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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
AI
E PIÙ* CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, GRADI DELLA GERARCHIA
AI VARII
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE
VOL. LXXVII.
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLVI.
La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
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A OLOMEI Gio. Battista, Cardina- dio delle lingue orientali, delle quali di-
le Di Pistoia e oriundo sanese, nacque in venne pubblico professore, giungendo col
Gamberaia, feudo di sua famiglia, che fu lem pò ad a ver pei fetta notizia di 9 diversi
assai nobile e distinta, imperocché appren- idiomi, per lo che fornito di tante cogni-
do da Novaes,cheil ramo di essa trapian- zioni non gli riuscì difficile l'interpretare
tato in Pistoia lo fu da Tolomeo figlio di l'antico Testamento a infinita moltitudi-
Beatrice, già convertito da s. Caterina di ne di scolari, che concorrevano a udirlo.
Siena, e morto santamente nell'ordine do- Esseudostato improvvisamente destinato
menicano neh 4o6; contandosi dell'illu- alla cattedra di filosofia nel collegio ro-
stre prosapia fino a 20 col titolo di beato, mano, compito il corso, fu obbligato di
e di questi 1 5 furono domenicani. Da due pubblicar colle stampe le sue lezioni, che
donne Toloraei uscirono cardiuali Gian-
i poi con aggiunte si ristamparono in Ger-
Vincenzo Caraffa e Anselmo Manali. Fatti mania, e commendate dall'accademia di
i primi studi in Firenze, si trasferì a Pisa Lipsia nel 1608. Eletto rettore del colle-
per applicarsi nell'uuiversità alle scieuze gio romano, non già con severità, ma con
legali. Ivi prese l'uso di passare veglian- mansuetudine, piacevolezza ed esempi di
do talvolta le intere notti, applicato al- vita edificante, resse e governò da lui di- i
l'orazione e allo studio, costume che poi pendenti. Accrebbe notabilmente il famo-
tenne per tutto il corso distia vita. Quan- so museo Kircheriano, e l'insigne e cele-
tunque tra 'suoi fratelli fosse ili .',non per bre biblioteca di quel collegio, il qualear-
tanto sentendosi chiamaioa vita religiosa, rtochì d'un indice copiosissimo, in cui non
supplicò padre a dargliene il permesso,
il solo i titoli de'libri, ma le materie checou-
quale però non potè giammai ottenere. Do- lengono furono esposte con brevità ed e-
po la inni ledi esso subito fu ammesso nel- rudizioue. Nel capitolo generale del suo
la compagnia di Gesù, dove libero da qua- ordine, impetrò dal Papa un breve, in
lunque molestia, potè applicarsi allo stu- Virtù del quale veniva esentato dall'ad-
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dossarsi il corico di generale, in caso che spedali.Per lo spazio di r4 anni in cui fa
sopra di lui fosse caduta l'elezione; tanto cardinale, non uscì mai di casa per pas-
pitidie essendo procuratoregenerale non seggiare o ricrearsi, essendo per l'altra
eia molto difficile che avvenisse quanto parte diligenlissimo nell'inlervenire alle
egli andava prognosticando. Clemeute XI cappelle, a'eoncistori e alle congregazioni
successivamente lo dichiarò consultore cui apparteneva. Finalmente dopo essersi
de' riti, dell'indice e dell'indulgenze, ed trovato presente all'elezioni d'Innocenzo
esaminatore de'vescovi,indiin premio di XIII e Benedetto XIII, di cui fu princi-
sua integrità, dottrina e fatiche tollerate pale promotore e persuase accettare, per
a vantaggio della santa Sede, a' 3o gen- quanto notai nel voi. LVII, p. 3 i4, sor-
naio 7 1
1 3 all'improvviso lo creò cardina- preso da grave malattia, in cui fu visitato
le prete di s. Pietro Molitorio. Assisteva il dal Papa, rese tranquillamente Io spirito
p. Tolomei nel collegio germanico, di cui al Creatore in Roma sul cominciare del
era rettore, ad una conclusione di teolo- 1726, tra le lagrime de'suoi correligiosi,
gia, allorquando ricevè la notizia di sua in età di 73 anni, e fu sepolto nella chiesa
promozione alla porpora, e non volle in di s. Ignazio presso l'altare maggiore, sot-
modo alcuno che rimanesse interrotta (al- to nitida e marmorea lapide, ornata del
tro simile esempio lo narrai nella bio- suo slemma gentilizio e di magnifico elo-
grafia del cisterciense cardinal Giambat- gio. Diluì non abbiamo stampato che il ri-
tista Gabrielli). Affollato quindi da im- cordato corso di filosofia, nel quale si cono-
mensa turba di personaggi, venuti a con- sce l'uomo grande, e malcontento del ran-
gratularsi con lui, si nascose in solitaria cido filosofare peripatetico. La sua gran-
cella, tristo e addolorato del suo destino, de opera d'aggiunte alle Controversie dei
senza voler ammettere persona alla sua gesuita cardinal Bellarmino restò inedita
presenza. Scrisse a Clemente XI dotta ed con raro esempio di religiosa umiltà e ub-
ossequiosa lettera, per indurlo ad accet- bidienza, mentre essendo cardinale eragli
tar la rinunzia che faceva della conferi- agevole superar gli ostacoli frapposti alla
tagli dignità. Il Papa anziché smontare stampa da'revisori quand'era semplice re-
dalla presa determinazione, per mezzo del ligioso. L'Eggs crede, che superiori l'a- i
cardinal Fabroni suo concittadino l'ob- vessero in vitatoa continuar g\\ Annali del
bligò con preciso comando e precetto Baronio, e che lo eseguì arrivando a'suoi
d' ubbidienza ad accettarla, e lo ascrisse tempi. Di lui abbiamo I' Elogio storico
a
alle congregazioni del s. uffizio, del con- che gli feceil gesuita p. Pier M. Salomo-
cilio ede'riti, valendosi dell'opera sua nel- ni, inserito nel Giornale tVItalia t. 37,
la condanna delle proposizioni diQuesnel- par. 1, art. 1, e poi con sue aggiunte del-
Io. Nella nuova dignità ritenne lo stesso l'autore fu ripubblicato dal Zaccaria nel-
anteriore metodo di vita privata e reli- la Biìdioteca Pistoiese.
giosa, contento di due sole stanze nel col- TOLONE oTOULON, Tolonium.
legio romano, dalle quali allorché la ne- Città vescoviledi Francia nella bassa Pro-
cessità o la convenienza lo richiedeva, per venza, grande e ben fortificata, con porto,
mezzo d' un ponte passava nel contiguo nel dipartimento del Varo, capoluogo di
palazzo, che avea preso per comodo della circondario e di due cantoni , in riva al
famiglia. Contento di mediocre rendita, Mediterraneo, in fondo a una doppia ra-
ne ricusò una maggiore, e colla parsimo- da, una delle più sicure di detto mare ,
nia del vitto, che avea dello straordina- disiatile 10 leghe da Marsiglia, 16 da Aix,
rio e incredibile, si trovò in istalo di sov- e 207 da Parigi. L questo il 2. porto di
venire i poveri con larghe e frequenti li- Francia per la marineria dello slato, ed
mosinc, visitandoli sovente ne' pubblici il capoluogo del 5° circondario marini-
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roo; residenza d' un prefetto marittimo, pò di Battaglia, circondata da belle pian-
d'un commissario generale, di 5 commis- tagioni d'olmi e platani, decorata da nu-
sari ordinari e d'8 sotto-commissari di ma- merosi caffè,e sulla quale sorge il bel palaz-
rineria, e di altre autorità marittime e ter- zo dell'intendenza della marineria. Spar-
restri.Sede di tribunali dal' istanza, di se in tutte le parti della città circa ifio fon-
marineria e di commercio ; residenza di tane rinfrescano l'atmosfera e convoglia-
molli consoli stranieri. Esposta al sud, è no al mare le ini mondizie, attesoché la na-
al nord coperta dall'alta montagna nu- tura del suolo si oppone all'escavo di cloa-
da e spelata di Pharon, la quale pel ri- che sotterranee: si fauno rimarcare tra le
verbero del sole contribuisce a rendervi altre quella della piazza del Fieno, quella
nell'estate il clima d'un calore quasi in- del Porto decorata da una piramide sor-
sopportabile. E" cinta d'una muraglia in- montata da un busto di Giano; la fontana
stionata, presso la quale estendesi dalla di Provenza sulla piazza dell'Olio, ornata
parte nord il recinto murato detto Cam- d'una statua di donna, opera di Fozzati,e
po trincerato di s. Anna; gran numero d'o- l'altra della piazza di s. Rocco. Niente più
pere di fortificazione isolate stando ripar- imponente della vista del porlo di Tolo-
tite davanti la sua cinta, in tutta la cir- ne, sempre zeppo di navi di tutte le gran-
conferenza, co'fuochi così bene combina- dezze: distinguesi in porto vecchio all'est,
ti,die presentemente considerasi questa ed in porto nuovo all'ovest, che tra essi
piazza come insuperabile; all'est sono i comunicano; ciascuno con un ingresso sul-
fortiPharon, della Croce di Pharon. d'Ar- la rada sì angusto che non può passarvi
tigues, s. Caterina della Malgue, s. Luigi più d'una nave alla volta; ed due moli i
e della Torre Grossa; all'ovest quelli del che dal mare li separano, sono stati co-
Grande e del Piccolo s.Antonio, Malbous- minciati sotto Enrico IV nel jt) e ter- i {.,
ciala olire un colonnato di gradevole ef- Questa città credesi generalmente fon-
fetto. Vi è il palazzo vescovile, quello della dala (\<\ una colonia romana e trae il no-
jagione alquanto piccolo,l'aisenaledi ter- me da Telo Mar lius , generale romano
ra che occupa l'aulico monastero di s. Or- che vi si stabili, secondo l'itinerario d'An-
sola, l'ospedale militare e due ospizi civili, toninOjOwerodal nome d'un tribuno mi
uno de'quali pe'trovatelIi,il vasto spedale litare che vi condusse una colonia roma-
della marineria che contiene l'osservato* na. Fu restaurata da Tolumno goto, do-
i io donde si gode di magnifica vista sulla po danni recatile da Teodorico re de'
i
città e dinlorni; un museo di storia na- goti. Fu pur chiamata Tclo/iiu/n, Tulcu-
turale ricchissimo, e una bella biblioteca li/uim, Tuuroetum. ÀI principio del seco-
di medicina, monte di pietà, cassa di ri- lo V i romani vi aveano una gran fabbri-
sparmio, borsa di commercio, sala pegli ca di tintoria in porpora. I saraceni la de-
spettacoli, parecchi bagni e altri stabili- vastarono più volte, nondimeno risorse
menti pubblici di piacere e d'utilità che dalle sue rovine, ma fu nuovamente per-
non trovami se non nelle città grandi. Di cossa nel il 76 e 1 197 da' pirati africani.
più sono vi il bel collegio comunale, la bi- Luigi XII per proteggerla contro le incur-
blioteca pubblica di circa i o,ooo volumi, sioni de'pirati fece costruire la torre Gros-
la scuola d'artiglieria della marineria, il sa, che terminò Francesco I. Neh 536 il
possi iu si straordinario modo. Dal porto na, Tolonenses Episcopi et Domini, per-
di questa città salparono le spedizioni del- chè un tempo la signoreggiarono, è regi-
l'Egitto nel 7g8,diMorea nel 1 827, d'Al-
1 strato peri." vescovo s. Pietro de Alma-
geri neh83o, e d'Ancona neh 832, oltre narra; nel 43 is. Onoralo, di cui fece men-
altre più recenti e per la Crimea. Toloue zione s. Leone I nella lettera scritta in ita-
ha di sovente sofferto danui dalla peste, liano a' vescovi delle Gallie. Gli successe
segnatamente ne' secoli XV e XVII; ne s. Cipriano costituito vescovo di Tolone
subì pure una nel 1720 che fu terribile, das. Cesario d'Arles verso il 5i6,beneme-
ma poi di quel tempo le prese misure sa- rito anche contro 1' arianesimo introdot-
nitarie hanno schivato il flagello, senza e- to nella Provenza da'goti, e per quanto
v ita re quello del cholera. Tolone che nel operò ue'coucilii: scrisse la vita di s. Cesa-
18 5 contava soli 3o,ooo abitanti, pre-
1 rio, di cui ni discepolo, morì nella metà del
re uè' 3 arsenali trasformazioni e miglio- a' 1 5 ottobre intervenne alla solenne cou-
ramenti di rilievo. Senza la forza del va- s «grazione della chiesa dell'abbazia di s.
pore ^è orinai
cosa nota e accettata) sa- Vittore di Marsiglia: e v'intervenne an-
rebbe sluto impossibile muover guerra al- cora il Papa Benedetto IX, probabilmen-
la Russia, colosso del nord, e vincerlo. A te per la stima che godeva l'abbate s. I
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sarno. Tra'principi secolari che vi furono cappuccini e neh 609 minimi, restau-
i
pella della ss. Trinità, restaurò l'episco- che mg.' Alessio Casimiro Giuseppe Wi-
pio neh 5o4, e intervenne al conciliabolo cart, diMeteren arcidiocesi di Cambray,
di Pisa, e poi al concilio generale di Lu- i.° vicario generale di essa e professore
terano V. Nel 1 5 1 8 il cardinal Nicola Fie- di quel seminario, da Gregorio XVI fatto
schi, cui successe neh 524 '' cardinal A- vescovo nel concistoro de'24 aprile 1 845,
goslino Trhndzi, al cui nipote Antonio era stato autorizzato ad aggiungere al suo
2Yivulzine\ 1 528 fu data la sede in com- titolo di vescovo di Frejus, quello di ve-
menda e amministrazione, poi cardinale. scovo di Tolone, e a'6 ottobre 1 853 prese
Neh 564 Girolamo della Rovere, elevato possesso del palazzo episcopale a lui pre-
al cardinalato da Sisto V. Fr. Tommaso parato dalla città di Tolone. Il suo ingres-
Giacobelli piemontese domenicano, au- so ebbe luogo con grande applauso, al suo-
tore d'opere. Egidio de Septres d'Avigno- no delle campane, e fu il vescovo ricevuto
ne nobilitò l'altare maggiore e nella cap- dal clero, dalle autorità e da immeuso ,
pella di s. Cipriano trasportò le sue reli- popolo accorso ad incontrarlo. Nel conci-
quie, introducendo in Tolone nel 1 60G i storo de'28 settembre 1 855 i\ prelato fu
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nuova sede vescovile eli La-
trasferito alla le; all'ovest è disgiunta dal sobborgo s.
vai, dichiarata suffraganea di Toursj ed Cipriano per mezzo della Garonna. Que-
in sua vece il Papa Pio IX nel concisto- sta città, senza sobborghi è di figura
i ,
seminario e canonico della cattedrale pa- tempo non erano che muri di cinta, a po-
tria. co a poco che si andarono abbattendo, fu-
TOLOS.Vo TOULOUSE ( Tolosan). rono da fabbricati nuovi e di
sostituiti
Città con residenza arcivescovile di Fi an- buon gusto. Da' primi del corrente se-
cia, antica. grande e celebre capitale della colo la città si è progressivamente mol-
Liuguadoca, ed al presente capoluogo del- to abbellita, sia nelle abitazioni, sia nelle
l'Alta Carotina, di circondario e di4 can- strade, ed anche le piazze sono più nu-
toni, a 5olegheda Bordeaux. 4 "da Mont- merose, nuove belle e regolari, le an-
le
pellier ei5o da Parigi. Giace in vasta e tiche grandemente migliorate. Questa cit-
bella pianura, sulla sponda destra della tà mancava di fontane pubbliche, e tutte
Garonna, chela divide in due parti ine- le piazze ne sono attualmente adorne, e
guali e vi forma una lieve incurvatura e più di 100 pilastrini a fontana, non privi
parecchie isole, una delle quali, quella di di eleganza, lavano giorno e notte le stra-
tre capoluogo e quartiere generale della rivoluzioni. Da questa piazza una via lar-
io.' divisione militare, e centro della 1 2/ ga e bella mena
alla piazza quadrata del
conservazione boschi va; ha uua corte im- Campidoglio, della quale solo due lati an-
periale, la cui giurisdizione si estende sui ni addietro erano bene edificati, onde sarà
dipartimenti de ll'Ariège,deH'Alta Garon- ed 4 angoli sono de-
stata perfezionata; i
posa iscrizione latina a lettere d'oro; os- Agostino, e fu secolarizzato neh 524 d a
servasi pure in alti a sala la statua in mar- ClementeVII.Era composto del preposto,
ino bianco di Clemenza Isaura, fondatri- di 5 arcidiaconi, di 24 canonici, uno dei
ce de'Giuochi Floreali; e questo slesso e- quali era cancelliere della chiesa e dell'u-
difÌ7Ìo contiene la sala pegli spettacoli, be- niversità , e di molli altri benefiziati. Il
nissituoornata. I magistrati della città an- preposto, scelto sempre dal grembo dei
ticamente chiamavausi capitonls in fran- canonici, veniva eletto a pluralità di voti.
cese, ovvero capilularìi , eapitulares, o Avea giurisdizione immediata su tulio il
domìni de capitulo in latino, dal vocabo- capitolo, il quale era esente dall'ordina-
lo capitolimi, capitolo, assemblea, riunio- rio. Quando ufficiava portava il bastone
ne, e che espritnevasi colla parola capital pastorale, ed era assistilo all'altare da 4
Iteli' antico linguaggio del paese. Questi canonici. Quando andava in processione
mente ardita, il pnlpiloè rimarcabile per tore Romano deli 852.» Il 3i maggio la
la sua vetustà, e non venne mai cambiato città sì eminentemente cattolica di Tolo-
per rispetto agl'illustri predicatori chesa- sa, avea la sorte di vedere riaperta l'au-
luono su di esso, quali furono il b. Rober- lica chiesa de'minimi, il giornodella chiu-
to d'Arbrisselles istitutore della congre- sura del mese Mariano. I tolosani sperano
gaz\oneà\Font-Evrault, s. Bernardo dot- che si farà altrettanto dell'antiche chiese
tore della Chiesa, s. Domenico fondatore de'franeescaniede'domenicani". Aggiun-
dell'ordine de' Predicatori, s. Antonio di gerò, che infatti i domenicani ripristinali
J'adova e Vincenzo Ferreri. Nella tor-
s. in Francia dal benemerito p. La Cordai-
re campanaria era la famosa campana re, aprirono anche in Tolosa un conven-
dell'arcivescovo Cnrdaillac, del peso di to ed una chiesa, che ambedue sono co-
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e nuove, quantunque abbiano dato gli essendo regolare di s. Agostinofu nel 1 526
il nome vecchio, chiamandolo convento secolarizzato da Clemente VII. Avea il
e chiesa di s. Romano. Di più trovo nel diritto d'usare tutti gli ornamenti vesco-
Giornale Romano del 853 a p. 858, di 1 vili, e benediceva il popolo nella sua chie-
chefeoi parola a Sorella.» Un nuovo sta- sa. Era conigliere a) parlamento di To-
sistere le povere vecchie, col prodotto del- mano de' domenicani era assai rimarca-
l'elemosine che esse ricavano dalla que- bile, come il più antico e i.° dell'ordine
stua che giornalmente fanno da una casa (pel narrato a Predicatori), e per esser-
all'altra onde ali meri tare queste in felici lo- vi slato deposto in una bellissima cappel-
ro protette". Inoltre 874-' Il si dice a p. la della chiesa di s. Sernin il corpo del
provinciale de' cappuccini ha comprato dottores. Tommaso d' Aquino {V!), den-
uu vasto terreno nel sobborgo s. Cipria- ti oa un superbo mausoleo a 4 faccie,meu-
no, per stabilirvi un convento del suo or- tre la sua testa fu posta nella sagrestia in
dine. In Tolosa si prepara un couvenlo busto d'argento dorato, esponendosi alla
anche pe'padri domenicani". Anticamen- venerazionede'fedeli nel dì della sua festa.
te in Tolosa eiauvi 26 comunità religio- Questionatoli s. Corpo, per sentenza d'Ur-
se di uomini e circa 1 6 di religiose. Mar- inino V neh 368 fu aggiudicato a questo
ra Cancellieri ne' Possessi, che il guardia- convento, ricevuto dalla città colla più
no de'conventuali di Tolosa, appena sep- gran solennità e immenso concorso di per-
pe la morte di Clemente XIV, scrisse di sone, oltre il duca d'Angiò fratello del re
voler mandare a Roma della terra del ci- Carlo V, gli arcivescovi di Tolosa e di
ìniterio del suo convento, atta a conser- Narbona, molli vescovi, abbati e signori.
vare i cadaveri. La collegiata di s. Ser- Ora mi occorre qui fare una breve di-
nin (o s. Saturnino martire e i. "vescovo di gressione sopra le reliquie di s Tomma-
Tolosa), avea un abbate secolare, ed era so d'Aquino, splendore dell'inclito ordi-
la più distinta della metropoli, composta ne domenicano, e da s. Pio V dichiara-
di 24 canonici, senza il basso coro. La sua to 5.° dottori' della chiesa latina, colla
chiesa celebre, antica e parrocchiale, ia bolla Mirabilis DeiiSjdeW 1 aprile 1 367. 1
tazioni che i frati predicatori avrebbero dottrinari aveano in Tolosa pubbliche bi-
avute da varie parli, scelse egli la chie- blioteche, ed i gesuiti 6 case. Era vi una u-
sa di Tolosa, dicendo al p. generale del- ni versila eretta da Papa Gregorio IX, per
l'ordine nella corrispondente bolla queste l'istanze del re s. Luigi IX: i suoi profes-
parole. Ut
eripiam de iinportunitate
le sori venivano tumulati coli' anello, coi
Itine inde sollicitantiuni ipsemet eligo in gnauli, la spada e gli speroni dorati. Un
locwn prò dicto saneto eorpore Eeele- tempo vi fu uncollegioper la missione di-
siani vestii conventus Tolosani... quia ibi pendente dalla congregazione di propa-
est universitas nova in theologia quarti ganda fide, fondato da un cappuccino i-
volo /andari in solida et firma doc tri- beruese, che col fine d'averne ecclesiasti-
na può vedere il dome-
illius Saneti. Si ci ne avea istituito altro a Bordeaux: fu
nicano p. Antouio Touron (biografo pu- dotato dal magistrato di Tolosa, ammi-
re di s. Domenico e degli uomini illustri nistrando le rendite il rettore e i provve-
innumerabili dell'ordine), Pie des. Tho- ditori. 1 16 alunni aveano l'obbligo di f ir-
mas, Paris 1737, a p. 344* uoa c ie a '* ^ '' si sacerdoti, e studiavano nell'università
tro domenicano p. Guglielmo de Tocco, l'alte scienze. Nelle biografie de' seguenti
Vita d. Thomae de Aquino, presso i ci- cardinali notai i collegi fondati nella loro
te indigene de'Pirenei, e nel qualesi fan- Giuochi Floreali o della Dea Flora, che
no corsi di botanica. All'estremità meri- conta più di 5 secoli d'esistenza, e la cui
dionale dell'isola di Tounis, sono le rui- fondazione si attribuisce a quella celebre
ne del castello Naibonese, antica citta- Clemenza Isaura che l'avrebbe riccamen-
della de'ie di Francia e de'conti di To- te dotata ma dispiace che non si vada
,
losa, e colà presso sorge un altro bel mu> d'accordo sul tempo in cui abbia vissuto,
lino, rivale di quello dei Basacle; alquan- alcuni riportaudoue al 1 220. l'istituzione
to inferiormente alla della i^.la è pon- il accademica, altri la ritardanoal 1 323; co-
te sulla Garonna , che fa comunicare la munque sia, l'accademia distribuisce se- i
città col sobborgo di s. Cipriano, ponte di guenti premi: pel una viola d'ora, pel
1
.°
beila esecuzione e costruito «sotto Luigi 2. una rosa selvatica pur d'oro, pel 3." un
KW sopra disegno di Soulbon, con
,
7 fiore-arancio dello stesso metallo. Tutti i
archi di varie grandezze, largoia tese o poeti francesi hanno diritto di concorrer-
pertiche e 35 lungo, e che dalla parte del
1 vi , e parecchi fra' più celebri vi furono
sobborgo termina con una porta ad arco coronati. Vi sono inoli re, l'accademia del-
5
14 TOL TOL
le scienze, iscrizioni e belle lettere; l'acca- all'ospizio, maiolica, porcellana, terra da
demia di pittura, scultura e architettura; pipe, manifattura regia di tabacchi, fila
ilcollegio regio, la scuola secondaria di toi, concie di pelli, birrerie, corderie, fab-
medicina echirurgia, la scuola d'ai ti e me- briche di misure ee.Numerose sono le tipo-
slieri, quella speciale di disegno , scuole grafie e i fondachi de'librai: il già proprie-
regie d'equitazione, di musica e di canto, tario d'uno di essi, il eh. Agostino Mana-
un eorso di geometria e meccanica appli- vit tolosauOjio lo chiamerò l'^Zf/o^i To-
cale alle arti, altre di fisica sperimentale, /o.srule'nostri giorni. Saggio, eruditissimo
di chimica e d'ostetricia all'Ilòtel-Dieu ; e pio scrittore, gli dichiarai la mia am-
società di medicina, delle belle arti, d'a- mirazione e riconoscenza nel voi. LXIV,
gricoltura e di carità materna; una socie- p. 32 1, per la traduzione delle mie Cap*
tà biblica ausiliaria protestante, ed una pelle Pontificie^ per quantoeg regiamen-
di prestito gratuito sopra pegno; e due hi te scrisse d'un Gregorio XVI e d'uu car-
bliolechepubb!iche,unadi piùche3o,ooo dinal Mezzofanti, e qui solennemente gli
volumi, e l'altra supera i 24,000: quella rinnovo miei omaggi,con particolare sod-
i
del collegioconlenendo, tra altri mss. pre- disfazione dell'ani mo, sebhene egli sia pas-
ziosi, le Ore di Carlo Magno, quelle del- sato a miglior vita nel declinar deli 855,
la regina di Bretagna, un' Apocalisse tra- e fu una perdita giustamente deplorala
dotta in versi francesi, ed un Eschilo coi dall'illustre patria, e da chi ne conosceva
margini sopraccaricati di note per mano le virtù ed pregi. Ogni due anni dal 1
i
di Racine. Possiede ancora questa città giugno ali 5 luglio si fa pubblica esposi-
un osservatorio, dove si fanno corsi d'a- zione ili prodotti dell'industria diparti-
stronomia; museo di pittura ed'anlichità, mentale. commercio, senza essere mol-
Il
cresciuto colle ricche scoperte fatte nel to attivissimo, non vi è perciò meno di
1827 presso la città di Martres, e tra le assai grande importanza, principalmente
altre cose, 60 busti d'imperatori e impe- colla Spagna; ma quello di emporio coi
ratrici in marmo, d'un Giove Serapicle, porli di Marsiglia e Bordeaux e coll'in-
ec. Vi è la scuola dell'artiglieria con ar- terno della Francia non è tanto quanto
senale poligono, polveriera, fucine, e fon- potrebbe credersi animato; è questo pu-
deria di cannoni, ed un semenzaio dipar- re l'emporiode ferri del dipartimento del-
timentale. Anche l'industria quivi conta l'Ariège, non che de' due mari. Esporla
parecchi stabilimenti importanti: tali so- questa città principalmente molto grano
no precipuamente un laminatoio, che ri- e farina prodotto più essenziale del suo
,
duce in lastre circa i5o,ooo chilogram- territorio; manda essa nell' interno della
mi di rame all'anno, ed una fabbrica d'og- Francia pasticci di fegato d'anitra che so-
getti d'acciaio, falci e lime, la più ragguar- no rinomali. Vi si tengono due grandi
devole che esista in Francia, ed il cui pro- mercati all'anno, pe'fiori e pel porco sa-
dotto ad annocomuneascentlead8oo,ooo lato, ed 8 fiere, fra le quali è importan-
chilogrammi d'acciaio, 80,000 di lime, e te quella de'i5 giugno per le lane e panni.
circa 120,000 falci; hawi inoltre fucine Il suo canale di Mezzodì è della maggior
alla catalana, magli da ferro, altri lami- importanza pel commercio della Fran-
natoi per ferro e rame, fonderie di rame cia meridionale. Progettata sotto France-
per campane e altri oggetti, fabbriche di sco I, la comunicazione della Carolina col
cera e di candele dell'* slessa materia, ac- Mediterraneo, questo grande monumen-
qua vile, olio, paste italiane, carte dipin- to non che sotto Luigi XIV,
fu eseguito
te, tele incerate, corde da strumenti, ma- pegli ordini di Colberl e mercè il genio di
terie resinose, marocchini, indiane, coper- iliquet. Si cominciò nel 1667, e nel 1681
te di lana e di coione, cappelli di paglia la uavigazione fu in attività su tulta la li-
TOL TOL .5
nea. Per questo complesso di pregi, e di de'canoui in Tolosa. Tolosano fu il cardi-
altri che sarebbe lungo il rilevare, Tolo- un
nal Raimondo.l/c>/i/ò/7, la cui famiglia
sa è una delle più belle e più grandi cit- tempo signoreggiò Tolosa. L'ultimo san-
tà della floridissima e possente Francia. to tolosano a cui la s. Sede ha decretato
Essa inoltre vanta una moltitudine di uo- il pubblico culto è la b. Germaua Cousin
mini celebri in tutti i generi, e tra gli al- di Pibrac, villaggio poco lontano da To-
tri il giurecousultoCujacio 5
al quale giusta- losa , nata da poveri parenti e destinata
mentela patria P8 dicembre 85o innalzò 1 duDioadareal mondo il maggioi esempio
a suo onore una statua, e sul piedistallo dell'umiltà. Introdotta la causa di sua ca-
fu incisa questa iscrizione: Jacofro Cuia- nonizzazione nel i845 avanti Gregorio
rio Tolosano. E' patria dei poeti e autori X\ I, e continuata con molta alacrità, il
poeta e matematico Fermat, del fisico e descritta nel n.°io5del Giuntale di Ro-
dotto minimo Maignan, degli storici Ca- ma > insieme alle notizie sulla serva di Dio.
seneuve e Guglielmo Caldi ; de* ultori Gli abitanti sommano a circa 65,ooo, i
Francesco e Gio. Francesco de Trov: dei quali partecipano del linguaggio, del ca-
pittori, scultori e architetti N. Bachelier, rattere e dell'abitudini de'guascoui, per-
F. Lucas, Antonio Rivale; di Bertrand di chè ilsud-ovestdeli'Alta Garonua ne com-
Mollevilie ministro della marineria tolto pi endemia parie, onde alcuni geografi per
Luigi X\ I, e autore d' una storia della qualche riguardo considerarono Tolosa
mutazione; del bravo general Dupuy come eapitaledel paese Guascone. LaGua-
morto alCairo, e del marescialloPeriguon. scogna, divisa in Alta e Cassa, rinchiude-
Colle loro opere poetiche si tesero chiara va quasi tuttala contrada compresa fra
gnt. E
pur la patria di Riquel, che s'im- doche corrispondeva pi esso a poco uìì'A-
mortalò col celebralo canale di Lingua- quitaìda^iua delle3 parli dell'auticaGfl/-
duca o Mezzodì. Vi ebbe pure natali il i //<7 ; ossiaGallia Armorica o Marittima, di-
d. 'Giovanni Esquirol. benemerito degl'in- visa poi in Aquitauia i/,in Aquitania 2.*,
felici dementi. I fasti ecclesiastici si glo- ed in Novempopulania. La Guascogna
riano di molli cardinali,aici vescovi, vesco- prese il suo nomeda'guasconi o vasconi,
vi e altri prelati. Tolosauo fu il b. e Papa popoli della Spagna Tarragonese, che vi
Benedetto A"// del Fornoo Fournier, ua- s'introdussero da'viciuiPireuci dopo aver-
to in Saverdun territorio di Tolosa, da un ne caccialo i visigoti. Si dicono i tofOMtaj
molinaio, secondo alcuni, già inquisitore più ordinariamente degii abitanti
istruiti
della provincia di Tolosa, ove estirpò gli dell'antica provincia di Guascogna. Lo
che l'inondavano, e nipote di Gio-
eretici studio delle leggi, l'applicazione alle scien-
vanni XX11, che pure diversi dicono di ze, alh lettere e alle arti de'tolosani, il lo-
bassa origine, e perciò tanto più gloriosi, ro gusto per la musica e la dauza, li ren-
e ben lo si mostrò il b. Benedetto XI col- I dono più riflessivi , di più mite società,
la luosa moderazione, nel mai itare con
\ ir senza per altro diminuir quella vivacità
mediocre dote la nipote a un mercante di di spirilo così generale in questa parte di
Tolosa, rifiutando ragguardevoli perso- Frauda. Il tolosano senza istruzione, lau-
naggi. Tolosano si fa pure Urbano f Gri- to per conto religioso che politico, talvol-
moardi, veramente di Linguadoca, e pare ta si abbandonò ad eccessi ch'ebbe poi a
oriundo di Limogese nato in Grissac nella pentirsi, per la variabilità del partito che
contea di Gevaudan.già professore insigne prese, s' è realmente vero quanto su ciò
i6 TOL TOL
osserva taluno. Amono è il clima di To- Linguadoca, sotto al quale si comprese-
losa in ogni tempo, ti amie l'estate, e sano ro prima tutti i paesi in cui parlavasi la
vi si perviene a età avanzatissima; buoni lingua tolosana o la lingua d'Oc, parola
sono i viveri, svariati e a buon mercato. che corrisponde all'Otti," verisimilmemte
La danza, il teatro e soprattutto il canto da questo termine venne anche la deno-
formano i principali diletti; la disposizio- minazione d'Occitania, che alcune volte
ne al canto vi è straordinaria, e di soven- si applicò a questa contrada, una porzio-
forse in maggior numero pretendono, che l'anno di Roma 636, abitala essendo dai
soltanto nel secolo XIII s'incominciasse a volci, teclosagi, volci arecomici, gaba-
disegnare questa provincia col nome di li, velauni, ruteni, umbiatici e cadurci.
TOL TOL 17
Sebbene Tolosa fu inipot tantissima al to II. Di continuando il suo cammino,
là
tempo de' romani, ed avesse il Campido- si portò a prender possesso de'suoi nuo-
glio, tempio d' Apollo e più altri belli
il vi stati a Tolosa, ove fissò la sua residen-
monumenti, non fu mai sotto que'couqui- za, e fece rivivere nella sua persona l'an-
statori capitale della provincia. Nel prin- tico titolode'redi Tolosa cheda circa 1 23
cipio del V secolo i vandali, gli svevi e gli anni erasi spento colla monarchia visigo-
alani cagionarono orribili guasti nelleGal- ta in Francia. Nella primavera 63 1 mar-
lie, e Tolosa fu preservata da' vandali per ciò a domar guasconi
i ribellati alloro du-
le virtù e pregbiere del vescovo s. Esu- ca Amand suo suocero, ma tornato vitto-
perio. Ma nel 4'9 ' S°t* invasero la Lin- rioso a Tolosa mori nell'istessoanno, la-
guadoca, abbandonata loro dall'impera- sciando 3 figli della regiua Gisele , cioè
tore Onorio, e vennero distinti col nome Childerico, Boggis e Bertrand. Childe-
di / isigoti que' goti cbe in questa parte rico fanciullo poco dopo mori per opera
delle Gallie fissarono il principale stabi- di Dagoberto I,al dire di alcuni, il quale
limento e la eressero in mona rchia, dichia- riunì a'suoi stati il reguo di Tolosa. Ma
rali Jone capitale Tolosa, e vi fecero la lo- Amand in favore de'uipoti Boggis e Ber-
ro residenza per 88 anni. Dierouo essi al- trand aizzò i popoli del suo ducato, e uel
la regione il nome di Gothia o Gozia, con- 636 estese le sue escursioni iu tutto l'an-
servando pur anco quello di Septimauia, tico regno di Cariberto. Nel qual anno Da-
e presero il titolo di re di Tolosa. Alari- goberto I assediata Poitiers, in pena del-
fece levare e li tagliò a pezzi; tua nel 73 1 maggio de'grandi e del popolo. Tosto che
soggiacque col paese alle loro terribili stra- fu inistatodi governare volle impone col
gi, arrestate dal soccorso di Carlo Martello la magnificenza, però accortosi che il lus-
che li disfece. Nel j35 Unaldo successe al so era oneroso a'popoli si riformò da se
padre Eude, non lenza opposizione di Car* slesso, e colla economia potè mantenere
lo Martello, che poi gli permise di tener una corte Fece guerra con suc-
brillante.
l'Aquitania con titolo di duca, in fede e cesso a' saraceni di Spagna, e per morte
omaggio di lui e de'fìgli Carloinano e Pi- del padre nelT 8 4 fu elevato all' impe-
1
pinoci quali poi Unnldo combattè. Aven- ro e spedì il proprio figlio Pipino I a To-
do questi fatto cavar gli occhi al proprio losa perle sue veci qual re d'Aquitania,
fratello Ballon, lacerato da'rioiorsi abdi- riconosciuto poi per tale nell'8 1 7. A Pi-
cò la corona ducale, e si fece religioso nel pino I successe nel regno il figlio Pipino
monastero dell'isola Re fondalo dal pa- II nell'839 assai giovane, per acclamazio-
dre, lasciandoli ducato di Tolosa e Aqui- ne d'alcuni signori, nel timore che l'avo
Wafria nel 7 45. Questi re-
tauia al figlio imperatore volesse investirne il figlio Car-
gnò su tutta l'Aquitania e la Guascogna, lo il Calvo, come realmente fece nel-
die asilo nel j5o a Grippone fratello di l'assemblea di Chalons: chi ricusò il giu-
Pipino, quale nel 752 divenne re de'
il ramento di fedeltà fu punito con supplizi,
francesi, e poi nel 760 gli mosse guerra, indi l'imperatore inviato il figlio a Poi-
indi perdonandolo per aver chiesto pace liers, passò a combattere i malcontenti a-
e promesso giuramento di fedeltà. Lun- quitani. Morto Lodovico I uell'84o si ri-
gi di tener la parola, Wafria scorse l'Au- destò il partilo di Pipino II, ma venne fu-
tunnese col ferro e col fuoco. Il re per ven- ga lo da Carlo a Bourges. Questi a' 1 3 mag-
dicarsi fece 3 anni di desolante guerra ,
gio 843 pose l'assedio dinanzi Tolosa, che
vincendo due volte il duca, che perì as- poi levò a'ao giugno per recarsi a Ver-
ai giugno 768 nelPerigord. Co-
sassinalo dun a conferire co'fralelli Lotario I e Lo-
sì duca ereditario di Tolosa
finì l'ultimo dovico II; abboccamento il cui esito riu-
e Aquitauia, che discendeva dalla 1. "stir- scì falalea Pipinoli, che si vide spogliato
pe de're francesi, e l'Aquitania venne riu- dopo a ver combat tutu a favore di Lotariol.
nita alla corona di Francia. Wafria lasciò Egli non si perde di coraggio e si preparò a
Lupo suo figlio,che pera ver nel 778 scon- vigorosa difesa.TornatoCarlo I' 11 maggio
fitto ilretroguardo di Carlo Magno, re- 844 a ripigliar l'assedio di Tolosa, fu da
duce dalla Spagna, il re lo f. ce impicca- Pipino II costretto a ritirarsi sulla fine di
re: i suoi figli furono duchi Guascogna.
di giugno. Nell'845 seguì tra loro un trat-
Callo Magnoeresse in regno Tolosa e l'A- tato, col quale Carlo cede al nipote Pi-
quitania, e ne dichiarò re il figlio Lodo- pino II tutta l'Aquitania, tranne il Poi-
vico I il 7-Youel 781 di 3 anni, e condot- tou, il Saiutong e l'Angumese, riserban-
tolo a Roma lo consagrò Papa Adriano I dosi per altro la signoria feudale sul ri-
in uno al fratello Pipino nel giorno di Pa- manente. Divenuto Pipino II padrone del
squa. Da Roma in culla, com'eravi sialo regno, l'Aquitania, fu divisa indue ducali
porta to.Lodovico I fu trasportato aTolosa o governi, l'uno sotto il suo dominio, l'al-
per prendere possesso de'suoi stali, di cui tro sotto quello di Carlo. Malcontenti i po-
era la città capitale. Il suo ingresso fu più poli de\miuistri di Pipino II, invitarono
spleudidodi quanto sembrava permetter* uell'848 Carlo a governarli, ed egli feee»i
lo lasua età. Gli si fecero per tal ceremo- coronare a Limoges re d' Aquitauia. Nel
TO L TOL .
9
seguente anno s'impadronì di Tolosa e poi so e consegnato aCarlo il Calvo.e pare mo-
della Seltimauia. Gli aquilani leggeri e risse prigione. La confusione che produs-
incostanti annoiarono ben presto di Car-
si sero in Aquitauia le controversie Ira Car-
lo il Calvo, e Pipino II ricomparve dopo lo il Calvo e Pipino II, ridusse il regno
la sua partenza, e nell'Soo di nuovo fu ac- a una specie d'anarchia, in guisa che non
clamato re. Per guarentirsi dallo ziochia- riconoscendo alcun sovrano, molti segna-
mi) normanni, che presa Tolosa la sac-
i vano gli atti dagli anni posteriori alla mor-
cheggiarono. Nello stesso tempo si alleò te di Lodovico I. Ma Carlo languente pe'
co' saraceni di Spagna, che sbarcati sulle colpi ricevuti nel bosco di Guise, non co-
spiaggie della Seltimania la devastarono. nosciuto, morì a'29 settembre 866. Nel
Per tutto questo nell'852 Pipino II nuo- seguente il fratello Lodovico II il Ball/o
vamente venneahbandonato, l'Aquilania fu coronato re d'Aquitania, quindi nel-
rientrando nell'ubbidienza diCai lo,il qua- P877 divenuto re di Francia per morie
le fece prender l'abito monastico al nipo- del padre Carlo il Calvo, l'Aquitauia fu
te. Gli aquitani sempre inclinevoli alla ri- riunita alla corona di Francia e confuso
volta, chiesero nell'853 a Luigi il Tede- il suo regno col resto della monarchia.
sco i
.°
re di Germania il suo primogenito Sotto il re Carlo III il Semplice dell'892
Luigi per loro sovrano, a che avendo il principalmente, duchi e
conli di Tolo-
i i
Aquitauia, ove furouo riveduti da'popoli plice il supremo potere, e crebbe così il
con gioia, e fu decretata un'altra volta a numero de'conti, che solevano a'gover-
Pipino li la sovranità. Carlo ilCalvo ac- natori divenuti conti di Tolosa prestare
corse per salvare il regno alla monarchia, omaggio, comechè questi ormai resisi in-
tarono a Luigi di Germania per ottenere ma V Arie di verificare le date, che ri-
la sua protezione. Andata a vuoto tal pra- porta tanto la cronologia storica de' rife-
tica, npigliarono le parti di Carlo il Cal- riti re francesi di Tolosa ed Aquitania ,
vo per ridomandai gli suo figlio. Appena come de'conti o duchi di Tolosa, che va-
tornalo il giovane Carlo, fu soverchiato do a riprodurre, avverte che l'istituzione
da Pipino 11, e tra loro per 7 anni durò de' Conli è di molto più antica. Nel co-
la guerra con vario successo. Finalmente dice Teodosiano in menziouede'
fittisi fa
nell'86 j Pipino II ingannalo da Piainulfo couti cheaveauo 1' amministrazione del-
coute di Poitou e duca d'Aquitania, fu pi e- le proviucie. Si potrebbe far rimontar l'o-
20 TO L TOL
rigine de'conli fmoad Augusto. Sotto Co- Nel 793, dopo incredibili sforzi, fu vinto
stantino Grande questo titolo diven-
I il da'saraceni tra Narbonn e Carcassona; in-
ne più comune e fu dato allora 'princi- di nell'8o 1 indusse Lodovico I il l'io re
pali ufficiali dell'impero: l'uso se n'era pu- d'Aquitania a formar l'assedio di Barcel-
re introdotto presso le nazioni bai bare. I lona contro quegl'iufedeli, e si distinse in
conti e duchi stabiliti da CarloMagno non tale spedizione ottenendo dopo 7 mesi la
furonodimqueunanuovaistituzione.Tra dedizione della piazza. Avendo fondato il
questi conti quelli di Tolosa furono soli i monastero diGcIlone nella diocesi di Lo-
che presero il titolo di duchi. Essi chia- deve, detto s. Guglielmo del Deserto, neh
mavansi indifferentemente conti o duchi, l'8o6 vi si ritirò, e vestito l'abito religio-
perchè Tolosa era contea e ducato ad uu so morì santamente verso l'8 3, e per le 1
tempo. Si chiamava conte quello che a- sue virtù fu posto nel catalogo de' santi,
vea il governo d'una sola città, o d'una canonizzato nel 1202 da Innocenzo 111.
diocesi soltanto; e duca quello che gover- Nell'8 1 o gli successe Raimondo detto Ra-
nava più più diocesi, od una pro-
città, fìnel qual duca d'Aquitania. Nell'817 il
vincia. Il i.°duca beneficiario di Tolosa ducatodiTolosa divenne mollo meno rag-
fu Chorson o Torsin, nominalo nel 778 guardevole per esserne sta te staccate laSet-
conte o duca di Tolosa da Carlo Maglio. timania e la Marca di Spagna attesa la di-
Egli marciò nel 787 contro Adalrico fi- visione fatta da Lodovico I de'suoi slati
glio di Lupo duca de'guascooi, che avea tra'propri figli. Nell'8 8 trovasi Beren-
1
disfatta la retroguardia di Carlo Magno gario duca beneficiario di Tolosa, non me-
nella vallata di Roncevaux; ma fu preso no illustre per saggezza e buona condot-
da Addii ico che gli fece acquistare la sua ta, che pe'suoi natali, discendendo da Ugo
libertà a condizioni vergognose. L' anno contedi Tours prossimocongiunto di det-
790 Chorson fu destituito dal suo gover- to imperatore, il quale nell'832 lo nomi-
no in castigo della sua viltà, per giudizio nò duca di Settimania e morì nell'835.
d'una dieta che Carlo Magno fece tenere La Settimania o Gothia, parte della i."
a Worms. Nel 790 stesso s. Guglielmo I Narbonese, che restò a' visigoti dopo che
divenne duca di Tolosa, e si rese celebre i franchi gli ebbero spogliati della mag-
per le sue grandi prerogative civili, mili- gior parte di loro conquiste nelle Gallie,
tari e cristiane, fu eletto duca di Tolosa fu chiamata Settimania a motivo delle 7
e Aquitania nella detta dieta, qual figlio principali città che la componevano, e Go-
di Teodorico e di Aldane. 11 padre avea thia dal nome della nazione che I' avea
comandatogli eserciti sotto Pipino e Car- conquistata, come già indicai con altre 0-
lo Magno sino a quest'epoca, era prossi- pinioni. Essa comprendeva tutta la Lin-
mo loro congiunto qual pronipote di Chil- guadoca, ad eccezione dell'antiche dioce-
tlebraudo per partedell'avo paterno Teo- si di Tolosa e d'Alby, e di quelle di Usez
doino conte di Vienna e d'Autun, quel e di Viviers. 11 re di Francia Pipino do-
desso che nel 753 incaricato da Pipino po averla conquistala verso il 760 l'unì
d'opporsi a Grippone suo fratello che vo- alla corona, ene fu staccata poi dal figlio
leva passare in Italia, gli die nella vallata Carlo Magno per far parte del regno d'A-
di Malmenile un combattimento in cui quitania da lui eretto nel 778. L'impera-
perirono entrambi. Non degenerò Gugliel- tore Lodovico I nell'817 l'incorporò al-
mo I dal valore de'suoi antenati, fece la la Marca di Spagna, e fece delle due Pro-
suai/ spedizione controi guasconi chea- vincie un ducato particolare, di cui Bar-
veano preso l'armi a favore del duca A- cellona fu la capitale. Dell'uno e dell'al-
dalrico, proscritto nella dieta di Worms, tro di questi ultimi due stali, ora vado a
e riuscì a pacificarli con abilità e valore. parlare! dicendo d'alcuni de'duchi e inai-
1
TOL TOL 2
diesi ili Settimauia. Neil' 835 Bernardo iore e la suaprudenza uell'826 contro Ai -
duca diSettimana, come figlio del defun- zon che avea fatto sollevare la Marca di
to s. Guglielmo, gli successe al ducato di Spagna. Fatto venire dall'imperatore Lo-
Tolosa, morì nell'844 e dovrò riparlar- dovico I alla sua corte nell'828, lo dichia-
ne nel riportare la serie de'duchi di Set- rò suoi. ministro, indi nell' 829 lo fece
timauia. In tale armo o neli'845 il figlio suo cameriere o gran ciambellano e lo no-
Guglielmo II divenne duca e conte bene- minò aio di suo figlio Carlo il Calvo. Ber-
ficiario diTolosa per disposizione di Pi- nardo entrò nel partito dell'imperatrice
pino li re d'Aquitania. Ne!l'85o arresta- Giulitta madre di tal principe pel suo sta-
toio Barcellona, di cui erasi nell'848 im- bilimento, e determinò I' imperatore ad
padronito coll'aiuto de' saraceni, qual reo assegnargli un regno a pregiudizio della
di lesa maestà fu messo a morte. JNeII'8 7 1 convenzione divisionale falla tra'figli del
.°
Lodovico I dopo d'aver diviso suoi sta- i 1 letto. Questi malcontenti di tale dispo-
ti tra'3 figli, eresse in ducato la Seltima- sizionetramarono una congiura contro
nia, ch'era nella porzione del primoge- Bernardo, con molti signori dello stato,
nito Lotario 1, e gli die peri. "duca Bera accusandolo di tirannia e di criminosa cor-
di nascita visigoto, già conte di Barcello- rispondenza con l'imperatrice. Neil 83o
nadali'801, epoca in cui i francesi l'avea- l'imperatore per dare qualche soddisfa-
no tolta a'saraceni,ealla presenza di Car- zione a'congiurati, rimaudò Bernardo al
lo Magno in quell'assedio avea dato pio- suo goveruOjil quale con giuramento volle
ve di valore. Nell'820 calunniato dal vi- poi purgarsi nella dieta di Thionville, non
cino conte Sanila, per difetto di prove l'ac- trovando chi volesse accettare il duello.
cusatore offri il duello, e Bera restato vin- Però non essendo ripristinato nel favore,
to secondo pregiudizi delle prove che
, i si unì col re Pipino l contro gl'interessi
portava la convinzione del delitto, fu ri- dell'imperatore suo padre. Questi consa-
legato a Rouen: da lui poi in Linguado- pevole di sue procedure lo privò uell'832
ca fu detto Bera per ingiuria quello che de' suoi onori, e il ducato di Settiraania
mancava di fede al proprio sovrano. Nel- fu dato al suddettoBerengario duca di To-
l'85o Fredelone d'illustre discendenza, losa. Bernardo poi dichiarossi contro fi- i
comandava in Tolosa quando fu assedia- gli ribelli di Lodovico I, e die opera pel
ta per la 3." volta da Carlo il Calvo, cui ristabilimento di questo principe deposto,
rese l'importatile piazza e ricevè in com- onde neh' 833 ricuperò il suo ducato di
penso la contea di Tolosa, alla quale era Tolosa. Vedendosi alla testa di due gran-
unito il ducato d'Aquitania. Morendo nel- di provincie , Tolosa e la Settimania, si
1 8 J2 senza maschi, trasmise a Raimon- credè tutto permesso, usurpò beni eccle- i
do suo fratello la contea o ducato di To- siastici e oppresse popoli. Carlo il Calvo
i
losa, colla contea di Rouergue. Le diguità nell' 840 gli ritolse il ducato di Tolosa,
ereditarie aveano di già comincialo, co- per l'intelligenze che avea con Pipino 11
me rilevai, nell'impero di Lodovico l,ma re d'Aquitania, e uominò in sua vece \ Va-
non furono interamente e legalmenlesta- ria signore borgognone. Bernardo ricon-
bilite che all'innalzameli tu regno di U-
al ciliato apparentemente con Carlo, marciò
gp Capete. Innanzi di procedere colle no- nell'84.1 sotto i suoi vessilli alla battaglia
tizie di Raimondo e de'couti ereditari di di Fonteuai, limitandosi alle parti di sem-
Tolosa, dirò prima de'duchi di Settima- plice spettatore, mentre Warin col suo va-
uia. Bernardo I già rammentato, figlio lore fece volgere a favor di Carlo la vit-
di Guglielmo I duca di Tolosa, uell'820
s. toria. Non andò impunita la sua perfidia,
tu sostituito a Bera qual duca beneficia- e nell' 844 arrestato Bernardo d'ordine
rio di Selliuiauia. Egli segnalò il suo va- di Carlo, questi nel giugno lo fece morire
,
ii TOL T OL
per delitto di fellonia: lasciò due figli, Gu- ne, che da' vescovi di sua giurisdizione si
CarloiI Calvo nell'844 ° prima della tra- conferì a'suoi partigiani le contee del nuo-
gica fine di Bernardo, die il governo della vo regno, fra'quali Bernardo II già mar-
Setlimania a Suni freddo, figlio del conte chese di Settimauia ebbela contea di Ma-
d'Ausone nella AI a rea di Spagna, ch'era $on. Nell'880 sotto la sua condotta si po-
conte diGironaed'Urgel,ed allora la Set- sero in marcia due re per discacciare il ti-
difese la Marca ili Spagna contro Gugliel- ga resistenza, e combattendo sempre con-
mo II conte di Tolosa unito a'saraceni tro Bosone vi perde la vita nel!' 886. 11
perdendo Barcellona e Ampurias ; però suo Guglielmo il Pio ereditò il mar-
figlio
nata. Nell'852 era marchese di Seltima- la Setlimania passò alla casa di Tolosa,
nia Odalrico conte di Girona, e restò fe- de'cui conti ereditari vado a ragionare.
dele a Carlo Calvo quando insorse l'A-
il Nell'852 alla morte del summentova-
quilania. Per sua morie nell'857 fu mar- to Fredelone conte di Tolosa, successe il
chese Unfreddo della famiglia di s. Gu« fratello B-aimondo I, che prese il titolo di
contro Carlo il Calvo, nou che contro il losa da Unfreddo marchese di Setlimania,
figlio Lodovico II il Balbo. Scomunicato ma vi rientrò nell' 864 dopo che questi
dal concilio di Troyes per aver invaso il abbandonò la città. Raimondo morì ver- I
anno il re Lodovico II surrogò nel mar- duca; cioè conte di Tolosa perchè gover-
chesato Bernardo III detto Piantavello- natore della città, marchese per l'autori-
sa conte d'Auvergne, e si meritò la sua tà che avea su porzione della ."Narbone- 1
confidenza pe'servigi importanti che gli se, e duca per quella che esercitava sopra
rese, onde iti morte lo nominò tutore del parte dell'Aquilauia. Sidiceche morì nel-
suo primogènito; Lodovico 111, che si af ì'875 di malamorte, per avere usurpati i
frettò di far coronare, insieme al fratello beni dellechiese di Reims posti nell'Aqtii-
Carlomano, per prevenire i disegni de' tania. Scrissero alcuni, e lo ricordai a Pe.v-
malintenzionati. Di fa Iti quasi subito scop- na e altrove, che nella pace traCarlo il Cal-
piarono le mire ambiziose del duca Boso- vo imperatori e re di Francia, e Bernur-
TOL TOL 23
do conte di Tolosa, essi la sottoscrissero sala in sorte alla casa di Tolosa di loro fa-
colla penna intinta nel Sangue di Gesù miglia. Raimondo li primogenito d'Odo-
Cristo. Primamente conviene avvertire, ne quando successe nella contea già ne
,
di non confondere questo Bernardo, come porta vai titoli, comechè dal padre associa-
fecero diversi moderni, con Bernardo II lo al governo. Tanto esso che il fratello
marchese di Gothia o Settimania, né con non presero mai parte alla congiura for-
Bernardo conte d'Auvergnc figlio del du- mata nel 922 contro Carlo III il Sempli'
ca di Settimania, quali erano contempo-i cere di Francia, né all'elezione di Rober-
ranei, e si trovarono tutti e tre nell'868 to I duca di Francia. Nel 923 Raimon-
alla dieta di Pitres pressoPont de l'Arche do II segnalò il proprio valore contro i
nella diocesi di Rouen, convocata da Carlo normanni in un fatto d'armi dato loro con
il Calvo. Se realmente ciò fu fatto, e se Guglielmo II conte d'Auvergue che l'a-
propriamente anche cou altri ebhe luogo vea chiamato in suo aiuto. Morì Raimon-
rito si strano o come seguì, si può vedere do II poco dopo tale spedizione e fors'au-
il voi. LXX1 V, p. 26 e 27. Su questo gra- che nell'azione, lasciando nel 923 succes-
ve punto il Mondelli, poi vescovo di Ter- sore il figlio Raimondo Pons III. Questi
racina, ci diede nelle sue Dissert. Eccle- pure restò fedele a Carlo III il Semplice,
siastiche la Dissert. VII Sopra la de- e finché visse questo re non volle mai ri-
posizione e la scomunica di Pirro mo- conoscere Raul o Raolfo a re di Francia,
no udita, fatta e sottoscritta dal Ponte- e neppur dopo per lungo tempo. Questo
fice Teodoro I. al quale si attribuisce pu- avvenimento è una dell'epoche principali
re di averlo praticato, e perciò venne con- del potere esteso che si attribuirono con- i
nardo immediatamente successe il fratel- Tolosa si qualificò mai per duca d'Aquita-
lo Odone o Eude, che nell'878 unì alla nia. Morì verso il gio egli successe nel-
contea di Tolosa l'Albigese ed estese mol- la coutea e uella più parte de'suoi posse-
to la sua autorità nella provincia. L 1 1 dimenti sotto la tutela della madre il figlio
settembre gio sottoscrisse la carta della Guglielmo III Tagliaferro, mentre il fra-
fondanone del celebre monastero di Citi- tello Pons Raimondo ebbe l'Albigese, e fu
gnyt data da Guglielmo il Pio duca d'A- 989 dal figliastro. Nel 97 J
assassinato nel
quitaiiia e marchese di Gothia, col quale Guglielmo 111 fece cou Raimondo III con-
era intimamente legato. Morì assai vec- te di Rouergue un trattato di divisione dei
chio verso il
9 9, lasciando della sua spo- possessi di famiglia, col quale ciascuno tra
1
sa Garsiude figlia d' Ermeugardo coute le altre cose si riservò la metà della con-
d'Alby due figli, Raimondo II ed Ermen- tea di Nimes, da ereditarsi da'loro discen-
gardo, che si divisero la sua eredità e for- denti . la porzione di questa contea che
marono due linee, cioè de'conti di Tolosa toccò al coute di Tolosa fu detta la coutea
e de'conti di R.ouergue. I due fratelli go- di Saint-Gilles per trovarsi compresa ivi
di-tono iu comune I' Albigese, il Quercy l'abbazia di tal nome posta sul Rodano.
i d marchesato di Gothia o Settimania, Dalla moglie àrsiodc da Chartres ebbe
clic dal defuulo Guglielmo il Accra pas- Rainioudo e Enrico, Costanza che sposò
24 TOL TOL
Roberto II re di Francia (dopo il ripudio clesiastici, e non solo impunemente, ma
di Berta stia cugina, per cui era stalo in- anco in tranquillità di coscienza, come si
terdetto il regno, strepitoso avvenimento vede dall'assegnazione fatta del vescova-
che toccai anche nel voi. LXII, p. 216), to d'Alby nel io3y stesso a sua moglie IVI a-
ed Ermengarde maritala a Roberto I con- jore per suo vedovile. Egli dispose pure
te d'Au vergile. Verso il 990 Guglielmo perdenarodel vescovato diPuy. Morì nel
III sposò in seconde nozze Emma figlia 1 060 e fu sepolto come suo padre nella
di Rolbold conte di Provenza, la quale chiesa di s. Sernin, in una tomba di mar-
portò nella casa di Tolosa ciò che chiamos- mo bianco; e nelle contee di Tolosa, d'Al-
si in seguito marchesato di Provenza: do- bigeois e di Quercy gli successe il figlio
po questo matrimonio egli formò la sua Guglielmo IV, principe virtuoso, che si
residenza ordinaria in Provenza. Il con- die principalmente a far fiorire ne'suoi sta-
te Guglielmo III, come tutti i grandi vas- ti la religione. Nel 1079 nella guerra con
ma non era scrupoloso sul modo , onde tatosi nel Tolosano saccheggiò in ricam-
offri il vescovato di Cahors per ragguarde- bio il paese e ne prese la capitale, che fu
vole somma. Sotto il suo governo succes- lostoda lui restituita. Perduti da Gugliel-
se un singoiar avvenimento a Tolosa. Era mo IV tutti i suoi figli maschi, e mancan-
uso immemorabile di questa città, che tut- dogli la speranza d'averne, nel 1088 chia-
ti gli anni il giorno di Pasqua si condu- mò alla successione il fratello Raimondo
cesse nella cattedrale un ebreo, a cui si da- IV detto di Saint-Gilles (perchè la ma-
va una guanciata in ricambio di quella dre gli avea ceduto la contea avuta pel
riportala dai Salvatore presso il gran sa- suo vedovile), a cui rinunziò o vendè la
cerdote. Trovatosi in tal giorno del 1 002 contea di Tolosa con tutti gli altri suoi
a Tolosa Aimeri visconte di Rochechovart, possedimenti a pregiudizio dell'unica fi-
ebbe l'onore di essere destinato a schiaf- glia rimastagli, che maritata al duca d'A-
feggiare l'ebreo; ma lo fece con tanta for- quitania, questi die il consenso per una
za e violenza da mandare in aria il cer- somma d'indennizzo. Partì poi nel 1092
vello e gli occhi dello sciagurato che cad- per Terra Santa, ove morì l'anno dopo.
de morto a'suoi piedi. In tal guisa un ze- Le sue grandi liberalità verso le chiese,
lo cieco degenera sovente in barbarie. Fi- i poveri e gli ospedali, il suo zelo per la
Provenza. Pons ereditò le contee di To- accordata agli abbati di Rloissac e di Le-
losa, d'Albigese, diQuercy e di Saint-Gil- zat, che ingiustamente voleansi cacciare
les dal lato paterno, e dal materno una dalle loro sedi per sostituirne altri. Nel-
porzione della Provenza. Possedeva inol- la stessa lettera il Papa gli accordò il per-
tre come feudi di sua giurisdizione il ve- messo di far costruire un cimilerio a To-
scovato d'Alby e una parte di quello di losa presso la chiesa di Nostra Dama del-
Nimes, e a questi titoli univa quello pure laDaurade per lui e suoi posteri, ordi- i
sforzi del conte contro si ingiusta intrapre- da Guglielmo IX duca d'Aquilania, e fi-
sa. Disgustalo di lai procedere,lasciò la Pa- nalmenle ristabilito nel 1 100, successe a
festina e si recò a Costantinopoli, ove di- suo padre neh io5. A di lui esempio sa-
molo per oltre un anno, godendo del più grifieando il proprio riposo e suoi stati i
aperto favore della corte imperiale. Nel nel servire alla religione contro gl'infede-
1 101 giunti più di 200,000 crociati da li , intraprese il viaggio di Palestina nel
diverse regioni alle porte di Costantino- marzo 109, e s'imbarcò coll'unico figlio
1
[ioli, chiesero all'imperatore un capo che d' anni. La sua squadra composta di
1 1
li guidasse, e Alessio I die loro il conte di 4° vele con 100 cavalieri per vascello, fu
Tolosa con uno de'suoi generali di nome ingrossata per via da go legni tra geuo-
Zitas e 5oo lurcopoli o soldati nati da un vesi e pisani che a lui si unirono, ponen-
turco e da una greca. Tragittato il Bosfo- dosi sotto la sua protezione. Approdato
10 s'ingrossò la loro truppa, per la con- al porto d'Amiroth presso Costantinopoli,
giunzione di quella ch'era sotto il cornati- fu invitato da Alessio I a recarsi alla sua
«lo di Stefano conte di lìlois e di altri si- corte e ne partì assai contento, dopo aver
gnori; ma siffatta moltitudine, ribelle ai rinnovatoaqueU'ioiperatoreilgiuramen-
propri capi, fu da'lurchi distrutta alla spie- lo del padre. Giunto al porto d'Antiochia
ciolata. In una sola battaglia seguita nel- sbarcò e fu visitato da Tancredi, che per
l'agosto ne'deserti di Cappadocia ne pe- l'assente zio Boemondo reggeva quel prin-
rironoben 5o, 000. Raimondo V che neh 1 cipato. Non essendosi accordati, sia per la
l'azione avea fatto prodigi di valore, fug- parte d'Antiochia che spettava al padre,
gì a Costantinopoli^ ve provò amari ri ni- sia per riprendere Mamistra consegnala
proveri dalfimperatore.Neh i02imbar- dagli armeni a' greci, Bertrando partì e
calosi per tornare in Siria, fu arrestato a approdò finalmente al porto di Tortosa,
Tarso eimprigionaloda Tancredi suo ne- allora del conte di Cerdagne cogli altri
mico. Restituito in libertà per l'istanze dei conquisti paterni fatti in oriente. Invano
principi che lo presero per capo, s'impa- Bertrando invitò il parente a restituirgli
drouì di Ortosia Tortosa in Siria, e si lasua eredità, poiché Raimondo IVal-
recò a far l'assedio di Tripoli. Nel i io3 l'usanza de' britanni a lui li avea lasciali
Elvira gli partorì un figlio, detto Alfon- come più atto a conservarci fruiti del suo
soGiordano perchè battezzato nel fiume valore, ludi si recò a riprendere l'assedio
omonimo. Morì Raimondo IV a'28 fi-b- di Tripoli, cominciato dal padre e couli-
4
TO L TOL 27
tanto dal conte di Cerdagne che poi l'a- II, come Però è rilevante di
poi narrerò.
vrà abbandonato. Venuto in di lui soccor- qui rimarcare, che il Papa vi condannò
so Baldovino I redi Gerusalemme, ordi- l'eresiarca Pietro de Bruys, caposetta dei
nò al conte e a Tancredi di raggiungerlo Petro-Brussiani {I .), poi bruciato in
e di riconciliarsi con Bertrando, e coopera- Saint-Gilles; i quali eretici infestando par-
rono a renderlo padrone di Tripoli, che te di Provenza, si avanzarono sino a To-
dopo 7 anni d'assedio o di blocco gli a- losa, ove gii errori furono propagati dal-
prì le porte a' io giugno i 09. Allora fu i l'apostata Enrico, icui partigiani ehiatna-
conosciuto conte di Tripoli e sue dipeli- rousi Enriciani, diversi per altro da'con-
denze,alle quali unì le terre restituitegli da dannati nel concilio di Quedlìmburgo. Di
Cerdagne a mediazione del re. Servì poi questi enriciaui di Tolosa, sebbene citati
questo monarca in diverse spedizioni , altrove, non credei di faine articolo per-
quando morte immatura gli troncò la vita chè l'eremita o monaco di Tolosa Enri-
a'22 aprile 1 1 12, lasciando colla vedova co come discepolo di Pietro de Bruys in-
che l'avea seguito il figlio Pons di 1 4 an- segnò gli stessi suoi errori, a'qua li aggiun-
ni, che succede soltanto agli slati paterni se ch'era un burlarsi di Dio il cantar l'uf-
d'oriente e alla contea di Tripoli, ch'era fizio della Chiesa. Enrico fu convinto nel-
uno de'4 principati eretti colà da'princi- la Linguadoca dipoi da s. Bernardo nel
pi cristiani. Ivi fissò la sua dimora e tra- 1 4-7» onde gli scrittori della sua vita ne
1
smise questo possedimento a'suoi posteri, trattano. Queste dunque furono le prime
lasciando in tal guisa godere ad Alfonso eresie che serpeggiarono nel folosano, le
Giordano suo zio paterno la contea di To- qualisuccesse dall'altre che riferirò, furo-
losa e gli altri stati d'occidente. Pons si no cagione di deplorabili e disastrose con-
rese famigerato per le sue gesta in Pale- seguenze per la contrada, e la causa pre-
stina, ma nel 1 1 Z'j tradito da'siri fu pre- cipua della rovina de'posseuli conti di To-
so in un combattimento da lui dato sotto losa. I tolosani nel ino o sul principio
il Mont-Pelarin al capo della milizia di del 12 1 si dichiararono per Alfonso che
1
no, ristabilì nell'abbazieda lui dipenden- tolosani capitanati da questo prelato as-
ti gli abbati cavalieri aboliti da'predeces- sediarono nel 1 122 Guglielmo di .Mout-
Sori, ujossi dal pregiudizio che li domina- maurel nel castello Narbottese di Tolosa,
va contro la disciplina regolare. iNel 1 1 1 ov'ei comaudavaa nome del duca, e lo co-
Alfonso fu spogliato della contea di To- strinsero a sgombrare dalla piazza; indi
losa da Guglielmo il T'ccchiu conte di Poi- in corpo d'armata si recarono nel 1 23 a 1
liers e duca d' Aquila aia che per la 2/ , liberare il conte Alfonso assediato in O-
volta se n'impadronì. Si ritirò quindi in range dal conte di Barcellona, e lo ricon-
Provenza, e impotente di far fronte al suo dussero in trionfoa Tolosa. Nel in!) Al-
competitore, gli lasciò godere l'usurpazio- fonso die termine.mediante divisione fat-
ne; ma Guglielmo dopo la morte della ta a' 1 6 settembre, alla guerra vivissima
moglie Filippa avendo abbandonato To- che avea per la contea di Provenza, con
losa neh 1 19, tolosani scossero i! giogo
i
Raimonda Berengario IH conte di Bar-
del suo dominio, nel quale anno fu a fo- cellona (celebre per la saggezza del suo go-
iosa e presiedè al concilio Papa Calisto verno, per pietà, generatila, e gesta con-
'
a8 TO L TOL
tro i mori di Spagna ), il quale gli cede che gli successe, e Alfonso II. Entrambi
la città Beaucaire colle sue dipenden-
«li si qualificarono egualmente per conti di
ze, in uno alla metà d'Avignone e a quel- Tolosa, duchi di Narbona e marchesi di
la parte di Provenza che giace Ira rise- Provenza, dignità che possederono in co-
ro eia Duratine il castellodi Valpergue. mune cogli altri loro domestici possedi-
Al conte di Barcellona fu data l'altra por- menti: pare però che Raimondo Vsi ri-
moglie Eleonora qual nipote di Filippa; lo fece trar prigione a Tolosa. Nel 1 154
ma i tolosani gli opposero vigorosa resi- egli sposò Costanza sorella del re Luigi
stenza, onde poi Alfonso testificò ad essi la Vii, la quale comechè vedova d'Eusta-
sua gratitudine accordando loro parecchi chio conte di Boulogne e figlio di Stefa-
privilegi. Neh i44 Alfonso fondò la cit- no re d'Inghiltera, ch'era slato coronato
tà di Moutauban; neh i46 prese la cro- re d'Inghilterra vivente il padre, portò il
cecon altri principi nell'assemblea di Ve- titolo di regina. i5g Enrico II Nel i re
zelai convocata da Luigi VII, e nell'ago- d'Inghilterra ridomandò a Raimondo V
sto 1 147 s'imbarcò sopra una flotta fat- la contea di Tolosa, sullo stesso principio,
ta da lui equipaggiare ove poi fu costrui- perquanto sembra, concili Luigi VII l'u-
to il porto d' Aigues-Mortes. Giunto a vea rivendicata nel i i \.i . cioè a dire in
Costantinopoli vi passò l'inverno, e nel- nome della moglie Eleonora quale nipo-
vorzio con Eleonora, corse in aiuto di Rai- re d'Aragona cou gran seguito di signori
mondo V di lui vassallo e cognato, ruppe si recarono all'isola di Gemica tra Beau-
l'armata nemica e si trovò in Tolosa pri- caire e Tarascona, e fecero una convenzio-
ma che gl'inglesi avessero saputo ch'egli ne, colla quale Raimoudo V cede al re i
armavate fatta eseguire una di versionesul- suoi diritti sulla contea d'Arles o di Pro-
la Normandia, obbligò il re d'Inghilterra venza mercè lo sborso di 3oro marchi
ad abbandonar l'impresa, levando l'asse- d'argento. Questa riconciliazione fu cele-
dio di Tolosa, ma prese nel ritirarsi Ca- brata con gran festa a Deaucaire,ovei più
liors con diversi castelli della contea di To- licchi si distinsero con folli e rovinose spe-
losa, lasciando a Tommaso Becquet suo se. Il cav. Bertrando R.ainibaud fece la-
cancelliere la cura di continuar la guerra, vorale con 1 paia di bovi
1 i cortili del ca-
l'antipapa Pasquale III, ordinò a tutti gli bruciar pubblicamente 3o de'suoi caval-
ecclesiastici di riconoscerlo o altrimenti di li. La prodigalità più. lodevole fu quella
uscire da' suoi stati. Alessandro III dopo di Raimoudo d'Agout, il quale ricevuti
avere inutilmente tentato di riguadagnar- 100,000 soldi dal conte di Tolosa, li di-
lo, gettò l'iutei detto sulle sue terre, la cui stribuì in parte eguali a 100 cavalieri. L'e-
grave pena ecclesiastica sussisteva ancora resia degliAlbigcsi(ì''.) col favore delle
neh i68,come prova la lettera de' in mar- guerre pressoché continue sostenute sino
zo di quel Papa a'tolosani, colla quale li allora dal conte di Tolosa, erasi di molto
assolse a istanza del redi Francia che non estesa ne' suoi stati. Seguendo gli errori
avea presa parte alloscisma. Raimoudo V àc Manichei e Valdesi (/'"•), con un am-
trattava assai male la sua sposa Costanza, masso pernicioso di quelli d'altre ripro-
la quale stanca del suo procedere lo ab- vevoli sette,furono scoperti inTolosa, don-
bandonò ueli i6j e si ritirò alla corte del de cacciali si ricoverarono in Alby enei
re fratello: il conte la ripudiò nel 1 1 66 per suo territorio, cui abitanti chiamandosi
i
sposare Richilde vedova del conledi Pro- albigesi, e nella più parte restandone in-
venza. Tanto il divorzio, che le nuove noz- fetti, l'empia setta fu così denominata e
ze furono appio va teda d'antipapa Pasqua- condannata nel concilio d'Alby del 176, 1
lui dovuta a Luigi VII redi Francia: ma vano; mabenché fissero chiarite erronee
questo vassallaggio non ebhe lunga dura- e condannate da'vescovi e dagli alti eccle- i
ta. Kcln 74 Raimoudo V abbandonò il siastici pieseuli, non lasciarono per que-
3o TO L T OL
slo di vantarsi d'aver essi soli la chiave vere il pericolo che alla Chiesa sovrastava;
del vero, mentre erano del tutto imbe\ li- egualmente infruttuosa fu la lega di pa-
ti dell'empia eresia. Raimondo V deside- recchi baroni con un vescovo, al fine di
rando d'estinguerla, scrisse nel settembre opporsi vigorosamente a tanti fatali erro-
i 177 al capitolo generale de' Ci s lercie usi ri. Divisala vasta regione in piccole e gran-
(inchiedendo missionari capaci di secon- di signorie, i settari trovavano facilmente
dale il suo zelo. Alessandro HI, al quale nitilu,protezionee talvolta aderimento al-
pure erasi rivolto, spedi sul luogo per le- le loro dottrine fallaci, tranne gli stati del
gato il cardinal Pietro vescovo di Meaux, conte di Montpellier. Nel 1 182 Raimondo
forse della famiglia Dandini, il quale as- V,a istanza del re d'Inghilterra, portò soc-
sociatisi que'prelati che nominai nella bio- corsi in Aquilania al duca Riccardo suo
grafia, in principio operò con buon succes- figlio contro i suoi vassalli ribellati; ma
so a far discredere i popoli sedotti delTo- l'anno dopo disgustatosi collo stesso mo-
losanoe dell'Albigese. Ma comparsi in To- narca, die aiuto all'altro suo figlio Enrico
losa il cardinale e l'abbate de'cistercien- perchè gli 186 guer-
facesse guerra. Nel 1
si, per la propensione degli abitanti agli reggiò contro Riccardo, e nel 1 188 col-
eretici,vennero accolti con motteggi e in- legossi con diversi signori aquilani, onde
sulti,anche pubblicamente. L'eresia quin- il duca entrato furiosamente nel Quercy
di, anziché diminuire, crebbe sfrontata- ridusse il conte agli estremi, il quale ri-
modi per fare proseliti, quali a loro si i re di Francia, rimase padrone del Quer-
davano trascinati dalla potenza d'una nuo- cy, e per impedire che il conte non glielo
i loro errori, per cui il cardinale li fulmi- guasto alla Guascogna; guarito il siniscal-
nò con sentenza di scomunica. Indi nel co piombò alla sua volta sulla contea di
1179 Alessandro III nel concilio genera- Tolosa, avanzandosi sino alle porte della
le di Lolerano ///condannò formalmen- capitale. Mori Raimondo V nel 1 ig4, do-
tegli eretici albigesi, che poi si divisero in po aver aumentalo suoidominiicolla vis-
i
losa il cardinal b. Enrico, che neavea ri- / ecchto che gli successe in tutti i suoi pos-
cusato il vescovato, con una scorta d'ar- sedimenti, Balduino, Alberico Tagliafer-
mati per ottener colla forza quel che non ro che sposò Beatrice Delfina di Vienna,
si poten ottener colle parole; invano con- per cui si qualificò conte di Viennese e
vocò egli nuove assemblee tem-
di signori d'Albon,e Adelaide moglie di Roggero li
perali e spirituali del paese; nulla poteva conte di Carcassona. La corte di Raimon-
arrestare progressi dell'eresia, né rimuo-
i do V passò per una fra le più splendide
TOL TOL 3 1
d'Europa; bellissime dame, briosi cavalie- mai il principal ricetto dell'eiesia, poiché
rini trovatori (de'fjitali riparlai aTEATRo) le grandi franchigie che godeva la città più
10 celebravano, facendosi di tulio l'anno contribuivano n render gli abitanti meno
una festa continua. Sebbene egli pose ogni ubbidienti a'decreti della Chiesa. Il conte
cura e severità contro gli eretici e chiamò poidavaili. esempio d'irriverenza verso
i cisterciensi per convertirli, vide con pe- il vescovo Foulques o Folco, si poca si-
na che il figlio passò gran parte di sua curtà concedendogli, che ogni volta che
giovinezza in loro compagnia, onde nedi- avea da visitar parrocchie era necessitato
venne costante protettore, regalando 100 a domandar una guardia al signore del
mai chi d'argento a quel cavaliere che a- Iuogo,e dimorava nell'episcopiocomeuna
postatava, per meglio propagare la setta. città nemica. Altri protettori d'eretici e-
Raimondo VI a'6 gennaio r ig5 prese rano Raimondo Ruggiero visconte di Re-
possesso della città e contea di Tolosa, nel- ziers e signore di Carcassona; Gastone VI
l'età di 38 anni. Egli era già stato mari- visconte di Rearn; Rernardo lVcoutedi
tato 3 volle: con Ermessiude erede della Commi nges nemico de vescovi di Conse-
contea di Melgueil , con Beatrice di Re- rans; Raimondo Ruggiero conte di Foix,
ziers che ripudiò per sposare Borgogna giurato nemico d'ogni difensordclla Chie-
figlia d'Amami o Amalrico re di Cipro, sa ,e collegato operosissimo del con te d «To-
alla quale fece lo stesso affronto. Egli l'a- losa; finalmente Geroldo IV conte d'Ar-
vea rapita a Marsiglia, ov'era stata con- magnaCjche dal padre avea ereditato l'o-
dotta per passare in Fiandra a sposare il dio contro l'arcivescovo d'Auch, spoglia-
conte Baldovino IX. Duiava ancora la loredelle chiese e confiscatole desimi be-
guerra dichiarata al padre da Riccardore ni. L'eresia trovò pure patrocinio in Ber-
d'Inghilterra,»)! qualesi pacificò nel i ig6 linghieri arcivescovo di Narbona e vesco-
per avere rinunziato alle sue pretensio- vo di Lerida, bastardo del conte di Rar-
ni sulla contea di Tolosa e restituito il cellona; indegno pastore, solo intento ad
Queicy; di più il re die al conte in isposa a m massai -
tesori,e a coni mettere enormez-
la sorella Giovanna vedova di Guglielmo ze simoniache. Inoltre la propagazionedel-
11 re di Sicilia, assegnandole in dote l'A- l'eresia debbesi pure attribuire alla volu-
genese. Kel i 198 Raimondo VI si collegò bile natura degli abitanti di que'p<iesi,ove
col cognato, contro Filippo li Angusto qual idra si distese; al dispregio de'grandi
re di Francia; perde la moglie Giovanna inche tenevano gli ecclesiastici, agognan-
e poi sposò Eleonora sorella di Pietro II done le ricchezze; alla folla de'trovatori,
re d'Aragona, col quale nel 1 204 fece un che frequentando le corti di Provenza, di
trattato., cioè ricevè le viscontee di Mil- castello in castello rallegrando i signori e
haud e Gevaudau in cauzione di 3ooo . le brigate con narrare scandalose novelle
marchi d'argento. In principio del regno sui vescovi,sui frati. sulle monache,e scher-
Raimondo VI dissimulò la sua grande in- zando sulle cose sagre; ed in generale la
clinazione all'eresia, ma la sua divozio- vita licenziosa d'alcuni ecclesiastici, la tra-
ne alla Chiesa fu sempre dubbiosissima; le scuranza degli uffizi divini, la noncuran-
violenze commesse a danno dell'abbazia za delle chiese che si lasciavano cadere e
di s. Gilies o Egidio, la prigionia fatta pa- poi convertite in fortezze. Continua va a fi-
tire all'abbate di Montaubau, provoca- re rapidi e lagrimevoli progressi in Lin-
rono su di lui la scomunica di Celestino guadoca l'eresia degli albigesi, a malgra-
III, da cui fu assolto poi da Inoocenzo III. do lo zelode'missionari ch'eransi recati a
Egli prezzolava cerretani e buffoni, per combatterli. Papa Innocenzo IH[l *.) di
porre in derisione i preti mentre uflìzia- allo intendimento, per riparare alle fu-
vano. Tolosa sotto di lui era divenuta or- neste conseguenze di tanto male, prese il
32 TO L TOL
partito d'inviar legati sui luoghi con or- no, replicando più volte queste parole di
dine eli reclamare il braccio secolare, per pietà e di pazienza eroica. Così trafitto,
sk-rminar coloro che non potessero colla dimenticò l'acerbità della ferita per la spe-
persuasione ricondursi alla vera fede, e ranza delle cose celesti; ordinate le cose
se i signori ricusassero il soccorso della della pace e della fede a'suoi compagni,
spada, dovessero scomunicarsi. Il conte tra divote e continue orazioni ,si addor-
Raimondo YI, infetto d'eresia sino da fan- mentò nel Signore coronalo del martirio.
ciullojSi oppose a lalespedieii(e,nè si credè In molti luoghi lo celebrai, fra'quali nel
in obbligo di contribuire in certo modo vol.XXXVl, p. 43, dicendo pure del suo
quasi alla distruzione di partede'suoi sud- culto, ed avvertendo che non devesi con-
}
diti, perchè non rinunciavano all'errore. fondere con s. l ictro( 'V.) martiredell'in-
Nondimeno le minacce de'pontificii legali quisizione e domenicano; ma ad onta di
Rauleo Rodolfo, e s. Pietro diCastelnau o questo, ora mi avvidi che nel voi. XVI, p.
Castelnuovo abbate cisterciense di Monte- 221, colonna i.*, essendosi sturbata la
da Tolosa e da'suoi domimi, pel mante- cidato nel 1 208 , diverso da s. Pietro da
nimento della purità della fede,gli eretici e Verona domenicano,anch'esso dipoi mar-
pei vicaci, onde evitare funestissime conse- tirizzato (non però nel 1 25 come ivi
1 è det-
guenze politiche e religiose. L'infaticabile to, ma nel 1252). 11 sagro suo corpo fu
Pietro di Castelnau trasferitosi al di là del deposto nel chiostro dell'abbazia di Saint-
Rodano per riconciliare discordi del pae-
i Gilles; trasportato in chiesa dopo lungo
se, riuscì nel 1207 a far tra essi conclu- tempo fu trovato incorrotto, e dal suo cor-
dere un trattato di pace, e ciò colla mi- po uscì mirabile fragranza. Indi fu og-
ra di unire le loro forze contro gli ereti- getto della tenera divozione de'fedeli, co-
ci; ma quando fu recato a Raimondo VI me quello che avea predetto non poter
il trattalo, quale pertinace protettoredeb trionfare la causa di Cristo nella contra-
l'eresia, di costumi e azioni indegne, pie- da, finché uno de'suoi predicatori non sa-
no di vizi e bestemmiatore, ricusò all'alto grificasse la vita per la sua fede, auguran-
di sottoscriverlo. Ilzelante legato dopo a- dosi d'esser egli la [.'vittima del persecu-
verlo inutilmente ammonitogli minacciò tore. Ma neh 562 le sue reliquie furono
le censure ecclesiastiche, e poi per la 2.° preda
da'fanatici eretici ugonotti date in
scomunicò; quindi
volta lo il Papa gra- alle fiamme. Deve notarsi, che Innocenzo
vemente gli scrisse, perchè si sottomet- III non solo a'eisterciensi, ma anche a s.
dine di Raimondo Yl da due suoi vassalli ed ivi dissi chi furono i primi inquisitori,
sconosciuti colla lancia tra le coste (e l'uc- e che s. Domenicofu un portento cogl'in-
cisore riparò poi a Beaucaire per toglie- onde convertirli, essendo co-
felici albigesi
disfazione.dovessero eglino. per prima pro- a'nuovi legati da lui eletti in sostituzione
va del suo pentimento, esiger la cacciata del martirizzato s. Pietro di Castelnuovo.
degli eretici da'suoi stati. Del medesimo Erano essi i vescovi di Riez,di Conserans,
tenore Innocenzo III scrisse al re di Fran- e l'abbate de' cisterciensi, a' quali si uni
cia Filippo II Augusto, perchè sorgesse Tedisioo Teodisio canonico di Genova, e
qual soldato di Cristo e principe cristia- Milone protonotaro apostolico col titolo
nissimo in aiuto della Chiesa a combatte- di legato a Intere. Questi nel 1209 citò
re con poderosa mano contro gli eretici Raimondo VI al suo tribunale e consiglio
pe™iori ancora de'saraceui. Il eh. Ilur- in Valenza, ove per timore della crociata
terche nella bella Storia d' LinocenzoIII, contro di lui promulgata, accettò le con-
fa pur quella degli albigesi del suo tempo dizioni impostegli dal prelato, per otte-
(ed io nella biografia di quel Papa in più. nere l'assoluzione della mortedi s. Pietro
luoghi lumeggiai quanto energicamente e de'suoi reali, dando per malleveria alla
fece per estirparli, cioè nel voi. XXXV, s. Sede 8 castelli, 3 de'quali erano del con-
e segnatamente a p. 273, ij5, 277, 280, tado Venaissino. Tratto a Saint-Gilles, fu
285, oltre gli altri luoghi qui citati ), e obbligato a' 18 giugno presentarsi scal-
quanto alla lettera del Papa al redi Fran- zo e con calzoni di tela nel vestibolo della
cia, dice eh e noto il giudizio recato su di chiesa davanti un altare portatile o v'era
essa, manon tanto nota all'incontro è l'o- esposto Sagramento, la ss. Croce, le
il ss.
pera del tollerante Beza ginevrino intito- reliquie de'santiegli Evangeli. Milonese-
lata: De haereticis a magìslra tu civilipu- guito da 3 arcivescovi eiq vescovi, std cor-
niendis. Cosi pure, egli aggiunge, igno- po di Cristo e sulle reliquie de' santi gli
rasi da 'pia che Calvino suo maestro, nel fece rinnovare il giuramento d'ubbidire
suo libro contro Servet, stabilisce questa agli ordini del Papa e de'legati sui 5 ar- 1
tesi: Jure gladii eoerecndos esse haere- ticoli che gli aveano tratta addosso la sco-
Di più Innocenzo HI fece bandir la
.
munica. Poscia il legato postagli al collo
crociata contro gli eretici albigesi; perciò una stola l'introdusse nella chiesa percuo-
gran numero di signori e altri fedeli si tendolo sulle spalle nudate con verghe,
consagrarono a tale spedizione e guerra di indi gli die l'assoluzione in mezzo a una
religione, anche per le indulgenze, privi- folla immensa di popolo. Per cui mezzo
legi ed esenzioni loro accordate. Ognuno nudo dovè passare innanzi al sepolcro di
voi. LXXVII.
e
34 TO L TOL
s. Pietro, e fu costretto fi fare riverenza a cavalierea cui confidare il reggimento del
colui morto che avea odiato vivo. A' 22 paese conquistato, e rivoltosi al duca di
dello stesso mese il conte temendo d'es- Borgogna,e a'eonti di Nivers e di s. Paul,
sere oppresso da'erociati, che si avanza- tuttisi rifiutarono; allora Arnaldo indus-
prode conte Simone di Monfort, e nel de- do giustamente il conte di Monfort, il cori -
clinar di luglio espugnata Bezieis, disfe- te di Tolosa si vide escluso dalla propria
ce l'esercito eretico colla strage di 1 2,000 capitale, e ottenuto poi il permesso d'en-
alhigesi, per la quale insigne vittoria ri- trarvi gli fu imposto di consegnare tutti
mase la fazione eretica notabilmente in- i tolosani sospetti d'eresia. Egli si ricusò,
debolita. Altri dissero che nella presa d'as- protestando ohe sarebbe andato in Roma
furono passati a fil di spa-
sallo di Bezieis a lagnarsi col Papa di tali ingiuste vessa-
da 10,000 nemici; altri con enorme esa- zioni, e ricorso al re di Francia e all'im-
gerazione dissero massacrale 3o,ooo per- peratore. Del suo avviso furono i tolosani
sone. Nel seguente agosto i crociati dopo e diversi signori, e dopo aver fatto testa-
di essersi impadroniti di Carcassona e di mento a' 20 settembre Raimondo VI si
nerale prese col conte di Tolosa, e l'am- alla pena dell'interdetto. Intanto Simone
bizione che trapelava nella sua condotta, di Monfort, continuando contro gli ere-
secondo alcuni, non tardarono a inimica r- tici le sue spedizioni, prese Mirepoix prin-
locon Raimondo VI. Non pareche quan- cipale rifugio degli eretici, Paraiers, Al-
do il conte di Monfort fu eletto genera- bye altri luoghi. Innocenzo III lo felicitò
l'abbate cisterciense, convocati i capi del- co manto e d'un prezioso anello. Da Ro-
l'esercito, gl'invito a eleggere fra loro un ma passò alla corte dell'imperatore Ot-
4 .
TO L TO L 35
Ione IV, già divenuto ingratamente ne- zione, fu scomunicato, e la sentenza venne
mico della s. Sede che l'avea innalzato al- confermata da InuocenzoIH, ilquale non
l'impero, per implorare il suo soccorso bene informato ordinò a'Iegati d'impos-
contro le vessazioni del contedi Monfort; sessarsi della contea di Melgueil appar-
ritornato poi a Tolosa, restituita algrem- tenente a s. Pietro, e di custodirla fino a
bo della Chiesa, per concorrere alla guer- nuovo ordine; poiché pe'dintli di sovra-
ra contro gli eretici , indi passò a ritro- nità che la santaSede avea sulla contea,
var l'abbate de' cisterciensi e il generale già ne avea ricevuto omaggio dallo stes-
de'crociati, notificò lorogli ordini del lJ a so Raimondo VI, e poi il vescovo di Ma-
pa per essere ammesso a giustificarsi de' guelone pagò per tal contado l'annuo cen-
delitti a lui imputali. Malgrado le sue sol- so di 20 marchi alla romana chiesa. Al-
lecitudini,ed essendo divenuto peggio di lora il conte di Tolosa vedendosi attac-
prima, dal vescovo di Riez e da maestro cato da'erociati, si pose co'confederati iu
Teodisio principalmente, severamente istato di difesa. Monfort dopo essersi
Il
VI, questi temendo pe'suoi possedimenti, fraternita nera, e vi ebbero tra esse san-
per rafforzare i suoi legami con Pietro II guinosi combattimenti. Avendo il vesco-
a
re d'Aragona di lui cognato, die in isposa vo ordinato a a 1 1 i ci i marciare all'assedio
al suo primogenito Raimondo di soli 1 di Lavaur, vi si oppose il conte, ma non
«inni, Sancia sorella del re. Questo matri- fu ubbidito. Dipoi trovandosi il vescovo
monio diede ombra al conte di Monfort, imbarazzato per far la sua ordinazione nel
dovendo sua figlia sposare il figlio del re sabbato santo, poiché legati aveano po- i
d'Aragona, allorché fosse giunto all'età sto l'interdetto a tutti i luoghi in cui si
genza con Monfort adunarono nel 1 in r 1 i ti, al che il prelato rispose: » Non fu già
Arles un concilio, a cui furono chiamati altrimenti il conte che m'abbia fatto ve-
con invito il re e con citazioneilconte. Rai- scovo. Io fui eletto secondo le leggi eo:le
mondo VI per ricusare di sottoscrivere le siastiche, non intruso per violenza né per
dure coudizioni volute per la sua assolti- di lui autorità, e quindi uon uscirò mai
3G TOL. TOL
a motivo di lui". Fou'lqnes attese il conte filosamente moderato.Non dee recare per-
nella sua capitale per 3 settimane, poi ne ciò meraviglia se Raimondo VII, per le
be loro la Chiesa; altrimenti si trattereb- difese. Molte castella furono prese e ripre-
bero da eretici e fautori d'eresia. Essen- se, molte città espugnate cedute. Mon-
do state rigettate tali proposizioni, Foul- fort sottomise però la proviucia d' Agen
ques ordinò al preposto di sua cattedrale e la maggior parte del Quercy; e da Ger-
e a tulli gli ecclesiastici di Tolosa d'uscir mania ricevè nuovi rinforzi di crociati :
subilo di città. Tutto il clero ubbidì e u- gli eretici ripararono in Tolosa e inMon-
scì a piedi nudi col ss. Sagramento; ma tauban.Kel 12 i 3 lnnocenzolll mosso dal-
uè questore scomunica che fu lanciata
la le preghiere di Pietro II re d'Aragona a
su Ila città. non avvantaggiarono le cose del- favore di Raimondo VI , sospese la cro-
l'assedio. Venuti conti di Foix, di Com-
i ciala contro gli albigesi. Il concilio di La-
mingesedi Forcalquier, altri fdutorid'e- s'aur (V.) ricusò d'ammettere lo spergiu-
retici , a raggiungere Raimondo VI alla ro Raimondo Vìa giustificarsi, e di resti-
testa de'loro vassalli, fecero con lui il 27 tuir le terre a'eonti di Comminges,
Foix e
giugno una sortita così viva e micidiale, altri fanatici protettori degli empi eretici;
che obbligarono 3 giorni dopoMonfort a ed il re d'Aragona ne appellò al Papa in
levar l'assedio. Nel successivo agosto Rai- favore del conte suo cognato, dimentican-
mondo VI rivendicò parecchi castelli, e sul do i benefìzi ricevuti da Innocenzo III,
finir di settembre assediò Monfort in Ca- che peli. lo coronò re. Il re inviò i suoi
stelnaudari.A malgrado la superiorità del ambasciatori al Papa, supplicandolo d'as-
numero, la sua armata fu sconfitta e posta sicurar la contea a Raimondo VII, pro-
in fuga dal valore de' crociati, ove pre- mettendo di tenerlo alla sua corte a stil-
uno di lo-
tendesi vi a vesserò a combattere largli le buone dottrine e di purgar da-
ro 3o nemici, onde il comandante conte di l'Aragona, intautochè il
gli eretici tolta
Foix svergognalo dovè ritirarsi con mol- padre Raimoudo VI profferiva^ d'espiar
tissima perdita. I legati in virtù delle pie- i suoi falli combattendo nemici di Cri-
i
ne ficoltà di cui erano investiti, si cre- sto, dove più egli volesse in Palestina o
derono autorizzati a Iraltare il conte di in Ispagna. Innocenzo 111 uditi gli amba-
Tolosa come loro da\a il capriccio per le sciatori,si lagnò co'legntiedipiù conMon-
altrui informazioni: procedere che certa- forl, rimproverandolo d'aver convertilo
mente avrebbe disapprovato il Papa vii- l'armi contro gli eretici anche a danno dei
TO L T O L 37
fedeli, versato sangue innocente e occu- del cognato Giovanui re d' Inghilterra,
pato proviucie non infette d'eresia, di più già scomunicato per lesueabbomiuevoli
molestato i sudditi aragonesi, e dover fa- iniquità da Innocenzo III, donde ripartì
re omaggio a Pietro II per l'investitura nel 2 4- Al suo ritorno gli fu consegnato
1 1
di Carcassona. Tutto questo prova l'im- il fratello Balduino, fatto da Monfort si-
parzialità e la giustizia d'I nnocenzoIII,non gnore del Queicy, ch'era stato arrestato
ostante la soddisfazione che provava in a tradimento dal sigoore del castello d'Ol-
vedere estirpata l'eresia e per le testimo- me, e Raimondo VI crudelmente lo con-
nianze che ricevea di rispetto e divozio- dannò a morte: il conte di Foix con suo
ne di Montb/1 verso la Chiesa. Laonde se figlio Ruggero Bernardo, e Bernardo ili
Raimondo VI, che contro il re Pietro II signori confederati, ridotti agli estremi,
divenuto apostata, per cui Innocenzo III chiesero grazia al legato cardinal Colle-
dichiarò essere stato male informato dal vaccino di Benevento, e si sottomisero a'
e il re loro capo. Si ripresero l'armi d'am- come l'esperienza avea mostrato di nou
bo le parti, ed il re co'tre conti assedia- fidarsene,Simone radunò numeroso eser-
rono a' io settembre IMuret, piccola città cito di crociati, e poi terminò l'occupa-
nella contea di Comminges. Simone di zione de'dominii del contedi Tolosa. Nel
Moufort corse in aiuto della piazza, e a' 12 geunaioi2i5 il concilio di Montpellier,
sivenue alle mani, dopo aver più volte presieduto da detto cardinale, deliberò
inutilmente tentato di pacificarsi col re, sulla scelta di quello a cui dovea essere da-
e di venire ad un accordo. Il re d' Ara- ta la città di Tolosa, e le altre piazze con-
gona fu ucciso nell'azione, e gli altri capi quistate da'erociati, e fu deciso che sareb-
dell'armata, presi dallo spavento, abban- bero date al conte di Monfort. Ma il car-
donarono a'crociati il campo di battaglia, dinale giudicò ben fatto mandare a Ro-
avendo perduto circa 20,000 uomini, ma per averne l'approvazione del Papa.
mentre Simone non perde che un solo ca- Bensì il cardinale spedì il vescovo Foul-
valiere e altri 8 crociati, considerati mar- ques a prender possesso in nome della
tiri della fede,comealtri crociali. Per quan- Chiesa romana, di Tolosa e del castello
to gli storici ligi agli eretici abbiano vo- Narbouese che serviva al coute di palaz-
luto nascondere il mirabile ardore e zelo zo; furono consegnati la città e i castelli,
ticolare evidente protezione divina, per la contesse loro spose a ritirarsi in casa priva-
quale riportarono prodigiose vittorie,non- la. Innocenzo III considerando che lo sco-
degno di Cristo per la fede cattolici, ed Foix rimproverò il vescovo di aver sedot-
essersi fatto gloriosissimo per tutto il mon- to tanta povera gente, e per colpa sua es-
do.Onde alla guardia sua confidava il pae- sersi Tolosa presa e saccheggiata , colla
se conquistalo fino alla deliberazione del strage di 1 0,000 abitanti. Ritiratisi, il con-
concilio generale, e concedergli di usarne cilio discutendo negò d'esaudire
l'aliare,
l'entrate ed esercitarvi la suprema giuris- Raimondo VI, per la ragione, disse il Pa-
dizione. La crociata di Luigi Vili fu del pa, che la fede e la pace non aveano mai
tutto pacifica, perchè giunse quando era potuto conservarsi ne'suoi paesi, sebbene
finita ogni resistenza, e sottomesso tutto avea procurato di giovarlo, e di favorire
deltà i sudditi, ed esposta la terra alla con- contedi Comminges. Neh 2 6 Simone di 1
quista de'caltolici, annuendo a tal decreto Monfort prese di nuovo possesso di To-
tutti gli ambasciatori de'sovrani interve- losa, ed a'7 marzo per se e suoi discen-
nuti al concilio. Il concilio accordò acat- denti ricevè dagli abitanti il giuramento
tolici che prendevano la croce per ster- di fedeltà: quanto egli fu lodato da Inno-
minare gli eretici, l'indulgenza di quelli cenzo 111, quali titoli egli prese, oltreché
che vanno a Terra Santa, e scomunicò i di conte di Tolosa per la grazia diDio,lo
fautori degli eretici. Raimondo VI col fi- notai nel voi. XXXV, p. 286 6287, in-
glio e i detti conti si presentarono al con- sieme all'investitura che ricevè dal re di
cilio, inginocchiandosi a' piedi del Papa Francia delle provincie conquistate, per
che li fece alzare, ed esposero i loro re- consiglio del suo fratello Guido di Mon-
clami contro Monfort e contro il legato, fort, per le contee di Narbona e di To-
reclamando le terre di cui erano stati spo- losa, per le viscontee di Reziers e di Car-
gliati. Il vescovo di Tolosa ne assunse ca- cassoua, e così pure per gli altri feudi che
TOL TOL 39
il Raimondo VI teneva dal
conte re. Con fetto pe'loro conti, e si riaccese più vivo
quest'ultimo atto Raimondo VI tolta si alprimo comparir del giovine Raimon-
vide ogni speranza di ricuperare i suoi sta- do VII dinanzi Beaucaire sulla quale ,
li. Tuttavia Raimondo VI e suo figlio ri- Moufort non avea valevoli diritti. Simo-
tornati nell'anno stesso da Roma, si accin- ne fece di tutto per liberarla, ma in line
sero a ricuperale ben i loro stati: furono sitrovò costretto a cederla con un trat-
accolli a Marsiglia, entrarono in Avigno- tato al nemico. La guerra passò poi sulle
ne in mezzo alle replicate grida: Piva To- terre del conte di Foix; e nel 1 217 gli a-
ne quella parte degli stati di Raimondo mese Simone si recò ad assediarla col car-
Vlcouquislata dall'armata cattolica, men- dinal Bertrando SavelU leg ito e parente
tre l'altra situata sul Rodano, era stata del Papa, avendo il cardinale vietato sotto
assegnata da Innocenzo III a! giovine Rai- pena di scomunica al re d'Aragona e suoi
mondo VII, il quale approdato a Marsi- alleatid'invadere ostilmente le terre di
glia eproseguendo il suo viaggio trovò gli Monfoit, come aveauo determinato di fa-
auimi bendisposti. Tarasconapuredichia- re. Però Simone iuvano strinse Tolosa
rossi per lui, e parecchi signori si offrirò- per 9 mesi, resistendo la città a lutti i rin-
no aiutarlo alla ricupera dell'avito retag- forzi ebe gli giunsero di Francia, e con-
gio. Deliberatasi la guerra coutro Mori- tro tutto lo sforzo della sua perizia di guer-
turi, unirono le loro iusegnea quelle del ra e dell'attività sua. Finché tutto essen-
conte varie Provenza e del conta-
città di do sollevato il paese intorno, e sempre più
do \ enaissino; e Raimondo VI si portò facendosi rari gli aiuti, a*2D giugno 1 2 18
in Aragona per chiedere aiuto di gente. Simone fu colto a pie di Tolosa da una
In questo mentre morì Innocenzo III a'16 pietra scagliata dalle baliste degli asse-
luglio 2 6, e gli successe Onorio III. Fio-
1 1 diati, e si gravemente ferito che appeua
che l'esercito cattolico non altro combattè potè raccomandar l'anima sua a Dio: lui
che pel ristabilimento della fede e l'estir- morto, il primogenito e successore Alme-
pazione dell' eresia, egli corse di vittoria rico o Araaurijche avea sposato Beatri-
in vittoria; ma poiché Simone ebbe com- ce Delfina, levò l'assedio di Tolosa. Cosi
pita la conquista del paese e partitolo fra' finì Simone signore del castello di Mou-
suoi , a se riservando la suprema signo- fort, piccola signoria situata sur un'emi-
ria.e mutato iu altro il primo iutento della nenza fra Chartrese Parigi, e conte di Lei-
spedizione; e poiché i francesi, rotto il fre- cester , di stirpe antichissima più nobile
no alla cupidità, loro, attribuirono più al che ricca, imparentata colla casa di Fran-
loro valore che alla manifesta protezione cia e altre illustri, spleudido modello de'
divina quelle vittorie, il Signore versò so- cavalieri del suo tempo. Guerriero prode
pra di tulli il calice dell'ira sua. La de- di mano e di senno in guerra, tutto po-
cisione del concilio Laterauense dispiac- spose alla fede e all' onore della Chiesa;
que alla maggior parte de'barooi france- ma varcò spesso i confiui della giustizia,
si, onde cessarono rinforzi che l'armata i spinto da eccessivo desiderio di far glan-
traeva da loro ogni anuo; per cui troppo de b sua casa. Bello della persoua, vigi-
deboli si trovarono i nuovi signori delle lante, prudente e audacissimo nelle bat-
contrade conquistate, a tenere in dove- taglie; probo, pio, affabile e destro iu o-
re mal domali abitanti. In questi si potè
i
gui sorta di negozi; dualmente la pietà, lo
comprimere ma uon ispeguere l'aulico al- zelo per la fede, la castità de'suoi costu-
4o TOL TOL
mi, compi vanoin lui quella perfezioneper rono Marmane). Nel corso di quella spe-
la quale la cavalleria rappresentava, per dizione il giovane Raimondo VII assistito
cos'i dire, la Chiesa, nelle sue relazioni col da'conli di Foix e di Comminges, attac-
inondo. Affezionato al clero, lo rispetta- cò presso Basiege a 3 leghe daTolosa un al-
vo, eseguendo fedelmente l'ultime pie di- tro corpo di crociati comandato da Fer-
sposizioni de'sùoi parenti; fu generosocol- rami e da Brigier strenui cavalieri, e nel-
l'ordine cisterciense, e con molti vescova- lamischia con un colpo di lancia trapas-
ti della Francia meridionale, con donazio- sò il i.° e lo rovesciò, ponendo in disor-
ni e restituzioni, uè pativa che i suoi vas- dine i francesi. Ma il principe Luigi di
salli usurpassero i diritti e le rendite del- Francia, giunto davanti Marmami, riparò
ie istituzioni religiose. Delle provincie da quella sconfitta, con obbligar la piazza a
lui conquistate formò diversi principati, rendersi a discrezione; nondimeno non si
e per introdurre l'unità nelle parti, fece potè impedire che le truppe facessero man
stabilire nell'assemblea di Partner! ottimi bassa sugli abitanti. Indi fu assediata inu-
provvedimenti per rinnovar la pace e la tilmente Tolosa, da Luigi di Francia ac-
giustizia, distruggere l'eresia e rafferma- compagnato dal cardinal Sa velli legato.
re la libertà della Chiesa, di cui fu cam- Continuando le molestie che gli eretici al-
pione. Fra' contemporanei, chi lo esalta bigesi recavano acattolici, facendosi bef-
come un martire, e chi meu parziale con- fe escherno della religione cattolica, con -
danna la cupidità sua e altresì la sua in- culcando e profanando le cose sagre, nel
dulgenza per l'enormezze commesse dal- 1222 Papa Onorio 111 scrisse una lettera
l'armata cattolica co'roghi, colle forche, li Augusto re di Francia per
a Filippo
colle mutilazioni, e con altri orrendi sup- indurlo a frenarli; dicendogli che la po-
plizi co'quali punirono gli eretici. Questi destà secolare è tenuta reprimere colla
però operavano altrettanto e assai più spada materiale que' ribelli, che la spada
peggio, e facevano perire tra le loro orren- spirituale non può li trarre dalla malizia;
de grida e bestemmie preti, frati e soldati e che i principi della terra devono pur-
cattolici, i quali per evitare inauditi tor- gare lorodominii dagli uomini perversi e
i
menti, non avean che eleggere fra l'apo- rei, che se negligenti saranno costretti da
stasia e il supplizio. Commisero atrocità s. Chiesa. L'avvisò poi d'aver scomunica-
indescrivibili e in molte provincie porta- to Raimondo VI e il suo figlio, co' loro
rono la desolazione
, tutto distruggendo fautori; ead onta d'averli falli benigna-
col ferro e col fuoco. 1 posteri ripongo- mente ammonire, nou si emendavano e
no Simone di Monfort a ragione fra'più perseveravano nella loro malvagità e con-
illustri capitani che possa vantarla Fran- tumacia. Morì Raimondo VI di morte su-
cia. Suo figlio lo fece seppellire nella cat- bitanea e allacciato dalla scomunica, nel-
tedrale di Carcassona, donde più tardi fu l'agosto 1222, dopo avere rivendicato i
trasportato a riposar co'suoi nella badia suoi stati e trasmessi al figlio Raimondo
di Ilautes Bruyeres, situata lungi una le- VII, il quale non potè inai ottenere pel
ga da Monforl-A Imeneo castello di sua padre gli onori della sepoltura ecclesiasti-
famiglia, dove fu sulla pietra che copri- ca. Gli storici della crociata contro gli al-
va il mausoleo scolpito colle mani giun- bigesi fecero di Raimondo VI un orribile
te e cogli occhi rivolti all'aitar maggiore, ritratto, ma sono tacciali di parzialità.
a ricordare a'nipoti i sentimenti più in- Raimondo VII detto il Giovine, essendo-
timi e più sublimi di sua vita. Questo mo- si distinto per parecchie gesta militari ,
provincia di Narbona, con ogni diligen- in Meaox nel 228, ove si recarono Rai-
1
pale fautore, perché colle armi l'induces- gato con diversi prelati, e stabilitisi gli
se a ravvedersi. Temendo il conte la po- articoli della pace, tutti passarono in Pa-
tenza del re, si consigliò con molti albi- rigi dal re s. Luigi IX, e alla sua presen-
gesi di voler tornare all'ubbidienza della za fu confermata a'o, aprile (a' 1 2 e nel
chiesa romana, e vi fu ammesso co'suoi I22f) si legge neWArte di verificare le
a patto di restituire i beni tolti agli ec- date, ma non pare secondo gli Annali ec-
clesiastici, e di espellere gli eretici da'suoi clesiastici del Rinaldi, e V Istoria cV Avi-
stali. Tosto però tornando a'suoi errori, gnone e del contado Venesino stati del-
Luigi Vili s'incaricò della guerra in per- la Sede apostolica nella Gallia, del p.
