescovo di P'oghenza, e rebbe il riportarlo, se l'angustia di queste
proseguì a fare per alcuni anni, finche colonne non me lo vietassero: oso solo
abbracciando l'erronea opinione che Vo- un' osservazione alle note cronologiche
ghenza non avesse avuto mai vescovi, ne del pontificato nominato in esse di Pela-
fosse stata mai
non più ve lo riporlo.
città, gio li, che morto nel 590 nella pestilen-
Won pretende il Manìni di sostenere, che za dell'anguinaia, non saprei come asse-
debba venerarsi per Santo, uoo avendone gnare l'anno 596. In fatti il dotto storico
prove positive; ma considerando ch'egli espose un leggiero dubbio sul documen-
ne godeva la fama quando dall'umile con- to, e n'ebbe rimarco da un erudito, come
dizione di pescatore meritò d'esser eletto poi dichiarò ntW Appendice, lasciando il

vescovo, soggiunge, è lecito il credere che merito di più esatte indagini all'ab. Giro-
avanzasse nelle virtìi.lo stato portando alia lamoBaruffaldigiuniore.E siccome V Ap'
perfezione, per insegnarle agli altri colle pendice la riportò nel fine del t. 5 del
parole e coU'esem pio. Non con viene poi col Compendio, e od fine del t, 6 le Riflessio'

dotto storico ecclesiastico ab. Tillemont, ni, dipoi fra queste trovo ripetuta la men-
il quale ammettendo Marcellino tra' ve- zione del vescovo Vittore edificatore del-
scovi di Voghenza, ritenne che prima e- la chiesa, seoz'altra osservazione. Marti-
sercitasse la predicazione, secondo il par- no I, ignorato dall'Ughelli, lo dice il Co-
latosermone di s. Pier Grisologo; poiché leti assunto a questa cattedra nel 608;
questi non si espresse io ciò Gguratamen- lo ripetè il Manini, contentandosi per l'o-
te d'un pescatore elevalo a vescovo, ma scurità e lontananza de' tempi di non
vot, cm. 3
34 V O G VOG
|iotenie dire olirò. Nel 6i i gli successe conseguenza, non sia accaduta a un IraU
s. Le«)iie II Efìì.sccpiix Ficohdhcntiae^ lo, ma a poco a poco e quasi iiisensibil-

supplendo il C«>le!i il silenzio delì'Ugl)el- meule. ^ ^'ulla infalli di più verosimi'e,

li. Di sue azioni^ dice il Manini, nulla si che osservando vescovi Vicoavenlini,
i

conosie in paiUcolaie, ma bisogna con- quanto al decimar del predetto secolo


genite the sieno stale illusili, se fu ac- diventava di giorno in giorno vieppiù po-
clamato per Santo ilal suo clero e dal suo polato e ricco il preteso Foro d' Alieno,
|>opolo, lullora essendo in venerazione, ossia la borgata di s. Giorgio (piantata
il suo corpo riposando onoratamente nel- in un fondo più alto di tutti gli altri), si

la chiesa di s. Stefano di •"errara, le cui per la sua salubrità dell'aria, come anco
traslazioni, da Voghenza a Ferrara, nar- pel suo fiorente commercio per essere si-
rai parlando di s. Leone I. L'Ughelli e tuala tra'due rami del Po (il Muratori
ilMauini registrano quindi s. IMaurelio, notò all'anno 661, nuo esser improba-
ma fa d'uopo ritardai lo. Verso questo bile,che in questi tempi Ferrara comin»
tempo soggiacque Voghenza a barbara classe aformare primi lineamenti dei
i

di>iriJZÌooe, sia per opera di Uolaiio re suo corpo, perchè a poco a poco si an-
rìe'Iongobardi.che regiiòdal 636 al 652, davano seccando e restringendo le ster-
sia per astio auro arcivescovo di Ra-
di IM minate paludi, che occupavano tutto quel
venna, o di altri ancora. Quelli che cre- che ora è territorio di Ferrara, cagionate
dono l'eccidio avvenuto per manovra del dal Ho e da altri fiumi allora sregolati e
Forgcglioso Mauro, lo dicono nemico di- senz'argini. Mi si conceda che io qui ricor-
thiaruto del Papa, lutto fautore dell'e- di, aver fatto cenno nel voi. LXXXIV, p.
resia e perciò del partito dell'imperatore 61, della bella e ulilissiniR recente opera-
Costante II, e secf>nd8lo nelle furiose sue zione,o Bonificazione Piana, ede'grandi la-

mire dall'esarca residente per l'impera- vori intrapresi per l'asciugamenlode'ter-


tore in Ravenna, e condottiere delle sol- reni vallivi del Ferrarese, riparlati altrove,
datesche orientali guastale dall' eri'ore come nel voi. XCVII,p. 252, per la bene-
dominante allora in Costantinopoli del dizione del Papa Pio IX, compartita nel
nionolelismo. Baruffaldi il giuniore nelle visitar Ferrara), accesi quindi di zelo in-
Osservazioni, tempo del-
in assegnare il cominciassero a portarsi qui di frequente
la grave sventura di Voghenza, notò l'an- e vi si trattenessero buona parie dell'an-
no 666, peichè in esso il Rluralori riferì no, onde pascere il numeroso popolo colla
Tinasprimenlo dello scisma dell'arcive- divina parola, co'sagramenti ecoll'esem-
scovo, e quindi crede seguita cpieila deva- pio: popolo accresci u lo fors'anco per le cri-

stazione dal braccio dell'esarca Gregorio si fatte soffrire a Voghenza da'suoi nen)i-
del 666, e non di Teodoro I Calliopa, ci. Or che dovea occasionare nel popolo e
cui in quell'anno era successo, come al ne'forestieri pel commercio ivi concorren-
cuni scrissero. Tra questi è il Manini, ti, la presenza de'uostii vescovi Vicoaven-
che la crede seguita nel 657 in tempo lini? Appunto quello di farlichiamare or
appunto del Calliopa o poco addietro, sotto il liiolo di vescovi di Voghenza, or
mentre per In 1.' volta il suo esarcato co» sotiQ quello di Ferrariola, e poi di Ferra*
iniociò dal 652, e non in quello di Gre- ra". AggiuDgf- il Manini nel Compendio.
gorio, per diverse ragioni the porta nelle DisIruUa Voghenza, Tavan/o del suo po-
Riflessioni. Ci avea detto, nella Discus- polo sventurato si rifugiò alla punta di s.
sione, ritenere assai probabile, che Vo- Giorgio Tiaspadaiio (lo chiama c«jsì, per»
ghenza non fosse affatto distrutta nel se- che il Po passavrt allora per quella linea,
colo VII ed inoltre esser d'avviso che la
; che al presente è al mezzodì di- Ferrara, e
traslazione del vescovato, the ne fu la perciò irò va vasi aldi là del Po), detta Fer-
VÓ G V O G 3 >

rarola e poi Ferrara, cioè a quel luogo an- ta,che niente nuocono alla sua sostanzai
ticamenteabitato da'Trigaboli (nome die almeno come venne pubblicata. Molli
s\giì\(ìca abitanti alla volta, e credoasx lo- scrittori ferraresi e stranieri la crederono
schi o etruschi), secondo il parere più co- autentica in tutte le parli, ma non è tale
mune, dove il Po dopo esser corso per un per gli evidenti anacronismi rilevati da va-
alveo solo, arrivato a'suoi piedi si divide- lenti critici, e accennati dall'autore; men-
va in due rami spaziosi, die portavano le tre r Ughelli ne 5ig, e
ofTie il testo a p.
sue acque alle foci di Volano e di Frirua- l'autore della Difesa del dominio del'
ro; luogo creduto contiguo al Foro d' A- la s. Sede sopra Comacchìo, la dice non
o più tardi chiama*
lieno, e in que'tempi ammessa per autentica. Per la trasla-
to Massa Dabdonica, non tanto perchè zione della sede vescovile da Voghenza a
maggiore dell'altre 1 1 masse formate sui s. Giorgio Traspadano, non essendo su(TI«
dorsi più alti,che separavano l'una dall'ai* cienle la giurisdizione del metropolitano,
tra le ferraresi valli, ma ancora per essere ancorché avesse preteso d' usarne, per la
il luogo dei maggior commercio di que' vigente disciplina della Chiesa nell'Italia,
contorni, per l'adunarvisi i forestieri ìd occorreva l' autorità del Papa, mediante
maggior copia, perpagarvisi dazi del go- i un atto elfìcace a sottrarre il vescovato
verno e per altre simili cagioni, che soglio- dallo scismatico metropolita, e per garan-
no mettere confusione nel popolo. Qdi tirlo coll'autorità apostolica dalle sue vio-
raccoltisi alla meglio ì vicoaventini^ e sta- lenze. Ma la bolla che esiste co'suoi privi-
bilitisi cogli antichi abitatori, che non e- legi, non sembra quella della canonica
ran pochi, né semplici pe-icatori o selvag- irastazione, che pare si nmmelta eseguita
gi, non restarono senza vescov.o. O fosse da s. Vitaliano, corrispondendo le date
ch'essi mandassero alc,uni deputati al Pa- cronologiche alla destinazione del vesco-
pa s. ^/7rt//rt/iO, supplicandolo di (|uesta vo. Conclude il Manini,che S.Vitaliano a-
grazia; o fosse che s. Vitaliano, per la va- vrà perciò emanato una bolla, e concesso
canza del pastore movesse da sé mede-
si pure ragguardevoli privilegi alla chiesa,
simo a farne cessare la vedovanza, e cosi specialmente quello di sottometterla iiu-
ioipedire a Mauro arcivescovo di Raven- mediatamente alla s. Sede, dismembran-
na di nominarlo econsagrarto, che certo dola da Ravenna; privilegio riconosciuto
gli avrebbe dato uno scismatico, mandò prima da Pasquale li nel i 106, e confer-
loro nel GSy da Ruma, Marino romano mato più soleuoemeute poi dal concilio
da lui ordinalo, accompagnandolo con generale di Laterano II nel 1 Sg, convo- 1

una bolla, da'critici creduta falsificata o cato da Innocenzo 1 1, nel quale fu discus-
inventata più tardi, dal vescovo Gregorio sa la realtà dell'esenzione da Ravenna alla
del 998 (secondo il Frizzi, impugnato da presenza del sjo arcivescovo; ed in conse-
mg.' Manici, perchè essendo nominato guenza del riconoscimento, il Papa no-
nella bolla il denaro Ferrarese, questo minò il vescovo, procedendo ad instar di
comparve soltanto alla metà del secolo s. Vitaliano e di altri due predecessori.
XII, per riflessione del Frizzi medesimo, Laonde, dice il Manini, non è un sogno il
con evidente sbaglio, benché censore de' privilegio ottenuto da s. Vitaliano, l'alle-

nostri storici. E' d'uopo però confessa-


»> garono alla presenza della Chiesa univer-
re,che siamo Uominij che dobbiam lutti sale i deputati del clero e de' laici ferra-
trattarci con rispetto e compatimento; resi, e nel decidersi favorevolmente la con-
che unoscrittoredebolissimo puòcon vin- troversia, siammise senza esitare la reale
cer d'errore un autore di prima classe ". esistenza un tempo della s. Cattedra Vico
Sono memorabili e savie parole dello stes- Aveotina. Di ciò non ebbero dubbio i Pa-
so Mànìoi) con falsità accidentali sOgura- pi AlessandroIIIjGregorio Vili eClemea-
36 VOG VOG
te III, forse dubitarono del privilegio nel villa Ad<^entìna poi detta Vigoenza. La
non ricordare s. Vitaliano nelle loro con- 2.' fu presso la chiesa di s. Giorgio, nel
cessioni. Consisteva questo precipuamen- luogo detto Ferrariola, i cui abitanti mo-
te: i.° nel diritto che i vescovi Vicoaven- lestati da'ravennati passarono ad abitare

tini e loro successori fossero eletti e con- nel luogo detto Ferrara. Trovo nel p.

sagrali dalPapa; 2.° che dal giudizio di Calogerà, Opuscoli, t. 4^, p. 1: Difesa
questi vescovi non potessero appellare i del diploma di s. Gregorio Magno a Ma-
pretesi aggravati ad alcun metropolitano, rimano arcivescovo di Ravenna, di G.
ma alla sola s. Sede; 3." che alcun metro- Luigi Amadesi. Dalla quale si trae, che
politano non potesse visitar questa diocesi, la s. Chiesa di Ferrara deriva dalla sede
se non per pontifìcia delegazione. Che se vescovile di Vicohahentiae, e dopo che
talvolta i vescovi intervennero, come vici- quest'antichissima chiesa fu trasferita a
niori, a'sinodi di Bavenna,non per questo Ferrara, per 4 secoli continuò a denomi-
restò lesa l'esenzione, come sogliono pra- narsi Vicoventina. JVotòBarufFaldiilgiu-
ticare altri esenti, ciò facendosi per l'uni- niore, che malgrado la devastazione di
formità della disciplina ecclesiastica colle Voghenza, i vescovi di quella regione se-
chiese vicine, a vantaggio delle proprie guitarono sempre ad avere l'antica giù-
diocesi. Ecco come si legge nel can.Fran' risdizione a titolo di vescovi Fico-Aven-
Cesco Leopoldo Bertoldi, De diversi do- tini. E
da a Icuni docum enti riportati dal
mimi ai quali e slata soggetta Ferrara, Fantuzzi (cioè indicati, e dal Manini ia
ivi1817, la narrata traslazione. Ferrara parte riferiti per disteso nel t. i ."del Com-
nata dalla distruzione del Foro d'Alieno^ pendio, procurandosene copia autentica
che trasse suoi principii dal decadimento
i dall'archivio di Ravenna), rilevasi che il
della città di -Spina, già preesistente all'an* titolo medesimo conservalo nel secolo
no 69 dì nostra era, nel luogo denominato Nono e Decimo, nel qual tempo sebbene
Punta di s. Giorgio, in cui per sicurezza si entro la diocesi compresa fosse anche
ritirarono nel 4^2 (uggenti dalle vicine
i Ferrarola o Ferrara antica, nulladi-
città manomesse dagli unni, accresciuto ineno il vescovo appellavasi d'ordinario
di popolazione dopo il distruggimento di primieramente Fico-Aventino, e secon-
Vico Aventino o sia Vogheoza, avvenuto dariamente Ferrarese. All'autore delle
nel 657, cambiate le sue primiere deno- Osservazioni, soggiunge quello delle i^/-
iminazioni in quella di Ferrariola e poi Jlessioni, il nobile difensore e patrono di

nell'altra di Ferrara; nel detto luogo Pun- Voghenza, l'intrepido mg.'^Mauioi, di aver
ta di s, Giorgio dalla stessa Voghenza fu la sfortuna di non poter convenire in tut-
trasferito il vescovato, di cui di venne cat- to con lui, a motivo de'lempi oscuri, poi*
tedrale la chiesa di s. Giorgio Traspada- che oltre la distruzione di Foghenza fu
no, e continuò ad esserla finche la mag- perduto l'archivio di s. Giorgio Traspa-
gior parte degli abitanti circa il gSa si dano, avere scritto pertanto e ripeterlo,
stabilì di qua
Po, e quindi susseguen-
del che distrutta quella città i suoi vescovi
temenle fu eretta l'altra basilica Cispada- furono stabiliti a Ferrarola, detta da lì a
na parimente sotto il titolo di s. Giorgio poco Ferrara, e che in questa vennero
martire, ora tempio metropolitano. Lo- chiamati peralcuni secoWova Fico- Aventi-
dato altamente il Compendio di mg."^ Ma- ni, ora Ferraresi, ora l'uno e l'altro fino
nini, per erudizione e accurata critica, in al secolo Decimo. Quindi aver detto, che
prova del da lui asserto, estrasse auto- Giustino si sottoscrisse vescovo Fico- A
revole testimonianza dal pregevolissimo ventino nel concilio Romano del b8o; che
mss. di Bernardino Zambotti, il quale Costantino si sottoscrisse vescovo Ferra-
narra. La i.* sede del vescovato fu nella rese neir86 1 in allroconcilio di Roma^iel
VOG VOG 37
pontificato di s.Nicolò Ijche Papa Giovan- a' due Papi), lo qualificò figlio di Teo-
Vialore vescovo
ni Vili scrisse lettera a dosio signore nobilissimo di Edessa nella
di Ferrara Martino II
nell' 882 ; e che Mesopotamia, mandato a Roma da Teo-
Reverendissimo Vescovo della s. Chiesa vescovo di Smirne, e tornato in Edes-
filo

di Ferrara intervenne ad un' assemblea sa fu ucciso dal fratello e ivi sepolto, donde
di vescovi tenuta in Ravenna
gSS, ed nel poi i crociati ferraresi trasportarono il

è quello stesso che die'oel 966 una grazio- corpo nella patria cattedrale. Aggiunse lo
sa enfiteusi, nella quale si chiama Episco- Scalabrini, che il Santo era tornato in E-
piis FicoventiaeEcclesiae,seu Ferrarien- dessa per convertire dall'apostasia il fra-
sit, e l'atto fu fatto in Voghenza. Tornan- tello, che lo fece decapitare. Il Bonaverti

do si hanno
vescovo Marino,di esso non un Dialogo saperne
al pretese in di più, ma
mori in Voghenza nel
altre notizie, e forse senza prove.Altri vogliono che fosse fatto
Byo.Indinel 678 Andrea I,raa dubitando uccidere da Rotari re de'longobardi colla
il Manini che fosse il i
.° anno del suo ve- distruzione di Voghenza. Finalmente i
scovato, lo crede eletto prima, altrimenti dottissimi Bollandisti a'7 maggio, sospet-
breve ne sarebbe stata la durata, perchè tano Maurelio non orientale, ma piut-
s.

già nel680 certamente era vescovo Giu- romano, e congettu-


tosto prete del clero
stino. Poiché questi a' 2 7 marzo di tale rano, che dal Papa Giovanni IV (o V)
anno sottoscrisse il sinodo Romano di Pa- fosse mandato a Teofilo vescovo di Smir-
pa s. Agatone, e la sua lettera sinodica ne, il quale aveva da lui cercato un eccle-
contro i monoteliti, Jtistinus y. Ecclesiae siastico di pura fede,e bene scienziato nella
Ficoavenlinae. Documento forte, applau- dottrina della Chiesa romana, onde fosse
dito contro le pretensioni del Frizzi, il a portata d'illuminare quel popolo, ch'e-
quale confessò la scoperta prezzabilissima, rasi lasciato sedurre dall'eresia. Al ritorno
non senza dubitarne per critica esattaìMa del Santo dalla sua legazione, essendo va-
già il Coleli avea attestata la soscrizione. cante la sede di Voghenza, gli fu conferito
Anche il Manini riconobbe, che dopo Giu- questo vescovato nel 642 (da Giovanni V
stino mancava la serie di due otre vescovi. e nel 686). Incert^^ono le notizie della
Devesi riempire il vuoto col già parlato cagione del suo martirio, e si attribuisce
Oidrado, e con s. Maurelio, suo immedia- anche a Mauro arcivescovo di Ravenna,
to successore, da lui anticipali, come dal- e se ciò si ammette con verrebbe anticipare
rUghelli. Da un documento offerto dal il vescovato, perchè Mauro morì ostinato
Muratori, /ìen<«» Iialicamni Scriptores, nello scisma nel 67 1 . Il Manini esibisce il

t. 8, si trae, che Oidrado verso il 682 era testo de'Bollandisti, i quali inclinarono a
vescovo, e viene qualificato Praesul Fer- pensare, che s. Maurelio o fosse il i.° ve-
rariensis Ecclesiae^ della chiesa cioè di scovo di Ferrara, o a designare la
il i."

s. Giorgio Traspadano, ossia di Ferrara traslazione del vescovato Vicoaventino al


vecchia, essendo già seguita in quella la luogo di Ferrarola. Menò s. Maurelio in
traslazione della cattedra di s. Stefano di pace i suoi primi anni col suo gregge, e
Voghenza. Gli successe nel 686 s. Maure- patì il martirio in odio della fede cattoli-
lio 2.° protettore di Ferrara e glorioso ca, e n'è immemorabile il culto, a'7 mag-
martire, colla di cui eflìgie si hanno più gio io cui se ne celebra veneran- la festa,

monete ferraresi. Il Sardi, che Indisse sue- dosi le Ossa di lui nella maestosa chiesa
ss.

^
ceduto ad Oidrado nel 64 e ordinato da ( di S.Giorgio Traspadano, primitiva cat-
Papa Giovanni IV (meglio Giovanni V, e tedrale di Ferrara. Qualche scrittore cre-
lo sbaglio del numero produsse quello di dette s. Maurelio il i.° vescovo della me-
avere egli anticipati Oidrado e s. Mau* desima cattedra, ma senza idonee prove:
rclio, del resto le date corrispoudeudo forse le avrà dedotte dall'essere stato colà
38 VOG Y OG
I-ili OTato il suo corpo, o fors'ànco d'esser conviene di volo proseguir la serie sino,
stalo colà ucciso mentre fuggiva. Ma an- allo stabilimento dell'odierna cattedrale

cor questo rinaaue oscuro eiucerto, come in s. Giorgio Cispadano patrono principa*
la vera epoca di sua morie, dichiarandolo le dell'illustre e celebratissima città, al

mg/ Manini anche nelle Eiflessionì. L'U- presente sottratta alla sovranità del Vi-
gheili che ragiona dtl suo sepolcro e Iras» cario di Gesìi Cristo ('/'.^, con allre pro-
lazioiie, rifeiì che dopo il suo martirio il vince, sino a Viterbo (V.). Successero al

re Rolari devastò Voghenza, onde la cat- vescovo Costantino: nelI'SGgViatore, nel


tedra vescovile fu trasferita a Ferrarola. 954 Martino 11, nel 970 Leone III, nel
Gli opinameuti del Fiizzi, che ne ritarda 998 Gregorio, nel loio Ingone o Ugo o
il vescovato, con varie date, li accennai nel Ùgone, nelioSi Rolando I, neh o32 Am-
voi. XXIV, p. 174- Dopo un silenzio di brogio, nel io4o Rolando II, nel 1064
quasi cent'anni, si ha il vescovo di Ferrara Giorgio. Notò il Manini nella Discussio-
Giovanni 11 del 780 e cardinale, come col ne, the il vescovo Giorgio, e così il suc-
Curdella dissi nella di lui hiografla nel t. cessore Mauricino, di cui piti sotto, oni-
XXXl,p. 68,consagralo da Papa Adriano messi dagli altri storici ferraresi, furono
] nel 7 7 2, secondo ilGuarini, parlandone trovali col mezzo di due lapidi dal Mura-
il Muratori nelle Dissertazioni dell' An- tori, Disserl. 64.': Antiq. lìhdiiAevii, t.

tichità Tulliane, Disstrt. 34-': De di- i3, narrando che al loro tempo risiede-

plomif e carie antiche o dubbiose o fal- vano in Voghera, villaggio distante un


se, appunto per annoverarvi, oltre il de- breve miglio da Voghenza, e fornito di
creto dis. Vitaliano, la bolla d'Adriano I, 4 antichissimi canonicati; onde pare che
cella quale coslilu"! il cardinale Giovanni i vescovi Vicoavenlini prima qui si rifu-,
a vescovo di Ferrara; poiché dalle note glasserò, e poi a Ferrariola; e ciò forse,;
cronologiche: Donino nostro Carolo Ini' perché quel luogo era una parte più for-
perator e Augusto anno tertio, quanto al- tificata della stessa Voghenza, ovvero un
l'epoca lo esclude, mentre tutti sanno che suo borgo. Anzi parlando lo stesso Mura-
quel principe da s.Le^ne Ili e neH'Soo fu tori del sermone o omelia di s. Pier Gri-
proclamato /wjoer« /ore. Indi trovasi ve- sologo, nella citata dissertazione aperta-
scovo di Ferrara Andrea'II, a favore del mente scrisse, che gli Episcopi Ficoha-
quale s. Leone 111 (morto 1' 1 1 giugno henliae scdisse olini Episcopos, quorum
8 16) sottrasse la Massa Quartesana dalla sedes primo Figueriam, denique Ferra-
soggezione dell'arcivescovo di Ravenna: riarn translata fuit. Se realmente qui si
oeirSaC intervenne al concilio dì Manto- deve collocare Giorgio, sarà lecito il sup-
va, per le vertenze tra le chiese d'Aquileia porre, a non desiare un conflitto di epo-
e di Grado. Neil' 858 sedeva Costantino, che, che i vescovi di Ferrara talvolta di-^
col quale e in tale anno il Frizzi sostenne molarono a Voghiera, ove qual già di-
cominciare memorie certe de' vescovi
le pendenza di Voghenza, può esservi stata
di Ferrarn. Qui dunque dovrei fermar- un'abitazione episcopale. Noterò, che il

mi, dopo avere con mg.' Manini, anche Manini nel riportare un documento nel
in questo Dizionario, restituito a Vo- voi. i,p. 235 del Compendio, parlando-
ghenza i giusti vanti d'essere stata città e si del Castello di s. Maria di Ficoventia,

sede vescovile, e dato migliore principio la dice una delle prove, le quali gli fecero

al vescovato e serie de'vescovi di Ferra- credere, che Voghiera fosse parte e ca-
ra. Ma dovendo dire alcunché, secondo stello dell'antica Voghenza, del quale re-
Giorgio e di Mauricino, la
l'avvertilo, di stassero tuttora gli avanzi insieme col no-
memoria de'quali innovò il Manini, per
t me. Nel io6g sedeva il vescovo Grazia-
Viverla preteiila gli altri patrii scrittori, no, nel 1084 circa Mauricino, the pose
VO L VOL 39
ilcorpo (li s. Leo prete e patrono di Vo* quando non abbiano l'approvazione <le*

gheDza, oella parlala urna marajorea, vescovi, eziandio le canzoni sagre, couie
dopocliè oe'prinii aoai dello slesso secolo vedasi da'cauoni di Papa Ailrianu I nel
prodigiosamente ivi o 4»
era restata nel i 1 773 e di altri. I Giansenisti (/'.) sono a-
e dalla iscrizione si ricava, che non poteva mantissimi delle versioni in lingua volga-
essere stalo vescovo all'epoca assegnala redellecose di Chiesa,e se potessero, por-
dagli scrittori ferraresi. Finalmeole fiori rebbero anche in volgare la sa^ra LAlur-
il vescovo Landolfo delo4) che successe i i già (^.). Ognuno sa quante pene queste
a Mauricino, e nel suo lungo vescovato si novità hanno costato alla Chiesa. La ma-
incominciò e compì l'odierna cattedrale nia de' giorni uostri ha istituite anche le
nel 1 135, anch'essa sotto l' invocazione deplorabili società Bibliche per le versioni
di 8. Giorgio martire, nel sito detto Cis- delia Scrittura Sagra (A'.), in tutte le
padano, ed in essa vi trasferì dalla pre- lingue, le quali o per l'imperizia de'tra-
cedente la cattedra episcopale e la pro- duttori, o per la malizia de' collegali, ri-
pria residenza. ducono la Bibbia un mostro, nome ripro-
VOLGARE, Fiilgarii. Linguaggio, vai replicatamente.I Papi più volte hanno
idioma vivo, e che si faveWa, Lingua, f'er- condannato tuli pregiudizievoli società, e
nactila, Strino. Volgare addieltivo di queste versioni, le (|Uili sono dirette e
Volgo, comunale, fiil^aris, Communis. caldeggiate óa Protestanti (^'.). Persino
Lingua volgare, vale prupriamenle queU i vescovi orientali radunati nel concilio
la ch'è propria del volgo o plebe; il dia- di Gerusalemme nel 1672 dal patriarca
itftto nativo del paese, talvolta formalo Dositeo, contro Cirillo ili Lucar e altri
d=dla corruzione della lingua generale o Calvinisti, dichiararono: Non convenire a
nazionale, ovvero la specie particolare di tutti il leggere la s. Scrittura in volgare.
pronunzia degli stessi linguaggi. I greci a- li concilio di Laudicea vietò il cantar nel-
ve* ano 4 dialetti; Wiltico,^ ioiiico,\\ dori- la cUiesaplebeii psal'Jii; ciò che potrebbe
eoe IVo/Zco, oltre la lingua comune. Inol- inteiulersi di salmi in volgare, ma più
tre per lingua volgare ordinariamente si naturalmente significa canzoni sagre iu
piglia la lingua italiana, della quale ra- volgare, il concilio di Uourgesdice: /^er-
gionai in più articoli, così della latina e nacula lingua publice psullere, aut ora-
dell'altre lingue, come a Segretario. Di- re, neniini, nisi concionatori (fuori della
cesi Volgarizzare, l'erlert, il Iraslalar la predica) liceat. Non cantetur in Ecclesia
Scrittura di Lingua (^'.) morta in quella cantica absurda, noi'a, et non proba ta
che si favella ; e Volgarizzainenlo, il vol- (s'intende non probata dal vescovo). Il
garizzare, f ersio. ETraduziooe, /^er^/'a, concilio di Narbona P^ernacula lingua:

Intcrprttatio, il tiasporlHiuenlo d'una in Ecclesia non cantetur carmina (can-


lingua in altra; e anche l'opera co->ì tra- zoni spirituali). Senza l'approvazione de'
sportata. Di versi Papi econcilii proibirono vescovi nou ponuo neppure recitarsi ia
le versioni della Bibbia (T.), quelle delle volgare le orazioni, le novene e altro. (
canzoni sagre e altre cose in volgare, pe' protestanti dal secolo XVI fino a' nostri
pericoli che recano le versioni colle ine- giorni, nou hanno cessato di apporre alla
sattezze, e spesso cogli errori. Leggi sau- Chiesa cattolica, che in essa uou si colti-
tissiine, tante volte dalla Chiesa e dalla vasse lo studio delle lingue originali del
s.Sede rinnovate, e in tanti luoghi tra- s. Testo, usurpando per sé stessi la gloria

pure sulla Preghiera[y.)\ìì cui


sgredite, d'aver iniziato e promosso gli studi del
anche in italiano talvolta leggonsi cose greco, dell'ebraico e dell' altre lingue o-
non purgatissiroe coulro molti canoni an- rientaii, utili all'intelligenza della Bibbia.
tichi, che vielauu in chiesa cose volgari, La Storia però ci tuustia come i cattolici
4o VOL VOL
hanno sempre promosso, ma subordinalo ào Zi* Parrochi d'usarne contióaamente
all'aulctità della Chiesa, lo studio delle nelle loro istruzioni.
lingue originali, neKle quali furono scrini VOLGATA, Vulgata. Nome della

o Uadolti i Libri SHnlì-, ed ionutnerabili versione comune del testo latino della s.

sono Padri, Dottori e altri scrittori ec-


i i Bibbia {V.\ o raccolta della Scrittura
clesiastici cattolici, che in ogni tenipo il- sagra {V.), ossia del Testamento Vec-
lustrarono cella profonda cognizione de- chio e Nuovo {V.)j testo dichiaralo au-
gl'idionii primitivi il Testo biblico. Mol- tentico dal sagrosanto concilio di Trento,
tissimi furono i Papi che favorirono con almodo riferito ne' voi. LUI, p. 4 e 5,
ogni zelo questi studi in Roma e in tutta LXXIX, p. 325 e 326 ed altrove. Nella
Europa nelle scientifiche IJniversilà, o sua dichiarazione, quel s. Sinodo non pa-
studi generali, anche prima che Clemente ragona la Volgata agli originali, de'quali

V nel concilio generale di Fienna del non eravi questione, ma soltanto alle al-
1 3 1 1 pubblicasse a tal fine la sua celebre tre versioni, di cui non poche erano so-
decretale De Magislris. Moltissimi furo- spette. Dicesi testo, corfe^, co/i/e^f»^, com-
no gl'imperalori e altri sovrani cattolici^ ponimento originale o principale, o par-
che seguitandol'esempio di Carlo Magno, ticella di esso, a differenza delle chiosco
favorirono ellicacemente tali studi. Tra te glose, o altri commenti che vi fossero
scuole più celebri in cui essi fiorirono, fatti sopra, cioè senza nota o interpreta-
/vanno ricordate l'Alessandrina, ove briU zione. Il testo della s. Scrittura talvolta
larono Clemente e Origene, e la Latera- prendesi per opposizione alla glosa e alla
nense aperta da'Papi in iVoma culle scuole spiegazione, senza fare attenzione alla lin-
palatine, fu per più secoli la maestra e la gua nella quale il testo medesimo fu scrit-
madre di laute scuole d'Europa, fino alle to, né se quella è originale oppure una
presenti Università colle loro cattedre di Semplice versione. Il testo della s. Scrit-
s. Scrittura e di lingue orientali. L'opere tura si mette per opposizione alle tradu-
più insigni derivate da questi studi catto- zioni o volgarizzamenti. Cosi il testo ebrai-
lici, sono la più eloquente risposta alle co dell'antico Testamento, ed il greco del
calunnie de'protestauti. Egualmente va- nuovo, sono come le sorgenti alle quali
lorosi e dotti scrittori cattolici più volle bisogna ricorrere per beo conoscere il

confutarono l'altra accusa de'protestauti, senso delle traduzioni. Molti Papi e con-
contro il concilio di Trento, quasi che cili! proibirono la traduzione dellaBibbia
esso abbia voluto col suo decreto intorno in Volgare [V,). Ora l'Episcopato, mas-
alla Volgata (A'.), o depressa l'autorità sime d'Italia, alto alza la voce pastorale,
o rigettato l'uso de' testi originali e delle contro mali procurati dalla stampa sfre-
i

altre antiche versioni delle varie Chiese; nata, e quindi contro i tentativi del pro-
mentre esso decise doversi tenere per au- testantismo per inocularsi nella bella re-
tentica e per regola di fede solamente gione. Di là quella larga dilfusione della
quella versione detta V Antica Volgata^ Bibbia in lingua volgare, e senz' alcuna
quella cioè che comunemente si usa, e nota propria a dichiararne il senso; anzi
che è tutta versione latina di s. Girolamo, a confessione di leali protestanti, tali Bib-
eccettuati salmi. La Chiesa sotto grave
i bie volgari ridondano di errori, e mador-
peccato ha proibito leggere la s. Scrittura nali strafalcioni, d'inique e orrende be-
in lingua, volgare, e solo sono permesse stemmie. Ignorasi il tempo in cui fu fatta
iu lingua volgare quelle versioni pubbli- l'antica versione latina della s. Scrittura,
cale coll'approvazione della Sede; isti- s. e chi ne sia stato il i.° autore: ma èopi-
tuendo nelle cattedrali un Teologo (/'.), uiooe comune che sìa quella versione po-
che la spieghi al popolo, e raccomandan- steriore allo stabilimeuto del cristiauesi-
VOL VOL 4i
roo. Fra le antiche versioni la più univer- vo dal greco, ad istanza di Papa s, Da-
salmente ricevuta è quella conosciuta roaso I, oltre l'emendazione dell'antica
anticamente col nome d' Itala o Italica traduzione de'Salmi de'Settanta ; ma a
(perchè principalmente avea corso in Ita- fine di non Uftare popolo assuefatto
il

lia), di Comune e di Folgata, e che fu all'antica Volgata, procurò di conserva-


chiamata V Antica dopo che s. Girolamo re i modi
di dire che trovavansi già nel
dottore di s. Chiesa n' ebbe composta testo ;che contribuì non poco a fare ri-
il

una nuova sul testo ebraico, secondo al- cevere la sua traduzione, di maniera che
cuni, tranne salmi (benché del s. Dotto-
i l'antica italica non trovasi più del tutto
re si ha la Volgata de' Salmi, eh' è intiera ,
per quanto si sappia , in aleuti
il i.° de' suoi lavori ermeneutici, sopra luogo, eccettuato i frammenti, de' quali
la loro antica traduzione latina; il 2." con più sotto. Il progresso di questa nuova
emendazioni e aggiunte, e tale lavoro si traduzione fu tale, che quasi nello stes-
conserva nella Volgata nostra, scon)pa- so tempo che il s. Dottore ne pubblica-
gnato però dagli obeli e dagli asterischi; va qualche libro , era egli subito spar-
3.° essendo la traduzione de'salmi dall'e- so nelle città e nelle provincie. L' altro
braico in latino. Ne rende ragione il p. dottore s. Agostino, poco favorevole da
Calmet, Dissert. in Fers'iones Psaltcr.). principio alla versione di s. Girolamo ,

La I
.* era stala fatta sulla versione gre- l'approvò poscia di tal maniera, eh' egli
ca, ed erale stato dato il i.° rango fra le compose il suo Spaculutn, o Specchio, il

edizioni latine, perchè era essa la più quale è un tessuto di passi della s. Scrit-
letterale e la più chiara pel senso. Il timo- tura ad uso de'soli fedeli. Sebbene Papa
re ch'ebbero molte persone dello scandalo s. Gregorio I dica che al suo tempo la
chepotrebbe produrre ne' popoli una nuo- Chiesa romana servivasi assai indiiferen-

va versione della s. Scrittura, ed il dub- temente dell'antica versione italica e della


bio che potesse quella attìevolire l'auto- nuova traduzione fatta dall'ebraico, pu-
rità de Settanta (/'.) interpreti, diedero re ha egli quasi sempre fatto uso di que-
motivo a s. Girolamo di prendere ad e- sta ne'suoi Morali sopra Giobbe. S. Isi-
sanie molte contraddizioni, nella tradu- doro arcivescovo di Siviglia, che viveva
zione latina ch'egli avea impreso a fare verso r anno 639 , dice senza restri-
sull'ebraico : animato da molte persone zione , che le chiese seguivano la ver-
distinte, superò tuttociòche poteva ribut- sione di s. Girolamo. L' antica Volgala,
tarlo in un Mscabrosolavoro,e versol'anno benché fatta in un tempo in cui la lin-
4o4o4o5di nostraeraaveva egli tradotto gua latina trovavasi nella sua maggior
tutti i libri dell'antico Testamento scritti pui'ezza, era nondimeno scritta in istile
originariamente in lingua ebraica. Quan- assai barbaro. S. Girolamo è più puro
to a'iibri che non si trovano che in greco, senza affettazione. Anche più dotti pro- i

come la Sapienza, l'Ecclesiastico, i due li- testanti hanno lodata la nuova volgata,
bri de' Maccabei, la Profezia di Baruch, l'hanno preferita alle altre versioni latine,
la lettera di Geremia, le aggiunte che so- ed hanno trattato di semidotti coloro i
no in fine del libro di Esther, due ulti- i quali osarono di parlarne male. Propria-
mi capitoli di Daniele, non vi fece alcun mente la Volgata nostra o di s. Gii"ola-
cambiamento e sono questi ancora come mo è denominata latinamente^ A'e^KS ei
'Dell'antica Volgata. Lo stesso Salterio, Vulgata Editto. Quella fatta sulla ver-
come si canta oggid'i, è quasi tutto inte- sione de' Settanta, e usata nella Chiesa
ro dell'antica versione itala, con qualche latina prima di essa, venne chiamata da
.correzione di s. Girolamo. Tradusse al- Orosio, Fulgataj da s. Girolamo, Com-

•:tf esì questo s. Dottore il Testamento uuo- muiiis et f'ulgala, o Felus et Fulgaiaj
4a VOL V OL
da s. Agostino e da s. Gregorio I, Usila' versioni si possa usare egualmente. Quin»
ia, e dal i.° anche Itala. La versione di di fu saggissimo divi^amento de' venera-
questa si attribuisce forse a qualche di- bili Padri del sullodato concilio di Tren-
scepolo degli Apostoli, ed era volgare to, l'emanare un decreto a questo riguar-
in Italia, in Africa, in Ispagna, in Fran- do, dopo aver indicato quali siano libri i

cia e in tutta la Chiesa latina ,


quando divini o canonici; il quale l'S aprile 1 546
nata l'altra versione latina di s. Girola- collo stesso decreto, in cui si die' la di-

mo, essa insensibilmente ne venne in di* chiarazione sull'autorità ed usodella Vol-


rtienticanza sino dal VI secolo, e sì rese gala, fu poi ordinato, ut poslhac s. Seri-
sconosciuta oe'»ecoli posteriori, finché il plitra^ polissimuiii vero haec ipxa velus
!Nubiliosi adoperò in raccoglierne fram- i tt l^'tilgita edilio nuani emendatissime

menti sparsi negli antichi Padri latini , iinpriinatur. Per la (|ual cosa alcuni de*
che ne aveaiiousalo,e il b. cardinal Toni- Padri del concilio diedero mano all'ope-
masi, il Martianay, \\ Bianchini, e il Sa- ra a Trento slesso ; ma d'ordine di Pao-
batier sopra tutti con ininieiisa fatica e lo Iti venne ivi sospesa e dilferita a mi-
diligenza,»! studiarono di riprodurla quasi glio tempo e a maggior agio. Pio IV, s.
intera sopra vari codici, e sulle citazioni Pio V e Grtgorio Xlll non trascurarono
degli antichi Padri. Siccome la nostra qiiesl'alFare di tanto interesse. Ma fu ri-
versione erasi già al tempo del Tridentino servalo allesollecitudini di Sisto V il con-
iìitta comune da IX s«coli in poi in tutta durlo ad edetto, emendando l'inesattez-
la Chiesa latina, cos^i essa fu detta a dirit- ze , cui la ignoranza , la negligenza e la
to relui: el f^ulgnta Edilio : il qual no- malizia de' copiatori aveano introdotto
me di Edizione , sia detto per episodio, ne' vari codici, seguendo l'ingiuiito dal
significa lo stesso che libro mesiO in lu- Tridentino. Egli dopo a ver nel 587 pub- i

ce, sia per opera dello scritto , sia' della blicata la sua celebre edizione della Ver-
stampa , sia esso originale o tradotto. sione de* Settanta, riuscii mercè le cure
Alla versione di s. Girolamo non man- di dotti uomini e sue, e l'uso di parecchi
carono antichi apografi o copiatori, co- codici antichi della Volgala, e degli anti-
miociando d'AIcuìoo, il quale ad istanza chi Padri e Dottori, non che degli esem-
del suo discepolo Carlo Magno, imprese plari ebrei e greci, ove la lezione de'lati-

a ridurla all'aulica lezione, e oell* 802 ni fosse dubbia od oscura, a metter in luce
compi il suo lavoro, che venne in grande nel i5yo la sua edizione della Volgata,
uso. Comunque sia di tali fatiche e cor- preceduta da una dotta sua bolla,col titolo
rezioni, esse sono poca cosa a petto di quel- riferito nel voi. V, p. 212 e 2i3. Peiò
le, che per l'esattezza della Volgata si so egli avvedutosi essere tuttavia corse del-
sleunero dopo la scoperta della stampa, l'inesattezze nello sua edizione, vietò l'ul-
ed una delle principali e più antiche è la teriore vendita degli esemplari, e ordinò
stampata neh 5j 7 uella Poliglotta Com- che l'opera venisse riveduta e poi ripro-
plulense, ossia la Volgata riveduta sopra dotta. Egli non potè compiere il suo di-
molli esemplari d'una veneranda antichi- segno, né portarlo a perfezione il succes-
tà, sotto gii auspicii del cardinal Xiiuenes. sore Urbano VII, pe'i 3 giorni che regnò,
La nostra fetle e la nostra morale devono né Gregorio XIV che gli tenne dietro
avere a fondamentoe regola que'libri,cui ne'circa i i mesi di pontificato, ad onta
a tal fine lo Spirito Santo dettò e di cui che soppressa l'edizione del 5go avea 1

pose custode ed interprete infallibile e pe- istituito una congregazione di dotti e fi-
renne la s. Chiesa. Ma essendoci di que- lologi per terminar l'impresa, sebbene
sti s<igii Volumi eoiiginaìi e versioni va- essi la compirono in Za^arolo ( ^^.), n»a

ne, è d'uopo tuttavia sapere se di tutte le egli non ebbe vita per pubblicai la. Nep-
VOL VOL 43
pure n'ebbe h glorici Innocenzo IX, che re possedeva, e di cui a noi non giunse-
per 1 Diesi ne tenne il luugo,)» quale toc- ro che pochi frammenti, per la conver-
cò al «ucressore Clemente Vili, eriéttnan sazione con parecchi de' più colti giudei
tiola colla pubblicazione del già operalo di Tiberìade e di altri luoghi della Pale-
in Zagarolo con l'eseguita opera de' sud- stina. Si consideri ìuoltre che solamente
detti valentissimi uomini, a mpzzode'ioro la grande esattezza della sua versione potè
esami l»<boriosi, con fare fìnalmenle usci- indurre tutta la Chiesa d'Occidente a pre-
I e alla luce nel i5q2 la 2/ edizione, d cui ferii la all'altra, cioè aW Itala summento*
titolo lo notai a suo luogo, con piefdzio- vata, che vantavauo uso sì antico ed era
ne altiibtiita al caiduial bellaraiino , e quasi contemporanea al'a Chiesa. Per la
ponliHcia bolla. Le due edizioni iioit ri- qual co<a, a tacere de'più dotti orientalisti
pugnano tra loro, liaune i falli tipogra- tra'caltolici, assai de'prolcslaoti eruditissi-
fici della I
,' e poc'altro, le lievi dilFeienze mi di varie comunioni, e in vari tempi,
con confronti, avendole rilevale il liuken- hanno onorato la Volgata nostra di altissi-
top nella sua Lux de Luce, contro le al- mi elogi. Alle opposizioni d'altri protestan-
trui calunnie. Dipoi nel 1 63 quando1 LIr> ti per tentare di distruggerne l'autenlici-
bano Vili purgò il Brt\ia/io lìoi/inno tà, quindi anche l'autorità, fra gli altri ri-

da molli errori, fece prendere in consi- spose confutaiitloli dottamente il celebre


derazione la \ olgala. L' edizione dun- Bergìer nel Dizionario enciclopedico del-
que della Volgala che la Chiesa , lati- ia 'l'i olog!a ce. Aleiita leggersi : Spiega-
na riconosce per autentica, e piìi pei fella zio/ie e difesa del decreto del concilio di
della pubblicala da Sisto V.è la stampa- Trento sulla 1 olgala. Dissertazione del
la con autorizzazione di Clemente Vili, preteG inseppe Brunati^ Torino 1 S 26. Di
la quale nondimeno ba alcune inesattez- queldottissiuio di Salò scrisse bella biogra-
ze, qualiappariscono dal Lihcllus di Lu- fìa, con l'elenco di sue opere edite e inedi*
ca Diugense. La Volgala fu dal concilio te, il ih. Fe«lerico Odorici, e la pubblicò
di Tienlo tra tutte le altre versioni Ia- nella Cronaca di Milano 856, disp.
del 1

.'
line dichiarata rtultiilica, cioè di sunuua 1 Sino a' nostri giorni uiuno ci avea da-
e irresìsiibiie autorità in ciò che riguarda to una suflìciente contezza slorica del mo-
la fede e la murale, senza far tuttavia paro- do tenuto, in ispezialità ne' pontificati di
la dell'altre antiche versioni in altre lin- Sisto V (precipuamente va nominato Gre-
gue, nède'iesti originali. E questi e quelle gorio XlY)e Clemente Vili, da illustri
souosi lasciate nell'autorità che loroappar- uomini, per emendare la Volgata, de' mo-
liene, senza né (3reftrirle né posporle.A co- tivi che suggerirono le correzioni e di tut-

lìosrere il pregio della Volgala discorsa, si te le altre particolarità di quello memo-


lonsiileri es>triie autore il massimo dot- rabile avvenimento nella storia della cri-
tore s. Giiolamo, a tale lavoro sopra o- tica scritturale. Avevano bensì smaschera-
gni altro attissimo, per la sua pietà, pel te le falsità delle calunnie dell' anglica-
suocaldissimozelo della verità e della pu- no Tommaso James, e di altri maligni
rezza della fede per la sua scienza prò-
. eterodossi, dopo Enrico Cnkentop già ,

f«»nda dell' ecclesiastiche dottrine , delle lodato, il Uianchiui nelle sue findlciac
cose giudaiche, degli scritti degli antichi Saeronini Biilìoruni /'nlgatae Editto-
che l'aveauo preceduto, delle lingue de- nis, eF.Bonaventura da Magdalono, nel-
gli originali, e delle diverse antiche ver- la sua Triplejc biblico critica denion-
sioni greche, e pe* codici cui'avea fra le stratio. Ma il non aver avuto (jue'valeo-
niani più antichi assai di lutti quelli che tuomini l'opportunità di leggete tutti gli
Sono giunti fìuo a noi, e naturalmente più originali documenti da'quali si può trar-
e»alli pei le Essapli Oi igeoiaue che pu- re tutto il nio di questa storia, lasciava
44 VOL VO L
negli eruditi il desiderio d'un* opera che te lacune; e cìòsaràdigiovamenlo sì alla

distrigasse compiutamente quest'invilup- filologia , e sì alla piena intelligenza di


po. A un tale impresa a' giorni nostri si molti passi de*ss. Padri, che tal versione
accinse celebrato in più luoghi p. d.
il citarono fiequentemente). A solenne te-
Luigi M.' Ungarelli barnabita, e a quan- stimonianza e garanzia di quanto sia cor-
to felice termine siano riuscite le sue dotte retta questa edizione, per l'onorevole ti-
fatiche, il potranno i dotti argomentare pografo, è il decreto della s. Congrega-
dal pubblicalo degli Annali delle scien- zione dell'Indice a cui l'avea inviata, e
ze religiose di mg/ De Luca, t. 4» P> o i> • approvato dal Papa Pio IX, con molte-
283 e 4 '3. E si tenga presente quanto plici encomi, che ivi si o(h e, siccome di-
di Ini ne scrisse il eh. coramend. Visconti ligente e in tutto perfetta ;
già il Ponte-
neW'Jlbum di Roma, t. 1
3, p. 1 2 5, nella ficeavendodatosegni di sua benigna sod-
biografìa del medesimo. Delle diverse e- disfazione al medesimo solerte editore, il

dizioni dellaVolgata, si può vedere il voi. quale gli umiliò un esemplare impresso
LXXV, p, 32, e articoli relativi. Si leg- in mirabile pergamena finissima. Da ul-

gè nel u. 296 Giornale di Roma del


del timo nel 1859 annunziò la Civiltà Cat-

1857 , avere il benemerito tipografo di tolica, serie 4-',t. 3, p. 94 Concordan- *•

Tonno Giacinto Marietti stampato nel tiae Bibliorum sacrorum Vulgataeedi-


1 85 1 con bella e nitida edizione : Bihlia tionis Sixti V P. M. iussu recognitoruni
sacra Fulgafae edilionis Sixli Pont. V atque editorunt, Prato, tipografia FF.
3Jax. jitssu recognilaet Clemenlis Vili Giacchetti. Ivi si dà ragguaglio dell'uti-
auclovitale edita, correttissima per ave- le e della necessità di tale libro agli studi
re avuto aiuto nel dottissimo p. d. Car- sagri, delle sue migliori edizioni, e della
lo Vercellone procuratore generale de* lodevole preminenza della presente.
barnabiti, quale tanto è versato negli
il VOLOGDA. Città arcivescovile della
sludi biblici (a segno che si apprende an- Russia, in Europa, capoluogo di gover-
che dalla Cronaca di Milano del 1 SSg, p. no e di distretto distante 90 leghe da
,

445^» avere letto nell'accademia Tiberi- Mosca e 125 da Pietroburgo, sul fiume
na l'erudilo ragionamento, nel quale die* del suo nome. Ilesidenza dell'arcivesco-
ragione del come gli vennero in un codi- vo, contiene più di 5o chiese, due con-
ce delia Vaticana scoperti molti squarci venti, il seminario, il ginnasio, e diverse
dell'antichissima versione della Bibbia ,
manifatture e fabbriche. Assai attivo è il
conosciuta Ira'dolli sotto il nome d'Ita- commercio, specialmente con Arcangelo,
la, la quale rimonta a'tempì primissimi che fanno i suoi più di 12,000 abitanti.
della Chiesa. Questi preziosi brani sono — Pare che questa città sia stata fabbri-
incastonati nella versione di s. Girolamo cata nel X
o neli'XI secolo da quelli di
a modo da formare coU'una versione e Novgorod, sotto il dominio de'quali rima-
coli' altra un corpo completo. E tal cu- se per più secoli. Dopo l'invasione di 13a-
rioso codice era già capitato alle mani di tu-Khan passò al principato di Rostov;
parecchi sagaci rovistatori di testi anti- tornò poi a Novgorod e fu finalmente ,

chi, etra gli altri d'un cardinal Mai: ma soggiogata da Basilio II gran principe
tutti si abbatterono a leggere i soli brani di Mosca nel 1 390, ed i successori vi con-
della Volgata ; sicché senza farne gran servarono i loro tesori pel suo diflicile
,

conto, lo iestituiiono al suo scaffale. Alla accesso. Nel Xl-V secolo vi fu istituita la
(ine d'un libro vi si legge: Orate prò sede arcivescovile, sotto il patriarca di
me Dominico preshytero scriplore. Ora Mosca, di rito greco, pretendendo l'arci-
con questi biani si viene, non già a com- vescovo la precedenza sugli altri prelati
jjtetar i'/Za/^^nia a riempire di beo mol- del suo rango, e nella provincia di Perm
VOI. VOL 45
godeva il 2." titolo. Gli fu unito l'arclTe- do che questo affarenon sotto Enrico
scoTato di Bìelozerovìa (f^')» Le Quien, VH, ma bensì regnando Enrico \ììl, sia
Oriens Christianus, t. i, p. 1298. stato con più probabilità negoziato, e
VOLOGESIA, VOLOGESÒCER- l'accennai nel voi. XXXV, p. 72. Nel
TA, o VOLOGESOPOLl o VOLOGE- i5i3 per nomina d'Enrico Vili, Papa
3IS. Città vescovile antica di Babilonia, Leone X gli confei 1 il vescovato di Lin-
sotto la metropoli d' Amida , fabbricata coln, e nel i5i4 la metropolitana di
da Vologeso re de' parti al nord-ovest York. Indi ad istanza del re, fu appagata
di Babilonia, oggi deDoniinata Mesched- la sua ambizione, poiché il Papa a'7 ov-
Hosein. o Mesilied-Hossein Kcrbela, o vero a' IO settembre i5i5 lo creò cardi-
Iman Hossein, Turchia asia-
città della nale prete del titolo di s. Cecilia, legala
tica, pascialatico di Bagdad, da cui è di- a lalere di tutto il regno, io considera-
stante 8 leghe, sopra un braccio deirEu- zione della confederazione stretta tra En-
frate, io un paese beo coltivato e coper- rico Vili e Leone X contro francesi. i

to di datteri. Ha le nnura di terra, aper- Inoltre nel 5 6 ebbe in amministrazione


1 1

te da 5 porte, e la maggior parte delle la chiesa di Wmchester.Dopo che Eorico


case è di mattoni secchi. L'edifizio il più Vili espugnò Tournay, ottenne l'ammi-
osservabile è la grande e bella moschea, nistrazione della sede vescovile, che dovè
che rinchiude il famoso sepolcro d'Hus- lasciare nel i5i8, per essere stata quella
sein, figlio d'Aly, ucciso nel 680 in que- città ricuperata da'francesi; ma in vece fu
sto luogo, e neparlai nel voi. LXXXI, p. fatto amministratore delle chiese unite
270 e l'jx.mausoleo conteneva pre-
Il di Bath e Wels, mentre Adriano VI di
ziose ricchezze, chedepredarono a'nostri poi nel 1322 gli affidò l'amministrazione
giorni Vahabìti o recabiti {P'.). De'
i della sede di Dublino. Divenuto gran can-
suoi vescovi non sì conosce che Co urna j celliere e primate d'Inghilterra, colloca-
registrato tra'Padri del concilio di Cal- to in tanta elevatezza di grado, gli fa
cedooia nel 45i. Le Quien, Oriens Chr. facilel'ammassare tesori e immense ric-
t. 2, p. 1006. chezze. Quasiché fusse poco e inferiore ai
VOLSE Y oVVOLSEY Tommaso, Car- suo merito ciò che possedeva, procurò
dinale. IS'ato nei castello di SufTort nella di ottenere da Carlo V l'arcivescovato
diocesi di Nordwick in Inghilterra, o co- di Toledo allora vacante, ma non essen-
me vuole Godwioo io Ipsvico castello del- dogli riuscito, cominciò con impegno ad
la contea di Suffoik, da un padre beccaio adoperarsi per salire al pontificato, e se
e assai miserabile. Introdottosi nella real ne lusingò alla morte di Leone X e di
corte per mezzo del vescovo di Winche- Adriano VI. Accortosi l' imperatore Car-
ster, si guadagnò la grazia d'Enrico VH, lo V dell'ambiziose mire del cardinale,
di cui fu cappellano, perchè presto ne co- pe'suoi fini politici le fomentò con appa-
nobbe Io spirito e l'abilità prodigiosa, di renti larghe promesse, coltivando di spe-
cui die' manifesta prova in un affare di ranze la sua temeraria presunzione. Ma
somma importanza, che trailo con Carlo vedendosi egli deluso ne' due successivi
V e a lui aflGdato. Quantunque quel prin- conclavi de'nomioali Papi, risolvè di vo-
cipe si trovasse allora nelle Fiandre, non lersi ad ogni costo vendicar di lui. Scor-
pertanto con generale ammirazione in gendo quindi quanto fosse divenuto alie-
soli 4 giorni lo concluse con siogolar sod- no il cuore libidinoso d'Enrico Vili dalla
disfazione del proprio sovrano, che noi legittima sua moglie Caterina d'Aragona,
credeva ancora partilo dal suo regno, zia di Carlo V e virtuosa principessa che
onde in premio di sua fedeltà e destrez- mal soffriva l'intollerabile vanità del car-
za lo dichiarò regio elemosiuiere. lo ere- dinale, questi cominciò a istillare arlifi-
46 V O L VO L
ciosamente nell'animo del re l'idea dì far con residenza vescovile in Toscana {T'^.)^

Divorzio (/^.) da essa. Domandato que- antichissima e celebre, come una delle
stoda Enrico Vili a Clemente VII, fu- XII capitali dell'Etruria media, ed ora
rono deputati dalla s. Sede giudici per capoluogo di distretto e di comunità, con
tale istanza, fra' quali sebbene vi fosse il giurisdizione civile e politica, nel com-
cardinale, siccome non venne accordato, partimento di Firenze. Siede sulla cima
il re fieramente s' irritò contro il cardi- pianeggiante alquanto curva d'un monte
nale, e sdegnosamente lo fece arrestare che s'alza sopra lutti i colli vicini fino a
dal duca di Norfolk, l'obbligò a rinunziar braccia 935 sul livello del mare Medi-
la carica di gran cancelliere e la cliie'^n di terraneo; di facile difesa, ma di difficile e

Wincliester, e gli confiscò il magnifico e tortuosissimo accesso, cui si uniscono ne'


superbo palazzo da lui edificato in Lon- suoi fianchi dal lato di settentrione, di
dra, per sé e per gli arcivescovi di York maestro e di levante poggi o colline mar-
suoi successori, pieno d'cgni sorla di ric- nose e frastagliale dalle acque della fiu-

chezze e rarità, e splendido di preziose mana Era, che le scorre sotto da setten-
suppellettili. Spogliato di quasi tutte le trione a libeccio, mentre dal lato di ostro
sue copiosissime rendite, fu prima rilega- e di scirocco la base del monte di Vol-
to nella villa Ateria, e poi lasciato libero terra è lambita dal fiume Cecina che gli
nel suo arcivescovato di Yoik, dove però bagna ipiedi 5 in 6 miglia più abbasso.
>ivea lautamente e sfoggiava in grandez- Cos'i il benemerito Repelli, nel classico
ze. Giunto questo a cognizione d'Enrico Dizionario geografico fisico storico del'
Vili, lo fece arrestare da Enrico duca di la Toscana^ col quale prei;ip«»afneiite
r^^orlhiunberlantl, eordinò ohe si traspor- procedeiò. Il M^rcliesi, nella Galleria
tasse nelle carceri di Londra, ma nel dell'onore, t. 2, p. 563: Volterra, dice
viaggio finì miseramente la vita nel mo- sorgere la fatnosa città sur altissimo e
nastero di Lincestre nel533, come scri-
1 aspro monte.cuisi g'tutgeper «arie strade
vono Ciacconio ed Eggs. Però Godwino, da 2 a quasi 5 miglia lunghe: dalla sua
che lungamente e con precisione tratta sommità spicci n^i 5 scese, che per U
di lui, assicura nel Coninicnlnrio de' ve- lunahezza della schiena declinano verso
scovi e cardinali inglesi, che la morte il piano, e a guisa di raggi formano la
del cardinale avvenne nel i 53o a'ag no- figurad'una pulma di mano colle dita.
vembre, dell» quale opinione è pure Ro- Sono queste separate l'uua dall'altra coti
bertson. Mori d'anni 60 e rimase sepolto profondissime valli, che non ponno tra-
nella chiesa di detto monastero, correndo passarsi pe'dirupi e gl'impedimenti delle
pubblica voce, che da per se si fosse col frapposte boscaglie. Trovasi 1 3 leghe e
veleno tolta la vita, ovvero glielo fece più al sud-est di Pisa, 1 4 al sud-ovest di
|M'opinare lo stesso re. Questo disgrazia- Firenie, i 1 da Livorno e più di gda Sie-
to e famoso porporato ebbe una corte na, in buon clima. Dice l'ultima proposi-
di jooo e più persone, tra le quali 63 zione concistoriale: f'^ollerrae aedificala
erano ecclesiastiche. Fondò due collegi, conspicitur, qiiae in suo duornni fi-re
il i.° in Cantorbery e il 2.° in Oxford, m'illiaruin aniìnlu una cnm snhurb'is
per mantenervi 200 giovani agli sludi, ed novein circifer continet incolarnni mil-
eresse un sontuoso mausoleo di metallo lia. Vi risiedono ancora un commissario
a Eiu'ico VII, primaria origine di sua regio per la politica e la polizia, mentre
fortuna. /'. Inghilterra. pel lato amministrativo economico vi è
VOLSlMOoVULSINlO. F. Boise- un cancelliere comunilativo, un inge-
KAj e Viterbo nel paragrafo Bohena. gnere di circondario, un esattore dell'uf-
VOLTEURA {Folalerran.). Città fizio del registro, ed un conservatore del-
VOL VOL 47
l'ipoteche: i tribunali collegiali sono in sleva la Postierla Macoli, e di qui scen-
Firenze. Quivi è slabililo l'ufficio della devano nella vallelta di Docciola per ri-
sopcinlendenza delie regie Salinedistanti salir poi ad un'antica porla, forse la Por-
dalla ciltà una lega e uu 3.°, già apparte- ta Ercole dell'Ammirato, poco lungi dal
nenti al comune di Volterra, e da questo così detto Portone. Di là attraversando
nei i8i4 cedale al governo mediante orride balze arrivavano dietro l'attuale
congruo canone annuale: soninainislt'a- chiesa di s.Giusto; equiodiavvicinavan-
iio queste pel cunsunio di tutto lo stato $i alla torre di s. Marco, dove probabil-
un sale per la sua purità e candidezza su- mente fu altra porta urbana. Da tal tor-
periore a qualunque altro fabbricato in re, dirigendosi a libeccio, e rasentando a
Italia. La cospicua rendita cbe da queste occidente la contradadi Pratooiarzio, le

ricche soigenti il governo ritraeva sem- mura etrusche tornano a far magninca
pre aumentandoci mercè uu' illuminata mostra sotto il soppresso monastero di s.

ed attiva amministrazione e gl'incessanti Chiara, già di s. Benedetto in Orticassio;


vistosi miglioramenti che a questo regio di là dal quale s'incontra un'antica porta,
slabilin>ento si fanno. Il genere che ivi si o Postierla, chiusa. Continuando il giro
fabbrica viene trasportato ne' vasti ma- antico, le mina cambiarono direzione
gazzini esìstenti in Volterra, e di là poi da libeccio a scirocco per dirigersi alla
si diltonde nel gninduccito. Fu Voiteria fonte di s. Stefano, nel quale luogo si

la ciltà più occidentale fra (pjelle dell'E- scuoprono gì' indizi d'altra porta, f(jrse

triuia centrale, allorché Luiii e Lucca Porla s. Felice o de'Siiraciui, fìtichèper


erano de' liguri, Pisa de'greci; che conta l'andamento stesso delle moderne mura
un recinto di rouraciclopiiheil pili vasto costruite suH'antiche si giunge alla Por-
e il nteglio conservato che in tulle le al ta all'Arco. Que.st'ultima che serve an-
tre città capitali dell'antica Eiruria. Le cora alle mura uibaue presenti, si con-
mura eiiusthedi Volterra abbracciava- serva tutta intatta con doppi archi, in-
no «uia periferia, rhe sebbene irr^gobue terno ed esterno, ambo formati di qielle
e interrotlH, si nioslrn 3 volte più estesa pietre smisuratedi panrhina che nell'an-
del cerchio più moderno. Le mura anti- tiche mura etrusche di Volterra ponno
che, di cui esistono tuttora avanzi gran- Le descrisse con rame
osservarsi. il Cori,
diosi intorno la città, furono innalzale so- nel Musco ElritscOy quando già Scipio*
pra burroni di dillicile accesso e costrutte neMalfeiavea notilìcalo:»» non vi esse-

di massi smisurati e senza cemento insie- re monumento più illustre e più espres-
me collegati, i qujili non cedono in ma- sivo di questo, per indicare il decoro e
gnilicenza a qualsiasi altro monumenio, splendore dell'antica maestà loscan-i".
menile la loro mole giunse talora alla Non pare, che l'ultimo cerchio si debl>a
grossezza d' 8 braccia. Le loro interru- all'imperalore Onone I, cui molti altri»
zioni non permettono oggidn intracciarsi buirono il ristMuro delle mura ciclopi-
ilsuo andamento preciso. Né anco si può che, né sembra che lo sia stalo di genti
sapere quali e (piante fossero le porle barbare, come altri sospettarono. Onde
dell' etrusca ciltà; e solo si conosce, che a ragione il eh. Giovanni Targioni Toz-
dalla Porla all'Arco alla Porta a Selci, le zetli diceva, che il recinto di questa cit-
antiche n)ura salivano da ostro a greco tà era slato ristretto in ten»pi più mo-
verso il luogo detto poi il Castello, per derni, e lo dimostrano più istromenli
cui la Porla a Selci nel medio evo si sincroni del 1279 in cui si rammenta-
appellò Porla Maggiore e Porta del Pian no case e torri di Guelfi distrutte da'
di Castello. Di costà le mura arrivavano Ghihellini in tempo della loro ribellio-
all'odierna chiesa di s. Andiea, dove esi- ne, fra il 1260 e il 1266; le quaU torri
48 VOL VO L
e case si dicono situate fra' muri vecchi ri servono al temporario isolamento di
e muri nuovi della città. Anzi un de-
i disciplina; e nella casa di forza si costrui-

cennio ìriuanzì al 1279, si ha da altro rono circa 3oo celle col necessario corre-

islrumenlo del 1269, che le mura del do di laboratorii e officine per l'esercizio
recinto attuale di Volterra erano già in- di vari mestieri in quella famiglia di re-
nalzate. L'autore della Guida di Vol- clusi. Quando nel 1818 il governo co-
terra ne assegna l'epoca 1260. Ora al minciò a stabilire la casa di forza, si pro-
le mura contano 5 porte denominate: pose il doppio scopo di procurare con
Selci, Docciola, Fiorentina, s. France- questa salutare punizione l'emenda e di
sco, Arco, l^iferisce il Marchesi, essere provvedere nel tempo stesso alla quiete
"Volterra fortissima per la natura del si- e sicurezza sociale. Nella torre detta il

to e l'industria dell'arte, per le muraglie Maschio, qual rinomata prigione di sta-


di pietre quadrategrossissime ch'eccita- to, sotto il governo di Cosimo 111 fu lun-
no meraviglia, aperte da 5 porte, e ab- gamente detenuto perso anni il mate-
bellita da altrettante fonti d'acque lim- matico Lorenzo Lorenzini fiorentino, che
pide e cristalline, oltre due maggiori nel vi compose parte delle sue opere, cioè
colnco della città, quia e là vedendosi le Sezioni Coniche, che inedite si con-
statue e iscrizioni, che fanno certa testi- servano nella Magliabecchìana. Dall'esse-
monianza di sae antiche glorie, avanzi re destinata la città a luogo di castigo,
delle passate grandezze. Nel capitanato dal venire considerata comeil capoluogo

di messer Gualtieri duca nominale d'A- della Maremma, e per l'inesatta relazio-
lene, per compiacerlo, i volterrani fab- ne diqualche troppo leggiero viaggiato-
bricarono la fortezza. 11 locale è circon- re, invalse ne'tempi addietro l'errore che
dato da grosse muraglie, con piazzale in l'aria ne fosse malsana e perniciosa, men-
mezzo della figura d'un parallelogram- tre per lo contrario è sommamente pu-
ma. A settentiione della piazza esiste il ra e salubre. Non manca di palazzi e di

casserocomunemente chiamato la Fem- buoni fabbricati per abitazioni. Ha il re-


mina, innalzato nel i343 presso la por- gio teatro Persia Fiacco, e il Circo di
la a Selci, mentre il cosi detto Maschio Valle Buona per corse di cavalli col fanti*
che chiude il parallelogramma dal lato no e altri spettacoli- I palazzi Pubblico
d'ostro, fu ordmato nel 474 ^^ Loren- 1 e del Pretorio sono le due fabbriche ci-
zo de Medici il Magnifico. Apprendo viche le più cospicue che si alzano una
dalle Notizie di Volterra^ di Cecina e di contro all'altra, con due eminenti torri
di Dal Borgo, delle quali pure molto nella piazza Maggiore. Della coslruzioue
profitterò, che tosto le carceri più bas- della prima, per la residenza del supre-
se e orribili del Maschio, pe' primi le mo magistrato e per l'adunanza ds'coa-
provarono i fratelli e i cugini de' Pazzi sigli, si hanno memorie certe in una i-

nel 14?^) <^^pi della congiura contro i scrizione posta sulla porta d' ingresso,
de Medici. Nell'interno della fortezza e- cioè del 1257 mentre era podestà di Vol-
sistono gli stabilimenti penali e correzio- terra la 2." volta Buonaccorso di Bellin*
nali delle case di forza e dì detenzione, pe' citine Adimari di Firenze. In origine
quali si eseguirono grandiosi lavori onde questo palazzo servi di residenza agli an-
ridurre il locale al sistema del medio iso- ziani o difensori del popolo, i quali più
lamento. La casa di detenzione ha nu- tardi piesero e conservano tuttora il ti-

merose celle, e quantità corrispondente tolo di priori, presieduti dal gonfalonie-


di laboratorii, e trovasi dentro il recinto re della città. Noo può dirsi lo stesso
chiuso, nel centro del quale ergesi il Ma- sebbene sia
della fabbrica del Pretorio,
schio, di cui sulatueule le carceri superio- da credersi pure opera dello stesso se-
V OL VOL 49
colo XIII, per averlo cominciato ad a> stimonìanze visibili di molle iscrizioni t

bitare il podestà, e i capitani del popolo monumenti antichi, molti de'qualì furo»
appena istituiti, almeno i secondi. Impe- no indicati al p. Leandro Alberti dall'an-
rocché ricavo dalle Notizie di P'ollerra, tiquario volterrano Zacchia Zacchio, e
che la serie de'suoi podestà principia da dall'Alberti 1 iteriti nella Descrizione di
Enrico nel i igS e prosiegue sino a De La primitiva cattedrale di
tutta l'Italia.
Tonelli di Foligno del 1470; e quella de' Volterra più non esiste, e l'Ughellidice
capitani del comune del popolo princi- essere stata sotto l'invocazione di s. Pie-
pia con Rainerio Morie de Luca del 128 i tro principe degli Apostoli. Senza far con-
e prosiegue fino a Francesco della Rena to della tradizione popolare che suppone
che continuava a governare nel lySb. quel duomo esistilo nel luogo del Castel-
In vece il Repetti dice che il magistnito lo il Maschio, dove
davanti si vedono

de'capitani fu introdotto io Volterra tuttora fondamenti 4:1 grandioso pa<


i

prima del 1255. Attualmente il palazzo lazzo de' Belforti, tutti i documenti su-
Pretorio trovasi, per recenti rislauri e perstiti tendono a dimostrare, che ov'è
ampliazione di comodi, capace alla resi- tuttora fosse senipre ebislito l'antico duo*
denza di qualsiasi magistratura giuridi- mo. Notai nel voi. XI, p. 253, e XCVII,
ca, con sale di udienza, cancellerie, car- p. io4, che Papa Calisto II in Volterra
ceri e altri uffizi. La pittura esprimente a'20 maggio I 120 (il Repetli dice i 12 i)
la Giustizia, che Daniello Ricciarelli di- consagrò la cattedrale, sotto il titolo della
pinse a fresco con altre figure nel salone B. Vergine Assunta in Cielo, alla presen-
di questo palazzo, ultimamente fu egre- za di 12 cardinali, fra'quali Azza (f^.)t
giamente trasportata in tela e collocala dell' arcivescovo di Pisa, e di 12 vescovi
nella sala dell'adunauzedel palazzo Pub- (meglio 5 oltre il diocesano Rogero II)

blico o comunitativo. Inoltre in quest'ul- e che consagrò pure altre chiese, e lo


vi

timo vi è il Museo, ossia una raccolta conferma il Cecconi, // sagroritodi con-


d'antìchilà etrusche e romane, situata sagrate le chiese, p. 7 1 1 . Dovrò riparlar-
nel quartiere terreno. Questo Museo eb- ne a tale epoca nella serie de' vescovi.
be principio neliySi, e più tardi il ma- Venne ampliata nel I254 dal celebre
gistrato civico fece acquisto di varie urne Nicola Pisano, e finalmente restaurata e
cinerarie d'alabastro, scoperte nelle pen- abbellita nel i843 dalla pietà de' vol-
dici settentrionali della città. Ma chi lo terrani, sotto la direzione degl'ingegneri
rese ricchissimo fu mg.' Mario Guarnac- Mazzei e Solaini. Questi nello scoprire
ci, il quale neh 76idonò al pubblico la l'antiche sostruzioni, parve d'aver trova-
sua copiosa raccolta, proveniente da e* to dentro in sua area indizi di due chiese
stesissimi scavi fatti intorno e lungi dal- stute edificate in tempi e a livelli diversi;
la città. In tal modo nel giro di 3o an- e si é anche dubitato che il coro e la
ni ebbe principio e incremento questa crociera fossero d'una costruzione poste-
ricca collezione di oggetti etruschi e ro- riore. Certo è, che nel rifare nel 1842 i
mani, tanto scritti, come figurati, capace fondamenti del presbiterio Irovaronsi
essa sola di richiamare in Volterra gli tracce d'un semicerchio smaltato in mu-
eruditi forestieri e nazionali,e della quale saicoa colori, molto simile a quello del»
ne fecero succinta descrizione il Giachi le 3 navate, ch'erasi rinvenuto un brac-
nelle sue Ricerche, il Gori nel Museo cio sotto alpavimento attuale. Se il Pi-
Etrusco, e la Guida di otterrà. La F sano non mostrò tutto il suo ingegno
città innanzi lo stabilimento del museo allorché architettava questo duomo, au-
civico, come accennai col Marchesi, pre- mentandolo fino a 22 colonne nelle na-
sentava per le piazze e per le strade te- vi, ed erigendo il presbiterio, egli però

VOL. CUI. 4
So VOL VOL
ne trasse il miglior partito che potè, or- di tal colore al cappello fuori della chie-

nandolo anche esternamente con molla sa,non però in Roma. Osserva Bepetti,
seiuplicilà. Assai più lardi, nel vescova- che nìuna cattedrale di Toscana, come
to di Serguidi, cioè nel 1^74 si esegui- questa di Volleira, ebbe nel secolo XI
rono altri abbellimenti, fra'quaii i capi- un capitolo composto di 5 dignitari e di
telli da Leo-
corinti a stucco, lavorati 4o canonici. Aderente al duomo è il pa-
nardo Ricciarelli nipote del celebre Da- lazzo vescovile, buono e decente edificio.

niello. La sonìlla della maggior nave e Annessa alla cattedrale è la cura d'ani-
delia crociera l'eseguì Francesco Cip» ia- me della parrocchia, propria del ca(>ito-
ni detto di Volterra, fìnchc nel 1 842 lo, il quale la fa esetcitare da un vica-

mediante pie elargizioni e quelle del rio curato, coadiuvato da due cappellani
vescovo Giuseppe Gaetano Incontri, fu ad ntilum dello slesso capitolo. Mei duo-
incaricato il suddetto Mazzei a dirigere mo non vi è battistero, e l'unico delia
il grandioso restauro di tutta la catte- città è nella prossima chiesa di s. Gio.
drale, mentre al Solaini fu data la di- Battista. E' un edifizio cospicuo del me-
rezione del presbiterio, che l'encumiato dio evo, di figura ottangolare, a similitu-
vescovo fece eseguire a tutte sue s|)ese. dine di molti altri battisteri antichi, si-

Questo tempio è una gallerìa^ per le mol- tuato couìe quelli dirimpetto alia faccia-
te tavole che lo adornano dipinte in gran ta del duomo. Sebbene di questo balli-
parte da artisti volterrani, fra le quali o- stero non restino memorie anteriori al
peie d'arti non è da tacersi l'altare mag- secolo X, e che la 2.* sua restaurazione
giore di marmo fatto erigere nel i83l scenda i283, pare che la sua 1/ e-
al

dall'arcivescovo di Pisa Agliata, già pa- poca rimonti all'istituzione della diocesi
store di questa chiesa; né il cenotafio del volterrana. La notizia più antica deli."
volterrano Gaetano Incontri arcivescovo battistero conservasi in un istiuuienlo
di Firenze e zio del nominato, eretto a del capitolo maggiore del 989, col quale
spese del clero volterrano, cod opera l'aicidiacono della cattedrale die' in en-
dello scultore Cosloli di Firenze, onde fiteusi a Pietro suo padre luttociò che
perpetuarne l'effìgie nel tempio maggio- apparteneva di s. Ottaviano
alla chiesa

re di sua patria. Nella cattedrale sì vene- (lidotta ad oratorio nel i56o) e al ca-
raito ss. Reliquie. Il capitolo si compone pitolo della cattedrale, per conto della
di 6 dignità, delle quali è i
.'
l'arcidiaco- pieve di s. Giovanni posta presso il duo-
no, di 1 I canonici comprese prebende le mo e la sua canonica. Inoltre il padrona-
del teologo e del penitenziere, di 8 cap- to dello stesso capitolo sul battistero
pellani o beneficiali, e di altri preti e maggiore è dimostrato da altro docu-
chierici inservienti al divin cullo. Seb- mento del 995, col quale il vescovo Pie-
bene le dignità e canonici già godessero tro col consenso de'suoi canonici trasferì
l'insegne corali della cappa magna con ilpadronato della chiesa di s. Gio. Balli-
fodere di pelli d' armellmu, e della colla sta in altre persone, con l'onere di farla
sul rocchetto, tutta volta Fio VII in consi- uffjziare da 8 preti. Fino al 1078 que-
derazione deirantichità del capitolo, de- sto tempio conservò il titolo di pieve
gno di nuove onorificenze, e dì e$^ere maggiore della diocesi. Fra le sue opere
Volterra patria di Papa s. Lino, col bre- artistiche merile\uli di menzione, è una
ve j^fjostolicae beulgtutatis, de' 2 1 di- tavola di INicola Circignani detto delle
cembre 1821, Bull, lioin. coni. 1. 15, p. Pomarame, dipinta nel 1592; il batti-
466, concesse alle dignità e canonici stero di marmo lavorato in figure del
l'uso in chiesa e fuori del collare e del- i5o2^ di Andrea da s. Savino; ed mi
le culzfc di seta paonazza ^ de! fiocco di seta gruuUtuso ctbuiio iu marmo bianco sta-
VOL V O L tt

tuario COD graziosi ornali, figure in ri- collegiata e prioria innanzi che fosse sop-
lievoead allo rilievo, il (|iiale sprvìaM'al- pressa e riunita alla cura della chiesa pre-
tare maggiore della cattedrale, opera del Masi rientri io città. Senza ram-
cedente.
celebre Mino da Fiesole. Altre rhiese mentare altre chiese e oratorii, che han-
parrocchiali della città sono, s. Michele no le 4 ''ase religiose o conventi, due i

prioria, e s. Pietro a Selci in s. Agostino monasteri di monache, cioè le Clarisse di


prioria, le quali abhracciano una popo- s. Lino e Toblate del regio conservatorio

lazione anche fuori della città. Di più con convitto, ed i diversi sodalizi, le han-
nel suburbio esistono 3 chiese parroc- no altresì il collegioe il seminario, di cui
chiali, cioè ne' borghi, e sono s. Ale<san- vado a parlare. Dell'istruzione pubblica
dr.i, prioria; s. Giusto, badia, già s. Mar- fa parte una buona libreria aperta al pub-

co, prioria; Giusto e Clemente, già in


ss. blico due giorni della settimana nel pa-
8. Stefano, prioria. Ne'sobborghi vi è pu- lazzo civico, donata essa pure dal loila-
ra Girolamo, a porta s.
la rettoria di s. to prelato Guarnacci , che le assegnò un
Francesco. La detta chiesa de'ss. Giusto annuo legato sufficiente a mantetiere bi-
e Clemente era lap'ù antica del sobbor- bliotecario, custodì, ed anco per au-
go di porta s. Francesco, innanzi che la mentarla di Es-
libri utili all'istruzione.

vecchia fosse assorbita dalle voragini sa è composta di pù


che 12,000 vo-
delle balze, per timore delle quali fu ab- lumi fra'
, quali molti codici e alcune
bandonata e profanata nel 1778 anco la pergamene. Rinomalo è il collegio di
Tìcina chiesa parrocchiale di s. Marco, «. Michele de'pp. delle iVcv/o/e P/e. Spet-

trasportandone la cura nella mentovala tava direttamente alla istruzione pub-


e più distinta badia camaldolese di s. blica la misura presa d;»' rappresentanti
Giusto. L'antica chiesa de'ss. Giusto e dp| comune di Volterra, allorché a' 6
Clemente era stata edificata verso
690, il maggio 360 del iberarono eleggere ogni
I

quando sotto il vescovo Gaudenziano la anno un maestro pubblico di gramma-


fondò il longobardo Alchis castaido di tica e di rettorica, siccome fecero nella
Volterra, come leggesi in un marmo af- persona di d. Pietro di Citerna, il quale

fìsso alle pareti del coro del moderno fu anco rieletto alla stessa cattedra per
tempio eretto nel 1628 in luogo del i." nn anno Più tardi, nel 171 i
nel 1369.
alquanto distante e più elevato, col di- la canonica di s. Michele venne assegna-
segno di Giovanni Coccapani e co' mezzi ta a'pp.scolopii per erigerla in un ateneo,
forniti dal comune di Voi terra, che per vo- deve la gioventù volterrana riceveTislru-
todel popolo tiene i due Santi titolarla zione gratuita nella calligrafia, ai it«nelica,
protettori delia città; altri protettori es- grammatica e rettorica. Inseguito vi fu-

sendo Hapa s. Lino, s. Vittore e s. Ot- rono aggiunte altre scuole superiori, ol-
taviano. Questo magnifico tempio è va- tre quelle del disegno e degli esercizi ca-
sto e ad una sola navata, sfogato al se- vallereschi per un convitto di alcuni to-
gno che il eh. astronomo p. Giovanni scani ed esteri che trovasi ivi aperto. Il

cav. Inghirami preposito generale delle Supplemeofo al n. 27 delle Notizie del


scuole pie, volle lasciare un contrassegno Giorno di Roma i\ A 1846, pubblicò la
«Iti suo affetto alla patria con istabilire seguente lettera scritta da Volterra ilf."

pavimento uno de'pochi gno-


nel di lui luglio.» La sagra esultanza, sentita e m««
moni che contano alcune delle primarie nifestata d.ill'ordine regolare delle ScuO'
città d'Italia. Nello stesso sobborgo, pres- le Pie (^.) in tutti i suoi stabilimenti
so questo tempio, esiste la piazzetta di per la faustissima esaltazione del Sommo
Pratoenarzio, detta anche di s. .Stefano, Pontefice Pio [K (F.), è giunta al suo
dagli avanzi d'una vetusta chiesa stata colmo in questo collegio, che si gloria di
54 V OL V OL
coronareil novero de'snoi allievi col nome dotto a convitto, dove da ultimo si tro«
augusto di tanto Padre e Sovrano ;* e dal vavano circa 60 convittori (il Repetti qui
collegio dilTusa per la tutta la nostra città è non è chiaro: dice stabilitovi il semina-
divenuta simile a pubblica splendidissima rio nel i8or, ove dal 1802 si ricevono
festa. Con gran pompa di elegantissima a convitto e si v'insegnano la lingua la*

paratura, di faci innumerevoli e di scelta lina e altre scuole a circa ^o chierici


musica furono nella chiesa delle scuole convittori. Poi nel Supplemento avverte,
pie solennemente celebrate le sagre fun- che il seminario fu ridotto a convitto
zioni, parte dal celebre p. Giovanni Ioghi- nel 1789. Dunque vi fu stabilito prima
rami superiore generale dell'ordine, che del 1789?). La chiesa di s. Andrea del
vanta la bella sorte di essere stato pre- seminario era una delle pievi presso le
cettore del giovane conte Giovanni Ma- mura etrusche posta a levante della cit-

ria Mastai-Ferretli, parte dall' Ill.mo e tà, nel cui borgo la gran contessa Ma-
R.mo nostro vescovo mg/ Giuseppe Gae- tilde marchesana di Toscana, nel febbra-
tano Incontri, che al medesimo conferì io 1078 celebrò un placito a favore della
la prima clericale tonsura cosi bene au- mensa volterrana,oltre un contratto me-
gurata. La facciata della chiesa e tutto no antico del i 70, col quale fu donato
1

l'esterno del collegio si distinsero per co- un pezzo di terra alla pieve di s. Andrea
piosa e vaghissima illuminazione a dise- in Postierla. Nel i339 fu edificato pres-
gno, ritraente l'archittetura di esse fab- so questa chiesa un claustro grandioso
briche. La banda civica rallegrò a lungo per abitarsi da'inonaci Olivetani, i quali
lacitlà con armoniosi concerti. 11 ritratto vi restarono fino alla soppressione del
del Santo Padre somigliantissimo al vero, 1783, dopo la quale la vasta fabbrica fu
che già in divise cardinalizie decorava destinata al presente uso. Negli ultimi
la sala del collegio esposto in ador-
, anni si stabilirono nel palazzo civico due
na sede a tutti accessibile, a sé traeva scuole pubbliche, una di disegno e l'altra
gli sguardi universali de' volterrani, e di musica. Vi sono le accademie de Riu-
dell'immenso popolo accorso dalle vici- niti ede Sepolti. Osserva il Repetti, che
ne campagne. Possa perenni moltissimi questi due stabilimenti letterari potreb-
confortare il mondo cattolico delle sue bero servire d'appendice all'istruzione
paterne benedizioni e beneficenze un pubblica, se gli accademici si riunissero
tanto Pontefice, che molti di noi ricor- più spesso, e dassero alla luce qualche
diamo veramente commendevole negli buona lezione. Volterra ha suoi speda- i

studi e nella pietà, e per la dimora ch'e- li. L'ospedale di Maria Maddalena e-
s.

gli ha vantiamo presso che


fatto tra noi sisteva fin dal secolo XII in via Nuova,
nostro concittadino Tali erano voti di
1 i ora palazzo Lisci, cui in seguito fu-
tutta Volterra espressi con ogni più vivo rono uniti i beni di altri 4 minori spedali
ed appassionato segnp di gioia e tripudio della città e di quelli de' contorni. Più
veramente indicibile". Il seminario di s. tardi fu traslato nella via del Campanile,
Andrea a porta Marculi o in Postierla, e finalmente ridotto nel 1790 nella for-
serve di tirocinio all'istruzione morale e ma attuale sotto la tutela del sovrano e
letteraria d'una quarantina di giovinetti l'aramioistrazione del comune. Non man-
di vari paesi della diocesi che sogliono cano altri stabilimenti benefici e carita-
iniziarsi al chiericato. Il seminario ve- tevoli. Anche i fratelli della compagnia
scovile cominciato dal vescovo Serguidi, della Misericordia, eretta sul principio
e meglio eretto verso il 1 64o dal vescovo del secoloXVI, adempiono con zelo alle
Sacchetti, sistemato nel i686 e poscia opere di carità verso loro simili, imi- i

traslato in questo luogo, nel 17B9 fu ri- tando fedelmente l'esempio della madre
V OL VO L 53
delle Misericordie di Firenze. Vi è pure nel quale si legge: che se i vescovi di Vol-
il monte di pietà. Volterra ebbe la zecca. terra vorranno fare moneta, i zecchieri
Dell'antiche monete etrusche colla leg- devono da 3 buoni uomi-
essere assistiti
genda Velatri^ attribuite a Volterra, a ni, nominati dal podestà del comune, ii

Felletri e ad altre città, riparlai ne' voi. quale ogni anno nel febbraio dovrà io-
LXXVIII, p. 90 e 9 i.LXXXIXp. 255. ti mare il consiglio generale ^ro mone'
Narra il Repetti, che senza far conto d'un la facienda in civi tate, f^ulterrae vel in
documento deli 1 58, salvo errore di da- districtu, nel modo che verrà da quel
ta, citato dald.' Fabroni nella sua lezio- consiglio stabilito. Da un atto del 12 (3
ne delle Monete di Arezzo^ non vi ha dell'archivio vescovile di Volterra, si trae
dubbio che Volterra contava la sua zecca il valore di sue monete, in cui si dice cam-
innanzi che l'imperatore Enrico VI con- biare una marca d'ottimo argento contro
cedesse nel I 189 questa regalia al Pan- 1 00 soldi, ossiano 5 di denari volterrani.

Docchieschi vescovo e signore della città Quanto alla bontà di tali lire ne' secoli
(le Notizie di f^ollerra riportano i pri- XIII e XIV erano esse accettate non so-
vilegi da lui e dal padre Federico Icon* lo nelle Marche e in Romagna, ma per
cessi). Però devesi al volterrano Pagnioì tutta la Toscana e altrove. Il vescovo Ra-
la notizia più antica della zecca volter- nieri di Belforti fece batterle erose, nella
rana mercè l'indicazione di due atti del sua zecca di Berignone, castello del terri-
i.^giugnoi 169 e de'g gennaio 175, ne' i torio. Il medesimo con ordine emanato
quali si contratta in lire e a moneta di nel 1 3 1 5 dal cassero di quello, die' licen-
Volterra. Sono probabilmente quelle li- za a diversi suoi zecchieri di poter coniar
re volterrane vecchie ch'erano in corso moneta con l'impronta da una parte del-
anco nel i 196, come rilevasi da un ro- l'immagine del vescovo parato in pontifi-
gito. Inoltre il Pagnini rammenta più cale, e la leggenda: Episcopus Rainerius;
alti di vendita fatti in Volterra dal 1204 e dall'altra parte con una Croce (come
al 1 234, ne'quali tutti si contratta a mo- quella che si rappresentava nell'armedel
neta volterrana. Il Muratori nelle Dis- popolo volterrano), e nel suo contorno le
sertazioni, Dissert. 27.': Della Zecca, lettere: De Fulterra. Aggiungesi nello
e del diritto o privilegio di laltef mo- stesso ordine, che la moneta debba con-
neta, dice nel 574, non aver
t. 3, a p. tenere 7 oocie d'argento e 5 di lega per
potuto trovare alcuna moneta di Vol- ogni libbra di peso fiorentino, e che sia
terra, e solo ne inferì l'esistenza di sua prima saggiata e approvata dal saggiato-
zecca da un istroinento scritto nel I23i re vescovile; e qualora tal moneta fosse
in Rieti, col quale Papa Gregorio IX in- trovata di minor peso e di meno quanti-
vestì del comitato d'Ascoli il vescovo di tà dell'argento prescritto, si debba rifon-
quella città, sub annuo censii centiini li- dere per ridurla del peso e bontà voluta
hrariini Vidleranensis inonetae. Il per- dal detto ordine. Rispetto alla valuta de'
chè il Zanetti, Delle Zecche d'Italia, soldi volterrani, il Pagnini riporta la ri-

aggiunge, aver le monete e lire di Vol- cevuta rilasciata nel i335 dal vescovo
terra in Fermo un giro grandissimo, e R.anieri a un sindaco della badia di Mor-
per nulla inferiore a quelle di Ravenna rona, che gli pagò soldi 4^ di denari u-

e di Ancona. Un capitolo degli Statuti di suali pisani equivalenti a soldi i5 di mo-


Volterra del 1 232 (di essi trattano le neta volterrana, che quel monastero do-
Notizie di /olterra, come furono ricom- veva d'annuo censo alla mensa vescovile.
pilati da Roberto re di Sicilia e loro ag- Che vi fossero in quel tempo monete e-
giunte, e degli Statuti del 1 365^ dei 368 1 rose e d'argento quasi puro, lo dà a cono-
e del i4i 1), tratta de moneta facienday scere il credito che nel secolo XIII ebbe
54 V O L VOL
all'estero la lira di Volterra. Che poi il p. 83, col. I.', linea 4-') 1^ data di sua
diritto di batter luoDeta passasse dal co- ordinazione, per fallo tipografico è anno
mune di Volleria ne'suoi vescovi, e vice- 96, mentre dev'essere 56, e fa anacroni-
versa, si può rilevare dagli atti de' loro smo colla vera seguente dell' elezione al

archi vijdagli statuti del comune Volterra- pontificato). Contrastano Volterra, Bie-

uo, e dagli atti de' difensori della libertà da e Polimarzio d'aver dato natali a i

di Volterra ne'capitoli di conveuzioni co- Sabimano (F.) fatto Papa a*i3 settem-
gli E nel i3i5
appaltatori della zecca. bre 6o4- Ebbe pure arcivescovi e vesco-
fu proibito il monete allora
corsu delle vi, e quelli della patria li riferirò nella

coniate da'cortonesi, mentre nel i32i la serie; ed altri prelati, fra' quali si rese
repubblica fiorentina proibì i fiorini d'o- più celebre il già lodato Mario Guar-
ro stali tosali, le monete di Perugia, nacci decano de' votanti di Segnatura e
di Cortona, di Lucca, e quelle che il canonico Lateranense, continuatore dei
vescovo Ranieri di Volterra faceva bat- Ciacconio nelle Filae Pontificiint Ro-
tere nel suo castello di Berignoue, oltre manoruniy et Cardiiialium, compilate
altre di altri. Si può vedere il Vettori, // per ordine di Benedetto XIV, e autore
Fiorino d'orOy p. 194 e aoi. Il mede- delle Origini Italiche, e di altre opere.
suiio vescovo e in detto anno accordò Cosimo inghirami canonico Liberiano,
facoltàad una società di monetieri, di esimio dottore, filosofo e poeta.
Bernar*
battere moneta in Cerigoone di 7 oncie dioo Inghirami votante di Segnatura e
d'argento e 5 di lega per ogni libbra. segretario de's. Riti, A. Cecina discenden-
Dupo la metà del secolo XIV non si te da' red'Etruria, primo tra gli auguri,
rammenta più né le monete né la zecca celebrato da Cicerone, e da cui discesero
di Volterra, poiché i piccoli neri, proba* altri illustri. A. Persio Fiacco poeta sa-
bilmeultì per concessione de' vescovi vol- tirico, fìoritosottoiNerone. Raffaele Maf-
terrani accordala agli abbati del mona- fei (da (|uesto stipile derivarono i Malfei
siero di s. Galgano, si fu^isero coniati in di Verona e di Roma, in cui fiorirono
quella grandiosa badia di Muntesiepi, i- cardinali, vescovi e personaggi dottìssi*
gi'orandosi r epoca. L'antica arme di mi) detto il FoUerrano o rolaterranusy
Volterra era ed é il Grifo che afferra co- Dato nella metà del secolo XV, scrittore
gli artigliun Serpente, sebbene il popolo apostolico di Paolo (comedi Eugenio II

prese per arme la Croce rossa in campo IV lo era slato suo padre Gherardo, e
bianco. Il sigillo pure si formò del Grifo segretario di Calisto 111), compose Com-
colla Vipera u Serpente. Nella torre so- mcntarioruni rerum Urbanorum, così
pra il palazzo pubblico, é posta in mezzo intitolati perché li scrisse in Uoma ; Coni-
l'arme del comune, e da una parte quella mentaria de ìMngislraiibus et Sacerdo-
del popolo. Fiorirono in Volterra molti ùis Rornanoram ; Fiiae Sumnwruni
illustri, in santità di vita, nelle dignità Ponlificwn Sijcti IF,ct Innocentii F lU^
C' clesiasliche, nelle sciente^ nelle lettere, JlfXandri /'/, Pii Ilf, Venetiis i5i8;
nelle arti e nell'armi : qui mi limiterò a Pila s. Vicloris niartyriv, cum translU'
riterirne alcuni, ed altri in progresso liane rtliquiariini ejus /^olaterraej etl
dell'articolo. Dopo il glorioso martìrio di altre opere, Jacopo Gheranli o proba-
8.Pietro, avvenuto a'29 giugno dell'an- bilmente de'Maffei, detto il follerranOy
no 69, senza che vacasse la s. Sede, nel segretario del cardinal Jacopo Amman-
dì seguente fu eletto 2.° Sommo Ponte- Pavia, di Sisto IV, d' In-
nati detto di
tioe s. Lino ( y.) di Volterra della fami- nocenzo Vili e di Giulio 11. Scrisse il
glia. Mauri o Morigia, già suo Ficario Diariuni Rontanum dall'anno i479 "'
ili Ixuina (nel quale articolo, o voi, XCiX, 14^4, ossia giornale urbano di Ruuiu,
VOL VOL 55
di quanto in essa e nella corte dì Sisto Roma ha Chiesa di s. Giacomo
di lui la
IV accadde, presso il Muratori, Rerum degU Incurabili [F. : ma al presente vi si
ffnlirarnm Scriptores, 23, p. 85, il t. operano grandi ristauri),il Palazzo Lnn-
qiirdecrede che fosse spinto più innanzi, celioni {
f^.) e altro. Tommaso Fedra In-
e che continuazione siasi perduta. Mu-
la ghirami, letterato insigne del XV seco-
ratori prova altresì, che Jacopo da Vol- denominato F<'^rrt dalla celebre omo-
lo,

terra fu confuso col detto cardinale dal nima tragedia che compose, cui concesse
Vossio e dall'Alberti, forse indotti in er- la laurea di poeta l'imperatore Massimi-
rore, perchè nell'edizione de' Comnien.' liano ì e per lo stemma l'aquila bicipite:
tari deli'Aminaiinati vescovo di Pavia, i fu canonico Vaticano e accolito pontifì-
due primi hbri sono intitolati: Jacobi cio. Jacopo Inghiramì, ammiraglio delle
cnrdinnlis Ptipic.nsis; ed i susseguenti, galere toscane sotto Ferdinando I, e co-
Jticohi f'oltcrrnni rnrdinalis Pap'wnsis. mandante di esse all'espugnazione di Ro-
Inoltre compilò la f'^ita di tal cardinale, na nel 1607, e in altre prodi imprese.
e un Diario t\e\ di lui viaggio in Toscana Raldassare Franceschini detto Volterra-
e ritorno in Kcjraa, e ad esso si deve la no il giunioie, per distinguerlo da Ric-
conservazione dell' Epistole e de Coni' ciarelli, valente pittore, massime a fresco.
mentori del medesimo cardinale. Fmal- Cav. Belisario Vinta, i.° segretario di
menle Jacopo Gherardi Volterrano, fun- stato del granduca Ferdinando I, detto
se vane legazioni per Innocenzo Vili, V Alcide della Toscana. Wào Mannucci.
al duca di Milano, alla repubblica fio- Giovanni Villafranchi. Gio. Francesco
rentina, ed a Ferdinando re di Napoli. I Pagnini, autore dell' eccellente trattato
Nel i5i4 Leone X lo lece vescovo d'A- sulle Decime. Riguccio Galhizzi storico
quino, e pieno di menti morì in Roma del granducato di Toscana.Fahv'\i\o In-
nel settembre i5i6. Paolo Alessandro contri valoroso colonnello pontificio. An-
Malfei, di cui si hanno più opere, e solo tonio Serguidì i.° segretario di stalo di
ricorderò f^ita di s. Pio f^; L'immagi- Cosimo I, Francesco I e Ferdinando /
ne del yescovo rappresentalo nelle virtìi grauduchi. Camillo Guidi letterato e po'
di Boxsuet. Daniele Ricciarelli detto da litico insigne, ambasciatore a più sovra-

f'ollcrra pittore e scultore, sommo in ni, ed in Francia ultimò il maritaggio

ambo le ai ti, il suo capo d'opera è la De- d'Enrico IV con Maria de Medici. Camil-
posizione dalla Croce nella Chiesa della lo Gnidi ammiraglio e generale di Cosi-

ss. Trin'tà de' Alanti (/'.) di Roma, dal mo III, che si distinse in militari impre-

Poussin annoverato tra' capolavori della se.Di tale famiglia fiorì Paolo Francesco
pittura, colla Trasfigurazione di Raifaele, suo figlio, prima vescovo d'Arezzo, indi
eia Comunione di s. Girolamo del Dooie- arcivescovo di Pisa. 1 Minacci vantano
nichino amato dal Buonarniotì, si vuo-
: molti illustri, e per ultimo Ferdinando
le ohe lo aiutasse, lìgli poi impedì che arcivescovo di Firenze. Storico patrio fa
nella Cappella Ponli/icia{f.) della Si- Giuseppe M.^ del Rava, altro essemlolo
slina toglieS!>e il famoso Giudizio fina-
si Lorenzo Aulo Cecina. £ per non dire
le di Ruonarruoti, velandone con panni d'altri, fratelli p. Inghirami sullod.ito e
i

sottili le parti nude indecenti, onde fu cav. Francesco ben cogniti per le loro in-
detto il Bragheltone. Per la patria di- teressanti e applaudite produzioni scien-
pinse inessa la Strage degl'Innocenti, che tifichee letterarie. Il Marchesi nella
meritò collocarsi nella galleria di Firen- Galleria dell'onore, riporta un copioso
ze. Suo nipote e allievo Leonardo Ric- novero d'illustri volterrani, vescovi, ca-
ciarelli, fu valente stuccatore. Francesco pitani eletterati. Nel 1845 Volterra can-
da Volterra scultore e «neglio arcb- tetto ; tava circa 12,000 abitanti. Altre anti-
56 VOL VOL
cbilà di Volterra sono la sotterranea ca (Il Marchesi in vece dice : Le acque
Piscina Etrusca e le Terme antiche. La salse estralle da'pozzì, ed a forza di fuo-
i." situala presso la cortina naeridicuaie co consolidate, somministrano tanta co-
del Maschio, è un ampio edifizio che ser- pia d'ottimo sale, che sovrabbonda al
vì di conserva d'acque, con alte volte, consumo ordinario della Toscana.) Esi-
scoperta dal Gori. Gli avanzi delle ter- stono poi a Monte Catini e a Monte Ca-
me, fatte costruire dall' imperatore Co- stelli miniere di rame ; cave di zolfo a

modo, le scoprì mg/ Guarnacci neh 761 Fontebagni presso la Pomerance e ne'
vicino alla Postierla chiusa di s. Felice, contorni; calcedonie e pietre dure di va-
ì musaico si collocarono
cui bei pezzi di ri colori a Monte Rufolij a Monte Cer-
nelmuseocivico. Rimontanoalllsecolodi boli e Castelnuovo i così detti Lagoni,
nostra era e si formavano di 6 stanze, con dalle cui acque bollenti, pregne di zolfo

colonne e fregi di marmo. Negli scavi del e di diverse sostanze saline, si ricava in
segnatamente dal 1730 io poi,
territorio, copia acido borico puro, con cui si com-
furono trovati ipogei, sepolcri, avanzi di pone il sottoborato di soda, ossia borace,
fabbriche, iscrizioni, sculture e anticaglie per mezzo dell'evaporazione in caldaie di
etrusche. Da essi si conobbe che le rino- piombo riscaldate dall'abbondante vapo-
mate raanifalture d'alabastro di Volter- re che s'innalza da'Lagoni medesimi, in*
ra principiarono al tempo degli etruschi, gegnosamente coartato e incanalato; ivi
nia in seguito per molti secoli cessarono, presso celebri terme salutari saline, dette
e solamente si torna a trovare urne sto- Bagni a Morbaja\ Mocaio carbon fossi-
riate e alcune statue scolpite nella pietra le; altroveallume, amianto, raiemite, ve-

tufacea di grana fina o luraachella, sulla triuolo, e tanti e tanti altri minerali e
fine del secolo XV e successivo. Uno svi- non comuni prodotti naturali che trop*
luppo assai maggiore degli alabastri vol- pò lungo sarebbe il noverare, e che qua-
terrani si è mostrato da circa il decli- siad ogni passo, per così dire, si rinven-
nar del passato secolo in qua, special- gono, come ne fanno fede il Targioni, l'in-
mente in vasi, colonnine, tavole a colori gegnere Carlo Martelli nel suo opuscolo
e in lavori di ornato in varie forme, che pubblicato nel i843 col titolo di agri-
ognora vanno con eleganza ralTmandosi coltura, Industria e Saline J^ollerra'
mercè gli studi del disegno, producendo ne, ed altri rinomati geologi, in delti e
un profìcuo ramo di commercio per gli in altri luoghi egualmente compresi nel
artisti della cilià. Non mancano altre in- territorio di Volterra. In addietro diverse
dustrie, ed é notevole quella del ramaio. cave prossime alla città somministrava-
Ogni sabbato vi è il mercato, e vi hanno no a' volterrani il parlato alabastro, ma
luogo due fiere annue, la i." a' i6 ago- dappoiché furono attivate le cave della
sto, la 2." nel terzo lunedi di settembre. Castellina marittima, distante 6 leghe
II suo territorio produce vino, olio, gra- da Volterra, che danno un alabastro più
no e altri generi; abbonda di molte pro- bello, di là si trae la maggior parie della
duzioni che richiamano 1' attenzione del pietra greggia per lavorarsi nella città,
geologo e del naturalista. Alle mentovate dove sempre crescente industria va
la

saline, vi sono pozzi di acque inservien- procacciandosi nuovi mezzi di smercio


ti alla manifattura, le quali riescono per in incessanti spedizioni in tutta l' Euro-
tenere disciolte porzioni di cloruro di so- pa, nell'America e anche nell' Indie o-
da, ovvero salgemma, che nel soggiacen- rientali. Molti sono i corsi d'acqua che
te terreno si trov.i disposto in più. o me- attraversano questo territorio, il maggio-
no profondi ed estesi strati alternati eoa re e il più molesto di lutti è quello del-
metlaione compatto unito a calce soltati* l'impetuoso fiume Cecina; di minor mo-
VOL VOL 57
Je sono le due Eia viva ed Era morta, che pubblico professore dell' università Pi-
nate nel comune di Volterra si aumen- sana, Pisa 1758, per Gio. Paolo Gio-
tano per via co'tiibuti di vari torrenti. vanelli e compagni, stampatori dell'Al-
Sorgono presso le mura al sud-ovest del* mo Studio Pisano.
la città due ben inlesi monumenti di Antichissima è Volterra, T'olaterrae,
travertino con rapporti di marmo statua- ma propriamente n'è ignoto il fondatore
rio, olTreodo ciascuno in fronte apposita e fondazione. Viene asserito che fosse
la

iscrizione che esprime la pubblica rico* fabbricata da natie persone, e poi da Tir-
nosceuza verso granduca Leopoldo li,
il reno re de'Lidi venne accresciuta. Altri
per le nuove strade mercè la sua regia l'impugnano, e vogliono che l'origine di
munificenza state ultimamente aperte Volterra debbasi attribuire assolutaiiien«
all'industria e al commercio, le quali mi- te a Tirreno. Osserva il Cecina e dimo-
gliorarono le condizioni di Volterra e stra Gori, essere molto pericoloso il rac-
del suo territorio in cui furono costruite. contare storie de'falti e degli avvenimenti
Di più il medesimo sovrano con decreto degli antichi toscani perchè gli scrittori li

de' i6 agosto i856, riferito dal n. igD mescolarono con favole, e così resi oscu-
del Giornale di Roma, concesse la f^ia ri e dubbi. Anche il Marchesi tratta de'
Ferrata (f .) da Firenze al confine del- fondatori a cui fu attribuita la sua origine;
lo stato di s. Chiesa, per Arezzo, col no- e quanto all'etimologia, ouimessa (jueila
me di Strada Ferdinanda. Alla brevi- del fantasticoAnnio (poiché dissi nel voi.
tà del riferito e de'cenni storici seguenti, CI, p. 281, che Volterra fu ed è una so-
potranno supplire, oltre il lodato eh. Re- la, cioè questa che descrivo), il Volaterra-
petti, e altri menzionati scrittori: Ughelli, DO ne' Commentari Urbani afferma che il
Italia sacra, 1. 1 , p. 1 4^ 5 : P'olaterrani suo nome proviene da f^ole, vocabolo e-
Episcopi. Scipione Ammirato, Storia spressivo d'un luogo forte. Il sito venne
de vescovi d'Arezzo, Follerra e Fieso- egregiamente descritto da Strabone. Af-
le, Firenze 1637. Antonio Giorgi deca- ferma Dionisio d' Alicarnasso, che il suo
no della patria cattedrale. Istoria delle popolo fu uno de' XII quali costituiro- i

Chiese /^oZ/erra/ze. Antonio Ivano, Coni- no principalmente la Toscana, nel qua-


vienl. de Bello f^olaterrano, jv esso il le articolo, non poco parlandone, la dissi

Muratori, Rer. Italicarum Scrìptores, la più conservata tra lecitlàetrusche do-


l. 2 3. Alessandro Politi, Panegyr. de po presa da'romani, essendo stata l'ulti-
Laudibus Volaterr. G. M. Riccobaldi ma ad arrendersi. Il Repetti ne riparie la
del Hava, Dissertazione sopra l'origine, storica descrizione in 5 periodi Volter- :

antico stalo, lingua e caratteri dell* e- ra Etrusca Romana , sotto il dominio


,

trtisca nazione, e sopra lo stato della straniero Repubblicana


, Granducale. ,

città di Foltcrra, Firenze1738. L'ab. Comincia dal dichiarare: Qua! fosse lo


Giachi volterrano, Ricerche sopra lo sialo di Volterra innanzi chesorgesse Ro-
stato antico e moderno di Volterra, Fi- ma, in tanta distanza di secoli e fra mol-
renze i'j86. Notizie ìstoriche della città te opinioni contra(ldittorie,dìfiicile sareb-

di P'^olterra, alle quali aggiunge la si be a ben distinguere ; e solo è lecito asse-


serie de^ podestà e capitani del popo- verare, che Volterra dovè precedere mol-
lo di essa, opera del eh. avv. Lorenzo te altre città deH'Etruri.i. Benché la sua
Aulo Cecina nohil patrizio volterrano. origine sia incerta, la sua lingua ed i suoi
Data in luce, illustrata con note, ed libri siano da lunghi secoli perdati, l'e-

accresciuta d'altre notizie ìstorichednl poca del di lei splendore non deve con-
cav. Flaminio Dal Borgo nohil patri- siderarsi anteriore a' tempi decisamente
zio pisano e volterrano ^ giureconsulto e istorici. Il qual vero si dimostra oe'suoi
58 V OL VOL
sepolcreU numerosi, nell'iscrizioni, sta- in grado dì mismarsi co' vincitori, e nel

tue, l>assorilievi, ornamenti, ed in molte 488 di Roma 1' Italia tutta fu costretta

divinila dette eJrusche ,


per quanto co- a cedere all' armi romane. Dopo che la

muni a quelle della Grecia, divinità i di città di Volterra fu obbligata d'aprir le

cui simulacri nella scoperta di quegl'ipo- porte a'vitloriosi conquistatori, il gover-


gei per avventura si ritrovano. Ma lascian- no di Ruma per un tratto di quella po-
do l'oscurità delle induzioni, ed attenen- litica che lo fece signore della maggior
dosi a'falli più notorii, pochi senza did)!)io parte del mondo allora conosciuto, con-

Deaheranuo a Volterra 1' onore di una cesse a'volterrani il diritto di cittadinan-

dflleXII capitali dell' Etruria media, e za ascrivendoli alla rouìana tribù Sabi-
niuno sarà per dubitare della sua polen- tina, con facoltà di darsi leggi statutarie

z;i, nobiltà, ricchezza e popolazione anti- e magistrature proprie, e somministran-


ca, quante volte si dia a contemplare il do aiuto di viveri e strumenti d' armar
vasto recinto delle sue colossali mura ci- navi a Scipione nella guerra d'Africa. In-
clopiche, due terzi maggiore del cerchio fatti Volterra era un municipio roma-
attuale, e quante volte esaminar voglia no quando suoi abitanti nella guerra
i

l'antico suo contado, a partire cioè da Val civile fra Mario e Siila seguitavano le

diM erse si no a Meletosidl'Elsa.edal fiume parti del 1." , sicché nella rovina di lui

Fine smo a Populonia longoii mare; sen- furono accolti dentro la loro città gli a-
za dire de' nobili vetustissimi monuu»en- vanzi del vinto e disperso partito Mtria-
ti rammentarci molli sepol-
d'arte, senza no. Il generoso coraggio io quella circo-
cretichead ogni passo ne'std^urbii di Vnl- stanza da' volterrani mostrato col tenta-
terra si scavano, e senz'aggiungere, che re di far fcoote essi soli in Toscana al fe-

ì romani dopo aver combattuto per lun- lice dittatore SiHa , ed il costante ardire
ghi anni co'toscani più vicini al Tevere, di arrestare per due anni sotto le loro
alla fatai giornata con tanto furore nel- mura le vittoriose falangi Stilane, indica
l'anno 444 avanti l'era corrente fra'ro- baslanlemenle quanto i volterrani anti-
rnani e toscani presso ti lago Vadimone chi tenessero in pregio il diritto dt-ll' o-
combattuta, e fama che gli etruschi fos- spitalità, e quanto poco paventassero le
sero comandati dni un loro LucumoneE- ven<leir« di chi allora fu assoluto padro-
lioVolterno o Volterrano ; per cui è da ne di Roma e della repubblica. Che se
concludere, che quella disfatta abbattè dopo due anni d'ostinato assedio i volter-
oltreroodo la sua potenza e antica gran- rani dovettero capitolare uell'accettare da
dezza, mutando l'usata prosperità dell'e* Siila una colonia militare se poco dopo ;

trusca forttma. Quindi è che ogni altra si andò pubblicando la legge agraria, che
azione bellicosa posteriore firn sempre dovea togliere a'volterrani e agli antichi
colla peggio de'toscani, sebbene con som- aretini gran parte de'loro beni, per darli
mo valore e ostinatezza una giornata cam- a de'furibondi soldati, con tuttociò le co-
pale i vollerranni 12 anni dopo, nel 4'5'6 lonie Sillane non li otteimero, perchè la
sostenessero, uniti a'XII popoli etruschi, divisione de'possessi fu prolungata in gui-
eda'sannitie galli, Tutlavolta Fabio Mas- sa che 3o anni dopo, appena nominato
simo se li vinse, non li soggiogò. Il qual dittatore Giulio Cesare, in grazia del som-
fatto conferma, che a quell'ora i romani mo oratore romano Cicerone, fu dato or-
erano di già penetrali nelle parti più oc- dine di liberar l'agro volterrano e quello
cidentali dell'Etruria', per cui la batta- arelinodall'obbligodi ripartire i prediide-
glia dita nel 47^ o474^' R''""' dalcon- gli abitanti indigeni a'coloni Sitlani. Im-
sole Tiberio Coruncano , dimostra ab- perocché non solamente fu fatto conosce-
bastanza che gli elru^chi non erano più re ciò da Cicerone nell'ii'/j/.yf. 16 ad Atti-
V O L V O L 59
co, e nelle familiari Epìst. 4 e 5 tliielle qiiesl' opera si ha, che ila Augusto, colla
a Q. Valerio Orca lej;alo e propretore legl^e Giulia, fu riparlila a'Iegionari una
in Toscana per Giulio Celiare, ma più ili gran parie de'cauipi e ilelle selve lungo
tutto onorevole pe' volterrani fu qufi pas- la via Aureiia vecchia e nuova, dove si

so dell'orazione /7ro Domo sua ad Poh deternninarono i confini di ciascuna cen


tifices ^ allorché Cicerone qualificava i luria con appositi termini ili legno, fin-
volterrani non solo cittadini, ma ottimi che sotto Traiano, governando la Tosca-
cittadini. Se però gli ottimi cittadini di na Adrinno, a quelli furono sostituiti i
Volterra in grazia di cotanto eloquente termini di pietra. Per altro Volterra eoa
patrocinatore e in vigore degli ordini da lutto che doves^ìe concedere ima parte del
Giulio Cesare dati ad Orca suo legalo , suo territorio verso
il litor{\le alle legioni

furono esentali dall'obbligo di suddivide- de'lriumviri, non cessò essa di perdere il


re con gente straniera e poco amica lo- i diritto di municipio, come dichiara il lau-
ro possessi ; se il senatore C. Curzio di dato Repelli, f. 5, p. 800. In prova di
Volterra per l'amicizia e lecure di Cice- che, oltre le iscrizioni superstiti di citta -
rone ottenne dal legalo stesso la reslilu- diui volterrani addetti alla tribù Sabati-
zione intera de' suoi beni nella propria na dopo la deduzione delle due colonie,
patria, i volterrani però dovettero vede- Sillan.i eTriumvir;de, ve ne sono infini-
re taglieggiali e divisi i loro elfetti quau- ti esempi ; colla dilFeienza che Ltioca fu

do a 28 colnnie militari furono assegnati municipioe colonia, però di tliritlu roma-


in Italia a danno degli antichi pos>eoso- no, quella di Pis;ì miiiiici[>io e due volte
ri tanti terreni che potessero saziare l'a- colonia, una di diritto latino, l'altra mili-
vidilà di 32 legioni, onde ricompensare tate, l'idtima delle quali fu appellata Co*
il valore e la fedeli;» de'vincilori ne'cam- Ionia Julia Obsequens^ egualmente che
pi d'Azio. Fu allora che l'agio Volterja- le doppie colonie Silhne e Triumvirali

no, al pari del Lunense, e del Fiesolauo, dedotte ad Aiezzo si dissero FidenseJtt-

ora Fiorentino, venne assegnato loro se- liensìs mentre non si fecero distinzioni
,

condo la legge Giulia. Il <|uul fritto dovè fra la colonia SiHana e Triumvirale di
accadere fra 728 di lloma,
l'anno 724 « il Volterra, siccome non lo fu di quella di
corrispondenti agli anni 3o e 26 a vanliGe- Fiesole, sebbene l'ultima prendesse il no-
su Cristo. Infatti al 726CÌ richiama una me Colonia Fiorentina, ^oni\e ^n\ eh»
*\\

iscrizione votiva ad OUaviano Iriuukviro he origine la metropoli della Toscana,


posta da'coloni militari di Luni. Arroge a Ridotta più tardi Volterra suddita ili Ro-
ciò il marmo Anciriano da cui SI scuopre, ma imperiale, non è da ilnbitare che il

che nel 724di Roma sotto il ^.^ consolalo suo popolo non soggiacesse agli ordini
e
d'Ottaviano, enei ^4° sotto con$<jli G. i leggi che un senato apparenza, gl'im-
in
Cornelio Lenlulo e M. Licinio Grasso, peralori in sostanza, ioiponevano a'sottu-
a più di 200,000 legionari furono asse- posti in quel va>to impero. In fatti sotto il

gnuli moltissimi predii, o pubblici o tolti governo dell'imperatore Tiberio o del suo
h' Donde ne conse-
municipii d'Italia. successore furono istituiti in Volterra i
guila, che deduzione della 2.' colonia
la Seviri Augustali, ad uno de'quali fu eret-
Volterrana ossia Triumvirale, fo»se Ira ta in questa città la statua di marmo,
quelle designate dal governo d'Ollii»ia- che monca si vede in un suo sobborgo.
Ilo Augusto fra il 724 e il 740 di Roma, nella cui base, verso ili440i si leggev*» il

Sul (piai proposito è da notare, cheque' nome del seviro augustale cui era stata
predii erano stati conseguiti molto lem- innalzata. Un fitto per altro inerita d'es-
poni nanzi da'soldali roQkani con diritto e- sere rilevato, a onore grt ridissi (no di Vul-
rcdiidiio, setoudulìaibu, /^(i Culauiis. Da terra, quello cioè di essere in questo 2.°
6Ó V O L VOL
periodo storico derivalidi qua diversi uo- fosse ucciso e disperso da Stilicone, pure
mini celebri. Fra'primi de'quali va rioo- insegnò ad per calare in Ita-
altri la via

xuinato A. Cecina seniore, qualificato da lia ; e ciò poco innanzi che Vandali {V.) i

Cicerone per uorao forte chiaro ,


quello d'Africa, condotti nel 45'5 dal re Gense-
stesso ch'era stato principe degli auguri rico dalla parte del mare nelle toscane
in Volterra, di dove poi dovè fuggire per maremme , recassero anche al distretto
aver seguitato il partito di Pompeo con- volterrano danni non piccoli, sicché la fi*

tro Giulio Cesare ; ed era forse quel Ce- naie rovina dell' impero occidentale era
cina padre d'un altro A. Cecina giuniore riservata ad Odoacre re degli eruli nel
stato condiscepolo e amicissimo di Cice- 476, il quale fu debellato e ucciso nel
rone, a commendatizia del quale fu scrit- 493 da Teodorico re degli Ostrogoli{V.).
ta YEpist.8 del lib. 6 delle Familiari a Nel lungo dominio di tal principe, tran-
T. Furfano proconsole di Toscana. Fra' ne alcune eccezioni, egli seppe affezionarsi
nobili di tal prosapia vi furono C. Ceci- ipopoli vinti, richiamando in uso le leg-
na volterrano signore di quadrighe , il gi e le magistrature del cessato impero,
quale da Roma inviava l'avviso di qual- e col fare risorgere commercio e le arti,
il

che vittoria agli amici di Volterra con fra le quali l'agricoltura madre di tutte.
dare il volo ad alcune rondini reduci a' Con Teodorico, morto nel SiG non si ,

loro nidi, al dir di Plinio, Hist. nat. lib. estinse il regno gotico, poiché 27 anni do-
IO, cap. 24. Ma il più noto di tutti di- po espulsi da'greci eserciti goti d'Italia i

venne quel Decio Cecina, cui riferiscono per opera di Belisario e Narsete capita-
due iscrizioni edite dal Grutero a p. 286 ni di Giustiniano I, alla cui dominazione
e 287, una delle quali dedicata agli Au- sisottomisero, barbari invasori furo-
i

gusti Onorio e Teodosio li, e l'altra ad no ben presto rimpiazzati da gente an-
Arcadie trionfrjtore nel tempo che lo
, che più feroce Longobardi (^.) nel
, i

slesso Cecina era prefetto di Roma e che 568 condotti dal re Alboino. Il più degli
possedeva nel territorio di Vada una gran- storici convengono, che tutto il restante
diosa villa descritta da C. Rutilio Numa- del secolo VI riusci calamitosissimo per
ziano che vi pernottò, quando u.i Roma preda de'longobardi, per cui
l'Italia fatta

tornava in Francia sua patria. Era forse pare che anco in queli." periodo di loro
il figlio o lo stesso D. Albino Cecina, con- dominazione, eziandio a'volterrani fosse
sole nell'anno444<^o"l'''"PC''^'^0'"^ Teo- tolta una parte del loro territorio, fra le
dosio Il la 8.^ volta. Finalmente nel I se-
I Maremme di Vada e la Val di Cornia,
colo della corrente era , Volterra die' al quando fiume Fine cessò di servi-
cioè il

mondo cristianoLino immediato suc-


s. re di limite fra il contado pisano e voi-
cessore dis. Pietro, quando fiori va in Ro- lerrano, ed allorché la Val di Cornia fu
ma l'altro volterrano poeta l'ersio. Tra- messa a ferro e fuoco da Gamarit, uno de*
sferita a Bisanzio la sede dell'impero ro- loro primi duchi, innanzi che una parte
mano, questo decadde rapida mente, laon- della stessa valle fosse riunita alla lista
de gl'imperatori dopo aver lottato per piìi ducale del governo di Lucca, Però le pri-
secoli, ora contro i barbari, e spesso con- me dignità politiche ed ecclesiastiche co n-
tro la purezza delia cristiana religione ,
linuarouo a darsi di preferenza anche ne*
sotto l'impero d'Arcadio e d'Onorio, l'I- secoli Vile Vili a'magfiati d'origine lon-
talia nel 4<^6 si vide inondata da un'im- gobarda. Che poi nel 2.° secolo del regno
mensa caterva di Goti e P^isigoti [f^.) ,
longobardo d'Italia, Volterra fosse gover-
mossi dal settentrione d'Europa e coman- nata da un castaido politico per conto di
dati dal barbarissimo re Alarico. E sei) que're, non rie lascia dubbio l' iscrizione
bene poco dopo tale sciame di barbari dell'antico tempio de'ss. Giusto e Gleuieu-
V O L VOL 61
te, ianalzato Ja Àlchìs , illustre castaido l'imperatore Enrico III delio52 a favo-
al tempo del re Cunìpeilo il Pio e del re del clero volterrano, col quale ad i-

vescovo Gaudenziaoo, vale a dire fra il stanza di Guido vescovo diocesano, che
688 e il 700. Concorre a dimostrarlo un silamentava del conte e degli altri roi«
atto di donazione rogato in Volterra nel nistri pubblici rispetto al gravoso modo
782, nella dominazione di Carlo Magno che essi tenevano verso il suo clero e lo-
fin dal 7^4 succeduto all'estinto regno ro servi nell'esazioni de'diritti reali, con-
longobardo, ma col titolo di re di esso, cesse al detto vescovo e suoi successori ,

col quale atto Ramingo fìglìo del fu Ro- non che al clero,ogniesenzionecivile da'
doìno castaido di Volterra otrrealla cliìe- conti, accordandosi pure il diritto a'me«
sa di s. Regolo in Gualdo , posta nella desimi prelati di richiamare a se le cause
Val di Cornia , i beni ih'egli possedeva a ciò relative, e di definire le liti median-

indivisi con altri 5 fratelli. In altii alti te il duello. Lo stesso supremo potete fu
cioè comprovato. Dal regno di Carlo Ma> continuato a'successori del vescovo Gui-
gno in Italia cominciò iu questa un'al- do, fino alla pacedi Costanza. Leggo nel-
tra specie di colonie militari, ad oggetto le Notizie , che avendo Carlo
istoriche
dì ricompensare un vistoso numero di si- Magno governo delle città italia-
diviso il

gnori franchi discesi alla coda dfgli eser- ne in ducee, marche e contee, con varie
citi, oppure col fine di aifezionarsi il capo sorta di giurisdizione, a'duchi, marchesi
del clero in molte città vescovili della no- e conti, quel marchese che presiedeva a
stra penisola. Fu allora che prese piede Volterra presiedeva pure a Firenze ed A-
maggiore 1' uso o piuttosto deplorabile
, rezzo, poiché le 3 città costituivano una
abuso, di ricompensare quegli uffjziali, sola Marca. Successivamente Volterra ub-
accordando loro in commenda ricche ab- bidì agl'imperatori e re d'Italia discen-
bazie, molti stabilimenti pii, oppure as- denti e successori di CarloMagno, e quin-
segnando loro in feudo città, terre e ca- di pure a Berengario I, aire Ugo e al suo
stelli con più o meno vasti distretti. A- figlio Lotario associato al regno nel gS r
perta una volta, sotto altro titolo, questa e dopo di essi a Berengario 11 e ad Adal-
strada, l'usurpazione si convertì in uso, berto di lui figliuolo. L'imperatore Ot-
talché i benefizi ecclesiastici, come i feu- tone dopo aver privati del regno due
I, i

di secolari divennero di diritto de*re, ed ultimi principi , avendo trovato Volter-


oggetto dell' avidità de' loro cortigiani, ra quasi distrutta dalle irruzioni de'cru-
de' favoriti e perfino delle donne ! Volter- deli Ungari, la fece restaurare, di mollo
ra fu tra le prime città imperiali della restringendo l'ampio perimetro di sue an-
Toscana, a riconoscere il dominio supre- tichissime mura. L' imperatore si portò
mo di Carlo Magno. Ciò èdimostratoan- a Volterra, ed a Monte Voltraio, castel-
che da una membrana dell'archivio se- lo ragguardevole distante due miglia, e
greto del comune di Volterra, scritta nel vi tenue un placito ; e concesse privilegi
i."aDno del regno longobaido di Carlo con diploma alvescovo volterrano. Cor-
Magno. Egli e diversi suoi successori fu- reva r anno 990 quando governava la
rono larghi di donazioni al vescovo di Marca della Toscana il gran conte Ugo,
Volterra, la quale col suo distretto fino al neltempo ch'era conte o ministro impe-
secolo Xi almeno dipendeva nel politico riale di Volterra, ovvero del suo territo-
e nel civile da're d'Italia longobarda, o rio, Tedice figlio del fu conte Gherardo,
da' loro governatori , conti e marchesi. ascendente della polente famiglia Gherar-
Che sino a detta età Volterra fosse gover- desca pisana. A' 2 febbraio 1078 si fer-
nata da'conti secolari, e non ancora da* mò in Volterra nel borgo diMarculi fuo-
suoi prel'iti, lo dichiara un diploma del- ri della postierla di s. Andrea , la gran
6» V O L V OL
conles«a Malllde marchesaoa di Toscana re, porzione per intero, alcune per metà
con tutto suo seguito per pubblicarvi
il e altre per una 3.*o4-* parte, furono da-
un placito a favore del vescovo e chiesa te in feudo al vescovo Ildebrando con
volterrana, cui confermò le pievi di Molli, privilegio de'26 agosto I 186, non esclu-
di Pernina edis. Giusto a Balli, con più so il governo della stessa città con tutte
tutte le loro giurisdizioni, beni e apparte- le giurisdizioni sovrane. Imperocché in
nenze. Della superiorità esercitala in Vol- quel diploma fu rilasciata al vescovo la
terra da Matilde eroina della s. Sede, le giurisdizione sovrana quani nos in Civi-
Notizie istoriche offrono altri documenti, ta te prae die la [T^olterrae) habemus,et
come 07, e sembra
in altro placito del [ 1 idem Episcopus a nobis tenel eie, oltre
che avessero da essa qualche dipendenza il diritto di eleggere i consoli in detta cit-
ì consoli municipali, chegovernavano per tà, quelli di s. Gimignano, di Casole e
lo più senz' alcun rapporto co' ministri di Monte Voltraio. Da lullociò si può
imperiali : l'istituzione di tali consoli per concludere, che il vescovo Ildebrando dal
governare i popoli, derivò alle città ita- 1186 in poi faceva le funzioni, se noQ
liane dal riordinamento d' Italia opera- sovrano, certo di Vicario Imperiale so-
to dall' imperatore Ottone I, e doveva- pra Volterra e suo contado. La potenza
no giurar fedeltà d'amministrazione al e politica di questo principe mitrato si

vescovo o al niinislro imperiale. Il gover- manifesta più che mai nel diploma de'
no o potere imperiale continuò general- 16 agosto I 189, quando Enrico VI gli

mente a mantenersi in vigore nella To- concesse, insieme a'suoi successori, a ti-

scana, fino alla pace conclusa nel i i83 tolo di feudo la zecca di Volterra coll'ob-
in Costanza fra l'nìiperatore Federico I, bligo d'annua retribuzione al regio era-
e le città di Louibanlia co' loro fautori. rio di 6 marche d'argento al peso di Co-

Da tale epoca, il Repetti coDiincia quella Ionia. Enrico Testa legato imperiale in
di Volterra Repubblicana. I primi segni Toscana, stando nel Borgo di s. Ginesio,
freroancipazioiie dagl'i ni pera tori aleman- nel; igo prese a mutuo dal principe ve-
ni accadilero in molle città della Tosca- scovo Ildebrando f)er servizio dell'impe-
na sul finir del secolo XII , e quanto a ro,1000 marche d'argento, assegnando
Volterra nel vescovato del potente Ilde- in compenso al prelato tutte le rendite
brando Fannoccliieschi, che ottenne dal regie di Lucca, Gitlcno, Cappiaiio, Fu-
l'imperatore e re d'Italia Enrico VI il ti- cecchio. Massa Piscatoria, Orentano, s.

tolo di principe dell'impero, lasciato poi Minialo e del Borgo s. Genesio, con una
a' vescovi di Volterra suoi successori, con parte del pedaggio di C'istel Fiorentino,
vari luoghi e castelli della diocesi volter- tutto (juello del Castel di Poggibonsi e
rana. Uno di questi diplomi 1* avea già del Borgo di Gena, le rendite del castel-
ottenuto il vescovo Galgano
Pannoc- I lo e corte di Catignano,il tributo di 70

chieschi (o meglio Inghirami) da Fede- marche che dovevano p«gare annualmen-


rico! padre del (letto iiiiperalore neh i83 te i sanesi , oltre il pedaggio delle porle
( lo dice il Repelli, n>a er» morto, e Il- di Siena, rilasciando al vescovo medesi-
debrando a cui ne conferii la dignità di- mo il censo annuo ch'egli png;iv;i all'im-
venne vescovo nel i i84) quando gli as- pero per le miniere d'argento di Muiilie-
segivò non solo il governo della sua chie- ri, oltre la zecca e il tributo del fodro fi-

sa, ma quello ancora della città di Vol- no all'estinzione del debito delle 1000
terra e di molti altri luoghi, previo l'one- marche da lui somministrate. Dopo che
re di dover corrispondere alla camera le città italiane si sottrassero alFalto dal-
imperiale un'annua responsione feudale, la soggezione de'marchesi e de'conti, ed
^on meno di 70 fra ville, castella e ler- a poco a poco cominciarono a reggersi a
V O L V O L 6Ì
repubblica, ed a crear consoli e po(lesȓi, geva a Comune ; seguendo negli fumi
riconoscendo solamente l'imperatore se successivi alti di sotlotuissione e uhbi*
era furie, e togliendosi dalla sua ubbidieii- dietiZ'i alla città, di molte castella e villag-
la se debole; quindi cercavano di rifarsi gi, signori e magnati del contado, ponen-
sopra i principi e nobili loro vicini, aiin dosi sotto la sua protezione per essere di-
corcliè ecclesiastici, e se questi nobili sog- fesi. Né mancano esempi d'acquisti fal-
giornavano nelle proprie terre e castella li da Volterra, di castella e territorii. Lo
senza curarsi d'abitar nella città, coniìu statuto poi del 1207, dice Uepetti, toglie
ciarono ad obbligarli a sottoporsi ad esse ogni dubbio sul cessato dominio tempo-
e abitarvi due o tre mesi anno, ed dell' rale de'roitrati di Volterra, poiché in es-
a prender la loro cittadinanza. Tanto tro- so è prescritto il modo del giuramento
vo fatto da Volterra nel i 1
98, in cui per la da prestarsi da'pode-ilà e da' consoli >»d
I.' volta figura il podestà. Dell'inìportan- onore di Dio, de'Sanli, della città e Co-
za politica del vescovo Ildebrando fa fe- mune di Volterra, senza farsi alcuna men-
de la parte ch'egli prese nel laooco'fio- zione de' suoi vescovi. Ma succeduto a
rentuii alla guerra di.Sen)if<>nte, ed il tro- Ildt-brando, fra il (2 1 1 e il 1212, Pa-
vai loanche nel marzo i2o5 ini quHiìtà gano Panocchieschi di lui nipote, e pre-
di capo della lega de Guelfe (f^.J di To- tendendo egli riacquistare quel don»iiiio
scana, presiedere in s. Quirico un soleti- che non avea potuto ottenere il suo pre*
ne giu<licato coli' assistenza de' rappre- decessore, incontrò de' forti ostacoli nel
sentanti delle città di Firenze, Lucca, Sie- popolo, talché il comune di Vollerr.i per
na, Perugia e Aiezzn; il che induce a liberarsi dalle rensuie da lui fulminate,
suppone, che Ildebrando si regolasse » si appellò a P8|)a Innocenzo MI. Per'»
seconda de' tempi, ora Ghibellino (^.) ad onta di ripetuti inviti e giudicati. Pa-
e amicissimo di Federico i e Enrico VI, gano non volle cedere alle sue pretensio-
ed ora guelfo divolo al Papa e importu- ni, e solo prima di morire nel 289, alle 1

no alla parie imperiale. Frattanto cit- i preci di molti amici egli s'indusse ad as-
tadini di Volterra non sembra che sof- solvere i volterrani tutti dall'interdetto,
frissero in pace il do[)pio dominio spiri- ^on debbo tacere, che trovo nelle Noli-
tuale e temporale del loro vescovo, dal zie storiche, il taciuto dal l\epetli. iNel

quale tentarono ogni sforzo per eiuanci- corso (Ielle controversie, che si agitava-
|)arsi. Laonde a' 3 maggio 1 196 i con- no fra Pagano e il comune di Volterra,
soli e consiglieri di Volterra da una par- aveano giurato volterrani d'ubbidire, e
i

te, ed i signori e consigliere del comu- poi negarono la restituzione al cardinal


ne di Monlignoso doli' altra paite, seti* Conti, vescovo d' Ostia e Velletri, poi
za permesso ne d'Ildebrando, uè d'En-
il Gregorio IX, e per esso al vescovo di Pi-
rico Vi, elessero rispettivi sindaci peri sloia, delle castella e delle terre che il co-
terminar le differenze insorte fra <|ut-lle mune riteneva dal vescovo. Laonde il

comunità, pe'confìni e giurisdizione ter- cardinale con l'autorilà di legato aposto-


ritoriale. ^el I
197 libello Panzi podestà lico scomunicò lldebrandiiio del Romeo
di Volteiia ricevè il castello di Pietrina, podestà di Volterra, consiglieri del mag- i

a nome del comune, senza interpellare, giore e minor consiglio, eil i toro fauto-
né prenderne licenza dal vescovo princi- ri ; e pose r interdetto in Volterra, con-
pe; di che sonovi altri esempi del 198 1 cedendo il perdono de'peccali a tulli co-
e I 199, al (piale ultimo unno si riferi- loro che avessero aiutalo il fesco*© Pa-
scono gli statuti couiunitiitivi più antichi gano contro i volterrani. Le Notizie ri-

di Volterra. Perciò si può asserire, che portano ancora le cose avvenute in se-
ali.» fine del secolo XII Volterra si reg- guito, (oa io debbo coiueutarmi appena
64 Vo L V O L
riferire la pace seguita nel 1220 tra il tre egli era al campo davanti Vllerbo,-
vescovo e il comuoe di Volterra, con in- con atto de'4 novembre 1243, affittò per
tervento del vescovo di Firenze legato due anni mediante lo sborso di 1 1,000
pontifìcio, pace di poca durata ; alteran» lire ad un mercante fiorentino le minie-
dosi nel 1226 235, ricominciaro-
e nel 1 re d'argento di Montieri, insieme co'pro-
no gravi discordie, onde Pagano si la- venti de* pedaggi che pagavano all'era-
mentò con Gregorio IX, delle stragi, sac- rio regio i comuni di s. Miniato, Val di
cheggi e incendii commessi da'volterrani Nievole, Valle Ariana e Val di Lima. Più
nelle castella di sua giurisdizione. Il Pa» nel 1246 Federico d'Antiochia vicario
pa ne avvertì il generale consiglio a ri- imperiale in Toscana, liberò per 3 anni
parare danni, e di astenersi in avveni-
i il comune di Monte Vollraio dagli oneri

re da simili attentati. In vece volterra- i dovuti alla corte imperiale, tranne l'ele-

ni s*inasprirono,e posero a ferro e a fuoco zione del podestà. Accadeva tutlociò nel-
il castello di Vecchienna. Allora Grego- l'epoca in cui i volterrani, al pari di mol-
rio IX li minacciò d'interdetto e disco- le città, erano divisi fra loro d'opinioni
mimica, se non avessero riparalo al mal politico-religiose insorte fra Federico II

vece fecero peggio, rinnovando


fatto. In e Papa Innocenzo IV (ed i suoi predeces-
gravissimi danni alle terre del vescovo, sori,qual persecutore di essi edelUGhiesa,
non perdonando a'sagri templi, e alcuni per cui Innocenzo I V lo scomunicò e depo-
ne distrussero. Uccisero, ferirono e fece- se nel conciliogeneraledi Lione I), quan-
ro schiavi più sudditi di Pagano, e que- do fatta r elezione di Ranieri in vesco-
sto assediarono e ardirono assalire. La- vo di Volterra,il maggior numero de'suoi
onde Alessandro cappellano pontificio, abitanti seguiva il partito del Papa, men-
in Montieri a' i3 aprile i235 scomuni- tre molti cittadini aveauo giuralo fedel-
cò il podestà, il vicario e il consiglio di tà all'imperatore (erano guelfi e ghibel-
Volteri a, e sottopose la città all'inter- lini). Morto questi nel i25o, il comune
detto. Nel 1 336 il consiglio generale giu- di Montieri si sottomise alla signoria di
rò nella cattedrale di non molestare Pa- Volterra, a condizione d' averne la cit-
gano, acciò venisse in Volterra a tratta- tadinanza.
re la pace. Il vescovo vi si recò, e nel i.° I volterrani a tale epoca ripresero
gennaio 1237, fatte aprire le porte del- la facoltà d'eleggere i! giusdicente nella
ia cattediale, vi convocò tutto il popolo, persona di W^inigi Arzocchi sanese, che
e dopo il canto della messa dichiarò, che nelle carte del comune s'intitola pode-
assolveva i volterrani dalla scomunica e stà, senza la giunta poc'anzi praticata,
la città dall'interdetto, perchè il comune ch'esso lo era per la grazia dell' Iinpe-
lo avea assicurato di risarcire i dan- rniore. Nel i252 si riformarono gli sta-
ni fatti. Nondimeno le guerre tra essi si tuti, mentre era podestà e capitano del
rinnovarono, e durando nel i238j il le- popolo il conte Alberto di Segalari, e
gato imperiale s'interpose per la cessa- quando i volterrani propendevano a so-
zione. Venuto il vescovo a morte e pre- stegno del partito imperiale o ghibelli-
gato di assolvere il comune, il popolo e nismo, favorito in Toscana dal vicario
la città, lo esegui nel nome del Signore, di Manfredi bastardo di Federico II e
togliendo la scomunica el'inlerdetto, del- usurpatore del regno di Sicilia, dominio
le quali erano nuovamente allacciali. La della s. Sede. La signoria di Firenze de-
sua morte pare che ridestasse l'idea nel-^ cisamente guelfa, non era tranquilla a
l'imperatore Federico II, figlio di En- tante dimostrazioni di città toscane in
rico VI, di riacquistar la su[jremazia su favore d'un sedicente re capoparte glii-

Volterra e il suo territorio. In falli men- belhuo, per cui mosse la sua oste, prima
VOL VOL 65
nel 12^3 contro Pistoia che si teneva a cellieri, insorsero le fazioni de* Bian-
pHite ghibellina, e nel i254 per la stes< chi e de' Neri (/^.), che tosto facendo
sa ragione contro comuni di Siena, di
i pubbliche le private discordie, i bianchi
Vollena e di Pisa. Vedendo volterrani i si unirono a' ghibellini, i neri a'guelfi^
l'esercito fiorentino presso le mura, con cosi in Firenze, Lucca e altrove: infelici
gran furore uscirono fuori alla battaglia nomi rinnovati ne' nostri miserevoli e
senz'ordine, e aspramente assalirono ne- i vergognosi giorni, come deplorai nel i.**

mici. Questi vigorosamente ne sostenne- de'citati articoli. Intanto in Volterra, do*


ro l'impeto, tantoché i cavalieri coll'aiu- pò che Manfredi era morto nel 1266,
to de'fanti respinsero al poggio i volter- avea dominato il partito guelfo, e questo
rani, onde questi fuggendo in Volterra, nel 1296 avea acquistalo grande auto-
vi rientrarono mischiati co' fiorentini, i rità, dando facoltà di portar in essa l'ar-
quali, prese le porle e le fortezze, senza mi a'guelfi banditi di Pisa, ma non tardò
contraitto co' sopravvenuti s'impadroni- a raffreddarsi. Nel i3oo sorse lite fra il

rono della città. Ma la famosa battaglia vescovo e il comune per la signoria di


di Montaperto nella valle d'Arbia, com- Monte Castelli ;e Bonifacio Vili pregato
battuta a'4 settembre 260, rianimò an- 1 da'capitani guelfi di Firenze, vi mandò
che iu Volterra il partito imperiale, che il cardinal d'Acquasparta per togliere le
a vicenda favorito o scacciato faceva fi- fazioni de'bianchi e de'neri, nate dalla
gurare ora la parte guelfa e ora la ghi- semenza di quelle de'ghibellini e de'guel-
bellina, di nuovo sottomettendosi al re fi ; ed eguali energiche ingiunzioni ema-
Manfredi. Vinto questi nel i 266 dal re nò Papa Clemente V, che stranamente
Carlo 1 d'Angiò, ad esso promisero fe- avea fissato la sua residenza in Francia.
deltà i dovendo perciò segui-
volterrani, Inoltre il cardinal d' Acquasparta sco-
re la parte guelfa. Nel 1276 volterrani i municò i volterrani, e sottopose all'ec-
avendo rovinato il fotte castello di 6e- clesiastico interdetto Volterra, per aver
rignone, che apparteneva al vescovo, ri- preso possesso di Monte Castelli. Dipoi
misero la decisione delle differenze a 3 i volterrani a liberare la loro città da
frati di penitenza o divoti, i quali con- tal grave pregiudizio, nel i3o6 spediro-
dannarono il comune a pagare certe no maestro Rogerio al cardinal France-
somme, per reintegrare il vescovo Ra- sco Napoleone Orsini, per chiedere l'as-
nieri II de'patiti danni, e perchè potesse soluzione dalla scomunica e dall'interdet-
rifare il castello e borgo di Berignone:
il to, assicurandolo d'ubbidirlo in qualun-
questo lodo fu approvalo da Papa Nico- que cosa domandata a nome della Chie-
lò HI nel 1277. Indi nel 1
279 le fazioni sa, quando si fosse dichiarato che da lo-
de'guelfi e ghibellini che sino allora e- ro venne ingiustamente occupato Monte
ransi ostinale in Volterra nel loro con- Castelli; ed il i.° dicembre il cardinale
trario genio e ripugnanti sefttimenti, si concesse la bramala assoluzione. Alla
persuasero a rimettere le reciproche loro calata in Italia nel i3i i dell'imperato-
querele nel vescovo Ranieri, ed in Schiat- re Enrico VII, il ghibellinismo rialzò or-
ta de'Cancellieri di Pistoia loro podestà. goglioso la testa, al qual partito si mo-
Questi dunque dicembre pubblica-
il i.° strò in Volterra decisamente avverso il

rono il lodo con molte dichiarazioni, da vescovo Ranieri III de'Belforti, e ostile
cui si viene a sapere, come il furore di la signoria di Firenze, rilasciando rap-
que'tazionari anco in Volterra era giun- presaglie sopra i volterrani. Però Enri-
to a vicendevolmente incendiarsi i pa- co VII nel 1 1 3 dichiarò il vescovo de-
lazzi, le case e le torri. Fu nel 1286 che caduto da tutti i privilegi e feudi impe-
in Pistoia [V.) e per la famiglia Can- riali i ma quel principe nello stesso an-
VCL. CUI, 5
66 VOL V O L
no mon ficomutiicato dal Papa a Buon- lerrnni Rimi aderenti e seguaci, a danno
roiivenlo, con tlolorc de'gliibellini. Per dell, pirlf popolare di cui si era fallt)

tale avveiiimenlo, i 12 difensori di Vol- capo lo zio Rainoccio vescovo della cit-

terra, dopo aver questa con guerre cit- tà : que>l'ulliino essendo per soccombere
tadine balloglialo i sangemignaiiesi, en- alle foize maggiori, fu coslietto salvarsi
trarono nella lega guelfa e mandarono nel suo castello di Berignone, cedendo
la loro tangente di soldati al campo dei al nipote il libero dominio di Volterra.

fiorentini in Val di ^lev•ole. Dopo però AHaviano pre^e il titolo di capitano ge-
la vittoria d'IJguccione della Faggiuolii, nerale, e non è vero, come scrisse Gio-
capoparte ghibellino, riportala a' 29 a- vanni Vilhini, che fece uccidere due fra-
goslo i3i5 sull'esercito fiorentino, i vol- telli del vescovo; bensì assediò Berigno-

terrani si ravvicinarono a*pisani,daVjuali ne, esiliò il vescovo e i suoi parenti. La


ottennero nel i3i6 un ti aitato di tre- città fu interdetta, e «comunicati Atta-
gua, preliminare di cpiella pace che l'an- viano, ed i suoi figli e partigiani. Il co-
no dopo ebbe edetto per la mediazione mune e gli anatematizzati ricorsero a
di Roberto re di Sicilia e capo de'guelfì. Papa Benedetto XII, ed a Clemente VI
Sottoposta Volterra b\[' Iute /chi lo (^ .), che gli successe nel 342, quali dele- 1 i

ed i volterrani alia Scomiim'ca (F.), dai garono all'esame delle cose Donodeo ve*
cardinal d'Acquaspnrta, e prima e dopo scovo di Siena. Avendo Attaviano rinun-
da'vescovi Ranieri degli libertini e Ra- ziato l'occupata signoria, sciolto l'assedio
nieri de'Belforli, anche per avere i cit- diBerignone, liberali gli esiliati e per-
tadini fallo alcuni statuti pregiudizievo- messo il ripatrio, a'g febbraio i343,
li alla libertà ecclesiastica, e ritenendo venne sentenziata l'assoluzione degli sco-
ingiustamente la parte di Monte Castelli municali, e tolto l'interdello dalla città^
spettante al vescovato; nel y iilonii- i 3 i Deposta da Attaviano nell'anno prece-
nali dalla divina niisericordia, ricono- dente la liiannide, Volterra ad esempio
scendo i volterrani la loro oìiseria, sup- di Firenze che nel giugno 1 342 avea e-
plicarono Papa Giovanni XXll ad as- letto per capitano e conservatore del po-
solverli dall'ecclesiastiche censure, olTren- polo messer Gualtieri duca d'Atene e
dosi pronti ad annullare i detti statuti, conte di Bi-enoa, ossia loro signore, an-
restituire il ritenuto ingiustantente, ap- ch'essa a'2 5 dicembre i342 lo proclamò
partenente alla chiesa vulierrtina, e que- suo signore. Ma siccome a cagione dei
sta rifare de' danni che gli aveano ca- modi crudeli e irregolari da lui usati nel
gionalo. Il Papa gli esaudì, con solenne governare, i fiorentini formarono contro
assoluzione de'22 novembie i3i8, per di esso 4 congiuiediversein Firenze, e per
over i volterrani adempite le proposte la gran commozione e tumulto che con»
coudizioni. Dopoché il governo di Vol- tro di lui si principiò a sollevare in quel-
terra erasi avvicinato nuovamente a'pi la città a*26 luglio I 343, a'3 de! seguen-
sani, questi poi avendo aderito a Lodovi- te agosto venne obblig.ito a formalmente
co V il ^«l'flro, pretendente all'impero, rinunziare le dignità e preminenza che
fiiutore degli eretici e scomunicato, sic- godeva in Firenze, in Volterra e iti ultre
come acerrimo nemico de'fjorenlini, que- città, ed i suoi ulliziali furono espulsi.
sti interruppero ogni relazione con Vol- Cessata quest'altra tirannia, i volterrani
terra. Frattanto nel 1 34o la città fu riformarono il governo politico e n)iii-
Miettatrice di tragedie cittadine, quando lare con altri statuti, a tenore de'quali
il rav. Attaviano o Ottaviano Relforti, il magistrato de'suoi consiglieri di i 1 o
di ricchissima e potente famiglia, l'8 set- fu ridotto alla metà; e allora fu soppres-
tembre sì levò a rumore cou tutti i vol- sa la carica di capitano del popolo, e si
VO L VOL 67
deliberò che la nuova foiiezza eretta in usurpalo da Bocchiuo figlio di Attavia-
Volterra d'ortline o per contentare il du- uo. Ma poi iu uua sommossa ci ttad me-
ca d'Alene fosse data a custodire alla fa- sca di Volterra, alla cui testa erasì po-
miglia BeHorti, colla clausola che uno di sto colui che con segreta licenza di Bue*
essa risiedesse sempre fra' 6 capi reggi- chino Belforli avea ucciso dormendo
tori del comune. Le quali cose si man- un volterrano amico de'figli di messei*
tennero dal 1 344 3' i36i. Ma che il Francesco Belforli, io quel rumore resta*
governo di Volterra, dopo le ultime ri- rono morti alquanti di detti figli e altri
forme del 1 344i fion fosse tornato a par- imprigionati d'ordine del tiranno Boc-
te guelfa, e in vece propendesse nel con- chino, contro palli de'quali era malle-
i

trai io partilo, sembrano manifestarlo, vadrice la signoria di Firenze. Vedendo


l'aver i vollerrani consegnato al partito questa che in onta agli «mbasciatori man-
ghibellino de'Belforti la rocca, e deciso dati a Volterra, Bocchino non rilasciava
che un di loro sedesse nel comune; l'a- il comune di Firen-
que'figli in libertà,
vere nel 1349 faccettalo in ca*a loro il ze coinautiò che una mano d'armati st
conte Gheraido della Gherardesca e i recasse a INIonle Vollraio per favorire di
signori della Rocca slati cacciati da Fisa, valido prtrsidio quella rocca de'figli di
come complici dell'uccisione di Ranieri messer Francesco, minacciando di guer-
conte Donoiatico; e d'aver essi pre-
di ra il tiranno se non faceva sollecita am-
Stalo giuramento d'ubbidienza all'impe- menda. Fu allora che Bocchino trattò di
ratore Carlo IV a'3 marzo i 355, senza dare la signoria di Volterra a'pisani per
volere il consiglio de' fiorentini, acco- 32.000 fiorini d'oro; il che, ridondando
gliendolo cordialmente in Volterra a'2 2 a grave danno diFirenze l'ingraodimento
del sussegtieiite maggio; l'aver Filippo de'pisani, fu trattato copertamente e sen-
vescovo di Volterra e nipote del già tiran- za saputa de' vicini. Quando il popolo di

no Atfaviani, ottenuto dall' imperatore Volterra ebbe sentore di ciò, lutto di uà


un di[)loma con piena facoltà di nomi- volere prese l'armi a'5 settembre i36r,
nare gli ulTiziali della i." magistratura correndo prima a Cacciar di città le trup-

della città e ne'principali paesi della sua pe pisane, poi al palazzo del tiranno, che
diocesi comechè queste generose con-
j pose iu carcere colla sua famiglia; quindi
cessioni, rinnovatea*i4 giugno i364 a furono maodatt a Firenze ambasciatori
favore del vescovo Pietro, non fossero per avere un capitano di guardia, e a
più ellìcaci di quelle fatte al vescovo Il- Siena per un podestà. I fiorentini, ch«
debrando da Federico e da Enrico VI. I ìb Volterra avevano inviato il capitano,
Quindi, o per timore d'irritar troppo i ottennero pochi giorni dopo dal popo-
fiorentini, o per la venuta in Toscana lo la custodia del cassero della città, a
della compagnia del conte Landò, o pel condizione che la rocca fosse guardala
tristo esempio di Siena, il governo di Vol- da loro per io anni; e intanto a'i3 di
terra si ravvicinò alla politica fiorentina, dello mese fu riformato il governo della
rientrando nella lega de'comuni di parte ciltà, ed io del seguente ottobre fu
a'
guelfa nel gennaio i356, e fu imitala da troncato il al tiranno Bocchino Bel-
capo
Siena e da altri popoli. I Belforli rien- forli, dopo esser siala introdotta in città
trarono in grazia de' fiorentini, e questi la cavalleria de' fiorentini. Dojlochè i
furono soccorsi da Volterra nel i359 volterrani riformarono co'quinti e sesti
per l'assedio di Bibbiena. Indi i fioren- statuti la ciltà, i 12 difensori deputarono
tini pacificarono tra loro i Belforli, nelle un sindaco con facoltà di cedere per 6
controversie insorte per cupidità di do- anni a'Gorenlini la custodia del cassero,
rainio,. quello della città esseodo slato e di promettere ^e i voUerraui noa
68 VOL VOL
avrebbero eletto a loro podestà, oè ad dò vieppiù tarpando la propria liber-
altri ufTjziali tnÌDorì, persona alcuna che tà, giacché il governo nel 1370 accon-
fosse meno dì 3o miglia lungi da Vol- sentì di spogliarsi della custodia della
terra, eccettuandone però i cittadini fìo- città, col permettere che le chiavi delle
rentini e quelli della famìglia Ceccioni o porte stessero nelle mani del capitano
Ciacconi di s. Miniato. Quindi nello sles- del popolo, per tutto il tempo che a'fìo-

so ]36i elessero in gonfaloniere per 6 rentini fosse appartenuto la custodia del-


mesi Migliore Guadagni fiorentino, e Lo- la rocca. Dispiacendo al popolo che i

dovico di delti Ceccioni in podestà, e fiorentini avessero posto sotto la loro giu-
meritò poi d'esser anco capitan genera- risdizione il castello e uomini di Monte
le, con ordine che sì ponessero guardie Castelli, nel i38i lo riebbero, rinno-
alle contrade dentro le mura nuove e vando poscia i patti per altro decennio
sulle vecchie di Volterra. Sembra forse a'fìorentini di custodire il patrio cassero,
al Repelli questa la i.' epoca della pie- i quali vollero ancora la libera elezione
na sottomissione di Volterra a'fìorenti» del capitano e del castellano^ loro accor-
ni, cui i governanti aveano ceduto la data nel i385, con altre amplissime fa-

rocca. Nel i363 nacque impegno forte correggere


coltà, e di poter eziandio gli

col tribunale ecclesiastico, poiché avendo statuti. Questiriformarono nel i4i !>
si

il podestà fallo porre in prigione Gra- da'quali risulta che il distretto Volter-

nello Belforti, per aver tentato di sov- rano d'allora si componeva di 33 minori
vertire il pacifico stato di Volterra e di comuni, non compreso il capoluogo del-
darlo in mano a'nemicì, fu la città sot- la città. Se ne leggono i nomi a p. 209

toposta all' interdetto per sentenza del delle Notizie isloriche, altro più antico
vicario del vescovo, come speciale dele- elenco riportandosi a p. 73. Tale ri-
gato del celebre cardinal Albornoz legato forma può dirsi una dell' ultime, poi-
d'Italia, a cui in nome
Granello era di ché d'allora in poi, ad onta degli slanci di
sialo esposto d'esser ordinalo e canonico vitalità che di tratto in tratto die' il po-
della cattedrale. Ricorsero i volterrani a polo, esso fu costretto a suo dispetto re-
Papa Urbano V, rappresentandogli che star lìgio al governo fiorentino. L'epoca
quando fu preso Granello era senz'abi- forse più segnalata della storia politica
to clericale, e ottennero la commissione dì Volterra avvennei4^7» quando
nel
della causa al preposto di s. Gemignano. ifiorentini vi volevano introdurre il nuo-
Nuove riforme nel 1 365 e nel 368 eb-
1 vo sistema catastale; la quale novità tur-
bero gli statuti del comune, ordinaudoii bò moltissimo gli animi de'cittadini, per-
io quelli che il magistrato de' 12 difen- ché credula contraria a'patti statuiti dal
sori si riducesse a 9, e che questo do- comune colla signoria di Firenze. Impe-
vesse chiamarsi il magistrato del popolo, rocché ricusando i volterrani i comandi
e fosse da eleggersi 3 per ogni lerziere dati dal capitano del popolo, a'28 giu-
della città. Furono cancellali tutti Bei- i gno inviarono 18 ambasciatori a Firenze
forti dal numero de'popolani, e scrini per tentare dì conservarsi illesi da quella
nel libro bianco. In occasione poi della misura. Non solo fu tutto inulìie, ma gli

2.' riforma, fu decretato che Jacopo degli ambasciatori furono arrestali, ìndi dopo
Oltavìani di F^irenze e Simone de' Vanni molti mesi di carcere, colla mira di libe-
di Pistoia fossero confermati, il i.° in ca- rarsi, nel dicembre 1428 essi consegna-
pitano del popolo e il 2.° in podestà; rono i libri dell'estimo del distretto di
quindi fu rinnovata per altri io anni la Volterra. Ma appena costoro tornarono
custodia a'fìorentini della rocca coll'an- in patria, il popolo sì sollevò contro i

tiche condizioni. Cosi a' volterrani si an- fiorentini, e Giusto Landini, uno degli
VO L VOL 69
ambasciatoli, a'23 ottobre i4^9 fattosi dalla repubblica fiorentina piena resti-
capo delia rivolta, corse al palazzo e alla tuzione de'suoi diritti, ritornando nello
fortezza, cacciandone il capitano e il ca- slato in cui era avanti dell'accennate tur-
stellano de'fìorentini, ed in seguito itn- bolenze. Grandi però furono le calamità,
padronendosi della rocca di Monte Voi- alle quali i volterrani si trovarono espo-
traio. Tali incidenti conturbarono forte sti innanzi
la ripristinazione de'loro pri-
gli animi della signoria, la quale tosto vilegimunicipali, per avere essi ricusato
creò il magistrato de'Diecì di Balia, de- di chinare il capo alle deliberazioni dei
stinando fra essi due commissari Rinal- fiorentini. Una delle quali calamità era
do degli Albizzi e Palla Strozzi a dirigere stata portata dalle truppe condotte in
l'impresa di quella guerra; i quali com- Toscana da Nicolò Piccinini nel prece-
missari dopo aver radunato le genti dente maggio per favorire lucchesi, al- i

d'armi, ne affidarono il comando a Nico- lorché s'impadronirono di molle castel-


lò Fortebraccio, cbe alla testa di quelle la del contado volterrano. Ma la fede e
marciò a Volterra. Frattanto il Laudini il buon animo appunto del popolo di
capo de'sollevati, sebbene sperava che Volterra, in quell'occasione verso il co-
per la forte sua posizione Volterra po- mune di Firenze dimostrato, die'un gran-
tesse essere in grado di resistere per qual- de impulso a questo per adottare la ri-
che tempo^ nondimeno avea chiesto di formagione narrata. In grazia di ciò i

aiuto i sanesi e i lucchesi inutilmente, volterrani si mantennero, non solo in ar*


quando a un tratto la rovina gli venne monia co'fìorentini, ma ancora tranquil-
d'onde dovea men temere. Avea deciso li fra loro, finche Alfonso V re d'Aragona
il magistrato del comune di Volterra di e di Napoli, nel 1 44? avendo mosso guer-
dar morte a Giusto Landiui, e la fe-
la ra al comune di Firenze, danneggiò a
ce eseguire i6 giorni dopo la rivolta, più potere il territorio volterrano, met-
poiché appena entrato a'7 novembre nel tendo a sacco la terra delle Pomarance
palazzo de'Priori, d'ordine di questi fu con altri castelli. In vista di ciò i fio-
ucciso, e ancor spirante fu gettato dalle rentini con provvisione de*23 dicembre
finestre sulla piazza, gridando : Viva il i449j ^^ istanza de'volterrani, esentò il
buono stato della città, e l'aoticizia del loro comune per 5 anni dal pagamento
Comune dì Firenze. Giunto al governo dell'annua tassa di 1000 fiorini, cui era
di questa l'avviso della ricupera di Vol> stato di prima obbligato. Da tale prov-
terra, la signoria considerando esser quel- visione rilevasi, che allora le maggiori
la la 3.* volta che la città poteva dirsi rendite del comune volterrano si ritrae-
soggiogata dall'armi de' fiorentini, pas- vano dal sale, dal solfo, dal Tetriolo e
sando a'voli vinse il partito più severo, dall'allume delle sue miniere. Dopo 24
per cui fu deliberato : che i volterrani anni del passaggio ostile de'napoietani,
non potessero più in alcun modo elegge- i volterrani dovettero soffrire una sven-
re il loro podestà, la cui giurisdizione fu tura di assai più trista conseguenza; al-
d'allora in poi riunita nella persona del lorché nel i47 I insorsero nella città del-
capitano del popolo, eh' era di nomina le civili discordie cagionate dall'appalto
assoluta della signoria di Firenze, e che di varie miniere d'allume, a condizioni
o cassero, si dovesse
oltre l'antica rocca credute troppo favorevoli agli appalta-
fabbricare in Volterra una fortezza di tori e lesive alla comune libertà. Gli sto-
nuovo, come poi fu eseguito, con aggiun- rici più imparziali volterrani convengo-
gere diversi ordini relativi all'adempi- no, che i magistrati al pari del popolo
mento del catasto. Dipoi a' So ottobre di Volterra procedettero in quest'affare

.143 1 la comune di Volterra liolteuoe ad atti di positivo disprezzo verso la re-


VOL
pubblica fiorenlina, stimolando questa a sta de' duchi d' Urbino, l. 1, p. 244»

ricorrere amodi cbe dovevano riparare descrive questa guerra durata 22 gior-
suo decoro e alla vilipesa au- ni, e che mentre i fiorentini dovevano
al violato
torità de! capitano da essa nominato. O- fare lingresso in Volterra, già i soldati

gni ac< ordo essendo riuscito vano, fu po- stipendiali eransi ribellali e abbantlooali

mani di Lorenzo de Me- al saccheggio, che il duca non potè del


sto l'oliare nelle
dici,divenuto l'arbitro della repubblica. lutto impedire, bens'i facendo impiccare

Allora il magistrato civico di Volterra, i due loro capi nella sollevazione, e gli

accorgendosi che si prendevano in Fi- altri Premio al valore


cacciò dalla città.

renze delle misure forti contro la loro e moderazione del duca fu quanto nar-
città, risolse d'abbracciare il partilo del- rai nel voi. LXXXVI, p. 3oo. Altri sto-

la difesa contro l'oste de'fiorenliiii, i qua- rici scusano Federico I, perché non potè

li mandarono un CNcrcito a Volterra di opporsi alla sfretiatezza militare, che si

10,000 fanti e di 2000 cavalli sotto il mescolò a quelli eh' erano tenuti a di-
comando del celebre capitan generale fender la città, e invece furiosamente la
Federico 1 duca à' Urlino. Occupò pri- depredavano. Alle calamità de* privati,

mieramente l'esercito fiorentino i piiesi tennero dietro quelle del pubblico, poi-
del contado volterrano, quindi alla metà ché Olire l'esilio dato a 76 cittadini più
di maggio del 1472 si accampò nelle animosi, oltre 1' abbandono volontario
pendici del monte di Volterra; sicché della patria di molti notabili de' più ric-
dopo inutili proposizioni di resa, Fede- chi e più autorevoli, che rifogiaronsi ia
rico I fece dar l'attacco alle truppe vol- varie cillà d'Italia, il municipio di Vol-
terrane, che fuori della città erano ac- terra venne privato di molte dignità, po-
campate in un poggio fortissimo. Fu com- tere e considerevoli rendite. Fu tolto ad
battuto con ferocia d'ambe le parti, ma esso il palazzo de'Priori, che la signoria
le truppe volterrane oppresse dal nume- di Fiienze assegnò al capitano del po-
ro degli assediantì trovaroosi costrette a polo; e fu allora che ì pascoli ed i bo-
rientrare in città, dopo gravi perdite iu schi comunali, le miniere del sale, del
niorti enumerosi prigioni. Forse l'asse- solfo, del vetriolo e dell' allume, dalla
dio sarebbe andato mollo in lungo pel comune di Volterra fino a quel tempo
forte silo di Volterra, e per l'animosità godule, vennero inscritte fra le regalie
e coraggio dimostrato da' capi del ma- del comune di Firenze, il quale poco do-
gistrato e dal popolo, se dall'ultra parte po le allivellò alla cillà di Volterra, rin*
i 1000 soldati stranieri non si fossero novando il fitto sino al i53o, epoca in
Bvviliii in guisa, che difendevano con cui il livello fu reso perpetuo. Quindi
molta lentezza la città. I partigiani de'flo- furono eletti i magistrati, che a nome
rentini poi, che aveano iostinualo ubbi- della repubblica fiorentina dovevano go-
dienza e la resa, convennero segretamen- vernare Volterra e i paesi del suo con-
te col duca d'Urbino, the una notte gli tado, riferendosi a' più moderni statuti
avrebbero lasciata aperta una delle porle, del i474i l'ispelto alla procedura e de-
purché fosse salvato l'onore delle donne, cisione delle cause civili. Per tenere poi
come fece il duca, e la città dal saccheg- in freno pel tratto successivo i volterra-
gio. Ma infatti innanzi l'alba de'iS giu- ni, si estese il perimetro dell'antica for-
gno entrò in Volterra per la porta a Selci tezza, facendo atterrare il palazzo de'Bel-
l'esercito fiorentino, massacrando citta- forli, presso cui furono costruiti i rivel-
dini, incendiando e saccheggiando le loro lini della fortezza nuova, e nel loro centro
case senza punto curare patti. Il Repo-
i
innalzata ia celebre torre rotonda nomi-
sati, Della Zecca di Gubbio e delle gè- nala il Mastio con più carceri segrete a
V O L V OL ^i
vari oidini. luoltre la signoria di Firenze zioni fruttarono a Vulteirri benefìcii iiu-
per coutratlo del 1482 alienò al coniu- portanlissimi, poiché nel idi 3 ivollei ra-
ne di Volterra i pascoli e teuiuaenti, dei ni ricuperarono in gran parte le perdute
quali IO anni innanzi la loro città era dignità, mediante provvisioni e decreti di
stata privata, mentre nel i^SS dalla e-ienzioneche la signoria di Firenze accor-
Stessa signoria fu deliberato d' esentare dò loro, e che in vari tempi furono al co-
gli abitanti della città da tutte le gravez- niuue di Volterra confermali. Dalle quali
ze reali, personali e miste che per l'av- concessiuoi rilevasi, che 1' antico contado
venite fossero slate imposte; mussa a ciò o distretto di Volterra era stalo abolito
dalla puverlà in cui erano ridotti i suoi a- fino dal1 474> epoca di una dell' estreoie

bilanti pe'danui solFerti ntll'ultima guer- riforme de'suoi statuii; a tenore de'quali
ra, e per la naturale sterilità del suulo. non fu ripristinato il vicariato di Val di
La parte dulia storia moderna che più Cecina, mentre in luugu suo doveva eleg*
onora il comune di Vullrrra, a parere di gersi un podestà fra'cittadmi fìorentiai
liepetti, è quella dimostrata da' priori e residenti in Volterra. Uno degli ultimi
dal niaggiorGon$ìglio,allorchè presso alla avvenimenti storici relativi a Volterra
vigilia del sacco fumoso di Idrato, e della repubblicana accadde nel i53o, in tempo
cacciata da Firenze del gonfaloniere per- dell'assedio di Firenze, quando i volter-
petuo Pier Soderini, volterrani con prò?-
i l'ani si dichiararono del partito Mediceo,
visione de' 12 agosto i5i2 deliberarono al quale Papa Clemente VII e l'impera*
doversi spedire a Firenze ambasciatori tore Carlo V
aveano destinato la sovra*
per offrire alla signoria tutte le sostanze nìtà del suo stato.
Quindi perla violenza
de' volterrani pe' bisogni della guerra; in usata loro da Giovanui Covoni di Firea-
guisa che 3 giorni innanzi che seguisse il ze, che con 4 compagnie n'era venuto a

detto sacco 16 agosto, furcmo eletti 8


a' Volterra, e con ingauno era penetrato
cittadini volterrani con facoltà d'esibire nella città e corso al palazzo de' Priori
a que'reggitori quanto fosse slato di van- con l'uccisione d'alcune guardie volterra-
taggio a' fiorentini. Che se ([ueila guerra ne; irritato il popolo da simili prepotenze
riuscì del tutto contraria a'voti della re- presele armi, barricandogli sbocchi delle
pubblica di Firenze; se in seguito cain- vie, e caricando le finestre delle case di
biaodosi del tutto in quella città il gover- sassi. Allora quelle compagnie col Covo*
no e cacciando di seggio l' imbecille gon- ni in breve ora furono dal tumulto pò-
faloniei e perpetuo; se i Medici furono di polare vituperevolmeote cacciate di pa*
nuuvo restituiti e raccolti nella loro pa- lazzo e di città. In conseguenza di ciò i

Iria, Vuiierra nun cambiò per questo la volterrani vedendosi vicini ad un mal
(ud generosa offerta a favore della signo partito, mandarono a Bologna per darsi
ria nuova, dalla quale con lettera de'6 a Papa Clemente VII Medici, supplican-
settembre i5i2, essendo invitati volter- i dolo a provvederli di artiglieria grossa
rani a fornire ad impreililo per un mese per potere abbattere Vol-
la fortezza di

quella quantità di denaro che potevano, terra, dalla quale erano del conliouo tor-
li magistrato civico con provvisione de' 2 i mentati e dalle artiglierie fiorentine co-
di dello mese decretò, che senz'altro in- mandate da Bartolo Tebaldi. Pertanto
dugio SI dovessero somministrare quinti la perdita di qiiest'importante città rin-
deuari si trovavano nelle casse del comu- ciesceva assai al famoso Francesco Fer-
ite; oltre i 1 5o soldati che Volterra a ruccio commissario di guerra, il q'iale
istauza della Signoiia di Firenze inviò trovandosi al pre^idio d'Empoli avvinò i

Sotto il comando del counestabiie Bene- Dieci di Bilii, ch'egli volentieri si reche-
dcuo Miuucci. Tdule cordiali dauo^Cra* rcbbe a Volterra iuuaa.:ichti gli alfiri si
73 VOL VOL
voltassero in peggio. Piacque l'avviso del spugnarla, e con essa guadagnarono il

Ferruccio, e iiivialigli circa 2000 fanti e magazzino delle vettovaglie che quoti-
] 5o cavalli, con queste genti si diresse to- dianamente provvedeva Firenze. Accre-
sto a Volterra. Non ressero i suoi abitanti scendosi intanto a Ferruccio sempre più
luogo teaipo all'assalto feroce del Ferruc- il numero de'suoi soldati, meditava di far

cio, sicché egli appena entrato nella for- rivoltare s. Gemignano e Colle ad ogget-
tezza , temendo che a Volterra giugnesse to d'interrompere l'invio delle vettovaglie

soccorso, fece assalire da diverse bande che per quella via si recavano da Siena
la città. Allora si combattè accauitamen- all'esercito assediante Firenze. Ma es-

ted'ambo le parti fino alla mezzanotte, sendo sopraggiunto importunamente in


UOD potendo né gli assalitori, né gli assa- quelle bande il capitano calabrese Fabri-
liti mostrare maggior valore. Ma il Fer- zio Maramaldo con circa 2 5oo fanti non
ruccio fece metter fuoco alle case più vi- pagali, questi si recò colle sue genti ad
cine alla fortezza, per vedere il suo eser- accamparsi nel sobborgo di Volterra fuo-
cito distruggersi senza frutto, onde tra lo ri di porla s. Francesco. Fu allora che il

strepito delie fiamme, i don-


pianti delle Maramaldo con troppa arroganza avendo
ne e le grida de'combafleuli, pareva che fallo intendere per un tamburino al Fer-
la terra rovinasse e si fosse aperto Tinfer- ruccio, che incontanente se non voleva
uo. Perirono in quella fiera zuffa dalle esser tagliato a pezzi, gli rendesse Volterra,
due parti non meno di 3oo nomini, e il Ferruccio disprezzando tali minaccefece
più d'altrettanti rimasero feriti. Ferruccio impiccare il tamburino. In tale occasio-
entrò in Volterra a'a6 aprile i53o, e la ne, a'9 maggio seguì una grossa scara-
mattina seguente ardendo la città quasi muccia fuori le mura, dove restarono
da ogni parte si die'al nemico, il quale morti di que'di dentro un i5o, e sopra
guadagnò i 5 pezzi d'artiglieria ottenuti 200 delle truppe di fuori; inoltre passa-
dal Papa, dopo ch'erano da un giorno rono dalla parte del Ferruccio circa 200
errivati da Genova. Indi il Ferruccio fanti calabresi per mancanza di paga, la-
commise multeestorsioni a cavare argen- tanto l'oste spagnuola che sotto il coman-
ti dalle chiese e denari da' cittadini. I do del marchese del Vasto avea preso Ena-
Tolterrani aveano condotto al loro soldo, poli, s'incamminava al riacquisto di Vol-
per difendersi da'fìoreotini ch'erano nel- terra, tanto piùche Maramaldo insisteva
la fortezza, i fratelli Gio. Battista e Carlo a domandare artiglieria per espugnarla,
Borghesi nobili di Siena, quali subito i poiché colle mine non gli era riuscito di
aveano assediato la rocca, sperando che trarne alcun buon effetto. Il marchese
Alessandro Vitelli,capitano pontificio che restò meraviglialo della fortezza del silo,
era non mollo lontano a Villa Magna, si perché la città oltre l'esser posta sulla
presentasse colle sue genti alle loro mu- cima del monte, non aveva all'esterno
ra, a ciò pregalo dagli abitanti; ma ne che 5 vie, disposte a guisa di 5 dita di
restarono delusi per esser andato all'im- una mano aperta, come già dissi, per of-
presa d'Empoli. 11 fuoco ridusse in cene- fenderla, restando framezzo alle stesse
re la 4-" parie della città, la quale tornò vie valli profonde e dirupate; talché il

alladivozione de'floreutiui. Questa ricu- marchese del Vasto, preso consiglio col
pera di Volterra però costò mollo cara Maramaldo, pose ad alloggiare le sue
«'fiorentini, poiché avendo Ferruccio la- genti fuori del Portone presso la chiesa
sciata Empoli poco meno che disarmala, di s. Andrea, dove il monte é meno dis-
per andare più gagliardo a Volterra, agevole. Ma uscendo improvvisamente
confidatosi nella fortezza delle muraglie il Ferruccio ad infestar gli spagnuoli oc-

di quella, diede animo agl'imperiali d'e- cupali in attendarsi, avrebbe loro dato
VO L VOL 73
assai chefare,se dalMaramaliloooD fosse- ilpopolo di Firenze avea deposto l'armi»
ro sta li o tem pò soccorsi. Che sebbene non
ì ed a' 1 2 erasì sottoscritta la capitolazio-
meno di 4 assalti si dassero dagli spagnuuli ne. Nella persona di Raffaele Girolami,
e da'calabresi alla città, sebbene una lar- ultimo suo gonfaloniere, eransi comin-
ga breccia nelle mura fosse stata aperta ciale bentosto le persecuzioni di tutti gli
fra l'orto delie monache di s. Lino e la avversi a'Medici, che non poterono sot-
porta Fiorentina, a tutto riparava l'ac- trarsi in tempo; e l'infelice gonfaloniere,
cortezza e valore del Ferruccio, che a scampato a gran morte che
fatica alla
tulio provvedeva, e da per lutto compa- colpì il suo predecessore Carducci e mol-
riva: per cui il marchese fu forzato ad ti de'principali, venne rinchiuso nel Ma-
abbandonar l'impresa cominciata. Nella schio di Volterra, ove poco prima il Fer-
qual zuila apparve chiaro in quel d'i la ruccio avea fatto contro gli spagnuoli
prodezza d'Angelo Bastardo d'antica ori- prova di tanto eroismo. Allorché i fuoru«
gine volterrano, avendo egli più volte ri- sciti si volsero all'imperatore Carlo V,
messo la battaglia con mirabil valore. lagnandosi dell'imprigionamento di mol-
Frattanto stringevasì' maggiormeote ddl tissimi cittadini contro la fede detrattati,
principe d' Grange l'assedio intorno a Clemente VII fece condurre ilGirolamia
Firenze, dove non entrava più vettova- Pisa, ove, come fu voce, morì di veleno.
glia da parte alcuna, e nunoataute la pe- Cosimo 1 che nel i 53 j era succeduto nel-
nuria de'viveri non diminuiva negli asse* la ducea ad Alessandro, a'3 giugno i55[
diati l'ostinazione della difesa. Ma essen- confermò i privilegi a Volterra, la quale
dosi recato il Ferruccio per ordine de' allora era ridotta co'suoi sobborghi, ail
Dieci da Volterra a Fisa, ed essendo riu- 872 famiglie, con 4^97 abitanti, lu con-
scito vano al Maramaldo d'arrestarlo, rac> seguenza delle guerre e della peste, che
coglieva il Ferruccio io Fisa quanti più avea afflitto la città orribilmente nell'an-
fanti poteva, laonde tutta la sperauza de' no delia caduta di Firenze, restandone
fiorentini era ridotta alla venula sua per falcidiata lapopolazione. Anzi non era
liberare la città assediata dalie milizie appena creato duca di Firenze Alessan-
papali e imperiali. Quindi egli avendo la- dro de Medici, ch'era stata ordinata una
scialo Pisa, da'fiorentiui si perde poco do- coscrizione militare nel contado e domi-
po a Cavinaua o Gavinana con la vita di nio fiorentino di 10,000 fanti; alla qua-
Ferruccio, trucidalo da Maramaldo, la le perciò fu ascritta la gioventù superstite
battaglia. Dopo la sconfìtta dell'esercito, di Volterra, sotto il nouie di bandti^ col-
non solo a Firenze defiuitivamente suo- l'accordare a quelle milizie alcuni privile-
uò l'ultima ora della repubblica Horenli- gi, fra' quali il portare le armi e pagare
oa, ma ebbe termine anche Volterra meno gravezze. Alla quale epoca Volterra
repubblicana. Colla fìue dunque della era suddivisa in 3 quartieri e in 5 contrade,
repubblica di Firenze, terminò l'utlima come al tempo della repubblica. Da quel-
sventura di Volterra, mentre il principio l'epoca in poi, Volterra seguì sempre il de-
del governo assoluto di Firenze parve stino del granducato di Toscana, i cut
piuttosto favorevole a'volterrani, perchè cenni storici in quell'articolo scrissi sino
appena sottomessa la metropoli all'armi al i856. Nel seguente anno, nel f^iaggio
pontificie e imperiali, innanzi che Ales- (A".) del Papa Pio IX, colla Toscana au-
sandro de Medici fosse dichiarato capo che Volterra fu onorata dalla sua presen-
politico di quello stato col titolo di duca, za, città già beneficata da lui. Imperocchà
ivolterrani a' io dicembre i53o olleu- narra la Civita. Caltolìca del i852, se-
nero da quel governo provvisorio la con- rie I .', t. 1 o, p. 7. Essendo da qualche
I I

ferma perpetua dc'privilcgi. A' i o adusto auuo moilu iu Fueuze Tommaso Reali
74 V OL V O L
di Genova^ lasciò 6000 floiin! a lìbera «e sempre Forlunuta che ne' teneri Jinni

disposizione del Papa, il quale memore iniziasse gli studi nel collegio di s. iMiohe-
delia prima educazione avuta nel collegio le. IlàantoPadrecedeva alle fervidissima
di s. Michele de'pp. scolopii di Volteira, preci, e benedicendo deputati li censo i -

come notai in principio, fece cessione for- lava di «raziosa adesione «'rassegnali vo-
male di tutta l'intera somma a mg/ ve- ti patrii. Questi furono appagali a' 26 di
scovo della città, perchè ne applicasse la dello mese, quando il Papa reduce da
rendila in opere di beneficenza. Questa Lucca e Pisa, per Ponledera e Camu-
fu stal)ilita con 5 dutiannue ad allrellan- gliano(ove alquanto si trattenne in quel-
le oneste e povere zitelle, che avranno più la magnifica villa Medicea, l'odierno pro-
frequenlalo la dottrina cristiana nelle 5 prietario della quale marchese Lorenzo
parrocchie della città e suburbio di Vol- Wiccolioi l'avea con ogni più bella cura
terra. Inoltre il miinteninienlodi due gio- preparala peraccogiiere un tanto ospite),
vani nativi di Volterra, uno chierico nel e preceduto dal granduca Leopoldo 11 e
seminario, l'altro secolare nel collegio de' dal gran principe ereilitai io, vi giunse la

pp. scolopii: l'uno e l'altro da .scegliersi sera ad ore 7. L'animo delicalainente


per concorso innanzi al vescovo prò tetn- generoso di Pio IX volle mostrare una
vore. Se alcuna cosa sopravanzasse, si singolare predilezione alla città di Vol-
dovrà erogare nell'accrescere propoizio- terra, ed all'illustre sodalizio delCalasan-
liatamenle l'onoiariode'professori del se- zio, dove fu educalo nella sua giovinezza,
minario. 11 municipio di Volterra, pro- facendovi più lungndiinora;e l'accoglien-
fondamente commosso per tanto aUo ge- za de' volterrani degnamente rispose a tan-
neroso del supremo Gerarca, il quale, fra to favore. Non poteva far di più per di-
tante cure del suo ministero, si è degnalo mostrare la sua somma divozione, l'esul-
rivolgere la sua mente in un modo così tanza eulusir-isiìca e la sincera cordialità,

speciale a Volterra, e con insigne dono manifestala anche con isplendida e gene-
provveilerla di così utili e benefiche isti- rale illuminazione. A breve distanza dal-
tuzioni, deliberò a' 26 maggio i852, ad la città il Papa fu incontrato dal municipio
unanìmilù di consiglio, che un busto di in abito di ceremonia, dal sotto prefetto
marmo rtippresenlante l'augusto benefat- e dal comandante di piazza. Salito la car-

tore si collocasse con analoga iscrizione rozza di gala di corte, fece il solenne in-
nella sala dell'adunanza comunale o in gresso per la porta a Selci, preceduto Ùa
«Uro pubblico luogo da stabilirsi, e ciò un drappello di cavalleria e accompagna-
ad aeternani rei memoriam. Quindi il loda 4 legie guardie del corpo, e percor-
mtinicipio, facendosi interprete de' voli rendo le vie [irincipah magnificamente
dell'intera popolazione, adempì al sagro illuminate e rallegrate da 5 bande musi-
dovere di rassegnare al Papi, [)er mezzo cali, il Pontefice recossi alla cattedrale,
di mg/ vescovo, i sentimenti dell'univer- dove l'aspellavano il granduca e il gran-
sale gratitudine a questo munifico atto. principe, il cardinal Corsi arcivescovo
Ora col Giornale di Roma del iSSy, di Pisa, il vescovo diocesano, e lutto il

narrerò l'andata del Papa in Volteira. clero secolare e regolare. Falle le consue-
ijoggiornantlo il Pa[)a Pio IX in Bolo- benedizione col ss.
te preci, e ricevuta la
gna, nell'agosto iSSy ricevè la deputa- Sagra mento, partì dal duomo. L'odierno
zione della diocesi e città di Volterra, la vescovo mg/ Taigiuni lo ricevè in nobile
quale umiliali i sensi del più divoto o- ospizio air episcopio contiguo, e da una
inaggio, icnpetrò l'onore d'una visita nel magnifica loggia, all'uopo eretta, Pio IX
nun lontano suo paesaggio in Toscana, compartì al divoto ed acclamante iunu-
iauuiiit:nlum.lo»ii come Vuileira si tcucs muicvolc popolo la papale benedizione.
V OL VOL 75 •
Indi si compiacque ricevere nella sala del magistratura, e il tribunale dì i.* istan-
trono, al bacio del [)iede, il soUo prefel- za. Alle due pomeridiane, sedè a mensa
lo, il gonfaloniere, le diguilà ecclesiasti- col granduca, il granprincipe ereditario,
che e tutto il clero. N«»rra la Civiltà Cat- e il cardinal Corsi arcivescovo di Pisa.
tolica, serie 3.\t. 7, p. 649. " La iriatiina Nel pomeriggio, il Papa degnossi visitare
del 27 si condusse alla chiesa di s. Miche- il pubblico museo Guarnacci, e gli spe-
le,dove pp. delle scuole pie festeggia-
i dali. Ed a piedi andò nel carcere peni-
vano la solt^nnilà del loro fondatore s. tenziario,dove l'allendevauoil granduca,
Giuseppe Calasanzia; vi celebrò la Diessa, il granprincipe, il sotto prefetto e il cav.
anìiniuistraudu la ss. Eucaristia a que' soprintendente degli stabilimenti carce-
religiosi, ed a'soci della conferenza di s. rari: ne osservò atteutamente ogni parte,
"Vincenzo de Paoli, e poi altra ne ascollò; e ammise al bacio del piede tulli gl'im-
quindi visitò il vicino collegio, in cui egli piegati dello stabiliineiilu e il collegio
giovanetto avea ricevuto da que' valenti de' visitatori oUiciosi. Partitone il Santo
istitulori i primi e cos'i felici indirizzi alle Padre, consolò di breve visita le oblate
virtù che lo rendettero poi si grande; e e le conviitrici del real conservatorio di
y'\ auioiise al bacio del piede i religiosi, s. Pietro; povcia entralo nella carrozza
gli alunni del collegio e molti ragguar- di corte fece ritorno nell'episcopio a'suoi
devoli personaggi". Venne ossequiato ivi appaiiainenti, fra le armonie delle bande
dal granduca e dal gianprincipe, e si de- musicali e gli applausi della tiiolliludine.
gnò accellaie una breve refezione. Il Som- Il granduca e il granprincipe, che avea-
mo Pontefice nel rivedere a Volterra la no accompagnato il i'apa, si licenziarono
camera del collegio di s. Michele, dov'egli con osoecjuio, e recaronsi a piedi ad ono-
dimorò giovinetto (e nella quale dioiora- rare il circo dello di Valle Buona, dove
tovi e uscitone alunno, vi ritornava Som- la gente venuta ad una corsa di cavalli
mo Pontefice e Reiì, diede vivi set-ni di con fantino, gli accolse con aperti segni
mozione;
conr) la quale si accrebbe scor- di rispetto e aifettuosa esultanza. Nella
gendo in una sala del suo quartiere la sera la luminaria fu uteravigliosa per la
domanda (tutta di suo carattere) della ricchezza e la copia de' lumi, per la bea
tonsura, falla da esso al vescovo di Vol- intesa dispo&izio'ne e per la serena alle-
terra, ed ivi collocata con gentile pensie- grezza dell'im mensa folla di popolo che
ro.Quindi passò a visitare le Clarisse, nel tratto trailo rompeva in applausi festosi.

monastero di s. Lino; e col granduca e Ed il Papa compì nella cappella dell'e-


grauprincipe si recò alle sale della scuo- piscopio ceremonia dell'incorunazioae
la

la del disegno, dov'era preparala, a cura della miracolosa immagine della B. Ver»
del municipio, una esposizione de' lavori gine di s. Sebastiano, tanto venerala dal
eleganti d'alabastro di Volterra, in»lu- popolo. Poi seduto in liono ricevè il mu-
stria molta fiorente in questa città. Qui nicipio, e molli soci e dame della congre-
pure Sua Santità atlestò alla de[)Utazione gazione dis. Vincenzo de Paoli, alle quali
municipale il suo gradimento, e fece ba- volse amorevoli e commoventi parole, in-
ciare il piede alla medesima, al maestro, citandole ad essere buone madri di fami-
agli alunni della scuola comunale di di- glia, e in quell'opere di ca-
perseverare
segno e plastica, a molti fabbricanti espo- rila cui SI sono dedicate, e che mirano a
sitori, ed a vari cospicui personaggi. Tor- sollevare il poverello nelle sue miserie, a
nato nel palazzo vescovile, sua residenza, ricondurre sul rctlu sentiero il traviato
comparti dal balcone l'apostolica beiiedi- col buon esempio e coda pazienza; ciò
lione al popolo nella piazza alFollalo, che che Servirà loro a formate una cotona
lo salutò cou vivi applausi; ricevè poi la di gloria a Maria »s. luullre nella stessa
76 VOL VOL
sera, granduca e il granprincipe ono-
il scuole de'pp. scolopii di Volterra. Il de-
rarono prima il regio teatro Persio Fiac- siderio del principe diventò il desiderio
co, splendidamente illuminato in loro os- universale. Si aprì tosto una sottoscri-
Bequio, e vi furono salutati con ripetuti zione per azioni di lire 100 ciascuna.
applausi; e in appresso si compiacquero Tutti i canonici della cattedrale si firma-
percorrere a piedi, ia mezzo al popolo rono ognuno per un'azione: più facol- i

riverente e plaudente, la principale con- tosi signori volterrani si obbligarono chi

trada della città vagamente illuminata e per 4 e chi per 6 azioni, e taluno anche
decorata d'una colossale statua del Som- per 8: il conte Larderell si sottoscrisse
mo Pontefice, della quale graziosamente per 1 2 azioni; ed Angelo Gatti di Pistoia,
lodarono ii pensiero eammirarono il mo- quello stesso che si acquistò celebrità per
dello. La mattina del 28, il Papa cele- le sue belle esposizioni d'oggetti di belle
brata la messa nella cattedrale e dispen- arti a Vienna, in Moravia e a Berlino,
sato il Pane Eucaristico a' seminaristi e colà trovandosi in quella circostanza, si

ad altre persone, e compartita al giubi- obbligò per 3o azioni. Per talmodo in


lante popolo, dalla loggia dell'episcopio, pochi giorni furono raccolti 2000 scudi.
l'apostolica benedizione, lasciò in pegno » E questo un fatto che merita d'esser
del suo amore e della sua munificenza notato, come quello eh' è prova manife-
un cospicuo dono a'pp. scolopii,per l'am- sta della fede e della pietà del popolo vol-
pliazione del loro convitto di Volterra, terrano, non che della profonda sua vene-
ed un magnifico calice alla cattedrale. razione pel Capo visibile dellaChiesa,edeI
Alle ore 8 e tre quarti, ossequialo il Papa sincero suo attaccamento pel suo ben a-
dal granduca^Leopoldo II, e dal gran- mato Sovrano ". IVIa a questi giorni di
principe ereditario, dal sotto prefetto e gioia, seguirono tempi e avvenimenti lut-
dal municipio, partì da Volterra, tra le tuosissimi. La rivoluzione del 1789 pro-
me-
festose grida de'viva del popolo, e le gredendo con diverse fasi e periodi, oc-
bande musicali. E per Camu-
lodie delle cultio manifesti, vedendosi fin dal 1809
gliano, Pontedera e Empoli, continuò il apertamente protetta, con dichiarazione
suo f'iaggio a Siena. Desiderosi volter- i e successiva guerra alla corte di P^ienna
rani di dimostrare meglio che per loro si (^.), fatta dall'imperatore de' francesi e
potesse il sentimento della più viva rico- dal re di Sardegna, sia per un'idea, sia
noscenza da cui erano animati verso il per l'utopia di formare un'Italia unitaria
Papa Pio IX, per essersi degnato d'ono- e sotto un solo scettro, ad estremo dan-
rare di sua preziosa presenza la loro cit- no de' ducati italiani e persino della so-
tà, eressero sulla piazza di s. Agostino una vranità del Ficario di Gesù, Cristo (^.),
statua in gesso, fatta appositamente in ed anco della Toscana, cui popoli si i

pochi giorni sul disegno del Battelli, la chiamarono per più d'un secolo felici
quale rappresentava lo stesso Pontefice. sotto il governo dell'augusta casa Hab<
Fu fatto plauso al pio pensiero dal gran- sburgo Lorena. In Toscana dunque l'in-
duca Leopoldo II, il quale perchè la città surrezione audacemente insorse, per aver-
di Volterra avesse un monumento che ri- la da lunga mano preparata il governo

cordasse così solenne e fausta circostanza, subalpino e diretta dallo stesso suo mi-
confortò i volterrani a fare scolpire iu nistro plenipotenziario residente in Fi-
rnariJio quella statua, il cui disegno par- renze, presso il regnante sovrano, cooi-
\e a tulli pregevole, mentre egli avrebbe mend.' Carlo Boucouipagni. Da' faziosi
provveduto a far eseguire a proprie spe- si prelese nell'aprile che il granduca Leo-
se l'occorrente piedistallo, ornato di bas> poldo II abdicasse; ma egli giustamente
i<)unlievu ra^jpieseiUaule il Puulefice alle ricusauUosi, dichiarò iuuauzi al corpo di-
VOL VOL 77
plotuatico di volersi allontanare piuttosto tutti i sovrani, i quali nella nostra causa
dal suolo toscano, e ne parli a'^y di det- debbono riconoscere l'interesse della cau-
to mese coll'i. r. famiglia per Vienna. sa propria ....Frattanto, o miei dilettilo-
Tosto il municipio di Firenze nominò un scani, finché durerà la nostra temporanea
governo provvisorio,per organizzare l'ar- separazione, che ciò retiti ben inteso fra
mala e mobilizzarla, formandolo col cav. di noi; tanto ci sono preziosi gl'inaltera-
UbaldiuoPeruzzi, l'avv. Vincenzo Malen- bili sentimenti che uua gran parte fra di
chini e il ivaggiore Alessandro Danzini. voi conserva a nostro riguardo, altrettali*
Iodi nel seguenle mese trasmise i suoi po- to noi ci sforzeremo di applicarci alla vo-
teri al mentovalo Boncooapagni, nomina* stra felicità e a preparare i mezzi di con*
toda Vittorio Emanuele li re di Sarde- tribuirvì, il giorno in cui cesserà l'ingiu-
gna suo commissario straordinario pel stizia che ci ha colpito ". È stato detto

governo di Toscana durante il tempo con accorgimento: La rivoluzione è co-


della guerra, il quale l'i i maggio nomi- minciata colla dichiarazione de'dirilti del-
nò ministro dell'interno il barone Betti- l'uomo, ed essa non avrà termine che con
no Ricasoli, cbe in processo di tempo as- la diritti di Dio! Quan-
dichiarazione de'
sunse il supremo potere, col sostenere do Parlamento Italiano del 86
poi Jl 1
1

l'autonomia della Toscana^ nochè la sop- descritto con tale titolo ne' due articoli
presse il governo Sardo con decreto de' della Civiltà Cattolica, de' 21 febbraio
i4 febbraio 1861, riportato dalla Ci' e 6 aprile 1861, proclamò re d'Italia
villa Catlolica, serie 4-*» '• 9» P* 7^"^- Vittorio Emanuele II redi Sardegna, il

Intanto granduca Leopoldo li, prò»


il granduca Ferdinando IV emise in Dre-
testato solennemente contro tante usur- sda solenne prolesta a'26 marzo 86 con* 1 1

pazioni e nefandezze, 2r luglio del-


a' tro tale proclamazione e titolo. Altre si-
lo stesso anno i85g abdicò la corona mili proteste fecero in Vienna a' 3o
:

di Toscana in favore del suo figlio gran- marzo il duca di Modena Francesco V;
principe ereditario, e questi assunse il ed IO aprile in Warlegg nella Svizze-
a'

nome di Ferdmando IV, accettando il ra,Luisa Maria reggente degli slati di


trono. In seguilo, adunatasi in Toscana Parma, pel duca Roberto suo figlio. Le I

l'assemblea, foggiata alla moderna, le si 3 proteste l'offre il Giornale di Roma


impose di votare l'annessione della To- del 1861 co' n. go e loi.
scana al regno Sardo, onde formare il La sede vescovile vuoisi eretta ne'tempi
sedicente regno d'Italia. Ma il suo legit- apostolici, altri la ritardano al V secolo,
timo sovrano granduca Ferdinardo I V, come Coni manville che la disse appartene-
nel declinar di marzo 1860, emise pub- re alla provincia ecclesiastica di Firenze,
blica e formale pretesta di nullità degli ma essere esente. L'CJghelli scrisse: l ola-
atti consumati da un governo illegale e Romano Pontifici
terramis Episcopus
le sue conseguenze che ne derivano, dal- propemodum ab immemorabili siibest.
l'annessione. Eziandio protestando » al Firenze fu eretta in metropolitana eccle-
mondo intero contro questa violazione siasticada Martino V
nel 1420, e non
della pubblica fede, che mette in pericolo consta che ne fosse dichiarata sudraganea
l'esistenza del civile consorzio; e lo faccia* la s.Chiesa di Volterra. Essa fu sempre
mo per l'obbligo cbe incombe a chi è immediatamente soggetta alla s. Sede,
nato sul trono, di difenderne il privilegio fioche il Papa Pio IX, effettuando il pre-
come principio d'uidiue nella umanu so- stabilito dal predecessore Gregorio XVI
cietà, come ancora di salute nel duro eoa- nella formazione della provincia ecclesia-
flitto di sfrenate passioni. Facciamo ap- stica di Modena, a questa nuova metro-
pello per la difesa del nostro diritto a politana colla bolla Fel ab antiquis, de'
78 V O L V OL
2-2 agosto i85i5, tra's(tllrag'»nei vescovi ritenuto da* volterrani, siccome un di

die le assegnò, comprese


vi il vescovo quelli che all'antiche molteplici glorie
ili Massa e Carrara, che slaccò dal me- della vetusta lor patria ne aggiunse una
tropoiìtano di Pisa, ed in vece a questo segnalalissima, che mentre insiffaiia gui-
assegnò per altri sufFiaganei i vescovi sa la onora, renderà eterna la gratitudine
di Follerra e di Pescia, disgiungendoli loro all'augusta persona del munifìcen-
dalia immediata soggezione della s. Sede. lissimo Sommo Pontefice Fio 1 X, il quale
Indi colla bolla Ubi primnin, del 1° a- in tante e s'i nobili guise designava di vol-
goslo i856,al vescovo di Volterra con- gere sopra di essi la benignità del suo
cesse la specialeonorìfìoenza perpetua del sguardo". Nelle parlate Notizie isloriclie
s. Pallio {r.) nel i856. Nel Giornale della città di Folterra diffusa mente sono
eli lloina di tale anno, il n. 190 pubbli- descritte le segnalate e principesche pre-
cò la seguente lettera scritta da Volterra rogative già goduleed esercitale da'vesco-
a' I 5 agosto. » Il Rm.° capitolo della va- vi di Volterra, in buona parte di sopra
cante chiesa vescovile di questa città, de- riferite. Essi quali principi dell'impero,
stinava la mattina del suddetto giorno, dipendevano da esso. Erano si-
nel civile
sagro all'Assunzione di Maria ss. incie- gnori della città, anche nel temporale.
lo, titolare della cattedrale come del ca- Andavano coli' esercito dell'imperatore
pitolo, a pubblicare con soletme pompa alla guerra, quali feudatari. Aveano il

straordinaria nella detta chiesa la bolla privilegio di giudicare in tutte le cause


del regnante Sommo Pontefice Pio IX, civili e criminali della loro diocesi, ed
in data del i.° agosto i856, relativa al in tutta la Toscana. Ed in ogni c;»ùsu di
distintissimo privilegio del s. Pallio con- appello da inlei-porsi nella curia im()eria-
cesso in perpetuo a' vescovi Volterrani; le. Di nominar giudici, crear notari, tuto-

e dopo la s. Messa cantata in musica e ri e curatori. Di legittimar bastardi di


celebrata da u)g/ vicario capitolare, ve- qualunque sorte. Di concedere edonure
niva letta la relativa bolla. Cantato poi la libertà. Erano tenuti di pigare annual-
in musica solenne Te Dciim, rendevansi mente alla camera imperiale 3o marche
perciò le dovute grazie a Dio ottimo mas- d'argento per la miniera de' Montieri, e
simo, ed iraploravasi eletta copia di aiuti 3o per la colletta del tributo del fodro,
celesti sopra la s. Persona dell'augusto della quale erano camerlenghi generali
Gerarca. Le autorità tulle governative, per tutt 1 la Toscana. Furono assoluti da
giudiciale, municipale e militare erano taliimposizioni per privilegio ollenulo da
i«>tervenule io pubblica forma nella men- Carlo IV imperatore. Godevano il gius
tovata chiesa maggiore, a dividere unita- del mero e misto uDpero nella città e suo
mente agli alunni del seminario vescovi- distretto di loro giiirisdizione. Potevano
le, a' convittori del collegio delle scuole edificar castelli e torri, e per privilegio
pie, e ad una straordinaria accolla di batter monet.»; non che concedere e ap-
popolo l'espressioni della comune esul- provare l'elezione de' magistrati di Vol-
tanza; e non è a dire quali si leggessero terra e d'altri luoghi, ec. Nota il Repelli,
note d'interno compiacimento sul volto che il piìi esleso smembramento di que-
d'ogni cittadino alla pubblicazione del sta diocesi (uon conoscendosi l'antichissi-
tratto inaudito di apostolica liberalità u- mo in cui il distretto di Vado fu dato al-
sata verso la volterrana sede, come nel- rarcidioce>i di Pisa), Io feceC'emente Vili
1 ascoltare i generosi sensi di amore e di nel Ó92, nell'erezione del vescovato di
considerazione contenuti nelle lettere del Co//^,staccaodoa(ì'ultoilal suo antico dio-
supremo Ponletìce a riguardo della me- cesano non solo le due pievi Nullìus di
desiata. Un giorno si bello sarà sempre Colle s. Alberto poi detto s. Marziale, e
V O L VOL 79
de'ss. Giovanni e Ippolito d'EUa, imme- po<!t s. aposloUcae praefnìt Ec-
Pi-triim
iliatanienle sog-elle alla s. Se<le, ma clesiar^palrlae snae maximo usuf,adjU'
smeinbraudg dulia diocesi di Vullerra i mentoquefuisse. Tlaque rum Folatcra-
pivieri di .Scola, di Caìleiio, di Menzaiio, iii caiholuam veriiatem usque ad Ar-

di Bulli, di Molli e diPernina,oltre alcune rianorum tempora illibata retinui-^sent,


«itre chiese parrocchiali apparteneoli a longe, lateque deinde a serpente illa te-

diverse [)ievi della diocesi slessa: mi lutlo terrima lue, et ipncorrepti sunl, quam
80 parrocchie. Il 1° siutinbrainento lo nlhllominus , sanctis Juslo, Clemente
fece l'io VI nel i 782, allorché separò dal aiqne Oclaviano africani^, quoi Fan-
vescovato di Volterra, per assegnarlo a dnlorum furor compuleral in Italiani,
quello di Coile, l'esteso piviere della col- medicinani ferienlibut feliciter discusse-
legiata di s. Giu)ignano,con varie parroc- runt. Peranliqua Folaterris tempia vi-
chie giù appartenenti alla pieve di Cello- suntnr, illudque praecipue qiiod prìsci
ri, queste e quelle in numero di 53 chiese, d. Pelro apostolo dedicaverunt. Quindi
delie quali 26 eranoparrocchie, con tutti a i.° vescovo registra lo stesso s. Romolo,
i conventi e monasteri de'diie sessi, con- inviato da s. Pietro a predicarvi il Van-

servulorii, spedali e mansioni dipendenti. gelo, cii'itatemque per Herculis porluni


JVolai nel voi. LXXVIll, p. 96 e 97, con ingressns, Evangelii luce Folnterris la-
rng."^ Dartolini, che di preferenza fossero te di(fusa y Florentiam, Fesulasqiie ad
capitali dell'antica Etruria Volterra e idem cumulale praestandum iter inten-
Chiusi, nella quale s. Pietro e s. Paolo dit. Inde Bergomum, Brixiamqueeadeni
predic.u oiioe feceroda'Ioro discepoli [)ro- laeti nunrii jucìmditale complevit. Ri-
inulgare la SJilulif».' a luce del Vange!o,co- tornato a Fiesole, della qual città pure
nies. Uomolo discepolo di s, Pietro a Vol- r Ughelli lo dichiara i.° vescovo, vi ot-
terra e Fiesole, ed anche s. Lino prob^ibil- teime la palma di glorioso martirio a'

mente fu il principale degli apostoli della luglio, però ignorandosi l'anno preciso.
Toscana siccome originario etrusco e na- Grave controversia fu eccitata in Firenze
to in Volterra, e in questa sua patria an- nel decorso secolo sull'età, genere di mor-
cora e in Chiusi, per comando dellostesso te e martirio di s. Romolo vescovo di Fie-

8. Pietro, di cui fu immediato successore sole, riconosciutopromulgatore della fede


nel ponlirìcato, con tanta gloria di sua il- in Volterra anche dal M uchesi. La con-
lustre patria. Anzi mg.' Bartolini lo crede tesi si accese Ira il p. Soldani, il Foggini
fondatore delle due chiese, sul qual pri- e Lami, questi volendolo confessore e
il

matoconsente il Fiorentini, rilevando che coelaueo di s. Zanobi vescovo di Firenze,


Chiusi siccome più popolata ebbe mag- quegli riconoscendolo discepolo di s. Pie-
gior numero di ss. Martiri, e lo dimosira- tro, I." apostolo e vescovo di Fiesole, e
uo le sue catacombe. Riferisce l' Ughelli. generoso martire della fede. Tra gli altri
Chris ùanitatis auleni exordium ch'ile hbri, contro il p. Soldani nel l 'j^i si pub-
f^olalerranurn principium vi-mm est mi- blicò: La vera istoria di s. Romolo vesco-
rum in modum cumulasse. Siquidtm e- vo e protettore di Fiesole, liberata dal
truscarum civilalum primafuit, nune Ro' d.' Pierfrancesco Foggini dalle calun-
muloy illuc a s. Pietro apostolo direrto^ nie appostele in una scrittura puhblicala
praedicantCy Cliriatiana sacra suscepit per difesa degli Atti di detto Santo apo-
ciintque illius civitatis prinius Episcopus crifi, e alla gloriosa memoria di lui in-
illamoptimis legibus, normaque morum giuriosissimi. Replicò il p. Soldani nello
insliUiissely Fesulis, Florentiaequej ea- slesso anno ima 3' lettera contro questa
dein Evangelii Itice aptruit. Credere an- vera storia, e insieme cogli Atti di s. Ro-
lem par est, s. Lini Folaierranum, qui niolo^ e col suo difeosore fu sanguinosa-
8o VCL V O L
mente malmenata dal Lami nelle Delì- beneessadie'al mondo cattolico ili." Papa
ciae Eritditornni, egualmente nel 1 74'2« s. Lino, con tuttociò non si conosce finora

Pareva finita la controversia, quando Ja- vescovo di Volterra più anligo di Euc^ri-
copo Nicola Gattolini, cli'erasi in essa me- stiol, che sedeva nella cattedra vollerraoii
scolato, nel 1 74^ riaccese la zuffa lettera- intorno al 49^»^ tempo di s. Gelasio I
ria, stampando in Venezia Documetili : Papa. Elpidio o Elpedio intervenne a*

per la vera istoria di s. Romolo vescovo, romani sinodi del 5o i 5o2, 5o3 e 5o4 ,

martire e protettore della città di Fieso- adunati da Papa s. Simmaco. Dopo El-
le. Il Novellista Fiorentino scrisse con- pidio s'ignora sino a Leone sanese del
tro de'medesimi, ed in suo aiuto si un\ il 566, chi governasse questa chiesa. Gemi*
d/ Bianucci. Dopo tregua di 5 anni, altro Diano fu al concilio celebrato in Latera-
Anti-Ronui'.iauo insorse contro il Gatto- no da Papa s. Martino I nel 649. H ve-
Mamachi. Il Gattolini non si
lini, nel p. scovo Marziano sottoscrisse nel 680 al
spaventò del nuovo potente avversario, concilio romano diPapa s. Agatone. Gui-
rientrando in campo, anche contro ilFog- do 1 fiori circa il 682. Il Repetti parla del
gini e il Bianucci colla Dissertazione se- vescovo MarciaQO,cui successeGaudenzia-
conda con nuovi documenti per la vera ^
no del 688 circa, sotto del quale fu fab*
istoria di s. Romolo vescovo, martire e bricata la chiesa de'ss. Giusto e Clemente.
protettore della città di Fiesole, Mode- Questi due vescovi non conobbe l'tJghel-
na 1 75 1 . Di tutta questa disputa die'coQ- li. Indi lo furono, Pietro I nel 698, Gaa-

tezza il Zaccaria, Storia letteraria d'Ita- giuo I verso il 706, Gippo nel 7 1 5, Al-
liani. 3, p. 3g5. L'Ugbelli registra 2.° ve- bino nel 735, Pietro II nell'Sco, di cui è
scovo s. Giusto africano, il quale venuto menzione un privilegio di Carlo Ma-
in
in Italia, durante la persecuzione de' van- gno, per mensa vescovile, e fu al con-
la

dali, con molli vescovi, il fratello Cle- cilio romano d'Eugenio II neir826, ov'è
mente e Ottaviano; cumqne volaterra- detto Bullularense e Bulterrensis. \\B\-
num appulisset ad litiis, cum s. Regulo, ronio lo disse intervenuto neir844 ^''^
Cerhoneque prope inSylvala- civitateni coronazione di Lodovico re de'longobar-
tuit. Undó cum ingenita edidisset mira- di, eseguita da Sergio II Papa; ma Lucea-

cula, popidumque volaterranum ab ar- zi rettifica l'annalista, e dice doversi at-


riana lue calholicam truduxisset adfl- tribuire tale assistenza al successore. Il

dem, ìllorum Episcopus adlectus est; in figlio di Carlo Magno, Lodovico I il Pio,
quo quidem niunere adniinistros habuit, verso 1822 prese in protezione i canonici
atque collcgas, Clementern, ntque Octa- della cattedrale di Volterra, dicendosi nel
vianum. Decessi t autem die 5 inensisju- diploma essere allora dedicata alla ss. Ver-
lii inquo dieejusdem festani celebratur. gine ed a s. Giusto, e dichiarò ciò fare ad
Ej'us sacrum corpus diu conquievit in imitazione di suo padre. Tanto riporta il

ecclesia, temploque, quo eidem populus Cecina Di più ag-


nelle Notizie istoriche.
consecraveratj hodie vel externa vi de- giunge, che Lotario I, figlio di Lodovico!,
pulsum, vel vetustate consumptum, vix e Lodovico 11, nato dal 1." di tali impera-
sui tenuiareliquitspectatoribus vestigia. tori, concessero ampli privilegi a* vescovi
Wonsi conosce il tempo preciso in die mo- di VolterraPietro II eGuauchino, secon-
ri, dopo aver fiorito per miracoli e santità do l'Ammirato il giovane, confermando i

di vita; ignorandosi pure successori, sino i beni della mensa. Dopo Pietro II trovasi
al seguente. Avverte il Repetli, sebbene Audiea deir838, che trasferì nella basi-
I

sia da credere, che Volterra abbracciasse lica di Volterra il corpo di s. Ottaviano,

la fede di Gesù Cristo, forse ad esortazio- ed in essa istituì i canonici di s. Oltavia-


ne di s. Romolo discepolo di s. Pielro; seb- QO. Nell'SSi olleuoe duU'impeiatore Lo-
V OL V O L 81
dovico II il privilegio riprodotto dall' U- lingi a varie citlà dell'Italia Longobarda.
glielli, dicouferniu di beni a iiiciemeiito Dice rUghelli che nel suo episcopio il mar-
della cliifisa e di esenzioui. Gli succesiìe chese Oberlo alla presenzadell'imperato-
Guaghiiiu o Gangiiio o Guanghino II, al re Ottone III promulgò nel 979 una sen-
(jiiale lo slesso Ludovico li iieir874> coti tenza riguardante l'abbate di s. Fiora di
diploma esibito dall' Ughelli, dichiarò la Arezzo; ma il Repetli riporta la data del
sua proiezione verso ((iie^ta citiesa: il ve- 967 e dichiarn l'-allo fatto innanzi Otto-
scovo inlerveiiDe al coucilio liì Ravenna ne I : certo nel 979 non era imperatore
«leirSyy, secondo Luceuai. Indi Alparlo, Ottone III, ma !»uo padre Ottone II. Il

poi Aldebrado, Pietro Gangino Ili. Il 11, vescovo Pietro III fu generoso verso il

Vescovo Alboino oAlbino viveva ueirSSo clero di sua cattedrale, donando nel 974
a tempo di Berengario 1 re d'Italia, do- al capitolo volterrano molti terreni posti
iiando al vescovo e alla sua cattedrale, nelle|)endicì estreme meridionali del pog-
Ailalberlo II inarcliese di Toscana nel- gio di Volterra, presso le Moie o Saline
1*896. varie castella della diocesi, tra le regie. Sedeva nel 985 Benedetto 1, cui
quali Derignone, Cesoie, Monlieri, notizia successe nel 987 Pietro IV, del quale so-
liferita con riserbo dal Repelli; e si fa no vari monumenti, e in uno del 990 si

menzione di lui iu docuaienlì del c)o5 e sottoscrisse: Petrus Sedis s. Evclesiae


del qoy. Adelbrandoo Adelardo nel 929 f^olatcrrensi huniìlis Episcopus. A suo
ebbe in dono da Ugo re d'Italia, Monte tempo Ugo il Grande marchese di To-
della Torre presso s. Gimignano nel ter- scana, nel 991 donò al capitolo della cat-

ritorio di Volterra. Nel 941 si trovò pre- tedrale de' beni con una corte posta a s.

sente alla sentenza del marchese Uberto, Gimignano. E nominato il vescovo Pie-
u favore di Corrado vescovo di Lucca. tro IV in undocumentodel995, risguar*
^el 945 lìoiiva il vescovo Buoso, nel 967 dante il discorso Battistero. INe fu succes-
Pielio 111, ovvero nel 960, a cui die' un sore,aIuteno nel loosBenedettoII, perchè
diploma l'imperalore Ottone I, pubblica- in quell'anno fu fatta una donazione alla
lo dui Montanini nelle P'indiciae antiquo chiesa di s. Michele pe'lumi esoleuui cauli
rum Diplomatuni, a suo favore e della L'Ughelli recita un documento del
sagli.
cattedrale, l'atto essendo emanato ul di- 007 mediante il quale fece e sottoscrisse
1

cenibre 967 nel castello di Vado. Il qual una grandiosa permuta di beni e di gius-
diploma sembiò al Uepetti importante, padronati di chiese, col giovane conte Il-

poiché dichiarasi quel castello non più debrando figlio del fu conte Ridolfo di
appartenere al territorio volterrano, ma Roselle, e colla vedova contessa Gisla sua
al contado pisano. E da a conoscere che madre. Ad istanza dello stesso vescovo,
a'tempi d'Ottoue I si conferiva a' vescovi l'iuiperalores. Enrico II, condiploma del
di Volterra l'autorità civile sopra alcuni ioi5, pubblicalo iuFasiana presso Pisa,
paesi e abitanti della diocesi loro. In fatti confermò alla cattedrale e capitolo de'ca<
Ottone I, alle preci di Pietro IH confer- nonici di Volterra l'antiche sue preroga-
mò quanto alla mensa vescovile concesse tive, titoli e benefìzi. Nel 1026 fioriva
ru i le Berengario I, Carlomanno e Lo- Guido 11, e nel io34 Gaufrido, al dire
tario, taikto rapporto a' beni enfiteulici, dell' Ughelli. Ma il Zaccaria, nel luogo
quantorispelloa'servio vassalli spettanti citato, avverte doversi correggerlo,poichè
alla mensa volterrana. Da quel diploma G uufredo o Gottifredo novarese fu eletto
si viene inoltre a conoscere, che fino &{• a vescovo di Volterra nel ioi4 egovernò
lora in Volterra i suoi vescovi non ebbe- la chiesa sino al i o37,oude nel 028 potè>
1

ro titoli di conti, ossia governatori civili, com'è tradizione, portarsi aFiesole per as-
siccome avvenne sotto il regno de'Caro* sistere alla traslazione de' ss. Martiri, fatta
VOL. CUI. 6
82 VOt VOt
nel 1028 dal vescovo Jacopo Davaro, e nata da'conlì secolari e non da'prefatif
perciò Guido 11 fu suo successore, non an- come si trae dal diploma imperiale d'En-
tecessore. Che il diploma di s. Enrico II rico III, a' 17 giugno io52 spedito a favo-
fu fatto a istanza del vescovo Renedelto II, re del clero volterrano, col quale ad islan-
rafferma ancora il Repelli; ma siccome z^» del vescovo Guido, che lauientovnsi del
quel principe si recò in Roma nel ioi4 conte e di altri minÌ8tri pubblici pel gra-
a farsi coronare, forse in quell'anno ema- voso modo che tenevano col clero e loro

nò il diploma. A chiarire il punto, ed e- servi nell'esazione de'regi diritti,concedè


menda r la serie cronologica de' vescovi, a lui e successoli, non che al clero, ogni e-
occorrerebbe il Giachi che fece il catalogo senzione civile da'conti, equanioaltrogia
di 796, ma noi posseg
66 pastori sino al 1

dissi superiormente. Tenute presenti l'e-

go, e nulla ne dicono il Cecina e il Dal nunciate date, quindi l'Ughelli registra il

Borgo. Gaufrido,rUghellilodice sassone, vescovo Ermanno del 1066 circa, già mo-
fondatore munifico della badia di s. Giu- naco di Vallombrosa e discepolo di s. Gio.
sto, e che fu sepolto nella catledrale.L'an- Gualberto, il quale perdevozione all'ere-
DOtatore Coleti rileva, che si legge cliia- mo de'camaldolesi gli donò la basilica di

malo Gotlifredo nel sinodo romano del s.Maria (ìePuliciano, olim Benedicli eoe-
io36, nella causa di Andrea di Perugia. nohium. Come alemanno, pare favorito
Laopdequell'Eumancioche l'Ughelli gli dagl'imperalorije gli scrittori sonodiscre-
avea dato a successore, circa il io35, sul panli in riportarlo dopo Emancio o Gui-
quale non concordanogli scrittori, sembra do III, e che ottenesse il vescovato nel
a quest'epoca doversi eliminare. Di lui dis- 1 o5o. Certo è, che nel 078 in un diplo-
1

se lo storico AtW Italia sacra, che recò ma gran contessa Matilde e del suo
della
pregiudizio alla sua chiesa con alienazione 1." marito Goffredo o Gotifredo il Gio-

di fondi^ e che è ricordato nel decreto di vane duca di Lorena, in favore del mo-
Papa s. Gelasio I, ed allora sarebbe vissu- nastero di s. Poliziano di Lucca, esibito
to nel Vsecolo: meglio è riportarsi a quan- dall' Ughelli, lo leggo sottoscritto; Ego
to dirò di Gelasio II. Dice inoltre l'Ughel He riin annui, Dei gralia, qtiamvis indi-
li,si disputa se a Gaufrido successe Gui- gntts Episcopus snnctac f'nllerracinler-
done o GuidolII,tanto dubitò dell'esisten- fuìf et ss. Morì Ermanno circa il 1077,

%a d' Eumaucio, ovvero Ermanno nel come si ha dall'epistola offerta dall' U-


io58. Trovasi Guido 111 intervenuto nel ghelli, scritta a'i6 settemhie da Papa s.
sinodo romano del loSg di Papa Nicolò Gregorio VII a* vescovi dì Siena e di Fi-
li, e sottoscrisse un documento della gran renze,acciò eleggessero un idoneo succes-
contessa Matilde, ed altro del 106 1 per sore. Di più r Ughelli recita un diploma
certa donazione di beni al monastero del- col fac-simile della sottoscrizione della
la B. Vergine di Pinziano presso il fiume gran contessa Matilde del 1078 di con-
Elsa. Ma sembra indubitato cheGuido 1 1 ferma al vescovo volterrano di due pievi;
precedette Ermanno, essendo già vescovo ed un'epistola scritta da Ermanno a s.
nel ]
049 per aver sottoscritta la bolla di Gio. Gualberto per la sua assunzione al
s. Leone IX pel vescovato di Porto, come vescovato, in cui è da notare
il suo prin-

nota Coleti. Il Cecina riferisce che Enrico cipio:Herinianno Volatcrranemi Dei mi-
III imperatore nel io52 concesse a Guido to Episcopo, JoannesAhhas Servus Ser-
vescovo, il privilegio di cui vado a ripar- vorum Dei, Clini omnibus suis Monachis
lare; e che la gran contessa Matilde nel elfratrihiis. Nel 1080 o nel 1081 per-
1078 tenne un placito in Volterra a istan- venne alla cattedra volterrana Opilione
za diGuido vescovo. Il Repetti poi narra, (Nota il Luceozi: Hunc cpioqne ante an.
che Volterra nel io52 era ancora gover 5qo locai.), e pare che distraesse ibcni di
VOL VOL 83
sua cliiesa. Nel 1098 era vescovo Rugge- r'ola ter rania popnlix imperliit^gui stim-
ro o liogetiu I. (li cui è memoria in una ma religione illiufi ììlarfyrix clientelae se
bolla di Papa Pasquale II io4i nella del 1 commisere, ejusqne sacra typsana ar-
quale si sottoscrisse Folaterrenxis Ercle- gentea iheca inclusere. Delle ss. Ossa,
siae indignus Epixcopus Jieri rogavi, et rUghelli olTre la figura, e riporta quanto
ì'pxr subscripscrit. Nel i 106 intervenne ne scrisse di s. Vittore R^afFaele Volater-
al concilio di Guastalla, e nel 1 i i5 cede rano, e la punizione prodigiosa del sacri-
a leu ne possessioni. Era vescovo Eucaristie lego oltraggiatore della s. Reliquia nel-
Il nel t I I r), quando Papa Gelasio II per l'assedio ed espugnazione della città nel
la cattiva amnainistrazione de' beni della i53o. Rogerio 11 nel 11 25 fu traslata
mensa, lo spogliò di questa chiesa. E fal- alla metropolitana di Pisa. Gli successe
so l'asserto dal Giovannelli, che i volter- Crescenzio, la cui i
.* menzione s'incontra
rani uccisero il vescovo Eucaristio. Que- nel I 139, nella composizione d'ttna lite.

sta calunnia volgare forse derivò dalle Nello stesso anno Oldimario
gli successe
continue discordie da' volterrani avute o Odimario de' nobilissimi Adìmari fio-
coi loro vescovi, per non volersi mai pie- rentinc; al cui tempo il conte Lutherio
gare a solTi'irne la giurisdizione civile, che con Adelasia sua moglie fecero una do*
i vescovi aveano nella città e nello stato nazione alla cattedrale: mori il vescovo
di Volterra, tanto per concessioni pontifì- nel I 148 e fu lodalo con carme da Ales*
cie che per privilegi imperiali. Avverte Sandro Adimari, prodotto dall'Cghelli.
il Colali, che sembra di Eucaristio vissu- Nel I i5o sedeva Galgano I della no-
to sotto s. Gelasio I, formato l'altro Eu- bile famiglia Inghirami di Volterra dei
caristio deposto da Gelasio II, o meglio signori di Castigliooi, che altri pretesero
si confuse questo con quello, di uno fatti de' Pannocchiesthi: si seppe insinuare
due, e quindi attribuito a s. Gelasio I il nella grazia di Federico \ imperatore, e
decretato da Gelasio II, il cui operato ne ottenne la signoria temporale di Vol-
vienecunstatato pure da Cecina e da Dal terra e di tutte le castella di sua diocesi
Borgo. Gli fu surrogato nel i tg Roge- 1 nel I 164. Indispettiti i volterrani, per-
rio II, al cui tempo recandosi il Papa Ca- chè ubbidienti a Papa Alessandro IIF^
listo lì nel 120, dalla Francia ov'era
I perseguitato da Federico l, questi aveali
Slato eletto, a Roma, a preghiera de' vol- privati del contado, nell' ingresso della
terrani fermò in questa città, e gli e-
si cattedrale empiamente trucidarono il ve-
saudì nel consagrarne solennemente la scovo. Lo narra il Castellano nello Spec-
cattedrale a'^o maggio, come già dissi in chio geografico, e conferma Dal Borgo
principio parlando del duomo. Il vescovo con documento. Dopo sede vacante gli
Alamanni ne rinnovò la n^emoria con re- successe nel 174 Ugo o Ugone de Sa-
i

staurare l'iscrizione analoga con lapide ladini de'conti del Castello d'Agnano ca-
monumentale nel 1610, recitata dall'U- nonico di Padova, di singoiar probità di
ghelli, ed in cui pur si legge : Maurilnni vita. Intervenne nel 1 1 79 al concilio ge-
Picloris sacri capitis auro obducti clo- nerale di Laterano III, e mentre si cele-
no illtislravit^ ac omuiìnis idem singnlis brava Alessandro III a'21 aprile gli di-

annis pie acìeiinlibux octonis diehus vi- resse una bolla in cui è descritto il pe-
ginli de inj'unclis dies indulsit. Aggitmge rimetro della diocesi di Volterra, riporr
rUghelliz Idem Callixtus li Papa data tato da Repetti. Hic ille Episcopus FoL-
f olaterris vìorarelur^ alias d. Pelri V2- Icrranus qui ex Divino instinclu
est,

teris sìlicis, ac s. Alexandri Ecclesia! anno 1 181, cisterciensis ordìnis abha-


dedicavil; partemqiie capilis s. Fictoris libiis, a gallicanis coniitiis redeuntibnst

martjriSf a /ìlediolanensibus sibidatam, propc Glusdinum ad monleni Cerbolim


84 VOL VOL
in pastorali tugurio rcpererunt D. Gal- diocesi, riferiti da Dal Dorgo. Egualmente
gnniirn eremitani spiritum Deo rexldi- Papa Cieoieote III ne ampliò la giuris-
disscp ibidemque illum 1 umida use nar- dizione episcopale nella sua diocesi. Nel
raliir. Quoniam vero /4hbales illi pic- I 1 89 Enrico VI gli concesse di poter bat-
tatis ergo, defunctum SuncUim habilu tere moneta. Altri privilegi ottenne Il-
ronversorum sui ordinis cotn'cstieranf, debrando, con diplomi offerti dall' U*
arrepta Ugo occasione anclor fnit ibi ghelli, nel 11896 rigi da Enrico VI,

conslruendìinsignem illam Abbatiam s. quest'ultimo però a favore del monaste-


Galgani ordinis cislercicnsis, campriiis ro cistcrciense di s. Galgano, e così quello
ipse aedificando coenohio fandiun li- del I 196. Altri privilegi ebbe il mona-
béralissime attribuissct. Questo celebie stero nel 196 dal suo hatello Fdippo
I

monastero è nel territorio di Siena. So- di Svevia marchese o duca di Toscana,


stenitore il virtuoso vescovo de'suoi di* però impetrali da Ildebrando. A lui
tutti

ritti ebbe con-


e della libertà ecclesiastica, pure Papa Innocenzo HI nel l'ìoo di-
troversie co' volterrani; morì in odore di resse il privilegio, di piena esenzione di
santità 1*8 sellerobre i i83 e fu deposto sua chiesa. Egli fu illustre e potente e-
nella cattedrale, cum antea populus ob ziandio per tutta la Toscana in pace e in
creditam de eo sanctimoniam vilae, si- guerra, e per 1' estimazione che godeva
ve ul desideriiini defuncli aliquanlisper più volle fu scello ad arbitro nelle con-
lenirete extra sepulchrum ad deceni dies troversie, pronunziando lodi. Nel 1208
eundem venerata^ fuisset. Nola Lucenzi, accordò vari privilegi monastero di s. al

che nel tabularlo di questa chiesa è re- Galgano, e ne ottenne \à conferma dal-
gistrato, occupare nel ii8r la sede un l'imperatore Ottone IV con diploma del
Pietro V. Nel i 184., dice l'UghelIi, suc- I 209, altresì come gli altri cùbiti da U-
cesse ad Ugone, Ildebrando Pannocchie- ghelli. Ildebrando visse sino al 12 to cir-
schi nobilissimo sanese, dichiaralo da Fe- ca, e fillarono quegli scrittori volterrani
derico I nel 118S principe dell'impero, che lo fecero succedere da fr. Guglielmo

con diploma presso rUghelIi,in cui sono Pannocchieschi de' conti di Tra vale do-
annullale le alienazioni de' beni appar- menicano, e i' Ammir.tto lo dis^e eletto
tenenti alla sua mensa, quando da'pre- dalla parte minore de'c-tnonici, onde non
lati predecessori, et specialiter ab Hit- piacque al Papa: ciò avvenne nel 1273,
gone Episcopo proximo praedccessore come dirò alla sua volta. Verso il 121 i
suo, non fossero state fatt« senza utilità o 12 12 a Ildebrando fu surrogato Pa-
evidente della chiesa volterrcina. Egli fu gano Pannocchieschi di lui nipote, ar-
uno de'più celebri e potenti vescovi e cidiacono della cattedi-ale. Ancor di lui
principi di Volterra, e di gran parte del- parlai a suo luogo, e delle vertenze che
ia diocesi. Già di sopra ragionai di lui e ebbe co* volterrani, che voleva, come lo
degli altri privilegi che ottenne da Fede- zio, sottomettere alla sua signoria, insi-
rico I, rUghelli dice nel 1 i8cS in cui è gnito anch'esso di privilegi dall'impera-
pure chiamato principe, ed oltre la giu- tore Federico 11. Raoconla i litigi co'vol-
risdizióne e signoria della città, gli e con- terrani il Cecina, in uno alle censure ec-
fermala quella d'un gran numero di ca- clesiastiche sentenziate dal vescovo, ed il

miniere d'argento del castello


stella colle legato cardinal Conti soUupose la città
dì IVIonlieri e di altre regalie imperiali, all' interdetto. Le gravi d scorci ie e le
oltre In riscossione del fodro. Anche Pa- guerre frequenti furono alternate da pa-
pa Urbano III da Verona nel i 187 gli ci di breve durata, e le pene ecclesiasti-

spedì un privilegio, estensivo a'successo- che si ripeterono, conie le assoluzioni, le


ri^e uel quale sodo espressi ì confìni della quali l'ìauovò Pagaoo prima di morire
VO L V O L 85
a*27 agosto iiSg. E dunque falso l'a?- zioni,echegrniomìnidi RipocDarancegli
serto ila Gio. Vincenzo Coppi negli An- rifacessero danni a lui cagionati, coa-
i

nali di s. Gimignano, che volterrani


i venendo che il suo rettore fosse eletto da
l'avessero ammazzato due anni prima nel dur; buoni uomini nominati da lui e dal
I 287, perchè severameiHe puniva i mal- comune di Volterra. Nell'agosto 1254
fattori, e riprendeva i malviventi, ond'e- avendo i fiorentini sconfìtto i volterrani,
ransi iaa>priti contro di lui tanto, da in* senza contrasto s' impadronirono della
durli a commettere un sacrilego parrici» città e la corsero del tutto. Andarono lo-

dio. E
che l'elezione cui spettava a loro ro incontro il vescovo e il clero colie Cro-
del successore, appartenne a'sangimigna- ci in mano, e le donne scapigliate gri-

tiesi, quali elessero Galgano 11, restando


i dando: Signori fiorentini, pace e miseri-
privi i volterrani di tal diritto per i 3 an- cordia. I fiorentini ne restarono commos-
ni. Dopo tale tratto di sede vacante, at- si, si mostrarono discreti, contentandosi
testata dal Volnlerrano e negata dal Ce- di riformare la città, cacciandone i capi
cina, narra l'Cghellichenel i 244 diven- ghibellini, e di portar con loro alcuni o-
ne vescovo Galgano II abbate cistercìen- staggi, che rimandarono dopo 66 giorni.
se del celebre monastero di s. Galg^tno, Anno 2 58 idem Episcopus poleslaleni
I

la cui elezione Innocenzo IV cuufennò. quibusdain fedi prò cudendi nwnisnia"


Santissimo vescovo, coll'altro cistercien- ta. Clini ad privilegia jani olint praesu-

se cardinal Stefano da Ceccano, fu be- Ubus volalerrani indulta benignius re-


nemerito del suo monastero e chiesa di spexisiet. Per la buona corrispondenza
s. Galgano, e morendo nel I25i vi volle che passava tra Ranieri I e volterrani, i

essere sepolto. E siccome il cardinale a> questi con inaudito eseiupio nel 1260
vea contribuito all'edilìcazione della ma- r acclamarono podestà e capitano della
gnifica chiesa della badia, intitolata al- città perquell'anno. liayni'.rius f^olater-
l'Assunzione di Maria Vergine ed a «.Gal- ranain adniinisLraAt Eccltsiani usane
gano, e non multo discosto al luogo ove ad annuni 26 deinde eo niunere vo-
1
1
,

era morto Santo vi costruì la cappel-


tal lens abivit, seseque totnni ad arbilriuni
la di s. Maria della Rotonda, onde la sua Ponùficis composnit. Sic ut parunidein-
eflìgie fu posta nella sagrestia; l'Ughelli cepa honoris retrogradatione sui sue-
essendone abbate cistcrciense, nel i63o cessar is v icari us e^'aserit. Per tal cessio-

co'monaci pose nella chiesa il cenotadu ne e per bolla d* Alessandro IV de' 21


che riporta, ad onore del cardinal fon- gennaio 1261, gli successe Alberto Sco-
datore, ede'benemeriti vescovi lldelbran- lari nobile liorentiao, arcidiacono di Bo-
do e Galgano II. A'27 agosto I25i fu logna, cappellano pontificio e cugino del
eletto vescovo llaiuerio o Ranieri 1 degli cardinal (Jbaldiui, il quale già ficeva le
Libertini (che Repetti pretese eletto circa veci del vescovo cessionario. Ma la buo-
il 1240), diedein dono molti beui di sua na armonia co' volterrani si alterò, daa«
chiesa a M. Gualfredo da l'icchena a vi- neggiando al vescovo la rocca e altre for-
ta. Coll'aiuto di l^ipa Innocenzo IV ri- tificazioni di Monte Veltraio, per cui nel
cuperò il castello di Monlieri,cl]e aveano 1 262 furono obbligati pagargli 3ooo lire

invaso .«anesi. Avendo


i volterrani oc- i di compenso. Indi si fecero varie conven-
cupato castelli di Kipomarauce, Monte
i zioni tra Alberto e i volterrani, riguar-
Cerboli, Leccia, Sasso e Serrazzano, li danti la giurisdizione, le gabelle e leve
lestitùirono al vescovo sua vita durante, de'soldali ue'sunnominati castelli. Mor-
riservandosi il comune l'arrolare soldati to il vescovo nel 1273, vi fu discrepanza
nelle medesime e di riscuotervi le gabel- nell'elezione del successore, divisi i cano-
le. Però Raoieri 1 volle alcune soddisfa- nici a favore dei suddetto domeuicaaufr.
86 VOL VOL
Guglielmo PaniiocchiescFii, e tlel vesco- tecessore pregiudica il successore; propo-

vo di Creinona Cacciaconli. Ma Papa sizione troppo lata, da non potersi ap-


Gregorio Xeon lettera cle'27 giugno, di- plicare a lutti i casi, e nel presente pure

retta al cleio e popolo, destinò vescovo affatto non tenne, ne' privilegi esercitati

Ranieri II degli libertini preposto d'A- da' vescovi. Mor"i circa


il 82 i, ed in suo 1

rexzo; di grandi spiriti, di pronto consi- luogo alcuni posero eri'oneamente Gio-
glio, ottenne reintegrazione de'danni fatti vanni del Bosso fiorentino. Il vero suc-
da' volterrani al suo castello di Berigno- cessore fu Rainuccio Baroni de Allegretti
ne, ed a'5 settembre 1278 o 1279 com- volterrano, giù pievano di Morba, eletto
pose l'irrecjuiete fazioni de'guelfì e ghi- dal capitolo, conti o la volontà di Papa
bellini che laceravano la città. Nel 1282 Giovanni XXI i, sebbene poi lo confermò
ottenne dall'imperatore Ilodolfo l d'Hab- con diploma de'23 febbraio i32i. An-
sburg la conferma de' privilegi di sua che di questo pastore narrai superiormen-
chiesa e de'vescovi,aoch'egli venendo io- te le aspre liti avute co' volterrani, e di-
signito del litolodi principe dell'impero. morando nel (324 in Montalcino emanò
Ebbe gravi contrasti co' pisani, onde ri- qiìfcl diploma che si legge nell'Ughelli, a
corse alla difesa de'fiorenlini ; nel castel- favore de'frati agosliruani e chiesa di quel
lo di Monte Alcinelli fondò la chiesa di luogo, invitando i diocesani a soccorso.
s. Magno nel 1290,6 morendo in Arez- Il suo nipote materno Ottaviano Belforti
zo, fu tumulato nella cattedrale, h' U- fattosi tiranno della patria nel i34o, e-
ghelli rigetta 1* erronee asserzioni degli gli fortemente si oppose, rifugiandosi nel
scrittori palrii sul successore, che fu Roge- proprio castello di Berignone. Successo
l'io 111 liicci nobile Oorentino nel i3oo. nella dominazione Gualtieri duca d'Ale-
Insorta lite tra lui e il comune per la si- ne, nel 1342 si recò a Firenze. Donò la
gnoria di Monte Castelli, il quale appar- badia di s. Andrea di Postierla a'rnonaci
teneva a diversi, furono deputati alcu- Olivetani, e ne fu posta grata memoria
ni cittadini a trattare col vescovo. Nello in quel tempio, riportata dall' Ughelli.
stesso anno, con diploma presso l'Ughel- Fini sua vila nel i 348 e venne sepolto
li, col suo clero tutelò le ragioni della in s. Galgano. Clemente VI gli surrogò
pieve del Monte. In esso si sottoscrisse a' IO luglio il volterrano Filippo de Bei-
coli'arciprete, decano e canonico levita,
il forticanonico della cattedrale, e nipote
il primicerio e il canonico levita. A' 22 o meglio tiglio del già tiranno Ottaviano
dicembre i3oi, per sua morte, Bonifa- o Attaviano, noto pel suo carteggio let-
cio Vili, con bolla recitata dall'Ughelli, terario. A quanto già dissi di lui, va qui
elesse vescovo Uauieri 111 de Belforti no- aggiunto,chedalle dispute a cagione della
bilissimo volterrano e canonico della pa- giurisdizione di Monte Castelli, origina-
tria cattedrale, edivenne pure consiglie- rono gravi e lagrimevolj conseguenze fra
re di Hoberto re di Sicilia. Burrascoso il vescovo e il comune di Volterra, né
fu il suo governo, quale lo deplorai di fino a questo tempo s'erano potute ter-
sopra, per le gravissìnie dissensioni co' minare con perfetto e stabile componi-
volterrani da lui scomunicati e interdet- mento, ma nel 352 diedero motivo alle
1

ta la città; ad uomini
es-sa si diedero gli parti di nuove applicazioni per definir-
di Berignone, e l'imperatore Enrico VII le. L'accordo, col beneplacito pontificio,
gran fautore del ghibellinismo, lo privò si fece colla cessione per parte del vesco-
di tulli i privilegi e grazie imperiali, pre- vo d^lia giurisdizione civile, meiliante
giudizio the colpiva i successori, secondo compenso in beni del valore di i6,OQq
1' opinaniento del consultato Atlavijutc lire. laUiulo nei 1 354 ''imperatore Car-
(^iutecousuUo Uureuliuo: il fallo dcU'au- lo iV licevè iu Piia da'siudttci di Vollcv-
V OL VOL 87
ra giuranienfo di fedeltn, presente 11
ì\ e Monfaione. Ora i Sesti sono 5, le
vescovo Filippo, il rpisile protestò contro parrocchie i tcs, delle quali 57 sono bat-
pregiudizi che potesse risentirne la sua tesimali, l'anime circa 75,000, con
i
g
chiesa, in virtù de' privilegi imperiali. fra monasteri, conservatorii e conventi
Però Carlo IV con diploma de' 2 i feb- de* regolari de' due sessi. E ciò in con-
braio I 3)5, esibito anche dall'Ughelli, seguenza delle 1 33 chiese parrocchiali
gli confermò privilegi che godeva ; ed
i staccate dalla cattedrale di Volterra, nel-
altri ne aggiunse, tiopo essersi portalo in l'epoche descritte in principio, dopo il

Volterra, con diploma de'aS del susse- sinodo del i356. Morì Filippo a' 20 a-
guente maggio. Connesse dunque al ve- gosto i358, e giace nella cattedrale. Nel
scovoaniplissima ginri<ilÌ2Ìone nella città i35g gli successe Americo Chiati di Li-
e in molte castella della diocesi, con fa- moges tesoriere generale di s. Chiesa,
coltà di fabbricare castella, torri e for- non conosciuto dal Vitale, e Io fu sino
tezze in fjunlunque luogo del contado e al i36r, intitolandosi sempre eletto, ia

diocesi di Volterra ; dichiarando non po- che fu traslato a Bologna. Nello stesso
tersi eleggere consoli e altri magistrati, anno gli fu surrogato Pietro VI Corsini
massime in Volterra, s. Gimignano, Mon- (^.) nobile fiorentino, indi nunzio o le-
te Vellraio e Casole, senza la precedente gato in Germania d'Urbano V, nella qua-
annueiiza del vescovo. INIa osserva il Ce- le legazione amplissimi privilegi ottenne
cina, che tale concessione restò come le alla sua chiesa: trasferito a Firenze, fu
precedenti iiiefllcace,per continuare il co- poi crealo cardinale. L' 1 1 dicembre 363 1

mune di Volterra a procedere nel suo go- gli successe Andrea II di s. Girolamo ca-
verno coir anteriore indipendenza. Laon- nonico di s. Petronio di Bologna, trasla-
de il D^l Borgo qualifica privilegi im- i lo a Tricarico nel 1374. Alcuni gli so-
periali, oiiorinchedislinziotii e vani titoli, stituirono erroneamente A. Episcopus
per decorazione di quello di principe del f^ulleraniis. A' 3 gennaio 1374 fu ve-
1

s. Romano Impero, di cui il vescovo di scovo Lucio di Cagli preside di Cesena


Volterra veniva insignito, non senza ri- e collettore delle decime in Toscana, che
conoscere avere i vescovi esercitalo so- introdusse gli Olivetani in s. Miniato di Fi«
vranità in Volterra in più rimoli tefupi, renze. A'i4 marzo 1375 Simone Paga-
provandolo la prerogativa di batter mo- ni di Reggio celebre giureconsulto e u-

nete; e congetturando, avere il vescovo ditore di Ilota, da Urbano VI inviato a'


Fdippo provocato conferma de'privi-
la fiorentini per assolverli dalle censure di
legi, per la mira ch'egli aveva di slabi Gregorio XI. Nel 1 382 dimorando in s.
lire col suo appoggio la sovranità di Gimignano, reclamò a'priori di Volterra
Volterra in sé, e nella sua già troppo la restituzione del castello di Berignone,
potente famiglia de' Belforli. Uiporla A e n'ebbe iu risposta la preghiera di re-
liepelli, avere il vescovo Fdippo tenuto carsi nella città per trattare; aia egli di-

a' o novembre 35tì il sinodo diocesano,


I i chiarò non volersi muovere sinché noa
ed apparire da esso la diocesi ripartila gli fosse consegualo il castello, tuttavia
ne' Sesti che descrive, couteueuli 4^^ adattandosi ulte circostanze, convenne di
chiese compresa la cattedrale, 5i pievi, rilasciarlo alla custodia del comune per
20 monasteri e 5G piccoli spedali. Ag- altri 5 anni, col diritto d'eleggere soltaa-

giunge, che nel i 745 le parrocchie della lo de' volterrani a visconte ed a rettore
diocesi erano ridotte a i45, nel i833 e del caslello. Traslato a Forlì nel i384,
1843 ai I I con 9 conventi e monasteri, a'28 marzo gli successe fr. Onofrio de
ti a'qualì una badia, un monastero di mo- Visdomini o Stecuti fiorentino, agosti-
nache ^ e 2 conservaloiii in Volici ru niano e insigne teologo, uimzio d'Uibano
99 VOL VOL
V! in Lonibai'ilia e Toscana, e dopo 6 Monte Feltro, e morto nel 1484. Eragli
anni trasiocnto alla sede di Firenze. Oo- succeduto a' 1 5 i44o Roberto Ca-
luglio

nifacio IX a'3f gennaio Bgo da quella i valcanti nobile fiorentino, morendo nel
di Fieso'e vi irasfei'i il religioso fi-. An- i45to. In questo a''x8 febbraio Giovan-
tonio 1 Cipolloni fiorentino domenicano. ni II Neroni nobile fiorentino d' egregia
Sostenne lunga lite col comune pel ca- indole, suddiacono apostolico, il quale
stello di Bcrignone non restituito, se- prese a cavallo solennemente il possesso,
condo i patti del iSS'z; differenze acco- al modo descritto dnU'Ughelli, assumen-
luodate nel 394, con accordare che con-
i do le vesti pontificali nella chiesa de' ss.

tinuasse a rimanere nella giurisdiziouedel Giusto e Marco. Con beneplacito pon-


comune, con fjuell'eserciziocheavea nelle tificio vendè il castello di Cornia, Pio li
castella di Sasso e IM<niie Ccrboli, e die 1 l'inviò nel x^Qi nunzio a' fiorentini, e
rettori dovessero eleggersi a vicendfi dal nel medesimo o nel i^di Fice-comer-
vescovoedalcomune, in perdona di volter- lengo di s. Chieda, l'Ughelli dicendolo:
rani. Traslato a Egina a'24 g'"S"^ ^96, • Gubernaloreni, Ronineqncvicnrinni de»
oelloslesso giorno gli fusurrogaloGiovan- claravit, e nello stesso anno fatto arci-
ni I Ricci fiorentino canonico della patria vescovo di Firenze. In sua vecea'22 mar-
cattedrale. D»!!' arcivescovato d'Alene zo 1461 venne eletto vescovo di Volter-
(della qual sede meglio nel voi. XXXII, ra Ugolino de Giuni canonico e nobile
p. 19 e seg.) a'28 giugno 1409 qui fu
I di Firenze, notaro apostolico e dottor*
traslato Lodovico I Miotti di Prato dot- de' canoni ; lodato pastore, fu benefico
tore in canoni e Tesoritre generale ( f^.), coll'o<:pedale, fondò la cappella di s. Gi-
mentre era intervenuto al sinodo di Pisa, rolamo nella cattedrale, e morì nel i47°*
collettore degli spogli ecclesiastici in In- A'3o aprile di tale anno da Fiesole qui
ghilterra, morto neh4ii. Hic qicocl A- venne Antonio II de Alli fiorentino mor-
tlienarum aiUcafiiissel Archiepiscopti-^y to nel i477 ® sepolto nella chiesa del-
Pallio lUcbalnr, linde poslea nonniilli rimprunela in mogtnfìco monumento
falso existimarunt f^olalerranns Prae- con lapide prodotta dall' Ughelli. A' -29
sul usiim Palili habuisse. Cosil'Ughel- maggio 1478 ne occupò la cattedra Fran-
li. A' 16 aprile \^\i Giovanni XXIII cesco I Soderini (/^'.) nobile fiorentino,
nominò vescovo il suo tesoriere Giacomo uomo d'ingegno in politica. Dopo la con-
Sco\diV\ Jilius Spinoruin gentes Jloren-
e. giura de' Pazzi contro i Medici, in cui
tiniis, priore della collegiata di s. Paolo Antonio Mallei da Volterra ferì Loren-
di Firenze, ma cessò di vivere nel sus- zo il Magnifico, e Giuliano fratello di
seguente agosto. Laonde a'27 di tal mese questi vi restò ucciso, al vescovo Soderi-
lo stesso Giovanni XXIH conferì il vesco- ni fu adìdala
la tutela di Giuliano e Ip-

Talo a Stefano Allotti di Prato, cittadi- politode Medici. Lorenzo il Magnifico


no fiorentino, canonico di Pistoia, scrit- minacciato (bilia lega, di cui erano capi
tore apostolico e nipote del predecessore Sisto If^ {F.) e Ferdinando I re di Na-
Lodovico : tatnetsi Fiorentina repu- poli, non si peritò di recarsi dal re per
blica, apud quani graliosissinms erat^ inventarla e gli riuscì; (juindi a compiere
illuni, a dhihitis ptecibus, ad splendidio- l'impresa, fu mandata una legazione al
rem dignità fin gradua promovenduni Papa di 12 oratori presieduta dal vesco-
curaverit i535. In questo a' 16 novem- vo di Volterra, e consegni l'intento, con
bre gli successe Roberto Pietro Adimari ottenere l'assoluzione delle censure eccle-
nobile e canonico della patria metropo- siastiche. Il fratello di Francesco, Pier
litana Firenze, sede che rassegnò nel Soderini, divenne gonfaloniere perpetuo
i440) indi nel i4% f^L^o vescovo di della repubblica fiorentina, cui avea re-
VO L VOL 89
so servigi, ma non
avea quell'alta mente cessi degli ugonotti. Poscia il granduca
poliiica che richiedevano tempi, il ve- i Cosimo I Io spedì in Germania all' ini»

scovo fratello a'3o maggio i5o3 da A- peratore; a'3 gennaio iS']^ fu traslato
les'^Hiidio VI fu elevato alia poi pota, e a Pistoia, e poco dopo a Pisa. In detto
perciò sì denocuiiiò il Cardinal di P'ol- anno gli Marco Saracini nobile
successe
terra, e sebbene cede il vescovato al ni- aretino e canonico di s. Alaria in Via
pote che segue nel iSoQ, quando nel Lata di Roma, morto nello stesso a' 3 set- I

ì5i\ decano del sagro collegio fu


uioiì tembre, e sepolto nella cattedrale con i*

scolpito nel semplice epitaflìo: Franci- scrizione presso 1'


8 ottobre
CJglielli. L'
sco Sode fini Episcopi Oitiensis et Vo- I
574 gli fu surrogato Guido IV Sergui-
lalerrniìi dcposilus. Per sua tlimissione di nubde volterrano, e preposto di Fi-
dunque, nel i jog fu fatto vescovo Giu- renze. Consagrò nel 1576 la chiesa di !».

liano Sederini, figlio di Paolo Antonio Lucio, nel 1577 quella di s. Matteo de'
fratello del cardinale: intervenne al con- cappuccini, nel 58o l'altra di s. Ago-
1

cilio generale di Laterano V, e l' i i o a


i stino, e nel 1592 la prioria di s. Michele

giugno i5i4 fu traslato a Vicenzi», «la Arcangelo. Istituì il seminario di 12


dove nello stesso giorno veiuie traoferito chierici, ornò la cattedrale e vi eresse la

a questa chiesa Fiancesco 11 della Ro- magnifica cappella ove fu deposto quaii*
dere di Savona nipote del defunto Giu- do morì il 1." maggio 1 598, con epitaf-
lio li, e poi nel i53o fu promosso all'ar- fio riportato dall' Ughelli.
^el^ esequie,
civescovato di Benevento. A' 20 luglio con elocpienza ne lodò le virtù e ineriti
dello stesso anno Cletneole VII nou)iuò Paolo Mmucci valente oratore e prepo-
amministratore il cardinal Giovanni IH sto della patria cattedrale. A' 7 agosto di

SaLiati (/'.) fiorentino, e si dimise con detto anno da Macon vi fu traslato Lu>
regresso nel (532. In questo a'22 marzo ca Alemanni nobile fiorentino dotto e
dall' arcivescovato di venne
s. Severina pio, già preside in varie cillà della s. Se-
in questa cattedra Gio. Matteo Sartorio de.Monitmenluni consecrationis sani'
nobile modenese, abbate commendata- mae atdi^, cni lemporuni injuria allu-
rio di più chiese, come di Nonantola e leril vitiuni reftciendiim curavit. Dopo
di Colle, già lodato preside di pù città 19 anni governo si dimise,
di lodevole
dello slato papale, ornato di belle doti, e ritiratosi in Firenze ivi morì e fu se-
morto nel i545 in Nonnntola e tumu* pollo nel 1625. Eragli succeduto a' 12
lato in quell'ubbaziale chiesa di s. Silve- giugnoi6i7 Bernardo Inghirami nobile
stro. A'22 luglio di detto anno gli succes- volterrano, dotto uditore della rota di
se Benedetto III Nerli nobile fiorentino, Siena e del cardinal Orsini; istituì nella
decesso nel i56.5. Io esso gli tenne die- sua cattedrale la prebenda teologale, ed
tro Alessandro Strozzi preposito della un esercizio settimanale de'casi di coscien-
meti'Opolilana patria Firenze, di nobilis- za; curò l'aumento della mensa episco-
sima stirpe, lodato per dottrina, probità pale, e nel 6 9 riedificò magnificamen-
1 1

e sagacia negli Co-


atfari, consigliere di te il palazzo vescovile, ponendone me-

simo I, e suo legalo a Paolo 111 e Giu- moria sulla porta principale, ove s'inli-
lio III: mori nel i568in Firenzee ven- loia: Roni. Lnp. Princcps in Elr. Co'
ne sepolto io s. Maria Novella. A'2 ago- mes Palai. Ottimo e zelantissimo pasto-
sto i56S Lodovico II Àntinori nobile re, morì a*5 giugno i633 assai lodato.

fiorentino, per la cui singolare prudenza Nel 1634 gli successe iN'icola Sacchelli
Pio IV l'avea inviato al concilio di Tren- nobile fiorentino cav. di s. Stefino, le-
to, ove rimase sino al compimento, indi gato del granduca a Venezia e all'impe-
in Fraacia, e ad Avignone contro gli ec* ratore; colle sue virtù resse paternamen-
90 V OL V OL
te la diocesi, e ridusse in modo il semi- nedetto XIV nella proposizione conci-
nario chen'è celebralo quasi fondalore: storiale. Dopo di' lui, vivendo ancora lo
mori compianto nel i65o. In questo a' sventurato vescovo, Clemente XIII di-
IO settembre Giovanni IV Cerini patri- chiarò a'25 gennaio r 768 coadiutore con
zio fiorentino, cubiculario d'Innocenzo futura successione, Alessandro Galletti

X, ornato d'ogni virtù, fu consagralo in di Monte s. Savino diocesi d'Arezzo, ve-


Roma dal cardinal Panciroli, nella chie- scovo di Soli in partibii^. Indi a' 23
sa delle monache di s. Caterina a Mon- settembre 1782 vi fu traslalo da Colle
te Magnaiiapoli; lodalissimo pastore, fu Luigi Buonamici di tal città. A' 19 dicem-
trasferito a Pistoia a'22 settembre r GTS. bre 1791 Ranieri Alliata di Pisa, che si
Dopo sede vacante, a' 5 luglio 1 655 gli distinse per bontà e altre viriti, traslato

successe Orazio Albizi nobile fiorentino, a' 6 ottobre 1806 a quella patria metro-
morto presto nel 1677. A' 12 luglio di politana. Nello stesso concistoro Pio Vl[
quell'anno sottentrò.al governo di questa preconizzò vescovo della patria Giuseppe
chiesa CairloFilippoSfondrati nobile mila- Gaetano Incontri. Nel suo vescovato Gre-
nesee bainabita, egregio vescovo, finì sua gorioXVI emanò il bveveRoma/iorum in-
vita nel maggio 1680. A' 1 4 aprile i68l fluli^entia Ponlificnni, de'28 aprile 835, 1

Ottavio del llosso canonico e patrizio fio- Bull. Rom. cont., t. 20, p. 5o,col quale
reiitino,l»enenierito del setninario.emoà concesse a' canonici della collegiata di
nell'ottobre 1714- A' 1 5 dicembre 17 i5, Ch«oì« diocesi di Volterra 1' uso della
come leggo nelle Notizie di Roma, colle mozT.elià nera sul rocchetto, ed al prepo-
quali compirò la serie, mentre ilColelilo sto del capitolo la manlelletta paonazza
registra per ultimo di sua continuazione sul rocchetto, in coro, nelle processioni

Uglielliaoa a' i 3 gennaio 1716, Lodovico ed altre funzioni. Benefico pastore mg/
INlaria Pandolfini nobile di Villa di L^ri Incontri lasciò la sua intera eredità allo
diocesi di Pisa, dottore in arabo le leggi, spedale di Volterra per mantenimento
lelloi"e straordinario di quella università <le'poveri cronici della città, ed muni-
il

e canonico della metropolitana, già vi- cipio per pubblica gratitudine nella sala
cario apostolico di Cortouti. A*6 maggio comunale gli eresse un busto marmoreo,
1748 Ciuseppe Do Mesnil di Ohe ville con iscrizione analoga. Annunziò la Gaz*
feudo di sua casa in Lorena, ornato di zetta di Roma del 1848 a p. 282, » Vol-
profonda erudizione, alquanto strano, terra I 5 aprile. È qui p^jssato agli eterni
fìnì infelicemente con alterarsi la sua riposi il nostro amatissimo vescovo econ-
mente, onde divenuto frenetico venne citladinomg.'^GiuseppeGiielano Incontri,
condotto in Roma e morì nel 1784 «n qualeda ben 42 anni governava santa-
il

Castel s. Angelo. Tutto narrai nel voi. mentequesta chiesa. Fu egli che dischiu-
V^i p. ^0 e4i- Il '5 dicembre 1755 Be- se il t." le porle del santuario al giovi-
nedetto XIV che l'avea preconizzato ve- netto Gio. Maria Mastai, alunno in que-
scovo, gli die' a coadiutore con futura suc- sto collegio ili s. Michele, e poi glorio-
cessione Filippo Nicola Cecina nobile di sissimo Gerarca della Chiesa cattolica
Volterra, vescovo di Zenopoli in parti' coirimmortal nome di Pio IX". Questo
bus. Il Dal Borgo che [tubblicò le Notizie Papa, dopo sede vacante notabile per le
storiche nel 1758, a p. xil della prefa- politiche vicende di Toscana, nel conci-
zione lo dice fratello dell* autore delle storo de' IO aprile i85i gli sostituì mg.''
medesime, già canonicodella patria cat- Ferdinando Baldanzi di Prato, già loda-
tedrale e pio vicario apostolico, e prima lissimo curalo di quella cattedrale, ca-
vicario generale del vescovo d'Arezzo, nonico e vicario generale con isiraordi-
riferendo l'elogio che di lui ne fece Be- narie facoltà, del vescovo di Prillo e Pi-
V OL V OL 91
sloia, inJi per ili lui morie vicario capi- sìs, come si legge nella'proposizlone conci-
tolare di Pistoia, e «icario generale del storiale, che pur dice: Dioeceseos ani-
successore; lodandolo per gravila, pru- bit US salis late palet, et plura sub se
denza, dotrrina e probità; meritando poi coniplectitnr loca.
che a' 28 settembre i855 lo trasferisse VOLTO SANTO o VERONICA,
alla raelropolitaaadiSieua,la quale tut- f^ultus Sanctus, Sancla /^cronica. Re-
tora governa. 11 medesimo Papa nel con- liquia insigne e preziosissima, consisten-
cistoro di Bologna de' 3 agosto 1857, te inun pannolino o fazzoletto o ve*
preconizzò l'odierno vescovo mg/ Giu- Ioche porla impressa l'adorabile e vera
seppe Targioni di Prato, già rettore e immagine del Volto di Nostro Signore
professore di teologia in <|uel seminario, Gesìt Cristo {f^.y, prodigiosa impressio-
canonico delia cattedrale, ed esaminato- ne però non eseguila con colori di uma-
re pro-sinodale, encomiandone la dottri- no artifìcio, ma per la divina virtù del
na, la prudenza, la probità e l'idoneità, Figlio di Dio tatto Uomo j al quale nel-
e dopo il concistoro gli concesse pel i." la sua Passione, presentato da s. f^ero-
il pallio, di cui avea condecorato i pasto- nica di Gerusalemme (f^.), menlre col-
ri di Volterra. Poscia a' 2 3 dello slesso la Croce sulle spalle e la corona di Spi-
come notai ne'vol. XCV,p. 338,
agosto, ne (f^.) in capo andava al Calvario, eoa
XCVII, p. 258, lo consagrò vescovo nel- esso si asciugò il divin sembiante bagna-

la metropolitana di Firenze^ dichiaran- to di sangue e di sudore, lasciandovi co-


dolo vescovo assistente al soglio pontiil- me stampata la maestosa e veneramla
cioa'gdel seguente setlendjre. Cosi quel- sua dolorosa eflìgie, nello stato compas-
io che avea ricevuto il 1° degli ordmi sionevole in cui trovavasi in quel pun-
minori da un vescovo di Volterra, alla to. Laonde non si può guardare senza
sua volta couferivane ad altro il i." de' soave e tenera compunzione e rivereu-
luaggiori !La Civiltà Cattolica^ serie 4'*» te commozione d'animo. Questa rara
t. IO, p. 347 e 3491 nel riportare il ti- avventura io ebbi per ben due volte la
tolo delle Lettere pastorali e Indulti per sorte singolare di provarla e anco co*
la Quaresima (861 di alquanti vescovi modaiuenle goderla da vicino, e insie-
italiani, pubblicati colle stampe, i quali me baciarla colla ss. Croce e la ss. Lan-
levarono la voce contro l'iniquità che si cia, e con inenarrabile religiosa conso-
commettono nella misera Italia, con pre- lazione, per somma grazia di Papa Gre-
munire diocesani contro pericoli che
i i gorio X.VÌ; e lietamente ne lasciai l'im-
corre la loro fede e la loro coscienza nel- memoria ne' voi. LV, p. 265,
peritura
la persecuzione della Chiesa, vi compre- LXXXVIlI,p. 23 1. Ciò avvenne in occa-
se : Giuseppe Targioni per la grazia di sione che quel Pontefìce due volte asce-
Dio e (Iella s. Sede apostolica vescovo se nel santuario, a deporvi colle sue sa-
di Volterra, della Santità dilV.S. Pa- gre mani i magnifìci e preziosi donativi
pa Pio IX prelato domestico, assisten- de'due reliquiari colla ss. Croce f^era
teal soglio Pontificio, principe dels. Ho- (^.), cioè a'6 febbraio i838, ed in altro
mano Impero e conte Palatino. Dato ia giorno che per ora non mi è dato preci-
Volterra dal nostro Episcopio il dì 9 sare. L'epoca della donazione è il 1 8 gea-
febbraio 1861. Ogni nuovo vescovo è las- naio (838. E siccome il santuario fu re-
salo ne'libri della camera apostolica e del staurato al suo tempo, vi furono dipinti
sagro collegio di scudi 49^> «"incendendo i suoi stemmi. Dispose inoltre Gregorio
le reudite delia mensa a scudi ^ooo per- XV i, che colia ss. Croce più grande delle
petuo onere gravata sculaioruni hifcen- due d:i lui donate, si frjcesse l'osteiisioiie

Inni favole uicuìue t'pi:icopali^ Cuilen- collii ss. Lancia e il Volto Suolo. Di più
92 VOL VOL
nel 1840 tlie'a custodire altra ss. Croce di «un identità. Il Marangoni, Istoria
al capitolo Vaticano, per esporsi nel Ve- di Sancla Sanctorum e della celebre
nerdì santo nella cappella pontifìcia, e immagine del ss. Salvatore delta Ache-
sull'altare papale della basilica in alcuni rapita, cioè non fatta da mano umana,
giorni dell'anno, dovendosi collocare per dichiara tali essere il Volto Santo, la ss.

la sua custodia nella nicchia del pilone Sindone, ed anco alcune altre ss. Imma-
di s. Elena, ov' è la testa di s. Andrea. giiii;e Roma possederne 3, quella di
Tutto descrissi enarrai ne' voi. Vili, p. Sanata Sanctorum (che il Gretsero,
3i3 e 3i4) XH, p. 240 e 24'>X^'"i Synlagnia de Imaginibus non manti
p. 235. L' adorabilissimo sagro tesoro factis, confase col Volto Santo, nel nar-
del Volto Santo, di antichissima esom- rare che Stefano II detto III uel 75i a
ma divozione, di tutto il mondo e di tut- piedi nudi porlo sulle spalle l'immagine
ti i tempi, gelosamente si custodisce e del Salvatore dalla basìlica Lateranense
profondamente venera uel Praticano ( f^.) alla Liberiana, nella processione solenne
nel proprio luogo e santuario della ba^ di penitenza, per implorare la divina
silica patriarcale della Chiesa di s. Pie- miserioorilia, contro Astolfo re de' lon-
tro in Praticano [P^.J, colle altre due gobardi), nel santuario della Scala San-
miggiori ss. lieliqnie^f^.)^ della ss. Cro- ta (F.); quella della chiesa di s. Silve-
ce e Lancia, in separato reliquiario
ss. stro in Capite, di cui verso d fine di
formato da bellissima cornice di cristal- quest'articolo; e questa appellata co' ti-
lo, intarsiata coti varie lastre d' argento toli di Veronica j di Follo Santo, e di
dorato, donata a'6 maggio dell'anno scin- Sudario. » Ed è appunto quel panno di
to i35o da 3 veneziani chiamati IVicula lino, che mentre il Salvatore portavasi
Valentini, Bandino de Guarzonibus e deformato al monte Calvario, presenta-
Franceschino de Giostro, com'è registra- to gli fu da (|uella santa Donna, per a-
to in antichissimo libro de' benefattori sciugarsi la faccia divina bagnata di san-
della basilica, e riportato dal Cancellieri gue e sudore, nel (juale, dopo sì pietoso
nell'opera De Serrekiriis BasiUcae f^U' ullicio, impressa rimasevi quella forma
ticanae^ì. 2, p. 855, e t. 3, p. 1269, e così con) passione vole, che vi si riconosce".
lo notai nel vul. Il, p. 107. l'er singoiar Il Piazza, E nerologio di Roma, a' 4
coincidenza, un altro veneto, il Sommo febbraio, festa di s. Veronica nobile ma-
Pontefice Gregorio XVI, con saggia e trona gerosolimitana, dopo la sua storia,
opportuna provvidenza, nel 1 838, al fra* cosi descrive Volto Sauto uel 171 3,
il

gilè velo che copriva il Volto Santo, fe- tal quale lo vide e descrisse 1' apostolo
ce sostituire una conveniente lastra di evangelista s. Giovanni nella sua vii le •

cristallo, onde meglio si custodisse e am- zione. »j Trovasi in esso, non senia te-
mirasse. Alcuni prelesero di porre in for- nerissima compunzione, il capo tutto tra-
se l'esistenza di s. f^eronica di Gerusa- fitto di spine, la fronte insanguinata, gli
lemme, perchè come descrissi in quell'ar- occhi pieni di lividure di sangue, tutta
ticolo, Feronica significa
il vocabolo impallidita la faccia de-; nella guancia
Fera Icon, Fera Immagine, e perchè stra mirasi ivi crudelmente stampata la
la Chiesa non riconobbe mai la s. Dan- guanciata della mano ferrata di Malco,
na, denominata pure Berenice e Bero- e nella sinistrai segni degli spuli de'giu-
nica, donde il nome di Veronica. Tut- dei, e loro oiacchte; il naso alquanto
tavulta ivi narrai la sua storia, il suo cul- schiacciato e insauguioato, la bocca a-
to e con esso quello del Volto Santo, la parta e spiirsa di sangue, i denti scossi,
tradizione remota e comune, convalidata la barba pelata in qualche parie, e i ca-
da tnolteplici e autorevoli teslimouiauze pelli da uu lato svelti; e tutta la saulis-
VOL VOL 93
sima fflccla tDÌMhiala, così crDliafTalta per rasciugare il volto.Però non si deve
crmVIla è, di nnaeslà e di ccotpassìone, confonderlo col lenzuolo o ss. Sindone
di amore t di iiie&tìzia;onde quando nelle esistente in l'orino, colla quale fu rav-
prescrille solennità si mostra nella basi- volto e sepolto l'adoi abile corpo del Sal-
lica Vaticana all'infinito |^<0|iolo, clie vi vatore del mondo, oltre altri sudari co'
concoire ctn relibrìtù di funzione, ca- quali gli fu copertoii volto e capo nel s.
il

giona un «agro orioie, una mestissima Scpolcio. Egli è per questo che più chiese
ioiirj(l(n2a, una dolcro$>a penilen2a, e vantano il pregio di possedere parte di
tocca c]ueì beatissimo stnbiante, tivo que'sudari; e pel culto che loro si rende

testimonio dell'ingraliliidine del geneie piir d'una volta Dio ricompensò con be-
umano, fin dentro il cuore de' fedeli ri- nefizila fede e lapietà de'veneratori, che
guardanti, e risveglia un grnoio'O pio- onorano questi segui commemorativi del
fluvio di Ingrime |enìtenti, e finoime mistero delia nostra felice redenzione.
d'amore al nostro benignissimo Reden- S. Veronica portò in \olto San» Roma il

tore ". La Veronica 1' ofTre


storia di s. to dentro due casse, per meglio custo-
ancora l'Alveri,^cw>/7 in ogni stalo, \. 12, dirlo, le si venerano, una nella
quali
p. 210, tratta dalla lil)reria Vaticana Chiesa di JMaria ad Martyres (/".)
s.

n. 385 1, antico ross. di ^icolò Signori- o Tempio del Pantheon (f^.), V altra
le romano. Egualmente il Ricci, De'Giti- nella chitsa di s. Eligio de'Feiiaii, det-
hilel universali a p. 2 1 2 riporta col cap. to pure 8. Alò, di cui nel voi. LXXXIV,
gg la a Txowa del
storia del Trasj:oìto p. 24, e dal Piazza credesi che fosse la
1

folto Santo o T era Imago, nell'anno cassa inteiioie, per attestato di vari de-
35 di nostra salute, per risanare l'in* scrittori dellechiesedi Roma, oltre il Vasi
fermo di lebbra inipeialort Tiberio, che nell'7m?f ror/o.L'A veri ipoi ta l'iscrizio- I I

ne restò risanato al modo descritto neb ne della cassa di s. Maria ad Martyres^


r articolo Veronica, the rannodandtsi del suo tempo: In ista capsajuit porta-
con questo va tenuto presente, onde e- tum Sudarium Passioni.-' Domini IS'ostrì
vìtare ripetizioni. I beneficiali Vaticani, Jesu Christia Hierosolymis Tiberio j4u-
Sidone e Martinetti, Della sacrosanta gusto. JVlorr in Rema s. Veronica, nel
basilica di Pietro in T atìcano^ ne ra-
s. pontificato di s. Clemente 1, che gover-
gionano nel I. I, lib. I, cap. 2 Delle : nò la Chiesa dall'unno 98 al 102, ed il

principali Reliquie che si conservano sagro tesoro, a cui dicesi la santa lo fa-
nella basilica Vaticana. Provasi l'esi- cesse consegnare, egli lo tramise a' suc-
stenza del ! olto Santo impresso
, in pan- cessori, i quali con molta segretezza Io
no di lino o di altra scmìglianle mate- tennero celalo finché durarono le perse-
ria, quale si espone alla pubblica vene- ruzicni (Iella Chiesa. Sono discrepanti gli
razione, e sì benedice con esso il popolo; scrittori neir assegnate in quale chiesa
della CUI identità autentica degnamente opinano prima nella
fu collocato, gli uni
trattò r altro benefrciato Battisti, ccn chiesa di Maria ad Marljies, delta
s.

dotta, erudita e critica dissertazione, i dalla sua forma Rotonda, da Papa s.


due scrìKori provandolo con documenti Bonifacio IV del 608 convertita al di-
storici. Venne il Volto isanlo detto an- vin culto, da tempio profano del PaU'
che Sudario (^^.), co! quale vocabolo
ss. thicn, poi nella basilica Volicana. Altri
viene pur chiamata la ss. Sindone [7 .), pcsticipaiio la deposizione in s. Maria
perchè il termine di Sudario, rileva in ad Martyres, fi^ndtindosi nella cassa che
tale articolo il Bergier nel Dizionario io custodiva, e per mtmoi ia fu ivi lascia-
della Teologia, significa in origine un ta nella capjiella del ss. Crocefisso; pela-

panuoliuo o fazzoletto, di cui si fa uso tile !a ca^sa a\eai3 seirature le cui chia-
c>i VCL V o r,

Ti custodiva ciascuno de' Cnpo lìinni costà trasportato il Volto Santo, l'Imma-
(/'.) degli antichi XIII Rioni di Roma gine della Madonna (che si venera nel-
il quale riparlo però soitanlo ri- l'altare maggiore)edil ss. Crocefisso, che
C^.),
sale nella Roma papale alla metà del ambiduesono in detta chiesa; e nella me-
secolo XIII o 1 144) '^^^^ sembra poste- desima Cassa si conservava il Volto San-
riore. Si volle assegnare la chiesa di s. to, finché durò a mostrarsi ivi, prima
Maria ad Martire s per custodia dell'm- che fosse trasferito a s. Spirito in Sassia,
".
signe reliquia, come luogo sicuro e for- a Castel s. Angelo, e poi a s. Pietro
tissimo, ed eziandio ampio onde riceve- Recatomi nel detto tempio, ho trovato
re il popolo elle numeioso vi accorreva sopra la mensa dell'altare, nell'incavo del

a rendergli culto, e siccome posto quasi muro, una grande urna con cristallo avan-
nel centro di Boma abitata, mentre la ti, colla cassa in pezzi, sulla quale urna

basilica Vaticana restò fuori del perime- lessi la seguente iscrizione: /érca in qua
lio delle Mura di Roma, sino a s. Leo- xacrum Sndariuni ollni A diva Veroni-
ne IV, che nell' 848 la comprese nella ca de.latani Romani ex Palestina. Tlac
Ciflà Leonina. Queste ragioni favori- in Basilica anni cenlnm eniluit. L'urna
rebbero in parte la priorità della custO' è sovrastata dall'immagine del ss. Cro-
dia del Volto Santo in tale tempio. Perciò cefisso scolpita in legno, e custodita da
devo ricordare, che nel citalo articolo, o cristalli. Fattosi diligente esame sulle ta-
voi. LV I i I, p. c) e I Ojdissi che divisa Roma vole della cassa, si trovò avere esse dieci
in Regioni, ne bassi tempi erano IX, du- serralnre.Qiìanlo al venerarsi e custodirsi
rante i secoli 1 X, X e XI , ed in parte an- il VoltoSanto nella basilica Vaticana, pro-
cora del XI I secolo, oltre laX legione sul- vano Sidone e Martinetti, con l'autorità
la riva destra del Tevere, numero che mi di più idonei scrittori, che avendo Papa
{;ìovn a quanto sono per dire su quello Giovanni VII nel 607 (va corretto l'er-
(Ielle le mie as-
serrature delln cassa, per rore avvenuto nel voi. XII, p. 1 4o, in cui
sidue ricerche. Inoltre, non si deve tacere, peralterazionedi composizione, quell'an-
the sostenitori della senlenza.che il Volto
i no apparisce come della venuta del Vol-
Santo fu prima deposto in s. Maria ad Roma, uieotregli scrittori co-
to Santo in
Ma rtyres, taccona ami cUe ivi si venerava munemente l'attribuiscono alla suindi-
e mostrava sin da'iempi di Bonifacio IV e cata epoca di Tiberio imperatore), aven-*
dall'anno 610, con esposizione sull' al- do fabbricato nella basilica Vaticana
iare maggiore a'i3 maggio, qual giorno un oratorio alla B. Vergine del Presepio,
anniversario della dedicazione di essa nel quale poi volle esser sepolto, vi eres-
chiesa, in cui quel Papa vi avea fatto se un altare in onore del ss. Sudario di
trasportare 28 carri di corpi de'ss. Mar- Gesù Cristo, quod vocatur f^eronica,
tiri e perciò intitolala ad Ognissanti. Di ove in nobile ed elevato ciborio adorno
più se ne faceva l'oslensione e l'esposizio- di colonne marmoree vi collocò il Volto
ne nelle pericolose circostanze della cit- Santo, e la stessa cappella ne prese cu-
tà, li contemporaneo Francesco Valesio mulativamente il nome, ed anche di s.
scrisse nel suo Diario: » Mercoledì i4 Maria del Sudario, e si trae d» un cer-
ottobre lyoS. Clemente XI passò alla to documento de' tempi di Papa Bene-
chiesa della Rotonda a rimirarvi le belle detto Vili del IO 17, in cui è qualifica-
colonne di giallo antico con cornicione to Giovanni chierico e mansionario, di
di marmo greco bianchissimo, sull'alta- s. Maria in Beronica. Il Grimaldi no-
re del ss. Crocefisso, fatto nuovamente taro e archivista della basilica, illustrò
ripulire; e in tale occasione gli esposero una lapide di Papa Adriano I del 772
alia vista la Cassa, in cui dulia Grecia fu da cui si trae la consagrazioue de' due
V OL V OL 9'>

alfaii ilell'oratorio di Giovanni VII, cnn- strare, T'eronicaniy idesl


et pannimi
sflgrali a'aS novembre, cioè del ss. Sit- qucmdam Uneiim, queni J. C. Vullui
dariis e di s. Mariae ad Prae.sepe, in suo impressit, in quo pressura dia ila
cui il Papa nel dì precedente »i pose le manifeste usque adhodiernuni dieni ap-
ss. Reliquie, secondo l'antico rito. A quel- parete ac si Fullus J. C. ihi esset, et di-
l'epoca il Tonigio, Le Sagre Grotte citur Veronica, quia niulier, cnjus pan-
J' aticane, atlrihuìsce. per I' iscrizione nus ille erat. Veronica dicehatur. Nel-
trovata nell'oraloiio, che l'eftlge del Vol- l'articolo che ha connessione con que-
to del Signore, chiamato meritamente il sto, segnalai la venerazione pel Volto
Santo de' Santi, fu nuovamente collo- Santo d'Innocenzo III Papa del i 198, il
cata nel ciborio di Giovanni VII, essen- quale prescrisse preci da recitarsi avanti
do stata per le calamitose vicende de' di esso, e vi aggiunse l'acquisto di spi-
tempi trasportata altrove; e forse, come rituali indulgenze. La continuazione del
congettura, nella chiesa di s. Maria ad religiosissimo culto progrediva tanto in
JlJartyres, detta la Rolonda. Dice pure quest'epoca, che parlando delle Meda-
che sotto Adriano 1, si raddoppiò la ser> glie benedette, notai col Torrigio quelle
ratura, che chiudeva ilciborio,/»//irt c/<7«- che si lavoravano colla figura del Volto
sura. Il ciborio poi avea una ringhiera Santo e le Chiavi di s. Pietro incrocia-
che lo circondavi!, da cui mostravasi ai te, dicendosi gli artefìci vendentes Vero-
popolo il Volto Santo. Si legge nel dili- nicas, ed Pellegrini {V.) visitatori de'
i

sco Italico del p. Mabillon, l. 2,p. i6i, Liniina/4poslolorum[ V.) l'acquistavano


nell* Ordine Romano scritto nel papato e appendevano a! cappello e alle vestii
d'Innocenzo II del i i3o Postea vadit : ilprovento Innocenzo HI T attribu'ì al
Ponti/ex ad Sudariuni Cliristi qitod capitolo Vaticano. E qui ricorderò per
vocatur Veronica, et incensai. AfferiDa analogia, che tiescrivendo le Monete pon-
con alcuni l'Alveri, che in tempo dello tificie, narrai che molle furono da' Papi
stesso Innocenzo lì, per custodia (lei Volto coniate coH'eftigie del Volto Santo. Il

Santo, fossero preposte alla cura della cas- Garampi, iV/7g^/ r// osservazioni sul va-
sa io cui era racchiuso 6 famiglie nobi- lore dell'amiche monete pontificie, ri-
liromane, cioè de' Capo di ferro, del porta documento in cui sono dette Si-
rione Regola; de' Tartari, di quello di gnuni s. r eronicae, poiché era tanta la
Parione; de'Mercanti, del rione di Pon- venerazione che si avea per la ss. Imma-
te; de' Ricci, di quello di Campo Mar- gine, che sovente ne fu espressa la figura
io; de' Tosetti, del rione Colonna; e su di esse, e può risconti'arsi nel Fiora-
de' Slefaneschi, di quello di Trastevere. vanti, Denarioruni Rom. Pont., e nello
La singolare venerazione poi nella qua- Scilla, Delle /Monete pontificie. Il Vet-
le in quel secolo era il Volto Santo, l'af- tori, Il forino d'oro illustrato, offre piìl

ferma il Mallio, nell' Historia dei pre- esempi di monete d'oro antiche del se-
gi della basilica Vaticana, dedicata ad A- nato romano dette ancora Volto Santo,
lessandro 111 del
i iSg, con dire che di e diverse nell' altra parte anche coll'el-
contìnuo ardevano ante f^eronlrani de- figie del Salvatore di Snncta Sanclo-
cem (lampade) die nocleqne ; ed una a- rum in allo di benedire, ciò attestando
Taoti l'immagine della B. Vergine dello la costante e grande divozione de'roma-
slesso oratorio. Racconta il Cancellieri, ni verso i due sagri simulacri. Il Can-
Memorie delle sagre Teste de'ss. Pie- cellieri nellaSettimana Santa, a p. i46|
tro e Paolo, p. ir, che nel i iq3 venuto riferisce che il Volto Santo fu trasferito
in Roma Filippo II Augusto re di Tran- nella chiesa dell' Ospitale di s. Spiri-
cia, Papa Celestino III gliele fece mo- lo (f^.), senza precisarne l'epoca, e ripio-
96 VOL VOL
duce un'antica cionaca sui custodi delle tillca Vaticana a'proietti e proiette, ed
chiavi, che a vita aveano le sei fciiniglie agli ecclesiastici dello stabilimento, ia
romane, che coll'Àlveii riportai più 80> luogo de'(|uali dipoi e tuttora si pratica,
proj non polendosi aprire senza l'inter- i confrati AcW A rciconfraterni la di s.
vento de'Ioro rappresentanti. » Lo qual Pietro in Sassia (^'.), che esistendo già
Sudario è nello sito di s. Spirito in Stis- nel I iq8, un tempo custodirono la s».

sia in una cameretta, foderata tutta de lieliquia, forse succeduti agli antichi 6
luarinoro, et de ferro, e serrata a 6 chia- ctislocli, ora si recano procession»lmeiile
vi, e non se mostrava se non una volta in s. Pietro, nella 2.' domenica dopo l'E-
l'anno; e tutti questi 6 gentiluomini, li pifania e nella 2.' festa di Pentecoste, a
quali tenevano queste chiavi, erano li- per privilegio viene loro fatta l' osten-
berij che no li era mai comannato, che sione del Volto Santo e dell'altre ss. Re*
dovessero uscire a campo, e sa nulla di liquie maggiori. L'Alveri riferisce che
essi fosse uscito Menescalco {^Marescial- v'interveniva anche il Commendatore di
lo) non era tenuto di annare mai alla s. Spirito. M'istruisce poi il Torrigio a
giustizia. Per ciascheduna volta, che lo p. 202, e l'Alveri a p. 2i3, che la pro-
Sudario se mostrava, doveano annare cessione del Papa co'cardinali a s. Spiri-
con 2o compagni per uno, tutti armali to, l'istituì Innocenzo HI verso il 1208
intorno allo Sudario ad arma scoperte nella i.* doujenica dopo l'S.' dell'Epifa-
per inHno alio loco suo deputato, e ser- nia, con bolla che olfre, dicendo che la
rarlo, e ha ve vano questi 6 ogni anno, de ss. Relìquia stava alcun tempo nella chie-
s. Spirito, doi vacche in die s. Spirilus, sa di s. Spirito e poi si riportava alla sua
le quale se magnavano lì con gran fé* Onorio 111 e Alessandro IV ap-
basilica.
sta ". Afialogamente scrisse il Piazza neh provarono la disposizione. Quindi Si-
V Efftuìcride f^aticana, che solevasi il sto IV del \^']\ per giuste cause vietò
Volto Santo portare in processione ogni la processione a s. Spirito, e in vece isti-

anno dalla basilica Vaticana alh chiesa tuì quella che va a venerarlo ne'sud^delli
ili s. Spirito con l'intervento del Papa, giorni nella basilica Vaticana. Bonifa-
che faceva un sermone al popolo, e de' cio Vili ripristinò nel 1 3oo la celebra-
cardinali, V nel medesimo spedule si dava zione in Roma iStW Anno Santo (/''.),

l'elemosina di 3 denari per ciascuno a con immenso e sterminato concorso di


looo poveri forastieri; e a 3oodi quelli popoli a lucrare l'indulgenza plenaria. 4
the slavano in esso, un denaro dc'quali consolazione de' pellegrini nella basilica
doveva servire pel pane, l'uliro pel vino Vaticana ogni venerdì e ogni festa so-
e l'altro per la carne. A'canouici poi, che lenne si mostrò il Volto Santo. Lo stesso
portavano la ss. Ileliqua, si davano I2 Papa ne lece l'osteusioue a Carlo II re di
quattrini per ciascuno, e una candela ac- Sicilia, ed a Giacomo li re d' Aragona.
cesa d'una libbra; le quali spese tutte si Trovo nel Rinaldi all'anno i328, che
facevano dall'ollerte dell'altare di s. Pie- nella venula in Roma di Lodovico V il

tro, raccolte da' Mansionari (/^.). 11 Bavaro, co'suoi eretici, scismatici e una
Piazza cita il registro d'Onorio 111 Papa sentina di meretrici, la città fu interdet-
anno y, corrisjiondenle a circa 1222. il ta, e molli de'cattolici, de'chierici e de'
A me pare, che per la temporanea cu- frati ne partiroito. Un canonico di s. Pie-
stodia del Volto Santo nella chiesa di s. tro che avea in custodia il s. Sudario, lo

Spirilo, in memoria si facesse la processio- nascose, perchè non gli sembrava esser
ne; e notai nel citato articolo dell'ospe- degna di vederlo quella turba d' iniqui,
dale, che appunto per tale custodia, 3 onde romani ne provarono grave tur-
i

volle si mostrava il ss. Sudario nella ba- bameulo.luutiluieQle il Bavaiu iugiuuse


V O L VOL 97
8 Sciarra Colonna d'indurre gli ecclesia- no, che Bonifacio IX fece mostrare il

stici a riprendere le divine udìzialure. Volto Santo sunnominato Luigi I re


al
Dimorando Clemente VI in Avignone, d'Ungheria, magni/ice in palatio exce-
neli35o fece celebrare in Roma il 2,° plus Quotidie Feronicam videre vo-
est.