sona contro il conte, quando fu pubblica- Fantoni, col quale nell'articolo Avigno-
to scomunicato e dichiaralo eretico dal ne principalmente procedei in narrare la
cardinal Bonaventura llomano legato, in storia degli albigesi, e l'origine dell'acqui-
un'assemblea tenutasi a Parigi a'28 gen- s. Sede del contado Venais-
sto fatto dalla
naio 1226. Quindi il re entrò ne'suoi sta- sino, cominciando dal 1 35 in poi, e per- 1
gior parte de' suoi possedimenti (siccome rono prescritte dal legato pontificio e da
destituito da ogni diritto da cui era de- s.Luigi IX, ch'erano: dover egli per l'av-
caduto per la sua eretica condotta), aven- venire esser fedele alla romana chiesa e
do lasciato alla chiesa romana quanto a a're di Fi ancia, prendere la croce contro
lui apparteneva oltre il Rodano, e al re i saraceni, militando per 5 anni ne' l'orien-
Luigi IX cavaliere. Giovanna figlia di Rai- ciò il dominio temporaledellas. Sede sul-
mondo VII, ch'era stata da lui consegna- la contea Venaissiua, durato sino al decli-
ta a'ministri regi.com'erasi convenuto nel nar del decorso secolo, in cui glielo tolse
trattato di pace, fu nel mese slesso fidan- la rivoluzione. Ripelo che meglio è vede-
zata ad Alfonso conte di Poitiers fratello re, anco su questo grave e delicato pun-
del re; ma siccome gli sposi non aveano toci ricordalo articolo Avignopte, col det-
cheqanni,natiessendo entrambi nel 1220, taglio delle circostanze che lo precedette-
non ebbe effetto il matrimonio che 8 an- ro, accompagnarono e seguirono, intrin-
ni dopo. Rinaldi aggiunge , che il conte secamente riguardanti pure Tolosa e la
siobbligò a non lasciare a verun suo e- già possente e vasta contea omonima: a-
lede Tolosa col territorio suo cheesten- vendo eziandio rilevato, die se la s. Sede
devasi quanto il vescovato, concedutagli ricevè il contado Venaissiuo, fu in com-
solamente sua vita durante; e che niun penso delle gravissime spese da lungo tem-
suo erede e le figlie se ne potessero richia- po contribuite da'Papi per guerreggiare
mare giammai, se non se i soli discenden- i fanatici e crudeli eretici, per la pace e
ti di Giovanna e discendenti di lei e da prosperità di ampie contrade, e perchè il
Alfonso fratello del re. Che bastasse per pestifero contagio non si propagasse colla
sua penitenza, ch'egli stesse 5 anni olire perdizione d'immenso numero d'anime;
mare,obbligandosi di pagare27,ooo mar- e che se s. Luigi IX cooperò alla cessione
che d'argento. Che similmente quietò e delle terre Vena issine alla chiesa roma-
lasciò al re e alla chiesa romana tutto na, il fece perchè essa consentisse nell'ac-
lo slato oltre il vescovato verso levante, quisto da lui fatto della conica di JVlelgueil,
di qua e di là dal Rodano. Dichiara il No- sulla quale,come rilevai di sopra,la s.Sede
vaes, nella Storia di Gregorio IX, che avea delle ragioni sovrane, e de' «j de'7 ca-
TOL TO L 43
stelli di là dal Rodano, che in virtù del- do in Tolosa il tribunale òeW'InqtrisiziO'
l'obbligazioni del defunto Raimondo VI ne, lo ristabilì, affidandolo 'domenicani
si erano devoluti alla chiesa romana, co- per essersi co' cisterciensi con prodigioso
tnechè dati ad essa in malleveria, oltre la fervore dedicati alla conversione degli e-
parte o metà che avea e poteva consegui- retici, e dichiarando il loro generale in-
redella città d'Avignone. Nel luglio la cit- quisitore della cristianità. Rifiorì adunque
tà di Tolosa fu riconciliata colla Chiesa, e in queste parti la cattolica religione, e per-
si riaprirono sagri templi per ordine di
i chè non crescessero gli errori per mancan-
Pietro di Collemedio vice-legato apostoli- za d'uomini dotti, si trattò di formare in
co, e siccome ancora la città stava in po- Tolosa un'accademia o università, il Pa-
tere del re, furono abbattuti i suoi pro- pa la decretò e fu ordinato a Raimondo
pugnacoli e date le altre rocche a'regi mi- VII, che a seconda dello stabilito sommi*
nistri. Raimondo VII tornò a Tolosa sul uistrasse del suo gli stipendi a' maestri.
fine di settembre, rinnovò le sue promes- Pertanto egli si obbligò di m in tenere per
se alla presenza del cardinal Bonaventu- 1 o anni i maestri o professori di teologia,
ra Promano legato, che l'avea seguilo col- diritto canonico, filosofia e grammatica:
l'esercito crociato,per domare a forza d'ar- le scienze continuarono ad esservi inse-
mi chiunque avesse osato violare i patti gnate anche dopo tal periodo, aggiuntivi
della stabilita concordia. Indi il cardinale in seguito professori di diritto civile e di
tenne a Tolosa un concilio, anche coll'in- medicina, formandosi l'università di 4 fa"
tervento del conte e de'baroni, in uno ai collii. Ma il conte contro le solenni sue
cousoli della città, confermaudovisi lecon- obbligazioni erasi neli2 3o collegato con
dizioni della pace con solenne giuramen- altri baroni è il re d'Inghilterra
o a dauno
to del contee de'suoi. Il cardinale eoman- di s. Luigi IX, onde il vescovo di Carcas-
dòche si facesse inquisizione contro le per- sona ottenne da Gregorio IX che depu-
sone sospette d'eresia, e fu reintegrato nel- tasse in Tolosa per legato apostolico il
la fama Guglielmo di Solario, acciò la sua vescovo di Touruay. Questi giunto nella
testimonianza valesse contro coloro ch'e- emen-
città, l'esortò a ritirarsi dalla lega, a
gli conosceva veramente colpevoli. Egli dai si quanto era cagione di richiami, e
di
era stato eretico e si era poi ritirato dal- ili effettuare l'indennità dovuta alle chie-
la loro pravità, come afferma il Rinaldi. se. Tornato Raimondo VII a familiariz-
tro gli eretici, e che cominciandosi subi- re de'domenicani nel combattere le false
to le analoghe procedure, durante 1' in- dottrine e nel procedere contro gli ereti-
verno fu preso Guglielmo detto il Papa ci, inaspriti gli animi furono col vescovo
degli ^//;/»r.«'(aN[CHiNTAdissi d'un pre- espulsi da Tolosa, col loro capo fr. Gu-
teso antipapa di tal nome degli albigesi glielmo d'Arnaldo, insieme al clero e ai
neh 167), e con sentenza di quel tribuna- frati minori; ed domenicani ne uscirono
i
le fu bruciato vivo. Ad istanza del gene- al modo indicato nel voi. Ili, p. 168, ve-
rale domenicano s. Raimondo di Pegna- nendo mandati via pure da Narbona e da
fort, circa il 23 1 Gregorio IX conferuiau-
1 altre città. Però a tutto riparò Gregorio
44 TOL TOL
IX, al modo dello a Inquisizione, ripri- tea di Tolosa; e per effettuare il suo ma-
stinandola a Tolosa e altrove, e per toglie- trimonio con Giovanna, con breve lo di-
perciò doversi di tutto emendare, ed ese- fitte alla libertà ecclesiastica, dichiaran-
guire quanto avrebbe ordinato il lega-
gli dosi pronto al volere della Sede per lo s.
to, e che si ponesse in pronto di partire splendore della fede; e diceudo apparte-
nel maggio per la Palestina e dimoiarvi nere al Papa d'imitar la clemenza di Co-
5 anni. Al legato poi comandò Gregorio lui, il quale ama non la morte ma la sa-
IX, che ripristinasse lo studio di Tolosa, lute de'peccalori. Giurando il conte d'e-
annullasse le leggi fatte contro la libertà mendare falli commessi, e supplicando
i
particolare; ma indi a poco udendo pro- i cadde malato e fece testamento a*23 set-
gressi di s. Luigi IX e incalzato dalle sol- tembre, col quale l'istituì erede*uni ver-
lecitazioni del vescovo di Tolosa, ti allò di sale, morendo a'27 a Milhau nel Rouer-
pace e l'ottenne nel gennaio 1 243. In que- guedi 52 anni e fu sepolto sotto il coro di
st'anno Raimondo VII valicò le Alpi, vi- Font-Evrauld accanto alla madre, com'e-
sitò Federico li in Puglia, donde passò a ra stalo da lui ordinato. 11 Rinaldi ne nar-
Roma per continuare il suo appello con- ra l'edificante morte, dicendo che dopo
tro gl'inquisitori che l'aveano scomunica- aver fatto ardere alla sua presenza 80 e-
to,crtdendolo complice dell'uccisione de- retici a Derlaigas, convinti o confessi d'e-
gli altri. Si discolpò, con ordinare
pu- la resia, fu colpito dalla febbre, volle con-
nizione di quelli che l'aveano commessa, fessarsi, ecomunicarsi dal vescovo d'Ai-
e dal nuovo Papa Innocenzo IV ottenne by. Entrando il corpo di Cristo nella sua
a istanza di s. Luigi IX l'assoluzione dal- casa , tuttoché debole si alzò dal letto e
le censure , e la vitalizia investitura del l'incoutròa metà di essa, e gittatosi in ter-
contado Venaissinodominiodella s Sede, ra ivi Io ricevè, indi fu estremato. Così
e cosi di sua figlia e genero se uon avea- ebbe termine la sua vita, dando saggio di
46 TOL TO L
zelo contro gli eretici, di viva fede catto- ri dello stesso diritto e specialmente con-
lica e di pietà. Con lui si estinse la discen- tro l'autore del Ragionamento intorno ai
denza maschile de' potentissimi conti di beni temporali posseduti dalle chiese,
Tolosa che avea posseduto la contea 4
, Venezia 766,iIqualeautoresuscitògli
1 er-
secolida Fredelon dell' 85o in poi. Al rori de'nomiuati Catari, Valdesi, fiele-
vasto e grave argomento sin qui tratteg- fisti, Ussiti e altri, i quali tutti sosteneva-
giato genericamente ponuo in qualche ,
no erroneamente fra le altre cose, che la
modo supplire i ricordati articoli, men- Chiesa egli ecclesiastici non potevano ac-
tre per la storia tra'molti che ne scrisse- quistare né posseder beui terreni, che in
ro ricorderò iseguenti.il p.GiuseppeVais- buona parte erano pure errori degli al-
sete della diocesi d'Alhy, studente nell'ac- bigesi che infestarono la Chiesa ne'secoli
cademia di Tolosaedotto benedettino del XII e XIII, ed abbandonati da'loro pro-
monastero della Dauvade, Storia genera- tettori rimasero interamente distrutti, i
le della Linguadoca,con note e documen- superstiti essendosi uniti a' valdesi. Nel
ti giustificantiy Parigi i 73o-45. Restata 1 ^4g dunque successe nella contea di To-
imperfetta questa eccellente opera per sua losa al suoceroRaimondo VII,ultimocon-
morte, ne compilò il 6.° voi. il p. Bourot- te, Alfonso conte di Poi tiers e figlio di Lui-
te, Compendio della storia genera le del- gi Vili re di Francia, di cui avea sposa-
la Linguadoca,Va\\§\ i j/\.^.IIistoiredcs ta la figlia ed erede Giovanna. Con questa
Croisades eontre Ics Albigeois par le p. era partito col fratello s. Luigi IX oltre-
Jean Baptiste Langlois de la Compa- mare per la Crociata di Terra Santa, por-
gnie de Jesus,Roi\en jo/±. Pietro diCer- i tandovi di Francia un altro esercito di
nay monaco cistercense, che faticò mol- crocesignati, ma la regina Bianca sua ma-
to nella conversione di detti eretici, e de- dre vegliò a' di lui interessi. A' 5 aprile
dicò la sua opera a Innocenzo IH, la qua- i2 5o Alfonso fu fatto prigione dc'sara-
le trovasi ancora nella Dibliotheca Ci- ceni insieme col re, indi lasciato in liber-
sterciensis:Historia Albigensium, Troys tà per l'accordo de'6 maggio, e condotto
i6o5. Giovanni Benedetto dotto dome- a Damietta raggiunse la sposa che in ri
nicano, Ilistoires des Albigeois , et des vederlo ne provò estrema gioia. Sulla line
Vaudois ou Besbets, Paris i 6q i . P. Laz- del giugno s'imbarcò nel porto diTolemai-
zeri gesuita, De Tlaeresi Albigensium E- de per ritornare inFrancia conCarlo d'An-
xercitatio habita in collegio romano,Ko- giò suo fratello (che avea sposa toBeatrice,
maei765. Scrissero ancora degli albige- altra figlia di Raimondo Berengario IV
si, Sandero presso Labbé, Concil. t. io, conledi Provenzali quale con testamento
p. 534; Bernino, Historia di tutte l'ere-
i l'avea dichiarata sua erede) e colle princi-
sie, oltre il suo compendiatore Lancisi. Il pesse spose. A'^3 maggio ix5i Alfonso e
veti. p. Moneta domenicano, pubblicata Giovanna fecero il loro ingresso solenne in
e illustrata dal p. Ricchini dello stesso or- Tolosa, ricevendo dagli abitanti il giura-
dine, Adversus Catharos et Valdenscs mento di fedeltà. Dopo aver percorso le
libri V
quos ex mss. codicibus Vatica'
,
loro terre tornarono in Francia, ove poi
uo,Bononiensi,et Neapolilano nunepri- fermarono il loro soggiorno ordinario,
mum edidit, etc. Romae 743- Di quest'o- 1
particolarmente nel castello di Viucennes.
pera contro Catari, quali erano una
i i Circa la fine deli 252 Alfonso vedendo-
propagine de' Manichei, si servì opportu- si gran pericolo per un attacco d'apo-
in
namente l'altro dotto e celebre domeni- plesia, fece voto di restituirsi in Terra San-
cano p.Mamachi nella sua opera de\ Dirit- ta. Nel 1^53 Inuocenzo IV commosso dal-
to libero della Chiesa di acquistare ec, le tristi notizie degl' infelici successi di s.
stampata neh 769 contro gl'impugnato- Luigi IX, scrisse ad Alfonso già crocesigna-
TO L TO L 47
lo, che solto ili lui si formasse un eserci- so fu trasferito nella chiesa di s. Dionigi,
to per aiutarlo, e con flebili lettere ecci- da lui scelta per sua sepoltura, restando
tò i francesi a correre in aiuto del loro re, i precordi nella cattedrale di Savona do-
perchè non del tutto si spegnesse in So- po le solenni esequie; e quello di Giovan-
ria il nome cristiano; ed ingiunse al p. na nella badia di Gerci in Brie da lei fon-
priore de'domenicani di Parigi che ban- data nel 1269. Alfonso fu principe buo-
disse perciò nel consueto modo la croce no, casto, pio, Iimosiniero,giustoedequo:
ne* regni di Francia e di Na varivi, nellaBre- non mancò di valore e di fermezza, e cam-
t.igna minore.nella Boi gogna e negli stati minò sulle pedate del re suo fratello nel-
del conte di Tolosa. Il viaggio d'Alfonso la pratica delle virtù cristiane. Sembra
fu ritardato per vari ostacoli sopravvenu- che la contessa sua moglie fosse di carat-
ti dopo, né fu da lui intrapreso che nel tere pressoché somigliante. Filippo III
i 270. Prima diquesto tempo e nel 1265 V Ardito figlio e successore di s. Luigi IX,
protesse la costruzione fatta dagli abitan- raccolse tutta la loro eredità. Invano Fi-
ti di Saint-Saturnin del pontedi Saint-E- lippa di Lomagne erede di Giovanna fe-
timato che verso la fine del 1 3og, ed es- sua domanda fu rigettata con sentenza
so die poi il nome alla città di Saint-Sa- del 1274. Filippo III e i suoi successori re
tiunin-du-Pont, così chiamata a motivo di Francia ressero sino al 1 36 1 i vari pae-
del passo ch'eravi in quel sito sul Roda- si ereditati per la morte diGiovanna, co-
no. Finalmente nel 1 270 Alfonso, per sod- me conti particolari di Tolosa e non co-
disfare il voto fatto, si recò colla contessa me re, finché in dello anno la contea in-
Giovanna prima del terminar di maggio sieme alla Lin<niadoca
o fu riunita alla co-
fonso colla sposa salpò dalla spiaggia d'A- ro sudditi quando aveano a chiedere lo-
frica eapprodò a quella di Sicilia a' 22 ro sussidii. Dopo la riunione re di Fran- i
novembre, ove passarono tutto l'inverno cia seguirono per qualche tempo tale pra-
e una parte di primavera. Postisi nuova- tica, e raccoglievano gli abitanti d'ogni
menteinmare,sbarcaronoin Italia e con- siniscalcheria separatamente ; ma Carlo
tinuarono il loro cammino per terra. ìNel VII il Fitlorioso^vemlo trovato più op-
castello di Corneto sui confini di Tosca- portuno di convocare le siniscalcherie in
na e degli stati di Genova, furono colti un sol corpo di stati, fu in appresso osser-
entrambi da violento morbo e si fecero vata mai sempre tale formalità,e così quel
trasportare a Savona, ove morì Alfonso re nel i447 istituì propriamente il par-
a'21 agosto 127 in età di 5i anni, sen-
i lamento di Tolosa per la Linguadoca e
za lasciar posterità, ed a'25 morì Giovan- qual sua capitale. Inoltre Filippo III igno-
na, onde alcuno dubitò e fece sospetti che rando i diritti della s.Sede sul contarlo
fossero morti di veleno. Il corpo d'Alfoti- Venaissiuo, s' impossessò non solo della
,
48 TO L TOL
mela della città d'Avignone, ma ancora Poi si trasferì a Commiuges dov'era stato
del Venaissino. Conosciuto però l'errore, vescovo, e vi fece solennemente la trasla-
a istanza di Gregorio X restituì pronta- zione del corpo dis. Bertrando suo prede-
mente alla chiesa romana la provincia Ve- cessore in quella sede. Continuando il viag-
nesina, senza che d Papa si curasse di ri- gio per Carcassona, Montpellier e N'unes,
petere la metà d'Avignone, che Alfonso giunse in Avignone verso il fine di mar-
avea ridotto alla sua ubbidienza. Questo zo. Ivi siederouo altri 6 Papi,nel qual tem-
rafferma il p. Fantoni, che sembrami in po moltissimi della contrada furono ele-
ciò doversi preferireaW'Arte di verifica- vati al cardinalato, all'episcopato e ad al-
re le date, e sebbene citi Vaissete, poiché tre dignità. Nel grande Scisma d' occi-
in quest'opera si legge in Gregorio X. dente, Tolosa e la Linguadoca seguiro-
»> Nel fehbraioi274 ricevè in Lione la vi- no gli antipapi d'Avignone. Tolosa signo-
sita di Filippo III. Profittò di questa oc- reggiata da're di Francia e poi riunita al-
casione Gregorio X per chiedere a quel la monarchia, ne segni i destini colla con-
monarca contado Venosino, che ficea
il tea. Gl'inglesi uel secolo XIV fecero va-
parte del marchesato di Provenza, cedu- rie conquiste nella contrada, ma ne fu-
to nel 1229 Sede da Raimondo VII
alla s. rono cacciati sotto Carlo V.NelsecoloXVI
conte di Tolosa. Ma siccome Gregorio IX vide rinnovarsi le guerre civili e religio-
avea restituito alcuni anni dopo cotesto se, per gli errori di Lutero e di Calvino,
marchesato a Raimondo, cosi poteva le- e pe' tenibili e crudeli eretici Ugonotti.
gittimamente rigettarsi la domanda del Se ne impadronirono l'i 1 maggio i56z
Pontefice (non è vero per la surriferita e ne sortirono a' 17: le vie furono loro con-
disposizione d'Innocenzo IV e pel narra- trastate dagli abitanti palmo a palino, ed
to ad Avignone). Nondimeno essendo in- i opposero una resistenza degna de'
nobili
teresse del redi tenerselo affezionalo, vol- tempi delle crociate. Dipoi Tolosa godè
le annuire alla sua istanza. Ma nel far- d'una pace profonda sino alla rivoluzio-
gliene la tradizione, egli riserbò per se la ne, che le fece perdere la sua università.
metà d'Avignone che Filippo IV il Bello In tale infausta epoca la reazione fu gran-
di lui figlio permutò 16 anni dopo con de e tremenda. Alla caduta di Napoleo-
Carlo II, conte di Provenza e re di Sici- ne I, il duca di Wellington alla testa di
lia." A'5 giugno 3o5 1 eletto Clemente V 5o,ooo inglesi, spagnuoli e portoghesi
guascone, con estremo stupore di tutto il andò a' io aprile 18 i/J-ad attaccarvi fran- i
via della Bassa-Lin^uadoca. Wellington sa in suo onore detta s. Sernin , poi dal
città di viva furza, e costringerlo a capi- dedicata, trasferendovi le reliquie del san-
tolare per mancanza di sussistenze ma ; to, che qual prezioso tesoro sono tenute
egli non ismentì la dichiarazione delle po- in somma venerazione. La sede vescovi-
tenze alleate: esse non fanno la guerra ledivenne sullraganeadi Narbona, e pas-
alla nazione francese; e si sovvenne della sò ad esserlo di Bourges quando Tolosa
parola data da lui al duca d'Angoulème, da'gallicadde in potere de'goti, cessato il
che l'avea scongiurato di risparmiare To- dominio de'quali tornò ad esserlo di Nar-
losa. Laonde egli lasciò defilare sotto i bona; e Bourges con molti titoli volle so-
suoi cannoni l'esercito di Soult senza ti- stenere la sua primazia quando Tolosa
rare una palla,eda'i7 fece il suo ingresso fu elevata a sede metropolitana. Ciò av-
nella città %aiVwa iBorboni, e fu con- venne a'26 giugno 1 3 7 per disposizione
1
marono g dipartimenti
i dell'Alto-Loira, ili.°,di Pamiers, Montauban, Mirepoix,
Lozère, Ardèche,Gard,Herault,Aude,Al- Lavaur, Rieux, Lombez e di s. Papoul. Di-
to-Garonna, Tarn, e Tarn-Garonna, fa- smembrò parte della vasta diocesi di To-
cendosi ascendere la popolazione a circa losa, ch'era una delle più. grandi del re-
3 milioni d'abitauti,quasi 70,000 de'qua- gno, per formare 3 delle diocesi suffraga-
li contandone Tolosa. nee, ed assegnò all'arcivescovo per mensa
La fede cristiana fu predicata in To- 90,000 lire,chepoi si aumentò a 100,000
losa dal suo e ."vescovo s. Saturnino detto lire, onde pagava 5ooo fiorini per le bol-
volgarmente s. Sernin, inviato da Roma le. Altri scrissero, che Giovanni XXII col-
Ch, . T O L T O L
i 808, Bull. cil. 1. 1 3, p. 253, separando- lemme, altri d'Angouléme, ritardando il
lo dalla vasta diocesi di Cahors cui era vescovato 54 1, e dicendo aver gover-
al
slato unito , ed assoggettandolo nuova- nato la chiesa 36 anni. Il suo corpo fu tu -
niente alla metropolitana di Tolosa. Sic- nudato ad Oz o Ox presso Muret, ove ven-
come Montpellier, Pio VII colla della bol- ne innalzato un monastero che prese il
la Commissa divini7».sTavea sottratta dal- suo nome, ed in seguito diventò un prio-
la metropoli d'Avignone per farla suifra- rato conventuale della badia di Lezat; e
ganea di Narl>ona, colla bolla Etti perno» le sue reliquie da tal chiesa vennero tra-
dis. Sernin nel 265. Rodanio sembra con- 1 viava a s. Agostino in Inghilterra. Sadoco
trastato. Onde a s. Silvio si dà in succes- del 627 incolpato di connivenza nella ri-
sore s. Esuperio verso il 4°^, e sotto del bellione de'guasconi fu esiliato.Guillegise-
quale i vandali, gli svevi e gli alani rovi- lo inlervenne Reimsnel 63o.
al concilio di
per uno de'più gran vescovi che illustra- nel 657 dal monastero diFontenelle il mo-
rono la chiesa Gallicana, poiché si distinse naco s. Eremberto, ma preferendo egli la
per somma carità e profonda dottrina. Du- vita religiosa alle gravi curedel vescovato,
rante una lunga carestia, dopo di aver di- ritornò al suo ritiro nel 67 1 , che Cutter lo
stribuito i suoi averi , vendè i vasi sagri dice annodi sua beata morte, la quale da
d'argento e oro per soccorrere a'bisogni altri si ritarda cou riportare tale abdica-
de'poveri, talché fu costretto a conservare zione al 690. Non si é d'accordo sul vesco-
il corpo un paniere di vimi-
di Cristo in vato di s. Silvino monaco di s. botino nel
ni, e il suo Sangue in un calice di vetro. monastero dis.Omer, di mirabile santità,
Papa 6. Innocenzo 1 gl'indirizzo una de- che visse molti anni col solo sagro cibodel-
cretale, celebre nella storia ecclesiastica, l'Encaristia, e morì nel Signore nel 7 5. 1
corpo e modestissimo nell'abitazione e nel- nel 920 era vescovo Armanno, nel 932
Iamensa,chedeslòammirazione qual mo- Raimondo I, nelgSó Isloolslus, nel g48
dello di parsimonia. Dopo Massimo del Ugo I, nel 975 Issolo, nel 982 Atto, nel
44 ' > c he vivea nel 465, ed Eracliano,che 1020 Raimondo 11, nel io35 Arnaldo in-
nel 5o6 fu al concilio d'Agde, fiorì s. Ge- tervenne al concilio di Tolosa del io56
1 emaro o s. Germerio, che il clero e po- conlio la simonia. Nel 1060 Pietro Roger
nominato vescovo neh 071, unì all'ordi- mondo di Falgar di Mirammit, provin-
ne cliiniacense nel 1077 a detta chiesa ' ciale de' domenicani , eletto vescovo nel
della Daurade, stabilì la vita regolare nei marzo 1232 concordemente dal capitolo
canonici della cattedrale, fece doni consi- e approvato dal legato, si distinse pel suo
derevoli al capitolo, e si trovò presente al zelo contro gli eretici e morì nel 1270.
concilio di Tolosa del 1079, ed a quello del In questo di commi consenso il capitolo
1 090. Gli successe nel 1 1 o5 Amelio Rai- gli sostituì Bertrando dell' Ile-Jourdaiu
mondo Du Puy, che fu a 3 concilii di To- preposto della cattedrale , lodato per le
losa, due de'quali convocati da Gelasio II sue grandi liberalità che in , sia in vita
e Calisto II. Neil ì^o Raimondo III, al qua- morte, tanto a favore de'povei che delle i
le scrisse Papa Innocenzo II per la ricu- chiese: fondò nel capitolo di s. Stefano le
pera de'beni di sua chiesa, e per prende- 12 prebende poi chiamate di dozzina, e
re la cattedrale di s. Stefano sotto la pro- 8 posti pe'chierici. Nel principio del suo
tezione apostolica. Il preposto di essa Ber- vescovato le monache cisterciensi forma-
nardo Bonomo neh i63 ne fu successo- rono un monastero in Tolosi , collocato
re, che fece una donazione alla medesima. s. Cipriano e poi trasfe-
nel quartiere di
Nel 164 Gerardo de la Barthc, pel qua-
1 rito in quello dell' università. Morì nel
le Luigi VII re di Francia scrisse a l'apa 1283 e fu ih. "vescovo di Tolosa tumu-
Alessandro III per la sua consagrazione, lato nella cattedrale di s. Stefano, avendo
essendo Tolosa allacciata dall'interdetto, i suoi predecessori la loro sepoltura nella
indi il vescovo dotò la sua chiesa con vari chiesa di s. Saturnino. Neh 285 Ugo Ma-
beni. Neh 172 Ugo II già abbate di s. Sa- scaion canonico della cattedrale, dopo la
turnino; poi Bertrando neh 175. Gosceli- cui morte Bonifacio Vili separò Pamiers
no intervenuto nel 1
1 76 al concilio d'Al- dalla diocesi di Tolosa e l'eresse in sede
by, ove furono esaminati gli eretici albi- vescovile. Nel dicembre I2g6 Bonifacio
gesi. Neh 180 Folcrando, avanti il quale Vili nominò vescovo s. Litigio Lodovico
fu abitata la vertenza tra il sacrista della figlio di Carlo II redi Sicilia, dispensan-
cattedrale, e gli ebrei di Tolosa, per la ce- dolo dall'eia, conferendogli pure Tatuali
ra ch'erano tenuti somministrare nel ve- nistrazione del vescovato di Pamiers da
nerdì santo; lodato per pietà, e insieme lui recentemente istituito: fu coiivigrato
censurato per la sua semplicità e negli- nel seguente fehbraio, e imitatore delle
genza, onde gli eretici albigesi molto si preclare virtù del suo pro-zio s. Luigi IX,
propagarono nella sua diocesi. Neh 201 morì a' 19 agosto 297. Giovanni XXII,
1
migerato Folco o Foulques figlio d'Alfon- Orient, e con un breve ne die partecipa-
so ricco mercante di Genova stabilito a zione a Maria d'Ungheria sua madre an-
Marsiglia, si fece religioso cisterciense ver- cor viveute. Arnaldo Raimondi de'conti
so il 1
1 99 con due suoi figli e persuase sua di Comminges preposto della cattedrale,
moglie a farsi monaca del medesimo or- eletto dal capitolo verso la festa d' Ognis-
dine: era già abbate di Toronet, nella dio- 1297, Bonifacio VIII non solo lo con-
santi
cesi di Frejus, quaudo neh 20 5 venne uo- fermò, ma nella domenica lattare del
5?. TOL TOL
1 298 Io consagrò. Poco visse, onde il Pa- lanie, e Urbano V decisela lite e contro-
pa gli surrogò Pietro Tagliafer de Cha- la versia tra' cistcrciensi di Fossanuova e i
pelle, che creò cardinale Clemente V, se- domenicani sul corpo di s. Tommaso d'A-
condo alcuni stato suo discepolo. Mori nel quino, concedendolo a fr. Elia Raimondi
j 3 1 2,e lo stesso Papa elesse il nipote pro- tolosano generale de'domenicani, pel con-
prio Gailardo de la Mollie di Pressac, dal vento e chiesa di Tolosa. Nel 1 3y6 fu di-
successore Giovanni XXII creato cardi- chiarato amministratore perpetuo Gio-
nale. Questi da Maguelone vi trasferì Gio- vanni de Cardaillac patriarca d'Alessan-
vanni Raimondi de Comminges e ne fu dria dottoe pio, celebre giureconsulto del-
ili. "arcivescovo, neh 3 19 vi celebrò il si- l' università di Tolosa; pose in sontuosa
nodo prò vinciale,e lo stessoGiovanniXX II custodia il capo di s. Stefano protomar-
Io creò cardinale. Nella sede apostolica va- quale donò la ri-
tire nella cattedrale, alla
cusavit his conditionibus oblatum, seque bona. Nel 1392 Pietro de Saint-Martial
polius cardinalatui renuncialurum pa- traslocato da Carcassona, benemerito e
lam professus est, qua ni tali proposito generoso pastore. Nel i4o il capitolo e- 1
eligeretur. Per questo eroismo, che lo re- lesse e l'arcivescovo di Bourges confermò
se immortale e glorioso, Io celebrai anche (forse perchè in tempo del gran scisma)
a Rinunzia, giustamente rigettando l'in- Vitale de Caslelmaur o Castel Mauron,
degna condizione di preferire Avignone preposto della cattedrale e tolosano dot-
aU'almaRoraa,vera e propria sede del Pa- tissimo. L'antipapa Benedetto XIII,a cui
pa. Nel i328 fu 2. arcivescovo di Tolosa ubbidiva Francia e Tolosa, rigettando
la
traslato da Vienna, che ad onore di s. Do- s. Pons, ed inviò presso tolosani un nun-i
menico fondò nella cattedrale 4 preben- zio, assumendo il dominio temporale del-
de. Neil 347 Raimondo de Canillac poi la città. Quindi grandissima fu la efiscor-
cardinale; neh35o Stefano Aldobrando dia della provincia pe' due arcivescovi,
de Cambaruti tesoriere di Clemente VI, onde Carlo VI rediFrancia neh 404 al
traslato da s. Pons. Mentre Stefano era siniscalco di Tolosa attribuì l'ammini-
abbate o priore Cellense, il Papa essendo strazione della città. Poi Alessandro V nel
ancor monaco, recandosi da Parigi al suo sinodo di Pisa rimosse l' intruso, e rico-
monastero di Casa di Dio, fu spogliato dai nobbe Vitale nel i4°9' Gli successe nel
ladri nella macchia di Randano, e ricove- i4'2 fjr. Domenico Florence domenica-
ratosi da Stefano fu provveduto degli a- no, già confessore dell'antipapa Clemente
biti necessari. Grato il monaco disse al- VII, vescovo di s. Pons e d'Alby: con fa-
l'abbate: Quando vi potrò ricompensare coltà di Martino V riformò il capitolo e
sì opportuno benefìcio? Rispose Stefano il Maguelone, fondò i! ginnasio
collegio di
con grande prontezza: Quando sarete Pa- di Mirepoix, e lasciò
la sua ragguardevo-
e preposto della patria cattedrale, pro- zione e vigilanza, l'antica pietà de'tolo-
fessore e cancelliere dell'uui versila, dotto sani ricevè notabile incremento ; acerri-
autore d'opere, munifico colla metropo- mo difensore della libertà ecclesiastica e
litana, e cuori santamente.Nel i475Pietro zelante pastore,a' 1 3 novembre 644 ne l" 1
si di Lione, gui consagralo vescovo costi- in quella de'gesuiti, e nella questione li-
tuzionale di Tolosa nel 792, venne pie- 1 turgica fatta da Gueranger; ecome il pro-
conizzatocauonicamenlcda Pio VII a'29 cesso della beatificazione della veu. Ger-
aprile 1802, e mori nel 1816. Lo stesso mana Cousin borghigiana di Tolosa co-
Papa il ."ottobre 8 7 gli sostituì Fran-
1 1 1 minciò sotto Gregorio XVI, per cura del-
cesco de Bovet, già vescovo di Sisteron, l'arcivescovo che poi fu consolato del fe-
ed a questi a'28 agosto 1820 die a suc- lice risultato. Il premio di tanti ineriti che
Tonnerre, che nel 1822 creò cardinale. l'insigne prelato , P effettuò il successore
Per sua morte Pio Vili a'5 luglio i83o Pio IX a'3o settembre i85o, creandolo
preconizzò Paolo Teresa David d'Astros cardinale dell'ordine de'preti, e rimetten-
di Tours, già vescovo di Bajona fino dal dogli a Tolosa la notizia e il berrettino
1820. Il sullodato tolosano A. Mauavil, rosso per la guardia nobile conte Pompeo
nella Nolicc sur la vie et le Pontifica t de Troili, deputando in ablegato pontificio
Gregoire XVI, non solamente descrisse per la presentazione della berretta cardi-
j rapporti particolari fra quel Papa e l'ar- uali/.ia, mg/ Achille Apolloni (incaricato
cidiocesi di Tolosa, ma ancora diverse no- di fare altrettanto col cardinal Mathieu
tizie sull'arcivescovo D'Astros, e le tribo- arcivescovo di Besancon e col cardinal
lazioni da lui sofferte ne' primi anni del Gousset arcivescovo di Reims) attuale de-
secolo corrente per la fede romana e pei legato apostolico di Rieti. Per la sua gra-
motivi di cuifeci cenno altrove e ne'vol. veetà e debole salute, non potendo il car-
minati a quelle sedi vescovili, con funeste zione che ne pubblicò il Giornale di Ro-
conseguenze); dal medesimo Papa cono- ma a p. 1 1 62. Sua Santità delegò per ta-
sciute e altamente comaien<ìdle,do?it le su- le offizio il cardinal Fornai-i, già nunzio
preme Pasteur eutvoulu pouvoir récom- di Parigi, colla facoltà di suddelegare al-
penser les vertus par lapourpre romai- tro dignitario della chiesa fra gli arcive-
ne. Celebrò il suo zelo infaticabile pel bene scovi viciniori, in caso ch'egli non potesse
della religione, la sua dottrina e vigilanza recarvisi personalmente. Difatti il cardinal
colla quale con ardore propugnò pel trion- Fornari suddelegò mg/ Francesco Don-
fo delle verità cattoliche, anche contro gli net arci vescovo di Bordeaux (nel i852 an-
errori di La Mennais. Come ricostituì in ch'egli elevato al cardinaiato).Questopre-
Tolosa l'opera de'pi eli ausiliari missiona- lato,che trovatisi allora in Parigi, ne par-
1
ri adoratori e contemplatori del ss. Cuo- tì 5 novembre con mg. Apolloni able-
a' 1
re di Gesù e ne scrisse gli statuti, indi ne gato apostolico, e passando per Orleans,
Ottenne nel da Gregorio XVI l'ap-
1 84 1 Tours, Nantes, Lucon, Pons, Blaye e Bor-
provazione e l'elogio, con breve in cui il deaux, a'26 giunse in Tolosa. Le popola-
Papa rese solennemente giustizia a' veri zioni degl'indicati luoghi e degli altri in-
meriti di mg/D'Astros colla s. Sede, e co- termedi, informate che due i prelati era-
stante divozione per la medesima; al suo no insigniti d' una missione del sommo
mirabile spirito, dottrina, virtù e pietà, Pontefice , fecero loro dovunque dimo-
TO L I OL
slrazioni onorifiche, in segno della loro o Eminenza, detto con più autorità , in
speciale divozione verso capo della Chie-
i 1 quale venerazione siate presso di tutti, e
sa. La cerernonia dell" imposizione della i molli molivi, per cui si è posta sul vo-
berretta rossa si dovea fare nella chiesa stro capo un'insegna che viene a corona-
metropolitana, ina il cardinal D'Astros re la vostra lunga e laboriosa carriera.
non potendo visi recare per tostalo di sua Questi titoli e queste uni versali testimo-
salute , si esegui nella sua cappella pri- nianze vi si sarebbero altresì in singoiar
vata. Erasi innanzi all'altare di essa col- modo manifestate ,
per mezzo d'una di
locato un genuflessorio destinalo pel car- quelle generose e simpatiche parole, cheil
dinale: a diritta e a sinistra ve n'erano al- Capo dello Statosi è fatto sfuggire dal lab-
tri per l'arcivescovo di Bordeaux, l'arci- bro, nella recente solennità , in cui due
r
vescovo di Sardi mg. Mioland coadiuto- de' nostri più illustri colleghi ricevettero
re di Tolosa, e l'antico vescovo di Bajoua onori sì ben meritati: parole d'un cuore
r 1
(mg. Stefano M. Brunone d'Arbou, ohe nobile:ammaestramento che rimarrà per-
traslalo da Verdun era successo al cardi- peluameute scolpito nella nostra istoria
nale in quella sede, che rinunziò a Gre- contemporanea. Dalle vostre virtù e dal-
gorio XVI neh 838); un cuscino ed una la vostra fermezza incapace d'essere smos-
sedia a hracciuoli per l'ahlegato pontifi- sa, il Nipote di Napoleone comprese la
cio : nel centro erativi altre sedie per le gloria del confessore della fede; ed ha pub-
prime autorità giudiziarie, civili e milita- blicamente dichiarato che l'onor della por-
ri invitate ad intervenirvi. Il clero stava pora, di cui siete oggi cgo tanta solenni-
ne'hanchi a diritta e a sinistra. Dopo aver tà rivestilo, non era già una compiacen-
l'arcivescovo di Sardi celebratala messa, za del suo cuore, ma un giusto guiderdo-
una deputazione del capilolo metropoli- ne per voi. Al pensiero d'una promozio-
lano si recò a prendere il cardinale, che ne che ha rallegrato l'episcopato, non pos-
entrò nella cappella preceduto dalia cro- so non aggiungere l'altro d'un principe
ce arcivescovile. Indi il cardinale s' ingi- della Chiesa, che fu pur egli insuperabile
nocchiò, e l'ahlegato gli presentò su d'una nella fedeltà, instancabile per lo zelo, la
coppa d' argento il hreve apostolico, col cui memoria benedicono ancora oggidì le
quale il Papa Pio IX lo creava cardina- opere fatte nelle vaste nostre diocesi, co-
mi attribuisco
della dignità cardinalizia, dere quesla testimonianza ad un vescovo
ad onore l'adempiere ad un incarico, che doppiamente illustre per la sua divozioue
certamente sarebbe stato più maestoso, alla s. Sede apostolica, e pe'legami di san-
ove fosse stato eseguito dallo stesso Rap- gue, che l'univano al trono imperiale. Co-
presentante della s. Sede in Parigi. Alla sì la Provvidenza giustifica le sue opera-
mancanza di quello splendore che avreb- zioni. Nulla è caso; noi siamo gl'ignoran-
be alla ceremonia apportato la presenza ti. Se alcuua cosa succede nell'ordine de-
di lui, piacciavi di supplire cogli omaggi gliavvenimenti, è, dice la s. Scrittura, la
ohe vi otfre un cuore, il di cui allaccimeli- sapienza di Dio ladens coranico inoibe
to è da voi ben conosciuto. 11 nunzio a- terrarum. Ebbeoel non pare che questa
postolico conoscitore profondo de' senti- sapienza abbia scelto il Nipote dell'Impe-
menti di Roma, e fedele interprete della ratore per fecondare dopo tanti successi
pubblica opinioue diFraacia, vi avrebbe, tutti i nostri elementi di ordine, di unio-
56 T O L TOL
ne e di armonia ? Non potrò aggiungere, Terminatosi il discorso dall'arcivescovo
e per riparare eziaudio a vostro riguardo di Bordeaux, l'ablegato pontificio aven-
le violenze della politica umana, fra tan- dogli presentata la berretta su di una cop-
te cose d'altronde sì consolanti e sì gran- pa d'argenlo, il suddelegato la collocò sul
di per la Chiesa, che cominciarono il più capo dell' illustre arcivescovo di Tolosa,
r
glorioso di tutti i regni. E voi, mg. Ab- che inginocchiato, commosso e con umile
legato, che siete venuto nella nostra cit- atteggiamento ricevè un così segnalato o-
tà ad adempire un incarico, cui vi chia- nore. Tutti gli occhi erano rivolti sopra
mò la fiducia che il Santo Padre in voi ri- di questo degno confessore della fede: ed
poneva, permettete che con esso voi ci con- uno era il voto e la preghiera di tutti i
gratuliamo per vedervi fra noi. Vostra Ec- cuori.Dopo l'imposizione della berretta,
cellenza, nel vedetesi da vicino le nostre sua Eminenza intuonò il Te Deum, e pre-
popolazioni, e gli uomini ragguardevolis- ceduto dalla deputazione del capitolo me-
simi che presiedono alle cose pubbliche, tropolitano, da'vicari generali e dall'able-
ha dovuto essere commossa dalle testimo- gaio, rientrò ne'suoi appartamenti per ve-
nianze di rispetto che si danno alla Chie- stire l'abito cardinalizio. Ritornato nella
sa di Gesù Cristo. E come potrebb'esse- cappella terminò l'inno di ringraziamen-
re altrimenti? Non è forse essa che in mez- to colle consuete orazioni, e salito sull'al-
zo alle nostre tempeste ha mantenuto la tare die l'episcopale benedizione agli a-
pace al di dentro, ed ha fatto nello ester- stanti. Quindi il clero processionalmente
no scorgere il valore e l'animo cristiano accompagnò il cardinale nella gran sala
de* nostri soldati ? Voi avete veduto nel dell' arcivescovato, ove il cardinale pro-
vostro viaggio fra noi la religione, sem- nunziò il seguente discorso in risposta al
pre inesauribile nellesue misericordie, ap- fattogli dall' Bordeaux.
arcivescovo di
pacificare gli odii, dare appoggio alla de- «Monsignore. Una grave malattia e nu-
bolezza, perdonare all'errore, e prepara- merosi incomodi avendomi impedi lo d'an-
re un migliore avveuire, facendo un ap- dare a Parigi co'miei venerandi colleghi
pello alla nostra ragione, a' nostri cuori, per ricevere dalle mani del Presidente la
a tutti i nostri più cari interessi. Potrete berretta cardinalizia, trovo un dolce com-
adunque dir voi al nostro immortale Pio penso nella consolazione che provo in a-
IX le meravigliose conquiste della fede e vere le insegne della mia nuova dignità
della libertà in mezzo a lauti avvenimen- da voi, o Monsignore, per cui da lungo
ti impreveduli, che per un'ammirabile tempo professo una profondissima vene-
disposizione della Provvidenza, invece di razione,un attaccamento sincero.Quest'of-
allontanarci dalla religione, ci ha ad esso- ficio, o Signore, che a nome di Sua San-
lei avvicinati. Voi addolcirete le ama- tità vi fu confidato, e che con tanta be-
rezze del paterno suo cuore, parlandogli nevolenza avete adempiuto, possa essere
dell'amore inviolabile de'suoi figli, i cat- per voi un mezzo a più grandi favori (pre-
tolici di Francia , soave balsamo gittato sagio verificato). Frattanto, o Monsigno-
nel calice de'suoi dolori. Possano queste re, accettate i miei ringraziamenti per tut-
dolci impressioni rimanervi scolpite col- ti i disagi che vi ha recalo questa delega-
la memoria di questo giorno. Possa que- zione, e fate giungere al Padre comune
sta lesla, nella quale prendono una parte de'fcdeli unnuovo contrassegno della mia
sì viva l'illustre clero, la magistratura, la viva riconoscenza per l'estrema bontà che
truppa e lutti divoti fedeli che vi si affol-
i lo ha indotto a rivestirmi, malgrado la
lano intorno, portare un novello splendo- mia indegnitàjdella Romana Porpora. Per
re alla città di Tolosa, che conta di già sì parte mia non lascerò mai di addottanda-
belle fèste negli annali della sua istoria", re uH'unuiputeiilissimo Iddio, che degui
TOL TOL 57
versare sul nostro amato Pontefice, e sul nimo veritiero e fervido eco, dall'ammi-
vostro capo, o Monsignore, le più abbon- razione mi sento spinto a qui riportar-
danti benedizioni. Vi prego altresì di far lo, siccome grande e glorioso trionfo spi-
conoscere al Presidente della Repubblica rituale della ss. Religione cattolica apo-
quanto io sia commosso da un nuovo con- stolica romana, il che mi fa pure rincuo-
trassegno di boutà,cheha voluto darmi, rare intorno all'avvenire. Giustamente
scrivendomi in occasionedella mia promo- e sapientemente la sempre dotta Civiltà
zione una lettera piena di sapienza e di Cattolica celebra il mirabile e progre-
sensi generosi. Voi,o Monsignore, mi a- diente spirilo religioso, che sfolgorante
vete ricordati due tempi della mia vita, regna in tutta Francia, la quale venuta
che quantunque assai differenti, mi fanno la prima tra le barbariche genti al seno
benedite la divina Provvidenza, imperoc- delia chiesa cattolica, di ragione si appel-
ché l'imo e l'altro mi hanno dato consola- la la primogenita figlia (titolo splendi-
zione, iddio meglio di noi sa quello che ci do, di cui riparlai a Titolo d' osore), e
bisogna, ed egli solo potrà duci quello che perciò ecco quanto dice." hi lei è talmen-
sarebbe stato realmente più mia utile nella te abbarbicata alle sue più intime fibre la
prigionia del 8 o nella promozione al
1 1 t , fede, ch'essa potrà essere sfiorala e sfron-
cardinalato nel 85o. Quauto a me oserò
1 dala a quando a quando, ora più ora me-
dirvi con confidenza, che mai non è resta- no, ma non divelta ne diradicata giam-
ta nel mio cuore memoria amara del pas- mai. Anzi per singoiar privilegio del cielo
sato, e checotiserverò sempre un vivosen- che la informò da pri-
lo spirito cattolico
timento dt gratitudine per la nobile e de- ma è pieno ili che dopo più fieri
vita , i
licata maniera con cui il Presidente della combattimenti e le più sformate tempe-
Repubblica ha voluto alludere ad un fatto ste, le quali han sembianza d'averlo del
di venuto già così antico". Finito il discor- tutto inabissato e spento, gli bastava ima
,
so il cardinale ricevè le congratulazioni breve tregua e una piccola calma, per ri-
de'prelati, del clero e delle principali au- pigliar nuovo slaucio e manifestarsi in tut-
te discorso pronunziato dal cardinal Don- Francia molte cose sono accadute in que-
net arcivescovo di Bordeaux, tanto ono- sti tre anni, delle quali la s. Chiesa di Dio
rifico per la Francia religiosa e alla sua ha cagione di rallegrarsi. A tacere de'san-
divozione pel sommo Pontefice, mi richia- tuari e delle chiese riaperte, delle statue
ma alla memoria il recente dichiarato dal- iunalzale a Maria, dell'accrescimento de-
la benemerentissima Civiltà Cattolica gli ordini religiosi (e per ultimo di quello
(sempre più intenta indefessamente a van- de'cisterciensijChe avendo ricevuto la cul-
taggio di lutto mondo, per promuove-
il la Francia è il più nazionale di tutti,
in
re con ogni argomento buoni piiucipii i avendovi contribuito il pioegeneroso zelo
religiosi e morali della società umana, a- d'alcuni principi della casa Bonaparle;e
nimando tutti e principalmente gl'italiuui dal monastero di s. Croce iti Gerusalem-
al doveroso ossequio d'ogni legittima au- me di Pioma, ora vaa ripiantarsi tra'frau-
torità divina eumana, che a'dì nostri è cesi questo bell'albero del giardino della
tanto sventuratamente impugnata da'ii- Chiesa, pel narrato nel n.°3 del Giornale
bertini avversari dell'ordine e della pace), di Roma del i 856, di che mi gode l'ani-
cioè nell'esordire coli 856 la sua 3/ Se- mo di potere in questo articolo farne ri-
,
rie nel magnifico articolo: Uno sguardo cordo, per essere stata Tolosa un campo
I al passato triennio. Edificato dalla uo- fecondo allo zelo de'cisterciettsi, pel rife-
l bilissima nazione francese e dal veneran- due cose sopra le altre ci
rito di sopra);
do suo clero, nel fargli con eifuMoue d'u- seuibruuo degue d'essere commemorale.
58 TOL TOL
I/una è lo spirito di religione ridestatosi delle mostre più franche e generose della
nell'esercito, coli' occasione della guerra sua pietà. Ed oh potessimo qui riportare
d'Oriente (che ora sembra finita. Tripudia anche sol pochi brani di queste lettere sì
il mio cuore di poter qui sugli stampo- commoventi colle quali o i cappellani stes-
ni aggiungere l'intonazione d'uu Alleluia si partecipano tratto tratto le meraviglie
e d'un Te Dcutn, pel sottoscritto proto- dell'eroismo cristiano orallaFrancia atto-
eolio de'preliminari di pace a Vienna il nita,or a conforto delle famiglie desolate,
i.° febbraio; pace e trionfo morale che ovvero quegli sfoghi domestici in cui gli
principalmente si deve agli sforzi pacifici stessi guerrieri valendosi di qualche mo-
della sempreeminentemente saggia e pos- mento di tregua aprono agi' intimi loro
senteAustria,ed alla generosa Francia che congiunti que sentimeli ti di pietà che un
in questa micidiale guerra procede tan- dì sarebbouo stati in Francia monopolio
to eroicamente e nobilmente, non che al- di congregati o di cenobi ti! Ma se la bre-
dro Il imperatore delle Russie. Così l'o- riferire quelle lunghe citazioni, che può
pera della generale pacificazione va a suc- ciascuno ricerca rea diletto ne'giornali cat-
cederea una guerra calamitosa e pernicio- tolici di Francia, come potrem noi tace-
sa , ad una terribile e formidabile lotta, re il ricordo di quel commiato ove la pia
che ci teneva tutti trepidanti: l'opera del- imperatrice de' francesi veniva richiesta
la riedificazione e deila concordia , va a da'principali fra'duei della spedizione di
succedere alla distruzione e all'odio: l'o- d'una Medaglia bene-
coprirli coll'egida
nera della penna del diplomatico alla spa- detta, e la Canrobert genera-
lettera del
da del guerriero: l'opera della ragione al- lissimo che da tale medaglia riconosceva
le passioni. Dopo il lutto la gioia, dopo la sua salvezza nelle micidiali baltagliedel-
le lagrime irendimenti di grazie a Dio, l'AIrna ed'lnkerman, e la solennità inu-
a chi vi ha contribuito, e ad Alessandro sitata con cui la nave ammiraglia espose
II, monarca il cui disinteresse, modera- sul suo ponte alla venerazione dell' ar-
zione, saggezza e amore alla pace hanno mata l'immagine di Maria, dono di Na-
portalo a questi felici risultali; perciò sa- poleone III, e i sentimenti di pietà di-
lutato dalle benedizioni universali, onde mostrati sul letto di morte dal Saint-Ar-
non può mancare che l'opera con sì fau- naud e da tre o quattro altri de'duci su-
sti auspicii cominciata , sia pel patroci- premi, e quelle funebri ceremonie che sul-
nio dell'Immacolata Concezione compila la terra mussulmana chiamarono sulla
e coronata dalle benedizioni del cielo in pietà francese lo sguardo attonito dell'i-
Parigi!); l'altra è l'annientamento quasi slamita? Lo spirito di religione è sempre
compito delGallieanismo nel clero. Ognun bello dove che sia; ma non risplende mai
che ricorda lo stato deplorabile a che sotto di così vaga luce come quando è congiun-
il passalo governo erano ridotte in fatto di to colla fortezza. Ed è forse questa la ra-
pietà le milizie francesi, non può fare che gione per cui a preferenza d' ogni altro
non renda immortali grazie a Dio per la nome il Signore si piace sovente d'appel-
mutazione che ora vi scorge. Dove prima larsi nelle Scritture: Dio degli eserciti.
i battaglioni perfino mancavano di cap- Per ciò che poi si attiene al Gallicanismo,
pellani, d'accostarsi '«graffienti era pel era in altri tempi sommamente doloroso
soldato non pur cosa strana, ma quasi im- in vedere un clero sì illustre per virtù e
possibile ad avverarsi; ora quel vittorioso per dottrina, se purea può attribuir-
lui
u u meno de' prodigi del suo valore, che 1682 sotto specie di libertà assoggettato
T O L TO L 59
ti più indebito e abbietto servaggio. Men- clero quasi sua propria fisouomia la per-
tre alzava riottosa la fronte verso la cat- fezione dell'unità cattolica in una più prò*
tedra di s. Pietro, si strisciava bassamen- fonda esentila riverenza verso il Vicario
trono laicale; invilendo così
te a pie del di Gesù Quindi quel frequentissi-
Cristo.
doppiamente se slesso, e per ciò cbe ri- mo pellegrinar di vescovi ad sacra Li-
cusava di soggezione al legittimo supe- mina, quell'ossequio in cui sinodi pro- i
riore, e perciò che s' accollava di dipen- vinciali raccoltisi periodicamente all'in-
denza da un estraneo potere. Ma Iddio vilo del supremo Pastore, da lui chiedono
benignissimo che non volea comportare la sanzione ultima de' lor decreti, quelle
lungamente in sìnobil parte della sua ter- consulte di casi di coscienza alle varie con»
restre gerarchia cotanta macchia, visitò gregazioni romane, quell'edificante sot-
quel clero con lunga serie di duoli; e così toporsi perfin degli autori alle proibizio-
lipurgatolo alcrogiuolo della tribolazio- ni di libri e di dottrine, quel ricomporsi
ne e frittolo più sapiente, lo ricondusse a tranquillità gli animi agitati da discor-
passo passo a rimettersi verso del suo Vi- danti opinioni all'udire l'oracolo o l'esor-
cario in quella canonica dipendenza, dal- tazioni del Valicano. La Liturgia stessa
la quale non altro risulta ne'peculiari pa- che dal nascimento dv\ Giansenismo avea
stori che dignità e fortezza. UGallicanismo contralta quella screziata varietà di Riti
si sapea da un pezzo già moribondo nella e di accenti, che quasi in ogni diocesi ob-
Francia, ma piacque a Dio che in questo bligava a cambiar forinola e canto, com-
triennio ricevesse quasi l'ultimo colpo e pie ormai quasi il suo perfetto l'annoda-
per mano diquella Vergine invitta, di cui mento all'unità colla vicina introduzione
è proprio spegnere tutte le dissensioni nel romano. Che
in Parigi stessa del Breviario
mondo cristiano : universa* haereses in- più? lestesse forme del vestir clericale in-
teremistiin universo mundo. ha granMa- cominciano in certi luoghi a prender sem-
dre Dio riserbo la definizione del suo
di bianze romane; e lo zelo degl'illustri pa-
immacolato Concepimento (che celebrai stori quasi volesse assicurare indefettibi-
dopo l'articolo Teatine), perchè fosse oc- le alla Francia la preziosa eredità di co-
casione alla chiesa di Francia di testimo- desto spirito (massime dopo la celebra-
nio nella maniera più solenne che essa ac- zione de Sinodi, che encomiai in questo e
coglieva e venerava gli oracoli pontificii, ne'relativi articoli, come pur feci della ri-
lici, èin particola»- modo carissimo a'fran- poi, perchè vescovi di Francia desiderosi
i
cesi, per questa professione appunto di di restaurare nelle loro diocesi gli studi
fede sincera che vi è congiunta. Ma la fe- teologici,pensarono d'inviare alcuni gio-
de è tal pianta sì rigogliosa, che non prò • vani a studiare inRoma, ed aggiunge, che
duce frutti saporosi e gentili, senz'accop- nel novembre i855 i giovani erano più
piarvi in buon dato l'ornamento e il ri- di 3o e viveano come in perfetto semi-
paro di dense fiondi e vistose. E così il nario), ove da ogni parte concorrono le-
rinvigorì mento della fede in Francia non viti adolescenti per attingere dottrine in-
ha portato soltanto (mesta solenne ade- corrottedalla tomba stessa de' Principi de-
J
6Ìone al domina, ma vi aggiunse conti- gli Tornando al cardinal D'A-
Apostoli."
! imamente dimostrazioni novelle che ne stros, la nuova dignità così ben mei data
I rendono la luce e più brillante e più si- la godè appena un anno, morendo in To-
;
cura, e dauao all'epoca presunte di quel losa a'29 settembre i85i di circa jy un-
1
60 TOL TOL
ni. Il suo corpo imbalsamato venne por- che se un chierico si faceva monaco in un
tato nella cappella dell'arcivescovato in monastero, coll'intenzione di divenir ab-
mezzo a due lumi, ed esposto sopra un bate, vi resterebbe monaco, senza poter
letto funebre colle insegne cardinalizie, essere abbate, sotto pena di scomunica. Vi
ove mg/Mioland cantò la messa funebre e si rinnovò la legge sulla continenza de'
asperseil corpo del predecessore, facendo chierici, sottopeuadi deposizione.In que-
altrettanto il capitolo. Damaschi neri e sto concilio Berengario visconte di Nar-
violacei decoravano il gran scalone del- bona fece un lamento vivissimo coli' ar-
l'arcivescovato e la gran porta inferiore; civescovo Guifredo, accusandolo d' aver
il popolo si recò in fòlla a venerare il suo dato le terre della chiesa di Naibona e de*
ben amato pastore, dando alla sua me- canonici, a quelli che portavano 1' armi
moria testimonianze sincere di rispetto e per lui; ma non si conosce qual effetto eb-
di dolore. Nella metropolitana si celebra- bero talilagnanze. L'8. "secondo il Man-
rono le solenni esequie a'y ottobre, con si tra ilo 58 e il 06 , nel quale la chiesa
1 1
1
r
cari generali, oltre il suddetto mg. d'Ar- tenuto dal legato cardinal Ugo Candido,
bou.ll corpo fu tumulato in detta cbiesa, coll'assistenza di 1 1 vescovi. Vi si condan-
ed il cuore venne portato nella cbiesa de' nò la simonia, e si ristabilì il vescovato di
suddetti missionari diocesani. Gli succes- Leclottre, ch'era stato cambiato in mo-
se coadiutore sullodato e attuale arci-
il nastero. Tra queste contrastate epoche si
vescovo mg/ Gio. Maria Mioland di Lio- pone pure un altro concilio alla fine del
ne, già arcivescovo di Sardi: prima era 107C), che tenne Ugo vescovo di Die le-
stato vicario generale di sua arcidiocesi gato della s. Sede, nel quale fu deposto il
di Lione, e nel i838 fatto vescovo d'A- vescovo Maguelone come simoniaco. Il
di
miens. L' arcidiocesi è ampia e contiene i o. nel oqo verso la Pentecoste, aduna-
1
Pio. 11 3.°nell'829, di cui tratta, come di vi la religione. L'i i.° nel 1 t io dopo la
altri, la Gallia Christiana. Il 4-°nell'873 Penlecoste,dal cardinal Riccardo Riccar-
o883 sulle lagnanze degli ebrei contro i di lega lo di Pasquale II, i di cui atti si sono
cristiani. Il 5.° nell'879. 11 6.° nel ioo5. perduti, è pare che vi si facessero ancora
Il 7.°neho56 a' 1 3 settembre, composto delle coslituzioni conlrogl'invasori de'be-
dii8 vescovi, e presieduto da Ilarnbaldo m della cattedrale. II12. nel 1 1 18 con-
arcivescovo d'Arlcs, e da Ponzio arcive- vocato da Papa Gelasio II che trovavasi
scovo di Aix,come vicari diPapa Vittore 1 in questecontiade,poichè sbarcato in Pro-
nelle Gallie, e furono fatti 1 3 canoni sul- venza al monastero di s. Gilles, circonda-
per abolire la simonia, e prescrivere a' consagrò le 3 chiese ricordate nel voi. XI,
chierici il celibato, non che rimediare al- p. 253; il re di Francia Luigi VI si ab-
tri abusi. Tra le altre cose vi fu ordinato, boccò con lui a V ezela y, e gli spedì a Ma-
,
TOL TOL 61
guelone l'abbate Sugero di s. Dionigi. Il Chiesa. Hi8.°neli2i9sopra la disciplina
Papa proseguii! viaggio perAvignone eal- ecclesiastica, e ne parla il Martene, CoU
tre ciltàdi Francia, ma aggiuntasi alla sua lect. t. 7. Il ig.° nel 1 229 in settembre o
podagra una pleurilide,morìin Cluny.Nel novembre, tenuto dagli arcivescovi di Nar-
concilio si trattò degli errori di Pietro di bona,di Bordeaux e di Auch,conmolti ve-
Bruys del Delfinato, caposetta òePetro- scovi ealtri prelati. Visi trovò ancora Rai-
Brussìani. che se la prendeva contro l'Eu- mondo VII conte di Tolosa con altri si-
noni sui benefizi ecclesiastici, sugli eretici leggeranno in ogni parrocchia un prete,
seguaci di Pietro di Bruysesetta di ma- e due o tre laici di buona riputazione, a'
nichei, sulle decime e altro. 11 3.° canone, quali faranno prestare giuramento di rin-
ch'è il più rimarchevole, dice: » Noi ordi- tracciare diligentemente e frequentemen-
niamo che reprima co-
l'autorità secolare te gli eretici nelle case, nelle caverne o do-
loro che affettano un' apparente pietà,con- vunque si potessero nascondere ; e dopo
dannando il sagramento del Corpo e del aver preso le necessarie cautele ,
perchè
Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, non possano fuggire, ne darau parte pron-
il battesimo de'fanciulli, il sacerdozio e gli tamente al vescovo, al signore del luogo
altri ordini ecclesiastici, e i matrimoni le- o al suo balivo. Anche signori cerche- i
bolle d'Onorio 11 neh 127 ei 128. Osser- la fede cattolica contro i nestoriani eglieu-
va Caldei la, che non trovandosi tra gli e- tichiani, morì prima del 44^> Alessandro
lettori de'6 Papi successori d' Onorio li, intervenne al concilio di Costantinopoli
crede probabile che morisse nel suo pon- del449i ec afl ue ll° diCalcedonia del 4^7;
'
scovato onorario nel VI secolo del patriar- 54q o 55o. Oricns christ.ì. I, p. 1212.
cato diCostantinopoli nelle provincieBar- TOM ISMOoTO MI STI. Chiamasi To-
bare, senza suffraganei,e ne parlai a Tar- mismo la dottrina dell'angelico s. Tom-
taria descrivendo la Scizia. La città ro- maso d'Aquino (/^.), risguardante quella
vinata sorse verso l'imboccatura del Da- parte di Teologia (V.), che tratta della
nubio, che alcuni credono succeduta al- grazia e della predestinazione; e Tomisti
7
l'attuale Tomisvor, villaggio della Tur- que' Teologi (T .) che fanno professione
chia europea, in Bulgaria, sangiacato di di seguirla, particolarmente i domenicani
Silistria; sul mar Nero,
Ruslendje e tra o Predicatori. Dichiarai! Bergier nel suo
Mangali. Ha un piccolo porto dove si fa Dizionario della teologia. » Non appar-
qualche commercio. Creclesichesia il luo- tiene a noi di terminare questa disputa,
go d'esilio del famoso poeta Ovidio, eia la quale dura già da molti secoli, e che
patria di Papa Conone. Siccome fu rite- probabilmente dorerà ancora un più lun-
nuta Temes'War giacere sul suolo dell'an- go tempo; noi non vi prendiamo né in-
tica Tomi o Tomes, in quell'articolo ri- teresse, uè partealcuria.Noi vogliamo sol-
portai le recenti scoperte archeologiche tanto che allorquando avvi questione di
che ciò escludono. 11 martirologio fa so- sistemi arbitrari sopra un mistero incom-
vente menzione di Tomi, relativamente prensibile, come la predestinazione, non
a'molti ss. Martiri che quivi versarono il vi si metta alcun calore,che si si astenga dal
loro sangue per la fede di Gesù Cristo. Si far uso di termini duri e di accuse teme-
conoscono i seguenti vescovi. Evangelico rarie; egli è assai meglio per un teologo
sedeva a tempo dell' imperatore Diocle- di consumare il suo tempo, di adoperare
siano; Filio fu gettato in mare dopo aver i suoi talenti e procurare ogni suo sforzo
sofferto altri tormenti , e il martirologio di difendere le verità della nostra fede con-
di l'cda uè la menzione a'3 gennaio; IN'. tro coloro i quali le negano."
T O M TO M 63
TOMMASI Viviano o Vibuno, Car- legazione, celebrò altro concilio in Iseo-
dinale. Denominato il Maestro, orviela- zia, in un luogo detto il Castello delle Fan-
no, o come altri vogliono sanese e origi- ciulle, iu cui con fermezza sospese dall'e-
nario d'Ancona, da dove la sua famiglia sercizio delle pontificali funzioni Cristia-
si tempo di Fe-
rifugiò e stabilì in Siena a no vescovo di Casablanca, che ricusò d'in-
derico imperatore, che nemico impla-
I tervenirvi e di troncare le differenze pel
cabile della chiesa romana occupò colle quale era stato convocato. Mentre si trat-
armi Ancona. Xell'articoloORviETo ripor- teneva nella Scozia applicato a spedire ,
tandolo tra'cardinali orvietani, notai che i negozi di sua legazione, veleggiando per
sanese lo qualificarono Cardella eNovaes, diporto in mare, fu fallo prigione dalle
sebbene il i .°nel classificare i cardinali per genti di Giovanni de'Curci, il quale ap-
pali ia pose il Tomtnasi tra gli orvietani pena n'ebbe notizia ne ordinò la libera-
ed ommise i sanesi. Ne' Ritratti poetici con zione. Il vescovo Tommaso de Borgo nel-
note biografiche eli alcuni illustri uomi- la sua Ibernia Domenicana. ci fa sapere
ni (V Orvieto, compreso il Tommasi,
vi è che il card ina le fu nel 1 i85speditoda Lu-
lodato per svegliassimo ingegno. Essen- cio III per suo legato in Manda, per fa-
do nella sua verde età arcidiacono nella re la solenne traslazione delle reliquie «li
cattedrale d'Orvieto, indi portatosi in B.o- S. Brigida vergine e della b. Colomba ab-
ma ed acquistatasi col suo sapere alta ri- badessa, nella metropolitana d'Armagli,
putazione quale avvocato nella curia ro- lo che seguì con gian pompa e solennità
mana, Alessandro III nelle tempora di set- alla presenza di 5 vescovi di gran nu-
1 ,
lato, per mezzo prima di regali e di bian- anni la dignità cardinalizia, poiché la mor-
de parole, e poi di minacce studia vasi di te gli rapì con detto tesoro la vita, restan-
trattenere, sebbene indarno, in quel re- dogli la fama di celebre legato per es-
,
compagnia della madre ch'erasi coll'as- periorie i confratelli colla sua incontarni-
senso del marito ritirata con esse : una di nata innocenza, modestia, umiltà, vita au-
tali monache M.'' Crocefissa fu dichiarata stera e penitente, esattezza nell'adempi-
venerabile e s'introdusse il processo per mento de'suoi doveri, congiungendo a tut-
la sua canonizzazione. L'altro e unico fra- to questo lo sviluppo di straordinari talen-
tellod. Ferdinando, fu un pio laico, e di cui ti. Ritornato a R.oma,cominciò il corso dei-
pure venne pubblicata l'esemplare vita. la teologia nella casa di s. Andrea della
TostocheGiuseppeM/seppeleggere, per Valle, e con diletto vi si approfondì; pol-
le felici disposizioni alla virtù inculcata- che con esso si trovò in un più intimo coni-
gli dal padre, cominciò a gustare le ope- mercio colla fonte d'ogni giustizia e d'o-
re di s. Francesco di Sales. Amando la so- gni verità, senza menomare gli esercizi re-
litudine , non trovava alcun piacere ne' ligiosi, che da
vennero santificati eoa
lui
sollazzi di sua età, e die saggio di singo- l'orazione vocale e mentale, e colla nior-
golar disposizione alle lettere. L'esempio tificazione. Frequentando assiduamente
di due sorelle che si fecero religiose, prò- le scuole, impiegava gran parte del suo
dusse in lui profonda impressione; desi- tempo nello studio della s. Scrittura e de'
derava imitarle, ma gravi ostacoli incon- ss. Padri, da'quali fece molti estratti che
Irò, oltre la resistenza paterna. Per vin- poi gli riuscirono utili alle sue dotte fati-
cerla ricorse all'orazione, e con vivi sen- che. Frattanto morta nel fior degli auni
timentidi pietà supplicò il genitoreaper- la cognata, il detto zio nel crudo inver-
meltergli d'abhracciare Io slato ecclesia- no lo fece partire per la Sicilia a conso-
stico. Il padre commosso dalle sue edili- lare l'afflitto fratello; ma appena giunto
canti lagrime, e dalla costanza della vo- in Palma, che peusava rendersi
il fratello
cazione, finalmente l'esaudì, rinunziando cappuccino, cadde infermo e dopo pochi
egli la primogenitura con atto puhblico giorni cessò di vivere di 21 anni, lascian-
al fratello. Recatosi d'anni i5 a Palermo, do un bambino che presto lo seguì nella
entrò ne'tealini,oveeravi loziop.d.Carlo, tomba. Il beato ned' assistere il fratello
che abbandonate le ricchezze e dignità al non solamente mostrò mirabile fortezza
fratello minore,! vi santamente vivea.Giu- d'auimo, ma nell'esequie con istupore di
seppe M. fece il noviziato con angelico fer- tutti esercitò l'ullìziodi diacono. Poiché
voi e, e dopo un anno di prova emise la ebbe mitigato il dolore de'suoi congiunti,
TO M TOM 65
si recò in Palermo a compiervi lo studio teramente dedicarsi alla penitenza e al-
teologico, indi richiamato in Roma, an- l' orazione. Però il suo genio fomentato
Ordinato prete nel 1670, amabile e mo- pio e dotlo cardinal Bona (gli altri cardi-
desto, le sue maniere comandavano il ri- nali eslimatori del p. Tommasisi ponuo
spetto a segno che cessava negli altri o- leggere in Cardella), incominciò a pub-
gni contesa quando compariva. Incarica- blicare i frutti de'suoi elaborali studi, sin-
to quindi di vegliare sui più giovani stu- golarmente nelle materie liturgiche, e ne
denti, edificava li colle sue azioni, mostran- farò in ultimo il novero. Solo qui dirò col
dosi zelantissimo de' loro progressi nelle Pienazzi, Storia dell' Università di Ro-
virtù, impegno che temperava con manie- ma t. 4, p- 74> coe a -opera che intor-
i ' *
re affetluose,e l'esortazioni raddolciva col- no ad esse egli die alla luce, fu la col-
la carità. Sofferente perla sua cattiva sa- lezione di antichissimi codici che nella ,
nità, che gli abbatteva lo spirito, con ras- maggior parte spettavano alla celebre bi-
segnazione cristiana sapeva rendere le sue blioteca di Cristina regina di Svezia, la
pene meritorie agli occhi di Dio: i supe- quale l'ebbe in sommo pregio, in cui e-
riori lo sgravarono del pulpito e del con- rano descritti vetusti riti dell'ammini-
i
fessionale, ed egli con più ardore conti- strazione de' sagratnenti. Appresso pub-
nuò a dedicarsi alla teologia. Da quest'e- blicò la raccolta de' responsoriali e degli
poca può dirsi ch'egli visse nelle biblio- antifonari della chiesa romana, premet-
teche di Roma, frugando di continuo ne- tendovi eruditissime prefazioni, con note
gli archivi e ne'monumenti di sagra an- e documenti acconci a illustrare le rispet-
tichità. Cercava sopra lutto le vestigia del- tive materie. Così pur fece nell'edizione
l' antica disciplina e delle liturgie della del Salterio, che per sua cura fu pubbli-
Chiesa per la celebrazione della messa, per cato secondo la versione romana e gallica-
la recita dell'uffizio divino, per l'ammi- na. Ne di essa pago, rivolse le sue fatiche
nistrazione de' sagratnenti. Vieppiù era a tutta la Bibbia, pubblicandone gli an-
assiduo nel leggere la s. Scrittura e isuoi chela com-
tichi titoli e capitoli de'libri
commentatori,ed avvedendosi essergli ne- pongono. Recò poscia in Ialino l'uffizio di
cessaria la conoscenza della lingua ebrai- cui greci fanno uso nel venerdì santo.Ci
i
romana colla primitiva chiesa. Questa fe- Vezzosi, ed il Fagliarmi ne fece la i.' edi-
de manifestavasi peculiarmente nel cullo zione. Tanto sapere egli abbelliva colla
del ss. Sagramento, e nella celebrazione profonda umiltà e colla più rara modestia:
della messa. Verso questo tempo fu più fre- gliuomini più scienziati d'Europa, an-
quente la corrispondenza epistolare colle corché acattolici, formarono un' alta opi-
sue 4 sorelle religiose, nella quale si am- nione dell'estensione di sua erudizione e
mira il combattimento di spirito che pa- della giustezza di sua critica. Cardella nelle
tiva, volendo abbandonare l'imprese let- Memorie isteriche de' cardinali, dice che
terarie e ritirarsi nella solitudine, per in- le sue dotte opere gli meritarono il titolo
vot,. txxvti. 5
GC> TOM TO M
ili principe e dottore della liturgia della era sempre modesto, a ninno opponen-
chiesa occidentale; e che nella sua persona dosi, salvo che l'autorità de'conoilii o il
die l'idea del perfetto ecclesiastico. Men- parere de' ss. Padri non lo rendesse ne-
tre il p. Tom ma si seguiva indefessamente cessario; e tale era la sua soave maniera
a faticare, e ad arricchire di nuova luce che infallibilmente conduceva i cardinali
le sagre discipline e le cose religiose, ri- o i suoi colleghi nell'opinione che difen-
manendo sempre semplice teatino, per ri- deva. Intanto Clemente XI volendo dare
cusare tutti i posti onorevoli che nell'or- un cospicuo ornamento alla chiesa roma-
dine e fuori gli si offrirono, attesa la fa- na, inaspettatamente nel concistoro de'
ma di sua santità e profonda erudizione, 18 maggio 1712 Io creò cardinale del-
Innocenzo Xll,cheavea letto eammirato l'ordine de'preti con applausodi tutta Ro
isuoi scritti, volle conoscerlo di persona, e ma, ed estrema gioia del sagro collegio.
ad istanza del cardinal Albani lo nominò Il p. Tornatasi nel riceverne la notizia fu
esaminatore de'vescovi e consultore de'ri- come colpito da xm fulmine, e coti lagri-
ti. Però con quella stessa costanza con cui me e preghiere si ricusò d'accettare, ri-
avea rinunziato le cariche del suo ordine, putandosi allatto indegno dell'eminente
si astenne d'accettare quelle ancora, te- grado. Fu allora, e come già notai a Por>-
nendosi in concetto di uomo da nulla, e l'or.A Clemente XI dopo
e Rinunzia, che
incapace eziandio d' ascoltare le sagra- avergli ripetuto quelle stesse ragioni da
mentali confessioni. Tanto era la sua sin- lui manifestate nel costringerlo ad assu-
cera umiltà, che usava vesti logore, ed merei! pontificalo, autorevolmente e per
un letto appena largo 3 palmi, composto precetto. d'ubbidienza gl'impose di rice-
di 3 tavole e coperto di eoltre lacera e vere il compartito onore, a mezzo del suo
1
sdrucita. Nemico del denaro, tosto die gli arebiatro mg. Lancisi, e del cardinal Fer-
capitava nelle mani, lo distribuiva a'po- rari che gliene fece
I' intimazione. Quin-
veri. Castigalo persino negli occhi, giam- di Papa gli conferì per titolo la chiesa
il
mai li fissava nel volto delle donne. Lo de ss. Martino e Silvestro a'Monti, ero
scarso alimento l'amareggiava coll'assen- ascrisse alle principali congregazioni car-
zio e polvere di ruta; e castigava il corpo dinalizie. Rimarcai a Famiglia db'cardi-
con aspre diuturne flagellazioni, Per la
e nai.i, che quella formatasi dal cardinal"
riputazione chegodeva, quando nel 700 i sicomponeva di gente deforme, povera
il cardinal Albani fueletto Papa Clemen- e storpia; ecome faceva loro in tutto da
te XI, ricusando questi di accettare volle tenero padre, e quando pioveva e in al-
separatamente consu!tare4 teologi da lui tre occasioni li prendeva seco in esrroz-
più stimati, fra'quali il p. Tom masi, che za. Da principio sichiamò conlento di due
lo convinsero e persuasero a dare il con- semplici stanze che avea nella casa di s.
senso,altrimenli avrebbe forse anche pec- Silvestro, e riguardava coti orrore il titolo
cato. Indi il Papa per espresso comando di Eminentìssimo
e le Pestitcardìnati-
l'obbligò ad accettar gli uffizi di quali- zie.Ricusò colle più gentili e obbliganti
ficatore del s. oflizio (consultore scrive il maniere que'donativi d'uso, che in occa-
JVovaes), e di consultore de'rili e dell'in- sione di sua promozione gli offrirono ber-
dulgenze.Così si aprì per lui un vasto cam- sone graduate e distinte. Tante sublimi
po, nel quale ebbe frequenti occasioni d'e- virtù non andarono esenti da motteggi, e
sercitare la sua naturale capacità e le co- la sua avversione al fasto fu posta in ri-
gnizioni acquistate, alla presenza de'car- dicolo.Finalmente per decoro della uno
dinali, i quali più volte resero testimo- va dignità, s'indusse ad abitare una mo-
nianza al suo profondo sapere e alla sua desta casa vicina alla sua chiesa, dove por-
grande umiltà. JNel dire la sua opinione tò seco un religioso laico teatino, manten-
-
TO M TO M 67
ne lo stesso metodo di vita che menava da lenimento piccola somma, onde il me-
divenne un santuario di virtù.
religioso, e dico l'avvertì che nou si nutriva abba-
Questa casa o palazzo del baione Passa- stanza, ed il resto distribuiva a' poveri,
rmi, posta al n.° 207, nella via che con- di cui in ogni occasione fu l'avvocato.
duce a s. Lorenzo in Pane e Penìa (e lo Dopo 7 mesi di cardinalato predisse la vi-
notò pure il cav. Belli, Delle case abitate cina sua morte, e caduto infermo nella
in Roma da parecchi uomini illustri, p. vigilia del s. Natale, nondimeno volle in-
So), ricordata dal Bernardini nella De- tervenire nella basilica Vaticana al ve-
scrizione de Rioni di Roma, parlando del spero pontificale, e nella notte al mattu-
rione Monti, ora in parte proprietà de'fra- tino e messa nella cappella pontificia. Au-
lelli Di l } ietro,fu a bitataa'uost ri giorni dal- mentatosi il male, nella mattina della fe-
romeo,che prima di lui era stato titolare di poveri e amati famigliari, quali erano i
sua chiesa. In questa e in conformità del- immersi nel dolore di perdere sì incom-
l'antica disciplina, assisteva in tutte le feste, parabile padre e non padrone. Eguale i-
non impedite dalle cappelle pontificie, in stanza il cardinale replicò al Papa nel suo
coro alla recita delle ore canoniche sì nella testamento, in cui lasciò erede il collegio
mattina che nel pomeriggio; predicava di propagandante, pel. fervido deside-
ogni domenica al popolo, e dilettavasi di rio che sempre avea avuto di predicar la
spiegare il catechismo e la dottrina cri- fede alle nazioni idolatre; dispose alcuni
stiana a'fanciulli, e principalmente a' fi- legati alla sua chiesa titolare, al cui or-
gli de' poveri. Dava udienza a chiunque namento avea speso 2000 scudi d' oro,
la richiedeva e in ogni ora, con tal dolcez- ordinando d'essere tumulalo nel suo sot-
za di parole e benignità di tratto, e con terraneo collesempliciiuiziali del suo uo-
tale speditezza,che rimaneva dubbio s'e- me e del titolo cardinalizio, scolpile so-
gliamasse più gli accorrenti o il tempo. pra un mattone, il che fu poi puntualmen-
Avrebbe desiderato di fare rivivere alcu- te eseguito. Giunto il punto estremo, vol-
rali, ordinò il Papa che vi supplisse la ca- expositio: et de fermento quod dabatur
mera apostolica (per coincidenza ricorde- sabbaio ante Palmas in consistono ha-
rò aver detto nel voi. XXVIII, p. 59, che ter'anensi,.Lasciò inoltre il cardinale mss.:
ivi morendo mg/ Traversi, da Gregorio 1 .Brevieulus aliquot monumentorum ve-
XVI gli furono fatti celebrare i funerali, teris moris quo Cliristìficlcles ad sae-
sorialia et Antiphonaria romanae Ec- ternus Dei filius, de' 6 settembre 8o3,
1 1
clesiae. 6. La vera maniera di glorili' Bull. Rom. coni. t. i2,p. 62, ne ordinò
care Dio e di far orazione. 7 Sacrorum . la solenne beatificazione, la quale fu ce-
Bibliorum juxta edilionem seuhXXin- lebrata nella basilica Vaticana a' 29 set-
terpretum, seu b. Hieronymi, veteris li- tembre stesso, con quel magnifico appa-
tuli, sive capitula, ante 1000 annos in rato che riporta il n.° 287 del Diario di
occidente usitata. 8. Antiqui libri Mis- Roma. Il sagro suo corpo si venera nella
sarum romanae Ecclesiae. 9. Qjjìcium suddetta chiesa de'ss. Martino e Silvestro,
Dominicae Passionis, secundum ritum nell'urna ch'è sotto la mensa del 2. al-
graccorum.io. Psalterium cum Canli- tare a sinistra di chi entra dal principale
cis , versibus prisco more distinctum. ingresso, esistendo tuttora la lapide nella
u. Piccolo estratto dc'salmi.12. Indi- chiesa sotterranea, ove fu deposto e vi ie-
TOM TO M 69
sto sino alla traslazione nel detto altare, stato portato il corpo di Papas. Martino
sulla quale si può vedere il Pistoiesi, Vi- I, e vi venerano ancora corpi di s. Sil-
si i
1 1 di Pio VII, t. i, p. 170. La sua festa vestro e di s. Giusta sua madre, come
I
si celebra a'24. marzo. Ora qui conviene vuole il p. Filippini; quanto al Papa però
che alcuna cosa sul luogo di sua
io dica contraddetto da molti, e dagli storici della
antica sepoltura e su quello ove ora si ve- Chiesa di s. Silvestro in Capite. Per le ba r •
nerano le sue spoglie mortali, di più ag- bariee vicende de'tempi, e dopo l'erezione
giungendovi alcune altre nozioni sulla della chiesa di s. Simmaco, l'oratorio e la
chiesa che le racchiude, per averlo pro- chiesa di S.Silvestro I siempironodi mace-
messo altrove, come tempiosingolareche rie edi terra;ma versoili65oil p.Gio. An-
può dirsi contenere tre chiese, una sopra tonio Fdippini genera le de'carmelitani,a-
l'altra; cioè la Chiesa de ss. Silvestro e vendo ritrovato ne'suoi scavi in tal infeli-
Martino a'Monti, l'oratorio sotterraneo ce condizione i sotterranei oratorio e chie-
e la chiesa sotto a questo fabbricati da s. sa, li fece interamente vuotare, e restituì
Silvestro Questo Papa abitò il luogo già
I. alla venerazione de' fedeli , restaurando
Terme di Tito (V.) e dette di Domizia- l'oratorio. Indi e con isplendida magni-
no e Traiano, pel riferito a tale articolo. ficenza e la spesa di più che 70,000 scudi
Il Papa vi edificò un oratorio colla sem- ristorò e abbellì la chiesa superioree priu-
plicità propria de'suoi tempi e della con- cipale de'ss. Silvestro e Martino, dando-
dizione de'crislianijOveprivatamenie am- le la forma che si ammira. In tale occa-
ministrò sagiamenti a consolazione de*
i sione il cardinal Francesco Barberini ni-
fedeli. Per la persecuzione insorta per o- pote d'Urbano Vili ordinò che del mu-
pera de'gentili, sotto lo stesso Costantino saico della chiesa sotterranea, esprimente
1, da questa sua stanza s. Silvestro I fuggì Maria Vergine, se ne facesse copia, e poi
al Soratle. Restituitasi da quell'impera- la fece sovrapporre al medesimo antico e
tore interamente la pace allaChiesa,s. Sil- deteriorato. Quanto al b. cardinal Tom-
vestro I tornò ad abitare presso l" orato- masi, secondo la sua disposizione, fu tu-
rio, e quindi sotto di esso e sopra una parte mulato si può dire nella 3.» chiesa sot-
de'pilastri delle terme,smisurati per gros- toposta , cioè in mezzo e avanti 1' altare
sezza, eresse la chiesa che costituì in ti- della B. Vergine, detto ancora di s. Sil-
tolo cardinalizio col nome di Equizio,per- vestro, corrispondente al 2. piano delle
chè fondata sul podere o casa del pretedi terme di Tito, ili. "essendo impraticabile.
tal nome. 6i crede che la consagrasse in Ne* miei accessi agl'indicati sagri luoghi,
onore della B. Vergine, dalla sua imma- vidi la lapide marmorea eretta nella 3/
gine trovata in musaico sull'altare, il qua- chiesa da'teatiui, la quale ora è incastrata
le esiste e sembra il maggiore comechè in nel contiguo pilastro a destra, mentre in
fondo della nave più graude. Poscia que- quello di contro tuttora esiste la vettina
sta chiesa da Costantino I fu ingrandita, co'suoi precordi,ed a cornuEvangelii del-
ornata di pitture, e arricchita di preziosi l'altare vi è la cassa d'albuccio ove fu po-
doni e rendite. Iviil Papa celebrò duecon- sto il corpo del santo cardinale. Ivi inol-
di Tours, la quale in seguito prese il no- il 2. della nave miuore a sinistra, della
me de'ss. Silvestro e Martino Papi, per cappella fabbricata da Pulcheria Orsini
memoria di s. Silvestro I , e per esservi Cesi di buon disegno, che ha per quadro
,
7o TO M TOM
s. Alberto carmelitano del Muziano, ed lotti insieme radunati; e dopo aver loro
io ovato sull'altare stesso vi è il ritratto auguralo la pace, a lui si rivolse, egli dis-
del b. cardinal Tommasi. se di mettere il suo dito ne'fori de'chiodi
TOMMASO (s.) , apostolo, chiamato ed in quello del suo costato. Non spiega
anche Didimo, nome che in greco signi- P evangelo se s. Tommaso abbia ciò fat-
fica gemello (il gran Leonardo da Vinci to, e parecchi autori avvisano, che convin-
nella celeberrima sua pittura del Cena- to della risurrezione del divino Maestro,
colo P espresse con 6 dita alla mano sini- non abbia avuto ardimento di toccare il
stra, forse pei che chiamandosi Didymus, suo corpo. Bensì pieno de'più vivi senti-
bra ch'egli fosse privo delle cognizioni u- stadoni nelle sue Osservazioni, presso il
inane,ma vi supplì col candore e colla sem- Calogerà, OpuscoliA. 43, p. 33o; il Re-
plicità dell'anima sua, come pure colla vi- sozzi, Storia della basilica di s. Croce,
vacità del suo amore pel divino Maestro, in Gerusalemme p. 4^ ov e dice conser-
1 5
di cui diede prova allorché andando Ge- varsi il dito di s. Tommaso, col quale toc-
S. Gaudenzio dice che fu messo a morte nemente, nel cantarsi il Vangelo, caugia-
dagl'infedeli a Calamuia nell'India. Til- vasi in vari colori, e poi mandava tanto
lemont ed altri opinano che non sia mor- sangue, che molti ne attingevano i panni
to lungi da Edessa, e dubitano che ab- per rasciugarla, miracolo diesi rinnovò
bia predicato al di là dell'isola di Ta pro- ancora nel 564-Secondo gli storici porto-
1
ba Qa. In moltissimi articoli parlai de'luo- ghesi fu trovatoli corpo di S.Tommaso nel
ghi ove VA postolo d illuse l'evangelo,come IJ23 in un'antica cappella rovinata, ch'e-
a IndieOrientali(T~.) e visonode'crislia- %
ra sulla sua tomba fuori delle mura di Me-
11 i che si chiamano Cristìanidis. Tomma- liapor. Ivi vicino i portoghesi fecero edifi-
so. ene parlai ne' voi. XI li, p. 109, XVIII, care una nuova città che chiamarono s.
e\ui e altrove. Sia comunque, dsuo corpo latini celebrano la festa di s. Tommaso a'
fu certo portato in processo di tempo ad E- 2 1 dicembre, i greci a'6 ottobre, e gl'in-
dessa,dove veniva onorato nella cattedrale diani al (Ali luglio. Perchè la sua vigilia
con singolare venerazione, al tempo di s. non fu posta nel Calendario, lo notai uel
Gio. Crisostomo, nellecuiopereed in Ru- voi. Ili, p. 3oi.
fino si legge, che non si conoscevano al- TOMMASO (s.), arcivescovo di Can-
lora le tombe degli Apostoli, ad eccezione torbery. Figlio di Gilberto Becker, gentil-
di «iiielle eli s. Pietro, di s. Paolo,di s. Gio- uomo inglese, che nella sua giovinezza mi-
vanni e di s. Tommaso. Nell'orazione so- litò in Terra santa, dove inspirò all'unica
pra questo santo Apostolo, scritta nel 402, figliuola d'un emiro de'saraceni il deside-
e pubblicata fra le opere di s. Gio. Cri- rio di abbracciare la religione cristiana, e
sostomo, si dice che il suo corpo era ad di poi, essendosi portata in Inghilterra, ri
Edessa, dove fu una chiesa numerosa e cevette il battesimo, prese il nome di Ma-
florida uel III e IV secolo. Milano, Bre- tilde, e sposò Gilberto. Tommaso nacque
scia, Nola ebbero alcune porzioni delle sue a Londra il 2 dicembre 1 7, e sortì le
1 1 1
reliquie: Or tona pure crede di venerar- più eccellenti qualità,che furono coltivate
ne il corpo, oltre .Mcliitpor, altri dicono da una pei fetta educazione. Cominciati
altrove; ed anche per questo santo, forse i suoi studi in un monastero di canoni-
si prese una parte di sue reliquie per tutto ci continuò a Londra, poscia
regolari, li
il corpo. Quanto ad Edessa (J-), e si può si portò a Oxford, e quindi a Parigi, dove
vedere anche il voi. LI, p. 3o8, è memo- si perfezionò nella conoscenza del diritto
rabile ciò che si mirra dal Piazza nel suo canouico e nelle diverse parti della lette-
Santuario Romano a'2 1 dicembre. Fi- ra tura. Tornato a Londra, s'impiegò in
nito il vespero di sua festa, il vescovo an- qualità di chierico o di segretario alla cor-
dava al suo sepolcro, e apertolo poneva te della città, e diede a conoscere gran-
in mano dell'Apostolo un ramo di vile sec- de capacità pergli altari. In seguito Teo-
co, e la mattina seguente il ritrovava ver- baldo arcivescovo di Cantorbery gli offer-
de con tanta uva, quanto bastata per i- te un posto uella sua casa, non tardò ad
spremerne il vino necessario per cousagra- aflidargli lecure più importanti dell'arci-
?2 TOM TOM
vescovato, e lo fece suo arcidiacono. Ver- re, il quale esigette che i vescovi giurasse-
so l'annoi ì5j Enrico II re d'Inghilter- ro di mantenere tutti i costumi del regno.
ra Io nominò cancelliere del regno, e gli Tommaso ben vide che con ciò Enrico II
commise altresì l'educazione del princi- intendeva di convalidareabusi notorii ed
pe Enrico suo figlio; poi lo spedì in Fran- aperte ingiustizie, perciò dichiarò che non
cia per stabilire il matrimonio di questo avrebbe fatto ilgiuramento,checollaclau-
principe con Margherita di Francia figlia sola salvo il dovere e la coscienza. Non-
diLuigiVII WGìovOnéfl negozia re un trat- dimeno, lasciatosi vincere dalle preghiere
tato tra le due corone, locchè eseguì con del clero, acconsentì in una radunanza te-
felice successo. Tommaso però non si la- nuta a Clarendon neh 164, di firmare i
sciò abbagliare dagli onori, continuò ad et- 16 articoli chiamati Costituzioni di Chi'
sere umile, mortificato, raccolto e casto. rendon. Egli si pentì subito di sua condi-
La gelosia gli suscitò delle persecuzioni, ma scendenza, e pianse la sua debolezza, fin-
egli fece tacerei suoi nemici colla sua dol- ché ebbe consultato Papa Alessandro III,
cezza e col suo silenzio. Elelto arcivesco- cui chiese l'assoluzioue. Il Papa nell'ac-
ci della sua cattedrale, indossò un ruvido dunati l'8 ottobre dello stesso anno i ve-
cilizio che non lasciò fino alla morte, e si scovi ed i signori a Norlhampton, venne
sottomise ad un genere di vita austerissi- Tommaso condannalo, e tutti i suoi be-
mo. Levavasi ogni giorno a 2 ore della ni furono confiscati. Crescendo sempre più
mattina, e recitato l'uffizio della notte, la- la persecuzione, si risolvette Tommaso di
vava i piedi ai 3 poveri, cui donava una segretamente allontanarsi dal regno, dopo
somma di denaro, raccomandandosi alle che la sua causa fu evocata alla s. Sede.
loro orazioni. All'ora dii.'il suo limosi- Sbarcato in Fiandra, si rese a s. Orner e al-
niere lavava i piedi a 1 2 altri poveri, e di- loggiò nell'abbazia di s. Bertmo, donde in-
stribuiva loro pane e carne. Dopo mattu- vitalo da Luigi VII re di Francia, si recò
tino prendeva un breve riposo, poi faceva a Soibsons. Presentatosi dipoi ad Alessan-
la meditazione, e visitava i malati che vi dro HI, che tiovavasi a Sens, lo supplicò
erano fra'suoi monaci o nel suo clero. Al- di accettare la sua rinunzia all'arcivesco-
le ore f) diceva la messa o l'ascoltava, in- vato di Cantorbery, ma il Papa gli oidi-
di faceva una nuova distribuzione di li- uò di ritenerlo. 11 santo arcivescovo si ri-
mosine,in guisa che quotidianamente soc- tirò allora nell'abbazia di Pontigny, dove
correva 00 poveri. La sua mensa era im-
1 si assoggettò a tutte le osservanze della co-
bandita decentemente a cagione di quelli munità, ed esercitò con gioia le più ab-
che eranvi invitati, ma egli osservava la biette ed umilianti funzioni, praticando
più esatta sobrietà. Durante il pranzo fa- le maggiori austerità. Finalmente dopo
cevasi leggere qualche libro di pietà, e do- molle pratiche fatte dal Papa e dal re di
po conversava qualche tempo con pii e Francia per procurare la riconciliazione
dotti ecclesiastici sopra materiedi religio- dell'arcivescovo couEnrico II, questi mo-
ne. Nel 1 1 63 intervenne al concilio di strò di acconsentirvi, e Tommaso ritornò
Tours, e la fermezza che mostrò nell'ese- in Inghilterra; ma poco dopo fu empia-
cuzione de' decreti di questo concilio con- mente assassinalo nella sua chiesa il 2f)
tro gli usurpatori dei beni ecclesiastici, e dicembre 170, 56.° anno dell'età sua, e
1
nel mantenimento delle immunità della q.° del suo episcopato. Usuo corpo fu sep-
chiesa d'inghiltena,gli attirò lo sdegno del pellito in una, volta sotterranea, donde di-
TO M TO M 73
poi fu disotterrato e rinchiuso in una ric- vedere in lui tanta modestia, pietà e rac-
chissima urna. Saccheggiata questa duEn coglimento. La contessa, che avea posto
lieo Vili, neh 538 Crouwell fece brucia- uno sviscerato amore a suo figlio, propo-
re le ossa del sauto; ma il suo capo si cu- sedi fargli continuare gli studi nella casa
stodisce a Royaumont nella diocesi di paterna, per evitare i rischi che corre la
Beauvais. Papa Alessandro 111 lo canoniz- gioventù nelle pubbliche scuole; ma il con-
zò neh 173, e la sua festa si celebra il 2g te fu didiverso avviso, e mandollo a Na-
dicembre. Di questo mai tire i\e\Y Immu- poli,dove l'imperatore Federico II avea
nità ecclesiastica (F.), va letto il voi. fondato un'università neh 224. Tomma-
XXXV, p. 4t e seg. sulla condotta tenu- so non istette molto ad accorgersi che la
ta dal re prima e dopo tale assassinio, e sua virtù avea molto a temere per di» i
quanto energicamente fece il Papa Ales- sordini e la corruttela che eransi intro-
sandro III. Ogni anno il giorno della sua dotti in quell'università colla moltitudi-
festa in Roma si celebra cappella cardi- ne degli studenti; ma siccome non stava
nalizia a onore del santo, che descrissi uè' iu lui il ritornare nella solitudine di Mou-
voi. IX, p. 1 4-, e XXXIV, p. 3 9 . te Cassino, che avrebbe preferito, si rive-
TOMM ASO d'Aquino (s.),doltòre del- sti di tutte le armi della fede, e seppe pre-
la Chiesa, detto Y Angelico.D'una delle servarsi da ogni corruzione. Finalmente
più cospicue famiglie del regno di Napo- risolvette di secondare l'ardente suo de-
li, nacque sul finir dell'anno 1226, da siderio di entrare nell'ordine di s. Dome-
Landollocouled'Aquiuoedi Soni, signor nico, e superata colla costanza la contra-
di Loreto e di Belcastro, e da Teodora fi- rietà del padre, prese l'abito de'doroeni-
glia del conte di Chieti. A questa dama caui in Napoli neh 243. Di là portossi a
del sangue de' normanni, mentre n' era Boma per schivare l'incontro di sua ma-
incinta, l'eremitaBuono di santa vita, le dre, che andava a Napoli per cercare di
predisse che bambino che teneva nel
il fargli abbandonare il suo stato. Dipoi fu
\entre sarebbe stato il lume della Chie- mandato a Parigi; ma esseudo stato ar-
sa e lo splendore di sua famiglia, e che a- restato in cammiuo,peropera de'suoi fra-
vrebbe preferito alla gloria del secolo, la telliLandolfo e Raiualdo, fu condotto nel
qualità di discepolo di Cristo, e le ingiun- castello di Roccasecca, il quale apparte-
se di chiamarlo Tommaso. Con questo neva alla sua famiglia, dove per vincere
nome fu battezzato, per parte di Onorio la sua fermezza impiegaronsi inutilmen-
HI, da Gregorio vescovo di Soia da lui te dapprima le più vive istanze eie più
consagrato. Apparve chiaramente fino tenere esortazioni, poscia le più grandi mi-
da'suoi più teneri anni, che Dio Io desti- nacele e i più aspri trattamenti. Era già
nava a grandi cose, poiché fu scevro da passatomi anno o due che Tommaso tro-
que'difelti che d'ordinario accompagna- vavasi imprigionato nel castello di Roc-
no l'adolescenza. In età di 5 anni suo pa- casecca (come nel parlare di quella roc-
dre lo po*e sotto la direzione dei religiosi 218 ), quan-
ca dissi nel voi. LV1I, p.
di Monte Cassino, onde lo istruissero nei do Papa lunocenzo IV e l'imperatore
principii delle lettere e della religione.Xon Federico II, informati della persecuzio-
avea che o anni quando l'abbate di Mon-
1 ne che soffriva, si mossero in suo favo-
te Cassino consigliò lidi lui padre a man- re, e fecero parlare a sua madre e a' suoi
darlo in qualche università. li conte d'A- fratelli, i quali quindi adottarono più a*
quino però gli fece passare alcuni mesi mani sentimenti, anzi la contessa non si
presso sua madre nel castello di Loreto, mostrò lontana da favorirne segretamen-
dove Tommaso si meritò l'ammirazione te la fuga. Avvertiti di ciò domenicani i
madre e i fratelli avendo reclamato alla maniera assai esemplare. Sua madre e-
s. Sede, il Papa chiamò Tommaso a Ro- spiò con ogni sorta di opere buone falli i
ma,e dopo a ver lo esamina tori pprovò la sua che aveale fatto commettere una troppo
professione. Noterò che nel voi. XXVII, naturale tenerezza, e finì anch'essa san-
p. 285 ricordai la prigionia sofferta dal tamente la sua vita. Anche suoi fratelli i
s. Giovanni, illustrata dalle sue virtù e ac- d'Aquino nel i25o. Tommaso fu
la città
compagnata da prodigi. Poscia Giovanni rimandato a Parigi nel 252 per insegnar- 1
agli sludi filosofici non portò raffredda- quale fu incombenzato di stendere alcu-
mento al suo spirito religioso. Nominato ni regolamenti per gli studi, insieme con
dal capitolo generale del suo ordine a pro- Alberto Magno ed altri Ire dottori. Di ri-
fessore in Colonia con Alberto Magno, le- torno a Parigi, continuò le sue lezioni di
vossi ben presto in grande riputazione.In teologia, e finì di guadagnarsi gli animi di
quel tempo pubblicò i suoi Commentari lutti colla sua affabilità e modestia. Co-
sulla morale d'Aristotile e sopra altre o- munque grande fosse il suo zelo nel so-
pere di quel filosofo. Raddoppiando il fer- stenere la verità, pure anche nel bollor
vore nella preghiera, nelle veglie e negli della disputa sape va sì bene l'attenersi, che
si preparò a riceve-
altri esercizi di pietà, mai gli usciva alcun motto aspro e ingiu-
re gli ordini sagri. Dopo che fu ordinato rioso. Papa Urbano IV, che conosceva
sacerdote, incaricato di annunziare la di- tulio il merito di Tommaso, chiamollo a
vina parolaio fece con ammirabile un- sì lioma nei 1261, e gli offerse più d' una
zione, che operò ovunque un numero volta delle dignità ecclesiastiche; ma egli
ebrei seguirono l'esempio de' cristiani, rebbe più dalla sua persona; e questo gli
imperocché si sentivano colpiti non me- procurò l'occasione di predicare nelle cit-
no dal lustro delle sue virtù,che convinti tà ove il Papa soleva risiedere, come a
dalla forza de'suoi ragionamenti. La più Roma, Viterbo, Orvieto, Fondi, Perugia,
vecchia delle sue sorelle si cousagrò a Dio e gli léce comporre l'uffizio della solen-
TO M TOM 75
nilà del Corpus Domini; e al diredi Na- rinnnziòintiernmentea'suoi studi per non
tale Alessandro anche l'inno Pange Un- pensare che alla eternità. Ma mentre vi vea
. anzi altri gli attribuiscono pure il nel ritiro e nell'orazione, Gregorio X lo
Lauda Sion. Ebbe cattedra anche in A- trasseda questa diletta sua solitudine per
nagni nel convento da lui abitato, e an- mandarlo al concilio generale che avea
nesso alla chiesa del suo ordine, dedicata convocato aLione per il i.°dì maggio 2-4, t
proprie mani delineala sul muro in let- sai tristo stato di salute; nondimeno ver-
tere gotiche, colle divote parole: *£ Crux so la fine di gennaio partì da Napoli, in
mihi certa salus +£t- Crux est quam seni' compagnia delp. Reginaldoda Piperno,al
iter adoro +
Crux Domini mecum +£t- quales'mgiunsedi aver diradi lui. Si trat-
Crux mihi rcfugiumjle quali parole par- tenne alcun tempo nel castello di Maenza
tendo dal centro ove trovasi l'iniziale C, (come notai parlandone nel voi. XX\ II,
e diramandosi da 4 parti in 5 linee, for- p.289), presso sua nipote Francesca d'A-
mano la mistica Croce che dal suo titolo quino, maritata al contedi Ceccano. Qui-
viene detta Angelica,^ la cui immagine vi la sua malattia s'accrebbe di moito, e
ha una sì sperimentata virtù contro i ful- fupiesoda nausea generale di qualunque
mini e le tempeste, che se ne fecero in gran cibo. Tutta via rinvigoritosi un poco, con-
numero coi tipi di caratteri, con incisioni, tinuò il suo viaggio; ma aggravatosi di
io ottone, in argento e in altri metalli, e si uuovo, fu costretto fermarsi a Fossanuo-
tiene indosso o nelle case con molta divo- va, celebre badia de'cisterciensi, nella dio-
anche con moito onore a
zione. Mostrossi cesi diTenacina,ed entrato in quel chio-
Bologna e a Napoli, dove diede luminosi stro, esclamò:Questo sarà il luogo del mio
saggi de'grandi suoi talenti per la predica- riposo per sempre. I religiosi di Fossauuo-
zione e per l'insegnamento. Avendo i do- va gareggiavano in prestargli assistenza,
menicani tenuto il 4o.° capitolo generale stimandosi avventurati di poter rendere
aLoudra nel 263, egli vi assistette. Qual-
i qualche servigio a tale che risguardava-
che tempo dopo domandò la permissio- no come un angelo in carne. Pregato il
ne di non più insegnare, e gli fu accorda- santo da'religiosi a voler lasciar loro un
ta; laonde rientrò nello stato di semplice ricordo di sua angelica dottrina, egli be-
religioso, come la sua umiltà faceagli da nignamente compiacendoli prese loro ad
gran tempo desiderare. Non pertanto Pa- esporre brevemente il Cantico de Canti-
pa Clemente IV, che lo stimava al pari ci (che avea già commentato ampiamen-
del suo predecessore, gli olhì nel 1265 te in altro tempo), con tale un'ispirazio-
l'arcivescovato di Napoli, che costante- ne celestiale ed una sublimità di concelti,
mente com'anco tutte le altre di-
rifiutò, che già pareane l'anima sciolta dal corpo
Papa avrebbe voluto in-
gnità cui lo stesso e beata nelle delizie dell' Eterno amore.
nalzarlo. A Bologna scrisse la i. 'parte del- Quanto più il santo vedeva appressarsi l'o-
la Somma teologica, indi passò a Napoli, ra della sua morte, tanto più sospirava il
teda vanti unCrocefisso, entrò in una dol- nella gloriadel suo Dio. Ricevuta l'assolu-
ce estasi, e fu levato4 palmi sopra terra. zione con tutli sentimenti da vero peni-
i
Da'6 dicembre 12^3 lino a'7 marzo del- tente. dominalo il s. Viatico, che volle rice-
l'auno seguente, che fu il giorno della sua vere disteso sulla cenere. Di minuendo sem-
morte, il santo dottore non volle più par- prepiii lesue fòrze,vollechegli si ammini-
lare né scrivere di materie teologiche, e •tntfsel'tttcmn uuiioue, uieutre era ao-
7
76
TOM TOM
eòi* perfettamente presente a se itesso, e re miste per le varie materie che vi sono
rispose egli medesimo a tutte le preci ilei- spiegate: vi si trova la confutazione dei
la Chiesa. Indi ringraziati l'abbate e i re- greci scismatici e di parecchie eresie; la
ligiosi di Fossanuova, s'addormentò nel discussione di molti punti di filosofia e di
Signore a'7 di marzo 1274» qualche mi- teologia; delle spiegazioni sul Simbolo,
nuto dopo la mezzanotte. Secondo alcuni sui sacramenti, sul decalogo, sulla ora-
autori egli era entrato nel suo 5o.° anno; zione dominicale, sulla salutazione ange-
ma il Butler è d'avviso di tenersi al parere lica, ec. Egli combattè i nemici della ve-
di Bartolomeo da Lucca, e di altri autori rità colle loro proprie armi, e fece servi-
contemporanei, quali dicono che morì di
i re la dottrina di Aristotile alla difesa del-
480 49 anni, la quale data meglio s'accor- la fede. I Commentari sui 4 libri di
suoi
cia con tutta la serie della sua vita. Appe- Pietro Lombardo
detto il Maestro delle
na fu intesa la novella della sua morte, sentenze, comprendono un corso metodi-
da tutte le parti si accorse ad assistere a' co di teologia. La Somma teologica è o-
suoi funerali. Alcuni religiosi di Fossa- pera mirabile, quantunque la morte gli
nuova e parecchie altre persone amma- abbia impedito di darvi l'ultima mano.
late furono miracolosamente guarite per La migliore edizione delle sue opere è
la virtù delle sue reliquie, cornee ripor- quella che si fece a Roma nel 1 570, in 1
tato nella bolla di sua canonizzazione. An- voi. in foglio. Delle opere di S.Tommaso,
che in seguito,sopratlulto nelle varie tras- chiamato il principe de' teologi, ed il mae-
lazioni delle sue reliquie, operaronsi so- stro de' teologi di tutti i tempi, parlai in
miglianti miracoli, di che abbiamo rela- molti articoli, a Teologi e Teologia, di-
zioni molto autentiche pubblicate da'Bol- cendosi Tomismo (V.) la sua dottrina ri-
losa, ed eziandio dell'altre sue reliquie, a Ap. 660 poi riparla delle opere del s. Dot-
tale ultimo articolo in breve ne parlai con tore, neldar contezza delle Institutiones
importanti notizie. Solo qui aggiungerò Theologiae theoreticae seu dogmatico-
col Torrigio, che Urbano Vili neli633 polemicae concinnatae a r. p. Alberto
donò alla chiesa de'cappuccini di Roma Knoll Ord. min. s. Frati. Camuse., Tau-
uu braccio di s. Tommaso, e un braccio rini 853. In Roma nel celebre convento
1
nonizzalo da Giovanni XXII nel i323, tuito per ispiegare la sua angelica dottri-
e Pio V
ordinò nel 1567 che la sua fe- na teologica. Ferdinando II re del regno
sta a' 7 marzo si celebrasse della stessa delle due Sicilie, curando l'incremento e
maniera, come quella de'quattro dottori il lustro della regia università degli sludi,
della Chiesa d'occidente, s. Ambrogio, s. allargando l'insegnamento colla istituzio-
Agostino, Girolamo, s. Gregorio Ma-
s. ne di 7 novelle cattedre ,
prescrisse che
gno. Le opere di s. Tommaso si ponno di- fosse sottoposta alla speciale protezione di
videre in 4 classi. Nella 1.'' sono le opere s. Tommaso d'Aquino, e che i professori
di filosofia, nella 2.* quelle di teologia ; di essa, il presidente,e i componenti il con-
a
nella 3. i Commentari sulla s. Scrittura ; siglio generale di pubblica istruzione por-
nella £," gli opuscoli, che pouuo dirsi ope- tassero sospeso al colio col luutro celeste,
TOM TO 77
simbolo della Immacolata, una meda-
ss. va con tenera pietà, recitava l'officio del-
glia sormontata da una corona ed avente la Chiesa, e adempiva tutti i doveri della
da un Iato l'effigie del santo colle parole: religione con fervore straordinario. Fat-
Divus Thomas Aquinas regiae neapoli- to il corso di filosofia a Parigi, ai ritolse
tauae Lniversilatis professor etpatro- d'abbracciare lo stato ecclesiastico, quin-
nusj e dall' altro: Fcrdinandus II Rcx di si recò ad Orleans per impararvi il di-
P. F. A. bonamim ar tinnì stalori85o. ritto civile, che serve di fondamento al
L'uso di questo fregio insigne fu solen- canonico. Poco dopo ritornò in Inghilter-
nemente inaugurato il dì sagro appunto ra per continuarvi i suoi studi, e passato
alla Concezione Immacolata dellaVergine dottore in diritto ad Oxford,fu eletto can-
nella chiesa de'gesuiti, contigua all'edifi- celliere di quella famosa università. In ta-
cio dell'università stessa,con pompa di di- le posto acquistossi tanta riputazione, che
853. In Roma tuttora nella
vini uffizi nel i il re Enrico III lo creò gran cancelliere
Chiesa di s. Maria sopra Minerva (della del regno, nella qual carica egli fece spic-
quale anche uel voi. LXX V, p. 2 6), nel 1 care la sua prudenza, il suo zelo, l'amore
giorno della festa di s. Tommaso d'Aqui- per la giustizia : si oppose con tutto il suo
no si celebra con cappella cardinalizia, che potere ai diversi abusi, e fece esiliare gli
descrissi uel voi. IX, p. i 3 J; cornea santo ebrei, de' quali non eransi potute impe-
alla cui fama è angusto il mondo, e co- dire le usure e le estorsioni. Dopo reite-
me a gran dottore sulle cui opere impal- rale istanze, all'innalzameuto di Eduar-
lidiscono di stupore i filosofi, al di cui an- do I al trono, ottenne di essere sollevato
gelico nome s'inchina l'orbe cattolico. Ne da siffatto incarico, che Io riteneva suo
scrissero la vita, fra gli altri, Bartolomeo malgrado alla corte, e ritirossi quindi ad
da Lucca, che fu per qualche tempo suo Oxford per non occuparsi che della let-
confessore; e Guglielmo daTocco priore di tura e degli esercizi di pietà. Prese ivi il
EeneventOjil quale tra stato in modo par- grado di dottore in teologia nella chiesa
ticolare stretto in amicizia col sauto dot- de' domenicani, presso quali avea stu- i
di s. Severo; ma non guari dopo le sue ossa provinciale nell'Andalusia, e una volta in
furono poi tale ad Hereford e deposte in Castiglia. L'imperatore Carlo V lo scelse
quella cattedrale. PapaGiovanni XXII lo per uno de'suoi predicatori, anzi lo mise
canonizzò nel 1 3 1 o(così Ieggesi nel Butler; nel numero di quelli che consultava, e
ma questo Papa fu eletto nel 1 3 6, e nel 1 quando non lo avea presso di se, gli scri-
1 3 o regnava Clemente
1 meglio è ri- V : vea per chiedergli il suo consiglio. Aven-
tenersi l'epoca che riportai a Hereford), dolo nominato all'arcivescovato di Gra-
forse ai di ottobre, ch'è il giorno in cui nata, egli pose tutto in opera per evitare
si celebra la festa principale di questo questa dignità; ina dovette poi accettare
santo vescovo. quello di Valenza, in virtù di obbedienza
TOMMASO da Villanova (s.), arci- religiosa, ed entrò nella sua sede il
1. "del-
nel 1488 a Fuenlana in Castiglia, ed eb- tà, continuò a mostrar quella umiltà di
be poi il soprannome di Villanova da cui avea dato saggio nel suo ritiro. Non
Villanova di los lnfantes, piccola città do- comportando alcun apparato di esteriore
v'egli fu allevato. I suoi genitori Alfonso grandezza, ritenne il suo abito religioso,
Tommaso Garcias e Lucia Martinez era- chesi rattoppava da se stesso; la sua men-
no pure oriundi di Villanova. Benché di sa era strettameli te fi ugale.osser vaudo l'a-
mediocre fortuna, essi erano molto limo- stinenza e i digiuni prescritti dalla regola
linieri, e questo spirito di carità fu l'ere- che avea abbracciato; non si vedeva alcu-
dità più preziosa che lasciarono al loro fi- na tappezzeria nel suo palazzo; non por-
glio; di che l'amore dei poveri divenne il tava indosso panno di lino se non quando
suo distintivo carattere. Giunto all'età di era ammalalo; sovente coricavasi sopra
1 5 anni, i suoi genitori lo mandarono al- un fascio di rami d'albero, e una pietra
l'università di Alcalà, ove percorsegli stu- gli serviva di guanciale. Fedele in adem-
maggior profitto, e
di col i suoi talenti gli piere i doveri di buon pastore, visitava le
meritarono un posto nel collegio di s. II- chiese della sua diocesi, predicando nelle
delònso. Avea 26 anni quando fu rice- città e nei villaggi con meravigliosi effetti.
vuto maestro delle arti, e scelto a profes- Finita la sua visita , radunò un concilio
sore di filosofia. Dopo due anni fu tratto provinciale, in cui si fecero saggi regola-
a Salamanca per esercitarvi lo stesso ufli- menti per togliere gli abusi che si erano
ciocon maggiori vantaggi, e colà poi pre- introdotti massime nel clero, nel che eb-
se l'abito degli eremiti di s. Agostino. Nel be ad incontrare gravi difficoltà, ma colla
suo noviziato si scorse com'egli erasi av- sua pazienza venne a capo di superarle.
vezzato già da lungo tempo alla pratica L'arcivescovato di Valenza avea 18,000
delle austerità, alla rinunzia della pro- ducati di rendila annua. Il santo arcive-
pria volonlàed agli esercizi della contem- scovo ne dava 2,000 al principe Giorgio
plazione. Elevato agli ordini sagri, rice- d'Austria suo predecessore, che si era di-
vette il sacerdozio nel i520, e il giorno messo , riservandosi questa pensione ;
tosto a predicare la parola di Dio e ad mento della sua casa e pe'ristauri del suo
TOM TO M 79
palazzo. Ogni giorno vedeansi alla sua la sua vita passata, e pervenne ad alto
porta da 5oo poveri. che riceveano pane, grado di sa uli tà,i untando le virtù dell'am-
vino e una moneta d'argento ciascuno, ed mirabile suo fondatore, ad esempio del
inoltre faceva innumerabili altre carità. quale, dividendo l'anno in sette quaresi-
L'amore ch'egli avea pelsuoprossimo,e le me, non vivea che di pane e di alcuni le-
altre sue virtù riceveauo la loro perfezio- gumi. Un genere di vita sì austero gli me-
ne da quell'amore ardente verso Dio, che ri lo delle grazie particolari dal cielo, e gli
avvampavagli in cuore, e che manifesta- procacciò la stima degli uomini. Divenne
va molto più colle opere che colle paro- successivamente compagno del ven. Gio-
le, li cattivo stato di sua salute non gli vanni da Stroncone, incaricalo della ri-
permise di recarsi al concilio di Trento, forma de' frati minori nel regno di Na-
«•ode vi mandò in suo luogo il vescovo di poli, e suo vicario iu una delie provincie
I Inesca. Più d'una volta ricorse a Roma dell'ordine. Papa Martino V, conosciuto
e alla corte di Spagna per ottenere la per- il raro merito di Tommaso, lo incaricò di
missione di dimettersi. Finalmente Dio "li cacciare gli eretici Fraticelli da'couvenli
tese la libertà che tanto desiderava, chia- di cui si erano impadroniti, e di procura-
mandolo a >e, e facendogli conoscere in re di ricondurli all' unità della fede. Il
modo soprannaturale the avrebbe finito successo cotonò i suoi sforzi, sicché rota-
di vivere nella festa della Natività di Ma- bili i conventi del suo ordine, li riempì di
lia Vergine. A'29 agosto i555 fu colto uomini virtuosi, e vi ricevette anche mol-
da unasquinanzia, accompagnata da feb- ti fraticelli, i quali essendosi convertiti,
e violenta, e la mattina deyli 8 settem-
)>i perseverarono nella buona via con edi-
bre, fatta celebiare la messa nella sua ca- ficazione. La saggezza cheTommaso avea
mera, spirò dopo comunione del sacer-
la mostrato un affare così delicato, indus-
in
dote, essendo nell'età di 67 a uni. Confor- se Papa Eugenio IV, ad unirlo al p. Al-
me al suo desiderio fu sepolto nella chiesa berto di Sarzana, che inviava agli orien-
degli agostiniani di Valenza. Paolo V lo tali per invitarli al concilio ecumenico di
beatificò nel 1618 ; Alessandro VII lo Firenze. Allorché il p. Alberto vide che il
di sua santità e de' suoi miracoli, come cevea con particolare tenerezza i peccatori
pure il concorso de'fedeh alla sua tomba, indurati, e conducevali nella via della sa-
accrescevano ogni di più, i frati minori lute. Scorse per molti anni i borghi e i vil-
permise con decreto della s. congregazio- costumi seguiva sempre la sua presenza,
ne de'rili nel 77 1, che si onorasse Tom-
r in guisache potrebbesi chiamarlo il nuo-
maso come beato. vo apostolo di questo paese. Consumata
TOMMASO di Cobi (b.), frate minore così la sua illibata e virtuosissima vita,
dell'osservanza. Ebbe i natali in Cori,dio- cadde malato nel convento di Civitella,
r
cesi diP ellctri(P .),da rispettabili e pii ge- dove favorito delle celesti consolazioni,
nitori. Di purissimi costumi, mostrò (in moiì della morte de'giusti l'i 1 gennaio
da fanciullo a qual grado di santità sa- 1729, in età di 74 anni. I miracoli pro-
rebbe pervenuto, e dopo la morte del pa- varono subito la santità di questo servo
dre e della madre prese I' abito de' frali di Dio, e Papa Pio VI, dopo averli fatti e-
more di Dio e del prossimo che ardeva detta città, nelle tempora di dicembre del
nel suo cuore, gl'inspirò il pensiero di an- 1 1 38 Innocenzo II lo creò cardinale pre-
dar nella China a predicare la fede catto- te di s. Vitale. Si trovò presente all'ele-
lica e a versare il sangue per essa. Avendo zioni di Celestino lì, di Lucio II, e d'Eu-
però conosciuto che la volontà divina op- genio III, alle bollede'quali oppose la sua
ponevasi alla esecuzione di questo dise- soscrizione, e l'ultima porta la data del
guo, rimase con sommissione a travaglia- 1 i45 e fu a favore della chiesa di Vero-
re nella vigna del Signore, nel territorio na, laonde dev'essere morto nel pontifi-
di Subiaco e ne'luoghi circonvicini. Fie- cato d'Eugenio III. 11 Ciaccolilo lo con-
no di dolcezza e di carità pe'poveri, a'cui fuse con un altro cardinal Tommaso del-
bisogni provvedeva spesso in modo pro- l'ordine de'diaconi e poi di quello de'pre-
digioso, gl'infermi specialmente eccita- li ; il Panvinio però e altri scrittori ne
vano la sua compassione. Allorché si trat- corressero l'equivoco.
1
TOM TOM 8
TOMMASO, Cardinale. Onorio III sime del capoluogo, ed ascende a più di
verso il fine del 12 iG lo creò prete car- 18,000. Questa città situata sulla costa
dinale di s.Baibina, e sottoscrisse alla bol- orientale, oltre di chiamarsi s. Tommaso t
la da detto Papa spedita in Lalerano a dicesi pure Cliaveso PanoasanoPavoas*
favore di Simone vescovo di Terracina a' san , Fanum s. Thomae, s. Thorrì-, s.
18 gennaio 2 1 1
7, insieme al cardinal Ro- Tommaso dell''Isola j nome che fu dato
berto Rainaldi di Sezze (?'.), altro car- da'portoghesi all'isola per averla scoperta
dinale d'Onorio III della stessa promo- nel giorno della festa di s. Tommaso a-
zione, e col titolo presbiterale de'ss. Gio. postolo. Contiene più di 700 case, di le-
e Paolo, perciò ricordato dal Rondinini gno la maggior parte. Siede a nord della
nella Storia di tal basilica a p. 176, e città un forte sopra una lingua di terra.
nella stessa bolla riprodotta da Ughelli, 1] porto è bensì piccolo, ma otfie asilo si-
Italia sarra t. 1, p. i2g5. curo alle navi. Gli abitanti di color nero
TOMMASO (s.). Cristiani di s. Tom- nella più parte, sono dotati di molto spi-
maso apostolo. V. Malabari, s. Tommaso rito e di gran memoria, di carattere do-
apostolo, e i voi. XVIII, p. 20 5,e XXXIV, cile. Ha 3 chiese, la cattedrale ora colle-
p. 20 r e 206. giata avea un capitolo composto di 14 ca-
TOMMASO o THOME" (s.). V. Me- nonici: le altre due chiese della città sono
IIAPOR. sotto l'invocazione di Antonio e di s. A- s.
te, la cannella , ec. Gli abitanti di quasi ma. Neil 742 h\ Lodovico della Conce-
20,000 compongono di portoghesi e ne-
si zione agostiniano scalzo di Lisbona. Nel
montagne vive un certo
gri schiavi; nelle 1 74^ Lodovico delle Piaghe agostinia-
fi'-
cipe e altre di minor grandezza, ed ora e se riusciva loro di guarire, per slare be-
formanti la diocesi di s. Tommaso. An- ne non potevano cibarsi che pel necessa-
nobuono, isola del golfo della bassa Gui- rio nutrimento. La missione de'cappuc-
nea, con città omonima, fu cosi denomi- cini in Guinea fu istituita nel iG5q e me
nala da 'portoghesi perchè la scoprirono gì io stabilita nel 1 Cyj \; indi v'introdusse-
ili.° gennaio 4/ 3, e non vi trovarono a-
1
ro gli agostiniani scalzi della provincia di
nimali, tranne i volatili ;
poi vi s' intro- Portogallo. Nel 1688 il prefetto de'cap-
dussero, massime le capre. Fertilissime so- puccini spedi a delta congregazione lo sla-
no le valli, pescose le rive: principale pro- to delle missioni dell'isola di s. Thomè, ri-
l'Indie vi cercano tregua dal viaggio. Nel gnoranza de' popoli nelle cose spettanti al-
1778 venne ceduta agli spaguuoli, e da la fede, essendo le parrocchie tra loro di-
questi n'ebbero poi il possesso gl'inglesi. stanti 3o miglia, onde la cristianità erasi
L'isola del Principe fu scoperta da'Por- inselvatichita, massime nell'isola d'Aimo-
toghesi nel 147 1, e ne mantennero il pos- bon, ed avea appresi costumi della re- i
sesso. Il suolo offre riso, tabacco, miglio, gione, che sono principalmente l'avere le
zucchero e frutta tropicali. L'unico bor- concubine, preferendosi i bastardi a'fìgli
go è situato sulla riva settentrionale; a legittimi.
giato e sicuro n'è il porto. Annobuonoè TONACA o TONICA o TUNICA, TV
popolato da qooo quasi lutti negri e cat- idea, Toga. Veste lunga e con maniche
tolici. Ila la chiesa dedicata alla Conce- lunghe, usala dagli antichi, oggi propria
zione di Maria Vergine, 4 cappelle, col de'clauslralid'ambo i ,Religìosie Re-
sessi
ligiosi assumono la cotta e le altre lesti sata da diversi popoli. Circa la forma, era
sagre. Al dire di Vairone, la tonaca fu quasi simile alla veste Dalmatica o Tn-
così dotta a tuendo, dal difendere il cor- nacella [1 '.). vale a dire infera avanti al
po, come la Toga (V.) a tegendo , cioè pettoedivisa ne'lati sino alle ginocchia. In
dui copi irsi. PoichèosservaBiondodaFor- principio la tonaca degli uomini era sen-
lì, nella Roma trionfante, trattando delle za maniche, ovvero colle maniche stese
vesti de'romani antichi, die la tonaca fu sino a mezzo braccio, ma nelle donne le
veste assettata al corpo, corrispondente maniche, si stendevano sino alle mini.
oncbe all'odierna Sottana (T .), e la toga Riferisce ancora il p. Bonanni, essere in-
il mantello o veste più ampia e lunga che certa 1' epoca di quando cominciò 1' uso
si portava disopra. Si portavano dagli an- delle tonache colle maniche, e crede pro-
tichi d'ordinario due tonache, e talvolta babile nel tempo degli Apostoli e de'cri-
ancora più di due. La tonaca esteriore chia- stiani della primitiva Chieda ,
poiché sa-
mavasi Umica, quella di sotto subucula rebbe stato indecente che esercitassero le
e anche indusìum, la cpiale serviva più funzioni ecclesiastiche colla veste priva
sovente per le femmine. Essa era in so- dellemaniche. Nou eraperòquesl'uso in-
stanza una camicia, che in principio si fa- teramente propagato e comune a tutti i
di lino. llp. Bounani, La Gerarchia ec- ché Cassiano che visse nella metà di esso,
toga, sotto la quale si portava, e copriva tiouc terrena mortijicatos eos velamini*
immediatamente il corpo di chi fusa va. linei doceat indumentum. E dall'uso di
Aggiunge essére stala tal sorte di veste co- tal veste de''Solitari d'Egitto, stimò Pan
mune anche agli ebrei e di due sorti, una ciroliche procedesse la pazienza o sca-
con maniche, l'altra senza; alcune erano polare monastico. Tale veste, nominata
larghe, altre più strette; alcune di lana, al- da Cassiano Colobio(f .), cioè tonaca sen
tre di lino, secondo la coudizione di quelli za maniche, era comune a'monaci e solita-
che se ne servi vano. Questa si nominava in- ri, per essere più spediti oell' opere ma-
dusiu/n, e benché il nome di tonaca sia ge- nuali, alle quali si applicavano per fug-
nerale, contultociò comunemente s'inleu- gir l'ozio. Notai a Colori ecclesiastici ,
tonaca colle maniche più o meno strette, la quale adoperatisi da ogni Sorta di sa-
nel modo che vestono diversi orientali ap- cerdoti gentili d'oriente e d'occidente, es-
partenenti al clero. La veste tonaca fu chia- sendovi in Campidoglio una famosa sta-
mata da'greciCtf//7..v/W.?,eda'rotnanitSVo la tua di sacerdote idolatra, vestita con ve-
come a questo articolo dissi,notando da ste che quasi in nulla differisce da'noslri
chi usata, e che quella con maniche corte camici, e anco bene arricciato. Però sog-
fu detta stola o tonaca reale, come abito giunge, questa sorta di vestimento laChie-
ordinario de're e de'roagisU assomiglian- sa per certo non prese da' gentili sacer-
te agli odierni rubboni usati da' Gonfalo- doti, ma bensì dagli ebrei e dalla s. Sci it-
nieri, Priori e altri municipali. Di pitiche tura, ove da Dio fu prescritta ad Aron-
il sommo sacerdote,! sacerdoti ed i leviti ne e suoi figli. Tunicam lineam, et stri-
degli ebrei vestirono le tonache chiamate dami Porro fìliis Aaron tunieas lineas,
stole. Ed inoltre che fu chiamata stola del parabis,ete. V esliesque his omnibus Aa-
Pontefice massimo de'romani pagani, di ron, et jilios ejus curri eo. Che la tunica
cui meglio riparlai altrove, come nel voi. linea, o camice come noi l'appelliamo, non
LXX11I, p. 280, 281, 283, 284, quella fosse presa da'gentili, ma dagli ebrei, dice
veste che diversi scrittori denominarono Marangoni, provarsi chiaramente dall'es-
tonaca, indossandola gl'imperatori, quan- sere stata usata ne'principii della nascente
do furono rivestiti di tale religiosa dignità, Chiesa da S.Giacomo apostolo, il quale u-
sotto l' imperiale paludamento. Quando sava solamente veste di lino; e questo era
sulle tuniche romane si poneva il Lati- proprio vestimento sacerdotale. Di que-
clavio, nel quale articolo dissi come for- sta veste linea, dopo s. Giacomo, Maran-
mate tali tuniche e usate pure dagli ebrei, goni ne trovò altra memoria negli atti di
da'profeliedalSalvatore,e quella di que- s. Cipriano vescovo di Cartagine e marti-
sti fu appellata Tonaca o Tunica Incori- re, ne'quali si legge: Curn se dalmatica
£utile(F.),s\a\\ìal'\c\aM\oàiPorpora{F^.) i expoliasscty et eam Diaconibus tradidis-
sia d'oro, allora le tuniche si chiamava- set, in linea stetit, et coepit spiculalorem
no Augusticlave o Laticlavc, ed in Gre- sustinere. Il camice era la tonaca di lino
cia molto si usarono da'ricchi. 11 Cami- usata dal primitivo clero in chiesa e fuori,
ce (V.) degli ecclesiastici, Tunieas Alias però l'adoperato ne'sagri templi era più.
( antica veste bianca talare detta ancora mondo e più nobile.Dal camice poi ebbe-
A/bao Camisia romana, di cui ragionai ro origine le vesti ecclesiastiche del Roc-
anche altrove come a Rocchetto), pure chetto, eziandio detto Tunica,^ della Cot-
chiamossi tonaca, e derivò dalle tonache ta (P-), appellata altresì Tunica talari.
bianche degli antichi romani, secondochè In quest'ultimo articolo rimarcai, che al-
pretendono alcuni. Ma il dotto Marango- cuni stimano avere l'antico clero vestito
ni, Delle cose, gentilesche e profane tra- la tonaca bianca talare, senza maniche, e
sportate ad uso e ad ornamento delle poi mutata la materia si convertì in Pia-
chiese, osserva che da' monumenti appa- neta (V.) e divenne propria de'sacerdoti.
risce l'antica disciplina della Chiesa, qual Di più pare che dalla tonaca fosse formato
fu di abborrire unicamente quella sorte il Sacco (P'.) t abito penitente de'confra-
di vestimenti, i quali erano distintivi spe- tri de' Sodalizi (V.)% i quali se Io cingo-
cifici di Laonde quanto
culto idolatrico. no a'iombi con cinture o cingoli di cuoio,
alle altre vesti, benché adoperate da sa- di corda, di lana, di seta, di filo o cotone.
cerdoti gentili, anche ne'sagrifìzi, tale di- Adunque 1' antica tonaca o tunica fu
stintiva sacrilega non portavano, mentre vestimento che portavasi immediatamen-
a tulli erano anche culmini; efia queste te sul corpo, ed era comune ad ambo i ses-
TON TO» 85
si. Ne fecero uso quasi tutti gli antichi po- ro il nome di * iicciiu: ti o duelliti. Andava
poli, ma gli uni la portavano con mani- la tunica si giusta al collo, e scendeva sì
che, altri senza; pe'primi era molto larga, basso presso le donne vereconde, che non
assai più stretta presso gli ultimi. Com- si vedeva di esse fuorché il volto. Quan-
ponevasi ordinariamente di due pezzi, che do il lusso ebbe introdotto l'uso dell'oro
offrivano a un dipresso la figura d' un e de'gioielli, iucoroinciossi impunemente
quadrilungo; l'uno copriva il petto, l'al- a mostrare il collo, le spalle e la parte su-
tro il dorso , ed entrambi univansi sulle periore del seno; la vauilà andò prenden-
spalle agli angoli superiori, lasciando in do piede, e le tuniche s'incavarono mag-
mezzo un' apertura per la quale usciva la giormente; il che si attribuisce per le pri-
testa. I due pezzi avvicinavansi sotto le me alla romane, insieme a portare tona-
ascelle, sempre allargandosi al basso, con che d'una stoffa fina e trasparente, per U
una marcata differenza pegli uomini e per qual cosa Seneca diceva nulla poter di-
le donne. La tunica tenevasi soggetta con fendere in esse il corpo e il pudore, cosic-
una cintura, lasciandosi cosi alle membra ché alcuna non avrebbe potuto giurare
la libertà e facilità de'movimenti. La cin- d'essere nuda. Spesse volte le maniche non
tura si assumeva quando si usciva dalla erano unite, e dall'alto della mano fino
propria casa, giacché nell'interno la tona- alla spalla erano attaccate con fermagli
ca portavasi senza alcuna cintura. Le per- d'oro e d'argento. Il portare uua tunica
sone voluttuose stringevano meno la lo- lunga fino a' piedi era pegli uomini indi-
ro cintura che non le altre , cosicché la zio di mollezza e dissolutezza; lo stesso ac-
tonaca rimaneva con pieghe pin ampie, cadea delle tuniche a lunghe maniche che
e questo riguardavasi come un indizio di chiamavansi chirodatae o manidealac,
mollezza, e non era molto onorifico alle chiridata o inamidata; esse non conve-
persone, per cui se ne fece rimprovero al- nivano che a'barbari, riguardandosi co-
lo stessoMecenate. Da principio eradi la- me indecente, ed un greco deipari che un
na, e uomini la conservarono di tale
gli romano avrebbe arrossito di portarle. Ma
stoffa lungamente, mentre per le donne cambiati costumi colla repubblica, sta-
i
sembra chefossein uso il lino fino da'pri- bilissi un uso affatto contrario, ed il por-
mi tempi o poco meno. Erano le tuniche tare tuniche senza maniche divenne allo-
cucite dagli orli inferiori fino alle anche; ra ignominia. Gli ordinari ornamenti del-
alcune antiche figure lasciano persino di- la tunica consistevano in una larga ben-
stinguere le cuciture. Erano per lo più da di porpora chiamata clavas e lativla-
bianche, ma si portavano anche di colore: yust chescendeva dall'alto al basso. A Ro-
Ovidio rimarca che la tunica nera sta be- ma il solo basso popolo e gli abitanti del-
ne alle donne bianche , e la bianca alle le campagne, non aventi mezzi di com- i
brune. 1 cittadini di poche fortune, sol- i perarsi una toga, uscivanoin pubblico col-
dati e gli schiavi portavano tuniche tin- la semplice tunica, onde trovasi in alcuni
te di rosso, tali divenute in forza dell'uso. autori tunicatas populus, tunicata piebs.
Trebellio Pollione fa menzione della tu- Ma nelle altre città ed in campagna, tan-
nica rossa de'soldati. 1 lacedemoni la por- to i ricchi quanto i poveri andavano sen-
tavano rossa alla guerra, onde il sangue za distinzione colla sola tunica. Ben di ra-
delle ferite colpisse meno la vista, per evi- do scorgesi sulle tuniche alcun ornamen-
tare l'abbattimento negli altri. Presso i ro- to, tranne i fermagli sulle spalle, ed i bot-
mani la tunica scendeva pegli uomini fino toni lungo le maniche. Non si sono mai
alle ginocchia, fino a' talloni per le donne; rinvenute frangie d'oro. I greci chiama-
ma i soldati ei viaggiatori la rialzavano rono questo vestimento col uome di Ctf»
fino alla metà delle cosce,doude venne lo- Idàirii, e ino uv chitoni/ o monofjcpln 4ir
86 TON TO IN
c:evansi le donne che non erano vestite manti quante aveano tuniche,
tanti piccoli
fuorché della tunica con cui dormivano. e quando cambiavano quest'ultime pren-
Quanto alla tunica cle'Iacederuoni, pera- devano anche il manto che conveniva e
venie una giusta idea Don si è trovata fi- th' eravi attaccato , dimodoché pareva i
gura piti antica di quella tratta da un bas- due pezzi non formarne che uno. La tu-
sorilievodella villa Borghese di Roma. E nica pietà era carica di ricami, o coper-
noto che la tunica delle donzelle lacede- ta di fiori e altri disegni; convenne in pri-
moni era diversa da quella delle donne, ma a'soli trionfanti, poi ad altri fu data
perche «perla da ambo le parti dall'estre- e specialmente a' consoli. Importanti ed
mità inferiori fìtto all'alto delle cosce, le erudite notizie sulla tonaca o tunica ri-
quali quindi potevano vcdersi;dal che ven- porta Buonarroti, nsN Osservazioni dei
nero esse chiamale jeuoineridi, cioè che t'^.s7^//f/(7t/\//i't^/o,eprincipalmentesul-
lasciano apparire le cosce. Sofocle im- t le tuniche davate ossia ornate di fram-
proverò la principessa Lrmione,perchè a- menti e striscie di porpora, in uso presso
vanzata in eia portava ancora la tunica a- gli ebrei anche pastori (forse i davi usali
perla dalle due parli. La tunica avea co- da'pastori edalle persone meccaniche può
me la toga diversi nomi. La tunica linea essere che non fossero di rosso buono di
o di lino, non si conosce l'epoca precisa- porpora), e di essi clavi furono ornate le
mente in cui a Roma comiitciossi ad usa- tuniche pure de' profeti, del Salvatore e
re il lino per le tuniche; per lunghissimo degli apostoli. Che le tuniche davate e col-
tempo ftt essa di lana, e quegliscritlori che le maniche lunghe non sempre si hanno
distinguono due tuniche, ambe di lana le da pigliare per dalmatiche. Le tuniche de-
suppongono; motivo per cui sì spesso ba- gli ebrei erano lunghe e cinte in due luo-
vasi quesla sorta di tunica a'Iiberti; men- confusero o si cambiarono nelle dalmati-
tre la tunica cou una sola manica era ri- che, e si aggiunsero a quelle le maniche
servata agli schiavi. Si dicevano tuni- lunghe e larghe, quando quesla sorla di
che palliolate, quelle cui (mi vasi un leg- veste di lusso dalla Dalmazia passò in Ro-
gero manto; nella stessa guisa che vestes ma: erano di porpora e sopra ornale d'o
citeitliatae chiamavausi gli abiti guerni- ro, con diverse figure o tessute o ricama-
ti di cuppuccio. Le donne ricche aveauo le. E finalmente delle tuniche subarma-
T O N T ON 87
li, da portarsi solto il torace o sotto le ar- tiniSchiston e Scissile, da alcuni Cor-
mi da 'soldati, appellate profundum, dal- soides, da altri Politi, Sartopolia, e da
l'usarsi sotto tutte le altre vestiineula. I greci Amianthu» e Asbeston, cioè incom-
fanciulli romani nel prendere la tonaca bustibile: il quale essendo di sua natura
virile, giunti all'età di 17 anui, depone- assai tenero e arrendevole, facilmente as-
vano la Bollii d'oro, della qua le riparlai sottiglia vasi, e maestrevolmente sfilaccia-
nel voi. LXXI,p.
71, dicendo delle su- lo si lavorava e riduceva a foggia di (ìli
Ctse, non abbruciava perchè fosse tocco l'epoca le chiamarono Saladinc, dal uu-
dalle fiamme, ma per la forza dell'ardo- me del celebre sultauo Saladino. Essi pe-
re ond'era circondato, il quale assorben- ròdavano egualmente il nome loro di sa-
do tutto l'umilio delle membra, agevol- Lule uou solamente all'armatura che tro-
mente lo scompaginava, finche ridottolo va vasi coperta dalla tonaca o saladma, ma
in minutissime parli veniva poi fatto in ancora ad uu elmo privo di cresta e più
polvere.Di lino sì prodigioso lasciò memo- leggero di quello che comunemente si a-
ria Plinio, che lo chiama lino vivo, e di- doperava.
ce che non arde nel fuoco, in prova di che TONACA o TUNICA INCONSLTI-
all'erma d'aver veduto tovagliuoli falli di LE DI GESÙ* CRISTO, Tonaca [neon-
esso, i quali giltali nelle fiamme rimase- sutili.s- Coristi. Reliquia insigne, vesle in-
ro purgali e netti d'ogni macchia, senza teriore e lunga portata sempre dal Salva-
riceverne la menoma diesa, anzi ripor- tore, in giro intessuta dalla B. Vergine sua
tandone lucentezza tale,che maggiore non madre; denominala Jnco/isulilc perchè
potevano acquistai e. Soggiunge che di es- prodigiosamente cresciuta proporzionata-
so lino facevansi le vesti, nelle quali in- mente colle sue divine membra, e che poi
tonacavano i morti, per evitare la me- nella suaPitssione venne tra'soldati messa
scolanza delle ceneri diverse. Inoltre Pli- a sorte, e ripartita tra essi, insieme agli altri
nio dice che tale lino nasceva ne'deserli suoi vestimenti. Si crede che fosse di colo-
deli' India più dominali dal sole, e non re d'orosmontato o di rosa secca,del colo-
T
soggetti alle pioggie. Questo lino vivu.cre- re della Fascia (f .) che all'uso de'naza-
de il <»ua>co lo stesso che l'amianto, al- reni usò; mentre il manto o pallio o so-
lume assai noto e chiamato Carysliuni, pravveste da lui usata, si vuole percomuu
Garpasiwn, Carboswn, Bostrichitcn, consenso che fosse azzurro ovvero paonaz-
PuL-is Salainandrac,Jaiiicuwu da'la- ì
zo carico di tintura. Gesù Cristo vtmue
88 TO N TON
anche rappresentato col Pallio [V.) sul- di, la quale era non cucita, ma tessuta e
le spalle, onde alcuni credono che desso lavorata ad ago, e formata dalla B. Ver-
fu la veste che soldati nella sua passio-
i gine colle sue mani, come scrisse s.Eutimio
ne si divisero a sorte in 4 parti, per la ra- presso Baronio all'anno 34, n.°35, e so-
gione detta nel citato articolo, ma sembra pra di essa vedesi un ampio pallio, che de-
meglio, per quanto dirò, riconoscersi per centemente raccolto in pieghe si sostiene
la veste tratta a sorte la tonaca intonsa* colla mano sinistra. Che Nostro Signore
tile, come indivisibile. Questa veste dice- portasse, oltre la tunica inconsutile, altra
si che s'imponeva per l'apertura del collo, sopravveste o pallio, apparisce dal testo
e quasi corrispondente alla penula o Pia- di S.Giovanni Evangelista al capoigdel
netti o alla Croccia (/'.). Dissi a Guanti, suoEvangelo, ver. 23: Milites ergo, curii
col vescovo Sarnelli, che i pontificali deb- crucifixissenl eiini, acccpcrunt vestimeli'
bono essere inconsulili, cioè lavorati con ta ej'us, et fecerunt quatuor partes (uni-
ago, come la veste del Redentore, per de- cuique militi partem) et tunicam. Erat
notare l'integrità della fede. Osservò Hur- autem tunicam inconsutilis desuper coti'
ter iieUnStoria d'Innocenzo ///,chc que- iexta, per totum. Cornelio a Lapide uel
sto dottissimo Papa in più d'un luogo del- Commentario sopra s. Matteo, cap. 27,
le sue epistole, allega la veste di Cristo tu- v. 3-7, nota 2.% riporta che lo slesso Enti-
idea, inconsutilis, qual simbolo dell'uni* mio è di parere, che le vesli di Cristo fos-
a
là della Chiesa, e dicendo: La Chiesa, al sero Ire: lache fosse l'inconsutile, come
1 .
pari della veste inconsulile di Cristo, non ì&camiscia interiore; la 2/ una veste ta-
vuol essere ne cucita ne sdrucita, con al- lare simile a quella degli ecclesiastici, detta
lusione alla separazione de' Greci dalla dagl'italiani e da altri Sottana^/ .)',\a 3/
Chiesa cattolica. \\ p.Bonamìi,Z,rtGe/v?/*- esteriore più ampia, che a guisa di pallio
chia considerata nelle vesti, ragionan- tulio corpo ricoprisse dalle spalìe fino
il
do del Superumerale (/ .)del sommo sa- a'piedie lo adornava: imperocché non era
cerdote e delle altre vesti sagre, dice che in uso dagli ebrei di portare négiubbo-
fossero fatte opere polymìto, cioè tessuto ne uè femorali, come anche sino al tem-
vìidlis filis variorum colorimi, come era po di Marangoni si praticava da molti o-
a
la veste di Giuseppe figlio di Giacobbe, rientali.E questa2. cingevasi versoi lom-
tunicam poly mitam. Di piùaggiungecre- bi con una coreggia o cintura o fiscia
dersi anche opere textili, dalla qual pa- d'altra materia, detta zona; e che si por-
rola nasce dubbio, se si debba intendere tasse da Cristo non è da dubitarsene, men-
fosse fatta la veste con tela tessuta e di , tre egli prescrivendo a'suoi apostoli l'abi-
vari pezzi insieme uniti con l'ago, come to, gli ordinò: Nolite possidere tiuritm,
ora comunemente si lavorano, ovvero fos- ncque argentimi, ncque pecunia in in zo-
se fatta di maglia nel modo che si lavo- nis vestris. E sopra il verso 35 del cap.
rano le calze, guanti e simili, oppure fosse 12 di s. Luca : Sinl lumia vestii prae-
tessuta in maniera che non si congiunges- cincti, come spiega Cornelio citato, volle
se una parte coli' altra, e di tale lavoro il Signore alludere al rito degli orienta-
stimò ilBiaunio,y9c' Vest. Sacerd. Ilehr. li, quali erano gli ebrei e gli assiri: .. //pud
l.i, ci 6, che fossero le vesti sacerdotali, quos mos erat longìoribus vestihus , et
come fu la veste inconsulile del Salvato* tuuicis inditi, quas iter pie turi, vel la-
re , contexta per totum. li Marangoni, horaluri praecìngebant, E questione pe-
Istoria di Sanata Sanctorum e dell'im- rò, dice Marangoni, se la tonaca incon-
magine del ss. Salvatore, osserva che tut- sulile fosse quella interiora, che noi ap-
te le sue immagini appariscono vestite al pelliamo camiscia, o pure la 2. che a que-
di sotto colla veste inconsulile fino a'pie- sta 1. "sovrappone vasi. Su diche può ve-
TOX TON 89
dersi quanto più ampiamente ne scrisse sostomo nell'omelia 84 sopra l'erangelo
il Ferrano, De re vestiario, lib. 3, cap. di s. Giovanni è di sentimento che queste
i ei6, t. 6. Essendo però cosa certa, die due vesti esteriori del Redentore non fos-
questo titolo d' Inconsutile si èdalo,e con- sero di materia preziosa, aia piuttosto vi-
fusamente si applica anche alla cauiisda le e ordinaria, mentre in tutte le altre co-
di Nostro Signore, che serbasi fra le re» se non volle comparire diverso, ma in tut-
iiquie della Chiesa di s. Giovanni in La- te conservare la sua povertà e bassezza
terano, mentre nella tavola Magna La- volontaria. Ed inoltre deve notarsi, come
teranense ella ritrovasi fra le medesime nell'immagine del Salvatore effigiala da
enunciata con queste paiole: Prima Ca- s. Leone III, nella parte destra fuori del-
miscia Salvatori*. Ma nell'indice delle la tribuna del suo Triclinio Lateranen-
medesimescriltoda GiovanniDiacono La- se,sedente in trono in atto di dare le chia-
teraneuse leggesi : Tunica Inconsutilis, vi a s. Pietro e lo stendardo a Carlo Ma-
a nani feci t s. Maria ì irgo Filio suo Je- gno, oltre l'essere cinta a mezza vita, tie-
ia sopravveste divisa in 4 parti da'solda- mità della veste esteriore, di colore di gia-
ti, e di questa Inconsutile , ciò poter es- cinto o violaceo, che il Signore avea or-
sere accaduto, perchè essendo stato spo- dinato agli ebrei, aftinché nel vedere que-
gliato il Salvatole di tutte le vesti per bat- ste fimbrie si ricordassero de'precetti di-
terio con Flagelli legato a una Colonna, vini. Conviene tener presente, che Gesù
nell'essere rivestito in fretta non gli fosse Cristo nella sua passione indossò altre ve-
posta la caoaiscia, ma la sola veste incon- sti ancora per contumelia; prima gì' im-
sutile e la sopra v veste o pallio, mentre que- posero d'ordine d' Erode per vituperio una
ste sole erano necessarie per farlo da tut- veste bianca, considerandolo pazzo;poi per
ti conoscere, nel portare la croce al Cal- ironia lo vestirono di finte vesti e insegne
vario. E certamente, che alla camiscia e regie, come di uno straccio di Porpora,
insieme alla tunica talare non competes- o logoro paludamento o clamide di tal
se ad ambedue questo titolo d'Inconsu- drappo, dello *$Ve//ro di Canna, della Co-
tile né di Tunica, apparisce dalla proibi- rona di Spine, e lo salutarono con belle
zione fatta da Cristo a'suoi apostoli di non re de'giudei,e perciò sulla croce lo deri-
possedere, e portare due tuniche, mentre serocol Titolo di Re.v Judaeonun.e pro-
pre-so gli ebrei, e massime più dovizio- i babilmente lasciandogli la corona di spi-
si, era costume di portarsi due e anche più ne incapo,quaudogii tolserogl'indumen-
Tonache f I .). Di qual colore poi furono ti reali; e sebbene ue'primitivi tempi del
le vesti di Gesù, dice Marangoni, non ci cristianesimo Crocefissi erano privi del-
i
che fossero di colore piuttosto scuro e mo- crede che il Salvatore fu confitto in cro-
desto, iucui uouapparisse singolarità, mi ce col capo circondalo di spine a foggia
che non fossero né anche nere, ma secon- di corona, come dimostrano il Gretsero,
dol'usoconjuueilautopiùche s. Gio. Gri- Deduce hb. ijCdp.22;eI5euedellu\l\ ,
9o TON TON
De fistis cap. 7, tic fer. vi, 1. 89. Nel li* parte superiore del piede rimane scoper-
I >ro di Baldeschi e Cresci miteni, Stato (fel- ta, come si vede usarsi da'carmelitani scal-
la chiesa papale Lateranense, fra il no- zi, cappuccini, minori osservanti e altri re-
vero delle reliquie insigni che possiede, si ligiosi. Due sandali di s. Bernardino da
comprendono; il Vestimento di porpora, Siena minore osservante si conservano
col quale fu vestito Cristo per ischerno fra le reliquie della chiesa di s. Cecilia di
nel pretorio di Pilato: il Velo, che si tras- Roma. Che Cristo li usasse, dissi a Scala,
se dal capo la D. Vergine, per ricoprire santa, che ivi si custodiscono, e porzione
la nudità di Cristo quando fu spogliato anche nella detta chiesa di s. Paolino. Non
Dell'inchiodarlo sulla croco; nel cpial velo devesi tacere, che Gesù Crocefisso in va-
si vedono delle stille del suo Stingile pre- rie maniere fu elligiato ne'vetusti tempi.
ziosissimo: il Sudario (f ,) asperso di san- Da una pittura esistente in un cubiculo
gue, col quale gli fu ricoperto il volto nel clelcimiterio di s. Valentino di Roma, ve-
sepolcro: la Camicia,chegli fece colle sue desi il Salvatore tunicato dai collo qua- fin
piedi. Oltre delle Vestimenla dellaB. Ver- Poscia non si conservò della tunica tala-
gine, nella basilica Lateranense si vene- re che la parte inferiore da' fianchi alle
rano ancora il Cilicio tessuto di pelli di ginocchia, e tal foggia di veste, oud'è co-
cammello, del precursore s.Gio. Battista; e perto il Salvatore, si ravvisa spesse volte
(•Tunica di s. Giovanni apostolo e evange- ne'Crocefissi del medioevo. Dappoi fu cin-
lista, che custodi vasi nella cappelletti! sot- to d'una fascia a'lombi,quaI vedesi tutto-
to il ciborio e tabernacolo del le ss. Teste, ra adoperata, o ricoperto d'un guarnello
II cardinal Besozzi, Storia di s, Crocei/i o panno dalle reni fino alle ginocchia, ed
Gerusalemme, riferisce che in questa ba- anche vestito di tunica , come il Celebre
silica si conserva la corda colla quale fu ss. Lucca; tutte queste co-
Crocefisso di
legato Gesù, in croce, e una gran parte perturesembrauo derivate dal pudore che
di sua veste. Nella chiesa di s, Paolino al- vollero rispettare i cristiani verso l'ado-
la Regola de' francescani del terz ordi- rabileGesù. Il Rocca, Opera omnia, t. r,
ne, tra le reliquie insigni vi sono de' Ve- p. 3.53, De par tic ula ss, Crucis, non so-
stimenti di Gesù Cristo e de'suoi Sanda- lamente tratta di questo argomento, ma
li, come trovoin Cancellieri, Dìssert. del- ci die un disegno con 4 Crocefissi, due con
le scarpe o sandali. Dichiara Marango- tunica dal collo a' piedi, delle quali una
ni, che quasi tutte le intere immagini del con maniche e l'altra senza; gli altri due,
Salvatore, che stanno in piedi a sedere, uno ha il velo a'Iombi, l'altro un guar-
hanno i sandali a'piedi, ed èa credersi che nello cheda'lomhi scende sino alla metà
gli usasse, mentre egli stesso ne prescrisse delle ginocchia. Ma come Torino vanta di
l'uso a'suoi discepoli, presso s. Marco cap. possedere la ss. Sindone. (J
r ove fu rav-
-)
6, v. 8; Et praeeepit eis ne quid tolle- volto il sagro corpo del Redentore nel se-
rent in via, ni si virgam tantum, non pe- polcro, così Treveri (/"''.) si gloria di ve-
ra in, non panem, ncque in zona aes, sed nerare nella sua cattedrale Tunica del la
mostrano co'sandali, eh' è una sorte di la quale Cristo fu per ischerno vestito
Scarpe, le quali hanno nel fondo la suo- da Erode, dice che forse non fu bianca,
la, ove posa In pianta del piede, e si le- ma candida, cioè risplendente, e non ogni
gano al di sopra, di maniera che tutta la vtsle candida è bianca, perchè la voce gre-
TON TON 91
cn del s. testopropriamente significa splen- poteva essere l'uno e l'altro del colore me-
dente, di qualunque colore sia il drappo, desimo, poiché la figura e fattura di quei
bianco, rosso o giallo. Nella centuria <_)/, fiocchi faceva l'elfetto da Dio voluto, cioè
cap. 82: Diche colore fossero le vesti di di distinguere il popolo ebreo dal genti-
Cristo, e degli ecclesiastici anticamente, le , e servisse ad essi di segno per tener
incomincia dal riferire che il popolo ebreo presente nella loro memoria l'osservanza
usava le vesti di quel colore ch'è nativo della divina legge. Questo stesso colore
nella lana, non ancora tinta d'altro colo- azzurro, pare secondo il p. Menochio, che
re aggiunto con arte. E siccome confor- ritenesse anticamente l'ordine clericale,
me alla legge di frequente lavavano le ve- come M$ii Annali ecclesiastici notò il
sti per le purificazioni, meglio riusci va che cardinal Baronio all'anno 3q3, il quale
le vesti fossero del colore naturale della si è mantenuto sino a'nostri giorni nella
lana,che d'alcun altro, mentre colla fre- famiglia pontificia, ne'seminari de'chieri-
quente lavanda avrebbe perduto la sua ci, da'vescovi e altri prelati, vale a dire
prima bellezza. E' dunque probabile che l'azzurro violaceo. 11 color nero poi pare,
le vesti di Cristo, perchè accomodava
si al dire del p. Menochio, che si comincias-
all'uso comune del popolo, e non de'ric- se a usare dal clero quando si ricevè in
chi che usavano colori e tinture preziose, alcune chiese da' chierici monacato, e il
fossero del colore nativo della lana, cioè quando vescovi da' monasteri si elesse-
i
bianco. Altri furono d'opinione che le Ve- ro; poiché come si ha da s. Girolamo nel-
stimenla del Salvatore fossero di colore az- l'epitaffio di s. Marcella, nell'epistola 22
zurro o di viola, e probabilmente il cin- e altrove, monaci solevano vestire di ne-
i
golo del colore della veste. Nella chiesa di ro. Trovo nel Magri, che la Dalmatica
s. Gio. Evangelista di Besancon si vene- eia Tonace Ila (F.) rappresentano la ve-
rava una particella della veste di Cristo ste inconsutile di Cristo. Abbiamo di Do-
purpurei subobscurì coloris, ch'è appun- menico IL* Cantagalli, Lettera sopra la
to il colore azzurro o di viola. Nella dio- Treste Inconsutile di QeshCristo,scritta
cesi di Maria d'Arriago
Vagliadolid in s. al d, r Pier Francesco Fagginij e prima
de'cisterciensi si venerava una particella del riportato dal Marangoni pubblicata
della veste di Cristo: dono fatto dall'im- nel t. 22 degli Opuscoli del p Calogerà;
peratore greco Emanuele Paleologo, ad e più tardi riprodotta nel t. 2 delle Dis-
Enrico III re di Castiglia, nella cui auten- sero ecclesiastiche ih F. A. Zaccaria, Bo-
tica si legge. Dedimus particulam 1 csti- ma 1792 ne darò un breve estratto.
:
incnti nostri Rede/nptoris /piasi biavi co- Fu costume de'tempi antichi, che i rei
loris,ex eo scilicctFcstimento,cujus f/'/a- condannati dovessero cedere a' ministri
briam tangens mulier, ajluzu sanguini* del loro supplizio le proprie vesti. Quindi
est sanata. Osserva il p. Menochio, che è, che appena ebbero i soldati spogliato
il color biavo è l'azzurro, come si rac- e confitto in croce Cristo Signor nostro,
coglie dal riferito da s. Brigida, Rivela- sebbene innocentissimo,come reo condan-
zioni, lib. i, cap. 3i , la quale parlando nato , furono prese le di lui vestimenta,
d'una apparizione della B. Vergine, dice cioè il pallio e la tonica, quello divisero
Et mantellina blavum de
ch'era vestita: in 4 parti, dandone
a ciascuno la sua, e
Li- uro, seti sereni cacti coloris. A que- questa tirarono a sorte, poiché ella non
staopinione del colore azzurro si potreb- poteva dividersi in guisa tale, che utile
be opporre, che ordinando la legge Beli fosse a più d'uno,come aveano fitto del
ebrei attaccare a'Ioro mantelli fiocchi
ili pallio, ch'eraun panno quadrato e mol-
«li colore azzurro, pare che d'altro colore to ampio. Cristo dunque, seguendo l'u-
dovesse essere il mantello; ma si crede,che sanza disua Dazione ebrea, poi lava le no-
9* TON TON
minate vesti, e le stesse indossava quando avesse o legature. Che questa ve-
le fìbbie
fu condotto a ingiusta morte. Avendo s. ste fosse composta di due pezzi, fu pure
Giovanni nel riferirlo detto vestimento, opinione di s. Gio. Grisostomo,seguitoda
per vestimentum, e sebbene vi sono scrit- Teofilatoe daTeofane,uniti insieme colla
tori, come il Saimasio e il Sincero, che af- tessitura e non con cucitura, congiungeu-
fermano che 1' Evangelista usò alla greca do cioè in tal maniera l'estremità dell'u-
il plurale invece del singolare, veramen- no e dell'altro pezzo con un filo di lana,
te più di due furono le vesti portate in in modo che la veste pareva in uno stesso
quel tempo dal Salvatore, secondo la più tempo tutta insieme tessuta. Teofilato ag-
comune opinione. 1 sostenitori di questa giunge che gli antichi, per far questo, si
pensano, che oltre lai/ tonica inconsuli- servivano ancora d'una certa sorta di cu-
le, la quale serviva come di camicia, un' cito nascosto, col quale talmente si uni-
altraGesù ne avea sovrapposta a guisa di vano insieme ambedue l' estremità del
sottana (non avendo in costume gli ebrei panno, che la cucitura punto non appa-
di portare giubbetti, calze o calzoni), sul- riva, come eziandio poi osservò il Mero.
a
la quale poi veniva assunta la 3. che pal- Wè mancarono alcuni, fra'cjualiCasaubuo-
lio comunemente si chiamava. Delle due no, Ferrai-io e Grozio, i quali giudicaro-
opinioni, Cantagalli crede probabile la i
.'; no, che questa veste si formasse a foggia
uè volendo parlare del pallio, della toni- di rete con aghi più grandi, o forse co'fèr-
ca volle ragionare. Comincia dall'avver- ri, come suol farsi colle calze e berretti di
tire, ch'eranvi due sorte di toniche, alcu- lana, cioè a maglie; del qual parere sem-
ne aperte che si congiungevano con na- bra che sieno stati Eulimio e s. Isidoro
stri o fibbie, o in altra somigliante ma- Pelusiota. li Cantagalli inclina piuttosto
niera; ed altre come le nostre camicie, al sentimento delBraunio,il quale da mol-
chiuse per ogni parte fuorché dalla supe- ti altri scrittori poscia seguito, vuole che
riore, ed unite insieme per artifìcio o del la tonica di Cristo, né con ordinario, né
tessitore o del sarto. Perciò quando dice- con nascosto cucito di più pezzi congiun-
si nella s. Scrittura, che alcuno stracciò ta fosse, né fitta con ferri, ma veramen-
le sue vesti , Scidit vestimento, sua 3 non te tutta quanta tessuta. Sapevano gli an-
vuoisi intendere certamente del comune tichi a meraviglia l'arte di tesser vesti, di
e vero stracciare, ma bensì dello scioglier- qualunque figura o grandezza elle si fos-
le o sfibbiarle impetuosamente. Così an- sero; alcune delle quali cominciavano a
cora fece nel Sinedrio (F.) l'infuriato tessere dalla parte di sopra,com'era ap-
principe de'sacerdoti, allorché interrogalo punto quella del Salvatore, desujìer coa-
Cesa Cristo, s'era figliuolo di Dio, udì texto per totani j cioè come suol dirsi, da
da esso per risposta: Che l'avrebbero di capo a piedi tessuta. Queste toniche chia-
lì a non molto veduto sedere alla destra inavansi da'latini, Tunieoe ree toc, come
di Dio, e venir sopra le nuvole. Della 2." avverte il Buonarroti; ed erano tessute, co-
sorte dunque di veste, cioè di quella sen- me riferisce s. Isidoro, da persone che sta-
za fìbbie o nastri, era la tonica del Sal- vano in piedi , donde forse avvenne che
vatore, dice il Cantagalli , cioè inconsu- rectae fossero chiamate, al diredi Caluiet.
tile per non aver tali fìbbie o allacciatu- Che questa sorte di vestimento si usasse
re. Però ss. Interpreti trovatisi in gran-
i alcuna volta da' romani, ne fa fede Plinio,
di angustie, nel determinare la maniera scrivendo che Caia Cecilia (ili Tarquinia
di formare la veste incousutile. Alcuni sti- chiamata anche Tanaquilla, saggia e feli-
mano ch'ella non si potè in un tempo tes- ce tessitrice, industriosissima nel lavora-
sere tutta insieme , e vogliono che fosse re la lana, come notai ne'vol. LVIII, p.
cucita insieme coll'ago, e solamente uou 187, LX1X, p. i43 e altrove; si conserva-
TON TO X 93
vano i lavori delle sue mani con venera- fa del regno, cui si diceva comunemente
zione in Roma, e nel tempio d'Ercole la ch'egli affettasse (ma notai altrove, col-
sua conocchia e il fuso, con della lana da lo storico Gioseffo, che veramente la ve-
custodivasi gelosamente l'abito leale di ebrei, bens\ la porpora; e che Erode ir-
Servio Tullio suo genero, dalla regina fat- ritato dal silenzio del Salvatore, lo dichia-
to ascendere al trono di Roma dopo il ina- rò pazzo e fecelo perciò vestir di bianca
lito; dicesi pure che fu essa la prima a far veste). Ed in vero gli apostoli stessi, dei
quelle tuniche tessute che davasi a'giova- quali è credibile che in tutto si uniformas-
ni quando prendevano la veste o toga vi- sero agli usi del loro divino Maestro, a-
rile, e alle donzelle quando celebravano doperarono toniche di somigliante colore
lo Sposalizio), moglie di re Tarquinio (si tenga presente l'articolo Colori eccle-
Prisco, prima d'ogni altra tessè una toni- siastici), il che fu eseguito da molti dei
ca di simil fatta. A queste certamente dis- primieri cristiani, riportandonealcune te-
somigliante non era quella che usava il stimonianze. Che poi fosse la tonica di Cri-
sommo sacerdote degli ebrei, descritta da sto molto lunga e facilmente fino a terra,
Mosè, da Giuseppe e da Filone, la quale pare che si ricavi abbastanza da s. Gio-
copriva tutto quanto il corpo,avendo una vanni, nel riferire che per lavare piedi i
apertura solo dalla parte superiore, per agli apostoli, levatosi il pallio, si cinse (pe-
dove potesse passare il capo, e da Mosè rò già accennai che Cristo all'usanza dei
chiamata opera del tessitore. Or vaglia il nazareni, com' egli era, faceva uso della
il Cantagalli, come si può mai
vero, dice cintura); dicendo con Calmet, che la to-
equamente rivocarein dubbiose tale pos- nica pressori ebrei era una veste talare
sa essere stata la veste inconsutile di Cri- che arrivava sino alle piante, talché era-
sto Signore? Attesta il Braunio, che a suo no obbligati ad alzarsela e cingersela, qua-
tempo era in vigore l'arte di tessere vesti lunque voltasi mettevano in viaggio oad
di simile foggia presso alcuni popoli d'o- operare alcuna cosa; ne produce alcuni e-
riente, facendo egli formare il telaio col sempi, notando che la tonica comune fu
quale tessevaosi. Essendo comune presso detta anche stola, e quella de' sacerdoti
gli orientali, e in ispecie tra gli ebrei, l'uso stola santa, sempre veste talare. La toni-
di tessere siffatte vesti, il Cantagalli non ca di Gesù Cristo fu stretta, secondo il co-
vede quale ripugnanza porti seco l'inten- mune uso degli ebrei, ordinariamente di
dere strettamente, checché lodevolmente lino, onde crede probabile che simile fosse
ne dicano altri, il sagro testo, e dire, che eziandio quella del Salvatore. Quanto al-
questa veste di Gesù Cristo fosse veramen- l'antica e comune tradizione, che questa
te inconsutile, cioè senzaverun cucimen- tonica fu tessuta a Cristo per mano della
to. Vi è questione sequesta
tra gli eruditi, stessaVergine sua Madre, lo asserisceGio.
tonica fosse assolutamente di color bianco, Battista Mantovano; riferendo la s. Scrit-
come dimostra il Ferrano essersi usata tura e antichissimi autori, che ne'prischi
comunemente dagli ebrei. Imperocché se tempi spellava alle donne l'arte di far ve-
ella era bianca, come mai dice la s. Scrit- sti, come Anna madre di Samuele, la qua-
tura, che il re Erode fece vestir Cristo d'u- le a lui tessè di propria mano una toni-
na veste parimenti di color bianco per ca, Alessandro I il Grande si servì d'una
iscliernii lo, quando Io rimandò a Pilato? veste lavorata dalla madre e dalle sorel-
Per le ragioni che adduce, pare doversi le, così Augusto usò vesti formate dalla
ci edere, che Erode fece vestire il Reden- moglie e dalle figlie: Omero e Virgilio ri-
tore d' una tonica, quantunque di color produssero altri esempi, e s. Gio. Bocca-
biaucOjpiù splendida e più nobile pei bef- doro si lagnò, chela troppa delicatezza in-
()4 T N TON
valsa nelle donne, a'suoi tempi trasferì ne- sportata con solenne e di vota pompa, nel-
gli uomini l'arte di tessere vesti e di fin* l'anno 3o di re Gumtrummo (pare Con-
la tela. Marra Chifflezio, Cristi Ifist. de. trailo re d'Orleans e di Borgogna dal 56 1
Linteis Sejmlc. Chris tit cap. 6, che dalla al 593), dalla città di Zafat o Zaphat, os-
B. Vergine (n l'atta di propria mano a Cri- sia Jaffa Zaffo, in Gerusalemme, nella
sto ancor fanciullo una camicia di lino, al* quii traslazione segui questo miracolo.
quaoto però ordinario, la quale finora si Stando ella riposta in una cassa di mar-
conserva in Roma nella chiesa di s. Gio- mo e con essa dovendosi trasportare, per-
vanni in Laternno;come afferma purePin- de naturalmente la sua naturale grevez-
Sommario dell' indulgenze di Bo-
no, nel za, che a'portatori sembrò di leggerissimo
logna. Da essa parimenti, dice Metafra- legno. Si ha poi dal R tutta rt, nelle note
ste, fu fallo Sudario ; e Ceda le attri-
il a s. Gregorio di Tours, che da Gerusalem-
buisce ancora un panno alquanto maggio- me fu a tempo di Carlo Magno trasferita
re, che conteneva l'immagini de'Xll A- in Francia, e collocata nella chiesa d'Ai*-
quale ( Argenteuil , grosso borgo
posloli e dell'islesso divin Figlio, il gentolio di
da un lato era rosso, e dall'altro verde, se- Francia, dipartimento della Senna ed Oi-
condo la tradizione di sua epoca. Non pe- se, quasi 3 leghe da Parigi, capoluogo di
con lui insieme cresciuta, come vogliono locò presso i monaci di s. Benedetto, ve-
alcuni, tra'quali s. Giustino nel Dialogo nerandosi con sommo culto. Ma osserva
con Trifone , dicendo essere prodigiosa-
' il Cantagalli, che la veste che si conserva-
mente cresciute le vesti degli ebrei per lo va nella chiesa d' Argentolio, non è cer-
spaziodi4oanni ch'essi postarono nel de- tamente una tonica come dichiarò il Cal-
serto, ricavandosi dal Deuteronomio v. , met, ma bensì un pallio di colore rosso.
4- Il che non apparendo chiaro, viene giu- Delle reliquie poi di questa veste, egli ag-
dicato incerto dall'Eslio, e negalo da al- giunge, se ne trovano in varie chiese , e
tri scrittoli pressoi! Calmet, i quali stima- specialmente nel duomo di Milano; in
no significarsi da tal passo, che Dio tal- quello di Firenze e donata con un dito
mente provvide alle necessità degli ebrei, di s. Gio. Battista da Giovanni Corsini che
che non venissero a mancare in quel tem- l'avea ottenuta nella corte di Costantino-
po giammai le vesti. Con Cornelio a La- poli; nella chiesa di s. Pietro di Bologna;
pide, nel commento del cap. 27 di s. Mat- in quella della Madonna di Galiera, cioè
teo, riporta il Canlagalli, chela veste in- della veste bianca di Cristo; nella basili-
consulile del Salvatore, di cui ragiona, nel- ca di s. Marco a Venezia, ossia parte del
la città di Treveri con molta venerazione vestimento di Cristo. Finalmente il Can-
fino al presente si conserva, di che ognu- tagalli termina la sua lettera con parla-
no giudichi a piacere, a motivo di trovar re de'misteri, che giusta il sentimento dei
egli presso s. Gregorio di Tour», De Mi- Padri e degl'Interpreti, sotto questa veste
raeul. hb. 8 , essere stata tradizione dei inconsutilcsi racchiudono. Vuole pertan-
tempisuoi, ch'ella si conservasse chiusa in to s. Atanasio nel suo sermone sopra la
una cassa di legno, nella basilica di Gala- Croce, che la tonica del Salvatore fosse
no cap. 1 1, la Ionica iucunsulile fu tra- che la portòjCioè ch'Egli era il Verbo, non
T Si 95
ila alcuno pai te di questa terra, ma veni», sume in tal tempo tutti i segni di duolo
lo dal cielo; non già divisibile, ma indi- per deplorare la passione e morte del Re-
visibileVerbo del Padre, e che fattosi Uo- dentore; così pure non si adoperano la
mo,non uncGrpoavea preso intessuto, per touacella e la dalmatica nelle messe del-
cosi dire, da maschio e da femmina, ma Y Avvento, per essere tempo destinato al -
per grazia del divino Spirito, da una Ver- l'astinenza e al digiuno, di penitenza, on-
gine sola formato. Che se al senso tropo- de degnamente prepararsi alla gran festa
logico vuoisi avere riguardo ,
giudica il della venuta di Gesù Cristo. Sono eccet-
mellifluo dottore Bernardo nel sermo-s. tuate però la domenica Laetare di qua-
ne ."sopra l'Annunziazione, non altro es-
i resima, e la festadella ss. Annunziata se
sere la Veste Inconsutile di Gesù Cristo, cade in tale tempo; non che la domenica
se non la Divina Immagine, la quale non Gaudetc dell'avvento, e la festa dell'Im-
cucita per dir così, ma infusa e impressa macolata Concezione, la (piale celebrasi
al dì dentro della natura, dividere non si in tale tempo, imperocché 111 dette 4 fe-
può, uè separare. In senso allegorico in fi- lle si assumono le dalmatiche eie tona-
ne, come osserva Cornelio a Lapidealcap. celle. In luogo poi di queste due vesti, ne'
iq di s. Giovanni, viene per essa signifi- ricordali tempi dalla setluagesima a Pa-
cata la Chiesa, acni non conviene alcun squa e nell'avvento, lauto il diacono che il
racconta di s. Pietro patriarca d'Alessan- piegata innanzi al petto, eziandio per le ra-
dria, che menlr'eia in carcere, gli appar- gioni riferite aDAtMATtCa, il contenntodel
ve di notte Gesù ricoperto d' una veste quale articolo è interamente comune a
tutta lacera e fatta in pezzi, e gli disse che questo, per cui tralascio qui di dire Milla
l'eresiarca Ario gliela avea in siffatta gui- touacella, quanto già in esso riportai. No-
sa strappata, onde non dovea in ninna ma- tai a 'suoi luoghi, che allorquando il sud-
niera riceverlo nella comunione de' suoi diacono in detti tempi in cui porta la Pia-
fedeli, com'egli andava astutamente cer- neta piegata, la depone per fare l'uffizio
cando; anzi che dovea comandare ad A- di lettore e leggere ['Epistola, il diaco-
ad Alessandro, che sarebhero a lui
chilla e no fa altrettanto prima di leggere P E-
succeduti nel governo della chiesa Ales- vangelo, restandone ambedue senza sino
sandrina, che neppur eglino lo ricevessero. ni Pbst" Communio, ma con grandi Sto*
TOKACELLA oTONICELLAoTU- le paonazze a traverso del corpo sul ca-
iS'ICLLLA, Twiicella. Dalmatica, 1 c- mice. Lepgo nel p. Donanni, La Gerar-
stem Subdiaconalem. Veste e paramen- chia ecclesiastica considerata nelle ir-
to sagro, ed ornamento ecclesiastico del ca p. 53, Della Dalmatica det-
sti'sagre:
Suddiacono (J\). ed è quasi simile alla ta Volgarmente Tonicella, che ne' detti
Dalmatica (^ .), se non che più angusta tempi di quare>ima e dell'avvento, nella
e colle maniche più lunghe, sebbene or- cappella pontificia e in alcune chiese,
mai in generale non si distinguono più quando diacono dovea cantare il vange-
il
tra loro. Anche il nome è divenuto in cer- lo, prima che fossero adottati nominati i
to modo comune, onde si suol dire la dal- stoloni, ripiegava la pianeta sulla spalla
matica, dalmatica maggiore, e la tona- sinistra. Egli riporta la figura del diaco-
cella, dalmatica minore. E' usata sopra no con tunicella, ove si vede il suo for-
il Camice (J\) nella celebrazione della mato e ornamento di trine, ricami e fran-
messa e di altri riti; ma dessa e la dalma- gie d'oro o d'argento, con fiocchi simili
tica, come vesti d'allegrezza, non si ado- come la dalmatica; i quali due sagri Pa-
perano nelle messe dalla Seltuagesima ramenti sono di seta, di stoffa, di tela d o
all'uffizio di Pastoia, perchè la Chiesa as- io o d'argento, e del colore nero, bianco,
f, TON TON
rosso,paonazzo,rosaceoe verde. Nel Poti- le unzioni del sagro olio della cima del
tifìcale Romanum vi è la benedizione, capo, del petto, delle spalle, de'polsi.fu al»
tSpccialisfìenedictiocujuslibelindurnen- lacciaia la camicia eilsaioch'eransi per-
ti, vel tunicellain, vel dalmatie ani. La ciòscoperti, ed unto sulle palme delle ma-
tonacella ne' secoli XIII e XIV, secondo ni, il re calzò un paro di guanti henedet-
ilZaccaria, Onomasticon Rituale, fu pur li. Vestirono quindi gli assistenti il re, dei-
no sotto la pianeta, sono ordinariamen- sifica dalla tonacella per larghe maniche,
le semplici di seta e ornate di sole triuet- strette essendo quelle della tonacella ; le
te d'oro, acciò non formino imbarazzo; dalmatiche e tonacelle de' vescovi hanno
mentre le dalmatiche e tonacelle che si le maniche alquanto più larghe di quelle
usano discoperte, sono più nobili e ricche, del diacono e suddiacono, perle ragioni
più o meno ornate e di drappi diversi, ed che riferii a Dalmatica, insieme alle al-
inoltre più ampie. Anticamente pare che Ire spiegazioni misteriose di questi sagri
i cardinali diaconi nell' assistere il Papa, indumenti. Presso de'greci non vi è l'uso
sotto la dalmatica assumessero altresì la della dalmatica , la quale è vietata anco
tonacella. Si seppelliscono con la tona- a' diaconi, ed è permessa usarsi soltanto
cella e gli altri nominati paramenti, il Pa- da'patriarchi,e questa differisce nella for-
pa e tuttodì colore rosso, i cardinali ve- ma dalla dalmatica latina, mentre (pie-
scovi e preti di colore paonazzo, così i ve- sta è aperta ne'lati, e la greca è lunga e
scovi, mentre i cardinali dell'ordine de' chiusa a guisa di sacco, e difatti i greci la
diaconi si seppelliscono colla stola, mani- chiamano sacco. Tuttavia il cantore, il
polo e dalmatica rossa. Inoltre i Papi ac- suddiacono e il diacono greci hanno per
cordarono o dalma-
l'uso della tonacella vesti sagre, ili. una tonaca corta, il 2.°
lica agl'imperatori nella \ovo co ronazio- una tonaca lunga, il 3.° una tonaca arn-
nc, per fare l'uflizio di Suddiacono (F.), p>a e talare, equantoaltrodescrissi a de-
diche riparlai ne'vol. XVII, p.212, 219, cia, mentre parlando delle altre nazioni
22 3 e 224. XXXI V, p. i43 e «46. Di orientali, trattai delle loro vesti sagre. Il
zione della sola dalmatica. Anche ilMa- tonache de'romani di cui n'erano fregiati.
gri afferma che il rito di portare la toni- Queste tonacheerano vesti quadrate, ossia
cella non è molto antico, e ciò si vede tna- vesti di due pezzi di panni quadrati, che
nifestameute dalle pittureantiche di mu- si affibbiavano sulla spalla. Tali dice Ter-
saico. Nel ritualems. di Katoldo si dice tulliano che fossero le tonache degli an-
che la tonacella antica del vescovo avea tichi cartaginesi, e che chiama quadrOn-
specialissimo anche a'vescovi, il che della nia e di Treveri, che niori verso il 347>>l
pianeta non si legge, veste in origine ro- che esclude che vivesse nel tempo del prin •
tonda e chiusa da tutte le parti, e comu- cipedegli Apostoli;anzi si Impure che con
ne alla chiesa greca e latina, però colla dif- Papa s. Melchiade e Pielicio d* Arles fu
ferenza,che la latina fu semplice e la greca nominato giudice da Costantino nell'af I
ca cinta di questa città, che pare sia stata re dopo il 3 4 le chiese di Colonia e di
1
la quale parlò Plinio. Si pretende cheTon- sazia lo riguardano come loro apostolo;
gres sia l'aulica fortezza da Cesare chia- e come ad altri, fu qualificato discepolo
mata A tuatitccr, situata nel mezzo al pae- di s. Pietro, per conformar con esso la sua
se degli eburoni, popolo che Augusto poi dottrina,e perciò di sovente ebbero la qua-
designò sotto il nome di Tougri. Perven- lifica di discepoli di s. Pietro i primi ve-
ne in seguito a grande prosperità, ma ver- scovi delle città, fino al principio del IV
so la metà del V secolo fu saccheggiata secolo,particolarmente nelle Gallie e nella
e rovinata da Attila re degli unni. Appe- Spagna. Le tre chiese di Colonia, di Ton-
na rialzavasi da' suoi danni allorquando gres e di Treveri ne onorano la memo-
i normanni la devastarono nell'88i. Vi ria in detto giorno; ed il suo corpo si cre-
si fece neli4o3 una convenzione tra il ve- de trasportalo a Treveri e posto vicino a
scovo diocesano e borghigiani, col no-
i quello di s. Luca rio. Celebre suo succes-
Comman ville, [list, de tous Ics evesdwz, eia benedizione vescovile pel conferimen
dicecheMastricbt fu la residenza tempora- to della tonsura: Prima Tonsura non i-
nea del vescovo diTongres, che nel f\0)% vi nilientur, qui Sacramentum Confirma'
stabili la sua sede, la quale poi nel 709 tionis non suscepcrint, et fichi rudimen-
fu trasportata a Liegi (^.^conservando fa edocti non fuerintj quique legere et
per un tempo il titolo del vescovato di scribere nesdant, et de qiiibus probabi-
Tongres, e solo nel C)6i cominciò stabil- lis conjectura non sit, eos non saecula-
mente quello di Liegi. In fatti quando Pa- ris judicii fugiendi fraude, sed ut Deo
pa s. Zaccaria nel 7 4^ ° ne 7^' confer- ' fidelem cultum praestent, hoc vitae gc-
mò l'arcivescovato di Magonza, eretto nel nus elegisse. Quindi nel cap. De, Clerico
vescovato di tal città da s. Bonifacio le- j"adendo il Pontificale riporta il ceremo-
,
buì, vi comprese Tongres. spirante con abito talare e la colta sul brac-
TOMCELLA. P. Tonaceila. cio sinistro, stringendo la candela colla de-
TONNO, TENNO oTUNNO.Sede ve- stra. Quiudi il vescovo sedente nel faldi-
scovile della provincia proconsolare d'A- storio, cimi forjìcibus incidit unicuique
frica sotto la metropoli di Cartagine, eb- extremilates capillorum in quatuor lo-
che professava, Oliato che trovossi al con- Vis aliquot crines capillorum, et in ba-
cilio di Cartagine del 325, e Vittore il qua- cile deponit,et cuilibet,cum tonde tur, di-
le scrisse la storia dal principio del mon- cit ec. Poscia il vescovo gl'impone la Cot-
do fino al 5&i. Morcelli, Afr. dir. t. I. ta e l'esorta alle buone opere proprie del
TONSURA CLERICALE o ECCLE- chiericato. Sino dalla nasceute Chiesa fu-
SIASTICA, Tonsura Clcricalis, prima rono distinti i Chierici (V.) colla tonsu-
Tonsura. Chierica corona, rasura roton- Toga, o
ra e colla Peste talare, cioè la
da de'capelli della cima e sommità poste- Tonaca(P.)sema manicherà quale veni-
lioredelcapode'cliierici. Atto preparato- va sovrapposta da altra colle maniche, ora
rio agli ordini minori.che anco dicesi pri- Sottana e ciantello (P.J. La tonsura non
ma tonsura, ed è il tondere de'capelli che è un ordine, e non produce né il caratte-
fa In 1.' volta l'ordinante a coloro che in- re,né la grazia, ex opere operato, per che
tendono di consagrarsi al chiericato e pas- essa non è istituila da Gesù Cristo ma ,
sare agli ordini sagri, clericus tonsura solamente dalla Chiesa. Chiamasi ton-
iniliarc. Corona reale, insegna del chie- sura, perchè il vescovo taglia i capelli in
ricato e del sacerdozio, onde i chierici per forma di corona, per insegnare al tonsu-
onore furono chiamali Coronati, con al- rato che dev' essere distaccato dal mon-
lusione a ciò che leggesi nell'Apocalisse de' do e spogliarci da ogni superfluità. Latou-
ioo TON TON
ora è una preparazione agli Ordini sagri, bile, che abbiano eletto questo genere di
e non ponno ricevere senz'essere ton-
si vita per rendere a Dio un servizio fede-
surato. Le disposizioni richieste per parte le." Dice il p. Chardon, niuno deve intro-
di quelli diesi fanno tonsurare, sono. Di dursi da se nel servizio della Chiesa, ma
avere 7 anni compiti e di essere stato cre- deve essere chiamato da Dio. La vocazio-
simato; di saper leggere e scrivere, e d'es- ne .si conosce per giudizio del vescovo, e
sere istruito de'principali articoli della fe- dal testimonio di tutta la Chiesa. Così ne'
de; di consagra! si al servizio di Dio, per primi secoli i vescovi non ordinavano se
un puro motivo della sua gloria , e sen- non quelli di merito conosciuto ad istan-
z'alcuna vista di orgoglio, di sensualità, za de'popoli, e sempre di loro consenso.
d' interesse; di condurre una vita appli- Non si cercava molto la volontà dell'or-
cata allo studio, alla preghiera e alla pe- dinando, e sovente se gli faceva violenza
nitenza; di ubbidire in tutte le cose al lo- per superare la sua umiltà. Per meglio co-
ro vescovo e a 'sagri canoni; di portare in noscerne il merito si seguivano le regole
tutta la loro vita i segni del loro stato, che date da s. Paolo, di non affrettarsi a ina-
sono la tonsura , i capelli corti e V abito por le mani, per non partecipare de' pec-
ecclesiastico; di vivere e di morire nello cati altrui, di non ordinare un neofito, ac-
stato clericale. Dal che ne consegue, se- ciocché non insuperbisse.Se qualche volta
condo il concilio di Trento ei teologi, che si dispensava da questa regola , facevasi
quelli i quali prendono la tonsura sola- per motivi particolari, cioè per l'eminen-
mente per avere de'benefizi, e senza in- te virtù di quelli diesi ordinavano, o per-
tenzione di vivere e morire nello stato di chè Dio gli avea indicati alla Chiesa eoa
ecclesiastico, si rendono colpevoli di pec- segni soprannaturali. Cosi fu ordinato s.
cato mortale. Decretò il concilio di Lon- Ambrogio, eletto mentre era catecumeno,
dra nel 258. » Portino chierici capelli
1 i i e consagrato pochi giorni dopo il suo bat-
corona d'una grandezza compe-
corti, e la tesimo. I chierici doveano scegliersi tra'
tente, per testimoniare in questa guisa che più santi de' laici; perciò i canoni esclu-
hanno rinunziatoa'vantaggi della vita, per devano tutti quelli che aveano qualche
non aspirare che alla dignità d'un Sacer- nota. Anche l'Apostolo vuole che il vesco-
dozio regale."Dichiarò il concilio di Tren- vo e il diacono sieno irreprensibili , e di
lo,sess. 23 de Reform. e. i.»I contrassegni buona fama anche tra gl'infedeli. Si riget-
della vocazione allo stato ecclesiastico sono tavano adunque coloro, che dopo il bat-
d'esservi entrati con retta intenzione, vale tesimo erano caduti in eresia, apostasia,
a dire non cercare né la gloria del mon-
di omicidio, adulterio, benché ne avessero
do, nèle rendile, uè una vita agiata e -sen- fattala penitenza, efossero riconciliati alla
suale; ma di proporvisi la fatica, per pro- Chiesa, perchè la memoria de'delitti sem-
muovere la gloria di Dio, la salute del- pre rimane, e quelli che sono una volta
l'anime^ la propria santificazione." Que- caduti debbono credersi più fiacchi di quel-
sta èia disposizione,cheilconciliodi Tren- li che non caderono mai. In una paiola,
to esige in coloro che devono ricevere la secondo l'antica disciplina, non potevano
tonsura. Nella stessa sessione e. 3, il me- mai ordinarsi quelli eh' erano stati in pe-
desimo concilio dispose. » Non si ammet- nitenza pubblica. Ne'primi cinque o sei
teranno alla 1/ tonsura quelli che nona- secoli della Chiesa la tonsura non confe-
vranno ricevuto il sagramento della Con- rmasi che col primo ordine sagro, e non
ferinazione,ec\\e non saranno stati istruiti fu che in fine del secoloVI o in princi-
ne'primi principii della fede, né quelli che pio del VII che fu data separatamente
,
non sapranno né leggere, né seri vere,e de' e prima degli ordini minori, in occasio-
quali non si avrà una congettura proba- ne de'figli che padri e le madri consa-
i
TON T O N - 101
gravano a Dio, e presentavano a' vescovi meglio leggersi sola jussionc Presbyte-
in un' età così tenera , che non potendo r».Trovasi anticamente,e rilevasi dal con-
far l'officio di lettore o di osliario, con- cilio di Cantorbery nel VII secolo, e nel
tentavasi di dar loro la tonsura e l'abito 787 in quello di Nicea e da altri docu-
ecclesiastico. Non si può esercitare alcun menti, come al presente, conferita la ton-
ministero ecclesiastico,nè possedere un be- sura e gli ed
ordini minori dagli abbati,
neficio di chiesa senza aver ricevuto la ton- anche il suddiaconato, a'ioro sudditi; pur-
sura; e perchè un tonsurato sia ammesso ché l'abbate avesse avuta l' imposizione
a pretendere o contestare un beneficio, bi- ceremoniale delie mani e la benedizione
sogna che produca in originale le sue let- del vescovo, e che usavasi una solenne ce-
tere di tonsura. Il solo proprio vescovo remonia nel crear 1' abbate, nella quale
può dare la tonsura al suo diocesano, e tra le altre cose tuttora il vescovo dice :
quello che l'avrà ricevuta da un altro sa- Antiqua ss.Patrum institutio docct,et
rà obbligato d'ottenere dal Papa le lette- praecipit, ut is qui ad regimen anima-
re dì perirtele valere. E" noto che nou può rum eligitur ete. Di fatto l'abbate ha un
essere promosso agli ordini sagri quello regime d'auime, avendo come un ordina-
che ricevette gli anteriori dal Papa, tut- rio nullius, per disposizione della Chiesa,
tavialnnocenzo III ne conferì la facoltà al- giurisdizione spirituale ed esterna sui suoi
l'arcivescovo di Milano» Benedetto XIV sudditi, e perciò nel medio evo talora in
a
uella'sua cappella segreta die la i. ton- uu certo Iato senso fu chiamato pastore,
sura e nella stessa mallina 4 ordini mi» i come lo chiama il Pontificale romano nel-
noti al cardinal York, e Pio VII nella lo stesso lato senso per l'estrema giuris-
Cappella segreta del maggiordomo con- dizione, nell'atto della sua benedizione,
ferì la tonsura e tutti gli ordini minori a e gli parla del gregge di Cristo (i monaci)
tonsura a coloro che dal capitolo erano sta- 32, lib. 2, a Pietro suddiacono di Sicilia.
ti ammessi a riceverla. 11 fare il salmista, In questa si parla di tonsura civile e non
oggidì tonsurato,spettavaa'preti del Pre- già ecclesiastica, ed il passo è molto ana-
sbiterio, non a qualunque prete. Forse ne' logo all'altro del libro Ponlijieale t. 2 ,
primi secoli eravi una sola formola, di- n. Zi e 33, nel quale narrasi che a Pa-
cendosi ne' canoni antichi sola jussionc pa Adriano I si ollrirono diversi del du-
Presbiteri , e in seguito vi fu aggiunto calo di Spoleto, gli commisero le loro fa-
auche il taglio de'capelli; se pure debba coltà, ed a s. Pietro e a lui giurarono fé-
102 • TON TON
deità come a principe temporale, e si fe- della precedente, colla propina di scudi
cero tonsurare alla romana, cioè venne- venti che tuttora percepisce, ancorché ciò
ro ridotti nelle loro barbe e capellatu- non abbia più luogo. IlPapa,i vescovieal-
re alla foggia romana. Ilo voluto qui ri- tri dignitari della Chiesa, portano la chie-
cordare questa specie di tonsure, perchè rica più grande dell'ordinaria. A Capelli
non si coufondino colle tonsure clericali. dissi che i sacerdoti degli ebrei con for-
Altro esempio è la coudizione imposta a' bici se lifacevano tagliar ogni i 5 giorni;
polacchi da Benedetto IX, nel concedere mentre i Nazareni , i quali erano come
la dispeusa al monaco Casimiro, di pren- religiosi tra gli ebrei, dovendo portar la
der moglie e di ascendere sul trono di Po- zazzera o capigliatura lunga sino alle spal-
lonia, cioè che i nobili dovessero aver la le,non potevano tagliarla finché non de-
la lesta tosala a guisa di monaci. Il Buo- ponevano il nazarealo, che talvolta era a
narroti nelle Osservazioni sopra i vasi vita, bruciando capelli ch'eransi rasi con
i
antichi di vetro, parla della corona di ca- ceremonia accompagnata da sagrifizi. Che
pelli in uso de'nobili presso i greci anti- ne'primi tempi del cristianesimo gli eccle-
chi,di cui ne restò vestigio ne'tempi bassi, ad esempio degli Schiavi (kit por-
siastici,
come costume passato da'greci antichi ne' tavano il capo interamente raso , coinin-
roinaui, in occasione dell' impero greco, rono a radersi affine di mostrare piùevi-
osservandosi in alcune medaglie Teodo- dentemeute la servitù spirituale, e con-
sio II il Giovane e Valentiniano HI colla servando un cerchio o corona di capelli al-
cima del capo tosala, e con una corona di l'intorno, per significare che il sacerdozio
capelli al pari della fronte, e coll'insegne è il regno della Chiesa, e insieme non mo-
del consolato ch'essi tennero nel 43o.Con strare d'imitargli ebrei,che al termine del
lai lòggia di capelli si vede il console in- nazareato si radevano tutta la testa; ed an-
cognito nel Dittico riportato da Du Can- cora per non seguire la superstizione de*
ge, e parimenti nel Menologio di Basilio sacerdoti d'Iside, di Serapidee d'altri nu-
si trova dipiulocon uncerchio di capelli mi, i quali si radevano i capelli e tutti i
s. Eustachio vestito diclamide,come quel peli del corpo. Oltre di che vollero ave-
lo ch'era di nascita e di conto presso gen- i re nella corona una perenne memoria di
tili; e da ciò forse potè procedere, che nelle quella di Spine (nelqualearticolo dichia-
pitture de'4 Evangelisti di qualche anti- rai che in memoria di essa gli ecclesiasti-
chilàjSolo s.Luca suole essere dipinto colla ci portarono la corona di capelli sino da'
corona di capelli, secondochè notòilLam- primi tempi della Chiesa ad esempio de-
becio; il che fece credere al Buonarroti, gli Apostoli), che fu posta al Redentore,
che avendo s. Luca esercitato l'uffizio di e ciò per ubbidire a s. Pietro che l'avea
medico, ed essendo consuetudine de'me- secondo alcuno. Che altri sosten-
stabilita,
dici di trattarsi nobilmente, talora me- i gono, che s. Pietro mentre predicava l'e-
desimi avranno costumato quella sorta e vangelo in A ntiochia, venne tosato per di-
quella forma di capelliera delle persone spregio da'nemici della dottrina cristia-
nobili. Già della tonsura clericale ragio- na, come si fece in Roma talora a'filosofi
nai in più articoli, laonde qui rammente- per ischerno. Però alcuni dicono, che s.
rò in quali principalmente lo feci, pere- Aniceto Papa del 167, impose a' chierici
vitate ripetizioni, non senza aggiungervi di dover portare la chierica; ma si dubita
ajtre erudizioni analoghe e opportune. A della genuinità di tal decreto. Che altri
Chierica, dichiarato il vocabolo, narrai però opinano, che cominciasse dopo il V
della i . chierica che a'nuovi cardinali in- secolo (l'uso n'era generalmente ricevuto
combeva di fare l'aiutante di camera del e stabilito nel VII e Vili secolo), essendo
cardinal segretario di statole più grande altrimenti un segno troppo palese nelle
r o n TON io3
persecuzioni. Qui rimarco che tra quelli frequeute pregarli e scongiurarli per ot-
che attribuiscono a s. Pietro il principio tenere alcuna cosa (sole vauo vescovi au- i
della tonsura, vìe il Bernini, Istoria del- che giurare o salutare per la tonsura, co-
l'eresie,dicendo che per disprezzo tosato me si ricava da'Padri, rammentali dal p.
con una rasa corona di capelli in testa, Bonanni), per coronarti ^estratti : i ve-
tnle ignominia pa>sò in venerazione nella scovi si radevano grau partedel capo.Par-
Chiesa, che per diverse pie considerazio- lai de'divieti agli ecclesiastici di coltivar
ni e per memoria di quella di s. Pietro se la chioma, ordinandosi loro di portarla
ne servì per insegna de'sacerdoti. Quindi corta. I capelli si solevano mandare a chi
Simon Mago invidiando ne'sacerdoti di dovea far da Padrino (anche la bomba -
Cristo la tonsura, ne prescrisse una so- ce che avea tocco l'olio santo nel battesi-
migliante a'suoi seguaci, nella quale era- mo). La corona o chierica non si portava
vi più d'un solco raso di capelli da un'o- sulla parte posteriore del capo, com'è sta-
recchia all'altra, per cui diceva denotarsi to poi praticato, ma sulla sommità, sicco-
il Zodiaco. Spiegò poi il significato di que- me cappuccini la portano anche presen-
i
sta corona sacerdotale s. Germano pa- temente. Lacorona denota la dignità rea-
triarca di Costantinopoli. Excapillorum le de'chierici consagrati a Dio, lo spogliar-
significa tione, imaginem refert venerati' si che fanno delle cose terrestri, la con-
di capitis apostoli Petri, quoti, quum formità che devono avere con Gesù Cri-
missas esset ad praedicationem Domi' sto, e la perfezione di vita che loro è ne-
ni, et Magistri, ei attonsum fuit ab iis, cessaria; il cerchio essendo il segno della
qui ej'us sermoni non credebant, ut illii- perfezione, giacché è la figura più per-
deretur ab ipsis, eique Magister Chri- fetta. Ad Ordine dichiarai che la tonsu-
stus benedixit, et infamiatti in honorem, sa prepara a ricevere gli ordini sagri, la
illusionem ingratiam converti t. Distinsi quale non è che una ceremonia che inizia
la tonsura de' Chierici da quella de' I/o- il battezzato al servizio della Chiesa, lo fa
noci, i quali usarono radersi non solo la partecipe de' privilegi dello stato eccle-
sommità della testa, ma quasi tutto il ca- siastico, e lo rende atto a conseguire be- i
po, a significare la professione d'una vita nefizi di chiesa, quali senza la tonsura
i
namenti mondani, e il voto di soggezione veri dello -.tato ecelesiastico, e qualche vol-
a'superiori. Dissi-pure dell'uso di tagliar ta perchè sono deformi o poco atti a riu-
i capelli alle Religiose. Che se alcuni ri- scire nel mondo. Altri coucdii fissarono
feiiscono agli Apostoli l'origine della ton- l'età in cui si può ricevere la tonsura, e
sura, ciò doversi intendere non della som- nelle diocesi meglio regolate non si dà pri-
mità del capo, ma bensì del precetto de' ma de'i 2 anni. Inoltre dissi a Ordine, che
capelli tondi e corti, ciò che essendo al- Benedetto XIV dichiarò, potere i cardi-
lora comune a tutti i cristiani, rimase poi nali subtubicari nelle loro cappelle priva-
l'uso solo ne'chierici, i quali furono per- te (V. Titoli cardinalizi) soltanto, con-
ciò delti coronati, per tagliarsi i capelli ferire la tonsura a'propri dipendenti e dio-
ad vuq di corona. Per la corona di capelli cesani. Che il Pontijicalc richiede, che la
del Pupa e de' vescovi, soleva il popolo di tonsurasi possa dareiu tutti i giorni e ore,
io4 TON TO N
ed in qualunque luogo, non essendo essa ma finta escludendo la tonsura o rasu-
ordine, secondo la più. comune opinione, ra vera. Venne sentenziata la scomuni-
ma preparazione agli ordini. I vescovi po- ca contro gli ecclesiastici secolari e rego-
terla conferire anche fuori di diocesi, e in lari, che portassero parrucche, comechè
diocesi nel!' episcopio se non 1' ammini- sempre riprovatedalla Chiesa, sia da'Papi
strano in chiesa colle altre ordinazioni. Che che da'concilii e sinodi. Clemente XI le
Gregorio XV decretò, niuno nel regno di proibì, e Benedetto XIII vieppiù rigoro-
Napoli ammettesse alla tonsura e ordi-
si samente anche a'cardiuali, sebbene alcu-
ni minori, se prima non fosse stato denun- ni l'usassero per salute, non per ornamen-
ziato al popolo colle pubblicazioni del par- to. Clemente XI 1 fu più indulgente, e Be-
roco in chiesa. Notai a Poitiers, che nel nedetto XIV ne regolò l'uso, dichiarando
concilio del i 100 fu ordinato, per la ton- i casi per concedersi la licenza. Niun Pa-
sura non si esigessero né forbici e né to- pa usò mai parrucca, e il cardinal Bra-
vaglie, da'vescovi e dagli abbati. A Ordi- schi appena divenuto Pio VI la depose, e
nazioni riportai la prescrizione di Grego- poi comandò l'uso della cipria a' capelli
rio XVI, che qualunque estero volesse or- per politezza. Ciò rilevasi anche dal can.
dinarsi in Ronia, sottoscrivesse prima la Nardi, Lettera sopra lo specchio e pet~
Qui aggiungo
forinola da lui prescritta. tini degli antichi cristiani, dicendo che
col p. Plettemberg, Nottua Curine Ro- Pio VI vedendo che s' introduceva una
manae, essere consuetudine in Roma che certa spiacevole luridezza di lesta negli
il cardinal Vicario conferisce agli este- ecclesiastici, con sue lettere commendò
ri la prima tonsura e gli altri ordini, an- l'uso d'un poco di polvere bianca sul ca-
che senza le lettere dimissorie de'propri po ad tergendas sordes, ed egli ne diede
ordinari, usando però le convenienti in- l'esempiocol sagro collegio e prelatura. Ri-
dagini sull'idoneità dell'ordinando. A Sa- marca inoltre che in Francia, la polvere
CERDoziOjparlaudoinfinedellasconsagra- sul capo è segno di posatezza e d'antichità
zione, riportai il rito col quale il vescovo di costume e di pensare,per cui egli la vide
al degradato incomincia colle forbici a to- restata a'nostri giorni a qualche vecchio-
sargli! capelli, opei azione indi proseguita neea'preli,ed un tempo chi non la porta-
da un laico, onde agguagliarli tutti alla va avrebbe scandalezzato e sarebbe stato
corona o chierica, ossia tonsura, affinchè tenuto seguace della moda. Avverte il
questa del tutto sparisca; mentre il vesco- Thiers, Istoria delle parrucche, che il
vo gli dice: Facciamo disparirti dalla teologo della Sorbona Chamillard nel suo
testa la reale insegna del sacerdozio, trattato, Decorona, tonsura, et hahitu
ch'è la corona. Nell'articolo Parrucca, clericoruììi, raccolse un grandissimo nu-
zazzera o chioma finta, rimarcai che per mero di canoni contro le parrucche, come
j 6 secoli cristiani non si parlò di parruc- in opposizione a' decreti de'canoni della
che pegli uomini, quali cominciarono ai Chiesa circa alla corona e tonsura clericale
usarle verso il 1629 in Francia, secondo cheriunìin ^articoli; fra'qualiche le coro-
Thiers, altri dicendole già introdotte in I- ne o tonsure non debbono esser finte di te-
talia. Nelle due regioni, circa il 1 660, l'a- la,di raso odi pelle, piuttosto teatrali che
dottò qualche ecclesiastico, e pel 1 ."Rivie- clericali. A Pettine dissi, come nelle sa-
re morto vescovo di Langres;e presto se ne grestie furono collocati pettini e Specchi
fece uso con eccesso da'prelati ed ecclesia- (P.),per assestarsi dagli ecclesiastici i ca-
stici,anche regolari, con fìnte chieriche. pelli e la barba, per decenza, prima d'an-
Siffatto abuso fu frenato da'vescovi, dai dare a celebrare. V. Berrettino cleri-
capitoli e dalle congregazioni religiose, cale. Finalmente osservai a Barba, che
perchè già proibito da'ss. canoni, la chiu- uc'teojpiincuisi usava da'ehierici la bar-
,
vasi anche vietata in alcuni tempi, sem- Magri che morì nel 1672, in proposito del-
brando la rasura troppa delicatezza. l' ampiezza dell'antica tonsura esclama.
Il Magri, Notizia de vocaboli ecclesia- » Ma die diremo de' sacerdoti moderni,
stici, verbo Tonsura, riferisce di essere li quali si vergognano di portare in capo
scendo oculos iinpediant. Durando lib. 1 chioma all' uso de' nazareni, per imitar
cap. 1, acciocché i soverchi pensieri nou Cristo e i suoi apostoli. Questo costume
ioti TON TO iX
non pare essere stato antico nellaChiesa, quem Dei magna Ecclesia aedifica (a
nella quale gli ecclesiastici non portavano estj quod enim impii ad Sanctum dif~
la chioma a tempo di s. Gregorio Nazian- famandum exeogitarunt, id nos pie fa-
zeno, il (piale raccontando l'usurpazione cientes in gloriarli illius agimus. I mao-
della cattedra di Costantinopoli fatta da mettani e alcuni cristiani orientali si ra-
Massimo fdosofo, dice che i vescovi suoi dono spesso tutta la testa, lasciando so-
aderenti gli tagliarono la cinica chioma e lamente nel mezzo del vertice un fiocco
l'ordinarono vescovo. Ciò si conferma con di capelli, sebbene cristiani scrupolosi noi
i
massero gli ecclesiastici portare la chioma. quale per divozionesi recitava sopra i fan-
Qnal fosse poi la tonsura di s. Paolo, pen- ciulli «piando si tosavano la [/volta, cere-
sa il Magri che sia stata quella a suo tem- monia diversa dalla tonsura clericale. Do-
po usata da'maroniti, cui sacerdoti si ra- i po segue un'altra orazione: Ad barbas
dono il capo a usanza de'religiosi latini, tondendas, la quale si recitava sui giova-
lanciando però un giro di capelli in cima ni quando lai. "volta si tosavano la bar-
più piccolo dell'usato da'rnonaci. Alcuni ba. Ora riporterò un sunto del p. Char-
sacerdoti cristiani nell'oriente radevano il don, Storia de' Sacramenti, t. 3, lib.i,
capo in mauiera tale che venivano a for- cap.3i Della Tonsura Clericale. Delhi
mar la croce; e vivente il Magri l'arcive- sua antichità, e delle sue figure in di-
scovo di Cranganoi jde'cristiani di s". Tom- versi luoghi e tempi. Che anticamente
maso nell'Indie orientali, portava ia ton- non si dava separata dagli ordini. Quan-
sura in forma di croce. Narra poi,che il mal- do siasi cominciato. Il j>. Chardon inco-
vagio Simon Mago avea inventato una mincia con riferire il seguente brano di
1
stravagante tonsura usata da'suoi disce- Fleury, Instit.au Droit Canonia. Ne pvw
poli, (piali si radevano
i capo da un'o- il mi non v'era distinzione veruna fra
secoli
recchia all'altra, lasciando un solco o li- i chierici e i laici quanto a'capelli, allibi-
nea, che dicevano significare la fascia del to e a tutto l'esterno. Sarebbe stato un
zodiaco, essendo la loro testa tenuta da esporsi senza necessità alla persecuzione*
essi simbolo del gloho celeste. Ne'tempi di che vieppiù infieriva contro gli ecclesia-
s.Girolamoe Ambrogio, come si rac-
di s. stici, e inoltre i fedeli erano tutti compo-
coglie da'loro scritti, chierici non si ra- i sti nell'esteriore come se fossero stali chie-
devano il capo, ma si tosavano basso in rici. Dopo rimasta I.» Chiesa in libertà, nei
maniera tale, che non 'scoprivano la co- primi del IV secolo, i chierici mantenne-
lemia o pelle, forse per non somigliare ai ro l'ordinario vestire de'romani, eh' era
sacerdoti pagani. I giorgiani lutti portava- lungo co' capelli corti e la barba rasa. I
no la tonsura in capo, cioè i laici in figu- barbari che disti ussero l'impero romano,
ra quadra e i tonda. La corona
chierici tutto all'opposto aveano gli iibiti corli e
clericale fu detta anche Carrara, Peti A u .
•
serrati, i capelli lunghi, alcuni senza bar-
tioch., Episi, ad Cenila n.: Et nos Ghar- ba e altri con barba lunghissima. 1 roma-
raram facimus in honorem
in capite ni abbonivano tal vestito; e siocoroe quan-
stire, che divenne poi abito clericale, di- sero troppo bassi per non a (fetta re di ren-
modoché quando i franchi e altri barba- dersi osservabili, dovendosi tosare in mo-
ri divenuti cristiani entravano nel elevo, do che non si vedesse la pelle. Avea già
si facevano tagliar i capelli e prendevano il 4-° concilio di Cartagine ordinato: Clc-
vesti lunghe. Circa quel tempo molti ve- ricus nec comam nutriat, nec barba/ti. I
scovi e chierici assunsero l'abito che al- monaci non si riputarono obbligati a sta-
lora solevano portare i monaci, come più re in questa mediocrità, molti di loro per
conforme alla modestia cristiana, e quin- attirarsi il dispregio si radevano intera-
di per quanto si crede derivò la corona mente la testa, si lasciavano crescere ec-
clericale da'monaci che si facevano rade- cessivamente i capelli e la barba. Benché
re sopra la fronte per rendersi disprege- il loro stato di solitudine potesse scusare
voli. Quindi osserva il p. Chardon, che il ciò che sarebbe stalo biasimevole negli
portar la testa rasa era cosa ignominiosa, altri ecclesiastici, che doveano nel mondo
qual segno di schiavitù fra gli antichi gre- convivere, nondimeno Girolamo stesso, s.
ci e romani; laonde si tosava alcuno per ch'era monaco, non approvava queste sin-
beffa e vituperio. Pertanto i primi cristia- goIarità.Nel principio del secolo VI chie- i
ne pie si distinsero dall'altre pel dispre- vescovo di Catnbray, gli die colle proprie
gio alle chiome; e siccome gli ecclesiasti- mani la tonsura clericale, orando per lui,
cierano più perfetti, non v' ha dubbio
i e ornatolo della corona reale e sacerdo-
che portassero capelli tosati in dispregio
i tale, il consagrò per sempre al servizio di-
della vanità. Ciò fj intendere s. Grego- vino. Prova la medesima usanza della
rio .Xazianzenoallorchè rimprovera alcu- corona ne'chierici in dettotempo, la de-
ni, che per entrar nella carica pastorale scrizione fatta da s. Gregorio Turonese
altra disposizione non recavano, che quel- della nascita colla chierica di s. Niceta ve-
la di tagliar la chioma, al cui acconcia- scovo di Treveri. »S. Niceta fu destiti ito
mento erano stati fin allora applicati. O- chierico dal suo nascere, poiché quando
treio vescovo di Melitene fiorito nel de- venne alla luce, tutta la testa avea senza
clinar del secolo IV , avendo battezzato pelo, com'è solito de'bamboli nascenti, ma
s. Eutimio, gli tagliò i capelli e lo mise avea un cerchietto di piccoli capelli simi-
nel numero de'lettori. Ciò dimostra che le alla Corona Clericale'. Anche Sido-
la tonsura clericale è molto antica. Ma nei nio Apollinare, parlando di Germanico
quattro o cinque primi secoli della Chie- vescovo, dice che avea l'abito stretto e i
testa, lasciando di sotto una corona; e non monumenti, e i decreti vescovili che l'im-
r
come usavano i lettori di Galizia, die a- posero, l'ultimo essendo deh 638 di mg.
veano capelli lunghi come laici, e porta- i Solminiac vescovo di Cahors. » Gli eccle-
vano tosato un piccolo cerchietto sul ca- siastici portino la tonsura larga eapparen-
po, poiché in tal modo aveano usato ton- te, ciascuno secondo il proprio ordiue, e
surarsi gli eretici. Il concilio d'Aquisgra- portino piccoli collarini, il capello corto
na e s. Isidoro di Siviglia raccomandaro- e le orecchie scoperte." Anticamente, co-
no la stessa figura, e molli altri già ne fa- ni'anche adesso nelle chiese orientali ,
cevano una stretta obbligazione. Anche non si separava la tonsura dagli ordini.
il p. Chardon dice che alcuni sostengo- Non si conoscevano ecclesiastici di prima
no ch'ella dovea esser tale, per rappresen- tonsura, che sono sì comuni tra noi, e spe-
tar la corona di spine del Salvatore; al- cialmente in Francia, ove la tonsura è un
tri che indicasse il reame e il sacerdozio, sufficiente titolo per possedere i più ric-
perchè i re portavano in capo un cerchio chi benefizi, almeno ne'decorsi tempi. La
d'oro, e i sacerdoti dell' antica legge una tonsura era una parte delleceremonie del
tiara; altri insegnano essere segnale d'im- conferimento degli ordini, di che sono te-
allora- in vari paesi. Lai/ è la descritta, di far lettori i piccoli fanciulli. Papa s. Si-
che chiamavano tonsura di s. Pietro. La ricio del 385 decretò: Chiunque vuol de-
2." quella de'monaci orientali, che si face- dicarsi al servigio della Chiesa deve rice-
vano tosar tutta la testa senza lasciar cir- vere il battesimo, ed esser fatto lettore in-
colo, e chiamavasi tonsura di s. Paolo. Gli nanzi 1' età della pubertà. Anticamente
antichi bretoni ritirati nel paese di Gal- tanto era lungi, che si riputasse chierico
les, nell'Irlanda e nella Scozia, aveano una chi non avea ordini, che anzi nacque dub-
diversa tonsura e non portavano la coro- bio se dovessero contarsi nel clero quelli
na intera, ma solamente un semicircalo che aveano i soli minori. A favor loro pe-
sulla fronte raso da uu'orecchia all'altra, rò decise il 3.° concilio di Cartagine. La
e la parte posteriore del capo era coperta tonsura vieneconsiderata da s. Isidoroco-
di capelli.dimodochèsomigliavanoa quel- me unita agli ordini, e propria di quelli
li che sono naturalmenti calvi. Assai vi che sono consagrati al culto di Dio; e chia-
volle per renderli in tal punto uniformi, ma chierici que'che sono ordinali in qual-
e si trattò di tal altare, come di punto ca- che grado ecclesiastico. La tonsurasi co-
pitale, da'conciliijda're e da'vescovi. Gl'in- minciò nella chiesa latina a darsi separa-
glesi per derisione attribuivano la tonsura tamente dagli ordini, forse nel finire del
degli scozzesi a Simon Mago, chiamando secolo VII, in occasione che molte buo-
la propria di s. Pietro. Le dispute passa- ne persone offrivano loro figli alla Chie- i
rono sino in Francia, ove si procede con- sa, e pregavano vescovi ad aver cura di i
tro s. Colombano e i suoi discepoli, ch'e- loro educazione; il che vescovi fecero vo- i
rano tonsurati come bretoni. Dall'anti- i lonlieri, considerando quella gioventù co-
che pitture si scorge che la tonsura roton- me un seminario proprio a dar soggetti
da si mantenne lungo tempo nelle chiese degni degli ecclesiastici impieghi. Li fa-
e ,
T O N TON 109
«vano allevare con diligenza, davano lo- fanciulli.specialmente allorquando essen-
ro per maestro un vecchio, che d'ordina- do i vescovi divenuti giudici di quasi tutti
rio era l'arcidiacono, gli tenevano nel ve- gl'interessi civili e criminali de' chierici,
scovato, e gli facevano vivere in gran di- o per se o per mezzo de'loro uffiziali, piac-
Ovvero li raccomandavano
sciplina. ne' que loro accrescere il numero di que'che
dipendevano da loro immediatamente.