Giubileo universale (^.), ed indicibile fu luii.Quatuor aureoruni millia Arac


il concorso de'pellegrini, per appagar la Ap. Principis oblulit. Ma quel re mori
fervorosa divozione de'quali, in 6. Pietro nel 382 e Bonifacio IX fu eletto nel
1

ogni domenica e in ogni festa solenne, si 1 389. E poi recò a Roma in epoca
il re SI

mostrava Sudario di Cristo: per la


il s. anteriore, CIÒ nel35o, e probabilmente
1

folla, più volte non pochi ne morirono, a quell'epoca, come già dissi, si deve ri-
e l'attesta Matteo Villani ch'era presen- portare il racconto, ma vi è 1' ostacolo
te. Il Papa avea scritto a'canonici Vati- che allora Clemente VI risiedeva in A-
cani, loro raccomandando la frequente o- vigjione. Nel pontificato di Bonifacio IX
stensioiie del Volto Santo, per la gran ve- fu a Roma Ladislao re di Napoli, de' reali
nerazione che ne aveano i fedeli. Luigi I d' Ungheria, e ne divenne re nel i4o3
re d'Ungheria lo volle vedere ogni giorno. cogli aiuti di Bonifacio IX : forse doveasi
Urbano V ordinò, probabilmentedopo la dire Ladislaus, in vece di Ludovicus. U
sua venuta in Roma nel 367, che si mo-
1 Cancellieri nella delta Settimana Santa
strasse al popolo il Volto Santo in certi narra, che dopo d' essere stato il Volto
giorni dell'anno, come nelle ferie iv, v e Santo per qualche tempo nella chiesa
VI della Settimana Santa, nell'Ascensio- della Rotonda, ove fu trasportato, ed ove
ne e dopo rS.' dell' Epifania. Il Piazza se ne custodisce anche al presente la Gas>
che ciò riporta oeW Effemeride pratica- sa, fu trasferito in Castel s. Angelo, co-

na a p. 81 dice che la ss. Reliquia fu


, me risulta da un antico Diario, in cui si
sempre tenuta con riserva, e non pole- legge. » Alli 4 ^> ottobre del 14^9 fu
vasi esporre senza espressa licenza del Pa- dalla sagrestìa di s. Pietro portato in Ca-
pa, che ne teneva appresso di sé le chiavi. stello il Sudario della Veronica, perchè
Una di queste in seguito custodì il Mag- non fosse esposto all'ingiurie de' soldati
giordomo del Papa, cioè come dissi in (forse di Ladislao, che profittando dello
queir articolo quando fu temporanea- Scisma avea occupato Roma, da dove
mente, per quanto racconterò più avan- nel dicembre l' espulse Paolo Orsini)".
ti, portato neir archivio della basilica, Il contemporaneo Antonio de Pe-
diarista
poiché ora non più è in sue mani. Ora la tri aggiunge. M Al i.° gennaio i4io, nel-

custodia del Volto Santo e dell'altre ss. r ora di Terza, Jacomo de Calvi can.
Reliquie maggiori è devoluta esclusiva- priore et vicario, et sacristano della ba-
mente a'due canonici sagrestani maggio- silica di s. Pietro, con 6 altri canonici^ aa-
ri, il i.° tenendo le chiavi del credenzino dò a Castel s. Angiolo, et ivi presela Ve-
in cui è racchiuso e quelle dell'armadio ronica, et la portò in detta Basilica". Eu-
in cui è collocato, ed ove sono le altre ss. genio IV avendo riunito alla Chiesa ro-
Reliquie, il 2.° tiene le due chiavi dello mana YAbissinia e V Etiopia (^.), ne ac-
slesso armadio. Gregorio XI nel 1871 colse amorevolmente gli ambasciatori nel
concesse in perpetuo a'presenti all'ostea- 144^, ed a porte chiuse fece loro mostra-
sione delle Teste de'ss. Pietro e Paolo, re nella basilica Vaticana il ss. Sudario,
la stessa indulgenza che sì conseguisce da e nella Lateranense le ss. T'ej^e. Altri nar-
que'che trovaosi all'esposizione del Vol- rano che l'ambasciatore fu l'abbate di s.
to Santo nella basilica Vaticana, che nel- Antonio tgitto, uomo assai distinto pres-
la bolla chiama Veronicae. Narra il Tor- so il re d'Etiopia detto il Prete Janm\
rigìu, citando moDumeDli e il VoUerra- venuto a Roma a' 10 ottobre i44i eoa
VOIi. CHI. 7
98 VOL VOL
il monaci, e ricevuto uDoratanieole fu (coll'insegne corali e guanti di seta ro8s<(
condotto a venerare il Volto Santo, indi ed il capo nudo essendo accompagnato
:

alloggialo a s. Lorenzo in Dainaso. ^'el l'espositore da due altri canonici; e tutti


Bollarlo della basilica Vaticana , molte e tre mentre segue l' ostensione, sì del
bolle riguardano la ss. Reliquia, ed io una Volto Santo, sì della ss. Crocee sì delta
d'Eugenio IV, questi chiama l'Immagi- ss. Lancia, recitano preci) e perciò Fe- :

ne , Sanclam, sive, ut dìcunt, Sanclam derico 111 imperatore lo mostrò al popo-


P'eronicam. Neil* indice del ricordato lo in abito di canonico nel tempo di Ni-

Bidlarìunif le notizie sul Volto Sauto so- colò V". lo però qui debbo ricordare, che
Sudarium, 1* Imperatore {f^.) dopo la Coronazione
no riferite nel vocabolo : ss.

T'cronica etiam dir tu ni, et f^ullus San- d'Imperatore (/'.), fatta dal Papa, veni-
ctus. Rilevai nel voi. VII, p. 117, che va per Canonico (A^.) aggregato ne'capi-
Ricolò V nel 1 4^0 fece fondere tre cam- Ioli Lateranense e Valicano (ed in questo
panelle, per suonarsi nella sua osten- fin da Carlo Magno, come notai nel voi.

sione, e lo si pratica ancora, ed hanno un LXVII, p. "256), e ne assumeva l'insegne


armonico suono argentino. In esse vi è corali di rocchetto, cappa e berretta. E
la sua arme, con queste parole intorno : gl'imperatori che vollero venerare da vi-

Nicolaus Papa T\ fecit anno Jubilaei cino il Volto Santo, dovettero vestire la
i45o. Cresccnlins de Perusio me. fecit. cotta e la cappa canonicale, e così appa-
In queW'Jnno Santo, tale fu la moltitu- gar la loro divozione. Si legge nelle iVb-
dine de'pellegrini accorsi a venerarlo, che iizie delta venuta in Roma di Cristia-
un giorno sul Ponte s. angelo caddero no I re di Danimarca nel i474> *i' Can-
e si annegarono nel Tei'ere 87 persone. cellieri, a p, I I , che Sisto 1 V l'alloggiò nel
Si ha dal Torrigio, che Nicolò V nel 4^2 i Vaticano e gli fece due volte mostrare il

dopo aver coronato iutperatore Federico Volto Santo, cioè a'12 e 23 aprile, facen-
III, gli fece la special grazia, dopo aver* do il re r oblazione di 5 ducati papali
lo creato canonico Valicano, di poter in la prima volta, e di io ducali vetieti la

abito canonicale ascendere sopra il cibo- seconda. Trunco s. l^eronicae si chia-


rio delVolto Santo, e con ogni religione mava la cassetta dell'elemosine al Volto
e tremore venerar da vicino la sagralis- Santo. L'imperatore di Turchia (t^.), a-

8Ìma Reliquia ; i1 che era ed è soltanto vendo donato ad Innocenzo Vili la ss.
concesso a'canonici della basilica, non po- Lancia (V.) che trafisse il sagro costato
tendo affatto altri penetrare nel santua- deIRedentore, il Papa la ritenne nella sua
rio, neppure beneficiati (quando Papa
i camera, proponendosi d'erigerle una son-
Gregorio XVI per sua benigna degnazio- tuosa cappella nella contigua basilica, co-
ne mi condusse seco la i.' volta in esso, me si trae daun mss. di Filippo Morooi.
iri si recò con due camerieri segreti ca- Venuto a morte ordinò che si depositasse
nonici Vaticani, e sebbene a pie delle sca> in essa, onde cardinali a' 16 luglio 492
i 1

le trovasse i suoi caudatario e scalco, lu- la collocarono nell'oratorio del ss. Sudario,

timi cubiculari e beneficiati Vaticani, non secondo il Novaes. Peiò il Torrigio rac-
permise lororaccesso;dò però poi gli con- conta, che il Papa stesso in dello giorno,
cesse, insieme ad altri, quando tornò ad essendo infermo, ne fece effettuare il tra-
ascendervi. Tutto questo è positivo, seb- dopo o giorni morì. Indi il
sporto, e circa i

bene nell'archivio della basilica non è re- cardinal Lorenzo Cibo de Marii suo pa-
gistralo che l'accessosunnominato de' 6 rente, che nel cardinalato avea conserva-
febbraio i838). Nota il Piazza » Né al- : to il canonicato di s. Pietro, come osser-
cuno può mostrare questo Santo Volto, va il Novaes, nel tempio fabbricò una ma-
che uou sia caoooico di questa basilica gnifica cappella, e vi ripose la ss. Lauciaa'
YOL VOL 99
il gennaio i 5oo. Ma nella demolizione fello di Ferdinando III imperatore (me-
della parie ^u[)e^iol'e della basilica sotto glio figlio e poi successore ), il marchese
Giulio ilneliSoy, a'aa no vena bre fu ri- di Baden, il conte Styrm, il conte Trau-
portata nell'oratorio del Volto Santo, e rem, il barone Fortunato, il barone Chi-
j iposta nel ciborio di Giovanni VII, cioè ni, il cav. Scincinelli e il medico dell'ar-

nella vecchia basilica : d'allora in poi le ciduca. Ritornando alla ss. Croce, il Tor-
due ss. Reliquie noo furono più disgiun- rigio sembra precisarne le date. Egli di-
te. Si può vedere: Sacraruni f'alicanae ce Urbano Vili con bolla de' 19 aprile
:

hasilicae Cryploruni, di Diooisi, r,p. t. i629(presso il Ricci), dispose che le 3 ss.


Zj e 4'2- Si apprende da Sidone e Marti- Reliquie sempre si mostrassero una dopo
netti ragionandone ancora Torrìgio e
, l'altra, cioè i.* la ss. Lancia, 2.'Iass. Cro-

Ritxi, che nelTampliazione della basilica, ce , 3.* il Volto Santo, concedendo in-
intrapresa da Paolo V, coll'atterrameoto dulgenza plenaria a chi confessato e co*
del rimanente della vecchia, a'a? genna- muriìcato fosse presente all' ostensione.
io 1 606 il Volto Santo e la ss. Lancia, uni Segu*! il dono Croce
alla basilica della ss.
tauiente col capo dì s. Andrea apostolo, a'igdi detto aiese,e processionalmeote
furono trasferite nell'archivio della basi- dal palazzo Vaticano fu portata nella nic-
lica, ed una cassa di ferro di ricco
ivi in chia. Nel dì seguente Urbano Vili vi si

drappo coperta furono racchiuse con 3 recò a ore 20, e prostrato venerò le 3 ss.

chiavi, una delle quali fu consegnata al Reliquie con gran divozione, e le ammi-
Papa. Ed il Grimaldi, che ne rogò l'istro- rò con gran gusto spirituale, vietando sot-
mento, lasciò scritto: Velustissiina viget to pena di scomunica, che ivi fece affìg-

usque hod'ìc consuetudo, ut Stimmus Pon gere, di muovere il velo che copriva il

ti/ex Sudarli et Lanceac penes sej'ugi- Volto Santo, e di aprire il vaso contenen-
ter unam clai'em haheal, rcliqttascano- te la ss. Lancia, senza licenza pontificia.
ììici baxìUcae. .^nche il Ricci, che pubbli- » Con sua Beatitudine ascesero alcuni ca-
cò De' Giubilei nel 1675, alferma, che i nonici, e fra gli altri Marc'Aurelio Maral-
Papi tenevano presso di loro una chiave. do suo segretario de'brevi ; Agostino O-
Due mesi dopo, cioè a'2 marzo, le dette i reggi suo teologo ed elemosiniere, fatto
ss. Reliquiefurono collocate nella nìcchia, poi cardinale neh 633; An?elo Glori suo
santuario o ciborio, aperta nel pilone del- coppiere e aitarista di s. Pietro (poi cardi-
la Veronica ; e quindi la testa di s. An- nale) ; Fausto Poli suo maestro di casa
drea a'29 noveQibrei6r2 fu trasportata [Maggiordomo e poi cardinale), e Fran-
nell'altra nicchia sovrapposta alla statua cesco Geva suo maestro di camera ( poi
di s. Eleua. Urbano Vili per incremento cardinale), che sebbene non era canoni-
di venerazione e splendore alla basilica, co, n' ebbe grazia particolare concessagli
Volle unire al Volto
Santo e alla ss. Lan- da Sua Santità^ non potendosi ascendere
cia, del legno della
Croce vera 1*8 a-
ss. , indetto ciborio da chi non è canonico dis.
prileiGig. Prima di questo e nell' anno PietrOjSenza licenza del Papa". E acconcio
santo 1625 Urbano Vili avendo fatto qui ricordare la venuta in Roma, nell'anno
compiere in ciascuno de'piloni della me- 8aQtoi625,diUladislaofigliodelrediPo-
ravigliosissima cupola le 4 nicchie, con /o/iiV7,daUrbaooVlIIospitalo,donatodel-
sue loggie per l'oslensione delle ss. Reli- lo Stocco e Berrettone benedetti, nel qua-
quie, a'23 dicembre in quella di s. Vero- le articolo notai che lo creò canonico di s.

nica, con solenne processione vi furono Pietro soprannumerario, per venerare da


portati il Volto Santo e la ss. Lancia sot- vicino il VoUoSanto,per grazia particolare
to ba'dacchino , le cui aste sostenevano, Aggiungo col Ricci, che il principe ascese*
riporta il Ricci, l'arciduca Leopoldo fra- nel ciborio, iu colla e loccbetlo, ma sen-
loo VOL VOL
za stola per non aver ordine sagro, abili- 1717 permfse a Giacomo IH re cattolico
talo di poter anche mostrare al popolo il d' Inghilterra , di venerare nel vestibolo
ss. Volto, con due canonici numerari ; e Volto Santo e la ss. Lancia, per l'autorità
i 1

che il Papa lo creò canonico , perchè a del breve Ut Chari^simus, de'3 1 maggio.
motivo della vecchiezza di suo padre, si Quando nel 1733 passò per Roma il nuo-
sapeva che presto sarebbe acclamato re, vo viceré di Napoli d. Giulio Visconti
poiché talsegnalato onore non si suol con- milanese, Clemente XII lo fece incontra-
cedere ad alcuno. Divenuto re neli632, re, l'alloggiò al Quirinale, tenne seco a

col nome di Uladislao IV , il capitolo e Pranzo, e dalla loggia della Veronica gli^

e canonici di s. Pietro gli scrissero un' e- fece mostrare le 3 ss. Reliquie maggiori.
pistola gratulatoria ; ed il re rispose l'u' Pio VI Ipermise che Carlo Emanuele I
manissima lettera , riprodotta da Torri- re di Sardegna (e poi edificante gesuita),
gio e Ricci , col titolo : Vladìslaas IV e la regina sua moglie la ven. Maria Clo-
eie. Reverendi devote nohis D'decti. iVeU tilde di Francia, avessero la spirituale con-
la quale è detto Meniinimw! no^ Colle- solazione di venerarle e baciarle nel ve-
gio illi, dum Romae praesentes Sacra- stibolo del santuario;ed altrettanto ac-
tissinius Sahaloris Nostri Fullum xpe- cordò nel febbraio i8oi alla pia arcidu-
ctavissemus eie. Inoltre si trae del Balla- chessa Marianna d'Austria, dopo aver es-
riunì ss. Basilicae P^aticanae^che Urba- sa preso la ss. Eucaristia nella basilica, ed
no Vili fece giurare a* canonici Vatica- i canonici dopo averne appagata la sua
ni di eseguire le prescritte ostensioni del- divozione, colle medesime ss. Reliquie
le ss. Reliquie. Narrai nel voi. LXXI dalla loggia benedirono la di lei corte, e

p. 249, come Alessandro VII nel i656 ilpopoloche visi trovava. Pio VII a'7 apri-
feceeseguire una singolare ostensione del le 806, dopo la cappella della 1 * festa di
1

su.Sudario, della ss. Lancia, e della ss. Pasqua, si trasferì colla sua corte nobile
Croce, alla celebre Cristina regina di alla visita della b<isilica Vaticana, e poi
Svezia j nel vestibolo vicino alla porta, preceduto da torcie accese si portò nel sa*
per cui si sale alla loggia, dove si conser- grario della Veronica servito da due ca-
vano. E nello stesso sito e anno volle ve- nonici. Orato alquanto innanzi alle 3 ssw
derle anche il Papa. Di più raccontai nel Reliquie maggiori benigamente permi-
,

voi. LXXVIII, p. 175 ei85,con par- se che ciascuno di quelli del seguito si
ticolarità, come il pio Cosimo III gran- accostasse a venerare sì gloriose memo-
duca di Toscana nell'annoiyoo recatosi rie dell' umana redenzione. Rilevai nel
in Roma a lucrarne l'indulgenze, per ve- voi. IX, p. 38, che anticamente la cap-
nerareda vicino le 3 ss. Reliquie maggiori pella papale dell'Ascensione si celebrava
delta basilica Vaticana , Innocenzo XII nella basilica Vaticana, eche dopo la m es-
lo dichiarò canonico soprannumerario di sa eravi l'ostensione del Volto Santo. De-
essa, e così anco poterle avere nelle sue scrissi poi ne' voi. Vili, p. 3itì, IX , p.
mani ; ed egli vi ascese a'5 marzo, o me- 33, come il Papa nel Fenerdì santo, dopo
glio più tardi come notai, vestito di sot- l'uffìzio delle tenebre, col sacro collegio re-
tana lunga paonazza, rocchetto, cotta, ber- casi nella basilica Vaticana, all'adorazione
retta e guanti rossi, e veneratele divota- delle ss. Reliquie maggiori delVolto Santo,
mente, quindi in mezzo a due canonici della ss. Lancia e della ss. Croce, previa la
ne fece l'ostensione al popolo, e con esse recita d'alcune preci ; e come il Papa nel-
lo benedì. Alla sua morte, il capitolo gli la solennità di Pasqua, dopo il pontificale,
celebrò un decoroso funerale ; ed in una co'cardinali venera le medesime, senza le
pittura del Vaticano si rappresenta la sua consuete preci, avvertendo che nelle be-
vestizione in canonico. Clemente XI nel nedizioni colle medesime, queste alla pre-
VO L VOL lot
senza del Papa non sì danno in mezzo nati Papi vi fosse il solo Volto Santo.
della loggia , ma nelle parti laterali , </t Nelle calamità della Chiesa, in quelle di
majeslatis Pontificiae reverentiam. Que- Roma, e dello stato e Sovranità della s.
ste tre insigni e preziosissime ss. Reliquie, Sede, pel Terremoto, Pestilenza, inon-
«econdo \' antico rito illustrato dal Mo* dazione del Tevere e guerre, Papi fe- i

retti, De Ostenùonis Reliquiarurn,


rito cero mostrare al popolo il Volto Santo,
annualmente mentre si mostrano dalla e poi anche la ss. Lancia, e quindi pure
detta loggia, nel parapetto sono 4 glandi la ss. Croce ; massime pe Giubilei straor-
coruucopii ciascuno con due torcie accese dinari, e per le Processioni di penitenza,
di cera bianca, e di cera gialla ne'giorni come si può vedere ne' ricordati articoli,
di mercoledì, giovedì e venerdì santo. Si onde implorare la Divina misericordia e
mostrano quindi : nella 2.' domenica do' il celeste aiuto. Accennai nel voi. LXXIIf,
pO l'Epifania, e nel lunedì di Penteco- p. 60, le fervide preghiere ordinate nel
ste, air arciconfraternita di s. Spirilo in 1854 dal Papa Pio IX, perla definizio-
Sassia. Nel mercoledì santo, dopo il raat- ne dogmatica dell'Immacolato Concepi-
lutino delle tenebre. Nel giovedì e vener- mento di Maria.che con di voto entusiasmo
dì santo, più volte al giorno, e dopo il celebrai in quel voi., p. 42, ene'successivi,
mattutino del 3.° al Papa e a' cardinali, come annunziò il cardinal Patrizi vicario
accompagnati da que' che hanno luogo di Roma con invito sagro che mi sta da-
in cappella e dalle loro corti. Nel sabato vanti, de'28 novembre, riprodotto nel n.
santo , la mattina dopo la mes<ia. Nella 275 del Giornale di Romade\iS5^. Pei"
Pasqua di Risurrezione, dopo il pontifi- tanto venne ingiunto che : » Nella i
.* do-
cale, al Papa, a'cardiuali, ed a tutti i per- menica dell' Avvento 3 dicembre, nella
sonaggi che hanno fatto parte della fun- patriarcale basìlica dì s. Pietro in Vati-
zione. Nel seguente lunedì, prima e do- cano collocheranno sopra un altare
, si

po il vespero , con tutie le altre ss. Re- (noterò che fu quello del ss. Sagrameii-
liquie, di cui è doviziosa la basilica. Nel- to, e collocate le ss. Reliquie sotto bal-
la festa dell' Ascensione , dopo la mes- dacchino, acciò vi potessero celebrare i

sa. A' 3 maggio per la festa dell' In- moltissimi de' vescovi venuti in Roma
venzione della ss. Croce, dopo la messa ad assistere al grande alto, e molli lo fé*
e dopo d vespero. A' 18 novembre anni- cero) le insigni Reliquie del Folto Santo,
versario della dedicazione della basili- della Lancia, e della ss. Croce, q vi re-
ca dopo
, la messa e dopo il vespero. steranno esposte fino a tutta la mattina
Nelle due feste della Cattedra di s. Pie- del seguente giovedì 7 " ( Piegato da me il
tro in Roma a' 18 gennaio, e della Cat- Rev. d. Enrico Debellini sotto archivista
tedra di s. Pietro in Antiochia a' aa feb- della basilica, a dire, se e come altre voU
braio. Fuori di tali giorui , e altri ne- te ebbero luogo simili esposizioni, n'ebbi
gli Anni Santiy le 3 ss. Pieliquie maggio- in cortese risposta: Non vi è esempio an-
ri non ponno mostrarsi ad alcuno, sen- teriore, che le tre ss. Reliquie maggiori
za uno speciale indulto pontificio. E pe- siano mai state esposte in altri tempi ia
rò si leggono nel Bull. Bus. Fat. vari altare alcuno della basilica). Inoltre l'in*
diplomi di Clemente VI t. 2, p. 18 ; di , vito sagro ordinò. Alla basilica Liberia-
Urbano V, 1. 1, p. 364» e t. 2, p. 18; di na, ne'medesimi giorni e modo, l'esposi-
Eugenio IV, t. 2, p. 374, in Appeod. p. zione della ss. o
Culla o Presepio. A'9, 1

1 5 ; di Leone X, t. 2, p. 4> 6, 6, e di al- 1 ei dicembre nella chiesa di s. Croce ia


I

tri Papi, da cui apparisce la concessione Gerusalemme, l'esposizione della ss. Oro-
di questa grazia, fatta però di giorno e a ce e del Titolo della medesima. E ne'detti
porte chiuse, sebbene a tempo de'oomi* giorni nella chiesa di s. Pietrp in Fincu-
loa VOL VOL
lis, l'espos'moQe delle Catene M s. Pie- ce istanza al Papa Leone XII, acciò foi^^e
tro. Il Papa accordò l'indulgenza plena- restituita la Immagine al luogo dond«
ss.

ria per una volta a chiunque visitava di- era stata tolta. Il Papa col breve So/ii-
votaroente l'enunciate insigni Reliquie ,
tisnpstrae ,v^<'s,de'i 6 febbraio S^S^Sull. 1

previa la confessione e comunione. Una Rem. coni. 1. 16, p. 3oo, in attestato di


signora della famiglia Sforza domandò benevolenza verso la lodata compagnia,
con molte preghiere al Papa Gregorio XV ordinò a mg."^ Belisario Cristaldi tesorie-
del i62t, che le fosse concesso di poter re generale, di far riportare nella cap-
far trarre da un pittore l'effigie del Vol- pella delle camere abitate da s. Ignazio^
to Sauto identica n)ente,e della stessa gran- la ss. Immagine onde restando nuova-
,

dezza di quello che si conserva e venera ntcnte in essa in venerazione, fosse con-
nella basilica Vaticana. Essendo stata fa- seguilo pienamente lo scopo della dona-
vorevolmente accolta dal Pontefice la do- taria. Ed aHinchè non rimanesse privo

manda, dopo che fu eseguita la copia del- d'effetto il beneficio di Clemente XIV,

la ss. hniUHgine, la dama ne fece dono dell'mdulgenza concessa a'visitanli la ss.

alla casa professa di Roma della Com- Immagine Leone XII U


del Volto Santo,
pagnia di Gesù, onde fosse conservala cohfermònegl'indicali giorni, tanto quan-
e venerala nella cappella delle divole do la ss. Immagine si tra$|)ortasse nella
stanze abitate dal glorioso fondatore del- coutigu.^ chiesa del ss. Nome di Gesù ,
la medesima s. Ignazio Lojola, del pre- quanto quando rimanesse nella cappellci
gio religioso delle quali parlai nel voi. dell'anzidette stanze, cioè ne'giorni de've-
XXX, p. 172. Indi fu messa nella pro- neidì di Quaresima e negli altri sunnq*
pinqua chiesa del Gesù, al-
ss. Nome di minati. In ogni mattina de'venerdì diQua-
la pubblica venerazione, ed ornata con resima la ss. Immagine si espone nell{|

eprona d' argento. In seguito dell' in- chiesa all'altare di s. F^'ancesco d' Asisi,
fausta soppressione avvenuta nel lyyS, propinquo all'altare maggiore, dalla par-
Clemente XIV ad istanza di mg.' Gu- te dell'Epistola. Recatomi nella chiesa del
glielmo Pallotta tesoriere generale (e non »s. Nome di Gesù, ottenni di venerare,
prò, e neppure allora cardinale come
, baciare e osservare da vicino la ss. Icone,
dice il 2.° de'brevijdi cui vado a far men- laquale muove a divozione, ma non ha
zione; fu Pio VI che l'elevò alla porpo- più la corona d'argento. Essa è colloca-
ra e nel 1777, ed allora divenne prò) do- ta in mezzo a grande cornice di legno dq-
nò questa immagineallu cappella esisten- rato tutta ornata e coperta di lastre di
te déntro il s. Monte di Pietà di Romaj specchi, con decorazioni dicorc[onidicri«
e col breve Sacrani Mentis Pietalis ae- stidlo, la ss. Immagine essendo difesa da
(/e;/?i,de'i4oiaggioi 'j'j ^, Bull. Rem. cont. un cristallo. La cornice è sovrastata da
t. 4i P' 7> i> concesse iudulgenza plena- 3 monti di legno dorato, sui quali si er-
ria a tulli coloro che ne'giorni di vener- ge un Crocefisso, e nella base de'monti
dì delle settimane di Quaresima , come si legge l'epigrafe : Folto Santo. Di die-
pure in tutti que'giorui in cui si moslra- tro alla cornice vi è la dichiarazione, che
uo le tre ss. Reliquie maggiori nella ba- fu copiata dal vero della basilica Vati-
silica Vaticana , confess..tì e comunicati cana con pei messo Gregorio XV, e
di
visitassero quella cappella , e recitassero fatte due copie, una per la cognata del
avanti la delta sagra Immagine dei Volto Papa duchessa di Fiano, 1' altra per la
Santo, le consuete preci prescritte a tal duchessa Sforza, ch'è la presente, con /?e-
uopo. Riprislluata la benemerita compa- na di scomunica a chi ne cavasse co-
gnia di Gesù, il p. Bartolomeo Avesani pia. Noterò, che Gregorio XV Lodovi-
procuratore generale della oiedckiuia, fe- si (/^) reguò da' 9 febbraio 1621 aglj

I
VOL VOL io3
8 luglio i6a3. Cheebbe a fratello d. O lutti sanno come Francesco Borgia
s.

razio conte e sena loie bolognese,il qua- (f^.) 3." generale della Compagnia di Ge-
le a' giugno 162 I comprò il ducato di sù, volò al cielo a'3o settembre o nel i."
7
Fiano, per cui la sua consorte Lavinia ottobre iS/a ; e che Gregorio XV, co-
Albergati divenne duchessa di Piano. In- me poc'anzi ho detto, divenne Papa nel
di le proprietà ed cognomi Ludovisi e
i 1 6a I . Probabilmente, traendosi tal copia
Bonconipngni (^.), con tutte le onorifi- da quella suddescritta e tuttora posseduta
cenze, si riunirono in una famiglia, dei- dalla casa professa del di Ge-
ss. Nome
la quale poi si formarono due rami, de' sù di Roma, si suppose dallo scrittore del«
principi di Piombino, e de'duchi di Pia- la pergamena, seguendo forse qualche
no Oltohoni (^.). Ora iu ambedue l'ec- inesatta tradizione, donata dal Papa al
cellentissime case, avendo io fatto ricerca Santo, senza por mente che quest' ulti-
dell'altra copia del Volto Santo, rilevai mo non era più tra'viventi. Quanto poi
non più esistere; quindi la superstite che alla somiglianza della copia del Volto

si venera nella chiesa del ss. Nome di Ge- Santo dell'encomiato conte Viraercali,
sù, di naturai conseguenza, è divenuta con l'altra della chiesa del ss. Nome di
più insigne e pieziosa/rbltavia non deb- Gesù di Roma, la trovo alterata siccome
bo tacere di altra copia del Volto San- fatta troppo ammanierata ne'lineamea-
to, che vi ila relazione. Il nobilissimo e ti anco alquanto colorata di pallore;
e
virtuoso conte Giovanni Vimercatì ( di particolarità chenon venerai tanto mar-
cui nel voi. XGVIII, p. 80), possiede e cate né nell'esemplare da cui si crede ri»
tiene in particolare venerazione nella sua cavatfi, e molto meno dal SBgrosanto ori-

cappella domestica di Roma una copia ginale. Nondimeno si può piamente cre-
della vera elligie del Volto Santo, come dere probabile copia del Volto Santo del-
dichiara una pergamena posta in corni- la chiesa del ss. Nome di Gesù quella del
ce con cristallo, quasi autentica della me- conte Vimercati.
desima ss. Icone. Si legge in essa, che fu Come in di verse chiese si venerano va-
tratta da (|uella fatta copiare dalla vene- rie Sindoni e Sudarii di Gesù Cristo ,

rala in s. da Gregorio
Pietro di Roma così in altre sono in venerazione pjirec-
XV, e da questi donata a s. Francesco chie effigie della l'^eroaìca^ o immagini
Borgia con pena di scomunica a chi ne
j del Salvatore non manufatte, ed in que-
ricavasse copia. Però Clemente XI pre- st'ultimo articolo ne ricordai alcune, al-
gato da una religiosa, a questa permise tre ne'Iuoghi ove si trovano. Si può ve-
di far copiare tale Volto Santo, e ven- dere: Alfonso Paleottì, Jcsn Chrisd Crit-
ne eseguito con ogni possibile diligenza. cifixi Sligmata sacrac Sindoni impres*
Che indi fu donalo a Marco Pedicone. sa,ciiniinterpretatione Danielis Mallo-
Si avverte poi, cadere iu pena di scomu- nio, Venetiisi6o6. P. Bonafamiglia, Hi-
nica facendone altra copia : doversi te- storia della s. Sindone di Christo Signor
nere con venei iiziooe,esotlaQto da un sa- Nostro, Roma 1606. P. Lazzaro Giusep-
cerdote portarsi a' moribondi per aiuto pe Piano, Coninientarii sopra la ss. Sin-
di loro anime; e che orando innanzi di done venerata in Torino. Nel t. i lib. ,

essa si lucrano le indulgenze concesse da' I, p. 85, Com. 4: Si esamina il parere

Papi. Questo io sostanza è il tenore del- di chi pensa altro non essere parecchie
la pergamena. Ma esaminata da me U Sindoni sepolcrali di Gesti Cristo , fuor'
pergamena, non vi trovai traccia di sot- che copie di qualche vera Sindone e pro-
toscrizione o sigillo, che le dasse una qual digiosamente formale, o santificale solo
che autenticità. Anzi, quanto al tenore, dal contatto della originale. Questa o-
rilevai l'anacronismo del dono., perchè pinioue, egli dice, ammessa da parecchi
io4 VOL VOL
per escludere la moltiplicilà delle Sinde- vin Salvatore straziato e morto. Della
ni sepolcrali, in parte è vera ed in parte è celebre immagine Edesseoa, 0^0/^0 San-
falsa. Ne'trascorsi secoli si venerarono con provala da Gesù Cri-
to, cioè dell'elfigie
ispecìal divoto afTetto alcuni pannilini, sto mandata ad Abogaro o Abgaro re ar-
perchè essendo stati soprapposti a quelli meno di Edessa, riparlai nel voi. LI, p.
ne* quali Gesù Cristo per un tratto sin- 3o5, 3o8 e seg^jivi citando diversi volumi
golarissimo della sua bontà verso gli uo* ne'quali ragionai, se è quella che si ve-
mini avea lasciata impressa la sua effìgie, nera in Genova, ovvero quella che si ve-
rincaserò per divina virtù anche imede- nera in Roma nella Chiesa di s. Silve-
simi nella stessa guisa effigiati. Ciò non stro in Capite, delle monache di s. Chia-
deve recar meraviglia, se per testimonian- ra francescane, delle quali parlai pure nel
za di s. Paolino, si moltiplicò per un cer- voi. XXVI, p. 189. Comunemente si vuo-
to qual tempo il legno della Croce vera, le che la vera immagine Edessena, rino-
affinchè tutte le chiese del mondo ne fos- mata per la liberazione degli energume-
sero provvedute. Ma siccome non può ne- ni, si veneri in Genova nella chiesa di s.
garsi la divina moltiplicazione della sa- Bartolomeo, notata ne'Meaologi greci a'

grosanta Redentore sopra al-


effigie del 16 agosto, per V anniversaria memoria
cuni pannilini, non per questo si può coa- che se ne celebrava in tutte le chiese di
cludere essere di tal natura santi Suda- i Oriente: Commemoratioforniae non ma-
rli, che servirono a involgere l'adorabile nufactae Domini , et Dei Salvatoris J.
suo corpo. Questi, generalmente parlan- C. ex Urbe Edessa. Tallavohabijon nu-
do, o sono affatto bianchi come quello , mero di scrittori sostengono esser quella
di Compiegne, ovvero macchiati di san- della chiesa di s. Silvestro in Capite , e
gue e di profumi a somiglianza di quello non una copia miracolosamente tratta
di Cadovin. Quanto agli altri conlenenti dall'originale, come pretendono propu- i

l'effigie del Signore non esprimono il so- gnatori della genovese. Scrisse il Terzi"
lo di lui volto, secondo che scorgesi nel nella Siria sacra, p. 92, che del re Ab-
Sudario della Veronica , e in altri noa garo si ha in Eusebio due lettere una ,

sepolcrali ; ma bensì tutto il corpo, i quali scritta al Redentore,ed altraaluì respon-


sono soltanto due, cioè que'di Besan^on e si va, affermando averla fedelmente eslrat-

di Torino, colla diversità che questo e- ta dall' archivio della chiesa di Edessa ;

sprime la parte davanti di tutto il corpo, ma Papa s. Gelasio I la giudicò apocrifa.


l'altro rappresenta quella di dietro. Ra- E però indubitalo, che Abgaro fu princi-
giona nel lib. 2, p. iSg, Com. 3 : Si ri- pe piissimo e zelante della religione cri-
sponde alla difficoltà dicerCuni, i quali stiana, come attesta s. Epifanio : Abgaro
dandosi a credere, che la nostra Sindo- aulem Edessenorunt principi viro sari'
ne sia il Sudarium Capitis, di cui par- dissimo. Ma l'infelice, nella spedizione del
la il v>cn. Beda pretendono che fosse
, , romano imperatore Antonino Caracaila
generalmente nota prima delle Crocia- fu vinto, racchiuso in carcere, e spoglia-
te, ed onorata con pubblico e solenne to colla vita del regno, come può vedersi
culto. Tratta poi nel t. 2, lib. 8, p. 289, in Erodiano. Il Terzi benché riporti di-
Com. 4 Si richiama ad esame una dif-
: verse notizie della chiesa di Edessa, e de'
ficoltà di Calvino ricavala dalla mol- suoi primi vescovi, nulla dice sulla cele-
tiplicilà delle Sindoni, e rinnovala da- brata ss. Immagine Edessena del Volle
gli Enciclopedisti.l^d a p.
297, Gora. 5: Santo. Il p. Piano riferisce essere stata
Si confuta un altra difficoltà ricavata la prodigiosa Effigie portata da Edessa
dal costume degli antichi di rappresen- a Costantinopoli nel944» <^3 Costantino
tare altresì sopra Sindoni il nostro di- VI Porfìrogenita imperatore greco, ov-
VOL VOL io5
ero «olio l'impero di Romano I Le- s. Bartolomeo già de'basiliani armeni ,
capepe o Lecapeno ( il quale leggo nel ora de' chierici regolari di s. Paolo, detti
Bercaslel, Storia del Crìstianesirno, 1. 1 i, barnabiti, Genova 828. Si custodisce ia 1

p. 5o, la comprò per 200 saraceni, pro-


I un tabernacolo nella magnifica cappella
babilmente fatti prigioni, e 12,000 mo- eretta verso iliSg? da Fiancesco Ferra-
nete d'argento. Il Porfirogenila narrò una rlo, ivi esponendosi in nobilissimo palco
quantità di prodigi accaduti nella sua so'ennemente all'adorazione de' fedeli nel-
traslazione, oltre gli anteriori. Vi giun- le 3 feste della Pentecoste (dal 153/ ia

se a'i5 agosto, e fu deposta nella chiesa poi, prima per decreto del 5o8 espone- i

della Madonna di Blacherne, e nel d'i se- vasi nelle 3 feste di Pasqua), Dio avendo
guente nella chiesa principale di s. So- premiato ilcultodella ss. Immagine eoa
fia, per renderle un culto più splendido. molteplici prodigi. Il p. Picconi stima la
Finalmente fu trasferita nella chiesa del romana ss. Immagine una copia dell'ori-
Faro, ch'era la precipua delle cappelle ginale genovese, confutando il Giacchetti
del palazzo imperiale), e vuoisi che sia e il suo opuscolo : Iconologia Salvato-
quella di Genova, esistente io sontuosa ris, che segui l'opinione del p. Gonzaga
cappella nella chiesa di Bartolomeo, e s. e del p. Wadmgo, contro l'asserto del p.
•verso iliSoo (o più tardi) l'ebbe in do- Bzovio. Non conosco tale libro, ed in ve-
no (dall'imperatore Gioitimi I Paleolo- ce ho eziandio solto gli occhi la già cita-
go dell 340 il doge di Genova Leonar- ta altrove: Historìa rlttla ven. Chiesa
do Mootaldo, che verso il 1 384 '" <no'*e et monastero di s. Silvestro de Capite
la lasciò a'basìliani armeni di sua patria, di Roma. CompUata da antichi scritti ^

da'quali colla chiesa passò a barnabiti gravi tintori et apostoliche bolle. Per Gio-
che ne sono in possesso. La ss. Reliquia vanni Giacclietli Serrano, Roma 1629.
si venera al di sopra del suo altare in pre> Dopo aver a p, 23 e seg. accennato e con-
ziosa cassa chiusa coni i chiavi, le quali futato l'opinionedi quelliche dicono \'\m-
custodiscono i principali della città. Pao- magine Edessena e il capo dì s. Gio. Bat*
lo delMonte Latra rinomatissimo mo- tista, che si venerano in tale chiesa, tra-

naco, bramando per sua divozione d' a- sferiti a Roma a tempo di Papa s. Paolo

vere un pannolino che avesse toccato que- I, ambo portali dall'Oriente, da'monaci

sta immagine, non cos'i tosto vi venne so- benedettini greci, notifica aver nel pre-
pracollocatOjCheal riferire delBzovio con- cedente! 628 pubblicato in Roma due li-

tinuatore del Barooio, vi restò pur efli- bretti Iconologia Salvatoris: Karilo-
:

giato tal divin Volto. È da notare, che già Salvatoris ; quindi riconosce, che nel
il Baronio scrisse :Fu per divina Provvi- pontificato di s. Paolo 1 del ySy 67, non
denza portala in Roma la veneranda Ef- poteva esservi trasportata Immagi-
la ss.

fìgie Edessena , dove tutl' ora si venera ne, poiché da Edessa soltanto nel 944 'o
nel titolo di s. Silvestro. Ed il Bzo*io : fu a Costantinopoli da Costantino VI Por-
Che si venera in Genova. Principale di- firogenito. Ragiona poi nel cap. 5 : In
fensore che Genova si gloria di possede- che modo altre chie^e'ollre questa di s.

re l'immagine Edessena, fu barnabita il Silvestro in Capite di Roma ,


possi no
p. d. Paolo Picconi il quale dedicò al , dirsi di custodire la ss. Immagine Edes-
correligioso mg.' Luigi Lambruschini ar- sena, e la sagra testa di s. Gio. Batti-
civescovo di Genova , e poi amplissimo sta. Comincia col ripetere la risposta fat-
cardinale Notizia istorico-critica della
: ta dal cardinal Baronio : possideleul pos-
prodigiosa Effìgie di N. S. G. C. vol- sidetis. Non doversi meravigliare se al-
garmente denominata il Santo Sudario, tra altrove si conserva, poiché da questa,
che 4Ì venera in Genova nella chiesa di che il Signore formò avanti la jua Pas-
,o6 VOL VOL
sione, emandò ad Abgaro re, in processo altrove : Memo'ie istorico criiiche della

di tempo, due altee simili figure furono chieda e nionislero di s. Sih'eslro in Ca-
espresse miracolosamente. Una fu quella pite di Roma,
1795, colla bella im-
ivi

polla quale l'imperatore Eiaclio riportò magine del Volto del Redentore dal me-
segnalate vittorie nell* Africa, come con desimo mandalo ad Abagaro, e duplicato
questa l'i tnperatoreMaurizio mirabilmen- prodigiosamente. Dirò alquante parole
te prevuUe e più d'una volta vinse i per- del cap. 8 Della Immagine Edessena
:

si mi. Dellequali dueimmagioi avea scrit- venerata in questa ckieìa. iSarrato come
il gesuita p. Gretsero
to di recente Syn- : il Sii valore m Gerusalemme, appressa-
de f/naginibus niaiiu non faciii.
las;nia tosi un panno al volto v' imprimesse la
Altra immagine simde all' Edes^ena é la sua mandandola ad Abagaro,
e/figie ,

quella tratta con velo sovrapposto da Pai>- per compiacere il di lui buon desiderio;
lo di I^atrio santo eremita, in Costanti- in lino alia risposta della lettera avuta
nopoli. Perciò oltre quella della chiesa di dal re ; le offre col lesto e le difese fatte

6. Silvestro, esservi due altre miracolose di tali lettere, contro i censori di esse. Ri-
immagini Edessene, derivale da quella, produsse ancora la descrizione del volto
una dellequali onorevolmente conservasi, d> Cristo , da Lentulo inviata al senato
come si dice, in Genova. »• Ma non si la- romano; e quella di iNiceforo Calisto. Suo-
scia di conTermare, che delle tre predet- na quella di L^eotulo. » Egli ha la faccia

te, questa di Roma sia la prima ;


poiché venerabile, e provoca a chi lo guarda li-
oltre la sicura traditione, e conf^rmalio- more, rispetto e amore, tji capelli del i

ne di que'fedeli, e cattolici, che la porta- colore dell'avellane mature, molti e eguali


rono con altri orientali in Rom ; oltre i sino all' orecchie, iodi crespi e rossi, ma
altre ragioui esposte nella nostra Irono- più chiari e 'uslri de'superiori : giungo-
logia,per trovarsi alquanto fo^cha nel vol- no alle spalle alla foggia de'nazareni. E-
to, et apoco a poco ombrata per il più guale è U fronte, bella e senza macchia;
lungo tempo, e varie mutationi di luo- ed è adorno il suo volto di vivo colore e
ghi, che ha fatte da quel tempo che Chri- acceso. Nella bocca e nel naso non vi é
sto Signor nostro la formò ; si scorge e- che emendare. H<i la barba folta del me-
videntemente, e per sé slessa dà indubi- desimo colore de'capelli, divisa permea-
taloargomento, e segno d'essere la pri- zo e non mollo luug!i il guardo grava :

ma, e prototipa d'altre due simiglianti". ed onesto, gli occhi chiari e risplendenti.
Nel cap. i3 Delle feste che si celebrano
; Nel riprendere è terribile; nel consiglia-
nella chiesa di s. Silvestro, avverte che re grave e piacevole- Nella faccia mostra
in quelle dell'Epifania e della Trasfigura- allegrezza con gravità ec." Ricconta poi,
zione, a'6 gennaio ed a'6 agosto, con par- comeAbagaro esultante di venerazione pel
ticolardivoziotieinessa si solennizza la ss. sagro Volto, che ora possiede questa chie-
Immagine. A'i5 agosto sì celebra l'anni- sa,coa real fregio d'oro lo fece esporre sul-
versaria memoria delia traslazione della la porta della città, con queste parole in-
medesima in Costantinopoli, ove e in al- cise su aurea lamina : Chriite Deus, qui
tri luoghi, da'greci si celebrava con pro- in te sperat, a spes non excidit. Gli e-
cessione, e cos'i fecero quelli del contiguo desseni s'infervorarono a ritenere, che la
monastero di s. Silvestro ; anzi dopo i se- cittàmai sarebbe caduta in mano nemi-
condi vesperi d'altri giorni solevano por- ca lo provarono quando inutilmente
, e
tarla processionalmente intorno al chio> Cosroe 11 re di Persia tentò di espugnar-
stroj per implorare il divino aiuto. Nel la. Assediata nel g44<^^8''''"P'^'°'"''> ^^^*
seguente secolo l'altro sacerdote Giusep- mata la fede de* cittadini, questi offriro-
pe Carletli romano, ci diede le ricordate no per la liberazione al Porfirogeoito il
V O L V O L !07
Mgi'O Volto del Redentore, ed acceltslo (e della serva dì Dio eccitò un pianto u-
ia città l'erto libera. Decurosaint^iite fu niversale ne'poveri che la riguardavano
portato a Costantinopoli, e gloiiosameo- per madre, ed una vira fiducia negl'in-
te fu collocato nel tempio a tutela del- fermi d'ottent^re a suo mezzo da Dio la
l'impero. Gonne e quando pervenne a que- guarigione. Al suo sepolcro molti accor-
sta chiesa, s'ignora : il Giacchetti opinò, sero per ottenere la sanità ; vi vennero
mentre era ufiìzìata da'gieci, e colle ss. anche due sorelle della beata con Barba-
Reliquie. Il Baronio e il Sandioì vi rico- ra zitella romana, e fu tale la divozione
nobbero un tratto della divina Provvi- in loro destatasi, che vollero vestirsi re-
denza, e il Cartelli se ne compiace, sen- ligiose nel nuovo monastero , ove si os-
za togliere a Genova la sua , che quali- servava perfetta clausura, ma non eravi
fica miracolosa posteriore riproduzione di stata peranco introdotta veruna delie re-
questa. Non mancano autorevoli scrit- gole approvate dalla s. Sede ; il che bra-
tori che assegnano la traslazione in Ru- uiatido le pie verginelle, supplicarono Pa»
ma sotto Innocenzo 111^ dopo che Ialini i pa Onorio I Va voler loro assegnare quel-
nel I 2oa conquistata Costantinopoli , si la diChiara, e Tesaud'i net i285 pel
s.

divisero i sagri tesori parlati iu più luo- tramite del loro vescovo cardinal Ma>ci,
ghi. Altra upiiiiojie èquella di Pietro An- poi Nicolò IV, il quale a tale effetto por-
tonio Fetrini autore delle patrie Memo- tossi sul Monte Preneslino, e convocale
rie Prenesline. A piena intelligenza di es- in capitolo l« monache, fece loro accettar
sa devo premettere fugace digressione j la regola, e segu'i l'elezione della bades-
con tali Annali a p. i Sy e seg. Nel 1277 sa. Il C'irdinale tutto notificò al Papa, il
Ja b. Margherita Colonna sorella del car quale noti soloapprovò l'operato, ma qua«>
dinal Giacomo, de'signuri di Pcdestrina, si presago della non lontana desolazione
traila da vocazione religiosa, si ritirò sul di Palestrina , ad istanza del cardinale,
Monte Prenestioo o Castel s. Pietro, che volle che le novelle religiose, ch'erano
sovrasta tale città, e si racchiu^e in una buona parte gentildonne e dame, veuis^
de'palazzi paterni. Dopo qualche tempo sero a dimorare in Roma, assegnando ad
concepì il pensiero di fondare un mona- esse il monastero di s. Silvestro in Copte,
stero, e l'eirettuò sotto l' ordine france- dove in fattisi trasferirono ne'primì giorni
scano. Sentendo poi che in Roma eravi d'ottobre (Nel monastero preneslino nel
una donna di santa vita, vi si recò e volle I 2Q4*'^c'^slino Vpose i suoi celestini; vi
vivere alcuni giorni sotto la sua direzio- dimorò Jacopooe da Todi, e vi
poi il b.
ne, e la serviva come una vile fantesca, si ritirò pure il cardinal Giacomo Colon-

non sortendo di casa se non per compie- na in discordia con Bonifacio VIII, il qua-
re gli atti di religione » e per andare alla le quando fece abbattere Palestrina, fece
basilica Vaticana Follo Sati'
a visitare il pur distruggere Castel s. Pietro, compo-
to, o sia il Sudario della Veronica, ver- sto allora di 200 case e di alcuni palaz-
so di cui nndriva una particolare divozio- zi; indi edi6cato colla città , e con essa
ne". Tornata al Monte Prenestino, volò saccheggialo dal duca d''Aiba. Antìcameu-
al cielo a'3o dicembre 1284 ^^^l mona- se al monastero di s. Silvestro apparte-
stero fondalo da lei io esso, lasciando alle neva la Colonna Antonina). » E notano
sue figlie spirituali grandi esempi di virtù. gli scrittoi che iu tale occasione (qui co-
i,

Il minorità fr. Nicola da Canino, che a- mincia il brano riprodotto dal Curletti,
bitava nell'eremo di Civìlella, celebrò nel e ricavato dal Petrini, come 10 pure sto
giorno che fu esposto il suo cada vere nella facendo), coU'asseuso del C'udinal .Masci,
chiesa parrocchiale di s. Pietro^ e al mo- non solo le ossa della b. Margherita , e
do ch« dissi nei voi. CUj |>. 8p. La uior- di ttlcuQi CukiQue»! ch'erano Slati sepolti
io8 VOL VOL
nella chieda parrocchiale del Monte Pie Edessena, che probabilmente collocaro-
Destino ( Notai altrove, die a' 1 7 settem- no nel tempio ili s. Pietro (in gran ve-
bre 1847 la 8. Sede, col breve di Papa nerazione per avervi il Principe degli A-
Pio IX, Circa medium, riconobbe il pub- postoli predicato la fede, e perchè vuoisi
blico culto della b. Margherita. E qui ediHcato da Costantino I, ed ove nella
avverto, che va corretto il fo\. XIII, statua rinnovata nel detto 173^ da un
p. 4i) ove dicesi che la beata fu superio- discepolo del Rusconi, è rappresentato
ra del rnonaslero), ma pur anco molte sa- come nella Vaticana, s. Pietro a cui il
gre reliquie, fra le quali credo io vi fosse popolo ha seinpre usato baciargli il pie-
un di voto Sudario chiamato Immagine de. La consagrò nel 1 792 Giuseppe Gra-
JEdessenay che conservasi ora presso quel- ziosi vescovo d'Aoastasiopoli e ausiliare
le religiose ; e cnjilo ciò perchè i nostri del vescovo cardinal Colonna), e quindi
vecchi ci hanno lasciato scritto che in le monache portarono seco loro in Ro-
un vuoto , esistente ancora suU' altare ma, ovvero vi fu trasferita nell' eccidio
de'ss. Biagio e Rocco dell'anzidetta par- del luogo, pel quale se ne perderono i

rocchiale (Dirò io : a carati epistolae del documenti. I Colonoesì inoltre furono be-
maggiore, e sotto l'arco di quell'altare nemeriti della chiesa e del monastero.
esiste una piccola nicchia o ciborio di sti- Sospetta ancora, che forse l'avesse avuta
le gotico, con due colonnine laterali, tut- il cardinal Giacomo Ptcoraria vescovo
to dì marmo. E pia e costante tradizione di Palestrina, da Gregorio X già suo mag-
tra'prenestini, che ivi sia stato un tempo giordomo, che nel 1271 si trovava legato
conservato il frollo v^rt/i^oy corroborata de'crociati in Siria quando fu eletto Pa-
da una prolissa iscrizione marmorea esi- pa. E ricorda, dopo diversi argomenti a-
stente nella stessa chiesa di s. Pietro, in naloghì, varie cose di cui s'ignora la de-
cui si leggp; Diniiima ìiic oliin anserva- rivazione; certa essendo l'esistenza del
ti Sancii VidUts custodia clarum. in prodigioso Volto Santo nella chiesa di s.
questo breve articolo consagrato al Vol- Silvestro in Capite, e forse portalo dai
to Santo, a me importava chiarire que- greci fuggiaschi dall'Oriente nella perse-
sto punto. Quanto all'iscrizione, essa ce- cuzione delle sagre Immagini, corrobo-
lebra l'elegante abbellimento e restauro rando la tradizione dell'identità dell'ef-
diClemente XII, che inoltre donò il cor- figie Edessena la marmorea iscrizione,
po di s. Clemente martire, di nome im- che ed esistente in quel tempio ;
recita,
posto, a istanza di Cesare Stefano Moc- insieme alle lapidi che provano eziandìo
ci), vi era anticamente un P'olto Santo, in esso l'esistenza dell'immagine delia
il quale fu trasportalo in Roma; ed io ss. Vergine, che dicesi dipinta da s. Lu-
non veggo in quella metropoli altra re- ca, e già venerata anch' essa in Edessa.
lìquia corrispondente a questa, fuori che Anche capo del s. Precursore si vuole
il

la suddetta immagine, ed il Sudario del- proveniente da Edessa. Nelle lunette del-


la Feronica, di cui è in possesso la ba- la cappella della chiesa vi è pure dipìnto
silica Vaticana da tempo immemorabi- Àbagaro re d'Edessa infermo, in atto di
le ".Soggiunge il Carlelti, considerando, risinare nel ricevere la prodigiosa elligie
che la Colonna (/^'.) ove co Flagelli a- del Redentore. L'altare interiore del co-
spramente fu battuto il Redentore, la ro d'inverno, presso dell' organo, porta
donò alla chiesa di s. Piassede suo titolo Sagro
questa leggenda incìsa in legno :

il cardinal Giovanni Colonna nel 12*23 Imago Domini Salvatoris ad Abagar


(acquistata nella sua legazione per la cro- Rcgem-Sacruin Caput divi Joannis Ba-
ciata di Soria), congettura che ne' potenti Domini- Et aliae
plistae Praccursoris
Colonoesi pervenisse pure l' iuamagiae permuUae venerandae Reliquiac Sun-
VOL VOL log
ctorum. Il M.iiaDgoni, a p. 70 e 2 35, de'cristiani. Presentato quindi suile quasi
non puco perla delia ss. luimagine Aclte- crollanti mura al nemico l'adorabile Ri-
ropita Eciesseua, dr sua storia, e ricono- mondo, di repente
trailo del Salvator del
sce venerarsi in s. Silvestro in Capite si vergognosamente. Quindi pero-
ritirò

dalla quale, attesta, che in vari tempi ne pera e impeguo di Romano imperatore
furono fatte infinite copie, così dipinte greco, dipoi nell' anno g44 f" traspor-
in tela, come stampate in rame, e quali tato in Costantinopoli, e collocato con
più e quali meno colorite e venuste, e grande venerazione nella sontuosa basi-
queste accrescono ne'fedeli la venerario- lica di s. Sofia. M Questo Volto Santo

ne e il cullo all' unico e supreu>o Salda- pi esentemente si conserva nel ven. mo-

tore e divino oiiginale die siede in Pa- nastero di s. Silvestro in Capile in Roma,
radiso alls'destra dell' Eterno Padre. 11 presso le sagre vergini Clarisse figlie del
dotto mg/ d. Arsenio Avak-Varlan An- Serafico patriarca d'Asisi: sebbene da al-
giarakian arcivescovo di rito armeno di tri si ciede essere quello che si venera
Weocesarea del Ponto, con residenza in in Bartolomeo di Genova ". Del Fol-
8.

Tokat, ci diede da ultimo l'eruditissime : to Santo di Manopello, tratta il Corsi-

Notizie storiche sulla città e sede epi- gnanì, Beggia Marsicana, t. i,p. 443-
scopale di Edessa, Roma iSSy. Narra Manopello, ex feudo de'CoIonnesi nella
a p. 1 Edessa ebbe il vanto di posseder
3. Marsìca, ha la chiesa de'cappuccini ove si
per T augusta effigie del Re-
pili secoli venera la celebre in:magiue di Gesù Cri-
dentore, mandata, com'è tradizione na- sto, appellata P olio tStìw/o, depostavi nel
zionale, al re Abgaro prima delia sua i5o6 da un pellegrino che tosto sparì.
Passione. Dopo la morte del santo re Ab- £' dipìnta con delicato modo su finissi-

garo, avendo prevaricato i suoi figli dalla mo velo, e non pare opera umana. Que-
fede cristiana, il santo vescovo Agis, che sto sagro Volto è venerando e maesto-
era stalo battezzato unitamente al re da so, ispirante amore e terrore. Subito si
s. Taddeo apostolo i.° vescovo d'Edessa, manifestò con miracoli, i quali si ripete-
e consagralo suo successore nell'anno 43 rono in più circostanze, a vantaggio dei
di nostra era, per sottrarre il Volto Santo divoti ricorrenti. 11 folto Santo di Lue-

alla giustamente temuta profanazione, lo ca propriamente non è che un ss.


(/•
.)

murò nottetempo in una nicchia esi-


di Crocejìsso [F.) miracoloso. Il Papa Pio
stente suruna porta della città, metten- IX sii eco a venerarlo a'26 agosto iSS^,
dovi insieme una lucerna accesa ;e poi fu e tì ascollò la messa nella cappella ove
martirizzalo d'ordine
, dAnuano figlio del trovasi nella metropolitana in cui avea
re Abgaro. Poscia circa 624 Cosroe II
il celebrato l'incruento sagrifizio. Il Gret-
assediando Edessa, disperati 1 cristiani per seio parla pure del Volto del Salvato-
l'imminente pericolo, ricorsero a Dio con re Camuiianense, che si venerava uel-
pubbliche orazioni. Nella notte al vesco- r Oriente.
ToEulalio apparve una maestosa Matro- VOLTURARA o \OLTLRARIA,
na, con sembianza più divina che umana, Foliuraria. Città vescovile del regno di
e gl'indico il sito in cui era nascosta la Kapoli,diversa daVolturara capoluogo di
ss. Immagine delR.edentoie, la quale tro- circondario del distretto di Foggia, nella
vata avrebbe salvata la città e gli abitan- provincia di Capitanala, paile dell'Apu-
ti. Recatosi il vescovo nel luogo indica- lia o Puglia denominata Daunia.La Vol-
togli, la trovò ancora colla lampada ac- turara di quest'articolo .ippariieue alla
cesa, e fu compreso cogli edesseoi d'ine- provincia del Principato Ulteriore, anche
narrabile letizia, e tosto resero con inni secondo il Sarnelli, capoluogo del cir-
azioni di grazie alla B. Vergine ausilio condario del suo Dome, nel distretto di
I IO V O L V O L
S.Angelo tle'Lombartli. E ilistaiite 5 le- eretta nel 969 da Papa Giovanni XIII,
ghe all'ovest nord-ovest di s. Angelo de* allorché elevò quella di Benevento a me-
Lombardi, e per la via di Baselice a8 tropolitana, e di questa la dichiarò suifra-
miglia da Benevento. Trovasi sur una ganea. Ma il i.° vescovo che si conosca
luonlagna degli Apennini, presso il fiu- è Giovanni del loSy, che viveva cjuan-
me Foitore. L'antica chiesa cattedrale è do in quell'anno volò al cielo s. Alberto
dedicata all'Assunzione di Maria Vergi- vescovo di Monte Corvino^ Nel io54 fu
ne, il cui capitolo si componeva delie di- eletto Arderado, e da un documento che
gnità dell'arciprete, dell'arcidiacono e del offre rUghelli, si trae che la cattedrale
primicerio, dì altri canonici e di due cap- allora era sagra a s. Michele Arcange-
pellani. E' l'unica parrocchia della città. lo. Nel loSg sedeva Pelagio, e interven-
Yi sono altre 4 chiese e oratorii, l'ospe- ne al concilio di Laterano da Nicolò II
dale e due confraternite. Conta più di tenuto in Raus fiorì nel
quell'anno. 35, i 1

4ooo abitanti, e tra gl'illustri vanta A- Ugo nel 1229, Benedetto nel 1265 assi-
lessaiidro di Meo, al quale si devono gli stè alla solenne dedicazione di s. Maria

annali del regno nell'età di mezzo. Il ve- di Valle Verde diocesi di Bovino, Pietro
scovo faceva la sua residenza nel nobile governava nel i32i, IMicola morì nel
castello di s. Bartolomeo in Galdo, bensì 1 348. Nel gennaio 1 349 gli successe Gia-
Cjueslo nella provincia di Capitanata, e como di Cerreto canonico di Telese, alla
capoluogo di circondario del distretto di qual chiesa da Innocenzo VI fu traslato
Foggia, da cui è lungi circa 5 leghe. Si- nel 353. Io questo quel Papa a'28 mar-
1

tuala sopra un colle elevato, all'est del zo gli surrogò fr. Giovanni da Monte
Fortore, la sua chiesa principale e colle- Pulciano agostiniano e insigne dottore
giata avea il capitolo che numerava 3o in teologia. Nel 1391 è nominato Stefa-
ecclesiastici, capi de'quali erano l'arci- no, cui successe a'4 novetnbre dello stes-
j-rete,il primicerio, il tesoriere e il sa- so Nicola, che morì nel i4o2. A' 20 a-
gnsta, l'elezione de'quali spettava all'ab- anno Tommaso, poi nel 4 2
prile di tale 1 '

bate di Mazzocca. Ha pure diverse altre tesoriere di Giovanni XXIII, non cono-
chiese, il convento degli agostiniani, 5 sciuto dal Vitale, eccellente pastore. Pa-
confraternite, e l'ospedale, ed ebbe il se pa Eugenio IV a'9 aprile i434 "oi '"
jninario. 1 suoi quasi 5ooo abitanti ten- perpetuo a questo vescovato, aequeprin-
gono una fiera considerabile dal «."alg cipalitcr, quello (\\ Monle Corvino {^F.)y
di giugno. Gli altri luoghi della diocesi, ed Antonio che di questo n'era vescovo
al dire deli' Ughelli, Ilalia sacra^ t. 8, lo divenne di Volturara e Monte Corvi-

p. 3go FullurarieiìstfS Episcopi^ e-


: no. Sisto IV 1472 elesse vescovo del-
nel
lano seguenti. Marco di Casola, con
i le due diocesiGiacomo, che intervenne
convento di cappuccini. Celenza, co'cou- alla coronazione d'Alfonso li re di Na-
venti de'francescani e domenicani. Ca- poli nel i494' Alessandro VI circa il
stel Nuovo, con monastero. Pietra, co' 1496 celebre Alessandro
gli sostituì
il

Francescani. IMotla. "Volturerà della sum- Geialdini d'Amelia dottissimo e autore


tuenlovata provincia di Capitanala, con di quell'opere di cui l' Ughelli colt'elogio
monastero e spedale. Altro luogo era a- d'Odofrio Geraldini de'Catenacci, che ne
bilato da'greci, osservanti il loro rito. La scrisse la /^/.V/, lesse il catalogo, riportan-
città di Volturata è piccola, ma vuoisi do pure altri monumenti che lo riguar-
Dutichissima, e si crede che abbia tratto dano. Caduloiufermo,dolentissimi i dio-
il suo nome dalla natura vulcanica de! cesani per tanto insigne pastore, fecero
territorio, ed è marchesato della nobile volo di edificare una cappella nella chie-
fd miglia Caracciolo. La sede vescovile fu sa di s. Lucia, nella diocesi, ed egli la il-
V OL V O L IH
fiislrò co*»iioi versi. Lo celebrai in più epll'iffìo recitalo dall'Ughelli. Nello stes-
luoghi, anco perchè Leone X nel r5i5 so Giulio III lo fece succedere da Giulio
lo haslatò al vescovato di s. Domingo Gentili patrizio di Tortona referendario,
nell'America, di cui eziandio nel voi. il quale neh 556 stabilì la resiJenza ve-
XCVIII, p. 17. Il Cancellieri, Notizie di scovile in 6. Bartolomeo io Galdo. In-
Cristoforo Colombo dìscoprilorr. del- tervenne al concilio di Tiento, e cessò
l America^ p. 63, lo dice il i.° vescovo di vivere in Roma a' 9 gennaio 1572,
che andò nell'Indie Occidentali, per i- deposto nella chiesa delia ss Trinità al
struzione di quepopoli (sn di che va te- Monte Piocio, con iscrizione che esibisce
nuto presente il riferito a Vicari apo- rUghelli. A' 16 del susseguente giugno,
stolici), fra cui nel giro di 5 anni mon Simone Maiolo d'Asti, di vasto ingegno,
settuagenario in concetto di santità nel portentosa memoria, versato in ogni scien-
i52i. L'Ughelli ne ritarda il decesso al za, sollecito e zelante pastore: si ritirò
i525. Gli successe nelle sedi di Voltura- nel 1597, e lasciò più opere celebri, fra
ria e Monte Corvino, a* 12 dicembre Tra-
\e([Vk&\\: Canii'itlares inscrihitiir.
i5i6, Andrea della Cnccallara, morie ctatun de irregitliirifale. Filns Sumino-
nel i5ig. In questo a' 9 settembre di- rum Ponlìjicnm. A'ionovembiegli suc-
venne vescovo Vincenzo Sabbatini che cesse Leonardo Rovelli napoletano. Nel
finì sua vita nel i526. A' 10 ottobre 1607 morì il vescovo Fabiizio. In quel-
Clemente VII nominò amministratore lo a' 8 dicembre gli successe GiulioTerzi
1

il cardinal Innoceuzo Cibo (^•), il qua- Lana nobi'e di Brescia, arciprete e vicario
le dopo pochi giorni ne fece rassegna di sua chiesa, morto nel 1609 e deposto
con diritto di regi esso. A'2 novembre 1 nella celledrale. A' 3 agosto di tale anno
I 526 gli successe Giulio Mastrogiudicedi Pietro de Federici. A' 5 luglio 1 6 3 fr.
1 1

Sorrento, morto nel iSBy. A' 27 luglio Paolo Pico di Borgo s. Sepolcro, dome-
di tale anno, col consenso del cardinal nicano e segretario deil'lndice, piissimo
Cibo, cui pel regresso spettavano i due vescovo, morto nel 1622. Da Siponto vi
vescovati, fu nominato vescovo Gìo. Bat- fu traslato a' 9 gennaio 1623 Bernardo
tista del Giudice arcidiacono di Spira. Buratti romano. A' io del susseguente
Morendo nel \5t\i, in questo a' 1 8 ago- maggio gli successe fr. Francesco M.* lìu-
Girolamo de Vecchiani
sto gli successe ratti domenicano, decesso dopo 5 mesi
nobile e canonico di Pisa, egualmente nell'ottobre. A' o del seguente Tomma-
i

col beneplacito del cardinal Cibo, a coi so Caraffa nobile napoletano, zelante pa-
era caro, essendo pure abbate commen- store, poi trasferito a Capaccio tiel 1637.
datario de'ss. Saba e Andrea di Roma. In questo 17 agosto Massimiliano Ra-
a'

Clemente VII lo nominò commissario gucci di Cervinara, i.'^ primicerio della


delle milizie papali, preside di Spoleto e sua metropolitana di Benevento, dice il

della Campania, indi nunzio a Cosimo I; Sarnelli parlando di rolturarn a p.


laonde rinunziò a favore del seguente, 255 delle Memorie degli arcivescovi di
ma prima della nunziatura. A*i4 luglio Benei'enlo, e vicario generale di quella
i55o commendatario il cardinal Fede- badia di s. Sofia del cardinal Francesco
rico Cesi (/^ •), il quale dopo 7 mesi si Barberini: Inudalissimo scese nel sepolcro
dimise a vantaggio del vescovo che se- a'27 novembre i638. Bartolomeo Giz-
gue. Leonardo lienzoni nobile di s. Ma- zio o Gessi beneventano, qui fu Iraslato
ria di Crema preposto, referendario e da Belcastro a' 2 maggio 1639 degna-
protonotario, venne a queste sedi a* 18 mente. Dotto autore d' opere preg'ute,
marzo 1 55 1 : ma a'26 marzo 1 552 mo- notale dal Coleti, morì nel 1642 e fu se*
li in Roma e fu sepolto in s. Simeouei con pollo nella chiesa abbaziule di £. Bdrlo-
112 VOL VOL
lomeo Caldo. A' i3 febbraio i643
di rio della metropolitana, e pro-vicario g6*
fr.Boiia ventura de' nobilissimi d' Avalos nerale. Personaggio che alla piena istru-
marchesi del Vaslo e Pescara, religioso zione riuniva le p'ù esimie virtù, dopo a-
domenicano, che secondo le norme del veregregiamente esercitalo il con visitato-

Tridentino governò la diocesi, in cui e- rato, a*5 febbraio 1718, come leggo nel-
sercitò generosamente ogni virtù, mise- le Notizie di Roma, colle quali compirò
ricordia e carità. Venne trasferito a iVo- !a serie de' vescovi, meritò d' essere no-
cera de' Pagani a' i3 aprile r654- ^'^ minalo vescovo, con grande gaudio del-
successe a'22 giugno i655 M. Antonio le due diocesi. Debbo però notare, che

Pisanelli patrizio napoletano, integro e ouentre era convisitatore apostolico, Cle-


zelantissimo pastore. Virilmente si oppo- mente XI a'20 febbraio 1713 cassò, an-
se, che non si sottraesse dalla giurisdi- nullò ed estinse il sedicente privilegio o
zione di sua diocesi, Alberoni luogo di tribunale o legazia apostolica della Mo'
essa, come commenda Gerosulimitana, narchia ecclesiastica di Sicilia (^^) al

onde fulminò la scomunica. Divoto te- di là dal Faro. Il cardinal Orsini che si

neramente della Madonna, nelle novene trovava in Volturara qual visitatore a-


con sermoni infiammava il popolo al suo postolico, quando fu pubblicalo il decre-
culto, ed in quella altresì del s. Natale. to pontifìcio anche da lui sottoscritto,
Istituì poi nella delta chiesa di s. Bar- dell'abolizione del tribunale, dopo aver-
tolomeo di Galdo il sodalizio dell' Im- ne ringraziato Papa, per l'incompara-
il

macolata Concezione. Pietoso co' poveri bile zelo sacerdotale da cui era animato,
e cogl'infermi, fu esempio di virtù. Am- volle lasciarne perpetua e marmorea me-
pliò il palazzo vescovile di (ialdo, e pas- moria nella chiesa di Volturara. Ma poi,
di Sora a' 3o settembre
sò alla chiesa divenuto Papa col nome di Benedetto
1675. In vece da Ruvo in questa venne XI li, e ritenendo l'arcivescovato di Be-
trasportato nel 1 6^6 Domenico Sorrenti- nevento,ad istanza dell'imperatore Carlo
ni, consigliere di Carlo II re di Spagna, VI come re di Sicilia, colla bolla Fide-
beiieuìerentissimo del divio culto, e del- lis, concesse colla ripristinazione del tri-
la cattedrale per l'istituzione di 6 cano- bunale, al giudice di esso, singolari in-
nicati, de' quali 3 decorati delle dignità dulti e privilegi. L'operalo posteriore
d'arcidiacono, arciprete e primicerio. Be- della s. Sede, per modificarli, lo narrai
nefìcògli ecclesiastici della diocesi, anche nel citato articolo, inclusìvameote a quel-
con assegnare fondi per la loro istruzio- lo di Gregorio XVI, col breve Jam dia,
ne nel seminario. Celebrò il sinodo a'So per materie matrimoniali e nitro ma
le ;

giugno 1694, in cui ingiunse rigorosa il voi. LV che lo contiene fu pubblicato


osservanza delle costituzioni del provin- nel 1854. Laonde profittando dell'occa-
ciale del cardinal Orsini arcivescovo di sione accennerò qui quant' altro ebbe
Benevento, e di quelle del vescovo Ca- luogo pel tribunale, a compimento della
raffa. Amante de'poveri, morì compian- storia del medesimo. Il Papa Pio IX in-
to 8*23 aprile 1710, dopo aver soppor- viò al virtuoso e religiosissimo Ferdinan-
tato con pazienza l'aploplessia che l'avea do II re del regno delle due Sicilie, nel
colpito. Perciò era stato nominato con- 1 855 mg. Andrea "^
Bizzarri arcivescovo
>isilatore apostolico dalle due diocesi di di Fdippi in parlibus, con commissioni
Volturara e Monte Corvino, col cardi- speciali onde meglio regolare vari gravi
nal Orsini arcivescovo di Benevento, vi- punti delle pontificie concessioni, e pel
sitatore pontifìcio delle medesime. Im- bene spirituale de'fedeli, circa il giudice
periale Domizio Pedicini nobile di Bene- della Monarchia spirituale di Sicilia e
vento e nato in Vitulano, 2.° primice- suo tribunale. L'illustre prelato adempì
V OL VOL ii3
egregiamente il mandato e iniàsione, ed chie e circa 6o,5oo anime. Tuttora a'è
iu cousegueaza del da lui concluso il Pa- vescovo mg.' Jannuzzi.
pa einauò venerando breve Peculia-
il VOLTURNO, f^idiurnum. Città ve-
iG geu-
ribus addite tus ratiouibus, de' scovile della provincia della Terra di La-
naio 1 856. Con questo fu saggiamente, voro, nel regno di Napoli, del circonda-
con opportune norme, precipuamente rio di Capua, succeduta dii Castel f'oL-

stabilito e [iruvvedutu: i alle facollù tuniOy il quale è situato sull'imboccatu-
pei' le dispense degl'impedimenti mairi» ra del pescosissimo (lume Volturno, che
moniali, circa le cause eziandio di nullità ha origine sul clivo occidentale degli A-
della professione religiosa, e de' matriuìo- peonini, nel distretto diPiedimonte, che
ui medesimi ;
2.° e relativamente a' ri- dopo il suo confluente col Calore, cui
corsi al Papa nelle sospensioni ex infor- accoglie a sinistra, scaricasi nel mare
mata con.Kcieutia. Ma è da (ornare al- Tirreno, appunto presso Castel Voltur-
l' ottimo vescovo Pediciui. Cominciò il no. Questo rimembra come ivi fosse la
suo governo con far dare da' pp. gesuiti città diVolturno, edificata da' cittadini
le missioni alle due diocesi. Con fare i- della vecchia Capua, che se ne valevano
slruire i fedeli nelle cose della fede, e volle di porto. Dice il Castellano, nello Spec-
che il clero fosse io tutto esemplare. Ar- chio geografico, seguendo il Baudraud,
ricchì di suppellettili sagre le cattedrali, che fu sede vescovile, poi compresa nel-
pure per le funzioni episcopali, e ne curò la diocesi di Sessa, sebbene in seguito
il decoro. Restaurò il seminario e ne ze- fu unita alla metropolitana di Capua
lò l'incremento. Abbellì e ristorò varie nuova, e che vi si contano 338 abitanti.
chiese, esolenuemeote coosagrò quella Ma Commanville, Histoire de loits les
maggiore di s. Bartolomeo di Caldo, de- Eveschez, dichiara P^uUurnum, sede ve-
dicata all'Auuuiuiazioue di Maria Ver- scovile nel VI secolo, poscia venne unita
gine, a'4 agosto 1720, e vi pose lapide a quella di Sora (f^.), e riconosce oc-
monumentale prodotta dal Coleti. Rife- cuparne il sito Castel Voltorno. Meglio
ce l'episcopio di s. Bartolomeo*, e lasciò ne tratta il Coleti ueW Ilalia sacra, 1. 10,
laude di vigilantissimo e caritatevole pa- p. 191 FuUurnensis Episcopatus. Prin-
:

store. Gli successero. A' 16 giugno 1724» cipia con avvertire, Gemina olini fuil
Domenico Rossi di Viluiano. A'9 luglio IH Campania Felice FuUurnum, me'
1734, Domenico Laymo di Bisigoano. diterraneuni unum, alteruni in ora Tyr-
A'2 1 aprile 1 760, Giovanni Coccoli d'Ar- reni. Prinium Capuani, deinde faissa
pÌDO. A'29 gennaio 1798, Nicola Mai*, appellatuni, come attesta Plinio,Fui»
lini dt s. Bartolomeo di Caldo della dio- turnuni, elruscorum Urheni, quae nunc
cesi, e fu l'ultimo vescovo di Volturerà Capua est, ab Sanmitibus captani. Aver-
e Monte Corvino. Imperocché Pio VII ne già parlato l'Ughelli nel t. 6, p. 6.
nella circoscrizione delle diocesi del re- Fuit igitur Fullurnuni lilloralis Cani"
gno, ellettuata colla bolla De utiliorido- paniae Ci\^ilas ad osliuni cognominis
mi/iicae, de'iS giugno 1818, Bull. Rotn. Jluvii Minlurnas inter et Cumas sita:
cont.,l. I
5, p. 56, soppresse i vescovati di idque hodie omnium seulcntiani pula-
Volturara e di Aloute Corvino, ed in per- tur is esse locus, qui laevae ripae ad"
petuo uè assegnò e unì le diocesi a quel- posilus vulgo dicitur Castel di Boiorno»
la del vescovo della confinante Lucerà Vi dedusse una colonia romana l*. Cor-
(f-), parimente sullraganea della me- nelio Scipione Africano, ed altra T. Sem-
tropolitana di Benevento. La diocesi di pronio Longo, secondo Livio e altri scrit-
Lucerà, colle mentovate unite chiese, tori. Festo 1' enumerò fra le prefetture.
contiene i4 vicariali ioraoei, 17 parroc- Propagatosi il Vangelo anche iu Vollur-
VOL. CHI.

Jwy&mont ^a^l^&,
i!4 VO L V OL
DO, meritò la calledra vescovile e il pro- Jìaccolia del p. Calogero, t. 34, p. Sga '
prio pastore; però non si conosce che De Diptycorum universo genere, parlan-
Pascasio, F ulturnensis EpiscopuSyA qua- do come fossero i libri , e cosa significhi
le intervenne a'romaui concilii del 49^) propriamente Folume, dice: Utrique ge-
499, 5o2 e 5o3. Fullurninae Eccle- neri erat apud antìquos Libri et Volu-
siae, (jiiae el \ici Feniculeosis dicebatnr, vocahida.De Volumi-
minis, coinniunia
meminìl Pdaghis Papa J (del 555), an esset vox
nefort. dubitari potuisset,
in rescripto ad aliqiiol Cauipaniae E- propria plagidarum sirnul adglutinata-
piicopuni. Neil' Epistole di s. Gregorio rum quae convolvebantur in scapum.
,

I, nel 599 trovasi C|uell3 scritta a Fausto El certe eo proprio significata viderunt
ministro della chiesa di Volturno desti- accepisse Paullus et Ulpianus in seq.

tuita del suo pastore, e qviella indirizza- Adnot. producli. Alqui Plinti plumbea
ta ad Aniemio sudiliacono della medesi- Volumina non possunt eo signijicatu ac-
ma. 11 Colelirigetta altri vescovi, che va- cipi j- quia pluntbeae laminae in scapum
ri autori crederono di Volturno. convolvi nequeunt. Pliniisic habel:Pìum-
Celebre fu l' abbazia di s. Vincenzo beis Voluminibus monumenta publica
martire di Volturno vicino a'Marsi, nella confici coepta.Ad hacc Martianus Ca-
diocesi iVIser/iin, nel cui monastero geo pella aperte de libris Voluminis vocem
monaci furono decollati per la cattolica usurpavit, ubi ait: Alii carbasiais Volu-
fede, come notai in quell'articolo parlan- minibus complicati libri. In his ergo lo-
done, neirSSo, per euìpietà de' crudeli cis Volumen salleni abusive quoslibet
saraceni che devastarono la chiesa e il libros, etiam complectitur. Il Mazzocchi
monastero de' benedettini. Poscia diven- ne riparla nella Diatriba, nella suddetta
ne commenda. Ne trattanoilLubin, /^Z>- RaccoltaA^jyp. 78, ragionando 1 del pa-
laliarum J(aliai',p. 43 i, e rUgl)elli,//tì!' piro egiziano. Negli antichi tempi non si

Ha sacra, t. 6, p. 869 e seg. Quest'ulti- conobbe l'uso dell' inchiostro, della car-
mo offre il catalogo degli abbati, dal 1
."
s. ta, della .Stampa [F.) per cui gli anti- ;

Paldo morto nel 720 abbate regolarcjfino chi quando volevano rendere manifeste
a Camillo Gaelani patriarca d'Antiochia, e durature le pubbliche memorie, le leg-

nbbate commendatario nel declinare del gi, i monumenti pubblici , sui marmi o
XVI secolo; e l'istoria de' venerabili mo- sui sassi le incidevano. Fecero ancora uso
naci decapitati. Fu denominata di Voltur- di tavolette di legno, di lamine di piom-
no, perchè distante non molto dal pria- bo o altro metallo. Si servirono talvolta
cipio del fìume omonimo. anche del minio. Gli orientali precipua-
VOLUME, Folumen. Libro, o parte mente usarono di scrivere su foglie di pal-
distinta di libro. Non solo è sinonimo di ma per carta, e gli europei di malva, di
Libro {F.)t ma anco di lìomo,tomiis, che papiro e altro. Alle foglie si sostituirono
vale parte o volume. Perchè il libro chia* le corteccie degli alberi chiamate libri, e
masi pur volume, e le pagine o facciate scrivevano in esse con uno stiletto di fer-
che lo compongono fogli, lo dissi nel voi. ro, segnando e fondando i caratteri, don-
XXXVllI, p. 1 44 '"^ ambo le colonne, ed de per metafora il modo di scrivere ebbe
a p. 184. Mentre nel voi. LXIil, p. io il nome di stile. Pel vocabolo libro, liber,
e i3 , dichiarai che anticamente si disse intesero i latini la delta scorza degli al-
volume e libro l'unione de' fogli o foglie beri : così Plinio, Cicerone, Virgilio, No-
dì varie materie, i Dittici [F.) o tavolet- nio, Cassiodoro, Columella e altri. Dico-
te d' avorio, di legno, di metallo, sulle no Servio e Isidoro, che la voce liber si-
quali si faceva o incideva la Scrittura gnifica propriamente la parte interna del-
{F.). 11 Mazzocchi, Epistola ,
presso lu la scorza, cicè quella tenera scorza o meni-
VOL VOL n5
brasa eh 'è vicina al legno, la quale leva* rono ancora libri d'avorio, libri eburnei,
vano dagli alberi e poi la levigavano e composti di tavolette d'avorio. Di antico
concia vano, oode e più si mantenesse e uso era pure la carta di Pergamo (F.)
maneggìevole divenisse I romani quando. detta pergamena, di pelle d'agnelli o di
volevano formare un libro o volume capretti, consistente edurevole, onde tut-
prendevano varie di quelle membrane e tora possediamo preziosi codici, diplomi
le univano insieme una dopo Y altra e , monumenti. Il papiro cominciò a
e altri
poi vi scrivevano sopra, ma da una sola sminuire e andare in disuso prima del
parte. Terminato di scriversi quella lun- looo, per l'invenzione della carta boui-
ga striscia, vi raccomandavano da capo bicina ossia di cotone, che incontrò l'u-
un pìccolo bastone detto bacillus, il qua- niversale soddisfazione, e di essa ci restano
le da ambedue le parli facevasi sporge- gran numero di mss. ; veniva dal Levaa»
re in fuori dalla larghezza della membra- te, ed era di molto costo, e cessò quando
na, e in quelle estremità eranvi due cer- s'introdusse la carta di lini logori e mace-
chietti delti umbiUci : le punte in cui quel rati, della quale riparlai, come dall'altre
bastone finiva dicevansi cornua : quelle materie in cui si fece Scrittura, a tale ar-
coliegate membrane avvolgevarisi sullo ticolo, e par cominciata verso il 1200. In-
slesso bastone, come si avvolge un rotolo ventata poi la stampa verso la metà del
di panno, e chiamavasi i'olumen,(ìa\ verbo XV secolo, si moltiplicò in infinito, e così
voli'O, volgere, voltare, voltare in giro. E abbiamo un immenso numero di volumi
Cicerone disse voli>erelibros,pev leggere e stampati. Ma del mirabile trovato e del-
scartabellare. Le due estremità del ruo- l'abuso eccessivo a cui è pervenuta, la-
tolo dicevansi frontesj afiiuchè poi il vo- mentato in più luoghi, qui lascio parlare
lume stesse unito, legavasi con due fascie mg. Limberti arcivescovodi Fi-
l'illustre
"^

chiamate /ora ; ihitolo, f/7»/«.^, segna vasi renze, di cui il n. 49 <lel Giornaledi Ro»
all'estremità della membrana. 1 descrilli ma del 186 ha pubblicato un saggio del-
[

volumi si levigavano colla pomice, e si co- la sua grave pastorale, emanata iu occa-
lorivano ancora con varie maniere, come sione della Quaresima, di ecco come l'e-
nel tempo d'Augusto presso i romani fa loquente prebto deplora le attuali perfi-
conoscere Ovidio JVec tilulus minio , nec
: die e iniquità, delle quali fatalmente viep-
cedro caria notelur. L' Italia essendosi più si è fatto strumento la stampa, di vo-
messa in comunicazione coWEgilto (f'J, lumi o di fogli volanti. » Piange il cuore,
fece uso di carta formata colla pianta e- come questo stupendo trovato dell'uma-
giziana del papiro, il quale eslesosi uni- no ingegno, che dovea servire solo a dif-
versalmente , le altre cose per iscrivere fondere più agevolmente fra le nazioni
furono pressoché neglette ed il. papiro , le utili scoperte della scienza, le nobili a-

comunemente adoperato. Tultavolta per spirazioni della virtù, le sublimi e pure


qualche tempo si continuò simultanea- verità della fede e della cristiana morale,
mente ad usare la scorza d'albero. Gli an- ed a rendere patrimonio comune di tut-
lichi aborigeni spesso si servirono di ta- ti faticosi pensamenti de'pochi, sia cosi
i

volette di legno, secondo Isidoro. Narra spesso indegnamente abusato a spargere


T. Livio, che vi furono libri anche com- la corruttela e la falsità, il vizio e l'erro-

posti di lino ; per cui il marchese MafTei re". A me basta aver indicato questo do-
non dubitò di aiTermare, che anticamen- cumento de'miserabili anco
nostri tempi,
te siscrisse nelle foglie e nelle scorze d'al- per la stampa sfrenata che oh-
e libertina
beri, in tabelle di legno, in lamine di piom- brobriosamenle li deturpa. L'antico vo-
bo, in pelle, in tela, io seta e di frequen- lume, quale lo descrissi, lo vediamo usato
te in lavolelte iucerule. Gli antichi usa- simbohcameale ue'velusti monumenti, e*
ii6 VOL VOL
zianilio cristiani, spiegandone il significa- del simbolo de' volumi usati dagli anti-
lo di molli il Duouarruoti nelle Osser- chi cristiani ne'monumenti, e del signifi-
vazioni (Ir' vasi anlìclù di vetro. Ne da- cato che hanno quando vengono rappre-
l'òun ceniiodi spigolalure.De'volumi che sentali fra gli oggetti appartenenti all'e-
sono in mano a' ss. Apostuli , ne hanno braica religione. Non sempre però il vo-
parlato molli antori, e significano l'ope- lume significò la legge rivelata e i libri

re canoniche lasciateci du'medesimi, o ve- santi, ma soltanto allora quando non è


ramente la facoltà di predicar il Vange- probabile che vi rappresenti alcuno di
lo. In ntolti vetri il volume posto in mez- que'sensi che ne' monumenti civili suole
zo a'ss. l-*ielro e Paolo dimostra che l'E- avere; maniera diversa di tenerli ; e che
vangelo è un solo, e [)er significar l'uni- i volumi si solevano custodire nelle loro
formila della predicazione degli A posto* fodere, le quali talvolta erano d' avorio.
li. Bagìona de'voinmi usati dagli antichi, Il Costadoni, Osservazioni sopra un an-
cui successero i liijri legali di più fogli. tica tavola greca, prodotte dal Calogerà,
Come si avvoltavano a' bastoni, in testa t. 39, p. io5, rende ragione perchè alle
de' quali erano gli ombelichi. Di quelli volte si rappresentarono im- gli antichi
scrini dagli ebrei, e de'libri della s. Scrit- peratori col volume nella mano, nel cap.
tura, tenuti nell'Arca dopo perdute le ta- 7 : Del volume che tengono in mano Co-
vole della legge, come imoderni coslu- stantino Ie s. Elena. Disse Giustiniano
roano nelle sinagoghe. De'volunti antica* I, nellaiVbi'e//rtio5, che le mogli de'con-
mente adoperati dalla Chiesa per scriver- soli risplendono co' raggi de'Ioro mariti;
vi gli Evangeli , che poi si fecero in libri e l'antecessore Giuliano nella Costituzio-
legati.De'vulumi conlinuati nella Chiesa ne c)B , che tengono gli onori maritali
per scrivervi l'orazioni e rituali dell'ordi- ond'è ch'esse portano nelle mani il volu-
nazioni e del battesimo, e lu benedizione me mappa, ch'era segno particola-
ossia
delceieo. Servivano (piesli tenuti dislesi re de'consoli (come presidenti a' giuochi
per ornamento de'sagri pulpiti, onde lefi- circensi, gettando la quale davano il se-
guie, delle quali sono arricchiti i volumi guo del cominciamento, ne' quali dona*
ùtW ExidU'l, erano vedute dmlledal po- vano Sportale, pugillari o librettini d'a-
polo^ mentre il carattere tornava diritto vorio, e dittici pur d' avorio ). Dopoché
al lettore posto nel pulpito. 11 p. Char* gl'imperatori s'impossessarono della di-
don, Storia de' Sd bramenti, I. 3, p. 62, gnità consolare, facendosi in esso il con-
descrive come i volumi si formavano di solalo perpetuo, le imperatrici pure furo-

rotoli, dicendo dell'imposizione del libro no a parte di tale onore. Quindi chiara-
del Vangelo nel!' ordinazione ; e quindi mente s'intende, per qua cagione nella 1

Purpurio capo ile'donatisti e furioso sci- tavolasi vede un tal volume nella sinistra
sn)atico, parlando di romper la testa dì alle due nominate imperiali figure. Non
Ceciliano stio nipote, il (piale si offriva al- sempre però tenevano consoli e gl'im- i

la riordinazione, se vi fusse dubbio della peratori questo volume nella mano man-
validità di sua consagrazione,avrebbe fat- ca, ma talora nella destra, come si osser-
to allusione all'imposizione del libro, piut- va nelle medaglie e ne' dittici consolari ;
tosto che a (piella dt-ile mani, ch'era me- ed essendo a foasìa d'un volume di carta,
no cipace di produrre tale efiello. Poiché perciò Folunie fu denominalo. Ma pres-
erano allora libri formali di rotoli o
i so i greci fu poi questo segno consolare
volumi, molto ddìereoti de'oostri, e per- alquanto cambiato e denominalo Aca-
ciò capaci di romper la testa. Il p. Gar- eia j poiché diventò a guisa di piccolo
rucci, P'etri ornali di figure in oro spie- sacco di panno porporino ripieno d'are-
gali, discorre della (orma e de' vari seosi na o terra, couservaodo per altro la for-
VOR VOT 1,7
ma d'un rotolo o volume, e fu chiamafo 3.' de'citali aiiicoli, aggiungerò: al car-

Acacfa quasi dicat illud : linptvaloiein dinal Macchi nel |854 successe il cardi?
humìlem esse, ut mortalfin, necjue prò- nal Mario Mattei, ed a questi nel 858 i

pler iinpcriifasligium cjferri, ncque se l'attuale cardinal Pietro Marini. De Pre-


tumidum jretare debere. In quella pol- lati (P".) votanti di Segnatura di grazia
vere Junque gì' imperatori ricevevauo e di Segnatura di giustizia, tratta ancora
un morale awerlinieuto, di dover sem- il cardinal De Lucca nella Rclatio Ro-
pre aver nella mente la bassezza, e la ca- manae CuriaeForensis, ejusque Tribù-
duca e frale coDdizioiie della natura u> naliumj et Congregationunv. Disc. 3o e
mana. 3i. In quest'ultima ragiona nel § 24: Oe
VORMAZIA o VORMS. r. Wor.ms. differentia F'otantium S'gnoturae Ju'
VOTANTI DELLA S. CO>GUl£. stitiae, et Signalurae G ratine. » Quod
GAZIO^E CARDIiVALIZIA LAURE- aulem dicium ^<;t, ut consliluti ni in or'
TANA. ^^ CuMGBEGàZmjJE Cardixalizia dine Episcopali, vel Clerici Camerae
DELtA LAUnETANA, LoRETO, TriBUNJLI DI non inlerveniant in Signalurae procedit
Roma. Questi prelati -votanti ora si di si- in ista Justitiae,non aulem in altera
dono in 4 turni. III." turno è composto Gratiae, in qua antiqui Praelati qui
di 3 pretati, così il 2.°, e similmente il non habeant onut quamvis
residentiae,
3." turno d'appello per le cause civili e sint Episcopi assumunt hocmu-
lilulares,

criminali. Il 4'' turno. detto di Segnatu- nus Fotantium, non aulem Poneutiuin,
ra si forma d'altri 3 prelati. Inoltre vi idemque faciunt Clerici Camerae, cuin
sono i prelati assessore e segretario. Si quorum officio islud munus est rompa
può vedere la bolla di Leone XII, In libile, non autem cum ilio Judilorum
/Ipostolictìe Srdis, (iti I setlendjre 824, 1 Rotae, ut praxis docet. In isto aulfni
Bull. Rom. coni. t. iG, p. 118: Novae Tribunali ut supra Congregato, ninjo'
leges indictae prò recLa adminislralio- res dispula liones cadunt, super modo
ne Donius Laurefanae, et impleinenlo rescribendi in illis commissionibus ap-
onerum eidem adnexomm. pellationis, vel reslituiionis in inlegrum^
VOTANTI DI SEGNATURA, Prae- quac porrigantur in causisj in quibus
latorum f olanduin Signalurae Jiisli- regulariter non intret appellalio, sai-
tiae. Prelati Referendari (F.) con voto tini ad effecium suspensii'um^ dum (ut
deliberativo di giudice, mentre gli altri praemissum est) conimissiones in causis
prelati referendari sono semplici propo- appellabilibus, non proponuntur in pie-
nenti e relatori, del supremo Tribunale na Signatura ". Quesli prelati votanti
di Roma ( f .) della Segnatura di Giu- e l'uditore di Segnatura sono Accoliti
stizia (^•), il quale ha il prelato segreta- apostolici delle Cappelle Ponlijicie (^'.),
rio e Uditore della Segnatura di Giu- e suppliscono nel numero per essi i sem-
stizia die nella Sede apostolica
(/^'.), plici prelati referendari; de'quali accoliti
bacante è pure Uditore del Concla\'e. meglio parlai nel voi. LXXI, p. i3 e
11 collegio de'prelali referendHri delle due seg. Dell'antico collegio, quanto all'uilj-

Segnature di Grazia e di Giustizia (la ciò esercitato nelle poutilìcie cappelle, si

I.' cessata di l'alto a' nostri giorni) è rap- legge nel Patrizi , Sacrarum Ceremo-
presentato da'prelati votanti della segna- niarum s. Ronianae Ecclesiae, lib. 3 :

ora composta di
tura» di giustizia, vii (an- De Acolutìds. » Acolulhi Jposlolicae
ticamente essendo xii, così erano i votan- Sedis odo s un t ordinarli, hieliain cuoi
ti della segnatura di grazia), olire il detto Ponlifex apud lecluin paramenti, et si-
prelato uditore e segretario. Alla serie mililer in Ecclesia est celebralarus, in-
de'caidiuali prefetti da me compilala al duitur sacris vesiòus^ circumslant ge^
,i8 VOX VOX
nujìexi,et ornamenta suhminìslrantdia' quan»
sitationibiis solvetur,jnsque eril,si

conjs Cardinalibiis. In processiones, et doque collegae alicujus vacet offìcium,


divinis offìciis celebrante Ponti/ice con- ut stipendium ejiis inter praesentes col-

delohra, intorùcia, atnpullas vini, et legas dividatur. Ad


diligentiani autem

aquae, thurihuluni cimi navicella incen- eorum magis magisque excitandam ,


si, vas aquae benedictae cum opus est, augendumque justiliae ac boni publici
et similia porlant, et de illis, cani teni- studium sperare ipsos jubemus^fore ut
piis est, serviunt. Debent igitur cum Pa- praeier stipendiiaugmentum ad amplio-
pa est celebraliirus 3 omnes interesse, rem prò singularibus cujusqiie merilis
quando autem non est celebraturus, tres provehantur digrìilatem. —
Ad haec tri*
ad viinus intersint et maxime in vespe- bunali Signaturae Justitiae collegio, au-
ris, et taneportanl seenni superpellicia, ditori. Cardinali praefecto ea decora y

quia nmis ex eis debet servire de incen- et privilegia conjirmamus, et qualenus

so, et duo aia de candelabris, dum Pa- opus sit in usuni revocamus,quae a Pon-
pa dicit orationem. Et supra rochetuni tijicibus nostris decessoribus concessa et
debenl habere superpellicium. In eoruni indulla sunt, videlìcet, ut Beferendarii
defectn Auditores Rotae juniores ser- Romanae Curiae promoti ad ferendum
viunt ". Della Cappella prelatizia, cui in hoc tribunali suffraginm declarati sint
inlervengono i volanti e uditore di Se- familiares Summi Pontifìcis, notarli s.
gnatura a'41u8''Oj ^"^ messa pontificale Sedis (per cui rammento l'avvertilo nel
ralla chiesa di s. Pietro in Carcere al voi. LXIll, p. 2 8. Quanto a' privilegi
1

Foro Romano, nell' 8.' cioè della festa ùe' Protonotari apostolici, non devo om-
de'ss. Pietro e Paolo, come pure di quan- metlere di ricordare le modifilcazioni re*
to riguarda quel tempio e il sodalizio che gistrate nel voi. LXXI, p. 8), ac nobi*
l'ha in cura, riparlai ne' voi. LXXXIV, les, quamvis tales origine non sint: ut
p.ii8eseg., LXXXIX, p.234- Ne'ricor- ovis et lacte,quibus diebus eavetita sunt,
dati articoli riportai tutto quanto riguar- vesci possint, quae iisdem a Paulo III
da prelati volanti e l'uditore di Segna-
i concessa fuerunt: ut jns eis sit ulendi
tura, ed loro privilegi, non meno accen-
i veste Violacea, quod a Paulo V impe-
nai que'slahiliti da Leone XII, col motu- trarunt: ut creentur acolylhi, et cunctis
proprio menzionato a'ioro luoghi, Quiini adsint sacris solemnibus in sacello pon-
plurima, òeW 1 1 aprile 1826, quando tificio; insuper ut ad eos pertineat in-
ridusse il collegio de'volanli a vii. E sic- quisitionem ac probaiioneni de iis in-
come poi fu pubblicalo nel Bull. Boni. stituere,quae requirunlur, ut quis ad
cont.,l. 16, p. 4'7) stimo qui oppor- Beferendarii munus adniilti possit, Car-
tuno copiarne il testo de'§§ 4* ^^ *^*' dinali praefecto approbanle, quae iis-
pendio j 5. Conjìrmatio privilegiorum. dem tributa sunt ab Alexandro FU.
» Ut vero qui ad hoc munus assumun- Praeterea quod a Clemente IX indul-
iur, decenter sese exhibere, et sumpli- tum eis fui t, ut sacrani aediculani domi
lus svjficere queanl, stipendium iis mul- habeant, quodobtinuerunt ab Innocen-
to majus quam aniea adsignandum da- tio XII ut suppari ornamentum vulgo
xinms, ac re ipsa adsignnvimus, nempe Bocchetto {P'.), et pallium cucullatuni
decano collegii annuam summani scu~ gerani) tum in sacello pontifìcio, tuni in
tatorum mille etbìscenlum, singulis au- tribunali: denique quod a Clemente XII
tem judicihus suffragatoribus sepiingen- suntconsequuti, ut magno pallio et ga-
torum viginti, excejHo auditores tribu- lero more pontificali in solemni equi-
nalis, cui soliluni servatum cst^ quod tatu ornati procedant. Tot tantisque e-
stipendium prò ruta parte menslruis pcn^ molumenlis) privilcgiis, honoribus cu-
vox VOr UQ
nmlalos, speramus maximam integri- in Prelato DomesticOy diviene prelato
tatemj decorem, assiduilalem commisso del Papa finché dura la vita del dichia-
sibimuneri esse praesiiluros. Oltre gli rante, qualora non faccia spedire il bre-
si ponuo
autori riportati oe'citati articoli, ve apostolico se gli venne imposto di
vedere: G. 13. Marcliesani, Praxis Com- fornirsene. Questo breve poi non è ne-
missionum ac Rcscriplorum lUriusque cessario, se nella dichiarazione di pre-
Signalurae, Veoetiis i6o4. Facultates lato non fu prescritto come condizione
Rev. Dom. ss. Domini JV. Papae, et della perpetuità del grado. Il prelato poi
ulriusque Signalurae Jpostolicae Refe- referendario diviene prelato a vita, pre-
rendariorum, Ilomae i542. Quintiliano stando il giuramento nel tribunale di
Manclosio, Praxis Signalurae Graliae^ Segnatura. In generale quanto a' privi-

Veneliis i585. Il discorso oiolu-proprio legi de'prelati, è un mare magnum, ch'è


di Leone XII, dichiarante i privilegi del difficile precisarsi, tranne i privilegi spe-
cardinal prefetto, votanti e uditore di cificati e confermati a varie prelature e
Segnatura, secondo alcuni propriamen- collegi prelatizi. Alcuni sostengono, es-
tenon derogò a quelli che godevano i sere i privilegi del Pretato Domestico
Referendari di Segnatura, determinati quelli concessi da' Papi alla Famiglia
da Alessandro Vii al Prelato (F.) refe- Pontificia (A'.) nobile. Ma tali privilegi
rendario. Consultali da me due dottissi- che si concedevano da ogni Papa, dopo
mi prelati del medesimo tribunale di Se- la sua assunzione al pontificato, dopo
gnatura, opinarono. Ritenere: Che i re- Pio VI non furono più accordati. Vera-
ferendari debbano godere gli stessi privi- mente le deroghe a'privilegi de'prelati,
legi dichiarati da Leone XII; ed essere che si attribuiscono a Pio VII, non mi
poi di fatto che referendari godono l'u-
ì riuscì trovarle né nell'archivio della se-
so dell'oratorio privato, però quanto a- greteria de'brevi pontificii, né nel Bui-
desso anche da' referendari doversi te- larii Romani conlinuatio, né nella se-
ner presente il breve del Papa Pio IX, greteria della s. congregazione Ceremo-
Quamvis peculiares facultates, de'
g niale, oltre altre pazienti ricerche. Io
febbraio 1 853, già parlato nel voi. LXXI, credo, che la voce comune, sull'abroga-
p. 8, e qui di sopra citato. Imperocché i zione di diversi privilegi, sia derivata e
prelati referendari non solo devono rife- si debba interpretare, dal non e>sersene
rire e proporre le cause nel tribunale di fatta più menzione ne'successivi brevi a-

Segnatura, ma supplire all' assenza dei postolici, spediti a'prelati, dal pontificato
prelati votanti del medesimo, e nelle cap- di Pio VII io poi; come per modo d'e-
pelle pontificie negli uifizi propri degli sempio venne praticato con alcuni di
accoliti apostolici. Per tutto questo i re- quelli che godevano Fescovi Assistenti
i

ferendari, come i volanti e l'uditore, cre- al soglio pontifìcio (^.); e così di altri
dono eziandio due prelati, es-
i suddetti collegi prelatizi e prelature. Ma propria-
sere compresi nella nuova dichiarazione mente atti derogatorii, ri pelo anche una

de'privilegi, sebbene non esplicitamente volta,non mi riuscì trovarne, non ostante


espressi dall'eucomiato Leone XII; e che le mie molteplici e premurose indagini,

questo inlese concedere i privilegi a'pre- onde possibilmente appagare le tante ri-
lali di Segnatura, Ira'quali fanno parte chieste da cui fui onorato.
i referendari, i quali appartengono allo VOTANTI DILLLA SEGNATURA
stesso corpo della Segnatura ; perciò sem- DI GPiAZiA. Prelati della congregazio-
brare giusto dovere partecipare alle
il ne o supremo tribunale titilla Segnatura
prerogative ed a' privilegi. Tutti sanno, di Grazia (/''.). Cessò questo di fatto,
che dichiaratosi dal Papa uq individuo senza essere stdlo propriamente soppies-
i^o VOT VOT
8o, tanto è vero che neW'Jnntiario Pori- fatta Dio, d' una cosa
risolulatnente a
lificio, nella categoria cle'prelati Referen- buona, possibile e migliore della sua con-
dari. {^P.), pioponenli e relatori del su- traria. Appartiene al 2.° Comandamen-
premo tribunale della Segnatura di to di Dio: Non prenderai in vano il no-
Giustìzia, del corrente 1861, sono enu- me di Dio. Ed equivale all'atto religioso
merati sotto questo titolo: Prelati Re- del Giuramento {V.). Si profana grave-
ferendari dell'una e dell'altra Segna- mente il nome di Dio non adempiendo
tura, secondo l'epoca del giuramento ivoti, com'è enorme peccalo il trasgre-

prestato nella medesima. Gli ultimi car- dire le promesse fatte congiuramento j
dinali prefetti delia Segnatura di Grazia non però deve giurarsi cose ingiuste e
forono,Liiigi 5o^//g7/a, già decano de'chie- peccaminose, non potendo mai Dio esser
rici di camera e presidente della Zecca quasi complice e vincolo d'iniquità. Così
(A^.), morto nel 836, e Francesco Tiberi
1 il vescovo UronzooVi, Istituzioni Cattoli-
{^.) morto nel i83g. Le annuali Notizie che: Delsecondo Comandamento di Dio,
di Roma continuarono a riportare i su- e del Giuramento. Dice poi del Voto.
perstiti prelati Votanti della Segnatura Per ordinario voti si fanno di cose di
i

di Grriz/Vz, ma furono le ultime quelle del puro consiglio, ma ponno ancora promet-
1847- ^^ ^"°' ^00 l'onorevole e
'^"^'' tersi a Dio cose di stretto comandamen-

Debile famiglia romana de' Trincia, di- to. In questo caso diviene di;ppia l'ob-
scendente da* Trinci (/^) dominanti un bligazione di adempirle, e doppio il pec-
tempo io jFo//g'fjo, illustrestirpe che van- cato della violazione. La promessa che
ta pure diversi Servi di Dio, parlali a* ha forma di voto deve esser fatta con
loro luoghi, ne custodiva il completo e pienezza di cognizione e di libertà. Onde
pregievolissimo archivio, da essa gelo- si richiede il perfetto uso di ragione, e
samente preservato dalle straniere in- l'esenzione da qualunque violenza. Un
vasioni. Il capo di essa l'egregio Pietro timor grave incusso da causa esterna la
Trincia scrittore apostolico, lo donò al rende nulla. Won cos'i il timore che viene
Papa Pio IX, il quale a rimunerare in da una causa eh' è in noi, per esempio
."
lui tanta benemerenza, con breve del i d'una malattia pericolosa. Un voto fallo
marzo i853 gli conferì il cavalierato e con tal timore obbliga e deve osservarsi..
decorazione di s. Gregorio I Magno, ac- Siccome la materia del voto dev'essere
compagnalo da un dispaccio del cardinal di proprio e assoluto dominio, per que-
Antonelli segretario di stato, e dal do- sto sono nidli que'voli delle persone sot-
nativo d'una grande medaglia d'oro col- toposte, i quali si oppongono a'Ioro do-
1' adempimento,
la pontificia elligie. veri e ne impediscono
VOTANTI DELLA S. VISITA A- quando non siano da'superiori consentili
POSTOLICA. Prelati CieWsi Visita Jpo- e approvati. E regola certa, che i giova-
slolica [r.) oCongregazione cardinali- ni prima de' quattordici anni, e le fan-
zia della Visita Apostolica {V.). Cessa- ciulle prima de' dodici non restano ob-
rono nel declinar del secolo passato. bligati all'adempimento de' voti che e-
VOTI RELIGIOSI. V. Voto. metlono in quell'^'tò {V.), senza il con-
VOTI o TABELLE VOTIVE. V. senso de'genitoii o di chi tiene luogo de'
Voto o TAPEttA o Tavoletta Votiva. medesimi. I giovani sotto questa età
VOTO, Votum. Promessa spontanea dovrebbero essere così prudenti di non
e deliberata che si fa unicamente a Dio^ obbligarsi giammai con volo, anche di
nelsensochepoi spiegherò ealla ss. Ver- piccole cose, senza il consiglio di persone
gine e a' Santi, ovvero di dedicarsi alla saggie, specialmente del confessore. Il

^ita religiosa. Il volo è una promessa voto principalmente si divide in sempli^


VOT VOT 121
ce e solenne. Il semplice, die può essere sì vescovile, rapporto a' voli de' propri
temporaiio o perpetuo, seconilo l'inten- sudditi, eccettuati quelli espressamente
zioneeli colui che si obbliga, è quello die al Papa riservati. Fin qui mg.*^ Brouzuo-
consiste nella semplice promessa fatta li neir opera lodata. Dopo questo cenno
privatamente, senza esteriore ceremonia, in generale, di quel dotto, a volerne ag-
o che depone in mano di altra persona
si giungere alcunché in particolare, in si

privata, per esempio del confessore. li grave, delicato e vasto argomento, co-
solenne è quello che si emette pubblica- mincierò dal notare che teologi e ca-i i

mente e come ed
in faccia della Chiesa, nonistiragionano sul foto, quanto alla
è accettato in nome della Chiesa mede- natura, alla specie, alla materia, alle per-
sima da chi ne ha legittima autorità, ed sone capaci di fare i voli, alla bontà de'
è sempre perpetuo. Tali sono i voti de' medesimi, alle inerenti obbligazioni, alle
religiosi, delle religiose, e quello ancora cause che li fanno cessare, ed alle regole
di coi resta legato il chierico che •iceve per l'interpretazione «le'voti. Di tulio fu-
il suddiaconato. Il volo è un atto di cul- gacemente, tranne alcuni voti, come i
to supremo, e però non sì fii che a Dio religiosi tle'qiiali dovrò essere meu bre-
in segno delia suprema eccellenza di Lui ve, vado a riferirne le precipue nozioni,
come autore di tutti beni, o di gratitu- i ommeltendo le molteplici ilistinzioni che
dine dovuta al primo e supremo benefat- svokono trattatisti. Di
i sua natura il

tore. Quando si dice di far voto a qual- voto è una promessa deliberata Cilta a
che Santo, secondo la dottrina della Dio di qualche più gran bene, anche se-
Chiesa, s'intende <li obbligarsi con una condo s. Tommaso. E' un impegno vo-
promessa fatta a Dio a qualche opera lontario, coi quale si obbliga a fare una
buona, per onorare il Santo o per impe- cosa, onde si pecca mancandovi per pro-
gnarlo o per ringraziarlo della sua inter- pria colpa, e meno gravemente se fatti
cessione. Ogni volo che abbia le condi- senza un prudente esame. Il voto è una
zioni contenute nella definizione, deve promessa falla a Dio, perchè è un allo
compirsi fedelmente secondo la maniera di religione che contiene un culto di la-,
promessa. mancarvi è peccato più o
Il tri'a il quale appartiene a Dio solo. Non

meno grave e secondo la qualità della si può dunque assolutamente dire, che
materia e secondo l'intenzione di chi si si fanno de' voti alla B. Vergine ed a'

è obbligato. Si legge nel Deuteronomio Santi. Si ponno promesse alla


fare delle
xxiii,21, 22: Quando voi fate voto al B. Vergine ed a'Sanli, come anco agli
Signore non differite a compirlo, poichc uomini, e queste promesse che si fanno
il Signore vostro Dio ve ne domanderà loro ponno diventar materia d'un voto
conto j e se voi differite vi sarà imputa- fatto a Dio, in quanto che noi facciamo
to a peccato. La Chiesa in forza delle voto a Dio adempire alle cose promes-
di
parole delle da Gesù Cristo a s. Pietro se alla B. Vergine ed a' Santi, come per
solo, e poi ripetute a lui stesso insieme esempio d'erigere un tempio sotto l'in-
con gli A [>ostoli, presso s. ISLilteo, xvi, 18: vocazione di s. Pietro, o di fare un pelle-
Tuttocio che scioglierete in terra sarà grinaggio alla sua chiesa. Tale è il senso
sciolto anche in Cieloj ha la podestà di de' voti che si fanno a'Santi. Quando dun-
commutare e di dispensare da* voti. Que- que dicesi che si fa voto alla B. Vergine
sta podestà compete solamente a'prelati o ad un Santo, questo significa precisa-
che hanno giurisdizione nel foro esterno, mente che si fa un voto a Dio in presen-
cioè al Papa, riguardo a' voli di ogni ta e in memoria d'un Santo che si pren-
specie e di tulli i fedeli, a' Vescovi, o a de per testimonianza del proprio volo.
t-Ui ha giuiisdizioue di Ordinario e (|ua 11 volo è una promessa di qualche piìi
122 VOT VOT
gran bene, vale a dire d'un bene miglio- fa professione di un Ordine religioso ap-
re di quello cbe gli è opposto, d'un'azio* provato dalia Chiesa; il 2.° è il voto ta-
De ch'è meglio fare che tion fare, d'una cito di castità che si fa ricevendo il Sud-
cosa che non sia incompatibile con un diaconato {F.). Tutti gli altri voti sono
più gran bene. Ne segue da ciò: i.° che semplici, sia che si facciano io pubblico
se una persona facesse voto di maritarsi, o in privato, di bocca o di cuore. Il voto
questo voto sarebbe nullo, perchè il ma- si divide in voto personale e in voto rea-
trinionio è un bene minore della vergi- le. Il voto personale è quello col quale si

nità, e perchè la verginità e io stato ec- impegna di fare o dì non fare una cosa
clesiastico e lo stato religioso, che sono per sé stessa, e che ha per materia le no-
un bene più grande, sono incompatibili stre persone e le nostre proprie azioni.
col voto. Da ciò ne deriva: 2.° che non Per esempio: si consagra sé stesso a Dio
si può fare voto d' una cosa indifferente con una professione ecclesiastica o reli-

o eguale ad un'altra che gli è opposta. giosa; si fa voto di digiunare, dì pregare,


In fatti quanto riguarda il Matrimonio, di non giuocare,ec. eccoi : voti personali.
dissi in quell'articolo, il voto semplice di Il voto reale è quello che ha per materia
castità è impedimento a quel sagramen- persone straniere o cose che sono fuori
lo, il solenne lo rende nullo e criminoso. di noi,come sono beni temporali. Io i

La promessa di Sposalizio [F'.) non è prometto a Dio di mandare una persona


impedimento a' voti religiosi, solenni o 8 visitare la tomba di s. Pietro a Roma,
semplici. Parlando del Religioso, dissi di s. Giacomo a Coinposlellaj gli pi'o*
con s. Tommaso: i voti religiosi perpetui metto di fabbricare una chiesa, di far
formano lo stato di perfezione, ed in un'elemosina, ec: ecco i voti reali. Il volo
quell'articolo riportai i relativi canoni misto è quello ch'è reale e personale a
de' concilii. Voti diconsi pure quelli che utitempo, e che ha per materia le no-
sì fanno nello Sposalizio, nel contrarre stre persone, azioni e beni. Io faccio voto
il Matrimonio {f^'), e quelli pure della d'andar a visitare la tomba di s. Pietro,
J^edova [F.) e del Fedovo nel rimari- e di farvi un'oderta, sìa pure del genere
tarsi. Dichiarò il concilio di Roueo del del Fotoo Tabella Foliva[F.) : ecco uà
1072 : »> Quegli la ha preso
cui moglie voto misto. Inoltre il voto si divizie ezian-
il velo religioso (s'intende, col consenso dio in voto perfetto, che dura tutta la
del marito), non potrà maritarsi, lei vi- vita, come
il voto perpetuo di castità, ed

vente ".Differenti sono le specie dLe'voli, in votoche dura soltanto per un deter-
poiché il voto sì divìde in semplice e so- minato tempo, come il voto per mante-
lenne. Il voto semplice è quello che si fa nere la castità pel corso d'un mese o di
senza le solennità prescritte dalia Chiesa, un anno, ec. Il voto sì divide ancora ia
come il voto del Digiuno, della Preghie- voto assoluto, che assolutamente e si fa
ra, di far V Elemosina, di mantenere il che non dipende da alcuna condizione,
Celibato (/'.) e la continenza ec. Il voto ed in voto condizionale che non si fa che
solenne è quello che si fa per Focazione a determinate condizioni. Io faccio voto
(/^.) allo stato religioso e col quale una puramente e semplicemente di dare 100
persona sì consagra a Dio colie solennità scudi a'poveri: ecco un volo assoluto. Io
prescritte dalla Chiesa, mediante la Fé- faccio voto di dare 100 scudi a'poveri se
slizione (/^.) religiosa , o ricevimento ricupero la salute, se guadagno una cau-
del Felo (r.) della Fergine (F.), nella sa, ec. : ecco un voto condizionale. 11 voto
Professione [F.) del Religioso {F.) e del- si divide eziandio in voto morale e in voto
ia Religiosa (F.). Non vi sono che due penale. 11 voto morale è quello che sì fa
scile di voli soleuui. 11 i," è quando si per amore e per motivi della virtù, il
OT VOX 113
vofo j>cnale è quello che si fa per puuìrsi tica della religione degli ebrei e de' cri-
d'un (Jelillo che sì ha commesso, o che stiani. Se ne trova menzione in innume-
si avrà la ilisgrazìa di commettere in av- revoli passi della s. Scrittura; e s. Basilio,
Tenire. Io faccio voto di digiunare per s.Girolamo, s. Agostino, e tutti più il- i

aver giurato o se avrò la disgrazia di giu> luminati scrittori della primitiva Chie&j,
rare in seguito: ecco un volo penale. La non lasciano alcuu dubbio sull'antichilà
materia è il soggetto del voto e la cosa di quest'uso; così pure i più antichi con-
stessa di cui si può far voto. Ora molte ciliì, che pronunziano delle pene severe
condizioni sono necessarie perchè una co- contro coloro i quali hanno violato i loro
sa sia materia di voto. Bisogna che questa voti, come il concilio di Cartagine del
cosa sia possihile, poiché niuuo è obbli- 2 53, e quello d'Elvira del 3 1 3. Esclamò
gato all'impossibile, nel qual caso il voto s. Agostino: Fortunata necessità, che ob-
è assolutamente nullo. Che se si fa voto bliga a quanto vi ha di migliore e di più

d'una cosa in parte possibile e in parte perfetto. E' incontrastabile l'obbligazio-


impossibile, si deve adempiere alla parte ne de' voti. 11 voto obbliga assai stretta-
del volo che gli è possibile, quando può mente; ed è un'eresia ildire che non
separarsi dall'altra impossibile. Non si obbliga. Disse RIosè nel Deuteronomio
può far volo d'una cosa indilFerente. per- quanto già ricordai. E il Profeta nel Sal-
chè un tale voto sarebbe vano, superfluo mo 75: JFale de'voti al Signore, ed adem-
e incapace d'onorare Dio e di piacergli. pite a ciòche avete promesso. Scrisse s.
La materia del voto non deve esser ille- Agostino ad Armentario: Perché voi a-
cita o cattiva, giacché una tal cosa non vete fatto voto, voi vi siete obbligato, e
può onorare Dio, e perché, come già dissi, non vi è più permesso di fare il contra-
il volo è essenzialmente una promessa di rio. Ma
che bisogno avvi di autorità? Se
un miglior bene. La materia del voto non la promessa fatta ad un uomo obbliga,

può esser d'una cosa talmente necessaria, quanto più stretto è l'obbligo d'una pro-
che non sia in nostro potere l'evitarla. messa fatta a Dio! 11 voto obbliga dun-
Quanto alle persone capaci di fare de' que. Sotto pena di peccato mortale in ma-
voti, è necessario e anche sufTiciente d'aver teria grave, e sotto pena di peccato ve-
l'uso della ragione per (are un voto che niale in materie leggiere, perchè non è
sia valido, e ne consegue che gl'insensati, allora che un'infedeltà leggiera, che non
gli ubbriachi, ed i privi dell'uso lìbero contiene se non un'ingiuria leggiera ver-
della ragione, sono incapaci di far de' so Dio. Si pecca pertanto mortalmente,
voti. Basta aver l'uso della ragione, per quando non si adempie ad un voto che
sapere in che s'impegna, e per volersi im- si è fatto in materia grave e importante.
pegnare liberamente. Quindi tutti i voli Chiamasi materia grave, quando riguar-
semplici sono validi, quando sono fatti da l'onore che ne deriva a Dio, od a van-
da persone che hanno l'uso della ragione. taggio del prossimo; di modo che se
I voti sono buoni e raerilorii. Sono atti (juest'onore o questo vantaggio sono con-
di religione egualmente gradili e gloriosi siderabili, la violazione del voto è pecca-
a Dio, cui s'impegna a servire più per- lo mortale. Si è obbligati ad adempiere
fettamente e con una più gran dipenden- i voti falli per un timor grave che deriva
za; poiché tale è il (ine del voto. Kon vi da una causa naturale e interna, come il
è nulla di più proprio quanto il legame timore della morte prodotto da una ma-
del volo per indebolir la cupidigia, au- lattia, il timore d'un naufragio prodotto
mentar la carità, e giungere ben tosto da una tempesta, il timore dell'inferno
alla peifezione dell'amor divino. E' per prodotto dal conoscere i propri peccali
ciò che la pratica de' voli oou è lueuo au- e dalla giustizia di Dio. Questi liuiori
ia4 VOX VOT
prodollì eia cause naturali o interne, non non si può adempire senza peccato o sen-
rendono voti nulli e invalidi. Lo decise
i za pericolo della vita, dell'onore, delle
Papa Innocenzo 111: Can. Sicut vobis, de sostanze, o di qualche allro considerevole
JRcgtUar.Ma non vi è obbligo d'osservare interesse; e quando la cosa promessa è
ì voli fatti per un timore grave, die de- considerala come moralmente cambiata.
riva da una causa estrinseca e libera, co- 2." Colui che ha fatto un voto può com-
me quella che un padre cagiona alla sua mutarlo di sua sola autorità in altro mi»
figlia minacciando d'ucciderla, se non gliore, e più proprio alla salvezza di chi

abbraccia lo stato religioso. Questa sorta lo fece, poiché non è il migliore il più
di timori annulla voti, quando essa è
i eccellente e nobile, ma quello ch'è più
grave ed ingiusta, e non quando essa è conveniente alla salvezza. Il cambiamen-
leggiera e giusta. Devonsi adempiere i to però non può farsi in cosa di precetto.
voli dubbi, sia che il dubbio cada sulla Non si può cambiare ufi voto in altro
so<itanza, sia che cada sulla maniera del minore o eguale, senza l'autorità del su'
voto, perchè nel dubbio bisogna prender periore legittimo, ch'è quello il quale ac-
il partilo più sicuro. Il volo condizionale corda la dispensa. Ad un volo commutato
obbliga tosto che la condizione sussiste. coll'autorità del superiore si può ancora
Il volo personale deve esser adempito dal- sostituirvi 1° voto, coi consenso di chi
il

la persona stessa che lo ha fatto; e nel lo fece. La commutazione per essere le-

caso che non lo possa adempire da sé gittima suppone varie ragioni, cioè la
stessa, non è obbligata né a sostituire un gran didìcollà nell'adempimento del i.°

altro in sua vece, ne a sostituire un'altra voto, la leggerezza e il disordine quando


opera al suo volo. Il voto reale può adem- si fece, la fragilità di chi lo fece e il pe-
pirsi da un'altra persona, e co'beni d'una ricolo che non sia per violarlo, e tuttociò
persona estranea. E gli eredi di que'che che sembrerà ragione sufficiente, avuto
hanno fatto de' voli personali, non sono riguardo alle forze, allo stato e alla salute
obbligati ad adempirli, a meno che non della persona che ha fatto il voto, e alle
vi abbiano acconsentilo; ma sono obbli- altre circostanze. La 3.* causa o dispensa
gali ad adempire i voti reali, salvo però é la rilassazione di questo voto falla a
sempre la loro legittima, ed a norma e nome di Dio dal superiore legittimo, vale
in proporzione del valore dell'eredità. a dire da colui che ha la giurisdizione ec-
Vi sono 4 cause che fanno cessare l'ob- clesiastica nel foro esterno. E' sempre
bligazione de' voti, cioè il cambiamento stato permesso dispensare da'voti, per la
della moteria, la commutazione, la di- ragione ch'essi sono promesse d'un bene,
spensa, e l'irritazione. i.° Pel cambia- it quale poi per sopravvenute circostanze

mento di materia cessa l'obbligo del volo, non può adempiersi senza un male, ov-
quando quello è avvenuto nella cosa pro- vero senza oramellere un bene più im-
messa e in modo che coslitu-sca il voto poi tante e più pressante.E' necessario allo-
iti uno slato moralmente dillerente da ra o ch'egli sia interamente dispensato da I-
cui era prima della promessa che ne fu la sua promessa, o che il bene che avea
falla, sia in ragione della difficoltà so- promesso sia cambialo in altro compatibi-
pravvenuta, sia per altre circostanze. La le. Il potere di dispensare da'voti appartie-
ragione è che il volo dipende dall'inten- ne, i.°alPapain tuttala Chiesa; s.^a've-
zione di quello che lo fa, e che non ha scovi nelle loro diocesi^ cioè de' voli la cui
intenzione di far voto d'una cosa moral- dispensa non è riservala al i'apa;3.° a
mente mate*
differente da quella ch'è la quelli che hanno la giurisdizione episcopa-
ria attuale del suo volo. Ne consegue da le, come gli abbati ed i generali d'ordine
ciò, che un voto non obbliga quando per rapporto a'Ioro soggetti,! capitoli del-
VOT VOT 125
le cattedrali duraDte la vacanza delle sedi (F.), quella di Giacomo di Coropo-
s.

vescovili, i vicari generali ed i peniten- steila nella Spagna, ovvero di andare ia


zieri de' «escovi colia loro permissione. Terra Santa (L'annalista Daronio, anno
] voti la cui Dispensa [V.) è riservata al 1 95, n. 1 7, racconta. Per la Crociata di
1

Papa sono: i.° il voto di castità perpe- Terra Santa, Uberto arcivescovo di Can-
tua (Scrisse il vescovo Sarnelli, Lett. Ec- torbery si consigliò colla s. Sede, come
clesiastichey t. i, lett.' 34 : Se il voto portare dovesse co' Crocesignati, che
si

solenne di casula fatto per la professio- potendo soddisfare il voto dopo presa la
ne della religione, si possa rilassare. Croce, nondimeno si ritraevano di mar-
Conclude Papani dispensare posse su-
: ciare colla crociata, e perciò all' esecu*
per solemnivolo religionisfacto, ex gra- zione di esso. Ed il Papa Celestino 111

vissima necessitate. Aggiungerò, che nar- rispose agli uffìziali dell' arcivescovo di
ra il Rinaldi, Annali ecclesiastici, anno York: Che costringesse colle Pene eccle-
]202, n. y, aver decretato Innocenzo llf, siastiche a compiere il volo, que'che non
pel monastero di Subiaco, circa la f^'ita aveano alcun impedimento. Quanto poi
Canonica o comune, articolo che si ran- agli altri, che per povertà o debolezza di
noda col voto di povertà: » Non creda corpo, o altro giusto impedimento non
l'abbate sé poter dispensare con alcun potevano metterlo io esecuzione, gli or-
monaco nella proprietà, perchè il rifiu- dinò, che ingiungendo loro una compe-
tare la proprietà, si come altresì il custo- tente Penitenza, li lasciasse rimanere,
dire la castità, è talmente congiunto alla roa con obbligo di soddisfare al voto il

Regola monastica, che né anche il Som* più presto che potessero. Per ultimo di-
mo Pontefice può dar licenza contro di spose, che chi non avesse potuto per ca-
essa ". Per le quali ultime parole, con- gione d'infermità adempiere in modo al-

tinua il hinaldi, essendo nata fra gli au- cuno il suo voto in propria persona, vi

tori, che cita, sì teologi, e sì eziandio ca* mandasse a sue spese uno, o più per uà
nonisti, quella gran questione, se il voto anno, o per maggior spazio di tempo, ad
solenne di castità latto per la professio- arbitrio di esso arcivescovo). Intorno a
ne della religione si possa rilassare: » a che bisogna osservare che il voto di casti-
noi piace l'opinione più comune, la quale tà è riservalo al solo Papa soltanto quan-
dice potersi dal Romano Pontefice, con- do è perpetuo, assoluto e certo, e che an-
ciossiacosaché non s'arrechi ragione al* co quando ha le suddette condizioni pon-
cuna, che dimostri il contrario, né si dee no in alcuni casi i vescovi dispensare;
derogar in ninna cosa all'uulorilà della come la diflìcoltà di ricorrere al Papa;
Chiesa senza sufliciente ragione. Ma In- quando il voto è condizionale, e la con-
nocenzo 1 1 1 parla in questo luogo del mo- dizione non fu adempiuta; quando il vo-
naco, quale rimane obbligato per li 3
il to è fatto in pena d'una cosa futura, che
voti d' osservanza della vita comune e non é ancora succeduta. La ragione éche
monacale. Ma può alcuno di tal mona- il voto è riservato al solo Papa, se non
co, siccome dicono, divenire non mona- quando è perfetto ed assoluto, e che il

co, e allora gli sarà lecito di legarsi a Ma- volo quale dipende da una condizione
il

trimonio ". Le Dispense celebri, notale che non é ancora adempita, non é per-
io quell'articolo e riparlate a'relativi, ne fetto; ma subito che la condizione é a-
otFrouo gli esempi); 2.° il volo di entrare dempila, il voto è riservato perchè é as-
in un ordine approvato ;
3.° 4-° ^ 5.° il soluto e perfello. Finalmente qualunque
voto del sagro Pellegrinaggio (^.), co- votodi cui avvi un giusto motivo di dub-
me il visitare le tontbe degli Apostoli a bio se sia riservato al Papa, non gli è ri-

B.oina, chiamate Limina Apostoloruni servalo. K questa l'opioioue della mag-


126 VOT VOT
gior parte de'teologi. La dispensa de'voli tifici reservata sunt tria, cioè i sunnomi-
dev'esser fondata sopra qualche ragioue nati, e ne riporta la formola. A voto sini-

considerabile, senza di che sarebbe una plici Religionis absolutio. Absolutus a


dissipazione e una prevaricazione piut- voto siinplici Religionis tenetiir^ voto ces-
tosto che una dispensa, come disse s. sant causa. Fotis Religionis dilatio.Cunt
Bernardo, lib. De consideradone, e. 4» voto Religionis contrahens Matrimo-
e lib. De praecept. et dispetis., e. 5. Le niuni peccai. Fotis Religionis transgres-
ragioni principali che ponno fondare una sio.Li 3 voti religiosi sono l'essenza di
giusta dispensa del voto di castità, sono: ogni istituto Regolare {F.). Le antiche
i." per metter la pace nelle famiglie; 2." regole senza di essi non potevano rende-
per conservare una famiglia utile allo sta- re perfetti gli uomini; mancava l'essenza

to; 3.° per nutrire la persona che ha fatto di tali voti, e l'abnegazione di sé e delle
il voto, ovvero suo padre o sua madre; cose proprie, ed i Papi tulelarooo 1' os-
4.° la grande debolezza di quelli che han- servanza della Disciplina regolare (^.),
no fatto quel voto; 5.° la mancanza di colla provvidenlissima istituzione delle
sufficiente libertà ;
6." per il voto di re- Congregazioni Cardinalizie {F.). I voti
ligione, la somma diUìcoIlù di adempir- solenni anticamente non erano in usò
lo; 7." la difficoltà di salvarvisi a cagione fra' religiosi, come attesta Rodrigo, (fu.

del rilassamento che vi si è introdotto, od reg. t. 3, art. 2, dove dice: Cuniolini a-


il bene che si farà a restare nel mondo. pud priscos religiosos non essel in usu^
Dicesi secolarizzazione, quando uu reli- quippe quos sancta simplicitas et vere-
gioso riceve la dispensa di uscire dall'or- cundia salis in religione contineret j sed
dine in cui avea fatto voto di perseverare postea crescente honiinuni malitia ad
sino alla morte, e s'è ordinato, dal clero vitandani fraudem, fuisse introductam
regolare, passa ed entra a far parte del Synodo
( ìiujusinodi solemnilateni ) in
clero secolare. Ogni corporazione, che Romana^ sub Innocenlio II anno 3g. i 1

abbia una regola approvala, e sia canO' 11 p. d. Giuseppe Pozzo abbate ge-
del
nicamente autorizzata di professar voti nerale iÌQ Basiliani [F.) nel 1746 pub-
solenni, forma parte del clero regolare: blicò la vita del fondatore del suo ordine
in conseguenza monaci, religiosi mili-
i i s. Basilio, attribuendogli l'istituzione del-
tari, gli ospedalieri, i religiosi mendican- la che appartiene
vita cenobitica, pregio
ti, e gì' individui addetti a diverse con- a'ss.Antonio e Paconiio j di più pretese
gregazioni regolari, costituiscono il clero che 3 voti volle che professassero suoi i

regolare. Vi sono alcune corporazioni che religiosi, cioè povertà, castità e ubbidien-
non fanno voli solenni, ma tuttavia fan* za, non già limitate nel tempo, ma per-
no parte del clero regolare per natura petue nella durata della obbligazione.
del proprio istituto, ossia della propria Ma il Rodotà, Dell'origine del rito gre-
regola, che sebbene non mantenga sem- co in Italia, pubblicalo nel 1760, nel
pre gli slessi individui, conserva però la t. 2, p. le seg., volle esaminare 3 pro-
natura d'un istituto regolare per gì' in- Che la base della vera vita
posizioni. 1.°
dividui che ne fanno parte. Il p. Pletten- monastica religiosa sieno i voti pronun-
berg gesuita, Notilia Congregadonuni Che i monaci cenobiti non si
ziati. 1.°
et Tribunalium Ciiriae Romnnae, ragio- obbligavano con leggi strettamente ob-
na sui seguenti argomenti. Folis casti' bliganti in ordine alla povertà, castità e
talis cominnialio, et dispensatlo. Com- ubbidienza, avendo potuto sottrarsi dal-
muta tio voti simplicis caslitatis et Re- la direzione de'superiori e fare ritorno al
lìgìonis sìmul.Fola perrgrinaiionuni secolo, abbracciare altro stalo, e posse-
comniuliUio. Fola ptregrinationis Poti dere di molto. 3.° Che a s. Basilio si dee
VOT VOT 127
iscrivere ristituziooe cle'3 voli. Rispose il Io scopo e l'oggetto; cioè il tener lontani
Bodotà doUaoieDte e eoa critica a tulto, i monaci da qualunque ancorché rimoto
ma a me non è permesso che un gene- pericolo di mancare nell* adempimento
rico cenno.» Ninno ignora essere stata in dell'esercizio delle 3 indicate virtù. Di-
uso sino da'primi secoli per lungo tratto mostra s. Tommaso d'Aquino con invitti
di tempo la professione tacita, giudicata argomenti che le medesime formano l'es-
,

sempre d'egual valore che l'espressa. Chi senza e la natura del monacato, con cui
aspirava d'incamminarsi pel retto sentie- nulla ha di comune ogni altro voto, che
re, che conduceva alla perfezione cristia- loro si aggiunga. Onde la perpetua asti-
na, doveva principalmente scuotere da nenza da'cibi delle carni tra* Certosini^
sé que'Iegami che ne impedivano il voto, e da' latticini anche tra' Minimi, la re-

e sono: 1' appetito del senso, il possedi- denzione degli schiavi tra'pp. della Mer»
mento de'beni, e il libero arbitrio della cede ec, siccome prendono il loro vigore
propria volontà: e indi soggettarsi all'e- dall'approvazione de' Sommi Pontefici,
sercizio delle tre virtù, povertà, castità e sono voti estrinseci al monacato nella sua
ubbidienza, reputale da'Padri tre acute natura considerato. Questa verità è cosi
lance, onde l'uomo religioso riportando conosciuta, e da valentissinu uomini di-
gloriosa vittoria sopra 3 vizi o imper»
i mostrata, che non è d'uopo fermarvisi a
fezioni, le quali tengono l'animo umano svilupparla. Si potrà leggere il Bivario,
separato da Dio, a lui perfettamente l'u- De velcri Iflonacatu, dove ha raccolto
niva. Con queste 3 viitu egli consagra- con gran diligenza le testimonianze dei
va d'una maniera perfetta, tuttociò che Padri, per farci comprendere lale esser
principalmente possedeva, e l'offriva qua- l'uso costante della Chiesa. » Forse per-
si olocausto; cioè V animo ^ per mezzo chè non fanno l'espresso voto di castità
dell'ubbidienza, onde si soggetta alla vo- nella lor professione i Certosini, né i Citi-
lontà del superiore; il corpo, per mezzo niaciensi, né iCamaldolesi, né Cistcr- i

della castità, per cui rinunzia a' piaceri ciensi, né i Canonici Regolari, saraniìo
del senso ; e i beni leinporali, per la po- eglino liberi ed esenti dai medesimo? No
vertà, mediante la conforma alla
quale si certamente, perchè ha forza e vigore la
vita del divino Redentore
(
quanto alla tacita professione, quanto l'espressa ". A
Questione celebre, ragionai a' suoi luo- comprosrare la sussistenza e lealtà deU
ghi). Quindi, il fondamento della mona- l'antico stato regolare, ancorché non fos*
cale disciplina sovente ripetuto a'monaci se accompagnata dall'espressa professio-
da'Ioro moderatori, era il consiglio dato ne, conviene rivolgersi al rito del ricevi-
da Gesù Cristo colle parole: Sivisper- mento alla che ne'primiti vi
vita religiosa,
feclus esse, vade et vende omnia quae tempi si Mancandosi di legit-
praticava.
habes, et da pauperibus, et veni, se- timi monumenti della forma precisa del-
quere me. INell' antiche regole monasti> la professione, si può credere che fosse
che non si ravvisa verun vestigio della conforme alla semplicità de'primi secoli,
professione espressa di queste 3 virtù ; e priva di quelle solennità, le quali furo-
poiché non poteva il novello candidato no introdotte nel correr degli anni, affine
offrirsi ai monacato, e non promettere d'eccitare nella mente del novizio l'ob-
nel tempo slesso con volo a Dio l'adem- bligazione strettissima, che contrae eoa
pimento di esse essenzialmente annesse al Dio, e col suo ordine o congregazione re-
nuovo genere di vita che abbracciava. ligiosa, alla quale si offre; ed affinchè pos-
Erano ben vero mezzi valevoli all'osser- sa la sua incostanza nell'mtrapresa car-
vanza di quelle, le varie regole in diversi riera essere egualmente con vinta di reato
mona^leri prescritte, delle quali uuo era di fellonia. CoatiQuaado i novizi a por-
128 vox VOT
fare le divise secolaresche nel lempodel piti chiara e manifesta questa verità, non
loro esperimento, il solo caoibiaitienlo solamente le peoe^ alle quali i superio-
di quelle nell'abito penitente monacale, ri soggettavano coloro, che procuravano
era riputato un manifesto indizio della soltrariii dal monacato; ma ancora la co-

volontà del novello candidato, di sogget- mune opinione del reato di sacrilegio, cui
tarsi alle lei^gi del monastico istituto, di giudicavasi incorso chi dalla monacai di-

aggregarsi stabilmente all'assemblea de' sciplina si restituiva al secolo, quindi o-


monaci, di non voler allontanarsi dal mo- diali da tulli e reputali apostati. Ciò pro-
nastero, e di rinunziare a'dirilli clie go- veniva primieramente dall'idea univer-
deva sui beni temporali, non che alla sale, che tulli formavano della trasgres-
libertà di contrarre il matrimonio, ed al sione del voto implicito, che commetteva
pieno esercizio della propria volontà; fa- colui il quale l'ubilo monastico depone-
cendone all'Altissimo con rigoroso voto va. Proveniva altresì dalla venerazione,

un perfetto sagriGzio. Con questi e simili con cui tutti riguardavano le ve-
i fedeli

alti estrinseci trasferiva al superiore del sti chiamandole Angelica Ve-


religiose,
monastero la |)odeslà sopra di sé slesso, slis, AngeLicus Abitus. IVon solo non fu
afline di poter legitlimamente esser a- mai lecito di rigettarle, ma quelli che per
stretto col rigor delle pene all'osservanza divozione l'assunsero nell'uderrailà, de-
delle cose delle. Vev veri monaci sono nominali monaci ad succurrendufnjdo-
slati riconosciuti tulli coloro, che hanno yeUevonleaevìese si ristabilirono iu salu-
battuto (juesto senlìere, e si sono consa- te; altri si vollero vestire da religiosi nel
grati a Dìo colla tacita professione ; e lati morire, e con tali abiti esser sepolti, don-
ancora li forma della loto vi-
dimostra In de derivò l'uso ancor vigente di voler esser
ta descrilla da gravissimi autori. Impe- condotti alla sepoltura con tali vesti. Con-
rocché lo spogliarsi ch'essi facevano di clude il Rodotà: Che il monacaloinnanzi
lutti i loro beoi, l'abbandono della pro- s. Basilio non fu uno sterile titolo nella

pria casa, de'genitori, parenti e amici, e Chiesa. Quel santo insinuò a' monaci la
tutte le cure del secolo : il ritirarsi in luo- povertà, la castità e rubbienza,e lo stretto
ghi deserti, lontani dalle città, sotto la dovere d'osservarle; ma non per questo
direzione d'un superiore; l'abitare in di- egli fu l'autore de'3 voli pronunziali. Sol-
stinte celle; il cantare ogni di le lodi del tanto pare ch'egli non restasse appieno
Signore; l'applicarsi nel rimanente del conlento della professione tacila, ma che
giorno alle lezioni delle sagre Srillure, e richiedesse una solenne e pubblica dichia-
alla contemplazione delle cose celesti; il razione del candidalo, aiTme di convin-
prolungar de' digiuni sino al tramontar cerlo se diveniva contumace. Profondo
tlel sole; il passare tulio il giorno senza silenzio si osserva nell' altre regole dei
gustare alcun cibo; e nnaimente l'osser- Padri susseguenti a s. Basilio; a riserva
vare perpetua sono lulte cose che
castità; della regola di Benedello nel declinar
s.

una forma perfetta della monastica di- del V secolo, in cui olire al volo della
sciplina a tutti chiarauienle esprimono costante permanenza nel monacalo, s'e-
e palesano. Le tante decretali de'Papi lo sprime l'ubbidienza 5ecu/^i/lt/M regulani^
comprovano, i quali colle massime della concepita a Subiaco e pubblicata a Moti'
tacita professionesisono regolali nella de- le Cassino. Quindi è, che il p. Bivario,
cisione delle controversie nate sopra la il Wan Espen e il p. Ilelyol, non senza
validità delle professioni monastiche. Non gravissime congetture e ragioni, si sono
alliimcnli professarono il monastico isti- dati a credere doversi riconoscere per
tuto i primi corifei del monacato s. An- autore dell' esplicita professione de' Ire
tonio, s. Pucomiu e s. Basilio. Keudono voli s. Francesco d'Àsisi, islilulore del-
VOI VOX lag
l'ordine Francescano (A'.), ne'primordi ciascun abbate prestava io mano del Ve-
del secolo XIII, da cui hanno successiva- scovo {F.). Decretò il concilio di Sens
mente tratte le loro direzioni gli altri del i52$. » I voti monastici non essen-

istitutori degli Ordini Religiosi. Ecco in do contrari alla libertà cristiana, e non
lireve il progresso della Disciplina rego- essendo mai uno più grande d'allora che
lare del Monaco, secondo il Rodotà. Si la tirannia della carne essendo repressa,
deve a s. /Antonio la lode d'aver contri- il corpo è soggetto al giogo di Gesù Cri-
buito alla perfezione della vita dt'Ceno- sto, il concilio dichiara, che
i voti sono
bili ( istituita da s. Paolo primo eremi- d' obbligo, e condanna
pene fulmi- alle
ta, come può vedersi al suo articolo), pro- nate da'canoni quelli che iusegnano,ch'è
pagala in Egitto da'suoi discepoli, e di- permesso violarli". I voli religiosi sono
latala nella Palestina da s. llariont altro indissolubili per diritto naturale; lo stesso
suo seguace. Devesi a s. Pacomio la glo- intervenire per diritto diviao: così sentì
ria d'averla stabilita coll'unione di molli la Chiesa in tutti tempi, testimone s.
i

Monasteri, ciascuno de'quali era sogget- Cipriano nel suo Trattato alle Fergini;
to al proprio superiore, e tulli del pari il voto solenne di castità pronunzialo da'

ad un solo abbate generale; siccome al- claustrali nel consagrarsi a Dio, esser ac-

tresì d'averla ampliata nell'alta Tebaide. cettato pubblicamente da Dio, essendo-


Devesi in fine a s. Basilio il pregio, non ché lo accetta la Chiesa rappresentante
già d'aver introdotta la Fila comune re- di Dio quaggiù sulla terra ; tutta la Chie-
golala, ma d'averla condotta ad un'alta sa è interessata nel mantenere la perpe-
perfezione, colle sue santissime e savissi- tuità e indissolubilità, come appunto la

me costituzioni, e d'averla meglio stabi- civile società é interessata perTadempi-

lita; essendo stato il primo a far parola mento de'patti solenni e pubblici. I clau-
della professione esplicita. Sotto di lui se- stralij ancorché secolarizzati, non ponno
guirono i maggiori avanzamenti del mo- esser dispensati dal volo di castità, e rari
nachismo, per essere stata la sua Regola, sono gli esempi di sitFatte dispense, per
come quella eh' era un chiaro e pieno casi di gravissima e straordinaria impor^
compendio della morale evangelica, ab- tanza. Fu sempre male gravissimo l'e-
bracciata dalla maggior parte de' disce sporre al pericolo di trasgredire il voto
poli di s. Antonio, di s. Pacomio e di a- di castità tanti infelici, prima ritratti nel-
• tri antichi Padri del deserto. Con questi la quiete del chiostro, e poi da' governi
modelli esemplari, derivarono gl'islituli invasori o nemici degli ordini regolari
àe Religiosi e delle FerginiA\ qualunque gìtiati per violenta espulsione nelle fauci
istituto. Si poono vedere ricordali ar- i dell' ingannevole Cariddi, ch'é il mon-
ticoli, per analoghe nozioni e dilucida- do, precipuamente per la rapace avidità
zioni sui tre voti religiosi. Notai altrove di empiamente dilapidare il patrimonio
denominazione di Ch'
la distinzione della santo di Dio e de'poveri; levando così il

ro secolare e Clero regolare, anche di pane all'indigenza, 1' asilo alla virtù, l'o-
Vita comune, che tale distmzione derivò nore alla santità della monastica vita, che
da que'del clero che fanno voti solenni. nella professione religiosa a dimostrare
Ne' primi secoli della Chiesa, i Monaci l'abbandono del mondo, cambia il No-
per principio d' umiltà erano sotto la me, e non tutti religiosi e religiose pon-
i

piena giurisdizione episcopale, ed un re- 00 assumerne di propria volontà l'al-


siduo sussisteva all'epoca d' Onorio III tro, poiché è loro imposto da' superio-
del 1216, poiché tal Papa die'agli abbati ri, secondo le regole dell' istituto, di che

cistcrciensi una formola dove vi è la pro- ragiona l'opera citata nel voi. XLYIII,
fessione di ubbidienza e soggezione, che p. 90, e Gio. Enrico Sluss, De mutaùonc
VOL. CUI.
i3o VÓT VO T
nominutn sacra, Golhae 17 35. Contro modo siano stati acquistati; ma questi
que' governi secolari che aibitiaiooo di beni saranno subito messi in mano de'su-
cosli'ingeie gl'individui d'ambo i sessi a periori, e incorporati al convento. I su*
non polei' einelleie i voti solenni e per- periori permetteranno a'privati l'uso de'

petui di religione io alcun monastero o mobili, in guisa però, che tutto corri-
congregazione, se non aìVElà di 21 an- sponda allo stalo di povertà da loro vo-
no compiuto, coniecbè cosa opposta alla tata; e che non abbiano niente di super-
disciplina della Cbiesa alla quale soltanto fluo; ma che niente poi manchi loro del
spetta il determinarlo, pubblicò VOsser- necessario". 11 volo di povertà obbliga
valore Romano del 1 85 1 col. n. 82 un e- non solo in proprio, ma anche ad aver
rudito articolo, in cui si prende in rasse- nulla pel proprio uso, anco col permesso
gna la diversa disciplina della Chiesa, de' superiori, che sia vano o superfluo, o
finché il concilio di Trento, sess. 25, cap. ricco, e poco conforme alla modestia e
i5, de Reformatione, pose in sodo que- alla semplicità dello slato religioso. Dalle
stopunto di disciplina col decretare:» In disposizioni del concilio di Trento, ne de-
quanto che sia religione d* uomini e di rivano le seguenti conseguenze. Di pec«
donne, non si faccia professione avanti care contro il voto della povertà religiosa
l'anno decimosesto compiuto; ne sia li- col ricevere, ritenere, consumare, distrug-

cenzialo a professare chi un anno almeno gere, cambiare, prestare, alienare una co»
non abbia durato novizio ". Il i." dovere sa temporale, valutabile a prezzo di de-
d' un Rflì'gìoso e d' una Religiosa, è la naro, senza il permesso del superiore, es*
stabilità dell'ordine in cuiha fatto pro- sendo questi altrettanti atti di proprietà.
fessione. Il 2." loro dovere è 1' adempi- Lo che un religioso
stesso dicasi dell'uso

mento esatto de'3 voti di castità, povertà d'una cosa, o d'un debito ch'egli
faces.«e

e ubbidienza. Diversi istituti aggiungo- rimettesse senza il permesso del suo su-
no altri particolari voti, che descrissi ài periore. Egli è anche un peccare mortal-
loro artìcoli. Il voto di castità consiste in mente contro il voto di povertà e con*
un voto fatto a Dio
da ogni di astenersi tro la giustizia, l'acquistare senza il per-
piacere carnale, tanto nel matrimonio che messo del superiore e senza una vera ne-
fuori. Da ciò ne consegue che quello ch'è cessità cibi o bevande in tale quantità
peccato contro la castità in un laico, di- che basti per commettere un peccal(Jmor-
viene, di più un Sacrilegio (f''.), e per tale. Egli è peccare contro il voto di pò*
conseguenza un doppio peccato, in un re verta, il non conservare con cura le cose
ligioso o religiosa. Lo slato di f^'^ergine è che sono accoidate per uso proprio, o
il più perfetto di tulli. In quell'aiiicolo farle servire ad usi diversi da quelli pe'
riparlai degli altri stali, de'voti religiosi quali esse sono accordate, o distaccarne
e dell' età in cui si ponno emelteie. Il una parte per darla o impiegarla altri-
volo di povertà non toglie che i religiosi menti, o di nasconderle perchè il supe-
non possano possedere beni i in comune, riore non ne faccia richiesta, il lagnarsi
ma soltanto in particolare, come fu de- quando ne fa domanda. Egli è peccare
ciso dal concilio di Trento, sess. 25 de contro la povertà il portare abiti troppo
Regularihus 2 e 3. 11 quale inoltre de- fini e di gran valore, l'aver delle suppel-
cretò nella stessa sess. Dec.de Rcforiiia- lettili preziose, vasellame d' oro e ti' ar-
ti ne y 2.» Non sarà permesso
caj^. i e gento ec. E peccato contro la povertà il
a nessun regolare dell' uno e dell' altro giuocar denaro, e il dare de'pranzi son«
sesso, di tenere ne di possedere in pro- tuosì, o il fare qualsiasi altra spesa inu-
prietà nessun bene, mobile e imoicbìle, tile. Gli abbati e altri superiori maggiori
di qualsivoglia natura, e iu qualunque souo tenuti al volo di povertà come seni*
V OT VOX x3c
plici religiosi, in tuUociò che non è ne- ze, n^W Appendice sono quelle per le
vi

cessario al loro stato, perchè essi non persone religiose de'due sessi, pel giorno
hanno altri privilegi che di essere i pri- di loro vestizione e professione, in altri
mi e principali dispensatori de' beni co- tempi e circostanze, ed in articulo mor'
ninni. In molti istituti il voto di povertà tis. L'irritazione d'un voto è l'annulla-

si deve spiegare secondo la regola, ed in- mento che ne fa colui il quale ha potere
oltre furono modl6cati i rigori dei voto sulla persona che vi si è impegnata, e per
di povertà dalle costituzioni apostoliche, conseguenza irritare un voto significa ren-
e individualmente da pontifìcii indulti. derlo nullo, e fare in modo che non sia
Il voto d' ubbidienza obbliga i religiosi obbligata ad adempirlo; ciò che accade
ad ubbidire a'Ioro superiori in ciò ch'es- tutte le volte che la persona, il di cui con-
si comandano di giusto e di ragionevole; senso è necessario per la validità d' un
giacché se essi ordinassero alcunché di voto, ricusa tale consenso. Si distinguono
contrario alla legge divina, gì' inferiori due sorta d' irritazioni, 1' una propria e
dovrebbero allora preferite il precetto di- diretta, l'altra impropriaeindiretta. L'ir-
vino a quello degli uomini. 11 voto d'ub- ritazione diretta è l'annullamento d'uà
bidienza devesi altresì spiegare secondo voto fatto dalla persona che ha un pote-
la regola e le costituzioni dell'ordine che re di padrone sulla persona di colui che
si è abbracciato, e secondo le bolle de'Pa- ha fatto il voto, come un padre sulla per-
pi.Dal che ne consegue, che non si po- sona di suo figlio impubere, o sulla ma-
trebbe costringere una religiosa in forza teria del voto, come un superiore sui be-
del suo voto d'ubbidienza ad abbando- ni del monastero che un religioso avesse
nare il suo monastero per recarsi iu un fatto voto di regalare o distribuire a'po*
altro in qualità di superiora, perchè la veri. L'irritazione indiretta non è pro-
bolla d' Urbano Vili ordina che quando priamente l'annullamento, ma piuttosto
si una religiosa dal suo monastero
leverà la sospensione d' un voto fatto da colui
per mandarla a governare un altro, ciò che ha una certa autorità sulla persona
verrà fatto liberamente, cioè il trasferi- che fece il voto, di modo che il voto non
mento avrà luogo quando essa vi accon- può adempirsi, senza pregiudicare il di-
senta. Altro dovere de'religiosi è l'osser- ritto di coluiche ha la detta autorità.
vanza della regola e delle costituzioni; Ciò che accade per esempio, quando un
ma quest'obbligo non è eguale a quello principe temporale o spirituale comanda
de' voti, sì perchè 3 voti solenni sono
i una cosa incompatibile coll'adempimea-
dell'essenza della religione, quanto per- to del voto. Vi sono due differenze prin-
che le regole e le costituzioni di piolli cipali tra l'irritazione diretta e l'irrita-
ordini religiosi non tutte obbligano sotto zione indiretta. La i* differenza è che
pena di peccalo, tranne il caso di scan- l'irritazione diretta eslingue interamente
dalo e di disprezzo. Dovendo accennare il voto, di modo che non può rivivere,
le cause della dispensa de' voti, era in- anco col consenso di colui che 1* irritò,
trinseco dare un'idea in che consisto- tranne se quello che lo fece il rinnovi;
no i voti religiosi, colla breve esaurita quando invece l'irritazione indiretta non
digressione, altra causa della dispensa es- fa che sospendere il voto, abbenchè possa
sendo l'irritazione. Scrisse fr. Giuseppe succedere per accidente che questa so-
Renalo, De' tre i'Oli de'religiosi e delle spensione sussista per lutto il corso della
religiose, dialoghi, Ferrara i794- Ab- vita di chi ha fallo il volo. La 2.' diffe-

biamo la Dissertazione sopra i voti in renza che trovasi fra l'irritazione diretta
generale e sopra i voti solenni, Parigi e l'indiretta, consiste in ciò che l'irrita-

1 Nella Raccolta delle ss. liidulgen- zione diretta 0OD appaLlieue lutto al più
77 1 .
i32 VOT VOT
che a'pailt'i relativamente a'ioi-o figli, ai sufTicienle cognizione, prima dell'eia de!*
supeiioii monastici riguardo a'Ioro reli- la pubertà, per conoscere la natura egli
giosi, olle persone oiaritale reciprocaineu- impegni de' voli. Ma i genitori ponno ir-
te le une verso le altre; mentre invece ritare i voli de'loro figli, quando questi
l'irritazione indiretta appartiene: i.' a voli furono falli prima dell'età della pu-
quelli che hanno una giurisdizione tem- berta, e quando essi hanno lasciato giun-
porale sugli altri; 2.' a quelli che hanno gere I' età della pubertà senza irritarli ?
il cooaandare agli altri, benché
diritto di 1 teologi sono Ira loro di parere diverso
non abbiano sopra di essi una giurisdi- intorno a questa dilficollà ; che perciò nel
zione propriamente a lutto rigore; 3.* a dubbio bisogna aggiungere all' ìrritazio*

quelli che, sebbene abbiano un potere ne de'genitori la dispensa del superiore


dispotico sugli altri, non vogliono irrita- ecclesiastico. I genitori non hanno il di»
re, ma solamente sospendere il voto, op- ritto d' irritare i voli personali de' loro
pure che comandano una cosa incompati- figli puberi, a menu che questi voti non
bile col voto senza conoscerlo. L' irrita- siano pregiudizievoli alla podestà de'ge*
zione propria e diretta non esige alcuna nitori stessi, cioè al buon ordine e al buon
ragione per essere valida, perchè il voto governo della casa. La ragione èchequan^
suppone necessariamente la condizione do un figlio è giunto all'età della puber-
tacita del consenso del superiore, e quan tà è padrone di sé stesso in ciò che ri-
do questo consenso abbia a mancare, l'ob- guarda la sua persona,come la scella d'uno
bligazione del voto cade da sé stessa. Non - stato di vita, in rapporto alla religione e
dimeno l'irritazione d'un voto che si fa al matrimonio. Ne deriva da ciò: ." che i

senza alcuna ragione, non anderà ordi- un padre non può irritare il voto che fa-
nariamente esente da peccalo veniale, e rebbe un figlio pubere di nj-intenere la ca-
talvolta mortale, per parte di quel su- stità perpetua, di abbracciare lo sialo ec-
periore che irriterà senz' alcuna ragione clesiastico o religioso, secondo la propria
il voto del suo inferiore. La ragione è che invocazione, d'imporsi qualche penitenza
l'irritazione deve t-sser saggia e pruden- moderata, come il digiuno, le preghiere,
te, eh' essa deve riferirsi a Dio, e che i ec. ;che un padre può irritare voti
2.° i

superiori non devono impedire temera- reali de' suoi figli ancora puberi, come
viamente a'Ioro inferiori di attaccarsi a di far limosine co'beni della casa, ed vo- i

Dio più fortemente e piti strettamente in ti personali che sarebbero pregiudizievoli

cose che non sono punto pregiudizievoli alla patria pod^eslà, come il voto di fare
a'superiori. Ora, l'irritazione d'un voto un lungo pellegrinaggio, quand'anche
che si facesse senz* alcuna ragione, nop fosse questo a spese d'altri, oppure il vo-
è he saggia uè prudente; essa distoglie to di fare de' digiuni o qualunque altra
dal servizio di Dio, essa dunque non è cosa penosa, che fosse incompatibile col-
esente d'ordinario da peccato veniale, né r andamento ordinario della casa, o coi
da peccato mortale in certi casi, in cui il servigiche figli devono a'Ioro genito-
i

volo forse contribuirebbe assaissimo alla ri; 3." che i genitori non ponno irritare
gloria di Dio, oppure sarebbe necessario. i voli anche reali de'loro figli puberi,
Un padre ha diritto d'irritare tulli i voli, quando hanno per materia que'be-
i voli
reali, personali o misti de'propri figli im- ni de'quali figli hanno l'utile e diretto
i

puberi, non eccettuato il voto d'abbrac- domìnio, cioè di quelli di cui figli han- i

ciar lo stato ecclesiastico; così


può farlo no r uso e la proprietà; 4-° che geni- i

chi tiene luogo di padre, comeìl tutore, tori ponno irritare voti de'loro figli im- i

e la madre, quand'anche non fosse tu- puberi, sebbene figli slessi, quando fe<i

Irice. La ragione è che figli non hanDo


i cero que'voti abbiano avuto l'iulenzicoe
V OT VOT i33
di non adempirli che dopo la morie ilei legge divina o umana. Ne'dubbi, devesi
loro genitori, oppure quando essi mede- consultare un uomo illuminato, saggio,
simi fossero emancipati; eccettualo il ca- prudente, cristiano, zelante, e rispettar
so però in cui i detti voti fossero stati la sua decisione. Parlando de Sagrarnen-

confermati da'genitori o da'fìgli dopo l'e- li\ feci parola della lettera del Sarnelli:

tà della pubertà; 5." che i genitori non De ss. Sagramenli, che ponno riceversi

ponno irritare i voti quando furono fatti in Voto, non avendosi in re.
dopo l'età delia pubertà. I superiori mo- VOTO o TABELLA o TAVOLET-
nastici hanno lì diritto d'irritare tutti 1 TA VOTIVA, rotunt, Tabula vd Ta-
voti de' loro inferiori nelle materie sot- bella votiva, Donarinni. Immagine di
tomesse alta loro autorità, ma non in legno o di tela dipinta, d'argento o altro
quelle che non vi sono sottomesse, come metallo in rilievo, oblazione rappresen-
il voto di passare in un altro ordine più tativa, che in segno di ollerta promessa
austero, perchè non hanno diritto d'impe- con volo, ed a scioglimento di esso, si at-
dire un più gran bene. E siccome il po- tacca nelle chiese, ne'sanluarii, nelle cap-
tere d' irritare voti, che appartiene al
i pelle, negli altari presso qualche ss. Im-
padre riguardo a'Ioro (Igli, ed a'padroni magine. Questi voti ordinariamente si

riguardo a'Ioro inferiori, è fondalo sid appendono per grazie ricevute da Dio,
diritto naturale, da ciò ne conseg'je che per l'intercessione e pe' meriti della B.
i genitori ed padroni, ancorché infedeli,
i Vergine o de'Santi; e talvolta per obla-
poono irritare i voti de'Ioro figli e de'lo- zione e donativo divozionale, per osse-
ro servi. Le persone maritale non hanno quio e venerazione verso medesimi. la
ì

diritto d* irritate reciprocamente voti i breve, è un testimonio pubblico di gra-


dell'une e dell' altre, quando i voti non titudine, o di speciale divozione verso le
sono pregiudizievoli al bene della fami- ss.Immagini, che serve di salutare ecci*
glia o al loro proprio bene reciproca- lamento a domandar grazie: pia e fer-
mente, perchè questo diritto non è fon- vorosi pratica, che l'autorità e la sapien-
dato uè stdl' autorità né sulla ragione. za della Chiesa cattolica ha sempre ap-
Laonde una moglie senza il permesso del provato, il che viene provalo dalla storia,
marito, ed un marito senza il permesso massime de' tSrt/ife/rtm e delle ss. Imma-
della moglie, può far voto di recitare al- gini miracolose, la quale mostra que-
cune orazioni, di fare qualche penitenza st'uso continuato fino e inclusive a'noslrì
leggera che non disturbi il buon ordine giorni, e la natura slessa della cosa, la
della casa, e che non impedisce loro di quale è ragionevolissima, nulla essendo
adempire a tulli i doveri del loro stato. più conforme a ragione e divozione, che
Le persone maritale ponno irritare re- testimoniare con monumenti esterni l'io-
ciprocamente voli le une dell'altre, que'
i terna riconoscenza per favori ricevuti, e
cioè che sarebbero pregiudizievoli o al coronare de' suoi trofei la potenza bene-
loro bene, o al proprio loro diritto, o al fica e ausiliatrice della ss. /^ergine e de'
bene della famiglia. Tali sono, per esem- Santi. L'Oblazione (f^.) di questi voli,
pio, i voli di castità, di portare l'abito originata dagli ebrei, e dagl'idolatri con
deMunghi digiuni, delle
religioso, di far superstizioni, venne adottata e santifica-
lunghe preghiere, de'Iunghi pellegrinag- ta da'crìstiaui.Noi chiamiamo Voti que-
gi, ec. Finalmente teologi e i canoni- i ste offerte che si appendono in omaggio

sti danno delle regole per l' interpreta- di pio e grato animo. I greci dall'appen-
zione de'voli. Questi avendo la natura e dersi o sospendersi, li denominano cou
la forza di una legge, bisogna adempirli vocabolo equivalente al latino siirsum,
nello slesso naodo che si adempie ad uoa ìu alto, perchè si solevano appendere ia
i34 VOT VOT
luogo eminente, o nelle colonne come sì Voto, e si dava ad esse quel nome, per-
praticava nel tempio di Delfo. I latini chè nella maggior parte erano accompa-
dissero il voto di oblazione, Donarium, gnali da qualche iscrizione, che finiva

Donum, Manns, sebbene propriamente con dette parole, ovvero V. S., Votum
/?o«rtrà/m significa il luogo dove appea- solvi, affine d' indicare che il donatore

devansi i doni, nondimeno 1' usarono a liberavasi dalla promessa fatta a qualche
significare il dono stesso offerto, Dona- divinità inun estremo pericolo, o anche
rla. Il votatore si disse latinamente J^o- per render pubblico un benefìcio rice-
vens, da P'olum vovere, far voto, e Votus^ vuto dalla bontà degli Dei. Coloro però
i>otum, promesso in voto. Anche presso eh' eransi salvati da un naufragio o da
gli antichi solevano esser questi doni in qualche altro grande pericolo, costuma-
riconoscenza di benefizi ricevuti, olh'en- vano di rappresentare in un quadro tutte
doli a' loro Idoli ne'tem'pli. Si facevano le loro disavventure: alcuni poi si servi-
anche ne'domestici lararii, specie di ora- vanodi quel quadro per muovere a com-
toni o cappelle domestiche presso ro- i passione que' che trovavano. sulla stra-
mani, destinale alenilo di Dei Lari o Pe- da: altri andavano a consagrare quelle
nali o particolari, Dei domestici o Genii tavolette nel tempio della Divinità in-

che aveauo ogni casa, tenuti per custo- vocata nel pericolo, e al cui soccorso cre-
di d'ogni famiglia. Erano pur detti Ma- devano di andare debitori della loro sal-
ni, a' quali però non si dedicarono le«n« vezza. Il Nicolai, Della basilica di s.
pli, perchè creduti l'anime de' defunti Paolo, p. 63, illustrando le sue iscrizio-
parenti. Gli antichi per voto eressero a ni antiche, riporta questa: Vot. Duom.
qualche Nume un Tempio (f"'-). Anche Vir. Quindi dice; E'questa una magistra-
àe Portici, ed il Tomasini, De Donarli tura sagra che nuu si conosceva finora,
veternni, fra* tanti voti de* gentili an- i Duumviri aveauQ
cioè òa' Voli, i quali
novera portici; e per illustrazione della
i cura perchè come vi fu-
si eseguissero ;

materia olTre 4 corrispondenti iscrizioni rono Duumviri sacrorum, Duumviri


i i

a Giove, al Genio, a Silvano e ad Esou- acdis locandae, Duumviri aedes de- i

lapio, coir espressione la i.'jla 3." e l'ul- dicandae. In somma il Duumvirato de*
tima: Ex voto; e la .2." FI C, F'oli Voti, era una di quelle sagre magistra-
Compos. Leggo nel Carli, Amichila di ture dette minori. Attesta il Buonarrno-
Capo che Sestio Drinniario
d' Istria^ ti, Osservazioni sui medaglioni antichi,
Certo, per voto vi fece di suo soldo un p. 195, che romani facendo i voti si
i

Portico lungo 100 piedi, e si ha nell' i- velavano il capo e alzavano la mano de-
scrizione: Volo Compos, o Voti Compos. slra e distesa verso il simulacro, e con ciò
Dimostra religione e fatto io onore di accompagnavano l'atto; col capo velato
qualche Deità, non dirigendosi voti che facevano anco le preghiere ed i sagrifi-
a Deità; il perchè tutte quelle iscrizioni zi. Scannata la Vittima, si 'scorticava,
che hanno per esempio Ex voto pò- ; ciò che n(jn facevasi negli Olocausti [V.)
suit; Dedicavit, dedit j Votum solvi t, ne'quali abbruciavasi anche ia pelle. Se
e altro, tutte qualche Nume riguardano. ne distaccava poi la ador-
testa, che si

Nel Bonclerici trovo queste forroole. Vo- nava di ghirlande e di festoni, e appen-
to suscepto libens posuit. Votum solvens devasi a'pilastri de'templi unitamente air
libere pò suit. Voto soluto libens posuit. la pelle, come un'insegna della religione»
Votum solvit loco privato, se posto il alla quale si avea ricorso nelle pubbliche
voto nel domestico larario, a qualche Nu- calamità. Costumarono i gentili di far
me cnbiculare. I templi degli antichi e- voti per ottenere qualche cosa con offri-
lano ornati di tavolette votive o di Ex re a'templi le immagini de'Nmni iq essi
vox VOX i35
adorati, non fatte di lena, per non ol- nubili solevan pure far voto delle loro
traggiarli, ma di metallo o di argento, chiome. Era solito d'offrirsi le primizie
anche in tavole; ed offrivano altresì le de'capelli ad Apollo nel tempio di Delfo.
proprie immagini, e quelle de'figlio ni- E questo volo singolarmente soleva con-
poti. Tanto i luoghi ne'quali si ripone- cepirsi in evento d' alcuna lontana spe-

wano i donativi, che i creduli gentili fa- dizione, pel buon esito dell'impresa. Era
cevano alle statue, si appellavano ^/o/ifl- però in arbitrio del vovente il presentare
r/V, quanto gli stessi doni.R-iferisceMacro- le chiome più ad uno, che ad un altro
bio, Saliirn. lib. 3, che consistevano io nume. Che facessero voto d'animali pei
corone e scudi, e qualche cosa di prezio- Sacrifizi [P\), è troppo noto. Ma che
so, come collane e altri ornauaenti. li figure d' animali di pietra per la salute
Poiilefice Massimo aveva l'attribuiione diNicànore votasse Aristotile, n'è iu fede
di consagrare questi doni, e gl'impera- Laerzio. Nella s. Scrittura si ha cheque'

tori che usurparono la qualità di Pon- d'Azoto vessati da'sorci e percossi da Dia
tefice Massimo, usurparono anche tale con quel male, fecero voto d' off^iire al
attribuzione, come dice Dione. Avverte Dio dell'Arca, che restituivano, tanti to-
però Cicerone, Orai, prò domo sua, che pi d'oro e tante figure di quella parte del

vi fu la legge Papiria, la quale riservava corpo, ch'era afflitta dalla piaga. E que-
la consagrazione all'intero popolo, rtiu sto rito d' offrire l' immagine degli ani-
ullam non licebat injwisu populi con- mali, che infestano, il quale poi passò ad

secrare. Può vedersi Alessandri, Dier. altri ioesempio, non fu invenzione degli
genial., lib. i, cap. i4- E Agostino Ni- Azoti; poiché il Serpente che innalzò Mo-
pili, De Àuguriis et Diebus cr'uicis^ sè ai deserto, e che servì di rimedio ai
Marpurghi i6i4- La ricuperata salute morsicati da' serpenti solo coli' esser ve-
formuva il pensiero di appendere una duto, fu conservato nel Tabernacolo, e
tabella votiva, o un dono prezioso nel poi nel Tempio del Signore, come me-
tempio. iVe parla Lucano nel lib. ^, v. moriale del miracolo, fino a'iempi del re
517. Scrisse Falarìde utW Epiit. 84: Ezechia, quale accorgendosi che il popolo
Delphici Iripodes, et coronae, altaque uè prendeva fomento per l'idolatria, io di-

multa et preliosa munera prò actione sfece. >'oo solo le figure degli animali in-
graliarunifib recuperatani saltitem. Fa- festi furono talvolta in voto offerte, ma
cevano olferte di voti anche quelli che ri- la figura di quel membro, in cui era ag-
cuperavano la libertà. I liberati da schia- gravato il vovente. Nei tempio d' Iside,
vitù portavano in voto le loro catene ad che con Superstizione (A.) era creduta
alcun Nume, per lo pitia Saturno. ] nau- tutelare de'piedi, s'adoravano le sue ve-
fraghi appendevano le vestiuieuta anco- stigie, e ad esse s'appendevano figure di

ra molli d'acqua a Nettuno, ed anco colla piedi in voto. Si trae dal Hierol-ixicon
tavoletta indicativa dell'evento. Nel tem- del Magri, verbo Litania, che nella Chie-
pio d'Iside eranvi molte di queste tabelle sa di s. Maria d'/ìraceli di Roma, era
appese in testimonianza di ricuperata sa- creduto dal volgo essere in una pietra ri-

nità. Assai solenne però era l'offrire in maste le vestigie dell' Angelo che com-
voto le chiome; voto che talvolta conce- parve a s. Gregorio I, allorché riponendo
pivasi sul capo d'un fanciullo appena na- la spada nel fodero fece saper così esser

to. Ed ancora nell'età più vegeta, quasi cessata la Pestilenza (^., o quando con-
dedicando le primizie della loro adole- sagrò la detta chiesa); durò tal credenza
scenza a qualche Nume; come ad Escu- fiuo ad Alessandro VII, della quale igno-
lapio la chioma d' Earioo. I greci offri- ranza egli avvisato dallo stesso Magri,
vano il loie crine a' fiumi. Le giovani fece rimuovere i voti e lab'^lle, e dall'
!
3'6 VOT VOT
prima non appariva e che
scrizione che ne uno scolpito in avorio. Fu questa una
diceva Deae Isìdi, conobbe esser un vo- scoperta assai rilevante per la storia, e per
to dedicato alla Dea, e fece levar i voti l'antica topografia di Roma. La religiosità
e scancellar quelle vestigio. Meglio ne degli antichi romani si riconosceva sin-
parla il p. Casimiro, Memorie di s. Ma- golarmente ne' soldati, che appendevano
ria in Araceli, p. 24 ', elicendo Iside tu- in voto a'templi l'arme, 1' insegne eallri
telare de'viaggiatori, i quali dopo lunga strumenti militari, che loro avevano ser-
pellegrinazione, tornati prosperi e salvi, vito nelle battaglie; e talvolta appende-
odVivano tabella votiva con pedate; e che vano quelle de'neinici vinti, chei'.hiama-
r iscrizione suonava: Isidi Fructiferae vano spoglie. Ovidio alluse a tale rito ,
Posidt. Ma non solo ne'len)pli d'Iside, in quando parlando del palazzo di Cesare,
quelli d'Esculapio, Dio della Medicina, per armi che vi pendevano, lo chia-
le

ancora si ponevano tabelle e figure espri- ma casa degna di Dio e abitazione di


menti ia qualità delta malattìa, per Cui Giove, perchè ne' templi di lui soleva-
si faceva il volo. L'avvertì lo Scoliaste no appendersi 1' arme votive. A-ppende-
famoso di Giovenale, Giovanni Britanni- vano dunque ne' templi le proprie armi,
co, al verso 601 del lib. ^^Sat. ia,ove quando più di esse non ne avevano bi-
dice il satirico che Iside dà da campare sogno, e venivano a riposar dal travaglio
a'pittori per la copia delle tabelle ricer- o rinunziavano alla professione militare.
cate ne'suoi tempi. Notai nel voi. LI, p. Talvolta poi da'templi all' occorrenza le

826, che romani sulla sponda del Te-


i riprendevano, come tra'greci fece Temi-
vere dedicarono un tempio a Nettuno, stocle, che nel tempio di Mmerva prese gli

in cui portavano dipinto il pericolo quei scudi per combattere medi in mare ed
i ;

che scampavano da'naufragi. Trovo nel i romani lo praticarono dopo l' infausta
p. Lupi, Din seriazioni, che in una la- battaglia di Canne. D'un simile ripiglia-
bella votiva erano le vestigia di due piedi mento d'armi digiàofFerle,abbia(no(ial-
umani, poiché gentili viandanti usava-
i la s. Scrittura, come David ripresela spa-
no d'appendere qualche tabella per voto da di Golia dalle mani d' Achimelecco ,

a'Ioro Dei, dopo compito il Piaggio [f^.). che avea offerta al Signore datore delle
Simbolo adottato poi e santificato da'cri- vittorie. L'antichissimo costume deile De-
stiani, che non di rado lo posero ne'Ioro cime de'uemici votale, si può liferire ad
sepolcri, come un voto per aver compito Abramo, il quale della vittoria e preda
il corso del vivere, cioè di quella pel- che riportò sopra re babilonesi die' a
i
,

legrinazione, come la s. Scrittura dice, Melchisedecco la decima. I romani dopo


quani peregrinaninr a Domino. Accen- l'espugna/ione di Vei, della copiosa pre-
nai nel voi. LXXIII, p. 289, che negli da ne offrirono la decima parte al tem*
scavi fatti in Roma nel 1 854 all'ospedale pio d' Apollo. Vi fu un tempio sagro a
de'benfratelli, per la i.* volta si scopri- Giove Predatore, certo così dello dalle
rono presso il tempio di Giove o d'Escu- prede delle vittorie ad esso otFerte. Ciò co-
lapio avanzi dellej^i'j.j.yac, dicendo chi stumarono anche i grecij e gli elei col rir
ne tratta, cioè cisterne o pozzi profondi, tratto dal boltiuod'una vittoria costruiro-
i quali si solevano formare propinqui a* no un intero tempio agli Dei. Giosuè do-
templi, per riporvi le cose votive e gli po l'espugnazione di Gerico olftì a Dio ,

altri doni offerti al Nume, quando il tem- le spoglie nemiche e quanto trovò nella
pio diveniva soverchiamente ingombro città. Ed il Signore gradì l'offerta, come
da quelli. Pertanto si rinvennero un gran si vide nel risentimento mostrato per la

numero di gambe, mani, piedi, profili prevaricazione di Acan , che salvò parte
del volto, ec, il lutto in terra cotta, tran- della preda. Erano solili i capi e re d'I-
VOT VOT i37
sraele viucìlorìj di sospendere al tempio veano u proprio luogo ove si riponevano
le spoglie de'nemici; così fecero Samue- ne'templi, oltre quelli che si appendeva-
le, Saulle, David e altri. Giuditta oiFn al no ne'Iararii discorsi delie case private, e
lempo le spoglie d'Oloferne, David quaa- ne'Iuoghi pubblici come
Campidoglio tìt

lo gli fudato delle spoglie di Adrazaro re Fori e Piazze, nemiche


in cui le spoglie
de' moabiti, e Giuda Maccabeo fece ap- venivano innalzate, ma più in trofei che
pendete nel tempio quelle di Ntcanoie in voto ; senza dir nulla de' cinesi , che

col capo e la roano ; le quali religiose per* al dire del p. Rircher, China illuslratay

sone CIÒ fecero nel consagrare al Signo- par. 2,cap, 4, fìg.9,usanoportarea'monli


re tali spoglie, con virtuosa intenzione, certi arnesi, come trofei, consagrandoii a
sia per dimostrazione di gratitudine, e sia Lama loro deità, per la conservazionedegli
per eccitamento a'posleri a riconoscere il uomini e Parlando dunque de'
de'cavalli.
datore di quelle grazie. Se si offrirono ne' soli templi, in due maniere si offrivano i
templi le men)bra stesse de' nemici, non voti : alcuni erano ad ornamento del tem-
deve meravigliare se venneio offerte an- pio ; e questi se preziosi si conservavano
che le spoglie chiamate opime, come pa- in que'luogbi che chiamavano Tesori j
re peli." fece Romolo io iioma con quel- altri ch'erauo ad ostentazione, consisten-

le d'Acrone re de'ceninesi, nel Teinpiodi do il loro maggior pregio in esser testi-


Giove Ferelrio (^.); a cui più tardi Mar- moni d'alcun fjlto prospero conseguito,
Viridomaro, n»en-
cello odri le spoglie di o avverso e vi tato, veni vano appesi. Quanto
tre i nveano votato le ar-
soldati del vinto a'prìmi la voce Thesaurus ebbe doppio
mi de'romani a Vulcano, nella speranza sigoifìcato, come la materia preziosa ri-

di sconfìggerli. Nou altrimenti avvenne posta, e così s'intende della moneta, ov-
a'galli insubri sotto Astrionico, che aven- vero il reposilorio d'alcuna cosa. Or que-
do votato dell'oro romano una collana a sti erano ne' templi degli antichi desti-
Marte, dipoi delle loro collane fu fatto nali a riporre i voli preziosi degli offerenti.
on Trofeo (/'.) a Giove. Feiò Platone Se non che dicevano Thesaurus ancora
nella sua repubblica, Dial. de j'uslo, lib. a que'luogbi, ove gli utensili del tempio
5, disapprova il costume di portare a'tem- gettavano , quando erano consunti dal
pli l'armi de'vinti, massime se greci ,
giu- tempo. Aulo Gelilo riporta un'autorità
dicando aver dell'empio, ed in conseguen- di Varrone, che tullociò prova. Ricerca-

za poco grato a Dio, l' offrire le spoglie che impediro-


to egli, cosa fossero quelle,
de'propri fratelli. L'antichità nell'ordme no l'opera di Q. Catulo, il quale voleva
de' voti fu religiosa col sospendere l'armi fare una scala pel Campidoglio, dette Fa-
più che altri contrassegni ne'templi, a se- vissae CapiloUnaCy liscose; Tdde esse ce l»
gno che oltre le spoglie de' nemici, o le las quasdani et cislernas, quae in area
proprie armi se vincitori , appendevano sub terra essente ubi reponi solerenl si-
ancora quelle de' propri soldati sebbene gna velerà, qua ex co tempio collapsa
restati uccisi, a memoria di essi. Altri mo- essent, et alia quaedam religiosa e donis
rendo, da per loro ordinarono chele lo- consecralis . . . sed Q.
Sora- Fa Ieri uni
ro armi fossero sospese nel tempio. Ma nuni solituni dicere quos thesauroà ait,
fra l'armi e loro insegne, ebbero una par- graeco nomine appellaremus,priscos la-
ticolare distintizione ìf^essilli (f^.). Sten- linos Fiavissas dixisse, quod in eos non
dardi [F.) e altre militari insegne, forse rude aes argeniumque, sedjlata signa-
per essere o dal colore o dall' immagine laque pecunia conderelur. Conjeclare igi-
sopra dipinta, più aiti a distinguere le na- tur se detrac tani esse ex eo verbo secun-
zioni vinte, che non gli altri arnesi, come dani literam,et Fay'issas esse diclas cel-
rilevarono Orazio e Silio Italico, l voti a- las quasdam et specus ,
quibus Aedilui
i38 YOT V OT
Cnpilolini uterenlur adcuslodiendas res mi diede ornamento agli Dei ed a Mar-'
veteres religiosas. Da ciò si puòiatendc' te; sebbene esso poi non diede spoglie ne-
re anche Nevio poeta, che parlando di sé miche ad ornar il tempio di Giove, il luo-
stessoquando sarebbe stato sepolto, chia- go peròpiìi scelto nell'appensiooe di que-
niò sua tomba Orchiur/i ihesaiiruni.
la sti voti, forse per essere il piti manifesto
Anche le carceri, mussi me sotterranee, in e più in vista, si era la volta ocupola del
tal senso si chiamarono tesori ; e tìitsau- tempio, anzi il suo mezzo, detto da' gre-
rum public uni sub terra, T. Livio disse ci e latini Tliolus. Ovidio lo prese an-
Ja carcere di Filopemene. In questo sen- cora per tutta la volta , descrivendo la

so dunque prendendo sì greci, come pu- i rotondità misteriosa del tempio di Ve-
re da'greci non che il signincato anche la sta. E Virgilio ia testimonio de' voti
piirola i latini, per tesori ue'templi s'iul«n- qui appesi. Ivi appendevano le imma-
clono i reposttorii di qualunque cosa ; co- gini e l'arme votive ancora, e si trae da
me nella presentemateriasarebbono quel- Stazio, il quale dice pure de' titoli ed i-

le, che annovera Giulio Polluce Obla- : scrizioni che si apponevano a'voti. Rac^
tiont'S auleni, et dona sacra plerumque conta Plutarco , che ottenuta dagli ate-

sunl coronae, philae,pocula, tfiuribula, niesi, comandati da Temistocle, una vit-


aureae argentaeque pkialoie^cyalhì, ani' toria navale , alzarono sulle colonne le
phorae. Deve:)i avvertire, che le città ne' spoglie nel tempio di Diana, detta Orien-
templi aveano loro tesori propri,in cui si
i tale, nella città d'tVrtemisio. Descrive s.

conserva vano doni votivi àa esse presen-


i Luca la persecuzione, che s. Paolo patì in
tati. Non poco ne parla Pausania, nomi- Efeso dd Demetrio argentiere, e dagli altri

riandò templi che i li possedevaoo,e la qua- della stessa arte da lui a ciò istigati, per-
lità de'doni. Singolarmente i corintii ne chè mancava di guadagno, che facevano
edificarono uno appositamente, per la lo* nel vendere l'immagine d'argento di Dia-
ro nazione e città, ed in questo tesoro ri- na loro falsa Dea ; predicando l'Aposto-
pose suoi doni donarla. Segnalato fu
i , lo non esser Dei simulacri che si fanno
i

il tesoro del ricco tempio di Apollo inDeUo, colle mani. Il tempio di Diana in Efeso
che poi, come altri, (u depredato e spoglia- era una delle meraviglie del mondo per la
lo da'nemici ;
gli offerenti ponendovi la ricchezza de' donativi e la magnificenza
loro iscrizione, forse perchè io occasione dell' edifizio. Rispettato da' romani nel-

d'invasione ostile, restando i titoli, si co- le guerre civili, fu spogliato da Gallie-

noscesse almeno la divozione dell'offe- no imperatore , e arso da' goti. Oltre


rente. Di quest'iscrizioni fa pur menzio- le iscrizioni , erano voti di particolari i

ne Pausania, e massime parlando di quel- ornamenti fregiali, come di fasce, coro-


le de'Sicioni e de'Gelensi. I voti poi si te- ne, bendoni o nastri, forse non dissimili
nevano ne'templi esposti in alto, ond'era dagli odierni festoni che nelle feste si

detto sospenderli. Talvolta si sospende- appendono alle porte e alle volte delle
vano al i.° entrar nel tempio, e sul limi- chiese. Voti i gentili appesero anche a-
tare pure ne'portici. Qui pure appende- gli alberi sagri a qualche Nume, e mas-
vano le immagini degli avvenimenti nelle sime De'doui ornati sospesi
alla quercia.
tabelle dipinte, o altri arnesi testificanti in Delfo,cadde la benda che cinse il ca-
le opere consumate e le fatiche sofierte. po di Timoleonte, il che fu preso per
Talvolta ancora entro del tempio depo- buon augurio. Ma ordinariamente, domi'
nevano talmente questi voti,o spoglie vo- nandolasuperstizioneoegliantichi,quaa-
tive , che ne servissero di ornamento al do voti cadevano spontaneamente, ne
i

tempio stesso , anzi agli stessi Numi. E prendevano tosto cattivo augurio e fu»
Lucano disse di Sceva, che delle sue ar- ueslo presagio; così quando cadde dal'
VOT VOT i39
Talto del tempio lo scudo d'E«ippo. si celebravano in forza di qualche voto.
Tuttavolta era osservanza religiosa di Ve n'erano di pubblici, quando era pub-
non riparare alla caduta, la quale col blico il volo, che avveniva nelle pubbli-

tempo veniva necessariamente a succe- che calamità o nel bollor d'una pugna,
dere. Del resto i sagri donarii del gea- o io altre iuiporlaoli occasioni; e ve n'e-
tilesimo consistevano pure nelT imma- rano di privati, falli eseguire da un sem-
gine degl'Iddii. Erano queste bene spes- plice particolare. primi si davano da'I

so dedicate o per privata divozione delle magistrali dietro un senatus-coosullo.


persone, o per rendimento di grazie a Esiste un'iscrizione che fa menzione di
cagione d'alcun benefìzio ricevuto, o per pubblici giuochi votivi pel felice ritorno
avviso avutone in sogno. Si credettero d'Augusto Ludo^ voti\>os prò reditu
:

ancora gli antichi, die il dedicare in luo- Imp. Caes. Dìv. F. Augusti. Voli per
go sagro qualche simidacro di deità ser- la prosperità e conservazione degl'impe-
visse per espiazione delle proprie colpe, ratori si solevano fare fino al quiiiquea-
e che lo accrescersi per questa via il cul- uio o decennio, ma ancora molliplicare
lo ad un Dio, fosse un compenso equi- e accrescere col numero degli Anni^ e
valente per isfuggire le pene dell' altra per V Anniversario [r.), come si vede ia
vita. Così Priscilla moribonda, presso molte iscrizioni antiche. Le feste quin-^
Stazio, raccomanda al marito, che per
si queqoali e decennali, le descrisse anche
la salute della sua anima dedichi una Dione, e il cardinal Noris scrisse un'e-
di queste statue nel tempio di Giove Ca- ruditissima dissertazione. L'origine deri-
pitolino. In tali statue si cominciò assai vò da .augusto, quando trattò di depor-
presto a scolpirvi la memoria della de- re l'impero nel 7.°anno del suo conso-
dicazione, nel fianco di esse, acciò gua- lato, e ripristinare la repubblica; ma i

sta la statua e ridotta ancora a un tor- senatori, parte per timore, e parte che
so, che n'è la parte più solida, l'iscrizione i più savi giudicassero meglio quel go-
vi sussistesse, che avvenne anco con
il verno, e dispiacesse loro il dominio del
istatue di tufo. Ciò fecero pure per la popolo pieno sempre di sedizioni, noa
superstiziosa credenza, che neh' esporre vollero accettare la rinunzia e gli con-
que' simulacri alla pubblica venerazione, fermarono l'impero. Passato il i." decen-
previa consagrazione e alcune ceremonie, nio gli fu decretato un altro quinquen-
ritenevano che quello il quale prima e- nio e poi un altro, e dopo un decennia
re sasso diventasse Dio, ossia che il Nu- e poi un altro; così couliouati decenni i

me invadesse il sasso e vi risiedesse; la- tenne per tulta la vita l'impero ; per la
onde incidevano addosso, come gli etru- qual cagione gì' imperatori posteriori,
schi, tale prerogativa, acciò si rispettas- benché si dava loro l'impero non a tem-
sero, benché di non gran mole furono po inileterminato ma a vita, celebravano
questi donarii. Altri vogliono, che le ogni decennio le feste per la rinnovazio-
scritture si facessero nel fianco per prescri* ne di quello. Si esprimevano i voli de-
zione rituale,o per considerar quella par- cennali nelle medaglie, e ne ragiona il

te più auspicata e più fausta. Diciamo Buonarruoti ne'suoi Medaglioni, ed il


alquante parole de' f' oli Decennali, in- Zavarroni nell' Epistola de duabus an-
nanzi di parlare óei>oU o tabelle votive iiquis Inscriplionibus seu Aris voùvis,
costumate con culto più san-
de'cristiani, presso il p. Calogerà, Raccolta d'Opus
to. Questo genere di voto partecipa del scoli, 1. 1 Erano pur detti An-
6, p. 367.
^o/o(/',)di promessechesi fannoaDio. niversaria, Quinquennalia, Decenna-
Nel voi, XXXI, p. 170 e seg. parlai de' lia, Ficennalia, Tricennalia, secondo
Giuochi o ludi volivi, quelli cioè che l'epoca della celebrazione^ aotandosi nei-
j4o V o t V OT
l'iscrizioni e nelle meilaglie: Vot. V. voti di semplice invocazione hanno le

Fot. X. Fot. XX. Fot. XXX. Epoche sigle : P. G., senza la R. La Chiesa, e
nelle quali si rinnovavano voti, e l'adu- i per essa Pastori, sempre vigilò
i suoi
lazione vi avea la parte sua. Nelle me- che questi non sì appendessero che
voti

daglie, oltie l'edSgie dell' imperatore, si soltanto alle ss. Immagini, riconosciu-
rappresentava la sua figura in alto di te da lei degne di culto, e tosto rimos-

ricevere il Mondo da Giove o da R.oma. se quelle tabelle votive che da qual-


Simbolo delle loro feste era la Nave, la che credulo si sospese al sepolcro di al-
quale fu spiegala per allusione a'combat- cuno riputato falsamente Servo di Dio,
timenti navali, o per simbolo di letizia, non meno lumi ch'eranvi stati accesi ;
i

d'allegrezza, di felicità, leggendosi in al- e più esempi ne ho riferito a' luoghi


cune medaglie: Laelilìa Teinporum^ loro. Si legge nell'eruditissimi Lezione
sebbene l'imperatore fosse un mostro di del Madrisio. Nella Chiesa cristiana fio
crudeltà e di vizi. dal principio del quarto secolo era en-
li Marangoni, Delle cose gentilesche tralo l'uso d'appendere a'sepolcri de'ss.
e profane trasportale ad uso e adorna' Martiri (K), non che le tabelle votive,
mento delle Chiese, riferisce a p. 357. ma ancora le figure de'membri, fatti sino
Fu costume de'gentili, quando pensava- d'argento e d'oro, ne'quali i fedeli rico-

no scioccamente d'avere ricevuta alcuna noscevano per intercessione de'Santi in-

grazia da' sognati lor Dei, d'appendere vocati aver ricuperata la sanità prima
ne'loro templi tabelle o monumenti vo- perduta. N'è fede un illustre testimonio
livi per gratitudine e memoria. Questo di scrittore di quell'età, cioè di Teodo-
costume l'appresero i romani da 'greci, e reto,che nell'opera: De curandis Grae-
questi dagli egizi, e specialmente i navi- coruin affeclionibus, lib. 8: D>i Marty-
ganti nel tempio d'Iside, creduta Dea ribusy paulo ante finem, dice così, par-
propizia a coloro che navigano in ma- lando de' ss. Martiri e de'Ioro sepolcri.
re, ne'loro pericoli, quindi scrisse Tdjul- Pie vero fideliterque precatos ea ma-
lo: Nane Dea, mine succurre niilii: xime consegui, qnae desiderant, teslan -

nani posse medcri - Piota docci Tem- tur illa quae Fotoruni rei dona per-
plis multa tabella tuis. Questo costu- soli>iint, manifesta niniirum adcplae sa-
me però, con vera pietà e religione, si nitatis indioia. Nani alii quidem oculo-
è sempre praticato da'fedeli cristiani, co- rnm, alii vero pedura, alii porro manum
me dedotto dalle divine Scritture e usa- siinnlacra suspendunl,ex argento auro-
to dagli ebrei, per contrassegno di dovu- ve confecta.Haec ilaque omnium speda-
ta gratitudine a'beueficii divini, per in- culaexporrecla teslantur morbo rum de-
tercessione e pe' meriti della B, Vergine pidsionem, cuj'us ipia certissima signa
e de'Saoti perciò invocali da loro. Ond'è sunta sanilate co t-sequuti aliata, haec,
che frequentemente si vedono nelle chiese inquani, sepulcrorutn (forse va scptUto-
e negli oratorii tabelle dipinte, marmi rum) ibi Martyruni, quae sii virtus o-
scolpiti, statuette d'oro e d'argento, iscri- steadunt. Costume, aggiunge il Madri-
zioni e altre somiglianti cose, colle quali sio, che oggidì perdura delle chiese cri-
i fedeli riconoscono, con segno esprimen- sliane, massimamente ove si crede vole-
te la loro gratitudine verso il Dator d'o- re ii Signore Iddio manifestare più fa-
gni bene, e verso la ss. Vergine e que' cilmente all'intercessione della 15. Ver-
Pianti, all'intercessione de'quali si attri- gine e d' alcun Santo la sua liberalità.
buisce la ricevuta grazia, testificata dal- E così si una chiesa o-
spiega, perchè in
le lettere iniziali o sigle dipinte o im- ve sono più venerabili immagini della
presse: P. G. R. Per gtazia ricevuta. 1 Madonna, venerate sotto vari titoli, una
V OT VOT i4i
ài esse è fonte di grazie e miracoli por- vula origine da* riti gentileschi, sonosi
tentosi a' l'ìcoirenli alla sua potente e l'er altro di quella opinione abusali pre-
benefica intercessione, sempre Consola- cipuamente gli eretici e gl'increduli, ad
tiìx Salus Injìrmorxim.
JJJlicloìXiìn e oggetto di vilipendere le più sante litur-
Il midesimo Madrisio rileva, che T uso gie di s. Chiesa. Gli è vero che quando
d' appender 1* ai mi a' templi (massime anco tale opinione sussistesse niua ar-
se micidiali da taglio o da fuoco, dal- gomento se ne potrebbe trarre contro la

l mortale dtlle quali scampò quel-


'eiTetto santità de'rili cristiani, come contro gli

lo che l'appese, per a^eie con successo eterodossi hanno dimostrato i cattolici
invocalo in i>ul punto del pericolo, eco difensori della medesima. Quindi, quan-
divoto lervore, il divino aiuto, coll'invo- to alla canonizzazione e al culto de' San-
cazione della ss.Vergine veneiata in un ti, essere posteriore e totalmente diverso
tempio, e co>ì d'un Santo) ue'secoli cri- dalle apoteosi de'gentili, ed alle tabelle
stiani, come si piatilo ne'pagani dagl'i- votive appese agli altari, quali non fu- le

dolatii; oltre l'uso di sospendere Sitn- rono piobabilmente usate da' cristiani
dardi e TtssìUi^ coltre instgne tolte in primitivi, o se furono usate non ad imi-
imprese vittoriose a'ptrpetui nemici del tazione de'gentili, ma per naturale sug-
nome cristiano, i fanatici e crudeli tur- gerimento s'inlrodussero ;
poiché dimo-
chi; e nelle guerre di guada-
religione, ^tra quanto ripugnarono i primitivi cri-
gnale centro i sanguinari eretici. Di che stiani le cose de'giitili, studiandosi d'al-
più esenipi riportai ne* ricordali artico- lontanare ogni idea di superstizione. 11

li, ed ezifindio nel descrivere le Chie.-e ^'Hldi, De'pan echi, l. 2, p. 261, trovò
ed / Santuari, rima rcando pure quelli- e neh'All secolo faisi menzione d'una ta-
quelli edififBli per wìo. Inolile il Wa- bella votiva sospesa in chiesa, da uno
drisio segualache le chiese crisliai e an- (hea^ea ricevuto una grazia. Ma che più
cora più insignì, come i templi primari antico n'ei a l'uso, oltre il riferito col Ma-
del paganesimo, posseggono propri te- i drisio, altra testimonianza la leggo nel p.
sori o luoghi ove si custodiscono voti i Paoli, Notizie di s. Fel ciano martire,
e le preziose olleile fatte in tutti tem- i p. 172, il quale osserva che vroti o fi- i

pi dalla pietà cristiana, anche per grazie gure rappresentanti le membre umane
ricevute, e siccome più famo si nomina i poste a'sipolcri o alle reliquie de'Sonli,
tesori della s. Casa
Lorel o (7 .), della
di si costumavano fino da'iempi dis. Gio-
patriarcale basilica di 8. Mtirco di Fé- vanni Crisostomo, fiorito nel IV secolo e
nczìa (/"'.), e di s. Dionisio (f.) in Fran- morto 4^7- Imperocché narrando
nel
cia; e che precipuam.ente nella i.' di det- il culto di s. Feliciano, che patì il mar-

te chìe>e, quasi d' ogni nazione vi sono tirio circa il 3o4, in quell'epoca Dio a-
doni, e ricorda 1' usanze degli antichi vendo elargito più ti atti di sua miseri-
della religione pagana, D)a santifìrate COI dia a'di lui divoli, per aver ricorso
da'coslumi religiosi de'veri fedeli. E' pe- alla sua valida inlei cessione, di questo
rò da deplorale che tali tesori e altri, aversene prove convincenti ne'molli vo-
come le ricchezze votive delle ss. Immagi- ti appesi presso il suo venerabile corpo,
ni, di quando quando seno depreda-
in per le grazie e miracolose guarigioni ot-
ti da qualche empio ladro, o dalla forza tenute dn'supplicanti pe'meriti suoi e pel
de' prepotenti e sacrileghi invasori. Il valido suo pHirocinio. Uu tal costume di
Lazzari, nella Dia t riha, svolse l'oigo- situare, in segno di gratitudine a Dio, pe'
mento. Benché molti ancora tra' catto- bentfjzi ricevuti nella guarigione di va-
lici scrittori ehbiano tenuta opinione, rie membra del corpo, la figura delle
che gran parte de' riti cristiani albìa a- medesime pi esso le reliquie dei Santo
i42 vox VOX
benefallore, in aigoraenlo tl'averle otte- lo.Primeggiandoi cuori, tenterò una spie'
nule mediatile l'iulercessione sua, fu pra- gazione.Ilcuoreèun nobilissimo membro
ticato fili dal tempo in che visse il Cri- e viscere muscoloso, il principale tra' vi
sostomo, e se ne ha la relazione dai suo sceri del corpo umano. Situalo nel petto,
discepolo Teodorelo. » Come questo di- è il fonte della vita, come centro della cir-
volo costume ebbe per oggello di ri- colazione del sangue ; incomincia a muo-
cordare l'abbondanza delle beneficenze versi sin da'primi istanti di nostra vita,
celesti, pronte sempre all'umana necessi- ne cessa di pulsar mai più sino al totale
tà, e solite dispensarsi pe' meriti e alle eslinguimento di questa. La sua figura
preghiere de'Beati comprensori ; cos'i a- è quasi conica colla punta in basso; ed i
iiimeranno la nostra fede, sosterranno suoi bordi uno è destro, sottile, acuto,
le nostre speranze, e potremo compro- l'altro è sinistro alquanto tondeggiante.
metterci nuovi aiuti, nuove grazie cele- E' sede dell'affetto, della gioia, delle vir-
sti, in vista de'singolari meriti del glo- tù, del dolore. Donare il cuore, vale lo
rioso martire s. Feliciano ". Il p. Filip- slesso, che dare il cuore. E' inoltre sim-
pini, Ristretto dflLi chiesa de ss. Silve- bolo dell'amore, della mente, della sa-
stro e Martino di Roma, a p. 5 1 descri- pienza. Figure simili a' cuori si vedono
ve un'antichissima corona d'argento of- non di rado nelle lapidi de'sepolcri de-
ferta a Papa s. Silvestro I e trovata nei gli antichi cristiani, e sul significato vari
i632, colle seguenti parole incise, di- sono i pareri degli antiquari. 11 p. Lupi
chiaranti esser oblazione d'una pia don- nella 7.' Dissertazione sulla cristiana
na per soddisfare ud un volo -^ Sanato iscrizione di Bellina^lvovaVa fuori diRo-
Sihestrio. Anelila sua olititi *. luil. V ma, in una parte del cimiterio di s. Er-
Antichissimo è pure l'uso delle tavolette mete, riferisce che dal suo sepolcro fu
d'argento e dipinte. Le vicende politiche estratto il corpo colla dovuta venerazio-
de tempi ne fece perdere un numero in- ne, e con l'epilalfio venne dato al colle-

finito, oltre le perite negl'incendi, pre- gio romano per collocarsi sotto un alia-
ziose molte anche per I' arte cui erano re domestico della cappella santificata
stale eseguite da valenti artisti. Nondi- già da' fervori di s. Luigi Gonzaga, che
meno diverse chiese e santuari tuttora in essa fece i voti leligiosi. L'epitaffio in-
«e posseggono non poche superstiti, li- ciso in marmo budiglio dice : Candì-
mitandomi solo a ricordare le tabelle dus- Coniugi Sui- Belline. Nel principio e
che si ammirano nel santuario dis. Ma- fine d'ogni linea è un cuore, in tulli 6. Can-
ria delle Lagrime di Trevi nell'Umbria, dido fece tale sepolcro alla sua consorte
come notai nel voi. LXXX, p. 55. Comu- Bellina, la quale avea dato il sangue ia
uemeule i principali voli o tabelle voti- testimoniodella fede. Sulle figure de'cuo-
ve consistono, oltre le stampelle di legno ri, che di frequente trovansi ne'sassi an-
de' zoppi raddrizzati o guariti da gravi tichi, discrepanti sono le opinioni. Esse
infermità che gli avea obbligali all' uso sono secondo i casi ove furono trovati.
di esse, senza parlare delle gemme e al- Cordonlio
o materno. Simbolo della carità
tre cose preziosissime, collane, orecchini, da'cristiani avuta verso Dio. Simboli di
anelli, spille da petto d'oro, e persino o- cordiale sincerità praticala dal defunto,
rologi, quelle più in uso sono le tavolet- allorché visse. Il dolore e l'amore de'pa-
te dipinte esprimenti in che il supplican- renli, che il trapassato congiunto sep-
te fu con grazia divina esaudito, espres- pellirono. L' innocenza e la mondezza
se anche in argento, e sopraltutto i cuori d' animo del sepolto. Altri opinarono i

À argento, ed anchegambe,braccia, occhi, cuori sulle iscrizioni sepolcrali non ave-


e intere figure, fiori, coroue,di tal melai re significalo alcuno j essere solo Inter-
vox VOT i43
punzloni espresse a capriccio dagli arte- davano quale amuleto, lasciandola nel-
fici, che le formarono piuttosto ìd tal Tassumere la Toga virile, ed allora la
figura che in altra, perchè così a loro sospendevano nel proprio Lararid al col-
piacque, noD perchè ciò richiedesse alcu- lo deloro Lari o Penati sostituì de'cuori ;

na mistica regola d'arte. Altre ragioni, o Agnus Dei, formati colla cera del Ce-
con gli autori dell'opinioDi, l'offre il p. reo Pasquale, egualmente da portarsi al
Lupi. Trovansi ancora negli epìtafB cri- collo e pendenti sul petto. Dalle erudizie-
stiani le figure di cuoi trafitti ; ed anche i ni dunque qui raccolte, pel complesso de*
col Mouogramma del ss. Nume di Cripto significati e qualità del cuore, qual vi-
posto in iiie7zo alle lettere Alfa e Ome- scere più nobile dell' Lento (f.) e della
ga. Un'isciizione ha y cuori, colla forn)0' Donna, per gli usi che di sua figura fe-

la : Depositus in pace. h'e^haffìo del fan- cero gli antichi gentili e gli antichi cri-
ciullo mai tire Doroteo, ha il Monogram- stiani, forse probabdoiente derivò la pia
ma del ss. Nome di Cristo, la formola In : pratica d' offrire a Dio tabelle votive in
Pace, e due cuori. Anche gentili usaro- i forma di cuore, non solo d' argento, ma
no cuori per segno di cordoglio nell'iscri-
i anche d'oro, e coll'impresse sigle P. G* :

zioni sepolcrali ; anzi gli usarono ancora R. £ ciò per pubblica dimostrazione dì
nelle pubbliche iscrizioni di ponti, di vie, sincera e affettuosa riconoscenza al bene-
d'archi trionfali, e talora anche nelle basi ficio ricevuto, offrendo in figura il pro-
votive a'Ioro idoli, e ne'sigilli falli per di- prio cuore, qual parte più nobile del cor-
stinzione de'Iavori usciti dalle loro oflici- po umano. Tuttora marinari, quali ia i i

ne. Conclude il p. Lupi, questi cuori nel- generale abitualmente si mostrano poco
l'iscrizioni cristiane non hanno alcun si- religiosi, per cui è proverbiale il detto,
gnificato. E r Aringhi nella Eoma sub- Voto Marinari, nondimeno recausi
di
terranea, che non poco ne parla nel t. 2, con grandi>simo raccoglimento e con una
p. 6go producendone le figure, do-
e scg. speciale divozione a compiere i voti latti
po aver detto al cap. ii del lib. 3, esser durante le procelie, a ringraziare Dìo, la
simbolo della carità avuta da'cristiani ver- B. Vergine, o qualche altro Santo pro-
so Dio nel cap. 5o lib. 6 , dopo aver
; , tettore, per avere felicemente compiuto
dubitato, se essi fosseronulla più che puuti un lungo /'/'^gg/o.oattia'ersati mari pe-
o interiezioni, li spiega (|uali simboli di ricolosi. In quell'articolo dicendo di (pie-
cordiale sincerità praticata in vita dal de- sla religiosa pratica, riparlili della Mri*
funto, e non discrede poter i cuori signi- donna del Buon Fiaggio^tW Roma, della
ficare il dolore e l'amore de'parenti che quale i marinari di Ripagrande, anche
tumularono il decesso ; e flnahnente pro- prima di pai tire, implorano il patro-
pone, quasi spiegazione molto opportuna cinio, constatato dalle tabelle votive of-
di tali figure, il significarsi da loro l'inno- ferte alla medesima dalla gratitudine de'
cenza e la mondezza d'animo del seppelli- marinari. I donativi preziosi e votivi che
to. Tra le molteplici erudizieni ,con cui non si pouno appendere o tener sem-
illustra la figura del cuore, ricorda ancora pre sugli altari, si custodiscono nella Sa-
che la Chiesa a rimuoveie la Supersti- grestìa {f .), e anticamente nel bestia-
zione {P\) di portarsi da' nobili romani rio (f ) si riponevano. Al molto che vi

fanciulli la Bolla d'oro degli antichi ro- sarebbe da dire sopra quest'ampio argo-
mani (F.) sul petto (che vari autori dis mento, ponno supplire le seguenti ope-
sero in forma di cuore, confutati dal Fi- re. Raccolta d' Opuscoli del p. Calogerà,
coroni, che neoffre le figure identiche ro- I. 3 , p. 271 : Dne lezioni del p. Gio.
tonde), colla quale credevano usare una FrancescoMadrisioprete dell' Oratorio.
preservazione codUo i malefizi e riguar- L'una sopra i Voti e del rUo degli an»
1^4 VOY V U L
tichi (V appenderli a' Tempii. L'altra so- genie di tesori d'arte e di erudizione n'è
pra i Trofei degli antìchì.Pml.^3,p.335: il suolo, cli'è posto nel territorio di Mon-
Leltere Roncag Itesi di Gio. Ballista Pas- talto di Castro, di cui nel voi. LVllI, p.
seri : Lettera II." sopraquclla parte de* 135, la quale, secondo alcuni, e lo ritiene
sagri Donarli che consiste nelV Imma' il municipio, successe alla città vescovile

gini degl'Iddìi. Giusto Fonlan'uù^Dìscus- di Gravisca [F.) , ora nella diocesi di


argenteus votivus \>eterwn Chri-
sioneiìi Viterbo (nel quale articolo non poco ne
stianorum Perusiae reperlus , Rotiiae riparlai, e maggiormente di Fulda), nella

1727. Giacomo Filippo Tomasini , De delegazione apostolica di Civita Fecchia,


Donariìs ac TabelUs votivis , Palnvii la quale appartenendo al Patrimonio eli

j 654 con figure. Pietro Rinaldi, De fal- s. Pietro, e questo avendo descritto a Vi-
sa veleriim Ckrislianorwn rilttttm a ri- terbo, di naturale conseguenza tornai a
t/htts Ethnicornm origine, Diatriba, Ro- ragionarne. Tanto con quello si compene-
mae 1777. P. Gio. Stefano Menochio , Ira il presentearticolo, die va tenuto per-
Sluore: Centuria i i, cap. 2: Delle Ta- ciò presente.Fulci o Fulda, ed anche
volette votive che anco anticamente si
, Bulcia e Bulgia, dal Sarzana chiamata
attaccavano ne* Tempii. E
delle piastre Vida, e dall' Adami F'olsca fu antica- ,

o medaglie^ che per divozione s' attac- mente una delle città più potenti più ,

cavano a' vestimenti o cappelli de'pelle- ricche e più rinomale dell'Elruria media
grini. 46 Del costume degli anti-
Gap. : e marittima, secondo il dotto archeologo
chi d' appendere voti e doni ne' Tempii di Tacanella, che fu Vinceuzo Campa-
loro. Marchese Luigi Biondi, Intorno una nari, già rammentata daTolomeo,GeOj^/'.
Tabella votiva in marmo trovala nelle sua area è distante 7 miglia dal
Il 1,1, la

escavazioni Ragionamento.
Veìenti , Mediterraneo e 5 dal detto Montalto,
Presso gii Jtti nella pontificia accade- presso la destra riva del fiume Fiora, che
viiaromana di Archeologia,^, g.p. 2o5. negli antichi itinerari è chiamato Ar-
Sopra una. Mano votiva rinvenuta nel men, Amine o Armenita. La via Aure-
territorio Cagliese, con qualche cenno lia,venendo dalla parie di levante, pas-
del luogo ovefu trovata. Dissertazione sava il fiume sopra di un ponte in cui ,

letta nella pontificia .accademia roma- grandi massi di travertino, sciolti dal tem-
na di Archeologia, dal socio ordinario po e dall'impeto della corrente ,
giaccio-
ir-g." Antonio Bonclerici,l{on\a 836 con 1 no dispersi sul luogo, e dopo pochi passi
figure.Costume antico di appendere ne' imboccava nella città. Salendo nell'alto
Templi le Tavole votive. Memoria po- piano in che quella distendevasi con un
stuma di Giuseppe cav. d' Este, Pioma corso quasi diretto, come fanno fade i selci

1857. rimasti, tutta l'attraversava fino all'op-


VOYE Jacopo, Cardinale. F. Via. posta campagna. Questo piano dal lato
VULCANI. F. Terremoto, Napoli ,
del fiume si termina colla cresta della ri-

Sicilia, e gli articoli de'luoghi ove sono pa altissima del Fiora, e dalle altre parli
o furono estinti. con una valle non assai profonda che gli
VULCANO Marino, Crtr^maZe. F. gira d'intorno. Lo spazio fra questi con-
Bulcano Marino. fluì compreso è tutta l'antica città, ed è
VULCA>0 Marino, Cardinale. F. per conseguenza tutta sparsa di ruderi,
Giudice Marino. fra'quali sovente s'incontrano i segni del
VULCIoVULCIAoVOLCIAoVOL- fuoco, che vi portò l'ultima distruzione,
3CIA, Fulcentina seu Bulcentina. An- cioè i legni carbonizzati, i ferri delle fab-
tica città vescovile della Toscana ponti- briche fusi, le ceneri frammiste a'cemeo-
ficia', non più esisteute, ma feconda sor- ti. La ripa della Fiora non serba vesligio
V UL VUL 145
di muro urbano, difesa com'era dall.1 na- tendere olio scavo dell'altro lato dell'Àu-
tura dalla perpetua sua altezza, salvo l'e- relia, dove ne invitava la speranza di mi-

st reuio angolo a ujezzngiornOjSulq nule era glior profitto per l'impresa sociale, che
collocata l'acropoli dì grandi forldìcazio- l'assunse. Qui si scoperse un molto mag-
ni munita, lutto il rimanente circuito del- gior edifizio , affatto però distrutto fino
la città era chiuso di mura, le quali o si che vi durano, di mura
alle soslruzioni
scorgono a fior di terra, o si scoprono po- così grosse e formalo come le suddet-
co al disotto. La loro struttura è di gran- te mura urbane, e tali pure sono muri i

di parallelogrammi di tufo, all' etrusca interni , che incrociandosi danno 1' idea
maniera composti, senza calce, e la gros- che l'intera fabbrica fosse io più sale di"
sezza n'è dii palmi romani. Lo spazio
I visa. Questa nel suo prospetto era orna-
racchiuso fra'termini suindicati, cioè tut- ta d'un portico con colonne di traverti-
ta l'area della cilth.èdi rubbia romane 72, no, delle quali alcune basi e capitelli di
ed il perimetro di miglia 3 e mezzo circa. fina scultura d' ordine ionico giacciono ,

Ma là dove la città finisce dal lato di po- dispersi al suolo. Vi si trovò una statua to-
nente, lungo il corso dell'Àurelia, trovasi gata di marmo quasi colossale, la cui pro-
contiguo un altro spazio di quasi 8 rub- tome fu riconosciuta per quella dell'im-
bia romane di terreno, ch'era pur circon- peratore Augusto; 4 torsi di statue mu-
dato di simile muraglia. Sebbene tale spa- liebri, una dozzina di teste naturali d'ot-
tio in alcuna sua parte presenti qualche timo gusto, vari membri di statue di
maceria, generalmente parlando n'è pri- terra colta , altri di bronzo, e fra questi

vò ; per cui non sembra che vi fosse pro- l'e^lreraità del naso d'una statua colos-
priamente una parte di città o di sobbor- sale spezzata, vari bassorilievi di marmo
ghi continuali, ma un'area destinata ad e di terra colta, frammenti d'iscrizioni,
altro uso qualunque. Forse servila a'vul- d'etrusco e romano carattere, anche co-
cenli d'accampamento militare, forse di perte di metallo, intonachi dipinti con fi-
campo ad altri esercizi che non può de- nissimo artificio a fiorami e figurine di-
terminarsi. Avverte il Campanari, che an- verse, il tutto però straziato e ridotto al
co la sua patria, 1' etrusca Tuscania, ha tritume da'devastatori. Quivi addosso al-
un simile spazio delle mura urbane, e ad l'esterno muro, ed a quello d'un'altra fab-
esse contiguo, egualmente chiuso da gros- brica vicina, trovò un nascondiglio con
si

sa muraglia lungo il fiume IMarta, e ve- un gran cimiero di bronzo appartenente


rosimilmente addetto alla stessa destina- ad una nobile e bellissima statua rove-
zione, come quello de'vulcenti. Le mace- sciala, mancantedi testa e dell'elmo, dello
rie abbondano di più di quelle di Yulci, stesso metallo, io atto di filare, il Nibby la

lungo il corso dell'Àurelia, poco al di so- giudicò una Livia Augusta tenendo spi-
pra della quale terminavasi la città dalla ghe e papaveri , attributi di Cerere, il

parte di tramontana. A manca della det- Campanari una Minerva, ed egregiamen-


ta via,per occasione degli scavi si sco- , te l'illustrò, offrendone la figura colla
prirono le mura d'una terma assai va- Disseriazione della stallia f'ulcente in
sta, sul cui ingresso trovaronsi due co* bronzo rappresentante Minerva Erga-
lonne giacenti scanalate con di travertino ne, Iella neW adunanza della pontificia
capitello corintio d' elegante lavoro né , accademia romana d^ Archeologia, te-
vi mancavano pavimenti adopera tessel- nuta a\l\ dicembre iSZy- Trovasi negli
lata o incrostature di marmi, o altri or- Atti della medesima, t.
9, p. 437- L'ac-
nati che in tali ediflzi de'migliori tempi cennalo edifizio, ch'è d'altronde nella più
si sogliono ritrovare. Ma lunghe non fu- amena e dominante posizione di tutta

^iroQo le ricerche di questo luogo per at- Yulci, iodica co' grandi suoi ruderi una
voL. CHI. 10
i46 V U L
coiiliniiazione Ji fabbriche principalissi- no di riconoscerlo. Celebra inoltre gl'in*

me, una volta ivi esÌKt.fnli tanto a destra finiti vasi dipinti della più bell'epoca del*
<]Uitn{o a 6ii)i<ilra ilelI'Aurelia ; e in quel l'arte greca, trovati nelle vaste necropoli

contorno sembra che riuniti fossero tem- vulcenti dal Campanari, dal Feoli , dal
plij basiliche, il f«»ro, la curia e altre opp-* principe di Canino e da nitri ; le rare 0-
le pubbliclie del municipio. Fra queste rificerie etrusche e i bronzi del più squi-
«listinguesinon del tutto alterr^lò l'acque- sito lavoro, che sono oggi vago ornamea-
dotto che recava l'acque alle terme suin- to di molli musei d'Europa, e principal-
mentovate, iUj'iale Cessa in vicinanza <lel mente del Musco Gregoriano Etrusco
le medesime. La sorgente scoturi-ce ad (A^), fondato in Vaticano da Gregorio
nn miglio al di là della sinistra sponda XVI e da lui stesso compito nel 1 BSy. Il

del Fiora, e tuttora scorre in abbondan- Campanari nella Dissertazione dichidrò


za, e di>lruno l'acquedollo nel tjume si pure, die l'antica Videi, il cui sepolcreto
getta. 11 PontedeirAbbadia, che descrissi scoperto nel 182 5 (a'a 5 settembre avendo-
nel paragrafo Afiisìgnnno dell' articolo ne fallo istanza al camerlengato per o-
ViTEHEo (perchè il monastero o badia da prire lo scavo, mentre ninno fino allora
cui prese il nome Musiguaoofu dov' è ,
VI avea pensalo, e non derivò da'pretesi

lungi dal ponte 5 miglin), distante un mi- sprofondamenti accidentali delle tombe,
glio tla Vulci, fu da' vulcenti fabbricato che si dissero aver causalo l'unenzione,
non meno per una strada di comunica- i quali non avvennero prima deliSaB),
zione tra le due ripe, che per la continua- mise in luce quelle nobili stoviglie che
zione del memoralo acquedotto il quale ; condotte per mare e per lena, come dis-
da quel ponte piosegueudo in lungo gi- se IMiuio , sono oggimai conosciute per
ro, a causa del livello del suolo, pervie- tulia Euiopa, non vollt^e^s^rgli men lar-

ne all'interno della città, e fu quello che ga nello scavo delle sue rovine da lui e-

nel 1825 condusse il lodalo Cauipanari, seguilo nel i835 in società col governo
Renz.'allra scoria,quando vi si recò igna- pontificio, sullo gli auspicii di Gregorio
ro de' luoghi per ritrovare il sito della XVI, grande amatore dell' antichità, e
città e della sua necropoli, come manife- da quello scavo, fra ptuecchi altri monu*
stò egli slesso nell'encoruiata Disstrtazio menti, provenni! l'elegante statua di bron-
ne. Egli dice il ponte opera elrusca d'an- zo discorsa in breve. Della scoperta di
° secolo dell'im- Vulci, e de* feraci suoi scavi, dovrò ripar-
tica data, restaurato nel i

pero circa, e bastare esso per raccoman- larne, con ordine cronologico di tem-
dare la solidità e l'eleganza dell' etiusca po. — Nel ricordalo articolo, diesi ran-
architettura.Il 1. 18 i\<t\V Albumdi Roma, noda con questo, riportai l'opinione, che
a p. I i3, ne presenta il disegno, ma l'eru- fa derivare Vaici dall'altra etrusca e an-
dito autore dell'articolo C, dice scoperta tichissima città di Vetulonia , la quale'
Vulci dal Campanari neliSsg, conlra la vuoisi appunto sorgesse un miglio di-
quale data più avanti dovrò confermare stante dal Ponte dell'Abbadia. Il p. Fla-
l'anteriore enunciata. Descrive i pregi del minio Annibali da Latera , tanto istrui-
ponte ancora intatto, la sua arditezza e to della contrada, nelle Notìzie storiche
solidità, e quale acquedotto d'acqua ter- della casa Farnese e della città e ,

male larlarosa, e strada. Che la figura ducato di Castro, al quale e alla cui se-
togata scolpita sulla chi^ivc della volta de vescovile appartenne poi Vulci, con-
del ponte rappresenta probabilmente il viene che Vulciaeranel territorio di Moa-
personaggio romano che fece reslwinare talto, in una pianura detta ancora pre-
ma danni cagionali dal leoi-
l'edifìcio; i sentemente dal volgo il Pian di Foce e
po eda'vupori del fiume uot» percaeito- di Folci, eziandio Pian di Bore, il che
V U L VOL 147
confermala sua ubicazione nella via Au- so delia sua collezione, dove leg^evasi l'e-

relia. Da alcuni venne cliiamata anche pigrafe elrusca, il cui soggetto egli spie-
Bolgia e da altri Folce , e si vuole una gava per laconfederazione t^i quella cit-
delle Xll colonie dell'EliMiria, secondo il tà. Un tal dubbio, che già presentava altre
riferito da'n^ss. del Cesarini. Il p. da La- dilTicoilà pressoché insormontabili, non
lera però dice che tralci o Volcia non può aver più luogo, da che dentro le mu-
fu una di dette colonie, enumerando quel- ra dell'antica Vulcia,e fra'ruJeri di quel-
le che ()er tali sono riconosciute. Il iSib- le f-ibbriche colossali, che altre lapidi e
by nella Dìchiarnzionei\v\i^'ò^^ ricono* e alili monumenti in buon numero hau-
sce la già polente e ricca etrusca Vulci, no fornito nello scavo dell 835 e portali
Del tei ritorio di Montaltodi Castro, e pre- in Roma, fa trovata la seguente iscrizio-
cisamente nel fondo di Campo Scala , ne in pietra di travertino , rotta in due
spettante a'marchesi Candelori, in gra- pezzi , e con lettere di non dubbia le-

zia dti'qualì, del Campanari, del principe zione. D. N. Flavio f^ale - Rio Severo
di Canino d. Luciano BoDaparle,de'Feoli No - Buissimo- Caesari Orcio - Et Popu-
e di altri, negli scavi in essa praticali con Ins-FulccnCiuiii'D. TV. M. Q. Eius. La
felicissimi risultamenli, si rinvennero og- quale,comc ognun vede, appartiene all'an-
getti d' oro , in bronzo e in ferra cotta; no di Cristo 3o6, e toglie di mezzo ogni
onde Roma in pochi anni si vide arric- dubbio che ancora si avesse sul vero no-
chire d'un immenso numero di monu- me e la vera ubicazione di questa citlà,
menti elrusclfi de' quali scarseggiava, e c\ì\ primo Vincenzo Campanari salutò col
l'archeologia e le arti riceverono nuovo suo antico nome di Falcia. Questo lo ri-
lume e possente soccorso. Questa impresa, cavo dalla Dissertazione intorno a' vasi
per benemerenza de'nonunali e allriche
la gitili dipinti rinvenuti at sepolcri del-
a loro esempio intrapresero ubertose in- l' Etruria compresa nella Dizione Pon-

vestigazioni ,
portò gran luce alla scien- tifìcia, di Secondiano Campanari^ pre-
ivt, e splendore accrebbe oli' alma cillà, miata dalla pontificia accademia ro-
che non più invidiò le raccolte di Napoli mana di Archeologia f con grande me-
e di pllremuiiti. Egli opina, sembrare che daglia d' oro, e tla lui letta in essa a' ab
Yulci fosse colonia de' larquiniesi, pirli- gennaio 83G, publ»licata dagli Atti delU
i

Golarmenle destinata a servir loro di em- slessa nel t. 7, p. i. Soggiungo col iS'ib-
porio da questa parte, come dopo fecero by, dimostrare la ricchezza e potenza di
i romani per la parte del territorio di Vulci, quanto alcun' altra delle più insi-
Taiujiiiiiiai^y.) conquistato, (ondando la gni d'Etruria,il fatto delle recenti dovi-

colonia di Gravisene (il Cesarini, il Zuc- ziose scoperte fatte nel suo ciicondario,e
chi e altri opinarooo,r,hea Gravisca succe- perciò sembra, che cresciuta naturabneu-
desse l'odierno Moofallo, ma quanto al- le in prosperità per le ubertose campa-
l'ubicazione è di contrario senlimcnlo il gne del suo tern torio e per il commer-
p. Annibali). Qnaudo venisse fondata es- cio marittimo, giungosse all'apice dell'o-
sere incerto. Il detto principe di Canino, pulenza, dopoché Tarquinii commóh a.
nel suo Mitscuni Zi//7(*^i/e, stampalo nel decadere per l'invasione di Porseua, e pel-
i828-'29, e dopo di lui il prof. Yaleria- le conquiste de'romani, cioè nell'inteival-
ni. Etrusco Musco C'iiusino,ti\\ altri pur lo fra l'anno 273 di Roma e il 473. Im-
molti, ricordali da Secondiano Campana- perocché di Vulcia non si fa menzione
non meu profondo archeologo di Vin-
ri, prima deiranno473 di Roma, 273 avan-
cenzo suo paàre,credono che dov'è Vnlcia, ti l'era volgare, quando per la testimo-

fosse già l^'eluhnia : e argomento ne pre- nianza de'fasti trionfali Capilolini si trova,
se lilluilre lellcralo Valeriini, da uu va- che Tiberio Coruucanio coasole, Irioti*
i48 VUL VUL
fò il de Vulsiniensihux
i.'tli febbraio (F.). Forse nella città nel territorio v\
et T'ulcientllms : cos'i che per la i.' volta fu il famoso Fano Folluninae, che sem-
ci si mostra quaiulo perde la sua indipen- bra identico al Vertunno divinità latina,

clenza.L'Adami nella Storia di l'^olse- parlata a Viterbo, massime nella descri-


no ecco come ne narra 1' avvenimento. zione del suo territorio, ed al quale coìnu»
Gli etruschi erano stanchi di guerreggia- nemeutesiatlribuisce.Erroneatuente l'U-

re co' romani; ed mala vo-


i volsenesi di ghelli scrisse, come di già avvertii ne'para-
glia ne soiiVivano il giogo, quando nel grafi Acquapendente e Bagnorea dell'ar-
466 di Roma sapendone tumulti, pel i ticoloViTERBO, nel riferire neW Italia sa-
ritiro della plebe sul Monte Gianicolo, era, t. I, p. 578 Castri
: Episcopi. Quia
mossero loro guerra. Per affrontarla, pa- tanien post antiquae Folsciae civilatis
cificatisi romani, marciarono contro gii
i ruìnam, ut feri opinio, hunc trans lata
etruschi e presso il lago di Vadirnone li Episcopalisestdignitai,etabitninentora'
sconfìssero. Dipoi volsenesi abbandona-i bili obtinnit Praesulem, cioè Castrumj
ti da tutti gli altri toscani, fuorché da' e di questa registra i.° vescovo il b. Ber-

federati volcenti abitatori della città Voi- nardo di Ba^aoveayultiniusque Folsciae


sea, nel luogo che accennano gli avanzi a romanis solo ac-
civitaiis Episcopiis,
del suo antico nome corrotto. Piano de quataci e che forse sottoscrisse nel 964
Voice, (si noti che pubblicò la Storia nel una costituzione d'Ottone I imperatore,
1 787), vennero all'ultimo combattimen- la quale dal Pagi e dal Baronio fu di-
to con Tito Coruncaoio console; e rima- chiarata apocrifa. Errore t^etuto da al*
sti da lui vinti, quello ne ottenne dal se- tri, fra'quali Commanvilie, Histoire de
nato il trionfo, come si ha da questa la- tous Ics Eveschez, denominandola Fal-
pide capitolina, prodotta dall'Adami, di cia seu Bulcentina in Tuscia nel vica-
tronchi caratteri .... NCanìus T. F. T, riato romano, sede vescovile nel VI se-
iV. Cos. An.-CDLXXiii-.... Flsiniensi- colo, il cui vescovo fu trasferito al vici-
bus Et-Flcieniihus K. Febr. Cosi vinta no Castro (nel quale articolo riportai il

Yolseno, cessò la romana guerra, e sog- titolo della Cronaca di Fulci), territo-
giogata per sempre rimase l'Etruria. Os- rio volceute, e della città trovansi le ro-
servò r articolista C. dell' Album citato vine nel sito nominato il Piano di Fol-
di sopra, nel riportare l'isciizioue com- ci. Il Coleti nel t. io, p. 188 deWItalia
pleta e più corretla,cheCoruncanio quan- sacra: Episcopatus Antiquati: Folcien-
do interamente sottomise vulcienti ed i i sis Episcopatus^ riconoscendo aver esi-
Tulsiniesi, ebbe a compagno nel conso- stito nell'agro detto il Piano de' Folci^
lato P. Valerio Levinio. L' iscrizione è dopo la conquista de'romani, soggiunge:
così. Coruncanius Ti. F. Ti. N. Cos. At vero suavi Christìanae religionis Ja-
An. CDLKXiii De Vidsiniensibus Et Fui- go subjecisse collum probabile est pri-
cientibus. K. Febr. Noterò che in altre mis illis fideis temporibus^ quibus E-
lezioni l'anno è riportato in ultimo, v-angelii lumen reliquae Etruriae /eli-
come neir Italia sacra. Plinio chiamò ciler inclaruit. Hinc proprios oblinuere
quindi la città di Vulci, Fulcensium Co- sacrorum Praesides, quorum omnispro-
loniariiy per quella che vi dedussero i pemodum memoria obliterala interiit.
romani; ed anco posteri scrittori rico-
i Bulcentina Ecclesia in partibus Aure-
uobbero la romana colonia de'Yolcenti. liaefuisse legitur apudM. Gregorium /,
Inoltre Plinio nominò una Cossa Vol- Dialogorum lib. 3, cap. 17 (cioè con
centium, confinante col suo lerritorio,e ad queste parole, nominando il suo suddiaco-
essi volcenti appartenente. Ora è Ansedo- no Quadragesimo. >» Noxtris modo tem-
nia, diocesi della badia dellt TreFontane poribus , quidam Quadragesimus nomi-
VUL VUL '49
ne Bnxentìnae Ecclesiae snhdìnconns «truzione di Vulci. Il p, Annibali molto
fuil, qui oviuni siiaru/n gregem pascere parla del vescovato di Vulci e del b. Ber-
in eosdem Aiireliae partibus solebat, nardo, riporta tutte le testimonianze degli
etc." Tulli sanno che il pontificato di s. scrittori che lo dissero ultimo vescovo di
Gregorio I durò dal Sgo ai 6o5; eolie Volci, dalla qua! chiesa passò a quella
l'esistenza d'un suddiacono della chiesa vacante di Castro, non più tardi del 964
di Vulci è sufficiente a constatare l'esi- o al più del 972 per h» rovina di Vulci,
stenza eziandio della cattedra episcopale contro l'asserzione del Zucchi, n^W In-
inquesta chiesa. Imperocché nel linguag- formazione di Castro e suo ducato al
gio dell'epoca, l'idea di Chiesa non an- duca Odoardo, che pretese aoch'egli er-
dava disgiunta da quella di Vescovato j roueamente.avere il b. Bernardo col con-
mentre quando volevasi indicare l'edifl- senso pontificio levato la cattedrale da
zio d'una chiesa, si denominava tempio Volci, situata nel piano del Ponte del-
casa di Dio e santuario, o altro consi- l'Abbadia, e trasferita in Castro. IMa già

mile vocabolo), ubi edili Codices legunt prima Vulci era decaduta
di tale eccidio

Buxentinae, mss. fere omnes, monacho- e di poca importanza, poiché non la tro-
rum benedictinorum testimonio, Buxen- vo ducato romano che verso
far parte del

tinae: utroque modo perperam, nam il 726 Papas. Gregorio II, men-
si die'a
Buxentina, seu Baxenlina Ecclesia e- tre sono nominate Civitavecchia, Ceri e

rat in Lucania [Buxentuni: poi Poli- Man turano; né ne'posteriori diplomi dei
castro), Anrelia auteni via in Etruria : Carolingi e altri imperatori, che riconob-
lescndum isilur Holslenii indicio Bul- bero dominii temporali della s. Sede,
i

centinae adeo ut ex usu veterum prò V o ampliarono. Montalto egualmente


gli

lileram Hfrequenlerusurpantiurn fui- non è nominato fu Gregorio IX che nel


:

centina inde emergat Ecclesia. Hujus 1234 lo riconobbe appartenere alla s.