1
sti fanciulli per la troppa tenera età non tonsura per godere de'privilegi del clero,
;
potevano supplire ad alcun ministero, così quali erano di portar le loro cause al giu-
non lasciavanoditonsurarli in segno della dice ecclesiastico, di non poter esser tratti
1
loro consagrazione aDio,e davano loro l'a- al tribunal secolare per qualsivoglia de-
bito clericale, acciocché loro genitori non
i litto, e di non poter essere battuti senza
' li ritiiasserodal divin servigio. Ecco lafor- scomunica degli offensori, d' esser esenti
;
mola del conferir la tonsura verso il X se- I da taglie o imposizioni, ec. Questi privi-
colo, ossia YOratio adpuerwn tonsuran- legiaveano talmente aumentato il nume-
duin, cavata da un Ordine romano: » Si- ro de'chierici, che molti maritali, i quali
gnor Gesù Cristo, che siete Capo nostro, in nulla distinguevansi dagli altri laici
facendolo passare per tutti i gradi lo isti- cale, la dice altro contrassegno dell'ordi-
tuì diacono. Aggiunge perciò il p. Mabil- ne, il r.° essendola veste clericale,dappoi-
loi), quantunque vero sia il dire, che sul chèil concilio di Trento definì: » Non so-
fine del VI secolo la tonsura d'ordinario limi coronam, secl tonsura, sine habitu,
si dava assiemeco'primiordini,egli è certo sed computative requiritur utrumqiu.'"
tuttavia che in quel tempo ricever la ton- E l'ultimo concilio d'Aquileia dichiarò :
sura e divenir chierico era lo stesso; ou- « Habitum clericalem declaramus cimi
d'è che i monaci erano reputati chierici esse, qui veste talari, et tonsura con-
a cagione della tonsura, che riceveanoper statj si ex duobus alterimi deficit, dici-
mano de'loro abbati. Dimostra inoltre il mus clericalem habitum integrimi non
p. Mabillon, che fino al secolo X i sem- esse"D\ questo segno dell'ordine clericale
plici sacerdoti davano la tonsura clerica- invidiosi gli erelici,procuraronodi toglier-
le, e reca ancora più d'un esempio di lai- lo dalla gerarchia ecclesiastica e Io pose-
ci, che dierono ad altri laici, e quali
la i ro in derisione, principalmente i valdesi;
perciò divennero chierici, ne'secoli infeli- e poi l'empio Wicleff, il quale anche alle
ci cioè, ne'qualiper entrar nel clero ba- donne attribuiva l'uffizio del sacerdote, e
stava saper leggere e scrivere, ed un let- perchè fossero i suoi discepoli derisi li fa-
tore doveainteudereciò che leggeva, men- ceva comparire rasi in capo. Dipoi Lutero
tre un sacerdote dovea esser cap;ice d'in- nel libro, De instiluendis Ecclesiac, bef-
segnare. Molto tempo dopo si cominciò a feggiò e schernì acremente i chierici per
fare per gli adulti ciocché facevasi pe'soli porlare la tonsura. Ma quanto s'ingan-
no TON TO N
nassero questi furiosi nemici della chiesa zioni potessero gli ecclesiastici facilmente
cattolica, in condannare segni della stin- i essere riconosciuti dagl'infedeli. Dice pu-
tila clericale,impugnandoli contro l'anti- re, che se s. Gregorio di Tours scrisse: Pe-
ca autorità e uso praticalo da lutti cat- i trus Apostolus ad hiunilitalem doccn-
tolici colla sagra tonsura, lo dimostrò il dam caput desuper tonderi insti tuit, non
p. Bulinimi, celebrandone l'antichità usa- fu pe'soli ecclesiastici, ma per tulli i fe-
ta dalla Chiesa sino dal tempo degli Apo- deli, e <;he si deve intendere, che non do-
stoli, benché confessa ignorarsene il pre- veano fare la chierica o Corona, ma sola-
ciso principio; aggiungendo sull'antico e mente per modestia tosare i capelli, onde
misterioso uso della tonsura la testimo- fossero più collidi quelli degl'infedeli. 11
nianza di s. Gregorio di Tours, De gloria vescovo Saussay volle sostenere per vero
Martyrum, lib. i , cap. 28, e dicendo che il decreto di s. Aniceto, secondo altri al-
s. Pietro siccome costituito capo e guida terato, e si studiò provare che tutti del cle-
della chiesa nasceute, ad humiliiatcmdo ro, anche in tempo delle persecuzioni, por-
cendant caput desuper tonderi instituitj tassero la tonsura sino al tempo di s. Sil-
e ciò fece ancora secondo Alcuino, Di-, vestro I, come
apparisce dall'antiche im-
Tonsura clericali, ad simili tudinem spi- magini dimusaico e da'eodici antichi; ed
nac coronae Domini. Il vescovo Saussay, il p.Bonanni riportò alcune favorevoli te-
De Panoplia clcricalis seu de clcrico- stimonianze della tonsura portata all' e-
rurn tonsura et habitu, espose un'imma poca delle persecuzioni, onde da' tiranni
gine dis. Pietro antichissima, e dal p. Bo- fu derisa e tormentati chi l'avea, secondo
nanni riprodotta a p. 1
34, io cui dice egli le sue narrazioni di s. Benigno, di s. Cri-
si vede l'Apostolo uon calvo, ma tosato solio, di s. Ferreolo, di s. Ferruzione, di
nella cima del capo circolarmente. Dal- s. Patroclo. Anzi dice che nella Ilierarc.
l'esempio di s. Pietro, crede che la tonsu- eccles. cap. 6, di s. Dionisio Areopagita,
ra cominciossi a praticare nella chiesa da fiorilo nel i. "secolo, così descrisse il rito
chi era ascritto uel clero, il che però non della tonsura al suo tempo. Sacerdos cum
fu uniforme in tutti e nemmeno negli a- signo crucis coiisignatum tondet, irei
posloli, riportando quanto ne scrisse Be- Personas divinac Dealitudinis invocan-
da, del qual parere furono oltre il citalo do, omnique veste detracta cum alia in- ,
s. Gregorio, s. lsidoro,De divin. qfjìc. cap. duit. Sicché conclude, in cjuel tempo si
4, e Geolfrido abbate presso lo stesso Be- praticava la tonsura, e si conferiva a chi
da, /list. Augi. Non si sa però, soggiunge voleva essere ascritto al Se però l'u- elei o.
dicò essere più probabile, che ne'primi 5 costarsi ul misterodi quella usata dal prin-
secoli fosse ordinato a' chierici, che por- cipe della gerarchica ecclesiastica s. Pietro.
tassero i capelli alquanto più corti de'se- I monaci cominciarono a usar la totale
eolari, e che nulla si prescrivesse circa la rasura del capo, perchè godevano nell'es-
tonsura o chierica, e ritiene non verosimi- ser derisi per amore di Cristo. Il p. Bonau-
le che il clero apparisse con lai distintivo, ìu dopo altre testimonianze prò et con-
per cui in tempi pericolosi delle persecu- tra, dichiara: che ue'3 primi secoli tra le
T ON TON in
turbolenze della Chiesa fu praticato l'uso condo l'Arcudio,Z)c Tons. lib. 6, notis ad j
della tonsura, ma senza alcuna legge sta- Euchol., e il p. Goar, ad Ora tio capi l-
bilita, onde chierici molte volte appena
i lorum. La 1 .'è quella che il sacerdote con-
si potevano distinguere da'secolaii; quin- ferisce a'bambin'1,0 nel battezzar!i,ovvero
di passa a trattare nel cap. 35: Come fu 8 giorni dopo il battesimo, e talvolta an-
stabilito nella Chiesa Fuso della tonsii' che più tardi. Questa non gli alza sopra
va. Riferisce die Marlene rifiutò la sen- i laici, ma solamente dimostra chela of-
tenza di quelli, quali affermano, che la i frire a Dio i capelli, che loro si tagliano,
tonsura clericale in forma di corona co- si consagrano per sempre al suo servigio.
minciasse nella fine del V secolo ; che si Questa tonsura era altre volte ancora in
praticasse nel principio del III secolo e si uso nella chiesa latina. La 2." tonsura elei
mantenesse sino a s. Leone I del 44°> s ' greci è quella che il vescovo conferisce a
lia dal Saussay. Tale usanza dopo s. Leo- coloro, che sono disposti a ricevere gli or-
ne fu poi praticata non solamente da'
I dini, e questa propriamente è la tonsura
Papi e da' vescovi, ma anche da lutti gli clericale. Arcudio stima che la /tonsura 1
ascritti al clero, a' quali tutti secondo i sia abusiva, ma viene confutato dal Thiers
gradi di ciascuno fu prescritta, e confer- col p. Goar, come non del tutto istruito
mata da costituzioni, sinodi e concilii ge- nelle pratiche di sua chiesa greca. Quan-
a
nerali, rammentati col decretato dal p. to alla 2. diesi conferisce a'ieltori e ai
Bonanni. Chiaramente nel sinodo d' Ir- cantori nell'ordinazione, il lettoreeil can-
landa tenuto da s. Patrizio nel 456, col tore colle preghiere e leceremonie lascia-
! can. 6, scomunica il chierico, che non
si no iloro capelli e li consagrano a Dio. Do-
purta la tonaca e la tonsura. Di s. Gre- po che si sono tagliati i capelli al cantore
gorio 1 del 590, afferma il contempora- in forma di croce in 5 parti della testa,
neosuostoricoGiovanui Diacono, che nel il diacono dice: Preghiamo il Signore, che
,
suo capo era, corona rotimela, ctprctio- in luogo de'capelli, che gli sono stali ta-
no da' tempi degli Apostoli che promul- spetto, di timore, di santità e di giustizia.
garono l'evangelo. I greci si distinguono Il vescovo inoltre domanda aDio la per-
da latini, poiché menti e questi tagliano! severanza pel cantore in tutte le funzioni
capelli intorno all'orecchie (però non tut- dell'ordine, che potrà ricevere IO avve-
ti) e sopra il capo hanno la chierica ton- nire, e ciò in considerazione d'essersi fat-
da, i greci l'usano, ma conservano i ca- to tagliare capelli per amor di Dio. Il
i
pelli lunghi e li lasciano pendere verso la vescovo domanda pure a Dio, che com'e-
schiena, benché dall'antiche immagini de' gli mandò Abramo p<:r tagliare capelli i
santi greci rilevasi l'uso contrario: i greci a Melchisedech, eche f<\ vori delle sue gra-
. oltre i capelli lunghi nutriscono la barba, zie gli Apostoli allorché gli assistè quan-
che i latini radono. Noterò col Thiers,
si do si tagliò ad essi i loro capelli, ispiri an-
che la chiesa greca usa i\ue tonsure, una cora al lettore, per e>se:si tagliati i pro-
de'battezzati, e degli ordinanti l'altra, se- pri a im Unione di Melchisedech e deg'i A-
uà TO'N TON
postoli, l'amore della giustizia e della san- e ciascuna colla sua tonsura o chierica la :
tità de'costumi, affinchè vivendo secondo r/del greco con capelli lunghi e avente
a
la sua santa legge meriti d'assidersi alla la chierica più verso la fronte; la 2. del
sua destra nel posto de'predestinati. Ag- francescano con grande chierica e larga
giungerò quanto il vescovo Sarnelli dice corona di capelli , ossia la testa è tosata
a
nelle Lettere ecclesiastiche, t. 8, lelt. 5: tranne tal corona; la 3. del cappuccino
Della tonsura clericale, presso i greci. con barba lunga, ma del tutto tosato, ciò
La tonsura de'bambini battezzati è una che oggi non si usa interamente, poiché
ceremonia presa da'nazareni, rito che se- la loro larga corona di capelli restando più
condo s. Cirillo gli ebrei appresero in fi- in alto, la grande chierica è verso la fron-
glilo, e che da Dio per Mosè fu trasferi- te, ossia propriamente sulla sommità del
to nella legge, per non distorti del tutto capo, come anticamente praticò il resto
dalle ceremonie da loro vedute tra gli e- del clero; la 4-* del monaco con testa tosa-
giziani. Quanto alla tonsura ecclesiastica ta, eccettuato una stretta corona di capel-
a
del cantore e del lettore, edalla storia che lina 5. del sacerdote secolare colla chie-
Abramo per comando di Dio fece taglia- rica ordinaria sulla parte posteriore del
re i capelli a Melchisedech, e che il Sal- capo; la 6/ del vescovo con grande chieri-
vatore fu presente quando gli Apostoli se ca; la 7/ dell'eremita con barba lunga e
a
li tagliarono, al Sarnelli sembra apocri- testa tosata; l'8. del chierico secolare col-
fa, giacché ueW lùteo logio stampato a Ve- la chierica un poco più piccola del sacer-
nezia nel i6g3,nell'orazionedeir^rttfg7JO- dote. Indi dice del costume de'giorgiani,
ste o Psalle, che vuol dir lettore e can- i chierici con grande tonsura tonda in ci-
tore, non vi è tale orazione, percui e per- ma alla testa, ed laici con tonsura qua-
i
ciò che riporta la crede priva di foncla- dra. Ricorda la discorsa tonsura imposta
inen'o. Osserva poi, che non prima del polacchi da Benedetto IX, e dice
a'Iaici
secolo IX i greci lasciarono crescere la che universalmente parlando, la forma
chioma per odio de'latini, sotto l'intruso della tonsura clericale dev'essere tonda,
patriarca Foca, radendo in giro solamente come si prescrive da'sagri canoni, ma la
icapelli di sotto sicché la tonsura non ap- grandezza non trovasi determinata. Il con-
paia. Nel rito greco non vi è altro ordine cilio però di Salisburgo del 1274 avver-
minore, che la tonsura, sahnistato e let- te che la chierica del chierico dev'essere
torato, che formano un ordine minore e differente da quella del sacerdote, e che
si danno tutti insieme. Tornando al p. Bo- questa dev'essere maggiore. Già il conci-
nanni, il clero latino mantenne l'uso dei lio 4-° di Ravenna avea dichiarato: Si in
capelli tagliati sino alle orecchie, dal qua- sacris Clerici fueriut, aut beneficiati in
le differiscono monaci, poiché questi ra-
i Ecclesia cathedrali, vel collegiata vene-
dono il capo totalmente (cioè alcuni), la- rabili , ad servandam conditionem sui
sciando solamente un piccolo giro di ca- status, por te nt latiorcm^alii vero medio-
pelli sopra le orecchie in forma di coro- cre/n, vel minorali suis statibus convc-
na (quelli che non radono il capo col-
si nien te/n. Il concilio di Toledo deli 47 3 col
le forbici formano un solco da una tempia can. 1 4 prescrisse a'chieiici di quella chie-
all'altra, in forma di corona). Sono anche sa la chierica quantitatis unius regali*
differenti molti religiosi, principalmente i etc, la quale forma è simile a una parai
francescani, i domenicani ed altri, qua- i cola della comunione. Crebbe poi col tem-
li hanno la chierica larga e ritengono una po la forma della chierica, e raccomanda-
corona di capelli, che circonda tutta il ca- ta al suo clero di Milano da s. Carlo, on-
po sopra le orecchie. Queste diversità il de fu usata da' sacerdoti grande quanto
p. Rumami le di musila cou 8 immagi ut un'ostia della messa, e tal forma somigliò
T N TON i . 3
aquella ordinata neh 5t)o dal concilio di Giulio I, Liberio, Si rido, Innocenzo f,Zo-
Tolosa con queste parole. Tonsura sit sioio, Celestino I,e dagli altri sino a Giulio
conspicua, non eaquidem in omnibus eie- che dopo la presa diBologna e per incu-
11,
ri<is una, sed major sacerdotali*, digi- teremaggiore riverenza seta lasciòcresce-
tis tribus undequaque a vertice pateatj re; quindi pel sacco diRoma fece altrettan-
duobus diaconalis, angustior minorimi toClemente Vile fu imitato da'successori,
ordinimi omnium, sit minima, et digito finché nel secolo XVII cominciandosi da'
widique sit dedite ta. Perchè tal segno Papi in parte a raderla, lasciandosi i balli
E poi molte cose che sono lecite a'greci, se Clemente XI e fu imitato da'successo-
noi sono pe'latini,come il matrimonio ai ri. Termina il p. Bonanni con dire, che
diaconi e la consagrazione del pane fer- tale rasura fu praticata uella chiesa d'oc-
mentato de'sacerdoti. Come latini non i cidente in quasi tutto il clero; essere lo-
riprendono perciò greci, cosi questi non
i devole e perciò praticata anche dagli or-
devono impugnarci latini. Forse l'uso del- dini monastici perchè con essa si priva
,
la chiesa greca di nutrire la barba e ca- i l'uomo d'un ornamento per dimostrare
pelli procede dalla legge antica, come si la servitù a Dio professata (come fanno
legge nel cap. ig del Lenitico, Ne radetis le Religiose col taglio de' capelli nelle
barbam, confermando tal uso il concilio loro professioni, il che ricordai nel voi.
di ÌVicea cou addurre l'esempio di s. Pie- LXIX, p. i4°)- Ricorda per ultimo l'av-
tro e di s. Paolo. Che l'avessero anche gli verlito e il riportato dal Sarnelli che ,
ludibrio fu da'gentili raso, barba rasus, bonum" cimi Gloria Patri tic. Quo ex-
et capite decalvatus. Ma siccome vedesi pleto repetitur Antiphona » Sicut ros".
l'immaginedis. Pietro barbata.credeSar- Qua finita, Ponti/ex deposita mitra
nelli che gli crebbe nelle carceri, ove non surgit, et stans versus ad illuni, dicit:
potè farsela radere dal barbiere;e ben con- » Oremus. Deus cui providentia, omnis
siderando la sua effigie, si vede la barba creatura incrementis adulta congau-
cresciutaad un volto raso, per esser corta det,preces nostras super hunc famulum.
ed eguale in giro. Tale rasura, come notò tuimi j uveiti lis aetate decore laetantemj
Saussay, fu mantenuta ne'primiPapi i ss. et primis auspiciis attondendum exau-
Cleto, Sisto I, Aniceto, Pio I, Fabiauo, di, ut in omnibus protectionis tuac mu-
VOL. I.XXV1I. 8
i.4 TON T O N
auxilio, aevoque largiord prove-
in'iu.s ca: Cecidit corona capi tis nostri. Chedel-
ctuspraescntis vitaepracsidiis gamica/, la rasura e tonsura, che formano la coro-
ctfuturae. Per Dominimi nostrum eie." na cbiericale, sono pieni i sagri concilii si
clesiastica disciplina, dolente di veder io- sgressoii. 11 Sarnelli ne riporta i canoni, iu-
ti adotta la corruttela di nutrire la barba ad clusivaineute al concilio di Trenlo,alle re-
imitazione dc'mondani, volle rimediarvi. goleecclesiastiche,non menoche al seguen-
Esortò paternamen-
tutti gli ecclesiastici te contenuto dell'editto d' Urbano Vili.
te a portar la barba rasa, dimostrando >• Che tutti quelli, chesono nell'ordine sa-
quanto ciò convenisse, ed egli stesso ne die gro, ovvero che tengono benefizi ecclesia-
l'oempio. 11 dotto vescovo Sai nel li ci die- stici, o servono con salari nelle chiese, por-
de, oltre hi ricordala lettera, 3 altre let- tino la tonsura chericale della grandezza
ficati, simboli e spiegazioni che le furo- il capo o raderlo interamente nella parte
no date. Perciò ora solo mi limiterò ad superiore fu comandato da tale canone,
accennare qualche tratto che reputo me- acciocché i cattolici si distinguessero da-
ritevole. I chierici non dovere radersi tut- gli eretici. Dichiara quindi, che la rasura
ta la testa, per non mostrare di giudaiz- nostra esser dee ne'sacerdoti grande quan-
zareco'nazarei, né d'imitare i superstizio- to un'ostia della messa, ne'diaconi alquan-
si sacerdoti gentili che radevansi tutti i to più piccola, ne'suddiaconi ancora meno,
peli del corpo e i capelli del capo. Chia- ecosì di grado in grado; ma che ninna, per
ma la tonsura clericale, rito d'antichissi- piccola che sia, non sia minore d'un'oslia
ma tradizione, ed accettala da ogni pro- piccola o particola della comunione. Dice
vincia nel ricevere la fede di Cristo; ed es- poi che tra la tonsura de'chicrici e quella
sere composta corona cbiericale di ra-
la de' monaci vi è stata sempre differenza,
sura e di tonsura Duplex corona, cir-
: poiché monaci usarono di radersi non
i
concide i capelli in modo di sfera, sicché leggedi Giobbe quando ebbe le nuovedel-
la corona è formala dal capello che lun- la perdita delle cose sue, e tosandosi il ca-
go pende dalla rasura infìuo sull'orecchio po adorò e benedì il Signore, presso Isaia
o al più alla metà di questo, perciò non e Michea, ed altresì presso gentili. ISuu i
saper lodare coloro che si tosano tutto il bastare il portarla chierica, essere neces-
capo, sembrandogli udir Geremia, che di' saria pure la tonsura del crine, che giri su
T O N TON n5
per P orecchie e che non cuopra la cer- Dei , crine pracciso innovcnlur , ut hoc
vice ; e che i greci oltre la chierica devo- signo, et religione vilia reseccnlur, et
no portare l'inferiore tonsura, e non nu criminibus carnis nostrae quasi crini- ,
trire la chioma come fanno, la quale de- bus,exuainur, expoliantes nos vetcrem
v'essere accorciata in forma di corona. De- lioniinemcuni actibus suis rfuamrenova-
plora Sarnelli que'latini, che tengono la tioneni in mente oportet fieri',sed in ca-
thioma rilassata senza scrupolo e vergo- pite clemonstrari nb ipsaméns nosritur
gna, e però tali preti doversi rigettare dal- h ahi la re, come dice s. Isidoro, De divìn. of-
l'altare, pe'canoni che riproduce,e la bolla fic; non che distia grandezza emisteriosi
Cum sacrosanctam dì Sisto V del 3 gen- 1 significati. Dice quindi che il concilio di
naioi 588 01589; concludendo, che solo Trento prescrisse a' giovani cheentrava-
gli eretici impugnarono la corona cleri- no nel semiuario, Tonsura statini, a tane
cale. Quanto aHa lettera sulla Barba, per liabitu clericale scinper utentur. Questa
tale articolo e pel qui riportato col Sar- dichiara l'unica ceremonia, con cui do-
nelli, sia della rasura che della tonsura, veansi ricevere gli incombendo al
alunni,
altro non mi resta a dire col dotto vesco- direttore di fare ad essi comprendere l'alta
vo, che siccome la chericale corona de'ca- slima, con cui debbono ritenere la tonsu-
pelli da' Padri è spiegata per quella di spi- va,e custodire fedelmente l'abito clericale,
ne del Redentore; così la barba nuda di Su tal riflessogli antichi Padri prescrisse-
peli, ne denota Io sveltimento de'peli della ro la tonsura patente, eziandio colla pena
barba del medesimo; per la quale egli ti- di rigorosi anatemi, come può vedersi nel
rato e strascinato fu nel colmo de'suoi do- cap. Si quicx clericis 23, dist. 23, e ne!
lori, come afferma Taulero , De vita et cap. 4> Oc vita et hontsU cleric. Che il
Pass. Clirist. e. 17 Lnus quidem sputa: concilio di Trento, benché più mite, or-
infacicm ; alius in caput, aliusin collo dinò che disubbidienti fossero privati de'
i
pugnos ingenerabat j liic crinibus , ille privilegi del foro e de'beuefizi allorché li
barba trahebat. Quindi è che s. Pietro, abbiano; lo stesso con maggior vigore fu
cui per obbrobrio de' gentili gli fu raso inculcato colla detta bolla di Sisto V, e
il capo e la barba, e in riflesso ancora al poi da Benedetto XIII colia bolla Catho-
pntito nella Passione dal divin Maestro, licae Ecclesiae,óe2maggio 1725. Il Cec-
volle che quanto
accadde per ignomi»
gli conicompendia quanto riguarda questo
nia, restasse ne'ministrideH'altareper mi- grave argomento con dichiarare: Che il
stero. Ed Onorio Augustudunense spiega: chierico mediante il taglio de'capelli di-
Quia autcni barbam radiinus,imberbes venuto volontario schiavo del Signore, co-
pucros similamus, quos si humìlitate i- ine Nazarei, interamente si consagra al
i
mitabimur, Angelis qui scinper j'uvenili suo servigio. Con questo segno esterno di
ac tate flore nt > aequabimur. Il vescovo religione si ricorda a lui di dovere elimi-
Cecconi , Istituzione dei Seminarli . di- naie suoi vizi, e procedere con vita tni-
i
mente misteriosa èia chierica nella som- Piocco, con l'impiego d'organista di sua
mità della testa, la quale in altri tempi chiesa; non però trascurò l'esercizio della
costuma vasi in forma di corona, fatta dal curia, la quale gli aprì la via alle supre-
taglio de' capelli come si ritiene dal Pa- me dignità ecclesiastiche. Destinato da
pa (cioè sino al tempo suindicato) e quasi Francesco Borghese in procuratore delle
da tutti i regolari. Nel distaccarsi gli ec- cause di sua casa, per mezzo del fratello
clesiastici dall'aulica disciplina, restrinse-! Orazio fu fatto conoscere all'altro fratel-
ro la chierica in modo, che convenuo-al lo cardinal Camillo Borghese, il quale di-
concilio di Palencia del 1 386 prescriverla venuto Paolo V lo prese al suo servizio.
nella grandezza d'un'ostia, e permaggior Indi tutti gl'interessi della casa Borghe-
autentica fu appi ovato e confermato dal se furono affidali alla sua diligenza e fe-
Papa Urbano VI. Finalmente osserva, a deltà, ed inoltre venne assegnato per u-
maggior confusione di coloro che quasi ditore generale al cardinal Scipione Caf-
hanno rossore di portar sì nobile distin- farelli Borghese nipote del Papa, presso
tivo, che alla chierica si attribuisce il pre- il quale porporato in breve giunse a tal
gio come ad una caparra del futuro regno grado d'autorità, che trattava non solo
promesso al reale loro sacerdozio. Men- gli affari privati della famiglia, ma pub- i
tre pe'suoi misteriosi significati con isti- blici ancora della camera apostolica. Pao-
sica, non meno che alla scienza legale, al femia deformata da un fortuito incendio,
cui studio si die a insinuazione del pa- e donò alla cattedrale ricchi arredi, e per
dre nell'università di Bologna, nella qua- mostrare la sua gratitudine e riconosccu-
TOP ^ TOR 117
za a Paolo V suo beuefattore, eresse nel d'Aphaereraa, Lida e di Ramatila. A-
di
poi istituì erede universale de'suoi beni, lio del 4' 5 contro Pelagio, e per la sede
fortuua. Fu ancora benemerito della cu- le città di Azoto, Jamnia e Fasaelide, che
ria romana, perchè esercitando la carica Erode il Grande lasciò in testamento a
di datario con suprema autorità, unico Salome sua sorella, di cui feci parola a Te-
suo scopo fu sempre di promuovere sog- trapoli" o regni divisi in 4parti,ec; e di
getti meritevoli, senza alcun riguardo al Azoto e Jamnia anche a tali articoli, sic-
proprio genio e soddisfazione, o a' suoi come poscia sedi vescovili, ambedue cele-
privali interessi. Intervenne al conclave bri e antiche città de' filistei, e lai.' Sa-
di Gregorio XV, dopo il quale chiuse la trapia de' medesimi.
carriera del viver suo in Roma nel 1622, TORCE LLO, Torccllwn, Dorcaeum.
di 56 anni, ed ebbe la tomba nella chie- Sede vescovile e isoletta del regno Lom-
sa del Gesù con onorevole epitaflìo, posto bardo- Veneto,provincia e distretto di Ve-
avanti l'altare di s. Ignazio dal nipote An- nezia,nellecui lagune dell'Adriatico si tro-
tonio Tonti. va al nord-est 1 leghe distante. Fu que-
TOPARCHIA. Signoria, governo d'un sto uno de'primi asili di quegl'italiani che
luogo,d'unaprovincia;piccolostato,picco- fuggendo all'invasione de'barbari, si reca-
lo governo composto d'una sola città obor- rono nelle venete lagune a cercare liber-
go,o d'una piccola provincia o regione: ter- tà e sicurezza, e quindi fondarono la già
mine greco che significa luogo e coman- famosissima e possente repubblica vene-
do. Quindi si disse Toparco o Toparca ziana. Surse su quest'isola una grande e
il possessore o governatore d'una topar- cospicua città, sede di moltissime tra le
chia ; e Procopio cos\ chiamò 1'
armeno più nobili veneziane famiglie. In appres-
Abgaro re d'Edessa, e toparchia il suo re- so, Ira per l'ingrandimento di Rialto, ora
gno. La Giudea fu un tempo divisa in le 'lezia (f~.), dove fu fissato J centro del
io toparchie, al diredi Plinio. Neh. lib. governo, per la gravezza dell'aria cagio-
de' Maccabei parlasi di 3 toparchie, cioè nata dalle viciue puludi,eper lo estinguer-
i . 8 TOR TOR
si di varie famiglie , andò scemando dei sula occuparunt , Torcellum aedifica-
primari abitatori, sicché rimasta pres-
Mftoi runt,illamcpie civitatem Torcellum .(pia-
soché deserta, cadde in rovina, né più se si Torricellum a sexta parte excisac ci-
ne vedono che scarsissimi avanzi. L'ur vi vitatisappcllarunt. Primamente convie-
ìimaneano mólta chiese, conventi e mo- ne ricordare, che Aitino {V.), città già ce-
nasteri; ma anche questi ora del tutto ce- lebre nell'antica provincia terrestre, con-
dono al tempo e all'abbandono in cui si vertilo dal gentilesimo alla fede cattolica,
trovano, né ad abitar l'isola vi hanno che fu decorato colia sede vescovile, e anno-
alcuni pescatori, vignaiuoli e ortolani, i vera fra'suoi vescovi s. Eliodoro, che ne
quali conservano a'frutti del luogo quel- divenne poi il principal protettore; si re-
l'eccellenza ondefurono in ogni tempo fa- se poi famoso il vescovo Pietro, poiché in-
in piedi, che per le sue singolarità viene timo Papa s. Simmaco (F.), nel 5o3 rin-
visitata di continuo quasi da tulli i visi- novati tumulti co' suoi fautori, il goto
i
simi; macia ultimo, a motivo dell'insalu- talia, distruggendone le più illustri città,
brità del soggiorno. neppure il proprio suo e fra queste Concordia, Padova ed Aiti-
vescovo più vi abitava, recatosi a dimo- no, donde ne fuggirono nel ^5i i princi-
rare in Murano, altra isola delle venete pali cittadini altinati,ricovrando le loro fa-
lagune, ad un 4-° di lega da Venezia, pure miglie nelle contigue lagune, ove si cre-
altro luogo di delizia della veneta nobil- dettero in salvo dal furore de' barbari.
tà, per la salubrità di sua aria. Il dotto Quivi 6 principali isolelte fermarono
in
senatore Flaminio Corner o Cornaro ve- la loro abitazione, chiamandole co'notni
neto ci diede: Notizie storiche delle chie- delle porte di loro patria, Torcello, Mazor-
se e monasteri di Venezia e di TorceU bo, burano, Murano, Annoiano e Costan-
lo, Padova iy58. Ed il p.d. AnselmoCo- ziaco. Partilo poscia d'Italia, e poco dopo
stadoui camaldolese scrisse le Osserva- morto il terribile flagello di Dio Aitila,
zioni intorno alla cjiiesa cattedrale di ritornò la maggior parte degli attillati a
Tonello, e ad alcune sagre sue antichi- ridonarsi alla loro patria, rialzandola dal-
tà, pubblicate ne! 1750 dal p. Calogeri le rovine. Ma pe' danni recatile nel 568
nella Raccolta d'opuscoli, ì, 43, p. 255, da Alboino re de'longobardi, per l'eleva-
Prima di essi l'Ughelli nel t. 5 dell'Italia zione dell'acque dell'Adriatico, ed inoltre
sacra a p. 36o, Torccllani Episcopi) a-
1 rinnovatesi nel 635 le feroci incursioni
vea stampalo colla serie de' vescovi le no- nemico di-
sotto Rotari re de'longobardi,
tizie storiche di Torcello, ove dice: Alti- chiaralo del nome e dell'impero romano,
natcs post suae civilalis ejecidium qui ,
gli altinesi vedendo preso Oderzo e poi
. jhiludibus circa Vcmtias UUaiUcs in- bruciato, e già per tradizione de' loro
TOR TOR 1
19
antenati avendo appreso quanto fosse lo- specialmente per le ricchezze e pel com-
ro riuscito sicuro il ricovero delle lagune e mercio.e Costantino VI Porfirogenito, tra
paludi di Torcello, qui vi sotto la direzioue i luoghi veneziani nominò il grand'empo-
di Paolo loro vescovo si condussero, seco riodi Torcello, poi divenuta una delle più
trasportando quanto aveano di prezioso, disabitate isole di quest'acque." In una let-
chiese, ch'erano i corpi de'sauti Teonisto, ta uegli alti del còucilio di Costantinopo-
de'vescovi d'Aitino di cui ci sia pervenuta to Paolo vescovo d' Aitino, humìlis epi-
todal Corner, ed il restante del tesoro ec- lo, dice il Corner, dovrebbe nella serie dei
clesiastico colle ricchezze de'cittadini. Sta- vescovi collocarsi fra Giuliano e Diodato
bili il vescovo Paolo la sua sede iu Tor- vescovi; se pure, il che è più verosimile,
cello, ove innalzò la città e anche destiuò uon siasi per errore trascritto dalla lette-
il silo per lanuova cattedrale, ma preve- ra sinodale il nome della chiesa Attuiate
nuto dalla morte pochi mesi dopo il suo invece d'altra consimile, comesi legge nel-
ai livOjOe lasciò la cura dell erezione al suo l'indice de'concilii dell'Arduino, di Agnel-
successore. Questi fu Mauro o Maurizio, lo vescovoToi celiano oTorcellinodel487,
il quale dopo avere per autorità di Papa vale a dire più d'un secolo avauti che iu
Severino, coll'assenso del patriarca diGra- Torcello vi fosse vescovo. Stima Corner,
du, di cui era sulfiagauea la sede d'Aiti- che la meuo incerta serie de' vescovi di
no, (issala la sua dimora perpetua iu Tor- Torcello sia la seguente. Successe a Mauro
cello, oltre la chiesa cattedrale, eresse per nel vescovato Giuliano, che nel lungo cor-
divina rivelazione circa il 640 molte chie- so del suo governo vide accrescersi il de-
se ne'diversi sili della nuova diocesi, ed il coro di sua diocesi colla fabbrica di nuo-
monastero monache di s. Giovanni
delle ve chiese. Indi verso il 697 Diodato o A-
Evangelista. Tanto uarra il Corner, men- deodato abbellì e perfeziouò la cattedra-
tre ad Altino dissi che una cronaca nis. le, dedicandola alla B. Vergine. Assunta in
permesso traslocamelo della sede vesco* ss. Reliquie trasportate da Aitino. Gui-
vile da Aitino a Torcello, la quale nuo- tonio riportato dall'Ughelli, ma nou ne
va città però sino al secolo XI trovasi det- fa menzione Dandolo, né laccuratissi-
il
che l'isola su cui specialmente i fuggitivi dopo avere peralquauto tempo que-
retta
attillati innalzarono le loro abitazioni, uon sta chiesa si Dio in un mo-
ritirò a servir
prese subito il nome di Torcello, ma di nastero. Giovanni nominato nella della
Nuovo Altino.\j& nuova città divenne poi ci oliaci, invece del quale il Coleìi anno-
doge fatti impiccare.Senatore acquileiese, Giorgio Maggiore, ove mentre con fervo-
morto verso I874. Domenico II Calopri- re predicava, una cieca, mula e sorda si
110 abbate del monastero d'Aitino, e già gettò a'suoi piedi e per intercessione del
monaco di s. Ilario, per essersi volontà- santo ricuperò sentimenti. i Neh i5i Pie-
namente reso eunuco fu scomunicalo da Ira Michele, per la cui morte canonici
i
Pietro Mai tulio patriarca di Grado, che elettori si divisero in due fazioni, ed aven-
ricusò anco d'assentire alla di lui elezio- do l'arcidiacono eletto uno, gli altri elet*
ne in vescovo di Torcello e di consagrar- tori lo rigettarono come scomunicato, e
lo. Insorte perciò inimicizie fra il patriar- chiamarono al vescovato un altro, onde
ca e il doge Orso Partecipa/io, furono poi Papa Alessandro III rimisela decisione al
riconciliati a condizione, che Domenico patriarca di Grado e ad altri due giudici
non fosse contagiato vescovo finché vives- delegati. Nel 1 58 Angelo Molino arcidia*
1
vescovo, comechè contro lo statuito dai tervenne al concilio di Laterano III nel
canoni. Benedettogli sdccesse,quindiGio- 1 179, ottenne da Federico I un imperiai
vanni II di Torcello, e successivamente diploma a favore di sua chiesa, ed altro
Giberto, Pietro, Marino, Domenico III ne impetrò da Urbano III, riprodotto poi
figlio di Pietro Candiano Ve-
111 doge di da Eugenio IV e pubblicato dall'Ugliel-
nezia morto nel <)5q; Milito o Mineo o li, con altri documenti riguardanti ve- i
Marco veneziano, ambizioso intruso simo- scovi di Torcello, e morendo verso ili
197
iliacamente, fu aceiecalo da' veneziani a fu sepolto nella cattedrale. Immediata*
persuasione del doge. Giovanni III gli sue- mente il successe Stefano Capellizo, indi
cesse in dello anno; Valerio nominato in Giovanni V Moro, sotto il quale fu fon-
un documento del qqq vescovo della s. data da Marco Trevisani la celebre ahba-
Chiesa Altinate, e morto nel 008. Orso 1 zia cisterciense di s. Tommaso de'Borgo-.
li doge di Venezia, col fa-
figlio di Pietro gnoni, che fiorì per uomini illustri, e eo-
voredel quale fece riedificare la cattedra •
struì monasteri nell'oriente, l'Ughelli ri-
ge suo fratello esiliato, che trovò morto, sa di a. Mauro di Borano ned 1214 per
e nel o4o intervenne al concilio proviti-
1 fabbricarvi un monastero, e morì nel
ciale convocato a Venezia nella chiesa di 1 2 5. Stefano Natali, che erroneamente
1
cano, che morto nel 1 2 56, in di lui luogo vescovo Tolomeo da Lucca alcuni bre-
fr.
elessero canonici i Simeone Mauro pieva- vi Annali della storia profana, dal 1060
no di s. Barnaba, perciò escluso da Inno- fino al 3o3, ed una Storia ecclesiastica
1
rano Quirini, ma più probabile sembra finoal 3 2 circa. Nel i328 fr. Bartolomeo
1 1
fr. Egidio bolognese domenicano del 2 5c> 1 Pasquali o de Piscialis bolognese domeni-
e morto nel 1289. Enrico Contai ini del cano, altro discepolo di s. Tommaso d'A-
1290 visse pochi mesi. Alerone neh 291 quino e maestro del sagro palazzo (ove
eletto da Nicolò IV di cui era cappellano, dissi diversamente dal Corner, onde va
intervenne nel 1296 al concilio provincia- letta l'aggiunta dal Coleti fatta all'Ughel-
le di Grado, e morì circa il 3o3. Gii fu 1 li, nella quale distingue due fr. Bartolo-
subito sui rogato d. Francesco Tagliapie- mei vescovi di Torcello), morto neh 335
tra abbate di s. Nicolò del Lido, che ap- e sepolto in Venezia nella chiesa de'ss. Gio-
provò il nuovo monastero di s. Nicolò di vanni e Paolo de'suoi domenicani. Gli suc-
Mazorbo, trovò nascosta nella cattedrale se in detto anno Giacomo Morosini dele-
s. Teodoro martire e la collocò
la testa di gato apostolico di Papa Benedetto XII a
in luogo più decente, e stabilì del proprio prosciogliere nel 1 339 dall'interdetto il
Nicolò dell'episcopio. Morto nel declinar tà stessa. Il Coleti col Bouoli corresse l'U-
del 1 3 1 3 o nel principio del 1 3 1 4. per po- ghelIi che die in successore a Bartolomeo
co gli successe fr. Francesco Dandolo for- Ir. Michele veneto domenicano, invece ve-
se camaldolese. Domenico IV nel 1 3 1 7 fu scovo di Chioggia. Neil 35 1 d. Petrochi-
traslato a patriarca di Grado, per rinun- no Casalesci di Ferrara, canonista e teo-
zia di Giuliano priore benedettino di s. logo chiarissimo, già abbate di s. Cipria-
Giorgio Maggiore, eletto da' canonici di no di Murauo e lodalo vicario generale di
Grado; ma Papa Giovanni XXII nello Torcello, poi nel 1 362 arcivescovo di Ra-
stesso 1 3 1 7 o nel 1 3 8 1 lo fece vescovo di venna. Qui l'UghelIi per abbaglio ripetè
Torcello. Poco dopo fr. Tolomeo da Luc- il suddetto Leonardo Donato. Giovanni
ca domenicano, della nobile famiglia Fia- VI, creduto religioso, morì nel 1 366. Nel
doni, discepolo di S.Tommaso d'Aquino 1367 P ao '° Baiando preposto della cat-
e prefetto della biblioteca Vaticana, uomo tedrale di Faenza, governò sino ali 374.
di dottrina fornito doviziosamente più che Indi nel 1377 Filippo Balardo, che zelan-
di moderazione e prudenza, a vendo lascia- te celebrò subito il sinodo diocesano, cui i
to troppo liberamente a'suoi nipoti il .'o- lodevoli e provvidi atti pubblicò l'Ughel-
verno delle rendite vescovili, che a loro Ii. Filippo Nani nobile veneto moiì nel
talento dispersero e danneggiarono, laon i4o5, ma sebbene l'UghelIi riporti l'epi-
de fu chiamato in Grado dal patriarca a tallio, avverte Coleti che fu confuso con
render conto. Ricusò il vescovo ostinata- Pietro che dirò, ed il Corner segni l'U-
mente d'ubbidire, per cui giuridicamen- ghelIi.Neli4o5 divenne vescovo Donalo
te fu riconosciuto reo di gravi colpe e sco- de Greppa canonico di Torcello e pieva-
municato, sentenza confermata dal sino- no della chiesa di s. Stefano di Murano.
do provincialedi Grado. Finalmente, a- Da Città Nuova nelle lagune nel 41 8 vi 1
\etulo ubbidito e dal patriarca ottenuto il fu trasferito Pietro Nani, e sotto di lui si
l'anteriori colpe in qualche parte furono ruttt nobile veuclo,già diCiltù Nuova, per
122 TO R TOR
la cui diligenza molti monasteri di mona- ottobre Antonio Grimani, celebrò il sino-
che, ne'quali era decaduta la regolare di- do e lo pubblicò colle stampe, uni al ca-
sciplina, furono soppressi e uniti ad altri pitolo le rendite del priorato di s. Pietro
di più esatta osservanza, ed in quello di di Casacalba già de' canonici regolari di
s. Antonio abbate trasferì il corpo di s. s. Agoslino,efo nunzio a Firenze di Pao-
Cristina verginee martire; poscia nel <44^ lo V, che neh6i8 Io dichiarò patriarca
fu traslato a Candia. Gii fu sostituito Do« d' Aquileia. Gli surrogò Zaccaria dalla
nienico de Domenici decano di Ceneda, Vecchia protonolario apostolico, che urù
maestro in teologia dottissimo, restaurò il priorato di s. Cataldo di Binano, an-
l'episcopio, e nel i
4^4 passò a Brescia, vi •
tica abitazione de'frati agostiniani, al ca-
rano: morto nel 1 4^7 |, fu sepolto in s. Gio. Marco Giustiniani, che dopo 7 mesi pas-
Evangelista. Nello stesso anno, non Sigi- sò a Ceneda e poi a Verona; onde nello
smondo, né Scipione come scrive Ugbelli, stesso 1 62 5 gli successe MarcoZeno,il qua •
e di uno facendone due, ma Simeone Con- lea'25 novembre eseguì la traslazione ilei
tarmi, che mori neh 485. In questo Ste- corpi de'ss.Tabra eTabrata martiri, con
fano III Tagliazzi arcivescovo d'Anlivari lealtre summentovate reliquie della cat-
e di Patrasso, ritenuta la 2." sede s'intito- tedrale, in diversi altari della medesima,
lò arcivescovo di Patrasso e vescovo di e nell'altare della B. Vergine il corpo di
Torcello, e intervenne al concilio di Late- s. Eliodoro in un'arca di scelto marmo fu
rano V. Nel i5>4 gli successe per coadiu- onorevolmente deposto: morì neh 64» ifl
toria Girolamode'conti Porzia di raro ze- Venezia e fu tumulato in s. Maria Glo-
lo e singoiar dottrina, commissario apo- riosa. Neh 643 Marc'Antonio Marlinen-
stolico per la riforma de'monasteri di mo- go bresciano, e altro patrizio veneto, ca-
nache della diocesi Torcellana, che ridus- nonico e vicario generale di Padova, pru-
se a regolare osservanza. Neh 526 Giro- dente e dotto, con opportune costituzio-
lamo Foscari nobile veneto, di solo titolo ni stabilite nel sinodo diocesano da lui te-
e amministratore, finche ebbe l'età cano- nuto e stampato, provvide alla buona di-
nica, morto neh 563 in Roma e sepolto sciplina del clero e delle monache, morì
ins. Maria del Popolo. Non pai e che gli sia in Padova e fu sepolto nella chiesa de'tea-
succeduto Giulio Grimani, come vuole U- tini.Nel1678 Giacomo Vianoli nobile ve-
gbelli, sibbene Giovanni Delfino postula- neto, già titolare di Famagosta lodalo ,
to dal capitolo, che sollecito per la con- pastore, morto in Venezia e sepolto nel-
servazione dell' ecclesiastica disciplina ,
la tomba gentilizia in s. Francesco della
convocò due volte il sinodo diocesano, e Vigna. Qui noterò, che il p. Gio. Girola-
ristorò le abitazioni del vescovato, inter- mo Gradenigo nella sua Brescia sagro^
venne al concilio di Trento, e fu traslato riferisce che fu vescovo di Torcello Pie-
a Brescia neh 570, Nel qual anno Carlo tro Ottobotti, poi Alessandro Vili, perde-
Pesaro canonico di Treviso e referenda- sti nazione d'Urbano VI II. e siccome altret-
rio di segnatura, morto nel 1587. \' 2.6 tanto scrive il Novacs nella Storia d\l-
TOR TOR i23
Iosa udrò VIHjpev tale lo tlissi nella bio- La cattedrale di antica struttura, di for-
grafìa; tua l'Ughelli, il Quirini e il Cor- ma bislunga, èdi vita in 3 navi sostenute da
ner non ne fanno alcuna menzione. Mei 1 8colounealteegrossedi marmo greco, la
1692 Marco Giustiniani patrizio veneto, qua le benché grande e solida menlefahbri*
che ottenne dalla s. Sede clie s. Lorenzo cala,dice il Corner, riesce disadorna e poco
Giustiniani fosse dichiarato protettore del- convenienleaque'molli inestimabili tesori
la città e diocesi di Torcetto, con festa di che racchiude. 1 maggiori abbellimenti di
precetto, ed istituì la confraternita sotto essa sono antichi musaici, uno rappresen-
la sua invocazione nella chiesa matrice e tante il Giudizio finale nella facciata in-
collegiata di s. Donato di IM Urano, la qua- teriore sopra la porta maggiore; I' altro
le in miglior forma ridusse, e la cappel- nella tribuna della cappella maggiore, ora
la maggiore in suo onore edificò e abbel- fra gli altri santi si vede s. Eliodoro for-
lì splendidamente. Inoltre non potendo mato pur di musaico sopra l'antichissima
più i vescovi soggiornare in Torcello per cattedra vescovile di marmo, che posta di
l'insalubrità dell'aria, per cui dimorava- mezzo fra 'continuati sedili di pietra. servi-
DO fuori della diocesi in Venezia, a suespe- va con essi ad uso di convocarvi sinodi i
tanto avendo il senato della repubblica di sa, precisamente secondo il disegno fatto
Venezia ottenuto dalla s, Sede il privile- incidere dal p. Costadoni e pubblicato col-
gio di nominare a'vescovati di Torcello, le sue Osservazionij ma qualifica diceria
Ghioggia e Caorle,sutfiiiganeideT patriar- del volgo, che ivi s. Lorenzo Giustiniani
ca di Venezia, a'g agosto scelse per suc- patriarca di Venezia, come primate e me-
cessore d. Nicolò Antonio Giustiniani mo- tropolitano, vi abbia tenuto un concilio
naco cassi nese e priore di s. Giustina di provinciale. Il presbiterio in figura di se-
Padova, col quale il Corner termina la micircolo è composto di 6 scaglioni di pie-
serie de'7 1 vescovi di Torcello, la quale tra, i due superiori più alti e più larghi;
compirò colle Notizie di Roma. Nel 7 5g j ed essendo 4 rimanenti più stretti e me-
i
Muco Giuseppe Cornalo nobile di Ve- no alti, è probabile che questi servissero
nezia. Nel 767 Giovanni Nani nobile di
1 per ascendere a quelli, in cui solo sede-
Venezia. Nel 1773 fr. Paolo da Ponte car- vasi. Tali scaglioni vengono poi tagliati in
melitano scalzo di Venezia, traslato daCor- mezzo da alt: e stretta scala d'i 1 scalini,
tù colta ritenzione del titolo arcivescovile. incapo alla quale vi è la cattedra vesco-
Nel 792 Nicolò Sagredo nobile di Vene-
1
vile di marmo, su cui sedendo il prelato
zia, traflato da Udine a' 18 giugno, che fu nelle sue funzioni , scorgeva facilmente
l'ultimo vescovo, morto ne'pi imi anni del tutto il popolo che vi era sinoal fondodel»
corrente secolo, cioè nell'agosto 1804. Re- la basilica. Nell'apsideo tribuna del pre-
stata vacante la sede, Pio VII nel 18 18 la sbiterio vi sono dipinti a musaico i XII A-
soppresse colla bolla De salutis Dominici postoli , e invece del solo Salvatore vi si
gregis,ed in perpetuo ne unì la diocesi a figurò la 13, Vergine col divin Figlio tra
quella patriarcale di Venezia, le braccia, giacché a Maria é dedicata la
1*4 TOR T OR
basilica, menti e sulla cattedra visi espres- chi, ma di più inferiori tempi, nel
suo es-
sel'immagine di s. Eliodoro, il che fa sup- sendo ancora bene conservata, e la crede
porre che anco negli antichi tempi fosse opera del secolo XII opocodopoe fors'an-
il protettore principale della diocesi, come che del XIV. Dessa incominciando non
10 è s. Marco Evangelista. L'antico san- molto dopo il piano occupa tutta la fac-
tuario formasi da una cancellata di mar- ciata interiore della basilica, ed è divisa
mi orientali, che chiude le navate in 3 la- da 6spartimenti orizzontali, che lutti rap-
ti. In mezzo al coro vi è l'altare, in cui ri- presentano de'fatli particolari : la porta
posa nell'urna il corpo di s. Eliodoro, che della facciata separa ili.°spartimento, e
vuoisi da principio rivolto verso il popolo sopra di essa in mezzaluna a musaico si
d'argento dorato, già del nominato altare eiodissiil perchè cos'i venne rappresenta-
e poi posto sopra l'antica porta santa del tala B. Vergine anticamente),elodichiara
santuario, di lavoro greco come lo ei'a la Muratori, Dìssert. de rebus liturgicis,ùel
struttura della cappella antica, e ne dà il quale uso ci è rimastoqualche avanzo pres-
modello colla dichiarazione delle molte fi- soi sacerdoti quando celebrano. Io non in-
mode scale di marmo, che hanno princi- Il 3.° spartimento ha uel mezzo una spe-
pio nelle due navate laterali, e dove si ve- cie d'altare, sul quale è un libro degli e-
neravano corpi de' i santi. Fuori del pre- vangeli tutto gemmato e prezioso, e vi è
sbiterio moderno, ossia dell'antico coro pure una croce alla greca con due traver-
de'cantori,sonovidue amboni o pulpiti di se. Dice il p. Costadoni, che di tal foggia
marmi orientali, trasportali dalle rovine di croce trattarono Wagenseil in una Dis-
re che ad alcuno sembrano deità egizie; geli, stampata aNorimberga nel 1 748. Per
cosa assai rara è poi a vedersi le imposte quanto di siffatta croce ragionai anche nei
di marmo per coprire le finestre laterali voi. LI, p. 298,6 LXXIII,p. 373,11011 riu-
della basilica , che stanno girando sopra scirà superfluo chequi aggiunga per la sua
due gì ossi perni dello stesso marmo in al- grave importanza alcun'altra nozione. Di-
to l'uno, e l'altroin basso, ma per l'ingiu- chiarail p. Costadoni, che la croce greca
ria del tempo due sole sono le superstiti. con due traverse chiamasi gerosoliniit<i'
Il p. Costadoni descrive pure con erudite na, patriarcale, apostolica. Avendo egli
tura di musaico, che per essere strana e le Osservazioni sopra un'antica tavola,
simbolica nou la crede opera degli auti- greca in cui è rinchiuso un insigne pez-
TOR TOR ii5
so della croce di Gesù Cristo, la a uà le titolo. Sarnelli ritiene che fosse d'una sola
conservasi nel monastero di s. Michele specie di legno, e pe'4 legni doversi piut-
di Murano (ora in quello dell'Avellana, un senso mistico; per-
tosto prendere in
come rilevai nel voi. Lll,p. i o3,neldescri- chè come cedro uccise i serpenti dell in-
vere quel celebre monastero camaldole- ferno, come cipresso fece il funerale della
se) de''monaci camaldolesi .presso il p.Ca- morte, come palma vinse i nostri nemici,
tali (altra testimonianza ebe giustifica il pevoli, non ritrovandosene esempio alcu-
perchè s. Pietro fu rappresentato alla sini- no presso Lipsio, il quale tutti li differenti
stra di Paolo,argomento ebe ritoccai nel
s. supplizi di croce dagli antichi praticati de-
voi. LXVI,p. g3). Pertanto il p. Cosladoni scrisse, e non vi è apparenza, che ad al-
Salvatore, gli uni avendo sostenuto ebe fessa anche il DìiCange(Dissert.dc infer.
'
fosse di quercia, gli altri ebe fosse com- aevinumism. n.° 23). Per rinvenire l'an-
posta di 4 legni, cioè di cipresso, di cedro, tichità di questo costume della doppia cro-
di pino e di bosso, avvertendo le diver- ce io ricorsi alle medaglie, e non mi ven-
se favole inventate specialmente da' gre- ne fatto di ritrovarla espressa più antica-
ci circa il medesimo venerabile legno, che mente se non se in quella di Leone 1 11 I /•
lo pretendono nato da tre differenti spe- saurìco imperatore di Costantinopoli, il
cie di legno; dopo aver esternalo il suo quale regnò nel 717. Avvegnacchè que-
parere, ebe la vera Croce fosse di legno sto augusto, per istigazione di certo ebreo,
\ile e ordinario di quelle parli d'oriente abbia esercitata una fiera persecuzione
(aTitolo della ss. Croce Io dissi di le- contro le sasre immagini, nulladimeno
gno odi corteccia d'albero: il vescovo Sar- egli venerò sempre quella della s. Croce,
nelli, Lett. ecclesiastiche t. 5, lelt. 3q : ammettendo gì' iconoclasti le immagini
Di aitai legno fosse quello della s. Cro- di essa. Ritrovai ancora molte fiate que-
ce di Cristo, riferisce che nella Glossa del- stadoppia croce nelle medaglie di Michele
la Clementina prima de Summa Trini- Balbo, di Basilio il Macedone, di Giovanni
tale, dicesi che fosse di cedro lo stipite, Zemisce, di Romano Diogene, e degli al-
il tronco di palma, il legno trasverso di tri susseguenti imperatori d'oriente; e nel
cipresso, il titolo d'ulivo. Egli però osser- Meuologio spesso nominato di Basilio qua-
va essere contrastato fra' dottori se la s. sisempre questa doppia croce vedesi di-
'
Croce fu d'un solo o di più legni formata, segnata. Quindi il coslumedi questa dop-
gli uni diceudola di cipresso, pino e ce- pia croce talmente si stabili appresso gre- i
dro, gli altri aggiungendoci il bosso pel ci, che oggigiorno pure in questa nazione è
i 26 TOR X OR
una tal doppia croce,
in vigore. Appellasi dam dant pcduin cum triplici Cruce, af-
luoghi, fra 'quali il ricordalo vescovo Sar- pretendere di soverchiare anche in que-
nelli, e piuttosto egli crede adoperarsi in sto il Papa , il quale seguendo coslante-
oriente per disegno delle Chiese, ed io lo menle l'uso antico maisempre usò pei- pa-
ripeleia Tempio, che sogliono farsi iu for- sloraleYà croce con una sola traversatine
ma di croce doppia ; e che il costume di narrai ne'ricordati articoli, e mi duole che
portare la croce era degP imperatori gre- i patriarchi e gli arcivescovi Ialini per or-
ci). Forse piacque ad essi patriarchi così namento stemmi abbiano preso la
de'loro
adornare od accrescere la croce che dinan- forma della croce greca doppia, non pon-
zi a loro portavasi, affine di meglio distin- derandone bene l'origine, che in vece do-
guersi da' vescovi loro inferiori e sotto- veano rigettare). Il Fivizzani {De rituss.
posti, i quali secondo l'ordinaria forma la Crucis Eom. Pont, praeferendae, lib. 1)
portano. Viene questa doppia croce de- poi aggiunge alcune ragioni pen rendere
nominala ancora Apostolica dagli sciit- probabile questa opinione, ed afferma es-
lori del regno d' Ungheria, imperocché servi qualche esempio d' immagini de'
il romano Pontefice mandolla in dono col • Pontefici, i quali hanno in mano la croce
la regal corona a s. Stefano I re degli un- ciijiis stipes duplici et triplici linea, est
gheri(lnchoferus,^/wtf/.«r/.p. 3o4)>co- decussatus (ma qui tornerò a replicare il
me insegna di apostolato, mentre questo da me detto altrove, e riverentemente in
principe convertì alla fede di Cristo que' proposito anche al Papa Gregorio XVI,
suoi popoli; e diedegli il medesimo Pon- che mi fece tale obbiezione: capricci eie i
tefice la facoltà di farsela portare dinanzi licenze degli artisti non fanno autorità
come legato della Sede apostolica (Anton. nella Chiesa di Dio). Per altro è dillicil
Bonfin., Ilist. Hangar.), polestatc sibi cosa l'affermarsi un tal rito «Iella triplice
cui gentilezza e benevolenza io molto deb- mai usa lodi far pò rtare a vanti di se le cro-
bo. Traile insegne patriarcali di Alberto ci di questa tal figura, non ritrovandosi
portatile non solo doppia, ma triplice,cioè no però lo stesso Fivizzani (nel 1592 de-
con 3 trasversi legni, il superiore de'quali ificò il Coinnientarius de ritti ss. Crucis
è inferiore al secondo, e il secondo al terzo. a Clemente Vili di cui era Sagrista), as-
Ma una tal croce pare che meglio conve- serisce esservi delle chiese metropolitane
nir debba al sommo Pontefice ((un'altro, e patriarcali in Europa (ora tutti i palriar-
e lo provai con felice successo ne' luoghi chi e arcivescovi,ancorché in parli')u.'),;\\
citati disopra) in segno della suprema po- di cui prelati Cr/«r praeire solehatt qualn
destà che ha sopra tutti li patriarchi. On- super Patriarcharum insignibus statuì-
de il Molano (lib. 4, cap. 29 Ilistor.ss. I- /?//•. Indi assegna la ragione di questo fatto]
magiuum et pictur.) dice, che Supremo e dice, che questa diversità ili croci ci da
Patriarchae, sis'e Romano Pontifici <pd- a divedere, che nella Chiesa di Dio vi so-
TOR TOR 137
no varie sed'ihoiioreet ditione dispari-.'!. sacerdoti, oltre però le 3 primarie dignità
Anche nelle antichità cristiane ritrovasi di arcidiacono, arciprete e primicerio. Di-
scolpita questa triplice croce, e due ne ri- poi furono istituiti altri 4 canonicati, e.l
porta il Boldelti (Osservaz. sopra i cimi- a""iunti 6 onorari non obbligali all'ulh-
teri de'santi), cioè una sul sepolcro diGio- ciatura.ln faccia alla porta maggiore della
vina, ed un'altra su quello eli Lucifero ve- cattedrale è il superstite rotondo tempiet-
scovo di Cagliari (uiortocirca il 371!), ab- to del s. fonte battesimale, entro una cap-
benchè quest'ultima sia apocrifa." La cro- pella chiamata battisterio, secondo l'uso
ce poi di Torcello è ornata d'una corona degli antichi secoli, dedicata a s. Gio. Bat-
di spine, collocata nell'unione dell' inte- tista, la sola chiesa battesimale della città,
rior tra verso,dall'estremilà del quale pen- perchè ne'primi tempi battezzavano isoli
dono una lancia e un'asta su cui è appesa vescovi.Anche di questa tratta il p. Co-
una sponga, e quinci e quindi si vedono stadoni, in uno agli antichi battisteri,
due cherubini, pei non dire di altre figu- dicendo che avea no tempo suoi preti, i
re, fra le quali due angeli suonano le trom- ch'era fatta a foggia dell' antiche, e nel
be verso il mare e due altii verso la ter- mezzo coll'urna di marmo quadrata co'
ra, forse per esprimerei! risnrgimentode' lati incavati a mezza luna per immergervi
corpi umani al divino giudizio. Nel 4-° i bambini; ma ne'restauri della chiesa si
lo più vedesi negli antichi musaici lavo- regolari di s. Agostino, pochi anni appres-
rali specialmente da'greci, e in molte al- so vi furono chiamati i cisterciensi di Bor-
tre antichità cristiane. Di questa dotta dis- gogna, e tosto fiori e fu beneficata dalla
sertazione del p. Costadoni, ne die con- pietà de'fedeli,ricevendola Onorio III sot-
tezza il Zaccaria. Storia letteraria d'I- to la protezione della s. Sede con privi-
talia t. 2, p. 418, ma quantunque gli ren- legi. La primitiva fondazione del mona-
da lode perla rara erudizione colla quale stero però si deve a Marco Trevisano no-
illustrò la cattedrale di Torcello, dice d'a- bile veneto. Alcuni abbati furono ledati
ver tralasciato di far altrettanto dell'an- di Gregorio IX, Nicolò IV, Clemente V
ticaglie gentilesche esistenti nella medesi- per le crociate di Palestina, altri abbati
ma. Il capitolo de'canouici della cattedra- furono incaricati da altri Papi d'onore-
le, che vanta la sua origine fino da remo- voli commissioni. Poscia furono eletti di-
tissimi tempi, fu prima formato di soli versi abbati non cisterciensi, auche dalla
4
128 TOR TO R
famiglia Trevisani pel padronato, eri e- che per mezzo d'un lungo ponte si uni-
zia lidio alci) ni di essi. Giovar) ni XXI 11 con- sce a Torcello. Ivi si rinchiusero le rain-
cesse in perpetuo all'abbate de'privilegi, minghe religiose,e vivendo esetnplannen-
Ja mitra e l'anello pontificale. Il i.° mo- te.merilaronochenel 247 Innocenzo IV 1
nastero, clie fondato nelle lagune dell'A- le ricevesse sotto la protezione della s.Sede.
driatico racchiudesse donne consagrale a Per le generose oblazioni de'fedeli, e per
Dio, fu quello di s. Gio. Evangelista nel- essersi ad esse unite le monache dell'isole
l'isola di Torcello, poiché Paolo vescovo d'Ammiano e di Costanziaco, e le prime
d'Aitino, nel fuggirla ferocia de'longobar- vi condussero il corpo di s. Cristina ver-
di, condusse seco pure le sagre vergini per ginee martire, il monastero di venne flo-
esentarle dalle violenze, e le collocò vici- rido e numeroso, indi riformato dal ve-
no alla cattedrale, ove il vescovo Mauro scovo Porzia. Nella loro chiesa tra le re-
eresse loro la chiesa di s. Giovanni verso liquie insigni sivenerò un s. Chiodo che
il 64o, essendo tribuni dell'isola di Tor- tradisse sulla croce il Redentore. Il Cor-
cello Aurio e Aratore di lui figlio. Per ner passaquindialla descrizionedellechie-
l'osservanza delle religiose, vari benefat- se e monasteri dell'isole di Mazorbo, Ba-
tori ne aumentarono le rendite, ma nel rano e Murano della diocesi di Torcello.
1279 un incendio quasi consumò chiesa Ogni nuovo vescovo era tassato ne'libri
e monastero. Rifabbricati, nel 343 mo-
1 il dellacamera apostolica di 200 fiorini, a-
nastero soggiacque a egual disastro, e su- scendendo la mensa a 3ooo ducali.
bito surse più ampio e maestoso. Rallen- TOKCHlNEoTURCHINE o CELE-
tata l'osservanza, i disordini furono ripa- STI. Ordine delle monache agostiniane
iati dalla riforma nel 523. Fra le reliquie
1 riformale della ss. Annunziata Turehinc
che furono collocate nella chiesa, primeg- o Celesti [V.), delle quali riparlai nel voi.
sister affatto la sua traslazione a Torcello, prendere, per via d'un' interna illustra-
e come altre la ritiene supposta, mostran- zione, che dovea istituire una nuova con-
dosi istruito di quanto ne scrissero gli sto- gregazione di vergini, il cui scopo specia-
rici veneti inclusivamente a Corner, e ri- le fosse di adorare il mistero dell'Incar-
petendo con Benedetto XIV, che gli atti nazione del divin Verbo, per tanti secoli
della santa sono soggetti a molle difficoltà, ascoso al mondo, e onorare la B. Vergi-
riporta tutte le discrepanti opinioni. Le ne che di questo divin Verbo incarnato
monache benedettine di s.Ciprianoda ter- fu immacolata madre. Superate tutte le
ra diocesi di'forcello e vicino a Meslre,per difficoltà, la beata fondò il suo istituto in
sottrarsi dalla diabolica furia d'Ezzelino patria, sotto la regola di s. Agostino, che
nella guerra ch'egli faceva alla Chiesa, si tosto prosperando si propagò per l'Italia
ricovrarono in Venezia. Quindi dal vesco- e altrove, contribuendovi il suo confesso-
vo Stefano nel 1 246 fu offerta loro l'an- re p. Zaunoni gesuita e compilatore delle
tica chiesa dis. Antonio abbate con alcu- costituzioni approvale e lodale dalla s.Se-
ni pochi edilizi situali in una piccola isola, de. Vivente la fondatrice, ed esseudoi.*
,
turchino, onde furono dette Turchine; maggiore della chiesa Giuseppe Ghezzi
per le converse la sottana otonaca alquan- dipinse 3 quadri, in mezzo quello dell'An-
to stretta e lo scapolare turchini, del qual nunziazione, e ne'lati quelli di s. Paola in
colore dev'essere la veste nella solennità, atto di benedire i figli, mentre è per par-
i sandali o scarpe grosse. Il colore turchi- tire pel deserto, e di s. Geltrude.
no celeste fu adottato, per rammentar- TORDONO, Cardinale. Intervenne
si che le loro azioni debbono essere cele- al concilio romauo del 743 o 745celebra-
sti e non La fondatrice santamen-
terrene. toda s. Zaccaria.e si sottoscrisse prete del
te iu Genova a'i5 dicembrei6i7,
morì titolo di s. Sabina.
colla consolazione di vedere nel suo mo- TORIBIO o TURIBIO (s.), arcive-
nastero 4o religiose, eh' è numero de- il scovo di Lima. Nacque a' 16 novembre
terminato dalle costituzioni per ciascun i538, secondogenito del signore di Mo-
monastero. Iddio a sua intercessione ope- grobeio,e dimostrò fiuo dall'infanzia deci-
rò molte grazie prodigiose, e Leone XII sa inclinazione alla virtù, e sommo orrore
a'19 marzo 1828 con decreto della con- al peccato, spingendo poi l'austerità del-
gregazione de'riti approvò due miracoli, la mortificazione a segno, che fu d'uopo
e di potersi celebrare la sua beatificazio- moderarne lo zelo. Cominciati gli studi
ne mediante altro decreto fatto pubbli- più alti a Valladolid,terminò a Sala- li
care a*26 maggio, la quale funzione ebbe manca. Filippo II re di Spagna, che co-
luogo nella solennità di Pentecoste nella nobbe il suo merito,gli conferì ragguarde-
basilica Vaticana, e poi in Genova si ce- voli posti, e lo fece presidente della 1. ''ma-
lebrò con tutta magnificenza. Per tale oc- gistratura di Granata ; carica che Tori-
casione si pubblicò la T'ita della b. Mar bio sostenne per 5 anni con stima gene-
voi., txxvii.
9
Ito TOP» TO 1
rale, che gli preparò la strada al suo in- menli. Essendosi appiccata la pestilenza
nalzamento nella Chiesa. Essendo rima- ad una parte della diocesi, egli si privò
sto vacante 1' arcivescovato di Lima nel sino del necessario per provvedere a' bi-
Perù, vi fu nominalo, ognuno riguardan- sogni di quegli sventurati, comechè pron-
dolo come il solo uomo che fosse capace to a dare la vita pel suo gregge. A questi
barcossi pel Perù,e appi odo vicino a Lima Predicava e catechizzava con uno zelo in
neh 58 i.vSubitodopo il suo arrivo impre- defesso, e per essere in grado di meglio
se la visita di quella vasta diocesi, che misu- adempiere questa importante funzione, si
rava 3o leghe di estensione,ecomprende-
i diede, benché in età molto avanzata, ad
\a,oltre parecchie città, un gran numero imparare le diverse lingue che parlavano
di villaggi e di casolari dispersi sulla dop- gli abitanti del Perù. Celebrava ogni gior-
pia catena delle Andes, che hanno per le
si no la s. messa con divozione da angelo,
più alte montagne del mondo. Aon si po- facendo prima e dopo lunga meditazione.
trebbe agevolmente dare una giusta idea La gloria di Dio era la meta di tutte le
ebbe a
delle fatiche e de' pericoli ch'egli sue azioni, la sua carità verso poveri non i
sostenere. Commosso alla veduta de'mol- avea confini, e la sua umilia non cedeva
teplici disordini che ovunque regnavano, punto la mano alle allre sue virtù. Egli
si accinse con animo invitto a porvi ri- . ebbe il inerito di t'innovare lo stato delia
medio. Pose dappertutto pastori dotti e chiesa del Perii, e se non ne fu il ì. "a po-
zelanti, procacciando il soccorso dell'istru- stolo, fu almeno il ristoratore della pietà
zione e de' sagramenti a coloro che abi- che vi era quasi generalmente spenta. I
tavano in mezzo alle più inaccessibili roc- decreti fatti nei concilii provinciali, che si
ce; e pel mantenimento della disciplina tennero sotto di lui, saranno sempre au-
ecclesiastica stabilì che si tenessero ogni tentici monumenti del suo zelo, pietà, sa-
2 anni de' sinodi diocesani, e ogni j de pere e prudenza essi vennero risguaida-
:
rono predicale con un fervore degno de' te a'23 marzo i 606, nel 68.° anno dell'e-
primi secoli del cristianesimo. Il santo ar- tà sua. L'anno dopo il suo corpo incor-
civescovo fondò seminari, chiese e speda- rotto fu trasporlaloa Lima. L'autore del-
li. Quand'era a Lima visitava tulli i gior- la sua vita Cipriano di Ilerrera, e gii alti
ni i poveri malati, li confortava con pa- della sua canonizzazione riferiscono che
terna bontà, e amministrava loro i sagra- ancor vivo risuscitò un defunto, e guarì
TOR TOR i3c
molte malattie, e dopo morto furono falli corpo diplomatico. Era iuollresede d'una
pure molti miracoli persila intercessio- regia camera, de'eonli e d'un reale sena-
ne. Toribio venne beatificato da Innocen- to, ambedue magistrati supremi ; e dal
zo XI nel 1679, e canonizzato da Bene- 1848 per lo statuto costituzionale, che ri-
detto X11I nel 1726, celebrandosene la portai nel voi. LI, p. i44»del governo mo-
festa a'2 3 di marzo. narchico e rappresentativo, composto di
TOR IR IO (s.), vescovo d'Astorga nel- due camere, il senato e quella de' depu-
la Galizia. Succeduto su questa sede a Di- tati. La giurisdizione della regia camera
etimo, ch'ebbe la sventura di cadere nel- de'conti si stendeva su tutte le proviucie
l'eresia dei Priscillìanisti, must rossi ze- di Terraferma; quella del senato abbrac-
lantissimo dell'osservanza della discipli- ciava le divisioni di Torino, Alessandri.»,
na ecclesiastica^ si oppose fortementeagli Cuneo, Novara e Aosta. Quindi siede in
errori de' detti eretici, che si l'innovella- Torino un tribunale di prefettura, oss'13
Grande, il quale gli scrisse una lettera che cipali autorità dellamonarchia. La città
noi abbiane ancora, gli porse aiuto nelle è rappresentala da un cospicuo corpo de-
sue fatiche. S. Toribio morì l'anno 460, curiottale, amministrata da due sindaci,
denza arcivescovile, celebre, nobile e va- cuito di Torino avesse da 1800 metri in
ghissima dell' Italia settentrionale, capi- lunghezza,eda 1200 in larghezza; altri gli
tale dogli stali del regno di Sardegna e datino due leghe di circonferenza, com-
del principato di Piemonte (T ,)j capo- presi i due grandi sobborghi del Po e della
luogo di pi ovincia, che comprende 9 man- Dora : ingrandito in oggi il circuito per
damenti e nel cui centro sorge, la quale più di un quinto, ha molto guadagnato
formava sotto l' impero francese la più nel suo largo e poco nel lungo. Era Tori-
gran parte del dipartimento del Po; ca- no altre volte fortifìcato,come putito prin-
quelle di Pincrolo e Susa. Resa vasta do- del 1640 a tempo delle guerre civili, del
po gl'ingrandimenti avuti, giace in ame- 1 706 liberalo dal principe Eugenio,e del
na pianura, a levante sulla manca e per I799, furono smantellati da'franeesi sot-
poco sulla destra del Po, ed a settentrio- to il consolalo di Bonaparle. Delle vec-
ne fin contro la Dora Riparia. Cinta da chie sue mura non rimangono che la cit-
vaga collina e pressoché dall'Alpi all'in- tadella, costrutta dal duca Emanuele Fi-
a
torno, questa città è lai che, calandone . libeito Testa di ferro nel 1 565, sui di-
lo straniero, incontra in Italia. Ella si tro- segni del celebre architetto Paciotto da
va distante 3 5 le-he da Parigi, 3o da
1 Urbino, la 1. "forse io Europa nel suo ge-
Milano, 35 da Genova, 78 da Firenze e nere e quale fortificazione della città, ri-
43 da Roma, sotto 4^° 4 20" di latitu-
1 tenuta in que' tempi un capolavoro, ed
dine nord o settenìi 'tonale, e 5" 20' o' di un resto di bastioni serbalo a sostegno del
longitudine est o orientale; a 243 metri giardino del re, dove mirasi l'orecchione
sopra il mare. Torino è l'or-
livello del d'un vecchio baluardo, che dicesi il 2. in
dinaria residenza del re di Sardegna, per Europa, costruito sotto il duca Luigi nel
cui dicesi ancora Re di Torino ed anco 1643, onde resistei e «'possenti eifetli del-
cese fu demolita pureuna vecchia torre, ossiano rioni, del Monviso, del Montece-
cui sormontava l'insegna municipale del nisio, del e della Dora. Avea 4 porte
Po
Toro, onde Torino fu detta la Città del d'entrata e due memorati sobborghi fuo-
i
Toro, e che impediva il più bel punto di ri del cinto delle mura. Anticamente To-
vista nella principale contrada. 11 Cancel- rino ebbe 4 porle principali e 4minori.E-
lieri nelle Notizie sulle campane e cam- rano le principali quelle chiamate Fibel-
panili, chiama celebre campanile di To-
il lona, Marmorea, Susa o Susina, e Pala-
rino, detto la Torre della città, avente tina o Doranea e più anticamente Comi-
in cima della guglia un toro colossale di tale e Turrianica. Le porte minori si de-
bronzo dorato antico. Questa torre mu- nominavano, del Vescovo, s. Michele, Pu-
nicipale o campanile, di antichissima e i- sterla, e Nuova. Ora Torino uon ha più
gnota origine, era di forma quadrata, al- porte, ma delle barriere doganali,che con-
la circa 172 piedi, colla base e porta di servano il nome dell'antiche porte. In og-
marmo. Era ornata fino alla cima di ca- gi ascendono le isole a più di 200, per-
pricciosi arabeschi, con pitture e iscrizio- chè di giorno in giorno crescono di nu-
ni, che dimostravano gli «litichi privile- mero; rimangono le 4 sezioni, ma sono
gi accordati da Giulio Cesare e da Augu- scomparsele porte, e a'due vecchi sobbor-
sto alla citlà. Sopra queste pitture, dalla ghi si aggiunse il 3.° o Borgo Nuovo, che
parte rispondente alla piazzarsi vedeva più ampio di lutti sorge a mezzodì, di là
un globo matematico, parte nero e parte dalle mura che si vanno atterrando. Già
doralo, che col suo giro dimostrava le di- distinta la città di Torino e divisa co'no-
versefasi della luna. Al di sopra dell'oro- mi di città vecchia e città nuova, in mol-
logio eranvi le campane, le quali serviva- te parti può oggi dirsi nuovissima. Il vec-
no per la chiesa del Corpus Domini, e per chio Torino, che abbraccia un 6.°de'ca-
la bandella che si suonava in tulle le fe- samenti, si svolge a settentrione; la città
ste de'ss. Protettori. Nel fine del quadra- nuova che fu opera nel 1620 del duca Car-
to della torre, in mezzo d' una galleria, loEmanuele I verso mezzogiorno, e nel
s'iunalzava altra torre oltangolare,termi- i663 del duca Carlo Emanuele li verso
nata da una gran corona di ferro dorato, levante, era stata compita verso ponente
appoggiata sopra 8 torri pur dorate che dal duca Vittorio Amedeo II nel 1703.
stavano negli angoli in forma di modi- La città nuovissima surta dopo il 1 8 4»1
rettilinee ed incrocianlesi ad angoli retti, ed era pur colà il teatro di corte, il quale
guidano fra'uuovi e nuovissimi isolati. E- vi rimase sinché venne consumato dalle
leganti portici adornano la via del Po che fiamme più d'un secolo addietro. Il nuovo
conduce alla reggia, cui solamente cedono pajazzo reale in discorso fu eretto dal du-
il primato le altre due dette il Dora Gros- ca Carlo Emanuele II, il quale volle ono-
sa e la Strada Nuova. Torino già tanto rare la memoria del padre Vittorio Ame-
ricca di bei fasti e di molte fra le più care deo I con quella statua equestre che ve-
glorie italiane,a'nostri giorni si andòsem- desi in fronte dello scalone, e vien delta
meno decorosa
leggiadra e piacevole, non glio Vittorio Amedeo 1 1 .°re diSardegna,
a questa ragguardevole parte d'Italia. Im- e più assai il nipote Carlo Emanuele III
da difesa all'attigua porta della città, costruzione U'an edilìzio apposito per riu-
mentre quivi s'incontravano le mura per nirvi l'accademia di belle arti e la pina-
cui veniva questa rinchiuse a que' tem- coteca. Intanto, essendo altresì urgente di
pi in un recinto quadrato, il Castello, co- togliere gli archivi delle finanze dal palaz-
me dissi, die il suo nome alla piazza che zodell'accademia delle scienze,atteso l'iti-
lo circonda. Servì pure quindi spesse voi- gomhro che derivava dalla soverchia cre-
te d'abitazione a'sovrani, e specialmente sceule mole delle carte e registri in loca-
a Madama reale duchessa Giovanna Dat- le relativamente ristretto, ed inconside-
ti>la di Savoia-lNemours, da cui prese razione dell'eccessivo peso che gravitava
d nome di Palazzo Madama. Però il p. sulle volte del sottostante museo, con evi-
Semeria dicendo il Castello rifabbrica- dente pericolo per quel vasto edificio, si di-
to daLodovico in occasione delle sue noz- viso di trasferirvi provvisoriamente i qua-
ze con Bona di Savoia, vuole che ne ab- dri della galleria, i quali sarel}bono stati
bia tratto il nome, secondo il parere di gravemente danneggiati da un ulterior
molli, di palazzo Madama , Palalium permanenza nellestanze degli uffìzi del se-
Domnac. Sul disegno del celebre mes- nato. Inoltre il re Carlo Alberto nel suo
sinese Juvara fu ornato il suddetto prò- realpalazzoadunòin vasta galleria l'arme*
spetto a ponente, con quella magnificen- riareale, formandola di quante mai sono e
za che ora si vede e fa vieppiù risaltare furono graziose, splendide, terribili entra-
la semplicità romantica dell'opposta fac- ne foggie armi che abbia ritrovato la
di
ciata. Tagliatasi poscia fuori, sol [trinci- potenza dell' umano ingegno. Di questa
piar del corrente secolo, certa galleria di raccolta, in vero stupenda e nel suogenere
comunicazione col palazzo reale, la qua- unica, nel %f\\ ne pubblicò la dotta ed ele-
i
locò ima ricca collezione di quadri scelti e za Castello, è il luogo ove Carlo Alberto
tolti da'suoi reali appartamenti, aperta ad fece raccògliere, tini 1 833 ali837, le ar-
incoraggiamento, comodo e profitto degli mi più pregiate e rare. Nel mezzo della
allievi e amatori dell'arti del disegno. Pe- corsia si ammirano principi e guerrieri a
1011611852 le molle indagini ed i replica- cavallo armati di tutto punto, grandi al
ti sludi fattisi per cura del governo, onde naturale e atteggiati a fierezza e a gentile
provvedere alla conservazione de'prezio- orgoglio. I cavalli sono coperti di lamiere
si dipinti della real pinacoteca, ed agli uf- a piastra d'acciaio, e lutti adorni di quel-
iìziaun tempodel senatodel regno,loper- la pompa e di que'forti arnesi che li fa-
suasero non potersi tali uffizi trasportare ceauo di così terribile e insieme grattavo-
in altri locali del palazzo Madama, stati le mostra in campo ne'secoli addietro. Sì
riconosciuti insufficienti, non adatti e in- le posture lanciate e feroci di quegli ani-
decorosi pel i.° corpo dello stato, quindi mali, a cui di vivo non manca che il bol-
venne risoluto di collocare altrove la gal- lente alitare, e tremar de' nervi impa
il
-
(cria. A tal uopo non avendosi alcun fab- zienti, sì la maestà de'cavalieri ohe in at-
TO R TOR i35
lo di entrai- nelle micidiali zuil'e sembra- litàdi stuelli e ili stili acutissimi, i tremen-
no recarsi in pugno la certezza della vit- di pugnali a scocco, i quali cacciati in pet-
toria, empiouodi tale stupore che met-
ti to o tra le coste, toccando una molla, git-
te per le vene un fremito bellicoso e ac- liiij da' lati lancette ed ami che squar-
cende nella fantasia l'immagini dell'an- ciano e dilaniano la ferita. Né vi manca la
tiche prove del coraggio. I cimieri sono famiglia copiosa dell'alabarde, caia veri-
sovrastati da tigri, da leoni oda altre sif- ne, ronconi, picche, brandistocchi e partir
fatte belve; le brune visiere calate, le gor- giinedi tutte le forme; e una lunga schie-
ghiere, gli usberghi col! » resta, e le cotte, ra di martelli d'armi, e di accette, e di az-
e i sai, e le mantelline d'arme, e i braccia- ze a piccoue, a rostro, a corno, a grani pa,
li, e i guanti aspri di ferro, e tutte le molte e le mazze ferrate ei terribili mazzafru-
orrendezzeche fanti > ornamento e difesa sti. Solenni memorie son qui pure vive e
a ipie'prodi che rappresentano. Lungo le parlanti delle geste nobilissime onde gli
pareti poi, ed entro le vctriere l'occhio si antichi principi guerrieri di Savoia of-
divise, ma tuttecon armonia, ordine e mi- ro tante e variale foggie. Innanzi a tutte
sura, insinoal numero di i5oo. D'elmi, di si vagheggiano le armi dell'invitto Ema-
corazze e d'altri arnesi di guardia è pure nuele Filiberto, e nel contemplarle aifac-
riccamente fornita l'armeria reale. Vi so- ci asi alla meute la gloriosa giovinezza di
celata, ed altri romani distati e lisci; e mo- silli dello zio Carlo V per combattere la
rioni,e barbute, e galericoìi, e bacinetti, e possaois dell'emulo francese, rompe ba- i
simili varietà per lavoro e per forbitezza loardi di Terouanne e sale vittorioso per
mirabili. Vedonsi inoltre lungo la galleria la breccia di Ediuo; quindi le strepitose
guerrieri tutti armati dal capo alle pian- vittorie di s. Quintino eGiavelinga.Que-
te con varie forme di corazze, di loriche, Sto grande è rappresentato a cavallo in
di corsaletti, di giachi. Qui e colà appesi quell'atto, io che lo modellò in bronzo il
alle pai eli dorsieri, battei, panzeroni, spal- Maroelietti sulla piazza di s. Carlo, fre-
lacci, gambiere, cosciali, e cent'altre fer- nante l'animoso destriero: il principe vit-
rerie da collo, di spalle e di giunture. So- torioso, checon grave senno dettando il
no pur illustri pel sommo artifìcio delle trattato di Cambrais, procurò all'Euro-
storie o favole in essi rappreseutate, varie pa e all'Italia, dopo io lustri di guerre e
•
ili scudi, rotelle, targhe e brocchie- di sterminio, paceesicurtà. rinfodera quel-
ri. D'armi offensive è copia grandissima, la spada che fece tante volte impallidir lo
bellamente disposte lungo le pareti; qui straniero. Del suo tiglio Carlo Emanue-
_ nisi quegli enormi spadoni sì lunghi, le 1, è a vedersi fra'taoti, lo scudo d'ac-
>ì larghi e ti grossi da isgomentare i mo- ciaio bruui lo, irraggiato nel mezzo di on
derni duellatori, uou meno per maneg- gran sole che gitta dal centro una borchia
giarli nel combattimento, che a portarli fiammeggiante: attorno ìeggousi 4 motti
sulle spalle: eppure nostri antichi erano
i d'impresa alternali colle corone ducali.
poderosissimi nel vibrarle di punta e di Solus Deus, Solus Sol, Solus Milcs, So-
taglio, ecertamente a veano nervi, museo- lus Sabaudiic Dux. Questo degno figlio
li e ossa ben diverse dalle nostre. ludi si del gran guerriero fu valido propugna-
presentanogli amplissimi verduchi a /j. ta- tore dell'italiana libertà contro le insidie
gli, i palosci, le scimitarre» h] molte q ia- e gli sforzi di Francia e di Spagua, e di-
i36 TOH TOR
slese isuoi trionfi dal mar
Provenza al di concia 1 La guerra non sarebbe più un ma-
lago Lemano. Uno de'più superbi orna- le necessario al mondo Queslo veramen-
!
lìienti dell'armeria si è la corazza del som- te inestimabile tesoro d' armi antiche e
mo tra'guerrieri savoiardi, magnanimo moderne, il quale supera tante celebrale
diiènsoredelleglorie italiane e propugna- collezioni di tal genere, e a niuno certo è
colo contro i turchi, il principe Eugenio, secondo, nou esclusa la sommamente lo-
nome benedetto e sagro finché religione data di Londra, meritava questo fugace
e patria avviveranno di potentissimo af- cenno,avendolaanchedescritta e illustra-
ri di Casliglia, pel senno e valore de'mo- quelli della curia civica, con due fontane
narchi sabaudi. Quel vessillo spagnuolo, state aperte sulla faccia del suo portica-
che porta il motto di Guadalaxara fu to. Il celebre Deot, valoroso meccanico,au-
combattu to e presonella battaglia diCam- lore di preziosi cronometri e costruttore
posanto. Questi trofei avuti sopra Fran- di macchine di squisita perfezione per mi-
cia e Spagna,sono accompagna ti dalle spo- surare minimi tempuscoli,eseguì per To-
i
glie vinte di altre bellicose nazioni. Tra rino duecapolavori, il cronometro del rea-
le molte e insigni memorie del valore pa- le osservatorio, e l'orologio normale che
trio, è a vedersi una bellissima spada già nel 1 853 s'innalzò sulla facciata del palaz-
d'alcuno di que'prodi cavalieri che al tem- zo civico, il quale dietro l'autorevole giu-
po delle crociale veleggiavano il mar di dizio de'più intelligenti astronomi e oro-
Siria, d'Egitto e d'Africa adannode'sa- logieri, è forse ili. orologio del mondo.
raceni : nella lama è incisa la croce del- Allri pregievoli palazzi e rimarcabili fab-
l'ordine di Rodi col motto: SoliDeo Glo- bricati, e di alcuni de'quali poi ne parle-
ria: Civitas Soli Regi. Buon numero di rò, sono quelli del senato del regno, del-
strumenti da guerra, portati da lontanis- l'accademia delle scienze, dell'università,
simi paesi di gente barbara o selvaggia, delle segreterie, degli archivi di corte, del
d'Orienle,d' A merica e dell' Indie occiden- seminario, dell'arsenale,della dogana, ec;
tali,ornano vieppiù questa stupenda ir* quindi il magazzino del sale, e la caserma
meria. Merita ricordo una sciabola per- per la cavalleria. Mancano però in Tori-
siana fiammeggiante, che nella lama ha no quegli edilìzi da chiamarsi capo-lavo-
scritto in arabo l'epigrafe: lunga.scia- ri dell'arte architettonica j vi s'incontra-
biajnon tipermettere vittoria senza Dio. no bensì fabbricati dignitosi e ben oidi-
Se ogni spada e più ogni cuore portasse nati. Se non vi si ammirano monumen- i
visa, beali i re e beato l'esercito che li cir- Firenze, vi trionfa il regolare, il dicevole,
TOR TOR i3 7
monumenti storici più che ogni altra cit- li sinoverano quelle avute innanzi di vin-
tà capitale in Italia, perchè le molle peri- cere l'esercito di Massenzio nelle pianure
pezie sollerte, e le moderne fortificazioni di Torino e innanzi di trionfare del tiran-
onde fra tutte essa sola venne munita a no presso il ponte Milvio, come notai nei
scauso d'ulteriori danni , e quella totale voi. LVIII, p. 228, LXVlll , p. 244,
devastazione seguita da diligente cultura LXX, p. 1 45)- Oltre le piazze Reale e del
che ebbe poi luogo fuori del recinto di- Castello, Torino ne ha altre 12. Godesi
successivamente a scompa-
feso, trassero l'ultima d'un bel porticato aperto nelle
rire tutti gli edifizi più memorabili sì del- case uniformi all'intorno, con lastrico di
l'antichità che del medio evo. Può dirsi pietre di taglio granitiche, dove lungo i
pertanto che questa città Dell'acquistare succedentisi archi, miratisi ricche botte-
cotale regolare e piacevolissima apparen- ghe e magazzini abbondevoli di mercan-
za, ch'essa vanta con ragioneria rimasta zie, e rimpetto ben acconciati botteghini
spogliala interamente di quella fisonomia in legname, splendenti d'ogni maniera di
preziosa per rimembranze, che tuttora mercerie e chincaglie; costruzione resa re-
conservano tutte le altre città d'Italia, ed golare per l'ordinamento operalo anni ad-
a cui è pur dubbio, se una circolazione più. dietro. Delle 1 2 altre piazze 3 sono del vec-
agiata ed un aspetto più lieto, porgano chio Torino; cioè di s. Giovanni in faccia
sufficiente compenso. Comunque sia, non alla cattedrale, con bel porticato sul fon-
rimane più in Torino altro veramente mo- do della legua e del fieno, sullo Spianato
numento storico di riguardo se non se , della cittadella e della Corona grossa do-
,
quelle due torri di color rossiccio che si ve mercato del riso; 6 altre sono
tieusi il
vedono vicine alla Porta Palazzo, e che, già moderne, cioè le dette di Carignano,
ora carcere comunale, ed anticamente pa- di s. Carlo, dell'Erbe, la Carlina, la Su-
lazzo de's ignori di Torino in diversi seco- sina, e quella delle Caserme, delle quali
li, dierono a quella parte il nome di Por- lai/, la 2/ e l'ultima del pan souo attor-
ta Palatina. Volendo trarre induzioni niate da portici. Le più vaste sono le 3 nuo-
.dalle varie foggie d'architettura di cui vi vissimedl'Emanuele Filiberto, di Vittorio
si osserva ancora qualche avanzo, erede- Emanuele I, detta pure della Venuta del
si che fosse a tempo de'romani il Pala- Re, e di Carlo Felice; le due ultime pure
tiwn Augustale, poi tra il Vie l'VHI se- accerchiate da portici. Alle quali si può
colo la dimora deducili longobardi, e tal- aggiungere la piazza delle Frutta, già e-
volta de're, fra 'quali Guido o Vido vuoi- sistenle con portici a' 3 lati, ma che in-
si abbia dato il nome alle torri, che per grandita ultimamente pel lato aperto,met-
corruzione furonoda taluni scioccamente le sulla piazza d'Emanuele Filiberto. Del-
chiamale Torri d' Ovidio Sei -vii ono a va-
. le 1 5 piazze la più maestosa è quella che
ri usi in diverse epoche, né si ha da tace- porta il nome del re Vittorio Emanuele
veooe fregialo col Dome
re l'ultima in cui I; essa occupa i siti della Spianata che si
di Gesù un certo tondo che vi si scorge di chiamava Rondò, dove per un piano in-
il
mezzo, dove s'apriva allora la porta Pa» clinato si calava alle rive del Po. Le dan-
latina. £ fu quando il duca Emanuele Fi- no vaghezza i deliziosi prospetti della Col-
liberto, ricondotto dalla vittoria ne'suoi lina di Torino, e l'essere fiancheggiata da
stali paterni, volle insignire di quel santo altee nobili case, la cui architettura ha il
nome le 4 porte della sua città capitale, sì pregio di correggere la visuale scadente
iu memoria del Labaro diCostantino l,che delle linee che s'abbassano verso il fiume,
in auspicio perpetuo di vittoriosa posizio- lìisplende Torino per la magnificenza di
ne (si vuule che Costantino 1 abbia avuto due ponti di pietra; l'uno di 5 archi sul
,
.38 TOH TO R
Po, costruito dal governo francese sopra ri là della basilica di s. Giovanni, sopra le
disegni dell'ingegnere Pei tinchamp; l'al- due anteriori chiese del ss. Salvatore e di
tro sulla Dora d'un sol arco, opera inge- ». Maria, come osserva il p. Semeria a ,
gnosa, ardita, ammirabile per sodezza e delle quali parlerò inseguito. Però in due
beltà, del eav. Mosca. Trovali ili. "sulla distinte parti, benché unite insieme, si di-
linea della strada Po, die ornata di por- vide il duomo di Torino, cioè in chiesa
ra Grossa lunga daiooo metri, e la det- desimo livello; insigne e magnifico san-
ta tuttora Strada o Contrada Nuova. Un tuario di bizzarra architettura , che de-
ben inteso acquedotto, con canali apposi- scrissi Dell'indicato articolo. La chiesa me-
ti lungo le mura delle case, raccoglie l'ac- tropolitana nel 1498 fu interamente ri-
que piovane sulle vie di Dora Grossa, del fabbrieataa spese del vescovo cardinalDo-
Po e di Strada Nuova; ma oltreciò un nienico della Rovere. Si deplora che al-
limpido ruscello d'acqua derivata dalla lora si limitasse con intendimento imper-
Dora, scorre a piacimento per tutte le con- fetto di adornarla alle sole porte esterne,
trade di Torino, e serve a sgombrarne le intorno a cui veggonsi scolpiti de'bei fre-
nevi nell'inverno, a nettarle dall'immon- gi Raffaelleschi, lasciandone l'interno in
dizie e rinfrescarle neU'eslatejcome a spe- uno slato di nudità compassionevole, cui
snervi gl'incendi, cui a (frena il ben inte- da ultimo alquanto si rimediò con dipin-
so servizio d' una compagnia di guardia ti. Il re Carlo Alberto fece levare da'sol-
mio fisso. Di vote e ben fornite di sagre sup- la della Sindone, dove neh 8^1 eres-
ss.
pellettili vi sono le chiese, in numero di se loro magnifici mausolei. Del eh. inge-
circa 5o,la principale essendo la cattedra- gnere Gaetano Sozzara abbiamo l'erudi-
le emetropolitana basilica sotto l'invoca tissimaMemoria di dite monumenti da
zione di s. Gio. Battista, antica e d'ottima duomo di Torino, clic Ut
collocarsi nel
struttura. Credesi comunemente che A- munificenza sovrana di S, M. il re di
gilulfo duca longobardo di Torino, dive- Sardegna. Carlo Alberto commetteva a-
nuto re d'Italia e de' longobardi pel suo gli scultori Pompeo Marchesi cavaliere
matrimonio colla regina Teodolinda, ne di piti ordinile Benedetto Cacciatori.per
fosse il fondatore nel 602. Poche sono le eternare la memoria di Emanuele Fi-
contrade di Lombardia, dove onori si mo- liberto ed Amedeo Vili, premessi alcu-
strino ancora, o non si sentano citar mo- ni ce/mi storico-artistici sull'origine dei
numenti della pietà di uno ile'due coniu- principali mausolei o monumenti scpol*
gi. In Monza fabbricarono la basilica di evali antichi e moderni, Milano ic»42.
s. Gio. Battista, cheda'longobardi era ve- L' insigne Marchesi scolpì il gruppo del
nerato particolare protetlore.ed altrettan- monumento d'Emanuele Filiberto, il cui
to fecero in Torino della chiesa del Bat- assieme della statua firma un tipo ili squi-
tistero al s. Precursore eretta; ed in allo- sita bellezza. E' rappresentato in piedi, ve-
ra può d'irsi ch'ebbe principio la superio- stito in armatura, colla spada impugna-
TOR TOP, i3 9
la. Alla destra di lui avvila Storia, che ina della casa di Savoia, intrecciato di fra-
sia scrivendo ciò che la Munificenza per- sche d'ulivo, alloro e quercia, simboli del-
sonificata posta al lato sinistro, ed aven- la pace, della gloria e del potere. La Fer-
te il leone a'piedi, le addita per manda- mezza e la Sapienza sono due statue che
re a' po-teri le gloriose gesta del duca. sorgono lateralmente, e fra queste e lo
Queste sono due figure una bellezza d' lo stemma avvi 1' iscrizione, in cui vie-
impareggiabile. Nel basamento è l'iscri- ne qualificato: Principi* legìbus populo
zione nella quale il duca èqualificato, Re- constitutis, Sanctitate \-itae, Pace Orbi
stitutori. ; Imperli. Termina
1
magnifi- ii Christiano partaclarìssimifione con al-
co lavoro collo stemma ducale. L'esimio lusione all'essersi dimesso dall'antipodi-
e valente scultoreCacciatori costituì mo- il ficaio). Nella cattedrale si venerano altre
numento d'Amedeo Vili di 3 figure prin- insigni reliquie, de'corpi santi e fra'quali
cipali, cioè del Duca, della Giustizia e del- quello di s.Martiniano. Vie il battisterioe
la Felicità. 11 duca maestoso sotto forme la cura d'anime,che amministra un vicario
colossali tiene il braccio destro piegato sul- curato perpetuo. II capitolo della metro*
a
la spalla della Giustizia, mentre l'altro è politami si compone della i. dignità del
proteso sopra la testa che gli
della Felicità preposto, e delle altre dignità dell'arcidia-
sta assisa al Iato sinistro, tenente in una cono,tesoriere,arciprete,primicerio e can-
mano il cornucopia, e nell'altra un ramo- tore, di i2 canonici comprese le pi dien-
scello d'ulivo. Amedeo Vili èawoltoin ti e del teologo e del penitenz:ere,d'alcuni
Ira ricco manto, sotto il quale lascia tra- beneficiali chiamati cappellani, e di altri
spai ire l'arnia tura cavalleresca: edi
D ècin- preti e chierici addetti al servizio del divin
1
to di spada, e del berretto ducale tutto culto. Il p. Semeria tratta di questo cospi-
sce l'idea dell'arte greca. Le figure che lo autore o restauratore del capitolo episco-
compongono sono q,ed esprimono quan- pale e metropolitano di s. Giovanni, o co-
do Amedeo Vili sta per pubblicar ie sue me allora chiamavasi de' canonici del ss.
è il figlio Luigi, a cui cede le redini dello alla vita comune cadde indisuso prim del i
stato,e di rimpetto il vescovo di Chambe- 1460, intorno o prima al qua! tempo cessò
i v e i grandi delducalo. Aldisottodi que- pure l'antica disciplina, per cui il senato
sto bassorilievo trovasi il blasoue o stecn- della cattedrale eleggeva il proprio pasto-
i4o TOR TOR
re.1I i ."vescovo torinese promosso senza ia nime nella chiesa di s. Maria, non allog-
proposta del capitolo, si vuole Aimone e- giava entro il chiostro della casa canoni-
leltoda Giovanni XXIII nel 1 4^ l " B«" • cale, per essere così di più facile accesso
pa approvava prima l'elezioni, ma Boni- minore disturbo a'suoi col-
a'f'edeli, e di
facio Vili neli3oo annullò quella fatta leghi. Aappartenevano le più solenni
lui
di Tommaso di Savoia. 11 numero de'ca- funzioni, per assenza o impotenza del ve-
nonici degli antichi tempi era di 25, cioè scovo, come di radunare il presbiterio o
3 dignità, 2 uffizi, a'quali succedevano gli senato per gli occorrenti provvedimenti.
altri 20, e questi classificati in 6 sacerdoti, Avea il capitolo un'insigne biblioteca, ric-
in 6 diaconi, in 6 suddiaconi, in 2 acculi- ca di molti codici latini e greci, dispersa,
ti, i quali conservano tuttora il nome, ben- credesi, quando cessò l'alloggioe il vivere
ché l'uffizio è sacerdotale e non più di sem- comune. 11 suoeom'mciamentosi attribui-
plice accolitato. I canonici primari si qua- sce al canonico preposto Ricolfo, che molti
lificavano nelle sottoscrizioni col titolo di codici ottenne da'monaci della Novalesa,
Cardinale, il quale nome di que' tempi il monastero fondato nel Piemonte, al-
2.
d'una chiesa particolare, poi riservato a' tuti capitolari riformati nel 1468, furono
componenti il Sagro collegio, di che ra- confermali dal Papa Paolo II. In tutti i
Chiesa; e Dio non voglia, anche di eter- la congregazione de'6 preti teologi, eret-
na perdizione a coloro che le promuovo- ta nel i655 pel servizio della sua chiesa
no e fomentano, senza voler fare per a- del Corpus Domini, impetrato il sovrano
more all'unità i necessari sagrjfizi." Non reale gradimento, e con l'autorità dell ar-
è quindi meraviglia, se dal collegio de'ca- civescovo, fosse aggregata al collegio dei
nonici torinesi sono stali scelti in ogni se- canonici della ss. Trinità; e questa colle-
colo i prelati a governar le diocesi del Pie- giata ebbe sempre i diritti e l'onore del-
monte, molti de'quali per ubbidienza ac- la precedenza a lutti i beneficiati della cit-
cettarono la mitra, ed altri per invitta co- tà, e a tutte le collegiate ancheinsigni del-
stanza la ricusarono: gli uni egli altri com- la diocesi. Ad altri 6 canonici di quella
mendevoli. L'ospedale massimo di To- collegiata il re Carlo Alberto assegnò sul-
rino, edilizio di soda e vaga magnificenza, la fine del 1837 il servizio della chiesa di
chiamasi volgarmente di s. Giovanni, ap- s.Lorenzo, che già appartenne a'teatini.
punto perchè da'canonici del duomo eb- Dalla collegiata eziandio della ss. Trini-
be il i .°suo cominciamento, il più. vigoro- tà uscirono molti uomini apostolici per
nila. Ebbero principio col semplice tito- Fra le principali chiese di Torino, la
lo di cappellani in numero di 6 nel i o34, più bella è quella di s. Filippo Neri, am-
istituiti e stipendiati dal piissimo sacer- pia e di slimata architettura del celebre
dote Sigifredo con obbligo di qualche ce- Juvara, ed a cui solo mancando il com-
lebrazione e servizio a quell'altare della pimento della credo che ormai
facciata,
ss. Trinila. Venne poco dopo avvalorata l'avrà ricevuto. Nuovo lustro le accrebbe
questa istituzione dalia contessa Berta o nel i834 Gregorio XVI, quando ordinò
suafiglia Adelaide, quando fecero una do- la beatificazione del b. Sebastiano "N al fi è
nazione alla chiesa di s. Giovanni di To- della diocesi d'Alba, della congregazione
rino nel i 037, di ampie rendite, ed arric- de'filippini di Torino, da'quali viene uf-
chì la cappella dellass. Trinità, in cui gia- ficiata in uno
all' amministrazione della
cevano le ossa del trapassato suo marito cura d'anime, e nella quale si venera il
Manfredo, affinchè 6 sacerdoti ogni tiì ce- sagro suo corpo: esempio impareggiabi-
lebrassero quivi il solenue sagrifizio, e por- le di carità evangelica, nel 17 io meritò
gessero al Signore caldi prieghi, sì per lei nell'ultima sua infermità d'essere due vol-
che pel suo marito e gli altri congiunti. te affettuosamente visitato dal re Vitto-
Alla quale di lei pietà avendo riguardo rio Amedeo li, il quale raccomandando
Landolfo vescovo di Torino, onorò col ti- se e la famiglia reale alle sue orazioni, ri-
tolo di canonici i 6 sacerdoti, e volle che spose il beato:»Ho sempre pregato in tut-
si chiamassero dipoi il collegio della ss. ta mia vita per V. A. R. e per la sua fami-
Trinità. 11 numero di questi canonici fu glia; e ora le prometto che seguiterò a fa-
in seguito aumentato, ed ebbero la cura re lo stesso anche dopo la motte. V. A.
di diverse parrocchie: trovasi di fatto che compatisca e cerchi sollevare le miserie
nel i
3y 5 reggevano le chiese parrocchiali de' suoi sudditi da tanto tempo oppressi
di s. Gregorio, di s. Silvestro, di s. Simeo- dalle lunghe guerre, procuri d'intender-
ne, e di s. Pielro De Curie Ducis ossia del- sela sempre e di slare unito col Sommo
j4?. tor TO R
Poni elìce, Vicario di Gesù disto, se vuo- lo del l'OsliaEucaristica,av venuto nel cen-
le che Dio feliciti sé, la sua realef uniglia, tro di Torino a'G giugno i453, sono sta-
ed il suo stalo". Tanto leggo nella r ita ti l'accolli e pubblicali diligentissimamen-
del h. Sebastiano Talfre della congre- te dal canonico e teologo collegiate d. Gio.
gazione dell'oratorio di Torino, Roma Angelo Colombo, rettore della ricordata
i834. La mentovata chiesa di s. Loren- veu. congregazione del Corpus Domìni,
zo ha 1' architettura la più strana deni- illustrati poi dall'altro canonico teologo
gri templi della città. L'ahuso delle lince collegiale e socio dell' islcsso sodalizio d.
curve contorte per ogni verso contrasse- Clemente De Negri co' Cenni storico-cri-
gnò il genio bizzarro del celebre p. G mi- tici sopra l'insigne miracolo della ss. O-
rini teatino, ma quivi almeno compensò stia, Tori no 1637. Se ne tratta pure dal
in parte la stravaganza del disegno col- marchese Tancredi di Barolo ne' Cenni
l'arditezza e leggiadria della cupola tut- diretti alla gioventù intorno a' fatti reli-
ta traforatada archi incrocicchiati. Ma giosi successi in Torino, ivi i836. Per-
convien dire che altrove, eprincipalmen tanto, nel i453 disegnando Renato duca
te nel palazzoCarignano, biasimevole seu •
ci* Angiò di calar in Italia con 35oo ca-
za scusa sia stalo I' impiego da lui fatto valli, quando Luigi duca di Savoia gli con-
della linea curva. E non senza ragione fu trastò il passo ne' suoi stati, per questa
da 'migliori maestri dell'arte giudicata la opposizione e per altre vertenze tra Lui-
linea iella come generalmente la più ac- gi e il Delfino di Francia, furono messi
costante nel bello in architettura, al che a sacco que'villaggi che stavano sul con-
si pub aggiungere che in molte cose nel- fine degli stati del Piemonte verso il Del-
l'ordine materiale, come sempre nel mu- finalo, fra' quali Iixilleso Issilie ultima
rale, essa è non solo la più breve, ma e- terra della provincia di Susa. In questi
ziandio la più lodevole e la più sicura da saccheggia menti, uno di Exilles per toglie-
tenersi. Nella censura che merita l'abuso re alla profanazione il Corpo del Signo-
delle linee devono certamen-
curve non si re, ch'era in un reliquiario d'argento (al-
te comprendere le belle forme tondeggian- tri dicono con più probabilità, che i la-
ti, per cui si ammirano tanti monumen- droni lo derubarono con allri oggetti), lo
ti religiosi sì antichi che moderni. Tut- iu viluppo in certe balle che pose sopra un
tavia non si può negare la bellezza di mulo, e si recò a Torino. Giunto il mulo
questo stile adottato per la nuova chiesa innanzi la chiesa di s. Silvestro, si fermò
della Beata Vergine Madre
di Dio, che il gettandosi a terra colie ginocchia piega-
corpo decurionale diTorino fece costrui- te. Dislegate le balle per opera sovrauma-
re dirimpetto al ponte Po, onde perpe- na, ne uscì fuori il Corpo ili Cristo col re-
tuare la memoria del felice ritorno della liquiario e si elevò miracolosamente inai-
real casa di Savoia ne'suoi stati, e del re lo con grande splendore simile a un sole.
Vittorio Emanuele 1 in Torino nel 181 4; Avvisalo del portento il vescovo Lodovi-
ed anzi è da lodare il magnifico prospet- co di Romagnano, subito si recò sul luo-
to ch'essa porge alla strada di Po, e pom- go col capitolo e il clero, e appena arri-
peggia fra'grati aspetti della piazza della vato, cadde il reliquiario, e la ss. Ostia cou-
Venula del He. Ne fu architetto il cav. sagrata rimase in aria splendente di rag-
Bonsignore, e l'eseguì sull'idea del Pan- gi. Inginocchiatosi il vescovo commosso,
theon di Ruma , forma che agli amatori e adorando cogli astanti il ss. Sagramen-
de' tipi de' templi cristiani non del tutto lo, si fece portare un calice e presente tut-
piacque. La chiesa del Corpus Dominimi to il popolo la ss. Ostia discese nel sagro
porla a riferirne l'origine col p. Semeria. vaso. 11 vescovo tutto infervorilo lo por-
1 documeuli che comprovano il iniraco- tò con gran divozione, accompagnato dui
TOR TOR .43
canonici e clero, non che da'nobili oilt»' dall'attuale confraternita nel 1
594>°i u,n
-
{lini, nella caltetlrale,e poi renne colloca" cii 763, quale ora trova-
restaurala nel 1
colo, desolata Torino dalla guerra e dal- torri a difesa che allora sol concedev;insi
la peste, i decurioni fecero solenne volo a'monasteii e a'feudatari. Quivi dopo lo
di convertire l'oratorio in tempio di più strepitoso prodigo che vado narrare, fa fe
Tasta e magnifica forma. Nove anni dopo perordined'Ardoiuo re d'Italia «retta una
enei 607 ne gettarono le fondamenta al-
1 prima cappella che tuttora vi si vede sot-
la presenza del duca Carlo Emanuele I, terra nel luo£o ove si rinvenne la s. Im-
e del celebre architetto Ascanio Yittozzi magine di Maria Vergine, divenula poi
autore del diseguo, e la chiesa riuscì una per 8 secoli oggetto della ben giusta di-
delle più belle e ricche di Torino (piale vozione de'loriuesi. E' pia credenza che
oggi si vede e divotamente -i frequenta. fosse questa la medesima già esposta alla
Dell' antico oratorio non rimane se non loro venerazione da s. Massimo (cui l'a-
se il piccolo sito chiuso da balaustra do- \ea donata s. Eusebio reduce dall'orien-
ve successe l'insigne prodigio. La chiesa te), in un certo piccolo oratorio attiguo
riccamente ornata per ogni parte mostra- alle mura della città. che fu distrutto nel-
si alquanto angusta rispetto al gran con- l'universale devastazione del ^ I <eculo per
e al fervore popolare. E tale rima- la mano de'barbari, o per involarla allo
se pei che impedì allargarla l'estrema vi- scempio che delle ss. Immagini fece il ve-
cinanza della chiesa antichissima dello scovo Claudio iconoclasta. Ma u uova men-
Spirilo santo, già tempio di Diana per te scompari verso il ic8o l'effigie sagra
quanto si crede, poi convertita in chiesa involta nelle rovine della chiesa allora ab-
ad onore di s. Silvestro da s. Vittore i.° bandonata fra gli orrori delle guerre ci-
vescovo di Toiino, e finalmente rifatta vili, pesti, procelle e carestie che condus-
I#4 TOR TOR
aero Torino a un quasi totale sterminio. ste. Il quadro della B. Vergine è dipinto
Mentre governava la chiesa torinese A- eccellentemente in tela, e somiglia in tut-
mizzone II, Giovanni Rivaccino nobile to,tranne le stelle sul capo e sulla fronte,
cieco nato di Briancon, spinto da quella aquellochesi venera in Roma nella Chie-
somma fede cheDio pur sempre rimerita, sa di s. Maria del Popolo (f^-). Sulla
venne in cerca della smarrita immagine, piazzuola laterale al santuario della Con-
ed eragli dal cielo riserbata la sorte di ri- solata venne eretta una colonna dedica-
provarla a'20 giugno 1 104 tra'frantumi ta alla B. Vergine che ivi si venera, e ciò
della badia di cui altro non rimanca che a scioglimento del voto fatto dalla città
la torre, e nel sito stesso della cappella di Torino a'3o agosto 835 nella gravis-
1
ove la fece collocare il re Ardoino. Impe- sima congiuntura che il cholera asiatico
rocché questo principe ordinò all'abbate avea invasa questa illustre capitale. 11 fu-
Guglielmo, di curare la pronta costruzio- sto della colonna è d'un sol pezzo di gra-
ne della cappella in onore della Regina de- nito lisciato di Campigiia; e dello stesso
gli Angeli accanto la chiesa di s. Andrea granito lucido sono pure lo zoccolo ed i
di Torino. La cappella fu dedicala a'^3 3 gradini su cui esso s'innalza, talché il
novembreioi6 dal vescovo Majnardo I, bel color grigio paonazzelto del masso
ed il Papa Benedetto "Vili con suo diplo- principale fa maggiormente spiccarela ba-
ma l'arricchì d'indulgenze. Non tardò la se e il capitello corintio di marmo bianco
divozionee la gratitudine de'torinesi, men- di Carrara. In cima poi del monumento
tre in ogni modo risorgeva la loro città, ergesi una bella e divota statua marmo-
a edificare sopra questa cappella, rimasta rea di Maria ss. col divin Figlio che in at-
sotterranea perchè le macerie delle pas- to a un tempo dignitoso e amorevole sten-
sate vicendeaveano innalzato il livello ge- de la sua manina a benedire fedeli ac- i
nerale, non solo una nuova chiesa di s. An- correnti al santuario. Lo zoccolo vienecir-
drea, ma un adiacente santuario ossia chie- condato da una leggera inferriata ossia
sa unita alla prima e dedicata alla B. Ver- cancello di forma circolare,e sulla sua fac-
gine della Consolazione. Ora è questa ap- ciata anteriore una breve iscrizione inci-
punto che ampliata nel i5g4, poi rifab- sa in lettere d'oro rammenta l'insignegra-
bricata nel 1705 quale al presente si ve- zia ricevuta da'torinesi per l'intercessio-
de, e ognor più adornata dalla pietà dei ne di tanta protettrice, pel cui patrocinio
cittadini non che dagli stranieri, racchiu- attenuato mirabilmente dapprima, scom-
de in oggi la venerata immagine: questa parve poscia in breve il formidabile e de-
che fu poi sempre ed è tuttora , la Dio solante flagello. Nel 1767 in Torino fu
mercè, consueto rifugio dell'anima o del stampata V Istoria del miracoloso ritrat-
corpo, fonte perpetuo di grazie pubbliche to di Maria Vergine detto della Conso-
e particolari, oggetto di non intiepidito lata.ha chiesa de'ss. Martiri, già crollan-
fervore perla popolazione tutta d'una fra tetempio pagano d'Iside, posto fuori del-
le più religiose città, dicesi volgarmente le mura nel sito a un di presso ora occu-
Consolala. Del miracoloso evento volen- pato dalla cittadella, fu dal memorato ve-
done perpetuare la memoria, Carlo Ema- scovo s. Vittore disposto al culto del vero
nuele I e la duchessa sua consorte Cate- Dio e in onore de'ss. Solutore, Avvento-
rina d' Austria ordinarono nel 1 5g5 che re e Ottavio martiri della legione Tebea.
fosse sopra marmorea lapide scolpita o- Vi depose il s. vescovo le reliquie di quei
gin più minuta circostanza slorica di tal campioni della fedee protettori della cit-
fatto, e questa venne per loro comando tà, e vi formarono i suoi successori una
collocata nella cappella maggiore del san- badia che durò più secoli io gran credi-
tuario della Consolata, come tuttora osi- to. Venuta poi meno fra le vicende di
TOR TOR i45
guerra, furono le sagre reliquie trasferi- quella disse: Ah dammi, o gran Madre di
te nella chiesa di s. Andrea ossia della Con- Dio, che io disperda colà que'nemici; e in
solata, poi in questa che ora ne porta il testimonianza della tua grazia, io qui ti
nome e che fu fabbricata nel 1 577 ad uso farò sorgere un magnifico tempio. Lagra-
della compagnia di Gesù. Questa bella zia di fatto l'ottenne a'7 settembre! 706.
chiesa, grande assai e ricca di marmi e di Torino fu libera da quel punto: ed essa
sfoggiatile architettura, venne d'allora in che già dice vasi ed evala città delSagra-
poi ufficiata in diversi tempi da'discepoli mento, potè appellarsi più che mai la cit-
dis.lgnazioeda que'dis. Vincenzo dePao- tà di Maria. Il duca non si dimenticò di
li.che seguendo del pari il genio caritate- sua promessa, e come le tante spese che
vole de' loro sublimi fondatori lavorano avea fatto per la guerra non gli permet-
tuttodì con zelo infaticabile a prò della re- tevano di metter così presto mano all'o-
ligione e dell'umanità. Altre chiese rimar- pera, volle consultare il sentimento del b.
chevoli possiede Torino, che lungo sareb- Valfrè, il quale con sua lettera rispose, che
be il Semeria trattò pu-
ricordare, ed il p. essendosi ottenuto il prodigio per interces-
re delle chiese urbane e suburbane nel sione della B. Vergine, a lei doveasi diri-
secolo XIII; però, sebbene suburbana, gere ringraziamento. Però propose di
il
siccome tanto riguarda la città, non pos- solennizzare con magnifica pompa le feste
so a meno di qui far parola della sontuo- della Natività, dell'Annunziata e dell'Im-
sa basilica di Soperga o Superga, posta macolata Concezione; e che alla B. Vergi-
sopra la cima culminante de'colli torine- ne dovea esser dedicata la chiesa, secoudo
si della montagna omonima, all'est-nord- il voto da fabbricarsi sul colle di Soperga;
est di Torino, e da essa distante circa una e così facendo, essere certissimo che Dio
lega e i/4, presso la sponda del Po. Vede- seguiterebbe a proteggere in particolare
si a grandissima distanza, ed offre dalla sua modo Torino, e in tutti si manterrà viva
vetta una prospettiva magnifica e di som- la memoria della grazia ricevuta. Finita
mo effetto, nella sua mirabile situazione, la guerra tra le potenze d'Europa col trat-
anche per la vastissima pianura che le ri- tato d'Utrecht nel 1 7 1 3, con vantaggio
mane sottoposta, checo'monti e le Alpi massimo del duca divenuto re, si sollecitò
le fanno corona. Monumento reso insigne egli a dar principio al sagro edifizio, sul
dall'architettura di Juvara, che dovè su- colle medesimo di Soperga, ove dalla Ma-
perare gravi difficoltà, e dalla ricordanza dre di Dio avea implorato soccorso, e la
d'un'epoca non meno gloriosa per la real parte debole del nemico assediatole avea
casa e non meno felice pe'suoi sudditi. Im- scoperto. L'architetto messinese ingegno-
perocché la liberazione dell'assedio, che i sissimo, stese il grandioso disegno, e nel
francesi aveano posto alla cittadella di To- 17 i5 il re die comiuciamento all'opera,
rino nel 7o6,dopo aver invaso il Piemon-
1 che nel 1780 fu felicemente compita di
te, sarà sempre illustre ne'fasti della pa- forma rotonda, con.portico, che nell'ester-
avvenimento che già
tria e della religione; no la mette in armonia bellissima colla
accennai nel LXI,
p. i56, ed a suw
voi. tondeggiante forma del monte, sostenu-
luogo ne riparlerò. Quivi dunque il duca ta da pilastri di marmo e sormontata da
Vittorio Amedeo II concertò col suo cu- una cupola, da un lato elevandosi il cam-
gino principe Eugenio di Savoia il piano panile; con l'interno ben decorato da un
della liberazione diTorino, da cui dipen- doppio ordine d'architettura, da colonne
deva quella pure dello stato. Sulla som- e da diverse sculture, ed il pavimento di
mità della collina stava eretta una picco- marmo di vari colori. Tale è la maestria
la cappella in cui veneravasi l'immagine d' arte, tale è la dovizia de' marmi e va-
della ss. Vergine. Il duca volgendosi a ghezza di lavoro, che l'eccelsa basilica non
VOL. LXXVH. io
146 T O R TOR
tanto per la bellezza delle singole parti, ressero i necessari requisiti, e la sagra e-
quanto perla felice unità che ne risulta, loqùenza e la scienza de'canoni partico-
forma sempre I' ammirazione anche di larmente vi erano insegnate. Ne riparie
quelli che hanno percorso tutta l'Italia. La rò qui appresso. La biblioteca è mirabi-
basilica ha 7 altari. Le due piccole cappel- le per la vastità, le ricchezze, l'ordine e
le- sono dedicate a s. Maurizio protettore l'eleganza della 1. "sala, degna d'una reale
dello stalo, ed a s. Luigi IX re di Fran- accademia dove si coltivavano e fiori va-
cia, quadri de'quali dipinse Sebastiano
i no le scienze. I sotterranei della basilica
Ricci di Belluno. L'altare della Natività sono riservati dopo il re Vittorio Amedeo
della ss. Vergine ha il bassorilievo di mar- II al sepolcro de' suoi successori, e della
mo bianco esprimente il mistero, scultu- famiglia reale, sebbene e come notai nel
ra d'Antonio Cornacchini diPistoia. Quel- voi. LXI , p. 181
ricordando un' opera
,
taglia e alla liberazione di Torino. Sull'al- fondatore principalmente alla tomba dei
to è la Regina del cielo, bella di tutta la re. Chiunque visita sotterranei, avendo i
sua clemenza, avente a'suoi piedi il b. A- disegnato le tombe Marti nez, Rana e Re-
medeo IX duca di Savoia, che nell'infu- velli, sentesi colpito suo malgrado da un
riar del combattimento, a lei raccoman- rispettoso orrore e da una religiosa vene-
da il suo sangue ed cari suoi torinesi. E'
i razione: la morte ivi è rivestila di splendo-
sculturadello stesso cav. Cametti. Per af- re e addita I' immortalità di que'grandi
fittare questa chiesa con religioso decoro, che ivi Fra altri ornati si osser-
riposano.
il re Vittorio Amedeo II eresse una con- vano particolarmente certi teschii di pal-
gregazióne di preti, i quali furono prov- lido marmo, cui cingono la spolpata fron-
veduti di ampie rendite, affinchè nell'edi- te ricche corone reali rilucenti d'oro, qua-
lìzio annesso alla basilica abitassero in vi- le simbolo di terrena possanza. Or quan-
ta comune, e collo studio e colla pietà riu- te profonde riflessioni non desta mai a tal
scissero abili all'importante ministero di vista, il grave pensiero religioso che volle
prelati e pastori delle chiese de' regi sta- fregiar que'sepolcri in sì fatta maniera!
ti.Di molli onori, privilegi e prerogative Non è perciò meraviglia, se nel 1
799, go«-
venne quindi illustrata questa congrega- vernato il Piemonte dalla vertigine e dal-
zione dal re Carlo Emanuele III neh 782. l'irreligione,con decreto de' 6 gennaio, uscì
All'alia destinazione ben corrisposero di l'empio ordine» che il sagro tempio fosse
tempo in tempo i sacerdoti di quel colle- ridotto a un edifizio di filosofia e di na-
gio; e moltissimi ne uscirono colla digni- zionale riconoscenza, e all' insegne reali
tà vescovile, e più cospicui ancora per la fflssero sostituiti gli emblemi della liber-
vasta scienza e le egregie virtù di cui e- tà, e distrutte le tombe de' tiranni, si e-
vano adorni, detto perciò giustamente il rigessero i mausolei de'piemontesi morti
seminario de'vescovi. Nuovi regolamenti per la patria" come narrai nel voi. LXI,
assegnò a quella congregazione neh 834 p. 173. Ma come Dio volle, il decreto del
il re Carlo Alberto, e d'allora in poi as- furore e dell'empietà non venne esegui -
priucipio de! secolo XII, viventi ancora chiesa di que' religiosi, ch'era stata con
i loro santi fondatori. Neli2i4 vi si recò sontuosa pompa ornata. Rimasero espo-
S.Francesco e vi fondò il suo ordine, ed in ste 8 giorni le sagre reliquie, e continua
suo onore la città eresse il convento e la fu la folla de'di voti fedeli a venerarle. Nel-
chieda che ne porta il nome, ma ili. "sop- I' 8.° giorno i filarmonici di Torino ese-
presso nell'invasione francese al principio guirono scelta musica nella messa solen-
del secolo presente, non ritornò più a' ne: nella sera vi fu panegirico e altra pro-
fiati conventuali. 1 domenicani pure in- cessione. Lamoltiludinede'divoti m que-
trodotti nel 12 14, e soppressi indetta e- st'ultimo dì fu tale, che non dileguossi se
poca, nel 8 1 1
4 riacquistarono l'autico lo- non a sera avanzala. Tutto fu eseguitocou
ro tempioe domicilio. A s. Maria di Piaz- grandiosità, che rammentò le traslazioni
za ebberu già convento i carmelitani, tra- de corpi santi ue'secoli di mezzo. 1 gesù. li
poi alla chiesa che tuttora ne porta
sferiti ebbero la chiesa de'ss. Martiri e la casa
ilnome. Gli agostiniani da s. Cristoforo annessa nel 565. I benfratelli ebbero o-
1
nel borgo ov'era il monastero abbaziale spizio e piccolo spedale inTorino nel 1 5g5,
di s. Solutore, distrutto da' francesi nel nel sito ove trovasi l'ospizio delle Pvosi
.passarono alla parrocchia de ss. Fi- ne. I camaldolesi eremiti furono iutro
lippo e Giacomo, che indi si cominciò a dotti ne'monti della città da Carlo Emù
chiamare di s. Agostino. I minori osser- uuele I nel 1 5gg. I barnabiti, raccoman-
vanti fondarono l'antica chiesa delia Ma- dati da s. Carlo e surrogati a"canonici re-
donna degli Angeli nel 4^ presso alle 1 1 golari di s. Antonio, ebbero la chiesa di
Torri, poi ne! 1 54-2 furono provvisti della s. Dalmazzo nel 6 1 1 o: gli agostiniani scal-
chiesa di s. Tommaso, e dierono princi- zi quella di s. Carlo nel 16 12; i leresiani
pio alla fabbrica della chiesa attuale sul- nella chiesa della santa loro fondatrice fu-
le rovine dell'antica. A'minori riformati rono eretti nel 1 622; i minimi di s. Frau
i6a3 si assegnò il convento della Ma-
nel cesco di Paola cominciarono nel 1623; i
donna degli Angeli, oggidì esistente. I ci- 1649, c ^ie su P lncl pi° della
filippini nel ' l
'
sterciensi nel 1 58q sottentrarono agli an- loro fondazione furono soggetti a diverse
tichi benedettini neri nel monastero di s. vicende di chiesa ed'alloggio; i serviti nel
Andrea . ove al presente sono gli oblati. i653;i missionari nel i654;i trinitari «cai
La città fabbricò nel 538 il convento del- 1 zi per la redenzione degli schiavi, nula
la Madonna diCampagua pe'cappucciui,e contrada attualmente deuominata di s.
quindi convento delMon te nel 5go, luo-
il 1 Francesco di Paola, presso al palazzo del
go già insigne per fot tificazioui guerriere. conte della Trinità, nel 1676, e sebbene
,
1678, ed oggidì hanno ripresa l'antica lo- convenevoli rendite, e tutti avendo sem-
ro chiesa di s. Giuseppe. Un monastero pre essa grandemente protetto. I certosi-
di sagre vergini, dedicato a onore di s. Pie- ni stabiliti in Loze neh 191 da Tommaso
tro, esisteva in Torino sin dal 1 o 4, pres- 1 I conte di Savoia, traslocali poi a Mon-
so al sito ove ora trovasi la cittadella,e as- bracco, neh 600 in Avigliana nel gran-
sai vicino alla chiesa della Misericordia. dioso convento degli estinti umiliati, ma
A queste monache fece donazione di molti 3o anni dopo dovendolo sloggiare per le
Adelaide. Professavano la regola di s. Be- quilla sede a Collegno, ponendo ivi nel
nedetto con molta osservanza, e per esse- 1648 con luminosa grandiosità lai.'' pie-
re molte di numero, e quasi tutte di no- tra, assegnando largo territorio a que'so-
bile famiglia e di grandi reudite possidenti, Per la rivoluzione francese Occupa-
litari.
soppresse il monastero di s. Pietro, e de' monte. Dovettero uscir da' loro chiostri
loro redditi furono in vesti tele canoniches- le monache e ricoverarsi presso i loro pa-
seLateranensi, sotto il titolo di Matcr Mi- renti o pii benefattori , senza alcuua di-
sericordiae, le quali in Torino erano state visa del loro istituto; però volle Dioche
fondale nel 535, ove è oggi la confrater-
1 neppur una fosse rimproverata d'aver
nita della Misericordia, sotto la direzione perduto il pudore. I sacerdoti espulsi da'
de'canonici regolari Lateranensiecoll'ap- loro conventi, si occuparono per uua gran
provazione di Paolo 111. Le prime fonda- parte nella cura delle parrocchie e nella
trici furono levatedal monastero dell'An- privata o pubblica istruzione, in abito di
nunziata di Vercelli. Le monache di s. preti secolari. Rimasero così le cose sino
Chiara ebbero principio nel 1 2 4; le cap- 1 all'avventuroso 8 4> ia CUI
1 trono di
1
il
neh 638 per opera della sanla loro fon- che anco nel secolo uou aveanode-
stili
datrice, la quale recossi espressamente da posto lo spirito della loro vocazione, ripi-
Annecy a Torino; le agostinianedette del gliarono la fondata speranza d'essere ri-
Crocefisso nel 648, ove oggidì alloggiano
1 stabiliti alla primitiva loro professione. Ma
le monache del Sagro Cuore; le penitenti né così presto, né così facilmente pote-
di s. M." Maddalena presero la regola del vano essere esaudite le loro domande, seb-
3.° ordine di Francesco nel i654, ove
s. bene vivissimo desiderio ne avesse l'otti-
ora sono le cappuccine; e quelle di
s. Pe- mo re Vittorio Emanuele I. Molti con-
lagia neli657. Alla pietà e magnificenza venti erano slati venduti in tempodel go-
della duchessa M. "Cristina, vedova di Vit- verno francese e ridotti a case secolari
torioAmedeo I e madre diCarloEmanuele e piùancora le loro antiche possessioni e-
TOR TOR 149
inno passate a mani straniere. Gli ordini no per servizio del manicomio le suore det-
mendicanti furono i prim a rientrale nel
i te bigie, perchè vestono di color bigio con
possesso delle chiese e de'eonveuti; e quin- velo nero, a differenza dell'abito nero e
di gradatamente anche i molti possidenti dell' ampia culììa bianca che portano le
riacquistarono edifìzioe rendite sufficien- suore della Carità, dalle quali quelle fu-
ti, regnando i pii reVittorio Amedeo I, Car- rono smembrate in Besaucon nel 1
799»
lo FeliceeCarlo Alberto. La mirabile reli- cioè sul finire della rivoluzione di Fran-
r
giosa munificenza degli encomiati sovrani cia. 1829 pubblicò in Torino il d. Be-
Nel
giunse tanto innanzi, che noti si ebbe più nedetto cav. Trompeo, Saggio sul ma-
a dolersi delle passale sventure straniere, nicomio di Torino. Ma leggo nella Civil-
essendosi le comunità religiose, special- tà cattolica. 2. 'serie, J79, che i t. 4, p.
mente quelle che sono dirette all'educa- certosini diCollegnoavendocouceduloiu
zione della gioventù e all'assistenza de- grazia al governo porzione della loro cer-
favorevolmente moltipli-
gli ospedali, si tosa per alloggiarvi una mano di pazzi,
cate,che pel numero e per 1' osservanza che non potevano capire tutti nel mani-
superano quelle che esistevano per l'in* comio di Torino (giacché deplorai a suo
nauzi, non solo nell'arcidiocesi di Torino, luogo, che negl'infelici tempi di vicende
ma in taotealtreprovinciedel regno. Così politiche, di rivoluzioni, di utopie, le aber-
ospizi d'ogni geuere, scuole di fanciulli, razioni mentali souo più assai frequeuti e
soccorsi a domicilio, sale di ricovero, numerose), il ministero non si teuue con-
9
ospedali compreso quello di s. Vincenzo tento di ciò, e nel 8 53 iuti mò con decreto
1
fisiche o morali, sono compresi nello sco- pazzeria, e di stabilirsi a Superga dove ,
ilo TOR T O B
del Valentino, ed ebbero tosto a prender go di Po. A tutti questi istituti devesi ag-
cura dell'ospedale militare di Torino, e giungere quello delle religiose del Sagro
quindi degli altri utilitari nelle provincie. Cuore diGesù, fondalo in Amiens nel 800, 1
.Servirono durante l'invasione, de! chole- le quali oltre l'aver per iscopo precipuo
i a nell'infermerie di Po e di s. Luigi, a- l'educazione delle zitelle di superiore con-
perte n'cholerosi: assunsero dipoi l'inca- dizione e gli esercizi spirituali per le da-
rico d'una casa di Misericordia destinata me, non sono estranei a'doveri di queste
a recar soccorsi a domicilio nelle parroc- religiose il soccorso e l'ammaestramento
chie dis. Eusebio e di s. Francesco di Pao- gratuito delle fanciulle povere. L'istituto
la.Per ultimo nel 1887, traslate dal Bor- del Sagro Cuore fu stabilito dal re Carlo
go Nuovo al convento di s. Salvatore, as- Felice nel 1823 nel monastero del Croce-
sunsero la cura dell'ospedale di s.Giovan- fisso, che prima della rivoluzione appar-
ni. Nell'anzidetto i83s si recarono in To- teneva alle agostiniane. Or mentre in tan-
rino le suore dette della Provvidenza, sot- te maniere si cercava in Torino di sov-
to la protezione speciale di s. Anna, isti- venire all'educazione femminile di tutti
tuito nel 1 763 in Metz dal piissimo sacer- i ceti, restava a provvedere per l'impor-
dote Moye di quella diocesi e poi missio- tantissimo oggetto dell' educazione pub-
uaiio apostolico nella Cina, collo scopo blica di que'giovanetti, che non si desti-
d'esercitare tutte l'opere di misericordia nano allo studio della lin«ua latina. Di ciò
nello spirito di massima pò verta, e pertan- prese pensiero dapprima la regia opera
to nelle campagne principalmente. Ven- della Mendicità, chiamando nel 1 83o alla
nero dapnrima per prender cura d' una dilezione dell'insegnamento i fratelli del-
sala di asiloo ricovero infanti le,fondalo al- le scuole cristiane, istituiti dal ven. Del-
lora nella città(come toccai nel vol.LXI 1 1, la Salle, per l'istruzione de'fanciulli po-
65 e G7), per opera de'piissimi coniugi
p, veri e figli d'artigiani, e fabbricando lo-
marchesi di Carolo; e poco dopo l'istituto ro un'ampia casa con giardino, dietro la
stabilito in Torino n'ebbe due unite insie- chiesa di s. Pelagia.Due anni dopo si valse
me, apertea governare ed insegnare tutto pur di essi la città per le sue scuole, e fissò
il giorno a 200 fanciullini fra maschi e loro una 2/ abitazione sul viale di s.Mas-
femmine, d'età inferiori a 6 anni (ma con- simo,rimpetto alle fontane. Vennero qui li-
somigliante scopo d' educazione civile e sterciensi nel santuario della Consolata.
cristiana si proposero le suore dette Com- Neh 836 vennero stabiliti nell'antichissi-
pagne diGesùjVenutedaFranciaueli 836, ma chiesa abbaziale di s. Michele della
le quali tengono casa e convitto nel boi* Chiusa, come rilevai nel voi. LXf , p. 1 8 1
1
TOR IOR 1 5
i sacerdoti della Carità cristiana, t'ondati guito e dopo le commoventi esortazioni
dal celebre sacerdote conte Antonio Ro- di s. Bernardino da Siena fu istituita nel
«filini-Serbati,ultimamente defunto, per 1 >45 nella chiesa parrocchiale de'ss. Pro-
cui nel 855si stamparono inMilano: Cen-
1 cesso e Martiniano. Trent'anni più tardi
ni biografici eli Antonio Rosmini, onori furinola nella chiesa pur parrocchiale di
funebri e testimonianze rese alla sua me- s. Silvestro la confraternita dello Spirito
moria, raccolti (Lì sacerdotiileW istituto santo, la quale recatasi a Roma nell'anno
della Carità di Slresa. Nello stesso an- santo 1700, vi fu aggregata a quella di s.
no dall' Enciclopedia contemporanea ,co' Spirito in Sassia, e ricevè poi per pia la-
tipi Lana
Fano, nel t. 2,p. 104 si ri-
di mantenere un ospizio pe'
scita l'incarico di
portarono: Cenni intorno all'ali. Anto- catecumeni che vengono alla fede catto-
nio Rosmini-Serbati e sue opere. Final- lica. Quindi uu anno dopo e neliSyG eb-
ce e peno anni sua alunna e consorella. pellegrini. Non tardarono inseguito a sor-
La virtuosa regina Maria Cristina vedova gere 4 altre confraternite, cioè quella di
ilei re Carlo Felice, di suo peculio acqui- s. Gio. Decollato, delta della Misericor-
stò il locale che occupano le monache in dia, istituita nel 1578 per soccorrerei car-
Borgo Nuovo, e fece loro costruire la chie- cerali e assistere i condannati al patibolo;
sa rotonda con disegno dell'ingegnere cav. quella della ss. Annunziata, che smembra
Alfonso Dupuy; opera non terminata per Nome di Gesù, si sta-
ta dall'antica del ss.
la morte della lodala benefattrice. 11 se- bili prima nella parrocchiale di s. Mar-
minarioarci vescovile pel narratodalla Ci- co nel 58o, nel luogo ove oggidì è la piaz-
1
viltà cattolica, a." serie, t. 6, p. 697, col za Vittorio, e poi nel 1649 si trasferì en-
prelesto che già fosse da vari anni chiuso, tro la porta della città all'attuale sua chie-
colla forza fu convertito neh 854 in ca- sa, che fece appositameute costruire e por-
serma;poichè il governo nel far man bassa ta suo nome; finalmente le due della ss.
il
sopra i beni della chiesa, dopo aver po- Sindonee di s. Rocco,eretle lostesso gior-
sto il sequestro anco su quelli del semi- no 5 luglio 1 5g8, di cui la a dopo aver
1 1 .
nario, con violenza l'occupò, ad onta delle auche tenuto la chiesa di s. Pietro del Gal-
proteste del rettore e de'professori del me- lo, prese cura dello spedale de' pazzi ne'
desimo ch'eranvi andati per dettar le lo- tempi posteriori al penultimo ingrandi-
inconsuete lezioni. Non manca Torino di mento di Torino; e la 2/ applicatasi al-
pie confraternite di laici, e la più antica l'opera misericordiosa di seppelliremorti i
unione di confrati detti disciplinati, fu sta- abbandonati, tiene ora lasua sede nell'an-
bilita neli3i 1 nella chiesuola di s. Cate- tica chiesa parrocchiale de'ss. Stefano e
rina. Quella di s. Croce fu fondata neh 343 Gregorio. Splende in Torino la regia uni-
in un piccolo oratorio vicino a porta Pa- versità degli studi, la più grand'opera di
ladina, poi trasferita nella chiesa parroc- Lodovico conte diToriuo, ultimo principe
chiale di s. Paolo, ora basilica magistrale, d'Acaia e di Morta, che perciò basta a tra
perchè nel 1729 fu eretta in regia arci- mandare a tutte le future generazioni con
confraternita de' ss. Maurizio e Lazzaro. massima gloria il suo nome. Prima di que-
Quella del ss. Nome di Gesù, che in se- sta sapientissima istituzione, ogni piecuou
2
tendimento da Pavia Bertolino de Ber- mai più insorgere alcuna dubbiezza e con-
touis per l'insegnamento della giurispru- testazione. Per questo motivo mandò al
denza , e volle che sul cominciar di no- legittimo Papa, che allora reggeva laChie-
vembre del 4o4 cominciasse
1 le sue lezio- sa, il virtuoso Eugenio IV (contro il quale
ni. Onde non mancasse della giusta con- fu poi eleltoantipapa dal conciliabolo dì
siderazione lo studio, procurò Lodovico Basilea, di che meglio a Svizzera), una
che l'antipapa Benedetto XIII, da lui er- legazione, la quale ottenne con lettera a-
roneamente supposto legittimo Pontefi- postolica data in Ferrara la pontificia con-
ce nel grande Scisma d'occidente, Io eri? ferma de'privilegi dell'università di To-
gesse colla sua suprema autorità, e con- rino, nella più ampia e valevole forma.
cedesse privilegi a' professori e agli sco- La sede dell'uni versila, per cagione or del-
lasi. Aderì Benedetto XIII alle istanze, e le guerre or delle dovè subire di-
pesti,
con sua bolla data in Marsiglia a'24 ot- verse emigrazioni. Di a pochi anni di lì
sità, concedendo a'maestri e agli studenti nella provincia di Cuneo, città 1 leghe e 1
que'privilegi e immunità di cui godeva- più distante da Torino, posta nella bella
no altri studi generali, e dichiarando inol- pianura del Piemonte, fortificata e ben
tre che al vescovo spettar dovesse ogni giu- preroga-
edificata, e pregievole per altre
risdizione col grado di cancelliere, e che tive; e da essa fu di bel nuovo ricondotta
alla presenza di lui o d'un suo delegato a Torino. Ebbe in appresso un sicuro a-
dovessero conferirsi i gradi accademici. silo in Mondovi, dove fiorì per alquanti
Dopo alcun tempo, celebralo Sinodo il anni, cioè dal 1 452 alt 566, col pubblico
pisano, parve al principe Lodovico molto insegnamento di que'maestri, che Ema-
dubbioso il pseudo-pontificato di Bene- nuele Filiberto avea chiamali sotto alti sti-
detto XI II, e perciò di niun valore la sua pendi dalle più colte provincie. Ma ap-
bolla; volendo quindi assicurare i privi- pena che la pace ricompose pubblici af- i
legi della nascente università, s'indirizzò fari ad istanza del magistrato civico di
,
a Giovanni XXIII per avere un'altra bol- Torino, presso il duca e l'arcivescovo, l'u-
la, e di fatti gli fu concessa il i.° agosto niversità fu restituita alla primitiva sua se-
nione da altri è impugnata, anzi il consi- vincie del suo regno estese le paterne sue
glio di Torino oppose virilmente a'ma-
si beneficenze, con istituire quel collegio che
neggi de'chieresi. La città di Torino (in delle Provincie chiamavasi, in cui, sen-
dal principio dello studio generale vi pose z'aggravio de'parenti, i giovani di buon
il massimo interessamento: ella pagava a talento erano istruiti, e l'università avea
tempi del principe fondatore annui 1075 frequenza e otteneva dottori, e anche mae-
d'oro per Io stipendio de profes-
fiorini stri specchiatissimi. Alle tante provvide
sori e altre spese; il locale per le scuole cure de'principi di Savoia egregiamente
fu preso a pigione dalla città nel palazzo corrispose 1' università di Torino, sicché
di Micliele Borgbese, e fatti esaminare gli non solamente potè gareggiare colle pri-
statuti più convenienti ad adottai si , in marie d'Europa, ma in diverse epoche su-
gran parte segu'i quelli dell'università di perarne la sapienza e lo splendore, sì per
Pavia. Inoltie l'università in ogni tempo la dottrina de'professori, che pel uume-
fu riputata da'reali principi di Savoia la 10 de'colti studenti, e più ancora per la
più bella gemma di loro corona, e perciò santa disciplina che gli uni egli altri fe-
ma, fra gli altri sovrani, fu il re Vittorio Signorino Omodei, di decretali Bertolino
Amedeo 11, avendo egli fatto costi uire se- Duyna,di teologia due domenicani di Ge-
condo il disegno del genovese Ricca, egre- nova e di Rapallo. Nel principio del seco-
gio architetto ,
il grandioso e ben com- lo XVI era in tal credito, che neli5o5 il
partito edifizio, in cui le diverse classi ri- f.tmoso Erasmo di Rotterdam volle in es-
cevessero l'opportuno insegnamento, ma- sa farsi laurear teologo. Altre glorie del
gnifico massime nella parte interna, pe' fiorente studio si ponno leggere nel conte
quello della reale accademia delle scien- struzione de'giovani nobili e di ci vii con-
ze, stata fondala da Vittorio Amedeo ili dizione; una reale accademia di belle ar-
neh 783, e formala dagl'illustri scienziati ti, ampliata, arricchita e protetta dal re ;
che fino dali7D7 eransi raccolti a socie- la società, promotrice delle belle arti, che
tà private, di cui i promotori furono il per la regia benignità suol fare le annue
r
conte di Saluzzo, Cigna e il celebre
il d. pubbliche esposizioni nel palazzo dell'ac-
Lagrange. Stata divisa quest' accademia cademia Albertina ; una società agraria,
in due classi a' tempi dell' occupazione un congresso di edili, una camera di com-
francese, l'una di scienze esatte, e l'altra mercio. Carlo Alberto cou lettere patenti
di letteratura e scienze filosofiche, com- de' 16 ottobre 1847 autorizzò la costitu-
posta di 4o memhri, 20 per classe: ricom- zione d'una società anonima per lo sta-
pensati gli accademici con pensioni vita- bilimentod'una banca di sconto, di depo-
hzie perpetue, fu ripristinata col nome siti e di couti correnti, col titolo di ban-
lulo sulle basi di quello che regge la ban- l'ordine de' predicatori, nato in Cambia-
di ili Genova. Prima di quest'epoca e nel no arcidiocesi di Torino, procuratore ge-
1827 fu istituita per la città e suo terri- nerale del suo ordine, rettore del Semi-
torio la cassa di risparmio, ad esempio di nario Pio, e gli conferì per titolo la chie-
quelle diFrancia, Inghilterra, Germania e sa dis. Maria in Araceli. Il p. Semeria ri-
cessivo incremento de'fruttiferi interessi, minati cardinali, gli altri sono: Carlo An-
do capitale per giovarsene al bisogno. Vie to uio Vacchetta della congregazione del-
la società 6larmooica,e la società filodram- la missione , Ignazio Carrocio giuniore
matica. I teatri sono 8 tra grandi e piccoli. canonico preposto della metropolita!) 1
,
Il teatro detto del B.e è uno de'più belli di Giuseppe Costa parroco di Morella, Gio.
cui possa vantarsi l'Italia, opera del con- Antonio Genta parroco di Caotojra, p.
te Benedetto che
Alfieri, d'altra famiglia Gio. Battista Prever della congregazione
non quella del celebre tragico. Il teatro dell'oratorio, Giuseppe Pollani parroco di
Carignano ha la gloria d'aver dato le pri- Cavorre. Si può vedere, oltre gli scritto-
po vengono i teatri del Monte di Pietà, il la casa di Savoia. Pietro Luigi Galletti,
circo Salez, il Giandusi e le Marionette. Inscriptiones Pedemontanae infimi aevi
Produsse Torino non pochi uomini illu- Romae extantes, Romaei 766. Torino e
stri, un principe Tommaso, un Emanue- Alessandria sono le piazze più importan-
le Tesauro, un conte Bogino, un IJaret- ti commercio del Piemonte. In Torino
di
ti, un Bertrandi,.un Allioni, un Gioanet- numerose vi sono le fabbriche e le mani-
ti , un conte Saluzzo, un Lagrange, un fatture. Meravigliosi progressi vi ha fatto
Porporati, un ab. Valperga Caluso. Mol- l'arte tintoria, e per eccellenza vi si lavo-
ti altri Borirono per santità di vita, e nel- rano il ferro e gli altri metalli, i gioielli
le dignità ecclesiastiche e regolari, vesco- finamente lavorati. Abbondevole vi si fa
Papa Pio IX nel concistoro de'17 dicem- pografo, il quale con gran dispendio di de-
bre 18 55 creò cardinale dell'ordine dei naro si procacciò da Londra il mirabile
pi eli ilrev.inon. ni. Francesco Gaude del- torchio meccauico che con pochi operai
1 56 Ton T OR
stampa alcune migliaia di fogli al giorno. pietra d'un arco solo sulla Dora. Con fe-
La popolazione di Torino eccede in oggi liceardimento e particolare maestria si
i5o,ooo abitanti, compresi iforastieri. Le condusse a termine nel i83o questo mi-
antiche mura cederono il luogo ad ameni rabile edilìzio dall'ingegnere piemontese
passeggi che vi girano attoruo. Gli uni cav. Carlo Mosca già lodato. La sveltezza
guidano al castello del Valentino,dove tro- dell'arco tuttoché peritamente stacciato a
vasi l'orto botanico dell'università, stato comodo della via pubblica, lo slancio va-
ingrandito, arricchito e abbellito negli ul- ghissimo con cui egli abbraccia le due
timi tempi, e si fa la pubblica esposizione sponde, la solidità della posatura, l'elegan-
triennale degli oggetti d'industria e d'ar- za dell' ornato, la precisione del lavoro,
te; gli altri mettono al campo di s. Secon- tutto è commendevole in quest'opera in-
do, che il volgo chiama tuttora campo di signe. Se non che l'esserne la maggior bel-
Marte, perchè destinato agli esercizi guer- lezza pressoché invisibile a tanti forastieri
reschi; ovvero aperti tra ridenti case e pa- che quasi senza accorgersene lo trapassa-
lazzi del novello abitato, per sentieri quin- no, lascia pur dubitare se, considerata la
di appartali e solitari conducono al cam- ragguardevole spesa, un s'unii ponte non
posanto o cimilerio generale, che di sem- istia forse men bene sopra una strada rit-
plice architettura mortuaria venne stabi- ta da cui non si suole e non si può nem-
lito non lungi dal fiume Dora. Questo ci- meno deviar facilmente, di quanto stareb-
milerio è un monumento recente, il cui be interno d' una città trascorsa da
nell'
maggior pregio.oltre la sua decorosa sem- un fiume, dove il prospetto laterale fareb-
plicità, sta nell'ordine col quale ogni più be da entrambe le sponde la desiderabi-
meschina persona hawi un tumulo distin- le sua comparsa. Splendono ne' dintorni
to e registrato. Poiché vi si vedono giornal- di Torino olire la celebrata basilica di
,
mente tigli, genitori, consorti e altri con- Soperga, maestoso edilizio che dalla vet-
giunti inginocchiati sulla terra ove sanno ta del colle addita allo straniero le son-
essere racchiusi i cari avanzi de'loro pa- tuose grandezze del culto cattolico in Ita-
renti, salmeggiarvi di vote preci al Dio del- lia, le ville reali. Oltre le antiche villeg-
le misericordie in loro sulFragio.il campo- giature sovrane di Rivoli (nel cui castello
santo, situalo sul viale del regio Parco a villeggiava volontieri Emanuele Filiber-
meri d'un miglio dalla città olfie una su- to, poi bruciato dal maresciallo di Chati-
35 giornate ((tome si esprimo-
perficie di nat, e quindi rifabbricato come frequen-
no Cenni intorno a fatti storici, monu-
i teabitazionede'reguauti,e vi nacque Car-
menti notevoli e particolarità naturali loEmanuele 1) e Moncalieri (dove sol si
*/e/P/emo«fc,Torinoi838),divisa in sepol- vedeano un tempo alcune casuece di pe-
ture pubbliche, sepolture pri vate, ossarii e scatoricon cappella della B. Vergine e il
luoghi adattati pel servizio funebre,e chiu- convento de' gerosolimitani di s. Egidio,
sa da una cinta ottangolare in cui sono venne popolato nel 2 3o da' fuggiaschi del-
1
praticate 3 20 nicchie per accogliere le la- la vicina città di Testona distrutta dagli
pidi e mausolei. Un'altissima croce di pie- astigiani e da que'di Chieri in odio de'to-
tra vi campeggia in mezzo, ed all'ingres- rinesi, di cui essa era quasi una colonia:
so verso la città sorge una cappella fune- il rimodernato è da più;
castello in parte
bre fiancheggiata dall'abitazione del cap- secoli gradita villeggiatura sovrana, per
pellano e da quella delle persone di ser- la vaghezza della vista e la bontà dell'a-
vizio. Al cimiterio mette uu ponticello di ria, ivi morendo Vittorio Amedeo li), si
legno situalo inferiormente sulla Dora, ed contano ancora intorno a Torino 4 ville
è il luogo forse d'onde si gode meglio, ben- principesche, di cui due souo adoperate
ché da lungi, la veduta del bel ponte in per altri usi. La più ragguardevole, pri-
TOR TOR 1
57
ma che venisse devastata nelle peripezie (lini racchiudono il detto orlo botanico,
politiche con cui ebbe fine il secolo scor- la sua parte terrena viene usata per ser-
so, era quella della Veneria Reale, casa vizio dell'artiglieria, e ili. "piano verso il
li non si eseguissero tutti quali erano con- berto, che abitò pure talvolta quello di
. cepiti, quelli con cui Carlo Emanuele III Lucento allora appartenente alla corona,
abbellì questo luogo ov'egli soleva villeg- ed Parco attualmente ridotto a ma-
il real
i giare in primavera, rimangonoancorsuf- nifattura di carta e di tabacco, ma un
. fidenti a far oggetto d'ammirazione^ fra tempo soggiorno principesco con giardi-
,
questi la cappella, la galleria benché lui- ni irregolari, abbelliti singolarmente dal-
; ta sfornita, l' immenso stanzone degli a- la vicinanza del colle e del sottoposto fiu-
lanci trasformato in magazzini, e le bel- me, laiche vuoisi che il Tasso in una sua
lissime scuderie ora destinate insieme co- fermata a Torino ne ritraesse la vaghis-
gli avanzi del castello, e colla spianata del sima idea del giardino d'Armida (altret-
giardino a scuola di equitazione e ad eser- tanto dicesi della villa d' Esle a Tivoli,
cizi d'artiglieria. Dallo stesso Carlo Ema- ove la descrissi). Non abbandonata in si-
nuele 111 fu poi interamente creata la vil- mile maniera, ma per solito disabitata ri-
la reale di Stupinigi,destinata pure a'pia- mane in ultimo la così detta \ igna del-
ceri della caccia, percui quel principe nu- la Regina, che sul primo pendio del Col-
driva molta propensione. Una certa leg- le torinese presenta un leggiadro palaz-
giadria nell' aspetto, unita all' ingegno- zo cinto di terrazzi, statue e balaustri,
sa sebben bizzarra distribuzione dei vari cui sovrasta una corona di folti alberi an-
quartieri che compongono il palazzo, trae nosi. Venne fabbricata dal cardinai Mau-
meritamente l'attenzione de'foraslieri. Il rizio di Savoia, il quale rinunziata la por-
giardino di stile regolare é poca cosa, ma pora, dopo il suo matrimonio colla nipo-
egli mette ad una selva tutta traforala di te la chiamò dal nome di lei Villa Lodo-
strade e viali, e popolatissima un tempo vica, e si compiacea di radunarvi un'ac-
di selvaggiume con cervi, daini e fagiani. cademia di letterati piemontesi. Mentre
Ora questi animali vi si trovano in assai due sole villeggiature principesche si os-
minor numero; ma alcuni altri più rari servano sulla Collina di Torino, essa è po-
sino al 1849 si videro custoditi nel serra- polatissima di private ville d'ogni forma
glio di Stupinigi, fra'quali oravi pure un e grandezza, che sparse, anzi spesseggiate
bellissimo elefante. Il Valentino, grazioso appaiono lungo ciascun pendio, sopra cia-
edilizio composto di 4 padiglioni con tet- scun poggetlo, entro ciascuna valle. Or
ti acuti coperti di lavagne alla francese, questa vaghissima regione,più salubre for-
ebbe il nome da Valentina Balbiana, per se e più ridente de'dintorni di Moncalie-
cui vuoisi fosse primieramente fabbrica- ri , e principalmente uel tratto rivolto
a
to da suo marito, il famoso Renato dra- mezzogiorno, mostrasi più fresca e più
go cancelliere di Francia nel XVI secolo. ombrosa inferiormente a Torino volgen-
Ampliato, abbellito e ridotto alla sua for- do verso Superga, poscia più romita e sel-
ma attuale da Madama realeCristina,egli vaggia proseguendo ancora lungo le rive
servi ne'tempi addietro per feste princi- del fiume, ovvero salendo alle vette im-
pesche e diporti sul fiume. Ora i suoi giar- boschite che le formano corona. Colassù
1 58 T OR T OR
sorgono solitarie e la sontuosa basilica di due grandi vasche, per alcune luci aper-
Superga, e la torre antica di Tavernette, te a' diversi piani della torre, ne sgorga
la quale segna il passo per cui una nuova poi ed olire quegli accidenti che, osserva- 1
e facile strada valica il colle tendendo da ti e misurati nelle varie pendenze, servo
Torino a Chieri, e le vestigia d'un ere- noall'istruzionedc'giovani già iniziati nei
mo de'camaldolesi trasformato in giardi- misteri d' una scienza reputata fra le più
no di fiori, e finalmente fra'non interrot- necessarie e utili in un paese, dove l'io
ti castagneti che coprono quelle cime la naffiatnento delle terre e gli artifici! meo
bianca cappelletta della Maddalena rimi- crmici sono la sorgente della pubblica fé
rala da tutti i punti della sottoposta pia- licita. Tra'pregi poi particolari della Col-
nura. Ma si ha da scendere per im-
poco lina torinese, s' ha da annoverare quella
battersi in più animate scene, incontran- vista impareggiabile che da vari punii dì
do ovunque case e vigne con giardini o essa godesi in mirabile guisa. Imperocché
pergolati, indi framezzo l'une e l'altre viot- oltre vagoserpeggiaredel bel fiume che
il
schiosi, ed alberi di varie sorta; oggetti ga, mentre fra l'ima e l'altra torreggia
tutti che porgono ad ogni passo il con- una superba città, si scorge poi d'un so-
trapposto d'una natura agreste e pittori- lo colpo d'occhio pressoché tutta la vasta
ca, co'lavori più accurati dell'uomo,e col- catena dell'Alpi da cui è cinto il Piemon -
le bellezze naturali, ove dalle sue innu- deve la maggior parte de'pregi onde può
merevoli villette non traesse ancora e vi- vantarsi giustamente. Infitti questi mon-
ta e brio singolare, per farla giudicare in ti alti da 3ed anzi altissimi da 1, io
parti,
nessun modo seconda a'più rinomali col- circondano, e forse a dir vero influiscono
li che formano le delizie d'altre capitali. sopra alcune men buone perchè troppo
Ma merita singolarmente l'attenzione del frequenti e rapide variazioni di tempera-
forastiere, fuori dell'antica porta Susina tura, souo tuttavia principal causa deci-
per a Rivoli, poco lungi dall'imboccatura denti o pittorici aspetti non che della som-
del Canale de'Mulini di Torino, l'edifizio ma abbondanza di produzioni variatissi-
idraulico della Porrella, fondato ueli 769 me che vi s'incontrano. Se poi si aggiun-
da Carlo Emanuele III, sopra consigli i ge a siffatte osservazioni quella de'nume'
del prof. Michelolti, dove in ogni anno so- rosi fiumi, che appunto prendendo lutti
no chiamati a convenire gli studenti che la loro origine nell'Alpi o negli Apennini
si destinano all'architettura idraulica, per da cui è chiuso il Piemonte, scendono a
ad un corso d'insegnamento
ivi assistere dargli vita e fecondità irrigandolo pero-
sperimentale che loro si dà per via d'am- giri verso, manifestamente appare tutta
pia torre a 3 piani distinti, diesi empie l'importanza di questi monti agli occhi
a piacimento d'acqua per virtù d'un ca- d'ogni piemontese, la cui vista godechiun-
nale, in cui ella da parte superiore è con- quo è a villeggiare sulla Collina di Ton-
dotta e naturalmente cade; e raccolta in no, in imo alle 3 valli di Lauzo, i cui a-
T OR TO R .
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tritanti sogliono portarsi alla capitale a na a vapore cenno , storico di Maurizio
servire domestica mente o a esercitare va- Giulia ni. Ossei* va, che ordina rinaiente nel-
rie professioni. Una di essa la valle Viù le stazioni piemontesi vi è un gran spac-
nel suo ingresso di Lemie e d' Usseglio, cio di foglietti brillanti d'un po' di spiri-
nella parte sua piùelevaln è molto cogni- to, ma vuoti d'ogni soda sostanza : nel-
ta a Torino per la salubrità dell'aria e del- l'encomiato volume iuvece si danno pen-
l'acque limpidissime che vi abbondano, satecele, e mette al fitto dell'attuale con-
come pure per 1' avvenenza della popo- dizione delle ferrovie di tutto il mondo:
lazione. L'ombra de'faggi d'alta mole, dei a saggio di esso ne riprodusse la parte che
nu-
castagni, di noci e altri alberi in gran riguarda le strade ferrate d'Italia, ed io
mero, amene praterie, acque zampillanti ripeterò qualche cenno di quanto è rela-
per ogni dove, bel cielo e pittorici pro- tivo a Torino e al Piemonte. E' innega-
spetti sogliono trarre a Viù nell'estate i bileche l'Italia, venuta per le vie di co-
cittadini della capitale che vi conducono municazioni a seguilod'alcune tra le priu-
la tenera fìgliuolanza , e Jascianvi spesse cipali nazioni d'Europa, dopo averle al-
volte i loro fanciullini a godere il benefi- tre volte precedute (pe'canali specialmen-
zio di quel salutare soggiorno. Molti van- te), ora si mostra molto propensa ad uti-
taggi recano le 3 valli di Lanzo giornal- li imitazioni. Anzi tutti, il Piemonte, met-
ro delle valli di Lanzo. Anche Torino e ne'quali siasi seriamente trattato di apri-
ilPiemonte adottarono le illuminazioni a re strade ferrate, ed io aggiungerò il regno
gas, leStrade ferrate ed Telegrafi, ai i 1837. mentre nel i838
delle dueSicilie nel
quali articoline parlai,edanchea Sarde- soltanto la compagnia intraprendente co-
gna regno, Savoia, ed altrove. Pubblican- minciò la linea da Milano a Monza, aper-
dosi a Parigi una Biblioteca delle stra- ta al pubblico neh 84- J vero è però che
1
de di Jerro, che dicesi dare utili e savie solo nel i844 lelocomotivecircolaronoda
letture, piacque l'esempio,e nel 1 855 nel- Napoli a CaslellamareoStabia,eindia po-
la tipografia di Biagio Morelli di Valen- co da Napoli a Capua.Quaudosi effettuerà
za piemontese si volle imi tarlo pubblica li- la linea d'Ancona a Bologna, ritardata per
do Biblioteca del viaggiatore delle
la apprensioni politiche ed economiche, a-
strade ferrate, ossia raccolta di opere vrà per conseguenza indispensabile, che
edite ed inedite in ogni ramo dello sci- venga attivata quella da Bologna agli sta-
bile umano. Ne die contezza il cav. Igna- ti sardi per Modena e Parma. Dell'esten-
zio Cantò nella sua Cronaca a p. 287 e sione del telegrafo degli stati papali ripar-
9G9, massime del volume 6.° che porta laia Terracina e Toscana. Però il Pie-
il titolo: Le Strade ferrale la macchi- monte, sotto il rapporto delle strade fer-
ifio TOR TOR
nte, cammina ormai alla testa di tutte sercizio la linea, che cougiunge Saluzzo a
le altre contrade italiane. Il Piemonte Sa vigliano, e quella da Bra aCavallermag-
seppe usufruitila re delle libertà conces- giore, con che le vinifere langhe e le val-
segli , lo spirito d'associazione destatosi, li dell'altoPiemonte rimarranno congiun-
arriva nella capitale della Liguria. Desta ma del telegrafo delle locomotive, inven-
stupore questa opera gigantesca, median- zione preziosa del celebre cav. Gaetano
te la quale Torino è ad una sì breve di- Bonelli direttore generale de'telegra fi sar-
stanza dal Mediterraneo. Niuno può far- di, ammirato altresì per aver immagina-
si un adeguato concetto della meraviglia to l'elettro-tessitura , cioè l'applicazione
chesorprende il cuore del viaggiatore, che dell'elettricità alla tessitura, che produce
rapidamente scendendo dall'Apennino si nell'industria una rivoluzione paragona-
trova dinanzi il vasto orizzonte marino, là bile all'applicazione del vapore come for-
dove mette foce la Polcevera, e penetra za motrice, e della pila voltaica come mez-
quindi in mezzo alle più. frequentate vie zo a distruggere l'intervallo fra'punti lon-
che da s. Pier d'Arena guidano a Geno- tani: ne rese ragione la sullodata Cronci'
va. Nel 855 si aprì in tutta la sua esten-
1 ca del cav. Cantò a p. 84, con tavola e-
sione la ferrovia di Torino a Savigliano sprimente il telaio alla Bonelli. Quan-
su Cuneo. Quanto prima sarà posta in e- to al telegrafo delle locomotive, destina-
TOH TOR 161
lo soprattutto a prevenire i disastri fune- ticolo di scrivere i cenni storici della me-
stiche sogliono accadere sulle strade fer- desima città, uniti insieme a quelli della
iate, esso iu sostanza si risolve in una sem- sede episcopale e suoi pastori, e non se-
plice e particolare disposizione di una li- paratamente secondo l'ordinario mio me-
nea elettro-telegrafica, mercè la quale pa- todo, per maggiore unità di argomento e
recchi convogli, comunque veloci nella lo- per evitare altresì ripetizioni. Conviene
ro corsa, comunicano permanentemente però tenere presenti, oltre i citati articoli,
non solo fra loro in ciascun tratto che per- que'di Susa, Saluzzo e altri del Piemon-
corrono, ma inoltre con tutte le stazioni te che vi hanno relazione, ed altri anco-
della lioea. Egli è ben vero, come narrai ra come Svizzera. Continuerò a giovar-
a Strada, che iu diversi tempi e luoghi mi principalmente della pregievole e im-
si tentò con vari mezzi di ovviare a'sioi- portantissima (la quale, come dichiara il
stri che sventuratamente troppo spesso eh. autore nella prefazione, non fidando-
avvengono lungo le ferrovie; ma è fuori si di se slesso, sottopose prima di stam-
di dubbio eziandio che ninno fìuora po- parla ad uomini dottissimi amatori e ,
p. 20 5, e quanto al telaio elettrico ap. 3 1 corato del gran cordone dell' ordine dei
del t. 3 (con tavole portauti il disegno del ss. Maurizio e Lazzaro, ec.,per Gio. B.
telaio iu più aspetti), che con lode si pub- Se meria prete della congregazione del-
blica inFano. Inoltre a p. 92 dell'Enci- l'oratorio , Torino 1840. Non che avrò
clopédia, si riporta un brano dell'eccel- presentialtri storici, e precipuamente l'U-
lente giornale óe\\' Armonia di Torino, ghelli, Italia sacra, t. 4, P- 1 o ig: Metro-
sul telegrafo sottomarino tra Sardegna ed polis Taurina j ed il can. Dima Serie ,
Savoia principi del Piemonte e della mo- scoporum etc. Pedemontanae regionis
narchia sarda ; ora in riguardo alla po- chronologica historia, Auguslae Tauri-
tenza temporale esercitata da' vescovi di noi um 645. Giuseppe Francesco Meira-
1
Pietro 6 iroidi, Torino 1679. Parte 1.' lenito da' romani. Poiché la venuta dei
a
dell'ab. Francesco M. Ferrerò di Lavria- principe Fetonte dall'Egitto alle sponde
no, Istoria dell'angusta viltà di Tori- del Po, è una favola inventata da coloni,
no, ivi 1712. Monumenta hìstoriae p«u che mischiando le cose divine colle uma-
trine edita jussiircgis Caroli Alberti, t. ne, si studiavano di rendere più auguste
3 e 4- Cav. Luigi Cibrario, Storia di To- l'origini delle loro città. Non trovaronst
rino, o Torino neli835, ivi 1 836. mai sicure vestigia di cullo egiziano in
Prese Torino il nome da' Taurini, an- queste contrade, ed i taurini ebbero per
tichissimi abitatori della contrada, del deità principalmente Giove,Ercole e Dia-
qual popolo bellicoso eia la capita!e/|uan- na, a'quali facevano sagri fizi e celthra va-
do Annibalecartaginese lediede il 1
."
gua- no feste. In qual secolo, e per mezzo di
sto, perchè vi trovò resistenza, né vollero quali uomini apostolici siasi diffusa ue'po
gli abitanti a lui congiungersi contro i ro- poli subalpini, esegnatamente taurini, la
mani, come aveauo fatto gli allobrogi. luce evangelica, non è cosa facile a deci-
Dopoché il fiero nemico de'romani, pas- dersi; però può asserirsi, che questa mi-
sato il Rodano e la Durenza, non senza rabile mutazione non potè farsi né cos'i
grande difficoltà, venendo molestato da' presto, né così facilmente, non deponen-
paesani abitanti delle Alpi, ove perde più do gli uomini che gradatamente le paga-
di 3o,ooo uomini e gran parte de' suoi ne e religiose superstizioui, fonientatrici
superato il monte di Ginevra ar-
cavalli, di passioni, e da cui erano dominati. po- 1
ditamente discese nel piano di Torino,ove poli subalpini seguendo costumi, le leg- i
ché corsero a gara que'popoli ad ingros- secolo dell'era cristiana si diffuse la pre-
sarne le fila; felice circostanza che al con- dicazione del vangelo,se non da s. Barna-
dottiero cartaginese assicurò le memora- ba apostolo, almeno per altri uomini a-
bili vittorie del Ticino, della Trebbia e postolici; e s. Luca evangelista ebbe da s.
del Trasimeno. Conquistala poi da'roma- Paolo la commissione di recarsi in Italia
ni, circa due secoli avanti l'era corrente, e nella Gallia, ed annunziarvi la religio-
colla regioneTorino, di questa ne fecero ne cristiana. L'Ughelli,seguendo il Pingo-
una piazza d'armi; e la contrada ridotta nio, a s. Barnaba a' suoi alunni attri-
in provincia romana, comprese popoli i buisce la propagazionede'primi rudimen-
chiamati in generale liguri e cisalpini, nel ti della fede cristiana, verso 1' anno 5o.
particolare avendo ciascuno origine e no- Verso quest'epoca è indubitato che cri- i
mi differenti. Nella discesa di Giulio Ce- stiani erano già sparsi in diverse provin-
sare alla conquista delle Gallie, ebbe da ole del romano impero, e nelle primarie
lui il nome di Coloniali! lia,mi\lato quin- città d'Italia, anche per essere stati espulsi
di in quello di Augusta Taurinorum,\)ev da Roma dall'imperatore Claudio, quan-
volere dell'imperatore Augusto, che tut- do bandì giudei, fra 'quali eranvi de'eon-
i
tora latinamente conserva, dicendosi an- vertiti, oltre i sacerdoti ch'erano inviali
che Taurinum.ìson pare affililo che que- da Roma per togliere l'errore dell'idola-
sti popoli prima dell'era cristiana discen- tria e annunziare le verità eterne. Facil-
dessero da un'antica colonia egiziana, co- mente uè vennero nel paesesubalpino, fre-
me pretesero alcuni cronisti, e perciò a- quentato passaggio per a udar nelleGallie,
vere adoralo le divinità portate seco dal- sia per l'Alpi Cozie che attraversavano
l'Africo, il qual cult-o straniero dicono lui- Torino, sia per le Alpi Graie d'Ivrea. Aui
TO R TOR i63
2.° secolo della Chiesa trovami prove ab* siad Ivrea, e ivi decapitato, per la pia ve-
bastanza sicure e positive, che nel Pie- dova Giuliana fu il corpo traslato a To-
monte il vangelo era conosciuto e osser- rino, operando Dio meraviglie. Sul luogo
vato. In esso illustre apostolo del paese della sepoltura de' ss. Martìri torinesi, i
cotninciameuti della fede cattolica ne'po- anche in tempo degli imperatori gentili.
poli taurini devonsi ripetere dall'età de' Frattanto Costantino I, guadagnata pres-
ss. Ottavio, Solutore e Aweii7:o o Av- so Torino una grande battaglia contro il
ventore martiri, ed essersi indi bene sta- competitore Massenzio, e questi mortoan
bilita nel 324, quando già Costantino 1 a- negalo nell'altra presso Roma, l'impera-
vea promulgato la pace alia Chiesa. Pi ima tore divenuto cristiano accordò il libero
del martirio di tali campioni, che secon- esercizio della religione di Cristo. Perciò
do alcuni si dicono appartenuti alla legio- nuove chiese si fabbricarono inTorino, ove
ne Tebea (della quale riparlai a Svizzera mi-
sulle rovine dell'idolatria la fede fece
e Tebe d'Egitto), avvenuto nel Vallesenel rabili progressi. E certamente assai prima
286 o nel 2C)7, sembra che molte illustri del4oouua vasta basilica sorgeva in que-
palme abbia raccolto la religione nel Pie- sta città, essendosi in essa radunali a con-
monte, come s. Dalmazzo alle rive della cilio più vescovi e sacerdoti dalle Gallie,
Vei meguana il cui apostolato si estese
, oltre agl'italiani. Una chiesa nuova si e-
nella provincia di Saluzzo e di Cuneo, in resse da'fondamenti a'tempi del grau ve-
Torino, in Alba e altri luoghi; s. Mombot- scovo s. Massimo 1, per opera de'loiinesi
to fu martirizzato nella Valle di Stura, s. Maiano e Vitaliano, contribuendovi un
Magno in quella di Vraita,s. Costanzo in ricchissimo conte, ed il s. vescovo ne cele-
quella di Macia, i ss. Antonino, Marchi- brò la solenne dedicazione, recitando un
sio, Giorio o Giorgio in quella di Susa, s. sermone al popolo. D'un'altra chiesa tro-
Chiaifiedo nell'adiacenze di Saluzzo, e as- vasi menzione nell'opere di s. Massimo I
sai più altri ancora sono venerati in di- nella quale egli radunava e istruiva neo- i
verse parti come santi propri e particola- fiti alla solenne amministrazione del bat-
ri, che in que'luoghi, sebbene in tempi dif- tesimo, ed in cui altre funzioui esercitava,
hanno versato il proprio sangue.
ferenti, proprie del ministero episcopale, chiama-
La Chiesa venera per martiri torinesi ss. i ta perciò chiesa del battisterio di s. Gio-
Solutore, Avventore e Ottavio, che attri- vanni e capo del vescovato torinese, ch'eb-
buiti alla legione Tebea, il p. Semeria di- be in tempi posteriori diversa forma e più
chiara invece nazionali, nati e educati sot- insigne ingrandimento nel divenire catte-
to il cielo subalpino e glorie patrie, non diale. Vi si congiunsero due altri sagri e-
mai appartenuti alla legione orientale. Il difizi, uno in onore del ss. Salvatore, l'ai
loro mai ti avvenuto tra la por-
rio credesi tro della ss. Vergine, divisi da un muro
ta d'Italia e la Dosa, da dove loro cor- i interiore, ma che in sostanza non forma-
pi furono trasportati ove ora sorge la cit- vano che un sol tempio. Nuovo splendo-
tadella, nel sito in cui poi si fabbricò chie- re si accrebbe alla chiesa de' ss. Martiri to-
sa e monastero col nome di s. Solutore. rinesi nel 49^» P ei opera "
del vescovo s.
Altri con poco fondamento riferiscono, che VittON II, il quale tal chiesa ampliò d'un
ferito s. Solutore in Torino, potè recar- porticato, oruaudola d'eleguuti lavori; di
i64 TOR TOR
più credesi aver convertilo al culto del pastorale, che il santo rilegato in Se ilopn-
vero Dio, sotto l'invocazione di s. Silve- li per l'ariana persecuzione,scrissenel 356
stro Papa, il tempio di Diana, la quale
I a'sacerdoli e altri del clero, ed a 'buoni fe-
in Torino grandemente veneta vasi; chie- deli di sua diocesi, fia'quali nominò i Te-
sa poi ristorata dalla confraternita dello stoncnsibus. Nominando la pievania di
Spirito santo: il che è dubbio, se l'opera- Testona, della città poi distrutta e sum-
lo piuttosto si attribuisce a s. Vittore I. mcntovdta, dice venirne in conseguenza
L'epoca precisa dell'incominciamentodel che i popoli adiacenti a Torino apparte-
vescovato di Torino è incerta, solo è co- nevano alla sua sede, né aveauo allora il
sa certissima, che sul principiar del 11 se- vescovo. Si legge ne'Bollandisli, non aver
colo era slata predicata e mollo d'illusa la essi prima di s. Massimo 1 veruna certa
Gallia Ci-
cristiana religione in tutta la memoria d'alcun altro vescovo torinese.
salpina, di cui Torino era una città in- 11 vescovo di Torino, come altrove, era e-
signe. Vi è probabilità, che anco in quel letlodal suo clero, secondo la più antica e
secolo un qualche vescovo, per la missio- usata disciplina della Chiesa; e ne' tempi
ne deromani Pontefici, discepoli de'ss. A- posteriori radunavasi nella canonica, nel
postoli e successori di s. Pietro, abbia ivi chiostro detto Claustrum Paradisi, do-
fissato insegnamento e residenza. Il p. Se- ve si tenevano l'adunanze capitolari. Le
mena nel § vi del lib. discute*. Chi sia sta- i case del vescovo e de'canonici trovatami
to ili. "vescovo, se s. Vittore o s. Massimo. ove oggidì sono i due palazzi reali, vecchio
L'Ughelli nomina i.°vescovo s. Vittore I e nuovo, e precisamente quella del vesco-
del 3 1 o, alla cui autorevole opinione uni- vo occupava il sito dell'odierna galleria di
formansi quasi lutti gli scrittori delle cose Beaumont,ed attigua sorgeva la cattedra-
subalpine, inclusivamenteal can. Patendo- le. Gli elettori procedevano per segreto
ne Luigi Bima già encomiato, distinguen- scrutinio, e in casi di dispareri per com-
do ragionevolmente due santi vescovi di promesso. Dopo la metà del secolo XI in-
nome Vittore, e due di quello di Massi- terveniva alle radunanze degli elettori il
mo. Il Tillemont propende molto a cre- preposto d'Oulx, il quale era sempre re-
dere che un sol vescovo di nome Vittore putato per uno del capitolo torinese; e nei
abbia retto la chiesa di Torino e poste- tempi posteriori soleva intervenirvi il pre-
riore a s. Massimo I; e che i popoli lau- posto di Testona, e quello di s. Antonio
rini sarebbero stati da principio compre- d'Inverso. Questa forma d'eleggere i ve-
si nel vescovato di Milano, indi in quel- scovi cessò in quasi tutte le cattedrali per
lo di Vercelli, e finalmente sul cominciar opera principalmente di Giovanni XXil;
del secolo V avrebbero avuto ili. "vesco- equanto a Torino, molto solevano influi-
vo nella persona delgrande s. Massimo I: re nell'elezioni episcopali idominatori del
questa opinione il p. Semeria la crede più. Piemonte, come i duchi di Torino o re
verosimile. In comprova ricorda che s. , de'longobardi, poi gl'imperatori Carolin-
Massimo I nelle lodi recitale in Torino di gi, e quindi gli altri che solevano essere
s. Eusebio vescovo di Vercelli, lo chiama 'incile re d'Italia, e finalmente la real ca-
padre e pastore die rigenerò con l'evan- sa di Savoia per privilegi accordati da'Pa-
gelo in Cristo i torinesi, inoltre asserendo pi,al modo narrato a Savoia e Sardegna
esser eglino debitori a lui dello splendore regno, di nomina e presentazione alla s.
dell' ordine sacerdotale , dell' ortodossia Sede. Il vescovato di Torino divenne suf-
della fede, della purità de'coslumi. Altro fraganeo della metropolitana di Milano,
valido argomento, che i popoli taurini ai come tutte le altre sedi vescovili del Pie-
tempi Eusebio facessero parte di sua
di s. monte e della Liguria. Una vastissima e-
diocesi, dice potersi dedurre dalla lettera stensione uvea ne'primi secoli la diocosi
TOR TOR i6ì
di Torino, e prima del i 5 1 i comprende- vendo letto nella Cronaca ài Milano, del
va pure grandissima parte delle diocesi di cav. Ignazio Cantò, An. 2. , p. 5i, di-
Saluzzo,Fossano, Pinerolo, Susa e Cuneo; spensa de' 3o gennaio 18 56, che un al-
giacché comprendeva quella parte della tro volume de' Monumenta, edito dalla
Liguria e della Gallia Cisalpina, che dal- piemontese deputazione di storia patria,
l'Alpi Marittime, ossia dal colledi Tenda, gittava nell'aia dell'erudizione un'ab-
stendevasi fino all'Orco, e dall'Alpi Cozie bondante messe di notizie intorno al Me-
per tutta la pianura ch'è bagnata dal Po dio-Evo. 11 Della Chiesa nella Serie cro-
sino sotto al Tanaro, là ove uon luugi da nologica de vescovi e degli abbati del
Cherasco la Stura col Tanaro si congiun- Piemonte, ne fece troppo compendiosa
ge. Diverse parti dunque che costituiva- narrazione. Le monastiche abbazie eret-
no la diocesi furono distaccate per formar- te nella diocesi di Torinonel medio evo,
ne dell'altre, e pel i.°nel 600 circa fu se- fiorirono per lungo tempo per numerosi
parato il territorio di s. Giovanni di Mo- cenobiti, e insigni non meno per dottri-
riana e assegnato il proprio vescovo, per na che per santità, senza lo studio de'qua-
opera Gontrano redi Borgogna, che
di li saremmo ignari di storia patria, come
per gelosia di stato non volle che suoi i dichiarò il celebre ÌN'apione nell' Elogio
sudditi di Moriaoaedelle vallidiSusa ub- de' cronisti piemontesi e de'piemontesi il-
bidissero al vescovo torinese ,
per essere lustri. L'abbazia di s. Costanzo del lll-
questo nel territorio de're longobardi. Di laro presso a Saluzzo, fu cosi detta per
quest'antica canonica dismembrazione vi- credersi ivi avere il santo insieme eoo s.
vamente si dolse il vescovo Ursicino eoa Vittore sofferto il martirio circa il zqj.
s. Gregorio I, ma indarno, poiché malgra- Il corpo di s. Costanzo fu trovato nella
do l'intervento del Papa, sussistè il vesco- chiesa abbaziale nel i58o. L'abbazia fa
vato e poi fu approvato dalla s. Sede. Co- fondata nel 7 1 2 da Ariperto II re de'lon-
sì successivamente avvenne nell'istiluzio- gobardi, ed primi cenobiti furono trat-
i
nasteri abbazie nullius dioecesis degli allo sterminio sul principio del secolo X,
stati sardi, vi nominai anche alcuni del- nell' invasione del Piemonte operata dai
l'arcidiocesi di Torino; altre abbazie ri- saraceni; ma la piissima Adelaide susci-
cordai negli articoli Savoia, Sardegna re- tata da Dio a erigere e ampliare tutte le
gno, Susa,Saluzzo, ec.jcioè di quelle an- case religiose, iutraprese purea ristorare
tiche abbazie di monaci dell' arcidiocesi sin quasi dalle fondamenta questa del Vii-
di Torino, di cui col p. Semeria vado a laro,dotandola meglio che per l'inuanzi.
darne un breve cenno, avendo egli giu- I marchesi di Saluzzo e di Busca l'ac-
stamente profittato de' rammentati Mo- crebbero di copiose rendite, sicché parve
numenta historiae patriae, raccolti dal- gareggiare colle più. illustri d'Italia. I Pa-
la regia deputazione sopra gli sludi del- pi l'arricchirono di particolari esenzioni
la medesima, e pubblicali sotto la prote- e privilegi, massime neh 782 Pio VI, laon-
zione e gli ordini di Carlo Alberto, la cui de nella line del secolo passato sebbene
continuazione si sospira dalla repubblica non fosse che una commenda priva di
letteraria. Questa però ora si rallegra, a- monaci, conservava la giurisdizione «pia-
t*>6 T O R T O R
si episcopale in Viilaro e altre terre del quella d'Asti nel 1089, ilche più tardi ap-
marchesato di Saluzzo. Gli abbati trovati, provò Innocenzo IV. In seguito fu data
sicompiutamente registrati nel Synodus alla sede di Mondo vi, e parte n'ebbe quel-
dioecesana habila sub abate Francisco la di Cuneo. Dell'abbazia della Novale-
A alonio Rambaudoan. 782.Aug.Taur.
' i sa, per non dilungarmi troppo, sembra-
11 p. Semeria riporta pure le notizie dei mi bastare, oltre quanto vailo dicendo,
più celebri e benemeriti abbati commen- il riferito a Susa, perchè fondata 5 miglia
datari cominciati nel principio del secolo distante, ove dopo Bobbio lo ditti il 2.
XV. Il monastero di Pagao, poco più. di monastero del Piemonte; solo aggiunge-
due miglia da Saluzzo nella valledi fron- rò: che dopo il fondatore Abbone gover-
da, fu fondato da Astolfo re de'longobar- natore di Susa e di Moriana, alle vastis-
di del 749) ed era grandioso e ricchissi- sime possessioni da lui assegnate, altre do-
mo cjuando l'imperatore Lotario 1 lo die nazioni fecero i re di Francia, gl'impera-
a'monaci della No valesa, perchè colle ren- tori e la celebre Adelaide, altri impera-
dite del medesimo potessero più facilmen- tori concedendole immunità e privilegi
te mantener l'ospizo eretto sul Moneeni- grandissimijCome CarloMagno che vi sog-
sio, a utilità de'viaggiatori e de'pellegri- giornò più giorni, e il suo figlio Lodovico
ni, e di cui riparlai a Svizzera. Riunita I che die in cura a'monaci benedettini il
l'abbazia della Novalesa a quella di Bre- ricordato benefico ospizio da lui fondato
naci erano signori del luogo, cessando af- a Roma ad Limitici ' Apostol ornai. Il mo-
fatto il priorato nei secolodecorso col riu- nastero fu un seminario di monaci per
nirsi i beni alla mensa vescovile di Saluz- santità e dottrina celebratissimi, e d'or-
zo. L'abbazia di Pedona o del borgo di dinario venivano scelti a governare lese-
s. Dalmazio viene attribuita alla moglie di vescovili e ad essere occupati ne' più
di Gondegesillo red'una 3." parie di Bor- difficili affari della Chiesa. Dòpo la cata-
gogna, o meglio a'Iongobardi. La regina strofe de'saraeeni, non fu che un priora-
Teodolinda mossa da'miracoliche opera- to dipendente dall'abbazia di Brente, si-
vansialla tomba del santo, in una cappella tuato nella Lomellina vicino all' imboc-
alle rive della Varmegnana,non senza for- catura della Sesia nel Po. Egualmente a
te opposizione de'saluzzesi, fece trasporta- Susa parlai dell'abbazia di s. Michele del-
re le di lui reliquie in luogo più decoroso e la Chiusa, superiormente rammentata,
popolato Pedona, ove col mari toAgilol-
in comechè situata in mezzo alla sua valle
fo duca
Torino eressero in venerazio-
di alla destra delDora, alla cui costruzione
ne del santo martire un monastero con contribuì Giovanni 3. "già arcivescovo di
1
monaci venuti da Bobbio nel 61 5, dotan- Raveuna ; sede die avea rinunziata per
dolo di moltissime rendite; altre vastissi- menare vita eremitica sul vicino monte
me possessioni vi aggiunse l'imperatore Caprasio, in che non conviene Muratori,
Lodovico I il Pio. La fioritissima abba- Rerum Italicarum script, t. 1, par. 2,
zia di Pedona fu orribilmente devastata p. 564- Qui dirò di più, ebe Gezzoue ve-
da'saraceninel 906, che trucidarono mol- scovo di Torino nel 1007 ne fu uno dui
ti monaci. Tornati superstiti, riparò poi
i primi benefattori, vivente ili. ° sauto ab-
l'orrendo scempio la magnanima Adelai- bate Arveo o Avverto benedettino. La fi-
de marchesana o contessa di Susa. Per ina delle virtù de'monaci, che viveano più
opera sua, e col consenso delle sue nuora da angeli che da uomini, tosto si diffuse
e nipote, fu separata l'abbazia di Pedo- in Italia, in Francia e altrove, singolar-
na dalla diocesi di Torino, e assegnata a mente per la mirabile ospitalità che eser-
T O R TOR
167
citavano, vantando tra gli ospiti s. Ansel- Susa originò da quel martire, uno de'po
mo arcivescovo di Cantorbery, e il cele- che da alcuni si credono uccisi nell'incur
heiiimo cardinal Ildebrando pois. Gre- sione de'ba i-bari longobardi dopo la me
gorio VII. Quindi principi e Papi ricol- tà del VI secolo pressoOnlx,sull'Alpi Co-
marono il monastero di possessioni e pri- zie che dividono il Piemonte e l'Italia dal-
vilegi, possedendo i5o cinese in diverse la Francia, onde per tale strage dicesi che
regioni, e solo dipendenti dalla s. Sede. la chiesa di s. Lorenzo primaria d'Oulx
Ria rilassala l'osservanza, riuscirono inu- nome di plebs Marty-
acquistò l'illustre
tili le provvidenze di Gregorio X, e il rigo- runifh quale vicenda con più di ragione si
re ili Nicolò III e di Bonifacio Vili. Dio assegna a'saraceui nel secolo X. Traslate a
però neh 3 io suscitò il monaco Gugliel- Susa nel 1027 le ossa di «.Giusto, il mar-
mo di santa vita e figlio di Tommaso di chese Magnifredo o Manfredo II colla mo-
.Savoia, per fare rifiorire nel monastero glie Berta e il fratello Olrico d'Asti eres-
ogni virtù, che celebrò Tal). Gustavo dei sero nel 1 029 una basilica e vi riposero la
conti Avogadrodi Valdengo, Storia del- più nobil parte di sue reliquie, affidando-
l' abadia della Chiusa, Novara 83y.Per 1 ne la custodia ad una congregazione di
somma sventura decaddedi nuovo la mo- benedettini, dedicandola a Gesù Cristo,
nastica disciplina dopo il 365, onde il i alla ss. Trinità, alla B. Vergine, a s. Giu-
vescovo di Torino neh 375 interdisse il sto e altri santi. Pretese Glabro che le re-
triste abbate Pietro, e la s. .Sede lo sco- liquie fossero supposte, e venne confuta-
municò; indi il conte Amedeo VI otten- to dal can. Sacchetti,Memorie della chie-
ne da Papa libano VI neh 38 i, la con- sa di Susa, Torino l 788. Alla detta con-
versione della badia in commenda. De- gregazione da loro eretta assegnarono ren-
cadendo vieppiù monaci nella discipli-
i dile con concederle la 3/ parte di Susa e
na, Gregorio XV nel 622 soppressa in- 1 del suo territorio e valle, tranne il ca-
teramente questa già sì florida abbazia; stello, non che molti altri luoghi e il mo-
una porzione delie rendite fu impiegata naslerodi s. Mauro diPulcherada, e la 3."
idi 'erezione della coHegiatadi Giavelo, al parte delle decime di Susa e sua valle ;
no. I marchesi di Monferrato e quelli di guaci delle norme e degli esempi del già
Susa contribuirono largamente alla sua nominato Giovanni, assegnando rendite
restaurazione, e fu soggettato al preceden- pel loro mantenimento. Il vescovo Olii-
te monastero di s. Giusto. Tutta volta con- co, Manfredo 11 e Berta sua moglie, ar
tinuarono sino al i6o3 i benedettini al ricchirono il monastero di vaste possessio-
possesso del proprio monastero, ricono- ni, e d'innumerevoli privilegi neho3 1;
scendo il pastore di Torino con annuo tri- anche Adelaide loro figlia fece molte do-
buto; quale poi venendo ricusalo, l'abba- nazioni, imitata da diversi vescovi che lo
zia fu devoluta agli abbati del clero seco- riguardarono sempre con particolare a-
lare per disposizione della s. Sede, eserci- moievolezza. Concessioni tutte e privile-
tandovi ginrisdizioneepiscopale.Nel 800, i gi, che confermò Eugenio III neh 147 iu
anno sterminatore de'beni e degli ordini Susa; né mancarono i conti di Savoia di
ecclesiaslicijil governo provvisorio ne ven- colmare di beni e di grazie i monaci. Ma
dè i beni abbaziali, meno una quota ot- degenerati essi dalle primitive virtù, e
tenuta dagli abitanti pel mantenimento mostrandosi indipendenti dal vescovo di
della chiesa e del parroco, e per le spese Torino, il vescovo Giacomo I ne intra-
della comune; indi PioVIl neli8o3 sop- prese la riforma, sottoponendo il mona-
presse l'abbazia interamente. L'abbazia stero al governo dell'abbate di s. Miche-
di s. Pietro di Snvigliano benedettina si le della Chiusa, salva la fedeltà e ubbi-
deve alla religiosa pietà de'coniugi Abel- dienza a'vescovi di Torino suoi successo-
lono e Amaltruda Sbrinatori nel 1028, ri, con altre convenzioni imposte cogli
giata e parrocchia della città. L'abbazia ro reliquie e trasferite in una cella del mo-
òe'òs. Solutore, Avventore e Ottavio in nastero di Andrea, finché si fabbricasse
s.
Torino, originò dal suddetto oratorio, o- altra chiesa. Questa fu innalzata nel cor-
ve trovasi la cittadella, poi ampliato eb- so dello stesso secolo e venne assegnata ai
be il nome di basilica, che la pietà ih'i'e- gesuiti, colla miglior parte delle rendite
deli andò restaurando, finché divenuta dell'antica abbazia. L'abbazia di s. Gia-
(piasi distrutta, nel 1004 il vescovo Gez- co/no di Stura a 2 miglia da Torino e u-
zoue iu ouore de' ss. Martiri torinesi se- scendo dalla porta d' Italia, fu eretta d<.
T OR TOR 169
Pietro Podisio illustre giureconsulto nel Adelaide a vantaggio dell'anima sua e dei
i 146, per l'illibate di Vallombrosa, con suoi più stretti parenti, con molte rendite,
rendite anche per edificarvi uno spedale e Pallido b' benedettini, con approvazione
pe'lebbrosi, giacché molti di que'secoli e- di s. Gregorio V 7
1 1 e regolamenti; confer-
rano infetti ili tal morbo, non che per soc- mandola pure Urbano II con l'aggiunta
correre i pellegrini aiutandoli a traversa- di privilegi nel 1095, dichiarandola sog-
re la Sima sopra una barca. Contribui- getta alla s. Sede Calisto II nel 2 3. Il 1 1
cislei densi, che formatavi un' abbazia vi Nantelmo, pe'chierici che si volessero se-
rimasero sino a'nostri giorni. L'abbazia di gregare dal secolo; quindi approvata dal
s. Maria di Cavorre o Cavour, fu eretta vescovo Cuniberto con diverse concessio-
nel 1037 con molti beni dal vescovo di To- ni di rendite e di chiese, e confermata da
rino Landolfo, aumentandone l'entrale la s. Gregorio VII con gran piacere, come
contessa Adelaide neh 044, e più ancora tempo nel quale l'incontinenza eia simo-
il vescovo Cuniberto nel 07^, essendone 1 nia del clero teneva in trambusto la Chie-
pure stati benefici i successori Vitellini e sa. Fu arricchita di privilegi da'Papi Ur-
Milone. Divenuta commenda, anche car- bano II, Pasquale 11, Calisto II, Eugenio
Pio Villa soppresse neliSoo in
dinalizia, III, Adriano IV, Alessandro III, Lucio III
tempo del governo francese; ma ritorna- e Celestino III, dichiarandola esente e sot-
to sul trono Vittorio Emanuele 1, il Papa to il patrocinio della s. Sede. L'esempla-
1817, però spogliata della
la ristabilì nel rità de' canonici fece presto divenire la
massima parte di sue rendite. L'abbazia congregazione madre e fondatrice di mol-
di s. Maria di Piaeralo la fondò nel 06 ta colonie iu Francia e ove prò-
\ 1
in Italia,
i
7o T O R TOR
pagarono il culto di Dio e il buon esempio senzioni. La chiesa e il monastero tenu-
de' fedeli. Non essendo abbastanza am- to da'eisterciensi fogliarli), superarono in
pia 1' antica chiesa di s. Lorenzo, fu ne- magnificenza le chiese e abbazie circon-
cessario di fabbricarla più vasta, e se ne vicine: nella chiesa furono sepolti alcuni
fece la solenne dedicazione nel 107.3, col- marchesi di Saluzzo. L'abbazia di s. Ma-
1' intervento di molti vescovi, prelati e ria di Casanova fu fondata da Manfre-
principiatile la contessa Adelaide co'suoi do I marchese di Saluzzo nel 1 1 3o, con
due figli Amedeo e Pietro, la quale fece sufficienti rendite, privilegi ed esenzioni,
poi diverse donazioni all'istituto. Losplen- confermati dal figlio Manfredo 1 1 e da'suc-
dorede'canonici d'Oulx cominciò a oscu- cessori.Fu eretta nella piccola chiesa di s.
rarsi verso il principio del secolo XI V, e Maria della Molta nei confini del borgo
già nel 35o erasi data l'abbazia in com-
1 di Carmagnola, e soggetta sino dal suo
menda a'sacerdoti secolari: possedeva al- principio a'eisterciensi di Stalfarda che ,
nedetto XIV, colle superstiti rendite, in signe monastero delle monache di Cara-
collegiata di canonici secolari, e formata magna Sii fondato nel 1028 dal marche-
la mensa del vescovo di Pinerolo, il cui se Magnifredo II e da Berta sua moglie,
vescovo per concessione pontificia s'inti- in luogo circa 5 miglia da Torino, sotto
1
tola preposto d'Oulx. Quando Pio VI fu la regola di Benedetto, con molle pos-
s.
depoi tatoda'francesi aValenza nel 799, 1 sessioni approvate colle posteriori acqui-
passando per l'abbazia della Chiusa non siate da Onorio III nel 1216. Perduta
potè consolarsi di vedere il cardinal Ger- l'osservanza regolare, pel vivere licenzio-
dil, ed a'27 aprile arrivò ad Oulx dove so dellemonache, l'antipapa Felice V sop-
la neve lo costrinse a fermarsi alle falde presse monastero neli444> assegnan-
il
mòdversionibus illustratimi, Aug. Tau- nuita dell'antiche sue rendite, e priva af-
rin. 753. L'abbazia di 8, Maria di Staf-
1 fatto de' diritti e privilegi episcopali, fu
farda con l'insigne monastero fu fonda- ristabilitada Pio VII nel 18 17 ad una
ta a istanza di s. Bernardo nel territorio commenda. Il monastero di monache del-
di Revello, marchesato di Saluzzo, in ri- l'abbazia di s. Michele della Chiusa già
va alPo e dentro la spaziosissima selva esisteva nel 109 1, poiché in quell'anno
del suo nome, nel 35 per quanto notai1 1 morto l'abbate Benedetto lì, interven-
i\Saluzzo, per opera di Manfredo I mar- nero alle sue esequie le sagre vergini, da
chese del Vasto e di Saluzzo, e di sua ma- lui raccolte e dirette, e tale fu l'acerbo lo-
dre Alice; indi nel 1 4-4 ricevuta da Ce- ro dolore, tanto il pianto, che per quel
1
lestino II sotto la tutela di s. Pietro. Mol- giorno la funebre funzione appena potè
te e grandiose possessioni ottenne da Man- terminarsi. La sede vescovile di Torino
fredo I e moltissime altre ne acquistò poi, molti poderi acquistò sotto i longobar-
ottenendo dall'imperatore Federico 1 am- di, non solo per la liberalità de'privati fe-
pio indulto, che riporta Muletti nella ó7o- deli ch'erano mossi dal sentimento di re-
ria di Saluzzo, Altri e replicate donazio- ligione, ma più ancora perla munificen-
ni ricevè da'marchesi di Saluzzo e da que' za de'duelii torinesi, e segna la mente d'A-
di Busca, da'principi di Piemonte, e da' gilolfoi." duca di Torino, poi re de'lon-
conti di Savoia Pietro, Amedeo IV, Fi- gobardi, e di Teodolinda sua piissima con •
lippo d'Acaia e altri, insieme a larghe e- sorte: queste rendile si accrebbero assai
TO R TOR 1
7 1
tolto i principi longobardi successori, da' lo, di Celle, di Revigliasco, di Castel vec-
quali ebbero i vescovi grandi feudi, si- chio, di Montosolo, di Triiilàrello , del
L'iiorte e privilegi, nel possesso de'quali fu- Sabbione e parecchi altri, ora più, ora me-
rono confermati dagl'imperatori germani- no, secondo le vicende de'tempi. I prin-
ci. Prima deliooo esercitavano signoria cipali erano investiti coli'anello e colla spa-
*u Chieri e sopra molti de'circostanti vil- da; gli altri con un bastone o un libro.
laggi, poiché Ottone III imperatore, ricer- Tutti rendeangli omaggio e giuravangli
calo da Amizzone I vescovo di Torino, fedeltà, secondo l'usanza, eolie mani giun-
che si degnasse per la ristorazione della s. te e riposte ha quelle del vescovo, inter-
Chiesa di Dio, e per l'onore di s. Gio. Bat- veniente fìrfelitatis osculo. Fra'diritti cu-
tista, al cui nome la cattedrale è consa- riosi che il vescovo di Torino usava riscuo-
grata, di confermare alla medesima tutte tere, farò memorie d'un toro annualmen-
le cose e proprietà sue, nomina nel diplo- te dovutogli dal monastero di s. Mauro,
ma che ne spedì, fra le altre terre, quelle d'un porco che monastero di s. Soluto-
il
di Cavi, Canova, Celle, Testona ed Ale- re era similmente tenuto a dargli, e d'un
guano. In segno del potere e della mag- somiere, di cui lo stesso monastero docce
gioranza che esercitavano vescovi tori- i presentarlo quando si apprestava a caval-
nesi, già neh 180 sussisteva un'alta torre car verso Roma. Ma sebbene vescovo di il
Martino di Stellone, delle pievi di Bari- Vittore IjConfusocome già dissi con s. Vit-
liano e di Moutegiove, di Vergnano e di tore 11 chesuccedettea s. Massimo Indub-
Rutila, sia pel feudo di Moncucco, per bio però senza fondamento, come nota
quello di Val della Torre e per la cura- l'Ughelli, poiché nel 3 1 1 s. Vittore I sot-
ria de'due mercati di Chieri,. della qual toscrisse gli atti del concilio romano in ta-
terra il vescovo avea nel secolo XI prin- le qualità. Veramente noti si conosce tale
cipal signoria, come l'avea nel secolo se- concilio, e in tale anno soltanto due con
guente in Torino, sebbene non lai clas- certezza furono celebrati in Cartagine.
se molto a fuggirgli di mano. Riconterò L'intervento quindi al concilio di Roma
ancora i visconti di Bai-atonia per Ben* dovrà ritardarsi al 3 Papa s. Mei-
1 3, in cui
Ionia, Yiù, Lemie ed lisseglio, signori i chiade 1' adunò nel palazzo Lateranense
di Lanzo per Lanzo. Infine ciascuno pei datogli da Costantino I, in cui fu condan-
feudi di cui pigliavano il nome i signori di nalo Donato vescovo capo de' donatisti.
Montati», di Scatena, di l'iobesi, di Alpi- Nel 385, secondo il can. Bima, fu i.° ve-
guano, di Rivoli, di Monlaldo, di Rival- scovo di Torino s. Massimo /dottore di
la, di Cordua, di Osterò, di Polmoucel- s. Chiesa, che nella biografia ripetendo il
,
furono uno o due. Nell'oscurità in cui sia» gregge dall'infezione dell'eresie, che dira-
ruo delle gesta di s. Massimo,il p. Bruni di mate dall'oriente numerose serpeggiava-
Cuneo, insigne editore delle dotte sueope- no, singolarmente ne' manichei, origeni-
re, volle ricavarle dalle medesime, alqu.il sti, nesloriaoi, eutichiani; errori tutti che
di vita mento uniformandosi il p. Semeria combatteva negli eloquenti suoi sermoni
Dedarò un cenno. Di sua patria e educazio- e ne' privali colloqui; distinguendo i veri
ne (ulto è incerto; lo si dice nativo d'E- da' falsi dogmi, raccomandando l'abbor-
truria del Piemonte e segnatamente di
, rimenlo d'ogni errore e di professare la
Vercelli: l'Ughelli lo vuole istruito nelle purità della fede, l'ubbidienza alla s. Se-
lettere e diretto nella pietà da Wilibcr- de, e l'osservanza de'precetti di Dio e della
go vescovo di Mastricht o di Utrecht, il Chiesa, non che la santificazione delle fe-
quale non conobbero né i Sammartani ste. Queste ripetute rimostranze, dotte e
nèTillemont. Il p. Semeria ritarda il prin- zelanti, produssero ottimo elfetto ne' to-
cipio del vescovato dis. Massimo 1 al 4 5
' rinesi, più sovente frequentando la basi-
circa, e perciò dopo il concilio di cui patto lica e più assiduamente ascoltando la di-
lerò dopo queste notizie del santo. Posto vina parola. Quanlo vado a riferire, per
da Dio in questi tempi a illuminaree reg- le epoche non si accorda col can. Bima,
gere la chiesa di Torino, perito nelle di- bensì con l'Ughelli, perchè il r .° fa morto
vi ne Sci itti ire, primo suo studio fu di sban- s. Massimo a'i5 giugno del 4 2 °> e g'*
I
dire tri 'diocesani tutte le superstizioni, le dà per successori nel 4 2 ' Amatore e nel
qual. in molli rimanevano profondamen- 4^o s. Massimo II, ambeduenon registrati
te radicate. Molto più ebbe a faticare per da Ughelli. Afferma il p. Semeria che s.
togliere l'inveterata usanza delle masche- Massimo I intervenne nel 4^i a concilio
'
caie colle proprie mani, detestando inol- Leone I. Ritornato nella diocesi intese con
tre le parole sconcie e oscene che si pro- sommo dolore che i torinesi nella sua as-
ferivano. Non meno delle superstizioni de' senza aveano cessato di frequentare le sa-
torinesi dava fastidioas. Massimo I quelle gre funzioni, onde li esortò ad emendarsi
de'contadini, poiché discacciata l'idolatria ed a riflettere, che se non vedeano in chie-
dalie colte città, ancor rimaneva dispersa sa la sua persona, sempre vie presente il
ne' villaggi e nelle campagne; e quivi la Salvatore vescovo di tutti i vescovi. A ri-
plebe adorando l'antiche profane deità, parare poi gli abusi e gli errori insorti ,
rovina e di sangue. Non tralasciarono in- lino e quello di Reims, tanto inlima che
tanto di premunirsi con forti riparazioni andando un canonico torinese a Reims,
'
intorno le mura e le porte della città. Nel e viceversa un canonico di quella metro-
comune abbattimento il vescovo radunati polilana venendo a Torino, piglia posto
i cittadini, e con l'autorità d'un uomo di canonicale in coro e percepisce le consuete
[ Dio. con l'affetto di padre, ravvivò lo spen- distribuzioni. La morte di s. Massimo I
to coraggio, lutti esortando a riporre in credesi avvenuta a'25 giugno del 47° a'
Dio una piena confidenza, e più che alle più tardi, in Collegno che soleva fieqien-
umane difese fortificar la patria colle o- tare, ignorandosi il luogo della sepoltura,
razioni, i digiuni e la penitenza, e sareb- rimasta ascosa per salvarne lesaute reli-
bero restati salvi. Come predisse s. Mas- quie dall'incursioni de'barbari che in di-
simo I al suo popolo, Aitila non entrò in versi tempi penetrarono nel Piemonte, ed
Torino, anzi cittadini prosperarono di
i anche per assicurarle dal fanatico fi ".-ore
cu, sione furono minacciati i torinesi nel ste dell' anno, molti santi e diversi sog-
455, a cagione di Genserico re de' van- getti di bella morale. Credo opportuno di
dali. che dall'Africa era venuto a impa- qui ragionare del concilio provinciale ce-
dronirsi dell'Italia. Sebbene il suo fui ore lebrato nella basilica di Torino sulla fine
non fosse meno terribile di quello d'Ai- del IV secolo, o come altri vogliono al co-
t ila, tuttavia i cittadini, nella precedente minciar del V,poichè si attribuisce al 397,
'
invasione preservali, mosti aronsi più do- al 3t)8, al 4°°» a '
4 QI a 22 settembre e
I cili alle parole del santo loro pastore; la anche più tardi, lenulo da'vescovi italiani
stiuge fu weina , ed essi ne audarouo e- ad istanza de'prelali delle Gailie per ter-
1
74 T ° R T o R
minare le questioni insorte tra loro, opre- re suo merito, e non come un diritto alla
cipuamente le differenze sulle pretensioni sua sede; che però dopo la sua mortele
del vescovo di Marsiglia contro la metro- cose ritornassero nell'ordine connine, e
poli di Aix, e tra'vescovi di Vienna e di in fatti ne fu poi primate il vescovo d'Aix.
Arles intorno alla primazia, ed alcuni di Simplicio primatedella provincia di Vien-
essi v'intervennero per comporre più fa- na, per una limile pretensione, credeva
cilmente le controversie. Siccome Torino d'avere i diritti metropolitani sopra il ve-
dipendeva allora dalla metropoli di Mi- scovo d' Arles, che dal canto suo dichia-
lano, così viene creduto che s. Simplicia- rava di non volerne essere suffraganeo ,
no vescovo di Milano lo facesse radunare, appartenere anzi alla sua sede la dignità
e pare che vi fossero presenti 20 vesco- primazia le, per esser egli successore di s.
"vi. Il p.Semeria propende che si celebrasse Trofimo, il quale ne' tempi apostolici a-
nel 4oo e ne riprodusse i canoni ,
quali vea portato a tutte quelle provincie il lu-
trovansi nella collezione del p. Labbé nel me del vangelo. Il concilio di Torino, giu-
t. 3, e in quella d'Arduino nel t. 2, olire dicando non abbastanza fondate le ragio-
il parlarne diversi gravi autori; perciò dis- ni del vescovo d' Arles, decise doversi e-
se egregiamente il p. Semeria,di non me- saminare quale delle due città conteuden-
ritaie seria confutazione le strane e in- ti, se Arles o Vienna, avesse diritti di i
giuriose asserzioni d'Eugenio Levis, che metropoli nell'ordine civile e politico: ri;
uè Saggi deW Accademia degli Unani- conosciuta sotto questo rispetto la città
mi, osò pretendere di dichiarare, la sto- metropolitana, il suo vescovo fosse il pn-
ria del concilio diTorino non essere ap- mate di tutta la provincia, con facoltà di
poggiata a sicuro fondamento, e che non consagrare i vescovi e visitar le loro chie-
uno ma due concili! furono celebrati in se. Soggiunsero però i padri del concilio,
Torino, il i.° nel cader del IV secolo, il che per l'amore della mutua pace e ca-
2.° nel cominciamento del V, e circa 4 hi- ri là, tanto necessaria particolarmente nel
stri tra loro intermedia La lettera sino- ceto episcopale, potrebbe frattanto ognu-
dale contiene Sarticoli, che sono tanti de- nodiessi.in qualità di metropolitano, vi-
creli sopra le vertenze proposte e discusse sitare le chiese più vicine alla propria dio-
nel concilio. Il l.° riguarda Proculo ve- cesi. Conformemente a questo saggio de-
scovo di Marsiglia, il quale sebbene della crelo , i due vescovi di buon accordo si
provincia di Vienna nel Delfinato, pre- divisero tra essi la provincia, ed ebbero
a
tendeva d'essere metropolitano della 2. ciascunosimil diritto e tilolo:equestacon-
Narbonese, adducendo per ragione, che venzionesi conservòinvariabilmenled'al-
a
le chiese della 2. provincia di Narbona lora in poi sino alla torbida rivoluzione
dipendevano ne'tempi anteriori dalla se- di Francia, sulla fine del secolo scaduto,
de di Marsiglia, che ne a vea ordinati i pri- Al concilio inoltre si portò l'affare de' ve-
rni vescovi. Invece sostenevano i vescovi scovi Ottavio, Ursione, Remedio o Remi*
narbonesi, non dover riconoscere per me- gio, e Triferio, che dicotisi della 2/ prò-
tropolitano colui che reggeva un' altra vincia Narbouese, accusati d' aver eom-
provincia. Volendo il concilio conformar- messo diverse gravi mancanze nelle sagre
si agli statuti de' canoni antichi, e rista- ordinazioni. Non negarono essi le colpe
bili re la pace fra le chiese dissidenti, ven- di cui furono accusati, ma si scusarono
ne a un temperamento giudizioso, oidi- con dire di non esser mai stati avvertili
nanclo che Proculo conseguirebbe bensì dell'errore con qualche monizione. Que-
la primazia che domandava, ma ciò so- sta scusa fu accettala, e però non fu loro
lamenlea titolo d'un privilegio personale, alcuna pena; bensì venne ordinalo
inflitta
da concedersi alla sua età e al particola- per l'avvenire, che quando alcuno toruas-
T O R T O R i
7a
se a violar gli antichi decreti della Chiesa, gio dall'accuse intentate da Lazzaro »e-«
cilio;che rispetto a' sacerdoti fuori delle can. Birna nel \i dà per successore a s.
1
fermò la sentenza pronunziata dal vesco- zio apostolo e vescovo d'Irlanda, però su
vo Triferio contro il prete Esuperanzio, questo santo va letto tale articolo; quindi
che avea oltraggiato il suo pastore, e con- registra nel 45os. Massimo II, che scrisse
ilo Palladio semplice laico, che avea ca- in detto anno a'padri del concilio di Co-
lunnialo il sacerdote Spano. Si riservò a stantinopoli, raccomandando la sua chie-
Triferio la facoltà d'usar grazia ad Esupe- sa; e nel 4y5s. Vittore 11 legato al redi
senti al concilio,trovai onsi quelli di Felice se dal 476 al D02, a'tempi d'Odoacre re
vescovo di Treveri,il quale era stato ordi- de«li ertili, che entrato in Italia distrus-
nato dagl' Ilaciani. Papas. Siricioe s. Am- se nel 476 l'impero romano d'occidente
brogio (a cui nel 397 era successo s. Sim- in Ravenna, ove assalito da Teodorico re
pliciano nella sede di Milano), non sola- de'goli e ucciso, questi nel 49^ gli de-
mente aveano ricusato la comunione di cesse nel regno d'Italia giàda'goti invasa.
lui, ma dichiarato inoltre, che avrebbero Il vescovo s. Vittore ornò e ingrandì in
ricevuto nella comunione della Chiesa tut- Torino la basilica de'ss. Solutore, Avven-
ti coloro che da esso si fossero voluti sepa- tore e Ottavio martiri, ed a lui il p. Se-
rare. Lettere di s. Ambrogio e di s. Silicio meria attribuisce la memorata legazione
furono lette nelconcilio alla presenza de' a Gondebaldo, insieme al vescovo di Pa-
deputati di Felice e unanimemente ap- via s. Epifanio, e al compagno di questi e
provate, quindi secondo le medesime fu poi successore Ennodio. Imperocché re-
s.
stabilito, che la comunione della Chiesa gnando Gondebaldo in una parte della.
non si concederebbe mai a quelli che per- Borgogna, delLionese, delDelfìnato, del-
sistevano nella comunione di lui. Gli ul- hiSvizzera e dellaSavoia, ardendo la guer-
timi canoni del concilio di Torino concer- ra in Italia tra Odoacre e Teodorico, sce-
nono due altri punti di disciplina ecclesia- se Gondebaldodall'Alpi verso il 490chia-
stica, cioè la proibizione fatta a' vescovi di mato da un de'due, ma reputandosi de-
ammettere nella propria diocesi i chierici luso da entrambi, si vendicò sulle contra-
ed i sacerdoti che da un altro vescovo fos- de di Liguria e di Piemonte, che devastò
sero stati scomunicati , e di promuovere orribilmente, conducendo via una mol-
agli ordini maggiori quelli che avessero titudine d'abitanti in ischiavitù nel pron-
ricevuto illecitamente i minori, o che nel to ritorno che fece al di là de'monti. Non
tempo in cui erano addetti al servizio de- andò immune Torino né Milano da que-
gli altariavessero conosciuto una donna, sta desolazione, sebbene passasse sopra le
da cui fosse nata prole. Questo canone si due città qual nembo di procella stermi-
saggio fu poi confermalo dal concilio di nati ice. Teodorico barbaro conquistato-
Iliez nel 4^9» e da quello d'Orleans nel re e saggio regnante, mostrava sebbene a-
i'\
\ 1 .
Il 7. e l'8.° regolamento furono re- riano una certa riverenza al clero catto-
lativi ad oggetti di semplice disciplina ec- lico esegnatamentea s. Epifanio, che fr«'
clesiastica. Inoltre il concilio sgravò s. Cri- vescovi d'Italia distingueva*! per virtù e
i
7 6 TOH TOR
dottrina. Recatosi in Ravenna s. Epifanio dopo 3 giorni
telligenza e acceso di febbre
con Lorenzo vescovo di MilariOj otten-
s. morì con gran terrore de'presenti e de'più
ne da Tcodorico perdono a quelli che a- lontani. Nel 572 o prima per quanto ri-
veano impugnato l'anni contro di Ini. Il ferirò, fu vescovo Ursicino al dire del p.
re inoltre incaricò s. Epifanio di recarsi Semeria, o nel 58o secondo I' Ughelli e
nelle Gallic da Gondebaldo, per negoziar il can. Bòna, di canta vita C moltissimo tra-
il riscatto degli schiavi fatti di qua del- vagliato da'barbari de' suoi tempi. Con-
l'Alpi, a spese del regio erario. Accettato viene sapere, che Narsete dopo aver vinto
l'incarico, fu permesso al santo di pren- e cacciato dall'Italia i goti dominatori, e
dersi a compagno nella legazione s. Vit- ripristinata nella penisola l'autorità de-
tore vescovo di Torino, comechè risplen- gl'imperatori di Costantinopoli, disgusta-
dente di tutte le virtù. Giunti i vescovi a to pel suo richiamo e motteggi, invitò ad
Lione, il loro venerando credilo e l'elo- occuparla nel 568 Alboino re de Lo rigo-
quente perorazione di s. Epifanio, otten- bariti (P^-). Una schiera di essi nel prin-
nero daGondehaldo la gratuita liberazio- cipio del 569 passò nel Vallese, e Tanno
ne di tulli gli schiavinolo il re esigendo un seguente longobardi e sassoni uniti ad essi
piccolo prezzo pe' presi nel calor delle bat- s'inoltrarono al di là dell'Alpi Cozie; i lon-
taglie^ tornarono con essi trionfanti in I- gobardi sino ad Embrun, i sassoni sino
talia tra le universali benedizioni, avendo a Riez. Discacciali i sassoni, ri valicarono
pure pacificalo due re. Nel 5o il vesco-
i i l'Italia, e verso il 571 divisi in due per
vo Trigidio sottoscrisse il sinodo romano le vie d'Embruu e Nizza, ripassarono le
di s. Simmaco, e secondo Ughelli anche Alpi con riunirsi sulle terre di Borgogna,
quellodel 5o2. II can. Statagli dà per suc- il cui re Gnntrauo li vinse, e nella pace
cessore Pelagio del 526, la cui memoria ottenne da loro nel 576 le valli e le città
trovasi in una lettera di Papa s. Felice di Susa e di Aosta. I longobardi ch'eransi
III dello IV. Rulfo I del 535, o del 55o, proposti di dividersi tra loro il dominio
secondo il can. Dima e l' Ughelli, questi d'Italia, già fin 5y5 per l'interregno eles-
diceche erroneamente gli fu sostituito A- sero 36 duchi, e fatta tregua co'romani
gnello,il quale non di Torino,ma di Tren- condussero il loro esercito nella Gallia Ci-
to fu vescovo.Nel 55o il can. Rima riporta salpina, che poi per loro prese il nome di
nel 553 scritta da' padri del concilio di d'Ivrea e di quelle altre città e terre, che
Costantinopoli. In tale anno narra Giof- giacciono dall'una e dall'altra parte del
fredo nella Storia delle Alpi Marittime, Po, ovvero che riguardano l'Italia alle fal-
che Torino fu assalita da Sisualdo re de' de dell'Alpi Cozie, Graie e Perniine, e dal
breuti, già detti eruli, il quale ribellatosi Piemonte passarono in Provenza. Quindi
a Teia re de'goti, all'improvviso piombò Torino fu dichiarata capitale d'uno de'
sulla città e su Ivrea, dando il sacco al Ca- 4 ducati principali longobardici. 11 lon-
navese. Il p. Semeria parla d'un soloRuf- gobardo Agilulfo ariano fu fallo i.°duca
fo del 56o, rammentato da s. Gregorio di Torino, ch'ebbe a successore 1' ariano
di Tours, per esser andato in Moriauasua Arioaldojiion però quando nel 590 o nel
diocesi a venerar le reliquie di s. Gio. bat- 5q sposando Teodolinda divenne re de'
1
setta in cui erano rinchiuse,perdè ogni in- di dette invasioni il vescovo Ursiciuo tu
T O R TOR 177
barbara me ri le fatto schiavo,battuto, spo- appartenesse alla diocesi di Torino, per
gliato de'beni suoi propri e di quelli di sua le ragioni che adduce; e crede che le par-
chiesa, condotto via prigioniero; e final- rocchie staccate per violenza dalla diocesi
mente rapitagli una porzione di sua dio- torinese e unite alla sede di Moriana, fìs-
cesi, cioè di quella che possedeva al di là sero nelle valli di Susa e Lnnzo. In que-
dell'Alpi, fu costituito in essa un nuovo sto tempo regnava ancora sul trono de'
vescovo per nome Felmassio, di s. Gio- longobardi il re Agilulfo duca di Torino,
vanni di Moriana (ne! quale articolo con checollapiaTeodolinda fabbricò il duomo
Commanvdle dissi eretta la sede in epo- di s. Giovanni, e protessero i cattolici. Il
ca anteriore, il che non sembra per quan- suo regno fu vantaggioso pel Piemonte,
to vado narrando), e ciò per opera del re tenendo lungi da'suoi confini le guerre,
di Borgogna e per quanto rimarcai più né avvi a suo tempo memoria di disastro
sopra; perchè Gontrano fatta fabbricare o tumulto, neppure dall'Alpi sino alla fo-
una chiesa per le suddette reliquie, indi ce del Tesino o alle rive del mare ligu-
radunatomi concilio a Chalons vi fece sta- stico. menzione di s. Co-
Conviene qui far
bilire il nuovo vescovato. Tanti enormi ol- lombano fondatore del celebre monaste-
traggi, venuti a cognizione di s. Gregorio ro di Bobbio, e riconosciuto da' torinesi
I, mossero il suo animo a prendere la più ili." patriarca degl'istituti monastici fon-
forte difesa di Ursicino, ma pare, come già dali nella contrada; perchè mosso dallo
notai, senza felice riuscita. Sembra quindi spirito di Dio, passò le Alpi con alcuni suoi
al p. Semeria, che Ursicino morisse ili.° compagni e si recò nella diocesi di Tori-
di febbraio del 600
Torino o v'era tor-
in no, ben accollo da Agilulfo che gli per-
nalo. Nel i845iu Torino il dotto cav. Lui- mise di eleggere ne'suoi stati quel luogo
gi Cibrario pubblicò, Notizie (VI rsicino che gli fosse più a grado per dimorarvi
vescovo di Torino nel secolo TI. Eru- co'suoi monaci; ed egli scelse il paese al-
ditamente narra tutto quanto appartie- lora deserto di Bobbio posto tra gli A- ,
ne alle vicende di questo pastore, e del- pennini presso il fiumeTrebbia,ed ivi ap-
l'importante ritrovamento del suo sepol- punto fondò l'abbazia che divenne sì fa-
cro nel i843 negli scavi fitti sotto l'andi- mosa per la moltitudine de'santi ede'dotti
to che mette al cortile del palazzo nuovo che vi mentre perl'opera di Gio-
fiorirono;
del re, essendo stato probabilmente tumu- na nativo degno discepolo e bio-
di Susa,
lato nel primitivo duomo; pubblicandoal- grafo di s. Colombano, e uno de'rari let-
tresì la lapide di marmo bianco rotta in terati del suo tempo in Italia, si propagò
più luoghi con fac-simile,e dicendo che le l'istituto monastico anche nel Piemonte,
venerande ossa trasportale nella cattedra- e le sue prime colonie sotto la regola di
le, doveansi allogare dall'attuale arcive- s. Benedetto cominciarono a ravvivare la
diTorino Gari baldo, uomo malvagio, tra- ploma di restituzione e donazione,ne rein-
ditore perfidissimo, seminatore di fatali tegrò Papa Giovanni VII. In che consi-
discordie, onde per gl'iniqui suoi maneg stessero, con diretto dominio temporale,
gi Grimoaldo 1 duca di Benevento ucci- varie furono le opinioni, come rilevai nel
vi un torinese di sveglialo ingegno e pron- del Piemonte; altri che fossero beni allo-
to di mano, il quale ritiratosi in patria diali e possessioni ; Anastasio Biblioteca-
serbava un vivo desiderio di vendicare il rio, domimi e giurisdizioni con sovrani-
suo signore. Per eseguire a colpo sicuro tà; e il conte Balbo, gli A pennini che so-
colla manca a una colonnetta,tenendo col- buon re educa diTorino neaggiunse altre .
la destra il ferro sotto alle vesti, che lun- La diocesi di Torino, sulla fine delI'VIII
ghe e ampie portava alla foggia de'lon- secolo, fu la 1 ."spettatrice e partecipe d'u-
gobardi, nel punto che il principe trapas- no de'più celebri avvenimenti della sto-
sava la porta del duomo, vibrò un gran ria, cioè dell'ingresso di Carlo Magno in
colpo e gli tagliò il capo. Ma subitamen- Italia, superate le Alpi, che poi fu fonda-
te dal seguito del duca venne pure am- tore d'un nuovo impero. 1 Papi molesta-
mazzato di moltissime ferite il sacrilego li dagl'imperatori di Costantinopoli, da-
e vendicativo uccisore; spettacolo orribi- gli esarchi di Ravenna, dalla potenza dei
lissimOjChe bagnò il pavimento della chie- longobardi, e dalle discordie de' principi
sa di doppio sangue, cambiò in profonda italiani; amareggiati da nuove vessazioni
mestizia la gioconda solennità, d'inaudi- cagionate da Desiderio re de'longobardi,
ta profanazione riempi il tempio del Si- più volte ricorsero e con successo al soc-
gnore, e lutti i cittadini d'alto raccapric- corso di Francia. Minacciata anche Roma,
cio.Per lo spazio di circa due secoli, do- dovette Adriano 1 invocar l'aiuto del re
po Ursicino, non si trova di sicure noti- de' franchi a difesa della chiesa romana t
zie, che il vescovo Rustico, il quale inter- de'suoi domimi temporali. Carlo Magno
vcnneal concilio romano celebralo da Pa- esaurì le vie di conciliazione per indur-
pa s. Agatone nel 679, secondo il p. Se- re Desiderio olla dovuta soddisfazione
meria. Però il Meiranesio, riportato dal verso la s. Sede, e di tralasciare d'esser-
cò che il Meiranesio pure lo riconobbe per dunanza de'franchi a Ginevra (della qua-
tale. Godeva la s. Sede tra' Patrimoni le riparlai meglio a Svizzera), divise 'l'e-
della chiesa romana, innanzi s. Grego- sercito in due, l'una parte sotto lo zio pel
rio 1, quello àeWAlpì Cozie, (V.), le qua- Gran s. l'altra condotta da Ini
Bernardo,
lioccupate poi da' longobardi, o dal re pel Moncenisio. Contro il re corse Deside
Rotali duca di Brescia, o da persone pri- rio, e prese posto alle Chiuse in vai di
vate, furono inutilmente reclamate da' Susa, presso il luogo ove fu poi eretta la
T OR TOR 179
chiesa ahbaziale di s. Michele, sforzando- zionc, e specialmente di stirpe reale. Do
si di chiudergli il passo; indi a un trailo pò il vescovo di Torino Rustico, POgliel-
preso da spavento si ahhandonò a preci- li successivamente riporta Claudio I,Clau
pitosa fuga, nella quale inseguito da'fran- dio 11 e Claudio III, indi Lancio. Invece
chi perde molti de' suoi. In questo gran il can. Bima registra nel jryo Claudio I
successo, onde venne la mutazione d'Ita- Porro, nell'800 Andrea, nell'820 Clau
lia, anzi poi il nuovo andamento di tutti dio li spagnuolo e iconoclasta, nell'83?.
gli affari d'Europa per molti secoli, Car- Virgario, nell'85o Regniamo fondatore
lo Magno vi riconobbe manife>tamenlela de'canonici di s. Giovanni, nell'8^-3 Clau-
possente mano di Dio. Il suo esercito pas- dio IH Seyssel, nell'878 Amuloo Amu-
sò per una via per la quale credesi che Ione I, e nell'887 Lancio. Ciò premesso,
non ve n'era mai passato altro, coperta di continuo a procedere col p. Semeria nel-
nevi e di mille pericoli, mentre tutte le la seguente serie, dalla quale si rileveran-
schiere longobarde fuggivano impaurile no le diversità. Circa l'anno 780 fiorì il
senza trar colpo. I popoli italiani conob vescovo Reguimiroo Piegnimiro, insigne
bero in lui un liberatole mandato da Dio, per [lieta, disinteresse e decoro del sacer-
e pe'primi ne giubilarono che i torinesi, dozio e di sua chiesa: assegnò a'suoi sacer-
gli andarono incotrtroe riceverono con fe- doti la curadidiversechiese,dtntro la cit-
ste singolari entro le proprie mura. San- tà e nel circonvicino territorio per la mag-
tificò Carlo il suoi .'ingresso in Piemon- giore utilità del popolo; li radunò inuna
te, con concedere al monastero di Nova- casa a vita comune, prescrivendo loro sag-
lesa immunità e privilegi grandissimi ai gi regolamenti, onde corrispoudessero con
i5 marzo, epoca gloriosa del suo arrivo. merito alla loro vocazione, e facessero con
Giunto a Pavia, vinse Desiderio, lo fece ordine il servizio divino,massime nella ha-
prigione e die termine al regno longobar- silicadel ss. Salvatore ossia di s. Giovanni,
do in Italia , la quale con Torino e sua e per l'onesto loro sostentamento conces-
provincia passò in potere di Carlo Magno. se ad essi molte terre e il diritto delle de>
Da'longobardi è vero che s'introdussero cime in diversi luoghi, ciò che confermò
tra'torinesi diversi abusi, i duelli, le pro- e ampliò poi nelio4/Con diploma l'im-
ve o giudizi di Dio. e varie altre super- peratore Eurico 111. In breve^ il vescovo
stizioni, ma grandi furono i vantaggi che Regiiiniiro fondò la canonica e il chiostro
portarono al costume. Presso di loro le a'sacerdoti del suo clero, uè ordinò le sa-
donne erano sempre sotto tutela, cioè del gre funzioni nelle basiliche, e di molti be-
padre o del suo più vicino parente, e fi- ni li dotò, affinchè fossero interamente oc-
nalmente del marito; né potevano senza cupati de'doveri del santo miuistero e non
il consenso del loro curatore disporre del- disturbati dalle cure temporali. Né deve
le proprie cose. Questa dipendenza delie meravigliare diedi tante terre dispose da
donne, u^ata anche da' romani in tempi padrone, giacché la sede episcopale di To
migliori, era presso de'longobardi di gra- lino da'duchi e re longobardi era stata di
ve interesse a mantenere la pubblica one- molto arricchita. Andrea fu vescovo cir-
stà.I longobardi conquistatori s'incivili- ca il
799, memoria nel necrolo-
di cui è
rono rapidamente, da pagani e da eretici gio de'canonici, e in un placito tenuto in
ch'erano, conosciuta la verità, abbtaccia- Pavia da Carlo Magno, in tempo ch'era
rono la fede cattolica, e dierono lumino- A e di Francia, e non ancora imperatore,
si esempi di pie largizioni, nella fondazio- alla quale dignità venne elevato in Roma
ne e anip'iazione di chiese e monasteri. da s. Leone III nell'800, quando il Papa
Generosa e sincera fu la pietà de' longo ripristinò l'impero d'occidente. Di più al-
bardi d'ambo i sessi, d'ogni età e condì tri vescovi torinesi trovasi menzione neh
j8o TOR TOR
l'indicalo necrologio, e segnatamente eli tori a combatterne gli errori, riprovati dal
Rustico,chesi potrebbe assegnare all'8oo. concilio di Parigi dell' 825; ma egli al-
Indi Claudio 1 dell'820 circa, spagnuolo tero e pertinace morì nell'errore senza
e discepolodi Felice vescovo d'LFrgel, che ravvedimento nell'83o, restando la sua
recatosi in Francia fu fatto cappellano di memoria esecrata nella chiesa cattolica. I
crilega abbominazione il culto de' santi, Amolone, ma non Io dice Amulo II co-
perchè coli' onorarli pretendeva di to- me vuole il can. Bima che lo registra al-
gliersi a Dio la gloria ch'egli solo merita. l'8q6. Essendosi rivoltata contro di lui la
Questi ingannevoli insegnamenti predi- cillà di Torino, la quale non solo nel re-
cando continuamente, né vedendo perciò gimespirituale, ma molto ancora nel tem-
che il clero e il popolo cessava, secondo porale gli era soggetta, fu costretto a fug-
il vero senso della Chiesa, d'onorare e in- gir dalla sua sede e starne lontano per un
vocare! santi e venerarne le reliquie, tol- triennio; ed in questo tempo, per suo sug-
se alle chiese tutte le sagre immagini, rab- gerimento, fu ucciso Lamberto imperato-
biosamente spezzò le statue e gitlò a ter- re e re d'Italia (morte che altri dicono av-
ra lecroci degli altari. Ne'di vini utìizi sop- venuta nell'898), mentre in una foresta
presseli nomede'sanli, abolì le loro feste, divertivasi alla caccia. Pacificate le tur-
e vietò i lumi nell'ecclesiastiche funzioni. bolenze civili, Amolone tornò a Torino,
Riprovò i pellegrinaggi alle tombe de'ss. ove prevalendosi di sua autorità laicale
Pietro e Paolo, e rinnovò l'eresie di Vigi- per castigare la città ri voltosa,fece distrug-
lanzio, d'Ario e di N esIorio intorno alla di- gere la nobile corona di mura che la cin-
vinità del Verbo. Il vescovo fu perciò de- geva, le molte e alte torri, e tutti guer- i
nominalo Y Iconoclasta, di venne l'obbro- reschi propugnacoli, che fra le altre cit-
brio de'torinesi e de' vicini; i canonici ri* tà d'Italia larendevano forte e superba.
corsero alla s.Sede, onde Papa s. Pasqua- Queste cose narrate dalla cronaca di No-
le 1 si mostrò fortemente sdegnato con- valesa,e credule dal Tesauro nella sua Sto-
tro l'empio novatore: in Italia, in Fran- ria di Tarinole mette in dubbio il Mei-
cia e in Germania Dio suscitò più scrii- 1 anesio, almeno l'uccisione di Lamberto,
T OR TOR 181
poiché lo storico Luitprando racconta di- limenti, e die loro a uflìziare la chiesa di
versamente la morte di Lamberto. Nel s. Andrea. Si stanziarono monaci in To- i
Pavia e sottoscrisse la donazioue che Be- no fu quella di s. Secondo duce della le-
rengario I re d' Italia fece alla chiesa di gione tebea, martirizzato nel castello di
Vercelli dell'abbazia di Michele di Lu» s. Viclirailio, o in Ventimiglia secondo il
cedio. Nel qo6 Villelmo o Uliehno o Gu- martirologio romano , non perchè vera-
glielmo Il visse ne'lempi infelici, ue'qua- mente ivi successe, ma per le ragioni scrit-
li i Saraceni penetrati in tale anno nel te dal p.Semeria e per possederne il ca-
Piemonte, portarono alle chiese e a'mo- po ottenuto da un vescovo da' monaci.
nasteri una grandissima desolazione, che Questi inoltre recarono in s. Andrea diTo-
descrive Reinaud, Invasioni dew Sarra- rino le reliquie di s. Valerico abbate pa-
zins eri Fraiice, Parisi 836. 1 saraceni o trono della città, eletto in occasione d'u-
arabi, cosi detti perchè uscirono dalla cit- na pestifera epidemia, già da Carlo Ma-
tà di Sara nell'Arabia, devastavano pae- i gno da Amieus fatto trasportare alla No-
si e viveauo di rapine, penetrati in Pro- valesa. Fu scritto che il vescovo Gugliel-
venza furono a portata di poter nuocere mo II restò sospeso per 3 anni dalla sede
all'Italia, che cominciarono a infestare, di Turino, per decreto del Papa e di mol-
specialmente la spiaggia ligustica. Inoltra- ti vescovi radunati a concilio, ma pare co-
tisi nell'Alpi marittime per la via di So- sa non abbastanza provata. Morì poco do-
spello, e traversato il Tenda, di-
colle di po il 920, ma non è vero che gli succes-
po altre invasioni , entrarono saraceni i in cui fece una permutazione di alcuni po-
nella diocesi di Torino nel qual tempo
, deri cogli abbati di Novalesa, e credesi che
ossia sul fiue del secolo IX o sul principio abbia cessato di vivere nel 960. Alla sua
del X eravi creato il governo d'una Mar- epoca morì in Torino Lotario re d'Italia,
ca, che conteneva i contadi di Amiate, di che figlio d'Ugoue nel q47 celebrò le noz-
Bredulo, di Albi e di Asti, oltre a quello ze con Adelaide figlia di Rodolfo II re del-
di Torino, verosimilmente soggetti ad es- la Borgogna Transjuraua. Vennero da Pa-
sa Marca, che fu chiamata lai/ Marca via i reali coniugi a soggiornare per al-
d'Italia, di cui porta e ingresso era Susa. cun tempo in Torino, ed in questa citlà
Oltrepassando i saraceni la diocesi torine- l'ottimo marito dopo 3 anni terminò di
se, e più oltre ancora, saccheggiando dap- vivere a'22 novembre 930, forse di vele-
pertutto, penetrarono nel monastero del- no propinato da Berengario marchese d'I-
la Novalesa operandovi orribili guasti e vrea e poco dopo re d'Italia e imperato-
crudeltà che già accennai, con insaziabi- re Berengario II, ad onta che il virtuoso
le furore. Per colmo de' inali mancava un principe l'avesse salvato dall'ira del pa-
governo robusto e armato, che potesse dre che lo volea uccidere. Il cadavere fu
combattere o frenare siffatta audacia. I trasferito a Milano, e la piissima vedova
monaci colle sagre suppellettili e reliquie, tosto fuggì da Torino e dal Piemonte, e
ed codici, verniero aToriuo, città forti-
i potè appena salvarsi nella fuga dall'insi-
ficata, accolti da Guglielmo 1, che da pa- 1 die che gli tese perfidamente Berengario
dre amorevole procurò loro alloggio e a- medesimo: dipoi sposò l'imperatore Ot-
182 TOR TOR
Ione I. Nel 960 si riporta per vescovo An- di visitare qual metropolitano questa dio-
nucoo Annucone, dal Pingonio, e dall'U- cesi. Il suo ingresso fu oltremodo strepi-
ghelli che però lo registra al 9GG, e il cari. toso, coinechè circondalo da una moltitu-
Bima al 9G0: lo esclude Meiranesio, e tut- dine di chierici, ed insieme da una trup-
lavolla Semcria non contende a chi
il p. pa di valorosi soldati; accolto dal vescovo,
voglia qui porlo. Amizzone del 966, cre- dal clero e da' magistrati. Tosto comin-
duto figlio di Arduino III detto Glabrio- ciando la visita pastorale, esortò gli eccle-
e il denaro, avendo egli fatto fabbricare Monforte diocesi d'Asti esistevano mani-
>ul monte Pinchiriano la chiesa di s. Mi- chei, li fece colla contessa arrestare e con-
chele. In tempo di questo vescovo l'impe- durre in Milano, ove chi non si converti
ratore Ottone III con diploma del 998 fudannatoal fuoco. Landolfo con zelo re-
t oncesseall'episcopio di s. Giovanni di To- staurò ampiamente la cattedrale, eresse e
rino la proprietà e il possesso della valle ornò vari templi nella diocesi, ecinse di più
di Stura e di quella di Vraita, e molte al- altemuree fortificazioni Ch'ieri, così i ca-
're terre e castella, fra le quali Ch'ieri, Ca- stelli Mocariado e Tizia-
di quel territorio
nova, Celle, Testona, Ri voli e Carignano. no: non lunghi da Ch'ieri edificò con va-
Il can. Rima riporta Amizzone al 987, lo go disegno la chiesa di s. Maria, la forni
lice figlio d'Arduino re d'Italia, e che as- d'ogni ornamento e vi collocò de'chieri-
-iste alla consagrazione di s. Michele del- ci. Altrettanto intraprese a vantaggio di
ia Chiusa. Nel 1000 o nel 1001 successe Testona, città ragguardevole per ampiez-
Gezzone vescovo piissimo e di molli be- za di circuito e per abbondanza di popo-
ni generoso verso gli ordini monastici ,
lo, soggetta da'più rimoli tempi a'vesco-
iòndatore in Torino del monastero de'ss. vi di Torino, e da loro fortificata e abbel-
Solutore, Avventore e Ottavio, nel luogo lita; istituendo nella chiesa maggiore un
ove giaceva la più volte rammentata loro collegio di canonici con rendite : ma nel
basilica, oh rcmedìum igìtur aiiìmcie no- 1228 Testona fu distrutta dalle armi dei
s,trae t nostroruJnaue succes.sorum Tau- chieresi edegli astigiani, e gli abitanti fab-
i iiHii.siuin pvacsidum. Fu carissimo a Pa- bricarono Moncalieri con l'aiuto de'tnila-
pa Giovanni XIX, e consagrò la chiesa di nesi, ove fu trasferita la collegiata. Più
-.Tecla inMilano. Indi nel loioonelioi 1 viaggi intraprese l'ottimo prelato in Ita-
Laudolfo cappellano della regia cappella, liane primieramente a Roma nel io 1 5,ove
molti beni donò al monastero di s. Soluto- trovossi al concilio di Benedetto VIII; a
ie, ed ebbe da lui principio la fondazio- Pavia in cui intervennealsinododelio22}
ne e dotazione dell'abbazia di s. Maria di e nuovamente a Roma nel io3o, sotto-
Ca vorre, ingiungendo a'monaci soltanto, scrivendo una lettera di Papa Giovanni
che pregassero Dio giorno e notte per la XX. Si recò pure nel Saintonge a s. Gio-
pace e prosperità spirituale e temporale vanni d' Angely, per venerare il capo di
della diocesi, per l'imperatore e per l'im- s. Gio. Battista ivi portato dall'oriente, se-
peratrice, per le anime di lutti i fedeli vi- condo alcuni, previa 1' approvazione del
vi e defunti, e per la salvezza sua propria, suo riero e popolo, e ne ottenne porzione
non meno che per quella tle'suoi prede- che ci nò alla cattedrale. Morì a' 12 feb-
cessori e futuri successori. Nel 1018 ven- braio 1 .38, lasciando la sua memoria in
ne a Torino Eribei lo arcivescovo di Mi- benedizione. Invece il can. Bima lo vuo-
lano e celebrato da quegli storici, affine le morto ne! io 16, nel quale anno gli dà
TOR TOR i83
in successoreMainardo I di Nizza al ma- subalpine del Piemonte e suo ricco patri -
re, non nominato da Ughelli. L'annota- monio, riunendosi così insieme il domi
tore poi ili questi osserva, che Bonifacio nio dell'una e dell'altra parte dell'Alpi e
Taurinus Episcopus nel o 3 sottoscris- i r del loro importante passaggio; in tal mo-
se una bolla di Benedetto Vili per la chie- do la potenza della casa di Savoia, conta-
sa d'CJrgel. A tempo di Landolfo visse Ol- li suoi primi dominii che acquistò in Ita-
derico Manfredo o Ma^nifredo marche- 1 1 lia, fu più che raddoppiata e dilatata. La
se di Susa, discendente da Àrdoino Già- Marca di Torino estendevasi con ampia
brione conte di Torino, prudente, glorio- zona di terre sino alle montagne maritti-
so, divoto, limosiniere, superiore agli al- me, e abbracciava larghi tratti del terri-
tri bontà e ingegno; prin-
italiani in fede, torio d'Asti, d'Alba, d'Albengi e di Ven-
cipe le cui azioni lo di mostra no savio e mo- ti miglia. Morto Odone versoi! 1060 o più
derato, amorevole della pace, d'animo tardi, resse Adelaide virilmente e glorio-
grande, mansueto e umile, né la cristiana samente i suoi striti, tanto i propri par-
semplicità minore della destrezza nel ma- ticolari nel marchesato d' Iialia quanto ,
neggio di grandi affini. Cessò di vivere in quelli di casa Savoia nel contado omoni-
Torino nel io35 universalmente compian- mo e in quello di Moriana, prima unita-
to, sepolto nel tempio dis. Giovanni pres- niente a'suoi figli nati da Odone, Pietro
so l'altare della cappella della ss. Trinità. e Amedeo II, poi con Umberto II suo ni-
In questo medesimo avello ebbe sepoltu- pote, che peli. °ebbe il titolo di signore e
ra suo fratello Adelrico o Alderico insi- di principe del Piemonte, amministran-
gne vescovo d'Asti, che il can. Bima dice do baldacchino alle
la giustizia sotto al
figlio di Manfredo conte di Savoia e ni- porte di Torino. L'estensione de'suoi do-
pote del re Arduino; e più ancora Berta minii la narrai a Savoia, ed il p. Seme-
sua moglie chiamata da Dio verso ÌI1040 ria di questa vastità la dice con s. Pier Da-
a godere il premio di sue virtù, siccome miani contemporaneo, cardinale e dotto-
prudenlissima, divota, limosiniera e illu- re della Chiesa, principessa di uon breve
stre. A memoria de' 3 personaggi nella estensione nell'Italia e nella Borgogua, ed
stessa tomba seppelliti, sino agli ultimi in cui più vescovireggevano fedeli; laon i
secoli, ne' 3 giorni precedenti la festa del- de pare innegabile che il suo dominio di
la ss. Trinità vi si portava il capitolo di là dall'Alpi giungeva sino al lido della Li-
s. Giovauni, e quivi pregando per l'ani- guria di ponente. Sopra tutte 1' umane
me loro celebrava il divin sagriflzio. Al- graudezze, il nome d'Adelaide vivrà im-
le ottime istruzioni di questi eccelsi geni- mortale ne'fusti della Chiesa, per la san-
tori, ed eziandio alle loro virtù corrispo- tità de'suoi costumi, per l'ardentissimo
se Adelaide celebre loro unica figlia ed e- suo zelo nella difesa della religione e del-
rede, contessa di Torino e marchesana di la Sede contro il perfido persecutore di
s.