Fulcenlinae, seu Folciensis Ecclesiae Sede, nel vietarne l' alienazione. Né la
subdiaconwii Quadragesimum comme- diocesi di Vulci fu unita a Castro, ma
mora t ibidem D. Gregorius, linde fa- bensì a Toscauelln, poiché a questa sem-
cile est cum praefato Holstenio in po- pre appartenne Montalto; e quando il
lis ad Geographiam Cardo a s. Pauli vescovo di Castro prelese che fosse nella
colligere Episcopali fuisse sede decora sua, Giovanni XXII dichiarò nel iSiS:
tam. Non mancano di quelli che credo- Castrum Dlonlis Alti esse Tuscanien.,
no avere i vescovi di Vulcia risieduto a et non Casircn. dioeces. Sebbene già fin

Bisenzo o a Falentano, descritti negli dal I 193 circa a Toscanella era stata u-

omonimi paragrafi di Viterbo. Dels. Ber- nita Viterbo, onde poi il nome di questa
nardo Janni, che vuoisi dall'Ughelli ed prevalse. Il Turriozzi, Memorie della
altriultimo vescovo di Vulci e i .° di Ca- città Tuscania, volgarmente Toscanel-
stro, e perfino che questa cattedra suc- la, a p. 23 di Vulci soltanto disse >» Alla :

cesse a quella, narrai nel paragrafo AC' destra del Fiora giaceva pure la città de'

quapendente, perchè in essa nel 1649 Volci, i cui popoli sono chiamati da Pli-
fu trasferita la sede vescovile di Castro, nio lib. 3, cap. 5, Vulcienles, le di cui
quando questa fu del lutto demolita, che vestigia cadono ancor sotto gli occhi (nel
ilvescovato di Castro già esisteva io tem- 1778) sponda destra di tal fiume
alla

po del b. Bernardo, a segno che ne di- nel luogo corrottamente chiamato il Pian

venne il ^.° vescovo che si conosca verso de' Voci", Ma forse Vulci, benché ora
rSoo o più tardi, ma non già dopo il nel territorio di Montalto, fu compreso

964, anno in cui l' Ughelli lo dice vi- ne' limiti della diocesi di Castro. Anche
vente, assegnando a quell' epoca la di- il Coleli scrisse, benché cuuoscesse avere
,.,^(, V UL V U L
il due vescovi avanti
Liicenri legisfiato ne di tulli i luoghi del suo stalo, com-
s. lìeinarclo: Qiiod Caslrensìum printum preso Monlallo (li Castro che n'era il

eimìrlemdìxentperpcramputan'! e J^ol- propiignacoln. Dopo «vere doppiamcnle


ris dinitis obvcnisse Castro Episcopo- errato nel diie il b. Bernardo del f)f)4

lem fjigw'lnteni circa atimim 964. Cam primo vescovo di Castro, per la trasla-

antem Janirfiii ante in Castrensi throno zione della sua sede episcopale di Volci,
fiihìsseEpiscopus ibidem osfenderimus, come luogo piìi vicino di 7 miglia circa,

rcliqinim nonnisi est Volcenscm calhe- aggiuuge. Della città di Volci se ne ve-
f
tlram Castrensi disse imilam non co dono ancora le vestigia, perchè compe-

Iranslatam. In reliqiiornm igitur Fol- tendo co'romani per certe terre e castel-
rensiiimPraesulum communi inlerilti, la, toltegli da' medesimi romani, questi
hominnni memoria, B.
siiperstes fttil in all'improvviso, mediante un disordine
Bernnrdns, Balneoregiensii civis^ idli- fatto tra essi vidcian', non potendo re-
mum /'olcorum Antistes,qid diruta ci- sistere, come pel passato aveano fatto,
vitate, Castrnm migravit, vacautem ini- morte che diedero
ansiosi di vendicar la
hi sedem occiipaturus. Le sue ss. Ossa al famoso capitano Coriolano (cori
loro
si venerano nella calteflrale d'Acqu«»pen- altro enorme sproposito, qui il Zucchi
denle, trasporlnle da quella di Castro, confuse Volci eirusca, con Volscia di
qtiando venne abbattuta nel 1649, onde Campania de'popoli volsci), la distrusse-
ora non è che una semplice boscaglia con ro. Indi dice, sognando col famoso An»
nlciini ruderi della città, senz'adatto abi- nio, la città di Volci ftj fabbricata nella
lafori. Non si può stabilire la durata del venuta che fece in Italia Noè, a vedere
vescovato di Vulci; forse fu di più che il suo figlio J^fet, non>intita da lui tra le

tre secoli. Ma ormai si parli dell'ultimo 12 colline che in Italia ediflcossi; e que-
cecidio della cillà. Dice ilNibby,cbe do- sta è una di quelle ediO^-Je dal mede-
po averla soggiogala i romani, non i- simo in Toscana, come Bolseno. E quel
-scomparre atìalto dal numero delle città, Fui vuol dir cosa antichissima, essendo il

poicbè vien ricordata da Stefano sulla suo territorio in qtiel tempo per tutti i

fede di Polibio nel vi delle Storie, e da confini (sic). Tanto è vero, che Monte
Tolomeo nel ni della Geografia, dove Argentaro prese il nome dalla città di
descrive l'Etruria. L'OIstenio, Adnot. in Volci (forse perchè ebbe l'aggiunto Co-
Clm'cr.. p. 4o, crede cbe della chiesaVuI- sne, o meglio perchè la stazione navale
centina parli s. Gregorio I n% Dialoghi, de' vulcenfi essendo Cossa loro colonia,
discorrendo di Quadragesimo Biixcnli- questa era situata presso Monte Ar-
il

nae Ecclesiae subdiaconns, dicendo do- get»taro. Il cav. Manzi opinò che Co^sa
versi correesere
co Bulcentinae o f^tdcen- sorgesse ove sta ora Monlalto). E sebbene
tinae. Ammettendosi dal Nibby tal cor- poi in quella poca città di Volci, restala
rezione, come probabile, dice che Vulci per avanzo di delta distruzione, fosse fat-
avrebbe esistito almeno fino al VII se- to vescovo Bernardo, non polendo
il b.
colo. Le scorrerie de' saraceni ne* secoli resistere per la poca gente e muraglie
IX e X, che misero a ferro e fuoco que- disfatte dagli assalti e impelo tle'sarace-
ste contrade, la distrussero interamente, ni (ma come l'avea detta disfrulla dai'
ed o"si si conserva la traccia nel suo no- romani? poteva dirla da quelli rovinata,
me nella denominazione di Pian di Voce, per rendere probabile quest'altra asser-
che ritiene una parte del lenimento di zione), ora chiamati turchi, quali davano
Campo Scala de'marchesi Candelori,che spesso terra alla spiaggia di Gravisca,ora
copre le sue rovine» Nel i63o il Zucchi r.liiarmta Montallo, in uu luogo dello le
presentò al duca di Castro Vlnformazio- Muielle; e trascorrevano a predare sino
VU L VUL i5c
alla cillà di Volcì. Tutto questo obbligò e in modo che ha dell'i noredibile. Aven-
il b. Bernardo non solo di ritirar>ii a Ga- do i volcinni trionfato di un gran numero
.••Iro colla sede vescovile, ma a trasferirvi di saraceni, sbarcati al porlo, ilelle I\Iu-
le ss. Reliquie che avea nella cattedrale relle per assaltare la loro città, gonfi pei*
di Vulci intitolata a s. Pancrazio^ nome questa vittoria cocperunt redargnerc
pure del vescovato. Indi io Castro feoe semetip.sos, dicentes se stulte ftcisse, eo
edificare, sotto la spiaggia, una chiesa qitod vacua dimisissent Civitntetn. IL-
colla medesima invocazione di s. Pan- Lis ilaqueinler se conltindeiiLibus^super-
crazio, e l'adornò con pitture scelle dal- incidit eis pravwn consilium, iti expe-

l' aulica, cotlucandovi pure le sue cam* riincnlo proòarentj si illi^ qui renian-
pane, e molti belli conci e pietre antiche serant^ possent se defciidere ab his,qui
di Vulci servirono ad adornine la fac- exiverunl conlra hoslcs. Credehat euiui
ciata tltlla catledrale di s.Savino d» Ca- major pars exa^rilus, quod Civitas^ ita
sti \ e altre chiese di tal città. Aggiunge vacua remansisset, quod si ipsi, qui e-
ancoi!i, che saraceni prendevano terra
i xìeraut, captivifuisscnl a sarncenis, non
alia spiaggia, non avendo allora ostacoli reniansisset aliquiy qui dcfenderent Ci-
di torri, come poi vi furono pianiate, e vitaleni ; respondentihus aliis ex ad'
facevano scorrerie a danno di Gravisca; verso quod tot rernauserunt, qui pnlC'
laonde bene spesso i voloiaiii uscivano ratil tota exercitui repugnare, et conlra
come vicini dì quasi 5 miglia a soccor- eoi dcjendere Civitatein. lllutatis itaque
rere i graviscani, e li combattevano. IMa signis, ac vexUlir. mditibtts, qui siipra^
sicooute Gravisca non era luogo forte, dtnigratis de carbonibns corticis sube-
circa un tiro d' archibugio i graviscani rarum^ quorum copia erat in partibus
in un colle fabbricarono Montalto, così ilUs^ propinquiinlibus Civitati praedi'
appellato dall'elevazione sua e dalla for- clae niistruiit nuutios ad
qui eraut
co?,
ma del circuito delle mura (Gravisca, ora in Civitate, dicentes: [luce inandat vo-
sepolta tra le paludi, Ki celebre pe' suoi bis Rex Saracenoruin, qui oinncs ci-
vini; era la stazione navale de' tarcpai- ves veslros inisernnt captivos in terraut
nesi). Tanto riporta il Zuochi. In vece suain, ut consulatis vitae ves trae et red-
ecco quanto narra il suo annotatore p. datis ei Civitaiein absque confliclu pu-
Annibali, sopra l'eslreaio fato di Vulci. gnae, et rescrvabitvobis vitani, alioquin,
Verso la mela del secolo X fu distrutta capta cìvilale, omiits in ore gladii trn-
la città di Volci o Volcia, non da' sara- cidabit. fpsi vero nuniiis respondenles
ceni o da altri barbari, ma da'romani iu dixerunt,quod potius volebant mori pu-
occasione che i volcesi dopo avere respia- gnando, qua.'Ji ire post cives suos in Cd-
lo e trucidalo i saraceni sbarcati al luro ptivilalcm saracenoruni, et unaniiniler
poi lo, dello della Minella, vicino a Mon- excunle's de Civita te tanidiu pugnave-
talto, per assaltare la loro città ubbriachi runt cuni hisy qui erant extra, donec
per la vittoria si uccisero iu gran patte seseotnnes mutuo interfecerunt. Romani
tra loro stessi;onde rimasta Vuoici con vero talia audientes, cum essenl inimi'
pochi abitatoli, romani loro nemici pre- i ci, mox accesserunt ad Civiiatem prae-
sero ttiolivo dalla debolezza, in cui ave- dictutnyCL ipsamfunditus dalruxerunt.
vano I idoita la loro patria, di assallavla Vincenzo Campauari nella Dissert, del-
e distruggerla, il disordine accennalo dal la StcJtua f'ulcenle osservò. Che Vuloi
Zucchi, e ripetuto iu [)arte dal p. Anni- ben presto cominciasse a decadere, lo ma-
bdi,lra'vulceati ed i romani, la Cionaca nifeslauu le terme di sopra accennate, le
attribuita al b. Bernardo, tenuta per più quali giù da'tempi del cristianesimo era-
iagioui apoaild e fuUa, lo laccuutu cuà no ndoUti u poverisaij^o cimiteiio cu-
i5i VUL VUL
stiano, formalo co'rollami de'marmi del- pubblicò, Della capitale de' Tuscanien~
l'antiche opere pubbliche: nel qua! ciini- si, a p. 226 ci die'contezza degli scavi fatti
teiio fu rinvenuta l'iscrizione in traver- dui cardinal Guglielmo Pallolla nell' a-
tino,che ne accerta essere quello il sito gro di Ulcia, città antichissima de'popoli
di Vulcia,che offre, ed è quella ripor- etruschi, la quale secondo la tavola del-
tata superiormente parlando della Dis- l'Ameti giace distrutta sopra i gravisca-
sertazione del di lui degno figlio Secon- ni.Poiché nel distretto suo, vicino al
diano. E questa iscrizione, sebbene fu Ponte dell''Abbadia, per cui si passa la
posta nell'anno 3o6 dell' era corrente, Fiora, e quasi sul margine di quel fiume,
ben dà a divedere con la rozza sua for- si trovarono in gran numero finissimi
ma, e con quella del carattere, l'infinita quale
vasi di terra cotta, nel lavorar lo
differenza che passava tra Vulci del IV erano eccellenti que'di Toscana[l^ .),òq'
secolo, e la stessa città de' primi secoli cantati primi (àguli da Taziano, e mae-
i

dell'injpero. Il quale degradainento, seb- stri di tale arte a' greci, Plnsticen inve-
bene fu comune a tutte le parti dell'im- nere Tuscani. Si rinvenne pure una pic-

pero romano, lo fu in modo più parti- cola statua di metallo, esprimenteBacco


colare a tutte le città di quelle contrade, coronato di pampinoso tralcio abbondan-
perpetuamente esposte non solo a'uemi- te di maturi grappoli di bell'uve; altro
ci,che venivano dalle parli superiori d'I- pezzo di grossa statua di bronzo, vari
talia, ma specialmente a quelli che ap- freni di cavalli, fibule, anelli, monete
prodavano dall'Africa, e che non avendo di rame, e altri etruschi militari orna-
voglia di stabilirvisi, tutto depredavano, menti, depositati dalla munificenza di
e quello che seco trasportar non poteva- Pio VI nel Museo r^aticano , a cura
no, guastavano o distruggevano col ferro del peritissimo Gio. Battista Visconti.
e col fuoco. Ma ormai si venga a parlare E luttavia in quelle sepolcrali arene ne
de' grandi e fertili scavi eseguiti in più era rimasta quantità ancora, massime
anni nella sua area, vasta necropoli e verso il detto Ponte, peTuturi cavato-
territorio^ mai interrotti dal 1828 in poi, ri ; ricordando coloro che scrissero del-
i quali a vendo reso famigerata Vulci, pro- l' antica pratica degli etruschi di sep-
curai raccoglierne e compendiarne le no- pellire ì morti in campagna lungo le
tizie da molteplici opere e periodici, an- correnti, e perciò anche quasi tutta la de-
che in ossequio alla memoria del mar- stra riva della Marta trovasi occupata da*
chese Antonio Candelori, già mio amo- sepolcri de'genlili. Parlai nel voi. XXIIl,
revole, decesso da molli anni ( come feci p. 200, col commend. Visconti, Notizie
per Voghenza , onde corrispondere al- di Canino, ov'egli ne ragiona, e meglio
le premure dell' egregio suo arciprete nel paragrafo Canino dell' articolo Vi-
d. Luigi Collevati defunto). Benché, co- terbo, degli scavi fatti nel 1787 nel lati-
me sono andato riferendo, parecchi scrit- fondo di Campo vScala, eh' è su quel di
tori accennavano l' ubicazione di Vulci, Canino, d'ordme di Pio VI a consiglio del
quest'illustre città fu richiamata a vita sullodato Gio. Battista Visconti, avo del
da Vincenzo Campanari, il cui nome du- commendatore e suo predecessore nel
rerà eterno quanto quello stesso di Vul- commissariato dell'antichità ruma ne(l'^/-
ci. Per la sua scoperta, pe'monumenti su- bum di Roma, t. 2, p. 209, offre il suo bu-
perbi che illustrò s\ dottamente, la scien» sto, le sue notizie e quelle di sua illustre
za archeologica allargò i naturali e fino famiglia); e del ritrovamento di vasi e-
a lui ristretti confini, in questo genere di Irusohi e altro nel Pian de^ f^'olci ^ i

cose, e quasi divenne una scienza novella. quali collocati nella Biblioteca Vatica-
Primameote il Sarzana, che nel 1 783 na, Gregorio XVl riunì poi nel suo ipu*
VUL VUL i53
sto eliu^co. Già il commenJ. Visconll a- male oneste persone, che risiedevano sul
vea pubblicata la Relazione di essi eli luogo, slimaroiiu bene di convertire in lo-
Filippo Piada al medesimo Gio. Batti- ro piulìtto le invenzioni di lui. Ed aven-
sta, nel Giornale Arcadico^
192, l. <Ò6, p. done lutto il comodo, aperta una furtiva
quindi riprodotta nelle dette sue Notizie scavazione nel cimiterio vulcenle, tanto
a p. I 3. Secondiano Campanari nella par- in quella parte ch'è compresa nel domi-
lata Dissertazione intorno i vasi fittili nio de' Candelori, quanto in quella atti*
dipinti, a p. 8j voile ragionare della sco- gua di d. Luciano iionaparle principe di
perta di Vulcia e del suo sepolcreto, della Canino, ne trassero a luce bellissimi og-
quale col suo padre Vincenzo che l'ope" getti in vasi e lazze dipinte ; del che ava*

rò già diedi ragguaglio. Egli francamen- tasi in breve notizia, ad istanza delle parti
te alFermò doversi al di lui genitore, e non interessate furono perseguitati e condan-
ad altri. Avendo esso altre volte visitato nati. Nacque allora la lalsa voce (e pare
quelle nobili rovine, avea vedutele molle inventata dagli stessi furtivi scavatori,
slaluine metalliche, gli scarabei, l« mo- per meglio scusare e coprire il loro la-
nete ec, che trovavano ne'cam-
i bifolclii drocinio), che per caso arandosi la terra
pestri lavori. Là dove le acque aveitno si era sprofondala una tomba cadendovi
solcato la terra, avea veduto de'rottami i bovi, e che ciò die'causa a (|Uella scoper-
di cocci dipìnti : udito avea racconti ne' ta. Multi vi credettero, ignorando i fdillt

luoghi vicini di tesori che ivi si eran tro- antecedenti, e io slesso principe di Cani*
vali, comunque rivestili ili favolose circo- no, a cui danno, egualmente che del Cam-
stanze, siccome favolosa correva la storia panari, fu la storiella inventata, vi pre-
di quella città, lutine ebbe sotl'occhio il stò credenza, e di buona fede la nporlò
Sarzana di quanto ho riferito. Appresso nella sua bell'opera del /l/«.?e««i Etrits-
tali notizie ed osservazioni determinò d'a- fjne nel 1829 (la trovo accennata anche
prire in quella terra una regolare scava- nelle Notizie del Giorno del 1828 che
zione ; al che Antonio e Alessandro Cao- vado a ricordare , tacendo il mendacio).
delori , signori di (jnel vasto lenimento, Ma non dovessi più a lungo defraudare
convennero prestando amichevole consen- il pubblico della notizia del vero autore
so. Dopo di ciò Vincenzo Campanari si della vulcenle scoperta, la quale ne ha
rivolse al camerlengato pel permesso di posto in possesso di tante antiche cose
far lo scavo di\ulcia e de'suoi contorni, e tanto pregevoli alla scienza. Lo stesso
a*2 5 settembre mille ottocento venticin- autore non tardò di stampare la notizia
qiie. A qtiell'epoca niun'altra scoperta si e- della escavazione già intrapresa: tuttociù
raivi fatta uè fortuita, né a bello studio (tì- che potè rinvenire presso gli antichi au-
gli leggeva la dissertazione nel gennaio tori circa la storia di Vulcia, che sembra
i836, innanzi che nel i." trimestre di rimasta distrutta nell'incursioni de'sara-
queir anno del Giornale Arcadico , il ceni fra il VII e il IX. secolo, cioè colle
commend. Visconti pubblicasse la suddet- Notizie di f-^idcia antica città etnisca,
ta Relazione, onde pare che il disseienle raccolte da Vincenzo Campanari socio
l'ignorasse ). Avvenne che lungo tempo dì varie accademie, Macerala 1 829. Tro-
dovette trascorrere, e varie pratiche usar- vo che nel precedente anno nelle Notizie
si,non senza alcune giudiziali questioni, del Giornodi Roma de'6 novembre, ven-
per porre d'accordo i diversi pretendenti ne pubblicalo l'articolo intitolato: Re-
alle ragioni dello scavo ; ciò che non pri- cente scoperta archeologica. Nel vasto
ma del mille ottocento ventotto potè com- latifondo di Campo Scala , territorio di
pirsi. Intanto divulgatasi, come suole ac- Montalto di Castro, che si possiede dal-
pidere, l'iuleuzioue dei CaiupaDat i, due la famiglia Candelori, è fama che esiste»-
iH VUt '
VUL
»e filici, ah'\lsilaiW/'ulclcnl€<;,ne\\(\con- dn signori Candcloi-i, alici San!Ìl\ <U
Iradrt (li Pian di roce^ «ppcinto per fidici Nostro Sis;norc Papa Gregorio I, di XF
o J'olci, che ivi esistette, sì è scoperto Antonio Nibby pubblico professore di nr'
un este<iissimo sepolcreto etrusco. Oltenu- cheologia nella Università Romana, Ro-
to il permesso dui camerlerigalo, la detta mai834. Doirendo il vaso servir di pre-
fiimìgiia nel precedente ottobre vi aprì mio ne'sugri certami, l'artefice con pro-
uno scavo, e nelle sole prime tombe sco- fonda per soggetti da am-
filosofia scelse
perte si rinvennero oggetti aniicbi d'ogni be le parli due
d'un valore bilancia-
eroi
specie, in oro, in bronzo, in uenfro, ina- to, gli uni nella guerra quali erano gli
labaslro, in vetro ed in terra cotta; conte Eacidi Achilleed Aiace, gli altri'ne'giuo-
scnilure, cinerarii, vasi, patere, ampolle chi, come i Tmdaridi Castore e Polluce,
di varie grandezze e colori, fregiate di em- Gregorio XVI lo gradì sonìmacnente ,
blemi mitologici, e d'iscrizioni greche ed quindi donò alla Ihblioleca Vaticana, e
elrusche.bicoraggiata da questo I. "scopri- poicolloiò nel Museo Gregoriano Elru'
mento, la (amiglia Candelori ha raddop- sco da lui istituito nel Valicano, le cui rie-,

pialo d'energia per aprire tutte le tombe cliezze e rarità in grandissima parte d»-
che sono lungo quella riviera. Nelseguen- rivano da Vulci. Di più a premiare le be-
te i87.g le sfesse Notizie de' 2 aprile ag- nemeretjze de'fratelli Antonio e Alessan-
giunsero sulle scoperte falle a Campo dro Candelori, Gregorio XVI con breve
Scala de'sepolcreti di Vulci, che i succes- de'i3 novembre 835 erosse in oiarche-
i

sivi risultali oltrepassarono la pubblica salo il celebre lenimento ili Campo Scala,
espeltazio|ine, poiché dal passato ottobre miniera d'insigni monumenti elriKchi, e
in cui erasi dato principio allescavazioni dichiarò lìlarvhesi di Ionici, essi ed i loro
di quelle tombe, le note setlimanali re- discendenti. Nel seguente i836, il t. a
cateal camerlengato recavano una quan- iMV ^Ibwndi Roma, a p. ^o2, olla l'ar-
tità di oggetti d'ogni specie ivi trovali, ticolo denominato : Interessanls scopar'.
JN'elie prime setlimane si trovarono un ^<^z. Gtlebrala Vulci e il lenimento diCain-»;
centinaio circa di vasi, di tazze e di altri pò Scala, quiil sorgente feconda di tesori
preziosi oggetti ; e pervenuti in Koma nel d'arte e d' erudizioni, i (piali, couìe del
palazzo de'Cavalieri, abitazione de'Can* hiogo, tenevano occupali molti ingegni
«lelori , il cardinal Gallelli camerlengo, dii." sfera, ed i giornali di tulle le colte
colla commissione consultiva di belle nazioni ; avendo somministrato alle col-
arti, si rec^ ad ammirarne il pregio sin- lezioni romane di vasi fittili etruschi, al
golare, onde il governol'acquislò pel rati- di sopra delle più. famigerate e solenni
geo Valicano. Fra i personaggi distinti d'Italia; dichiara doversene il ritrova-
che si portarono a riconoscere tanti pre- mento alla generosità e al signorile ani-
7,iosi oggetti, devesi a cagione d'onore no- mo de' fratelli Candelori, elevali percià
minare il re di Baviera Luigi esimio a- dal Papa a marchesi della rinvenuta cit-
inatore e conoscitore dell'arti belle. Pro- là di Vulci. Quindi passa a rilevare di- i

seguendo i feracissimi scavi, i fratelli An- stiuti pregi della slaUia.di brouzo, discor*
Ionio e Alessandro Candelori offrirono a sa di sopra col suo illustratore Campana»
Gregorio XVI
un magnifico e grandioso ri. Inoltre la comune di JMonlidlo di Ca-
vasofitliledipinlo, trovatoa Cau)po Scala stro, conosciuta da esso e da altri per l'an-
nel 834, insigne e raro anche pe'soggetti,
I lica G/v^mc^j come riportai in (|uest'ar-
e importante per le iscrizioni, insieme col- licolo, fece scolpire una lapide monumen-
ta seguente dotta e decorosa illustrazione tale di gratitudine a Gregorio XVI, per
con (igni e. Dichiarazione del dipinto di le beneficenze ricevute, istanti i fratelli
un antico vasojiiiile Falciente, o/fcrlo Aalonio e Alessandro Candelori mar-
V U L V UL iS;
diesi di T'itici, lìclLi jtatria benemeren- portante scoperta d'un magnifico ipogeo
ti. A'3 rt)*«i70i836 nella pontificia acca- di famiglia etnisca nella località di PoH'
(li*mÌH lofuana d arr4jet)logia, poi stam- te Rotto pressofiume Fiora , localilìi
i!

pata nel III). 8, p. I tie'sijoi ^///, Vincenzo nella quale furono coslanlemente prati-
CAmpanai'i le*<e la Dì^ser lozione sopra cali scavi da altri dal 1828 in poi. Que-
Uno .spfcrhio melaUico grafito, provc- st'insigne monumento sepolcrale, il più
nienle fjfi<^li scovi di f'idcia. Rinvenuto bello e maestoso di quanti altri ne furo-
nel 1 835 ,
j^ià 1' avea illustrato il dolio no trovati ha una
negli scavi di Videi,
lìrauo, cui tenne dietro una breve noia strada lunga i5o palmi, profondo altret-
del cav. Jjunsen,amho delle co«e vulcentì tanto e largo g.Essa imbocca in un atrio
ins'gneniente heiiecneriti. ! quali avendo coperto scavato nel travertino, lungo 18
segnilo una via diversa dall'autore, que- paluti, largo 12, e prima di arrivare Irò»
sti slimò esporle le sue opinioni, perchè vansi 3 camere sepolcrali, e sotto l'atrio
«lalla diversità di queste, quando tratta- slesso 4 piccoli sepolcreti da fanciulli. En-
te colla dignità e calma che devcNi alle ri- trati nel detto ipogeo trovasi un grandin*
cerche del vero, la scieiiza sempre <i gio- so vestibolo scavato a guisa di regolare
va. Nel medesimo anno il di lui figl'O Se- piramide, decorato di belli ornaa)ei;ti ;

condiano descrisse gli /tntichi vasi dipinti (piindi vedesi un fregio nel quale stanno
della rolli'zione Feoli, riparlati altrove, graziosamente dipinti vari animali dome-
collezione £»reco-etrusca proveniente dal- stici e feroci in atto di biltersi tra loro, e
la tenuta di Campomorto comniend.
del nelle pareti al lato della porta principale
Agostino Feoli (il cui fratello Giuseppe che conduce alla tomba esistente nel cen-
ora propri^'tario del feiiimento, è I>ene- tro tlel vestibolo, vi sono dipinte figure
ineiilo dcliosped.de del borgo di i\lon- umane di vario ses^o alte 7 palmi circa,
l-illo, eretto nel 1707 da Clemente XI, che incantano a vederle, tanto per la bel*
ed eziandio è possidente nel paese d'una lezza, sebbene conservino rau-.terità dello
abitazione signorile, e verso il mare d'ii siile etrusco, quanto per la finita squisi-

na vigna pingue e con giardino), diverso tezza, ciascuna delle quali essendo mu-
jHMÒ dal teninienlo omonimo dell' Agro nita d'una beo chiara iscrizione etrusca
Romano os. Pietro in Formis, poiclièè non lasciano il aienomo dubbio che tal§
vicino a Vulcia e (\i\ questa dipendente, sepolcro abbia di fatti appartenuto all'au-

cioè di quella parte di sepolcreto vulcien- lica Etruria Si vedono poi altre 3 porta
le,ch'è compreso in tale lenimento. Inol- per via delie quali si apre il bell'adito ad
tre fanno parte di questa raccolta di an- allreltaati sepolcri. L'arcliitetlura di que^
ticaglie vulcenti alcuni superbi e nobili sto imponente monumento è bella, soli-'

bron2Ì, tra'quali un elegantissimo tripo- da e oltremodo maestosa. Nel vestibolo e-


de, che per la squisitezza del lavoro degli sistevano 4 casse di uenfro e 6 banchi fii-
ornati,e pe'gruppi degli animali con gran- nerei, come pure tutte le camere in nu-
dissimo amore e studio condotti, è senza mero di 7 entro l'ipogeo, e 3 nella strada,
dubbio uno de'più belìi di quelli che so- erano egualmente munite di tnli banchi,
no usciti fuori dalle tombe di Vulci. Il sopra de' quali si rinvennero 26 cadave-
Giornale di lìoma de''23 magsiio 18 )7
DO I
ri, oltre una graziosa urua di travertino,
»nn linciò a p. /\^6q , una Scoperta Ar- nella quale esiste vauo le ceneri e ossa bru^
cheologica. Alessandro Francois di Fi- ciate di vari individui. Infinito essere il

rcn7,e,investigatore di antichità etrusche, numero degli oggelti ritrovati entro tali


avendo trasferito la sede de'suoi sludi ar- sepolcri in vasi fittili, lazze, iagiimatoi ,

cheologici aii'anlica Vulci, aver fallo iu specchi mistici in bronzo, ihytou ec. ; ma
[kocUi giorni, oltre le uiulte altre, t'iai- iu uiudu shi^uluri:i^iaio souu a noUisi
i56 VUL VUL
molti oggelll in oro di squisito laToro, fra' cav. Manzi stampò nel 1
887 Io Slato an-
quali primeggiano varie collane di fila tico e attuale del porto, città e provincia
gi'HMH, orecchini elegantissimi, anelli con di Civitavecchia descritto. Ragiona an-
gemme piezioseincise, due scarabei, uno cora sulla prosperità agraria e commer-
de' (juali in onice con incisione, che nulla ciale della regione, mentre la coltivazio-
lasciaadesiderare,legaloinargento,e vari ne ed i traffici furono la sorgente dell'in-
altri oggetti che troppo vorrebbe ad ci descrivibili prosperità cui giunsero le 3
enumerarli ad uno ad uno. Quindi la Ci- medesima Tralci Tar-
celebri città della
villà C<t^^o//r<3 dello Slesso maggio, col- quinia e Cere. Che medinnle migliora-
l'arlicolo : Nuovi scavi Fiilcentìyhirvi'ì' menti d'una agricoltura dottrinate sor-
sce come il principe d. Alessandro Tor- gerebbero nuove città tra le rovine e le
lonia, a tanti altri richiedenti, avea pre macerie di Vulci , di Tarquinia e della
feritomeritamente la nota perizia del Vecchia Cere ed anco per avventura più
;

Francois nel condurre l'opera degli scavi floride e più opulenti dell'antiche, con più
e.continuare le ricerche negli ex- feudi di unito e ordinato governo , massime pel
Canino e di Musignano da lui acquista- benefico e fecondatore influsso della vera
ti ; e quindi te molte sperunxe ragione- Religione, succeduta alta falsa. Si vuole
volmente concepite, pel diseppelliiuento che da Vulci fosse recata a Roma quella
d'altri monumenti cospicui. Riprodusse testa, rinvenne nelle fondamenta
che si

il riferito del Giornale di Roma la Cro- del Tempio di Giove Capitolino gron- ^

naca di Milano de'iS agosto 1857. La dante ancora di sangue, testa che vatici-
Civiltà Cattolica de* 2 i ottobre di tale nò a Roma l' impero del mondo. » Ne'
anno , esibì il Cenno sopra le ultime Vulci, più che altrove, potrai conoscere
scoperte Vulcenti. S'impara da quello, quanto nobile, soda e grandiosa fosse la
avere il non men dotto che cortese cav. maniera di fabbricare degli antichi etru-
Luigi Grifi conservatore perpetuo dell'ar- schi, imperocché passerai il fiume Fiora

chivio e de' libri della pontificia accade- sopra un acquedotto , che ora serve ad
mia romana d'Archeologia, partecipato uso di ponte, il quale conduceva in Vul-
ad uno degli scrittori di (juel celebre pe- eia le acque Dall' uno e l'altro lato
. . .

riodico , la notizia del notabile ritrova- «lell'acquedotto correla necropoli di Vul-


mento avvenuto nella necropoli di Vul- eia. Sorgente inesausta , come ognuu sa,
ci. Quindi segue in parte una scientifica de'più belli bronzi, e delle più rare sto-
descrizione, con alcuna variante, del ri- viglie, ricoperte di nobili e interessanti
ferito dal Giornale di Roma, alquanto dipinture, e tale ricca, che il dotto prin-
particolareggiata poi intorno alle dipia- cipe di Canino cou non ispregevoli argo-
ture , da una lettera del cav. Noel des menti si è accinto a provare, che quivi
Vergers e da lui stampata nel Bulleltino fosse Vetulonia, già principalissima città,
dell' Istituto di corrispondenza archeo- ed alla quale diede Silio i fregi della se-
logica. Dopo il fin qui discorso è da ricor- dia curule, de'fasci e delle scuri, insegne
darsi, pei- l'analoghe nozioni erudite che di sovranità regnatrice Fa parte del . . .

contiene, massime su Vulci, Tarquinii e Museo Gregoriano Etrusco, quel super-


Cere, e loro necropoli, con confronti, la bo vaso d'Aiace e di Achille, che io e il
lettera scritta a'26 gennaioi833: Lette- eh. Campanari rinvenimmo nella necro-
ra del cav. Pietro Manzi a d. Teresa poli di Vulci ... Di Vulcia però non ap-
De Rossi Caetani dudiessa di Serino^ pariscono neppur le ruine poiché ne'se- ;

neta, sopra le ultime scoperte fatte lun- coli di mezzo cadde per manode'suoi stes-

go il litorale dell' antica Etruria nello ici cittadini^ che venuti a cimento, e vol-
$ lato pontificio, Ruma i834< Inoltre il gendo contro sé stesisi que'ferri, co quali
VUL VUL 157
vinto avevano! saraceni, In un con la pa- gì 5 miglia, con acquedotti costruiti da

tria loro perirono". Del resto quanto a Clemente XIII. In detta chiesa è il so*
Montalto,essoappartienecon Vulci al go- dalizio del Gonfalone. Oltre l'industrie
verno di Corueto , da cui è distante I3 eampeslri e altre, ha una fornace (!K

miglia, e altrellanteda Canino, i dal ma- vasi, mattoni e tegole. Estesissimo è il

re e un 4-'' ^i (uiglio dal fìuroe Fiora. Il territorio di Montalto, diviso in 5 parti,


suo clima nell'inverno sarebbe primave- delle quali 4 $ono i latifondi di Campo
ra^ se non fosse stemperato pel vento ma- Scala, Campo s. Agostino, Pescia, e por-
rino maestrale che vi spira essendo da , zione di Campo Morto.
esso dominata pure in quasi tutto l'esta- VULSlNO(s.), vescovo di Sherboro.
te, non che pel furioso libeccio e per la Si legge inGuglielmo di Malme^bury che
tramontana che io altre stagioni talvolta 6. Dunstano, essendo vescovo di Londra,
vi soffia. Laonde nell' estate ne partono fece Vulsinu abbate di 12 monaci stabt<-
buon numero d'abitanti, quali secondo ì liti a Thorney, ove s. Mellito aveva fon-

la Stalislica deli853 ascendono a 727, dato una chiesa sotto l'invocazione di s.


divisi in 192 famiglie e 172 case. A Pio VI Pietro.Divenne poscia vescovo di Sher-
si deve l'odierna chiesa parrocchiale di s. boru o Shirburn, e morì santamente nel
Maria Assunta bella e grande con 5
, 973. Matteo di Weslminster lo chiama
altari e organo la cui festa si celebra
, Ulzio, ma il suo nome è Vulsino, come ri-
con fiera ; altra festa popolare essendo levasi dalla sua vita antica pubblicata da
quella de'protettori i ss. Guerino e Can- Capgrave. La sua festa è assegnata al gior-
dido. Devesi pure allo stesso Papa la no 8 di gennaio.
fonte pubblica che conduce l'acqua lun»

h.
w
W AG W AL
W.AGA oCIIENKURSK. Città ve- WALRURGA (s.), vergine e badessa.
scovile della Russia europea, nel governo Figlia del santo re Lliccardo e sorella de*
d'Arcangelo, da cui è distante 68 leghe, ss. Willibaido o Guillebaldo e Wini-
capoluogo di distretto sull.i riva destra baldo o Gombaldo, i quali travagliarono
della Waga, da cui prese il nome, (ìume con s. Dunifacio a diffondere in Alema-
che in primavera è navigabile da battelli gna la leligione cristiana ; nacque in lu-

piatti. K piccola e poco popolala, non gljilterra nel regno de' sassoni occiden-
arrivando a looo gli abilaoli : abbonda tali, e fu educala nel monastero di Win-
di grani e lino. Fu sede vescovile, sotto burn, ossia cojilea di Dorset, dove dipoi
il patriarcato di Mosca, indi fu unita a vesfi l'abito religioso. Fu nel numero di
quella di Kolmogora (^.)- Oricns Chr., quelle religiose, che a richiesta di s. Bo-
t. 1, p. l321. nificio partirono per l' Aleinagna sotto
WAITZEN. r. Vaccia. U scorta di S. Leobgila, per ispargervi la
WALBEUTO o WALDBEIITO (s.), buona fama di Ge5Ìi Cristo. Passati due
abbate. Nacque a Nanleuil 1' Hauduin anni nel monastero di Bischof^heiin nel-
o a Vinantes, tra Meaux e Duuunarlin, la diocesi di Magouza, fu eletta badessii

di nobile famiglia. Datosi alla carriera di quello che suoi fratelli aveano fon-
i

militare, esercilòonorevoli u(Uxi nel Fon dato a Meidenheim. Le sue parole e le


thieu; ma poi disgustalo del mondo e sue azioni portavano tulle i' impronta
delle sue vanità, ritirossi nel monastero della pietà, della d(;loezza e della carità,

di Luxeu nella Franca Contea, governa e l'ardore del suo zelo era sostenuto dal-
to allora da s. Eustaziu. 1 rapidi suoi pro- la forza dell'esempio. E'er lutto ciò, dopo
gressi nella perfezione lo fecero ammi- la nun'te di s. Winibaldo nel 7G0, le fa
rare da tutti i fratelli, per cui, morto data una soprinìeiulenza generale a vita
Eustazio nel GaS, lo vollero loro abbate. sul monastero d'uouiiui di Ileidenheim,
Egli stabili un ordine ammirabile nella ch'era stalo governato da (|ueito santo.
comunità, tanto ne'lo spirituale che nei Morì a'25 febl)raio del 799, dopo aver
temporale. Il suo esempio ispirava co- passato -2 5 anni nel moiiaslero di Hei-
raggio a'più deboli, e infondeva ne're- deiiheim. Nell'Syo furono trasportale le

ligiosi lo spirito della otortifìcazione, il sue reliquiead Aichstat o Eich'ilcU, ecol-


fervore e il raccoglimento. Cessò di vi- locate nellachiesadis. Croce, la quale pre-
vere il 2 maggio 665, e fu sepolto nella se poscia il suo nome; ma notabili parti fu-
cbiesa di s. Martino, dove molli mira- rono distribuite in varie altre città. V'ha
coli resero celebre la sua tomba. Le sue un gran numero di chiese a lei deilicate in
reliquie si custodirono a Luxeu, e il suo Alemogiia, nel Brabante, nella Fiandra
nome si trova in molti mailirologi ed in e nella Francia, le più delle quali cefe-
alcuni calendari scritti verso la fine del branola sua festa il giorno della sua mor-
secolo Ylil. te, alti e soleuaìzzaudalu Il i." di maggio,
W AL WAL i59
rhe fu fjiiello tifila traslazione di pnrte stituìta dal Papa Pio I.X^ a' 20 o 24 hi-
delle sue reliquie a Furoes. Ne riparlai glio 1846, e dichiarata suiTraganei del-
nel voi. XXIjP i43. l'arcivescovo d* Oregon (^.); e al dire
WALUETRUDA (s.), protellrice di d' alomo, facendone amministratore lo
Moiis. Era figlia del conte Valperto e di slesso r." metropolitano mg.' Francesco
s. lieridl'), e fu maritai» a IMadelgario Norberto Blanciiet. traslato da Drasa in
conte di Hainaut, che fu uno de'princi- pnrtibiix, di s. Pietro nel Canada, il <j'ia-
pali si^^nori della corte del re Dagoberto. le prelato è tuttora arcivescovo d Ore-

]3iveiiula madre di 4 figliuoli, due ma- gon. Ma secondo le IVotizie di Roma del
schi e due feoimine, persuase suo marito i847j veramente ne fu fatto vescovo ai
a lanciare il secolo per coiisagrarsi a J3io. 28 loglio 1846 mg.' Maglorio Alessan-
Egli si fece religioso ad Haumoul presso dro Bianchet. Poscia a'3 t maggio fSjo,
Maubeuge, pigliando il nome di Vincea- il medesimo Papa istituendo la sede ve-^

70, ed è onorato in Fiandra d'un pub- scovile di Nesqu^Iy, parimente sulFraga-


blico cullo a'20 di setlecnbre: Walde- nea di Oregon, da Walla Walla a' 28
Iruda rimase ancora due anni nel mondo del susseguente luglio vi trasferì mg.'
praticando tutti gli eserciti di pietà sotto Maglorio, che n'è l'odierno vescovo, ces-
la direzione del santo abbate Gisleno; in- sando il seggio vescovile di Walla Walla.
di nel 656 ricevette il sagro velo da s. Si compone la diocesi de' territorii di
Ausberto vescovo di Catnbray, e si rin- Washington e di Walla Walla, con to
chiuse in una piccola cella po;»ta in un parrocchie e più di 5ooo cattolici. Ne-
luogo solitàrio chiamalo Castriloc, ora squaly trovasi lungo il corso del fiume
Mons. Unitesi ad essa molte pie donne, omonimo, ma il vescovo risiede in Fort
ne formò una comunità religiosa, che di- Vancouver nella contea di Claik, sulla
Tenne poi un capitolo reale di canoni- riva della Colombia. Di Walla Walla e
chesse, di cui anche nel voi. VII,p. 280 di iVesqualy, ancora poche notizie se ne
e 2 34- La riputazione di lei e di quel mo- hanno, non trovandole ne' geografi dd
nastero diede origine alla città di Moos me consultati, e non furono per esse pub-
capitale deli' Ilainaut. Waldetruda non blicate proposizioni concistoriali. Tutta-
pensò più che alla propria santificazio- olta già d'ambedue ne parlai io vari luo-
ne, inlenta conlinuan)enie alla pialica ghi, come ne'vol. XLlX,p. 88 e seg., LUI,
della povertà, della dolcezza, della pa- p. i89e226,LVIl,p. i4i,LXXXVllI,
zienza e della mòrtifioazione; e superale p. 88 e seg., XCVUI, p. 343-
quelle prove cui furono messe la sua vir- WALSTANO (s.). Nacque a Baber in
ili e la sua costanza, godette quella pace Inghilterra di nobile e ricca famiglia, e
e quelle consolazioni che Iddio fa suc- ricevette un'eccellente educazione. Desi-
cedere alle più grandi perturbazioni. S. deroso di vivere uaicaraenle per Iddio,
Aldegonda sua sorella, la quale governa- abbandonò nell'età di 12 anni la. casa
va il monastero di Maubeuge, recavasi paterna, e andò a mettersi per famiglio
alcuna volta a visitarla. ÌNlorì A q aprile nel A'illaggio di Taverham. Pieno di ca-
del 686, nel qual giorno si celebra la sua rità pe' poveri, dispensava loro quanto ve-
festa. Le sue reliquie riposano nella chie- nivagli dato io cibo, e fino i panni che
sa che porta il suo nome, ed è protet- gli erano necessari per ricoprirsi. Sape-
trice titolare della città di Mouse di tut- va santificare tutte le sue azioui coli' o-
to l'Hainaut. razione del cuore, e benché occupato nel-
WALLA WALL A {7 f 'alle fVal- le penose fatiche della campagna, pra-*
lien.).CiUà vescovile dell'Aiuerica Set- licava rigorose penitenze. Fece voto di
tentrionale iwlla Colombia o Oregon, i- vìvete celibe, ma uoq abbracciò la stato
i6o WAL WAL
monastico. Ebbe
dono de' miracoli, e
il liatn nella stessa contea di Yoik, ddveé"
luoiì in mezzo ad una piateriu^ nella ravi una numerosa coujunità, chegover-
quale lavorava, il di 3o maggio ioi6. nò saggiamente, raddoppiandoli suo zelo
Fu sepolto a Da ber, dove il suo corpo per la comune santificazione. La fama

fu portato da Cossey o Costes^ye. Il suo dell'ordine di Citeaux gl'inspirò il desi-


cullo era ab antico celebre a Cossey ed derio di ritirarvÌ!>i,e confermalo nella sua
a iìaw'burgli o B<(ber, clie sodo due vil- risoluzione da s. Aiiredo, allora abbate
laggi a 4 miglia da JNorwicb j e celebra- di Rieval, andò a prender l'abito nel mo-
si la sua festa nel giorno della sua mor- nastero di W ardon, nella conica di ìisii'
te. Venivano molti pellegrini in questi ford.Simone, suo fratello maggiore^ rite-
due luoghi, per implorare la di lui pro- nendo ch'egli fosse di troppo debole coni-
tezione, specialmenle per guarii e dalle ples^iione per sostenere le austeritàdell'or-
febbri, dalle paralisie, ec. dine di Citeaux, impiegò il potere ecclesia-
WALTENO o WATLENO (s.), ab- stico e civile per farvelo uscire, minaccian-
hnte di Melross in Iscozia. Era figlio di do perfino di distruggere quel monastero;
Simone conte di Huolingdon, e di Ma- laonde i religiosi spaventatilo mandaro-
tilde figliuola di Giuditta nipote di Gu- no a Rieval nella contea di York. Wal-
glielmo il Conquistatore. Mostrossi fin da teno durante il suo noviziato sofferse
ftinciullo singolarmente incbnato agli e- grandi pene interne, e cadde in una do-
sercizi della religione , e pieno delle più. lorosa perplessità, ora pensando che a-
belle virtù. Essendosi sua madre mari- vrebbe fallo meglio a persistere nella pri-
lata in seconde nozze a Davìdde, degno mitiva sua vocazione, edora che le au-
figlio di s. Margherita, il quale regnava sterità di Citeaux fossero superiori alld
allora sugli scozzesi^ la seguì alla corte. sue forze. Un dì, che secondo suo costu-
Strinse auucizia con s. Aiiredo, il quale lo me, prostrato a terra pregava con lagri-
apparecchiò a quella perfetta conversio- me Iddio di fargli conoscere la sua volon *
ne che edificò tutto il mondo. Il re David- tà,le sue tenebre si dissiparono a un tratto »
de, cui piacevano le sue virtù, amava di tornò nel suo cuore la calma , e provò
conversar seco lui, edavagli in ogni oc- una gioia interna che trasportavalo fuor
casione prove della sua benevolenza ; ma di se stesso, facendogli pregustare la dol-
ciò non alterava l'umiltà Walleno, che
di cezza della celeste beatitudine. Quatlr'au-
nell'esercizio della preghiera e della mor- ni dopo la sua professione fuelettoabbate
tificazione volava nelle viedella perfezio- del celebre monastero di Melross, laqual
ne. Dopo aver trionfato de'Iacci tesigli da dignità non accettò che per ubbidire a'
una dama della corte, che si era invaghita suoi superiori. Funse lasuacarica nel mo-
di lui, deliberò di ritirarsi in un monaste- do il più mirabile ed esemplare, cercan-
ro, e volle nello stessotempo allontanarsi do io ogni cosa la gloria di Dio e pei* ;

da'iuol amici, le cui visite avrebbero po- moltiplicare il numero de'suoi veri ado-
tuto turbare la calma del suo ritiro. La> ratori fondò i monasteri di Kilos in Iseo-
sciò la Scozia e passò nella contea di York, zia e diHolm-Coltrura nel Cumberland.
dove fece professione fra' canonici rego- Colle sue straordinarie liinosine provve-
lari di s. Agostino, nel monastero di s. deva alla sussistenza di tutti i miserabili
Osvaldo a Noslel, presso Pontefract. I re- del paese intorno a Melross. Durante una
ligiosi furono stupiti nel vedere un uomo carestia nel 34i nutrì per più mesi circa
i 1

allevalo alla corte sì perfetto nella prati- 4ooo poveri forestieri, ch'erano venuti a
ca delle massime della croce. Ordinalo lui eche si erano fatte delle capanne in-
prete fu fallo sagrestano ; indi a poco co- torno al monastero. Moltiplicò due volte
stretto ad accettare il priorato di Kirk* miracolosanieate le provvisioni che glifi-
WA R WAR 161
manevaQOj e gli avvenne anche dare di parte della reggenza di Kòoigsberg, nel-
le gregge che appartenevano all'abbazia. la provincia della Prussia Orientale, e
Pei bisogni della sua comunità dovutosi re- fu diviso fra'circoli diBraunsberg, Heils-
care da Stefano re d'Inghilterra, presen- berg, Rossel e Allenstein. Tuttora il pae-
tossi alla corte con un fardello sopra le se di Warmia o Ermeland forma l'omo-
spalle. Suo fratello Simone, sdegnato di nimo vescovato. Frauenburgo, cittadel-
vederlo in quello stalo, lo tacciò in pre> lamonarchia Prussiana, provincia della
senza del re di disonorare in tal modo Prussia Orientale, nella delta reggenza,
la sua famiglia. Ma il re rispose : m V'in- è distante 1 5 leghe da Kónigsberg e 2
gannale ; rammentiamoci che cosa sia la e un 4° da Braunsberg presso la foce del
gloria di Dio, e vedremo ch'egli forma la Bauda nel Frische-Haff, a'piedi del Dom-
nostra gloria e di tutta la nostra fami- berg, (jiiae 1600 pene incolas compie'
glia". Stefano accordò al santo tuttociò cliliir, dice l'ultima proposizione conci-
che gli chiese, e lo pregò di dargli la sua storiale. La calledra)e,sollo l'invocazione
benedizioMe,restando commosso. Nel 1 154 della B. Vergine Assunta in Cielo, è di
Walteno fu eletto vescovo di Sani' An- magnifica struttura. Io essa si venera tra
drea, ma egli tanto supplicò che ottenne le ss. Reliquie il corpo di Teodoro eoa
s.

di essere dispensato da tale digoilà.Fece gran divozione. Il capitolo si compone


più guarigioni col mezzo delle sue pre- della i.^ dignità del preposto, di altra
ghiere, e fu sovente favorito di estasi e dignità del decano, d'8 canonici, e di al-
di visioni , in una delle quali Iddio gli tri preti e chierici inservienti alle divine
mostrò la gloria de'beati, per ricompen- ufiìzialure. Alquanto distante dalla cat-
sare l'ardente suo desiderio d'essergli riu- tedrale sorge il palazzo vescovile. La chie*
nito per sempre. Soflerì con pazienza e sa parrocchiale è munita del batlislerio,
con gioia l'ultima sua malattia che fu
, e vi ha altre chiese, l'ospedale, il semi-
lunga e dolorosa ; e poiché ebbe confor- nario diocesano, e altre benefiche istitu-
tato i suoi religiosi alla carità e all'osser- zioni, e queste anco in altri luoghi della
vanza della loro regola, ricevette i sagra- diocesi, nella quale trovasi una collegia-
menti, indi si fece distendere sopra un ci- ta, 3 conventi di religiosi, 4 monasteri
licio coperto di cenere, dove rese Io spi- di monache, parecchi sodalizi e ospedali.
rito al Creatore, a'3 di agosto i i6o. Il Frauenburg ha fabbriche di panni e sto-
suo Dome è indicato ne'calendari di Sco- viglie, e vari coociatoi. La pesca vi è at-
zia e d'Inghilterra il giorno 8 agosto, co- tiva, e vi si fa mollo commercio di le-
me in quello de'cisterciensi : trovasi pure gname e di filo. La fondazione della città
in alcuni calendari scozzesi sotto il 3 e il risale al 1279. Il celebre Nicolò Coper-
22 di maggio. nico, quivi morto a'24 maggio 1 543, era
WARMIA o ERMELAND
( P'ar- canonico della cattedrale. Vedesi il suo
mien. ). Vescovato colla residenza del sepolcro, ed il luogo che gli servì di os-
vescovo in Frauenburg o Fraueusburg servatorio. A'suoi luoghi lo celebrai. At-
o Frawenburg, Fravenhurgum ^ antico testa la stessa proposizione concistoriale,
paese delia Polonia che formava la par- che il vescovo di Warmia alterna la re-
te orientale del Palatinato di Marien- sidenza vescovile ad Heiisberg o Heil*
burg,e venne in buona parie riunito alia sperg, Heisperga seti Helisberga, cillà
Prussia [V.) nel 1772, epoca della i.' degli stali Prussiani nella reggenza dì Ko-
divisione della monarchia polacca, in u- uigsberg, da cui è distante circa 1 5 leghe,
no a quello di Culma, cioè alle sue pro- e 10 miglia dalla cattedrale, ov'è un al-
vince orientali. FFarmia o PVarmen- tro episcopio. Capoluogo del circondario
land o Ernienlandj fa preseolemenle del suo Qome, giace sulla riva sinistra
VCL. cuI^ 1
i62 WA R W AR
dell'Alle. Ila due chiese cattoiiciie, e una abbracciò anche il Warmeland. Il Papa
cappella luleraua. Vi sono fabbriche di però vi appose la condizione a'ca vai ieri
panni, conciatoi e birrerie. Conta circa teutonici, che una delle 3 parti delle con-

aSoo abitanti. Ileiisberg fu nel lyoS il quiste si concedesse in proprietà a' ve-
quartiere generale di Carlo XI I re di Sve- scovi e a' loro capitoli. Nel luogo citato
zia, e nel 1807 il teatro di molti coai- dissi con Couimanvìlle, che uel secolo
battimenti fra' russi ed i francesi. Inoltre XVI, ossia nel 525, si ampliò la dio-
i

il vescovo di Warmia talvolta risiedette cesi di Warmia coll'unione di quella di


a Brunsberga o Braunsberg, Drunonis Sarabia o Jambia, pure istituita da In-
/Ifo/i^, città della suddetta reggenza a più nocenzo IV, con residenza in Kouigsberg,
di 12 leghe da Konigsberg, capoluogo la quale ora in vece lo è d' un vescovo

di circondario, presso il mar Baltico e protestante sedicente evangelico. Il Bau-


sulla Passarge, che la divide in nuova drand. Lexicon Geographicon, nell'ar-
e vecchia città. £' sede d' una corte di ticolo Sambia, la dice cogli scrittori po-

giustizia reale de'denianii, e d'una ispe- lacchi, apud Monte Regiurn (seu Rrgio
zione cattolica, fla 6 chiese, un collegio, Montum, cioèKonigsberg), Prussiat Du-
un seminario cattolico, un monastero, calis, ut vocant, caput, cuj'us Episcopus
manifatture di nastri e filatoi di filo. Il qui Sanihiensis appellatur, sub archie-
suo porto fa un gran commercio di bia- piscopo Eigensi, in Monte Regio reside-
de, tele, filo e legname da costruzio- baty antequam Prussiae Princeps esset
ne. L'epoca della stia fondazione sale al protestans. E questo perchè, come rife-
1255. Narrai altrove, che Papa Grego- risce il Mirco, Notilia Episcopaluunif
rio XIII fondò in Brunsberg un collegio quando apostatò Alberto di Braudebur-
pontifìcio, e ne fiffidò il mantenimento go gran maestro teutonico, facendosi du-
alla Dataria apostolica. Sospese negli ca di Prussia, estinse la sede vescovile di
ultimi deplorabili tempi le somministra- Sambia. Nella città di Konigsberg capo-
zioni, e dispersi gli alunni, chiese ed ot- luogo della provincia della Prussia O-
tenne il vescovo di convertirlo in semi- rientale, vi è ancora la cattedrale tolta
nario vescovile, ed è il poc'anzi nomina- da' protestanti a' cattolici, vasto edifizio
to. E qui mi piace rammentare, che in ornato e di bella architettura: ha un or-
Roma nel i63i Giovanni da Preuch ca- gano fornito di 5ooo canne, e ne' sotter-
nonico della cattedrale di Warmia, fon- ranei sono i sepolcri di molti gran mae-
dò il collegio di s. Norberto in cura dei stri teutonici, che edificarono la città a-
canonici regolari Premonstratensi [l'^.), vanti il 1255, a consiglio del loro amico
colla condizione che vi dovessero essere Premislao II re di Boemia, a cui onore
ammessi i suoi parenti, e altri del vesco- le imposero il nome che porta, in signi-

vato di Warmia, col santo scopo di con- ficato di Montagna del Re. Indi capitale
tribuire alla conversione dei congiunti e della Prussia ducale, residenza dell'elet-
connazionali dall'eresia. tore di Brandebuigo, e dove 1* elellore
Il vescovato di Warmia l' isti tu'! lu- Federico I, che vi era nato si fece coro-
nocenzo IV nel 1243 al motlo riferito nare re di Prussia, ponendosi egli stesso
nel voi. LXXV, p. 79, sotto la metro la corona sul capo. Quando a'noslri gior-
poli di Gnesna, quando parte della Prus- ni i francesi occuparono Berlino, vi pas-
sia era ancora miseramente dominala sò a risiedervi il re colla corte. Vi è pu-

dall'idolatrìa, perciò dal Papa donata al- re chiesa pe' cattolici. Anche Comman-
l' ordine Teutonico, onde colla crociata ville neW'Histoire de tous les Eveschez^
la conquistasse e ne zelasse la conversio- conviene che il vescovato di Warmia fu
ne alla fede cattolica, che a poco a poco eretto nel 1243, con residenza io Fra-
WA R W A R i63
ueoburg, come la prÌDcipale città del me* seculoie della bolla mg." Giuseppe de'
desimo; e dice che il vescovo con ricche principi Hohenzolleru principe vescovo
readite era sovrano temporale di sua va* di Warmia, iodato nel voi. LVI, p. 78.
sta diocesi, e senatore del senato di Prus- Vanta questa illustre sede distinti pasto-
sia. Che il re di Polonia (al cui regno ri. Il celebre Enea Sdvio Piccoiomini,
prima del 1772 apparteneva), nomina- nel i4^o da Trieste fu traslato a Siena
va 4 soggetti nobili al capitolo in sede sua patria, per amor della quale ricusò
vacante, ed i canonici che doveano esser il vescovato di Warmia e quello pure di

tutti nobili, ne eleggevano uno per pre- Ratisbona, i cui capìtoli l'aveano postu-
sentarsi al Papa. Appartenere alla prò* lato alla s. Sede: nel i456 fu creato car-
viitcia ecclesiastica di Gnesna, ma essere dinale e nel i458 Papa col nome di
esente, infatti tuttora è immediatamente Pio II ( P".). Dal vescovato di Culma,
Soggetto alla s. Sede. A tempo del Mi- Giulio III dei i55o trasiatò in questo il

reo, ossia nel declinar del secolo XVI, ii celebre Stanislao Osio (f^.) di Cracovia^
vescovo risiedeva in Bruusberga. Al pre- nel ]56i fatto cardinale, e fu quale io
sente eziandio 1' elezione del vescovo è dissi nella biografìa. La Germania cat-
devoluta al capitolo della cattedrale, ii tolica dev'essergli grata, poiché quando
quale procede ad essa, e quindi dell' e- fu mandato nunzio a Ferdinando I ioi-

ietto ne fa postulazione alla s. Sede, ac- peralore, il prelato adoperò ogni squisi-
ciò il Papa, riconosciuta l'idoneità cano- tezza di cure e forza di argomenti, per
nica, lo confermi e instituisca nella sede. dimostrare la falsità delle nuove sette,

Nel voi, XVIII, p. 261 notai, che Bene- al di lui primogenito Massimiliano II re
detto XIV colla costituzione. Romana de' romani e di Boemia, che dottrinava
Ecclesia, de "il aprile 1742) Bull. Be- di eresia^ come può riscontrarsi nella Sto-
ned. XIV ^ t. I, p, 567, concesse a' ve- ria del concilio di Trento, del cardinal
scovi di Warmia i privilegi di farsi pre- Paliavicinu. Si deve al cardinal Osio la
cedere colla Croce astata nella diocesi, chiesa, ospizio e spedale nazionale polac-
tranne in presenza de'Iegati o nunzi apo- co di s. Stanislao in Roma, descritto nel
stolici, e l'uso del pallio puntifìcale, co- voi. LIV, 48. Zelantissimo e beneme-
p.
me gli arcivescovi. Pio VII culla bolla rito pastore, ebbe la giuria d'introdurre
De salute ani mar iiin,\\e l'j luglio 182 i, pel i.° in Polonia i gesuiti, fondando lo-
Bull. Roni. coni., t. i5, p. 4^3, per la ro un collegio in questa sua diocesi, e loro
nuova circoscrizione delle diocesi del re- consegnò il seminario. Muri in Roma nel
gno di Prussia, ad istanza del re Fede- 1579 universalmente compianto. M' i-
rico Guglielmo III, confermò il vescovato struisce la Civiltà Cattolica, serie 3.*
di Warmia nella sua esenzione, e imme- t. 601, aver pubblicalo il d.' An-
I, p.

diala dipendenza dalia s. Sede, non che tonio Eichhorn canonico di Frauenburg}
confermò le prerogative del capitolo, sta- Il vescovo e cardinale di Ermeland Sta*
bilendone la diocesi co' decanati Fiire- nislao O5/0, Magonza 1 854* 55. In que-
stenwercleren^Neuteichensi, lìlariclibur- sta vita del dottissimo e magnanimo por-
gensi, Stuhmensi, et Christburgensì, cuni porato, l'autore lo dipinge al naturale,
suìs Ecclesiis tam succursalibus, quani dimostrandone principalmente 1' opero-
fìlialibus a Culmensi disjun-
dìoecesi sità e io zelo ecclesiastico e letterario, che
gendisy ita et. integra dioecesis centumnO' sono appunto due pregi più illustri per
i

vemdecimparoecias complectatur. Con- cui egli campeggia nella storia del XVI
fermò le rendile della mensa vescovile e secolo. L'opera è di molta sodezza e va-
della mensa capitolare, come pure le tas- lore, e contiene preziosissime notizie in-
se ad ogni nuovo vescovo, deputando e- torno all'educazione religiosa e scìentilì-
i64 WAU WAB
ca della gioventti e del clero di que'tem» scovo d'Abdera in partibus, e suffraga-
pi. Rilevai nella biografìa del cardinal neo, mg.' Giuseppe Geritz di Seeburgo
Osio, che quando s. Pio V lo dichiarò diocesi di Warmia, canonico decano del-
legato a Intere della Polonia, al vantag- la cattedrale, con indulto di ritenzione
gio di questa il re Sigismondo II volle per episcopale congrua, già professore nel
indi che si recasse in Roma, destinando regio ginnasio Roesseliense; encomian-
coadiutore di Warmìa, con beneplacito doloper gravità, prudenza, ottima morale,
apostolico, il proprio segretario Martino sperienza e versato nell'ecclesiastiche fun>
Cromer, il quale colla sua dottrina pub- zioni. E per morte di mg.' Halten, lo stes-
blicò quell'opere patrie che registrai nel so Gregorio XVI, con con-
altri elogi, nel

voi. LlV, 79, altre essendo


p. Collo- : cistoro de'27 gennaio 184^, dichiarò ve-
quiuni de Religione: De Coelibalo sacer- scovo di Warmia tng.' Geritz, e gli con-
dotum: Dellafalsa religione di Lutero. cesse il consueto pallio, di cui è privile-
Morì a'23 marzo iSSg, e Sigismondo III giata questa chiesa, che l'illustre prelato
redi Polonia nominò successore, o secon- tuttora governa. Lo
Papa nel con-
stesso
do altri il predecessore reStefatio, il car- cistoro de' 17 giugnoi844 g'' die'a suf-
dinal Andrea Battorio (A'.) di Traniil- fraganeo mg.' Francesco Grossmann di
Vania (^.),deli. "cugino e del 2.° nipote, Robaweo diocesi di Warmia, dichiaran-
preconizzato da Sisto Y ; ma investito di dolo vescovo in partibus di Mezo, con-
quel principato, perì nella guerra del servandogli per provvisione ecclesiastica
1.599 Dell'infelice modo deplorato nei il canonicato nella cattedrale. Era stato
due Mentre era vescovo di
citati articoli. parroco, vicario generale, ispettore delle
Warmia Michele Stefano Rndziejowski scuole, fornito di egregie qualità, d'otti-
(^.), Innocenzo XI nel 1686 lo creò car- ma morale, prudente, dotto ed istruito
dinale ad istanza del zio re Giovanni III, nelle sagre funzioni del ministero. Il Pa-
poi promosso alla priraazìale di Gnesna. pa Pio IX nel concistoro de'27 settem-
Le annuali Notizie di Roma registrano bre i852 preconizzò 1' attuale sulfraga-
i seguenti vescovi, secondo l'epoca di lo- neo mg.' Antonio Frenzel della diocesi
ro promulgazione. Nel 1741 da Cujavia di Warmia, vescovo d'Ariopoli in par-
vi fu trasferito Adamo Stanislao Gra- tibus, già vicario generale della diocesi,
bowski di Gnesna. Nel 1766 gli successe e preposto della cattedrale, dignità che
per coadiutoria Ignazio Krafìcki di Ou- l'abilitò a ritenere per congrua; dicen-
biech diocesi di Premislia : la spiritosa dolo dotto, grave, prudente, probo e de-
risposta da lui fatta a Federico II, dopo gno. Ogni nuovo vescovo é tassato nei
essersi questi impadronito de'suoi domi- libri della camera apostolica a 4oo fio-
nii,è nel voi. LVl, p. 68. Nel 1785 vi rini, ascendendo le rendite della mensa
fu Iraslato da Culma, Carlo de'principi a 3ooo scudi circa, senza gravami. Va-
Huhenzollern di Friburgo in Brisgow; sta è la diocesi, divisa in 17 decanati, i 19
ne fu suifiagarieo Andrea Stanislao d'Hat- parrocchie^ con più di 2 1 3, 000 cattolici.
ten di Leomitten diocesi di Warmia, nel WASA. Ordine equestre di Svezia.
1800 fatto vescovo di Diana in partibus. L'istituì nel1772 Gustavo III redi Sife-
Nel 1817 il sullodato Giuseppe de'prin- zia {^.), per ricompensa de'notati nel
cipi Hohenzollern, d' Opavia diocesi di voi. LXXI, p. 1 36. Gli die' tal nome di
Wladislavia: ne fu eziandio sulfraganeo sua real casa, perchè fVasa in isvedese
il dotto mg.' d'Hatten, e quindi gli suc- significa covone,onde stabilì che appun-
cesse a'a ottobre 1887, preconizzato da to un covone formasse l'insegna caval-
Gregorio XV I e insignito del pallio. Que- leresca. Lo divise in 3 classi di cavalieri ;

sto Papa a'27 aprile i84o promulgò ve- cioè commendatori graD-croce^commen-
WAS WAT i65
dp^ii, e cavalieri. Ordinò poi, che se il entrare nella cala o baia di Waterford,
re aella sua assunzione ai trono non fos- formata dall'Atlantico. Vi risiedono an>
se ancora membro dell'ordine, ne rice- Cora le autorità della contea, ed il pre-
vesse in queiroccasione l'insegne dall'ar- lato sulfragaueodel metropoIilanodiCa-
civescovo che r incorona. La decorazione shel. La cattedrale di recente costruzione
è dì forma ovale, con un covone nel cen- costò 120,000 scudi, ed è una delle più
tro, e intorno 1' epigrafe Gustavo III
: magnifìche d'Irlanda : bello pure n'è il

isliluì nel 1772. campanile. Gli altri edifizi più rimar-


WASIT o WASETH. Sede vescovi- chevoli, oltre il palazzo della città, sono
le deirirac-Arabi, nella diocesi de'caldei. le chiese parrocchiali della ss. Trinità,
È situata sul Tigri che la divide in due di s. Patrizio, di Ballibricken, e quella
parti, tra Bassora, Bagdad, Gusa ed A* de'minori riformati, diversi oratorìi. Vi
ìiwaz. Questa chiesa era unita a quella sono molli stabilimenti beneBci e cari-
di Cascara (/^.) sotto il cattolico Se- tatevoli, il seminario vescovile numeroso
barjeso II, ed a quella di Kosral, sotto di alunni, con annesso lic«o, case reli-
il cattolico Ebdejeso II. Ne furono ve- giose d'ambo sessi, la confraternita del
i

scovi: Ormisola, ordinato dal cattolico Se- ss. Rosario. In Waterford e nella diocesi
barjeso II. Sebarjeso di Bagdad, ordina- si trovano molte scuole dirette da' fra-
to dal cattolico Elia II. Barbaclijeso, che telli della dottrina cristiana ; 8 monasteri
assistè alta consagrazìone del cattolico di monache, istruendosi in quello della

Machicha II nel laaS. Oriens Chr. t. 2, Presentazione in Carrick le povere, e ia


p. i34o. quello dell'orsoline si educano le giovi-
WASNULFO (s.), patrono di Condé. nette di nobili e agiate famiglie. I do-
Scozzese di nascita, fu il più celebre fia menicani hanno due case, i detti france-
que'molti monaci d'Irlanda e di Scozia, scani della stretta osservanza nella città
che ad invito di s. Vincenzo conte d'Hai- un convento, e nella diocesi altri io. Vi
naut, passarono a predicare la fede ne' sono istituzioni per gli orfani, due ospe-
Paesi Bdssi. Alcuni scrittori lo fanno ve- dali comuni a tutti. In Mount Milleray
scovo, ma la loro opinione non ha alcun numerosissimo monastero di trappisti :
fondamento. Egli adempì con successo questi religiosi irlandesi erano in Fran-
corrispondente alsuo fervido zelo le fun- cia, da dove furono costretti ripatriare nel

zioni di predicatore del Vangelo, e morì i83i. In Portlaw bella chiesa fabbricata
circa il 65 1 a Condé, ove se ne custodi- dal protestante marchese di Waterford,
scono ancora le reliquie nella collegiata. che locò al parroco casa e terre a me-
Assicurasi che fu favorito del dono de' diocre corrisposta. ADungarvan,oltre la
miracoli, ed è onorato il i.° giorno d'ot- chiesa parrocchiale, vi è quella degli ago-
tobre. stiniani, e monastero di monache. Thul-
WATEaFORD('A'£2/er/or^/e«.;.Cit- lag ha due scuole cattoliche pe' poveri.
tà con residenza vescovile, con porto, del- Tornando alla città, altri notabili edifizi

l' Irlanda, nella provincia di Munster, sono la borsa e la prigione. Ha una so-
capoluogo della contea del suo nome, la cietà letteraria, e varie fondazioni pie-
quale è fertile con pingui pascoli, e si di- tose e istruttive. Mediocre n'è l'industria
vide in 5 baronie, colla liberty di \Va- raanifattrice di tela di lino, oggetti di
terford baronia di Cosh bride. Questa bel- lana e corami. Vi sono una vetraia per
la città giace sulla sponda destra della le bottiglie, due grandi distillerie, fab-
Suit o Blackwater, che si passa sur un brica di birra considerabile, di amido,
bel ponte di legno, ed alquanto all' est di coltellame, ed afiìneria di sale. Uu
della città si congiuoge al Barrow, per tempo vi si esportava quantità cooside-
,66 WAT WAT
rabìle eli cacio mullahawa. Ora la prin- l. G. Nel i363 al vescovo di Waterford
cipale esportazione consiste in cereali e fu unita la chiesa vescovile di Lisniore

burro. I suoi 3o,ooo abitanti circa, ten- (P^.), alla quale sin dall' XI secolo era

gono 3 fiere annue. Vanta diversi illu- incorporata quella di Ardeniora (^.),
stri, fra' quali va rammentalo singolar- che istituita nel 435 da s. Patrizio, avea
mente il celebre p. Luca Waddingh sto- avuto a I. ° vescovo s.Declano. Ebbe Ar-
rico e biografo del suo ordine France- demora molte parrocchie, e di molte sue

scanOf nel quale articolo non poco ra- chiese ancora si vedono le vestigia. Per
gionai di lui e delle sue opere. A lui si la sua antichità disputò con Armagli il

deve convento e chiesa di s. Isidoro di


il grado primaziale. Neil' annuali Notizie
Roma, conservandosi nella grande scuola di Roma soQO riportati seguenti vescovi i

il suo ritratto col distico ".y^uro nicnsLu- di AVaterford e Lisraore, coll'epoche di


ca^ magis aurea, et aurea penna, - Al- loro promulgazione. Nel 1769 Gugliel-
terutrum potuit pingere nulla manus. mo Egan della diocesi Waterford. Nel di

Morì io Roma
a'i8 novembre 1657. La 1804 Giovanni Power. Nel 18 17 Ro-
riviera di Waterford ha voce della più berto Walsh. Nel 1822 Patrizio Helly
bella d'Europa, e vi si ponno caricare e traslato da Richmond. Nel i83o Gu-
scaricare i maggiori vascelli. Il porlo è glielmo Abraham. Nel 1837 Nicola Fo-
profondo e spazioso, difeso all' ingresso ran. Per sua morte nel i855, a'2 agosto
dal forte Duncanon : de' pachebotti re- gli successe l'odierno vescovo mg/ Do-
golari fanno il servizio fra questo porto menico O' Brien. Le parrocchie della ss.
e Milford - Ilaven. — La fondazione del- Trinità e di s. Giovanni riservate alla
la città gli uni l'attribuiscono all'anno s. Sede, sogliono concedersi al vescovo co-
1 55 di nostra era, altri air852. Il i.°suo me raensali. Il clero ritrae la sua sussi-
nome era Cecun - na • Griol, la Baia del stenza da'proventi parrocchiali, e dalle
Sole: più tardi fu delta Pori Largì. L'at- oblazioni de' fedeli. Oltre il vicario ge-
tuale le fu dato quando gì' inglesi co- nerale, vi sono 5 vicari foranei: anco in
struirono sulla Suir un forte, dopo aver Lismore vi è il proprio vicario generale.
preso possesso dell' Irlanda. La torre di Le parrocchie delle due diocesi unite so-
Reginaido, il più antico castello dell'Ir- no 38: ciascuna ha due o tre chiese. Nel-
landa, tuttora sussiste. Fu costruito nel le due diocesi cattolici ascendono a circa
i

ioo3 da Reginaido Danese. I pri- il 254,000 nel 1 844 erano 260,000 ; l'e-
:

mitivi abitanti di Waterford erano da- migrazioni e altre vicende li fecero dimi-
nesi, a'quali gl'irlandesi aveano dato il nuire. Lismore ne conta quasi 43,5oQ,
nome di Eslerlingues. Dovette la sua Waterford un 210,000.
antica prosperità al re d'Inghilterra Gio- WATLENO (s.). F. Walteno («.).
vanni senza Terra del 1199- Oliviero WEDEL
o WEDDEL. Città del re-
Cromwell l'assediò inutilmente nel 649. 1 gno di Danimarca, nel ducato d'Holslein,
-

La sede vescovile fu fondata da s. Ot- di cui nel voi. LXIÌ, p. 172 , baliaggio
terano Commanville dice nel 1 066 dal-
: di Pinneberg, sulla sponda destra dell'El-
l'arcivescovo di Caotoibery. Nell'istitu- ba, distante più di 6 leghe d'Amburgo,
zione degli arcivescovati d'Irlanda, ossia presso il forte Hitter-Schanze. ch'è sopra
fra'prelati cui Eugenio Illdie'il pallio nel un'isola di detto fiume. Quivi nel 1278
I i5i, vi fu Cashel, ed allora il vescovo fu tenuto un concilio da Trugoth arcive-
di Waterford ne divenne sufFraganeo. Nel scovo di Lunden, del quale però mancano
1 158 vi fu tenuto un concilio riguardan- gli atli, Mansi, Supplemento, t. 3, p. 5r.
te l'arrivo degl'inglesi in Irlanda. Ne trat- WEIMAR. P\ Sassonia ed i voi. LXI,
fapo il Labbc nel t. 9, e l'Arduino nel p. 280, XCVIII,p. 78 e 80.
WE I WEL 167
WEISBRIACUBurcardoo Brocar- zioniaccordando l'acquisto di quanto ter-
Cardinale. Nato nel suo castello di
lìo, reno desiderassero. Col crescer dell' età
Weisbriach uod luogi dalla città di Vil- aumentossi in lui il desiderio di giovare
lach, assai erudito nelle legali e teologi- altrui, laonde si rese il vero amico e be-
che discipline, portatosi in Rooaa otten- nefattore di quegli stranieri, i quali per
ne un luogo tra' protonotari apostolici, le vicissitudiniavvenutenelcontineulecir-
e con questo mezzo s'acquistò la buona ca la fine del secolo scorso , nell' lughiU
grazia di Nicolò V. Ottenuta quindi la terra riparavano. La sua pietà in ispecie
dignità di preposto della metropolitana risplendette verso gli ecclesiastici e i reli-
di Salisburgo, fu dall'imperatore Fede- giosi istituti, che in esso rinvennero sem-
rico Ili incaricato di portarsi insieme con pre un saldo e munificente protettore.
altri qualifìcati soggetti col carattere Questa generosa ospitalità verso gl'indi-
d'ambasciatore a Pio 11, per prestargli vidui di molte comunità religiose, cui la
ubbidienza, e per congratularsi di sua rivoluzione francese lanciò come tante
ésattaziuue al poulificato. In nome del naufraghe famiglie sulle coste inglesi,dap-
suo arcivescovo intervenne al congresso prima la fece in unione all'ottimo geni-
diMantova, convocato da Pio II per pro- tore, e dopo il suo decesso la continuò e
mulgar la guerra contro il turco, indi fu anco accrebbe. Raccolse le monache trap-
dal Papa in Viterbo, o in Roma, o in piste a Lulworth, e con rara generosità
Siena a'5 marzo i46o creato cardinale comprò da esse, quando abbandonarono
prete de'ss. Nereo e Achilleo, e nel i^6l le loro tenute, le fabbriche per lui senza
arcivescovo di Salisburgo, sede che ac* valore, ch'era stato loro permesso d' in-
crebbe di nuovi benefìzi, arricchì di sup- nalzare, nel che erano eziandio state soc-
pellettili, ed ivi cessò di vivere neh 466, corse.Le poveresuore di s. Chiara di Gra-
ed ebbe sepoltura nella metropolitana. velines, e le monache della Visitazione,
WEISSEMBURG. /'. Traasilvania. che andarono a rifugio le prime a Ply-
WELD Tommaso, Cardinale. Nac- mouth, e le seconde a Shepton-Mallet, fu-
que in Londra a'22 gennaio 1773 da o- rono oggetti speciali della sua bontà.Frat-
iiorevole e antica famiglia, illustre per 1- taulo egli erasi ammogliato, ed era stato
spleudore di parentadi e per pubblica ce- benedetto con una sola figliuola jMariaLu-
lebrità. Primogenito di Tommaso Weld cia, degna rappresentante delle virtù a*
di Lulworth-Castle(suo feudo, come no- vite di sua casa. Aveva preso e degnamen-
tai nel voi. XXXV, p.157), e di Maria te occupato il suo posto nella società; a*
Stanley , la quale apparteneva al ramo vea fatto gli onori di sua casa in modo li-

maggiore e cattolico di tal famiglia, ora berale e dignitoso, aveva adempito i do-
estìnto. Venne educato esclusivamente in veri del signore nell'aspetto il più nobi-
casa propria, dal p. Carlo Plowden ge- medesimo, era stato magistrato di
le del
suita, nella difesa della religione impavi- campagna, avea goduto divertimenti di i

do (come tutti i suoi correligiosi) e per essa, e contraccambiato 1' ospitalità de'
dotte opere famoso. Fin dalla sua adole- suoi vicini. Giorgio III ogni volta che di-
scenza die' argomenti della sua bontà di morava a Weymoulh era solito di visita»
cuore, concorrendo col suo genitore a far re Lulworth, ed espresse sempre riguar- i

dono in perpetuo a'pp. della compagnia di maggiori alla famiglia Weld. » Dov'è
di Gesù, fuggiti a motivo della rivoluzio- la vita che potesse credersi meo atta a
ne francese, della magnifica abitazione di condurre agli onori ecclesiastici, che uoa
Slonyhurst (come notai nel voi. XXXV, questa d'un signorotto campaguuolo del-
p. 162, parlando del collegio fondatovi la contea di Dorset, siaue'caiupi, sia alla

da'gtisuiti), e loro altresì a facili coudi- sua mensa?" Cos'i il couuaùoualee cele-
i68 WE L W EL
bre cardinal Wiseman, nelle sue auree : liévo de' vecchi necessitosi, e con ogni al-
Rimembranze degli ultimi quattro Papi tra opera di cristiana beneficenza. Durò
e di Roma a" tempi loro, par. 3, cap. 3. in quest'utile e laborioso ufficio 6 anni,
Nondimeno coloro che conoscevano inti- finché il vicario apostolico del Canada
mamente Tommaso, ed avevano esami- superiore, e vescovo di Kingston (^.),
nalo la virtù che ne segnalava, e la pie- avendo impetrato e otleouto da Leone
tà che ne santificava non mera-
la vita ,
XII che fosse preconizzalo vescovo d' A.-
vigliarono in vederlo, dopo morte del- la micia in partibus e suo coadiutore, ri-
l'ottima sua consorte nel idi 5, e dopo il cevè l'episcopale consagrazione a'6 ago-
matrimonio di sua figlia nel i8i 8 col pri- sto 1826. Invano gii amici posero a lui
mogenito e virtuoso lord Ugone Clifford in vista la sua non ferma salute e la lun-
pari cattolico d'Inghilterra (il quale eb- ghezza del viaggio. Proseguì nondimeno
be la consolazione nel i SSy di veder con per 3 anni a soggiornare in Inghilterra,
sagrare il figlio mg/ Giuseppe Ugone, ve- trattenutovi per affari della diocesi, e
scovo di Clifton dal Papa Fio IX, come per motivi di salute ; ma non vi restò o-
descrissi nel voi. XCV, p. 338 ed il n." : zioso, poiché assunse la direzione dell'e-

42 del Giornale di Roma di detto anno dificantissimo monastero delle benedet-


riferisce i ringraziamenti perciò umiliati tine d'Hummersmith, presso cui erasi
al Papa da IO distìnti inglesi, presentati ritirato. Intanto la vacillante sanità del-
da mg.' Erriugton arcivescovo di Trebi- l' unica figlia richiedeva un clima piti
sonda e coadiutore dell' arcivescovo di mite, quando egli fu chiamalo a Roma,
Westminster. Lord Clifford era parente onde Ma qui
essa lo seguì nell'alma città.

dell'esimio cardinal Giacomo Giuslinia- occorre una breve digressione sulle cause
niy il quale ebbe a madre Cecilia Maho- che l'elevarono alla sublime dignità car»
ny scozzese, figlia di sua ava Anna Clif- dinalizia, della quale da 1 5o anni, dopo il
ford inglese, nata dall'irlandese Carlotta cardinal Howard[y.),\a nazione ingle-
Eyro Newburg e da Tomma-
contessa di se non era stata più fregiata, a cagione
so figlio del lord Ugo Clifford) trovandosi del lagrimevole e funesto Scisma (^.),
libero da ogni cura, abbandonare il mon- e lasciamo parlare, con isfuggevoli cenni,
do, rassegnare le suepossessioni al secon- quello che degnamente pel 3.° ne fu or-
dogenito fratello(che l'occupa ora degna- nato, il lodato AìxVovQ òtWc Rimembran-
mente^ ed ècelebrepel diporto del yacht), ze, delle quali mi giovai anche altrove,
e riservatosi un assegnamento annuo, an- come nel voi. XCI, p. 547 ^ ^^o* L'idea
darsene a Parigi ad abbracciare lo stato di creare un cardinale inglese fu conce-
ecclesiastico. In un'età non verde, dopo pita da Leone XII, e per circostanze di
essersi sottoposto ad un regolare corso di una natura particolare. Egli avea rice-
studi sagri, e alla spirituale direzione di vuto la dignità cardinalizia da Pio
VII
quell'insigne ab. Carron, ch'era stato un già benedettino, al cui ordine doveva re-
giorno accollo con tanta ospitalità in In- stituirla, secondo l'antica consuetudine

ghilterra ; a'21 aprile 182


da quel- I fu di gratitudine, poche volte non osserva-
l'arcivescovo ordinato sacerdote. Ripa- ta. Nell'inverno 1826 venne io Roma

triato, disimpegno sotto l'indirizzo del- rag.*^ Baiues benedettino inglese, vescovo

l'ab. Vojaux doveri


i del sacerdozio nel- di Siga, di cui anco nel voi. XXXV, p.
la cappella di Chelsea ,
presso Londra. 157, ma in condizione di quasi disperata
Mentre soddisfaceva scrupolosamente al- salute, sperando nel cambiamento del-
le cure di parroco, eslese i suoi esercizi l'aria trovarvi rimedio. In fatti tosto mi-
caritatevoli nell'orfanotrofio maschile di gliorò, e nel delizioso Porto di Fermo
Somerslowu, nella società istituita a sol- compì il suo risanameato. La fama acqui-
WEL WEL 169
statasi in Inghilterra, gradatamente si tro cardinali, e di più creò e riservò in
diffuse in Uoma, e vieppiù quando nel petto undici cardinali, il seguente perio-
susseguente inverno comparve sul pul- do in cui da molti si credette designato
pito inglese, aperto in Roma da Leone il d."^ Lingard. Praeter hos quatuor S.

Xll ; il quale si propose restituire il cap- R. E. Card'maleni creamus, Viritni re-


pello cardinalizio all'ordine benedetti- ligione, pielate, ac doctrina archelypìs^
no, nellu [)ersona dell'illustre prelato, ed et nativis e fontibus hansta insignent,qui
a tale effetto lo fece invitare a ritirarsi libris editis catholicani adversus haere-

nel monastero di s. Calisto. La morte del ticos, et schismaticos veritaleni strenue


Papa impedì l'effettuazione del suo dise- non minus, quanifeliciter tuetur ... Ea'
gno. Se Leone Xll fosse vissuto, il pre- deni porro dignitale augenius alios de-
lato benedettino sarebbe stato cardinale. ceni viros, eie. Morì Leone XII a'9 feb-
1 motivi nazionali, per eguale dignità, braio 1829, senza aver pubblicato cin-
pare che piuttosto fossero dal Papa va- que degli undici cardinali riservati in pet-
gheggiati pel celebratissimo sacerdote d."^ to, gli altri sei aveali promulgati a'i 5 di-
Giovanni Lingard,in guiderdone de'suoi cembre 1828). A me non è dato, per la
meriti elevati e della sua splendida Sto- brevità che mi è inesorabile legge, dir di
ria deli Inghilterra (seconda edizione più, e sopra un argomento incerto (ren-
recata dall'inglese nelC italiana favella dendolo tale vieppiù quanto leggo a p.
da Domenico Gregorio Roma 1828. E 55 delle Memorie storiche del p. Gia-
noto che il benemerito e maestrevole tra* como Mazio del degnissimo in tutto con-
duttore e dotto annotatore fu quel fior fratello p. Antonio Angelini). Se l' idea
d'ingegno e di virtù Giacomo Mazio di- nacque in Leone XII, certo il successo-
letto nipote del celebre cardinal Mazio, re Pio Vili l'effettuò nella persona del
il quale preferì agli onori eminenti a cui Weld, parte in considerazione de' suoi
lo destinava Gregorio XVI, le umili e meriti personali, e parte eziandio onde
gloriose vesti di s. accomu-
Ignazio. Egli secondare » il desiderio di vedere un in-
nò la fatica col suo cordialissimo amico glese fra'piùalti dignitari della Chiesa.

Domenico Gregori,anch'egli valoroso nel- E perchè^ dimandavasi, e il Papa noa


ed inglesi ; ma non più
le lettere italiane poteva far a meno di sentire la giustizia
là che al 3.° volume cominciò all'infor- della domanda: quasi ogni altra nazio-
tunato Gregori a voltarsi il senno, tanto- ne dovrebbe ella essere rappresentata io
ché al tutto lo smarrì, e poco stette che quell' assemblea, alla quale è affidato il

uscì di vita; e solo il Mazio condusse in- maneggio de'negozi religiosi dell'intero
nanzi il lavoro: nel cVie die'saggio di lea- mondo, eccetto quell'una la cui lingua è

le amico e di nobilissima virtù, pubbli, parlata da sì gran porzione degli abitanti


cando i i4 voi. sotto il nome di Gregori. cristiani del medesimo? Non solo le isole
Tuttequeste cose miconstano direttamen- Britanniche, ma gli Stati Uniti,le Indie O-
te, perchè tanto il Gregori quanto il Ma- rientali e Occidentali, il Canada, Capo,
il

zio furono famìliarissìmi e affettuosamen- l'Australia e l'isole del Pacifico, comuni-


te stimati dal cardinal Cappellari prefet- cavano quotidianamente colla s.Sedeecol-
to generale di propaganda fide). Sebbene Ja congregazione di Propaganda, la quale
la creazione improvvisa di due cardinali vegliava a'Iorobisogni. Non era egli ragie,
inglesi potesse parere inaspettata, Leo* ne, che presso alla Cattedra governante,
ne XII non era l'uomo da pensar così (Io e nel numero de' consiglieri di essa vi
lessi nell'allocuzione originale, pronunzia- fossealmeno uno, che rappresentasse que*
ta da quel gran Papa nel concistoro de'2 st'im mensa stirpe, che ne conoscesse Tin-
Ottobre 1826^ io cui creò e pubblicò quat- tendimento, che fosse famigliare de'bi*
170 WEL WE L
sogni di essa e delle forme di esprimerli, uomod'ingegno eassai versato nelle scieo-
coute pure della posizione speciale in cui ze e nella letteratura inglese, al presente
molte parli di quella erano collocate? nunzio di Vienna. Il cardinale per parte
Sarebbe quasi una scortesia il ricusare sua era dolalo di verace buon senso e di
di farlo, o il cnormorare a cosa fatta". perfetta rettitudine, doti non disgiunte
Notai nel voi. XXXV, p. i23. L'ecnaa- da perfetta umiltà, onde presto si aqui-
cipazìone de'cattolici nella gran Bretagna stò un'influenza notabile nelle congrega-
fu risoluta a'3i marzo i 829, giorno cui zioni cardinalizie. Gli affari religiosi del-
in llouia esallavasi Pio Vili. A questo l'America, dell'Indie, dell'Australia po-
lielissicno avvenimento Pio Vili volle tevano dirsi pressoché affidati alla sua
porre il suggello nel concistorode' i Smar- tutela e alacrità. Gentile e ospitale eoa
zo i83o, creando cardinale prete Weld tutti, i suoi nobili appartamenti erano
con generale tripudio della nazione in- frequentali da personaggi romani e stra-
glese, coir allocuzione magnifica di elo- nieri, sempre pronto al servigio de'suoi
gio, che riportai col n. 24 del Diario di connazionali, senza eccezione di creden-
Roma. Il testo latino l'olFre il Bull. Roni. za. Inoltre nelle sue sale fece tenere pei
coni., t. 18, p. 92. Indi ebbe per titolo suoi connazionali ulilissime e dotte con-
la chiesa di s. Marcello. Constala l'eati- ferenze ecclesiastiche, con tanto vantag-
nenle autore delle Rimembranze, che gio delle verità cattoliche. Per ordine di
questa promozione fu fatta a libera scelta tempo, io debbo qui notare, col barone
del Papa, senza presentazione alcuna da Heurion, Storia utiiversale della Cliie'
parte dell'liighillerra, e senza consultar- sa, che dopo le famose giornate di lu-
ne minimamente il governo. Questa fau- glio del i83o in Parigi, lo sventurato
promozione colmò di gioia
sta e inattesa Carlo X a' 16 agosto s'imbarcò per l'In»
lutti i cattolici d' Inghilterra. In lloma ghillerra, e si ritirò a Lulworlh castello
ancora lo dimostrarono i residenti ingle- del cardinale, donde poi passò a soggior-
si, inclusivamenteagli acattolici, tulli ac- nare nella Scozia [F'.) e per ultimo ia
correndo in folla al ricevimento del nuo- Gorizia. Morto Pio Vili a' 3o novem-
vo cardinale, e manifestarono la loro sod" bre, il cardinale recossi in conclave, e
disfazione in vedere quell'attestato di be- concorse col suo volo all'elezione di Gre-
nevolenza verso il paese di lui. E con- gorio XVI, il quale l'ebbe in particolare
simili furono l'espressioni pervenutegli estimazione, e col breve Quiim prolecto-
dall'Inghilterra, con l'assicurazione che riae, de'19 dicembre i83i, Bull. Roiii.
s'egli la visitasse, sarebbe ricevuto dalla coni., l, 19, p. 63, lo deputò proiettore
famiglia reale col rispetto che gli si do- della pia casa degli orfani di s. Maria ia
veva. Non vi furono uè rancori né sde- Aquiro, del monastero de'ss. Quattro e
gni, neppure per parte di coloro ch'è a- del collegio Sai viali, con facoltà di visi-
biluale l'ostilità contro Roma. Non po- tatore apostolico. Questo Papa e il suo
teva sperarsi che all'età matura toccala predecessore successivamente 1' aggrega-
ormai dal cardinale, questi potesse pa- rono alle congregazioni cardinalizie de' ve-
droneggiare una nuova lingua, o impa- scovi e regolari, del concilio, dell'immu-
rare perfettamente i modi di trattare le nità, di propaganda, de'rili, degli sludi,
alte faccende ecclesiastiche. Seppe savia- e della speciale per la riedificazione della
mente sopperirvi, con iscegliere a suo basilica di s. Paolo. I medesimi alla loro
consultore teologico il dotto prof. For- volta gli conferirono le proleltorie del
ebbe a
uari, poi cardinale anch'egli; ed collegio inglese, del quale fu vero padre,
segretari prima il d.' Vaughan, attuai e di quello de* caudatari , de' sodalizi
vescovo di Plymouth, poi l'ab. De Luca della Madonna del Buon Consiglio di
WEL WEL 171
Roma e tlel Palomhara,
Gonfalone di abitanti d' una città e d' ogni condizio-

delle francescane della B. Vergine del ne, quanto lo fu il venerando porporato


Buon Consiglio di Cori, e della terra e segnatamente da'poveri, tutti rammen-
di Poli. Inlultosidimoslrò zelante e o- tandone le virtù e la beneficenza, onde
peroso, non meno benefico e sollecito pa- immensa folla di popolo accorse nel pa*
trono. Ad ogni condizione di persone rao- lazzo Odescalchi, in cui il cadavere era
slrossi cortese di grazie e favori; né vi esposto per 3 giorni nelle sue stanze pa-
fu povero che non si avesse da lui o tnen- rate a lutto, a pregar pace alla sua beU
suali o straordinari soccorsi. Avendo le l'auima. 11 n. 3i del Diario di Romat

sue monache benedettine Cannington di che ciò narra, riferisce pure il suo tras-
nella contea di Sommerset, ricamato un porto nella propria titolare di s. Marcel-
grande e superbo merletto, con triregni, lo, riccamente addobbata a bruno, ove

chiavi incrociate e altri ornati, per uso di si celebrò il funerale e la cappella papa-
camice, l'ofFiì in dono a Gregorio XVI, le, pontificando messa il cardinal Po-
la

ricevuto con grazioso gradimento. La vi- lidori. V'intervenne Gregorio XVI per
ta di stretta applicazione e di solitudine, distinzione , il sagro collegio e tutti i

in un clima meridionale, incominciata personaggi che hanno luogo alla funzio<


ad un'età in cui la costituzione fisica non ne, a cui die' compimento il Papa eoa
può esser pieghevole, quindi non potè l'ultima solenne assoluzione sul defunto.
agevolmente innestarsi sopra una gioven- Gregorio XVI non potè trattenere quel-
Iti d'attività vigorosa, passata fra le ario- le lagrime, che sparse appena ne seppe
de'monti della contea di Dor-
se regioni la morte. Elogio eloquentissimo e com-
set. Una gran
sensibilità al freddo e ai movente, che colmò di tenerezza i con-
cambiamenti atmosferici si palesò gra- giunti, gli amici e quanti si trovarono pre*
datamente, e alla fine assunse il carat- senti. Venne tumulato nella stessa chiesa
tere d'una polmonea. Parve benigna di- presso l'amata figlia. 11 vedovo di questa
sposizione della Provvidenza, che al suo lord Clifford, pio e generoso, a'22 aprile
dipartire da questa misera terra si tro- rinnovò all'Eminentissimo suocero in s.
fassero presenti tutti i suoi più cari, pa- Maria in Aquiro splendidi e sontuosi fu-
renti e amici, quanti forse mai in Roma nerali, con gran concorso d' inglesi e di
non ne vide. Appena la malattia incru- romani. Riccamente addobbato il lem-
delì, volle esser confortato di tutti i soc- pio, nel mezzo sorgeva semplice ed ele-
corsi della religione; rassegnossi indi ai gante catafalco, disegnato dall'egregio k-
divini voleri, come avea sempre nella gostino Giorgiolì architetto, adorno di
perdita de'genitori, della figlia, ed in o- Ialine iscrizioni e analoghe pitture. Pon-
gni altra sua calamità praticato; e l'ul- tificò la messa mg.' Alessandro Mac Don-
timo suo atto fu di chiamare tutti i suoi, nei vescovo d'Olimpo e vicario apostoli-
e di benedire i suoi nipoti Clifford, che co dell'Isola della Trinità, accompagnata
genuflessi ne attorniavano il letto, e colle dalla rinomata musica di Mozart, diretta
lagrime e co'singulti accompagnavano le dal marchese Muti Papazzurri, ed ese-
ultime sue parole. Tranquillamente si guita da illustri cantanti e numerosi co*
adagiò nel riposo del giusto di 64 anni, risii. Dopo la quale mg."^ W^iseman ret-
a'IO aprile 1837. 11 n. 29 del Diario di tore del collegio inglese, e ora amplissimo
Roma, con vivo i-incresciraento nedie'il cardinale, lesse una bella e commovente
doloroso annunzio. Uno straniero, seb- orazione, poi stampata dal Salviucci con
bene non è mai tale a Roma un principe nobile edizione, volta dall'inglese iu ita-

della Chiesa, fu ben di rado più profon- liano con molta eleganza dal eh. e sullo-
damente e seutilaoieute compianto dagli dato Mazio ( degno traduttore di Lin-
171 WEL WEL
gard) eoo questo titolo: Elogio funebre dal giovine inglese Tommaso Hile , ed
del cardinal Tommaso PV^eld detto al- iscrizione.
le sue solenni esequie nella chiesa di s. WELL\NGTOV(rellingtonen.).C\i-
Maria inAquiro, a'2'ì. aprile iSZj da tàcon residenza yescovWe deW Oceania^
mg.' Nicola JViseman, con la versio- anco nel voi. XCVIII, p. 36 1, o
di cui
ne italiana di Giacomo Mazio, Roma Nuova Zelanda, sulla costa meridionale
1837. Lo sto ammiraDdo col testo io- deirika-na-mau wìo Tasmania del Nord
glese a froQle, ma solo mi limito a dire, presso il capo Pelliser, vicino allo stretto
che coDtietie pure il disegno del cenota- di Cook. Il vescovato fu istituito dal Pa-
fìo, l'elogio posto nella cassa mortuaria pa Pio IX a'20 giugno 1848 col nome
del defunto, e le 4 iscrizioni di dette ese- di Porto Nikohon (^.), e ne fece ammi-
quie, il tutto composto dal Mazio, poi nistratore apostolico mg.' Giacomo Fi-
ornamento della couìpagnia di Gesù (per lippo Viard e vescovo d'Ortosia in par-
quanto si legge nel libro: Della vita e tibus, il quale fin dal 1 845 Gregorio XVI
degli scritti del p. Giacomo Mazio del- r avea fatto coadiutore del vicario apo-
la compagnia di Gesìi, prof, d' istitu- stolico dell'Oceania Occidentale o Nuo-
romano, Me-
zioni canoniche al collegio va Zelanda, come notai nel citato voi. a
morie storiche del p. Antonio Angelini p. 362. Quindi Pio IX con decreto de'7
della medesima compagnia, prof die- dicembre i85i stabilì la sede vescovile
loquenza sagra, ec. Roma iSSg). Gli inWellington, egualmente dichiarando-
alunni della suddetta pia casa degli or- ne amministratore il nominato prelato,
fani nella loro chiesa a' 29 aprile ed a il quale vi fissò la sua residenza, cessan-
proprie spese gli celebrarono altre ese* do il titolo di Porto Nikolson. Finalmente
quie di gratitudine, con musica diretta nel concistoro de'i3 luglio1860, come
dal maestro Grazioli, e con encomio fu- si iSg del Giornale di Ro'
legge nel n.
nebre del parroco della medesima p. d. w^,promulgòla traslazione di mg.' Viard
Luigi Alessandrini somasco. Altri suffra- dal titolo d'Ortosia a vescovo effettivo di
gi solenni il cardinal Weld ricevette dai Wellington, che governa. La diocesi si
suoi beneficati, come dal comune di Poli. forma dell'isola d'ika-na-mau-wi, ha io
Il eh. mg.*^ Francesco Fabi Montani ne parrocchie, e più di 1 4,000 cattolici.
scrisse importante Necrologia, della
l' WELS o WELLS, Welsiae Fon-
quale pure mi giovai, e la pubblicò nel n. tes. Città vescovile d'Inghilterra, nella
37 del Diario di Roma
1837. Lord del contea Sommerset, hundred di Wels-
di
Clilfurd avendo acquistato il padronato Forum, distante più di 5 leghe da Bri-
della cappella già de' Grifoni (eretta da stol. Giace sopra un piccolo affluente del-

i562 dotata da mg."^


tal famiglia, e nel la Brue, alla falda meridionale di Meo*
Matteo Grifoni vescovo di Trivento, se- dip, circondata da pingui praterie. La
polto nel monumento a destra, e finita cattedrale viene considerata come una
dal cav. Gio. Matteo suo congiunto nel delle più belle dell'Inghilterra, e la mag-
1607) in s. Marcello, riparlata nel voi. gior parte di essa fu eretta in principio
LXIV, p. 216, vi fece costruire un ma* del XII secolo. Ha la forma di croce, è
gnifìco sotterraneo eo'disegni del già Io- lunga 380 piedi parigini e i38 larga:
dato Giorgioli , incrostato di bei mar- nel centro sorge una gran torre quadrata
ini e ornato di sculture, ed io cui ol- alta178 piedi. Contiene bel numero di
tre il monumento della moglie , a si- monumenti. Il palazzo vescovile
svariati
nistra della eappella superiore vi eres- ha un aspetto imponente. La chiesa di s.
se quello del cardinal suocero, ponen- Cutberto ha una bella torre campana-
dovi il di lui ritrailo , scolpito in busto ria. Vi sono due case di carità, l' ospe*
W EL WEN 173
daleela scuola gratuita fondatane! 1714* Era ancora a$sai giovane quando morì il

L'acqua che provvede la cillà è sommi- suo genitore. Drahomira si fece dichia-
nisdata da un acquedotto e distribuita a rare reggente, ed impadronitasi del go-
mezzo di condotti di piombo. L' acque- verno sfogò il suo furore contro i cristia-

dotto è situato tra la cattedrale e il ve- ni, fece atterrare le chiese, proibì il culto
scovato, presso la Andrea,
sorgente di s. della religione, e un gran numero di fe-
altre volte chiamata s. Andrew's-Wells, deli furono trucidati. Ludmilla alla vista

e che pare abbia dato il suo nome al- di tanti mali pressò Wenceslao a prende-
la città. —
Wels fu dal re Giovanni re in mano le redini del governo, e tutta
Senza Terra del 1199 eretta in bor- la Boemia ne mostrò somma allegrezza ;

go regio. Tiene 4 annue fiere, ed ha cir- ma per preveniie la discordia tra lui e
ca 8,000 abitanti. A due terzi di lega suo fratello Boleslao, il paese fu diviso ia
trovasi la caverna, in cui si entra pera- due parti, e a questo toccò una ragguar-
pertura strettissima: è lunga circa 600 devole parte del territorio che dal suo
piedi e dividesiin parecchi compartimen- nome fu detto Boleslavia. Drahomira sde-
ti. —La sede vescovile, secondo Com- gnata sostenne gì' interessi di Boleslao ,

manv ille,eretta ne'primi secoli dellaChìe- cui avea inspirato suo odio contro il
il

sa, fu ristabilita nel 905 sotto la metro- cristianesimo, la sua ambizione e la sua
poli di Cantorbeiy, quindi nel 1020 tra- crudeltà. Wenceslao avea sentimenti tutti
sferita a Baih (/^.). Ora la diocesi di Wels opposti a quelli di suo fratello. Egli non
trovasi compresa in quella di Clifton, i- cercava altroché di stabilire la pace, la
slitaila da Pio IX nel i85o e suffraga- giustizia e la religione ne'suoi stati; nèo-
nea di TVeslminster. norava di sua confidenza se non persone
WE^XESLAO (s.), duca di Boemia, scelte fra'più fervorosi cristiani. Occupa-
martire. Figlio di Uratisiao duca di Boe - tosi il giorno negli affari, passava parte
mia, edi Drahomira di Lucsko. Suo pa- della notte nell'orazione, e praticava au-
dre era un principe virtuoso, valoroso ed sterità somiglianti a quelle degli antichi
umano; ma sua madre, che si spacciava anacoreti.Manifestava la sua carità nei soc-
per pagana, non aveva alcuna religione, correre gli orfani, le vedove e i misera-
era crudele, perfida ed altera. La b. Lud- bili d'ogni stato. 11 solo bene della reli-
milla sua ava, vedovo dì Borivoro i.° du- gione e dello stato rattenevalodal segui-
Boemia, ch'era a Praga,
ca cristiano di re la sua inclinazione al ritiro calla so-
chiese Wenceslao, bramando di educar- litudine. Drahomira sostenuta da una fa-
lo nelle pratiche del cristianesimo ; e il zione potente, cercava occasione di porre
suo cappellano Paolo,commendevole per ad effetto i suoi perfidi disegni, e innanzi
santità e prudenza , insegnò al giovine a tutto feceassassinare Ludmilla, chegui-
principe i) primi rudimenti delle scienze. dava Wenceslao co' suoi saggi consigli.
Corrispose questi egregiamente alle loro Essa è onorata in Boemia come martire
cure, e mostrò fin da fanciullo grand' a- a'16 di settembre. Wenceslao fu somma-
more alla virtù. Fu poscia messo nel col- mente addolorato per questo funesto caso,
legio di Budweis presso Praga, dove si re- ma adorando igiudizidi Dio pregava per
se esperto in tutte le scienze ed esercizi la conversione della sua genitrice. Radi-
che convenivano all'illustre sua nascita, slao principe di Gurima, contrada vicina
e perfezionossi ad un tempo nelle cogni- alla Boemia, gl'intimo la guerra ola ces-
zioni che formano un vero cristiano. Do- sione del suo stalo. Il santo duca fu for-
cile, mortificato, vigilava sopra sé stesso, zato ad impugnare le armi ; ma quando
specialmente per evitare tuttociò che a- le due armate furono a fronte una del-
'vrebbe potuto adombrare la sua purezza. l'altra, desiderando evitare lo spargimen-
1 74 W ii N W li N
lo (li sangue, propose ai nemico di deci- culto dei quale divenne celebre per tutto
dere l'aflare in singolare tenzone. Kadi- ii setlentrione.il martirologio romano ne
slao accettò la disfida, sperando di ripor- fa menzione il 28 setteml^re.
tare vittoria. Il duca di Boemia, vestito W^ENEFRIDA (s.), verginee martire.
d'un' armatura leggiera, si fece il segno Figlia d'un rispettabile e ricco signore
della croce, e si accostò coraggiosamente del Galles settentrionale, per nome The-
a Rudislao, il quale, postosi in atto di tra- vitto, fu allevala nel timore di Dio. Ve-
passarlo colla sua lancia, vide, secondo nuto in quel tempo a stabilirsi uelle vi-
che raccontano gli storici della Boemia, cinanze Beoano, che dicesi
s. fosse zio di
due angeli che lo di fendevano, per cui get- Wenefrida dal lato materno , Thevitlo
lossi a' piedi di Weuceslao chiedendogli gli donò un tratto di terreno esente da o-
perdono, ed accettando le condizioni di gni peso per fabbricarvi una chiesa, e |)re-
pace che gli sarebbe piaciuto d'ituporgli. gollo di educare sua figlia nella pietà cri-
DipoiWenceslao sirecòalladieta generale sliana. Tocca questa da'suoi ammaestra-
convocata a Worms dall'imperatore Ot- menti, prese la risoluzione di consagrare
tone I,dal qualeottenne una partedelle re- a Dio la sua verginità, al che di buongra-
liquie di s. Vito e di s. Sigismondo redi do acconsentirono pii genitori. Preso il
i

Borgogna , che portò rispettosamente a sagro velodallemanidi s. Beoano, si recò


Praga e depose in una chiesa che ivi fece a vivere con alcune vergini in un piccolo
fabbricare. Volle eziandio che fosse tra- monastero che suo padre avea fallo fab-
sportato il corpo della beata Ludmilla in bricare a poca disianza da lloly-Well.
una chiesa da
di quella città, fabbricata Dopo la morte di s. Beoano, Wenefrida
suo padre e dedicata a s. Giorgio. 11 suo lasciò quel monastero, e passò per qual-
zelo in reprimere disordini della nobiU i che tempo sotto la condotta di s. Deife-
tàe difendere gli oppressi, gli attirò molti ro ; indi si ritirò fra le religiose di Guthe-
nemici, i quali si fecero partigiani di Dra- rio nel Denbìghshire, dove moria la ba-
homira e di Boleslao. Una perfida trama dessa Tiieonia fu scelta a succederle. Si
fu ordita. Essendo nato a Boleslao un fi- raccoglie da'moMuinentì che abbianiu in-
glio, questo principe e sua «uadre invita- torno alla morte di s. Wenefrida, che Ca-
rono Wenceslao a venire da essi, onde radoco figlio di Alano principe del p^ese
prender parte del giubilo per questo lieto ne divenne perdutamente amanle,euoa
avvenimento. Il santo vi andò senza la polendo conseguire il suo intento, tagliò
minima di(ljdenza,e fu accolto con dimo- la testa alla santa, la quale per cuuserva-
strazioni di gioia. Nella notte recatosi re la purità correva a ricovrarsi nella
Wenceslao alla chiesa ad orare, secondo chiesa che s. Beoano avea fatto fabbrica

il suo costume, lo scellerato Boleslao, isti- rea Holy-Well.Roberlo priore diShrews*


gato dalla madre, lo seguì, e (juando gli bury ed altri autori aggiungono che Ca-
assassini da lui disposti ebbero dato il pri- radoco fu inghiottito dalla terra sul luo-
mo colpo a suo fratello, egli si unì a loro go slesso ove avea commesso il deiitlu,e
e trapassollo con una lancia. Quest'orri- che nel sito ove cadde la lesta di s. We-
do misfatto fu commesso a'28 settembre nefrida sorse una fontana miracolosa. Di-
del 986. 1 miracoli operati sulla tomba cono pure che essendo la santa vergine
del santo spaventarono Boleslao, il quale risuscitata in virtù delle orazioni di s.Beoa-
fece trasportare a Praga, nella chiesa di no, ebbe sempre intorno al collo un cer-
s. Vittore, ii corpo di suo che vi
fratello, chio rosso, segnale del martirio sofferto.
e tuttora venerato in una magnifica cas- È vero che questi fatti non sono raccon-
sa. Nel CfSi fu fabbricata in Danimarca tati da autori contemporanei; ma se essi
una chiesa io onore dis. Weaceslao, il hanno potuto mancare di buona critica
W ER WER 175
in alcune circostanze, nulla se ne può con- mano del principe de'sassoni occidentali,
chiudere contro la santilà di Wenefi ida, e trionfò de'divisameuti di Werbode, uno
e contro il culto che le fu sempre reso a de'più possenti signori della corte,al quale
Holy-Well. Si possono leggere le erudite suo padre aveala promessa. I suoi fratelli
annotazioni poste alla vita di questa san- Wulfddo e Rufino, essendo entrati nella
ta nella pregevole opera del Buller, da religìonecristiana,col pretesto di andare a
cuiricavoquesti cenni agiografici. S. We- caccia, recaronsi a visitare s. Ceadda vesco-
Defrida morì a'22 giugno, secondo 1' an- vo di Litchfield,che traeva vita solitaria in
tico panegirico recitato a Derby nel di un deserto, e furono da lui istruiti e battez-
della sua festa. La più antica sua vita ne zali. Werbode, che sapeva essere essi con-
mette la morte, o piuttosto i suoi fune- trari al suo matrimonio, deliberò la loro
rali, a Guturin, a'24 di giugno. La sua rovina, rappresentando al re colle più ne-
novembre,
festa fu poscia rimessa a'3 di re tinte la visita cheaveano fatto a s. Cead-
piobabilmeote per qualche traslazione da, e subornando falsi testimoni che ap-
delle sue reliquie. In nessuna delle sue posero loro atroci delitti. I principi furo-
vite è notato il tempo in cui visse ; ma la no messi a morte ; ma poscia il re ne sentì
più parte degli autori che hanno parla- il più vìvo doloie, fece penitenza del suo
to di lei pensano ch'ella fiorisse verso la delitto, e conformossì a'consigli della re-
flue del secolo VII. Neil i38 le sue reli- gina e di s.Ceadda. Fece atterrare tutti
quie furono trasportate da Guturin a gl'idoli, tramutò loro templi in altret-
i

Shrewsbury, e quivi deposte con grande tante chiese, edificò la badia di Pelei ho-
soìennilà nella chiesa della badia de'be- rough e il priorato di Stone, dove furo-
Dedettioi, nella quale occasione avvenne- no seppelliti i suoi due figliuoli, e dilatò
ro alcune guarigioni miracolose. Quan- il culto del vero Dìo. Lieta Wereburga
do poi furono atterrati i monasteri in lo di questo inaspettato mutamento, non e-
ghilterra, la cassa di s. Weuefrida fu sac- silò di palesare al padre l'ardente suo de-
cheggiata. siderio di farsi monaca. Il re negolle dap*
WEREBURGA o WERDURGA(s.), prima il suo con$en:iD,ma poi si rese alle
Tergine. Figlia di Wulfero re di Mercia, reiterate di lei preghiere, e la condusse
e di s. Ermenilda, la quale era figliuola egli stesso ad Ely, accompagnato da tutta
di Ercoinberto rediKent edis. Sexbur- la corte. S. Ediltrude badessa di quel mo-
ga. Anziché levarsi in superbia per l'alto nastero vennea processione collesue mo-
suo nascimento, imparò fino dall'età pue- nache per accogliere la principessa, che
rilea dispregiare l'umano fasto, e corri- ginocchioni domandò la grazia d' essere
spose alle pie sollecitudini della sua gè- ricevuta come penitente. Sostenute con
nitrice colla umiltà, coll'obbedieoza e col- umiltà e pazienza le prove ordinarie, fe-

lamansuetudine. Assisteva regolarmente ce la professione solenne, e divenne il

con essa alle sagre funzioni della chiesa, e modello delle sue sorelle per 1' esaltezza
non bastando ciò al suo fervore, orava con- con cui osservava le regole, pel suo amo-
tinuo nella sua stanza. In una età in cui re alla preghiera, alla contemplazione e
ordinariamente nulla più sì desidera che alla penitenza. Lasciò in seguito il mo-
gli spassi e le vanità del mondo, scorgevasi nastero d' Ely, per aderire al desiderio
in lei quello spirito di murtificazione che de! re Etelredo suo zio, che la deputò a
dislingue le anime perfette, e il massimo ristabilire la monastica disciplina presso
amore per la purità. Richiesta in matri. tutte le monache del suo regno, assegnan-
monio da'più ragguardevoli personaggi dole eziandio de'fondi sufficienti per edi-
stette ferma nella deliberazione di con- ficare tre monasteri. Wereburga coli' e-
sagrare a Dio la sua virginità. Ricusò la sempiodi tutte le virtù contribuì alla san-
.76 WER WES
tifìcazione delle anime alle sue cure affi- il Waldeck, l'Assia-Darmsladt, il Nassau»
dale. Avendole Iddio rivelalo il momeu- la provincia del Basso-Reno, e quella di
tu della sua moiie , lo predisse alle sue ClevesBerg. Si estende per 4^ leghe dal
compagne; quindi visitali i suoi mona- nord al sud, quasi altrettanto dall'est al-
steri per darvi le ultime sue disposizioni, l' ovest, la superficie essendo di 1020.
riposò nel Signore a'3 febbraio verso la Pel mio scopo, di riferire alcune notizie
fine del secolo VII io Trenlham, e fu sep- sulla Pace e sul regno di Weslfalia, noa
pellita ad riambury giusta il suo desi- importa parlare delle nozioni topografi-
derio. Nel 708 disotterrato il suo cor- che e naturali, né anco delle commerciali
po e trovato incorrotto, fu riposto in ric- e industriali. Imperocché il paese, diviso
chissima urna a'21 di giugno, ove rima- nelle 3 reggenze d' Areusberg, Minden,
se 200 anni, fìnchè fu ridotto in cenere e Munster che a'é il capoluogo, popolale
duranti le scorrerie de'danesi. Neil' 875 da circa 1,200,000 abitanti, non con-
l'urna fu portata a West Chester, e de- tiene che una parte dell'antico circolo
posta in magnifica chiesa, che divenne in di Westfalia, il quale estendevasi tra il

seguito la cattedrale. La sua festa è asse- circolo della ^a%iVk-Sassonia ed i Paesi


gnala a'3 febbraio. Bassi {V.)t e dal Weser al Reno. Alcu-
WERENFREDO (s.), prete. Era mo- ne partisi trovavano alla sinistra del 2.°
naco inglese, e seguì s. Willibrordo nel- fiume, e per la pace di Luneville del
la Frisia per dividere le sue fatiche apo- i8of, furono riunite all'impero france-
stoliche. Portò la Incedei Vangelo nel ter- se; il rimanente cessò d'essere ammini-
ritorio di Batavia, in Olanda, e scelse per strato come circolo nel 1806, al discio-
principale campo del suo zelo la piccola glimento dell'impero Romano e di Ger-
città di Elste. Ivi fu poi seppellito , e la mania (^.), e fu ripartito tra diversi
sua tomba divennecelebrepe' devoti pel- principi della Confederazione del Reno,
legrinaggi che vi si facevano, e per mol- parlata in quell'articolo e negli altri che
te guarigioni miracolose, specialmente di gli sono relativi; servendo la maggior
quelli eh' erano tormentali dalla gotta. parte a formare nel 1807 il regno di
1 n suo onore Balderico 1 5.° vescovo di U- Westfalia, la cui capitale fu Cassel, al
trecht fondò a Elste una chiesa collegia- modo che dirò per ultimo. INon deve poi
ta. S. W^erenfredo è onorato iu Olanda il ducato di Westfalia esser confuso colle

a'i4 di agosto. divisioni accennate; poiché era questo uà


WESTERAS. r. Vesteras. paese poco esteso del circolo elettorale
WESTFALIA, JVestphalia. Provin- del Reno, avendo 160 leghe quadrate
eia della monarchia Prussiana, e già du- d'estensione, con Arensberg per capo-
cato, e parte del circolo e del regno del luogo e che appartenne da prima al-
,

suo nome. Compresa nel granducato del l' arcivescovato di Colonia {V.)t per a-
BassoReno, è formata dell'antico duca- verne l' imperatore Federico i investi-
to di Westfalia, del vescovato di Mun- to l'arcivescovo Filippo , indi nel i8oa
ster,del principato diMinden, delle con- passò Assia-Darmstadt {F.\ e fu fi-
a\\'

tee di Ravensberg, di Mark, di Tecklen- nalmente ceduto nel 181 5 alla Prussia
burg, della contea superiore di Lingeo, (/^^.). La Westfalia vanta molti suoi il-

de'principati di Paderbooa, di Rorvey, lustri, ma solo ricorderò i cardinali Tom-


di Dortmund, di Siegen, del baliaggio n»aso Oliviero detto di Sassonia (^.),
di Reckemberg d' Osnabruck e di pa- Giovanni Groppero {F.), e Melchiore
recchie signorie mediatizzate. Confina coi Diepenbrock vescovo di TVratislavia
Paesi Bassi, l'Annover, l'Assia Elettora- {F.) o Breslavia; ed il famoso Teodoro
le, i principati di Lippa, il Brunswick, AutoDÌo barone Newoif, che si fece pro->
WES WES 177
ctamare re di Corsica [F.) e istituì bor- ned. ex celeberrima a Carlo Magno
dine equestre della Liberazione {^.). A.* fuiidata Abbatia Liesbornenù, scriplO'
postoli della Westfalia e promulgalori risabanno i^So usq uè ad annuni i58o
del Vangelo sono celebrati: s. Swidber- coacvi, historia antiquae occidenlalis
to (Z"^.) o Swiberto, vescoTO regionario Saxoniae, seu nunc FFeslphnliae, Mun-
coiisagrato nel 697, morto nel 71 3; s. ster 1778. Gregorio XVI nel i835 con-
Luclgero {
f.) neir8o2 vescovo di Mun- dannò le opere di Ermes di Westfalia,
ster, allora la provincia di Westfalia si e gli Ermesiani (F.) che ne sostenevano
chiamava Sodergoii, e vi fonilo il mona- gli errori, e agitavano la Westfalia e al-
stero di Werden, diverso dall'omonimo tre province della Prussia. La Civiltà.
di là dal Weser, nella contea della Mar- Cattolica (la quale meritamente fio dal
ca j e s. TVìberlo [f^.) o Wigberto ab- i855 si traduce io tedesco nella dotta
bate di Fritziar, ove fu sepolto nel 74 '• Germania e se ne fa la pubblicazione ui
Niello stesso secolo Vili iu Westfalia fu- Munster capitale della Westfalia, da una
rono istituiti vescovati di Munsler[F.),
i società di dotti cattolici, al modo riferito
di Paderbona, di Minden (K) e d'O- dalla medesima, serie 2.', t. i i, p. 79),
snabriick (^•). Quest'ultimo ora appar- serie 3.', t. i, p. 2 45, olfrendo prove sta-
tiene al regno d'y^/i/jov<T, con questo ri- tistiche del i856
decadimento del sul
parlato nel voi. XGVIII, p. 64 eseg., e Protestantismo Germania, quanto al
io
68. Scrisse deCba(ital,/?ia/2»e/ des daies, numero de'protestanti teologi, donde e-
Dell'articolo Tribunal secret de T^Vest- scono i loro pastori, rileva per riguardo
phalie, che questo si disse da
stabilito alla Westfdlia, che in essa non erauvi che
Papa s. Leone 111 e da Carlo Magno im- 8 studenti protestanti di teologia, rim-
peratore verso l'8oo, poi soppresso nel petto a 127 cattolici. Peiò, come si trae
l5i2 da Massimiliano I icnperatore. Ol- dal Giornale di Roma de' 5 novembre
tre i concilii celebrati in faderbona per 1860, iu mezzo a'dolorosi eventi che con-
lostabiliraeotodella religione, e neh 538 tinuano ad affliggere il cuore d'ogni sìn-
in Munster e Osnabruck contro gli ere- cero cattolico, è consolante il movimento
tici, in Westfalia furono pure tenuti altri religioso che si opera presso una note-
coociliijcioè in Lipsladt{P'.)tìt\'jQo per vole porzione de' protestanti d' Alema-
erigere vescovati e nel 782 sulla disci- gna, precipuamente de' sedicenti vecchi
plina ecclesiastica, ed in Dorinont (/^.) Luterani j per la nobile condotta che il
o Dortmund nel ioo5 parimente sopra Vicario di Gesìi Cristo [F.) » oppone
la disciplina e altro. Clecnente XiV col agli atti di barbarie e di fellonia di cui
breve, Conimissi nobis^ de' 2 ( gennaio si rendono colpevoli popoli e sovrani".
1770, Bull. Rorn. coni., t. 4. P- 1 32, au- Manifesti sono quindi i lieti sintomi che
due province de'mi-
torizzò l'erezione di sembrano prognosticare alla Chiesa cat-
«ori cappuccini di Colonia e di Westfa- tolica un'era novella di conquiste pacifi-
lia, con dividere io due la custodia di che (ed a'3o dicembre di detto anno se-
Westfalia nella provincia ecclesiastica di gui r abiura degli errori della maggior
Colonia. Pio Vii col breve, In suninio parte della nazione bulgara, cou ritor-
Aposlolaliis, de'21 giugno 1808, Bull. nare all' unità cattolica, e si spera non
cit. t.i3, p. 286: Ereclio novi Abba- lontano un più compiuto trionfo). Ani-
tialismonasterii sub denominaiione B. ma tal dolce speranza la comunicazione
fliariae Firginis de Aetenùtate, et re- fatta nell'ultima assemblea generale dei
Jorniationis s. Fallis prò monachis or' cattolici alemanni dell'associazione di s.

dinis Cisterciensis in PVestplialia. Si Bonifacio (della quale e di altre alquanto


può vedere, Bernardi FFitlii ord. s. Be- ne parlai uel voi. XGVIII, p. 70 e al-
VOL. Gin. 12
lyS WES WES
IroTe), dal <ìiielloie rev. Miclielis curalo combattenti (benemerita fu pure la re-
ad AI)allieiis ia Weslfalia. » Auiraali dai pubblica di Venezia, poiché mentre dap-
desiderio d' operaie una sincera unione pertutto si agitavano le armi, la destrez»
fra lutli i ci'isliaiii clie non hanno ancora za e perseveranza del suo ambasciato-
abdicalo ogni fede positiva, alcuni cat- re Alvise Contarini, ottennero la riunio-
tolici si sono messi in relazione diretta ne d'un congresso di plenipotenziari in
con de'teoiogi e de'iuici distinti presso i Westfalia), secondato da Luigi XIV re
protestanli. Fra quelli che hanno |)i'eso di Francia e da Cristina regina di Sve-
])ai le alla conferenza d' Erfurt dell'as- zia, il suo successore Innocenzo con X
sociazione di s. Bonifacio, l'oratore cita bolla riprovò e coddannò i suoi articoli,
dalla parie de' callulìci il conte Cajus non ostante che mg.' Chigi, poi Ales-
Slolherg; dalla palle de'proteslanti il ce- sandro P'Jl, suo nunzio ordinario di Co-
lebre prof. Leo. A Erfurt si sono fissate lonia e straordinario al congresso catto-
le 1 egole preliminari che serviranno di lico di Munster, a' 24 ottobre 1648 la
buse ad ulteriori lavori, e fra poco saran- sottoscrisse con Penna [F.) da lui con-
no (alti inviti per una 2/ conferenza chia- servala fìnchè visse, ma a un tempo pro-
Diala ad assumete più vaste proporzio- testando prima e dopo, di non ricono-
ni". re gli articoli pregiudizievoli dei trattalo,
llesero memorabile famosa la West-
e a'i4 e 28 ottobre. I precipui articoli del
falia, i celebri Congressi (/'.) tenuti medesimo, che divennero altrettante leg-
dal 1644 yl 1648, da'caltolici in Muri' gi per l'Europa, colle opere che ne fecero
stcr (T.) e da'proteslanti in Osnahruck la storia, si ponno leggere ne' voi. XXIX,
(/'.), da'quali derivò il trattato denonci- p. loi, 119, 166 e seg., XLVll, p. 42
uato la Pace [V.) di M'esifalia, [)eichè e seg., XCIX, p. 3oi, 821 e seg., 334 *
nella regione conclusa, dopo ia sangui- seg., oltre ne'ricordati articoli. Altre o»
nosa e ostinata guerra dc'So anni, culla pere sono le seguenti. Adamo Adami,
quale la Francia (/^.) e ìa Svezia (/'.), Rclatìo hislorica de s. Romani Itnperii
uUeale co'principi prolesUiuli di Germa- pacificatione H eslphalica, Francofurli
nia, si erano proposte di abbattere l'au- 1707. Negocialions secretes touchaiit
gusta casa d'./^n5<//rt(/^'.), sostenuta prin- la paix de Munster, et d' Osnahruck^
cipalmente dalla Baviera contro la Ger- Hiiye 1725. Guglielmo Giaciuto Bou-
mania pioleslanle,e porre un argine alla geant, Hisloire des guerres de J^Fest-
colos&aie potenza ile'disceudenli di Car- phalie sous le regne de Louis XIII, le
lo V nella Spagna (/\), cocnbattuta dal- ininisicre du cardinal de Richelitu, et
V Olanda [F.) e dalia Fiancia, onde im- dii cardinal Mazarin, Paris 1726. La
pedire la donunazione sulla prima e di Relazione di Alvise Contaiini sul coo-
signoreggiare in Italia. 1 molivi di tali giesso di Munster e la pace di VVesifa-
guerre, ed i principali avvenimenti che lia, alle cui trattative egli assistette come
ne formano ia storia, insieme alle con- ambasciatore della repubblica di Vene-
seguenze politico-religiose, li narrai nei zia, qual potenza mediatrice, venne in-
ricordati e altri ailicoli de' belligeranti. serita da J.G. deMeiern nelle ^t7<2 Pacis
Egualmente in essi deplorai i gravissimi Ji^estphulicae publica, Annover 1734-
pregiudizi che ne derivarono alla Chiesa 4o. JN'el citato voi. XCIX riportai ancora
e alla lleligione caìtulica, all'Europa e una monografia sui congressi diplomati-
«ir Impero. Notando, che sebbene Ur- ci e loro particolarità; e ciò perchè pri-
bano l'olii pel i.° nel i636 a mezzo del ma di questo, non eravi stalo mai al-
. suo nunzio Ginetii (/'.), poi cardinale, cun formale congresso in Europa. La sto-
tecc in Culuuia propo^izioiii di pace fri»' ria de' congressi europei comiaciò coi
WES WES 179
doppi! congressi di Muoster e di Osna- per evitare l'incontro degrinviati prote-
bruck: dessa è pure la storia del sistema stanti col nunzio pontificio, il quale ri-
d'Europa, secoodo le
politico degli slati fiutavasi costantemente di trovarsi con
diverse epoche io cui furono successiva- essi, e cos\ l'ambasciatore imperiale ripu-
mente adunati per modificare, dopo il gnava di trovarsi co'deputati de' sudditi
trattato di Weslfalia, il vantato e(|uili- ribelli, si scelsero quelle due città propo-
brio europeo. Siccome la pace di West- ste dalla Francia e distanti 6 ore 1' una
fdlia è considerata come il perno della dall'altra, e si decise che quelle due adu-
moderna politica, e per lungo tenipo fu nanze non dovessero formare che un solo
esclusivamente la base del diritto pub> congresso. L'apertura di questo i.° gran-
blico europeo, nella monografia comin- de consiglio di paceeuropeo avvenne a' IO
ciai a ricordare il trattato di Ferdnn del- aprile i644» scrissero che in dicem-
*1^'''

r843, in uno a quelli che il successero bre successe propriamente l'aprimento.


sino al Westfalico; e da questo tutti gli Io Munster si trattò tutto per mezzo di
altri convenuti posteriormente, descri- mediatori, il nunzio del Papa e l'amba-
vendo particolarmente il congresso di sciatore veneto, tra la Franzia e i suoi
f'ieivia del 1 8 4- 5, e quelli ancora a-
1
• alleati; ad Osnabruck immediatamente
duiiati dopo fino a'oostri giorni. Gli alti fra le parti interessate, de'svedesi e altri
del congresso di Vienna, ed i trattati che protestanti. La Francia amava che il Con-
vi furono conclusi, fissarono un nuovo e- tarini, oltreché a Munster, si adoperasse
quilibrio politico delle potenze in Euro- anco ad Omabr uck. Doppio pertanto ria-
pa, formarono d'allora in poijSinoall'iu- sci il congresso, o a meglio dire due ve-
fausto 1839, il sistema politico europeo, ramente furono congressi che diedero
i

in vecediquello stabilito, prima in West- luogo alla pace di Westfalia: quello di


falia, poi iu C//rec/i< (/^.), rovesciato nei Muoster tenuto da'caltolici, e quello di
deplorati giorni che corrono. Il recen- Osnabruck formato da' protestanti. Ver
tissinjù opuscolo del eh. Luigi Veuillot: soddisfare da un ca nlo l'esigenze del nun-
// fValerloo , arroge al narrato ,
pel zio apostolico, il congresso restò in lai
cenno che ne ha dato il Giornale di Ro- modo diviso, come per contentare i de-
ma del i86r a p. 454. Ora una rica- putati tedeschi acattolici fu disposto ia
pitolazione brevissima per coogiunge- modo che una parte di loro venissero a
re le parti disparate è necessaria. Dopo Munster per essere in comunicazione per-
l'accennate proposizioni pacifiche del Pa- manente co' francesi. Le due assemblee
panel 636 m Colonia, l'ioiperatore Fer-
1 furono quindi considerate in massima co-
dmando IH e Filippo IV re di Spagna me una sola, passando alcuni deputati
vi mandarono inviati, quali colla media- i talvolta dall'una all'altra. Ritardarono a
tiooe del Papa e della repubblica di Ve- recarvisi i deputati olandesi per questio-
nezia, erano disposti a trattare colla Fran- ni d'etichetta e di convenienza, volendo
cia e colla Svezia; ma per motivo di <|ue- esser trattati al pari di quelli delle teste
sta mediazione non intervenne la Fran- coronale e della repubblica veneta. La
cia in quel congresso, la quale si uin in concessione di questo diritto introdusse
vece colla Svezia in Amburgo per trat- per la i." volta il principio dell'egua-
tati comuni di pace. Finalmente risol- glianza internazionale, che frullò loslo
vette anche l'imperatore ne' preliminari anche agli altri piccoli slati, come Savoia,
trattati d'Amburgo del i64t,di trattare Genova, Toscana, Mantova, gli Elettori
colle dette potenze a Munster e Osna- di Germania, ec. Tra tulli deputati di 1

bruck. A cagione del grado che si dispu- Europa, solo mancarono que'd' Inghil-
tavano gl'inviati di Francia e Svezia, e terra agitala da iulerua rivoluzione, di
ìS0 WES WES
Polonld, e «li Bossia aocor barbara. Le mettessero le cose quali erano nel 1618,
due cillà di Munster e d'Osnabiuck pre- cioè avanti la grande guerra d' Alema-
seDtarono allora un veramente raro spet- gna, che fossero ristabilite tulle le anti-
tacolo : la guerra cbe infuriava all'intor- che libertà e costituzioni dell'impero, che
no, arrestavasi alle loro porle, ove le na- fossero accordati compensi alle due co-
zioni luttavano altresì in destrezza poli- rone per le sostenute fatiche e spese. L'iru*
tica, e gareggiavano nella magnificenza. peratore negava alle pretensioni di Fran-
]n questi congressi lecose venneioin prin- cia, rifiutando agli stranieri d' ingerirsi
cipio trattate con lentezza estrema. I pie- nelle cose dell'impero, e lungi dall'accon-
DÌpolenziarisìandavano vicendevolmen- qualunque indennizza mento, do-
sent ire a
teesaminando e scandagliando ciascuno ; mandava anzi la restituzione della Lore*
temeva che il suo avversario non si pre- na. Però la Francia e la Svezia, sempre
valesse delle sue condiscendenze, e per- fedelmente attaccate agi' impegni presi,
sino della sua facilità in ascoltare le pri- sapevano che quell'unione, la quale du-
me proposizioni: quindi l'ìinbarazzo che rante la guerra avea prodotto i loro suc-
sempre tornava a nascere de'mediatorì, cessi, le renderebbe ancora arbilre «Iel-
e le diflìooltù innumerabili che si oppo- la pace. Non perdettero alcuno de' loro
uevano alle proposizioni più semplici. alleali: i principi della lega cattolica in-
Kon devesi peiò a questa circospezione sensibilmente separarono dall'impera-
si

totalmente attribuir la lunghezza della tore, della debolezza del quale già si ac-
negoziazione di Weslfalia. Trattavasi di corgevano, per cercare ne'suoi nemici li-
svolgere un immenso caos d'interessi op- na più utile protezione. Sarebbesi final-
posti e di conciliarli, e intanto i principi mente potuto concludere una pace ge-
i non avevano che una medesima
quali nerale, se le Province-Unite avessero tro-
causa, formavano differenti pretensioni. vato il vantaggio che vi trovavano i prin-
Tante difficoltà accumulate fece perder cipi dell'impero a non abbandonar l'al-

di vista il vero oggetto del congresso. 1 leanza francese, ottenendo da Filippo IV


ministri imperiali d'altro non si occupa- nel gennaio 1647 d'essere riconosciute
rono che in separare d'interesse la Fran- di assoluta indipendenza, e quanto avea-
cia, la Svezia e gli alleati che queste co- no occupato in Europa e nelle due In-
ione avevano nell'impero. La Spagna se- die; ma da quell'ora la Spagna, che mal
gui quest'esempio, e con lutti i suoi an- conosceva la sua situazione, troppo si-
damenti non tese che a slaccare le Pro- cura si tenne d'umiliare la Francia per
^ince-Unile dell'Olanda dall'alleanza acconsentire alle cessioni che da lei esi-
francese. Ma altro grave impedimento al gevano. Nondimeno gli affari della corte
proseguimento del congresso insorse per di Vienna si trovarono in fine in una tal
la guerra tra la Svezia, e Cristierno IV situazione, ch'essa non poteva senza un'e-
re di Danimarca e Norvegia che avea strema imprudenza continuare la guer-
assunto rulìlzio di mediatore, onde passò ra. Fu dunque sottoscritta la pace del-
un anno senza che la pace facesse alcun l'Impero colla Francia e la Svezia a'24
progresso. Finalmente per opera de'fran- ottobre 1648 a Munster, ove anche l'as-
cesi e degli olandesi si riconciliarono nel- semblea d' Osnabrutk si recò a firmare
l'agosto I 645, e l'opera del congresso fu il trattalo, alla cui lesla figura come solo

ripresa. Gì' imperiali insisterono perchè mediatore ambasciatore veneziano, a-


1*

si tornasse al trattalo di Ratisbona del stenutosi il nunzio pontificio a causa del-


i63o, rcslituendo ciascuna parte quanto le concessioni falle agli acattolici. La re-
avea acquistato, mentre in vece fran- i pubb!ica di Venezia era cooìpresa nel
cesi e gli svedesi domaodavauo che si ri- tratlato, e nominala anzi espressameotei
WES WES i8t
aUrlbuendole merito dell'aver coiidot-
il quelli i quali in progresso abbraccieran-
to a buon termine la mediazioue. Così no un nuovo culto, volessero mutar di-
Tenne dato fine ad un periodo senza e* mora, o vi fossero obbligati dal signore
sempio nel mondo e di 12 anni di pra- territoriale, venderanno a lor piacere o
tiche, compresi 7 primi consumati nel-
i riterranno i loro beni. Avranno diritto
Taggiustametito de' preliminari. Però le di farli amministrare e di andare a vi-
negoziazioni attive de'due congressi era- sitarli senza aver bisogno di passaporto.

no durate 4 a""' ^ mezzo, per dar fìoe I primi avranno un termine di 5 anni
alla guerra di 3o. Ecco le principali di- per ritirarsi, gli altri un termine di 3 an-
sposizioni con venute ne'congressi di Mun* ni da contarsi dal giorno che sarà loro
ster e Osnabruck, riguardanti i cattolici significato l'ordine del loro signore ter-
e i protestanti o pretesi riformati. Esatta ritoriale. I benefizi ecclesiastici resteran-
eguaglianza tra gli Eletloridels. RoniU' no nello stato in cui erano il i.° gennaio
no Impero, principi e stati cattolici e 1624, vale a dire, che benefizi posse- i

protestanti. Le città d'Augusta, di Dua- duti allora da' cattolici resteranno loro
ckelspiel, Biberach e Ratensburg riter- in perpetuo. Altrettanto pe'seguaci della
ranno l'esercìzio di religione che aveva- confessione d'Augusta. Se d'ora innanzi
no il i." gennaio 1624- L<e magistrature un beneficiato voglia mutar religione, sa-
e gli uffizi pubblici saranno divisi in e- rà obbligato a lasciar il suo benefizio, ma
gual numero tra' cattolici e que' della senza restituire i fruiti. Ne'Iuoghi della
Confessione d' Augusta. Nel resto l'al- confessione d'Augusta, ove l'imperatore
Verranno rimessi gli abitanti
ternativa. gode diritti delle Preci Primarie, egli
i

d'Oppenheim, che professano la detta non potrà nominare che un protestante.


confessione, in possesso de'Ioro templi, e Ne'medesimi sili il Papa non avrà alcun
nello stesso stato io cui erano nel 1624, diiitto d' y^/{/2/z/^, di pallio, di confer-
con libero esercizio di religione. La no- ma, ec.,e chiunque richieda da sua par-
biltà libera e immediata dell'impero go- te simili Riserve, non potià esser soste-
drà ne' suoi feudi immediati tutti i di- nuto dal braccio secolare. Gli eletti e
ritti concernenti la religione, che sono postulati agli arcivescovati, vescovati e al-
accordati agli elettori, princìpi e stati del tre prelature della confessione d' Augu-
corpo germanico. 1 conti, baroni, nobili, sta, riceveranno la loro investitura dal-
le città, monasteri, le commende e co-
i l' imperatore, dopo aver entro 1' anno
munità che sono suddite di qualche slato prestato l'omaggio e i soliti giuramenti
ecclesiastico o secolare, cattolico o pro- di fedeltà. Ne'luoghi misti il Papa con-
testante, riterranno il libero esercizio del- serverà il suo diritto stabilito, riguar-
la religione che professavano il i.° gen- do a'benefizi cattolici. L'imperatore non
naio 1624- Quelli che hanno un culto potrà esercitare il suo diritto stabili-
differente da quello del loro sovrano, e to di prime preci io favore d' un catto-
che a quest'epoca non godevano V eser- lico, che sui benefizi assegnati a quelli
cizio pubblico, saranno in libertà d'eser- della religioneromana. Gli elettori, priu-
citare la loro religione nelle loro case, e cipi ec. della confessioned'Augusta pos-
anche d'assistere al servizio pubblico che sederanno tutti beni ecclesiastici che
i

si farà nel loro vicinato. Godranno d'al- godevano il i.° gennaio 1624. Simil-
tronde lutti i privilegi civili accordali a mente cattolici di qualunque condi-
i

quellideila religioneduminante.Caso che zione. Se qualche elettore, principe, si-


quelli i quali non avevano il i.° gennaio gnore del territorio ec, muta dottrina
1624 né l'esercizio pubblico, né l'eserci- o acquista per successione o altrimenti
zio privato della loro leligìone^ che qualche sialo che professi una religio*
i8a WES
ne diversa dalla sua, gli sarà permesso formati. Tranne queste 3 religioni non
d'aver nella sua corte e presso di se ne sarà nell' impero né ricevuta né tol-
luiuistri della sua religione; ma in ma- lerata verun'allra. Pare che quesl' arti-
niera che ciò non possa esser di peso colo riguardi solamente i sudditi, poiché

a' suoi sudditi, ne pregiudicare alla re- non fece veruna dìthcoltà al duca d'Hot-
si

ligione loro. Nel caso cl)e alcuna comu- Steinda principio erede presuntivo e poi
nità abbracciasse il culto del suo principe imperatore di Russia Pietro III, intorno
o signore, potrà accordarle questa graiia, a'feudi ch'egli possedeva quando abbrac-
e suoi successori non saranno padroni di
i ciò la religione greca. Del resto i principi
rivocarla. Nell'assemblee ordinarie, come non cattolici,oltre l'emanciparsi per lo spi-

pure nelle diete generali, il numero de* rituale, tanto da'Ioro prelati che dal Papa,
deputati dell'una e dell'altra religione sa- s'impadronirono della sovranità episcopa-
rà eguale. Quando un affare esigeràcom- le e delle rendite delle diocesi più vicine a'
missari straordinari, si prenderanno Ira' loro stati a cui l'unirono, sopprimendo i

protestanti, se si tratta degli stali o delle vescovati e le badìe parlali ne'tanti loro
persone che professano la confessione articoli e nel voi.XXIX, p, 167. Così non
d'Augusta. Se la contesa riguarda de'cat- vi furono più prelati nelle provincie di
lolici, i commissari saranno cattolici ; se Brema ed'ìMagdebtirgo : gli arcivescovi
questa è insorta tra cattolici e protestanti, diColonia e Ma gonza non conservaro-
i commissari saranno delle due religioni no che una parte de' loro suffragane!.
innumero eguale. 11 tribunale della ca- Francia e Svezia ebbero la loro porzio-
mera imperiale sarà composto d'un giu- ne di stati e di vescovati, con ingrandi-
dice cattolico , di 4 presidenti nominati mento territoriale. In tutta la Germania
dall'ini peratore,duede'qua li professeran- per lai.' volta si ammise la libertà reli-

no la confessione d' Augusta ; di 26 as- giosa di coscienza, e il libero esercizio del-


sessori cattolici e di 24 protestanti. I giu- la sedicente riforma ede'protestanti,econ
dici del consìglio aulico si prenderanno in esse le 3 religioni nell'impero ; cioè la ve-
egual numero dalle due religioni. Se tutti ra Cattolica , fuori della quale non vie
i sono d'un parere e tutti pro-
cattolici i l'eterna salute, pel dichiarato in tanti luo-
testanti d'un altro, quando si tratterà di ghi, e per ultimo nel voi. XCIII, p. 1 3o;
dover pronunziare una sentenza, l'affare e l'eretiche de Luterani e de' Calvinisti,
da decidersi verrà rimesso alla dieta ge- le quali poi si suddivìsero in molteplici
nerale dell'impero. 1 duchi di Briez, Li- mostruose altre Sette. L'Europa centra-
gnitz, Munsterberg, d'Oels e la città di le si trovò riordinata su nuove basi ; la

di Breslavia saranno mantenuti ne' pri- Francia , costituita mallevadrice della


vilegi che godevano innanzi le turbolenze conservazione del sistema federativo della
di Boemia, e nel libero esercizio della re- Germania, riusciva a compenso de' suoi
ligione loto. I conti, baroni , nobili ec, servigi a stabilirsi sulla tanto desiderata
che professano la confessione d'Augusta sponda del Reno, coH'incorporazione de-
ne'ducali di Slesia dipendenti dalla came- finitiva dell'Alsazia : la casa del Palati-
ra reale, potranno assistere all'esercizio no fu ripristinata ne'suoi diritti, la Sa.t-
pubblico della loro religione che si farà Sonia acquistò la Lusazia, e la Svezia la

nel loro vicinato, e l'imperatore come du- miglior parte della Pomerania. Alla po-
ca di Slesia permette loro di fabbricare tenza della corte di Fienna(F.) venne pò-
3 templi a loro spese presso le città di sto freno pel contrappeso della Francia ,

Schweidnitz, Jant eGIogau.l diiitti con- della Svezia e de'principi protestanti della
cessi a'cattolici e a que' della confessione Germania. Un nuovo diritto delle genti,-'
d' Augusta vengono pure accordati a'/it- fondato non più sulla comunione del cui-
WE S WES i83
lo, ma dipendenza degli stali, ven-
sulla zionalismo, la Chiesa s la Riforma, l'os-

ne a prevalere nel sistema europeo. Tali sequio a Dio e l'indipendenza. Poi dice:
furono le conseguenze del trattato di Intimiitasi questa guerra nelle regioni del
Westfalia, tanto esallato da'politici, mas- sapere all'università di Wiltemberga nel»
sime acattolici. Ma però fatalmente d'al- la Sassonia (^^.) , da Lutero eresiarca ,
lora in poi fu piantato sul grembo de'gio- passava ben presto nelle regioni della po-
Tanelli cattolici il seme distruttore del- litica materiuidosi nelle sanguinose lotte
l'indilTerenza in materia di religione ; e della Germania, ove la casa d'Absburgo
sì volle separare lo Stato dalla Chiesa, rappresentava or più or meno felicemen-
cioè corpo dall'anima, la scienza dalia
il te sul trono di Fienna [F.) il principio
religione Da ultimo il barone di Reu-
! contro Gustavo II Adolfu re di
cattolico,
mont, Della Diplomazia Italiana, scris- Svezia {F.) io cui prendeva persona vi-
se a p. i33. « Colla pace di Westfalia si vente il razionalismo allor lulerano.Tren-
chiude l'epoca della più stupenda attivi- t'anni di guerra spossavano allora ambe
la diplomatica della Corledi Roma[f^.); le osti combattenti, e il trattato di West-
ma per la sua perseveranza nell' operare falia poneva sciaguratamente un deplo-
dietro a rigorosa uniformità di principi!, rabile termine a quel i
° atto della tenzo-
non cessò d'influire in mille guise anche ne. Deplorabile, lo dicliiara, poiché seb-
dopo quella specie di tregua tra la Chie- bene materialmente considerati i due
sa caltolica e la riformala. La diploma- trattati di Munster e di Osnabruck ser-
zia romana divenne più scarsa di ragguar- bassero forse allaChiesa più assai che oggi
devoli rappresentanti per causa delle re- ella non ottiene in libertà, in beni, in au-

strizioni e dfgl' iropediuienti frapposti torità, in influenze; se quel che allora ri-

dallo sviluppo del sistema clericale, igno- teneva si paragoni a quel che perdeva era
to in questa estensione alla metà del XVI pur molto; moltissimo poi se si ponderino
secolo. Ma questa diplomazia ha goduto i principi!, ch'è il gran tesoro della Chie-

mai semprede'vantaggi provenienti dalla sa. E principi! appunto del cattolicismo


i

pratica di ailari imponenti, e da un mo- vennero allora per la .' volta solenne- i

do di giudicar le cose più elevalo più ,


mente e concordemerile violali da' due
calmo, più spassionato. Essa ha poi sa- parliti contraenti che tutte quasi abbrac-
puto trarre legittimo piofitlo da quel sen- ciavano le nazioni d'Europa, Di che non
so indescrivibile di cui rimane colpito o- è a meravigliare, se Papa Innocenzo X,
gnuno che s'addentra nello studio delle dopo il suo nunzio Chigi, protestò alta-
cose romane, pel quale dileguandosi o tra- mente con bolla contro que'due Iraltati
sformandosi ciò che parzialmente consi- come »» pregiudizievoli alla Ueligione cat-
derato può parere talvolta privo d' im- tolica, al culto divino, all' apostolica Se-
portanza e spesso ancora d'opportuniJà, de romana, alle chiese inferiori e all'or-
sta come attonito al cospettodi quelTim- dine ecclesiastico tutto quanto ec. ; in
tuenso orizzonte che si distende fìn dove quanto vi si abbandonano agli eretici i

penetri la fede di Cristo". Sulla pace di possedimenti della Chiesa da loro occu-
Westfalia, la Civiltà Cattolica, sevie 3.', pali, si permeile loro l'esercizio dell' /i'-
I. 2, p. 532, La
Provvidenza degli even- resta, promettendo a tal elfetto il terre-
ti : Da RIunsler a Fienna, ragionando no per la fabbricazione de'Ioro templi, e
sulla pace di Parigi deli 856, per l' im- Vengono ammessi co' caltolici alle pub-
pero della Turchia [F.), la qualifica pel bliche magistrature , e perfino ad arci-
cattolico: Unode'lanti cpisodiiche si van- vescovati, vescovati e ed altre dignità e
no intrecciando nella grande epopea in benefizi ecclesiasiini". E che queste do-
cui lultano da 3 secoli la Fede q \\ Ra- glianze del Papa fossero pur troppo ra-
i84 WES WES
gìoiie volici principi! del catfolicismo crol- trina per cui i principi si facevano assoluti
lati o trascurali, può vedersi ad ogni pas- e indipendenti, anzi arbitri d'ogni auto-
so degli articoli di que'due trattali : ove rità spirituale ; ma che non dovea natu«

Don solo si Rifoima di rite-


concede alla Talmente pronunziarsi da'rappresentanli
ner ciò che possedeva, ma si permette che de'primi monarchi europei, i quali avea-
altre chiese vadano aggiungendosi quan- nocompressocon tutte le loro forze la con-
do vorranno alla confessione d'Augusta e seguenza demagogica de'Ioro principii ne-
praticandola liberamente:e per dar mag- gli Anabattisti sollevati da Rluncer e da

gior forza al trattalo eretto in perpetua Giovanni di Leyda. E pure anco a lor di-
legge e prammatica sanzione, si vieta che spetto questa sovranità del popolo traspa-
inai non possa allegarglisi contro o dirit- riva nel trattato : in quanto ben può dirsi

to canonicOjO decreti di concilii, o concor- che gli Elettori e altri minori principi
dati con Papi ec. ; anzi si giunge a segno dell' impero venivano insostanza con que*
nel trattato d'Osnabruck di vietare per- trattati a spodestar l'imperatore e a risu-

fino a chicchessia e dappertutto il predi- scitare l'antica libertà Germanica, come


care, insegnare, disputare, scrivere o con- si espresse d'Avaux plenipotenziario fran-
sisliare
D contro la iransazion di Passavia cese al congresso stesso. Cosn protestanti
(/'.) del 1522 oi 552, e la Pace religiosa i quali ne' loro primordii eransi stimati
fatta in Augusta nel 1 555, conseguenza avventurosi d'aver ottenuta la tolleranza
del famoso Inle.rim [V.) e della confes- colla suddetta Pace di Religione , alza-
sione ^f/g/w^tf/irty pace religiosa che van- vano (precursori anco in questo a'moder-
taggiosa a tutte le sette eretiche dell' im- ni libertini) le loro pretensioni a propor-
pero, divenne la base permanente delle zione che avean veduto crescere e inga-
loro pretensioni contro i cattolici (men- gliardire il loro partito: e le stesse potenze
tre Enrico Francia alleato de'
li re di cattoliche coll'accettare implicitamente i

protestanti, occupò nella Lorena, Melz^ principii in onta delle rimostranze e pro-
Toni e f erclcn); e soprattutto i trattati teste pontificie, davano all'eterodossia lu-
d'Osnabruik, cui niu-
stessi di IVlunstere terana un ascendente indubitabile , dal
no dovrà rivocar in dubbio o condurre quale ella ben vedeva qual forza otter-

a conseguenze contrarie. Osserva la Ci- rebbe ; poiché alla potenza che già pos-
rilla Cattolica, che tale esordio olTre quel- sedeva dell'armi verrebbe ad aggiunge-
la libertà di pensiero s") cara a' libertini, re anche l'apparenza del diritto ossia la
Ja quale a tulli rompe lo scilinguagnolo legalità. Il dunque
trattato di Westfalia
per bestemmiare a talento, interdicendo fu r apoteosi umana indipendenza
dell'

])er altro alla Chiesa perfino la libertà nella politica come prima la Riforma
,

dell'assembrarsi a discutere ne'concilii e l'avea canonizzata in Religione, e come


di predicare da'pulpiti la verità. Ma ciò oppresso la teoria di R^enato la canoniz-
non deve sorprendere ,
giacché in quel zava nella scienza. Ma il trionfo di West-
trattato covavano! germi deirindiiferen- falia fu pel razionalismo soltanto ili. "pas-

tismo religioso, della prepotenza laicale so negli ordini politici. Accettato come
sull'autorità spirituale, dell'ingerenza di norma dovea poi conti-
irrefragabile ,

quella nelle materie sagre, della direzio- nuare di conseguenza in conseguenza a


ne assunta intorno al pubblico insegna- prender nella politica un pieno posses-
mento e alla predicazione, e di tutte in so ; e questa fu opera de' due secoli se-
somma quelle dottrine che formano 1' i- guenti , ne' quali i governi si emanci-
dolo de'politici alla moderna, tranne sol- parono pienamente, priuìa dallo spiri-»
tanto la sovranità del popolo. La quale tuale assorbendo in sé il poter dethi Chie-
è beus'i naturai conseguenza di quella dot- sa, poi da ogni freno d'aulico diritto a«
WES WES i85
bolcfido i privilegi dell» nobiltà e d'ogni te,per lo sbandeggiamento oTiraprigio-
corporazione, e fìoalmenle da ogni altro namento d'ogni apostata nessuno avea ,

atgine di famiglia, di nnunicipio, concen- intei esse d'abolire l'istituzioni e usanze


trando nel loro ministero ogni operosità cattoliche; ma poiché il congressodiVVest-
municipale eannullando la preponderan- falia volle amalgamare in unica società
za domestica collo sminuzzamento delle politica le infinite dottrine religiose, pro-
proprietà. Inoltre la Civiltà CaUoUca nel- nunziò implicitamente la sentenza contro
la serie 2.*, 1.5, p. 5o : Jl Natale esau- ogni manifestazionecaltolica nella società,
torato dal buon capo d'anno, di cui feci e la sanzione di questo decreto fu scritta
parole deplorando come la civiltà moder- dalla natura con tutti i più vivi affetti

na pretende fare altrettanto coll'anlico e del cuore umano. Sono questi i tristi frutti

lodevole costume d'augurar bene nel pe- e le piaghe derivati dalla pace Westfa-
ricoloso Starnuto (f^.j, ritornò soli' ar- lica ; fu questo lo spirito di quel famige-

gomento con dire. Il trattato di Westfa- rato tiattato; ed io non dovea tacerlo,
lia avea condotto i principi cattolici a ri- perché più volle ne deplorai risultati, e i

conoscere la legittimità de'protestanli, a perché portalo a cielo e tenuto loro pal-


lasciare in loro mano \\ j'us sacrornm, a ladio dagli eterodossi e altri nemici della
coofermare ed estendere l'accordo d'Au- Chiesa.
gusta, a mescolare co'consiglieri cattolici Westfalia fu temporaneamente anche
i protestanti nella camera intperiale e nel- regno. Nel 1 806 si riaccese la guerra tra
le diete : e la stanchezza di 3o anoi di la Francia da una parte, e dall'altra la
guerra, e l'empia (sic) politica del Riche- Prussia e la liussia collegate. Vinse la for-
lieu e di altri disertori cattolici, che tol- tuna di Napoleone I Booaparte impera-
sero a questi il dettarvi la legge, rende tore de'francesi.La Prussia (u battuta a'
compatìbili coloro che non ostante le ri- i4 ottobre a Jena, onde Napoleone I en-
mostranze d'Innocenzo X,si rassegnaro- trò in Berlino a'aS ; mentre il suo mare-
no a tal condizione. Ma la compassione e sciallo Ney l'i I novembre prese Magde-
il perdono accordato a que'principi e di- burgo. Tutte le fortezze caddero in pò*
plomatici non cambia né sospende l'effet- tere del viocitore. Sul cominciar del se-
to de'principii, quali una volta accettati
i guente 1807 corsero russi in aiuto de' i

incalzano inesorabilmente di conseguen- prussiani. Ma Napoleone I colla forza e


za in conseguenza. Accettato dunque il il suo genio , co' combattimenti d' Ey-
principio protestante a consorzio politico lau de'7 e 8 febbraio sconfìsse i dueeser-
nella società europea, essa necessariamen- citi. Incrudelita la stagione, ì francesi si

te dovette sobbarcarsi al peso dell'indif- ritirarono di qua dalla Vistola, i russi di


ferentismo religioso, legittimo figlio di là della Pregel. Tornati sul campo. Na-
quella protesta, la quale altamente gri- poleone I riportò vittoria a'i4 giugaoa
dava non esservi autorità sulla terra, che Friedland sui prusso-russi, i sovrani de'
abbia diritto di comandare il pensiero. quali a'7 e9 luglio convennero alla pace
Se questo non riconosce una guida, ogni di Tilsit,prima Alessandro I, poi Fede-
cervello ha diritto all'indipendenza; e rico Guglielmo 111. Nel trattalo, Napoleo-
se usando un tal diritto discorda dagli al- ne I per riguardo ad Alessandro I impe-
tri, non è chi possa ragionevolmente ri- ratore di [{ossia, acconseot'i di restituire
sentirsene o negargli il partorire io ope- a B^ederico Guglielmo III re di Prussia
ra ciò che concepì nella mente. Chiunque le Provincie conquistale sulla riva destra
pretendesse imporgli un tal divietosopru- dell'Elba, che una volta appartenevano
serebbe, ledendo un diritto riconosciuto. alla Polonia e dal 1772 alla Prussia. A-
Finché la società era cattolica pieaaraea- lessandro J si obbligò a riconoscere per
i86 WES WES
sovrani 3 Bonaparte fratelli di Napoleo- all'impero francese. L'ammtnislrationeci*
ne I, cioèGioseppeperredi Napoli, Luigi vile era divisa in 1 1 dipartimenti, che co-
per re d' Olanda, e Girolamo nato nel stituivano una popolazione di 2,717,000
1 7846 conte di Monlfort per re di West- individui. Erano i dipartimenti: dell'El-
falia. Il regno di quest'ultimo doversi for- ba, di Fulda, dell'ilari, della Leine, della
mare delle Provincie cedute dalla Prus- Werra,deir Aliar,
Saale, dell'Ocker, della
sia sulla sinistra dell'Elba e di altre oc- delWeser, del Nord, della Bassa Elba.
cupate da Napoleone I. Questi lo cooi- Furonoi 3 ultimi chenel deltoiSio ven-
pose del ducatodi Brun<:<wick (di cui an- nero uniti in gran parte a' dipartimenti
che nel voi. XCVllI, p. 64 e seg.), dell'e- francesi del)'Ems-Superiore, delle Boc-
lettorato d' AssiaCassc'l, di parte del- che dell'Elba, e delle Bocche del Weser.
V Annover e di altri paesi aggiacenti alia Il re Girolamo a'22 del precedente ago-

Bassa Elba sino a fliagdeburgo , che in sto erasi sposato (d'un precedente matri-
lulloconlenevano una popolazione dicir- monio parlai nel voi. LI II, p. 129) alla
ca 1,900,000 abitanti, secondo il Mar- principessa reale di J^iirtemberg Fede-
tens, Rccueily 1. 1 i
, p. 49 1 .Questi aggiun- ricafiglia del re Federico, morta nel

ge, che l'iujperatore uni il nuovo regno 1835, dopo averlo fatto padre: i." nel
Weslfalicoalla Confederazione del Reno. 1820 della principessa Matilde, maritata
Il De Chantal , Illirnuel des dates, rife- nel 1841 al principe Analolio DemidofT
risce, essere stato istituito il regno a' 18 di s. Donato; 2.** nel 1822 del principe
luglio 1807, e V Almanacco di Roma e Napoleone che nel gennaio 1 839 sposò la
del Trasimeno,^ V Alma nach de Gotha, principessa Clotilde primogenita di Vit-
che Girolamo Napoleone Bonaparte fu torio Emanuele II re di Sardegna. Due
dichiarato re di Westfalia il i .° dicembre anni dopo la sua assunzione al trono, il

1 807. geografi attestano essersi formato


1 re Girolamo concepì il disegno d'istituire
il reame con vari smembramenti degli un ordine cavalleresco col titolo de' ca-
stJiti prussiani, cioè la vecchia Marca, la valieri della Corona diWesifalia,\\ qua-
p«rle del Magdeburghese situata nella le non solo fosse premio di valorose im-
sinistra riva dell'Elba, Jlalberstadt, Hil- prese militari operate da'suoi sudditi, ma
deshcini , Hobenstein ,
Quedliniburgo ,
servisse eziandio di guidei'done onorevo-
Mansfeld ed Eichsfeld : inoltre co' terri- le a coloro che negl'i}n|»ieghi civili si fos-

torii di Mulhausen Northau'


Treffurt, , sero compollali lodevolmente e utilmen-
sen, Goslar, Padcrbona e Minden, con te per lo stato; ed anche per perpetuare
tulio \'tt\ei\.ovSiXo A' Assia-Cassel (tranne con tale ordine equestre il suo matrimo-
Hanau e Nieder-Kalzeneinbogeo ), com- nio celebrato colla suddellu principessa,
preso Fulda, col ducato di Brunswick- ed ellettuò l' istituzione a' 25 dicembre
WolfenbuteljCol vescovato d'Ortorv^rHcA:, 1809. La decorazione de' cavalieri con-
con parte del principato di Calemberg sisteva in una medaglia d'oro traforala,
colle contee di Kaonitz-Rillberg e di , avente per di sopra un'Aquila coronala
Stolberg,e col rimanente degli stati ò' An- col fulmine negli artigli, e col mollo Je :

nover (che Napoleone i fino allora avea appunto alle differenti


les iinis ; allusivo

fatVp amministrare separatamente), riu- parti da Napoleone I riunite per com-


niti a'i4 gennaioi8io, ad eccezione di porre regno di Westfalia. All'estremi-
il

gran parte del ducato di Lauenburgo (di tà della medaglia era un Serpente, che
cui nel voi. LXI, p. 252 e altrove: i paesi rivolto in spira pigliavasi in bocca la pro-
e luoghi riportati in corsivo hannoarlico- pria coda. Nel centro si vedeva un Leo-
li). Se non che ne furono distraiti eontem- ne coronalo, a sinistra un Cavallo, e fra
poraueamenle 3 diparlia)er.ti iacorporati due UQ altro Leone e un' Aquila colla
WES WES 187
corona sopra. Avea per leggenda: Clta- validi. Essendo il più giovane de'fratelli
racler iind ^ufrìcti^keit. Il nastro da di Napoleone I, morì a Parigi dì 76 anni
cui sospesa pendeva la medaglia de'ca- a'24 giugno 1 860. Rilerirono fogli pub- i

Talierì sul petto dalla parte sinistra, era blici. Finì di vivere dopo la malattia di

di color turchino scuro ondato. Capitole un mese, e dopo ricevuti a Villegéuis


del regno fu la città di Casse), ora dei- dall'arcivescovo cardinal Morlot ss. Sa- i

YJssia Elettorale. Il fuoco avendo nel gramenti,per le pie premure della nuora
1811 consunto il vecchio palazzo resi- principessa Clotilde. Portato nella ma-
denza dell'aulico landgravio, il re Giro- gnifica cappella ardente, costruita nella
lamo cominciò tosto la fabbrica d'un bel galleria dei i.° piano del palazzo reale,
palazzo deltoiiBelvedere,ora abitato dal il cadavere prese l'aspetto di quello del
prìncipe elettore d' Assia. La battaglia fratello come fu trovato quando venne
campale di Lipsia perduta da ^'apoleo- diseppellito a s. Elena per trasportarsi
ne i a'18-ig ottobre i8 3, pose fine al 1 a Parigi nella chiesa degl'Invalidi. Nel-
regno di Westfalia, perchè collegati oc- i l'esposizione era vestito da maresciallo
cuparono tutta la Germania, e la mag- di Francia, e metà del corpo era coperto
gior parte dell'Olanda: così terminò la del mantello di principe francese. Sul
Confederazione del Reno. Laonde di fat- petto avea tutte le decorazioni di cui era
to Girolamo perde il regno e non l'abdi- insignito; ed accanto sur un cuscino di
cò, come fui tratto in erroie nel dirlo velluto cremisi brillava la corona di re
nel voi. XXVI I, p. i3o. Propriamente di Westfalia. Indi con gran pompa fu-
terminò di regnare a' 26 ottobre 181 3. nebre fu trasferito in delta chiesa, e dopo
In conseguenza del congresso di Vienna solenni e splendidi funerali, venne de-
del i8i4- 5, dopo la caduta di Napo-
• posto presso la tomba di Napoleone I.
leone I, e come dissi nel voi. XCIX, p. Pareva che le ceneri d'ambedue, Napoleo-
01^, la Prussia ricupeiò il ducato o pro- ne III volesse farle deporre in s. Diuni-
vincia di Westfalia, ed agli nitri princi- gio, onde anche lo zio Girolamo avesse
pi furono restituiti gli altri dominii coi la sepoltura di re. Ma si legge nei Gior-
quali era stato formato il regno di West- nale di Roma dei 1 86 1 a p. 3 1 8, clie a'
falia. INapoleone I rilegato nell'isola di 2 aprile seguì in Parigi la solenne cere-
S. Elena morì nel 182 1, lasciando in le- monia del trasporto del feretro d'eiiano
gato al fratello Girolamo conte di Moot- diNapoleone 1 e le sue ceneri furono
,

fori la spada di Francesco 1 re dì Fran- deposte nell'imponente sarcofago in por-


cia, di cui parlai ne'vol. LXVllI, p. i3, fido rosa, costruito nella crilta circolare
LXXXVIll, p. 200. In Napoli l'avea sotto la cupola degl' Invalidi ; alla pre-
trovala il re Gioacchino Murai, il quale senza di Napoleone 111 ec.

la donò al cognato Napoleone I. Il prin- WESTxMlNSTER ( TVestmonaste-


cipe Girolamo nella sua dimora in Ro- rien.). Città con residenza arcivescovile,
ma più volte la mostrò al marchese Mei* o meglio una delle 3 parti principali del-
chiorri, il quale però mi assicurava ch'e- l'immensa città di Z-o/u/rrt (/'.) capitale
ra mancante dì lama, e consìstere nella dell' Inghilterra [f.) e metropoli del
solaimpugnatura. Divenuto il suo ni- Regno-Unito, e della monarchia ed im-
pote Napoleone III, prima presidente pero dellaGran Bretagna. L'antica cit-
della repubblica Francese e poi impera- tà di Westminster era distante un mi-
tore, il principe Girolamo ritornato iu glio da Londra in principio del secolo
Francia (a ciò abilitato già dai re Luigi XVII, ma dopo il regno di Carlo I, co-
Filippo nel 1847)» ne fu fatto roare- minciato nel 1625 e terminato tragica-
lesciallo e governatore onorario degl'Iu- mente nel 1649, il detto spazio veoac
i88 WES
riempito con belle case e altri ragguar- do IH il Confessore del 1042. L'apo-
devoli edifizi, di maniera che le due città stata Enrico Vili eresse la chiesa in cat-
si congiunsero e sono unite. Deve West- tedrale del vescovato da lui istituito nel
Dkinster la sua origine od un'antica ab- I 540, per la Setta della sedicente chiesa
bazia di monaci benedettini, la quale di- Anglicana (/^.), riparlala e deplorala io
Tenne una delle più ricche e delle più vari articoli, iodi la soppresse circa 12
magnifiche del regno. La sua chiesa prin- anni dopo ; e la nefasta sua figlia Elisabet-
cipale, sotto l'invocazione di 9. l^ietro, è ta fece di tale stabilimento una collegiata
una delle più belle d' Europa di gusto neli56o, con capitolo e suo decano tutto-
gotico. I re d'Inghilterra vi hanno le loro ra esìstenti, le magnifiche sue fabbriche
tombe, e in detta chiesa si fanno le loro venendo destinale per quanto descrissi
coronazioni da Guglielmo I il Conqiil- ne'ricordati articoli. Si ponno vedere il

statore del 1066 in poi. Ma dall' epoca Monaslicon Anglicannm. Wdlis, Storia
di Riccaido 11, deposto nel Bgg, le fe- 1 dell' abbazie d' Inghilterra. Guglielmo
ste della coronazione de're d'Inghiller- Maitland, Storia di Londra e di PVesl'
ra sono state generalmente tenute nella niinster, considerevolmente aumentata
grandiosa sala di Weslojinstei nella qua- , da altri scrittori. J. Ec-
B. Cavalieri,
le fu degradato il detto Riccardo 11, ed clesiae Aiiglicanae Tropheae, Romae
alcuni rei di fellonia vi furono giustiziati, 1 584- Matteo Parker 2.''arci vescovo pro-
come narra l'autore dell'articolo: Ingres- testante di Cantorbery, il quale cui ò l'e-

so principale della sala di Wesiiniri' dizioni di 4 antichi storici inglesi, Mat-


sler, pubblicato nell' Alluni di Roma, teo di Westininsler, Matteo Paris, Todo-
col prospetto di tale ingresso ed erudite niaso Walsingham, ed Asser, e scrisse le

notizie, l. 2, p. 385. Di lutto ragionai vite de'suoi predecessori : De Antiquita-


ne' due citati articoli, massime ne' voi. te Ecclesiae Britannicae, Loudinuin
Vili, p. 19, XXXV, p. i4o, XXXIX, 1729. Mouvenient religieux en Angle-
p, i4i, 14"^» '^o, i5i, i55, iSg, 164, terre, OH Ics progres da Catholicisme,
oltre quanto dovrò ricordare più avanti Paris i844- Nell'abbazia, per la sua ce-
West-
sui ragguardevoli e distinti pregi di lebrità, ampiezza e comodità degli edi-
niinster. Solo ricorderò, che avendo Pu- fìzi, vi furono tenuti i seguenti concilii
pa s. Gregorio mandato nel 601 in In-
1 detti O^'est-Minster e TVest-Monaste-
ghilterra una 1' colonia di banditori del rien.sis, di PVestniinster. Il i.'nel 1066
Vangelo, ^po la i.' con alla testa s. A- pe'privilegi dell'abbazia omoaioia. 11 2.°

gostino (F.) i-wiHrno Apostolo dell' In- nel 1 077 relativamente alla slessa abba-
ghilterra, e inviata circa il SgG, capo zia. 11 3.° a'9 settembre i 1 25, adunato
della quale era l'altro italiano e discepo- dal cardinal Giovanni da Crema legato
lo di quello Mellito (^.): questi pre-
s. di Papa Onorio 11 in Inghilterra, col-
dicò la fede nel regno di Essex, o de'sas- l'inlervenlo di Guglielmo arcivescovo di
soni orientali, ove converti e battezzò il Cantorbery, di Trislino arcivescovo di
re Seberlo con molti suoi sudditi. E di- York, di 20 vescovi e di 4o abbati. Vi
"venulo i.° vescovo di Londra, colle pie si fecero circa 7 canoni, che confermano
i

elargizioni di quel principe verso il 6o5 gli antichi, particolarmente contra la si-
fondò il priorato e monastero, eia chie- moiiia, l'incontinenza de' chierici, l'ordi-
sa di s. Pietro a Thorney, e per la posi- nazioni senza titolo, e la pluralità de'be-
zione del luogo all'ovest di Londra, esso nefizi. Altri collettori de'concitii lo dico-
fu chiamato f-Vestniinster, e poscia vi fu no di Londra, per essere stato celebrato
fondata la celebre e ricca abbazia del suo presso la città. 114-*' a' i 3 gennaio t 126.
uoute, da' re Oda del 785 e s. Edoar- Ollone nunzio di Papa Onorio li vi lesse
W ES WES 189
una di lui bolla, contenente la stessa pro- gli eretici Wlclef e gli Ussiti. Il 24.° nel
posizione die il cartlinal legato a'ea fat- i4i3 contro gli stessi eretici, altri lo di-
to al clero di Francin radunalo a Bour- cono di Loudra. Di tali concilii si ripor-
ges, qualche anno addietro: vale a dire, tano i canoni nelle collezioni. Regia, t.

che di tutte le chiese cattedrali il Papa 25, 28. Labhé, t. 9, II, 12, 16. Ardui-
domandava due prebende, una per parte no, l. 6, 7. VilkinSjt. 1, 2. M.insi, Sup'
del vescovo, l'alti a per quella del capi- plenienlo, t. 2. —
Considerata Westmin-
tolo; e parimente de'monasteri, dove le ster una delle 3 parti principali di Lou-
mense degli abbati e de' claustri sono se- dra, trovo opportuno fare qui ricordo
parate, un posto monacale d'ognuno. Ma d'alcune sue recenti statistiche civili. Si
i non vollero decidere sopra qi»e-
vescovi trae dal n. i3o del Giornale di Roma
sta domanda senza il consenso del re En- dei 1 855, riproducendo il pubblicato dal
rico I, e degli assenti, dicendo ch'era loro Morning Chronicle. R^isulla da un cal-
pregiudizievole.e si separarono senza con- colo ordinalo dalla Camera de'Comuiii,
cluder nulla. 11 5." nel 1 i 27, e vi si fecero che l'intera popolazione di Londra era di
12 canoni per la rifoi nia de' costumi. Il due milioni, 363, 4o5 abitanti. Si conta-
6.° nel I I 36 per eleggere il vescovo di vano 3o6,o88 case abitate. Le tasse delle
Londra, il 7.** e VS." nel 1 1 33: il primo proprietà ascendevano a tredici milioni,
sulla disciplina ecclesiastica, l'altro per la 462,067 lire sterline, quella de'poveri a
canonizzazione di s. Edoardo 111, che poi nove milioni, 975,660 lire. Si legge nella
celebrò Papa Alessandro HI nel i 16 r. Il Civiltà Cattolica^ serie 3.*, 2, p. 244« t.

9,° e il 10.° nel i 1^2: il primo sopra i M La supeifjcie del suolo sopra cui è fab-
lamenti del defunto re Enrico l;neiral- bricata Londra, nel 856 si estendeva per 1

tio il re Stefano suo successore si quere- 122 miglia quadrate, contava 327,391
lò delle vessazioni che riceveva dal suo case, 2,262,236 abitanti. Le vie delia
popolo. L'i i.° nel i 173 sull'arcivescovo città unite insieme corrono la lunghezza
di Canlorbery.il 12.' nel 1176, nel qua- di 75o miglia inglesi: selciato di essa
i il

le furono terminate le differenze insorte costò 4o milioni di fìorini, e


1
suo man- il

tra quel prelato e l'arcivescovo di York. tenimento costa ogni anno 2 milioni di
11 iS." nel I 177 o di Londra, per ter- fìorini. L'imposta delle case e delle ren-
minar le guerre tra' re di Castiglia e di dite in Londra salea I25 milioni di fio-
Navarra. 11 14.° nel 1190. Il i5.° nel rini". Quest'immensa città alberga 162
1 199. Il 16.° nel 121 3. Il 17.° Del i 225, mila malfattori noti alla polizia (compo-
come i precedenti sulla disciplina eccle- sta quella di sorveglianza di 6,367 pò-
siastica. 11 1 8." nel I 226, si confonde con licemen, per guarentire la sicurezza pub-
quello del i 126, attribuendosi le doman- blica, oltre gli altri agenti di essa e del
de d'Onorio II ad Onorio III, e forse è municipio)'*'. Notificò il Giornale di Ro-
da preferisi, se il cardinal Romano Bo- ma de'i2 agosto 1857, trovare nel iV^t-
naventura legato in Francia passò in In- ght Side of London, una statistica delle
ghilterra, 19.° nel 1229. Il 20.° nel
il più importanti per que'che vogliono far-
1253, furono scomunicati coloro
in cui i si un' idea di ciò eh' è la capitale della
quali violavano le libertà ecclesiastiche. Gran Bretagna, e l'offre, lo debbo limi-
Il 21.* nel 1265: in esso il legato cardi- tarmi a riprodurre. L'ultimo censimento
Dal OttoIjODo Fieschi, poi Papa Adria- fece conoscere abitar Londra 2,362,286
no V, fulminò la scomùnica contro gli individui, de'quali 1 06, 558 maschi, e , i

avversari del re Enrico HI. Il 22.° nel fra questi 1 46,449 d'età inferiore a' 5
i3i6 sopra la disciplina ecclesiastica, il anni. Gli uomini non ammogliati erano
a3.° nel i325. 11 24.° nel i4i2 contro 670,380, e le donne 735,871 ; gli am-
igo WES WES
mogliati399,098, le donne maritate seguì la feroce abolizione del culto cat-

409,731; vedovi 409 73 (uic); le ve-


i t tolico e della sua gerarchia, precipua-
dove 0,076. Eranvi 28,598 mariti che
1 1 mente il voi. XXXV, p. 1 33 e seg., ossia
TÌvevaoo separati dalle loro mogli, e le notizie sul cattolicismo e protestanti-
39,23i mogli che vivevano separate dai smo deiringhiiterra, e sui vicariati apo-
loro mariti (egli è(|uesto uno de'tanti la* stolici della medesima.
giiraevoli frulli delia prelesa riforma ). I cattolici dopo lo scisma d'Enrico Vili
Nel i856 nacquero in Londra 86,833faD- e di Elisabetta, coronato poi dalla ri-

ciuHi,e morirono 56,786 individui. Lon- voluzione che li pose fuori della legge^
dra essere la città più popolata del mon- condannati a vivere oscuri e preseguita-
do, e d'un 4-° più popolata che Pekiiio, ti, non poterono più essere retti spiri-

due volte più che Costaniinopoll,qaat~ tualmente da'loro vescovi esiliali o uccisi,
tro volte più che Pielroburgo, cinque ed erano governati in Inghilterra fia dal
volle più che Fienna, Nuova York e 1623 da /^icari apostolici [y.), Cioè (la.

Madrid, selle volle più che Berlino, ot- vescovi con titoli di P'^escoviinpartibns
to volle più che Ji/islerdam, nove volte infideliuni {f'^.), nominati dal Papa, i
più cheRoma, quindici volte più che quali avevano giurisdizione come suoi vi-
Copenaghen e diciassette volle più che r688 il loro
cari o delegati pontificii. Nel
Stockholin. Londra, dice Orazio Say, è numero fu da uno a quattro da
cresciuto
una provincia coperta di case. Essa oc- Innocenzo XI, e nel i84o aumentati a
cupa una superficie 122 miglia qua- di olio da Gregorio XVI. Avea cominciato
drate, e contiene 320,391 edifizi. An- intanto a prevalere tra' cattolici inglesi
nualmente si costruiscono 4-000 case, un vivo desiderio di cambiare questa
per 40,000 nuovi abitanti. Tennyson, temporanea forma di governo ecclesia-
parlando in generale, dichiara. In Lon- stico colla forma ordinaria di f'escovi
dra in ciascun minuto muore un uomo, con titoli locali del proprio Vescovato o
e ne nasce un altro, altri dicono ogni 5 Diocesi (F.), cioè con una ecclesiastica
minuti : ogni giorno 1 69 sono i morti, ed Gerarchia, ed a questo fine sin dal l834
ì\ Regeslrer genera l ne noiò nel 1 856 negli li presentarono vive istanze a Gregorio

stabdimenti pubblici 1 9,38 [. Si calcola- XVI. Quanto quel gran Papa costante-
no 5oo annui annegati nel Tamigi. va> I mente zelasse la Propagazione della fe-
gabondì ammessi a'ricetti sono 1 43, 000, de, l'aumento de' Vescovati, quello dei
i mendicanti d'abitudine 35,ooo, an- Vicari apostolici \\\ tutto il mondo, ia
nualmente i carcerali42sOOO. Tralascio quegli articoli e ne'relativi lo narrai. Quan-
la statistica de'consumi, e altro, che nel- to caldeggiasse il ristabilimento delle ge-
r indicato periodico può leggersi. E di rarchie ecclesiastiche d' Inghilterra e di
questi Londra ne ha, 35 /7j/7g'rt!óme* eb- Olanda, lo rilevai in più luoghi, come
domadari, 9 quotidiani, 5 della sera, 72 nel voi. LXXXVII, p. 54 e seg. ; ma Dio
ebdomadari. Ora dovendo io breve ac non permise che ne avesse la consolazio-
cennare il memorabile avvenimento del ne, riseibandola al venerando successo-
ristabilimento della gerarchia ecclesiasti- re. Ciò riconobbero gli scrillori con-
ca cattolica, glorioso per la Chiesa uni- temporanei, e valgfino per tulli, oltre
versale, e per la pariìcoìàve ò' Inghilterra il p. Rossi conventuale, parlato nel voi.
cognominala già la J^erra de' Santi j a XCI, p. 545, i chiarissimi monsignor
migliore intelligenza, e per essere dispen- Fabi Montani, ed arciprete Uipandel-
sato da ripetizioni, è assolutamente in- li. Disse il primo, a p. 6 del Ragio-
trinseco tener presente quel grave arti- namento : Il Seminario Pio aperto in
colo, quanto precedette, accompagnò e Roma. » Che dirò dell'ecclesiastica gè*
WES WES 191
rarcliia nella Britanoìa e nella Neerlan- convenienza di ottenere una Gerarchia
ciia restituita, venendosi a capo di cosa ecclesiastica fu come segue. 5i faceva con-
da Gregorio XVI caldeggiata e sospirala siderare che fino allora-il solo regolamen-
cotanto? " Dichiarò il 2.° a p. 58 de'^i- to o codice di governo posseduto da'cat-
tratti poetici ileBomani Pontefici, cor- tolici inglesi, erala costituzione di Bene-

redati di note storico-critiche. » Tulio detto XIV, ApostoLìcuni flJiniste''ittrn,


a'nostri tempi accenna, che le speranze de'3o maggio ySS, Bull. Bcned. AI/^,
i

e i voli del Capo visibile della Chiesa sa- t. 4> Const. 16; Rtgulae ob<!eri'andae.

ranno da Dio. 11 movimenlo re-


accolli Ora tale costituzione esser divenuta an-
che in grandi proporzioni si va
ligioso, tiquata per la stessa lunghezza di tempo,
ogni giorno più sviluppando nell'Inghil- e più ancora pel felice cambiamento del-
terra: remaucipBZÌonede'cattolici(i 829), le circostanze. Era essa fondata nelle se-
la gerarchia ecclesiastica restituita per gli guenti considerazioni. 1
."
Che i cattolici

sforzi generosi della sa. me. di Grego- stavano tuttavia sotto la pressura di gra-
rio XVI, e per le cure amorevoli del re- vi leggi penali, e non godevano alcuna
gnante Pontefice Pio IX, mostrano ab- libertà di coscienza. 2.° Che lutti i loro
bastanza che gl'inglesi, de'quali si disse collegi per 1' educazione ecclesiastica si

un giorno, non sunt Angli, scd Angeli, trovavano in paesi estranei. 3.° Che gli

torneranno in grembo alla Chiesa, da ordini religiosi non aveano case in In-
cui II divise l'ira e la vendetta di Enri- ghilterra. 4.° Che non v'era neppure un'
co Vili ". Sollecitato GregorioXN'I a ri- ombra di divisione parrocchiale, ma che
pristinare la gerarchia inglese, soleva ri- la più parte de'Iuoghi destinati «il culto
spondere, loda 4 portai a 8 vicari apo- i cattolico erano cappelle private, e gli ec-
stolici. Che importa l'essere nell'Inghil- clesiastici che le servivauo cappellani di
terra e in Londra io Papa a mezzo de' nobili e gentiluomini. Imperocché le gran-
•Vescovi di Olene, Pella ec? Potrei a un di cattedrali, i grandi templi, e tutti i be-
tratto cambiar loro i titoli, co' nomi in- nefìzi ecclesiastici erano stati assorbiti
glesi «li vari luoghi ; ma provocherei la dallo stabilimento protestante, come nel-
suscettività del governo, con pericolose ì' Irlanda Scozia {F.). Vi
(/'.) e nella
conseguenze. Dilata. JNel 1847 ^ '"oli- hanno in quel documento, pieno com'è
vo che da per lutto si acclamava il Pa- di sapienza, altre simili supposizioni, le
pa Pio IX, vicaii apostolici d'Inghil-
i quali grazie a Dio nel tempo presente
terra congregatisi Londra, vennero
a lian vista di semplici anacronismi. Laonde
nella deliberazione di deputare due di si argomentava che questa era la sola gran
loro a Roma per implorare caldamen- costituzione che fessevi per l'Inghilterra,
te in comune lor nome questa sì lunga- e della quale stessa una parte era stata
mente desiderata grazia. JVe fu uno l'e- già formalmente annullata da Gregorio
minente capo dell' attuale gerarchia ec- XVI col breve Muneris Apostolici ra-
clesiastica d'Inghilterra, e colla sua po- tio, de'3 luglio 1840, Bull. Pont'f. de
derosa penna compilò il corrispondente Propaganda fide, t. 5, p. 98 Ex qua- 1
:

memoriale indirizzalo alla s. Seiit apo- tuor Picariatilnis Apo.^tolicis Angluie


stolica, in cui mostrò come i vescovi ri- Begnum complectentibus octo conslituit,
guardassero questo affare non come og- et novam Ecclesiasticae totius Regni ju-
getto di trionfo religioso, o alto di aggres- risdiclionis distributionemfacit.La Chie-
ma sì puraaieiile cuuie un [Movve-
sione, sa cattolica in Inghilterra essersi d'alUo
dimento amministrativo necessarioul go- canto distesa e consolidata così dopo l'at-

verno delle loro greggi. 11 motivo prin- to di emancipazione, e le parti di lei aver
cipale pusto iuuunzi per la uecesMtù o cotanto recalo a maturità le vicendevoli
192 WES WES
loro relazioni, che non poteva procedersi dendo, che faceva di bisogno al loro reln
innanzi senza un codice pieno ed esplici- gioso benessere, e operavano in virtù di
to. I vescovi trovarsi perplessi e la loro un diritto riconosciuto, quello della li-
situazione piena di diflicoltà: poicliè de- bertà di coscienza. Si aggiunsero pure al-
sideravano caldamente di essere guaren- tri motivi a mostrare la convenienza del
titi per fermi regolumeoti da decisioni concedere silFalta grazia a'caltolici ingle-

arbitrarie, e non ne aveano punto all'uo- si: come quello, per eseuìpio, ch'era stata
po. Il che si piti penoso per l'in-
rendeva conceduta all'Australia ueWOceania (ri-

certezza di posizione in che altresì trova- parlata nel voi. XCVill, p. 36 1), eoa
tasi il clero in conseguenza di quest' a- Sidney per metropoli, e stava per conce-
nomalo slato di cose. Tale si fu il caso dersi ad altre colonie inglesi, otììi' Cole-

sottoposto al giudizio delia s. Sede, e pie- rica Selieiilrionale (riparlata in detto


namente illuslrato con pratiche applica- voi. a p. 3 r
g e 347), ^^^^ Quehec per oae-
zioni. Si supplicava adunque per un ri- tropoli, senza lamentanza di chicchessia ;

medio, e suggerivasi poter questo aver e pareva quasi tornare a vergogna della
solamente luogo in uno de'due seguenti madre patria, r andar priva di quello
modi. O la s. Sede deve pubhiicare una ch'erasi alle sue figlie accordalo. Nel re-
costituzione piena così da provvedere a gno unito ha una Gerarchia cattolica ['Ir-
tutte le necessità, la quale per altro di landa, e non solo l'ha la chiesa stabilita,
(orza riuscirebbe complicata e volumino- ma i .'Jiorai'thanno vescovi per tutta l'In-
sa, e come provvedimento speciale sareb- ghilterra, e ne hanno pure gl'irvingili o
be necessariamente temporanea: ovvero apostolici. Non v'ha legge in Inghilterra
il reale e compiuto codice della Chiesa che divieti altrui il prendersi il titolo' di

vuoUi ad un tratto estendere alla Chiesa Inescavo. La supremazia reale non è am-
cattolica in Inghilterra, per quanto è com- messa dalla chiesa libera Aq Prtshile'ria-
patibile con la sua posizione sociale; e ni di Scozia, dà Baltisd, tìa' 3IetodisU\
questo provvedi mento sarebbe definitivo. (ì'd Quaqueri,dag\' Indipendenti, dà' Pre-

Ma a fine d'abbracciare questo 2.°spe- sbiteriani, da^\i Unitari ed altri dissiden-


diente più naturale, richiedevasi una con- ti niente più che da'cattolici. Ninno di co-

dizione, e quest'era: i cattolici debbono storo riconosce nella regina d'Inghilterra


avere una Gerarchia. La legge canonica alcuna autorità d' intramettersi de' loro
è inapplicabile sotto vicari apostolici; ed affari religiosi, di nominare i lor mini-
oltre a ciò molti punti vorrebbon essere stri, o disegnare i limiti de' separati di-
aggiustati sinodalmente, e senza un me- stretti in che ha da esercitarsi l'autorità.
tropolitano e sulTraganei non era da par- Ninno più che cattolici,
di questi, niente i

lare di sinodo provinciale. Questo era il riconosce ne' vescovi stabiliti dalla regi-
principale e saldo fondamento onde cat- i na in virtù di sua supremazia alcuna au-
tolici instavano umilmente per la Gerar- torità d'insegnar loro e governarli ( [

chia presso la s. Sede. £ tale si era che protestanti d'Inghilterra furono detti E-
riguardava esclusivamente il loro ordi- piscopali appunto per aver conservato
namento interno. Mai non entrarono in la gerarchia ecclesiastica qual era nella
capo a'supplicauti a chi era supplicato Chiesa cattolica, allorché essi se ne divi-
sentimenti d'aggressione; nei vescovi e- sero. Essi hanno de' vescovi, de'preti, dei
rauo mossi da stupide idee di emulazio- canonici, de'curati, un uffizio che chia-
ne con la chiesa stabilita in ciò che for- mano Liturgia Anglicana, ed in fine
ma la costei debolezza, o di assurda sfida quasi tutto l'esteriore della religione cat-
dei nazionali pregiudizi. Sapeau ben essi tolica, tranne il Celibato ; ma per il do-
di uuu violare alcuna legge quello chie- gma non diffenscoao dagli eretici Calvi'
W ES W ES 193
nisli, se nonquanto che essi sono così
in Pcniefice Romano nella persona di s.

attaccati all'Episcopato, che credono, co- Pietro, mantenne sempre mirabilmente


m'è di fatti, che non tì possa esser vera sollecita la s. Sede di vegliar al bene del-
religione cristiana, apostolica, che là do- la religione cattolica in tutta la terra, e
ve trovasi la successione de'vescovi,come provvedere a! suo progresso. L'effetto di
la Svezia). I vicari apostolici d'Inghil- questa sollecitudine fu sensibile anco al
terra erano motteggiali, come il Papa nobile reame d'Inghilterra, ove fin dai
non potesse nominare vescovi ordinari primi secoli della Chiesa vi fu portato
in Inghilterra.Era dunque ormai tem- il Vangelo, e vi fiori fin verso la metà
po che cattolici facessero tacere tali
i del V, quando l'invasione degli angli e
derisioni.Tultavoita questi erano argo- de' sassoni ridusse pure la religione in
menti secondari, il motivo principale del deplorabile slato. Tosto s. Gregorio I Ma-
chiedere era l'assoluta necessità della ge- gno vi spedi il monaco s. Agostino, coi
rarchia per l'organizzazione domestica e suoi compagni, e poiché ebbe creato un
il buon reggimento. Il Papa Pio IX por- gran numero di vescovi e loro aggiunta
se benigno orecchio all' istanza e la ri- una quantità di monaci sacerdoti, con->
mise alla s. Congregazione cardinalizia vertì alla religione cristiana gli anglo-
di Propaganda fide. Dopo una piena sassoni, e venne a segno di ristabilire ed
discussione dell'affare, e la risposta ulte- estendere la fede cattolica in tutta quan-
riore alle difficoltà, la grazia fu concessa. ta questa contrada, che cominciò allora
Furono invitati gli 8 vicari apostolici a a chiamarsi Inghilterra. Ma per ricor-
suggerire le piìi acconce divisioni per le dare fatti più recenti, nulla di più evi*'

nuove diocesi e i luoghi migliori pe' ti- dente sembrare trovarsi nella storia dello
toli. Queste cose furono aggiustate, e il Scisma anglicano consumato nel XVI
breve pontifìcio compilato ed eziandio secolo, della sollecitudine attiva e sem-
stampato. Nacquero alcune difficoltà so- pre perseverante de'Romani Pontefici in
pra un punto pratico, e però ne fu diffe- soccorrere e sostenere con ogni mezzo la-

rita la pubblicazione. Nel 1848 fu spe- religione cattolica, esposta in questo re-
dito a Roma per rimuoverle il vescovo gno a'più grandi pericoli e ridotta all'e-
in partibus d'Etalona e vicario apostoli- stremo. E'a questo fine, senza parlare d'al-
co mg.' Ullathorne, e l'alto fu di nuovo tre opere, che si procurò con tanto sfor-
preparato, quando sopravvenuta la ri- zo da'Somroi Pontefici, e co'Ioro ordini
voluzione romana scoppiata a' 16 novera* ed approvazioni, perchè in Inghilterra
bre, lasciò in pendenza la finale conclu- non mancassero mai uomini dedicati al>
sione della gerarchia. Vinta la rivolu- sostegno del cattolicismo, e perchè gio-. i

zione e tornato a'i 2 aprile 1 85o il Papa vani cattolici dotali di felice ingegno po-
alla sua sede, a'29 del susseguente set- tessero condursi sul continente ed esservi
tembre emanò il celebre breve, Univer- educati, e formati con cura alle scienze
salis Ecclesiae regendae: Litterae opo- ecclesiastiche sopra tutto, affichè insigniti
stoUcae quibus Hierarchia Episcopalis degli ordini sagri e ritornando in seguito
in Jnglia restituilur. Si può leggerne il nella lor patria, fossero capaci di soste-
testo latino negli adunali delle scienze nere i loro coropatriolti col ministero
religiose compilati dal prof. Arrighi, della parola e de'sagramenti, e di difen-
t. ayS, e nella Civiltà Cattolica,%e-
8, p. dere e propagar la vera fede. »» Ma si

rie I.*, l. 3, p. 367, la quale offre pure conoscerà forse più chiaramente lo zelo
la versione italiana. Eccone un copioso de' Nostri Predecessori nello adoperarsi
sunto. Il potere di governare la Chiesa di provvedere i cattolici inglesi di pa-
universale, confidato da Gesù Cristo al stori rivestiti del carattere episcopale, al*
VOL. CHI. i3
194 WES W E S
loi'chè una furiosa e implacabile tenipe neris yépostolici, de'3o luglioi84o, con-
sta gli avea privali della presenza de've- siderando l'accrescimento che di già avea
scovi, e del loro zelo pastorale.Dappri- preso la religione cattolica in questo re-
ma la lettera apostolica di Gregorio XV, gno, efacendouna nuova divisione eccle-
che comiocia colle parole Ecclesia Ro- siastica del paese, duplicò il numero de*

mana, \n data de'23 marzo 1622, mo- vicariati apostolici, e confidò il governo
stra che il Sommo Pontefice, toslochè gli Spirituale dell'Inghilterra a' vicari aposto-
fu possibile, deputò al governo de'catto- lici di Londra, dell'Occidente, dell'Orien-
lici inglesi e scozzesi Guglielmo Bishop, te, del Centro, di Galles, di Lancasler, dì
consagrato vescovo di Calcedonin, con York Nord ". Li descrissi tutti nel
e del
ampia facoltà ed i poteri propri degli or- ¥ol. XXXV, p.53 e seg. Indi il Papa di-
1

dinari; dopo
morte di Bishop, Urba-
la chiarò che avendo presenti tanti belli e-
no Vili rinnovò questa missione, nella sempi de'suoi predecessori, per consolar
sua lettera apostolica de'4 febbraio 1625, la Chiesa d'Inghilterra delle sue immen-

che indirizza a Riccardo Smith, conferen- se disgrazie, e quanto fecero per sollevar-
dogli il titolo vescovile di Calcdonia e la, si proponeva d'imitarli e di prosegni-
tutti i poteri accordati a Bisbop. Sembrò re un'opera ben cominciata, con appli-
s'i

In seguito, che al principio del regno di carsi seriamente in favorir lo sviluppo del-
Giacomo li giorni più favorevoli sorges- la Chiesa in q«esto regno. Ed è perciò
sero per la religione cattolica. Innocen che, considerando lo stalo attuale del suo
zoXl profittò tosto della circostanza, e callolicismo, il numero considerabile de'
nel 685 deputò Giovanni Leyburn ve-
1 cattolici in continuo incremento, e come
scovo d'Adrumeto, come vicario aposto- di giorno in giorno si dileguavano gli o-
lico di tutto regno d'Inghilterra. Dopo
il stacoli che si opposero alla propagazione
ciò con lettera apostolica de'3o gennaio della religione cattolica , credeva giunto
1688, che comincia Super Cafhedram^ il tempo di rimettere in Inghilterra la for»
gli aggiunse 3 altii vicari apostolici, pa- ma del governo ecclesiastico, com'è libe-
rimente vescovi in partibuSfd\ modo che ramente costituita presso le altre nazioni,
tutta ringhillerra, per le cure del nun- ove niuna causa particolare necessita il
zio apostolico ivi (nuovamente) residen» ministero de* vicari apostolici. Pensare
te, Ferdinando arcivescovo d'Amasia, fu che atteso il progresso del tempo e delle
divisa da questo Pontefice in 4 distretti, cose, non era più necessario che gl'inglesi
di Londra, dell' Occidente, del Centro cattolici fossero governati da'vicari apo-
e del ^iord, che cominciarono a gover- stolici, e che al contrario i cambiamenti
narsi da vicari apostolici, muniti delle di già operati richiedevano la forma del
necessarie facoltà, e del potere proprio governo episcopale ordinario. Il qual pen*
degli ordinari. Nel disimpegnare una siero venne corroborato dal comun de-
si grave carica, ricevettero regole e soc- siderio e accordo espresso da'vicari apo-
corsi; sia dalle decisioni di benedetto stolici d'Inghilterra, nonché da gran par-
XIV, nella sua costituzione de'3o mag- te de'chiericie laici distinti, e da'voti d'u-
gio 1753, che comincia Jpostolicuin na grandissima maggiorità de'cattolici in-

M(nisterium, e sia per quelle degli al- glesi.»Maturando questo Nostro disegno.
tri Pontefici Nostri Predecessori, e del- Noi non abbiamo mancato d'implorare il
la Nostra Congregazione per la Pro- soccorso di Dio Ottimo Massimo, perchè
pagazione della fede. Questa partizio- nella deliberazione d'un affare si grave
ne di tutta r Inghilterra in 4 vicariati ci fosse dato a conoscere di fare ciò che
apostolici durò fino a'teinpi di Gregorio fosse per tornare di maggior vantaggio
XVI, che nella sua lettera apostolica Mu' alia Chiesa. Inoltre, noi implorammo l'a-
WES WES ic)5
tùto rlplla ss. Vergine Maria Madre «li Lan«dale, Amounderne» e di West-De-
Dio e rle'Snnli che ilhistrarono l'Inghil- «by l'altro che risiederà a Salford, esten-
:

terra roHe loro virfìi, poiché ci otlenes- derà la sua giurisdiiione sopra Salford,
Sfro, colla loro intercessione pres«o Dio, RIackburn e Leylaod. Quanto alla contea
IMI felice fiiicce^soa quest'impresa. Noi al- di Chester, benchèappartenente a questa,
lora confi<lnn)mo l'affare interamente ni distretto l'uniamo ad un'altra diocesi. Nel
Rrnve e serio esame de'nostri venerabili distretto di Galles, vi saranno due sedi
fiaielli, i Cardinali di s. Ronmna Chiesa, vescovili, cioè quella di Shrewsbury ^ e
fonnan'i la Nostra congregazione di Pro- quella di Mttifvia o s. David, e di New-
pAgiiiid^. Il loro sentimento essendo sta- j)orl unite. La diocesi di Shrewsbuiy coni*
to ili tutto conforme al nostro desiderio, prenderà nella parte settentrionale del di"
lisolveiiiino d'approvarlo, e metterlo in stretto: le contee d' Anglesey, Caernar*
esecuzione. E p'Mciòche dopo aver bilan- won, Denbigh, Flint, Merionet e Mont-»
cialo colla [>iìi scrupolosa atienzionelut- gommeiy, alle quali uniamo la contea di
lociò che riguarda a questoadaretliNosfro Chester, staccandola dal distretto di Lan*
molo proprio, di Nostra certa scienza, e caster, e quella di Menevia dal distretta
per la pienezza della Nostra apostolica au- dal Centro. Assegniamo per diocesi al ve*
torità. Noi a'.ibiaoio decretato e decreti.T- scovo di Meuevia o s. David e di >ewport
tno lo ristabilimento nel regno d'Iiighil- le contee meridionali del distretto, Breck-*
terra,seconilo le regole comuni «Iella Chie- nok. Clamorgan, Caermarthen, Pem-*
sa , della Gerarchia de' vescovi ordinari broke e di Radnor , come per le contea
che prenderanno il nome delle loro sedi, inglesi di Montanoull ediHereford. Nel
che noi erigiamo colla presente lettera distretto Occidentale erigiamo due sedi
tìiì' vari distretti de' vicariati apostolici. vescovili, Clìfton e Plymouth: lai." a-
Per cominciare dal distretto di Londra, vrà le contee di Glocester, Sommersel e
egli fermerà due sedi, cioè quella di fVe<st' Wills; e l'altra quelle di Devon.Dorset
minster, che innalziamo alla dignità me- e CornW'ill. Il distretto dal quale abbia*
tropulitaDù o arcivescovile , e quella di mo già 'staccata la contea di Shrewsbury
Southwark^che assegniamo per sufFra-
le avrà due sedi vescovili , Nottingham e
ganea, così tutte le altre che siamo per Birmingham: alla i. 'assegniamo per dio«
indicare. Ladiocesi di Westminster com- cesi le contee di Nottingham, di Derby,
prenderà la parte del detto distretto, che di Leicester, e quelle di Lincoln e di Hut*
ti estende alle rive del Tamigi, e con-
le land, che separiamo dal distretto Orien-
tee di Middlesex, diEssex e di Hertford : tate ; alla 2.^ le contee di .Stafford , di
Southwark, al sud del Tamigi,
quella di Warwik, di Buckingham ed'Oxford. fa-
comprenderà le contee di Berky.Soulhani- fine nel distretto Orientale non vi sarà
pton, Surrey. Sussex e Reni , coli* isole che una sola sede vescovile, che prende»
di Wight, di Jersey, di Guernesey e colle rà il suo nome dalla c\\,\Ì!kà\Norihamplon,
altre adiacenti. Nel distretto del Nord non e conserverà la circoscrizione del distret»
vi airà che una sola sede vescovile, che to attuale, salvo le contee di Lincoln e di
prenderà nome dalla città di Hogulstadt Rutland, cheabbiamo assegnate alladio-
oHe.A hani :e hi di cui circoscrizione quel- cesi di Nottingham. Per tal modo, nel fìo-
la sarà del distretto. Il distretto di York rentissimo regno d' Inghilterra saravvi
non formerà che ana diocesi, di cui il ve- una sola provincia ecclesiastica, compd-
scovo risiederà a Beverie^'. Nel distretto sta d'un arcivescovo o metropolitano, e
di Lancaster vi saranno due vescovi, l'uno di dodici vescovi suSraganei, lo zelo e le
de'cpiali quellodi /L/i'("r^oo/,B»rà per dio- fatiche pastorali de' quali , lo speriamo
cesi iitsiewe ull'isola di iV}ao,i distretti di per la gratìa di Dio, saranno mai sempre
196 WES WES
di novello accrescimento al caltolicismo. oche sono lasciate all' autorità de' vescovi

Ed è perciò che vogliamo in presente ri- dalla disciplina generale della Chiesa. In
servare a Noi ed a' Nostri Successori il quanto a Noi,aoD mancheremo] certamen-
dividere in più questa provincia ed au- tedi assisterli della nostra autorità aposto-
mentare il numero delle diocesi, secondo lica, e ci stimeremo ognora felici di secon-

che il bisogno lo esiga , e in generale di dare le loro domande intorno a tuttociò


stabilire liberamente le loro nuove cir- che ci sembrerà atto a procurare la più
coscrizioni,secondochè parrà convenien- grande gloria di Dio e la salute delle ani*
te innanzi al Signore. Intanto ordiniamo me. INel decrelarecou queste lettere la ri-
all'arcivescovo ed aSescovi sopraddetti storazione della Gerarchia ordinaria de'
d'inviare, ne'tempi prescritti, il rapporto vescovi e l'attuazione del diritto comune
sullo stato delle loro chiese alla Congre- della Chiesa, avemmo principalmente in
gazione di Propaganda, e di essere dili- vista di provvedere alla prosperità e al-

genti nell'inforraarla di tuttociò ch'egli- l' accrescimento della religione cattolica


no stimeranno profittevole al bene spiri- del regno d'Inghilterra ; maabbiamo an-
tuale de' loro greggi. Noi continueremo cora voluto piegarci a'voti tanto de' no-
in effetto, perciò che concerne gli affari stri venerabili fratelli che governano in

della Chiesa d'Inghilterra, ad usare del questo regno le cose sagre in qualità di
ministero di questa Congregazione. Ma vicari della Sede Apostolica ^
quanto
nel governo sagro del clero e del popolo, d' un gran numero de' nostri cari figli

eia tuttociò che riguarda l'ufficio pasto- del clero e del popolo cattolico, che ci

rale, l'arcivescovo ed i vescovi inglesi go- hanaO'indirizzato a questo fine le più in-

dranno fin d'ora de'diritti e delle facoltà stanti preghiere. Più volte i loro vec-
di cui usano'e possono usare, dietro le di- chi fecero la stessa domanda a* Nostri Pre-
sposizioni comuni de'sagri canoni e costi- decessori, i quali avevano cominciato ad
tuzioni apostoliche, gli //rciVe^coi^/ e Ve- inviare vicari apostoliciin Inghilterra al-
scovi cattolici degli altri paesi, e saranno lorché niun vescovo cattolico vi poteva
egualmente astretti alle obbl gazi crii i, alle
i esercitare il diritto ordinario sopra una
quali sono tenuti per la comune discipli- Chiesa che gli fu propria, e che inseguito
na della Chiesa gli altri arcivescovi e ve- moltiplicarono il numero de'vicari e de'
scovi. Quanto a tuttociò che polè essere distretti vicariali, non perchè la religione
in vigore, sia nell'antica forma della Chie- fosse mai stata sottomessa in questo paese
sa d'Inghilterra, sia nello stato seguente ad un regime eccezionale ma piuttosto ,

delle missioni in virtù di speciali costitu- affinchè provvedendo, secondo le circo-


zioni, privilegi e particolari costumi, es- stanze, al suo crescimento, si venisse pre-
sendoché le circostanze non sono più le parandoad un tempo lastrada della riedi-
stesse, niuna dì queste cose importerà uè ficazione futura dell'ordinaria Gerarchia.
diritto, né obbligazioni. Ed affinchè non Ed è perciò che I>loi,a'quali fu dato, per un
resti intorno a ciò alcun dubbio , nella immenso compiere
benefizio di Dio, di
pienezza della Nostra autorità apostolica questa grand'opera, dichiariamo qui non
sopprimiamo ed abroghiamo interamen- volere, che per verun modni vescovi d'In-
te tutta la forza obbligatoria e giuridica ghilterra, provveduti del nome e de' di-
di queste medesime particolari costitu- ritti di vescovi ordinari, vengano ad es-
ziDuì, privilegi ecostumi,qualunque sia- ser danneggiati in nulla ne' vantaggi de'
ne l'antichità. L'arcivescovo ed vescovi i quali godessero prima a titolo di vicari
d'Inghilterra avranno dunque il potere apostolici. Perchè la ragione non permei*
integrale di regolare tutte le cose che ap- te che tornino a lor detrimento decreti i

partengono all'usare del diritto comuue, Nostri co'quali esaudimmo la preghiera


WE S W E S 197
de'caltolici inglesi per il bene delia teli- mi'nster^e de' 1 1 suoi vescovati suffragane!
gioce. Di più noi pouiarao io questa con* Beverley Birmingham, Cliflon, Hc'
,

siderazione la ferma speranza che i nostri xham, Liverpool, Menevia o s. David e


carissimi figli in Cristo, di cui le limosine e Newport unite, JVorlhampfon , Nottin-
le largizioni non ristettero mai di sostenere gham , Plymouth, Salford,Shrcwsbury^
in Inghilterra la Religione ed i Prelati che Soulhwark , e quest" ultimo in Londra
ivi la ressero in qualità di vicari iu tem- come
stessa l'arcivescovato. La scella del
pi tanto diversi, useranno d'una liberali- titolo di TVeslminsler per la sede metro-
là anche maggiore verso gli stessi vesco- politana della nuova gerarchia, giusta la

vi congiunti ora con un legame più sta- disciplina della Chiesa, fu per decoro della
bile alle Chiese anglicane cattoliche, af- sede tolta dalla metropoli civile del re-
finchè non vengano privati disussidii tem- gno e qual porzione di quel che costitui-
porali di cui potrebbero aver bisogno per sce grande agglomeramento o circon-
il

l'ornaraento de'templi, e lo splendore del dario di Londra, il cui titolo era vietato
culto divino, per il trattamento del eie* dalla legge, Naturalmente Westminster
ro e de' poveri, e per gli altri servizi ec- si presentava come città non occupata da

clesiastici. In fine alzando gli occhi in al- alcuna sede anglicana, e tale che porgeva
to, da cui attendiamo il soccorso di Dio un titolo metropolitano onorevole e bea
pietosissimo e grandissimo , Noi lo sup- noto. Southwark, altra parte di Londra,
plichiamo con istanza, con fervente pre- dovea formare una sedeseparata. Fu pre-
ghiera, obsecrazionee rendimento di gra- ferito tale titolo di Westminster, perchè

zie, di confermare colla virtù della gra- in sostanza dava al nuovo arcivescovo se-
zia divina ciò che abbiamo decretato per de in Londra capitale del regno, non mai
il bene della Chiesa, e di dare la forza del- per essere Westminster stanza delle corti
la grazia sua a quelli a' quali appartìeue di giustizia o del parlamento, e senza nep-
soprattutto l'esecuzione de'Nostri decreti, pure attentare alla giurisdizione dell'o-
aftinché essi pascano il gregge di Dio com- monima abbazia, e del suo capitolo e de-
messo alla loro custodia, e il loro zelosi ap- cano degli anglicani. La diocesi di West-
plichi più e più in propagare la più gran- minster abbraccia è vero un ampio di-
de gloria del suo Nome. E per ottenere stretto, ma Westminster proprio si com-
più abbondanti soccorsi dalla grazia ce- pone di due parti assai diverse. L' una
leste, invochiamo finalmente come inter- Gomprendela magnifica badiaco'suoi pa-
cessori presso Dio , la ss. Madre di Dio, lazzi adiacenti e reali parchi. Aquesta por-
i

i ss. Apostoli Pietro e Paolo, cogli altri ce- zionesono sostanzialmente rivolti i doveri
lesti Patroni d'Inghilterra, e uomiuata- e le occupazioni deldecano e capitolo ; ed
mente s. Gregorio I il Grande, aftinché essi continuarono a spaziarvi entro sen-

essendoci stala affidata h cura malgrado za tema d'esserne disturbati. Per succes-
l'insufticienza de'Nostri meriti, di rinno- sive generazioni vi è stato sempre nell'or-
nave oggi le sedi episcopali d' Inghilter- dine benedettino un abbate di Westmin-
ra , tempi con gran-
ciò che egli fecea'suoi ster, rappresentante nella religiosa digni-
de vantaggio della Chiesa, a Noi pure sia che innalzarono, abbellirono
tà di quelli,
dato di farlo nel restituire in questo re- e governarono quell'insigne chiesa e quel
gno le diocesi episcopali , e che 1' opera celebre chiostro e da questo titolare mai
;

Nostra torni a bene della'Religione Cat- furono turbati il decanoe il capitolo. Lo


tolica. Noi decretiamo ec. « La nuova pro- splendido monumento del tempio di West-
vincia ecclesiastica d'Inghilterra dunque, minster, ove fra la venerata tomba di s.
pel riferito supremo atto apostolico, ven- Edoardo III, trovansi monumenti dete-
ne costituita dell'arcivescovato di Pl^esL- slevoli e foro nel muro jpec confessiona'
198 WE S
/e, i suoi tesori d'arte eie opulenti sue do- sori per morte de'pnmi, vantando ora la
tazioni non fut-niano quella parie di West- chiL-su di Clilton d' avere il vesco\ìo, de-

ininsterche riguardava il nuovo arci vesco- gno nipote del cardinal lfeld[l'.)^coi\'

vo.EgliVI ha un'altra pnrte,sebbene itume- sagrato dal Papa.


i)ialainenlecontigua,la quale presenta uo A primo arcivescovo di FFeslminsler
t:ontra$lo spaventoso con quella uiagiufì- e insieme amuiinislrRtore apostolico di
i;enza.Questa parte fu assegnata al nuò- Soulh'wark , nello stesso giorno aq set-
vo arcivescovo. La saggezza della s. Se- teinbrei85o, il Papa Pio IX nominò il

de egualmente avvertì di stabilite titoli i dottissimo ed eloquente, zelante e bene»


de' vescovi suffragauei diversi da quelli merentissimo mg/ NicoKi Wiseinan in-

portati dagli anglicani di antichi vesco^ glese, nato nel 1 802 a Siviglia, e da ma
vati. Quando si pubblicò l'avventurosa pure ceiebialu per le sue egregie opere
ripristinazione della gerarchia ecclesia- e con graliludine, lu tanti looghi clic si

>tica d'Inghilterra, io già avea stampato Vedranno neirimminenle Indice. Grego-


in questa mia opera buona parte della rio XVI, a CUI fu carissimo e assai stima-
lettera O, laonde non nii fu dato y delle lo, nel18/40 lo fece vescovo Midlipola-
nuove sedi che di scrivere gli articoli
, tuo {f.) in parlihus, e coadiutore del vi-t
PlymoHthySalfordjSlirewshury^Soiilh' cario apostolico del distretto centrala
'Warh : altre notìzie le riferirò in fine nel o medio; ed ulIorM Irovavasi esser vi-

I iprodurre alcune statistiche ecclesiastir cario apostolico del distretto di Londra,


che, riguardanti altresì Westminster e le Essendo slato chiamato in Roma, egli a'
l'Iire 8 sedi, avvertendo che per quelle di la ilei piecedenle agosto, io s. Giorgio
£>alford e d>ljiverpool,il PapaPio IX ema- Wesiminster-Bridseroad, avea con facon-
uò altre disposizioni col breve Citm Ec- do discorso dato il tenero e paterno salu-

clesiaslicam , de' 27 giugno i85f, colle to d addio a'suoi ben amati amministrati
quali sottrasse dal vescovado di Salford spirituali, col fare il più grande elogio del'
la contea o centuria di Leyland,e l'altri- lo zelo del clero del distretto a lui confi-
l>uì a quello di Liverpool. Nelle Addi- dato, notando il progresso fattodal cattoli-
zioni descriverò le altre 8 sedi qui ne cismoin tutte le parti del mondo. La com*
;

tiianca lo spaiio, poiché contenendo le utoventescena fu alla presenza di numero-


diocesi diverse dell'antiche, di cui scrissi sa assemblea, decorata da diversi lord e
»i ticoli, conviene rannodarli. Articoli già altri elevati cattolici, segnalati dal Gior-
hanno, perconcilii celebrali Norlham- ,
nale di Roma del 85o 1 a p. 786. Indi il
))ton, e Beverlach o Beverley. L'unita a U)edesimo foglio a'3o settembre annùn-
Wenevia, s. Davìd^ egualmenle ha l'arti- ciò, avere il Papa nel concistoro della mat-
colo qual già sede vescovile. E siccome la tina creato cardinale prete mg."^ Wise?
k. Sede nel ripristinainento della gerarchia man arcivescovo di Westminster ; ed in
inglese, suddivise! lerrilorii degli 8 vica- quello de'5 del seguente ottobre notificò
riali apostolici , le nozioni appartenenti avere il Papa nel concistoro del mattino
alle diocesi di ciascuna trovansi in essi e concesso al cardinale il s. Pallio per la
lifeiile per distrelti, alle quali corrispon- metropolitana di Westminster, cui poi
«le la lettera apostolica. Di più ne' vica- impose in Titolo cardinalizio la Chiesa
liati si trovano i nomi de' primi vescovi di s. Pudciiziana ; covae nel dì appresso
f^ià vicari apostolici, traslati da' loro ti- il Papa lo aggrtl^òalle congregazioni carr
toli ;// parfihns, se non che ad alcuni fu dinalizie di propaganda, vescovi e rego-
luonffiito in amministrazione anche un lari, disciplina regolare, indulgenze e sa-
oltrodegli stessi vescovati, iqualilostoeb- gre reliquie, e poscia anco a quella del-
bere i propri pastori, ed eziandio succes- l'immunità ; e come il Pontefice accolsu
Vi K S WES 199
una deputazione <Ji cdUolicì inglesi, pre- o titolo, non è nuova o mu-
già che sia
seiit-iti (Ifil onde ringraziarlo
cardinale, tata la nostra alTezione per voi, né molto
per la di Ì\ì'\ promozione alias. Porpora. meno diminuita. Se sembriamo dividerà
Finalmente a p. 10.^9 produsse la pasto- a parole quelli che sin qui hanno formato
rate d'i! cardinale indirizzata a'suoì dio- sotto la nostra direzione un gregge unico,
cesani, e data in Roma fuori della porta il nostro cuore però trovasi sempre ad

Flaminia a'7 ottobrei85o. L'offre pure un modo animato e compreso del più vi-
la Ch'illà Crt//o//c<t, serie i.*,l. 3,p. 4o6. vo affetto per voi, e senza alcuua reale di*
10 essi s'intitola : Nicola del titolo dì e. visione a vostro riguardo. Uniti pertan»
Pudenzìana ( la cui area comprendeva to come vi siamo piìi strettamente coti
quella che contiene pure la Chiesa di s. questi nuovi e più forti vincoli di carità,
Prassede, ora (ìeTallombroxanì. Il car- noi vi abbracciamo nel Nostro Signor Ge-
dinal nella sua inimitabile Fabiola^ che sù Cristo colla più tenera emozione d'uà
celebrai a'suoi luoghi, col Buller chiama amore veramente paterno. La nostra a-
la chiesa di s. Pudenziann, la 1.* chiesa del nima e le nostre labbra sentono il più for-
mondo, da dove fu trasportato «Ila Late- te bisogno di aprirsi per voi, quantuncfus
ranense i'altare ligne^ io cui s. Pietro ce- le espressioni ci possano mancare per dir-
lebrava quando nella casa propinqua vi vi ciò che proviamo in questo momento,
fu ospitato da s. Pastore, ora sovrastato in cui ci è permesso di uuovamente diri-
dal tabernacolo che racchiude le Teste gervi la parola. La nostra separazione era
de ss. Pietro e Paolo, nel quale articolo alata dolorosa perchè non osava sperare
ne riparlai. Una sua tavola sì conserva di rivedervi, o nostro dilettissimo greg-
uell'allare dedicalo all'Apostolo iu s. Pu- ge. Ora però la nostra consolazione e U
denziana, e da ultimo confrontata col le- nostra gioia sono ineffabili, perchè non so-
gno dell'altare di Laterano, venne trova- lo l'autorizzazione, ma ben anco avemmo
la identica nella materia. Papa s. Pio I vi ilcomando dal Capo supremo delia Chie-
eresse il fonte battesimale, ciò che é un'al* sa di Cristo, di ritornare a voi ". Quia-
tra prerogativa di s. Pudenziana e di di partecipa la patria restaurazione del
sua catledralilà, che dopo i pniui 3 secoli vero governo gerarchico in più normale
fu trasferito allo stesso Laterano, duruii- cuinuiiione culla Sede di Pietro, per ge«
11 i quali fu tal chiesa l'umile e priuiiti- nero>i e saggi cousigli del più amante de'
va calledi-ale di Roma. Riparlai della ve- Padri, il quale lo pubblicò nella fe>ta di
Duta di s. Pietro a Roma descrivendo il s. Michele Arcangelo principe delle cele-
suo F-'ifìggio, e quelli de'successori. In s. sti coorti, e degnandosi pure nominarlo
Pudenziana era ancora quella Cattedra alta sede arcivescovile di Westmiuster,
dis. Pietro, che il cardinal con dotto S(f^- ed all'amministrazione di quella vescovi-
gìo critico', provò fin dali83i), della S. le di Soutwark con giurisdizione ordina-

R. C. Prete Cardinale f^Vi.semaii, per ria. }> ^o\ vi aunuucieremo ancora, odi-

la grazia di Dio e della Sede /aposto- letti iu Cristo, che per dare più solenni-
lica arcivescovo di Tf^esttaiaster, ed ani- tà ed ouore davauli la Chiesa u questo
ministralorc apostolico della diocesi di nobile atto d'autorità apostolica, e per ri-

Soitthwark. Ai nostri diletti in Cristo conoscere con uu nuovo seguo di beuavo-


il Clero secolare e i Fedeli delle suddet- leuza paterna la cattolica Inghilterra, Sua
te nostre arcidiocesi e diocesi. Salute e Santità si è deguata iunalzaici, nel conci-
benedizione nel Signore. La pasturale è iituro di lunedì 3o settembre, al grado di
dotta, eloquente, alfetluosa, giubilauie. cardinale prete della s. Romana Chiesa.
Comiucia colle parole.» Se oggi, o dilet- Nel giovedì poi suisegueute, 3 ottobre, io
tissimi, uui vÌ8dluliamo,fregiulid'uQ uuo* concistoro pubblico, si deguò lim^tteroi
200 WES WES
le indegne di questa <iiguilù,il cappello cai'- nome della ss. Trinità, firmandosi : Nico-
dioalizio, assegaandoci in concistoro se- la Cardinale /arcivescovo di JVeslmin-
greto per nostro titolo la chiesa di s. Pu- ster. Appena giunse in Inghilterra la no-
denziana, dove si crede con ragione, che tizia che il Sommo Pontefice avea credu-
s. Pietro godesse ospitalità dalla famiglia to dover assegnare a' cattolici inglesi i lo-
patrizia e in parte inglese del senatore s, ro vescovi, ed a questi le diocesi proprie,
Pudenzio. Nello stesso concistoro infine, sorse tra gli anglicani un grido d'ira e di
abbiamo potuto domandare il pallio ar- spavento, anco co'meeling, e con clamo-
civescovile per la nostra nuova sede ar- ri nelle cattedre dell'università, cui fecero
civescovile di Westoainster,ed oggi stesso eco alcuni giornali italiani! più prote-
ricevemmo dalle mani
supremo Pa- del stanti che non i protestanti stessi, quali-
store e Pontefice questo pegno di giuris- ficando temerariamente l'atto come im-
dizione metropolitana. Cosi la grande o- politico, imprudente e peggio. E tutto
pera è compita, e ciò che avete per lun- ciò, non ostante che in Inghilterra già da
go tempo desiderato e domandato vi è due anni si conosceva il tenore del bre-
concesso. La vostra diletta patria prende ve apostolico , ed era stato mostrata ia
posto fra le più belle chiese, le quali co- Roma a lord Minta,, onde non si proce-
stituite in un modo normale, formano Io dette occultamente. L'Inghilterra dimen-
splendido corpo della comunione catto- ticò allora il contegno tenuto con essa da
lica. L'Inghilterra cattolica ha ritrovato Pio FII, con allusione al quale e alla
la sua orbita nel firmamento religioso do- sua epoca, un abile diplomatico di quella
ve la sua luce era da lungo tempo scom- nobile nazione cosi si espresse. »Gringlesi
parsa; essa prende suo corso e il suo il si persuasero, e grandemente se ne com -

luuvimento regolare gravitando sopra il mossero, essere Papaildifenditore e l'u-


il

centro d'unità, sorgente di giurisdizione, nico sostegno delle più giuste dottrine
"
di luce e di forza. Noi non abbiamo qui il sulla legittimità de' troni e degli stali 1

tempo di narrarvi il modo meraviglioso Quindi fu grande la premura con cui i

con cui tutto sì è adempito, né come il giornali cattolici inglesi in prima, poi i

dilo di Dio si sia manifestato ad ogni pas- francesi e italiani s'atfrettarono d'assicu-
so ; ma noi ve lo diremo presto a viva vo- rare gli anglicani, che nel celebre breve
ce. . . Questo giorno è veramente per noi di Pio IX non si trattava d'altro che di
un giorno di gioia e di felicità ,
giorno giurisdizione spirituale, che il Papa sem-
che corona lunghe speranze ed apre una pre esercitò ed eserciterà sino alla fine dei
brillante pro-^peltiva ! ... 1 Santi della no- mondo, senza che per questo debba im-
stra patria, romani o inglesi , sassoni o padronirsi del suolo su cui trovansi i A^e-
normanni, dall'alto del benedetto loro scovati eretti. Lo
Globe, giornale
ste»so
soggiorno abbassano uoosguardo digiu' ministeriale e quasi organo di'.lord Pal-
bilo sopra questa nuova aureola della Fe- merston, notò assai saviamente ch'erano
de e della Chiesa che gii ha condotti alla senza motivo le apprensioni inglesi, cioè
gloria'Mndiriliu<>lre cardinale si dilTonde delle gazzette. Giacché il bill d' emanci-
nell'amore che vieppiù deve ricono-
si pazione de'cattolici interdice d'assumere
scente e divoto alla s. Sede ed al vene- il titolo d'alcun vescovato o arcivescova-

rabile Pontefice che vi siede , invitando to della chiesa stabilita, e Westminster


i diocesani ad esprimerlo con preci di rin- non è il titolo d'alcun prelato anglicano.
graziamento a Dio, e per implorare la sua Tullavolta fu detto, che in generale era
lunga e prospera conservazione. E invo- stata accetta nel mondo politico ingle-
cando anco per sé un posto fra le fervi- se la nomina del cardinal Viseman ; e
de preghiere de' diocesani, li benedì nel che l'Inghilterra si mostrava anzi spddi-
WE S WES 20 r

sfatta e contenta dell'alio onore accorda- ricorrere alle prediche di controversie pei
to dal Santo Padre ad uno de'suoi più il- tentativi d'usurpazione, e l'attività e
lustri cittadini. Ma queste spiegazioni in sottigliezza degli^eraissari del Vescovo di
luogo di calmare inferocirono vieppiù gli Roma in tutte le parti del regno. Que- . .

orgaui dell' anglicanismo, die passando sto passo del Papa farà esitare e ritorna*
dalle parole a' fatti, non credette poter re sui loro passi quelli che sono disposti a
meglio esprimere i suoi desideri! die col fare concessioni a R.oma. . . Piaccia al cie-
tornare a quelle incivili e intollerantiasi- lo guidarci e fortifìcarci in questi giorni
me usanze che la mitezza de'tempi avea di prova, aprire i nostri occhi sopra i pe-
fatte se iioa dimenticare almeno inter- ricoli cui ci espongono le nostre infelici
rompere. Imperocché radunatasi gran fol- divisioni". Dalle quali solenni parole del
la dipopolo il 5 novembre, furono con- vescovo di Londra, si ricava ch'egli rico-
dotte in festevoli processioni immagini le nosce nel breve un pericolo e una prova
de'vescovi e del Papa, e bruciate in mez- pel Protestantismo {f"'.) anglicano, e la-

zo a vilissime contumelie e insulti atro- menta le divisioni della sua chiesa, e il


cissimi alla più augusta autorità della ter- fumo io cui si dilegua la sua autorità spi-
ra. La Civiltà Cattolica, che meglio lut- rituale. Difalti è verissimo che il Papa
to distesamente narra e validamente con- col suo decreto abolì tulli i vescovati e
futa l'iniquo operato, serie i .*,t. 3, p. 1
87, arcivescovati esistenti in Inghilterra, an-

397 e seg., indagando le ragioni di dimo- che prima delia pretesa riforma; quin-
strazioni si strane per un breve pontifìcio, di annulla e dichiara non diocesi e non
allodi legittima e pura autorità spirituale, vescovati tutti quelli che esistono, eccetto
osserva che la chiesa anglicana non poteva i fondali da lui. £ con ciò si fa evidente

ricevere colpo piùmortalee più perento- che sono dichiarati implicitamente intru-
rio, poiché riconobbe mollo saviamente si e scismatici e senza autorità spirituale
il vescovo anglicano di Londra » che la tutti gli altri vescovi, li che veramente
designazione de'vescovi incaricali di pre- non é nulla di nuovo; giacché dal fatai
siedere alle nuove diocesi d'Inghilterra in momento in cui la chiesa inglese si sepa-
'virtù di decreto papale è virtuahnente rò dalla romana , tutti i suoi vescovi e
una smeutit.^ dell'autorità (spirituale) del- preti vìmasevo Scismatici, e perciò inca-
la regina d'Inghilterra e dell'Episcopato paci di esercitare legittima giurisdizio-
inglese, come pure negare la validità de' ne ; ma a ciò procuravano di rimediare
nostri ordini ed una pretensione alla giu- gli anglicani con sofismi e tergiversazio-
risdizione spirituale sopra tutta la popo- ni.Dicevano che la gerarchia anglicana
lazione cristiana del regno". Questa fu succedeva a quella fondala fìn da princi-
la risposta data da quel vescovo anglica- pio in Inghilterra, che dagli Apostoli ve-
no al consìglio domandato dagli alti di- niva in lorola legittima autorità, che essi
gnitari diWestmiuster, per sapere la con- erano veramente cristiani anzi cattolici,
dotta ch'essi dovevano tenere, in presen- perchè uniti colla loro gerarchia all'uni-
za de' pericoli cheli minacciavano. Anzi tà cattolica. E con ciò molli illudendosi
aggiunse: >* Roma
ha fallo più che par- credevano di non aver bisogno per potersi
lare; ella parla ed agisce divide la no- : dir cattolici d'altro che d'essere uniti a'
stra terra in diocesi ed impone loro un vescovi anglicani che successori degli A-
pastore con cui ogni persona battezzata postoli rappresentavano la legittima au-
ha l'ordine espresso di soltoporsi in ogni torità cattolica. Cosaevidentemenle falsa,
questione religiosa sotto pena di danna- ma tale da trattenere ancora nelle file e-
zione, e le sedi anglicane sono compiuta- terodosse parecchi, che senza quelle spe-
lueale dimenticate. . . Noi siamo coslrelli ciose ragioni sarebbero senza fallo ter-
202 WES W ES
imIì al callolicìsmu romano ed alla ei» ciò senza che il P t;>a ascisse per nulla dal

Chiesa, fuori della quale non trovas*? Te» permessogli «'alle leggi inglesi, e da'con-
lerna salvezza : terribile sentenza, che e- fini della sua legittima autorità spiritua-
saniinata in più articoli, ancora una vol- le ; e l'atto d'emancipazione de' cattolici

ta, per lume degli illusi, esposi nel luo- permette l'erezione de' vescovati inglesi,
go indicatone! voi. XCV, p. 77. Il die è purché non prendine il nome degli esi-
lento vero, che parecchi i quali a raggiun- stenti anglicani. L'osservare gli nnglicani

gere tale salvezza,sono poi convertiti,


si che coll'erezione deile novelle sedi riesco-
di fallo ronfessano d'aver prima creduto no nulle e invalide tutte le preesistenti,
bastar loro per essere cattolici di credere ficevnclie temevano vicino lo sfasciamen-

j Dogmi e praticare ciò che pratica la to totale dello slalVilimento protestante.

Chiesa romana, senza però fiir esplicita Intanto il cardinal Wiseman per aderire
professione di ubbidienza al Ficario di a'premurosi inviti «li molli distinti catto-
Gesù Cristo (^^•), come centro del cato- lici che il siint>lic-»rono di venir subito,
licismo cui credevano di appartenere col giunse alla sua residenza a Golden-Sfpia-
60I0 esser uniti all'episcopato anglicano. re prima ancora d'esservi atteso, poiché
Ma questo pretesto è ora tolto all-itto a trovò tuttora gli operai lavoranti alia ca-
lutti coloro cui lo studio dell'antichità ec- sa che stavtingli preparando, ed intanto
clesiaittica e il rimorso della coscienza trae abitò presso la cattedrale di s. Giorgio di

invincibilmente a riconoscere la falsità Southwark. Quiu'.li a'6 dicembre dello


delle particolari credenze anglicane. Ve- ste»soi85o in tal chiesa impavido ascese
dendo essi in Inghilterra due ordini di ve- per lai.* volta sul trono pontificale, sen-
scovi : l'uno che trae la sua nomina e au- za far conto di certi timori che più avanti
torità dada regina e dal governo cui è riferirò. Vi assisterono uni5o preti al- ,

«oggetto anche ne'dogmi, l'altro eletto e cuni rpjigiosi (li vari ordini, ed una folU

autorizzato a governare i fedelida quel d'illustri cattolici. La pompa ecclesiasti-

medesimo centro di Roma che prima già ca non fu punto turbata, come dubitavas»,
avea fondate quelle stesse diocesi che poi da ostili dimostrazioni, attesa la pruden-
da lui si separarono ingratamente non , za con cui ogni cosa fu ordinala ed esegui-
potranno più stare in forse a quale de' ta , evitandosi specialmente ogni clamo-
due appartenga veramente l'autorità di rosa pubblicità. Il cardinale ricevette let-
governare spiritualmente. Intenderanno, tere di congratulazione da diversi sovra-
che siccome chi può dare può togliere, co- ni cattolici, e vari indirizzi simili da'cat-

si il Sommo Pontefice che validamente tolici inglesi, ed il principale di quest'ul-


fondò le diocesi inglesi prima dello sci- timi del ceto laico, colla risposta ttel car-
sma, ora non meno validamente le muta dinale, è recitato dalla Civiltà Callo-
e trasferisce, dichiarando che colla pie- //rfl, serici.*, t, 4, p- 708. E un bel testi-
nezza di sua autorità apostolica soppri- monio che mostra la perfetta armonia che
me ed abroga interamente tutta la forza regna tra la |)arte più eletta de'laici e l'ar-
obbligatoria e giurìdica delle costituzio- civescovo di Westminster sul fatto delU
ni particolari ,
privilegi e costumanze Gerarchia, e l'intera divozione degli ani-
qualunque sia poi la loro antichiià. Dal- mi loro alla s. Sede. Anche i cattolici ita-

le cose riferite dalla Civiltà Callo lica ,


liani residenti a Londra vollero presen-
che l'angustia di queste colonne m'impe- tare un indirizzo di congratulazione e di
disce impreziosirle, è manifesto aver me* augurio felice al cardinal Wiseman. Di
ualo gli anglicani tanto rumore contro il più la Civiltà Cattolica riportò nel t. 5,
decreto pontificio per riconoscervi un col- a p. 24? l'indirizzo al cardinale deW'Js'
po quasi quasi mortale alia loro chiesa^ e sociaiioiic di Pio IX a Lussemburgo.
WES WES 2o3
Poscia il valoroso e zelante porporato panerà : un popolo d'animo onesto e ret-
ptibbiicò un appello al popolo iiigie^e, nel to vedrà ben tosto per quali arti si sia
tjiiale con tJiguilusa f^cotulia, e con quel- cercato ingannarlo ; e prestoii sentimen-
J<i inascliia e ciloi» eloquenza che s' in- to della generosità ripiglierà il suo ascen*

sinua, persuade e trionfa, confutò i cla- dente. Gli occhi si sono aperti a investi^
ii'ori protestautici insorti contro il breve gare ; i meriti rispettivi delle Chiese sa-
pontifìcio che ristabilì la Gerarchia cattO' ran messi al cimento con chiari argomen-

bea neiringhilleira, non meno contro le ti, e non per considerazioni mondane; e
calunnie vilupero>e e arrabbiate onde , la verità, per la quale noi combattiamo,
si volle colla confusione e colto schiamaz- quielamenie trionferà". Con queste pa-
zo gi^llar onta di ribelle invasione sui cat- role l'invitto porporato termina l'appel-
tolìciinglesi e sul Capo medesimo tiel Gat- lo. Disseta Civiltà Cattolica, che l'e-ii-

tolicismo. Se ne inferi, che sorgente di bì nella serici.", Syi, l'illegalità


t. 3, p.
tante ire basse e oltraggiose erano gli ef- deiropposizionennglicnna al decreto pon-
fetti benefìci che a prò dell' unità culto- liilciu, e la perfetta legalità di quest'ulti-
bea produrrebbesui cattolici inglesi e so- mo, posta da essa in chiaro nello stessa
pra i protestanti ricreduti, il nuovo ordi* tomo col consueto valore e perizia, esser
namentogerarcliico dellaChie«ad'lnghil' dimostrata con precisione matematica, e
terra. Laonde non deve far meraviglia se maschia elo(|uenza nel famoso indirizzo al
lauto incontrasse la pubblica approvazio- popolo inglese scritto dal cardinal Wise-
ne quello scritto, che in soli 3 di e nella man. I protestanti mede'iimi mosiraroosi

sola Londra se ne venderono sino a cea- premurosissimi d' leggere quel nubile ed
tornila esemplari : che fosse per intero ri- ailettuoso lavoro, dichiarandodi non aver
portato da quasi lutti i giornali inglesi di da molto tempo letta cosa o più robusta
qualuni|ue opinione e credenza religiosa, o più eloquente, ed è perciò che credette
e venisse nell'Europa continentale diifu- doverlo recare in esteso nel suo periodico.
So con pari ardore. Esso ha per titolo; Ap- Ollreali'iodirizzo al popolo inglese, si dis-
pello alla ragione e al retto sentire del se pure che il cardinal Wisemau fosse l'au-
popolo inglese, intorno alla Gerarchia tore d'un bell'indirizzo alla regina Vit*
Cattolica if Iny,hillerra^di Sua Eniiuen- toria, sottoscritto da tutti i cattolici, in cui
%a Cardinal J'Piseinan. Comincia
il altatnente protestarono di loroinalterabi-
coir Introduzione^ di cui mi giovai nel le divozione alla sua reale autorità, pro-
principio di questo paragrafo non sen/.a pulsando sdegnosamente le vili calunnie
sfìurare i precipui argomenti ; del resto di cui erano fatti bersaglio per parte del-
esso Appello al Popolo Inglese è di- la malafede protestante, prodotta da'pre-
viso ne' seguenti capi, i.** Supremazia giudizi e ire religiose, che spesso pone il

Reale e Fescovi nominati dalla Coro- velo agli occhi più esperti. Furono i mi-
na. 2.° Qualfn l'estensione della tolle- nistri e il clero anglicano che aizzarono
ranza religiosa accordala a' Cattolici P l'ignorante volgo, e lo spinsero a crudeli
Sanno essi dirillo adaver F escovi o unti desiderii ed a riprovevoli fatti ; come la
Gerarchia!^ 3." Come potevano i Catto- mautieue nell'errore di mentire alla pro-
lici ottenere lor Gerarchia? 4-° L'istitU' pria coscienza calla verità conosciuta, ca-
zione d'una Gerarchia Cattolica invade lunniando i cattolici nelle prediche,onde il

ella la prerogativa della Corona ? 5." Il minuto popolo si agita e freme, egrida ^2^<
modo di stabilire la Gerarchia è eg// basso il Papismo. Quanto in questa circo-
stalo insolente e insidioso ? Conia let- stanza oberarono, cun prediche d-i eoergu-
tera a lordGiovanni RusseL 6.° Titolo ineui, i ministri anglicani; e con fìtte colou-
di TVestmiusier. » La tempesta oggimai uè di quotidiani gridi al pericolo e all'ur-
ao4 W ES W ES
rui i fogli aDglicatti, oltre i liberimi d' I- tà Cattolica, serie i .*,t. 4i P' 4 ' 5- Scrisse
taliae di altt'ove,lo riporta laCtViZ/à Cai- Denissoa nella lettera al Times: Ormai
tolica, serie i .^,t. 3, 4^^ > ^ come al fana- il popolo inglese non ha più altra scelta
tismo e all'agitazione auli-catlolica suc- a fare, che riucredulitk o Roma I Intan-
cesse la calma, noo senza deridere, i me- to l'appello iodirizzato dal cardinal Wi-
desimi fogli, 1' anteriore allarme pauro- seraan avea prodotto in parie quell' ef-
so, fomentato dalle più strane invenzioni. fetto che se ne attendeva. Le apprensio-
Mentre il cardinal Wisemau scriveva e ni e i sospetti destati da'clamori del cle-
pubblicava in Londra il suo Appello, ri- ro anglicano sull'invasione straniera, sul-
ceveva le visite degli ambasciatori, i qudili l'inquisizione riprodotta, sullo sterminio
pareva volessero, rendendogli quegli o- degl' inglesi cattolici, sull'annientamento
uori, protestare contro griusullìcbeavea dell'autorità regia, andavano lentamente
l'ìcevulì. In Irlanda pure tennero i catto- dissipandosi in faccia alla forza incalzan-
lici parecchi meeting ed assemblee ri- te di quellacalma e profonda difesa. II
guardo alla questione religiosa, ma ben popolo d'Inghilterra, per indole e per au-
diverse da quelle degli anglicani. Il clero lica abitudine ragionatore freddo e calco-
cattolico di Dublino decretò di ringraziar lato, fu messo in allarme da un improv-
Dìo e congratularsi co' cattolici inglesi viso assalto di declamazioni avventale e
della ristorazione della loro gerarchia ; di sbigottimenti minacciatigli : ma alla
esprimendo poi il loro contento pel modo prima luce che gli baleni in mente a sgom •

tulio legale onde si compì il grande allo, berarla dall'errore cuucepito per sorpre-
senza dare il menomo appiglio a giuste sa, suole cessare dalle illusioni e dar luo-
rimostranze per parte degli ciiiglicani cui go alla verità e alla ragione. Li gerarchia
nulla tolse, e la cui ira appunto perchè cattolica delle chiese d'Inghilterra avreb-
violenta non poteva durare. Confidare be già ricevuta l'universale approvazione
nella giustizia della regina, e pregando di tulli gì' inglesi, come la conseguenza

il proprio arcivescovo mg.' Murray di più legittima e naturale del princìpio am-
parteciparci loro sensi d'allegrezza al car- messo dal parlamento di quella nazione
dinale , e a tutti i suoi colleghi e sudditi della libertà d'ogni cullo crìslìano; senoa
spirituali. Gl'insulti recati a'callulìci in- fossero i continui sforzi del clero prole-
glesi irritarono gli animi de'callulici irlan- stante onde Irar profitto da quest'occasio-
desi, ed il loro fermento non fu Ira' mi- ne a vendicarsi de'caltolicì, e perchè essi

nori motivi che consigliarono al governo furono contro i loro sforzi emancipati le-
la moderazione e la giustizia in quesi'af- galmeule, e perchè essi guadagnano ogni
fare. Contemporaneamente 1' angiicani- giorno nuovi proseliti e nuovo credito. Di-
smo fu agitato dalle dottrine t\<i Pan eisti falli gli arcivescovi e vescovi della Chiesa
{y.)i vieppiù propagale e sostenute dalla anglicana, innumero di 26,perchènolsot-
parte più eiella e dolla del clero prote- toscrissero i vescovi d'Exeler e s. David,
stante, nelle cattedre che occupa nelle u- dopo aver nelle loro diocesi cercalo di le-
Diversità inglesi, perciò perseguitalo dui vare a rumore il popolo onde mettere il
governo. Ed puseila e già ministro an-
il governo in apprensione sull'alto che com-
glicano Tommaso Guglielmo Àllies pub- pievasi dalla Chiesa cattolica, crederono
blicò: La Cattedra di Pietro fondamenlo bene di rivolgersi direttamente al trono
della Chiesa, fonte della giurisdizione, della regina Vittoria, e proteslarcon gros-
centro dell'unità : La Chiesa Anglicana si paroloni contro alla nuova gerarchia.
purgata dall' imputazione dello scisma, Siccome l'indirizzo rivela di grandi verità
l\apolii85o. Di questa versione del p. G. sul vero stato dell'anglicanismo, nel pub-
Costa gesuita ne die' ragguaglio 1j CìV//- blicarlo la Civiltà Cattolica, serici.", t.
WES WES 2o5
4, p. 1 24, lo commentò con riflessioni, che luzione di mantenere i diritti della mia
belio e utile sarebbe riportare se ne avessi corona , e l' indipendenza della nazione
io spazio. Si ricusò firmarlo il vescovo contro ogni inlrusioneda qualunque par-
d'Exeter e protestò contro liberamente, te provenga. Nel medesimo tempo ho e-
conforme alla propria sentenza contraria spresso il mio vivo desiderio e la mia de-
alla supremazìa spirituale de'sovrani d'In- teimìnazione, sotto la protezione di Dio,
ghilterra,assunta fin daEnrico Vili quan- di serbare intatta la libertà religiosa ch'è
do gli fu attribuita, secondo il suo imperio- dal popolo inglese giustamenleapprezza-
so volere, col titolo dì capo terrestre del- ta". Ma il principio costituzionale inglese
la Chiesa anglicana; negò ancora una volta è la libertà del cullo. Allecentinaia di sette

alla regina tale supremazia e il diritto di che formicolano in Inghilterra nello stes-
dar la missione spirituale a'vescovi ; ne- so seno della chiesa protestante, è libero
gò che il Papa avesse colla creazione de' dare quel titolo che meglio credanoa'Ioro
nuovi vescovati data a persona autorità ^^astori, di riconoscere no la supremazia
esterna, o temporale o spirituale su'sud- spirituale delia regina, di ubbidire no
diti inglesi , che fosse lesiva delle leggi a'vescovi anglicani. Laonde la regina po-
dell'Inghilterra e delle preiogalive della teva facilmente, riguardo a'cattolici, ri-
corona ; accusò i suoi colleghi di mentire conosciuti pe'migliori sudditi, mantenere
su vari capi, e parlando della pretesa ag- i diritti di sua corona, senza perciò of-
gressione papale , avere adoperato tali fendersi ch'essi riconoscano per loro su-
parole che fan quasi supporre ch'essi ri- periore spirituale piuttosto una persona
conoscano un potere spirituale nel Papa che un'altra. In quanto alla ferma de-
contro a'propri loro giuramenti. Inoltre terminazione di serbare intatta la libertà
la regina ricevè a Windsor le deputazio- religiosa, fu tenuta per savissima, poiché
ni municipali del lord maire e del consi- non solo conservava a'cattolici il diritto
glio di Londra, e quelle dell' università di ubbidire nelle cose spirituali a' loro
d'Oxford e di Cambridge, e ciascuna pre- vescovi e al Papa, ma loro concedeva
sentò il proprio indirizzo. La risposta del- molli altri diritti che da alcune potenze
la regina sembrò savia e rassicurante in sono loro negati. Peiò ecco lord Russel
congiuntura sì difficile. Essa protestò sulle presentare alla camera de' comuni uà
generali proponimento suo e del suo
il bili niente conforme alla àeUa ferma de-
governo di mantenere inolierahilc la li- terminazione dì serbare intatta la li'

bertà religiosa giustamente apprezzata berta religiosa j imperocché pretende-


dal popolo inglese, e forse per dir qual- va fosse interdetto a tutti gli arcivescovi
che cosa che rassicurasse timori della i e vescovi d'Inghilterra di prendere i ti-
chiesa legale assicurò^ che avrebbe dife- toli delle sedi episcopali occupate dagli
so il cullo puro e spirituale della fede anglicani, e qualunque altro titolo locale
protestante. A'4febbraio i85i si aprì il e territoriale nell'estensione de' 3 regni
parlamento inglese, e la regina nel discor- d' Inghilterra, Scozia e Irlanda, men-
so disse relativamente alla questione cat- tre le colonie sono eccettuale. 1 legati e
tolica. » La recente assunzione d' alcuni le donazioni fatte a'prelatiche prendes-
titoli ecclesiastici conferiti da una Poten- sero que' titoli sarebbero nulle e senza
za straniera ha eccitata una viva sensa- effetto. Ogni atto di qualunque specie
zione in questo' paese, ed un gran nume- fallo da loro con questo titolo in fronte
ro di sudditi mi ha presentalo indirizzi sarebbe irrito e senza valore; ogni pro-
esprimenti il loro attaccamento al irono, prietà legata o donata in violazione della
e chiedenti diesi resistesse n tali assun- legge sai ebbe confiscata a profìtto della
zioni. Io gli ho assicurati della mia riso* corona, che potrebbe secondo il suo pia-

m
ao6 WES VV li S
cere eseguire l'intenzione del Honntore contezza la Civiltà Cattolica, serie i. ,

e mutarla. Nel di«cor»o di lord Ro««el, t. 4, p. 67?. Il testo del bill l'olFie VOt-
preso ad esame dalla Civiltà Catfo/irt7, servafore Romano del !.° marzo i8ir
serie i.', 4> P- ^iSg, si confesiìò
t. che i a p. 201, ed a p. 2o5 riprodusse quello
consiglieri giudiziari della corona erano della mirabile lettera del protestante rev.
Ktati consultali, e la loro opinione fu che, Heclor PlHjrfair, a lord Russel, sulla pre-
secondo potevano prendere
le leggi si tesa aggressione papale. Indi a p. ajo
questi titoli senza commettere illegali' recita dell'Episcopato d'Irlanda: AlpO'
tal Nella camera e fuori il discorso ec- polo d' fr landa. Pastorale degli Arci-
citò scontento in tutti i partiti, de'qua» vescovi e riescavi cattolici d' Irlanda ai
h il cattolico si vide offeso, e l'anglica- loro amatissimi greggi, in proposi lo del-
no non si credè abbastanza difeso. Par* le disposizioni penali, di cui i caHolici
larono eloqtientemente e bene in favore d'Inghilterra e d' trlnnda sono minac'
della libertà de' cattolici, Brigt e D'Israe- ciati. Fmalmente a p. 261 riport» dei
li. E Lagdale indirizzò una lettera al brani d'una <lichi«razione firmata di'cal-
ministro Russel, io cui rispondendo ad telici d'Inghilierra contro il bill, quali-
una parte del suo discorso, in cui pareva ficato violazione ingiusta e oppressivfi
affermare che gli stessi cattolici inglesi di- de' diritti di coscienza, intollerabile ti-

sapprovassero la novella Gerarchia, egli rannia contro la libertà religiosi ilegl'in-

cita fra gli altri argomenti io contrario glesi, a sostenimento intero della (pi»le
l'indirizzo al cardinal Wiseman, segna- essere fermamente determinati co'milio-
to da ìrt pari cattolici, f4 baronetti, e ni d'irlandesi cattolici e concittadini, 4
pili di 600 principali gentiluomini cat- resistere con tutti i me/zi legali e costi-
tolici inglesi compresivi 3o avvocati ; nel tuzionali. Subentra la Civiltà Cottoli'
quale « fanno voti ardenti perchè S. S. ca, serie 1.*, t. 5, p. 12 r cogli articoli :

l-*io IX accolga la protesta di loro cor- Il ministero Riissel e il breve della Ge-
diale riconoscenza per l'alta benedizio- rarchia. Modificazione al bill de' Ti-
ne loro concessa stabilendo la Gerarchia toli ecclesiastici. DiJJìcoltà per V ado-
nel loro caro paese, ec. ". In altra tor- zione del bill modificato- Petizioni prò
nata della camera de' comuni, posto ai e cantra del bill. Nuovo voto contro at
voti r assenso per la presentazione del ministero Russel. Comincia dal rilevare
bill contro i cattolici, fu preso in consi- la caduta in piena rotta nelle camere,
derazione per la i.* lettura e vinto colla del ministero inglese innanzi ad un bre-
gran maggioranza di 3g5 voti sopra 4^8 ve pontifìcio, senza che questo avesse né
votanti. Fu letto allora il famoso bill che anco remuta relazione colla politica: da
punisce colla multa di reo lire sterline, quel giorno in cui la Religione cattolica
ossia 2 5oo franchi, ogni assunzione di e la Setta anglicana furono a fronte, co-
alcuno de'titoli della Gerarchia ecclesia- me già Golia e David, l'una cinta d'armi
stica romana: ed annulla di pien diritto terrestri, l'allra fidante nel solo aiuto di
ogni atto di giurisdizione sì contenziosa Dio, da quel giorno, cosa meravigliosa Ila
che volontaria stipulato e sottoscritto politica inglese vacillò innanzi a un Bre-
sotto questi titoli: e confìsca a profìtto ve romano, l'agitazione antipapale fal-

dello stato ogni lascito e donazione a fa- lì avanti la calma cattolica. Lord Russel
sore e per parte di persone che assu- fu obbligato a chieder le sue dimissio-
messero tali titoli. Contro di questo bill ni, principalmente pel voto contrario ri-
r Irlanda fu altamente commossa, ove guartlo alla proposta di Lokekiug , a
ne sarebbe stata impossibile l'esecuzione, motivo che i deputali irlandesi cattolici
se fosse slato approvalo. Di tulio rende 8Ì astennero d'appoggiar il miaistet u, oo-
WES ES W
207
cip mo«>l largii Ih loro intlegna2inne per deVnmuni B'a5 marzo i85i, e Tofnro-
Ih proposta del bill. Ter cui consigliata »io 4.38 membri contro g5, dopo «ver il

la regina dal duca di Wellington di con- ministro Grey avvertilo, che il non vo-
servare il gahinetto, questo non potè ri- larlo avrebbe fatto progredire la cort«
presentarsi alle camere se non che ron di Roma, anche con accender guerra di
lina modificaziorie ilei bill contro i cat- religione 1 A* 12 del susseguente maggio
folici. Di 4 articoli ne furono aboliti 3, si riprese alla camera de'comuni la di-
lascialo solo quello che vieta sotto la sru'-sione del bill de' titoli, non ostante
muli» di I oo lire sterline di prendere che per trascurate formalità, a sentimen-
liioli episcopali ecclesiastici di qualun- to di molti giureconsulti, le due prime
que città del regno unito. Con questo, letture erano nulle di pien diritto. Dopo
che gii nlti fatti con tali titoli vietati sa- Ire o quattro votarioni fu posto all'or-
rebbero validi, in gui«a che la contrad- dine del giorno del 16. la riunione della
dizione non poteva esser più evidente. La camera in coutitato. Ma lord Uussel ac-
inulta esisteva da un pez70 in Irlanda, cettando gli emendamenti di rigore pre-
rria i magistrati per non cader ncH'accen- sentati dal D'Israeli, lo ritirò per ripor-
nata coniradilirione, mai ne avemmo fal- tarlo nella seduta de'19 rifuso. Fratt.Tn-
lo caso. I timori di tumulti in Irland;i,e lo a protestare contio fu tentila in Du-
il tenore stesso allatto insignificante del blino capitale del regno d'Irlanda un'im-
bill, fecero che la sua proposta fo«se ac- portante assemblea popolare, e vi si lef-

colta nelle camere con segni evidenti di sero lettere di 23 arcivescovi e ve«covi
disapprovazione. I ferventi anglicani pro- dei medesimo. Nella tornala del 20 fa
testarono, che il bill era un insulto alla letto il bill a gran maggiorità la r.*ela

regina, all' Inghilterra e ali' Anglicani- 3.* volta, tult'alira cosa dall' approvalo

smo. 1 cattolici dichiararono che il bill, nelle precedenti sessioni. Dappoii he nel
sebbene cosi modificato, non lasciava di i." articolo si dichiarano nulli e illegali
esser un'olfesa alla libertà religiosa. L'Ir- i brevi, rescritti e lettere apostoliche: nel
landa radunatasi in assemblea, fece peti- 2." s'impone la pena di 100 lire sterline
zioni € proteste, ed arse in piazza i ri- a chi prenderà qualunque titolo eccle-
tratti di lord Russel, per vendicarsi del- siastico, in Inghilterra o io Irlanda: nel
l'arsione fatta in Inghilterra de' ritratti 3.° si eccettuano da questa legge i ve-
del Papa e del cardinal Wiseman. I ce- scovi della chiesa episcopale protestante
lebri lord Graham, Aberdeen, ed in par- di Scozia. Così a questa venne concesso
te lord Wellington, si dichiararono con- il negalo alla Chiesa Romana ed a quel-
tro il bill. y marzo i85i il nu-
Sino al la d'Irlanda. Venuto il 3o maggio 224
mero delle petizioni presentale contro la Voti contro 62 approvarono nella came-
supposta aggressione papale era di 885 ra de'comuni il r.° articolo controia li-

con 42,342 sottoscritti: pei ò le petizio-


I bertà della Chiesa cattolica, a seconda
ni presentate contro il bill de'titoli eccle- delle proposizionimaligne di Walpole.
siastici sommarono a 217 con 856,095 Però lord Russe! protestò: > Che il li-
soscrizìoni. Ma in mezzo a'iumulti par- bero esercizio delia religione cattolica
lamentari e agli sforzi anglicani per so- romana è un diritto acquisito, ronsagra-
stenere il giovane e pur cadente prote- to, il quale ninno pensa a combattere".
stantismo, continuavano in tutta l' In- Non ostante le osservazioni di lord Gra-
ghilterra le conversioni al catlolicisroo e ham, e la risposta data al rappresentante
di [lersone illustri. Il bill contro la Ge- di Dublino da lord Russel, dichiarò la
rarchia cattolica d'Inghilterra e d'irlan- Civiltà Cattolica: Nel fatto non dubi-
di), fu per la 2.* volta letto nella camera tiamo, (he come io molli altri casi, così
2o8 W E S WES
pure in questo la logica naturale ed il blicato, essersi il Papa rammaricalo per
buon senso provvederàairalternatìvedia- la ristabilita Gerarchia ecclesiastica in In-
lettiche de'Iegislatori. Ciò nella delta se- ghilterra, la falsa asserzione venne smen-
rie, t. 5, p. 6q3, e ne ragiona nel seguente a'27 giugno i85i, quando Pio IX
tita

in vari luoghi, come appresso. In altra nominò 5 vescovi che ancor rimanevano
tornata ancora non conleoto Walpole ad eleggere per compiere il numero de-
nella discussione del 2.° articolo del bill gli avventurosi destinati a ricominciar
l'innovato, propòse 3 serie di altri severi dopo 3 secoli il filo della gerarchia cat-
emendamenti, ma si oppose lord Russel, tolica inglese, fra* quali mg.' Tommaso
desiderando giungere al medesimo sco- Grant destinato alla sede di Southwark
pò, senza professarlo apertamente, sa- nella stessa Londra, il quale eccellente
pendo benissimo che il suo bill conte- prelato successe in essa al cardinal Wi-
neva sufficienti equivoci di frase da per- seman, come degnamente in Roma l'a-
mettere poi benevole interpretazìoni,onde vea succeduto nella rettoria del Collegio
non ridurre alla disperazione otto milio- Inglese. Prima che il bill de'titoli eccle-
ni di cattolici. Passato il bill vittoriosa- siastici t'osse inviato dalla camera de'co-
mente per varie prove, gì' irlandesi de- muni a quella de' lord, si provò ancora
putati cattolici nella loro minorità im- Una volta lord Russel a fare ritrattare
ponente, rimandarono la discussione del allacamera que' due emendamenti che
2.° articolo a'6 giugno, in cui fu rigetta* rendendo il bill piti severo, lo facevano
to l'emendamento della accresciuta mul- nel medesimo tempo più impopolare e
ta di i2,5oo franchi Ma giunto l'ulti- 1 perciò solo meno praticabile. Ma inutil-
mo giorno del dibattimento, i deputati mente, e alla 3." lettura il bill passò come
cattolici che strenuamente aveano com- il ministro protestava di non volere. Non-
battuto, disperati di poter differire più a dimeno protestò che non si sarebbe ri-
lungo la votazione perentoria, presero il tirato dal ministero! E spiegò il carat-
partito d' uscire tutti insieme dalla ca< tere della sedicente aggressione papale
mera, allora appunto che violentissimi così. « L'aggressione sta qui, che i catto-
emendamenti erano proposti da'membri lici romani non vogliono riconoscere al-
anglicani. Con questo essi ottennero in tri cristiani che se medesimi. Queste sono

prima di non concorrere alla votazione pretensioni ch'è impossibile ammettere:


di articoli oppressivi alla religione cat- e perciò io non considero come persecu-
tolica, ma insieme lasciavano in un ter- zione del caltolicisroo ne il bill né i no-
ribile imbroglio il ministero deciso dal- velli emendamenti ". Soggiunge a pro-
l'un lato di non accettare que'peggiora- posito la Civillà Cattolica: >y Ma perchè
menli, e impossibilitato dall'altro di ri- dunque gli anglicani vengono a predicar-
gettarli per la mancanza di chi votasse ci il protestantesimo io casa a noi italia-
con esso lui. La strategica fu felice: giac- ni? Sarebbe mai che anch'essi avessero
ché non ostante il vivo combatterli di questa sciocca pretensione di creder so-
lord Russel, passarono l'un dopo l'altro lamente buona la loro religione?" In
parecchi emendamenti, ciascun de'quali questo mezzo il cardinal Wiseman git-

era un aggravio del bill e una sconfìtta tava le fondamenta di nuove chiese e
del ministero. Questo non potendo ac- cappelle, e assisteva all' apertura di pa-
cettarlo com'era emendato, ne ritirarlo, recchie altre. Altrettanto facevano diver-
perciò lord Russel al fine della seduta si de'nuovi vescovi. E segnalale conver-
disse ch'egli avrebbe poi consultalo la sioni andavano succedendosi. L' Osser-
camera per sapere se si dovesse venire vatore Romano del i85i co'o. 199 e
alla 3.' lettura, Avendo vari giornali pub- seg., riproduceva 3 analoghi articoli dei-
WES
V Amico CaUolico, inùloìalì: I sentimen- che i cattolici irlandesi e gl'inglesi si uni-
ti della nazione inglese. E co'n. 286 e rono con vincoli assai più stretti di carità
33ia pubblicava : L' Indirizzo acattolici per la comune difesa unione die gli an-
;

del Regno Unito, dell'associazione per la glicani temono in un modo incredibile.


difesa del catlolicisino in Irlanda, £otto- Ilgoverno fece di tutto per frastornare a
tcrilto dall'ottimo Paolo Culien ar- mg/ Limerich in Irlanda l'elezione del conte
civescovo d'Armagh e primate d'Irlanda. d'Arundel e Surrey fervido cattolico, ma
A suo precipuo scopo si propose d' assi- in vece lo fu con solenni dimostrazioni e
curare alla Chiesa cattolica una rappre- applausi strepitosi, con ciò dando gl'ir-
sentanza legittima nel parlamento, e di landesi una tacita protesta contro il bill
impiegare la stampa pubblica a propa- de'titoii. Si apprende dalla Civiltà Cal^
gare i suoi principii e a difendere suoi i tolica, nella Cronaca d'ottobre i85f,
diritti e la sua libertà, la rivocazione del- sui famoso bill de'titoii, che in Inghilter*
le leggi penali, ^il libero esercizio della ra il buon senso la vince le più volte so<
giurisdizione e autorità de' vescovi, la pro- pra ancorché queste siano fo-
le passioni,

pagazione dell' insegnamento cattolico, mentate da chi dovrebbe calmarle. Niu-


pel quale nel 1 S5o l'Episcopato irlan- 00 più parlava del bill, come se non esi«
dese avea tenuto il sinodo nazionale di stesse; e parecchi vescovi si sottoscrive-
Thurles {f .), la liberazione degli oneri vano come prima, senza che niuno se ne
che pesano sui cattolici per provvedere scandalizzasse. Le conversioni alla Chiesa
alla sussistenza de'iDÌuislri protestanti da romana continuavano, la religione <'at-

cui nulla essi han da ricevere, la difesa tolica ogni giorno guadagnava terreno:
e propagazione della fede cattolica. Quan- 3 nuove cappelle erano slate da'vescovi
to al bill (le'titoli. Ih camera de'Iord lo aperte al pubblico, ed una a Gravesend
votò quasi senza discussione, ed il y ago- fabbricata a spese del rev. Blow prote-
sto I 85 I destinato per la promulgazio- stante, e benedetta dal zelante mg.' Grant
ne delle leggi os<»ia de'btil che aveano ot- vescovo di Southwai k , assistito dal car-
tenuta l'Hp|)rovH7.iune del pailaiueiito, 3 dinale e da più di 4o sacerdoti. Nel voi.
eonuiiissari lìella regina in gran paruc- LXVI, p. 279, narrai la celebrazione
ea si presentarono camera de'loid; alla del sinodo provinciale co' nuovi vesco-
fu tosto inviato un messo olla camera de' vi cattolici in Maria d'Oscott vici-
s.

comuni perchè veuis.>e anch' essa ad u- no a Birmingham, aperto dal cardinal


dire gli ordini della regina e la sanzio- metropolitano a' I 2 luglio i852. La Ci-
ne sovrana delle che in lughilter- leggi, viltà Cattolica del i854 segnala vari
ra si fa innanzi a tutto il parlamento il atti di persecuzione in Inghilterra con-
giorno prima di sua proroga. Seguì la tro la libertà religiosa: ne ricorderò al-
lettura sommaria de'bill, compreso quel- cuni. Passati i primi furori della reaziona
lo de'titoii, ciascuno colla forinola sagra- proteslautica, eccitati dal clero e secon-
mentale la Reine le : venlt. ^t\ di seguen- dati dal governo, contro il ristabilimento
te in giaii treno la regina si recò al par- della Gerarchia cattolica, succedette il

lamento, e nel discorso disse sul bill de' freddo calcolo della politica inlesa a fre-
titoli ecclesiastici » Si sono bensì re- : nare colle leggi e co'decreti lo slancio che
spinte pretensioni senza fondamento di da qualche tempo avea preso nel regno
una potenza straniera, ma non si è per la parte cattolica. Indizi duuque della
nulla derogato a'gr.iiuli principii di li- rabbia anglicana contro i progressi dei
bertà religiosa m felicemente praticati in cattoiicismo furono, dopo il bill de'titoii,

Inghilterra !
" Dal malaugurato bill dei il decreto che vieta le pubbliche proces-
titoli per allora ?ie venne questo bene, sioni, e l'uso in pubblico dell'abito eccle-
VOL. CUI. '4
2 1 o M E S M'ES
sìaslico, e rinchìesla sulle istituzioni mo nizlone dogmatica dell'Immacolato Con-
uasticlie e loro progiessi. Contro a que* cepimento di Maria Vergine, e non solo
sta odiosa perquisizione avendo energi- v' intervenne il cardinal Wiseman, ma
camente protestato vescovi e cattolici i come rilevai a p. 370 concorse alla con-
d'Irlanda, fu ritirata dal proponente e sagrazione della sontuosa basilica di s.

rigettata a pieni voti dalla camera de'co- Paolo. Qui registrerò nuovi vescovi d'In-
i

inuni. 11 ristabilimento delia gerarchia ghilterra che intervennero a'due nomina-


cagionò la discorsa grande commozione li Mg.' Giovanni Briggs di B'^ver-
alti.

nel protestantismo anglicano, perchè esso ley. Mg.'^Guglielmo Vereing di Norlham-


"vide chiaramente annullarsi con quello pton. Mg.' Giuseppe Brown di Newport.
l'antiche diocesi inglesi, e perciò ridursi Mg.'Tommaso Grani di South wark.Mg.'
in fumo la gerarchia anglicana, che da Alessandro Goss allora di Gerra e poi di
quelle pigliava presso i semplici uu'appa» Li verpool di cui era coadiutore. Mg.' Ric-
lenza d' apostolica tradizione. £ senza cardo fìoskel di Nottingham. Tutti di-
questo, il nuovo e grande segno di vita chiarati dal Papa Vescovi assistenti al
che dava con ciò il caltulicismo in Inghil- soglio pontificio. L'Irlanda fu rappresen-
terra bastava certamente a porre in an- tata dagli arcivescovi rag.'Paolo Cullea
sia il partito anglicano, tollerante allora di Dublino, e mg.' Giuseppe Dixon d' Ar-
solamente che non si tratti della religione tnagh: e da' vescovi mg.' Carlo Mac-Nal-
cattolica I Quindi in prima i pazzi furori, ly di Clogher, rag.' Giovanni Derry, di
poi la guerra sorda ma accanita e conti* Clonfert, e mg.' Timoteo Morphy, lutti

Dua, che sono andato accennando. Que- egualmente fatti assistenti al soglio. A'
st'accanimento e questa persecuzione più 28 marzo 1 855 Pio IX dichiarò mg. 'Gior-
o meno velata ma sempre terribile, secon- gio Errioghtoo arcivescovo di Trebisonda
do le umane considerazioni, fu cagione in partibus, già vescovo di Plymouth, e
che anco fra' cattolici inglesi e forastieri coadiutore con futura successione del-
si trovassero di coloro che accusassero di l' arcivescovo di Westminster, ed a' 5
<|ualche imprudenza il ristabilimento del- dicembre i856 assistente al soglio. Al
la gerarchia cattolica in Inghilterra. Al- presente non lo è più, ed il cardinale
trinon andavano sì oltre, erestringevansi non ha coadiutore. Rimarcò la Civiltà
ad accusare d'imprudenza alcuni atti di Cattolica del i856, nella 3." serie, t. i,
private persone onde fu accompagnalo p. 1 1. L'Inghilterra già bollente d'a-
quel solenne alto e a quelli davano la: cerbe ire pel ristabilimento della gerar-
colpa del rincrudir dell'ire e delle vessa- chiii ecclesiastica, minacciava di tartas-
zioni anglicane. A dissipare quest'ombre sare con nuove persecuzioni i cattolici ;

dall'animo de' ed a persuadere


cattolici, ma Dio sapientissimo, che si piace di sven-
sempre meglio ciascuno con quanta pru- tare con mezzi impreveduli gli umani di-
denza operi in ogni cosa la s. Sede, giun- segni, fece nascere per lei la necessità della
se opportunamente una lettera, di cui dà guerra d'Oriente, a difesa dell'integrità
ragguagliola Civiltà Cattolica nella Cro- dell'impero di Turchia (^'.). Così essa
naca di giugnoi854, del cardinal Wise- costretta ad aver assoluto bisogoodell'al-
wan arcivescovo di Weslminster, il qua- leanza colla Francia e del coucorso del-
le siccome avea sostenuto le parti princi- l' armi de' cattolici irlandesi, venne po-
pali nel ristabilimento, così potè molto sta nell'impossibilità d'irritare con irre-
bene dimostrarne l'opportunità e la pru- ligiose vessazioni i suoi sudditi fedeli a Dio,
denza. Nel voi. LXXIll, p.42 e seg., de- e la sua potente alleata.» Condotta a più
scrissi quanto precedette, accompagnò e ragionevoli coniìigli riconobbe da ultinto
fceguì il glorioso avveuiuueulù della dcfi- come legittimo il fatto e come richiesto
WES WES 211
dalbene stesso Je'suoi naziotiali". La me- za del cardinal Wiseraan in Irlanda v»
desima Civiltà Caiiolica, stile 4", t.i,p. fece crescere la potenza del cattolicismo.
2491 riporta la descriziutie, che io appe- Esso portò seco l'amore e la venerazione
na accennerò in breve, del viaggio fatto del popolo irlandese. Se tralascio le par-
nel settembre i858 dal cardinal Wise- ticolarità, non posso oiumeltere la seguen-
inan in Irlanda, invitato ad assistere al- te risposta fatta dal cardinal Wisemaa
l'apertura delia bella cbiesa di Ballina- alpodestà diWaterford, recitata daìGior-
sloe, ed a predicare in quella di Dundalk, naie di Roma del 858 a p.874. » V. E.
1

bella e ricca città con porlo di mare, sotto è stata assai benevola nel parlare del ri-
il cui altare maggiore si venera il corpo di stabilimento della gerarchia cattolica ia
S.Teodoro martire, tolto dalle catacombe Inghilterra. Debbo allontanare da meo-
di Calisto eda Pio IX donato alla chiesa. gai merito in questa grande opera, per-
Quella sua visita produsse effetti molto chè è stata tutta spontanea ed esclusiva
giovevoli, corrispondenti all'eccelsa sua del regnante Pontefice. Essa ha occupa-
dignitànon meno che al suo grande in* to la mente di lui per vari anni, e ne ha
gegno. In ogni luugo il suo arrivo fu un fatto argomentodi frequenti e fervide pre-
vero trionfo. Dappertutto s'affollava l'in- ci. Indi aflìdommi le particolarità della
tera populaziune ansiosa di vedere e di sua disposizione, e mi disse di ritornare
onorare l'illustre ossile, e (elici si riputa- in Inghilterra col titolo d'arcivescovo dì
rono quelli che poterono baciargli la s. Westminster.Ondea questo illustre Pon-
porpora. L'entusiasmo e l'affetto, con cui tefice deve attribuirsi tutta la gloria di
fu accolto il cardinale, fu non solo una questa grande opera, ch'è delle maggiori
testimonianza dell'ammirazione del po- fra quelle de' pontificati i piìi illustri.

polo irlandese per l'dluiti e porporato, ma Quando solennemente incaricato di


fui
anche un segnu di venerazione di quel- quest'ufficio, sarebbe stalo follia l'esitare
l'eccellente popolo cattolico pel centro da mia parte o il mostrare la minima ia-
dell' unità e pel Romano Poutefìce. In- quietudine. Debbo dichiarare che aoa
oltre in tale occasione si strinsero mag- concepii alcun timore uell' intraprender
giormente legami tra'cattolici irlandesi
i l'opera ame affidata per cui non posso :

e inglesi. Le parole poi eloquenti e apo- pretendere di aver mostrato coraggio.


stoliche che in più incontri pronunziò il Quando Sua Santità degnossi innalzar-
cardinale produssero una profonda im- mi alla dignità, di che sono rivestito, ed
pressione. Laonde anche il Tinies^ eh' é affidarmi le particolarità di questa gran-
r organo de* pregiudizi deil' Inghilterra, de opera, fissai il giornoin cuisarei giun-
dovette riconoscere rispettosamente il to a Londra, e avrei intrapreso il gover-
Dappoi-
trionfo del cardinale in Irlanda. no della mia chiesa cattedrale, che allo-
ché l'Cm." Wiseman è ammiralo in In- ra era quella di s, Giorgio, e fissai il 6 di-
ghilterra come sommo letterato anche da cembre. Quando partii da Roma per ve-
que'protestanti, quali locondannano co-
i nire ia Inghilterra , molti mi dissero di
me teologo , ed egli è riputato da tutti modificare il mio piano di condotta, per-
uno de'grandi uomini de'quali l' Inghil- chè mi proponeva di funzionare pubbli-
terra è ora giustamente superba. Le di- camente io chiesa secondo la mia nuova
mostrazioui poi chel'lrlanda diede di sua dignità. E nel giorno islesso fissalo per
stima al cardinale, fecero conoscere l'esi- tale occasione, ebbi lettere, chemi avver-
stenza nel Regno Unito d'una forza di o- tivano di desistere dal piano stabilito, as-
pinioiie, la quale rende la Chiesa cattoli- sicurandomi, che appena montato iu pul-
ca iu quel regno una formidabile poten- pito per predicare, mi avrebbero tirato
za puhiiua e sociale, la somma la presen- un colpo di pistola. Vi furono de'cattoli-
ari WES WES
e\, ehe mi dìs«ero, io sarei stato aiialito Inglese al precedente propinquo, essendo
inchiesa,eche coloro che dovevano preD> il rettore del primo direttore del secon-

der parte ai tumulto si proponevano di do. Quest' ultimo, istituito da Pio IX


salvarsi meco. Ma che è avvenuto? La nell'anno i852, massime pe' converti»
chiesa non fu mai tanto piena come io ti dall'eresia, che vogliono dedicarsi alle

quella giammai il divino


occasione, e missioni ne'propri paesi, lo descrissi nel
ufficio fu compilo con piùpacee tranquiU voi. LXXXV,
p. 197), e Scozzese. La Ci-

lità. La sola cosa, a cui ho qualche pre- viltà Cattolica de' 9 marzo 861 1 , narra
tesa , si è la inalterabile fiducia in tutte che pel Denaro di s. Pietro, nol^ilissima
le opere della Chiesa per continuare i opera di pietà cristiana iniziata presso a
grandi compi-
interessi de'suoi fedeli, nel poco da un anno, la quale è indirizzata
mento della sua grande missione, perchè non meno a testimoniare l'ossequio e Ta-
i cattolici possano costantemente confi- niorede'fedeli verso il supremo lor Capo,
dare nelle promesse e ne' favori del suo che a soccorrei e la Chiesa romana e la s.
Fondatore". 1 Giornale stesso de'2 4 no-
1 Sede ueir angustie e bisogni in cui fu
vembre i858 riprodusse il riferito dal tratta dal macchiavellismo di figli tradi-
JVeehly Rcgister, foglio cattolico di Lon- tori e dalla violenza iniqua di aperti ne-
dra, che il cardinal Wiseman radunato mici (in pochi mesi furono deposti a'pie*
dattorno a sé a privato concilio il piti di del Papa piti di due milioni e cinque'
gran numero di vescovi e arcivescovi cat- cento mila scudi romani sj^onianeaaaea'
tolici inglesi che siasi mai visto in Lon- te. Ed il Papa col breve Cum sicutae-

dra^ dalla riforma protestante in poi, ven- cepinius, de'3 1 ottobre 1860 concesse in-
tiquattro di tali prelati si assembrarono dulgenze alla pia unione di fedeli d'am-
alia residenza del cardinale in Fork pla- bo i sessi perciò costituitasi in Roma ; e
ce. Merita ricordarsi la lettera pastorale col breve Qiiae ad fovendum, de' 4 del
di mg.' Cullen arcivescovo di Dublino e seguente novembre, l'eresse in arcicoD-
delegato della s. Sede, e quella di mg.' fraternita con facoltà d'aggregare altre
Dixon arcivescovo d'Armagh e primate simili società,onde tosto l'istituzione si
dell' Irlanda sulla sovranità temporale propagò dappertutto con mirabii succes-
del Papa, avversata al presente anche da so) ; è degnissima di particolar menzione

alcuni principali uomini di stato del- la pastorale del cardinal Wiseman ar-
l' impero Britannico. Ne dà contezza la civescovo di WesUninster,mandata a leg-
Civiltà Cattolica, serie 4'» t. 4> P- ^27, gere in tutte le chiese di sua arcidiocesi.
riferendo queste parole di mg.' Dixon, re- In essa è tratteggiato a vivissimi colori lo
lative a'detti uomini di stato, m Sembra strazio miserando, a cui soggiace la Chie-
che credano ora giunto il tempo di
essi sa cattolica, in tutte le sue più sante e u-
vendicarsi dei S. Padre, per avere presun- tili istituzioni di pietà e di carità cristia*
to,direbbero essi, di ristabilire in Inghil- na, e il danno che ne ridonda agi' inte-
terra la Gerarchia". Nel 1 860 rallegrando ressi della religione ; quindi si esortano
Roma il cardinal Wiseman colla sua sem- con gran calore i fedeli a concorrere al-
pre gradevole presenza , notai nel voi. l'opera del Denaro di s. Pietro, la qua-
XCIX, p. 52, che infuriando l'accanita le, dice l'esimio pastore » ebbe tosto, co-
guerra che si va facendo alla Chiesa, alla s. n)e voi sapete, la nostra più viva appro-
Sede e al Vicario di Gesii Cristo (^ .), a vazionee ogni incoraggiamento je noi de-
questo lesse un ossequioso indirizzo a nO' sideriamo accesamente che il mondo ve-
me de'callolici inglesi (ivi dissi che lo fe- da con quanto zelo i nostri desiderii fu-
cero pure gl'irlandesi), accompagnato da' rono secondati dalla vostra solita carità

^«ttori ùtColUgilngiesef Pio {cioè il Pio f generosità". Della pastorale na ragia*


WES
ancoraGiornale di RomadeWS «
il ti tribunale e vicario generale, soprattut*
^7 febbraio 1861, e ne olFie il più iole- to durante il tempo delle sessioni parla»
ressante brano. Il clero cattolico d'In- mentari. Investono i loro ecclesiastici del
ghilterra non ha assegni dai governo, e possesso spirituale e temporale de'bene-
vive colie oblazioni de' fedeli. ficii. Il decano e il capitolo formano il

In quest'articolo conviene riferire al- consiglio del vescovo, e l'assistono nelle


cune no7Ìoni statistiche dello stato pre- cose ecclesiastiche. Fin da'tempi d'Enri-
sente si della Chiesa anglicana e si della co Vili, è il re che nomina i decani. Il
Chiesa Cattolica nel regno unito delia capitolo è scelto, ove dai re e ove dal ve-
Gran Bretagna, cominciando dal dare scovo, ed ove ha il diritto di completarsi
contezza della gerarchia ecclesiastica del- di perse. L'arcidiacono ha giurisdizione o
la Chiesa anglicana, con l'articolo im- su tutta o su parte delLi parrocchia, im-
presso nel n. 5j Osservatore Bo-
dell' mediatamente dopo il vescovo. Viene or-
mano del i85i : alcune isti-
Sttidii di dinariamente nominato dal vescovo, e gli
iuzioni inglesi. Il Clero anglicano. Lo lascia la facoltà di formare il suo tribu-
scisina e l'eresia che in quasi tutto il Set- nale ecclesiastico. I decani o diaconi, es-
tentrione d'Europa sottrassero i cristiani sendo stati aboliti i pastori, hanno van-
all'apostolico governo de' Pontefici Ro- taggiato di potere, oom'anco i curati. I
mani e de' vescovi, lasciarono in piedi in sotto curati formano l'ultima classe del-
Inghilterra il potere di quest'ultimi, ma la gerarchia ecclesiastica non hanno al- :

circoscritto e soggetto. L'istituzione epi- cun diritto a'Ioro posti, e stanno intera-
scopale fu con pubbliche ordinanze pro- mente a mercè de'titolari, per le seguen»
clamata necessaria e di jure divino; e la ti ragioni. Un gran numero di chiese es-

Chiesa anglicana un sinedrio di vescovi sendo slate negli antichi tempi affigliate
senza capo e guida spirituale. Il princi- a'conventi, monasteri e pii istituti, que-
pe che regge l'impero inglese (ancorché sti claustrì e corporazioni s'incaricavano
donna 1), è il solo capo della saa chiesa : di mantenervi il servigio divino, ammi-
convoca e dispone sinodi ; confer-
egli i nistrandone essi la rendita. Perciò erano
ma ed abroga l'ecclesiastiche leggi ; no- essi claustri e corporazioni realmente i

mina vescovi, ma di persona non può


i pastori o titolari, ed i che custodi-
preti
dirigere le bisogna episcopali. L'arcive- vano e servivano le chiese n'erano loro
scovo di Cantorbery è primate d'Inghil- vicari. Giunta la soppressione de'claustri

terra, con 21 suiTraganei: l' arcivescovo e luoghi pii, loro diritti furono devoluti
i

di Vork ne ha 4- ' vescovi di Londra, al re o a chi a lui piacque di cederli. Di là

di Durhani e di Winchester hanno la viene che buon numero di laici, soldati


preminenza sugli altri: in seguito 1' età di mare e di terra, banchieri e giuristi
sola conferisce questo privilegio. L'arci- si trovano provvisti di beni ecclesiastici,
vescovo, oltre la sua propria parrocchia, dì cui assorbono i prodotti io danno de'
« incaricato dell'ispezione di tutte le chie- membri veramente utili. Secondo cal-
i

se di sua diocesi ; nomina i vescovi desi* coli di lord Altorp la Rendita ecclesia-
gnatiglida ordine regio; giudica in gra- stica (parlata in più articoli, non senza
do molte cause ecclesiastiche;
di appello deplorare essere usurpazione a danno
consagra i suffraganei ; amministra le della Chiesa cattolica che l'islitm^ men-
diocesi vacanti ; concede le dispense da tre questa trovasi povera e solo sosten-
tutto quello che non è contrario al diritto tata dalla pietà inesauribile de' fedeli)
divino e civile, e via dicendo. I vescovi, della Chiesa anglicana toccano pe' vescovi
rapporto alla loro gerenza temporale, so- a i58,ooo lire sterline: pe' decani e ca-
no eguali all'arcivescovo^ hanno anch'es- pitoli a 2 36,ooQ pe'beatficiati a tre mi-
:
ai4 WES WES
lioni; vale a dire a tre milioni e 5oo,ooo sì oppose, esigendo che il fittaiuolo at-
lire sterline. Perciò il numero totale de* tendesse che il vitello giungesse all' eia

beneficiì essendo i i,5oo, la rendita me- necessaria per essere sottoposto alla de-
dia di ciascun beneficio dev'essere 260 cima. Fece grande rumore un processo
sterline. Nondimeno convieo riflettere per non sapere come tassar la decima di
che gli ecclesiastici residenti in Inghil- 5 palle di cavoli, e di 3 piedi di selleri.
terra non percepiscono 1' un per l'altro Un altro processo pel valore di 6 lire
che i85 sterline, mentre gli scozzesi, de' giunse a 180 lire di spese. In un dislrel-
quali la chiesa è più povera, godono una lo, ove le decime frullavano 6000 lire,

rendita di 275 sterline per ciascuno. On- molli individui che nulla avevano di co-
de poi avvicinarsi maggiormente alla ve- mune colla chiesa ne assorbivano 4,900;
rità, l'autore produce le opinioni delle il rettore assente ne toccava 1000, ed il
due principali riviste, la Quarterly Re- curalo incaricato delle funzioni ecclesia-
view, e Edinburgh Revicw, e le cifre
la stiche loo e non più. Termina l'autore
risultanti da un rapporto presentato nel dell'articolo con quesle parole. "Qui
1835 alla camera de'corauni, che com- pongo fine, non per su
difetto di dati
pleta l'informazioni. Dirò solo che de'be- questo soggetto, ma perchè moltiplican-
990 sono a disposizione della re-
neficii doli ulteriormente potrebbero aver a-
gina,760 dell'università di Cambridge spetto di maldicenza calcolata. I lettori
e dOxford, 2280 de' vescovi e capitoli, potranno dall'accennato farsi un'idea del
74()0 sono proprietà di patroni laici. Il taciuto ". Vi snppPi ampiamente e seve-
vizioso ripartire della rendita della Chie- ramente quel francese autore del famo-
sa anglicana fra'suoi diversi merobri, e so opuscolo, che mi sta davanti Un'oC' :

non sono tenuti al Celibato, non è il di- chiala all' Ingliillerra, Torino i856.
fetto principale della presente costituzio- Deplora l'imbrutimento di due terzi del-
ne del clero: lacchiudesi soprottullo nel la nazione, che geme nella più desolante

modo non equo di prelevare 1' imposte miseria, qualificando gli anglicani prote-
nelle onerose leggi che proteggono gl'in- stanti : Società priva di sacerdozio accon-
teressi del clero contro le proprietà sot- cio a insegnare, a consolare, a infondere
toposte alla decima. Prima d'ogni altra costumatezza, non avendo forza di pro-
cosa la prescrizione non ha azione contro leggere e favorire se non il potente, e non
la Chiesa: ella può far valere ogni sua concedendo onori se non a' più favoriti
pretesa se non le si giunge a provare che dalla fortuna! Virilmente dimostra, che
il diritto da
proclamato è slato abolito
lei la nazione inglese protestante restò pri-
fin dal I 180. Perciò niuno è sicuro dal va di vita per la mancanza di veri sa-
non dover pagare nuove decime. Come, cerdoti; ed analizza le miserie inaudite,
per esempio, in alcune province d'Inghil- cui soggiace da quell' infelice tempo io
terra, gli agnelli erano da tempo iuime- cui fu sottratta alla tutela vitale del sa-
inorando stimati o peuce per capo. Un
i cerdozio cattolico. L'autore divise il suo

ecclesiastico esigette che per l'avvenire filosofico politico 16 gravissi-


lavoro in
si slimassero una 7 scellini e 6 de-
lira, mi capi, descrivendo nel i ." // Clero An-
avendo coloni a-
nari, col pretesto che i
glicano, e nell' 1 1.° L' ignoranza reli-
dottata una nuova maniera d' ingrasso, giosa ira il popolo inglese protestante.
il loro valore era cresciuto. Una legge
Conclude col ^ko\ ave: L'impotenza del
antichissima era bella e pronta per so- protestantismo a far felici i popoli. Io-
stenere l'ecclesiastico. Un fittaiuolo vo- di dichiara. » Se è vero ciò che noi pro-
leva menare al mercato una vacca col vammo con documenti indubitati, egli é
suo vitello: il percettore della decima vi chiaro^ che la pretesa riforma religiosa
WES WES 2i5
cos'i frionfanle sul suolo inglese, h;i pro- l'autorità de' vescovi. I dissidenti por
dotto imbrulimento fisico e morale di sono i Qiiachcriy i Preshileriaui, Ba-
i

due terzi del popolo de' regni uniti d'In- plisti.Vi è altra setta che i<\ vita comu-
ghilterra, di Scozia, d'Irlanda. Privazio- ne per commettere ogni sorta di delitto.
ni e dolori in questo mondo, senza sol- Il governo li lascia fare. Tali precipue
lievo, senza consolazione, senza speranza sette ciascima è madre d'altre molte. Ri-
di guiderdone nell' altra vita, sono la ferisce il Giornale di Roma del i853
condanna serbata irrevocabilmente al po- a i47, che la congregazione della Re-
p.
polo britannico, da quel giorno in cui il gina degli apostoli (^'.), o pia società
prete cattolico e il monaco proscritti, fu- delle missioni, per quanto notai nel voi.
rono surrogati dal ministro protestan- XCVni, p. 24, dopo 6 anni d'opposi-
te ". Ma ormai, di tale opuscolo, io deb- zioni e di difficoltà, nel declinar del 1 8 ja
bo imitare la conclusione dell'autore degli finalmente a mezzo del rev. d. B.a(Fiiele
Studi su d' alcune istiluzioni inglesi. Melia (ora rettore generale della mede-
Ecco poi che seppe fare nella sua pover- sima), per r accennato nel citato artico-
tà l'Episcopato, il clero, i cattolici del- lo, cioè a beneficio specialmente degl' i-

l'unica e vera Chiesa. Si legge nel Diret- sborso di 87,000 scudi ac-
talìani, collo

torio Catto licn, e Registro ecclesiastico quistò del terreno in luogo centrale di
per Vanno i853, presso la Civiltà Cai- Londra, per edificarvi una vasta chies.!
folica, SKi'ìe 1.^,1. I, p. 22 (. "Totale sotto l'invocazione di s. Pietro, eoa uà
delle chiese e cappelle cattoliche in In- ritiroannesso pe' preti della stessa con-
ghilterra e nel paese di Galles 668. INella gregazione; previo permesso pontificio
Scozia i33. Totale della Gran Bretagna concesso per organo delU congregazione
781. Collegi cattolici in Inghilterra co: di propaganda, e la fivorevole informa-
nella Scozia uno. Case religiose d'uomi- zione del cardinal Wiseman ordinario di
ni 17: di donne yS. Preti nell'Inghil- Londra. Nella chiesa ponno soddisfarvi
terra e paese di Galles 876, di cui 110 alla loro divozione e a'doveri di religio-
nell'arcidiocesi di Westminster, 127 nel ne i fedeli d' ogni classe e condizione,
In diocesi di Liverpool, f 28 in quella di trovandovisi confessori e predicatori in
Birmingham, ec. Preti nella Scozia 182. tutte le lingue europee. Nel contiguo lo-
Totale loSg". Indi ragiona dello stato cale si eressero scuole pe'diie sessi. Noti-
del protestantismo inglese, divenuto alla ficò la Civiltà Cattolica ^c\\'a^v\\e i85i,
come un gran cadavere che si
lettera, che di 200,000 cattolici che allora si
La divisione cominciando nella
dissolve. contavano in Londra, appena 18,000 po-
doppia chiesa di esso, che n* è come il tevano trovar luogo nelle chiese per u-
tronco, cioè la chiesa alta, High church, direlas. IMessa, cioè agli stessi cattolici in-

e la chiesa bassa, Low churcli. Si pre- glesi. Gl'italiani che in numero grandis-
tende che siano una chiesa sola^ ma ac- simo vi si trovano, anco peggiore n'era
cenna il periodico non pochi ponti di
i la condizione, massime se poveri, perla
discordia che la divide in due. Appena tenue offerta dovuta alle ulliziature; on-
ripelerò, che 1' alla chiesa si coo«idera de trovavano nella dura necessità di
si

come signora, perchè ella è stabilita dalla trascurare interamente le pratiche reli-
legge, ammette la gerarchia, e dà qual- giose, tanto più per non avervi chiesa
che peso alla tradizione: i suoi membri nazionale dove poter ascoltare la divina
hanno una liturgia scritta, e parte si for- pu'ola e ricevere i sagrameoli. Alcuni in-
ma de'puseisti. La ^^.f^rt al contrario ha felici apostati, considerando tale man-
anch'essa la gerarchia, ma ne fa poco canza, per sedurre gì' italiani connazio-
ronio e tenta in ogni modo di abbassare nali aveano aperto una ;hiesa proteslan-
ai6 WES WE S
te col bugiardo titolo di Chièsa CaUoli- f^icari apostolici (^.). Segnala il Gior'

fa, dove molti italiani accorrevano per naie di Roma del 18^9, n. 5o, esservi
dare sfogo alta loro divozione, e vi tro- nell'Inghilterra, Scozia e principato di
vavano in vece seduzioni pel protestanti- Galles, tra vescovi e preti, 1222 eccle-
smo. Inoltre 'ali maliziosi apostati a vea- siastici, 296 chiese e cappelle cattoliche,
no aperto in Londra alcune scuole, anco 1 1 o monasteri di monache, e 35 case di
per conferenze politico-religiose, per in- religiosi. Dacché la Gè rarchia ecclesiastica
•inuare il veleno dell'eresìa. Era dunque fu ristabilita, l'aumento in chiese, scuole
della massima necessità che Londra a- e case religiose, e in sacerdoti, è conside-
vesse una chiesa italiana, a cui i nazio- revole assai. Inoltre fu causa che la Ghie*
nali potessero gratuitamente convenire e sa cattolica prendesse un aspetto affatto
ricevervi l'istruzione religiosa per man- nuovo, e occupasse un luogo cospicuo
tenersi nella fede cattolica, e che alla nella nazione, le conversioni essendo io
chiesa si aggiungessero scuole per la edu- incremento. Appena ristabilita la Gerar-
cazione scieniinca e religiosa de' giova- chia cattolica, i protestanti ridestarono
netti italiani. Nella Civiltà Cattolica, se- l'antiche persecuzioni, molti di essi li-

rie 3.°, t. 2, p. 243} si trova la seguente cenziarono tutti i servi cattolici, e pre-
statistica religiosa cattolica del i855. La cipuamente nel i.° triennio rinnovarono
provincia ecclesiastica d' Inghilterra ha per tutto il regno nelle pubbliche piazze
una metropoli e 12 sedi suffragnnee, eoa i più orribili, sacrileghi e amari insulti

944 pieli, 708 chiese, 1 7 conventi di re- contro i cattolici a' 5 novembre, anni-
ligiosi e 88 case di religiose. In detto anno versario d'un tentativo, come si dice, di
il numero de'sacerdoti crebbe di 1 1. Si alcuni cattolici, d' incendiare sotto Gia-
costruivano 3o nuovechiesee 2 conven- como I il palazzo del parlamento. Tali

° pe'benedettìni, l'altro per gli ora- empietà furono abolite nel 18 58 per de-
ti, il I

toriani. I seminari o collegi erano 11, creto reale, e andava a fare altrettanto
oltre 5 altri posti fuori della regione^ os- il parlamento. Il cardinal Wiseman sem-
tia due summeotovati di Roma fondati
i pre più diveniva l'oggetto d'ammirazio-
da Gregoiio XIII e da Pio iX, e quelli ne e di stima, anco pe'proteslanti e pub-
di Lisbona [F.), di f'alladolid (F.), e blicamente. Questa felice riuscita delta
di Douai di cui nel voi. LXXXIV, p. Chiesa cattolica e de'suoi uiinistri,dopo
376. La Chiesa cattolica di Scozia è am- la tempesta ch'essi ebbero a soffrire ia
ministrata da 4 vicari apostolici, con i35 Inghilterra, dimostra che quando si ha
preti, i4i Cappelle, 3 monasteri di re- da fare il bene, il clero cattolico non de-
ligiose, ed 3 collegi ecclesiastici di Ro-
i ve temere disturbi anco gravi che pon-
i

ma, di Valladolid e di Ratisbona. Le no nascere, ma confidare nel Signore, il


conversioni procedevano copiose, anche quale a suo tempo fu cessar la tempesta,
di parecchi ministri protestanti. Erano e ridona la calma e la pace. Il medesi-
i3i lord cattolici che aveanodigoitàdipa- mo Giornale del iSSg a p. 602, e la
ri ereditari nel regno con seggio nel par- Civiltà Cattolica, serie ^' , t. 3, p. 396,
lamento: e 4^ cattolici irlandesi appar- riferiscono i progressi della religione cat-
tenevano alla camera de' comuni, com- tolica neir arcidiocesi di Westminsler,
preso lord E. Howard eletto d'Arundel. desunti da una pastorale dell'arcivesco-
ìì Giornale di Roma dei iS5j n. 12, of- vo cardinal Wiseman de' 16 giugno, di-
fre la statistica ecclesiastica della Chiesa retta a' fedeli della stessa, per chieder
cattolica nell'impero Britannico, da cui soccorsi di limosine necessarie a mante-
si trae la sua importanza nel regno unito nere e promuovere le opere pie di Loa»
f Dvlle varie parti del globo, compresi i dra cattolica. Egli espuse come ia un
WE5 WES 217
quadro statìstico i progressi che nei de- crebbero di 1000 gli scolari. Ciò dimostra
corso decennio avea fatto il caltolicisnao abbastanza l'attività e lo zelo del clero
io quell' immensa metropoli, mediante di Londra nel diffondere tra'cattolici po-
l'aprirsi di nuove chiese e cappelle, case veri il benefizio dell'istruzione ed edu-
religiose, scuole e istituti di carila. L'au- cazione. Fra gì' istituti religiosi eretti
naenlo notabile della popolazione catto- nuovamente in Londra nello !«corso de-
lica di Londra negli ultimi anni, oltre al- cennio, il cardinale enumera primamente
tre cause,provenne dalla maggior sua ì5 comunità di monache, addette alla
estensione in ogni parte, sia con nobili e vita contemplativa, ma la maggior parte
ameni sobborghi, sia colia dispersione consagrate a' vari e importanti ministeri
de'poveri, i quali da malsani e sozzi co- di carità ; poi circa 8 conventi di religio-

vi, ov'erano stivati nel cuore di Londra, si, formatisi di pianta per aiuto del cle-
furono disseminati in sui lembi estremi ro, oltre una congregazione di preti se-
della città. Tale aumento di popolazione colari sotto l'invocazione e la regola di
rese necessario quello de'mezzi pel loro s. Carlo, onde promuovere la comune
spirituale soccorso. Pertanto nell'ultimo impresa. Per ultimo si aprirono parec-
decennio vennero fondate 19 parrocchie chie case e istituzioni diverse di carità,
dette missionSy compite e indipendenti pel servigio spirituale e corporale de'cat-
una dall'altra, al tutto nuove e in luoghi tolici poveri, governate da religiosi. Tra
ove prima non esistevano. Alcune sono queste sono da nominare come le più
ragguardevoli per importanza, e tutte importanti : uno spedale servito da mo-
ufficiate e servite da' rispettivi sacerdoti nache, un ospizio pe' vecchi poveri, una
in numero di 53, oltre laumeulocbe il casa di correzione o riforma pe'faiiciulli
clero ha fatto nelle parrocchie antiche. discoli, una scuola normale, 4 orfano-
A queste furono aggiunte dipendenti al- trofi, 4 un
ca^e di misericordia, 2 refogi,
tre 6 nuove parrocchie; e furono fab- ospizio pe'coiivalescenti, 2 asili pe' con-
bricate 6 nuove chiese o cappelle senza vertiti, altro d'iiif'inzia diretto dalle suo-
distretti parrocchiali, colà dove la como- re di Vincenzo de Paoli, ed una casa
s.

dità maggiore del pubblico, ovvero il ser- per l'adorazione perpetua del ss. Sagra-
vizio di considerevoli aggregazioni di fe- mento. Ed è perciò che il protestante
comunità religio
deli, senza parlar delie Times, prodotto dal Giornale di Roma
se, lo ha tutto 3i nuove
richiesto. In del 1859 a p. 618, non dubitò di con-
chiese o cappelle fondate al nord del Ta- fessare, o forse per richiamar l'atlenzio-
migi, delle quali 20 sono le dette nuove ne de'suoi anglicani, sui progressi della
parrocchie. Oltre a queste nelT indicato Londra » Osserva-
religione cattolica di :

decennio aprirono altre 2g chiese, cioè


si te quanto la Chiesa di Roma si è svilup-
6 più belle e ampie, sostituite in luogo pata nella Gran Bretagna, specialmente
d'anguste e meschine cappelle, 18 inte- negli ultimi 3o anni. Essa conta ora in
ramente nuove, 5 altre erano già fab- Inghilterra e nella Scozia 926 chiese e
bricate anteriormente. L'aumento delle cappelle, 792 non ne
mentre che nel 1

scuole nel decennio fu altneno di i3, e- avea che 35. Ha 35 collegi, 1217 sacer-
rette pe' poveri dalle fondamenta, e di- doti, cioè 625 più del i84«- Conventi
verse con doppio edifìzio pe'due sessi. Le di donne uomini 34i cioè 127
t 10, di
scuole fabbricate da' filippini costarono più del i84i- Le scuole sono io Inghil-
circa 3oo,ooo franchi. In 1 1 scuole alle terra 272, e il soccorso che lo stato ac-
maestre secolari furono sostituite le re- cordò loro nel solo i858 sali a 24;00o
hgiose, con grandissimo vantaggio delle lire sterline. numero di maestri pagati
Il

classi povere. Nel corso d'uà aoao si ac- si è di 85o. iNel solo i858 vi è stato uà
2.8 WES WES
aumenlo di 34 scuole sussidiale dnlto well. Il Pjpa gli donò per tale chiesa
slafo. L;» Chiesa cattolica è riuscita ulti- r oggetto sagro più prezioso che posse-
inamente ad avere cappellani pagati per deva, la più cara cosa che avesse, dicen-
l'artuala, col grailo d'nllìziali. Al presen- do: Non tliU'ò mai nulla di troppo bello
te ve ne sono iq, de'qnali "2 perla ma- h' cattolici inglesi. Era un calice d'oro
rina con residenza a Sclieerness e a Porl- massiccio, ornato di smeraldi, di perle e
soy. Ma che anzi lutto dev'essere ri-
ciò di diamanti; e con esso l'ampolle, il cam-
cordalo che la Chiesa cattolica ha
si è panello e il bacile, il tutto d'oro finissi-
ora Ulta Gerarchia di i3 vescovi, con ti- mo. L' avea ricevuto dopo il i8i4 '''^J

toli attaccali alle città o territoni, e a- capitolo di Messico. E volle che nell' i-

venti alla loro testaun cardinal arcive- scrizione incisa siìI calice, si esprimesse
scovo ". Trovo nella Cronaca del feb- anche d' averlo egli consagrato. Questo
braio i85i della Ch'Illa Cattolica, che superbo calice serve n Moorfieids nelle
gl'inglesi erano per ac(|uistare una bel- maggiori solennità. Notò poi il laudato
I' area in Westminster, per fabbricarvi scrittore. Il re d'Inghilterra scrisse in la-
una sontuosa cattedrale sotto il nome di lino a Pio VII colla sua firma. Primo
s. Patrizio, per sede del cardinal metro- esempio d'un simile carteggio, dalla ri-
politano. Leggo nel Giornale di Roma voluzione del 1688 in poi. Il Papa ne
del i853 a p. 366, una corrispondenza restò contento e gli rispose. La cattedra-
di Londra de' 5 aprile. La nuova catte-
1 le diWestminster ha il capitolo, come
drale metropolitica pe' cattolici romani, apprendo dal n. 2 54 del Giornale di Ro-
che deve innalzarsi a Londra all' estre- ma del i858, per l'indirizzo da esso pre-
mità nord d* Hatlon Garden, sarà co- sentato al cardinal Wiseman, reduce dal
struita sul modello di basilica, non solo viaggio d'Irlanila, cui rispose colle parole
in vaste proporzioni, ma con grande ma- ivi riportate. M'istruisce poi tal Giorna-
gnificenza. Gli architetti sono Francesco le, made'25 giugno 1860, d'aver il Pa-
Gualandi di Bologna (che lo era stato pa Pio IX. annoverato tra'prelati proto-
della suddetta chiesa degritaliani)e J.H. notari apostolici ad instar participan-
Slevens. Si avea l'intenzione di non esi- tium, il sacerdote d. Enrico Edwardo
gere retribuzione alcuna per l'jir.unissio- Manning, preposto del capitolo di West*
ne in chiesa (la piccola oblazione che si minsler. Le parrocchie di tutta la pro-
suole pagare io Inghilterra per aver luo- vincia ecclesiastica sono circa 65o, ed
go nelle chiese e ac(juistar sedie, in di- i cattolici quasi un milione 200,000, in
fetto d'altre rendite, viene requisita pel progressivo incremento per le frequenti
necessario mantenimento del culto). 1 commoventi e belle conversioni dail'an-
sermoni doveano esser predicati, ed sa- i giicanismo, trionfando virtuosamente il

gramenti amministrati in io diverse lin- cattolicismo di qualunque ostacolo, an-


gue. Nelle preziose Rimembranze degli che di varie nazioni stabilite in Inghil-
ultimi quattro Papi del cardinal Wise- terra, con generose risoluzioni. Ciò av-
man, di cui mi giovai nel voi. XCI, p. viene pure nelle colonie e ne'vicariati a-
547, e pubblicate nel i858, è detto dal- postolici, eziandio dal paganesimo. Nuo-
l'eminente autore. La chiesa attuale di ve e numerose si operano ogni giorno in
Moordelds, che ora fa da prò cattedrale tutta l' Inghilterra le abiure e le con-
allo diocesi di Westminster, fu termina- versioni al cattolicismo, e nella più parte
ta nel 1820, e stimata allora un edilìzio sono tanto maggiormente consolanti, ia
bello e spazioso. Un disegno prospettivo quanto che bene spesso neofiti appar- i

dell'interno fu spedito a Roma, e presen- tengono sia alle classi, come


più elevate
tato al Papa Pio VII dal rev. d.' Grad- alle p'ù meschine. Non poche menano
WET WEX aig
iiUlcialinenle Ri'an nunore pe'nomi illu- pagine checompongono questo volume".
slri o quali miiiisli i o dotti anglicani, e l\Ii astengo dire altro, mancan.lo lo spa-

qualunque callolico grandemente se ne ziojcdanco per non insozzare t|ueste pa-


consola leggendone spesso le edificanti gine. Tutto quanto questo mio Diziona-
liste e nolizie^ negli eccellenti periodici rio può servire di trioufante confutazio-
del Giornale dì Roma, deWa Civiltà Cat- ne, contro l'odio velenoso e accanito del
tolica, dell'/^r/;io/i/Vz di Torino, dell'^^- Dicey, sfogato contro Roma, il Papa e il

mi de la Religion di Parigi, olire altri. Sacerdozio cattolico.