Susa, benemerita non solo della diocesi, s. Gregorio ly If (sulla patria di questi,
tua più della chiesa universale, per mol- se romano, se toscano e di Soaua. ripar-
te opere insigni di pietà, pe'servigi presta- lerò a Toscana, dicendo come ora il cau.
ti alla s. Sede, e pel corredo di tutte le Cerri lo vuole di Soana del Canavese in
virtù religiose,che la fecero una delle prin- Piemonte), l'imperatore Enrico IV ma-
cipali eroine che illustrarono l'Italia. Di rito di sua figlia Berta, 1'
altra figlia a-
questa principessa già parlai a Susa, ed vendo sposato Rodolfo duca di Svevia in
a Savoia dicendo delle origini di sì au- di re de' romani (eletto contro il cogna-
gust i casa, a cui col suo 3.° maritaggio con to Eurico IV, pel delusamente narra-
Odone figlio d'Umberto conte I di Savoia to nella biografia del Papa), per le prò
portò per dote il retaggio delle provincia fuse sue limosine e largizioni a™li ordim
184 TOR TOR
inonastici,come pure alle cattedrali di To- Reggio della gran contessa Matilde, cele-
r
rino e Asti, ed alla badia di s. Solutore. bre marchesana di Toscana (f .), altra
.Nella sua pia munificenza fondò chiese e eroina della Chiesa. Compose pure le dif-
abbazie, altre ingrandì e arriccili di pos- ferenze fi a gli abbati di s. Benigno di Dijon
sessioni vaste e pingui. Non sarà mai di- e quelli di Frultuaria, neh 080 in Tori-
menticato l'opuscolo a lei scritto das. Pier no , ove si radunarono a questo fine un
Damiani, nel quale la paragona a Debo- cardinale, ed i vescovi di D'igne, Greno-
ra nel governar lo stato, confortandola a ble, Sion e Moriana. Pare che negli ulti-
non affliggersi per le replicate nozze con- mi anni di sua vita fosse spogliata del po-
tratte, e raccomandandogli d'adoperare tere e ridotta a povero stato, dal nipote
tutta la sua autorità insieme con Cuniber- Umberto II, ovvero essa spontaueamen-
to vescovodi Torino per esterminare l'in- te rinunziò a molti suoi domimi , e solo
continenza degli ecclesiastici, in modo pe- si ritenne que'di Canischio, di Pratocor-
lò tale, ch'egli a'ehierici, ed essa alle fem- sano e di Forno pel suo sosteutamenlo.
mine ponesse eflicace riparazione. Doci- Ristretta a se stessa, applicossi maggior-
le la pia matrona a questo suggerimento, mente a'doveri della religione, preparan-
prestò difalto il forte suo braccio a toglie- dosi a ben morire, e cessò di vivere ver-
re lo scandaloso abuso. Il gran Papa s. so il 09 1 in Canischio nel Canavese, do-
1
Gregorio VII avea tanta buona opinione po aver soggiornato a Valperga, nella cui
d'Adelaide e delle grandi sue virtù, che chiesa parrocchiale fu mostrato al Deui-
nel 07 3 scrivendole una calda lettera, mi-
1 na il suo meschiuissimo monumento se-
se sotto la protezione sua i monasteri di polcrale (a Susa con altri storici riportai
s. Benigno di Frutluaria (pure feudo ec- l'opinione che la fa sepolta in quella cat-
clesiastico, e perciò ne parlai a Sardegna tedrale o nella metropolitana di Torino
e a Savoia) e dis. Michele della Chiusa, e presso i genitori), alla qual chiesa donò
quindi a suo riguardo le mandò un bre- una gran campana colf iscrizione: Ade-
ve con cui regolava l'elezione degli ab- laide.? me feci t, ma nel 1 802 fu squaglia-
bati di s. Maria di Pinerolo, al quale a- ta e il valore distribuito a' poveri. Le sue
vea soggettato quello Martino del-
di s. gesta furono anche descritte dal Terra-
l' isola Gallinaria, chiamandola col glo- neo nella sua Adelaide illustrata. To-
rioso titolo di Figliuola di s. Pietro. A rino divenuto dominio de' conti di Sa-
tale splendido elogio ella corrispose nel voia, poi re di Sardegna, ne segui gran- i
conflitto tra il sacerdozio e l'impero, con di destini e le vicende, che narrai in tali
adoperarsi alla memorabile riconciliazio- articoli.
ne d'Enrico IV col Papa, ed allorché l'im- Nel 1 o38 successore al vescovo di Tori-
peratore volle recarsi di Germania in Ita- noLandolfo,prima di settembre,fu Wido-
lia per essere assolto dalla scomunica, A- ne o Guidone,nel giugno dice il can. Bima,
delaide accorta e sagace, signora dell'Al- e nel 10 36 l'anticipa l'Ughelli. Due viaggi
piGraie e Cozie,ne trasse profitto Dell'ac- egli intraprese, l'uno a Colonia nel io38
cordargli il passo al Moncenisio, con ot- stesso oneho39 dall'imperatore Corra-
tenere 5 vescovati nella Sviz-
la cessione di do II il Salico, da cui ottenne molti beni
zera e nella Savoia, o una provincia del- e privilegi a favoredella chiesa di Mode-
la Borgogna e un 4-° della Svizzera; e col na, ch'era retta da Ingoile a quella corte
figlio Amedeo 11 l'incontrò nel 1077 ma- pure intervenuto; l'altro a Magonza ove
gnificamente nel paese di Vaud o in Vi- risiedeva l'imperatore Enrico IH il Nero,
e accrebbe al monastero di Gavone mol- i può affermare; certo è eh' egli mostrossi
ti beni e privilegi conceduti dal prede- a'ehierici simoniaci e incontinenti di
sua
cessore, enelio44 co consenso del capi- ' diocesitroppo connivente,o per una rilas-
tolo assegnò al monaco Alberico la chie- sata indulgenza o per umano rispello, o
sa di s. Secondo martire, situata sulla per non sentirsi abbastanza forte ad op-
Dora presso Torino, con tutte le terre e porsi al torrente d'iniquità. Di questa ri-
pesche che le appartenevano, acciò fosse provevole trascuraggine informato s. Pier
riedificata e abbellita, onde poter essere Damiani, scrisse al vescovo I' opuscolo,
uflìziata a uso del monastero. Gli successe Contro, clerico* intemperantes e per _,•
nelio45 o nel 1046 Cuniberto, che altri maggior eccitamento altra epistola indi-
chiamano Comberlo, Gualberto, Cara- dirizzò ad Adelaide contessa di Torino ,
berta e Umberto. Nel 1046 intervenne al ch'egli chiama principessaesi^noradidue
concilio di Pavia, ove ricevè lettere da Pa- regni, dell'Italia cioè e della Borgogna. Di
pa Clemente neIio47 fece larghe do-
11; e questi avvisi salutevoli, deve credersi che
nazioni al monastero di s. Solutore in To- Cuniberto abbia grandemente profittato,
rino, ed altri beniassegnò nel 1 o5ì all'ab- non trovandosi altre doglianze, e per pro-
bazia di Maria di Gavone o Cavour,
s. teggere gli stabilimenti alla santificazio-
la quale confermò con altro diploma in ne e riforma del clero diretti, come quello
uno al suo capitolo. Nel o T9 si recò a Ro- 1 de'canonici regolari d'Oulx, madre e mo-
ma al concilio di Nicolò 11, intorno alla dello di molti altri nel Piemonte, nella
libera Elezione de romani Pontefici. Ri- Liguria e in Francia. Sostenne un'acer-
tornato a Torino, partì nell'anno stesso rima controversia contro il monastero del-
con una fiorita parte del suo clero verso la Chiusa, come persuaso che fosse eretto
Milano, ov'erano due legati apostolici s.
i ne' beni allodiali del suo episcopato, in-
Pier Damiani e s. Anselmo di Lucca, per di portatosi in Roma coli' abbate s. Be-
altro Guidone o Guido, il quale a forza di stero, e che perciò fosse scomunicato dalla
denari era stato investito della metropo- s. Seóe. Interessante è la digressione che il
litana di Milano dall'imperatore Enrico p.Semeriaha fatto sui secoli X e XI, chia-
III. I legati inviati per comporre le gra- mati di barbane, d'ignoranza e di super-
vissime turbolenze perciò insorte, non po- stizione; rilevando però il bene che in essi
tendo pel numero punire tulli colpevoli, i tuttavia si operò, come nella diocesi di To-
usarono il saggio temperamento d'indur- rino, meno delle altre deformata dall'i-
re delinquenti adetestare l'orrenda mac-
i gnoranza e dalla scostumatezza. Che in
chia al cospetto della moltitudine, a chie- Torino Lotario imperatore ere d'Italia
I
derne pubblica penitenza, ed a promet- aprì una delle 3 scuole pubbliche del Pie-
tere con solenne giuramento d'astenersi monterai tre essendo in Vercelli ed Ivrea,
per l'avvenire da simili lurpitudiui,sicco- e furono i primi modelli dell'università
me fece l'arcivescovo pel primo. Ma partili posteriori. Alle scuole di Torino dovea-
i lega li, egli di venne spergiuro,e al tri chie- no accorrere diocesani
i di Savona, Albeu-
rici e prelati attirò al suo malvagio par- ga, Venti miglia e Alba. Che non ostante
tito, che tulli poi furono da Alessandro le cose riferite, s. Pier Damiani disse es-
1 86 TO U TOR
sergli in Milano sembrato il senato della to, come raccontai superiormente, negan-
chiesi» torinese, come un coro luminoso do che avvenne sotto Mainardo,il quale
d'angeli; e il monasterod'Oulx fu riguar- fu vescovo per essere morto neh 108 A-
dato baluardo di castità, di zelo e d'ogni mizzone II. Qui noterò, che il Denina non
clericale virtù. 1 conti e i vescovi di Tori- con v iene con Guicheuon, che il conte Uni -
cessore Willelmo o Guglielmo 111, nomi- sotlo il principato d'Umberto II, il vesco-
na todaUghelli, già veniente incolpato dal- vo di Xorinosi rese signore della città. Os-
l'autore della vita di s. Benedetto II, per serva il p. Semeria, che in vecedovea ri-
aver ottenuto con denaro la sede da En- marcare, che a data più antica rimonta-
rico IV, dissipato i beni ecclesiastici e per- no i diritti de'vescovi torinesi sopra diver-
seguitato i inoliaci; mentre in vece favorì se terre e castella. L'imperatore Enrico
e beneficò gli ordini monastici di sua dio- V con diploma de' 3o giugno 1 1 16 con-
cesi, e segnatamente l'abbazia di Cavour. fermò alla città di Torino le sue libertà
Il can. Bima prima di Guglielmo III, che e buone consuetudini, salva sempre so-
chiama II e con 1' Ughelli dice interve- lita justitiaTaurinensis Episcopi. Nel
nuto in Roma al concilio del 08 1, ripor-
1 1 18 divenne vescovo Guiberto II, da U-
1
ta i vescovi Reggi miro del 1075 vissuto ghelliedalcan. Bima chiamato Umberto
«Tue mesi, ed a cui scrisse s. Gregorio VII; 111, già preposto della basilica del ss. Sal-
e nel 1076 Cuniberto o Cuniberto o O- vatore; e nel 1 1 20 Bosone che fu al sino-
heito; dal medesimo ti dall' Ughelli quin- do provinciale di Milano, e celebroqnello
di si nomina il vescovo Ogerio del 1084. diocesano verso il 1 125, in cui ordinò che
Morto in vece nel 092, secondo il p. Se- 1 fossero inviolabilmente osservate le leggi
meria, Guglielmo III, nell'anno medesi- della Tregua di Dio , e morì nel 128. t
mo gli fu sostituito "Wi berlo o Giliberto, Gli fu in tale anno surrogato Arberto o
che fece ampie donazioni al monastero di Alberto, il quale ebbe una forte contro-
s. Solutore. L'Ughelli lo dice Umberto o versia pe' diritti di giurisdizione, ossia pe'
Viberto lì del 1089, e il can. Bima lo de- contini delle rispettive provincie, con A-
nomina Umberto il del 1 087. Il p. Seme- medeo III conte di Savoia, per sedar le
ria vuole vescovo nel 1099 Mainardo o quali nominato da essi Pietro arcivesco-
Maginardo, benefico col monastero di s. vo di Lione, dopo molti tentativi lasciò
Solutore e del proprio capitolo; interve- indeciso l'affare. Volendo il vescovo evi-
nutoa diversi concilii di Milano, ed a'eon- tare ogni personale molestia, di cui teme-
cilii di Laterano celebrati da Pasquale II va, da Torino rifugiossi a Testona; altri
neh io5eneh 1 16. Ma prima di Mainar- dicono costretto dalle armi del conte a u-
do, che il can. Bimariportaconl'Ughelli scir fuori della città. Intanto dalle persua-
dipoi 09, con questi dice vescovo nel
al i 1
sioni ili s. Bernardo mosso il conte a por-
104 AmizzoueoAinizioo Ainisio H,con-
i
tarsi alla crociata d'oriente, ed a ricon-
lutando il p. Semeria con qualche diffu- ciliarsi col re di Francia suo nipote, potè
sione a p. 1 crono-
32 e seg. nella Serie il vescovo seco lui pacificarsi e riprende-
logica degli arcivescovi e vescovi del re- re il mor-
possesso de'suoi diritti. Per sua
gno di Sardegna, sostenendo con l' U- te neh 142 l'arcidiacono della cattedrale
alleili che in tale anno e sotto tal vesco- Oberto o Umberto (forse quell'Umberto
vo seguì 1' invenzione della ss. Immagine III ricordato, poiché l'Ughellie il can. Bi-
della Consolala e il miracolo del cieco na- ma solo al 1 1 Si riportano in Rainaldo il
TOR TOR 187
successore di Bosone) fu elevato a pasto- ed eletto di Colonia, o in vece dal vesco-
re, che sull' esempio de' predecessori fe- vo di Torino, s'ignora, né par chiara l'e-
ce molte donazioni all'abbazie di sua dio- poca in cui successe: in ogni modo dichia-
cesi , il che confermò Papa Eugenio III ra il p. Semeria che sì grande avvenimento
allorché neh 1 4-7 recandosi in Francia si per Torino egli non dovea ometterlo. Di-
fermò alquanto in Susa diocesi di Tori- poi Federico I a*2 6 gennaio 1 i5g,nel pon-
no. Cessò di vivere neh 47» 1 e ne ' ! '4^ tificalo d'Adriano V, spedì a Carlo am-
I I
gli fu surrogato Carlo I, che Ughelli e il plissimo diploma, presso rUghelli,col qua-
can. Bima danno per successore a Rinal- le confermò alla sua chiesa tutte le do-
do neh i53, anno in cui egli fece dona- nazioni fatte da'predecessoii e da qualsi-
zione alla prepostura di Vezolano delle voglia altra persona. Nel settembre eletto
chiese di Giovanni e di s. Giacomo (s.
s. Papa Alessandro III, Federico I divenne
Gregorio dice il can. Bima) di Lucerna, vieppiù persecutore della s. Sede, gli fe-
riserva d'alcuui diritti insegno d'alto do- gliò de'suci beni e ne investì il vescovato
minio; come la die ad Aimerico di Ve- di Torino e altri vescovi; ma sembra me-
a
nasca per la 3. parte de'beni che avea do- glio ritenerlo effettuato sotto il vescovo
nato alla cattedrale. Carlo 1 vivea a'tem- Carlo Queste contese furono inasprite
II.
pi del b. Umberto III conte di Savoia, e dalle tremende fazioni de Guelfi e Ghi-
dell'imperatore Federico I, il quale aven- bellini, che lacerarono per lungo tempo
do nel i i
54 presso Piacenza ne'campi di anche Torino e il Piemonte. Neh 160 i»
Roncaglia convocala la dieta del regno i- cui Alessandro III avea scomunicato Fe-
lalico, v'intervennero tutti i vescovi, prin- derico I, per cui il b. Umberto III era-i
cipi e consoli delle città. Carlo I rappre- ritirato dalla sua relazione, e restò fedele
sentò i molli diritti chegode va la sua chie- al Papa e unito alle città lombarde, morì
sa, e i diversi privilegi di cui era stato spo- Carlo I, e neh 62
1 trovasi successore Gu-
gliato. Federico I, eh' erasi inteso a dire glielmo IV, rigettato da Ughelli nella sua
da 4 adulatori dottori di legge, ch'era pa- serie e così dal can. Bima, mentre si co-
drone affatto di tutto, ascollò favorevol- nosce eh' egli concesse il podere del R.o-
mente la domanda. Indi sul cominciar del saio, spettante alla cattedrale, a Willel-
1 ij5 Federico I s'innoltrò col suo eser- mo di Castelnuovo e suoi discendenti col-
cito a Vercelli, indi a Torino, eindignato l'annuo ceuso di 1 2 monete di Susa. Ces-
perchè Asti e Chieri non l'avessero ub- sò di vivere nel 64, e gii successe Carlo
1 1
all' imperatrice sua moglie nella basilica nunziò irrevocabilmente; ma tosto insor-
di Torino in s. Giovanni con istraordina- se differenza sull'importante e vicino ca-
ìia pompa. Se la corona reale fu impo- stello di Montosolo, di cui il vescovo rieo-
rta da Rinaldo arcicaucelliere dell'impero uosceva l'investitura dall'impero, quindi
188 TOR TOR
seguì un accordo. Io detto anno Federi- solo dà chi lo possedeva, che poi investi
co 1 trovandosi in Lombardia, andò gi- qual feudo semovente della chiesa di To-
rando per vari luoghi, pel Monferrato e rino, altrettanto facendo poi di Colle.Sti-
pel Piemonte, e con soli 3o uomini a ca- mato grandemente per rettitudine, de-
vallo andò sino a s. Ambrosio, fra Tori- stro nel maneggio degli altari e di ogni
no e Susa. Il b. Umberto III, ch'era stato gentil modo fornito, compose varie cou-
da lui spogliato de'propri domimi, si sa- troversie. Morto s. Caldino arcivescovo
rebbe potuto facilmente vendicare, ma il di Milano, ivi si recò Milonecogli altri ve-
tore da spavento, si die a vituperosa fuga la pace tra Alessandro HI e Federico I, fi-
per sentieri occulti. Ebbe poi il vescovo gurando quale unode'deputati della lega
Carlo II gravi contestazioni col b. Umber- delle città lombarde per accomodare le
to III, che portate al giudizio dell'impe- gravi differenze colf imperatore, e colla
ratore, la sentenza fu dettata più dallo sua destrezza contribuì al felice risulta-
il conte continuava nel dovuto ossequio generale di Luterano HI, in cui furono
ad Alessandro IH. Quindi Carlo li otten- condannate l'eresie degli.//Z/>/g'e.y/ (de'qua-
ne il possesso e giurisdizione temporale h meglio a Tolosa), e de' Valdesi (V.),
sopra un gran numero di villaggi e ca- gli errori de'quali acciocché non si dila-
stelli, con esenzione illimitata da ogni al- tassero con danno della fede cattolica, oc-
tro sovrano, ed il b. Umberto IH ne ri- cupò sempre lo zelo de'pastori di Torino
mase quasi interamente spogliato. Vera- per eliminarli dalla diocesi, e non minore
mente il conte come marchese d'Italia e fu la sollecitudine de'sovraui del Piemon-
di Susa, avea ereditato delle ragioni so- te, per estirpare da'propri stali la loro e-
vrane su Torino, ma la città si governa- resia;ben persuasi che quelli i quali scuo-
va repubblicanamente. Più tardi ricupe- tono l'ubbidienza alla Chiesa, si rivolta-
rata neh j5 Torino dal b. Umberto HI,
i no ancora contro il trono, ogni qualvolta
quindi conosciutasi dall' imperatore la l'occasione sia loro propizia; in fatti al-
condotta del medesimo, gli concesse pri- lorché si volle tollerarli, più volte insor-
vilegi e donazioni, che gli accrebbero au- sero^ per frenarne l'audacia convenne im-
torità e potere, cosi ne' cantoni o sia di- pugnare le armi. Fra le pacificazioni che
stretti di Torino e Susa, come nella lun- co'suoi bei modi ottenne Milone, fu quel-
ga valle diMoriana,al dire diDenina; ma la tra'cittadini di Chieri e di Testoua, i
non potè ottenere il castello di Pianezza, quali dopo essersi più volle oflesi e assa-
che fu nel 184 aggiudicato al vescovo
i liti, pervenne a otteuere una tregua. Ma
Milone di Cardano salito alla cattedra di poi i chieresi mostrandosi ritrosi di ren-
Torino fin dal i
1 70; sebbene prima di lui dere il consueto omaggio di fedeltà al ve-
il can. Bima riporta ali ibg AmizzonelH, scovo, questi dalle sue genti d'arme fece
e l'Ughelli lo dice vescovo neh 170, cu- guastare le loro fortificazioni e ne piegò
jus precibus Fridericus imp. taurinen- l'alterezza. Morto neh 187 Papa Urbano
sibus injurias condonavi tj intli registra Ili, gli fu sostituito nella sede di Mdano
neh 1
7 1 Milo. Questi già arciprete della il vescovo Milone, che però resse quella di
basilica ambrosiana di Mdano, ricevè a' Torino sino al 1 1 88. In questo gli succes-
città diTorino era vicina a quella libertà, stona, e ruppero guerra a Arduino, com-
di cui nel principio del medesimoavea u- movendoagraveperturbazionequasi lut-
tile confederazione col vescovo, allorché procurate forze ausiliari. Poderose truppe
si trattava di respingere straniere aggres- radunarono le due contrarie fazioni, l'u-
non stava meno provveduta contro
sioni, na per vincer l'altra, e grande incendio di
l'ambizione di lui, ossia all' impegno di guerra tra loro si accese, e con molti com-
conservare diritti della sua ca lledrale ; in
i battimenti si azzuffarono; tanto più che
fattiavendo Arduino neh igr cercato di si accrebbero in difesa delle repubbliche
occupare qualche diritto al comune,i bor- di Chieri e di Testona, se non gli aiuti al-
che l'assenza avesse fine nel r 193, aven- canonici rinunziassero ogni ragione al po-
do il vescovo disposto del castello di Te- destà di Chieri su Montosolo, onde il co-
stona a favore de' torinesi. Aggiustate le mune vi esercitasse la giurisdizione,e il ve-
differenze, e ritornato il vescovo all'ordi- scovo conservasse nel castello la superio-
naria sua residenza, temevano i chieresi rità che riteneva su Chieri. Che testo- i
che riunite le forze del vescovo e del co- nesi liberamente fruissero pri\ilegi, e il i
mune di Torino, non avessero a soffrir la castellano si deputasse dal comune e dal
peggio, poiché tra Chieri e Torino eravi vescovo. Arduino usò larghe beneficenze
una certa naturale gelosia o diffidenza, per all' ospedale del Moncenisio e a diverse
amore alla propria indipendenza e stu- chiese, acquistò alla cattedrale il pedag-
diando la propria grandezza colla depres- gio della città e molli proventi ne'castelli
sione dell'altra parte. Cercarono pertan- di Verzolo e di Solere. Il Gallizia, nella
to i chieresidi nuovamente dividere gl'in- raccolta decli alti de'santi che fiorirono
teressi del vescovo da quelii del comune ne'dominii della casa di Savoia, attribui-
• torinese, colla quale divisione inoltrarsi sce il titolo di beato ad Arduino, come
più facilmente a una forza superiore; ed sapiente, peritissimo, a ninno secondo in
ottennero nuove concessioni sempre più religione, insigne per pietà e incompara-
utili alla loro libertà. Intanto morto Fe- bile padre de'poveri; morì nel 1206 e fu
derico I,era venuto in Italia il figlio En- sepolto nella cattedrale. Gli successe Gia-
rico VI, colla mira d'impadronirsi di Mi- como I de'signori di Carisio, canonico di
lano e Alessandria, e del regno di Sicilia. Vercelli, da Ughelli e Bima chiamato di
Procurò di quietare le guerre tra gli stati cognome Mosso e Ratteri. Dovè subilo oc-
di Lombardia, e sugli aifari del Piemon- cuparsi de'diritti civili di sua sede, e quin-
te, recatosi in Torino, ordinò a' 5 settem- 1 di stipulò nuove convenzioni con Chieri,
bre ! 196 che il vescovo Arduino avesse che poi confermò l'imperatore Ottone IV;
ogni più ampio diritto e facoltà di riven- dal quale i chieresi pentiti degli accordi
dicarsi i feudi, senza suo beneplacito stati ottennero che li ripristinasse ne'loro an-
alienati da'vassalli. Con queste concessio- tichi privilegi. In questa manierai! vesco-
ni il vescovo tentasi più férmo nel riacqui- vo rimase spogliato d' ogni giurisdizione
. ,
i
9o TOR TOR
civile e criminale sulla città, onde in se- in Torino, ivi introdussero e nella diocesi
guilo gli riuscì d'essere reintegrato nel i loro religiosi. Quando Federico li nel
ossia multe per la difesa de'propri diritti, acerbissime differenze tra il vescovo d'A-
e finalmente costituì il vescovo vicario sti e la città. Accrebbe le rendite di sua
dell'aula imperiale e legalo di tutta l'Ita- chiesa, fu benefico co'canonici d'Oulj. e
lia. Venuti poi a Torino sindaci di Chic- i co' cisterciensi di Casanova, usando nel
ri, implorarono l'assoluzione generale di suo titolo la formola : sola divina mise*
tutte le pene e de' debiti incorsi, sia per ratione Episcopus. Nel 1226 essendosi
Montosolo, che pei' ogni altra obbligazio- collegate le principali città di Lombardia
ne, e furono esauditi, col consenso de'ca- e Torino contro Federico li, il vescovo
nonici, practcv<jiiaìii
de fi deli tate, riser- con altri prelati però seguirono le parti
bandosi il vescovo sempre i diritti di si- dell'imperatore. Portate a Roma le con-
gnoria sopra Montosolo e sue adiacenze. troversie, Onorio IH sentenziò cheFederi-
Papa Innocenzo HI gli commise la com- co II perdonasse le ci Ila e persone collega-
inoltre eglicompose pure altre questioni li, che molti confusero col predecessore;
con altri. Operò in più cose con zelo e be- PUghelIi e il can. Bima dicono nel 1 2 1
7
neficenza. Allorché Ottone IV si portò a ili." lochiama Giacomo II de'signori di
Torino sottoscrisse alcuni diplomi impe- Carisio, il 2. lo denomina Giacomo IH
riali, e l'accompagnò a Vercelli. Siccome parimenti de'signori di Carisio,perchè nel
i valdesi eretici erausi insinuati nella sua 12 io avea riportato Giacomo II Mossi di
diocesi,nelle montagne d'Agrogna ediLu- Vercelli già abbate di s. Giovanni di Par-
cerna, donde si spargevano nel Piemonte ma. Intervenne con altri prelati alla con-
a seminare l'empie loro dottrine, ottenne sagrazione della chiesa, altari e cimiterio
dall'imperatore con diploma di usare an- di s. Siro di Genova mo- già cattedrale, e
che la forza a reprimere l'audacia de'no- rì neli23i. L'Ughelli e Bima gli il can.
vatori. Giacomo I contribuì, qual delega- danno nel 228 per successore Aynardo o
1
sebbene accorto e attivo, ebbe a penar due gio pel feudo che tenevano dalla chiesa
anni per indurre i torinesi a sottometter- torinese. Nuovi severi ordini replicò Inno-
si e prestargli giurameiitodi fedeltà; eclie cenzo IV a' 1 3 febbraio, commettendo al
sto Federico li, come avea fatto di quasi preposto di Vezzolano intimò la censura,
lotta la Lombardia, nel 12 38 venne a Ver- dichiarandoli scomunicati vitandifXtW'ni'
celli e visitò Torino. Ne profittarono chie- i timazione altresì di privarli delle dignità
resi per sottrarsi da ogni dipendenza e e de'benefizi. Conobbero final ine n le cou- i
specialmenteda quella del vescovo di To- tumaci il proprio errore, ed umiliati ac-
rino^ l'imperatore gli esaudì dichiarando cettarono il vescovo Giov anni, dopo di che
la città camera dell'impero, e sciogliendo- ottennero perdono e assoluzione da ogni
li da qualunque accordo da loro contrai- pena. Finita la controversia col clero, un
lo. In questa maniera Ugone si vide de- altra sventura dolorosissima amareggiò
luso e spogliato or dall'una, or dall'altra l'animo del vescovo. Bollivano, massima-
potenza. Nel 1244 gli successe Giovanni mente in quegli anni, le famose e feroci fa-
Arborio di Vercelli già abbate di s. Gen- zioni de'guelfi aderenti a'Papi, e de ghi-
naro, dopo 18 mesi circa di sede vacante, bellini partigiani dell'imperatore; e Gio-
perchè Innocenzo IV non confermò l'e- vanni per essere creatura d'Innocenzo IV,
letto dal capitolo, ed invece nominò Gio- apparteneva a' primi, invece Tommaso
vanni di piena autorità. L'CJghellie Ica 11. i li de' conti di Savoia conte di Moriana
Bima danno per predecessori, nel 236
gli 1 e di Fiandra, fratello d'Amedeo IV, era
Giovanni 1 Provana, e nel 240 Uguzzio o 1 de' secondi ossia aderente di Federico li
tigone, poi nel 1245 riportano Giovanni nemico acerrimo della s. Sede. Quest'im-
Il Arboreo Gatlinara. Bonifacio marche- peratore era venuto in Torino nel 24^) 1
giurarono pur fedeltà i signori di Lanzo, condo il Fedone, Dc\'iaggi de' Pontefi-
e più rettori di chiese e superiori di mo- ci); ed essendosi già inoltrato presso le Al-
nasteri. Persistendo i canonici del duomo pi, intese che Parma avea impugnato le
in rifiutare a proprio vescovo Giovanni, armi contro di lui. Perciò lasciando il viag-
e perciò a resistere agli ordini pontificii, gio di Lione, che avea poca volontà di
Arnaldo preposto di Biella esecutore del •
proseguire^ per timore dell'armi di Fran-
la bolla venne alla sentenza di scomunica, cia , retrocedè pieno di furore per espu-
che pronunziò con funesta solennità, do- gnarla. Si opponevano alle sue forze coi
po aver fatto accendere lecandele in chie- parmigiani tutti gli aderenti del Papa, ca-
sa e suonare a lutto le campane,a' 8 gen- 1 po de'quali era il suo legato Gregorio di
naio 124 5. In Torino fu pubblicata la sen- Montelungo protonotano apostolico il ,
tenza dal rettore del ss. Salvatore nel luo- quale chiamò in aiuto anche il vescovo
1
i
9 ?. TOR TOR
di Torino, Giovanni con
e colà recatosi o neli258, forse non ancora consagrato,
tulli suoi vassalli in difesa della s. Sede,
i da Pignone e Ferrerò chiamato prepolen-
in no fatto d'armi da'ghibellini di Pavia te, ingiusto e turbolento, a segno d' aver
e Casale fu preso prigioniero a'2 agosto eccitato la città di Torino alla ribellione
i 247. Ne profittarono que'di Chieri per contro il conte Tommaso II, dalle quali
impadronirsi di Montosolojma il conte di imputazioni lo giustificò Meiranesio con
Moriana Tommaso li, radunate lesuegen- sicuri documenti. Non solo il conte Tom-
ti li cacciò , e rifabbricata la fortezza se maso ebbe signoria sopra il Piemonte,
II
le, il quale non solo ne lo investì, ma inol- però quanto a'feudi vescovili, Tequila del
tre di tutte le altre terre die alla chiosa Papa obbligò il nipote di restituirli al ve-
di Torino appartenevano. Languiva in- scovo. Riferisce il p. Semeria, con l'auto-
tanto prigioniero il vescovo, impotentedi rità della Storia di Chieri, del cav. Ci-
redimerti per essere stato spoglialo di tut- brario, che in quanto alle pretensioni di
ti i suoi beni: in queste strettezze i suoi Tommaso II sopra Torino, bisogna pre-
canonici e aderenti piegarono il conte mettere che questa città, sottrattasi da o-
Tommaso li a imprestargli 5oo denari gni soggezione, si reggeva a modo di re-
imperinlijCo'quali potè riscattarsi e tornò pubblica, ed avea neh 226 in tal qualità
alla sua chiesa nel 1 25o. Fece la visita di formato accordo e lega colle altre città di
Saluzzo, parte di sua diocesi, e neh 2.5 Lombardia. Ed il Muratori lasciò scritto,
andò in Milano a ossequiare Innocenzo IV che Torino reggevasi in forma di repub-
e domandar la restituzione di tutti i suoi blica, né più ubbidiva a'principi di Savoia,
feudi posseduti dal conte Tommaso II. anzi di più faceva battere monete in prò»
Quegli pure vi andò per giustificarsi se- prio nome, assicurandoci inoltre di aver-
gnatamente sulla riedificazione della for- ne veduta alcuna di argento, nel cui di-
tezza di Montosolo,e per esser assolto dal- ritto \e^e\as\:3IonelaTaitri/ie?isi.<;j e nel
l'incorse censure, avendo sposato la nipo- rovescio era l'aquila, col contorno: Civi-
te del Papa, il cui fratello fu poi Adria- ta* imperiali* ; la qual moneta riferisce al
no V. Deputò il Papa il vescovo di No- i25o. Rimarcai a Savou, che Torino e-
vara a proscioglierlo da tali pene, e insie- sigendo privilegi di città imperiale e il
i
me a convenire perla restituzione di quel- godimento di sua libertà, insorse ogni vol-
le castella, esortando il conte a composi- ta che vide alcun sintomo di debolezza
zione amichevole, per la quale delegò due nella casa di Savoia. Contuttociò crede-
cardinali Ubaldini eGiovanni. Venuti que- va Tommaso 11 che la sua famiglia non
sti legati a Torino, tennero pubblica se- avesse mai perduto gli antichi suoi dirit-
duta a'2 luglio sotto i portici del duomo, ti sopra Torino e adiacenze; ed in que-
presenti il vescovo e il conte, i frati e i sta persuasione collegatosi co' cbieresi e
principali personaggi della città, e senten- altri impugnò le armi per ridurre la cit-
brillale avcansi riservalo i signori e pa- nondimeno la lite rimase indecisa. Vigile
droni di fetidi, cioè concumbciuli curri vìr- sulla condotta del clero, celebrò il sinodo
ghie sponsa, prima mtptiarum noe te. Al nel la 70 nella cattedrale, ove formò uti
torrente de' vizi the nella società e nella lissimi decreti peldecoro de'chierici eia
(Chiesa inondavano,s'accreL>bequellodegIi salute delie anime, intimando a'trasgres-
usurai. Le crudeli fazioni guelfe e ghibelli- sorimulte pecuniarie. Recandosi Grego-
ne investirono gli animi gli uni contro gli rio X
al concilio generale di Lione II nel
altri a distruzione della società. Nel dilu- 1273 passò pel Piemonte, incontrato da
vio di tanti inali Dio donò al Piemonte Gofiredo,che lo seguì al concilio,ove pro-
molti piissimi vescovi, e uomini apostolici mosse le sue questioni intorno a' beni di
cislerciensi, francescani e domenicani, che sua chiesa, occupali da' conti di Savoia;
illuminarono e santificarono popoli, ed i ma il cardinale di s. Sabina delegato a pro-
impedirono 1' incremento della pestifera nunziare su queste vertenze, dichiarò do-
semente de'valdcsi. versi lasciar la causa nel possessorio della
Dopo morte del vescovo Arborio,suc-
la curia romana. Laonde nel 1276 tornò a
ecssero forse un Guglielmo, ed un Enrico Roma da Giovanni XXI per ottenerne la
o Ugo frale minore, e per brevissimo tem- sentenza, il quale prorogò a' contumaci
po; nel qualeil conte Pielrodi Savoia ven- conti il termine di due mesi per compa-
dicò il nipote, assediò Torino e la forzò a rire a difendere la propria causa innanzi a
rientrare sotto la dominazione di sua casa. 3 delegati in Piemonte. Stimandolo il Pa-
Goffredo di Montanaro vercellese, cano- pa per saggio prudente, neh 277 l'in-
e
nico di s. Antonio di Vienna, fu promosso viò legato, col vescovo di Ferentino e due
neh 264 da Urbano IV. 11 can. Rima an- domenicani, all'imperatore Michele Ps-
ticipa il suo vescovato ali 258. Provvido icologo in Costantinopoli, per corroborare
e vigilante pastore visitò la diocesi, e por- l'unione della chiesa greca colla latina, e
tatosi neh 266 a Sahizzo, (jualche tempo procurare l'accettazione de'decreli stabi-
vi soggiornò, ove die alcune investiture, liti nel concilio di Lione. Superate tutte
e di molte altre fu generoso co'vassalli di le opposizioni , la' legazioue conseguì fa-
suachiesa:all'abbaledi Piivalta fece esenti vorevole risultato. Ritornato in Roma e
lesue chiese dalla giurisdizione episcopale trovata la sede vacante, attese l'elezione
per l'annuo canone di 25 lireasteusi ; al di Nicolò 111, seguita in Viterbo a'25 no-
conte di Biandrate concesse l'investitura vembre, a cui fece relazione dell'esito del-
del castello di Settimo torinese, e al mar- la legazione, e gli manifestò le gravissime
chese di Saluzzo accordò decima di la vessazioni che pativa per l'abbate della
tulli novali nelle terre di suo dominio
i Chiusa, l'arcivescovo di Milano e i conti
esistenti nella diocesi di Torino e più altre di Savoia. Il Papa represse sotto pena di
ancora. La liberalità di Goffredo andò del scomunica l'audacia e le usurpazioni del-
pari colla sua giustizia, quindi virilmente l'abbate^ altri provvedimenti emanò cou-
si oppose al comune di Torino che vole- formea'bisogni della chiesa torinese. Tor-
va ipotecarci castelli di Colleguo e di Mon- nato a questa Goffredo ottenne da Tom-
tosolo, appartenenti alla sua chiesa. Pro- maso 111 de'conti di Savoia la restituzio-
mosse litecontro i conti Pietro e altri prin- ne di Castelvecchio, e nel 1282 celebrò il
cipi di Savoia, che occupavano le castella suo 2. sinodo, in cui fece il decreto, che in
di Cavour, Rivoli e Castelvecchio, e non tulli gli anni i superiori ecclesiastici e re-
volevano riconoscere diritti della chiesai golari si radunassero nel martedì avanti
di Torino. Pertanto si portò nel 268 a 1 lerogazioni minori pel concilio che sareb-
Viterbo da Clemente IV, ilquale ingiunse besi tenuto nella cattedrale; indi nel 1 287
a'conli di Savoia la restituzione de'castelli, fu al concilio provinciale di Milano. Fiat
TOR TOR i
9j
tanto il dominio de'conli di Savoia circa ii seguirne il pacifico possesso, onde n'eb-
1290 fu diviso in 3 governi : il conte A- bero solo il titolo e diritti. Non mancano
medeo V, figlio di Tommaso li conte di scrittori che affermano, avere Fdippo lì
morto senza prole adottò per successore traprese una nuova visita pastorale della
il nipote Amedeo V in pregiudizio del fra- diocesi nel marchesato di Saluzzo, da cui
Tommaso III), perchè fi-
tello di questi s' inoltrò fino agli ultimi confini di sua
gliodi Tommaso III conte di Moriana al- spirituale giurisdizione, verso ilDelfiuato
tro loro fratello, ottenne la contea di To- e la Provenza, lasciando da per tutto otti-
rino principi d'Acaia (per quanto vado an- zo, delle decime de'novali per le terree-
che qui a dire) si reputò sempre dipenden- sistenti nella diocesi, che conferì coii'anel-
te dal supremo dominio de' possenti conti lo e con obbligo al marchese d'essere sem-
che regnavano inSavoia. Filippo li fissò la pre fedele a'vescovi e alla chiesa torinese.
residenza di sua siguoria \a Pinerolo, non Un'altra rimarchevole convenzione Te-
in Torino, e così pur fecero i 3 principi disio concluse con Amedeo V conte di Sa-
suoi discendenti : forse la fresca rimem- voia, intorno al feudodella valle di Lanzo,
branza delle sventure che in Torino avea- che data da Federico 1 imperatore a've-
110 sofferto Tommaso II e Bonifacio, Io scovi in odio della casa di Savoia, questi
indussero a eleggere quel soggiorno e a fis- reputandosi lesi e spogliati di quella pro-
sarvi la sua corte. Questa buca fu detta prietà, sostennero un lungo litigio Co'
de'priueipi d'Acaia edi Morea, per le noz- vescovi stessi, e Tedisio riconoscente de'
ze che Fdippo II contrasse in Roma nel molli benefizi ricevuti dal conte Amedeo
febbraio i3oi, con Isabella di Yille-Har- V, gli rinunziò il domiuio sopra Lanzo
duin pronipote del famoso Goffredo di
, e borghi di sue valli, solo riservandosi il
]
9G TOR TOR
di Lombardia di Clemente V (che stra- le al proprio foro, e conlro gli altri si for-
namente avea neh3o5 trasferito la resi- mò criminale giudizio. In Torino il capi-
denza papale in Avignone, preferendo al- tolodel duomo volendo provvedere all'as-
le fortunale rive del Tevere, quelle del sistenza del coro e a 'bisogni della chiesa,
Rodano), la già narrala riunione alla sua coll'assenso del vescovo stabilì. Chi man-
mensa della preposilura di Limmo: non cherà d'assistere al coro per 6 mesi, pa-
essendo sufficiente alle gravi strettezze in gherà 5 soldi viennesi, da distribuirsi fra
cui trovavasi il vescovo, con l'autorità del quelli che avranno prestato il servizio. ()-
legato cardinal Pelagrue, incorporò alla giti canonico che conseguirà alcuna digni-
sua mensa anche la pievania di Carraglio tà, donerà alla cattedrale un piviale del
neh 3 io. Passò per Torino in quest'an- valore diioo soldi viennesi, ed un piviale
no l'eletto imperatore Enrico VII per an- del valore di 6o quello che riceverà un
dare a Roma corona impe-
a ricevervi la canonicato. Morì Tedisio, illustre per le
riale. Con grande magnificenza fu festeg- molte virtù, neh 3 H), e in questo e non
giato il suo arrivo a'3a ottobre, dal conte nel 32o, come vogliono l'Ughelli e il Di-
i
pe dissipare una nera congiura che in To- famoso per le guerre domestiche, per le
rino slesso erasi ordita, per levargli il do- sue avventure di cui parlai a Savoia , e
minio di questa città e consegnarla a'ne- pel suo tragico fine; indi neh 36 2 si am-
mici suoi, marchese di Saluzzo e quello
il mogliò Giacomo con Margherita di Beuu-
di Monferrato. Entravano nella conventi- lieu, stizzosa e maligna, che fu madre de'
cola secolari ed ecclesiastici del partito ghi- principi Amedeo e Luigi o Lodovico. Il ve-
bellino, ecapo di tulli era il preposto della scovo Guido fondò e dolo nella cattedrale
cattedrale Zucca, che foggi a Milano. Le la cappella di s. Michele, e zelantissimo
persone ecclesiasliche vennero cousegua- della riforma del clero e del popolo di tua
TOR TOR 197
diocesi, formò diverse costituzioni sinoda- rino, Pinerolo, Moncalieri, Sa vigliano e
li e le pubblicò, tutte savissime. Fatale fu altre piazze del Piemonte, e fece prigio-
pel Piemonte il 345, poicliè una grandis-
i niero Giacomo che mandò a Rivoli, non
sima peste universale, anche in Lombar- ricuperando la libertà che rinunziando al
dia, fece perire un gran numero di perso- Piemonte; ma poi Io ristabilì ne'suoi feudi,
ne; e certamente il buon vescovo avrà dif- anche ad istanza del vescovo. Questi nel
fuso in tutta la sua vasta diocesi la gran- i35J>, col consenso de'canonici, concesse
de sua carità. Neh 34? Amedeo VI conte in feudo al suo fratello Giacomo e al cu-
di Savoia portò le sue armi nel Piemonte, gino Amedeo VI, il cartello di Solaro e più
per profittare della decadenza della casa altre castellarne, dichiarando i due prin-
d'Angiò, e d'accordo col cugino Giacomo cipi con alto autentico, che tali terre rite-
conquistò in breve tempo le città e luoghi nevano a nome della chiesa torinese. Mi-
che teneva occupati, e con esso ne divise il nacciando rovina la con lette-
cattedrale,
governo. Dopo un lungo vescovato tutto re esortatorie e il premio dell'indulgenze
applicato alla santificazione di se stesso e invitò gli ecclesiastici della diocesi a con-
del suo gregge, Guido riposò nel Signore tribuirvi colle limosine, ma la riparazio-
Deli 34^- A'y novembre Clemente VI gli ne ampiamente si fece sol tanto nella chiesa
surrogò Tommaso figlio di Filippo II e fra- o uà vata di s. Giova tini. Il duomo era com-
tello diGiacomo, nipote dell'altro Tom- posto di 3 chiese o basiliche unite in un
maso che nel 3oo aveano nominato ca-
1 i soloedilìzio, l'una dall'altra divisae chiu-
nonici; promozione che l'Ughelli digeri- sa medianteunmuro chesorgevadal suo-
sce al 1 349. bensì consagrato nel i 35 1 dal- maggiore delle quali
lo sino alla volta; la
l'arcivescovo di Milano. La città di To- ossia navata di mezzo era intitolata al ss.
rino ne provò tanta consolazione, che gli Salvatore,ein essasi pubblicavano le sco-
0IIV1 per uso della mensa 1 2 tazze d'argen- muniche e le costituzioni sinodali; la chie-
to. Intraprese la visita pastorale nel mar- sa o navata a destra era intitolata alla ss.
chesato di Saluzzo , e nel confine riparò Vergine; la 3." chiesa o uà vata in cui e-
molti abusi. Riguardando il vescovo per sisteva il battistero, portava il nome di
suoi vassalli molti signori che abitavano s. Giovanni, per la quale il fisco riscuo-
nel marchesato ,
per le prepotenze fatte teva le sue ragioni, ed i doni de'fedeli ad
loro dal marchese TommasOjche d'altron- essa s'olFrivano. A' frati umiliati d' Avi-
de li riguardava ribelli nel suo dominio, gliana fece molte largizioni, e lasciò sa-
gl'intimo nondimeno l'interdetto, finché lutari ammaestramenti per l'osservanza
avesse soddisfatto la sua chiesa. Il marche- deli' istituto e per esercitare con merito
segravemente se ne dolse e fece protesta, l'ospitalità. Neh 3(5 1 la peste infierì nel
malgrado la quale dovè poi sottomettersi Piemonte, ricomparve nel 1 385 e serpeg-
e giustificarsi. Il vescovo Tommaso cele- giò sino alla fine del secolo. Tommaso pare
brò il sinodo e pubblicò le costituzioni nel che sia morto nel i 362, ma nel 1 36o dico-
di morte alcuni commissari per aver fatto risiedeva erasi a se riservata la sede ad e-
alteramente delle rimostranze. Il contedi sempio de'Papi predecessori. Resse poco
Savoia volendo punire tanti oltraggi, va- più d' un anno il vescovato o morì nel
licò coll'esereito il Monceuisio,e prese To- i364- Non pare, poiché Urbauo V creò
i
9R
TOR TOH
vescovo nel gennaio o 1*8 febbraio Gio- animi istituì un giudizioinRivoli,compo-
vanni de'signori eli Rivalla e abbate coni- sto de'più rinomati giureconsulti, acciò le
niendatariod: quel luogo, dottissimo giù- parti potessero dirvi le loro ragioni. I gin-
reconsulto, die PUghelli dice della roma- testamento paterno sen-
dici in forza del
ria famiglia Orsini propagata nel Piemon- tenziarono appartenere ad Amedeo il do-
te. Neh 366 intrapresela visita pastorale, minio del principato e ia primogenitura,
cominciandola nelle valli di Lucerna e (li ed essere Filippo solo erede particolare,
Angrogna sopra Pinerolo, perchè ivi sa- etenuto a prestare al fratello il giuramen-
peva essere maggiore il pericolo della fé- to di fedeltà. Non accettando la sentenza,
de, per cagione degli eretici valdesi cb'e- Filippo cercò di fuggir da Rivoli, e morì
ranvisi insinuati nel principio del pie- di morte violenta nel i 36g, chi dicein pri-
redenle secolo, e perciò portò seco un in- ginnetti passione o per suicidio, o affogato
quisilor della fede, e altri sacerdoti dotti nel lago d'Avigliana. Dopo la sua morte,
e distinti, colPopera de'quali prese i ca- tutti prestarono giuramento ad Amedeo
piscila detti barbi o barba, per disingan- conte del Piemonte e 3.° principe d'Acaia.
natii dall'errore e quindi potessero con- Quanto al vescovo Giovanni, si applicò a
vertire gli altri. Con maniere soavissime sistemare le monache Clarisse di Carigna-
li accolse, altri fuggirono e diversi si con- no, cui nelle guerre era slato distrutto il
ti punirono questi pertm batoli col fuoco bate della Chiusa contro il vescovo e le
TOR TOR 1
99
anzi il Muratori nega che l'antipapa l'in- ma 377, dappoiché in esso riporta un
del 1
gerissi le notizie degli anticardinali creati successe Aimone, Aymone o Aymo. L'o-
dagli antipapi d'Avignoue, ed affatto nul- stinatissimo scisma sostenuto dall'ambi-
la trovai della pretesa pseudo-dignità di zioso antipapa Benedetto XIII, che nel
Giovanni, che per altro avrà dovuto co- 1 3q4 era succeduto all'intruso Clemente
me gli altri seguir lo scisma. Nel i 38o A- VII in Avignone, volendosi terminare in
medeo signore del Piemonte , mediante tempo di Papa Gregorio XII nel sinodo
dispensa dell'antipapa, sposò Caterina so- di Pisa, in vece fu eletto Alessandro V,
rella di Pietro conte di Geneva e sua pa- a cui successeil detto Giovanni XXI li
,
rente. Pensò questo sovrano di riacquista- mentre continuarono nel pontificato Gre-
re il principato d'Acaia, e già validissimi gorio XII e nello scisma Benedetto XIII
guerreschi preparativi avea fatto, e la sua e suoi seguaci, fra'quali per lungo tem-
i
morte lo colpì a'7 maggio 402, 1 e fu se- deli a chi de' 3 uhbidire e venerare per
polto nella tomba de'suoi maggiori in Pi- vero Papa, a terminare il pernicioso scan-
nerolo. Poco prima s. Vincenzo Ferreri dalo e ridonar la pace all'agitata Chiesa,
era venuto in Piemonte a predicare a' val- di tutti i sovrani d' Europa più di tutti
desi ed annunziò pure la divina parola
,
simostrarono zelanti, oltre l'imperatore
a'torinesi nel successivo agosto. Due sole Sigismondo il marchese di Monferrato
,
figlie lasciò Amedeo, Matilde che sposò Teodoro il principe d'Acaia Lodovi-
II e
il duca di Baviera nel 1 4- '
P ei a sua
"> e '
' coconle del Piemonte, non grandi per va-
dote si ohhligò la città di Torino; e la b. sto dominio, ma più riputati per la sa- i
Margherita Seme-
di Savoia, di cui il p. vie/za e fondatore dell'università di
il 2.
ria pubblicò la vita in Torino nel 833. 1 Torino, che avea fatto approvare da Be-
Erasi sposata nel i4o3 con Teodoro li nedetto XIII nel i4o5 e da Giovanni
duca di Monferrato, portando per dote XXIII come narrai. Intimatosi
nel i4i 3,
3o,ooo genov'me, e la città di Torino ne per l'estinzionetlello scisma nel 4 4 ^a 1 1
•' "
caia, che regnò sul Piemonte dopo la mor- e pienamente d' accordo con Sigismon-
ledei fratello Amedeo. 11 vescovo Giovan- do e gli ambasciatori degli altri sovrani,
ni, di somma virtù e di santi costumi, fu si adoperò con efficacia per la pace della
onorato del titolo di beato, dalla voce co- Chiesa. Gregorio XII eroicamente rinun-
mune, dopo la sua morte avveuuta nel ziò il pontificato, e furono deposti Gio-
al nuovo Papa gli ossequi di sua partico- tro concilio, e in Mantova. A' 12 dicem-
lare venerazione, Lodovico se ne tornò ne' bre dello slessoi4i8 cessò di vivere Lo-
suoi stati in Piemonte. Partito Martino V dovico in Torino, e le sue spoglie furono
da Costanza, per Sciadusa, Berna e Gi- tumulate in Pinerolonel sepolcro de'suoi
nevra nella Svizzera, nel settembre 4 8 1 1 avi. Di tutti principi della Morea e d'A-
i
traversando la Savoia, entrò a'3 per Susa caia conti del Piemonte della casa di Sa-
in Piemonte per incamminarsi gradata- voia, quello che ha lasciato di se v\n no-
mente a Roma. In Torino fu accolto dal me glorioso, il più benefico a'suoi popoli
principe Lodovico, dalla sua corte e da il più utile alla religioue, il più generoso
tutti cittadini con massima esultanza e
i protettore delle lettere, è slato il princi-
con onori pressoché divini. Venne allog- pe Lodovico. Gli successe Amedeo Vili
giato nel Castello, dove i principi d'Acaia duca di Savoia, per titolo incontestabile
solean fané la loro dimora, quando non la d'agnazione, e per volontà del defunto
pigliavano ne' pubblici alberghi. Questo principe, ed anche pel desiderio de'popo-
Castello alla venula di Martino V tro.va- li del Piemonte che lo proclamarono lo-
vasi rifabbricato, non che abbellito d'u- ro sovrano, ed egli dichiarò Torino ca-
na piazza formatagli davanti per opera di pitale de'suoi slati e la munì di fortifica-
Lodovico stesso/m occasione delle sue noz- zioni. Amedeo Vili diventò per questa
ze con Bona di Savoia sua parente. Più successione di gran lunga più potente che
settimane si fermò
Torino Martino V,
in niuuo (osse stato de'suoi predecessori; a-
con arricchire la citta, di molte grazie e matoda'suoi, temuto da'poteutati vicini,
privilegi, e donando molla pecunia per Li- ricercato dagli stranieri, tuostrossi valo-
na costruzione in pietra del ponte di Po, roso in guerra, più ancora inclinato alla
il quale veramente allora non si edificò e pace, e saggio legislatore di sua nazione.
rimase com'era sino al [Trincipio di que- Per queste e altre egregie sue qualità, in
sto secolo. Dal dominio de'pnncipi d'A- breve tempo si videro suoi i stati i più
caia s' inoltrò Martino V in quello del floridi e avventurosi di tutta 1' Italia; e
città di Trino nella porta verso Po, detta prqpagazionc, la comune olire alle mol-
allora di Baffa e oggi di Casale
(
perchè tissime provvide cure, interpose molle
conduce verso Casale capitale del marche- preghiere presso Dio ond'esserne preser-
sato e ordinaria residenza de'marchesi so- vata. Ricorse al vescovo per prescrivere
vrani, 36 miglia lungi da Torino ei8 da una processione col ss. Sagrainento e le
Asti, a cui aulicamente era unita la dio- reliquie de'santi protettori, e di piìi la ce-
cesi), e di tutti gli ecclesiastici secolari e lebrazione di solenne messa all'altare D.
regolari.Mentre il Papa processionalmen- Rinvine Consolationis. Intanto il vesco-
te veniva accompagnalo alla primaria vo Aimone sostenne lunga lite cogli abi-
chiesa di s. Bartolomeo sotto baldacchi- tanti di Cuneo suoi diocesani, i quali pre-
no, le aste erano sosteuute da 12 nobili tendevano non esser tenuti a pagar le de- _
TOR TOR 201
cime mensa vescovile, ma furono con-
alla no recossi al concilio di Basilea (divenuto
dannati, dopo l'appellazione a Martino V, conciliabolo), in cui padri attentarono
i
mensa l'abbazia ili Stura, il cui mona- cardinal Lodovico (T.) Alemand arcive-
stero giaceva quasi distrutto per le guer- scovo d'Ai vescovo di Torino Lodo-
les. Il
re tra' principi d' Acaia e i marchesi di vico, con Guglielmo Diderio vescovo di
Monferrato. Il vescovo approvò gli statuti Vercelli e Giorgio de'marchesi di Saluz»
della collegiata di Cbieri, celebrò due si- zo vescovo d'Aosta, furono deputati dal
nodi nel i4 2 7 e ne l '4^2 con utilissimi sinodo a elettori (33 furono per introdur-
decreli.e nel i435 fu testitnonioe media- re un nuovo scisma) del nuovo Pontefi-
tore del trattato di pace concluso in To- ce per parte della nazione italiana; e ven-
rino, tra Amedeo Vili e Gio. Giacomo di nero difatti nella sessione 37/ a' 28 ot-
Monferrato. Morì Aimone nel 1 4-38 lo- tobre all'elezione di Amedeo Vili. Vera-
dato per vigilanza, zelo e virtuosa fermez- mente se"uì la formale elezione a'5 no-
za, mentre si continuava nella vicina Sviz- vembre, e siccome Amedeo Vili a'20 lu-
zero la celebrazione del famoso concilio glio avea protestato contro la pretesa de-
di Basilea, trasferitovi da Pavia e Sic' posizione d'Eugenio 1 V, sebbene non erasi
naj ma giustamente sospeso da Eugenio dichiarato tradue parliti, gli accorti pa-
IV,i padri orgogliosi di varie nazioni vol- dri scismatici di Basilea per sostenere l'i-
lero continuarlo, ed egli dipoi lo traslocò niquissima lotta, onde averlo a valido so-
a Ferrarne in Firenze, ove la ma*jgior stegno lo compromisero e sagri fìcarono,
parte de' padri si portarono col Papa stes- coll'apparenza di sublimarlo al maggio-
so nel 1 43S. Mentre il concilio di Basilea re de'lroni, ad onta ch'egli ritirato in Ri-
proseguiva in legittima forma (dice il p. paglia nell'orazione e contemplazione del-
Semei ia, ma per quanto colla storia nar- le cose celesti, nella sua diletta solitudine
rai negl'indicati articoli, già il suo proce- penitente, ricevè con sorpresa l'annuncio,
dere era scismatico), i padri inviarono un e nel rifiuto allegò la rinunzia fatta al fi-
deo Vili dalla taccia d'ambizione, rileva verse università. La chiesa di Torino ri-
con quanta ripugnanza die il suo assenso, conobbe Felice V come fosse stato Papa
e che l'addottogli tristo esempio del con- vero, e la città lo gratificò con molti sus-
cilio di Costanza, l'autorità del Gersone sidii. Uscito di vita Eugenio IV neh 447»
cbe pretese attribuire al concilio 1' au- gli successe il non men degno Nicolò V,
torità suprema, l'essere negli stati di Sa- il quale dichiarato eretico PantÌpapa,C0Q'
voia, Piemonte, Francia, Spagna ed in fisco i suoi beni e quelli de'seguaci di lui.
sero le insinuazioni di Guglielmo Bolo- padre non avesse più il biasimo e il no-
merio (fallo poi morire dal duca figlio), me d'antipapa, ed anche vi si adoperò la
già suo segielariodi confidenza ,che sotto b. Margherita di Savoia, vivamente bra-
l'apparenza di bene della Chiesa, deside- mosa della pace dellaChiesa.il saggio Ni-
rava di vedere il suo signore crescere in colò V
si mostrò ben disposto a qualun-
dignità, pei 1
la speranza che avea di pro- que accordo di convenienza, purché l'u-
fittarne. cavalieri Cibrario e Promisne'
I nità della Chiesa fosse salva, ed un sol
Documenti, sigilli e monete appartenen- gregge ed un sol pastore fosse riconosciu-
ti alla storia di Savoia, Torino i833, to. Pertanto convalidò gli alti di Felice V,
osservano che Felice V accettò la dignità riconobbe per cardinali molti di quelli da
per aver poimodo di render paceallaChie- lui creati, e lui stesso dichiarò decano del
sa,scendendone volontariamente dopo a- sagro collegio, vescovo di Sabina e legato
verne assestate le cose, e troncato alla ra- a latere del Piemonte e degli altri luo-
dice lo scisma. Portatosi a Basilea, vi fu ghi detti nella biografìa, e che meglio de-
ricevuto con grandi applausi, e comincian- scrissi a Savoia e nel voi. Il (non III co-
do dalla tonsura per gli -ordini maggiori, me per errore tipografico è ricordato nel
fu consagralo vescovo e coronato Papa voi. LXII, p. 24), p- 214. per modo che
dal cardinale Lodovico d'Arles, il quale fu dopo il Papa tenne ili. "luogo nella chie-
anticardinali di diverse. nazioni, segnalan- 9 aprile 1 449» m cne s' fece generale al-
dosi con atti di clemenza e di pietà. Non legrezza per tutto il mondo cristiano. Ri-
.simostrò prodigo in distribuire suoi le- i tornò a santificarsi nella sua solitudine di
Miri,nè troppo indulgente ad accordar pri- Ripaglia, e non ne usci che dopo la bat-
vilegi e dispense agli ecclesiastici, che ati- taglia diI3orgomanero,iu cui fu sconfino il
7
mori in buon odore di santità, secondo il le anno il duca Luigi o Lodovico istilla
p.Semeria a'7 gennaio l^5l in Ginevra, il senato di Torino, con suprema autori-
nel convento detto del palazzo,, de' frati tà per giudicare le cause civili e crimina-
domenicani. Nel dì seguente portato il ca- li) e del 1
4 approvò nuovi statuti del
(
' j i
davere nella cattedrale gli si celebrarono capitolo, come fece Papa Paolo II, e mo-
3oo messe. A'g in lettiga venne trasferi- rì nel 1 4^9 : m vece registrando il can.
to a Ripaglia e ivi sepolto in mezzo al co- Bona morte nel 4 >&, nel 4^g ne di-
tal 1 1
ro, illustraloda Dio con più miracoli. Di- ce successore Giovanni V Campesio e ,
poi ne' primi di dicembre 1576, profa- nel i4^7 Cristoforo della Rovere, a cui
nando gli eretici la chiesa e il romitaggio nel 1 480 il fratello Domeni-
fa succedere
di Ripaglia, furono condotte le sue ossa a co. Il p. Semeria
1469 dichiara suc- nel
Torino, ricevute con somma onorificen- cessore di Lodovico, Giovanni HI di Com-
za dall'arcivescovo e dal nunzio aposto. peys oCompesio uobilesa voi ardo, il qua-
lico,dal clero secolare e regolare,edal du- le neli4"2 saputa la gravissima malat-
ca Emanuele Filiberto; indi le mortali tia del duca b. Amedeo IX, che dimora-
spoglie furono deposte ne'sotterranei del- va io Vercelli ove soleva tenere la corte,
la metropolitana, donde le trasse Carlo ordinò pubbliche orazioni. Mentre a'3o
Alberto e col locò sontuosa mente nella cap- marzo face vasi una processione di più che
pella della ss. Sindone, come di>si in prin- 3ooo persone, quasi sulla cattedrale ap-
cipio. Il vescovo di Torino Lodovico nel parve un bianco cerchio raggiante, entro
conciliabolo di Basilea promosse i van- a cui stava il duca. Riguardato per mira-
taggi di sua chiesa; ebbe poscia gravi ver- bile segno del suo transito al cielo, il ve-
tenze coll'abbate di Rivalla, che ricusava scovo si recò subito a Vercelli e realmen-
alla mensa l'annuo diritto; e dovette a- te trovò il santo principe defunto. Tor-
doperarsi diligentemente contro i nemi- nato a Torino ebbe la consolazione del ri-
ci della fede cattolica, i valdesi, che a vea- trovamento del corpo di s. Gozzelino e
no riacceso il sanguinario loro furore con- delle reliquie di s. Anastasio, nella chiesa
tro i fedeli che abitavano le valli d' An- di s. Solutore, del cui monastero il r.°era
grogna,Perosa, flagellato e altre, e par- stato abbatee monaco il 2.°,operandoDio
ticolarmente contro i parrochi, con vitu- per illustrarli molti miracoli. Ma poi fu
perevoli oltraggi e con atroci fatti, ed il rammaricato pegli eretici valdesi ricadu-
duca Luigi ne fu altamente commosso. Il ti nell'errore e nello spergiuro, vedendo
vescovo inviò nelle valli l'inquisitore fr. fallile tante sollecitudini de' suoi prede-
Giacomo Boronzo domenicano, che fati cessori ; onde con 1' aiuto delfa reggente
cando indarno fulminò l'interdetto di 5 Jolanda, emanò energici provvedimenti.
anni contro gli abitanti delle valli. Que- Compose le dilFerenze col capitolo di Car-
sta pena canonica fece molla sensazione, magnola, sostenne un litigio con l'abba-
e tutti ricorsero a Nicolò V, protestando tedella Chiusa,convenne con Lodovico II
di voler tornare sinceramente al cattoli- marchese di Saluzzo lo stabilimento d'u-
cismo. 11 Papa deputò il vescovo e l'in- na collegiata in quella città; e dopo ave-
quisitore a recarsi nelle valli per riconci- re riedificalo campanile della metropo- il
liai li colla Chiesa, e se ne convertirono piìi litana, poi compito dal Juvara d'ordine
di 3ooo.Uu prodigiosissimo avvenimento di Vittorio Amedeo lì, nel 1482 venne
2 04 TOR TO Pi
traslato a Ginevra e poi all'arcivescovato neh 49' fu solennemente posta lai. "pie-
di Taranlasia. Nel tletlo anno gli succes- tra per la nuova a'aa luglio, alla presen-
dire, non pare che fosse vescovo di To- donde furono nel i5io trasferite le sue
rino, e qui Olì correggo. Il cardinale reca- spoglie in Torino e tumulate nella sua cat-
tosi in lloma pel conclave, dipoi nel i/[H5 tedrale. Il nipote coadiutore Gio. Lodo-
fu testimonio della solenne donazione tra vico della Rovere gli successe, già prefet-
viviche Carlotta di Lusignano regina di to di Castel s. Angelo, pro-legato della
Cipro e dell' Armenia fece nella basilica Marca. Vigilante e virtuoso pastore, in-
Vaticana al suo nipote Carlo duca di I traprese la visita della diocesi, specialmen-
Savoia. Non ritornando alla sede, nel 1
497 te nelle valli degli eretici ,
quindi nello
eamiuendo Alessandro V I, si elesse a coa- stesso i5or celebrò il sinodo nella catte-
diutore Gio. Francesco della dovere suo drale e poi lo stampò. Si elesse a coadiuto-
nipote. Però l'Ughelli e il can. Bima li- re il nipote Gio. Francesco della Rovere
poi tano al 1499 Gio. Lodovico della Pio- preposto della cattedrale, e Giulio II l'ap-
vere e nel 1 5 o
1 il nipote Gio. Francesco. provò neli 5o4, il quale altro della Rove-
Dimorando in Roma il cardinal Dome- re, come nipote di Sisto IV, fu detto pro-
nico, non dimenticava bisogni della dio- i zio di tal prelato. Recatosi il vescovo in
cesi, the anzi generosamente riparò ca- i Rnina per reclamare coatro l'abbate di s.
stelli di Cinzano e di Rivalla appartenen- Mauro che voleva sottrarsi dalla sua giu-
ti alla mensa, e per l'aumento di questa risdizione, autorizzò il suo vicario genera-
vi unì le rendite della chiesa di Cavorre le Baldassare Bernetto di Vignone arcive-
e della pievania di Lauzo. l\ese poi im- scovo di Laodicea in parlibus a consagra-
mortale il suo nome colla riedificazione re la cattedrale di Toriuo a'2 settembre 1
della cattedrale. Considerando che il tem- 1 5o5. Morto in Roma nel 5 o, giusta la 1 1
pio antico, opera de' principi longobardi, sua disposizione fu portato nella cattedra-
e composto di 3 chiese insieme unite, co- le di Torino, con epitaffio in cui è anche
me sono andato dicendo, era sdrucito da detto Palatii Pontificii Jf?ec/o/-,ossia mag-
due parti, uè più capace di restauri, di- giordomo, e si legge pure nell'Ughelli. E-
visò di demolirlo e costruirne altro di Cor- gli fu l'ultimo vescovo di Torino, e il suc-
ma all'atto nuova. Senza sgomentarsi del- cessore il r.° arcivescovo.
l'enormità delle spese, ricchissimo di sua 5 1 o successe allo zio per coadiu-
Nel 1
casa e di benefizi ecclesiastici, inviò da toria Gio. Francesco della Rovere de'con-
Roma un nobile disegno del celebre [lac- ti di Vinovo, e insieme da Giulio II fallo
anche cogli epiteli di padre della patria oltre il zelante suo vescovo mg/ Faldi, dal
e fido Acate di Carlo III, indi sepolto in sagace suo medico d.' bocci; e quest'ut'
detta cappella nel mausoleo erettogli dal- timo poi anche pel pubblicato aureo opti-
la riconoscenzadecanonici.il p.Semeria scoletlo intitolato: Avvertimento popola
ci die il catalogo di 20 sue opere slam- re sulla contagiosità del Cholera. asia
pale, e il novero de'mss. esistenti nella bi- tiro, e siili' efficacia, delle disinfczioni
blioteca dell'università di Torino, (piali- di cloro e cloruri. Con un linguaggio
beandolo il più copioso scrittore di «pian- perfettamente analogo alla materia e al •
li hanno rettola chiesa torinese, avendo lo scopo, e con ragionamenti più lo- i
sapulo Irar profitto del tempo sino nel- gici appoggiati a fatti irrefragabili, dica-
cauzioni, isolamenti e disinlèzioni ordina- cardinale ricorse a Clemente VII, che nel
ti da Gregorio XVI, egli vide nel 1 83y i5a8 vietò al collettore il riscuotere nel-
arrestato e sepolto in Fioiua il tremendo l'arcidiocesi di Torino le annate de'bcne-
1
TO R T O lì 2..
7
IÌ7Ì e lo spoglio degli ecclesiastici, e di re- corona, ed i nuovi suoi popoli a parie dei
slittine alla mensa il riscosso. Intanto il privilegi goduti da'sooi sudditi oltrarno»-
cardinale, la comune e alcuni superiori Inni. ISel febbraio i 543 per un colpo di
regolari, accorsero a sovvenire l'ospedale rnauo degl'imperiali, poco mancò che non
di s. Giovanni con aumento notabile di s'impadronissero diTorino,t»edianleslra-
rendite. A mez70 del vicario generale, far- Ingemma concepito da Cesare da Napoli
civescovo riparò agli abusi insinuati nel per sorprenderlo con carri carichi d'ar-
cuilo divino e ne'ministri della chiesa, sia mali e coperti di fieno. Salvò dall'eccidio
colla visita pastorale, sia colla stampa del- la città un fabbro, perciò premiatoda'fran-
le sinodali costituzioni. Frattanto il Pie- cesi, il quale appena entrati alcuni di essi,
monte, per le pretensioni di Francesco I avendo la bottega vicino alla porla, cor-
redi Francia, quale erede de'd'Angiò, di- se a tagliar la catena che teneva la sara-
venne il teatro della guerra; come il re- c'inesca e impedì di penetrare nella città
sto d'Italia già era stalo miserando caro- agli altri a soccorrere i primi, die tosto fu-
po di ballaglie di sangue e d'infinite ca- rone tagliati a pezzi da Alessandro deMag-
lamilà per la conquista del ducato di Mi- gi milanese. In questo deplorabile stato
lano, nell'implacabile lotta tra il ree l'ini- dì cose, il principe Emanuele Filiberto di
peralore Carlo V. Il re violando ogni di- 17 anni, vedendo i paterni stali in preda
ritto delle genti e i più stretti doveri dì orde'francesi,edor de'tedeschi e spagnuo-
sangue, mandò nel 1 536 gli eserciti suoi li dello zio Carlo V, ottenne nel 1 545 dal
a occupare la Savoia, enei 1 ."d'aprile s'ap- padre Carlo d'andarsene in Germania
1 1
prossimaronoalle porte di Torino. Avreb- a ben imparare l' arte del guerreggiare
be voluto la città. opporsi con vigorosa re- alla scuola di detto imperatore, portando
sislenza, ma minacciando francesi ferro i seco la speranza di liberare col suo vaio*
e fuoco, se la città non si arrendeva preti- re, quando che fosse, i popoli suoi dati ala-
tamente, il duca Carlo III. che da Torino mi straniere; ed il padre a Uranio per lo
era partito colla famiglia aio marzo per spoglio de'suoi stati mori in Vercelli nel
Vercelli , volendo risparmiar le vite dei 1 553. Già il benemerito arcivescovo cai-
suoi sudditi, acconsentì che si aprissero le dinal Cibo nel 1 548 o nel 1
549 avea ri-
danza de' nuovi eretici, oltre di avere a tralasciarono perciò i decurioni nelle sag-
proprie spese deputato più sacerdoti per la gie provvidenze presesindal principio del-
difesa della purità della fede, nelle catte- le pestifere dottrine. Imperocché nel 5^2 i
dre e ne'pulpili, volle obbligare anche il volendo la città premunire gli abitanti
suo pastore a mantenere de'sagri oratori da'pericoli de'nuovi errori, avea stabilito
nella cattedrale.per confutare gli sparlato- un maestro che nella domenica spiegasse
li della chiesa romana e ismenlire al popo- al popolo que' testi, de' quali particolar-
lo le loro perniciose menzogne. Non cre- mente abusavano i luterani a danno del-
dendosi Cesare tenuto a tale stipendio, il la fede cattolica; quindi nel i 5/\.2 avea ot-
consiglio ve lo costrinse con decreto regio tenuto dal Papa che invece di due par-
del i provvedimenti emanò il
55o. Altri rocchie se ne stabilissero quattro, una per
consiglio civico contro gli eretici, che viep- quartiere , acciò i fedeli fossero meglio
più si moltiplicavano, ormai divenuta l'I- istruiti nella religione; e dall'arcivescovo
talia il rifugio degli apostati e de'seguaci ottenne la predicazione ogni domenica
del libertinaggio. Nella minorità di Carlo nella metropolitana, e che ninno potesse
IX rediFrancia,crebbe l'oltracotanza dei essere uffiziale, senzaprima aver fatto pro-
ministri eretici, per avere la madre reg- fessione di fede cattolica, e che non si po-
gente nel i56i accordato agli Ugonotti tesse vendere riè affittar case agli eretici.
(V.) il libero esercizio di loro pretesa re- Ora temendo 7 zelantissimi torinesi del-
ligione riformala, di aver templi e farvi la stabile esecuzionedegli ordini regi, pre-
adunanze fuori delle città. In Torino i sero l'espediente d'opporre alle perverse
cittadini intesero con molta pena tale di- cospirazioni che macchinavano in Gine-
sposizione, e ne fu conseguenza che con in- vra Calvino e Beza, una santa unione lai-
solenza i calvinisti cominciarono nella cit- cale, il cui scopo fosse di sostenere la fede
tà a celebrare le sedicenti cene, e inveire cattolica col pubblico esempio di religio-
con empie declamazioni contro il clero se opere, col titolo di Compagni// della
cattolico e la ss. Eucaristia. Tanta empie- Fede, e poi di s. Paolo per essersi posti
tà non potendo più soffrire i decurioni e sollo la protezione dell'Apostolo nella fe-
gnificato al vescovo diGinevra nunzio apo- Frutti preziosi di questo pio istituto, che
stolico, e da questi trasmesso a Pio V, fu- I approvato dal Papa a richiesta del sena-
rono decurioni paternamente confortati
i to del Piemonte, conseguì la benemeren-
con breve, lodaudone l'insigne pietà e di- za universale, oltre l'infervorala divozio-
vota ubbidienza alla s. Sede. Animalo co- ne «li Torino furono le seguenti opere,
,
sì il corpo della città ricorse a Carlo IX, di cui alcune ancora sussistenti. La sov-
per ottenere pronto rimedio a tanti gra- venzione pe'poveri vergognosi; l'isliluzio-
TOH TOR 209
ne delle umiliate; la cooperazione all'ere- della cristiana religione, la maestà del cul-
zione del monte di pietà, per cui n'ebbe to cattolico, l'erezione di nuovi templi, e
il precipuo governo; lo stabilimento del la più solenne venerazione delle ss. Reli-
ritiro del soccorso e della casa di deposi- quie, é coadiuvando particolarmente l'ar-
to; l'albergo della virtù e l'ospedale della ci vescovodi cui vado a parlare. Unicamen-
tenne la restituzione de'suoi stali, tranne 1. "arci vescovo, alla cui dignità fu eleva-
Torino, Pinerolo e 3 allre piazze. Ritar- tone! 564i di bell'ingegno, già ambascia-
1
sare, dopo essere intervenuto al concilio do fabbricare a decoro e difesa della sua
di Trento. Nel 1 563 gli fu sostituito il car- capitale Torino una ben munita cittadel-
dinal hinicod'^/rrt/o? de'marchesi del Va- la, invitò l'arcivescovo a benedire co'sa-
sto, che rinunziò dopo un anno. Mentre gririti lai. 'pietra fondamentale. Questi
vrano destinato a rialzare gloriosamente tolici: alcuni si convertirono, gli altri fu-
il trono degli avi suoi e a proteggere la rono sbanditi ; altrettanto il pio pastore
religione, ed un pastore per riparare san- fece nella visita della valle di Stura. I suoi
tamente a'danni della Chiesa e allo splen- meriti divenendo di giorno in giorno più
dore del sacerdozio. Il sovrano fu il cele- luminosi , il duca lo creò cancelliere del
brato Emanuele Filiberto, che aveva nel supremo ordine della ss. Annunziata, es.
suo ritorno riempito di gioia i suoi popo- Pio V lofacoltizzò a visitare tulle le chie-
li, soli i valdesi restando tristi, i quali fo- se gentilizie e militari , sì delle monnche
mentali da'calvinisti, e favoriti dagli al- che regolari aventi cura d'anime, sebbene
tri eretici di Francia e Germania, si ar- privilegiate ed esenti, con piena giurisdi-
marono contro di lui. Ilduca presto li do- zione. Di più l'arci vescovo,secondo la men-
mò colle armi e gli obbligò ad accettare te del concilio di Trento, fondò il semi-
le leggi, di non trapassare limitati con- i nario pe' chierici. Avendo i francesi nel
fini e di non molestare predicatori cat- i 1 536 demolito la chiesa di s. Solutore, le
tolici che sarebbero inviati nel loro distret- reliquie de' ss. Protettori furono trasferite
to , e se ne ottennero conversioni e fer- alla Consolata;duca procurando che fos-
il
rico; onde le ss. Reliquie con solenne tra- to de'suoi stati Emanuele Filiberto, ricu-
slazione prima e nel i5y5 furono portate sarono i popoli del Vallese di riconoseer-
nell'oratorio de' gesuiti stessi, coll'inter- loper sovrano,e si unirono in appi esso coi
vento del duca, del nunzio apostolico, del* ginevrini, che aveano impugnato le anni
l'arcivescovo e di altri personaggi. Dipoi contro il figlio nel 1
589 perchè voleva
terminata la chiesa, nel 1 584 '° stesso ar- soggettarli. Stipulatasi poi la pace, si ac-
civescovoDella Rovere, co' vescovi di Ver- cordò a'vallesani che continuassero a pos-
celli e di Mondovi,con magnifica pompa sedere I' usurpato territorio, già spettan-
dall'oratorio de' gesuiti vi trasportarono te al duca, e segnatameute il borgo e ii
I'urna colle ss. Reliquie , sorreggendo il monastero di s. Maurizio, del quale ripar-
baldacchino sopra di esse il duca Carlo E- lai a Sion e Svizzera, con patto di rimet-
mauuele 1, accompagnato dall'ambascia- tere al duca le reliquie de'ss. Maurizia e
lor venetOjdal marchese d'Estee dasplen- compagni 'febei martiri. In seguito di che
didocorteggio.La chiesa fu data a'gesuili,e insorse fortissima opposizione ne'vallesa-
prese il nome de'ss. Martiri de 'gesuiti, In ni di venire spogliali interamente del sa-
seguito l'arcivescovo contribuì alla fonda- gro tesoro, laonde convenne di lasciar- si
na il sinodo diocesano, io cui si statuirono rino, ove furono ricevute con gran pom-
santi decreti, che sparsero luce luminosa pa da 4 vescovi, e collocate con generale
su tutto il Piemonte, ed suoi successori
i divota allegrezza nella metropolitana,tiel-
lo tennero per norma di loro costituzio- la processione avendo portata elevala la
ni. Della Chiesa dice che celebrò pure un spada di s. Maurizio il governatore della
sinodo provinciale. Nel 1578 daChambe- città. Il cardinal Rovere mentre trovata-
ry solennemente segui la traslazione in ti conclave nel 1 5g2, con isperanza che
in
Torino della ss. Sindone, incontrata dal- fosse eletto Papa, si ammalò nella fine di
l'arcivescovo e da 4 vescovi, dal duca, dal gennaio, raccomandandogli l'anima nel-
nunzio pontificio, da'magistrati e da altri l'ultime agonieil cardinal Aldobrandino,
personaggi, alla quale impareggiabile re- che dopo 4 giorni a'3o divenne Clemen-
liquia da Milano fece un pellegrinaggio te Vili. Nello stesso anno gli successe Car-
per venerarla s. Carlo Borromeo. In tem- lo Broglia di Chieri de'signori di Sanle-
po di quest'arcivescovo Gregorio XIII na, abhate di s. Benigno di Fritillaria. Il
c
mandò a visitatore generale del Piemon- i. suo decreto pastorale riguarda la san-
te, col titolo di delegato apostolico,il vesco- tificazione delle feste, vietando tutte le o-
vo di Sarsina Angelo Peruzzi. Morendo nel pere servili de'mestieri, tranne poche ec-
1 58o Emanuele Filiberto, assiduamente cezioni, e ciò in conformità del decretalo
assistito dall'ottimo arcivescovo, a questi dalla città di Torino nel i4^ 1, e dal car-
raccomandò il successore suo figlio Car- dinal Rovere. Altri salutari decreti con-
lo Emanuele I, per l'istanza del quale Si- cernono l'astinenza del digiuno quaresi-
sto V nel 586 l'annoverò al sagro colle-
1 male, le qualità e disposizioni necessarie
gio. Volendo il duca fabbricarsi una reg- de'chierici per essere ammessi a'sagri or-
gia, trovò che gli conveniva il palazzo ar- dini, e nel i5g5 cominciò la visita dell'ai-
civescovile, che allora stava accanto alla cidiocesi, e tenne il suo ."sinodo, poi stam-
1
metropolitana , ed il cardinale colla an- pato, e il 2.°nel 1 597. Nel precedente anno
/
TOH
a
TOR 21 ;
duca sopra le missioni del Chablais, in cui te nel 1600. Ripigliando l'arcivescovo la
Clemente Vili una missione di gesuiti e fra'quali Tommaso da cui ebbe principio
cappuccini con ampie facoltà: alla testa il ramo di Savoia-Carignano oggidì re-
de'secondi vi si pose il prelato, e grande gnante, raccomandava al governodell'ar-
ne fu il frutto ricavato dagli uni e dagli tivescovo, il quale ne assunse cura pater-
altri. Imperversando nel Piemonte orri- na, ed eglino lo ubbidivano come alla per-
bile pestilenza, e serpeggiando già nelJ'ar- sona del proprio padre. Nel 1606 celebrò
cidiocesi e vicinanze di Torino,a' 19 agosto il 3.° sinodo diocesano, e lo fece stampare
i5q8 l'arcivescovo die avviso a'parrochi in italiano, e poi altri 3. Nel 1617 morì l'ec-
e superiori religiosi della città sul peri- celleute pastore santamente come era
colo del contagio, caldamente esortando- vissuto, dopo aver difeso virilmente di- i
li a non abbandonarla, se Dio volesse fla- ritti di sua chiesa, e meglio assicurale le
gellarla con tal male; e siccome dovea ac- rendite dellamensa con nuove investitu-
compagnare la principessa di Fossano, di- re, avendo sempre solle vatogeuerosamen-
chiarò di esser pronto egli di ritornare a te i poveri. Dopo 2 anni di sede vacante,
Torino se vi fosse penetrala la peste, per nel 1619 da Muriana vi fi traslato Fili-
soccorrerla nello spirituale e nel tempo- berto Milliet de'baroni di Faverges di Sa-
rale. Ed infatti subito vi si restituì, quan- voia; il duca per le sue egregie preroga-
do il morbo cominciò a far strage ne'din- tive lo nominò suo consigliere e gran can-
lorni, anche per animare col suo esempio celliere dell'ordine della ss. Annunziata,
i sacerdoti, onde tutti gl'infetti fissero soc- e tosto die saggio del suo zelo, fervore e
corsi. Interpose quindi pubbliche preghie- prudenza. Vietò di soverchiamente trat-
re, massime nel 599, per placare l'ira di-
1 tóre gli ebrei , emanò un editto intorno
vina, cessando la peste sul cominciar del all'abito e onestà de'chierici, riprovando
1 600, onde il magistrato della città licen- que'laici che vestivano d'abbate; inculcò
ziò quello di sanità.