Il 2.° nel t. 3, p. 4o3 della i.' serie ri- WETZLAR. Città degli stali Prussia-
feri in proposito le dolenti confessioDÌ ni, provincia del Basso Reno, reggenza,
del Tescovo e dell'arcidiacono di Londra capoluogo del circolo di Wetzlar-Braun-
per l'aumento de'catlolici romani in In* fels. Giace sur un'eminenza, presso la

ghillerra, e il loro frequente ritorno al sponda sinistra del Lahn. Cinta di mura
seno dell' unica e vera Chiesa. Spaven- con 5 porle e 2 sobborghi, ha parecchie
tati dalle conseguenze e da' pericoli che chiese cattoliche e protestanti, ospedale,
rainacciano la loro chiesa, eccitarono tut- ginnasio luterano e cattolico, scuola d'in-
ti quelli che apprezzano la fede prote- dustria, istituto de'poveri. Possiede con-
stante ad alzarsi per la sua difesa come cie di pelli, e novera circa 5ooo abitan-
nel 1688, ma senza successo. In somma ti. Vicino sono le rovine dei
alla città
meraviglioso è lo slancio delle popola- castello di Kalschmitl o Carlsmund. No-
zioni inglesi verso il caltolicismo, unico tai ne' voi. XLII, p. i6e i7,XCIX, p.
porto per 1' eterna salvezza. Egli è per 297, che Massimiliano I da Spira vi
questo che, indispettiti alcuni protestanti trasferì la sede della corte d' appello o
inglesi, raijbìosamenle alfaslellano ma- camera dcWImpero, e vi rimase sino al
dornali falsità, per tentare di deprimere 1806. Data in contea all'elettore arci-
lo splendore dell'eterna Roma ( ^.), mae- vescovo di Magonza Dalberg, passò nel
stoso centro del caltolicismo. Da ultimo i8i4 dominio della Prussia. I fran-
in
comparve il goflo, slrauo e frenetico, a ebbero presso alle sue
cesi e gli austriaci
non dir peggio, opuscolo riprovato dalla mura uno scontro a' i4 giugno 1796.
Civiltà Cattolica, serie 4- , 1. 1 o, p. 5q i I^retendouo alcuni che vi sia slato tenu-
nel darne disdegnosamente contezza, alla to un concilio; ma i collettori di essi
quale in tutto mi unisco, qual sentimen- affatto non ne fanno menzione.
to comune de'romani miei concittadini, WEXFORD, Wexfordia. Città ve-
de'catlolici conoscitori di Roma, anzi de- scovile d'Irlanda, provincia di Leinster,
gli stessi probi e giusti protestanti che l'am- capoluogo della contea del suo nome, a
mirarono. Porla per titolo: Roma nel 25 leghe da Dublino, alla foce dello Sla-
1860, /jer Edoardo O/r^j', Cambridge nci nel canale di s. Giorgio, già residen-
e Londra 1861. » L'autore ha tolto a za del vescovo di Ferns dopo l'XI o XII
fare un quadro di Roma nel 1860 col secolo, sotto la iuetropoli di Dublino,
pennello delt'Aboul e colle tinte più ne- lacui diocesi ha 89 parrocchie e circa
re che la malinconica fantasia d' un in- 173,000 anime. Irregolarmente fabbri-
glese splenetico sapesse creare: talmen- cata, le vie ne sono anguste, ma però
te che la sua Roma n'esce fuori la più possiede alcuni belli edifizi. Ha le note-
squallida, la più misera, la più trista, la voli caserme nel sito dell'antico castello:
più corrotta città che esista sulla faccia la moderna ed e-
chiesa è d'una struttura
della terra ! A Roma tulio è male senza legante; mercato coperto e il tribunale
il

niuna sorte di bene : tale è in due pa- sono costruiti con buon gusto. L' orna-
role la sostanza de' 18 capitoli e delle 270 meulo principale della città è il ponte di
2io WEX W HE
legno gettato sur ud braccio di mare, che no, Uoamano e Wiamano, e vengono
lungo aiqo piedi forma un gradevole onorati come martiri. Il re Olao 111, che
passeggio.E fornita d'un grande e bel por- per fare rifiorire nel regno la religione
to, mapoco profondo, ed all'ingresso vi di Cristo disseminatavi nell' 83 o da s.

si trova uno snanno che non permette Anscario, avea ottenuto i missionari da
d'arrivare alla città alle navi che pe- Etelredo II re d' Inghilterra, sdegnato
schino più d'i r piedi d'acqua. Vi hanno d'azione così crudele e che poteva aver
manifatture d'oggetti di lana : mediocre- delle conseguenze pericolose rimanendo
mente operoso n'è il trallìco, ed i suoi impunita, deliberò di condannare gli uc-
più di 10,000 tengono 5 annueabitanti cisori alla pena di morte. Però s. Sigi-
^ere. La città fu edificata da'danesi, che frido s'interpose a prò di essi con sì gran-
la denominarono fVexford, ed a cui di istanze, che gli venne fatto d'ottener
gl'inglesi la tolsero nel 1 ryo, dopo un loro la vita. Nondimeno il re li multò in
assedio di 4 giorni. Un tempo piazza for- buona quantità di denari a benefizio del
tevenne pur assediata da Cromwell nel Santo; ma non fu possibile d'indurlo a
1649, e presa per tradimento del co- ricever nulla, sebbene poverissimo, e sti-
mandante del caslello. Il vescovo di — molato dagli stringenti bisogni di procac-
Ferns tenne in AVexford un concilio nel ciar denari per assicurare la fondazione
ia4')> "6' quale, dopo avere regolata la della chiesa novella. Morto il Santo nel
maniera di pagare i debiti de'curati de- 1 002 fu deposto nella cattedrale di Wex-
funti, proibì agli ecclesiastici ogni sorta sio. Anche Commanville attribuisce a s.
di commercio; e poi minacciò la scomu- Sigifrido l'erezione di questo vescovato
nica a tutti i violatori delie libertà ec- verso l'anno gSS, indi fatto sufFragaoeo
clesiastiche, agl'intrusi ne' benefizi, agli d'Upsal. Ma il p. Theiner, LaSvezia e
incendiari, agli avvelenatori, a' falsi te- le relazioni di essa colla s. Sede^ a p.
stimoni, ec. Fmalmente dopo aver ben i38 ritarda al 1046 la fondazione della
distinto i casi ne' quali curati ponno i sede vescovile.
scomunicare loro parrocchiani, vietò ai
i WHEELIiSG ( PFheelìngen. ). Città
medesimi di farlo senza l'anteriore par- con residenza vescovile degli Stati Uniti
tecipazione al vescovo. Mansi, Sappi. nell'America Settentrionale, nello stato
t. 2, p. io65. di Virginia, capoluogo della contea d'O-
WEXSlOo WEXSIAEo WEXIOW, hio, distante i5 leghe da Pittsburg e 70
TVexta. Città vescovile di Svezia, capo- da Washington. Giace s ulla sponda si-
luogo della prefettura di Kronoberg nel- nistra dell' Ohio, in situazione pittore*
l'antica Smaland o Gozia meridionale, sca, a pie d'un'alta montagna, ed ha una
situata in riva ai Gulds-Mettsbaeke, che vaga appariscenza sia per le naturali ve-
la divide in due parti, e sul lago Bergua • dute, s'^a per la moderna e regolare co-
da, distante 7 5 leghe da Stockolm. I suoi struzione. Ha molte miniere di carbon
i5oo abitanti circa sono dediti all'indù- fossile ne'suoi dintorni, ed il commercio
sire fabbricazione di cappelli e carta, ed suo di viene ogni dì assai più florido, met-
hanno molte fucine. L'apostolo e vesco- tendovi capo una granile strada frequen-
vo di Svezia s. Sigffrìdo [l^'.) vi predicò tatissima perWashington, e sboccando-
la fede cristiana, e secondo il Butler v'i- vi lanuova strada rotabile di Baltimora,
stituì un seggio vescovile, ma 3 suoi ni- che pone in comunicazione 1' Atlantico
poti che avea lasciati in Wexiow, mentre coirOliio. Va a divenire con ciò il più
promulgava Vangelo nell'altre pro-
il importante deposito delle parti interes-
vince, furono barbaramente uccisi da- sate dell' Unione. Vi sono fabbriche di
gl'idolatri. 1 loro nomi erano Suuama- vetri, di crogiuoli e altro. Già conta più
WIB WIB «I
di 13,000 abitanti, meotre nel 1840 ne come tutti gli altri del Jutland. Vi è l'o-

Tea metà. Per tanti increoienti, ed in


la spedale, diverse scuole pubbliche, una
conseguenza del concilio di Ballimoiadel casa di correzione dove si fabbricano ri-

1849, Papa Pio IX, con breve de' 19


il nomate stoffe di lana. Né manca di con-
luglio i85o, vi eresse la sede vescovile, cie di pelli, e fabbrica di carte da giuoco.
formando la diocesi di quella parte di Dal 1 3 al 29 giugno, i suoi 3ooo abi-
Virginia situala all' occidenie del Maiy- tanti circa, tengono la gran fiera detta
land, e de'monti Alleg heny al nord del- Scbnapsting. La sede vescovile fu eretta
la contea di Monroe, e quindi le contee nel I o65, suffraganea di Lunden, e Com*
di Monroe, Giles, Montgomery, Floyde manville la dice capitale del Norl-Jut*
Carrobl. Dicliiarb il vescovato suffraga- land.
neo delia metropolitana di Baltimora, WIBURGO o WIBORG, Wibur-
riparlata in più luoghi, ed a' 28 luglio gitni. Ciità vescovile di Russia e già dì

dello stesso i85o nomiuò a i vescovo Svezia, e capitale della Cardia, nella bas-
l'attuate mg/ Pticcardo Vincenzo Whe- con porto, ca>
sa Finlandia, assai forte e
lan di Baltimora, trasferendolo da Rich- poluogo del governo del suo nome, di>
mond, a cui r avea promosso Grego- stretto di Stranda, distante 25 leghe da
rio XVI nel i84o. Al presente la dio- Pietroburgo e 100 da Riga. Giace all'e-
cesi contiene 20 parrocchie, e più d'8ooo stremità d'una baia del golfo di Finlan-
cat lolici. dia, difesa da una cittadella e da un mu-
\VIBERTO(s.), abbate. Monaco d'In- ro di scogli. 11 suo porto manca d'acqua
ghilterra, fuinviiatodas. Bonifacio a pas- bastevole a portare grossi vascelli; ma
sare io Alemagna, e fatto dapprima abba> la baia, la quale offre anco una bella po-
te dì Ordorf, poscia di Fritzlar. Morì nel sizione militare, ha diversi bacini pro-
y^ì,efu seppellito in quest'ultimo mona- feudi e difesi, i quali sono formati da «•

stero; ma nel 780 il suo corpo venne tra- sole. E al fondo della baia, che si prt-
sferitoa Hirschfìeld, facendo laceiimonia senta più d'un punto facile allo sbarco.
di questa traslazione s. Lullo di Magonza. Vi sono 3 chiese luterane, una greco-
S.^Wi berlo è il principale patrono della russa, grande spedale militare, ginnasio
cittàe monasterodiColleda appartenente e magazzini considerabili. Fa assai rag-
all'ordine cistercieose. La sua festa si ce- guardevole commercio di legname da co-
lebra il 1 3 agosto. struzione, tavole, resina, catrame e po-
WIBORGo WIBURGO.r/Aorgf/m. tassa.Contiene quasi 4ooo abitanti. La
Città vescovile di Danimarca nel Jutland, cittàvenne fondata nel 1298 sotto la
capoluogo della diocesi e del baliaggio reggenza svedese di Torquel Canuisoo. l
del suonome, distante 16 leghe da Aal- russi nel 495 l'assediarono inutilmente;
1

borg capitale del Jutland, sulla sponda nel i556 batterono gli svedesi ne' din-
occidentale del pìccolo lago di Wiborg torni, e nel 609 vi fu concluso un trat-
1

detto Asmild, le cui acque scolano all'est tato tra le due nazioni. L' ammiraglio
nel Guden-aae. Questa città ha fama di A praxin la prese nel 1
7 1 o, e pel trattato
esser la più antica di Danimarca. Cinta del 1721 rimase alla Russia. Nel 1790
di mura rovinose, che altri dicono buo- Gustavo III re di Svezia entrò nella baia
ne, con 6 porte, vi hanno 3 piazze pub- di Wiburgo con tutta la sua flotta, ma
bliche, 7.8 vie, 3 chiese, tra le quali la i russi lo sforzarono alla ritirata. Quel
cattedrale di s. Catallo vescovo di Wi- valorosore, con colpo ardito erasi avan-
borg, bruciata nel 1726, venne tosto ri- cammino da Pietro-
zato fino a 3 ore di
stabilita più bella di prima. 11 suo ca- burgo, in cui mise grande sgomento, e
pitalo professa la eanfe&tioQC Augustasa, fitto la czirioa Caleriaa 11 nella più gra^
222 W I C WIC
ve agitazione, a segno che precipilosa- abbia preso il nome, com'era uso in quel

ruenle e coIIk sue mani, assistita da'siioi tempo. Fece gli sludi nel collegio diMertou
favoriti, imballò gli archivi ilei palazzo in Oxford, e dopo averli finiti ivi insegnò.
imperiale, tremavano dal rim-
i cui vetri L'acutezza del suo ingegno, un talento no*
bombo de' cannoni svedesi. Però la ri> quale parlava del
labile, la libertà colla
volta e il tradimento costrinsero il re a Papa, del clero e de'monaci, specialmen-
pronta ritirata. Tuttavolta la battaglia te degli ordini mendicanti, gli attirò una
navale di Swenksund resta nella storia, numerosa udienza. Fu sempre facile a*"

come uno de'pìti grandi disastri che pos- novatori trovar seguaci. Neh 365 venne
sa provare una potenza: 5o6 navi russe eletto capo o direttore d'un collegio nuo-
e 1800 cannoni caddero in poleie degli vamente fondato nell'università d' Ox-
svedesi ; morirono 6000 russi, e il dop- ford, da Islip arcivescovo di Canlorbe-
pio rimasero feriti o prigionieri nell'iso* ry, pegli scolari di quell'arcidiocesi. I re-
lette di Swenksund. Comraanville rife- ligiosiche v'erano ammessi, pretesero che
risce the Wiburgo divenne sede vesco- tale ufiìzio dovesse essere sostenuto da
vile nel XII secolo, suffraganea della me- un regolare, e furono appoggiati dal re-
tropoli d'tJpsal. Ma s'è vero che fu fab- ligioso Langham, successore d'islip. Que-
bricala verso il fine del seguente, con- sti ordinò a Wiclef di ritirarsi, ed essen-
viene ritardarne l'erezione. Il p. Mireo, dosi rifiutato, l'arcivescovo fece mettere
Noùlìa Episcopatunin, non lo registra. sotto sequestro le rendite del collegio.
\ Il p. Theiner, La
Svezia e le relazioni Wiclef appellò contro i di lui ordini al
\ di essa colla s. Sede, narra a p. 34' Papa Urbano V, il quale con bolla del
. che nella Finlandia non eravi che il ve- 1370 die' ragione all'arcivescovo. Quan-
scovato d'Abo o Aebo capitale della Fin tunque Wiclef non avesse aspettalo fino
landia, fondalo nel XII secolo, il quale allora per manifestare alcune delle sue
do Gustavo 1 re di Svezia fu diviso, eri- proposizioni erronee, è naturale che tale
gendo in sede vescovile protestante Wi- giudizio e il rifiuto delle bolle pel vesco-
burgo, su cui collocò Paolo Justen:con vato di Worchesler, alqual avea preten-
che ottenne più facilmente d'introdurre sioni, non contribuirono poco a inaspri-
illuteranismo in quella provincia. Non re il suo orgoglio, e la sua delusa ambi-
essendo l'Agricola vescovo d'Abo ancor zione da cui era dominalo. Dal suo casi-
cousagrato, il re fece ordinare entrambi to il Papa avea contro di lai motivi di
\ vescovi da Boihwido di Slregnas nel malcontento, poiché a vendo fatto de'leu-
1 554- Il I." di questi cadde ben presto tati vi presso Odoardo III allineile gli pre-
dal regio favore, perchè non volle di- stasse l'antico omaggio pe' regni d'Inghil-
mettere l'uso cattolico di portar la mi- terra e Irlanda (Z^-), quali Stati tribu-
tra, il pastorale e le altre insegne epi- tari della s. Sede(^f^.), e perchè gli pa-
scopali. Lo stesso poco dopo avvenne a gasse gli arretrati del tributo al quale i

Bothwido. suoi predecessori eransi obbligati , detto


WICLEFISTI o WICLEFITI. E- anche Denaro di s. Pietro (^^.), trasen-
retici seguaci degli errori dell' eresiar- to da 3o anni (Si deve ricordare, che
ca inglese, il famosO Giovanni Wiclef Odoardo HI fu già alleato e vicario del-
o de Wicliffe, antesignano di Lutero l' impero di Lodovico V il Bavaro sci-

e di Calvino, precursore e uno de' pri- smatico persecutore della s. Sede ; indi
mi fondatori de' Protestanti {'^^.), nac- da Benedetto XII scomunicato per avere
que nel I 324 non già a Longhbrouch nel- occupato i benefizi ecclesiastici ; e che po-
la contea di Leicester, ma nel villaggio di co mancò che noi fosse pure da Clemen-
Wicliirtì io Ytiikshtre, donde sembra che te VI per aver usurpato le ragioni della
W I C 223
Chiesa); ammonendolo a correggersi da' gni potere spu'ituale, ed in tal ca^o era
s:ioi vizi, e reprimere l'eresie cUe andava dovere dell'autorità di spogliarli di tutto-
S|)argeudu ^V iclef, d quale oltre a' prece* ciò che possedevano ec.Nè il re, ne il regno
deuli errori attaccava pure la Cliiesa, la dovevano mai assoggettarsi ad alcuna se-
sua gerarchia ei sagrameiili : errori ca- de episcopale. Più tardi, fra altri errori
vati da'cotidannali ereticiGiovanniGiau- dichiarò: Dopo Urbano VI (successore
duno perugino e Marsiglio da l'adova di Gregorio XI) non dovevasi riconosce-
fautori di Lodovico V il Bavaroe ueoii- re altro Papa, ma vivere ad esempio de*
ci di Papa Giovanni XXI e della ponli- i greci, secondo le proprie leggi. L'empio e
licia autorità, non che dàFralicellU^F.) ardito novatore impugnò altresì sagri i

e altri eretici. Ora in tale circositanzii ,


misteri in una parola la sua riprovevo-
:

Wiclefavea nialiguauiente difeso i diritti le dottrina tendeva a stabilire l'eguaglian-

che pretendeva il re^ questi dirueuticau- za e l'indipendenza tra gli uomini, ed a


do e disconoscendo il passato, contro un sottoporre ogni cosa alla nece<isità. Wiclef
inouacoche giustamente sosteneva quelli non ommetteva niente per convalidarla
del Papa. Tuie improntitudine gli pro- e difTonderla. Non solamente ella circo-
cacciò la protezione d'Odoardo III, quel- lava col mezzo delle sue opere, ma scor-
la di suo figlio duca diLancastro, poten- reva egli il pae^e predicandola e facendo-
tissimo nel regno, (|uella pure della prin- la predicare d.i'suoi discepoli, de'quali il

cipessa di Galle», lUddre di Riccardo il al- numero andava crescendo ogni giorno.
lora erede presuntivo del trono. Neil 874 Il Papa Gregorio XI informato de' pro-

^ iclcf fece parte dell'ambasciata man- gre>si ch'egli faceva, nel 1877 scri>se al-
data a Bruges pt-i- conferire co'legati del l'uni versila d'Oxfoid di consegnare Wi-
Papa Gregoiio XI, in proposito delle h- clef in mauo all'arcivescovo di Cantor-
herlà della chiesa d'Inghilterra. In quel- bery, ed ordiuava in pari tempo a que-
l'epoca, a ricompensa de'suoi meriti col- st'ultimo e al vescovo di Londra, di pro-
la corte, il re Odoardo IH l'elesse al ricco cedere secondo i sagri canoni, dando loro
rettorato o parrocchia di Lulerworth nel- com.Dissione a tale elfetto d'interrogare
la contea Leicester, e nel i 3j5 gli conferì Wiclef, di ritenerlo sotto buona custodia,
una prebenda della collegiata dì West- se ciò fosse d'uopo, e di mandare a Roma
buiy nella contea di Glocester, Sembra il risultato del suo interrogatorio. W^iclef
che M iclef facesse parte altresì d' altra avea trojipi partigiaui nell'università per-
ambasciala mandata al signore di Milano. chè quella ubbidisse ; ma i due prelati si
Eiasi guadagnato il favore dell' univer- uniformarono agli ordini del Papa, e Wi-
sità d'Oxt'ord,opponendosi a'monaci che clef fu citato. Sì presentò egli, ma accom-
pe'loro privilegi non ne osservavano re- i pagnato dal duca di Lancastroeda Per-
golamenti. Forte pel sostegno di essa e pel cy grau maresciallo d'Inghilterra, quali i

favore della corte, Wiclef non tenne più uon dissimularono la loro protezione, ne
misura. Con audacia e virnlenta temeri- quella della principessa di Galles. Wiclef
tà combattè il potere del Papa nello spi- si presentò arditamente avanti a'suoi giu-
rituale e nel temporale. Secondo suoi i dici, fuinterrogatosopra i 9 artìcoli, man-
errori, la Chiesa di Homa uon avea nes- dati da B.oma colle bulle ; diede sopra di
suna preminenza sull' altre chiese. I Pa- essi alcune spiegazioni, e cercò di giusti-
pi, gli arcivescovi ed i vescovi non erano tìcdisi con sottigliezze, modificando astu-
superiori a' semplici preti. 11 clero seco- tamente suoi errori per ischivare
i il giu-
lare monaci uon dovevano posse-
ed i dizio della Chiesa. Fu lasciato libero sul-
dere nessun bene temporale ; se essi te- la promessa da lui fatta'di starsi d'allora
Elevano una mala condotta perdevano 0- iu poi iu silenzio, promessa eh' e^li uuu
2?4 w I e
iDantenne,sloi'zandost d'annutiare sagra» i za d' Urbano VI e qualunque altr*
di
menti, e si pose anco a bestemmiare Tonni* prelato. Dipoi d'ordine del Papa chia-
potenza della Divinità. 1 due prelati man- mato iu giudizio e condotto davan-
,

daiono a Roma 1* interrogaiorio; ma il li r arcivescovo Courtenay impaurito ,

processo fu sospeso per lamorie del Pa- per la pena del giusto supplizio e ab- ,

pa e pel cambiamento di governo in In- bandonato dal duca di Lancastro con- ,

ghilterra ; poiché nel 377 I salì sul trono dannò le sue eresie. IViccardo II fattine
Riccardo II, e morendo Gregorio XI a' ricercare gli scritti, li condannò alle fiam-
28 marzo 1378, contro il successore Ur- me, e represse i seguaci dell' eresiarca, il

bano VI insorse il grande Sci.sma, sosle- quale non tardò a subire il giudizio di
tiuto dall'antipapa Clemente VII in Avi- Dio, non essendosi allatto emendrilo, giac-
gnone. Nel 379 l'arcivescovo di Cantor-
I che avea rinnovato anco l'eresie tSeSa-
bery adunò presso Londra il conrilio di gramcntnri, àe'Faldesi e degli Albigcsi
tal nome contro Wiclef; ma tosto da (/^'.), introducendo alti esì nelmondo l'i-
200,000 uomini del basso popolo, aizzali dolatria e l'ateismo. Che Diodovea ubbi-
dal cattivo prete Giovanni Ball, ardente dire al demonio. Se il Papa è cattivo e ri-
wiclefila, dopo aver commesso ogni sorta provato, come membro di Satana, non a-
di disordini sulle pubbliche strade, si a- vere altro potere sui fedeli che il conferi-
ifanzarono fino a Loniira , e vi uccisero togli dall'imperatore. Niuno deve scomu-
r arcivescovo di Cantorbery cancelliere nicare persona, se prima non sa eh' è sco-
del regno. Wiclef non prese alcuna parte municata da Dio. Esser permesso predi-
a tali movimenti sediziosi, ma continuò a care anco a un diacono la parola di Dio,
scrivere e a dogmatizzare. Urbano VI col- senza l'autorità vescovile e pontificia. E
la bolla fnler solliciUtdines varias^ de' permesso non pagar le decime, ed al po-
3o marzo 382, Bull. Rom. t. 3, par. 2,
I polo di correggere i loro signori. I Santi
p.366: Confi clcraiioiies cttni haeretìcis peccarono nell'istituire ordini religiosi; e
quaecumque fìrmilate roboratae^ nidlae peccano que'che fondano monasteri : lutti
etìrrUaedeclaranlur.Qfy\^\\t\inoA\CQ\xr- a;li ordini religiosi furono introdotti da
tenay, succeduto nella sede di Cantorbe* Satana. Peccarono s. Silvestro I e Costaa*
ry all'ucciso, a' 17 maggio 1 382 tenne un tino I dotando la Chiesa. Tutti i religiosi
concilio provinciale in Londra {f.). Vi mendicanti sono eretici, e scomunicati chi
si esaminarono 24 proposizioni estratte fa loro limosina. 11 Papa e gli ecclesiastici
da' libri di Wiclef, delle quali io furono che possedono beni sono eretici : i ss. Ago-
dichiarale eretiche, e le altre 1 4 erronee. stino,Benedetto e Bernardo sono dannati,
L'arcivescovo allora domandò e ottenne se non hanno fatto penitenza, per aver
dal re Riccardo 11, perse e pe'suoi sulfra- pos'nedulo beni e fondalo ordini regolari.
gauei di fare arrestare e imprigionare co- La Chiesa di Roma è la sinagoga di Sata-
loro che insegnassero e sostenessero sif- na. L'erezione del Papato é introduzione
fatti errori. Seujbraohe tal provvedimen- diabolica. E' una follia il credere all' in-
to operassealcuiie conversioni ; poiché in dulgenze. E coM altre empie proposizioni
un altro concilio tenuto in Oxford con- assurde e contraddittorie. Narra l'annali-
tro Wiclef nello stesso anno, vennero fat- sta Ruialdi all'anno i 384, «'29 dicembre
te molteabiure. Wiclefpeiò era stato ob- festa di s. Tommaso di Canlorbery : Wi-

bligato a partire da quella città, in cui clef organo diabolico, nemico della Chie-
non poteva ormai rimanere in pace, e $i sa, confusione del volgo, idolo degli ere-
ritirò nella sua pieve di
Luterwoitli. Pre- tici, specchio degl'ipocriti , sonunovitore
se cagione dal uieniurato scisma per in- e sollecitatore dello scisma, e fabbricato-
eitar gl'inglesi a sottrarsi dall' ubbidian- re di menzogne, mentre voleva predicare.
M I C W I C 22^
coD vomitare esecrazioui e beslemoiie provinciale di Londra j rinnovandone la

contro quel glorioso martire dell'immu- condanna in altro concilio di Londra del
oità ecclesiastica, salito sul pulpito di sua i4oi. Quel prelato si mostrò sempre a-
parrocchia, dopo non molte parole, di re- cerri mo contro iwiclefìsli, ma nonostante
pente fu percosso di paralisia io tutti i l'iniqua setta si propagòperTlnghilterra.
membri ; e la bocca che avea proferito Nel detto anno il re Enrico IV in un par-
empie cose contro Dio, i suoi Santi e la lamento fece decretare uno statuto coa-
Chiesa, si contorse in mododa rappresen- tro tali eretici, nel quale è espresso che
tare orribile spettacolo a' circostanti. La dovunque si troveranno persone imbevu-
lingua divenuta mutola, non lo lasciò con* te de'loro errori, verranno presee conse-
fessare, né testifìcar nulla ; la tremolante gnale al braccio secolare, se in essi per-
testa mostrava chiaramente la maledizio sistono. Avvenuepureintornoa quettem*
De già pronunziata da Dio conti oCaino,e pò, che il boemo Fouisfìsch, che studia»
a somiglianza di lui mori disperato, come va in Oxford, essendo divenuto per illu-

aiTermarono quelli che trovaronsi al suo sione ammiratore dell'opere Wiclef, di


infelice transito. Altri dissero che colpito credette di rendersi molto benemerito alla
d'apoplessia nel di di s. Tommaso, so- sua patria, trasportandovi tal peste. Gio-
pravvisse due anni e morì nel dì di s. Sil- vanni Huss, ancora giovane, ma già ri-
vestro I, epoche che furono notate, poi- nomato, le lesse, e de'loro errori ne adot-
ché egli spesso a vea declamato contro que' tò una parte. Indi in un sinodo tenuto nel
due Santi. Wiclef compose molte opere, luglio 1 4o3 dall'arcivescovo di Praga, nel
piene d'errori ereticali. Fece una versio- condannarsi gli errori di Wiclef, come
ne in inglese della Bibbia , tratta dalla fecero altri eoiicilii, non si nominò l'Huss,
Volgata latina, facendola precedere da il quale non l'insegnava per anco pubbli-

uu trattato sulle s. Scritture, ch'egli qua- camente, come poi fece divenendo capo-
lificò unica regola di fede. La più famosa sella degli U.ssili (f.), quando si levò la

delle sue opere è quella in latino intito- maschera. Nel 1 4o8 il concilio di Londra
lata TrialogOy poiché v'introdusse 3 in- tornò a condannare i wiclefistì, e nuova-
terlocutori, la verità menzogna e la
, la mente in quello deh 409. A' 29 dicem*
prudenza, e fu stampata neh 525 e poi bre di tale anno, Alessandro V in Pistoia
riprodotta. La perniciosissima dottrina pubblicò una bolla per impedire pro- i

di Wiclef non fu seppellita con lui. I mi- gressi che gli errori di Wiclef facevano
nistri regi infetti degli errori de'wiclefi- nella Boemia, sparsivi dall'Huss. Nel 14 2 1

sti, indussero il re Riccardo li a rinno- ei4i3 furono tenuti più concilii contro gli
var le leggi intentate da Odoardo 11 e O- eretici wiclefìstie ussiti. Giovanni XXIK
doardo 111 sulle provvisioni ecclesiasti- In generali Concilio^ de'2 feb-
colla bolla.
che, dichiarando ribelleal re chiunque a- braioi4i3, Bull, cit., p. 4 '6: Damnatio
vessa ricorso alla s. Sede ; ma Bonifacio libroruni seu Tractaluum Joannis fVi-
IX scomunicando quelli che osassero di- clef, Dialogi et Trialogi nuncupatorum,
fenderle ne'giudizi, annullò e coudau-
le cum prohibiiione eos legendi^ seu expo-
nò colla bolla Ab eo, qui prò Redemplio- nendi in quibuscumque Universitatibus
ne, de'4 febbraio i Sg Bull, cit, p. 38o.
i , stu Studiis. Nello stesso anno il concilio
Indi Kiccarilo II represse con gran zelo di Londra condanoò il caposetta de'wì-
alcuni inglesi contaminati dell'eresia de' clefisti, e gli altri eretici Lollardi (f^.).
wiclefistì, eretici che Bonifacio IX eccitò Old Castel che de' primi era l'agitato-
a sterminare. Neh 396 l'arcivescovo di re, tramò una sedizione contro il re En-
Cantorbery Aruodel condanoò 18 arti- ricoV, e fu giustiziato nel i4i7» tenen-
«oli del Trialogo di Wiclef, nel coocilio do pur panili gli altri rei. Finalmente nel
VOL. CUI. i5
aaS W l G Wl L
celebre Sinodo di Costanza, riparlato a Testamento. k\U'9> vita fu stampala a Lon-
Svizzera, quel consesso neli'8.' sessione dra nel 1826. Giovanni Cìilpiu nel 1764
del 1
4 ScoadaiiDÒ 45
1 proposizioni, e tut- impresse le vile di Wiclef e de'priucipali
te l'opere di Wiclef,iu generale e in par- di lui discepoli lord Colham, Huss, Gi-
ticoiare» peressere Giovanni Wiciefnior* rolamo da Praga, e Zisca caposetta furio-
to eretico ostinato, il concilio condanna so de'sanguinari eretici Taborili[P'.). Ab-
altresì la sua memoria, ed ordina di di- biamo V Hisloire de l' eresie de Jean H
sotterrare le di lai ossa, se pur si potran- TViclef^ Jean Hus et Jerome de Pra-
,

no disceritere ftaniuiezzo alle ossa de'fe- glie, Lyon 1682. Il Papa Paolo IV ripri-

deli, acciocché siatio gittate su d'un leta- stinò la festa della Cattedra di s. Pietro.
maio". Tale condanna fu ripetuta nella (/^.), per confutare gli eretici che nega-

sessione 1 5/ Il nuovo Papa Martino Y, vano il suo Piaggio e soggiorno a Roma


eletto in quel concilio, egualmente ordi- (/^.), e peli." dopo XIV secoli Guglielmo
nò di disotterraine l'ossa e gitlarle lun- maestro di Wiclef, colla puerile e mali-
gi dalla sepoltura eccle&iastica,ed a tulli ziosa credenza, che a contraddire la ve-
i vescovi che ardino tulle l'opere di lui. nula in Roma del Principe degli Apu«
Colla!.' sua bolla, Inter cuncLas^ de' il stoli, toglieva al Sommo Pontefice il Pri-
febbraio i4iB,i5a//. cil.,p.4'8: Damna- mato, che dal medesimo B. Pietro deri-
tio errorum Joannis TViclef^ Joannis vò ne'suoi Successori.
Mass, Hicronynii eh Praga, et alioruni, WIGNY o WIGRY. Vescovato della
de Sacramenlis Ecclesiae male sentien- Polonia, ora unito a Seyna, parlato ne'
tihiiSfCnrumque compliciini elfaulorum. due articoli, iictr/es/'a Figerscensis. I geo-
deforma haerelicos, suspectosque de grafi non parlano del luogo, ma del solo
haeresi examinandi. Vi è riportato il te- lago diWigry nella Polonia, voivodia eob-
nore de' 45 articoli di Wiclef, ed il teno- vodia d'Augustow, a 2 leghe da Suwaiki.
re de* 37 articoli di Huss pur condanna- E' lungo 2 leghe e largo mezza lega. So-
lidal concilio. Notai nel voi. LXXIV, p. pra un'isola di questo lago, verso il nord,
a8o , che inoltre Martino V eccitò vari trovasi il monastero o eremo de' camal-
principi cattolici a guerreggiare i wicle- dolesi di Wigry, dove risiede il vescovo
fìsti e ussiti, assegnando rendite in aiuto. di Lituania. Il vescovato l'eresse Pio VI
Altri coiicilii diocesani e piovinciali con- nel declinar del secolo XVII 1 uella Prus-
tinuarono a condannare Wiclef, le sue o- sia orientale, ed a vescovo nominò a*
i

pere e gli eretici di lui seguaci, non me- 28 marzo 1799 Michele Francesco Kar«
no riu^s e gli ussiti. Nondimeno soltanto pow^icz di Luceoria. Pio V II a'26 giugno
nel 1428, Flemming vescovo di Lincolo, i8o5 gli sostilui Gio. Clemente de Go-
dietro ordine di l'apa Martino V, fece di •
leszwski di Tykocin della stessa diocesi ;

sotterrare il cadavere del diabolico Wi- quindi colla bolla Ex imposila , de' 3o
clef, Io fece ardere e l'iufaiui ceneri get- giugnoi8i8, perla nuova circoscrizione
tare in un ruscello del luogo. Tale pesti- delle diocesi di Polonia, soppresse il ve-
fera ed empia doltiiua condannala tante scovato di Wigny o Wigry, e lo uni a
voile, ed origine di tante lurbuienze e di* quello nuovo da lui isliluito di Seyna e
sordini, si appropriarono gli eresiar chi Aiiguslow , traslatandovi quel vescovo.
Lutero e Calvino un secolo dopo, per com- Tuttora è vacante la sede, la diocesi com-
porre il riprovevole sistema religioso, che ponendosi di 2 decanali, 22 parrocchie,
1 1

osarono appellare per onore /?//br/7ifl!/ V^i con più di 470,000 cattolici.
è una f^ita di TViclef, Norimberga 546, 1 WILFRIDO (s.), vescovo di York, da-
Gxfbtdi6i2 ; altra di Lewis del 1720, il gli anglo-sassoni chiamato PVilferdero.
quale nel 1731 ne pubblicò il suo Nuovo Nacque nel regno del Norlhumberland
WIL
circa il 634, e in eia di i4 anni fu man- essere elevato all' episcopato. Essendosi
dato a! monastero dì Lindìsfarae per ìslu- tenuta una conferenza nel 664. pcr ter-
diarviJe lettere e la religione. Segnalatosi minare la disputa sul tempo della cele-
con rapidi avanzamenti, formò il disegno brazione della Pasqua, alla presenza de'
di viaggiare in Fi ancia e in Italia. Si fer* re O.xwi e Alcfrido, nel monastero di s.

n«ò qualche lenjpo a Cantorbeiy, dove Ilda a Streaneshalch, l'ahbale Wilfrido


studiò la disciplina della Chiesa romana; v'intervenne e persuase a seguire la pra-
indi si unì a s. Benedetto Biscop suucom- tica della Chiesa romana. Vacata la sede
patiiotta per recarsi a Roma. Giunti a di IVorthutnberlaod, volle Alcfrido innal-
Lione, i'aicivescovo s. Delfino accolseli zarvi Wlfndo, per cui lo mandò ia
con grande afTezione e ve li ritenne un Francia, ailinchè ricevesse l'unzione epi-
anno intiero, offrendo a Wdfrido sua ni- scopale dalle mani di Agiiberto,sno vec-
pote in inatrintonio colla promessa d'un chio amico.La lunga sua assenza, che fu
grande impiego; ina egli non accettòi'of- di due anni, cangiò aspetto agli affari.
ferta perchè avea deciso di dedicarsi uni- Olivi domandò per vescovo s. Ceadda,
camenle al servigio di Dio. Continuando che fu consagrato. Frattanto Wdfrido fa
dunque il suo viaggio, giunse a Roma, solennen)ente con«agralo a Compiegne
dove contrasse amicizia coli' arcidiacono da Agilberlu, assistito da 12 vescovi e
Bonifacio segretario del Papa s. Marti- con molta solennità. I vescovi portarono
no I, uomo ragguardevole non meno per Wilfrido sopra una cattedra d' oro. se-
la sua pietà che pel suo sapere, il quale condo il costume delle Gallie. Wilfri-
invaghito delle eccellenti disposizioni di do, ritornato in Inghilterra, non volle
Wilfrido, lo tenue qiial figlio, lo istruì opporsi all'elezione di s. Ceadda ; ma
nella disciplina ecclesiastica, indi lo pre- ritirossi nel monastero di Rippon. Tut-
sentò al Papa, che lo benedisse colla iin> tavia nel 66g s. Teodoro arcivescovo di
posizione delle mani. Tornato Wilfiido Cantorbery, facendo la visita della sua
a Lione, vi rimase tre anni presso s. Dei- diocesi, trovò che reiezione di s. Ceadda
lino,che gli diede la tonsura clericale, e non era stala canonica, qiiiudi io trasferì
propone vasi di farlo dichiarare suo suc- a Lichtfield e pose Wilfrido io possesso
cessore; ma il santo arcivescovo fu truci- della sede di York. Esso estese da tutte
dato da Ebroino, presso Chaloiis sulla le parti la pietà, stabilì l'uso del canto
Saona, l'atioo 65o. Wilfrido, che si ti'o- fermo in tutte le chiese settentrionali
Tava con lui, gii rese gli ultimi uHizi, indi della Graa Bretagna, e l'adattò con
tornò in Inghilterra, portando seco mol- molta intelligenza alle diverse pirli del-
te reliquie.Alcfndo, primogenito de' figli l'officio divino, aiutato dal cantore Eddi
di Oswi, che regnava allora sui berni- Stephano, fatto venire da Kent, il quale
ciani, lo chiamò alla sua corte, e pregollo fu poi il compagno indivisibile delle sue
di far parte al suo popolo delle cogni- fatiche, e ne scrisse la vita. Governava
zioni che avea acquistate. Gli fu poscia santamente il suo vescovato da io anni,
teneramente ad'eziouato, e gli donò un quando il reEgfridosdeguatoperchè avea
tratto di terra a Staraford per edificarvi dato il velo a s. Ediltrude sua sposa, senza
un monastero; indi gli diede anche il mo- però che fosse stato consumato il matri-

nastero di Rippou, di cui il santo prese monio, fece dividere la diocesi in più par-
possesso dopo averlo condotto a fine. Le ti. Wilfrido si oppose dapprima a questo
sue virtù gli procacciarono l'amore ed il smembramento, e vedendo chenoo avea-
rispetto universale: il vescovo l'ordinò sì riguardo alcuno allesue ragioni, si pose
prete nel monastero di Rippou, e dichia- in cuore di appellarne al Papa. 11 timore
rò che DO uomo di sì iato merito doveva però di far nascere uno scisma gli fece
aaS '^'
I L W I L
tacere le sue giuste querele^ per non ma versi miracoli, convertì quella nazione
essere testimonio de' disordini che pro- alla fede cristiana. Edificò i monasteri
scrivevano i canoni, imbarcossi alla volta di Bosenham e di Selsey, e procurò la
di Roma. Contrari venti avendolo get- conversione dell'isola di Wight. Nel 686
tato sulle coste della Frisia, i cui abitanti fu richiamato alla sua sede, e a poco a
erano immersi nelle tenebre dell'idola- poco gli venne restituita tutta la ^ua dio»
tria, predicò loro la fede, fermandovisi cesi. La santità, la vigilanza e lo zelo
tutto l'inverno, e la primavera seguente indefesso del santo vescovo dovevano
ne converti e battezzò un gran numero, chiuder la bocca a'suoi nemici; nondi-
per cui è stalo sempre dipoi onorato co- meno gli furono destale contro nuove
me apostolo del paese. Lasciata la Fri- procelle, per cui fu costretto a fuggire,
sia, dopo avervi posto de'pastori, sirecò e ritirossi presso Elelredo re de'mercia-
'
neir Austrasia, dove il re Dagoberto II ni. Indi avendo suoi nemici sollecitato
i

l'accolse onorevolmente e gli offrì il ve- una sentenza di deposizione, egli appel-
scovato di Strasburgo, che il santo ri- lò una seconda volta a Roma, e vi si
cusò. Giunse a Roma nel 679, e il Papa recò nel yoS. Vi andarono parimenti i
Agatone, già informato di quanto era av- suoi accusatori, ma restarono confusi,
venuto, convocò un concilio nella basilica imperocché Papa Giovanni VI dichia-
di Laterano per esaminarvi ponderata- rossi apertamente in di lui favore, e
mente l'affare. Fu decretato che Wil- scrisse a' re di Mercia e del Northum-
frido doveva essere rimesso sulla sua berland per raccomandarlo, incaricando
sede; ma egli restò ancora 4 mesi a Ro- Brilwaldo, allora arcivescovo di Can-
ma, ed assistette all'altro celebre concilio lorbery, di convocare un sinodo per far
di Laterano che condannò l'eresia de'mo- rendere giustizia al vescovo perseguita-
noteliti. Ritornato in Inghilterra, andò to. Superati tutti gli ostacoli, Wilfrid©
a visitare il re, e gli consegnò le lettere rientrò in possesso della sua diocesi, ma
del Papa. Il principe le fece leggere ai fece la sua principal residenza nel mo-'
vescovi del suo partilo; ma siccome di- nastero di Rippoo, lasciando York a s.
struggevano le sue pretensioni, gridò che Giovanni di Beverley. Riprese il gover-
il Sommo Pontefice era stato ingannato, no de'diversi monasteri che avea fonda-'
e ordinò che Wilfrido fosse messo in to nella Mercia, e chiuse la sua santa e
prigione. Le guardie restarono edificate travagliata vita in uno di essi, chiamato
udendolo cantare salmi, e il principale Undalum,oggidì Oundle, nella contea di
uffiziale, vedendo ch'egli avea miracolo- Northamplon, in età di ySanni, de'qnali
samente guarito sua moglie, ricusò di ne avea passato ^5 nell'episcopato. Fu
prestare più a lungo l'opera sua all' in- s. Pietro a Rip-
seppellito nella chiesa di
giustizia laonde fu posto in altra pri-
; pon, donde in processo di tempo, essen-
gione. Frattanto la regina, eh' erasi im- do stato distrutto quel monastero, le
possessata di un vasetto di reliquie sue reliquie furono in gran parte trasfe-
appartenente a Wilfrido, cadde peri- rite nella cattedrale di Cantorbery, e
colosamente ammalata, e mo'^sa dalle deposte sotto l'altare maggiore nel g^g.
rimostranze che le vennero fatte, volle Lanfranco le fece chiudere io una cassa,
che fosse posto in libertà, e che gli fos- e s. Anselmo le mise ai lato di tramon-
sero restituite le reliquie. Il santo ar- tana dello stesso altare à'12 di ottobre;
dendo di zelo per la conversione degl'in- laonde d'allora in poi si celebrò in tal
fedeli e per la salute delle anime, passò giorno la festa del santo, che prima fa-
nel paese dei sassoni meridionali, e cor- cevasi a' 24 d'aprile. Dicesi che presen-
roborando Iddio la sua missione con di- temente le reliquie di s. Wilfrido sodo
WIL WIL a3<
presso la tomba del celebre cardinal ÌD Francia, ed aspettando il fine della
PoFo. guerra ritìrossi nel monastero di Epter-
WILLEALDO (s,), vescovo di Brema nac, dove si trattenne circa due aDoi
e apostolo della Sassonia. Nacque nel re- nell'esercizio della contemplazione, ia
gno di Northumberland, ed educato nelle assidue veglie e digiuni. Avendo Witi*
lettere e nella pietà fu insignito del sa- kindo, capo de'sassoni, ricevuto il batte-
cerdozio. Infuocato da ardente desiderio simo nel 785, ed essendosi ristabilita la
di far conoscere il vero Dio a'popoli bar- pace in quella provincia, vi ritornò il
bari, che vivevano nelle tenebre del pa- santo sotto la protezione di Carlo Ma-
ganesimo, si recò neila Frisia verso l'an- gno. Siccome fondava continuamente
no 772, e cominciò la sua missione a nuove chiese, fu consagrato vescovo
Dockum presso il luogo dove s. Bonifa- de'sassoni a'i5 luglio 787, e pose la sua
cio e compagni aveano ricevuto
i suoi residenza a Brema. Animato da novello
la corona del martirio nel 754* Gl'in- ardore per la salute delle anime e per
fedeli prestarono orecchio alle sueistru- la propria santificazione, funse con zelo
zioni, ed egli ne battezzò un gran nu- il pastorale ministero, e vietatosi l'uso
mero. Si diresse poscia verso il paese ora di qualunque liquore alto ad inebriare,
conosciuto sotto il nome di Ower-Issel, ciba vasi soltanto di pane, di mele, d'er-
dove corse pericolo di perire co* suoi be e di frutti; ma essendosi di molto in-
compagni; quindi andò a predicare nel debolita la sua salute, Papa Adriano I
paese detto allora Trentonia o Drentia, gli comandò di mangiare un po' di pe-
e vi operò molte conversioni. Avendo sce. La meditazione della legge del Si«
alcuni suoi discepoli demolito de'luoghi gnore e la lettura de' libri santi forma-
consagrati agl'idoli, i pagani determi- vano la sua delizia, e recitava tulio in-
narono di uccidere tutti missionari e i ; tiero il Salterio ogni giorno, sovente anche
uno di essi scaricò un colpo sul collo di più d'una volta. Neppure nella sua vec-
Willealdo, che gli avrebbe recisa la te- chiezza si potè indurlo a interrompere le
sta se difeso non l'avesse la miracolosa sue funzioni, oè a moderare le sue morti-
prolezione del Signore, poiché la spada ficazioni. Morì in un villaggio della Frisia
si rintuzzò nel tagliare un cordone che detto Bleckensee, ora Plexem, dopo 2 an-
portava intorno al collo, al quale era ni, 3 mesi e 2b giorni Il suo
di vescovato.

appesa una scatoletta di relìquie. I pa- corpo fu portato a Brema, e sepolto nella
gani, stupiti a tale prodigio, concepiro- cattedrale. Molti miracoli furono falli alla
no sentimenti di venerazione pel santo sua tomba. S. Anscario, 3." suo successore
missionario. Di là recossi nel paese ove e i.° arcivescovo di Amburgo, lo pose nel
ora è Brema, e fu il i.° operaio evan- numero de'sanli con autorità del Papa, e
gelico che valicasse l'Elba. Predicò per fece una traslazione solenne delle sue reli-

7 anni la religione di Cristo a'sassoni; quie. La sua festa si celebra il giorno 8


ma essendosi questi ribellati contro Car- novembre.
lomagoo nel 7S2, la sua missione fu in- WILLELMO Filippo di Baviera,
terrotta, giacché costoro rinnovarono le Cardinale. V. Baviera Filippo.
ostilità con maggior furore che mai, e WILLIBALDO o VILIBALDO (s.),

mallraltarooo i predicatori del cristia- detto volgarmente Guillebaldo^yeicovo


nesimo, facendo morire tulli que'che di Aichstadt io Germania. Figlio di s.

cadevano nelle loro mani. Willealdo Riccardo (P^.), re nel paese abitato da'
s'imbarcò per la Frisia, indi si portò a sassoni occidentali, nacque verso l'anno
Roma per far conoscere a Papa Adria- 704 nelle vicinanze del luogo ov'è ora
no I lo (tato della missione. Passò poi Southampton. Colto io età di 3 anni da
23o WIL W 1 L
pericolosa malaltia e spedito cJa'roedlci, i coglìmenlo in mezzo alle funzioni esterio«
suoi genitori lo poi't8ronoa''piè d'una cro- ri e al commercio che dovevano ?tvero

ce nella pubblica piazza, e promisero di Co* secolari. Recatosi a Iloma nel 788 s.

CODSacrailo a Dio se gli i idonasse la sani- Bonifacio suo parente, pregò il Papa Gre-
la. La loro preghiera venne esaudita, e s, gorio nidi lasciargli s. Willibaldo per
Riccardo non risguardò più suo figlio, che dargli mano alle missioni che faceva ia
coinè uD deposito statogli confidalo; per- Alemagna. Il Papa lo chiamò a se, e ri-
ciò allorché ebbe 6 anni niandollo nel mase tanto compreso della sua virtù, che
oionaslero di Waltheim, di cui era abba- annuì alla domanda. Partì dunque per
te Egbaldo. Questo fanciullo, giunto al- la Tnringia, dove s. Bonifacio ordinollo
l'uso della ragione, parve cosìcompreso prete. Il novello missionario fu un uomo
dell'amor di Dio, che non agognava ad al- possente in opere e in parole: le sue fati*

tro che a' beni invisibili, a'quali diresse ch«^ in Franconia e nella Baviera ebbero
tutti i suoi pensieri e tutte le sue azioni. il più felice successo ; laonde s. Bonifucio

Verso il 72 I accompagnò il padre eil fra- per dargli modo ili accrescere sempre più
tello s. fViiiibaldo ( F.;, che recavansi a la gloria di Dio, lo consagrò vescovo di
l^oma a visitare le tombe degli Apostoli. Aichstadtnella Franconia». S. Willibal-
Morto a Lucca s. Riccardo, i due fratelli do raddoppiò allora il suo zelo e la sua
conlinucirono il loro pellegrinaggio, e attività per coltivare la vigna alle sue
giunti a Roma vi presero l'abito mona- cure affidata, che richiedeva assai fati-

stico. appresso Winibaldo do-


Due anni cosi stenti. Fondò un monastero in cui
vette tornare in Inghilterra, e Willibal- stabilì la regola di Monte Cassino, e in
do, eoo alcuni signori inglesi, imprese il quando in quando; ma
esso ritiravasi di
viaggio di Tcrrasanta, Ad EraesaWilli- l'amore della solitudine noi distoglieva
baldo fu preso da'saraceni come spia, e da'doveri di buon pastore, che anzi ado-
tenuto alquanti mesi in prigione,ove mol- pravasi indefessamente a provvedere a'bi'
lo sofferse; ma alcune persone, tocche dal- sogni sì che temporali del suo
spirituali
la sua virtù, feceroconoscere la sua inno- gregge. I erano oltremodo
suoi digiuni
cenza al califfo, che ordinò di metterlo in rigorosi, né li scemò pure nella decre-
libertà. Alliettossi allora co'sooi pii oora- pita sua età. Morì in Aichstadt a' 7 di

pagni di giungere in Palestina, e quivi luglio, in età di 87 anni, e fu sepolto


visitando lutti que'santi luoghi, idearono nella cattedrale, dove la sua santità fu
di seguire il Salvatore in tutti gli atti e accertata da molti miracoli. Papa Leone
circostanze della sua vita, locchèesegui- VII canonizzò nel gSB, e il vescovo
lo

lono con sooamo fervore. Visitarono an- Ildebrando nel 1270 eresse una chiesa
che monaslcri, le laure, e tutti romi-
i i ad Aichstadt sotto il suo nome, traspor-
taggi più celebri di quelle contrade, onde tandovi le sue reliquie. La sua festa si

imparare la miglior maniera di servire a celebra il 7 di luglio.


Dio. Dopo 7 anni di pellegrinaggio, ve- WILLIBROKDO (s.), i.° vescovo
nuto in Italia, s.W^illibaldoscelseper suo d'Utrecht. Nato nel regno di Northum-
soggiorno il celebre monastero di iVlonte berland verso l'anno 658, figlio del pio
Cassino, e quivi contribuì non poco a far Wilgisio, ch'è onorato fra'santi nel mo-
rivivere lo spirito primitivo della regola nastero di Epternach, di 7 anni fu man-
di s. Benedetto. Egli vi passò io anni, dalo nel monastero di Rippon governato
prima in ufficio di sagrestano, poi di de- da 8. Wilfrido, che n'era il fondatore;
cano; indi fu fatto portinaio, posto che ed ancor giovinetto vi prese l'abito re-
non si conferiva se non a quelli eh' erano ligioso, e vi fece rapidissimi progressi sì

abbastanza virtuosi da conservare il rac- nelle scienze che nella virtù. lu età di
W I L
20 anni ottenne la permissione di recar» la sua sede dovt gli fosse
di stabilire
si in Irlanda, dove collegossi con s. Eg-> sembrato più acconcio. Trattenutosi a
berlo e col b. W.igberto, che vi erano Roma 14 giorni, tornò in Frisia e poso
stati traili col medesimo intento, e passò la sua residenza ad Utrecht, dove fece
con essi la anni. Benctiè egli fosse di fabbricare la chiesa del Salvatore, nella
debole temperamento, avanzava nondi- quale stabdì la metropolitana. L'unzione
meno i suoi compagni nel fervore e per episcopale diede maggior forza e mag"
l'esattezza ne' doveri che gli toccava a- gior attività al suo zelo. Due anni dopo,
dempiete. Ordmato prete, domandò cioè nel 698, le liberalità di Pipino e del-
a'suoi superiori permesso di passare
il l'nbbadessa Irmina lo posero in grado di
nella Frisia, dove Egherto annunziava fabbricare la badia di Eplernac, che go-

la fede di Gesù Cristo, mentre s. Egber- vernò sino alla sua morte. Non contento
to evangelizzava le isole tra la Scozia e di avere piantalo la fede nella parte della

Swidberto e o altri mona-


l'Irlanda. S. i Frisia, che i francesi aveano conquista-

ci unirono a s. Wdlibrordo, e
inglesi si ta,penetrò pure in quella ch'era soggetta
sembra ceno che nel 6qo o 691 appro- a Radbodo principe o re de'frisi, il quale
dassero a Catwìck., posto alle antiche benché ostinatamente attaccato all'idola»
foci delReno. Di là passarono ud U- Irla, non impedì al santo d' istruire suoi i

trechl, do»e furono assai bene acculti da sudditi ed egli stesso recavasi alcima volta
Pipino d Heristal detto il Gro.vjo, prefet- adascollarlo. Passòeziandio inDanimar-
to dt^l palazzo di Francia, il (|uaie poco ca; ma Ongeudo, che allora vi regnava,
tempo innanzi erasi impadronito d'una metteìido forte ostacolo alla conversione
parte della Frisia. Willibroido fece un de'suoi sudditi,il santo si contentò di
viaggio a Roma per chiedere la benedi- conjperare 3o fanciulli del paese, li am-
zione apostolica a P^ipa S.Sergio i, e l'au- maestrò e battezzò, e seco li condusse.
torizzuzione di predicare il , Vangelo alle Nel suo ritorno fu colto da una burrasca,
nazioni idolatre. Il Sommo Pontelìce, che gettollo nell'isola di Fositelarid, og-
conoscendo lo zelo e la santità di lui, gidì delta Amelandt, sulla costa setten-
acoordogli la più ampia facoltà e gli donò trionale della Frisia, la quale era consa-
delle reliquie per la consagrazione delle grala al dìo Fosilo. come un sa-
Ivi era
chiese cheavrebbe fabbricalo. Swidberto grilegio ammazzarvi alcun animale, o
fu in ispezialilà incaricato della conver- mangiare alcuna cosa che vi cresceva, o
sione de' borulluari, de' quali divenne parlare nell'alto dialtingeracqua ad una
vescovo. Willibrordo e gli allri io mis- fonte che vi era. Il santo, per trarre gli
sionari predicarono la fede col maggior abitanti da siHatta superstizione, fece am-
fruito in quella parte della Frisia che ap- mazzare alcuni animali, che mangiò
parteneva a'francesi. In capo a 6 anni i co'suoi compagni, e battezzò 3 fanciulli
furono in sì gran numero, che
cristiani vi in quella fontana, pronunziando nd alta

Pipinodi concertocogli altri vescovi man- voce le parole prescritte dalla Chiesa. (

dò Willibrordo a Roma con lettere com- pagani aspeltavansi vederli puniti dal
mendatizie al Papo, pregandolo d^ inve- nu(ne, ma ciò non accadendo dubitavano
stirlo del carattereepiscopale.Papa s. Ser- di sua impotenza. Informato Uadbodo
gio I, accolse nuovamente il santo con dell'accaduto, montò in furore ed ordinò
dimostrazioni di onore, e sebbene esso di trarre le sorli per tre giorni successivi,

cercasse di far conferire ad un altro tale tre volte al giorno, proponendosi di far

dignità, lo consagrò arcivescovo de' frisi, perire quello su cui cadessero. Dio per-
cambiandoildilui nome in quello di Cle- mise che non cadessero sopra Willibror-
mente, e gli diede il pallio, colla facoltà do; ma uno de'suoi compagni fu sagrifi-'
23a WIL W I L
cato alla superstizione e mori martire di difìcata, mille et octingentas contìnenl
Gesù Cristo. Il santo si rivolse quindi domos,eta sexagintafere mlllilms inha-
Walcheren dipendente dalla
all'isola di quorum dimidia pars ca-
bitatiir incolis,

Zelandia, dove operò gran numero di tholicam religione profltetur. Questa cit-
conversioni estabiPi molte chiese. Morto tà è grande, ed ha due vasti sobborghi,

nel 719 Radbodo, ebbe libertà di predi- chiamati Antokolli e Rudaiska. E' pur se-
care per tutta la Frisia. L'anno seguente de dell'autorità della provincia e del di-
:vi da s. Bonifacio, che passò
fu raggiunto d'un vescovo di rito greco-russo,
stretto, e

3 anni con lui prima di andare in Germa- il quale ha 3 proprie chiese e il semina-
nia. Willibrordo e compagni spen-
i suoi rio. Vi sono diverse belle piazze abbelli-
sero il paganesimo nella maggior parte te di case in pieti-a. La cattedrale edifica-
della Zelandia, dell'Olanda e dei Paesi la nel 1539, e nel 1790 rinnovala intera-
Bassi. I frisi, fino allora barbari, s'inci- mente con ordine dorico, ed ornata con
vilirono a poco a poco, e divennero cele- nobili decorazioni, è un ragguardevole e
bri per virtù e per coltura. Il santo per mfignifico edifizio. Sagra a Dio, è sotto
agevolare la propagazione del Vangelo l'invocazione di s.Stanislao vescovo diCra-
e sbandire l'ignoranza coli'illuminare gli covia e martire e di s. Uladislao re e con-
spiriti e raddrizzare i costumi, stabilì a fessore(o meglio s. Ladislao I re d'Unghe-
Utrecht molle scuole, che poi divennero ria); e tra less.Retiquiesi venerano quelle

famigerate. Da ultimo, vedendosi giunto ossia il corpo di s. Casimiro re o piutto-


ad un'età molto grave, si tolse un coadiu- sto principe diPolonia terzogenito del re
tore che consagrò vescovo per incaricarlo Casimiro IV, morto in Wdna a'4 marzo
del governo del suo gregge, e si preparò i484j e patrono della medesima. Ha la
liei ritiro al passo dell'eternità. Morì, se- cura parrocchiale, ma essendo piccola non
condo l'opinione più probabile, nel ^SS. vi è il battisterio. Poco distante è l'episco-
Alcuino eRabano Mauro pongono la sua pio, ampio e comodo edifizio. Il capitolo
morte a'6 di novembre, ma egli è nomi- ha sei dignità, prima dellequali è il pre-
nato ai 7 di questo mese nei martirologi posto, l'arcidiacono, lo scolastico ec, e tre
di Usuardo, di Adone, nel romano e in canonici col penitenziere (secondo le ulti-

quello de'benedettini. Fu sepolto, confor- me due proposizioni concistoriali, poiché


me il suo desiderio, nel monastero di nel precedente delr84o, vi leggo : duo-
Epteroac, ed ivi conservansi le sue re- decini canonici, ac triginta benéficiarii,
liquie. ac plures presbiteri, et clerici, qui divi-
WILNA o VILNA {TVilnen). Città nis inserviunt, caret tanien capituluni
con residenza vescovile, floridissima,bella praebendis theologali , ac poenitentia-
e commerciale, già capitale dell' antica ria) : ha pure tre vicari , ed altii preti e
Lituania, e già della Polonia, ora apparte- chierici per le divine udìziature. L'antica
nente alla Russia in Europa, capoluogo cattedrale era stata costruita sotto il titolo
del distretto e del governo del suo nome, di S.Stanislao nel 1 386 01 387. Nella città
situata nella parte occidentale della Rus- vi sono altre 8 chiese parrocchiali col s.

sia, distante 58 leghe da R.iga ei4B da fonte,5 conventi e monasteri di religiosi,


Pietroburgo. Sorge su di varie colline di- 6 monasteri di monache, alcuni sodalizi,
vise da valli, alconfluentedel Villia e del 5spedalie il seminario. Alla congregazio-
Velika o Villika. L'ultima proposizione ne della ss. Trinità di Wilna, de'monaci
concistoriale la dice Caput
: in provin- basiliani ruteni, Urbano Vili concesse
cia Lìthuana, in qua valle tribus ex grazie e privilegi, col breve In supremo
parlibus circumducia montibus, adjlu' ^postolatus, de'3 1 agosto 624, Bull, de 1

vium Fileyha FUiani immergentem ne- Prop. fide, Jppendix, 1. 1, p. i45. L'uni-
W l L
ersità istituita ne! 1567, e confermala rono spogliali d'ogni diritto di vegliare
dal re Stefano Batori nel 1579, risieJe gli andamenti de'maestrie la natura delle
nell'antico coIlegiode'gesuiti,e la cui giu- dottrine. Indi neti8o4con editto il gover-
risdizione comprende i governi di Wdna, no russo approvò l'erezione d'un semina-
Grodno, Min^k, Volinia, Fodolia, e la rio generale in Wilna, per annientare l'in-
provincia di Cialistok. Si ha la bolla Diini segnamento cattolico. S'ingiunse al vesco-
allenta considerntionis, de*2g ottobre vo di Wilna, ad altri 5 vescovi latini, ed
1 579, di Gregorio XIII, 5u//. Rom. l. 4i a tre greci-uniti, di scegliere fra'chierici
par. 4» p. 121: Institnlio Vniversitatis di maggior ingegno coloro che avessero
Studii genera lis^dhersarumscìentiarum compiti nel seminario diocesano i loro
honariimqneavtium, in Collegio presby- studi, e al generale di Wilna si mandas-
terorum regularium Societalis Jesn, in sero per attendere a più serio studio. Per
civilate ninensi, in regno Polon'ae, per buona ventura della Chiesa polacco-rus-
Falerianum illius Episcopiimfiindafo, sa, il seminario generale si disciolse appe-
Clini privilegioruni elargilione. Inoltre na nato. Ma l'università restando, corrot-
quel Papa, come narrai ne' voi. XXXIX, ta com'era da prave dottrine, sparse vele-

p. 3i,LlX, p. 327, 829, 336, colla bolla no mortale nell'ammaestramento del cle-
Quanto membra Chrisfi, de'5 febbraio ro ; ed a'vescovi dal governo fu impedi-
i582, Bull, de Prop. fide, Jppendix, t. to riparare a tanta rovina. Gregorio XVI
r, p. 74, commiserando la condizione de' a p. 182 della celebre Allocuzione del
Ruteni (f.), moscoviti e russi di rito gre- 1842 sui gravi mali da cui era afflitta la

co mancanti d'opporluna istruzione ec* religione cattolica in Polonia e Russia


clcsiastica, in Wdna fondò un collegio o {^.), ne'dominii di questa, deplorò la sop-
seminario pontifìcio pe' giovani, mante- pressione del collegio e seminario ponti-
nuto dalla dateria apostolica con annuo ficio,e la sostituzione del pessimo semina-
assegno. E Benedetto XI V al collegio con- rio generale per l'educazione del giova-
cesse ottimi regolamenti, col breve che ne clero de'iiti latino e greco-unito, dal
ricordai nel luogo citato, il quale l'offre quale si sarebbero scelti i vescovi, le digni-
pure il Bull, de Prop. fide, t. 3, p. 293, tà, i prebendati, i parrochi. Anche il clero
a motivo che allora gli altmni erano di- regolare dovea formarsi nella medesima
venuti tulli di rito latino, i ruteni o mo- scuola, per obbligo stretto, senza dipen-
scoviti essendo minacciati di morte se dere né da'loro superiori né da'vescovi,
abbracciavano la fede cattolica, rinun- finché venne disciolto, lasciandosi il solo
ziando allo scisma. Pertanto ordinò che seminario latino diocesano di Wdna sus-
vi fossero sostituiti de'ruleni latini di 57 sistere ; e sottraendosi la sopriotendensa
luoghi e parrocchie più bisognose, e che dell'università a'vescovi, l'insegnamento
oltre 4ba$tliani, gli alunni (ossero alme- della quale é regolato su libri assai sospet-
no 16. Racconta il p. Theiner, Vicende ti, e quasi lutti proscritti dalla s. Sede e
della Chiesa Callolica d' ambedue i riti compresi nell' indice de' proibiti. Nella
nella Polonia e nella Russia, p. 55 lese^., chiesa del castello trovasi custodito un te-
che la celebre università e collegiofondati soro considerabile, e vi si osserva pure la
io Wilna da Gregorio XIII, pe'suoi al- bella cappella di marmo di s. Casimiro,
lievi benemeriti della Chiesa e delloStato, la cui tomba d'argento pesa 1 00 pud. Ciò
vennero fjcompigliati dal governo russo riferiscono i geograG, poiché quanto al
colle massime irreligiose de'tetupi. Assog- sagro corpo del Santo, leggo nell'ultime
gettata l'università neli8o3 al ministero proposizioni concistoriali, che si venera
della pubblica istruzione, venne affranca- nella cattedrale, come notai. Nella lodata
la dalla dipendenza de' vescovi,) quali fu- Allocuzione di Gregorio A^/r'/,laroenlasi
234 ^' » ^ W IL
Qi).ìi (l'essersi loUo a' cattolici il gran provinciale ch'eia dipendente dal gran
tempio di s. Casimiro in Wilua. Ivi tro- maestro teutonico. Nel(5i3 Gautier di
vasi ancora una chiesa luterana e altra Plettemberg, maestro provinciale, collo
calvinista, nn concistoro, una moschea sborso di grossa somma di denaro si fece
pe'tartari, la sinagoga tiegli ebrei, il liceo cedere da Alberto di Brandebiirgo, gran
greco, due altri seminari, l'osservatorio a- maestro teutonico, la sovranità della Li-
stronomico, la società di medicina, una vonia, e prese il titolo di gran maestro.
scuola normale, nn bel giardino botani- Nel [5^7 Guglielmo di Furstemberg era
co, un gabinetto di storia naturale, la bi- succeduto in quella carica ad Eurico di
blioteca con 3o, ODO volumi e dipenden- Gaalen,quaudo il terribileGiovanniBasi-
te dall'universilà, e 5 accreditate tipogra- lowitz gran principe di Mosca, ossia I»aa
fìe. Attivo è quivi il commercio, che sta 1 Vpriinoczar,sul pretesto che nella Livo-
specialmente in mano degli ebrei, i quali nia non sieranorifabbrioate le chiese rus-
formano il 4-° della popolazione. Vi af- se stateabbaltute, che non si permetteva il
fluiscono molti negozianti forastieri in commercio a'suoi sudditi cogli stranieri,
grazia del suo commercio, eh' è anima- e che non gli si pagava il dovuto tributa
laesimo precipuamente con Ronigsberga. pel già occupato vescovato di Derpt o
Wilna è patria d'alcuni illustri, come del Dorpat nella Livonia istituito da' danesi
poeta polacco Casimiro Sarbiew>ky, le nel 12 19 01 2-24, indi soppresso oeli 558;
cui opereGrozio paragonava a quelled'O- disprezzando ogni preghiera e sottomis-
lazio. sione, entrò in quel paese, lo saccheggiò e
La città fu fondata neli3o5dal gran- bruciò, facendovi gran numero di schia-

duca di Lituania (A^.) Gnedemin, e fu la vi. Allora Furstemberg pose la Livonia


capitale di quel granducato, e insieme se- sotto la protezione delia Polonia, culla
de d'un palatino e d'un castellano dii. condizione di serbare intatti ì diritti del-

ordine della dietina e del grod. Nel cita- l'impero, e tenere g fortezze e prefetture

lo articolo accennai che neh 387 ilreU- in pegno da redimersi poi collo sborso di
ladislao V
tenne un gran parlamento in 600,000 scudi per le spese della guerra.
Wdna per distruggere l'idolatria che an- Dopo tale accordo, Furstemberg cede la

cora esisteva nel paese,sostitoendoallesu- dignità al suo coadiutore Gotai doKetler,


perstizioni i riti sagri, ed in un sol giorno e ritiratosi nel castello di Felin, poco do-
convertirono 3o,ooo lituani. Si uccise-
fii po vi fu assedialo e presoda Ivan IV, e
ro un numero grandissimo di serpenti che dicesi fatto scorlicare.Nel 1 56o Magno fi-

adoravano come numi, si tagliarono i bo- glio di Cristiano ili re di Danimarca ve-
schi sagri, fu estinto il fuoco che a somi- nuto in Livonia a prender possesso de' ve-
glianza delle vergini A^e*f/7/j' conservava- scovati di Oesel e di Curlaodia, comprati
no perpetuo, e si distrussero gli altari pro- dal re Federico II suo fratello, e a lui ce-

fani e gl'idoli. I popoli erano meravigliati duti in cambio dell'ereditalo dal psdì^
come i cristiani per tali operazioni non ne'ducati di Schleswig ed'Holstein, atti-
ricevessero da'demoni nocumentoalcuno. rò al suo partito gran numero di (|ue'oa-
Famoso è il trattato di pace concluso in valieri, ecominciò a disprezzare il graa
Wdna neli56i, di cui eccone in breve maestio, ciò che avrebbe fatto nascere
i motivi. ! cavalieri Porta-Spade erano dellediscordie se l'arcivescovo diRigauon
sì strettamente uniti a'cavalieri Teutonici si fosse interposto per pacificarli. Intanto
(/'.),che di due ordini sembravano non Ivan IV continuava le sue incursioni, ti
formarne che un solo: questi possedeva- commercio che nelle città di Riga e di Re-
noia Prussia, (i\xe\\'\ la Livonia (^.); ma vel esercitavano i russi era decaduto per

1 pòrta spade non aveano che un maestro quella guerra ; e Lubecca prufitlaodoue
W I L W 1 L a31f

i'avea a sé tirato. gran maestro dì Li-


Il gogno^amente la confessione d'Augusta e
vonia e que'di Uevel aroiarono per im- il luteranismo Guglielmo di Rnndebur-

pedii lo, prendendo motivo che da quella Ro coadiutore dell'arcivescovo di Riga.


città si fornisse a'russi munizioni di guer* Pel trattato di Wilua, la Livonia non ri-
ra : predarono oaolti navigli^ tra'quali al- mase la D.inimar-
tranquilla. La Svezia,
cuni svedesi. 11 re di questi Enrico XIV, ca , la Moscovia e 1' Impero
Polonia, la

non potendo ottener soddisfazione del- se ne disputarono il domìnio. Nella dieta


mandò un esercito in Livonia.
l'affronto, di Spira, tenuta nel 1 Syo dall'imperato»
Kevele una parledell'Estonia, credendo- re Massimiliano II, la Livonia fu ceduta
lo miglior partito, si diedero alia Svezia a quello da SigÌNmondo II nella parte a

giurandogli fedeltà, col premio di molti lui rimanente fu posto solto


spettante; il

privilegi. Sigismondo II rediPolonia fatte la prolezione della Danimarca. Wilna,

vane rimostranze alla Svezia, pretese per oltie danni ch'ebbe a patire per le guer-
i

tale smembramento non esser più tenuto re deli6io,i655e 1793, e quelli che vi
a'iratlati.e minacciò d'abbandonar cava- i cagionò un incendio nel ySy, altri nesof- i

lieri, se non si fossero sottomessi senza ri- fri terribili neliy4^ >" <^"' furono dalle
serva a lui. Il caso era disperalo, o darsi fiamme consunte i3 chiese, la sinagoga,
vulonlarìamente «'polacchi, od esser for- 25 palazzi, ^6q case di pietra, parecchi
zati apiegare sotto il ferreo giogo rus- spedali, alberghi, bagni , conventi, moli-
so. Radunatisi dunque i deputati tanto ni, 146 botteghe, ed un gran numero dì
dell'ordine de' porta-spade, che di Sigi- magazzini e granai, liu altro succeduto
smondo II, a'28 novembre 56 conclu- 1 1 nel I
749 distrusse 6 chiese,il palazzo pub-
sero. La Livonia si sottometterebbe alla blico, 8 altri palazzi e 277 fabbricati pur
Polonia, colle seguenti condizioni. l.° Si- di pietra nella sola cappella di s. Casimi-
:

gismondo Il otterrebbe dall'imperatore ro perderono de'milioni. ^ elio smem-


si

di sciogliere i cavalieri dal giuramento di bramento della Polonia nel 1773, la Li-
fedeltà a lui prestato. 2." 11gran maestro tuania toccò in gran partealla Russia, che
Keller avrebbe d'ora innatizi il titolo di incorpuiò alla Podolia e alla Volinia pa-
duca Curlandìa e di Semigallia, de'
di recchie Provincie : i rimanenti palalinati
quali paesi riceverebbe l'investitura da di Wilna e di Grodno, colle loro divisio-

Sigismondo II e da' successori, come di ni avvenute nel 1793 e 1795, formano la


feudo dipendente dalla Polonia. 3.° Non 5. gran divisione russa, conosciuta oo-ì

, ma an-
solo la parte di Livonia ceduta col nome di Lituania^ il che meglio dissi
co quella che si potesse ricuperare, sa- a quell'articolo ed a'relali vi. Nel 18 12 ia
rebbe riconosciuta dipendente dal re- Wilna entrarono i francesi dopoaver bat-
gno granducato di Li-
di Polonia e dal tuta l'armata russa, e vi stanziarono il

tuania. 4-° Gotardo Keller sarà gover- quartiere generale. L'attuale imperatore
natore perpetuo della Livonia. 5.° I ca- di Russia A lessandrol l,onoròWilna di sua
valieri riterranno le commende dell' or- presenza nel novembre 858, e 1 vi ricevette
dine. Nel (562 questo trattato fu ra lin- lanobiltà del suo governo, e di quelli di
eato dagli stati di Livonia, e il gran mae- Grodno e Kowno li ringraziò del mo- :

stro rinunziò all'ordine de' Porta -spade do cui accolsero neh 844 la guardia im-
la sua dignità, deponendone l'insegne nel- periale, e nell'ullitna guerra per la Tur-
le mani di Nicola Nadzivil palatino di chia ; non che per aver dato pe'pri mi l'è-
Wilna, in uno «ll'archivio dell'ordine e sempio, poi in tutto l'impero imitato, del
alle chiavi della città e castello di Riga ;
miglioramento della sorte de' concittadini.
ed io seguito l'introdusse in tutte le for- 11 czar si recò alla cattedrale greca di s, Ni-
tezze di Livonia. Keller abbracciò ver- colò, ricevuto dal metropolita greco-cat-
236 \V I L W I L
tolico di LituaQÌa e Wilaa con uq discor- sua comunione. In Wilna trovansl va-
so ; assistelleal servigio religioso, e quin- rie nazioni e di diversa religione: lituani,

di visitò la cattedrale catlolico-rouiana, polacchi, russi, armeni, tedeschi, ebrei,


arringalo dal nielropolita mg/ Zylinski tartari, quindi cattolici, scismatici, ereti-
arcivescovo di Mohilow. Alessandro II ci,israelitì e maomettani. Notai nel vol.I,
nel recarsi nell'ottobre 1B60 alla confe- p. 242 e meglio altrove, che essendo la
reuza di Varsavia, coll'ioiperatore d'Au- chiesa di Wdna spesso tormentata dal-
stria e il reggente di Prussia , ritornò a l' incursioni de'tartari, dubitando il ve-
Wilna, ove il principe Ireneo Oginski fe- scovo e il clero se fosse lecito respingerlo
ce edificare una magnifica sala da ballo, colle armi, ne consultò Alessandro VI,
che gli 3o,ooo rubli <!' argento. A
costò il quale rispose nel i5oi potersi fare.
festeggiare il monarca, Wilna restaurò Dallo stalo del cattolicismo in Russia,
e imbiancò a nuovo le case e palazzi, e i prodotto ddilla Civiltà Cattolica, serie i
.*

poi l'accolse con ispleiididee inusitate di- t. 3, p. 366, si trae. L' istituzione delle
mostrazioni di ntagnifìche luminarie e diocesi cattoliche romane in Russia data
altro, e ciò per gratitudine alle conces- dal i774> ^'^po l'acquisto della Russia
sioni fatte nel ristabilir la lingua e alcu- Bianca o fUitetia, molti de'cui distretti
ni usi nazionali nell'antiche provinciedel avevano fatto parte di diversi vescovati
regno di Polonia. cattolici romani in Polonia, onde pel

La sede vescovile è di rito latino: e- I .° venne islituito il vescovato della Rus-

ravi pure quella di rito greco-unito; ed sia Bianca, composto di tutte le parti

ora vi è quella greco- russa eterodossa. del vescovato di Polonia, e del rimanen-
Dice Commanville, Hisloire de tous les te delle chiese cattoliche dell'impero, e
EveschcZy Wilna o TVilenshi gran città r antico vescovo di Malo in partihus^
ha un vescovo greco sotto la metropoli Stanislao Seytrzeocewicz di Bohusz, ca-
di Kiovia (^.), istituito nel secolo X pei nonico di Wilna, fu chiamato all'episco-
ruteni. Ebbe un vescovo latino in Li- pato della nuova sede, e poco dopo fu
tuania, che pe\ 1° consagrò nel I254 confermato da Pio VI colle debite fa-
l'arcivescovo di Riga, e poi cessò. Riu- coltà sulle chiese e monasteri della dio-
i386 la Lituania alla Polonia,
nita nel cesi. Indi nel 1784 il vescovato fu in-
Urbano FI{r. )nel i38j fondò in Wil- nalzato ad arcivescovato col titolo di
na la sede vescovile latiua, sufFraganea Mohilo'w, e la circoscrizione della dio-
dell' arcivescovo di Gnesna. Prima di cesi rimase sino al 1795, in cui la riu-

tale scrittore di geografia sagra, V altro nione del granducato di Lituania A\qQ'
p. Mirco nella Notitia Episcopatunni, rigiue al vescovato di Livonia, il quale

avea riferito. Wilna, delta dagli aleman- nella sua giurisdizione comprendeva le
ni .fj^/7r/e e dagl'indigeni f'^ilenski,caipo parrocchie e i monasteri del governo di
della Lituania e antica sede de'suoi du- Mohilow dipendenti dall'ultima diocesi
chi, non meno del suo palatino, avea la di Wilna, sotto il dominio polacco. Po-
basilica di s. Maria in cui era la metropo- scia nel 179B a vantaggio de'cattolici si
litana e residenza dell'arcivescovo di Kio- formarono 6 diocesi, compresa Wilna,
via metropolita de'russi. Imperocché, a- ed all'arcivescovo di Mohilow si conferì
vendoi russi preso i^/oW(3(^.) nel 1687, il titolo d'arcivescovo metropolitano di
l'arcivescovo greco- ruteno trasferì la sua tutte le chiese latino-cattoliche della Rus*
sede a Wilna, il quale finché rimase u- sia. Dirò io. Pio VI canonicamente ne
nìto alla Chiesa cattolica, governò i cat- fece la circoscrizione colla bolla Maxi-
tolici 1839, mentre l'arcivescovo
sino al mis undique pressi, de' 17 novembre
dì Kiovia greco-russo governa qiie' di 1798, ragionata in tutti gli articoli qui
M I L M 1 L • a37
ricordati io corsivo, che chiariranno me- provvedere alla scelta del successore; ri-
glio questi cenni, sottraendo Wiina dal< servandosi Alessandro II di proporre egli
la metropoli di Gnesna, e dichiarandola stesso al Papa in Roma il nome della
suffraga nea della nuova dì Muhilow, e persona scelta da quel sinodo, siccome
lo è tuttora. Il p. Theiner, Vicende del- aveane ultimamente proposte altre 10
la Chiesa Cattolica nella Polonia e per altrettanti vescovati da lunghissimo
i?M55/fl, descrivendo questo pontificio or- tentpo privi de'Ioro pastori. Nel tempo
dinamento, narra a p. 5o2 Il vescovato . stesso l'imperatore comandò che fossero
di Wilna abbracciò tutta la Lituania e a'vescovi fornite le spese di viaggio, anzi
la Curlandia,con la diocesi cb'erasi stac- il doppio di quanto è consueto darsi agli
cata dalla Livonia ; gli si aggiunsero 4 Dffjciali dell' impero a titolo di viaggio,
suffraganei vescovi in parùhus , cioè per affinchè potessero i vescovi cattolici prov-
Wilna stessa, pel palatioato di Bre&ta, vedere non solo alle loro necessità, ma
per quello di Troki, e per la Curlandia, eziandio alla loro dignità. Ciò assai con-
il quale ultimo al presente non più esi- fortò i cattolici, come l'aver sostituito al
ste. 11vescovo fu provveduto di 10,000 governo di Wilna il general Nazimoff,
rubli annui, che poi f ui ono accresciuti di al general Eibiko0, siccome creduto giu-
altri 6000 presi dal soppresso vescovato sto e generoso !Deì restola Civiltà Cat-
delia Livonia. Del governo di Minsk, se- tolica in più luoghi discorre le attuali
parato dalla diocesi Wilna, si com- di condizioni politico-religiose de' cattolici
pose il vescovato omonimo, con 6000 dell'impero lusso, come nella serie 3.*,

rubli e senza sufiraganei, istituito da Pio t. I, p. 24 7> Riferita la grave perdita di


Vi medesimo, oltre quello di Samogi- mg."^ Ignazio Nolowiski o Kolowinski ar-
zia; ne'quali vescovati e arcivescovato fu civescovo di Mohilo'W, che loerada'27
divisa la Lituania. Dopo le operazioni di settembre i852, nel fiore dell'età e be-
Nicolò imperatore di Eussia (^.), e
1 nemerito, racconta l'idea che avea Ni-
quanto a Wilna anche nel voi. LIV, p. colò I. Essa era^ di formare di Costan*
82 e 83, succeduto lo scisma ruteno e dupo il conqui-
tinopoli e suoi dintorni,
le gravi riroostianze di Giegorio XVI, sto,un dominio temporale pel patriarca
a' 3 agosto 1847 '' successore Pio IX scismatico della medesima, cui voleva in-
conclude convenzione che produssi nel
la nalzare al grado di Pontefice della Chiesa
voi. LIV, p. 76, colla quale furono re- scismatica orientale. Le milizie russe do-
golate le cose ecclesiastiche de' latini di vevano stanziare in tal città; e così pa-
Polonia e Eussia. In essa fu dichiarato, drone di quel porto, di que' golfi e di
la diocesi di Wilna suffraganea della me- quel mare, un ambasciatore russo gli a-
tropoli di Mohilove, comprendere go- i vrebbe assicurato la piena docilità di
verni di Wilna e Grodoo. Delle condi- siflatto patriarca; e per essa tutto il pre-
zioni della Chiesa cattolica in Russia, nel- stigio dell'autorità esercitata dal prelato
l'impero d'Alessandro li, parlando della sull'oriente scismatico, si sarebbe rivolto
guerra di Turchia, e di Varsavia capi- a vantaggio dello czar. Di altri argomen-
tale della Polonia, ne dissi alcunché. Si ti ragiona nel 12, p. 38o, cioè: Que-
t.

legge nella Civiltà Catto lica óe 16 gen- slior.e dell' emancipazione de' servi. 1-
naio i856. Appena morì mg/ Hoicwin- slrozione pubblica e stampa. Poca col-
ski arcivescovo di Mohilow, fu doman- tura del clero scismatico. Amministra-
dato all'imperatore il da farsi per prov- zione pubblica. Settari religiosi. Ed a
vedere al successore; e quello, come fu p. 621: Le suore di s. Vincenzo de Pao-
detto, ordinò che s'invitassero i vescovi li in Russia. Le suore miste, cioè orto-
cattolici di riunirsi a Wilna afiìue di dtssc eprotestan'ii. 1 conventi russi. Con- V
a38 W I L WI L
«iizioni per le suore catloliche. Speranze koW'ki di Slrtwow diocesi di Cracovia^
de'callolioi. Lu Chiesa ruleiia utiila. IMa Vescovo di Livonia; e suffraganeì se- i

nel t. I, p. 126, serie 4'\ del 1." gennaio guenti. Per Wilna, Pietro Alessandra
1 859, lamenta come io alcune parti del- Sansone Toczylowski di Rydzewo dioce-
la Russia non siano eseguile l'intenzioni si di Wilna, vescovo di Belle in partibus

d' Alessandro il sopra cattolici, che i nel 1782. Pel palatinato diTroki, Fran-
continuano ad esser perseguit.iti, come cesco Luigi Jiinosza Gazow>ki di Jure-
a tempo di Caterina 11 e di Nicolò 1. witz diocesi di Wilna, vescovo di Tespia
*> Malgrado della promessa fitta dall'itu- in pnrùhus nel 782. Per la Russia Bian-
1

peratore Alessandro li al vescovo mg. ca nella stessa diocesi, Felice Towianski


Zylinski, di non più confiscare le chiese minor conventuale, di Widinim>ki dio-
polacche, il convento e la chiesa degli cesi di Wilna, vescovo di Carpasso in
agostiniani nelU città di Wilna furono partibus nel 1766. La sede rimase va-
testé dati ai culto greco-russo. Inoltre il cante nel 1794» governando Wilna il
villaggio di Pawlovv po4o ne' contorni sulFraganeo Davide Filchowski d'Olvila
di Wiina, i cui abitanti furono dotatied nella diocesi, fatto vescovo d'Echino in
eoiancipati or ha un secolo dal proprie* partibus nel i 793. E sufFraganeo nel pa-
tarlo conte Brzoslowski, fu poco fa inva- latinato di Troki, Giorgio Palumbi^ki di
so dagli uouiini d'arme e gli abitanti co- Kossowick nella diocesi, vescovo di Lo-
stretti, col supplizio delle verghe e altri rima in partibus nel 1796. il suddetto
orribili lormeiiti, a dichiarare eh' e.<isi coadiutore Rossakowski fu traslalo da
abiuravano sponlaneainenle il caltolici- Livonia aWilna nel 1798. Nel i8i4gli
smo e diventavano greci-russi cloìi sci' successe Girolamo StroyooAVski, traslalo
sinatici ... E il personaggio che a furia da Larabesa in partibus. Ne furono suf-
di tormenti converti alla religione ru»sa fraganei. Per Wilna, Nicodemo de Ko-
il villaggio di Pawlow, è il signor gover- zieiki de'principi Puzyoa, vescovo di Sa-
natore generale WasmolF" ! Paretpiello lala m /7('/r//èu.s nel i8i4> Pel P'dali-
stesso, credulo gms^o a generoso! Wilna nato di Troki, l'addeo Kundziez, vesco-
ebbe diversi illustri vescovi nella sua se- vo d'Anastasiopoli in partibns nel 181 5.
4e. Al sullodato e benemerito vescovo Per l'Alba R.uisia, il suddetto Towian-
Valeriano, ormai decrepito, fu dato a ski. Vacata la sede nel 1818, sutfraga. i

coadiutore Giorgio Radzwil [F.) nobile nei Kozielki e Kundziez continuarono


lituano, il quale di I2 anni avea abiu- ne'Ioro luoghi, e per gli altri si nomina-
rata l'eresia luterana. Educato iu Uo- rono: Adamo Kossukowski di Leinnice*

ma, modello de'pastori, e quale


riuscì il wick della diocesi, suIlVaganeo di Cur-
meritando il
lo celebrai nella biograiia, landia, vescovo di Limila in partibus
cardinalato da Sisto V nel 583. Le an- 1 nel I7q5; Adamo Klokocki di Wdna,
nuali Notizie di Roma riportano i se- sulFiagaueo pel palatinato di Bresta, ve-
guenti vescovi di Wilna. INel lySo Mi- scovo di Sidima in partibus nel 1795.
chele Giovanni Zìenkowicz di Wilna, Continuando la sede vacante, del pala-
traslalo da Giuiiopoli iu parlibtts, e g\ii tinato di Bresta fu fatto sulFraganeo An-
sulTraganeo di Samugiziu; di lui essea- drea Benedetto Klongiewicz d'illuta di
dolo Antonio Giuseppe Zolkow^ki di Lu- Livonia, vescovo di Crisopoli in parti-
ceoria, vescovo d'Alalia in partibus nel bus nel l83o. Di sì protratta vedovanza
1744» Nel 1762 vescovo di Wiloa, I- della sede di Wilna, ripetuti reclami fece
guazio Massalsckì d'Olekszyce diocesi di al governo russo l'acceso zelo di Grego-
Wilna : furono, nel 1
79 suo coadiutore
1 rio XVI. Dalla già memorata sua Jiio^
eou futura successione Giuseppe Kossa< dizione si ricava, che appena asceso ah*
WIL WIL a39
eattedra di s. Pietro, si dolse della va- seminario di Minsk, e decano di quella
canza di diverse sedi vescovili uell'iiopero callediale, poscia prelato scolastico del-
russo e de'ioro suiriaganei, come della la cattedrale di Wilna e vicario capito-
tanto ragguardevole di Wiloa, siccome late; lodandolo per dottrina, gravità,
assai dannosa al reggimealo spirituale prudenza, probità e altre doti. Lo stesso
della popolazione cattolica. La diocesi di Papa promuovendolo nel concittoro de'
Wilna nella desolante vedovanza, per 18 settembre i856 alla metropoli di
l'irregolare sistema di riunire l'ammini» Mohilow, (he governa, dipoi io quello
s trazione delle chiese vacanti in uno dei de' 27 settembre i858 gli die'a succes-
vescovati superstiti, trovandosi da tanti sore nel vescovato di W^ilna l' odierno
anni senza pastore, era in addietro stala pastore mg.' Adamo Stanislao Krasinki
amministrala dall'arcivescovo di Molti- delle scuole pie, nato in Velnicze diocesi
low Siestioncrewicz; e quindi dal di lui di Luceoria, dottore in teologìa, già ia-
successore Cieciszowski, già vescovo di tento all'istruzione della gioventiii, egre-
Luceoria e di Zytomeritz, le quali pure gio piedicatore nella cattedrale di Wil-
restando sotto la sua amministrazione, na, canonico della medesima, parroco di
in una stessa persona si concentrarono Giedrcjcie, assessore nel collegio romano-
3 vastissime diocesi, per ognuna delle cattolico di Pietroburgo; encomiandolo

q uali è insufficiente l'opera d*un vescovo nella dottrina, gravità, onestà, pruden-
solo. Né l'iiiconvenieule della prolungata za e per altre prerogative. Però tuttora
Vacanza si limitava alla sede vescovile è privo de' suoi sufTraganei. Ora ripor-
di Wilna, ma si estendeva eziandio alle terò alcune nozioni ecclesiastiche de'no-
parrocchie, anco per attribuirsi il go- stri giorni sulla sede episcopale e diocesi
verno il padronato sopra una gran pai te dì Wiina.La religione cattolica per mol-
delle medesime, anzi non dava corso alia ti secoli fu la dominante. Il rapitolo era
nomina de'parrochì, e le lasciava sotto ricco. Nel i834 le parrocchie della dio-
l'i cura d' un amministratore precario. cesi erano 299, le succursali 5q, le cap-
Divenuto superstite il solo suflVagaoeo pelle 209, i sacerdoti 582. In Wilna e
di Bresta, finalmente Gregorio XVI ot- nella diocesi eranvi i religiosi agostinia-
tenne di provvedervi e fece cessare la ni, benedettini, benfralelli, camaldolesi,
lunga vedovanza della chiesa di Wilna, caimelitani deli' antica osservanza, car-
con iraslatarvi lo stesso mg/ Klongie- Dteiitani scalzi, canonici della penitenza,
wicz, nel concistoro de' i4 dicembre canonici regolari, certosini, cisterciensi,
1840. In quello poi del susseguente gior- domenicani, trinitari, rocchettini, scolo-
no ly, dichiarò soflraganeo di Troki e pii, mis.siooari, francescani, serviti. JNel
vescovo di Delcon in pai tihus^ Giovan- i8o4 erano 1229 religiosi. Erano i con-
ni Cywìntki d'Ihaznensi nella diocesi e ; venti I 06: monasteri 8 e abitati da
i 1 323
suiTraganeo di Curlaudia e «escovo di religiose di vari ordini, e le scuole 68. I

Milta in parliòusCbsiwwc Di»ochow-ki 10,000 lubli di rendita assegnati ai ve-


di Kuzmicze diocesi di l^]in^k, ciiè con scovo, si ritraevano dal soppresso vesco-
quella proposizione concistoriale the ri- vato di Livcnia : l'aumento de'6ooo ru-
portai nel voi. XV, p. 223 e 224. Per bli fu a titolo di pigione dell' episcopio,
sua morte, e dopo alcuni anni di sede cioè per essere stato spoglialo di tulli i

vacante, il Papa Fio IX nel concistoro suoi beni, compiesa la lesidenza vescovi-
de' 3 luglio 1848 preconizzò vescovo di le. I servi addetti a'vìllaggi de'Iuoghì pii
Wilna, mg/ Veuceslao Zyliuski di Me- erano oltre 20,000. 1 capitali de'con venti
recz iieiia diocesi, già parroco, profesjto- e de' monasteri ascendevano a 373, 8o3
le di teologia dcgiEalica e ipggenledel rubli ; e le rendite ai 1 2, 1 32. il clero se-
24o WIN W 1 N
colare avea 17,864 servi addetti a' suoi poluogo della contea di Southampton, di-
villaggi ; ed i suoi capitali sommavano a visione diFawley, undred di Buddlesgale,
rubli 229,605 le : sue annue rendile distante 7 leghe da Portsmouth e 22 da
I o3.6 9. Wilna era
1 inoltre residenza del Londra. Si estende sol pendio orientale
suifraganeo dell'arcivescovo di Bresta o d'una collina in riva all'itchin. I bretoni
TVladimiria t
di rito greco ruteno. La la chiamarono Caer Gwenl^ cioè città
popolazione ruteno-catlolica ascendeva a bianca, per giacere sopra un suolo creto-
284)292. Vi erano 4 cliiese greche par- so e bianchìccio. Molli ediflzi di questa
rocchiali, e una in cura de'basiliani. Le città hanno apparenza antica, e le stra-
chiese parrocchiali della diocesi erano de ne sonospaziosee pulite. Estendesi cir-

3o4- Il componevadi35o
clero secolare si ca mezzo miglio in lunghezza, e contiene
individui, e quello regolare di 27. mo- 1 1 8 chiese.La cattedrale è uno de'più in-
nasteri basìliani erano 17, e delle mona- teressanti monumenti d' Inghilterra, i-

che basiliane due con 27 religiose. ru- I struttivo modello d'architettura, tanto
teni, come già dissi, erano ammessi nel del sassone e del normanno, come dello
collegio pontifìcio. Coniugato com' è il stile inglese ; ma particolarmente di que-
clero secolare greco, dovea attendere alla sto, e nella primitiva e nella migliorata
coltura delle poche e povere terre on- sua condizione. La struttura originaria
de ritrarre da queste il sostentamento falla da're sassoni Chinegildo e Chene-
della famiglia , per quest' assidue oc- vallo,è interamente distrutta ; ma di quel-
cupazioni gli era quasi impossibile d' i- la eretta da Edelvaldo rimane ancora la
struirsi, e perciò ignorante. ^oD erano cripta sotto l'altare maggiore. Neli'Xl se-
tali i monaci,! quali si sono sempre di- colo la cattedrale fu rifabbricala, o graa*
stinti per la dottrina. Perchè poi erano demente ampliata e migliorata dal vesco-
questi d'ostacolo alle mire del governo vo Walkelio, i cui lavori furono compiti
russo, questo li ridusse alia totale estin- neli093. Il suo successivo miglioramen-
zione. L'ultima proposizione concistoriale to fu impreso da Guglielmo di Edingtoa
delia chiesa iatiuadi Wilna, diceogni nuo- tesoriere d'Odoardo ili, e terminato dal
vo vescovo tassato ne'libri della cumeraa- vescovo il celebre Guglielmo Wickham
postulica a fiorini 'j5o,exceclitnt quinque nel 1894, fondatore d'un gran collegio a
rnillia quadringenla sepluaginta quin- Ox.fùrd. llcapooccidentatediessa fucoiu-
que rublones argenteos illius monelae ,
pilo a'nostri giorni nella sua specie, ma
sive termille et octingenta scala roinU' la sua parte orienlale dalla torre alle ali

na. La diocesi è vasta, e si estende cen- di De Lucy, era lontana d'uniformarsi al


tuin quadraginta tnilliaria germanica resto, quando fu rifabbricata dal celebre
longitudinis , sexaginia lalitudinis, ne* suo vescovo Riccardo Fox (favorito d'En-
suddetti governi. Sono i decanati 28, le rico VII, fondatore del collegio di Cor-
parrocchie 288, i cattolici circa 772,000. pus Chrisii in Oxford, e traduttore in-
WlNCHELCOLOMBE.Monastero di glese della regola di s. Benedelto), al prin-
Inghilterra, forse presso il lago di PVinck- cipio del XVI secolo, con tutta la squisi-
combe nella contea di Glocester, in riva ta eleganza che lo stile inglese a vea a quel
airinsbourn, ed ove Chenulfore di Mer- tempo ac(}uistata^ Le misure del tempio
da vi avea uell' VII secolo un palazzo. Qui- sono le seguenti. E lungo 545 piedi dal- ;

vi neli'8 11 fu tenuto un concilio, detto la nave del portico occidentale alla por-
di Merda, per la consagrazione della sua ta di ferro all'ingresso del coro 85i ; del
chiesa. Mansi, Sappi- t. r,p. 751. coro I 36 ; della cappella di Nostra Don-
WINCHESTER, Fintonia , Fince- na 54- E" largo 170 piedi ; il covo ^o.hdi
stria. Città vescovile d'Inghilterra, ca- torre è allai5o piedi. Questa cattedrale
WI I» WIN 24t
porlb tla prima i! nome di s. Pietro, ma vranno eretto qualche altro tempio. Po-

nel 980 il vescovo s. Elelwoldo la dedi- co distante dal collegìosono lerovine del-
cò a Dio io onore del predecessore s.Svit- la famosa residenza vescovile chiamata
tino palrooo di Winchester, alla presenza castello di WaUersey, distrutta dal fero-

del re Eteiredo, di s. Dunstano arcivesco- ce Cromwell nel 646. 1 Il castellodi Wia-


vo di Canlorbery , e di altri 8 vescovi. chester, di cui ora appena rimangono po-
Enrico Vili nel i54o ordinò che pren- che parti, fu edificalo da Gug'ielino I il
desse il nome della ss. Trinità. All'estre- Conquistatore, ed occupa il rialto all'an-
mila orientale del tempio è il luogo già golo sud-ovest della città, dove ora è la
tenuto pel più sagro, sotto al quale era- casa o palazzo del re da Carlo li eretto.
no stati solterrali molli Sanliere. Si può Fu questa fortezza la scena di molti atti

vedere Clarendon e Samuello Gale, y^a- importanti. L'intera area del castello mi*
tichità di PVinchester. Gli edifizi eccle- surava 85o piedi in lunghezza e i5o ia
siastici nella città e ne' sobborghi erano larghezza. La sua cappella fu convertita
un tempo numerosissimi , le soie chiede in una sala per l'adunanze della contea.

e oratorii ascendendo a più di 90, e multi All'estremità est vedesi sospesa la famosa
avendo annessi o collegi o monasteri ora : curiosità chiamata la Tavola Rotonda
appena 12 ne rimangono, gli altri essen- d' Arturo, culla tradizione attribuì a quel
do stali distrulli dalle guerre o altrimen- re, ma le moderne più accurate indagini
ti. La chiesa matrice di Winchester è s. danno Stefano del i i35, il quale
al re

Lorenzo, consistente in un'ampia nave pare che abbia introdotto in quest' isola
con alta lorre quadrata con 5 campane. l'uso della tavola rotonda per antivenire
S. Tom maso è un antico edifizio, con due le dispute di precedenza tra'cavalieri del
ale, divìso da pilastri rotondi di gusto go- suo tempo. Nell'High-Street sta la Croce
tico. S. Maurizio eia in origine un prio- civica , elegante esempio dello stile del-
rato, e consiste di due ale, uqa delle quali l'età in cui tu fabbricala, cioè d' Eurico
molto spaziosa. La chiesa di s. Michele, VI del 1 422. Questa città possiede un col-
alta e antica, ha due buone ale e un bel legio o casa gratuita, fondata dal vescovo
campanile. Quella dis. Swiihia sia sopra anglicano Morley nel 167 2. Oltre a cui
una porta chiamata Kingsgate, e consiste sono in buon numero istituzioni carita-
io una spaziosa e bella stanza, a cui si tevoli private, e 3 scuole con buone do-
ascende per una gran scala di pietra : tazioni. L7n beli'edifizio è pure il pubbli-
di sua omonima badia e di altra di Win- co spedale. Nella sala civica sono gli ar-
chester feci memoria nel voi. XXXV , chivi della città, originale istituzione da-
p. i4o e i4i' S. Pietro ha due ale di- ta a Winchester dal re Edgaro del gSy,
verse di grandezza, belle entrambe, ma e che contiene varie memorie d'antichi-
senza singolarità. S. Giovanni al Monte, tà. In fronte è una buona statua della re-
vedesì diviso in 3 ale da colonne gotiche, gina Anna. Vi è una nuova prigione spa-
ed una torre di notabile fortezza, termi- ziosa per la contea, eretta sopra disegno
nata con una lorricella che porta una cam- Howardiano , sulla cui corte sorge una
pana. La chiesa dis. Martino di Winall vasta cappella. Vi si trovano pure l' or-
fu rifabbricala neliySG. Quivi sono pu- fanotrofio per la città, e altro per la con-
re molti luoghi pe'dissidenti di varie de- tea. Il teatro è un bell'edifizio eretto nel
nominazioni, tra cui il principale è la cap- 1785. Nel luogo del castello fu comin-
pella cattolica di s. Pietro, che sorge nel- ciato neh 663 un palazzo regio, ili.** pia-
la via del suo nome. Siccome oggi ap- no del quale è una nobile serie di apparta-
partiene la diocesi pe' cattolici al vesco- menti e contiene in tutto 160 stanze,state
vato di Soulhwark, probabilmeote vi a- di sovente occupate da'prigionieri di guer-
VOL. CHI. 16
242 W l N W I N
ra sulla parola. Al capo occklenUle della menonaalo per vari avversi casi; nel re*
cillà sorge ud ubelisco,con iscrizioae com« gno d'Enrico VI II. autore della pretesa ri-
luemoialivadellecalamitù cagionate dai* forma, avendo pure ricevuto un altro col-
la peste nel 941,1 348 e 1668. Winche- po nell'abolizione degli ordini monaslici,e
ster è patria del vescovo anglicano Ro* della conseguenledisiruzionedellecase re-
berto Lowlh successivamente
, di s. Da- ligiose, dopo cui Winchester conteneva
vid, d'Ox(oid e di Londra, autoie di di- appena più d'una mera ombra della pri-
verse opere tiene 4 fiere annue e nove-
: sca sua grandezza. Durante pure succes- i

ra circa 10,000 abitanti, che si fanno di- sivi regni continuò a decadere, e ne'for-
stinguere per r urbanità e 1' istruzione. ttinosi tempi di Carlo I, la città e il ca-
Scarso è il suo trudìco, ma ancora ri- stello furono da sir Guglielmo Waller
mane un'antica tuanìfattura di lana , e assicurali al parlamento. Dopo la batta-
negli ulti(ni anni vi fu introdotta quella glia d'Hiiseby, la piazza s'arrese a Crom-
della seta. Però tutte le bisogna del- well, inseguito di breve"assedio ; e l'ope-
l' Hampshire si trattano in questa cillà. re del castello furono distrutle, insieme
La sua cattedrale, col suo collegio, for- colle fortificazioni della città, col castel-
mano pure la residenza d'un ragguarde- lo vescovile di Walversey , e con paiec-
vole numero di membri dell' alto clero chie chiese e pubblici edifizi. — - La sede
anglicano colle loio famiglie ; poiché il vescoviledi Winchester nel regno di West-
vescovato di Winchester, dopo lo scisma sex, secondo Coinmanville,derivò dall'es-
d'Inghilterra, è uno de'lre primari di es- servisi trasferito il vescovo di i>c;rc/if5/er
sa tra' suoi 15, non compresi due arci- i (/^.), nel 660, istituita pe'sissoni orien-
vescovati di Canlorbery e di York. Pri- tali, suffr<iganea dell'arcivescovo di Caa«
ma il vescovo occupava il 5° rango nella toibery. Narra il Boiler, che avendo Ri-
geiarchia episcopale, qaal cancelliere del iiegils vescovo de'sassoni occidenlali, ab*
metropolita di Canlorbery, di cuièsullra- bracciato il cristianesimo ver»o il 635,
ganeo. — Winchester era nota a' tempi diede a Birino (f^.) prete romano la
s.

de' romani, e si suppone che sìa stato il città di Dorchesler per la sua sede prin-

sito d'un accampamento romano; vuoi- cipale, poifihè da essa si formarono anco-
si anzi che fosse la f^'cnla Belgariutn di ra quelle di Salisbury, Exeter, Welles,
Tolomeo e d'Antonino. In progresso di- Lilchfield ed Hsrefoìd. Trasferito s. Be-
venne la principale sede de'sassoni occi- rino 1.° vescovo di Dorchester, a Win-
*leutali. Durante il regno d' Egberto il chester, ne divenne pure ili." vescovo, e
Grande, che riunì 1' Eplarcliia sotto le ivi morto verso il 65o vi rimase sepol*
proprie leggi, dalI'Say all'836 divenne to, finché il vescovo Edda trasportò le

la metropoli dello slato: quel re vincilo sue reliquie nella chiesa de' ss. Pietro e
re de'suoi nemici, convocò a Winchester Paolo. A. s. Birino gli uni attribuiscono
tutti i grandi de'suoi stati, iiell' assem la dedicazione della chiesa di s. Pietro,
blea de'quali fu deciso, che il reamepreo altri vogliono l'intitolasse alla ss. Trini-
derebbe il nome ò,' Inghilterra, e i suo tà. Gli fu sostituito il francese s. ^gil*
abitanti sarebbero appellati Inglesi. Si berto, il ([uale non bene intendendo la
fece ivi coronare nell'82g, e cominciò ad lingua del paese, sebbene già avesse pre-
usare il titolo di Re d' Inghilterra, levmi dicato in Irlanda, ripatriando nel 660
nando nomi de'Juli e de' Sassoni, ed
i i divenne vescovo di Parigi. Wma essen'
VII regni dell' Eptarchia. Florida creb do slato fatto 3." vescovo de'sassoni oc-
be Winchester, ma presto surse a lei ri cidenlali, risiedette a Winchester, la cui
vale l'incremento di Londra, che le lol chiesa divenne una delle più fiorenti di
se il suo (iloio, ed atico 11 Irafllco ae fu tutta la Bretagna. Eleulcrio cgualmeo*
MI N W l Pf 243
le vi fece la sua residenza. S. Ed(la[T'^.) iey C^), furono surrogati loro gli angli-
prima ebbe il segsio a Dorchesler, e po- cani. La serie l'offre \' Anglia sacra, fìtio
scia si Irasfeiì a Winchester: governando a Stefano Gardiner eletto nel i543.
3o anni santissimamente la sua chiesa, Winchester è celebre anco pe'suoi se-
riposò nel Signore a' 7 giugno yo^. Il guenti coQcilii.
vescovo Elinslano o Elmeslano ordinò
s. Si'iitiiìO (/^.), iodi decano o preposto Concila di J-Vinchester.
del monastero della città, e dal suo di-
scepolo re Etelvolfo, a quello fu surro- Il i." neU'SSS o 855 in presenza di
galo uell'852. Morto s. Svinino a' 2 lu- 3 re di diverse province d'Inghilterra, e
glio862, e deposto nel pubblico cimite- vi si ordinò che in avvenire la decima
riosecondo il suo volere, poi nel 964 il parte di tutte le terre apparterrebbe al-
vescovo s. Etelwoldo lo fece trasportare la Chiesa, franche d' ogni aggravio, per
in chiesa; altra traslazione delle reli({uie indennizzarla del potilo saccheggìatnen-
del Santo segui nel 1093 nella chiesa del to de' barbari o normanni, che desola-
nuovo monastero di Winchesler, ed un vano non menoringhillerrachela Fran^
suo braccio l'ebbe la badia di s. Peter- eia. Il 2,° nel 975 da s. Dunstauo adu-
borough. L'arcivescovo di Cantorbery nato in occasione delle turbolenze cagio-
s. Dunstano consagrò vescovo di Win- nate dagli ecclesiastici ch'egli avea fatto
chester Etelwoldo [F.)\ a questi due
s. cacciare da molte chiese, a motivo della
vescovi, ed a s. Oswaldo vescovo di Wor- loro scandalosa vita. I chierici vi perdet-
cester e poi arcivescovo di York, deve tero la causa, e fecero intercedere a lor
r Inghilterra alla loro epoca il rifiori- favoi*« il giovane re s. Edoardo II, poi
mento degli sludi e delle lettere. Essendo martire, supplicando s. Duastauo a ri-
incorreggibili i canonici della cattedrale, pristinarli, ma non
poterono conseguir-
s. Etelwoldo dopo aver loro prowedu lo. Noterò, che nel 978 fu tenuto uà
to il sostentaaiento, li cacciò, e mise in concilio ili Ambresbir^ luogo della dio-
loro luogo monaci benedettini della
i cesi. Il 3.° nel 1021 per confermare l'e-
già sua badia di Abingdon, di cui fu in- senzione della badia di s. Edmondo. Il
sieine e vescovo e abbate. Alla dissoluzio- 4." nell'ottava di P.»squa del 1070, alla
ne de'uionasteri, ancora la ciltedrale di presenza di Guglielmo I il Conquistato-
Winchester era ulTiciata da'benedettini; re. Tre legati pontificii vi presedetlero,
cos\ quelle di Cantorbery, di Durham, e si depose Stigando usurpatore della
di Worcester, d'Ely,di Norwick, di Balli sede di Cantorbery, mentre era vescovo
e diConvenliy. Inoltre s. Etelwoldo tol- di Winchester, e vivea l'arcivescovo Ro-
se il nìonastero di Winchester a'canonici berto, essendosi procurato il pallio dal-
secolari che roccupavano,e l'ailidò a'mo- l'antipapa. Il celebre Lanfranco fu eletlo
naci con un abbate; e restaurò il mona- in sua vece, e si deposero alcuni suffra-
stero delle monache della ss. Vergine. ganei di Cantorbery. 115." nel 1072, con-
Morì il i." venne sepolto
agosto 984 e vocato dal re Gugliemo I. V'interven-
da Dio
nella cattedrale, che pe'uìiracoli nero il legato del Papa, i5 vescovi, e
operati a sua intercessione, depose poi parecchi abbati e signori. Vi si esaminò
suleunemente solio l'aliare l'immediato accuratamente la differenza tra* due ar-
successore s. Elfeago (Z^.), poscia nel civescovi di Cantorbery e d'York. Si pro-
1006 arcivescovo di Cantorbery e mar- vò colla storia ecclesiastica, e colla tra-
tire. Quindi fiorirono altri santi e vir- dizione de'popoli, che da s. Agostino i.
tuosi vescovi, finché nel secolo XVI, do- vescovo di Cantorbery, sino a ì^o anni,
po il cardinal Tommaso folsey o ff^ol gli arcivescovi di Cantorbery aveauo a-
a44 WIN W^ IN
Tuta la primazia su tutta la Gran Bré' chiesa di Cantorbery. Reg., t. ar, a5,
lagna; che spesso aveauo celebralo clel- 27. Labbé, l. 8, 9. Arduino, l. 3, 6.
1 ordinazioni di vescovi.ed anche de'con- Angl., t. I.

cilii nella citlà di York, e quindi fu de* AVINDESEIM o WINDESHEIM .

ciso a Windsor nella Pentecoste appres- Con^vegaùoae d'iCnnonici Regolari^P' .)


so, che la chiesa di York dovea esser de Paesi Bassi in Deventer {F.), pro-
soggetta a quella di Cantorbery, e ub- vincia à'Utrechly e di Germania {f''.).

bidire al suo arcivescovo, come primate Avea pure delle Canonichcssc {ì^.).

della Gran Bretagna. 11 6." nel 1076, WINDISCH o VINDONISSA. F. i

presieduto da Lanfranco di Cantorbery. voi. XVIIl, p. 142, LXXIl, p. 72.


Altri lo confondono col precedente. Si WINDSOR oNEW WINDSOR. Cit-
approvarono molli canoni contro simo- i tà d'Inghilterra, contea di Beiks, hun-
niaci, per la celebrazione de'concilii pro- dred di Ripplesmere, distante 8 leghe da
vinciali, per la sommissione degli eccle- Londra, sulla sponda destra del Tamigi
sinslici a' loro vescovi, pel pagamento e sul fianco d'una collina, in beila situa-
delle decime, per l'auimìnislrazione dei zione. Consiste in 6 vie principali, e pa-
sagramenli, e per diversi altri punti di recchie inferiori. Il palazzo civico è uà
disciplina. Il 7.° a' 29 agosto i iSg, te- solido fabbricato sostenuto da colonne e
nuto contro il re Stefano, che ascese al archi di pietra di Portland : la sala in cut
trono con danno de'diritli della regina adunansi le corporazioni per trattare
Matilde, col favore del fratello Enrico delle pubbliche bisogna, è adorna tle'ri-

vescovo di Winchester. Egli avea occu- tratti de'sovrani à' Inghilterra, da Gia-
pato de'castetli appartenenti alle chiese como I sino alla regina Anna. La chiesa,
di Salisbury e di Lincoln, e ne avea fatti bell'edifizio gotico, possiede buon orga-
carcerare i Vi fu citalo quel
vescovi. no, levato dalla cappella di s. Giorgio e
principe, li vescovo di Winchester si la- dal re regalalo alla parrocchia. Vi è una
gnò dell'ingiuria fdlta alla religione, in scuoia gratuita fondata nel 1706, un o-
quanto che sotto pretesto del fallo de'^e- spedale militare, e nel i8o5 vi fu eretto
scovi, le chiese erano stale spogliate de' un elegante teatro. Nel 179? vi si fab-
loro beni. Il legato papale domandava, bricarono estese e opportune caserme,
che il re cominciasse dal ristabilire i ve- per fanteria e cavalleria. Windsor con-
scovi spogliali, i quali secondo il diritto tiene molti belli edifizi, ma principale
comune, non potevano dir la loro ragio- suo ornamento è il castello, residenza dei
ne essendo in carcere. Il re fece dire sovrani d'Inghilterra, che deve la sua o-
a'vescovi, che niuno ardisse spedire a rigine a Guglielmo I il Conquista lo re,
Roma a reclamare contro di lui. 11 con- che regnò dal io66 al 1087. Il suo fi-
cilio si sciolse senza concluder nulla, poi- glio Enrico I considerevolmente lo mi-
ché il re non volle sottomettersi al giu- gliorò, e ampliò con fabbricati addizio-
dizio de'prelati, e questi non giudicarono nali, ed a maggior sicurezza lo circondò
opportuno di far uso delle censure eccle- tutto all'intorno con forte muro; e gran-
siasliche, si per riputare temeraria cosa di perfezionamenti vi fece Odoardo HI
Io scomunicare un principe senza prima del 1 827, laonde si estese quasi per tut-
parteciparlo al Papa, sì perchè si vede- to il luogo. Molto deliziosamente situato
vano d'intorno delle spade sguainate. sorge il castello di Windsor sulla cima
L'8.° nel 142 per la libertà del re Ste-
1 d'un monte, la cui base settentrionale
fano, imprigionato dalla regina Matilde, bagnano l'acque del Tamigi. La prospet-
la quale erasi fatta coronare in W inche- tiva all'est, ovest e nord, è bella ed esle-
ster. Il 9." nel 1 143 relativamente alla sa; quelU del sud rimane limitata dal-
wiir WIN a45
l' agre&le e pittoresca veduta del bosco. gio III del 1760, il quale spese ne'6o
Sulla china del moute, su cui sorge il anni del suo regno, iu riparazioni e ab-
castello, è un ampio terrazzo sosteuuto bellimenti, meglio di 20,000 lire sterli-
da un riparo di pietra viva, lungo 1870 ne. Presentemente può considerarsi co-
piedi inglesi. E uno de'migliorì passeg- me più compito ed elegante modello di
il

gi conosciuti, sorprendente per le sue quello che V/harton chiama fiorito stile
prospellive. Adiacente a questo apresi u- gotico, io lutto il regno. Belio singolar-
uà porta che dà accesso a'parchi che mi- mente è r interno della cappella, stata
surano 4 miglia di circonferenza e cir- luogo di vari personaggi regi e illustri.
condati da mura. Il castello trovasi di- In essa si ricevono i cavalieri della Giar-
viso iu due corti o quartieri, con una rettiera. Nel lato orientale dell'ala nord
gran torre rotonda in mezzo, insieme oc- sono depositate le spoglie mortali di Eu-
capando circa i?. acri inglesi di terra, rico IV, e in questa cappella fu sepolto
ed avendo molle batterie e torri a sua anco Enrico VI, come sotto il coro siac-
difesa. Da tale torre elevata si discopre clono corpi d'Enrico Vili e di Giovan-
i

Londra, e quasi tutto il territorio di la na Seyinour, di Carlo I e di sua figlia


contee. La corte superiore è uno spazio- regina Anna. Presso ed all'est è un se-
so quadrato formato dalla torre rotonda polcreto molto elegante, eretto ì\a Euri-
all' ovest, da' privati appartamenti re- co VI per se e suoi successori, regio mau-
gi, ec. al sud ed all'est, e da' regi appar* soleo dove furono sepolti gii ultimi so-
lamenti ordinariamente mostrati a'fora- vrani. Al sud-est del castello è il bel ca-
stieri, dalla sala di s. Giorgio e dalla cap- sino di delizia, detto Queeiis- Lodge ^
pella regia al nord. Ne'regi appartamen- appartenente al duca di Cumberiand.
ti s'ammirano i disegui dell'immortale Al sud delia città trovasi il gran parco
Raffaele à' Urbino. La torre serve d'a- di Windsor, abboadaute di selvaggiua,
bitazione al costabile o governatore, e ed in cui sono vastissimi e amenìssimi
vi si trova il corpo di guardia o sala d'ar- giardini regi: presso l'ingresso del parco
mi, curiosamente ordmata. La corte in- è r albergo della regina, di recente co-
feriore é maggiore dell'altra e divisa in struzione. La selva di Windsor, che ha
due parti dalla cappella di s. Giorgio 20 leghedi circuito, fu originalmente de-
che mezzo, e riconosciuta per uno
sta in stinata all'esercizio delia caccia degli an-
de'piìi bei fabbricati gotici che si cono- tichi sovrani, e ch'era pure uu diverti-
scano. Gli appartamenti regi stanno dal- mento favorito degli ultimi re. Vt^indìor
la parte settentrionale della corte. Quasi contiene più d'8000 abitanti. Vi è pare
ogni stanza in questa parte del castello sulTamigi, contiguo alla descritta città,
vedesi ornata di pilture. La cappella di Windsor il Fecchio, villaggio famoso
s,Giorgio fu edificata da Oiloardo ili, per avervi fatto re sassoni la loro re-
i

nel luogo d'altra più piccola già eretta sidenza, ora non contando che più di
da Enrico I e dedicata a Edoardo I II
s. 1000 abitanti. In Windsor si tennero i
il Conff.ssore. L'origine però di sua ma- seguenti concilii, delti pure Owindsor.
gnificenza si può atti tbutre a OJoardo Concini di IVindsor.
IV del «46 I, da cui fu cousiderabiluieu- Il i.°nel 1070 sulla degradazione di

te accresciuta e resa una delle più belle alcuni prelati, li 1." nei i o sulla ohie* 1 i

del tempo. Nel regno d'Enrico VII Jel sa di Norwick. li 3.° neh 1 14 a'26 apri-
1485 e suoi successoli soffri parecchie le, in cui si elesse iu arcivescovo di Cao-^
alterazioni] ma l'ottima ed elegantissima torbery Raoul vescovo di Rochester, do-
condizione in cui ora apparisce, deve>i po 5 annidi sede vacante. Il 4.'*uel 1 1 'j5,
al buon gusto e magnificenza di Gior? nel qual il re ài Irlanda si soggettò al
74G W I N Wl N
re ó' Jiìghillerra. Il 5." nel ii84 per alla perseveranza e Passòal^
al fervore.

l'elfzioiie dell' arcivescovo di Cantoibe- l'elerna beatitudine 18 dicembre del


il

ly. Il 6.° nel 19.78 sopra la disciplina 760, e fu seppellito nel chiostro del suo

ecclesiastica. Labile, l. 9, 10. Arduino, monastero. Una religiosa del motìa«tero

t. 6. Angl. l. I. Mansi, SuppL, t. 2, p. di s. Walburga, che ne scrisse la vita,

7i3. accerta che alquante guarigioni miraco-


WlMBALDO(s.), abbate di IVideo- lose furono operale alla di lui tomba. Pa-
ìjeini. Figlio di s. Riccardo (T'.), prin- recchie chiese di Alemagna onorano di
l'

cipe anglo-sassone, e fratello di s. PVd- pubblico cullo, sebbene il suo nome non
libaldo e di 8. Walburga (J\). H pa- sia sialo inserito nel tuarlirologio ro-

dre, volendo fare un pellegrinaggio a mano.


Roma, prese seco due figli, raa mori i
WINNOCO(s.),abbafediWormhonth
o Lucca verso l'anno 722; ed essi con- in Fiandra. Usciva d'una famiglia brello-
tinuarono il loro viaggio. Willibaldo, ne, che per sottrarsi al furore deglianglo-
dopo aver passalo qualche tempo a Ro* sassoni era passata nella Bretagna, pro-
ma, intraprese il pellegrinaggio diTerra- vincia della Francia; onzi sen>bra che
santa; ma Winibaldo, ch'era di più debo- fosse figlio di Howel 111 e fratello del re

le costituzione, rimase in quella città, ove Salomone e di Giodoco. Fece diversi


studiò per lo spazio di 7 anni: poscia rice- pellegrinaggi in compagnia di tre giova-
vetie la tonsura clericale e consagrossi , ni gentiluomini, nomali Quadenoco, In-
interamente al servigio di Dio. Ritornato genoco e INIadoco, quali aveano le sles- i

in Inghilterra, persuase parecchi de'snoi se inclinazioni. Visitando il monastero


parenti ed amici ad unirsi a lui in un se- di Silhiu a s. Oiner, conosciuto dipoi
condo viaggio a Roma, tiove arrivati ab- sotto il non^e di s. Berlino, restarono così
bracciarono lo stalo religioso. wS. Bonifa- penetrali dal fervore di que'religiosl, che
cio suo parente, recatosi a Roma nel 728, si posero prendendone l'abito.
fra loro

indusse santo a seguirlo in Alemagna per


il ^'oo passò molto tempo che s. Berlino
dividere lesue fatiche apostoliche. Tiasfe- mandò 4 nionaci a formare uno stabi-
i

insieme nella Turingia, Winibaldo


lilisi limento aWornihoulh, terra loro donata
fu ordinato prete,ed incaricato del gover- da Eremaro gentiluomo fiammingo.
no di 7 chiese,o come altri vogliono di 7 Winnoco fu posto a reggere la nuova
monasteri in quella contrada. Quando poi comunità; e dopo aver costruito co'fra-
suo fratello fu fatlo vescovo di Aichstadt, telli le cellette e la chiesa, fabbricò uno

chiamatolo nella sua diocesi, egli si ritirò spedale pe' poveri. Tulli dedicarono la

nel bosco di Heidenheim, dove, dissodata loro vita al servigio diDio e del prossi-
una certa porzione di terreno, y\ fabbricò mo, e il monastero di venne molto nume-
alcune celle e fece ediHcare un monastero. roso. La fama della santità di V/innoco
]Ne fondò poscia un altro per le sagre ver- fu accresciuta da'suoi miraco'i. Egli era
gini nel vicinato, di cui fu commesso il go- il più umile de'fratelli, sembrava il ser-
verno a s.Walburga. Continuò Winibaldo vitore di tulli, il suo maggior piacere
a travagliare per la conversione degl'ido- era quello di servire i poveri nello spe-
latri, con pericolo della propiia vita, senza dale, e nella sua vecchiezza medesima si

tralasciar d'invigilare sulla sua comunità applicava più penosi e dimessi trava-
a'
per conservarvi lo spirito di preghiera, di gli. L'ardente suo desiderio di unirsi a
umiltà, di mortificazione, precedendo GesùCrislo fu soddisfatto a'6 di novem-
tutti coH'eseuìpio edanitnaudo ognuno bre del 7 17, e fu sepolto nel monastero.
colle sue istruzioni. Accorgendosi esser Le sue reliquie, ch'erano state portate
vicina ruhima sua ora, eaorlù i discepoli a Silhiu, furono poi nel 929 trasferite
"W I N M I R 247
a Berg nel monastero di bene<ìelttni fon- rimanere ancora nel secolo. In appresso
dalovi dal conte Baldovino il CaNc S. però suo padre, vinto dalla di lui insi-
Wmnoco trovasi metuionato anche nel stenza, lo lasciò in libertà di seguire la
martirologio romano il giorno 6 no- siia vocazione, e l'accompagnò egli stesso
vembre. nel monastero di s. Budoco, nell'isola
WliNTERDURN o WI>KTEM- de' Lauri, ora delta Isola Verde. Sotto
"BURN GvM-Tzno, Cardinale. D'i Salis- la direzione di questo santo fece si rapidi
bury in Inghilterra, dell'ordine de' pre- progressi, che destinollo a superiore di
dicatori, poeta insigne, dolio filosofo, II de'suoi discepoli da lui mandati a
profondo leologo, consigliere e confesso- fondare un altro monastero. Questi re-
re di Odoardo 1 re d'Inghilterra, vene- ligio><ì, attraversata la Domnonea, ferma-
rabile per la probità di costumi, e per la ronsi in un'isola deserta presso l'imboc-
prudenza e destrezza nel maneggio de- catura del fiume d'Aven, e si costruiro-
gli a Ila ri, fu da Benedetto XI l'i i feb- no delle cellette; ma il sodìare di venti
braio i 3o4 assenlecreato cardinale pre- impetuosi rendendo il luogo inabitabile,
te di s. Sabina. Scris<se alcune opere teo- dopo tre anni passarono dall'altra parte
logiche, che sono andate in dimeutican- del golfo, ove fabbricarono uu monaste-
za, ed ebbe commissione da Clemente ro nella vallata di Landevenen, lungi 3
V, al cui conclave si trovò presente in- leghe da Brest. Dacché Wiuwaloèo ebbe
sieme col caruinal di Prato, di recarsi lasciato la casa paterna andò sempre
legato in Francia, per esaminar la dot- vestilo, sì l'inverno che l'estate, d'una
trina di Pier Giovanni Olivi frate mi- tunica di pelli di capra, sotto la quale
nore, intorno «Ila povertà dell'ordine portava un aspro cilicio. Comunque aii-

Francescano (^), che avea eccitato iu slerissima fosse la regola delia sua co*
esso gravissime turbolenze. Mentre in munita, eg*i la faceva per se slesso an-
Genova si accingeva a intraprendere il cor più rigorosa. Morì a' 3 di marzo
viaggio di Francia, fu chiamalo all'altra verso l'anno 529 in età mollo avanzata.
vita nel 1 3o5, in età di sopra So anni e Sepollo nella chiesach'egli avea fallo fab-
i5 mesi di cardinalato, ed ebbe la tom- bricare dove poi fu eretta la casa abbazia-
ba nella chiesa de' domenicani. Nondi* le, venne iu seguilo il suo corpo trasporta-
meno vi è chi sostiene, che il cadavere lo nella nuova chiesa di Landevenec, ma
da Genova fu trasferito in Inghilterra, e pe' guasti de' normanni fu trasferito in
portato io Londra vi fu onorevolmente diversi luoghi della Francia, poi in Fian-
sepollo. dra. La maggior parte delle sue reliquie
WhNWALOÈO (s.), abbate di Lan- ora conìervauo a Blandioberg presso
si

devenec io Bretagna. Figlio di Fragano Gand e a MuntreuìI nella bassa Picar-


o Fracano, stretto parente di Catouno dia, di cui è prolettore litolare. Il suo
re o principe nel paese di Galles: sua nome fu inserito nelle litanie inglesi del
madre chiamavasi Gwen o Dianca. Nac- secolo VII, celebrandosi la festa nell'aa-
que nel!' Armorico, ove per l'iuvasione niversario del suo transito.
de'sasìoni la sua famiglia erasi ritirata, WIRONE (s.), vescovo in Irlanda.
e fino dall'infanzia fu consagrato a Dio Dopo aver fallo uo viaggio a Roma con
in compimento d'un voto fatto da' suoi s.Plcchelmo prete e s. Otgero diacono,
genitori. Allevato nella pietà, sentissi di andò a portare \* luce del Vangelo a-
buon'or.T un ardente desiderio di ab- gl'idolalri ne'Paesi Bassi. Pipino d'Heri-
bracciare lo stalo monastico; ma la te- slal prefetto del palazzo di Francia avea
nerezza de'suoi genitori frappose un for- per lui una slima particolare a cagione
te ostacolo, sicché dovette suo malgrado delta sua emmeule santità, e gli donò
348 W I R WI T
un luogo solitario detto monte di s. Pie« nella Scozia meridionale, in cui s. Mi-

Irò, conosciuto poi sotto il nome di mon- niano nel 4'^ eresse un vescovato, il
te di 8. Odilla, presso la Roer; dove egli quale divenne sulfraganeo di York nel
ritiravasi di frequente per confessarsi dal 735. Rovinata la città, cessò la sede ve-
santo. Wirone, estenuato dalle au-
S. scovile, la quale si ristabilì nel 1070 eoa
slerilù e dalla vecchiezza mori nel seco- l'esenzione da'prelati di Scozia, e final-
lo VII. Onorasi la sua memoria il dì 8 mente nel 1471 si sottomise alla metro-
di maggio. politana di Glasgow {F'). Soppressa
WIRTZBURG. r. WuRTZBURG. • nello scisma la sede vescovile, tanto Wi«
AVISEINOWISKI Giorgio, Cardina- thern, quanto Galloway, pe'cattolici, fu-
le. V. Martinusio Giorgio. rono compresi nel vicariato apostolico
WITHEKN o WINTHER o WHI- Occidentale di Scozia, onde ne parlai
TEHERIN, o G ALLOWAY o GALLO- in quell'articolo, ossia precipuamente nel

WAIS, Vilerna seti Candida Casa. voi. LXIl, p. 25o e 293. Il I.' vescovo

Già città vescovile di Scozia, che i geo- fu s. Niniauo, quale apostolo de'pitti me-
grafi riconoscono nella parrocchia di ridionali e di Scozia. Vi stabilì la sua
TVhildiorn o J-Vhilhorn, presbiterio ^lel- sede episcopale, e la chiesa da lui fab-
la contea di Wigton o Wigtown. Tro- bricala venne intitolata a s. Martino, del
vasi nel sud della penisola formata dalle quale credesi avesse visitato la tomba nei
baie di Wigton e di Luce. Contiene uq suoi viaggi. Questa chiesa diventò una
borgo dello stesso nome sopra un fiu- scuola di santi e di uomini apostolici. Si
micello, nella detta baia, il quale vuoisi ha il catalogo de' vescovi dopo s.Nmiano,
succeduto alla capitale iìq Norvantes^ e cioè dopo il 45o. Tale cattedrale, chia-
dove i romani avevano una stazione, e mata ancora di s. Nìoiaoo, perchè ne con-
quindi fu sede del vescovato di Gallo- servò le sue reliquie con gran venerazio-
way, più antico della Scozia, della
il ne sino alla pretesa riforma, in tempo
cui cattedrale più non veggonsi che le della piena cattolicità della Scozia, era
rovine. Lo dicono fondalo nel IV secolo il pio scopo d' un rinomatissimo pelle-
da s.Niniano^F.); ed presenti abitanti i grinaggio.
sommare 3ooo. Sulla costa tro-
a circa WlTTELLESPACHoWlTTELEL-
'varsi r isolelta dello stessonome. Con SPACH Corrado, Cardinale. Conte Pa-
quello di Galloway- Mull-Of, i geo- latino del Reno, de'duchi di Baviera,
grafi descrivono il capo più meridionale alemanno non per opera del-
di nazione,
della Scozia, all'estremità della contea di l'imperatore Federico I suo congiunto e
Wigton, avente profonde caverne ove amicissimo, come scrive Cardella, ma per
l'acqua si precipita con fracai^so spaven- canonica elezione del clero fu promosso
tevole. E con quello di Galloway- New, alla chiesa arcivescovile di Magonza nel
parlano d'un borgo della Scozia, contea I i6o, e poi ne fu cacciato dallo stesso
a 6 leghe da Rirkend-bright, ed a quasi Federico I per essere rimasto fedele a Pa-
altrettante una bella valle
da Wigton, in pa Alessandro III, ed avere ricusato di
presso la riva destra del Ren. E rego- riconoscere per legittimo Pontefice l'an-
larmente eretto e vi si tengono due an- tipapa Vittore V. In tali calamitose cir-
nue fiere. Carlo 1 l'eresse in borgo rea- costanze si rifugiò in Francia nella città
le nel i633, ed unitamente a Wig»on, di Tours, presso Alessandro III, che vi
Stranraer e Wliilhorn manda un mem- celebrava un concilio. Indi in Sens nel
bro al parlamento. Commanville all'ar- 1 163 lo creò prete cardinale del titolo
licolo rilernia o Candida Casa, ossia di 8. Marcello. Osserva il Pagi, Brevia-
Wilhein 4 la dice tenue città di Gallowoy rio storico, t. 3, p. 79, ch'egli fu il i,"
W I T W I T 249
CArdinale, che essendo già vescovo fosse d'un orribile incendio, il cardinale nel
elevato alla dignilà cardinalizia: Fuit 1182 sontuosamente la riedificò, e io
priiniis, qui siiie controversia ex Epi- tale occasione ebbe la sorte di ritrovar
scopOyPreshyterum Cardinalem cUctiini le ossa di s, Virgilio, e di altri santi ve-
imeniamus. Altri scrissero che si vuole scovi di Salisburgo, quali espose alla pub-
il i.° tempo islesso più
a possedere nel blica venerazione de' fedeli ; ed inoltre
Vescovati. Nel medesimo anno Alessan- fece edificare in Salisburgo un mona-
dro vescovo subnrbicario di
III lo fece stero, che divenne insigne. Nel preceden-
Sabina, e verso il 1 167 amministratore te anno essendo morto Crisliano di Bou-
della sedediiyor^z.LoSperandio nella Sa- chè, sostituito per violenza di Federico I
bina fagra, Io dice anche arcivescovo di al cardinale nel governo della metropo-
Salisburgo. Fu pure dichiarato legalo a- litana di Magonza, potè il cardinale ri-

poslolico per tutta la Germania, colla tornarvi e riprendere possesso dell'anti-


facoltà di ritenere la chiesa di Magonza, ca sua chiesa. Allora fu, die Adalberto
la quale dovette dimettere do[)0 la pace ricuperò la sua sede di Salisburgo, dalla
stipulata nel 1177 in Venezia tra Ales- quale era stato esule per io atmi, ed a-
sandro IH e Federico I. In luogo di essa, vea lasciata per le deplorabili circostanze
realmente ottenne nel 11 78 l'arcivesco- di sua epoca. Ed è perciò che Mezger
vato di Salisburgo, nel quale anno vi ce- nella Storia di Salisburgo, parlando del
lebrò un concilio provinciale, a cui in- cardinale eletto ad essa, disse di lui: Non
tervennero i4 vescovi sulfraganei, e pa- snbripnit dignitatem, sed auctoritate
recchi principi e signori alemanni. In esso sanimi Praesidis, etsi dispensative ut
fu riconosciuto per vero e legittimo capo ajunt, cedente necessitatis causa, alte-
della Chiesa cattolica Alessandro III, ed ro, idest Adalberto. Questo stesso arci-
esecrato antipapa d' allora, di cui il
1' vescovo Adalberto installò o benedì o
cardinale non volle neppure ammet- consagrò solennemente nel i i85 il car-
tere il legalo, inviato a Salisburgo per dinale in vescovo di Ratisbona alla pre-
trarlo al suo parlilo, ma gli fece inten- senza di molti vescovi ; onde, dice Car-
dere, che se non si fosse prontamente al- della,conviene credere che sebbene già
lontanato da' confini di sua arcidiocesi, vescovo d'altre chiese, non avesse anco»
l'avrebbe esemplarmente punito. Is'è mi- ra ricevuto V episcopale consagrazione.
nor coraggio dimostrò nell'opporsi agli Questa sede vescovile, il cardinale go-
allentati di Ermanno, cheavea usurpa- vernò con tanto zelo, fervore e sollecitu-
to la chiesa di Guik, mentre strettolo dine, che la ridusse ad una delle più e-
d' assedio nella fortezza di Strasburgo, semplari e floride chiese di Germania.
residenza de'vescovi di Guik, lo costrin- Pietro Blesense scrisse al cardinale, rac-
se a rinunziare all'immaginaria sua di- comandandogli di procurare ad ogni co-
gnilà. Così e con gran lode il cardinale sto la liberazione di liiccardo I re d'In-
governò oer 6 anni l'illustre sede di Sa- ghilterra, caduto nelle mani di Leopol-
lisburgo. Nel 1179 intervenne al con- do V
duca d'Austria, e da lui consegna-
cilio generale di Laterano III, celebrato to all'imperatore Enrico VI, quindi da
in Roma da Alessandro HI. Non mancò ambedue prepotentemente tenuto sotto
intanto d'applicarsi seriamente a rimet- stretta custodia. Celestino III lo incaricò
tere nel primiero stato la città e la pro- della legazione di Scria, che intraprese
vincia di Salisburgo, che avea sodarlo col corteggio di parecchi principi e si-
gravissimi danni a cagione de' tuuiulli gnori alemanni, ad oggetto d'eccitare i

delle guerre. Essendo pressoché rovina- grandi di quel regno contro i saraceni ;

ta la basilica di s. Ruperto, a molivo la quale compita coronò Leoue II in re


2 jo W 1 T WL A
d'Armenia, come rilevai nel voi. LI, p. di Russia Caterina II, che fu, quale la

807, e tln lui ridotto insieme colla sua descrissi nel ricordato articolo, famosa
famiglia all'ubliiclienza d^-lla Chiesa fo- nell'arte di governare, ricorrendo l'anno
ntana e del Papa. Collo stesso carattere ventesimo della sua coronazione, a'22
proseguì il sno viaggio per l'Ungheria e settembre 1782 i'-lituì quest'ordine ca-

Germania, dove riconciliò insieme Enri- valleresco e nobilissimo, in memoria del


co o Emerico e Andrea li, che si con- laudato gran principe, e per dare roti

trastavano il regno d' Ungheria. Final- esso una ricompensa al merito di quelli
mente dopo aver (.ontribuito rol suo voto che ne' rispettivi ufltzi civili e militari
all'esaltazione di Lucio III. Urbano 111, eransi mostrali fedeli e zelanti verso di
Gregorio Vili, Clemente HI, Celesti- lei e pure que'dotli
del suogovern();come
no HI, Innocenzo ili, pieno di meriti e e quegli artisti,che aveauo sapulo distin-
di giorni, fu come si può sperare chia- guersi col proprio ingegno e opere. Ebbe
mato dal vSignore all' eterna felicità nel pure la czarina l'inteodiinenlo, con que-
I 200 e non nel i 202 (il Monti erronea- st'onorifico premio e grado, di svegliare
Diente scrisse nell' Elogia Card, illnst. ne' suoi sudfiili l'emulazione e l'amore
nel 86), non in Baviera, ma in un ca-
I 1 a'propri doveri, e il desiderio di dar pro-
stello della diocesi di Passavia, donde ve pul)bliche di sapere, di civiltà e di pe-
trasferito a Magonza rimase sepolto in rizia. Essa divise l'ordine de'cavalieri di
quella metropolitana, dove alla sua me- s. Wladimir in 4 classi dislinle, come an-
moria fo eretto un sontuoso mausoleo. cora si trova. Gl'impiegati civili ilopo
WlTTEWBERGoWIRTEMBERG. aver servito lo stato per 35 anni, otten-
P. WURTEMBEBG. gono la decorazione di 4-'' d'asse. In cia-
WITTEMBERG Francesco Gu- scuna delle4 classi si distribuiscono 6000
GLiEtMO, Cardinale. T^ Vattembebgh. . rubli di pensioni: a io cavalieri della i."
WLADIMIR o WLADIMIRO o U- classe se ne serbano 600; per 20 della 2.*
LADIMIRO. Ordine equestre di Russia. 3oo; per So della 3.' 200; per 60 della
Wladimir I il Grande fu il primo gran 4.* 100. Col conferimento dell'ordine,
principe di Russia che abbraccias- (/^'.) l'insignito acquista il diritto di nobiltà
se il cristianesimo, nel quale fece battez- ereditaria. Intorno allo scuilo della de-
zare i russi suoi sudditi. Perciò e per le corazione si legge: Utilità, Onore, Glo-
magnanime azioni riferite nel citalo ar- ria. Le 4 lettere russe che sono nel cen-
ticolo, da'russi è riguardato come l'apo- tro della piastra esprimono nelle sigle :

stolo della nazione, veneralo per santo, Santo Principe ff^ladiniiro simile agli
a'i5 luglio, e per antonomasia chiama- Apostoli. Quelle poi che sono nel rove-
to il Santo apostolo. Ma la Chiesa cat- scio dello scudo della decorazione ricor-
tolica non lo riconosce affatto per tale, dano il giorno di sua istituzione. La so*
nonostante quanto dissi col Butler nel lenne festa anniversaria dell'ordine é ap-
vnl. LIX, p. I o r , anzi essendo anteriore punto il 22 settembre. Ma l'imperatore
l'introduzione del cristianesimo Ua'rns- Paolo !, che nel 1 796 successe a sua ma-
si e ìra'ruicni. Montò trono nel 980,
sul dre Caterina II, non conferì ad alcuno
risplendette in esso quale uno de'più glo- quest'insegne equestri. Però il suo figlio
riosi sovrani della Russia, dopo avere e successore Alessandro I, a* 12 dicembre
ricevuto battesimo nel 988, e scese
il 1801 lo risfabilj, insieme all'altro di s.

nella tomba nel idi 5, nella sua residen- Giorgio, parimente istituito da Caterina
7.a di Kiovia (F.) allora capitale della , 11 e non conferito da Paolo I. L'impe-
Russia meridionale e del granducato ratore Nicolò I, fratello e successore di
di Jaroslnw sino al 1 1 57. L'imperatrice Alessandro I, appeno giunse ne! 1846 a
WL A WLA a5i
Piefrobnrgo, ipfliìce <!al suo viaggio di se il nome, e lo rilevai pure nel citato
Bomo, e cJiil mpmfii'al)ile 'ibbocraim'nlo articolo. Siconoscono due vescovi: Ipa-
conGiegorio XVI, indirizzò un suo scrit- zio, che fu mandato a Roir.a con s. Ci-
loiil granduca eiede presuntivo della co- rillo vescovo di Luik, per 1' unione, e

rona, oia impernlore Alessandro II, e- passò poi alla chiesa di Kiovia. Al tem-
sprimendogli la sua piena soddi.sfyzioue po di questo prelalo,il vescovato diCresl,
per aver corrisposto alla sua confidenza capitale del palatinalo tiel suo notne nel-
nel disimpegno degli affari di cui l'avea la Lituania, era unito con quello di Wla-
incaricato durante la sua assenza, e lo dimir; se pure, come dovrò dire, ciò ri»
dichiarò cavaliere di i." classe dell'ordi- guarda la seguente città. L'altro vesco-
ne di s.Wladimir,recando co»! uno spleo- vo fu Elia Morocow di Leopoli, che
dido lustro all'ordine stesso. venne nominato da Wladimir per go-
AVLADIMlR.CillàTescovilediPaissia vernare greci e russi, ch'eriuisi uniti
i i

in Europa, capoluogo di goveino e di di- in comunione colia Chiesa romana. O-


stretto, situata sur un'altura alla S'nistra rieiifi Chrìsl., t. i, p. i3og.

del Kliazma, distante 4o leghe da IMosca WLADhMlRA o WLADlMlRLi o


e I 65 da Pietroburgo. Quantunque de- ULADIMiRA (PVUuhminen). Città già
caduta dal suo antico splendore, ancora con residenza vescovile della Russia iu
contiene alcuni monumenti rimarcabili, Etiiopa, nel governo di Volinia, capo-
come il palazzo del vescovo, laPorla d'oro luogo di distretto 327 leghe tla Lubhno
e parecchie chiese, tra le quali si fanno e yo da Zylo»nir. Giace sulla sponda de-
distinguere due cattedrali. Vi è un nr>o- strH della Louia, afìluente del Dog, in
nastero di monache, un ginnasio, fabbri- paese fertilissimo. Sede già d'un vesco-
che di tele e alcune concie di pelli. Vi si vato greco-unito, fa uii piccolo commer-
noverano circa 4ooo abitanti. Si pre- — cio di seterie e di sale, tenendo pure 4-

tende the r edificò il granprincipe Wla- fiere l'anno. De'suoi 2000 e più abitan-
dimir il Grande verso il declinar del X ti, gli ebrei sono il maggior numero. —
secolo; altri l'attribuiscono a Jurie I Credesi che questa città fosse fondata nel
Wladimirowitch-Do'goruki, verso la me- qg2 dal gran principe di Russia Ivla-
tà del Xli secolo. Appartenne pri<iia al diinir il Grande che regnava a Kiovia,
principato di Roslow. Il principe An- e vedesi ricordata nello spartimento che
drea RosoIubu^ki, figlio di Dolgoruki, egli fece de'suoi stdti tra' suoi figli; ed
avendo ricevuto per appannaggio il prin- essa toctò a Ysevolod, che vi stabilì la

cipato di Suzdal, come pure la città di sede del piincipato di Wladimir, e pare
Wladiciir,preferl quest'ultima in riguar- che sia quello stesso, che col nome di
do al suo bel silo, l'abbellì e l'ingrandì Ysevolod i nel 1078 divenne granprin-
mollo; ed alla morte di suo padre nel cipe di Russia. Non si deve coufondere
1 iSy, in vece di KiowiOy ne fece la sede col granpriucipato di Wladimir, comin-
del granducato, la quale nel 1828 fu cialo con Andrea I nel i i^f, di cui nei
trasferita a Mosca. Con lui cominciò la precedente articolo. La appartenne
città
serie de'gran principi di Wladiuiir, che poi al principato di Peremychl, poi a
riportai a Russia. La città fu devastata quello di Galitch, e all'atto dell'invasio-
da' tartari nel laSy e nel i4io. Com- ue de' tartari fu soggiogata dalla Polo-
manville iiporta che la sede vescovile fti nia (^.), alla quale rimase sino al tem-
istituita ntl secolo X, suifraganea della po che Caterina li imperatrice di lius-
iiietiopoli di Riovia, di rito greco; per sia fece rientrare solto il dominio russo
cui sembra che il fondatore della città la Volinia nel J 790, allo smembramen-
sia piulloslo Wladimir I, donde ne pre- to della Polonia.
2^2 WLA WL A
Lji sptle vescovile, al dire tli Common- e favori a' prelati ruteni, ed il vescovo
ville, el)l)e origine pe' latini nel iSyS delle chiese unite di Wladimiria eBie-
sotlo la nielropoli di Halicia, per dispo- sta, il 1° dell'ordine gerarchico dopo il

RÌzione di Luigi 1 re d'Ungheria e di Po- metropolita, perciò chiamato Prolotro-


lonia, ma ebbe poca durala, trasferen- rio, ottenne dal Papa il particolar privi-

dosi o riunendosi a Kiovia. Più antica legio w di poter portare nelle solenni fun-
è fjutlia tltUtileni (/^'.) ossia greci della zioni il Jrtc'cocc/j//7j, specie di dalmatica, e
Russia Bianca, risalendo al X secolo. Nar- la tunica di seta ricamata in oro, e semi-
rai in quegli articoli e ne'relalivi, che la nata di gigli tessuti parimenti in oro, eoa
sede di Wladimiria di rito greco-unito- la stola e il manipolo, cioè il petrochi-
ruteno, prototrono nella Volinia, Li' liou o Omophorium della chiesa di Gre-
tnania e Russia, si unì con quella di Ere- ria (/^.), e cogli altri abiti sagri della
sia (/'.) dello stesso rito, città della Li- stessa stoffa e ornamento, e confermò que-
tuania appartenente alla Russia, con più sto privilegio a'di lui successori finché
di 4ooo abitanti. Che adunatosi nel 1 595 rimanessero fedeli all'unione cotta s. Se-
il concilio di Bresta da Michele Rnhosa de. Il Papa fece lavorare queste sagre
metropolita di Riovia, vessato dall'etero- vesti con grande ricchezza e magtiifìcen-
dossa chiesa russa, dopo l'istituzione del za, e ne presentò Ignazio e Cirillo ". Così
patriarca di Mosca, i ruteni dichiara- il p. Theiner, Vicende della Chiesa cat-
rono di volersi riunire alla Chiesa roma- tolica ili ambedue i riti nella Polonia e
na, e di voler ubbidire al solo Sommo nella Russia, col quale procedei ne' ri-
pontefice, con decreto de' 2 dicembre cordati articoli. Tuttavia è meglio leg-
i5q3. Che a tale effetto fu inviata una gere la bolla di Clemente Vili, Roma-

ambasceria, composta d'Ignazio Focieu nus Ponti/ex, de'26 febbraio 1 596, Bull.
o Phocieu prototrono e vescovo di Wla- Rom.,t. 5, par. 2, p. 96 Epìscopis TVlo- :

dimiria e di Bresta unite, e di Cirillo dimiriensibus, et Brestensibiis Rulheni


Terlecki esarca e vescovo di Z^acAedi O- ritiis, conccditur iisus J^eslium Sacra^

slrog, che fu benissimo ricevuta da Papa rum, quas Saccociiim appellante DaU
Clemente Vili, il quale nel iSgSsolen- viaticarnni, et Tunicarum instar, duni
iiemente,dopo l'abiura che i due vescovi sacrosancluni Missae sacrificiwn divi-
fecero di loro errori e di quelli del rito naque officia Pontificali more celi-bran t.
loro, riunì i ruteni e le loro chiese alla Notò Novaes nella Storia di Clemen-
il

s. Sede colle slesse condizioni stabilite te FUI, che tornati i prelati tra'ruteoi,
da Eugenio I V nel 43g nel concilio ge-1 non raccolsero interamente il frullo del
nerale di Firenze; confermando il Papa loro zelo, per l'opposizione del palatino
all'arcivescovo di Riovia metropolita de* di Riovia, e della maggior parte de'ma-
ruteni gli antichi diritti e giurisdizioni, gnali della Russia. De' vescovi di Wladi-
d'eleggere e consagrare i vescovi di sua miria e Brest nelle Notizie di Roma so-
provincia ecclesiastica, alla quale appar- no registrati 1762 Feli-
i seguenti. Nel
tenevano Wladimiria e Bresta, e quan- ciaoo Wolodkowicz basiliano, di Pucho-
to alla creazione del metropolita, chie- vich diocesi di Wilna, succeduto per coa-
dendone prima la conferma alla s. Sede diutoria all' arcivescovato di Riovia e
a mezzo del nunzio pontifìcio di Polo- flalicia unite di rito greco, metropolita
nia, il quale mandava gli atti a Roma al- della Russia, ed insieme vescovo di Wla-
la congregazione di Propaganday/fZe, la dimiria. Nello stesso anno gli fu dato a
quale li proponeva alla pontificia appro- cofuliutore con futura successione Leone
vazione, per la bolla della canonica isti- Szephycki basiliano, vescovo di Leopoli
tuzione. CleD)enle Vili concesse grazie eCaminiec Rnminicck.DappoictièBre-
WL A. WLA a53
età avea allora nuovamente il suo par- non pare giustamente, ovvero perchè lo

ticolare vescovo in Aiitooio Mlodowiìki era in diritto meritamente, ma spogliato


basìliano, del distretto di Wladimirìa e il che la s.
dal governo di sua autorità,
diocesano di Luceoria, fatto nel 1765. Sede non poteva riconoscere; o meglio,
Abbiamo nel Bull, de Prop. fide, t. 4j come dirò, era già mortu! Imperocché
p.49» la bolla Ea omnia, de'20 marzo deplorai ne'citati articoli, come nel i 82B
1778 di Clemente XIV: Confirmntio l'imperatore Nicolò 1, abolita la sede di
Concordine inter Felicianuni Archie' Luck, l' incorporò al metropolitano di
piscopuni Russiae, et ejus coadjulores Polosko, dichiarando che soli vescovi i

Leoneni Episcopns Uladimiriensem, et delle due sedi arcivescovile di Polu^ko,


Brestenseni ìnitae. Indi nelle Notizie di e di Uladimiria e Bresta concattedralì
Roma si legge Feliciano anclie vescovo unite, avessero il supremo governo di
d'Uladimiria, prototrono della Russia e tutte le chiese rutene cattoliche, doven-
Brest uniti nella Volinia e Lituania; e dosi elevare a metropoli della Lituania
suo coadiutore con futura successione il Bresta. Intanto per le mene del governo,
Mlodowski. ^'el 1779 vescovo di Wla- dopo il i832 la chiesa rutena comiiiciò
dimiria e Bresta uniti, Simeone MIocki a divenire scismatica, e io fu del lutto
basiliano, del palatinalo di Belza. Cate- per la riprovevole cooperazione degl'in-
rina II aboliti Kiovia e tutti i vescovati degni Siemasiko vescovo di Lituania, del
ruteni, ne assoggettò tutte le chiese nel suo suffraganeo di Polosko Luzinski, e
1795 all' arcivescovo di Polosho {f .)', del suo sudragaueo per Bresta Antonio
poi eretto canonicamente da Pio V I nel e vicario deli'eparchia di Lituania, ambo
1 798, dichiarando suoi sufflaganei i ve- nemici della Sede; compiendosi la se-
s.

scovati di Wladiroiria e Eresia, i quali e- parazione lagrimevole dalla Chiesa cat«


stendevano la loro giurisdizione sopra tolica, e tanto pianta da Gregorio X.V I,
tutti i cattolici del rito greco-ruteno nel 1839 mediante l'unione alla scima-
nei governi di Lituania e di iMÌDs>k. Ma tica russa.La sede d'Uladimiria, sempre
l'arcivescovato di Kiovia non si potè stata unita a Bresta, fu compartila in
che nel i8o5. Nel 1810 era
ristabilire eparchia russa scismatica; ed a'nuovi ve-
vescovo di Bresta Gregorio Roihano- scovi furono assegnate a cattedrali le
wiciz vescovo di Luck, già coadiuto- chiese cattoliche lutine e rutene. Uipelo,
re di Lissowski arcivescovo di Polo- non è possibile qui dare una chiara idea
sko. Wel )8i4 divenne vescovo d'Ula- del deplorato avvenimento a cui sono
dimiria e Bresta uniti l'ottimo Gicsafut collegate le notizie di AVIadimiria e di
Bulhak basiliano, traslato da Tutovia. Bresta, e parlato negl' indicati articoli.
L'imperatore Alessandro I nominò mg/ Fatto è, che nell'impero russo soltanto
Bulhak metropolita delle chiese greche- di rito ruleno-greco-catlolico, vi è rima-
unite nel suo impero. Pio VII a'22 no- sta la chiesa di Chelma e Bclzi nella Vo-
vembre 18 8 cambiò j la sede in arcive- linia, per virtù del clero e del vescovo
scovile, e lo confermò con delegata pode- Filippo Feliciano Szumborski restati fe-

stà, concessione di tutti i diritti e privilegi deli alias. Stòt: che se l'egregio Szura-
del metropolita ruteno di Riovia. Ebbe bor^ki per un momento prescrisse il ri-
a suffraganeo, col titolo di Wladimiria, torno prima del sinodo di Za-
a'riti usati

Leone Saworcwski abbate di Supraslia, inosch (^.), appena fu esortato da Gre-


poi vescovo di quella città nella Prussia gorio XVI, subito si ritrattò, come dissi
orientale. Quanto all'arcivescovo Bul- nel voi. XXXIX, p. 69 e altrove, piena-
hak, le Notizie di Roma continuarono a mtute giuslitlcandolo la &i\à Necrologia,
legistrarlo sino al 1847 inclusive, ma che si legge a p. 3i i del Giornale di
i?4 ^V L A WL A
Roma del i85t. Gli allfi we^covali ru- fraga neo e il concisloro, metà per eia*
lenì della Lituania edelhi Russia Bianca, scuno, aveano 4<)<)C) talleri prussiani.
cioè il oaetropolilano l'olosko e Vitepsco 11 seminario manteneva colle rendile
si

uniti, e le sulfraganee cliiese ili WlaJi- del (nouastero di Lauryszew, e di quello


niiria, Cresta, Luck e Ostrog fatalmenle soppresso di Nowidwor. Avea inoltre i
nell'infausto 1 889 si separarono dalia frutti d'tm fondo di 2000 monete d'oro.

Chiesa caUolioa, tuttavia les'islrandusi 11 clero secolare avea addetti^ a' suoi vil-
nelle Nolizie di Rornn, ora Annuario laggi 1060 servi maschi; ed suoi capita- i

Pontificio, colla speranza che i-itoinÌQO lierano valutati a 10,127 rubli, e l'an-
al suo benefico e naatei'no grembo, come nua rendita a 5866. Il vescovo o arcive-
fecero nel 14^9 enei i593. Quanto ri- scovo /jro tempore, fin dal pontificato di
guarda il sufFraganeo dell'arcivescovo di Clemente Vili, avea il privilegio d' usa-
Bresta in T-Ft/na, e lo stato di que'cat- re nelle sagre funzioni le Vesti metropoli-
lolici, in quell' {ulicolo ne ragionai. Le tiche.Mg.' Bulhac nell'ottobre i83 8
ultime nolizie della sede cattolica di Bre- morì gloriosamente cattolico, dopo ave-
sta e di Wladimiria sono le seguenti. Ri- re reso inutili tutte le arti della seduzio-
pristinala Wladitniria e Bresta pe'tantl ne e della violenza usate dal governo rus-
reclami di Pio VI, a Caterina 11 che l'a- so, e da mg.' Siema^zkoper condurlo allo
\ea soppressa, con allre, sotto il figlio scisma. Per far credere al clero e al popo-
Paolo I, la sua diocesi era compresa nei lo, chequesto venerando prelato avea ab-
suddetti governi di Lituania e di Minsk, b ui don ita li Chiesa cattolica, il governo
Wladimiria trovandosi nella Volinia, pro- con solenne pompa funebre lo fece tra-
vincia antica. La popolazione cattolica di sportare nelle tombe de' melropol itani
tutto il vescovato unito, negli ultimi an- scistnttici nel ntonastero di Alessandro
niascendeva a 542,614. de' (juali nel New>ki; ed è all'ombra di questo deplo-
1804 7^0,000 puberi (dunque allora e- rabile artificio, che il governo stesìo si lu-
ra assai ntaggiore). Le chiese parrocchiali singt d'aver chiuso i«i una stessa tomba
erano ridotte a 549, mentre nel 1824 se mg.' Bulhac, e tutta la Chiesa greco-ru-
ne contavano 2000. Erano i preti seco- teno-uiiita cattolica! Tanto ricavo dalle
lari 6^5, e nel" principio del secolo cor- Notizie delle Missioni stampate iu Ro-
rente gSo:
monaci Sg. Nel 1824
i 1 i nìa nel i844-
monaci basiliani ascendevano a 2000, ri- WLADlMlROo ULADIMIRO (s.).

dotti in ultimo nel monastero di Bresta F. RoiMAPfO (s.) e llussiA.


a 2 I : essi coll'insegnamento esercitava- WLADISLiVlA oULADISLAVIA,
no gioventù nelle scuole, altri aveano
la o KALISCH [PFladisla-
CUJ.VVIA
la cura dell'anime. Tre monasteri di ba- vien). Città vescovile con residenza del
silianecontavano 17 monache. Nel se- vescovo in Kailsch (A'.), nell'antica pro-
minario basiliano di Lauiyszew si tro- vincia di Cujavia^ parlata in più luoghi,
vavano 20 alunni. Nella diocesi di Bre- nel regno ili Polonia, impero di R.ussia.
sta, e in quella di Wladimiria eravi il 1 geografi la cXxxam^noT'V ladisla'wowo,
concistoro composto d'un uffiziale e di 3 voivodìa distante i i leghe al nord-est di
assessori del c'ero secolare: si cambiava- K^lisch, obvodia di Konio : appena di-
no ogni 3 anni. L'arcivescovo di Cresta cono, che possiede chiese cattoliche e lu-
e Wladimiria avea il suo sostentamento terane, f djbriche di tele e di cappelli, con
Ad' redditi residuali del vescovato sop- 45o abitanti. Invece si legge nell'ultima
presso di Pinsco nella Lituania, da quel- proposizione concistoriale. Uladislavia
lo di Bresta, e da una congrua di 3ooo vcteris prOi'inciae Cujaviae cUitas in
rubli oQuui dall' imperiai erario, l! suf moderno gubcrnio rarsaviensi regni
WL A. WLA 255
Polonlae sita ad Inevam Fistnlae in- Nel 1741 Valentino Alessandro C^ap^k^
Jluenlis in mare Baltictim, quaclringen- cistcrciense della diocesi di Cujavia, Iras-
las sexdecim conlinet domos, atque ab lato daPremislia. Nel 1752 Antonio vSe-

odo circiler inilldius inhabitalur calho- bastiano Demhowski di Plocko, iraslato


licis incolis. . . E/nscopus rcsidet Cali- da quella sede a Cujavia: nel 1758 suo
siis (Kalisch), qiiae cii'ilas octodecini coadiutore con futura successione, An-
nìillianhus polonlcis ab Cathedrali est tonio Casimiro 0>trowski di Posnania,
dissiia,ac ibi satis ampia potilur do- vescovo diLivooia.Gli successe nel 763, 1

mo, qnae indiani exposcit reparationeni ed a lui e al re di Polonia, Clemeiile


(ili altra proposizione è detto i8 miglia XIII diresse brevi, Tiberio rem, e De
i

distante dalla cattedrale, cli'è quanto di- altero, de'7 dicembre 1763, Bull, cit.,
re lungi da Raliscli,ov'è la collegiata). La t. 3, p. i53, co* quali concesse il richie-

cattedrale vasta e antica, di gotica strut- sto suffiaganeo, pe' diocesani esistenti
tura, è sotto l'invocazione della B. Ver- nella Pomerania, onde il vescovo cu-
gine Assunta in cielo, con cura d'anime mulativamente fu pur detto di Pomera-
e baltislerio. Il capitolo ha 4 digni- nia, cioè nella persona di Cipriano AV'o-
tà, essendo lai.* il decano, 8 canonici lickì di Skumlia diocesi di Gnesna, e poi
comprese le prebende teologale e peni- a*i4 aprile 1766 lo preconizzò vescovo
tenziale, 6 vicarii e 2 altri preti in- di Sinope in partibus. Clemente XIV
servienti al divin culto, cl»e in altra pio- a' 28 febbraio 1774 die* al vescovo O-

posizione sono denominati mansionari e slrowski per coadiutore con futura suc-
«allerista. Vi è un'altra sola chiesa par- cessione Giuseppe Rybin>ki della dioce-
rucchiale e col s. fonie, sotto il titolo di si Kiovia, dichiarandolo vescovo d'E-

s. Gio. Battista, un munasteru di mona- varia in partibus. Gli successe a'23 giu-
ci, un sodalìzio laico, 2 spedali e il semi- gno 1777. Egli ebbe a suCFraganei per :

nario. — L'origine del vescovato lo dissi Cedano, Lodovico Gorski scolopo della
a Kaliìcu con Commanville. Meglio è diocesi di Cracovia, nel 1781 vescovo di
Polonia
ritenerlo istituito dal legato di Cesaropoli in partibus: Felice Levinski
(^.) cardinal Egidio vescovo Tuscolduo di Srzeplenk diocesi di Cujivia, nel 1
794
prima del ggS iu Kruschwitz, donde pel vescovo d' Eretria in partibus. Ema-
Suo eccidio nel iiSy o nel ti 70, in nuele de Schimouski della diocesi di

tempo del vescovo Oooldo Italo, fu tras- Breslavia, per Uladislavia, nel
1797 ve-
lato in PP^ladislavia, parimente nella scovo di Lero in partibus. Nel i8i5
provincia di Cujavia, per cui venne co- Francesco SkarbekMalezewski della dio-
nosciuto anco con tal nome, e sino dal cesi diPosnania, vescovo di Cujivia o
suo principio suirragaoeo dell'arcivesco- Uladislavia, come cominciarono a chia-
•vo di Gnesnaj finché Pio VII nella cir- marla le Notizie. Notai nel voi. LIV, p.
coscrizione delle diocesi di Polonia, lo 74, che a tal vescovo Pio VII commise
disgiunse daGnesua, e sottomise alla me- r esecuzione della bolla, imposita Ex
tropolitana di Varsavia [F.) colla bol- Nohis^xnài traslalo aVarsavia. Nel 1819
la Ex imposila Nobis, de' 3o giugno Andrea Vottovicz della diocesi di Gne-
1818, Bull. Rom. cent. l. i5, p. 61, sna, vescovo d' Uladislavia. Nel 1823
descrivendosi a p. 64 il titolo di tulle Giuseppe Kozmiau della diocesi di Lu-

le parrocchie della diocesi Uladisla- blino, Iraslato da Carisio in partibus.


vicnsis, seu Calisiensis. IstWt Notizie Gregorio XVI nel concistoro de*2 1 no-
di Roma sono riportali i seguenti ve- vembre i836 dichiarò vescovo d' Ula-
scovi. Nel 1739 Adamo Stanislao Gra- dislavia Valentino Tomazewski dell'ar-

bowski Iraslatoda Cuima a Cn/a^'ia. cidiocesi di Varsavia, canonico teologo


256 WL A WOL
della cattedrale e vicario capitolare, lo- lungo ha 3ò miglia polacche di (errita*
dandolo pei' qualità virtuose; ed io quel- rio, e circa comprendendo
20 in largo,
lo de'25 gennaio i844» §'' die'a sulfra- jg oppida, 24decanie, 342 parrocchie,
ganeo (dun(|iie non fu l'ultimo il notalo et ultra sexcentuni Irigiiita catholico-
nel voi. XXXVII, p. 9) Taddeo Lubiens- rum millia.
ki di Varsavia (invece la proposizionedi- WOLFGANGO vescovo di Pta-
(s.),

cedi Grabiowiec diocesi di Premislia), lisbona, chiamato ancora TVolfango.


e vescovo di Rodiopoli in pnrtibus, già Nacque nella Svevia e fu allevalo sotto
degnissimo alunno del celebre collegio la guida d'un virtuoso ecclesiastico in- ;

Germanico di Roma, fatto da Leone X|[ di mandato al monastero di Uìcbeoaw


prelato domestico, io Varsavia e Cra- oRhinaw, in latino dello Augia, ch'era
covia avendo disimpegnato diversi rag- una celebre scuola di virtù e di scien-
guardevoli uflìzi, encomiandolo ottimo za, e ne parlai nell' articolo Svizzera.
e dotto. Papa Pio IX nel concistoro
Il Strinse ivi amicizia con un giovine si-
de' 17 febbraio i85i promulgò vescovo gnore chiamato Enrico, fratello di Pop-
di TVladìslavia mg.' Nicolò Hlochi del- pone vescovo di Wurtzburgo, il quale
la diocesi di Plo^ko, già professore e pre- per non separarsi da lui volle che lo ac-
side del seminario di Seyna, arcidiacono compagnasse a Wurtzburgo, dove en-
di quella cattedrale, e della stessa dio- traittbi seguirono le lezioni d'un dotto
cesiamministratore e vicario capitolare professore d'Italia, chiamato Stefano, che
degnissimo; ma nella proposizione eoa- Poppone avea fatto venire nella grande
cistoriale pel successore e odierno vesco- scuola da lui fondata. L'abilità di Wolf-
vo, disse il Papa di mg.' Btochi, ipsius gango inspirò gelosia al maestro, che si
Ecclesiae r enunci alus Epi scopila sitpre- mise a perseguitarlo; ma egli soffrendo
mum ohivil diem priiisquam sedia pr de- questa prova procurò di trarne vantag-
dictae possessioiiem nancisceretur. Tale gio per la propria sanlificazione. Essen-
concistoro fu a' 18 settembre 1 856, in cui do stato Enrico eletto arcivescovo di
fu pubblicalo l'attuale vescovo diWIa- Treveri nel 956, indusse l'amico ad an-
dislavia o Kalisch mg.' Michele Mars- darvi con lui. Wolfgaugo, sebbene ago-
zewski,di Gedano diocesi diWIadislavia, gnasse di un monastero, ac-
ritirarsi iu
già parroco di Wienier, notaro e giudice consenfi a patto chenon gli dasse altro
dei concistoro di Wladislavia, canonico e impiego che quello di aprire una scuola
prelato scolastico della cattedrale, e vi- pe'fanciulli. Si prese dipoi la cura d'una
cario capitolare nella sede vacante; ulR- comunità ecclesiastica col titolo di de-
z\ tutti esercitati egregiamente, come cano, ed in entrambi questi due ulfizi si
dotto, grave, prudente, probo e speri- diportò con tale zelo e pietà, che diede
mentalo. Quanto al suffiaganeo di Wla- la più alta idea della sua virtù. Morto
dislavia mg.' Lubienski, annunziò il n. Enrico, egli passò qualche tempo eoa
1 14 del Giornale di Roma del i86r, Brunone arcivescovo di Colonia, senza
essere passato agli eterni riposi, iu Var- che si potesse fargli accettare alcuna di-
savia a' 4 maggio. Ogni nuovo vesco- gnità ecclesiastica. Indi si ritirò nel mo«
vo è lassato ne' libri della camera a- uastero di Ensidleo, nel cantone svizze-
postolica in fiorini 1 1 12, corrispondenti ro di iìvitto, dove gli fu data la dire-
alla suamensa ascendente a quadragìn- zione della scuola del medesimo, la qua-
ta niiUia Jlorenos polonicos, seu ad le divenne io breve la più florida di tut-
quatuor niillia sentala romana (nella to il paese. S. Udalrico vescovo d'Au-
proposizione del i836, la cifra è di scu- gusta, nella cui diocesi era l'abbazia,
di 6667). La diocesi è assai vasta, per l'ordinò prete, malgrado la sua reoileu-
W O L WOR 2^7
za. Spinto da zelo per la salute delle glo romano sotto il giorno 3i di otto-
anime, andò colla permissione dell'ab- bre.
bate a predicare la fede in Ungheria, WOLFREDO (s.). V. Ulfrido (s.).

insìetne eoo alcuni altri religiosi. Questa AVOLSEYTommaso, Cardinale. V,


missione non ebbe tulto il successo che VoLSEv Tommaso.
se n'era speralo : della qual cosa infor- WORCESTER o WORCHESTER
mato il vescovo di Passavia, lo mandò o WOLCESTER, Vigomia, Figomìa,
a chiamare e ritenne presso di sé qual- Fovcestria. Città vescovile d'Inghilter-
che tempo. Essendo allora vacante la ra,capoluogo della contea del suo nome,
sede di Ratisbooa, il vescovo fece rap- huudred d'Oswaldslow, distante 8 leghe
presentare segretamente all'imperatore da Birmingham e 38 da Londra, iu ri-
Ottone II essere W'olfgango il soggetto va alla taverna, cui vi si varca sopra
più atto od occuparlaj e ad onta delle un ponte. E' una delle più antiche città
reiterate istanze del santo per esentar- dell'Inghilterra, situata iu amenissìma
sene, vi fu canonicamente eletto e coo- posizione, sorgendo gradatamente dalla
sagrato. Egli continuò a portare l'abito sponda orientale di detto fiume. Anti-
monastico ed a seguire, per quanto gli camente piazza fortificata, avea mura
era possibile, le osservanze dello stato fortissime, di cui si vedono tuttora al-
religioso. Fu sua prima cura di far delle quante reliquie. Le vie sono ingenerale
regole per la sua casa, e dì riformare molto larghe per concedere libera circo-
gli abusi che eransi introdotti fra il cle- lazione all'aria, benché alcune non sono
ro. Predicava indefessamente, e adem- notabili né per ventilazione, né per re-
piva con fervore tutti gli altri suoi do- golarità. La cattedrale è un nobile mo-
veri, mostrandosi particolarmente tenero dello di gotica semplicità, coli' esterno
e compassionevole co'poveri. Oltre tutto estremamente liscio e spoglio da ogni
il tempo che poteva togliere alle sue oc- sudato ornamento. La bellezza sua con-
cupazioni ordinarie, consagrava all'ora- siste nell'altezza, spaziosità e lucidezza
zione gran parte della notte, e qualche dell'architettura, grandemente aiutala
Tolta ancora si ritirava nella solitudine da' sublimi pinnacoli che sorgono da o-
per attendere più liberamente alla con- gni apice dell'edifìzio. Fu primieramen-
templazione. Acconsentì per la maggior te eretta da Etelgedo re di Mercia nel
gloria di Dio che fosse divisa la sua dio- 68o, quando era un convento di preti
cesi e se oe formasse un nuovo vesco- secolari. Arse e fu riedificata prima del-
vato. Enrico duca di I3aviera, avendo la conquista, e nuovamente ridotta io
per lui singolare venerazione, volle che cenere nel 1 1 13, come ancora nel 1202
vegliasse alla educazione de' suoi figli. con tutti gli adiacenti ufGzi del mona-
Finalmente Wolfgango in un viaggio stero, e parte della città; ma di nuovo
intrapreso per motivo di carità, cadde ricostruita, sepoltovi il re Giovanni sen-
malato a Perpìgnano, ed ivi morì a'3i za ^erra, morto nel 1216, fu in presen-
ottobre 994- Portato il suo corpo a Ra- za del suo figlio Enrico III, e di molti
tisbona, fu seppellito nella chiesa di s. vescovi,abbatienobili,soleonemente con-
Emmerano. Dopo molti miracoli ope- sagrata nel 1 228. Dopo di ciò, ebbe una
rati da Dio a sua intercessione, Papa riparazione generale e le fu data una
Leone IX nel suo Viaggio [F .) in Ger- nuova compita facciata. Nelle guerre ci-

mania, Ratisbona lo mise nel nume-


in vili del regno di Carlo I patì gran dan-
ro de' santi nell'anno io52, e ne fece ni e dilapidazione; ma però resta sem-
rinchiudere le reliquie in un' arca. 1] pre oggetto di grande interesse a que'di
suo nome fu inserito nel marlirolo- buon gusto. La sua forma è di croce
VOL. CHI. »7
258 WOR W OR
doppie, spiegando i gran tratti dello siile I723. Le prigioni della contea furono ri-
gotico, die consistono nell'estensione e parate e ampliate nel 1795, e la nuova
nello forza, ed a cui si ponno aggiunge- carcere fu eseguila sui disegni diHoward,
re la solennità degli archi di sesto acuto, e consiste d'un» casa centrale pel custode,
e la bellezza degli ornamenti minori. Le con 4 ale che partono dal centro, ma stac-

proporzioni dell'esterno sono grandiose; cale ed ariose ; per lo contrario le carceri

la lunghezza 5i4 piedi, la larghezza 78, della città, molto antico edifizio, stanno
rattezza 68; e la torre che sorge dal cen- sventuratamente in situazione assai op-
tro della croce all'altezza di 200 piedi, pressa. All'est si può vedere parte del-
è negli angoli ornata da 4 pinnacoli, e l'antico muro della città, ed è curiosa la
da eleganti lavori traforati a giorno. Con- corte del centro. La casa di custodia dei
tiene questa chiesa molti belli monumen- debitori liberi è spaziosa, ma quella pei
li, ed è fregiala da una quantità di scul- dolosi reclamava miglioramento. Vi sono
ture. Al sud della cattedrale sorge il col- varie istituzioni benefìche, segnatamente
legioGreen, nella spaziosa piazza circon- la casa d'industria, stabilita nel 1784;
duta dalla chiesa e da una serie di buone l'infermeria, 7 spedali.scuole gratuite ec,
case. Ma oggetto principale dell'attenzio- e vi è pure stabilita una scuola sul meto-
ne è la torre di Edgaro, forte porta e por- do di Lancaster. Possiede luoghi di culto
zione dell'antico castello, ma ora in parte pe'diversi settari, e una cappella cattoli-

occupata dall'ediflzio del catasto. 11 pa- ca. Siccome nella ripristinata gerarchia
lazzo vescovile é presso la cattedrale, in cattolica d'inghilterra,con T^ esimins ter
situazione predominante, sponde sulle {y.) per metropoli, la diocesi di Worce-
della Saverna, che scorre per mezzo al ster, ossia ì cattolici in essa esistenti, sono
giardino. £' stato grandemente alterato stati nuovo vescovato cai*
concentrati nel
da'moderni perfezionamenti, per cui io tolico di Birmingham nel i85o, proba-
varie parti ()resenta uno spiacevole mi- bilmente in Worcester sarà stata eretta
scuglio di moderne riparazioni col goti* alcuna chiesa e pio stabilimento pe'catto*
co antico. Del castello che una volta liei. Ha un mercato di luppoli, il più con*
stava in queste vicinanze, appena ora si siderabile del regno. Il ponte sullaSaver-
vedono i ruderi ; potendosi ancora di- na, molto elegante, fu edificato nel i 780,
scernere nelle carceri della contea al- e consiste in 5 archi. Vi sono fabbriche di
quanti rimasugli delle fosse e delle mu- porcellane rinomate, di guanti e liquori,
ra. Le chiese parrocchiali anglicane sono ed operosissimo vi è il commercio, essen*
9 nella città e 7. fuori. S. Michele è do questo uno de' gran punti di comuni-
un antico esempio d'architettura eccle- cazione col centro del paese di Galles. [
siastica; la chiesa di s. Andrea è notabile suoi circa 20,000 abitanti tengono 5 fie-
per l'alto suo campanile, considerato per re all' anno. — Worcester fu edificala
forma e costruzione come uno de'più per- da'romani, e stabilita come propugnaco-
fetti del regno. La chiesa di Tutti i Santi, lo contro i bretoni e i galli. >el io4i i

rifabbricala nel 1742, è ora un bell'edi- danesi la presero e ridussero in cenere ;

tìzio di stile moderno; come pure moder- venendo nuovamente rovinala per l'in-
na è la chiesa di s. Martino, con fonda- cendio accaduto nel
1 1 13 sotto Enrico
menta di pietra viva. La chiesa di s. Ni- I; ciò non pertanto si riebbe. Nelle vici-

cola, vaga e comoda nell'interno, piace nanze nel i65i fu combattuta una gran*
molto pel suo stile architettonico esegui- de battaglia da Cromwell, che trionfò
to in pietra. Degli ullri pubblici edifizi degli scozzesi,i quali volevano riporre sul
il palazzo civile che giace nella parte ovest trono Carlo 11, figlio del decapitato Car*
dell'High Street) è uu bel fabbricalo del lo I re d'Inghilterra.
WOR W OR 25g
La sede vescovile si vuole eretta nel ro di Cantelupo, figlio di Guglielmo ba>
679 o 680, sufFraganea delia melropolì rone di Can>eIupo, consagrato nel 1 236.
di Canloibery. ^e fu i.° vescovo Boselo Fu mandato ambasciatore in Francia
consagiato in tale anno da Teodoro ar- nel 1257, indi nel 1264 tentò in ogni
civescovo di Cantorbery, indi abdicò nel maniera di riconciliare il re Enrico III
691 a cagione di sue infieimità. Fra* di co'baroni d'Inghilterra a lui ribellatisi ;

lui successori si annoverano diversi san- ma vedendo che il re ricusava accettar


cioè s. Dnnslono {f^), consagrato nei
ti, le condizioni offertegli ,
prese partito
958, trasferito a Cantorbery nel 960 cir- fra'rivoltosi, e fu perciò scomunicalo dal
ca. Nel 960 circa s. Oswaldo (^.), ni- legato pontificio: poscia si penti del suo
pote di s. Odone arcivescovo di Cantor- grave fallo, e morì nella penitenza «'Sfeb-
bery, indi fu egli trasferito alla sede di bralo 1267. Tommaso Cobban o Chab-
York, continua mio a governare quella ban, cancelliere dell'università di Cam-
di Worcester, costrettovi da s. Dunsla- bridge e vice-decano di Salisbury, occu-
no: Worcester va debitrice a quello ve- pò questa sede dal i3i7 al 1327: era
scovo della sua cattedrale dedicnla alla dottissimo e talmente pio, ch'era cono-
B. Vergine, mentre era pure arcivescovo sciuto da tutti col nome di buon eccle-
di York. Io principio era la chiesa d'un siastico. Tommaso Peverell carmelita-
monastero da lui fondato a' benedettini, no, dal vescovato di LandafT passò a
afBnedi attender ivi con essi agli esercizii questo nel i4o7. e morì nel i4i 8: ab-
della preghiera e della mortificazione. Nel biamo di lui molte opere. La chiesa di
monastero cadde infermoe morì nel 992 : Worcester fu altresì amministrata dal
il corpo deposto nel tempio, dal vesco- cardinal Giulio de Medici : nominato
vo s. Adolfo nel 1002 fu disotlerrato, nel 1 52
abdicò nel i522, e nel se-
1,

e poi trasportato a York a' i5 ottobre. guente divenne Clemente Vìi Papa. Il
Il vescovo Bntegio ordinò sacerilote s. Cardella nelle Memorie storiche de' Car-
Pf'iilstano [F.), poi monaco nella gran- dinaliy non ne
menzione, benché pro-
fa

de badia di Worcester, mentre i suoi curò di stabilire quali furono le chiese


genitori eransi ritirati ciascuno ne' mo- da lui governate. Girolamo Ghinucci
nasteri della stessa città. Divenuto prio- (F.) sanese, essendo nunzio in Londra,
re, nella vacanza della sede, per la tras- Enrico Vili lo fece suo consigliere,quin-
lazione del vescovo Aldredo a quella di di a questa sede l'elesse nel 1 522. Il Pa-
York, fu eletto vescovo di Worcester nel pa lo preconizzò a'22 settembre, e pre-
1062, e consagrato l'S settembre, mal- se possesso per procura nel 1 52 3; ma poi
grado la sua resistenza. Fece demolire avendo il re apostatato dalla religione
e in seguito rifabbricare la sua cattedra- cattolica, lo fece cacciare dal vescovato,
le molto più magnifica prima; nel di con decreto del parlamento, sotto pre-
1074 f" ingiustamente deposto da un testo ch'era straniero, e che non risie-
concilio d* Inghilterra (^.); morì nel deva ancora nella sua chiesa. Paolo III
1095, e fu canonizzalo nel i2o3 da In- lo creò cardinale nel i535. Imparo dal
nocenzo III con bolla data in Ferentino Marini, Archiatri Pontifìcii^ t. 2, p.
(^.). Dio che avea o«)orato il suo servo 278, che non ostante d'essere stato il
col dono de' miracoli, anche durante la cardinale deposto dal vescovato per pub-
sua vita, preservò la sua tomba dalle blica legge del regno, per non averne au-
fiamme dopo morto,quando la cattedra- torità il re, lo conservò fino alla morte;
le bruciò nel maggio 1 1 i3. Fra gli al- e dopo fu dato 1*8 luglio i54i a Rai-
tri vescovi che occuparono quest'illustre mondo Pates, probabilmente anglicano.
sede, ricorderò parlicolarmenle Gualtie- l Tcscovi di Worcester sono riportati
a6o WOR WOR
neW'J figlia sarra, t. i. Furono leouli in fio. Tra gli edifizi sono da osservarsi la

questa città i seguenti concilii. zecca, e diversi conventi e monasteri,


Concila di JVorcesler. già de'cattolici. Sivedono molte rovine
Il I." nel 60 1,0 secondo altri nel 606, che attestano l'antico splendore della
presieduto da s. Agostino arcivescovo di città, e sono dovute precipuamente alle

Cantorbeiy, il quale procurò invano di conseguenze delle guerre. Vi è il ginna-


ricondurre alla comune pratica della sio, scuole elementari per le diverse con*
Chiesa gli antichi abitanti della Gran fessìoni cristiane, e pegli ebrei, i quali
Bretagna, che continuavano ad osservar sempre vi si sono trovati in gran nume-
la Pasqua nella xiv luna. Il 2.° nel 788, ro. Grande é il commercio di vino ec-

altri dicono nel 788, sopra la disciplina cellente, di grano e di frutti, che fanno
ecclesiastica. Il 3." nel 1092, sui privi- i suoi 8000 e più abitanti, i quali fab-
legi della chiesa di Elena. Il 4-° ^^^ bricano tabacco, conciano pelli, e ten-

124^ a'26 luglio,


s.

adunato dal vescovo gono due annue fiere di i4 giorni. —


Gualtiero di Cantelupo, il quale vi pub- Questa città è stata fondata da' vangio-
blicò DQoltissime costituzioni di discipli- ni, indi la dominarono treviresi e poi i

uà ecclesiastica. Fra le altre cose vi si i romani, in tempo de' quali la rovinò


ordinò. » Il battezzare sotto condizione Attila re degli unni. I sovrani della stir-
in caso dubbio, ma sempre colle 3 im- pe Carlovingia le accordarono una certa
mersioni. La confermazione si farà nel* preferenza, e ordinariamente vi soggior*
l'anno della nascila. Proibizione di cele- narooo una volta l'anno. E rinomatissi-
brar messa senza aver detto l'ora di Pii- ma pe'concilii che vi si adunarono, e per
ma. Gli sposalizi non si faranno che a le diete che vi si tennero nel palazzo mu-

digiuno: non si osserveranno ne'matri» nicipale. Città libera e imperiale, fu già


moni né giorni^ uè mesi. Se alcuno vor- capitale del vescovato sovrano del suo
rà confessarsi ad altri, che al proprio nome, il vescovo essendo stato principe
sacerdote, gliene domanderà la permis- dell'impero. Nell'epoca che gl'imperato-
sione, la quale essendo richiesta mode- ri si arrogarono d'intromettersi nell'^-
stamente, non gli sarà negata. " Reg. t. lezione de' Papi, Enrico III nel 1049
i4, 28. Labbé, t. 5, 11. Arduino, t. 7. nella dieta di Worms suo designò tale il

Anglicana Collectio, t. i. parente Brunone de' conti d'Egesheim


WORMS o WORMAZIA, Forma- vescovo di Toul^F.); ma egli vi accon*
tia,P'ormacia, Fangionum, Barbetro- che venisse canonicamente
sentì a patto
magusy Borbitoniagiis, Borheloniagus. proclamato dal clero e popolo romano,
Città vescovile e rinomata di Germania come avvenne a'2 febbraio io49) pi'^o*
{F.\ del granducato ù' Assia Darmstadt dendo il nome di LeonelX {^F.). Torna-
{F.)t già del Palatinato, provìncia del to in Germania nel io52, s. Leone IX
Reno, capoluogo di cantone, sulla sini* celebrò io Worms il Natale coll'impera*
strasponda del Reno, che quivi accoglie tore Enrico IH, pontificando nella cat-
l'Eìsbach, distante 7 leghe da Darm- tedrale, e nel dì seguente fece la fun-
stadt e circa io da Magonza, sede d'un zione l'arcivescovo di Magonza. Essendo
concistoro. E circondala da antiche ope- la città di Bamberga feudataria della
re di fortificazione con 5 porte, ed ha a s. Sede con annuo tributo, convenne
chiese cattoliche, tra cui l'antica catte- coir imperatore alla cessione, pel pieno
drale di s. Pietro patrono della città, di dominio di Benevento {F.), già princi-
gotica struttura, 2 chiese luterane, e una pato temporale della Chiesa romana, il
riformata. Vi sono pure la sinagoga, la quale definitivamente gli fu ceduto. Ot-
casa pegl'infermi, l'ospedale, l'orfauotro* tenne il Papa dall'imperatore diverse
WOR WES 261
truppe alemanne, per valersene contro i Calisto II e imperiali d' Enrico V la
normanni, occupalori delle terre ili Sici- Worms conclusero un Concordato, che
lia (A^.),pur di dominio della s. Sede. Nel» si vuole il 1.° a cui accedette la s. Sede,
la lagrimevole e lunga differenza insorta denominato Pace Catlistina, con istabi-
tra Sacerdozio e l'Impero, per VIni>e-
il lire le giurisdizioni loro, e quelle de' ve-
stitiire Ecclesiastiche {F .), Enrico IV fu scovi, abbati e altri nella Regalia (^.),
persecutore acerrimo della s. Sede e del cioè l'imperatore rinunziò alle sue pre*
gran Pontefice s, Gregorio f^II(^F.),e tensioni. Papa gli accordò o conservò
Il

temerariamente osò nel 1076 di aduna- il che potesse dare l'investiture


diritto,
re un conciliabolo in Worms, e di farlo de'dominii ecclesiastici a' vescovi, abbati
deporre da quelli del suo scismatico par- e chiese feudatarie dell' impero, collo
tito: v'intervenne il pseudo e scomunica- scettro j lasciando l'investiture ecclesia-
lo ex cardinale Ugo Bianco, di sregolati stiche che doveano darsi col bacalo e
costumi e fautore de' simoniaci, ed esibì coU'anello, alle quali l'imperatore rinun-
una prelesa storia del magnanimo Papa. ziò.Questo trattato, gli uni dicono fallo
Tutti i vescovi scismatici sì sottoscrissero in un concililo di Worms, come il Lab-
alla deposizione, ma nella maggior parte bé, l'Arduino ec. ; gli altri in una delle
contro voglia;ed Enrico IV ne scrisse te- diete imperiali ivi solile a celebrarsi,sea-
merà riamenteall'Episcopato di Lombar* tenza che sembra la migliore. Segugi dun-
dia e della Marca d'Ancona, ed allo stes- que la pacificazione e riunione sospirata
so Papa, Inutile alto che altamente ri- tra il Sacerdozio e l'Impero io Worms
provai io più luoghi, comene'vol.XLI V, 1*8 e il 22 settembre 1 122, nell'assem-
p. 282, nel dire che quel p«eudosinodo blea solenne. Narra Lodovico Agnello
approvò pure la superstiziosa we^^^^che Anastasio, Istoria degli /antipapi, t. 2,
pr»'ceileva le famose Purgazioni o Giu- p. 16. Mentre Calisto II avea reso pri-
dizi di Dio (A.), XXXI I, p. 2 19 e seg., gione l'antipapa GregorioVIIIjfatto dal-
235, LXXX,p. 1 8 e 89. Il Papa ne'con- l' imperatore, al nemico di questi Adel-

cilii di /Ionia, dichiarò nulla la conven- bertoarcivescovo di Magonza mandò una


ticola di Satanasso, e scomunicò e depo- legazione, per sollevar contro Enrico V
se l'empio Enrico IV, e tutti quelli che la Sassonia. Già era tutto in rumore e
ini(|uameiite ne aveano fatto parte, de- rivolta, quando i signori dell'impero pre-
nomi nati £'ri/'/cA{V2/2/,ana tema lizza ti anco garono Enrico V a riconciliarsi col Som-
dalconciliodi Quedtitnbitrgo [F.).Si può mo Pontefice, e sopra tutti zelò la con»
vedere il voi. LIX, p. 97, ed luoghi ivi i cordia Brunone arcivescovo di Treveri,
citati. Lo scisma, dopo la morte d'Enri- ch'era stalo sempredivoto al Papa, senza
co IV, fu sostenuto dal figlio Eurico V, esser nemico a Cesare. A. tal fine Enrico
anch'esso nemico della Chiesa e de'Papi. V nel 122 spedì il vescovo di Spira e
I

Continuando la universale perturbazio- Arnoldo abbate di Fulda suoi deputali,


ne, per la grave differenza dell'investi- a comporre la pace col Papa. Calisto li,
ture ecclesiastiche, massime in Germa- stabiliti capitoli della medesima, lì ri-
i

nia, ove ormai appena conservavano la mandò in Germania con 3 cardinali le-
cattolica comunione vescovi di Wirtz- i gati,Lamberto, che poi fu il successore
burg, Treveri, Magonza, Passavia, Co- Onorio II, Sassone prete del titolo di s.
stanza e Wormazia ; Dio toccò il cuore Stefano al Monte Celio, e Gregorio dia-
d'ambo le parti a por fiue con trattato cono di s. Angelo. Si tenne tra essi e En-

di Pace {F.) alla dolorosa e fatale con- rico V una gtaii dieta in Vormazia nel
troversia, ripetutamente descritta io mol- settembre e nel dì sagro alla Natività
ti articoli. Nel 1 122 i legati poutifìcii di della ss. Vergine^ e nel breve termine di
a6^ WO R WO R
pochi giorni di conferenze fu concluso berga a leDervì altra assemblea, ove no-
il tulio nella seguente forma. Disse il Pa- minò gli ambasciatori per l'Ubbidienza
pa, oiìsia fu detto da sua parie : »j Io nai a Calisto II, ed a recargli ricchi doni per
contento che l'elezioni de'vescovi si fac- la pace fatta. Il Papa benignamente gli

ciano in vostra presenza (cioè dell'impe- accolse, e rispose all'imperatore ringra-

ralore), senza violenza, né simonia, di ziandolo de'presenti, efelicilandolo della


sorte che se avverrà qualche discordia, ben avventurosa concordia. Poscia Calisto
xo'ì diate il vostro con>>entimeuto, e pro- Il in conseguenza dell'accordo di Worms

tezione alla più sana parte, seguendo il e della totale abolizione dello scisma, nel
giudizio del aìelropolilano e de'couipro- I 123 celebrò il concilio generale di Late-

vinciali. L'eletto riceverà da voi le Re- inno J[ 1'^.), ed in esso lo confermò e fece
galie per lo .vcfWro, tranne quel che ap- riconoscere; cioè che circa l'investitui-Q
partiene alla Chiesa romana, e vi farà ecclesiastiche, i vescovi e gli abbati pel
que'doverijche deve farvi. Colui, che sarà temporale de' feudi e dell' altre regalie

slato consagrato nelle altre parli dell'Im- dovessero riconoscer l'imperatore e pren-
pero, riceverà da voi Regalia tra 6
la derne l'investitura; e per lo spirituale la

mesi. Io vi presterò soccorso, secondo è sola Chiesa. Altra famosa dieta fu tenu-
U dovere del mio quando me
incarico, ta in Worms nel i520 o i52i, contro
lo rìchiedeiele. Io vi do una vera pace, i Lulerani [P'.), e il loro eresiarca Mar-
e a tutti coloro che sono e sono slati di tino Lutero, frate agostiniano, i quali
vostro partito in tutto il tempo di que- co' loro perniciosi errori ddaniavano la
sta discordia ". Da parie poi dell'impe- Germania e turbavano la Chiesa. L'adu-
ratore si rispose: » Per l'amor di Dio, nò l'imperatore Carlo V, e concesse sal-
della s. Chiesa Romana, e del Papa Ca« vacondotto «Lutero per recarvisi, il qua-
listo li, e per la salute di mia anima, io le però vi si portò accompagnalo da co i

rimetto e rilascio tutta l'investitura per gentiluomini armati. Papa Leone X vi


V anello e per la Croce, e accordo in tut- spedi il suo nanzìo /lleandro(f^.), il qua-
te le Chiese del mìo Reame e del mio le avea ottenuto da Carlo V l'esecuzione
Impero l'eiezioni canoniche, e le consa- della bolla pontifìcia che condannava 4 f

grazioni libere. Restituisco alla Chiesa proposizioni di Lutero e gli scritti di lui,

Romana le terre e Regalie di s. Pietro, da darsi alle fiamme; non che l'imperiai
che gli sono stale tolte dopo questa di- editto per tulli gli stati imperiati contro
scordia, e che io posseggo, e l'aiuterò fe- tali pestiferi libri, e di chiunque avesse
delmente alla restituzione di quelle che scritto a pregiudizio della s. Sede. Nella
non posseggo. Restituirò anche i demanii dieta Carlo V ordinò all' A leandro ch^
dell'altre Chiese, de'signori e de'parlico- parlasse con tutta libertà, e senza alcuu
lari, lo do la vera pace al Papa Calisto timore; ed il prelato nel i
.'»
giorno di
II, e alla s. Chiesa Romana, ed a tutti Quaresima l'eseguì in mirabil modo, fa-
coloro, che sono stali e sono di sua ade- vellando Ialinamente con gran forza ed
renza, e gli porgerò soccorso fedelmente, eloquenza robustissima per lo spazio di
quando me Queste due
lo chiederanno ". 3 ore continue nell' augusta assemblea,
brevi scritte, furono lette in un gran ri- difendendo la Chiesa Romana anche dal-

piano sul Ueno a' 23 settembre. Resero le calunnie delle Tasse [P^.) per la spe-
tulli grazie a Dio della pace, ed cardi- i dizione delle bolle e rescritti pontificii.
nali legati pontifìcii assolsero i soldati Nella Storia del Pallavicino, colle note
dell'iraperalore, e quelli che aveano avu- som-
del Zaccaria, t. i, p. 64,si riporta la
to parte nello scisma. Dipoi Eurico V ma ragionamento dell'Aleandro, pre-
del
per la festa di s. Martino si recò a Bam- miato poi col cardinalato. Racconta il
W OR WOR a63
Bercaslel, Storia delCristiancsìrno^X. iq, lar maniera contribuito, sino a ricusare
vj i58 e seg. Avendo il potere ecclesia- per se la dignità imperatoria. Ma Carlo
stico sentenziato contro l'eresia di Lute- V, volendo altresì contentar il nunzio,
ro e contro quell'eresiarca, toccava alla promise che Lutero non verrebbe inte-
podestà temporale di farne eseguire la so, se non per sapere dalla propria sua
sentenza. Nella dieta imperiale diWorms bocca, se ricusava di ritrattar gii errori,
il nunzio A leandro rappresentò viva- e per rendere in tal modo più sensibile
mente la necessità d'opporsi a'progressi la giustìzia della condanna. Per la qual
degli errori, i quali di giorno in giorno cosa gli scrisse di trasferirsi a Wormscon
rapidamente si propagavano, e tninac* salvacondotto, cui sottoscrisse, ed ebbe la
davano di sconvolgere in breve tutto debolezza di far sottoscrivere per mag-
l'impero. Avendo i settari sparso ovun- gior sicurezza da tutti i membri della
que, che la sentenza pontificia non era dieta. Vi appose la condizione, che

che per l'interesse del Papa e della Cor- l'accusato non dogmatizzasse per istra-
te di Roma,nunzio con un esatto com-
il da; ma giunto egli appena ad Erford,
pendio degli scrìtti di Lutero mostrò,che ove già era vi una moltitudine di parti-
la di lui perversa dottrina combatteva giani, egli vi predicò la domenica <ì\Qua-
la Religione ne'suoi punti più essenziali, siniodo (delI'S.* di Pasqua), e colla soli-
e ch'era contraria alla tranquillità degli ta sua violenza vi declamò contro a'de-
stati, non meno che all'ordine e a'dirilti creti de' Papi, e contro a tutte le leggi
divini della gerarchia. Ad una tal rela- umane e contro alla dottrina della s.

zione, fatta con altrettanta eloquenza che Sede. Continuò il suo viaggio con uo ma-
precisione, i principi e gli elettori del- gnifico e armato corteggio, onde mostra*
l' impero atterriti, erano già sul punto re che non gli mancherebbero difensori
di sentenziare contro Lutero, allorché il in caso di bisogno. Tuttavolta sì stette a
costante prolettore di esso Federico IH ciò che l'imperatore avea determinato,
elettore di Sassonia (^.), e per questa riguardo all'interrogatorio del reo, il qua-
vicario dell'itnpero,non ostante che Leo- lepiù volte tentò, benché sempre invano,
ne X lo avesse donato della Rosa d'oro di spiegar la sua sediziosa facondia. Do-
benedetta (^.), convenne artificiosamen- po che rimase convinto dulie medesime
te del diritto cogli altri, ma deviò il colpo, sue confessioni, e dalla sua orgogliosa
arrestandoli sul fatto. Egli disse, che trat- franchezza, d'esser l'autore e dell'opere
tandosi di proscrivere con questa orribile condannate, e degli errori che aveano
dottrina il d/
Lutero che veniva detto meritato la condanna; altro più non re-
l'autore, era giusta cosa il convincerne- stavagli che o di ritrattarsi, o di esporsi
lo, prima di passar oltre ; che gli scritti, airignomioia dovuta alla sua ostinazio-
da cui erano stati estratti quegli errori, ne. Ma il superbo eresiarca si sarebbe
non erano forse suoi; che se lo erano, piuttosto sottoscritto alla propria sua dir
potevano esservi stati inseriti da nemici struzione, che ad alcuna ritrattazione di
artificiosi; e che io ogni caso non pute- qualunque specie. Alcuni augusti
media-
vasì fcire a meno di ascoltarlo prima di tori, cioè l'elettore di Brandeburgo, il

procedere alla condanna. Però l'Alean- pio duca Giorgio di Sassonia, il vescovo
dro paventava che Lutero colle sue sot- d'Augusta, e più dì tutti l'arcivescovo di
tigliezze e col calore della sua eloquen- Treveri, gli rappresentarono con bontà
za sorprendesse le persone poco versale l'abisso delle sciagure io cui precìpita-
in materia di controversia. Tuttavia il vasi col disubbidire a'coucìlii generali,
parere di Federico III prevalse presso egualmente che a'Sommi Pontefici. Egli
Carlo V, alla cui elezione avea in siogo- rispose freddamente, che que'cooeilii pò-
264 W OR WOR
levano iogaonarsi, e che quello di Co- tro di lui, contro i suoi complici, ade-
stanza in singolai* modo avea contrad* reoti e protettori, di spogliarli de' loro
detto alle s. Scritture, decidendo contro beni, mobili e immobili, abbandonati in

Giovanni Huss, che la Chiesa non è com- preda di chiunque se ne potesse impa-
posta di soli predestinati. Carlo V infor- dronirei e finalmente proibì in generale
mato di questa mostruosa cecità, gli fece di stampare il più piccolo libro in ma-
comandare d'uscire da Worms, col sal- teria di fede senza 1' approvazione del»
vacondotto avuto. Deliberando egli po- l'ordinario o dell'università più vicina.
scia cogli elettori e co' principi intorno Questi ordini severi avrebbero soffocato
a'mezzi di sottrarre da'furori d'un frate l'eresia, se Lutero non avesse affascinati
apostata quella religione che avea ere- alcuni possenti fautori, i quali ben IuQ'
ditata dagl'imperatori e da're suoi ante- gi dal procurarne l' esecuzione, non u-
nati, determinò di pubblicar un editto il saroiio di lor potenza che per impedir-
cui rigore fosse proporzionato agli ecces- ne l'etletto. L'elettore di Sassonia, che
si di si avea la mira d'arrestare il
cui avea concertato con Lutero il suo rag>^
corso. Tale editto fu fatto a' 6 maggio giro, lo fece rapire meutre se ne ritor-
i52i. Esso pone per preambolo il peri- nava da Worms, egli die'sicuro asilo ia
colo imminente che minacciava la Chiesa Sassonia. Seguitando dipoi a far mag*
di Germania, tutte le ricerche paterne a- gior strage in Germania l'eresia lutera-

doperate da Leone X prima d'usar la se- na, ad arrestarne i funesti progressi, si


verità, e finalmente l'indulgenza di cui tenne nel 1 Ssg una dieta a Spira^ nella
l'imperatore medesimo avea adoperato quale fu decretata 1' osservanza dell' e-
per rimuovere qualunque inopportuna Carlo V pubblicato nella dieta
ditto di
sottigliezza, con dare ascolto ad un ere- di Worms contro gli eretici, con altri
tico, già condannato, prima di procedei* ordinamenti contro 1' eresia. Ma alcuni
all'esecuzione della sentenza pontificia principi e 1 4 città, infetti di luteranismo,
emanata contro di lui, per ricondurlo al protestarono contro il decreto della dieta,
dovere colle più stringenti esortazioni, e perciò si denominarono Protestanti^
e non già per giudicare né conoscere nome che dagli altri eretici li distingue,
della fede, la qual cosa non appartiene e il cui novero produssi in quell'artico-
che al potere apostolico. Dichiarò inol- lo. Nel pontificato del zelante Paolo IV,
tre, col consiglio e consenso degli elet- celebrandosi la dieta di Ratishona, si

tori, principi e stati dell'impero, in e- determinò di doversi tenere un collo-


secuzione della sentenza pontificia, che quio e conferenze nel iS^'j nella dieta
tiene Martino Lutero per scismatico ed di Worms tra 12 cattolici e 12 prote-
eretico ostinato, notorio e separato dalla stanti,senza che Ferdinando I rede'ro-
Chiesa. Comandò ad ognuno di tenerlo mani prendesse prima debiti concerti i

per tale, e lo pose al bando dell'impero, col Papa, il quale ne fu rammaricato


con ordine a tutti i principi e magistrati pe' pregiudizi minacciati alla religione
d'arrestarlo e d' imprigionarlo, passato dalle mene degli eretici ; e ciò per la de-
il termine di 2 1 giorni, ch'era quello del bolezza del re, e per l'ambizione di cat*
salvacondotto. Proibì a chicchessia, sot- tivarsi gli eretici, onde l'impero passas-
to pena di delitto di lesa maestà, di dar- se nel suo figlio Massimiliano li, e noa
gli asilo e di proteggerlo, di ritenere al- in Filippo II re di Spagna suo nipote e
cuno de'suoi libri, né alcuna di quell'im- proprio fratello Carlo V che
figlio del
magini in cui il Papa e prelati sono i lobramava. Tuttavia Paolo IV, paven-
rappresentati in una maniera ingiurio- tando la dieta di Worms, vi mandò da
sa. Permise a ciascuno di muovere coa- Roma il dottissimo e zelante p.^Canisio
WO R WOR 26)
gesuita, acciò la parie caltolica avesse cera in Worms, Teodoro Beza e Gugliel-
un valoroso difensore. Mandò pure in mo Farello, spediti dalla setta òt Calvi-
Worras un dottore, che soggiornandovi nisti di Francia, quali primari ministri
privatamente, si adoperasse alla difesa dell'eresiarca Calvino ancor vivente, per
della religione, e per denunziare illecito umiliarsi al luteranismo della confessio-
in materia di fede il colloquio, adunato ne Jugustana (/^.), che in Worms co»

senza l'assenso pontifìcio. Allo stesso sco- gli ambasciatori de'principi che la pro-
po Filippo II v'inviò il celebre fr. Pie- fessavano, e co'loro maggiori dottori fa-
tro Soto domenicano. Nondimeno per ceva no mostra d'avervi radunato gli stati

tali cure, e per quanto permise Dio, il della setta. Oggetto della missione era
colloquio non riuscì che d'ignominia agli per istringere fralellevole alleanza tra i
eretici, e tra di loro sì sparse quella con- calvinisti dellaFrancia e protestanti i

fusione che Dio in altra epoca fece na- di Germania, comechè a confronto di
scere tra'filistei, quando per favorire il questi assai deboli siccome perseguitati
pio Gionata, (eceche la spada d'ognuno da'Ioro re. A guadagnarli, Calviuo avea
si rivoltasse contro il compagno. Radu* compilato una 3.* confessione, le altre
nati in Worms i i 2 cattolici e i 1 2 pro- avendole fatte pegli eretici di Francia e
che doveano insieme conferi-
testanti, di Svizzera. Dichiararono i protestanti
re, ivi Giulio Flugio vescovo di
venuto radunati in Worms, che tale nuova di-
Naumburgo, qual deputato presidente chiarazione era conforme in tutto alla
alla conferenza, adunatisi gli assessori del professione di fede o confessione Augu-
presidente, parte cattolici e parte prote- stana, tranne il punto dell'Eucaristia.
stanti, non meno gli ambasciatori dei AVorms perciò divenne allora pe'Iutera-
principi protestanti, e sparsasi infine gran ni e calvinisti un teatro d' ignominia,
curiosità nelle genti pel risultato di quel- dove le loro discordie, ed loro accordi i

la tanto aspettata assemblea, tosto gli e- egualmente, servirono di vergogna alla


retici s' imbrogliarono tra di loro con a- loro superbia e ostinata ignoranza, e di-
perle contraddizioni, che manifestarono mostrarono lo spirito privato essere spi-
l'errore, mentre credevano d'accordarsi rito di confusione e non giudice di veri*
tra loro innanzi di disputar co'cattolici. tà; e la formazione de'loro partiti esser
Filippo Melantone, già intimo discepolo tutta forza d'impegno contro la Chiesa
di Lutero, e Mattia Fiacco Illirico capo Romana, e non amore e zelo per la fede
de'Centuriatori di Alagdebitrgo e disce- cristiana. Laonde l'adunanza di Worms
polo dello stesso Melantone, ambo cam* del iSSy, ben considerata, sarebbe ba-
pioni primari del luteranismo, subito stata ad illuminare gl'illusi eretici, se le
vennero tra loro in discordia: laonde gli passioni non avessero loro ottenebrato
eretici invece di disputar co'cattolici, di- l'intelletto. In fatti Federico Stufilo, già
sputarono tra loro, sulla pretesa rifor- uno de'piìi famosi protestanti, nausealo
ma de' novatori, la quale vieppiù com- dì tante confusioni e discordie, ritornò
parve misera e debole, e produttrice di al grembo della Chiesa cattolica. Agli al-
interminabili difficoltà. L'Illirico, co'suoi tri fece ostacolo al grande esemi)io, la
seguaci, mostrarono perciò a'cattolici,che prevenzione dell'idee, il genio della li-

erano in grado di combattere gli stessi er- bertà di coscienza, e la cupidità a'bene-
rori nati nel dissidente partito proteslan- fìciì ecclesiastici. A questo cenno ben può
te, e leproposizioni ch'erano state riget- supplire il p. Carrara o Bromato, Sto-
tate da'lorocompagni. Così venne a pub* ria di Paolo IF, t, 2, p. 4 1
7 e seg. Al-
blicarsi la divisione loro in maniera, da tre celebri diete di Worms o Worma-
DOD poter più stare occulta. Giunsero au< zìa furono quelle del i49^, che preparò
a66 WOR VST OR
la pace pubblica delia Germania; l'altra legato e apostolo delia Germania non
(del i5i7 die tal pace confermò. Inco- la ristabilì nel 750, come dice Comman-
niiricìancio dal secolo XIII, la città Ire- Tille, in cui o prima Papa s. Zaccaria
vossi continuamente in contesa co* suoi la privò della dignità metropolitana e la
Tescovi, e negli ultimi tempi ebbe a dichiarò sufFraganea di Magonza^ nella
patire molto per le guerre frequenti quale trovasi ora concentrata la diocesi,

delle quali non cessò d'essere sanguinoso che in vece eresse in metropoli. Si può
teatro, e nel voi. Ili, p. 70, dicendone vedere S. F. Schannat, Historia Epi'
alquante parole, notai col Castellano clie scopalus J^orinaciensis , Ponlificuni
nel 1681, o meglio nel 1689, fu presa Roinanorwn Bullis, Regiini, Imperato-
p incendiala da'francesi. Come città im- rum, Dipiomatibus Episcoporum, Fran-
periale, in tal qualità durante l'impero cofurti 1734 cum fìguris aeri incisis. I|

iMppresenlò una gran parte tra le città 1 vescovo che si conosca è Vittore f^aa-
in riva al Reno. Fu tra le prime che a- gionum Episcopum, che Irovossi al con-
fìoltaruno la suddetta confessione Àu- cilio di Colonia nel 346. Suoi successo-
gustana,e seppe difenilerla oslinatamea- ri furono: Rocoldo, Amando I, Carlo, s.

te.Ciò nonostante nel 1706 ancora esi- Grotaldo, s.Rnperto (/^'.) per le cui vir-
steva il vescovato ed il suo capitolo cat- tù fu proclamato vescovo; ma gli abi-
tolico, poiché Clemente XI encomiò con tanti della diocesi, nella più parte ido-
suo breve l'esimia pietà dell'elettore Pa- latri, mal soffrendo un zelante pastore
latino Gio. Guglielmo duca di Neobur- che ne condannava i disordini, con ol-
go, per aver procurato che il capitolo traggi lo cacciarono verso il 697; pas-
prestasse la dovuta ubbidienza a'decreli salo a predicare a Lorch, a Juvava sta-
pontifìcii, proponendogli alcuni mezzi bilì suo seggio vescovile, indi trasfe-
il

per una giusta transazione. A'3 ottobre rito a Salisburgo. Poscia trovasi s. 4-

1792 il general francese Custines s'im- mando II, col cui nome nel suburbio fif
padronì di V/orms;ed a' 2 gennaio i 794
i erettauna chiesa parrocchiale. Qli suc-
fece altrettanto l'altro generale francese cesseroGeroldo o Gerando, Gervilio o
Hoche. Pervenuta Worms in potere del Gerviheb che venne deposto e chiuso in
Iandgraviod'A.ssia Darmstadt, per la pa- un monastero nel 747. Gli scrittori degli
ce di Luncvilie perde una parte del suo Annali di Pp^orms ommettono gli ul-
territorio, e cede poi la città al gran- timi 3 vescovi, so'^tenendo che le» loro
duca di Baden, ricuperata pel congresso sono apocrife. Folevino sedeva a
storie
di Vienna del i8i4-i5, dopo esser di- tempo di Carlo Magno, e fu sepolto in
venuto granduca. Nel novembre i853 s. Andrea. Ebrembechio è nominato in

fu inaugurata la via ferr-^ta da Worms un diploma quel principe del 798.


di

a LudwigUofen, alla presenza del re Lo- Bernardo nell'Sog, con Adelardo abba-
dovico di Baviera. te di Corbeia, fu mandato dal sinodo di
La religione cristiana fu disseminata Aquìsgrana a s. Leone III, per la que-
in Worms ne! i.° suo secolo, ed alcuni stione della processione dello Spirito Sau-
pretendono che in esso avesse origine la to. Fulcro de!r835. Samuele interven-
jede vescovile, dal IV riferendola serie ne Magonza deir838: sotto
al concilio di

djj'suoi vescovi ìaGalUa Christiana, i.^, di lui in Worms fu fondalo il monaste-

p. 1188: rorniacieascs Epìscopi. Né ro di s. Maria, e morendo oeir856 ven-

manca chi crede essere stata un tempo ne sepolto nel monastero Laui issense di
insignita del grado Dietropolitico,avente cui era slato fondatore e abbate. Gune-
a suffraganee Magonza, Colonia e altre SQ fioriva neir872. Adelmo morì nel-
molte chiese. Certo è che s. Bonifacio 1*873, Dierlaco Teodelao, uell' 890
WOR WOa 267
/circa fu al concilio di Tribui*. Ricoo o la nel 3o3. Emerico de Scbonek moi tu
i

Jticovo è nominalo nel sinodo di Con- nel i3i8. Eiu'ico 111 decesso nel iSiq.
LJentz e in 94^, moren-
altri atti sino al Cuyno de Scbonek del 329. Gerlaco del 1

do nel gSo. Anno, già abbate di s. Mas- i33i. Salomanuo morì nel 349- Teo- i

siniino di Treveri, fu al sinodo d'Augu- dorico sedè anni 16. Giovanni Scbai)- I

sta nel 952, e morì nel 974- Udebardo lano fu nel 1 373 sepolto tra 'suoi dome-
vivea nel 997, cui successero Franco, nicani di Costanza. Eccardo de Dersche
Heipo, Razo per soli i4 giorni. Burcar- morto nel 398. Nel i4o5 Malico {f'.),
1

do istitutore e poi cancelliere dell'impe- creato cardinale nel i4o8, morto nei
ratore Corrado li il Salito, fu consa- i4io a'5 maggio. Giovanni li interven-
grato nel 1012 dal metropolitano Vili- ne nel i4i4 ^1 concilio di Costanza, e
giso, morto nel io25 e sepolto nella morì nel 1426. Federico li decesso nei
cattedrale con epilalVio recitato da'San- i44^' Lodovico d'Asti subalpino, eletto
niartani. Nello stesso gli successe llazeco nel i44^> uiodeslamente ricosò. Rinal-
carissimo al detto imperatore, moi'to uel do de òiikingea morto nel i483. Gli
I o44' Adalgero cancelliere imperiale. successe il dotto Giovanni HI Dalbers
Arnolfo di santa vita, al cui tempo ven- de Cambrer, discepolo di Rodolfo Agri-
ne in Worms s. Leone IX, moti nel o65. 1 cola, celebre per aver fatto rinascere il

In questo AdtMicro monaco di s. Gal- gusto delle lettere in Aleinagna e nei


lo, virluosissia»o, morto nel 1070. Hello Paesi-Bassi, e io stesso vescovo vi con-
stesso Adalberto fu al conciliabolo di tribuì nella i.', per essere stato il prin-

AVorms nel 1076, e visse sino al i 108. cipal fondatore e 1 piesidente della piì^

Nel seguente Di t maro. Ebbo morì nel antica accademia di Germania, istituita
I j i5. Bucco coosagralo dal metropoli- in Eidelberga nel i48o col nome di So-
ta Adelberto sottoscrisse nel 1139 uà cielas LiLteraria /i/je/2/7/j^j la quale oc-

diploma Corrado 111 edificò a'cister-


di : cupavasi del latino, del greco e dell'e-
ciensi il monastero Scbononiense, e vi braico. Consigliere intimo e cancelliere
fu se|)olto nel ii5i. In questo Corra- di Filippo V Ingenuo elettore e conte Pa-
do firmò un diploma di Fe<lerico I
I latino del Reno, fu da lui mandato nei
dato in Worms, e morì nel i63. Cor- i i485 ambasciatore d'ubbidienza a R.o-
rado II fu presente all'investitura del du- ma ad Innocenzo Vili, al quale recitò
cato di Weslfalia fatta da Federico 1 a un discorso die ivi nieritò la stampa. Le
Filippo arcivescovo di Colonia, termi- dissensioni poliliclie insorte in Germania,
nando di vivere nel 1 187. Fiuico I se- r obbligarono ad abbandonare Worms
deva nel 193 e morì nel i 196. Lupol-
I nel i499> ^ ritiratosi a Ladenburg, qui»
do fu postulato ad Innocenzo 111 dalla vi moli nel 5o3. R.ìiinardo Ricpurg de-
i

più parte del capitolo nel 1202 e morì ccoso nel i535. Enrico IV di Baviera,
nel 12 17. Enrico II de Sarbrucb nel figlio di Filippo elettore e conte Palati-
1223 fondò il monastero per le cistcr- no del Reno, già canonico e vescovo di
ciensi presso Worms, e cessò di vita nel Spira, vescovo d'Ulrecbl e di Frisinga,
1234- Landolfo decesso nel 1247- lu iDorlo nel i552. Da Frisinga fu trasfe-
questo, Corrado III già decano di Magon- rito Filippo I a AVorms. Indi Giorgio I

za, e morì in detto anno. Riccardo mor- de Sclionemburg, preposto di Worms e


to nel 1257. Eberardo de Strademberg nel i58o vescovo, morto a Spira nei
morto nel 1 29 1 Enucbo confermato dai
. 1595, e trasportato in Worms fu tumu-

nieliopolita Gerardo nel 1293, sepolto lato nella cappella di s. Giorgio. Nel 1604
con veste monastica nel coro della cat- Filippo li Cratz de Scbarii'enstein pre-
tedrale nel 1 299. Ebernuino cessò di vi- posto di Magonza. Nei 1614 Giorgio li
•>.C^S WOR WOR
Federico GiilFenclaw preposto di Ma- Pipino Piccolo re de' franchi prese la
il

gonza^ e nel 1626 elettore e arcivesco- risoluzione di punire l'infedeltà di Gai-


vo di Magonza, morto nel 1628. Con fero e di Tassilone duca di Baviera, li
esso (eroiina la serie la Gallia Christìa' 2." nel 770 adunato da Carlo Magno per
na. Luigi Antonio conte Palatino, figlio la disciplina ecclesiastica. Il 3.° nel 772
del duca di Neuburgo, era vescovo di egualmente sulla disciplina. Il 4'° osi
Worms, coadiutore dell'elettore di Ma- 776 durante la guerra di Carlo Magno
gonza, e gran maestro dell'ordine TeU' contro i sassoni. Il 5.° nel 786 in favore
tonico (^.): morì nel 1694.. Gli successe de'sassoni convertiti al cristianesimo. Il
nel vescovato e nel magistero il fratello 6° nel 787 relativamente a Tassilone
Francesco Luigi conte Palatino e vesco- duca di Baviera. Il 7.° nel 790: non si
vo di Wralislavia; poscia nel 1716 ar- sa altro. L'S." neir829: vi si fece un ca-

civescovo ed elettore di Treveri, e quindi pitolare di molti articoli, de'quali il più


di Magonza, morto a Bresla via nel i'j3'2. considerabile proibì l'esame e la Prova
Nelle Notizie di Roma si leggono le se- dell'acqua fredda, praticata fino allora.
guenti. Net 1^32 fu fatto amministra- Si ha un trattato di Àgobardo composto
tore di Worms, Giorgio di Schonborn intorno a questi tempi contro tutte le
arcivescovo ed elettore di Treveri; e suo Prove e Purgazioni che il popolo chia- ^

coadiutore con futura successione Gio. mava Giudizio di Dio (A'.), Il 9.° nel-
Federico de Ostein arcivescovo ed eletto- 1*833 sull'abbazia di s. Remigio di Sens.
re di Magonza, e gli successe nel lySG. Il 10.° neir868 a'26 maggio in presen-
Nel 763 amministratoreGio. Filippo di
I za dell'imperatore Luigi il Tedesco i."
Valderdorifarcivescovoe elettore di Tre- re di Germania, consideralo come na-
veri. Nel 1768 amministratore Ecaerì- zionale, per av'ervi quel principe invitato
co Giuseppe de Breidbach arcivescovo ed tutti i vescovi del suo regno, i quali do-
elettore di Magonza. Indi amministrato- po aver stabilita una professione di fede
re nel 1775 Federico d'Erthal, succes- per la processione dello Spirilo Santo
sore al precedente. A questo gli fu dato dalPadre e dal Figlio, composero e rin-
nel 1 783 a suffraganeo per Worms Ste- novarono 44 canoni, sebbene altri dis-
fano Alessando Wardtwein della diocesi sero 80, sopra diverse materie riguar-
di Magonza, vescovo d'Eliopoli in par- danti la disciplina e i diritti della Chiesa.
tihiis j e nel 1788 qual coadiutore eoa L' ii.° neir 890 sulla contestazione di
futura successione all' arcivescovato di Ermanno arcivescovo di Colonia e di A-
Magonza Carlo Teodoro de Dalberg di dalgario arcivescovo d' Amburgo, pre-
Mauheim diocesi di Wormazia, e arci- tendendo ciascuno di loro come metro-
vescovo di Tarso in partibiis. Questi di- politano la superiorità sul vescovato di
venne vescovo di Costanza, e successe Brema. Il 12.° nel 1 1 18, in cui il cardi-
nell'arcivescovato, avendo per suffraga- nal Conone vescovo di Palestrina e le-
neo il vescovo d' Eliopoli. Così stavano gato della s. Sede, scrisse all'arcivescovo
le cose nel 1801, quando pel concordato di Colonia per fargli sapere d'aver egli
fijtto in tale anno fra Pio VII e la repub- «:ot» tutta ragione usato delle censure ec-
blica francese, fu soppresso il vescovato clesiastiche contro un principe. Il 13."
di Wurtns e riunita la sua diocesi a Ma- nel 1253: furono scomunicati par-
vi i

gonza (^''.), questa ridotta a vescovato tigiani del deposto e defunto imperatore
suffraganeo di Malines, ed ora è di Fri- Federico 11. lleg. t. 1 7, 2 1 , 22, 24, 26.
burgo. Labbé, l. 6, 7,8,9, 10. Arduino, t. 3,
Concila di PF'orms. 4, 6- Mansi, SuppL, t. i, p. 1 1 '^6, l. 2,
Il 1." fuadunato nel 764) ed in esso p. 33i.
W R A WR A 269
WRATISLAVIA o BRESLAVIA si divisero fra loro la paterna eredìtà,il se-
{TVralislavien.). Cillà con residenza Te- condogenito Enrico VI ebbe il principato.
scovile, già parlata a Breslavia o Eres- Ricercando egli la prolezione diGiovan-
iali, e poi io più luoghi, che qui fa d'uo- ni di Lussemburgo Boemia, contro
re di
po ricordare con altre nozioni, per la sua suo fratello, l'ottenne insieme alla con-
grandezza e importanza, 3. 'residenza del tea di Glalz, a condizione che se morisse
re di Prussia, e qual giù capitale di tut- senza erede, il principato passerebbe sot-
ta la Slesia o Silesia, e città imperiale, to dominio di quel re. La morte del
il

ed ora il i." de' capoluoghi di essa, e detto duca accadde nel i335, onde fu
della reggenza di Breslavia ossia Slesia dal re Giovanni incorporato alla corona
Prussiana, la quale si compone pure di Boemia, essendosi accordati a quell'e-
dell' altre due reggenze di Leignilz ed poca molti privilegi alla cillà di Bresla-
Oppeln, contenenti in tutte e tre circa via. I re di Boemia governarono in prò*
2,600,000 abitanti. I primi abitatori gresso questo principato col mezzo di ca<
della Slesia par che fossero Quadi ed i piteni di provincia ; conferitosi nel i337
i Ligiì. Il paese per lungo tempo fu sog questo capitanato provinciale alla città
getto alla Polonia, con duchi partico- di Breslavia, ciò confermò il re Carlo,
e soggiogalo da're di Boemia, passò
lari, ossia imperatore Carlo IV figlio di Gio-
con questo regno alla caso d' Austria. vanni, ed altri re. Divenuto tale nei
lmperocchè,quanto alla provincia di Bre- 1458 Giorgio Podiebrado, contaminato
slavia, psrtecenlrale della Slesia, neh 164 dell'eresia degli Ussiti (7^.), i popoli di
i fìgli di Ladislao II sovrano di Slesia, que Wratislavia e di Slesia non volevano sol*
sta si divisero; e Boleslao 1 VAllo diven- tomellersi a lui, rilenendolo per erelico.
ne padrone del principato o ducato di Ed avendo Giorgio condotto il suo eser-
Breslavia o Wratislavia. Gli successe nel cito contro di loro, prese i sobborghi di
I 202 il virtuoso suo figlio duca Ei)rico 1 Breslavia; ma avvicinatisi i boemi alle
il^tìtr^rt/o, naarito di s. Edwige, il quale mura, furono valorosamente respinti.
divenne anco duca della gran Polonia, e Quindi gli -wratislavìesi gli fecero sape-
nel 1238 ebbe per successore il suo terzo re, die l'avrebbero riconosciuto per re,
genito Enrico II, che altri dicono primo- quando egli avesse adempito pienamen-
genitOjducaegli pure della grande e picco- te a quanto avea giurato al Papa Pio li,

laPolonia.Si meritò il nome di Pio,e al ve- nell'ambasceria d'ubbidienza a lui invia-


scovo di Breslavia conferì il grado di prin- ta. Finalmente nel 1 526 il reame di Boe-
cipe di ?Ieysse o Neisse, principato della mia, colla Slesia e il ducato di Wratisla*
Slesia, situato fra le contee di Glalz, ed via,passò nel dominio del re Ferdinando!
i d'Oppeln, Brieg.Troppau e
principali d'Austria. Uno de'suoi successori, l'im-
Munsterberg. Appartenne quindi al ve- peratore Ferdinando III, tolse egli wra-
scovo prò tempore, come un feudo della tislaviesi tutti i loro privilegi, e vi costi-

Boemia, quando la Slesia fu incoi porata tuì a suo piacere un capitano e ministri
a quel regno. Boleslao li il Caho figlio subalterni. Alcuni pretendono che il pae-
d'Enrico li, s'impadronì del piincipalo, se rimase su questo piede finché passò
che per cambio passò poi sotto il domi- solto il dominio della Prussia (f^)- In
nio del di lui fratello Enrico III, il quale vece altri sostengono, che le diversità
morì 1266, ed a cui la città di Bre-
nel de'culti professati in Breslavia, dopo la
slavia deve moltissimo. Alla sua morte pretesa riforma, essendo causa di tante
gli successe il figlio Enrico IV, e dopo e funeste sedizioni, a toglier queste fu-
questo nel 1290 fu devoluto il principa- rono nel 1648 inseriti nel 3.° articolo

to ad Enrico V. Quando i fìgli di questo del famoso Irallalo di Westfalia i par-


270 W R A W II A
ticoiati privilegi accorciali agli abitatili mo utriusque Silesiae Ducis in tempà-
di Breslavia, come riporta V Hisloire ec- ralibus suhsunt. Trans Fiadrum hahet
cltsiasiiquc iV Allemagne. Dopo It; guer- Calhedraleni Ecclesiani s. Joanni Ba-

l'e tra Fedetìco 11 re di Prussia e la casa ptislae,ac Vincentio Marlyri et Levitae


d'Austria, nel 1
74*2 questa gli cedette la dicatam: Capitulum in ea duobus con-
massima parte della Slesia, che indi fu ex quibns post ponti-
stai dignilatibus,
detta Slesia Prussiana, con Breslavia ; ficalcni major est Praeposilura (altera
ed all'Austria riojase la Slesia Austria- Dccanatus). Decem pariter Canonico^
ca, cioè la parte settentrionale del pae- numerarios receiisetj quos inler Theo-
se, ossia margraviato di Mora\>ia (^.).
il logiim et Poenitentiariwn, sex honora'
Ma la dominazione protestante riuscì as- rios, et octo Ficarios, quibus quatuor
sai pregiudizievole a'cattolioi di Bresla- aia acceusentur Coadjutores, Lischia-
via, togliendo loro anche molte chiese, ni, a fiindatore vocali, nonnullosque

s. Croce
tra le quali quella bellissima di Preshyteros, atque Clericos prò divino
di Breslavia, fondata da s. Eilwige du- servitio. Per Curatum PUbaawn ani-
chessa o regina di Polonia e duchessa di viarum cura exercetur tum in Cathedra-
Slesia, il che deplorai nel voi. L VI,p. 47« li, caia in Ecclesia quondam Collef;ia-

Essendo morto a' 2 gennaio 1861 il re la ss. Crucis. In Calhedralis adestfons


di Prussia Federico Guglielmo IV, fu Baptisinalis, atque plnres insignes ss;
pianto da tutta la monarchia per le sue Reliqinae, quas inler corpus s, Theo-
eccellenti qualità di vero principe, inclu- dori Martfris, magna cuni veneratione
si vamente a' cattolici, i quali sono a lui adservatae. Donius prò Episcopi habi-
debitori de'più grandi benefizi, per aver tatione sat ampia, et commoda, et Ca-
posto un termine alle scissure tra la Chie- thedrali proxima est. Sex praeterea in
sa e lo Stato, per cagione della prigionia civitate FFratislaviensis, ac tres in sub-
del celebre arcivescovo di Colonia mg/ urbiis enumerantur paroeciales Eccle-
Droste. P\i egli il i
."
tra' principi tede- siae ornatae fonte Baptismatis ; unum
schi che permise ne' suoi stati la libera virorum, ac duo mulierum monasteria j
comunicazione de'vescovi colla s. Sede, quatuor hospitalia j novem confrater-
e concesse più tardi intera libertà alla nitas, ac plura seminarla. Fructus la-
Chiesa ; fu egli che incoraggi e protesse Camerae adjloreilos
xaii sunt in libris
le arti cristiane, la com- restaurazione e il I quorum valor ascendit ad duo-
166,
pimento delle chiese, e segnatamente la decim milla thalerorum, seu ad roma-
magnifica cattedrale di Colonia; onde na scalata octo millia circiter, non coni-
non poco da per tutto si riaccese lo spi- pulatis fructibus praedii TViirben et
rito di religione e di pietà cristiana. Gii proventibus Episcopatus in territorio Au-
successe il fratello Guglielmo I, che già striaco {cxoè i commissariati di Teschea
governava il reame da quasi 3 anni qual e Neisse). Dioecesìs ambitus ad totani
reggente, come dissi a suo luogo. Silesiam extendifur quinquaginlajere
Dichiarano le ultime proposizioni con- milliaria germanica longitudinis, ac vi-
cistoriali : lVratislai>ia pri/icipalis ac ginti quatuor lalitudinis habet. Pluri-
celeberrirìia Silesiae civìlas ad flavium ma sub se civitates, et oppida comple-
Aderain (seii Oderani) seti Fiadrum cf//«r. Nella Prussia ha 72 decanati, 63o
sita, in suo duorumfcre milliarum ani- parrocchie, e più di 286,000 cattolici.
bitu ter mille demos et ultra centuni Neir impero Austriaco ha 12 decanati,
mille continet incolas, (quorum fere 65 212,000 catto-
parrocchie, e più di
pars lertia veram fidein projiletur j ac Trovo ì\e\\& Notizie storiche dell' Ac-
lici.

omnes Borussiae tiegi tamqnain supre- cademie d' Europa del conte Paolino
Vr A W B A -i-i

Afa'!tai Ferretti^ p. 35, che in Breslavia manville, che divenne suSraganeo della
o come altri dicono AVratislavia, capita- metropoli di Gnesna, e senatore di Po-
le di tutta la Slesia e s'Huata sull'Oder, lonia, principe dell'impero con dominio
vi ebbe il celebre collegio Naturae Cu- sovrano. Warrano i geografi, che il sud-
riosorum da altri appellato Socieias
, detto principato di Neisse fu signoria dei
Leopoldina. Questa società fa fondala duchi di Wralislavia, ma dopo che il du-
nel 1 652 dal medico M. Bansches,e l'im- ca JaroslaW pervenne al vescovato di
peratore Leopoldo I nel 1670 la prese Breslavia, nel i 198 fece dono al vesco-
Sotto la sua protezione, onde uè assunse vato del principato di Weisse, cui fu in-
il nome; indi rinnovata nel 1702 sul mo- corporato. Poscia nel i34i il vescovo
dello dell'altre che fiorivano io Germa- di Breslavia acquistò la città di Grotkau
nia,Spagna e Francia. £ singolare, che da Boleslao III duca di Liegnilz, e la riu-
venne statuito, non poter essere ammes- nì al principato, che perciò si disse pure
so al capitolo delle cattedrali, se prima di Grolkau. Il principato di Neisse fu
non avea per 3 anni appartenuto a que- poi diviso tra l'Austria e la Prussia, a
st'accademia, ed Innocenzo XI ne con- quest'ultima toccando la città di Neisse
fermò i privilegi, come notai nel voi. beo fabbricata e forte, ove il vescovo ha
LXXXIII, p. 309; dicendo a p. 32o un bellissimo palazzo. Il vescovo ebbe
com'è ora frequentata la $ua università, ancora il titolo di principe vescovo di
quella di Berlmo e altre di Germania, Breslavia, e tuttora l'assume. Pio VII
di che anco altrove. Una statistica delle colla bolla De salute animarum^ de* 16
università tedesche, quimto alla loro fre- luglio 1821, Bull. Rom. coni., t. i5,
quentazione e numero de' professori,
al p. 4()'^> ^^ istanza di Federico Gugliel-

si legge nel n. 2i4del Giornale di Ro- mo III re di Prussia, in questo regno fe-
ma del i858. Ivi è detto: Breslavia hn ce una nuova circoscrizione di diocesi,'
facoltà cattoliche e protestanti conta : nuovamente dichiarò Wratislavia, ch'e-
91 professori, 187 studenti della facoltà ra stata sottratta da Gnesna, immedia-
teologica cattolica e 94 della pioteslan* tamente soggetta alla s. Sede aloè an-
te; 102 giuristi, i3i della facoltà me- cora. Ne stabilì il capitolo, a cui di nuovo
dica, 19 r della filologica e filosofica; in- attribuì di eleggere canonicamente il ve-
oltre ha 78 ascoltanti. il vescovato — scovo e di presentarlo alla s. Sede, per
istituito in Smogra nelia Slesia dal car- r approvazione e istituzione. Ne formò
Egidio vescovo Tuscolauo nel 966,
<linal la diocesi co'tuoghi nella bolla indicali,
e non nel 960, poiché quale legalo ili e assegnò la mensa vescovile e le tasse
Giovanni XIll in Polonia, quel Papa fu per le bolle. Finaimeute, d'accordo e per
eletto nel 963, anno in cui Commanvilie convenzione fatta col re di Prussia, de-
registra 1' erezione della sede, e quindi putò il vescovo di Breslavia prò tempo-
la dice trasferita nel io35 a Breslavia, re a delegalo apostolico de' cattolici di
ad istanza del re Casimiro I, secondo il Berlino (/'.) capitale della monarchia,

p. Mirco, ma quegli ascese il trono po- di Brandehiirgo di lUagdehiirgo, di


,

lacco nel io4i> Altri vogliono che da Halla, di Franrfort sul Meno {/ .), del-
Smogra la sede fu traslata nel io4i a Pomerania e di queg'i altri luoghi ri-
Bicina o Uicina, come ricavo dall' Epi' parlati ne' voi. LVI, p. 4^, XCVIII, p.
scoporum Olomucensiiim series, p. 7, 64 e 69, appartenenti alle missioni set-
per le cure di detto re, e finalmente fu tentrionali, che dipendenti già dalla con-
stabilita a Wralislavia o Breslaw o Bre- gregazione di propagande ^</c, tuttora
slavia nelio5i, essendone stato i.° ve- conservano io parte relazioni colla me-
scovo Girolamo romano. Aggiunge Com- desima. Formano tali missioni 8 parroc-
272 W R A W R A
chie con circa 5o,ooo cattolici. Di più alle chiese, avea lodevolmente operalo e
trovansi concentrate nella diocesi di Bre- datane a lui partecipazione. Governava
slavia quelle antiche di Camino, di Ha- egregiamente questa chiesa Yenceslao
velberg, di Mershnrg, di Naunihurgo de'duchi di Segna ( F.), quando nel 38 1

(/^ .),e quelle altre parlate a'Ioro luoghi. Urbano VI lo creò cardinale; ma lace-
Ora farò menzione di alcuni vescovi di rata la Chiesa dallo Scisma d'occidente,
Wratislavia o Breslavia, e per avere il modestamente ricusò la dignità (Noterò
grado principesco, di recente è divenuto che Paolo II nel i468 creò segretamen-
tnetubro del consiglio dell'impero d' Au- te cardinale Giovanni di Breslavia, a$se«
stria, Il vescovo Tommaso nel 1287 ^^ gnandogli il ordinando al sagro
titolo, e

perseguitato da Enrico IV duca di Wra- collegio di riconoscerlo se moriva prima


tislavia e di Slesia, e l'assediò io Ratisbo- di pubblicarlo; ma non avendolo pub-
ra o Ratibor, città di Slesia 3 1 leghe blicato noi riconobbero né i cardinali, uè
]ungì da Dreslavia, ove erasi rifugiato. il Papa successore). Nel 592 si tenne in
1

Il vescovo afili tto per l'eccidio cui era per Breslavia un sinado diocesano, in cui il
soggiacere la città e il popolo, ad evi' vescovo attese con lodevole attività a
tare tanta rovina, volle col suo sangue caldeggiare l'erezione del seminario dio-
saziar l'ira del tiranno. Vestitosi ponti- cesano. Tuttavolta sembra che avesse a
ficalmente uscì fuori accompagnato dal superare molte dilTìcoltà per l'indocilità
suo chiericato. Appena lo vide il duca, e spilorceria del suo clero, quantunque
tanto spavento s'impadronì del suo ani- facoltoso, laonde sì rivolse a Paolo V pel
mo, che corse incontro a gettarglisi ai valido aiuto della s. Sede. Ed Papa col il

piedi, quasi come vedesse nel vescovo un breve Cum sicitt accepinius^ùtìiZ dicem-
personaggio celeste, e gli chiese umilmen- bre i6o5, Bull.Rom,ft.5,!pav. 3,p. 177,
te perdono de'gra vi falli commessi, il ve- gli accordò la facoltà di poter obbligare

scovo commosso e lagrimante, tenera- tutti gli ecclesiastici, secolari e regolari


mente Io alzò dalla terra, promettendo di sua giurisdizione, sotto minaccia delle
pienissiruo perdono, se veramente avesse pene canoniche, a contribuire alia fon-
perseverato in quella di vota compun- dazione e dotazione del seminario, onde
zione. Quindi entrando soli nel vicino effettuare opera di tanta utilità. Diversi
tempio, Enrico IV promise a Tommaso vescovi divennero anche gran maestri
di restituire alla sua chiesa le città e le dell'ordine Teutonico, e lì riportai in
terre, le ville e le decime, e tutte l'altre quell'articolo. 1618
Tali furono. Nel
cose da lui occupate. E per cancellare le Carlo arciduca d'Austria, dispensato da
molte colpe da lui commesse con perse- Paolo V ad accettare la dignità, colla ri-
guitar suo vescovo, con molta libera-
il tenzione de' vescovati di Breslavia e di
lità dotò la chiesa di s. Croce di Wrati- Bressannone. Avendo egli prima di mo-
slavia. Nel 1290 Enrico IV avendo di rire fondato in Neisse diocesi di Bresla-
nuovo violata la libertà ecclesiastica e via un collegio a' gesuiti, ad istanza di
fallo più danni a' luoghi pii, caduto in Leopoldo arciduca d' Austria, Urbano
infermità mortale per veleno propina- VIII col breve In super eminenti, de' 10
togli da'siesiti, die'altro edificante esem- settembre 1 626, ^mZZ. /?ow.,t. 6, par. i,
pio di penitenza. Distribuì le cose sue, p. i4: Commissio Urbano Episcopo
parte alle chiese, parte a'poveri e parte TVratislaviensi apostolica confirman'
alla duchessa sua moglie. Papa Nicolò di auctoritate fundationem, et erectio-
IV vescovo di Wralislavia, ap-
scrisse al neni Collegii Soc. Jesu in oppido JVis-
provando quanto il duca dolente delle sae cuni Universitate studii generalis.
molestie falle da lui e da'suoi maggiori Leopoldo Guglielmo arciduca d'Austria,
WR A. WRA. 273.
fratello deirimperatoie Ferdinando III, 1781 per suffraganeo Antonio de Rolh-
era vescovo di Biesiavia e di allie chie- kirch e Paulhen di Koniagsdorlf diocesi
se, quando nel 1641 successe per coa- di Breslavia e vescovo di Pafo in parti-
diuloria al tnagìsteto Teutonico, e mori bus, e nel 1789 per coadiutore con fu-
nel 1662. Innocenzo X fin ddl i652a- tura successione Giuseppe Cristiano di
vea crealo cardinale Federico d' Assia HohenloheWaldemburgBarleostein,ove
Daraisladt, il quale nel 167
{^y.) di- r nacque nella diocesi di Wurtzburgo,e ve-
venne vescovo di Bresiavia, ove moil nel scovo di Levos in partibus. Q^aesli succes-
1682, deposto nella cappella di s. Elisa- se nel vescovato nel 794i e gli fu dato nel
1

betta della cattedrale da lui fondata. Era I797a suffraga neoEmanuele deSchituon-
vescovo di Wralislavia Francesco Luigi ski di Lobowitz nella diocesi e vescovo di
conte Palatino, allorché nel 1694 suc- Leros in partibus. Viveva nel 808, dopo 1

cesse al fratello nel magistèro dell'ordi- il quale anno non pubblicandosi le Noti-

ne Teutonico e nel vescovato di AVorms. zie sino al 8 1 8, in queste si legge la sede


1

JNel 1706 a lui raccomandò Clemente XI vacante. Però il suffraganeo Scbimonski


la difesa dtll'immunità ecclesiastica, vio- avea continuato nell'udizio, ed a'3 mag-
lata nella Slesia per occasione del tributo gio i824^^<}"e^'' '*3 trasferì da Leros a
dello Avvisa, che nel ducato erasi im- Breslavia. A suo tempo quel Papa emanò
posto. Nel 1 7 I o di venne coadiutore del- il hveveAelerno rerum conditori, de* 2 di-

l'arcivescovo elettore di Magonza, e nel cembre 1828, Bull. Roni. coni., t. 17,
I 7 16 fu eletto arcivescovo ed elettore di p. 4 9 • Ordinalio Fesloruni in univer-

Treveri ; successe a Magonza nel 1729 so Borussiae regno. E Pio VII il bre-
e morì a Dreslavia nel 1732. Benedetto ve Serenissimi Borussiae Regis, de' 2
Xlll avpa crealo cardinale Filippo Sint- agosto 1829, Bull, cil., p. 5i Reductio :

zendorf {^F^.) e vescovo di Giavarioo, e Feslorum prò Catholicis ad utramque


Clemente XII nel 1782 lo trasferì a Bre- Rheni ripam intra limi te s regni Borus-
slavia, morto nel 1747: ^^ egli pel i.** XVI a'3o
siae convenientibus. Gregorio
riferito nelle annue Notizie di Ronia^ settembre i83i assegnò per suffraganeo
e suoi successori trovo in esse i seguenti. al Schimon»ki, Giuseppe de Scbubert di
In quelle inoltre è riportato di lui suf- Nisse diocesi di Wratislavia, e vescovo di
fraganeo, per Wratislavia, Francesco Do- Canata in partibus, canonico delia cat-
menico d'Almesloe di Wratislavia fatto tedrale, vicario generale e presidente del
vescovo di Gambisopoli in partibus nel concistoro, con indulto per la ritenzione
1743. Nel 1748 Benedetto XIV preco- del canonicato. Questo prelato continuò
nizzò vescovo di Wratislavia FilippoGol- neiruiUzio nella sede vacaitte per mor-
tardo de Scaffgolsch di Giawr nella dio- te del vescovo. Gregorio XVI nel con-
cesi. A suo tempo Clemente XIV, al vi- cistoro dell' 1 1 luglio 1860 preconizzò
cario apostolico e decano di Wratislavia, vescovo di Wratislavia Leopoldo conte
Maurizio vescovo di Tiberiade ;« joartt- de Sednitzki di Gepporsdorf arcidiocesi
busy diresse Paternae charilati,
la bolla d Oliniilz, già canonico e prelato prepo-
de'24 giugno 1772, Bull, de Prop. fi- sto delia cattedrale e vicario capitolare,
de, Appendix, t. 2, p. 239: In Urbe, lodandolo per sapere, gravità e morale.
et Dioecesi PF^ratislaviensi, nec non in Lo slesso Papa a' 12 febbraio i838 gli
ceteris Borussicae dUionis locis subj'e- die' a suffraganeo Daniele Latussek di
ctiSf lUjidelium utililalibus sine aeter- Bralin, nella Slesia inferiore diocesi di
nae salutis dispendio consulat, aliquox Breslavia, vescovo di Diana in partibus,
Feslivos dies imminiiere decernit. Inol- già consigliere del concistoro, vicario ge-
tre al vescovo Scaffgolsch Pio Vi (Uè' nel uerale, e canonico della gatledraie, che
voL. cm. 18
274 W R A W UL
liteoue per conce&sioce apostolica, lo- pretenti amantissimi d'un tanto pasto-
dalo per ottimo. Di più Gregorio XVI, re, risposero : Sempre sia lodato ! La
per ispontauea dimissione di mg/ Leo- descrizione interessante della funzione,
poldo, nel coDcislorode'sygeoaaio 1843 che l'accom-
colle edificanti circostanze
approvò l'elezione e promulgò successo- pagnarono, insieme all'esultanza e festi-
re Giuseppe Knauer dell' arcidiocesi di ve dimostrazioni di Breslavia, l'offre la
Praga, nella quale funse distinti uffizi, Cii'ilià Cattolicay serie 1.', t.
4» p. 236
non che giù parroco e cauoaico onora- o 573. Poco godè del cardinalato, moreu-
rio di Breslavia, dottore in teologia, pre- do compianto nel castello di Johannis-
lato mitrato coll'uso de'pontifìcali e la berg nella Slesia Austriaca a' 20 gen-
facoltà di cresimare nella sua vicaria fo- naio i853 ; e portato in Breslavia il ca-
ranea encomiandolo per te sue
di Glatz, davere, fu esposto con solenni funerali e
virtù e dottrina. Finalmente Gregorio sepolto nella cattedrale. A' 12 del sus-
XVI, per la morte di mg.' Rnavier, nel seguente settenibre Pio IX preconizzò
concistoro de' 2 I aprile \S^5 dichiarò l'odierno vescovo mg.' Eurico Forster di
escovo Melchiorre de Diepenbrock, di Glasgaw maggiore nella diocesi, dottore
Bochald diocesi di Mùoster, già vicario in teologia, già zelante parroco e cano-
generale e canonico decano di quella cat- nico della cattedrale, encomiandolo per
tedrale, facondo e pio predicatore, per- dottrina, prudenza e altre belle doti. Nel
sonaggio dotto, prudente, zelante e pie- seguente i854 l'illustre prelato radunò
no d'esperienza. Meritò la benevolenza tutti i preti della sua vastissima diocesi
del re Federico Guglielmo IV, non du- a conferenze sinodali, che si tennero ai
bitò d'infliggere la scomunica ad un per- 26,27 ® ^^ seiiembre, accorrendovi piii
sonaggio, ed il Ptipa Pio IX lo creò car* di 5o ecclesiastici, sebbene non fosse si-'
1

dinaie prete a'3o settembre i85o;cose nodo in tutte le forme canoniche, ludi
tutte narrate ne'vol. LUI, p. 228, LVI, partì per Roma ad assistere alla defini-
p. 78 e 79, LXll, p. 23o. Nella funzio- zione del dogma dell' Immacolata Con-

ne fatta nella cattedrale della berretta cezione, il Papa lo fece vescovo assisten-
cardmalizia, ivi ed eseguita da
parlata, te al soglio, e tornato a Breslavia solen*
mg.' Viale-Prelà nunzio di Vienna, que- nemente celebrò tale promulgazione. In-
sti nel discorso rilevò, che propriamente oltreil Papa gli assegnò per sufifraganeo

il Diepenbrock era il i.° vescovo prin- a'2 dicembre i857 mg.' Bernardo Bo»
1

cipe di Breslavia, il quale come tale fra gedaio della diocesi di Wratislavia, già
56 vescovi di quella diocesi fu elevato a parroco dell a diocesi e seminario di Barn*
sì alta dignità, mentre i sunnominati e- berga, col titolo di vescovo d'Ebron in
rano cardinali quando lo divennero. Il parlibus, lodandolo per le sue idonee
nuovo cardinale ringraziò il nunzio, e qualità. Indi a' 18 marzo 1861 gU sosti-
l'ablegato mg.' Cesare Prosperi Buzi (ora tuì l'attuale sutfraganeo mg.' Adriano
prelato domestico, protonotaro apostoli- Wlodarski di Nieder-Heyduk nella dio-
co, e ponente di consulta); pregò il capito- cesi, vescovo d* Ibora in partibui^ già
lo, la facoltà teologica e il clero d'aiutar- parroco, arciprete, vicario foraneo, ispet-
lo fedelmente; chiese licenza al nunzio di tore delle scuole, canonico della cattedra-
parlare al suo popolo nella lingua nati- le,prebenda che gli fu conservata, enco-
va, e portatosi all'ingresso del presbite- miato qual dotto, grave e degno.
rio, al principio della nave della chiesa, WULFADO E RUFINO (ss.), mar-
egli parlò iu modo commovenlissimo, Fratelli, figli di Wulfero re di Mer-
tiri.

terminando colla salutazione cattolica: da, furouo segretamente battezzuti da


Sia lodalo Gesù Cristo. Alla quale i s. Ceiidda vescovo di Litchfìcld verso
WUL WUL 275
l'anno 670. Un giorno ch'entrambi sla- pregò instanlemenle il re che gli fosse
vauo in orazione, il loro padie, che fa- fatta grazia; ma il popolosi oppose, sotto
voreggiava r idolatria, li fece barbara- pretesto che si sarebbe leso 1' onore del
menle trucidare. Egli poi abbandonò il loro dio. Tutto ciò che si potè ottenere
cullo degl'idoli e fu battezzalo nel 675, fu^ che se il Dio de' cristiani avesse sal-
a quanto riferisce Fiorenzo di Worce- vato Ovone dalla morte, esso sarebbe li-

ster: Ceda però mette il suo battesimo bero. Appeso il paziente alia forca e ri-
quasi 20 anni prima. Forse due prin- i mastovi due ore, lutti il tennero per
cipifurono trucidati da'pagani della sua morto; ma in virtù delle preghiere di s.
corte senza saputa del re. La regina Em- W^ulfrano, rottasi la corda, cadde a terra
inelioda, loro madre, li fece seppellire a e si trovò ancor vivo. Secondo il conve-
Stoiie, luogo cosi chiamato da un muc- nuto, fu donato al santo, il quale lo am-
chio di pietre ch'erasi formato sulla toro maestrò nelle verità della religione cri-
tomba secondo l'usanza de'sassoni. Ella sliana: fu posciamonaco e prete nell'ab-
si serv'i in seguito di quelle pietre per bazia di Fontenelle, S. Wulfrano tornò
fabbricare nel medesimo luogo una chie- anche in vita due fanciulli gittati nel ma-
sa che prese il nome de' due martiri, i re in onore degl'idoli. Ritiratosi a Fon-
quali erano patroni del borgo e del prio- teoelle, dove pure avea passato alcua
rato di Slooe. La loro festa è segnala a' tempo prima d'intraprendere la sua mis-
24 ^> luglio. sione, vi morì il 20 marzo 720. Egli è
WULFRA NO(s.), arci vescovo diSens. onorato io tal giorno, ed è protettore di
Figlio d' un ufiìziale che serviva nelle Abbeville, dove le sue reliquie furono
armate del re D,igoberto. Passò alcuni trasferite al principio del secolo Xlll.
anni alla corte sotto Clotario III e Ba- WULFILDA.{s.), badessa. Uscitad'u-
lilde sua madre, ma seppe preservare la na delle principali famiglie d'Inghilter-
sua virtù da ogni pericolo, accoppiando ra, mostrò fìu dalla tenera età disprezzo
i doveri del suo stato alla pratica delle per tulle le cose terrene, e suoi geni- i

virtù evangeliche. Aveva una slima par- tori la posero nel monastero di Winche-
ticolare pe'servi di Dio, e sopra tutti pe* ster, lireEdgaro, invaghitosi di lei, ten-
religiosi di Fontenelle, cui donò la sua tò ogni mezzo per guadiignarla, ma tulio
terra di Maurilly. lissendo stalo innal- fu inutile. Ciò anzi le porse nuovo moti-
zato alla sede di Sens nel 682, si die* vo dieSetluare la sua risoluzione di ren-
tutto alle cure dell'episcopato ; ma dopo dersi religiosa. Il re lasciolla tranquilla:
due anni e mezzo lasciò la sua diocesi la nominòanchedipoi badessa diBarking,
per andare a predicare il Vangelo nella e donò dei beni considerabili a quel mo-
Frisia, ad esempio de' missionari inglesi nastero, cui Wulfìlda cedette pure il pos-
che affaticavano in quelle contrade. Li sesso di 20 villaggi del suo patrimonio.
sua predicazione ottenne uu felice suc- Ella fondò un altro monastero a Hor-
cesso, perciocché converti gran numero ton nella contea di Dorset. Governò que-
di gentili, tra cui il figlio del re Radbodo, ste due case con molta prudenza e san-
che ricevette il battesimo cogli altri. Fra tità, dando l' esempio di tutte le virtù.
i popoli di Frisia aravi
barbara usanzala Il suo zeloprocacciò de' nemici, e la
le
d' immolare uomini a'Ioro idoli. Queste regina Elfleda giunte persino a cacciarla
vittime erano tratte a sorte, e quelli a dal suo monastero ; ma vi fu poi rimessa
cui toccava erano o impiccati o alfogati iu una maniera molto onorevole. Mori
o tagliali a braui. Mentre un giorno con- nel 990, e leggesi in Guglielmo di Mal-
ducevasi alle forche uuo di questi scia- raesbury ed iu altri scrittori, che furono
gurati^ che chiamavasi Ovone, il santo operati parecchi miracoli alla sua tomba.
276 WUL W UR
GT inglesi, inDanzì la preteia lifoima, di innocenza e di santità. Gli fu adìdata
ouoravano eoa grandissima divozione s. prima la cura di ammaestrare i fanciul-
Wulfilda,le cui reliquie, insieme eoo li, indi fu fatto maestro del coro, poi te-

quelle di s. Edilburga e di s. lldelida, e- soriere di quella chiesa. Ad onta della


rauo risguardate come un prezioso teso- sua umilia, che gli faceva cercare i più
ro nell'abbazia di Barkiug. La sua festa dimessi impieghi, venne eletto priore del
è segnala il 9 dicembre. monastero; poi vescovo di Worcester nel
WULGAWIO patrono di Lens(s.), 1062. Adempì con edificazione a tutti i
nell'Artois. Inglese e bretone di nascila, doveri dell' episcopato, e benché sem-
fioriva nel secolo VII, e predicò la fede brasse restar indietro a parecchi persa-
per qualche tempo nel territorio di Lens. pere,annuiiz!ava la parola ili Dio con una
Moiì il servo di Dio in una celletta cli'e* dignità e con una unzione che inteneri-
gli aveasi costrutto presso la badia di s. va. Egli era in sommo grado tenero pel
Vedaslo di Arras, che era stala di recente suo gregge, e particolarmente verso i
fondata. L'autore della sua vita, che tro- peccatori penitenti, che accoglieva eoa
vasi manoscritta nella badia di Dee, ri- viscere da padre. Morì nel logS in età di
ferisce la storia di molli miracoli ope- 87 anni,dopo 82 compiuti di episcopato.
rali alladi lui tomba. S. Wulganio è Fu canonizzato nel i2o3, e celebrasi la
patrono della collegiata e della città di sua festa a' 19 di gennaio.
Lens. La sua festa si celebra a'3 di no- WURTEMBERG. Ordine equestre
vembre alla badia di Bec, e nella mag- della Corona di Fiirlemberg (F.).
gior parte delle badie de'beiiedettini di WURTEMBEBG, WURTEMBER.
Normandia. In parecchie di queste ba- GA, WIUTEMBERG o WITTEM-
die si conservano particelle delle reliquie BER.G, Fìrteinberg. Regno della Ger-
del santo. mania meridionale tra 47° 35" e 49° 35^
WULSTANO (s), vescovo di Wor- di latitudine nord, e tra 5° 55' ed 8"
cester. Ebbe i natali a Iceuto nella con* io' di longitudine est. E' limitato dal
Warwick. In sua giovinezza, per
tea di nord-est all'est e al sud-est dalla Baviera,
superare una tentazione, che avendo ve- al sud dal lago di Costanza, da' princi-
duto una donna a danzare il nemico de- pati di Hphenzollern e dal granducato
gli uomini gli mise nel cuore, risoluta» di Baden, all'ovest e al nord-ovest da
mente corìcossi in uno spinalo, gemendo quest'ultimo. Olire al lago di Costanza,
amaramente per questasua miseria. D'al- pochi limiti naturali confinano questo
lora in poi Dio fecegli la grazia di poter regno; all'est il Danubio e l'iller, lo ter-
custodire si attentamente i suoi sensi, minano per lo spazio d'alcune leghe;
che mai più provò di somiglianti tenta- sulla frontiera occidentale si trova la
zioni. Cominciò i suoi sludi net mona- parte media della Selva Nera. Il Wur-
stero diEvesham e li compi a Felerbo- temberg estendesi per la lunghezza di
rough. Avendo suoi genitori con vicen-
i 52 leghe dal nord al sud, 36 nella mas-
devole consentimento abbracciato tostalo sima larghezza dall'est all'ovest, e 960
monastico, egli si pose sotto la direzione leghe quiidrate in superficie. Questo è
di Britegio vescovo di Worcester, che lo un paese generalmente montagnoso; le
ordinò sacerdote. Il sagro carattere gli pianure che vi si osservano essendo di
fu di maggior incitamento alla perfezio- poca estensione. Svariati gli aspetti e
ne, onde si mise ad orare con vieppiù pittoreschi, una bella vegetazione v' iu-

fervore e praticare straordinarie auste- canta da per tutto lo sguardo, e può que-
iita. Alcun tempo dopo entrò nella gran- sto regno aver posto fra le più belle re-
de badia di M orc€Sler,io cui fu modello gioni della Germania. Le Alpi di Svevia,
WUR WUR 177
o Raiihe Alb, cosi chiamata per le
la con eccellenti pascoli. Mollo mite è quivi
nude sue roccie, traversano il paese dal il clima, se si vogliano eccettuare le som-

nord est al sud-ovest, e congiungoiisi mità della P«.auhe-A'ib e della Selva Ne-
alia Selva Nera verso la frontiera occi- ra. Rispetto alla temperatura convenien-
dentale, le più alle loro vette non esten- te alle produzioni agricole più impor-
dendosi più di 3ooo piedi sopra il livello tanti, si può il Wurlemberg dividere
del mare. Wel sud del regno corre dal in 3 regioni: i.' quella in cui raccogliesi
nord-ovest al sud-est la catena più alla il vino, i copiosi e buoni frutti, il grano,
che congiunge la Selva Nera all'Arlberg. e quale innalzasi fino a 1000 piedi
la

Le Alpi di Svevia e la detta imponente sopra il mare; 2.' la regione de' frulli e
catena fan parte della grande giogaia del grano, sino a 2000 piedi; 3.' quella
europea che separa le acque dell'Atlan- del grano e del bosco, sopra 2000 piedi.
tico da quelle de'mari interni; il paese In più partì maturano perfettamente i
mandando le sue acque da no lato al meloni e fichi. Tra'ceieali distinguonsì
i

mare del nord per mezzo del Reno, dal- la spelta, il frumento e il maìz. li lino,

l'altro al mar Nero per la via del Danu- la canepa, pomi di terra, foraggi ab-
i i

bio; il qualeultimo fiume percorre il sud bondano; havvi tabacco e luppolo. I vini
del regno, accogliendo a destra il Riss, del ?»'ecker sono i migliori. Gli alberi
la Rolb, r Jller, ed a sinistra la Brenz. prù comuni sui fianchi della Selva Nera
L'artificiale canale di Guglielmo ne ha sono gli abeti e pini. L'agricoltura è la
i

per notevole tratto agevolata la naviga- principale sorgente di ricchezza in que-


zione. Al bacino del Reno appartengono sto regno, dove il governo concede a tale
l'Argen, lo Schlussen, tributari del lago industria annualmente circa un milione
di Costanza, ilNecker e suoi affluenti, i di franchi d'incoraggiamento; laonde
il Fils, il Rems, il Rocher, l'Iaxl, l'Enz, l'esportazione del grano si fa considera-
in fine il Tanber, affluente del Meno. .bi!e. Allevasi gran quantità d'animali
Nella parte meridionale si fa distinguere bovini, di peGi)re, capri, api; e spediìcon-
il pesco«o lago Federsée, che non ha più si luntache a Vienna e in Italia. Le ma-
d'una lega dì lunghe/za. Narra il Castel- gnifiche mandrie di cavalli di Stulfgarde
lano, regno di Wiirtemberg compren-
i! diWie-*en,e l'istitulo agricola d'Hoheti-
de la maggior parte dell' aulico circolo heim destano l'ammira/ione degli stra-
di Svevia, ed una qualche frazione di nieri. Si sono quasi interamente distrutti
quello della Franconia. Oltre d ducaio gli animali selvatici nocivi, e supratliitlu
proprio di Wiirtemberg, che die'il nome i cinghiali che devastavano le raccolte.
alla monarchia, vi si trovano varie anti- Vi trovano miniere di ferro ; uo pt/
si

che preposilure ed abbazie con diverse d'argento e di rame, del velriuolo, del-
città altra volta imperiali, il principato rallurae, sale, carboo fossile, terra da
di Mergenthein, le 5 città del Danubio vasaio, terra sigillata, terra da sgrassa-
(Ehiugen, Manderkingen Riediingen, , re, pietra di calce, marmo bellissimo
AJengeti e Sulgan), l'alta e bassa contea nella RauheAlb, alabastro, tufo, succi»
già austriaca d'Hohenberg, principati i no, agate, pietre da cote, pietre da ma-
mediati di Oehringen, e parte di quel- cina, creta, gesso, piriti, zolfo, torba, pe-
li |di Lowenstein, Hohenlohe, Tour e trifìcazioni numerose, e non poche sor-
Taxis, Furstenberg, Valdburg, e Och- genti minerali. Il Wurlemberg possiede
fienhausen. Il complesso del regno sì ha poche manifatture grande. Gli abi- in
in conio di paese il più fiorente e fecon- tanti delia Ptaulie-Alb fabbricano tela e
do della Germania; quindi ogni sorte di merletti grossolani; quelli del baliaggio
vegetazione yì lussureggia prosperosa, di Rothemburgo, fiorb, Nagold, Ròuiiur
278 WUR WUR
gen, GòppingcD, Bohlingen, Neresheira, progresso delle lettere e delle scienze. Le
fanno sloÌFe di lana; le slofle di cotone arti non sono meno incoraggiate, e mol-

si fahhiicano soprallutlo nell'est del re- lo ad esse ha giovato la protezione e-


gno, e le opere di legno nella Selva ^era. minentetnente accordata dal re Federi-
Sono encomiate le manifaUuie di drap- co I, imitato dal regnante Guglielmo I
pi, guanti, orinoli, cristalli, specchi, gio- suo figlio. A' numerosi cattolici adopera
ie, e utensili d'ogni specie. \i sono al- il governo maggiori riguardi. La popo-
i

quante vetraie, e assai grosso numero di luzione di questo regno era nel 1827, di
cartiere, di raolini da gesso, di distillerie un milione, 535,4oo abitanti, cosi com-
d'acquavite e di kirchwasser, di concie partiti. Circolo del Necker, 426,880: del-
di pelli, fabbriche di potassa ec. Si fa la Selva Nera 4o5,o8o del Danubio, ,
:

molto sidro e bevanda di pero. Annun- 356, 080 del lax», 346, 36o. De'quali:
:

ziò V Eptacordo di Roma de' 3i marzo tedeschi 1,506,270 valdesi, 2400 ebrei, : :

1859. » In TVirlemherg vi ha una ti- gì 00: luterani 1,048,900: cattolici,


pografia in cui sono impiegati 160 uo- 462, 860 : riformati, 2410 :'mennoniti
mini e I I donne. Questi operai sono e hernhuti, 460. Si conlavano 1600 ahi-
tutti Ignoro poi, se con tal vo-
muli ". tanti per ogni lega quadrata, essendo uno
cabolo inlese accennare a questo regno de'paesi più popolali della terra. La no-
o all'omonima città nella storia ecclesia- biltà vi è numerosissima. Contavansi 33 i

stica d'infelice LV,


fama, di cui ne' voi. città, 1 65 borghi , circa 1600 villaggi e
p. 3i2,LXI,p. 252,LXXXIll,p. 3o5 1 900 casali : quasi 3 i 0,000 case. In un*
e 3o6, e altrove. L'esportazioni si com- altra statistica deli 853 lessi i,8o5,558
pongono precipuamente di bestiame, la- obitanti. Pubblicò 216 del G/or- il n.°

ne e cereali, poi slolle di lana, tele, cora- «a/e r/t/»'owirt del 1857. Lo slato del Wùr-
mi, (ilo di cotone, rebbiate ; musco d' \- lemberg ha 354 miglia geometriche di
slanda e cantaridi: primeggiano quelle del super ficiei, 725, i67abitanli,e IO milioni
bestiame. Le principali monete sono in : di fiorini d'entrata. L'esercito sul piede di
oro il zecchino, del valore d'i i franchi guerra sicompone 19,170 uomini,edÌQ di

e 66 centesimi ; e il pezzo da 1 1 fiorini : tempo di pace d'8, 120; cioè 420 uffiziali,
in argento lo scudo della corona ed il i7o3sotl'uflìziali,e6897 soldati(ma som-
fiorino.U valore delle proprietà territoria-
,

mando l'ultime cifre danno 9,020). —


li di Wiirtemberg viene slimato 600 mi- L'attuale divisione amministrativa del
lioni di fiorini ; quello degli edifizi 200 regno consìste ne'sunnominati 4 circoli, i
milioni ; quello de'bestiami 3o milioni ; quali si suddividono poi in diversi gran-
e la totalità de' possedimenti e beni na- di baliaggi. Nel circolo del Necker y che
zionali viene portata ad un miliardo di fio- prende nome dal fiume, il più ragguar-
rini. La divisione delle proprietà vi è spia- devole del Wiirfemberg, che da mezzo-
ta all'estremo. Possiede questo regno l'u- dì a settentiione l'attraversa quasi nel
niversilà di Tublnga 2 licei, 5 ginnasi
, mezzo, sono racchiusi 16 baliaggi, ili."
superiori e Sg scuole latine, secondo una de'quali è quello di Stulfgarda, che ha
antica statislicu ; laonde il pubblico inse- per capoluogo la città del suo f»ome,prio-
gnamento cei lamente dev'essere stato am- cipale l'f'sidenza del re e capitale del re-
pliato. La lingua in corso è l'alemanna. gno. — Stiiigard, Stiittgarda, Stuttgar-
Il Castellano disiìe : Fra tutte le contra- tia , Stoccarda^ in Xaimo^Sludgardia^è
de di Germania, ilWiittembergsi dislin- pure capoluogo di due suddivisioni ani-
gue per l'impegno nella pubblica istru- miaislralive, una delle quali comprende
zione, e dall'università di Tubinga dira- la città , e i' altra il baliaggio territoria-
ma»»i numerosi stabilimenti desliuati al le. £'di$taate24 leghe da Strasburgo,! 5
WUR WUR 179
da Carisruhe, 112 da Vienna e i la Ja che di tabacco, di cotonine, di lana, di
Parigi Giace in mezzo a colline sul Ne- seterie, di corame, di cappelli, di trombe
heril)itc1i,e sì estende infondo ad una val- da fuoco, di bell'opere di bronzo, e di la-
le amenissima. Non vi è che una scai'sa vori d'oro, d'argento e d'acciaio. Patria
lega alla sponda sinistra del Necker, che de'leologiW. Borrhaus e G. W. Jaeger,
in questo silo si varca sopra un ponte e* annovera circa 4^,000 abitanti. Quan-
legante. Si può considerarla come nncom- tunque cinta di mura e d'un fos«o, non è
ponente 3 parti distinte: la città propria- Stuttgarda una piazza forte. Ebbe mol-
mente detta ; due popolosi sobborghi l'u- to a soffrire nelle guerre de' secoli XVI
no all'altro contiguo, e che pare non for- e XVIF, e dal 1796 in cui fu presa da'
mino se non se una divisione ; ed il sob- francesi, al 18 i5 fu ripresa più volte, ma
borgo d'EssIiogen. La città propriamen- senza provare grandi calamità. L'origi-
te detta, ch'è la parte più antica domina- ne della città è incerta. Nel 1283 fu in-
ta da un vecchio castello, non è io lutto darnoassediata daRodoIfo I d'Absburgo,
ben fabbricata, mediocri le vie, ed alcu- da cui pelò nel 1287 il conte Eberardo
ne case di legno. Ha il palazzo munici- fu talmente ridotto alle strette che do-
pale e la non molto considerabili.
zecca, vette obbligarsi a smantellarla. I conti,
I sobborghi meno antichi hanno un a- poi duchi di Wirtemberga, sino ali 32 e
spetto piìi regolare, massime Es>lmgen. vi ebbero la loro residenza, e qnantun-

II palazzo regio nel sobborgo d' Esslin- que il duca Eberardo Luigi nel 1727 la
gen, è un edifizio di bella strultuia, ac- trasferisse a Ludwisburg, pure vi fu dal

compagniito da un vasto parco ; vi si os- duca Carlo Alessandro rimessa neh 733.
serva pureuna preziosa collezione di qua- I dintorni sono fertili ed ameni : offrono
dri e di statue. Intorno al palazzo sono un misto di colline vestite di vigneti, e di

diversi stabilimenti pubblici , un teatro valli ubertose di messi, ben coltivale, e

per l'opera spazioso, altro piccolo teatro, con deliziose ville. \J Alhnm di Roma, t.
varie caserme, un njuseo, un giardino e 6, p. 32, oltre l'esibirne la veduta, ne lo-
un'accademia di pittura , scultura e ar- da l'assieme del paesaggio delizioso, mi
chitettura ; dicesi che la biblioteca regia così all'esterno come all' interno la città
abbia circa 25o,ooo volumi, fra' quali non è d'ammirarsi che per la nettezza e
più di 12,000 Bibbie in tutte le lingue Qualche monu-
la bellezza de'fabbricali.

europee, e anche alcune orientali : vi si mento antico sparso le dona tale specie
conservano inoltre 32,ooo mappe e pia- di carattere che suol dirsi rispettabile,
,

ni militari. Altra biblioteca è nella città. com'è da rimarcarsi fra questi il grande
Vi sono chiese luterane e cattoliche. Il vecchio palazzo in cui risiederono duchi. i

ginnasio, nel medesimo sobborgo, possie- L'edificio moflerno, oggi abitato dalla fa-
de un osservatorio e una ricca collezione miglia regnante, può dirsi a buon diritto
d'istrumenti matematici. Notasi nella cit- un empoiio di bellezze e di magnificen-
tà propriamente detta il vecchio palazzo ze, racthiudendo il parco , il museo , il

ducale, presentemente convertito in uf- giardino botanico, e il granile teatro. Al-


fizi del governo. Possiede Stuttgarda, che tra città del circolo è £'s»//Vig<'« capoluo-
alcuni si ostinano a voler chiamare Stoc- go (li baliaggio superiore, sede di corte
carda, una scuola veterinaria, una scuo- reale, sulla riva destra del INeckera più
la d'arti e mestieri, ed una magnifica man- di due leghe da Stuttgard. E' cinta di
dria di cavalli. Eravi un'università fon- mura, fiancheggiata da torri e da 6 sob-
data nel 17B4, ma soppressa nel 179^. borghi. Ha un vecchio castello, il duo-
L'industria manifatlrice non vi è multo mo di gotico stile, vari stabilimenti e
attiva, vi si contano però alcune fabbri- fabbriche. Vi si tennero diverse diete, e
a8o W U R WUR
neli44S " fu conclusa la grande allean- l'Ammer e del Necker, distante 7 leghe

za di Svevia , ma la città non volle en- da Stuttgarda, cinta di mura e fosse. Ha


trarvi finché fossero congiunti Wurlem- il rango di 2.' capitale del regno. La di-

berg e Batlen, alla quale ultima città e- fende un ben munito castello, e vi risie-
rasi data in protezione per 60 anni. La dono la corte d'appello del reame, e altre
camera imperiale vi fu trasfei ila nel 555. 1 autorifà.La maggior sua importanza l'ac-
Divenula città imperiale, fece parte del qoistò dall'università fondala nel i477
circolo di Svevia, e quindi si pose sotto da Ebeiardo V il Barbuto. Da ultimo
la protezione della casa di Wiutemberg. conlava da 44 professori e circa geo stu-
L'università di Tubinga qui venne tra- denti, parte cattolici e parte protestan-
siata nel 1567 e nel 1571. Novera quasi ti. Ad essa sono annessi 1' anfiteatro a-
7000 abitanti. Nel batiaggio di Kann- nalomico, l' istituto clinico, le scuole di

stadt o Canslad, fra la città omonima e chirurgia e ostetricia, quella di veterina-


quella d'Esslingen, è il castello di PFir' ria, il seminario teologico protestantejl'or-
teniberga o PVurtevìberg, lungi una le- to botanico, la biblioteca di circa 4o,ooo
ga e niezza da Slutlgard,incima ad una volumi, il gabinetto di storia naturale e
montagna. Questo castello ha la gloria l'osservatorio. Vi ha pure il liceo, scuole
d'essere stalo la culla de'sovrani che tut- secondarie, I' ospedale, e 4 chiese lute-
tora ne governano il paese che porta il rane, notevole essendo quella di s. Gior-
suo nome. Nello stesso circolo delNecker, gio.Vi è una polveriera , si fabbricano
è il regio castello d' Hohenhcim , lungi una quantità grande di calze, e novera
due leghe dalla capitale. Vi sono templi, quasi 8000 abitanti. Quest'antichissima
bsgtii, giardino inglese e vivaio di pian- città fu un tempo residenza de' conti pa-
teche ne rendono deliziosa la vista. Vi è latini di Svevia, che dominavano il pae-
pure Ludwisburgo distante 5 leghe da se di tal nome, antico circolodi Germa-
jStuttgarda, città di recente costruzione, nia, oggi ripartito tra il regno di Wiir-
ed è la 2.' residenza reale. Il suo incre* temberg granducato di Badeneil rea-
il

mento data dal 171 i in poi, contando- me di Baviera. Nel 342 Tubinga diven-
1

visi più di 1000 regolari edifizi, preci- ne proprietà del conte Ulrico 111 di Wiir-
pui essendo l'arsenale e il teatro. La si- temberga, che la comprò da'conti Goeta
tuazione è amena, ed il regio castello of- e Guglielmo. Quivi neh 5i4fu regolato il
fre una galleria di belle pitture. Vi sono patto conosciuto sotto il nome di Tiibin,'
le superiori amministrazioni e lacame- ger- Vertragt ch'è stalo sino a'oostri gior-
ra di finanza. Oltre i tessuti d'ogni spe- ni la caria del Wiirteraberg. Incendiata
cie, hanno gran pregio le sue stoviglie di tìA i54o, fu presa soventi volte nella
maiolica e porcellana. Conta quasi 6000 gaerrade'So anni, e maltraltatissima da'
abitanti. — 11 circolo della Se L' a Nera, francesi nel 1688. Il circolo del —
Da-
così detta dalla catena di montagne co- nubio è bagnato da tal fiume la qnal ,

perte dalla famosa estesissima foresta a- provincia abbraccia la parte meridiona-


lemanna lunga 60 leghe e larga circa
, le del regno fino al lago di Costanza. In

j 2, ha miniere di ferro, rame, piombo, esso è il capoluogo Vlnia città forte e ,

marmo, granito, cobalto, non che sorgen- considerabile, alla sinistra riva di tal fiu-
ti minerali e salubri. E detta anche Fo' me, al confluente dell'lller e del Lanter,
resta Nera. La parte minore spetta al lungi 18 leghe da Stuttgarda. La chiesa
Wiirtecnbeig , la maggiore al grandu- della B. Vergine è unode'templi meglio
cato di Badeii. In questo circolo è la bel- costruiti della Germania, di side gotico.
la e rinomata città di Tubinga, capoìnO' Ha il teatro, caserme, bella casa munici-
go di baliaggio, posta al confluente del- pale, l'ospedale, il ginnasio e la casa di
WU R
forzn ; fabbriche di tela, di tabacco e ta- ta dal Taxt. Munita di forte castello, ha
baccbiei'e, con circa12,000 abitanti, al- pili di 5ooo Bh\tant\. Hohen^tauffen bor-
tri dicono assai di più. Già città bbera go distante 6 leglie da Ellwangen, anti-
dell'impero, occupando essa un posto mi- chissimo e forte castello, sorge sur un'e-
litare importante, figurò più volte nella minenza, già residenza de'signori di Slauf-
storia delle guerredi Germania. Nel 704, 1 fen, da'quali discesero i duchi di Svevia,
dopo la battaglia di Blenbeim, sostenne e quindi i famosi imperatori Federico I,

un assedio. Nel 1800 fu il teatro dell'o- Filippo di Svevia, Federico II, Corrado
perazioni militari del general IMoreau, e IV, e Corradino 1' ultimo degli Hohen-
nel 1 8o5 di Napoleone 1, il quale profit- staufFen, discorsi in innumerabili articoli;
tando de' falli del general Mack, perve- quindi il luogo fu in gran rinomanza ne'
nuto ad accerchiare 1' esercito austriaco secoli XII e XIII. La città di ffal o Hai-
di 36, 000 uomini, ottenne una brillan- la (^'.), in cui fu tenuto un concilio. La
te capitolazione. Mack fu punito con per- Oehringen posta sul fiume Ohrn,
città di

petua rilegazione, cessata dopo i5 anni lungi 5 leghe da Stuttgarda, divisa ia


1

per grazia imperiale. Nel 1802 fu cedu- vecchia e nuova, ampliata da due sob-
ta alla Baviera, e passò neli8 cai regno i borghi, de'quali il più elegante chiamasi

di AViirlentberg. La dietn Germanica de» CarUvorstadt: commerciante e con note-


cretò nel 18 i5 che fosse compiutamente voli manifatture, con 4ooo abitanti cir-

fortificata. La dichiarò ed è fortezza fede- ca , suole risiedervi il principe mediato


rale. Inoltre nel circolo della Selva Nera, Ilohenlohe - Nevenstein - Ingeltingen. E
vi è la ciltà di BothemLurgo (/-^.) capo- (|uella di Mergenlheim, vaga e ben co-
luogo del ducato d'Hochenberg, con resi- struita sul fiume Tauber, ove nel i525
denza del vescovo istituito da Pio V 1 nel I' ordine Teutonico (/^.) trasferì la sua
182 I per lutto il regno di Wiirtemberg, residenza principale col gran maestro, e
nella cui diocesi sono 29 decanati,652par- vi rimase sino a'24 aprile 1809. Ha cir-

rocchie, e circa 558,ooo cattolici, in con- ca 3ooo abitanti. Il borgo poi di Beutel-
seguenza dellebolle di deltoPapa e di Leo- sbach oBeutelspach, lungi 3 leghe e mez-
ne XII, ricordate nel voi. XXIX, p. 104, za da Slullgard sul Beutel, è uno de'più
e altrove, poi pubblicate nel Bull. Rom. antichi possessi della casa di Wùrteoi-
cont., 1. 1 5, p. 4^4> t- '
7> P- ^4> concer- berg, afferniandosi che il suo antico ca-
nenti eziandio la provincia ecclesiastica stello, di cui appena restano vestigia, sia
dell' Alto lieno, ambo i Papi stipulando stata la sede degli antichi conti di Wiir-
col regiogoverno l'erezione ancora del temberg, i quali aveano pare in quella
seminario, prescrittodalconcilio di Tren- chiesa la loro sepoltura. Ne'dintoroi so-
to. Inoltre Leone XII colla bolla Ad no molte vigne, ed ha 2000 abitatori.
Dominici gregis 1827, , dell' i i aprile Il ducato di Wiirtemberg si compose
Bull. Rom. cont., t. i7,p. 54*. Regnine dipartedeli'anficaSvevia,e di varie con-
servandae in eleclione Anlistiluni Se- tee e signorie acquietate o per matrimo-
dium vacanlinni regni Germaniae. Pri- ni o per compriteo per diritto di con-
ma dell'erezione del vescovato, i cattolici quista. Conteneva 70 città fra grandi e
del regno erano governati dal vicario a- piccole, e circa 1200 fra borghi, borgate,
postolico delle missioni di Germania. — villaggi e borghelti, ed era senza eccezio-
11 circolodi laxt, cui dà il nome il princi- ne una delle più fertili e gradevoli con-
pale influente del Necker, forma la par- trade di Germania. Abbondava in es-
te settentrionale del regno. Sono in esso: so il grano, il vino, le fruita, i bestiami,
Ellwangcnstìo capoluogo, lungi 1 3 leghe infine tuttociò che rendesi indispensabile
da Uluia^ situata in aueoa \alle iuaflia- a'bisugnìecoroodi della vita.La popolazio-
28a WUR WUR
Deera ragguardevolissima relativamente «e, senza 1* assenso de' quali non polCT».
menlre unila a
all'ei-lensifìne del paese, emanare veruna legge, ne stabilire alcu-
quella di JMootebeliard e delle signorie ni* imposta. Questi stati, dopo la separa-
ch'eranvi annesse, oltrepassava il nume- zione della nobiltà, consistevano in i4
ro di 600,000 abitanti. La contea di prelati, ovvero abbati, e in 70 città e ba-
Montbeliard, avea per capitale l'antichis* liaggi. Ciascun anno un determinato nu-
sima città di tal nome, acquistata nel mero di rappresentanti degli stati del pae-

1395 da Eberardo IV Giovane conle


il se si radunava due volle coll'assenso del
diWiirtemberg, pel suo matrimonio con duca, afiine di regolare le ordinarie fac-
Korichetta figlia ed erede d'Enrico ul- cende e di determinare l' imposte della
timo de'principi di Monlbeliard. Questo provincia; ma però negli affari di mag-
p'ccolo slato nel 1617 fu diviso fra'5 fi- gior rilievo duca convocava straordi-
il

gli del duca Federico di Wiirtemberg: nariamente un'assemblea generale di


estintasi la loro stirpe nel 17^3, passò al tutti deputati deg'i stati medesimi, né li
i

duca regnante, il cui figlio maggiore ven- licenziava prima d'avere il tutto dispo-
ne a stabilire la sua residenza in Mont- sto mercè una comune deliberazione. La
beliard. I francesi ne demolirono ba- i religione dominante nel paese era quella
stioni nel1647, vi 'ornarono nel 1793,6 della confessione Augusiana (^.); e seb-
vennedefinilivamente ceduta alla Fran- bene duca Carlo Alessandro abbracciò
il

cia col suo territorio, dal duca di Wiir- il culto cattolico, egli però guarenti agli
temberg pel trattato de*7 agosto 1796. stati con solenni dichiarazioni, emanate
Contava piìi di 53, 000 abitanti. Il con- negli anni 1729, i 732 e 1733, che non
te, poi duca di Wiirtemberg, esercitava farebbe verun cambiamento nella costi-
la giustizia senza appellazione in raute- tuzione religiosa di tutto il ducato, che
l'ia criminale, e quanto poi al civile pos- in ogni chiesa e in ogni scuola soggetta
.«edeva il privilegio de non appellando. al suo dominio s' insegnerebbe soltanto '

Il suo ducato era un feudo maschile del- la sedicente religione de' Luterani (^.)i
l'impero, ed egli nella dieta di Ratisbona e ch'egli non eserciterebbe o farebbe e-
avea due voci nel collegio de' principi, sercitare in tutto il paese verun atto cat-
una come duca di Wiirtemberg, e l'al- tolico, tranne che nella cappella della
tra come conte di Montbeliard. Nella sua corte; dichiarazioni da lui confermate

qualità di duca di Wiirtemberg era an- nel 1744 Quindi nelle re-
6 nel 1759.
noverato fra i'auticlie auguste famiglie, sidenze ducali principi mantenevano 4
i

il cui diritto d'alternativa fu stabilito cappellani, che aveano cura di loro e di


co'lrattati del 1640 e del 1740. Nel cir- 2000 fedeli che vi si trovavano. La coa-
colo poi di Svevia egli esercitava in co- gregazione di propaganda y^rft; dava loro
mune col vescovo di Costanza, di cui le facoltà della forraola 5.", di cui chie-

anche a Svizzera, il diritto di convocare devano la conferma ogni 5 anni. Nel du-
i membri, ed era investito io particolare cato eranvi due università pel progresso
della dignità di direttore del circolo, nel- delle scienze, una a Tubinga, I' altra a.
le cui diete avea due voci, una come du- Stutfgard, quale ne'suoi priraordii a-
la
ca di Wiirtemberg, l'altra come signore vea la forma di un istituto d' educazio-
di Fussingue. La porzione che nel secolo ne militare, stabilito nel 1770 dal duca
passato possedeva della contea di Lim- Carlo. Però nel 177^ tale istituto venne
burgo, signoria del circolo di Svevia, gli trasferito in un castello isolato, solitudi-
attribuì la qualità di membro del circo- ne nella quale egli avea ricevuta la a.'
lo di Franconia. L'autorità del duca ve- sua educazione, a Stultgarda, che in po-
niva ristretta da quella degli stali deipae- co tempo andò acquistando di mano in
WUR WUR 283
mano co' suoi splendidi successi e colla s'Intitola Re dì TViirternherg, e duca
più eslesa coltiua delle scienze e dell'ar- di Svevìa e di TerA (castello della stessa
ti, una fama grande e tale consisten-
si Svevia). Convoca gli stati in ogni trien-
za, che l'ioiperalaie Giuseppe II l'onorò nio, e più sovente ove le circostanze lo
di sua presenza, e nel 1781 gli concesse esigano. Essi dividonsi in due came-
il titolo e tutti i diritti inerenti alle uni- re, l'una de'signori e magnati del regno
ifersità di Germania. Inoltre a Stuttgard (slandes-herren), e V altra de' deputati
eravi un gran ginnasio, e 52 scuole spar- (ahgeordneten). Quest'ultima si compo-
se nelle diverse città e paesi, ove s'inse- ne di i3 membri della nobiltà inferiore,
gnavano varie lingue. Fra' stabilimenti di molti ministri del culto cattolico e
di educazione erano notabili 4 mona- i protestante, del cancelliere dell' univer-
steri protestanti, ed il seminario teolo- sità, e di un deputato per ogni città prin-
gico dell'università di Tubinga, a cui cipale, e per ogni gran baliaggio. Fin qui
pure erano soggetti tali 4 istituti, ne'qua- il Castellano nello Specchio gcografìco-
li si ammaestravano tutti i giovani de- sloricO'polilico, aggiungendo che il de-
stinati al ministero ecclesiastico. Questi bito pubblico di molto superava undi-
allievi, in numero di circa 25o, s'educa- ci milioni di scudi. Il dunque divìde il
re
vano a spese dello stato, e dopo aver potere cogli stali, che dividonsi in due

acquistate le prerogative necessarie alla camere. Verso il declinar del i85i una
loro carriera, venivano successivamente commissione apposita compilò una nuo-
cbiamati ad occupare vari uffizi eccle- i va costituzione, e quindi venne pubbli-
ducato nel i.° gennaio 1806
siastici. Il cata, in essa guarentendosi piena libertà
divenuto regno, con successivo aumento d'azione e di sviluppo alla Chiesa catto-
di stati, come dirò alla sua volta, il go- lica, come notificò la Civiltà Cattolica
verno fu costituito in quello d'una mo- de' 1 5 dicembre 1 85 1 . Le cose della Chie-
narchia limitata, fondata sulla costitu- sa cattolica nel regno meglio furono re-
zione de'ao settembre 1819. Piiferisce il golale nel 1857 col solenne Concordato
Castellano. Il governo guarentito a qne concluso Ira la s. S^ùq e il re Gugliel-
sto paese colle politiche transazioni del mo I, ad imitazione di quello recente di

1771, consisteva in una monarchia ere- Henna (^'.), in cui sono stabiliti gli af-

ditaria limitata dalle patrie istituzioni. fari ecclesiastici de'cattolici.Eda far voti,
Allorché il sovrano nel 1 806 enti ò a far che somigliante esempio sia seguito da
parte della Confederazione del Reno (di altre contrade d'Europa e di fuori, co-
cui nel voi. XXIX, p, 192 e seg.), acqui- me con soddisfazione si espresse la Ci-
stò per l'influenza del protettore di essa viltà Cattolica annunziando la conven-
Napoleone 1 le regali prerogative, ed ab- zione, e rilevando nel l.
7, p. 63 f della
bandonati nazionali statuti, resse in mo-
i 3." serie,che 1' Opinione, periodico di
do totalmente assoluto i suoi popoli. Ma Torino, sebbene contro di essa osò pub-
dopo grandi i politici cambiamenti, che blicare un artìcolo, scritto certo da penna
susseguirono la guerra del 181 3, man- remica della Chiesa, pure gli sfuggì una
tenuto il regio titolo, applicossi Federi- preziosa confessione, ed è che Concor- i

co I nel i8i5
formare una nuova co- a dati sono un contratto bilaterale, un
stituzione. Radunati però gli stati, rifiu- trattato che, concluso una volta, non la-
tarono d' accettarla, e chiesero instante- scia libera una parte a violarlo senza
mente la ripristinazione dell' antica, o mancare alla parola giurata. Colla quale
almeno che si agisse sulla base di que»ta, asserzione, verissima sotto ogni rispetto,
e dopo animose discussioni rimase ap- r Opinione, con involontaria lealtà, se-

pagalo il voto della nazione, li sovrano gnò essa medesima la condanna di coloro
284 ^^' U R WUR
che poc'anzi, al d'Europa, a-
cospetto tum ad easremoveDdasdif!ìcultates,quae
Teano lemerariamente non solo sostenu- ultimis bisce praecipue temporibus exor-
to, ma operato il contrario. Essendo l'atto tae fuerant. Itaque summo gaudio affé-
una gloria oe'fasti della Chiesa di Wiir- eli fsiimus ubi Serenissimus ac Potentis-
lemberg, e del regno del saggio re Gu- simus PrincepsGulielmus I Virlember-
glielmo I il seniore e nestore de' viventi g«e Rex Illustrisa Nobis ut
efflagtlavit,

monarchi d'Europa; e per avere in que- ecclesiastica in suo Regno negotia com-
sta mia opera riportato quasi lutti Con- i ponere vellemus. Quo circa eiusdera Se-
cordati stipulali colla s. Sede (in tale renissimi Principis votis, quaeet Nostra
articolo o ne'propri), l'oflro nel lesto se- vota erant diuturna et impensissima,
guente, che copio dall'uffiziale Giornale quam libentissime obsecundantes, nulla
dì Roma ne* n. ig3 e ig4 del iSò^. interposita mora, cura ipso Cooventio-
M Sanclìisimi Domini Nostri Pii Pa- nem ineundam esse existimavimus. Al-
pae IX, Litterae /épostolicae, quibits que buie gravissimo sane negotio ma-
Convenlio citni Serenissimo Virtemher- Mum illieo admoventes, Dilectum Fiiiuiti
gae RcgCy inita con firmo tur. Pius Epi- Nostrum Carolum Augustuta S. R. E.
scopus Servus Servoruni Dei ad per- Presbyterum Cardinalem de Reisach pie-
petuam rei memoriam. Cum in sublimi tate, doctrina ac prudentia spectatum,
Principis Apostolorum Cathedra nuliis curn necessariis facultatibus et iiistru-
certe Nostris prò roeritis, sed arcano Di« ctionibus deputavimus, ut cum dilecto
•vinae Providentiae Consilio collocati u- filio barone de
nobili viro Adulfo libero
iiìvers.'im Calholicam Ecclesiam Nobis Ow, qui eiusdem Virtembergae Regia
ab ipso Christo Domino commissam re- apud Caesaream et Apostolicam Maie-
gere ac tutari, eiusque utilitatem prò- slatem Minislerplenipotentiarius ad Nos
speritatemque sine intermissione, totis- cum liberis mandatis missus fuerat, reoi
qiie viribus tueri et amplificare debea- omnem sedulodiligenterque tractandam
nius, lum ApostolicaeNostrae vjgilantiae et conficiendam curaret. Et quoniaiu
curas ac solliciludines ad ecclesiasticas probe noscebamus qua egregia justilia,
sUperioris Rheni provinciasomni studio aequitate, et excelsi animi magnitudine,
convertimus, ut ìIjì ss. nostra Religio et qua propensa io catholicos sibi subdi-
niaiora semper incrementa suscipiat, ac tos volunlate ipse Serenissimus ac Pon-
magis in dies prospere feliciterque vigeat tenlissimus Virtembergae Rex praeslef,
et efflorescat. Etsi enim, veluli omnes iccirco maxima ac prope explorata spe
norunt, recolendae memoriaeDecessores nitebamur fore, ut res ipsa, Deo bene
Nostri Pius praesertim VII suisAposlo- luvante, iuxta Nostra desideria ad feli-

hcis Litleris xvi kalendas septembris an- cera adduceretur exitum. Ncque inaiieni
no 1821 sub plumbo datis, et incipìen- huiusmodi spera Nostram fuisse velie-
tibus, Provida solersqne, acheo XII per menter laetamur. Etenim post sedulam
alias simile» Litteras ii( idus aprilis an- consultationem, quam rei gravitas piane
no 1827, quorum initium, ^d Domi- postulabat, Conventio ip«a pluribus nr-
nici gregis custodiam, ecclesiaslicis ea- ticulisdisiincta.etaVV.FF.NN.S.R.E.
rumclein provinciarum negotiis, et spi- Cardinalibus Congregationis negotiis ec-
rituali iiloi'um fidelium bone accurate clesiaslicis exiraordinariis praepositae e-
corisulerestuduerunt, taaien apprime co- xaminata, cum eodem Serenissimo Rege
gnoscebamus ob rerum ac temporum fuit inita,atque ad optatum exitum per-
Ticissiludines INobis alia omnino susci- ducta. Cum antera eiusdem Convenlio-
pienda esse Consilia, tuoi ad maiorem ib nis articuli tum a Nostro, tum a Regio
loruui fideliuni utilitatem procurandam, plenipotentiario die octavo raeusis apri-
WUR WUR 285
lis huius anni subscripli fuet int, afque a puhlicae noceat, nullamque snspectain
JVubis ìpsìs diligentissime perpensì, eacn- unioneni, ncque intra, ncque extra Re-
tieni Conventionem suprema Nostra au- gni lintites conien'aluruni, atqiie si pit-

cloritate counrinanciain esse ceasuìmus, bliciun aliquod periculuin imniinere re


eadique, benecliceole Domino, in maxi- scii'erim, me ad avertemlum niliil
illitd
mutn animat'uip comn>oclum,etCallioli- Of/iiw«r«/«. Art.lll.RegiumGuberniuoi
cae Ecclesiae bonum cessuratn esse coiifì- non deerit obligatioiii, quam seuiper a-
tlimus.HuiusceaulemConvenlionis tener gnovit, dotandi in fundis stabilibus Epi-
esl, qui sequilur, videlicet. —
Coyj'Ey- scopatura ubi primum permiserit tem-
Tio —Inter Sanclitatein Suant Piu^ porum ratio. Ari. IV. Pro regin>ineD;oe-
IX Saniinum Ponlificeni, et Maiesta- cesis suae Episcopo ea iura omnia exer-
teni Suani Serenissiinani Gulieluum I cere liberum erit, quae in vitn pastora-
Virteinhergae Regern. In Nomine SS. lis eius mini«terii, sive ex declaralione,

ET Individuae Trinitatis. Sanctilas sive ex dispositioue sacrorum Caiioiiurn


Sua Summus Pontifex l^ius K et Maie-
I iuxta praesenteui, et a s. Sede adproba-
stas Sua Serenissima Gulielmus I Vir- lam Ecclesiae discipimnm. Ipsi compe*
tenobergne Rex cupientes Ecclesiae Ca- tuut, ac praesertim : a) Denetìcia omnia,
Rooianae negolia componere in
tbolicae exceptis iis, quae iuri palrooatus legili-
Regnò Virtembergae, Suos Pleoipolen- nie acquisito subiaceiit, conferre; 6^ Vi-
tiarìos constitueruut, videiicel Snnctitas carium suum generalem, atque exlraor-
Sua EmuoT DnuuT Caioluoi Augustum dinarios Ordinariatus Consiliarios, seu
S. R. E. Tiluli s. Anaslasiae Presbyte- Adsessores, nec non Decanos rurales eli-

rum Cardinale»! de Reisach, et Maie- gere, nominare, vel coufirmare; cj Exa-


stas Sua Rex Virtembergae nobilem vi- minalum prò recipiendis iuSemin^riuni
rum Dominum Adulfuoi liberum baro* tum prò iis, quibus beueticia
alumnis,
nem de 0\v Suum Ministruui plenipo- curata conferenda sunt, praescribere, in-
tentiarium apud Maiestatem Suaru Cae- dicere et dirigere; dj Clericissacros Or-
sareo-Regiam-Apostolicamlmperatorem dine» couferre,non soluin ad titulos a
Austriae, et a consiliis legationum secre* sacrisCanonibus adprobatos, sed etiaui
tis. Qui Pleuipotenliarii post sibi mutuo ad titulum mensaeab ipso adsignandum;
tradita legilima et authentica suae quis- e) Secundum sacroruui Canonum prae-
que plenipotentiae instrumenta de se- scripta ea omnia ordinare, quae tum ad
quentibus articulis conveneruiit. Art. I. diviuum cultum, tum ad fuactiones ec-
Circa provisionetn Sedis Episcopalis Rot- clesiasticas, tum ad ea religionis exerci-
temburgensis, canonicatuura , et prae- tia pertinent, quae ad susci tandam, con-
beodarum Catbedralis Ecclesiae ea tan- fìrmandamque fidelium pietatera insti*
tum servabuntuc, de quibus cum s. Sede tuuntur;y^ convocare et celebrare Sy-
iam conventum est. Art. II, Episcopus nodum Oioecesanam, nec non adire Con-
antequam Ecclesiae suae gubernacula cilia Provincialia; g) In propria Dioe-
suscipiat, coram Regia Maiestale fideli- cesiutriusque sexusOidioes seu Congre-
tatis iuramento sequentibus verbis ex- gationes Religiosas a s. Sede adprobatas
pressum emittet. Ego iuro, et promìtto constituere, collalis tameo quolibet la
ad sancla Dei Evangelia^ sicut decet casu cum Regio Guberniocoosiliis. Art.
Episcopiint, obedientiam et Jideiitateni V. Causas omnes ecciesiasticas, quae 11-
Regiae AJaiestali,et Successoribux suisj dem, sacramenta, sacras funcliones, nec
iuro ileni et pronìillo, me nullivn coni' non officia et iura sacro niioisterio ad-
municationeni habituruni, nuUique coti' nexa vespiciunt, Episcopi tribunal ad
silio iiiterfuturutn, quod tranquilUlati Caaooum aoroiam, et iuxta Tridentina
iS6 WUR WUR
decreta iudicat; ac proinde de causis e- pìscopì, Cleri, et populi mutua cum fé

tiam cualriinonialibus iudiciuin feret, re- Sede communicatio in rebu) ecclesiasli-


misso lamen ad ludicem saeculcirem de cis libera erit. Item Episcopuscum Cle-

civilibus matrìinonii elFectibus iudicio. ro et populo libere communicabit. Hinc


Epìscopo liberum erìt Clericurum mo- instructiones et ordinaliones Episcopi,
ribus ìtivigilare, atque in eos, quos aut nec uou Synodi Dioecesanae, Concilii
vilae raliorie, aut quomodocuraque re- Froviiicialis, et ipsius s. Sedis acta de re-
preheosione dignos invenerit, poenas ca- bus absque praevia inspe-
ecclesiasticis
nonicis legibus coiisentaneas in suo foro clione, et adprobatione Regii Guberoii
infligeie, salvo tainen cauooìco recursu. publicabuntur. Art. VII. Epìscopus ex
Compelìt itein Episcopo in iaicos eccle* proprii pastoralis munere religio-
officii

siasticaruin legiiin ti'an<>gressore8 censuris sam catholicae iuvenlutis tum instru-


animadverlere. Licei de iure patronatus ctionetu, tum educatiooem in omnibus
iudex t^cclesiasticus cognu!>cat, coaseatit scholis publicis et privatis, diriget, et su-
latnt'ii ». Sedes, ut, quando de patrooatu per utraque vigilabit. Proinde slatuet
laicali agatur, tribuualia saecularia iu- quinam ad religìosam instructionem lt«

dicaie postini de iuribus et oneribus ci* bri et Catechismi adhibendi sint. In scho-
vilibus cuu) huiusoiodi patronatu cou- lis elementaribus religiosa inslruclio a
nex.is, nec non de successione, quoad parochis tradetur, in reliquis scholis non •

eunidem patrouatuu), seu controversiae nisi ab iis, quibus ad hoc auctoritatem


ipsae luter veros et suppositos patronos et missionem Episcopus contulerit, nec
agaalur, seu inter ecclesiasticos viros, postea revocaverit. Art. Vili. Liberum
qui ab iisdern patronis designali fuerint. erit Episcopo erigere Seminarium iuxla
Temporuiu ratione habita, Sancii tas Sua furmam Concilii Tridentini, in quod a-
permìtlit, ut Ciericorum causas mere ci- dolescentes et pueros informaudos ad-
viies, veluti contractuuin, debitorum^ mittet, quos prò necessit^ile et ulilitate
haereditalum, iudices saeculares cugno' Dioecesis suae recipiendos iudicaverit.
scant et defìnìant. lletn s. Sedes annuii, Huius Semiujrii ordmatio, doctrina, gu*
ut litesde civilibus iuribus ve! oneribus bernatio et administralio Episcopi au-
EcclesiaruoJ, beneficioruin, decimarum, cloritati pieno liberoque iure subiectae
et de onere couslruendi aediflcia eccle- eruut. Rectores quoque et professore*
siastica in foro saeculari duimautur. Ea- seu magistros Episcopus nominabit, et
deni de causa s. Sedes non recusat, quo- quoliescutnque necessarium vel utile ab
miuus causae Ciericorum prò crimiui- ipso ceusebitur,removebit.Qjamdiu ve-
bus seu delictis, quae poenalibus Regni ro Seminarium ad normam Tridentmi
legibusaainiadvertuatur,adiudice(a lai- Concilii desiderabitur, et Convictus pu-
cuui deferaulur, cui tamen incuiubelE- blici aerarli maxime suraptibus sustea»
piscopuna ea de re absque mora certio- tali, Ehingae, Rotvilae et Tubingae exi-
rem reddere. Quod si in virum eccie- stent, haec observabuntur. a) Quod al-
siasticum raortis vel carceris ultra quia* lineiad educulionem religiosam et di-
quennium duraturi senlentia feratur. sciplinam domesticam, ea insliluta re-
Episcopo uunquam non acta iudicialia gimitìi et inspeetioni Episcopi subdita
commuuicabuatur, eique condemnatum suoi, b) Alumni horum institutorum
audiendi facultas (iet, in quantum nC' qualenus erudiuntur in scholis publicis,
cessarium sit, ut de poena ecclesiastica aeque ac celeri discipuli legibus, quae
eidem infligenda cogaoscere possit. Hoc scholis illis coostitutaesunt,et normis de
idem, si minor poena decreta fuerit, An - ratione et cursu sludioram praescriptis
listile peleale, praeslabitur. Art. VI. E- subiaceDl. Si ea in re Episcopus (quoad
WUR WUR 287
Gjoanasia) immutationem qttamdann Decani rurales munus quod hac in parte
uecessariam vel magis oppotlUDam iu- gerunt, Episcopi auctoritate exerceanl.
dicaverit, coostlia couferet curo Regio De speciali huius rei execulione Regium
Gubernìo, quod item prò sua parte ni- Gubernium cum Episcopo conveuiet. In-
hil Disi antea coilatis cum Episcopo coD- super s. Sedes annuit, ut quamdiu pu-
siliis inutabit. e) Episcopus institutoruin blic! aerarti sumplibus tura generalibus,
eorumdem reclores et repetilores depu- lum localibus Ecclesiae necessilalibus
labit, eostjue leraovebit
;
quos tamen gra- subvenielur, beneficia vacantia, et fun-
vibus decausis factoque ionitentibus cir- dus ex iutercalaribus eorura fructibiis
ca res civiles et polilicas Regio Gubernio sub Episcopi au-
collectus admioistreutur
minus acceplos esse resciverit, numquata ctoritate, et Ecclesiae nomine per Com-
eliget. lieto quos poslea ob easdem cau- missionem mìxtam ex viris praesertim
sai ingraios Gubernio evasi»se compere* ecclesiasticis ab Episcopo deputandis, et
rit, dituittet. d) Episcopo competit ea- viris catholicis pari numero a Regio Gu-

dem instituta visitare, delegatossuos ad bernio coustituendis. Huiusmodi autem


examina publica, praesertim prò reci- Commissioni Episcopus ipse, eiusve De-
piendis alumnis, mittere, relationes pe- legatus praeerit. Qua de re specialis
riodicas exigere. e) Prospiciel Regiuiu àtque accuralìor inter Regium Guber-
Guberoium, ut in Gymnasiis, quibuscuta nium, et Episcopum fiat conveulio. Hu-
coniuDcti sutit couvictus iuferiores, pau< ius fundi reditus praeceteris semper e-
latim DOD alti, nisi ex Clericorum oidi* runt erogandi in augendos usque ad
ne, professores instituantur. Art. IX. Fa- congrua Parocliorum reditus, in assi-
cultas tiieologìca catholica Uuiversitatis gnandas Benefioiatis senio morbove con-
Regiae quoad muous doceodi ecclesia- fectis congrueotes pensiones, io consti-
sticum Episcopi regimini, et inspectioui tuendos prò clerici^i ordioatioois titulos,
subest. Pote&t proinde Episcopus pro- io oecessaria prò deputandis Vicariis sti-

fessoribus et magistris docendi auctori* pendia; quae vero supererunt, nonnisi


tatem et mìssionem tribuere, eamdem- in alio» Ecclesiae usus impendentur. R;";-
que, quum id opportuDum censuerit, gium Gubernium de ipsius fundi con-
revocare, ab ipsìs fidei professionem exi- servatione, fructuumque erogatioue ab
gere,eorumque scripta et compendia suo administrante Commissione semper edo-
examini subiicere. Art. X. Bona tempo- cebilur. Quam
diu mixta prò admini-
ra lia, quae Ecclesia propria possidet, vel stratione eiusdem fundi Commissio exi-
in posterum acquiret, semper et integre stet, reliqua etiam. beneficia ab eorum

cooservabuotur, nec sioe potestatis ec- rectoribus sub praefalae Commissionis


clesiasticae venia distrahi, et alienar!, aut generali inspectiooe secundum Canoues
eorum fructus in alios usus converti pò- administrabuotur. Art. XI. Episcopus
terunl; oneribus taoien publicis et ve- cum Regiis magistratibus omnibus im-
ctigalibus, nec non aliis aduiinistrationis mediale communicabit. Art. XII. Quae-
ratio reddenda sit, eatn pariler Ordina- cumque cum praeseuti Conveutione non
rio, eiusve deputatis reddere singulis an- coogruunt Regia decreta et edicta ab-
nis teneantur. Pioinde s. ^edes, specta* rogata sunt: quae vero legum disposi-
tis peculiaribus rerum circumstanliis, tioueseidem Gouventioni adversantur,
RODsentit, ut singularum Ecclesiarum mulabuolur. Art. XIII. Si quae in po-
fabricae, ceteraeque ecclesiaslicae cuius- sterum super iis, quae conventa sunt,
que loci fuodatìones nomine Ecclesiae, superveoerit difficultas, Sauctitas iSua
co modo qui ìam in Regno receptus est, et Regia Maiestas invicem couferent ad
administieatur, dummodo Parochi, et lem amice compoDendam. Rulificitio-
2 88 WUR W U R
ues piaesentis Conventioais mutuo tra- LUI, 167, XCV,p. 328, che Pio VII
p.
dentur Romae duoruin mensiuat spatio, a'4 agosto 1816 consagrò vescovo di E-
aut cìtius si (ieri poterit. in quorum fi- vara in partibus, «"o-' Gio. Ballista Giu-
dem Con-
praedìcli Pleoipoleutìarii iiuic da Taddeo de Keller, incaricalo d' una
Tentioiiì subsci'ipseruot, iiiaui(|ue suo missione straordinaria presso la s. Sede
quisque sigillo obsignaverunt. Datuui del re Federico I di Wurlemberg, e po-
Itornae die octava aprilis anuo reparatae scia lo depulò a fare eseguire la bolla
sntutis millesimo octigenlesiinu quinqua* Provida solersquc, per la nuova pro-
gesiruo seplimo. Carolus Aug. Card. vincia ecclesiastica di Friburgo ('^.), ed
Htisach. Adulfas Liber Baro De Ow^'. erezione del vescovato di Rolhemburgo.
Segue l'approvazione e ratificazione del- Nel18 1 8 cominciarono le Notizie di
la Convenzione del Papa, quindi è det- Roma a pubblicare Tiulero corpo diplo-
to. >» Maioii autem qua possumus con- matico di Residenza presso la s. Sede,
tenlione nioiieaius et exlioitaniur Ve- e d'allora in poi in esse sempre si ripor-
nerabdeni Fialrem in eoilejo Regno sa- tarono rispettivi Incaricali d' ajfa-
i

crorum Aijtislileui(il vescovo di Rotliem- ri. Pertanto dalle medesime ricavo. Nei
burgo), aliO'>que omnes Calhulicos tum 1 8 8
1 : Cav. Koelle consigliere intimo di
Ecclesiaslicos^ lum Laicos viros in eodein legazione, incaricato d' affari. Lo lodai
Regno degente», ut prò sua quisque par- nel voi. Llil, p. 167, per aver contri-
te omnia praemissa et pacta ad maio- buito alla buona riuscita con Pio VII,
rem Dei gloriani, et christiani nominis del negoziato pella formazione della nuo-
decus sedulo ac diligenter observent, et va provincia ecclesiastica dell'alto Reno,
summo studio eorum ocunes cogitatio- e di conseguenza per l'erezione del ve-
nes et cur»s assidue cotiferant, ut ca- scovato di Rolhemburgo. De'reclami di
tholicae doctrinaepurìtas, v'tdivinicultus Pio Vili sulla proclamata prammatica
nitor, et ecclesiasticae disciplioae splen- negli stati di Wurlemberg e altri, ragio*
dor, et Ecclesiae legum observantia, ac nai nel voi. LUI, p. 181 e 182. Gli suc-
inorum bonestas, et christianae pietatis cesse nel 1 833 Barone Greinp de Freu-
:

ac virlulis amor et opera iu eodem Re- dcnstein consigliere di legazione, incari»


gno quolidie magis refulgeant ". Termi- calo d'affari. Continuando egli nell'ullì-
na la lettera apostolica colle solite for- zio, è riportato ancora nel i834: Cav.
inole e deroghe, e colla data di Bologna, Carlo de K.olb console per lutto lo stato
ove trovavasi il Papa, de' 22 g'ugoo pontificio residente in Roma. Questi nel
1807, sottoscritta dal cardinal Ugo Pie- 1 838 è registrato presso l'incaricato sud-
tro Spinola pro-datario, e dal cardinal detto. Nel 1842 il barone Gremp inca-
Vincenzo Macchi segretario de'brevi, ol- ricato è detto assente, e perciò il cav. de
tre le altre soscrlzioni de' consueti ufli- Kolb incaricalo d'altari interino e con-
zialidella s. Sede, e il sigillo di piombo. sole; quindi dal 1846 in poi restò no-
Di più il Papa, come annunziò il o. i35 tato solo, incaricato d'aifari interino, e
del Giornale di Roma del iBSy, con tra'consoli registrato come sopra. Le po-
biglietto di segreteria di stato, nominò steriori Notizie lo qualificano commeo-
suo prelato domestico d. Antonio de Dan- datore, incaricato d'aifari interino, e tra'
Becker parroco a Stuttgarda. Notai nel consoli, console generale di Wiirtemberg
voi. LVIF,3o3, e LIX, p. 68, parlan-
p. residente in R.oraa; e tuttora funge due i

do del celebre mg.' Gaetano Marini e onorevoli uffizi, godendo la generale e-


delle dotte sue opere, ch'egli fu mini- stimazione, siccome savio e benefico, ed
stro residente presso la s. Sede del duca ornato d'altre egregie qualità. Inoltre il
Carlo di WCiiteraberg. E uarrai nel voi. regno ha io Stuttgard i rappreseotanti
WU R WUR 289
fliplomntici di America, Austria, Ba- lo civile. 4.* Della Corona di TViirtem-
tlen, Baviera, Belgio, Francia, Gran Bre- berg, istituito dal re Guglielmo I nel 18 18
tagna, Annover, Assia granducale, Paesi per riunire i due ordini òtW' aquila d'o'
Bassi, Prussia, Russia, e Sassonia reale. ro e del merito civile, senza pregiudizio
Nel voi. XXIX, 198 e seg., ragionan-
p. di quelliche n'erano già insigniti. 5.° Di
do della Confederazione Germanica, dis- Federico /, fondato il i.° gennaio i83o
si il re di Wiirtemberg avere in essa il 6." dal re Guglielmo I per perpetuare il no-
grado, con 4 'oti "eli' assemblea gene- me e la memoria de' grandi servigi resi
rale,ed uno nell'assemblea ordinaria ; e dal suo genitore Federico I alla real casa
qui aggiungo che il suo contingente di di Wiirlemberg, e nell'anniversario del
guerra per l'armata della medesima con- giorno in cui quello nel 1806 prese il

federazione è di I 3, c)55 soldati. Lo stem- titolo di Re di TViirtemberg. Ha una


ma regio lo descrive 1' Almanach de
sola classe di cavalieri. Nella faccia della
Gotha così. Armes : d'or à trois cornes croce di decorazione si legge in tedesco:
de cerf arracliées de sahle chevìllées , Federico Re di TViirtemberg. Nel ro-
de cinqit cornichons de mérne , posées vescio, parimente in alemanno, vi è l'e-
en fasce lune sur l'autre, les tiges dii pigrafe Al Merito ; e la leggenda Dio
: :

coté droit, les cornichons en haut, qui e il mio Diritto. Oltre la suddetta me-
estde PVurtemberg, parti d' or à trois daglia d'onore di Federico I, a'23 set-
Uons-léopardés de sable, l'un sur l'au- tembre 1 Guglielmo I istituì la
818 il re
tre, qui est de Souahe. Devise: Furch' Medaglia del Merito Civile in oro e in
ties und treu. Motto esprimente: Intre- argento. Il re ha un consìglio privato eoa
pido e fedele. Il regno ha 4 grandi di- presidente, e composto de'capi de'dipar-
gnitari della corona. Il maresciallo del timenli de'ministeri della giustizia, degli
re: Carlo Federico Luigi Enrico princi- affari esteri e della casa reale, dell'inter-
pe d'Hoheulohe-Kirchberg. Il gran mae- no, degli adarì ecclesiastici e istruzione
stro del regno Leopoldo Maria principe
: pubblica, della guerra, oltre altri consi-

de Waldbourg-Zeil-AV'urzach. Il gran glieri.Vi ha il consiglio supremo della


ciamberlano del regno .... Il vessillifero corte formato del presidente e del vice-
del regno: Gio. Federico Traugott conte presidente, del gran maestro della corte,
de Zeppelin. Il regno ha 5 ordini cavaU del gran ciambellano, del gran scudiere,
lereschì, alcuni de' quali si sono riuniti, del presidente della camera de' demani),
ed una medaglia d' onore, come li de- del tesoriere, del giudice, del maestro di
scrissi nel voi. XLIV, p. ^45 e 24^» cioè: ceremonie, dell'intendente del teatro, del
i.° Dell'Aquila d'oro, istituito dal duca gran maestro della corte della regina,
Eberardo Luigi nel 1702, e detto pure del maresciallo della corte del principe
della Gran Caccia, sotto la protezione reale. Alla testa degli atfari ecclesiastici
di s. Uberto, onde \enae anco chiamato luterani trovasi un sinodo, composto di
con tal nome, e riunito
1 8 1 8 a quel- nel un concistoro superiore e di 6 soprin-
lo del merito civile. 2.°
Del Merito Mi- tendenze generali. La pretesa chiesa ri-
litare, fondato dai duca Carlo Eugenio formata ha un concistoro superiore. La
nel 1759, indi rinnovato dal fratello re Chiesa cattolica avea un consiglio a Stutt-
Federico I e dal monarca che regna. 3.° gard per gli affari dipendenti dallo stato,
Del Merito Civile, ripete l'origine dal re ed un vicario generale a Rothemburgo
Federico I nel 1806, poi dal re Gugliel- per cièche concerneva diritti episcopa- i

mo 1 unito a quello della corona di li : ora però trovasi quale di sopra la de-

TViirtemberg, da lui istituito per riu- scrissi. In ciascun circolo è una corte regia

nire quelli CLtWaquila doro e del meri- di giustizia civile e criminale; ed a Stutt*
VOI. CHI. »9
290 W U R' W U R
garda il tribunale supremo die giudica riferisce che Eberardo , uno de* primi

in ulliina istanza. Le corti urbane e di membri di essi, prese a moglie una figlia

baliaggio sono tribunali di i.^ istanza. di CarloMagno ; né manca chi sostiene,


Gli svevi, antichi abitatori della riva che principi di Wùrtemberg sono gli e-
i

dell'Elba, si estesero dipoi in questa par- redi de' signori di .Svevia , e perciò de-
te delle contrade Danubiane; e vetustis gl'imperiali Hohenstauffen. Sia comun-
sima e mal nota è l'origine del principa que, spogli affatto d'autentiche testimo-
to Wurtemberghese. Esso trae il suo no- nianze storiche, le quali possano chiarire
me proprio dal sunnominato e antico ca- l'origine della famiglia di Wùrtemberg,
stello di Wtirlemberga nella Svevia, da YArte di verificare le date si trovò co-
cui derivò la casa sovrana dominante, stretta a discendere fino al secolo XIII
cli'è una delle più antiche di Germania. per aver una serie non interrotta de'suoi
Tale castello fu la residenza de' conti di conti, ed io la seguirò in quella che of-

Wùrtemberg fino aliSio, in cui il con- fre , avendo


proceduto con Satller,
el!a

te Eberardo I la trasferì a Stuttgard ; e Histoire des Comles de TVurtemberg.


sebbene il duca Eberardo Luigi la tra- Anzi tutto noterò, che la benefica luce
slatasse poi neh 727 a Ludwigsburg, il del Vangelo sembra portata nella con-
di lui successore Carlo Alessandro la ri- trada da alcuno de' fondatori o apostoli
collocò nuovamente nel 1733 in quella de'circostanti vescovati, e che s. Bonifa*
che ora è una delle più belle di Ger-
città, ciò apostolo della Germania e arcivesco-
mania , così pel suo castello cominciato vo di Magonza, vi abbia pure contribui-
nel I
746 dal duca Carlo, siccome ancora to ; massime de' vescovati che ricorderò
pegii abbellimenti che questo principe più avanti, a'quali apparteneva la giuris'

aggiunse d'anno in anno alla stessa città. dizione episcopale del Wùrtemberg, pri-

L'origine de'conti di Wùrtemberg, dice ma dell'istituzione di quello di Kothera-


ì'Jrle di verificare le date, si perde nel- burgo. Ulrico I e il suo fratello Artman-
l'oscurità de'tempi : alcuni moderni pre- no erano madre del
nipoti per parte di
tendono di farli discendere dagli antichi conte Artmanno di Groeningen, il (juale
re de' franchi , e sostengono che Clodo- nel 1243 vendette allo svevo imperatore
\eo 1, sposo di Clotilde, conferisse verso Federico II Hchenstaufìen una contea
l'anno 5oo ad un certo Emerico suo con- nell'Albegau pel prezzo di 3200 marchi
giunto, a titolo di dinastia o di baronia, d'argentOj a patto che se sua morie si la

i, castelli di Wùrtemberg e di Beutelspac avverava prima della scadenza del paga-


colle vicine terre ; che quest'Etnerico a- mento, il denaro verrebbe rimesso a'suoi
\esse un figlio deltoslessosuo nome, pos- nipoti conti di i Wùrtemberg. Questi per-
sessore del castello di Wùrtemberg e pre- tanto erano eredi del conte Artman-
gli

fetto del palazzo sotto Dagoberlo I del no di Groeningen (oMarkt-Groeningen,


628. Però questi pretesi Emericbi, non ora città del circolo del Necker nel baliag-
meno chela posterità loro attribuita, so- gio di Ludwigsburg, lungi 3 leghe e mez-
no esseri favolosi, non esistenti che nella za da Stuttgard, importante pel merca-
strana immaginazione d'alcuni cronisti. to de'monloni, con quasi 35oo abitan-
Altri egualmente con poco fondamento ti), che per conseguente non avea alcun
fanno discendere i conti di Wùrtemberg figlio, e divennero gli stipili de' due ra-

da un preleso Alberto, che viveva, co- mi diversi della casa di Wùrtemberg ;


sì riferiscono, nel 752, e avea sposata mentre nel compartimento tra essi fatto
una conlessa di Forrette. L'autore d'al- de'ioio dominii Ulrico I ebbe il castello
cune notizie sui reali di Wùrtemberg, di W^ùrteuiberg , di cui nella sua firma
presso il Diario di Roma del 1 8 1 6, d. 97, appellatasi conte, ed Artmanno suo fra-
W UR H U R 291
lello acquistò il Jominio del castello di l'altrametà, la vendette nel 1265 per
GroeningeD, di cui s'intitolava anch'rgli 3 100 marchi d'argento a' propri figli
conte. Egli conservò leai-roi della fami- Ulrico li e ad Eberardo. Allorché per la
glia di \^'urtenoberg, che consistevano in morte d'Alberto conte di Dillingen re>lò
3 corna di cervo, e morì nella prigione vacante la carica di gran maresciallo (o
d'Asperg, dove, essendo rimasto vinto io landiogt, titolo forse equivalente a land-
una battaglia, Io si era rinchiuso. 1 di Ini gravio, cioè confe e giudice che ammini-
discendenti non furono più di lui favoriti strava la giustizia in nome dell'imperato-
d alla fortuna ;
poiché, costretti a vende- re, come burgravi, ed
i Margravi, nel i

re il territorio di Groeningen, si ritiraro- quale articolo parlai di tali dignità. Pa-


no nell'alta Svevia a Landau, dì cui si ap- re ancora che comprendesse l'awocazia,
pella rono conti ; titolo the l'estrema po- ossia prolezione e difesa ) del ducato di
ve 1 là inche si trovavano ridotti li obbli- Svevia, non che l'awocazia della città
gò insfguiloa dinoetlere, per contentarsi d'Ulma e quella di Piirs, Corradino l'ul-
di quello di ^7g/,or/. Questo ramo, senza timo degli Hohenstauflien , figlio del re
che potesse mai più rialzarsi, venne ad Corrado IV, nel 1259 ne trasmise ad Ul-
estinguersi nel XVII secolo. Cosi però rico I suoi titoli ; ciò che per altro non
i

n on fu di quello d'Ulrico I, il quale, gran- gì' impediva di riconoscere per impera-

de guerriero, com'era, lenendosi conti- tore Riccardo di CornoTaglia,che come


nuamente coir armi alla mano, si rese tale egli salutò a Worms nell'agosto
1 260.

formidabile non solo alle città ed a'signori Non contento questo confermare in es- di
del vicinato, ma allo stesso impero. La so feudi dell'impero che già possedeva,
i

sua Tila fu una serie di felici eventi e di gli promise altresì la somma di 1000 mar-

trionfi le città ed : baliaggi di Slutt- i chi d'argento, a guarentigia della quale


gard, diCcnsladtjdi Vaiblingen e di Lem- gli die'in pegno la città imperiale d'Ess-
berg, una parte dei baliaggi di Schandorf lingen. Ulrico che chiuse suoi gior-
I, i

e Goeppingen, costituirono il forte della ni a'20 febbraioi265, avea sposato: i."


sua contea, quale era a qne'giorni, e di Matilde d'Ocblenstein, che morì di par-
cui il castello di A^ iirlemberg, ov'egli ri- lo nel 1255; 2.° Agnese figlia di Bo-
si edeva e the imprese a ingrandire, for- leslao duca di Lignitz in Islesia, mor-
mava come il centro. Aderente in sulle ta a' 3 marzo i265. Ulrico 1 fu detto
1

prinie all'imperatore Federico II, egli in dal grosso pollice, per averlo nella ma-
seguilo si d'Enrico Ra-
rivolse al partito no più grosso dell'ordinario, e fu sepolto
spone, che promisegli nuovi feudi. Cosi colla sua 2.' moglie nella collegiata di
pure Riccardo di Cornovaglia, che assun- Stuttgard. Dalla i.* sua sposa gli erano
se poiil titolo di re de'romani, si studia- nati Ulrico II edEberardo I, che seguo-
va di porre Ulrico 1 ne'propri interessi, no ; la 2.' poi lo rese padre di Luitgarda,
e confermavagli nel 1260 le possessioni che fu moglie ad Adalberto di Loewen-
de'feudi che re Guglielmo d'Olanda e
il slein ; di Matilde maritata a Federico
Raspone aveano accordalo. Ulrico I
gli conte di Treshindingen ; e d'Agnese spo-
avea neliiSi acquistalo dal vescovo di sa del conte d'Oetliogen. — Ulrico II ed
Costanza la città di Willingeu per 1 100 Eberardo I successeroalpadrenella con-
marchi d'argento; non se la tenne però tea di AViirlemberg. Il i." di questi non
lungo tempo, avendola nel i%55 data in è conosciuto che per alcun alto,e dopo il

cambio ad Enrico d'Hurn e di Furstem- 1 278 sparì dalla storia. Le splendide ope-
berg per la metà della contea d' Urach. razioni poi d'Eberardo 1 gli meritarono il

Divenuto poi nel 1260, attesa la morte soprannome d'///i/5//Cj- il che, secondo lo
di Bertoldo suo fratello, posseditore del* stile de' tempi, prendevasi in buono e cat-
292 WUR W U R
livo senso. Essendosi unito a'margravi di ch'esso riconobbe Adolfo, la cui moglie
Badeo^avea profiUalo della lunga vacanza fece da madrina ad un suo figlio. Ebe-

dell'impero per invadere nella Svevia ,


rardo I rimasto vescovo d' Adelaide di
nell'Alsazia, nella F'ranconia enei Pala- Werdemberg, sposò Ermengarda di Ba-
tioato del Reno le terre irapei iali, e quel- den. Nel 1298 abbandonato Adolfo nel-
le, i cui signori erano morti senza lasciar le sue traversie, toinò a rivolgersi ad

eredi capaci di difendere il loro retaggio. Alberto l,recandosi a offrirgli il suo brac-
Ma l'imperatore Rodolfo I d'Absburgo, cio a Strasburgo, con altri signori. In

capo stipite di casa d'Austria, trovandosi ricompensa, dopo la morte d'Adolfo, Al-
ben assodato sul trono, pigliò l'armi nel berto 1 che il successe nel 1298 gli cede

1276 per costringerli a restituire quanto il borgo diRemss e la città di Neu-Wai-


aveano usurpato a danno dell'impero e blingen, che dopo l'accomodamento eoa
de'principi loro vicini, e ne venne a capo Rodolfo I si trovavano in mano dell'im-
coll'aiuto del conte Palatino suo genero. peratore a pegno di pace. Nello slesso
]Nemicodellaquiete,eglis'implicòin nuo- anno o nel 1299 ebbe in dono da Al-
ve discordie colle città della Svevia, laon* berto] la carica di landvogt sopra una
de Rodolfo 1, udite le querele di esse, nel parte ragguardevole delle città imperia-
1284 gl'intimo la guerra, e con armata li della Svevia; ed acquistò nel i3o8 la

potente si recò a dare il guasto alla sua contea di Asperg da Ulrico, colla metà
provincia. Non osando Eberardo I di di Calwi da'conti di Schelklingen. Mor-
stargli a fronte in battaglia campale.cor- to nel i3o3 Alberto I, sorse qua e là
se a rinchiudersi nella sua città di Stutt- qualche movimento per collocare Ebe-
gard, ove Rodolfo I non lardò ad asse- rardo I nel rango di quelli che aspira-
diarlo. Temendo di venire forzato alla vano all'impero; ma essendo prevalso
resa, Eberardone uscì per gettarsi ai
I Enrico VII di Luxemburgo, questi Io
di lui piedi, e rimettendosi alla sua di- fece citare alla dieta di Spira per rispon-
screzione ottenne il perdono. Il trattato dere alle querele fatte contro di lui dalle
di conciliazione si concluse l'i i novem- città di Svevia. Eberardo I, essendovisi
bre 1286 e confermato nel 1287 con recato con buona guardia, ricusò fìera-
altro più esleso. L'arcivescovo di Ma» mente di soddisfare a'dauni che gli s'im-
gonza negoziatore della pace, vi riuscì putavano, ed abbandonò 1' assemblea,
tanto più agevolmente, per essere l'impe- senza curarsi delle preghiere e minacce
ratore e il conte consanguinei, perchè Cu- dell'imperatore.Puntoda tal bravata, non
negonda d'Absburgo sorella di Rodolfo I meno che tutta l'assemblea, Enrico VII
avea sposalo Ottone d'Ochtenslein, fra- deliberò di guerreggiarlo, e pose Corra-
tello di Matilde madre d' Eberardo I. do di Weinsberg a capo dell'armata im-
Questi s' intitolava Dei grada comes periale, cui poi si unirono le città della
FFurte.nibergae: nel 1290 fu scelto a Svevia, confederate contro Eberardo I.

protettore della badia di Melck da' suoi Nel 1 3 1 I entrato l'esercito nel Wùrtem-
1291 daque'diMadelberg.
religiosi, e nel berg, vi pose tutto a ferro e fuoco; ed
Dopo morte di Rodolfo I, egli spiegò
la Eberardo I non osando d'affidar la sua
partito pel di lui figlio Alberto I d'Au- fortuna al pericolo d'una battaglia, fece
stria, che aspirava a succedergli nell'im- rafforzar le sue piazze sino al numero di
pero; e quando l'eletto Adolfo di INassau, 80. Queste però non bastarono a porre
competitore d'Alberto I, si recò neh 298 il territorio in salvo dall' incursioni ne-
ad Esslingen, tutti conti e signori di
1 miche, mentre anzi Corrado spalleggiato
Svevia, tranne Eberardo I, si presenta- da que' di Essliugen, ne distrusse la più
rono a rendergli omaggio. Ma poi an- parie. Tra questo numero vi fu pure il
WUR WUR 293
casteHo di Wurtetnberg, che venne pre- di Svevia, al quale apparteneva, insieme
so e raso al suolo; furono eziandio in- al sovrano di Wurlemberg. Gli altri ve-
frante e disperse l'antiche tombe de'con- scovi che estendevano la loro giurisdizio-
ti di Wiirteraberg nella collegiata di Bau- ne vescovile sul Wurlemberg erano quei
telspach. Tutta la provìncia fu ben tosto di Spira, Angusta, Worms, TVurlz-
in poter del nemico, eccettuate le sole burg (^.), oltre la prepositura Ntillius
ditta e fortezze di Urach, di NeifFra, di dioecesis di Vito d'Elwangen, da'qua-
s.

Seeburgo e di Wittlingen, che si tennero li tutti Pio VII nel 18 16 separò le par-
sulla difesa. Eberardo I tuttavia starasi rocchie e ogni altro luogo che aveano
rinchiuso nel suo castello d'Asperg pres- nel regnoWuit«mberg, e per l'iolero
di
so il INecker, che la situazione rendeva reame con formò nel 182 i, colla bol-
esse
quasi imprendibile; ma non trovandosi la Provida solersqiie, il nuovo vescovato

poi sicuro, si recò presso il marchese di di Rotheoiburgo. Ritornando ad Ebe-


Baden suo cognato a Besingheira, ov'era rardo I, nel 322 riconobbe Lodovico V
I

stato cacciato in una torre a' 24 agosto ilBai'aro, per aver questi vinto e fatto
i3i3, epoca della morte di Eurico VII. prigione il competitore Federico III, e
Quest'avvenimento ripose in assetto gli n* ebbe in premio la conferma di tutti
affari di Eberardo I, mentre le cittU che gliobblighi che l'Austrìaco e il fratello
avea perdute tornarono subito alla sua Leopoldo aveano contratto col conte as-
ubbidienza, sì in forza delle sue armi, sociandosi a lui a nome dell'impero. Un
come per 1' aifezione de* sudditi, i quali antico sulla dote assegnata alla
litigio

al suo avvicinarsi la più parte gli aprì sua sposa sul castello di Reichemberg,
le porte. Gli elettori dell'impero discor- lo mosse nel i 325 ad assediar quella cit-
di elessero Lodovico V il Bavaro, altri tà appartenente al marchese di Baden ;
Federico 111 d'Austria, al cui partito a- ma fallitagli l'impresa,
il dolore che ne

derì il conte. Nel i3i5 fu colto da pro- provò cagionò una malattia, della
gli

fondo dolore per la morte del figlio Ul- quale morì a Stoltgard a' 5 giugno di
rico, questi lasciando dalla moglie Ir- detto anno. Le 4 sue figlie si maritarono
meugarda d'Hochemberg un figlio del co'conti di Werdemberg, Hohenlohe,
suo nome e Agnese poi conlessa d' Hel- Hochemberg, e Zollern. — Ulrico III
fenstein. il di lei fratello Ulrico abbrac- suo nipote gli successe nella contea di
ciò lo stato ecclesiastico, fu canonico di Wiirtemberg, che nel 1 324 avea acqui-
Halla, e nel i 34o acquistò la città e il stata da'signori di Hurburgo la terra e
L'avoEberardo I nel
castello di Beilsteio. signoria omonima^ il castello di Bilstein,
I 3 7 comprò da'duchi di Teck la città
I la città di Reichenwager, castelli e la i

di Rosenfeld, co' castelli e villaggi sog- città di Zellemberg colle loro pertinenze
getti; e nel i32i coli'assenso di Papa in Alsazia, per 4i4oo marchi d'argento,
Giovanni XXII, presso il quale recossi riservato l'usufrutto a'venditori, lor vita
in Avignoney o%e sin dal i3o5 era stata durante. Aderente di Lodovico V, nel
trasferita la residenza pontifìcia, non che i33o gli confermò questi tutte le con-
di Rodolfo vescovo di Costanza, trasfe- cessioni già fatte a Eberardo I, e lo elesse

rì la chiesa collegiata di Beutelspach a landvogt di Alsazia, avvocazia poi tol-


Stuttgard, e vi aggiunse 6 canonici e al- tagli nel 1 33
conservando però quel-
i,

trettanti vicari. Donde si trae che una la della Svevia. Vedendosi Corrado di

parte del territorio de' suoi stali appar- Schiusselburgo, sposo d'Agnese di Wur-
teneva alla diocesi di Costanza, ripar- lemberg, senza figli, vendè a Ulrico II(
lata nel voi. LXXII, p. 72, ove ciò dissi, nel i336 la città e il castello di Groe-
il cui vescovo era direttore del circolo niogea colle loro pertinenze; eLodovi*
W U R
co V confermare lale alienazione con
nel Pure trascinalo da' coosigli della sposa
diploma imperiale onorò Ulrico III della Caterina di Helfemberg, ^egli chiese la
dignità di porta -stendardo o alfiere o divisione de' dominii; se non che Ebe-
vessillifero dell'impero, perchè l' avea rardo II, spalleggialo dall' imperatore
nel 1822 congiunta alla signoria di Groe- Carlo IV, lo costrinse a desistere dalla
lìiosen investendone Corrado. Essendo- sua domanda, quel principe conferman-
si poi Lodovico V posto in difesa con un do iie'due fratelli il possesso de'loro feu-
decreto, contro l'interdetto di Papa Gio- di e dignità, anzi gli donò 70,000 fio-

vanni XXII, o meglio Benedetto XII, col rini per averli essi riconosciuto fra' pri-

quale avea colpito le sue terre, per es- mi. Eberardo II a U'ombra del suo titolo

sere scismatico persecutore della Chiesa di landvogt riguardandosi come sovra-


e fautore degli eretici, il conte fece pub- no della Svevia, volle esigere dalle città

blicare il decreto a Reutlingen e in tutte imperiali di quel ducalo ragguardevoli


le altre città della Svevia. irritato di ciò somme, ed avutone un rifiuto, pigliò le

il Papa, fulminò contro Ulrico III la sco- armi per costringerle colla forza. Essen-
munica. Nel 1 339 assistendo il conte al- dosi tutte riunite, dopo una sconfitta che
l'assemblea di Metz, de'signori dtdta Lo- quella d'Ulma ebbe a provare, innalza-

rena, io un torneo die'molti saggi di sua rono le loro querele per tal tirannide a
destrezza e valore. Però nel ritorno fu Carlo IV. Questi ormai assodato sul tro-
arrestato per via presso Benfeld dal si- no, parlò con tuono assoluto, e intimò a
gnore di Vistingen, il quale solo gli re- Eberardo II di spogliarsi della sua av-
stituì la libertà mediante 100,000 mar- vocazia, trasferendola a Pioberto conte
chi d'argento di riscatto. Nel i342 il con- Palatino del Reno. Eberardo II, lungi
te, come già dissi superiormente, aggiun- dall' ubbidire, concluse un segreto trat-
se a'propri dominii la città e castello di tato con casa d' Austria per mantener-
Tubinga e l'avvocazia del monastero di visi; ma dopo varie ostilità, corse fra lui
Bebeuhausen; ed acquistò pure quelle e le città della Svevia, venne costretto
de'monasteri di Herrenalb e di Denkeo- nel 1 36o ad accordar loro la pace ed a ri -

dori, oltre la comprita delle contee di conciliarsi coli' imperatore,


rinunziando
Aichelberg e di Vaingen, colle città di all'avvocazia e cedendo all'impero la
Winneden, Guglingen e Beilstein. Mori città di Alen, datagli in pegno da'conti
Ulrico III r I i luglio i344 '^'^^ deplo- di Oetlingen. Questa riconciliazione fu
rabile fine, ucciso in Alsazia da un gen- sincera d'ambo le parti: l'imperatore re-
tiluomo che avealo sorpreso con sua mo- stituì al conte la sua awocazia, e lo pa-
glie. Da Sofia contessa di Pfirlh egli la- trocinò con tutta la sua autorità in una
sciò Caterina maritata al conte di Hel- contesa insorta fra esso e la nobiltà del
fenstein, Eberardo II e Ulrico IV^. — paese, che voleva sottrarsi alla sua do-
Questi, secondo l'antico costume di loro minazione. Eberardo li inoltre ottenne
famiglia, governarono in comune la con- due singolari prerogative: la prima fu
tea di Wiirtemberg. Il carattere de'due quella che le sue cause, quelle de' suoi
fratelliformava un vero contrasto: il uffiziali e de'suoi sudditi, non potessero
maggiore bollente per l'imprese guerre- venire evocate innanzi a veruna stranie-
sche fu detto il Rissoso o il Contenzio- ra giurisdizione; la seconda, che l'unica
so, per le zuffe a cui venne sovente coi figlia di Eberardo II fosse capace di suc-
vicini senza motivo. Ulrico lV,per Io con- cedere in tutti i feudi, in caso di estin-
trario, amico delta pace, evitava tuttociò zione de'discendenti maschi. Eberardo II
che potesse turbarla, e abbandonava al per parte sua abbandonò all'imperatore,
fratello la precipua parte del governo. qual re di Boemia, l'alto dominio sulle
W U R W U R 295
cillà e borghi di Neùwemburgo, ili Beil- sabelta figlia di Lodovico V il Bavaro,
slein, di Botwar e di Eversberg. Aveo- con Gundelllngue per dote, lasciando il

do Carlo IV posta Essiingen al bando figlio Eberardo III, e la figlia Sofia ma-
dell'impero, per ceiti molivi di sconten- ritata a Giovanni di Lorena, con questa

to che aveagli dato, commise al conte di per dote assegnala dalla suocera. Mori
Wiiitemberg l'esecuzione di tal decre^ Eberardo II a' 16 marzo iSga, dopo a-
to. Il conte assediò quindi la piazza e se ver aumentati i domìnii di sua famiglia
De rese signore, condannando gli abitanti con una moltitudine di terre, fra le qua-
ad una forte emenda verso l' imperato- liHohenstauffeo, riscattato da'sigaori di
re, oltre il ritirare una somma conside- Riethein, a'quali la casa d'Austria ave-
revole per le spese di sua spedizione. Que- vaio dato in pegno; le contee d'Achalm
sti buoni successi lo resero ardito ad e* e di Pfullingen; le città di Boltringen,
stendere le sue contribuzioni sopra le di Sindelfingen, e la selva di Schoem-
altre città egualrnente imperiali del cir- berg. — 1 1 successore nipote Eberardo 1 1

colo di Svevia, facendole piegare sotto il venne soprannomato il Pacifico^ o il


peso delle vittoriose sue armi. L' impe- Dolce f^tv distinguerlo dall'avo, ed il
ratore, con cui esso divideva il prodotto f^ecchio per non confonderlo col pro-
di queste esazioni, lo spalleggiava colla prio figlio. Ora la nobiltà di Wurlem-
sua autorità. Ma ciò che pose il colmo berg, attribuendo a debolezza gli atti di
al pubblico sdegno fu la licenza che pre- disinteresse e d'equità con cui die' pria-
se il capo dell'impero d'iilienare a prezzo cipio al suo go?erno, rinnovò per tal pre-
d'oro le città immediatamente soggette giudizio gli sforzi adoperali sotto l'avo,

alla sua corona. Quelle di Svevia, sde- per sottrarsi dal dominio del conte « rea*
gnate che venivano vendute come greg- dersi immediatamente soggetta all' im-
gi, senza lor condenso, i6 formarono nel pero. Sdegnato il conte di tal ribellio-
I 376 una confederazione per difendere ne, non lardò punto a disingannarla sul
la propria libertà, cui tosto unironsi al- giudizio che di lui essa faceva, e dato di
tre i4- Postosi quindi Carlo IV in cam- piglio all'armi per farsi ubbidire, mosse
mino per debellarle, ebbe la peggio di- alia volta del castello di Heimsheim, ove
nanzi Dima, e l'assediò inutiloieute; ri- i principali ribelli eransi chiusi; prese la
tiratosi, venne ad aggredirla Eberardo II, piazza, e fece prigionieri tulli quelli che
maa'i4 maggio 1877 presso Reutling la difendevano. Quest'alto vigoroso am-
restò rotto, colla perdita di molti signori maestrò i sediziosi a rispettarlo, ed as-
del suo partito, ed il figlio Ulrico che sicurò per l'avvenire la tranquillità dei
l'accompagnava si salvò colla fuga. W^eu- suoi slati. Eberardo IH fu tra'conti più
ceslao nel 1870 succeduto al padre Car- potenti dell'alta Alemagaa ; e la sua cor-
lo IV neir impero, abbracciò il partito te, ch'era una delle più splendide, venne
delle città sveve, per aver un aiuto con- frequentata da' vescovi di Costanza e di
tro i principi che gli erano avversi. Quel- Augusta, dal prevosto di EHwangen, dai
le che Eberardo II avea oppresse, Irò- duchi di Teck e di Urssiingen, dal mar-
vavansi tuttavia in istato di guerra con- gravio di Hochberg,da 8 conti, 5 baroni
tro di lui, e facevano di quando in quan- e quasi 70 gentiluomini, e popolata da
do scorrerie nel Wiirlemberg; ma egli un gran numero d' uffìziali e di consi-
se ne vendicò eoo un' insigne vittoria, glieri. Avvenuta la destituzione di Wen-

che riportò contro di esse presso a Weil cesiao re de' romani, egli fu nel i4oo
a*23 agosto i388, ma colla pianta per- tra'coDcorreuti all'imperiai diguità,come
dita del figlio Ulrico, unico maschio di tra'principali membri della lega forma*
Elisabetta di HcuQeberg.e marito di Eli* tasi contro il successore Roberto, e ia>
296 WUR W U R
lervenne poi nel 1414^' concilio di Co- imperiali, in cui si trovò avviluppato il

stanza pei' I' estinzione del gran Scisma fratello; e furono sua opera la certosa
d'Occidente. Ma ne* principii della sua di Guterstein, e la collegiata di Herem-
economia, s'allontanò dal sistema de'suoi berg. Cessò di vivere e di regnare a' 23
antecessori: pochi acquisti egli fece, ed settembre i45o. Dalla sposa Matilde Pa-
anzi die'in pegno molte di sue terre. Mo- latina, lasciò due figli, Luigi 11 ed Ebe-

rì a' 16 maggio i4i 7 compianto da'sud- rardo V ; e due figlie, Matilde sposa al
diti che governava da padre, e deplora- liindgravio d'Assia, ed Elena moglie al
to da'suoi vicini, de'quali era il paciere conte di Nassau Saarbruck. Essendo —
nelle controversie che tra loro sorgeva- i figli minori, rimasero in tutela del zio
no. Avea sposato: i." Antonietta figlia Ulrico V; ma eccitato dall'altro zio ma-
di Bernabò Viìcouti signor di Milano; terno Federico elettore Palatino, ebbe-
2,° Elisabetta figlia del burgravio di No- ro varie dispute col tutore, per cui nella
rimberga. Dalla 1.' ebbe Eberardo IV dieta di Lemherg del 14^7, per la i.'
il Giovane, che il successe; dalla 2.' E- vulta vi si chiamarono oltre i prelati e i

lisabetta sposa al conte di Werdemberg, nobili, anco i rappresentanti delle città


e poi ad Alberto il Pio duca di Bavie- e del ceto cittadino a prender parte al
ra.— Il nuovo conte aggiunse agli a- governo: qua ebbero fondamento le
di
\iti dominii la contea di Montbeliard in prerogative del 3.° stato. Luigi li mori
Francia, dove i successori spesso fecero in detto anno senza eredi, e il fratel suo

residenza, che già possedeva pel riferi- Eberardo V WBarbulo&hht inseguito la


to maritaggio con Enrichetta erede di ventura di riunire in suo dominio tutto il
Montbeliard, la quale gli die' due figli, Wiirtemberg e divenirne il i.° duca. Ma
Luigi I e Ulrico V, e la figlia Anna ma- prima è da ripigliare il racconto di quanto
ritata a Filippo di Catzenellembogen. riguarda Ulrico V. Dopo la divisione col
Eberardo IV poco visse, e mori a'2 lu- fratello Luigi I, scelse a residenza il ca-
glio 14 9- I ^^^ ^s'i s'' successero
> in stello di Stuttgard. Si cattivò talmeut^
tenera età tutelati dalla madre, la quale il cuore de' sudditi, che con unanime
s'acquistò la generale estimazione, per la voce lo dissero Benamato. Volendo poi
prudenza e saggezza di che fece mostra aumentare mercè degli acquisti, ad e-
nel disimpegno dell'uHicio. Pervenuti i sempio del fratello e de' suoi maggiori,
fratelli all'età maggiore, diedero il \° e- il proprio retaggio, comprò la signoria
sempio contro il costume dominante nel- di Heidenheim con altri borghi e villag-
la famiglia, di dividere fra loro a*23 gen- gi; però la mancanza d'economia, e le
naio 144^ S'i ^'^^' de'ioro genitori: la spese cagionategli da varie guerre intra-
porzione che spettò a Luigi I fu la mag- prese, l'astringevano poi di nuovo ad a-
gior parte dell'alto Wiirlemberg, colla lienar ogni cosa. Né già possedeva i pa-
contea di Montbeliard. Egli partecipava cifici sentimenti del fratello, mentre si
al carattere pacifico dell'avo con un so- lasciava indurre nel i449 ^^' margra-
lido fondo di religione. Luogo di sua re- vio di Brandeburgo suo amico, a pren-
sidenza fu il castello di Aurach, ed au- der parte in una guerra funesta contro
mentò suoi dominii colla comprita da
i le città imperiali. Quella però ch'egli più
Corrado di Holfenstein, della città di d'ogni altra fece contro ragione, fu la
Blaubeureo, insieme all'a wocazia dell'o- guerra intrapresa di concerto col mar-
mouimo monastero e di 1 3 villaggi, e de' gravio e altri principi, a istigazione del-
castelli di Gernhausen, Ruck e Blauen- l'imperatore Federico 111, contro i prin-
Stein, il lutto per 4o,ooo fiorini. Non cipi che questi avea posti al bando del-
prese alcuna pai te nella guerra delle città l' impero, cioè Federico il Fiuorioso er
W U R W U R 397
lelfot e Palalìuo, e Luigi duca di Baviera- non mosse punto la fedeltà
to pili volte,
Landshut; guerra in cui venne rotto nel del comandante della piazza. 11 duca al-
1462 e fatto prigione da Federico pres- lora scorgendo inutile lo stratagemma,
so Seckeiiheim, con Carlo margravio di si ritirò; ma l'operato, io Enrico pro-
Baden e con Giorgio di Baden vescovo dusse siffatta impressione nel di lui ani-
di Metz. Durò un anno la prigionia, e mo, che gli restò indebolita la mente pel
per uscirne pagò 00,000 fiorini e ceiiè
1 rimanente de'suoi giorni. Ricuperata la
la città di Marbach al Palatino, come a libertà, cede il governo di Montbeliard
suo nuovo signore feudale, oltre altre al fratello Eberardo VI, non riservan-
concessioni onerose. Allora cominciò a dosi che le signorie d'Alsazia euna pen-
coltivar pensieri di pace, ed a seguire sione. Le nuove aberrazioni di sua ra-
luigliori priucipii d'economia; ma le gione fecero risolvere Eberardo V il
prodigalità de'suoi figli, sparsero d'ama- Barbuto a rinchiuderlo nel i^^o nel ca-
rezza gli ultimi anni di sua vita. Avea stello di Urach, ove morì nel i5ig. Per
sposate: Maigherita di Cleves; 1°
i." bupna ventura il ramo di Wiirtemberg
Elisabetta di Buviera-Laudshul; 3.° Mar- fu conservato ne'figli suoi, poiché due i

gherita figlia d'Amedeo Vili duca di Sa- Eberardi cugino e fratello non lasciaro-
voia C^.), poi antipapa Felice V, già ve- no eredi. Elisabetta de' conti di Butte!
dova di Luigi IV elettore Palatino. Ol- sua I.' moglie, gli partorì Ulrico VI; e
tre a varie figlie che gli nacquero da esse, la 2.' Eva di Salm fu madre di Giorgio

la "2.* lo rese padre di Eberardo VI il conte di Montbeliard e capo-stipite del-


Giovane, di cui più sotto, e di Enrico, la casa regnante, e di Maria forse spo-

il quale destinato da'suoi congiunti allo' sata al duca di BrunsAvick- Lunebur-


stalo ecclesiiistico, afBne d'evitar lo smem- go. — Nel i45o Luigi II, nato da Lui-

bramento de' beni, ottenne il coadiuto- gi I, succedette al padre nel Wiirtemberg,


rato dell' arcivescovato di Magonza. Se e morì celibe nel 14^7- — Eberardo V
non che la sua imprudente conilotta,a- il Barbuto di lui fratello gli successe di

veudolo fatto cader in dispregio in quella 12 anni, sotto la tutela del zio Ulrico V
città, egli abbaodò il clero per rientrare il Benamato e la sorveglianza di Gio-
nel secolo, e domandò la sua porzione vanni Nauclero suo precettore, uno dei
de'domiuii. Eberardo V il Barbuto di più dotti della Svevia. Ria avendogli i

lui cugino, di cui sono prossimo a par- suoi uflìziali corrotto il cuore, nel i^5q
lare,per l'accomodamento fatto nel 1473 egli scosse forzatamente il giogo della tu-

a Urach, l'investi della contea di Moni- tela, senza aver fatto nelle lettere verno
beliardj e delle signorie della Franca progresso, e passò i primi anni giova-
Contea e d'Alsazia. Essendo però suoi i nili in ogni genere di stranezze. Tutta-
domiuii divenuti oggetto di cupidigia a via le riflessioni eh' ebbe cumpo di fire
Carloil7cmer<7rioducadiBorgogna,que- nell'infermità, ove isuoi eccessi l'aveano
stidopo averlo imprigionato nel i47^> s' piombato, lo ricondussero a sentimenti
recò innanzi a Montbeliard, e la strinse più ragionevoli. Egli intraprese nel 1468
d'assedio.La resistenza che gli fu oppo- un pellegrinaggio, e due viaggi io Italia,
sta, lodeterminarono barbaramente a ove strinse relazione cogli uomini più sti-
condurre Enrico sur una montagna rim- mati della penisola, e massime con Lo-
pettoal castello, e dopo, posto a sedere su renzo de Medici. Dipoi fu a Ruma nel
tappeto di velluto nero, annunciò agli 1482 per divozione e curiosità, e Papa
assediati che l'avrebbe fatto decapitare SistoIV eli donò la Ro'fa d^ oro bene-
se UGO si arrendevano; però tale ripro- detta (^.), fors' anco per averla prima
tevole apparecchio, beDchè fosse ripetu- già donata al marchese di ManloTa Lo-
198 W U R WUR
clovico dì cui ne
Gonzaga suo suocero, S'.miliauol allorché tenne la i.* sua dieta
avea sposata Baibara: questa,
la figlia a AV'ormsjiel i49^ s'*' '"o''^> senz'a-
prudente e virtuosa, contribuì grande- verne fatto istanza, lo innalzò alla di-
mente a riforrnar la sua condotta. Tool- gnità di Duca, grado estensivo a'suoi di-
tre essa lo rese protettore delle lettere, scendenti, e il Wiirtemberg a Ducato j
che coltivava ella medesioia con buon confermando in pari tempo tutte le con-

successo, e l'indusse a farsi scudo del ce- venzioni e prerogative della sua nobilis-
lebre Giovanni Pteuchlin nato a Pforz- sima famiglia, aggiungendo però, che in

bein presso Spira, uno de' più dotti te- caso d'estinzione della posterità maschi-
deschi. Avendo teologi di Colonia e fr.
i le, il ducato sarebbe devoluto all'impe-
Giacomo Hochstrat domenicano e in- ro. Il nuovo duca Eberardo V poco godè
quisitore di Germania, ottenuto an edit- il nuovo illustre titolo, morendo a Tu
to per far bruciare lutti i libri degli binga a' 2 5 febbraio 1496, compianta
ebrei, ne fu consultato Reuchlin. E- da'sudditi che 1' amavano come lor pa-
gli distinse due sorte di libri degli e- dre, e deplorato dal medesimo impera*
hrei: gì' indiffereqti che versano sopra tore. I due figli avuti dal suo matrimo-
diversi argomenti, e que* composti con- nio, essendo morti in culla, in esso ter-

tro la religione cristiana. Fu di parere minò il ramo di CJrach.


che si risparmiassero primi, che potè- i Eberardo VI il Giovane di lui cugi-

vnno avere il loro utile, e si bruciassero no tosto gli successe nel ducato di Wiir-
gli ultitii. Questo parere sollevò contro temberg. Figlio maggiore del conte Ul-
di lui i teologi di Colonia, ma egli potè rico V, avendo percorsa la sua gioventù

trionfare de' suoi avversari. Fu per av- nella magnifica corte di Filippo il Buono
Barbara che EberardoV nel i^jf
viso di duca di Borgogna, vi acquistò l' animo
fondò l'università di Tubinga. Avea egli suo forte tendenza alla prodigalità e un
preso qualche anno avanti, di concerto grave disgusto per tutte le serie occupa-
colla rispettabile moglie, a difendere Ul- zioni, il che avvelenò gli ultimi anni della
rico V suo zio, contro l'ingiuste preten- vita paterna come già dissi ; ed alla di
sioni del figlio Enrico, e contribuito alla lui morte nel 1482 gli successe ne'suoi
suddetta convenzione, per la quale egli dominii, e per l'avversione che prese a-
cede Montbeliard. Morto lo zio, il di lui gli affari di governo, stipulò a Minzingen
primogenito Eberardo VI, altro suo cu- nel 1482 col cugino Eberardo V la ces-
gino, gli consegnò tutto ciò che spetta- sione dell'intera sua parte, contentan-
vagli nel Wiirtemberg pel trattato di dosi d'una pensione vitalizia, e riservan-
Mmziogen del t482, coll'assenso impe- dosi d' olteuere il governo, dopo la sua
riale e degli stali del paese; trattato io morte. Dipoi inutilmente Eberardo VI
cui per la i
.* volta furono stabilite l'in- pentito.solfecilò l'annullamento del trat-
divisibilità della contea e il diritto di tato. Poiché ne' susseguenti conclusi a
primogenitura, come leggi fondamentali Stottgard nel i485», a Francfort nel
del paese e della famiglia di Wilrtem^ 1489, e ad Esslingen nel i^^'i-, senza
berg, La prudenza del conte Eberardo V, toccare essenzialmente la convenzione di

il suo potere e la costante sua fedeltà a- Minzingen, unicamente si modificarono


gli obblighi assunti, gli procurarono l'a- certi punti accessorii. Finalmente la mor-
niicizia degl'imperatori Federico HI e te di Eberardo V senza eredi, lo fecero
Massimiliano I, egualmente che la sti- entrare qual di lui legittimo successore
ma de' suoi coetanei. Fu egli uno dei nel pienogodimento dell'intero ducato
principali membri della lega di Svevia, di Wiirtemberg. Ma l* imprudenza del
formatasi nel 14B8. L'imperatore Mas suo governare opponeva»! talmente a
WUR WUR igr)

tulle le convenzioni, alia costituzione e Palatino; e suocero per risarcirlo delle


il

a' veri interessi dello stato, che i suoi me- spese della guerra gli offrì la ragguar-
desimi uffiziali, incoraggiati da tutti gli devole signoria di Heidenheim, coll'aY-
altri sudditi, si rifìutarono'nel i49^ ^i vocazia sui 3 conventi di Anhausem, dì
ubbidirlo, e innalzarono i loro lagni a Roenigsbronn e di Herbrechiingen. Ma
Massimiliano Quest'imperatore tro-
I. tale straordinariafortuna guastava il ca-
vandoli ben fondati, costrinse il duca in rattere del giovane duca, che non crasi
tale anno, col trattato di Horb, a spo* ancora bene formato: egli prese quindi
gliarsi del governo, ed a cederlo al suo ad amare il fasto e il dispendio, e abusò
nipote Ulrico VI, benché minore. Ebe- per soddisfarlo di sua autorità. Sdegna-
fardo VI tentò poi invano annullare il ti i sudditi per l'aggravio dell'imposte,
trattato, e ritiratosi nel i5o4 presso l'e- cominciarono a mormorare, e que' del
lettore Palatino, ivi fra il dispettose ne contado, che ne sopportavano il maggior
mori nel castello di Lindenfels, senza la* peso, si levarono a ribellione. Si tenne
sciar alcun frutto del suo maritaggio con allora in Tubinga un'assemblea degli sla-
Elisabetta di Crandeburgo, dalla quuie ti, in cui rS luglio i5i6 il duca fu co-
egli visse quasi setnpre disgiunto. — Ul- stretto a firmare una convenzione, di cui
rico VI, primogenito del conte Enrico, l'imperatore si rese mallevadore, ed iti

successe nel i49^ ^''^^ ^'^ dopo la sua forza della quale i sudditi assunsero il-

destituzione. A supplire alla sua età do- pagamento de'debiti, in cambio de'rile>
dicenne, si costituì un consiglio compo- vanii privilegi che da esso ottennero.
sto di 12 persone tolte da' (restati del Questo trattato venne in seguito preso
paese, a capo delle quali era il governa- come fondamento di tutte le convenzio*
tore. Ma appena raggiunse il i6."anno, ni stipulatesi fra' duchi e i loro sudditi.
l'imperatore Massimiliano I nel i5o3 lo Ulrico Vi intorno alla stessa epoca entro
dichiarò maggiore, contro il costume e in discordia colla sua sposa, per torlo di
le convenzioni che domandavano un'età entrambi. La duchessa ritiratasi nella
più inoltrata. Si era il giovane duca tal- sua famiglia in Baviera, ispirò a questa
mente cattivata la benevolenza di quel casa potente, non meno che all'impera*
monarca, colla vivicità dello spirito e al- tore più grave odio contro il suo spo-
il

tre prerogative, che gli die' in isposa la so; e il duca al contrario diede mano ad
propria nipote figlia d'Alberto il Saggio un' altra opera, che fu sorgente di pes-
duca di Baviera. Nel i 5o4 si trovò av- sime conseguenze. Avendo infatti sospet-
viluppato nella guerra da Massimiliano I tato un illegittimo commercio tra sua
inlimata all'elettore Palatino e al di lui moglie e Giovanni Hutten o d' Ulten,
6glio Roberto, collo scopo di sostenere uno de' suoi cortigiani, 1'
uccise di pro-
i duca Alberto suo suocero re-
diritti del pria mano; e questa violenza gli eccitò
lativamente all'eredità della linea bava- il risentimento di tutta
la di lui fami-

rese di Landshut; e adempì il desiderio quale l'accusò all'imperatore, che


glia, la

dell'imperatore così peifettantente, che usò qualche parzialità in questo giudi-


in una sola campagna acquistò il ricco zìo. L'interdelto da lui pronunciato con-
monastero di Maulbron, le città di ^'eu- tro il duca, venne per qualche tempo
stadt sul Kocher, di Weinsberg, di Ge- differitomercè l' interposizione del car-?
roUheim, e la contea di Loewenstein. dinal Matteo Langio (^.) de Wellem-
Tali conquisti rimasero in suo possesso bergh (dal Novaes nella Storia di Giù-
pel trattato di pace del i5o5, tranne Ho II detto di PVìUemberg), nato in
la contea. Oltre a ciò, egli dichiarò la Augusta e vescovo di Gurk, il quale nel
città di Marbac feudataria dell' elettore i5i6 maneggiò a Blaubeuren uo cocu*
3oo WUR W U R
ponìmeuto. Però non avendone le parli duca Wiirtemberg Olderlco, cioè Ul-
di
voluto adempiere le condizioni, e inol- rico VI. Sembra che fosse il conte Gior-
tre alcuni sudditi del duca agendo essi gio, ma la contea di Montbeliard l'ebbe
medesimi contro il loro sovrano, venne- assai pili lardi, ecome dirò, divenne capo-
ro esse minacciate d'un nuovo interdet- stipite della casa regnante), per la mo-
to di 3 anni, dello spoglio del loro go- dica somma di 220,000 fiorini; e que-
verno e d'un assalto guerresco. Ulrico sto principe poi lo cedeva nel i53o a
VI col voler porsi in istato di difesa con- Ferdinando! d'A-UStria suo fratello nella
tro i propri nemici, moltiplicò i debiti e divisione fatta con esso de'domioii di lo-
le lagnanze de'suddili. Mentre si trovava ro casa. Il duca destituito sentiva forte
in così critica situazione, dopo la morte nell'animo la sua sventura; ma tutti gli

di Massimiliano avvenuta nelI, i5ig, sforzi che pose in opera per rientrare
egli fece un nuovo passo imprudente, il ne'propri stati, sia col mezzo dell'armi,
quale terminò di sdegnare contro di e»so sia con quello delle negoziazioni, per al-
la lega di Svevia, già precedentemente lora caddero a vuoto. Egli passò il tem-
mal disposta sul conto suo, per essersi po dell'esilio talora ad HohentvP'eil, che
di» lei separato. Avvenne poi che in una avea poco innanzi cocnprato, talora nel-
rissa essendo stato ucciso uno de' suoi la Svizzera, anche a Montbeliard, e fi-
ufTiziali, gli autori dell'ooìicidio si rifu- nalmente dopo alcuni anni si Htirò pres-
giarono a Reulling, città imperiale e so il suo fedele amico Filippo landgra-
membro della lega. Il duca richiese ai vio d'Assia. Fu appunto durante il suo
magistrati di essa i colpevoli per casti- soggiorno presso di quello, j;he misera-
garli, ma quelli allegarono il diritto di mente abbracciava dietro sua persuasio-
asilo goduto dalla città. Infurialo per ta- ne l'erronea dottritia di Lutero pestifero
le ripulsa, duca ad assediarla, e
corse il eresiarca. Intanto slava sempre atten-
dopo essersene impadronito l'unì a'suoi dendo il ritorno della buona fortuna, uè
stati. La lega di Svevia allora si risve- certo la sua speranza andava fallita; do-
gliò; tutte le di lei forze, spalleggiate da po 1 4 anni d'umiliazione, egli vide i ten-
quelle di Guglielmo di Baviera e della tativi,che non avea mai cessato di pra-
famiglia d'Utten, piombarono sul Wiir- ticare pel suo ristabilimento, coronati
leraberg e lo posero a guasto da un lato dal più felice successo cl»e avesse potuto
all' altro. VI abbandonato dai
Ulrico bramare. La lega di Svevia fu sciolta, e
16,000 svizzeri che formavano il grosso Francesco I re di Francia gli prestò de-
di sua armata, perdette in 6 settimane nari per far leva di li\ippe, a capo delle
lutti i propri domioii. Però la lega vit- quali si po<e il landgravio, leale suo ami-
toriosa, trovando tale conquista troppo co. Dopo aver sbaragliato a' i3 maggio
malagevole a conservarsi, nel i520 ven- i534 l'esercito di Ferdinando presso I

dè il ducato di Wiirlemberg all' impe- LaulFen sul Necker, Ulrico VI ebbe la ven-
ratore Cario V (nel i53o fu coronato tura di ricuperare il suo ducato con più
in Bologna da Clemente VII. Nel voi. rapidità che non l'avea perduto, e di rien-
LXXX, p. 2o4, colla Cronaca di quella trare trionfante fra l'acclamazioni de'suoi %
funzione, illustrata dal cav. Giordani: sudditi, già disgustali d'una dominazio-
Della venuta e dimora in Bologna dì ne, ch'era loro divenuta odiosa. La tri-
Clemente FII e Carlo P, narrai un ste situazione in che allora trovavasi la
aneddoto avvenuto in essa, a'3 dicem- i casa d'Austria, e specialmente Ferdinaa-
bre r529 nella solenne pubblicazione do I, che sebbene fin dal i53i eletto re
della pace generale, al conte di Monte de'romani, non era peranco con questo
Pelgrado, ossia Monlbeliard, fratello del carattere licoDosciuto dagli eretici Pro-
W U R WUR 3oi
testanliy fu il nioveote della convenzione trattato di Heiibronn, concluso nel gen-
diCadao, la quale venne sottoscritta ai naio 1549. Per altro non uscì dall' un*
19 giugno 1534 colla mediazione del- paccioctpsì a buon prezzo olire la som- :

l'eleltoie di Sassonia. In virtù di questo ma di 3oo,ooo fiorini, che fu costietto


trattato, Ferdinando 1 ricoucbbe Ulri- a pagare, dovette eziandio sottoscrivere
co VI legittimo successore nel "Wur- vaiie umilianti condizioni, come la resa
temberg, ma però coll'onerosa condizio- delle sue migliori fortezze, di rinunziare
ne, ch'esso ducato, senza perdere i pri all'unione di Sma'kalde, e l'obbligo di
vilegi inerenti ad uno stato imperante, presentarsi personalmente all'imperato-
si riguaiderebbe come un sub-feudo di re entro lo spazio di 6 settimane, per
casa d'Austria, e ad essa devoluto in caso iscusarsi a'suoi piedi, e sottomettersi alle
d'estinzione de'maschi legittimi della ca sue decisioni in ogni cosa che riguarda-
sa di Wùrtemberg. Entrato Uliico \ I va la religione e lo stato dell'impero.
non guari dopo nell'eretica lega di Smal- Kon potè dunque rientrare in possesso
kalde per sostenere il luteranismo, in- del ducato che a sì duri patti. Tuttavia
trodusse fatalmente nel 1 535 la falsa re- non venne dato d'impedire l'intro»
gli

ligione di Lutero ne' propri slati, senza duzione dell' Interim (/'.) ne'propri do-
incontrare veruna resistenza per parte minii. Una nuova procella sorgeva ben
degli abitanti, perchè già infetti d'rresir*; tosto contro di luì, dacché Ferdinando i
e fatta mau bassa sui beni delia Chiesa re de'romani cpponevasi al di lui rista-
cattolica, delle collegiate e de'monasteri, bilimento, sostenendo che il ducato di
ne impiegò il ricavato nei fondare scuole Wurleo)berg fosse un feudo da lui per-
eretiche, e nel pagare i ministri della sua duto a motivo di fellonia, mentre le gen-
chiesa eterodossa. Cosi gli errori de'lu- ti del duca aveano fallo un'ostile inva-

terani divennero dominanti nel ducalo, sione nelle terre ereditarie di casa d'Au>
ed superstiti cattolici assai persi guitali.
i stria. Sì elessero commissari per dare giu-

Allorché la lega di Smalkalde proruppe dizio su questa lite, ma la morte d'Ul-


nel 1546 in aperta guerra contro l'in)- rico VI, avvenuta a' 6 novembre i55o,
peratore Carlo V sostenitore dei calloli- prevenne tale funesta sentenza che do-
cismo, il duca di "Wurtemberg fu tra'più vea pronunziarsi in di lui sfavoie. —
frettolosi a rinforzare coli' unione delle L'unico suo figlio Cristoforo il Pacifico
sue genti l'esercito de' confederali; ma gli successe. Dopo essere slato presso l'im-
dopo aver stretto da vicino quello dei- peratore e il re di Francia, tornò al fian-
rin)peratore per vari mesi sulle sponde co del p&drCj abii^rando anch'egli la re-
del Danubio, finalmente si separarono ligime cattolica per abbracciare il lute-
per la mala intelligtnza de'capi. La vit- ranismo, e nel 1 544 sposò Anna diRran-
toria ripoitata a'34 epiile J 547 ^ M"l'l- deburgo Anspach, affidandogli il padre
berg dal duca d'Alba generale spognuolo il goveino di I\Ionlbeliard, ove risiedeva
imperiale, pese interamente in dissesto quando quello moiì. Pel trattalo di Pas-
gli affari della lega. Entiato il vìncitoie savia del i552, giunse a ultimar la lite

nel'Vl ùrtembergjinvaseco'suoispagnuoli intentala ad Ulrico VI accusalo di fel-

la maggior parte delle piazze del duca- lonia, ad allontanar dalle sue fortezze le
to, intanto che Lllrico VI, datosi alla truppe imperiali spagnuole, e ad abolire
fuga all'appressaisi di lui, si teneva lìn- Vlnierim. Liberato da tutti gl'impacci,
chiuso nell'Hcbent-wiel. Egli si ciedè as- egli si occupò piecipuamente nel dar
sai venturoso di trovar nell'elellore Pa- consistenza alla nuova religione lutera-
latino un destro e zelenle negoziatore na adollalasi nel ducato, ed all'islìtuzio-

che prevenne l' ultima sua rovina col dì che n'erano la conseguenza. JNon peiò
3o2 WUR W U R
negligenlò l'altre parti della pubblica cesse, e 6 figlie, 2 delle quali sposarono
amministrazione. Alle bizzarre e spesso i landgravi d' Assia-Cassel e d' Assia-
contraddittorie consuetudini, sostituì nel Darmstadt. — Cresciuto Luigi III nella
i555 un codice di leggi ragionevoli, do- religione protestante, ne divenne uno dei
po aver consultato gli stati. Questo codi- precipui appoggi. Coli' intendioiento di
ce, e una quantità d'ordinanze che ema- formare una sola unione fra la scisma-
nò per la riforma della polizia, pel re- tica chiesa greca e la luterana, maneggiò
golamento delle foreste, per l'eguaglianza una corrispondenza fra' teologi di Tu-
de' pesi e misure, pel bando della men- binga e Geremia II patriarca di Costan-
dicità e per l'incoraggiamento dell'indu- tinopoli; questa però uon ebbe quel suc-
stria gli meritarono il titolo di Legisla- cesso che si era promesso. A Tubiuga
tore del PFiirlemberg. Gli ambasciatori fondò un collegio pe' giovani principi e
che nel i552 spedì al concilio di Tren- pe' gentiluomini, ed a Stuttgard eresse
tOj eseguirono esattamente le sue inten- un casino; ove morì 1' 8 agosto i^Q^f
zioni, assumendo altamente in quell'as- senza lasciar figli delle sue mogli delle
semblea la difesa della confessione Au' case di Baden e di Lutzelstein. — Gli suc-
gitslana:ed suoi consìgli ebbero grande
i cesse cugino Federico, nato dal sud-
il

influenza nella convenzione di Passavia detto conte Giorgio, al quale era succe-
per la Pace religiosa fermata ad
(/''.) duto nella contea di Montbeliard nel
Augusta i556, nell'assemblee dei
nel i558,eda Barbara figlia di Filippo land-
principi protestanti tenute a Francfort gravio d* Assia. Somma fu la sua cupi-
nel 1 557, ed a Naumburgo nel i56i. digia d' ingrandire i propri stati, e di
Gli sforzi ch'egli pose in opera, sia col migliorarli e d* abbellirli. Egli aprì so-
denaro, sia co' propri consigli, per pro- lennemente a Tubinga il collegio fon-
pagare la sua religione luterana, non si dato dal cugino, e provvide di rendita
limitarono in Germania, ma si estesero quello di Montbeliard. Ritirate dal mar-
in Francia, fra i grigioni e persino io gravio di Baden le terre di Besigheim,
Polonia. Felice lui se avesse operato per di Mandeisheim, d'Allensteig e di Lie-
amore della verità, ciò che un cieco e benzell, acquistò il castello di Fallieo-
fanatico zelo gli fece intraprendere pel slein, e per qualche tempo godè il du-
progresso dell'errore! La sua economia calo d'Alencon, cedutogli dal re Enrico
lo pose in grado di far anco degli acqui* IV a titolo d'ipoteca, per le somme che
sti, e di abbellire molti castelli. BuoQ il duca e i suoi predecessori aveano pre-
marito, buon padre, buon congiunto, e- state agli ugonotti protestanti di Francia.
gli fu adorato dalla sua sposa, ed avuto Aprì poi un nuovo campo al commer-
carissimo da'suoi figli. Spontaneamente cio, rendendo navigabile il Necker, per-
donò la contea di Montbeliard, colle si- fezionò le manifatture di tela, e semplificò
gnorie dell'Alsazia e della Franca Con- 1* operazioni delle fonderie di ferro a
tea, al conte Giorgio suo zio, e figlio di Roenigsbronn e nella Valle s. Cristofo-
Ulrico V, non possedendo allora che quel- ro. Però la maggiore delle sue cure fa
la diRechenweiler. Di più 1' eccitò a quella di liberare il suo ducato dalla
prender moglie in un'età molto inoltra- soggezione feudale alla casa d' Austria,
ta ; e per quest'alto generoso, la succes- con pagarle 4oo,ooo fiorini, mediante
sione maschile della casa di Wiirtemberg transazione de'24 gennaio i59g; mercè
si conserva sino a' nostri giorni: laonde la quale l'imperatore Rodolfo II rico-
il conte Giorgio fu il capo-stipite di essa. nobbe il ducalo di fViirleniherg non
Cristoforo morì a' 28 dicembre 1 568, esser più un sub-feudo dell' Austria, ma
lasciando il figlio Luigi ili che gli suc- bensì una potenza immediata. Kondi-
W U R ^^ V^ 3o3
meno l'imperatore riservò alla stessa sua la successione di Juliers e di Berg, alta
casa d'Austria il diritto di devoluzione, controversia de'canouici cattolici e pro-
nel caso che la maschile discendenza te- testanti di Stiasburgo, ed agli sforzi fatti
risse ad estinguersi in quella di "Wìir- da vari'principi ad istigazione del tur-
temberg. Morì Federico a'29 gennaio bolento Federico V nuovo elettore Pa-
1 608 decorato dell'ordine francese di s. latino, per impedire a Filippo di Sot-
Michele e di quello inglese della Giar- tern vescovo di Spira di rialzar le forti-
rettiera. Dalla sua sposa Sibilla figlia di ficazioni del suo castello d* Udenheim,
Gioacchino Ernesto principe d* Anhalt, acquistato nel 1 3 1 6 dal predecessore E-
«bbe tra gli altri figli, il successore Gio. micone. Per la deliberazione presa ad
Federico; Luigi Federico, ceppo della Heiibronn, i confederati nel 161 8 spe-
linea dì Montbeliard; Giulio Federico, dirono verso Udenheim, poi appellata
capo -stipite della linea di Weillingetì Philipsburgo, 4ooo soldati e 1 200 gua-
( Rcderico suo figlio abdicò il luterani- statori, muniti di buona artiglieria, quali i

su»o e si volse in Vienna alla Chiesa cat- a' 1 8 giugno presero la piazza e ne sman-
tolica. Il p. Themev, Storia del n'iorno tellarono le nuove opere. Ma il bando
a ila Chiesa cattolica di varie case re pronunciato dall' imperatore Ferdinan-
guanti e principesche dì Germania, a do II nel 162 I, contro il Palatino Fe-
p. 167 scrisse di questo duca. » Egli en- derico V, offrì il destro ai vescovo di
fiò a parie della stessa perigliosa sorte Spira nel 1628 di rialzar quell'opere,
come la D)aggior parte de' principi pro- poi aumentate in modo die Philipsbur-
testanti, i quali tocchi e illuminati dallo go divenne una delle più forti piazze di
spirilo di Dìo, ebbero la bella fortuna Europa. Dopoché il generale spagnuolo
di rigettare gli eriori in cui erano nati; Spinola disperse la lega de'partigiani del
dovette egli abbandonare i suoi stati pa- Palatino, conquistando tutte le sue piaz-
terni, e trovare ricetto in paesi cattolici. ze, duca di Wùrtemberg solo si occu-
il

Sembra che sia entrato a servizio del pò nel mantener la pace ne'propri stati,
3^apa,come appare dalla sua lettera dei non meno che nel circolo di Svevia, di
23 settembre i645al Papa Innocenzo X cui era colonnello. Egli però spesso dovè
ed al segretario di stato di questti, e di esercitar la pazienza, per le violenze dei
aver preso le armi contro i turchi per generali dell'impero e mire di Ferdi- le

alcuni anni sotto la bandiera della re- nando li. Morì Giò. Federico a* 18 lu-
pubblica Venezia"); Federico Achil-
di glio 1628, lasciando da BarbaraSofia di
le, morto nel i63i senza discendenti; Brandeburgo, il successore Eberaido ll(
Magno, perito nel 1622 alla battaglia di o VII, e Filippo ceppo del ramo di Neu-
Wimpfen ; Sibilla Elisabetta, maritata a stadt, il quale si estinse in Federico Au-
Gio. Giorgio I eletlor di Sassonia; Eva gusto suo figlio, morto nel 1
7 16. Il duca
Cristina, sposa di Gio. Giorgio marche&e avea stipulato co'fratelli una convenzio-
di Brandeburgo-Jagerndorf; e Barbara, ne memorabile per la successione degli
moglie a Federico! marchese di Baden- slati paterni, per cui si statuirono nuo-
Dourlach. —
Giovanni Federico il Pa- vi principii all'appannaggio da darsi ai
cifico, si fece un dovere di aderire al- figli. Riportano il p. Giovanni Kraus,
l'unione che i principi protestanti, ecci- Extfinplis convtrsionitni ad Catholtcani
tati dall'elettore Palatino Federico IV, Fidem, e da ultimo il p. Theiner, Sto-
formarono per la conservazione della lo- ria del ritorno alla Chiesa cattolica,
ro religione 6 de' diritti che ritenevano di alcuni principi di Germania, p. 166,
da essa uè risultassero. Perciò prese par- che il duca Gio. Federico ebbe un altro
te negli afifari che allora s'agitavano per figlio, l'avventuroso Ulrico (da altri chia-
3o4 W U R WUR
malo FedericOjCome notai nel vol.LVIIf, stituzione de'beni ecclesiastici a'iegittiraì
p. 2 2, nel riferire che fr. Girolamo An- proprietari cattolici, derivati da istitu-
gelini agostiniano, lo converti al catlo- zioni cattoliche, non mai a fomento del-
licismo) di Castelnuovo (Neobiirgo), il V Eresìa e di persecuzione a'fedeli catto*
quale nel i65i in Brusselles fece ritorno liei, le rendite del duca di Wiirteraberg,
alla Chiesa cattolica, quando passò alle che se li era prepotentemente appropria-
seconde nozze con Isabella de'duchi di ti colla legge del più forte, si trovarono
Aremberg, effettuate a' 4 marzo, affer- per quella disposizione di molto sminui-
mandolo una lettera scritta da tal cit-
in te. Invano il reggente innalzò le sue ri-

tà ili. "marzo 652, al Papa InnocenzoX,


1 mostranze, tendenti a pretendere di pro-
nel notifìcargli la sua fortunata unione vare a modo suo che l'editto non poteva
colla Chiesa cattolica. Da questo matri- applicarsi a'monasteri, conventi e altri
monio nacque Marianna, perfetto model- beni ecclesiastici del Wurtemberg; non
lo d'eroica pietàcristiana,eper aver con- si tralasciò per questo, come si doveva,
fessata costantemente la sua religione sof- venirne alla pronta esecuzione. Morto ia
frì le più forti e più dure persecuzioni: questo mezzo, a'26 giugno i63r,il reg-
fu spogliata di tutti i beni paterni, le fu gente e tutore Luigi Federico, il di lui
inibito persino 1' esercizio del caltolici- fratello Giulio Federico, che gli successe
smo, e fu perciò costretta ad emigrare nella tutela, non vide altro partito da
in Francia. In sì triste e disperata posi- prendere per la difesa del giovane duca,
zione si rivolse al Papa Innocenzo XI, il tranne quello d'entrare nella confedera-
quale con generosità e magnifìcenza la zione che in que'dì si formava fra'prin-
sostenne nei suo infortunio col suo pe^ cipi protestanti adunati a Lipsia, per ri-

cullo privato, e te assegDÒ in oltre una prendersi i beni ecclesiastici tolti a' cat-
annua pensione come secolar dama co- tolici, e pél maggior trionfo dell'eresia ;

monastero delle salesiane a Lio-


rista nel ma questo suo avviso ebbe infelice ef-

ne, ove morì nel iBgS con fama gran- fetto, poiché entrati gl'imperiali nel Wur-
dissima pel suo straordinario amore alla temberg, se ne insignorirono, e costrin-
vera e unica religione, fuori della quale sero l'amministratore e il suo pupillo a

non vi è l'eterna salvezza; terribile sen- sottomettersi agli ordini dell' imperato-
tenza ragionata in più luoghi, coli' in re. Ma
non molto dopo le armi dell'al-
tendimentod' illuminare gl'infelici vi- Gustavo II Adolfo redi
lealo della lega
venti nella deplorabile eresia. Sono com- Svezia (^.), quanto prode altrettanto
moventi e soavemente edificanti le sue fiero nemico del caltolicismo, ripiglia-
lettere a Innocenzo XI, a Innocenzo XII, vano la superiorità, e gl'imperiali veni-
e al cardinal Fabrizio Spada segretario vano cacciati dal Wurtemberg. Essendo-
di stato del 2.°; e ne fu confessore il p. si poi Giulio Federico spogliato dell'am-
Camaret gesuita provinciale di Fran- ministrazione nel i632, venne assunta
cia. —
Eberardo III o VII nel 1628 suc- dallo slesso Eberardo VII, il quale nul-
cesse al padre Gio. Federico sotto la tu- r altro ebbe più a cuore, anche dopo la
tela e reggenza di Luigi Federico conte morte di Gustavo II Adolfo, avvenuta
di Montbeliard, al quale le tristi con- a* 6 novembre, che d'entrare in istretta
1

giunture in che allora si trovavano alleanza colla Svezia. Non però ne trasse
protestanti in Germania, resero assa quell'utilità che ne sperava: la totale
malagevole l'esercizio della propria man sconfitta che gli svedesi soffrirono nel
sione. Avendo l' imperatore Ferdinan 1634 a Nordlinga, produsse le più fu-
do II pubblicato a'6 marzo 1629 il giù neste conseguenze pel duca : tutto il Wur-
stissimo e celebre editto intorno la re temberg venne inoDdalo dalle vittoriose
WUR WUR 35?
truppe impetiali, ed egli stesso fu co- ripigliò nuovo aspetto e divenne una fra
stretto a spatriare con tutta la propria le più fiorenti parti di Germania. Ebe-
famiglia e a rifugiarsi a Strasburgo. Le rardo VII però nel procurar il bene dei
rendite de' monasteri si restituirono di sudditi non obbliava il proprio, mentre
nuovo a' legittimi proprietari religiosi, fatti mediante
la sua economia molti rag-

ma ne venne per altro staccata una rag* guardevoli acquisti, li pose sotto una
guardevole porzione, con funesto esem- particolare amministrazione, dando ad
pio, pe'generali e ministri dell' impera- essiil nome di beni demaniali, ed ag-
tore, impotente di compensarli con aU giungendovi ancora un fidecommisso per-
tro: così parimente alcune città del Wiir- petuo. Morì a Stuttgard a' 1 3 luglio 1 674.
temberg, co'loro baliaggi, si aggiudica- Avea sposate: i.° Anna Dorotea, figlia
rono sotto titolo d'ipoteca alla casa d'Au- del ringravio Gio. Casimiro; 2.° M.^ Do-
stria. Dopo vari tentativi, ripetuti piti rotea Sofìa d' Oettingen. Della i.' so-
volte, e sempre infruttuosamente, sia col pravvissero i Guglielmo Luigi che
figli:

mezzo dell' armi, sia coli' interposizione gli successe; Federico Carlo, ceppo d'un
de'suoi amici, afiìoe di rientrare nel go- ramo particolare; Carlo Massimiliano;
diaiento del suo ducato, Eberardo VII e Sofia Luigia sposa al margravio di
fu costretto nel i63d a concludere a Brandeburgo-Bareuth. Della 2.' nacque-
Praga, col nuovo imperatore Ferdinan- ro: Giorgio Federico; Luigi e Gio. Fe-
do III, un trattato di pace, le cui prin- derico che si distinsero nell'armi e mo-
cipali condizioni furono queste: » ch'e- rirono celibi ; e oltre altri, Sofìa Carlotta
gli cooformerebbesi all'editto di restitu- moglie del duca di Sassonia Eisenach.
zione, lascierebbe sussistere le vendite e Forse da Giorgio Federico nacque quel-
donazioni già fatte dalla corte imperiale l'avventurosa Eleonora Carlotta, che il

di varie terre del suo ducato, ed abban- p. Theiner nella sullodata Storia, a p.
donerebbe alla casa d'Austria le signorie 167, dice figlia del duca Giorgio di Wiir-
d'Achalm e di Hoentwiel ". Quest' ac- temberg Montbeliard, nata nel i656 e
comodamento restituendo al duca il pos- maritata nel 1672 con Silvio duca di
sesso de'propri slati, non ristabiliva pun- Wiit temberg - Oels, dopo la morte del
to in essi la tranquillità: finché la guer- quale, avvenuta nel 1697, fece pubbli-
ra durò in Germania, cioè a dire nel camente passaggio alla Chiesa cattolica
corso de'seguenti io anni, essi rimasero in Parigi a'3 agosto i7o3, e ne professò
esposti all'incursioni delle potenze belli- la fede nelle mani di quel nunzio Ra-

geranti; e sì gravi ne furono i guasti, nuzzi poi cardinale (e siccome fu crealo


che alla fine della guerra vi si trovò un tale nel 1686, converrebbe retrocedere
vuoto di 5o,ooo famiglie! Avendo la la conversione e crederla tenuta occulta,
famosa pace di Westfalia{V.), danno- ovvero fu un altro Ranuzzi, ma non poi
sissima e deplorabile pe'cattolici e ingiu- cardinale). Essa significò a Papa Cle-
riosa all'impero, eminentemente utilissi- mente XI la sua ben fortunata e lieta
ma che perciò
all'eresia e suoi professori, riunione colla Chiesa cattolica, io una
riprovai in tanti luoghi, ricollocato Ebe- lettera de' 12 agosto stesso, scritta in la-
rardo VII nel 164B nel pieno godimento tino e alemanno. — Guglielmo Luigi,
de'suoi dominii, egli si die'cura a ripa- successo al padre, poco godè il ducato,
rare i mali onde la lunga guerra de'3o morendo a'23 giuguo 1677. Dalla spo-
anni avea afflitto i suoi sudditi. Allora sa Sibilla d'Assia-Darroastadt nacque il

si videro ripopolali e dalle rovine riedi- successore Luigi o Eberardo Luigi, e 3


ficali que'Iuoghi, che le turbolenze avea- figlie, delle quali Maddalena fu moglie
no distrutti e resi deserti: il Wiirtemberg al landgravio di Baden-Dourlach. — E-
VOL. CUI. 20
3o6 W U R WUR
Leiardu Luigi ebbe ad ammioislratore Franca Contea, abbracciò gì' interessi
Io zioFederico Carlo sino al 1698, do- de'peteuti, comechè il consiglio aulico di

po aver servito gloriosamenle nella guer- Vienna avesse pronunzialo a favore del
ra del 1688, indi pure nel 1697 negli duca Eberardo Luigi; e pose quindi se-
eserciti imperiali di Leopoldo I, che lo questro alle signorie, uè le restituì alla

creò maresciallo dell'impero. Il duca ni- casa di Wiirtemberg che nel 1748, a
pote, aderente con sincero affetto come patto di riconoscere l'aito dominio del
lui agl'interessi dell' impero, die' saggio re di Francia, contrastato fino allora,
del suo zelo in molte valorose azioni, che sulle signorie di Clamont, di Clerraont,

gli meritarono il grado di feld-mare- il duca


d'Hericourl e di Chatelot. Morì
sciallo dell'imperatore, dell'impero e dei a'3i ottobre 1733, dopo aver perduto
circolo di Svevia, e nel 1711-12 tenne il l'unico suo figlio Federico Luigi nato dal-
comando dell'armata imperiale. Essen- la moglie Giovanna Elisabetta di Baden-
do capo-caccia dell'impero, istituì l'or- Dourlach. E Federico Luigi non avea
dine cavalleresco della Caccia. Gli si at- lasciato del suo matrimonio con Euri-
tribuisce r aver meglio reso navigabile chetta Brandeburgo-Schwedt che
di ,

il Necker, abbellita Stuttgard anco colla Luigia sposata al duca di Mecklemburgo-


costruzione del sontuoso palazzo di Louis- Schwerin. — Il ducato l'ereditò Carlo
bourg, ed eretto con ricca dote l'ospe- Alessandro primogenito di Federico Car-

dale degli esposti. Narra il Novaes nella lo, 2.° figlio d'Eberardo VII. Dedicato-
Storia di Clemente .¥/, che questo Papa si già al servigio dell' imperatore, ebbe
avvisato nel 70S della risoluzione presa
1
parte alle più rilevanti fazioni nella guer*
dal duca di Wiirtemberg Eberardo Lui- ra della successione di Spagna, a si^ di-
gi di volere ritornare al grembo delia s. stinse massime alle battaglie di Cassano
Chiesa, scrisse a diversi elettori dell'im- nel 1705 e di Torino nel 1706. Egli di-
pero, ed a'vescovi della Germania, per fese con onore Landau nel 7 3, e pose 1 1

impegnarli a promuovere colla loro au- il culmo alla propria gloria neil<) guerra
torità così santa deliberazione, ed a ri- contro i turchi dal 17 16 al 1718, epo-
muovere tutti gli ostacoli, che vi po- ca nella quale già era cavalier del To-
tessero opporre gli eretici. Ignoro s'ebbe son d'oro, generale feld-maresciallo de-
edetto, ma non pare. Solo trovo nel Car- gli eserciti imperiali, consigliere aulico,
delia, nella biografia del cardinal Pas- governatore di Belgrado e comandante
sionei (/'.), clie quando era nunzio a generale del regno di Servia. Fin dal
Vienna, o a Badeu per la pace generale, 1712 Dio gli avea concessa la grazia di
convertì dal luteranismo il principe Lui- rientrare nel materno seno della Chiesa
gi di"Wiirtemberg, e altri. Sotto il suo cattolica,e in questa ebbe l'incomparabile
governo si estinsero le linee, nel 1707 sorte di morire di 53 anni a* 12 marzo
diWeillìngen,e nel 1 7 2 3 di Monlbeliard, 1737. Lasciò della sua sposa M." Augu-
ond'fgli prese possesso delle loro terre, sta Tour e Taxis: Carlo Eugenio, che
combinandosi col ramo d'Oels nella Sle- gli successe; Eugenio Luigi, a lui pre-
sia, discendente dalla linea di Weitliu- morto; Luigi Eugenio e Federico Eu-
gen. Però si trovò avviluppato in un fu- genio, che divennero duchi; ed Augusta
nesto litigio di cui non videil fine. Era- sposa al principe Tour e Taxis. — Car-
no suoi avversari discendenti legittimi
i lo Eugenio avendo 9 anni, secondo l'os-

dell'ultimo duca di Wiirtemberg-Mont- servanza legale della fiimiglia, restò sotto


beliard, Leopoldo Eberardo. Il re di la tutela materna, a cui venne associato
Francia, come signore feudale d'alcune Carlo Rodolfo duca di Wiiitemberg-
Urne opparteneuli a lalsucces^iouej nella Neustadt agnato più proissimo, al qu de
W UR WUR 307
per r iuullrata età nei 1^38 soUeoliò sue frontiere non furono superate dalle
Carlo Federico duca di Wiirleinberg- potenze belligeranti. Densi tenne arma-
Oels. Ora essendosi il duca miuore re- to un corpo, più numeroso di quello dei
cato alla corte di Federico il re di Prus- suoi maggiori, che si fece ammirare per
sia, ivi passò due aoni, ne'quaii in lui si le evoluzioni, ridotto poi a 5ooo uomi-
svilupparono tale ingegno e tanta nia- ni. Una cassa d'assicurazione tranquillò
turitù di giudizio, che gli fecero accor- i cittadini contro i disastri degl'inceodii ;

ciare la durata di sua minorila. Imperoc- una compagnia incaricala della cura del-
elle l'imperatore Carlo VII nel 1744I0 le povere vedove provviile al loro sosten-
dichiarò maggiore nel 16.° anno. Da tamento, e varie case stabilire pel man-
queir epoca il Wiirtemberg non cessò teoimenlo degli orfani e de'figli de' mi-
di risentire le fortunate influenze del go< meritarono a Carlo il glorioso no-
litari,

Terno di questo suo capo: l'agricoltura me di Padre del popolo. FI5IÌ supplì alle
dal duca incoraggiata vi fece rilevanti leggi del paese, giusta il bisogno de'teni-
progressi, massime nella coltura delle vi- pi, con addizioni e eoa b:'.n appropriati
ti, atteso ildissodamento delle terre in- cambiamenti. Curò ancora l'amministra-
colte; le campagne accolsero nuovi te- zione della giustizia, il lustro dell' uni-
sori mercè gli alberi stranieri che vi ven- versità di Tubinga, e di quella di Stiitt-
nero trapiantati, e la botanica vi si per- gard, che quale sua opera si disse Ca-
fezionò mercè le piante che da varie con- roliiifif a cui unì l'iiccademia dell'arti,
trade dell'antico e nuovo mondo vi ven- e fondò l'iiltra militare. E mancando nel
nero trasferite. Il mantenimento de' be- Wurleu»l)ei"g una pubblica biblioteca, la

stiami e soprattutto de' lanigeri, innalzò fondò a Stullgard. Abbellì questa e Lud-
questa parte dell'economia rurale ad un wig^btirg, rese praticabili grandi strade,
altissimo grado di miglioramento e di ed edificò i d' Huhenheim e di
castelli

perfezione; l'acquisto delle pecore spa- Solitude. Nel 1775 viaggiò in Italia sot-
gnuole vi produsse le piìi stimate lane di to il nome di ci)ute di Urach, e visitò
Germania; mandrie si moltiplicarono
le pure Huma. Gli stati vennero da lui au-
somministrando cavalli in gran numero mentati con numerosi rilevanti acquisti,
e di bellissima razza; le arti e le raanifat- essendo i principali la città di Boeni-
lure di drapperie e di tele damascate si gheim con alcuni villaggi, già dell'elet-

sostennero anch' esse incoraggiale dai tore di Magonza, la signoria di Justin-


suoi beneHci sguardi. Nella guerra cagio- gen, e parte considerevole del ducato di
nata dalla successione di casa d'Austria, Limburgo. Amorevole co' sudditi, con
solo turbarono Wiirtemberg nel tra-
il lutti i modi procurò l'incremento dello
versarlo le numerose armale, rispellan- splendore del Wiirtemberg. Però non si
do però la neutralità dichiarata dal da devono tacere de'mulamenti nella sua
ca. Egli però erasi obbligato pe'sussidii condotta, già alquanto bizzarra. Da prin-
di Francia ad arrolare i4}Ooo uomini, cipio si abbandonò alla splendidezza e
e d'entrare in campagna contro la Prus- alla prodigalità, con corte brillante. La
sia,benché non ne avesse motivo. Le sue nazione sdegnò delle folli spese, e gli
si

leve forzate, e un debito di 12 milioni di stati di cui avea violati i diritti reclama-
fiorini esacerbarono un paese che non rono la prolezione imperiale e quella dei
avea somministrato se non qualche mi- principi protestanti. II duca allora parti
gliaio d' uomini quando era minacciata dalla capitale e passò a Ludwigsburg,
la tranquillità del ducato. E sebbene e- quindi per l'interposizione della Prussia
gli nel 1756 e nel 1763 parteggiò per la si riconciliò cogli stali e co'sudditi, e sti-

difesa della costituzione dell' impero, le pulata la pace, cominciò l'era d'un tiuo-
3o8 WUR W UR
vo governo, iltornaoilo a Stutlgard : fu Montbeliard, non più ricuperata da'suC"
allora che si riacquistò t' afietto del po- cessori. Dalla moglie Sofia contessa di
polo, proineltenclo di non occuparsi che Brichiingen ebbe, Guglielmìna sposa al
della felicità de) Wiirtemberg. Nel corso principe d'Oellingen-Wallerstein.ed En-
degli ultimi 4 Q"Q> ^^l suo regno non richetta moglie aun principe d'Hohea-
iu turbata la tranquillità de' suoi stati, lohe-Bartenstein. Mancò a' vivi a' 20
se non dalTirrompere della rivoluzione maggio 1795 nella religione cattolica.
francese. La soppressione de'dirilti feu- Tale avvenimento chiamò al ducato il
dali, decretata in Francia dall'assemblea fratello Federico Eugenio o Federico l.
costituente a' 4 agosto 1789, privò il Già canonico del capitolo di Costanza,
duca di parecchi diritti di quella specie se avesse continuata la carriera ecclesia-
ch'egli godeva in Alsazia e in Borgogna. stica, come tonsurato d' 8 anni, la re-

Il duca portò i suoi lagni alla dieta del- gnante casa di Wiirtemberg sarebbe e-
l'impero, e pre!^e parte nella guerra dei slinta, e fu 1' unico ecclesiastico di essa.
cìrcoli contro la repubblica francese. Eb- Giovinetto l'abbandonò, per intrapren-
be due mogli, Elisabetta di Braudeburgo- der quella dell'armi sotto Federico II re
Bareith, e Francesca conlessa d'Hohen- di Prussia, e fece le campagne della guer
heim, cui già avea donato 1'
omonimo ra de' 7 anni contro Maria Teresa si :

castello, senza averne prole. Guardò di copri di gloria, e giunse al grado di luo-
mal occhio il nipote Federico, poi duca gotenente generale. Indi divenne gene-
e re. Sotto di lui la popolazione del du- rale della cavalleria dell'impero nel- cir-
cato giunse a 600,000
Morì nel sudditi. colo di Svevia. Soffrendo la disastrosa
castello di Solitude a'24 ottobre lygS, invasione delle truppe repubblicane fran-
ove in vita erasi eretta la tomba con i- cesi, Federico 1 perchè il ducato non ri-
scrizione deplorante l'anteriore condotta, manesse distrutto si staccò dall'impero,
e pregando Dio a vegliare sul suo avve- ed a'7 agosto 1796 concluse separata-
nire. La religione di Carlo Eugenio fu mente pace col governo di Francia. L'Au-
la cattolica dal padre professata. Gli — stria gli fece ben presto sentir la sua io-
successe il fratello primogenito Luigi Eu- degnazione, ed il Wiirtemberg rimase
genio. Sin allora avea seguito la carriera in balia della devastazione delle poteuze
militare, prima in l^ussia, poi in Au- belligeranti. Per la i.' volta, dopo 4 an-
stria, quindi iu Francia co'gradi di ma- ni, Federico Engenio convocò gli stati
resciallo di campo e poscia di luogote- provinciali del ducato; e in onta alla
nente generale. Colle milizie di Luigi XV guerra e agli sconvolgimenti morali che
era marciato al soccorso di Maria Teresa essa occasionava, e in onta pure alla bre-
d'Austria, contro Federico II, e vi si di- vità del suo regnare, egli formò nel
stinse. Ritiratosi nella Svizzera, ebbe cor- Wiirtemberg parecchi utili stabilimen-
rispondenza con Rousseau intorno l'edu- ti. Scese nella tomba a'23 dicembre 797. 1

cazione de'suoi figli. Divenuto duca, con Nel 1753 avea sposato Federica Sofia
dispiacere degli stati, soppresse l'accade- Dorotea figlia del margravio di Brande-
mia di Stuttgard fondata dal predeces- burgoSchwedt, da cui ebbe la nume-
sorC; e non ostante la rinomanza eh' e- rosa posterità di 1 1 figli, i quali quasi
lasi acquistata ; egli la giudicò soverchia- tutti erano al servizio di potenze stra-
mente dispendiosa, e inutile per la vici- niere; ma fatalmente quando contrasse il
nanza all' università di Tubinga. Prese suo matrimonio, prescrisse il suddetto re
parte nell'alleanza formatasi dall'impe- di Prussia, qual capo della casa di Brao-
ratore contro la repubblica francese, e deburgo, che i figli nascituri si educas-
perdette nel 1794 l'antica signoria di sero nella religione luterana, e cosi la
WUR WUR 309
casa di Wiiitemberg uscì di nuovo dal lo Federico Enrico, generale maggiore
felice grembo della Chiesa cattolica. E- di Russia. 7.° Alessandro Federico Car-
gli e ì precedenti due duchi fratelli avea- lo,generale di cavalleria di Russia dalla :

no portato anco ilnome di Fìugenio, im- moglie Antonietta di Sassonia Coburgo


posto loro dal comun padre Carlo Ales- uscirono Ernesto, Federico Guglielmo,e
Sandro, in considerazione del celebre Antonietta Federica. 8." Carlo Federico
principe savoiardo di tal nome. Sebbe- Enrico luogotenentegenerale diWiirlem-
ne tutti e 3 furono cattolici, deve rile- berg. 9.° Sofia Dorotea Augusta Luigia,
varsi a loro gloria che il ducato di Wiir- maritata nel 1776 a Paolo granduca di
temberg professante il luteranismo, me- Russia, poi imperatore Paolo I, e madre
no i non molti cattolici, non soffrì sotto degl'imperatori Alessandro I e Nicolò I.

verun rapporto, durante il loro regnare, IO." Elisabetta Guglielmina Luigia, nel
di quelle controversie religiose che esiste- 1788 sposa a Francesco II granduca e-
vano tra essi e i loro sudditi seguaci di tal reditario di Toscana, poi imperatore di
."
credenza. A loro successero principi lu- Austria, dopo esser morta nel 1790. i i

terani. Lasciò dunque Federico I Euge- Federica Elisabetta moglie al duca d'Hol-
nio i seguenti Federico II che
figli: i." stein-Gollorp-Oldemburgo. Noterò, che
gli'successe. a.^Luigi Federico Alessandro i figli del duca Federico I lutti ebbero

feld- ma rescia Ilo al servizio del Wiirtem- il titolo di duca di M^ilrleniberg^ ed i

berg, morto nel 1817: dalle spose M." loro figli quello di conte di FTUrteni-
Anna Czartoryski ebbe Adamo Carlo herg.
luogotenente generale dell' armate del Federico II nacque nel 1754 m Trep-

Wuitemberg; e da Enrichetta di Nas- low nella Pomerania, ov'era di guarni-


sau-Weilburgo, Alessandro Paolo, M.' gione il reggimento del padre. Siccome
Dorotea badessa d' Obristenfeld, Luigia la moda della corte di Federico II re di
Amelia sposa al principe ereditario di Prussia era tutta a favore della lingua e
Sassonia-Hildbourghausen, Paolina Te- letteratura francese, così la sua educa-
resa e Elisabetta Alessandrina regina re- zione fu trascurata degli studi solidi usali
gnante di Wiirtemberg. 3.° Eugenio Fe- in Germania, onde mostrò cognizioni su-
derico luogotenente generale di Prussia ; perficiali, però congiunte a dello spirito
dalla moglie Luigia di Stolberg-Gerdeo e a molta vivacità, ed a gusto per le let-
nacquero: Federico Eugenio luogote- tere e l'arti. Compita la sua educazione
nente generale di Russia, Federico Gior- a Losanna, entrò al servizio di Prussia
gio, Carlo Federico, Federico Paolo, e col grado di colonnetloj promosso ìndi a
Federica Sofìa maritata al principe di generale maggiore dopo essersi distinto
Hohenlohe- Oehringen. 4-" Guglielmo nella guerra di successione. Nel 1782 ac-
Federico Filippo luogotenente generale compagnò Venezia e Roma la
in Italia,

di Danimarca e poi feld-maresciallo di sorella col cognato granduca Paolo di


"Wiirtemberg: ebbe dalla sposa Federica Russia, e poi a Pietroburgo, ove l'impe-
Francesca contessa di Rhodis di Tuoder- ratrice Caterina II lo nominò luogote-
feldt, Federico Alessandro,
Cristiano nenie generale e governatore di Finlan-
Cristiano Federico Augusto, Federico Gu- dia. Avea sposato nel 1 780 Augusta Ca-
glielmo, Federico Alessandro, Federica rolina Federica Luigia, primogenita di
Maria. 5." Federico Augusto Ferdinan- Carlo Guglielmo duca di Brunswick-
do feld-maresciallo d' Austria, sposo di Wolfenbutlel, che lo fece padre del re
Albertina di Schwarzburgo Sondershau- regnante; di Paolo Carlo, di cui piìi a-
sen, e pel divorzio con essa di Maria Cu- vauli; e di Federica Caterina Sofia Do-
negonda de'principi Melteioich. 6." Car- rotea, maritata a' 12 agosto 1807 a Gi-
3 IO W U R W U R
rolamo Booapa» le, re tli fFcsl/alia (F.) caltolicn; e Federico lo tranquillizzò in-

sino a'26 ottobre 8 1 3, da cui nacquero


1 torno tali scrupoli religiosi. Il principe

i riforiti in quell'articolo, raorla a'28 no- senza dubbio stipulò al tempo slesso i

•vembre 1 835. Il principe nel i 786 lasciò che avrebbe a ricever dall'Inghil-
sussitlii

il servizio della Russia per ritirarsi nella terra, pel suo contingente nella lega con-

Svizzera, a consiglio del suocero, per es- tro la Francia. Morto suo padre a'23 di-

sersi la moglie colla leggera sua condot- cembre, si fece proclamar duca, col no-
ta compromessa nella reputazione nella me di Federico II, e ben presto dio'pro-
corte io cui godeva molto favore per l'af- ve di quel sistema pronunziato e dispo-
fezione di Caterina II. Questa però prima tico da luì seguilo nel corso del suo re-
si ostinò di lasciarla partire col marito, gno , senz'essere peiò sempre preciso
ina dopo alcune settimane la rilegò in ne'suoi principii. l'iima fece leve one-

un castello. Si pretende, che Caterina II rose per formare un contingcnfe più


fu così severa, per impedire all'antica sua forte di quello era tenuto di fornire, e
confidente di divulgare nelle corti ale- l'aggiunse alle truppe austriache desti-
manne le particolarità della propria. Due nate ad agir sullleno: i wurlember-
anni dopo Caterina 11 informò il duca di ghesi ebbero qualche parte ne' successi
'Wilrlemberg e quello di Brunswick- ottenuti dagli austriaci, nell'estate e au-
Wolfenbuttel, della morte della princi- tunno 1
799 contro i francesi, cui discac-

pessa Augusta. La sua morte misteriosa ciarono da Wiirtemberg sino a Man-


die'raotivo a varie dicerie, e si sospettò heim. Le vittorie per altro di Moreaa
che in vece fosse confinata inSiberia.Fe- ricondussero i francesi nel ducato: Fe-
derico ritornato in Germania, soggiornò derico II dovette di nuovo riparare al-
nel castello di Mon Repos, e poi si sta- venne demolito il forte wur-
l'estero;

bili io quello di Eodenheim, da lui acqui- temberghesè d' Hohenlwiel, e il paese


stato ne'dintorui di xMagooza. Viaggiò soggettato a contribuzioni di 6 milioni
quindi per l'Olanda, poscia per la Fran- di franchi. D'altronde la repubblica fran-
cia, ove intervenne alle prime assemblee cese continuava ad occupare i possedi-
degli stati generali. Ripatriato nel i
790, si menti che il duca avea avuto sulla spon-
stanziò a Ludwigsburg, ma non potè an- da sinistra del Reno. Federico li da Er-
dar d'accordo col regnante zio Luigi Eu- langen, ov'eiasi ritirato, passò a Vienna,
genio. Morto quesli nel 179^ e divenuto probabilmente per iscand.igliare l'inten-
suo padre Federico I Eugenio duca di zione della corte imperiale, rapporto al-
Wurlemberg, prese il titolo di principe l'iodennità da lui reclamate pel momen-
ereditario. Nel 1796 il padre gli die' il to della pace generale; ma vedendo che
comando delle truppe destinate a proteg- potenze cominciavano a trattare
l'altre

gere il ducalo, contro l'invasione france- direttamente colla Francia, egli pure
se dalla parte della Foresta IN'era, ma s'alhellò d'intavolar negoziazioni tanto
restò invaso dal numerosissimo esercito a Parigi che nella Russia^ ove fece de-
nemico. Federico riparò colla corte in stramente valere suoi vincoli di paren- i

Anspach, donde passò a Vienna; e reca- tela colla corte in)periale. Non trovò e-
tosi a Londra, vi sposò a' j Smaggio 1 797 guali favorevoli disposizioni nel governo
Carlotta Augusta Matilde, figlia del re francese, che probabilmente temeva po-
d'Inghilterra Giorgio 111, la quale Io ter Wiirtemberg divenir per sempre
il

bramò in onta alle dubbiezze delpadre un'appartenenza dell'Austria. La Russia


sulla reale morte della i." moglie, bensì e la Francia fecero proporre al duca di
il re volle assicurarsi, da buon anglicano, rinunziar al suo ducalo, cui volevasi di-
se professava come il padre la religione videre giusta il corso del Necker, tra la
W IT R WUR 3.1
Baviera e 11 ducn di Bnden, e di riceve- tu di prender possesso de' che distretti
re in ricambio tulio relelloralo d* An- con liberalità distribuivansi nell'antico
Dover, cui la Francia avrebbe ben vo- impero Germanico a spese degli stati de-
lentieri lollo airingbijterra. Federico li boli. Intanto divenuto Napoleone I Ro-
rigettò ogni proposizione dichiarando, naparle imperatore de' francesi a' 18
che piuttosto di cedere un sol villaggio maggio i8o4> r 1 del susseguente a-
1

del suo ducato ereditario, egli avrebbe gosto Francesco II si dichiarò impera
perduta ogni cosa mercè Tinterpo^izio-
: lore d' Austria con residenza a Vienna,
ne di Russia, la Francia assicurò al duca col nome di Francesco I, e poi a' 6 ago-
di Wiirtemberg delle sufficienli inden- sto 1806 rinunziò alla (Ugnila d' impe-
nizzazioni. Federico benché amante
II, ratore, che produsse lo scioglimento del-
del potere assoluto, avea mostralo sin V Impero Romano- Germanico. Già nel
allora molta deferenza a'savi consigli del i8o5 era seguita l'alleanza contro la
suo ministro Zepplin, gentiluomo me Francia, della Russia coll'Inghillena, a
rklemburghese, che da lungo tempo go- cui adei irono la Prussia e l'Austria. Na-
deva di tutta la sua confidenza; ma la poleone I balle gli austriaci in diversi
morte gli tolse sì fedel consigliere. Dopo punti; circondò e fece prigioniero Mack
la ritirata di Morean, nel 1799 tornan- in Ulma, prese Vienna, vinse la batta-
do francesi nel Wiirtemberg vi poliro-
i glia d'Austerlitz, e dopo l'armistizio, la
no de'rovesci sotto la condotta di Jour- Prussia cambiò politica, e in fine si col-
dan; e nel 1800 vi furono di nuovo legò colla Francia. A'26 dicembre i8o5
fortunali capitanati da Moreau. Seguito seguì il trattato di pace di Presburgo,
il trattato di pace di LuneviUe a'g feb- Ira la Francia e I' Austria, ed in cui fra
braio 1801, fra la Francia, l'imperalo le altre cose si convenne che fosse comu-
re e i principi duca ri
dell'impero, il ne ngli elettori di Baviera, di Wiirtem-
tornò ne'suoi stali, e segnò con Francia berg e di Baden; die gli elellori di Ba-
un trattato separato, con cui gli venne- viera e di Wiirtemberg prendessero il
ro guarentite le sue indennitìì, e che gli titolo di Re senza cessare d'appartenere
furono in fatto assegnale, a' 2 5 dello alla ConfederazioneGerraanica;che l'im-
stesso mese, mercè il recesso della de- peratore d'Austria cedesse al re di Wiir-
putazione dell'impero, di cui era mem- temberg 5 città ch'eraoodeoominate del
bro. Il ducalo di Wiirtemberg a' 27 a- Danubio, e la parte della Brisgovia ch'era
prile i8o3 fu eretto in elettorato, e nel accerchiata da'di lui stali. Il i.°geoaa
suo slato s'incorporarono le già città io 1806 il duca prese re di il titolo di

imperiali di Reutlingen, Weil, Esslin Pf^iirfemberg col nome di Federico I^ e


gen, Giengen, Rothweil, Aeien, Hall, di duca di Souahe o Soiiabe o Svevia^
Heiibronn e Graiind, non che la prevo e di Teckj e il ducato di Wiirtemberg
sleria principesca d'Elwaogen, e le ba- venne dichiarato Regno. \'i2 del susse-
die di Zwiefalten, Rofhmunster, Heilin guente luglio il re con altri stati si ritirò
ge-Rreulzthal,Romburg, Obereslenfeld, dalla confederazione di Germania (^.),
Schoenlhal e Margretenhausen; di gui- ed entrò ae' Stati confederati del Reno di
sa, che per una popolazione di circa cuiNapoleone I fu proclamato protettore.
4o,ooo anime ch'egli avea perduta sul Papa Pio VII nel 1807 prescrisse a rag/
Reno, Federico li ebbe un risarcimento Della Genga ( f^.), poi successore Leone
di 110,000 anime, non che paesi con- Xr/,suo nunzio alla dieta di
Ratisboaa,
tigui a'suoi ereditari antichi. Il duca non mentre trova vasi Stuttgardìn sul pun-
in

avea voluto perdere un villaggio del suo to di sottoscrivere un concordato che avea

ducato; ma non si fece Teruoa difficol- concertato col nuoTO re di Wiii tembsrg,
3i2 WUR WUR
di lecarsi immediatameote a Parigi per glo, colonnello comandante le guardie a
trattate il concordalo di Germania. Del cavallo del re di Wurtemberg. 11 re nel
resto il re Federico I dovette esser alleato 1 839 intraprese un viaggio in Italia, e fu \

della Francia sino sgombramento


allo pure a Roma conservando l'incognito. Il >

de'francesi dalla Germania nel i8i3, in fratello del re principe Paolo Carlo sun-

cui entrò nella coalizione contro di Na- nominato, sposò in prime nozze la prin-
poleone I, ed i suoi wurlemberghesi fe- cipessa CaterinaCarlotta di Sassonia-Al-
cero parte dell' esercito che nel 1 8 1 4 io- temburg, da cui nacquero: i.° Federica
Tase la Francia e crollò il trono di Na- Carlotta Maria, che maritata a Michele
poleone I. 11 congresso di Fienna {F.) granduca di /ì»^.9{Vz prese il nome diElena
del i8i4->5ì confermò la dignità reale Paulowna; 3.° il già accennato Federico
e il regno di Wartemberg. Morì Federi- Carlo Augusloluogotenentegenerale,capo
co I a'3o ottobre i8i6. Gli successe il d'un reggimento russo d'ulani, maritato
regnante re Guglielmo I,nato nel 1781, alla figlia del re, da cui nacque il principe

e già principe reale Federico Guglielmo Guglielmo Carlo Paolo ; 3.° Paolina Fe-
Carlo. A vea sposato nel 1808 la princi- derica Maria sposa al duca di Nassau Gu*
pessa Carlotta,fìglia di MassimilìanoGiu- glielmo,morto nel 1839; 4>°p»'incipe Fe-
seppe re di Baviera, nozze non consumate derico Augusto Everardo, luogotenente
e dichiarate nulle nel 1 8 1 4-Iodi nel 1 8 1 generale di Prussia, e comandante la 7/
sicongiunse in raatriaaonio colla regina divisione d'infanteria. Il lodatoPaolo fra-
Caterina Paulowna figlia di Paolo I im- tello del re si stabifi a Parigi nel suo pa*
peratore delle Russie.vedova del principe lazzo io piazza di Venderne, e vi soggior-
Pietro d'Holstein-Oldenbourg, la quale nò quasi 4o anni. Nel 1847 "estato vedo-
mancò a'7 gennaio 18 19, lasciando due vo si maritò ad una cattolica, ma da essa
principesse: i." M." Federica Carlotta, non ebbe prole. Certo essa avrà contri»
maritata nel i84o al conte Alfredo de buitoad illuminarlo nell'errore religioso
Neipperg; 2." Sofia Federica Matilde^ in cui viveva. Dopo mature e gravi con-
sposata neliSSgal principe reale de'Pae- siderazioni, due anni prima di morire si
si Guglielmo III, ed essa re-
Bassi, ora re determinò di entrare nel seno della vera
gina. rea'iD aprile 1820 impalmò la
11 Chiesa, unico porto di salvezza eterna.
regnante regina Paolina Teresa Luisa, fi- Ne avea già parlato a diverse persone,
glia di Luigi Federico Alessandro duca di mostrando loro dubbi che avea e
i tor-
Wurtemberg zio del medesimo re. Da mentavano la sua alta ragione: egli cre-
essa nacquero: 1." la principessaCateriua deva che la religione nata dal frale apo-
Federica, sposa a Federico principe di stata Lutero, e divisa in tante discordan-
Wiirlemberg, dicui più sotto; 2.° il prin- ti sette, non poteva dare in alcun modo
cipe Carlo Federico Alessandro, nato nel la verità, e mollo meno la salvezza del-
j 823, principe reale, luogotenente gene- l'anima. F'inalmente nel i85i dichiarò:
rale di Wurtemberg, capo d'un reggi* Io voglio morire veramente cattolico.
mento russo di dragoni, sposato nel 1 846 Più tardi, prima d'abiurare, ebbe alcune
alla gran duchessa Olga Nicolowna figlia conferenze col celebre p. Ravignan ge-
di Nicolò 1 imperatore di Russia (que- suita, e fu istruito nella fede cattolica.
sta augusta coppia si recò nel 1 857 in Nel gennaio i852 il principe fece la sua
Italia e in Roma, ove intervenne alle solenne abiura del luteranismo, e pro-
solenni funzioni della settimana santa); fessione di fede cattolica, nelle mani di
3." la principessa Augusta Guglielmina mg.*^ Garibaldi arcivescovo di Mira, nun-
Enrichclta, maritata al principe di Sasso- zio apostolico di Parigi, il quale poi gli
Dia-Weimar Ermanno Bernardo Gior- amministrò la cresima. Caduto infermo
WUR WUR 3i3
il p. Ravignan, sottenlrò nell'assistenza pure gli tolse, sostituendogli il vescovato
del prìncipe l'altro gesuita p. Poollevoy. sovrano di Wurtzburg, preso alla Ba-
Nel di della s. Pasqua di detto anno si viera, trasferendovi il titolo elettorale,
ammalò, e nel seguente mercoledì mg/ che cessò collo scioglimento dell'impero,
Garibaldi in presenza degli eccelsi pa- e restò principato, prendendo Ferdinan-
renti e amici gli conferì l'estrema unzio- do III il titolo di granduca di esso. Ora
ne. Il principe colmò tutti di edificazio- mentre Ferdinando III risiedeva in
ne e commozione, per la vivezza e sin- Wortzburgo, nel 1807 istituì l'illustre
cerila di sua fede e di sua rassegnazio' ordine equestre di s. Giuseppe [F.). Nel
ne. Morì cattolico a'i6 aprile, e nel dì i8i4 questo principato tornò alia Ba-
seguente gli fu celebrato il funerale col- viera 4 e la Toscana si restituì al suo legit-
l'intervento di quegli alti personaggi e timo sovrano. —
La sede vescovile eretta
parenti, anco acattolici, che descrive da s. Bonifacio apostolo della Germania,
l'Osservatore Romano del 1 852, colle fu confermata circa il 742 da Papa s.
particolarità dell'accennato, a p. 872, Zaccaria, e divenne suffraganea della me-
Sy6, 878, 382. La perdita di quest'u- tropoli di Magonza. Quindi l'imperatore
nico (rateilo del re di Wiirlemberg, di s. Enrico li avendo preso grande affetto

stinto per eminenti qualità di spirito, de- alla chiesa di Bamberga, esistente come
stò rammarico ne' suoi ammiratori, la Erbipoli nella provincia di FrancoDÌa,ed
sua conversione gioia nel cattolicismo, e a quella diocesi appartenente, nel 1707,
gravissima sensazione e viva impressione col consenso del vescovo Enrico, e col-
nel segnatamente del
protestantismo, l'approvazione di Papa Giovanni XVI li
Wurtemberg ove ha profonde tuttora detto XIX, elfeltuò le sanie sue brame
radici. Nel i856 il regno di Wiirtem- con fare erigere nel concilio di Francfort,
berg solennizzò il4o.°anno di regno del Bamberga in vescovato, la cui chiesa
suo amato re Guglielmo I. Nel seguente odrì poi nel ioi4 a Benedetto Vili,
annoStultgard fu spettatrice dell'abboc- non però questi ne fu l'istitutore, come
camento e convegno degl'imperatori Na- pretese Coinmanville, onde la ricevesse
poleone ili e Alessandro li, parenti del sotto la protezione della s. Sede. Poscia
re, il soggiorno de' quali fu festeggialo pel Concordalo tra Pio File Massimi-
decorosamente; seguito dall'altro in Wei* liano Giuseppe re di Baviera {F.), nel
mar, dell'autocrate delle Russie, coll'im- 1817 Bamberga fu elevata a metropoli-
perutore Austria Francesco Giuseppe
d' tana, e fra le diocesi suffrnganee le fu as-
J, ree wortemberghesi ripetu-
a cui il i segnata questa di Wurtzburg.Ne furono
tamente hanno manifestato decise sim- le Notizie di Ro-
ultimi vescovi, secondo
patie ne'correnti avvenimenti politici. ma: 1746 Anselmo Francesco logel-
nel
WUUTZBURG o VVIRTZBURG heim, di Magonza. Nel 749 Carlo Filip- i

ppiirzbiirg. Città con residenza vesco- po Enrico de Greissenclau, di Wulraths


vile, della Baviera, più comunemente diocesi d'Erbipoli. Nel 1755 Adamo Fe-
così chiamata, ma è Erbipoliy al quale derico di Senfheim, di Ralisbona , che
articolo poco mi resta aggiungere. Sic- traslato nel 1757 al vescovato di Bam-
come al granduca di Toscana (/^.) Fer- berga ,
gli fu concessa la ritenzione di
dinando da Napoleone I
111, spogliato questo d'Ei bipoli in amministrazione.
di quel bel dominio, furono dati do- i Nel I
7 79gli successe nel vescovato diBam-
roinii sovrani dell'arcivescovato di Sa- belga Francesco Lodovico d'Herthat, di
lishiirgo, del vescovato d' Elclislett, ed Lohran diocesi <li Magonza, così nell'am-
altri, co'titoli di duca e di elettore; pei ministrazione di Erb poli ; però gli furo-
successivi avvenimenti del |8o5 quelli no dati a suffraganei, 0011778 per Bain-
3 \ 1 WUR W UR
In-rgs, Gio. Adamo Beine, «li Verclieim ottobre 18 iB vescovo d'Erbipoli Adamo
nella diocesi, vescovo iVìtnenn in partì- Federico de'libcri baroni di Gross, della
hiis ; e nel 1790 per Erbipoli , Andrea slessa cillà. Per sua morte Gregorio XVI

Giuseppe Farhmann, di Zeli nella dio- nel concistoro de' 1 3 e non 5 luglio
1 84»
1

vescovo d'Almira in partìhns. Nel


cesi, e non 1849 (^''"' *ipog''afìci i\&\V Annua-
j yqS Eihipoli riebbe a vescovo Giorgio rio pontiftcio), preconizzò l'attuale dot-
Carlo de Fecbembach di Laulenìback, tissimo vescovo mg/ Giorgio Antonio
di IMagon/a, col vescovo d'Almira per Stahl, di Stadtprozelten nella diocesi,dot-
sufFraganeo. Giorgio a*3i marzo 1806 tore in teologia, già i

canonico della cat-
successe per coadiutoria al vescovato di tedrale e rettore del seminario, lodando-
]jamberga, colla ritenzione d'Erbipoli in , prudenza e otti-
lo per sapere, gravità
amministrazione; continuando il vesco- ma morale degno dell' episcopato. La
,

vo d'Imeriaad esser suffraganeo di Dam- mensa ascende a 10,000 fiorini, senza


berga, e d'Erpipoli sin dal 1802 era sla- gravami. La diocesi è amplissima, contie-
to fatto Gregorio Zirkel, di Sylbac nella ne molli luoghi, 29 decanati, 4'i3 par-
diocesi, vescovo ù'\^^o in partibus. A'a rocchie, e circa 490,000 cattolici.

X.-AINTES. F Saintes. ralore Leone ; Giorgio, sottoscrisse i ca-


XANTHIA. Sede vescovile della pro- noni in Trullo. Orleans Chr. 984. t.i, p.
vincia ecclesiastica di Rodope, diocesi ed XIMENES CISNEROS Fcamcesco,
esarcato di Tracia , eretta nel IX secolo Cardinale. Nacrpie in Torre Laguna, ar-
sotto la metropoli di Traianopoli, a cui •cidiocesi di Toledo, e sort"ì dalla natura
fu unita sede di Periteorio (^.), indi
la vasta mente e profondo ingegno, che lo
elevata in arcivescovato onorario. Ebbe rese uno de'piìi famosi e grandi uomini
a vescovi : Giorgio, che trovossi al conci- di stato, ed uno de'più eccellenti politici,
lio di Fozio, e lo sottoscrisse ; Filemone, massime della possente monarchia di
deli58o è qualificato metropolitano di Spagna, nel quale articolo ne celebrai le
Perilheoritmi e di Xanlhin, in una let- principali e magnanime gestc. Si addot-
tera della chiesa di Costantinopoli scritta trinò con mirabile successo nelle facoltà
Moscovia ; e Cirillo,
al czar di del 1 72 1 teologiche e legali, nelle università di Al-
Oriens Chr. t.i, p. i2o5. calà e di Salamanca, ed abbracciò lo stato
XANTO , Xanthiiis, Sede vescovile ecclesiastico ; indi e solo per secondare la
della provincia ecclesiastica di Licia, del- volontà del proprio genitore si recò in
la diocesi ed esarcato d'Asia, sotto la me- Roma, ove si esercitò nel di fendere le cau-
tropoli di Mira, eretta nel V secolo, pres- se,dappoichè in patria poco lucro poteva
so il fiume Xanto. Era una delle 6 città sperare, mentre il padre quantunque
più grandi della Licia, secondo Strabe- gentiluomo, essendo decaduto nelle so-
ne Plinio la dice città mediterranea. Si
: stanze, per vivere era costretto far 1' e-
conoscono 3 vescovi Macedonio, inter- : sattore al clero di quel luogo. Nel viag-
venne ali." concilio generale di Costan- gio fu dagli assassini barbaramente spo-
tinopoli ; Atanasio, sottoscrisse la lettera gliato di quanto avca e fino della caval-
del concilio di Mira, mandata all'irope- catura, onde venne costretto a fermarsi
X I M XIM 3t5
in xVix, (Incile ivi passando Drunelo spa- rio generale, ministero che non gli riu-

gnuolo ili Salamanca e suo intimo cono- sc"i a ricusare, e dovè accettarlo per ri-

scente, gli somministrò qualche somma spetto air autorità di si illustre perso-
di denaro e Io prese a compagno del suo naggio, il quale usò poi chiamare Xime-
cammioo. Intesa peiò in Roma la triste nes suo braccio destro, esecondo Garira-
novella della morte di suo padre, deter- berli fu lui che gli conferì il canonicato
minò di ripatriare, per consolare la ma- della cattedrale, quantunque Ciacconio
dre vedova. Prima però di sua partenza voglia che ottenesse in Siguenza il bene-
ollenne da E*io II un breve di espellali- fìziochiamato cappellania Massima, a cui
va, col quale il Papa gli accordò la fa- era unita una dignità del capitolo, ed
coltà di conseguire, &d eccezione di qua- era di rendila maggiore dell'arriprelura
lunque persona, il i.° benefizio ecclesia- d'Ureda, che si trovava gravata di pen-
stico che dopo il suo arrivo in patria fosse sione. Il cardinal Mendoza è certo che
vacalo nell'arcidiocesi di Toledo, ed io gli conferì notabili benefizi ecclesiastici^
falli ollenne l'arciprelura d'Ureda. Ria e Alfonso Silva conte di Fuentes, fallo
Alfonso Carillo arcivescovo di Toledo, prigione da'mori nella spedizione di Gra-
uomo prepotente, non avendo alcun ri- nala, gli aflldò il governo de' suoi feudi
guardo al breve pontificio, volle conferi- e di sua azienda domestica. Scorgendo
re quell'arcipretura ad un suo fan)iglia- Ximenes, che le soverchie assidue occu-
le. Il Ximenes per sostenere i propri di- pazioni che richiedevano l'uHìzio che fun-
ritti e quelli della s. Sede, credette di geva, mal si confacevano colla contem-
poter muovere lite all'arcivescovo, e spe- plazione, lo studio e la solitudine a cui
limentare in giuilizio le sue ragioni. Ir- si sentiva potentemente chiamato, deter-
ritato oltremodo l'arcivescovo da tale minò di ritirarsi in un chiostro. Studia-
inaspeltalo ma giusto procedere, con vio- rono gli amici di trarlo dalla presa riso-
lenza lo fece cacciare nel fondo della tor- luzione, ma persuasi poi che fosse vera-
re d' Ureda, dove trovò un vecchio sa- mente divina la sua vocazione, l'esorta-
cerdote che gli predisse tutte le sue futu- rono chealmeno procurasse acciò de'suoi
re prosperità e grandezze. Dopo essere benefizi ecclesiastici fosse provvedutoBer-
stalo trasportato nella fortezza del ca- nardino suo minore fratello, orfano d'am-
stello di s. Torquato, e ritenuto ivi per bo i loro genitori, onde non venisse co-
6 anni nella carcere de' sacerdoti delin- stretto a procacciarsi il villo con poco
quenti, con invitta pazienza sostenne im- suo decoro. Datosi per vinto a tali insi-
mensi disagi, solo confortato dalla lettu- nuazioni, raccomandò agli amici il fra-
ra delle divine scritture ; alla fine fu po- tello e gli rinunziò i propri benefizi di
sto in libertà per le vive istanze che al- chiesa. Assestale le cose sue, nel i477 d*

l'arcivescovo avanzò la sorella di Xime- 48 anni vestì l'abito religioso di s. Fran-


nes, allri dicono la mogliedel conte Bon- cesco, ed ammesso tra'novizi die'esempi
diano nipote del prelato, il qtiale per- 6Ì luminosi di virlù, di mortificazione e di
duta la speranza ch'egli spontaneamente tal santità di costiimi, che presto s'acqui-
rìnuDzìasse al diritto acquistalo sul bene- stò il credito di uomo consumato per
fizio d' Ureda, credè bene di restituir- prudenza e di santa vita. Assai rincrebbe
glielo, ma Ximenes lo permutò con un al cardinal Mendoza di restar privo d'un
canonicato della cattedrale di Siguenza. vicario così integro, prudente e giusto;
Allontanatosi sollecilameole dall'arcidio- loproclamò per uomo grande, e che cer-
cesi, condusse a Siguenza, dove il ve-
si tamente l'ordine francescano l'avrebbe
scovo cardinal Pieli*oMendoza,conosciu- sollevato alle primarie sue dignità, con
ta la sua virlìi e abiliti», lo scelse a vica sommo vantarrg'o di Spagna e della crir
3i6 XIM X M I

sliana repubblica.! valiciiiiitlel cardinale tandosi ne'ministeri più bassi e vili, e go-
dipoi si verificarono completamente. Se vernando suoi frati più colla dolcezza
i

non cbe il p. Ximenes nel convento di che coll'impero. Pare che si proponesse
Toledo in dimorava, non trovava
cui passare in Africa per impiegarsi eoo ar-
quella perfetta quiete cui avidamente a- dore nella conversione de' morì, perchè
spirava, perchè frequentato da mollitu- giunto in Gibilterra ivi ne venne dissua-
dine di persone, che da lui cercavano so da una donna di singolare santità dì
consiglio e direzione. Ottenne adunque vita, dicendogli apertamente, averlo Id-
per sue ripetute istanze d'essere man- dio destinato a meglio e più efficacemen-
dato nella solitudine di Castagneto, ove te servirlo in Ispagna, con sublimi e lu-
menò vita quasi celeste, impiegandosi sen- minosi impieghi. Frattanto il confessore
za interruzione nella lezione e contem- d' Isabella regina di Castiglia, p. Fer-
I

plazione delle verità eterne, e nella mor- dinando Talabricensegirolaraino, uomo


tificazione de' sensi. Era nel recìnto di di segnalata santità, dal vescovato d'Avi-
quel luogo un bosco folto di piante ed'al* la fu nel 1492 trasferito alla metropoli-
beri di castagne, in cui non potevano pe- tana dì Granata; laonde la regina ri-
netrare neppure i raggi del sole. Quivi chiese il cardinal Mendoza, divenuto ar-
egli sovente trattenevasi colla sola Bib- civescovo di Toledo, d'un nuovo confes-
bia, dividendo il tempo tra la preghiera sore, ed egli senza punto esitare le pro-
e la meditazione. Talvolta da questa so- pose il fiancescano p. Ximenes già suo
litudine era chiamato in Toledo, dove, vicario ; ma l'avvertì di non potersi ri-
quantunque di malavoglia, perubbìdien* promettere s'egli avesse accettato, sicco-
za prontamente vi si conduceva. Una me dedito alla vita austera e ritirata. Le
volta facendo questa gita in compagnia proposte difiìcoltà anziché raffreddare la
di fr. Pietro Santiaco, anch'egli dell'or- regina, le destarono vivo desiderio di
dine serafico, uomo per santità di vita e parlare col religioso, per cui
il cardinale

per semplicità di cuore illustre, giunti al con altro pretesto lo chiamò a Toledo, e
vicino castello di Ajofiino si posero a la regina ci ragionò. Rimase essa sor-
dormire sopra alcuni manipoli di bia- presa dall' aspetto del religioso, che al
de apparecchiate per la tritura. Nel più volto, all'abito, alla gravità delle parole,
bello del sonno destatosi fr. Pietro e sve- sembrava un modello di penitenza e di
gliato il p. Ximenes, gli disse, che l'avea mortificazione, onde subito sì aumentò
venerato arcivescovo di Toledo e col ca- in essa il concetto formato di sue viitù.
po ornato di cappello rosso, e perciò pre- Dopo alcuni giorni nominato il p. Xime-
gare il Signore che facesse verificare il nes a confessore d'Isabella I, accettò con
misterioso sogno. Il p. Ximenes lo pre- alcunecondizioni,e precipuamente di non
gò a dormire, e non badare a simili fol- essere tenuto a vivere in corte. Perciò di-
lìe. Dalla solitudine di Castagneto pas- venne anche l'angelo consolatore di quel-
sò a quella di Salzeda, dove si die'a un la sovrana, e della sua reale famiglia nelle
tenore di vita ancor più ritirata e peni- grandi domestiche sventure,ondelaProv-
tente, e privandosi del vino e delle vi- videnza le contrappeso la potenza dell'im-
vande, non si cibava che di erbe cotte. menso principato. Tenutosi quindi il ca-
]>ion potè però a lungo godere dell'amata pitolo provinciale de' francescani nel con-
solitudine, poiché fatto controsua voglia vento di s. Stefano,4 miglia lungi da Bur-
guardiano di quel convento, gli fu d'uopo gos, il p. Ximenes a pieni voli fu eletto
di coiigìungere alla vita contemplativa provinciale di Castiglia. Accettò volen-
quell'attiva. INell' esercizio del guardia- tieri l'uffizio, a fine d' allontanarsi per
nato precede a tutti coll'esempio, eserci- quanto più poteva dalla corte. Comio-
XI M XiM 317
ciò la visita della proviocia in coropagDia tado Mendoza arcivescovo di Siviglia, fì<
del solo fr. Fraocesco Ruiz suo segreta- glio del conte di Tendìgliano e della stes*

rio, poi per suo mezzo fatto vescovo sa famiglia del cardinale. 1 1 re d'altronde
d' Avila, visitando conventi sempre a
i si mostrò bramoso di presentare per la
piedi, non recando seco che un piccolo chiesa di Toledo, per essere la più ricca
cavallo per portare le bagaglie. Nelviag* di tutto il mondo, Alfonso d'Aragona suo
gio vivea di limosiue, ma poco essendo figlio naturale e arcivescovo di Saragozza,
adatto a questuare, si nutriva d' erbe. ma non potè giammai indurre la regina
Kichiamato a grandi istanze dalla regi- a prestarvi il suo consenso, come quella
na, a cui sembrava gravosa l'assenza, sì che gelosa del regio potere di sua avila co-
apri ad essa la comodità d'averlo costan- rona, da per se stessa voleva amministrar-
temente presso di se, poiché desiderando lo e nelmodoche narrai a Spagiva, lodan-
il p. Ximenes d' introdurre negli ordini done le sue eminenti virtuose preroga*
religiosi una perfetta riforma, massime live e singoiar pietà. Dopo mature rifles-

nel francescano per ridurlo a quell'estre- sioni, finalmente la regina destinò per
ma povertà che nella sua regola prescris* arcivescovo Oropesa regio senatore di a-
se s. che ottenne non senza
Francesco, il vanzala età, eccellente giureconsulto di
contraddizioni e fatiche, ebbe lunghe con- siogolar probità di costumi, che avea ot-
ferenze tenute colla regina, e riuscì col- tenutodal re di menai'e ritirato vita tran-
la sua autorità di trasferire io parecchi quilla, lontano dalle brighe della corte e
conventi de'frati conventuali quelli del* da'pubblici aifari. Alcuni affermano che
l'osservanza. Passati due anni nel mi- rOropesa ricusò costantemente rofferla-
nistero di confessore della regina, nel gli prelatura, stimando le sue forze in*

1495 morì il cardinal Mendoza, dopo feriori a sì enorme peso. Altri scrivono,
aver supplicato Isabella I e Ferdinan- che comunicata dalla regina la presa ri-
do V re d'Aragona suo marito, d'avere soluzione al p. Ximenes, trasmise tosto
per successore nell'arcivescovato di To< al suo ambasciatore in Roma la nomina

ledo il p. Ximenes, essendo altamente di Oropesa da presentarsi al Papa Ales-


persuaso che così richiedesse il loro ser- sandro VI per la chiesa di Toledo; e che
vizio e il vantaggio del regno. Era suo poco dopo riflettendo a'grandi meriti del
parere, doversi collocare al governo di p. Ximenes, A Alla raccomandazione a lei

quella metropolitana soggetti di medio- fatta nel punto estremo dall'ottimo car-
cre condizione, ma dolali di gran santi- dinal Mendoza, pentita della presa de-
tà di vita e pari dottrina; laddove con- terminazione, si decise in favore del suo
ferendo la sede ad uomini per nobiltà, confessore, ed atal effetto spedì un cor-

ricchezze e aderenze potenti, in quel nomina, rivocandola pre-


riere colla sua
grado potevano divenir pericolosi, come cedente. Laonde sul fine della quaresima
ne avea dato esempio il predecessore Ca« i495> tornò il corriere colle bolle pon-
rillo, il quale per l'ostinato suo impegno tificie, dichiaranti Ximenes arcivescovo
a favore della corona di Portogallo, a- di Toledo, che ignorava l'accaduto. Re-
vea loro recalo non poche molestie. Sen- catosi egli a Madrid per ascoltar la con-
tito il re e la regina il parere del cardi- fessione della regina,menlre apparecchia-
nal Mendoza, vollero consultare su ma- vasi di ritirarsi nel convento solitario di
teria di tantaimportanza il p. Ximenes. s.Speranza presso Ocania, per celebrar-
Questi invece opinòdiversamenle, e giu- vi con raccoglimento la settimana santa,

dicò che un tale arcivescovato si dovesse ricevè invito dalla regina di recarsi da
conferire ad un primario personaggio di lei. Interrotto nel pio divisamento, con
Spagna, e additò tra gli altri Diego Hur- pena l'ubbidì, e ricevè dalle sue mani le
3 1 8 X 1 M X M I

leltere pposloliclie colla soprascrillaFé- : n men^a, Il faceva custodire rigorosa'


nerahili fralri nostro Francisco Xime- mente, volendo che fossero Ì!>truiti nelle
ìlio riccio To/ctó/io. Turbato vivatneule, lettere, ed egli slesso talora gl'interroga-
senza aprirle le resliluì alla regìoa, cli- va per conoscere il profitto che ritrae-
cendu die non erano a lui dirette, ed im- vano dagli studi. Sorvegliava gli ospedali,
niantinenie si ritirò pieno di confusione. i lazzaretti, le carceri ; rimosse gl'indegni
Perseverò per più di 6 mesi, ad onta giudici, ed operò felicemente l.i riforma
delle più energiche rimostranze de' più de' francescani ne' regni d'Aragona e di
elevati personaggi di Spagna, nel costan- Casliglia, non ostante le forti opposizioni
te rifiuto di ù entinente dignità, e fìnal- che v'incontrò. Questo grand'uomo, nato
ntenle non s'indusse ad accettarla senou fatto per la pubblica felicità della Spa-
costretto da un espresso comando pon* gna nell'epoca per essa più gloriosa, pu-
tidcio, ed a patto che non si gravasse la re si trovò esposto ad essere ucciso da un
mensa arcive»covile d'alcuna pensione. suo fratello parimenti religioso france-
Piicevè in Turiassone nel giorno dedicato scano, il quale vedendolo aggravato dal
a s. Francesco 1' episcopale consagrazio- male e giacente in ietto, crudelmente si

ne, presenti il re e lu regina. Divenuto gettò sopra di con un guanciale per


lui

arcivescovo non alterò in nulla il suo te- soffocarlo, e persuaso d' aver conseguito
nore di vita, nelle vesti, nelle suppellet- r orribile suo ;ntento fuggì. 11 Signore
tili, nel nutrimento. II suo episcopio sem- che serbandolo per opere di sua gloria,
brava un monastero o ritiro di religiosi, vegliava alla di lui con!<ervazione, non
anziché la corte d' un principe ecclesia- perniiae che l'infume attentalo si consu-
stico. Alimentava ogni giorno 3o poveri, masse con i' estinzione d' una vita cosi
e talvolta li serviva a mensa. Stabilì fino preziosa. Ritornato in sé l'arcivescovo
da'primi momenti del suo governo, che dalla ricevuta oppressione e poi risanato,
la metà delle sue pingui reudite sì do- si contentò di fare rinchiudere l'indegno
vessero impiegare in elemosine, e l'altra religioso in un convento di stretta osser-
metà nel mantenimento della famiglia, vanza, donde non più sortì, senza pro-
dell'arci vescovo e della chiesa, ed in opere cedere criminalmente. Celebrò un sino-
pie e pubbliche che a vesserò per iscopo lo do ad Alcalà, e un altro iuTalavera, ne'
splendore del culto di Dio e della religio- quali furono pubblicate sapientissime leg-
ne, e l'incremento delle lettere,quantun- gi, accomodate all'indole e a'bisogni del
que tempo, attese le
poi in progresso di clero di sua chiesa. Visitò con gran di-
grandi spese chedovè fare, cambiò alcune ligenza i sagri templi e gli spedali, e pur-
disposizioni. Incedeva a piedi o al più se- gò la sua diocesi dalle usure e da'Iuoght
duto sopra un giumento, con famiglia infami; ed avendo cassato d'ufficio ooa
scarsa e limitala, lluchè avvisato da A- pochi prevaricatori, surrogò persone a-
lessandro VI a cambiar condotta per de- manti della giustizia, disinteressate da'
coro di sua rappresentanza, comparve turpi lucri e interamente idonee. Stabilì
iodi in pubblico io altra foggia, miglio- in Alcalà d'Henares una celebre e famosa
rando l'esteriore appariscenza, il tratta- accadetnia,sul modello di quella di Parigi,
mento e la domestica famiglia. Però nella con 46 cattedre per tutte le scienze e lo
scella delle persone pel suo servizio usava studio delle lingue; non già però ch'egli
gelosa e minuta diligenza, e non le am- ne fosse i 1 1

fondatore, poichècome notai
metteva se non sicuro di loro illibata in- eg'.i stesso vi avea fatto i suoi primi stu-
tegrità di vita e candore di costumi, per di, ma oltreché non avea allora il titolo
cui avendo nella sua corte alcuni giova- d'università, era piccola e tenue in con-
netti per paggi, che per lo più servivano fronto di quella che divenne per la sua
X I M XI M 319
munificenza, e pe'benefizl e privilegi olle- guna sua patria, pel pubblico comodo,
nuli per suo mezzo, il perchè ne fu cele- dicest che gli costò più d' uu milione.
brato coDfouilaloie,come notai riparimi' Fio qui le cose dell'arcivescovo. Kel*
tionenel voi. LXXXlII,p. 3o5. Istituì io r articolo Spagna lo descrissi qual pri-
collegi per alimentarvi la studiosa gioven • mo ministro e consigliere cou somma au-
tìi nella pietà e nelle lettere, il principale torità della regina Isabella I, con quelle
de'quali fu quello di s. Idelfonsìo d'Alca* stupende imprese che ne resero immor-
là e con chiesa, di cui nel i499 f"''°"<) tale il nome, il corso prospero e felice
gettati i fondamenti, con l'opera di Pie- dell' arcivescovo, fu amareggiato breve-
tro Gumìel insigne architetto. Edificòua mente per un fortuito avvenimento, men-
monastero di sagre vergini per nobili po- tre dimorava nella città di Granata. In-
vere, un conservatorio per l'educazione sorta rissa fra 3 suoi famigliari e alcuni
delle fanciulle mendiche che aveano vo- mori, si Granata un tumulto
destò in
cazione religiosa,e3 ospedali pe'poveri.Ia così orribile, la città ne fu mes-
che tutta
Granata battezzò 3o,ooo mori(credo esa- sa a rumore, senza potersi per un giorno
gerata tale cifra, altri scrivendo 3,000, ed e una notte rimediarvi. Risolvettero mo- i

in un giorno,e lo rilevai nel voi. LXY! II, ri d'assediare l'abitazione dell'arcivesco-


p. 1
17), e tra gli altri Zegri primario tra vo, riguardato da essi come il priucipale
essi,che portò seco la conversione di mol* autore della rovina di loro sella mao-
ti maomettani, ed a cui l'arcivescovo as> mettana, per isfogare contro di lui e lasua
segnò considerabile pensione vitalizia. In famiglia il loro furore. Molti consigliaro*
altra occasione ne convertì alla fede cat- no l'arcivescovo a volersi in quella circo-
tolica 40,000, de'quali 20,000 rigenerò stanza ritirare iiell'Albambra, rocca for-

a Cristo, ministrando loro di sua mano il tissìmaeben munita di quella città, 6nchè
sagramento delbattesimo, secondo il Car- si raffreddasse il bollore della sollevazio-
della. Meni, sloriche de Cardinali. Per ne, ma egli preferì di correre pericolo co*
opera dì lui gli ebrei ebbero da' regni di suoi,che abbandonarli in quel terribile
Spagna l'esilio, e fece bruciare il loro Tal* frangente. Perseverò la ribellione i o gior-
mud, oltre 1' Alcorano de' maomettani. ni, ue'quali il nome e il credito dell'ar-
Ampliò la cappella maggiore della chiesa civescovo cominciò sensibilmente a vacil-
di Toledo, e fu il restauratore del rito lare presso di molti e presso lo slesso re
mozzarabico, cioè misto di arabo e di e la regina, i quali con tante battaglie
goto, e di spagnuolo ossia romano. Quan- aveano dominio more-
tolto la città dal
to fu benemerentissimo dell' Uffizio di- sco. La fama, come sempre, esagerò lo sta-
vino, e Liturgia Mozzaraba, lo dissi an- lo delle cose, onde si sparse voce iu Sivi-
cora ne'vol. LXXVI,
247, LXXXII, p. glia, ove risiedevano i sovrani, che Grana-
p. 3o4) CI, p. 79. Inoltre nella metropo- ta di nuovo era ricaduta nellemani de'
litana di Toledo fabbricò l'abitazione pe' mori, e che l'arcivescovo Ximeues n'era
canonici, quale fece circondare da ma* slata la causa, per volere con troppa solle-
guifìco e vago chiostro, fornendola di scel- citudine ridurre i mori alia cailolica fe-

ta e copiosa biblioteca. Avvedutosi che de. La regina a tali funeste novità rimase
in Toledo si penuriava di grano, perchè come istupidita, e cominciò a dubitare
alcuni speculatori prepotenti maliziosa- delia prudenza dell'arcivescovo, sforzan-
cueote lo tenevano nascosto, con gravissi- dosi di scusarlo quanto meglio il potè,
mo pregiudizio de'poveri, istituì in quella ma inutilmente, tutti essendosi allarmali,
cittàil monte frumeutario, col donativo e l'invidia e la gelosia operandola parte
di 90,000 rubbi di grano. La gran fon* loro appena se ne presentò il destro. Scris-
laua (lilla da lui cosUuii'e a Turre L?* se dunque all'arci vescovo lettere d'affli-
320 X 1 M XI M
zìone e di querele sulla sua condotta. Egli mise di portarsi egli stesso in Italia con
allora senza punto alterarsi, quantunque un esercito in sua difesa, se il |}isogno
conoscesse che le lettere della regina a 1' avesse richiesto. e ben or- Composte
luì dirette, erano stale maliziosamente dinate le monarchia, nei
cose della
ritenute per 3 giorni, spedì subito a Si- i5o9, quantunque avanzato in età e af-
viglia fr. Francesco Ruiz suo segretario franto dalie gravi fatiche, per quanto
alla corte, promettendo di recarvisi egli narrai a Spagpta, si accinse all'ardua im-
stesso a render conto di sua condotta. A- presa dell'assedio d' Orano, ricchissima
dempì il segretario con precisione mira- e forte città de' mori africani, oeW Alge-
bile la commissione, e nei i.° abbocca- ria (f'^.)i dai cui acquisto dipendeva la
mento ch'ebbe col re e la regina, gli riu- Spagna; dove a' 16
sicurezza dell' intera
scì dileguare dall'animo loro qualunque maggio qualguerriero e capitano si trasfe-
sinistra impressione concepita contro l'ar- rì in persona armato di tutto punto (altri

civescovo. Questi poi sopravvenuto in Si- dicono in abiti pontificali) con 8ù galere,
viglia, fece conoscere i vantaggi che avea con IO navi di linea, oltre una molti-
recato al regno e a Granata quella se- tudine d' altri legni minori, assoldati
dizione per cui la setta di Maometto ri- 10,000 fanti e 4ooo cavalli a proprie
mase totalmente abolita nella Spagna. spese; e nel i." assalto più colle preghie-
Per tanti meriti segnalati, Giulio il a'4 re a Dio, che colle armi conquistò quel-
gennaio ì5oj lo creò cardinale prete e r importante piazza alla corona di Spa-
lo promulgò a' 17 maggio ad istanza di gna (al quale articolo dissi con Rinaldi
Ferdinando V redi Spagna, coi titolo di che il cardinale convenne col re, che O-
s. Balbina, e non di s. Sabina come per rano spettasse alla chiesa di Toledo, se
abbaglio scrissero Ciacconio e Contelori. non voleva rimborsarlo), colla perdita di
Nel voi, XXllI, p. i33, riportai il breve 9000 mori tra morti e prigioni, e di 3o
che gl'indirizzo Giulio II, invitandolo a soli dell' esercito cattolico. Alla fausta
vivere col decoro conveniente alla subli- nuova dell'insigne vittoria, esultò per la
me dignità cardinalizia, e non secondo gioia il cardinale, e tutta quella notte la

la virtuosa povertà francescana che vole- passò insieme co' suoi in rendimento di
va seguire, rattoppandosi colle proprie grazie al Dio degli eserciti e delle batta-
uiatii la tonaca sdrucita; laonde cambiò glie.Nel dì seguente fece il suo ingresso
sistema, cheil Cardella anticipa nel tem- in Orano, ripetendo sovente il verso di
po ch'era arcivescovo, come ho riportato Davide: Non nobis, Domine, non nobls,
di sopra. Nondimeno sotto le vesti cardi- sed nomini tuo da gloriam. Ritornando
nalizie portava il cilicio, come di santa vi- nella Spagna, approdò a Gartagena a'aS
ta. Inoltre fu dichiarato supremo inquisi- dello stesso maggio; indi fu incontrato dai
tore de' regni di Spagna, che governò con re, che scese dai cocchio per abbracciarlo.
somma e immensa utilità de' popoli, e Leone X
alla lieta relazione di tale espu-
dopo morte d'isabella I lo ritenne per
la gnazione, altamente lodò il cardinale, qua-
i.°ministro Ferdinando V. Turbato Giu- lificandolo protettore della Chiesa e difen-
lio 11 per gli attentati dei conciliabolo di sore d'Italia (Di Orano, tolto alla Spagna
Pisa, scrisseal cardinale pregandolo d'in- da'mori nel 1708, ripreso dagli spagnuo-
durre Ferdinando Va difendere la s. Se- ii nei 1732, riparlai nel voi. LXVIII, p.
de. Rispose il cardinale con parole di con- i47 : i festeggiamenti di Roma li descris-
forto e di non lasciarsi all'alto abbattere se il Diario di Roma de' 6 agosto 1732. 1

dalle macchinazioni de'uemicij ed insie- Poi la Spagna aiibandonò Orano nel


me accertandolo del rispetto del re pel 1792). Una delle opere più insigni di
Papa; gli mandò 4oo,ooo scudi, e pio- questo celeberrimo porporato, fu cer-
X I IVI X I M 32 1

lamente la nuova edi/inne ilelU sagra fiducia ne' meriti di Cristo, passando l'S
Bibbia polìgloUa nelle 4 lingue, hliii;i, novembre all'altra vita in Aranda o Villa
greca, ebraica e araba ; intrapresa «la lui Roa d"8 anni non compiti (non senza so-
I

con infaticabile ardore, quasi nell'infan- spetto di veleno, scrive Novaes: l'Armelli-
zia dell'arte tipografica, e dedicata nel ni, Origine d^W Uffìzio divino, p. 4o, ri-

1 1 5 a Leone X, nella quale per ben i 5 cisaraente seri ve che morìa welenato), do-
Bfini furono impiegati gli uomini pìùdol- po a ver preparato il regno glorioso (li Car-
tied eruditi di quell'epoca, colla spesa di lo Voi qual redi Spagna. Il cardinale foi'
5o,ooo scudi. Acquistò inoltre il cardi- mò epoca ne'fasti della Chiesa e della po-
nale per la medesima e per 4ooo scudi litica: chiaro non meno per le sue glo-
7 esemplari della Bibbia in ebraico, e li riose azioni, che per la santità in cui rifui-
collocò nella libreria d' Alcalà, oltre se, come ne fanno fede il dono di profezia,
l'acquisto a caro prezzo d'alcuni m«s. la- e quello de' miracoli, di cui alcuni rife-
tini e greci. Contiene questa Bibbia il riscono che fosse da Dio illustralo; on- •

testo ebraico, la versione de'Settanta con de i cittadini di Toledo e d' Alcalà fra'
una traduzione letterale, quella di <. Gi- quali visse, oltre l'averloproclamato bea-
rolamo, e le parafrasi caldaiche d'Oake- to, spedirono oratori al Papa per snppli-
Ics sopra il Pentateuco. Vi aggiunse un cario in nome pure del re, a volerlo a-
dizionario delle parole ebraiche e oildai- scrivere nel numero de' santi, come fe-
che, per cui fu impresa che gli procacciò cero molti vescovi, e Filippo I V che per-
fama immortale. Tale gigantesca lettera- ciò scrisse calde lettere a Innocenzo X e
ria impresa, quando pure fo<;se stala vin- Alessandro VII. Il Ferrari nel suo Cala-
ta da quella dell'anglicano Walton, avreb- logo gli dà il titolo di beato, e di cardi-
be assicurato eziandio per questa pane al- nale per santità di vita insigne e cospi-
la cattolica Chiesa il primato. Morto nel cuo. Benedetto XIV, De Canonizz. SS.,
i5i 6 Ferdinando V, continuò il c;u-(lina« Venerabile. Ma quan-
gli die'il titolo di

le agovernare il regno di Castiglia, quale tunque stimabilissimo e venerando, sem-


reggente deputato del re, ed anche il resto bra riconosciuto più ragguardevole per
della Spagna pel nipote ed erede Carlo V le sue politiche cognizioni, che per santi-
e per sua madre Giovanna
Pazza. Se- la tà di vita. La sua causa presentata alla
vero il cardinale cogli ebrei e mori apo- s. congregazione de' Riti per la beati
stati» procurò di rimuovere le oppressio- (ìcazione, non vi venne proseguita. La-
ni che barbaramente gravitavano sugli sciò nel suo testamento i5o,ooo scu-
americani. Il senato di Madrid é ma» i di da distribuirsi a' poveri, e da impie-
gistrati di Toledo, per te sue magnanime garsi in opere pie. Il suo cadavere fu tra-
benemerenze, gì' innalzarono un monu* sferito io Alcalà nella chiesa di s. Idel-
mento marmoreo nella gran sala del con- un sontuoso mausoleo
fonso, in di can-
siglio, e nella piazza di Toledo una sta- dido marmo, con un epitaffio in versi
tua di bronzo. Investito di assoluto po- scolpito. La sua Vita fu scritta da Alva-
tere, lo sostenne valorosamente contro ro Gomez in Alcalà nel iSsg in latino,

le pretensioni de'grandi, riformando gli molto stimata, per cui fu riprodotta la


uffiziali e la corte. Nel i5i7 Carlo V Francfort nel i58i, e nel i6o3 nella
portandosi dalle Fiandre in Ispagna a Hispanìarum. Fu
Colleclio Script, rer.
prendere possesso de'sùoi dominii, il car- inoltrecomposta da Eugenio Robles ia
dinale si mosse per incontrarlo, allorché ispagnuolo, pubblicandola in Toledo nel
sorpreso dalla febbre e vedendo avvici- i6o4; nel quale idioma si ha pure di
narsi il termine del viver suo, si appa- Pietro Quintanilla, Palermo i653. Un
recchiò al tremendo passaggio, pieao di cocapenUlo vide la luce in Roma nei
VOI. CHI. 2i
322 X I M XOE
654- La sua storia e quella dei suo mi
1 maggior splendore, con isplendido e giù-
nisterola stampò in Tolosa uel 1649 Ja- sto elogio. La regina ne decretò l'esecu-
copo Marsolliei' in francese, ripubblicala zinne. Seguì la traslazione dalla cappella
uel 704* La scrisse pure Spirilo Flechier
i ove giacevano gli avanzi mortali del car-
vescovo di Nimes, impressa a Parigi nel dinal Ximenes, con grandissima pompa,
1693, e con eleganza fu tradotta dal nel mausoleo eseguilo in marmo da Do-
francese in italiano e pubblicata in Ve* menico Fiorentino, a'26 aprile, alla pre*
nezia nel 1721. Marsollier dimostrò il senza de'ministri regi e di altri personag-
cardinale, il più celebre fra gli eccellenti gi partiti appositamente da Madrid per
politici; Flechier provò che fu santo, e Alcalà. Forse fu discendente del laudato
con maggiore eleganza e miuore impar- principe della Chiesa, quel p. Ximenes
zialità. L' ab. Richard è autore del giu- priore generale de' carmelitani calzati,
dizioso parallelo del cardinal Ximenes, personaggio sommo dellaSpagna, che Ce*
e del cardinal Richelieu gran ministro di nedetlo XiV si proponeva creare cardi-
Francia. Da ultimo nel 1847 fu stam- naie.
pato in Tubinga: Il cardinal Ximenes XOES o XOIS. Sede vescovile del
t lo stato ecclesiastico della Spagna al Basso Egitto, sotto il patriarcato d'Ales-
Jine del XF e al principio del XFI se- sandria, nella 2.* provincia, della metro-
colo di C. F. Hcfcle prof, di teol. a poli di Cabassa, eretta nel V secolo. Era
Tubinga. Il celebre storico moderno e situata neir isola del suo nome, all' im-
protestante Rauaier, dichiarò: » Il car- boccatura del Sebennito e del Pliateicto.
dinal Ximenes è il solo cui i suoi con> Fu capoluogo del Nomo o^sia della pre»
temporanei abbiano ammirato ad uu fettura Xoite ; oggi conosciuta col no(ne
tempo e come come guerriero,
politico e di Saca o Achsa. Ebbe a vescovi : Paolo,
e come dotto come uomo santo", il
e fu al concilio di Costantinopoli, sotto iNet-
Giornale di Roma del 857 a p. 289 e ( , tario ; Macedonio, intervenne al i ."conci-
3oo, odre l'esposizione del ministro Nar- lio generale d'Efeso; Atanasio, sottoscris-
vaez fatta a'20 marzo alla regnante re- se al decreto sinodale di Gennadio pa-
gina di Spagna Isabella 11, per onorare triarca di Costantinopoli, contro simo-i

la memoria del magnanimo cardinale, niaci, e alla lettera de' vescovi d'Egitto
mediante il maguifìco restauro di sua all'imperatore Leone, relativa all'assas-
tomba colla spesa di 60,000 reali, e so- sinio di s. Protero d'Alessandria ; Giovan-
lenne collocamento di sue illustri ceneri ni I, giacobita, nel 686; Zaccaria, Paco-
Del mausoleo della chiesa d'Alcalà di He- mio, Giacomo , Giovanni li ec. Oriens
uares ; siccome una delle glorie piìi se- Chr. t. 2, p. 574.
gnalate della Spagna, Dell' epoca del suo
Y A e YOR 323

I AC.4 YACCA. F. Jaca. provocò la ribellione, e la sostenne col-


YORK. Benedetto MaAia
Enaico l'armi, sbarcando a Tcrbay a'5 novem-
CiEMENTE Stuard o Stuabt, Cardinale bre ; onde Giacomo II abbandonò Lon-
(duca di). Anzi tutto devo ricordare che dra a' 12 dicembre, e riparò in Francia.
ne' voi. XXXV, p. 91 e seg., LXII, p. A'23 febbraio i68q l'assemblea naziona-
245, ^55, 287 e seg., e ne'Iuoghi rela- le proclamò re il principe d'Ora nge, che
tivi, che rammenterò in corsivo, ragionai assunse il nome di Guglielmo HI, e la
di sua sovrana famiglia di Scozia (/^.), moglie quello di Maria II. Inutili tenta-
d' onde ebbe origine dagli Steward o tivi fece Giacomo II per ricuperare il

Stuard, titolo di suprema carica della perduto trono aiutato anche da Papa
,

corte regia, significante gr^/i maestro di Innocenzo XII, morendo in Francia nel
sua famiglia quindi e tuttora assunto
y
1701. L'erede Giacomo III, sventurato
dall'erede presuntivo del trono dellaGran come il padre, i suoi sforzi non ebbero il

Bretagna. Tale famiglia passò a regna- bramato esito ; anzi dovette partir di
re poi anco in Inghilterra e in Irlanda Francia, e Papa Clemente XI che l'avea
(f''.). Narrai pure , come il re Giaco- soccorso, gli offrì l'asilo di Roma, che ac-
mo II ascese al trono cattolico, e tale cettò. Nel 1717 si portò
Urbino, trat- in

per sua eterna ventura sì volle man- tatomagnificamente e come regnasse ; t


tenere. Conservando la sedicente chiesa Papi onorando in lui e poi ne' suoi figli
stabilita o protestante Anglicana, rilevò una famiglia realetanto benemerita della
i suoi cattolici dallo stato deplorabile di Chiesa e celebre ne'suoi fasti. Di più il

oppressione in cui gemevano; e quindi Papa nel 17 18 concluse il suo matrimo-


apertamente si die' a proteggere la reli- nio con Maria Clementina Sobieski, fi-
gione cattolica, e si pose in cuore il suo glia del real principe di Polonia , nato
benefico ristabilimento. Intanto vive di- dal salvatore di Fienna, e giunta in Ro-
scussioni tra'cdttolici e i protestanti ina- ma nel 1719, gli fece celebrare gli spon-
sprirono gli animi, e non tardò a rom- sali in (Monte Fiascone. Inoltre avendo-
persi guerra tra la corona e la chiesa an- gli assegnato già 12,000 scudi l'anno ,

glicana. Il re mandò a Roma un amba- glieli aumentò, e concesse per abitazione


sciatore per la riconciliazione de' 3 regni il Palazzo Aluti Papazznrri di Roma,
collaChiesa cattolica, ed un nunzio in- e per villeggiatura altro in Albano, l'u-
viò Papa Innocenzo XI a Londra per no e l'altro eziandio per uso de' loro fi-
promuoverla ne rimasero irritati il par-
: gli.Questi furono Carlo Odoardo conte
lamento e il clero anglicano. Nel 1687 il d'Albany e principe di Galles, nato nel
re annullò i decreti contro la religione I 720 in Roma, e onoralo in più modi, e

cattolica, la ristabilì, e concesse libertà di col dono delle Faxcie benedette da Be-
coscienza. Quindi la regina partorì Gia- nedetto XIII ; ed Enrico duca di Yoik,
como 1688, il quale allontanava
III nel di cui è argomento questa biografia, ivi
dal trono la primogenita Maria moglie venuto 6 marzo 1723 qtiel
alla luce a' ,

al protestante Guglielmo Nassau princi- Papa nel seguente maggio recandosi nel-
pe d' Orange e statolder d' Olanda. la regia cappella domestica ad ammini-

Questi per usurpare il trouo al suocero strargli il Battesimo formalcnente. Mar*


324 YOR YOR
la la legìiin nel i 7 35, l*apa Clemente X 1 1 glio superstite del defonto Giacomo
le fececelebrane soulnoso Funerale. De- III re della Gran Brettagna. Non om-
posta nella basilica Valicaua, il capito- misi rilevare XXXV, p. 10 r,
, nel voi.
lo con nobile generosità e colla spesa eli che in Romachiamalo co'litoli
egli era

18,000 scudi, le eresse in essa un nobi- ii'yillezza Reale Eniinentissima e Sere-

le mausoleo, descritto dal Pistoiesi nella nissima ; e che a'suoi colleghi, siccome
sua classica opera, // faticano descrit- eguali in dignità, non piacevano. Nel 748 1

to e illustrato con tavole, t. 1 , p. 257. stésijo si trae dal n. 4863Diario di


del
Suir urna si legge: Maria Cleinenlina Roma , che il cardinal passò all' ordine
M. Dritan. Fran. et Hiiern. Regina. I de'preti,con indulto pontificio ritenendo
precordi sono in ss. Apostoli, ove le si per Titolo Cardinalizio la suddetta chie-
resero gli onori funebri. Enrico, mani- sa, sebbene Z^/'/3Co///Vz. Neh 75 1 Benedet-
festando vocazione per lo stalo ecclesia* to XIV lo dichiarò arciprete della Ciùe-
slieo, Benedetto XIV nel 1747» come dis- sa e patriarcale basilica dis. Pietro in
si nel voi. XIX,p.3o6 e allrove, gli eoa- Faticano {F.), di cui e del capitolo fu
feri la i
.^ tonsura, e gli altri ordini, inclu- benemerito, e prefetto della congregazio-
sive a quello di Diacono j e nello stesso ne della rev. Fabbrica di s. Pietro. Ptac-

a'3 luglio di tal ordine lo creò Cardina- conla il Novaes nella Storia di Benedet-
le, cou tulle quelle particolari distinzio- to A//"^,che questo Papa nel 1752 ebbe
ni usate a'fìgli de'sovrani, e quanto a que- occasione di esigere dal cardinale una ri-
sto narrale ne'vol. IX, p. 3i2, XXXV, prova dell'esimia sua virtù. Dispiaceva
p. ioi,e luoghi analoghi. Gli assegnò per al re Giacomo 111 il gran favore che il

diaconia la Chiesa di s. Maria in Por- cardinale accordava a mg."^ Lercari suo


tico di Canipilelli, eVaaiìovevò aWt eoa- maestro di camera^ onde gli fece inten-
gregazioni cardinalizie di Propaganda , dere, che lo voleva licenziato duUuo ser-
dell'Indice, de' Riti, e delle ss. Reliquie vizio. Il cardinale che l'amava fuor di
e Indulgenze : successivamente apparten- misura, continuava segretamente la sua
ne ancora a quelle de'Vescovi e Regola- amicizia, vedendosi spesso con Uii iie'lno-
ri, dell'Immunità, e della Disciplina Re- ghi appuntati. Iriitossene maggiorineti»
golare, oltre le prefetture che dirò alla te il re, e pregò con istanza il Papa, per»

sua volta. Benedetto XIV e tutti i suoi che lungi daRoma facesse andare il Ler-
successori lo colmarono di onori, di cari- cari. Voleva il Papa contentarlo , ma
(.he e di benefìzi. Egli volle esser chia- con un mezzo soave e prudente. Fu que-
mato Cardinal duca di York, e non col sto l'insinuare al cardinal Lercari, che
cognome. None vera l'asserzione dell'il- da sé medesimo consigliasse suo nipote
lustre Àrtaud riferita nella Storia di
, a portarsi per qualche tempo in Genova
Pio FU, t. 1, p. 84 ocap. 55 »j Dap- : loro patria. Ma non abbracciando il car-
prima si appellava ildtica di York, quin- dinal zio il suggerimento di Benedetto
di semplicemente il cardinal di York". XIV, questi gl'invio per la segreteria di
Poiché dopo la sua elevazione alla s. por- stalo un biglietto, con ordine di far par-
pora, nelle uiliziali Notizie di Roma del lire subito il nipote, come in falli segui
748 si legge:» Serenissimo En-
seguente 1 la notte de' 19 luglio. Il cardinal duca
rico Benedetto Maria Clemente duca di se ne stimò vivamente offeso, e nella se-
York". Le successive, fìno alla sua morte, guente notte parti ancor esso perNocera,
pubblicarono altretlaDto solo dopo il ; protestando di non metter più piede in
nome Clemente si aggiunse, denomi- Roma , se prima non gli era restituito
nato duca d' York ; e dopo la morte mg.*^ Lercari. Quindi passò in Bologna,
del padre e del fratello, si stampò Ji- : ove il Papa gli scrisse più ieUeie, Delie
YOR YOR 325
quali l'esortava riflettere sul trionfo che tendogli il Papa di ritenere lu basilica
farebbero gli eretici nel vedere la discor- di s. Maria in Trastevere. Descrissi il so-
dia d'un cardinale di s. Chiesa, e di un lenne possesso del vescovato nel volo tue
principe m rispettabile per le sue virtù, XCVI, p. IO. Notai nel voi. LXXXV,
e per aver sagriOcata la dominazione di l>. che il capitolo di
3 18, Maria ia «t.

un possente regno, per mantenersi nella Trastevere avendogli fatto dono della
religione cattolica ; e sugli elTelli che a- cappella della Madonna di Strada Cupa,
rebbero potuto cagionare queste dissen- egli nobilmente la restaurò,econs3grò nel
sioni nell'animo di quelli eh' erano ben 1 762. Inoltre Clemente XIII lo dichiarò
affetti alla sua casa. Vinto il cardinale f^ice Cancelliere di s. Romana Chiesa e
dalle lagioni e premure pontincie,accettò Sommisia, e perciò commendatario del-
Je condizioni, per riconciliarsi coll'auguslo la Chiesa di s. Lorenzo in Damaso, il

padre, che gli propose mg/ Millod^tario, cui possesso, insieme al tribunale nel con-
andato Bologna per condurre nel col-
in tiguo magnifico Palazzo della Cancel-
legio dementino un nipote del Papa ;e leria apostolica, con (|uelle particolarità
partendo a' 12 dicembre, tornò in Roma riferite nel voi. LXXV, p. 245, lo prese
ad abbracciare il re suo padre, con som- .i'28 gennaio 1763, secondo il registra-
ma gioia di Benedetto XIV, del siigro to nel voi. VII, p. 177. Fra le ss. Im-
collegio, e di tutte le classi di persone: magini della B. Vergine che sono in Ro-
giacché il re e il cardinale erano amati e ma segnalate per antichità e divozione
venerati in Roma, per le loro virtù e be- di culto, è celebre la venerata nel Col-
neficenze. NeliySS il cardinale ottenne legio Romano, nell'oratorio ove adima-
il titolo della Chiesa de ss. Xt[ Apo 'ito- si la congregazione, che dall'esser madre
li^ vicino al suddetto suo palazzo, con ia e capo di (|U4nt'altre ve ne hanno al
Cuba di ritenere in commendo quella di mondo dedicate alla .Madre di Dio,prea-
s. Maria in Portico. Narrai nel voi. XCV, de il titolo di Prima- Primaria, e ne par-
p.i 83, come Papa Clemente XI li, al cui lai nel voi. XIV, p. 189 e 190, ed altro-
conclave era intervenuto, ad istanza del ve. Cominciata la congregazione da Gio-
re, nelconcistoro de'2 ottobre 7 58, pre- i vanni Leonio fiammingo, maestro già di
conizzò il cardinal rescovo in parlibus grammatica di detto collegio, nel 1575
di Corinto, onde nella basilica Vaticana fu approvata da Gregorio XIII sotto il

fare le cose proprie de' vescovi e ivi no- titolo della ss. Annunziata. Fu chiamata
tate; ed a p. 323 e 324, come lo stesso Primaria perchè il Papa concesse al p.
Papa a' 19 del seguente novembre nella generale della Compagnia di Gesù di ag-
detta chiesa de' ss. XII Apostoli solenne- gregare ad essa colle medesime grazie che
mente consagrò vescovo, alla presenza
lo le avea concesse, le altre erette o da eri-
del re padre, e quindi lo trattò di pub- gersi ne' collegi della stessa Compagnia
blico Pranzo. Nelle Notizie di Roma, di Gesù, a condizione che dipendessero
fra'i suoi titoli fu aggiunto quello del ve- da questa. Indi la congregazione fiorì tal-
scovato; e nel 1760 inoltre si aggiunse, mente, che nel medesimo Collegio ro-
titolare iXtWaChiesa dis. Maria itiTras- mano convenne dividerla in tre, equindi
tevere, dimessa la commenda di quella nacquero uomi di Prima, Seconda e
i

di s. Maria in Portico, bensì ritenendo Terza Primaria. Sisto V ampliò le fa-


in commenda il titolo de' ss. XII Apo- coltà al p. generale de'gesuiti, di poter
stoli. Nel concistoro de'i3 luglio l'jQi aggregare Primaria ogni grado di
alla

diverme vescovo suburbìcario di Fra- persone. Fino 76 si onorò nell'ora-


al 1 1

scali, ed allora si dimise dalla comoieu* torio della Primaria l'immagine della
da de'ss. Xil Apostoli, per late permei- ss. AnuuQziata, quando fu giudicato so-
3a6 YO R YOR
slituirvene altra aotichissima estratta sot- eeiinaio 1788, il fratello Carlo conte
ta Clemente Vili dalle catacombe ossia d'Albany e principe di Galles, cheavea
Del cioiiterio di s Ermete, ch'era stata assunto il reale nome di Carlo lil, a cui
collocala nel museo Rircheriaoo del col- eresse un monumento nella cattedrale
legio, e veune posta sul magnifico altare di Frascati, riparlato nel voi. XXXVI,
cretto dal cardinal Carlo RezzonicOf indi p. IDI. Ivi rimarcai, che appena il car-

cousagratoa'25 marzo 1761 dalcardinal dinale seppe il decesso del fratello, pei*
Merlioi. Nelseguenteanuo il capitolo Va- diritto^che resta sempre contro qualun-
ticano le decretò la corona d'oro, ed iu que prepotenza, riguardandosi divenuta
una domenica di maggio il cardinal duca legittimo sovrano della Gran Bretagna,
diYork solennemente con essa la coronò, prese il nome ò'Enrico IX, e nell'inter-
avendo la corona iuipronlati gli stemmi no del suo palazzo volle esser chiamalo
del conte SfurzaPallavicini istitutore del- col titolo di maestà; etichetta osservata
la Coronazione delle ss. Immagini {F.), anco da un figlio di Giorgio III, nel re-
e quelli del capitolo esecutore. La nobi- carsi a visitarlo. Si ha dal Bercastel, StO'
lissima funzione terminò col canto del ria del Cris'''^nesimo, t. 35, n. 259 e
Te Dciim, intuonato dal cardinale, e col- seg., racconto dell'ultime notizie di
il

la di lui recita del Deprofundis colla sua Carlo Odoardo Stuardo, il quale godeva
orazione pel detto benefattore. V'inler- in annue pensioni 12,000 scudi dal Pa-

-venne il senato romano, e vi fece l'offer- pa, 1 2,000 doppie dallaSpagoa, 200,000
ta d'un calice e torcia di cera. Di tutto lire tornesi dalla Francia, oltre molti

se ne legge particolareggiata relazione, beni considerabili che possedeva in que-


coU'eflìgie della B. Vergine, nel t. 4. P* st'ultima, e molte rendite provenienti
67 della Raccolta dell' Immagini della dall'Inghilterra per l'eredità di sua ma-
B. l'ergine ornale della corona d'oro, dre. Portato corpo a Frascati, ne fu
il

data in luce da Pietro Bomhelli, ma no- fatta ricognizione, prima di condursi a


tai nel voi. LXXXVIll,p. 233, che l'au- Roma per associarlo a quello de'genito-
tore delle descrizioni è il p. Flaminio ri. Fu trovato vestito alla reale, con co-
Annibali da Latera minore osservante, rona, scettro, spada, anello prezioso, e ri-

di cui nel voi. CII, p.117 (Noterò, che coperto di tutti quegli ordini che sole-
nel n." 88 del Giornale di Roma del vano distinguere la real sua casa. Il car-
1861 si riporta la descrizione come con dinale pretendeva che iu Roma gli si
gran pompa ecclesiastica si celebrò nel- celebrassero onori funebri reali, ma non
l'oratorio della Prima Primaria il pri- restò esaudito, per non essere stato dalla
mo centenario, cioè a'i4 aprile, da che 8. Sede riconosciuto per re, come il pa-
il tesoro della ss. Immagine era stato dre. Di più il Bercastel offre la Protesta
posto a impreziosire la congregazione, io del cardinal d' York, sopra la corona
uno alla festa della ss. Annunziata sua d'Inghilterra, diFrancia, diScozia e d'Ir-
titolare, preceduta da solenne triduo. landa, fatta appena seppe la malattia
Mei di della festa v'intervenne il senato- mortale del fratello, pel caso del suo de-
re di Roma colla magistratura, e vi fece cesso; e la fece pervenire al Papa,a'car-
l'oblazione di ceri, non che il re e la re diuali, e al corpo diplomatico residente in
gina del regno delle due Sicilie). Senza Roma. Dichiarò in essa, che vedendosi
interrompere la narrativa cronologica, vicino a perdere il serenissimo fratello,
qui ricorderò, che il cardinale perde in successore legittimo del re Giacomo III,

Roma a'a gennaio 1766 il padre Gia- protestava nelle più valide furme e colle
como HI, a cui celebrò Clemente XI li più possibili solennità, esser obbligo ver-
soleooe Funerale j ed in Firenze a' 3 so la sua real persona e verso la patria,
YOR YOR 317
richiamare in luì stesso il diritto che gli ne sono le memorie che ricordano l'ani-
competeva sopra suildelti regni. A to»
i mo suo grande e benefico, ed il suo a*
gliersi poi da disgustosi imbarazzi, in* more alla chiesa Tusculana, la quale noa
tendere di ritenere il titolo di Duca di volle lasciare, quando divenuto nel
774 1

York coll'aonesse prerogative, in qualità sotto-decano del sagro collegio, a lui speU
di titolo d'incognito, senza pregiudizio né tava quella di Porlo; laonde con tale
rinunzia agli altri di successione, quale qualifica intervenne poco dopo nel eoa*
ultimo e legittimo erede dì sua real casa. clave per l'elezione di Pio VI. Ridusse l'e-
Per ultimo protestare che alla sua mor- piscopio nella forma che si vede, quantun-
te, restassero in forza e vigore i diritti que egli abitasse ordinariamente in una
successivi alla corona d'Inghilterra a quel vicina villa, di cui più sotto. Fu bene-
principe, cui spettava de jure, per la merentissimo del seminario collegio dio-
prossimità di sangue. Alla morte di Cte> cesano ecclesiastico, siccome oggetto del-
mente XIII, entrò in conclave per l'ele- le sue particolari cure. Venne da lui am-
zione del successore Clemente XIV, e pliato, dotato di rendite, ed arricchito
così per quella di questo per l'elezione di di elegantissima biblioteca, doviziosa di
Pio VI. Ora io debbo io breve accenna- opere inglesi. Vi pose eccellenti professo-
re il mollo riguardante Frascati, narra ri, e fiori per fama letteraria; quindi fre-
to in più luoghi di talearticolo e in quelli quentatissimo d>)' giovani secolari delle
che vi hanno relazione; qual ameno sog- primarie famiglie; avendo notato nel
giorno a lui costantemente e assai predi- proprio articolo quegli alunni oconvitto-
letto, dimorandovi con indicibile soddi- ri che divennero cardinali, fra'quali ram-
sfazione la maggior parte dell'anno, a se- mento di nuovo il romano gran cardinal
gno, che recatosi in Roma pei concistori Consah'i. Luigi Cardinali nell'Elogio di
e per le cappelle pontificie, tosto vi face Ercole Consalvi Cardinale, afferma che
va ritorno, e con tale rapidità, che affitto questi si accattivò con ogni sorte di dili-
non badava se di frequente vi perivano genza l'animo del cardinal duca d'York,
i cavalli. Costumando allora servi detti i dell' autorità e cuore del quale si ebbe

lacchè, amava che velocemente corresse- poi sempre a chiamar soddisfatto. Pel
ro a Roma a prendere frutta e altro per seminario, il cardinale acquistò ancora
la sua tavola, la quale sempre era splen- parte della P'illa Bocci di Frascati. Ab-
dida e numerosa di convitati, i quali ap- bellì la cattedrale, e gli donò preziosi
positamente mandava a levare in Roma utensili sagri. Arroge la seguente noli-
colle sue carrozze, e quindi riportare. E zia. Nella Dichiarazione della fiducia

gli amava avere nella sua corte gente del cardinal HJicara, Roma 1848, tu-
bella e di vantaggiosa statura, siccome sculano, morto decano del sagro collegio,
conviene a' grandi principi. Zelantissimo leggo a p. 3. Per la venerazione ch'egli
vescovo, amante
e riamato pastore, vi avea sempre nudrito per la memoria dei
tenne due sinodi diocesani, celebrati nel cardinal duca d'York (e di cui più tardi fu
1^63 e nel 1776, de' quali sihanno successore nelle due sedi ve8covili),acqui-
stampati: Synodtis Tusculana a Cardi- stò un calice con patena, ampollee piatto,
nali Eboracensi anno 1763, Romae il tutto d'oro, per essere stati di partico-

1764- Constilittiones Synodale<; Berle- lar uso del real porporato. Allo scopo
siae Tiisculanae ^cwn /éppendice et in- di conservare tali memorie, dispose di
dice, Roroae 1764. Synodus Tuscula- consegnarle al capitolo della patria cat*

na a Cardinali Eboracensi anno 1763 tedrale di Frascati, onde farsene uso in

et 1776, Romae 1764 77. Munifico col- essa soltanto ne'pontificali e nelle messe
ia città e diocesi di Frascati, molteplici cantate, e quando pure qualche cardina-
328 YO Pi YO R
le IT) celebri In mes!>a. Airmchè pui que- C, p. 2(>4' <^^''^ errala la citazione del i."
sti doni restino sempre presso il capito- di tali voi. dicendosi p. i 17), per vene-
lo, in ricordo d'un cardinale vescovo rarsi in quella sua chiesa (restaurata nel

tanto benemerito di esso e della città, ponlilìcato di Gregorio XVI) l'immagine


ordinò il cardinal Micara, che i delti og- della B. Vergine, che la tradizione dice
getti non si potessero mai distrarre, né aver ispirato a s. Benedetto l'istituzione
doroandarne facoltà per qualunque ur- del suo ordine monastico, <lumandò e ot^
genza; altrimenti intendeva dichiarare tenne <lal capitolo Vaticano che fosse fre-
il capitolo decaduto, donando il calice, giala corona d'oro; ed a'i5 settembre
«li

la patena, l'auìpolle e il piatto d'oro, il cardinal arciprete vi si recò da Frascati,


al capitolo Valicano, di cui pure il car- e celt'brata la messa, assistito da'suoi ca-
dinal duca d'York fu nieritissioio arci- nonici Vaticani, colle consuete preci,
prete, a questo imponendo la stessa con- solennumeute coronò tanto la detta ss.
dizione, la quale non adempiendosi, e- Immai^ine, che quella del s. Bambino
gualmente lo dichiarò decaduto, e farne con corone d' oro, e dopo il Te Deiini,
invece dono alla chiesa cattedrale di die' la pontificale benedizione
al popolo

Dublino in Irlanda. A tale effetto ì due numeroso. Indi narrano tutte le sagre

capitoli doverne emettere legale obbliga- funzioni, che precederono e seguirono la


zione. Il cardinal duca di York, in Fra- celebi ala dal cardinale. Questi volle far«
scati e diocesi, fece diverse consagrazio- la perchè presso la chiesa era l'ospizio de'

dì. Il i." giugno I 766 consagrò la chiesa benedettini inglesi, il quale onorò di sua
principale di Monte Porzio; quella degli presenza. Del quale ospizio abbiamo del
eremiti camaldolesi b'i5 ottobre 1772; p. d. Costantino Gaetani, De erectione
e quella del ritiro dePassionìstiiW Mon- Colle^i^ii Gregoriani s. Btnedicti in Pisci-
te Cave ottobre 1784, da lui data
il i.° nula in Urbe, Romae 1622. Clemente
al fondatore b. Paolo e quindi rifabbri- Rainieri, Apostolatu<ì Benedictinus in
cata. Riporta il n. 2000 del Diario di Ansila, Duaci 1626. Dissi nel voi. XCV,
Roma dell'anno i794> che per avere p. 339, che il cardinale, per ispeciale in-
Pio Vi dichiarato monsignor Annibale dulto apostolico, consagi'ò nella sua cat-
Della Gtngn (come notai anche in quel- tedrale di Frascati, nella festa di s. Tom-
l'articolo), arcivescovo di Tiro in par- maso apostolo del 1 797, mg.' Francesco
tibus e nunzio di Colonia, Sua Altez- Saverio Bassi arcivescovo di Chieti.Nel fa-
za Rc.alt Eminentissima il cardinal de- tale I
798, Roma fu invasa da'repubblica-
nominato duca di York a' 24 febbraio ni francesi^con che compirono l'occupazio-,
festa di s. Mattia apostolo, nella sua cat- ne dello stato pontificio. Proclamarono
tedrale di Frascati, con ìspeciate indulto la repubblica,detronizzaronoP/oA'/(^.),
apostolico, lo consagrò vescovo, insieme ed a' 20 febbraio lo portarono prigione
a mg/ Michele di Pietro (ambo poi car- in Toscana. Il Baldassari, Relazione del-
dinali, e il 1.° quindi Leone XI 1). Fu l'avversila e patimenti di Pio /'/, l. 3,
assistilo da mg/
Zondadari arcivescovo p. 58 e 142, deplora la dispersione del
d'Adaua e da mg."^ Boni arcivescovo di sagro collegio, e dice che il cardinale fug-
Kazianzo; e poscia li trattò di magnifico gì da Frascati a Napoli, ove pervennero
pranzo, in un ad altri personaggi, ed altri 8 cardinali, oltre l'aicivescovo dio-
a' cardinali Antonelli e Caprara. Il n. cesano residente, a'quati si aggiunse nel
1954 del Diario di Roma del i 798 ri- susseguente luglio il cardinal Albani de-
ferisce a p. 28, che il parroco di s. Be- cano del sagro collegio. Vedendosi que-
nedetto in Piscinula di Roma (di cui sti iu mezzo a tanti suoi colleghi, fece lo-

ue'vol. LXiiI, p. 114, LXX, p. 25o} ro un'eloquente esortazione, acciocché io


Y O R Y O R 329
nome di ItiUì in(lirizzas<iero a* potentati me erano indizi da sperare, che 1' I
vi -

(i'l'.iiro|>r>, col mezzo de'ounzì apostolici, lulia e Rutna cambiassero presto l'attua-
calilixsime rimostranze a favoredel Papa le condizione ; quindi sembrargli non fos-
così iniquamente oppresso, della Chiesa se conveniente allontanarsi dalla sede del
così gravemente oltraggiata, e del patri- romano pontificato. Opinareinollre, che
monio della s. Sede usurpalo con tanta prolungando Dio lavila preziosa del San-
ingiustizia e perfìdia. Tali riniostranze to Padre, sarebbe risoluzione precipitata
furono specialmente comajesse al nun- e pericolosa, che i cardinali riparati in
zio e all'ablegato residenti in Vienna, i Napoli , navigassero in quella stagione
quali l'eseguirono come si conveniva. Ma per l'Adriatico. Ma nel caso, che soprag-
questa invocazione della potenza secola- giungesse la sede vacante, in quanto a sé
re a difesa della Chiesa, appunto perchè protestarsi pronto a conformarsi alla vo-
veniva soltantoda'cardinali diiuoran'ì in lontà del Papa,nè dubitar punto che tutti
Napoli, dispiacque assai al gabinetto au- i suoi colleghi non fossero ben disposti a
striaco, il quale rispose a'due inviati pon- prendere, in quel caso, la medesima ri-
tifìcii, che signifìcassero al Papa il disgu- soluzione. Ma per le susseguenti vicende
sto dell'imperatore per la risoluzione ef- politiche del regno di Napoli, il re a'3l
fettuata da'i o cardinali ; poiché il loro dicembre 1 798 s'imbarcò colla famiglia
conlegno «noveva a sospettare che si fos- reale per la iS^/riV/rt. Allora, tranne il car-
sero concertati e avessero formato come dinal CapeceZurloarcivescovo diNapoli,
un corpo separato, per poi eleggere in tutti i cardioaliche si trovavano in quella
Napoli il nuovo Papa, e ciò doversi consi- metropoli, per non cadere in potere de'
derare come principio di scisma. Allora fiancesi, che marciavano all'occupazione
J*io VI ordinò al nunzio di Firenze mg. del regno, s' imbarcarono; e portati da
Odescalchi, di signifìcare al cardinal de- fortune di mare,quali all'isole Jonie,quali
cano, come l'accaduto in Napoli dispia- a Palermo, ed alcuni a Messina, naviga-
ceva assai all'imperatore Francesco II ; e rono più presto che poterono alla volta
di essere sua volontà, che il proprio suo di Venezia (V.)^ divenuta dominio del-
cessore si eleggesse nelle terre ereditarie l'Austria. Solamente il cardinal Rutto ri-
della casa d' Austria. Laonde essere al- mase in Sicilia presso il re, a cui poi ri-
tresìsuo desiderio, che cardinali rico-i cuperò il reame napoletano. Fu alle per-
verati in Napoli andassero a dimorare suasioni di mg.' De Gregorio, che molli
ne'dominii imperiali. Rispose il cardinal cardinali recarono a Venezia, sotto la
si

.decano a'3 novembre, che nèesso, né ve- protezione imperiale, secondo In mente
runo de'suoi colleghi avea pensato mai di Pio VI ; fra'quali il cardinal decano
a fare conclave in Napoli ; ma mentre Albani , e il sotto-decano cardinal du-
continuamente pregavano Dio per la con- ca di York. Trasportato il gran Pio
servazione del Papa, tanto necessaria in VI prigione in Valenza di Francia, ivi
quell'orrendo sconvolgimento di cose, e- morì 8*29 agostoi799. Per cui il cardi-
glioo lutti essere indiilerenti ad eleggere nal Albani trovò opportunissima Vene-
ilnuovo Papa in qualsiasi luogo, secou- zia per la celebrazione del conclave, col-
dochè per le circostanze esigesse la pru- l'assenso dell'imperatore, e questi inol-
denza. Nondimeno^ doversi considerare, tre si mostrò nobilmente ospitaliero co'
che essendo il Papa vescovo di Roma , cardinali che visi radunarono, enume-
perché s. Pietro quivi stabilì la sua cat- rati nel citato articolo. Il prelato Con»
tedra, in Roma perciò, purché fosse pos- salvi, in onta che il segretariato del con-
sibile, si dovea crear il nuovo Papa, in clave spettava a mg.' Negroui, qual Se-
caso di sede apostolica vacante. E sicco- gretario del Sagro Collegio {V.), il quale
33o YO R YO R
però non piaceva a' cardinali, fu dello ne e delle scienze teologiche, anche l'or-

pro-segretario del medesioìo, sia per l'ef namento di tutte le virtù sociali, e stima-

fjcace prolezione del cardinal duca di to dalle persone dotte, caro agli amici,

York, sia per aver saputo essere oHìcio- amabile, ed amato da tutti quelli che lo
sissiino cogli filtri cardinali ; e così fin conoscono. Non paga pertanto la libera-

d'allora cominciò la brillante sua carrie- le beneficenza di S. A. R. d'aver fissato


ra di Segretario di Slato, perspicace, de- al medesimo prelato un annuo assegna-
stro e instancabile. A'14 rnarzoiBoo fu mento di scudi 600, per un più decoroso
pubblicato Papa Pio A^//( A^'.), e prima mantenimento nell'occasione che la San-
della funzione della coronazione, come tità Sua si degnò dichiararlo vescovo di

arciprete Vaticano, il cardinal duca di Milevi volle il medesimo sig.' Cirdina-


;

York, pronunziò al nuovo Papa la con- lecol più sagro apparatoe colla più spleo»
sueta orazione, in nome del suo capìtolo. dida pompa farue la consagrazione so-
Restituitasi alla s. Sede Roma e buona lenne nella sua cattedrale di Frascati.
parte del suo stalo, Pio VII vi fece il suo Martedì dunque,gioroo dedicale alle glo-
ingresso a'3 del susseguente luglio, rice* rie dell'Arcangelos. chele, con ispe- M
vuto nella basilica Vaticana dal cardi* ciale indulto pontificio , si eseguì questa
nai duca d'York. Questi dipoi tornò alla tenera, edificante, magnìfica funzione da
sua diletta Frascati, massime a soggior- S.A. R. ilsig.' Cardinale, e da'mg. "Cop-
nare in quella parte della villa Rocci ac- pola segretario di propaganda, arcivesco-
quistala dal suo prediletto favorito rag.' vo di Mira, e Boschi vescovo di Berti no-
Angelo Cesariui nobile perugino, perciò li mg.ri
ro. Assisterono in abito prelatizio

della mia Cesarini, cheavea fitto ca- Honorati, Brivio, Atanasio uditore di S.
nonico teologo della cattedrale, e ottenu- A. R., Pallotta, C'ileppi e Vergaoi, oltre
togli dal Papa la qualifica di suo came- il numeroso capitolo e qu^si tutti i sa-
riere d'onore: quindi a sua istanza Pio VII, cerdoti de'paesi della diocesi, che prova-
nel concistoro de'28 settembre 1801 (e rono la sincera compiacenza di vedere
non 3 ottobre, come con altri dissi nel voi. innalzato alla dignità vescovile un sog-
XLV, p. go, ora rettificandolo col n, 78 getto, dal quale aveano appreso alcuni
del Diario di lìorna del 1 80 t
), lo dichia- \;ì (eologia nella sua pubblica lettura nei
rò veicovo di Milevi in parlibiit. Riferì seminario, altri l'ecclesiastica educa-
poi i4 n. 79 del Diario di Roma del 80 1 i zione sotto il savio e vigilante governo
»> Il conoscere la virtù e premiarla con del suo rettorato dalla sa. me. di Cle-
beneficenze generose,è uno de'più lumi- mente XIV perpetualo nella sua perso-
nosi caratteri di cui debbono li grandi na. Volle esser presente in coretto l'Em."
merilamentegloriarsi.Sua Altezza Reale sig.' Cardinal Montica, ed il magistrato

£oiinentissima il Sig.'' Cardinal denomi- in pienoabito di formalità nell-i sua pub-


nato duca di York, vescuvo diFrascali, nel blica residenza. La viva religione, la te-
luogo spazio di 3a anni da che si com- nerezza amorosa, il vero giubilo da cui
piace di tenere al suo fianco mg/ Ange- era animala l'Altezza Sua, unito a'divoti
lo Cesarini di Perugia , ora prelato do- gratissi-mi atfetti e sentimenti del vesco-
mestico di Nostro Signore, vescovo di Mi- vo consagrato.formarono un sagro e com*
levi e assistente al soglio pontificio, ha movente spettacolo alla moka nobiltà
potuto rilevare a fondo le soavi e d')lcì romana ivi presente, ed all'affollato po-
maniere, il candore dell'animo, e la spec- polo accorso in chiesa tanto per osserva-
chiata illiba'tezza di questo degno prela- re la maestà della funzione, quinto per
tOj che unendo alla perizia delle lingue applaudire ad un uomo, che in tante oc-

ebraica e greca, delle filosofiche discipli- casioni avea sperimentato liberale olire*
YOR YOR 33i
modo e bene6co". Qu'mdi continua a carrozza rag.' Cesarini e mg.' Francesco
narrare, come ravveninieDlo (u segna- Saverio Belli primicerio delia cattedrale.
lato ancora da vari coinpouimenti poe- Lungi 2 miglia di fatto l'incontrò ; e di-
tici nella libreria del seuinario,da dove sceso il Papa dalla sua carrozza, ed en-
il cardinale si portò poi alla villa di oog/ trato iu quella del cardinal, questi volle
Cesarinì, dov'era imbandito un magnifico seduto al suo fianco, ed il cardinale sup<
pranzo, coU'intervento de'cardìnali Sa* plico inutilmente per declinare un tanto
luzzo, Scotti, Mantica, Ruffo, e Consalvi onore. Alla porta della città seguì la pre*
segretario di stato, di moltissima prela- sentazione dellechiavi a Pio VII, il qua-

tura, del duca e duchessa di Ceri, ed al* le tra le pubbliche dimostrazioni d'esuU
tri personaggi, al numero di 5o e più co- tanza, si recò alla cattedrale, dove trovb
perle. Oltre questo lauto pranzo, altri il il Emanuele IV di Sar-
virtuoso re Carlo
cardinale ne imbandì, cioè nel seminario, degna, che si prostrò al bacio del piede,
per tutti i sacerdoti e chierici intervenuti e dopo avere orato, lo seguì nella sagre-
alla funzione ; nel monastero agostinia- stia.A piedi il Papa passò al seminario,
no, per tutte le religiose che hanno il pia- e ammirò la libreria, preziosi codici ei

cere d'avere in giovane età per esempla* le rare edizioni, monumento della muni-

re vigilantissima superiora la nipote stes- fìcenza del real porporato, servitù di no-
sa di mg/ Cesarini (
priora suor Enrica bilissimo rinfresco. Visitate le agostinia-
Luisa Cesarini) ; e nel convento de'cap- ne, si trasferì Pio VII alla villa di mg.'
puccini di Frascati e di Roma, di cui era Cesarini, nella carrozza nobile del cardi-
protettore. Furono anco distribuite mol- nale, e oltre questi fece salire al suo fian-
te limosine, e il capitolo nella sera fece co il re di Sardegna, tra le acclamazioni
illuminare la facciata del duomo, imita- del popolo, commosso da sì straordinaria
to dal municipio nella bella fontana , e combinazione. Giunto alla villa, fu rice*
da'cittadini nelle loro abitazioni ; né man- vuto dal prelato proprietario, e quindi
carono pubbliche sinfonie, fuochi d'arti- presentato di magnifico rinfresco. La-
fìcio, e ripetuti viva. Riferisce il n. iB8 sciando poi il re col cardinale (suo con-
del Diario di /Jowfl del 1802, riprodot- sanguineo per quanto dirò), il Papa fece
to dal Cancellieri nella Lettera su Ca- una gita alla vicina Grotta Ferrata
, a
stel Gandolfo e paesi convicini, a p. a 34 venerare miracolosa immagine della
la

e seg. Non contento Pio VII delle singo- B. Vergine. Ritornato alla villa Cesarini,
larissime dimostrazioni d'affetto, colle col re e col cardinale si restituì in Fra-
quali imitando i suoi predecessori erasi scati, ed asceso l'episcopio, nella sala no-
sempre compiaciuto riguardare il cardi- bile si assise a mensa, facendo sedere alla
nal d'York, volle dargli un nuovo pub- sua destra il re e alla sua sinistra il car-
blico contrassegno di predilezione col far- dinale , ammettendovi ancora la prela-
gli improvvisamente una visita nella sua tura. In questa e nell'altre tavole appar-
residenza di Frascati, giovedìi 4 ottobre. ve l'innata sontuosità del reale Emiuen*
Prevenuto il cardinalecon segreto avviso tissimo, impegnato ad esternare la rispet-
di adopeiò in
questo distinto favore, si tosa sua compiacenza d'aver per ospite
ogui miglior modo, per quanto il permet- il Sommo Pontefice. Questi poi colla
teva la ristrettezza del tempo,iiel dispor- maggior benignità e piacevolezza dìe'non
re tuttociò che poteva dimostrare il suo equivoci segni del pieno suo gradimento.
giubilo e la sua riconoscenza iu sì fau- Poscia il Papa passò camera, per
iu altra

sta circostanza, l'riuiamenle per la stra- tralteneisi colla soIh compagnia del ree
da romana si portò a incoutrare il Papa del cardinale, fioche partì per Roma, col-

con 3 mule di gala, avendo nella propria lo stesso mododell'arrivo, fra'vivaìuces-


3 ^ i Y O R YO R
santi de'tuscolani.Verso il confine della Papi, il ricavo dalle No'.
cardinale, come
diocesi, Pio VII non permise al cardinale tizie di Roma
1807, era stato fatto
del

rnccompagnasse più a lungo, e perciò di- protettore, oltredel sunnominato ordine


sceso dalla di lui carrozza moolò nella de'cappuccini, di quello de'cei tosini ; del-

propria. Nella seguente mattina il cardi- la congregazione de'chierici regolari ma-


nale mandòa Roma il suo maestro di ca- riani dell' Immacolata Concezione in s.'

mera, per aver notizie del felice arrivo Vito , e di quella del Bambin Gesù di
del Papa, e nella domenica appresso vi Rieti ; delle monache cappuccine al Qui-
si recò di persona a reiterare vivissimi i rinale, di quelle Teresiane-Ginnasie, del-
sentimenti di sua indelebile riconoscenza. la Visitazione, e di quelle pure d'Anne-
Morto i5 settembre i8o3 il cardinal
a' cy, dell'eremite paolanedel Bambin Ge-
Albani, divenne decano del sagro colle- sù nel Porlo dt Fermo; dell'arciconfra-
gio e prefetto della congregazione cere- ternite di s. Anna de'Palafrenieri, del ss.
ranniale il cardinal d'York, che non sen- Sagramento in s. Pietro, di s. Giacomo,
za dispiacere dimesso il vescovato di Fra- di s. Emidio, de'ss. Angeli Custodi del ,

scali, a'26 dello mese fu dal Papa


stesso ss. Sagramento e Cinque Piaghe, e della

tiaslnto a quello ò' Ostine Felletri{V.), compagnia di s. Elisabetta delle città di ;

iti cui ne lodai le benemerenze, e il giu- Frascati, Loreto, Gubbio, Perugia (insie-.
sto governo, come governatore eziandio. me al cardinal Bra$chi,pel riferito dal n.
Non per questo lasciò l'amato soggior- 3i2 de\ Diario di Roma óiiì\ 8o3),Montal- 1

no di Frascati, da dove nel i8o4 si re- to e Vetralla ;delle comunità di s. Anato-


cò col suo mg.' Cesarini a Castel Gan- glia, Valtopina e Torri in ^sabina; delle

dolfo per ossequiare Pio VII, ma incon- compagnie della morte di Fano, di s.
tratolo per istrada, ossia mentre usciva Antonio di Sinigaglia,de'vasellari di Ro-
dal palazzo, Papa fatti discendere dal-
il ma, di s. Giuseppe da Leonessa d'Otri-,
la sua carrozzai! maggiordomo e il oiae* coli, dell'unione de'calzolai di Corneto;

stro (li camera, prese seco in essa due i dell'accademia dell'Umbria; protettore
personaggi , co' quali fece ritorno nella e visitatore apostolico del monastero del-
pontificia villeggiatura. Da questa poi il le ss. Flavia (; Domitilla di Frascati. An-
cardinale e il prelato ne partirono per re- nunziò il n. 56 del Diario di Roma del
Finalmente a' 17 ot-
stituirsi a Frascati. 1807, l'infausta notizia d' esser passato
tobre 180 5 Pio VII da Castel Gandolfo, a miglior vita nell'episcopio di Frascati
e senza entrare in Frascati, tornò alla vil- (e non in Roma, cora' è detto per una
la di mg/ Cesarini, ricevuto dal cardinal svista nel voi. LXII, p. 28^, altra aven-
duca d'York, dal prelato proprietario, do corretta nel voi. XC, p. 23), a 2 ore
(\» altrimonsignori e distinte persone. di notte di lunedì i3 luglio, e in età di
Dopo alquanto tempo, risalì in carroz- 82 anni, 4 mesi e 8 giorni, ed anni 60
za, conducendo in luogo di mg.' maestro e IO giorni di cardinalato, S. A. R. il
di camera, che andò in altra muta, mg.' cardinal ibica di York, dopo breve ma-
Cesarini e mg.' m^ggiordotno ; quindi lattia di febbre putrida, munito de' ss.

portossi alla viihi l'iccolomini a visitare S<tgratnenli e dell'apostolica benedizio-


il re Carlo Emanuele IV di Sardegna. ne. Indi riferì il n. 58 di detto Diario,
Posoia restituitosi alla villa Cesarini], vi esser decesso il Serenissimo porporato
pranzò col real cardinale, graziosamente colla fine del giusto, e doversi sperare
au>mettendo alla sua tavola 1 9 commen- passalo a ricevere il premio di sue lu-
sali, oltre il porporato lietissimo per ve- minose virtù. Mi».' Cesar ni erede fidu-
ilerbi tanto onorato. Nel pomeriggio il Pa- ciario (egli morì nel t8io e riposa io s.
pa partì per Castel Gandolfo. Da diversi Maria iu Vallicella ), supplicò e olleuae
YO II Y O R 333
da Pio VII, perchè fossero pienamenle mente. Al Funerale intervenne Pio VIT,
eseguite le lodevoli e religiose disposi- col sagro collegio e la prelatura, ec.,
zioiii del leal defunto porporuto. Nel d'i pontificando la messa il cardinal Galleflì,
seguente, dopo imbalsamalo il cadavere, e facendo il Papa l'ultime assoluzioni.
nel punto di trasportarci a Pioma, lutto Nella sera il cadavere privatamente fu
il popolo di Frascati si aifollò intorno i>I portato in s. Pietro, di cui era stato ar-
lugubre convoglio e l'accoaipagiiò fuori ciprete 5Q anni, ricevuto alla porta gran-
della porta per lungo tratto, esternando de da tutto il capitolo con cerei accesi,
col pianto e colle grida dolenti la pro- e fatte le assoluzioni nella cappella del
fonda amarezza di vedersi rapire, nel- coro, venne previo rogito tumulalo nelle
r accaduta perdila irreparabile, anche sagre Grolle accanto alle ceneri del ge-
le venerate spoglie mortali di quello nitore Giacomo III. Nello stesso luogo
che per 43 anni era stato il suo ottioio fu deposto il real fratello Carlo Odoar-
vescovo, l'efficacissimo protettore, il pa- do, che il cardinale avea temporanea-
dre di tutti amoroso e benefico, sino a mente collocato nella cattedrale di Fra-
profondere immense somme a sollie^o scati,secondo l'ordinato dall'eccelso de-
de'poveri, nella fabbrica e dote del se- funto , a tal uopo essendo stato nella
minario, in nrnanioDto e decoro della precedente notte trasportato a Roma,
cattedrale, in benefìcio di tutta la città riunendosi in tal modo gli ultimi ram-
e diocesi. La sua numerosa inconsolabi- polli dell'augusta stirpe degli Stuart. Del
le famìglia, con lorcìe accese si trovò alla marmoreo deposito scolpito da Canova
porta del palazzo della Cancelleria apu* ( dopo RafTaello, proclamato Principe
stolica in Roma, per ricevere il cadave- delle j^rti ) ad essi, e dal Bracci alla re-
re, che accompagnato dall'arciprete del- gina Sobieski, parlai ne'vol. XII, p. 281,
la cattedrale Tuscolana, e di tutti fa- i LXll, p. 288. Tali monumenti sono nel-
migliari che si trovavano in Frascati, la basilica Vaticana, nel principio della
giunse circa le ore 7. Vestito quindi de- nave minore a sinistra dell'ingresso. Il

gli abili cardinalizi paonazzi fu esposto laudato Pistoiesi fece la descrizione an-
sopra alto letto nella sala d'udienza di co del cenotafìo de'3 Stuardi a p. 258,
detto palazzo, essendo stati eretti nel- ed eccoue l' iscrizione, lacobo HI • la-
l'altre stanze aitali) dichiarati dal Papa cobi 11 Magnae Brìi. Begis Filio - Ka-
privilegiati, ne'quali di continuo si ce- rolo Eduardo - Et Enrico Decono Pa-
lebrarono le messe nel mercoledì e gio- truuni Cardinaliuvi'Iacobi III Filiis -

vedì, oltre quelle distribuite nelle chiese Rcgiae Stirpis Stuardiae Pos treni is •

di Roma.! mendicanti ufTiziarono le con- Anno ìiDCCCXix. Nel n. 4 del Diario


suete vigilie, e grande fu il concorso di di Roma del i8j6 è detto. >» Il principe
ogni ceto di persone, a rendere l'ultimo reggente d'Inghilterra, poi Giorgio IV,
omaggio ad un regio porporato, tanto con Bobilissima munificenza, ha sommi-
benemeritu e amato per le sue gran- nistrato una ragguardevole somma, al-
diose beneficenze, tutti proclamando e- refTetlo d'erogarsi in erigere un monu-
logi alle sue virtù. Nella sera del giove- mento sepolcrale alla eh. me. del cardi-
dì, il suo coi'po chiuso nella cassa, se- nal denominalo duca di Yoik nella ba-
condo la sua disposizione, fu portato con Vaticana ". L'ordinò egli slesso ia
silica

pompa funebre in s. Andrea della Val- Londra al Canova, ed è il suindicato,


le, io cui il capitolo di s. Lorenzo in ma poco encomiato. Il Wisemaa
cai dinal

Damaso celebrava le ufiìziature, essendo nelle preziose e recenti Rimembranze


la propria chiesa in riedificazione. Esso degli ultimi quattro Papi, nel cap. 6 di
lo ricevette, ed ivi fu esposto decorosa- Pio Vii, ragiona del cardioal di York,
334 Y O R YO R
e anche altrove. Egli assicura, che fu il lui. L' una è piuttosto una moneta co-
duca di Sussex, cioè Giorgio, che visi- niata in suo nome: Sede bacante, che
tando il cardinale, gli die'il titolo che gli tale é il privilegio del cardinal f^ice-

piaceva, à' Altezza Reale. »» Si è tanto Cancelliere in quel periodo. Porta le ar-
poco avvezzi a sentir qualche cosa di mi reali d'Inghilterra, di Scozia e d' Ir*
buono, intorno a Giorgio IV, che con- landa^ sormontate da un Cappello Car-
sola il ricordarsi come, ne'giurni di ree* dinalizio sopra una corona ducale. Sul
chiaia e di bisogno deirottimo cardinale rovescio sta leggenda Henricus Car-
la :

(quando avea perduto le sue pendoni e dinalis Dux


Ebov. S. R. E. Ficecan'
ì suoi benefìzi, a motivo dell' invasione cellarius. Sede Facan. 1769. Un'altra
francese), il principe gli offerse una pen- è una gran medaglia col suo ritratto, e
sione, la quale venne accettata con gra- con quasi la stessa iscrizione, salvo che
titudine; e conae dipoi comotise a Ca- vi è aggiunto: Ep. Tnscul. Sul rovescio
nova il monumento funebre dello Stuar- è r immagine della Religione colla co-
do, che non è il parto più felice di quel rona ducale e il cappello cardinalizio, a
grande artista. Il cardinale parlò sempre pietli circondata dalla leggenda: Non,
altamente e cortesemente della famiglia desideriìs honiiniini, sedvolaatate Dei.
regnante. Egli lasciò dotazioni per l'edu- Nell'esergo è la data del 1766. Noterò,
cazione degli studenti ecclesiastici desti- nella Sede apostolica f^'^acanle soltanto
nati alla Scozia (come già notai m quel- il cardinal Camerlengo di s. Romana
r articolo). La sua munificenza estende- Chiesa (/'.) conia la Moneta; non mai
vasi ad altri oggetti. Essendo arciprete ebbe tal privilegio il cardinal Vice-Can-
di s. Pietro, presentò quella basilica di celliere. le medaglie per a-
Descrivendo
un isplendido calice d'oro tempestato di ver ingresso Conclave (V.), riportai
al

gemme provenienti dalla famiglia So- il novero de* primari prelati che hanno

bìeski; e siccome detto calice trovuvasi il privilegio di coniarle, oltre il Senato


ancora in casa sua, quando fu saccheg- Romano, il Maresciallo del Conclave
giato il tesoro della Chiesa, così fu sot- e il detto cardinal Camerlengo. Posseg-
tratto alla spogliazione, e sino a due anni go l'identica medaglia suddescrilta del
fa (scriveva nel iSSy), serviva nelte cardinal di York dell'anno 1769, di sta-
grandi celebrazioni pontificali in s. Pie- gno. Il cardinale si sarà creduto auto-
tro". Del resto il cardinal Wiseman quali- rizzato a coniarla, pel memorato ogget-
fica il cardinal di Yoik,amabileebenefìco: to: la descrissi nel voi. XV, p. 3o8, e la
che mancavagli qualche cosa ad avere
se dissiprobabilmente coniata pel passag-
il titolo di duca di York, certo non gli fa- gio de' Ponti di Roma {V.\ che danno
cea difetto un cuore veramente reale. Le comunicazione al Vaticano, quando in
sue carità erano senza limiti; la povertà esso si celebrava il conclave, pel libero
e la miseria erano cose ignote nella sua passaggio al medesimo. Il can. Rauco,
sede di Frascati. Quantunque non fosse Storia della città di Veletri, t. 2, p.
né dotto, né fornito di grandi talenti, 108, fece del cardinale questo elogio.
conosceva però il pregio d'ambedue que- « Fu personaggio generoso, magnanimo,
ste cose, stipendiava ottimi professori pel di somma religione, e di grande libera-
suo seminario, e circondavasi d'uomini lità verso i poveri. A. tutte sue spese sta-
d'ingegno. Tutti attestarono la sua bon- bilì io Veletri un'abitazione per comodo
tà singolare, e l'indole semplice. Sog- degli alunni del seminario pel tempo
giunge inoltre il cardinal Wiseman. Vi estivo. Egli era tanto premuroso del-
sono parecchie «nedaglie del cardinal du- l' ammaestramento de' giovani alutmi,
ca di Yurk coinmemoraDti il. titolo di che per impegnare maggiormente i mae-
YOR YOR 335
stri, sul fìne delt' anno scolastico soleva facbiglia reale,ovvero da lui acquistati.
del proprio regalare a ciascuno ^4 scu- Prescrisse che il prelato non potesse mai
di ". il cav. Artaud, nella sullodata Sto- esser costretto di manifestare a persona
ria di Pio FU, dopo aver detto al alcuna quanto gli avea comunicato , e
cap. 5: M L'ultimo degli Stuardi avea pre- questo spiegarlo quando lo crederà op-
so il nome di Enrico IX re d'inghilter portuno econveniente, volendo che per-
ra e di Francia, sopra alcune medaglie, ciò avesse tutto il comodo, sia per intero,
ed in certi atti di sovranità ". Nel cap. sia in parte^ secondo le circostanze de'
55 dichiarò:» Giacomo III donò tutte tempi. E se alcuno, fosse pure di sovra-
Je sue carte e tutti i suoi gioielli al prin* na condizione, pretendesse costringerlo,
eipe Carlo Edoardo, fratello del cardi- sotto qualunque pretesto, a fare le ma-
nal duca di York, e questi erane andato nifestazioni e dichiarazioni, intere o par-
al possesso nel 1788, avvenuta la morte ziali , intendeva nominarlo e istituirlo

de! fratello. Quando morì il cardinale suo erede universale proprietario, colla
lasciò un testamento, le cui disposizioni piena libertà di godere e disporre della
meritano particolare attenzione ". Non sua eredità intera, e senza restrizione al-
essendo mai pubblicato, l'Artaud ne of- cuna. Dichiarò eziandio, che qualunque
fre il testo: debbo contentarmi di un altro alto esistente presso di lui, e ne'pa-
estratto. Esso è fatto mentre era ve- lazzi di Roma e di Frascati, o presso il

scovo di Frascati, e s' intitola fìglio di medesimo fiduciario , dovesse conside-


Giacomo 111 re d'Inghilterra, di Fran- rarsi parte della presente sostanziale di-

cia, di Scozia e d' Irlanda, senza usare sposizione, ed eseguirsi pienameute. Che
del titolo di duca di Fork {F.), ma di perle grandi perdite sotferte nella ribel-
cardinale. Per la grande confidenza che lione di R^oma e per la distrazione di gio-
avea nella carissima persona di mg."^ Ce- ielli e oggetti preziosi per soccorrere lo
sarinì vescovo di Milevi, per le grandi stato pontificio sulla domanda del Papa,
prove date ognora di sua onestà, fedel- non potere come avrebbe desiderato il

tà, delicatezza, e alto rispetto e amore ilsuo cuore, considerare le persone ad-
per lui, lo deputa esecutore del testa- dette al suo servizio e quelle che poteva-
nieoto, ed erede fiduciario universale di no meritare i suoi riguardi. Finalmente
quanto possedeva in beni mobili eimmu- intese di rinnovare la protesta (di cui più
bili, gioielli, credili, diritti e ragioni, an- sopra) consegnata negli alti dtl Calaldi
co^di sua real casa e famiglia ; col quale nel I
784 e pubblicata a'3o gennaio 788, 1

avea passatoquotidianamente la maggior in occasione della morte del serenissimo


parte della vita, onde a lui avea spiega- fratello, relativa alla trasmissione de'suoi
to le sue precise volontà e disposizioni ;
diritti e successione al trono e corona d'iu-
perciò ordinando, che tutto quello che ghilterra in favoredel principe cui ritorne-
verrà da esso dichiarato e voluto, sia con- ranno di diritto, dejure, per prossimità
sideralo come proprio e reale comando. disangue e pe'successivi diritti; dichia-
Per la disposizione degli utensili e sup- rò trasmetterli al medesimo nella più e-
pellettili della propria cappella , anche spressa e solenne forma. Questa esser la
preziosi, esser munito di speciale indulto sua ultima volontà ec. Dato nella nostra
di Benedetto XIV. Egualmente dichia- residenza di Frascati, a' 1 5 luglio 1 803.
rò io ispecialità , tutti i metalli prezio- Enrico. Dal testo di tale atto non trovo
si, gioielli, diamanti, ordini, come pu- la disposizione riportata da molti, e da

re l'insegne della sua corona, le decora- me pure ripetuta, che il cardinale in esso
zioni ec, a lui appartenere di libera pro- prescrisse che il suo nome d'Enrico IX
prietà, ed a lui devoluti dalla sua casa « si scolpisse sulla tomba e che veuue ese-
336 Y OR YOR
gijìlo: ma dtilia proilolta iscrizione ciò dissi in quell'articolo. Si di's^e ch'eiano
non appare. Forse lo fu sulla cassa di state esaminate da un romano,
il quale
piombo. Nota l'Arlaiitl, che la successio- ne avea istruitola corte di Sard»- i»na
ne sembra spettasse per consanguineità, poiché i diritti eventuali degli Stuart e-
per la linea degli Stuart, allora a Vitto- rano passati al 2." figlio di Vittorio Ame-
rio Amedeo Ili re di Sardegna, secondo deo III, cioè a Vittorio Emanuele 1 allo-
le leggi inglesi cattoliche. « Non man- ra regnante. Farle dell'eredità del car-
cano inglesi che ricercano ancora al pre- dinale pervenne alla s. congregazione di
sente colla maggior premura una me- Propaganda fide, compreso il tenimen-
daglia, che il principe cardinale ha to Coazzo, divenuto ora celebre per le

fatto coniare in Roma, e nella quale as- scoperte catacombe e basilica di Papa s,

sume il titolo di Enrico IX. L' impe- Alessandro I, e nuova chiesa rifabbrica-
ratore Napoleone I, nel ricevere la noti- ta, di che parlai ne' voi. LXXIII, p. i o 1,

zia della morte dell'ultimo degli Stuart, LXXXVin,p.86 e altrove. Si può vedere
disse Se gli Stuart avessero lasciato
: il 1. 1 3, p. 288 degli zinnali delle scienze
solamente un fanciullo d'S anni, io l'a- religio'iedel prof. Arrigìd : Sca\'ie sco-
vrei riposto sul trono della Gran BrC' perte. Ivi si coriegge d ^'ibby, che attri-
lagna". Tanto è vero che l'osuipazioni buì il tenimento all'ospedale di s. Gia-
non ledono diritti! Dedica poi l'Ar-
i como degl' Incurabili. Ancor vivente il

taud parte del cap. y5 alle Notizie sulle cardinale, se ne fece l'elogio nella slorii
casse pienedi carte appartenenti al car- de' cardinali del secolo passato, f'ilae, et
dinal d'York. Loro importanza. Lette- res gestae Suni. Pont., et S. R. E. Car-
ra del cardinal ConsaUn a lord CasleL dinaliuni. JnctorcEquite Jo, Paulo da
reagii. Le carte si scoprirono nel 8 6, e i 1 Cinque et adv. Raphaele Fabrini, Ho-
l'inglese Watson in Roma propose di mae 787, t. i, p. 523.
1

comprarle a denaro sonante ; e la perso- YORK., Eboracmn. Città arcivescovi-


na a cui erano pervenute iu mano da un le, antica e celebre d'Inghilterra, capo-
nascondiglio di granaio ove l'avea nasco- luogo della contea delsuonome nell'East-
ste il defunto maestro di casa, a cui nel Ridiog, suirOuse e il Foss, distante 55 le-
i8og l'aveti alfidate il pur morto nig.' ghe da Londra, già capitale del Northuni-
Cesarini, le cede per la meschina som- bcrland. Situata amenamente nella pia-
ma di 170 scudi. L'autore dà un cenno nura più vasta del regno, è considerata
del contenuto; parte però erano rose d-i- come la 2.' sua città e la capitale dell'I n«
gl'insettij parte in disordine, parte spo- ghilterra settentrionale benché sotto il ;

gliate de' documenti più importanti, al- rapporto di popolazione, commercio, ric-
Ire poco leggibili. VenuloiI governo pon- chezze e industria, non può pareggiare
tifìcio in cognizione della cosa, »' impa- molte altre più moderneciltà, come Man-
dronì delle carte , tranne alcuni mazzi, chester, Liverpool, Bristol, Hull ec. Egli
che Irovavansi in altre mani ; e Watson è però sotto il rapporto di sua antichità,
reclamò indarno, come acquisto senza e di sue memorie isteriche, civili ed ec»
autorizzazione, onde l'eredità avea inten- clesiasticheche al suo famoso nomee coa-
tato un giudizio, e l'acquirente ricusò la giunta una somma venerazione. Vista a
restituzione della somma. Il cardinal Con- qualche distanza, si distingue pel nume-
salvi a' 26 gennaio 18 17 scrisse a lord ro di piramidi e obelischi, che innalzan-
Casteireagh la lettera che recita lo sto- dosi Ira le case indicano le sue molte chie-»
rico, che in sostanza è la narrativa del- se parrocchiali, ridotte da ultimo a circa
l'avvenuto; e pare che le carte sieno state 24 dalle antiche 44 cattoliche. Vi si entra
inviale alla corte d'Inghilterra, come già per 4 porte, e quasi di recente ve n'eraao
Y OR YOR 337
olire 5 minoii o di soccorso, l'ultima es- la d'Ebaldo re di Kenl. Da principio non
sendo slata demolita Del 1818. De'6 pon- fu che un edifizio di legno,costruito in tut-
ti che sono in York, uno solo sta sull'Ou- ta fretta ; ma ben presto Edwino intra-
se, gli altri 5 essendo gettati sul Foss. La prese nel medesimo silo la costruzione di
sua bella e sontuosa cattedrale metropo- un tempio di pietra. Ucciso egli ad Hat-
lilana,chiamala/T//>i5ter oYork-Minslery field nel 633, in una battaglia contro Pen-
sotto l'invocazione di s. Pietro, presenta- da re di Mercia, e contro Cadwalla re de'
va con imponente maestà un enorme mas- Galli, lasciò l'opera incompleta. Oswal-
so : era uno de'più notabili monumenti do, uno de'stioi successori, figlio di suo
gotici d'Inghilterra, più grande della cele- zio Adelfied, fece proseguire i lavori, che
bre badia di PVtslniinsler (^^.). Era giu- non furono decisamente compiuti che
stamente stimata la gloria non solo di sotto l' arcivescovo s. Wilfrido. Un in-
York, ma della gran Bretagna tutta. cendio distrusse questa i. 'chiesa nel 74'»
Questo magniflcotempio ebbe vanto d'es- ma si ebbe cura di tosto riedificarla nel
ser uno de' più belli d'Europa, ma non 767 sotto l'arcivescovo Alberto. Poscia
più esiste dall'infausto 20 maggio 1840, nel io6g il presidio normanno, che oc-
essendo rimasto preda delle fiamme e ri- cupava la cilfà di York, per difendersi

dotto in cenere. Quest'insigne monumen- contro una rivolta del popolo, pose fuo-
to dell'arte e della religione cattolica^ già co a'suoi borghi, e le fiamme spinte dal
dominante nella Gran Bretagna^ rispet- vento,avendo invaso la chiesa, la distrus-
tato per tanti secoli, ed in tanti sconvol- sero nuovamente. E vi fu in quella circo-
gimenti, e perfino inque'deplorabili tem- stanza a deplorare la perdita d'una pre-
pi d'un odio nato da vergognose passioni, ziosa biblioteca, fondata nel 740 dall'ar-
non ha più che una torre, e le pareti della civescovo Egberlo, che stava nella catte-
navata che ne sopravanzino. Credesi che drale slessa, secondo l'antico costume ; e
ilfuoco abbiaavuto origine da una cande- della quale il celebre Alenino precellore
la, un candelliere di legno ela-
posta sur di Carlo Magno, parla con ammirazione
da un artefice occupato da
sciata accesa nelle sue lettere e ne'suoi poemi. L'an-
qualche tempo a ripararne grande oro- il no in cui avvenne questo disastro fu no-
logio. L'incendio generale, per la sua ra- minato alla sede arcivescovile di York
pidità e per non essersi potuto riparare, Tommaso canonico di Bayeux ch'era sla-
lo fece ad alcuni credere opera di ma- to cappellano e tesoriere di Guglielmo (
lefica mano. 1 più grandi ed i più pronti il Conquistatore. La r.' cura di questo
soccorsi furono apprestati.il lord maire, prelato fu di fare risorgere dalle rovine
molti magistrati, i dignitari, ed una fol- la chiesa sopra proporzioni molto più
la di cittadini accorsero sul luogo del di- grandi ; ma nuovamente in-
1 edifizio fu
sastro, e dedicaronsi al servizio delle pom- cendiato nel 1 137 con una grandissima
pe. Disgraziatamente l'incendio avea fat- parte della città. Nel 1171 l'arcivescovo
to COSI estesi progressi, che fu impossibi- Roger di Bishopsbrige cominciò una nuo-
le arrestarli. Forse il monumento risor- va costruzione, ma non ne vide che in-
gerà, per amor patrio, eh' è nobilmente nalzato il coro, nel luogo in cui poscia
assai sentito tra gì' inglesi ; poiché dopo surse la magnifica cattedrale. Tuttavia
l'infortunio, molte e significanti furono questo coro fu nuovamente distrutto
le spontanee oblazioni e soscrizioni fi<t- per costruirne altro nel 1375, ed il com-
te pel suo ristabilimento. La i.* chiesa pimento del grandioso edificio non ebbe
di York fu costruita nel 627 in occasio- luogo che nel i4'0 o i4'2. Al coro a-
ne della conversione d' Ed wino re diiVor- vea posto la i.' pietra a' 19 luglio i36i
thumberland, marito a Elhelburge sorel- r arcivescovo Thoresby, la cui statua fu
voL. cut. 22
338 Y O n YOR
eollocala sulla finestra impareggiabile, più delicate scidture era divisa in com-
di cui sono prossimo a parlare, per la partimenti da i5 nicchie, nelle quali
sua grandezza e bellezza. La callerlrale stavano altrettante statue di re inglesi da
d'York fu sempre riguardala come uno Guglielmo I del 1 066 fino ad Enrico VI
de'cnpolavori del così detto gusto gotico deposto nel 1461 : quest'ultima fu tolta
inglese. Nel centro del fabbricato sopra per sostituirvi (p^ella di Giacomo del I

4 pilastri di colonne massicce ionalzava- 1 6o3,il I ."degli Stuart. Tra le tombe che
siuna torre o della lanterna, alta circa racchiudeva la chiesa, ve n'erano molte
200 o 2i3 piedi e finiva in uno stile
: rimarchevoli. Indicavaiisi agli stranieri
molto diderente da quello delle torri oc- anche diverse rarità, che com'è a ritener»
cidentali. Alla estremità occidentale era- si forse saranno state sottratte dall' in-

no due altre torri o campanili alti 196 cendio, ed erano: un'antica sedia del-
piedi. Queste torri e il complesso del tem- l'eptarchia che serviva all' incoronazio-
pio ammirava da lungi. Nella città pe-
si ne d'alcuni antichi re sassoni ed il fa- ;

rò mancava soltanto, per goderne l'e- moso e grande corno formato con un
una piazza, essendo troppo stret-
sterno, dente d'elefante, pel quale la chiesa di
tamente circondata da case. Del magni- York possiede molte terre di gran valore
ficoedifizio, particolarmente superba era e concesse circa il ro36, che serviva di
la fronte ovest. La parte est essendo di bicchiere ad Uifo signore di Deira,e ch'e-
data alquanto posteriore spiegava più fio- ra stato da lui dato nel io36alla catte-
rito siile d* arcbitellura, follo d' elegan- drale come smbolo della vendita di certe

ti niccbie e snelli pinnacoli. Allo splendido sue terre : questo corno è d'avorio coi»
esterno perleltatuenteoorrispondeva l'in- ìsculture rappresentanti due grifoni, uu
terno. La crociera esibiva una superba leone, un liocorno, alcuni cani e diversi
mole dello siile d'architettura che pre- alberi. Nel tempo della prelesa luttuosa
valeva negli ultimi anni del regno d'En- rifoi-ma, questo corno cadde nelle mani
rico ili, morto nel 1272. La divisione di Tommaso lord Fairfax, ma suo figlio
che separava la nave dal coro, era un Enrico ne fece la restituzione alla catte-
pezzo di scultura curiosissima, di cui se drale. Nel i.° febbraio 1829 uno scelle-
ne ignoravo la storia. Inoltre nell'inter- rato, Giouala Martin, erasi nascosto nel
no ammiravansi veri portenti della
i coro, e nella sera avea dato fuoco alle co-
vecchia arte inglese. L'infinita varietà e struzioni dilegname: non si manifestò
ricchezza degli ornati erano veramente r incendio che alle ore 7 del seguente
sorprendenti. Le sculture in marmo ed giorno 2; ma potè allora vincersi l'in-

in legno, i vetri pitturati erano le cose più cendio, sebbene tutti gli stalli fossero sta-
importanti. Consideravansi speciabnen- ti non che 220 piedi di costru-
distrutti,
te come opere uniche nel loro genere la zione di legname, e l' organo sovrappo-

finestra che formava 1* estremila della sto alla tribuna. Si aprì anche allora una
cliiesa a levante, e la magnifica tribuna di sottoscrizione, e si riunirono ben presto
marmo, che divideva il coro dalla nava> 5o,ooo lire sterline per l'occorrenti ri-
ta. La finestra avea yS piedi d'altezza e parazioni, che vennei'o immediatamente
l'autore di tali pitture era stalo John eseguite. La sagrestia conteneva moUe
Jornlon di Conventry nel i4o5. Vi e- antichità, come calici d'argento trovati
spresse con diverse rappresentazioni l'on- nelle tombe degli arcivescovi; una testa
nipotente Dio, le figure di monarchi, di scolpita in legno, che si credeva parte
sacerdoti mitrati, di Santi, e di molti dell' efligie dell' arcivescovo Rolheram,
tra'principali avvenimenti ricordati i.el- morto di peste nel i5oo;vari antichi
la s. Scrittura. La tribuna coperta delle anelli ; un bastone pastorale d'argento,
Y OR Y O R 339
dduato da Caleriaa legiua vedova d'In* suo singolare portico sassone. Della ro-
gliiltei'i'a, al suo coiife&àore, uoiuiiiaoilo- vinata abbazia di s. Maria, di cui uel voi.
ìu alia sede nel 1 687, e toltogli dal cou> XXXV, p. i4i| che dopo la cattedrale
le di Derby. Dopo la brucidta libretiu, meritava maggior attenzione, ora ri-
la
una 2.* ebbe lo stesso desliiio : la 3/ si mane appena una piccola parte della
fuiiiiò circa il 1628. Alcune altre Ira le chiesa, dalle cui dimensioni apparisce cba
|)iii)Cipali diiueusioui del dislrulto tem- sia stala lunga 37 i piedi e 60 larga. Vi

pio sono queste. Lunghezza dall' est al- hanno inoltre luoghi di culto, oltre le
l'ovest 524 piedi iuglesi ; larghezza al ca- chiese de'cattolici, pe'metodisti, presbite-
po uiieutale io5; latghezza all'occidea* riani, indipendenti, quacqueri e altre
tale log ; lunghezza della crocerà dal selle. Sotto il regno Enrico dal d' V
nord al sud 222; altezza della maggior i4i3, le chiese parrocchiali erano 44^
(une della laiiteroa 21 3; altezza delle oltre 17 oralorii. lliuaire, ossia mi» stra-
due torri occidentali 196; altezza delia to della città d'York, è il solo nei regno
nave e corpo della chiesa gg; altezza del che goda come quello di Londra il tito-
la Huestra orientale jS ; larghezza del- lo di Lord: esso indossa nelle pubbliche
la medesima 72. 11 capitolo in fortua sue funzioni un manto di scarlatto e una
d' un ottagono di 65 piedi di diame- catena d'oro massiccio. I| castello d'York
tro, uè avea 6S d'altezza, stimata dal è di molta antichità : il luogo fu scello,
centio del soITtltu. Il capitolo angiicauo giusta alcuni scrittori, nel tempo di Gu-
della chiesa di York^ aggiunto all'arci- glielmo 1; ma rovinando la fabbrica di
vescovo che vi risiede, comprende uu de- quell'epoca, fu riparata, o meglio riedi-
cano, 4 arcidiaconi, uo. preceutore, uu ficala sotto Riccardo ili del i483. Fu
caucelliere, un sotto decano, 29 preben- poi interamente demolilo, e l'edilizio
dali, uu succentore, 5 vicari corali, ed ora esistente venne eretto nel 1701. La
altri ministri. La »toria della cattedrale carcere pe'debitori non ha forse pari in
d' Yoik, la scrisse Dugdale, coli' inven- alcun luogo. Nell'ala sinistra sta la cap-
tario del tesoro di esia e lo stato de'u)ol< pella. Nella basilica o nuovo palazzo dui*
lissimi beui che possedeva nel L'jucashi- la coulea, d' ordine ionico, si misurano
le, derivati dalla munificenza del re Atei- i5o piedi di lunghezza e 4^ ^> larghez-
klauo morto nel 94 > Oltre la cattedra- za. Gli altri pubblici edifizi sono la casa
le, Yoik coutiene 20 chiese parocchiali del comune eretta nel i44^> ^ conside-
entro le sue mura, e 3 ne'suburbi. La chie- rata come una delle più belle costruzioni
sa di Tutti i Sauti, io Nurtli-street, da gotiche del regno ; il teatro e la sala del-
pilastri divisa in due ale spaziose, ha l'adunanze in Blake-street. PossìedeYoik
nelle finestre alcune iavelriate dipinte uu ospedale della contea, una dispensa
bene conservate, ed uà bel campanile. di medicinali per- la città, scuole gratuite
Specialmente distinta per l'alto suo cam- pe' fanciulli d' ambo i sessi, una grande
panile è quella di s. Maria in Caslelgale; scuola nazionale pe' medesimi, la cas^a
d'Ognissanti sul Pavement, ch'è uu an- di risparmio, la libreria circolante, la
tico rettorato^ e la sua torre vieue con- prigioue, la casa di correzione, e altri sta-
siderala come un pezzo squisito di go- bilimenti. Ha pure un asilo pe'pazzi,ecl
tica architettura; s. D>ouisio io Water- un istituto dello stesso genere ad un 3.'
gate si fa principalmente notare per una di lega dalle sue mura, chiamato The Rti-
gran tavola di marmo azzurro, eoa due treat, stabilito da' Quacqueri^ per que'
intorno un'iscrizione di metallo,
ellìgie e della loro setta. Tutto scorgesi bea re-
ora del tulio scancellala; s. Margherita golalo dalla ragione in quel manicomio,
nella via omonima, vieue celebrala pel t dementi che vi soggiornano souu tenuti
34o Y O R YOR
ben netti, si muovono con libei là, senza in cui si divide la contea, l'altre essendo
strepito e senza disordine, ed a vedere il North-R.iding ed East-Riding. Ma il
loro aspello grave e pieno di riservatez- West-Riding è forse la contrada più ma-
za, si vede che sebbene alienati si ram- nifatlrice del mondo, e n'è mirabile l'in-
mentano d'esser quacqueri. Passeggiano dustria. In vece neirEast-Riding,ove tro-
pel giardino col cappello calcato, a gran vasi la città di York, l'agricoltura in pochi
passi e con molla agitazione, ma sempre punti dell' Inghillerra viene trattata a
eolle mani in tasca, col pugno serrato. pih alto grado di perfezione. La città poi
Subuibano è pure il superbo palazzo ar- vanta degl' illustri, e valga per lutti ri-
ci vescovile, situato al3ishoplherpe. Il com- cordare il sunnominato y^/f/t /no (/^.), e
mercio eravi una volta considerabile; ma quelli che dirò. D'infelice fama è l'ere-
dopo la fondazione del porto d' Hull, o siarca Giovanni Wiclef nato in York, ca-
Ringston-upontlull, verso il cader del posetta de' TVicleJisli (A^.).