Il duca avendo fatto l'esalto adempimento de'pii legati, l'osser-
voto d' erigere un eremo di camaldolesi vanza della comunione pasquale, il buon
sui monti a levante di Torino, l'eseguì, e ordine de'sodalizi, l'astinenza dalle carni
rimase fino al principio del secolocorren- e da'latticini ne'tempi vietati, l'intervento
te in cui fu distrutto; ed il consiglio civi- a'con fessoli alla conferenza de'casi morali
co ampliò la cappella del Corpus Domini. de'gesuiti e de'vicari foranei, e per l'iuse-
Alcuni deputali alla cura degli appestati guamento della dottrina cristiana compo
ed a nettare le case, con infame congiura se un catechismo. Dotte eiano le sue pu
siproposero di far rinnovare la peste in stoiuti, e faconde le sue prediche; visitò
più parti del Pieuioute e di Savoia, alleila- il suo gregge ne' luoghi più disastrosi e
2i2 TOR TOR
infelli; ne! 1 624 tenne il sinodo e fece im- pubblica autorità, crebbe la baldanza a'
primere in italiano, e mentre si propone- che giravano nelle case a rubare, es-
tristi
si obbligò di solennizzare per 5 anni la fe- naioi632 Urbano Vili preconizzò arci-
sta della ss. Concezione, nella cappella a vescovo Antonio Pro vana de'contidi Col-
essa dedicata in s. Francesco d'Asisi. Ma- legno, insigne per onestà e probità, trasla-
nifestatasi la peste in Torino nel gennaio to da Du razzo, e già legato della repub-
1 63o, uscita la corte dalla ciltà a preghie- blica veneta; ma aperto nemico di quel-
ra del consiglio sanitario, spai ite nelle pro- la falsa politica, che studia sempre di co-
vinole le magistrature, le famiglie più fa- prire le cose e gli affari con artifizi men-
collose lasciarono la capitale, e lo slesso tri- zogneri, avea maneggiato gli ardui ne-
bunale sanitario era rimasto in piccolo nu- gozi della Chiesa e del suo principe col-
mero, parte decomponenti colpiti dal fa- la prudenza evangelica, la quale tace, par-
tale morbo e parte fuggiti dalpericolo.To- la e opera giusta il bisogno, niente desi-
rino era ridotta un orrido deserto o a cam- derando pel privato suo interesse, e tut-
po di battaglia, ove ad ogni passo incon- to indirizzando al retto adempimento del
travansi cadaveri, infermi e languenti. Di proprio officio. Quanto virtuosamente fu
1 1 ,000 abitanti a cui sommava la popo- renitente ad accettare la dignità per ub-
lazione rimasta in città, solo 3, 000 scam- bidienza, secondo il volo di tutti, altret-
parono dui morbo. Sciolto il freno della tanto fu saggia la condotta sua in adoni
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pirne i doveri, come osserva l'Uguelli. Il vostro. E come debbo separare il vostro
suo solenne ingresso in Torino rassere- dal mio, e dall'unione del rimanente del-
nò gli animi afflitti dalle patite peripezie, l'ordine? La carità rende eguali monti i
tutti esultando per lui d'una santa alle- alle pianure, uè altro termine riconosce
grezza: la sua umiltà, il complesso delle che lo stendersi egualmente a.tutti, per-
sue splendide virtù, superò la comune e- chè tutti contempla e ama in Dio. Gli ul-
spettazione : in 3 cose rifulse il fervidissi- timi anni del governo dell' arcivescovo
mo suo zelo, nel promuovere alle parroc- Provana furono amareggiati di pena sen-
chie esemplari e dotti pastori di sana dot- sibilissima, poiché trovossi al principio
trina, nel distruggere gli errori degli ere- della reggenza di Cristina, in mezzo alle
tici, provvedere alle necessità de'po-
nel sofferenze di Torino, perchè armati i co-
veri innumerevoli per le accennate de- gnati contro la duchessa, cioè i fratelli car-
nella metropolitana il sinodo diocesano, trono della real casa di Savoia, e liberare
indi impresso colle stampe. Adoperossi a- il fanciullo Carlo Emanuele II, unica spe-
lacremente ravvedimento degli ereti-
al ranza dello stato, dalla prepotenza nemi-
ci, secondato da Vittorio Amedeo I, ac- ca; egli vide per ultimo Torino e la me-
ciò quella velenosa zizzania non potesse tropoli tana stretta mente assedia tada'frau-
più dilatarsi nella vigna del Signore; ed cesi alleati della reggente, mentre il prin-
anche dalla corte di Francia implorò ef- cipe Tommaso sostenuto dagli spagnuolt
ficaci provvedimenti, pe'diocesani ereti- s'impossessava di quasi tutte le piazze, ed
ci che allignavano nel territorio france- aveasorpresoToriuoa'27 luglio 1639, per
se. Con assidue sollecitudini assicurò le cui la cognata erasi ritirata nella cittadel-
rendite della mensa, rimovendo tutte le la difesa dal cardinal la Vallette prode ge-
rino Caffarelli. La santa 7 mesi soggior- si obbligarono di tener la città sotto la reg-
nò in Torino a ben formare il monaste- genza di Madama Reale ossia Cristina, la
ro, ora casa de'signori della missione, il quale tosto da Savoia vi tornò, ed il prin-
i.° trapiantato in Italia, e disse alle reli- cipe Tommaso si ritirò in Ivrea. 1 france-
giose nel partire: Le Alpi dividono l'I- si entrati in Torino, benché alcun poco la
talia da Francia, non giù il mio cuore dal facessero da padroni, tuttavia fu salva la
a i .4
T O LI TOR
religione ,
salva la sovranità del minore lanzaezclo. Intrapresala visita dell'ai ci-
Carlo Emanuele II, la reggenza della du- dioeesi, la percorse per ogni parte, anche
chessa sua madre, e l'indipendenza delPic- nelle montagne più scoscese e nelle valli
roonte. Tale appunto fu l'esito del tratta- più orride, e fu campo vastissimo per e-
to di pacificazione concluso in Torino ai sercitarvi la sua dottrina, carità e fortez-
1
4 giugno 164^(0 a'i4« &5 nglio), men- 1 za d'ani mo,pe'disordini gravissimi che ri-
164^ secondo U-
ile già a'7 in arso (0 nel mosse, e provenuti dall'invasioni e guer-
ghelli e Bima) il torinese preposto della rede'francesi espagnuoli. Celebrò nel 1670
metropolitana Giulio Cesare Bergere dei il 1 ."sinodo, che fu stampalo e riputato il
conti di Cavallerleone e limosiniere della più completo d'ogni altro. Godè la stima
leggente, era stato elevato a pastore. Il e la confidenza non meno di Carlo Ema-
Tesa uro scrisse: Campeggiamenti del Pie- nuele li, Giovanna
che della vedova M/
monte dcl\6/\o. Torino assediato e non reggente, che Io volle a suo primario mi •
gliano, e governò con gran prudenza, vigi- sovrano a riconciliarsi colla s. Sede, ed a-
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stenevasi dal proferire un giudizio, d'ac- ci vescovo Vibò nel centro di tante angu-
cordo in tutto col I). Valfrè, il quale pur stie, adoperossi ad animare e infiamma-
amareggiato profondamente per tali rot- re il coraggio de'tirnidi co'potenti eccita-
ture, diceva ogni verità al principe con menti della religione, a sollecitare pode-
tal saggia maniera, che non oltendeva mai roso soccorso alla patria, a confortare l'ab-
la dignità del trono. Perla morte di Carlo battimento delle monache, a provveder
II re di Spagna, di Sardegna e delle due di pane, vestimenta e denaro bisognosi, i
Sicilie, e sovrano d'altri stati, insorse la con magnanimo zelo e carità senza limiti,
lunga e memorabile guerra per la succes- promovendo il divino patrocinio con di-
sione a quella vastissima monarchia. Vitto- vote processioni e pubbliche preci, e con
rio Amedeo li ci vide un'occasione di cre- quanto altro viene celebrato dal p. Seme-
scer la propria potenza,e contro le ragioni ria in uno al clero e al b. Valfrè, dicen-
della casa d'Austria, si noi di mal cuore a do della parte eh' ebbe la religione nel-
Francia,dando sua figlia in moglie aFilip- la segnalata vittoria, che compensò tanti
poVdi Borbone istiluitoerededaldefunto disagi e penuria, tante vittime che si sa-
Carlo II; di conseguenza contro il cugino grificarono all'amor patrio e per la sal-
principe Eugenio di Savoia contedi Sois- vezza degli altri. Persone d'ogni età, sesso
stms, generalissimo dell'imperatore, col e condizione con unanime sentimento in-
quale poi fece alleanza con larghe promes- tendevano a'pietosi ullìci verso la patria,
se di dominii, ma i suoi stati furono espo- reputandosi a gloria il soffrir per essa. Ol-
sti al risentimento diFrancia e Spagna, on- tre 3oo donne,i fanciulli orfani dell'ospe-
de ricorse a'barbetti o valdesi per essere dale di carità lavoravano anch' essi negli
sostenuto. Nel 706 francesi bloccarono e
i i scavi sotterranei delle mine, dando ezian-
strettamente assediarono Torino. Comin- dio la vita volonterosi, per coloro dallecui
ciò l'oppugnazione delia città V12 mag- pie largizioni erano sostentati. Prosegui-
gio, giorno in cui l'esercito francese con- va l'assedio calzante di Torino per parte
dotto da Feuillade e composto di 68 bat- de'francesi, allorquando il duca d'Orleans
gherita.ed assecondati dalla prode fedeltà mico nelle loro linee, e tale era l'avviso
ùVdttadini, die raccolti in 8 battaglioni del duca d'Orleaus,m prevalse quello dd 1
di milizia e pieni di fiducia nella prole maresciallo M usiti e fu cagione della to-
zione assiduamente implorata da Dio e tale loro sconfitta, benché fossero 8o,ooo,
dalie B. Vergine della Consolata, concor- perciò in numero superiore più dd doppio
revano non poco all'eroica difesa. L'ar- agli alleati che contavano appena 3o,ooo
2.(3 TOR TOR
uomini. Durò gran battaglia con san-
la mandant celle de la place pendant le
node'7. Prodigi di valore illustrarono am- tese il pesodelle lunghe e sanguinose guer-
Lo le palli. Mostravansi primi al periglio re, per esserne derivati l'immoralità de'
Vittorio Amedeo II,in cui la prodezza era costumi, la profanazione delle cose sagre,
come un istinto naturale, il grande Eu- l'insegnamento di perverse dottrine per
genio, ed i principi di Sassonia e di W ur- parte di molti soldati eretici, il diserta-
tembergjChe sotto gli ordini di lui capi- meuto delle campagne, la dispersione di
tanavano tedeschi. Tra'francesi rimase-
i molte famiglie, la carestia che inondò la
tnenti ne perdevano soli 2000; ma sfor- mo marmo nero, e molte preziose sup-
zale le linee su tulti i punti, la rotta loro pellettili sagre donò alla sagrestia. Pieno
divenne ormai generale, talché ad ore 4 di meriti passò a miglior vita nel 1713
di sera entiò il sovrano col principe Eu- a'i3 marzo, e fu sepolto in detta tomba.
genio in Torino, smontando alla metro- Non potè vedere Vittorio Amedeo II as-
politana per rendere grazie a Dio, fra gli sumere solennemente in Torino il titolo
evviva entusiastici dell'esultante popola- di re di Sicilia in conseguenza della pa-
zione. Trofei di questa strepitosa vittoria ce segnata a Utrecht l'i 1 aprile, oltre l'ac-
furono 200 cannoni, 55 mortai, 80,000 quisto del Monferrato j quindi costret-
barili di poi vere,20oo cavalli e5ooo mu- to a cedere la Sicilia, 720 la ricevere nel 1
li, tutte le tende e i bagagli de'francesi con Sardegna come isola e regno, oude pre-
Gooo prigionieri. Frutto immenso ne ven- se il nome di redi Sardegna ,c\\q tutto-
ne dopo la ritirata de'fraucesi a Pinero- ra portano i suoi successori. Continuan-
lo, e quindi la liberazione del Piemonte, do le vertenze del re colla s. Sede, tutta-
non chein brevequella del rimanente d'I- voltaavendo saputo Clemente XI, che in
talia. Esclama il can. Audisio, descriven- Torino e in Alessandria si permetteva a'
do la Reale basilica di Soperga, che co- soldati eretici il libero esercizio di loro set-
me descrissi fu dal duca eretta per voto ta, scrisse alla duchessa vedova di Savoia,
inconseguenza di tal glorioso trionfo:» Io perchè talmente si adoprasse col figlio,
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severità della disciplina, adoperando la posizioni erronee intorno alla giurisdizio-
soavità delle maniere. Fece con diligenza ne ecclesiastica. Subito egli d'accordo col
la sagra visita, celebrò nel i 729 il sinodo, re vi prese savio e forte provvedimento,
fu cancelliere del reale ateneo, prefetto sicché l'errore non potè propagarsi e il
della regia cappella, preside della congre- traviato venuto al disinganno abiurò le
gazione de'sacerdoti di Soperga, ed illu- sue opinioni; per cui Benedetto XIV si
minato consigliere in tutti gli affari dello congratulò grandemente col re e coll'ar-
stato. Avendo il re Vittorio Amedeo li ci vescovo. Monumento di generosa pie-
abdicato la corona al figlio Carlo Ema- tà del cardinale è la facciata della chiesa
nuele III a'3 settembre iy3o, dipoi per di s. Teresa, che inoltre provvide di splen-
le suggestioni dell'ambiziosa moglie, pas- didi ornamenti, e morendo nel 1766 vi
sato un anno, pretendeva rimontare sul lanciò il suo corpo r sul quale fu posto ma-
trono, presentandoci a tale effetto di not- gnifico elogio. Vacata la sede due anni,
te alle porte di Torino onde riassumere nel 1 7Ò8
l'occupò Francesco Lucerà R.o-
il comando. 11 figlio di buon grado lo vo- reugo di Rorà nobile di Campigliene, tras-
leva contentare, ma trovò energica op- lato per proposizione del re da Ivrea da
posizione nella regina Polissena sua con- Clemente XIII. Questo Papa quando Io
sorte e in più ministri di stato. Combat- vide e nifi in Roma per l'esame di tal se-
tuto da diversi sentimenti e sollecitato a de, ne restò così appagato che gli disse:
decidersi, Carlo Emanuele III chiamò a Monsignore, voi siete bello, voi siete dot-
se la stessa notte l'arcivescovo, col gran to, e speriamo che sarete ancor santo. In
stato non fu punto alterata. Gra»ve argo- cadaveri de'fedeli venissero tumulali ne'
mento che diffusamente il p. Semeria due nuovi cimiteri della Rocca, ove sono
svolse nella Storia del re Carlo Ema- iminori riformali, e di s. Pietro presso la
nuele III, Torino 1 83 1. Morto l'arcive- Dora, e tolse altri abusi nelle chiese, re-
scovo nel 743, 1 il capitolo riconoscente a' stituendo alle sagre ceremonie il decoro.
suoi meriti, gli edificò un tumulo ue'sot- Mentre da Clemente XIV dovea essere
terranei,con iscrizione e busto in una delle creato cardinale, morì nel 1778 e fu lu-
pile della metropoli tana, benedetto XI mulatocon lapide ue'sotterranei della cat-
nel 744 trasferì da Acqui a questa sede
1 tedrale. Gli successe nel 1
778 il pio, dot-
Gio. Battista Bavero de'nobilissimi conti to e prudente vescovo di Vercelli, Vitto-
diPralormo d'Asti, già arcidiacono della rio Costa d'Arignauo, di nobile e virtuo-
metropolitana; indi ad istanza del re il Pa- sa famiglia, studioso della storia e dell'a-
pa lo creò cardinale nel ìj56. Nel pre- mena letteratura, traviatovi da Pio VI a
cedente avea celebrato il sinodo, dopo la nomina del re Vittorio Amedeo III, il
visita dell'arcidiocesi. Il suo zelo per f in- quale in Torino fondò l'accademia reale
tegrità della fede apparve luminosamen- di scienze, quella di pittura e scultura, co-
te, quando un professore di diritto cano- struì l'osservatorio della città e ne illu-
nico nell'università insegnò alcune pro- minò le vie. L'arcivescovo ad onta di sua
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gracile complessione, resse la sua nuova pi tanto malvagi. Tutta l'arcidiocesi ri-
chiesa con zelo e ferme/za, e potè fare la dondava di sacerdoti e religiosi forastieri
visita pastorale. Celebrò con gran solen- emigrati, ivi da Francia accorsi per asilo
nità il sinodo diocesano nel i
788, e riuscì e soccorso, ed il prelato do tea invigilarli,
tale clie ne ricevè lode da Pio Vl,il quale non tutti essendo degni del loro cara l te-
in vista di tanti meriti nel 1789 lo creò re; le opere pie e le chiese eranostate spo-
cardinale;dignità che puntonon l'invanì, gliate per aiutare il regio erario, intera-
ma accrebbe le sue pene, perchè gli dava mente esausto dalla guerra e dall'ecces-
più franca autorità di parlare ne'consi- sive imposizioni de'francesi; quasi tutti*
gli convenivano de'personag
del re,ove le fortezze del regno erano state demo-
gi dinon retta politica. 11 suo parere non lite, e le pochissime superstiti presidiate
fu sempre ascoltato ui que' minacciosi da'francesi, e la cittadella stessa di' Tori -
tempi, e gli affari politici cominciarono a no era da loro occupata, co'più esaltati
declinare in peggio. I francesi ri voluzio- repubblicani, cosicché spogliati d'ogni
nari proclamata la repubblica, usciti dal forza militare, l'autorità regia restringe-
proprio territorio, a veano occupato la Sa- vasi alle cose puramente civili e di poli-
voia e il contado di Nizzu; di che affli»- zia; per somma sventura, lo spirito pub-
gevasi il cardinale, anco per vedere alcu- blico della gioventù, sempre avida di no-
ni, costituiti in luminosi impieghi, rivol- vita, era sedottodallemassime oltramon-
gersi contro il trono e la religione. Il re tane, e non aspettava che il momento fa-
mostrava al cardinale stima ebenevoleu- vorevole per gridare alla libertà, e por-
za, e vacata la carica di gran cancelliere lare la manomessione a tutte le sagre e
gliela conferì, che il porporato alla sua civili istituzioni. In breve, i francesi era-
morte rinunziò, vedendo il regno per de- no divenuti padroni di fatto di Torino e
bolezza del governo e potere degli stra- degli stati di terraferma, intanto che e-
nieri procedere a tristo termine. Sempre stendevano per l'Italia le loro conquiste,
generosocò'poveri,qoaudo infierì la guer- inclusivainente allo stato pontifìcio, int-
ra de'francesi in Piemonte, die all'erario prigionando in Roma Pio VI a' 20 feb-
lutta la copiosa sua suppellettile d'argeu- Inaio 798, e deportandolo a Siena e alla
1
to per sovvenire a bisogni dello stato, e certosa di Firenze. Nello stesso anno il go-
tutta la sua sostanza lasciò al seminario verno francese mandò a Torino il gene-
con istituirlo suo erede. Avvicinandosi il ral Joubert, a far intendere a Carlo E-
suo termine, si fece leggere il trattato di manuele IV, che il suo regno era cessato,
s. Cipriano, De mortalìtate, e pagò il co- forzandolo a' 9 dicembre a sottoscrivere
mune tributo nel 1 796, sepolto nella me- l'abdicazione. Il re impotente a resistere,
tropolitana con semplice iscrizione da lui partì nella notte da Torino e da tutto il
dettata, dopo aver consigliato il re mi- Piemonte, nel massimo cordoglio e iusie-
nacciato nella capitale a pacificarsi co' me nella sua pietà perfettamente rasse-
a
pi eponderanti francesi comandali da Bo- gnato, colla ven. M. Clotilde sua consor-
naparte. A richiesta del nuovo re Carlo te, ed i principi reali. Tutta la città restò
Emanuele IV, nel 1797 Pio VI nominò immersa nello squallore e nell'estrema
amministratore e indi effettivo arciveseo- costernazione, e l'arcivescovo penetrato
vo Carlo Buronzo del Signore di Vercel- ci i profondo dolore, presago della vicina
li, già vescovo prima d'Acqui e poi di No- tempesta che stava per piombare sulla re-
vara, d'acutissimo ingegno e dotlo nelle ligione,essendosi recato dal re, questo che
scienze ecclesiastiche. Osserva il p. Seme- avea bisogno di conforto, dovè consolare
ria, che di tutti i pastori della chiesa di e incoraggiare il prelato. Subito i francesi
Torino,niunotrovossi come questi in lem- occuparono militarmente Torino, e si ral-
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legrarono del trovato nell'Inesauribile ar- ed insieme di tutta la Chiesa, ma non pa-
senale, come narrai a Sardegna pegno. re che ciò realmente si effettuasse. Prima
Creatosi un governo provvisorio, la di- di giungere nella cittadella, passando in-
gnità ecclesiastica fu avvilita e conculca- torno alle mura di Torino, ignorando an-
ta : d'empietà grossolane,
libercoli pieni cora il Papa il luogo di sua rilegazione,
romanzi osceni, fogli ripieni d'impudenti affranto dalle vicende, dal male e dall'e-
sarcasmi contro il trono e il sacerdozio i- tà, si lusingava che Torino fosse il termi-
nondarono per ogni angolo la città, oltre ne del disastroso viaggio,eche gli fosse as-
rire contro le comunità religiose, la i. "del- no, con rassegnazione esclamò: Sia pur
le quali fu la congregazione della missio- sempre fatta la volontà di Dio; andiamo
ne; e questo colpo riuscì sensibile all'ar- allegramente dove vorranno. I particolari
civescovo, sì perchè perdeva un corpo di di questo arrivo meglio e con precisione
r
fervidi e illuminati cooperatori, sì perchè li racconta mg. Baldassari, ch'era nel se-
presagiva imminente la dissoluzione d'o- guito del Papa, nella Relizio'ie delle av-
gni altro regolare istituto. Frattanto fran- i versità e patimenti di Pio VI. t. \, p. ! o 1
cesi nel 17Q9 presero il prigioniero Pio e seg. Riferisce che pur troppo si tardò la
VI alla detta certosa per condurlo inFran- partenza da Cbivasso tra la pioggia, onde
Piemonte, e per Cbivasso giunse a
cia pel i torinesi che a migliaia
o erano usciti dalle
Torino a'24 aprile. Narra il Novaes nella porte in numero di circa 12,000, per os-
Storia di Pio J I, che transitando la car- sequiare con fervore il capo supremo del-
rozza per la città, durò fatica a passare, la Chiesa, la notte e la dirottissima piog-
per la prodigiosa accorrenza de'buoni to- gia li costrinse a ritornare a Torino. Oue-
rinesi e de'circostanti luoghi, che accla- sta generale divozione de' torinesi avea
mandolo martire della fede, imploraro- adombrato il generale Grouchy, coman-
no genuflessi l'apostolica benedizione; e dante militare di tutto il Piemonte, per
poi con anacronismo aggiunge, che sa- cui avea ordinato il ritardo della parten-
putosi da' torinesi il prossimo arrivo del za da Chi vasso, onde il Papa potesse giun-
Papa, essendosi posti in movimento per ri- gere nella cittadella a ora inoltrata oc-
ceverlo colla maggior venerazione, i fran- cultamente. Per vie campestri a 3 ore di
cesi si allarmarono di qualche sollevazio- notte arrivò Pio VI alla porta del Soc-
ne popolare, e per involarlo alla molti- corso della cittadella. Calati i ponti leva-
tudine, fecero tardare la partenza da Chi- toi, nel passare la carrozza pontificia poco
vas«o,ed a 3 ore di notte lo fecero entrare mancò a rovesciarsi, dopo penoso viaggio
tiella cittadella per la porta del Soccor- in cui si temè della vita del Papa. Entra-
so, ove pel primo si umiliò a' suoi piedi li nella fortezza tra uomini semivestiti con
l'arcivescovo cardinal Costa (già defunto) pippa bocca e alquante donne sconcia-
in
e per ben due ore durò il colloquio, ac- mente ammantate, ninno diede segni di
cordandogli il Papa le più estese facoltà. rispetto, e solo si avvicinarono per pro-
Il1° modo narrato sull'ingresso di Pio VI fana curiosità. Dopo il penoso uflìcio di
come dirò, poteva essere il Buronzo, che portarlo di peso a letto, si presentò al Pa-
il p. Semei ia dice che potè a slento pene- pa nella sua camera l'uflìziale piemontese
trare nella cittadella a prestargli atto d'os- Campana, con sostenutezza disse a Pio
e
sequio, e piangere sulle comuni sventure VI. » Cittadiuo Papa, io mi reputo felice
a2 o TOR TOR
di potervi accertare della stima e rispetto rino a'26 maggio, s'impadronirono della
che ha per la vostra persona il general città e insieme della fortezza; ma questo'
Groucliy, comandante in Torino. Ancora trionfo fu lo splendore d'un lampo; im-
m'ha egli ingiunto che v' inviti a rimet- perocché a'i4 giugnoi8oo per la famo-
tervi in viaggio nella prossima mattina sa battaglia vinta da Bona parte i.° con-
avanti giorno, per andare insino a Gre- sole, sugli austriaci comandati dal mare-
noble, cosi avendo decretato il direttorio sciallo Melas, sostenuta per 36 ore nel-
della repubblica francese." Pio VI essen- l'estesa pianura diMarengo, villaggio de-
do in istato. deplorabile non die segno al- gli stali sardi a una lega d' Alessandria
cuno d' aver inteso così strane esigenze. sulla riva sinistra del Fontanone,sul tam-
Ciò vedendo ilCampana, smontò alquanto buro portò la cessione a'francesi di tutta
dall'alterigia repubblicana, e fermatosi co' l'alta Italia, compreso il Piemonte; e per
famigliari ascoltò urbanamente le ragio- memoria ch'era vi perito l' intrepido ge-
ni per dilazionare la partenza, e disse che neral Desaix, che principalmente contri-
nel seguente giorno avrebbe a tale effetto buì al successo della giornata, fu eretta
r
accompagnato dal generale mg. Spina. In sul luogo una piccola colonna di granito,
fatti la mattina de's5 aprile questo pre- indi abbattuta nel (8i4da'soldati austria-
lato ottenne dal generale di rimanere il ci. Ripresa da' francesi Torino la sman-
Papa per quel giorno in indispensabile tellarono, e poi dichiararono la città ca-
quiete e riposo, e quindi circala seguen- poluogo del dipartimento del Po, quando
te mezzanotte partire perSusa,ed entra- nel 1802 il Piemonte fu unito alla Fran-
re in Francia. Rigorosamente famigliari i cia e ridotto a provincia francese. Nello
pontificii doverono restare in fortezza, e stesso 1800 a'i4 marzo fu eletto in Ve-
solo si cuoco e a due altri servi
permise al nezia Pio VII, e nel luglio si condusse in
di andare in Torino a fare provvisioni ac- Roma, ove si portò a venerarlo l'arcive-
compagnati da un sergente. Il generale scovo, e ad esporgli importantissimi affa-
non permise che ninno si presentasse al ri dell'arcidiocesi. Nel 1802 tutti gl'isti-
Papa, e ne negò la licenza ostinatamente tuti religiosi, sia di mendicanti che di pos-
allo stesso arcivescovo Buronzo e al cav. sidenti, di frati e di monache, furono e-
Labrador inviato di Spagna presso il Pa- Da lungo tempo penne brutali seri-
stinli.
pa; anzi aggiunge il Baldassari che noti veano essere le sagre vergini vittime for-
lungi da s. Ambrogio vivea solitariamen- zate e pentite de'monasteri ; e la divina
te presso la sua abbazia della Chiusa il provvidenza fece conoscere palesemente,
cardinal Gerdil, ch'era ansioso di vedere che espulse da'loro chiostri, seppero nel
il Papa e riverirlo per l'ultima volta, ma secolo mantenere quella verecondia che
duramente gli fu negato, e ne restò do- aveano promesso innanzi agli altari. Nel
lentissimo Pio VI quando lo seppe. Giun- medesimo anno partì 1' arcivescovo per
ta la mezzanotte e dormendo Pio VI pla- Parigi, perchè Bonaparte voleva diminui-
cidamente, convenne svegliarlo e partire re il numero delle diocesi del Piemonte,
senza alcun riguardo, e per le mura diTo- e conformarle a quelle di Francia, a se-
lino s'incamminò al suo destino; quindi conda del concordato concluso con Pio
falla refezione as. Ambrogio, la sera per- VII nel 1801. Pei tanto in Piemonte 8 sole
venne a Susa smontandosi all'episcopio, sedi vescovili vi rimasero con autorità di
donde per Oulxsi proseguì il viaggio per bolla pontificia, e sarebbero state ancor
Briancon,e poi morì a Valenza. Poqo do- meno se in Parigi l'arcivescovo non si fos-
po gli austro-russi comandati da Suva- se perciò adoperato col cardinal Capraia
row, conquistata l'Italia, espulso il nemi- legato a Intere: meglio ne parlai a Pie-
co invasore, espugnata la cittadella di To> monte, riportando i vescovadi fatti sulfra-
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ganei della metropolitana di Torino, e le ni di Maurienne pelMoncenisio,ove per-
abbazie soppresse. Divenuto Bona pai te nottò all'ospizio con parte del seguito, il
poleone 1, bramò die Pio VII si recasse nella mattina seguente a pranzo iuSu-a,
a coronarlo in Parigi. Partito il Papa da fra gli oroaggi di rispetto e venerazione,
Roma nel novembre i8o4> a l2 da A-
'
donde passò la sera a Torino. Furono in-
Jessanchia per Asti proseguii! viaggio per dicibili le acclamazioni colle quali 1' ac-
Torino, avendo seco in carrozza cardi- i colse tutto il popolo torinese, che sma-
naliFescb eLatierde Bayanne. A* 5 dal- i niando vederlo e di baciargli i piedi,
di
la città fu incontralo dall'amministrato- stelle sempre afFoliatoal palazzo imperia-
re generale Menou oMoieau di s. Mery, le, ovesi portò ad alloggiare il Papa, tra gli
tolo nel palazzo imperiale già reale, e poi e dall'imperatrice Giuseppina colla mas-
ammi«e al bacio del piede una quantità sima affabilità. A'27 aprile e alle ore io
immensa di signori, signore e militati. Nel- il Papa fra le acclamazioni dell'immenso
le ore pomeridiane,Pio VII preceduto da- popolo, con prospera salute si rimise in
gli uftiziali maggiori, da' generali e dal- viaggio per pernottare in Asti nell'episco-
l'amministratore generale Menou o Mo- pio, e proseguire per Alessandria e Vo-
reau di s. Mery, fra una numerosa para- ghera. L'arcivescovo Buronzo in ambe-
ta di cavalleria e fanteria, al rimbombo due le volte dell'accesso di Pio VII a To-
de'cannoni,al suono de'm ili tari strumen- rino, eseguì quanto si conviene ad un pa-
ti, in mezzo a'generali applausi, e seguilo store col pastore de'pastori. Racconta il
da'cardinali e dalia prelatura, salì sopra p. Semei ia, cbe alloggiando Napoleone I
una loggia situata nella piazza del palaz- nell'aprile 1 80 5 in Slupinigi, l'arcivesco-
zo, ove die solennemente l'apostolica be- vo col suo capitolo essendovisi portalo a
nedizione a immenso popolo, cbe per la prestargliomaggio, fu ricevuto con mo-
sua divozione e tenerezza verso il Vica- di scortesi, anzi con acerbi rimproveri
Gesù Cristo, formava il più com-
rio di d'essere troppo sospetto al governo fran-
movente spettacolo. L'illuminazione e le sempre dimostrato eccessiva-
cese, essersi
feste eseguite con magnificenza e col mi- mente partigiano della casa di Savoia.
glior gusto, resero in detto giorno la città Senza smarrirsi d'animo rispose il prela-
di Torino sommamente vaga e brillante. to. » Non può essere delitto mio anti-
il
Nella mattina de' 4, previa 1 la celebrazio- co affetto a're di Sardegna, cbe mi han-
ne del s. sagrifizio, partì Papa per Su-
il no colmato di benefizi; e l'ingratitudine
sa. Tanto ricavo dal n. °rp del Diario di non fu mai una virtù: però come io sono
Roma del i8o4: in quelli poi de'n.'38e stato allora buon suddito di cbi regnava,
39 del 8o5 ne leggo seguente ritorno.
1 il così ora mi fo preciso dovere di ricono-
A'23 aprile Pio VII partito da s. Giovali» scere e di ouorare V. M. imperiale, e pie-
222 TOR TO R
starle fin d'ora il giuramento di fedeltà." volontà, a vantaggio de'quali dispose gè-
No, noi voglio , soggiunse con iracondia nerosi legati. Ricomprò il luogo degli e-
Napoleone I, perchè mi fareste un giura- sercizi spirituali ecompitamente restaurò,
mento di restrizione mentale; e se i miei acciò si potesse tornarvi a ritiro e raccogli-
nemici si avvicinassero al Piemonte, an- mento spirituale. Vegliò perchè non s'in-
elereste voi ili.°a raggiungerli contro di segnassero erronee dottrine, allo splen-
ine. In cosi dire gli rivoltò dispettosamen- dore del culto divino e al pubblico eser-
te il dorso. Quindi l'arcivescovo, mentre cizio della religione, onde impedì che al-
di ritorno a Torino vi dimorava l'io VII, cune chiese de' regolari fossero chiuse o
si presentò ad usargli ogni atto di religio- profanate; fu tanto splendido co'poveri,
sa venerazione, e poi in privata udienza che negli ultimi 16 mesi di sua vita di-
lo pregò di consiglio intorno alla rinunzia spensò loro 1 5o,ooo lire.A'7 marzo 1 806
dell'arcivescovato. A questa richiesta ilPa- Napoleone 1 imperatore de'francesi e re
pa rispose col testo evangelico : Excm- d'Italia decretò:i.° Le diocesi componen-
plam dedi voòis, ut (/ucniad/nodiuiì ego ti il circondario metropolitano dell'ar-
feri, ita et vos faciatis j le quali parole civescovato di Torino, e le diocesi di Ge-
nuove istanze del
egli replicò più volle alle nova, Albenga, Brogliato, Noli, Sarzana,
prelato. E da qui comprese l'arcivescovo, Savona e Veutimiglia, sono, a datare da
che siccome il supremo Gerarca avea dato questo giorno, sottoposte' alla medesima
1esempio di grandissime condiscendenze amministrazione che le altre diocesi di
pel bene dellaChiesa,così l'arcivescovo po- Francia,e nelmodoche sarà regolato qui
teva fare ilsagrifizio di sua sede,per evitare appresso. 2. Alcuna bolla, breve, rescrit-
mali maggiori. Così egli fece proti tameti le, to, decreto, ordine, registro, provvedi-
ed a'primi d'ottobre già era eletto il suc- meli lo, né altre scritture della Corte di
cessore (dice il p.Semeria, ed ilean. Dima Roma, quando ancora non riguardasse-
anticipa la preconizzazione del successore ro che i particolari, non potranno esse-
nel concistoro di Parigi del i.° febbraio re ricevute, pubblicate, stampate, né po-
1 8o5: meglio è ritenere quanto apprendo ste altrimenti in esecuzione, senza la no-
dalle Notizie di Roma, che la traslazione stra autorizzazione speciale. 3.° Verun
d'Acqui a Torino di Della Torre seguì nel concilio metropolitano, vermi sinodo dio-
concistoro tenuto inlloma da Pio VII a'26 cesano, veruna assemblea deliberante non
giugno] 8o5).RitiratosiBuronzoin patria, avrà luogo senza la nostra permissione
visse vita privata nell'esercizio dell'ora- espressa. 4-° Tutte le parti del ministero
zione e della lettura, finché pieno di me- ecclesiastico saranno gratuite, salve le ob-
riti e ili anni passò al riposo de'giusti a' bligazioni che fossero autorizzate e fissa-
23 ottobre 1806, giorno appunto di sua le da'regolamenti. 5.°, 6.° e y.°, trattano
nascita. L'avea succeduto, come dissi, Gia- sui ricorsi, ne'casi d'abuso per parte de'
cinto della Torre de' conti di Luserna e superiori e di altre persone ecclesiastiche,
Valle di Saluzzo, già agostiniano e priore da farsi al consiglio di slato ed a'prefelti.
del convento di Torino, letterato di sto- 8.° Il cullo cattolico sarà esercitato sotto
ria patria, quindi arcivescovo di Sassari la direzione degli arcivescovi e vescovi
e poi vescovo d'Acqui, che governò con sa- nelle loro diocesi, e sotto quella de' cu-
piente vigilanza. Diveuuto arcivescovo di rati nelle loro parrocchie. 9. "Qualunque
Torino, subito a proprie spese restaurò il privilegio che porti esenzione o attribu-
seminario, rinnovò con forma elegante la zionedella giurisdizione vescovile, è abo-
biblioteca, fece rifiorire gli studi ecclesia- lito. io.°Gli arcivescovi cousagreranno e
stici con nuove cattedre e con incoraggia- installeranno i loro suffragatici; in caso
menti pe' giovani d' ingegno e di buona d'impedimento o rifiuto per parte loro,
T O R TO R aa3
«armino suppliti dal vescovo" più antico pubbliche preghiere du ordinarsi dall'ioi-
giuramento de'curali a'prefetli; per vie- nacciose rupi cogli ameni praticelli e co'
tare agli ecclesiastici stranieri, anche fran- veideggianti pascoli. Intanto Napoleo-
cesi, l'esercizio del sagro ministero, sen- uè I a' 7 febbraio 1808 eresse il gover-
za l'imperiai permissione; per la nomina no di Piemonte e del Genovesato io gran
de'canonici da farsi da'vescovi e da ap- dignità dell'impero francese, e poi ueno-
provarsi dall'imperatore; per le sedi va- minò governatore generale il principe d.
cauti, acciò i capitoli ne diano avviso, co- Camillo Borghese suo cognato, il quale
ine del da loro operato, al ministro de' fissò la sua residenza in Torino. Quindi
culti; per la liturgia e il catechismo, e- l'imperatore s'impossessò de'dominii del-
guali a que'delle diocesi di Frauda; per la s. Sede, detronizzò Pio VII, e prigione
ilpermesso imperiale sull'erezione delie nel luglio 1809 lo fece trasportare a Gre-
cappelle domestiche e oratorii privati;per noble, dopo essersi cambiati cavalli della i
destinare un posto distinto nelle chiese, carrozza del Papa presso Toi ino e d'aver
per le autorità civili e militari cattoliche; esso pernottato a Ili \ oli; e finalmente sta-
per il suono delle campanella concertar- bili Savona per sua rilegazione. L'arci-
si tra il vescovo e la polizia locale; per le vescovo Della Torre pubblicò diverse o-
2*4 T °R TOR
melie che furono motivo di scnndnlo a- zione Tarcivescovo si oppose virilmente
gl' indotti, per le lodi date a Napoleone in modo, che al ritorno del re sul trono
1, secondochè esprimesi il p. Semeria, che degli avi suoi, trovi» beni di chiesa in quan-
a difesa del prelato soggiunge. » Ma de- tità rilevantissima, quindi potè ripristi-
vesi riflettere, che ne'primi anni del suo nare diverse dell'antiche abbazie, conven-
impero non avea Bona parte spiegato quel ti, monasteri e capitoli; onde l'arcidiocesi
cui a 'cattolici era stata concessa in Gine- mezzodì della Francia; laonde non pare
vra una chiesa, cosa non mai più veduta che traversasse Torino, come vuole l'avv.
dopo Calvino; perciò avere essi ogni di- Caslellanonelladescrizionedi tal città nel
ritto d'ottenere simili concessioni. L'ar- suo Specchio geografico storico-politico,
civescovo avendosi pure guadagnato l'a- dicendo che il maestoso ponte del Po ser-
nimo del principe Borghese, governatore ba la memoria della liberaaione di Pio
generale del Piemonte, e quello del mi- VII, chei.° vi pose il piede nel i8i4> ren-
nistro de' culti in Parigi, dissipò con in- dendosi alla sua sede. Foco dopo P8 aprile
vincibile fermezza gli scaltri e validissimi morì l'arcivescovo Della Torre, restando
maneggi degli eretici, né poterono mai riu- la sede vacante. Caduto il trono di Na-
scire nell'intento,sebbene alcuni cattolici poleone I, furono reintegrati*'! sovrani, da
li sostenessero! Sinistre impressioni erasi lui deposti, de'Ioro stati; a'g maggio gli
uomini ingordi ne
ransi ancor venduti, e Napoli mostrandosi ostile collo stato pon-
provocavano l'alienazione per impadro- tificio, col proponimento d'occuparlo, ed
nirsene a vii prezzo. A sì iniqua usurpa- insieme col progetto chimerico di cacciar
TOR TOR 22}
dalla Lombardia Piemonte gli au-
e dal lanotte del 19 precedente al dì 20,ead una
slriaci e i subalpini, prudentemente Fio posta di distanza da quella capitale si tro-
VII partì per Genova colla corte, giacché vò a Moncalieri lo stesso re, venuto con su-
il reSardegna pel suo ministro mar-
ci i perbe carrozze incontro al Papa, che en-
chese di San Saturnino gli avea fallo of- trato nella carrozza reale, sedendogli di-
frile un asilo sicuro ne'suoi stali. 11 car- contro il re, proseguì il viaggio in mezzo
dinal Pacca, che fu del numero de' car- a una moltitudine di popolo ivi accorso
dinali che lo seguì, pubblicò la Relazio- da'luoghi circonvicini. Tutta la strada e-
ne del viaggio, ed in essa riferisce. Che ra illuminata con lampioni sospesi agli al-
il Papa saputa la sconfitta di Murai pres- beri che l'ornavano. Altra grande illumi-
so Tolentino e perciò evacuate dalle di lui nazione fece la bella città di Torino, che
truppe le sue provincie, e che gli alleati può dirsi simmetricamente fabbricata, e
marciavano contro Napoleone I, pensò di dà in tali circostanze un sorprendente
ritornare a Pioma sollecitamente. ÌNIa ce- spettacolo, che non è facile di vedersi al-
dendo alle pressanti e affettuose istanze trove. Pio VII cou Vittorio Emanuele I
dell'ottimo Vittorio Emanuele I, che a- entrarono in Torino con brillante comi-
vea assistito albi coronazione della B. Ver- tiva, al rimbombo de' cannoni, al suono
gine da lui fatta in Savona, s'indusse d'an- giulivo di tutte le campane, e fra l'esul-
dar prima a Torino. Partito da Genova tanza generale. Vi era per tutta la città
^ li da carrozza, e beve la cioccolata nel pa- Papa nel palazzo reale, e vi fu trattato
lazzo del cav. Balbi, ed il marchese Tapa» con regia magnificenza: eransi trovali a ri-
relii d'Azeglio, gentiluomo di camera del ceverlo grandi della corona, il senato,
i
re,uel sovrano nome complimentò il Papa, la camera regia de'couti, i decurioni della
e lo pregò da sua parte di non voler abban- città, i membri dell'università degli stu-
donare suoi stati senza onorare d' una
i di, e tutti gli ordini delio stato. A' 20 il
visita la capitale del suo regno, e grazio- Papa ricevè dal capitolo metropolitano
samente vi condiscese. Perciò continuò il la dichiarazione e ritrattazione al vio-
viaggio per Alessandria , accompagnato lento indirizzo, che gli fu fatto fare dal
per tutta la bocchetta dall'entusiasmo re- governo francese a'g febbraio 181 1. Si
ligioso delle popolazioni vicine; edalla fì- legge nel t. 2, p. 92 delle Dichiarazioni
uedi essa fu ricevutoa Voltaggioed aGa- e ritrattazione degl'indirizzi, umiliate
\i cou un tripudio ed una venerazione i- a Pio PTI. Dipoi a' 20 giugno il Papa
«esprimibili. A mezzodì ilPapa riposò nel- ricevè la ritrattazione di Carlo Giuseppe
la magnifica LomellinadelconteLo-
villa Tardi prete torinese, per avere nel i8i3
mellini.e trattalo da esso a lauto pranzo co' accettato da Napoleone I la nomina al ve-
prelati del seguito. Ivi salutato il cardinal scovato di Vercelli,e dai capitolo l'elezione
arcivescovo di Genova, ch'erasi trovato a in vicario capitolare.ee; documento ripor-
riceverlo sino al confine di sua arcidiocesi, 97 (.\e\\eDickiarazioni.?ìe3 gior-
tato a p.
si avviò per Alessandria per proseguir nel ni chePio VII dimoròinTorinOjVi fu sem-
dì seguente il viaggioperlacapitale.il Pa- pre uno straordinario coucorso di persone
pa con quelle festevoli particolarità che de- distinte per baciargli i piedi e riceverne la
scrive il Diario di Roma, giunse u Torino benedizione. In uno di que'giorni si aprila
VOL. LXXVII. i5
itati T <> A T O R
custodia che contiene Sindone, e fu e-
la is. nella valle di Lanzo, potente nelle opere
sposta alla venerazione de'fedeli. Il giorno e nelle parole. Si vide in lui verificato clic
dono fu dal Papa coli' assistenza di vari prima di ben comandare bisogna" sapere
vescovi riposta nella I.' custodia, e vi ap- ubbidire, e che nel religioso raccoglimen
posero i loro sigilli Pio VII ed il re, co- to ben si formano gli uomini apostolici.
zione della ss. Sindone, che il Papa svolse che occorrenze, e sempre generoso co' po-
colle sue proprie ruani,assistito da più car- veri. Ebbe delle grandissime afflizioni, e
dinali, vescovi e prelati, e da tutta la reale tutte le sopportò colla calma del giusto
famiglia, erano trascorsi 4o anni che i to- e coll'orazione. Istruì il suo clero e lutto
rinesi non avevano veduto il ss. Lenzuo- il suo gregge con frequenti omelie, ripie-
lo, e non vi era esempio die ciò fosse av- ne ili dottrina e di sagra unzione, che me-
venuto per le mani del l'apa; per cui fol- ritarono la slampa neh 835. Trovo an-
tissimo fu il concorso della moltitudine in che nella Civiltà cattolica, a.* serie, t.
7,
piazza Castello, e indicibile l'universale p. 5">3, uno splendido elogio di questo ar-
commozione, nel farsi l'esposizione dalle civescovo, ragionandosi della pubblicazio-
due opposte logge del castello reale, com- ne d'alcune sue opere,che fanno parte del
partendo Pio VII col sagro pegno l'apo- la Collezione de' buoni libri che lodevol-
stolica benedizione. Poiché la ss. Sindone, mente da zelatori della cattolica religione
custodita nella resi cappella della metro- stampansi in Torino; dicendosi ammirare
politana, con solenne processione erasi tra- in essegrande sodezza e vastità di mente,
sportata dal palazzo realeall'altro situato congiunte a di voto afletto,che non è facile
nel mezzo gran piazza. Il Papa
di delta il ritrovare in tutti gli scrittori cattolici,
partì a'22 maggio per Modena, Firenze tutte olezzanti di spirituale fragranza. Sag-
e Roma. Quivi tornato, in concistoro ce- giamente cogl'illustri e dotti direttori del-
lebrò la religiosa e splendida accoglienza l'encomiata Collezione fa considerare la
ricevuta da Vittorio Emanuele I, da Ge- Civiltà cattolica, che se la voce d'un ve-
nova e da Torino. Nell'articolo Concor- scovo suona sempre autorevole e vene-
dalo Ira Pio VII e Vittorio Emanuele I randa per le anime cristiane, Iequali in lei
i-cdi Sardegna, stipulato nel 1817, eb- riconoscono l'insegnamento di chi viene
be luogo una nuova circoscrizione di dio- posto dalloSpirito santo al governo della
cesi negli stati del Piemonte, di Monfer- Chiesa di Dio; quando poi questa voce si
rato e di Genova, promulgata colla bolla fa sentire dal sepolcro, e ricorda un pa-
Beali Pel/i, emanata a' 17 luglio,per l'au- store amantissimo, allora pare che acqui-
torità della quale alla metropoli di To- sti più efficacia e riesca doppiamente pre-
rino furouo assegnate per sulfraganee le ziosa.
dovi, Saluzzo, Alla, Cuneo, Possano, per mene della Setta de' Carbonari ai
le
Pineroloe Susa,c\\c lo sono tuttora. In- g -marzo 1821 scoppiò la rivoluzione, per
di nel 1818 Pio VII die termine alla ve- la quale il trono fu rovesciato, discenden-
dovanza di sua illustre chiesa con collo- done dignitosameute ViltorioEmanuele I,
carvi a pastore d. Colombano Ghia verolti, anziché piegare dinanzi l'insurrezione che
che nella sua patria Torino era slato, ad tendeva a rovesciare tutte le monarchie
outa di sua virtuosa e lunga resistenza, d'Europa,come l'ebbero a deplorabilmen-
consagrato nel precedente anno vescovo te sperimentare anche quelle di Spagna,
d'Ivrea,dopo di avere per più di 4o anni Portogallo e Sicilia. Che per la fermez-
professato la vita eremitica camaldolese za dell'impavido nuovo re Carlo Felice,
T O R TO R
la monarchia sartia fu allora salva, e nar- di Cantorbcry e Lodovica di Savoia,
rai quanto fu benemerito precipuamente mosso dal re Carlo Alberto e approvato
ti; Torino; e ebe morto a Torino 8*27 a- da Papa Gregorio XVI, come uot
pi ile 83 l'ultimo agnato della linea pri-
j 1 voi. LXH, p. 6. A Torseo farò cenno d
llila del ramo reale di Savoia, sot- quelli splendidamente celebrali a Torino
lentiòa regnare quella de'principiSavoia- neli83q e nel i84"2.Ne*più volle ricordi
Carignano nella persona del re Cario Al- ti Savoia e Sardegka regjto, a-
articoli
berto. Nello stesso anno a'6 agosto lo se- vendo narrato le relazioni fra la s. Sede,
gui nella tomba l'arcivescovo Chiavarot- ed sovrani conli educhi di Savoia, prin
i
ti, che santamente mori com'era vissuto, cipi delPiemonte, e de' re di Sardegna,
onde il capitolo della metropolitana in ed appena in generale accennato le gravi
questa, ov'è sepolto, ed in ossequio a'suoi vertenze ecelesiast.che e politiche inco
meriti e benefizi ricevuti, riconoscente e- minciatc nel 1847 e proseguite sino alia
resse un busto di marmo con simile iscri- metà del 853, qui1 a loro schiarimento e
zione onorevole. Per nomina del re Carlo insieme a compimento ne datò uu ulte-
Alberto, nel concistoro de' 24 febbraio riore e piùdettagliatocenno,eziandiopei
l83a Gregorio XVI preconizzò l'odier- riguardare l'avvenuto al sullodato attua-
r
no arcivescovo mg. Luigi de' marchesi le arcivescovo di Torino, alla sua chiesa e
Fransonidi Genova, già dal Papa con bi e arcidiocesi ,
potendosene leggete tutta l<,
verglieue destato l'idea, con aver fallo di- sona«"i; dimostrazione d'alletto e di rivt-
pingere in una delle sale del palazzo arci- reuza che fu continuala da altre Hftustri
vescovile la cronologica serie di tulli isuoi persone, finché fu tradotto nel forte di Fe-
antecessori. Nel suo arcivescovato memo- uest ielle. Rice ve quindi in oblazione d'am-
rabili sono i solenni festeggiamenti cele- mirazione ricchi ornamenti e Suppelletti-
brati in Torino, e descritti dal benemeri- li sagre magnifiche. Queste pubbliche di-
to p. Semeria, per la beatificazione del \en. mostrazioni di simpatie falle dj naziona-
Sebastiano Valfrè,e pel culto religioso dei li e stranieri, collo spirito degno de' più
beali Umberto 111, Boatfacie arcivescofO bei tempi della Chiesa nel meglio delle hm
228 TOR TOR
persecuzioni, fecero più volte con espan- quanto dolore del suo animo nell'augusto
sione di all'etto eloquente esclamare al luogo lamentò col sagro collegio gran- i
monte, da quello cbe sono andato descri- la stessa Chiesa, e alla pontificia suprema
vendo nel decorso di questo articolo; dap- autorità ed a quella della s. Sede ,
pie-
poiché la Civiltà cattolica continuamen- namente disprezzandola. Di recente poi
te deplora la stampa sfrenata di Torino, la fu posta in campo altra legge affatto ri-
quale città dice divenuta convegno di tut- pugnante allo slesso diritto naturale divi-
ti i fuorusciti e portabandiera della nazio- no e sociale, sommamente contraria al be-
nalità italiana, il centro di tulle le mene ne dell'umana società, e in tutto favore-
rivoluzionarie e di tutte l'eresie religiose, vole a'perniciosissimi e funestissimi erro-
accettando le primizie de'morinoniti; che riàelSocialismoe Comunì.smo:coì\a qua-
le scuole degli eretici valdesi sono un se- le legge tra le altre cose si propone, che
menzaio d'errori e di pericoli pe'fanciulli quasi tutte le famiglie monastiche e reli-
cattolici, dandosi inoltre opera all'erezio- giose d'ambo i sessi, e le chiese collegia-
ne d'un altro tempio valdese, mentre la te e i benefìzi semplicie di padronato ven-
propaganda anglicana spese ben 7000 li- gano del tulio soppressi, ed i loro beni e
re sterline per quello innalzato in uno dei redditi siano soggetti ed aflidali all'ammi-
più belli quartieri di Torino. Quivi so- nistrazione e arbitrio della podestà civi-
no giornali cbe predicano le dottrine di le. Colla medesima legge proposta si at-
Valdo , giornali che sostengono gì' inse- tribuisce eziandio al potere laico l'auto-
gnamenti del Talmud, giornali che pro- rità di prescrivere le condizioni, a cui deb-
pagano i principii della ragione pura, per bano essere sottoposte le altre religiose co-
non dire di altri. Tulio questo è un nul- munità, che non fossero affatto soppresse.
la; meglio è parlare colla veneranda, ve- Penetralo il Papa d'amarezza, ultamente
ridica e autorevole voce del sommo Pon- deplorò il tutto operato in un regno, do-
tefice Pio IX. 11 n.° 36 del Giornale di ve esistono moltissimi egregi cattolici, e
Roma deli 855, riporta la sua allocuzio- dove principalmente la pietà, la religio-
ne, Probe mciniiicrilis, pronunziala nel ne e la divozione de' re verso la cattedra
concistoro de'22 gennaio. Rammenta con di s. Pietro e suoi successori , una volta
TOR TOR 229
fiorivano e passavano in esempio. Le cose cessanti cure della stessa Santità sua a
essendo giunte al punto di non bastare di riparo de'gravi inali da cui è afflitta Li
compiangere danni recali alla Chiesa,
i chiesa cattolica nel regno di Sardegna _,
scovi e vescovi del regno Subalpino som- dinò il Regio execj uà tur sulle provvisio-
mamente quali corrisponden-
lodevoli, i ni di Roma, riferendolo ad usi, che la su-
do a'pontificii voti, con singoiar valore e prema autorità della Chiesa ha sempre
costanza non cessarono mai colla voce e riprovati come abusi, e perciò dichiarati
cogli scritti d'opporre un argine a difesa nulli. Quindi abolì il foro civile e crimi-
della casa d'Israele, e di valorosamente nale ue'regi stati a favore degli ecclesia-
propugnar la causa di Dio e di sua Chiesa. stici; domanda al Papa, da
e fatta di ciò
Di più il Papa si congratulò di cuore con dopo che fece conoscere come l'ordi-
questi
tanti ragguardevoli personaggi laici, che namento dell'ecclesiastica disciplina e del-
dimorando nel regno e ben animati dai le leggi che la riguardano sia affatto indi-
sentimenti cattolici e fermamente a lui a- pendente dalle politiche innovazioni d'u-
derenti e alla s. Sede, si gloriarono di di- no stato, per esamiuare se intorno all'ec-
fendere in pubblico e apertamente a vo- clesiastiche immunità potevano essere ag-
ce e in iscritto i sagri diritti della Chiesa. giunte altre concessioni alle già ampia-
L'enunciata esposizione,per ordine del Pa- mente concedute in varie epoche da'pre-
pa, stampò con questo titolo: Allocu-
si decessori, fu destinato a plenipotenziario
zione della Santità di N. S. Pio PP. IX il il governo regio
cardinal Antonelli, ed
al sagro Collegio nel concistoro segreto nominò marchese Domenico di Pareto
il
T O R 1O R
le richieste furono trovate inopportune ed Dessi huono principalmente, te violenze
esagerate dallo stesso ab. Rosmini, pei cui recate sul principio dell 85o all'arci vesco-
ricusò di sostenerle, edil Papa a toglierò vo di Cagliari per aver creduto di non
qualunque ostacolo propose a base gli arti- cedere all'esigenze della commissione de-
coli dal governo di Toscana (/'.) ricono- potata dal governo a preparare il proget-
«citttt» Ma appena cominciatele conferai- lo d'abolizione delle decime, e per aver
*e,il Papa dovè abbandonare Roma, rueu- pubblicato un monitorio di censura con-
ti e in Piemonte si andavano continuando tro i trasgressori delle leggi canoniche tul-
le violazioni, come la legge ebenon ricono- l'immunità ecclesiastica: furono la ci reo
:,ce la sorveglianza de' vescovi nell'uni ver- lare degli i i gennaio i85o, con che i ve-
rità e iiellescuolepubblicheeprivate.la ri- scovi dell'isola di Sardegna erano avver-
inola pròf&stonedi fede introdotta daPio liti di sospendere la collazione de'vacanti
IV, il divieto di presentar a'vescovi le te- benefizi; il progetto di legge sul foro ee-
li pe' pubblici esami, 1' espulsione de'ge- clesiastico, sull'immunità ecclesiastica lo-
niti e delle religiose del sagro Cuore, ei cale e sull'osservanza d'alcuni giorni fe-
loro beni attribuiti al pubblico erario, e stivi, presentato a 7.5 febbraio alla discus-
la minaccia della privazione deW'ejcéqua- sioue della camera legislativa dal conte
traile dispense pontificie sul i.°e 2.° gra- Siccardi, ministro guardasigilli; progetto
do che poi divenne fatto coni-
d'affinità, che violava la parola date dal governo sar-
piuto. Dimorando il Papa a Gaeta rice- do di trattare colla s. Sede sull'ccelesiasti-
: per inviato straordinario il conte Ce- ca immunità, e che rompeva i trattati e-
;re balbo, il quale non promosse alcun sistemi e fedelmente rispettati dalla s. Se-
y.giuslann'iitOjnè diede ragionedi sperati- de. E desso veniva comunicato al nunzio
/a. A Portici ricevè l'altro inviato straor- apostolico di Torino nel giorno medesimo
dinario conte Siccardi , il quale facendo che fu presentato alla camera, e dopo po-
nhrettauto se ne partì per non aver pò- chi giorni al cardinal Antouelli dall'inca-
«nto ottener remo/ione dalle loro sedi
la ricato sardo , dicendosi ad ambedue , il
gin dell'apostolico ministero che gli avea- e venisse per immutabile riconosciuta la
no imposto di rigettare le domande fot- decisione già presa dal governo per pura
te d'indurre alla rinunzia i due prelati di necessità. Il Papa a mezzo del nunzio e del
Torinoe d'Asti. Eil re rispose, eheavreb- cardinale protestò contro il progetto di
he protetto i due prelati, proposta alle ca- legge indicato, e fece conoscere come L't-
ntere costituzionali una legge sulla pub- nellicacia della missione degl'inviati sardi
blica istruzione, ove fosse riconosciuto il si dovesse unicamente atlribuirealgover-
diritto proprio de' vescovi, e che in tempo no sardo; e di teli proteste fece spedir co-
piò acconcio avrebbe fatto riprendere le pia a tutti i rappresentatili della s. Seda
interrotte trattative di concordalo. Meiv presso le corti estere. Quando poi quel
tre la reale risposta consolava l'animo poti- progetto approvato dalla camera legista-
tilìcio, i fatti cheav venivano nel regno Sa- ti va con decreto i\c'() aprile i85o ricevea
bando maggiormente lo contristarono, la reale sanzione, il nunzio apostolico ab-
1
co.incai -icato officioso della s. Sede: merita sonale, e perciò il cardinal Antoneili se-
elogio per la prudenza, saggezza e perizia gretario di stato ebbe con lui varie con-
che mostra nel trattamento di gelosi e gra- ferenze. Ma in tempo che facevasi mo-
Da quel momento ilPapa spesso fu
vi affari. stra di trattar colla s. Sede mediante il
A tali reclami rispose il governo sardo beni della sua mensa furono dati in am-
colle note de' 1 3 giugno e 24 luglio r 85o, ministrazione, essendo sequestrati, al re-
nella 1. 'delle quali volle entrare in discor- gio economo apostolico. Il Papa allora fe-
conseguenza della facoltà di mutar gli or- corti estere rese manifesta la genuina po-
dini politici ue'loro stati. Questi falsi prin- sizione delle cose: nel concistoro poi del
cipii vennero confutali dal cardinal segre- 1 ."novembre i85ogiudicò necessario ren-
tario di slato con nota de' 1
q luglio 1 85o, dere palese al mondo cattolico la condot-
su di che può vedersi il ragionato a Pa- ta tenuta dal governo sardo dal 1847 fino
<:e. Giornale di Roma, come officiale
Il a quel giorno colla s. Sede. Tuttociò nul-
negli atli del governo che pubblica, dovè la valse ; che il governo sardo non si ri-
in questo mezzo smentii e il ministro guar- stette dal continuare nella falsa via inco-
dasigilli per avere asserito alla tribuna minciata. Neh 85 1 rifiutò l'offerta annua
del parlamento , che il governo trattava del calice d'oro con patena (il che rilevai
colla corte di Roma suil' abolizione del- ne' voi. LXV1I, p. 278),
p. 32o, LXIX,
l' immunità ecclesiastica. E per calmare Papa fu co-
stabilita fin dal 17-4»; oiìde il
I' indegnazione destatasi nell'animo dei stretto a fune formale protesta: con re-
sudditi sardi pelanti attentali a'dirittidel- g e patenti de' 16
;
marzo dello stesso 1 85
la Chiesa, il governo sardo nella metà d'a- dichiarava come istituzione puramente
gosto 1 8 5o spedi a Roma in inviatostraor- civile l'ordine de'cavalieri de'ss. Mauri-
tlinarioilcav. Pier Luigi Pinchi presiden- zio e Lazzaro; e dipoi nuovamente pro-
te dellacamera de'depntali; ma la s. Sc- poneva alle camere, discuteva e sanciva il
nuovo inviato persisteva uelie massime che nell'isola di Sardegna. Prima però
manifestale dal suo governo sulla violabi- che questo approvato con real decreto
.
lilà de'concoidati, sulla pretesa necessità de'i5aprile, fosse pubblicato (il che av-
di tener lontano dalla sua sederarciveseo- venne a' 3 giugno), l'incaricato regio in
1
non che sull'equità della condotta (ino a cune, non occultando però nella sua leal-
quel tempo tenuta dal suo governo. La tà, che ia legge già avea ricevuto la regia
23a TOR T R
snnzione, e che solo non era ancor pub- a'ehierici del regno, che per aver diritto
blicata. Presentava noltre de'fogli confi-
i a 'benefizi era necessario aver frequenta-
denziali, co'quali richiamava l'attenzione to le università dello stato, ove lutti san-
della s. Sede su taluni bisogni della Chie- no, che sono professale dottrine condan-
sa negli stali sardi. E mentre aveano luo- nate dalla s. Sede ; come ancora di aver
go tali proposte, la circolare de' i 3 mag- conseguito in esse gradi accademici. Nel
gio 1 85 1 chiamava tutti i vescovi del re- gennaio 852 la benemerita compagnia di
1
gno ad obbligare i professori delle facol- s. Paolo venne privata dell' amministra-
tà teologiche ne'loro seminari a seguire il zione de' suoi beni; fu permessa all' asta
testo dell'università centrale, ed a sotto- pubblica la vendita d'alcuni beni de'ge-
porre le stesse scuole teologiche all'ispe- Torino furono aperti templi pel
suiti; in
ti mali, fece conoscere essere assai dispo- de' 6 settembre i853 diminuì nel regno
sto a stabilire un nuovo concordato, e ve- Sabaudo alcune feste. Ma quest'atto e tan-
nuto in Roma l'altro inviato straordina- ti altri , che mostravano da quali senti-
rio e ministro plenipotenziario cav. Man- menti fosse maisempre animato il Papa,
fredo Bertone di Samby, col mandato di non arrestarono il ministero regio dal pro-
venir allo scioglimento delle cominciate porre, come fece, una legge sui matrimo-
trattative, e di comporre le insorte diffe- ni, di natura ben diversa dalle dichiarazio-
renze, destinava a suo ministro plenipo- ni che l'inviato sardo atea fatte al pleni-
tenziario il cardinal Santucci, allora segre- potenziario pontificio. Il Papa a impedir
tario della s. congregazione degli affari ec- che fosse data la regia sanzione a tale leg-
clesiastici straordinari, perchè trattasse, gè, scrisse direttamente al re Vittorio E-
non ostante che al parlamento torinese il manuele II, dove chiaramente espose la
ministro delle finanze, nel parlare della dottrina della chiesa cattolica su tale ar-
missione del nuovo inviato sardo, dichia- gomento. Dopo lungo spazio di tempo il
rasse che con essa non veniva disdetta la governo sardoVispose alle note pontificie
politica inaugurata dal ministro Siccardi. de'28 febbraio e 24 agosto 18 53; e la s.
Il plenipotenziario pontificio nella i. "con- Sede nell'i nvWe il suo controprogetto a-
ferenza coli' inviato sardo insistette sulla gli articoli da concordarsi , accettava la
necessità, in cui era il governo del re Vit- proposta da lui fatta di due commissioni,
torio Emanuele II, di riconoscere l'invio- composta ciascuna di tre vescovi da eleg-
labililà de' concordati: e I* inviato sardo gersi dal Papa, e di tre magistrati del re-
propose un preambolagli articoli da con- gno a scelta del re; una destinata a esa-
non potè essere accet-
cordarsi, e tale che minare e riferire il modo di provvedere
tato, perchè mancante delle domandate al clero dell'isola di Sardegna in mancan-
cautele, e perchè nulla dicea sull'inviola- za delle decime, e l'altra a fare altrettan-
bilità cle'concordali, cosa che la s. Sedevo to in Terraferma. E con nota del suo ple-
lea fosse dichiarata. Ma mentre che tali nipotenziario dichiarò, che nelle cose e-
trattative furono così iniziate,
il ministro spresse nel presente preambolo agli arti-
sardo della pubblica istruzione con circo- coli da concordarsi inforno alle immuni-
lare de'2 7 novembrei85i rendeva noto tà, escluse sempre le persone de' vescovi
TOR TOR 233
dalla giurisdizione criminale laico, non era verno sardo dalla prestazione degli asse-
diOicile convenire, quando fossero garan- gni, che deve al clero dell'isola di Sarde-
titecon note diplomatiche. Il governo sar- gna e di terrafeima. E il plenipotenziario
do però non rispose a questa nota, e non pontificio dopo d'aver fallo conoscere al-
attuò le due commissioni solo continuò : l' incaricato sardo lo stato in cui erano ri-
damento colla s. Sede: presentò al parla- to straordinario, dichiarò che intorno al-
to Peraudo di Pralormo (poi ministro re- ligione cattolica nel regno Sabaudo, tor-
sidente), senza però essere abilitatoa con- nò a deplorare le ferite acerbissime fatte
tinuar le trattative. Il perchè il Papa nel- ad essa posteriormente, a detrimento pu-
la sua allocuzione del concistoro de' i q di- re de'diritti della s. Sede, massime la fu-
cembre 853, dopo d'aver
1 fatto manifè- nestissima e ingiustissima legge sulla sop-
ste con nota del cardinal segretario dista- pressione di quasi tutte le comunità mo-
to del i.° dicembre, le sue intenzioni sul nastiche e religiose de'due sessi, le chiese
part icol are delle tratta ti ve,dichi arò solen- collegiate, non che i benefìci semplici e di
Demente essere interrotto ogni trattato fra padronato, e le rendite e beni di essi sot- i
incredibile tristezza dell'anima Nostra sia- simo Iddio delle misericordie, perché col
mo costretti a dichiarare, che tutti quei celeste suo aiuto si degni confortare non
che nel regno Sabaudo non temettero di solo il fedele clero di quel regno, che per
proporre, approvare e sancirei ricordali la massima parte seguendo gliesempi dei
decreti e la legge con Irò idi ritti della Chie- suoi pastori, egregiamente compie il suo
sa e di questa s. Sede : come ancora dei dovere; ma anche tanti rispettabilissimi
T O K TOR ca-
bici dello stesso regno, che assai ben a- parle; e fu pure un'ulteriore solenne di-
itnati da scotimenti cattolici, e affezio- mostrazione del paese tanto affezionato
nati di cuore a Noi e a questa Cattedra all'augusta casa di Savoia. Nel seguente
eli Pietro, si gloriano assai di consagrare estale eadde malato nel castello di Poi-
1' opera loro alla difesa de' diritti della lenza (tra Bra e Alba lungo la riva destra
Chiesa". Un fatto gravissimo fu -l'arrivo del Tanaro; forme semigotiche fu re-
di
rezione dt\V Armonia, e l'altra da una ti- mando i reali decreti. Il 1. "decreto sotto-
: Lia ministeriale. Ambedue ottenne» scritto dal principe di Cartellano fu quel-
. o u no spaccio straordinario.giacchè è uni- lo che ricostituisce l'ordine reale militare
rci sale il desiderio dì leggere la parola del di Savoia, e porta la data de'28 settem-
.Nomino Pontefice. Nell'infausto 1 855 To- bre. Come suo articolo, quale or-
dissi al
dotare enei lutto, per la rapida e gravissi- compensa alle segnalate fazioni di guer-
ma perdita di 3 eccelsi reati personaggi ra. Però, come riferì al re il ministro Du-
pianti in meno d'un mese. L'annoi 85 5 rando, rimase illustre, ma sterile testimo-
incominciò in Piemonte con duedis«ra- nio di fede e bravura, sia per effetto del-
zie: la discussione cioè della deplorata leg- la pace, interrotta appena dalla gloriosa,
^e contro gii ordini religiosi e la proprie- ma brevissima spedizione di Tripoli; sia
tà ecclesiastica; eia morte della regina M." per le condizioni, forse troppo strette, im-
Teresa vedova di re Carlo Alberto, avve- poste al conseguimento delle decorazioni.
nuta a' 12 gennaio, e fu grande sventura: Nell'occasione della guerra d'Oriente, che
angelo di carità spandeva quotidianamen- per la difesa della Turchia arde principal-
te sui poveri le sue beneficenze; il lutto fu mente in Crimea, ed alla quale ha preso
universale, come universali furono le be- parte il re di Sardegna, il ministro propo-
nedizioni ;dla virtuosa sua memoria. Col- se a Vittorio Emanuele II di restaurarla
pita da vivo cordoglio la puerpera regi- Consta 4 classi: la i/de'gran croce; l'al-
di
d a a
na M. Adelaide, che tanto amava la suo- tra de'commendatori dii. e 2. classe; la
cera,tostoammalandosijin breve si ridus- 3." degli ulliziali; la 4-" de'cavalieri. Il re
se in pericolo e cessò di vivere a'20 gen- ne è capo e gran maestro. Si forma la de-
naio: ottima sposa e madre affettuosa, die corazione d'una croce pendente da un na-
sul trono gli esempi delle più luminose stro azzurro tramezzato da una lista ros-
e di patria speranze; di voto e riverente al- 28 novembre, 1' altro sentito il con->i;ilio
ladegna madre, la sua perdita ne abbre- de'ministri, in data de' 1
4 dicembre, il re
viò giorni. Questa sene di sciagure fu
i Vittorio Emanuele determinò che l'or-
II
una calamità uazionale, alla quale la ca- dine de'ss. Maurizio e Lazzaro sia diviso
pitale e tutto il regno presero vivissima in 5 classi , come quello militare di Sa-
r
2 36 TO R T OR
."
voia : la f di cavalieri di gran croce; la dovettero confessare nell'esame sì di loro
2/ di commendatoli dii.'' classe (corri- condotta, sì de'loro allievi, che tutto eravi
spondenti al grado di grande ufficiale ne- d'ammirare e nulla da criticare; e di es-
gli ordini stranieri); la 3/ di commenda- sereil loro insegnamento e metodi eccel-
tori di 2/ classe; la 4-' di ufìiciali; la 5/ lenti. Però si dice, che buoni torinesi sup-
i
s. congregazione deli' Indice proibì l'ope- fratelli delle scuole cristiane restino in To-
ra intitolata: La Chiesa e lo Stato in Pie» Uditami L'allean-
rino a spese de'privati.
monte. Sposizionc •storico-evitica de' rap- za del regno di Sardegna colla Francia,
porti fra. la. s. Sede, e la Corte di Sar- Inghilterra e Sublime Porta nella guerra
degna dal\ooo ah 854? P er l'avv. col- d'Oriente contro la Russia, ebbe per con-
legiate Pier Carlo Doggio ec. Ora i vir- seguenza che lidi di Crimea, che ancora
i
tuosi e benemeriti della società, i fratelli rituonano delle gesta e delle vittorie de'
delle Scuole, Cristiane comunali di To- reali principi di Savoia, e rammentano pu-
erano state condannale dal Papa Pio IX fetti risentiranno Asia e Africa. Il re Vit-
col breve , Ad Aposiolicae Sedis. Così torio Emanuele 11 destinò suoi rappre-
fu iniziato l'anno i856 in Torino; così conte Camillo
sentanti a tale congresso, il
ebbe termine la guerra rotta agli utilis- Benso daCavour presidente del consiglio
simi ed esemplari fratelli delle scuole cri- de' miniairi e ministro delle finanze, ed il
al medesimo Indice: Opera omnia i in* cello. Da parecchi scrittori si muove que-
centii Gioberti quocunique idioma exa- stione sul suo cardinalato, ma l'iscrizio-
rata. Gli ottimi fratelli delle scuole cri- ne che leggesi sulla di lui tomba nella cat-
stiane furono in sostanza accusati d'es- tedrale d'Avignone, lo nomina espressa-
sere troppo morali! e proclivi a sosteue- mente cardinale e morto nel 383. 1 Si pre-
to con pompa in occasione di grandi fe- per lesta; ne'secondi schiera per isebiera.
steggiamenti di Sposalizi o altri lieti av- Lo stesso Casanova, il Meuagio e il Du-
venimenti. Il torneo leale nel Medio evo chat vogliono derivato il Torneo da tour-
era un combattimento sìa di disfida. die ner. nella barbara latinità tornare, tor-
per far mostra di forza, destrezza e va- neameli tian.f ei che quelle corse facevan-
lore, ed acquistare onore, nel quale lor- si tornando e ritornando. La voce di tor-
ludium quando l'uà Cavaliere {?•) cor- blici giuochi, quelle fìnte battaglie, che
re contro l'altro cnll'asle bloccate col fer- tornei o tornea menti e giostre tuttavia si
ro di tre punle, dove non si cerca villo- chiamano in Italia, trae origine la paro-
ria, se uon dello scavallare, e in questo è la tornea mento da tournerje che Ottone
batte a fine di morie, il quale torneo fu quod vulgo nunc Tumiamentum dici-
ripetutamente e rigorosamente proibito tura ollaire ne Saggi sui costumi e spi-
dalla Chiesa,ebe negò la sepoltura eccle- rito delle nazioni, dice che alcuni pre-
siastica a coloroebe vi morivano; per- tendono che sia dalla cillà di Tours che
cbè come dissi parlando del concilio di i tornei trassero il nome, giacché non si
Reims, ci correa rischio la vila del corpo muoveva in giro in questi giuochi, come
e dell'anima, come in simili Spettacoli nelle corse de'carri presso i greci e i ro-
(f*.)tv\Q Duellici .). Definisce il De Bue mani negli anfiteatri (de'quali, de'gladia-
il torneo, una lesta militale d'allegrezza lori ede'giuochi, come del pugilato o ar-
pubblica, ebe da vasi Dette occasioni di vit- matura mani, riparlai a Teatro, de-
delle
toria, di pace, di nozze e d'arrivo di qual- scrivendo pure gli anfiteatri e quanto in
che principe, ed a prova di destrezza e di essi facevasi): è però assai più probabile,
valore vi si esercitavano i cavalieri com- clie il vocabolodi torneo venisse da\ìa Spa-
2 38 TOH TOH
ìiomiiiavansi per siffatta ragione cortesi questo giuoco solamente si esercitavano
o graziose: qualche volta nondimeno a* i por anco provetti, ma cui
fanciulli, e i
doperavansi lande con asta affilala, seti- capo coperto d'elmo e non scoperto e co
ri ed ogni sorta d'armi di battaglia. Vi so- ronato. In seguito tali giuochi si fa ce a
ToiuNOjOve dissi dell'armeria reale, e ri- cipe, il che si è praticalo anche a'nostri
cordando molte delle armi auliche. Nel- giorni,come poi narreròdegli odierni tor-
1'
870 figli di Lodovico il Pio segna-
i I nei. Nel medio evo erano
grande uso in
eursu rutbant. L'origine de'lornei è as- li tornei con calore e fanatismo cavalle-
sai antica, e variano su ciò l'opinioni de- l'esco si celebrarono a tulio il secolo XV,
gli scrittori. La più ricevuta ècheaves- e nel seguente cessarono nell'universale,
sero principio in Germania, da dove col- e solo di quando in (piando si celebralo
l'uso dell'armi pervennero in Italia, in no, ed anche in Roma, quale esercizio ca
Francia e in Inghilterra. Pare che no- i valleresco spettacoloso di piacere. Ma sic-
slri tornei somiglino all'antichissimo Lu- oome negli antichi tornei il piìi delle voi-
dus Trojae, ch'era una giostra o disfida te avveniva, Che i giuocatori e colluttau-
a cavallo, in cui la nobile gioventù ama- ti andavano incontro a funeste
incaloriti
va esercitarsi j avendovi anche parte in conseguenze, anche della vita; ad evitare
quel mezzo, rappresentanze di allaccili tali gravi inconvenienti, la vigile Chiesa
guerreschi, d'assedi o simili. Trasporta- nella sua sollecita maternità prese enei-
to l'uso da Troia nel Lazio da Enea, ne gici e sani provvedimenti, sentenziando
fece Virgilio la descrizione v\t\\' Eneide, che coloro i quali restassero uccisi in tali
fiancesi chiamalo Tonrnoi, che significa morire d'essersi esposti a perdetela vita,
1*0 no a'romani e da essi pervennero a noi, liei sotto pena di Scomunica e Interdct-
e si dissero giuochi troiani (onde giostra to riservato al Papa, pena che estese an-
pure Trojae ludu.s),esi
in latino dicesi co a' cooperatori. Ma siccome ciò seu>-
celebravano nel circo (egualmente de'cir- brava piuttosto recar danno che utilità,
chi di Roma riparlai a Teait.o, insieme durando ancora le Crociate contro gl'in
allo spettacolo Lndus Trojae, e con quau- fedeli, perchè impediti i cavalieri d'istruir
to allro vi si faceva), tanto da' puberi si con tali esercizi guerreschi, si asteneva
maggiori che minori. Presso i troiani a no dall' arrotarsi Ira' '
Croccsignati ueilc
E R T O U »3g
milizie cristiane, così l'immediato succes- Innocenzo II nel 1 1 3 1 e nel 1 i3g con-
sore Gio vanni XXII revocò le anteceden- dannò tornei ne'concilii
i di Reiins e di
ti censure,specialmen le pel regno diFran- La terano II generale,e con essi tutti quan-
cia e alili stali, assolvendo dalle censure ti i giuochi che si facevano per ostenta'
leaveano incorse. Però in ogni
quelli che zione di valore e di forza ;
proibizioni e
tempo, prima e dopo di Clemente V, i pene che venendo trascurale, richiama-
Papi e sinodi si occuparono d'impedi-
i rono ad esalta osservanza Eugenio HI nel
re i quali benché folli per giuo-
tornei, i concilio di Reiuis nel 148, e Alessandro 1
co, quasisempre venivano macchiali di III nel couedio generale di Latermio III
sangue; ed inoltre condannarono alle sles- nel 11 79. In queste proibizioni non ù
se pene tanto combattenli,quantoi supe-
i compresero giuochi e corse di Cavalli,
i
riori che non gì' impedivano e non prui- la Caccia e altri che non sono vietati,
lettatilo ti puòcongellurare, che un pa- sto V nel 585 da Clemente Vili nel
1 ,
ri studio non mancasse a' longobardi o 1 jc) j. Ancheil Muratori riporta divieti i
fianchi, allorché poi regnarono in Ita- della Chiesa eia proibizione di tutti i tor-
lia ; non semplici giuochi, ma finte bat- nei,da 'quali polea provenire la morte de-
taglie; e in falli souo note le pugne, le gli uomini, e indarno sagri canoni si op- i
zulfe e le battagliole in cui si esercitaro- posero a lai costume, che essendosi pro-
no posteriormenle gì' italiani
,
per ren- fondamente radicato non si potè sradica-
dersi più utili ed esperti nelle vere, co- re del tutto. Poiché egli dice, quello che
me i pavesi, i ravennati tra' quali spes- facevano una volta i soldati romani in
so divennero spettacoli funesti e crudeli tempo di pace, fu un abbozzo de'giuo-
fuori delle porte della città nelle feste. Ri- chi militari continuali a tempo di Teo-
provò anche s. Agostino le micidiali pugne dorico e ne'successivi; i quali si faceva-
che in Africa si facevano co'sassi. Nondi- no da schiere di cavalieri armali, che for-
meno e ad onta di si saggie leggi, sotto mavano vari giri co'loro cavalli, e si fe-
altri aspetti e nomi conlinuarousi diver- rivano con lancie e spade spuntate e ot-
si crudeli giuochi e pugne, per cui Papa tuse. Tuttavia anco con armi aguzze, e
2 4o TOR TOR
a guisa in certa maniera ili nemici, si fe- nel voi. LXVI,
p. 67, che l'imperatore
cero tali giuochi, cosicché non finivano Enrico I V Uccellatore li avea istituiti a
quasi mai senza I' intreccio della morte Gottinga nelc)34,echeGolhedo dePreuil-
iliqualche nobile, giacché solamente ila' fì gl'introdusse in Francia circa il o36 1 :
nohili si facevano. L'opera importante ili qui però aggiungo, che lo storico Nitar-
ile la Gueriuière e intitolata, Il perfetto do parla de'giuochi d'armi eseguili ver-
cavaliere, Milano 1825, tratta nel cap. so l'842 per piacevole iulcrienimento di
22: De de 'carosel-
tornei, delle giostre, Carlo il Calvo e di Luigi il Germanico.
li j Corse delle Teste e degli /Incili. Per L'impero greco non adollò che in epoca
le debite distinzioni, vado a riportarne assai larda l'uso de' tornei, poiché tutti
vezzavano a non paventar alcun perico- siani e alcune altre nazioni orientali lo
lo, ma la barbarie di tali esercizi indus- praticano ancora. I mori furono destris-
circo s'imparava a guidar carri tirali da fre, le figure dell' impresa, le livree, di
te, in maniera però che potessero volta- gualdrappe de'loro cavalli. Eglino vi fe-
Manuele Comneno del 1 1 4-3 (come no- loro elmi de'dragoni alati,delle arpie, del-
tai, già erano siali vietati, anzi rimarcai le lesle di leone e altre cose simili per di-
TOR TOR 241
venire vieppiù fieri e terribili; e successi- dero poi ad essa in disprezzo,che in genera-
vamente de' pennacchi, de'mazzi di piu- le preferì la mollezza a ogni altra nobile oc-
me sopra alle berrette, doude nomaron- cupazione, e furono tolti di mezzo. Le gio-
manipolo o fascio d'erba o di fieno collo- va da vicino. Questa parola è tratta dal
cato sopra un'asta. Col crescere della po- latino jiLXta pugnare. Due cavalieri ar-
tenza romana furono adottate per insegne mati punto partivano di carriera
di tutto
le aquile, il drago, il minotauro, il caval- l'un contro l'altro lungo uno steccato che
lo e altri animali. Altra insegna fu la ma- li racchiudeva, e riscontrandosi nel mez-
della giustizia; ovvero per significato di fortemente, che alcuni venivano scaval-
unità figurata da quella delle dita, indi- lati e sovente gettati al suolo, ed altri at-
spensabile alla milizia. Anzi alcuni nar- terrati col loro cavallo. L'uso delle gio-
rano che arringando duci i l'esercito, i sol- stre e de' combattimenti nello steccato
dati in segno di convenire alle sue parole principiò in Francia molto prima di quel-
alzavano la destra; per cui non manca chi lo dei caroselli. I principi, i signori e i
crede, che l'odierno saluto militare de'sol- gentiluomini visi presentavano senza ri-
dati co' loro superiori , alzando la mano guardo al loro grado ; ma essendo di-
destra al lato destro del capo, e tutta a- poi tali combattimenti riusciti funesti ad
perta con dita unite, rammenti l'antica Enrico II re di Francia (pel narrato
usanza, non meno che l'unità e l'ubbidien- XXVI I, p. 4> poiché a vendo per-
nel voi. 1
za. Altre romane insegne furono le coro- duto un occhio per un colpo di lancia,
ne d'alloro;le tavolette, anche clipeate, con morì della ferita a' :o luglio 1009), se
medaglioni esprimenti alcun nume o l'im- ne abolì l'uso, ritenendo quello dei ca-
magine degl'imperatori; e quelle altre che roselli, ove le corse delle teste e dell' a-
descrissi a'Iuoghi loro, e che dierono ori- nello fanno scorgere seuza verun perico-
gine alla Bandiera , allo Stendardo, al lo la scienza e la destrezza del cavaliere.
Ilo (F.), ed eziandio alle insegne Ilcarosello è una festa militare o un'im-
cavalleresche usate ne' tornei, i combat- magine viva di combattimento, eseguito
tenti ornando i loro elmi colle figure di da una moltitudine di cavalieri divisi in
animali spaventevoli ,
per dimostrare la più quadriglie destiuate a far delle corse,
loro fierezza , ed imporre a' nemici nei dopo di che souo premiati i vincitori. Que-
torneamene. I francesi indossavano in sto spettacolo dev'essere abbellito da car-
essi la cotta d* armi, arnese portato dai ri, da macchine, da decorazioni, da divi-
gran signori e da' cavalieri sopra la lo- se, da recitativi, da coucerti e da balli di
ro corazza. Nell'origine gli stemmi al- cavalli, la cui varietà forma un magnifi-
tro non indicavano che gli scudi e l'inse- co colpo d'occhio. Come tali feste sono de-
gne di distinzione introdotte da'eavalieri stinate all'istruzione de' principi e delle
francesi e alemanni ne'loro tornei e nel- persone illustri per le quali si fauno, o ad
le loro feste a cavallo. Essi passarono poi onorare il loro merito, il soggetto dev'es-
nelle famiglie come un segno di uobiltà sere iugegnoso, militare e convenevole ai
ed onore. Eurico 1 l' l eccitatore impera- tempi, a'Iuoghi e alle persone. In un vero
.°
tore, introdusse in Germania nel secolo carosellopiù. cose voglionsi considerare. 1
X l'uso de'tornei per esercitare e destare 11 maestro di campo e suoi aiutanti. i.°
i
l'emulazione nella uobiltà. Questi esercizi, 1 cavalieri che compongono ciascuna qua-
continuali sino al fiue del secolo XV ;
cad- driglia. 3.° I loro cartelli di disfida, i no-
voi. LXXVII. 16
i^i TOR T O R
lui, gli abiti, le divise, le armi, le macchi- nenti di combattere contro quelli che pro-
ne, i loro poggi, gli schiavi, i fanti, gli staf- vocano. Alcune altre proposizioni ch'egli-
fieri, i cavalli, gli ornamenti. 4- Le per- no colle armi vogliono sostenere contro
sone addette a' recitativi edalle macchi- tutti quelli che vi si opporranno. Il luo-
ne, ed i musici. 5.° Le varie corse esegui- goe la maniera del combattimento.il no-
te da'cavalieri e pe'quali dannosi i premi. me de'tenenti che mandano la disfida o
II maestro di campo conduce tutta la pom- il cartello; quali nomi sono cavali o dal-
i
pa, regola la marcia, fa sfilare le quadri- la storia o dalla favola. Questi cartelli poti-
glie e i loro equipaggi, introduce nell'ai'- no essere in prosa o in versi; e come le
ringo e Degli steccati, colloca a'posti loro cause di tali provocamene sono la brama
i cavalieri, e finalmente indica il luogo del- d'acquistar gloria e di farsi conoscere, so-
le macchine. Gli aiutanti di campo servo- glionsi estendere con qualche millanteria.
no il loro maestro in queste funzioni e , I principi sono eccettuali dalle disfide e
non agiscono che dietro suoi ordini, por- i da'carlelli che dannosi agli altri. Siccome
tando com'egli de'bastoni di comando. 11 i soggetti de'caroselli sono storici, favolo-
numero delle quadriglie per un vero ca- sied emblematici, tenenti e gli assalitori
i
rosello è 4> e d,d maggiore 12. Esse devo- ordinariamente vi assumono de'n orni con-
no essere tulle di numero pari onde le ,
forme al soggetto da loro rappresentato:
parti riescano eguali fra loro per combat- quelli per esempio che fingono qualche
tere e per fare le doppie corse. Il nume- illustre romano prendonoil nome di Giu-
ro de'cavalieri di cui è composta ogni qua- lio Cesare, d'Augusto ec. Scelgonsi anche
driglia, ordinariamente è 4> qualche vol- nomi di romanzi, cornei cavalieri del gi-
sorte chi deve aver il comando per ischi- ve pure così appellarsi. Gli abiti, le livree,
vare le contese. Ne'celebri caroselli per lo le armi, le macchine, gli schiavi, i cartel-
più ne sono capi i principi. Havvi due sor- li devono essere uniformi. I paggi ordina-
te di quadriglie; quelle detenenti e quel- riamente sono a cavallo, e portano le lan-
le degli assalitori: la quadriglia de'primi ce e le divise. I fanti e gli staffieri condu-
I tenenti sono quel-
è la più considerabile. cono cavalli a mano e tengonsi vicini al-
i
liche aprono il carosello e fanno le pri- le macchine. Sono essi mascherati da tur-
contro chiunque opponente: eglino com- gior parte delle macchine destinate alla
pongono le prime quadriglie. Gli assalito- pompa del carosello, sono invenzioni de-
ri so'no quelli che offronsi a sostenere il gl'italiani,! quali in tutte le cose hanno ri-
contrario colleloro rispostealle disfide ed cercato il fine dell'applicazione, e sempre
a'cartellide'tenenli : essi compongono le riportarono la palma in questo genere. I
chine e alla pompa. Per l'armonia guer- tava un forte colpo della mano armati
riera impieganti trombe, tamburi, timbai- d'una sciabola di legno, sulla schiena. Nel
li, chiarine e Per quella che ac-
pifferi. combattimento spada alla mano,
colla i
detto fin qui non riguarda che la pompa la briglia e alzando il bi accio della spada
e l'apparecchio d'un carosello, ma la cosa andavano con violenza l'uno contro l'al-
principale consiste nelle corse per le qua- tro, ed in passando davansi un colpo di
li si danno i premi, e dove un cavalie- fendente sopra la faccia, piegando un po-
re mostra la sua destrezza in tali esercizi. co dal lato sinistro; e nel luogo medesimo
Le più considerabili corse de' tempi pas- onderà partilo l'avversario, facevasi una
sati consistevano nel rompere delle lance mezza voltata e riparti vasi nella slessa gui-
nello steccato gli uni contro gli altri, nel sa per 3 volte. Dopo il 3.°as>altoinvecedi
rompere contro la quintina, nel combat- passar oltre per andare a riprendere un'
tere a cavallo colla spada alla mano, nel altra mezza voltata, piegatasi dall'una
cogliere le teste e l'anello, e uel far la fo- all'altra banda soprale voltale di una pe-
la,cioè quando tutti giostranti in un tem-
i sta rioi petto l'un l'altro, dandosi di con-
po si affrontano, e quando dietro al moro tinuo de' colpi di taglio con un'azione
o saraceno l'uno corre dietro all'altro sen- pronta, e si proseguiva così sino alla 3."
z'alcun ordine. Parlando delle giostre dis- voltata; ritornavano poscia d'onde erano
si in qual maniera rompevansi le lance partiti, facendo sembiante di andare a ri-
nello steccato; ma dopo l'invenzione del- prendere un'altra mezza v oliata, ma nello
l'armi da fuoco, che fecero abbandonar stesso istante due uuovi cavalieri reca va n-
l'uso quasi d'ogni altra nell'armate, si co- si al posto medesimo e ripetevano già il
ed allora alle finte teste di cartone si so- mo 1690. Giulio Ferrano, Storia ed a-
stituirono gli anelli, che faceva d'uopo di nalisi degli antichi romanzi di cavalle-
portar via colla punta della lancia per ot- ria, e. poemi romanzeschi d' Italia,con,
de''
tenere il premio. I premi, tanto per le te- dissertazione sull'origine, sugli istitutiJ
ste come per l'anello, non riportansi che sulle ceremonie de cavalieri, sulle corti
dopo 3 corse. Dicesi fare la fola, in termi- d'amore, sui tornei, sulle giostre e ar-
ne di carosello, quando più cavalieri fan- mature de paladini,sulV invenzione e sul-
no a un tratto eseguire a un certo numero l'uso degli stemmi, con figure tratte dai
di cavalli differenti figure. Questo maneg- monumenti d'arte.
gio è una specie di ballo di cavalli accom- Il medio evo fu un periodo e un'età d'e-
pagnalo dal suono di molti strumenti; es- roismo, di battaglie e di cavalleria; per-
so venne immaginato dagl'italiani, qua- i ciò le città usavano con giuochi e feste,
li abbellirono loro caroselli con una in-
i che si celebravano varie volte all'anno,
finità di galanti invenzioni, rendendo tale educare i cittadini allo studio delle armi,
spettacolo non meno sorprendente che di- massime colle giostre e co'tornei, imma-
lettevole. Per eseguire questo maneggio gini di combattimenti. A Milano, nel Bro-
occorrono cavalli ben ammaestrati, ed a- glio e a Maria del Circolo, gli uomini
s.
gili non meno che mollo abili e destri ca- e i giovanetti convenivano a fare varie-
valieri, a motivo della difficoltà nel con- sercizi di lotta; a Pavia tutte le feste si di-
servare la giusta proporzione del terreno, videvano i giovani in due schiere,secondo
e nel mantenere il cavallo in egual por- le varie porte che abitavano, e venivano
tamento e cadenza. I narrali e altri eser- ad una A Siena si pugna-
fìnta battaglia.
cizi di cavalleria, furono istituiti per dare va a ed a pertiche; così a Modena,
sassi
nobiltà. Essi erano assai in uso iu Italia nezia poi le pugne e gli esercizi ginnastici
verso la fine del secolo XVI. Roma e Na- erano sull'acqua, sebbene se ne tenessero
poli vantavano le più celebri accademie, entro l'anno parecchi di forza in terra. Per
dove si recavano a perfezionarsi le altre tal modo usata la nazione,era facile l'am-
nazioni; e nella pratica di tali cose, che for- bizioso desiderio ne'più prodi di far mo-
mavano allora i divertimenti de'principi stra altrui del proprio valore, e anche ne'
e della nobiltà, procurava ognuno di di- capi de'municipii il pensiero di bandire
stinguersi onde poter servire il suo prin- pubblici giuochi e più solenni, a cui conve-
cipe con onore, ed acquistare virtù e ta- nissero campioni d'ogni parte,eper porre i
lenti inseparabili da tulli quelli che pro- propri a generosa prova, e per acquistare
TOP». TOR 2/p
rinomanza di forti. Infatti di tali feste so- mechè vivesse a tempi procellosi; poiché
vento se ne legge la ricordanza presso gli sull'animo di lei, più degli affanni e delle
annalisti italiani; uè di rado accadeva che cure di stato, potevano l'amore del lusso
seguissero disfide fra due città a provaie e il naturai talento del piacere, e i suoi
quali più valessero de'loro figli, come se- verseggiatori riputavano a gran ventura
gui neh 58, che cremonesi chiamaro-
1 i uscire vittoriosi innanzi a lei, e ottener-
no al paragone delle armi piacentini: ne i ne in compenso un benigno sguardo , o
venne certo al tercuiue la gara senza che un confortatore sorriso. Imperocché ne*
si spargesse di molto sangue, e vari vi per- festeggiamenti delle corti bandite , delle
dessero la vita. Ma nulla meglio valeva a quali ragionai anche a Corte, i cavalieri
conseguire simili lodi chetornei, e mol- i deposte le lance, le corazze ed i cimieri,
tissimi sene bandirono per l'Italia e spe- occupa vansi di poetiche tenzoni. Sovente
cialmente nel regno di Xapoli e Sicilia, i cavalieri che aveano ottenuto il premio
ove ne durò a lungo l'usanza. Nel domi- del valore,si presentavano a disputar quel-
nio degli Hohenstaufen della casa di Sve- lodella poesia. Uno de'contendeuti al suon
via, avendo in quel regnola nobiltà molto dell'arpa proponea in rima l'oggetto della
conto, e questa esseudo assai destra nel- tenzone; un altro avanzavasi dal circolo,
l'arrneggiare, si tennero di continuo molti e rispoudea con una strofa del medesimo
e ragguardevoli lorneamenli, principal- metro, e il più delle volte colle stesse ri-
mente dall'imperatore Federico II, e da' me. Quest'improvviso terminava ordina-
suoi naturaliEnzo e Manfredi. Né pel suc- riamente alla 5. strofa, e allora la corte
cedere della dinastia francese degli Angioi- deliberava a chi dovesse accordarsi il pre-
ni in quel regno, né perchè vi accadesse- mio. Queste corti bandite erano andate in
ro più tardi fiere turbolenze, cambiò af- dissuetudine, e Giovanna I le ristabilì, ed
fatto costume, e animi da
si rimasero gli essa stessa non disdegnò scendere nell'ai'»
que' clamorosi spettacoli: ma assai se ne ringo contro la dama di Marchebrusa, ce-
dilettava Carlo I d' Angiò , che fu imo lebre poetessa d'allora. La questione fu
de'più valenti nel maneggiare le armi, e decisa a favore della regina, e le fu de-
si vuole che ne rinnovasse e migliorasse cretata una corona, ch'essa prese di sua
le leggi; questo principe, come rilevai nel mano, recandola ad un cavaliere gen-
voi. LXVIII, p. 24T, uel creare i cava- tile, il cugino Luigi priucipe di Taran-
lieri nella cattedrale di Napoli alla pre- to, uno de'suoi amanti e poi 2° marito,
senza della regina, da questa e da 7 dami- e gli disse: Da voi, nobil signore, io vo-
gelle faceva loro cingere la spada al fian- glio avere questa corona, siccome il più
co, dopo aver fatto loro giurare che difen- degno d'offrirla e il più cortese fra tutti.
derebbero anco le dame sì vedove che ma- Pelqualeraatrimoniola regina istituì l'or-
con gran piacete del suo popolo e de'no- dici e ambasciate, perchè al divisato tem-
bili francesi che da tutte le parti vi ac- po ivi convenissero i cavalieri e ledame;
correvano per far pompa di prodezza. 11 queste poi ornate delle meglio pompose
fratello s. Luigi IX re di Francia mal ve- vesti, di gioie e di fregi peregrini, non solo
dendo questi gran movimenti d'animi e di loro presenza allegravano la festa, ma
d'armi, contribuì alla spedizione e con- viaveano gran parte. L'orrore di veder
quisto diSicilia. Noudimeno Carlo 1 portò spargere il sangue allontanò per lungo
nella sua nuova corte la passione de' tor- tempo le dame dallo spettacolo de'lornei,
nei, e così la famosa regiuaGiovauua I, co- ina furono in breve tratte dalla curiosità
•
e quest'epoca fu quella della maggior ce- vo d'alcuna donna o damigella ivi adu-
che
lebrità di siffatti esercizi. Ne' giorni nata, sceglieva il colore ch'ella vestiva nel-
precedevano la giostra uielteansi in ve- la sciarpa che recava ad armacollo, la qua-
duta, lungo il chiostro di qualche mona- le spesso teneva dalla mano di lei, con un
stero, gli scudi de' combattenti che ago- braccialetto qualche altro donativo. Le
gnavano far parte della lizza, coli' inse- trombe annunziavano il combattente che
gne loro, nelle quali spiegavano l'inter- calava nelParringo,eciuto dicatene veni-
no del loro animo, ed a meglio scoprirlo va condotto dalla sua dama : il seguivano
adornavano gli scudi, i cimieri e le bar- i cavalli e gli Scudieri. Ivi ricevea da lei
dature de'cavalli con i-intrecci di vaghe le armi, parole di conforto, qualche pre-
e simboliche figure; e un araldo (del lo- sente e spesso la stessa insegua, la quale
ro officio e assistenza ne'lornei parlai nel se per caso perdeva nel bollore della mi-
voi. LXVI, p. 67, con nozioni analoghe schia, ella era sollecita a fornirgliene un'
a'tornei)gridavaacui appartenessero,alle altra per infondergli novello ardire. Pel-
donne che venivano a vederli. Se alcuna laimaniera entrati molti nell'agone o cam-
per avventura teneasi offesa con talun ca- po ove si dovea combattere, davasi prin-
valiere, batteva lo scudo diluì per richia- cipio alla lotta, che poneasi nel correre le
marsene a 'giudici, e il querelava: e se era aste, nel combattere colle spade, cogli stoc-
giudicato iudpgno vernagli disdetto l'en- chi, fino ro'coltelli e co'pugni, ove venis-
trare nell'onorata lizza; e se si fosse atten- sero meno tutte le armi. Al cavaliere ab-
tato farlo a forza, tutti gli aldi combat- battuto ne succedeva un 2. ; se questo vin-
tenti l'assalivano e il mandavano con fie- ceva, pigliava lite con altri, e tutti per tal
re percosse dolente e malconcio; né altro modo venivano alla prova; ed era più va-
die la dama
olfesa potea por limite a quel lente chi più ne prostrava, vincitore chi
castigo. Per essere ammesso nel novero de' indomito usciva orgoglioso sugli sconfìtti
campioni combattenti conveniva avere , rivali. Fra il furor di quelle pugne aveansi
un nome senza macchia e senza rimpro- alcune regole d'onore, da cui non si per-
vero alcuno. Apparecchiato il luogodello metteva che alcuno deviasse, e che spesso
spettacolo, ch'era magnifico e grande per decidevano del premio.Consisleva nel non
torri, palchi, ballatoi con isponde e balau- ferire colla spada di punta, non valicare
stre, e tende di gran vista, in cui ripara- la segnata linea, non percuotere il cavallo
vano signori del luogo col premio, le don-
i dell'avversario, non tirare di lancia che
ne, i personaggi più ragguardevoli, i giu- al viso o al pettorale, non assalire un guer-
dici del torneo, e musici, e poeti, e gente riero, ove avesse alzata la visiera o fosse
di corte; i cavalieri dopo le proclamazio- disarmato, né venir molti a combattere
ni degli araldi si recavano a visitarlo il uno solo. Ove alcuni rompevano queste
giorno innanzi alla festa, e vi preludeva- leggi, i giudici erano pronti a chiamarli
no trattando alcune piccole armi e facen- all'ordine, ed alcuni araldi correvano a'
ostinale, in cui combattevano tante pas- iardi di sua nazione. II signor di Lanca-
sioni. Perciò il saggio e pio s. Luigi IX stro,dopoaverneh 3 58 sostenuto le parti
re di Francia fortemente biasimava il fra- del giovine duca di Montfort sul ducato
tello Carlo I d'Angiò, perchè tanto vez- di Bretagua, contro Carlo di Blois, nel se-
zeggiasse siffatti spettacolkMa Italia tutta guente anno strinse d'assedio Dinan, città
ne era frequente , e spesso Can Grande che difendeva per Carlo il prode Dugues-
della Scala signore di Verona, e la pos- clin. Mentre tra 'due duci erasi convenu-
sente Venezia, allora dominatrice del ma- ta una tregua, durante questa il giovinet-
re e regina dell'Adriatico, aprirono son- to fratello (cioè d'armi e chiamandosi Ja-
tuosi tornei fra la magnificenza di loro mu- copo Plougaster) di Duguesclin incede-
ra.Clamorosa fu la giostra che nella 2." va pegli accampamenti a diporto, quan-
ebbe luogo nel 364 ne dogado di Lo-
i ' do fattosi innanzi co' suoi Tommaso di
renzo Celso per la ricupera di Caudia. La Cantoi bery cavaliere nemico, d'illustre li-
sontuosa piazza di s. Marco fu il campo gnaggio, ma poco onesto per la condotta,
della battaglia: erano d'ogni intorno ric- con prepotenza gl'intimo di darsi vinto;
che le logge d'ornamenti e di spettatori, il giovinetto inesperto della guerra e so-
e il doge sedeva in trono nella loggia, ch'e- lo , dovè tacere e rendersi prigione. Sa-
ra sopra la maggior porta della basilica, putosi da Duguesclin il grave insulto, im-
in mezzo a' famigerati cavalli di bron- pallidì di sdegno, e salito d'un lampo a
zo, e d'appre>so era vi assiso Petrarca. Due cavallo,corse furibondo alla tenda diTora-
furono gli assalti di quelli che giostraro- maso. Gli rimproverò i rotti patti, chie-
no a cavallo, ili. de'quali fu riservato a' dendo il fratello. Tommaso che secreta-
248 TOR TOR
menle l'odiava, in presenza di Monlfort luogo del combattimento de' tornei era
e diLancastro, tenacemente negò di esau- un vasto recinto chiuso tulto all'intorno
dirlo, e arditamente gillò il segno della da tappeti sospesi, o il più sovente da mi
disfida. Colselo avidamente Duguesclin, e doppio giro di barriere, distanti l'una dal-
strettolo nella destra, rispose In mezzo : l'altra 4 piedi. Vi si collocavano mene- i
alle armi, il comun torto difenderò. Com- strieri per suonare degli strumenti (anche
parvero il giorno dopo nella maggior piaz- per cantare poesie, come narrai riparlan-
za della città, Lancaslro conMonlfurt,e co' do di loro e de'lrovatori ed altri cantori
loro primari ulliziali ascesero il palco. Uo- provenzali nel voi. LXXI1I, p.i5o,i68,
mini d'arme a cavallo circondavano tutta i 72), servi de'cavalieri per ritirare
i lo- i
rono nell'aperto Duguesclin e Tommaso: ni, gli araldi, sergenti e re d'armi per in-
salutai onsi mutuamente, indi d'un subito vigilare sopra a'comballenli, mantenere
abbassato il viso, dirimpetto andarono
si l'ordine, giudicar de'colpi e dar soccorso
a porre. Venne allora nel mezzo il ban- o consigli a coloro che ne abbisognava-
ditore del torneo, e tacendo tutti alle sue no: il popolo si teneva al di fuori. Vi a-
parole, disse ad alta voce. Il mio signor vea inoltre un anfiteatro a molti ordini
Tommaso, e il signor Duguesclin voglio- pe're, le regine, le principesse, le dame, i
e caduto Tommaso, spaventò que' ro- vea cura di osservare se non erano rassi-
moreggianti in tal guisa, che all' infuori curati con nascosti legami alla sella , se
del brulicare e delle grida rotte d'alcuno le armi erano conformi alle prescritte leg-
non fu tratta una sola daga. Dicono che gi araldiche, ed erano della conveniente
il prigioniero fratello fosse spettatore lunghezza. Gli esercizi più. ordinari de'tor-
della tenzone, e che chiamato da Dugue- nei consistevano nel rompere la lancia in
sclin ,
gli fosse la vita del caduto Tom- terra, o l'uria parte contro l'altra nella
maso posta in tutto a sua discrezione, e corsa dell'anello, di lanciareil dardo e
niente aggiungervi alcune erudizioni ri- parali in due schiere,ordinate ciascuna sur
portate dal Dizionario dille, origini. 11 una linea, muoveansi come negli eserciti
TOP. TOR 249
allo scontro a vicenda per rovesciarsi: ma ni egli odii inseparabili da essi,però si può
siccome coloro ch'erano scavalcati corre- vantare a favor loro, ch'erano un vantag-
dano pericolo d'essere calpestati da'caval- gioso esercizio di forza, di destrezza e di
li, s'immaginò, massime in Francia, una coraggio, e persino una scuola d' onore,
doppia barriera alzata nel mezzo della liz- giacché per esservi ammesso conveniva a-
za in tutta la sua lunghezza per separare le ver un nome senz'ombra di macchia di-
due schiere. In tal modo si poteva benis- sonorante. Non considerandoli se non co-
simo colpire colla lancia, ma cavalli noti i me semplicespettacolod'un popolo guer-
potevano più olFenderle. L'altro era il com- riero, qua* quadri piacevoli e imponenti
battimento in folla, specie di mischia di- non offrono mai all'immaginativa del poe-
sordinata, ove pugna vasi senza alcun ri- tae al pennello del pittorequelle duedon-
guardo: in questo non impiegatasi che la zel le di nobilissima stirpe che reca usi ad an-
spada, la scure o mazza. Siccome era
la nunziare l'apertura del torneo; quella no-
a»sai difficile scernere in quel tumulto il biltà fiera e vigorosa dell'Europa ch'entra
più valoroso, e di potergli aggiudicare il nella lizza al suonodi bellici strumenti, ar-
premio, tanto più che la visiera copriva mati di lance, ornate di banderuole sim-
il volto, sistabiliallorad'apporregli stem- boliche e dell'assise delle loro donne pre-
mi o altri segui particolari agli scudi e a' dilette. A quest'apparato devesi aggiun-
ad esempio de'greci e
saioni. In appresso gere la bellezza de'destrieri, la ricchezza
romani che innalzarono ne'loro circhi e degli arredi, lo splendore dell'armi, que'
ippodromi degli altari, obelischi e statue, palchi a molti ordini, stivati, per così di-
si decorarono campi delle lizze con isva-
i re, dalle madri, dalle spose e dalle amanti
riati ornamenti. Gli esercizi de' tornei e- de'campioni; quelle tende o padiglioni co-
rano talmente privilegiati, ch'era proibi- perti d'oro e di seta sparsi nella campa-
to a* servi e agli schiavi di presenlarvisi. gna; il premio accordato in conseguenza
JNVconibattimenti che facevansi per mez- de'suffragi de'principi, delle dame, degli
zo di sfide, il cavallo e le armi del vinto araldi ede'giudici,eo(fertocon bacio dal-
appartenevano per diritto al vincitore, la regina del torneo; il vincitore ricondot-
e qualche volta rimaneva egli stesso suo to in mezzo agli applausi del
popolo e al
prigioniero. Siccome questa specie di suouo degli strumentijdisarmato dalle da-
combattimenti erano 1' immagine delle me più cospicue,cibandosi al desco del re,
battaglie, così vi si osservavano le stesse e divenuto l'oggetto delle feste che poi si
agli araldi recavansi a riconoscerle, e tal Molti ne rammenta Ferra rio, e fra
altri
ceremonia chiamavano: far finestra. Al essi quello dato pel solenne ingresso a Pa -
riferire di Menestrier, correva tal obbligo rigi nel giugno 38q, della regina Isabel-
i
ria d'esser cancellato dal novero de'gio- Carlo VI non potè entrarvi prima, seb-
stratori. Finito il torneo, i più di essi ap- bene a lui già sposata nel 1 385, e vi fu
pendevano le armi alla chiesa; siffatti e- coronata con magnifica pompa. Queste
sercizi riunovavansi ogni tre anni, e chi splendidissime feste terminarono con al-
due volle vi si era sperimentato non sog- cune giostre, fatte in un luogo dove com- i
1
giaceva a esibire per la 3.' volta le prove battenti potevano esser osservati da gran
di sua nobiltà; poiché tenevasi per pie- numero di dame, chiamato il campo di
na prova il sindacato fattogli già due vol- s. Caterina. Magnifico torneo in Inghil-
le a suon di trombe. Ciò seguilo, eragli terra fu quello bandito da Enrico li , e
dato di portare bizzarramente intreccia- dato nelle pianure di Beaucaire. Stupen-
te sopra l'elmo due trombe o cornette ; da fu pure in Firenze la giostra da cui
la qual insegna aveasi per testimonio au- GiulianodeMedici uscì vinci torenel 1468,
tentico e solenne della riconosciuta sua e con mirabili versi celebrata da Polizia-
nobiltà. Da ciò ebbe origine I' uso delle no. IXè meno celebre fu il torneo avvenu-
i\ne cornette che veggonsi sopra i cimieri to in Bologna a'4 ottobre 470, nella fe- 1
presso molte famiglie. Il carosello riguar- sta del patrono s. Petronio, tenendo la si-
da vasi anch'esso qual festa o rappresen- gnoria della città Giovanni 1 1 Benti voglio
tazione militare : era talvolta allegorico (le cui Memorie nel 1
839 pubblicò in Bo-
l'argomento, che mirar dovea all'istruzio- logna il conte d. Giovanni Gozzadini). Fu
ne de'principi, e alludere a'falti e alle oc- descritto in 8/ rima da Francesco Cieco
casioni. Il carosello era così appellato dal- fiorentino: Tome amento fatto in Bolo-
la voce appropriata al carro del Sole, o gna per ordine di Giovanni Bentivoglio
da'carri adoperati in tali esercizi; e di fat- Vanno 47°- Questa si vuole la più cele-
1
quell'occasione si emularono a prova nel diatori e de' pugilatori, e alla caccia e lot-
dar gloria al principe. L'effetto vinse l'e- ta colle fiere, dopoché il re de' goti Teo-
spettative della fama e fino il desiderio. dorico del tutto gli abo'ì, furono sostitui-
Alfonso li d'Este duca di Ferrara, volen- ti diversi torneamenti ealtre feste pubbli-
do neh 56 1 con ispettacolo di lui degno die, insiemeal Carnevale dì Roma, mas-
rallegrare quella città e la corte, bandì al sime i famosi giuochi d'Agone e di Testac-
suo popolo e agli stranieri die a gran calca elo, spettacoliche cominciati dopo il seco-
intervennero, un sontuosissimo torneo di lo X, cessarono dopo la metà del XVI, i
forma non prima veduta, econ corti ban- quali descrissi principalmente ne' voi. X,
dite, chiamandolo il castello di Gorgose- p. 84 e seg.,XXXI, p-77e seg.. LX1 V, p.
rusa: tra gli spettatori onorante e onorato 38 e seg. Consistevano tali giuochi, oltre
vi fu Guglielmo duca di Mantova. A' 18 le sontuosissime cavalcate, in gran caccie
novembre i 565 furono dati tornei, gio- e giostre co'tori, nelle corse di uomini di
stre e altri sontuosi divertimenti.celebiau- condizione diversa e di vecchie, ed ezian-
dosi in Brusselles le nozze d' Alessandro dio di animali, e di carri con alcuni por-
Farnese duca Panna,con d. Maria sorel-
di ci, seguite da combattimenti perimpadro-
la di Giovanili HI redi Portogallo,da dove n'usi delle prede e de'palii, non die di lot-
con real corteggio fu accompagnata in te e corse dell'anello. All'articolo Colos-
Fiandra, nella quale soggiornava il duca seo, e ne riparlai nel voi. LXXII, p. 243
presso la madre Margherita d' A ustria go- e seg., tra pubbliche rappresentanze e
le
vernali ice de'Paesi Bassi. Nel i 56g l'ar- spettacoli die vi ebbero luogo ne'secoli di
ciduca Carlo portatosi a Ferrara a visita- mezzo, ricordai la famosa giostra de'3 set-
re la sorella Bai bara sposa d'Alfonso II, tembre 332, eseguita mentre Papi e-
1 i
questi a'26 maggio volendone solenniz- ratio io Avignone. A darne qui miglior
zare l' arrivo, dispose un torneo di me- contezza mi gioverò dell'articolo pubbli-
ravigliosa forma, sopra l'ampia fossa del- cato nel t. 2, p. 362 dell' Album di Ro-
la città. Lo spettacolo fu notturno, e pe- ma da A. G. Volendo il senato e popolo
rò ingente la spesa delle luminarie, oltre romano fare una grandiosa giostra nel-
a quella de'ricchi addobbi, mostre e mac- l'aufiteatroFla vio detto ilColosseo,si man-
chine d'ogni varietà e d'ogni forma. Nel darono attorno i bandi perchè i principi
festeggiar le nozze tra 1' infante duca d. onde renderlo più splendido. Sulle anti-
Ferdinando e l'arciduchessa M/ Amalia: che rovine del gigantesco edificio si ope-
in quel solenne spettacolo tutta sembrò rò in modo con legname, con ferri e al-
rinnovarsi la pompa degli antichi tornea- tri ingegni, acciò presentasse lo spettaco-
mene, e il voto non falliva, se giusta l'u- lod'un luogo perfetto e di figura vera-
so di quelli celebra vasi nella notte, co>ì mente tonda. Ebbero 3 primarie dame
associando alla pompa e bellezza dello l'incombenza di far invito alle nobili del-
2 52 TOR TOR
co, de' prefetti di Roma, condusse il fior bianca la fede. Pietro Ca-
grafe: Così è
delledonne che al di là del Tevere facean pocci con un color di rose, avea per leg-
dimora; una Savella Orsini trasse all'an- genda: lo di Lucrezia romana sono schia-
fiteatro le signore di s. Pietro e del circo vo (fu interpretata da chi sapeva suoi a- i
Agonale; non che le signore Colonnesi eb- n:ori, ch'egli fosse adoratore d'una Lu-
bero a chiamarvi tutte le dame che dimo- crezia). Uscì Agapito della Colonna ador-
ra vano lungo il rione Monti, lungo il tea- nato color di ferro, e fiamme e lampi met-
tro di Marcello, e ne'dintovni di s. Giro- tea dintorno, il quale vicino al peuuon-
lamo, poco distante dal palazzo ecorteSa- cello dell'elmo portava l' iscrizione : Se.
velli. Da una parte si adagiarono le don- cado io, e voi cadrete che. mi vedete (ciò
ne nobili e illustri, dall'altro lato ebbero volea significare che la casa Colonna era
le privale a sedere. Gli uomini poi e com- i ilperno della città ). Similmente Aldo-
battenti stettero in un'altra parte dell'an- brandino della Colonna era con panni
fiteatro divisi. Comparve in quella in cui bianco e verdi, e con collana in testa col
tutti erano seduti il vecchio Giacomo Ros- motto: Quanto grande altrettanto for-
si di s. Angelo in Pescheria, e trasse a sor- te. Venne da ultimo Cola della Colou-
te dall'urna tutti i nomi de' combattenti. na, figlio di Stefano il senatore, che d'un
lli.°di questi fu Galeotto Malatesta dei colore bardiglio coperto ficea leggere a
signori di Rimini, che venne sull'arena tutto il popolo : Malinconico e forte.
•vestito di. verde, e teneva sulla barhuta Questi giovani accompagnati da altri, co-
o elmo, o pennoucello di guerra, il mot- me dal L'aperoui, da Annibale degli An-
to da tulli letto Solo io come Orazio.