XUl secolo, è notabilmenle decaduto, York è una delle più antiche città
essendo Hull l'emporio del commercio à'lnghillerra[F.), di cui seguì i destini, e
esterno: nondimeno le navi di 90 ed an- perciò quell'articolo compeuelra eoa si

co di 120 tonnellate ponno rimontar la questo. Gl'imperatori romani per sog-


riviera d'Ouse fino al ponte d'York, giorno la preferirono a Londra. Egli è
presso al quale è una buona riviera. Vi in questa città che avea il suo quartier
sitengono de'grandi mercati, e vi si fan- generale, e che morì nel 2 i i di nostra
no delle corse di cavalli molto celebrale. era l'imperatore Settimio Severo. Un se-
Si (anno ancora buoni negozi in guanti, colo dopo vi mori pure l'imperatore Co-
tele, galloni, vetri e droghe, e rami im- stanzo Cloro. Il suo figlio Costantino 1 il

portanti ne sono la stamperia e librerìa, G/vzrtr/^, fondatore dell'im pero d'Or/e«fó,


the vi si trattano io grande. Però il so- vi nacque da s. Elciia (/ .) imperatrice,
stegno suo principale la città lo ricava da alcuni detta inglese e da altri di York
dalle sue fiere, dall'assise, dalle corse e stessa. Quivi Costantino I vestì la porpo-
dalla residenza invernale di molti gentil- ra. Divenuto cristiano, ridonò la pace
uomini di provincia, per considerarla alla Chiesa, ed accordò a'cristiani il libe-
quasi una 2.* metropoli. Gli abitanti nel ro esercizio di loro religione, divenendo-
jBai erano 21,000, enei i83i creb- ne il magnanimo protettore. Forse vi
bero a 26,000, ora ascendono a circa dimorarono anche altri imperatori, cer-
45,ooo,onde progressivo n'è l'incremen- to fu la residenza del vicario dell'impero
to. Questo è comune a tutto il regno u- romano. Fu la capitale della Maxima
pito. Quando 1707 si unirono due
nel i Caesarìensis, al modo detto nel volume
regni d'Inghilterra, compreso il princi» XXXV, p. 7, oBritannia lertia. Diversi
pato di Galles, e di Scozia, essi aveano principi reali furono investiti del tilolo
wiia popolazione di circa 6 milioni d'a- di duca d'York: il più celebre fu il car-
bitanti, salita nel i8oi a circa i milio- 1 dinal Enrico Stuard, morto decano del
ni, e nel 85 a quasi 2 1 milioni. La sola
1 1
Sagro Collegio, denominato il duca di
città di Bradford, nella contea d'York,ri- Vork[F.), figlio del re catlolicoGiacomo
cevè un aumento da i3,ooo abitanti a HI, ed ultimo augusto rampollo di sua
1 o3,ooo. La contea d'York nel suo com- sovrana famiglia col nome d'Enrico IX,
plesso neli853avea 1,700,000 abitan- benché continuasse a tener quello di
ti mandava 6 rappresentanti al parla-
e questa ducea. Questa città e la contea
meulo: la sola parte occidentale, West- del suo nome furono inviluppate in lun-
liiding, contava i,3i5,ooo abitanti e ghe e intestine guerre che desolarono
37,3 19 elettori: essa è una delle 3 parti ['Inghillerra, e narrate in quell'articolo.
YOR YOR 34f
Esse derivarono da'duchi'di York e dì ne par-
gelo: delia posteriore più avanti
Laocastro, nati da due figli d'Odoardo lerò, quanto a York precipuamente. Dei
HI, quali divenoero capi di due rami:
i primi arcivescovi di York non si cono-
deposto nel iSgg lo zio Riccardo II e scono che nomi di Sansone, Taurino,
i

morto nel i4oo senza prole, nacque o- Pirano e Tadiaco. Sì disse metropoli ec-
slinata contesa tra le due case di York clesiastica, ed anche primaziale della
e di Lancastro, che fece scorrere rivi di Bretagna nel IV o V secolo. Ma la fede
sangue e fini coli' unione d'ambe le fa- vi fu nuovamente predicata agl'inglesi,
miglie a mezzo d'un matrimonio. 1 due e ristabilita la sede da s. Paolino compa-
partiti si dissero della Rosa bianca e gno di s. Agostino, e nuovamente eretta
della Rosa rossa, perchè Enrico VI in arcivescovatoda Papa s. Gregorio 1,
della casa di Lancastro portava nel suo co'medesimi Canlorhery [P\);
diritti di
scudo una rosa rossa, e Riccardo duca ma inseguito l'arcivescovo contro quel-
d'York una rosa bianca. Ma il figlio di lo dì Cantorbery non potè sostenere la
quest'ultimo, per deposizione d'Enrico sua primazia, e fuobbligato,dopo lunghe
VI divenne re Odoardo IV d'York. Ma contestazioni, a cedergli la preminenza.
basti col citare G. Fr. Biondi, Hialoria Bensì i Papi fecero due arcivescovi le-
i

delle guerre civili d' fughi Iter ra tra le gati a latere delia s.Sede nell'Inghilter-
due case di Lancastro e York, Bologna ra, esibendone le prove il Cancellieri nel-
1 647. Il nome di York fu dato nell'A- le Dissertazioni Epistolari- BibUografl-
merica a varie città, forti e comuni, con* che, p. 225. Papa Nicolò II nel concilio
tee, distretti, golfi, baie, porli, fiumi, romano del 1060, concesse ad Aldrado
monti ec. Io onore di York, il suo no- arcivescovo d'York l'onore e l'uso del
me fu pure dato alla città di Nuova- Pallio, per sé e suoi successori. Ma ia
York [f^.), l'opulento emporio del nuo- quell'articolo notai, che Alessandro II
vo mondo, la più popolosa e traflicante succeduto nel 1061 a Nicolò II, per
convegno della merca-
degliStati-Unitijil grazia speciale mandò due pallii all'ar-

tura de'due da Lon-


eroisferii, solo forse civescovo dì Cantorbery. E rilevai nel
dra superata nel commercio. Fregiata voi. XXXV, p. i32, che nel concilio
nel 1808 da Fio VII del seggio vesco- nazionale d'Inj^hilterra del 1072, l'ar-
vile, il IX
breve de' 19
regnante Pio col civescovo di Cantorbery fu dichiarato
luglio i85o l'elevò a metropolitana, as- Primate del regno e dell'arcivescovo di
segnandole per suffraganei i vescovati York. Narrai nel voi.XVIII, p. 262, che
d' Albany, Boston, Brooklyn, Buffalo, un arcivescovo di Cantorbery colla pro-
Burlington, Hartford, Newarck e Port- pria Croce astata fece uscire dalla regia
land; e per i.° arcivescovo l'attuale cappella quella portata dall'arcivescovo
mg.' Giovanni Hugues di Clogher, tras- di York, per insegnargli non potere uà
lato da Basilopoli. La religione vi fiori- metropolitano comparir eoo quel segno
sce, e nella I.* domenica d'ottobre i854, di giurisdizione innanzi al suo primate.

tale prelato vi adunò il i.° concilio pro- Il giuramento d'ubbidienza canonica


vinciale. L'arcidiocesi ha 70 parrocchie de'nuovi vescovi, pel riportato nel voi.
e più di 36o,ooo cattolici. XCV, p. 2gi, pare derivalo da'contrasti
La sede vescovile di York da Coro- tra gli arcivescovi di Cantorbefry e di
manville vuoisi eretta ne' primi secoli York; enei 1072 Lanfranco arcivescovo
della Chiesa, e già nel III figurava qual di Cantorbery nedispensò quello d'York

metropoli ecclesiastica; ma si abbia pre- Tommaso. Ebbe l'arcivescovo diYork a


sente il riferito nel voi. XXXV, p. 8 e suffraganei i vescovati registrati nel voi.
seg., anche per la predicazione del Vau- XXXV, p. i34, cioè di Durliamj di
34a YOR YO li

JJndisfarn; d'Hexam, ovvero Augu- glie del re era già cristiana. La ceremo-
•ladia o Hnugulsladia o Hauston, sede nia si fece in una chiesa di legno fab-'

unila nel VII secolo a York, e già borgo bricala in fretta. La conversione «lei re

nulla TyneNorlhumberland, creila


nel fu seguita da moltissime altre. A Lincoln
da Teodoro arcivescovo di Canlorbery consagrò vescovo Onorio, successore di
s. Giusto di Canlorbery, il quale pure
pour chagriner celiti d'York, indi incor-
porala a quella di Durhann; di Corllsle; ebbe da Onorio I il pallio. Di ciò scri-

ili Chester j e di flfan {F.). Invasa nel vendone il Papa al re Edwino, congra-
V secolo la Gran Bretagna da' sassoni, tulandosi della sua conversione, gli par-
dogli angli e da' juti, popoli idolatri della tecipò i due
che mandava a' suoi
pallii

Bassa Germania, costrinsero i cristiani metropolitani, soggiungendo: Quegli dei


bretoni a ritirarsi sui wonti di Galles. due che sopravviverà all'altro, potrà iti
Papa s. Gregorio 1, per la conversione virtù dell'autorità che gli dà questa let-

de'niiovi don)inafori, inviò inbighilterra tera, consagrare il successore di quello


s. Agostino abbate e alcuni suoi monaci che Dio avrà a sé chiamalo il primo.
•verso il 596. Il re di Kent li fece fer- Morto Edwino nel 633, il successore a-
iTiare nella sua capitale Cantoibeiy, e vendo rinunziato al cristianesimo, ed i
fjuindi fu coosngrato vescovo. Il Papa north umbri essendo ricaduti nell'idola-
gli mandò il pallio, e gli concesse il privi- tria, perciò s. Paolino si vide costretto

legio personale di autorità sopra i ve- nd abbandonare la chiesa dì York, e


scovi della GranBretagna; privilegio cbe ne lasciò la cura a Giacomo eh' egli a-
fermino con lui. Il santo nel giorno di mava teneramente. Quindi il re Ead-
3Vnta!e battezzò i o, 00 persone nel pae- i baldo indusse Onorio arcivescovo di Can-
se d'York. Facendo progressi la propa- lorbery a. costituire (e non consagrare.,
gazione della fede, S.Gregorio I nel 601 come dice il Rutter, e fu per isvista ri-
mandò in aiuto di s. Agostino vari mis- petuto nella biografìa) s. Paolino in ve-
eionnri, cioè s.Paolino ( F.), cbe si me- scovo di Rochester, la cui sede era va-
ritò il titolo à' Apostolo de' VII regni del- cnnle da lungo tempo, ed ivi morì nel
l' EptarcJiia degli Anglo-Sassoìti,\v)%\e- 644- ^^ .sede di York continuò ad esser

me a'ss. Mellito e Giusto, ambo di poi priva del pastore: poiché i ss. Aidano,
sircivescovi di Canforbery. Essi erano Finiauo Colmano [f^), benché apo-
e
eziandio portatori di lettere in cui era stoli norihumbri, fecero la loro re-
dei
indicalo, cbe dopo la conversione della sidenza a Lindisfarn. Finalmente <lopo
^'arle setlentrionale d'Inghilterra York 3o anni fu riempita la sede di York,
parebbesi eretta in metropoli, e avrebbe quando il re di Norlhumbria Alfredo,
goduto gli slessi onori di Cantobery, e figlio dì Osw^i, volle farla occupare da
ciascuna con 1 2 sufFroganei. S, Paolino fu s. T'Filfrido (F.). Ma siccome non vi

Giusto arcivescovo di Canlorbery


.ila 8. era in tutta l'Inghilterra se non un sol

consagrato vescovo a'aS luglio del 6-^5 vescovo per consagrarlo, Io mandò in
egli fu il i.° arcivescovo di York, rice- Francia a ricevere l'unzione episcopale,
vette il pallio da Roma, ma non ebbe ove fermatosi, e perduta ormai la spe-
mai suffragane!. Glielo inviò Papa O- ranza del suo ritorno, il re Oswi nomi-
Ttorio come metropolitano del set-
1 , nò s. Ceadda (A^) abbate del monaste-

tentrione della Gran Bretagna, Quindi ro di Lestiogay. Questi dunque fu con-


nella festa di Pasqua del 627, s. Paoli- sagralo vescovo di York nel 666 da Wi-
no battezzòa York Edwino re del North na vescovo di Winchester, assistito da
nmberland, con Osfrido suo figli'o, ed due prelati bretoni che si fecero venire
lldasua nipote: la regina Edelburga mo- assai da lungi. Intanto tornato s, Wil-
YO R YOR 34"?

tnòo e vedendo il suo posto occupato, arcivescovo onorato del pallio


(
poiché
senza lagno si ritirò nel suo monnstero dopo il ritiro di s. Paolino, cessò la di-
di Rippon nel Nortliuniberland. Però in gnità metropolitica, essendo passata ai
questo mezzo giunse s, Teodoro ohe Pa- vescovi snoti, che risiedevano a Lindi-
pa s. Vitaliano avea ordinalo arcivesco- sfarne, e Yoi k solo la riac(|uistò sotto il
vo di Caotorbeiy;e nella visita generale vescovo Egberto nel 734)j che ad esso
ch'egli fece in qualità di primate di tutta spellasse l'ordinare canonicamente ve- i

la chiesa Britannica, giudicò che la sede scovi dell'altre sedi; che nessun dì questi
di Yoik canonicamente apparteneva a vescovi dovesse offe mi ere i diritti de'suoi
s. Wilfrido.Dopo governo di 3 anni, il confratelli, ma
che tulli dovessero darsi
s, Ceadda virtuosamente subito si dimi- alla conversione e all'istruzione del po-
se, e poi divenne vescovo di Lichfield, polo, ludi fallo entrare nel concilio (ma
in premio di sua sommissione. Nel 669 Johnson nega !a venuta in Roma del
dunque s. Wiifeido fu messo in possesso Santo per questo concilio, sihbeoe in al-
della sede di Yoik. Zelante pastore, aiu- tro posteriore; ed il Novaes lo dice sotto
tato da Eddi Stephann cantore di Kent, Papa Giovanni VI), padri lodarono i

stabili Tuso de! canto fermo in tutte le la sua moderazione e decretarouo la rein-

chiese settentrionali d'Inghilterra, e «ep- tegrazione della sede. Tornalo in In-


pe adattarlo con molla diligenza alle di- ghilterra, il re disse essere slato il Papa
verse parli dell'ufTizio divino, sembran- ingannalo, e fece imprigionare il Santo,
dogli più degno della nobile semplicità e poi illuminato sull'ingiustizia commes-
della religione cristiana. Di più fondò lo si lo liberò, ed egli si die' alla conver-
stalo monastico ch'eia uno de'principali sione de'sassoiii meridiomli. Venuto s.

oaaetli
DO delle sue cure, nel centro e al '
Teodoro a morie, lo chiamò e confessò
settentrione dell'Inghilterra, conie s. A- il m;d fallo, creandolo successore. Il San-

goslino avea ^^tlo prima nel paese di to ricusò, e l'invilo piuttosto a fare ese-

Kent. Il le Egfiido avea sposalo s. Edil- guire il decreto della s. Sede. Allora re
trude f^-). la quale vivendo continente, Alcfrido lo richiamò nel 686, ed a poco
volle poi abbracciare Io stato monastico a poco gli restituì la sui diocesi. lu se-
per la libertà che dava la Chiesa alle guito il re volle erigere un vescovato a
persone maritate prima che fossero stale Rippon, e il Santo vi si oppose, e fu co»
insieme. S. Wilfrido non riuscendogli a stretto a fuggire. I suoi nemici, gelosi di
dissuaderla, si arrese a darle il velo. Il sua dultrina e perizia de'canoni, indus-
re montò in gran collera, e si propose sero Brilwaldo arcivescovo di Canlor-
vendicarsi col vescovo. Pertanto Ofl G78 bery a deporlo; ma
Santo nel 708 re-
il

divise il vescovato che governava santa- catosi a Roma Papa Giovan-


appellò a
mente da I o anni, inducendo s. Teodoro ni VI, e vi si portarono ancora suoi i

di Canlorbery a consagrar Bosa u ve- accusatori. Nel sinodo romano gli fu re-
scovo di York pe'Deiri, Ealo in vescovo sa piena giustìzia, eoa alti encomii, do-

di Hexam o H>»gulstad per li Bt-rnicia- vuti al più dotto vescovo inglese. La mo-
ni, Eadedo di Lindsey o d'una gran par- destia di s. Wilfrido non gli permise ap-
te del Lincolnshire. Dapprima s. Wil- profittare della benevolenza e slima mo-
frido si oppose allo spartimenlo di sua stratagli dal Papa, per la riprisliuazioue
diocesi, e vedendo poi che non aveasi del grado metropolitano al vescovo di
alcun riguardo alle sue ragioni, si recò York, accordato da s. Gregorio I e go-
in Roma nel 679. Papa s. Agatone nel duto da s. Paolino. Giovanni VI lo rac*
concilio tenuto perciò in fìo'/Jrt, decretò: coniando a're di Mercia e di Northum-
In Inghilterra non doveryi essere che uà bria, ingiungendo a BrilTvaldo di adu-
344 YO R Y O R
naie un concilio per fargli rentier giu- scuola e della biblioteca delia cliie»fl df
stìzia, allrìmenti ordinava alle parti di York. Eanbaldo che ne occupò la cat-
£ODiparire dinanzi e lui. Morendo nel tedra, nel 780 mandò a R.oma Alcuino
yqS Alcfrido si peulì dell'ingiustizie eòa- a domandare il pallio a Papa Adria-
tio 8. Wilfrido, e bramò diesi restituis- no 1: Carlo Magno che vide Alcuino a
se alla sede, come eseguì il figlio Osre- Parma^ mostrò sommo desiderio d' a-
tlo, ed in un concilio l'arcivescovo Brit- verlo, e solo l'ottenne dipoi quando lo
ivaldo; per cui gli fu data la vacante di permisero il re di Northumberland e
Hexam, lasciando poi egli alla vacanza l'arcivescovo di York. Tra'successori di
quella di York a s. Giovanni di Bever- Eaubaldo, nel 971 fiorì l'arcivescovo s.

ley (^.)) morendo nel 709- Era succes- Oswaldo (/^.) vescovo di Worcester,
so Giovanni ad Eato in detta sede per
s. chiesa che continuò a governare, per l'i-

amministratore, e dopo averla ceduta a stanze di s.Dunstauodi Cantorbery, mor-


s. Wilfrido, occupò quella di York va- to nel 992. Altri prelati per pietà e per
cata per morte di Dosa di gran virtù e dottrina distinti resero illustre questa se-

santa vita: prese il soprannome di Be- de arcivescovile , de' quali tutti troppo
vtrley^ per ritirarsi alla contemplazio- lungo sarebbe il volerne dar qui notizia.
ne nel monastero doppio di tal nome da Tuttavolla credo dover fare parzial men-
bosco de' De'irois a 7
lui edificato, già zione d'alcuni di essi, oltre i delti bene-
miglia da York, che poi divenne popo- meriti dell'antica cattedrale. S. Gugliel-
loso borgo, ove del tutto nel 7 i 2 si sta- mo {f\) arcivescovo d'York, oi[)ote del
* bili, rinunziando la chiesa di York a re Stefano, essendo tesoriere della catte-
"Wilfiido II il Giova«e. Distrutto il mo- drale sottoil pio ed erudito arcivescovo

nastero da' danesi, il re Atelstano del Turstano, rinunziò per ritirarsi presso i
925, avendo per l'intercessione di s. Gio- clunisti di Ponlefract. Però venne poi e-
vanni riportato un'insigne vittoria sugli letto arcivescovo da'più de'canonici e fu I

scozzesi, in suo luogo vi fabbricò una col- consagrato a Winchester nel settembre
legiata sotto la sua invocazione; ed ivi I i44- " turbolento arcidiacono Osberto

fu tenuto un concilio, detto di Beverlac ingannò il Papa Eugenio III contro il


Beveray (^.), in cui fu pure ordinato prelato, a segno che escluso il Sauto no-
doversi astenere in tutta l'Inghilterra dai minò Eurico Murdach monaco
alla sede
lavori servili in onore di s. Giovanni di cislerciense. Inoltre il Papa negò il pallio

Beverley. Ne fu devotissimo Alenino, e a 8. Guglielmo, recatosi in Roma, e non


lo celebrò nel suo poema sui ss. Vescovi volle udirne le difese di que'che l'avea-
della chiesa di York, ricordato nella ci- no eletto. Virtuosamente il Santo non
tata biografia. Altri ritardano il vesco- mosse querela e si ritirò presso Enrico
vato di Wilfrido li al 717, morto nel suo zio vescovo di Winchester. Neh i53
781. Gli fu surrogato Egberlo, fratello morto Murdach, di nuovo fu eletto ilSan-
del re di Northumbria Eadbirto, prelato lo : pressato di recarsi in Roma, ricevè il

più ragguardevole per le rare sue co- da Anastasio IV. Roberto di Gaunt
pallio
gnizioni, che per la sua augusta nascita. decano del capitolo e Osberto ebbero la
Egli fu maestro di Alcuino di York e temerità di vietargli l'ingresso in York,
monaco di essa. Nel 734 ricuperò alla dove però fu ricevuto con gioia dal popolo
sua chiesa la dignità arcivescovile: dotto accorso da tutte le parti. Ma per la mol-
morì
scrittore e protettore delle lettere, titudine, il ponte di legnoch'era suirOu-
Egberto nel 767. L'arcivescovo Elberto se in mezzo alla città, si ruppe, e un
,

che gli successe, fu anche altro maestro gran numero di persone cadde nel fiume.
-di AkutDO, a cui affidò la cura della Trafitto di dolore 1' arcivescovo, pregò
roR Y OR 345
Dio, e fatto un segno di croce sull'acque, gina, come suo cappellano perpetuo, e
lutti caduti furono sai vi. Poco dopo mo-
i presso a poco ha il medesimo potere che
rirS giugno i54- Non (ocaconizzò nel
I nella sua provincia ecclesiastica l'arcive-
1280 circa ^icolò IH, come dissi col scovo di Canlorbery. Piiferisce il p. He-
J3utler nella biografìa , ma Onorio Ili lyol , Storia degli ordini monastici, t.

Del 1226, come già avea scritto col No- 5, cap. 9 : Dell'antiche congregazioni di
vaes e altri nel voi. VII, p. 3o8. Tom- s. /agostino, di s. Benedetto Biscop, di
maso Scot, soprannomiuato Kolberam, s. Dunslano, e di
in In- s. Lanfranco
dal luogo di sua nascita, nella contea di ghilterra. Gli statuti di Lanfranco fu- 8.

York, cappelJano del re Odoardo 1 V, ve- rono osservati anche negli alln monasteri
scovo di Rochester e di Lincoln , quindi dell'ordine benedettino iu Inghilterra ; e
arcivescovo d'York ueh48o; fece fab- quando il concilio generale di Laterano
bricare un collegio col nome di Gesù a 1 V nel I 2 1 5 ordinò che in ciascuna pro-
Kotheram, terminò quello di Lincoln
e vincia si tenessero de'capitoli generali o-
nell'uni versila d'Oxford morì nel 5oo. : 1 gni 3 anni, i benedelliui d'Inghilterra si

Tommaso PVolsty (/^.) celebre cardina- partirono in due province, cioè di Can-
le, fu fatto arcivescovo di York nel 1 5 1 5, lorbery e d'Yoik. Poscia Benedetto XII
e legato a latere per tutta l'Inghilterra. dell 334>'ionovatoil decretoLateranense,
La sciagurata Anna Bolena avendolo in i benedeltini delle due provincesi riuniro-
seguito reso sospetto al re Enrico Vili, no in un sol corpo, facendo regolamenti
per vendicarsi dell'opposizione che fece al nel i.° capitolo generale tenuto in North-
ripudio della sua legittima e virtuosa mO' ainpton nel 1 338, praticati sino al de-
glie, la regina Caterina d'Aragona (altri plorabile scisma, ed all'abolizione della
storici pretendono, che il cardinale insi- religione cattolica nel regno, che distrus-
nuasse al re il divorzio, ma non sembra se pure il benemerentissimo ordine mo-
vero, anche pel narrato), quel principe a- nastico. 1 monasteri furono soppressi pel
postata lo spogliò di tulli non i suoi beni, pretestOjChe la maggior parte de'religiosi
lasciandogli che l'arcivescovatod'York, ricusò di riconoscere il preleso primato
e ordinò che fosse rinchiuso nella tona d'Enrico Vili e la qualità di capo della
di Londra. Wolsey morì in cammino a chiesa anglicana da lui arrogatasi : que'
Leicester di 70 anni. Egli pronunziò pri- poi che vi acconsentirono, non ebbero
ma di morire queste belle parole. » Ahi- miglior traliamento degli altri, il re u-
mé ! medesima fe-
se avessi servito colla surpandosi tutti i beni mobili e immobili.
deltà il Re del cielo, come ho servilo il Uno degli esecutori de' suoi ordini fu il

re mio signore sulla terra , egli non mi laico Lea, premio ebbe 1' arcive-
che in
abbandonerebbe nella mia vecchiaia, co- scovato d'York dopo la morte del car-
me mi abbandona il mio principe in og- dinal Wolsey. Fra le badie che tardaro-
gi ". Proclamato da Enrico Vili il fune- no ad esser comprese nella fiera perse-
sto scisma e la Chiesa anglicana, York cuzione, vi fu quella di s. Maria d'York,
non ebbe più arcivescovi caltolici , ma e tutte soggiacquero poscia al comune de-
protestanti. Ora la Chiesa anglicana ha stino. Descrissi il vicarialo apostolico pe'
<lue arci vescovi, quello diCantorbery pri- cattolici d' York, eretto nel 1 840 da Gre-
.luate metropolitano, con 2 i vescovi suf- gorio XVI,' nel voi. XXXV , p. 162, il

fragane! ; e quello d'York con 4 vesco- <|uale comprendeva tutta la vasta contea
vi iulFragauei, anch' esso primate d' In- di York-Shire, con residenza del vesco-
ghilterra e lord gran limosiuiere della vo vicario in Yoik. In dello anno il cou-
regina. Quest'ultimo, aggiunge Coni- teslabile Maxvvei Estj di Everingham
nuiQville, hall dirilto di consacrare la re- Pttrk; eresse una oioguifica ciiiesd callo-
346 YO R YOR
lica nella contea d'York, in onore eli s. gllcano. In quella d'York però i vescovi
Eveiilla protelliice del luogo, colla spe- ed il clero non formano che una sola ca-
sa di 3o,ooo lire sterline. Inoltre com- mera. Questi del resto sono corpi po-
mise al valente scnllore Leopoldo Boz- litici più che ecclesiastici. Imperocché',

7oni di Carrara, che in Londra avea da- siccome il principio fondamentale della
to replicali saggi di sua perizia nell'ar- costituzione è che non si debba imporre
te, i6 statue oltre il vero, esprimenti i alcun dazio senza il consenso de'contri-
ss, XII Apostoli, la B. Vergine, s. Giù- buenti, gli antichi re d'Inghilterra soleva-
fieppe, s. Maria Maddalena, e s. Everilla no convocare insiemecol parlamento due
compatroni del tempio; ei8 bassorilievi piccoli parlamenti <lel clero per ottenere
rflppresenlanti la vita di Gesù Cristo, ed le sovvenzioni sui beni ecclesiastici. Dopo
uno grande per la facciata simboleggian- lo scisma peròquesli parlamenti del clero
te l'Assunzione della Madonna. Alle chie- si assunsero anche alcuni poteri sinodali.
f>e cattoliche di York fu aggiùnta altra Così nel r 533 la supremazia ecclesiastica
decorosa e grande, inaugurata a' 4 set- d'Enrico Vili fu riconosciuta d>»Ile due
tembre 85o da mg.' Giacomo Gillis ve-
1 Convocazioni Cantorbery e d'York, e
di
scovo di Limira in parùbnsy e coadiuto- nel 563 queste confermarono nuovi or-
1 i

re del vicario apostolico del distretto o- ticoli di fede. Ma lo statuto dell'anno 25.*

rientnle di Scozia. E costrutta sullo stile d'Enrico VIII,colcap. iQjproibìalle Con-


italiano e sagra a s. Giorgio. Papa Pio
11 vocazioni di fare alcun canone senza li-

JX a'29 settembre di detto anno ri^ta- cenza del re. Vari par-
altri statuti del
hifi la gerarchia ecclesiastica cattolica lamento Yidussero le due Convocazioni,
d'Inghilterra, formandola dell'arcivesco- e specialmentequelladiYork,ad unosta-
vato di TVestnimf:ter {^^.), e di 1 2 vesco- to veramente umiliante per l'anglicani-
vati,fra'quali quello di Beverley, ora bel- smo. Conservarono però sino al 1664 il
la e piccola città commerciante presso la privilegio d'imporre dazi sui beni eccle-
Hull, cui è unita pel canale, nella contea Perduto quel privilegio, il quale
siastici.

d'Yoik, componendo la diocesi con &5 passò al parlamento, cessò l'importanza


j)arrocchie,neli'eslensione di tutto l'York- politica delle Convocazioni. Ma nel regno
Shire. Il Papa ne dichiarò i." vescovo lo della regina Anna
camera 2.* della Con-
la

stesso I ." vicario apostolico mg.' Giovan- vocazione di Cantorbery condannò una
ni Briggs, già vescovo in parlibns Tra- predica* del celebre Hoadley pseudo-ve-
conense. York è la residenza del vescovo, scovo di Bangor; donde risultò una col-
f neh 858 la cillà conlava 6000 cattoli- lisione colla camera de' vescovi e col par-
ci. La Civiltà Cattolica del febbraio 1
85^ lamento. Fu dunque prorogata la Con-
ri disse. L'Anglicanismo conserva in In- vocazione nel r 7 1 7 ; e fino a'nostri tem-
ghilterrauno scheletrodell'organizzazio- pi la Corona non le permise di radunarsi
ne della Chiesa apostolica
romana. La che per pura formalità. La Convocazio-
Chiesa anglicana è divisa in due provin» ne di Yoik si raduna ogni anno per esser
ce presiedute da due magistrati, quali i congedata dal commissario del pseudo-
usurpano titoli d'arcivescovo di Can-
i arcivescovo per ordinedel governo. Quel-
torbery e d'York. In ambedue le provin- la di Cantorbery però ha ora riacquista-
ce ecclesiastiche ha un'assemblea chia-
vi to una certa importanza , non politica ,
mata, Convocazione del Clero. Quella ma ecclesiastica. Giacché il defunto d.'
di Cantorbery è composta a guisa del Howley, primate anglicano, uomo debo-
parlamento di due camere; la camera alta le « ignorante in materie ecclesiastiche,
nella quale siedono vescovile la camera
i come sono più meno tutti i sedicenti
a.'composiade'procuraloridelclero an- prelati anglicani, «i lasciò persuadere da*
YOR 347
/*//*/-/'// (7^'.), eli e IfiCnnvocsrionedi Cun- ed il governo, annotato anch'esso, quie-
Inrheiy è un Sinofìo, e che facendola ri- ta il malcontento della camera signifi-
vigere darebbe un 5egno della TÌ1»|ità cando al primate ch'è meglio far cessare
della setta nnglicana. Egli ottenne dun- le sedute della Convocazione. Nel 1857
que dal governo, che si permettesse al il ministro dell' interno, interpellato (in

giipposlo sinodo, il quale si raduna ogni un deputato, disse che, se l'arcivescovo


anno quando si radnna il pai-lamento, di non poneva fine da se alle discussioni, ve
almeno varie materie ecclesia-
discutere lo metterebbe il governo stesso. La ca-
stiche e di presentare suppliche al sovra- mera applaudì alia proposizione del mi-
no. Da ipiesfo cambiamento gli anglica- nistro, e vari deputati , discorrendo fra
ni, specialmente i pueei<ti, sperarono frtit- loro convennero che sarebbe meglio
,

to importante, e forse una certa tal qua- abolir la Convocazione di Cantorbery


le emanf:ipa7Ìone dalla schiavitù nella per toppete una seccatura inutile. Tale
quale sono tenuti dal governo. Ma fu in- è In no!)iie posizione del clero angli-
vece peggio pe' poseisti. Dappoiché ap- cano ; della quale però lo consolano l'im-
partenendo la maggioranza nelle due ca- mense sue rendite e le dolcezze della vi-
mere Convocazione alla setta Cal-
della ta coniugale. Veri, utili e canonici sinodi
vinista, piKcisli non ponno far nulla, e
i e concìlii d' York sono i seguenti 3 i de'
si trovanoanzi impacciati dal silenzio del cattolici, detti anche di Jorrk.
supposto sinodo,il quale, se avesse un'om- Concila (V York.
bra d' ortodossia avrebbe dovuto pro-
,
III." fu tenuto nel I Tg4 01 ig?, a*r4
testare contro le dottrine della curia ar- ei5 giugno. Uberto arci vescovo di Can-
civescovile nella causa del Gorham sulla torbery, legalo della R. Sede , lo presie-

rigenerazione del battesimo, e in quella dette. Egli vi pubblico \i canoni, divisi


del Denison sul dogma della presenza in 1 8 secondo altra edizione, riguardanti
leale. In vece la Convocazione si occu- il culto e la disciplina. In tale anno Papa
pa esclusivamente di questioni di disci- Celestino III sospese Goffredo arcivesco-
plina , e principalmente di suggerire al vo d* York d'ogni funzione vescovile, e
governo la formazione d' un nuovo tri- dichiarò nuMa la scomunica pubblicata
bunale supremo per decidere le cau- da tal prelafocontro alcuni canonici, che
se di dogma Convo-
e la riforma della aveano appellalo al Papa prima di que-
cazione stessa, la quale desidera una co- sta scomunica, ordinando tuttavia d'as-
stituzione conforme al carattere di sino- solverli per maggior sicurezza ad maj'O'
do, con una certa libertà di operare. In rem raiitelam. Prima di questa, non si
«jueste discussioni si vede l'elFeltò della legge d'altra assoluzione, ad cantclam.
distruzione degli sludi ecclesiastici e so- Del rimanente, dagli atti non compari-
prattutto del diritto ; il che è un risulta- sce altro vescovo in questo concilio che
to dello scisma. I prelati e gU altri digni- Uberto; ma si vede con esso il decano,
tari anglicani dicono nelle Convocazioni il cantore, gli arcidiaconi , il cancelliere
spropositi, de'quali avrebbe vergogna in della stessa chiesa, con alquanti canoni-
lloma un giovane seminarista, e vi si fan- ci, e quasi tutti gli abbati, i priori e i cu-
no proposizioni contrarie a'principii più rati della diocesi. Ecco ciò che vi è di più
chiari e certi della disciplina e del gius rimarchevole ne'canoni. »» Che il sacer-

canonico. La camera de'comuni intanto dote non imponga per penitenza di far
guarda queste discussioni con un senti- dir messe. Si battezzeranno fanciulli e- i

mento misto di disprezzo e di malumo- fjposti, quantunque si trovi del sale con

re. Qualche deputato di quando in quan- essi, senz^a timore di reiterare il battesi-

do prorompe con un /fuoit<t<fue tandem. tao. Un diacono non balletterà, oè darà


348 Y V R Y P R
il Corpo di Gesù Cristo, o non imporrà d'YpreSj passa per questa città, e poi si

la penitenza, che in caso d'estrema ne- scarica nel mare del Nord , essendo na-
cessità". Il 2.° concilio neh 2o3 all'occa- vigabile da Ypres in poi : l' Yser n' è il

sione d'un precetto particolare per la ce- principale affluente. Sede d'un tribunale
Jebrazioneclel santo giorno di Domenica. istanza, della giurisdizione della cor»
di .*
I

Il 3.° nel I 307. Il 4° «lel i 3 i o, tenuto te di Brussellese è bene edificata, ed ha


da Guglielmo di Greeufield, relativamen- 5 chiese, la camera di commerciojla bor-

te a'cavalieri Templari. Il 5." nel i3i i. sa, il collegio regio e 4 spedali, oltre al-

Il

33 1. Il 7.° neh 344) come pro-
nel 1 tri stabilimenti. Edifìzi principali sono:
babilmente precedenti, sulla disciplina
i il mercato coperto di panni e il palazzo
ecclesiastica. L'8." nel 1 346 sulla discipli- civico uniti in un fabbricato immenso
,

na. Il 9.° neh 348 sopraladisciplina.il di genere gotico, principiato neh 342 e
10.° neh 35 1 sulla disciplina, l/i i.° nel sormontato da una bella torre 1' anti- ;

i356. Ih 2." nel 1 357. Ih 3." nel 13% chissima Castellania, che ha una ricchis*
Mancano canoni i di tali concilii.il i4<'^(i sima facciata; eia vecchia cattedrale di s.
tenuto nel settembre 1367, da Giovanni Martino. Questa vetusta chiesa, in origi-
Thursby arcivescovo d'York, che lo pre- ne apparteneva a'canonici regolari di s.
siedette e assistito da'suoi suffraganei. Fu Agostino, secolarizzati all'erezione della
radunato a Throp vicino a York. Vi si sede vescovile. Usuo capitoloera compo-
fecero IO canoni. 'Tra le altre cose si proi- sto del decano, di 6 dignitari, di 3o ca-
bì di tenere ne' cimiteri mercati , litigi, nonici, e di molti ecclesiastici pel coro.
giuochi. Fu cassalo l'annuo stipendio de' Eranvi altres"i 6 parrocchie^ l'abbazia di
curali e degli altri sacerdoti. Le cause s. Giovanni al Monte, due badie di mo-

matrimoniali non saranno giudicate, che nache benedettine, 6 altre comunità re-
da uomini capaci e periti inj'ure. 11 i5. ligiose, il collegio de' gesuiti istituito da
concilio si tenne neh 37 3. Ih 6.° e 1117.° Gregorio XIll colla bolla Immenna Dei
nel 1377 sulla disciplina. Ih 8.° neli38o, Providentia, de'25 maggio i584, Bull.
il 1 385, il 20.°nel 4o2. Il 2 ° nel
9.°nel 1 1 i Hom. t. 4j pai'- 4» P- 60. La fondazione
1 4o4sui privilegi in tempo dello scisma, fu a istanza di Filippo II re di Spagna e
che allora affliggeva la Chiesa. 11 22.° nel sovrano (ìe Paesi Bassi
(^F.). Eranvi nel

i4i3, il23.°neh4t4, il 24.° neh4i7. secolo XIV molte manifattu-


nella città

11 i5° nel 42 i,il 26.° nel 426sulla di-


1 i re di panni ; al presente vi si fabbricano
sciplina. 1177.° nel 1 453, il 28.° nel 1 463, soprattutto de'bellissimi merletti. Vi so-
egualmente sopra la disciplina ecclesia- no pure filatoi, purghi di tele, tintorie,
stica. Il 29.° nel 1466 sulla riforma de* concie di pelli, raffineria di sale, e diver-
costumi. Il 3o.°neh48o sui costumi. Il se fabbriche di stoffe di lana e di tela. A.'

3i.°neh488 sulla disciplina. Hoveden, 2 marzoea'3olugliod'ogni anno si ten-


Annal. Herraant, Storia de' concilìi, l. gono fiere di 2 giorni. I suoi abitanti a*
3. Labbé, 1. 1 Vilkins, Concilia Anglic.
i • scendono a più di 16,000. Fra gli altri
t.i, 2 e 3. Mansi, Sappi, t. 3, p. 339. fiorirono tra essi la b.Margherita d'Ipri
YPRES o YPRl o IPRES, Yperen, terziaria di s. Domenico, lai." beatifica-

Yprae. Città vescovile e forte del Belgio, la di tale ordine; e il cardinal Ugo di s.

nella provincia della Fiandra Occiden- Vittore {V.). — Questa città della Bassa
tale, capoluogo di circondario e di 2 can- Germania, una volta più ragguardevole,
toni. E distante 8 leghe da Ostenda, o 1 non era prima dell'anno 800, che un ca-
da Bruges e 48 da Brusselles. Giace in munito, il quale fu allora distrutto
stello
fertilissima pianura, sulla sponda dell'Y- da'normanoi, e che Baldovin.» Ili conte
peilée, il <|uale sorgendo nel circondario di Fiandra ristabilì verso il 960. GII si
YP R Y P R 349
formò intorno una città, poi ingrandita Morinense, da* popoli Merini, e Pio IV
dal conte Tierrico d'Alsazia del i 1 18. la immediato successore di Paolo iV, ne
tale anno fu presada Luigi VI re di Fran* effettuò la soppressione, applicandone la
eia, ed altrettanto nel 12 3 da Filippo r diocesi e le rendite, parte al vescovato di
Il Augusto, e nel 1297 da Filippo IV, am- Bouiogne, ? parte a quelli di Ypri e di
bo puredi Francia. Assediata inutìlmen- s. Oraer. Il i.° vescovo di Ypres fu Mar-

te da'ribelli gantesi nel383, fu quindi 1 tino Balduini detto Rilhow o Rhilovìa.';,

teatro di numerose sedizioni. Nel i388 dal luogo di sua nascita nel Kerapeu-
Filippo V Ardilo duca di Borgogna l'ac- land contrada del Brabante, nominato
crebbe maggiormente e la cinse di mura. da Filippo II: intervenne al concilio di
De'ribelli se ne insignorirono neh 577, Trento dove si distinse per la sua eru-
nelle guerre religiose : ma loro la loUe il dizione e pietà. In assenza del metropo-
celeberrimo capitano Alessandro Farne- litano presiedette a' due primi concilii
se duca di Parma, il quale ne' suoi fa- della sua provincia tenuti nel 1570 a Ma-
mosi assedi e piazze espugnate, insegnò lines, e nel i574 a Lovanio, celebre per
pel i.° all'Europa, chele fortezze meglio l'Università di Lovanio (/^.). Convocò
munite debbono soccombere contro un ilsuo i." sinodo diocesano nel «577, e
esperto nemico. Il simile fecero il princi- vi pubblicò le ordinanze ricavate per la

pe di Condè nel 1648, 1' arciduca Leo- maggior parte dal Tridentino. Fondò il
poldo nel 1 649,Turenna nel 658, Luigi 1 seminario, cui lasciò per testamento tutti
XIV 1678
nel : indi l'Austria pel tratta- i suoi beni. Mori di peste a s. Omer ai

to di Nimega la cedette a' francesi che 9 ottobre 1587, deposto nella cattedrale
ne fecero una delle più forti piazze. Ma di 8. Martino, con epitaffio recitato dai

per la pace d'Utrecht nuovamente laper- Sanmartani, Gallia Christiana, t. 2, p.


derouo.Poscia ripresero neh 7445esman- 609 Tprenses Episcopi. Nel 1 585 gli
:

tellata restituirono per gli accordi d' A ix- successe Pietro Simoni fiammingo, ar-
la-Chapelle. 1 francesi la ripresero anco- ciprete della cattedrale di Gand, morto
ra una volta a'6 settembre 1793 : ricu- nel i6o5 e tumulato nel coro di sua
perata dagli alleati, dovettero cederla nel chiesa con iscrizione prodotta da' San-
1
794> 6 poi la rioccuparono. Sotto l'impe- martani. Nel 1607 Carlo Masi di Brus-
ro francese fu capoluogo d'un circonda- selles decano di Anversa, poi traslato a

rio del dipartimento della Lys. Neh8i4 Gand. Nel 161 1 Giovanni I Vischerio
Ypri fu restituita al Belgio. decano della cattedrale, beneficò il se-
La sede vescovile, ad istanza di Filip- minario colla sua eredità, morendo nel
po li re di Spagna, l'istituì Paolo IV col- 161 3. Indi Antonio de Hennin nobile,
la bolla Super Uni^'ersa, de 2 maggio 1 effettuò l' istituzione del seminario con
1559, formandone la diocesi con io ter- aprirlo, fece l'invenzione del corpo di s.
re, in un territorio lungo 4^ miglia e Isdebaldo abbate nel 1624; decesso nel
largo 33. Assegnò per mensa al vescovo, 1626, riposa nella cattedrale. Giorgio
che dichiarò suffraganeo della metropoli Chamberlain inglese, arcidiacono e de-
di Malines, 3ooo ducati d'oro dalie de- cano di Gand, morto nel 634 e sepolto
1

cime, e i5oo da detto sovrano, a cui nel coro dove era slato colpito da para-
die' il privilegio di nominarlo. Dopo la lissia. Cornelio Giansenio (non si deve

distruzione di Terouanne (^.), si con- confondere con Cornelio Giansenio di


venne da Filippo II, con Enrico II re di Hust nelle Fiandre, teologo di Filippo li
Francia, che finita la guerra non piìi si al concilio di Trento, ove s'acquistò mol-

rifabbricasse. In conseguenza ne fu sop- ta riputazione colia sua dottrina e mo-


presso il vescovato, detto iatinjimeate destia, indi i." vescovo di Gand, dove
35o Y R I Y U C
inon iSjG lasciando opere slimale),
nel do. Con questi termina la serie la GaU
nato nel i585 nel villaggio di Accoy Lia Christiana, continuandola la nuova
pres:>o Leeidam in Olanda. A Lovanio edizione nel t. 5. Clentente XI nel 17 (3

per sottrarsi dalla persecuzione degli e- designò a questo vescovato Tommaso Fi-
retici, cambiò nome e prese quello di lippo di y^/vazirt (/''.), quando l'impera-
Janscii o ùianseniOj cioè figlio di Gio- tore lo nominò alla metropoli di Mali*
vanni. Da professore di s. Scrittura e nes, quindi il Papa nel i 7 19 lo creò car-
prefetto del collegio di s.Pulcheria di Lo- dinale. Le Notizie di Roma riportano
vanio, 28 ottobre i635 fu nominalo
a' i seguenti vescovi. Nel 1732 a'^i mar-
vescovo di Ypri. Riformò la diocesi, re- zo, Guglielmo Delvaux della diocesi di
staurò il palazzo vescovile, morendo di Liegi. Nel 1762 Felice Giuseppe di Wau-
peste a'6 maggio i638. Di sua dottrina rans o Wazvrans di Tournay: d' una
lasciò molte opere, ma l'infelice e fami- sua bella pastorale feci cenno nel voi. S.,
gerato libro intitolalo Augustinus^'xu cui p. 81. Nel 1783 Carlo Alessandro de
egli prelese raccogliere tutta la dottrina Arberg di Kevciles diocesi di Namur,
di s. Agostino, sulla grazia, il libero ar- traslato da Amizon o Amiso in parlibus
bitrio e la predestinazione, gli procacciò e sulFraganeo di Liegi, e fu l'ultimo ve-
una funesta fama, sebbene tocco da ri- scovo. Dappoiché Pio VII soppresse il ve-
morsi di coscienza, disponesse per lesta- Qui Chrisli Domi'
scovato colla bolla
mento di sottoporlo all'autorità della s. ni, de'29 novembre 1801, pel concor-

Sede, quale replicatamente e con so-


la dalo con Francia. La diocesi avea i56
lennità ne condannò le Proposizioni. parrocchie, divise in 8 decanali, con va-
Queste e la dottrina seguita da spirili rie abbazie. Gregorio XVI ad istanza
torbidi, produsse il lugrimevole Gian- del re del Belgio nel i834 ristabilì il

senismo (^.) riprovalo; non ostante che vescovato di Bruges (^''.), io dichiarò
l'autore avea esplicitamente dichiarato, sufFraganeo di Malines, e v'incorporò la
che se il Papa credeva far mutazioni nel diocesi di Ypri, a'23 giugno di detto an-
suo libro, egli vi si assoggettava con ri- no nominandovi per vescovo il riferita
spetto, protestando di morire, coni' era in quell'articolo; a cui 1' 11 dicembre
vissuto, ubbidiente figlio della s. Chiesa 1848 nel concistoro di Gaeta, il Papa
Honiana. Gli successe nella sede Gio- Pio I X die'a successore l'odierno mg."^

vanni Bouckaert di Bruges, dottore


11 Gio. Ballista Malou di Ypri nella dio-
di Lovanio, decano della collegiata di cesi. La cattedrale è sagra al ss. Salva-
Courtray, adoperato in molli ailari dal- tore, sotto l'invocazione di Donaziano s.

l' arciduca Alberto e dall' arciduchessa vescovo e confessore. Ogni nuovo vescovo
Isabella governatori delle Fiandre. Com- di Bruges è tassato ne' libri delia came-
pì i restauri dell' episcopio, cominciati ra apostolica in fiorini 370, le rendite
dal predecessore. Indi Lodovico de Croy essendo t^,Si5 franchi. Ampia è ia dio-
nobilissimo, morto nel 1647. ^" questo cesi, con 1 1 decanati, 36 parrocchie, 2 3a
fr. Marco Ambrogio Capello domeni- succursali e circa 641,000 anime.
cano, poi Iraslalo ad Anversa. Nel i654 YRIEIX o YRIER Ehedio, Cardina-
Gio. Francesco de Robles nobilissimu, le, y . Eredio di s, Elia.
prototiotario apostolico, ricco di benefizi YUCATAN. f^. JuCATANeTLAJCAlA,
ecclesiastici e dignità, gran limosiniere ed il voi. XCVIII, p. 35 1 e seg.
« cappellano regio dell'arciduca Leopol-
ZA A Z A B Z^i

^ AALE o ZAHELE. Vescovato di crateri del suo tempo. Difensore acerri-


rito gieco-caltolico del patriarcato dei mo della fede ortodossa, combattè colla
Afclcìiili [f.) io Siria, unito a quello di voce e cogli scritti inuovi errori di Giù-
Farzul, Fariainnen. Meichitanmi. Dal vanni Uss. Tennescuola di diritto canu"
i836 n'è vescovo mg/ Basilio Scliiijot oico in Firenze, dove seppe talmente con-
munaco basiliario della coDgregazione di ciliarsi l'affetto e la stima di que'cittaduii,
s. Giovanni in Soaiio ile^Iilelchiti^ Dato che essendo vacato quel vescovato, egli
iu Aleppo nel 798, J fu scelto a occuparlo benché iu età gio-
ZABAoDIaBA. Sede vescovile della vanile. Se non cheavendoii Papa già no-
Maut-itiana di Sititi, detta Sabi nell'ili- minato altro soggetto al governo di quel-
neiario d'Antonino, nell'Africa occiden- la chiesa, il desiderio de' fiorentini non
tale, sotto la metropoli di Sitili. Ebbe ebbe elTello. Bunifacio IX io chiamò a
a vescovi: Felice del 362, donatista, fie- Roma, per consultare con lui sul modo
ro persecutore de' cattolici. Possessore, ondedar termine alloscisma grande d'oc-
die nel 4^4 ^u alla conferenza di Car- cidente, e seco lo condusse a compagno
tagine, e con altri vescovi venne esiliato del suo viaggio, dopo il quale riparli da
da Uouerico re de'vandali.AIorceili,/^-. Roma e fissò il domicilio in Padova, ove
ChrisL prese a iuterpretare il diritto canonico.
ZABA o ZAMA REGIA. Sede vesco- Neli4o5 da Francesco II da Carrara si-

irile della Numidia nell'Africa occiden- gnore diPadova, fu spedito a Carlo V(


tale, già capitale del regno di Giuba, re di Francia per chiedergli aiuto con-
sotto la metropoli di Cirta Gialla. Ma tro i veneziani, che poi si impadruuiruna
di altra Zaina e coll'aggiunta di Regia, del suo stalo. Laonde nel i4o6 fece parte
parlo in quell'articolo. Si conoscono due dell'ambasceria di Padova a f euczia, per
suoi vescovi: Lucio, donatista, intervenu- significarla dedizione della ciltà, median-
to nel 4' I alla conferenza di Cartagine. te un facondo discorso recitato al senato,

Cresconio, fu a quella del 4^4 e quindi e col deporre innanzi la Signoria delU re-
con altri vescovi cattolici esilialo dal re pubblica il gonfalone del popolo pado-
de' vandali Uonerico. Morcelli , Jfr. vano. Papa Giovanni XXIII nell'anno
Christ. i4io lo promosse al vescovato di Fireu-
Z ABARELLA Fbakcesco, Cardinale. ze, di cui però nouoltenueil possesso che
Nato in Padova da onestissimi genitori, nel 1
41 I > e vi aggiunse la carica d'udito-
ocorae vuole Marchesi, Del Protonota- re di Rota, ed a'6 giugno lo creò cardi*
riatOy p. 1 4, de'signori di Pievesacco, cer- naie diacouo de' ss. Cosma e Damiano,
to da illustre e antica famiglia, detta da con applauso universale. Dopo due anui
prima de' Sabatini o Sabarelli; fece i l'inviò legato all' imperatore Sigismon-
suoi studi in Bologna e divenne talmen- do per trattare e concludere la convoca-
te celebre per la scienza del diritto cano- zione del sinodo di Costanza e fissare il
nico, e per l'efiìcacia e robustezza di sua luogo per celebrarlo, nella quale legazio-
eloquenza, e per tutte le altre liberali fa- ne molto soffri per passare l'Alpi nel cuo-
coltà, che meritamente gli venne attri- re dell'inverno. In Costanza fece nel si*
builo Ui.** luogo tra'giurecoosuUi e gli uodo luoiiaoia comparsa , sosUueudovì
35i Z A B ZAC
le parli dell'assente Giovanni XXIII, ma ed alle opere del
rie intorno alla vita

poi ne consigliò comespergiuro la depo- cardinale Francesco Zabarella pado-


sizione : ivi si distinse per dottrina e zelo, i'rtno, Padova co'tipi della Minerva 1829.
e per incomparabile carità che rendeva- Olfre il catalogo dell' opere stampale e
lo parco affine di sovvenire i vescovi po- manoscritte del cardinale, e le tavole co'
veri intervenuti a quella famosa adunan- disegni del suo mausoleo, della medaglia
za, non avendo perciò difficoltà a gravar- a lui coniata dal discendente conte Gia-
si di debiti, praticando lo stesso co'biso- como Zabarella, e dello stemma gentili*

gnosi e miserabili. La sua morte avvenu- zio, oltre il ritratto.

ta durante l'assemblea nel 26 settembre ZABATRA o ZABAlR. Sede vescovi-


1417 di 78 anni, od'8o secondo altri, fu le di Siria della diocesi d'Antiochia già-
universalmente compianta. Dice Novaes cobitaj in egual distanza da Mitilene e
che molti scrissero, che per le splendi- da Mansur. Ebbe a vescovi Giovanni del
de doli animo, e per la profonda e
dell' 969, e Basilio del 1 143, il quale fu tras-
Tasta dottrina sarebbe stato eletto Pa- ferito alla chiesa di Sababarech o Siba-
pa, se non fosse mancato di vita. Da' bardra, e 3 anni dopo fu deposto accu-
padri del sinodo gli furono celebrate so- salo di fornicazione. Oriens Christ. t. 2,
lennìssime esequie, coli' intervento del- p. i532.
l'imperatore Sigismondo, e de'collegi car- ZÀBULON. Sede vescovile della r.'
Gregorio XI IjGiovanni XXI li
dinalizi di Palestina nel patriarcato di Gerusalem-
e dell'antipapa Benedetto XIII, e nelle me, eretta nel Vi secolo sotto la metro-
quali celebrò le sue laudi il celebre Pog- poli di Gerusalemme. Antica città della
gio fiorentino segretario apostolico, nel- liibù di Aizer o Aser, secondo alcuni,
l'orazione funebre che vi recitò, la quale data apparentemente in seguito a quella
si legge nelle sue opere, indi riprodotta di Zàbulon, di cui prese il nome. Eloa
da Dalticliy, Fiori della storia del sa- giudice d'Israele era di Zàbulon, e ivi fu
gro Collegio de cardinali, t. 2, p. 46, e sepolto: fu pure patria del profetaGiona.
da Hardt, j4cl. Concil. Constant. 1. 1, p. La vaghezza e magnificenza di sue fab-
537. Trasportato quindi a Padova, ri- briche, furono celebrate da Antimaco e
mase sepolto in quella cattedrale con ma- da Ireneo, trovandosi in egual distanza
gnifico elogio nella cappella della B. Ver- da Tolemaide e dal mare di Galilea. La
gine, dove fu eretto alla sua memoria un ridusse in cenere Cassio capitano di Tito,
sontuoso e magnifico avello, ornato col- dopo l'espugnazione e la precipitosa fuga
le statue d'alcuni santi, oltre quella del degli abitanti. L'imperatore Adriano la
cardinale giacente sull'urna. Dottissimo restaurò, e Teodosio I la cinse di mura.
e versato in ogni genere di letteratura, Mentre rifioriva, invasa e manomessa
lasciò 16 volumi di diverse opere, e un da' saraceni, cadde avvallata sul proprio
trattato dello scisma d'occidente che pe- suolo. Il Terzi nella Siria sacra,\). 259,

rò fu posto all'indice de'libri proibiti, cioè la dice famosa metropoli della tribù omo-
l'edizione di Argentina del 16 18, on» nima, data a Zàbulon figlio di Giacobbe
de più volte fu ristampato dagli eretici. e di Lia, Eliodoro suo vescovo interven-
Pietro Vergerlo il vecchio, familiare e ne al i,° concilio diNicea nel 3i5. Oriens
dilelto amico del cardinale, col più vivo Christ. t. 3, p. 674.
rammarico ne descrisse accuratamente la ZACCARIA Papa XCIII. Nativo
(s.).

\ila e la morte, con eruditissima lettera della, Siria, figlio di Policronio, fu l'ul-
riportata da Muratori, Script. Rer. Ila- timo Papa greco (se realmente Alessan-
tic. t. 16, p. ig8. 11 eh. Giuseppe Vedo- dro V fu bolognese). Alcuni vogliono che
va padovano scrisse e pubblicò : Mano^ nascesse dalia famiglia PoolÌDa in s. Se*
ZAC ZAC 3?3
rerina nella C«»laln"ia ossia Magna Gre- condiziorii di Roma e d'Italia, minacciate
cia, ma non conviene Novaes nella
ci da' longobardi. Bensì il Papa mandòla
Storia di s. Zaccaria. Anrhe il Cardella sua lettera sinodica alla chiesa di Costan-
nelle Memorie storiche, de' cardinali, so- tinopoli, ed altra epistola all'imperatore
sliene che fu di Calabria o Magna Gre- Costantino IV Coy:)ro/??mo, propugnante
cia, e nato ila Policronio Pontino nella Li venerazione delle ss. ///j/nc/gm/. Avendo
città di Siberena ossia s. Severina, perciò s. Gregorio li inviato per legalo in Ger-
di patria italiano, benché greco di nazio mania s, Bonifacio, il Papa confermò nei
ne. Quest'ultima sentenza sembra la più 743 i vescovati che avea fondaloin Eròi-
giusta. Si può vedere il Fico, Notizie sto- poli, Erfort, e Burahiirgense o Burabur-
riche della patria di s. Zosimo, che a giim,chesi crede l'antica Bogadium nel-
p. 6G scrisse il compendio della vita di I' Assia Elettorale, le cui rovine sona
8. Zaccaria, e lo dichiara nato a s. Se- presso Frizlar o Frifslnr, venendo poi
verina. Vestì prima l'abito de' canoni- la sede trasferita a Paderhona nel 791^.
ci regolari, e poi si fece monaco bene- Dipoi confermò l'arcivescovato di Ma^
dettino, ma dice il Wion che s'ignora gonza, eretto dallo slesso s. Bonifacio, as-
il monastero : il Piazza \\e,\\' Emerologio segnandogli i sufTragRnei; ed assoggettò
di Roma, io crede uscito dalla gran scuo- immediatamente alla s. Sede l'abbazia di
la di s. Le sue rare virtù, e tra
Basilio. F'idda, istituita da detto santo, ed alcuni
le altre la clemenza, la mansuetudine e chiamano questo il i.° esempio d'esen-
la compassione verso miserabili, la me- i zione dall'ordinario. Il suo gran zelo e
ravigliosa soavità nel trattare, la facili- come quello che coglieva tulle le occa-
tà in perdonare le ingiurie e rendere be- sioni di fdr piacere, espose anche con fa-
ne per male, e il grande amore ch'eb- ticosi f inggì C^.) la sua vita per salva-
be pel clero e popolo romano, determi- re il clero e popolo romano, e quelli di
narono s. Gregorio III a crearlo car- Ravenna e della Pentapoli, in mezzo al-

naie prete di s. romana Chiesa. Per sua le turbolenze eccitale ne' sconvulgimea-
morte fu giudicato degno di succedergli ti cagionati dalla ribellione de'ducati di
dopo 2 o 4 giorni, perchè fu tolto il grave Spoletie di Benevento, contro Luitpraa-
abuso d'aspettare la conferma iieW Esar- do re de'Iongobardi ; il quale ammiran-
ca [/-'.) òi liavenna,onde fu eletto Papa a' done la dolcezza e l'esimia santità, mosso
3o novembre ^4 <J' domenica, e in quel- ' dalle sue preghiere, rimandò «enza riscat-
lo slesso giorno fu consagrato. Così in lui to prigionieri che avea futto durante
i

terminò la riprovevole soggezione, di a- la guerra. Tenendo i longobardi occupa-


spettare la conferma prepotente dell'im- le da circa due anni 4 città del princi-
peratore greco, o per lui dell'esarca, per pato della Chiesa romana, cioè Orte, A-
consagrarsi ; dappoiché non ricercandoli melia (di cui riparlai nel voi. LXIX, p.
clero di Roma in questa occasione la con- 45), Pcdimarzio, e Sieda (di que-.te due
sueta conferma di detto esarca, in tal e deila prima dissi altre notizie nel voi.

modo scosse il giogo che da'soverchianti CU, p. 39, 4^ e 146. Si deve tener
imperatori d'oriente era stato tirannica- presente pure il voi. LXXlV, p. 118),
ujenteimposto allaChiesa di Dio, che così s. Zaccaria, siccome uomo coraggioso e
ricuperò l'intera sua libertà. Il mirabile intrepido, nel 742, accompagnato da al-
consenso della pronta elezione, devesi at- cuni vescovi e da' primari del clero, si
tribuire al di lui insigne merito, e all'ur- retò in 7em/ (Z^.) a trovare Liulpran-
genza della cosa pubblica, la qualevoleva do re de'Iongobardi, chemagniGcamcnte
quanto [iriroa no capo che la governasse lo fece incontrare a Narnì ; e non tornò

iu que'duri frangenti, per le deplorabili io Roma prima di esserne stato lì messo


VOL. CUI. 23
35 7^ A C ZAC
in possesso ad una nd una, colla resti- festeggialo e salutato con riverente ac«

tuzione oncora di altre più antiche usur- clamnzìoni, che riportala Esarcato. L'e-
pazioni di ragione della Chiesa, fra le quali sarca r incontrò 4^ ^ ^^ miglia distante

erano Narni, Osiino^ Ancona, Umana, all'Aquila presso Gradara con og»ti onori-

dal 739,6 la »J<3Ì//irt,presa 3o anni prima, ficenza, parlata aitcoia nel vol.LXXXVI,
e loafteroja Anastasio Bibliotecario, nel- p. I 5!), 1 60 e I 63, ed il Popa spedì a Pa-
la Viia s. Zachariae. 1 longobardi com- via due legati per annunziare al re la sua

mossi e edificali dal siogolar fervore col prossima venuta; ina essi giunti ad Imola
quale s, Zaccaria celebrò idivini misteri, trovarono grandi diiricoltà per j)rosegui-
restarono compresi di profondo rispet- re il cammino, volendo ministri regi ì

to. Ritornando il Papa in Roma, pel suo impedire l'andata del Papa, il quale nou-
Taiitaggioso operato e per avere ottenuto dimeno fidando in Dio partì da Raven-
la conferma di pace col ducato romano, na, ed a'28 giugno fu incontralo al Po
e separato la causa di Roma da quella di da'principali ministri. Indi con essi pas-
Spoleto, fu ricevuto da' riconoscenti ro- sando in Pavia (A^.) residenza di Liul-
mani con entusiasmo e a modo di trionfo ; prando, vi fu ricevuto onoratamente dal
ìndi raccolto il clero e il popolo rese so- re, che non potendo resistere alle dolci

lenni grazie a Dio, con una generale pro- maniere di s. Zaccaria, ed alla fortezza
cessione dalla chiesa di s. Maria adMnr- di spirito colla quale gli rinfacciò linfe-

lyres alla basilica Vaticana, di che feci dellà di sue promesse e la smisurata sua
pur cenno nel voi. LX, p. 27. Narrai a ambizione, gli riuscì a pacificarlo con
Ravenna, che Liulprando vagheggiando utile accordo di 20 anui di tregua, esten-
il dominio di quella città, nel 743 vi pose siva al ducato di Roma, e la restituzione

l'assediOjangariando e saccheggiando i'^"- tie'terrilorii occupali, uon che le piazz*

sarccUo e la Pcntapoli^F.) sua provin- lolle a'greci,che per le mani del Papa fu-

cia; per cui i deputati di esse, l'esarca rono consegnale a' ministri imperiali, in-
Eutichio e Giovanni 5.° arcivescovo di sieme alla liberazione di Ravenna. Torna-
liaveuna pregarono il Papa ad interpor- to il Papa in Roma, in rendimento di gra-
re col re la sua autorità e mediazione, zie del telice esilo del viaggio, celebrò di
facendo eguale ricorso il Piceno oppres- nuovo la festa de'ss. Pietro e Paolo indi :

so <lali'armi longobarde. Il Papa per a- adunò un concilio in Lalerano con 4o


more verso que'popoli abbandonali da- vescovi, per provvedere alla disciplina ec-
gl' imperatori greci, lì prese o coiiièrmò clesiastiea. Neil' ìstesso anno, grato l'im-
&otto la protezione e difesa della Sede a- peratore Costantino IV (non VI comesi
postolica; ovvero come altri vogliono i legge nel voi. XLVIII, 106) Copro^
p.
popoli dell' Esarcato e della Pentapoli ninw, per quanto s. Zaccaria avea fatto
spoutaneameole da loro sì posero sotto per la conservazione dell'Esarcato, a sua
il protettorato temporale della Chiesa ro- domandagli donò Winfa e Norma, me-
mana. Il Papa subito inviò al re Bene* glio ragionale nel voi. LXXXIX, p. 85 e
detto vescovo e vicedomino della Chiesa io4, fin allora di particolare spettanza
romana, eoa Ambrogio primicerio de' dell' impero. Nel 745 nel Lalerano ce-
iiotari, per esortarlo e desistere dall'im- lebrò altro concilio contro alcuni «reti-
presa; ma nulla ottennero ì legati, oude ci, e proibì il riconoscere per Angeli tran-

s. Zaccaria si propose tornare dal re. A. ne i nominati a Cobo degli Angeli. E


tale elfetto nel 743 lasciando il governo ciò per aver condannati i libri e gli er-
temporale di Roma a Stefano patrizio e rori dell'eretico francese Aldeberlo o A-
duca, intraprese il viaggio per la Pen- delberto nel concilio di Roma, il quale

tapoli e per RaveiiDa, e vi fu da'popoli in un'orazione avea invocato gU Angeli


Z A C ZAC 355
Urlele, Raguele, Tabaele, Inia, Tubua mondo, che scosso e colpito l'animo da
Snboc e Simiele. Beiicbèil concilio avesse siffatte esortazioni, concepito un ardente
ordinalo bruciarsi i libri di Atdeberlo, il desiderio di dedicarsi a Dio, rinMor.ìata
Papa Tolle che si conservassero nell'ar- la corona al fratello Astolfo, riceȏ io
chìvio della s. Sede, ad reprobalionem, Roma l'abito monastico dalle moni del
et.ad perpel'iam confusionem Inoltre . Papa in s. Pietro, si ritirò a ììfonle Cassi-

depose Aldeberlo dal sacerdozio, e lo no, ed assunse monaco. Edi-


la cocolla di
scomunicò con l'altio eretico Clemente ficato e dotato poco lungi un monastero
sco7.7ese. Già anibedue erano stati con- di monache, vi professarono Tesia sua

dannati da'concilii di Leptines e di Sois- consorte e Rattudra loro figlia, come si


sons, e da s. Bonifacio apostolo di Ger- legge nella Chron. Casnn. di Leone O-
mania. Si poiino vedere il Bernino: Sto- sliense, lib. r,cap.8.Già S.Zaccaria, dopo
ria dtlVeresie; r Francese' Antonio Zec- l'abdicazione di Carlomanno d^llasicrno-
ca ria, iS"/or. della proibizione deUiliri.^eì ria di Francia, a qnesti avea dato in Ro-
detto concilio, o meglio nel precedente, ma l'abito clerirqje e la i." tonsura, es-

come sostiene il Cenni, sottoscrissero que' sendosi anch'egii reso monaco a Monfe
i4 cardinali, che il citato Cardella regi- Cassino, dopo aver fondato monastero il

stra neh. I, par. I, p. 87 ; oltre quali ne i sul Monte Soratte o s. Oreste, da dove si

riporta 4 altri creali da lui e che successi- ritirò per evitare le frequenti visite che

vamente furono Papi Stefano III, s. Pao-


i ricevea da'oobili francesi che recavatisi
lo I «Stefano IV; anzi io vi aggiungerò a venerare !a tomba di s. Pietro, Egujl-
Stefano II suo immediato successore e mente nel 749 celebrò un sinodo nella
da lui fatto cardinale. Quindi nel 746 il basilica Vaticana, sopra alcuni punti
Piipa si recò in Monte Cascino {/'.) a di ecclesiastica disciplina,e perchè nel voi.

venerare i corpi di s. Benedetto e di s. LIX, p. 93 citai il voi. XII, p. 249, fu


Scolastica sua sorella, che vide co'propri errata la pagina, essendo 24^- Raccontai
occhi, e vi consagiò la restaurata basili- a Fr.AxciA, che divenuto inabde a re-
ca, assistito da 1 3 arcivescovi e 68 vesco- gnare Childerico avendo gli stati del
III,

vi; decretò la solenne festa de! santo e regno consultato Papa per dargli il
il

della sorella s. Scolastica, fece molti doni successore, a mezzo di s. Burcardo i." ve-
al monastero, gli confermò le sue prero- scovo d'Erbipoìi e del celebre abbii te di
gative, e dichiaiòesente ricevendolo sotto s. Dionisio Fulrado cappellano e ni-
la protezione della s. Sede. Al defunto pote di Pipino il Piccolo, maestro di
Liutprando successo il re Rachis già du- palazzo d'Auslrasia, considerando il Pa-
ca del Friuli, ad onta che avesse ricooo pa la politica situazione di Childerico
sciuto la convenuta tregua ventenne di s. III, che da lungo tempo i re della di-
Zaccaria, per allargare i confini del suo nastia de* Merovingi non erano più ta-

regno, nel 749 assediò Perugia { ^.), mi- li che di nome, e si erano lasciati spo-
nacciando tutte le città della Penlapoli. gliare della propria autorità, la quale
Appartenendo essa al ducato di Romay era passata ne'possenti maestri di palaz-
alla sua volta parli s. Zaccaria rapida- zo; e domandandosi al supremo capo
mente, appena seppe la triste novella, della Chiesa, se era conveniente che le
conducendo seco alquanti dignitari del cose rimanessero in tale stato, il Papa ri-

clero e personaggi di Roma. Presenta- spose, che per non isconvolgere l'ordine,

tosi al campo del re, con apostolica fran- era meglio che si dasse il nome di re a
chezza, lo costrinse a levar 1' assedio, e quello che ne avea il rolere. Altri affer-

con tonto eloquente efficacia gli ragionò mano, che non solo s. Zaccaria ci conven-
sulla vanità delle grandezze di questo ne, ma che propose per nuovo re Pipino
356 ZAC Z A C
il l'iceolo, della nuova e gMgiiaiJa stir- grìni, lo descrissi nel vul. XXI, p. 1 58 e
pe de* Caroliogi, la quale avea per cosi i5g, dicendo che gli alimentava quoti-
dire infusa nuova vita nelle generose ve- dianamente nel patriarchio, e che da lui
ne de' franchi, a mezzo dell' avo Pipino ebbero origine le due distribuzioni setti-
à'Ueristal e del genitore Carlo Martello, manali di pane, dall'elemosiniere del Pa-
di cui ne continuava le glorie. Egli re- pa nel palazzo apostolico. Anastasio Bi-
stò eletto e fu padre a Carlo Magno, che bliotecario commenda s. Zaccaria per
uè ecclissò le grandezze. Pipino ricevè la la sua grande affabilità, moderazione,
regia consagrazione a Soissons, dalie ma> dottrina ,
pietà e misericordia. Narra
ni dei sullodato s. Bonifacio apostolo del- Butler, che s. Zaccaria sentiva tanta ca-
la Germania e legato del Papa. Rispon- sciagurati, che avendo sa-
rità per tutti i

dendo il Papa al quesito fatto da s. Boni- puto avere alcuni mercanti veneziani
facio legato di Germania, dichitìròcull'i?- comprato in Roma degli schiavi battez-
visl. 6, presso Labbé, Conc, t. 6, p. 5o5, i zati d' andjo
in gran numero,
i sessi,

che il battesimo conferito per sola igno- per ricondurli mori d' Africa, li ram-
a'

ranza della lingua latina, colle equivalenti pognò acerbamente per traffico sì ingiu-
parole Baptizo te in nomine Palria, et
: rioso all'umanità e alla religione; e poi
J^ilia, et Spirilu SanclOf fosse tenuto pagò loro la somma richiesta per la li-

per valido. Oltre a ciò ordinò s. Zacca- bertà di questi schiavi(più riprovevole fu
ria che i sacerdoti non potessero cele- il commercio dipoi praticato da'mercan-
brare appoggiati a bastoni, né col capo li di Verdun,! quali comprati de'giova*
coperto; e che gli ecclesiastici non si fa- netti e mutilatili, li vendevano per eunu-
cessero vedere per la città se non in abito chi a' saraceni di Spagna). Versatissimo
lungo, volgarmente detto sottana. Molle nella lingua greca e latina, tradusse nella
cose operò s. Zaccaria nel Palazzo apo- I.' i Dialoghi di s. Gregorio 1 a istanza
stolico Laleranense (^.): vi edificò una de'greci si crede che le copie di tale ver-
:

basilica che prese il suo nome, ove Papi i sione sì«no state alterate nel secolo IX
poi riceverono le Laudi o ydcclaniazio- da Fozio, in un luogo che favorisce l'opi-
ni (^.) nella Coronazione o Possesso, uìoue de' greci intorno la processione
ed in altre funzioni, e nel giovedì sauto dello Spirito Santo. Divolo delle sagre
facevano la cena co' cardinali, e poi la Immagini, accolse puteruamenle le mo-
Lavanda de'piedi (F.) a 12 poveri; or- nache greche basiliane fuggite da Co-
nò la porta e il portico con pitture di sa- stanlinopoli per le pei'secuzìoni degli em-
gre immagini, ov' era la Scala santa j pi Iconoclasti, e die' loro la Chiesa di
restaurò il medesimo Patriarchio in o- s. Maria sopra Minerva, lasciando che
gni sua parte, e sopra una torre da lui in- continuassero nell'uffiziatura greca, Rife-
nalzata costruì un Triclinio per cenare, ce le mura
di Roma, e fortificò con diver-
dipingendovi tutte le parti del mondo, per se torri. Rinnovò in tutti sagri templi i

ricordare a'successori che a tutte devesi le immagini de'Santi, e delle copiosissi-


tenere rivolto il pensiero, ed i.nsieme per- me reli(|uie trovate nel Laterano, ne fe-
chè riuscisse di conforto a'pellegrini che ce partecipi le chiese romane, douando
vi si cibavano, sapendo ch'erano presenti a quella di s. Giorgio in YeUbro e ia
di continuo alla mente del pastore de' pa- ricco reliquiario ia testa di quel santo.
stori. Pare che abbia rinnovato e altresì Lodato è s. Zaccaria pe'doni generosi di
ornato un altro triclinio. Nel Palazzo a- vasi d'oro e d'argento fatti a dette chie-
postolico Faticano ampliò la biblioteca se, non meno che per la munificenza- nel
già celebre. Quanto il Papa fosse tenero, risloramento de'sagri cimiteri di Roma,
provvido e sollecito pe'poveri e pe'pelle- nell'abbellire e restaurare le sue chiese.
ZAC ZAC 357
particolarmente la Vaticana, ove fabbri- esempi, in processo di tempo più non cu-
cò roratorio in cui ripose lereliquie d'in- rarono il pacifico esercizio dell'agricoltu-
numerabili santi, gli donò una corona ra, già praticata e onorata da'loro mag-
d'argento di 120 libbre con molti altri giori, e in generale posero alla colti-
ornamenti, e assegnò 20 libbre d' oro vazione de' campi numerosi loro schia-
i

annue per l'olio delle lampade di quella vi. Gli opulenti romani cercarono quin-
basilica, il che esegui pure con altre ba- di ne'Ioro sterminati patrimooii il mag-
siliche con pia liberalità. Merita ancora gior utile colla minore possibile spesa
speciale lode questo Papa pel molto che e fastidio; laonde alle produzioni de'ce-
operò piamente e felicemente a prò del- reali sostituirono ne' pingui e vasti pa-
la Chiesa e dell'autorità della s. Sede, on- scoli, grosse mandrie di bestiame, alle
d'è ben degno d' essere annoverato dal quali bastavano la cura di pochi pastori.
critico Pagi, nel Breviar. Roni. Pont., t. Tranne le fille destinate al piacere, ed
I, p. 208, n. 22,tra'primi Pontefici, nel erano molte, il rimanente de'terreni di-
zelo e nella santità insigni.Fu pure be- vennero pascoli coraechè più fruttuosi
nemerentissimo consolidamento ed
pel in vicinanza d'una grande città. Tale fa

estensione, della Sovranità da' romani l'origine di que'Iatifondi che cagionarono


Pontefici e della s. Sede (^), imperoc- la rovina delle provincie circostanti e d'I-
ché fu sotto di lui che meglio l'Esarca- talia, secondo Plinio, Hisl. nal.,\'\h. 18,

tOy la Pentapoli, il Piceno, V Umbria e cap. 7; accresciuta dalle irruzioni barba-


le Provincie aggiacenti a /lomrt, per mez- riche, che recando seco copiosi arcnenti
zo de'Ioro deputali, si confermarono nel- dispregiarono 1' agricoltura. Il feudali-
l'ubbidienza temporale ancora del Papa, smo migliorò in parte la condizione de'
e giurarono fedeltà alla Chiesa romana, negletti campi, ed i baroni stabilitisi in
per r antica protezione loro accordata, luoghi alti e muniti, rinnovarono l'agri-
come rilevai nel voi. LVH, p.262 e al- coltura delle montagne: ma la pianura
trove ;iiotando nel voi. Lll, 191 e luo- p. restò quasi deserta, per le atroci guerre
ghi analoghi, che sembra avere s. Zac- nelle quali a vicenda si laceravano. In
caria tanto nella Pentapoli, che nelle al- mezzo a tali vicende Papi si adopera- i

tre Provincie, in segno di supremo do- rono indefessamente, o almeno per quan-
minio, ad ogni città assegnato i propri to potevano, secondo le circostanze, per
giudici. Sulla sovranità pontifìcia, prò- la prosperità delle campagne romane : s.

pugnata contro le calunnie de'suoi nemi- Zaccaria eresse 3 villaggi o colonie che
ci,grave digressione riportai nel voi. CU, chiamò Domiiculle^ Donius Calta, ed
p. 267 e seg., ragionando pure dell'ope- una nell'antico Laureoto, come rilevai
rato da s. Zaccaria a favore del greco im- nel voi. XXXVII, p. 226; ed il Papa
pero, che decadde dui dominio delle prò- s. Adriano I poco dopo fondò altre 4
vincie italiane per averle abbandonate al- Domiiculte. Crebbero io appresso questi
la ferocia longobarda, e per l'empia ere- luoghi agricoli e abitati sino a 53, pro-
sìa de^VJconoclasli. Provando che Pa- i babilmente compresi gli edificati da'ba-
pi non furono ribelli a quel degradato roni : delle Domticulte, di cui s. Zaccaria
impero, come li tacciarono alcuni, in- die' l'esempio, ragionai in vari luoghi. Nel

oltre il Papa s. Zaccaria fu benemerito voi. XLVl, p. 107, 108 e 109 parlai ,

dell' agricoltura dell' Agro Romano, di della rarissima moneta battuta nella ZeC'
cui trattai a Roma. Ivi notai che gli an- ca papale da s. Zaccaria, la quale ora tro-
tichi romani, spinti dal preponderante anco pel ri-
vaci nella Biblioteca Vaticana,

desiderio delle conquiste e solo pregian- marcato nel 272, Legero Carlo
voi. L, p.

do d mestiere delle armi, tranne pochi Deher dotto fìammiogo, nel suo Carte;
358 ZAC ZAC
sius seipsum destruens, Lovanìo 1675, dimostra nel suo libro. De Mundi crent.,
favedete essere falso che Papa Zaccaria, I. 3, e. 1 3, che s. s. Gregorio Nis-
Basilio,

come alcuni hanno scrillo, abbia contlao- seno, s. Gregorio Nazianzeno, s. Atana-
nato il prele Virgilio o Vigilio (il quale sio, e il più de'Padri della Chiesa, crede-
seniinava la dissensione tra s. Bonilacio vano che la terra fosse rotonda; anzi si

e Otlilone, duca di Baviera), per aver so- fa menzione degli antipodi in s. Ilario,

stenuto che vi sieuo degli autipodi o abi- in Origene, in s. Clemente 1 Papa, ed in


tatori della ferra sotto di ooi,ch'eravi altri. 11 Cancellieri, Dissert. epistolari, (x

uu mondo, un altro Sole, un'altra


altro p. 354 eruditamente ragiona degli anti-
luna. Egli condannò unicaiuente quegli podi, come riconosciuti dagli antichi e
eretici, che non contavano questi anti- ammessi da alcuni ss. Padri, come ne-
podi fra'riscattali da Gesù Cristo, come gali da altri; se s. Zaccaria, condannasse
non discendenti di Adamo; e quanto a il pure lo negii
prete Virgilio, ed egli
Virgilio, rispose a s. Donifuciu che gliene spiegando l'operato del Papa, indi ri-
avea scritto, doversi deporre se conti- porta un bel numero di scrittori sopra
nuava a insegnar tali errori. La stessa gli antipodi. Questo Papa amantissimo
cosa hanno dipoi dimostralo i giornali- del clero e del popolo di Pioma, governò
sti di Trevoux e mg."^ Dulens. A torto la Chiesa universale 10 anni, 3 mesi e
alcuni moderni scrittori conclusero dalla i4 giorni, ne' quali con sagge regole ri-
risposta del Papa, a^cr egli condannalo formò gli abusi, mantenne la disciplina,
il oeusar di quelli che ammeilevanu gli e solFucò 1 semi delle divisioni che tur-
antipodi. Egli non mirò che a condannar bavano molte chiese. Io 3 ordinazioni
gli eretici che sostenevano esservi una creò 85 vescovi, 3o preti e 5 diaconi*
raz^a d'uomini non dìscsndeuli d'Adamo, Morì u*i4 marzo 7 52, e fu tra il com-

e non redenti dal Salvatore, il Papa non pianto universale sepolto nella basili-
pronunziò alcun giudizio, solo ordinò a ca Vaticana nel dì seguente in cui si
Virgilio di recarsi in Ptoma, perchè la sua celebra la sua festa, venerandosi il suo
dottrina fosse esaminata, e tutto mostra corpo in detta chiesa. Vacò la s. SsÒQ 2 i

ch'egli si giustificasse, poiché poco dopo giorni, se non si numera fra' Papi Ste-
fu eletto vescovo di Salisburgo. Il Berni- fano li, che eletto a succederlo visse 2
110 nella S loria ddi eresie ^ avverle che il giorni.
Baronio tiene per false le accuse contro Zaccaria, Cardinale. V. TLkccK'
Virgilio; e che Natale Alessandro e Le EIA Papa.
Goiot<ì credono fosse un altro Virgilio, e ZACCARIA, Cardinale. Prete del ti-
non il santo vescovo di Salisburgo.La sud- tolo di s. Grisogono,iotervenne al concilio
detta op. olone poteva essere condannata romauo tenuto da s. Leone IV neir853.
come erronea, perchè coutraddÉcentealla ZACCARIA Antonio Mari,v (Ven.).
s. Scrittura. Molti filosofi antichi pensaro- V. BaBN ABITI.
no che!^ f guia della terra non fosse sferi- ZACCHEO (s.), martire. Diacono di
ca, e ri^iiltavano quindi l'opinione degli Gadara in Palestina, fu preso nel i." an-
antipodi. Quello errore filosofi JO,ohe nul- no dellj persecuzione generale di Dio-
la a vea a fare colla fede, fu a(K>tlato da al- cleziano, e condotto innanzi al prefetto.
cuni Padri, come da s. Agostino, da Be- Crudelmente battuto e straziato con pet-
&d, e da Coi-ma l'Egiziano : nua conviene tini di ferro in tulle le membra, strasci-
però ioimag'narsi che sia slntu generale nato in prigione e messigli i piedi dentro
tra' filosofi cristiani sino al secolo XV, una pastoia fino quarto forame, per
al
come pretese il p. iVIontfaucou. Filopono, modo che il suo corpo ne fu quasi squar-
che fioriva sul declinar del VI secolo, tato, non perdette per nulla la serenità
ZAC Z A C 3%
del suo animo, né si rimase di lotlnre le leggi, suo n^iturale phcìdo e be-
e pel
giorno e iiolte il Signore. Alfio (/*.), nigno, per cui si faceva universalmenta
suo parente, lettore ed esorcista, il quale amare, gli commise più ardui e gelosi i

zelantemente esortava i fedeli e coitfor* incom-


alTari del pontificato, nelle quali
taviiji il confessare Gesù Cristo, dopo es' benze avendo soddisfatto all'e<peltazione
seie stalo anch'egli batlxrto con veigiie che il Papa avea formato della di lui a-
e ddanialo con uncini di ferro, fu me- bilità e prudenza, lo dichiarò pref«t lo del-
nalo nella prigione ov'era Zaccheo, e vi la congregazione delconcilio.Di più a'i4
fu trattato nella stessa maniera. Sotto- maggio i6ui nella basilica Lateranense
posti poi ambedue a un nuovo interro- lo consagrò vescovo di Monte Fiascone
gatorio vennero condannati a perdere la (^.), chiesa che governò con riputazione
testa a' 17 di novembre, nel qua! gior- d'integrità, prudenza e zelo. Intervenne
no sono nominali nel martirologio ro- a'teoclavi di Leone XI e Paolo V, e nel
mano. I. di essi fu uno de'cardìnali che sopra
ZACCHIA Paolo Emilio, Cardi- gli altri fu giudicato degno della suprema

nale. Nato nobilmente nel proprio feu- dignità della Chiesa. Dappoiché il sagro
do del castello di Vezzano, che produsse collegioper l'alta stima che faceva di
tanti illustri personaggi, diocesi di Luni lui,avrebbe di buon grado concorso a
nel Genovesalo, ottenne nell'università sublimarlo alla cattedra di s. Pietro, se
di l'isa la laurea dottorale in giure, indi non che affranto dal male, volle consul-
fu chiamato in Roma dal zio materno tare i medici sulla di lui esistenza, i quali
Marcello iN'obili canonico Valicano, e io- assicurarono i cardinali che al più pote-
timo amico e familiare diClemente Vili, va vivere altri 3 mesi, come rilevai nel
il quale l'assegnò per uditore al cardinal voi. XLIV, p. i35. L'eletto Leone XI
Pier Donato Cesi, non lasciando al tem- visse 26 giorni, laonde il cardinale rien-
po stesso d'esercitarsi nella professione trato in conclave, si aggravò talmente la
d'avvocato. Siccome il Fapa voleva in sua infermità, che a seconda del progno-
ogni modo promuovere il Nobili al car- stico de'medici morì in Roma nel i6o5
dicalalo, lo chiamò a sé e l'invitò a pre- di 5i anni, e fu sepolto nella suddetta
pararsi per tale dignità. 11 ^obili in vece sua titolare senz'alcuna funebre memo»
supplicò Clemente Vili, che quell'onore ria,errando Marchesi nel Protonotaria-
determinato dalla sua benignità per lui, lo la vita. Il maestro del-
prolungandogli
trovandoci ormai in età decrepita, voles- le ceremooie pontifloie Paolo Alaleona,

se degnarsi conferirlo al suo nipote Zac- ne'suoi Diari mss. scrive che il cardina-
chia, giovane di talento, il quale avrebbe le fu personaggio pieno di cortesia, som-
potuto farsi del merito e recare vantag- mamente benefico, e di tutte le più belle
gio allaChiesa. L'ingenuo candore e mo- qualità ornato. Cd il Cerini nelle Jle/no'
destia del Nobili piacque tanto al Papa, rie storiche della Lnnigiana^ lo qualifi-

che successivamente promosse il nipote a ca dotto scrittore dell' opere di cui fa


suo cameriere segreto, uditore della se- cenno.
gnatura di grazia, commissario della ca- ZACCHIA Laudivio, Cardinale. Ge-
mera, protooutario apostolico, e nunzio novese e nato d'illustre famiglia nel
straordinario al re di Spagnay pel duca- castello di Vezzano, laureato in giuris-

to di Ferrara devoluto alla s. Sede, con prudenza nell'università di Pisa, pelgraa


felice successo. Finalmente a' 3 marzo studio e fervore col quale si era appli-
i5q8 lo creò cardinale prete di s. Mar- cato; indi si sposò con Laura Nobili da-
cello, e siccome gli era divenuto caris- ma che lo fece padre d'un
di sua patria,

simo per r eccellente sua perizia nel- maschio e d'una femmina. Restato poco
36<J ZAC ZAC
dopo vedotOj si recò in R.oma presso il di quella basilica. Lodato per grande ao-
fralello cardinalPaolo Emilio, che go- Cortezza, non disgiunta da somma inte-
dendo nel pontificalo di Cleuiente Vili grità, godè la stima e l'amore della cor-
non ordinaria autorità, potè agevolmen te di Roma. Narrali Cerini, che nella pa«
te ottenergli un posto tra gli avvocati tria Vezzano fece costruire a proprie
concistoriali, e la carica da lui già eser- spese la chiesa dis. Sebusliauo, e la forui
citata di commissario della camera, da di ricchi e belli arredi.

cui fece passaggio a quella di pro-teso- ZACCHIA Giuseppe Antonio, Car-


riere con molta soddisftuione del P«pa, dinal. De' marchesi del suo nome e
il quale ebbe tutto l'agio di conoscere delia illustre e antica famiglia de'pre-
con quanta e somma diligenza trattava cedenti due cardinali, nacque nel castel-
gli artdri camerali. Dopo la morte del lo di Vezzano, diocesi di Luni-Sarzana,

fratello, Paolo V neli6o5 gli conferì il patria deliziosa e amena, feconda di per-
di lui vescovato di Monte Fiascone{^f\), sonaggi di singolari meriti, a'2 3 febbrai
e ad istanza del cardinal Pietro Aldo- io 1787. Sortì dalla natura pronto inge-
brandini nipote di Clemente Vili, fu ar- gno, animo franco e coraggioso. Ricevette
ricchito di tulli benefizi ecclesiastici che
i l'educazione e la primaria istruzione pro-
ilmedebimo fratello avea posseduto. Ven- porzionata alla sua nobile coudizione, nel
ne quindi incaricato della vice-iegHziaue collegio di Lucca, ovetrovavasi quando
della provincia del Patrimonio. Mentre fu requisito nelle guardie imperiali di

era applicato al governo di sua diocesi, Napoleone I perciò si trasferì in Parigi


:

con zelo di sollecito e vigilante pastore, ma non indossò alcuna montura, perchè
Gregorio XV nel 1611 lo nominò nun- arrivato al deposilo, per motivi di salute
zio alla repubblica di Venezia, nella qua- e con gravissima spesa ottenne l'esenzio-
le rappresentanza mostrò tal probità e ne dal servizio niilitare eonorifico.Laon-
destrezza, che oltre all'essere riuscito de non è veridico quanto altri asseriro-
gratissimo a quel senato, ne conseguì dal no, che ne'tempi belligeranti e memo»
Papa ampie lodi, onde ebbe a dire di rabili di sua adolescenza divenne mili-

lui il cardinal Ludovisi nipote di Grego- tare. Portatosi in Roma per continuare

rio XV, che Sede non avea allora


la s. gli studi di legge, si meritò la laurea d'o-
altro ministro che pareggiasse il suo me- nore nell'università della Sapienza, tanto
rito. Non durò gran tempo nella veneta nel diritto civile, quanto nel canonico e
nunziatura, poiché richiamato a Ruma nel criminale: inoltre ottenne la laurea
da Urbano Vili, fu promosso nel 1625 in filosofia e nel diritto pubblico. L'udi-
a suo Maggiordomo {f^^.), quindi a' rg tore di Rota mg ^
Tassoni lo prese per
gennaio 1626 lo creò cardinale prete suo segreto Rota, e quando il prelato
di
di s. Sisto, e protettore dell'ordine ago- fu promosso a uditore del Papa, ottenne
stiniano. D'ordine del Papa presiedè al la prelatura di giustizia, e volse l'animo
capitolo generale, celebrato in Pioma dai a dedicarsi al servigio delta s. Sede, trO'^

teatini. Piinunziata nel i63o, col bene- vaudosi ornato di cognizioni, di esperien-
placito d'Urbano Vili, la chiesa di Mon- za e colto negli studi della giurisprudenza.
te Fiascooe a favore di Gaspare Cecchi- Pertanto leggo nelle Notizie di Roma,
nelli suo nipote, fu chiamato quasi al- che Pio VII l'ammise nella prelatura ro-
l'improvviso all'altra vita in Roma nel mana, nella quale percorse in tempi as-

1637, e fu sepolto nella sua chiesa tito- sai difficili brillante carriera sia come
lare di s. Pietro in Vincoli a cui era pas- preside di proviuoie, sia qual giudice,cou
salo, seoz' alcuna onorevole memoria, quel zelo e onoratezza che gli meritarono
tranne la lapide posta sotto al portico elevate promozioni e cospicue dignità.
ZAC ZAC 36i
A'i5 febbraio 1816 fu annoverato Ira* no il denaro delle comuni; movimento
prelati referendari della segnatura di gra- politico che rannodavasi colla solleva-
zia e di quella di giustizia, ed a'9 marzo zione generale d'Italia. Ma eranvi già
dichiarato ponente del buon governo; nello stato papale gli austriaci con forza
ìndi il Papa e nell'istesso anno a'2 no> 1 imponente, che marciavano su Napoli, e
vembre lo uotninò vice-legato di Raven- perciò ninno ardì di secondare quegli av-
Da, concedendogli l'uso del rocchetto, ed venturieri. M D'altronde il prelato Zaa-
essendo legato il cardinal Malvasia; e tale ehia che governava quella provincia, al
lo trovo registrato dal cav. Spreti, Me- primo annunzio dell'invasione de'carbo-
morie de' governi della città diliavenna^ nari diedeimmediatamente le disposizio-
p. 64, tua siccome lo dice di Castel Bo- ni opportune per scacciarli. Ragunò per-
lognese, luogo della stessa legazione, poi tanto inAscoli con prontezza e precisione
dirò in qual senso debba intendersi, il militare poche truppe di linea ed i
le

che già rilevai altrove, essendo il prelato carabinieri,formò un piccolo corpo di


propriamente di origine genovese e solo circa 600 uomini, ed uscito con esso in
di aggregazione a nobiltà e cittadiuHuza campagna costrinse quegl'invasori a ri-
romagiiolo.Nel novembre 1 8 Sfu dichia- 1 tornare io Abruzzo ". Questo saggio di
rato delegato apostohco della pioviucia energia e di valore, oltre gli elogi del
d'Ascoli, giù divenuto protonolai io a- cardinal Consalvi, gli meritò nel medesi-
poslolico soprannumerario fino tlal pre- mo anno a'24 marzo d'essere promosso
cedente anno. Nel voi, IX, p. 253, l'en- a delegato della provincia di Fermo, e
comiai per avere respìnto i settari Car- poco dopo a' 3o maggio a quella di
honari (de'quali riparlai a Sicilia) con Prosinone, che in uno a quella di /'e/-
valore, i quali dal limitrofu regno delle letrì (^ .) era agitata da lungo te(npo
due Sicilie pietendevano irrompere nel- dal brigantaggio, e ne riportò loili per
lo stato pontificio. In fatti narra l'anna- quanto operò per la estinzione di es<o dal
lista Coppi negli Annali d'' Italia, a\V an- detto segretario di stato cardinal Con-
no 1821, n. yg e 80, che in conseguenza salvi;quindi Pio VII nel maizo iS^S
della sollevazione di quel reame, temen- l'avanzò al governo della delegazione a-
dosi dal governo pontificio qualche cor- postolica di Spoleto, e nel seguente mese
reria de'oapoletani especiaimente de'car- all'altra di Viterbo. Il Leone
successore
boiiari , l'apprensione fece spargere la XII nel luglio 1824 lo richiamò in Ru-
Voce che i ribelli a'i3 febbraio da Ter- ma e fece ponente di consulta, indi nel
racina marciavano su Roma, onde il car- 1 825 il cardinal Somaglia vescovo e go-
dinal Consalvi all'istante pose la città in vernatore d'Ouia e Velletri, lo nominò
istato di difesa. Tuttavolta i timori che giudice delle congregazioni generali cri-
de'carbonari avea il governo non erano minali per ie cause privative di quelle
senza fondamento, imperocché due gior- due diocesi. InultreLeuue Xli, per l'esti-
ni ilopo i 3oo napoletani e fuorusciti ra- mazione che ne avea concepito, anche
dunati sul Tronto, fecero una correria nelle materie legali, ne'primi di gennaio
sul territorio papale nella provincia d'A- 1829 l'elesse uditore di Rota, il che ri-

scoli, e avanzarono fino a Rìpatranso-


si ca vo dal u, 2 del Diario di Roma 1
829,
ne, spargendo proclami in nome di una mentre nel n. 4? si legge, che a'5 giu-
Unione patriottica per lo stato romano, gno mg.*^ Zacchia nuovo uditore di Rota
co'quali promulgavano la costituzione di tenne pubblica conclusione nella gran
Spagna, ed invitavano i sudditi ponti- sala del palazzo della cancelleria apo»tO'
ficii a prendere le armi pel bene comune licci, nella quale difese le 7 lesi toltela:
d'Italia: aprivano le carceri, e prendeva» cap. Relaluin 1 9 de off. et polest. Jw
362 ZAC ZAC
dìcis tlelcgnti, 29, Decretai.
lil>. i, til. XVI. Oltre a ciò il prelato a dimostrare
Gregor. IX, sciogliendo validanienle le il suo buon genio per le arti utili e per
obiezioni de'3 argoineulnnti suoi colleghi le erudizieni, con u)oIte dovizie abbellì
i mg ri Marini, ilibadeneyra e de Relz, la sua casa, massiote in dipinti di clas-
e di ma/ Lippi avvocato coticiiìtoriiile, sici autori, oltre un disegno di PialTtele,
ripoilando i inerilati elogi dalla nume- fra' quali un quadro di Claudio Gelée,
rosa udienza composta di parecchi car- detto il Lorenese, che fu illustrato dalla
dinali, di prelati, di avvocali e dj giure- società delle belle arti, ed il rame del
consulti delia romana curia. Indi a'3 lu- dipinto: Le hrouillard da matin, del
glio enliò nell'esercizio dell'uditorato. celebre pennello di Giuseppe Vernet, di
Morto Pio Vili, il sagro collegio l'inviò cui con onorevole bigliettomi donò uno
pro-legato a Ravenna, o»e fece il possi- de'25 esemplari sul inede^imo fatti da
bile per frenare 1' insurrezione, pel nar- lui tirare. Per non dire di altro, ricor-

rato dal Coppi all'anno i83r, n. 35. derò il Globo celeste antico scolpilo in
Scoppiata tale rivoluzione in alcune parti marmo porino, che f(j già tra le sculture
delio stalo pontificio, nella supposta sede nel palazzo de'marchesi Rondinini (im-
vacante e quando in vece sublima vasi ai perocché conviene sapere, che il sullo-
triregno Gregorio XVI, quesl'iniperlur- dato Laudivio Zacchia prima del cardi-
babile PonteOce virilmente e con pron- nalato maritò una sua figlia al marche-
tezza la spense, e per estinguerne le reli- se Rondmini di Roma, e mancala la suc-
quie e formare tra 'sudditi de'propugna- cessione una porzione de'beni fìoadinini
coli di fedellù e di ordine, furono istituiti passarono, oltre la dote, il cognome e lo
i volontari pontiHciì. Il prelato alTezioDa- stemma, in casa Zacchia), e vuoisi trova-
lo al governo della s. Sede e alla persona to negli scavi di Campo Marzio. La rarità
del Papa che ammirava tantoiuleressato del inonuuiento mosse il prelato a farne
pel pubblico e vero bene, si mostrò ioa- incidere il disegno, e ad illustrarlo col-
|)egnalissimo per l'utilissima istituzione la: IVofa intorno un antico Globo cele-
de'volontari pontificii ; laonde nel i833 ste scolpilo in marmo parino conservato
fece conoscere al Papa la loro iu)portan- presso mg.' G. de' marcitesi Zacchia u-
za a salvei^za dello slato dall'incessanti dilore della s.Rota romana, scritta dal
mene settarie, per la conservazione della cai>. P.E. Visconti, Roma 18 35. Aven-
politica quiete sempre esposta a'tentativi do il eh. e dolio archeologo, commissa-
de'fdziosi. A lale elTetto gli propose di a- rio dell'antichità romane, dichiarato ia
niaiare qoe'zelanli e fedeli, che furono i lale opuscolo potersi consagrare il singo-
primi ad eccitare quelle popolazioni a lare e ragguardevole monumento alla
tutelare la difesa del governo, onde il pubblica utilità e studio de'dotli nel Va-
Papa volle da luì i nomi di tali bene- ticano, in quel sontuoso museo ch'è il

meriti per averli in considerazione. la- tempio maggiore che mai da genti civili

tanto il prelato tra' severi studi e cure s'innalzasse alle arti e al progresso dei
diTemide, non solo occupavasi alacre- buoni studi, il prelato si fece un pregio
mente alle ricerche delle statistiche, ra- di offrirlo al quale nel gradirlo
Papa, il

dunando copiosi materiali per formare lo fece collocare nel Museo Faticano^
un'esatta statistica dello stato della Chie- come accennai in quell'articolo. Nel Mu'
sa, ma eziandio ad istruirsi con particola- seo Pio- dementino al Vaticano, descrit-
re studio delle ragioni onde si governano to da Pietro Masi nel i844> a P- 1 16, o.
l'entrate del pubblico erario e la pubbli- 339, si riporta il Globo celeste ornato
ca amministrazione, io ciò eccitato dalle de' pi'incipitli pianeti, e dflla Zona ove
peculiari cure a cui dcdicavasi Gregorio sono scolpiti i 1 2 segui del Zodiaco, qual
ZAC ZAC 363
clono di mg/ Zacchia, e situato nel mez- segni di gioia e quale suo benefattore,
z<j e isolato, nella 3/ divisione della $oi)> colle particolarità che riportai a Protet-
loosa sala de'biisti. All'articolo Gover- tore, insieme ad un sunto dell'applaudito
natore DI Roma co' dovuti elogi rac- e importante discorso analogo, pronun-
toiilai, come Gregorio XVI avendo pro- ziato dal porporato; e siccome pieno di
mosso al cardinalato il governatore mg/ nmralilà e senno civile, e tutto appro-
Vaiinicelli Casoni (ora arcivescovo di priato alia circostanza, credei opportuno
Ferrara, e di lui riparlai nel voi. LXIX, d'ivi fame speciale menzione. Il cardi-

l>. 4^ 6 49> dicendo di sua nobile fami- nale in esso parlò pure delle reciproche
j^lia e patria di cui nel i855 divenne obbligazioni che .stringono il patrono e i

protettore) nel gennaio 1842, indi gli piotelti,rimarcando che del nome datogli
sostituì nella cospicua dignità mg/ Zac- di concittadino ad oo(a della diversa pa-
ciiia. Avea
cardmale durante il suo
il tria di nascila, se ne compiaceva per la
bieve prò governatorato pubblicato ai
- dimora fatta nel luogo, per gl'mteressi e
12 febbraio il primo Quadro stafisli- parenti che vi avea. Ma le concepite spe-
co (Itila popolazione, di Roma al dì 3 t ranze a un tratto si spensero, nell'ancoi'
ilicembre 1841 j ed il prelato succes- vigorosa età di 58 anni e 9 mesi circa,
sore DOD solo lo modifìcò in alcuna parte avendo appena indossalo la s. porpora
e continuò a pubblicare ogni anno, ma 7 mesi e altrettanti giorni. Riferisce il
cooje rilevai nel voi. LIX, p. i65, istituì n. g5 del Diario di Roma del i845:
un uiljzio di statistica: questo però non si Annunciamo con vivo rincrescimento che
è potuto ancora perfezionare, e forse una la sera de'2y novembre passò agli eterni

esatta statistica è impossibile d'ottenersi riposi, dopo avere ricevuti esemplarissi-


in Roma, per le speciali sue coud zioni, mamente i conforti della s. religione il

e come lo dimostra 1' esperienza di più cardinale, di gastrica malamente curala


anni. Scriveva queste parole nel i854; per una perniciosa. Avendo egli eserci-
dipoi nel iS5j fu pubblicata la Statisti- tato con lode sovrana le più insigni pre-
ca dello Sialo Pontificio del i853, che lature, la perdita deirillustre porporato
lodai altrove e mi giovai in più luoghi. fu sentita con vero rammarico da quan-
Dal preiato si esercitò il grave uffizio con ti ne conoscevano la religione, l'integri-
Singolare attività, vigilanza, fermezza ed tà e la dottrina. Indi riporta il n. 97 del
energia, estinguendo i rapinanti, con seve- DiariOy che le jdi lui mortali spoglie, do-
re punizioni anche estreme per la correità po essere stale esposte nell'appartamento
ad curando indefessamente
altri delitti, di sua residenza, furono trasportate col-
la pace e la tranquillità di Roma. Laon- ia solita pompa funebre nella chiesa di
de in premio di sua lunga e laboriosa s. Marcello, ove fu tenuta cappella pa-
carriera, il Papa nel concistoro de' 22 pale di esequie. Pontificò la solenne mes-
luglio 1844 lo creò e riservò in petto sa di re(piìe il cardinal Ostini camerlen-
cardinale dell'ordine de'diaconì. Quindi go del sagro collegio, alla presenza dei
in quello de'21 aprile 1 845 lo pubblicò, cardinali, de'prelati e consueti ragguar-
conferendogli per diaconia la chiesa di s. vevoli personaggi. Dipoi il cadavere fu
Nicola in Carcere Tulliano, ed annove- trasferito nella sua diaconia di s. Nicola,
randolo alle congregazioni cardinalizie ed in essa tumulalo, a destra della cro-
del concilio, delia lauretana, dell' acque cerà presso l'altare di s. Nicola; il che
e strade, e del buon governo. Avendolo confermasi dalle Notizie di Roma del
inoltre fatto protettore di Castel Bolo- 1846, e dove nel restauro della chiesa si
guese, il cardinal vi si recò a prenderne slavadisponendo un monumentodal sag-
il soleDoe possesso, accolto cou pubblici gio fratello marchese Bernardo Zacchia
364 Z A G Z A G
Bondinìnìjn segno di affelJo e di dolore. governatore di Fiume, capoluogo del li-

Questo rispettabile personaggio dopo a- torale ungherese, e presidente superiore


ver con soddisfazione di Gregorio XVI della tavola banale di Zagrabia. Quivi
governato alcuni luoghi dello stato, poco si riunisce la dieta del comitato. 1 Gior-
dopo melilo che il regnante Pio IX lo di- nali poi del corrente 1861 hanno pub-
chiarasse prelalodomeslicoe protonotario blicato. L' imperatore a'24 marzo 86 1

apostolico, indi preponesse a delegato a- ripristinò la Tavola Banale de' regni di


postolico prima di Spoleti e poi di Ma- Dalmazia, Croazia e Slavonia in Agrani,
cerata, donde lo promosse a chierico di in luogo della precedente i. r. Tavola Ba-
camera colla presidenza degli archivi, é nale; riunendoli tribunale d'appello ur-
consigliere di stalo ; cariche che fungeva bariale croato-slavone colla Tavola Ba-
quando nel i858 passò a miglior vita. nale nuovamente constituita. L'inaugu-
ZAGABRIA, ZaGRABI A oAGRAM razione fu celebrata in Zagabria con entu-
(Zagabrien). Città con residenza arci- siasmo nazionale. Il Giornale, di Roma
vescovile, capitale della Croazia ( ^.) e de' 1 8 giugno 1 86 ( , contiene la dichiara-
della Schiavonia {f^ •), ora capoluogo zione. I regni di Dalmazia, Croazia e
dell'omonimo comitatod'C/A/g^/terw (/'.), Slavonia, compresi conQui militari, han-
i

per l'unione u questa seguita nel 1822, no cessato dall' unione con ['Ungheria,
quale sta per nuovamente disgiungersi ed il re deve coronarsi colla corona de'
nelle attuali riforme austriaclie, decre- tre regni, a' quali competono diritti i

tate dall'imperatore Francesco Giusep- fondamentali come al regno d'Ungheria.


pe 1 cogli atti sovrani de' 20 ottobre Tuttavia per la comune storia, vita co-
1 860 e 26 febbraio 86 E la dieta ci oa
1 1 .
- stituzionale e fraterna simpatia, i tre le-
ta bramando i' annessione de' Condui gni es-er pronti di entrare col regnod'Un-
militari, de' quali parlai a Seg\a, im-
t' gheria in una più stretta unione di pub-
peratore gliela concesse. E situata a mez' blico diritto, per vicendevole utile, to-
za lega dulia riva sinistra delia Sava, di- slochè l'Ungheria riconoscerà l'indipen-
stante 12 leghe e mezzo da Carisladt, denza e l'autonomia de'tre regni. Ma si
35 da Fionie e 60 da Vienna, in pitto- ritorni alla città. In bassa valle da pic-
resca posizione su d'una scoscesa roccia. colo ruscello inai'Iìata è la Città del f^e.'
Chiamala a oche if<3g/'<26, in islavone^- scovo, in cui è la decorosa cattedrale
grani, e latina (nenie pyre Siscia, per metropolitana di gotica struttura, sa-
quanto dirò, è cillà libera -reale, ben gra a Dio sotto l'invocazione della B.
fortdìcala con cinta di mura. Trovasi Vergine Assunta in cielo, e de' ss. Ste-
divisa in 3 parti, 1' una delta la Città fano 1 e Ladislao re d'Ungheria, mu-
Reale, ì' altra la Città f'^^eicovìle^ e la nita del battisterio con parrocchia alH-
3." il Borgo dì Har/niUz, propinquo ddtu alla (.'.UVA del parroco. Il capitolo si

sobborgo eh' è una sua continuazione. compone di più dignità, la 1


.**
delle qua-
Vi risiede ancora il bano o viceré della li è il preposto maggiore, le altre essendo
Croazia e Slavonia, la corte superiore di il lettore, il cantore, d custode, il prepo-
giustizia per que'due regni, col nome di sto minore, aggiungendosi nella penul-
tavola hanale, 'àulovìia giudiziarie ezian- tima proposizione concistoriale: et qnin-
dio del proprio comitato. Nel giugno 1860 decini archi diaconatus ,
quorum duo
l'imperatore d'^HSirm Francesco Giu- praeposUurae majori, et duo minori uni-
seppe 1 nominò il tenente maresciallo ti suntf nec non 1 2 canouicatus. Inoltre
Giuseppe barone de Sokcsevits a bano, di 28 canonici, comprese le prebende del
capitano supremo, governatore e gene- teologo e del penitenziere, e di 12 bene-
laie couiaodante in Croazia e Sìavonia, ficiali, oltre altri preti e chienci pei la
ZAC, Z A G 36t;

divina ufTizialura, quadraginta presby- chivio della società) diretto dal celebre
ieri, si legge in detta proposizione. Tia Kiikulievich, presidente deila società ar-
le insigni reliquie, si venera del legno cheologica slavo- meridionale, mette a
della ss. Croce. Ha due campa- organi, quando a quando in luce in grossi fascico-
nile con 7 caropane, ci ni iteriofirw/ew com- li i documenti cronache riguardanti la
e le
miiiU curii fjarocliiali s. Pctri utilur. Il storia slava ; la società ecclexiastica che
bel palazzo dell' arcivescovo è contiguo pubblica ogni settimana il Kalolicki Za-
al tempio. Vi sono 3 altre cliiese parroc grebacki list{(o^\\o cattolico diZugrabia);
chiali col proprio s. fonte, il convento di un'altra società che pubblica parimenti
s, Francesco de' minori, quello de'ben- ogni settimana il Gospodarske novine j
fratelii che hanno in custodia l'ospedale e finalmente la società teatrale che as-
civico, diverse confraternite, ed il senù- segna e dispensa premi alle migliori o-
nario cogli alunni, ì ^o dicendo la ricor- pere drammatiche. Ha Zagrabia il tea-
data proposizione. Dall'accademia e dal tro , un deposito generale di merci, e
ginnasio vien coltivata la pubblica istru- sebbene non abbia manifatture, per la
zione. ^el 1781 vi J'n trasferito il colle- facilità delia navignzione della Sava, nei

gio Illirico-Ungarico, stabilito presso la suoi gran mercati si vendono molle bia-

Università di Bologna (^.), anche pei de e tabacchi dell'Ungheria al paro dei


canonici di Zagabria. La coltura lettera- porci della Bosnia. Il Castellano disse in-
ria vi fiorisce, poiché si trae dalia Biblio- teressante suo commercio di grano,
il

grafia della Dalmazia e del Monte- vino e tabacco; avvertendo (nel i83 1), la
negro (riparlalo nell'articolo \ ladika), sua popolazione non oltrepassare i 7000
Saggio di Giuseppe Valentinelli niem- individui, non potersi assentire a qual-
Lro della società Slavo • Meridionale, che moderno geografo che si piace di e-
Zagabria i855 co'tipi del d.' Ljudevito levarla oltre il doppio. Forse allùse al
Giij, che in Zagabria o Zagrabia o A- pubblicato dal classico i\^HOi'0 Dizionario
granii capitale della Croazia e Slavooia geograficouniversale, Venezia 1826, il
o Schiavonia, oltre il giornale politico quale nell'articolo Jgrani, Zagabria o
Ilrvatsclie Slavonske novine, colla sua Zagrab notò 17,000 abitanti. Si legge
appendice letteraria Danica Jlirska, di- nell'ullinìa proposizione concistoriale di
retta dal d.' Ljudevito Gaj, conta pa- questa chiesa del 1837: Zagabria enit'
recchie pubblicazioni periodiche gover- nierat 948 dornos, et habilalores ca-
nate da altrettante società. Queste souo : tholicos 12,829. Laonde convieu cre-
laMalica Jlirska che va ristampando e dere errata la cifra riferita dal Gior-
pubblicando l'edizioni rare o ross. dei i nale di Roma del 1809 a p. i (8, nel
più illustri fra' scrittori jugoslavi e spe- produrre censimento del 1857 del-
il

cialmente ragusiui (poiché la letteratu- l' Impero Austriaco, di cui meglio nel-
ra jugoslava ebbe giù un'era di floridez- r articolo Vienna, registrando 16,637
za dalla metà circa del secolo XV a quel- anime. Ecco uno de' tanti e frequenti
la del XVI 1^ e uè fu centro e come Ì'A' scogli d'un compendioso compilatore!
tene la città di Raglisi, sede allora d'una Ci disse ildetto Giornale del i853 a
piccola ma gloiioaa repubblica) che fio- p. 37 I : Nel corso di quest'anno saranno
rirono negli ultimi 4 secoli, e pubblica istituite le linee telegrafiche da Zagabria
inoltre due giornali, il Kol in fascicoli a Carbtadl, e da Carlsladl a Zara. Ed
nuu periodici, e il Neven in fogli ebdo- a p. 635. Aversi fondati motivi a spe-
madari; il Druzlvo za povieslnicui sta- rare che la Croazia verrebbe a godere
rine (società per la stoiia dell'autichilà), in non molto tempo de' vantaggi tutti
che Qel suo giornale Arkiv druzlva (Ar- prodotti da un commerciu facde e nuo
366 Z A G Z A G
inlenollo. »» Egli è ben vero clie la co- La sede vescovile derivò da quella di
struzione del Ironco della t^iaferrala Siscia (^'.), Sissek o Sisseckiun, di cui
Steinbiuck Z;igaljria avrà di bisogno di tratta il p. Parlato gesuita, Illyrici sa-
alcune elevazioni di terreno e per con- cri, t. 5 : Sisciana mine Zagabriensis
seguenza di spazio niHggiore di tempo Ecclesìa. Ne fu ." vescovo
i s. Quirino
per essere effettuata ; ma sarà intanto no (^.) nel 3oo circa, illustre martireyCO'
gran quadagno pel paese 1' avere il go- me chiama Prudenzio, nel 3o3 ovvero
lo

verno rivoha la sua attenzione al rego- nel 3o4, fois'anco nel 3oq. Invitato irt
lamento della Sava. lavori procedono I Sabaria ad adorare falsi Numi, rispo- i

colla massima rapidità, e ci si presenta se: » Io ho confessato il vero Dio a Si-


un avvenire di gran lunga migliore di scia, e nessun altro ne ho mai adorato.

quello che avevamo, giacché migliaia di Io lo porto nel mio cuore, e nessuno po-
jugeri di terreno paludoso ora saranno trai mai separarmi da lui ". Fortunato

ridotti in istato di coltura. I lavori d'ar- lo annovera fra tulli più celebri di loro i

ginatura ed altri tali or ora intrapresi di- che iiersarono il proprio sangue pel no-
fenderanno le pianure dagli straripamen- me di Gesù Cristo. ì'e^lia lo scelse a
ti del fiume e lo proleggeranno dal- suo precipuo patrono. Nel 347 '•'<>^f'si
l'inondazioni. Qui possiamo annunziarvi vescovo di Siscia Marco, nel 38 Costan- i

una notizia di grande interesse. Il tratto zo intervenne al concilio d' Aquileia, a-


Ira Zagabria e Sissek ( l'antica Siscia, dunato contro Palladio e vSecondiano ve-
di cui più sotto) fn percorso non ha gua- scovi ariani. Sedeva nel 53o il vescovo
ri da un piccolo vapore, ordinalo dagli Giovanni, e nel 53 i gli successe Costan-
egregi imprenditori de'Iavori di regola- tino. S'ignorano gli altri. Estinta la se-
mento del fiume fratelli Pangiaz, vapore de vescovile di Siscia, nel declinar del
«•he dovrà servire al ri«»orchio delle al- secolo XI rivisse in Zagabria, la quale
tre barche. In forza di questo nuovo e- divenne sulfraganea di Colocza, e !o at-

jiperimento è provata la possibilità di testa anche il p. Rlireo, Nolitia EpiscO"


navigare su quel fiume anche avanti il patunm, chiacnatuloia latinamente Za-
ponte di Zagabria .... Da un lato il re- grahia seu Sngrabia, Ne' limiti della
golamento della Sava è necessarissimo: diocesi f j coinpresa quella di Slridou
vi

d'altra parte le vie per actpia sono le più o Sirifiori (E.). Nel pontificato di Cle-
economiche. vSeiiza dubbio fra non mol- mente Vili del 5g2, ebbe origine il vi-
1

to si concentrerà a Zagabria la maggior cariato apostolico di rito greco unito del-


parte del comnìercio croato-sla vone di la Croazia, col consenso del vescovo Ia-
frutta, sarà assicurata la rendita della lino di Zagrab, il quale donò il fondo
via ferrata di Sleinbruck-Zag3bria,e sa- di Marka pel sosteulamento di tal pre-
rà aperta una facile ed economica via al lato e per l'erezione d'un monastero dì
trasporlo delle frutta del Banato per Lu- monaci di s. Basilio; però fu nel 167!
biana e la Carniola a'principali porti di che il vicarialo ebbe stabilità, con attri-
mare monarchia Austriaca. Sissek
della buirgli la giurisdizione sui cattolici gre-
andrà sempre più aumentando il suo ci di tutta la Croazia e la Schiavonia ;

commercio, e Zagabria avrà tutti van- i quindi con esso nel 1777 ^i fu eretto il
taggi d'una grande piazza di spedizio- vescovato di Crisio, dello stesso rito, pel
ne ". Questa città seguì i destini della riferito nel voi. LXXXIII, p. i35. Nel
Croazia e della Schiavonia^ e intese le 1 852, come dirò alla sua volta, il vesco-

conseguenze di quelli dell' t/wg/ie/vV^, gli vato fu elevato in arcivescovato, e la cat-


avvenimenti delle quali si raonodaDO col- tedrale in metropolitana, disciolta dal
la sua storia. vincolo di Colocza, io Ungheria. Gli fu*,
Z A G Z AG 367
rnno «««eguale per chiese suffraganee affìochè a tempo opportuno si potesse
quelle un ile di Bosnia, Diacovar e Sir- procedere alla canonizzazione. Quindi nel
mio, riparlate in quest' oltiruo articolo, 1700 Innocenzo XII a' 1 7 luglio con-
e quella di Srgna (A'.) e ìlJodriissa o fermò il decreto della s. congregazione
Modrusca {f^ .), di cui è smniiiiistratore de'Riti de' 19 del precedente giugno, nel
delia I.': tulle queste chiese furono dis- quale si approvava il suo culto imme-

inenibrate dalla sles«:rt provincia eccle- morabile. Il successore Clemente XI col


onde formarla nuo-
siastica di Colocza, breve Niiper, de'4 apt'ile 1702, Btdl.
va di Zagabria. Per brevità dovrò limi- Rom. t. IO, par. i, p. 32, peroìise di
tarmi a riportare appena nomi de' ve- i farne l'ulKzio e messa nelle città di La-
scovi di Zagabria o Zagrabia o Agram, cera, di Zagabria e di Benevento, in
della seguente sevie di cui scrisse la sto- Croazia e in Traù nella Dalmazia. Ne
ria il p. Parlato, tranne alcune eccezio- scrisse laPila anche mg."^ Bazar vesco-
ni, e la compirò colle Notizie di Roma- vo Lucerà. Al beato successero nella
di
Il i,° vescovo di Zagabria fu Duh ne! sede di Zagabria: nel i3 19 Slefano III;
1 0(^. Gli successero: ne! i oq8 Bartolo- nel i32 I 822 Giacomo
Nicola I ; nel 1 I ;

meo; nel iioi \\\i Singiduno; nel nel 1824 i325 Giaco-
La(li>l-io 1; nel
Francica nel 3 Maicellino;nel
; i 5o
i i r i mo 11; nel 1826 Ladislao II; nel 1343
Gothsaldo; nel i 60 Bernaldo;ne! 166 i i Giacomo III; nel 1849 Dionisio; nel
Giobbe; nel i 170 Frodano I; nel iy5 i i35o iSicolò II; nel i356 Stefano ì\
Ugrino elello; nel 76 Frodano II nel i i ; nel 1876 l'ungaro D<;invtrio I [T.) chia-
I 186 Timoteo I; nel igo Domenico; i ro per senno e dottrina, già vescovo di
nel 1207 Gottardo; nel 12 5 Slefano j 1 I Sirmioedi Varadino, legato del re Lui-
nel 122 5 Stefano II; nel i25i Filippo; gi I al nuovo Papa Urbano VI per ren-
nel 1266 Timoteo li; nel 1287 Anto- dergli ubbidienza. Il Papa io conside-
nio nel 288 Giovanni
; i nel 295 Mi- I ; i razione delle distinte qualità del vesco-
cliele. Nel i3o4 s. Agostino o beato di vo e dell'amor filiale del re, 3*9 febbraio
Daltnaziadomeuicano,da Giovanni XXII 1879 Io creò cardinale, e poco dopo nel
nel 1817 traslato a LHcer«(/^.), ove mo- 1879 stesso trasferì all'arcivescovato di
rì santamente come avea vissuto a'3 a- Strigonia. Nello stesso 1879 gli successe
goslo i32 3, il suo corpo venerandosi in nella cattedra di Zagal)ria Paolo;nel t888
quella cattedrale. Giovanni Tornito ve- Giovanni nel 895 Giovanni 1 ; nel
1 1 ; i 1 1

scovo di Bosnia nella Fila che scrisse di 1898 Eberardo; nel i4o8 Andrea; nel
questo beato, e Sigismondo Ferrei i, De l4'0 nnovauienle Eberardo; nel 1420
rebus Ungariae prov. ord. Praedicat. GiovanoilV.Nel 433 cominciò un inter-
f

pars 2, lib. 1, cap. 12, affermano che regno episcopale, e fu falto governatore
Papa Giovanni XXII l'abbia canonizza- della diocesi Macko o Mattia, cui successe
to a istanza di Carlo duca di Calabria, neir amminislrazione Giovanni vescovo
argomentandolo dall'essersi fino da quel Tiouinicense. Nel 1489 di nuovo ammi-
tempo cominciato a recitar l'uHizio prò- nistratore e governatore Mattia; indi
prio del medesimo beato dal clero Lu- Abel vescovo Olonense amministratore.
ceriuo. Ma il vero si è, che 1' accennata Nel i44' •ienlrò Mattia a fungere il
lettera del duca
data di di Calabria in governatorato, e dopo di lui fu arami-
Napoli 20 ottobre i325, prodotta da uistratore Giovanni vescovo Lydense. Fi-
Lambertini, De canon. SS. Iib. 2, cap. nalmente Zagabria nel 144^ riebbe il
24, n. 95, contiene la sola supplica al suo vescovo in Benedetto I. A questo
Papa, perchè commettesse l'inquisizione successero: nel i4^4 Baldassare; nel
della vita e de'miracoli del b. Àgostiuo, i458 Demetrio II; oel 1466 Osualdo.
3G.S Z A G Z A G
^el p. Fai lato non si legge il vero suc- nel 1704 Martino 111; nel lyoSFmerU
cessore: lo supplirò con l'ungaio Tom- co; nel 1728 Giorgio II. A' 2 dicembre
maso Bakacz o Bacoczi(/\), nominalo 1748 Benedetto XIV tra>.feridal vesco-
dal re Mattia I, e fatto cancelliere del vato di Transilvania a Zagabria, Fran-
regno d'Ungheria. Successo nel 1490 al cesco Saverio K.lobu6Ìezki della diocesi
re (JladislaoII, Tommaso ne divenne d' Agria, ossia Eriau o Erlaw; quindi
consigliere, nel i493 fu trasferito alla a'24 gennaio 175?. dalla sede di Bosnia
(ueiropolilana di Slrigonin, e pare die vi traviato Francesco II Thanszy ili Lip-

ritenesse in amministrazione Zagabria, nick diocesi di Zagabria. Clemente XIV


creato cardinale nel5o2. Già però la se- 1 a* IO settembre 1770 preconizzò Gio.

de Zagabria nel i5oo era stata prov-


di Battista Paxy, di Rarrlino diocesi di Za-
veduta con Luca, e successivamente eb- gabria, già di Sirinio; indi a'i4 dicem-
bero il vescovato di Zagabria : nel i5i8 bre 1772 gli sostituì Giuseppe GallyufT,
Si mone 543 Nicolò
I ; nel 1 11 1 ; neh 548 di Tuhel diocesi di Zagabria. Pio VI ai
Volfango; nel 55o Paolo 1 11 ; nel i558 IO marzo 1788 promulgò Massimilia-
Mattia. IVel 563 Giorgio i I Drascovìlz no Verhovaez di Carlsladt, che gover-
(7-^.) di Zagabria; nato di ricchi parenti nò sino e inclusive al 1829. Per sua
nel i5i5, la poesia e le lingue furono i morte, Pio Vili gli surrogò a' 5 marza 1

precipui suoi studi giovanili, congiunti i83o, Alessandro de Alagovich dell'ar-


a molta pietà. Entrato nella milizia ec- cidiocesi di Strigonia, dottore in teolo-
clesiastica, e salito in fama di uomo dot- gia, già parroco di INesburgo, canonico
to, a 35 anni fu eletto vescovo di Cin- proposito maggiore della cattedrale di
que Chiese. L'imperatore Ferdmando I, Zagabi ia, lodandolo per zelo religioso,
di cui era confessore, l'inviò suo legato probità e altre doti, decesso nel i836.
al concilio di Trento, e con lui sorse la Gregorio XVI nel concistoro de'a ot-
questione sulla precedenza. E'inito il si- tobre 1837, per nomina dell'imperatore,
nodo venne traslato alla patria sede, il preconizzò mg.' Giorgio Haulik,nato nel
Cordella scrisse nel 1578, indi a Giava- 1787 in Tirnavia arcidiocesi di Strigo-
rino, poi alla meliopolilana di Colocza, nia, già canonico di quella metropolita-
e cardinale nel i585 a' 1 3 maggio disse na e vicario generale di Buda, allora pre-
Cardel'a, a' 18 dicembre vuole iVovaes, vosto della cattedraledi Zagabria, dotto-
fatto da Sisto V, il quale poi lo minac- re in teologia, grave, prudente e dotto,
ciò di privarlo di tal dignità, per non es- versato nell'ecclesiastiche funzioni, pieno
ser venuto dentro 1' anno
a Ruma, per d'esperienza, oltre altri elogi che gli fece.
ricevere il Coppello cardinalizio, e aWa Pap-i Pio IX con decreto concistoriale de'
visita de' Liinina /ìposloloruin. Inoltre 20 settembre 852 insignì del grado me-
1

fu viceré di Croazia e luogotenente di tropolitico la sede di Zagabria e il suo il-

Ungheria, e fece grandi cose per frenar lustre pastore. Nel luglio o agosto i852
l'unpeto de' turchi. Avvertita la discre- dovea ricevere 10 Zagabria l'imperatore
panza delle date sul vescovato di Zagra- Francesco Giuseppe l,cousolennie splen-
bia, torno ai p. Farlalo che registra : nel didi festeggiamenti, i preparativi leggen-
1578 Giovanni VI; nel 585 Pietro I; i dosi nel Giornale di Roma a p.679, co-
nel 1589 Gaspare; nel 1600 iNicolò IV; me segue. » Sarà specialmente imponen-
nel i6o4 Simone 11; nel 161 3 Pietro li; te la vista deir illuminazione della città
nel 1628 Francesco 1; nel 1637 Bene- alta. Al palazzo civico arderanno non
detto 11; nel 1643 Martino 1 nel 1649 ; meno di 35oo lampade , sulla chiesa
Pietro 111; nel 1668 Martino II; nel di s. Marco 9000, sul passeggio del stt-
1688 Alessandro; nel 1695 Siciano V ; leutrioue 2900 > sulla torre del passeg-
Z AG Z A G 369
gio a mezzod^i 3ooo in : lutto 9,0,000 dulgenza pontifìcia. Dopo di che 1'
arci-
lampade. L'arcivescovo (sic: dunque era vescovo si recò all'altare maggiore, e ge-
già tale) deve pur egli illuminare l'assai nuflesso avanti il cardinale recitò la pro-

Tasto suo parco, e allestirvi una festa po- fessione di fede, prestò il giuramento, ri-
polare, esclusivamente nazionale. L'ioa- cevette il Pallio, e benedì il popolo. Il
peratore ha ordinata la costruzione d'un cardinale inluonò il Te Deiim. L'arci-
ponte presso ad Agram secondo il siste- vescovo condusse sotto baldacchino
si

ma di Hcw. Così si effettueranno le spe- a baciare il cardinale , ed vescovi di i

ranze de) prossimo cominciamenlo de'la- Kreutz ( Crisio ) e di Diakovar ( Bo-


Tori della strada ferrata, giacché il pon- snia e Sirmio) : lutti i sacerdoti baciaro-
te dee ad un tempo servire e per que- no la mano al i." arcivescovo di Zaga-
sta e per la strada ordinaria". Nel seguen- bria. Alla solennità assistè il celebre ba-
te 1 853 il Papa nel concistoro de'7 mar- no Jellacich, e tutteT autorità civili e
zo concesse il pallio arcivescovile al nuo- militari, che polsi recaronoacomplimen-
yo e i.° arcivescovo di Zagabria mg.' tar l'arcivescovo. Questi convitò 4oo per-
Haulik, avendone fatto istanza il suo pro- sone; e la sera fu vvi al teatro rappresen-
curatore come annunziò il n." 53 del
, tazione di disellanti in lingua nazionale.
Giornale di Roma. Laonde vanno cor- Gli almanacchi romani sunnominati re*
rette quelle Notizie di Roma e Jniiiia- gisJrano le date e l'epoche delle pieconis-
che riferirono
rii pontificii : prima ch'e- zazioni o nomine di bolle e brevi , non
ra stalo fatto arcivescovo a' 2 ottobre quelle degli ed è noto,
atti possessori! ;

1837 ; poi ripristinando tal data pel ve- che il pallio non si concede, che dopo la
scovato, aggiunsero forse inesattamente : spedizione delle bolle. Dunque dalla data
» quindi arcivescovodairS maggio 853, 1 di esse devesi computare il nuovo arcive-
mentre Io era dal 1 852, ed avea ricevu- scovato di Zagabria. Nel concistoro de'
to il pallio a'7 del precedente marzo. Né 16 novembre! 854, il Papa die'inausi<-
può proclamato
dirsi in concistoro, per- liare all'arcivescovo, mg. 'Giovanni Kra-
chè rS maggio cadde di domenica. Ed il ly di Varasdin arcidiocesi di Zagabria,
Giornale di Roma a p. 4^8, in data di col titolo di vescovo in partibus di Lieo-
Vienna 7 maggio 853 riportò: " Oggi il
1 poli, già canonico e allora prevosto della
cardinal Viale-Prelà pro-nunzio aposto- metropolitana, prefello della cancelleria
lico è partilo per Zagabria, onde instal- arcivescovile, dotto, probo e prudente;
larvi rag.' arcivescovo Haulik". Quindi a con indulto di ritenere la preposilura.
p. 439 racconta con lettera scritta da Za- Ora Giornale di Roma del
riferirò col

gabria r 8 maggio. Jeri sera giunse il i856, cominciando dal n.i 36, altro se-
cardinale Viale-Prelà io mezzo alsuono gnalato onore conferito alla s. Chiesa di
deliecampane, onde installare Sua Ec- Zagabria e al suo pastore, il Papa Pio
cellenzail nostro nuovo arcivescovo, se- I X nel concistoro de' 6 giugno creò car-
1

guendo l'ingresso del rappresentante pon- dinale dell'ordine de'preti mg.' Giorgio
tifìcio, con molteplici dimostrazioni d'o- Haulik arcivescovo di Zagabria, e gl'ia-
nore e di ossequio. Nella seguente malli- viò il marchese Emraanuele de Gregorio
na il cannone annunziò la solennità che sua guardia nobile, colla notizia di sua
andavasi a celebrare nella nuova metropo- promozione e il berrettino cardinalizio.
litana, ove dopo UD bellissimo discorso del Quindi il n.i4o del G/ornfl^ stesso no-
cardinale, fu letta la bolla papale, e quin- tificò gli ablegati apostolici destinati a
pronunziò analogo discor-
di l'arcivescovo portare le ben ette cardinalizie, cioè mg.
so. Celebrata dal cardinale la messa e AntonioM.' Valeuziani (da'23 dicembre
data la benedizione, fu pubblicala l'in- i858 è vescovo di Fabriano e Matetica^
voi. CUI. 24
370 Z A G Z A G
per libera dimissione del predecessore Zagabria. Nel voi. C, p. i 3 e seg. , de-
lug.' Faldi), pel cardinale Lewicki arci- scrissi le Conferenze tenute in Fienna
Tescovo ruteno di Leopoli ; e mg/ Gi ta- dall'Episcopato dell'impero d'Austria, «
lamo Feliciangeli pel cardinal Haulik.
,
di quelle per l'applicazione del Concor»
Devo colare per la storia, che devesi leg- dato concluso colla s. Sede, di cui pro-
gere l'opposto, vale adire, mg.' Valeii- dussi l'intero testo. Ivi parlai della dotta
ziani fu ablegato pel cardinal Haulick, e pastorale colla quale il cardinale Haulik
mg/ Feliciangeli pel cardinal Lewicki, a ne spiegò tulli gli articoli, per essere in-
cui in Uniow o in Leopoli impose In ber- leivenulo a lleConferenze, ri portando vari
retta il cardini»! Schwarzeuberg. Quindi tratti dell'eloquente e magnifico discor-
il Giornale di Roma dello slesso 1 856 so in esse da lui pronunzialo, facendo e>
narrò a p. 690, 697, 70 5, 7 09, 72 5 e seg., mergere lo spirilo di concordia che avea
che a'24 luglio nella chiesa parrocchia- dominalo tra' vescovi nelle Conferenze.
le di corte, parata a lesta 1' imperatore
, Nel 1857 il cardiuale si recò iti Roma, e
in Vienna, accompagnalo dalla sua cor- ne'concistori de' 1 9 marzo il Papa gli die'

te in gala e dagli arciduchi , sedente in il cappello cardinalizio, gli assegnò per


trono sormontato dall'armi imperiali, Quirico e Giulilta,
titolo la chiesa de'ss.

dopo l'uffizio divino e la lettura di de- e consegnò l'anello cardinalizio ; quindi


putazione del breve pontificio, impose lo ascrisse alle congregazioni cardinalizie
ai cardinal liaulik la berretta rossa inse- de* Vescovi e Regolari, dell' Immunità,
gna di sua dignità. Fu indi cantato il Te dell'Indice e de'ss. Riti. Le visite congra-
Deutn^W neo-elellocardinalecomparlì la tulatorie, il cardiuale le ricevè nel pa-
solenne benedizione, e poivesl'i la por pò lazzo di Venezia, ossia negli appartamen-
ra. Assistei'ono alla funzione il carditia ti dell'ambasciatore d'Austria; ed mo- i

pro-nunzio, vari vescovi, due canonici d deratori della Chiesa di s. Girolamo de-
Zagabria e altri personaggi. L'imperato gli Schiavoiii, nazionale della Schiavo-
re ricevè poi a particolar udienza il car nia^ ove di questa riparlai, ne festeggia-
dinal Haulik ; ìndi questo fu convitalo a rono l'elevazione al cardinalato con isfar-
splendido banchetto, con lutti i dignitar zosa illuminazione nella facciata del tem-
ch'erano in Vienna, da quel
ecclesiastici pio, e con orchestra di musica strumen-
r arcivescovo cardinal Rauscher. Piitor tale. Il cardinale donò poi ad essa 5ooo
nando il cardinal Haulik a Zagabria, fu fiorini, e si piopcsepromuoverenella na-
accompagnato dall' allegato aigj Va- zione altri soccorsi. Nella domenica delle
leiiziani e dal marchese De Gregorio. Palme, alla presenza del Papa, del sagro
Vi giunse a'29 luglio, incontrato e ac- Collegio, della prelatura e di vari sovra-
collo con entusiasmo dalla popolazione, ni, fra'quali Massimiliano II redi Bavie-
con grandiosi festeggiamenti, e con so- ra, il cardinale pontificò la solenne mes-
lenne ingresso, nella metropolitana can- sa nella basilica Vaticana. A' 1 3 aprile
tandosi il Te Deuni, dopo il quale il car- prese il solenne possesso del suo titolo,
dinale benedì il popolo. E nella sera vi ed in trono tenne un discorso latino ac-
furono generali luminarie, e grande ac- concioalla circostanza, consagrando mol-
cademia musicale. L'anin)0 generoso del te parole d'encomio al grande ordine do-
porporato assegnò come pie fondazioni: menicano, i cui religiosi hanno in cura la
'20,000 fiorini per gli ecclesiastici coope- chiesa. Il lutto viene più estesamente ri-
ratori mal dotali o malati
10,000 pe' ; ferito dal Giornale di Roma del 1 857, ne'
poveri della 18,000 per 6 fanciul-
città ; n. 64, 77 e 84, ed a p. i56 dicendosi ;

le nel monastero dell'orsoline di Vara- a p. 569, che tornato il cardinale nella


dJDD^ e 6000 per la società musicale di sua arcidiocesi, erogò 5o,ooo fiorini la
Z A G ZAG 371
favore delle veJuve della medesima- No- stia ead un 3.*di migliojdall'odierna via
lai nel voi. LXXX.VIII, p. 87, che pri Prenestina, che si lascia dopo s. Cesario
ma di partire da Roma, nella sua iuesau- al XX miglio, e circa 19 miglia per l'an-
ribile inuoifìcenza, offrì scudi 5oo pel tica via Preuestioii, lasciandosi la via con*
inonutnento dell'i mmacolulaCuiicezioue, solare presso Ca vamonie e volgendo a de-
eretto nella piazza di Spagna e altret- , stra. £ situata nel mezzo d' una vasta
tanti per la nuova chiesa di s. Alessandro piauura, in aperto orizzonte^ e in clima
I, nella via Noinentauci. La Civiltà Cat- assai temperato esano. Sorge e si diluo*
tolica, serie 3.', 533, segnalò la
l.
7, p. ga pel tratto di quasi un miglio, sur uà
Lilterae Pasioralts Eni. Cardinali coliìcelio di tufd, che forma come il cen-
Georgii HauLick Archiepiscopi Zaga- tro o seno d'altri colli, da notabile lonta-
brieusisf Zagribriae lypis Ces. Keg. Con- nanza circondata da inontagne altissime.
sii. Dris. Ludovici Gaj 1857. io questa I suoi assai pregevoli fabbricati , chiusi
nubile scrittura il cardinale , reduce da dalle mura, danno l'idea piuttosto d'una
Roma, espose al suo clero e popolo le im- graziosa città, come di recente l'ha qua-
pressioni sentite nel centro del cattolici- lificata il Palmieri , agguingendo : è in-
snio, accanto alle ceneri de* s-*. Pietro e somma miglior paese del distretto Ti-
il

Paolo. Ne feci ceoiio e onorata menzio- burtioo. Prima di entrarvi per la porta
ne altrove. Ci disse poi il Giornale eli A'o- detta Romana o di Palestrioa, trovasi
ma del i858 999, che il cardinale a'
a p. una piacevole diramazione di due strade,
24 ottobre cons;igrò con grande solen- una del comune, selciata e comoda, per
Dilà In chiesa di s. Pietro di Zagabria ,
cui vi passano i carri ,
1'
altra fiancheg-
stata rinnovata, ingrandita e munita di giata da alti olmi è riservata al passag-
nuovo campanile. Finalmente rilevò la gio de' principi Rospigliosi , proprietari
Civiltà Cattolica nel t. io, p. 757, che del luogo e già suoi baroni feudatari.
l'insigne porporato croato-slavo, nel suo L' ingresso da questa parte è dignitoso,
religioso zelo spende ogni anno grundi per la larghezza della via, che si appella
somme a bene spirituale del suo gregge. del Borgo, somigliante ad uu corso Hoo
Nel maggio del 1861 nell'imminente ce- al prospetto che forma una partedel pa-
lebrazione del giubileo sacerdotale, l'im- lazzo baronale , il quale costituisce una
peratore con suo autografo dichiarò al porta, che dopo breve tratto mette alla
cardinale l'alta sua soddisfazione pe' di- piazza che sta di frouteal medesimo. Ta-
stintimeriti da lui acquistatisi verso la le prospetto ha questa lapide. Joaaaes

Chiesa e lo Stato. Ogni nuovo arcive- Buplista Rospiglioùus - Zagaroli Dnx


scovo di Zagabria è tassato ne' libri della M DCLXX-Cle.mens Dominicus Rospiglio-
camera apostolica in fiorini 2000, le ren- siiis - Io. Bapdsta FU. Elt Succtusor -

mensa ascendendo a 28,000


dite della ^nno MDCCXXii. Inoltre il prospetto è
di essi, nonntillis oneribux gravali. L'ar- abbellito da vari bassiiilievi antichi di
cidiocesi si per43o miglia qua-
estende marmo, esprimenti bighe e altro, e di
drate, ha 35 decanie, 343 parrocchie, e statuette sulla cima, mutilate dal ter-
circa 720,000 cattolici. remoto con dispiacere degl'intelligenti.
ZAtiAROLO, Z<7g^rtro/M/n. Città edu- II resto è fregiato da fascie di peperino
cato del governo e diocesi di Pale.strina delle vicine cave. Così il Marocco. Rife-
( ^.), distretto di Tivoli ^ nella Comarca risceNibby, sulla porta verso Roma è
di Roina^ con vice- governatore. Questa nell'esternouna statua antica di Giove,
nobile e rinomata terra, ora città, è di* con aquila e fulmine, e nell' interno un
stante da Palestrìna quasi un miglio e busto dì Minerva le colonue che l'ador-
:

mezzo, e da Roma circa 21 migliaia siui> nano di fuori sono di forma golia, essen-
37» t KC Z AG
c)o formate in parte di rocchi di tufa, mo* detta sagra effigie, a cui con fiducia ri'
derni, in parte di coioune doriche scana- corrono izagarolesi e popoli circoslanti i

lale COD capitello corìntio e base attica, ne'loro maggiori bisogni, massime nelle
antiche. Le case sono getieralmetite mo- siccità, e ne ottengono frequenti grazie.

derne: alcune però notò appartenere al Oltre la festa delle Grazie, vi si solenniz-
secolo XIII, ed essere d'opera saracine- za son tuosamente quella di Antonio di s.

sca. Osservò che il movinneuto della po- Padova a*i3 giugno. Sisto V,già de'con-
polazione si dirige pìultoslu verso il can- ventuali, recandosi nel convento, che il
to orientale, come più salubre, ahbando* Piazza dice nobile, a' i3 maggio i586,
Dandosi a poco a poco Toccidenlale. Que- gli concesse diverse grazie, così alla chie-
sta è quella parte ^ i cui fabbricali so- sa, e in particolare 1' indulgenza piena*
no più angusti e porta volgarmente il
, ria perpetua, vivae vocis oraculo, per la

nome di Zagarolo vecchio ed ivi so- , festa della ss.Annunziala, ed anco alla
no gli avanzi dell' aulica porta. Al lato chiesa di s. Croce nelle Selve per la sua
sinistro dell'ingresso del Borgo, ed entrati festa. Nella chiesa dis. Maria delie Gra«

appena nella porla trovasi il convento de' zie vi sono diversi monumenti sepolcrali

minori conventuali , culla facciata però de'Colonnesi, ivi deposti, fra'quali vi eb-
della chiesa rivolta verso le mura castel- bero tomba il cardinal Marc'Àulonio Co»
lane, per poca intelligenza dell'architet- lonna,moilo in Zagarolo a' 1 3 o 1 4 mag-
to, mentre se fosse collocata verso il Bor- gio 1597, benemerito della terra per a-
go avrebbe più dignità pregiudizio re- ; verla ingrandita col magni(ìcopala/.zo ba-
cato pure alla collegiata. Al convento fa ronale, e con altre fabbriche e porle ur-
decoro la larga piazza semicircolare, or- bane, come porla del Colle. Quivi mo-
nata da una tazza bislunga e pregevole rirono e furono tumulati Pompeo fratel*

di granito orientale bigio , disotterrata lo maggiore del cardinale Prospero fi- ;

presso 6. Cesario. 11 semicircolo costitui- glio di Pier Francesco l'abbate Oddo- ;

sce diverse abitazioni, ed all'esterno for- ne , decesso in immatura età, lasciando


ma un ben inteso torrione. Il convento desiderio di se; Giulia Colonna de'signo*
è antichissimo, ed unode'prìmilivi della ri di Palestrina nel 1612, eneli6i4 Eu-
provincia romana, trovandosi nominalo rizia o Orizia. Prospero Colonna genera-
nella divisione fatta da s. Bonaventura le di s. Chiesa, sebbene morto nella Spa-

nel 1260, nel capitolo generale di Nar- gna, per r adetto che nudriva al luogo,
bona avendone alquanto trattato il p.
, ordinò d' esservi trasportato : il simile
Theuli, ntW zeppar ato Minorilico della volle Camillo, figlio di Pompeo, morto
provincia di Roma. Però si trae da un a Pavia. Marocco offre la lapide monu^

antico mss. del convento, ch'era luogo di mentale posta presso il refetlorio, io o-
grandissima divozione, donato a s. Fran- nore di Marc'Antonio vincitore de'tur-
cesco dalcardinal Giovanni Colonnare- chi a Lepanto, strepitoso avvenimento
scevo di Sabina y per la stretta amicizia riparlalo nel voi. XCII, p. 379 e seg. Ri-
che avea col s. Patriarca. La b. Marghe- levasi dal Cecconi, che un tempo eranvi
rita Colonna spesso da Palestrina vi si re- in Zagarolo i pp. barnabiti ; e dal Piaz-
cava a venerare l'immagiDedella B. Ver- za,che una matrona de' Ludovisi dopo
gine delle Grazie, ch'è nella chiesa omo- aver cominciato ad alzare i fondamenti
nima del convento, e per assistere i reli- per un monastero di monache, la morte
giosi neir iufeimità, come nel 1284, se- troncò l'effettuazione del suo pio e bene-
condo il mss., mentre il Petrilli ciò ri- fico divisameolo. Il suddetto palazzo
porta all'annoi 277, La chiesa, il Piazza baronale accrebbe celebrila al luogo,
la disse magnifica, e di gran divozione la per la sua vastità, comodità e magni-
Z AG ZAG 373
ficeiiza ,
preziosità di pitture e de' mar* sa del s. Arcilevita di fabbrica moderna,
mi, ed ameoita di posizione. Maestoso ampia, nobile e ornata, con 9 altari. Ri-
e imponente , beHissimo a' è il disegno. cavo dal Cecconi che fu nobilmente edi-
Oltre la sua fronte, ha due ali d'eguale ficata verso il 607, dal duca Marzio Co-
1

allezzache formano due luoghi apparta- lonna ; e che il cardinal Ascanio Colon-
menti per parte. Il i
.° pianoé abitato da' na vescovo di Pale$trioa,in tale anno co'
principi R.ospigliosi ; nel 2.° in parte di* chiericati di questa chiesa e di quella di
morano il ministro e il custode. Vi stao- s. Pietro ne formò altrettanti canonicati,
zianu pure le maestre pie della divina col titolo di quasi chiesa collegiata, ben-
Provvidenza, per l'istruzione delle fan- ché poi per giusti motivi il cardinal Ban-
ciulle. Gli appartamenti inferiori e supe- dini rescisse l'unione nel 1624 con facol-
riuri comunicano fra di loro mercè salo* tà pontificie. La sua festa popolare si ce-
ni sorprendenti. Fra'diversi quadri che lebra a' I o agosto. Ne curò l' ornamento
vi sono, non pochi rappresentano ritratti e l'ampliazione Alessandro de Cavalieri,
de'Colonnesi e de'Piospigliosi. Tra le pit- zelante rettore per 4^ anni, come recita
ture pregevoli che decorano le pareti, va l'iscrizione posta sur un pilastro del cap-
ricordata quella in tela esprimente la cit- pellonedell'altare maggiore. Incontro al-
tà di Zagarolo.sottola quale sono elfigia- la chiesa di s. Lorenzo e nella stessa sua
(i 3 belli cavalli, da un paggio e
2 retti piazza, vi è il bel fabbricato , formante
l'altro da un gentiluomo, con analoghi due ali, residenza del gonfaloniere e ma-
versi. Bello è il quadro della cappella , gistratura municipale. Ha degli ornati e
rappresentante la ss. Vergine. Un araz- fascie di peperino , decorato in proprie
70 esprime quanto cantò Dante nel suo nicchie da due statue consolari di mar-
Inferno, narrando l'incontro colla lussu- mo, di buon panneggio e lodevole scul-
eia superbia; vizi simboleg-
ri*, l'avarizia tura. Si credono derivate dagli scavi di
maculata Lonza, dalla magra
giati dalla Gabio o forse da que'di s. Cesario.
{f^.)j

detestabileLupa , e dall' altero Leone. Sopra si leggono le seguenti i-


l'ingresso
Ne'ujemorati fianchi o ale sono 2 gros- scrizJ.oni, pubblicate dal Marocco. Quel-

se colonne di granito orientale rosso, al- la a destra dice Principis - Munificen-


:

tresì abbellite da due marmoree urne tia-S. P. Q. Gabiorutn- Curia UDcr.


sepolcrali ciascuna , e con 2 belle te- L'altra a sinistra Suri Paci Securitati' :

ste di leone con sotto 2 cippi su cui po- qiie - Gabiorum - Hic Sederti - Statuii
sano, non loro appartenenti, ma ivi col- MDcy. Secondo Palmieri , s. Lorenzo il

locali per sorreggerle. Fra tali colonne é è collegiata. Altra chiesa parrocchiale e
una maschera della Gorgone. Oltre l'es- collegiata con capitolodi canonici è quel-
sere intorno al palazzo molti tronchi di la di s. Pietro, anche questa come l'altra

colonoeaoliche, nel muro è incastrato uà di s. Lorenzo giuspadronato de' principi


bel/rammento di tazza di porfido. Al de- Rospigliosi. E" di ottima struttura, di fi-

stro fianco èia pubblica fonte, il paesea- gura rotonda e bella, con l'interno in for-

veodoue due altre pur belle d'acqua pota- ma di croce greca , di recente risarcita
bile, proveniente dall'abbondanti sorgen- dalla generosità de'Iaudati patroni.Ie mu-
ti esistenti nella campagna Prenestioa , nificenze de'quali verso di essa sono e-
parlandone il Petrini. 11 sontuoso edifi- spresse nell'iscrizioue situata a destra del
zio del palazzo baronale rimane di pro- suo principale ingresso, che offre il Ma-
spetto alla chiesa parrocchiale di s. Lo- rocco, ove si legge averla consagrata il
renzo martire, patrono principale di Za- vescovo preuestioo cardinal Corsini a'i3
garolo, la quale fa visuale anche alla via maggioi7()2. Narra d Piazza, essere an-
dt mezzo Coiào. 11 Piazza dice la chiO" tichissima la chiesa, più volle restaurala
374 Z A G Z A G
dalla pietà de'fedeli, in memoria d'avere romito. Il Piazza la dice edi6cata da'fe*
il PrincipedegliApostoli predicalo il Van- deli, e abbellita da' duchi Ludovisi per
gelo nella contrada. Dice esservi 5 altari soddisfare alla divozione del popolo , il

decentemente ornali, e ricca di cospicue quale ricorre al patrociniodel Santo, mas-


ss. Reliquie, con numerosa e pia compa- sime nelle pestilenze. Il Cecconi riferisce
gnia del ss. Sagramento. Tutta la strada d'aver 1' encomiato duca Marzio eretto
da purla Romana (ino alla casa religio- da' fondamenti il comodo spedale per
sa de'pp. dottrinari, i quali curano nelle gl'infermi, con pingue assegno. Secondo
proprie scuole l' istruzione elementare il Piazza vi si ospitavano anche i pelle-
della gioventù maschile, può dirsi decen- grini, e il dello sodalizio del ss. Sagra»
lissima. Da lai casa, progredendo la lar- mento deputava il camerlengo a gover-
ga via con diversebuone fabbriche, cam- narlo. Ziigarolo ha due spezierie, e boi*
bia nome dicendosi del Colle, e termina teghe d'ogni specie, decenti case e locan-
alta porta del suo nome. La porta del Col- da. Sul portico del fabbricato che costi-
le è multo ben intesa, decorala dall'arma tuisce insieme riuniti forno, macello e
de'Rospigliosi in marmo bianco, e da no- pizzicheria, si legge : Aeqiiapondcre le-
tabiliemblemi militari espressi in pepe- gkcimas viensuras - Pn'nreps fìxii -Illa
rino, avendo a'fìanchi batoardi mutilali, servatilo - Fallentia abjiciiinto. Ha una
guasta essendo pure la sua cima. Di buon filanda di seta, e o)ontano per l'olio. Vi
disegno è la casa e chiesa de' dottrinari. sono le carceri pubbliche. 1 monumenti
]| tempio è sagro alla ss. Annunziata, che e le iscrizioni antiche esistenti in Zagaro-
il Piazza chiama vago e magoifìco, a suo lo, sono riferiti dal Nibby e da Marocco.
tempo afiìdato a'pp. barnabiti, per fon- Registra \etSlaùstica r/e/i 853, case 936,
dazione de' duchi Ludovisi. Il suo in- famigliegoG, abitanti 4486> de'quali 28
gresso è ornato da due colonnelle di gra- stanziavano nella campagna : in essi era-
nito con capitelli d'ordine composilo del- no compresi 4 ebrei, 9 militari, 43 car-
la decadenza. Sonu rimarchevoli i qua- cerali. La popolazione è in incremento,
dri esprimenti la Nascita della B. \ trgi- perchè notò il Coppi che sul principio
ne, e la sua Fuga in Egilto col divin Fi- del secolo corrente era di 2766 abitanti,
glio. Sopra la porta, uell' interno della nel 1820 di 3 4o, e nel 1 84^
1 di 4^39»
chiesa, l'iscrizione istruisce che da'fonda- La città di Zagarolo si pregia di diversi
mentì edificarono la chiesa e la casa, Mar- cittadini illustri, che si distinsero nell'ar-
zio Colonna duca di Zagarolo e sua ma- mi, nelle dignità ecclesiastiche, nelle let-
dre Oiizia sunnominata, dotandole , pe' tere e in altro. Neh 334 fia'molti giova-
chierici regolari di s. Paolo ossia de'bur- ni prenestini e maneschi, che andarono
tiabìli. Aggiungo col Ceccoui,che per la a impiegare la loro bravura contro il tur-
chiesa furono spesi più di 12,000 scudi, co, minacciante Costantinopoli, vi fu lo
oltre l'assegno pel collegio de'barnabili. Scapigliato di Zagarolo. Martino V Co-
Laonde conviene modificare l'asserzione lonna, dichiarò ueli4iB suo penitenzie-
del Piazza, se pure i Ludovisi non con- re ilGiovanni minorità; e nel 14^2
p.
tribuirono al loro stabilimento, non mai Antonio minorila vescovo dì
trasferì fr.
però fondatori. Probabilmente i barna- Terracina, alla sede di Gaeta. Nel i545
biti vi restarono e con noviziato sino alla fioriva il capitano Metello Amati : ne par-
soppressione francese,e quindi sotteulra- lai nel voi. LXXVI, p. 29. Marc' Aure-
lono gli altuali dottrinari certo esiste- : lio Bonafede legista espertissimo in Ro-
vano neh 756 per atlestalo del Ceccoui. ma, nel 1679 tumulato nella collegiata
Incontro alla porta del Colle è la chie- di s. Pietro. Non qui nomino molti Co- ì

suola di s. Sebastiano, in custodia d' un louuesi, per averne parlalo in lauti luo-
Z AG Z A G 375
ghl, e lo floTiò nuovamente nel progres- te troppo folte, che se ridotte a filari la
so ili quest'artìcolo. E siccome quasi tutti colti vazionesarebbe migiioral<t, polendo-
fin Olio bellicosi e guerrieri, cosi molti za- si godere del terreno intermedio consi- :

garolesi sì distinsero per valore militare gliò d'accrescere le pÌMntagioni degli oli-
nelle loro squadre. L' Album di Roma vi ; rilevando di aver migliorala la sorte
nel t. x2, p.i 37, olfre l'elligie eia biogra- del paese le concessioni enfiteutìche. Q uè-
fia del celebre matematico easlrunouio stì vini godono molta riputazione, e so-
d. Giuseppe Calundrellì, del d."^ Duldas- migliano a'velilerni nella gagliardia e co-
sare Cbìmeuz egli nacque a Zagarolo
: lore rosso naturale, non alteralo, com«
a*22 maggioi749 da Tommaso e Maria altrove, con bacche di sambuco e altre
Fortini, e mori in Roma nel 1827. Ivi cose poco confitcenti. Le vigne sono cor-
sono riportati quelli che scrissero di sì redale da eccellenti grotte per conservar*
profondo scienziato e di sue dotte opere» vi i vini, poiché nelle buone stagioni si

notando essergli succeduto nelle cattedre rimettono da 7 a 8 mila botti il Cop- :

dì matematica elementare e d'ottica net pi disse ordinariamente 5ooo, scrivendo


seminario romano, e d'astronomìa nel- nel 1842- Le colline, le valli, i boschi so-
l'università romana, il nipote d. Ignazio. no opportuni alle caccie de' capri , cin-
Nel vo!. LXVII, p. 189, celebrai il p. d. ghiali, lepri e uccelli, ^'el territorio sono
Luigi Parclietti illustre somasco, già cu- due notabili casali denominali Cini e s.
rato in patria, versato in ogni letteratu- Cesareo o s. Cesario, egualmente leni-
Vii, ed egregio poeta. Mattia Mingiacchi menti de' principi Rospigliosi. Il Nibby
recatosi giovanetto in Russia, si rese tan- tratta dell'antica stazione romana posta
to accetto al czor che lode>tìoò a tratta- sulla vìa Labicana, 3 miglia più olire del-
re importanti affari pulitici colla l-*orta la stazione ad Quintanas,iìi miglia di-
Ottomana, ed avendo sagacemente cor- stante da Roma cliìamata ad Slatuas^
,

risposto, fu premiato con decorazioni ca- la quale crede aver tratto il nome da sta-
valleresche, e divenuto sigiioresposò una tue erette sulla via pubblica nel bivio
dama da cui ebbe discendenza, mutando furmalo da delta via, che col tronco suo
la desinenza del cognome in Mtngiaski.I principale andava a diritta a raggiunge-
zagarolesì, dice il Coppi, nella maggior re la via Latina alla stazione ad Pietas^
parte lavorano i propri terreni, e pochi 7 miglia più avanti, e con un divertico-
vanno a lavorare quelli degli altri. Ma- lo a sinistra, ch'è la strada odierna dì Fa-

rocco dice la popolazione incivilita, an- lestrina, rannodavasi alla via Prenesliaa
che per la vicinanza a Roma, e contìnua sotto la città di Preneste slessa a3 mi-
relazione e commercio, ed essere di tem- glia lungi da Roma e 5 dalla stazione
,

peramento sanguigno ; le donne robuste sopraindicata ad Statuns. Essendo beu


e di grato aspetto, coprendo il capo con conosciuto l'andamento della via Labi-
panno rosso onde riunite rendono sin-
, cana, non puòcader dubbio sul sito pre-
golare vista. Il territorio è io piano ame- ciso di quest'importante stazione, il quale
no e ferace, e così ben coltivato che sem- coincide ne'dìntoroì di quella moderna
bra un complesso dì giardini. E ricchis- dì s. Cesario, 3 miglia distante dall'oste-

simo specialmente di vigneti, produttivo ria della Colonna, V antica stazione ad


di fieno, olio, grane e pascoli, tutto spar- Quintanas^e 8 da Roma, trovandosi gli
1

so di paragrandìni, inventali pel i.° da avanzi del memoratobivioentro una vi-


come rilevò il Calindri. Nulla
Lapostelle, gna pertinente al principe Rospigliosi.
manca all'umano sostentamento, vini i Essi consistono in una conserva a 3 aule,
essendo il maggior reddito, avvertendo costrutta di scaglie di selce, rivestita di o-
il Coppi, nuocere alle tili l'esser pianta- pera laterizia ne'tempi dì Settimio Sevc^
376 Z A G Z A G
ed inloaacata di sìgnino o aslraco, il
^ro, i quair produssero sculture e altre pre-
quale essendo a due strati, dimostra che giate anticaglie. Presso la stazione ad
la conserva fu successivamente restaura- Staluas, fu il cimiterio di s. Ilario nella
ta. Presso questa sodo le vestigia d' un via Labicana. Mon molto lungi da Zaga-
edificio rotondo d' opera mista dell' era roto era un luogo stabilito a carni ficina
Costantiniana, ch'è probabilmente l'an- de'cristiaui condannati al martirio. Notò
tica chiesa di s. Cesario (/^'.), diacono e il Calindri, che nel territorio dì Zagaro*
martire a Terracina, di cui in Roma ab lo si rinvennero due marmi lapidari che
biamo la diaconia cardinalizia e Chiesa dilucidarono la questione letteraria sul-
di s. Cesareo (^)- Quella chiesa die'o- lo stabilire, chi fosse la consorte dell'im-
rigine al nome moderno della stazione : peratore Massenzio, per cui que' marmi
essa e 1' opportunità del sito feceru ragù- asseriscono che dessa era Valeria Massi-
nare ue'bassi tempi una pupolazionecon- milla. La Civiltà Cattolica, serie 4'» t.
siderabile in questo luogo a segno, che fia 2, p. 600 ragionò degli scavi di Pale-
,

dal secolo XII si era formato un castello, strina e di Zagarolo, i primi eseguiti nel-
che Castrum s. Cesarli viene chiamato l'antica necropoli Prenestina, e parlati al-
da Cencio Camerario nel registro de'Cen- trove ; i secondi eseguiti in un suo pode-
si della Chiesa romana, il quale nel i 1 92 re da Egidio Cialdea sul fine deliSSy.
era posseduto da Oddone Colonna. Il ca- Egli trovò 3 tombe di grossi traverti-
stello avea annesso un territorio, che te- ni, similissime alle prenesline e rinvenu-
nimenlum s. Cesarei si dice nell'atto di te a circa 2 metri di profondità sotto il

divisione nel 1 25?. riportato dal Petriui. suolo. Aperte, vi si trovarono 3 sche-
Che il Castrum continuasse ad esistere letri umani di grandezza oltre l'ordina-
nel 1290 n'è prova il testamento di Pie- ria, co'segueoti oggetti. Un vaso alto cir-
tro Colonna cappellano pontificio^ pure ca 25 centimetri, e due anse a ventre lar-
presso Petrini, ed allora ancora esisteva go, a collo corto e ricoperto tutto di for-
per farsene menzione in quel documento. tissimo tartaro. T. Fananì, che nel Bul-
Però le guerre civili de'secoli XIV e XV leilino dell' Istituto fXì. 3 di marzo 1859,
fecero abbandonare il castello e la chie- die' ragguaglio della scoperta, ripulito il

sa, ed oggi la stazione si compone di po- vaso lo trovò esser della piìi bella e fina
che case , ed è pochi passi distante dal* stoviglia, dipinto intorno al collo con gra-
l'antica. Aggiungerò io, che s. Cesareo o ziosissimi ornati di tinta rossa sopra fon-
». Cesario trovasi distante da Zagarolo do nero, e con due rappresentanze, colo-
circa 2 miglia, a destra della via di Pale- rite esse pure in rosso sopra campo ne-
strina.Vi è un palazzo con villa de'prin- ro ; d tutto rivestito d'una bella vernice.
con casale e vigna, oltre
cipi Rospigliosi, Vi erano due altri vasetti lagrimatorii o
una chiesuola in cui si celebra la messa unguentarli, pure a fondo nero con qual-
nelle feste pe'campagnuoli. Vi si trova- che disegno di arpie a vari colori e sen-
no qua e là niolti ruderi antichi, ed una za vernice: uno specchio ottimamente ce-
strada sotterranea notabilmeute larga, sel- sellato e corso intorno da un ramo d'el*
ciata a poligoni, la quale conduce a Roc- lera un (erro di lancia tutto ossidato:
:

ca Priora , con 2 aperture, distanti una una streggia comune un brocchiere di :

dall'altra circa un miglio, d'eguale am- sottile lastra metallica il solito dado di :

piezza , lastricato e luce; tali aperture, terra cotta, segnato nell'un de'Iati d'una
dopo qualche tratto, restano chiuse per croce traversa : e finalmente alcuni pez-
ad uso
servire di contadini per ricettaco- zetti di zolfo. Nelle vicinanze poi de'sepol-
lo d'arnesi campestri. Ne'dinlornii prin- cri furono trovate alcune di quelle colon-
tipi Rospigliosi vi operarono degli scavi, nette a pigne che solevano porsi sopra 1<
ZAC» Z A G 377
tombe e delle quali taote ȓ trovarono an- fondere con Gabio di Sabina. I suoi mo-
che nella necropoli di Frenesie e altrove. numenti essendo stali trasportali alla
Anzi parecchie di queste colonnette fu- Prilla Borghese {F,), quivi dissi altre
rouo dai Fanani incontrate più lontano, parole. Il iMibby sostiene che Gabio la-
sparse in sui vari culli di questa contra- tina sorse sulla via che conduce a Pie*
da ; le quali sono forse indìzi d' altre nesie, 12 miglia lungi da Roma, ne' le-
tonibe anticbìssiiue ivi nascoste. Inoltre nimenti ora denominati Castiglione e
la Chillà Cailolìca,ueì t. 5, p. 244» ^"' Pantano. Opina Marocco, a' Colonne-
nunzio la pubblicazione della Descrizio- si senza dubbio dover Zdg'trolo la sua
ne inedico-topografico-slorica della on- restaurazione, per quanto le storie assi-

ta di Zagarolo. Maialile in essa predo- curano, volendosi però che in origine le


minanti. Me /noria del dJ Paolo Mon- poche genti superstiti di Gabio, ciie gia-
tarselo socio di varie accademie, Roma ceva |)resso il lago di Castiglione, su (]ue*
iSSq. Non ho il piacere di conoscerla, sto colle si rifugiassero, di mano in ma-
lo ho proceduto, e procederò ne'segueoti no atterrando le folte macchie di casta-

cenni storici con queste opere precipua- gni preesiatenti, e fabbricandovi casipole
luente. Piazza, La Gerarchia Cardina- e capanne. OlTre il iNibby, nell' articolo
lizia Della Chiesa di Palestrina, l'an-
: Zagarolo, 3 lapidi, e dice. In una piaz-
tica Frenesie. Zagarolo Terra, p. 229. za sono due statue togate, nella 2.' piaz-
Cecconi prenestino e vescovo, Storia di za di Corte si vedono due colonne di
Palestrina. Petrilli prenestino. Memo- granilo poste su basi cariche d' ornati.
rie Prenesline. Caìmdv't, Saggio del Fon- Ivi pure sono due sarcofagi antichi: sot-

tificio Sialo, p. 43 1. Marocco, Monu- to quello a sinistra è uu'ara sepolcrale


menti dello Slato Pontificio, t. 8, p. 7 i 1 : con iscrizione, altra essendo sotto quella

Zagarolo. Nibby, analisi de' dintorni di a destra; e nei cantone a destra trovasi
Rofna,t. 3, p. '7 ^o.Cop]^\, Discorso sopra una 3.' epigrafe. Di esse, la 1.' non pre-
alcuni stabilimenti e miglioramenti a- senta che un nome incognito di Silia
grari,Koma 1 842,p. 1 6: Memorie Colon- Earine; la 2.' è di Lauro figlio d'Aba-
nesi, homai855. Palmieri, Topografia scanto, servo nato imperiale, dispensiere
statistica dello Stato Pontificio, par. a. dell'annona, postagli dal padre e dalla
Comarca di Roma, madre Carpine; la 3.* è di Tiberio Clau-
p. 1 49.
11 Piazza, seguendo il p. Kircher, di- dio Febo, liberto dell'imperatore Clau-
chiarò che inclinava ad atfermare, che dio, e già servo di Automa sua madre.

Zagarolo sia l'antica Fola o Boia, cele- E questi due monumenti, appartenendo
bre colonia de'romaoi, e grossa e popo- a soggetti della corte imperatoria, lo fe-

lata città; non senza tacere l'asserzione cero inclinare a credere, che agi' impe-
del Biondo, che fosse l'antica villa Ma- ratori appunto spettasse la villa, sulle

riana Luzio Murenna; e quella del


di cui rovine poi sorse Zagarolo, nel cui
Cluverio, d'esser succeduta a Lahico^f'.), nome, specialmente scritto come si legge
poi sede vescovile. Di questa tornai a ra- nella vita di Pasquale 11, Gnzzaro-
cioè

gionarne nel voi. LXXXIX, p. 124, de- lum, sembragli ravvisare una derivazio-
scrivendo Falmontone j ed a p. i38 di ne da Caesariolum, o Caesarianum,
F^ola o ^o/(7, descrivendo Lagnano. Pe- Questa congettura mi pare probabile,
trini disse Zagarolo fabbricato da' Co- come probabile credo, che decaduta Ga-
lonnesi. Ma i zagarolesi ritengono la bio per le incursioni de'barbari, propria-

loro città succeduta a quella celebre di mente cessassero i suoi vescovi nel IX
Gabio (^.), poi sede vescovile, e ripar- secolo, pel riferito in quell' articolo, ed
lata la altri luoghi^ non dovendosi coa- allora può avere avuto luogo il passag-
378 Z A G Z A G
giode'supei stili abitatiti della vicina Ga- ricuperali, Oddone e Carsidonio della
bio in Zagaiolo. E fors'anco la villa Ma- Colonna, discendenti da'siguori del Tu»
riana, che il Biondo attribuì a Muten- scolo, di cui possedevano una metà o
na, poi venne in proprietà degl' impe- porzione. Nel ii5i essi venderono al
raiot'i, come tante altre, e su di essa Papa Eugenio III i du'itti che aveano
venne costruita e le successe l'odierna sulla contea del Tuscolo, cioè la mela
chiamandola il breve pontifì-
città, così della sua città e rocca, con tutte le sue
cio che di recente 1' elevò a tale grado, pertinenze, exceplis ttrris de Zagarolo,
e l'oflrirò in fine. Naira il Cecconi, che perchè i Colonnesi i' aveano dolalo dei
Papa Giovanni XllI nel 970 concesse suddetti campi, onde Pietro nelle questio-
a Stefania senatrice rontana e suoi di- ni avea detto Zagarolo y/in* sui. Que-
scendenti, in feudo o a livello la città di sta è la vera ragione dell' eccezione di
Palestrina, con tutte le aue pertinenze, Zagarolo, oltre quella della Colonna. Il

compreso Zagarolo, coll'annuo censo di Nibby invece scrisse. Teuendo i Colon-


10 soldi d'oro alla camera apostolica, nesi ui grande gelosia le terre di Culua*
pari a circa 20 scudi. Essa non pare che na e Zagarolo, nella cessione ad Euge-
fosse moglie di Alberico II conte di Tu- nio ili furono particolarmente eccettua-
scolo: bensì fu, secondo Petrini, sorella le. Inoltre Oddone e Carsidonio cede*
del Papa. L'ultima discendente di Ste- ronu a Eugenio IH, Monte Porzio e Mon-
fania, fu Emilia sposa di Stefano della te Fortino. £ siccome la porzione del
Colonna (articolo che va tenuto presen- Tuscolo, Oddone l' avea pignorala ad
te in tutto que!«to, non meno dei molti Oddone Frangipane, per 3o libbre di de-
che vi hanno relazione ), da'quali nac- nari papiensi, queste restituì il Papa nel
quero Carsidonio e Oddone. Questi me^ I i52 al creditore; oltre l'aver dato al-
glio sembrano fioriti, come dirò, nella tra somma di denaro e il castello di Tre-
metà del XII secolo, se pure non è una vi a Oddone Colonna, a titolo di cam-
ripetizione di nomi. Esaminando Petrini bio. Nel I iS-x seguì una transazione di
il diploma d'mfeudazione, dichiara ch'e- un Pietro della Colonna, con Oddone
ra vi compreso il sito ove fu poi fabbricato suo cugino, ai quale cedette ancora la
Zagarolo. « Dissi il sito di Zagarolo, per- sua parte sui Zagarolo e di
castelli di
chè vi èchi scrive (Reinec, Orig. slirp. Colonna; e per compenso ebbe ì castelli
Brandeh. in commenU post. ìnit.), che di Gallicano, s. Giovanni e a. Cesareo.
questa terra fu fabbricata da'Colonnesi, Altro figlio di Giordano fu fr. Giovanni
ed è cosa certissima che i Colonnesi la domenicano, nel 1255 arcivescovo di
dotarono d'alcuni campi, che ancor oggi Me^sina^ il quale portò seco in Sicilia il

possiede, di là dalla vìa Labicana, smem- fratello Federico, da cui derivarono i

brati dalla contea del Tuscolo, ossia da Coloimesi di Sicdia. Nel 1 292 tra'Coloa-
Monte Porzio castello di detta contea". nesi seguì altra convenzione, in cui è
Nel 1 100 o nel i idi Pietro della Co- pure nominalo il castello di Zagarolo.
lonna invase la terra di C^i^e^ spettante Papa Bonifacio Fili {^F.) per qualche
alla s. Sede. Papa Pasquale II uscito in tempo fu in buona armonia co'Colonne-
campagna con poderoso esercito ricupe- sì. Nel 1295 neli' approssimarsi dell'e-

rò quel paese, e inoltre tolse a Pietro i state, recandosi in Anagni sua patria, in
castelli di Colonna e Zagarolo: Pie-
di compagnia d'alcuni cardinali, si fermò io
tro si rifugiò presso l'imperatore Enri- Zagarolo, dove fu ricevuto dal cardinal
co y, altro nemico della Chiesa. Nella Giacomo Colonna {F.), che n'era si-
mela del secolo Xll possedevano idi lui gnore, o amministratore pe'fralelli com-
beni, in ^Qo alla Cplouna e Zagarolo padiouij secondo l'accenuala couvenzio-
Z'A G Z A G 379
ne, il quale i'accoUe cordialmente e con piare sull' altare di s. Pietro in Vatica-
tutù gli onori dovuti a un ospite cosi no! lo risposta Bonifacio Vili, nel dì
eccelso. Osserva Petrini che il cardinale dell'Ascensione rinnovò la scomunica
eseici tendo cou eccessivo dispotismo l'au- contro due ex cardinali, Stefano, Sciar-
i

torità a lui concessa da' fratelli, fu ca- ra e altri Colonna, confiscando i loro be-
gione di discordie fra loro. Ma non andò ni: assolse i loro clienti dal giuramento
guari, che insorsero gravissimi disgusti che gli avessero prestalo, e pronunziò

tra Bonifacio Vili e i Coiounesi. v^i la- V fnlercltl'o ecclesiastico contro luoghi i

^nò Papa che cardinali Giacomo e


il i che ricevessero deposti ed iloro fra- i

Pietro Colonna suo nipote, non accet- telli. Quindi il Papa a sotloinellere Co- i

tarono la di lui mediazione, per soddi- lonnesì colla forza, ordinò l'occupazione
sfare ad alcuni diritti ereditari de' loro e devastazione de'ioro beni.Il senato e

parenti e fratelli. Il Papa conservava pu* popolo romano inutilmente s'interposero


re risentimento per aver avuto contrari per la sommissione de'Colonnesi. Boni-
i due cardinali nella sua elezione ( io facio Vili a' 18 novembre rinnovò le
vece il Petrini sostiene che furono de'pri- sentenziate pene, ed a' 4 dicembre pro-
1

mi a dargli il voto), ed era cou loro sde* mulgò con grandi indulgenze la guerra
guato per parteggiare pe' re di Sicilia, crociata contro i condannati Colonoesi.
della casa dì Aragona, nemici della Chie- Presero la croce anco le donne, man-
sa. E siccome temeva d'esser assalito dai dando in loro vece uomini stipendiati.
siciliani in Roma, Donii'acio Vili intimò Culi forze
tali crociati, dopo lunghi as-
i

a'due cardinali collegali col re, per sua sedi e molto spargimento di sangue, pre-
sicurezza, di adoperarsi aifinchè Stefano sero Zagarolo, Colonna e gii alili castelli
Colonna, fratello del cardinal Pietro, gli de'Colonnesi; ed il Papa ne fece dono a-
consegnasse la città di Paleslrina, ed i gli Orsini (/'.) e altri nobili romani, fi-

castelli di Colonna e Zagarolo, onde pre- spugnata Paleslrina nel 1298 e quindi
sidiarli colle milizie papali. A tale par- dislrulta, Colonnesi recarunsi a Rieti»
i

tecipazionedue cardinali si allontana-


i sottomettersi al Papa, ed in pubblico
rono da Roma, e il Papa a' io maggio concistoro il Papa li assolse dalla scomu-
1207, dopo aver dichiaralo: Che i ne* nica. L'annalista couleniporaneo Tolo-
fandi alti degli antichi Colonnesì e le per- meo da Lucca attesta che Zagarolo fu
verse opere de' presenti, mostravano che preSd dalle genti del Papa e distrutta:
la casa de'Colonnesi era riheile alla Chie- questo ripeterono Petrini, ^ibby, Coppi
sa, ed avea il prurito di turbare Roma e altri scrittori, bensì convenendo che poi
e l'Orbe; e ricordate le operazioni dei da'Coloiinesi venne in gran parte riedi-
due ribelli cardinali, li depose dalla por- ficato. Però il Ceccooi scrisse, che Za-

pora, citandoli al suo tribunale, cou al- garolo si rese volontariamente, e subito
tre pene e minacce, olue la sentenza di il Pupa consegnò a' figli di Landolfo
lo

Scomunica. 1 due cardinali nel castello Colonna, capi la no della spedizione, il qua-
di Longhezza de' Conti, a o miglia da i le era fratello cugino al deposto cardinal

Boma, arditamente protestarono che la Giacomo. Indi soggiunge. » Ed è da os-


Rinunzia al ponlijicato (/'.) di s. Cele- servarsi, che (juiudi cominciò a fiorire la

stino V non tenevano


era nulla, e perciò famiglia Colonna di Zagarolo, madre di

per vero Papa il Gaetanio Caetani,ap- tanti uomini illustri, fra'quali è rinoma-
pellandosi al futuro concilio. Temera- to il b. Egidio Colonna generale dell'or-
riamente e con iscandalo generale, fecero dine di 8. Agostino, il quale fu discepolo
affiggere l'iniqua protesta alle porte di va- di s. Tommaso d'Aquino, e chiamasi il

rie chiese di Roma, e deporue un esem* Dottor fondamentale. Questa oobilissi-


38o ZA G Z AG
ma linea de'GoIoana si eslinse colla mor- VITI magnanimo propugnatore della li-

te di Marzio". Anche altri Colonna, pre- bertà ecclesiastica. Bens'i il nuovo Papa
giudicali da'prepolenli parenti, erano fe- tosto restituì la dignità cardinalizia a Pie-

deli al Papa. Nel 1299 Coionnesi assolti i tro e Giacomo, e quindi a' 3 febbraio
tornarono a ribellarsi, e il Papa nuova- i3o6 pienamente Coionnesi
assolvette i

mente li scomunicò: allora temendo essi e loro aderenti, ed annullò le sentenze


della vita, si rifugiarono all'estero; ma contenute in qualunque costituzione. Ma
Bonifjcio VII! nel liprislinare l'indul- quanto alla condanna di Bonifacio Vili,
genza del Giubileo nel i3oo, non solo caldeggiata dal riprovevole Filippo IV,
gli escluse dal paiteciparne, nia quelli nel generale concilio di Fienna {V.) ven-
pure che gli avessero ricettati. Tralascio ne giustificato e riconosciuto cattolico e
rammentare gli oltraggi patiti in ina- legittimo Papa. Durante l'infelice resi-
grii da Bnnitacio Vili, anche dal perfido denza de' Papi in Avignone {V.), de-
.Sciarra Colonna ; e solo ricordo eh' egli plorabili furono le condizioni di Roma
morto nel i3o3,il successore Benedet- e dello stato pontificio, e certo anche
to XI assolse Coionnesi, e poi annullò
i. Zagarolo ne avrà sentito le generali con-
le conlìsche. Nel i3o4 decesso Benedet- seguenze, massime per rinnovarsi piii

to XI in Perugia a'6 luglio, ivi sì adu- prolungate le guerre cogli Orsini, inter-
nò il famoso conclave. Profittando Ste- venuti alla distruzione de' beni Colon»
fano Colonna della vacante Sede aposto- nesi, porzione de'quali avea lordato Bo-
lica, si recò a Roma e citò avanti tri- i nifazio Vili. In fatti nel i333 a'6 mag-
himali del senato, Pietro Caetani nipote gio, dopo lunga briga tra di essi, il con-
di Bonifacio Vili a risarcire i danni cagio- te Orsini dell'Anguillara con Bertoldo
nali a' Coionnesi dal dì lui zio. Ottenne Orsini suo cognato, portandosi ad accoz-
la sentenza, colla cjuale Pietro fu con- zarsicon Stefano della Colonna e con al-,
dannato al pagamento di 100,000 fio- tri, Stefanucciofiglio di Sciarra Colon-,

rini d'oro per la distruzione di Palestri- na, con sua compagnia di gente d'arme
na, di Zagarolo e di altri luoghi. Rimar- a cavallo, si mise iu un aguato fuori del
ca Petrilli, che sebbene la sentenza fu castello di s. Cesario nel territorio di
inserita nello statuto di Roma, non vi è Zagarolo, e all'improvviso assalirono gli
indizio che sia stata eseguita. Intanto i Orsini, ch'erano in minor numero. Col-
Coionnesi recaronsi a brigare in Perugia ti all'impensata, si difesero vigorosamen-
presso i cardinali loro aderenti, e parti- te, ma pel superiore numero degli ag-
ligiani di Filippo IV il Bello re di Fran- gressori, restarono morti il conte e Ber-
cia, loro amico, e insieme anch'esso a- toldo. B.o(na stimando Bertoldo il pììi

cerrinio nemico della memoria di Boni- valente, ne deplorò la grave perdila, e


facio Vili. Per l'influenza regia a'5 giù- acremente rimprovei ò a'Colonnesi il tra-
gno, benché non cardinale, fu eletto il dimento, poiché nell'anteriori guerre tra
francese Cleinenle 1^, il quale strana- gli Orsini e Coionnesi, mai le loro perso-
i

mente obbligò i cardinali a porsi in Viag- ne erano state ferite o uccise. Per cui di-
gio (^.) per Francia, ove stabili la re- venne più acerba l'inimicizia tra le due
sidenza pontificia. In quell' articolo di- potenti case. Ciò saputosi dal cardinal Gio.
fesi Clemente V e il cardinal di Prato, Gaetano Orsini legalo del Patrimonio e
anche l'mdegno Filippo IV, sulle cahin' zio degli uccisi, rovinò in tal provincia il

nie della condizionata elezione, ponendo' castello di Giove, spettante a Stefano Co-
si fra' pretesi patti la reintegrazione del lonna, ed in lloma devastò le case de'
cardinalato a Pietro e Giacomo, e l'an- Coionnesi, sebbene niuno di essi avesse
nullamento delta tueffloi'ia di Bonifacio avuto parte all'assalto di 1. Cetario. V««
Z A G ZAG 38i
itutcne in cognizicoe GìoTsnni XXiI,c1a lenti li guadagnaiono al loro partito, eoa
Avignone a'20 ngosio limproveiòil car- lusinga segi eia a ciascuno di crearli Papa,
dinale, e gl'iiigiuuse loi itiire nei Pali ìcao> ed insieme passarono io Fondi, dove a*
dìo. Dopo a^e^ 7 Papi tlìmoialo in Avi- 20 settembie elesseio antipapa il caidi-
gnone, l'olliiuocli questi CngorioJiJ otì nal di Ginevra. Questi prese il nome di
1877 veslitui all'tifililla Rema lo splen- Clemente FU, passò a stabilirsi in A-
doieela beneficenza dell a le&idenza pon- vignone e ; così foi malesi due L bhidicn-
Moi lo nel S^SjnJorsesubilodo-
tificia. ì zc, principiò il grande, lungo e luttuoso
pò il conclave un lumulto popolare a'g Scisma (F.) d'uccidente, il Papa Uiba*
8pri!e,a sedale il quale contribuì Agapito no VI sagacemente 2 gioì ni innanzi avea
Colonna, che dalle sedi d'Ascoli e Brescia crealo 26 cardinali, fra'quali il vescovo
era slato trasferito a Lisbona, allora ve- Agapito Colonna, ed il suo fratello Ste-
scovato : ciò avvenne per l'elezione d't7r- fano Co/oHn«. Racccnlai ne'vol. LXXV,
bano /^'/ (/'.). Spaventali i CcTidinali, 4 p. 297, LXXXiX, p. J I o e altrove, che
fuggirono nel forte castello di Zagaiolo, fauloie dello scisma fu onoralo Caetani
compreso il cardinal dì Ginevra, ospita- conte di Fondi, il quale dopo aver offer-
ti dal vescovo Agapito amico dell' ulti- to quella città per consumarlo, si collegò
mo e signore di Zagaiolo. Ricompostigli cun Giovanni e Mìcoiò fratelli Colonna
animi, delti cardinali si resliluiicno a
i signori di Paleslrina, per sostenere l'al-

Roma, ove a' i 8 aprile assisterono alla co- ilo antipapa Bcnedtlto XIII, contro il

ronazione. Il nuovo Papa Iro^ò di rim- Papa Bonifacio IXy il quale giustamente
proverare per la loro condotta i cardina- sospettando di questi Colonnesi nel 1
397
Ji francesi, che si può dire pel loro nume- fece loro promettere per 3 anni di uoa
ro formavano il sagro collegio ; ed essi contrarre federazione a danno dello sla-
che sospiravano le delizie di Provenza, e to papale. Ma uno di essi nel gennaio
con rancore vedevano allontanata dalle i4oo entiò armalo in Roma gridan-
loro patrie la residenza pontificale, vero do morte al Pepa. Costretto a riiiiaisi,
fonte di grazie, iniquamente tramarono fionifacio IX éc(>municò ambedue, pri-
contro il legittimo L'rbano di severi W vandoli co'discendenli d'ogni dignità: in-
costumi, e con prelesti si ritirarono in ^• di con bolla de'24 maggio sottopose al-

nagni ne\ declinar di giugno, falsamente l' interdetto ecclesiastico Palesliioa, Za-
spargendo che l'elezione era seguita con garolo, Gallicano e I' altre loro terre, e
violenza. Narra Petrini, aliar mali i car- pinmulgò contro di essi la crociata. L'è-

dinali sa vi, Ire di essi ilalioni veiinerosZa- selcilo papale assediò inutilmente Pale-
garolo presso il vescovo Agapito, amico slrina, ma devastò le campagne convici-
del csrdinaldi G'uevra, ambizioso e torbi- ne, in uno a quelle di Zagarolo, presso
do capo de' refrattari, onde procurare di esso costruendo nel casale di Casti-
un abboccamento. Questo segui in una glione una torre io cui posero presidio.
chiesa campestre di Paleslrina e pare sa- Sul princìpio peiò del i4oi i due Co-
gra a 8. Giovanni, a'5 e 6 agosto 1378. lonnesi invocarono e ottennero perdono,
Fu il colloquio per affare h rilevante tra e pievìo giuramento di fedeltà furono
i dimoranti in Zagaro-
detti 3 cardinali assolti e reintegrati nello stato, venendo
lo, il cardinal dì Ginevra e due cardinali diioccata la torre di Castiglione d'ordi-
suoi aderenti oltramontani. 1 ragiona- ne del Papa, che prosciolse dall' iiiler-
menti riuscirono inutili, come inutile riu- detto luoghi colpiti da tal grave peoa.
i

scì l'industria che usarono cardinali fe- i Adunatosi il concilio di Costanza a por
deli al Papa d'avvicinarsi ad A nagni, fer- finealloscisma,ìnt8ntoa' 1Ggìugno 4' 7 1

mandoti a Genaizano;\iok\iè malcoo. i il capitano di Teolura Braccio da iVlou-


382 Z A G Z A G
tou« occupò Roiiiii pel futuro Papa pe- ; nidi FondieSerutonet»; la guerra micU
rò venue espulso a'27 agosto da Sforza diale fatta loro dal prode f'ileUeschi{P'.)
Attendolo, spedito da Giovanna li re- arcivescovo di Firenze e patriarca d'A-
gina di Napoli. Ritiratosi Braccio verso lessandria, capitano generale di s. Chiesa,
Perugia, lasciò V altro fuuioso cnpitano il quale s' impadronì Zagarolo e altri
di

Nicolò Piccinino a fortificarsi in Palestri- castelli, prese Palestrina a' 18 agosto, e


no e Zagìirolo con 4oo cavalli. Giaco- per la 2." volta nel 1437 la distrusse, e
mo Colonna s' unì a questi, e fecero va- questa volta eziandio la cattedrale, onde
rie scorrerie nelle campagne ro'uane, si- il prelato a'29 agosto fu ricevuto a Ro-
no alle porte di Roma, predando intieri ma in trionfo, essendo divenuto cardina-
armenti. A far cessare la piccola guerra, le a'9 di tal me^e. Il Nibby racconta che

a'aS settembre marciò verso Palestrina il Vitelleschi a' 3 maggio i436 assediò
10 Sforza a formar campo, e vi dimorò Zagarolo, e dopo 3 mesi d'assedio la pre-

7 giorni; e il cartlinil Isolani legalo di se per mancanza di viveri; ma di nuo-


Roma scomunicò Giacomo qual ribelle. vo Lorenzo Colonna a'2 novembre 437 1

11 Cecconi, dice che Piccinino cadde pri- riprese Zagarolo, insieme^alla rocca, e vi
gione de' romani. Tosto dileguossi ({ue- si fortificò. Al tri.presso il Pelrini|e il Cop-
sto turbine, quando 1' 1 i novembre dello pi, dicono che vi entrò a'4 febbraio 1439;
stesso1417 f^ sublimato al pontificato ed il cardinal Yitelleschì marciòa soggio-
Martino /^Colonna rotuano de* signori garla a* 1 6, e dopo aspra guerra l'espugiiò
di Genazzano. Egli troncò lo scisma, re- a'2 aprile con istrage de'cittadini; e pre-
stituì la pace alla Chiesa, e fu acclama- so Lorenzo, lo mandò prigione dal Papa
to Felicità de* suoi tempi, come si legge a Bologna, che vedendolo umiliato cor-
sulla sua supposta tomba, perquanto di- tesemente lo pose in libertà. Ma Zuga-
chiarai ue'vol.LX»V,p. 1 o5eseg.,LXXV, rolo l'i i maggio fu arsa e distrutta in

p. 47eseg.,67 eseg.jCQs^S.non ostante il gran parte da' soldati. Il Giornale Ar.


Coppi, Memorie Co-
riferito dal eh. cav. cadico, nel t. 28, p. 263 e seg., olhe
1

loniiesiy p. lygeseg. In molteplici luo- la Cronaca de'fatti d' Italia del seco-
ghi deplorai le questioni fra' Colonnesi, lo Xf^y scritta da Nicolò della Tuccia.
ed Eugenio //^, che nel 43 succes^e a 1 i In essa sono narrati fatti succennati, e i

Martino V, e la pace seguita nel i433 quelli di Zagarolo, con alcune particola-
con l'assolu/ione pontifìcia ddlla scomu- rità bensì, ma talvolta con varianti ine-
nica e altre gravi peue. In tale anno se- satte, registrando l'ultima espugnazione,
guì l'inventario de'beni de'Colonnesi di dopo accaniti combattimenti, a'24 apri-
Palestrina, dopo ruccisione di Stefano in le, mediante resa a patti de'terrazzaui e
Genazzano per opera del nipote Salva- di Rienzo, il cardinal facendo diroccare
tore, appartenenti a'suoi eredi ed al suo da'fondimenli Zagarolo. Nibby, col dia-
fratello Giacomo, fra i quali la metà del rista contemporaneo lofessura, dice Z»-
castello di Zaragolo e suo territorio, con garolo arsa e distrutta ; ed altri vogliono,

metà della rocca di detto castello. Egual- che il cardinale mandò a Roma i zagaro-
mente narrai in più articoli la rivoluzio- lesi e i prenestini, scampati dall'eccidio.
ne di Roma del «434 P*'' opera de'Co- La sua espugnazione fu l'tiltima impresa
lonnesi, onde Eugenio IV con precipito- militare del cardinal Vitelleschi contro
so Piaggio fuggì a Firenze; li pace del i Colonnesi, morendo infelicemente nel
1435 cou Lorenzo o Rienzo Colonna, si- i44o- ^•"'^"'^'^^ Papa nel 1 447 ^''»i<J-

gnore di Palestrina ; le nuove ostilità del lo Y,natura mansueta e molto alt'e-


di
1436 del conte Antonio di Footedeia, zionato a'CulooQesi, subito uè profittò
sostenuto da'Colouuesi,òut'f///, e Caeia- Lorenzo Colonna, espoaendogli sincera-
z A r, Z A G 383
tneote in ima supplica tutti I gravi «noi Clemente VII inviò il Vitelli generale di
passati trascurili, cbiedeoilo umiltueiite 6. Chiesa ad abbruciare spianar le iuro

perdono, e supplicandolo della restitu- terre, fra le quali soggiacque a tanto in-

zione di Palestriiia, Zagarolo e degli al- fortunio anche Zagarolo, dopo lagrime*
tri feudi, come leggo io Cecconi. L'esau- vole saccheggio; i Colonuesi non pen-
dì Nicolò V, e con bolla de'24 aprile l'as* sando a difendere altro che luoghi più i

solse di tutti i di lui misfatti^ e gli resti- forti, come Paliano (^.), la quale non

tuì tutte le tene, tranne Castel Nuovo di ostante fu ridotta io estreme angustie, e
Porto, oltre il vietargli la forlifìcazioue l'attesta Cecconi. Qui tiriamo un velo
di Palestrina; dichiarando con successi- troppo avendolo biasimato, benché sarà
va bolla de'3 I maggio, salvi diritti di i sempre poco, sul fatale saccheggio e car-
Stefano figlio dell'ucciso, condomino dei liitlciua di Roma del 1527 ; unendosi i

beni restituiti. Slefauo dunque, il giova- Colonuesi colla feccia d'Italia, e co' più
ne, narra Fetrini, vedendo assicurate le fanatici soldati luterani dell'ipocrita Car-
sue ragioni sui feudi a lui competenti, di- lo V , muovendo a sdegno il ricordare
chiarò non voler più vivere in comune tanti enormi disastri. Altra guerra ebbe
con Lorenzo e altri suoi cugini. Pertanto Ascanio signor di Paliano con Paolo IK
nel i44^ segu"! la divisione de'beni: Ste- nel I 54 [
I
che turbò la pubblica tranquil-
fano ebbe Palestrina e altri luoghi; Lo- lità ; ristabilendoci sotto Giulio 111 la pa-
renzo e i SUGI fratelli Zagarolo, Gallica no, ce. Fu in quel tempo che Camillo Colon-
s. Cesareo Colonna, Nicolò V confermò
e na signore di Zagarolo gli die' uno sta-
l'alio con bolla dell'i i giugno, ed con- i tuto. Questo possiede il municipio mss.,
fini convenuti. Nel pontificato d'Alessan- col titolo: Slaluta Dncalis Terme Za-
dro VI, altre linee de' Colonna ebbero garoli observanda per
invioLibililer
con lui questioni, accordi, e poi guerra e lll.nmni et Ecc.miun D. Camilltim Co-
pace, nel «497 e nel i5oi, Palestrina lumnain ordinala,et poìtea per lU.inuni
venendo occupata da'papalini nel i5o3. et Ecc.i/mni D. MarUian Coluinnain
Tra'figli di Antonio principe di Salerno, confinnata ab ejusdetn Illustrissiinis
vi fu Girolamo, naturale secondo 1' In- subdilis MDLii. Di questo Camillo fi-
fessura. Ucciso nel 1482, lasciò diversi glio di Marcello, ilCoppi ne riporta le no-
figli, e fi a questi il famoso cardinal Pom- tizie a p. 332 , e le azioni guerresche
peo Colonna (^.), e Marcello o Pier sotto le bandiere di Carlo V imperatore:
Francesco capo de'Colonnesi di Zagaro- alla morte di Paolo III ricuperò per A-
lo, la cui superstite figlia Vittoria eredi- scaniola fortezza di Paliano. Avendo spo-
tò lo slato, di che più avanti. Nel i5o3 salo Vittoria, di versa dalla spo<a del ^"'rt»

salito al trono del Vaticano il gran Giu- slo (^.) marchesana di Pescara erede ,

lio //, tosto ordinò a tulli baroni «Iella i del suddetto Pier Francesco Colonna, del
Campagna Romana di cacciare e di non ramo di Zagarolo , a Camillo pervenne
più ricettare i ribaldi che vi si erano an- dominio, o meglio a'figli Pompeo,
(juesto
nidati commettendo ogni ruberia e ini- Prospero e Marc' Antonio perchè Ca- ,

quità : fu ubbidito e in peculiar modo millo premorto a Vittoria, essa nel 1 652
da Zagarolo. Di più Giulio 1 ebbe la {glo- 1 doiiò a'figli lo stato di Zagarolo e di Co-
ria di pacificare Colonna cogli Orsini
i lonna. Micidiale fu l'altra ultima guerra
e loro aderenti ; patrio avvenimento, che de'Colonoesidi Paliano contro Paolo IV,
replicatamente celebrai. Altrettanto de- uniti al duca d'Alba viceré di Napoli,
plorai e feci de' gravissimi del 1526-77 combattuta neli555 i557. La descrissi
nel pontificato di Clemente f' II, nella nel voi. LXV, p. 234eseg., e luoghi re-
guerra insorta fra il Papa« i Colonoesi. lativi che ne risentirono le funeste con-
384 ^ A <^ Z AG
Reguenze, dalle quali sembra esserne an» col prezzo di 25, eoo scudi, poi dal suo
data esente Zagarolo. Probabilmente ciò nome religioso detta Felice. , introdotta
avvenne, perchè allo scoppiar della guer- in Roina, e colla quale rese più magni-
ra, il Papa per timore che pigliasse an- fica la sua villa, ora mia Massimo ( f^.).

che Camillo le armi lo fece chiudere, I cardinali erano il nipote Montallo, Az-
in Castel s. Angelo donde ne uscì per
, zolini e Castrucci. Il cardinal M*»rc' An-
la pace di Cave. Egli era intervenuto tonio Colonna ,
già discepolo del Papa,
col figlio Pompeo alla guerra di Siena, lo ricevè e trattò splendidamente, nel ma-
lì suo fratello Marc' Antonio Colonna gnifico palazzo da lui edificato ; eziandio
(^.), Pio IV neli56o lo fece arcivesco- riverentemente accolto dal suddetto Mar-
vo di Taranto, e neh 565 cardinale, poi zio duca di Zagarolo e nipote del car-
traslatoa Salerno. Assalila nel detto 565 1 dinale. Vi si trattenne a dormire , e nel
Malta da'turchì, Pio IV spedì in soccor- dì seguente in lettiga si restituì a Roma.
so de'cavalieri Gerosolimitani, 6 compa- II p. Gattico che ciò riporta, De Ilineri-
gnie di fanti sotto il comando de'nomi- bus Rom. Pont.,p. igr, narra ancora, co-
nati Pompeo Colonna della linea diZa- me ricordai nel citalo articolo, che Sisto
garolo, accompagnato da Prospero suo V ili." giugno 587, accompagnato da
I

fratello giovani$sifno,e da Francesco del- alcuni cardinali, in lettiga si recò a Fra-


ia linea di Palestrina. Inoltre Pompeo scali alla villa di Mondragone del cardi-
fu poi condotto da Marc'Anlonio II, fi- nal Altemps, dove pernottò j e nel dì se-
glio del suddetto Ascanio, alla guerra na- guente andò a Zagarolo e alle sorgenti
vale di Lepanto contro i turchi, e quindi dell'acqua Felice, cioèa Pantanode'Gri-
«eli 571 lo spedì a s. Pio V ad annun> fi, tornando a Roma all'ore 24 del gior-
zìargli la strepitosa vittoria. Già quel Pa- no 4- Di tultociò ragiona ancora il prin-
pa avea eretto Zagarolo in ducato, con cipe Massimo, nelle Notizie della Villa
bolla de' 7 giugno 56g. Il fratello Pro-
1 1 Massimo,^. 61, 62,100 e loi. Nel 1587
spero neli58o coll'esercitospagnuolo in- divenne vescovo di Palestrina il cardinal
vase il Portogallo, e comandò I' ala de- Marc'Antonio Colonna. Essendo incorsi
stra nella vittoria di Lisbona de'25 ago» vari errori tipografici nella Bibbia {F.)
sto. Nel 1 583 il vescovo di Palestrina car- e testo dell'edizione della Volgala {V.\
dinal Gambara tenne il sinodo diocesa- impressa perdecreto del concilio di Tren-
no in Zagarolo. Si trovava in questa ter- to a cura prima di Gregorio XIII, e poi
ra il memorato Prospero quando a' io principalmente di Sisto V e da lui stesso
8prilei585 morì Gregorio XIII, ed egli corretta, neh 591 Gregorio XIV ne or-
unì 5oo uomini e marciò a Torre Nuo- dinò l'emendazione ad una congregazio-
va, coH'intenzioae d'entrare in Roma, e ne ad hoc deputata. Pertanto nel palaz-
vendicarsi di Jacopo Boncompagno fi- zo baronale di Zagarolo, presso il cardi-
glio del Papa, che mancandogli di paro- nale Marc'Antonio, si adunarono il car-
la, avea fatto giustiziare un Cesare Gae- dinal Alano (V.), con 8 eccellenti teo-
Inno. Ma ne fu trattenuto dall'autorità logi e letterali, fra'quali il p. Bellarmino
del suo fratello cardinal Marc' Antonio. gesuita poi cardinale, e lontani da ogni
Notai nel voi. XC VII, p. 1 84, che Sisto V diig giorni
strepito, coll'assiduo lavoro
per lai.' volta uscì da Roma a' 12 mag- compirono quest'importantissima e se-
gio 1 586, si recò in lettiga a Zagarolo con gnalata operazione. In Zagarolo ne rima-
alcuni cardinali, e famigliari, e guardie se vivissima la memoria, ma in tempo che
per osservare i lavori e benedire l'opera n'era barone il duca Clemente Rospiglio-
dell' acquedotto dell' acqua comprata si, neh 723 e nella sala in cui fu eseguita
presso la Colonna da Marzio Colonna ,
culle conferenze, vi eresse la seguente ma-
Z A G Z A G 385
gnlfica iscrizione, che nel i 89.4 divulgò liére, cercò asilo presso duca; ed in Za-
il

in bellissimi caratteri litografici il Dal- garolo cnloiì il quadro esprimente Cristo


l'Armis, come notificò il n. 4© del Dia- inEma US fra due discepoli,e la Maddalena
rio di Roma. - Gregorius XIV P. M.- in mezza figura. Ornò duca Marzio Za- il

De incorrupta sacrorum Bihliorum pn- garolo di molti edifizi sagri e profani, e<l in
ritale solicitns - Texfitm f'iilgaiae edi- benemerenza comune, come apprendo
il

tionis- Sedente praedecessore suo Sisto dalCoppi,assunto il nome di SenatoGahi-

T' - Typìs P'aticanis indiligenter excus- no, dalle rovine di Gabìo esistenti poche
sum - A
pliiribufì qnae irrepserant meri' miglia distanti, gli dedicò questa iscri-
dis expurgari- Pristinoque nitori resti- zione. Marito Cofumnae Duci Gabio-
tuì cnravit - Deleciis in hiinc scopum - rum Prudentissimo Agri dictione prò- •

Atqite Zagarolum missis clarissimis vi- ducta, Urbe anelo pomerio - Amplifi-
ris -Bariholomaeo Miranda, Andrea cata soepia moenibus • Aedibus sncris,
Salvener - Antonio AgeWo Roberto , praetorio, gymnasìo, curia, valetudina-
Bellarmino, Joannede Valverde • Lae- rio- Aquis,fontibiis, K'iis,foro^ thenlro,
Ho Landò Pelro Molino et Angelo
, , circo - Magnificentivs exornaln - S. P.
Bocca - Addilis etiam doctrina nonmi- Q. G.- Grati animi, memoriae mo-
et
nus qitam dìgnitate-EininentissitnisCar- nuwentum posuit. Con tali e altre ma-
dinalibtts -Marco Antonio Columna, et gnificenze duca Marzio contrasse mol-
il

Guilelmo Alano- Qui Poniijìciae obse- ti 607 ne consolidò una por-


debili. Nel i

quentes voluntati - Anno mdixxxxt - zione, erigendo un Monte detto di Fas-


Conimiinibus colla tis anìmadversioni' serano nella somma capitale di 100,000
bu<t et notis -Opus insigne - Et catholi- scudi al 6 per 100. Per garanzia de'-g»-
cne Religioni maxime salutare - Assi- ventoi i ^tìl denaro ipotecò GallicHuo,
duo sidii/cque x/x dierum labore- His MonttfiirÀino, Olevf»no, PHsser«no e la
ipsis in aedibus perfcccrunt- Ne tantae temila di Torre nell'Agro romano. Au-
rei notifia aliqunndo periret - Clemens mentò poi quel Monte
iSo.ooo di altri
Dominirus RospigUosius- Clewenlis IX scudi, ipotecando Zngorolo, Colonna e
P. O. 31. - Ex Jr atre pronepos Zaga- altri fondi. Il suo primogenito Pier Fran-
rolensium Dux - Mommientum posuit - cesco, trovò alla di lui morte olire il

Anno salutis udccxxiii. E" riportala dal Monte di Passerano, altri debiti di circa

Cecfoni, dal Nibhy, dal Marocco e dal scudi 400,000. Per liberarsene in parte,
Coppi. Il cardinal Marc'Anlonio a'6 set- nel i6i4 vendè al cardinal Borghese 3
leoibie 1592 celebrò in Zagarolo il si- quarte parti di Monleforlino, come nel
nodo diocesano, recitandovi un'orazione descriverlo narrai nel voi. LXXXIX, p.
l'eloquente Pomponio Brunello, e l'im- i53, la mela di Torre, Olevano, 3oo
paro dal Cecconi. Già di sopra notai, che rubbia di Pantano de' Grifi col solo di-
il cardinale nel 1
597 morì e fu deposto ritto di seminare, 3 rubbia di terreno
i n Zagarolo, ov'erasi recalo per ristorarsi presso il lago Gabino, 3oo rubbia di ter-
nella salute. Il nipote duca Marzio nel reno della Colonna, ed un procoio di vac-
seguente anno Clemente Vili io d'chìa- che di allievo. Ne rica^ò 34f^>ooo «cudi.
rò generale di s. Chiesa, dell'eserrìto spe- E stabilì che il Pantano de'Gi ifi ed beni i

dilo per la ricupera di Ferrara. Adendo distaccali dal lerrilorio della Colonna fos-

il celebre pittore Michelangelo A merighi sero sottratti alla giurisdizione baronale


daCaravaggìo,iii Roma ucciso un giovane di Zagarolo. Essendovi però ancora cir-

in rissa perg'uocodi palla,ccnieamicodel ca altri 3oo,ooo scudi di debiti, Pier


suo emulo cav. d'Arpino, il quale ricusò Francesco eresse il Monte detto di Za-
battersi a duello per non esser egli cava» garolo nel capitale di scudi 23o,ooo al

VOI. CHI. 25
386 Z A G Z A (r

5 per loo, e redimibile Per in 7 anni. ziamento e di accettazioue. Il cardinal


garanzia de' sovventori ipotecò Zagaro- Ludovisi morendo nel i632, lasciò Za-
lo, Gallicano, Colonna, Passeranoe altri garolo e le altre signorie summeutovate,
beni nell'Agio romano, ed iu Roma il al proprio fratello principe Nicolò (ndi
suo Palazzo Colonna (f^.) presso la chie- nel 1634 principe di Pio//iimo, descrit-
sa de'ss. XII Apostoli. Il Monte di Za- to nel voi. LXXV 111, p. 33 e seg.), fatto

garolo non fu estinto, e nel 1622 Pier dal comune s. Chiesa. A-


zio generale di

Francesico vendè al cardinal Lodovico vendo egli sposalo in terze nozze Costan*
Ludovid {y.), nipote dell'allora regnan- za Camilla PampìiilJ, nipote d'Innocen-
te G/'t-gorio A7', lo stato di Zagarolo zo X, questo Papa lo dichiarò Principe
consistente nella terra di Zagarolo col Assistente al Soglio, e generale della
titolo di ducato, nel castello di Gallica- Marina Pontifìcia ,
per la spedizione
no col titolo di principato, nel castello contro la Turchia nel i645, di che ri-
della Colonna, e nel casale di Passera- parlai nel voi. XCIl, p. 517 e seg. Narra
1)0. Il prezzo fu di scudi 860,000, in con- il Piazza, che il principe Nicolò invitò
to della qual somuoa si accollò il Monte Innocenzo X
ad onorare di sua presen-
Zagarolo e altri debiti. Si stabilì poi ai za Zagarolo, ed il Papa vi si recò eoa
26 settembre, che il compratore mettes- molli cardinali e numerosa famiglia pon-
se scudi 5o,ooo a moltiplico per estin- tificia, ospitandolo sonluosameute nel-

guere Monte. Gregorio XV con breve


il l'ampio palazzo baronale. Dipoi Lu- i

tle'27 settembre 1622 approvò preven- dovisi nel ig luglio vendettero


1670 a'

tivamente tale contratto. Così cessarono Zngarolo, Gallicano, la Colonna e Pas«


dtapparlenere alla famìglia Colonna be- serano, 'a txO'^pigHosi (/'.) nipoti di Cle-
ni che possedeva da tempo imuiemora- mente IX, del quale e de'quali riparlai
bile, e quella Colonna da cui avea preso ne'vol. LXX, p. 26, XCII, p. 535 e seg.,
il cognome la nobilissima casa,couie vuo- per la somma di scudi876,000, e tut-
le il Muratori, ovvero la famiglia lo die' tora ad essi appartengono le medesime

al castello. Morto Pier Francesco nel signorìe, cogli annessi titoli di duca di
i633, il suo unico figlio Pompeo prin- Zagarolo e di principe di Gallicano; iu-
cipe diGallicano coltivò le lettere e stam- di nel 1688 dall'imperatore Leopoldo 1

pò alcune cose: sposò Francesca de'mar- furono annoverati tra le principesche fa-
chesi del f^aslo,c morì senza figli in Ro- miglie dell' impero. Racconta il Petrini
ma a'5 gennaio 1661, estinguendosi in all'auno 17345 che avendo il re di Spa-
lui il ramo de'Colonnesi di Zagarolo, la- gna Filippo V risoluto il conquisto di
sciando erede de'suoi beni Stefano Co- Napoli, per l'esecuzione v' inviò il figlio

lonna duca di Bassanello, ducea descrìt- infante Carlo di Borbone, poi re Car-
ta nel voi. CU, p. 4o- Il Marocco offre lo III, con poderoso esercito. Questo, nel
la lettera del municipio di Alatri (di passaggio dello stalo pontificio, parte
cui anco nel voi. LXXXIX, p. 4^ e seg., prese quartiere a Palestrina nel febbraio,
53, 58 e seg., yS e seg.) del 626, scrit- 1 e parte a Zagarolo, ove nel marzo stan-
ta aqufStodi Zagarolo, di ringraziamen- ziò il principe col suo splendido accom-

to per la nobile e generosa ospitalità u- pagnamento, come luogo abbondante di


sata neir anno santo 1625 al sodalizio tutto, prendendo piacere alle circostanti
Alalrino, nel recarsi a Roma a lucrare caccie. Zagarolo seguì destini e le vi- i

l'indulgenza del Giubileo j e di aggre- cende Roma, che afflissero il termine


di
gazione di Zagarolo alla nobilissima cit- del secolo passato e primi anni del pre-
i

tatlinanzn di Alatri. Ed olFre pure la ri- sente. Narrano il n. 8 delle Notizie dct
sposta de'massari di Zagarolo, di ringra- Giorno di Roma del i843, e eoo delta-
Z A G Z A G 387
gli il principe Massimo Re- a p. 8 della tiiim /égrum - Transita exhilaranli -

Inzione del viaggio fatto ila Gregorio Oppidani • Fausta quaeque adprecan-
X f"! alle province di Marittima e Cam- tiir ' Calendis Mail mdcccxliu. z=z
pagna nel maggio i843. Nel i." di tal Principe Clementissimo • Benedite al
."
mese il da Roma, e dopo il i
Papa parli popolo di Zagarolo- Che- Questa n»
festeggiamento alla Colonna, altro 2." se> mile significazione di esultanza • Con
guìdopo poche miglia sotto Zagarolo. Tra sincerità di affetto • Vi offre. Serviva-
Je acclamazioni liete del popolo nume- no poi queste lapidi per base ad un giar-
rosissimo e le replicate salve de'mortari, dino, in cui vedevansi pitturati vaghi
Gregorio X\^l smontato dal legno, fu ri- fiori diversi, con delle spighe in bello in-
cevuto da mg/Lucciardi presidente della treccio allogate, e con due corni d'ogni
Comarca, dal clero e dal magistrato dì abbondanza ripieni. Spiccava in fine il

Zagarolo in abito municipale, ed il mi- triregno colle chiavi, e il motto: Aeler-


nistro del principe Rospigliosi gli offrì di nitate Fivil, a pie del triregno stesso.
trattenersi nel vicino di lui palazzo di s. Due bandiere de'pontificii colorì bianco-
Cesareo, per la quale esibizione venne gialloj uscivano fuori da' lati superiori
dal Papa ringraziato (nel palazzo egli vi delle lapidi e svolazzanti. Era poi il trì-

era stato da cardinale, col vescovo dio- plice arco ornato di drappi colorati con
cesano cardinal Bertazzoli a' 27 giugno tocche d'oro e d'argento. Non molto lun-
1829, e con essi anch'io, trattati di rin- gi dall'arco, incontro al maestoso trono,
fresco dal ministro in nome del principe. si elevava un palco coperto d'arazzi per
Ne feci memoria ne'vol.XXVlII,p. 226, la bando di Campidoglio, oltre altri vari
LI, p. 43). Ascese il trono eretto sulla palchi perle distinte classi del paese, il

pubblica via, dal quale ad alta voce be- Papa,dopo aver ammesso benignamente
nedì l'immensa moltitudine che vi si era al bacio del piede il clero (l'ex arciprete
radunata da'vicini paesi, invitata da un di Zagarolo d. Camillo Zucchelli umi-
divoto e edificante programma del prio- liò nelle mani del Papa un affettuoso Sn.

re comunale di Zagarolo Antonio Pro- netto, che in originale sto ammirando,


cessi, dato da Zagarolo fin dal 27 aprile, dicendo l'ultimo verso: Qui giunse il Pa-
che per intero riporta la Relazione, on- dre, il Prence, il Pastor Buono), l'enco-
de contribuire alla pubblica esultanza e miato priore e la magistratura di Zaga-
gratitudine; il comune attestandola col- rolo, implorante d'esser dichiarala sede
l'erezione, sul punto della strada di s. di governo, indipendente dal Prenestino
Cesareo, d'un arco trionfale, con suoni (fu poi fatta di vice-governo). Indi fra i

di militari bande della capitale, oltre plausi del giubilaute popolo e altre salve
un tratto non tenue della strada Casilina de'mortari, Gregorio XVI ripreseli suo
ornato di variati fiori e sparsa d'odorosa viaggio. Il principe Rospigliosi avendo
verzura, per circa i 00 canne, e guarnita già rinunziato a'diritti baronali di Zaga-
laleraloieote da colonne di legno rive- rolo, fece il simile per quelli di Gallicano
stile di fiori e {ronde, e infra di loro con- e di Colonna, cedendo gratuitamente al-
giunte con altreltanti odorosi festoni che la s. Sede i locali pe'pubblici uffizi, come
in semicircolo in giù cadevano. L' arco notai ne' voi. LUI, p. ig6, LIX,164. p.
era alto circa 80 palmi, e diviso in 3 Il comune di Zagarolo, per essere cessata
fornici, sui quali ne'due luti basavano 2 la giurisdizione baronale, al presente ha
lapidi, iu latino per chi veniva da Homa, un Enì.° cardinale per protettore. Si leg-
in italiano dall'altra parte. Eccole. Gre- ge nel n. 194 del Giornale di Roniade\
gorio XFI P. O. lÙ. • Juspicalissinìo i853, l'articolo scritto da essa del se-
per Campaniam itinere - Zagarolen- guente tenore. Con particolare soienoi-
388 Z A G ZAG
tà fu celebrala il io e l'i i agosto la fe- i concerti musicali, ed i bt-illanti fuochi
sta del gloriosopatrono principale s. Lo- artificiali, tra le allegrie de'zagarolesi e
renzo martire, aggiuntavi alla divota le- de'foraslieri accorsi, alle festive dimo-
tizia la ceremoiiia del possesso preso dal strazioni fitle al lé" de'Cardinali protet-
i." Ein.° Cardinal protettore di Zagaro- tori accordato dalla sovrana benignità.
lo il Cardinal Vincenzo Santucci. Aven- Inoltre il Papa Pio IX, a relazione di

do perciò reminenle porporato delegato nìg.'^ Pila ministro dell' interno, con re-
in sua vece mg.' Pietro Castellacci Villa- scritto de'g ottobre i858, nieiitamente
nova canonico Laleranense (ora arcive- elevò la nobile e insigne terra di Zaga-
scovo di Petra in parlihus, traslalo da rolo alla dignità e grado di città, grazia
Listri nel 855), il quale nel pomeriggio
1 autenticala col seguente breve apostoli-
del 9 fu incontrato dal corpo municipale co. Pius PP. IX ad perpeluam r ti memo-
fuori la porla s. Maria elegantemente riam. Qiiae antoenitate loci, cotti tem-
ornata e tra'plaasi della popolazione ivi perie, agrorum liberiate, incolarutnfre-
accorsa, come nel contiguo tratto di stra- quenlìa,pietate constantique erga Apo^
da adorno di colonne rivestile di mirto, slolicam Sederli, civileincjue illius pria-
tra le salve de'utoi tari e i musicali con- cipatum^fide, ac studio praeslent Oppi-
certi, venne acconipagiialo fino al palaz- da, ea Romani Pontifices peculiaribu-9
zo del principe Ro>pigiio8Ì pie[)aratogli privilegìis lionoribusque exornariint, an-
a residenza. Nella seguente mattina, nel- amoeno
xerunt. Penes Praeneste exlat
la chiesa di s. Lorenzo, decorata di ad- fertilique in loco posilnm ab Urbe No-
dobbi e di co[)io8e luminarie, mg."^ Ca- stra XX mille passits circi ter distans Op-
stellacci cantò la messa solenne con iscel- pidum Villa Mariana, vulgo Zagarolo
ta musica vocait* di professori romani. nunciipatiim, aeris salubrilate, uberi-
Dopo vespen i fu cstratta una tombola, busgue agris et vineis laelum, quod in
e nella sera s'incendiò un fuoco artificia- spirilualibus Cardinali Antistite Prae-
le di leggiadro disegno, ludi nel mattino nestino paret. Hujus Oppidi Procercs
dell' I I mg."^ accompagnato
Caslellacci enixns Nobis obtulere preces^ quibits ef-
dal clero e dal magistrato comunale si flagitabat,ul idem Oppidum originis ve-
recò alla sala del [)alazzo pubblico, a tal culiu^annonae uberla-
instate, religionis
uopo ornata con eleganza, e con iscrizio- te, incolarnm erga yÉposiolicam Sedent

ni analoghe nelTingresso per la lieta cir- obsequio et studio praestans Ci itati s ti-
costanza. Lettosi il dispaccio col quale il ac jnribus
tnlo, honoribus, privilegiis,
Papa Pio IX erasi degnato accogliere i honestare dignaremur. Jani vero quum
voli della popolazione nel concederle a Nos probe noscanius ejusdem Oppidi in-
protettore il Cardinal Santucci, non che colas pietate ac religione probatos dif-
il mandalo firmalo dal porporato in fa- Rcillimis quoque temporibus immobìlis
vore del prelato a rappresentarlo; si fe- suae erga Nos et Beati Petti Cathedram
cero le consuete eereraonie per l'atto for- fidei ac devotionis indubia praebuisse
male del possesso, e quindi tra le salve argnmenta, ìdemque Oppidum pluribus
de'mortari fu elevalo nel prospello del- teniplis, aedificiisque eleganti forma eX'
l'edifjzio municipale lo slemma dell'Eo)." tructis ornalum ca omnia habere, quae
Cardinal protettore. Quindi mg."^ Castel- ad divini cultus splendo rem , populi re-
lacci, col clero e il municipio, si recarono ligioni fovendam alque excilandam, et
nella chiesa di Lorenzo a rendere le
s. ad vitac commoda faciunt hujsmodi va-
dovute grazie a Dio, e dopo la solenne tis libenti animo obsecundandum censiti-

messa si cantò il Te Deuni. Mella sera mits. Quare Oppidi\i\ìae Marianaev'a/*


il replicarono le iHuuiinazioni geaerali, go Zagarolo decus augere volenlcs o-
Z AG Z A L 389
mnesqiie etsingiilos, quihiis hae Noslrae ad praemissorum effectnm acvìce dum-
Lileraefaventa quibiisvis excommuni- taxat specialiter et expresse derogamus
cationis et interdicli aliìsqiie ecclesiasti- ceterìsquecontrariisquìbuscumque.Da-
cis censuris, senlentiis et poenis quovis tum Romae apud s. Petrum sub annulo
modo vel qiiavif decausa latis sì quas Fiscatoris die xxi januarii mdccclix
forte incurrerint huj'us tantum rei gra- Ponlificatus Nostri Anno xiii. — f^.
tin absoL'entis et obsolulos fore censen- Card. RJacchì. Nello stesso anno an-
tes, mota-proprio, certa scientia, plena- nunziò ii n. 80 del Giornale di Roma
que auctoritate Nostra Oppidutn Zaga- la morte ivi avvenuta u'g aprile, del sag-
i'olo in Praenestina dioecesi siluni liisce gio e virtuoso principe ci. Giulio Cesare
ApostoUcis Literis in Civitatem erigi- Fiospigliosi [V.) Pallavicini romano, già
mus,et consliluimus, eiqite omnes et sia- duca Zagarolo e principe di Gallica-
di
gulos honores delatos volumus, ilemque no, titoli quanto al i.° ceduto al primo-
j'ura, privilegia, et insignia, quae caete- genito duca d. Clemente, ed il 2." al prin-
ris Ponti ficiae Ditionis Nostrae Civita- cipe d, Francesco secondogenilo. Lo ce-
tihus ex lege tributa sunt vel in poste- lebrai nel citato articolo e altrove. 1 Cen-
rum tribueutur. Concediuius etiam et ni biografici di A. C. 61 o si leggono a p.
impertimus ut Zagaroli mco/^e Civiuin di dettoGiornale. Mi limiterò a ripro-
nomine decorentur, ita tamen ut Prae- durre l'ultimo periodo, a cui fo eco. » La
nestinus Antistes inibì consistere nullo sua perdita fu compianta dall' intera cit-

unquam tempore tenealur, sed Pracne- ta,che rammenterà per molti anni il no-
stinae Ecclesiae ut antea subditi omnì- me di un onorato patrizio di nobili edaa-
no sint. Haec volumus atque manda- lichi costumi ".

mus decernentes has praesenles Literas ZAGELIS. F. ZAGYLfs.


firmas, validuSy et effìcaces exislere et ZAGORA o ZAGORIA. F. Debel-
fore suosque plenarios et integros effe- Tus e Tebwova.
ctus sorliri et obtinere, et eorum causa ZAGRABIA. o AGRAM. F. Zaga-
quae expressa sani hocfuturisque tent- BBIA.
poribus pienissime sujfragari, sicque in ZAGYLIS o ZAGELIS seu Tzan-
praemissis, per quoscumque j'udices or- zales. Stiìe vescovile della Libia inferio-
dinarios et dtli gatos etiam causaruni re o Marmarica, del patriarcato d'Ales-
Palata Apostolici Auditores judicari, et sandria, sotto la metropoli di Darnis,
definirì debere, irriiumque et inane si eretta nel IV secolo. Ebbe a vescovi: Fi-
secus super his a quoquam quavis au- localo, partigiano di Dioscoro al 1." con-
ctoritate scienler vel ignoranter conti- cilio di Efeso; Massimo, che sottoscrisse la

gerit attentar! . Non obstanlibus Consti- lettera de' vescovi di Egitto all' impera-
tutionibus et sanctionibus Apostolicis, tore Leone suH' assassinio di s. Protero,
nec non peculio ribus quorumcunique lo- e al decreto sinodale di Gennadio pa-
coruni etiam juramento confirniatione triarca di Costantinopoli contro i simo-
Apostolica,vel quavis firmilate etiam ro- niaci ; Giovanni, che si sollevò contro
boratis statutis et consueludinibas,privi' Pietro Mongo patriarca di Alessandria,
legiis quoque indultis et Literis Aposto- per avere ricevuto V Enotico dall'impe-
licis in contrarium praemissoruni quO' ratore Zenone. Oriens Chr. t. 2, p. 635.
modolibet concessis, confirmatìs, et in- ZALICH o LEONTOPOLI, Zali-
novatis : quibus omnibus et singulis illo' chum, Zaliciis. Sede vescovile dell'Elle-

rum lenores praetenlibus prò piene et noponto, sotto la metropoli d' Amasia.
sufficienter expressis et insertis ìiaben- Era un semplice villaggio, da Giustinia-
tes illis alias in suo rotore permansuris no 1 pos1o nel rango di città, indi arci-
3^0 Z A M Z A M
vescovato onorai io nel IX secolo. Si co- uno de' suoi vescovi, assiitelle e sotto-
Qoscouo 3 vescovi N... ; Giovauoi I, rap-
-.
scrisse al concilio di Sis. Oriciis Clir 1.
1

preseutato ai VII coucilio generale dal p. i44«.


prete Audroaico; Giovanni 11, (u al con- ZAMORA (Zamoren.). Città con re-
ciliabolo di Fozio, dopo la morte di s. sidenza vescovile di Spagna nella Casti-
Ignazio. Orìeiis Chr. t. 2, p. 542. glia Vecchia, capoluogo della provincia
ZAMA. Sede vescovile della Nuoiidia del suo nome, distante 46 leghe da Ma-
nell' Africa occidentale. Celebre ne fu la drid, e 18 da Valladolid. Giace sur una
città e ne parlano più antichi scrittori,i altura, alla destra del Duero, che vi si
col nonae di Zaina Hegi'a, per distin- varca sopra un ponte bellissimo, ed ia
gueda da Zama situata tra Hadraiuito fertilissimo paese. L'ultima proposizione
o Adrumeto e Cartagine. Ne'geografi si concistoriale del i85i dice che tribus
trovano non poclie discrepanze nell'as- circiter millibus inhabilalur fainiliis.
segnare la situazione delle due città o- Ha una cinta dì mura assai ben conser-
Oìonime, e questa Zama altri credono vate, interrotte da 8 porte, presso alle
che V Jzama di Tolomeo. Coniman-
sia quali sono de'sobborghi e un castello ro-
chiama Zflifl! {^F.^oZahi e Zama
ville la vinoso. Le
sono anguste, e le case au-
vie
Regia, ma vescovi ivi riportali col Mor-
i liche e grandi; l'aspetto di questa città
celli, sono diversi da'seguenti. Di Zama riesce tetro e melanconico. Vi si conser-
Regìa trovasi menzione nella storia della vano gli avanzi della casa abitata da Cid,
guerra africana di Ilirzio cap. 36. Si re- eroe castigliano di Eurgos, di cui nel voi.
se famosa per la sua fortezza in tempo LXVIII, p. 85. I più belli edifìzi sono
delle guerre de're Giugurta e Giuba, il le chiese, i conventi e monasteri, ed i pa-
quale vi faceva la sua residenza, e spe- lazzi vescovile e civico: i religiosi avanti
ciaUnente per la battaglia tra'cartagiuesi la soppressione vi avevano 16 conventi.
condotti da Annibale, ed iromani capi- La cattedrale è un decoroso e solido edi-
tanali da Scipione nell' anno di Roma lizio, dedicata alla Trasfigurazione di
55 1, che furono i vincitori. Regnando Gesù Cristo. Tra le ss. Reliquie é in gran
V imperatore Adriano, fu fatta colonia venerazione il corpo di s. Benigna. Vi è
romana, quindi chiamata Colonia Aclia il batlisterio e la cura d' anime ammini-
fladriana Jugusia Zama Regia. Cor- strata da un parroco. Il capitolo, secon-
nelio Nipote la colloca nell'estremità del do la detta proposizione, si componeva
la Numidi». Occuparono questa sede i di 9 dignità, ia 1
."
delle quali era il deca-
Vescovi: Marcello, che verso il 255 fu no, di 24 canonici comprese le prebende
alla conferenza di Cartagine; Dialogo, del teologo e del penitenziere, di 12 ra-
che intervenne ad altra simile riunione zionari, e di altri 20 beneficiati inser-
nella stessa città circa il 4' >• Morcelli, vienti al divin cullo, l^eiò pel concordato
uéfrica Chr. t. i. Al presente Zama, Za- del i85i stesso, tra la s. Sede e la Spa*
men, è un titolo vescovile in parlibiis, gna, nel quale articolo lo riportai, ripar-
sotto l'eguale arcivescovato di Cartagi- landone, nel XCIX,
p. 235, ed iu
voi.
ne, secondo i registri concistoriali (e non conseguenza del disposto dalla bolla Ad
come altri pretendono di Cuta Giulia), P^icariam,de5 settembre i85i, si com-
che conferisce la s. Sede. Pio Vili l'at- pone di 5 dignità, cioè il decano, eh' è
tribuì al prelato, di cui ne' voi. XXXIV, la i.', l'arciprete, 1' arcidiacono, il can-
p. 247, xcvin.p. 243. tore, il prefetto della scuola; di i 1 ca-
ZAMENTARO, Zamentanum. Sede nonici, de' quali 4 chiamati de officio,
vescovile dell'Armenia Maggiore, sotto cioè magistrale, dottorale e penitenziere,
il cattolico patriarcato di Sis. Leone, altri denominali de gracin^iAivQ 12 be-
Z A M Z A M 391
neficialì, ed aliti sagri minislii uddelti larODO in mezzo a'romani, morendo di-
alla divina uillzìatura. Il comodo e con- fendendosi valorosamente. Scipione per
eoiente episcopio è prossimo alla cat- tal conquista aggiunse al soprannome di
ledrale. Nella città sodovì altre 22 chie- Af-icano quello di iV«'/2/2«//«o. Distrut-
se paiToccliiali, munite del s. fonte, i 1 ta iVuinanzia per suo ordiue l'anno di
monasteri di monache, un ospizio, 2 spe- Roma 620, non sono sicuri gli storici se
dali, alcune confraternite, ed il semina- venne riedifjcala.Ripeto, che diversi geo-
rio. Trovansi pure 2 caserme di caval- grafi sostengono che le rovine della fa-
leria, e una di fanteria. Vi sono fabbri- mosa Numanzìa giacciono al nord di
che di cappelli, copeite e stoffe di lana Soria, capoluogo della provincia del suo
comuni, d'acquavite e liquori, tintorie e nome, città fonduta nel 1122 da Alfon-
concie di pelli. Fuori della città esistoitt) so 1 re di Aragona il Battagliere: pri-
diversi ameni passeggi pubblici; ed una ma appartenne alla diocesi di Siguenza,
polveriera. Patria dello storico Floriano poi a quella d'Osma. Il Castellano chia-
d'Ocampo, del giureconsulto Alfonso di ma Soria, Nova Numantia, e tuttavia
Zamora, e di altri illustri, geografi gli i dice che le vere rovine dell'eroica Nu-
assegnano circa i(,ooo abitanti. Nelle mauzia trovansi alla distanza d'una le-
roccie vicine si trovano delle turchesi. ga presso il Tajnoa, influente del Douro,
Zamora, Zaiiioraniy viene detta in latino occupate dalla borgata del Ponte di Gar-
anche Sentica. Commaoville la crede ray, lungi circa 4^ leghe da Madrid, per-
succeduta all' antica Numanlin, poiché ciò quasi quanto Zimora. Certo è, che
un'antica Notizia espressamente riferi- quest'ultima invasa prima da' visigoti e
sce:Niimantia qnain Collii vocarunt poi da' mori. Alfonso 1 il Cattolico re di
Zamorain. Di Numanzìa o Numancia, Leon e dell'Asturie, nel 74^ '^ '"^''^ ^i
il comune de'geografì ne accenna il sito maomettani. Poscia Almauzor, re moro
presso Soria nella Vecchia Castiglia me> di Cordova, la riconquistò e distrusse o
desìma. Forte per la sua situazione e pel meglio smantellò nel 985. Ferdinando 1
numero e valore de'suoi abitanti, che si il Grande re di Castiglia e di Leon, as-
resero celebri nella storia romana per la sistito da Cid, la ripigliò, e la ricostruì
lung;iguerra che sostennero contro ro- 1 di nuovo 1093, o meglio tale epo-
nel
mani, e pei coraggio feroce dimostralo ca si deve di molto anticipare, per es^er
da'nuniantini nell'ultimo assedio che fì- morto nel io65. In questo gli succes-
Vkì colla distruzione della loro città dopo sero, a Leon Alfonso VI, in Castiglia
i4 anni e dopo 20 di guerra. Assediata Sancio 11: quest'ultimo restò ucciso nel
da Scipione 1'
Africano, compita la di- 1072 all'assedio di Zamora, per cui già
struzione di Cartagine, i suoi abitanti fe- era divenuta tale da resistere ad un as-
cero tutto ciò che attender si poteva dal sedio. Quivi le Cortes furono adunate
più risoluto valore, ed opposero quanto nel 1292 sotto Sancio IV, e nel i3o2
può il coraggio e la terribile ferocia im- regnando Ferdinando IV. Questa forte
piegare contro un nemico attivo e pru- città fu presa da'franoesi nel 1808.
dente. Infine, volendosene la resa a di- La sede Commanville,
vescovile, dice
screzione, numantinideteruiinatidi
i non portò il no-ne di Numantia Garat\ isti-
ceder giammai, dopo aver provato tutti tuita nel secolo, ovvero da questa fu
VI
gii orrori della fame, dopo aver mangia- trasferita a Zaiuora nel XII, ossia il ve-
to de'cadaveri, uccisero i propri figli e le scovato fu ristabilito oel 1 1 19. Anzi il
mogli, gli abbruciaroQO con quanto a- p. Mireo, Nolitia Episcopatuum, pre-
vevano di più prezioso, e poscia si ucci- tende che la sede di Zamora l'istituì cir-
sero da loro »l«ssi, o secondo altri sì gel- •ca il 1 19 I 123 Papa CaU^to li, ad
1
Sg» Z A M ZAM
istanza del re Alfonso VI. Avvei-lo però ne ac diffcrcntia Principatus Imperia-
che quel principe era morto oel i 109, e lis et Rc-galis, et de antiq aitate et /usti-

die C «listo II ael i 24 erigemlo Com- 1 lia utriusque^Koiuàe iSai. Narra l'Or-
poslella in melropolilaaa, tra le suftVa- tiz.Descrizione del i'iaggio di Adriano
gauee fili assegnò Zamora, aia preesi- /^Y, cioè da Vittoria nel i52 2 a Roma,

stente. Parlando poi di INuinanzìa il Mi- eliti. traversando la Spagna, e recandosi a


reo, riferisce essere stata suifraganea di Logrogiio, passò vicino alle mura di Na-
IVJerida, ed essere allora Soria, ovvero varrete, senza voler entrare nel paese,
Zamora, Mir'uinae Garay, sotto Coin- forse perchè nella sua fortezza era rite-
postella. Realmente Zamora fu sulfra» nuto vescovo di Znnora a cagione del-
il

ganea della metropoli di Compostella o le sedizioni nate fra le comunità. Furono

Santiago; tua pel concordato del i85i nft)lle le preghiere fatte al Papa, perchè
ora è suffraganea della metropolitana di si degnasse vedere il dello vescovo, ma
Valladolid. Il l
."
vescovo fu s. Gauden- non governatore ge-
volle ascoltarle (già
zio, morto nel 522: le sue reliquie ripo- nerale della Spagna, tale essendo quando
sano nel villaggio di Huelma nella Ca- assente dal conclave fu eletto Papa, avrà
talogna. Che il vescovato fu fondato o avuto le sue buone ragioni; e se era se-
prima del tempo asse*
l'iprislinato assai vero, era anco giusto); ed accou5ent"i so-
gnato dal Mireo e da Commanville, n'è lamente a fargli far vìsita in suo nome
prova che il suo vescovo s. Altilianoj dai protomedico suo beq alfetto, il d.*^

nato in Tarazana, dell'ordine di s. Bene- d'Agreda. In falli imparo dal De La-


detto e contemporaneo di s. Frollano, gna, annotatore dell'Ortiz, riportando il

fondatore di Moreruera, governò questa riferito dal Binaldi nel pontificato di


chiesa dal 990 fìno al 1009 inclusive. Leone X all'anno i52i: Anloaius vero
A concordare la discrepanza, forse si po- Acunius Z unoreasin Episcopus seditio-
mao-
trà credere che durante Tiavasione rum signifer, de qno antea actum est
mettana i vescovi risiederoQO altrove, (cioè che si fece capo de'ribelli di Spa-
e al Ponte di Garai o Garay. E verso gna, che s'introdusse con gente armata
l'anno 1098 Papa Urbano II canonizzò in Toledo, che si arrogò l'arcivescovato
s. Atliliano. Non ne feci la biografìa, per di quella città, e che il Papa Leone X
non riportarlo il Buller, che soltanto mi inviò al cardinal Adriano Fiorenzi, indi
proposi seguire come il migliore agiogra- successore Adriano VI, lettere fortissi-
fo di f^ite Santi (^.). Si può vedere
(Iti me, perchè censure e colla forza
colle
il Martirologio del cardinal Barooio a'5 reprimesse quel vescovo sedizioso), ubi
ottobre.p. 49'^! q\' Hispania sacra nella plebeJQruni res depressas vidit, oimstus
cronologia de'vescovi ^amore/i^w. Inol- auro ex Hispania fugant tentaviij sed
tre durante l'occupazione de'mori, n'era a duce Najarae interceptus in niunitis-
vescovo Girolauìo di Pelragona.Tra'suc- siinae arcis carcere ad annuni huj'us
cessori è da segnalarsi Samio R.oderico o saeculi vigesiniuni sexluin detentus est,
Rodrigo d'Areval, dottore di Salamanca, donec ab eli s uni praefecto arcis, curii
vescovo di Zamora, poi d'Astorga, e in quo Janiiliar iter vcscebalur, prodlUone
fine di L^uienuia, morto a Ruma sul finir caput niLsere necatus est. Fr. Gaetano
del XV secolo. Compose un gran uu- Beuilez di Lugo domenicano., nato a
uiero d'o[)ere, di cui molte restarono Cuenca, segretario generale del suo or-
luss. nella Biblioteca Vaticana. Furono dine e provinciale di Castiglia, pubblicò
stampate: Speculala l'itae hunianae, a R.oma due celebri opere teologiche :

llo(uae 1468. Venne ristampala molle Coucursus Dei praevius: De vera Chri'
folle, ed in Lione nel i5i6. De Qn'gi- sii gratta. Vendicò aluei)! I9 nobiltà di
ZA M Z A M 393
s. Domenico contro p. Losada, e fece
il furono pubblicate dal 184B al i85o in-
COSI conoscere i suoi grandi talenti eoa clusive. Pio IX a' 17 dicembre 1847
grande applauso de' dotti, il re Filippo preconizzò mg."^ Michele Giuseppe Yri-
V lo nominò e Clemente XII preconiz- goyen, d' Erraza de Baslan diocesi di
zò vescovo di Zamora, e ne prese pos- Pamploua ,
già governatore e vicario
sesso a' 19 luglio 1739, quindi morì al> generale di quella diocesi, e arcidiacono
l'improvviso a'4 del susseguente settem- della cattedrale, dotto, prudente e pro-
bre. Le Notizie di Roma registrano i bo; poscia a'20 maggio i85o Iraslato a
seguenti vescovi di Zamora o Zamorra. Calahorra e Calzada unite. Quindi nel
Mei 1739 a*i4 dicenibre Ouesimo de concistoro de' I
7 febbraio i85i, il Papa
Salamanca Zaldinar, di Bribiesca diocesi promulgò l'odierno vescovo mg.' R.iif-
di Burgos. iNel 1752 Giacomo Corlada- facile Measo, di Viliainayor de Campos
y-Bru, di Barcelloua. Nel 1755 e tras- diocesi di Leon, trasferendolo da Major-
lato dall'arcivescovato d'Anazarbo in ca a cui i'avea assegnato a' 17 dicembre
parlibus, Isidoro Idelfonso de Cavanil- l847iqnal dottore in teologia, e profes-
ias, dell'arcidiocesi di Toledo. Nel 1767 re ne'seminarì d'Astorga e Salamanca,
Antonio Torge-y-Galban, di Saragozza. e del seminario di questa anche rettore,
Nel 1777 e trasferito dall'arcivescovato nonché visitatore, vicario generale e go-

in partibus d'Edessa, Emanuele Ferrer- vernatore della diocesi, e canonico teso-


y-Figueredo, di Granata. Nel 1787 An- riere della cattedrale; lodandolo per dot-
tonio Pinuela Munso, di Cantalpino dio- trina, probità e prudenza. Ogni nuovo
cesi diSalamanca. Nel 1794 ^ traslato vescovo è tassato ne' camera
libri della

da Taumaco/«^;arf/7»«5, Raimondo Fal- apostolica iu fiorini 800, mensa es-


la

cony-Salcedo, di Siguenza. Nel i8o4 sendo stabilita dal concordato. Dicono


Gioacchino Carrillo Mityoral, di Palen- ledue ultime proposizioni concistoriali:

cia. Nel 18 i4 Pietro de Inguanzojr- Ri- Dioeceseos ainbitus adsepteindeciin plus


beta (^.), di LIaues e beuemereutissi- minus longìludinis leiicus protendiliu\

mo, nel 1824 traslato a Toledo e da ad duodfcini latiludinis, ultra biscen-


Leone XII creato cardinale. A' 20 di- tas sub se compltctilur paroecias, loti-
cembre 1824 fr. Tommaso de-la-Ygle- dein oppida, atque duas civitates, qua-
sia domenicano, di Fuencevil diocesi di rum altera Oclodurum Collegialctn lia-
Burgos. suo tempo Pio Vili emanò
A bet Ecclesìani.
i seguenti brevi, del i." agosto i83o,con ZAMOSCH oZAMOSC^o ZAMOSZ,
concessioui d'indulgenze plenarie, ples- Zamosciae. Città e fortezza del regno di
so il Bull. Rom. cent. t. 18, p. 122 e Polonia, uell'irapero di Russia, voi*o-
seg. : Clini sicul, per la feria 2.' dopo la dia e distante più di i 7 leghe da Lublino,
2.' domenica di Pasqua, per le visite capoluogo d'obvodia. E' edificata sul gu-
delle chiese parrocchiali della diocesi. sto italiano, favorita dall'eminente sito,

Exponi Nobis^ per la festa di s. Marti cui gli spessi boschi e le stagnanti pa-

no, per la visita delle chiese de' cistcr- ludi rendono piùdidicile l'accesso. Gran-
ciensi della diocesi, della cattedrale e de e superbo è il suo castello, bella la casa
altre. Cimi sicul exponi, per la visita civica. Delle 4 sue chiese la più magnifica

delle chiese parrocchiali della diocesi fra è la principale. Vi è un monastero di ba-


ranno, pel giorno da designarsi dal vesco- siiiaui, un convento di religiosi, ed un o-
vo. Exposilum Nobis, pe' religiosi e mo- spedale assistito dalle suore della Miseri-
nache della giorno della pro-
diocesi, pel coidia. Ha il ginnasio o liceo con ricc£»

fessione de' voli solenni. Il seguente vesco- biblioteca, ed Papa Innocenzo


il teatro.

vo uoD trovasi nelle Notizie, perchè non XI col breve Qitae a Romanis Ponti-;
394 Z A M Z A M
/?c//;HJ,de'2 febbraio i684,5«Z/. Rom. ne' voi. XXXIX, p. 69, LIX, p. 10^,
t. 298: Confirmaniur Literae In
8, p. 32 5, 826, 3 5.7, 329, LXM, p. 159 e al-
nocenlii X^ una rum aliisClemenlis f^III trove. I prelati greci-uniti furono pre-
super ereclione et privdcgiis
et Palili f^, sieduti nel sinodo da Ginjlaino Grimal-
Acadi'inia€f sive Università tis Oppiai di (f^.) arcivescovo d'EJessa, nunzio a-
Zainoski Chelmensis dioccesis in regno postolico di Polonia, poi cardinale, a ciò
Poloniae. Gli abitami, dal Castellano deputato da Clemente XI. Esso venne
sono sommati a 8,800; dagli altri geo- nuovamente aperto a'26 agosto dello stes-
grafi 3, 5oo!? Nel 1807 fu la fortezza di S01720 a Leopolio Lgniberg,sede vesco-
Zamosc stabilita per far parte della li* vile rutena, il cui vescovo e quello di Pre-
nea strategica della Vistola. E celebre mìslia eransi sottomessi alla Chiesa Ro-
ne'fasti della Chiesa, massime della Uu- mana, unico porto dell'eterna salute. Si
tena, pel suo concilio nazionale. Dopo compose il sinodo, oltre del presidente
che fioriva il cristianesimo nella Polo- Grimaldi, del lodato prelato metropolita*
nia, all'epoca dello scisma de' Greci, pa- no diK.iovia,di altri vescovi ruteni, d'3
7
recchie chiese òa' Ruteni (^.), ossia dei archimandriti, e di più di 120 membri
greci uniti cattolici, ebbero la disgrazia del clero secolare e regolare de'greci-u-
di lasciarvisi strascinare, ma la maggior niti o sìa della Chiesa rutena cattolica. Vi
parte fu avventurosa nel restare nella si fecero parecchi decreti riguardanti la
comunione colla s. Sede; ed appunto fede cattolica e la disciplina ecclesiastica,
questi si chiamarono greci-u/i/^/, e gli al- e precipuamente venne modificata la li-
tri dissidenti e scismatici. Le due co- turgia ai riti, di cui nella suramenlovata
munioni vivevano in pace, e si fecero unione, in generale, erasi lasciata la pre-
anche alcuni tentativi per la loro riunio- cedente osservanza. Visi riconobbe l'au-
uè. Nel 1593 parecchi vescovi greci sci- torità del concilio di Trento, e la bolla

smalici rientrarono colle loro greggi nel Vnigenitus, di Papa Clemente XI, vi fu
seno della vera Chiesa cattolica; riconob- espressamente ricevuta. Quel Pontefice
bero i Concila generali, la doppia pro- lodò in precedenza altamente 1' operato
cessione dello Spirito Santo, il Primato dall'Episcopato e clero ruteno, su quau-
del Papa, e gli altri articoli di Fede tosi proponevano, esorlandoli ad estirpa-
della Chiesa Romana; e fu loro in ge- re gli errori introdotti nella liturgia e al-
nerale permesso, per benigna condiscen- tri abusi. Venuto a morte nel 1 72 i , il suc-
denza, di conservarci propri usi, Liturgia cessore Innocenzo XIII procuròdi rimuo*
e i^i^/ particolari, che più tardi si riconob- vere gli ostacoli n'dissideuti per riunirsi
bero alquanto erronei. Fu Clemente Vili alla s. Sede. E Benedetto XIII che gli

eh' ebbe questa gloria, confermando nel successe, ratificò i decreti del concilio na-
i5g5 all'arcivescovo di Kioi'ia la giu- zionale di Zamosch, a' 24 luglio 1724,
risdizione oietropolilica sui ruteni. Alle col breve Apostolalus Offìciuni. La ce-
istanze di Leone Kiszka metropolitano lebre Stamperia di Propaganda fi-
di Riovia e perciò di tutte le Russie, de , lo stampò, ed in essa trovasi: Sy-
ad eliminare gli accennati errori, e per nodus Provincialis Ruthenoruni ìiabi-
altro, nel 1720 si convocò a Zamosch ta in civilale Zaniosciae anno mdccxk,
lin concilio nazionale de' vescovi rute- SS. Domino Nostro Benediclo PP.
ui della Cliiesa cattolica coatro la chie- XIII dicala. Editio altera , Romae
sa scisniaticO'slava (queste parole in 1828. Si può vedere la bolla di Pio VII,
corsivo vanno sostituite a quelle in ca* In Universalis Ecclesiae, óe 22 febbraio
ratiere tondo del voi. XXXIX, p. 69, ìSo'j ,BuU.Rom.conl. t. i3,p. 97: Sul»-
colonna 1.^ linea 11), di cui già parlai jeclio nonntdlarum Ecclcsiarum Ru-
Z A M Z A M 395
theni ritits existenùbns in regno Bohe- zelo alquanto affievolito. In una pasto-
mine, et Hungariae j'uri metropoli lieo rale , dopo aver confermato i diocesani
archiepiscopi Kioi'tnsis. Narrai aucuta neir avita fede , ordinava , senza preve-
iie'luoghi ricordati, che a'giorni nostri il derne le conseguenze, alcune modifìcaziu-
virtuoso Filippo Feliciano Szuniborski dì ue'riti della s. Messa, e ne inculcava
di Woliiiia, da Gregorio XVI nel i836 l'osservanza. Quelli cui slava a cuore la
eletto vescovo delle ruteiiecliìese unite di propagazione dello scisma lodarono il suo
ClicUna e Relzi, vide tosto minacciala la divisameulo, non così cattolici a cui for- i

sua chiesa nella fede da gravi perìcoli, te dispiacquero le condiscendenze azzar-


per la deplorabile defezione de* vescovi date del loro pastore. Mg."^ Szumborski,
ruteni , co' quali miseramente fu stra- cedeado,avea dato mostra d'es-.er Uomo;
scinato allo scisma di Fozìo un conside- ma egli cancellò il fallo con un'azione e-

revole numero di greci-uniti nella Litua- roica. Appena gli giunsero le querimo-
nia e Russia j e couie l'impegno de- nie de'suoi, e ne fu convinto della giusti-
gli scismatici si rivolse a'rutetii uuitidel zia ; appena ascoltò la voce di Gregorio
regnu di Polonia. L'illustre pastore delle XVI, che con lettera de'23 di febbraio

chiese di Chelma e Relzì ben intese esser 1842 l'esortava a tornare sulla sua pasto-
giunta l'ora della tribolazione, il uiomen rale, e cercare la via e i modi di revocare
lo in cui la sua fede e quella del gregge le falle mulaziuni, il prelato uon ascollò
sarebbe messa a prova. Egli peli-^sosten che la voce del dovere, iiou mirò che al-
ne l'urto con coraggio contro coloro che l'onore di Dio e della sua Chiesa qttella :

volevano espugnare la sua costanza, per Ulano che avea fabbricato, senza voler-
guadagnare allo scisma la sua chiesa; u- lo, l'inciampo, animosa il distrusse. A'19

nica di rito greco restala fedele nel regno di marzo compariva alla luce una 2." e-

di Polonia. Superali lutti gli ostacoli, l'e- pistola pasturale, nella quale cassava, an-

sempio del pastore incuoiò clero e popo- nullava, distruggeva le sue prescrizioni,
lo a lener»i saldi nel [troprio dovere. Men con voce franca dall'alto della sua cat-
Ire il vescovo combatteva a Chelma, la tedra, circondato dal suo clero e dal suo
s. Sede vegliava alla custodia del sagro popolo. Egli disse: m Noi Osammo di-

deposito della fede ; ed il Vicario di Gè sprezzare le decisioni de'padri nostri, del


sii Cristo, a cui si apparlieue confermare Sinodo di Zamosc, presieduto dal nun-
i fratelli, l'invilto e zelanteGregorio XVI, zio apostolico, confermato dal Pontefice
colla celebre allocuzione de'22 novem- lìenedetlo XIII, composto de'uostri pre«
bre 1839, mentre da un Iato deplora- decessori aietropoliti, arcivescovi, vesco-
va la defezione d' alcuni vescovi , dal- vi, prelati secolari e regolari, i quali giu-
l' altro dava animo a coloro che ago- rarono in loro nome, e in quello de'suc-

nizzavano per Id giustizia ; né contento cessoti di mantenere senza alcuna al-

di generali ammonimenti indirizza vasi terazione le sanzioni del detto sinodo.


a mg."^ Szumborski con leltera de' 2 3 Tutlociò fa da noi distrutto. Noi non a*
maggio 1 840. esorlandolo e couforlando- vevamo il potere .... Al Pontefice Ro-
lo a guerreggiare la guerra del Signore. mano appartiene, e non a noi, di cam-
La lellera giunse opporlunissicnaal pre- biare e correggere le ceremooie della
lalogà in via per Pietiobuigo : nel qiial messa. Noi dunque abbiamo errato. Noi
viaggio ebbe a penare moltissimo ,
pe' vi abbiamo scandalizzato, o Fratelli, noi

fiequenli inviti d'abbandonar la Chiesa abbiamo scandalizzalo il nostro gregge.


Romana per passare allo scisma. Tornò Tremiamo alla minaccia di Gesù Cristo:
alla sua chiesa, con inalterabile costanza. Guai a colui per cui colpa viene lo scan-
Ma nel 1841 die' sospelti d'essersi il suo dalo. Ma noi vi preghiamo a perdonar-
396 ZAN Z AN
ci l'errore che confessiamo. Noi ritraltia» ni sagre, e In altre circostanze in cui prO'

ino le imprudenli decisioni. Toniate alle cedono collegialmente, dalla festa di O-


antiche ceremooie ". Al sinodo duuqtie goissanli a quella dell'Ascensione: Ca/f-
di Zamosch, alla virtù di mg.' Szuiu- pam, utloquuntur, colorìs violacei,albae
bor»ki, air incessante zelo di Gregorio murtellae pellihus superiori in parie de
XVI, si deve certo, che le chiese rutene more exornatani, sarta tectaque venia
di Chelma e Balzi nella Polonia restino prò reliquo anni tempore pallioliim, seu
tuttora unite alla s. Sede. L'atto eroico mozzettaniferendi. i canonici hanno una
fruttò al prelato l'amore e la venerazio- tenue prebenda. Vi sono benefizi sempli-
ne ed una lettera di Grego-
de'cattolici, ci, e legati per la celebrazione di messe.
rio XVI
de'i4 agosto i844. colla quale 11 vescovo risiede ordinariamente in Li-
ne lodò non meno il coraggio, che la xurì, città dell'isola di Cefalonia. Nella
virtù nel vincer sé stesso. Inaspriti gli sci- città vi sono 3 altre chiese, ed altra nel
smatici, travagliarono il prelato, che ri- suburbio. Eravi un convento dì minori
posò nel Signore nel i85i. A meglio am- conventuali, ed altro de'minori osservan-
mirare il laudalo vescovo, ne presenta ti, oltre un ospizio de'minori riformati;
argomento la magnifica Necrologia, pub- ma nel (844 ^^ religiosi soltanto vi ri-
blicata a p. 3 £ I del Giornale di Roma siedevano un domenicano e un cappucci»
del i85i. no. I conventi e ospizi che si trovavano
ZANTE (Zacyniien,). Città con resi- nell'isola di Zante e in Cefalonia, dagli
denza vescovile dell'isola omonima, nel inglesi furono convertiti in alloggi mili-
mare Jooio, a poiienle della Morea, che tari. Alla detta epoca si diceva che il ve-

facendo parie dell Unione dell'/vo/e/o- scovo fosse riuscito di ricuperare il con-
nie, come promisi nel voi. XX.XII, p. vento de'minori osservanti. Scarse sono
1 53, dovendo in breve parlarne in que- le notizie che posso dare, poiché dipen-

st'articolo, r eseguirò in fiue con cenni dendo il vescovato dalla cardinalizia Con'
storico-geografici. E situata sulla cosla gregazione di Propagandajide, essa pei
orientale dell' isola di Zante, ed è suo suoi vescovi ormai non suole pubblicare
capoluogo, distante 7 leghe da Cefalonia la Proposizione concistoriale [r.), tran-

e altrettante da Missolungi. Sorge sulla ne rari casi, come per mg."^ Pier Antonio
china d'una ntontagna, che si prolunga Nostrano di Cattaro fin dal i83o prede-
sino al mare, ed ha la cittadella ben for- cessore dell'attuale arcivescovo di Corfù,
tificata, e la baia cUe le serve di poito. mg."^ Spiridione Maddalena di Corfù, fat-
11 molo è assai vaniaggioso al commer- to a'23 settembre 1860, pel quale però
cio, e all' umanità in caso di burrasca. non ebbe luogo. £ siccome in Zante ri-
Le case sono basse per minorare i rischi siede pure un arcivescovo greco scisma-
del terreiooto. La cattedrale è dedicata tico, que' di sua setta vi hanno chiese,
a Dio sotto l'invocazione di s. Marco. Il e parecchi conventi o monasteri, e gli e-
capitolo era composto di io canonici, brei la sinagoga. Vi sono 3 licei, e il nuo-
comprese le dignità del teologo e del pe- vo è mollo fre(|ueutato, 2 case di qua-
nitenziere. Da ultimo erano ridotti a 8. rantena o lazzaretti, fabbriche con gran
Gregorio XVI ad islatiza dell'odierno commercio di tappeti, di cuoio, di tela,
vescovo, col breve Ronnnoruin indili- di catene da orinolo, di collane e di brac-
gL'iitia Ponti/ìciirn, da' 3q ma 1837, cialetti, di stoffe di cotone, di liquori, di
^ull. Pont, de Propaganda fide, t. 5, sapone e altro. Trae questa città le acque
p. iSg, decorò il capitolo di privilegi, didle sorgenti di Kriouevo, ed è [)opola-
concedendo alle dignità e canonici, di u- ta da circa 24^000 abitami, fra' quali
sare, nel coro, nelle processioni, funzio- più di 200Q ebrei, diiuuranti in separato
Z A N ZA N 39^
quartiere, e 5oo cattolici: non vi sono to, lisguardenle il vescovo di Cefalonia.
pelò compresi i forastieri, i soldati, i Si conferma pure coll'allra lettera iodi-
mercanti. La sua storia è coliegata col- rizzata dallo stesso Papa ad N.... i
."
ve-
rjsole Jonie e colla sua isola. scovo di Zarte, acciò si soggettasse al det*
La fede crisliana vi fu disseminata e to metropolita. Tra'siioi successori ricor-
propagata Dell' isola da s. Veronica di derò: Giovanni. Indi Gio. AntonioScarda-
Gerusalenifi {V.), nel recarsi a Roma meli nel i463. Gio. Francesco Conimeli'
colFollo Santo ( V.), e perciò essa vi è in f/o/?e (^.), celebre veneto nel i555, poi
gran venerazione; e con altri scrittori lo cardinale. Gio. Pietro Delfino patrizio
attesta il Sarnelli, Leltere ecclesiosti- veneto nel i56o, cbe intervenne al con-
che, t, 6, lelt, 7.' La sede vescovile di cilio di Trento. Pialfaele detto Inviziato^
rito greco di Zanle, Zacynihn<!, appar- per la purezza de'costumi, nel i5go. Co-
tenne alla 3.* provincia dell' Acaia o stantino (de Rossi dell'isola di Cipro, so-
Eliade, ed all'esarcato di Macedonia, e masco, Iraslalo poi a f egiia) ntì i634.
sembra, come quella di Ctfa Ionia, origi- Giovanni Rossi nel 64o. Gozzadini nel1

nata nel V secolo, ambo sello metro-


la 1654. Fr. Giacinto Maria Conigli vene-
poli di Corinto. Nel XVI secolo divenuta Io,celebre predicatore domenicano, nel
Cefalonia arcivescovato onorario, gli fu i6y5. D. Junelli benedettino nel i6q5.
unita la sede di Zante. Si conoscono se- i Fr. Gio. Vincenzo de Filippi servila, nel
guenti vescovi greci. Leone, assistette e 1718 trasferito a Caorle, come notai ri-
sottoscrisse al VII concilio generale; Gior- parlando di quella cbiesa nel voi. XClir,
gio, fu all'VIII concilio generale; N.... il p. 147. Fr. Gio. Crisostomo Calvi dome-
quale erasi sottratto all'ubbidienza della nicano di Venezia nel i 7 8. Fr. Giusep- 1

s. Sede, e menava vita scandalosa, il Pa- pe Caccia Le Quien lo cognomina


(il p.
pa Innocenzo Ili commise all' arcivesco- Laccia ) di Venezia, minor osservante,
vo di Patrasso di deporlo, e di far nomi- nel 1729. Cesare (o Carlo come vuole
nare un altro in sua vece, se non voleva il p. Le Quien) Bonaiuli veneziano nel
correggersi. Oriens Chris L, t. 1, p. 282. 1731. Le Quien, Oriens Chrisiiamts,
1 vescovi greci di Zante e Cefalonia di- t. 3, p. 89 I. Compilò la serie de'vescovi

vennero scismatici, e tali infelicemente di Zante e Cefalonia colle Notizie di Ro-


restano, dipendenti dal simile p.itiiarca ma. Nel 1736 Raidassare Remondini di
di Costantinopoli. — La sede vescovile Vicenza. Nel 1778 fr. Bernardo Boc-
latina cattolica di Zante, e cosi quella cbini da Pieve di Sacco diocesi di Pado-
di Cefalonia, fu eretta nel XIII secolo, va, minore cappuccino. Nel 1783 Fran-
cioè dopo il 1200 all'epoca delle crocia- cesco Mercati di Zante. Nella notabile
te. Dopo die l'isole Jonie si diedero spon- sede vacante, il celebre cardinal Lilla
taneamente alla nobilissima repubblica prefetto di Propaganda olFiì il vescovato
di Venezia (/'.) nel 1 386, il senato ot- al p. d. Mauro Cappeliari di Belluno,
tenne dalla s. Sede, cbe a Zante fosse abbate camaldolese, il quale per dilicata
riunita Cifalonia, e cbe Coijii fosse e- coscienzanon volle accettare. £ siccome
levala a metropolitana (però era arcive- Pio VII nel 1820 io voleva preconizzare
scovile sino dal tempo della conquista di vescovo di Tivoli, chiesa già da lui go-
re Carlo I d'Angiò), con Zante e Cefalo- vernata, egualmente il p. Cappeliari eoa
nia per sudraganee, sottraeitdoleda quel- bei modi si scusò d' esserne dispensato.
la Ialina di Corinto a cui in principio e- Allora il disse: Ebbene l'eleveremo
Papa
rano slate soggellate, come si una
trae da a dignità maggiore. Di fatti intendeva
lettera d'Innocenzo 111 de' 12 maggio crearlo cardinale nel 823, ma restò de- 1

1212 a Gualtiero arcivescovo di Coria- luso, nella promozione del Zurla (V-)»
39B Z A N Z A N
il «uccessoie Leone XII nel i8?,5 fe- XIV da Filippo d'Angiòe
nel 1867, dei
ce Errata Corrige^ e fu poi il glo-
l' luoghi incolti e vacui dell'isola di Cor-
rioso Gregorio XVI. Adunque Pio VII fìi, all'arcivescovo e clero latino, dona-
iu sua vece, l'S agosto i8i5 nominò ve- zione riconosciuta per valida sino al sud-
.'
scovo di Zante e Cefulonia fr. Luigi Sca- detto anno, in cui per la i volta fu im-
coz di Trau, minore ossei vanle. Grego* pugnata dal presidente del senato .Tonio.
rio XVI a'4 novembre i83i elesse mg/ Poiché^ avendo couquistalo l'isola Carlo
Luigi Lastaria deli'arcidiocesi di Capua, I d* Angiò, egli ne fece signore il nipote Fi-
che tuttora n'è il pastore, secondo V An- onde il nipote di questi dello stessa
lippo,
nuario Pontificio del 1861. Nel i838 nome, poteva giustamente disporre dei
gli era stalo dato per coadiutore con beni. Alla breve dominazione Angioina
futura successioue fr. Gio. Tomoiaso Hy- sottentrata la Veneta, (]uesta riconobbe
nes domenicano d' Irlanda, vescovo di nel clero cattolico tale proprietà. Indi la
Leros in parlibus, con piene facoltà, aia mensa arcivescovile di Coifìi fu aumen-
sono diversi anni che per tale non più lo tata dalle generose largizioni di diversi
registrano le Notizie di Roma, bensì lo arcivescovi per lo più uobili veneti. Nar-
trovo neir Annuario Pontificio, succe- rale poi le particolari pie fondazioni, di-
duto alle Notìzie, tra* vescovi in parti- chiara. » In vigore d'un formale Iraltalu
bus. Fero si legge nel n. 2^3 del Gior- con Roma, fu nel i83o stabilito dal par-
nale di Roma del 1860, che il Papa Pio lamento Jooio, che il governo paghereb-
IX, preconizzando il sunnominato arci- be all'arci vescovo cattolico di Corfli quel-
vescovo di Curfìi mg.' Maddalena di tal l'identica somma, che da remotissima e-
città, già alunno del collegio Urijauo di poca ritraeva la sede cattolica di Zante.
Roma, e della aielropolitana patria de- Laonde fu il vescovo di Zante privalo
cano, e già vicario capitolare, eziandio delle sue rendile. Ora quale fu l'origine
lo deputò amministrature apostolico del> delle rendile di questa mensa? E ormai
le sedi di Zante e Cefalunia. Il vescovo dimostrato che essa ne andò debitrice
di Zanle e Cefalonia dalla Propaganda alla generosa donazione de' princìpi di
ha le facoltà della formola 2." e alcune Tochis, de-poti e padroni deli' isole di
straordinarie Leggo in alcune notizie
(
Zanle e Cefalonia. Riconobbero veneti i

statistiche, che la Propaganda lo man- la validità del dono, ed susseguenti go-


i

tiene, prima avendo una pensione dalla verni, quelli cioè de' rivoluzionari fran-
repubblica veneta. Più dal re delle due cesi, de'lurco russi, dell'impero Napoleo-
Sicilie ebbe una badia dell'annua rendi- nico, e r istesso odierno governo sellili-

ta di scudi 800). La Civiltà Cattolica, sulare lo rispettarono punlualissiniamen-


serie 1." , t. c), p. 1
qp, col cav. leno greco te sino alla citataepoca del 83o quan- 1 ;

d'origine e rampollo de' Paleolughi, nel do Sede valutando vantaggi non


la s. i

1 858 parlando dell'assoUigliate rendile lievi che venivano per cattolici, accon-
i

del clero Ialino dell' isole Juiiie, le dice sentì che l'assegnamento del vescovo tli
ingiustamente strappate fin ilal 1
798 al Zanle passasse in perpetuo a (|uello di
clero cattolico dalgoverno di Corfìi, il Coi fù.Ora c|uesli proventi,che non prove-
quale considerando il clero come ogni nivano certamente dalla tirannia e dalla
altro funzionario pubblico, vi supplì con violenza ilegii Angioini, furono anch'essi
luensiti stipendi, nelht complessi vu scmu- compresi nella stessa sciagura, poiché so-
ma di 161 7. i852 ridotti
talleri, dopo il li 4 anni dopo, di stabili e perpetui essi

del IO per 100. ln»peroccliè buona por- divenivano in vece temporaria e vitali-
zione de' beni ecclesiastici trae origine zia pensione, in grazia ilei solo mg.' iVo-
dij'lla celcbie douuziuue falla nel secolo slrauu; alla cui morte, avvenuta due au-
Z A N Z A N 399
ni sono, il senato dichiarò pubblicamen- gotto, trovasi nell'Arcipelago. Alcuni lo
te anche quel suo assegna-
iiicanieialo confusero coll'Adrialico, o almeno ne fe-
njenlo ; le rendile di Zanle toc-
e così cero un golfo dei mar Jonio. Varie sono
carono r istessa sorte della donazione le opinioni sull'origine del suo nome, da
Angioina ". JN'olerò a ulteriore schiari* cui pare lo presero le sue isole. Si at-
mento. La mensa vescovile di Corfù a- tribuisce a Javan figlio di Japeto, nato
vea 3ooo scudi di rendite, ridotti poi a da ^ioè; ovvero a certo Jonio ucciso da
1224, quanti ne avea il vescovo dì Zan- Ercole e gettato in questo mare. Altri vo-
le e Cefaionia, a cui nel 1 83o fu soppres- gliono che prendesse il nome da Jona, pic-
so l'assegna njen lo. Un decreto dei sena- colo paese all'estremità d'Italia; oda lo
lo stabib la somuia di scudi 2816 da che errava lungo le co-
figlia d'Iliaco,
ripartirsi fra
il clero riconosciuto dal go- ste; o dal naufragio di qualche Jonio
verno. Le due diocesi unite, oltre le pro- (La Jonia è una contrada dell'Asia Mi-
prie isole di Zante e di Cefaionia, si for- nore fra la Colchide e la Caria, lungo la
n)8no di quelle d'Itaca, s. Maura, Cerigo costa del mar Egeo. Erano le sue prin-
e altre minori da cui sono circondate. cipali città: /f/è.yo, Mileio, Smirne, Colo-
Haiiuo 3 parrocchie, e quasi i5oo cat- fone, Eritrea, Clazomtne, Libtdo tiìE-
tolici, Coifìi contandone più (ii 63oo raclea, tulle con sede vescovile, onde ne
COR 1 parrocchie. Appartengono all'ar- ragionai a'Ioro articoli); o finalmente da
cidiocesi di Coifù le vicine e poco noie- Jon padre d'Adi ia, la quale die' il suo
voli isole di Merlere, Fano, Samatiacbi, nome al mar Adriatico. Le VII isole ven-
Paxo, Antipaxo e il paese di l^arga, ed gono comprese fra il 36^ ed il 4"° lati-

alcuni piccoli luoghi di terraferma nel tudine nord, e fra il 7° io', ed il lo^So'
prossimo Epiro, in questo la diocesi di latitudine est, formando un' area d' 86
Zante si estende sulle città di Fi^evesa e leghe quadrate, secondo il Castellano,
di Vonizza poste sul litorale, ambo con ma è errore grave tipografico. L'aspetto
chiesa parrocchiale, ma non essendovi generale delle medesime è montuoso ma
più nella i.* il vicario foraneo e nella poco elevalo, e la feracità del suolo eoa
2.* il curato, il vescovo suole inviarvi pari attività ovunque si dispiega. Non vi

qiiidche sacerdote pe' bisogni spiiituali è alcun vulcano, sebbene molte fra esse
de' cattolici rimasti a poco numero. In sembrino prodotte da fuochi sotterra-
Prevesa i conventuali vi ebbero ospizio, nei. Il terremoto che di quando in quan-
cerne gli osservanti in Vonizza. do si fa sentire n'è prova. Il suolo io gran
Siati Uniti dell' Isole Jonie. parte montuoso , in generale è calca-
Lungo la costa occidentale della Gre- reo e secco, il clima vi è dolcissimo e de-
cia e dell' Albania si trovano sparse un lizioso; l'inverno vi si passa senza ghiac-
gran numero d'isole, e 7 sono le principa cio, e quasi sempre senza neve, ma tale

li.Coi fu, PajcOy Santa fllaitra, Cefaio- siiL^ione è piuttosto piovosa. Le colline

nia,' Teaki o Itaca, Zanle e Cerigo, Per sono coperte di foreste d'olivi, e di vi-

ciò questo stato sotto la protezione o alto gneti assai estesi; ed i giardini piantati

patronato deW Inghilterra (/^.), è chia- d'aranci, cedri e granali cingono le città

mato Repubblica delle Sette Isole o Set- e le case di campagna. Numerosi bo-
linsulare. Taluni isiolotti di minor conto sthetli l\\ cipressi e pini, e di qualche
sono dall'una o dall'allra dipendenti. Sei palmislo, copiono l'alture. Ne' mesi di
di esse trovansi nel Mare Jonio, divisio- dicembre e gennaio i mercati abbonda-
ne considerevole dei Mediterraneo, fra no di fiori. 1 pascoli in diverse isole sono
la Turchia Europea all'est, e i'italia aU rari, perciò in generale poco numeroso
i'ovesl: e Cerigo, da cui dipende Ceri- è ii bestiame cornuto. Poca è la selvaggi-
4oo Z A N Z A N
na e la polleria, ma le coste abbondano ricevuti, per la tendenza de'jonii per la
di pesce. Le api e i bacbi da seta vi rie- patria madre Grecia. La religione greco-
scono benissimo. I principali prodotti ter- scismatica è la dominante; le altre vi
l'itorìali consistono in poco grano e altri sono tollerate. La religione cattolica vi
cereali, molto vino, uve e altre frutta è specialmente proietta^ giusta le paro-
squisite, che si diseccano per traffico, o- le della costituzione, «na di fatto è per-
lio, cotone, lino, canapa, miele e cera: seguitata. I latini, anche in tempo ch'e-
Vi prospera anche il gelso. Se ne trag- rano soggetti al benigno governo dei
gono pure buoni marmi, zolfo, sale e ker- veneziani, erano oppressi da' greci, ed i
mes. L' industria manifatturiera quan- reclami e gl'impegni del nunzio aposto-
tunque limitala alla tessitura del cotone, lico residente in Venezia poco giovava-

alla fabbrica de' scialli di seta, de' tap- no contro la prepotenza de'greci. Ora i|
peti di pelo di capra, delle coperte gros- governo tulio scismatico, e perciò ini-
solane, delle tele di lino, della fabbrica- rnicissimo al nome cattolico, è intento ad
zione de'liquori e dell'acquavite, sapone, estinguere la Chiesa latina, e perciò pre-
stoviglie di terra, mobili ed oggetti di tendeva la nomina de'parrochi, la san-
uso casalingo, pure unita a' prodotti a- zione delle bolle pontificie, la restrizione
gricolimantiene un commercio assai vi- delle pensioni a vita degli ecclesiastici,
vo nel Mediterraneo. 1 porli franchi so- olire altre gravose esigenze. Vi si parla
no 6, ma fia questi primeggiano Cor-
I l'idioma greco moderno, che dal i85o
fù, Argostolò e Zanle; e la comunica- divenne la lingua ufficiale del governo;
zione interna del paese è vivificata da ma la lingua italiana vi è poco comune,
molte buonissime strade, per cu: è faci- oalquanto corrotta, partecipando del dia-
lissimo lo scambio de'generi nell'insieme letto veneto, ne si trascura dalla classe col-
de* vari paesi dell'isole. Corfù e Zante ta lo studio delle favelle inglese e france-
sono le piii-ìcipali piazze di commercio, se. Da un giornale d'Alene, prodotto a p.
e le sole che abbiano aspetto di città eu- 1 68 del Giornale di Roma del 854, si 1

ropee. La maggior parte degli abitanti ricavano le seguenti notizie statistiche.


è d'origine greca: in generale sono su- L'esportazione del i85i fu di 63o,559
perstiziosi, e le donne poco riservale, seb- lire sterline, l'importazione ^'jo,^i5.
bene in generale taciturne e serie, vivo- Entrarono ne'porli jonici SgS,! 78 basti-
no ritirMti>sime per l'eccessiva gelosia dei menti, e ne uscirono 390,925. La su-
mariti. Sono bellissime, avendo grandi perficie totale dell'isole è valutata 1,102
e vivacissimi occhi neri, lunga e pallida miglia inglesi quadrale: la popolazione
la ijsoHomia, svello e leggiadro il porta- era di 224,000 abitanti, de'quali, non
mento, snello e genlile il personale, ve- compresi 9,500 esteri circa e 3ooo uo-
stito con elegante costume. I giovanetti mini di guarnigione inglese, ne han-
in gran parte incedono coll'antico abito no: Corfìi 64,566; Cefalonia 69,984*
d'Atene, sono vaglii e belli, bramosi di Zante 88,929; Santa Maura 18,676;
gloria e non iscevri da ferventi traspor- Itaca 10,821; Cerigo 11,694; Paxo,
ti di amore. Gli uomini hanno inge- 5jOi7;gli altri le isole minori. Coifù
gno pronto ed elevalo, e sono forniti di è la sede del governo: ha belli edifizi,
quella gentilezza propria de' greci. Esi- fra'quali il palazzo del lord alto commis-
stono poc'ni rapporti sociali fra gì' in- sario, che domina la vasta piazza detta
glesi e gli abitanti, malgrado i continuati Spianata, ed ivi è la statua di Schoulem-
sforzi de'Iord alti commissari, ed i van- boiug, quale nel 1716 pe'veneti difese
il

taggi ricevuti dalla dominazione britan- l'isola di Coifù contro turchi. La cam- i

nica, DOQ lenendo gran conto de'benefìzi pagna di Corfù ha formalo sempre l'ani-
Z A N Z A N 4ót
mìrazirtne deToraslieri : il paese è tutto chilometri quadrali. Popolazione raggua-
pieno di strade carrozzabili , ed ha bel- gliala circa IO anni fa si calcolava di
lissimi punti di vista. L'isole più impor- 282,297 abitanti. Vi sono nell'isole Jo-
tanti dopo Corfìi, sono Cefalonia, dal suo- nie 6 città, 20 borghi e 365 villaggi. L'i-
lo petroso, però producenle io abbondan- sole Jonie formano uno slato aristocra-
za le uve di Corinto Zanle, terra ferti-
; tico,© meglio specie di repubblica aristo»
le soprannominata il Fiore dell' Orien- democratica indipendente, sotto la de-^
te. Vengono quindi s. Maura ,
1' antica nominazione di Stati-Uniti delle Iso-
Leucade, celebre nell'antichità pel suo le Jonie, e posta sotto l'alta protezione
salto, ove gl'infelici amanti andavano a immediala della Gran Bretagna, che
trovare una sicura e infallibile guari- vi mantiene un lord alto commissario in-

gione; ma Saffo non vi trovò che la mor- glese residente a Corfù ed ha il diritto ,

te, mercè la poca destrezza de'marinari d'occupar le fortezze e di tenervi guarni-


in soccorrerla. L'isola di s. Maura, già gione. Questo governatore convoca l'as-
unita al continente, a poco a poco fu se- semblea legislativa, e mantiene un sotto-
parata da uno stretto. Vi si vedono le delegato in ciascuna delle 7 isole è nel :

tracce del palazzo d'Ulisse. Cerigo, l'an- tempo stesso capo della forza armata. In
tica Citerà , altro quasi non è che una breve il lord alto commissario è capo
:

roccia esposta a tutti i venti in faccia al supremo del polilico-amminislralivo, e


capo di Matapan. Battelli a vapore jnni- della forza militare terrestre e marittima,

ci fanno il servizio dell'isole quelli del : rappresentando insieme al senato il po-


Lloyd austriaco, ed inglesi ne percorro- tere esecutivo; poiché il legislativo spet-

no la linea. Altra statistica offre il Gior- ta ad una specie d'assemblea rappresen-


nale di Roma deli 858 a p. 1 1 15. Ivi è tativa del popolo. L'assemblea legislati-^

detto. L'ultimo censimento e l'ultimo ca- va, composta di 4o deputati dell' isole ,

tasto d'alcune dell'isole Jonie, hanno fat- tiene le sue sedule e parlamento a Cor-
to conoscere, che Corfù ha una superfi- fù : i deputati sono eletti, 29 da'nobili e
cie di 227 miglia quadrate e una popo- I I designati da! lord alto commissario,
lazione di 37,796 maschi, 37,786 fem- scelti in tutte l'isole con seggio duraturo
roioe, e 9,700 stranieri. Cefalonia ha 5 1 per 5 anni consecutivi. L'amininistrazio-
miglia quadrate, 38,524niaschi,3r,957 ne del governo è confidata ad un sena-
femmine, 61,998 stranieri. Zanle misu- to responsabile, che si compone d' un
ra161 miglia quadrate, 20,757 maschi, presidente , di 5 senatori e d' un segre-
i7,87ofemraine,e 436 stranieri. S.Mau- tario : il presidente è scello dal lord al-
ra misurai 56 miglia quadrate, 10,678 tocommissario per 5 anni ; gli altri 5
maschi, 9,365 femmine, eio4 stranieri. membri lo sono dalla camera dell'assem-
Itaca o "Teaki ha 44 miglia quadrate, blea legislativa , e confermali dall' alto

5986 maschi, 5,4 12 femmine. Cerigo commissario. Questo nomina pure il se-

ha 186 miglia quadrate, 7,016 maschi, gretario di stato inglese o nativo dell'i-

5,991 femmine, 52 stranieri. Paxo ha sole. Vi è una corte di giustizia superio-


26 miglia quadrate, 2,729 maschi, 2,296 re a Corfù, che nello stesso tempo è la
femmine, 45 stranieri. Totale i,o4i mi- corte d'appello delle 7 isole, tanto nel ci»
glia quadrale, 24i,493 abitanli,de'quali vile che nel criminale ; vi sono pure de'

49,563 dati all'agricoltura, 7,989 all'in- giudici di pace, e 20 e più tribunali di

dustria, e 6,328 al commercio. Quindi I


.'
istanza, e le leggi romane sono le so-

segue il riparlo del terreno coltivalo. Al- le in uso. L'amministrazione municipa-

tra statistica presenta queste cifre: Area, le è afiìdata in ciascuna città e luogo alle
quadrate, ossia 2852 rispettive comunità, le quali curano al-
1097 miglia inglesi

VOI. CUI. 26
4o2 Z A N Z A N
che in genere
tresì l'islruzione pubblica, Roma, mentre Cefalonia [CaC'
alleata di

progredisce quotidianameute nell'amore phalenia, già Samos, poi Meloena, in-


delle scienze e dell'istruzione. Oltre l'u- di Teleboa), e Zante [Hyrin, Zacynihus)
niversità fondata nel 1828 a Corfù eoa abbracciarono il partito del re e degli £•
biblioteca di circa 4O3O00 volumi, ed il tolii loro alleati. La battaglia d' Azz.io,
liceo di Zante, vi sono due ginnasi, scuo- che decise de'déstini dell' impero roma-
le primarie^ società scientifiche d'econo- no, si diede fra s. Maura e Corfù, ed Au*
mia rurale ed' industria, accademie di gusto s'impadron\ di quest'isole che avea-
mista letteratura. La stampa è libera, re- no seguito la causa di M. Antonio. Gl'im-
golata da legge repressiva discreta. La peratori romani le resero poscia la loro
pubblica beneficenza vi ba molti istituti, indipendenza, e allora ripresero una par-
e vi si trova quanto al presente può sod- te della loro aulica grandezza. Alla ca-
disfare le brame d'una popolazione colta duta dell'impero romano erano in uno
e civile. Le rendite di quest' isole, anni che
stato florido, e resisterono a'barbari
addietro, si facevano ascendere a circa 3 inondarono l'Europa. Nella divisione del-
milioni di franchi, e le spese a 2,600,000, l'impero r isole Jonie furono sottoposte
non comprese quelle del governo inglese all'impero greco d' Oriente. Nel medio
ascendenti a i ,25o,ooo franchi. Una par- evo la storia loro fu collegata a quella
te di queste spese è devoluta al mante- del Basso- Impero e di Costantinopoli
nimento della forza militare e di qualche (/^.), e rimase quasi ignorata, tranne la
fregata.Corfìiè la stazioneordinaria della dominazione del normanno RobertoGui-
marma britannica in queste spiagge. scardo conquistatore della Puglia, il qua-
Descrivendo l'isola di Corfù, feci un cen- le se neimpadrom nell'XI secolo; e tran-
no storico di sue vicende. Naturalmente ne quelle cose riferite neli' articolo del-
quello si compenetra con questo sfug- l'isola di Corfà, che i veneti possederono
gevole e generico che qui intraprendo. fin dairXI secolo e poi perderono. Con-
L'isole Jonie sono celebri nell'antichità, quistata neli2o3 da'latini Costantinopo-
figurarono molto nelle guerre del Pelo- li, di nuovo Corfù nel 1207 fu data alla

ponneso, senza dire nella Mitologia pel repubblica di f^enezia[f^.),ciìe poi per-
tanto fìnto o esagerato, e cantato da'poe- de oeli22r. Inoltre di Corfù fece in
ti Omero e altri. La primitiva origine seguito il conquisto Carlo I d' Angiò re
di questi popoli si perde nell' antichità di Sicilia y dopo la i.' metà del secolo

greca, ed i Feaci sono conosciuti pe' più Xni, in uno ad altre vicine isole, dipoi
remoti abitatori dell'isole : popolo nume- investendo di Corfù e altre isole il nipo-
roso, florido, intelligente e dedito al ma- te Filippo d' Angiò, cui successero il fi-
re e all'industria, di costumi leali, fran- glio e nel 364 '^ nipote Fdippo
Roberto 1

chi e ospitali, come li descrisse Omero. d' Angiò. Ripugnando agl'isolani il do-
Furono sempre con diversa fortuna, ne' minio francese, in tempo delle turbolen-
primi tempi alleati degli antichi greci, ze di Giovanna I d' Angiò regina di Sici-
siccome oriundi da essi, finche vennero lia di qua dal Faro, ribellatisi jooii li i

soggiogati da'romani , quali fecero di i cacciarono. Assalite l'isole Jonie da'geno-


quest'isole una importante stazione nava- vesi ,
gì' isolani ricorsero a' loro emuli i

le per le loro flotte, ed un sicuro luogo possenti veneziani , i quali v' inviarono
di ricovero e di riposo per coloro che an- Giovanni Miania impossessarsene, e bea
davano e venivano dalla Grecia per la maggio 386 o nel seguen-
accolto a' IO 1

via di Brindisi. Al tempo della guerra te giugnodivennero sudditi spontanei


,

de'romani contro Filippo Perseo e la le- della repubblica di Venezia. Corfù, chia-
ga Achea, Corfù [Corcyra) restò fedele ye dell'Adriatico, diventò quindi 1' arse-
Z A iV Z A N 4o3
naie della marin.-i veneta, e plb lardi la mercio. Narrai ne' voi. LXXXI, p. 366
piazza d'arali degli alleati europei duran* e seg., XCII, p. 708 e seg., e qui al-
te l'assedio memorabile di Caudia coa- quante parole aggiungerò, che dopo la
tro i turchi. I costumi e la lingua vene- caduta della repubblica di Venezia, aven-
ziana si dif{usei'o neir ìsole, roassioie a doNapoleoneBonaparte comandante l'ar*
CorKi, Zaote e Cefalonia ; laonde d'allo- mata de' francesi in Italia, era che se n*
ra in poi le condizioni politiche dell'iso» impadronito, ordinato l'occupazione del-
le Ionie 8i rannodarono fino al 1797000 l'isoleJonie al general Gentil eall'amo
f^enezia fatale epoca della caduta di miraglio Biueys a'28 di giugno
,
1797, si
quella nobilissima repubblica ; pel qual effettuò cogli stessi legni della marina ve-
lungo e notabile periodo di tempo, in cui neta. Quindi
17 ottobre ne assicurò il
a*

i veneziani ripetutamente difesero l'isole possesso alla Francia, mediante il trat-


da'turchi e da altri nemici, sono dispen- tato sottoscritto a Campo Formio col»
sato a farne parole, supplendo il ricor- l'imperatore Francesco II, a cui venne
dato articolo, noudi meno qui citando il ceduta Venezia con que'dominii, già di
voi. XGIl, p.i74j 449. 568 e seg., 572, essa e notati nel suo articolo. Karrai pu-

573, 661, 694, 708 e seg. Dopo la ce- re, che nel principio d'ottobre 1798 una

lebrata difesa di Corfù nel 1 7 8 di Schou- 1 squadra russa comandata da Ouchakow,


lembourg, contro turchi, quest'isole e- i unita alla turca sotto gli ordini di Ga-
rano rimaste tranquillamente in posses- dir Bey, uscite da'Dardanelli, assalirono
so de' veneziani le quali formarono lo
, l'isole Jonie e se ne impadronirono, tran*
Stato detto del Levante f^enelo sino al ne Corfù che assediarono nel principia
deplorato anno. A teujpo del governo di novembre, nella cui fortezza crasi chiu-
veneto, l' isole Jooie erano abitate da so il general francese Chabot con 2000
i44?9'^Q individui, perla maggior parte uomini ; e quindi mercè gli aiuti d' Alt
greci, fresedeva il governo il provvedi- pascià di Jannioa, ne ottennero la resa
tore generale del mare, come magistra • per onorevole capitolazione a' 3 marzo
tura superiore agli che so- altri patrizi, 1798. Gli abitanti dell' isole disgustati

Stenevanole cariche militari e marittime de'trancesi, sottode'qnali erano privi d'o-


della flotta sottile e grossa ivi sempre di gni commercio, favorirono colla solleva-
guardia, e costituiva un tribunale di ri- rione l'imprese de'coHegati. Dissi ancora
chiamo dalle sentenze de' rappresentanti che la Russia e la Porla Ottomana,ad evi-
di tult'i reggimenti delia provincia, sen- lare per tal possesso la gelosia delle poten-
ta però es«*er tolto un ultimo ricorso a ze, a'21 marzo 1800 stabilirono che l'iso-

Venezia. Il celebre Emo rialzò alquanto le Jonie avrebbero formato una repub-
la condizione dell'armata ; e dopo l' in- blica sottomessa alla supremazia delia
cendio della polveriera diGorfìi oeli 789, Porta e garantita dalla Russia, col nome
i veneziani riattarono le fortezze dell' i- di Repubblica delle Selle Isole- Unite.
scla. La repubblica veneta possedeva an- Che fosse governata da'principali del pae-
cora Prevesa e Vonizza nell'Albania. Si se, e avrebbe avuto la libertà di sce-

ponno vedere: Formaleone, Topografìa. gliersi una costituzione, approvata dalle


Veneta^ t. 3; la Relazione del provvedi- due corti ; dovendo la repubblica pagare
tore generale in Levante Giacomo Gra- alla Porta ogni 3 anni 75,000 piastre a
denigo del 1782-83 nell'archivio gene- titolo di vassallaggio, ma con esenzione
rale di Venezia ; ed il conte L'jnzi, Della da ogni altro tributo. Che durante la

condizione politica dell'isole Ionie sotto guerra le due potenze, col consenso della
il dominio veneto, traduzione Foresti- repubblica, potevano presidiarne le for-

Barozzi, Venezia tipografia del Cona* tezze} e doversi cedere alla Porta alcu'
4o4 2! A N Z A N
ni slabilitnenli vicini e dipendenti dall'i- organizzazione; al quale elKelto tosto no-
sole,senza potersi abitareda'turclii. Laon- minò un lord alto commissario per risie-

de l'alta supremazia fu data alla Porta, dervi, investito d'ogni necessario potere

ma la Russia , col pretesto di guerra e e autorità. A'28 dicembre fu data la co-


per accaduti torbidi vi pose fortissimi ,
stituzione, e l'Inghilterra si consolidò nel
presidii, e per comunanza di religione e- padronato dell' Adriatico a cagione di
terodossa ebbe la maggiore influenza nel Corfù. Costituito il nuovoreguodi Gre-
governo. Napoleone I divenuto impera- eia (^•), gl'isolani jooii cominciarono a
tore de'francesi, insaziabile di conquiste, vagheggiar l' idea di farne parte, massi-
continuò le guerre, e vinta sui russi e me que' dell'isole meridionali, cioè Ce-
prussiani la battaglia di Friedland, per- s. Maura e Cerigo,
falonia, Zante, Itaca,

ciò nella pace e trattato di Tilsit de'y lu- siccome separate da Corfù dalla stirpe,
glio 1807, la Russia rinunziò in favore dall'opinione e dalla geografìa. Si andò
della Francia alla protezione e a'diritti progettando, che in vece Corfù e Paxo
cbe avea sull'isole Ionie, ritirandone le non sarebbero più sotto il prolettorato
guarnigioni. Le isole Ionie furono per- inglese, ma diverrebbero sua sovranità
tanto consegnate alla Francia, e NapoleO' e semplicemente colonie inglesi, sempli-
ne I le dichiarò dipendenti dall' impero plifìcandosi la situazione militare e stra-
francese; e poscia cercò di migliorarne la tegica di Corfù, e lasciando a'corfiotti un
loro sorte, aumentandone le fortificazio- civile governo libero. La costituzione di
ni, specialmente quelle di Corfù. Sul prin- sir Thomas Maitland era stala propo-
cipio del 1809 gl'inglesi occuparono alla sta e adottata di consenso comune ; ed
Francia Cajenna eia Martinicca, e pro-
la in simile guisa furono nel 1848 ei849
fittando d' un opportuno contrattempo, stabilite le modifìcazioni di lord Seaton
nell'ottobre con una spedizione partita e di lord Grey. Negli ultimi anni l'ardo-
da Messina, presero Itaca, Cefalonia,ZaD- re si fece più generale e più intenso, e si
te e Cerigo. Formatasi la coalizione per convert'i in impaziente fermento d' an-
abbattere il trono di Napoleone I, que- nettersi alla Grecia, per ispirilo di nazio-
sto ottenuto, le potenze in Parigi, rista- nalità,che mestatori politici non lascia-
i

bilitovi il re Luigi XVIII, fecero un trat- no fomentare dappertutto, onde giun-


di

tato a'3o maggio, col quale il re di Fran- gere a' loro fini. JNel giugno 1837 sir
cia restituì l'isole Ionie; perle quali nel- lohn Young alto commissario, penetra-
la convenzione di Parigi de' 5 ovvero 9 tosi dell' intendimento fermo de' jonii,
novembre 181 5, fu stabilito che: Cor- raccomandò al governo inglese di ab-
fu, Cefalouia, Zante,s. Maura, Itaca o bandonarne il protettorato, ad eccezio-
Teaki, Cerigo e Paxo, colle loro dipen- ne di Corfù oltre Paxo ,
qual chiave
denze, formassero un solo stato libero e dell' Adriatico, che sarebbe annessa al-
indipendente sotto la denominazione di la corona d' Inghilterra. Tale proposi"
Stati Uniti dell'Isole Ionie. Questo sla- zione, non solo non fu approvala dai
to fosse collocato sotto l'alta protezione gabinetto inglese, ma fu trovata diame-
immediata ed esclusiva del red'Inghilter- tralmente opposta alte sue viste sull'iso-

ra, quale perciò v'inviasse un lord al-


il le Ionie, e considerata quale smembra-
to commissario. Dal suo canto l'Inghil- mento di territorio dell' impero Britan-
terra assunse l'inipegnodi occuparsi con nico. Si disse, che poi sir Young s'avvi-
particolare sollecitudine alla legislazione de, suo progetto essere assolutamente
il

e all'amministrazione generale delio sta- impraticabile, e in opposizione al tratta-


to, afiìne di dare la necessaria consisten- to di Parigi del 181 5. 1 io rappresen-
za e azione a tutte le parti di sua intera tanti di Corfù nel novembre i858 iodi-
Z A N ZAN 4o5
rizzarono al ministero deìle colonie la non pretendere di occu-
glese dichiarò, dì
dichiarazione qualificante fdUa la prute pare Corfù e Faxo come colonie sotto la
sta colla quale gli abitanti di Cort'ii e d corona britannica, e neppure intendere
Paxo desiderano la loro incorporazione al di rivolgersi alle potenze d'Europa per
la monarchia ingIese,e$<iendo stata insidio l'abrogazione del trattato pel quale l'Io*
sa insinuazione del lord allo commissario ghilterra estese sinora ed estenderà al-
Ed in vece ripeterono la dicliiarazione de^ l'isole Jonie una protezione ch'è richie-
1857, essere solo voto e desiderio, come sta dagl'interessi europei, e che è assai
sempre, de' corciresi, la loro unione col- più effettiva di qualunque potrebbe dar-
la Grecia libera. A' 26 novembre i858 si dalla sovranità della Grecia. L'accor-
sir Guglielmo Ewarl Gladstone, allocom- do marittimo di Francia e di Russia nel
nùssario straordinario , lesse il decreto Mediterraneo, raddoppiò la gelosia e l'in-
della regina Vittoria, col quale era inca- quietudine dell'Inghilterra, che vorrebbe
ricato d'esaminar le cause che ponno , il primato in questo mare; perciò è bea
sembrare impedire e itnbarazzare il buon lungi dal voler restituire alla nazionali-
governo dell'isole Junie, e di esaminar le tà greca le 7 isole Jonie, pensando in ve-
leggi, regolamenti e leconsuetudini. Ma
i ce ad allargare e rinforzare il suo domi-
il malcontento de'jnnii, che forse provo- nio nel Mediterraneo, onde più volte ri-

cò tale invio, non ha altro motivo che il volse i suoi cupidi sguardi pure su Cau-
desiderio divenuto irresistibile, dell'an- dia, come accennai
a suo luogo. Nel gen-
nessione loro al regno di Grecia, e per- naio 1839 Gladstone fu nominato lord
sir

ciò è a temersi che il disordine del paese alto commissario ordinario, con l'iucari-
si manterrà finche non abbia raggiunto co di riformare e modificare la costitu-
ilsuo scopo. Il consiglio municipale di zione jonia, e nuli' altro, e d'impedire la
Zunle indirizzò ili." dicembre a sir Glad- discussione de'jonii di ritirarsi dal pro-
stone un meniorandiiriiy colla dichiara- tettorato. 1 jonii però persistono sempre
zione Che l'Inghilterra non potrà mai
: ne'loro aspiri. Quindi sir Gladstone pro-

migliorare la posizione politica dell'isole pose all'assemblea legislativa le modifi-


Jonie, senza prendere in riflesso i voti del cazioni da farsi alla costituzione, pubbli-
popolo , emancipandolo per unirsi alla cate dal Giornale di Roma deliSSg a
Grecia, con opera giusta e umana, degna p. 1 5o e 1 5^. L'agitazionede'jonii fu quin-
della gran nazione britannica. Simili //le- di grande, ed i loro rappresentanti riget-
moranduni presentarono altri consigli tarono proposte riformea'28 febbraio,
le

municipali. Rispose sir Gladstone, in un e con nuove negative anche all'altro lord
discorso al metropolita greco di Cefdlo' altocoraraissario sir Henry Stoiks. I rap-
nìa : Stimare le disposizioni del popolo presentanti non cessano d' insistere che
per l'unione co'suoi fralelli ellenici, ma sia tolta interamente la protezione ingle-
la questione dipendere anco dall' altre se, e che l'isole Jonie possano governar-
potenze, non essendo la repubblica delle si a mezzo d'un senato, secondo una co-
7 isole l'unico paese greco posto sotto il stituzione ch'essi medesimi compileranno
dominio straniero ; poiché non solo gii senza l'intervento di potenza estera. Lord
jonii, ma pure i tessali, gli epiroti e i can- Russel, condispacciode'27 ottobre 1860,
dioti desiderano l' unione co'liberi greci all'inviato inglese Hudson a Torino, pro-

e ubbidiscono a potenza straniera , la fessò il diritto d'insurrezione d'ogni po-

Turchia. Perciò i jonii doversi contea- polo contro il suo governo, purché per
lare momentaneamente del possibile, ac- sollevarsi abbia gran inolivi, de cfiialì es-
cettando le migliorie che offrono loro la so medesimo è giudice. La sentenza noa
regina Vittoria. Ma tosto il governo ia* è nuoTB ; la si professò ia ogni rivolu-
4o6 Z A N Z AN
zione. Rapiiìainente cerilo e cento penne ma e col cuore alla nostra madre patria
cuoimentarono il dispaccio. A cagion d'o- la Grecia libera, e per metterci sotto l'e-

nore vai piace segnalare quello della ro- gida del suo amatis-iimo re '*.
Termina
busta penna dell'ìliustre e dotto giure- con invitarlo a dar corso alle sue pro-
constdto tug/ Francesco Nardi uditore prie dichiarazioni, sollecitando pe' jonii
del tribunale della s. Rota Romana, fat- la giustizia della regina Vittoria, la sod-
to con lettera u lord Uussel de'aS del se- disfazione de'Iuro desiderii, l'esaudimen-
guente novembre, e col (itolo Osserva- : to delle loro deliberazioni. Intnnto 1' a*
zioni sul disjjaccio ili lord Giovanni Rus- gìtazione nell'isole Jonie è giùnta al col-
sel ministro degli esteri di Gran Bre- mo, e nelle principali città si allìssero
tagna ottobrei86o, R.oa)ai86o,
de'-ì'j cartelli che domandano l'annessione al
2/ edizione. Già dieci giorni prima A. regno greco. 1 pubblici giornali dichia-
Dandolo membro del parlamento jonio rarono. La stessa occulta mano che se-
avea indirizzato da Corfù allo stesso lord mina i denti di Cadmo nell'Erzegovina
Bussel la lettera che olire il Giornale e nell'Albania, dilFoode il malcontento
di Roma del 1860 a p, 1 1 14- Dopo a- nell'isole Jonie, Gl'inglesi però sono in-
che se è vero, coaìeil lord
^el'e rilevato, tenti a sorvegliare le loro rade e i loro
proclama, che ogni popolo ha il diritto porti con poderose forze marittime, le

di liberarsi dalgoverno di cui è aiaicon- quali aumentarono nel progredire de-


si

lento, soggiunge, nessuno piìi de' greci gli avvenimenti. Con questa squadra l'In-

che gemono sotto il peso dispotico e bar- ghilterra non solo difende suoi interessi i

Laro de'lurchi, possiede questo diritto di nell'isole Jonie, ma può inoltre porgere
prendere le armi contro i loro oppresso- aiuto a' turchi nell'Adriatico bloccando
ri; nondimeno flutie inglesi e fraucesi le spiagge dell'Albania, alfine d'impedire
J'impedirono nel i855. » Ma nella nota altri sbarchi di rivoluzionari nel Monte-
in discoi so di Y. S. v'ha ancora qualche negro, Si legge nel Giornale di Roma
cosa di più consolante per noi jonii, poi- de' 16 aprile 1861. » Spitza ha solenne-
ché dicendo che ogui popolo ha il dirit- mente compiuta la sua annessione al
to di scegliersi il governo che più gli ag- Montenegro, ed in tal modo quel prin-
grada e meglio gii conviene, se quello cipe viene a possedere un porto di mare
del suo sovrano gli dispiace, noi jonii, neir Adriatico, che lo mette in diretta
che non abbiamo re, e che siamo rico- comunicazione col partito del disordine
nosciuti di diritto liberi e indipendenti europeo. La flotta turca si opporrà pro-
da tutti, noi che non abbiamo d'uopo di babilmente a quest'atto di fellonia, ado-

Iure veruna sorte di rivoluzione per sod- perando anche la forza per fare rientra-
disfare a'nostri più pressanti e più cari re nell'ordine la sollevata città. Il ter-
abbiamo il diritto di poter li-
desiderii, ritorio di Spitza forma, a così dire, il

beramente decidere della nostra sorte punto tra il Montenegro e l'Adriatico.

dopo la dichiarazione di V. S, e quella Come gli spitzesi che vissero sempre ia


del miuiìtlero, ^enza che nessuno possa discordia co'montenegrini si fossero decisi
opporsi i noi possiamo in conseguenza di congiungersi con essi, sarà noto pro-
dichiarare altamente che rinunciamo al- babilmente a quelli che misero in iscena
la protezione Britannica, ringraziandola i plebisciti di Savoia e Napoli. Se le po-
di quanto ha fatto per noi sino ad oggi, tenze europee tollerano anche quest'an-
che rinunciamo volontariamente alla no- nessione può dirsi cessato il dominio turca
stra sovranità di stalo libero, che final- nell'Illirico, ed in pericolo il confine sud-
mente rinunciamo di buon grado alla est dell'Austria. Quanto all' isole Jonie,
uuiìlta iodipeudcQza, pei uuiici coU'aut* \edreQio ben presto il principio della
ZAN ZAN 407
nazionalità, tanto invocalo da lord Rus- Dopo ilriferilosulleVn Isole Jonie,mi
sei, combattere contro la di lui politica, rimane a dare alquante notizie topogra-
e sarà sciagura beo meritata per esso ". fiche, storiche e religiose delle medesi-
Quale sarà per essere la fine del movi- me, e de'Ioro principali luoghi. 1.* Cor-
mento jonio per annettersi alla Grecia, Jii, oltre il riportato di sopra i' isola e
non è dato di poter prevedere, ed il hanno propri articoli. Solo a-
la città i

tempo farà conoscere gli ulteriori desti- dunque farò cenno d'alcuni suoi luoghi.
ni dell'isole Jonie. Sulla tendenza dell'i- Dotando che somministra 20 deputati al
sole /ooie di voler attuato anche per lo- parlamento jonio. CassopOj distante g
ro il principio io voga della nazionalità, leghe da Corfù, è un importante villag-
la cronaca della Civiltà Cattolica, degli gio, posto in riva al mare sull'ingresso
II OQaggio 1861, fece le seguenti gravi del canale di Corfù. Ha un buon porto,
osservazioni, n Da ultimo 1' Inghilterra ove approdano i naviganti a prender ri-

non vede di buon occhio l'applicazione poso, quando i venti rendono pericolo-
che le isole Jonie vogliono fare de'prin- sa l'imboccatura dello stretto. Qui pres-
cipii di nazionalità, così apertamente fa- so sì vedono le rovine dell' antica città
voriti dalla Francia e così vigorosamente di Cassiope, ov' erail tempio famoso a

aiutali dalla stessa Inghilterra in più altri Giove Cassio dedicato. In vece su quel-
luoghi. Se gl'italiani hanno diritto di co- l'area, e forse co' materiali stessi, si edi-
stituirsi indipendenti, e tendere a\V unità ficò il santuario di s. Maria di Cassopo,
nazionale, procedendo innanzi per faset presso i greci in gran venerazione. Tra
nefas, e trovano, in questo negozio, aiu- i ruderi zampilla una sorgente di lim-
to tanto poderoso negli uffici amorevo- pid'acqua. Fano, è distante 6 leghe dal-
li di lord Kussel e di lord Palmerston, la punta d'Argirù e 20 dal Capo d'O-
perchè mai greci dell'isole Jonie non
i tranto. £ una piccola isola, la quale ha
dovrebbero sperare altrettanto a favor estese e feracissime campagne, oltre co-
loro, quando vogliono fare Vanità EllC' piosa pescagione. Merlere, pìccolissima
nica ? Ma la logica in queste cose, già si isoletta ben coltivata, divisa per angusto
sa, non serve. Ciò che è buono e giusto, canale da Fano, da cui é lungi mezza
al cospetto del governo inglese, riguar- lega. S. Demttrio, isoletta prossima a
do all' Italia, dev' essere detestabile nel- Corfù, ov'era il vecchio lazzaretto, ed ha
l'isole Jonie, a Malta, a Gibilterra. E se officine d'artieri marittimi. Il sasso chQ
ne videro le prove nelle fucilazioni e nel- da un lato esce dal mare, é detto Nave
le morti di centinaia di patrioti appesi d'Ulisse per la sua figura. Potamò, vil-
alle forche e uccisi a bastonate dalla ci- laggio principale della riva dell'isola di
vilissima Inghilterra, ogni qualvolta gli Corfù, capoluogo del cantone d'A.lefchi-
jonii si immaginarono di poter imitare mo, da cui dipendono moltissimi villag-
gli esempli dc'loro vicini. Perciò adesso gi. E ricco e popoloso, ed ha le migliori

si sono addensate in numero grande le e più abbondanti saline dell'isola. Nel*


navi inglesi presso quell'isole con risoluto l'opposta riva dell' Epiro é lo Scoglio
proposito, a quel che pare, di coprirle di della Madonna, posto all'imboccatura
rovine e di sangue, anziché permettere dell'ampio e largo porto delle Gome-
che facciano la pazzia di sottrarsi al soa- nizzCy ove qualunque grossa armata na-
vissimo padronato inglese. Que'di Zante, vale può ancorarsi, e già dipendeva da
che si provarono a fare uo poco di ru- Corfù. Non lungi e su scoscese rupi è
more, furono subito presi a sciabolate e la povera Parga, che governa vasi da uà
minacciali dello stalo d'assedio; sicché castellano corfìolto pe' veneti. Gardicliif
duvetlero seoza più acquetarsi ". fortezza la più iraportaate sul prooioo-
4o8 Z A N Z A N
torio estremo (l'Alefcliimo, raal ridotta, diroccata dal terremoto nel 1825. Nella
ma suscettibile di valida difesa. — 2/ fortezza era un ospizio di conventuali
Paxo, dista a leghe da Corfù e 4 ^^^ con chiesa. I suoi 5o e più cattolici sono
golfo d' Arta. Il suolo è montuoso, aoii- assistiti da un prete. I greci scismatici vi

dimeno produce olio eccelieate,viao squi- hanno i4 chiese. I greci antichi chiama-
sito, e amandorle copiose. Si crede già rono l'isola e la sua capitale Neritis: si

unita a Corfù, e che l'acque fbrmarouo disse poi Leucadìa dal promontorio. Ap-
il canale largo due leghe, da cui la divi- partenendo a'corciiesi,la prese pe'roma-

de. Ha parecchie belle rade, alcuni vil- ni Lucio Quinzio Flaminio. Nella deca*
laggi e il porto di s. Nicolò, ch'è il prin- denza dell'impero greco, se ne impadro-
cipale e più frequentato. Ha la scuola nì Giovanni Orsini qual feudatario. Nel
comunale. Manda 2 deputali al parla- 1479 i t"t'<^l*' vi posero il piede la i.*

mento jouio. Suo capoluogo è Porlo volta, cacciati poi da Benedetto Pesaro
Gayo. Non si ha memoria che l'abitas- generale veneto: un posteriore trattato
sero i cattolici. Delizioso é il clima. Aii- di pace la fece cedere a' turchi, che la
iipaxo, è un' isoletta divisa da Paxo da popolarono di ebrei cacciati dalla Spa-
angusto e profondissimo canale. Non è gna. Divenne famigerato nido di rapaci
abitata, ma é assai ferace, massime di corsari, che voglionsi inventori delle ga-
biade. — 3." Santa Maura, k tanto pros- Il celebre eroe veneto
leotte predatrici.
sima alla costa occidentale di Grecia, Francesco Morosini, nel 1684 la ricupe-
che già le fu congiunta, mediante l'ist- rò a Venezia, la quale ne raddoppiò le
mo tagliato da'coriulì, lasciandovi però fortificazioni, ma nel I7i5i turchi inva-
un ponte di legno per comunicare colla sori l'obbligarono a demolirle, traendosi
terraferma: il canale praticato più volle la guarnigione a Corfù. Passato un an-
si riempi, indi riaperto dalle correnti. no, i veneti la ripresero. Manda 4 depu-
È di figura triangolare, attraversala da tati al parlamento jonio, e gli abitanti so-
monti dirupati, inafTiata da torrenti, e no men vivaci e operosi degli altri junii.
qualche suo lago ueirestate s'impaluda. Amaxìchi o Aniakuki, è il capoluogo
Il clima è variabile, non insalubre. Ha dell'isola, sorge verso l'estremità, lungi
varie produzioni, numerosi armenti, co- da Cefalonia 2 leghe e 5 da Paxo, in-
piose selvaggina e pesca. Comoda é la contro alla fortezza di s. Maura, e vi co-
baia di Vasiliki, ed il Capo-Ducato che munica per un argine e uu acquedotto
la determina, é l'antico sasso di Leiica- romano. Ottimo è il porto, io cui si fa il
dcj presso il quale era il tempio d'A- traffico dell'isola. Vi è un comodo stabi-

pollo, d'onde uscendo i passionati ama* limento di pubblica istruzione. Ha ele-


tori spiccavano il salto funesto nel mare, vate e solide mura con bastioni, onde
sulla superstiziosa fede di guarir d'ogni sostenne più\olte ostinati assedii. Il ter-
cura, ma vi trovavano la morte. Nelle remoto del 1825 i5 gennaio minac-
a'

feste d'Apollo si faceva (are il salto di ciò l'estremo eccidio dell' isola e rovinò
Leucade ad un reo di morte, che libero Amaxichi e molti inferiori villaggi: fu
rimaneva se non periva. Per la sua situa- il più terribile de' patiti altre volle. —
EÌone fu già assai esposta alle infestazio- 4.^ Cefalonia, ragguardevole e vasta, ma
ni degl' irrequieti turchi. Talune isolette aspra e scoscesa, dell' isola e della città
e scogli ingombrano la costa orientale, e vescovile parlai nel suo articolo, onde
Maganisi è il maggiore. Prese il nome di poco mi resta a dire. Trovasi nel lato
s. Maura da un monastero con chiesa orientale del golfo di Lepanto, ed ha
eretta in cuore di quella Santa protet- frapposta alla spiaggia di Livadia l' i-

trice dell'isola. La chiesa parrocchiale fu sola di Teaki Itaca. Situata in egua-


Z A iV Z A N 409
le distanza fra s. Maura e Zante, la tua ospizio con chiesa; pii stabilimenti che
costa occideutale è bagnata dal Medi- loro tolse il rapace governo. Vi risiede
tenaueo, ed ha molte baie e promoo' un vescovo greco scismatico. Lixuri, è
tot'ii i
: principali sono il Capo Vi- città lungi una lega e mezza dal Capo
scardo e il Capo Capro. 1 monti ne in- Afi e quasi due dal Capo Cobo, sulla
tersecano la supertìcie, e vi regna un'e- riva occidentale del golfo d'Argostoli. Ha
terna primavera, tranne quando è infe- il porto e fa commercio di qualche con-
stata da' turbini. La feracità è straordi- siderazione. E' la Salì o Salza degli an-
naria, ma
poco coltivata: fìorentissirae tichi. 1 terremoti vicagionarono grandi
le vigne, somministrano squisite uve, e- guasti. Vi è la chiesa parrocchiale, ed è
guali alle corintie, producenti il celebre l'ordinaria residenza del vescovo di Zan-
moscato, e l'abbondanti uve passe. Gli te e Cefalonia. — 5." ftaca o Teaki o
agrumi in ogni stagione danno belle e o- Thiaki, e si chiamò pure Cefalonia pic-
dorose frutta, ed ì fiori più delicati bri! cola, perchè sovente fu ad essa soggetta.
lanode'più vivi colori. Tra gli altri pro- Per mezzo del canale Viscardo, ampio
dotti, i pingui pascoli nutriscono il be- circa 1 leghe, viene separata dall' altra
stiame, che vi prolifica assai. Le fonti di Cefalonia, e per altro canale doppia-
zampillano spesse e copiose: vi sono pu- mente largo è divisa dalla costa di Li-
re due profondi laghi, le cui acque fanno vadia. Propriamente l'isola è separata in
girare macine di mulini. Sì belle prero- due penisole formate dalla baia di Vathy,
gative della natura influiscono singolar- che internasi profondamente sulla costa
mente nel carattere degli abitanti : per- orientale,né lascia tra essa e il canale
ciò negli uni l'amor del sapere, negli al- Viscardo se non un istmo strettissimo.
tri l'operosità industriosa, in tutti poi si Il suolo é montuoso e arido, ma produce
vede regnare la vivacità, il brio e l'agia- olio, vino e amandorle in abbondanza: gli
tezza, essendo meno superstiziosi degli abitanti sono dediti alla pesca, hanno
altri jonii. Però a motivo di discordie scuola comunale di mutuo insegoamen*
d'alcune famiglie, nel secolo scorso, 3oo to, e mandano un deputato al parla-
e più cefaleni, allettati dalla Russia, pas- mento jonio. Quasi tutti gli storici ri-
sarono io Crimea, colta lusinga di rapi- conoscono in Teaki la vetusta Itaca, fa-
da fortuna. Vi sono fabbriche di tessuti migerata reggia d' Ulisse e di Penelope.
in cotone, cantieri in cui si costruiscono Però abili critici sostengono, che qui
navigli, e l' ingegnoso cabottaggio che gli fosse Dulichio, e isoletta ancor
che un'
isolani esercitano ne'mari, rende loro no- più piccola, anzi scoglio, distante per 3
tevole lucro. L'isola contiene 3 città e leghe da Teaki verso la terraferma, e
I 3o villaggi 8 deputali siedono nel par-
: chiamato anche oggi Jtaco, sia quella
lamento jonio. I cattolici ascendono a cir- patria da Ulisse con tante peregrinazio-
ca 200. Vi sono 4 chiese: la cattedrale ni ricercata. L'una e l'altra erano certo
di s. Nicola era posta dentro la fortezza, meschine; le finzioni mitologiche, ed i
con parrocchia, ma vennedistrutta. Io essa celebri versi de'poeti le magnificarono
i conventuali vi avevano chiesa e ospizio. e resero immortali, massime ne\i' Iliade
Argosloli, capitale dell'isola è posta in e aeW Odissea del sommo Omero. Tut-
fondoad ampia e sicura baia, lungi 9 le- tavia i colti cefaleni fanno in Teaki ri*
ghe da Patrasso, e 5 da s, Maura e da cerche archeologiche, e pare che abbia-
Zante. Vi é un ottimo liceo; e del resto no trovato vestigia d'Itaca e de' rimotis-
già ne parlai nel citato articolo. I minori simi suoi tempi, aventi relazione coli' a*

osservanti vi aveano un convento con stuto ed eloquente figlio di Laerte, prò-


chiesa parrocchiale, ed domenicani uni nipote di Giove, e con Telemaco nato
4»o Z A N Z AN
ad esso da Penelope, ch'ebbe a consiglio e quantità di sale: vi è pure del petro-
e guidii, quando viaggiò in traccia del- lio e del zolfo. Parecchie migliaia di zaa-
l' eroico Ulisse suo padre, Minerva na- tiolti delia bassa classe, discendono pe-
scosta sotto la figura di Mentore. L'isola riodicamente nella Morea per occuparsi
cifre gran numero di curiose antichità, ne'lavori agricoli, durante la buona sta-

corue il palazzo del red'ltaoa Ulisse, pres- gione, e lucrano così le provvisioni di
to la baia d'Aito, i giardini di Laerte di grano e altri cereali per la cattiva. Il eli»

lui padre, che si fatino tuttora aminirare ma è delizioso, magnifico l'aspetto della
per la rupe d Omero pres-
fecondità, la campagna, anzi lussureggiante per la

so il villaggio di Exoria, la fontana d'A* fecondità de'suoi piani, e per la ricchezza


retusa, ed altre. Vi è pure scoperta alle
»ii de'suoi prodotti. Vi sono boschi di olivi,
radici della montagna dulia reggia d'U- vigneti superbi, giardini piantati di meli
lisse occupata, una quantità grande di aranci, melagranati, limoni, e ricchi di
sepolcri, contenenti medaglie, pietre pre- meloni e di pesche d'un gusto squisito.
ziose, braccialetti, anelli e altre antica- Ebbe quest'isola l'antico nome di Za-
glie, in oro, argento e bronzo. Vathy^ cynihns, e più remotamente si disse ffy-

n' è il capoluogo o principale villaggio, ria: ma Pomponio Mela distingue Iria


con eccellente porto, toroiato dalla sud- da Zacinto. Strabone gli die' 160 stadi
detta baia assai ben guarentita. Dista 5 di giro: vi aveano molti forti, ed era fer-

leghe da s. Maura. Vi si fa gran traflìco tilissima, e lo dice anche Plinio, appog-


d'uve passe; ed i vicini isolani concorro- giandosi egli ad un verso dell* Odissea
no a popolarla. — 6." Zante, la cui parte per assicurare che produceva molta le-
più prossima al continente è il Capo Tor- gna, verso che fece dire la medesima cosa
nese della Morea, a'''ovest del Pelopon- a Virgilio. Nella parte orientale la città

neso, in cui trovavasi il seno Cheloniti- di Zacynthus, ora Zante suo capoluogo
de o golfo di Chelonite, ed in cui il mare e descritta in principio, avea la citta-
forma uno stretto. Bella, non cede ia della, e secondo Dionisio d' Ahcarnasso,
feracità di prodotti ed in civiltà di co- ripeteva il suo nome da Zacinto, figlio
stume all'altre isole Jonie: ma cume ia di Dardano, principe che passandovi,
queste, non mancano etfemminati,i vizio* quivi si stabili. Secondo Tucidide, i pri-
si, i poco laboriusi, e quelli che sono divisi mi greci conosciuti io qsiesl' isola erano
da frequenti particolari animosità. Nel go- achei venuti dall' Acaia propria. Passò
verno veneto però, gli abitanti benché vi- sotto il dominio di Filippo re di Mace-
vaci e fervidi, erano meno ammolliti dal donia, che la cede ad Aminandrore de-
lusso, in confronto di quelli dell'altre iso- gliAtamani, il quale ne confidò il go-
le. Le sue coste sono dirupate, e non hao verno a Filippo di Megalopoli, che lo
veri porti, ma non le mancano comode trasmise a Gerocle re di Sicilia. Dopo la
e accessibili rade. Suppliscono a' fiumi scoufilta d' Antioco alle Termopili, Ge-
le sorgenti, e in una scaturìgine è del rocle vendè l'isola di Zacinto agli achei.
catrame, utilissimo a calafatare le navi. Ebbe poi comuni le sorti con Caepha-
Vi sono indizi vulcanici, e ne dan prova lenia, poiché narra T. Livio, pe' roma-
i frequenti terremoti, l'ultimo de' quali ni la prese d'assalto il console Levino,
nel 18^5 fece incredibili guasti. Vi si insieme alla cittadella da Pausania chia-
raccoglie poco grano, molto vino e olio mata Psofich o Plophis, perché.soggi un-
eccellente, soprattutto massima quantità ge, un Psofidio appellato Zacinto e figlio
d' uva passa, fonte opulento di guada- di Dardano, nel fabbricarla le impose il
gno, malgrado il concorso d' Anatolico e nome della città in cui era nato. Nel-
di Corinto. Si trae anche molto cotone, l'impero greco veaoe domioala da'pria-
Z Alf ZAP 411
cipi di Tochis, signori o despoti ezianòto ma capoluogo dell'isola, posta sul pen-
il

di Cefaloniu; quindi dalla repubblica di dio d'una collina, vicino alla punta me-
f'entfzia, alla quale i turchi lungamea- ridionale, lungi 7 leghe dal Capo Malea
te ne disputaiouo il possesso. Zaute in- della Laconia, 1 5 dal Capo Spada di Can-
tìb 4 deputati al parlcimento jonìo. — dia, e 3o da Zante. Porto Delfino d' è
y.' Cerigo, è uell' icnbuccalui'a occiden- l'ottioia baia. E difesa da una cittadella
tale dell' Arcipelago, nel mare Egeo, e edificata sull'apice dell'eminenza. Porto
solo i>i dice Junia perciiè dipende dal go- Tiiie o s. Nicolò, è un villaggio con ra-
verno dell'isole Juuie, oltreché nello spi- da accessibde. In vicinanza si vede i'iso*
rituale dal vescovo di Zaiite. In mezzo la de' Cervi, le Dragoiiiere, e altri sco-
a dirupali clivi granìtici s'aprono delle gli della parte orientale del golfo di Co-
valli alquanto irreilucibilì a coltivazio- lochina. Cerigotlo, è ima piccola isola o
ne. Alpestre, vi si rdccoglie poca biada scoglio, fra 1' isola di Cerigo e quella di
e orzo, ed in poco maggior quantità vi- Caiidia.Difìgura quadra, non ha abitan-
no, olio. Imo e cotone. Il bestiame però ti fissi, e servi spesso di ricovero a'pira-
ha buoni pascoli, né manca d'ogni specie ti. Per alcune buone condizioni del suo-
di selvaggina. Gli alberi fruttiferi sono lo, potrebbe esser fertile, se più popo-
rari, e molto meno d'alto fusto, onde lata e custodita. Gli antichi la chia-
scarseggia di materie combustibili. Si marono Àegilia: oggi però fa parte del-
disseanticamente Porphyris, o dall'ab- l'isole Ionie, sotto rjuella di Cerigo, e vi
bondanza del porfido o dalla pe»ca delle dimorano parecchie famiglie per la cac-

porpore, ma più famosa si rese col nome cia, la pesca e la pastorizia. Gli ottomani
di Cjlhcra, ove si favoleggia, che Ve- chiamavano Cerigo e Cerigotto, le spie
Dere nata dalle marine spume su d'una delle azioni lurchesche, quando guerreg-
vaga conca o conchiglia venisse a discen» giavano co' potentati cristiani. Ora lln-
dervi. Sottoil qual velo simbolico si a- ghilterra, col protettorato dell'isole Io-
dombra, che i fenicii v'imraigiarono, re- nie, ha in mano, come dissi, le chiavi
candovi il culto delia dea Astarte, la Ve> dell'Adriatico, e tiene una sentinella sul-

nere de'sidonii, erigendole sontuosissimo la bocca deli' Arcipelago. Neil' isola di


tempio. Sparta oe fu poi in possesso, e Cerigo, la popolazione cattolica consiste-
la riguardò qual suo baloardo. L' ale» va iu 4 famiglie, avea una chiesa coi
niese Nicia la tolse agli emuli di sua ua- parroco latino, forse de'mioori osservan-
zione, totalmente desolandola, ne giovò ti, perché tali religiosi vi possedevano

ad altra colonia spartana di ripopolarla, UD ospizio col curato. Ne'tempi antichi,


e ne furono di nuovo cacciati. Quindi numerosi erano i cattolici, tranne a Ce-
l'tbbero macedoni, romani, l'uupero
i i rigotto ; ma per mancanza d'assistenza
greco e despoti della Morea. Da que-
i spirituale, miseramente passarono al rito

sti n'ebbe il dominio la repubblica ve- greco scismatico.


neta, ed a fronte delle turchesche ag- ZAPHARAN. Sede vescovile, con mo-
gressioni e del sito difficile, vi i\ man- nastero famoso ùcGiacobiti, presso Mar-
tenne, finché nel i 718 il trattalo di Pas- da, sotto il patriarca giacobila. Saba, uno
sarowitz la riconobbe, quale ultimo con- de'suoi vescovi, nel i332 assistette all'e-

fine del Levante feneto, e tale colle al- lezione del patriarca Ignazio Vi. Oriens
tre isole Jonie rimase sino al 1797. Pri- Chr., t. 2, p. I 532.
va di produzione del suolo, senz' arti e ZAPPA o ZaPPARA, zuppa o
senza commercio, era di solo peso all'e- ZUPPAR A. Città con residenza vesco-
rario veneto. Manda un deputalo al par- vile dell'Albania, nel pascialatico di Sco-
lameDlo jouio. Cerigo o Kttpsulj si chia- lari, presso 1' Adriatico, la cui chiesa è
4ia ZAP Z AP
Buffraganea della metropolitana d'Àntl- tore delle Spagne e regio consigliere. Nel-
varl. E' lo stesso di Sappa (A"".)© Sap- che afflisse la
la peste città di Pamplona,

pala, e di Suacia {P^.) o Suacion, co- non avea mancato di visitar sovente gli

me pure LXII, p. 3o3,


rilevai nel voi. ospedali e di sollevare i miserabili eoa
imperocché afferma Commanvìlle, clie generose Iimosioe,e per tutto il tempo ia
il vescovo di Suaciuni risiedeva a Sap- cui perseverò quel flagello, oltre il vino
pa o Satin. Tuttora n'è vescovo il rife- e copiosi commestibili, fece distribuire
rito al i." de'citati articoli, la cui dioce- largamente ogni settimana 600 rubbi di
si ha 2 5 parrocchie, ed i cattolici sono grano. Spedito dal re a Roma sotto Pao-
più di 24,000. lo V, vi si trattenne per alcuni anni col
ZAPPATA. CISNEROS Antonio, carattere di regio ministro, donde passò
Cardinale. De'signori di Baraja, nato io in qualità di viceré al governo del re-
Madrid, compì con lode i suoi studi nel- gno di Napoli, dove incontrò la taccia
le primarie università della Spagna, do- di soverchio rigore, poiché per indispen-
po essere stato canonico di Toledo fu sabile necessità fu indotto a far punire di-
promosso al vescovato di Cadice. Ma at- verse persone coll'estremo supplizio, non
tesa la lontananza dalla corte, e il tratto senza alte querele di molti, massime al-
rozzo e incivile del popolo, di malavoglia lorquando alcuni popoli malcontenti del
governava tal diocesi, da cui bramando suo governo, lanciarono pietre e sassi
essere trasferito altrove, appigliossi a sot- contro la sua carrozza, laonde fece severa-
tile e scaltro partito. Scrisse dunque due mente castigarne gli autori, per cui fu de-
lettere, una al re, di Spagna Filippo Ili, e nominato il Catone spagnuolo. D'ordine
l'altra al proprio padre, che godeva la di Paolo V impose solennemente il Cap-
grazia del sovrano. Nella i." rese umilis- pAlo cardinalizio a Ferdinando d'Au-
sime grazie al re dell'onore compartito- stria infante di Spagna e figlio di Filip-
gli coll'averlo nominato a quella chiesa ; po HI, che il Papa avea creato cardina-
espose nella 2.' al genitore con quanta ri- le, e per distinzione gli avea spedito a
pugnanza tratteneva&i in quel clima, on- Madrid le insegne cardinalizie. Inoltre
de lo pregava a volersi eflicaeenieote in- per esso amministrò la chiesa di Toledo
terporre col sovrano, perché fosse tolto durante la sua minorità. Indi nel i6a3
sollecitamente da Cadice e trasferito in amministrò il battesimo all'infanta Ma-
altra sede vescovile, appropriandosi le ria Caterina, figlia del re Filippo IV.
parole indirizzate da Cristo nell'oraziO" Finalmente dopo essere intervenuto a'
ne dell'orto al suo divino Padre, con di- conclavi di Paolo V e Gregorio XV, ed
re : Padre, se sia possibile, allontanate da essere stato assente da quelli di Leone XI
me questo calice. Quindi con ingegnosa e Urbano VIII, compì in Ispagna la car-
astuzia, quasi fosse innocente sbaglio, in- riera de' suoi giorni a'6 maggio i638, di
dirizzò la lettera del padre al re, e quel- anni 86, la qual epoca é discrepante ia
la del re al padre. Questa industria pro- Oldoino e nell'Amidenio, in uno all'età.
dusse tosto il bramato effetto, mentre po- L'Amidenio poi ci fa sapere, che dopo il
co appresso fu successivatnenle traslato governo del reame di Napoli, perde mol-
dal Papa Clemente Vili alle chiese di to di sua riputazione che io gioventù a-
;

Jaen e di Pamplona, indi all'arcivesco- vea condotto vita licenziosa, pel qual mo-
vato di Bargos, e poi ad istanza di Fi- paternamente am-
tivo più volte era stato
lippo III, il Papa
9 giugno i6o4 lo
a' monito dall'arcivescovo di Toledo, e fat-
creò cardinale prete, e poscia ebbe per to adulto non mostrò gran pietà. Con-
titolo la chiesa di s. Croce in Gerusalem- viene rammentarci, che l'Amidenio, seb-
me, divenendo inoltre supremo inquisì- bene contemporaneo e veridico, inclinò
ZAR ZAR 4 3 1

soverchiameole alla salirà e alla maldi- serra 1' occidente, onde quel mare lam-
cenza. Id vece i continualori dì Ciacco- bisce ledue rive. Cospicuo n'è il coro-
nio assicurano, che essendo supremo in- munita di fortificazioni, è assai
plesso:
quisilore di Spagna, si niosliò sempre bene fabbricala. Sono ragguardevoli, la
zelantissimo promotore della cattolica fe- sua cittadella, il lazzaretto, l' arsenale
de, e che la »ua pietà, religione e scienza militare, quello di marineria, il ginna-
delle divine Scritture, lo fece distinguere sio, la scuola normale principale o liceo,
nel sagro collegio. La sua genei osila co' il teatro. La Cronaca di Milano de'i5
poveri, l'opere di pietà a cui contribu"ì, gennaio 858 notificò
1 l'apertura della
sono testimoni autentici della carità del biblioteca comunale di Zara. Fu donata
suo cuore. Visitava ogni settimana gli alla patria dall'illustre defunto prof. cav.
spedali, e non partiva mai da essi senza Pier Alessandro Paravia, dalmato per
averli largamente sovvenuti. nascita, italiano per istudi. A tale scopo,
ZARA (Jadren.). Città con residenza mentre viveva, di già avea mandato a
arcivescovile dell' lllìria (/^.), celebre, Zara 4ooo volumi, colla promessa di dar
antichissima, ducale e forte, capitale del poi per intero la sua ricca libreria, e per-
regno della Dalmazia (/^.) Austriaca, ciò si sperava che la sorella la effettuasse

e capoluogo del circolo del suo nome^ con circa altri 6000 volumi. Già il Gl'or-
ch'è il più settentrionale della Dalmazia naie di Roma del i853 a p. 467 avea
stessa. Questo circolo di Zara confina parlato di tali donativi, e che la biblio-
colla Schiavonia, colla Dalmazia Turca, teca si volesse stabilire nell'elegante Log-
col circolo di Spalatro e coli' Adriatico. gia della piazza de'Sìgnori, edifizio lag-
Viene formato il circolo dall'antica con- guardevole per architettura, posto nel
tea di Zara o Rotar, dalla Bukovizza, centro della città, e perciò opportuno agli
dalle contee di Sebenico e di Knin o Ti- studenti. Poscia 1' Album di Roma nel
nia, e di Nona, dal territorio di Novi- 1857, 24, p. 77, ci diede l'im-
nel t.

grad, dall'isole di Pago e Arbe, e da al- magine e un bell'articolo biografico del


cune altie isole meno importanti. La Paravia, scritto dal eh. Achille Monti,
città di Zara è distante 60 leghe sud-est ove pure si parla de' libri da lui donali
da Venezia, e 07 sud da Pienna. È
1 all' amatissima patria. Zara è pur sede

situata su d'una lingua di terra, che si delle autorità governative del circolo,
avanza nel mare Adriatico, e vi forma della corte superiore di giustizia, ossia
un porto assai grande, eccellente e capa- d'appello, e del generale comando mili-
ce di contenere numerosa flotta però è
: tare del regno di Dalmazia. La cattedra-
poco profondo, ed esposto al vento del le metropolitana è un edifizio d'antica e
nord, che talvolta soffia con sommo im- solida struttura, ampio e magnifico, sa-
peto. Divenne isola, dacché si è tagliato gro a Dio e sotto l'invocazione di s. A-
quel tratto, che alla terraferma la con- naslasia vedova e martire, protettrice
giungeva è separata dal continente me-
: principale della città e dell' arcidiocesi ;

diante un fosso profondo che si passa su il cui corpo venera tra le insigni ss.
si

d' un ponte. In riva al detto mare, tro- Reliquie, fra le quali è il corpo di s. Ta-
vasi rimpetto alla popolosa isola di U- rilo prete, ed altri che diiò più avanti,
glian, la quale coll'isola di Pasman for- che sono nel medesimo tempio. Innanzi
ma costa occidentale del canale di Za-
la che vi fosse deposto il corpo della San-
ra, e da questa è separata dallo stretto ta, era sotto il titolo di s. Pietro. Quivi
omonimo. Zara chiude ad oriente 1' A- è una cappella col batlisterio per la sua
driatico, in cui si specchia, mentre la parrocchia, in cura di due sacerdoti par*
penisola d'Italia che gli è iocootro ae rochi eletti dall' arcivescovo, li capitolo
4i4 ZAR ZAR
si compone di 3 diguità, i.* delle quali Zara e altri luoghi dell* arcìdiocesi, ote
è il preposto, di 5 canonici residenziali, è pure permesso il rito illirico slavo-la-
comprese le prebende del teologo e del tino coll'idioma della Schiavonia (^.)t
penitenziere, di altrettaali canonici ono- per quanto si legi^e nell'Ughelli. Nell'i-
rari, non che di mansionari, e altri preti sola di Pago vi sono 4 parrocchie, quae
e chierici inservienti alla divina ullizia- oniaes per sacerdotes illyricos adntini-
tura. L'Ughelli descrii^se a suo tempo il strantur. Vuintur hi breviario^ et mis-
capitolo, formato di 12 canonici, e tra sali Romano Illyrico ìdioninte, ex con-
questi le dignità dell'arcidiacono, dell'ar- cessioni Romani Pontificis. Zara manca
ciprete e del primicerio, del teologo e d' acqua di fonte e di fiume: e V acqua
del penitenziere, e di altri ecclesiastici. bevibile vi si raccoglie nelle cisterne:
Il palazzo arcivescovile è prossimo alla questa privazione data dalla devastazio-
metropolitana. Nella città la chiesa e in- ne del romano acquedotto. L' industria
signe collegiata di s. Simeone profeta è si dispiega ne'tessuti di lana, di seta e di
la sola altra parrocchia, ed è munita del cotone, nelle concie di cuoi, nelle fabbri-"
s. fonte. Dice l'Ughelli che il suo antico che di liquori, specialmente del famosa
titolo è quello di s. Stefano protomarti- rosolio Maraschino di Zara, che via-
re. Allora era servita da 4 niansionari, ce ogni paragone. Fa inoltre un grande
3 diaconi, 3 suddiaconi, e da accoliti, commercio di vino e di fichi, il censi-
oltre il curato. Aggiunge venerarsi in es- mento del 1857 die' a Zara 7797 abi*
sa il corpo del 8anto titolare, ma nel tanti. E patria di parecchi illustri, ma
•voi.XCI, p. 42, dissi col Corner, descri- solo ricorderò, Simone Stratico, Papa
vendo l'omonima chiesa di Venezia che Giovanni /^(^.), ed il cardinal Pietro
si pregia possederlo, che Zara non avea Antonio Zorzi {^ .) arcivescovo d' Udi-
documenti per dimostrare che il suo cor- ne. Sui mezzi d' insegnamento, e sugli
po incorrotto di s. Siuieoiie sia realmen- uomini pììi distinti avuti dalla Dalma-
te quello del profeta. E con esso noterò, zia e dall'Albania Veneta, nella secon-
che la di luì traslazione dall' Oliente a da metà del secolo XVIII, scrisse recen-
Zara è poslerioie di quello che ha V^e- temente Giuseppe Ferrari Cupilli. Vi
nezia dal i2o5, di circa ^5 anni, man- si vedono antichi ruderi romani, e ta-
cante bensì di diverse ossa, e d'un brac- luni monumenti, come gli avanzi d' uà
cio donato dall'imperatore greco a Carlo acquedotto, opera magnifici dell'impero
Magno, da questi posto nella sua cap-
e di Traiano. Si trae dal Giornale di Ro-
pella d' Aquisgraoa. Inoltre in Zara vi ma del 1832, a p. 679, ch'era comin-
Sono altre chiese, ima spettando a'greci, ciata la costruzione della via ferrata da
due conventi di religiosi, ed un muna- Zjra a Gospic, nel reggimento Liccani,
stero dimonache. Piima ve n'erano uu facilitata dalle cure dell' imperatore. E
numero maggiore, cioè al dire d'Ughelli, da quello del i853, a p. 2 r i e 997, che
4 conventi, s. Grisogono de'cassinesi, s. i lavori telegrafici croato-dalmati prose-
Domenico de'donienicani, de'minori os- guivano con alacrità. Il tratto da Znta-
servanti riformati, e de! terz' ordine; e 5 loqua a Zara, incominciato nell'agosto,
monasteri, due di benedettine, uno di era compito fino a Gospic. Per fimpor-
domenicane, e due di s. Chiara; oltre lante passaggio del Velbich, verso la Dal-
altri nell'arcidiocesi. Ha pure confrater- mazia, erano tanto avanzati i lavori, che
nite, due ospedali e il seminario. Vi è si riteneva per la metà di novembre di
anche il seminario greco, secondo il rife- parlare colla velocità del fulmine con la

rito dal Giornale di Roma nel luogo capitale dell'impero. La linea telegrafi-
citato di sopra, forse pe'gieci e&islenli ia ca fu compita e passa per Caltaro. Cosi
ZAR ZAR 4i5
coll'unione telegrafica di Ziwa con Vien- blica sicurezza. Imperocché dalmati i for-
na, si hanno nella capitale le notizie dal mavano la miglior truppa marittima e
Levante circa due giorni prima dell'ao- terrestre della repubblica, sebbene inve-
teriori. In questo modo l'Occidente cri- ro poco atta alia disciplina. Contava il

stiano, pe'più importanti politici e com- paese parecchie fortezze, e reggevalo un


merciali rapporti, venne significatamea* provveditor generale di Dalmazia e Al-
te avvicinalo all'Oriente, dall'Austria co* bania, con appellazione a Venezia. Le
rounicandosi a Parigi e Londra. città particolari avevano i loro conti, e le
Il nome di ^«^r^, si vuole derivato o fortezze i castellani, tutti patrìzi veneti,
dal fiume ladro, che lungo la vicina Sa* ma confermando eil proprio statuto
Iona (^.) scorreva, o dalla colonia che consiglio.Zara dislinguevasi per floridez-
la città d'^rfr/fi(dicui meglio a Rovigo) za e coltura, ed veneti ne aveano pe-
i

in principio vi dedusse, sebbene altri gli culiare cura. Gl'italiani che dimorano ia
attribuiscono il più antico di Diodora j Dalmazia, non vogliono dimenticarsi di
quindi latinamente si disse Jadera sive provenire dalla Venezia, di essere stati

Jadra. L' opportunità del silo la rese u- sudditi di quella repubblica, e di consi-
Do stabilimento importante per la navi- derarsi ancora quasi parte integrante del
gazione dell'Adriatico, e visi trova di Veneto. Poiché tutto il territorio com-
già stabilita una prima
romana colonia preso nella provincia della Dalmazia Au-
d' Augusto. L'imperatore Traiano che , striaca si compone del suolo della già
regnò dal 98 ali 17 di nostra era, vi e- repubblica di Bagusi e della parte un di
dificò il memorato e celebre acquedotto, sottoposta alla Veneta, non che della così

che dal fiume Tizio a 3o miglia di distan- detta Albania Veneta alle bocche di Cat-
za recava copiosissime acque. Fu poi ca- talo. A modo di sommario, qui delle

poluogo di tutta la Libnrnia (^.) marit- vicende di Zara co' veneti, appena ricor-
tima, dopo Scardona ('^.), come si può derò i principali tratti , e mediante l'e-

vedere in Plinio nella descrizione delia poche agevole è il trovarne particolari i

regione, e soggiacque coli* Illiria, dopo ne'due summenzionati articoli, non sen-
l'impero romano al greco, ed in seguito za alcune necessarie aggiunte serbate per
a're di Dalmazia e di Croazia (^f^.). Di- questo. Il celebre doge di Venezia Pietro
venne florida e ricca metropoli della Dal- Il Oiseolo ebbe la gloria di sottomette-
mazia intera, quindi soggetto d'intermi- re Zara e i popoli dalmatini verso il
997»
nabili dìspute fiala repubblica di P^ene- e peli." procacciò a'dogi'veneti*gli^ono-
zia ( F.), ed re d'Ungheria ( A^.), io fa-
i revoli titoli dì Dogi di Venezia, delta
vore de'quali maggiormente Zara incli- Dalmazia io43 as-
e della Croazia, ^el
nava. 1 quali due ultimi articoli vanno sunto al dogado Domenico 1 Contarini,
tenuti presenti, per avervi descritto tali in persona si recò a rimettere la ribelle

vicende, precipuamente il i.", poiché es- Zara all'osservanza de' patti. IN'el o5 Co- i i

sendo finalmente prevalsa nella domina- loinano re d'Ungheria s'impadronì di Za-


zione la possente e nobile repubblica ve- ra, mentre veneti erano alla crociata,
i

neta, i Zara e della Dalmazia si


fasti di come notai nel voi. LXVIII, p. 21 i. Ri-

compenetrarono con quelli della potenza cuperata da' veneziani , il re la riprese


veneziana, di cui dalmati furono valo-
i nel 1 1 2 cacciandone il governatore ve-
i

rosi, aifettuosi e costanti sostenitori, pian- ceio. Ma il dogeOidelafoFaliero la ricu-


gendoquaodo la dominazione veneta ven- però nel 1 1 3, ed al titolo di Duca della
1

ne meno. I veneti consideravano il litora- Dalmaziayag«ì\ìnseque\\o d\ Duca del'

le Adriatico della Dalmazia, l'antemu- la Croazia, ritenutistabilmenteda'dogi


rale dell'Italia, della libertà e della pub- successori. Tra Colomaooe la repubbli-
4i6 ZAR ZAR
ca di Venezia si fece un trattato col qua- Rosone del titolo di s. Pudenziana, Gin*
le al i.^sigurtieoti il pacifico possesso del- tio diacono di s. Adriano, e Ugone dia-
le parti mediterranee , a' secondi delle cono di s. Eustachio, con Romualdo ar-

maritticne; onde Zara tornò a governar- civescovo di Salerno, Ruggiero il-


e

si sotto la dipendenza veneta colle pro- lustre conte. E siccome niun Romano
prie leggi. doge Faliero però, per nuo-
Il Pontefice vi era per addietro entrato ,

va guerra, perì da eroe sotto Zara nel non si può dire quanta festa ne facesse
I i 6, combattendo cogli ungberi. Il do-
1
quel clero e quel popolo, lodando e be-
ge Domenico Morosini,a meglio veglia- nedicendo il Signore quale s'era degna-
re sulla Dalmazia, circa ili i53 nominò to di visitare ne'tempi moderni, median-
il suo figlio Domenico in conte di Zara; te il suo servo Alessandro III, successo-

ma il paese per la sua giacitura era sem- re di s. Pietro, la loro città. Adunque
pre esposto air incursioni , specialmente messogli in assetto, secondo il consueto
da parte dell'Ungheria, ne i greci avea- modo romano , il bianco parafreno ,
il

no dimenticato le loro antiche ragioni condussero processionai mente per mezzo


per potersi sperare dalla repubblica di della città alla chiesa maggiore delli B.

Venezia una lunga tranquillità. Difatti Anastasia vergine (l'ultima proposizio-


poco dopo gli ungheri rioccuparono Spa- ne concistoriale dice f^idune ; l'Ughelli
latro,Trau e Sebenico restando però , FirginietMartyri;\\ Martyrolog'um Ho-
Zara coli' isole a' veneziani, onde Papa maniim registra SSanteomooiro*», vene-
Anastasio IV, affinchè le città rimaste li- rate a'i5 aprile, quella che patì con s.
:

bere dal dominio degli ungheri non a- Basilissa ; la Senior et Firgo et Mar-
vessero a ricorrere a metropolitano in ter- tyre a' 28 ottobre ; la martire dell' isola

ra straniera, dichiarò il vescovo di Zara Palmaria, d'ordine Floro prefetto del- di

metropolita della Dalmazia. Nei dogado l'Illiria sotto DioclezianOja'-ìS dicembre,

di Sebastiano Ziaui, contribuendovi egli la quale a viro suo Publio perpessn est,

potentemente, venne statuito il celebre confortata da s. Grisogono. Sembra que-

congresso di Venezia per riconciliare il st'ultima venerata» li^va^e non fu ver-


la

Sacerdozio coli' Impero, Papa Alessan- gine perchè per ubbidireal padre fu ma-
dro III e Federico I imperatore. Pertan- ritata a Publio di perversi costumi, e ne
to Papa e nel modo narrato nel voi.
il tratta il Piazza nvìW' Enierologio di Ro-
XCII, p. 84, a' 9 marzo 1 177 veleggiò ma a'aS dicembre)e martire, ove il cor«
da ^^5^0 per Venezia. Era il giorno delle no riposa, risuonando laudi e cantici im-
Ceneri, e nella seguente domenica 1 3 ap- mensi nella lingua loroschiavona. Dopo
prodò co'cardinali d'accompagno a Zara, il quarto d\ si levò il Papa da Zara e ,

che onorò di sua presenza in uno alle , passando con felice corso per l'isole degli
circostanti isole, arrivando a s. Nicolò schiavoni, e per le città marittime dell'Il-
del Lido, nella Laguna di Venezia, il 28 liria, lietopervenne, come fu il piacere
marzo. Si ha dall'annalista Rinaldi al- di Dio, al monastero di s. Nicolò situato
l'anno 77, n. 1 5. Le galee pontificie na-
I r nelle foci del Canal Grande". Era allora
vigando con grande allegrezza e trapas- Zara di nuovo in potere di Bela III re
sando l'isole dalmate m si portarono nel- d' Ungheria, datasi per la 4' 'o'ta ag''
la r." domenica di Quaresima, anzi che ungheri, ed essendosi inaspriti gli animi
il sole i suoi raggi spandesse, a Zara, cit- dopo l' erezione dell' arcivescovato nel :

tà situata al capo del regno d'Ungheria, 1 178 ne tentò inutilmente il ricupero il


il Pontefice co' suoi fratelli cardinali, i doge Orio Mastropiero.AltrijCome l'Hur-
quali erano Manfredi vescovo Prenesti- ter, ritardano al 187 il possesso di Zara1

no, GiovauDÌ del titolo di s. Anastasia, nel re per interposizione di Papa Cle«
,
^ A R ZAR 4t7
Aerile IH, e dopososleoutounoslretiis- fort e altri cavalieri francesi; il quale coa-
mo assedio. Nella Crociala (f.) del i 1
98 •
le fu il solo cA|>itaoo francese che colle
I 2o4, • «eneziani aveano fallo convelli- sue genti si ritrasse avanti Zara. Entrati
le i crocesigoali francesi, per 1' espiigna- i crociati, nel 6.° giorno, in questa, inva-
ilone e dislrutione di Zara. Venutone in ligiarono chiese, atterrarono case, abbat-
cogiiiziouePapa/fj/iOCf-nzo ///(r.),proi- lerono le mura, e il Dandolo fece moz*
ìn sottopena di scomunica a' crociali di zar il capo a parecchi cittadini. Molti ne
danneggiare le terre cristiane , non do- sbandeggiò.ahri esularono, rendendo incil
vendo marciare che contro gl'infedeli al sicuro r Adriatico con piraterie , massi-
ricupero di Terra Santa e di Gerusa- me di navi onerarie. V^enezia inviò con-
lemme. Nondimeno veneziani parliti l'S i tro di loro una flotta, con Raniero figlio
ottobre 1202 da Venezia colla flotta, pas- del doge, il quale li sottomise, con obbli-
sati in Dalmazia, in parte ad essi ribelle, garli a un tributo e ad eleggersi un con-
a' IO noveoibre assediarono Zara, e la te fra 'cittadini di Venezia medesima ; e
presero d'assalto 24, ed a castigarla e
a' l'arcivescovo di Zara, per avere resisti-
a prevenire allre rivolle, ne fecero aspra to più degli altri alla signoria della re-
vendetta e smantellarono, perchè) zara- pubblica, fu costretto a sottomettersi al
tini eransi dati al doge Dandolo a discre- patriarca di Grado, residente in P'^ene-
zione, salve le vite. Fer questo steroiiuio zia (f^.). Il doge ad assicurare alla sua
Innocenzo III ne restò inconsolabile, a- patria Zara, e a difenderla contro il re
cremente rimproverando crociali e in- i d'Ungheria, mentre vi dimorava co'cro-
giungendo loro di non più oHeuderla. I ciati, per riprendere la navigazione ver-
francesi uè restarono comaiossi e implo- so odopo Pasqua 2o3, divise in due 1 parti
rarono l'as-ioluzione dalle censure, el'ot- la città co'crociali,ritenendoper sé ({uel-
tenntro.Ma veneziani nulla fecero anzi
i
; la situata vicino al porto ove stanziavano
conilo il pontificio divieto, cogli altri le venete navi. Ciò erasi eHettuato fin da'
crociati, nel giugno e luglio i2o3 assali- 24 novembre 202. Trovandosii in Zara
rono, presero e saccheggiarono Costan- raccolli 4o,ooo crociali, successero san-
tinopoli, e ne arsero un terzo. La nobile guinose zuiVe fra'veneziani e i francesi bol-
penna del cav. Hurter , nella magnifica lenti ; finché fu decisa la spedizione di
Storia d' Innocenzo ///, nel lib. 6, co- Costantinopoli, non ostante che l'abbate
minciò e quindi distesameole continuò di Val Ceinay tornò in nome del Papa
con eloquenza racconti di tali clainot osi
i a dichiarare, i dover combatte-
crociati
aweiiimeuli, la virtuosa ed energica con- re in Siria, non far guerra a'cristiani. Ma
dona del Papa, sempre padre comune Simone di Moufort, con altri e l'abbate
de' fedeli, l'incessante suo zelo, i parli* Pietro, ubbidienti alle pontificie prescri-
colari dell'espugnazioni di Zara e di Co zioni, veleggiarono perla Siria. Altri si

stanlinopoli. invano il piesidioungherese sbandarono e furono svaligiati e ammaz-


e i zaralini, durante l'assedio prolleisero zali da'moulauari dell' IHirio, cioè del
di riuielter la cosa alla decisione del Pa- Montenegro (riparlati a Vladika). In-
pa ; invano gli assediati appiccarono alle nocenzo ili chiamò Zara, con aliusìoue
n)ura di Zara l'immagini del Crocefisso; all'operalo de'crociali, /a città della tra-
né miglior edelto produsse al campo la sgressione, scrivendo a lutto l'esercito,
lettela poulificia di nuovo minacciante per frenarne le devastazioni e rispettare
la scomunica, poiché questa già inuma- il re d'Ungheria. Tale poi fu l' indegna-
ta a'ciociati da Guido abbate di Val di zioue sua contro i veneziani, che nella lo-
Ceroay, i veneziani l'avrebbero trucidit- ro baldanza poco si curavano d'esser as-
lo, se uon l'impedivaDu il cuule di Mou- solli dalla terribile peoa della Scomuni-
VOL. Cili. 27
4i8 ZAR ZAR
ca (7^.), che uegòsolo per questo, 8 me- 1 starle. Non per questo si quietò la Dal-

si dopo, il pallio al pnliiarca dì Grado ; mazia, di quando in quando cacciando i

soltanto, per benigna indulgenza, perdo- rettori veneti, e finì col porsi sotto la pro-
nò a'fraDcesi la comunicazione con loro. leziooedi Lodovico I re d'Ungheria. Con-
]|doge Dandolo, sfogato appieno l'odio citati i veneziani di risentimento contro
suo contro Zara, coll'atterramento de'ba- Zara e le altre città dalmate, le sottomi-
stionie de'palazzi principali, il giorno do- sero di nuovo, privando i zaratini del di-
po Pasqua 7 aprile i2o3 salpò dal lido. ritto d'eleggersi il proprio conte, e co-
Presa Costantinopoli, nel i2o4 piocla- stringendoli a ricevere un presidio. Cre-
inossì imperatore latino Baldovino I, il scendo le scontentezze, fomentate dal re,
quale pregò Innocenzo Illa confermare specialmente nell'irrequieta Zara, questa
i Fece ajti-et-
patti conclusi fra' crociati. bloccò con flotta la repubblica. Il perchè
tanto doge Dandolo, scusandosi deìl'o-
il neh 344 d cavalleresco Lodovico J, en-
perato in Zara e Costantinopoli. Il Papa trò coir esercito nella Dalmazia e nella
però rimproverò crociali d'aver impie- i Schiavonia ,
piantando il campo dietro
gate l'armi non per pugnare co'saiaceni quello de' veneti per obbligarli a levar
e liberare Gerusalemme, ma per com- r assedio di Zara. Ma sbarcati i veneti

battere i occupare Costantino-
cristiani e fecero strage degli ungheri il t luglio, fe-
poli ; ne volle dispensare il doge, ad onta sta di s. Marziale, il cui anniversario poi
dell'età e cecità, dal giuramento di pas- solennizzarono per memoria. I veneti,
sare in Palestina. Nel 1216 Andrea III vinti di nuovo gli ungheri in sanguino-
re d'Ungheria, occorrendogli navigli ve- sa battaglia, il re tornò al suo regno; ed
onde partire per la crociata, formal-
neti, essi per la 7.' volta costrinsero Zara alla
mente rinunziò alle sue pretensioni su resa. Nella capitolazione dichiararono i

Zara e sue pertinenze. La città nel 1242 zaraliui, appartenere Zara e il suo di-
tornò a ribellarsi, cacciando il veneto po- stretto da antichissimo tempo a Venezia,
destà, e dandosi in protezione al re d'Un- e pienamente ad essa sottomettersi. Si de-
gheria. La repubblica quindi la ricuperò molirono le fortezze, vi fu posto un pre-
e vi mandò una colonia a cui furono as- sidio, con Marco Giustiniani per conte e
segnate le terre confiscate. Per Irailato capitano. Racconta di questa guerra di-
del1244» ^c'a 'V re d' Ungheria fece spendiosa il Castellano, nello Specchio
nuova rinunzia sopra Zara e sue appar- geografìco-ston'co-polilico. Con pacifi-
tenenze, e con essa tornarono all' ubbi- che epistole adoperavano i veneti di te-
dienza veneta altre parti della Dalmazia. ner Zara in fede, e intanto la stringeva-
lu Zara la repubblica accolse i pròfughi no colle loro flotte, commettendo contro
«aratini, e stabilì con essi i capitoli di per- le persone e le vile de' cittadini esecra-
UiQneute pace ; indi cominciò a ristorare bili attentati. Diedero fraudolentemen-
ia città, e ben presto si cliiiiinò ladra te la caccia a quanti poterono rinvenir
JVova ,
per distinguerla da' ruderi della fuori della città, e specialmente nell'iso-
citià diroccata. All'elezionedel doge Ma- la di Pago strinsero In ferri 12 nobili za-
rino Zorzi nel 1 3 i t , minacciarono zura- i ratini e 37 plebei, e li trassero captivi a
tini altra defezione, con invocar la pro- Nona, e quindi a Venezia. Ed atrocità
tezione degli uuglieri eslavoni; sopraf- ben più abbomiiievoli commisero contro
falli però dalle forze venete , dovettero alcuni navigli di zaratini, che dall' isole
di nuovo venire a patti. Nel dogado di circostanti ripatriavano, passando a fil di
Giovanni Soranzo, Zara si die'a Carlo I spada tulli i passeggeri, senza distinzio-
Boberlo re d' Ungheria, con altre città ne d'età e sesso. Quindi a'Ieguti zaratini,

dalmate i veneti però seppero riconqui-


i che di tanta sceiteraggine si dolevano, die-
ZAR ZAR 419
fiero quegl'acre ri<!posta : O le mura della e la Dalmazia seguirono i destini di Ve.
città, e ogni fot-tìficazioae e propugnaco- nezia, contenta per l'importantissimosurt
lo distruggessero, daudosi iu balia della commercio, e per gli eccellenti soldati che
repubblica, senz'alcuna restrizione e gua- ne traeva, essendosi alfine guadagnato
rentigia, o
si preparassero a resistere col- l'amore de'zaratini, e degli altri dalma-
l'armi. La disperazione trasse i zaratini tini e slavoni. Tramontata la repubblica
al 2.° partito,richiedendo aiuto al re un- di Venezia nel 1797 , a'iy ottobre nel
Rlierese, e preparandosi a sostener l'orri- trattalo di Campo Fornaio i francesi ce-
bile ossidiooe. I promessi soccorsi però derono con Venezia, la Dalmazia e Zara
non vennero mai, e dopo molti fatti d'ar- all'Austria; ma nel i8o5 a'26 dicefnbre
mi, veneti, che aveano già occupato ca-
i i l'imperatore Francesco 1, pel trattato di
stelli di s. Michele, e de'ss. Cosma e Da- Presbtugo, dovè tulio cedere a Napoleo-
miano, costrinsero la città, ridotta agli ul- ne I imperatore de'francesi, che riunì gii
tioji estremi dalla fame, a ricercar capi- stati Veneti al regno d'Italia, e poi sul fi*
venne consentila a' 9 di-
tolazione, che ne di ujarzo 1806 dichiarò la Dalmazia
cembre 34 5, sebbene patti poi non fos-
i i gran feudo dell'impero.confereudola indi
sero cou mollo scrupolo adempiti. Laon- al maresciallo Suuit. Inoltre formato net
de non lardò Lodovico I a romper guer- i8og il governo delle Provincie Illiriche,
ra a Venezia, e solo per l'intervento pa amministrate separatamente dalla Fran-
terno di Papa Innocenzo VI, neh 356 si cia , nel 1810 vi aggiunse la Dabnazia
fece tregua. Questa spirala ricominciò , Veneta, e la costituì di
7 proviucie. An-
la guerra, e rovinosamente in Dalmazia, nullata la potenza dì Napoleone I, t'ioi-
e per tradimento gli ungheri ebbero Za- peratore d'Austria ebbe nuovamente nel
ra, la repubblica severamente castigan- 18 4' 1 5 le Provincie llliriche,cou la Dal-
1

do due deputati alla sua difesa. La re-


i mazia e Zara, d: quest'ultima ìntitolau-
pubblica colla sua politica di rinunziare (losene Duca. In conseguenza dell'impe-
n tempo opportuno, per ricuperare in mi- riale diploma di Francesco Giuseppe I,
gliori contingenze, si trovò costretta nel de'ao ottobre 1860, e della sua sovrana
1 358 a cedere la Dalmazia , e il titolo patente o rescritto de'26 febbraio i86i,
ducale di Dcilmazia e Croazia. Conqui- sulle riforme costituzionali dell'impero
stata Zara da' genovesi, neh 38 1 Alvise austriaco , la dieta provinciate dalmata
Loredan l'incendiò; e poscia se ne im- residente a Zara è contraria all'unione^
padronì Twariko bano di Bosnia con al- bramata dall'imperatore, colla Croazia
tre città dnl male. Pervenuta dipoi in po- e colla Schiavonia, e vuole la propria
tere di Sigisuìondo re d'Ungheria, questi autoooniia. In vece la minoranza delta
fu coronato re in Zara a'5 giugno i4o3, dieta dalmata aspira 1' annessione alla
dal cardinal Angelo Acciaioli, legalo di Dalmazia, della Croazia e delia Slavo-
Dalmazia, Schiavonia, Croazia^ Valac- nia, la cui dieta croata siede a Zagabria
chia e Bulgaria. In seguilo venne nel do- Però contro quest'ultimo concetto
{f''.).

mìnio di Ladislao redi Sicilia di qua dal fece rimostranze anche il consiglio muni-
faro, e finalmente la repubblica di Vene- cipale di Fiume; e la dieta dalmata in-
zia neli4i2 l'acquistò da lui per cento- iò al sovrano una speciale deputazione,
mila dalmate, re-
fiorini, coll'altre città presieduta dall'arcivescovo di Zara, per
standone inconsolabile Sigismondo impe- ottenere la propria autonomia.

ratore e re d'Ungheria. Altri anticipano La fede cristiana ne'priroi tempi del-.^


il ricupero , e che Bajazet I sultano de' la Chiesa da'ss. Tilo ed Ermas{r.)[a
turchi neh 4 3 1 invase Zara, e poi venne promulgata nell'amplissima Jlliria, Del-

da' venati ripresa. D'allora io poi, Zara la Dalmazia, ìaSalona (/^*.), e di con-
420 ZAR Z A R
Sfguenza in Zara, che nel IV secolo di- menico Morosini,che esplicitamente allrì-
Tenne sede vescovile, poi suffraganea di buiscela concessione ad Anastasio IV, nel
Salona, cui successe nel VII secolo Spa- citato luogo dissi sembrare erroneo l'as-
latro {^'), metiopolitatia primate di serto di Commanville, forse si potrebbe
Dalmazia e di Croazia. L'Ughelli nel l. concordare le diverse sentenze, che Eu-
V óeU'Ilalia sacra, desciivendo il pa- genio III elevò ad arcivescovo il vescovo
Iriaicato di Grado, e quello di Vene- di Zara, a cui Anastasio IV conferì il pal-
anche nella dignità
zia, che gli (iiiccesse lio, dichiarò la sua chiesa metropolitana
di Primate della Dalmazia, descrisse an- della Dalmazia, ed assegnò i sufFragqnei
cora a p, 1
4 1
9) la Jadcrensis HJetropolis, descritti con l'Ughelli.De Re- Il Lucio,
non però i vescovati suflragànei di essa. gno Dalmaliae, atlribuiscea Eugenio III
jénastasìHs IF annoi i54 (o come dice neh 145 l'erezione dell'arcivescovalo. Ag-
Commanville, Eugenio 111 nel i\/\5, o giunge il prof. Romanin , tre anni dopo
Terso il I i46 secondo il p. Parlati, e lo il Papa Adriano IV confermare le
nel
notai nel voi. LXXXVIII, p. 287), il' concessioni d' Anastasio IV suo prede-
lam Melropolini cons litui t, et sii/fraga- cessore imnaediato, dichiarò altresì tutta
ìieos ejusdein esse voluitAnserensem(Os- la Dalmazia soggetta al patriarca di Gra-
saroo Ossero, poi unita a Veglia), Ar- do, con queste parole : Et ad ampliali'
hensem (o Albe, poi unita a Veglia, par- duni dignitatuni ipsius ( il patriarca )
lala in quell'articolo e nel voi. LXVIII, priniatuni et super Jaderlinuin Archie-
p. 2 1 3), et Veglienaem [Veglia) Episco- piscopatuni et Episcopatus ipsius, ape-
po s j sub Palriarchatu lainen Graden- stolica auctoritate concedimus,et lam le
si Adrianus II' esse mandavit, qiteni quain successores tiios Jaderlino Ar-

velati Dalinatiae Prima tem, una cani chiepiscopo et Episcopis ej'us , qui suo
Archiepiscopo Jadrenseni. Debbo però tempori fuerint dignitate primatus pre-
ricordare anche qui, oltre l'accennato di sidere statuimus et consecralionis mu'
sopra, di aver narralo nel voi. XCII, p. nus eideni Archiepiscopo imparliri. Pe-
^4» eziandio col prof. Romenìn, Storia rò da queste disposiizioni derivarono ne'
documentala di Venezia, t. 2,p. 65, che successivi anni querele e sommosse. A-
dominando la repubblica di Venezia le lessandro III, che nel iS^ successe ad 1

città di Zara, Spalalro, Trau e Sebeni- Adriano IV, scriveva al nuovo arci vesco-
co, avendo gli ungheri rioccupato le 3 to di Zara in proposito de' zaratini già
,

ultime, restando però Zara coll'isole dal- fortemente sdegnati dell'ubbidienza do-
mate a'veneziani,questi spedirono un'ara- vuta al patriarca di Grado. E il palriar»
Jiasceria aPapa Anastasio IV neli i54, ca à' Aquileia (della quale meglio a U-
perchè si degnasse erigere Zara in metro- dine) Ulrico o Voldarico 11, irritalo con-
politana, adinchè le città restate libere tro la repubblica ,
per esser slata sotto-
dalla dominazione unghei ese,non avesse- messa tutta laDalmazia al suo emolo
ro a ricorrere al metropolitano di Spa- patriarca di Grado, saccheggiò l'isola e
lalro, che per la sua occupazione unghe- metropolitana di Grado ; ma n'ebbe dal
rese ,
pe' veneti era divenuta terra stra- doge quel severo e memoriibile castigo,
niera ; il che fu espresso dal Papa nella riferito nel luogo citato. Raccontai pre-
Lolla di concessione, colla quale accordò cipuamente ne' voi. LXVllI, p. 212 e
pure il pallio al vescovo Lampridio o 2 1
7, LXXIX ,
200, LXXXVUI, p.
p.
Lampredio, e dichiarò la sua sede me- 287, xeni, p. 95e 123: Con)e Nicolò
tropolitana della Dalmazia. Siccome per V nel i45i 80[)presso d patriarcato di
questa testimonianza, e per quella del eh. Grado e il vescovato di Castello, i cui pa-
cat. Cicogna nella biografia del doge Do- stori risiedevano in Venezia, ne uqì le
ZAR ZAR 42t
dioceii e con queste formò l'odierno pa- carsha^ di /?/r^u5iamministra(or«di det-
triarcato di Fenezia, concedenclo al pa- te diocesi, e di Sebenico. Osservò mg/
triarca tutte le prerogative del patriarca Rosali , Notizia statistica delle A'Iissio-
di Grado, iticlusivameote alla primazia ni Cattoliche in tutto il mondo , Romi
sulla Dalmazia, compreso il raetropoli- 1843, esservi nella Dalmazia Austria-
tano di Zara coaie Pio VII nel 1822
: ca l'arcivescovo di Zara ed vescovi di i

commise Tamministrazione della chiesa Cattaro, Lesina, Ragusi, Sebenico, Spa-


d'Ossaro al vescovo di Veglia: come Leo- latroe Alacarska: nella Dalmazia Tur-
ne XII nel 828 colla nuova circoscrizio-
1 ca, i vescovati uniti di Alarcana e Tre*
ne di diocesi della Dalmazia soppresse , è-'gne.L'arcivescovo per avere grado prin-
lo dignità arcivescovile di Spalntro, di- cipesco, appartiene al consiglio dell'im-
chiarandola vescovile, e gli unì il vesco- pero istituito di recente, qual suo mem-
vato di AJacarska, nel quale sono com- bro. Ora con l'Ughelli, ed il p. Parlati,
prese le antiche diocesi di Slefaniaco o lllyrici sacri, t. 5, riporterò in breve
iVarenta, e di Dalminium o Dutnuo, di la serie de'vescovi e arcivescovi di Zara,
cui ne' voi. XIX, p. 76, LXVIII, p. 2 i 2; e la compirò colle Notizie di Roma. Il

soppresse le diocesi di Ossnroe di Arbe, f. vescovo che si conosca è s. Felice del


e le unì al vescovato di Veglia al cui , 3So,Jaderensis Episcopus, che assistet-
vescovo venne permesso d'usare anco il te al concilio d'Aquileia contro gli aria-
titolo di /^ricj,- soppresse la diocesi di .Vo- 38i,ed a quello di Milano nel 390.
ni nel

na{^F.)^e la unì all'arcidiocesi di Zara: Andrea I del 53o, Epi^copui Jaderti-


soppresse la dignità arcivescovile di Ra- nus, intervenne al concilio celebralo sot-
giii', dichiarandola vescovile, e gli unì i to Onorio arcivescovo di Salona. Sabi-
escovati di Curzola e Stagno ; sop-
di niano del Sgo, è nominato io un'Episto-
presse Ih diocesi di Scardona, e l'unì a la di Papa s. Gregorio 1 del 5g7, di cui
quella di Stbenico ; soppresse la diocesi nel voi. LX, p. 297. S. Donato dell'Soo,
di Tran, e l'unì parte a quella di Spala- Jaderae Episcopus, neir8o6 fu uno de'
tro e parte a quella di Selenico. Inoltre legali, con Beato dal fratello Obelerio as-
Leone XII dichiarò sulFragsinei di Zara socialo al dogato di Venezia, e con Pao-
i vescovi di Calt/tro (la cui diocesi com- lo duca di Zara, per presentare a Carlo
prende quelle antiche di Biuloa già suf- Magno de'doniin nome de' dalmati. iVo-
fraganea d'Anlivari, e di Risano già suf- terò, che Pipino figlio di Carlo Magno
fiaganea di Ragusi, il cui vescovo risie- assalì la Venezia : Obelerio suo partigia-
deva a Castel iNuovo, questa eretta nel no fu deposto e confinato a Zara, e Bea-

1062, quella nel IO 52),di Lesi n a, di Spa- lo a Costantinopoli. Il vescovo s. Dona-


latro e Macarska, di Kagusi, di Si-bcni- to essendosi recato neli'Otienle, portò a
co,ed'\ Feglia: come Pio Vili nel i83o Zara nel ritorno 1' ossa di s. Anastasia
coltrasse reglia dalla metropoli di Za- Firginis et Alartyris, e le depose nella
ra, e la sottopose a quella di Gorizia : cattedrale di s. Pietro, con iscrizione, che

comeGregorio XVI neliSSgafficlòl'am- offre l'Ughelli ; dicendo io tal tempio es-

minislrazione di Marcana eTrebigne servi pure i corpi delle ss. Agape, Cliio-

alvescovo di Ragusi, di cui erano sufFra- nia e Irene [F.) vergini e martiri di Tes-
ganee quando era metropolitana, ed ora salonica, ma secondo il p. Farlati nate ia

di conseguenza lo sono di Zara. Laonde Aquileia e martirizzate a Salona. Erano


al presente sono sutlVaganei della melro- sorelle di s. Zoilo sacerdote, le cui ossa

politanadi Zara,i cinque (come dice l'ul- col nome di venerano nella
s. Tarilo si

tima proposizione concistoriale) vescovi slessa metropolitana. E veneralo per san-

di Callaro, di Lesina, di Spalatro e Afa- to il vescovo Donato, e le sue ossa sono


4ai ZAR ZAR
nella chiesa della ss. Trinità di Zara, la 1 154 ottenne da Anastasio IV il pallio.

tua festa celebrandosi 8*2 5 febbraio da' Ciò non fu senza clamori di quelli della
zaratinì. Vitale sedeva nelI'Syo, secondo metropolitana di Spalatro, specialmente
il p. Parlati, e neW Italia sacra si legge; Fu a tempo del patriar-
dell'arcidiacono.
Joanne PIÙ Pontifica timi gerente Ja- ca di Grado Enrico Dandolo che la sua
dertinii praeerat^ a quo liltcras accepit. metropolitana venne da Adriano IV in-
Quel Papa regnò dalI'Sya air882. For- nalzata nel I 55 all'onore di primaziale
1

mino o Firmino del 9 ad esso, a Gre-


t i : della Dalmazia, e che le fosse quindi as-
gorio vescovo di Nona, ed a' vescovi di soggettata la chiesa metropolitana dì Za>
Dalmazia scrisse Papa Leone la lettera ra colle sue suffraga nee. Il patriarca ciò
presso l'Ughellijdi ammonizione sull'ub- ottenne dal P<ipa trovandosi in homa.
bidienza da loro dovuta al proprio me- L'Ughelli nel t. 5, p. 1 123, recita le due
tropolitano Giovanniarcivescovo di Spa- lettered'Adriano IV, dirette al patriar-
latro, a cui alcuni vescovi aveano tolte ca Enrico, ed all' arcivescovo di Zara
certe parrocchie. E che secondo l'antica Lampridio, sull'onore compartilo al pa-
consueludine,aldettoGiovaoniaveacom- triarca gradese. Olfie ancora il dìplotna
messoil Leone VI fu Papa dalgaS
pallio. col quale Adriano iVconfermare ad nel
al 929, e Leone VII dal 986 al 939. La Enrico i privilegi della chiesa di Grado,
lettera dunque appartiene a un di loro. rinnovò la soggezione ad essa della chie-
iNel 969 era vescovo Basilio I. Mei 978 sa di Zara. Morì Lampridio nel 1179

Anastasio, dice il Parlali, e l'Ughelli scri- avanti la celebrazione dei concilio gene-
ve 986. Nel IO 18 Prestanzio, Andrea II rale di Laterano III, lodato per virtù.
nelio2q, Pietro io44> Andrea III
I nel Pare doversi anticipar la morte al i i
78,
nel 1046.0 io56, Stefano 1 del 1060 o perchè in questo i za ratini fecero istanze a

1066, Basilio II del 1069, Andrea IV Papa Alessandro III, di conceder loro per
nel 1072, Stefano linei toyS 01 07 5, An- arcivescovo Teobaldo vescovo di Gub-
drea V del 1090 o 1091, Gregorio del bio, già monaco dell'Avellana, immedia-
iioi. Marco fu vescovo neh i i 1 secon- to successore di s. Ubaldo che gli avea
doil Parlati, nonconosciuto dall'Ughelli. profetizzato il vescovato. Teobaldo ac-
Questi dice eletto da Calisto II nel 1 124 cettò nel I 179) ® ''
P* F^^'l^ti dice nel
Mica dalmatinoo Michele, come io chia- 1180. L'Ughelli di questo pastore ne
ma il Parlali. Per la sua ambizione, mor- fece due, con registrare nel 1 179 N. ex
to neh i36 Manasse arcivescovo di Spa- Episcopo Eugubino, ed il Lucenzi ne
latro, promise molti doni all'arcidiacono fece avvertenza, e nel ii8o Teobaldo
per succederlo; ma venenilo preterito,pie- non senza però sospettare che fosse lo
Dodi dispetto si sottrassedall'ubbidienza stesso N. IS'el 83 Damiano, non cono-
i 1

del nuovo metropolitano, imitatodal suc- sciuto dall'Ughelli. Nel 1187 Pietro HI
cessore. Questo fu Pietro II nel 11 38, eletto, e l'Ughelli lo riporta al 1 190. Da
morto nel i44- l'i ^^^ serie di vescovi
i Lesina nel 1 198 vi fu traslato Nicolò
è registrato i.° arcivescovo di Zara, il Manzacini eletto, e incontrò 1' indegna*
quale veramente fu quello che segue, pel zione d'Innocenzo III, perchè la repub-
narrato di sopra. Il p. Parlati riporta blica di Venezia l'avea fatto eleggere dal
Lampridio nel i4t> f«lto i." arcivesco-
i patriarca di Grado; ed essa non avendo
vo nel ii46, e perciò egli sostiene da dato soddisfazione alcuna alla s. Sede
Papa Eugenio III. L'Ughelli segna l'e- per la presa di Zara, quando sollecitò il

'ezione di Lampridio Mirchena al i44> i pallio per l'arcivescovo, ogni volta i suoi
in concorrenza di altri due chierici della ambasciatori partirono da Roma senza
thi«8a di Zara, ripetendo che pei i.^nei averlo ottenuto. Poiché il Pupa pensava
ZAR ZAR 4i3
sempre nlla grave offesa di cui Venezia Nel t2381239 Domenico I Franco.
erasi in quell' occasione fatta colpevole Trovasi nel 1 247 Lorenzo f. Morto nel
verso Dio, verso la Chiesa romana e ver- 1287, Andrea Campsoni canonico di Pa-
so tutta la cristianità. Scrisse fra l'altre dova, fu eletto da una parte del capitolo:
cose a'veneziani. >» Voi avete guidato l'e- dopo lunga lite si dimise. Papa Nico-
sercito del Signore per la torta via, e in lò IV nel 1291 nominò fr. Giovanni II
luogo di combattere saraceni avete fat-
i minorità d'Anagnì, traslato a Trani nei
to la guerra a'popoli cristiani, sprezzata 1297. In questo fr. Enrico da Todi mi-
la scoonunica, infranto il voto della Cro- norità. Nel i3oo fr. Giacomo di Foligno
ce Voi dovete dunque attribuire al
.... minorità. Dello stesso ordine fu fr. A.-
rigor nostro non già, ma sì alle vostre lessandrodel i 3 i 2. Gli successe nel i3 (4
trasgressioni se rifiutiamo d' approvare il domenicano fr. Nicolò II. Nel i32o
colui che ci avete presentato per la di- Giovanni Ut Butovane di Zara, di cui
gnità arcivescovile di Zara; perchè se esiste chiara memoria nella cattedrale.
voi a vele, col proceder vostro verso quel- Papa Giovanni XXII nel i333 gli sosti*

la città, scandalezzato tutto il mondo cri- luì Nicolò III de Mntafari nobile di Za-
stiano, non fìa vero mai che all'esempio ra, minorità dotto e chiarissimo, nel cui
vostro si scandalezzi da noi tutta la Chie- lungo governo fece molte cose e nel 334 \

sa, concedendo il pallio all'arcivescovo tenne il sinodo. Morto nel 366, l'unno 1

senz'aver da voi avuta soddisfazione. Che seguente vi fu traslato fr. Domenico I[


se poi,ad imitazione de'meno colpevoli, di Albania Episcopiis Caulensis ( forse
poiché furono indotti a peccare da voi d' Aitlonea, La Vallona, sede vescovile
(i crociali francesi), vorrete umilmente dell'Epiro Nuovo, nell'esarcato di Ma-
dar satisfazione a Dio, noi presteremo cedonia, eretta nel secolo V sudraganea
allora favorevole orecchio a questa e al- dell'arcivescovo di Durazzo). Nel 1376
l'altre convenevoli dimande. In aspetta- Pietro IV de Matafari nobile di Zara,
zione del pentimento vostro noi vogliamo rettore della Marca per Bonifacio IX, il
ancora sospendere il castigo; che se non quale Papa confermò lo stabilimento di
sia indarno, allora non solo vi sarà da 1 2 canonici per la metropolitana asse-
noi rimesso, ma vi daremo prova altresì gnati dall'arcivescovo, e quanto altro fe-
delia benevolenza nostra ... Queste pa- ce a suo favore. Il successore Bartolomeo
role tuttavia non vi turbino, perchè le ornò la metropolitana. Giovanni I V elet-

riprensioni del padre son più da pre- to del I 398 o 1 4oo. In questo però Far-
giarsi che le piacenterie del peccatore; né lati registra fr. Luca I Fumaoi di Fer*
tampoco vergognar vi dovete d'umiliar- mo, procuratore generale degli agostinia-

vi dinanzi alla podestà di Colui che con ni, versato in ogni scienza, specialmente
un cenno del voler suo atterra potenti i nella teologia, morto sotto Martino V.
ed esalta gli umili". Nel 1208 divenne Notai ne' voi. LXXXII, p. i3o, XCIf,
arcivescovo il benedettino Leonardo, già p. 184 e 1 85, che Gregorio XII avendo
abbate di s. Felice di Venezia, per ele- deposto il patriarca d'Aquileia, gli sur-
zione d'Innocenzo 111: ricusando di pre- rogò Antonio da Ponte nobile veneto, già
stare ubbidienza al patriarca di Grado vescovo di Concordia; elezione che pro-
primate suo, il Papa dillerì la tradizione dusse scisma nella diocesi aquiieiese, oa*
del pallio sinché la rese. Il Lucenzi re- de Antonio dovette rifugiarsi in Vene-
gistra Leonardo al i2o3, e con Lucio zia, finché ceduto il patriarcato, Marti-

dice vacante nel i2o5 questa chiesa. Nei no V del i4i7 g'i conferì la chiesa di

1 2 11218 Giovanni I, Gradiaca se-


7 o Zara. Nel 1420 Biagio o Basilio Molini
ptimus fidi. Nel 12 38 Tommaso eletto. nobile veneto, già vescovo di Pola,« reg-
4^4 ZAR ZAR
gente della cancelleria apostolica, indi lo vescovo d' Ossaro, quanto al giorno,'
patriarca di Grado nel 1427. A' 7 feb- mentre quanto all'anno segna i493, «
braio 1428 gli successe Lorenzo II Ve- così anticipa la morte di Vallaresso che
lìerio patrizio veneto. Nel i449 Polido- in parte non conobbe. Nel i5o3 Ales-

ro Foscari nobile veneto, traslato da sandro II, segretario d' Alessandro VI,
Bergamo, morto nel seguente anno. Ai morto in Roma nel 5o4. In questo ai 1 1

24 o 2q luglio i45»o Maffeo Vallaresso febbraio Giovanni VI Cippici nobile di


nobile veneto; ma il Marini, yérchiatri Tran, morto nel i5o5. Avverte il Ga-
Pontificii, t. I, p. i38 e r 4», corregge rampi, dopo Giovanni V, in appresso la
l'Ughelli e il Parlali, e stabilisce l'epoca chiesa di Zara fu conferita successiva-
del 1° luglio, e lo dice nipote di Fanti- mente a due fratelli, cioè a Luigi ( non
no arcivescovo di Greta, e probabilmente conosciuto da Ughelli e da Farlali) e
nel i4^i chiamò a Zara Andrea da Pa- Giovanni Cippici, quali temporibus i

lazago già archiatro di Eugenio IV. Ri- conjunctis haud per anniint possessior
levai nel voi. xeni, p. 1 23, che istituito nem praefatae Ecclesiae obtiniterunlf
il nuovo patriarcato di Venezia, qual come lo asserisce Giulio II in due suoi
primate di Dalmazia il i.° patriarca nel brevi de'21 luglio e 8 agosto i5o5, nei 1

1455 l'invitò al sinodo, e che l'arcive- quali di Luigi specialmente dice: Se-
scovo dichiarò la sua impotenza d'inter- cretarinni nostrum in visceribiis gessi'
venirvi, e insieme la sua prontezza in inuì carìtaiis. Giovanni era ancora e-
accettare ed eseguire quanto vi fosse de- lelto,né per anco in possesso di sua chie-
cretato, riconoscendo così il novello pa- sa a*17 giugno i5o4- Successe poi io
triarca per suo primate. Maffeo, chiaris- essa a'3o marzo i5o5 Francesco Pesa-
simo per ogni erudizione, fu nunzio apo- ro nobile veneto, nel i5i i era in Bolo-
stolico di Colonia, da' fondamenti riedi- gna, nel i528 a'20 settembre governa-
ficò il palazzo arcivescovile, e la metro- tore (li Roma e /^/ce Camerlengo (^.):
politana, che beneficò pure con preziosi fugovernatore del viaggio fatto da Cle-
doni; morto nel i494> come vuole Mari- mente Vii a Bologna; e poi di quello di
ni.Esso inoltre aggiunge, che gli successe Paolo IH a Nizza nel i538. Però già a-
a'19 dicembie i494)6 "on 1496 come vea rassegnato la chiesa di Zara a* in
scrissero Ughelli e Parlati, Giovanni V dicembre i53o, che fu conferita al car-
Robobella, iraslalo da Ossaro, vescovato dinal Egidio da Viterbo (^''.), ed egli
che governava dal i485 e iguorato dal conseguì il patriarcato di Costantinopoli,
Feriali, con riportare al suo tempo Gio- posseduto dallo stesso cardinale, il quale
vanni Giusti. Il dottissimo cardinal Ga- pure poi rinunziò, e nel 1 545 fu dato al
ra m pi, ne' rari Saggi di osservazioni cardinal Marino Grimani[f^.). Fin qui
delle monete pontificie, a p. 246, offre ilGarampi. In vece l'Ughelli registra il
rettificazioni sulla serie de' pastori della Pesaro, dopo Giovanni VI, lo dice inter-
s.Chiesa Zaratina a quest' epoca. Co- venuto al concilio di Laterano V, e lo fa
mincia coi dire, che vacando la sede per succedere a'i4 dicembre i53o dal car-
ohilum, forse del Vallaresso, die' egli, ai dinal di Viterbo, il quale amministrò la
4 settembre 1471 Sisto IV ad essa tra- chiesa di Zara sino alla morte nel i536
iferi un vescovo di Sebaste, come si trae avvenuta. Il Luceuzi poi annota, che il

dalle obbligazioni camerali. Qui certo è cardinale non è registrato negli atti con-
fallo didocumento, perchè anco il Ma- cistoriali per arcivescovo di Zara, risul-
lini fu archivista dellas. Sede e procede tando da essi che il Pesaro a'20 oovem»
co'suoi monumenti. Concorda Garampi bre 1 533 cede l'arcivescovato a favore del
$0Q quello sull'epoca di Giovanni V Ma- suo nipote Cornelio Pesaro (eletto a'io
ZAR Z A R 4^5
novembre, soggiunge il Coleti all'UgheK gliere del duca di Baviera, mori a Mo-
h). Igilur ante annuni i536 hiiic jam naco nel 1 604, e giace in s. Michele nella
praepositus fiiit, nullo verbo resonante cappella di s. Andrea,, con lapide onori-
Aegidil Cardinali/!, qui si huic ad/ni- fica recitata da Ughelli. A'i5 giugno di
nistrator datus fnit cunt ipse CP. pa- detto anno. Vittore Ragazzoni nobile ve-
triarcliattim cessil Franciscnni Pisauro neto, morì nel 1606. Dopo sede vacante
cedenti sibi Jadrense regimen, id sane nei 161 5, Luca 11 Slell'i veneto traslato
fuit cani reserva tione juris regressuSy et da Retimo, indi nel 1624 trasferito a
ex cessione Aegidii rediisse ad hanc ad- Creta, e poi a Vicenza e Padova. Nel
ministralioneni, et eam poslea resignas- 1624 Ottaviano Garzadoro nobile vi-
st oporluit adfavorem nepotis, si Àegi- centino,si dimi>e nel 1639. A'27 marzij

da locum integriim servare voliinius ex Benedetto Cappello patrizio veneto, nel


norma eortim temporuni. Tanto dichiarò i64i passò a Concordia. Da Canea nel
il Lucenzi. li p. Fallati riporta nel 5o5 : i 1642 qui Bernardo Flores
fu trasferito
Francesco Pesaro, nel i5o5 il cardinal morto nel i656. A' 18 set-
de'crociferi,
Egidio, nel 533 Cornelio Pesaro. A Cor-
1 tembre Teodoro Balbi nobile veneto,
nelio nel i554 sticcesse qual coinmen- preposto della collegiata de' ss. Nazario
datario il cardinal Luigi 1 Cornaro(f^.) e Celso, decesso nel1669. A* 19 agosto
patrizio veneto, il quelle si dimise con fr. Evangelista Parzago cremonese, dot-

regresso a favore del seguente. L'8 mag- to minore osservante, esemplare arcive-
gio i555 Muzio Calini bresciano, cava- scovo, morto nel 1688. A' 20 dicembre
liere gerosolimitano, intervenne al con- d. Vittorio Priuli patrizio veneto, ab-
cilio di Trento, e fu traslato a Terni ai bate de' canonici regolari del ss. Salva*
il luglio I 566. Nel qual giorno in con- tore, chiarissimo e insigne per sapere,
cistoro, il cardinale Cornare riassunse mori nel 1712. A'27 m^io lyiS da
J'amministrazione di Zara. A'28 novem- Antivari vi fu Iraslato Vincenzo Zmaje-
bre 1567 Aiuirea VI Minuti di Serra- vich, di Perasto diocesi di Catlaro. A'22
valle, morto nel iS'j'i e sepolto nella novembre 1745 da Ossaro qui venne
metropolitana, con epitaHio d'elogio re- Matteo Caraman di Spalatro. A'23 set-
citato dairUgheili. iVel iSyS Marco Lo- tembre 1771, traslato da Currola, Mi-
redano patrizio veneto, coll'amministra- chele Triali di Zara. Egualmente da Ctir-
Kioiie di ^oua a beneplacito della s. Se- zola fu trasferito alla patria chiesa, a' 6
de. Scrisse: Deverà felicitate^ e tnoiì nel giugno 1774' Giovanni Carsana. Di No-
i^'/j. In questo INatale Veiierio nobile na vi fu trasferito, a'a4 agosto 1807, Giu-
veneto, decesso nel 1589. Nello stesso seppe Gregorio Scotti, di Castel Vecchio
gli successe il fratello Marc'Antunìo, dot- diocesi di Trau. A'27 sellea»bre 1822
tore delle decretali, morto nel 1592. In mg.' Giuseppe Novak, di Semelino. Per

tale anno, Luigi II Barocci nobile ve- sua libera dimissione, Gregorio XVI nel
neto, canonico di Padova, designalo ar- concistoro de'2 2 giugno i843, vi trasferì
civescovo, e morto dopo 19 giorni in da Spalatro [P'.) l'attuale arcivescovo
quella città avanti la sua cousagi azione, mg.' Giuseppe Godeassi, di Medea ar-
come si legge nell' iscrizione sepolcrale cidiocesi di Gorizia, di cui nel voi. XCV,
in Prosdocimo, che offre l'Ughelli. Ai
s. p. 38, altamente fidandolo per la dot-
6 novembre 1592 Luigi III Molm no- ti ina, pietà e prudenza, colla quale ave»

bile veneto, Iraslato a Treviso nel 396. 1 governata la precedente chiesa, dal me-
A'y febbraio gli fu surrogato Minuzio de desimo Papa adldalagli.Ogni nuovo ar-
Minuzj nobile di Serravaile, dotto auto- civescovo è tassato ue'libri della camera
re óeìì'Historiam de Us(hochis. Cuu>i- Qoustolica iu fioripi 4*^^* asceodeudu U
4a6 ZAR Z A U
mensa a piti di 5ooo scudi senza grava- vescovo di Zarna, sottoscrisse la lettera
mi. L'arcidiocesi è amplissima, esteodeD* del concilio Proconsolare, inviata nel
doiìi in lunghezza octoginla miglia, ìa 646 a Paolo patriarca di Costantinopoli
larghezza quinquaginta, comprendendo contro i moooteliti. Gommanville, Hist.
più luoghi, i3 decanati, 99 parrocchie, des Eveschez; Arduino, Condì., t. 3,
e circa 52, 000 anime. P- 749-
ZzXRADo ZARADATA oZARAD- ZARZELA, ZARCELA o ZORZE-
TA, Zararìleniis Ecclesia. Sede vesco- LA. Sede vescovile della provincia dì
vile della Numidia, nell'Africa Occiden- Pisidia, nell'esarcato d'Asia, sotto la me-
tale, sotto la metropoli di Girla Giulia, tropoli di Antiochia, eretta nel IX. seco-
presso Lamasba, secondo l'Itinerario di lo, secondo Gommanville. Per corruzio-

Antonino. Ebbe a vescovi: Cresconio, ne fu anche delta Zoudala, Zorula e


che si trovò alla conferenza di Cartagine Gortha, e Tolomeo la chiama Dyrzela,
del 4' I > Adeodato, esiliato nel 4^4 ^^ Secondo il p. Le Quien fu eretta nel I 7
IJnnerìco re de'vatidiili, morto prima di secolo, poiché riporta tre vescovi ante-
tornare alla sua sede. Morcelli, Afr.Chr., riori al IX, cioè: il i." Teodoro, fu al
t. I. Zaradata o Z^radla, Zaradlen, al concilio di Nicea I nel 325; il 2.° Ma-
presente è un titolo vescovile in parti- cedo, intervenne al \.° concilio generale
bitx, sotto l'eguale arcivescovato di Girla di Costantinopoli nel 38 t ; il 3.° Mas-
Giulia, che conferisce la s. Sede. I due simino, registrato nell' Index lai., del
prelati coadiutori del vicario apostolico concilio di Galcedonia del 45i. Oriens
del Timkino Meridionale, parlati nel dir., l. I, p. I 164.
voi. XCVin, p. i63, talvolta dalle No- ZACJLl Gio. Battista, Cardinale. No-
tìzie di Roma furono denominali vescovi bile patrizio di Faenza, ivi nacque a'25
Zarandensi, ma Annuario Pontificio
1' novembre 1743 da illustre e antica fa-
che ad esse successe, nel Catcdogo de' ti- miglia di cui fiorirono distinti personaggi,
toli in parlibiis, sebbene riporti il va- eziandio fregiati dalle dignità ecclesiasti-
cante titolo di Zaradata, in quello di monsignor Domenico e il
ca, fra' quali
Laranda registra l'odierno de'iiominati p. Giuseppe Maria gesuita, autori d' o-
coadiutori, e lo conferma nel Catalogo pere. Educato cristianamente alla buona
de (''escavi in partibus. morale e alla religione, per l'eccellente
ZARaDONIA oZARATOlUA. Sede sua indole vi corrispose colla pietà, l'in-
vescovile della 2.' provincia d' Achea, tegrità de' costumi e la rettitudine del«
nell'esarcato di Macedonia, sotto la me- l'operare. Inclinalo alla vocazione eccle-
tropoli di Tebe, eretta nel XII secolo, se- siastica, percorse volonteroso la palestra
condo Gommanville. Ebbe alcuni vesco- degli studi corrispondenti, quindi asceso
vi latini in principio del seguente, ed al- agli ordini sagri fu ordinato anche sa-
cune lettere d'Innocenzo 111 sono indi- cerdote, e riuscì colla savia sua condotta,
rizzale al vescovo di Zaradonia o Zarato- lodevole ministro del Signore, venendo
ria negli anni 12 io, 121 i, 1212. Oriens decorato del sovrano ordine Gerosolimi-
dir., t. 3, p. 1087. tano. Rilevo dalle IVotizie di Roma, che
ZAUNA. Sede vescovile della provin- nel 1785 meritò d'essere fatto canonista
cia Proconsolare di Cartagine, nell'Afri- del s. tribunale della penitenzieria apo-
ca Occidentale, sotto la metropoli di Car- stolica, quindi Pio VI lo ammise nella
tagine. Riconquistata l'Africa da Giusti- prelatura romana, lo dichiarò prelato do-
niano I, venne istituito questo vescovato, mestico, nominò canonico della basilica
insieme a molti altri, e se ne fa menzione Vaticana, e lo fece 2.° assessore crimina-
nell'antico concilio di Laterano. Vitale, le di mg.' governatore di Roma, carica
Z AU Z A U 417
alla quale allora andava congiunta anco Vita di Pio P'II, laonde
Pistoiesi nella
la qualifica dì ponente della s. consulta, sembra che anco mg.' Zauli patisse la
e poi divenne i." assessore, cariche in deportazione. Nel i8i4 avendo il Papa
cui si distinse per probità e giustizia. Nel ricuperato i suoi domioii e ritornato in
1798 i repubblicani francesi occupalo lo Roma, vi si restituì eziandio mg.' Zauli
stato pontificio e Roma, dopo avere de- a riprendere l'esercizio del dafariato nel-
mocratizzato i popoli, di prepotenza de- la s. penitenzieria, e il segretariato del-
Ironizzarono Pio VI, ed a'20 febbraio l'immunità ecclesiastica. Volendo Pio
prigione lo condussero in Francia, mo- VII premiarne la pietà, la virtù, la fe-
rendo poi gloriosamente in Valenza. Leg- deltà, il da lui sofferto, la lunga car-
go nella Relazione delle avversità e pali- riera prelatizia, e i servigi resi alla s. Se-
menti di Pio /^'/,del contemporaneo mg.' de, sebbene non costituito in carica car-
Baldassari, t. 3, p. 43, che dopo la disper- dinalizia, nella r.' promozione che fece
sione de'cardinali, contro di essi imper- r8 marzo 18 16, lo creò e pubblicò car-
versa ronoi repubblicani, ed ancor» contro dinale dell'ordine de'preti, indi nel con-
1 prelati che ioque'giorni soprinlendeva- cistoro pubblico degli 1 1 di detto mese,
no'in Roma agli affari dellaChiesa,al!a te- gl'impose il cappello cardinalizio e nella
sta de'quali era ra^. 'diPietro poi cardina- sera glielo mandò per mg.' Ginnasi suo
le, mentre mg/ Zauli faceva le veci del cameriere segreto e guardaroba, a! qua-
cardinal Zeinda penitenziere maggiore. le il cardinale donò un paio di fibbie d'o-
Quantunque tali prelati vivessero e ope- ro da scarpe e altro da cinturini, come
rassero con ogni prudenza e circospezio- riportano n. 20 e 22 del Diario di
i

ne, pure e compreso mg/ Zauli furono Roma. Poscia il Papa gli assegnò per
catturali e chiusi nel Castel s. Angelo. titolo la chiesa di s. Onofrio, e le con-
Tornate vane le indagini repubblicane gregHzioni dell' immunità, de' riti, della
sui sospetti concepiti ne' prelati prigio- fabbrica di s. Pietro, e del buon gover-
nieri, chi prima e chi poi ricuperarono no. Lo die' in protettore alla terra di
la libertà, non però assoluta, ma condi- Tossignano nel distretto e diocesi d'Imo-
zionata. Nel 1800 eletto Pio VII e ri- la, alla chiesa e sodalizio delia Madonna
cuperata parte de'dominii temporali del- dell'Orto di Roma, ed a ll'arcicon frater-
la s. Sede, promosse mg."^ Zauli a data- nità del ss. Sagramento di Albano. Giun-
rio della s. penilenzieria, ed a segretario to all'età di 76 anni meno 4 nf»esi, una
della congregazione deli' immunità ec- breve e penosa malattia lo fece soccom-
clesiastica, lasciando perciò le due pre- bere in Roma a'2 luglio 18 19, un'ora i

cedenti cariche da lui esercitate, ed in dopo mezzodì, annunziandolo il n. 28


seguito lo nominò canonico altarista della delle Notizie del Giorno di Roma. Nel
sua basilica Vaticana e custode della s. n. 59 del Diario di Roma si riferisco-
Confessione o tomba del principe degli no le solenni esequie celebrate al defunto
Apostoli. Nel 1809 gl'imperiali francesi nella basilica e parrocchia sua de'ss. Xll
avendo consumata altra invasione degli Apostoli perciò vestita a lutto, pontifi-
stati papali, imprigionato Pio VII lo tra- cando nella cappella papale la messa di
dussero in Francia e poi a Savona. Ri- requiem il cardinal de Gregorio, coU'as-
masta RoM)a a vivere nel pianto, vide sistenza del sagro collegio e di tutti gli

precipitare tra le rovine gl'istiluli eccle- altriche vi hanno luogo. La funebre ce-
siastici di XIX secoli, e vide in seguito remonia ebbe compimento colle solite
altresì sciolto il s. tribunale della p^ui- assoluzioni sul cadavere, il quale nella

tenzieria, e inviati a Parigi i prelati e sera fu trasferito nella sua chiesa titolare

altri che lo componevano, come narra di s. Onofrio, ed ivi tumulato nella cap-^
4i8 Z A V Z AV
pella del santo dalla patte destra di chi coQsIgliere di stato. Indi a sua istanzÀ
entra, il che pure affermaoo le Notizie Paolo V a' IO dicembre 1607 lo creò
di Roma successive, della quale feci cen- cardinale prete di s. Sisto, al dire del p.

no a Girolamini del b. Pietro da Pisa, Fontana, contraddetto da Ciacconio e


riparlando della chiesa. Il nipote del de- da'pp. Quietif ed Echard, i quali sosten-
funto, Dionisio cavaliere di s. Stefano, gono che non ebbe alcun titolo presbite-
all'ottimo zio eresse sulla tomba un' o- rale, per non essere mai venuto in Ro-

norevole iscrizione di lode a sfogo del ma. Non ignorando egli quanto grandi
suo dolore, incisa sul marmo ^ ornata fossero i bisogni de'catlolici perseguitali
dello stemma gentilizio del defunto so- nell'Inghilterra, introdusse in quel regno
•vrastato dal cappello cardinalizio. molli religiosi delle vicine provincie, ed
ZA VIERRE o SA VElllO Girolamo, incaricò il provinciale d'Irlanda d'usare
Cardinale. JNalo d'illustre prosapia in ogni attenzione, affinchè i fedeli non man-
Saragoz7a nell'Aragonii, fin da giovane cassero de'soccorsi spirituali in un tempo,
si dedicò all'ordine di s. Domenico, di in cui le vessazioni della persecuzione li

cui ricevè l'abito nel convento di quella rendevano più necessari. Aquesto fine fon-
città; e distintosi nelli nascente uni- dò io Ronigsgratz nella Boemia un col-
Tersità di Saragozza, non meno nelle legio generale per educarvi soggetti ca-
scienze teologiche che nell'eloquenza del paci di sostenere la fede tra que'popoli, e
pergamo, molto più pel candore d'il-
e dicombattere l'eresie. Risarcì quasi dai
libato costume, e per modestia e umiltà fondamenti ilconvento di Calaroga, luo-
singolare, ebbe da Filippo II, che lo di go della nascita di s. Domenico, e procu-
ceva nato a pubblico bene, l'incombenza rò grandi vantaggi a quello di s. Sisto di
di visitare tulli i collegi e monasteri be Roma. Allorquando si disponeva a tor-
nedetlini del regno d' Aragona. Cono- nare in Italia, colla carica di viceré di
sciutosi il suo merito in Roma, fu avan Napoli, morte,dopo il breve periodo di
la

zato alle prime cariche dell'ordine, e a 10 mesi, gl'involò la porpora e la vita in


quella di maestro generale di esso nel Vagliadolid nel 1608, di 62 anni. Trasfe-
1601. Due principali oggetti occuparo- rito alla patria, ivi rimase sepolto con
no precipuamente il nuovo generale, cioè magnifico elogio, postovi da'religiosi del
le celebri dispute tenute alla presenza di suo convento. Questo pio cardinale ri-
Clemente Vili intorno alla divina gra- splendè in singoiar maniera, per tenera e
zia, per la quale fu istituita la Congre- filiale divozione alla B. Vergine, onde nel
gazione de Anxiliis C^.), intervenendo capitolo celebrato nel 1602, fece nel suo
ad esse e ragionandovi molle volte con nome e in quello proprio, severo divieto
gran dottrina; e la predicazione dell'E- cheniuno in avvenire avesse la temerità
vangelo tra gl'infedeli, insieme alla dife- di predicare o insegnare che l'Immaco-
sa della fede cattolica nelle provincie in- lata Vergine fosse concepita col peccato
fette dall'eresia. Inviò zelanti predicatori originale. Egli fu il i.° che introdusse
nell'Indie occidentali oAmerica, nell'isole nella chiesa domenicana
s. Maria sopra di
Filippine, nella Cina, nel Giappone, nel- Minerva di Roma, la pia e pubblica co-
l'Abissinia, nel regno di Congo e in A- stumanza di recitare il ss. Rosario (^.)
frica. Fdippo IH avendolo intimamente coll'allernativa di due cori, ed ordinò che
conosciuto in occasione del capitolo ge- i predicatori dell'ordine eccitassero i pò*
nerale dell'ordine, tenutosi in Vagliado- poli colla loroelo(|uenza a questa saluta-
]id nel maggio i6o5 e onorato dalla sua re divozione. Stabilì parimenti nel pro-
presenza, lo scelse a confessore e mode- prio ordine, che a'5 agosto si celebrasse
ratore della propria coscienza , e fece ia festa della Madonna delia Neve, e che
ZEC ZEC 4ig
in ogni luogo e terra si potesse erìgere e medaglie, i torchi, i laminatori!, ec. Il
fondare le compagnie e sodalizi del ss. Dizionario delle belle arti
Milizia, nel
Rosario. del disegno, ha dato a modello di zec-
ZECCA, Officina Monetaria, Offici- che, quelle di P'enezia (F^.) e di Lione.
na Monelarioriim. Luogo dove si batto- Quella di Milano non ha bellezze archi-
no le ojouete. Zecchiere o ZecchierOf chi letloniche, ma è più ricca di macchine,
soprintende alla zecca, chi lavora nella di ollìcine e di comodi d'ogni specie. Dice
zecca. Cos'i il Manuzzi nel T'ocabolcrio inoltre il Milizia. Il loro esterno esi^e
(Itila lingua italiana. Batter la zecca, sontuosità, ma non somiglianza all'abi-
signare pecuniam: Felici, Onomasticon tazioni. L'interno conferì à mlorno a'cor-
Romanum. Si legge ntW Excerpta e Le- tìli lutto il bisognevole pel lavoro della
xico fpìgraphico 3/orcelUano. Diretto- merce universale, con camere per gli ar-
re della zecca, Pracp. Offic. Aiutante tefici. Al di sopra per ampie scale pon-

del direttore della zecca, e saggiatore, no esser banchi pubblici pe' deposili
i

Oplio et Exactor auri, argenti, aeris. de' particolari. 11 3." piano può servir
Soprastanti alla zecca, Triumviri auro, d'abitazione pe'minìslri. Il Vettori trovò
argento, aeri Jlandoy feriundo. Lavo- che il vocabolo Zecca, oltre Zecchae^
ratore di zecca, Officinator monttae. nell'antico Statuto di Roma si diceCe-
Zecchiere, Monelarius, Triumvir auro, cha, come si costumava nominarla aVe-
argento, aeri flando,feriundo, t'ir HI nezia. Crede poter derivare il nome da
A. A. A. F. F. Poiché Triumviri ^f^.) i vocabolo greco, significante bilancia,sta-
MonelaleSf quelle iniziali o cifre o sigle deraje siccome si legge Z/g:o*/fl/e nel
ponevano nelle medaglie antiche, come codice di Giustiniano I, lib. io, tit. 71 :

notai nel voi. XIX,


224, e nelle mone-
p. De Pondera toribns et auri illatione, ri-
te, come per autenticarle, monetari per- i tiene che siccome nella zecca le monete
ciò usando anco segni e marche. 0>serva si battono, si pesano e si saggiano, cia-
il Vettori, nel Fiorino antico d'oro illu- scuno di tali ministri fu dello Zigomi tale j
stralo, che gli oflìciali di monete o mae- quindi il luogo dove si coniano* le mone-

stri zecchieri della celebre zecca di Fi- te,con termine proprio, ma corrotto, si
renze, ponevano i loro stemoii nelle nto- denominò poi la Zecca. Però il Menagio,
nete della repubblica fìoreniìaa. Erauo nell'On'^mj della lingua italiana, dice
anche detti signori della zecca, Domini che Zecca deriva dalla parola latina
Monetae^ liJagislri Zechae. Godevano Theca j ed il Ferrari nella simile opera,
alcun altro privilegio: habtt licentiant deduce la voce da Zygos, Libra. Il Mu-
eundij standlque die, noctuque per ci- ratori respinge tali etimologie nella Dis-
vitateni Florcniiae, cuni uno socio, et sert. 33." Dell'origine o sia dell'etimo-
stare cuni lamine ^ et sine, licite, et im- logia delle voci italiane, e dichiara : Zec-
pune, duraturam per teinpus .sex nien- ca, Moneta, o sia Officina Monetaria^
slum initiatoruin die prima nicnsis mar- opinando che probabilmente vruue il vo-

tii 1
470 tulit propler finem Tan-clic tuoi. cabolo dalla liugua persiana o araba, per-
to il Vettori lesse io un documento di de chè gli dominarono nella Persia,
arabi
Gundis Notarius dictae Zechae. L'edi- ove Secca la moneta de'latioi. Gli
Jicesi

fjzio d'una zecca richiede multe separale spagnuoli la chiamano Seca, voce dal
oHìcìne pe* geltaluri di metalli, i parti- CJuadisio tenuta per araba, lo falli per
tori, gli afliuatori, gli assaggiatori dei alleslato del Gollio, Sikkaton in quella
metalli nobili, gl'incisori, i computisti, lingua significa Typuni chalybeum,quo
la tesoreria, il deposito de'couìi, il ga- signatur moneta. L'origiue della zecca
Lineilo della collezione delle uouete « proviene da quella della Moneta. JXei
43o Z E C Z EC
tempi più remoli, non si praticava la la moneta. Il triumviro M. Antonio al-

compera e la vendila come oggi ; si cam- terò egli pure l'argento, facendovi entra-
biavano le tuercanzie superflue, contro re del ferro, inoltre romani praticaro- i

altrettante superflue possedute da un al- no l'arte fraudolenta d* alterare il peso


tro, ma che non si avevano. Secondo Pli- del Denaro. Si legge ne Dizionari della
nio, Bacco, cioè Osiride, fu il i." che in- Antologia, che Moneta fu il soprannome
segnò agli uomini l'arte di vendere e di sotto il quale Giunone figlia di Satur-
comperare; qumdi il i° inventore delle no, sorella e moglie di Giove, avea un
monete, non però d'oro. In vece Erodoto tempio in Roma. Sulle medaglie essa è
crede lidii esser siali
i primi popoli che i rappresenlatacol martello, l'incudine, le
fecero battere delle monete d'oro e d'ar- tenaglie e il conio, colla parola latina flJo-
gento pel comn)ercio. Altri aifermano neta. Alcuni fanno derivare questo no-
che lidii coniarono monete i5ooanni
i me da Moneiido, perchè in tempo d'un
avanti l'era nostra. Al dire d' Eforo e terremoto, un'ignota voce che usciva dal
Strabene, il i.° a fabbricar monete d'ar- tempio di Giunone, die' avviso di sagri»
gento in Grecia fu Fedone o Fidone. ficareuna troia piena aflìn di placare gli
Argeo poi, ovvero i Wassii, secondo A- Dei. Altri assegnano a (|uesta etimolo-
gloastene, furono i primi fabbricatori di gia una diversa origine. Trovandosi ro- i

monete d'oro, d'argento, di rame e di mani in guerra contro Pirro, nell'estre-


ferro. In Alene, il i.° a farne fu Eretteo, mo bisogno di denaro, invocarono il soc-
e Seuofone in Lidia e in Licia, Licurgo corso di Giunone. Quindi essendo stalo
fu il i.° a far batter monete di ferro a caccialo quel re dall'Italia innalzarono
Sparla; e Saturno o Giano fu pure il essi un tempio sulla rocca del Campido'
1° che ordinò in Italia la moneta di glio col titolo Junoiii Monetae, ove poi
rame, Tito Livio riferisce, che troppo custodirono I' oro monetato. Le meda-
lardi si pensò di fabbricare in Roma le glie presentano le figure di 3 Giunoni,
luonete d* argento, il che secondo Eu- le (piali indicano 1 3 metalli propri all'ar-
tropio avvenne verso l'anno 483 di sua te delmonetario (nelle quali paste i roma-
fondazione; mentre Plinio ciò attribui- ni coniavano le monete), e siccome la
sce al 484 o 485, soggiungendo che figura di mezzo, indicante l'oro, ha i ca-
Ja moneta d' oro si fece in Roma nel pelli annodati alla sommità del capo, al-
537. Gli egizi, gli asiatici tulli, greci i la foggia delle giovani vergini, si potreb-
e romani ne' be' tempi della repubbli-
i be credere che siasi con ciò voluto deno-
ca, ebbero gran cura di non impiegare tar la purezza di quel metallo. Una me-
nella fdbbricazione delle monete, se non daglia antica rappresenta la Moneta per-
se de' metalli purgati bene da qualun- sonificata, la quale nella destra mano tie-
que eterogenea materia: non poneva- ne una bilancia, e nella manca un cor-
no in opera che dell'oro e dell' argento nucopio (per simboleggiare l'equità Jel-
grado ove può giun-
raflìnali sino a quel l'amministrazionedeila moneta, la quale
gere l'umana industria; dispendiosa mi- col prezzo intrinseco deve corrispondere
sura la quale fu nondimeno seguita da al valore assegnatole; poiché in tal ma-
tutti gli antichi popoli, i romani furono niera crescono popoli e diventano felici,
I

i primi ad insegnare al mondo l'arled'al- e perciò alle 3 figure di donne furono


terar la purezza de'raelalli destinati alla assegnati cornucopi, per rappresentare
i

fabbiicazione delle monete. Narra Pli- la ricchezza d'abbondanza); dinanzi a


nio, che LivioDruso tribuno del popolo lei nel suolo evvi un mucchio di mone-
mischiò un'ottava parte di rame a sette te. Il Buonariuoli nelle dotte Osserva-
ottavi d'argento per la fabbricazione del* zioni istoriche sopra alcuni medaglioni
ZEC ZEC 43 1

amichi, a p. 3ri , forse meglio spiega lissimo e principesco della zecca, de' van-
perchè Monete furono co§ì chiautate
le taggi che ne risultano, e delle leggi roma-
dal cognome di Giunone, nel cui tem- ne in proposito, dice a p. 3. » Che il di-
pio si battevano. Il nome di Moneta fu ritto della zecca sia fra'più grandi onori
daloa'denari, perchè in Romale oiHcìne d'una città, non è cred'io chi voglia ri-

e la zecca erano in Campidoglio, deutroo vocarlo in dubbio, se si faccia in ispecie


vicino al tempio di Giunone Moneta, cO' considerazione al vantaggio che ne risul-
s'i (letta, come
ha da Suida, percliè a-
si la ,
producendo ciò spesse fiate la dovi •

Tendo fattoi romani, per mancanza di de- ziade'popoli. Le romane leggi ascriveva-
naro, un voto a quella Dea nella guerra no il gius della zecca fra'priioi e più gran-
contro Pirro, ebbero in risposta: Che se di diritti di Regalia (^.), come quello
assistiti dalla giustizia avessero seriamen- che fin dal principio era riservato al solo

te applicato all' non sarebbe maiarmi , capo dell'impero romano, e assai di rado
D^ancatoloro denaro; onde ottenuto l'in- Conceduto alle città come leggesi nella
tento del voto, cominciarono a venerare Lcg. 1 Cod. Defalsis Monetis. Sebbe-
Giunone Moneta, come sarebbe a dire ne ciò sia indubitabile, conviene pur con-
consiglialrice, e decretarono che i denari fessare che nel medio evo assaissime fu-
si battessero nel tempio di lei. Livio poi rono le città nell'Italia, che s'ebbero pro-
seguito da Ovidio, scrisse essere stato fab- pria zecca ; di che senza far lunga cita-
bricatoil tempio di Giunone Moneta, per zione basterà consultare la grande rac-
votofattoda Camillo dittatore nella guer colta delZannelti".iV//oi'arac"c'o//a del-
ra contro gli aurunci, dandone il senato le Monete e Zecche d Italia , che può
l'incombenza a duedeputatì, e destinato- servire diparte ultima , e continuazione
ne il luogo, dov'era già stata la casa di alla raccolta dell' Argelati , Bologna
Manlio, della quale parlando Livio, di- 1775. Filippo Argelali scrisse: De Mo-
ce : Nunc aedes, el oleina Moneta est. netis //fl/fVie.Guid' Antonio Zaunetli, ol-
Wa Cicerone racconta che avanti la pre- tre quanto separatamente avea scritto
sa di Roma fatta da'galli, vi era uncora sulle diverse zecche, come di Faenza, di
il tempio di Giunone Moneta, detta cos'i Forlì, di Rimini , nella detta collezione
per una voce uscita dai suo tempio di unì liitiociò ch'era analogo all'argomen-
Campidoglio in occasione d'un terremo- to, illustrando in l. 5 le altrui fatiche

to. Certo però è, che battendo


si roma i con prefazioni e con note. Ne die'conlez-
ni la moneta nel tempio di Giunone, sul za r Effemeridi letterarie di Roma del
principio non riconobbero altro !>ume 1776 a p. 46 e 5i. L' avv. Castellano ,
sulle monete, che quella Dea col cogno- Palignesia, t.i,p. 35, parla del gius di
me di Moneta, come si legge in una me- coniar moneta, dell'ofììcine monetarie e
daglia della famìglia Carisia, e in altra de'uumismi. Anzi lutto avverte, che co-
intorno agli strumenti della zecca colla me sotto Augusto molte cose aliene sul

parola Salittans ordinario cognome di regime delle provincie si ritennero del


Giunone. Dipoi introdussero una Deità vecchio regime de're, altre se ne intro-
distinta, chiamandola quando Equità^ dussero a poco a poco di foggia romana.
t\\ìai\ào Moneta. E proprio del solo prin- Fra le altre cose è notevole Wgius di co-
cipe il diritto di coniare per propria indi- niare moneta. E" noto, che alle città ia
pendente autorità denari, monete e me- qualunque maniera ài romano impero
daglie secondo la legge unic. Cod. de Fet. soggette, si concessero da Augusto le zec-

Ntiniism. potest. Il eh. avv. Gaetano de che ooflìcine monetarie, di che abbiamo
Mioicis, Cenni storici e niunismaùci di testimonianza ne'uummi o denari, più i

Femio ragiouBudo f del dii ilio onorevo- insigni de'quali si trovano nello Spaohe-
433 ^EC 5ÈEC
Olio e neW /appendice dell' Egitto N^umis' con segni d'essere stati battuti in Roma,
malico di Vaillanl, ove si noverano 19 leggendosi ivi R. P.yc'xoèRomaepercus-
numismi di città egizie, che furono tutte sa, o sia Pecunia, ed anco Rops. cioè ,

capi-luoghi di Prt-fellnra o Metropoli. Romae pecunia signala. In una moneta


Il Bnonairuotì nelle dette Ossfrvazioni d'argento battuta sotto Giustino II im-
dichiara in che occasione si aprivano nei- peratore circa del 570, nel rovescio è uà
Je Provincie le zecche nionetarie e numis* monogramma colle lettere Raosd. che ,

inaliclie, nell'impero romano. Dicevansi ponno significare Romao Roniae Obsi-


città Neocore quelle ove essendo templi gnatus Denaritis. Incontrasi ancora ia
«agri agli Dei, si celebravano feste e giuo- que'iempi Monciariì Romani, cioè pre-
chi pubblici, ed alle quali i uuovi impera- sidenti alla zecca di Roma. E nel 4<?3
tori mandavano leloroimmagini,cioèalle in un'iscrizione si legge Porphyrus Prù
:

più ricche e più cospicue, ed esse le ri- micerius Monelarioriim. Divenuti Pa- i

producevano nelle loro medaglie. All'in- pi sovrani di Roma e suo ducato, comia-
sorgere poi de' tiranni, ciascuno apriva ciarono essi a batter denari, col proprio
nella sua provincia 1' oilìcina della pro- nome e con quello del regnante impera-
pria moneta romana, facendo cessare o- tore (cioè più tardi e per quanto dirò,
gni facoltà e privilegio nelle città vicine. l'impero avendoloi Papi ripristinato nel-
Jndi riuscendo comode le nuove aperte rSoo). Indi il Muratori olfre un bel uu-
zecche, per le paghe degh eserciti ripar- mero di denari papali, cominciando da
liti in varie provincìe, fu slimato bene Adriano I del 772. Altrettanto fa di vari
farle continuare, anche quando l'impe- stali e città, dicendo di loro zecche, che
ro tornò ad un unico e solo principe; spe- io con esso a' propri articoli riprodussi,
cialmente Aureliano, egli altri impera- con altre notizie. P. DeMagislns è auto-
tori dopola sanguinosa ribellione de'mo- re anonimo, come imparo dal Zaccaria,
netarii, ch'erano ingrandissimo numero Storia letteraria d'Italia, t. 7, p. 220,
fino a rimanervi motti 7000 soldati, se- della pregiala opera, Delle Osservazio-
guila a Roma per tema del castigo, pei* ni sopra d'un libro intitolalo: Dell'ori-
la cattiva moneta , avranno conosciuto gine e del commercio della moneta, e del-
che non stava bene tenere unita in una l'istituzione delleZecche d'Italia. All'Aia
«ola città tanta gente, cosi gelosa all'im- 1 75 1 . 7/t guanto appartiene alla Zecca
pero; perchè ogni volta che si fosse vo- Pontificia di /?owjtf,ivii752. Virilmea-
luto rimediare alle loro frodi, non sì do- le e colla storia e la critica confutò l'a-

vesse correre rischio d'un ammutinamen- nonimo, che in tante guise colla sua ope-
to. Il Muratori tratta nelle Disseriazio- ra insultò Roma, per quanto già dissi ne-
ni sopra le Ànlichilà Italiane^ Dissert. gli articoli che hanno comune relazione
27.": Della Zecca f e del diritto e privi- con questo argomento, e del quale sono
legio di battere moneta. Egli dice. Ro- prossimo a riparlare. L' italiano autore,
ma regina delle città, tuttoché fus-^e trasfe- Dell'origine e del commercio della mo-
rita in Grecia la sede deli'iuipero, conser- neta, non solo si vergognò di porre il suo
vò la prerogativa d'avere la zecca, o sia il nome, ma opera impressa eoa
fìnse la sua
diritto di battere moneta , almeno sino tipi stranieri.Esso è il conte Gio. Rinaldo
a'tempi dell'imperatore Eraclio del 640 Carli e la slampò a Venezia; ne die' con-
(ilBuonarruuli afferma, che tranne al- tezza il Zaccaria medesimo nel t.3, p. 1 8 1
cune poche, dopoGallieno morto nel 268, E siccome osò sostenere ,imbevuto del-
non si stam|)arono più dalle città parti- l' eri'onee opinioni del Muratori (Gae-
colari). Trovansi denari degl'imperatori tano Cenni oltre le Critiche agli An-
dopo Coslaotiiio 1, ed anche de' re goti, nali d' Italia del Muratori ^ scrisse aa-
ZE G Z E C 433
cora le prefaziooi e le anuotazioni criti- gli esarchi di Ravenna, propria zecca ia
che alle sue antichità Italiane, ìnc\\m' Roma fu ritenuta, coniando monete col-
vameolealla suddetta Dissert. 27.*), fra r impronta dell'imperatore. Le monete
gli altri passionali spropositi, che Papi i che abbiamo di Maurizio, d'Eraclio, di
neli 188 ebbero dal senato romano la zec- Eraclio Costantino, e di Costantino 1I[
ca, l'ab. De
Magistris provò, che non so- Pogooato, del 668-685, non lasciano du--
lamente Papi non ebbero dal senato la
i bitareche la zecca di Roma sempre e sem-
zecca, e che questo anzi allorquando la pre si mantenne. Non è però che allora
ritenne, ciò fu per l'usurpazione fattane finisse la zecca romana, né vi è ragione
a' Papi raedesitni : ina che la zecca pon- di credere che Roma perdesse poi un tal
tifìcia tanto piùdi riguardo meritava dal- diritto. Vero è che s'interruppe il corso
l'anonimo, quanto che niun' altra zecca a questa zecca poco dopo l'imperatore
de'principi d'Italia in antichità e origine Fi lippico Bardane del 711, di cui an-
l'agguaglia. Oltre al vanto che ha h zec- che nel voi, LVHI, p. 249, perchè i ro-
ca papale di Roma dall'antichità e dal- mani detestando i di lui errori, qual fau-
l'origineindipendenle, non deve ommet- tore de'raonoteliti, ed iniqui ordini,non
tersi quello che gli proviene dall' aver i vollero ricevere duca da lui mandato
il

Papi 3 nobilissime città soggette, a cui a Roma, ricusando pure le monete colla
si dà la gloria d'aver goduto ne' tempi li sua impronta. Deposto circa il 713 Fi-
pili remoti diritto di zecca e di coniazio- lippico, avendo il successore Anastasio li
ne di monete. Sono queste Ravenna (^^•)i mandato a Papa Costantino la sua pro-
che dopo Roma non ha l'Italia l'eguale, fessione di fede cattolica, ritornarono in
Benevento [V.) e Spoleto (F.), città che Roma t duchi a far l'antica figura, e per
vantavano co'Ioro potenti duchi la pre- conseguenza la loro zecca seguitò a co-
rogativa della zecca. Che se voglia venirsi niar monete. Papa Costantino non solo
dopo il mille troveremo Ascoli tra le
, avea proibito di pregare per l'eretico Fi-
prime città che ottenessero privilegio di lippico nelle messe, ma neppure nonien
Moneta ; onde né anche a questa parte aut chartas, aut figuram solidi .yj^sc/'^e-
manca un singoiar vanto alla zecca pon- rent. L'empio imperatore Leone III 1'/-

tifìcia, sopra qualunque altra d'Italia (nel saurico eretico Iconoclasta, del 7 1 7, fe-
i853 si pubblicò in Fermo Numisma- ; ce insorgere i romani e gli altri italiani,
tica Ascolana ossìa dichiarazione delle e da per tutto furono deposte e infrante
Monete antiche di Ascoli nel Piceno ,
le di lui immagini. Non per questo cessò

deWavv. Gaetano de Minicis). Provò il la zecca imperialein Roma, sebbene pre-

De Magistris, che il senato romàno do- tesero alcuni, che Papa s. Gregorio II
po il regno de'goti, ch'ebbe fìne nel 553 (T\) vietasse al popolo di più ricevere
non fu in istato di fare al mondo alcuna le monete colla sua figura, per l'iniqua

figura, non che se mai l'ebbe, di conser- guerra che faceva alle ss. Immagini ( ^.).
vare il diritto della zecca ; non per que- Bensì lo scomunicò, onde nel 726 ro- i

sto però in Roma si tralasciarono di co- mani e gli altri italiani definitivamente
niar monete. Si conservò certamente in si sottrassero dall'ubbidienza del perfido

Roma la zecca ritornata che fu in delta imperatore, terminando in Roma il do-


epoca sotto l'impero de' greci, non già minio de'greci, e cominciando la benefi-
presso del senato che al mondo non era, ca Sovranità della s. Sede e de' Papi

ma presso gl'imperiali magistrali che Ro- (V-), al modo meglio ragionato a Viter-
ma governarono ne'secoli VI e VII. Fu- bo (P^.). Imperocché, se lutto il princi-
rono questi i prefetti d'Italia e duchi, i pato della Chiesa Romana è Patrimo-
da'quali non altrimenti che facevasi da- nio di s. Pietro, questo vocabolo è spe-

voi. CHI. 28
434 z E e ZEC
cialuieute proprio di quella nobile pro- quantunque la zecca presso di essi sia an-
vincia dicui Yitei'bo è illustre capitale; e tichissima , ripetendosi da' tempi de'ss.
COSI colla storia e colla critica ora vieppiù Gregorio II e Gregorio HI, a lui però non
chiarita da tanti dotti catupioui dellaCUie- esser noto se battessero moneta. Se il De
sa, potei propugnare quanto si conviene Mdgistiis non fu certo di poter affermare,
al Vicario di Gesìi Cristo un dominio se s. Gregorio 11 facesse coniar monete
indipendente pel libero esercizio del suo col proprio nome, dell'immediato succes-
sublime ministero; e come la sapienza sore s. Gregorio lli,ede'successori di que-
della divina Provvidenza lo costituì nel- sti lo constatò. Quanto alle altre antiche
la i." metà del secolo Vili, ond' esso è il zecche italiane, scrisse il Carli, che nel
più antico e più legittimo dell'odierne sistema <ìt Longobardi iyxiù i duchi fos-
monarchie d'Europa. Così ancora col go- sero in dignità eguali tra loro, e che in
verno inutossi la zecca di Roma, per es- ogni città ducale vi fosse corte o sia pa-
ser detestate le munete di Leone Ili. Fu lazzo pubblico, e quindi la zecca in eia'
allora e sotto s. Gregorio II stesso ch'eb- scuna di esse. Ma il Volta, Dell'orìgine

be origine la zecca papale, avendosi mo- della Zecca di Manto'^ui, e delle prime
neta di quel Papa, a cui i romani e il du- monete di essa, presso il Zannetti, opi-
cato dì Roma (^'•), con altre 7 città della na che poche città ponno veramente van-
Campania, spontaneamente si sottomise- tare d'aver ottenuto simile onore e pri-
ro al suo dominio con giuramento di fé- vilegio sotto il governo de' longobardi j
deità. Il Papa accettò finché Leone III poiché appena trovasi alcun vestigio di
si fosse ravveduto de'^uoi errori, e quindi tali monete ; tanto più che sono esse !>i

restituire all'impero l'antica signoria. Il rozze e i caratteri sì malamente impressi,


che non avvenne per la pertmacia dell'im- che appena sono leggibili ; e quindi ven-
peratore, onde il Papa assunse il governo gono da' numoflli trascurate e ritenute
temporale in nome di s. Pietro , comiu- quasi tutted'impossibileinlelligenza. De-
ciaudo perciòi romani a chiamarsi popo- ve perciò lasciarsi fra le ipotesi l'opinio-
lo particolare di s. Pietro, come si dis- ne del Carli , come saviamente osserva
sero terre del nuovo Principato, /ìe^, et il eh. De Minicis ; tanto più, egli soggiun-
Juslitiae B. Pelri, Jiira s. Petri. Il De ge, che prima dell'VIIl secolo non tro-
Magistris aggiunge, die la stessa idea do- vasi in Italia veruna zecca municipale ,
vè comunicarsi e correre nella zecca di dovendosi riferire a' tempi di Pipino o
Boma, coniando monete col nome di s. Carlo Magno la rinnovazione delle zec-
Pietro. Credette che forse s. Gregorio lì che italiane, e Milano, Pavia e Verona
per tenere come in deposito la signoria furono le prime a conseguire tale privi-
di Roma, non volesse coniar monete col legio, cui tennero dietro Pisa Lucca , ,

proprio nome e figura , ma poi si trovò Treviso, Benevento, Genoi-a e altre. Ri-
col suo nome, ed è la vera proto-moneta peto, che delle zecche e delle monete del-
pontificia; però descrisse quelle fatte bat- l'altre città dello slato pontifìcio, diverse
tere da lui col nome di s. Pietro ; e for- delle quali originarono dopo il trasferi-
s'anco col Volto Santo {V.), e le chiavi mento della residenza papale in /Avigno-
pontificie incrociate, di metallo e di for- ne e nel Venaissino {V.), anzi di molte
ma quadra, come quella del Principe de- d'Italia e di altre regioni,ed anche stati,
gli Apostoli. Il Borgia, Memorie di Be- a'Ioro articoli ne ragionai, riportando e-
7ievento, t. 2, p. ^.Sy, dichiarò essere sin- ziandio i loro scrittori e opere illustrative
golarissimo privilegio di tale città, per- e storiche in notabile numero ; e quan-
chè prima di essa ninna coniò monete to al dominio pontifìcio, oltre le conces-
colie Chiavi pontificii^ e neppure i Papi, sioni delle zecche fatte da'Papi, uolai pu-
ZEG ZEG 435
re quelle degl'imperatori, creilenilosi au- ciali avTerrebbero una molliludìue d'in-
;

torizzati a tutto, come i'ece senz'alcua di- teressi rispettabilissimi sarebbero aita-
ritto Lodovico V il Bavaro nemico del- mente compromessi, se il sistema mone-
ia s. Sede co'Colonnesi siguori di Pale- tario non fosse posto in grado di resiste-
strina.nelIai/raetàdelXI Vsecolo.a'quali re al ribasso dell'oro
con qualcuno de*
conferì il privilegio di coniar monete d'o- mezzi cui raccomandano del pari la scien-
gni valore e d'ogni metallo ; e Federico za economica, la scienza amioioistrativa
III quando venne in Rotna nel 14^2 a e l'esperienza. Diceva il Dehats nel prin-

ricevere corona imperiale , con atto


la cipio di luglio! 853, prodotto dal G/or-
stravagante confermò loro la concessio- nale di Roma a p. 634. » Il monetag-
ne tanto si trae dalle Memorie Colori'
: gio dell'oro è ricominciato nella zecca di
nesi del Coppi a p. 209. Dopo la scoper- Parigi, ed ha acquistato granili propor-
ta àtW Indie OcridetitaUo America (/^.) zioni ; egli è sul piede d' un milione di
e àtW Oceania (^.), perle ioimense mi- franchi al giorno per lomeno. A questo
niere d'oro e d'argento rinvenute in quel- computo, nel corso d'un solo anno la co-
le doviziosissime e vastissime parti del niazione delle monete d'oro eccederebbe
globo, discorse nuovamente descrivendo di quasi la metà quel tutto che si è co-
i Sicari /apostolici, non può forse cal- niato durante ii8 anni della monarchia
colarsi la quantità esorbitante della mo- stabilita ueli83o (o regno di Luigi Fi-
neta battuta, ed un tempo si credette che lippo I d'Orleans) e sarebbe 6 volte più
il raa«;?ìor numero comò nella
si zecca grande dell'emissione durante il regno di
del Messico , ed altre di Spagna (f^.). Carlo X. E' prova questa che la moneta
Delle miniere d' oro e d'argento rinve- d'oro tende fortemente a sostituirsi appo
nute a'nostri giorni, ed eziandio con no- noi alla moneta d'argento. Essendo 1' o-
tionieconomiche analoghe ripulai in , ro, per la facilità del trasportarlo uni ,

più luoghi, come delle più recentissime moneta multo più comoda che l'argen-
nel voi. XGVIII, p. 336 e seg., 36c e to, sì avrebbe motivo di rallegrarci del-

seg., cioè nella California e nell'Oceania. la sostituzione, se l'oro non fosse minac-

Di tali e altri metalli , del commercio, ciato d'un forte e vicino ribasso. Ma du-
della carta monetata, de'bancbi e delle bitare dell'imminenza del ribasso è oggi-
borse ragionai in molti paragrafi dell'am- mai impossibile. La quantità di questo

pio articolo deir Vniverùtà Artistiche metallo messa presentemente io commer-


(/^.); non meno della grave questione cio è inusitata, enorme. Al principio del

dell'oro, per l'inoumerevoli anzi incalco- secolo, un peso d'oro fino di 24.000 chil.,

labili conseguenze,che tantopreoccupano era d'un valore d*82 milioni di franchi.


gli uomini pratici d'economia pubblica, Innanzi la scoperta delle miniere della
nel timore d'una perturbazione genera- California e dell'Australia nell'Oceania,
le, pel confronto delTeoorme massa che si era di già triplicato; si era a 72,000 chil.,
possiede inoro, in proporzione della mi- del valore di 247 milioni di franchi. La
nore dell'argento, il quale avidamente è California ha prodotto ed esportato nel
incettato per la Cina, riparlata nel cita- 1852, 85 a 90 mila chil. d'un valore
to voi, a p. 93 e seg.; donde ne derivò la di 3oo milioni circa , e 1' Australia, la

minaccia del deprezzamento dell'oro a quale in questa produzione è tuttavia


confronto deU'argento.beMchè meno pre- principiante, ha versalo al commercio
zioso.Tale questione sul fenomeno del generale quest'anno islesso frai i5 ei20
notevole ribasso dell'orOjda ultimo acqui- mila chil. d'oro fino del valsente, al cor-
stò un grado straordinario d'importan- so attuale di questo metallo, di 4oo mi-

za e d'urgenza. Gravi disordini commer- lioni. La produzione dal principio del se*
436 Z E C ZEC
colo èadunquepiù che decuplata. Quel- di e 200 Penchet calcolava nel
milioni.

la precedente al 1 848 è quasi quadrupli- i8o5ilnumerariodellaFranciaun miliar-


cata. Quest'aumento della produzione do e 85o milioni. Dal 1795 finoali854
dell* oro senz'effetto sul valore del me- furono coniati in Francia più di 6 miliar-
tallo prezioso comparalo a quello delle di e mezzo, tra oro, argento e rame. Do-
derrate di prima necessità e a quello del- po la Francia^, sembra che l' Inghilterra
l'argento se la grande estrazione dell'oro abbia conialo più monete. Dal regno di
dovesse essere un fenomeno passeggero; Carlo II del 1660 fino ali 838, sono stati
ma su tal riguardo non vi lia più verso messi in giro per 3 miliardi, 835 milio-
di farsi illusione ; la California mantiene ni, di cui 240 milioni e mezzo soltanto
fermamente la sua produzione d'85 ago inargento, il resto in oro ; e dal 1 838 il

mila chìi. di metallo fino. Le molteplici numerario una propor-


è circoscritto in

nuove che s' hanno di questa contrada, zione assai più grande. Secondo Mignien,
l'esplorazione che se n' è fatta in lutti i che sulle varie monete della terra un im-
i non permette di prevedere che
sensi, portante lavoro ha pubblicato, Paesi i

per gran tempo ella cessi di somministra- Bassi nel 1823 avevano 642 milioni, ov-
re molt'oro. Quanto all'Australia, sulla vero 107 franchi per abitante: la Spa-
quale si sono potuti serbare ne'dubbi, e- gna nel 1782 avea 45o milioni, o 5o
gli è impossibile di ritenerli oramai. Tut- franchi per abitante : l'Austria nel 1807
to dà a credere che l'oro vi sarà prodot- avea 275 milioni, ossia 11 franchi solo
to ed esportalo in quantità sempre cre- per abitante: l'Italia nel 1788 possede-
scente per un lasso di tempo assai lun- va 25o milioni, cioè 20 franchi per abi-
go". Il che ampiamente si verificò, an- tante : la Svezia, la Norvegia e la Dani-
che nella California, per le nuove inesau- marca 1800 aveano insieme 225 mi-
nel
ribili miniere scoperte, anzi pure d'ar- lioni, ragguagliati a 20 franchi per abi*
gento, come narrai ne' luoghi ricordali. tante: la Prussia nel i8o5avea2i8 mi-
Giornale di Roma òe\iS5^»
Si legge nel lioni, divisi in 22 franchi per abitante la :

Nel i853 la zecca di Parigi ha coniato Russia nel i8i5 possedeva i8r milioni,
33o,463,4oo franchi in
oro; 20,099,750 rispondenti a soli 4 franchi per abitante.
in argento; 1,974,900 in rame: quel- La Russia però allora noniscavava, o as-
la di Londra 298,809,750 in oro; sai male scavava le miniere deli'Oural e
17,558,600 inargento; 220, 825 in ra- dell'Aitai. nel 1788 avea
Il Portogallo
me: e quella degli iS'/rt<it//z/Vi234,444)4''0 i5o 5o franchi per
milioni, vale a dire
in oro; 89,292,850 in argento; 335,33o abitante il regno delle
: due Sicilie nel
in rame. Onde è che il mo-
totale delle 1780 avea 175 milioni, ossia 5o hanchi
nete d' ogni specie coniale nelle 3 zec- per abitante la Germania e la Svizzera
:

che, che certo sono le durante


principali, 75 milioni nel 1820, ossia 18 franchi per
il 1 853 è salilo a 965, 1 45, 75o, di cui : abitante.
174,4489021 a Parigi; 5i,368,r85 a Essendo la Storia (^.), lux verità-
Londra; e 69,775,462 agli Stati-Uniti tiset magistra vitae, sue ausiliarie so-
d' America. iNello stesso Giornale a p. no la Lapidaria e la Numismatica, La
61 3, vi sono queste nozioni. Seguendo! Lapidaria è la scienza delle Iscrizioni
vari autori, che si occupano delle mone- antiche, la Numismatica è la scienza del-
te de'principali paesidella terra, la Fran- le Medaglie, principalmente antiche. Si
cia sarebbe il paese, che possiede più nu- disputò se giovino più alla storia le la-
merario. Borbon Nais dice, che nel 1 683 pidi, ovvero le medaglie: per queste tie-
ella avea già in circolazione 990 milioni. ne Ezechiele Spanheim, per quelle si di-
Nel 1716, secondo Lao, erano 4 miiiar- chiarò Scipione Mafiei. Entrambi soqo
ZE e ZE C 437
campi vasti airerudiziooe. Ad evitare diario Rege, anno D. N. Jesu Christi
rìpetizioDi, in questo vasto argomento 964, Salomone Papa. Datum men-—
è intrinseco il premettere I' avvertenza se februario regnante Hugone Bege, an-
d'averne ragionato precipuamente ne- no ab Incarnatìone Domini Jesu Chri-
gli Moneta Monete Pontifi-
articoli ^ sti 996, Salomone Papa. E ciò, non
cie^Medaglia, Medaglie Pontificie, e perchè allora alcun Pontefice avesse il

Denaro, oltre quelli che hanno corre- nome diSalomone, poiché negli anni
lazione colla numismatica. Tali arti- del i.° diploma (0 meglio 974 o 975),
coli interamente rannodandosi con que- i contendenti del Papato erano Bene-
sto, è indispensabile di tenerli presenti, dettoVII e Bonifacio FU
(del qual
ond' essere qui dispensalo da più estese conpiù diffusione riparlai nel vol.XCVil,
descrizioni, gli argomenti del tutto coca- p. 88 e seg.), e quelli del 1.° Gregorio
penetrandosi l'un con l'altro, anche dal F, e Giovanni Zr/( detto XFII). E
menzionare le molte opere numismati- perchè in tali deplorabili confusioni e
che in essi riportate. Trovo opportuno dubbiezze del vero Vicario di Cristo^
di riepilogare nel più interessante, con col nome di Salomone significato re-
fugacissimi cenni, onde intrecciarvi altre stasse, lasciarono scritto il Papebrochio
erudizieni necessarie, gli articoli Mone- e Antonio Pagi : Deum esse, cuj'us su-
tay Denaro e Monete Pontificie, altri- prema Sapìentia Ecclesiam regat, et A-
menti dovrei esporne le nozioni. Anzitut- postolicam Sedem conservet, sive ob a-
to io devo premettere un'altra intrinse- liam quanicumque causani ad huj'us-
ca avvertenza. Siccome in alcune storie modi formulam usurpandant induccn-
e documenti, nell'ultima 4-' paite del tem. E cosi il nome di Salomone fu usur-
secolo X, per la lagrimevole sua condi- pato per significare quello del vero Papa.
zione, trovasi il Papa designato col no- Ed eccomi ad entrare nell'argomento. La
me di Salomone, col quale però ninno moneta èun metalloconiatonella zecca. Il
si conosce, il che potrebbe nella numis- vocabolo deriva dalla zecca dove si conia-
matica pontifìcia produrre dubbiezze va nell'antica Roma, cioè nel memorato
credo opportuno di renderne ragione. tempio di Giunone Moneta, ov'eraao l'of-
M'istruisce il Berlendi, Dell' Obblazio- ficine metalliche per la coniazione delle
ni, p. 227, che il disordine generale del- monete: distrutto dalle vicende de'tem-
le cose si Sede apostolica,
estese alla pi, non ne rimane vestigio. Ne' Templi
occupata con violenza da intrusi ambi- si custodivano ancora il Tesoro e VEra-

ziosi di vita scorretta. Laonde il Baronio rio pubblico, e quelli di Roma nel Tem-
qualificò siffatti Papi : Sedis apostolicae pio di Saturno {V.), a cui si attribuì
invasores non Jpostolicos, sed Sposta- l'introduzione della moneta in Italia, e
ticos. Nel concorso di vari che l'occupa- n'erano custodi Questori e
i i Tribuni^ V.)
vano, essendo del tutto oscuro quale ve- nerarii, acciò la sagra moneta de'romani
ramente fosse il suo possessore legitti- fosse sotto la tutela del Nume. Al suo
mo, si trova ne' diplomi di que' tempi, fianco sorgeva tempio di Giunone. Dis-
il

particolarmente dell'Aquitania, volendo- si pure de' vocaboli Pecunia e Aes, sino-


si da' cancellieri unire l'anno de' re fran- nimi di moneta. Se la moneta e sua co-
chi con quello de'PonteficiRomani, che niazione sia derivata da Saturno re d'/-
venne dato a questi il nome di Salomo- taliay da' Toscani o da' Lidii. E perchè

ne j come saggiamente osservò Giovan- latinamente dicesi Nummus e Numisma,


ni Beslio nella Storia de' Conti di Poi- la moneta e la medaglia. Ne dichiarai il

tiers e de Duchi d' Aqui tanta, in cui si valore, l'uso, i singolari pregi. Ed a che

Ifgge: Datum mense junio regnante Lo- fu sostituita, argomento molle volle ri-
438 ZEC ZEC
parlato altrove, in uno alle materie clic anche pontificii, e dì quelli dati da'Papi
prima rappresenta vano moneta, e do-
la per Presbiterio (^'.), con digressioni sul
ve ciò tuttora si piatirà da vari popoli, fiorino d'oro, sul ducalo d'oro o di ca-
luassiice selvaggi. Che nel commercio viera, e altri ducati, come di T^enezia
delle cose, essendosi poi data la prefe- (^.), e loro impressioni. Siccome de'fio-
renza a' metalli preziosi, questi furono rini se ne fa menzione nella Tassa, pei
contrassegnati con bollo o marca per de- diplomi pontifìcii, in quell'articolo ne
terminarne il peso, cui successe la rego- riparlai, altro cenno essendo nel voi.
lare coniazione: talvolta per necessità fu LXXi V, p. 279. Dissi pure del gius del-
sostituita dal cuoio e altre materie, di la zecca e di batter moneta in Italia, con-
che anco uè' luoghi in cui ciò avvenne. cesso dagl'imperatori e da'Fapi, a città e
De'sislemi monetari; de' monetari falsi principi. Coll'aurea opera del Garampi,
e tosatori di moneta ; delle monete erose. de'denari battuti nelle zecche papali di
Di quanto vi venne e viene coniato, e Roma, Bologna e Avignone (^.). Di
perchè comunemente si esprime sulle quest'ultima ne riparlai nel contado /^e-
monete, oltre lo Stemma^ il Ritratto o naissino (^^), massime in fine, come al-
volto di chi le fa battere, o in onore di chi tro dominio della s. Sede. De' fabbrica-
si coniano. Noterò che uno degli ultimi tori de'denari falsi e loro tosatori, e delle
esempi l'offre il Giornale di Roma del severe pene contro di essi. De'3o denari
j853 a p. 790, per Leo-
lo sposalizio di pe'quali fu tradito il Sulvaloredel mondo,
poldo principe reale del l^elgio e duca di e degli scrittori che ne trattarono. Della
Erabaute, coll'arciduchessa Maria d'Au- moneta plateale, e di quella coniata per
stria. Co' loro ritratti, d' ordine del re le Paludi Pontine (/^.), io Roma nel fi-

Leopoldo padre dello sposo, si coniaro- nir del secolo ultimo. Ricordai nell'arti-
no nella zecca di Brusselles 20,000 mo- colo circa 12 opere pubblicate sui de-
nete da 5 franchi, ed un certo numero nari. Altro articolo lo consagrai al De-
da 5 centesimi. Dell'antichità delle mo- naro di s. Pietro {f •),ove pur dissi
nete, e perciò pe'popoli che pe'primi le parole sul denaro di Dio, e sul denaro
fecero battere: delle loro diverse specie Chrismales, eh' è quello della cristiani-
e nomi. Tra'romaui chi fu il 1/ a batter tà.A 'nostri giorni rinnovatasi da tutto
noneta di rame (altri la vogliono pre- l'universo l'oblazione al Padre e Mae-
ceduta da quelle di cuoio, come notai stro supremo de'fedeli, celebrai il com-
nel voi. LXXIV, p. 258 e altrove), cioè movente, mirabile ed edificante spettaco-
re Numa, donde provenne la voce Num- lo, qua e là ove potei. —
Neil' articolo
ìuus, quindi regolata da re Servio. Delle MonetePontificiEj rilevai la loro origine
monete d' Italia e di altre nazioni. Ter- e quella della zecca papale nell'alma Ro-
uiinai, dicendo del colore della moneta, ma, seniper Caput Mundi, coeva a quel-
e riportando il titolo di 33 opere che ne la della Sovranità della s. Sede e de' Pa-
trattano. — Nell'articolo Denaro, voca- pi j e dell'inerente diritto di zecca e di
bolo che in generale prende per qua-
si battervi monete. De' scismatici, eretici e
lunque sorte di Moneta, per una somma altri nemici della Chiesa che in vari tem-
di monete^ e pel nome d'una di esse, di pi osarono o combatterla o usurparne
vari valori a seconda de'luoghi. Come ia parte; confutando l'invenzioni, in favore
Koma primamente si battè moneta di degl'imperatori, e deprimenti l'assoluta
rame, e nel 485 sua fondazione d'ar-
di sovranità de'Papi. Quale e quanto sia il
gento. E col Muratori, Dlsserl. 28.", del- pregio dell' antichità e progresso della
le varie sorte di denari usati in Italia, numismatica poniificia, anche per ie Me-
loro differenti denominazioni e valoii; daglie Pontificie {F.)coa\ai[e nella slessa
ZEC Z K C 43^
zecca papale, ove si conserva una prezio* polo da* Papi nella loro Coronazione se-
sa e copiosissima collezione dì coDÌi(r^/- duli sulla Sedia detta stercoraria. II Ci-
bum di Roma, t. 24> P- 3o i , otiie il dise- nagli lo confutò, riconoscendole per ve-
gno d'una singoiar medaglia di metallo, re monete, ed osservando che la i.* Co-
grande quanto la moneta del testone, pub- ronazione de Papi, di cui si ha memo-
blicata colla sua biografia dal p. Giu- ria, è quella del posteriore S.Leone III
seppe Ranghiasci de' marchesi Branca- nel 795, e che il più antico esempio di
leoni, ed esprimente Papa Stefano X regalare il popolo, \l senato e altri in tal
» colla corona ducale sul capo, indi colla funzione, col Presbiterio (/^-), trovasi ia
mitra abbaziale, poi col cappello cardi- Valentino deir827; uso ^confermato da
naiizio, finalmente col triregno da Pa- s.Leone IV deir847, il quale fu il i."
pa ". La dice coniata o gettata, non di che nelI'S.^ dell'Assunzione distribuì mo-
recente data. Il volto è riprodotto ne'due nete effettive. Quanto alla famosa Se-
lati. In uno si presenta coi cappello, e dia (^.) stercoraria, il Cinagli crede non
capivoigendola apparisce la mitra; per- trovarsi menzionata prima di Celestino II
chè fu abbate dì Monte Cassino e cardi- del I 143. Conclude, che a' tempi di s.
nale. ^'el^ altro si presenta col triregno, Gregorio III del 731 e di s. Zaccaria
e capivoigendola apparisce la corona du- del 74i non sì conosce se nella corona-
cale ; perchè egli era de'duchì di Lorena, zione fosse stato introdotto l'uso di spar-
e fu fatto Papa
loS^. Questa data
nel gere monete al popolo, e quello della sedia
basta per qualificare la medaglia capric- stercoraria. Col Borgia, notai le città dello
ciosa, poiché tutti sanno, che il Cappello stato papale ch'ebbero la zecca. Ripetei,
Cardinalìzio eWje origine nel i ^45, e la con Ennio Quirino Visconti, che delle
3 corona alla Tiara fu aggiunta nel se- monete pontificie non ne fu scritto ab-
guente secolo, e si formò il Triregno.HdXì bastanza; e collo Scilla, non potersene
articoli giustificano le mìe asserzioni); formare completa stunu, perchè sempre
siccome interessante Roma e tutto mon- il sene trovano delle nuove, tanto fu il
do cattolico, ÌJrhiì et Ortis, non meno numero delie battute, e diedi un'idea di
glorioso pel Sommo Pontificato, per com- sua opera, nella quale ci conservò la no-

prendere monumenti autorevoli e irre- tiziacon descrizione di 2355 monete dei


fragabili, che fanno parte de' i^a^^j della Papi, e ne fu benemerito, poiché altri'
Chiesa. Narrai come il Muratori fu forse menti forse si sarebl>e perdala la cono-
il i." a ragionare delle primitive monete scenza d'una gran parte di esse. Feci pa-
pontificie, sebbene sempre ligio all'auto- rola delle diverse collezioni delle monete
rità con pregiudizio della piena
laica, papali, rilevando avere Muratori scritto
sovranità de' Papi, in che ebbe tra gli notìzie dì 53, cominciando da Adriano I
altri a seguace l'ingiusto Carli detrattore del 772. Pervenuta in proprietà del de-
della zecca papale, conculcando la storia gno romano cav. Andrea Belli 1' accre-
per passione, colla quale per q'»e' validi sciuta collezione del laudato Scilla, egli
difensori, veritieri storici e confutatori, con amore e dispendio l'aumentò e mi-
che celebrai, potei dichiarare che il Pa- gliorò, supplendovi pure con quelle che
pa s. Gregorio II, da cui cominciò la so- già possedeva, massime colle rarissime
vranità temporale della Chiesa Romana di s. Gregorio II, di s. Zaccaria del
verso il 726, fu il 1.° a battere moneta 741, 827, di Grego-
di P'alentino dell'

in Roma. 11 Carli dopo avere riconosciu- rio ir deir827,Anastasio III del


di

to per monete quelle di s. Gregorio ili 911,6 proseguendola colle monete co-
e di Zaccaria, poscia pretese ritenerle
s. niate sino alla nostra epoca ; rendendola

simboli segni che spargevansi al pò- cosi d' un merito inestiaiabile, per co-
44o z Ee ZEC
luinctare dalla proto-moneta eli 8. Gre tempo dell'insurrezione, finche la resti-
gorio 11, il 1° Papa divenuto sovrano tuirono, non mai rinunziarono, a Cle-
anche civile, mentre tutte 1' altre colle- mente III nel 1 188 coll'atto che recitai.

zioni cominciarono prima da Adriano I L'autore del libro discorso colla finta
e poi da s. Gregorio Ili. Divenuta la data dell' Aia, nel riportare quell'atto
collezione Belliniana veramente classica, non si accorse che fa vedere colle paro-
egli ne pubblicò il catalogo. Il perchè le : ad praesens Reddimus vohis Sena-
feci voli, ueir articolo di cui parlo, che tum, et Urbem, ac Monetarii, che non
l'acquistasse la Biblioteca Vaticana, in rinunziò al Papa, ma gliela restituì co-
sostituzione della predata in tempi lagri- me cosa toltagli per violenta usurpazio-
mevoli, ed ebbi la patria compiacenza di ne. Non riuscirà superfluo il ricordare,
poter dire ne'vol. L, 272,
p. LXXX Vili, che nel voi. XCIV, p. 274 e seg., esposi
p. 245, d'essersi appunto per la Biblio- l'opinione del march. MafFei, ed in parte
teca effettuato l' acquisto dalla muni- a' nostri giorni ripetuta dal eh. Carlo
ficenza del Papa Pio IX (non è da me- Troya (cioè nel modo riferito dalla Ci-
ravigliare, se la classica opera del Cina- viltà Cattolica, serie 4-'» *• io, p* 4^ ^
gli, di cui in fine, perchè pubblicata pri- seg. Origini della Sovranità tempora-
:

ma, non faccia parola dell'acquisto. Egli le de' Papi), intorno alla sovranità del
pelò non conobbe la moneta di s. Gre* Romano Impero, esercitata dal Senato
gorio II del cav. Belli, e tra le collezioni di Roma a mezzo della magistratura del'
non registrò la sua a p. ^62, sebbene co- V Imperatore j ed alla tramutazione del-
nobbe 5 sue monete rarissime, e dichia- la residenza imperiale a Bisanzio, sem-
rando di s. Gregorio III, la creduta di pre però restando Roma di pieno dirit-
Gregorio IV. Noterò pure, che il Cina- te la vera sede del Romano Impero (gio*
gli non ricordò alcuna moneta di s. Ste- va il ricordare pure, essere altrettanto
fano II detto III). JNotificai come il cen- avvenuto, come eccelso luogo della s. iSe-
surato, d' altronde dotto Carli, avea de Apostolica^quuado sette Papi fran-
preteso arbitrariamente, a modo suo, cesi ne trasportarono e fermarono la lo-

niente meno di fissate l'epoca della zecca ro residenza in Avignone), ed il suo se-
pontifìcia nel i 1 88 per cessione di quella nato rimanendo il vero e legittimo so-
del senato di Roma I E che di questo vrano dell'impero medesimo, e fonte rea-
fossero le monete anteriori attribuite ai le d'ogni podestà; il quale poi trasmise
Papi Che se poi il senato coniò monete,
1 al Papa la sovranità temporale dell'Ita-

o ciò fu in tempo d'insurrezione, o per lia Romana, di comun consenso col po-

concessione di privilegio pontificio, tol- polo nella spontanea dedizione. Poiché i


to e poi riaccordato come nel i4o4- Si Papi non mai fondarono la loro sovra-
legga il voi. LVIll, p. 268 e seg., oltre nità sopra la rivolta d'Italia contro 1'/-
il XLVI, p. 1 13 e seg. di cui discorro, saurico Leone III, ma bensì sopra la ne-
e si troverà la storia dal 1 i4i al i 188 cessità della salvezza pubblica, derivata
delle rivoluzioni di Roma, fomentale dal- dal totale abbandono politico in cui i

l' antesignano de' moderni nemici della greci imperatori aveano lasciate in balia
sovranità papale, Arnaldo da Brescia de' barbari l' Italiane provincie( come

( Z'.), eresiarca nemico acerri rao della Ren- provai nel voi. CU, p. 267 e seg); so-
dita ecclesiastica (^.), quindi riprovato pra le quali e su Roma, Papi da se-
i

anco nel voi. LXVH, p. Sog e altrove. coli avevano acquistato grandissimi me-
Fu allora che gli aroaldisti romani in* riti, ed esercitata grandissima autorità

vasero pure la zecca papale, coniarono anco neir ordine temporale, per essere
monete e le proseguirono per tutto il sempre stati l'unico sostegno nelle puh-
ZEC ZEC 441
Lliche calamità. Che se del senato roma- intese accennare colle parole Monetani
no, dopo le tieraende stragi e l'emigra- Rornanam) ; ed inoltre ordinò la con-
zioni avvenute specialmeute per la guer- ferma del decretato nel concilio Tricas-
ra gotica, UGO eravi rimasta quasi più sino deir878, ossia di Troyes da lui pre-
orma, onde discrepanti sono gli storici sieduto, scomunicando nemici della s.ì

Del riferire, che o del tutto perì o nea- Sede. Papa Gregorio F
nel gg6 conces-
vaozò alcune reliquie, lequali poi raccoU se all'arcivescovo di Ravenna Gerberto
tesi e cresciute continuarono, se non nella la zecca e di battervi moneta, rimarcan-
polenza,DelDOffledelsenatoantico; adun- do che se i Papi concedevano ìI/m? del-
que con s. Gregorio II cominciò in Roma la zecca, è incontrastabile prova che oc
]a zecca papale, provandolo quegli scrit- esercitavano eglino stessi il diritto, e con
toriche ricordai nell'articolo summento- autorità di comunicarlo agli altri. Inu-
fato. Cosi pure coniò moneta l'immediato tilmente Muratori s'affaticò far credere
S.Gregorio IH del ySr. Spiegai, perchè alteralo o finto documento. Innocen-
il

talvolta i Papi permisero che nel rove- zo III creò il Re


Bulgaria, di che an-
di
scio delle monete pontificie eziandio si co nell'articolo Valaccbia, e gli concesse
coniasse il nome o l'immagine deW Im- la zecca con facoltà di battere moneta.

peratore, non mai quale alto Sovrano Publicam in Regno tuo cudendi Mo-
(A^.) del sagro principato, ma spontanea- netani tuo characlere insignitani, libe-
mente per onorare il protettore e difenso- rain tibi concedimus facuUatem. Il Bor-
re della Chiesa, Advocatiis s. Petrì, poi- gia citato nel t. 3, p. i53 e igS, narra
ché prima e dopo se ne coniarono affatto aver Gregorio IX nel 1229, dominando
senza. Dichiarai ancora perchè alcune Sessa e Gaeta, concesso loro l'esenzioni
volle nelle monete fu collocato s. Pietro e privilegi che godevano Anagni e le al-
[r.) alla sinistra di Paolo (F.), sema
s. tre città della Campania, dichiarandole
pregiudizio di sua dignità suprema (Al- dominio della s. Sede. Di più accordò al
cuni pretesero che i Papi avessero il di- popolo di Gaeta di coniar moneta d'ar-
ritto di zecca, ossia lamoneta, cumula* gento, ubi ex una p.zrfe imago capilis
tivamentecon l'imperatore de'romanì e B. Petri cum subscriplione civitalis ve-
re d'Italia laonde l'effigie e la leggen-
; strae, ex alia vero in medio Papae, et

da dell'uno era scolpita nel diritto, e in circulo superscriptio nostri noniinis


quella dell' altro nel rovescio delle mo- habeantur. Quest'atto è così espressivo
nete. Scrisse Anastasio Bibliotecario, che di sovranità, che il Muratori nella Dis-
Carlo Magno con Adriano I, ecoìì altri sero 69.* dà alcune lettere di Onorio IH
imperatori franchi, tennero la mano de- del 12 18, colle quali confermò a Sava-
stra del Papa, per osservarsi in Roma le rico de Maloleone il privilegio di coniar
consuetudini bizantine, derivale dalle o moneta, concedutogli da Giovanni re di
rientali, in cui la mano destra era io mi- Inghilterra, con obbligo di dover dare
nor conto della sinistra, come ripetuta- io ogni anno una marca d'oro alla ca-
mente constatai, ragionando del modo mera apostolica ad indicium huj'uf a
come furono espresse le effigie de' ss. Sede Apostolica con/ir mationis obten-
Pietro (f^.) e Paolo). Rilevai, che Gio- tae. Il che prova il supremo dominio,

vanni FUInel concilio di Ravenna che io que'tempi esercitavano Papi nel- i

dell' anno 877 fece proibire solenne- r Inghilterra, perchè dessa era uno di
mente, che oiuno ardisse occupare la que' Stati e Regni tributari della s.
zecca papale di Roma (osservando il Sede, pel riferito in quell'articolo. An-
Borgia, nelle Memorie storiche di Be- zi noterò col Vitale, che nella Storia

nevento, t, 2, p. 283, che quella zecca diplomatica de Senatori di Roma, trai-


442 z E e ZEC
ta della luouela del senato , che nel primunlur. Ed eccone i molivi. Sane
1282 volendo il vicario del seoatoce re cuni experientia coinpertiini sii in non-
Ch'Io 1 d' Atigiò iutrodurie una uuova nulli s locis Status Ecclesiastici, in qui-
niooela, Papa Martino IV con lettera bus officia Zecchar uni suntperniissu Ro-
che oifre, disapprovando tal novità, gli ììianoruin Ponlificuin praedecessoruiii
prescrisse di non farla coniare, e se co- nostrorwn instituta, nwnetam minus le-

niata, di non farle dfue alcun corso. Ag- galeiìi, ncc ejus bonitalis, et lagne, qui-
giungerò ancora col Zannetti, DdlaZec- bus esse deberent, iinpressain, ciisani'
ca Rim illese. Papa Pio II con bolla dei qiiefuisse, eamque per Statuai nostrum

jy gennaio i463 vietò ogni coniazione Ecclesìasticwn disseniinatani non pa-


di monete nelle terre ecclesiastiche a chi rum datnnif et incomodi subditis nostris
non avesse riportato da lui una speciale atiulisse, cum nos post conipertani hu-
permissione; divieto che fu dopo 3 anni jusinodi monctae falsilateiìiy ejus uswii
rinnovato dal successore Paolo 11, senza prò/libere coactifuerinius. Urbano Vili
che fosse poi da quell'epoca ricoDceduta net 1627 sottopose gli ecclesiastici alle
la zecca a'Malalesta. Tornando all' arti- pene contro falsificatori e tosatori del-
i

colo che vado spigolando, ragionai an- le monete. Benedetto XIV nel 1756 de-

cora di vane rinnovazioni di monete cretò contro i chierici la pena di morte


fatte da' Papi, come da Giulio //del imposta a' laici, sulla falsificazione delle

i5o3, e dal pontificato suo in poi, da cedole o carte monetate del Monte di
cui derivarono ìgiu/ii, dicendo ancora da Pietà e del banco dell' Ospedale di s.

chi erano provenuti i carlini papali; da Spirilo di Roma. E qui riprodurrò col-
Paolo III del 1 534 originando paoli j i l'avv. Armellini l'origine della Carla-
e col Garauipi, Saggi di osservazioni moneta^ cioè quanto ne disse nella Dis-
sul valore dtlV auliche monete pontifi- seri. : De mensis quaruni literae oh fi-

cie (preziosa e rara opera di cui anco nel dem pnblicam pecuniae numeratae vice
voi. LXXiV, p. 263, vendicandola da funguutur, p. 33. Quam vocant carta-
un enorme plagio, in moda eziandio ai moneta j'am saeculo XIII ad exituni
nostri giorni, come si fa comodamente properante inter Sìnenseni invectam
di questo mio Dizionario), diedi con- fuisse constai a Koblai nepote celeber-
tezza delle nominate monete e ì\ìì grossi rimi Gengis Khan, priiiceps seu Khan
ch'ebbero vari non»i. Papa s. Pio V del persarum consobrini exeinplum sectaius
i566 decretò la pena capitale a' falsifi- full. Vlerque ob turbas et mala quae
catori e tosatori delle monete. Sotto Si- exinde projluxerunt, eamdeni abroga-
sto V del 1 585 eranvi nelle piazze i ban» re necesse habuit. In Europa antiquior
cherotti, cambia monete, già formali io carta-moneta locum habuit in mensa, àX
sodalizio (Erano Banchieri, e ne parlai s. Giorgio in Genova, quae anno i^o<j

nel voi. LXXXIV, p. 72, in uno alle erectafuerat. Per l'assaggio della pasta
lettere di cambio e a'fallimeiiti. Gli anti- delle monete, sotto Benedetto XIV e al-
chi nummolari aveauo una perfetta con- tri Papi, furono coniate Medaglie nella
formità co'banchieri. Clemente Vili del Ex Proba-
zecca papale coll'epigrafi :

i5g2 scomunicò il marchese di Casti- tae Monetae Segmenlis: Fides Publi-


glione Gonzaga, per aver coniato mone- ca. —Ex Collectis Fragmentis : As-
ta papale, e perì infelicemente. Qui va saggium Generale. Il nominato Bene-
ricordalo il suo breve. Paterna nostra^ detto XIV nel 1749 affidò la soprinten-
dell' li luglio 1595, Bull. Rolli., t. 5, denza della zecca pontificia di Roma a
par. 2: Offìcinae omnes Monetariae Sta- Giacomo Mazio; cui successe il figlio
tus Ecclesiastici , Romana excepia, siip- Francesco nel i79i> ed a quest'ultimo
ZEC Z E C 443
Gregorio XVI die'in coadiutore il di lui rino, Spoleto, Tivoli, To leu tino, Fiier-
figlio cav. Giuseppe, che tuttora con be- bo. Al pontificato di Pio VI si deve il co-
iieinereDza uè fuuge il geloso e delicato minciamenlo della raccolta de'conii delle
udlzio. Così l'iliuslre famiglia
Mazio io Medaglie pontificie nella zecca di Ro-
roana, senza ioterruzioue esercita Tono ma, la quale principia da Martino V del
revole uflizio della direziotie delle zec- i4i7-E antico e lodevole costume dei
che pontificie da oltre 1 12 anni. Egli è colti e ben sistemati governi il tenere nel-
questo un elogio, che uou ha bisogno di la principale zecca de' loro stali un ga»
commenti. Di Francesco e dei cav. Giu- binetto particolare delle medaglie e dei
seppe avrò occasione di parlarne più vol- conii iuqualunque tempo incisi per or-
le. Non solamente nell'articolo in argo- dine e servigio sovrano. Questa raccolta
mento, ma iu qùe'di Roma e Tesorie gelosamente custodita, olire all'essere di
re generale raccontai le provvidenze di decoro e profìtto a' governi medesimi,
Pio VI prese nel 1785 sulle cedole, de- torna sommameute u'.ile alla storia, a
plorando successivi disordu)i, oude fu
i cui colla serie de' memorabili fatti che
pubblicata la tariffa delie monete. Per rappresenta, serve bene spes^so di lume e
le Paludi Ponline^ si coniò la moneta di prova. Il poaliGcio governo sebbene
detta perciò paludella. Dissi che fece tanto benemerito d'ogni maniera di stu-
battere moneta plateale ed erosa, forma- di e di belle arti,non avea pensato a for-
la d'argento e rame. Per le sciagure dei mare Imperocché era in*
tale gabinetto.
tempi, in tanti luoghi compiante, perla valso l'uso di lasciare agl'incisori came-
difesa del minacciato stato pontifìcio dai rali (di quelli delle monete che in esse
repubblicani francesi, pel fatale armisti- scolpirono loro nomi, dal pontificato
i

zio di Bologna e per la disastrusa pace d'Urbano VIII inclusivamente a quello


imposta a Tolentino ( A^.), ripetutamea- di Clemente XI, un bel numero olFre lo
te Pio VI ordinò requisizioni coattive Scilla a p. 385, Delle Monete pontifi-
d'ori e d'argenti da portarsi alla zecca, cie) la proprietà de'conii, e quindi anco
per essere convertiti iu moneta o io ver* la facoltà privativa della couiazione dei
ghe, oltre le requisizioni delle gioie, ben- pontifìcii numismi. Tale sistema di piìi
ché queste e metalli sottoposti a fide-
i secoli cessò sotto Pio VI, quando saggia-
commisso, tanto de' particolari, quanto mente ordinò l'acquisto per la zecca di
delle chiese, de' regolari de' due sessi, e Roma di 355 conii di pontificie meda-
de'luoghi pii, sì di Roma e sì delle pro- glie posseduti dalla famiglia Hamerani,
vince; e se prima furono eccettuati i vasi celebre pe'valenti incisori in metallo che
sagli, poi la necessità li fece includere. avea prodotti, da Martino V a Innocen-
Tutto ricevette il governo, iu contrac- zo XI; i quali conii uniti agli altri incisi
cambio delle set editate cedole o di rio- dagli Hamerani per servigio de'Pupi suc-
vestimenti colla camera apostolica, coi- cessori, formavano una serie considere-
r annuo frutto del 5 per 100. Ebbero vole di 748 conii. Dopo avere Fio VI
luogo pure de'prestiti per sopperire alla arricchito così la zecca romana, e per de-
penuria della moneta, provvidenza de* coro della s. Sede impedita la vendita
lusa dall'avidità de'utonopolisti, onde nel della raccolta all' estero, stabilì provvi-
I 797 furono aperte altre i\ zecche nel- damente che i conii tutti di medaglie da
lo stato per battere moneta di rame ero- incidersi io appresso, dovessero dagl'in-
sa, discorse ne'loro luoghi, cioè ^ncon^, cisori camerali consegnarsi alla zecca me-
Ascoli, Bologna, Civitavecchia, Fano, desima, onde aggiunti alla collezione Ha-
Fermo , Foligno^ Gubbio, Macerata, merani potessero compensare ciò ch'e-
Maidica^ Montalto, Pergola, Sanstvc jasi ommessu uè' tempi aalecedeuti. Ma
444 z E c ZEC
è da tornare all' articolo delle Monete. fiere mg.' Cristaldi, e al direttore della
Pio VII nel fìne del 1801 pel cardinal zecca, di cui è il proemio interessante ed
Doria pro-camerlengo fece pubblicare erudito, nel quale si dà ampia contezza

l'equilibrio del sistema monetario, con di quanto è relativo alla singolare serie
editto riportato nel Diario di Roma del degli stessi conii. Vengono quindi due ta-

1802, co' D. io5 e 106; egregiamente vole de'prezzi, una generate per ogni nu-
effettuato dal Tesoriere generale (/^.) misma a seconda de' rispettivi diametri,
mg/ Lanle, la cui notifìcazione e editto l'altra particolare di alcune medaglie più
principali si leggono oe' n. 107 e i85 pregevoli e rare. Segue poi un'esatta de-
di detto Diario. Aggiungerò, che tro- scrizione del diritto e rovescio di ciascun
vandosi la serie de'conìi delle medaglie numisma sotto ogni pontificato, e bene
pontificie collocata da Pio VI nella ro- spesso aggiungonsi opportuni cenni e il-

ir>ana zecca, sebbene aumentata co'suc- lustrazioni. L'artista, l'antiquario e l'e-


cessivi; tuttavia alquanto incompleta e rudito ci trovano alile, grato e abbon-
mancante di conii di vari pontificati, dante pascolo, e l'ho sperimen-
io stesso
altri bisognosi di restauro, e di conve- tato nel giovarmene largamente in que-
niente locale, mosse lo zelo del direttore sta mia opera, come da per tutto notai
della zecca Francesco Mazio ( fratello con riconoscenza verso la fonte. Ripren-
dell'ottimo cardinale di tal cognome), a dendo il filo dell'articolo Monete, di cui
presentare un opportuno piano. 11 teso- mi occupo, celebrai le benemerenze per
riere mg/ Cristaldi^ poi cardinale, pel esse e per la zecca pontificia, di Grego-
pel vivo impegno che l'animava per l'o- rio XVI, pel tanto applaudito e bel si-
nore e il vantaggio del principato della stema monetario decimale da lui intro-
8. Sede, approvato nel 1822 il piano, dotto, e per aver coniato in abbondanza
con l'autorità di Pio VII si accinse al- eccellenti monete d' ogni specie,dando
l' esecuzione. Quindi si fecero diligenti origine alle Gregorine d'oro di 3 specie.
ricerche presso i privati, onde procac- Diedi un suolo del chirografo da lui e-
ciare alla serie i conii mancanti, con fe- roanato per le zecche di Roma e dì Bo-
licissimo esilo. Dappoiché si acquistarono logna nel i835, e diretto a mg." Tosti
dalla biblioteca Barberini 1 gS conii pon- tesoriere generale poi cardinale (ora pos-
tificii, ed 1 1 dagli eredi del rinomato in- so dire pubblicato, anche dal Bull. Rom.
cisore Mercandetti. In tal guisa, piena- cont., t. 19, p. 68 r: Introductio novo-
mente completata la serie, e restaurati i rum Nunimorum in dictione Pontificia.
conii che lo esigevano, si coniarono pa- Segue Tariffa delle Monete di oro^
la

recchie medaglie, e fu stabilito un con- di argento e di rame circoland nello


veniente gabinetto numismatico. In que- Stalo Pontificio. Le incisioni delle mo-
ste operazioni, il direttore Mazio, nelle nete di Gregorio XVI, battute dopo la
molte cure, fu ben assistito dall' intelli- sua disposizione, si trovano aggiunte al-
gente maestro di zecca Andrea Cestelli. la : Tariffa universale figurala delle
IN'el 1823 divenuto Papa Leone XII, sot- Monete antiche e moderne, d' oro e dì
to ì suoi auspicii si apri il detto gabinetto argentOy con il loro relativo peso e va-
colle raccolte de'conii e de'numismi nel luta, ricevute in commercio.
come sono
1824, e si pubblicò colle slampe came- Raccolta dall' incisore Stanislao Mo-
rali il ragionato catalogo, col titolo di relli e compagno^ Roma i833). Ricor-
Serie de Conii di Medaglie pontificie da dai,che neir articolo Camerlengo di s.
Martino Va tulio il pontificato di Pio Romana Chiesa, descrissi il privilegio
FU. Il tutto annunciò il n. 27 del Dia- che gode nella Sede apostolica Vacan-
rio di Roma del 1824^ con lodi al leso- te (f^.), di battere nella zecca pontificia
ZEC ZEC 445
monete d'oro, d'argenlo e di rame (nolai Dominicis, Repertorio Numismatico, Na-
l'unico esempio del camerlengo cardinal poli 1826. Avellino, Opuscoli riguar-
Armellini, che vivente Adriano VI, coniò danti la Numismatica, Napoli 1826.
in Roma moneta, cioè un grosso, colla Mionnet, De la rareté et du prix des
figura di s. Pietro e la sua ai me, da una Médadles Romaines, Paris 1827. Fusco,
parte, e dall'altra lo slemma e il nome Memoria intorno ad alcune monete d^A-
di Adriano VI j ma forse ciò avvenne malfì, Napoli i846: Memoria intorno
prima che il Papa da Fiuorìa di Spa- ad alcune monete Aragonesi, Napoli
gna, ove si trovava quando in Roma fu 1846: Ragionamento intorno alle zec-
eletto a'9 gennaio i522, si recasse nella che e monete del reame di Napoli, ivi
sede, in cui giunse a'29 agosto, e fors'an- 1846. Giulio Corderò San Quintino,
co per la penuria di moneta in cui tro- Della Zecca e delle monete degli anti-
vavasi l'erario per la guerra sostenuta chi Marchesi della Toscana, Ragio-
dal predecessore Leone X e per l'ecces* namento. Le monete de'Papi descritte
si va splendidezza di questi), oltre le Me- in tavole sinottiche, opera del d.' An-
daglie pel Conclave, nel quale articolo gelo Cinagli, Fermo 1848 con tavole.
riportai quegli altri che ne godono il pri- D. A. G. con bell'articolo ne die'coolez-
vilegio, inciusivamenle al tesoriere gene- za nella Cronaca di Milano de' 3o ot«
rale, egualmente battute nella romana tobie i856. Esso è intitolato: Le mo-
zecca. Ed è bene qui avvertire d' aver nete de'Papi, descritte in tavole sinotti-
parlato a suo luogo, che in sede vacante, che dal dJ A. Cinagli, ed altra di lui
appena cominciata, si fa il rincontro e la opera già preparata e rimasta inedì'
chiusura de'conii e punzoni esistenti nel- la per {avvenuta di lui morte. Ne offre
le zecche pontificie si di Roma e si di un cenno biografico, ne dichiara le be-
Bologna, delle monete coniate nelle due nemerenze colla numismatica, per aver-
città. Finalmente descrissi diverse mo- ci dato l'opera la piti completa e la rac-

nete de'cardìnali camerlenghi, non meno colta piti ei udita delle monete papali.
accennando quelle battute nelle zecche Quanto all'aggiunta che si proponeva,
dello stato da' cardinali legati e prelati ne affidò la compilazione ali' avv. Gae-
presidi delle provincie e città, che nomi- tano De Minìcis, già chiaro per pregiati
nai, ed anche da' vescovi rispettivi, col lavori numismatici. L'angustia di queste
proprio nome e stemma ; per ultimo fa- colonne, non senza pena m'impedisce
cendo parola de' baiocchi e baìocchelle, dirne di più. Numismatica o sia Dichia-
del vocabolo testone, del quattrino e al- razione delle monete antiche memorale
tre monete, riportando i titoli di varie nelle s. Scritture, di d. Celestino Ca-
opere nummarie. Altre sono le seguenti. vedoni, Modena i85o con tavole. Del
Paciaudi, Osservazioni sopra alcune sin- valore della moneta secondo i princi-

golari e strane medaglie, ^aipoVi 1748. pii comparati del diritto romano puh-
Della Moneta, ìiapoVì 1750. Giacomo blìco e privato, della giurisprudenza
Acami, Dell' origine ed antichità della e della moderna economia : Memoria
Zecca Pontificia, Roma 1752. Zacca> scritta dall' avv. Borgatti, Bologna 1 858.
ria, Istituzione antiquario- numismati- In questo la Civiltà Cattolica pubblicò
ca, Roma 1772. ìiìa^nani. Miscellanea il dotto articolo : La Moneta. E nella se-

Numismatica, Roma 1772. Domenico rie 4-*> *• IO, p. 100, rese erudita con-
St%Wìì\,Monete Armene, Livorno 1790. tezza : Della vita e delle opere di Bar-
Delle altre sue opere ragiona V Elo- tolomeo Borghesi, Savignano, e per
di

gio di Domenico Sestinijiorentino, del 4o anni abitatole nella repubblica di s.


cav, Tullio Monaldi, Roma i835. De Marino. Quel dottissimo fu uno de'più
446 Z E C ZE C
grandi ingegni che mai illustrassero l'ar- ministrazione dello stolto pontifìcio e de-
cheologia, e nelle discipline epigrafica, gli affari economici. Col presiedere alla
uumisnialica e cronologica, e nel magi- camera apostolica, ed a' prelati Chierici
stero di tali scienze fu in vita maestro a' di Camera (/^.), avea eziandio la cura
maestri. e la soprintendenza alla zecca e alla bat-
I diversi sistemi di governo e le varie titura delle monete. Questa ingerenza
combinazioni degli all'ari, per le vicende diventò più immediata quando neli32'2
de'teojpi, hanno il più delle volte con- Giovanni XXI l introdusse quella d'oro
tribuito al l'introduzionee allo stabilimen- in Avignone, ove risiedeva, pel narrato
to di nuovi magistrali, ed anche n'è de- nel voi. VII, p. 62 e 63. Già il camer-
rivata la necessità di dividere in varie lengo , per essere talora insignito della
persone un uflizio, che da principio si so- dignità episcopale, con pontificia licenza
steneva da un solo ; quindi ne! giro de'se- avea cominciato nel precedente secolo a
coli si ritornò all' unità concentrata nel prevalersi dell'opera de'chierici di came-
magistrato che derivò da principio. Tan- ra che assistevano il palazzo apostolico
to in parte avvenne nella zecca pontifi- per le cose del Fisco e del Tesoro E-
cia. Ne'primi teujpi della Chiesa, prima- rario Pontificio^ ed uno di loro col tito-

rio ulTiziale della s. Sede e soprintenden- lo di Tesoriere: disimpegnavano par-


te al Patriarchio Lateranense era il /^i- ticolariincLimbenze per lacura della ro-
ce-Domino (^'.). Ad esso successe \'
Ar- ba e delle rendite papali, e negli antichi
cidiacono della Chiesa Romano o Prio- capitoli delle zecche trova usi un chieri-
re (F.) de''cardinali diaconi , triumviro co dì camera deputato dal camerlengo
nella Sede apostolica vacante (quel trium- a presiedere alle operazioni inerenti. Cos'i
virato ora è rappresentato da 3 cardi- verso il 1 322 cominciò stabilmente il pre-
nali capi degli ordmi de' ^ejcoi'i Suhur- lato tesoriere, e con attribuzioni sulla mo-
bicarii, òq Preti e de Diaconi). Il VeHa- neta di cui l'erario è il custode. Ne'primi
rario della s. Romana Chiesa (f^.) am- tempi il prelato fu dipendente dal ca-
ministrava le rendite della Chiesa roma- merlengo, che presiedeva chierici di ca- i

na e custodiva il Vestiario Ponli/icioy mera, poi come altri ufiiziali istituiti a


ove erano le vesti e gli ornamenti preziosi coadiuvarlo, si rese da lui indipendente.
del Papa. All' Arcarlo della s. Sede 3 Altrettanto avvenne al prelato F^iceCa*
poi Tesoriere Generale della Rever. merlengo, che qual luogotenente del ca-
Camera apostolica (^.), primario u(fi- merlengato sin dal secolo XIII, talvolta
ziale del s.Palazzo apostolico Laiera- ebbe parte nelle operazioni della zecca ,
nense, spettava
la custodia del denaro. Il massime per assenza e impotenza del ca-
Vestiario fu chiamato anche Camera merlengo, e nel secolo congiunse la XV
Domini Papae , e Camera Apostolica carica di Governatore di Roma. Tra'
(A.), quindi alla persona che la custodi- chierici di camera che divennero presi-
ta fu dato il nome di Camerario , Ca- denti di uffizi , vi fu quello delle zecche
merlengo, in vece di vestarario. Mentre e degli uffizi del bollo degli ori e argen-
il cardinal arcidiacono per la sua poten- ti, e degli orefici e argentieri dello stato
M diveniva alquanto molesto a'Papi, il pontificio (de'quali e de' metalli prezio-
camerlengo cresceva in autorità, ed a- si da loro lavorati , ragionai nel voi.
bolita nelioyS la dignità d'arcidiacono, LXXXIV, lyoe seg., in uno alle loro
p.
ad essa successe col grado di cardinale, leggi e statuti). Che giàesisteva una con-
perciò divenne il primario ministro: si gregazione cardinalizia per le zecche nel
cumularono in lui la somma degli affari, 1 646, lo dissi colla Relazione della Corte

e successivamente ebbe l'universale am- di Roma delcav. Lunadoro stampata in


ZEC Z E iV
447
quell'anno, cioè nel voi. X VF, p. 1 5 r , ac- stris, cuitodibusy praepo^iti< ,
proba-
ciò le monete si potessero spendere uello toribus, incisoribuSf sparatoribus, tra-
stato di s. Chiesa, e si adunava al biso- ctatoribus auri, argentive^ minerariis
gno in casa del cardinale capo della me- arenarum auri , aurificibus , celntO'
desima. Il Cohellio, Notitia Cardmala- ribus et aliis negociantibus circa mo-
,

de Romanae Aiilae Offìcialibus^


ius, et netani commissis^ cognoscit ac de li- ,

stampata neh 653, cap. 47: De Came- tibux, et controversiis eorum in praeven-
rae ApostoUcae C/^t/c/*-, dice compren- tione causantm cuni gubernatore Urbis^
dere il cliierico Ponlifìcalis Aerarli Cu- aliis q uè j udicibus Romanae Curiae con-
stos , e tra le loro giurisdizioni esservi currit.Ut autem horum delictorum a-
quella della Zeccha, de pecunia cuden- nimadversio juxta praescrìptas leges
da. Indi tratta
nel cap. 48 Oe Zecca- :
fiat sciendum est,triainomni numisma-
rum Praeside, Praeses Zeccar uni di- ^ te consideranda j primo materia publi-
cendolo succeduto a' yr/Mmv'irorMoi Mo- ce electa cuni cerio pondere j secando
netalium. Ragionato sulla moneta , de' character quo insignitur seu notatur ,
,

suoi falsificatori , di sua origine, di sua forma publica ; terlio valor, seu fiin-
materia e di altre relative nozioni, de- clio decreta, ad tradita per Paulum /. C.
scrive come segue le preminenze e facol- in quibus omnibus quid decreluni a su-
tà del preiato presidente delle zecche. perioribus, quove in usu sint, qui num-
Hujus praesidis notio est, expendere, ve- mis utantur inspicimus. Il Vettori, //F/o-

rum nummi publice percussi legem mi- rino d! oro, pubblicato neliySS, m' io-
xtionis, vel puriiatis habeant , itant si Iruisce dell'esistenza del presidente della
minus hahere fuerint invcnliy eorum u- zecca nel precedenlesecoloXVI, poiché ri-
sus prohibeatur , prout annis proxinie ferisce,chea'chierici dicamera appartene-
elapsis de quadam moneta
argentea , va buona amministrazione della zecca
la
quani julios vocanl Avenonienses^pe.r- di Roma,commentando un atto deli 549»
CHssay successive de aliis,cum fusti pou' in cui dopo il cardinal camerlengo sono
deris, et bonitatis non essent,fictumfuis- nominati rag/ Poggi tesoriere apostolico
se vidinius. Antequam mngistri mone- generale, Julius Gonzaga, et caeteri ca-
tales nummos cudant, sub praeposito- merae apostolici clerici , et praesiden-
rum monetalium (Assaggiatori si chia- tes dederunt, et concesserunt Hierony-
mano in Roma) et acluarii testimonio e- mo Ceuli pisano Zeccham Almae. .

siguum frustum maleriae vel metalli^ , Urbis ilUusque exercilium ad septeni


,

ex quo fabricanda est moneta, inpixi- annos prnxime futurusipsunique d.Hie-


dibus ponunf, ut probalio fìat. Perqui- ronymo Zecchae dictae Urbis Magislrum
rit eliam praeses hic diligenier, et emeu' Zeccherium prò dicto septenniofecerunt^
dat , si quid aurijices , tractores auri crearunt, constituernnt, et deputarunt^
nunimularii , argentarii seu mensarii, , etdiclusd. Hieronymus convenit, et prò-
collibistaeyVel alìi, qui metalla tractant, misit eisdem camera Lbus, quod ipse cu-
in fraudeni legis monelae praescriptae del, seu cudi faciet Jlorenos auri de ca-
admittanl, siradant,autminuant epon- mera juxta ligam auri ducatorunt pa-
dere, tu vide omnino rescriptum Con- palium. Quindi nel riportare un bando
slantini impèratoris. Insuper jus dicit del 1596 sopra il vero valore degli scudi
de omnibus monelis papalibus^ tam in d'oro e doppie, del cardinal Gaetani ca-
Urbe, quam alibi in Ecclesiastica di- merlengo, si legge. »• Item si comanda e«
ctione cusis, et aliorum quoque princi- spressamente Zecchiero di Sua Santi-
al

pum, si de bonitate, et valore duhitetur, tà, ch'è al presente e che sarà prò lem-
nummos prohibel. De delictis a magi- pore, che sotto pena di scudi 5oo d'oro
448 ZE e ZEC
tìebbaogni4 ""es' fa'^ inlendere a monsi- l'anno pubblicò l'opera. I successori si

gnore Rev.° Presidente della zecca prò ponno vedere nelle iVo^/z/e di Roma. A.v-

tempore^ che debba intervenire alli Saggi verte quel raonelografo, che i presidenti
che si dovranno fare di tutti i suddetti della zecca, in moltissime monete grandi
scudi e doppie, come dell'altre che qui Irascurarnno l'uso di fare scolpire in pic-
non sono nominate inferiori allesopran* colo la loro arme, e nelle piccole per l'an-
nominate". Siapprendedallo Scilla, Del- gustia del sito mai l'introdussero. Si ve-
le Monete pontificie, p. 38 r, l'introdu- de talvolta unito l'anno, io cui era pre-
zione dell'uso del presidente della zecca sidente un prelato, ^oll'armetta dell'aa-
di Roma, di mettere 1' arme sua nelle tecessore, e ciò per. errore de'zecchieri,
monete pontifìcie. Presidenti della Zec- che si vollero servire di quel conio, sen-
ca. Quali monete hanno battute con la za curare l'inconveniente. La carica di
loro arme ed in che tempo. I presidenti presidente, a suo tempo, era annuale e
della zecca costumavano dì far scolpire la spesso veniva confermata per piì^ anni.
loro arme in piccolo, e il i
." fu mg.' Gio- Mancando prima di compiere l'anno uà
vanni Battista Costaguti y
poi cardinale, presidente, ne sosteneva le veci il deca-
il quale neli67i fece scolpirla nella pia- no de'chierici di camera, sino all'elezio-
stra di Clemente X, e in quella e nel giù* ne del nuovo. Noterò che nell'anno 18.°
lio del 1672: fu di nuovo presidente nel del pontificato di Pio VII, i presidenti
1 67 5 e fece battere colla sua arme 2 va- della zecca cessarono di scolpire l'aroiel-
rie piastre, 4 vari testoni e 2 diversi giulii, ta loro nelle monete. Trovo nella descri-
oltre 2 testoni senz'anno. Indi riporta le zione del Possesso di Clemente X nel
moneleconiate, anche d'oro,sotto il presi- 1
670, che nell'oblazione da lui falla sul-

dente Raggi col suostemma,oe'pontificati l'altare Lateranense, con borsa come un


di Clemente X e Innocenzo XI sotto il : presbiterio : quam
bursani oblulit cleri-
presidente Giuseppe Renato Imperiali^ cus camerae apost. SaU'ialus Praescs,
poi cardinale, in tempo di Clemente X, ut dicitur della Zecca, indutus cappa.
,

ed altres"] in quello di sua sede vacante Però, tranne forse qualche altro caso,
nel 1676, cioè la piastra, il testone e il sempre tesorieri somministrarono a'Pa-
i

giulio : così sotto il presidente Corsi- pi io tale occasione la borsa. Nel 1774 «i

ni (poi tesoriere, cardinale e Papa Cle- stampò in Roma : Lo stato presente o


mente XII) nella sede vacante 69 1 Di- 1 . Relazione della Corte dì Roma del cav.
ce pure delle monete co' loro stemmi LunadorOf accresciuta dal Zaccaria.
de'successivi presidenti Carlo Bichi, poi Nel t. 2, p. 274 Del Presidente della
:

cardinale, e d'Aste nel 1680, dal quale Zecca^ dette cose qui sopra già discor-
anno fìno al 1689 ^" trascurato da'pre- se, si legge. Luogo tempo ebbe cura del-

sidenti di fare scolpire nelle monete la la pontificia zecca il Senato Romano, fin-

loro arme, il d' Aste però lo fece nella ché piacque a'Papi di trasferirne la so-
sede vacante 1689 e sotto Alessandro printendenza ad uno de'chierici di came-
Vili, InnocenzoXII eClementeXI, gran ra » il quale però dipender suole d'ordi-
quantità di moneta essendosi battuta a nario dal cardinal camerlengo di s. Chie-
suo tempo. Parla inoltre delle monete sa. A questo presidente della zecca tocca
coll'arme de' presidenti Patrizi poi car- invigilare sugli affari della medesima, a'

dinale, Farsetti, Anguisciola e nella sede lavori, a'conii delle monete, a fissare il

vacante 1700, Falconieri poi cardinale, valore de' denari forastieri per lo stato
Molnra , Giambattista Altieri giuniore, ecclesiastico, ad ovviare le fraudolenze,
poi cardinale, Fattinelli, anco neli7i5, e conservare l'equità ne'pubblici contrat-
col quale termina lo Scilla perchè in quel- ti". Quanto all'ingerenza del senato, si-
ZE e ZEC 449
no al memorato secolo XV, si legge nel le dei Zaccaria. Si
vede che non conobbe
Vitale a p. 4io. Quantunque i capitoli quanto mi fu dato qui riunire, e neppu-
della zecca di Roma si facessero dal ca- re l'anteriore cessazionedell'armetta sul-
meilengo pontificio, in nome del Papa e le monete, reclamandola come altra pre-
della sua camera cogli affiltuari e ap- terizione a suo pregiudizio, mentre tlo-
paltatori, quando si soleva aflittare e ap- po lasospensione era stato presidente del-
paltare, tuttavolta il senatore e conser- le zecche mg.' Gherardo Federici, e cbia-
vatori delia camera capitolina doveano mandoiramemorabileil privìlegio,quan-
ammettere i maestri di detta zecca all'e- do si conosceva la non antichissima ori-
sercizio di essa. Offre documenti, estrat- gioe. Si dolse ancora eh* eransi coniate
ti dal Ga raro pi, Saggi di osservazioni, monete e fatti contratti senza il suo in-
del 437, 45*5, 1 47^' La descrizione poi
j 1 tervento. Che al tesoriere altro non ap-
delle monete senatorie e co'disegui, Vi- parteneva, che il dichiarare al presiden-
tale la riporta a p. 569. Pio VII, come te l'esistenza o non esistenza delle paste
narrai nel voi. LXXXIV , p. 177 , nel d'oro e d'argento per la coniazione del-
181 5 istituì la garanzia del bollo per le le monete, il restospettando al presiden-
manifatture d'oro e d'argento, con suo te. In breve, essere ormai la carica ridot-
di rettore e saggiatori, come gli ha la zecca; ta di mero titolo, ed unicamente all'in-
notando che due consoli del collegio degli tervento del presidente a decretare la so-
orefici e argentieri assistono alle coniazio- ia materiale estrazione e pubblicazione
ni delie monete d'oro e d'argento nella zec- delle monete, ignorando il metodo tenu-
ca, verificando la purità de' tnetalli, con to nel saggio e net coniamenlo. Ma seb-
giuramento e atto notarile. Affidò la so- bene ricorresse a Pio Vili, a'cardinali
printendenza al prelato presidente delle adunali in conclave, ed a Gregorio XVI,
zecche, allora Giuseppe Zambelli.
uig.*^ nulla ottenne. Però quest'ultimo lo creò
LeoneXIl col moto-proprio de'2 dicem- i cardinale nel 1 834, e successivamenteno*
bre 1828, stabilì il numero delle 5 pre- minò presidente delle zecche, e degli uf-
sidenze de'chierici di camera, fra le quali fizi del bollo degli ori e argenti, e degli
nuovamente quella delie zecche moneta- orefici e argentieri dello stato pontifìcio,
rie, e del bollo e garanzia degli ori e de- i prelati Francesco-Saverio Mas3Ìmoj|)OÌ
gli argi.rti delio stato pontificio, e con cardinale, Giuseppe Groppelli, Giusep-
chirografo de' 1 4 gennaio 1829 la confe- pe Santucci Fibbietti, Antonio GaribaU
rì a tug.' Luigi Bolliglia decano degli di,morto nunzio di Parigi, come ricavo
stessi chierici di camera, approvando la (\a\\Q Notizie di fìowrt,' e finalmente mg/
nomina che a'5 ne avea fatto a mezzo del Lorenzo Grech Delicata (allora segreta-
segretario di stato » con tutte le facoltà, rio del Buon Governo, promuovendolo
giurisdizioni, privilegi, onori, pesi e tut- a chierico di camera, e al presente pre-
t' altro a forma del citato nostro moto- sidente degli Archivi), annunciandolo il
proprio, e de'regulamenti emanati, e che Diario di Roma de' 12 novembrei844'
che si emaneranno in avvenire". Ma a'9 A suo tempo il Papa Pio IX pel riferi-
del seguente mese, morto il Papa, fu im- to nel voi. LXXIV, p. 34i, dichiarò a'
pedito al prelato l'esercizio della carica. 29 dicembre 1847 Al Tesoriere gene- :

Reclamò contro mg.' tesoriere, che or- rale appartenere le zecche pontificie, e ii

mai sulla zecca esercitava la piena auto- bollo degli ori e degli argenti. Laonde
rità, sui violati privilegi, facoltà, giuris- col I
.**
gennaio 1 848 le due ingerenze pas-
dizioni e onori inerenti ,
giusta le co- sarono al ministero delle finanze, inclu-
stituzioni apostoliche e il chirografo pon- sivamente alia zecca di Bologna, la qua-
tificio, oltre il riprodurre le poche paro- le venne riuDÌta sullo la dipeodeuza del-
voL. eia. 29
4jo z e c Z E C
la tlireiione generale delle zecche lu Ro* locollisla, portiere, capo di raffinazione,
uia. Così cessò lo presidenza dei chieri- idem d'imbianchimento, i3 lavoranti,
co di camera, e le zecche divennero pie- guardaportone. 3.' Direzione del bollo
na dipendenza del tesoriere, denomina- arie rtrge/j//. Direltore,segretario, 1 3 sag-
to allora ministro delle finanze, e poi giatori, cassiere, i3 bollatori, pesatore,
reintegrato del titolo precedente nel 1 856, ricevitore, nolaro, portiere. Nel detto ar-
cumuiatiTaraente al nuovo ,come notai ticolo, colGiornale di Roma deh 854
parlando de' Tributi, e la Moneta n' è n. 24' accennai, e qui dichiaro. » Dal
uno, o sia nel voi. LXXX, p.iQQ. Decli- ministrodelle finanze non si lasciò di por-
nata l'autorità del cardinal Camerlengo tare notabili miglioramenti nelladireziu-
nelle sue molteplici ingerenze,per le quali ne generale delle zecche. La zecca di Ro-
era ed è coadiuvato dal prelato Uditore ma in ispecie venne arricchita d'una of*
del Camerlengato, avendo pubblicato ficina per la fonderia de' metalli; e for-
quest'articolo 6 anni dopo del preceden- nita d'un adequalo corredo di nuove mac*
te, ne profittai per narrare le posteriori chine e particolarmente di torchi mone-
variazioni, e dire come a lui nel fine di tari, e di taglioli a rotazione di nuovo e
dicembre 1847 fu tolta la suprema vigi- perfetto meccanismo,quali trovaosi di re-
lanza sul bollo degli ori e degli argenti, cente adottati dalle migliori zecche d'Eu-
e r ingerenza sulla pubblicazione delle ropa. Un decoroso ordinamento fu dato
nuove monete, e quanto altro le riguar- pure al gabinetto numismatico. Né sìè
da, l'ultima attribuita al cardinal Segre- ommesso di dare in parte per lo stesso og-
tario di Stato (l^.),ahro ministro deri- getto un eguale incremento alla zecca di
vato da lui. L'articolo Tesoriere genera- Bologna". Notai nel voi. LXXXIV, p.
lE si com penetra con questo, anco per a- lyy, che la direzione generale de' bolli
ver in esso narrato, sino ah 855 in cui d'oro e d'argento di Roma e dello stato
lo pubblicai, le coniazioni delle nuove pontificio, venne riunita alla direzione ge-
inonefe e la formazione della carta-mo- nerale delle zecche pontifìcie e al suo di-
neta, sì banca ro-
del governo, sì della rettore, nel febbraio 1857, sopprimendosi
mana e sì delia repubblica proclamala la carica dello speciale direttore di tali
nel pontificato di Pio IX(F ); non me- uffizi. Ed inoltre nello stesso anno furo-
no le provvidenze del tesoriere sulle mo- no aggiunti alla commissione [ìar la ve-
nete per impedirne l'esportazione, e pel rifica delle nuove monete, oltre il sosti-
sistema monetario. Nella Gazzetta di Ro- tuto commissario della camera aposto-
ma de'4 marzoi848 vi è un articolo sul- lica, il direttore generale delle zecche, ed

l'unità del sistema monetario per l'Ita- i consoli in turno del collegio degli ore-
lia. Alla fine del novembre 1849 f" '" ^"•°" fici Roma anche due
e argenti«jri di , i

ma pubblicata la Statistica di tutti gli prò tempore di chimica e di


professori
uffizi ed impieghi dedominii della s. Se- matematica dell'università romana. Sic-
de. Sotto dipendenza del ministero
la come dal 833 era succeduto degnamen-
1

delle finanze sono registrate le seguenti te, per ooadiuloria concessa da Gregorio
3 direzioni, i
."
Direzione della Zecca di XVI neh 83 r, al laudato suo padre, nel-
Roma. Direttore, contabile, controllore la direzione delia zecca di Roma, e poi
de' saggiatori , ministro cassiere com- , anche direttoregenerale delle zecche pon-
putista,! 3 lavoranti, un custode, 6 ad- tificie, l'attuale onorevole cav. Giuseppe

monete. 2.' Di-


detti alla verifica delle Mazio, così egli peh.° diventò Diretto^
rezione della Zecca di Bologna. Diret- re generale delle zecche e degli uffìcii
tore, segretario, cassiere, computista, mi* del bollo perle manifatture d' oro e d'ar-
nistro; 2 saggiatori, incisore in conii, prò- gento j la qual direzione è classificata
ZE e Z E C 45r
neW jéunita rio Pontifìcio, oel direttore Finalmente nel n. 137 del Giornale di
generale, nel capo contabile della zecca RomaiSS^ venne pubblicato. A far co-
di Roma, nell'ingegnere intendente della noscere le sollecitudini del Papa Pio IX
zecca di Roma,
e nel capo d'ufficio del pel bene de'sudditi, eziandio sulla con-
bollo ori e argenti di R.oma. Si appren- dizione monetaria d'un decennio, in se-
de dal Giornale di Roma de' 2 ottobre guito delle vicende politiche, ed i van-
I S5y, oltre il raiglioraoiento delle finan- taggi che nefurouo le conseguenze, e l'e-
ze pontificie, non esservi più deficit, ma missione sempre crescente di valori me-
un sopravanzo di 429 scudi e con 100,000
1 tallici fini col mezzo delle due zecche pon-
scudi di riserva; viene notificata l'opera- tificie di Roma e Bologna con saggio ;

zione fatta per la ritirata carta moneta intendimento si volle desumere da uu


dalla circolazione, e quella pel ritiro della quadro statistico compilato dalla dire-
moneta di rame eccedente il bisogno del- zione generale delle zecche medesime
le minute contrattazioni , essendosi de- gl'importanti dati seguenti, che essendo
cretato il rame da bai.
ritiro de'pezzi di relativi a 3 diversi periodi, l' uno cioè
5, emessi a' 21 gennaio i854 pel totale della restaurazione del governo pontifi-
ritiro della carta moneta , sostituendosi cio avvenuta nel luglio 1849 sino a tultoil
altrettanta moneta fina. 11 medesimo I852, l'altro dal gennaio 853 sinoa tutto
1

Giornale del 858 riporta. 1 Col n. 83 1


.**
ili 855, e t'ultimo dal gennaio i856a tut-

l'editto de'i4 aprile del cardinale Anto- to il detto presente giorno, neolFrono a
uelli segretario di stato, pel ritiro della colpo d'occhio il confronto. Neh.° pe- 'j

detta moneta da bai. 5, e per la sostitu- riodo adunque furono coniate n." 1 5,620
zione di più comode monete in oro e ar- monete in oro, pel valore di se. ©7,475; i

gento di tenui valori a soddisfarei biso- e n. 1 ,0 ,8 2 monete d'argento, per i<t


1 1 1

gni del piccolo commercio. Quindi sono somma di se. 207,380:40. iNei 2.°perio-
esposte le provvidenze per le due zecche do le monete in oro asceseroa n. "903,426,
di Roma e Bologna, sulla coniazione del- per un valore di se. 2,o44)437:5o ; quel-
le monete d'oro d'uno scudo, autorizza- le d'argento a n. 840,704* importanti la
ta con altro editto del cardinale de'a i somma di se. 725,072. ^el 3." periodo in
giugno 853, e per le monete d'argento
1 fine l'oro coniato si eslese a n.
1,937,757
di 5,10 e 20 baiocchi. 2,° Col n. io3 la monete, ed al valore di se. 4»
88,57 •^'^»
1 '

notificazione de' 6 maggio del cardinal l'argento a n. 7,261,203, monete e alla


Antonelli, pel definitivo ritiro delle mo- somma di se. 842,379:65. Da ciò rile-
nete di rame da bai. 5, e cessazione del vasi, chein un decennio furono emessealla
loro cor^o legale, da cambiarsi coli'emes- pubblica circolazione n. 2,856,8o3 mo-
se fedi di credito dai banco di s. Spirito, nete d'oro, per un valore di se. 6,34o,484i
inmoneta d' oro e argento. 3.° Col n. e D. 9,113,719 monete d' argento, per
146 l'istituzione in Napoli, presso il ga- altro valore di se. i,774,832:o5, e cosi
binetto d'incisione della regia zecca, d'u- il valore totale delle coniazioni in oro e
na scuola per l'istruzione degli alunni sì argento ascese alla rilevante somma di
nella parte generale e teoretica, come nel- so. 8, i5,3i6:o5. Giova pòi osservare,
1

la parte tecnica dell'arte d'incidere so- che l'indicate somme d'oro e d' argento
pra acciaio. 4" Col n. 277 la notificazio- furono coniate nella massima parte ia
ne de' 6 dicembre del cardinal Antonel- monete di tenue valore, mollo più co-
li, sul diametro e impressioni delle mo- modo per l'interna circolazione. Tali dati
nete d'argento di bai. 20, col nome pu- somministrano anco una prova dell* at-

re dell'incisore, e l'iniziale della zecca di tività della suddetta direzione generale,


Roiiia e Bologna io cui sarauDo coniale. e lidoodaDO in lode del ministero delle
452 Z E e ZEC
fìnanze da cui dipende un lai ramo di da UrbanoVIaPio VI. Umbria, di Giù-*

pubblico servizio". lio II e Pio VI. Urbino città, da Giulio


Neil' encomiata e più recente opera II a Clemente XI. Non si creda che dal
del Cioagli, eh' è pure la più completa I
." Papa nominato sino all'ultima epo-
sulle monete pontifìcie, tra le tavole si- ca indicata, ciascuna zecca senza interru-
nolliche cronologiche e sloriche,vi è quel- zione battesse monete, poiché grandi ne
la : Delle province e città che coniaro- sono le lacun e, e spesso dalla i ' all' ulti-
no niontte sotto la dominazione de' Papi ma epoca soltanto. La sola Bologna pri-
nelle loro zecche, e sono: Ancona, da Sisto meggia, poiché in 59 pontificati, la sua
IV a Pio VI. Aquila, il quattrino d'Inno- zecca coniò monete in 49 pontificati e ia
cenzo Vili. //5co/i,da Martino V a Pio VI. 4 sedi vacanti. Ora nello stato pontificio
Avignone, da Clemente a Innocenzo V non vi sono che due zecche in Roma e ia
Xll. Bologna, àa Innocenzo VI a Pio IX. Bologna, ed eccone alquante altre pni-ole.

Camerino, da Leone Clemente X. X a — Zecca di Roma. Comincierò dall'ac-

CarpcntrasòO,'\\ qualtriuo di Clemente cenna're quanto già dissi nell'articolo Mo-


Vili. Civita Pecchia, di Pio VI. Clitun- itETEPoitTiFiciE, circaalla località. Ne'bas-

«0,0 Spoleto nella repubblica del 1798 si tempi la zecca senatoria era situata alle
due baiocchi. Venaissino Contado, da falde del Campidoglio, vicino all'arco di
Bonifacio Vili a Clemente Vili. Spole- Settimio Severo ; e molle vòlte abusiva-
io ducato, il giulio, grosso e mezzo gros- mente nelle case de'senatori. Verso o do-
sodi Paolo II. Ducalo d'C/rZ^mo, da Giu- po la metà del secolo XV Papi soppres- i

lio 11 a Leone X. FabrinnOyW quattri- sero la cura della zecca e la facoltà di


no di Leone X. Fano, da Innocenzo Vili batter moneta a'senalori e conservatori,
a Pio ^\. Fermo, Aa Bonifacio IX alla e per più sicurezza trasportarono la zec-
repubblica del 798. Ferrara, da Gre-
1 ca ov'é il banco deWOspedal di s. Spiri-
gorio XIV a Benedetto XIV. Foligno, to, rimpetto a Castel s. Angelo, donde

da Eugenio IV alla repubblica del 1798. Alessandro VII nel 1 665 la collocò vici-

Gubbio, da Innocenzo XI alla repubbli- no al giardino del Palazzo apostolico


ca del 1798. Macerata, àa Bonifacio IX Vaticano {V.), secondo il Vitale, Storia
alla repubblica del 798. Marca, da Bo-
1
diplomatica de' senatori di Roma, p.371.
nifacio IX a Gregorio XIII. Marca di Dissi pur* col Vettori, // fiorino d'oro,
Ancona, da Paolo II a Clemente VII. p. 462, che ne'tempi antichi la zecca era
Matelica, sotto Pio VI. Modena, da Leo- nel mezzo della città, come ricordò Mar-
ne X a Clemente VII. Montalto,da Si- ziale neW Epigramma 57 del lib.12. Vi-

sto V a Pio VI. Orvieto^ sotto Giulio II. vente Giorgio Vasari , morto nel i574,
Patrimonio di s, Pietro, da Benedetto pel suo asserto , stava la zecca di Roma
XI a Benedetto XII. Pergola, sotto Pio nel palazzo dei vescovo di Cervia , sul
VI e nella repubblica del 1 798. Perugia, cantone a Lucia nella Chiavica (nella
s.

da Giulio II alla repubblica del 1798. via che conduce al banco di s. Spirito);
Pe5rtro,sotto Leone X. Piacenza, da Leo- ma l'Albertini nel libro Mirabilia Ur-
ne X a Paolo 111. Provinciae Duca- bis Romae, dedicato a Giulio li , scrisse

tus, sottoPio 11 e Paolo II. Ravenna, da non lungi dalla Chiesa de' ss. Celso e
Leone X
a Benedetto XIV. Recanati Giuliano, che esiste nella via tra il del-
sotto Nicolò V. Reggio, àa. Giulio II ad lo banco e Castel s. Angelo. Leggo ora
Adriano VI. Ronciglione, nel 1799. '^' nella relazione della Processione pel tra-
Severino, sotto Pio VI. Spoleto, da Pao- sporto della testa di s. Andrea nella basili-

lo 1 1 alla repubblica del 798. Terni, sot-


1 ca Vaticana neh 461, che il cardinal Bor-
to Pio VI. Tivoli, sotto Pio VI. Filerbo, gia, poi Alessandro VI, superò tutti pei;
ZEC ZEC 453
tal passaggio nell'ornare l' esterno della licon pari celerità ed esaltezza vengono
propria abitazione » fabbricala là dove coniate. L'ordegno é mosso da i.mpetuo*
sorgeva la zecca aulica". Che il palazzo so e grosso canale d' acqua. Opera mi-
Cesarioi Sforza, presso s. Lucia deliaChia- rabile dell'ingegnoso cav. Bernino; men-
vica, occupa parte di quello del cardinal tre in altre zecche la trafila delle verghe
Borgia, lo provai nel voi. VII, p. igr. e il conio delle monete si eseguiva len-
Sia comunque , anche Vettori assicura tamente a forza d' uomini e d' animali.
che Alessandro VH trasferì la zecca ove Discorre della gran fucina per cuocere
trovasi, e vi fece porre in esecuzione dal le verghe prima e dopo che sieoo passate
Bernini la naacchina inventata da Hall, pel gran trafìlooe e trafila ; di altre mac-
ponendovi il Papa nel prospetto ester- chine e attrezzi per la monetazione. Del-
no la seguente iscrizione. Alexander lo stanzone dello d' estrazione della mo-
FU Pont. Max. - Monetaruni Offi- neta, quale contiene il sorprendente
il

cìnam-Iii qua novo artificio -Praecipi- parlato ordegno, e la bilancia esattissima


tisaquaeìnipulsu ver satis rotis -Mcigno per qualunque piccolissimo grano di pe-
teniporis operaeqiie compendio • Num- so. La bilancia pe'saggi, fatta da Fran-
mi affaire celeriterque signentur- Pu- cesco Giardini d'ordine di Alessandro
blicae utìlitati construxìt - Anno salutis VII. Riporta poi queste iscrizioni cogli
j/^)C£Xf. Egualmente riferii col Vettori, slemmi di Clemente XII in bassorilievo.
che nel lySS fu istituita una nuova zec- Clemens XII P. M. ex aere solido fin-
ca, oltre la Vaticana, presso il palazzo gi jussit. An Chris ti l'jZo.' Auro et
Del Drago, ove già fu il Monte di Pietà, Argento, affaire signando, Pont. An.
e se ne pose memoria sulla porta. De- FI. Altra dice: ISicolaus Casonus-Ca-
scrisser edifìzio della zecca d' Alessan- merae Apostolicae Clericus - Monetar.
dro VII, nel 1767 lo Chattard, Nuova Praefectus - Faciendum curavit- Altra :
descrizione del Faticano, l. 3, p. 295, Auspiciis etauctoritate - Annibalis Car-

cap. i5: Del Palazzetto o sia Casino dinalis Albani Episcopi Sabinensis-

della Zecca Pontificia. Trovasi in prin- S. R. E. Camerar. Ambedue sono sor-


cipio della cordonata, avanti la fontana montate da arme di marmo. In un cre-
eretta da Paolo V e restaurata da Gre- denzone si conservavano i conii. La gran-
gorio XVI, come rilevai parlando delle de stufa serviva per asciugar le stalle e
località nel voi. L, p. a65, 267, 272, i getti de' metalli. Inoltre descrive più
propinqua al giardino Valicano. E d'ir- cammini, fornelli, vasche per squagliar
regolare slruUura, per essere a varie ri- l'argento, la macchina per coniar le mo-
prese costruito l' edifìzio, a seconda dei nete d'oro e d'argento, maestrevolmente
bisogni, incorporandovi stanze servite ad eseguita, altra ingegnosa trafila a mano
altro uso. Nella facciata era l'arme di mossa dall'acqua. >è minor dettaglio im-
marmo di Alessandro VII contornala da piega nella stanza della fonderia dell'oro,
due festoni, sovrastante la simile lapide quella del tornitore della zecca, quelle
con sua cornice, che produce quale l'ho de'Iavoranti e del custode. In somma di-
riportala. Descrive minutamente le offi- ce contenere il palazzetto 20 stanze, 4
cine, le stanze, i fornelli, le caldaie mu- corridori, uno stanzino, la cucina, la log-

rate, la lunga vasca con acque perenni : gia coperta e due gran soflìlti. Il con-
Io stanzone dell'ordegno, per l'ingegnosa temporaneo Venuti fu l'opposto di Chat-
macchina esistente nel mezzo a guisa di tard, nella Descrizione di Roma moder-
credenzone. Qualifica la macchina sor- na, sbrigandosela con poche parole. Po-
prendente, servendo a travagliare l'oro, co lungi dal cortile di Belvedere alle fal-
l'argento e il rame per le monete} le qua» de del Valicano è la zecca papale, dove
4^4 z E G ZEC
si lavora io bievissiojo tempo ogni gran cav. Mazio ebbe l'onore di fargli vedere
somiuadi monete, poiché a (orza d'acqua in azionele varie macchine che ivi sono

sì muovono le ruote, da cui deriva la fa- poste in ruoto dall'acqua e dalla ntano
cilità e brevità del lavoro. E piti in alto, dell' uomo, e ridursi a moneta le lastre
salendo la cordonata della collina, tro- de' preziosi metalli. Entrò da ultimo il
vasi il forno di palazzo ; onde la piazzetta Papa nella sala de' torchi: eravi eretto
del fonte si disse della Panetteria. Certe il suo busto, appiè del quale si leggeva
guide di Roma moderne
appena fanno la seguente iscrizione ( è pure riportata
cenno di SI importante stabilimento, mas- dall'avv. De Dominicis, Dissert. de ope-
sime come esiste attualmente per le cure ribus publicis, p. 4^ )• Gregorio XFI
dello spertissimo cav. Mazio. In esso, a Pont. Max.- Princìpi Opt. Prowiden-r
memoria di Pio VII benemerito dell'in- tissinio- Quod bono puhlico - Sapienlis-
cremento e della serie de' conii, fu col- sìniis Legibus consuluerit
Idenique in- •

locata in marmo la seguente iscrizione. tentus rei JVwnnìariae constituendae


Pio VII Pont. Max.- Quod velustis Offìcinani A. A. A. F. F.-Inspecturn
typis A. A. A. F. F. muniflce compa- venerit-xt kal. febr. an. mdcccwtlv -
ralis Niimisnìatum Ponùficiorum Se-
- Antonio Tostio Aerarli Praefecto. Al
ritni-A Martino ad sua temporaV primo suo entrarvi, si esegui in sua pre-
coinpleverit- Eaque nova supellcctile • senza una coniazione istantanea di mo-
Offlcinani Montlalem ditaverit - Arti nete d'oro, le cui singole operazioni fu'

alalie historiat consuluerit - Curante rono dal Papa esaminate con piacere. In
Belisario Cristaldio Aerano Praefe- un baleno sort'i dal torchio la medaglia
i^lo Anno Mcccxxiii Pontijìcatus eius monumentale colla sua effigie, che de-
XXIV. Sì legge nel Supplimento del n. scrissi nel voi. XLVI, p. 122, con epi-

9 del Diario di Roma del i835. A*2 3 grafe che gli ramnientava le due epoche
di gennaio Gregorio XVI, accompagna- de' IO novembre i834 in cui segnò il
to dai cardinal Gamberini segretario per moto- proprio, ove tutto è rifuso e rior-
gli affari di stato interni, e dalla sua ca* dinato il sistema legislativo giudiziario;
mera segreta e altri di sua nobile corte, e de' IO gennaio i835 in cui emanò il

si recò a visitare lo stabilimento della chirografo sul nuovo ordinamento nel


zecca, antico e pregevole soprattutto per sistema decimale delle monete. Mg."^ To-
la preziosa collezione delle medaglie. Fu sti con acconcio discorso presentò a Gre-
ricevuto da mg.' Tosti tesoriere genera- gorio XVI la medaglia in oro. Termina-
le, da mg."^ Massimo presidente delle zec- ta COSI la ispezione del cospicuo stabili-
che, dall'avv. generale del fisco, dal com- mento, di cui il Papa rimase lieto e piena-
missario della camera apostolica, oltre i mente soddisfatto, dichiarandolo in par-
suoi sostituti, e dal direttore cav. Mazio. ticolare graziosamente al tesoriere mg.'
Condotto da questi il Papa nell' interno Tosti e al direttore cav. Mazio. Indi a-
del vasto edifizio, fu presente a due sag- sceso il trono preparatogli nella sala dei.
gi che si fecero sull'argento, il i.° dal benignamente ammise al bacio
torchi,
prof. Chimenti, col nuovo metodo per del piede sunnominati personaggi, e
i

via umida; il 2." da due operatori della tutti gli operatori delta zecca, dopo che
zecca per la via secca, ossia col metodo il segretario e cancelliere della camera
detto a coppella. Dall'uffizio de'saggi pas- apostolica ebbe letto il solenne atto della
sò il Papa al tesoro. Nella gran cassa esi- verifica delle nuove monete d'oro di 5?
stevano molte verghe e molte monete scudi, eseguita dal presidente mg.' Mas-
d'oro, che dovevano essere rifuse. Quin- simo. Il Papa confortati tutti con indul-
di visitò le altre officine, nelle quali il geutissime parole e di speciale gradimeu-
Z E G ZEC 455
to, li bened'i e pai-lì dallo slabilimenlo, denaro derivò il nome di bolognino. La
accompagnato sino all'ingresso del con- 2." moneta porta il glorioso titolo di .ì/a-

tiguo palazzo Vaticano da tutti que'che ter Studiorum, per la celebre Universi-
gli aveaoo fatto corona. Dal 1 85 1 in poi, tà di Bologna [V.). La I.' moneta pon-
come già accennai, la zecca pontifìcia di tificia, tra le i 1 discritte da Muratori, fu
Kocia è stata notabilmente arricchita di battuta nel 1 368 colle lettere Frban.
uuove macchine fatte venire dalla Ger- PP. V. Ma già col Cinagli
ho accennato,
mania, dalla Francia e dal Belgio, cioè di che Bologna caminciò con Innocenzo VI
tre nuove presse monetarie in ventate dal- e nel i352 moneta papale, e
a coniar
]'Hulboin;di un nuovo corredo di trafile continuò sino Papa Pio IX. Da Scilla,
al

le più perfette, di nuovi forni per rimo- Delle Monete Pontifìcie, p. 342 si trat-
zioni, di una cisora circolare e di nuove ; ta Monete di Bologna e loro variazio-
:

altre macchine necessarie per la restau- ni nell'impronto e valore, e perciò meri-


razione di tutti gli ordegni ed attrezzi tando rifiessione più d'ogni altra moneta
dello stabilimento. Furono ampliali i lo- dello stato papale, ne die' più distinta
cali per maggior comodità delle lavora- notizia. Dice pertanto vedersi le più an-
zioni. In breve, fu rimontata la zecca sul tiche bolognesi monete del pontificalo di
sistema delle più accreditate d'Kuropa. Eugenio IV del 1 4^ i , cioè il giulio co'»s.
Tultociò avvenne specialmente negli an- Pietro e Paolo e l'arme del Papa; Io
ni i858e 1859; laonde ora trovasi que- scudo d'oro con tale stemma e la figura
sto stabiliinenlu in grado di soddisfare di s. Pietro; ed un mezzo grosso colle

nel modo più sollecito ed economico ad chiavette, oltre uno .scudo con coppia di
ogni bisogno di grandiose monetazioni. esse, la figura di s. Pietro e nel rovescio
Anche il Papa Fio IX onorò di sua pre- il leoncino. Nel pontificato di Paolo II si

senza la pontificia zecca di Roma, di cui ha lo scudo d'oro coi suo stemma d^ un
è benemerentissimo. — Zecca di Bolo- lato, dall'altro s. Pietro cou duearmet-
gna. Si ha dal Sigonio, Hist. Bonon., te laterali, queste aventi una la Croce,
lib. 4, dal Ghirardacci, Dell' Historia di parte dell'arme del comune di Bologna,
Bologna^ e dal Muratori Dissert. 27.* l'altra a destra lo stemma dei cardinal
Della zecca, che l'imperatore Enrico VI Angelo Capranica governatore della me-
nel 1191 concesse all'illustre città la fa- desima. A me deve bastare il rilevare,
coltà di fabbricar denari, ^'on mancò al- che si continuò a porre nelle monete bo-
cuno di attribuire a Bologna, come a lognesi le armette de' suoi cardinali le-

Viterbo (^''), l'anteriore gius di battere gati a altri presidi, e quella della città. E
moneta, per concessione di Desiderio re siccome notai che U zecca bolognese bat-
de'longobardi, sulla credenza del famoso te monete anche in sede vacante, non
editto in marmo viterbese, screditato mo- dubito che l'avrà fatto cogli stemmi dei
numento di spuria origine che non meri- cardinali camerlenghi, come praticaro-

ta più parlarne. Muratori ricisamente no Ancona, Macerata e altre città. Eru-


dichiarò la falsità dei privilegio e dei fit- dite notizie sulla zecca e monete di Bo*
tizio marmo. La ." moneta bolognese,
i logna l'oirre il cav. Giordani, nella Cro-

coniata dal comune di Bologna e veduta naca della venuta e dimora in Bolo-
da Muratori, ha nei diritto, Enricus da gna di Clemente FII per la coronazio-
un lato, e Iprt. nel mezzo; quest'ultime ne di Carlo V, da lui dottamente illu-

lettere iniziali delle sillabe formano la strata, nella quale solenne occasione vi

parola Iniperalore: ha nel contorno del furono battute monete d'oro e d'argen-
rovescio Bononì con un A
nel mezzo, che to nel 1 529, da'sodalizi e università ar-

compie la parola Bononia, da cui a tal tistiche per soccorrere l'iadigeuza, acciò
456 Z E C Z EC
non girovagasse per la cìtlh ; e 3ooo du- brate d'Italia, aperta nel 1 191 quando
cati di tali cnetalli secondo la volontà del- al comune gliene concesse il diritto En-
l'imperatore, da spargersi nella splendi- rico VI. D'allora in poi la zecca di Bolo-
da cavalcata della coronazione. Nel do- gna, durante le svariate dominazioni,
cumento che esibisce, la zecca latinamen- che ivi si succedettero, coniò monete d'o-
te è della Cecha Bononicnsi j ed mi- i gni metallo e talune di esse sono rarissi-
nistri, Magislris et Offìcialibus Cechae. me e di gran pregio. Dappoiché avendo
Dice inoltre quel patrio scrittore, dopo l'imperatore Massimiliano I fatta facoltà
aver dato saggi di delle monete e anco a Giovanni II Bentivoglio d' ivi coniare
incise, che della zecca Ut Bologna ben ogni moneta, molte si resero celebri e
poche notizie si stamparono, però vi è assai pregevoli, per averne inciso i conii
dell'Alidosi V Istruzione delle cose nota- ilfamoso pittore-orefice-incisore Fran-
di Bologna, ivi 1621, il quale a
bili p. cesco Piai boli ni, detto il Francia (si poa-
198 ne dà un compendio abbastanza e* no vedere riprodotte nelle tavole illu-
satto. Il eh. rog.*^ Schiassi da ultimo scrìs- strative delle Memorie per la vita di
se una dissertazione storico-archeologica Giovanni II Bentivoglio, del conte d.
elegantissima: De Moneta Bononiensì, Giovanni Gozzadini, Bologna iSSg).
presso 4 de'iVbfi Commentaril A-
il l. Dall'origine di questa zecca ad oggi, si
cademiae Scìentiariim Inslituti Bono- ha una non interrotta collezione di mo-
niae. Egli vi dichiara il diverso nome e nete e medaglie d'ogni genere. Durante
valore, per relazione all' attuai corso e poi il paterno regime della s. Sede, e
delle varie età assegnate alle monete bo* per una serie di secoli, la sola Bologna
loguesi, dalla i.* epoca in cui furono co- nello stato papale divise ognora colla ca-
niate fino ad Alessandro VII. Il laudato pitale Roma il privilegio di coniar mo-
Giordani si propose la continuazione del neta preziosa. Eziandio di tali tempi è
Trattato della Bolognese Zecco nel me- , pregevole la copiosissima collezione di
todo stesso, con cui venne cominciato e monete e medaglie coniate ad opera di
per morte non finito dal roonetografo insigni artisti. Il privilegio di coniazione
Zfiniietti, dopo averne stampali 6 fogli, venne alla zecca bolognese confermato
e l'avvisò nelle sue Notizie storiche del- negli ultimitempi da'Papi Pio VII, Leo-
la moneta de'poveri, pubblicate ae\V Al- ne XII, Pio VIII, Gregorio XVI e Fio
manacco statistico bolognese del 1840. IX. Si crede, che in aulico la zecca mu-
In quello del i84i v' inserì i Cenni in- tasse più volte località, sinché Giovan-
torno alla moneta bolognese di Giu- ni II Bentivoglio nel i497 eresse 1' edi-
lio II, la quale oltremodo rara a tro- fìzio approprialo per uso d'officina mo-
varsi, fu coniala in oro e argento per l'e- netaria nel luogo ove tuttora ritrovasi.
epulsione da Bologna di Giovanni II Ben- Però l'odierno palazzo della zecca fu co*
tivoglio e sua famiglia, e coli' epigrafe : struilo nel 578, con bella architettura
1

Bononia per Julinni a Tyranno libera- di Domenico Tibaldi (bolognese, pittore


ta. Il eh. lìrasmo Fabri Scarpellini nel e valente incisore, lodalo da un Milizia,
Memorandum: La scienza -l'Istmo di Le vite de'pili celebri architetti, p. 29 1),
Suez- IlSommo Pontefice Pio IX visi- e si conserva perfettamente. Sorse Tedi?
tando nel 857 i suoi dominii ec. Roma
1 fizio sotto gli auspicii del bolognese Gre-
j858, a p. 19 riporta un'erudita notizia gorio XIII, mentre il fratello Buoncom-
della zecca di Bologna, a lui favorita pagno Buoncompagni era gonfaloniere
dalla cortesia del cav. Mazio direttore di giustizia delreggimento bolognese, es-
generale delle zecche pontificie. Vi è det- sendo preside pontificio della città Fraur
^p, ^s$a è una dell^ più antiche e cele* qesco $angiorgio casalasco, protonotario
ZEC ZE C 457
apostolico. Già dissi, che col i
.'
gennaio fizio o di laboratorio, benignanoente in-
1848 anco la direzione della zecca di teressandosi di tutto, e piacendosi am«
Bologna venne riunita sotto la dipen- mirare singole operazioni che alla
le mo-
denza della direzione generale delle zec- netaaionesi addicono, agli assaggi e alla
che pontificie di Roma. Nel 1857 que- perH'zione delle paste, mostrandosene i-
sto nobile stabilimento fu onorato dalla sti'uitoo chiedendo spiegazioni, ch'erano
presenza del Papa Pio IX nel suo Piag- riverentemente esposte o dai general di-
gio. In quest'articolo descrissi conopeo- rettore, o dall'intendente, o da quanti n«
dìosamente anche il soggiorno da lui fat- venivano richiesti dalla bontà del sovra-
to a Bologna, la visita della zecca, con no, che amorevole mostravasi cogl' im-
indicazione di parlarne in questo, e della piegati che gli facevano corona. Giunto
medaglia monumentale presentata al Pa- il Papa nella gran sala di coniazione, do-
pa dal cav, Mazio, fatta ad hoc coxùave ve sono le antiche e moderne macchine,
da mg. Ferrari tesoriere generale, per fra cui quella cospicua da breve do-
l'accesso alla zecca bolognese. Si trae per- vuta alla munificenza governativa, la
tanto dal Giornale di Roma del 1857, quale ne volle pur fornita la zecca bola-
p. 619, 623, 75i, 75g. L'8 luglio Pio gnese, inventata con singolar ingegno dal
IX si recò al palazzo della zecca, situato prussiano Diedrich Hulhorn, e che ren-
in una delle principali e centriche vie di de COSI solleciti e mirabili elletli di pre-
Bologna, accompagnato da' prelati della cisa monetazione. Le più gradite sorpre-
camera secreta e altri di sua nobile cor- se attendevano Sua Santità in questo luo-
te. Gradiva più divoti e ossequiosi o-
i go. Prima qui leggeva una marmorea
inaggi del cav. Giuseppe Mazio, direttore lapide, che mg.' Ferrari voleva in uu
generale delle zecche pontificie, e del luogo murata fra convenienti ornati, che
bollo degli ori e argenti, presente in Bo- perpetuamente ricordasse la solennità del
logna in late sua qualità, e nella delega- giorno. Poi il Papa assisteva alla conia-
tagli onorevolissima rappresentanza di zione di apposita medaglia commemora-
mg.' Giuseppe Ferrari tesoriere genera- tiva, che lo stesso prelato tesoriere vole-
le. Erano presenti pure Gio. Battista Mo- va scolpita, la quale eternasse la memoria
reschi intendente della zecca di Bologna di sua animatrice presenza e del fausto

(
poi creato cavaliere dell' ordine di s. avvenimento. Tale medaglia di grande
Gregorio I Magno ), ed i principali ira- modulo, coniata in oro, in argento e in
piegati di essa. Stavano con essi ad os- rame, porta da un lato l'augusta edìgie
sequiare il Pontefice, mg."^ Amici pro- del supremo Gerarca colla leggenda :
legato, il marchese Da Via senatore coi Pius IX Pont. Max.j e nel rovescio con
municipio, i consultori di legazione, gli pensiero gentile e per Bologna onorevo-
amministratori provinciali, e altri nobili le, l'esimio rag.' Ferrari voleva scolpilo
e distinti personaggi. Non appena entra- il prospetto nobilissimo del palazzo ove
to la grande porta, messa ad ornato di la zecca bolognese è posta, con intorno
velluti e argenti, il Papa lodava la sim- le parole: Bononiensem Offìcinam A.
Euetrica e ricca disposizione di eletti fiori, A. A. Invisebat An. moccclvii. Nell'e-
che la prospettava, e sofferma vasi a leg- sergo incise l'altra: losepho Ferrari
gere un' epigrafe, che diceva la ragione Anùslite Puh. Aerarii Praefecto (il lo-

del festivo parato. Accompagnato da tut- dato Memorandum offre la medaglia li-

ti li presenti, e specialmente dal cav. Ma- tografata, e le due corrispondenti iscri-

7Ìo, disposto sempre a' sovrani desideri! zioni storiche scolpite in marmo e coU
d'analoghe dimostrative spiegazioni, en- locale nella zecca bolognese). Si piaceva
M'ava il Papa nelle singole stanze di uf- poi il Sanlo Padre vedere effettuata dalle
458 Z EC ZE C
varie macchine ia coniazione dì monete cili tempi in cui visse per lo scisma di
io CIO e argento, benignamente lodando occidente e sue conseguenze, per l'eresie
la sollecitudine e la precisione del lavo- degli ussiti, diportò con gran pruden-
si

ro. Siedutosi quindi nel trono, pur ivi za e saggezza. Eugenio IV nel concilio
disposto, degnavasi il Papa assistere alia generale di Firenze a' 8 dicembre i439,
1

lettura del solenne rogito del oolaro ca- lo creò cardinale prete di s. Ciriaco, noa
merale, il quale atto porgeva pubblica si conosce se pe'suoi meriti, ovvero per
fede della compiuta titouetaziotie di due l'istanze avanzate alla s. Sede da Elisa*
masse, l'una d'oro e l'altra d'argento, ef- betta regina d'Ungheria e vedova di Al-
fettuata anch'essa quale memoria della berto d'Austria. Nel tempo stesso fu pro-
venuta in Bologua del Sommo Pontefi- mosso all'arcivescovato di Strigonia, do-
ce,rammentando quelle monete I' anno ve nel medesimo 14^9 ^ ^^^ '449 ^^'^*
1857 e il XII del pontificato, colla sigla brò il concilio provinciale, per la decada-
B. Bononia, la città dove si effettuò la ta disciplina ecclesiastica. Fu fatto legato
coniazione. Permise il Papa che tosto la a Intere io Ungheria [f.) per coronare
nuova moneta, trovata perfetta dalla spe- re Ladislao IVdetlo V,e stabilire la pace
ciale cotnmissione che ne fece la verifica, tra esso e i baroni del regno, ma fu eletto
fosse messa io circolazione. Umiliavansi Uladislaoo Ladislao VI redi Polonia, col
quindi dal cav. Mazio al Papa parecchi nome di Uladislao ì V Ungherese, onde
esemplari ne'S diversi metalli, della sud- l'imperatore Federico III assunse la tu-

descritta medaglia, la quale fu pure di- tela del giovine Ladislao V. Dopo la
spensata alla corte pontifìcia e agli altri morte di Uladislao I, nel i444 ^^ "^
personaggi presenti, insieme a magnifica de'principali ad adoperarsi presfso l'im-
stampa, recante le riferite iscrizioni, e peratore, perchè restituisse all'Ungheria
altra pure in marmo posta neirofiìcine. Ladislao V,il quale dovè fuggire da Vien-
Ammessi dal Papa al bacio del piede il na ove ritenevasi. Papa Nicolò V confer-
cav. direttore generale, l'intendente, im- mò al cardinale e suoi successori nell'arci-
piegati e lavoratori locali, con amorevole vescovato di Strigonia, le prerogative di
indulgenza consolò tutti e confortò colla legato della s. Sede e di primate d' Un-
sua benedizione. Dichiarata la sua piena gheria. In Roma acquistò e compì la
soddisfaiione al cav. Mazio e all' inten* fabbrica del sontuoso palazzo, incomin-
dente Moreschi, per lo stato lodevolissi- ciato dal cardinal di Capua Acciapacci,
mo dello stabilimento, il Papa assai con- ed ora Palazzo Pamphilj Doria sul
tento ne parli, lasciando le più grate me- Corso ( F.). Dopo avere in Alba reale co-
morie di bontà e di munificenza a tutti. ronato re d' Ungheria Mattia Corvino,
Di recente il cav. Mazio è stato dichia- 14^4 d'anni 64,
passò all'altra vita nel
rato da Fi'ancesco II re del regno delle ed ebbe sepoltura nella sua metropoli-'
due Sicilie, commendatore dell' ordine tana di Strigonia che avea consagrato,
di Francesco I. ed a cui lasciò un legato di 8000 scudi
ZECCA POiNTIFlClA. ;='. Zecca. d'oro per aumentomensa arcive-
della
ZECCH o ZECO Dionisio, Cardina- scovile. L'autore della Porpora Panno-
le. Nato di uobdissima prosapia in Agria nica sostiene che il cardinale morì il i,'*
nell'Ungheria da'conli di Seech, figlio di febbraio i465, e che molto faticò per
Micoia già bano di Dalmazia. Andato pe' difendere i diritti di sua chiesa, e per te-
studi a Vienna, pel profitto che ne fece, di- ter lontana dall'Ungheria la funesta pe-
poi in breTesalìalteprimariedignità,im- ste dell'eresia degli ussiti da lui repressi
perocchè fu fatto vescovo diNitria,donde energicamente. Intervenne a'couclavi di
fu traslato alla sua patria Agiia. iVe'dtffi- Nicolò V, Calisto 111 e Pio 11.
ZEF Z E F 4^9
ZEFERINO o ZEFIRINO (s.), Pa- stati e degli eretici, e il dolore ch'essi gli
pa XVI. Romauo di p»U*ia, figlio di A- cagionarono, non cessò finché non fu re-
bondio, fornito di molleplici ecceilenli sa la pace alla Chiesa. I principali eretici
vii tìi e che fu trovato degno
qualità tali, che allora erroneamente dogmatizzava-
dopo IO giorni dacché eia morto s. Vit- no, già riprovati dal predecessore s. Villo-
tore J, di crearlo Poulefice agli 8 agosto re /(/'.), furono IMarcione, Prassea, Va-
del 2o3. Sì vuole da alcuoi, appoggiati lentino e montanisti s. Zeferino ripoiv
i :

ad Anastasio Bibliotecario, in Fila s. tò la vittoria su tutti, come si esprime s.


Zeftrini, ch'egli decretasse doversi gli Ottato. Ma nulla gli cagionò più grande
Ordini (A^) sagri conferire in pubblico, afflizione dellacaduta del celebre Ter-
alla presenza de' chierici e de' laici; che Itilliano,che si attribuisce in parte al-
mentre celebrava il vescovo, vi assistes- l'orgoglio, ed in parte a Proclo o Pro-
sero tutti i sacerdoti di lui nel Presbi- colo. Quest'ultimo era un montanista e-
terio (/^.); che niuu patriarca, primate loquente, di cui Tertulliano divenne lo»
o arcivescovo potesse sentenziare i Fé- datore, quando abbracciò la stessa setta,

scovi senz'autorità del Papa. Che lutti i Egli fu confuso a Roma in una conferen-
cristiani, giunti al tempo della pubertà, za con Caio dotto prete della Chiesa ro-
14 anni, si comunicassero nella Pa- mana, che poi il Papa consagrò vescovo
squa j che i parrochi facessero ogni an- regionario, e scomunicando il caduto Ter-
no la descrizione delle anime di loro par- tulliano. S. Zeferino diede saggi avverti-
rocchie; e che le Patene ed Calici fos-
i menti a Natale, che dopo aver sofferto
sero non più di legno, com'erano stati torture per la fede erasi lasciato sedurre
fino allora, ma di Fetro, ciò che i mo- dagli errori de'teodoziani condannati da
dernicritici accordano intorno alle pate- s. Vittore 1, e fu da loro ordinato vesco-
ne,non però quanto a'calici, ch'essi pre- vo della setta, obbligandosi di sommi-^
tendono averli s. Zeferiuo introdotti d'o- nistrargli i5o denari d'argento men-
ro e di argento. Notai nel ricordato arti- sili di rendita. Dio mosso a compas-
colo, che ne' primi tempi della Chiesa sione di lui che avea confessato il suo
pare si usassero i calici o bicchieri non nome, l'indusse a gillarsi a'piedi del Pa-
di solo vetro, ma di stagno o di legno; pa vestito d'abito penitente, fu accettato
che quindi questo Papa escluse la ma- nella sua comunione e lo assolse dalle pe-

teria inferiore, e volle almeno fossero di ne canoniche, allora lunghissime e rigoro-


vetro, per la cui fragilità ne abolì poi se. Condannò s. Zeferiuo gli eretici /ìfon-

l'uso UrbanoDi altro suo decreto feci


I. lanisti^ Frigi, Calafrigi, Encraiici e Ca-
menzione a Ostia sagra. Ebbe il dolore tari (nomi tutti che significano lo stes-
di vedere il suo luogo pontificato turba- so), i quali tra gli errori che professava-

to dalla persecuzione della Chiesa, e da no, principalmente se la prendevano con-


alcune eresìe cui egli combattè coraggio- tro le nozze, e contro battesimo che il

samente, dedicandosi interamente a man- amministravano seguendo la pe-


a'raorti,

tenere la purità della fede e la disciplina stifera dottrina del loro maestro Monta-
nel clero, il quale nel suo tempo consegui no, nato nella Misia vicino alla Frigia,
maggior splendore, come attesta Minu- il quale comparso verso l'anno 174, co-

cio Felice. Egli fu il sostegno e il conso- me un furioso pubblicò i suoi errori, fu

latore de'fedeli, e la carila gli fece pro- caposetta de'raonlanisti, e s'impiccò co-
vare ciò che soffrivano tutti i confessori. me Giuda. Se Papa s. Aniceto cooce»se
1 trionfi de'martiii erano per lui un mo- le lettere pacifiche a'raontanisti, avrebbe
tivo di gioia, ma il suo cuore ricevette errato circa la persona, non mai quanto

profonde ferite dalla caduta degli apo- alla fede. Le due lettere che si altribui-
46o Z E F ZEL
scono a s. Zeferino, una a tutti ì vescovi ponto, sotto la metropoli d'Amasia, eret-
(li Sicilia, l'altiaa tutti i vescovi dell'Egit» ta nel V secolo. La città fu antica e ce-
to, non sono credute genuine. In 4ordi- lebre, per la sconfitta e morte di Triario,

nazioni nei dicembre creò i3 vescovi, i 3 partigiano di Pompeo, e per la vittoria

preti e 7 diaconi. Governò la Chiesa uni- di Giulio Cesare. Secondo V Epist. fji di
versale 18 annieiB giorni. Pati il marti- s. Basilio, gli ariani tennero in Zela uà
rio nella 5.^ persecuzione di Settimio Se- concilio o conciliabolo. Si conoscono i

vero o di IVlarc'Aurelio, a'26 agosto del seguenti 5 suoi vescovi. Eraclio, assi-
221, nel qual giorno se ne celebra la festa. stette al concilio di iVeocesarea e d' An-
ISon pare che veramente fosse marliriz- tiochia; Attico, trovossi al concilio di
zato, ma meritò il titolo di martire pei Calcedonia; Iperechio, sottoscrisse la let-

patimenti a cui fu espo<«to durante la tera del concilio d'Elenoponto all' impe-
persecuzione, e pel zelo mostralo contro ratore Leone I, relativamente all'assas-
le bestemmie degli eretici, che Io tratta- sinio di s. Protero d'Alessandria; Gior-
l'ono nella maniera più oltraggiosa; noo gio, sottoscrisse i canoni in Trullo; Co-
ostante fu gloria per lui il sentirsi a da- stantino, fu al VII concilio generale;
re il titolo di principal difensore delia Paolo, intervenne Fo-
al conciliabolo di

divinità di Gesù Cristo. Fu sepolto nel zio dopo la morte di s. Ignazio. Oriens
cimitero della via Appia, che dal suc- Chr., t. I, p. 541. Zeli, Zelan, è uq
cessore». Calisto I, che lo ristabilì, prese titolo vescovile in parlibus, del simile
il nome. Osserva Piazza nell' Emerolo- arcivescovato d' Amasia, che conferisce
gio di Roma, che fu tumulato nel cimi- la s. Sede. Per morte di Giovanni Flo-
tero detto di s. Zeferino dal suo nome, rens che lo portava, Leone XII nel con-
annesso al detto e celebre di Calisto, dal cistoro de' 23 giugno 1828 l'attribuì a
quale fu tolto il corpo che pretendono fr. Giuseppe Pezzella di Benevento ago-
possedere, almeno in parte, la basilica stiniano, già vescovo di Teramo, nel di-
Vaticana, e le chiese di s. Silvestro in chiararlo coadiutore con futura succes-
Capite e di s. Sisto. Il p. Severano nelle sione del vescovo di Calvi^ e Teano, e ne
Memorie sagre dichiarò ignorarsi ove divenne vescovo nel i83i. Quindi Gre-
propriamente esista il corpo di s. Zsfe- gorio XVI a'23 luglio i84i fece vesco-
rino, ed il Diario Romano non dice nul- vo di Zela, e insieme coadiutore e ammi-
la. Vacò la Chiesa romana 6 giorni. nistratore apostolico del vescovo di Z?e-
ZEFlRA, Zt'phyrìum. Sede vescovile troit {F.), mg.' Pietro Paole Le Fé vere
della Cilicia, nella diocesi d'Antiochia, e lo è tuttora.
sotto la metropoli di Tarso, eretta nel ZELADA (de) Francesco Saverio,
JV secolo. Ebbe a vescovi; Aerio, fra i Cardinale. Oriundo da nobile famiglia
padri del i.** concilio generale di Co- spagnuola, nacque in Roma a'27 agosto
stantinopoli del 38 1 ; Zenobio, nestoria- 17 17, fu dotato dalla natura di sveglia-
no, fu rilegato nella Tiberiade; Ipazio, to ingegno, il quale mediante 1' educa-
sottoscrisse a molti decreti del concilio di zione e l'istruzione letteraria che appre-
Calcedonia nel 4^(i e 6 anni dopo alla se nella sua tenera età, ebbe poi un me-
lettera di sua provincia a Leone I im- raviglioso sviluppo. Di buon* ora si de-
peratore; Pietro, nel 692 sottoscrisse i dicò alla vita ecclesiastica, proponendosi
canoni in Trullo. Oriens Christ., t. 2, d' iatpiegare i suoi talenti e cognizioni
p. 883. acquistate a vantaggio della s. Sede. Il Re-
ZELA o ZILA. Sede vescovile della nazzi. Storia dell' Università romana,
Gappadocia in Armenia, nell'esarcato di t.4, p. 242, m'istruisce, che ripetendo gli
Ponto, provincia ecclesiastica di Eleno- esordii dell'ecclesiastica sua carriera dal
ZEL ZÈL 46<
.cardinal yérgcnvìllìers, luoiendo questi denza e quando del tutto da me ignora-
nel 1758 lo dichiarò suo esecutore testa> vasi, che dove precisamente fu consuma-
iceDtai'io, ed il Zelada pose al suo sepol- to il grande alto, io scrivessi sullo stesso
cro ODorifìceDtissinno e prolisso elogio, parapetto l'articolo Gesuiti ne' primi di
dal Benazzi esibito a p. 466. Leggo nel- agosto 1887, mentre a'7 di tal mese nel
le Notizie di Eoma, che Benedetto XlV 1814 la Compagnia fu ripristinata dal
poco dopo la sua elezione T annoveiò glorioso Pio VII, unico esempio di ordine
Ira'suoi famigliari, colla qualifica di ca> soppresso e ristabilito ; e poi con singolare
meriere segreto soprannuoaerario, in- combinazione lo rifondessi nel 1 844> ^o'o
di nei I
744 l<) ammise in prelatura e lo rimarcando che nelT incominciailo suo-
annoverò tra' pi eiati della rev. fabbiica navano le campane della chiesa del Gesù
d i s. 1755 tra quelli del-
Pietro, e nel a festa pe' primi vesperi di quella di s.

l'immunità ecclesiastica, nel 1758 prò* Ignazio : terminato il mio lavoro, uno de'
muovendolo a luogotenente civile del tri- primari prelati della corte, poi amplissi»
bunale deli'A. C. In questo posto dando mo cardinal Soglia Cervoni vescovod'O-
saggio di sua perizia legale, e perla lo- simo e che adocchiava quanto
Cii)goli,
devole sua condotta, Clemeute XllI a' scriveva, ed istruitissimo di tutte quante
26 febbraio 1760 lo dichiarò uditore di le più minute circostanze che precede-

Bota, elevandolo nel 1766 alla rilevante rouo,accompagtiarono e seguirono il bre-


carica di segretario delia congregazione ve Dotninus ac Eedemplor noster Rex
del concilio e della residenza de'vescovi, PaciJìcuSy mi fece rimarcare il comples-
e preconizzandolo arcivescovo di Petra so delle circostanze che io qui e nel citato
in parlibus, indi nel i
.*"
del 1
767 lo am- voi. XXX, p. 189 ho indicalo) il breve
mise tra' vescovi assistenti al soglio pon- di soppressione de' gesuiti. Di che ora
tifìcio, e fece votante della segnatura di aggiungerò, per la veridica storiu. Il mi-
grazia. Clemente XlV a'ig aprile 1778 nistro di Spagna Mogoioo recatosi nel-

lo creò cardinale dell' ordine de'preti,e la pontifìcia anticamera a rinnovare le

per titolo gli concesse la chiesa di s. Mar- sue energiche insistenze per avere il bre-
tino a'Monti, che ritenne in commenda ve tanto da lui ansiosamente atteso, it

quando ottenne pure quello di s. Prai^se- Papa per le sue ulteriori rimostranze
de. Il cardinale secondò Clemente XlV, glielo consegnò. Appena
parlilo il mi-

quando suo malgrado si trovò costretto nistro successe in Clemeute XlV il pen-
di risolversi a sopprimere la benemerita timento. Agitato, chiamò 1' antico suo
Compagnia diGe»ù,gra ve avvenimento di correligioso conventuale e intimo confi-
cui riparlai nel voi. LXVlll, p. i53 e seg., dente p. Bonlempi (di cui feci parola nel

17261 74, ed altrove, nel dichiarare an- voi.XXII. p. 256 e altrove), e premu-
cora, come per mirabile disposizione di rosamente l'inviò dal Mogoiuo per riti-
Dio non mai fu del tutto estinta, poiché lo rare il breve per volere osservarvi certe
stesso Clemente XlV e Pio Vi tuttavia forme. Ma il cardinal Zelada che trova-
la fecero sussistere in paesi acattolici di vasi col ministro, col dito ripetutamente

Prussia e Russia! Imperocché, avendo gli fece cenno che lo negasse, e in modo
narrato nel voi. XXX,
p. 3g, imparzial- 1 che noi vedesse il religioso. Subito dopo
mente e con piena cognizione dell'argo- che il Bonlempi usci dal ministro, questi

mento, il modo e ripugnanza col quale ad evitare richieste più autorevoli, saga-

il Papa sottosciisse (su quello stesso pa- cemente lo consegnò a un corriere e ce-
rapetto sul quale, siccome divenuta mia leremeute lo fece partire per Madrid eoa
camera da letto, per l'accennato nel voi. l'incarico di consegnarlo al re Carlo III.

L, p. 247, piacque alla divina pro^ti- Kolai nello slesso ?ol. XXX, p. i4o,cfae
462 Z E L
Clemente XIV anuoveiò il cardinal Ze- prefettura dell'economia del medesimo,
lada alla particolare congregazione de' che poi fu conferita al cardinal Vetera-
cardinali e prelati deputala con breve ni, e la prefettura degli studi al cardinal
de'i3 agosto 1773 per eseguire le cose Borgia), zelando di sostituirvi valenti
stabilite dai suo breve, e per accudire agli professori a quelli celebri de'gesuiti, nel-
affari della soppressaCorapagnia di Gesù, la maggior parte loro degni allievi ; nul-
colle medesime giurisdizioni sui collegi la trascurando perchè la pubblica istru-
gesuitici di Roma clie già aveano i ri-: zione non soffrisse alcun danno alla par*
spettivi cardinali proiettori, e per lutto lenza de' benemeriti religiosi. Ad onore
quello che viene espresso dall'editto pub- di Clemente XIV e dell'inolila Compa-
blicato dalla congregazione a'26 agusto gnia di Gesù, rinnovo i voti espressi nel
e riportato nel a. 85o6 Diario di
del voi. XCI, p. 1 19, e meglio in altro luo*
Roma àfX 1778. Nello stesso Diario si gochenonra(ninento,argomeotoia par-
riferiscono gli amministratori degli stabi- te riparlalo nel voi. XCII, p. ^i^. Chi

li già posseduti da'gesuiti, in Roma e suo ami di conoscere la verità, legga l'opera
distretto Carlo Giorgi (che poi eresse il intitolata: Osservazioni sopra l'istoria
sontuoso monumento sepolcrale a Cle- del pontificato diCleniente ^//^ec, Mo-
mente XIV), in Tivoli e sue adiacenze dena tipografia Vincenzi i853. Inoltre il
Kicola Dischi, in Albano e luoghi circou- Papa gli die' luogo nelle congregazioni
micini Annibale Nelli. Si legge nel n. 85i4 del 3. Oflizio, dell'esame de' vescovi io sa-
del Diario di Roma, de'2 ottobre 1773. gri canoni, del concilio, de' vescovi e re-
>iLa Santità di Nostro Signore, consi- golari, dell' indice, e poi 1' ebbe ancora
derando la continua applicazione degli nella concistoriale, e in quelle di con-
Emi. Sig. cardinali Corsini, Marefoschi, sulta e lauretana. Lo fece prolettore del
Carafa, de Zelada e Casali, per gli alfari n>oiiastero della Presentazione di Cor-
de' soppressi gesuiti, e per dare a'mede- neiOjdell'ordineDellemitico, del capitolo
simi un attestato del suo paterno acnure, della cattedrale di Toscanella,e della con*
loro ha fatto trasmettere in dono una fraternità della ss. Concezione di Pesaro.
nobilissima pianeta per ciascuno, di tela A queste protettorie il successore vi ag-
d'argento, ricoperta con vago ricamo giunse quelle della chiesa e casa del Ge-
d'oro. Inoltre a' due prelati Macedonio sù ( secondo le Notizie di Roma, ma i

segretario, ed Alfani assessore, al i." ha Diari di Roma notificano che fu supe«


fatto regalare un'assai nobile pianeta, ed riore della chiesa e casa del Gesù di R.o-
al 2." un Crocefisso d'avorio dell'Algardi ma, e colla stessa qualifica io morte gli

con islaluetta a' piedi rappresentante la fu sostituito il cardinal Roverella), delle


Maddalena del Bernini.... 11 pregevo- quali sino dal settembre 177 3 n'era stalo
lissimo gruppo di porcellana di Sassonia, fatto rettore d. Tommaso Dionigi bene*
rappresentante il transito di s. France- fidato Valicano; e le protettorie dell'ac-
sco Saverio, fatto sul disegno del celebre cademia teologica ; dell* ordine de'trini*
Callo Maratta, e che conserva vasi nelle lari ; delle città di Nepi e Spoleti, e degli
cappellette della casa del Gesù, è stato eremiti di Monte Luco; dell'arciconfra-
trasportato nel palazzo dell'Em." de Ze- lernita delle Stimmate, e della confra-
s,

lada, ove conservasi a disposizione di Sua ternita del ss. Sagraraento in s. Prasse-
Santità". Quindi Clemente XIV depu- de, oltre altri io sodalizi; della colle-
tò il cardinal Zelada a prefetto degli stu- giata di s. Croce io Bastia, e del collegio
di del Collegio e Seminario Romano degli argentieri e orefici di Perugia ; del-
(/^.), carica che esercitò finché visse (anzi la congregazione urbana de' farnigliari
uel declinar della vita gli fu aggiunta la de' cardinali; dell'ospizio de' sacerdoti
ZEL ZEL 463
presso s. Lucìa de'Gianasi ; de'monasleri Weis, che il cardinale scrisse: De mim-
delle Farnesiane.e di 9 mouasleri delio mis aliquot aereis nncialibus Epislola,
stato, oltre quelli di s. Caterina de'funa- Romae 1 778. Tale opuscolo è rarissimo,
ri, edel ss. Bambino Gesù, e nel voi. LV, e l'esemplare che fu posto nella biblio-
p. 328 parlai del suo possesso. Questo teca del re di Francia, l'autore l'avea
gran numero onora il suo
di protetlorie mandato all'ab. Mercier di Saint-Léger,
cuore, e la generosità del suo aniuio be- con lettera accompagnatoria. In questa
nefico. Morto Clemeute XIV nel 1774. il dotto porporato dichiarò, che ael for-
intervenne al conclave in cui restò eletto mare una serie di monete romane, si pro-
Pio VI. Riferisce Weis, nella Biografia pose di spiegare ilfamoso passo di Pli-
universale, all'articolo Zelada, che sic- nio, Slor. nat., lib. 23, relativo alle va-
come il cardinale cadde in sospetto che riazioni a cui andò soggetto il valore e il

avesse avuto molta parte nell'elezione di peso dell'ai o asse, durante e dopo la i.

Pio VI, si vide bersagliato da'oon favore- guerra punica. Dietro la lettera, vi fu
voli delnuovo Papa (qualche contrarietà posto il catalogo dell'antiche monete rac-
1« :__ii _ /• « ^^
me .1. 11 i_ ì'-.A: .„.,» ,U'
colte dal cardinale, con l'indicazione de
\ I I ! I
l'acceuuai nella sua biografìa). Alcuni
si dopo venne in luceuua pasquinata som- pesi e del valore di ciascuna, e compi-
mamente mordace, e intitolata: Il Con- lato dall' ab. Pietro Borghesi dotto nu-
clave dell'anno «
774» dramma per mu- mismatico. Trovo nel n. 3 dell' Effeme-
sica (avverte l'annotatore del Weis, che ridi letterarie di Roma del 1779, >l pa-

tale componimento satirico fu sequestra- rere su tale elegante ed erudita Episto-


to colla maggior cura, e perciò rarissi- la, intitolala al cardinal Archinto, eoa
mo). Scoperto chi ne fu l'autore, fu dnlo isplendido elogio del cardinal Zelada,
in mano a'ti ibunali, e condannato a mor- dello scrittore dell' articolo, per aveie
te.Ala il cardinal Zelada, cui il poeta a- formato di .sua casa un nobile ricetto a

^ea dipioto co' più orrendi colori, do- tutte le 9 muse, con somministrar loro
mandò egli stesso la grazia pel suo ne- l'uso e il comodo di copiosa e scelta bi-
mico, ed ebbe la fortuna di ottenerla. blioteca,d'uoa ben fornita specola(nel voi.
Questo fatto va rettificato, con quanto XIV, p. 20 J. avvertii doversi ritenere
narrai nella biografia di Pio VI, sull'au- pi uttosto luogo elevato per le osservazioni

contemporaneo Novaes, ed ove


torità del astronomiche), e di un dovizioso museo
nominai il mordace poeta e la generosi- di storia naturale. L' epistola contiene

tà del cardinale, essendo falsa la con- l'illustrazione e le incisioni di 364 3"^''

danna capitale. Frattanto il cardinale sen- che monete rame dette »ncù//e;9j pas-
di

za nulla togliere a'suoi doveri, continuò sate comunemente sino allora sotto si-
a coltivar le scienze, ed impiegò il suo lenzio dagli scrittori di numismatica. Tra
credito ed i suoi beni in favore degli ar- le sue belle cose, nel voi. iV, p. 23, se-
tisti e de'dotti. Formò una biblioteca nu- gnalai tre singolari bastoni. Acquista-
merosa e ben scelta, un museo di sa- tasi il cardinale una fama europea di
gre e profane antichità ed iscrizioni, del- Mecenate de buoni studi , di cui egli
le serie preziose di monete e di meda- stesso era indefesso cultore egregio, mos-
Pio VI a conferirgli nel 1780 la digni-
glie rare, per cui fu lodato anche dal se
Reposali, Della zecca di Gubbio, t. 2, tà di Bibliotecario di s. Chiesa, che ri-

i44> eda quando era prelato.


fio tenne per tutta la vita. In tale articolo e
p.
Riunì pure una raccolta di macchine ne' voi. XLVII, p. 1 n e 1 5, L, p. 263,
di fisica, le più perfette e belle de' suoi anche per aver formato nel-
lo celebrai

tempi, ed il suo palazzo al Gesù era fre- r apparlameulo de'bibliolecari (ove poi
quentato da lutti i sapienti. Aggiunge Gregorio XVI eresse e compì sontuosi i
464 Z E L ZEL
Museo Etrusco e Museo Egizio) ai Va- bile ad oscillazioni per tremore elrinse*
ticano presso il ntcchione di Belvedere, co; né eravi modo di correggerli altri-
allorché si recò ad abitarlo, uh emporio menti che fabbricandone in miglior silo
di «cietiza ed arte, ed ivi costruì per con- un'altra più stabile e più spaziosa. Per-
siglio e coir opera del celebre religioso tanto, da ultimo il dottissimo p. Angela
p. Jucquierde'miiiimi,uaa specola ooie- Secchi gesuita direttore dell'osservatorio
l'idiaua, fornendola de'aiigliori strunieu- astronomico di detto collegio, ripigliato
ti un telescopio
aslronoaiici, fra' quali il disegno del p. Boscovich, colla mirabi-

equatoriale di Dolland. Di più nell' ar- le sua attività, zelo e profonda scienza,

ticolo Collegio Romano, o voi. XlV) superate tutte le difficoltà e vinto ogni
p. 20I e seg., narrai che il celebre ge- ostacolo, riuscì felicemente in breve tem-
suita p. Doscovich concepì l'idea d' eri- po, nel 1854, di condurla la nuova ope-
gere un vasto osservatorio sull'angolo o ra solidamente al suo termine, costruen-
rienlale della facciala della inagnifìca dola sopra i saldi piloni della cupola e il

chiesa dello stesso collegio dedicata a s. braccio orientale della chiesa di s. Igna-
Ignazio, e ne delineò il disegno. Non aven- zio, precisamente sovrastando la cappella
doavuto elFelto per le vicende de'tempi, e grandiosa della ss. Annunziata. Ne pub-

specialmente per la di lui deplorata mor- blicò l'importantissima descrizione la Ci-


te, il cardinal Zelada che presiedeva agli viltà Cattolica, 3." serie, 9, p. laS, e
t.

studi del collegio, volendo stabilire iaKo- già nel t. 8, p. 45*3 avea nouncato il ri-
nia propriamente un 0.?.ycri'<3!tor/o OiSyoe- ferito dal n. 248 del Giornale di Roma
co/rt(/^'.) astronomica (di quello di Cam- del 1854, sulla visita onorifica fatta al
pidoglio dell* Uiiiversilà Romana, in que- novello osservatorioa'So ottobre dal Pa-
st'articolo ne riparlai), l'eresse nel 1787 pa Pio IX, che ne restò benignamente
in cui muri il Boscovich, non già sopra Quindi in tale avven-
assai soddisfatto.
la suddetta chiesa, ma suiTangulo orien- turosa congiuntura ebbe luogo l'inau-
tale dellaiacciata del collegio rouianoche gurazione del novello telescopio di IMerz,
guarda mezzogiorno, costruendovi quel- colossale islrumeoto di rara perfezione,
la lorriccUache da qualche anno serve che di recente era giunto da Monaco. la-
per dare col pallone cadente il segnale di il Pontefice si compiacque con paro-
del mezzodì. Il cardinale si servì dell'o- le amorevoli esortare il p. Secchi e gli

pera del celebre sacerdote d. Giuseppe altri astronomi gesuisi,a proseguire nella
Calandrelli, il quale co' suoi dotti colla- nobilissima e dilficile carriera di sì gravi
boratori lo fece presto salire in fama. Si e delicati studi; così in certo modo ebbe
ponno vedere, il Renazzi, p. 3o2 : Os- luogo ancora la solenne inaugurazione
servatorio del Collegio Romano j e la del nuovo osservatorio, che accrebbe gii

Posizione geografica de' principali luo- eminenti pregi di Boma, e nel quale il

ghi di Roma, p. 70. È indispensabile che benemerito p. Secchi si propose di gio-


almeno appena con un cenno aggiunga varsene con importantissimi lavori, mas-
qui, che ritornato nel iSi5 il collegio sime nelle ricerche dell'astronomia side-
romano alla direzione de'gesuiti, questi rale, appena avesse condotto a fine la
proseguirono a crescere il lustro eia ric- misura della base di triangolazione del
chezza alla specola con singolari strumen- p. Boscovich sulla via Appia, io cui tro-
ti astronomici, e fornirla pure d'occorren- va vasi occupato per commissione del go*
te biblioteca. Però sebbene ormai erasi verno. Per unità d' argomento promisi
corredata a sufficienza, avea setnpre due di parlare in quest'articolo dell' incre-
gravissimi difetti, cioè l'angustia dei sito mento dell'osservatorio del collegio ro-
e riaslabihtù della fabbrica Uoppo sensi* mano, e de'preziosi luiglioramenti, a de*
ZEL 2EL 4G5
coro tìi Roma e dello stalo ponlificio, ri- corrispondenza meieorologìca telegrafi'-
cevuti dalla muoificenza sovrana io que- ca all'interno e coli' estero, concesse che
st'ultimi anni sopra l'nntico;eciò a moti- r osservatorio del collegio romano fosse
vo di non rimanermi luogo più adatlo,per fornitod'una completa serie di strumenti
ragione di epoche, laonde mi sia consen- magnetici e altri strumenti meteorologici
tilo un rapido cenno. Nel voi. LXXXV, grafici, da scegliersi dal suo direttore,
p. 189, ragionando dell* osservatorio a- mediante assegno di scudi 5oo. In tal
stronoraicodi dello collegio, già feci cen- modo Roma fu messa al livello dell'altre
no dell* applicazione del Telegrafo [d'i capitali più culle, e in corrispondenza
cui anco nel voi. LXXVIII,
77, e p. al- continua coll'osservatoriodi Ancona. Po-
trove) elettrico alla meteorologia a si- sciail medesimo romano Giornale de*

stema fì^.so, posta in effetto per la prima 23 giugno i858, offrì a p. 563, del p.
volta in Roma, con corrispondenza me- Secchi l'articolo Di alcuni risultali ot-
:

teorologica telegrafica. Ed il p. Secchi tenuti dalla Corrispondenza Meteoro-


lodato pel primo nel Giornale di Roma logica Telegrafica. Ed a p. GgS pubbli-
del i855 col Supplemento de' i5 giu- cò lo stesso solerte scienziato la descrizio-
gno pubblicò le osservazioni trasmesse no aggiunto Osservatorio Magne-
dell'
per telegrafo da Bologna e Ancona a Ro- tico, all' Osservatorio Astronomico e
ma, rilevando l'immensa utilità che ne Meteorologico del Collegio Romano. A
derivava alla scienza, e alla salvezza di tal fine si adattarono due comode stan-
migliaia di vite umane, per le rapide av- ze sopra la chie«a di s. Ignazio, dalla par-
vertenze sulle burrasche di mare. Que- te opposta a quella, ove trovasi l'osser-
sta coirispondenza si fa a mezzo dell'uf- vatorio astronomico, nelle quali si pose
fizio telegrafico di Roma, al modo nar- iscrizione monumentale dì gratitudine
rato anche dal Bollettino della Corri- pel Papa, per aver somministrato alla
spondenza scientifica di Roma per l' a- loro erezione scudi 3oo. Segue la descri-
vanzamento delle .yc/ewze, diretta dal eh. zione degli strumenti di coi è fornito l'os-
Erasmo FabriScarpellini. Il p. Secchi servatorio. La collezione completata de'
poi ogni tre o sei mesi riassume la cor- più precisi strumenti per 1' osservatorio
rispondenza stessa e ne redige le tavole, magnetico, che il Cosmos non dubitò
e le pubblica nelle sue Memorie. Quindi chiamare compiuta e unica nel suo ge^
annunziò il Giornale di Roma de' 4 feb- nere per lo studio del magnetismo ter-
braio i856, avere il Papa concesso l'ere- restre, dall'infaticabile gesuita direttore
r.ione d'un Osservatorio Magnetico nel venne dichiarala a p.4i5del Giornale
porlo di Ancona, ed in quello di Civita- di Roma del 1859. Finalmente a p. 247
vecchia, con l'occorrente assegoo,per istu- del medesimo p. Secchi si legge sul ma-
diare i fenomeni del magnetismo terre- gnetismo terrestre Di alcim risultato:

stre. Le osservazioni magnetiche non so- ottenuto all' Osservatorio Magnetico


lo servono utilmente alla nautica e alia del Collegio Romano. Inoltre abbiamo
geodesia, ma promettono di giovare non di lui due seguenti importanti opusco-
i

poco eziandioall'asfronomia.trala quale li. Descrizione del nuovo Osservatorio


e il magnetismo erano state trovate da del Collegio Romano della Compagnia,
qualche tempo nuove e singolari atte- di Gesù, e Memoria sui lavori eseguili
nenze. Notificò poscia il Giornale di Ro- dal 852 a tutto aprile 1 855 delp. An-
1

ma de'22 settembre 1857, coli' articolo gelo Secchi della medesima Comp., Ro-
del benemerito p. Secchi -.Nuovo Osser- ma i856. Memorie delF Osservatorio
vatorio Magnetico del Collegio Roma- del Collegio Romano della C. di G. :

no, che il Papa, dopoavere permesso una Nuova serie^ dall' anno 1857 al iSSg,
VOL. CUI. 3o
466 Z E L Z EL
pubblicale diil p. Angelo Secchi diret- ziario il giureconsulto Cristoforo Pierac-
tore del medesimo Oiservatorio, Roma clii, cui die' il tìtolo di conte palatino.
1859. Ma si rilorni alla biografia. Sebbene il Pieracchi fu munito del bre-
Il cardinal Zelail» niei'ilan(Josi $em> ve apostolico Pasloralis solliciludo, de*
pre più la stima eia benevolenza di Pio 5 luglio e presso il Baldassari, diretto a
"VIj nel I 788 e dopo la morte del cardi- tutti i cattolici dimoranti in Francia, col-
nal Boschi, avvenuta a'6 settembre, gli l'esortazione d'ubbidire agl'imperanli,**-
conferì la ragguardevole carica di Peni- condo l'insegnamento di s. Paolo, giunto
tenziere Maggiore (ed ivi notai, che nel in Parigi conobbe che reggitori di Fran- i

1 80 1 gli fu definitivamente in supplenza cia non volevano pace colla s. Sede. Pre-
aggiunto un pro-penitenziere, il quale nel- tendevano che le sue facoltà fossero illimi-
ristesse anno pochi dopo la sua
giorni tate per sottoscrivere a qualunque propo-
morte gli successe). Godendo influenza sizione, ed inteso che non poteva conve-
nel pontificato di Pio VI, e la sua piena nire a eonoessioni riguardanti lo spiri-
confidenza e fiducia, nel 1789 lo scelse tuale, ed Papa trattare colla repubbli-
il

in segretario di stato, ed in epoca gra- ca francese solamente come princi[)e tem-


vissima e difficile per le disastrose conse- porale, e qual capo della Chiesa non po-
guenze della rivoluzione di Francia, che tere far altro che cooperare alla pubblica
in quest'articolo, in quello di Roma e nel- tranquillità, inculcando a'caltolici fran-
la biografia di Pio FI deplorai, il con- cesi sommessa ubbidienza per sopire le

temporaneo mg/ Baldassari, Relazione civili discordie, dictiiararono : Che il Pa-


delle avversila e palimenli di Pio FI^ pa rivocasse emanati brevi, bolle e
gli

ci lasciò molti particolari sugli avveni- monitoriidal ipoi. llministro pon-


789 in
menti politici tra il cardinale qual i.° mi- tificio avendo risposto, non potere en-
nistro pontificio, la Francia, e successivi trare in discussioni d' affari ecclesiasùci,
governi della convenzione nazionale,della gli fu significato essere rotte le conferen-
repubblica e del direttorio esecutivo, di ze di pace, e cessare la sua qualità di ple-
tal possente nazione caduta nell'anarchia, nipotenziario pontificio. Il cardinalZe-
e nel t. i gli editti che emanò e le note lada per l' infelice esito di quest'amba-
diplomatiche che scrisse in quelle deplo- sceria, rinunziò la carica di Segretario
rabili e luttuose circostanze. Adunque diSlato,e prima della metà d'agosto 1796
nel suo segretariato, tra'memorabili av- gli successe il cardinal Busca, che tosto tu

venimenti ricorderò quello tragico del- rimpiazzato dal cardinal Doria. Gli avve-
l'audace e imprudente Basville, che servi nimenti politici si precipitarono a danno
di pretesto per consumare il disposto da' del Papa e del suo stato, né furono sulll-

democratici di Francia, i quali incomin- cienti gli altri enormi sagrifizi stipulati o
ciarono coll'occupazione delle provincie imposti a Tolentino, col trattato di pa-
di Bologna, Romagna e Ferrara, le quali ce negoziato e convenuto collo slesso Bo-
pel prepotente armistizio di Bologna con- naparte. I repubblicani francesi conti-
venne a Pio VI di cedere in uno alla for- nuarono alla I.' occasione l'occupazione
tezza d'Ancona, ed a quelle altre duris- del rimanente dello stato papale, e nel
sime condizioni che riportai ne'citati ar- 1798 di Roma stessa, proclamando dap-
ticoli, a Musei, a Biblioteca Vaticatva e pertutto la deoiocrazia, ed a'20 febbraio
ne'molli luoghi relati vi. Siccome nella tre- deportarono in l'arancia Pio VI, ove perì
gua fu imposto dalla forza il riconosci- affranto da' patimenti, il sagro collegio
mento della repubblica francese, per de- in siffatta catastrofe restò disperso, ed il
venire alla conclusione della pace, Pio cardinal Zelada recossi in Toscana, che
VI inviò a Parigi quale suo pknipolen siccome ottuagenario e infermo ivi fu
ZEL Z E L 467
tollerato, a tale elTelto aveodo Pio VI bino Gesù di Roma, di cui come dissi era
delegato prò penìteiizieremaggioie ilcar- protettore; legando tutte le sue macchi-
dina! Aatooellì, preposto a capo della ne astronomiche e fìsiche all'osserva*
coQgiegazioue destiuata a far le sue veci torlo del collegio romano. Sorpreso il
per gli affari della Chiesa uuiversale ia cardinale da febbre e da convulsioni, mu-
Pioma. Adunatosi il conclave in Venezia, nito de'ss. Sagramenti, nella notte del

il cardinale poco vi figurò a cagione di sua venerdì venendo il sabato 19 dicembre,


età e vacillante salute. Eletto uel
marzo passò in Roma all'altra vita nell'avanza-
1800 Pio VII, ch'egli aveagià cousagrato ta età di anni 84 e più di 4 mesi. Il suo
escovo di Tivoli nel 1782, al modo riferi- corpo, dopo essere stato imbalsamato, fu
to nel voi. LXXVl, p. 98, poco dopo lo
1
esposto nella stanza del baldacchino, ed
oominòarcipreledeilabasilicaLaterauen- in carrozza fu trasportato per l'esequie,
se, protettore della cappella Corsini esi- a tenore della disposizione di Pio VIIj
stente nella medesima, e secondo il con» nella chiesa di s. Marcello, il cui curato
sueto dell'arciconfraternita del ss. Sagra- prese in essa luogo cooie chiesa esponeu*
tuenlo presso la Scala santa. Laonde ri- te, insieme a'parrochi dis. Lucia de'Gin*
leva Cancellieri nelle Memorie delle ss. nasi curalo della parrocchia del defuulo,
Teste de' ss. Pietro e Paolo, che si ve- e di s. Martino a'Mouti chiesa commen-
nerano in detta basilica, che per divozio- dataria del cardinale e seppellieute se-
ne a s. Pietro sino dai 1788 avea fatto condo la disposizione del medesimo. La
porre nel dito del suo busto l'anello a- chiesa di Marcello venne magnìfìoa-
s.

vuto in legato dal principe Barberini eoa mente apparata a lutto, ed al funerale
superbo topazio. Il medesimo Cancellieri intervenne Pio VII, facendo le soleiitii

nella Storia de'possessi, narrando quello assoluzioni sul cadavere, dopo la messa
preso io delta basilica da Pio VII a'24 "O* pontifìcata dal cardinal Pigaatlelii, alla
vembreiBo 1, rimarca che pel cardinal Ze- presenza di 27 porporati, ^elta sera, colle
lada iofertuo, supplì alle parti sue d'arci- stanghe del palazzo apostolico e col solito
prete il cardinal Albani decano del s. Col- accompagnamento, cadavere venne tra-
il

legio.Aumentandosi il male, pubblica rotto sferito nella delta chiesa di s. Martina,


i 0.I03 eio^àe Diaridi Roma del iSoi dove ricevuto in piviale nero dal priore
le seguenti notizie, le quali correggono il del convento, alla testa della religiosa fa-
Weis che lo disse morto in Venezia a' miglia de'carmelitani con candele accese,
29 dicembre. E siccome egli aggiùnge, recitate le prescritte preci di sufiragio,
che il cardinale per testamento lasciò e- fu sepolto nella 3.* chiesa sotterranea o
rede di tutti i suoi beni la casa del Gesù oratorio di s. Silvestro I e dedicato alla
dì cui era superiore, oltreché non pare- B. Vergine, com'egli avea disposto, nella
va probabile tale disposizione, per non tomba che da vari anni erasi preparata,
esservì stata ivi stabilita alcuna comunità, vicino al luogo ov'era stato tumulato il

siaancora per la sua condotta in parte e* b. cardinal Tommasi (^.). Recatomi ad


quìvoca e in fatto contraria alla Compa- esaminarne latomba^ la trovai io mezzo
gnia dì Gesù, per quanto dichiarai supe- di tale oratorio, precisamente appresso e
riormente, tuttavolta avendo esaurito le dopo quella che avea servito al beato,
debite indagini, trovai nonsussistere uep- con grande e sea:plice lapide marmorea.
pureinquesto l'asserto dal Weis. Il con- Come poi sì divìdono le accennate 3 chie-
temporaneo Renazzi nella laudata Sto- se, lo riportai nella biografìa del b. Tom'
riala p. 3o4, riferendo le notizie del car- masiy e negli articoli ivi ricordati. Dipoi
dinale, afferma aver esso lasciato la sua il p. priore de'carmelitani, per gratitudi-
doviziosa eredità al monasterodel ss.Bam- ne e dimostrazione di duolo per la per*
468 Z E L ZEL
dila del benefico cardinale, che fu insi* di politissima noce, e con decoroso or-
goe benefattore della chiesa e de'religio- gano nel mezzo. La tribuna ebbe scom-
8i,a'23 dicembre ne sulTragò l'anima con partì eleganti messi a oro con profusione
solenni esequie. Il cardinale incoraggi e magnificenza. Nella volta della stessa
r ingegnoso fr. Elia Barberi carmelita- tribuna il celebre Cavallucci di Sermo-
no questuante, sepolto innanzi 1' altare neta eseguì bellissime pitture della B.
di s. Alberto con lapide, ad intraprende- Vergine col s. Bambino, e gloria d'Angeli,
re il sontuoso e magnifico risarcimento oltre le figure di vari Santi : egli è sepolto
e abbellimento della nobilissima chiesa nella chiesa, con memoria postagli da'du*
di s. Martino, massime nell'altare mag- chi Caetani suoi mecenati. In fondo alla
giore, suo coro e presbiterio, pel quale navata sinistra fu nobilitata con gentile
altare il cardinale donò gli esistenti ma- architettura la celebre cappella della mi-
gnìfici candelabri di metallo doralo, che racolosa B. Vergine del Carmine in colon-
gli costarono scudi tooo l'uno, e due ne e pilastri corìnti di marmo di Siena;
mute di simili e bellissimi candellieri col tutta ornata di marmi finì e stucchi do-
Crocefisso. Pertanto sotto gli auspicii del rali. Il quadro dell'Anime del Purgato*
cardinale, l'infaticabde fi-. Elia colle ab- rio èopera lodata del Cavallucci, ch'ese-
bondanti limosine raccolte dalla sua pie- guì con pari bravura il quadro laterale
tosa industria, potè verso il 1780 ese- con s. Elia e l'Angelo, e la Madonna nel
guire l'intero restauro del vasto tempio. mezzo della volta in atto di dar l'abito
Fece di nuovo il pavimeulo, ornò 5plea< de'carmelitani e lo scapolare a s. Simone
didamente il presbiterio, l'altare princi- Stock; altri dicono della sua scuola. Il

pale isolato e la tribuna, ed è fama che cardinale sotto l'aliare vi ripose i corpi
nel solo presbiterio spese oltre 35,ooo de'ss. Lanziano, Crescenzio e sua moglie ;
scudi. Il tutto corrispondente alle due ed ottenne da Pio VI il singolare privi-
scale di marmo bianco con balaustri mol- legio dell'altare privilegiato come quello
to gentili di pietre colorate per condur- della chiesa di s. Gregorio I, cioè per la
re all'elevato presbiterio, fatte costruire liberazione d'un' anima dal Purgatorio,
dal benemerentissimo p. Filippini; oltre vale a dire dì quella per cui da' divoti si

l'altra scala nel mezzo per discendere al- prega Dio della liberazione da esso, il che
la chiesa e oratorio sotterranei. Il pavi- diffi^risce dagli altrialtarì privilegiali per
mento del presbiterio fu eseguito di ric- la liberazione d'un'anima da dette pene,
chissime pietre fine di colori differenti, come lo godono le chiese carmelitane, e lo
disposte con mirabile simmetrìa. L' al- rilevai nel voi. LXVII, p. 189, descri-
tare fu tutto ornato di marmi pregevo- vendo la loro chiesa de' ss. Wicola e Bia-
lissimi, fregiati di eleganti decorazioni di gio da ultimo avuta per la cessione a'
metallo dorato : la mensa posa sopra ur- Trinitari di quella di s. Grisogono. Del-
na di verde antico, e da' lati sono putti le generosità e munificenze usale dal car-
di marmo bianco. Sul ciborio è un tem- dinal Zelada nella chiesa di s. Martino
pietto rotondo ad uso di baldacchino per se ne legge la memoria marmorea in sa-

l'esposizione del ss. Sagramento, posato grestia, ov' è il suo ritratto e quello di

su base di porfido verde, e composto di fr. Elia morto nel 1812, ed un nobile
6 colonned'alabaslro orientale, sostenen> armadio donalo alla medesima dal car-
ti una cupoletta di giallo antico con ista- dinale. La memoria del munifico e ce-
tuette sopra, la cui calotta ha lo scom- lebre cardinal Zelada resterà perenne
parto di cassettuncini col fondo di por- ne'fasti letterari, e del sagro collegio di
fidi verdi e rosoni di metallo dorato. cui fu decoro e ornamento. A tutte le
Dielio il coro gli staili si formarono principali chiese di Roma dedicate alla
ZE L ZEN 469
B. Verdine donò una pianeta di lama ciprete della basilica Vaticana con am-
d'Hi-gento ricamata iu uro, ed alla basi- plissime facoltà, e colla giunta d'un pri-
l«c.iLiberiana un paratu simile in terzo. vilegio sin allora inaudito e non piti con-
Alle parroccbie di Roma donò dueastuc- cesso dipoi, cioè di conferire, oltre tutti i
ci, uno con piccola pisside d' argento, benefizi che vacassero nella basilica, an-
per portare il ss. Viatico di notte, con due che 3 canonicali. Sisto IV nel i^'j3 gli
brnccialetti per le candele quando apresì conferì il vescovato di
Vicenza, e nel
l'astuccio; l'altro con tutto l'occorrente i479 S"^"^ suburbicario di Frascati,
per amministrare l'estrema unzione, cioè colla legazione alla repubblica veneta, e
piattino, due vasetti, aspersorio e Croce- poscia alla città di Perugia, ed ebbe in-
fisso d'argento (con due braccialetti per oltre in commenda la celebre abbazia di
le candele) e libro delle preci. I due a- s. Zenone di Verona. Se egli non fondò
stucci tuttora conservano nella chiesa
si nella sua patria la chiesa di s. Francesco,
di s. Martino, e ne ammirai il pensiero come scrissero l'Ughelli e Cardella, ma
e la comodità. Rilevai nel voi. XLIX, p. forse soltanto vi fece alcun restauro, im-
295, che donò aW Ospedale di s. Spiri- piegò però la notabile somma di 5o,ooo
to inSasfia bellissimi pezzi anatomici scudi nel restaurare e ornare le chiese, ed
eseguili in cera. E Pio VII pose nella bi- altri luoghi pii, a'quali in sua morte la-
blirtieca Vaticana la di lui libreria fornita sciò parimenti un legato di 5o,ooo scu-
di seimila e piìi volumi. di. Siccome assai dotto ed erudito, si for-
ZELLA o TELLà. r. Telepte. mò una scelta e vasta biblioteca di libri
ZELONA. Sede vescovile della 2.* greci e latini. Fabbricò una casa in Ro-
provincia d'Armenia, sotto la metropoli ma presso il Vaticano, esistente tuttora
di Melitene, nell' esarcato di Ponto, e- ma ridotta a fienile, dietro il portico del-
r€lia nel V secolo. Zelona, Zelonen, è la basilica avanti al palazzo dell'Inquisi-
ora un titolo vescovile in partibus, del* zione romana, dove ìu una lapide si leg-
r arcivescovato pure in parlibiis di Me- ge scolpito il suo nome. Essendo pure
litene, che conferisce la s. Sede. giusto, e d'animo sincero e libero nel pro-
ZEMPT.-V o ZENTA. Sede vescovile ferire sua sentenza, nel pontificato di A-
dell' Africa Occidentale nella provincia lessandro VI, credendo di non potere-
Proconsolare, sotto la metropoli di Car- senza suo molto pericolo restare in Ro-
tagine, da Commanvilte delta di provio* ma, col pretesto di recarsi a visitare le

eia non conosciuta, nominata negli atti sue chiese, prudentemente a Pa-
si ritirò

dell' antico concilio Lateraneuse. Ne fu- dova, dove morì con fama di senno, pie-
roQO vescovi: Majorioo, che assistè nei tà e magnificenza nel i5oi, d'anni 62,

4«i alla conferenza di Cartagine; Fio- e non come scrìsse Marangoni nel Te'
renzo o Floreozio, che sottoscrisse la let- soro de' Parrocìù. Alla sua memoria fu
tera del concilio proconsolare, mandata eretto nella cappella del suo nome, pres-
a Paulo patriarca di Costantinopoli con- so il portico della basilica di s. Marco in

tro i moooleliti. Morceili, Afr. Chr.,t. i. Venezia, un sontuoso mausoleo, descritto


ZENO Battista, Cardinale. Nobile nel voi. XC, p. 280, colla statua del car-

veneziano e nipote per sorella di Pao- dmale espressa in metallo, con altre 6 sta-
lo II, illustre non meno per la chiarezza .tiie della stessa materia e rappresentanti

del sangue, che per l'integrità de'costu- altrettante virtù, nella base del quale fa
uii, riconosciuto dallo zio per la sua bel* scolpita nobile iscrizione per decreto del

l'indole, e come attissimo ad ogni digni- senato veneto, ch'egli lasciò erede d' un
tà, a'21 novembre i468 lo creò cardi- lesalo di rilevante somma di denaro.
nale diacono di s, Maria in Portico, e ar- Contribuì il cardinale col suo voto al-
470 ZEN ZEN
le elezioni di Sisto IV, Innocenzo Vili e di Onorio. Le sue reliquie si custodi-
Alessandro VI. Il severo e maledico Ga- scono con molta venerazione nella catte-
li inberli, senza prove, scrisse che il car- drale di Firenze. Leggesi il suo nome
dinal Zeno fu di naturale difficile e a- uel martirologio romano il giorno aS di
spro, di molesta e grave conversazione, maggio, ma la sua festa si celebra il 20
che lo rese poco grato alla corte di Ro- di ottobre.
ma, conoe ancora alla propria famiglia ZENONE (s.), vescovo di Verona. A-
domestica, da lui tenuta in troppa stret- fiicano di nascila, secondo il Butler, che
ta e rigida disciplina, per cui narra quel compilò la sua vita su quella scritta dai
curioso e strano caso, che confutò 1' U- fratelli Pietro e Girolamo Ballerini, dot«
ghelli neW Italia sacra, io63, t. 5, p. ti preti di Verona; ma il marchese Sci-
il quale aggiunge cheli cardinale fu uo- pione Maffei e alcuni altri autori pre-
mo insigne, e con bel nodo seppe accop- tesero ch'egli fosse greco. E controversa
piare alla nobiltà della prosapia, la san- l'epoca del suo episcopato. Il Butler ri-

timonia de* costumi. porta che fu innalzato alla sede Vero-


ZENOBIO(s.),vescovodi Firenze. Nac- nese l'anno 362, sotto il regno di Giù»
que in questa città sul finire del regno di liano V Apostata, ed anche il Massini
Costantino il Grande, e studiò sotto ec- afferma che fu eletto dopo la metà del
cellenti maestri, dedicandosi specialmen IV secolo; ma ciò è contrario all'anti-
te alla filosofia. Tanto egli cercò la sa- chissima tradizione ricordata neirufficio
pienza, che scoperse l'assurdità dell'ido- della sua festa, approvato da Sisto V
lalrid nella quale era stato allevato, ed dopo averlo fatto esaminare da ecclesia*
abbracciò il cristianesimo. Ricevuto se- siici e personaggi dottissimi. La tradi-
grelaoieute il battesimo, i suoi genitori zione e la liturgia di Verona, del pari
si adirarono fortemente contro di lui e che il martirologio romano, riferiscono
contro il vescovo che Ioavea battezzato, Zenone e il suo martirio ai tempi del-
pretendendo che si fosse con ciò offesa l'imperatore Gallieno, il quale regnò dal
l'autorità paterna; ma egli rispose loro 260 al 268. L'Ughelli pure lo vuole
con tanta fermezza e giustificò si bene vissuto nell'impero di Gallieno, come
la condotta sua e del vescovo, che re- dissi nel voi. XCV, p. 1 1, tessendo la
starono soddisfatti, sicché non gli fu poi serie de' vescovi di Verona, nel qual luo-
difficile di guadagnarli a Gesù Cristo. go riportai diverse notizie del santo ve-
Dramando di servire a Dio nella più scovo, eziandìo sul titolo di martire da
perfetta maniera e di diffiDudere la fede molti attribuitogli. Qui pertanto mi li-

fra'suoi compatriolti, si dedicò allo stato miterò a un brevissimo estratto. Fu un


Ancor diacono, predicò il
ecclesiastico. pastore insigne per virtù e dottrina. Coa
Vangelo con molto frutto e con grande sommo zelo si oppose agli ariani, e com-
riputazione. Il suo merito e le sue virtù battè altresì gli errori de'pelagiani. Ri-
lo fecero conoscere da da s. Ambrogio e levasi da'suoi stessi sermoni, che ogni an-
Papa s. Daraaso 1, il quale lo fece an- no battezzava un gran numero d'idolatri.
dare a Roma. Tornato a Firenze dopo Purgata la sua diocesi dall'empietà del-
la morte di questo Sommo Pontefice, vi l'eresia e dalle superstizioni del pagane-
fu eletto vescovo, e si mostrò degno suc- simo, intraprese di edificare una magni-
cessore degli Apostoli. Istruì il suo greg« fica chiesa. Inculcava al suo popolo la ca-
gè con zclo^indefesso, e Dio si compiac- rità verso i poveri, e ne dava egli l'esem-
IJne talvolta di confermar con miracoli pio privandosi di tutto per sovvenire a'io-
la verità della dottrina ch'egli predicava. 10 bisogni. Dopo aver governato il suo
Passe della pieseole vita sotto il regno gregge con pari alacri là e prudenza,resosi
ZEN ZEU 471
amnurabile per le sue virili, fra le qua- poli, Zcfiopolilan, è un titolo vescovile
li etnìnentemeiite brillarono la pazienza in partibui, dell'eguale arcivescovato di
e rutniltà, passò della presente «ita l'an- Mira, che conferisce la s. Sede. Grego-
no 3So, giusta gli scrittori seguili dal rio XVI 3 marzo i844 nominò ve-
a'
Butler, il dì 12 aprile, nel qual giorno è scovo di Zenopoli mg.' fr. Luigi Moca-
liominato nel martirologio rumano. Si gatta da Caslellazzo de'minori osservanti
celebrano n Verona altre due feste in o- riformati, e coadiutore al vicario apo-
nere di s. Zenone: Tuna il 2 i maggio pel stolico di Xan-Tuog, cui successe e lo è
trasporlo delle sue reliquie; l'altra il 6 di- tuttora.
cembre io memoria della sua o<dinazio- ZENOPOLI.Sede vescovile della Para-
ne, e della dedicazione della sua nuova fìlia, ma s'ignora se della i.^ o della 2.*
chiesa, cbe si fece sotto Pipino re d'Italia. provincia, delle quali sono state metro*
La prima chiesa che portò il suo nome, poli Sida e Pirgi. Si conosce il solo ve-
fu edifìcata sulla di lui tomba, e in riva scovo Gennadio,che intervenne al V con-
all'Adige, fuori delle Verona. mura di cilio generale. Oriens Chr.yl. i, p. 993
Dell'invenzione e traslazione del suo sa- e io33.
gro corpo ne ragionai descrivendo la sua ZETUNA, Zetunium. Sede vescovile
basilica nel voi. XCIV, p. 1 53 e seg. della Tessaglia, nella diocesi dell' Uliria
ZENONE (s.), martire. F. Nesta- orientale, sotto la metropoli di L^rissa,
BLO (s.). eretta nel IX secolo. Ebbe a vescovi Gior-
ZENOPOLI. Sede vescovile di Cili- gio, che assistè e sottoscrisse nell' 869
cia, nella provincia d' Isauria, sotto la rVIlI concilio generale; Gregorio, inter-
metropoli di Seleucia, eretta nel IX se- venuto al conciliabolo di Fozio ne!r879;
culo, secondo Comtnanville. Ebbe a ve- Giacomo, che sottoscrisse la deposizione

scovi: Eulalio, che sottoscrisse e assistè del patriarca Jojsaph; Antimo, viveva
al VI concilio generale; Marco, il quale nel 1721. Orien'i Chr., l. 2, p. i i 4-
trovossi ai VII concilio generale. Oriens ZliUG.MA o ZEU.MA. Sede vescovi-
Chr., l. 2, p. io34- Il Terzi, Siria sa- le della prdvincia Eufratena, del patriar-

cra, p. 124, allesta, che nell'epistola si- cato d'Antiochia, .sotto la metropoli di
nodica della provincia ecclesiastica d'I- Gerapoli, eretta nel principio del IV se-
sauna, scritta a Leone I iojperatore, tro- colo. Questo luogo tanto rinomato pel

vasi fìrmato il vescovo di Zcnonopoli Ni- passaggio dell'Eufrate, al dir di Plinio,

coUo. Zenopoli, Ztnopolitan, è un titolo situato 72 passi distante da Samosata.

vescovile in partibus, del simile arcive- Credesi che il vocabolo Zeugma^ che si-
scovato di Seleucia, che conferisce la s. gnifica unione^ gli venisse dato dopo che
Sede. Nel lySi era vescovo di Zenopoli Serse re di Persia, secondo Teodoreto,
Giorgio Maria de Lascaris veronese tea- ovvero Alessandro Magno, secondo A-
tino, che il cardinal York arciprete Vali- riano, passò quivi l'Eufrate sopra un pon-
cano fece suo vicario della basilica, indi te. Il Terzi, Siria sacra, p. i o4, dice che

arcivescovo di Teodosia e poi patriarca Alessandro nel trasportare l'esercito in

di Gerusalemme. Mesopolamia, fece costruire con mera-


ZlLNOPOLI.Setle vescovile della pro- vigliosa celerità suU' Eufrate .un gran

vincia di Licia, nell'esarcato d'Asia, sotto polite di barche, e per farlo resistere al»
l'iiupelo dell'acque, l'assicurò all'oppo-
la metropoli di Mira, eretta nel VI seco-
lo, secondo Commanville che la chiama sta riva con ismisurate catene di ferro.
Zenonopoli. Uno de'suoi vescovi, di no- Laonde la città fondata sul luogo, prese

me Stauracio, assistè all' Vili concdio gè il nome di Zeugma. Dipoi Seleuco nel-

993. Zeno. lo stesso silo fabbricò uà meraviglioso


neiale. Oriens Clir., l. i, p.
47» ZEU Z I G
poDle di pietre vive, di cui restano enor- flettere, che se l'eresia ci lorda, ci lorda-

mi vesligìe; e al di là dell' Eufrate edifi- no assai più lo scisma, e i falsi sospetti


cò À pam ea. Famose e venerabili furono contro la fede de'nostri padri. Par ch'egli
le solitudini di Zeuma pel soggiorno di non avesse lume bastevole per vedere la
santi anacoreti, ove menaro-
fra gli altri verità nella lettera di s. Cirillo, che fu
no vita aspra e penitente Publio, Paolo letta in questo concilio^ e che si trovò
e Zegmatio, il quale ultimo sebbene cie- perfettamente cattolica. M,\ questo stes-
co dalla nascita, non lasciò d'incoraggia- so concilio non volle approvare la depo-
re ì cattolici a vigorosa costanza nelle loro sizione di Neslorio, e ancor meno gli A.-

persecuzioni. Furono vescovi di Zeugma natematismi di s. Cirillo, che Teodoreto


i seguenti. Basso, fu al concilio di Nicea I condannava, biasimandovi tra l'altre co-
e a quello d'AnliocIna; Antonio, uno de- se l'unione Ipostatica, che la Chiesa non-
gli arianicbe si riunirono a Filippopoli; dimeno abbracciò. Diz. de'concilii.
Sabiniano, sottoscrisse la lettera del con- ZlCHl A o ZICCHIA. Sede vescovile e
cdiu d'Antiochia all'imperatore Giovia- capitale della provincia del suo nome, si-
uo nel 363; Afiouio, già monaco del tuala sul Ponto Eusino. E una delle chie-
monastero di ». Publio, sedeva verso la se di Barberia che il concilio di Calcedo-
IV secolo; Eliade, escluso dalla
fine del niadel45i soggettò alla sede di Costan-
comunione cattolica, per essersi dichia- tinopoli ; ed in seguito fu eretta in me-
rato contro Cirillo d'Alessandria e il le- tropoli onoraria della Scizia sotto il pa-
gittimo concilio d' Efeso, però sembra triarcato di Costantinopoli, ed unita a
che poi abbandonasse gli eretici e venisse quella di Metracha. Ne furono vescovi :

ristabilito ; Evorcio, assistè al concilio dì Damiano, che assistè al concilio di Co-


Antiochia, nella cdu$a d' Ib^ di Edessa, stantinopoli nel 536; Paolo, fu al con-
ed a quello diCalcedunìa ; Giuliano, tro ciliabolo diFozio neir879; Antonio, in-
vossi aiV concilio generale. Questa chie- tervenne al conciliabolo di Costantino-
sa ebbe altresì alcuni vescovi giacobiti, poli, nel quale Michele Cerulario osò

come Giobbe, che nel 962 consagrò il scomunicare i legati di s. Leone IX Pa-
patriarca Abramo; ed Elia che fece la pa; N ... sedeva in tempo del patriarca
stessa funzione pel patriarca Giovanni Eustrazio: N ... viveva sotto il patriar-
IX nel io49- Oriens Chr., t. 94^
2, p. ca Luca Grisoberga. Oriens Chr., t. i,

e i533.|Vi fu il concilio di Zeugma, p. i335.


nell'Eufralesia, non riconosciuto, e adu- ZICHXA o ZICHNE. Sede vescovile
nato da Teodorelo nel 4^3, forse il ce- della 1." Macedonia nell' esarcato omo-
lebre vescovo di Cyrrhus o Cyrus nella nimo, Sótto la metropoli di Filippi, eret-
Siria. Vi s'impiegarono tutti i mezzi pos ta nel y secolo e nel XIII divenuta ar-
sibili per vincere 1'
ostinazione di Ales- civescovato onorario. Ebbe a vescovi : Pa-
Kandi'o di Gerapoli, che avea rotta la co- comio, nel i5oo trasferito al patriarcato
munione con Giovanni d'Antiochia, per- di Costantinopoli; Gregorio, sottoscrisse
chè quest'ultimo avea fatto la pace con la deposizione del patriarca Joasaph nel
s, Cirillo ; ma inutilmente. Dichiarò, ch'e- I 564- Inoltre ebbe de' vescovi latini, ed
glinon poteva entrare in certe condi- uno fu fr. Luca Manelli domenicano, e-
scendenze, che sotto pretesto della pace letlo nel i342, e traslato a Osimo nel
ferivano la religione; che non v' era au- i347, poscia a Fano nel i358. Oriens
torità la quale potesse obbligarlo ad ab- dir., t. 3, p. I074-
bracciare la comunione dell'empio, per- ZIGANA o TZIGANA o GIGANA,
ch'egli voleva conservare la sua fede pu- Zjrgana, Gygana. Sede vescovile di La-
la da ogni miscuglio d' eresia, senza ri- zico, neir esarcalo del Ponto Polemo-
Z IG Z I M 473
Disco, sotto la metrupoii di Trebisonda, le trasse da Cicerone, da Quintiliano e
eretta nel IX secolo. Faustino, udo dei da altri classici latinisti, si ricava l'anti-
suoi vescovi, sottoscrisse i canoni il Trul- chità dì que>ta veste, certamente con mo-
lo. Oriens Chr., ì. i, p. i 345. dificazioni nella forma, e posteriorraen-
ZIGRI, Zitgris. Sede vescovile della te quelli che l'usano. Prìncìpalmeale la
Libia inferiore o Marraarica, nell'Africa zimarra è una veste talare degli ecclesia-
occidentale, sotto il patriarcato d' Àles stici, domestica e anche pubblica. Dissi a

saudria e la nietropoii di Odrnis, eretta suo luogo, che i chierici ne' primi secoli
nel IV secolo. Ne furono vescovi : Mar- vestivano come i laici. E' manifesto ch'é
co, che assistè e sotto^cri<ise il concilio una vesteio origine furse monastica e poi
di Alessandria, tenuto da s. Atanasio ridotta, accorciata, come altre, cioè nel-
nel 362 ; Lucio, partigiano di Dioscoru le parti superstiti del bavero e delle mez-
al concilio d' Efeso. Oriens Chr., t. 1, ze maniche, di color nero, quale suc- il

p. 635. cesse al paonazzo ocastag!io,comunemea-


ZIMARRA, Palla, Epilogium. Veste te di drappo di lana, di saia, anche di se-
lunga o sopravveste talare, modesta e in- ta. Quest'artìcolo si rannoda con quello
sieme decorosa, che si usa con Fascia o di Vesti, specialmente ne'§§ : f^esli del-
senza. E' una Sottana (^.), con di più la Gerarchia ecclesiastica, la essi di-
una piccola pellegrina o bavero inturuo chiarai la zimarra veste domestica desìi
al collo, e delle mezze maniche aperte, o ecclesiastici d'ogni grado, e particolar-
sopra-maniche, sul princìpio del brac- mente de' Superiori, de Parrochi de Ret- ,

cio, con bottoni e asole o senza. Il Ma- tori, d'alcuni Regolari, massime di con-

gri, Notizia de vocaboli ecclesiastici, in gregazioni dì sacerdoti , come dì quella


quello di Epitogium , lo deGoisce So- : della Regina degli apostoli ( riparlata
pravveste, la quale portavano i chierici nel voi. XCVIII, p. 24)» ^e' Fesco^'i e

sulla Toga ( f'.) in vece del Mantello ( T^.) ; altri Prelati, filettata di paonazzo, con
nome derivante da vocabolo greco in si- asole e bottoni di tal colore ; de' Cardi-
gnificato di sopra-toga. Si trae dall' O- nali filettata di rosso, con asole e botto-
nomaslicum Romanum del p. Felici ge- ni di simile colore, dicendo in quali luo-

La Zimarra e secondo altri Za-


suita. ghi intervengono in zimarra e ferraiolo-
marra, è una veste nota e si porta nel De, tutto di colore rosso o paonazzo, ed
di fuori sopra ogni altra veste: A Toga, i cardinali religiosi , cui è vietato altri

Epitogium dictum, Palla genus quod sa- colori fuori di quello delle vesti del pro-
prà togani ferebatur: compositum no- prio ordine , di esso è la loro zimarra.
mea e latino, et peregrino, sicut epithe- Finalmente del Papa, la cui zimarra di
dinmetcx duobus peregrinis. Zimarra lana o di seta è ioterameute bianca, tal*

donnesca o da donna. Palla muliebris. volta cingendola con fascia bianca co'
Zimarra virile oda uomo, Palla virilis. fiocchi d' oro, e sul petto soprapponea-
Zimarra d' un sol colore, Palla unico- dovi la Croce pettorale , come fanno i

lor. Zimarra di color cangiante o di più Vescovi e que'prelati che ne godono il


colori, Palla versicolor, sive discolor. privilegio. Tra'Iaici usano la zimarra ne*

Zimarra di ootaro. Palla tabellonia. Zi- ra, il Senatore di Roma [F.) e con fa-

oaarra di claustrali o studenti, che vivo- scia, nella sua residenza; i professori del-

no io qualche Collegioo Seminario [f''.), le Università, insegnando nelle loro cat-


Epiloginni coenobiticum.Zì ma rrone, Ma • tedre, ma senza fascia ; i maestri nelle
gnum Epitogium. Zimarretta , Epitolo- Scuole, precipuamente se ecclesiastici ;

giolum, Pallula.Tiwnari'aio, Penulatum. ed in Conclave i Conclavisti {F.).

£ siccome tali deoominazioui il p. Felici ZIMENES. K XiMENES.


474 Z N I ZIN
ZINGARO o ZINGANO, o GITA- sersiformata una lingua fittizia, chiama-
KOS, Aegiplius, Praciligìalor. Persona laGerigonzaoZiniguenza,composia d'al-
cbe va gitanilo il mondo per giuntare al- cune parole inventale e di altre tolte dal-
trui^ sotto il pretesto di dare buona ven- l'idioma spagnuolo e italiano, ma di cui
tura. Gli storici non sono d'accordo in- ne hanno essi alterato il sigoiflcato,o cam-
torno l'origine di questi vagabondi, che biato l'ordine delle sillabe, affinchè di-
alcuni pretendono venuti dal Basso Egit' ventasse un linguaggio intelligibile ad es-
io, altri dall'//2(rZ2eorientali,o dalla Tar- si soli. Neil 835 fu pubblicata in Erfurt:
taria o dalla Scizìa. La loro vita indipen- Graffunder RegierSchulrath, Ueherdie
dente e girovaga, la miseria e l'avvili- sprache des Zigenner-Eine Grarnmali-
mento in cui sono immersi oQrono mol- sche Skizze. Dell' opera del Predai feci
ta analogia co' Gilanos di Spagna , menzione nel citalo voi. LXXI. I zingari
massime di Saragozza (^'^•); però non senjbrano indifferenti in materia di re-
sono da confondere con essi. Delle origi- ligione : cambiano di culto tutte le vol-
rii di questa mala razza, ed esseri degra- te che cambiano di patria adottiva , e
dati, impostori Indovini (Fi), dediti alla molti di erano fatti circonci-
essi che si

Siiperslizione [F.) e alla Di^nnazione dere da'maomettani, si fecero dopo bat-


(/'.), non meno al canto, onde certa can- tezzore da'cristiani, e viceversa. All'epo-
tala dicesi Zingano, e Zingaresca la poe- ca della loro prima apparizione in Euro-
sia che cantano le maschere fuggiate da pa , facendo credere che fossero cristiani
zingarelle. Della loro stirpe, secondo al- d'Egitto, raccontarono che ì loro ante*
cuni derivante dalla tribù de' J'*a/?g;a/u' nati non avendo voluto accogliere Gesù
del distretto di Tatta nell' Indie, donde Cristo, allorquando fugg"ì in Egitto co*
fuggirono nelle contrade d* Europa per suoi genitori, erano essi stati puniti per
le devastazioni di Taaierlano; emigra- questa colpa a 7 anni d' una vita noma-
zione, quanto all' epoca , assegnata nel da. L'ignoranza di que'tempi fece rice-
]4oo circa oi4J7j certo nel cominciar vere siffatta favola; quindi ottennero es-
del XVseoolo.De'differeuti nomi co'quali si de'salvocondotti e furono ricevuti da
sono appellali, secondo'i luoghi, cioè fra' per tutto con ospitalità. Ma scopertasi in
tanti, principalmente Egiziani , Gipsy, seguito la menzogna, e la loro condotta
Zigeniier, Zingeini, Zingheuni, Boemi, rendendoli indegni della tolleranza avu-
perchè creduli derivati da'boemi eretici ta per essi, vennero banditi da quasi tutte
Taboriti, Zingari e Zingani in Italia. Di le Provincie in cui erano penetrati. Noa
tutto parlai in vnri articoli, come ne' voi. fu però possibile di espellerli interamen-
XXXI V, p. 2 15, XLII p. 52, XLVI, ,
te. Quest'infelici, senza religione, idioti
p. 24 LXl V p. 22
, LXXl p. 63 ,
,
1 , ,
del matrimonio, caduti nell'ultimo gra-
LXXXllI, p, 291. Ivi dissiche sono spar- do della degradazione morale , resistet-
si nella Turchia, Servìa, Moldavia, Fa' terosempre a'ientativi fatti in tutte l'e-
lacchia, Bulgaria, Ungheria, Macedo- poche per civilizzarli. Scrisse il p, Meno-
nia: ve ne sono anche in Russia, Inghil- chio nelle Stuore, centuria i r." cap, 23:
terra, Francia e in altri slati. Ne ripar- Della nazione de' Zìngari, di dove sia-
lai ove si trovano. Il loro idioma si sud- no venuti, e della professione che fanno
divide in molti dialetti, i quali differisco- della Chiromanzia.
no gli uni dagli altri per le voci stranie- ZINTZENDORF Filippo Giuseppe
re che hanno tolto dalle lingue de'popoli Lodovico, Cardinale, Fedi Sintzen-
fra'quali essi dimorano. I zingari d' Ita- DOBF.
lia, ed Spagna sembrano aver
i gitani di ZINZINIO, Cardinale. F. Zinzimo
dimenticata affatto la loro bugna ed es- Autipapa.
Z I N Z I T 475
ZINZINIO Anlipapa. F, Antipapa mente provati. Il suo corpo fu rinvenuto
XII, i voi. XXI, p.2o5,eLVni, p. 256, intiero nel i58o, ed è custodito nella
ed Eugenio II. chiesa di s. Frigidiaoo di Lucca, nella
Zi PS. V. ScEPusro. quale città ella é onorata con grande
ZITA (s.), vergine, ^'acque nel vil- devozione. Papa Innocenzo XII, nel
laggio di Monlsegradi, presso Lucca, al 1696 pubblicò il decreto della sua bea-
principio del secolo XVI. Allevata dalla tificazione, e confermò il culto che le
sua virtuosa genitrice nel timore di Dio, era renduto, celebrandosi la sua festa
formava rammirazione di tutti colla sua a'27 aprile.
dolcezza e modestia, e col suo continuo ZITELLA, Pudla, Firgo. Fanciulla
raccoglimento. Siccome era povera,giuu- di poca età. Dicesi Zitella non ancor da
ta BlTetà di 1 2 anni, si acconciò qual fan- Hlarito[F.), Virgoacerha. Zitella da ma-
tesca in casa di certo Falinelli a Lucca^ rito, Firgo tempestiva, Firgo matura^
e in tale stato studiossi di santificare la Firgo viri polens. Zitella senza Dote
sua vita. Levavasi la mattina assai per (/^.), Firgo indotala. T\{Q\\a. fatta , cioè
tempo onde aver agio di attendere alla di età inoltrala, Firgo adultae aetatis.
preghiera e di assistere al santo sagrifìzio Zitella che non si marita, T'irgo mairi-
della messa;ubbidi va con prontezza a'suoi mona exors, ani expers. Le zitelle orfa-
padroni, anzi cercava di prevenire il loro ne e povere, Morcelli latinamente le dis-
volere, ed eseguiva puntualmente i do- se, Puellae orbitate laboranles. Non so-

veri del suo slato per piacere a Dio. Ma lamente è zitella la Donna {F.) che non
la sua modestia fu presa per stupidità, si è unita mai in Matrimonio
{J',),
ma
e la premura con cui adempiva a tutti ancora la Fergìne (/^.) che ha fatto il
1 suoi doveri fu riguardata come effetto Folo[F.) religioso di conservarsi in quel
d'un segreto orgoglio. Maltrattata, non virtuoso stalo, dicendosi sagie vergini le
si lasciò mai fuggire di bocca né dogliau- zitelle viventi ne'mouasteri. Per l'edu-
ze né borbottamenti, e colla sua pazienza cazione delle zitelle e sostentamento del-
vinse l'avversione de'padronì, la gelosia le zitelle bisognose, furono istituiti bene-
degli altri famigliari sì cambiò in ammi- fici Conservatorii (F.), e caritatevoli Or-
razione.! suoi psiìronile aflìdarono l'am- fanotrofì{F,'j per le zitelle orfane. A cu-
ministrazione de' loro affari, alla quale rarne l'istruzione civile e cristiana furo-

ella attese con molta saviezza; e-sebbene no erette varie benemerite congregazio-
quest'incarico la facesse soprastare agli ni religiose, come le OZ'/a/e (/'''.) religio-

altri servi,non fece però ad essi provare se, le Orsoline (F.), le Maestre PiefF.J^
la sua maggioranza; ma era bensì premu- le moderne Suore o Sorelle della Cari'
rosa d'impedire che il vizio s'introdu- tà ( F.) di varie specie, anche per le Scuo-
cesse fra loro. Digiunava tutto l'anno, e le {F.)j io alcune delle quali si dedicano
spesso non prendeva che pane ed acqua; all'utile e pietoso ufTuio pure le Fedove
dormiva sopra un asse o sulla nuda ter- {F.). Queste zitelle maestre e istruttrici
ra; ccnsagrava tutto il tempo che le a- sono animate da un medesimo spirilo di

vanzava alla contemplazione e alla pre- fede e carità. iMolte sul fior degli anni
ghiera; santificava le sue occupazioni abbandonano a pubblico bene gli agi e

con frequenti giaculatorie; spesso e con delizie del secolo, per vivere vita umile
angelico fervore accostavasi ai ss. Sagra- e laboriosa nelle scuole e ne' couserva-

menti. Chiuse la santa sua vita a' 27 a- lorii ; altre alternando I* insegnamento
prile 1272, nell'età di 60 anni, e Iddio all'esercizio virtuoso nel sollevare la lan-
guente umanità tra lo squallore degli
per sua mtercessione operò molti mira-
coli, ben 5o de'quali furono giuridica- spedali, tra 'gemili della colpa e dell' in-
476 Z I T ZIT
fbrtunio, a cui altre esclusi vamente si de- viare all'istituto tutti i sordo-tnuti zitelli
dicano. Egli è questo un ulteriore testi- d'ambo i sessi , suscettibili d' istruzione,
uioniosfolgoraulissimodeila saalità e ve- d'età non minore di 2 anni, ne maggio- r

rità della cattolica religione venuta di re dìi6, tranne Bologna per possedere
ad accendere questo super-
cielo in terra uno stabilimento di sordo-muti. Ingran-
no fuoco, che apprendendosi a'cuori an- dito il locale a spese del Papa tuttora ,

che i più deboli, sa sollevarli a sì subli- assistendo le zitelle le suore del Calvario,
me eroismo. In vece sterili sono le istitu •
eglia'20 gennaio 1859 l'onorò di sua pre-
zioui dei deplorabile Protestantismo, il senza e assistè ad un saggio d'istruzione,
quale vanamente si sforza di coutrappor- esprimendo la sua pieua soddisfazione al
iie all'energia de'cattolici, siccome dorai- zelo operoso del cardinal Paracciani-Cla»
uati dal sublime senlitnento di carità pel rei li presidente de Sussidi (T^.) e dell'i-
prossimo, vocabolo che l' Uomo [f^.) mo- stituto, il quale con lapide monumenta-
derno manda in disuso sostituendovi il le, collocata sotto il busto del Papa, pe-
sonoro parolone di Hlantropia, e il fasto- rennò le pontifìcie provvidenze. Essa è
so nome di civiltà moderna. L'inesauri- riportata, colla descrizione di quanto ap-
bile carità cristiana curò pure l'erezio- pena accennai, nel Giornale di Roma ,

ne di conservatorii per le Sordo- Mute i\- ne' n. 1 63 del 1 858, e 2 1 del 1 SSg. Inol-
telle, de' cui stabilimenti parlai in vari tre a onde facili-
vantaggio delle zitelle,

luoghi e negli articoli relativi. Roma che tarne il locazione (K.)


Matrimonio o la

vanta tanti istituti di carità, fu una del* religiosa, si dispensano da'pii legati e da
le prime città d'Italia che volse il pen- fari Sodalizi, anche d' Università arti-
sieio sino dui 1784 all'istruzione e edu- stiche, le Doti, per quelle d'onesta coa-
cazione de'zitelli e delle zitelle sordomu- dotta e di povera condizione;le doti per

ti, di quegli sventurati cioè, che hanno le monacazioni essendo di minor nume-
orecchie e non odono, hanno labbra e non ro, mei di maggiore quantità di denaro.
parlano. Così apri vasi in Roma una scuo- Queste doti comunemente si conferisco-
la, la quale dal Papa Gregorio XVI ve- no mediante bussolo, o per nomiue de'
niva provvidamente convertita in uno protettori e deputati degli stabilimenti
speciale istituto presso grande Ospizio il oltre quelle disposte da'pii legatari, secoa-
di s. Maria degli Angeli, di cui pure fu do il notato a'Iuro luoghi. I sodalizi so-
eminentemente benemerito ; il quale isti- gliono preferire le figlie de' confrati fre-
tuto venne aperto a favore d'ogni sordo- quentanti il proprio oratorio, a stimolo
muto dello stato pontifìcio, mediante un di divozione. Nel descriverli, spiegai co-
tenue contributo della famiglia del sor- sa è compenso, oltre la dote, pel ro-
il

du-muto d'ambo i sessi, e se povero dal verso e veste. Morta la zitella dotata sen-
comune cui appartiene , che unito alla za essersi eifeltuato il suo matrimonio o
sovvenzione del pubblico erario, valesse monacazione, il cedolmo della dote tor-
a sostenere le spese necessarie a reggere na al luogo pio talvolta col permesso
:

sì utile stnbdimento. L' esperienza però superiore de'deputati di esso, ponno la-
avendo fatto conoscere che il contributo sciarla ad altra sorella zitella idonea, se-
personale, oltre l' insulFicienza , talvolta condo le disposizioni de'testatori. In Ilo-
riusciva gravoso alle famiglie , il Papa ma, il principale sodalizio che aimual-
Pio IX dispose che ii contributo si pa- niente conferisce le doli in grandissimo
gasse in avvenire mediante un riparto ge- numero , è (juello della ss. Annunziata,
nerale a carico delle provincie dello stalo, generosa fondazione del cardinal Tiirre-
listando scudi 3 e bai. QQ per ogni 1000 cremata [f'.) domenicano, ampliata col-
abitauti^accordandoad esse il diritto d'iu- l'eredità d' Urbano /'Il {f'.) e le lascile
ZI T ZIT 477
di altri munifici beotrallori. Dopo die le Provincie, specialmente alle zifelle fi e'
Gregorio XVI nel 1 889 richiamò a duo- quententirislruzionedella Dottrina Cri-
va vita tale aicircnfialeinita, con (aria sliana (f.), e alle maestre di tale inse-
presiedere dal cardinal f icario di Bo- gnamento. Il provvedimento di più <le-
ntà (/ .), come si Ifgge nei n. 25 del Dia- gna dispensa , emanato nel noven.bie
rio di Reni a del 1 846, potè dispensare in 1846, da eseguirsi in Roma dalcaidioal
detto anno
1,4^1 di doti, e con
scudi 1 Vicario, e in provincia da'vescovi, lo ri-
progressivo incremento, nel 1846 scudi portai ne'vol. LUI, p. 198, LXXIV, p.
1 8,0 I 6. Kel 1 85'/ dispt usò scudi 2 1 ,9 1 5. 34 1- Imperocché, quando Papi per i le
Fino a'nostri gioì ni le zitelle dotate dalla note lagìoni giudicarono doversi nuova*
ss. Annunziata, nel giorno dì sua festa re- mente permettere nello stato ecclesìasti*
cavansi in proce^»iooe ammantale di co il giuoco del lotto , ordinarono che
bianco, nella chieda di s. Maria sopra Mi- D'Olle pie elargizioni e caritatevoli sussi*
nerva, ove dopo la Cappella papale del- dii , da quella cassa si traessero a fa-
la ss. annunziala, il Papa consegnava vore di religiose istituzioni, ed a sollievo
loro il cedolino e ammetteva al bacio del della classe indigente, e con doti che con-
piede, cioè un bel numero di esse. Oia feriva mg.' Tesoriere. Roma sempre e
sono presentate per tale ossequio al tro- in tutto feconda e meravigliosa in opere
no pontifìcio e ammantale^ le sole zitelle di pubblica beneficenza e d'istruzione,
dotate disposte ad abbracciare la vita re- precipuamente a vantaggio del Povero
ligiosa (in assenza del Papa, le dotate ba- (^ .) d'ogni sesso, zitella o f 'edova {P'.),
ciano la porpora o l'anello al decano del primeggia anche nelle dotazioni annue e
sagro collegio, e in sua vece al cardinale straordinarie. Quindi Papi cardinali ,

più anziano). Per queste doti il Papa ei prelati e signori secolari in ogni tempo
cardinali in detta cappella fanno un'obla- ne furono elaigitori, né ora ne mancano
zione ; altra i caidinali ne fanno lecan- esempi. Basti il dire, (he il celebre car-
dosialla Cappella cardinalizia di s. Cat- dinalAless8ndro^/onfa//o,nipoledi Sisto
terina. Nelle Processioni (^.), massime V, ogni anno dispensava cento doti alle
deir8.' dei Corpus Domini, le dotate ila' per lo Sposalizio o la vocazione
zitelle

pi! luoghi intervengono ammanlfite


v' religiosa. ] Papi quando in quando
di
nella foggia a suo luogo descritta^ vesti- prescrissero salutari Prammatiche nelle
mento bianco che appena lascia vedere /Vj/i e ornamenti delle zitelle, massime
parte del volto, sebbene 01 mai si pioce- a quelle che concorrono a'sussidii dotali,

de eoa tiso scoperto. La quasi intera re- cerne Clemente XII. per eliminare il ro-
pertura del volto, probabilmente derivò vinoso Lusso (f'.J. Sì può vedere sulle

dall'antico Felo (F.) delle monache, col doti concesse dalla pietà romana, l'Ami-
quale si ricoprivano tutto il volto, cioè óen\o,De pielale romana,homaei625:
non tanto di quello col quale lo cuopro- Cap.ii. De dotii.rn liberali eia rgi liane.
DO se debbono comparite al parlatorio, Piazza, Opere pie di Homa, ivi 1679.
quanto di quello che si avvolgevano in- Beperlorio di lutti i sussidii dolali die
torno alla faccia , lasciando libero sola- sidispensano da diversi hoghi pii del-
niente un occhio per vedere, come si leg- l'alma città di Roma, ivi 1 789. Cardinal
ge neW Opere di s. Girolamo, 1. 1, Epist. MoihhìXìì,Degl' Istituti di pubblica cari-
22. Di questa rigorosa copertura del vol- tà in Roma, ivi 1842- Egli dice, avere
to Delle zitelle , e anco in altre dome, ricavato dal raro Repertorio, che allora
comparendoal pubblico, riparlai a Velo si distribuivano ogni anno in Roma scu-

e Vesti. L'amministrazione pontificia del di 6o,623;6o in doti ; e supponendo la

LoHo{r.) distribuisce doti iu Roma e nel* media a 4o scudi^erano oltre 1 5oo doti che
478 Z I T ZOL
si conferivano a tuoiiacande o spose. Al Petra. Gregorio XVI nominò vescovo a*
presente si è calcolato che si distribuisco- 3 marzo "^S-' ^^^- Enrico Baldua
1844
no annualmente in Roma 1200 doti be- della missione, i'icario apostolico d'Ho*
nefiche, per collocare zitelle in matrimo- uan,elo è tuttora,come notai a suo luogo.
nio o in monastero ; e ['Ospizio aposto- ZOCCOLANTE, Sculponealus, Soc-
lico di s. Michele concedei 00 scudi alle catusy Calonalus. Quello che porta Zoe-
zitelle che sortono da esso, per maritarsi coli ( y.), e comunemente si dicono i Mi»
o monacarsi. Delle doti per lo Sposali- nori Osservanti (f^.J: ae riparlai nel i.°
zio e di quelle restituite alle Fedove, ol- de'citati articoli, e del fondPitore dell'or-
tre altri loro diritti, ne ragionai in que- dine s. Francesco, nel voi. CI, p. i8r. Si
gli articoli. Scrisse Antonio Guiberlo Co- dissero Zoccolelle le alunne del Conser"
stani. De Dolibus et eoruni j'ure Coiii- vatorio de ss. Clemente e Crescentino^
mentarit, Lugduni 556. i detto delle ZoccolletLe (/^.), di Roma,
ZITOMERITZ. r. Zytomir. perchè ne'primordii portavano i
di esso
ZOaRA o SEGOR. Sede vescovile Sandali i\ì legno, ossia zoccoli. L'usano
della 3.' provincia di Palestina, sotto la anco 1 confrati d'alcuni Sodalizi col SaC'
metropoli di Petra, eretta nel VII secolo co (F.).
(o meglio V), secondo il Terzi e Goin- ZOCCOLO, Calones, Sculponea, So-
luanville. L' antichissima città , situata lae li^neacy Calcei lignei. Calzare o Sari'
sul lago Asfaltile, è distante da Gerico dalo (^.) colla pianta di legno ; pianella
i5 miglia 626
da Gerusalemme. Nella di legno, detta cos\ da zocco, ceppo e cioc
s. Scrittura è conosciuta co'nomi di Baia co di legno. Ne ragionfii nel voi. XCVI,
e Segar. Il Terzi nella Siria sacra la , p.i 55. Zoccolante (^•)si dice quello che
chiama pure Balezona e Salisa. Si ha porta zoccoli.
dalla (Genesi, che Lotti ritiratosi da So- ZOLLEREI Itelìo Federico, Car-
doma, per iscampare dal fuoco punitivo dinaie. De'conli o baroni del suo nome,
del cielo che consumò, in un alle altre
la alemanno dt nazione, di nobilissima e
città de'sodomiti, non fu risparruiata che antica prosapia, avendo servito insieme
Segor, preservata da Dio dall' incendio con Guido Bentivoglio, poi cardinale, in
per le preci di Loth, che vi rimase colle qualità di cameriere d'onore Clemente
due figlie. Ella era piccola, come signi- Vili, terminato il »uo pontificato senza
fica il nome. Ebbe poi a vescovi: Muso- gli sperati avanzamenti, se ne tornò in

dìo, che assistè nel 449^' brigandaggio Germania, dov'era preposto di Colonia,
d'Efeso, e dichiarossi in favore degli ere- di Salisburgo, Strasburgo e Magdebur-
tici ; ciò che ritrattò due anni dopo nel go. Indi ad istanza dell'imperatore Fer-
concilio di Galcedonia, sottoscrivendone dinando II, Paolo V
agli l'i gennaio
i decreti . Isidoro, che sottoscrisse nel 5 1 1621 creò cardinale prete, e poi gli
lo
Giovanni patriarca
la lettera sinodale di fu conferita per titolo la chiesa di s. Lo-
di Gerusalemme Giovanni patriarca , a renzo Pane e Perna, col vescovato d'O-
di Costantinopoli, contro Severo d' An- snabruck, non d'Olmiitz come leggesi in
tiochia. Giovanni , die sottoscrisse nel CiacconiOjCOnfutato da Mallinckrot, Dei
536 la condanna d'Antimo e degli altri Pontefici e cardinali tedeschi. Ma giun-
eretici nel concilio di Costantinopoli, sot- to appena alla sua sede episcopale, vide
to il Menna. Oriens Clir. t. 3,
patriarca chiudersi incompendio il periodo de'suoi
p. 743. Il Terzi chiama uno di tali ve- giorni in Oìnabruck nel i62 5di 49 an-
scovi Filippo. Zoara, Zoaren, è un tito- ni, con estremo danno della cattolica re-

lo vescovile in pariibus che conferisce la ligione, non senza sospetto di veleno


s. Sede, sotto il simile arcivescovato di propinatogli come si crede da' caaoaici
ZON Z ON 479
protestanti, di una parte de' quali era diverse provincie della Spagna. Creato
composto il capìtolo di quella ch.esa, pel cardinale Francesco Acquaviva nunzio
timore da essi concepito, che il nuovo ordinario alla stessa corte, fu indi lui luo-
vescovo cardinale volesse onninamente go sostituito. Attese però le controversie
escluderli dalla cattedrale, ove non aves* insorte nel 1709 tra il re e il Papa, fu
sero professato la cattolica religione, di licenziato da Madrid, sebbene restasse
cui egli era zelantissimo, come dìfatti se accetto ad ambedue, anzi da Fdippo V
n'era protestato, e facilmente lo avrebbe riportò autentiche testimonianze della
eseguito, mentre era dotato di zelo, di savia e prudente condotta da lui tenuta
aulorilà, dottrina e santità di vita. Fu nel tempo dell'esercitata nunziatura. Non
sepolto nella sua cattedrale innanzi al- pertanto Clemente XI gli ordmò di fer-
l'aliare maggiore. Malliuckrot celebrò le marsi in Avignone, allora dominio tem-
irtù e ipregi di questo porporato, co- porale della s. Sede, dove trattenutosi

me personaggio ragguardevole, e nelle per circa 3 anni, sui finire di essi il Pa-
cui mani erano rimessi gì' interessi più pa a' 18 maggio 1712 lo creò cardinale
gravi dell'impero. Urbano Vili l'ebbe prete di s. Balbina, e poi passò al tito-

in altissimo concetto e si consigliava con lo di s. Prassede, e prefetto della segna-


lui negli affari più importanti, e meri- tura di grazia, non che 1' ascrisse alle
tamente poiché oltre l'essere vero eccle- congregazioni del concìlio, vescovi e re-
siastico, era dotato di tulle le virtù de- golari, propaganda Jide e altre; colla
gne d' un principe, sopra le quali pri- protettoria dell'ordine camaldolese (nel-
meggiava un ingenuo candore di spiri- la cui Chiesa di s. Gregorio al Monte
to e di cuore, ed un ingegno pronto e Celio fece dipìngere la volta), delle mo-
ivace. nache della Purificazione, dei monaci
ZONDADARl Anton Felice, il senio- celestini, di quelli di Monte Libano, e
re. Cardinale. Nato di cospicua e nobilis- delia nazione sanese. Nel voi. XIV, p.

sima famiglia di Siena, fratello di fr. Mtir- 198, col. I.*, periodo 2.° notai, che il car-
c'Antonio gran maestro di Malta, si por* dinale consagrò la Chiesa di s. Ignazio,

tò a doma sotto la cura e direzione del e qui aggiungo a' 17 maggio 1722. Pe-
cardinal Flavio Chigi suo zio materno e rò dopo la paiola Piombino, si ommise
nipote d'Alessandro VII, il quale rinun- quanto qui reintegro . . . Ma la sagra si

ziatagli l'insigne abbazia di s. Lanfranco celebra nell' anniversario dell' apertura


Padova, gli
nel territorio di ottenne da del tempio, la (juale segui . . . Dopo es-

Innocenzo Xll un posto tra'prelati della sere intervenuto a'conclavi d'Iuoocenzo


congrestazione della rev. fabbrica di s. XIII (e ne fece di questo la descrizione,

Pietro, colla vicelegazioue di Bologna, in- come XXII, p. 85), Be-


rilevai nel voi.
ponenti di consulla, ed
di fu ascritto tra' nedetto XIll e Clemente Xll, portatosi
ebbe poi il governo della città d'Ancona. in patria per respirare nelle vacanze au-

Gonsagrato quindi arcivescovo di Dama- tunnali, e riposarsi dalle fatiche che so-
sco, col carattere di nunzio apostolico, steneva per servigio della s. Sede, una
ebbe l'onore di ricevere a' confini dello grave malattia lo ridusse agli estremi
stato pontifìcio M.' Casiraira regina di periodi del viver suo, e fu sepolto nella
Polonia che conducevasi a Roma. Cle- chiesa di s. Giorgio da lui rimodernata,

mente XI l'inviò nunzio straordinario a ed eletta a perpetuo riposo della mor-


Madrid per trattare nel suo nome la tale sua spoglia, che fu collocata in una
pace con Filippo V, per cui senza pro- tomba con sopra inciso il solo ^suo nome.
fìtto seguivalo, mentre quel re trovavasi Così il Cardella. Ma il Pecci nella Sto-

impegnato nella guerra che faceva per ria del Vescovato di Siena, riferisce a
48o Z ON ZO l\

p. 37 r, che il suo cadavere fu deposto no eccitati da' claustrali all' ombra del
provvisoriamente avanti la cappella di s. patrocinio e zelo del nunzio Zondada-
Gio. Ballista del duomo, ove dappresso ri. Pertanto gli fu intimato d'ordine di
nel 1744 venne sepolto il fratello Ales- Giuseppe II, con biglietto del ministra
sandro arcivescovo di Siena, per poi am- Crumpipen de' i4 febbraio 1787, che
bedue trasferirsi io s. Giorj^io. dentro 8 giorni dovesse uscire col suo
ZONDADARI Antow Felice, Car- uditore da Brusselles, e nello spazio di
dinalt. il giuniore e nipote al prece- i4 da' confini de' Paesi Bassi austria-
dente, fu perciò della slessa cospicua fa- ci.A questo duro e umiliante congedo,
miglia, e nacque in Siena a'i4 gennaio ed alla taccia di capo e fautore di sedi-
I 74o< Dotato dalla natura d'ottima in- zioni e turbolenze, il saggio e innocen-
dole e di talento, ne fece profìtto nella te prelato reclamò modestamente, e per
diligente educazione e istruzione che ri- non compromettere il suo carattere di
cevè, principalmente negli studi eccle- rappresentante pontifìcio si ritirò nel-
siastici, dappoiché per tempo la sua incli- l'abbazia di Lobbes nel Liegese, donde
nazione lo portava al sagro ministero. avvisò di tutto l'occorso Pio VI, che ne
Entrato in questo, si pose a disposizione provò infinito dispiacere, per l'ingiuria
della s. Sede, fu ammesso in prelatura e fatta al suo nunzio, senza alcuna prece-
dichiarato governatore di Rieti da Cle- dente prevenzione; vedendo pure in que-
mente XIII nel declinar del suo ponti- sto fatto un altro fiero colpo dato alla
ficato, e vi restò m tutto quello di Cle- dignità de' Nunzi apostolici allora ber-
mente XIV. Successo a questi nel feb- sagliati, al modo raccontato dal Tavan-
braio 1775 Pio VI, lo trasferì al gover- tiae Fasti di Pio FI, che inoltre com-
no di Benevento, e nel 1777 lo fece in- menda il cauto procedere del nunzio di
quisitore apostolico di Malta, ove si recò Brusselles. Tornato in Roma 1' illustre
prontamente. Dipoi nel concistoro de' 19 prelato, fu ben accolto dal Papa per la
dicembre 785 io preconizzò arcivescovo
1 non meritata espulsione, ed in prova che
d'Adana inpartibus, ed a'22 lo dichiarò era restato soddisfattissimo di lui, lo no-

vescovo assistente al soglio pontifìcio, de- minò consultore dell'indulgenze e ss. re-

stinandolo nunzioapostolìcodiBrusselles, liquie, a'5 ottobre 1790 segretario dì


ove pure si diportò incolpabile e irripren- propaganda fide, e nel concistoro del i
sibile, per la pietà, dolcezza e circospezio- giugno 1 795 lo trasferì all'arcivescovato
ne religiosa che ne formavano il parti- di Siena sua patria. Leggo nel ristampalo
colare carattere, come lo descrive No- opuscolo. De f'icariis Basìlicae Fatica-
vaes, che qual canonico della metropoli- nae,Hip. 86, che il cardinal York arciprete
tana di Siena, ne ammirò da vicino le della medesima, a'i5 maggio 1798 l'a-

belle virtù, nella Storia di Pio VI. E- vea eletto di essa suo vicario, carica che
gli narra in essa, che avendo Giusep- dopo l'elevazione alla sede sanese riten-
pe II introdotto nel Belgio nuovi sistemi ne sino a lutto il successivo settembre.
e pregiudizievoli di disciplina ecclesia- Nella biografìa di Pio VI ed a Siena
stica, che poi gli fecero perdere la so- descrissi occupazione e democratizza-
1'

vranità de* Paesi Bassi^ per cui sem- zione dello stato pontifìcio operate dai
brava che volesse separare la chiesa bel- francesi repubblicani, insieme alla de-
gica dalla romana, laonde la scolaresca tronizzazione di Pio VI e sua depor-
inslituita e educata co'prìncipii cattolici tazione da Roma a' ao febbraio i
798
de' suoi maggiori si ammutinò. FaUa- per Siena, ricevuto dall'arcivescovo pri-
menle e con calunnia Fu rappresentato ma in s. Qoirico nel palazzo de' ni[)oti
air imperatore che tali disordini era- Chigi Zondadari, ed a'a5 febbraio in Sie-
Z ON ZON 481
Ha nel convento di s. Agostino. Nel sog- à ci Pontefice Pio FI. Eletto in succes-
giorno che vi fece il Papa, l'aici vescovo sore al defunto il Papa Pio VII e volen-
gli prestò indefessa assistenza, te più de- do premiare tanti servigi resi alla s. Se-
i

licate cure e gli omaggi di tenero osse- de e al suo predece^sore dal benemerito
quio, servendolo quotidianamente di car> arcivescovo, nel concistoro de' 23 feb-
rozza. Gli tenne ogni giorno amorevble braio 1801 lo creò cardinale dell'ordine
compagnia, e si occupò ne'diversi affari de'preti, indi lo pubblicò in quello de'28
che ivi si trattavano dal Pupa per la settembre, come leggo nel o. 78 del Dia-
Chiesa universale, in uno al riconosci- rio di Roma del 1 801, ove pure si rife-
mento del culto al b. Andrea Gallerani, risce che il Papa destinò a recargli U
per il quale lo dichiarò prefetto della con- notizia di sua promozione e il berrettino
gregazione de'/?/V/(^.) perciò formata. Di cardinalizio la guardia nobile marchese
tutto riferisce importanti dettagli, e con Vincenzo Costaguli (e fu il i.° esempio,
somme lodi per l'arcivescovo, il Baldas- perchè ciò prima eseguivasi da' corriere
sari Relazione delle avversità e
nella delle poste pontifìcie), ed ablegato apo-
patimenti di Pio FJ, che inoltre corres- stolico a portargli la berretta cardina-
se Botta, il quale avea scritto nella Sto- lizia, nominato con biglietto di segreta-
ria d'Italia, che Pio VI venne gelosa- ria di stato, mg.' Benedetto Pericciuoli,
mente custodito in Siena, e fu tentalo già dichiarato cameriere segreto sopran-
spesso da' repubblicani a rinunziare al numerario. Il cardinale si recò in R.orna
principato temporale, e che pel terre- poco dopo, ricevè da Pio VII il cappella
moto accaduto in Siena gli fu foiza slog- cardinalizio, e intervenne al suo solenne
giare, e dal palazzo Venturi e dalla villa possesso a'24 novembre, il che ricavo da
Seigàrdi si ridusse alla Certosa di Pireo* Cancellieri nella Storia de'possessi. Ri-
ze. Il Caldassari che faceva parte della tornato alla sua sede, a' 12 febbraio i8o'A
corte, dichiarò confutandolo: Che Pio il cardinale nella metropolitana di Sienct
Vi in Siena non era prigioniero, ma so- celebrò solenni esequie al cadavere di
lamente esule, e niuno gelosamente lo Pio FI, che da Valenza si trasportava
custode né mai fu sollecitato all'abdica- in Roma, pontificando la messa. Sulla
zione dell'autorità temporale: Che il porta del duomo il cardinale fece coU
passaggio del Papa alla Certosa vera* locare quell' iscrizione composta dal ce-

mente non derivò dal terremoto, poiché lebre Luigi Lanzi, che riprodusse Can-
avanti quel disastro marchese Man> il cellieri a p.4'9) rilevando nuovi suf- i

frediui ministro del granduca, avea ot- fragi e le nuove lagrime fatte dal cardi-

tenuto dal generalissimo de'francesi, che nale pel gran Pontefice già os^pite aman-
Pio VI non uscendo di Toscana, andas- tissimo. Dipoi, in meu)oria di tutto, il

se a vivere ritiratissimo nella delta Cer- cardinale fece dal Lanzi comporre al-
tosa, fìnchè il direttorio di Francia non tra iscrizione e scolpita in marmo la col-

decretasse altrimenti. Vi si recò il i. locò nella cappella Chigi della metropo-


giugno e poi ne fu tratto e recato prigio- litana. Tornato il cardinale in Roma, il
ne in Valenza, ove gloriosamente morì Papa nel concistoro de'23 aprile 1803
nel 1799- L* a'civescovo ne fu addolo- gli conferì per titolo la chiesa di s. Balbi-

rato, e nel duomo di Siena gli celebrò so- na, gl'irapose l'anello cardinalizio, lo an-
abbiamo stam-
lenne funerale, pel quale noverò alle congregazioni de' vescovi e
pata Omelia di mg.' Anton Felice Zon-
:
regolari, dell'immunità ecclesiastica, di

dadari arcivescovo di Siena per li so- propaganda fide, e della disciplina re-

lenni funerali celebrati nella metropo- golare, dichiarandolo protettore dell'ar-


me. ciconfialeinita di s. Caterina di Suna
litana agli r I ottobre 1799 dUii sa.
VOL. CHI. 3i
482 Z O R ZO R
in Roma, e della nozione sanese. Resti- stinta nascita e talenti. Applicato quindi
tuitosi il cardinale in Siena, quando nel alla teologia , tosto fece conoscere i non
1 8o4 Pio VII si poi lo in Francia, l'ospi- ordinari progressi con pubblica disputa
tò a s. Quirico nel palazzo de'nipotij e in Vicenza. La sua perizia nell'eloquen-
poi ricevè nel duomo passando per la za e nella poesia si ammirò nelle pane-
città. Nelle vicende politiche che si suo* giriche orazioni recitate dal pergamo, e
cessero nell' impero di Napoleone I, e nell'eleganti sue produzioni ; palesando
nella deportazione di Pio VII, de'car» ilsuo valore nelle discipline fìlosoficbe
dinali, vescovi e altri ecclesiastici, il car- nelle cattedre di sua congregazione e so-
dinale colla sua prudenza potè meno pa- stenute ne' collegi di Verona e del semi-
tire; ed allorché il Papa già tornato a nario ducale di Venezia. Fornito di e-
Roma intraprese nel i Si 5 il viaggio di semplarità, di saviezza, e di soavi e dolci
Genova, ebbe la consolazione d'averlo o- maniere, fu destinato governo del no- al

spitenell'arciepiscopiodi Siena (^.). Do- s. Maria delia


bil collegio di Brescia, e di

po aver governato paternamente l'arci* Salute di Venezia , primaria casa della


il n. 3
diocesi, del Diario di Roma del
1 veneta provincia, ed in cui avea fatto il
1823, annunziò la dolorosa notizia di sua noviziato. Collocato in quel grado mo-
morte, avvenuta in Siena a 3 ore del mat- strò di possedere la difficile arte di reg-
tino de'i3 aprile, nell'età di 83 anni e 2 gere guadagnò la stima e
gli altri, e si

mesi. Compianto pel suo zelo pastorale e l'amore di Leggo nelle Notizie di
tutti.

per le sue virtù, ricevè solenni funerali Romay che Pio VI lo trovò degno della
nella sua metropolitana, ed ivi restò se* mitra, preconizzandolo nel concistoro de'
pollo, come affermano le Notizie di Ro- 3 aprile 1786 vescovo di Ceneda , dopo
ma del 1823 stesso. aver sostenuto alla sua presenza e con lo-
ZOROPASSA. Sede vescovile dell'Ar- de l'esame consueto, venendo coosagra-
menia Minore, della provincia d'isauria, lo vescovo dal cardinal Rezzonico nella
nell'esarcato d'Anliochìa, sotto la metro- chiesa de'ss. Nicola e Biagio allora de'tS'o-
poli di Seleucia, eretta nel IV secolo. Ne maschi. Riconoscente al Papa, gli dedicò
fu vescovo Antemo o Anteneo, che inter- le sue primizie nella poesia sagra, cioè
venne al concilio di Nicea 1 nel 325. O- gli Atti della b. Angela Merici descritti

riens Chr.,l. 2, p. io35. inioo sonetti^ Padova 1786. Dipoi feli-


ZORZI Pier Antonio, Cardinale.ììio- cemente volgarizzò il celebre poema :

bile veneziano , nacque a' 7 novembre Puer Jesus del p. Ceva gesuita , ga-
,

174^ i" Novigradi, castello della dioce- reggiando con l'autore nella vaghezza
; per non dire
si di Zara, nella Dalmazia, da Pietro go- poetica d'altri volgarizza-

vernatore di quella provincia e da Elisa- menti come d'Inni sagri, delle Confessio-
betta Barbaro, ambo patrizi veueti. La ni di s. Agostino , degli Atti di s. Mar-
sua famiglia era una delle più illustri e gherita da Cortona, e quelli della b. Ben-
antiche della repubblica veneta, da cui venuta vergine di Cividale, con sonetti
uscirono personaggi cospicui nelle let- parie stampati e altri inediti. La diocesi
tere, nella toga e nell'armi, tra'quali il di Ceneda conobbe subito lo zelo e l'a-
doge Marin d'alto senno, ed i vescovi di more da cui egli per essa era animato,
Brescia Marin e Gìo. Marino. Educato dalla lettera pastorale, e meglio nel suo
da'somaschi nell'accademia de'nobili di paterno governo. Indefesso per la salute
Venezia , ove si perfezionò negli stu- dell'anime, aprì le viscere di sua carità
di, nel 1764 entrò nella congregazione a favore de'poveri, e si fece ammirare ia
somasca, anteponendo alle sue lane tut- modo che 1'
ab. Daliuistro in un opu-
tociò che poteva attendersi dalla sua di- scolo a suo eocofflio, Io dichiarò ritratto
ZOR ZOR 483
d* un ottimo vescovo. Le rare tue doti Alimentò abbondanteoieotegli abitatori
mossero il secalo veoetoa proporlo a Pio de'colli che circondano il castello
di Ro-
VI per l'arcivescovato d'Udine, ed il Pa- sazzo, abbazia di sua mensa , die' gran-
pa a tal sede lo trasferì Del concistoro de' di soccorsi agli abitanti delle monta-
2 4^ settembre ijQi. La sua inaugurazio- gne dette della Schiavonia , e |o stes-
ne fu celebrata con due orazioni. Il clero so fece cogli abiUnti della provincia
di
e il seminario della nuova sede furono Cadore nel i8oo e net seguente anno.
l'oggetto delie primarie sue cure, a tale Quindi ad una voce fu chiamato il pa-
effettopubblicando le Sinodali costitu- dre de'poveri. Tanta saggia condotta ia
zioni della diocesi, corredate di dotta, sj difficili tempi, meritò presso
di tutti e-
faconda e zelante lettera pastorale. Prov- difìcazione e considerazione, e l'impera-
veduto il seminario di eccellenti istitu- tore Francesco li lo dichiarò suo intimo
tori, fu sempre pieno di sollecitudine per- consigliere di stato. Rilevo da'o. ai4
e
chè vi fiorisse l'ecclesiastica educazione, 2 i5 del Diario di Roma deli8o3, che
e lo riguardò ognora come la pupilla de' Pio VII avendolo creato cardinale del-
tuoi occhi. Bramoso che la s. eloquenza l' ordine de* preti nel concistoro
de' 17
fo^se piùche mai coltivata, fece pubbli- gennaio, con allocuzione riferita nel voi.
care una scelta dejle opere dì s. Gio. Gri< xeni, p. 28, gli spedì colla notizia i|

sostomo. La sua vita tu un'occupazione berrettino cardinalizio per la sua guarditi


continua fra l'orazione, lo studio e l'ap- nobile Carlo Ciocchi, e con biglietto di
plicazione indefessa alle cure gravissime segreteria di stato nominò ablegato apo-
delia vasta arcidiocesi , vegliando all' e- stolico per recargli la berretta cardina-
•lirpazione di qualche infetta pianta se lizia mg.*^ Annibale Ginnasi suo prelato
poneva radici nella vigna del Signore. domestico. Il novello cardinale cli'erast
La sua divozione fu singolare, l'esercizio ritirato al castello di Rosazzo per dispor-
delie sagre funzioni lo disinipegnava con si a ben incontrare la morte, nerestò sor-
tal dignità che penetrava 1' animo degli preso anche per le limitate sue finanze
astanti. 11 seme della parola di Dio egli in tempi difficili, temendo che ne risen-
spargeva con dotte omelie nelle solenni- tissero pregiudizio i poveri, l^fella subli-
tà, e molto più nelle visite pastorali, ol- me non vide che
dignità conferitagli, egli
tre la predicazione negli esercizi spirituali, una nuova via a meglio servir Pio e la
e le molle lettere e istruzioni pastorali. sua chiesa. I nuovi onori non alterarono
Nei declinare del decorso secolo soprav- punto il suo tenore di vita, l'apostoliche
venuti tenebrosi tempi , in cui anche
i fatiche, l'affabilità delle maniere, la mo-
l' Italia involta nelle rivoluzioni, ebbero derazione virtuosa. Non si recò io Roma
i buoni pastori a compiangerne le fune- e perciò non ebbe il cappello, il titolo e
ste conseguenze, ladi lui saggezza lo con- l'anello cardinalizio. La sua morte fu con-
sìghò a ritirarsi fuori d'Udine, e nel suo forme alla vita,accompagnatada'più vivi
ritiro deplorò il traviamento d'alcuni del sentimenti di pietà. Nell'ultima malattia
clero, i quali nou lasciò di ridurre a più non parlava che di soccorsi da darsi a'po-
sani consigli. Ridotto per mantenere la veri ed a'Iuoghi pii. A fronte d'una costi-

dignità del grado ad essere sostenuto da- tuzione che sembrava promettergli luoga
gli altrui sussidii, mentre prima avea con vita, cadde infermo nel fiore dell'umana
profusa liberalità sollevato l' indigenza , felicità; e quando pareva che il male incli-
tutto softiì con costanza e fermezza, fio- nasse alla guarigione,raancòdi vita inUdi-

che allontanato turbine politico, accor-


il ne a' 17 dicembre i8o3, pronunziando per
se a soccorrere que'diocesani che periva- ultime parole tenere raccomandazioni

mo di fame per le precedenti cdlamit^. ip favore de'poveri. 4vea 63 aoai e ^q


484 z oR Z O R
etorni d'età, e dicaidirialuto precisamen> cardinale defunto delle ricordale Notìzie.^
te I r mesi. Giamle fu il rammarico d'o- dichiarò. Poiché da parecchi accredi-
»>

etii ordine di persone. Nella melropolita- furono dedicate le loro ope-


tati scrittori

f)ii, ove fu poi sepolto secondo le Notizie re a personaggi per alcun titolo ragguar-
fìi Roma del i8o4, gì' furono celebrati devoli, sebbene non più viventi, e Voi
solenni funerali, ne' quali il can. Pietro pure; o Porporato d'immortal fama, cosi
Traida pionurnVoV Orazione funebreyec. fdceste nel pubblicare VOrazione pane-
Udine i8o4- Altre si recitarono nelle di- girica di s. Bernardo abbate di Chia-
\erse esequie fatte a suo suffragio, come ravalle (Venezia r784), indirizzandola
\\d duomo di Gividale dal p. d, Giusep- all'eroe medesimo da
voi encomiato; noi»
pe Vipau somasco, e nella cliiesa del col- dubito punto di consecrare a voi questo
legio di Como dal p. d. Giuseppe Salmoi- mio libro: tanto più che ciò divisava io
raghi somasco. Nel seminario d' Udine di fare sino da quando voi sedevate sul-
pronunziò l'orazione il prof, di rettorica 1' arcivescovile cattedra di Udine ". 1^

d. Pietro Peruzzi. Nella stessa città fu qui mi piace in proposito di notare, che
iifampato Deli8o4 • Elogio funebre del- pure a' nostri giorni il marchese Luigi
l' Em° e Rev." Cardinale di S. R. C. Pier Biondi dedicò il volgarizzamento delh
Antonio Zorzi arcii'esco^'O metropolita- Georgica di Uirgilio, all'eccelsa anima
no di Udine recitato in Udine nel dì
, di Carlo Felice re di Sardegna, perchè
a 4 gennaio 1^0^ nella cliiesa di s. An- vivente avea divisalo d'offrirglielo; il can.
tonto abbate alla ven. congregazione de' d. Andrea Strocchi inlitolò alla memo-
sacerdoti di s. Pietro apostolo, da Al- ria del cardinal Zurla (F.) la Serie dei
Junso Belgrado. Il dotto correligioso del Fescovi faentini , perchè ne avea accet-
defunto, p. d. Oltavio Maria Paltrìnieri, tata la dedica; il veneto cav. Filippo
pubblicando neliBap in Roma \e Noti- Scolari dedicò al defunto ipio degno fi-

zie di quattro arcivescovi di SpalatrOj glio Gregorio, TI Parlo della Vergine di


della congregazione somasca , le deili- Sannazaro recato in vern italiani, per
cò alla memoria cbiaiissima del cardi- grazioso affetto verso ambedue, e con sen-
Dal Zorzi, e col suo ritratto vi premi- si grati lo ricordai anco nel voi. XC, p.
se un* erudita biografia del medesimo , 200, poiché la riconoscenza iu me non
protestando di non avere accennata di si estingue o illanguidisce. Anche Pavv.
ini virtù alcuna, die non fosse stata ce- Francesco Guadagni indirizzò al marche-
lebrata dagli scrittori che parlarono del se Giovauoi d'Andrea, /« obiluejus filio'
cardinale quando più non era Ira' vivi, rum /iloysiiel H^nrici Consolaloriae al-
^ cbe perciò non parlarono per adula- locutiones duae, Romae 1837. Del mio
zione, interesse o altro umano riguardo, Gregorio, per dolore e afifelto paterno ,
cbe render potesse sospette le loro lodi. dissi qualche parola in questa mia opera,
Io assai me qe giovai, e non mai perceq- come nel voi. XXI 1, p. 289 cago; non
sura e per ingrato animo, verso 1* egre- cito allri luoghi, allrimeuti dovrei toglie-
gio autore diligentissimo, ma solamenle re que'pregi che il mio sincero e leale a-
perchè non sia io nolato d'errore, circa nimo credè allora esistere in alcuno de'
l'epoche riportate della nascita, dell' eȈ nominali, ma che poi conobbi non pos-
e della luorle del cardinale devo notare sedei li, e qui per islorica verità dovea far-
nlcuue rettificazioni. Imperocché nelle ne difHdajione e protesta pe'posleri. E-
belle notizie del p. Pallrinieri, con abba- gualtnentea'uostri giorni l'avv." Giusep-
glio si dice nato a' ii novembre
174^, pe Gaetano Martinetti scrisse la Bio-
niorlo a' i 7 dicembre 8o4 1 di soli 60 an- grafia di Tito Cenare Martinelli suo fi-
Mi. 11 eh. elogista inoltre, nella dedica al glio di 1 6 anni e poi fece slampare iuRoma
zos Z O S 485
pel 838. Mentre pel proprio padre l'avF.
1
na, che Celestio e gli altri pelagiani fosse-
cav. Andrea Barberi scrisse e pubblicò: ro cacciati da Roma, e da tutti ricono-
Cenni biografici intorno a wg/ Giovan- sciuti per eretici. Laonde si vede, che seb-
ni Barbi ri fiscale generale del governo 3 bene s. Zosimo in principio fosse un po-
Roma 887. Se Dio vorrà, e l'avrò a se-
1
co deluso dalle loro fine astuzie, a se-
gnalato benefìcio, anche io spero d'en- gno di non crederli affatto rei d'eresia,
trare nell'onorato novero di que'virtuosi come adoperò peraltro
scrissero alcuni,
che dedicarono le loro opere a illustri de- tutta la prudenza e circospezione d'un
funti, per dimostrazione di verace grati* giudice che vuole essere convinto; finché
tudine e profonda venerazione, senza af- manifestamente non fu scoperto anche
fatto ingeiire sospetti di fini secondari. dal conciliodì Cartagine, ilqualecondan-
E per finirla col cardinal Zorzi, merita nolli per eretici. Il Papa non solo ne con-
leggersiquanto ne scrisse il eh. conte Gi- fermò la sentenza, ma usò ogni diligenza
rolamo Dandolo a p. 202 e seg., nel suo per estinguerli del tutto, e se fosse stato
libro La caduta della repubblica di
: possibile toglierne pure dal mondo la me-
Venezia, ec. moria. Se s. Zosimo, come pretendono
ZOSIMO (s.), Papa XLHI. Greco di alcuni, si lasciò per un tempo sorpren-
Cesarea di Cappadocìa, che alcuni vo- dere dagli Pelagio e di Cele-
artifizi di

gliono nativo di Rieti o Reazio nellaMa- slio, per soverchia bontà e per un ecces-
gna Grecia, ora Calabria, e figlio di A- so di credulità, non già approvò l'errore
braamo. Giannandrea Fico nelle sue No- con essi, ma li riputò cattolici come lui,
tizie storiche della patria di s. Zosinio siccome alle loro proteste sembrava che
Pontefice Romano, i suoi Alti, con una fossero, sì per la professione artificiosa di
dissertazione della Calabria, Roma fede di Pelagio, sì per le raccomandazio-
1760, pretende di provare, che s. Zosi- ni ricevute da' suoi amici e da quelli di
nto fosse nativo di Rear.io, al presente Celestio. Dopo averli condannati, scrisse

Mesuraca, terra della Calabria e patria una lettera a tutti i vescovi, specialmente
dello storico. U Papa s. Innocenzo f, da d'Africa, nella quale spiegò solidamente
qaonaco basiliano, lo fece prete per le sue la dottrina cattolica sul peccato origina-
virtù e dottrina, e 2 i giorni dopo In sua le e sulla grazia di Gesù Cristo. Ricusa-
morte fu eletto soninio Pontefìce a' 19 rono di sottoscriverla 17 o 18 vescovi,
ugosto del 4 ' 7-Fu il che
i
." al titolo di capo de'quali era il famoso Giuliano d'E)-
Vescovo o d'i Papa aggiunse il nome di ciana. Tali refrattari dierono il i." per-
Roma. Scrisse al vescovo Faustino, ed a' nicioso esempio dell'appellazione da un^
preti Filippo e Asello suoi legati nell'A- costituzione dogmatica della 5. Sede ni
frica, a' quali raccomandò l' osservanza futuro concilio generale. Tutti i vescovi

delle appellazioni aWaSede apostolica de' d' Africa tennero un nuovo concilio, e
vescovi accusali, e concesseagli altri eccle- col soccorso e l'eloquenza di s. Agostino,
siastici che potessero appellare a'vescoyi riuscirono a far prevalere la verità: s,

circonvicini, quando fossero dal loro or- Zosimo riconobbe ch'era stato ingannato,
dinario gravati. Nuovamente e come a- ordinò un nuovo esame, ed il i.° giudizio
vea fatto il predecessore, condannò l'e- fu ritrattato. Su questo grave e delicato

resiarca Pelagio, capo òtPelagiani(V.)^ punto, egregiamente difesero s. Zosimo


col suo discepolo Celeslio, cioè nel giu- e le prerogative della s. Sede, il p. Gil-

dizio tenuto nell'antica Chiesa di s. Cle- bert, De Zosimo Pont, in causa Pela'

incHle^ di cui anco nel voi. XCVI, p. gii et Caelesliij il citato Fico, Notizie

aOQ e seg. ; ed ottenne dall'imperato- storiche diZosimo j ed il Zaccaria nel-


s.

re Onorio, allora residente in Raven- VAnli Febbronio o sia apologia dt( Pri-
486 Z O S ZOS
malo del Papa. Dopo la coadaona di tera parlando' de' Difensori (T.) della
Pelagio e di Celestio, s. Zosioio trasmise chiesa, dice che si potevano scegliere an-
a lutti i vescovi dell'universo una costi- che tra' laici. Stabili s. Zosimo con sua

tuzione che fu njolto lodata, e delta quale lettera, che gli ecclesiastici (a'quali proibì
jci rimangono soltanto alcuni frammenti: l'ingresso nelle osterie, ossia di bere io
pssaèconosciuta sotto il nome di Tracio- pubblico, se non per grave necessità) non
ria Zositni, pome generico dato alle let- debbano essere riconoscinti per tali, sen-
tere e a' decreti portati nelle proviqcie za le lettere Formate {e di esse riparlai
da'corrieri pubblici, de'quali alcuni criti- ne) vqI. LXVI, p. 90) daMoro vescovi, ed
ci tengono che si dovessero denominare i vescovi da' loro metropolitani, le quali
Tractaloria.l vescovi dell'Africa appena si concedevano quando volevano uscire
ficevuta la trattoria di s. Zosimo, ^i ral- dalle loro diocesi o provincie. Avendo
liegraroqo e oe resero 9I Papa ringrazia- dichiarato la chiesa d'Arles metropolita-
menti per la condanna dell'eresia pela- na di tutte le Gallie, ordinò che le for-
giana ecelestìana. Un' altra contesa in- mate a'chierici ed a' vescovi gallicani si

sorse tra questo Papa ed vescovi d'A- i dessero per l'avvenire dal vescovo d'Ar-
frica. Ne fu occasione quando ricevè 1'^/-»- le^ indi scrisse ad Aurelio vescovo di
pellazìone di Apiario prete africano, de- Cartagine, ed a tutti i vescovi dell'Afri-
posto dal grado sacerdotale e scotnuni- CI, delle Galiie, delle sette provincie, e
cato dal vescovo Urbano, per la quale delleSpagne, dichiarando nulla I' ordi-
pacque diCferen^a tra la Chiesa romana e nazione fatta da Proculo vescovo di Mar-
l'africana, che il Papa non potè risolvere siglia, nelle persone de' vescovi Orso e
per la lunga e dolorosa qialatiia cui sog- Tuenzio senza il permesso del metropo-
giacque, quindi estinta dopo 5 anni dal litano d'Arles, e contro gli statuti della
successore S.Bonifacio I edall'imperatore Sede apostolica. Scrisse poi a Simplicio
Giustiniano I, avendo padri i africani ri- arcivescovo di Vienna ed a'vescovi della
conosciuto il diritto aulico, che pel Pri- provincia, e della Narbonese i.* e 2.* or-
mato (/^.)ayeano i Romani Pontefici di dinando loro, che non innovino cosa ai-
ricevere e giudicare l'appellazioni fitte cuna contro le sue costituzioni promul-
da tutto il mondo alla Sede apostolica. gate a favore del vescovo d'Arles, colle
J*er terminare altre necessità, s. Zusirno quali avealo dichiarato metropolitano.
spedì il dottore s. Agostino a Cesarea di Fece intendere a Ilario vescovo di Nar-
Blauritiana, per le diiferenze di quella bona,che nella sua provincia non ponno
chiesa. Ordinò che qiun servo potesse es- ordinarsi vescovi da altri, che dal vesco-
sere ammesso agli ordini $agri ; che dia-
i vo d'Arles, esortandolo all'osservanza de'
coni usassero di Stola pendente dall'o- decreti fatti d<)lla s. Sede circa il privile-
mero sinistro al fianco diritto; pare che gio di metropolitano, sotto pena delle
gbbia loro prescritto l'uso del Matiipolo, censure ecclesiastiche. Scrisse purea Pa-
che vuoisi istituito da s. Silvestro i ; con- troclo vescovo e metropolitano d'Arles,
cesse Parrocchie la facoltà di bene-
j^Ile sopra quanto avea fatto nella condanna
dire e d' usare il Cereo Pasquale, cip di Proculo vescovo di Marsiglia per aver
ch'era permesso soltanto alle maggiori contravvenuto alle determinazioni della
basiliche, quindi a lui si attribuisce da s. Sede, e provvide agli abusi delle ordi-
alcuni l'invenzione di tal cereo, ond'eb- nazioni fatte per salto. Con altra lettera
Laro origine gli Agnus Dei(ì\ cera bene- a Patroclo vescovo d'Arles, riprovò l'at-
detti (de'quali riparlai nel voi. LIf, p. tentato e i' illecite ordinazioni fatte da
83), la quale altri la dicono anteriore e Proculo, notificando a'marsigliesi d'aver
incomiucÌE|la colla Chiesa> In una sua lel- comunicato la facoltà a l^atroclo d'elegr
zo s ZUA 487
gere altro escovo iu luogo di Proculo. uscì dal monastero senza licenza dell'ab-
luoUre 8. Zosimo scrisse ad Esichio Te- bate; ma essendovi stato ricondotto dai
scovo di Salooa, sull'abuso delie repenti- suoi genìtori,domandò perdono della sua
De ordinazioni ; sl^bilì il tempo da dover incostanza, e visse dipoi in una perfetta
precedere tra l'un ordine e l'altro, ed or- regolarità. Successe abbate Fausta
all'
dinò che debba aversi special riguardo nel governo di quel monastero; indi fa
alla probità de'costumi degli ordinandi, innalzato alla sede vescovile di Siracusa,-
inabilitando intanto alcuni a potervi es- dopo il santo vescovo Pietro. Egli adetn-
cere ammessi. Di Zosimo si hanno i3
s. pi fedelmente a tutti i doveri di buon
lettere, scritte con molto vigore e auto- pastore sino alla sua morte, che segui
rità, in cui si ammira il suo gran corag- verso l'anno 660. Il suo nome è registra-
gio e sommo zelo nella difesa de' diritti to nel martirologio romano ed in quelli
della s. Sede. Nel pontificalo di s. Zosi- di Sicilia il giorno 3o di marzo.
mo cominciarono Papi ad avere vicari
i ZOSIMO (s.), martire. F. Rufo eZo-
nelle Gallie. In una ordinazione nel di- SIMO (ss.).

cembre creò 8 vescovi, IO preti e 3 dia- ZOTICO (s.), vescovo di Comana ia


coni. Governò la Chiesa universale un Cappadocia, martire. Non si hanno no-
anno, 4 ™esi e 7 giorni. Mor'i pieno di tizie della sua vita: si sa soltanto ch'egli
oieriti e fatiche apostoliche, a'26 dicem- scoprì gli o
errori degli eretici Cat/ifrigi
bre del 4 1 8, e fu sepolto nella patriar- Montanisti (^.), e li combattè con mol-
cale basilica di s. Lorenzo fuori le mura, to zelo, condannandoli pubblicamente, e
ove si venera il suo corpo. Grandi sono facendo vedere le illusioni delle loro pre*
a questo Papa, per
gli elogi tributati la tese profezie. Al trionfo che riportò sulle
sua vigilanza contro gli eretici, cjual so- eresie e l'imposture, aggiunse la corona
stenitore fortìssimodelie prerogative del- del martirio, che ricevette verso l'anno
la romana Chiesa, perseverante nelle sue 2o4 nella persecuzione dell'imperatore
giustificate sentenze, confidente nella mi- Severo. II suo nome è registrato negli
sericordia di Dio, sollecito pel vantaggio antichi martirologi enei romano il gior-
della sua Chiesa, ed interessato per l'ani- no 21 di luglio.
me alla sua cura commesse. Visse santa- ZUABIA o ZABAIDIA. Sede vesco-
mente umile, pieno di ardente carità, e- vile dell'Adiabene, nella diocesi de' Cal-
semplareesaggìo nell'operare, moderato dei, capitale della provincia di Zaba, si-

nel procedere, benefico verso il popolo, tuata tra Hamadon e Hobsan. Ebbe i

talchèsi conciliò l'amore e l'ammirazione seguenti vescovi. N ... deposto dal catto-
di tutti. Nella sua ultima penosa infer- lico Giuseppe; Ezechiele I, che occupa-
mità, mirabile fu la pazienza che eserci- va questa sede essendo cattolico Mar-
tò, uniforme e rassegnato al diviuo vole- Aba, e fu poi innalzato egli medesimo a
re. La sua festa si celebra nell'anniversario quella dignità; Milleso, viveva nel 747;
della beata sua morte. Vacò la cattedra Emanuele, ordinato dal cattolico Ser-
apostolica un giorno. gio; Giovanni 1, eletto cattolico nel 900;
ZOSIMO (s.), vescovo di Siracusa. Abramo, ordinato dal cattolico Giovan-
Nacque verso l'anno 570, e per le sue ni ; Salomone, traferito alla metropoli di

virtù meritò la slima e l'amicizia di Fau- Persia dal cattolico Maris II; Ezechiele
sto abbate del monastero di s. Lucia in II, eletto cattolico dopo la morte di Je-

Siracusa, nel quale fu allevato. Dovendo suiab IV, e al suo tempo la chiesa di
frequentemente usare con persone fuori Zuabia era unita a quella di Naama-
del mouastero,a cagione del suo incarico, nia ; Giovanni II, era vescovo io princi-
deviò a poco a poco dal suo fervore, ed pio del XII secolo, e quahficato vescovo
488 Z U C Z U G
di Zaba e ili Nilo, il che piova esser al- hernis edncit, et qua proxitniim érni
lora quelle due sedi vescovili unite. O- iter per Alpea in ulteriore Galliam irà
riens Chr., t. 2, p. 1240. contendit ". Tale dichiarazione e le du(i
ZUCCHETTO Cardinalizio, r. insigni lapidi scolpite Su due eguali pie-
Berrettino Cabdinalizio e Porpora. distalli marmorei sorreggenti statue o-

ZUGLIO,/«//«'/i Carnicunii Già città norarie, erette da' forogiuliesi agi* im-
antichissima e vescovile della Carnia o peratori M. Aurelio Antonino Caracalla
Cargna, ed ora villaggio del regno Lom- e P. Licinio Gallieno, nelle quali ripe-<

bardo-Veneto, nella provincia e arcidio- tutamente si legge : Foroj'ul. Far. Ju-


cesi di Udine, articolo che si rannoda lii^ vieppiù dimostrano che il presente
con questo, non solo per comprendere Cividale ove si scoprirono sia il vero
l'illustre luogo, roa ancora la città dì Foro Giulio^ perciò affatto diverso da
Cividale, l'antico /^oro /«/mw, parlan- Giulio Carnico, cui successe Zuglio. A
do della quale nel suo articolo, promisi questo tornando, esso unitamente a Sez-
in questo ragtonare de' suoi vescovi, e za, Formeaso e Fieiis, suoi appodiati, for-

possibilmente meglio chiarire quanto al- ma un comune del distretto di Paluzza^


tri confunìero Giulio Carnico, con Foro Giace Zuglio nel canale di s. Pietro, sulle
Giulio^ Inoltre oell* articolo Udine fe- sponde del Dute^ una lega e mezza circa
ci onorevole menzione dell'opuscolo in- al sud di Tolmezzo cnpo-luogo del di-

teressante l'argomento, ed ivi pubblica* stretto e distante 9 leghe e un 4«°da Udì-


lo nel i853, dal eh. d. Lorenzo d' Or- ne.Zuglioè rinomatissima per essere stata
landi canonico di Cividale, virtuosa- (|uesto il luogo dove Giulio Cesare, pas-
mente senza il suo nome: Osservazioni sando coll'esercito dalla Gallia Citeriore
stili' antico Foro Giulio in relazione alla Ulteriore, per combattere gli svia-
alle due lapidi marmoree scoperte in zeri e altri popoli alpini, edificò la città
Cividal del Friuli nel «843. Quindi, che dal suo nome chiamò Giulio, e dai
per quanto dissi altrove e per quello che geografi fu detta Giulio Gamico, a mo-
mi resta a riferire, trovo intrinseco an- tivo di sua regione de'Carnì. Altri dico-
zitutto di riprodurre la dichiarazioneda no che la città già esistesse, e che essea-^
lui emessa a p. iv. » Avvertasi, che To- da solito Giulio Cesare svernare ne'din-
Iqnieo e Paolo Diacono distìnguono il torni colie legioni, restaurò la città, t'ac-
forum Julii colonia, ìSa Juliam Carni' crtjbbe e la rese piazza commerciale.
cuni o Castrum Juliense cioè Zuglio Argomento della sua prisca potenza e
della Cargna, cui popoli sono detti da
i grandezza sono i vetusti monumenti rin-
Plinio JuUenses Carnorum. Esso pure venuti negli scavi. IVIa come di sopra ho
riconosce Giulio Cesate per suo fonda- notato, già di Zuglio parlai nell'articolo
tóre, il quale fece colà costruire una Cividale del Friuli, ove esposi l'opi-
strada, della quale vedesi ancora la me- nione di chi ritiene che fosse il Juliuni
moria da lui lasciata in un pezzo di ru- Carnicum la colonia capitate del Foro
pe del monte più scosceso, in cui a giu- Giulio, e sede del ducato prima di quel-
dizio de' dotti devesi ritenere scritto : lo ossia Cividale. Ivi citai la Lettera del
hanc viani inviam, Jul. Caes. fecit esse conte Girolamo Asquini: Del Foro Gin»
rotabiltm. Questa serviva per avere un Ilo de'Carni e di quello d' altri popO'
accesso più spedito da Aquilea nelle Gal- li Traspadani, impressa a Verona nel
lie, come lo si accenna nel lib. i dei 1827. Quello scrittore, dopo aver detto,
suoi Com.: Ipse (Caesar) in Italiani ma- che Giulio Caroìco era municipio e ca-
gnis itintribns conlendtt..., legiones quae pitale della repubblica de' gallo carni,
circum Aqiùlejam hyemahant ex hi» osserva che divenne poi colonia col no-
ZUG ZUG 489
me Colonia Julia Karnornm, come
di sciando 6 figli colla moglie Romilda. Es-
ti trae dalle sue lapidi; per opera Hi Au- sa si pose sulle difese, ma poi invaghitasi
gusto in tempo del suo triumvirato, dopo di Cacano, gli oilr'i la mano di sposa e
la battaglia di Filippi, per legge Irium- la città. Il re corrispose barbaramente,
irH'e, insieme colla sua sorella Giulia poiché nel 2." giorno l'abbandonò a 12
Concordia, nel 2.° suo consolato l'snoo suoi soldati, e poi fece impalare in Oso-
di I»ou>a 721, ossia 32 anni avanti lera po. In seguito Cacano menò cattivi la
corrente. Di più che la colonia avea il maggior parte degli abitanti di Giulio
non comune privi'egio della zecca, e in Gamico; quando ciò non si dovesse dire
essa si coniarono monete e metUglie, re- essere avvenuto piuttosto a Foro Giu-
stando due conii d'acciaio, l'uno d'Au- lio. Certo a devastazione soggiacque Giu-

gusto, 1'
altro di Tiberio, coli' epigrafe lio Gamico, pel ferro e pel fuoco di Ga-
neir esergo COLonia IT Lia K^Rno- cano, ridotta a macerie: tutta volta l' a-
rum, Angelo M." Cor-
illustrali dal p. d. more del natio suolo fece usare agli a»
lenovis barnabi'a. Oinmettendo qua- bitanti ogni sforzo per rieddicarla dalle
lunque disquisizione sul copioso conte- sue rovine, e nel decorrere degli anni
nuto della Lettera, mi limiterò con l'au- avea ricuperato in parte il suo splendo-
tore a ripetere, cbe Giulio Carnìco è re; quando nel principio dell' Vili se-
stata una città antica e illustre, risultan- colo fu di nuovo conquistata e devastala
do ciò appunto da'memorati vetusti mo- unitamente al ducato Friulano, dalla
numenti, che in essa trovansi, e da quan- prepotenza degli slavi della Garniola,abi-
to alliO egli offre ed espone. Esso inol- tanti la Marca Slavonica, cosi detta per
tre narra, che Giulio Gamico dopo es- essere situata a'conlìni della Schiavonia;
sere stato ne* tempi felici del romano per cui di Giulio Gamico rimasero ap-
impero florido e atto ad aflronlare lo pena pochi avanzi, a togliere quali i

Spirilo inquieto e bellicoso delle genti straripò il fiume Bute che tutta la di-
alpine, ed insieme a preservare le pro- strusse, rimanendo un piccolo villaggio,
vince de' Veneti dalie scorrerie germa- implorante che alcun benemerito ama-
niche, al declinar della romana potenza tore dell'antica sua rinomanza inlrar
soflrì tutti gli oirori dell'ujvaMone degli prenda ulteriori scavi a lustro della de-
unni, de'goli e ostrogoti, de' longobardi molita città, e per maggior lume della
e principalmente degli avari. Dirò pri- storia. Dalla i,* caduta di Giulio Carni-
ma de' longobardi. Il loro re Alboino, co, per la ferocia degli nvari, secondo il

nel 568, eoo poderosa armala, invase conte Asquini, incominciò la grandezza di
questa parte d' Italia, preponendovi a Cividale, succeduta a Foro Giulio. Di-
duca del Fiiuli il nipote Gtsulfo a ciò venne la sede dti'duchi del Friuli, e la ca-

idoneo. Da quell'epoca Giulio Gamico, pitale del ducato; e che quindi, col prin-
città forte e munita, capitale del Foro cipe vennero a stabilirsi anco i vescovi di

Giulio, divenne la residenza del suo du- Giulio Gamico, eziandio per secondare
calo, che per la distruzione A' ^quiltia, il volere di que' dominatori; e poscia i

meglio parlata a Udine, occupato d suo patriarchi d' Aquileia, da dove traspor-
territorio, estese coufini sino al mare.
i tarono la sede patriarcale a Udine, ora
Quindi fu nel 611 che Gacano re degli capitale del Friuli.
avari, con formidabile esercito, piombò La fede probabilmente fu predicala
sulla contrada e portò ovunque la stra- io GiulioGamico da quelli che ia prò»
ge. Stretta d'assedio la capitale del du- mulgarono in Aquileia. Per la sua im-
cato Friulano, ne'combalttmeuti il duca portanza e pel numero de'fedeli ne'pri-
Gisulfo rimase estinto sul campo, la- mi secoli vi fu fondata la sede vescovile

voL mi. 32
490 Z UG ZU G
Del IV secolo. 11 p. Mireo, Nolitia Epl- cosi. II I." vescovo di Giulio Gamico che
scopatuunt, non la conobbe, solo par- si conosca è s. Amanzio, fiorito nel 371,
lando di quella di Forum Julii ; a qua di cui si ha bellissimo elogio io una la-
regio Forum Juliuni, Friuli noinen ac- pide che esibisce; intervenne nel 38 1 al
cepit. L'Uglielli ntW Italia sacra, t. 5, concilio d' Aquiieia, e poi fu traslato a
p, 4j sospettò che Foto Giulio fosse Giù* Gomo. Il 2." s. Gennaro, morto nel 49°»
Ilo Gamico, secondo rerrore invalso in forse il 4''' o 5." vescovo giuliesedopo il

molti. Disse la sede sulTraganea del pa* precedente, che governò santamente al-

triarca d' Aquileia, colla cui diocesi si meno IO anni, deporto nella cattedrale
coDcenlrò. Il suo continuatore e anno- con iscrizione che produce. Il 3.° Mas-
tatore Coleti, Italia sacra, io, p.
t. senzio, il quale nel 579 si sottoscrisse al
1 7 : Juliensis et Foro Juliensis Epi- sinodo tenuto in Grado dal patriarca
scopatuSy parla delle due distinte città e Elia, Episcopus s. Ecclesiae Juliensis

Tescovali : riconosce che il r fu Juliuni his gesti suhscripsi. Si trova pure sotto-
Carnicum, cui successe Zuglio, non che scritto nella supplica de' vescovi scisma»
il 2." Forum Julii y quae amplissimae tici della Rezia 2.'
e della Venezia (pro-
provinciae nomen dcdit. E che disimi- babilmente nello scisma pe' Tre Capi-
ta Giulio Gamico, il vescovo trasporlo ioli), all'imperatore Maurizio, in favore
la cattedrale nell'Vl II secolo a Foro Giu- di Severo patriarca d'Aquileia nel 591,
lio, poscia unendosi la diocesi prima al contro Papa s. Gregorio I, il quale avea
patriarcato e poi a Udine. Ma riporta 3 dichiarato scismatico il loro metropoli»
soli vescovi di Forum Carnicum e quin- tauo: il rescritto imperiale indegnamen-
di di Forum Julium : Massenzio del te favori l'istanze de' vescovi. S'ignora

579, Fidenzio che trasportò la sede a se Massenzio mori nello scisma. Si legge
Foro Giulio, e Amatore del 745, dopo ueirCJghelli : Anno 588 (il Goleli cor-
del quale non si conoscono successori. i regge 590), Julianus Episcopus a Seve-
Ghe eravi in Giulio Gamico la collegia- ri patriarchae Aquileien. auctorita te de-

ta di s. Pietro con 8 canonici, il i." dei scivit, quod Tria Chalcedonensis con-
quali era il preposto. Gonimanville« Hi- cila Capita improbaret. lì 4-° Fidenzio,
sloire de tous les EvescheZy distinse le del 729 Paolo Diacono, De
sulla fede di
due Julium Carnicum, ora Zu-
sedi, di Gest. Longobard., 5i. Adve- lib. 4i e.

glio, eretta nel VI secolo, indi unita al niens anteriore tempore Fidentius Epi-
vescovato di Ftllrej e di Forum Julii scopus de Castro Juliensi, cum volun-
eretta nel VI secolo e nel VII unita ad tate superiorum Ducum, intra Foroju-
Aquiieia. In vece nella Lettera il conte liani Castro muros habitavit ibique sui
Asquini, di Giulio Gamico riferisce le Episcopatus sedeni statuii. Anche tra
seguenti notizie ecclesiastiche. Ebbe la questo vescovo e Massenzio è un gran-
cattedrale sotto l'invocazione del prìnci- dissimo vuoto non minore di 100 anni.
pe degli Apostoli s. Pietro, in vetta a Il 5." Federico, del 736 de Castro Fo-
delizioso monte, soprastante la città, con ro]1 diano Episcopus. Gli successe il 6.*
capitolo di canonici antichissimo e rag- nel 737 Amatore, eletto in Foro Giulio.
guardevole. Quanto a'vescovi dice 3 ri- Questa elezione sommamente dispiacque
cordarne la storia, cioè i notali col Go- a Galislo patriarca d' Aquiieia, di nobi-
leti ; un 4'"' 1'Cronaca de'
offre la pa- lissima stirpe^ rincrescendogli che avesse
triarchi d'Aquileia, di nome Federico ; a fìssar la sede nella sua diocesi, e sta-
il 5.° Io rinvenne in s. Amanzio il bilirsi nella città allora divenuta capita-
p.
Gortenovis; e il 6.° s. Gennaro conser- le del ducato di Forogìulio, io mezzo alla
valo da un frammento. Egli poi l'ordina corte; mentre egli doveva vivere in un
Z U G
villaggio fra genie rustica^ quale era al- vo Amatore nella sua diocesi di Giulio
lora il castello di Cormoiis, lungi io mi- Carnico, ed ove e quando morisse, nulla
glia d'Aquileia, di cui uel voi- LXXXII, ne dice la storia, come pur s' ignora se
p. loi e seg. Questo patriarca avea ciò in quell'antichissima sede sieno stati e-
sopportato finché visse Fidenzio, ma ve- letti altri vescovi dopo Noterò con
di lui.
dendo d'Amatore,ohe avrebbe
l'elezione rUghelli, che per l'operato da Pemmo-
avuto non potè più con-
altri successori, ne nel 787 cor\ii'Q C<x\\%\o, in ea regione
tenersi; e colto il uioinento che il duca tiwìuUuunt causa fuit. Dunque anco
Pemraone, nativo di Belluno, fosse fuori l'Ughelli riconosce che il patriarca nel
di città, entrò a mano armala io Ci- 787 sturbò la chiesa di Foro Giulio nel-
vidale, e cacciatone Amatore ( nel voi. l'espellerne il suo vescovo Amatore, e
LXXXII, p. 99, non avendo presenti la che in essa Btabiii la sua patriarcale re-
Lettera dell'Àsquìoi e la testimonianza sidenza. Termina il conte Asquini con
dì Paolo Diacono, 5i, che
lib. 6, cap. queste parole. » Ecco tutta la serie dei
riferisce essere ciò avvenuto ad AnialO' vescovi giunti a nostra notizia, di Giulio
reni Episcopunt j con altri dissi in vece, Carnico, già municipio, come s'è detto,
avere nei 780 Calisto fatta violenza al e capitale della lepubblica de'Gallo-Car-
vescovo Fidenzio, che la Cronaca sur- ni, poi colonia, la cui diocesi di qua delle
ricordata dice immedialo predecessore Alpi; comprendeva tutta quella parte del
d' Amatore, e cos\ Paolo Diacono ), si Forogiulio odierno (ossia Friuli), ch'era

fermò egli stesso ad abitar la casa di quel fuori del confine dell'agro Aquileiese, e
prelato. Tuttociò saputosi da Pemmone, al di là della Zelia, o sia f'allis Julia
dispiacente di tal violenza, dato nelle fu- nella Rezia seconda, da'cui primi santi

rie, unitosi co'nobili longobardi, preso il vescovi avranno ricevuto que'popoli Al-
patriarca Calisto e condottolo nel ca- pino-Carni i primi semi della cattolica
stello di Ponlium, di sopra
Pucino o di religione, che tuttora conservano con

al mare, in questo fu in sul punto di pre> pietà e zelo, degno di tali principii, e

cipitarloj ma trattenuto da alcuno dei di que'dotti e virtuosi pastori, che han-


suoi, si contentò di porlo in oscura pri- no incura quel gregge".
gione. Divulgatasi la fama di questo fat- ZUINGLIANI. F. Zwingiiani.
to, e pervenuto a cognizione di Liut- ZUNIGA o ESTUNICA o STUNI-
prando re de' longobardi, si accese di CA Giovanni, Cardinale. De'duchi d'A*
tanta collera, che privato Pemmone del renalio di Spagna, per favore del re Fer-
ducato del Friuli, lo confer\ al di lui fi- dinando V, quantunque si trovasse in

glio primogenito Ratchisioo Ratchis, co- età puerile, colla dispensa apostolica ac-
noscendolo abile a ben governare (R.at- cordatagli da Sisto IV, verso il 1476 fu
chis divenne nel 744 '^ '^^' longobardi, eletto gtan maestro dell'ordine equestre
e quindi nel 749 rinunziò al fratello A- d'Alcantara, dignità lolla ad Alfonso di
stolfo il regno per farsi monaco a Mon- Monroy ribelle al suo sovrano, il quale
Cassino: d'ambedue riparlai a lungo poi nel «479 '^^ezzo di spontanea
te P^*"

nel voi. CU, p. 270 e seg. ). Messo in rinunzia, ne cede il possesso a Giovanni.

libertà il patriarca Calisto, questi ritor- Quindi fallo arcivescovo di Siviglia, ri-
nò a Cividale, ed ivi fermata la sua re- nunziò il gran maeslralo e amministra-
sidenza, vi stette sino alla morie (
per zione perpetua di detto ordine. Final*

tale residenza di Calisto e successori in mente a istanza di Ferdinando V, a'29


patriarchi d'Aquileia ftuono novembre i5o3 Giulio II lo creò cardi,
Cividale, ì

naie prete del titolo de'ss. Nereo e Achil-


anche delti Foro Juliesi e del Friuli ).
Se dopo quésto fatto passasse il vesco- leo. Ma dopo aver mestilo la porpora
49» 7. U N Z U P
appena 8 mesi, ^li fu da importuna mor* al vescovato di Segovia, dal quale fu tra-
le involuta in Guadalupe di 3o anni di sferito .alla metropolitana di Compostel-

età, ed ebbe la tomba in quel celebre la, indi da Filippo II nominalo all'arci-
santuario dedicalo alla D. Vergine. vescovalo di Siviglia. Avendo nel sagro
ZUNIGA o STUNICA e MENDO- ministero procurato costantemente la
ZA Enneco, Cardinale. De'conti di Mi- gloria di Dio, la soddisfazione de' popoli
randa, spagnuolo di nazione, prima ve- e il vantaggio delle anime, in riguardo

scovo di Coirà e poi arcivescovo di B(ir- del suo cugino Giovanni Zuniga amba-
gos, ad istanza dell'impei-atore Carlo V, sciatore del re di Spagna a s. Pio V,
a' i4 o 19 marzo i53o in Bologna questo restalo dilui conleulissimo per l'o-

Clemente VII lo creò cardinale, non già peiH prestala nella lega contro il turco,
prete di s. Nicolò in Carcere, ma diaco- a'17 maggio iSyo assente lo creò cardi-
no, poiché preteselo l'anvinio e Ciac- nale diacono, o prete secoiulo|Marangoni,
conio per allora quella diaconia mutata del titolo di s. Barbara. Filippo II l'inca-
in titolo presbiterale, mentre restando ricò quindi d'unirsi con Francesco Zuni-
diaconia neir ordine diaconale il cardi- ga duca di Bear nel viaggio di Germania
nale fu compreso, indi pubblicalo due per accompagnare l'arciduchessa Anna
anni dopo. Celebrò in Borgos il sinodo, primogenita dell'imperatore Massimi-
che stampalo nell'accademia d'Alcalà
fu liano 11, destinata sposa a dello re, e
nel i534 con caratteri aiilichi. Nicolò dipoi si tiovò presente alle solenni noz-
Antonio, nella sua Biblioteca Spagnuo- ze. Poco però potè godere dell' onore
lo, parlando di questo cardinale,dice che deliriporpora, impeiocchè dopo un an-
fu famoso oratore e poeta insigne, e che no di cardinalato, la morte lo raggiunse
pubblicò in ispagnuolo alcuni libri assai nel castello di Marlos o nella città di

pregevoli. Morì nella Spagna nel i53g, Saen nei iSyi, donde trasferito in Sivi-
e rimase sepolto in un monastero di pre- glia fu sepolto in quella metropolitana,
mostralensi. In vece Paiivinio e Ciacco- nella cappella della Madonna e non mol-
nio scrivono che cessò di vivere in Koma to discosto dall'allare maggiore.
e fu sepolto nella chiesa d' Araceli, don- ZUFA NO o G U P A NO, Suppan « t.
I

de poi fu trasportalo in Ispagna. Nondi- Zìipnnius, Zupanus. Titolo di principe


meno Cai delia cogli storici spagnuoli so- o governatore o idliziale o magistrato
stiene che n)orì nella Spagna, ed in pro- ile' popoli principalmente della Servia

va narra che il cardinale in Toledo assi- {f .), capi della qual nazione l'assun-
i

stè a'funerali dell' imperatrice Isabella sero nel governarla ne' secoli di mezzo.
moglie di Carlo V, che passò a miglior Zupano o Japaiio signinoa pure conte,
vita nel iSSg, alla quale essendo so- e Zupania contea o comitato. Il titolo
pravvissuto pochi giorni, non ebbe tem- era comune a lutti popoli slavi, ser-
i

po certamente di recarsi a Roma. viani, polacchi e boemi, e chi lo portava


ZUMGA o STUNICA Avellaneda, presiedeva precipuamente alla guerra.
Cardinale. Nacque da'conti di Miranda, Il Magri, Notizia de' vocaboli ecclesia-

una primarie famiglie di Spagna, e


delle stici, in quello di Snppanus o Sopanus,
divenne con molta riputazione pubblico lo dice utlìzraleo magistrato, presso i
professore di teologia nell'università di popoli di Servia, et Domino Imperatori
Salamanca. Alla cognizione delle scien- aliquando serviunt. Era così denomi-
ze, avendo congiunto un illibato candore nato, perchè vestiva certa toga detta
di costumi e santità di vita, fu promosso Suppa. Nel vocabolo poi Zupanus, il
V da Giulio III, senza
a istanza di Carlo Magri lo definisce, una dignità de'regni
che neppure l'immaginasse e lipugnanle, di Scri'ia e Croazia, la quale corri-
ZU P Z U R 4f)3
tpondeva a <juella di Conte (P".). Que Stefano, esiliato nel 4^4 da Uonerico re
6ti governavano le provi ncie, essendo i de' vandali. Morcelli, Afr. Clir.,t. i.
due regni divisi in y^vìe Znpanie, come ZURA o ZURITA. Sede vescovile del-
•crisseGiovanni Lucio, De Regno Dal- laprovincia Proconsolare dell'Africa Oc-
matiae. Al presente nella Dalmazia (|ue- cidentale, sotto la metropoli di Cartagi-
sto nome significa il rettore delle com- ne. Ebbea vescovo Paolino, che nel 4' i
pagnie e conlVaternile. Stefano signore trovossi alla conferenza di Carlagme.
della Servia, prima d'ottenere l'investi- Morcelli, Jfr. Chr., t. i.

tura del regno da Onorio, s* intitolava: ZURLA Placido, Cardinale. ì^ac-


Archiziipainis e Megaztipaniis. Il p. que a' 2 aprile 1769 in Legaago , dio-
Parlati, Illyrici sacri, t. i, p. i 53, par- cesi e governo di Verona (/^.), dove di-
la del vocabolo, e descrive
l'isola di Zu- morava la sua antica, illustre e nobile fa-
pana Dalmazia (Zuppa, Xtippa, è A
in miglia di Crema (nei quale articolo cor-
nome delle Quattro Contee, distretto ressi le Notizie di Roma, che vivente e
di Dalmazia, nel circolo di Cattaro, cui i dopo morto Io dissero di sua diocesi, men-
abitanti hanno costumi quasi selvatici), tre già io lo avea dichiarato diocesano
e spiega il significato della voce Zupa- veronese nel voi. VI, p. 295, riferendo
Chiobati Slavi lapydiani et
nifi così. il novero de'cardiuali cttnialdolesi, ed an-
Liburniani cuni alii quaDalniatiae par- co nel voi. XIV, p. 227); ed in tale arti-
te adepti XI Zupaniae condidernnt. La colo ricordai l'opera a lui dedicala dal
regione essere partita in XI Dynastins, Cancellieri,fontedogui erudizione, qucin-
quae ip^oruin lingua Zupaniae dicim- do fu elevato al cardinalato , celebran-
tur, ìdest regiones populis ac pagìs re- te alcuni illustri tiuui antenuti, cu' putrii

fertae. Zupania enirn, ni prae.clarns in- storici. Essi sono Pantaglione Zorla atn-
terpres dalmata, a Zupa deducitur, basciatore all'imperatore. Antonio Zur-
quod populum, vel reg'Onern aliquanh la ambasciatore di Giorgio Benzene si-

populatani significai. Id docuit Con- gnori di Crema, a Milano Cremona e ,

stanti nns Po rphy romeni tu s, de Ad min. Lodi. Giulio Zuria, fu ambasciatore al


cap. 3o. qui Zupanias omnes noniina- nuovo doge di Venezia, e di lui si hanno
tini ex eoruni
percenset. Divida autent le orazioni recitate io tale circostanza. A-
regio in Zupanias XI quariun nomina gostino Zurla minore conventuale vene-
Clebiana^ Tzentzena eie. His tres alias rando, nel convento di Crema, definito-
adj'ecit, idcirco forlaise a snperioribttt re perpetuo, benemerito per faliche stu-
dislinctas, qttod vel minores essent, vel diose di cattedre. iNel clauslro della chie-
praecipua quadam ralione ad Jus di- sa di Mnria del Popolo di Roma vi è
s.

lioncmque pertinerent Diicis alicujus, il marmoreo epitallio di Quirino Ziirlae


seu Principis Chrobalorum, queni ipsi nobile di Crema, d'illustre famiglia, iu-
Banuni appcllabant : ipsorunique Ba- limissimo per 36 anni del duca e cardi-
nus te/iet Cribasam, Liizitm, et Gut- nale /^/^er/i/^5, nipote di Pio IV, qual be-

zecam. nefattore del tempio. 11 p. de Corrieris,

ZUPPA o ZUPPARA. r. Zappa o nella dedica del suo Cominentarius (par-


Zappara. lato in più luoghi come innumerevo-
,

ZUCABAH o SUCCABARoSUGA. li sono quelli in cui registrai le gesta

BAR. Sede vescovile della Mauritiana dell'amplissimo cardinale, cui iu questo


CesaritiUNe, nell* Afi Ica Occidentale, •nA- tento reudere un omaggio storico d'os-

to la metropoli di Giulia Cesarea. Ne fu- sequio e diammirazione, avvertendo che


rono vescovi: Massimiano, che intervenne solo auderò ricordando que'che repute-

nel i4ii alla coafereuza di Cartagiue; rò necessari), acceuuaado a'suoi maggio*


494 z U R Z UR
li che fiorirono nella santità di vita, nel- presso di lui dotto e saggio p. ab. Man-
il

la dottrina, neirarmi e nella munificen- delli, altro fregio della stessa congrega-

za, offre un bel numero d'opere che ne zione monastica. Questi lo accettò a far-
trattano. Dalla natura sortì un'indole e ne parte, e ve lo condusse, accolto con
un ingegno facile e volonteroso, come di- ogni amorevolezza , siccome preceduto
mostrarono gli studi della fanciullezza e dall'estimazione ch'erasi concepita di lui.
quelli dell'adolescenza. Di circa i5 anni Giunto muranese, l'egregio gio-
all'isola
recossi a Crema a prendere un' eredità, vinetto di 8 anni, tutto lieto esclamò: //
1

mentre la sua tamìglia era restata priva laccio e rotto j sono liberato da'perìcoli
di fortune, ed ivi in un collegio venne e- del mondo : è questo il luogo di mia di'
ducato e cresciuto agli studi che piii al- mora e di mia requie. Deposto il nome
la sua condizìonesi confacevano. Ben pre- battesimale di Giacinto, ricevè quello e-
sto die' a divedere quanta fosse la pron- gualmente bello di Placido, ed alle vesti
tezza nel profittare delle lezioni de' suoi secolaresche sostituì la bianca cocolla di
precettori, la docilità e la saviezza de'suoi s. Romualdo. Il rigido anno della prova
costumi. Ritornato a Legnago, come pri- fu dolcezza per lui, ilare e diligente os-
mogenito de'suoi venne destina-
fratelli servatore d' ogni pratica religiosa , non
to allo slato conitigale, lamadre procu- ostante la sua naturale vivacità , tosto
randogli doviziose nozze. Egli però che con fervore riprendendo i suoi studi. Al-
assai per tempo si sentiva internamente lora, tra'suoi confratelli, i quali agli stu-
chiamato alla vita monastica, per l'elo- di della filosofia e della teologia si appli-
quenti e persuasive parole d'un sagro o* cavano, d. Placido si strinse piìi viva-
ratore mirabilmente si confermò nella mente a d. Mauro Cappellari, che egual-
vocazione claustrale. Il perchè ricusato mente di i8 anni 1' avea preceduto nel
il matrimonio , senza frapporre indugio chiostro da piÈi di 4 anni, e d'altrettanti
Tolòa Venezia nel celebre e fiorente mo- era maggiore di età. » I quali^ e l'uno e
nastero di s. Michele di Murano, nell'i- l'altro sì lucidi dell'ingegno, sì santi del
sola del suo nome e una delle principali costume, sì avidi di scientifiche discipli-
della Laguna Veneta, il quale affettuo- ne, sì caldi d'a£fetto all'abbracciato isti-
samente descrissi nel voi. XCI, p. 5ig e tuto, sì conformi nel pensamento, visse-
seg., e perciò non poco ivi dovetti parla- ro uniti d'un' amicizia, che non potero-
re con encomii di lui ; per cui avrò occa- no menomare distanza di luoghi, varietà
sione di più volte citarne le pagine, seb- di vicissitudini, alternazione d' innalza-
bene quasi tutto ha relazione e si compe- menti. Educati alla filosofia e alla teolo-
nelra con questi cenni biografici, laon- gia Placido e Mauro dal sapientissimo e
de ad evitare ripetizioni è indispensabile santissimo Nachi^ entraoibi fecero me-
il doversi tener presente. La vocazione ravigliareil dotto mondo veneziano, nel-
era stala sperimentata dal zelante pro- la doppia disputa pubblicamente soste-
posto Francesco Sommariva, che avute- nula nella loro chiesa di s. Michetcj gre»
ne in mano le chiavi della coscienza, sic- mitadifolta gente ascoltalrice: cliè Zur-
come spirituale ministro, e quelle della la ci sostenne grande numero di scelte

mente, qual suo i istitutore nelle filoso- fisiche proposizioni , specialmente circa
fiche discipline, si rese garante delia sin- le forze dell'inerzia edeiraltrazione(P/'o-
cerità di sua esemplare risoluzione. La posiiiones Physicae selectae quas . . .

scelta del monastico istituto seuìbra de- propugnandas exhibet d. Placìdus Zur-
rivata dall' essere allora degno e dotto la cathedram moderante R. P. d.
. . .

vescovo di Crema il camaldolese mg."^ Ludovico Naclii/ìbhale, Venetiisi 790);


Cardini, e per dimorare in quel tempo e il Cappellari ,
già fin d'allora maestro
Z UR Z U R 4^5
in filosofia a'suoi, senza avernea lato prò- ad avvicìnarglisi tanto, dopo vari casi e
fe-isoreche potesse all'uopo rinfrancarlo, tante vicende di cose, f^on bastò a lui es-
«celle teologiche tesi precipuamente cir- ser divenuto, in freschissima età, nel mo-
ca i Luoghi Teologici vi difese (ma nel nastero lettore di filosofìa e teologia, egli
1786). I più chiari ingegni, che l'uno e si ornò di scientifiche virtù, onde brilla*

l'altrocleroneavea qui (io f^etiezia,^av- rono più chiari tra'suoi confratelli. Nel
i

lando un Meschini, che celebrai in quel 1800 morto il camaldolese e dotto car-
gravissimo e geoiaiissimo articolo, come dinal Andrea Giovannetti ^P".), che sì lo
nel voi. XCI, p. 221), non pochi, onde apprezzava, ne recitò VOratio in funere
a ragione menava vanto e gloria, tosta- etc. Venetiis 1800, nella chiesa di s. Mi-
mente predicarono, che Zuria eCappel- chele a'suoi confratelli, che rimasero com*
lari avrebbero onorato la religione e le mossi udendo rammentare le virtù di cui
scienze ; benché nessuno avrebbe potuto erano stati poc'anzi testimoni, nel tempo
figurare che interra tant'alto salirebbero ch'era vissuto fra loro pel conclave. Iodi
che più oltre non si può (pure un vatici- colla scorta del dottore s. Tommaso d'A-
nio poco dopo fu fatto, e l'esposi nel voi. quino, volle porre sotto quella tutte le
XCI, p. 528, cioè verso «li 790 quando discordanti scuole teologiche, sollecito di
il p. Lodovico Nachi fu fatto abbate); e vederne serbata l'unità dello spirito nel
soltanto Provvidenza sorridea dal cielo, vincolo della pace, ed a tanto scopo com-
e contro vivace disputatore pareva inga- pose e pubblicò, dedicato a Pio VII : En-
gliardire il Cappellari, che quasi profeta chiridionDogmatum et Morum et Sum-
Teniva a parlare del futuro suo privilegio, ma Theologiae D. Thomae Aquinaiis
siccome successore di Pietro, sostenendo ad ver bum depromptuni notisque au-
allora col labbro, dappoi colla penna, che ctuni, Venetiis 1802. Le annotazioni a
a Chi dalla cattedra di Pietro ammae- giudizio degli scienziati sono pregevo-
stra la universa Chiesa fu concesso da lissime. Dedicatosi a coltivare gli studi
Gesù Cristo il privilegio dell' infallibi- della storia naturale , ne raccolse ricco
lità, siccliè per se stessi sieno irrefraga- museo. Divenne ancora erudito bibliote*
bilif prima che ogni consenso vi abbia cario del monastero, e paziente conia*
delle altre chiese^ i giudi^ii de' Sommi lelligenza svolse pergamenee codici. Pas-

Pontefici, iquali dalla cattedra decido- sando multe ore nella biblioteca, sollevò

no in questioni difede e di morale'^. Le meravigliato gii occhi alla famosa Mappa


quali prove giovanili di virtìi compiutesi del celebrefr.Mauro camaldolese, cosmo*
dal p. Zuria e dal p. Cappellari fra tan- grafo incomparabile appellato vivente, e
to plauso d'intelletti e tanto commovi - nel 1806 ne pubblicò la dotta illustra-
mento di animi; pochissimi anni appres- zione. Incoraggiato dall'arciduca Giovan-

so dalla regolare ubbidienza vennero l'un ni d'Austria, cominciò l'illustrazioni de'

l'altro disgiunti. Chiamato nel i ygS il p. viaggi degli antichi veneziani più celebri

lettore Cappellari, già revisore de' libri che poscia pubblicò. Di queste e di quel-
pel s. Uffizio di Venezia, in Roma da'suoi la, tanto utili alla Geografia {f\), tor-
superiori che il vollero poscia anche de- nai a riportarne i titoli e ragionarne nel
corare, in gioventù, di anni cioè 3o, ma voi. XCI , p. 370, 371 e 533. Mentre
però in maturità di senno ,
delle prime a p. 528 parlai delle Memorie da lui

dignità dell'ordine, alle quali poi si ag- scritte sul p. ab. Nachi, già suo maestro

giunsero daPio VII altre in vantaggio del- valentissimo e dolcissimo, pubblicate nel

la Sede; senti il p. Zuria nel dividersi da


s. 1 8 1 o, indi ristampate con questi tipi. In

lui l'anima dimezzarsi ; se non che rima- tanti e sì gravi e diversi studi, che gli

sto in Venezia, si fece via co* suoi meriti meritarono fama europea, ed iquali iena-
496 Z U R Z U R
pie miravano ancora a celebrare le do- preso il monastero di s. Michele. Il tem*
mesiiche glorie religiose, onde più tardi pio fu spogliato de* ricchi arredi, la bi-
rilevò quanto la geografia e scienze an- blioteca de'suoi tesori, il monastero di sue
ries-ieebbero vantaggi daila religione, con pingui rendile, ed ogni monaco dovette
opera noverata nella citazione ; lutlociò abbandonarlo. Costernato il p. ab. Zurla
non alterava punto alcuna pratica del esclamò Potessi almeno continuare a.
:

nionaco. Sempre era pronto, sì alle sa- vivere in questo nido j sin pure posto a
gre melodie , sostenitore anzi del canto ruba e mutato, forse poi verrà chi lo ri-
con stia dotta voce volubile, sì alle sante stori. Raccontai nel voi. XCI, p. 533 e
meditazioni, in cui la fronte gli brillava seg., che tuttavia riuscì al p. ab. Cappel-
di celeste serenità ; per molte ore stava lari, a mezzo del stio intimo amico mg.
seduto nel tribunale di penitenza, ove la Traversi, di conservare il monastero e
santità del suo costume, la prudenza de' la famiglia religiosa, con abito di preti se-
suoi consigli, la soavità de'modi gli atti- colari, aprendovi un collegio convitto ; e
ravano nella solitaria isola di Murano, e secondo il can. Meschini, vicouhibuì pu-
matrone, e nobili, e artigiani, veneti, pe- r'auco il p. ab. Zurla, con supplicare il
scatori e cultori di terre da'Iuoglii circo- barone Galvagna pief«Ho del diparli-
stanti. Le sagre vergini o diqne'tanti mo mento dell'Adriatico, d' impetrare l'au-
nasteri, ond'era lieta la diocesi di Tor- nuenza dei principe dominante. Del col»
cello , odi quelli che dal suo ordine di- legio, il p. ab. Zuila fu dichiarato retto-
rigevansi,!o richiedevano o arbitro straor- re, e il p. ab, (jappeilari lellore di filoso-
dinario di loro coscienza, o dispensiere di fia. Nella vendita della biblioteca del mo-
spirituali dottrine: invialo da'suoi supe- nastero, essendosi i religiosi ripresi 1 pro-
riori, si moveva ilare e presto, coro* uo- pri libri, il p. ab. Cappellari li donò poi
mo da tutte le cure disciollo. Chiamato alla biblioteca di s. Gregorio di Roma, a
al Ietto deirinfermo, ricco o povero che cui (lie'pure quelli del p. ab. Zurla, quan-
fosse, non mai si rifiutava : invitalo a teo- do alla di lui morte ne divenne erede, per
logici consigli, non mai ci mancava. Frat- quanto dovrò dire più sotto. Fioriva il
tanto l'amico e confratello in Roma, il p. collegio convillo , al modo narrato nel
Cappellari, fin dal i 8o5 era divenuto ab- luogo raccomandalo presen-
di tenersi
bate, e bramoso di quiete era tornato al te; ma a' 2 1 novetnbre i8i3 bloccata
suo diletto s. Michele (Vi Murano; ma Venezia, già erasi trasferito a l^adova,
nel1807 dovette restituirsi a Roma a ove poco dopo si disciulse nel seguente
fungere l'uffizio della procura generale. 18 4- Imperocché cessala la dominazio-
r

Però poco dopo Napoleone 1 esigette, che ne Napoleonica, il p. ab. Cappellari fu


da Roma uscissero regolari stranieri, e i chiamato a Roma pel ricupero del mo-
così di nuovo tornò a Murano, dove giun- nastero di s. Gregorio e dell'ospizio di s.

se ne'primi del 1808. Nel giugno fu so- Romualdo, e quindi tratlenulo a presta-
stituito nel governo del monastero al de- re l'opera sua al servigio della s. Sede, iu
funto da cui per umiltà si
p. ab. Narlii, molteplici e gravi uilìzi. lulanio il pa-
dimise nel i8or), restando semplice ab- triarca di Venezia 1' ottimo mg.' Milesi,
bate. In quell'anno, narra il princi- invitò e pregò il p. ab. Zurla ad essere
pe Odescalchi, dopo che io un generale professore di teologia nell'allora sorgen-
capitolo tenuto in Perugia, il p. Zurla te seminario patriarcale ; ed egli virtuo-
con breve di Pio VII era stato fatto de- samenle accettò, sembrandogli opportu-
fìuilore, venne dichiarato abbate. Nel se- no alta quiete e utile a'suoi sludi, assu-
guente 18 10, il dominante Napoleone I mendo l'insegnamento della lettura del-
sopprimendo gli oidioi religiosi,vi fu coca- la teologia pasloiale e morule. Ivi fu e-
ZUR Z U R 4<)7
tempio di proutezza e sollecitudine nel nano. A' 19 marzo 1822 il celebre cardi-
compiere il suo oingislero ; nuovamente nal Fontana [F.) I>arnabita, prefetto ge-
piesfandosi volonteio^o al coiifessionale, nera ledi Pro[)agaoda,passòaglieterni ri-
venerato, amato e stimato da tutti. Egli posi a ricevere il premio di sue splendide
è perciò, afferma l'amico e collega illu- virtù. Pel p. ab, Cappellari, egli fu un
sJre nel,<!eminario,can.Moschini, che Ines altro Zurla ; tanta e intima fu l'allettuo-
so produs-e spiacevole sensazione, quan- sa amicizia e reciproca stima che legòque'
do nel declinar dell'anno scolastico 1821, due nobilissimi cuori. Il p. ab. Cappella-
il prof. Zurla manifestò di recarsi iu ho ri nel 1819 avea presentato del Zurla al
ma a passarvi le ferie autunnali (per cui cardinale 1 i\ue tomi di sue dissertazioni
è inesatto tra gli elogiati chi scrisse: Con- intorno a Marco Polo, e agli altri viag-
siderando sé alla religione di Romualdo, giatori veneziani più illustri. IMella lettera
ossia congregazione perchè la religione è responsiva e gratulatoria de' i4 agosto,
una, essere obbligato dovunque essa a- pubblicata dal coinmend. Visconti, del car-
vesse una sede, viaggiò per vestirne l'a- dinale Fontana al p. ab. Zui la, con tale ti-

bito alla volta di Roma), quasi presaghi tolo lo tratta : ciò rilevo inconferma'deU
che non sarebbe tornato ; ma egli schiet- l'asNerlo di sopra, che n'era fregiato sia
to d'animo, rassicurò compagni, che vo- i dal I 8oq,e nel seguente lo si vede così in-

leva vivere e morire con loro, soggiun- titolato nelle sue Memorie dell'amalo p.
gendo: Amo questo cielo sì dolce, i suoi ab. Nachi, e per rellilìcare chi lo disse
Principi, cui prima legge e giustizia ,
fatto abbate nel suo soggiorno iu Ruma.
questi cittadini che tanto mi dimostrano A 26 marzo volendo l'illustre congrega-
affetto : in Roma io non sarei che un pe- zione de' barnabiti rendere un tributo
so inutile a confratelli. Bene scrisse un d'onore e dì venerazione al cardiu<tl Fon-
suo biografo ntW Album di Roma,\, \
, p. tana nella sua chiesa di s. Carlo a'Cali-
3o6. Recatosi in Pioma nel 1821 a con- naii, il p. ab. Zurla vi proDiJuziò 1'
e\o-
templarne le grandezze e a visitarvi gli quenie Eloginfunebre, scrilloin una not-
amici ( aiizitutli il p. ab. Cappellari, il te, giàparlato nel ricordato articolo e
quale ne fu lietissimo e festeggiò, ed io pubblicato colle stampe, ^ello slessu an-
uè fui testimonio), non sì lasciò più parti- no fu aggiegato all' insigne Accademia
re da questa città, ove lo avea preceduto di Religione Cattolica (della quale per
il grido di sue virtù e della sua dottrina. grato animo d'avermi per mia confusio-
Se non che le vedute del cielo spesso so- ne annoverato neh 856 tra' suoi mem-
no assai ben altre che quelle dell'uomo. bri, riparlai nel. LXXXV, p. 100 e seg.),
Tosto, pel palilo viaggio, in una stagio- e vi lesse la già encomiata dissertazione
ne riuscita delle più fucose, si ridusse a de' vantaggi derivali dalla Religione Cat-

letto. Grato alle cure de'coufratelli, ed tolica alla geografìa e all'altre scienze;

a quelle affelluose del p. ab. Cappellari, poiché ripeto, a render quella vieppiù ri-
che Dfiiriufermitù a cui soggiacque gli spettata e amabile egli mirava iu ogni

prodigarono, egli cominciò a dare ascol- studio. Da quell'istante ogni precìpua let-

to agi'tuvili di rimaner fra loro. Fu al- teraria accademia romana il volle suo
lora che nel di lui animo ag*! potente il membro, io seguito facendo altrettanto
liflesso, che all'oidme camaldolese, insi- diverse delle principali d' Europa. Pio
gne per molleplici glorie e benemerenze, VII lo Dominò consultore delle congre-

i-rasi volalo ovunque avesse stanza. De- gazioni cardinalizie dell' Indice e di Pro-
cide dunque di ripreudeie le candide ve- paganda fide,ei.\eì Collegio Urbano {f'.)
sti monastiche, il che produsse contento
opportunamente fu fallo prefetto degli
uecunfialelli, lauieolo nel veneto semi- studi (e fu il 2.° che da tale uffizio fu eie-
49» Z U R Z U R
vato immecliatameDte alla porpora, co- mi oculari in Firenze e in qualche altra
me rimarcai nel menzionalo articolo ). città. Sembra che quest'illustrazione di
Ebbe quindi il carico di dar sesto al suo carte geografiche di antichi viaggi de'russi
Museo Borgiano, e alla sua Biblioteca. non abbia avuto effetto, fors'anco per la
Nel breve giro di due anni, in Roma si sua esaltazione ; laonde non gli restò che
strinse d'alletto con ogni ordine di per- l'onore della scelta nella sua persona per
sone che primeggiavano nelle lettere e operarla, sebbene dalla voce volgare fui
nelle arti, corrisposto perla soavità del ad affermarlo nel voi. LlX,p. 3i5,
tratto
carattere, l'esemplare condotta della vi- parlando di sua promozione al cardina-
ta e la copia delle varie cognizioni. Nel lato, ma non ammettendola per tale mo-
suo soggiorno iu Roma, il conte Nicolò tivo, come fu divulgato, e forse piuttosto
RomanzofF, cancelliere dell'impero delle per quello ivi indicato.

Russie, desiderava che venissero dichia- Mentre particolarmente in Roma tutti


rate e illustrate alcune mappe, nelle quali attendevano la promozione alla dignità
si figurava lo stato de' luoghi ora tanto cardinalizia del p. ab. Cappellari (perchè
conosciuti, qual era nel secolo XVJ e pri- non avendo egli per umiltà e delicata co-
ma, per farle conoscere a' letterati del scienza accettato i vescovati di Tivoli e
Word. Abile a questo si presentava all'ec- Zanle, dissi in quest'ultimo articolo aver
celso personaggio il solo p. ab. Zurla , Pio VII dichiarato: Ebbene l'eleveremo a
secondo il consiglio de'dotti. A. lui dun- dignità maggìorel ), in premio delle nu-
que il conte si rivolgeva, prima a mezzo merose lunghe fatiche sostenute ne' piii
del cav. Krusenstern, poi con quello del gravi affari dellas. Sede, valorosamen-

ministro della Russia presso la s. Sede te econ sommo applauso j invece inaspet-
pel regno di Polonia, cav. Italinsky. Le tatamente il p. ab. Zurla ricevette dal
due lettere responsive scritte da! p. ab. cardinal Consalvi Segretario di stato un
Zurla a' i3 ottobre 1822 e a' 28 aprile biglietto col quale gli partecipava doversi
1823, per lai.* volta furono pubblicate preparare pel cardinalato. Sorpreso del-
dal commend. Visconti. E il can. Mo- l' inatteso onore, credette equivocalo il

schini che avea parte in questa cosa , ci suo nome con quello dell'amico, ma veri-
diede due brani di lettere analoghe, a lui ficata l'autenticità dell'titto, trovò di 'egli
dirette dal p. abbate, cioè dopo avergli slesso veramente era il designato. Il suor
il canonico perciò diretto il cav. Naranzi piacere fu alquanto amareggiato dalla
per l'iniziativa. Le asserzioni di quel ce- preterizione del rispettabile amico, in ve-
lebre ecclesiastico sono certissime , per ce questi» con lutto il candore del suo a-

r inlima amicizia che lo legò al Zur- nimo, provò sincero piacere dell'esaltazio-
la , mantenuta da frequente carteggio. ne dell'amico a confratello, e lo dichiarai
Da essesi apprende la nobile lealtà del nel voi. XCI,p. 535 e 548, ed altrove.
suo animo e la profonda scienza del geo- Da ultimo, il dottissimo cardinal W^ise-
grafo italiano. Egli dichiarò, che al già man, il quale allora si trovava nel colle-
da lui pubblicato nel mappamondo di gio inglese che in Roma ha la sua nazio-
fr. Mauro si poteva molto aggiungere ,
ne, nelle magnifiche Rimembranze de-
ma per le ragioni che addusse, senza tali gli ultimi quattro Papi, cioè delle cose
addizioni 1' illustrazione non potere riu- da lui udite e vedute, nella par, 4i cap. i

scire gran cosa ; tutlavolta essere dispo- ciha detto, parlando della posteriore ag-
sto a far viaggi e lavorare poi in Roma, gregazione al sagro collegio del p.ab.Cap*
non accettare nulla per sé dell' olTerto, pellari : » Un altro religioso dell'ordine
soltanto l'occorrente per raccogliere ma- stesso e della stessa provincia, era venuto
teriali e libri , ordinar copie , e far esa- a Roma assai più tardi, ed era minore di
Z U R Z U R 49^
luì di parecchi anni (cioè di circa 4). Fu oggi lo pubblichiamo (Tale più che la-
questi Placido Zurla, uomo di gran dot- conico elogio, alimentò le dicerie di que-
trina e di modi graziosi, ed ornalo inol- sta promozione, e ciò con tanto più di ra-
tre di altre doli morali. Ma egli dod a- gione, pel confronto dì quello fatto all'al-
ea preso gran parte negli affari ecclesia tro cardinale che nel medesimo concisto-
etici di Ruma, nèavea portato il peso de' ro creò e pubblicò, culle seguenti parole,
giorni cattivi di essa. La sua celebrità, il tulio leggendosi nel o. 89 del Diario
come autore, a dir vero, era stala piut- di Roma 823). Essendo poi somma*
del 1

tosto io un genere assai diverso, quello mente conveniente, che quegli uomini e-
delle ricerche geografiche... Era egli l'io- gregi, quali eoa alacrità, con fedeltà, e
ì

Irinseco amico del p. Cappellari ; e tutta eoo fruito lavorano nel coltivare la vi-
Roma fuslupefdtta allorché fu nominato gna del Signore, sieoo onorati dalla libe-
cardinale da Fio Vii, nei mese di mag- ralità della Sede apostolica co'più lumi-
gio 1823, non già che i suoi meriti fos- nosi premi. Noi abbiamo perciò giudica-
sero poco stimali, ma sì perchè la sua to di decorare con la s. porpora anche
esaltazione pareva che escludesse quella il nostro venerabile fratello Anna Lodo-
del monaco suo confratello. Poiché sup- vico Enrico de-ìa-Fare (/^.), a rei vescovo
ponevasi non essere probabile che due di Sens. Egli a tutela della Religione, a
religiosi venissero innalzati alla porpora, riparare che le calamità de'pas-
le stragi

tolti da un ordine monastico asssi limi- satì tempi apportarono alla Chiesa catto»

talo (Si può vedere Cardinali, Promo- lica, a promovere ed accrescerei vautag-

zjojri, Sagro Collegio). E cosi la pensava gì della medesima, e però con tutta pru-
il Zurla: e uel ricevere la notizia della denza e con tutto zelo che il nostro caris-
sua prossima nomina, si dice che andas- simo figlio io Cristo Luigi Cristianissimo
se a gettarsi a'piedi di Pio, a (ine dì de- re di ha sommamente cona-
Francia ce lo

precarlo, come una ingiustizia commes- mendato, e ci ha assicurato con una sua
sa contro l'amico suo, o, non foss* altro, lettera, che Noi gli avremmo fatto cosa

come uno sbaglio manifesto. Tuttavia, gratissima, se avessimo crealo Cardinale


ron era co»ì.... Non si manifestò mai la della s. Romana Chiesa un uomo com-
più lieve interruzione d'affelto tra' due mendevole per lunti titoli. Noj che noa
fratelli religiosi, nemmeno quando l'ulti- abbiamo giammai desiderato maggior-
Dio diventò primo, e lo Zurla fu vicario mente altra cosa che di dare il meritato
del Cappellari ", Si disse ancora, che premio alle virtù, e specialmente alle vir-

quando Zurla andò a ricevere la moz-


il tù religiose, e di secondare, quando il

zelta e berretta cardinalizia (o meglio possiamo, i voti del religiosissimo e a noi

quando andò a ringraziarlo dell'avviso), carissimo re dì Francia, ci siamo deter-


vedendolo da luugi,dicesse Pio VII: Ma io minali ad elevare alla dignità cardinali-
avca (hl'.o V altro ! Certo é, che nel conci- zia menzionato arcivescovo di Sens. E
il

sloro segreto del venerdì IO marzo iBaS, come avremmo noi potuto non compia-
'*
Pio VII creò cardinale dell'ordine de'pre- cere UD sì illustre monarca? ec. Quindi
li e riservò in petto il p. ab. d. Placido nel concistoro pubblico di lunedì 19 mag-
Zurla ed in quello pur segreto dei susse-
;
gio, Pio VII impose il cappello cardina-

guente 16 maggio lo pubblicò con que- lizio al cardinal Zurla. La sua promozio-
ste parole; » UoiiM) non meno illustre ne, oltreché dipoi dal sullodalo Cancellie-

per la pielà, che per la dottrina ; e Voi, ri fu celebrala colla dedica d' un libro,

o Venerabili Fratelli, vi compiacerete allora da venne con epigrafe ede-


lui lo

certamente con Noi, perché lo abbiamo pigramma; ed eziandio con epigrafe ed


ascritlo al vostro amplissimo collegio, ed elegìa dal marchese di Viilarosa, eoo duo
§oo Z U R ZUR
sonetti dai p. Michele LUco°li procurato- rale di Roma del Papa. Narrai in qtie-
re generale di Cauiaklolì io Toscana, il St'urticolo che a'3 gennaio 1824 conferì
tutto colle slarnpe romane; e da un Com- talegrave, laboriosa ed eminente carica ul
mentario delia vita del cardinale, con una cardinal Zurla, colle inerenti prerogati-
raccolta di varie poesìe di coHgratuiuzio- ve, fra le quali la prefettura della con-
dì, e il catalogo di sue opere, dal sacer- gregiizioiie della Residenza de' Vescovi,
dote Vincenzo Melleri, Crema 1823. Uu e la presidenza della fistia apostolica
Maltebrun lo celebrò nel Journal des (nel quale articolo dissi quanto il cardi-
Dcbats, de'29 giugno SaS. A*20 agosto i nale fece per quella della visita generale
1823 Pio VII chiuse gli ucchi in terra e straordinario che aprì il Papa); die lo

per riaprirli in cielo. Adunatosi il con- nominò arò - Vescovo in partibwì (


V.) di
clave, il cardinal Zurla portò seco per con- Edessa (rettificando la data posta in que-
clavista ecclesiastico mg/ Serafino caoo* st'articolo), onde fosse consagrato vesco-
nico ViviaDÌ,auticoauiicodel p.ab. Cap- vo, e che la funzione, da me descritta, la
pellari (che divenuto Papa lo insignì del- celebrò in s. Ignazio a' 1 8 di detto mese il

la prelatura domestica). Ed a'28 del se- cardinal Somaglia decano del sagro col-
guente settembre fu eletto Papa Leone legio. Inoltre ivi dissi le facoltà compar-
XII ù\ magnanimi spiriti. Intanto con titegli per V Anno Santo Vigesinio, nel
breve apostolico di Pio VII, il cardinal quale non è a dire quanto operosa e attiva
Zurla potè essere stato eletto abbate ge- fu la vita del cardinale. Kiparlui, secondo
nerale di sua congregazione (composta di ildescrillo nel voi. LXXXV, p. 117,
cenobiti e di anacoreti, cioè de' monaci i3o, 182, che nel 1824 Leone XII gli
Camaldolesi, e degli eremiti Camaldo- commise il trasporto del Seminario Ro-
lesi, formanti l'ordute), ne'comizi di essa mano (V.), ed il suo stabilimento e or-
celebrati all'Avellana, e terminati nella dìiiameolo nel vasto locale dell' antico
domenica i4 di detto setteutbre, in cui Collef^io Germanico- Ungarico f colla
pontificò la messa il degni)<simoe celebre contigua Chiesa di s. Apollinare, stabi-
p. ab. Cappelli di s. Maria degli Angeli leiulo ad esso propinqua decorosa resi-
di Fuenze, pronunziando un' omelia. Il denza pel cardinale e pe'suoi uffizi, onde
cardinale subito uominò suo vicario ge- passò a dimorarvi lasciando l' ospizio di
uerale il p. ab. Cappellari, che lasciata la s. Uomuoldo sino allora da lui abitato.

procura generale, questa fu assunta dal Moltep'ici e indefesse furono le cure del
dotto p. ab. d. Albertino Bellenghi, già cardinale per la perfetta sistemazione del
l'icario generale dell'ordine, altro mio a- seminario, il quale rapidamente fece fio-
niorevole che celebrai in più luoghi in rire: uè meno le altre per la riforma del
uu alle sue molteplici opere, olire che suo tribunale criminale, pel nuovo ripar-
nella sua patria Far lini popoli [f^.). Po- to delle Parroccltie di Roma, per lo sta-
sciaLeone XII nei i." suo concistoro se- bilimento dell'istituzioni introdotte] in
greto de' y novembre, chiuse la bocca al
I Ruma ótìÌG Sorelle della Carità, de\ì^
cardinal Zurla, giusta il costume, e nella Figlie del Calvario, delle dame del Sa-
fine di esso gliela aprì, assegnandogli per gro Cuore. E qui dirò che anco fuori di
titolo la chiesa di s. Croce in Gerusalem- Roma s'impegnò a propagare gì' istituti

me, e nell'atto medesimo gli pose l'anel- delle religiose Adoralrìci perpetue del <>s.

lo cardinalizio. Iodi l'annoverò alle con- Sagrainento in Napoli, e del Divino A'
gregazioni cardinalizie di Propaganda, more in Bracciano. Intanto il suo cuore

dell'Indice, deTiili, dell'Indulgenze e ss. gioì nel vedere finalmente ricompensata


Reliquie, e dell' Esame de' Vescovi in s. du Leone Xll il uterilu. Quel Papa, tipo
teologia. Leone Xll era stato Vicario ge- di giustizia, seuza avere riguardo che
Z UR ZUR 5oi
rordine camaldolese non è molto nume- provava, e per sentirsi sollevato e come
roso, e che già nel sagro collegio avea tolta una pietra molare dal petto, che si-
un suo tìglio, nieolre molti e numerosi no allora l'aveva oppresso, nel veder pro-
non ne aveano; nel concistoro segreto traila la più giusta delle esaltazioni". Qoe-
de'2 marzo 1825 creò cardinale dell'or-
I stfi è storia. L'eccellente storico cav. Ar-
dine de'preli il p. ab. Cappellari, riser- taud ha scritto nella Storia di Leone
vandolo in petto, ed in quello pur segre- XII, chedivenuto imperatore delle A'a*-
to de' i3 marzo 1826 lo pubblicò, con sie Nicolò 1, significò la sua stima al p.
quello iiplendido e singolare elogio rare ab. Cappellari, per l'opera di questi : //
volte pronunziato in concistoro, dice il Trionfo della s. Sede, dedicata a Pio VI
cardÌDal M iijetnau,eche riportai in italia- nel 1799, ed a lui presentala; per cui in
no e nel testo Ialino ne' voi. XXXVIII, suo nume il cav. Italinski da Leone XII
p.68, XCI,p. 536. Ma non è vero, che sollecitò la porpora pel dolio monaco. Uet-
Leone XII apparecchiò a sue spese un lificaì taleasserzionenel vol.LIX, p. 3 i 7.
compiuto corredo cardinalizio pel p. ab. Dell'opera laudala riparlai ancora una
Cappellari. In parte, meglio sì può ap- volta nel voi. XCI , p. 53 1 e 532, non
plicarlo al cardinal Micara (/^.) cappuc- senza rimarcare, che nella 2.' nobile edi-
cino, the all'iraprovviso, col Cappellari e zione falla con questi tipi, l'egregio edito-
con questo, fu pubblicatucardmale. Il p. re Giuseppe Batlnggia intitolò al
cav.
ab. Cappellari nulla ebbe da Leone XII. cardinal Zurla quella in foglio, a cui e
I primi ubiti furono gli abbazÌBli,cIienon all'eccelso autore fu carissimo. due car- I

differiscono : il Treno per allora lo fornì dinali Zurla e Cappellari, dì quando in


il cardinal Zurla ; e questo praticasi da quando si riunivano nelle festività a men-
altri cardinali co' novelli, se non ebbero sa co'da loro amati fratelli monaci, nel
tempo di prepararsi, come avvenne pel monastero di s. Gregorio. Talvolta vi si

Cappellari. Leone XII amava silfatle im- associavano de'persooaggi, ed anco Leo-
provvisute. Il pissimo e dolio cardinal ne XII, come dissi nel voi. XII, p. 54»
Berlazzuli, 1' amico alTettuoso e il già Quindi monastero fu frequentato da
il

compagno di Pio Vll^ nella gloriosa pri- varie notabilità. Nobilmente e decorosa-
gionia, per la venerazione e tenero af- uienle fece gli onori dell'ordine il p. d.

fello che avea pel Cappellari, tornato al Andrea Politi di Lucca abbate di gover-
suo palazzo dal concistoro in cui era sta- no del monastero di s. Gregorio. Eijli si
to pubblicato cardinale, ad ogni capo trovò alle esaltazioni al cardinalato de
di scale sfugava il suo iudioibile giubi- due confratelli (e poi ebbe rinenarrabilc
lo, con fermarsi alquanto e tra commo- contento vedere e venerare Papa il suo
di

venti lagrime ripeteva: » Te Deuni lau- dolcissimo amico, e già per vari anni suo
dainiis. Sono veramente conleulo; ora penitente, che a solo lo tenne alla mensa
mono conlenlo, per essere stalo fjual- pontificia, in segno di speciale distinzio-
meute dato al mio dolce amico d me- ne) ; quindi fra indicibili cure, e conve-
lilatopremio di sue virtù e di sue lati- nienze, e dispendii anco di suo peculio sic-
che per la s. Sede". Arrivalo nella pro- come generosissimo. Modello di virtù ,
pria sala, si fermu inoanzi all' altarino, santamente morì a Gubbio. La sua me-
che suole distinguere le sale de'cardina- moria onorata, non dovea esser disgiun-
li, ed mchinale le immagini della B. la, almeno nel venerando ordine dagli ,

'Vergine e di s. Anna, innanzi dì esse immortali uomi de'Gappellari e de'Zor-


fece altra più lunga pausa, con nuovi la, che lauto e giustamente lo amaro-

ringraziamenti al Signore e alla ss. Ver- no estimarono in modo distinto. Frale


gine » per l' eccessiva consolazione che spine del mio lungo cammino ventiquat-
5oi Z U R Z UR
treone, egli è questa una dolce e geniale ra del i .* febbraio 1 83 i ,
quale abbate ge-
compiacenza che alquanto mi compen-
, nerale dell'ordine camaldolese, gl'impo-
sa. Ne godei il benigno amore, e il van- se per virtù di s. ubbidienza di accetta-
to a gloria. Anima benedetta, ricevi que- re il supremo pontificato. Laonde nella
sto affettuoso, naturale e non istudiato o- mattina seguente fu Fapa , e assunse il

maggio di riconoscenza e di ammirazio- Nome di Gregorio XT'I. In segno d'af-


ne, che resterà imperituro, e per tutto il fetto, volle restare a pranzo nella Cella
mondo in queste pagine. Dato sfogo al (^.) del cardinf»leZurla, senz'altri, tran-
cuore, che non v'ha potenza o riguardo ne me ch'ebbi l'alto onore di servirli a
che il freni, foritornoalla biografìa. Non mensa. Qual gaudio provasse il cardinal
lungo fu Leone XII, e nel
il pontificato di Zurla, divenuto vicario generale dell' a-
febbraio 1829 ambedue cardinali ca- i mico, lasciamolo dire all'aurea facondia
maldolesi entrarono in conclave per l'ele- d'un cav. Rìcci, amante ammiratore ria<
zione del successore. Questi fu Pio FUI, mato d'entrambi. » Ma Dio voleva quasi
il quale per morte dell'encomialo virtuo- beatificarmi io terra. Vidi l'amico, il

so edottocartlinal i?erfflzzo// (succeduto compagno indiviso dell'età, della profes-


nella piìi tenera e più affettuosa amicizia sione, degli studi, delle sventure, delle
pei cardinal Cappellari^ al cardinal Fon- consolazioni fatto Gregorio XVI. Che al-
tana, onde lo dichiarò suo erede fiducia- tro potea mancarmi sulla terra 1 Tenni
rio),avvenuta a'7 aprilei83o, dipoi in le chiavi del suo cuore, mi riposi sotto
suo luogo nominò il cardinal Zurla pre- l'uuiil ginepro d'Elia, contemplando Dio
fetto della s. Congregazione degli studi, nelleopere meravigliose de'3 regni della
della quale e del suo operato ragionai natura sua primogenita ancella, e ne'pru-
anco nel vol.LXXXV, p. i45e seg., col- digi dell'arti imitatrici, che da Fidia fi-

la ritenzione del vicariato e delie altre no a Canova ci han parlato sempre agli
cariche, per cui vieppiìi si aumentarono occhi delle bellezze di Dio". Il Papa in-
le molteplici occupazioni e le varie cure caricò il cardinal Zurla di partecipare a'
del cardinal Zurla. A'3o novembre 83o, i suoi nobili parenti la sua assunzione al
con soli 20 mesi di pontificato. Pio Vili non muoversi e di vivere
pontificato, di
passò agli eterni riposi. Nuovamente idue esemplarmente. Il cardinal Zurla era sta-
cardinali camaldolesi nel seguente mese lo più volle suo confessore nei tnonacato
rientrarono in conclave, il cardinal Zur- e nel cardinalato, e lo divenne slabile nel
la portando seco per conclavista ecclesia- papato. Rendendo giustizia alle sue rare
stico,come nelprecedente,il degnissimo d. virtù e innocenti cosluoii, più volte non
Vincenzo Santucci di lui segretario, ora dubitò di dichiarare in ragguardevoli a-
cardinal prefetlodeglistudi.il sagro colle- dunanze. Confessore del Cappellari mo-
gio, ch'erasi proposto nell'altro conclave naco, cardinale e Papa, mi fu sempre dif-
d'innalzare alia veneranda cattedra di s. ficile di trovar materia per l'assoluzio-
Pietro il cardinal Cappellari , in questo ne! Chi era presente, e più volle ciò udì,
con mirabile costanza lo volle elfetluare. me lo manifestò. Io non ne avea biso-
In sul punto di procedere alla canonica gno; inlimoe inamovibile testimonio per
elezione, il cardinal Cappellari nella sua 2 I anni, di sua santa e irreprensibile vi-
virtù tentò di provare la propria insuf- ta, ripetutamente celebrata, come e so-
ficienza. Testimonio di veduta e di udi- lennemente neir articolo Roma, o voi.
to, ne conservo legali e irrefragabili do- LIX, p. yo e seg. Nel giugno del i83i
cumenti. A vincere tale sentimento nel giunta in Roma la nobile deputazio-
cardinal Cappellari, rilevai nel voi. XCI, ne, che la regia città e clero di Bellu-
p. 533, come il cardinal Zurla nella se- no{f^.), patria del Papa, inviò a questi
ZUR ZUR 5o3
a rendergli solenue omaggio di veriera- poi celebrerò, presentarono magistrale
zione e gralulazione; per desiderio del- mente nel cardinal Zurla il dotto che
la iuedesiina, venne presentata a Gre- per dignità di principe della Chiesa, non
gorio XVI dal cardinal Zurla. L'alto intermette i cari suoi studi, in mezzo a
'
memorando volle Belluno che fosse e- tanti luminosi carichi, ed anzi ne accreb-
spresso in grande quadro otonuinenla- be con affettuosa cura le ricerche; il gra-
le, commesso all'esimio cav. Pietro Pao- vissimo ufficio del cardinal vicario, in cui
lettibellunese, co'ritralti e figure al na- temperò la giustizia colla mansuetudine,
turale del Papa, del cardinale, de'4 illu- onde fu stimato e venerato dall'univer-
stri deputali, e per onorificenza del mio. sale ; il prefetto degli sludi che veglia ai
A tale eifetto soltanto io e pittore fum- il retto andamento delle lettere e di coloro
mo presenti all' azione commovente. 11 che le professano, ed avrebbe voluto le-
quadro è nell'aula municipale della io- vare a perfezione maggiore le università
data città. Lo descrisse V Aibiim di Ro- pontificie, ma
oppose la mala condi-
si

ma, l. I, p, 355 (Ebbi l'onore d' essere zione de'tempi. Del Seminario romano
espresso anche nel quadro dipiolo dallo formò le sue delizie, v'introdusse l'inse-
stesso cav. Paoletti, d'ordine del Rm.° p. gnamento dell'archeologia sagra, ne ac-
Orioli, poi vescovo d'Orvieto e cardina- crebbe le cattedre, in uno a quella della
le, rappresentante Gregorio XVI che col sagra liturgia, ottenne per gli alunni la
cardinal Zurla si recò alla vigna del Col- Suburbana villetta della Pariola, per one-
legio dis. Bonaventura Me terme d'An- sta ricreazione, e quanta altro dissi in
tonino Caracalla. Lo descrisse l'encomiato rendendosene benemeren-
quell'articolo,
cav. Ricci nel modo riferito dal periodi- tissimo. Avendovi fondata una colonia
co romano: // Tiheriiio del i834, n- della nostra Arcadia (alla quale appar-
i4)- la P'enezia, la morte immatura tenendo, nella generale adunanza dell'a-
della nobile e virtuosa veneziana Angela prile1826, dimostrò con tiotto ragiona-
Pelliccioti addolorò il rispettabile con- mento, quanto dalla Religione venga
commend. Gio. Antonio Cappellari
sorte vantaggio allo scritlore poeta), per l'eser-

gran priore gerosolimitano del regno


(poi cizio della poesia, porta il suo nome di
Lombardo- Veneto) nipote del Papa, di Placidia.F» l'estimatore, l'amico, il pro-
cui nel voi. CXI, p. 94 e seg., e altro- tettore delle persone d* ingegno, per sa-
ve. A lenirne il cordoglio, non ostante il pere e arte distinte. Il perchè non pochi

suddetto divieto, non solo il cardinale posero sotto il suo autorevole patrocinio
contribuì che nel i833 venisse in Roma le produzioni letterarie e artistiche ; altri

a trovare l'augusto zio, ma a lui e al suo odreudogli singolari monumenti dell'ar-


egregio compagno conte Camillo Dario te, de'quali prendeva una vaghezza me-

Paolucci, die' generoso e decoroso ospi- ravigliosa. Disse di lui il comineod. Vi-
zio. Ed essendo io onoralo da Gregorio sconti. » Imperciocché in ogni cosa, mas-
XVI, fiu dalla sua elevazione al pontifi- sime se fosse di alcuno de' vecchi e repu-
calo, del delicato carico della corrispon- tati maestri, soleva scorgere con sue os-
denza epistolare e trattazione d'affari co' servazioni, esquisile in vero mollo e sot-
suoi nobilissimi parenti e ragguardevoli tili, riposte e non prima considerate idee
amici, alla partenza da Roma del degno di eccellenza. Esponeva poi con tanta ef-
nipote, bramò che con lui mi recassi a ficacia, e con sì adorna copia di parole

Venezia e Belluno. Per cui il cardinal que'suoi divisamenli, che rapiva gli ani-

Zurla graziosamente m'invitò a dormire mi pure non li con-


alla sua sentenza, se

ne| suo appartamento la sera precedente vinceva. Tanto evidenti e grati erano i
alla partenza, e alla sua mensa. Altri, che suoi discorsi Che piì» ingegnoso ed
!
5o4 Z U R ZUR
acuto ragionamento potrebbe averse- si, di rare pietre a foggia di musaico gra<
ue in prova, di quello che fece per di- ziosamente disposte, di statuette, d' in-
mostrare la unità del soggetto nel qua* cisioni in rame, di dipinture, di minerali,
dro delia Trasfigurazione {f^.) di Ilaf- di gemme, fra le quali ig5 con iscrizioni,
faello da Urbino (f^.)l " Di questo con- E *
e lavori in bronzo dorato. qui mi pia
tribuì a ritrovarne le avveuturose ossa, ce ricordare quel Bastone (A".) donalo
argomento riparlato nell'ultimo de' citali dal cardinale a Gregorio XVI, che vuoi-
perle incessigli premare dell'in-
articoli, si già u«iato da Giulio II. La pietà e dol-

signe Accademia e artistica congregazio- cezza del cuore lo faceva commuovere


ne de'Virtuosi al Panllieon, cui mi pre- all'altrui miserie, e senza ostentazione (u
gio appartenere (la quale ora lia merita- largo colla destra, ignorandolo la sinistra.

to che il Papa Pio 1 XU fregiasse del ti- Mantenne vari giovanetti nel seminario,
tolo di Po//^'/zf/Vicome antiunziòil Gio'^~ varie fanciulle ne'romani couservatorii; e
naie di Roma de'23 aprile i86i). L'af- molte vergognose e oneste famiglie eia-
fezione sua somma per le arti e per l'in- nò da luisovvenute. Raccontasi, anco dal
comparabile scultore Canova, traspare dal p. ab. Del Signore, che appena po'
con magistero in ogni linea nell'ulliuia leva disporre di qualche somma di de-
sua disserta/ione in cui magnificò quel naro sembrava smanioso di spenderlo
grande; e dove tanta fu la copia di reli- per arricchire ed ornare le chiese del suo
che ben lo dimostravano ma-
giosi aifetti, ordine camaldolese, da lui amato tene-
turo pel cielo, come avvenne. Dobbiamo rissimamente. Spese scudi 25oo perle do-
al eh. commend. Visconti: Dissertazio- rature e restauri degli stucchi della Chie-
ni del cardinal d. Placido Ziirh: De sa di s.Gregorio al monte Celio; e lo
vantaggi recaci dalla Religione cattolica dissi descrivendola, consagrandola nel
alla geografia e scienze annesse : Sul- 1829 come fa fede l'iscrizione marmo-
r unità del soggetto n<^l qtiadro della rea: altri scudi 200 per 3 nuove caropane,
l^as/igurazioiie di Raffaele : Sul grup che beuedì il giorno inaau2Ì alla parten-
pò della Pietà, e le altre opere di reli- za per Sicilia: donò alla chiesa di s. Ro-
gioso argomento di Antonio Canova: mualdo di Fabriano una lampada d'ar-
ora per la prima volta insieme riunite^ gento di stjuisilo lavoro Uel valore di
Roma i835. ti eh. prof. Giuseppe Igna- scudi 5oo. Vi si recò nel 1827 a vene-
zio Montanari eziandio le pubblicò in rarvi il s. Corpo del suo fondatore, in
Pesaro nel i835, con due discorsi di s. occasione della festa dell'Vlil secol o tra-
Basilio e del sacerdote Morandi. Amò pu- scorso dalla preziosa sua morte. La più
re il cardinale lecose d'antichità; e oltre insigne delle ss. Reliquie di s. Michele di
a un cospicuo numero di gemme scritte, Murano era una porzione della ss. Cro-
riunì alquante iscrizioni cristiane, bronzi ce : avendola di là il cardinale tolta nel-
e sculture. Mossovi dal suo luogotenente lasua partenza, poscia la donò al cele-
criminale, avv. Tommaso Belli, ch'ebbe bre monastero d'Avellana, già unito al-
tra'piìi accetti, si die' a radunare saggi la congregazione di Murano. INe riparlai
d'antichi marmi e di molta varietà. Di%- XCl, p. 526. Delle monache Ca-
nel voi.
se il vero il can.Muschini. L'appartamen- maldolesi di Roma, fu più padre che su-
to del cardinal Zurla poteva dirsi un mu* periore. In quell'articolo notai che vi po-
seo, per copia di preziosi libri antichi se laclausura pontifìcia a'28aprile 833, 1

Portulaoi, di modellini operati dal Ca- n'è meraoi'ia la lapide posta sulla porta
nova, di disegni delineati e ombreggiati della sagrestia della chiesa, riportata dai
non che da quel sommo, eziandio dal dotto p. m.fr. Filippo M.' Rossi de'minori
Camucciui, e da altri degoatueute fatuo* couveuluali, nel ptcziusu libro che ha il
Z U II Z U R 4:o5
noiiesto titolo di Novena a s. Benedetto l'ospizio ecclesiastico a Ponte Sisto; del-
per la di luifesta ne Ila chiesa di s. Anto- le confraternite di s. Antonio, del Cro-
ss.
nio delle ntonache camaldolesi. A.nche al- cefisso Agonizzante, de' ss. Faustino e
tre cliiese, non camaldolesi, provarono gli Giovila de'bresciaoi, della s. Perseveran-

eflelti del religioso e munifico suo cuore: za, del Siigramentodi Porto Ferraio,
ss.

fu fra queste il suo titolo di s. Croce in e di s. Biagio in Fabriano, della collegia-


Gerusalemme ( delle varie e solenni fun- ta di s. Maria di Spello, di Civitanova,
«ioni sagre che vi celebrò, feci memoria della comunità di Sassoferralo, di Ma-
a'Ioro luoghi), a cui donò un reliquiario rino, di s. Gemini, di Farnese, di Chia-
bellissimo d'argento del valore di 3oo ravalle, di Guarcino, della Fratta e di
scudi. Nel ricordato Coninientarius del Monte Rotondo. Fu pure visitatore a-
p. De Corrieris, commessogli dal cardi- poslolico dell'ordine silveslrino, e della
nale, è notato com'egli rinnovò, ristorò pia casa de' neofìli e unito monastero
e accrebbe il numero d'insigni reliquie, della ss. Annunziata. Cresceva intanto
ond'è quella basilica doviziosissima. Al- nel cardinale, con l'acquisto della dotta
tro reliquiario donò alla chiesa di s. Gi- suppellettile, il desiderio di sempre mag-
rolamo degli Schiavoni.di cui era visita- giormente accrescerne le dovizie. L'im-
tore apostolico, per collocarvi una parie matura sua fìne derivò da un affetto so*
del cranio di quel s. Dottore. Altre chie- verchio al voler contemplare i monu-
se, di cui era protettore, egualmente spe- menti quando, a ben conoscere
dell'arte;
rimentarono le sue beneficenze. In pro- le classiche memorie della Sicilia, move-
eesso di tempo, i Papi aveangii dato va- va a malgrado de'consigli di tutti, e già
rie proteltorie, e conferito altre congre- grave dell'abito della persona e mal sof-
gazioni. Di queste oltre le sunnominate, ferenle, ad un viaggio non privo d' in-
si legge nelle Notizie di Roma del i834, comodi. Inutilmente gli si portarono le
che appartenne ancora a quelle del s. ragioni di non avventurarsi a quell'im-
UlGzio, de'Vescovi e Regolari, dell' Im- presa. Egli, che da tanto tempo la va-
munità, de' ss. Riti, della Correzione dei gheggiava, altro non rispondeva, se non
libri della Chiesa orientale, degli affari col vantare le bellezze di quel suolo fa-
ecclesiastici straordinarii. Alcune con- moso, le sue antiche memorie, quanto
gregazioni sono inerenti al vicariato, co- si prometteva osservarvi e poi scriver-
sìtalune delle seguenti sue proteltorie. ne. Anzi a prendervi i più bei punti di
Dell'accademia teologica; di tutto l'or- vista, e per delineare i più celebri mo-
dine carmelitano, e di quelli de'dome- numenti, portò seco il suddetto cav. Pao-
nicani, de'beofratelli, degli scolopii, dei lelti francò disegnatore, e valente pittore
monaci roarroniti; de'collegi nazareno ed a teajpera,aolioea fresco(onde Gregorio
inglese; de'monasterì delle camaldolesi, XV I, a cui era caro, lo destinava a dipin-
delle perpetue adoratrici del ss. Sagra- ger le altre logge Vaticane, se la vita gli
raenlo, delle minori riformale, delle fosse bastata); anzi possedeva a meravi-
paolotte, delie benedettine di Corneto ; glia l'arte di condurre a penna e a in-
de' coDservalorii delia divina Provvi- cbioslro, quasi affiesco in carta, bellissi-
denza, del Croce delle Sca-
p. Bussi, di s. me composizioni che sembravano incise
lette, di s. Me' Lauretana o p. Angelo; dal bulino (morto di 46 anni in patria
dell'arciconfraternita della dottrina cri- nel 1847! deplorato e altamente lodato
stiana; del sodalizio di s. Omobono; del- da un cav. Angelo M.* Ricci con Lettera
la pia unione di s. Paolo, oratorii not- biogra^ca, neWJlbum di Roma, t. i4«
turni della Pace, e delle case de'ss. Eser- p. 307). E quanto alle descrizioni,
per
cizi a Ponte Rotto e io s. Pasquale; del* iscriverle condusse il suo segretario n»g.
YOl, CUI, 33
5o6 Z U R Z L R
Vincenzo Massoni ceremoniere poolifì> stare: gli suggerii, che dicesse, lascio
ciò (poi minulante di segreteria di stato, mio erede il Papa. E tanto disse: però
ìnternunzio apostolico di Toscana^tà n^ la disposizione indi venne scritta in for-
giugno i856 arcivescovo d' Edessa in ma di legale testamento, per deposiziona
partibus^ e ìnternunzio apostolico e in- de'cìrcostanli. Il cardinale poi volto ai
viato straordinario a Rio-Janeiro, ove conforti della Religione, ed a'sagramenti
«venturamente morì dì febbre gialla nel della Chiesa, di questi munito, spirò la
1657, l'imperatore del Brasile facendo- benedetta sua anima iu braccio a Dio
gli rendere gli onori funebri, come fos- a'29 ottobre di 65 anni, mesii 6 e gior-
se un principe della famìglia imperia- ni 28. Il cardinal Zurla fu belìo, mae-

le). Amò il cardinale che l'accompagnas- stoso e grave nella persona, morente a
se suo amico d. Luigi Santacroce duca
il rispetto. Ebbe alta e serena la fronte,
diGorchiano (di cui nel voi. CI, p. 347)> sparsa di radi biancheggianti capelli e
ed egli lasciata la moglie e i fìgli in Ma* già biondi. Le forme del geniale volt*
cerata, giunto in Roma, si unì al cardi- erano tondeggianti. Lo sguardo vivo ea
nale, e nell'autunno o principio di set- eloquente, scintillava un'amabilità con-
tembie i834, partirono per Sicilia. Vi- fortante. E le labbra, sempre atteggia-
dero Messina, Catania, Siracusa, Paler- te a dolce e naturale sorriso, parevano
mo ... Sorgente infausta d'infiniti guai ! chiamarti a lui. Di voce sonora, sapeva
Verso del eh. ab. Celli, che io Napoli usarla con dolcezza, ed era facile e bel
colla duchessa di Gorchiano, ed i figli parlatore.
attendevano il duca e il cardinale ; del Varie voci si sparsero sulla cagione
quale, egli afferma, più giorni avanti della morte. Di recente la Civiltà Cai-
che infermasse, correva fama della mor- tolica, serie 3.', t. 8, p. 4^) annunziò la
te di luit lo Palermo il duca ammalò, pubblicazione delle Notizie sulla vita e
e fu ridotto quasi agli estremi. Il car- leopere di Placido j^urla cardinale di
dinale ne restò doleutissimo, e poi si S. R. C, raccolte da Faustino Sanse-
rasserenò quando il vide guarito. Fa* verino, Milano iSSy. Ne diede raggua-
talmeote non andò guari, che in Palér* glio la Cronaca di Milano de'i5 giu-
mo pure lo stesso cardinale fu colpito gno detto anno. Essa dice. L'autore con-
da grave dissenteria, invincibile a 4 gior- teSanseverino le offrì qual tributo di sti-
ni di cura, e sempre terribile a'forastie- ma al nuovo vescovo di Crema (mg.'^Pier
rì in quella stagione. Il clima ardente M." Ferrè di Verdello nella diocesi), nel
scompaginò il corpo: patì acutissimi do* dì del solenne ingresso. È che scrisse il
lori, che sembravano dilaniargli le vi- conte, pe' dissensi col patriarca Pyrker,
scere; nondimeno si disponeva a partir il p. ab. Zurla si trasferì in Roma.» £b
per Napoli. Quando, con sua sorpresa, be varie incombenze, l'ultima delle qua-
i medici mestamente gli annunziarono li fu immediatamente seguita dalla mor-

\icino il termine della vita. All' inatte- te, avvenuta in Palermo. Corsero sinistre

sa sentenza, si conturbò; e poi tosto, ri- voci sulla morte del Zurla. Suppone ta I-
chiamate nell'animo le sue virtù, di se uno aver egli avuto dal Sommo Ponte-
fece sagrifìzio a Dio, con esclamare: Sia fice missione confidenziale di visitare al-

fatta la volontà del Signore, lo breve, cuni conventi di Sicilia, ne'quali si era-
di tutto il suo ne lasciò arbitro Grego- no introdotti vari abusi, e ciò saputosi
rio XVI ; gli legò tutto, lo fece suo e- da que'frati, che menavano vita più mon-
rede, raccomandando a lui i suoi più dana che religiosa, essi gli abbiano pro-
cari e amorevoli. Mi disse poi il duca pinato il veleno affinchè noa manife-
,

di Gorchiano. Non vi fu tempo di te- stasse al Papa le magagne che volevaao


Z U R Z tJ R ^o^
tenere ascose, e che con occhio linceo egli poiché pochi ebbero que'tanti onori, che
avea saputo discoprire. Noi solo riferia- m'avvicino a narrare. Nel voi. VI, p.
mo quanto si vociferava in quel tenopo ". 395, già parlai della morte del cardina-
Soggiunge la Cronaca: Cosi si esprime le, e del cadavere trasportato in Roma
con riserbo da storico e da galantuomo e tumulato nella chiesa di s. Gregorio;
il Sanseverino. Quanto a me, nulla pos- ed altro, come per iniezione fu imbalsa-
so dire di positivo, perchè riassunta la mato, con metodo inventatodald. 'Tran-
corrispondenza tenuta in quella circo china a'3o ottobre. Desumo poi di volo
stanza, dal co. Pizzorno console generale dalle lettere a me del console Pizzorno^
pontifìcio in Sicilia residente in Paler- e ostensibili al Papa, com'è ivi espresso,
mo, anche con me quale suo amico, per cui minutissimo né il dettaglio. Nei
per informarne privatamente il Papa, la salone dell'arciepiscopio di Palermo, pa-
trovo mancante di alcune lettere nelle rato nobilmente a bruno,cogli stemmi del
quali tutto veniva particolareggiato; che defunto, in corrispondente catafalco di
da me umiliate al Santo Padre, esso le finto porfido ornato con emblemi religio-
ritenne presso di sé, ed ora con precisione si, oltre altro di finto verde antico, sti

non posso Escludendo


affatto ricordare. ricca coltre, a'7 novembre fu esposto ii

però avvelenamento, ritengo che la pin- cadavere del cardinal Zurla puntifical-
guedine del cardinale, l'essersi affaticalo mente vestito, con abiti nuovi fatti ap-
nelle investigazioni erudite^ il clima an- posta, sotto grandioso baldacchino. Per
cora oltremodo caldo e in cui dominava onore, 60 soldati vegliarono al buon or-
dissenteria, la qualità e la varietà de'ci- dine dell'accorrente popolo. Ne'4 lati, in
bi e de' vini, furono le cause della com- altrettanti altari, si celebrarono le messg
pendiosa morte del cardinale, la quale di requie; ed il console cogli addetti ai
riuscì aGregorio XVI sommamente do- consolato in abito di formatila, tutto il

lorosa. Fu il Diario di Roma de'5 no- giorno prestarono assistenza: altrettanto


vembre che a questa die' l'infausto an- si praticò nei seguenti. Nella sera del
g^
nunzio, premesso un cenno biografico^ con decorosa pompa funebre, il cadavere
con meritati encomii. » Il cardinal Zur* fu trasportato nella metropolitana; nella
la pareva, se devesi dir così, esser giunta mattina appresso pontificando la messa
all'ultima pienezza di felicità sulla terra: mg.' Balsamo arcivescovo di Monreale
egli fior di dottrina, egli amatissimo in (quello di Palermo cardinal Trigona é
Roma, onoralissimo in Italia e fuori, e Parisi, da vari giorni trovavasi in cam-
pieno tutto d'una meravigliosa consola- pagna), accompagnata dal canto e suo-
zione per essergli stato dato dalla Prov- no di circa 80 professoii di musica, ed
videnza di venerare sulla cattedra dì s. assistita da tutti i principali del clero se-

Pietro la Santità di N. S.Gregorio XVI colare e regolare, dàll'ufiìzialità, col Su-:

che gli fu compagno dilettissimo nella premo generale, e gran numero di gen-
sua congregazione benedettina camaldo- tiluomini, oltre i5o granatieri in altd

lese, nel cardinalato, nella sapienza, in tenuta. Ad appagare i desiderii del po-

tutte le virtù.. . L'annunzio d'una tal polo, che tutto non avea potuto vedere
perdita ha cagionato somma amarezza la funzione,continuò l'esposizione e ÌA
nel cuore di Sua Santità : il sagro col- luminaria nella mattina dell'i t, in cui
legio, il clero, i romani tutti rendono al- si cantò l'uffizio de'raorti. Indi nella serd

l'amato defunto più bell'elogio, quello


il il cadavere fu collocato in luogo appar-
delle lagrime e delle benedizioni ".Quin- tato dalla metropolitana, colla direziona

di si gareggiò in suffragarlo e celebrarlo^ del d.' Trauchina, per attendere l'iin-»

anche per consolare l' animo dei Papa; barca e gli ordini pontificii. A' 16 mg/
5o8 Z U R
Ferretti nunzio apostolico di fCapoli, per Servi nei «uo periodico iomano, // Ti-
comando del Papa, ingiunse al cou»ote il iti ino, de*5 luglio 1834. Con bel con-
trasporlo del cadavere a lluma pei- Ci- cetto filosofico, da uu lato espresse l'ef-
Titavecchia. Per questo il governo regio figie del curdiuiile, con l'iscrizione intor-
offrì la goletta 1' Oceano^ tua il concole no: Placidus Tu. Scssor. S. R. E. Card.
non reputandola opportuna, noleggiò Zurla P'ice Sacra Urb.Atilisl. S. Coiigr.
un adatto brigantino denominato il ss. Siud. Reg. Praef. Si ha nel rovescio
Crocefisso. Il mare assai sturbato e simboleggiato talenti, gli sludi, l'in-
i

tempestoso fece ritardare il viaggio fu- dole del cardinale, in cui gareggiarono
uebre, fino a'i4 dicembre, dopo ulte con con nobile ecnuldzione le ynlù evange-

atto formale il cardinal Trigona conse- liche e letterarie. E siccome non v'ha
gnò al conte Pizzorno il cadavere del Religione, che più favoreggi le scienze
cardinal Zurla, il quale dentro due cas- e le lettere che la cailolica, la quale tie-

se, fresco e intatto, dalla metropolitana ne in Roma cattedra aperta di verità, e


con pompa ecclesiastica fu portato a bor- ì buoni studi con paterna cura alimentai
do anco
del brigantino, salendo in es'^o e protegge, l'artefice figurò in matro-
il d/ Tranchina per accompagnarlo a nale dignitoso atnmaulo la Religione
Boma, e quindi cominciò la navigazione. stessa sedente in trono col simbolo del-
Ma tornando a infuriare il mare, con- la nostra redenzione stretto nella destra,
venne il 18 restituirsi nel porto: final- e colla manca stesa in atto maestoso di
mente il brigantino potè partire e ap- patrocinio e tutela. A pie del suo trono
prodare a Civitavecchia a'29, deponen- e a lei rivolte con intenti sguardi stanno
dosi la cassa mortuaria nella cattedrale due allegoriche donne. Quella a destra
di s, Francesco. Indi riferì il n. 7 del è la Geografia, che di tanlo è debitrice
Diario di Roma
i835. Le mortali del al cardinal Zurhij e chi ella Ma e la sua
spoglie dell'dluslre cardinal Zurla giun- riconoscenza vengono palesate dallo
,

sero in Roma la sera de'6 gennaio, NeU stringere che fa il Globo con una ma-
l'atto della ricognizione, il cadavere fu no, mentre un aperto papiro con l'iscri-
trovato incorrotto in tutte le sue parti, zione M. Polo, allude ali'opera celebra-
e quindi venne trasportato nella chiesa tissima del cordinale. L'alUa figura co-
di s. Gregorio de'camaldolesi, ove si por- gli emblemi dell' Arohilellurci , della
tò il cardinal Odescalchi suo successore Scultura e della Pittura, si svela pel
nel vicariato, accompagnato dal pontifi- Genio delle belle arti peisonificate sotto
cio seminario romano. Presente la mo- le sembianze d'una giovane don^na. In
nastica famiglia, il cardinal Odescalchi uu marmo a lei vicino incisi si scort^otio
fece l'assoluzione sul defunto. » Dopo i nomi di Raffaele e di Canova; che
essere stati adempiti gli atti soliti in tali ilcardinale d'ambedue fu amaiirature
occasioni, a' 1 4 di detto mese il cadave- profondo e del secondo anco amico. Bei-
re fu tumulato (al iato sinistro della cap- la e intelligente è l'epigrafe sul capo
pella del Sagramento, come notai nel
ss. della Religione: Hoc Sidere. Certo ^
voi. XII, p. 53, con l'iscrizione che vado tutte le scienze e le arti da essa vengono
a riprodurre), col suo elogia e cod due pel dritto sentiero guidate ean)piainen-
medaglie esprimenti da una parte il di te giovate. La dedica deli' artista offe-
lui ritrailo^ e dall'altro la Religione, che rente suona: In Obseguiuin Tanfi l'ai-
prolegge le Arti e Scienze ". Già la me- ri Sculpt. Petrus Girometti Roniae
daglia, coniata dal cav. Pietro Giromet- MDcccj.'s.xni. Quanto al monumento
ti, per omaggio durevole al cardinale, sepolcrale, in breve descritto nel luogo
«ra stata descritta dal eh. cav. Gaspare poc'auzi ricordato^ solo mi resta a dira
Z UR Z U R 5o9
•Icun' altre parole. U Album di Roma nedictornm Camaldulensium - Hic stu-
de*23 gennaio i836 a p. 364, ne offre dio religioni s Consilio /usti tia comitate
il disegno, la descrizione e l'iscrizione, con^picuns • De moribuì populi de di-
il tutto riprodulto a parie col titolo: sciplina cleri de bonis arlibus optime
Afonnmenlo sepolcrale del Cardinal me ri (US Ideinque eximium ingeniì et
-
d. Placido Zurla, Roma tipografia del- variae doctrinae laudetn scriptis editis
le Relle Arti i836. Gregorio XVI che consecutui • Inopi na mì morbi corre-
ramò tanto in vita, lo volle ancora ono- plus Panornii - Quo erudilioni
causa
rare di condegno
della congiegTzione camaldolese
monumento, a
(<li
nome
con-
ad breve lempui adieral In pace
(juievit un kal.nov.
mdcccxxxiiii-
a.
^
tro h1 quale si legge l'iscrizione marmo- Aetalis Lxr m. vi d. xxvii - Ma-
rea colla quale il cardinal Zurla, colla gno sui desiderio relieto -In primis
cougiegasione camaldolese, perennarono Gregorio XnPont. Max Quicum in •

r esaltazione al pontificato di Gregorio eadem religiosa familia sodalem con-


XVI. Singoiar coincidenza!), e ne die' functissimunt - Et in ipso Ponlificatu
l'incarico al valente scultore cav. Giu- a confessionibus habuit - Corpus arte
seppe Fabris, il quale egregiamente l'e- novaconditum etprope vivo simile -las-
seguì in questo modo. Sopra zoccolo di sù ipsius Pontificis in Urbem trans la-
n>iira?o "iallo e Porlovenere sor-
nero di tum - Justis magni/ice solutis sub conti-
gè l;i hase del monumento, la quale so- guo pavimento positum est • Ordo Ca-
stiene la gran lapide della sepolcrale i- maldulensium cum lacr. F. C. Il Papa
scrizione, composta da mg.' Gaspare compensò il console e il d.' Traochina:
Gasperini segretario de'hrevi a'principi. ad entrambi conferì la croce di cavaliere
Sovrasta a questa un nobile fregio, su di s. Gregorio I Magno, ordine da lui
di cui in accomodata nicchia fa di se istituito, ed inoltre promosse il Pizzorno

bella mostra il busto del cardinal Zurla da maggiore onorario della marina pon-
in mozzetta e croce peltora'e. Stanno tificia a colonnello onorario. Ora io deb»

quinci e quindi due bassorilievi espri- bo, per ordine di tempo, alquanto re-
menti gli emblemi della spirituale digni- trocedere nel riferire gli onori funebri
tà ond'era insignito e di sua molteplice più noli e più degni di special memoria
doUrina. Un frontone ornato d'ante fisse (ne ho davanti le relazioni ne' Diari di
aali aoijoli chiude la nicchia, e serve di Roma, ma la carta misurata, già ha sor-
sostegno a due graziosissimi genii, che passato i consueti confini), resi al cardi-
reggono lo stemma del porporato. La nal Zurla, e altri pubblici elogi, qui ri-
corona d'alloro che lo circonda, e i due servandoli a non interrompere I' unità
rovesciaticoroucopiiche gli stanno a'Iati dell'argomento discorso. Il n. 96 del
simboleggiano ingegnosamente la som- Diario di Roma del i834) descrive le
ma lode che il defunto si procacciò colle solenni esequie celebrate a'34 novembre»
sue opere, e la generosa protezione, che con funebre e decorosa pompa, ed ele-
Je scienze e le arti in lui ritrovarono. ganti epigrafi, in s. Angelo Magno d'A-
Dice l'iscrizione A. Honori et Meino'
: scoli, dal p. ab. d. Francesco Amici e

riae Q.. - Placidi Zurlae Presh. Car- da'monaci camaldolesi, pontificando la


dinalìs - Tit. Sessoriano /'. C. Domo messa il vescovo diocesano mg.*^ Zelli,
Crema - f'^ice sacra Andsliùs Urbis • accompagnata da scelta musica, coll'ia-
Praef. sac. ad mansioneniEpiscoporum tervento del delegato apostolico mg.' Or-
in sui sedibns curandani - Praef. sac. landini, e de'canonicì della cattedrale.
consdii raiìoni studiorum publicae re- Dopo la messa il p. ab. Amici, autore
gendae - Sufiimi praesidis Ordinis Be- dell'iscriziooi, pronuQzìò l'elogio funebre
5io Z U R Z U R
(del cardioal Zuria,con quella saviezza ed mo nostro patriarca, il podestà^ il capi-
erudizione che da lui peiilissinuo oratore tolo, il console di B.oma, ed un coro
jBspettar si doveva. Il eh. cav. Mulinelli, quanto numeroso altrettanto scelto di
già discepolo del cardinale, uegli Jnnali spettatori devoti. Difficilmente in simili
delle Province renete,p. 444> dopo aver casi si riconosce nella generalità tanta
tracciato con affetto e riverenza le preci- espansione di nobili e divoti sentimenti.
pue gesta di lui (chiaraandone breve e Li omaggi resi a lauta rimembranza si
piisteriosa la sua estrema malattia), de- riconobbero proprio spontanei, e profon-
plora come giunto il tristissimo annun- damente sentiti. Tanto la virtù vera im-
litio morte a Venezia, già per tanti
di sua pone anche a'Iontani ".
rispettoso culto
^noi abitata, amata, onorata e illustrata Riferisce il n. io3 del Diario di Roma

jdaZurla, volle la stessa città destinato del 834, che certamente si sarebbero pri-
1

ilgiorno 27 novembre 1834 a'suffragi di ma d' allora celebrate le solenni esequie

quell'anima benedetta nella chiesa del per l'anima del cardinal Zurla nella chie-
patriarcale seminario, aprendo Qiannan- sa de' ss. Andrea e Gregorio al Monte
tonto Moschini il labbro alle laudi del Celio dell'ordine camaldolese, di cui fu
cardinale chiarissimo, e celebrandosi dal abbate generale, se l'aspettar che facevasi
patriarca cardinal Monico solenne messa di giorno in giorno t'arrivo delle sue
di requie, accompagnata da'concerti di mortali spoglie non l'avesse impedito. Ma
scelgi cori di musici. Per comando di poiché seppesì, la nave che dovea recarte
quell'angelo della s. Chiesa veneziana non aver potuto sciorre per una fortissi-

avea il Moschini composta e recitata l'o- ma tempesta insorta, fu risoluto di non


razione funebre, e per di lui volere la più tardare, e nel giorno 22 dicembre
pubblicò corredata d'annotazioni, ed a fu reso con magoifìca pompa funebre
lui dedicata. Pi tanta autorità io mi gio- l'ultimo ufficio all'anima del benemerito
vai largamente, ed eccone il titolo. Nelle cardinale in quel tempio da lui con sa-
solenni Esequie dell'Eni." Placido Car- via munificenza adornato cotanto. Nobile
dinale Ziirla arcivescovo di Edessa ec, e applaudita fu la paratura, e la funzio-
celebrate nel dì vigesimo settimo di no- ne si celebrò con tutto quel decoro, che
vembre 1834, nella chiesa del semina- convenivasi alla memoria dell'eminente
rio patriarcale di s. Maria della Sa- personaggio. Mg.' Albertino Belleogbi
lute. Orazione dì Giannantonio cano- camaldolese e arcivescovo di Nicosia irf,

nico Moschini vice-direttore degli sludi partibus, celebrovvi pontificalmente il s.

nel seminario medesimo. In Venezia Sacrifizio. Tutti i pp. abbati delle con*
{dallatipografìa di G. B. Merlo. Nello gregazioni monastiche vi assisterono iq
tesso giorno 27 novembre mi scriveva abito prelatizio, ed uno di loro, il p. d.
da Venezia l'egregio Francesco Brembil- Paolo Del Signore, disse il funebre elo-
la capo di quell'i, r. censura di libri, gio, in cui con altrettanto di verità che
dopo essere intervenuto a udir l'elogio di eloquenza provò, il Zurla essere stato
letto dall'aqaico suo, che a slento potè uomo sommo nelle lettere, per cui sep-
finireper la commozione che provava: pe rendersi caro agli uomini; uomo som-
H Spero che l'autore vorrà prestarsi alla mo di Chiesa, per cui si rendè caro a
mia sollecitudine per render pubblico Dio. I cantori della cappella pontificia vi
colle stampe l'elogio^ ed io mi preparo eseguirono il D/e^//7ze, maestrevolmente

alla dolce compiacenza nel farmene edi- già composto d'ordine di Leone XM, dal
tore, e nel dififonderne a' superiori ed celebre d. Giuseppe Baini, che li diresse.
pgli amici non iscarsi esemplari. Interve- Grande il concorso d'ogni ceto di per'
fu
niva alia pia funzione r^m-° e qmatissi- sone, per onorare e suffiagare l'amptis-
ZU R ZUR 5ri
lìmo porporato. Iodi veane impressa io ab Angelo Fincentio Modena ordinis
Roma co'tipi Camerali nei i835, edella Praedicatorum thcologiae tradendae
quale pure profillai; Ne solenni funerali docfore decuriali, xvi kal. februarii
celebrati nel ih 11 dicembre 834» nella 1 MDCccxxxv, Romae. Vi sono pure l'e-
chiesa di s, Gregorio al Monte Celio pigrafi poste sulla porla del tempio e
da'monaci benedettini camaldolesi pel ne'due lati del tumulo, del prof. d. Lui-
Cardinal d. Placido Zurla abbate ge- gi M.* Rezzi. 11 Seminario romano, àia

nerale dell'ordine Benedettino Camal- tanto gli doveva, non fu a niuoo secon-
dolese. Orazione di d. Paolo DelSignore do ne'soleoaissimi funerali splendida ,

romano, canonico regolare Lateranen- pompa, e laudi d' ogni maniera. Il car-
se, abbate di s. Pietro in Vincoli, esa- dinale fu inoltre pianto e onorato colle
minatore de'i'escovi, professore di anti- seguenti composizioni e opere stampate,
chità cristiane, e storiaecclesiastica nel- Lorenzo Scatena^E/e^fa in obitum Card.
l^ Archiginnasio romano. Vi sono im- D.P.Zurlae.W laudato cav. Angelo Maria
portanti note, e le iscrizioni collocate Ricci,ilcui nome èsempreelogio.cidiede;
sulla porta del tempio e intorno al tu- Ritratto delf Eminenti Msimo Zurla. Si
mulo, dell'aurea penna di mg/ Gabriele può ammirare nell'O/i/o/o^'/rt di Perugia,
Laureani. Io non posso lasciare gli amati dicembre i834, p. SSg. Alla Memoria
e venerati camaldolesi, senza tbr menzio- dell' Em Cardinale d. Placido Zurla. Ca-
.

ne d'alcuni de'solenni funerali celebrati pitolo dell'abbate Gaetano Cellijetto nel-


da tutte le loro chiese con gran decoro la sera de' 1 5 marzo 1 835 nella solenne
ed affetto, cioè di due altre. E' il i." Accademia Tiberina, in cui si pianse
quello magnifico de'a7 dicembre, fatto la morte dell'egregio Porporato, Roma
nella chiesa dell'Avellana dal p. ab. d. i835. h' Album di Roma de'3 gennaio
Rodesindo Saviptti, recitandovi la fune- 1835, ne pubblicò una bella biografia,
bre orazione d. Giovanni Serra canonico col ritratto inciso del cardinale. Ricor-
teologo della cattedrale di Pergola, e do con lode Zurla
l'articolo biografico,
compose il prof. Fer-
l'iscrizioni Ialine le d. Placido Cardinale, del voi. 8, p,
rucci. Il 1." egualmente decoroso, ebbe 3oi, del Supplimento alla dottissima
luogo in Firenze nella chiesa di s. Maria Biblioteca sacra de' pp. Richard e Gi-
degli Angeli, a' 29 novembre trigesimo raud, in italiano tradotta e ampliata
della morte del cardinale, e di esso si ha; da una società di ecclesiastici, Milano
Orazione funebrein lode del cardinal 1840. Wel t. 7, p. 540 delle Disserta-'
d. Placido Zurla ec. del p. Stanislao zioni della pontificia accademia ro-
Gatteschi D. S. P. Firenze i834 co'tipi mana d' Archeologia, si legge il magni-
Calasanzianì. L'università di Bologna, fico: Elogio del Cardinal d. Placido

resi gli onori funebri, pubblicò: laseri- Zurla vicario di Sua Santità, prefetto
piìones temporariae, et Elogium prò della congregazione degli studi, e
s.

funere Card. d. P. Znrlac. Bononiae socio onorario dell' Accademia. Letto

facto ad aedem Magdalenianam. Bo- dal cav. Pietro Ercole risconti socio
noniae i834- L'università Romana e- ordinario e segretario perpetuo, nell'a-
ziandio gli rendette eguale omaggio, ed dunanza tenuta nel di a i di gennaio
abbiamo: In funere Eni.i ac Rev.i Pria- i836. Di questo e del seguente ne usai
cipis D. Placidi Zurla S. R. E. Cardi- con profitto. Elogio del Cardinal d.
sacra Urbis Antistitis, et su-
nalis, P^ice Placido Zurla detto in Arcadia dal
premi ad Studia in pontificia
consilii principe d. Pietro Odescalchi de' duchi
ditione regundapraefecti. Oratìo habi- di Sirmio, Roma i836 tipografia delle
ta in tempio Archigymnasii Romani, Celle Arti. Il principe, fratello del car*
5ia ZUR ZUR
dìnal Odescalchi, ottenne eoa singoiar to, l'effettuò virtuosamente, anco con ia

favore, d'iatitolarlo a Gregorio XVI, il breve riepilogare le grandi doli del ma-
quale non amava accettar dediche, sia gnanimo porporato. In tal modo, il ca-
per ripugnare le lodi, sia per decoro del- nonico eresse un monumento d' onore
la maestà pontificia, talvolta compro- anco a se stesso. L'encomiato p. Rossi, a
messa con opere die affatto non meri- p. 4o, fece belle comparazioni tra Gre-
tano tanto onore. In falli il principe ri- gorio XVI e il cardinal Zurla, co' ss.

levò nella dedica: che il chiarissimo no- Mauro e Placido altri figli e discepoli di
me del cardinal Zurla, dall'augusto no- s. Benedetto. Potrei farne anch'io sull'a-
me diGregorio XVI non poteva andare epoche della morte, av-
micizia, l'eia, r
discompagodlo (e n'è prova quest' alti- venuta quella del cardinale in Sicilia,
colo, perciò divenuto alquanto prolisso come il S<)nto del suo nome. Mauro fu
in confronto dell'altre biografìe, mentre vicario di Placido, e questi poi di quel-
per quanto riguarda il cardinale, non è lo. Gregorio XVI fece coaiar una me-
che una monografia). Egli è per tal mo- daglia bellissima di grande diametro,
tivo, soggiunge il principe, ch'egli si fece esprimente da un lato s. Benedetto, dal-
ardito di rispetlosamenle domandarne l'altro i ss. Mcjuro e Placido, coli' avve-
al Papa l'onore dell'intitolazione} enei- nimento che tra loro vieppiù strinse l'a-

l'ottenerlo, ebbe ulteriore testimonian- micizia. Disgiunti in terra, per le loro


za di quanto addentro al suo animo gli virtù spero fermamente in Dio, che li ab-
stesse il Zurla, e quanto cara ne sìa o- bia ricongiunti io cielo per sempre. Oltre
goorala memoria di lui. Al cardinal Zur- le parlate opere del cardinale, lasciò ine-
la furono dedicate molte opere in vita, dite le seguenti, e l'imparo dal Moschi-
e fu uno di que'non molli che l'ebbero ni. Corso filosofico moderno aduso
1."

ancora dopo morti, come il cardinal Zor- degli ecclesiastici. 2.° Traclatus de Ec-
zi {f^-)' Il eh. can. d. Andrea Strocchi di clesia cantra Neolericof, 3." Memorie
Faenza, ivi nel i84i pubblicò la dotta della vita e degli studi del cav. Jacopo
Strie de riescavi Faentini, con bellissi- Nani lette nella sessione dell' Ateneo di
ma effigie del cardinale, l'iscrizione se- Venezia a'Zo maggio 18 16. Divenuto
polcrale e dedica diretta. In essa dice. Gregorio XVI erede e arbitro delle so-
L' ordine benedellìuo camaldolese ab stanze del cardinale, gli fu mandato il
antico, e nella continuata successione dei suo bagaglio, ed a me commise il mesto

tempi provvide alla cattolica Chiesa, e ufiìcio di custodirlo, non senza contur-
all'umano civile consorzio uomini com^ bazione dell' animo mio. Quindi afHJò
piuti di santità di vita, Himosi di dottri* all'esperto e ddigente cardinal Mario
na in ogni mariera di buoni sludi laon- ; Mitici (
poi da lui dichiarato esecutore
de nell'universale acquistò tributo di ri< testamentario, coir illustre veneto coni-
verenza, di gratitudine, di ammirazione. mend. Scarella, di cui ne' voi. XCl, p.
Per lutto questo, per avergli gli scrittori 95 e 96, XGVI, p. 328 e 329; ed o-
insignì camaldolesi chiarito la mente nel- ra il degno porporato è decano del sa-
le gesta de' patrii perchè in
vescovi, e gro collegio), dandogli in aiuto mg."^ An-
Faenza ebbe stanza per due e più secoli tonio Bouclerici, l'inventario e l'aliena-
il loro abbate generale, erasi proposto zione di quanto possedeva. Ne eccettuò le
intitolare il suo lavoro al cardinale, e ss. Reliquie, che il Papa mi ordinò man-
n'ebbe accettazione. Ma mentre condu- dare alla chiesa di s. Gregorio, a me ge-
ceva al termine l'opera sua, il cardmale nerosamente donandone 1 59 insigni, rac-
per Divìn volere fu mutato a secolo mi- chiuse io nobile e grande reliquiario, col
gliore. Egli però foralo aell'iateadimea- busto e reliquia di s. Luigi Gonzaga. 4-
Z U R ZUR 5i5
vanti questo lagro moaumeoto, il cardi- al cardinale, che ne infuse il concetto
nale celebrava la quotidiaDa messa nella all'autore bellunese, il quale teneva a
sua cappella domestica. Avendolo collo- vanto, che il sommo suo concittadino a»
calo nella mia, Dio permise die io scri- vesse un'opera sua di cui era contento.
tessi del cardinale, come dal voi. L in Risposami il Papa : Non intendo manca-
poi lutto questo mio Dizionario^ alla re di apprezzazione, amar d'avere una
«uà presenza, i precedenti avendoli scrit- raccolta di pitture antiche. Insistei nelle
tiall'ombra del gran Pontefice. Impe- preghiere, e fui esaudito. Ma il magna*
rocché il mio scrittoio ha da un lato la oimo Pontefice, ne'suoi testamenti olo-
porta della mia cappella, e sedendo vedo grafi a me espressamente lo lasciava, con
il ss. Reliquiario e ne ricevo spirituale altri onorevoli legati. E poiché parlo del
conforto. Avanti ad esso e sotto i suoi testamento, dirò ancora, che il Papa a-
auspicii, furono congiunte in matrimo- vendo voluto a sé il vivo ritratto del car-
nio 5 delle mie 6 figlie! Ma é da tornare dinal Zurla, del Camuccini, ia tale atto
all'eredità. Oltre varie cose date al mo- con' bella disposizione giustamente lo
nastero di s. Gregorio, e altre per dimo- lasciò al monastero di s. Gregorio, eoa
strazioni di amore e di convenienza, dal- quanto altro riporta il n. igi della Gaz-
la vendita fu pure sottratta la collezione zella di Venezia 84^, che lo pub-
del 1

di pietre preziose, e data al museo del blicò. Di questo ritratto, apprendo dal
Seminario romano, col peso d'un posto cao. Moscliini, p. 2l. » Nell'anno i83t
gratuito nel medesimo^ da godersi alter- il cardinal Zurla scriveami; La cortesia
nativamente da un nobile, di vocazione dell'animo del ca^. e barone Camuccini
ecclesiastica, dell'unite diocesi di Cagli e ha condotto il mio ritratto, che riuscì
di Pergola. Ciò fece il Papa, in contem- insuperabile per la perfezione della so^
plazione d'essere il monastero dell'Avel- Vìiglianza, e del colorito veramente ti-

lana nella diocesi di Pergola, della qual zianesco. Se ne hanno due litografie ia
città egli era munifico protettore, non foglio, una con disegno del Padelli, l'al-
meno patria del cardinal Mattei, pel suo tra eoa disegno del Paoletli ". Col ri-
operato tanto lodevole; il tutto meglio cavato da tutto il venduto, il Papa, oltre
già detto ne'citati articoli. Dalla vendita i suffragi pel cardinale, inviò alcune mi-
ilPapa, come quello che non era secon- gliaia di scudi ai di lui parenti, e asse-
do al cardinale in amare e proteggere gnò convenienti pensioni a lutti i suoi
l'arti e le scienze, con pagamento acqui- famigliari. Nulla per sé ritenne. Fu voce
stò vari quadri e altri oggetti. Tra'qua- comune, che ignorando d cardinale quaa*
dri vi fu la Presentazione al Tempio^ to fosse il valore delle cose da lui posse-
bozzetto del grande quadro del celebre dute, non avrebbe potuto fare altrettan-
barone Carauccini, in disegno acquarel- to. E siccome il cardinale, nel suo eru-
lato, di dietro essendovi la scritta che dito viaggio avea allogato al Paolelti 8
dona al cardinale; ed il Ri-
l'autore Io quadretti rappresentanti : Il tempio di
torno in Venezia e riconoscimento di Segesta, quello di Giunone, la città di
Marco Polo » quadretto assai pregevo- Palermo, quelle di Catania, di Messina,
le del cav. Paolelti, per la ricchezza della di Sorrento, i Cappucini di Siracusa, la

composizione specialmente, e per l'effet- veduta del loro Convento; l'animo no-
to del colorito " come
Camuccini opi-
il bile di Gregorio XVI glieli fece eseguire
nò collo scritto che mi sta davanti. 1 due per sé, e sto leggendo la ricevuta di 4oo
quadrelli, Gregorio XVI si degnò donar- scudi che gli pagai d'ordine del Papa. I
mi. Accettai il i.", ed il 2.° lo supplicai gloriosi e splendidi nomi di Papa Gre-
» ritenerlo, come opera ordinata e cara gorio XFI Q dei Cardinale Zurla, iU
5i4 2^UR Z W l

lustrano per sempre i fasti dell'insigne ca : compì il corso di filosofìa a Vienna e


ordine Camaldolese ; laonde con rive- quello di teologia a Basilea e vi fu lau-
rente e grato affetto, ad esso consagro reato nel i5o5. In principio si distinse
da cui non può andar dis-
quest'articolo, colle prediche, e diventò parroco di Gla-
giunta la s. Michele di
descrizione di ris, poi di Zurigo. Il cattivo esempio del-
Muraao, implorando le benedizioni di l'eresiarca Lutero (f'.), il quale ardita-
quelli che celebrai (eziando dell'altro mente pretendeva erigersi in censore del-
mio amorevole camaldolese il p. ab. d. la Chiesa, infettò ancoZwinglio. Comin-
Ambrogio Bianchi di Cremona, nel i835 ciò a declamar contro l'indulgenze, l'in-

creato cardinale da Gregorio XVI, pub- tercessione e l'invocazione de'Santi,il sa-


blicandolo nel 839 con meritato elogio,
1 grifizio della messa , le leggi ecclesiasti-
e successore al Zurla nell'ulTizio di confes che, i voti, il celibato de'preti ec. In se»
sore del Papa: dotto e di santa vita, mori guito convocò un'assemblea a'20 genna-
abbate generale dell'ordine nel (856, e io 1 523 per conferire, iu presenza del
riposa nel suo titolo de'ss. Andrea e Gre- gran consiglio, co'deputati del vescovo
gorio. Parlai di lui nel voi. VI, p. 296 di Costanza e cogli altri ecclesiastici sul-
e in altri luoghi, e nelle Addizioni %^evo la religione. Giovanni Faber, vicario ge-
scriverne la biografia) anco in tempi che nerale del vescovo di Costanza, e Zvvin-
tutti tacevano, ma colla Storia impavi- glio disputarono alla presenza di arbitri
do procedei, eziandio a decoro di tanto nominati dal senato^ il quale, dopo quel-

benemerito e sempre esemplare prima- la conferenza, abolì una parte del culto
rio ordine monastico. Di quest' ordine e delle cerimonie della Chiesa. I catto-
illustre abbiamo: Fila et Ada ss. Pa- lici, domenicani, essendosi
e soprattutto i

tris et Palriarchae Romualdi fund. Ca- opposti agli errori di Zwinglio, il senato
mald.f Viennae 1728 con belle tavole di Zurìgo convocò nel medesimo anno
incise.£ del p. ab. d. Silvano Razzi ca- un'assemblea generale, nella quale il Fa-
maldolese di Firenze, il raro libro: Le ber parlò invano a favore della fede cat-
Vile de' Santi e Beati camaldolesi, Fi- tolica. I zwìngliani prevalsero, e la loro
renze pel Giunti 1860. dottrina vi fu ricevuta a pluralità dì voti.
ZURLO C A PECE Giuseppe, Cardi- Tutto il cantone di Zurìgo l'abbracciò,
nale. /^. Capece Zurlo. Solo qui aggiun- e poco lem pò dopo furono spezzate e tol-
gerò, che il vescovato di Calvi glielo con- te via le ss. Immagini, venne abolita la
ferì Benedetto XIV nel concistoro de'24 messa con tutte le cereinonie della Chie-
maggio 1756; e che apparteneva alle sa romana. I vescovi dì Basilea, di Co-
congregazioni cardinalizie de' vescovi e stanza e di Losanna convocarono allora
regolari, de' riti, dell' immunità, e del- in Basilea un'assemblea generale dì lutti
l'indice. i cantoni svìzzeri. Giovanni Ecolampa-
ZWlNGLIANIoZUlNGLÌANI.Ereli- diodìReinspergdi Germania, giàdell'or»
ci del XVI secolo, discepoli dell'eresiar- dine delss. Salvatore o di s: Brigida, se-

ca Ulrico Zwioglio o Zuinglio, parroco guace degli errori zwìngliani e i.° mini-
di Zurigo n&Wa Si>izzcra (^.), ove tan- stro eretico della falsa chiesa di Basilea
to ne parlai, perchè infelicemente intro- (non inventò alcuna nuova eresia, solo in-
dusse in molti cantoni svizzeri il cambia- sistè nell'errore d'asserire che l'Eucari-
mento di religione. Nacque il famoso ca- non contiene che la semplice im-
stia
posetta a Wildhaus, nel contado di To- magine del Corpo di Cristo; e con libro
ckenburg, il i ." gennaio 1 484- Di i o anni che potrebbe sedurre fedeli. Lutero lo i

fu mandato a Basilea pegli studi ,


poi a chiamò. Angelo di Satana), ^c.Q\irxi\iA-
Berna ove imparò le lìngue greca ed ebrai- dìo dunque si trovò all'assemblea di Da*
Z WI ZWI 5,5
iilea in vece di Zwìnglio, il quale non in molti punti però da lui in
, differiva
Tolle andarvi; e la dottrina di questo e- molti altri. Insegnava, per esempio, che
lesiarca fu condannala con solenne de- gli eroi ossia le persone virtuose del pa-
creto, in nome di tutta la nazione: ma ganesimo, erano state salvate pel solo me-
gli abitanti di Berna, dal veleno imbevu- rito delle buon'opere, dando così tutto il
ti degli errori zwingliani, ricusarono di merito alle forze della natura e del libe-
soggettarsi a quel decreto, e convocaro- ro arbitrio, mentre Lutero rigettava as-
no un'altra assemblea nel i528. Quasi solutamente il merito dell'uomo. Zwin-
tutti i cattolici ricusaronsi d'andarvi, on- giio sosteneva altresì che il Corpo di
de Zwioglio trovandosi il più forte, fece Cristo non è realmente nella ss. Eucari-
ricevere la sua pestifera dottrina a quel- stia, ntentreLutero voleva che vi fosse
l'adunanza; dottrina che fatalmente ben- unitamente col Pane e col Vino. InutiU
tosto si abbracciò dopo anco dagli abi- mente nel 1529 Lutero e Melantone da
tanti di Basilea. Così cantoni svizzeri i una parte, Ecolampadio e Zwingiio dal-
di Zurigo, di ScialTusa, di Berna e di l'altra si congregarono a Morpourg a fi-
Basilea, si collegarono insieme, e fecero ne di conferire sulle loro opinioni e prò*
Dou pochi insulti a' loro vicini, per ob- curare di unirsi ; non si poterono accor*

bligarli a seguire il loro partito. Ma 5 i dare, e separarono senza nulla conclu-


si

cantoni di Lucerna, di Zug, d'Uri, d'Un- dere, ed assai malcontenti l'un dell'altro.
derwald e di Schwit, tutti per loro eter- La rottura totale de'due partiti avvenne
na ventura buoni cattolici, entrarono a neh 544 ^ dura ancora ; essendo riusciti
mano armata nelle terre de'4 suddetti inutili i tentativi che sifecero dopo per
cantoni, onde vendicarsi degl'insulti ri- riconciliarli. I trattati d'unione tra'zwia-
cevuti: nel i53i fu data una battaglia, gliani e luterani, non furono né solidi,
i

in cui tutta l'armata di quelli di Zurigo né di lunga durata ; sussistettero tanto


e de'suoi alleati, fu tagliata a pezzi, e quanto lo volle l'interesse politicode'due
nella quale lo stesso Zwingiio, ch'era partiti. In processo di tempo, cantoni i

alla sua testa, vi perde miseramente la zwingliani si unirono alla repubblica di


vita. suo cadavere fu arso per senten-
Il Ginevra, e diventarono Calvinisti (/^.)
za giudiziale: le sue ceneri si venerarono o poco differenti da quegli eretici. Si
da'suoi seguaci, mentre dispregiavano le questionò tra luterani e calvinisti, se
reliquie de'Santi. Udito Ecolampadio il Lutero o Zwingiio sia stato ili.°a con-
fine dell'eresiarca e Tuccisione de'suoi,ru cepire il riprovevole progetto della sedi-
preso da tale terrore, che si uccise pri- cente riforma. Siccome Lutero avea ap-
ma col ferro e poi col veleno: la sua prese le sue erronee opinioni da' pestiferi
concubina lo trovò morto nel letto. I libri degli eretici Pf^iclefisti {f^.)e degli
cattolici riportarono nuovi vantaggi an- Ussiti (^.), non è meraviglia che Zwio-
co in altri ^ o 5 combattimenti, dopo glio abbia tratte le suedalla stessa impu*
i quali fecero la pace a condizione che ra sorgente, e siasi fondato sugli stessi fai»

ciascuno fosse libero nell' esercizio della si argomenti. Che uno abbia cominciata
propria religiooe.Si hadìZwinglioiI libro a pubblicarle neli5i6,e l'altro neh 517,
intitolato: Deverà et falsa Religione, ciò nulla importa alle verità cattoliche e

ch'egli avea avuto la temerità di (arprer alla falsità di loro dottrine. E"una pue-
sentare a Francesco I redi Francia. 01^ rile ail'etlazione de Protestanti [r.), vo-
tre quest' opera ne avea egli composte ler persuadere che questa truppa di pre-
molt'altre, che furono raccolte e pubbli» tesi riformatori, i quali comparvero nello
cate da'suoi settari in 4 volumi in foglio. slesso tempo oe'differenti paesi d'Euro-
Sebbene Zwingiio convenisse con Liutero pa nel XVI secolo, fossero o tanti ispirati
5i6 zwr Z YT
che Dio avea illuminato, o tanti geni! su- rìuo$tranti,professoredi teologia in Lei*
periori, i quali per lo studio profondo e da nell'Olanda, morto nel 1609. Furono,
costante (Iella s. Scrittura, conobbero qua- gli arminiani detti rimostranti a motivo

si nello stesso tempo gli errori, gli abusi, delle rimostranze che fecero agli Slati
i disordini, ne'quali era caduta la Cliie- generali d* Olanda {F .) , in forma di
sa romana. Ma per poca cognizione che dottrina, specificate in cinque articoli*
abbiasi della storia dal secolo XII al XV, Altri arminiani divennero Socinìani
si che l'Europa in tutto questo perio-
sa (^.). Si dissero conlrorimoslranli quei
do di tempo non avea cessato d'essere in* calvinisti e altri eretici, che scrissero
Testata da que' settari agitatori , che co- contro gli arminiani. i più zelanti coa-
me a'suoi luoghi deplorai , ora sopra un Irorimostranti sono i gomariti, ossia cal-
orlicelo e ora sopra un altro aveano ado- vinisti rigidi, discepoli di Francesco Go*
perato contro la Chiesa cattolica le stesse mer professore di L#eida. Questo spirito
obiezioni, gli stessi abusi della s. Scrittura, di discordia, certo non rassomiglia alla
e le slesse calunnie. I prelesi temerari! ri- condotta degli Apostoli. iNessuno di que-
formatori non feceroaltro che raccoglierli sti inviati di Gesù Cristo compose uà
e formarono i sistemi di queste opere. Sìmbolo particolare di credenza, uè sta-
Scrissero alcuni che tra tutti i protestanti bili un cullo esterno diverso da quello

gli zwingHani furono i più tolleranti, per degli altri, né un piano particolare di
l'unione co'calvinisli di Ginevra, e co'iu- governo, né fece uno scisma co'suoi col-
lerani di Polonia nel 1577. Non v'è cosa leghi. Dal che devesi concludere, che i
pili ingiusta di questa osservazione. Pri- fondatori della decanlala riforma non fu-
niieran)ei»teè cerio ohe questi settari non rono dottori o pastori dati da Dio, e che
ricevettero dal loro fondatore lo spirito in essi la carne agiva molto più che Io
di tolleranza. Quando Zwinglio comin- spirito,
ciò a dogmatizzare non pose mano al
, ZY TOMIRoZYTOMERITZoZITO-
culto esteriore ; ma alquanti anni appres- MliKITZ o ZYTOMIERZ o JlTOMia
so, quando conobbe più forte, levò una
si [Zflouiiriitii).C\Hk con residenza vescovi-
pa rie del le ceremonie dell aCh lesa, e quin- le ilella Wolinia,nel regno di Polonia, par-
di a poco a poco proscrisse assolutamen- ie dell'impeto di Russia, capoluogo del
te l'esercizio della cattolica religione. Così governo di Wolinia suo
e del distretto del
prima di sapere quale dottrina si doves- nome, distante da Mosca, e
ig') leghe
se seguire tra gli zwingliani, si cominciò 245 da Pietroburgo. Giace sulla riva
dal distruggere l'antica religione. Mo- sinistra del Tèlèrev. La cattedrale è sol-»
sheim, teologo luterano, sebbene atnmi- lo l'invocazione di s. Sofia e ampia, con
ralore di Zwinglio, confessa nella Storia parrocchia e batlisterio, quali sono gli i

della Riforma, che questo novatore più unici della città, la cura d'anime essendo
d' una volta adoperò de' mezzi violenti snidata ad un vice-decano , coadiuvato
contro i resistenti alla sua dottrina, che da due vicari, il capitolo si compone di
nelle materie ecclesiasticheatlribuì a'ma- 6 dignità, di 3 canonici e altrettanti preti
gistrati un'autorità del tutto incompati- per le divine uUizialure, essendo mancan*
bde coll'essenza e genio della religione. le delle prebende del teologo e del peni-
Quanto a'zwingliani uniti a'calvinisli è tenziere, secondo 1' ultima proposizione
da notare, che questi ultimi furono tra concistoriale. L'episcopio è di legno, al-
Je varie denominazioni chiamati ContrO' quanto distante dalla cattedrale. Vi so-
rimostranti (A^.). Altri calvinisti sono gli no alcune case religiose d'ambo sessi, e i

aruiiniani , settari seguaci del calvinista il seminario. Vi risiede anche un vesco-

Giacomo Armiuioolandese,caposetta de' vo greco-russo. Ha 2 fabbriche di cuoio


5^. Vt ZYt ^tf
é eli cappelli. Vi si fa uu comhiercio con> de'3 luglio 1 848 (e non allriraenti), dopo
Bìderabile di panni, stofie di seta, tele di aver letto 1' allocuzione Probe noscilis^
DO
li e cotone, cuoi, cera, roicle, sego e sa- in cui si conferma il concordato, appro-
le che si riceve dalia Gallizia, e soprat- vato con bolla dello stesso giorno, Uni-
tutto di vini d'Unglieria e di Valacchia. curae j dichiarò vesco-
versalis eccltsiae
Vi si tengono 4 fiere o gran mercati l'an- vo di Luceoria e Zytomir unite 1' attua*
no, e conta 26,000 abitanti, de'quali un le mg.' Gaspare Barov^ski dell' arcidio-
grandissinao numero sono ebrei. Zylo- cesi di Mobilow , dottore in s. teologia,
mir o Jitoroir, in polacco Zyiotnierz, e già zelante parroco, professore di sagri
in latino Zy toniìna, segij\ ì destini della canoni e dì storia ecclesiastica nel semi*
"Wolinia, antica piovincia della Polonia, Ilario dì Mohilow^canonico della metro-
il di cui governo è divìso in 12 distretti, politana, e bibliotecario di quell'accade-
dopoché passò nel dominio delia Russia mia ; lodandolo per dottrina, gravità,
nel 1793. Pio VI colla bolla Maximis prudenza e sperienza. Ogni nuovo vesco-
undique pressi, àt i5 dicembre 1798, vo è lassato ne'libri della camera aposto-
istituì il vescovato di Zytoniir, e riinì a lica e del sagro collegio in fiorini 66, a-
quello di Luceoria (f^.). Soliiaendo poi scendendo la mensa ad quatuor mille
questa dalla metropoli di Gnei>nn , con quodriagentos ocloginta rublones argen-
quello di Zytomir li dichiaiò soffraga- leos iilius monelae, seu cenlum triginia
nei del nuovo metropolitano di Moki' siipra ter mille circilet sentala romana.
low {f''.), e lo sono tuttora. Nel concor- Le due diocesi M\\\\e finibus Constant mil-
dato del 1847 colla s. Sede, riportato nel Liaribus germanicis quadralis mille seX'
ol. LI V, p. 76, fra le altre cose riguar- ceniis quadraginla Iribus^ctntum octO'
danti le diocesi, venne dichiarato le dio* : gitila mille caiJwlicos, et Ires siipra cen-

cesi di Luceoria e Zytomir si compon- lum paroecias sub se complectuntur.MA


gono de'goverui di Rio*iaetli Wolinia, da una statistica si trae a vere le due dio-
ue'limiti attuali. Per morte del vescovo cesi 1 7decaoati, i56 parrocchie, e 162, 3ao
Piwnicki, il Papa Pio IX nel concistoro auime.

FINE DEL VOI.tJME CÈNTESIMOTÈliZO, K COMPIMENTO DEL DIZIONARIO

DI ERUDIZIONE STORICO-ECCLESIASTICA. ^
286053
, BX 841 .M67

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