: nibaldi, Giacomo Altieri, Evangelista E-
Mise l'urna il 2.°, ed era questi Cicco del- vangelisti de'Corsi, un giovinetto di casa
la Valle, mezzo a bruno vestito, e mezzo Astalli, Franciotto de'Mancioi, ed amici
u candida tinta, che teneva scritto sul suo molti eziandio, giostratori e campioni tut-
cimiero: Sono Enea per Lavinia. Il 3.° ti, si fermarono sulla piazza, ed attesero
fu Mezzo Aslalli, di gramaglia adornato a piede fermò la sortila di molli tori. Al-
e mesto, perchè di recente sua moglie e- l'alzarsi delle saracinesche che le bel ve te-
raseue andata a'destini, e teneva sulla per- nevano chiuse, ecco un grido di timore e
sona l'epigrafe: Così sconsolato io vivo. di trepidazione,ed un gelo negli ordini
Poscia uscì CalFarello, uu imberbe e ira- tuttidegli spettatori. Infuriavano i tori at-
condo donzello, che vestito d'una nebri- torno, scuotevano le teste fervide, incide-
de o camozza alpina, scritto te-
pelle di vano con unghie il suolo, ed ora rapidi e
neva Chi più forte di me?
sulla celata : foschi slancia vansi sui garzoni, ora in fu-
11 figlio di moter Lodovico della Polen- ga erau posti, or ferivano stramazzando.
ta de' signori di Ravenna, vestito era di Asti, brandi, faville nel. tumulto si ado-
rosso e di nero, coll'iscrizione: Senei san- perarono. Con attoniti e mossi sguardi or
gue moro annegato, oh dolce morte! Sa- plaudendo insensata , or gridando furio-
vello d'Auagni poi, il quale facilmente si sa, ne fervea la gente tutta, e brulicando
recò nell'arena per compiacere la donna e suonando l'ampia giostra e l'anfiteatro,
sua, e ne presentiva gli efretti, avea scrit- 10 spettacolo progrediva. 11 quale certa-
to con una mano mezzo pentita: Ognun mente riuscì dipoi funestissimo ,
perchè
si guardi dalla pazzia d'amore.Fu quin- oltre i malconci, 18 combattenti ebbero
di estratto dall'urna Gio. Giacomo Capoc- a boccheggiare feriti, indi rendere a Dio
ci figlio di Giovanni de'Marsi,ed era ve- gli spiriti: questi nobili giostratori furono
stito color di cenere. Teneva poi scritto onorati e compianti, indi sepolti nelle ba-
per motto: Sotto la cenere, ardo. Cecco siliche Lateraneuse e Liberiana. De'tori,
Conti vestendo color d'argento uvea l'epi- 1 limaselo morti sul campo, e 9 di essi
TOR T OR 253
sanguinolenti. Restituita a Roma la resi- no le sue nozze con giostre e tornei, re-
denza papale insorse scisma, per cui ad plicati in più giorni, ne'quali il Papa nel
sbrigliato opinare, accorrendo nella cit- gresso nella città, il conte tenne pubblica
tà circa 4o,ooo forastieri, con diversi so- e solennissima giostra , con premio. Nei
vrani colle loro copiose e brillanti corti, voi. X, p. 91, LXXIII, p.i y5 e altrove,
cou migliaia di vigorosi e floridi cava- narrai le strepitose feste e spettacoli fatti
lieri. Gregorio XII virtuosamente rinun- in Roma neh482, per avere il re Ferdi-
ziò; Giovanni XXIII avendo promesso nando V ricuperata da' mov\Granata. In-
d'imitarlo e poi variando di parere, sen- oltre nel voi. XLV, p. 1 18, ricordai la gio-
tendo che ne sarebbe forzato, fuggì da stra e l'incamisciata fatta da'romani nel
Costanza nella Svizzera travestito da pa- 1492, di notte nella piazza Vaticana enei
lafreniere, o meglio in abito cavalleresco cortile del palazzo apostolico, per solen-
in una barchetta fiume Reno; men-
pel nizzare I' elezione di Alessandro VI, che
tre il suo protettore Federico duca d'Au- dalle finestre di sua camera godè lo spet-
stria per trafugarlo, celebrò nella città tacolo. Narra il eh. Giordani, Della ve»
un clamoroso e magnifico torneo, nel mita e dimora in Bologna del sommo
quale giuoco di lancia col conte di Cilley Pontefice Clemente III per la corona-
oCilly cognato dell'imperatore Sigismon- zione di Carlo imperatore celebrataV
do che onde la pubblica at-
vi assisteva; l'annoi 53o. le giostre che in tale occa-
tenzione tutta quanta rivolta al tornea- sione si fecero nella città. Primamente ai
melo, agevolò tale evasione. Giovanni 7 novembre 5ig con pubblico bandodel
1
XXI II avea fatto lega segreta con Fede- podestà di Bologna ebbe luogo la corsa
rico duca d'Austria, per darsi scambie- de'cavalli barbari dalla porta di via Mag-
vole aiuto e soccorso, dichiarandolo ca- giore sino a quella di s. Felice, col pre-
pitano generale di s. Chiesa, con annua mio d'un pallio di broccato d'oro, per fe-
pensione di 16,000 fiorini d'oro. Per ave- steggiare venuta di Clemente VII, e sta-
la
re Federico agevolato tal fuga e ricevu- bilito da'24 n °kd' p a ggi bolognesi assegna-
to Giovanni XXIII ne'suoi stati, fu posto ti pel corteggio di Carlo V. A' 19 poi per
al bando dell'impero, e gli fu mossa guer- celebrar l'anniversario di sua elezione al
ra, la quale sarebbe subilo cessata, se pontificato, si corse una giostra da' valo-
Giovanui XXIII inunziava al pontifica-
i rosi cavalieri e gentiluomini ch'erano il
to come avea promesso con giuramento. fiore della nobiltà: gli apparati, le com-
Leggo nel Marcatoli Cancellieri, che nel parse e gli armamenti furono oltre ogni
maggio del 4-77 da'procuratoridel conte
1 credere pomposi e straordinari; perciò gli
Girolamo Riaiio (signore di Ford e poi esercizi ginnastici e marziali formavano
d' Imola) nipote di Sisto IV, fu sposata in in que'tempi quasi la sola cura delle per-
Milano Caterina Sforza, figlia naturale soned'alto rango. Dipoi a'5dicembrei52g
del duca Galeazzo Maria. Essendo stata nelle ore pomeridiane fuvvi una giostra
Caterina condotta in Roma,sicelebraro- che durò 4 ore, e si ruppero più lance da
254 T°R TOR
4o cavalieri italiani, spagnuoli e tedeschi, comiato Giordani nell'opuscolo, Cenni e
per ottenere i due palili assegnati a ih une note intorno all'antica ed eccelsa casa
de'suddetti paggi, e ricevè per valore d'ar- Sparla, racconta che alla presenza del car-
mi premio quello ricamato d'oro Io spa-
in dinal bernardino Spada legato e protet-
glinolo con te d'Alta mura; l'altro poi di vel- tore di sua patria Bologna, ivi si celebrò
luto cremisino fu diviso a eguali parti Ira una giostra di scontro con varie compar-
un cavaliere spagnuolo, e Giovanni Grif- se a cavallo ed a piedi, secondo l'usanza
foni, uno de'paggi bolognesi. La giostra di quell'epoca, descritta estampata in Bo-
riuscì ad ognuno divertimento dilettevole, logna col titolo: La Montagna fulmina-
e oltremodo soddisfece a Carlo V, che per la, torneo fatto da alcuni cavalieri bo-
genio proprio di somiglianti giuochi sen- lognesi l'ultimo di febbraio 1628. Nella
tiva singoiar piacere. Quest'imperatore a - biografia di Paolo ///riportai, come i suoi
niava mollo di giostrare, ed amava tro- concittadini romani per celebrare nel i534
varsi nelle giostre e ne' tomeamenti , e la sua esaltazione, sulla piazza di s. Pie-
quando in Vagliadolid fu eseguita una tro e in quella de' ss. Apostoli fecero ca-
bella giostra col premio d' un diamante, roselli, giostre e combattimenti di lancia,
sebbene l'imperatore travestito e incogni- veduti dal Papa, che perciò confermò e
to lo riportasse, poi si scoprì ch'egli fu il ampliò i privilegi del popolo romano. Nel
vincitore. L'Sdicembre giunta in Bologna voi. X, p. 92, riprodussi la descrizione dei
la notizia che all'imperatore era nato un festeggiamenti e caroselli celebrati da'ro-
altro figlio di nome Ferdinando, il Papa mani nel 1 55o per l'assunzione al ponti-
ordinò che la città facesse pubblici segni ficato di Giulio 111, alla sua presenza nel-
d'allegrezza. I personaggi più illustri di la piazza di s. Pietro, e poi in quella di
Spagna, sudditi di Carlo V e del suo segui- Campidoglio. Dissi nell'articolo Palazzo
to fecero grande festa, celebrando con ma- apostolico Vaticano, che in essoBraman-
gnificentissimo apparato un combattimen- te sotto Giulio II formò l'ampio cortile
to come una giostra. In abiti bellissimi al- detto allora teatro di Belvedere con por-
la moresca eseguirono il giuoco delle can- tici (poi dimezzato da Sisto V con Tedi •
ne che durò più d'un'ora, sfidandosi tan- fizio della Biblioteca ì aticana)e loggia -
ti per banda, e lanciando le canne inar- ti, e nella testata con grande scalinata se-
gentate sugli scudi, mentre contrari ri- i micircolare a foggia d'anfiteatro per ve-
tirandosi voltavano le spalle e con quelli dere gli spettacoli tornei, e altre feste.
si difendevano, all'uso de' inori; giuoco as- Con meravigliosa disposizione d'architet-
sai piacevole, e dagli spagnuoli e bologne- tura, Bramante ornò il maestoso cortile,
si molto bene eseguito, e con mollo gesti unendo cioè con magnifico teatro quella
vaghi e spiritosi. D'una delle due bande porzione del palazzo Vaticano fabbricata
era capo l'Osorio marchese d'Astorga, del- da Alessandro VI , .onde dal suo cogno-
l'altra il Paceco duca d'Ascalona. Furo- me la torre si disse Borgia, con il palaz-
no pure altri a cavallo per combattere in zo e villa innalzata a Tor de'Venti da In-
piazza alla foggia d'un torneamento, ove nocenzo Vili: racchiuse cosi l'inferior val-
giostrarono ancora illustri cavalieri di va- le, oggi cortile di Belvedere, e il superior
rie nazioni, armati di tutte armi con im- suolo ov'è il giardino segreto o della Pi-
prese d'amore e ornamenti militari, e riu- gna, dimidiato da Pio VII col braccio del
scì spettacolo graditissimo. Clemente VII suo Museo, cou due bracci retti di loggie,
e Carlo V guardaronlo dalle finestre del che iti seguito venendo chiuse divennero
palazzo, ma posti dietro a certe bandinel- gallerie. Ne' voi. XXVIII, p. 233, XLV,
le^ modo però ch'eglino potevano como- p. 1 12 e altrove, feci memoria delio Spo-
damente vedere senz'essere veduti. L'en- salizio che Pio IV dopo il solenne Prau-
TOR TOR 275
zo. tenuto nella gran sala di Costantino, dre de'cavalieri, dopo l'entrata del conte
fece Ira'suoi nipoti conte Annibale A Itemps Annibale precedano secondo la sorte, al-
prefetto dell'armi pontificie e generale di la quale tireranno prima. E se alcuna tar-
s. Chiesa, ed Ortensia Borromeo, nell'E- dasse, in suo luogo succeda quella che se-
pifania deli 565; e che quindi a'5 mar- gue, e l'altra rimanghi ultima; e se fosse-
zo, in tempo di carnevale, ebbe luogo per ro più d'una governeranno secondo la
si
quella terra, dichiara che molto si segna- possa portar cosa, ch'abbia punta o possa
lò col suo valore nel torneo rappresenta- ferire, e non si possa armare se non la te-
vitato a intervenire al torneo nel carneva- tri.Che rompendosi la spada ad alcun ca-
le.portando seco 6 gentiluomini per giuo- valiere, gli si dia tempo per prenderne al-
carvi. Che il Tosi meglio degli altri rup- tra. Che abbiano a correre due sole volte
pe la 1 /lancia, ed ebbe in premio unacro- con lancia ferendo o non ferendo. Che il
ce con 4 smeraldi, 4 rubini, 2 diamanti colpo da mezzo il petto sino al mento si
e 3 perle. E poi per avere meglio d'ogni conti per uno, e nella testa rompendo per
altro rotto tutte e 3 le lancie, gli fu da- due, e non rompendo per uno. Che il col-
to per 2. premio un pendente con un dia- po da mezzo il petto in giù non guada-
mante e un rubino con 6 perle. Meglio gni premio. Che a quello che si lascia ca-
dunque è che io riporti la interessantis- der la lancia o la spada di mano non si
sima descrizione che del torneo ci lasciò darà premio. Chi ferirà ilcavallonon gua-
l'Alveri, Roma in ogni stato, t. 2, p. 1 4-3 dagni premio, e chi l'ammazzerà per ur-
e seg., tanto più ch'egli afferma essere sta- to o lo guasterà lo paghi. Che non si pos-
to uno de'maggiori che siansi rappresen- sa menar più che 4 colpi di spada. Chi fe-
tati in Roma, sia per l'apparato del teatro rirà di punta non solo non guadagni, ma
di Belvedere, come per le mostre fatte da vada fuori del teatro. Chi uscirà della sel-
diversi cavalieri e loro ordinanze; ed es- la per incontro o mancamento suo non
sendo alquanto dettagliata, riuscirà a da- guadagni premio. Che a la folla solo si pos-
re una più chiara e compila idea degli an- sa mutare il cavallo. Che nella folla non
tichi magnifici tornei, esaràun simulacro si debba far quadriglia con un solo, ma
di quelli più crudeli e di disfide sangui- combaltino con leggi d'amicizia, la qual
nose. Cajjitoli del Torneo. Che le squa- folla si debba fluire ali. "tiro di artiche-
a56 TOR TOR
ria dell'ultima salva. E finita debba segui- Nero e Emmo. Di Pirro Malvezzi. Ca-
re ciascuna squadra quella del conte An- pitan Legnano, cav. Cospi, Guidotti, Vi-
nibale, e quell'insegna che comparirà de- tale,De A matis e Tortorel lo. DiG io. Gior-
gna di sì valorosi cavalieri col medesimo gio Cesarini. Capizzucchi, Melimi, Giro-
ordine, che all'entrare si tenne. Che la vir- lamo Enea Gabrielli, Garzone da Jesi
e
tù di que'cavalieri che più degli altri re- e Muti. Di Bernardino Savelli. Capita-
sterà segnalata ne riporti il degno premio. ni Magnano, Laudi, Tosi di Palombaro
S\ dichiara che a chi romperà meglio la e Lodovico da Fabriano , Buonassone e
l .'lancia, la quale sarà destinata alla da- cav. Malvezzi. Di Muzio e Ciriaco Mat-
maci darà una croce di smeraldi, diaman- tei.Sodarmi, Palelli, Ramazzottoe Paluz-
ti, rubini e perle. A chi romperà meglio zo Mattei. Noterò che quasi tutti nomi- i
tutte e tre le lancie, si darà un pendente nati, sebbene non espressi dall'Alveri, fu-
con diamante, rubino e perle. A chi com- rono titolali, principi, duchi, marchesi e
batterà meglio colla spada ne' primi 4 baroni, cavalieri e gentiluomini. Quindi
colpi si darà un altro pendente con rubi- dice l'Ai veri, che Pio IV desiderando d'u-
no, diamante e perle. A quella squadra nire i suoi nipoti in matrimonio, il conte
che con lancia e spada si porterà meglio, Annibale Altemps con Ortensia Borromeo
si darà un frontale di rubini e perle. A dama d'onestissima bellezza e di rarissi-
chi comparila più leggiadro, si darà una me maniere, quindi il conte si applicò per
medaglia con un Marte d'oro. Che a'giu- queste nozze a fare una festa e dimostra-
dici non sia preciso il termine di giudicare zione, dove intervenisse alcun esercizio di
qualsivoglia querela. Che ad arbitrio dei cavalleria e di persone d'onore; e ritenen-
giudici stia il giudicare e il terminare o- do che al Papa non avrebbe a dispiacer-
gni occorrenza, ed i padrini non debbano gli, si propose di fare un torneo a campo
replicare quando sarà loro imposto silen- aperto, ancorché il tempo fosse breve, e
zio. Cavalieri di tutte le squadre, e pri' non solito in Roma di esercitarsi in simi-
ma della squadra del eonte Annibale. li giuochi da molti anni addietro, acciò o-
Conti Gambara,CalIarelli,Mignanelli, Del gni animo nobile si accendesse di militar
Verme, Gonzaga, Giustini, Porro e Ma- desiderio a rinnovar le glorie estinte, ed
rino da Brescia. Di d. Giovanni ci Ava- allineile di loro resti alcuna memoria de-
los. Basurta, Quadra, Lodi, Buongio van- gna di lode. 11 desiderio del conte si an-
ni, Ciscara e Mutino. Di Donato Carea- dò crescendo in vedere il Papa tutto in-
no e Gio. Battista Serbelloni (altro ni- tento ad abbellire Roma e altre città del-
potedelPapa).Gio.BattistaCarcano,Man- lo stato, e con inespugnabili e nuove for-
deIlo,De Medici, Da Monticello e Bizocchi. tezze e porti, e compito il magnifico tea-
Di Domenico de Massimi. Conte Retor- tro degnissimo d'essere chiamato di Bel-
zi, Pallavicino, Cantarello, Del Cavaliere, vedere, con colonne e statue, la cui piazza
conte Corbara e Pignattelli. Di Ottavio essere lunga canne 66 e larga 32 , oltre
Bufalini. Amici, Pusterla, Momo da Ca- la spaziosa e vaga scala che pigliava tutto
stello, Stanga, Guerra da Castello, Giu- il largo per linea retta verso l'emiciclo, da
seppe da Mantova. Di Pompeo Colonna. parte di tramontana, ornata di balaustri
Prospero Colonna,D'Azzia, Gonzaga, Ma- e capace di 5ooo persone, ed all'opposto
daleni , Mantaco e Mazzatosto. Di Gio- sotto le stanze di torre Borgia; con altra
vanni Orsini. Capitani Corbara, Bernar- comoda e bella scala cogli scalini per li-
dino da Vicenza, Galeotto d'Assisi e Gi- nea curva e molle nicchie , sopra la cui
rolamo da Trani, cav.Ca podi ferro e con- nicchia grande dalla parte meridionale e
te Della Porta. Di Pallavicino Rangone. capace di iooo e più persone stando a se-
Maiueri, Priorato, Benzoui, Corgtia, Del dere, dove si poteva fare ogni atto pou-
TOR TOR 2 57
tificale e regio, come di coronare impe- parli dagli angoli in croce, e alquante al-
ratoti e re. ed ogni giuoco e onesto trion- tre per il largo della piazza , acciocché i
fo. Pertanto il conte Annibaleprometten- cavalieri potessero fare il loro corso drit-
dosi molto dall'agilità di molli gentiluo- to senza investirsi. A ore 18 cominciaro-
mini, ih. "febbraio gli esortò a questo tor- no a comparire nel campo o area del tea-
neo con tanta cortesia, che ridusse io di tro i cavalieri co'loro padrini e staffieri,
de ciascuno si provvedesse delle armi e ca- nissime piume, condotto da'padriui Giu-
valli e si esercitasse, assegnando per l'a- lio Orsini, Torquato Couti, baron Sfou-
pertura lunedì 5 marzo in istagione vici- drato e Ascanio Minali, cou 6 trombetti,
na alla primavera. Tanto fu il desiderio un timpano e 3o staffieri vestiti di raso
di vederlo, che molti sin dalla sera pre- bianco, paonazzo e giallo, con berrette e
cedente presero posto. I 22 cardinali, che cappelli di velluto bianco e cordoni d'o-
Alveri nomina individualmente e com- ro, con un velame di seta bianca ricama-
preso Carlo furono accomodati nelle
s. ,
to di seta paonazza e oro, che pendeva-
stanze più basse di mg/ Borromeo, con no dai cimiero, co'5 bellissimi cavalli iu-
altri prelati, come luogo più comodo a ve- nanzi: il i.° e il 2. ° erano guarniti di vel-
der tutto il teatro. La sposa colle altre da- luto paouazzo con girelli, fiocchi e frangie
me e gentildonne di compagnia furono ricamati d'argento, in vaghissima e diffe-
disposte nella scala della nicchia verso tor- rente foggia, cavalcati da due paggi eoa
re Borgia, tutta tappezzala, e separate da- celate e zagaglie in mano all'antica, ve-
gli uomini. Per giudici furono eletti gli stili paonazzo ornato d'elegan-
di velluto
cesco Laudriani autore de'riportati capi- eccellente ricamo d'oro pieno di vaghez-
toli del torneo, a' quali fece consegnare za, con due altri paggi sopra, l'uuo colla
molle gioie pe'premi de'cavalieri; quali i celata da piedi con uno scudo e zagaglia
premi furono accomodati in un palco bas- in mano, l'altro con celala e lancia alla
ra e Gabrio Serbelloni (altro nipote del timi erano vestili di velluto bianco rica-
Papa, luogotenente generale di sue mili- mato di roteile di tela d'oro con fiocchi
zie, di non meno sperienza, valore e vir- e frangie simili; co'g suoi cavalieri co'pag-
tù del conte), furono eletti maestri di cam- gibene a cavallo, ciascuno vestiti del me-
po, quali deputarono gentiluomini a ser-
i desimo velluto cogl'istessi ricami, fiocchi
vire e accomodare le dame e gentildonne, e frangie d' oro, coperti cavalli pur di i
e gli uomini ue'palchi o luoghi pubblici. velluto bianco ricamato con rose di tela
Essi posero ue'debiti siti due compagnie d'oro, perle, pietre , fiocchi e frangie di
di cavalleggieri e la guardia svizzera pel seta paonazza, cinti di reticella d'oro, tut-
buon ordine, essendosi pure provveduto ti con bellissimi e vaghi cimieri sostenuti
a quello della città. 11 conte Laudriani coi da alcune mascherine d'argento, ed i ca-
maestri di campo fecero fare sull'area 3 ornamento ed eccellenza or-
valli di tutto
righe per linea oblicjua di terra nera, che nati con vaghe piume; e fatta la debita
veuivauo a mostrare 2 strade d'ambo le riverenza, come fecero tutti i seguenti, se
vol. txxvii. J
7
»38 T O R T O R
n'andò all'angolo B verso Belvedere. Se- tista Bufalini, con 4 trombetti, 8 stam\n
gni d. Giovanni tVAvaìos (V Aragona, e 7 paggi a cavallo, tulli vestiti di raso
condotto da Virginio Orsini suo padrino, rosso e bianco, con 6 cavalieri coperti i
con 4 trombetti e un tamburo alla more- cavalli di tocco d'oro e d'arcento, euar -
sca a guisa di fanciulli rappresentanti la niti sopra di raso bianco e rosso intaglia-
Fama, vestiti di raso incarnato e bianco, to con fiocchi, frangie e piume, ed essen-
con 7 ia ggi vagamente accomodati con
|
do il suo cavallo toccato da una bacchet-
buonissimi cavalli, che significavano le 7 ta faceva la riverenza colle ginocchia a
Virtù principati, con un motto che di- terra, e levato da questa andò a mano
ceva: Assequimur ustjue adipiscamurj dritta dell'angolo D. Pompeo Colonna,
com2 staffieri vestiti di velluto incarnato condotto da'padrini Marcello del Nero e
cremisi ricamato di tela d'argento, co' 6 Lelio de Massimi, con 4 trombetti, o staf- 1
suoi cavalieri, coperti i cavalli di velluto fieri e 8 paggi bene a cavallo, lutti vesti-
cremisi incarnato con ricami a trionfi di ti di velluto cremisi e bianco, con G ca-
teletta d'argento con fiocchi e frangio, ci- valieri, guerniti similmente i cavalli di
mieri e piume, il quale se ne andò all'an- velluto cremisi e bianco ricamato ricca-
golo D verso torre Borgia. Dopo seguiro- mente di tela d'oro a fogliami, con fran-
no gli altri capi di squadre, l'uno pres'so gie, fiocchi e piume, e con una Palma
l'altro per ordine, cioè Donalo Corcano per impresa col motto: Serio qitaerenda.
e Ciò. Ballista Serbelloni, condotti dai ci Indo, e andò a mano manca dell'an-
padrini Pietro Antonio Lonatoecapilano golo C. Giovanni Orsini, condotto da'pa-
Alberto Angelelli, con 4 trombetti e un drini Gio. Battista Micinelli e capitan (iio.
tamburo alla moresca vestiti di raso bian- Pietro Muti, con 4 trombetti, 7 paggi a
co e nero, con 7 paggi mori vestiti simil- cavallo e 8 staffieri vestiti di velluto tur-
mente di raso bianco sopra 7 cavalli bian- chino e bianco con l'impresa d'un Bam-
chi e leggiadri senza sella, tutti piccali i bino in atto di fare riverenza, con questo
vestili e i cavalli di nero a guisa ili leopar- motto: Su, con 6 cavalieri aventi i caval-
di,con 5 cavalieri coperti cavalli di vel- i li coperti di velluto turchino incarnato
luto nero con una reticella sopra d'argen- cremisino e bianco, con ricami a fogliami
to con tremolanti simili, fiocchi, frangie di tela d'argento e d'oro a rose, con fran-
e piume, che se n'andarono a mano man- gie, fiocchi e piume, ed andò a mino drit-
ca B. Domenico de Massimi, coudottodai ta dell' angolo B. Il Pallavicino Un'ago-
padrini Ferrante de Torres, Orazio Mas- ne condotto da'padrini Antonio Orsino e
simi , Alessandro Cinquini e cav. Cesare Pasotto Fantocci, con 4 trombetti, 7 pag-
Casale, con 4 trombetti e un timpano, con gi a cavallo e 9 stallieri vestitidi raso tur-
i4 staffieri vestiti di tela incarnata pao- chino, e bianco e giallo, coll'impiesa d'u-
nazza e bianca alla tnrehesca con archi e na Conca che produce la perla, e men-
con 8 paggi sopra
circassi pieni di freccie, tre ch'ella s'apre per accogliere la rugia-
cavalli vestili del medesimo modo , con da, un mostro marino l'osserva, e dall'al-
un'impresa d'un Girasole e il motto: Non tra parte una Mazza con due palle di pe-
san questi miei occhi volgersi altrove j gola col motto: Ih arlibus, con 6 cava-
con 6 cavalieri coperti cavalli di tela d'o-
i lieri coperti di tela di seta turchina e gial-
ro incarnata paonazza e bianca alla da- la con occhi dipinti sotto molti specchiet-
maschina, con diversi specchietti accomo- ti, con un ricamo lungo di perle con al-
dati sopra per ordine, con frangie, vaghi cune mascherine, frangie, fiocchi e piume,
fiocchi e piume,il quale andò a mano man- ilquale andò a mano dritta dell'angolo D.
ca dell'angolo A. Ottavio Bufalini, con- Pirro Malvezzi, condotto da'padrini Er-
dotto da'padrini Fabio Malici e Gio.liat- cole Riario e Marc'Autouio Tasso, con (>
T O R T O R 2T9
cavalieri, nominati i De>ti, venuti Ha Bo- senno, oltre i descritti, conforme alle me-
logna per mostrare in Roma questo cor- desime livree de'capi di squadre, con cap-
tese segno dell' animo loro verso il conte pelli finiti e ricamati di perle, smeraldi,
Annibale, con 4 trombetti, G ['aggi a ca- rubini e diamanti, che rappresentavano
villo e (3 staffieri-, tutti vestiti ili raso ros- gran ricchezza e ornamento: i quali padri-
so e verde, coperti i cavalli di velluto si- ni aveano i nomi di ciascun cavaliere per
mile con fogliami di tela d'oro, con fran- farli correre secondo l'ordine, e perchè al-
gie, fiocchi e piume, con l'impresa d'un la folla potessero incontrarsi co'medesimi,
Callo con un ramo d'ulivo in bocca, col co'quali prima avessero corso. Li 4 ango-
molto: Figliando, e andò a mano dritta li erano segnati per ordine: A B verso Bel-
dell'angolo A. Sei cavalieri di Gio. Gior- vedere, e CD verso torre Borgia. Rappre-
gio Cesarini. condoni da'padrini Ricciar- sentava il teatro di Belvedere una prospet-
do Mazza tosto e capitan Cesare Muli, con tiva di piume di variati colori e un'appa-
4 trombetti, 6 paggi a cavallo, e 9 staf- renza intorno agli archi escale, che figu-
fieri vestiti di velluto rosso, bianco e gial- rava una testura di variissime e ornatissi-
lo, coperti i cavalli di velluto de'medesimi rae livree, di molte delle quali fu invento-
colori lavorato a fogliami, con frangie,fioc- re l'eccellente miniatore GiulioClovio,em-
cbi e piume, i quali se n'andarono a mano piendola nomnendidilettoche
vista altrui
dritta dell'angolo C. Bernardino Savelli, di meraviglia. Movendosi prima d'ogni al-
condotto da'padrini Lodovico Savelli e ca- tro il conte Annibale colle 6 squadre da-
pitano Innocenzo da Norcia, con 4 trom- gli angoli A B, si pose in fila occupando
e piume riccamente ornati, cou l'impresa ta e colla lancia alla coscia, senza muover-
d'un Carro trionfante tirato da 4 caval- si né cavalieri, uè padrini. Allora all'im-
li, con un imperatore sotto un lauro, so- provviso dal palco de'giudici apparve fuo-
vrastato da due tortore, e guidato verso ri una banderuola bianca e gialla per se
una stella che co'raggi l'alluma, e sen'an- , gno, alla vista della quale si senti il tiro
dò all'angolo A. E finalmente Muzio e Ci- d'artiglieria verso Bel vedere,di doveavea
riaco Mattei. condotti da'padrini Fabri- no sempre a cominciare gl'inviti e le riti
zio Massimi e Prospero Cail'.trelli, con 4 rate o salve con l'artiglieria e colle troni
trombetti, 6 paggi a cavallo, e 7 staffieri be, e per spazio d'uu avemmaria fu rispo
vestiti di velluto rosso, turchino, bianco e sto con un altro tiro verso torre Borgia,
giallo, con un'impresa per ciascun cava- di dove gli artiglieri aveano sempre a ri-
liere, la I.* ero una Lanterna con lume, spondere; ed appresso segui il suouo d'al-
col molto: Arde e non lucej e la 2." una quante trombe colla richiamala a guisa
Pietra da fuoco con 3 fucili, col motto: di provocarsi a battaglia, e ciò segui d'ac-
Non quo vii ferro, con 6 cavalieri co'ca-
; cordo e senza fraude, e il medesimo fece-
valli coperti di velluto de'medesimi colo- ro per ordine sino a 3 volte. In ultimo suo-
ri a foggia di lume, piramidi e fogliami con nai ono tutte le trombe, colla risposta dal-
frangte,fiocchi e piume.e se n'andaronoal- l'altra parte.Quindi apparve il segno d'un'
l'angolo C. E furonosquadre in tutto 12 altra banderuola differente, e subito fu e-
con cimieri bellissimi leggiadramente ac- splosa una gran salva di artiglieria dalla
comodati, come anche comparvero gli o- parte di Belvedere,colla risposta verso tor-
noratissimi padrini sontuosissimamente re Borgia, ed a questa seguendo il suono
vestiti e ornali, cou molti staffieri per cia- di tutte le trombe insieme , da ciascuna
a6o TOR TOR
parie furono abbassate le visiere, e perdi* sia, che perfetta eccellenzn,mostrando una
mostrar l'ardente desiderio di combatte- intarsiatura di così vaga e bella gente con
re, cominciarono a correre l'ulta parte con- quella maggior vaghezza e leggiadria che
tro l'altra per alquanto spazio e seguitane può penetrare l'umana intelligenza, si vi-
l'incontro il conte Annibale Altemps con credere che il Papa Pio IV (il quale non
d. Giovanni d'Avalos, correndo due volle si lasciò mai vedere), sentendo tanto ap-
collelance, e tirandosi 4colpi di spada per plauso e consolazione del suo divotissimo
ciascuno. Appresso corsero Bernardino i>a> popolo ad onore degli sposi, commosso da
velli eMuzio Mattei incrocicchiando per paterna dolcezza, non lasciasse di goder-
angolo, come aveano da fare tutti gli al- ne; e perchè non vi avesse a succedere ma-
tri; onde così seguendo per ordine l'uno le alcuno, ancora colla sua s. benedizione
appresso l'altro, finirono tutti i loro corsi. di favorire e contemplare sì eccelsa e leg-
E due cavalieri delle squadre
fra gli altri giad rissima prospettiva sino allora non più.
dell'angolo B, con due altri dell'angolo D, veduta. Venendo poi la notte, in un mo-
s'urtarono andando per terra co'cavalli,3 mento si accesero molti lumi in diverse
de' quali ne morirono poco dopo e il 4«° lutniniere per tutti gli archi, accomodali
restò maltrattato, senza male alcuno dei con materia artificiata, e dopo breve spa-
cavalieri. Dopo questo si mosse il conte An- zio cominciarono a suonare tutte le trom-
nibale colie 6 squadre, e fecero il mede- be, e avendo i cavalieri abbassala la visie-
trario, e facendo la parte avversa il me- delle squadre, si mossero tulli gli altri ca-
desimo camminando versoquella per fian- valieri d'ambe le parti io aiuto ciascuno
co con tutti i padrini a mano dritta, occu- del suo capo, e combatterono alla folla mo-
parono dall' angolo B sino al C per lun- strando ogni valore, e fortezza maggiore
go in fila, non passando ciascuna squadra per molto spazio, sinché sentito ili. "tiro
lo spazio di due ardii e mezzo, avendo la- d'artiglieria, n'uscì dall'angolo B un car-
sciati gli ultimi dalle teste per l'impedi- ro trionfalecaricodi vari trofei, tutto inar-
mento degli scalini. E la contraria parte gentato e clorato, con un Cupido guidato
all'opposto fece il medesimo, occupando da una Venere regiamente ornata con ve-
dall'angolo D sino all' A. Così restando d'argento e d'oro, tirato da 4 leg-
ste finita
il conte Annibale verso gli archi del bo- giadrissimi e bianchi cavalli colle sue piu-
schetto, e la parte contraria verso gli archi me per eccellenza accomodate, che mo-
della porta principale, corse una lancia per strava ardere que'trofei, e gettava fiam-
il largo con d. Giovanni d'Avalos, e così me per diverse bocche, che andando alla
seguendo l'uno appresso l'altro ordinata- volta loro si divisero a poco a poco in due
mente senza intervallo finirono lutti, che parti facendo strada a Cupido con molto
riuscì di sommo piacere e bellissima vista. diletto di ciascuno, e seguitando moltis-
Mentre ebe seguirono questi assalti, essen- simi tiri d'artiglieria si sentirono due bel-
do passate le 23 ore, oltre che Io spettaco- lissime salve, prima l'una e poi l'altra per
lo rappi escuta va non meno sublime mae- risposta d'ambe le parti, il quale Cupido
TOR TOP. 261
cull'arco e freccie andava saettando quei stri di campo , con quella maggior dili-
cavalieri con grandissimo piacere d'ognu- genza che hanno potuto, e secondo la ma-
no. In questo all'improvviso fu dato fuo- niera del loro combattere ha conceduto,
co ad tuia girandola (del qna\e fuoco ar- ben considerale tutte l'azioni de'combat-
tificiale ne ragionai nel voi. X, p. i 96 e seg.) tenti, diciamo che siccome la festa è sta-
dalla sommità dell'emiciclo delle stanze ta bellissima rappresentando una ben fin-
di Belvedere, con una pioggia che di razzi, ta guerra, come il conte desiderava; così
uscivano da quelle colouue, e arrivavano avendo veduto in quella segnalarsi molti
sino alle scale dove stava la sposa, con pia- cavalieri, essendosi ben incontrati e aven-
cevolissima vista. Del carro trionfale, del- do combattuto molto valorosamente. Pe-
le salve e lumiere ebbe cura Francesco lò per l'autorità nostra dataci in virtù dei
Cadamoslo col capitano Salustio Peruz- capitoli, a'quali sono stati sottoposti tut-
zi. Questo fu l'allegrisNiino fine della fe- ti cavalieri, abbiamo giudicalo che una
i
sta, con contentezza comune incredibile, croce con 4 smeraldi, 4 rubini, 2 diaman-
circa la mezz'ora di notte. Tutti i nobi- ti e 3 perle si dia al capitano Gio. Batti-
lissimi cavalieri seguirono il conte Al- sta Tosi di Palombara, pel 1. "premio, a-
temps, die dopo aver girato col carro mol- vendo rotto meglio la 1. 'lancia. E parimen-
te volte per la piazza spargendo melodie ti un pendente con un diamante, e un ru-
di trombe, l'accompagnarono sino alle sue bino con 6 perle si dia al medesimo ca-
stanze dell'ai cipresbiterato. Si calcolò che pitan Tosi per 2. premio, per aver rotto
gli spettatori furono 5o,ooo.!\Vprimi due tutte e 3 le lancie meglio degli altri. Che
incontri per angolo, quasi la maggior par- un con un rubino e 5 per-
nitro pendente,
ie de'cavalieri ruppero le loro lance, al- le si dia ai capitan Bernardino ila Vicen-
cuni de'quali ferirono Della testa e si vi- za per premio , avendo combattuto me-
dero molti buoni colpi, cos'i di lancia co- glio colla spada, e con un colpo segnata-
me di spada anco sulla testa, dell'incon- mente fatto cadere la spada di mano al-
trarsi poi per largo quasi tutti i cavalieri l'avversario, e alzatagli la visiera; ancor-
ruppero le loro lance, senza ebe succedes- cliè i capitani Lodovicoda Fabriano, Gio.
se discordia o male alcuno, e in ogni co- Battista Carcano, Agostino Benzoni, Pom-
sa la perizia e giudizio de'maestri di cam- peo Colonna, Marc' Antouiod'Azzia, e Do-
po bene ordinarono tuttociòche con-
cosi menico de Massimi abbiano combattuto
veniva in quell'occorrenza, che il succes- tanto bene,che furono vicini ciascuno d'es-
so mostrò die non poteasi desiderare di si a riportare il premio. Che un frontale
meglio. La sera il conte Annibale fece un con 7 rubini legati in oro e 16 perle, si dia
sontuosissimo e lautissimo pasto, al quale a Pompeo Colonna colla sua squadra, per
sitrovarono medesimi cardinali, cavalie-
i essersi ellanon men colla lancia, che col-
ri egentiluomini, e più di 120 dame ro- la spada diportata più segnalatamente.
mane, che aveauo accompagnato la sposa Che una medaglia con una figura di Mar-
alle sue stanze, arrivando iu tutto al nu- te d'oro colla testa e braccia di calcedo-
mero di 1000 persone. Dopo la cena per nia legala in oro con alcune granate, si
intermezzode'molti balli, delle sinfonie di dia al conte Annibale (non ostante che
varie rausiebe die si fecero, fu pubblica- molte squadre sieno comparse tanto leg-
ta la sentenza de'giudici del seguente te- giadramente per invenzione e per ricchez-
nore. Forma della sentenza data pe'pre- za, die meritano molta lode) per essere
mi del Torneo. Avendo noi giudici con comparsala sua squadra non uienoorua-
diligente esame e maturo discorso confor- ta,chericchissimamente vestita, con mag-
me alla nostra sincerità, e testimonio di gior pompi, con maggior numero di cava-
persone degue di fede e massime de'mae- beri, e con armi conformi a'fatli di guerra,
»f>* TOR T O R
ch'é quello che il torneo d'oggi in tutte le l'altenzione e l'ammirazione di tutta I-
Pelili ha voluto rappresentare. In quanto talia. De'tornei, giostre, caroselli e finti
alla decisione delle querele presentateci combattimenti dati in Roma con magni-
pei capi dellesquadre, usando noi della no- ficenza dal cardinal Barberini, ne feci ri-
stra libertà dataci, diciamo, che più tem- cordoancbenel voi. XLV, p. 1 18, ezian-
po Insogna a tanta lite. A' cavalieri che dio per la regina Cristina di Svezia (/'•),
caderono all'incontro per difetto de'loro seuonchè dala è errata, dovendo dire
la
cavalli non avendo noi premio da dai li l656. Abbiamo nel Mercato di Cancel-
suppliranno le dame gratificandoli e pre- lieri a p. q3, che a'o.5 febbraio 634 ne ^ 1
mi. indoli del perlcoloal quale si sono espo- sabbato di carnevale il cardinale nel foro
sti per piacer loro, il che avranno in mag- Agonale die al principe Alessandro Car-
gior stima di quello che da noi si potesse lo diPolonia una bellissima e sorpren-
dar loro. E generalmente a lutti i cavalieri dente giostra, di cui fu mantenitore Cor-
devono far favore, avendo travagliatoceli nelio Denti voglio sotto il nome di Tiamo
eomballulo,e resa ubbidienza ni conte An- da Menfi, oltre la festa notturna Citta con
nibale, a cui essi desideravano che s'ubbi- una nave con musiche: di tutto ne pub-
disse e servisse; ed ancora a noi devono blicò la relazione colle stampe il Mascar-
qualche cosa, poiché in sì reale spettacolo di, conio nobili disegni d'Andrea Sac-
siamostali ancor noi bersaglio del medesi- chi Festa fatta in Roma a' i5 febbraio
:
mo amore. Questi premi allora in presen- 634- Festa di giostra con diverse com-
1
za della sposa e delle dame furono abo- parse e macelline fatta in piazza Na-
minati cavalieri presentali. E verso le 7 vona da' signori Barberini Fanno i634,
ore ognuno se n'andò a riposare. Il Pa- intagliata, in acqua forte. Di più, dice
pa si compiacque assai che gli sposi suoi Cancellieri, che il cardinal Barberini in
nipoti fossero onorati con tanta pompa altri incontri fece spiccare la sua gran-
e univcrsal contenlo,e massime che il suo dezza d'animo, poiché oltre le feste date
affeziona tissimo popolo mostrasse e sen- per la nascita del Delfino, con Relazione
tisse tanta consolazione e allegrezza, poi- impressa co'tipi del Cavalli, fece dipin-
ché il tutto successe senz'alcun disordi- gere un quadro pel Palazzo Barberini,
ne. Cos'i carnevale venne a finire il suo esprimente il torneamento con un carro
trionfo. Diversi torneamenti rivide Ro- trionfale superbissimo, dato per festeg-
ma nel pontificalo d'Urbano Vili, per giarela regina di Svezia Cristina, accom-
opera della sua famiglia Barberini, e pre- pagnalo da molti cavalieri a cavallo, con
cipuamente pel suo nipote cardinal An- ornamenti vaghissimi, un carosello e un
tonio Barberini giuniore generalissimo combattimento notturno, con quantità di
delle Milizie pontificie (delle quali ripar- torcie e musica, sopra la piazza artificia-
lai a Soldato), in occasione della guerra le formata presso il suo palazzo. Per altri
contro il duca di Parma. Perciò il Cor- suoi festeggiamenti e ludis Bacchana-
della nella biografia del cardinale rife- libus. può vedersi lo slesso Cancellieri. [
risce che non solo amava i soldati ed era caroselli furono di recente celebrati in
con essi generoso, ma che per esercitare Roma dall'odierna guarnigione francese:
la romana gioventù negli esercizi caval- ne ricorderò due. Riporta il n.° 209 del
lereschi e militari propri di quell'epoca Giornale, di Roma del 18 53, che ai 4
di guerresche fazioni, fece eseguire a sue settembre nella magnifica /'illaJJorghe-
spese nel gran foro Agonale di Roma o se la cavalleria della guarnigione france-
Piazza Navona, giuochi dell'asta rap- \ se presentò al popolo romano uno spet-
presentanti una fìnta battaglia, con tal tacolo assai piacevole. Fu un carosello
pompa e magnificenza, che gli procacciò militare eseguito da'due squadroui del-
T-O R TO R 3O0
J'XI (e non i. ° come avvertì il Giorna- versicon una precisione che mai la pili
le col n.° 210) reggimento de' dragoni, grande ad ogni suono di tromba o co-
per dare non dubbie prove ili loro abi- mando del capo-squadrone. Ora divìde*
lità al generale di divisione d'André se- vausi in ranghi ed ora volteggiavano in
natore di Francia', ed espressamente ve- mille modi: ora un arrestarsi degli uni
nuto in Roma come ispettore generale e un correre degli altri: uno squadrone
delle milizie francesi ivi stanziate. Chi ben simulava l'attacco e l'altro la difesa; sen-
conosce il circo della villa Burgbese, de- za urtarsi e confondersi furouo veduti
nominato piazza di Siena, facilmente com- formare quando 4 e quando un numero
prende die luogo piìi acconcio non po- assai maggiore di cerchi, uno dentro l'al-
teva esser scelto per dare un simile spet- tro: e senza mai uscire dall'orbita segna-
tacolo. Una sterminata moltitudine di ta camminare e di trotto e di galoppo, ed
spettatori vagamente disposta vedeasi in- in questi difficili movimenti moderare a
torno a questo grande rettangolo: l'am- talento il corso de' cavalli, e nello stesso
basciatore di Francia conte Alfonso de tempo rotare le spade, e queste deporre
llaynevalji ministri di Spagna e di varie onde afferrare le pistole e far fuoco. Del-
ultra corti, il generale Allouveau deMont- lo e sorprendente vederli nella mischia,
real, comandante la divisioue, e gli altri ma non mai confusi, sempre maestrevol-
generali; principi romani e dame in gran- mente ordinati a seconda de'comandi che
dissimo numero accorselo per vedere e nceveano: alcuni ranghi incedendo di
ammirare 200
i cavalieri, che doveano trotto ed altri di galoppo formavano grup-
dai- bella prova di se sotto la direzione e pi digrande difficoltà; ed era con queste
il comando dell'egregio loro capo-squa- mosse che presentarono la croce di s. An-
drone Vincent. Lo spettacolo fu diviso in drea e quella del sommo Pontefice. I due
due parli: la .'abbracciava, 1 olirei mo- •quadrarti furono veduti partire dall'op-
vimenti preparatorii, l'attacco de'circoli poste estremità dell'arena, e colle spade
e l'attacco di fianco, il mutamento dima- spinte innanzi slanciarsi furiosamente l'u-
ni), la croce di Malta, i quattro e poi gli no contro dell'altro, e uel momeuto che
otto circoli, e finalmente le cariche; la stavano per urtarsi colle medesime, im-
3
2. couteneva l'attacco successivo in co- provvisamente alla voce del comandan-
lonna, l'attacco in colonna e la ritirala te arrestare il cavallo, e sollevate le spa-
ni cerchio, l'attacco obliquo, la ritirata, i de, a vece di vibrare colpi di morte l'u-
cuni movimenti. Soltanto uno assai es- ri, che mediante la loro valentia in quel
perio nell'arti della milizia, ed in modo continuo muoversi, urtare di spade e in-
particolare di quella di tale speeie,potreb- calzare di cavalli accorrenti, non ebbero
be minutamente e con precisione descri- a soffrire il benché minimo danno. Ogni
vere ognuna di queste parti, e far cono- squadrone faceva sventolare la bandiera
scere la che furono
granile abilità con francese e quella pontificia: e ogui sua
tutte eseguite. Ogni spettatore con uno mossa compì suouodi musicali conceu-
a
sguardo allento accompagnava i 200 ca- ti. Sul cader del sole
il carosello con tan-
sull'arena iiuo al tei uuue: li mirava muo- coi defilare de' cavalieri, che mossero a
264 T° R TOR
rendere il saluto al generale ispettore, clie la pia società di s. Vincenzo scudi ^S6.
mostrasti altamente soddisfallo. Inoltre Quanto alla giostra che un tempo si fa-
dal n.° 242 del Giornale di Roma dello ceva nell'anfiteatro d'Augusto o Correa,
stesso 1 853 si apprende, che il magnifi- nel riparlare di esso nel voi. LXXIII, p.
co carosello di cui Roma fu spettatrice 248, ripetei la proibizione fattane duLeo-
nel settembre, venne ripetuto a'?.4 otto- ne XII e Pio Vili, come spettacolo san-
bre dallo slesso reggimento XI de'drago- guinario.
nifrancesi.il generaleAllouveau deMont- I tornei furono nuovamente celebrali
real comandante la divisione di occupa- negli ultimi anni in Italia e ollremonte.
zione in Italia, non che l'egregio colon- Nel febbraio i83f), lieto Carlo Alberto re
nello di questo reggimento Danias, col- di Sardegna per la venuta nella sua capi-
sero assai di buon grado silFalla occasio- tale Torino del gran duca Alessandro
,
ne per venire in aiuto della caritatevole principe ereditario della Russia (che a'2
società di s. Vincenzo de Paoli, che con marzo 855 per 1 la morte del genitore Ni-
tanto zelo si consagra al sollievo de'po- colò I salì al trono nello stesso giorno, ed
veri. E il principe d. Marcantonio Bor- è Alessandro II imperatore regnante delle
ghese, quale nulla tralascia per giovare
il Russie); splendida fu l'accoglienza, come
a chi è misero, apriva a tal uopo la sua conveniva al figlio dell'imperatore Nico-
"villa, come si compiacque concederla la lò l,e fu bel pensiero del re perfesleggiare
1." voi tu. ebbe incom iucia men-
Il carosello l'ospite augusto nella sua breve dimora
to alle 3 pomeridiane: 200 cavalieri sot- in detta città, di rinnovare l'antica usan-
to il comando del capo squadrone Vin- za de'reali di Savoia, disponendo un tor-
cent, con un'ammirabile precisione ese- neò. Ne fu capo il marchese Corderò di
guirono ogni movimento indicato nel pro- Patnparato, e corsero le giostre i più scel-
gramma : e quantunque non pochi di es- ti, i più gagliardi ufficiali di vari reggi-
si non avessero fatto parte del i.° carosel- menti di cavalleria. Spettacolo nuovo a'
lo, tuttavia ne'circoli, ne' mutamenti di dì nostri; e tanto piacque che si ripelea
mano, e nelle cariche, e negli attacchi in per le nozze del duca di Savoia (ora re Vit-
colonna, e ne' molinelli, nella mischia e torio Emanuele 11 resinante, con I' arci-
nella marcia diffilata, ed in qualunque al- duchessa d'Austria Maria Adelaide, regi-
tra mossa, mostrarono egoal valore a na che morta nel 855 deplorai a Tori- 1
quelli che già eransi cimentati in tale ar- no), con più fasto ancora, poiché mag-
ringo. Gli applausi della moltitudine che gior tempo si ebbe a disporre così vago
stipava la grandiosa piazza di Siena mo- esercizio di cavalieri gentili. Di quello del
strarono quanto si compiacesse di que- i83g abbiamo un'elegante descrizione
stospettacolo, e furono l'encomio che ven- dell'eruditissimo cav. Cibrario. Il 1° tor-
ne a tributare a' bravi cavalieri, al loro neo ebbe luogo inTorino a'2 1 aprile 1842,
capo-squadrone e al colonnello, i quali e con elegante articolo ne fu pubblicata
hanno saputo con tanta abilità ammae- la bella descrizione dal t.
9, p. q4 del-
strarli. Indi il n.° 244 del Giornale noti- X Album di Roma, scritta dal eh. Pietro
ficò, che le persone entrate nella villa a ve- Bernabò Silorata,che vi fu presente, eri al-
dere il carosello furono 10,000, ed i mi- quanto in breve riferirò sì grandioso e ra-
litari francesi e pontifìcii non furono me- ro spettacolo, il quale rinnovò le pompe
no di 5ooo,maessi ebbero tutti l'ingresso antiche in tutto il suo splendore e impo-
gratuito. L'introito de'biglietti fu di scu- nenza. Lo splendido torneo si celebrò nel
di 719, quello dell'oblazioni scudi 17, 1 magnifico anfiteatro a bella posta eretto
in tutto scudi 83G. Essendo salite le spe- sulla piazza di s. Carlo (il De Bue dice che
se a scudi 35o, rimasero a beneficio del- questo gran circo fu inualzalo all'uopo dal
TOR T OR 26 5
municipio, e che il torneo o giostra ebbe rammentava in qual secolo si vive. Per
ad argoineulodi rappresentare la magni- altro, il non rendeva raen bel-
gentil sesso
fica festa cavalleresca offerta uel secolo la anco questa scena ; poiché il muover
XIV in Costantinopoli, e ricordata di so- con tin uo de' variopinti e va riopiu ma li cap-
pra, dallo splendido corteggio di Giovan- pellini, l'alzar delle lanteombrelletted'o-
na Anna d'Amedeo V coule diSa-
figlia gui forma e dimensione, il tremolar de'
voia, quando ella vi andò sposa al greco ventagli, animavano, in certo modo, quel-
imperatore Andronico 11 he che la di-scri- la calma ansiosa e quella tacita impazien-
zione di quello di Torino la pubblicò nel za di tante moltitudini. Alfine, sotto il vi-
sione gli spettatori furono ricondotti ad e tutta la comitiva degl'insigni loro con-
ammirare più i nobili esercizi della caval- giunti e ospiti , si recavano ad abbellire
leresca antica gentilezza. Era il meriggio, di loro presenza lo spettacolo, degno d'u-
1' azzurro del cielo brillava purissimo, e na valorosa nazione. E poco staute si vi-
già pressoché 2 2,000 spettatori ansiosa- de entrar primo nel grandee maestoso pa-
mente si collocavano per le gradinate e diglioneadornodi tutte le squisitezze del-
per le gallerie tutto all'intorno della va- l'arte, il re a cui gli altri con ordine se-
sta arena,cupidi di ammirare le prove del- gui vano. A ho e non interrotto grido di con-
la destrezza e del valore. Le finestre de' solazione scoppiò da ogni lato, e mille e
palazzi laterali, adorne di drappi azzurri mille voci di plauso e di augurii salutaro-
e candidi festoni, eran pienissimi di gente, no il monarca e suoi diletti su cui po-
i
e fino sull'alto de'tetti non tuancavauogli savano tantesperanze de'populi. Era una
amatori del belio. Nel mezzo del gran re- grande famiglia che esultava al giungere
cinto, ove sorge l'equestre statua in bron- del suo padre e benefattore; ed egli cou
zo del duca Emanuele Filiberto, appa- quella sua grazia e bontà singolare che
gano vagamente disposti a circolo gii ar- lo distinse, mostrava la sua commozione
nesi delle finte pugne, aste, giavellotti, a tanti segni di giubilo e di amore osse-
rotelle; e pronti a correre, ovunque d'uo- quioso, rispondendo con cenni e saluti al-
po chiedesse, i valletti d'arme, vestiti del- l'immenso acclamar di tutto il circo. Fat-
le loro fogge corrispondenti alla nazione to silenzio, la grandiosa festa incominciò.
de'loro signori. Una eletta e numerosa » Chi è quel bello e maestoso giovanetto
banda militare preludeva con belle sin— diesi slancia entro l'arringo sopra un bol-
fumé; una trepida giòia scintillava da tutti lente destriero, al cui apparire sorge un
i volli: quell'aspettazione avea un non so batter fragoroso di mani? Egli veste le fog-
che grande e di sublime, da non po-
di ge antiche di Savoia, in colore azzurrino,
Se v'era cosa che in parte di-
tersi ridire. con bianca piuma in testa, e cinto d"ar-
minuisse i'elfetto di que'solenni apparec- mellino il picciol manto che dietro gli sv<>.
i66 T OR TOR
eli lui, ila ogni palèo viene un festoso mor- di corse tanto fior di gente, immemore de-
moiio di voci d'ani mi razione che si leva- gli ardori soverchi del sole, e lotta fisa
no tosto in lieti evviva; tulli se lo addi- in quegli splendidi giuochi de'nostri avi.
limo a vicenda, come un perfetto escili* La a.* quadrìglia era distinta delle fogge
pio de' cavalieri antichi. Questi è il real e de'colori degli antichi cavalieri di Si-
principe Ferdinando, duca di Genova, se- voia; la 3." offeriva il costume de'cava-
coudo figlio del re Carlo Alberto, leggia- Iieri piemontesi ; nella 4-* brillavano di
«ho e amabile giovinetto di appena 4 lu- sfarzose vesti gli ordini di Rodi e della
siri , che per felice indole e per tulle le Stella. Ma ecco nuova e pili animata sce-
piìi rare virtù già promette di emulare na di prodezze guerriere. Quattro dischi,
i più lodati eroi della sua casa. Egli con allogali a pari distanze e in modo che pre-
bei caracolli si appressa al padiglione, ove tentino il loro orbe al Ranco decorrenti
siede il suo real genitore, e in allodi ri- cavalli, risvegliano il bollor di quegli ani-
\ (reo za liliale, non disgiunta da guerrie- mi giovauili. Si spicca primo a sciolte bri-
lli dignità, alcun poco attende il sovrano glie duca di Genova, brandisce un dar-
il
suo cenno. Poi tosto ritorna ovesonoschie- do, e obliquamente lanciandolo ne infig-
rale le 4 quadrighe de'cavalieri. Lai/ di gè la punla nel disco; oltrepassa, e alfer-
csse entra animosa nell'ampio steccato, rendo altro giavellotto che i donzelli d'ar-
L'abilo che indossano 1 di loro halefog-
1 megli gittano a volo, ripete la stessa pro-
ge dell'ordine di Costantino, quello che va con mirahil giustezza; di 4 colpi a'
adorna gli altri rammenta l'ordine di s. bersagli chedicemmo, unosolo è mei) for-
Lazzaro;non può vedersi cosa più magni- temente diretto, non cos'i però che non ri-
fica delle vestimenla in cui vieppiù risai- porti il vanto Su tutti gli altri cavalieri
latra agli occhi le beile forme de'giovani che ad uno ad uno tentano saettare co'lo-
toi tiranti: e ricche del pari ollremodo so- ro dardi il mezzo dell'opposto cerchio. 1
no le barilature de' cavalli. Andrei qui plausi eglievviva, al succedere de'più ar-
troppo per le lunghe se volessi dipingervi diti e fortunati colpi, vanno al cielo e ri-
liziando con vaghe norme di aggirate e velava la fermezza del cuore e del braccio;
T OR TOR 2G7
;i pei lanciente vedevasi nel grazioso e in- scellro ili Carlo Alberto; e però da lut-
cruento armeggiare di tanti prodi, cliealle la quanta l'assemblea sorse in quel mo-
niti ilei valore e delle battaglie qui sono mento un lungo, solenne, altissimo ewi»
ammaestrati non degeneri nipoti di que'
i va. Fi «'plausi, fra le grida di giubilo tor-
subalpini die sì alto grido levarono seni- nò duca Ferdinando, ed a capo
in sella il
pie, in Italia e fuori, di loro valentìa nel- dell'intera fioritissima squadra uscì dal-
le armi; e clie saprebbero in veri scontri l'arena.Le V)A r/V<7<7i;7o/7/odi Roma del
;
sostenere con eguale rinomanza di corag- 1 84i col n.° 6 diei ono quelle del .° for-
1 1
gio l'onor del trono e della patria.'" in ni- neo rappresentato a \ ienna nella caval-
tuno, posti via gli arnesi guerreschi e rin- lerizza iinperialed'invernoaore 7 e rnez-
vaginale le spade,tutte lequadriglie siap- za della sera del i.° aprile, da una società
presentarono di uuovoead un tempo nel- di cavalieri per celebrare il "jo.mo anniver-
i'areua; e collocate a tondo presso L'estro- sario del serenissimo arciduca Carlo d'.Vu-
ina linea del du-
campo, diedero luogo a! stria feldmaresciallo generale dell'impe-
ca diGeno va cbecolla sua particolare qua- 10, come gran maestro dell'ordine impe-
driglia formatasi de'capi dell'altre, degli riaje e militare di Maria Teresa: gli altri
scudieri e de'portalori di stendardo, ino- due tornei furono dati per oggetti di be-
lilo quanto era valente e fianco in ogni neficenza a"3 e 5 di detto mese. Questo
più difficile guidar d'un destriero e io tot- interessante e splendido spettacolo fu per
te l'eleganze che fan bello e lodato l'eser- molti giorni argomento de'pubblici fogli
cizio della equitazione. Fui tutte le qua- e delle conversazioni della nominata ca-
driglie con mirabile accordo si raffronta- pitale. Eccone la descrizione. Sotto la log-
ìouoe striusero velocemente insieme, fot -
• già della Corte era stata eretta una mi-
mando quasi una gran catena die or si ghiera pel corpo diplomatico, nella quale
raggruppava orsi snodava iu centodiver- lai. fila eraa^segnataalledamede'gioslra-
:>e maniere. Qui il conlento e la meiavi- tori. Rimpelto alla loggia della Corte, ai-
glia del pubblico fu in sommo grado; poi- l'altro capo della cavallerizza, erano state
cbè nou è a potersi ridire il brio, l'ini- predisposte altre ringhiere, nelle quali
peto nou seuza legge e misura, la quieta presero postoi cavalieri dell'ordine di Ma*
baldanza, il foco degli sguardi, l'armonia ria Teresa, die in gran numero erano ve-
di tutte le mosse e aggiramenti, con cui nuli a Vienna iu occasione della festa del-
1
gl'intrepidi cavalieri si mescolavano tra l'ordine, ed altri ufficiali. Tutta lai.' rin-
di loro iu tuttala vai ietti possibile di quel- gbiera era occupata dalle dame, cavalieri
le danze guerriere. Posalo finalmente tan- e ufliziali, come pure da impiegati della
lo bollore di corse, l'intera squadra di 1 10 corleedellostato, tutti indivisa. Nella 2/
si ordinò in battaglia dinanzi al real pa- ringhiera, nella quale erano pure state di-
digliuiie; e sceso di cavallo il principe cn- sposle sedie chiuse, collocaronsi le perso-
pode'lorneamenti, e salito ov'erano i suoi necheaveano ricevuto biglietti d'ingres-
reali genitori e congiunti, offrì all'inclita so. L'ampiospaziodella cavallerizza fu sti-
sposa, alla regina sua madre, e aìle arci- vaio di spettatori. La cavalleresca deco-
duchesse vaghi mazzetti di bori come bel razione del luogo e la sfarzosa iliumiua-
tributo e omaggio di tanti cavalieri, che zioue davano un risalto particolare al ma-
in quell'onorata palestra erano concorsi gui fico edilìzio, e l'auguslae illustre adu-
a far fede di vaientezza e a significar l'è- nauta offriva un aspetto oltremodo im-
sultanza pel faustissimo maritaggio del fu- ponente. Sulla 1.' ringhiera, a destra della
tuio erede del trono. Nella (male ollerta loggia di Corte, stava la musica del reg-
era come compendiato e si rannodava o- guuenlo d'Assia-Omburgo ; a sinistra il
gui fervido volo de'popoli, obbedienti ailo curpo de'trombelti de'cavalleggieri pria*
2 G8 TO R TO R
pe di Liechtenstein. Dopo che l'impera- vellotto , la sciabla di taglio e di punta
tore d'Austria Ferdinando I, 1' impera- (quest' ultimo consiste nell' infilzar colla
trice Maria Anna sua consorte, ed i se- sciabla una lesta collocata sul terreno,cor-
renissimi membri dell'imperiale famiglia rendo a briglia sciolta). Tutte le fazioni
ebbero preso posto nella loggia di Corte, furono eseguile con particola! destrezza. 1
e si furono acquetati gli applausi entusia- 1 giostratori erano vestiti all'antica, però
stici, co'quali la bella e illustre adunan- senz' elmi né corazze, con gorgiorette di
za salutò l'arrivo dell'imperatore e del- pelle e berrette a piume. Era uno spetta-
l'imperatrice, e del celebrato eroe arcidu- colo veramente stupendo il veder la te-
ca Carlo che gli accompagnava, comin- nuta cavalleresca di que'gentiluomini, ed
ciò lo spettacolo. I 20 cavalieri condus- i superbi cavallicbe caracollavano guidati
sero le loro dame a' posti per esse riser- da mani maestre. Ed in vero ammirassi
vali. Erano esse le principesse , contesse con singoiar diletto la perizia spiegata da
e baronesse cui i nomi si nonno leggere nel- lutti nella nobile palestra, e singolarmen-
le Notizie. Tutte queste dame erano ve- te da'4 cavalieri checonducevano le qua-
stite con fogge del medio evo, e risplen- driglie. Mellecorse delle teste il suono del-
denti di gioie. Il torneo aprissi coll'ordi- le trombe annunciava le quadriglie; e al-
ne seguente: 24 valletti a piedi; 2 araldi lora gli araldi introducevano i cavalieri
(i due cavallerizzi della scuola spagnuola co'loro porta-insegne. La giostra termi-
presso l'imperiale regia cavallerizza, ba- nò con una contraddanza eseguita da tulli
rone di Brano e Leopoldo Gàrlner); 2 i20 cavalieri, che in essa dierono novella
trombetti e 2 timpanisti;! giostratori l'u- prova della loro abilità. Lo spettacolo non
no dopo l'altro, seguito ognuno da 2 scu- fu turbato da nessun accidente, che po-
dieri, l'uno de' quali portava la lancia e tesse amareggiare il diletto che procacciò.
lo scudo, l'altro la bandiera delsuocam- Finita la folla o contraddanza, i cavalieri
pione. L'ordinanza entrò per la porla di- si schierarono in ordine di battaglia. Al-
rimpetto alla loggia della Corte ,
proce- lora comparvero gli araldi co'lrombetti,
dendo col delto ordine. Furono i cava- e la bella comitiva usci dalla lizza coli'or-
lieri: 1.' Quadriglia, ver/le e oro: i conti dine stesso com'era venuta. I cavalieri e
JVadasdy, Blacas, e A. Rai oly, ed il prin- ledame ebbero l'onoredopoil torneod'es-
cipe Clary. 2/ Quadriglia, azzurro chia- sere invitati a prendere il thè presso l'im-
ro carpento: principi Lobkowitz, e d'A-
i peratrice Maria Anna. Inoltre i giornali
versperg, ed conti Zicby, e L. Raroly.
i di Vienna del maì>"io 853 fecero 1 la de-
3.'' Quadriglia, rosso ciliegia e argento : scrizione della festa del carosello, esegui-
i conti Saudor, Festelics, Rolowrat, eTa- ta in tal capitale, che riuscì una delle più
a
rouca. 4- Quadriglia, nero e oro: i prin- splendide, onde il n.° 123 del Giornale
cipi Trautlmansdorf, e N. Esterhazy, ed di Roma del 853 1 ne die il seguente cen-
i conti Szapary,e Lodron. Quadriglia mi- no. Questa festa consisteva in un giuoco
oroj
sta: principe Liechtenstein, rosso e d'armi, in cui si videro unite alla nobile
conte Chotek verde e oro; conte Har-
, pompa de' tornei del medio evo, tutta
rach, nero e oroj conte Wolkenstein, az- quella sveltezza e quelle qualità che di-
zurro e oro. Le giostre furono eseguite stinguono il cavaliere, dacché non entra
dalle quadriglie nell'ordine seguente: 1. piùiu campo col destriero coperto di fer-
Verde e oro; 2. Azzurro cbiaro e argento; ro. I vasti spazi della cavallerizza impe-
3. Fiosso ciliegia e argento; 4- Mista, da riale mostravano, in mezzo ad un mare
uncavaliere delle altre 4quadriglie; 5. Ne- di luce, i loro festosi ornamenti di trofei,
ro e oro. L'esercizio del la tesla fu eseguito contornali di bandiere bianco-rosso e
scuz/ armi du fuoco, colla lancia, il gia- giallo-nero, e di heaco fogliame. Le due
T OR TOR 2(h,
gallerie erano zeppe d i nobili signore, cir- velluto verde. Intorno all'elmo d'oro, con
condate da eletti signori nelle più svaria- mezzaluna, era attortigliato un turban-
te uniformi. Nel palco imperiale dell'im- te verde. Lo cingeva uno sciatto bianco-
pelatole d' Austria regnante Francesco azzurro. Le armi erano una scimitarra
Giuseppe, oltre gli arciduchi e le arcidu- ed un cangialo. Il vestito e le armi risplen-
chesse, comparvero gli augusti ospiti, il devano in tutta la pompa orientale e di
re di Prussia Federico Guglielmo IV e pietre preziose. Il principe era seguilo da
i principi Carlo e Carlo Federico di Prus- 6 mammalucchi a piedi, indi da 24 no-
sia, il re del Belgio Leopoldo col princi- bili cavalieri musulmani, con 2 beduini 1
pe reale Leopoldo duca di Brabaute. Due che portavano le armi, indi 6 cavalli di
araldi vestiti de'colori dell' impero ger- puro sangue arabo, ornali di coperte di
manico a cavallo, seguiti da alfieri a pie- che Abbas pascià e vice-re d'K-
beiglie,
di, portanti la bandiera dell'impero, da gitto avea spedilo in dono all'imperato-
due suonatori di timpani e 24 trombet- re Francesco Giuseppe. Due portatoli di
tieri a cavalloni portarono sino sotto, alla code di cavallo aprivano, ed altri 2 con
loggia imperiale, dando il segnale d'in- 12 beduini a cavallo chiudevano il drap-
gresso a'cavalieri. Immediatamente do- Il giuoco d'armi inco-
pello de'saraceni.
podue portatori di banderuole, compar- minciò coll'accompagnamento ili 2 ban-
ve il condottiero de'cavalieri, l'arciduca de musicali. Eseguendo quadriglie a ca-
Guglielmo nipote del sullodato arciduca valloni vedevano scambiati giuochi del- i
Carlo, colla spada sguainata. sopra un ca- l'anello, quello di giltare a terra o d'in-
vallo con bardatura di colori azzurri e filzare teste turche, poste sopra palii. il
ri, accompagnato da 12 scudieri, indi da fiziali superiori e distinti cavalieri, alla cui
6 destrieri da battaglia, con gravi coper- schiera era capo l'augusto re; e Ira le al-
te broccate d'oro. La divisione era chiu- tre schiere l'ima di ufliziali de'di versi cor-
sa da due porta-bandiere e da 1 2 servi a pi di cavalleria, l'altra delle guardie del
a
cavallo. La divisione de'saraceni era con- corpo, e la 3. di sotto-ufliziali della stes-
dotta dal real principe di W111 temberg, sa cavalleria, lutti di quella guarnigione.
accompagnato da due mori con iscudoe Questo torneo fu aperto nel vasto spiana-
bastone. Egli montava un cavallo arabo to, al cui fondo sorge il regio e sontuo-
bruno, bardato di bianco. con briglia d'o- so palazzo di Caserta, capolavoro d' ar-
ro. Consisteva il vestito d'un caftan. pan- chitettura; guerrieri ludi che la pace lu-
taloni broccati d' oro, uo giustacore di singhiera, di lunga se non perpetua dura-
»?o TUR TOH
ta, avea mano mano mandato in oblio; i mi, 2 araldi ei 2 vessilliferi; ivano quindi
quali tornei danno pure l'immagine di i.°de'cavalieri della divisa rossa il sovra-
quel gran solco di luce che serpeggiò fra no Ferdinando II, che di tutto era slato
le tenebre del medioevo, siccome dal ce- capo e regolatole. Seguivano 4 scudieri,
lebre La Soge fu detta la cavalleria, don- ed il valletto conducente per la briglia il
de tante memorande gesta, le immorta- destriero serbato già sempre a'più rischio-
li crociate, e l'alta fama di capitani e poe- si e brillanti usi cavallereschi. In tal for-
ti che le cantarono e precipuamente l'A- ma entrati i ^cavalieri, cìaiCunocòlpro-
riosto ferrarese. Meraviglia e diletto ecci- prio seguilo e cavalli, nello steccato dalia
tu il vedere in perfetta guisa espresso an- parte sinistra, poiché n'ebbero fatto ed ile-
rallelogrammo era occupato da spettalo- venne alle spade. Non mancò la compar-
vi sopra diversi ordini di gradini, di-po- sa del cavalier Nero, di quello che si co-
sti come in anfiteatro; ed eravi calca di nosce pur sotto il nome di cavalier della
gente che occupava i dintorni, le logge, le Morte, il quale, introdotto colle forme a-
flnestre, i terrazzi delle case vicine, segua- raldicln*, andò a percuotere uno scudo, in
tediente deM uè grandi quartieri, il cui di- tal guisa disfidando chiunque volesse con
sedilo tanto aggiunge alla maestosa ar- esso lui combattere. Ed all'invito seguita
chitetluradiquellareggia.il ». de'suddet- l'accettazione, più lance il cavalier Nero
ti 3 palchi, quello del principe e delle da- corse ecombattè. Evoluzioni quindi e ma-
rne, era interiormente tappezzato in araz- neggi furono pur fatti, ed in fine tutti in
zi, e ornati di stile adallo all'occasione ri- bella ordinanza uscirono dalla sbarra. Ar-
cingevano le altre parti; ed i due lati, nel rivo poscia un drappello di cavalieri con
cui centro erano eretti i palchi minori, di- fogge del tempo di Francesco I re di Frau-
stinguevansi pure ciascuno per r 2 trofei eia, de' quali furono ammirati volteg- i
di usberghi, celale e armi, a'quali appen» giamenti svelti e precisi. Successero alla
der si doveano le bandiere de'^4 cavalle- loro volta una schiera
ed una di beduini,
ri della giostro. Alle2 pomeridiane losquil- ancor esse in guisa
di cosacchi, abbigliale
schiera, ciascuno di r 2, uno di divisa ros- cui salti su per barriere portatili, in alto
sa e l'altro in bianca. Uscirono essi da un non riscossero plausi mi-
di trarla pistola,
lato della reggia, ed era bello il vedere noti.Questo magnifico spettacolo, pel suo
l'ordine con cui procedevano, non chele universale gradimento, fu rinnovato dò-
insolilearmi, la varietà decolori e i pedo- r5 febbraio 846. 11 tempo fu an-
ni eruca ì
ni, lutti in divise caratteristiche. Proce- che più sereno e più dolce della prece-
devano innanzi 4 trombetti, il re dell'ai*- dente, sicché parca quasi una giornata di
T O R to a 271
primavera; ciò crebbe ancora il diletto di del 1 846. Allo spettacolo dell'ippodromo,
coloro che in gran folla vi si recarono. Il nella corsa delle siepi una dell'amazzoni
torneamento fu somigliante all'altro già fu balzata fuori di sella e uno de'cavalii
descritto, senonchè le dame, le quali l'al- la mise sotto i piedi, ma senza gravi con-
tra volta trovaronsi alcominciamento sul seguenze. A' 16 ottobre cominciarono le
loro palco, in questa all'una e mezzo usci- corsede'tori nella piazza Major con pom-
rono dalla reggia sopra due cani leggia- pa inusitata e solo propria dell'avveni-
dramente disposti, tirati ciascuno da 6 ca- mento. I! ree la regina intervennero ad
preceduti dal re dell'armi, ed accom-
valli, una corrida nel circo ordinario; ma qui
pagnati da cavalieri e paggi, mentre udi- oltre la magnificenza, opera della gene-
va» il suono di musicali concerti. Nelr.° rosità regia e dell' ayuntamienlo, le cor-
di essi era il re Ferdinando il, la regina se ebbero un aspetto nuovo. Prima eh en-
madre colle reali principesse, il principe trassero nella lizza i picadores e gli espa-
delle feste e il contestabile. Nel 2.°, oltre das, un'altra specie di lotta assai più ter-
a quello delle dame.era un seggio occupa- ribile si offrì a 3o,ooo spettatori avida-
to da giudici. Terminato poscia il torneo, mente curiosi. L'immensa piazza, levato-
le dame rientrarono nel modo slesso come ne il selciato e coperto di sabbia, era con-
erano venule, accompagnate furono da
e venientemente apparecchiata. Al di sopra
tutti coloro che aveano avuto parie al dell'armatura a guisa d'anfiteatro, ricor-
giocondo nobile trattenimento, mentre la rente tutta attorno la piazza, le case a-
toilette delle dame fu tutta caratteristica veauo un triplice ordine di poggiuoli, da
e propria de'toruei. Narrai a Spagna che cui sventolavano arazzi di sfavillanti co-
tuttora la nazioneconserva il più vivo tra- lori. La regina, nel mezzo, occupava l'an-
sporto pe'torneamenti, corse e giostre dei tico palazzo del comune, bellissimo edi-
tori; dissi de'loro ardili picadores e aldi lìzio del secolo XVII , coperto di seta e
intrepidi giostratori; e che l'anfiteatro di velluto. Quando re il e la regina furono
Granata è uno de'migliori della penisola, sotto al baldacchino rosso broccato d'o-
pe'feroci combaltimentide'tori, in cui ol- ro, al pogginolo maggiore.il prospetto del-
tre que'fortissimi animali nella tremenda la piazza era proprio un incanto: la cor-
lotta soccombono diversi cavalli e talvol- te distinguetesi fra tutti cogli abiti pom-
ta anco i giostranti. Le corse de'tori nel- posi e le assise. Poiché le loro Maestà se-
la piazza M,i\ or della.capilale Madrid, con dettero al poggiuolo cogli altri reali spo-
islraordinaria pompa si firmo per l'inco- si loro congiunti, e resero alla folla astan-
rnnazionedel re, pel matrimonio della re- te i saluti, gli alabardieri si collocarono
gina e per la nascila dell'erede del tro- sotto al poggiuolo reale. Quivi la ringhie-
no. La regnante regina di Spagna Isabel- ra di legno è interrotta, e gli alabardieri
la II, fidanzata a'28 agosto 1846 al suo ne fanno le veci colla persona. Se duran-
cugino l'infante d. Francesco d'Asisi du- te la corsa, il toro corre loro addosso, es-
ca di Cadice, lo sposò la sera de' 10 otto- si gli presentano I' alabarde contro, e se
bre, e conferì con decreto allo sposo il ti- l'ammanano il suo corpo è loro. Quattro
tolo onorario di re edi maestà, senza ch'e- carrozze da gala, tirate da 6 superbi ca-
gli prenda parte agli affari del governo. valli ornali di pennacchi, capitarono do-
Nella stessa sera la sorella infante d. Ma- po gli alabardieri e si schierarono davan-
ria Luisa si sposò al principe Antoniodu- ti la regina. In ogni carrozza, cogli stem-
ca di Montpensicr. Perquesti duplici ime- mi delle più cospicue famiglie, stava col
nei in Madrid si fecero strepitose feste e grande di Spagna che gli faceva da padri-
torneamene, de'quali riferirò quanto leg- no nel combattimento, un cavaliere, che
go uè' n.' 84 e 89 del Diario dì Uoma dovea uscir dalla lotta col titolo di scudie-
272 TOR T O R
re della regina e un emolumento di i foo dine cominciare. In questo mentre s'a-
di
fianchi. 1 padrini erano i duchi d'Ossu- perse una porta all'improvviso, e il toro
ua, d'Alba, d'Abranles e d'Altamira. Ci- balzò nell' arena al suono delle sinfonie,
gni carrozza fermò sotto il pogginolo
si con uno stormo di colombe sbigottite, ed
della regina, e il padrino in assise ne sce- uscite a un tempo dalla slessa porta. "Dei
se, presentando alle loro Maestà il suo fi- 4 due solamente tennero fermo;
cavalieri,
glioccio, vestito d'un abito pittoresco del- il 3.° e il 4-° rovesciati sin dalle prime dal-
la Spagna sotto Enrico 111 re di Leon e le loro cavalcature, non si sentirono più
di Castiglia nel i 3c)0, col cappello piuma- in istato di rientrare in agone; de'due pri-
toeil mantello di velluto. Dietro ogni car- mi medesimi, uno gravemente feritosi ri-
rozza camminavano vestiti di seta e di vel- tirò anch'esso, ma l'altro corse valente-
luto ricamato d'oro e d'argento, e invol- mente l'arringo, cioè Romero tenente del
ti ne'loro lunghi mantelli ,
gli espadas, i reggimento Maria Cristina, il cui padrino
picadores ei banderilleros. Tutti i filino- era il duca d'Abrantes. Nel combattimen-
si di nome erano là: Montes, il Cincinne- to, il cavaliere armato di lancia corta, non
rò, Cucharcs. Di mano in mano che pas- si contentò come il picador, di stornare il
savano, essi erano accolti da applausi fra- toro, trattogli innanzi co'mantelli e colle
gorosi e frenetici. Montes, fresco da una sfide de'banderilleros, ma egli pugnò di
cornata nel petto, era oggetto d'una at- buon senno e cercò d'uccidere l'avversa-
tenzione più affettuosa, che manifestava- rio. Romero mise 4 tori fuori di combat-
si con grida gagliarde e inesprimibili. Do- timento; per la qual cosa ad ogni colpo
po le carrozze camminavano, tenuti per di lancia, il cui manico spezzavasi nel fian-
la briglia da'palafrenieri con livrea reale, co del loro, gli applausi erano più che en-
i cavalli delle scuderie della regina, desti- tusiastici, lanciandosi esultanti fazzoletti
nali al combattimento. I cavalli erano se- e cappelli in aria. 11perchè, attonito spet-
gniti da 8 araldi d'arme con sul petto di- tatore, esclamò il compilatore dell'artico-
pinti gli stellimi de'4 padrini: veniva po- lo: Lo stessoCid (di cui nel voi. LXVIIF,
scia una quantità di valletti e di paggi con p. 85), sguainando al sole la sua vecchia
ricche e fantastiche livree: per ultimo le spada, il nome della quale è noto a tutta
due coppie di muli,chedopo ciascuna cor- la Spagna, e traendosi dietro prigioni 4 i
sa levano i morti e li portano via di ga- re mori, non avrebbe eccitato più vivo,più
loppo fuori del campo di battaglia. Chiu- grande entusiasmo. Ma è raro trovare tan-
deva il corteggio una dozzina d'alguazili ta intrepidezza congiunta a tanta leggia-
a cavallo, i cui neri mantelli facevano mi- dria. Scudiere compito, Romero seppe af-
rabile contrasto colle splendide livree del- frontare il toro senza arrischiare il caval-
la comparsa. Il corpo sfilò sotto il poggino- lo. Ad ogni colpo fortunato, un alguazil,
lo della regina fra gli applausi della mol- in nome della regina, complimentava il
titudine. Uscite le carrozze, i 4 cavalieri cavaliere. Più volte però il toro e il caval-
montarono a cavallo, e di nuovo saluta- lo sarebbero stali degni d'un tanto ono-
rono sovrani. Intanto che gli ultimi del
i re. Dipoi il duca di Montpensier fece con-
coi leggio si ritiravano per ricomparire sui segnale al Romero una spada molto be-
gradini nel sito loro assegnato, i cavalie- la, già da lui di sovente usata. Morti 4 i
li si collocavano, sempre a cavallo, davan- solita corsa ricominciò colle solite vicen-
ti gli alabardieri , ma volgendo le spalle de della Questa volta però caval-
lolla. i
agli spettatori e guardando le loro Mae- li, più vigorosisapevano meglio difen-
,
stà. Dopo alquanti minuti, un di loro si dersi e resistevano più lungamente, cosic-
mosse e diede in uorne della regina l'or- ché un più gran pericolo faceva più gran-
TOR TOR a73
nel dramma spagnuolo, il faceto sta sem- n.° 2 del già citato Giornale militare ita-
pre dappresso al serio, gli alguazili, scon- liano di Firenze del 1847, con articolo
certati dalle giravolte del toro, più fiate Feste italiane del real torneo
intitolato:
rallegrarono l'assemblea colla loro paura di Modena. Questo torneo fa eseguito
e co'loro salti involontari. L'onore di que- dal sovrano Francesco V nella sua capi-
sta 2.* metà della corsa fu diviso fra tale Modena (e del quale e suoi stati ri-
perocché la brama scambievole di sor- alla morte del cardinal Opizzoni arcive-
passarsi, induce gli emuli a tentar cose scovo di Bologna, di cui erano suffraga-
d' un* incredibile audacia. Appena una nee le sedi di Modena, Carpi e Reggio;
sinfonia annunziò ch'era tempo d'altro che perciò verificatosi il caso, fu Mode-
combattimento, 1' espada s' avvicinò al na colle altre sottratta da tal soggezio-
poggiuolo reale, pose un ginocchio a ter- ne, e dichiarata venne colla bolla l'elab
ra, e chiese, agitando il cappello, la per- antiquis, de* 22 agosto 18 55, anche dal
missione di misurarsi col toro. Ed allo- regnante Pio IX metropolitana, conce-
ra colla manca armata d'un pezzo di stof- dendo al suo attuale 1. "arcivescovo mg.
fa rossa, ed una lunga spada nella destra, Francesco Emilio Cugini di Reggio, cbe
r
si affacciò tranquillo e a due passi dal ne- n'era vescovo dal 852 per morte di mg.
1
mico. Non vi è più bel momento di quel- Luigi Ferrari di Modena fatto nel 1848,
lo, in cui l'espada e guardauo; il toro si il pallio nel concistoro de' 28 settembre
un grave silenzio succede, rotto solamen- 18 55; assegnandosi a seconda del presta-
te dallo scoppio de'plausi, nell'atto che bilitoper suffragane! vescovati de' do- i
il toro cade. Era quasi notte quando cad- mimi Estensi, cioè Carpi, Reggio, Gua-
de l'ultimo, ed esso era il io. mo ISel di stalla ch'era imraediatameule soggetta
seguente, colla stessa pompa e colla usa- alla s. Sede, e Massa di Carrara già di-
ta vivacità, seguì la 2.
a
corsa de'tori; ma pendente dall'arcivescovo di Pisa: esecu-
a'caballeros o cavalieri della regina, sot- tore della bolla per l'erezione della nuo-
tentrarono quelli dell' ayuntamiento. A va provincia ecclesiastica, e impositore
Modena ricordai il torneo celebrato inMo- del pallio, fu il cardinal BalufE vescovo
dena dal regnante duca Francesco Vd'E- d'Imola, nel modo
solenne riportato nel
sle arciduca d'Austria, in occasione del n.°i5 del Giornale di Roma deli 856,
matrimonio della sorella arciduchessa e celebrato nella festa dell'Epifania. Di
Maria Beatrice d'Este, col real infante di più mi si conceda, per essere questo mio
Spagna d. Giovanni di Borbone, fratello Dizionario dedicalo all'indimenticabile
del contedi Montemolin d. Carlo, che per glorioso duca Francesco IV, di recente e-
la cessione dei diritti del genitore Car- gregiamente celebrato dal eh. can. Galva-
lo V, morto in Trieste (/ .), alla coro- ni, come rilevai nel voi. LXIX,p. i8g,che
na di Spagna, prese il nome di Carlo VI. qui aggiunga pure con poche parole: che il
VOI. LXXVII. 18
,
?.
74
T° R TOR
sullodalodegno fìglioFraneescoV.con de- pò la pubblicazione de'rispettivi articoli,
creto de'aydicembrei 855jOiicle benigna- mi persuase il riflesso, che certe giunte
mente premiare con pubblica onori fìcen- di qualche importanza relativa, potesse-
ca i segnalati servigi resi alla sua regia ro collocarsi tra parentesi, a guisa di no-
persona e famiglia a vantaggio e soste- te, ne'luoghi corrispondenti, per poi, lo
gno della legittima autorità, o per avere mediante Y Indice, il lutto riu-
ripeto,
in qualunque altro modo acquistalo ti- o articoli cui stretta-
nirsi nell'articolo
tolo alla sovrana benevolenza, e promuo- mente appartengono, piuttosto che af-
vere cos'i una lodevole emulazione, isti- fatto ommetterle. In questo l'erudizione
tuì l'ordine cavalleresco e reale, militare ha tale una lalitudine,che non è tenuta ad
e civile <\e\Y Aquila Estense sotto l'invo- osservare i severi e rigorosi metodi propri
cazione di*. Conta rdo d' Es le assumen- degli studi d'altro genere) e da' seguen-
done egligran magistero; saggiamen-
il ti cavalieri. 1. "Quadriglia: S. A. R. Fran-
te vietando l'avanzare qualsivoglia do- cesco V, conte Klebesberg, conte Forni,
a
manda diretta o indiretta per essere am- marchese Paolucci. 2. Quadriglia: mar-
messo all'ordine, ludi con altro moto-pro- chese Coccapani, conte Abbati, consul-
prio de'28, ambedue riportati da'».' 5e tore Roncaglia, conte Ferrari. 3." Qua-
8 del Giornale di Roma deli856, di- marchese Mol •
driglia: conle Benti voglio,
a
stinse l'ordine in 3 classi formate di gran za, conte Guerra, marchese Campori.4.
croci, commendatoli e cavalieri. Dispo- Quadriglia: conte Guicciardi, conte Be-
se die l'insegne sieno una croce di smal- nincasa consultore la rabini,baroneDobr-
,
p. ?.4o e 720. Quanto qui per ossequio Dopo eseguita un'apposita cantata col-
lio dello pel ducalo di Modena, ad oc- 1' accompagnamento della banda musi-
casionem, altrettanto praticai con altri cale militare, Io squillo delle trombe e il
articoli all' opportunità, quali aggiunte suono dell'inno nazionale spaglinolo an-
al già pubblicalo. Che se siffatte giunte nunziò l'ingresso de'cavalieri nell'arena,
talora appariscono quasi fuori del pro- i quali abbigliati in costume spaglinolo
prio luogo, ad esso si riuniranno poi nel- del secolo XVI, e distinti in quadriglie
Y Indice. A questo sistema, per cose ac« precedute da un araldo, dalle trombe e
cadute o trovale posteriormente, cioè do- dal porta-bandiera, fecero un triplice sa-
TOR TO R 2 1
to dinanzi alla loggia delle reali perso- diere ce. Il torneo poi fu eseguito da :
(">
ne, quindi diedero principio agli eserci- cavalieri inglesi e francesi coperti d'ai
zi cavallereschi del torneamento. Ritira- mature di ferro, e combattenti sopra <
tisi poscia, ed apprestato nell'arena quan- valli bardati all' antica maniera di ferro
to occorre pe' diversi giuochi della gio- anch'essi.
stra, vi tornarono separatameute ad una TORONE. Sede vescoviledella 1 .* pio
ad una le quadriglie, e corsero alle teste vincia di Macedonia nell'esarcato del sin»
colla picca, col giavellotto e colla spada, nome, sotto la metropoli di Tessalonici,
e bersagliarono di carriera. Riunite in- eretta nel IV secolo, e da Commanville,
fine le quadriglie, intrecciarono una dan- Histoire de tOUS Ics E\c<cliez. denomi-
za con varie graziose fìguie, al termine nata anche Castel Rampo. Si apprende
delle quali i cavalieri si trovarono dispo- dalla geografia, che ora Toron è un bor-
sti in- modo da rappresentare le due let- go della Turchia europea in Romelia,!»
tere iniziali de'reali sposi, e con triplice quale nella sua parte occidentale corri-
agitare delle spade innalzate fecero loro sponde all'aulica Macedonia, nel sangia-
un evviva all' uso cavalleresco che mise cato di Salonichi, sulla costa occidentale
fine al torneo. Non
numerosi spet-
solo i della piccola penisola diToron, che spor-
tatori, ma anche le loro Maestà il conte e ge nell'Arcipelago tra'golfidi Monte San-
la contessa di Molina (padre e madrigna to e di Cassandra, all'ingresso di questui
dello sposo), loro reali figli e il reale du-
i timo. Torone, Toroncn, è al presente un
ca di Lucca si compiacquero di lodare la titolo vescovile in partibus, sotto l'eguale
maestria nell'esecuzione degli esercizi ca- arcivescovato di Tes>alonica,che couferi
vallereschi e l'agilità di quelli delle gio- sce la s. Sede. Riferiscono le Notìzie di
v r
stre, s i nella suddetta sera, che in quel- Roma, che mg. Orazio Bettacchini, fatto
la del giorno 8, in cui furono replicati i vescovo di Torone in partila*, fu nomi-
torneamentie onorati della presenza an- nato vicario apostolico di Jafnapatam nel
che della reale duchessa di Parma, reca- l'Asia a' 1
7 seltembrei847, e lo è tutto
tasi a Modena per divider la gioia di quel- ra; e leggo pure nel n.° 79 del Diario di
la reale famiglia per le faustissime nozze. Roma 847, che a' q settembre nella
del 1 1
gli spettacoli dati al pubblico richiamò ma freddo e assai salubre, già nella dio-
forse più di qualunque altro l'attenzio- cesi di Kingston. Nella Notizia statisti-
ne una cavalcata e un torneo istorico. La ca delle missioìri cattoliche, pubblicata
cavalcata rappresentò il Camp du drap nel i843, si diceToronlo eretto iu vicaria
d'or: il corteggio era composto di 87 per- to apostolico nel 1842 da Gregorio XVI,
sone in abiti e divisa di quel tempo; re, essendo uno de'luoghi con chiese costruite
regine, cavalieri, araldi d'armi, alabar- in pietra. Perlai." volta nelle 3 ~c> tizie di
dieri, scudieri, paggi, donzelli, poi ta-bun- Roma deh 84" si pubblicò Toronto Ira
1
le diocesi diQuebech, e quanto a quella diversi gradi della forza del vento). Sulla
di Toronto si dice. » Fondata nel 844» è 1 torre de'Venti d' Atene si legge un eru-
governata da mg/di Charbonnel che ven- dito articolo, con sua incisione, ne\Y Al-
ne consagrato da sua Santità a Roma nel bum di Roma, 1. 18, 220. L'edifìcio è
p.
1 85o. Quaranta preti hanno il carico del- di marmo bianco, di forma ottagona, si-
la diocesi. Il convento di Nostra Signora tuato nord e aal breve distanza dalla cit-
di Loreto, stabilito a Toronto per l'edu- tadella. Sopra ciascuna delle sue faccie è
cazionedellegiovauette, è diretto dalle so- scolpita in bassorilievo una figura rappre-
relle di quest'ordine (cioè delle suore gri- sentante uno de' venti principali, co' loro
gie di Monreale). Il medesimo Pio IX con nomi incisi in grandi caratteri. Vilruvio
breve de'20 dicembre 1 852 dichiarò coa- e Varrone dicono che costruì questo sin-
diutore con futura successione dell'odier- golare monumento Andronico Cirreste; e-
no sunnominato vescovo mg/ Patrizio , gli è il solo monumento aulico di questo
Dowd, a cui conferì il titolo di Canea in genere che sia slato conservato, offrendo
parlibus. Questa sede vescovile dipende grande interesse sotto il duplice rapporto
dalla congregazione di propagandante. della sua destinazione e delia sua archi-
Non essendosi ancora fatta proposizione tettura. Nel suo complesso la torre de'Ven-
concistoriale pe'suoi pastori, non mi è da- ti di Atene riunisce 1' eleganza e la soli-
to poter dire altro; e per essere città po- dità convenienti a un edificio d' utilità
co antica non ne trattarono i diversi geo- pubblica, orientata a perfezione. Una cle-
grafi da me osservati. psidra o Orologio idraulico posto nell'in-
TORRE, Turris, Turreis. Edificio e- terno della torre, suppliva a' quadranti
minente, per lo più quadrangolare, assai solari, eh' erano stati tracciali sotto cia-
più alto che largo,fatto comunemente per scun vento, allorché non potevano servi-
propugnacolo e per fortezza delle terre. A re; ond'è che l'edificio indicava agli abi-
questa definizione del Dizionario della tanti d'Atene non solo la direzione de' ven-
lingua italiana, aggiungerò quella del ti, ma le Ore col mezzo de'quadr^nti du-
/ oeabolario delle arti del disegno. No- rante i giorni sereni, e coll'aiuto della eie-
bileedifizio, il quale con poca pianta e sen- psidra dopo il tramontar del sole o duran-
za appoggio moltos'innalza dal piano del- te i giorni nuvolosi. La torre de' Venti di
la terra, o della fabbrica ov'è posato. Fan- A tene non può risalire che al secolo di Pe-
nosi torre quadrate, rotonde (le quali co- ricle, non essendo allora i greci abbastan-
munemente si credono posteriori al secolo za versali nelle scieuze dipendenti dalla
TOR TOR 377
geometria, quali sarebbero la geometria difici; Torraccia, la torre guasta e scas-
e la gnomonica, per orientare esattamen- sinata. Dagli antichi per lo più si faceva-
te l'edificio e tracciarvi quadranti solari no sulle mura delle città, sulle torri e sui
perfetti come quello che qui si vede. Os- palazzi, per ornamento e per fortificazio-
serva il Cancellieri nelle sue Campane , ne, i merli e le merlature; parti superiori
che il r.° modello delle ventarole de'cam- delle muraglie, non continuate, ma inter-
panili o torri campanarie, può dirsi intro- rotte da eguale distanza, in figura qua-
dotto in questa torre da Andronico astro- drata di muro o di pietra, e poste per ter-
nomo di Cirra, sopra di cui fece incidere mini di tali edificii. Aristotile pretende ,
le figure de' venti Solano, Euro, Austro, che i ciclopi pe'primi immaginarono l'in-
Africo, Favonio, Coro, Settentrione e A- nalzamento delle torri; ma Teofrasto o-
quilone. Un tritone di bronzogirava il suo pinachesienostalii feuicii,e Virgilio nella
perno in cima della torre, posando la bac- Bucolica sembra attribuire la gloria aMi-
chetta, che teneva in mano, sulla figura nerva di quella invenzione. Certo è che
del vento che soffiava. Anche in Roma vi la s. Scrittura fa menzione di molte torri
è la ueiPalazzo apostolico
torre de' Venti destinate a usi diversi. Ve ne aveano per
Vaticano, sito fatto edificare da Gregorio fortificare le città, come quelle di Sichem,
XIII in piedi (come dice il Rusconi nella diTebe o Thebes, di Tiro, di Siloe, e tutte
sua Architettura) della sua famosa gal- quelle di Gerusalemme. Altre servivano
leria di Belvedere (ora nobilmente restau- a scoprire da lungi, e s'innalzavano pure
1
rata dal regnante Pio IX) per ritirarsi alle torri uelle campagne per invigilare alla si-
volte a diporto. L' anemoscopio e meri- curezza de'frulli e degli armenti. Egli fu
diana antica è opera del celebre Eguazio per invigilare alla conservazioue del greg-
Danti domenicano. La meridiana non è ge, che Osia fece fabbricare delle torri nel
compita, ed esaminata dal prof. d. Giu- deserto, e siccome vi erano delle scolle in
seppe Calandrelli fu trovata declinare più quelle delle torri per difendere i pastori
d'un grado verso oriente, ed inoltre os- e gli armenti contro gli assalimene de'ma-
servò che gli equinozi sono posti in guisa laminili, quest'uso somministrò una ma-
d'anticipare di circa un giorno il vero in- niera di parlare, sovente usata nella] s.
gresso del sole in ariete. Tanto apprendo Scrittura, per esempio: dalla torre delle
dall'opuscolo di Conti e Ricchebach, Po- scolle o sentinelle sino alla città fortifica-
sizione geografica de' principali luoghi ta. Le torri più rimarcabili di cui si parla
di liotna, p.93. Per la torre de'Venli del nella s. Scrittura , oltre quelle di Geru-
Vaticano e per le specole e osservatorii a- salemme (P.), sono le toni di Sichem e
stronomici di Roma
può vedere Spe- si di Babele. La torre di Sichem era come
cola, Zelada, Università romana. Anche una cittadella situata in luogo piùelevato
\Porti(V.) hanno gli osservatorii, ed ora del restante della città, ed abbastanza
si va a costruire l'osservatorio magneti- grande da poter contenere più di 1000
co in quello d'Ancona, ed un consimile persone. Abimelech figlio di Gedeone,giu-
si erigerà nel porto di Civitavecchia.Mor- dice d'Israele, essendosi a lui ribellati gli
chiamò 1' osservatorio e la specola
celli : abilantidiSichem, marciò sulla città,e do-
Turris astrorum speculatrix j Turris po averla espugnata, la mise a sacco e ne
speculatoriaj Turris ad coelestes orbes. uccise gli abitatori, indi la distrusse in tal
Dicesi Torrione la torre la cui grandez- guisa che vi seminò il sale; in seguito risol-
za eccede in grossezza, come si vede per se di costringere col fuoco i difensori del-
lo più intorno alle Mura e Porte delle la Ione o cittadella ad arrendersi. Si por-
città e castella; Torricella, Torrioncello tò quindi con tutta la geute al monte Sel-
Torrioncino le piccole torri, o simili e- mon, e quivi fece tagliare uua gran quaii-
2? 8 T O B TOR
htà di rumi d'alberi, e avendo con essi le; e lultociò che viene narralo su di essa,
circondala la torre vi fece appiccare il fuo- tranne il riferito dalla s. Scrittura, è favo-
co, ed in tal guisa dal fumo e dalle fiam loso, e le mine d'alcune torri che si fan-
me furono uccise iooo persone, uomini no osservare in Babilonia sono tutl'altro
t-donnech'erano nella torre. Ma dipoi nel- che gli avanzi e i ruderi della torre di Ba-
l'assalto che die alla torre di Thebes, città bele. Delle principali e più antiche torri
distante circa 3 leghe da Sichem, e nella superstiti parlai a* luoghi ove sussistono,
<;ualeeiansi rifugiali moltisichimili,men- primeggiando in Italia quella di Pisa e
IreAbimelech combatte va valorosa mente quelle di Bologna (V.). Famosa è la tor-
a pie della torre e appressatosi alla porla re di Londra (P\). In Ispahan, capita-
ieiitava d'appiccarle il fuoco, una donna le della Persia , vi è la famigerata torre
dall'alto gli fracassò la testa con un pez- chiamala la Torre de' Corni, perchè fu
za di macina da molino; ed egli perchè costi uita solamente di ossami, teste di gaz-
non si dicesse d'essere stato ammazzato zelle e di altri animali selvatici presi in
da una donna, ordinò allo scudiere di uc- una sola caccia, nella quale si trovarono,
ciderlo colla spada. La costruzione della per quanto narrasi, più di centomila cac-
limi osa torre di Babele viene determina- ciatori. Questa torre singolare è d' una
la circa l'anno del mondo 7y5 i ei 20 do- grande che
altezza: le teste delle gazzelle,
po il diluvio. Siccome durante la sua e- mollo somigliano a quelle delle capre, so-
• ezione Dio confuse la Lingua degli uo- no disposte dal fondo della torre sino al-
mini che l'edifica vano, di maniera che non la cima, in modo che presentano corni i
potevano più intendersi fra di loro, così in fuori. Gli storici aggiungono, che que-
venne dalo il nome di Babele (confusione sto mostruoso e inutile edifizio fu innal-
e mescolanza ) alla ciltà e provincia di zato nel tempo d'un banchetto, cioè nel-
babilonia, dove venne ei ella, come si ha lo spazio di circa 8 ore, e che l'architetto
dalla Genesi. Si fmno diverte congettu- avendo domandato al re che mancava la
re circa il modo con cui avvenne la con- testa d' un grosso animale per formarne
fusione delle lingue a Babele, che accen- la sommità, quel principe riscaldato dal
nai Dell'indicato articolo, co' molivi che vino gli rispose: Dove vuoi tu che andia-
indussero uomini con Neinbrod a in-
gli mo a quest'ora in cerca d'una tesla così
Ira prende re la fabbrica di talmole per ga- grande? Non si potrebbe trovare una be-
rantirsi da un nuovo diluvio, sebbene nou stia più grossa di te; bisogna mettervi la
torre di babele; si dice che avesse 8 piani, virono di segnali che facevano da eleva-
4 1 6 cubiti d'altezza, e 4» o 5 60
1 passi di te torri e da quelle situate sull'alture, on-
circuito alla sua base.Vuolsi che si formas- de gli gli altri furono il germe da
uni e
se di mattoni colti e la creta avesse servito cui poi nacque l'invenzione portentosa dei
dicalce.DaU'innalzameuto di questa torre telegrafi. In molle città italiane del medio
nacquero le due famose favole de'giganli evo dalla sommità delle torri massime ,
menze del telegrafo in Italia, pubbli- lato verso il quale i nemici cavalcavano.
cato \\e\Y Album di Roma, t. 16, p. 174» Se essi cavalcavano verso la montagna e
come cpiello che sempre propugna in fa con più di 1 00 cavalli, il cenno da vasi col-
vore degl'italiani il primato sopra moltis- la bandiera uera e con quella bianca in-
sime invenzioni e scoperte. Egli spiega sieme: se erano 3oo i cavalli, a tali ban-
quel vocabolo dicendo the il DuCangeal- diere si aggiungeva una 3.*; ma se caval-
lavoce Mira scrive Spenda ab ital. mi- cava tutto l'esercito, si ponevano fuori tut-
rare, spedare, rèspicere. E Rutaudino te e 4 le bandiere, sempre piegando ver-
padovano, presso Muratori, Rer. Ital. t. so la parte perla quale nemici di diri- i
b,dice: Faclis quiuusdam Speeidis ave gevano. La notte poi si facevano mede- i
Miris in rimeria, mule itur a Padita ad simi segnali con lumiere accese, piegan-
Monteni Sìliccm positi sunt in iis locis dole dov'era bisogno d'accennare la stra-
custode* ne possent adilla castra itila da che percorreva il nemico. La torre del-
victualia deportali. Lo stesso Muratori la cattedrale di Modena delta la Giuristi*
nella Dissert. 26/ è di parere che auche dina (assai bella, incrostata di marmi di
la voce Merlo (pinna del muro della for- vario colore, nel cui fondo conservasi ta
tezza) avesse la sua origine da Mirare. celebre Secchia tolta da'modenesi a' bo-
Quindi riportando debitamente gli stori- lognesi nel 1 325 dopo
la battaglia di Zap-
vano sino a'Iuoghi più lontani, onde gli fessò prima d'andare al supplizio, a cui
ordini e i bisogni in brevissimo tempo si lo condannò Filippo M.' duca di Mila-
notificavano a tutto lo stato. In vari luo- no, dopo averlo fitto prigione, dispiacen-
ghi del contado di Bologna si fecero al- te di non averlo fatto), e di s. Maria del
cune torri e vi si posero guardie per as- Fiore in Firenze. Non occultando quan-
Mcuntrti da' nemici e conoscerne le mosse. to precedentemente aveauo praticato gii
2 8o TOR TOR
antichi greci e romani, racconta il Ram- quali si fecero suonare l'ore per gli oro-
belli i cenni di fuoco che si facevano in logi pubblici, molti de'quali si collocano
tempi di pace e di guerra. Agamennone sopra le torri e massime nelle torri cam-
stabilì segnali di fuochi dal monte Ida ad panarie sì municipali che di chiese. Ebbe
A rgo. per annunziare aClitennestra la pre- l'Italia un tempo di tante sciagure che nel-
sa di Troia. Alessandro il Grande fece le sue fertilissime terre non vedea che in-
stabilireda luogo a luogo de' soldati sta- cendii, ruberie, devastazioni, tradimenti,
zionari con un vaso pieno d'acqua, sulla crudeli uccisioni e quanti mali menano se-
quale galleggiava una tavola di sughero co le civili guerre. Questo si chiama tem-
che facevasi ascendere e discendere a mi- po di mezzo o bassi tempi, perchè è ap-
sura che dovea mostrare or queste or
si punto quel periodo di mezzo che rimane
quelle cifre che v'eran sopra notate. Po- tra la moderna civiltà e l'antica devonia-
libio ricorda di Cleosseno inventore d'un ni e de'primi secoli del cristianesimo. Ora
metodo con cui per via di faci potea far- a quella malaugurata stagione non solo
si leggere di lontano ad un osservatore era in guerra ciascuna città italiana l'una
quanto importava conoscere. Riporta Ve- contro l'altra, ma tante erano le parti e
gezio, solersi sospendere sulle torri delle le fazioni che i cittadini d'una stessa città
città grossi pezzi di legno, coli' innalzare quasi ogni dì venivano alle mani tra lo-
e abbassare i quali venivasi a denotare ro, si uccidevano per le vie e per le piaz-
quanto accadeva; e forse tali legni denta- ze, combattevano dalle finestre e da'tet-
no essere infiammati perchè si vedessero ti, né più. si avea rispetto a'sagri luoghi.
di notte, evenire adoperati a brevi distan- La parte Guelfa e la Ghibellina fu cia-
ze. Conclude, che nelle Mirre italiane e- scuna la più eslesa fra le fazioni, e per
gli vide, se non rinnovato e risuscitato, la loro accanila ostinazione la più. este-
costruì un propugnacolo, Berengario! con- nalmente ponti per calare nel:a piazza che
cesse ad Adalberto vescovo di Bergamo e si voleva espugnare. Indi s'iulrodusse nel-
a' cittadini di potere riedificar le mura e le città più potenti anche il costume, che
le torri della città, così Gauslino vescovo i nobili privati fabbricavano nelleloro ca-
diPadova impetrò altrettanto nel 964 da se e a loro spese delle torri. Indizio di chia-
Ottone I; poiché se alcuno in Italia osa- ra Nobiltà era tenuto allora il poter alza-
va piantar fortezze e torri senza licenza re e avere somiglianti torri. perchè i nobi-
del principe, correva pericolo di fabbricar- li soli godevano il privilegio e la possan-
le per esso. Perciò Paolo abbate del mo- za di edificarle. Conta vansi nelle medesi-
nastero di Volturno nel 967 domandò li- me cittàcampanili delle chiese, laonde
i
Pavia. Per tal modo a poco a poco vesco- minare cori certezza. 11 Muratori conget-
\i e abbati, ed anche conti e altri poten- tura che nel secolo X alcuna se uè alzas-
ti fabbricarono tanta copia di rocche, tor- se, che ne crescesse il numero nel XI e
ri e fortezze, che nel secolo X e di più nel maggiormente poi si moltiplicassero, da
XI se ne mirava per così dire una selva, che le città si misero in libertà, ed insor-
specialmente in Lombardia, nelle pianu- sero le gare de'guelfi e ghibellini; perciò
re, nelle colline e moutagne per accresce- Turrita Papia, Turrita Cremona si ve-
re forza a quelle naturali fortificazioni; e dono anticamente appellate, e lo stesso fu
nel Modenese Reggiano erano co-
e nel detto di altre città (come Ascoli, Siena e
ronate di rocche e di torri. Tanto e me- Bologna). Parlando l'arcivescovo s. Arial-
glio si può apprendere dal Muratori nel- donel 1076 al suo popolo unlanese,gli dis-
la Disserti 26/: Della milizia de' seco- se: / estri sacerdoles, qui epici possimi
suo Mercato a p. 99, dice credersi dagli quadrato: la loro altezza spesso sorpassa-
eruditi che l'introduzione delle torri sia va quella delle mura, ed eziandio delle tor-
cominciata dopo le Crociate, cioè dopo il ri delle città. Mosse con delle ruote, si co-
pontificato d'Urbano II, che promulgò la municava a'di versi piani condelle scale. Al
». neliogj, essendo state innalzate o per basso era collocata la macchina detta a-
fortificarsi nelle guerre civili, o per me- riete per aprire la breccia , sul piano di
moria del valore dimostrato nelle batta- mezzo erati un ponte levatoio, col quale
glie,o in segno di ricchezza e di nobiltà. gli assediatili abbassandolo sul muro del-
Si può aggiungere, e fatto luogo di Fri- la città se ne impadronivano. Sui piani al-
gioite o Carcere di rei, custodia di pri- ti i combattenti non cessavano di lanciar
gionieri, asilo di prepotenze, soverchierie dardi sugli assediati. Queste torri lignee
e crudeltà, anche co' trabocchetti ,
pozzi erano coperte di lamine di ferro ne'luo-
profondi o luoghi fabbricati con insidie, ghi più esposti, ond'esscre meno sogget-
denti oa'quali si precipitavano con ingan- te al fuoco. Il Borgia, Memorie isteriche
no, con orribili meccanismi, in siti spa- tli Benevento, diceche in tal città già nel-
ventevoli e profondi, le cui partii erano 1*871 il palazzo de' principi avea la sua
10 Feudi. L'uso infame e detestabile de- dizio di nobiltà, perchè a que'tempi i no-
gli occulti trabocchetti o trappole fu ap- biligodevano il privilegio e la possanza
plicato anche nef castelli e ne'p.dazzi e al- Di queste torri se ne edifica-
di edificarle.
tri antichi edifizi, de'feudatari e signorot- rono tante in Benevento, che Onorio III
ti, nella demolizione o 1 estauro de'quali nel 1221 dovette scrivere lettere a'giudi-
luoghi furono trovate in fondo cataste ci, consoli e popolo della città, colle qua-
d'ossa di morti pene atroci periti.
ivi tra li per provvedere alla pubblica quiete or»
Altri trabocchetti aveano una macchina dinò sotto pena di confisca, che niuno più
tutta guernita di acutissime punte e la- ardisse di togliere le torri altrui , e che
mine, dalle quali veni va fatto in pezzi l'in- quelle già tolte si rendessero a' legittimi
che incauto mettendo il piede in cer-
felice padroni nello spazio di 3 giorni ad man-
tecamere, il cui pavimento era coperto datimi nostri» vel Rectoris. Di tante tor-
con tavola di legno chiamata riballa, im- ri ch'erano allora in Benevento appena
provvisamente precipitava dal suolo, ar- oggidìsi vede qualche vestigio, perchè es-
tatamente coperto, in quel profondo ba- sendo poi queste divenute cagione di di-
ratro. Vi furono macchine militari, da do- scordia e di guerra, parte si demolirono
ve si scagliavano sassi, chiamate Trabu- nel furore delle medesime guerre civili,
chela, Trcbuchetae Frabucìdj si disse- parte vennero meno per ingiuria del tem-
ro pure petriere, e scagliavano per aria po , e parte nella devastazione data alla
sassi di smisurato peso, mediante torri di città da Federico II. Tornando a Murato-
legno o castelli a ruote, sui quali i Solila- ri, riferisce quanto scrivea di Pavia circa
//accostandosi alle mura e alle torri, dal- ili3oo l'Aulico ticinese. Quasi omnesEc-
la sommità combattevano con que'dì den- clesiae habent Turres excelsas propter
tro. L'inveuziouedella torre di leguoqual campanas Celerarum antan Tur-
etc.
TOR T O R a83
'Indio civium te invicern j>ersequentiuni, bri architetti; e nel eh. Giordani, Della
cecidernnt. Più curioso ancora era il ve- venula di Clemente VII in Bologna, no-
dere lo strano gusto di que' tempi , che ta 44- Osserva Muratori , che in Roma
giunse a fabbricar torri non diritte, ma stessa non mancavano una volta le torri
inchinate e pendenti; se pure è vero che de'potenli, ed in un solo suo borgo a'tem-
ciò si facesse a bello studio. Ne resta l'e- pi di Martino V del i4'7» Sl trovavano
sempio nel bel campanile di Pisa e nella in piedi 44 lolT ' co'loro merli per difesa
torre Garisenda di Bologna, la quale eia (da'quali si saettava e gittava sassi), ed io
anche più alta, ma pei' testimonianza di aggiungerò molte delle quali fece atter-
Benvenuto da Imola fu alquanto castra- rare l'immediato successore Eugenio IV;
ta da Giovanni di Oleggio, e perciò det- in un tempo cioè che per I' assenza dei
ta Mozza. Fu di parere il p. Montfaucon, Papi e pel lungo scisma Lì orna presenta-
che il caso e non 1' arte facesse inchinar va triste rovine di sua grandezza, chiese
quelle torri, e veramente in salire Mura- abbandonale e spesso cambiate in fortez-
ne dubitò. Noterò che in Bo-
tori la pisana ze, e Palazzi fatti più per combattere che
logna moltissime toui furono innalza- i per abitare. Già altrove riconosciutosi col
te perseguo di possanza e di nobiltà; ma tempo, che proveniva danno al pubbli-
le due più celebri, fabbricale nel princi- co da siffatte torri urbane, come fomen-
pio del secolo XI, sono la torre Asinelli, tatile'! di guerra, erasi cominciato a vie-
la più aita tra le 7 torri famose d'Italia, tarle; il che venne ordinalo nel 1228 da-
e la torre Mozza o Garisendi rinomala per gli statuti di Verona, così io quegli anti-
la sua pendenza. Le misure dell'altezza e chi di Pistoia fu proibito. Delle tante tor-
«arie lai ghezze trovansi esattamente de- riuna volta esistenti; delle quali ora non
scritte dai prof. Biancoui nella Guidadcl rimane vestigio, per due cagioni andito-
forestiere in Bologna, ivi i836. Nel pa- no ita rovina, cioè per ingiuria de'tempi
lazzo del Podestà ergesi nel mezzo isola* o per la vecchiezza, o per negligenza dei
la e sorretta da sopra-archi in 4 pilastri padroni si diruparono e caddero; ovvero
la torre dell' Arengo. Inoltre in Bologna furono distrutte pel furore delle guerre
era assai rinomata la torre isolata della civili, che infestò buona parte delle città
Magione, ossia della chiesa di s. Maria del italiane, e in molti luoghi per provvida
Tempio già de'templari e poi de'geroso- legge municipale. Imperocché tali erano
lunitani, la quale nel 1^.55 videsi inge- le prodezze de'guelfì e ghibellini, che in-
gnosamente trasportare intera e drizzata furiati gli uni contro gli altri, chi preva-
colle campane dal primiero sito , in cui leva sfocava
o la sua rabbia addosso alle
venne innalzata, sino al luogo ove fu de- torri e case degli emoli cacciati o abbat-
molita nel 1825, e cioè pel tratto di pie- tuti , come deplorai in tanti articoli. Lo
di 35; mirabile trasporto eseguito colla stesso avvenne in altre città , e segnata
direzione dell'ingegnere architetto Ridol- mente allorché per elezione, o per usur-
fo Fioravanti bolognese, detto mastro A- pazione alcuno vi fu assuuloal principa-
listolile Alberti, il quale raddrizzò pure to, per levare a'privati cittadini la tenta-
un campanile a Cento della chiesa di s. zione di rivoltarsi. In tal modo Drudo
Biagioche peudeva 5 piedi e mezzo. Rife- Marcellino podestà di Genova nel 1 196
ce in Ungheria ponti sul Danubio e fe-
i feci abbattere 80 torri in quella città; co-
ce tante altre meraviglie, che il re lo di- sì p faticò nel 1 225 in Modena il podestà;
chiarò cavaliere, e gli pei mise di batter in Lucca Castruccio fece abbassare ed a-
moneta col proprio uome e impronto. Al- gujigliare alle case 3oo torri; ciò fu pra-
tre uotizie su questo raro geuio »i potino tici to anche in Firenze, ove le torri era-
leggere nel Milizia, Le vite de' più cclc- uu 'in grati umilerò, alte quali i 00 e quali
284 T° ll TOR
120 braccia, poiché tutti i nobili o la mag- no, Pesaro, Riinini, i due del Cesenatico
gior parte aveano torri. Ed in vero nei nella delegazione di Forlì, di cui ripar-
tempi eli guerra veniva considerata una lai a Porti, così di quelli di Cervia e del
buona torre per una rocca e fortezza; ed porto-canale Corsini di Ravenna. Parlan-
è noto che più e più giorni un esercito si do delle spiaggie pontificie.de'due mari,
perdeva dietro a una Ione, purché que- dissi delle principali loro torri alcune no-
sta fosse ben provveduta di combattenti, tizie. Delle suddescritte torri o macchine
viveri e armi. Perciò nelle terre e castel- di legno per gli assedi, se uè fece uso an-
la solevano gli antichi alzare almeno una che sopra i vascelli, ed Agrippa fu ili."
torre,possenlea resistere perqualche leni, a introdurne 1' uso al tempo d'Augusto,
pò a'nemici, e di alcune se ne fece gran e vari monumenti locomprovano. Per es-
conto. La maniera di prendere le città, le sere stata s. Barbara rinchiusa in una tor-
rocche , le fortezze , le torri consisteva re , con questa viene sempre rappreseli*
nella scalata , o neh' accostar le torri di tata, ed è patrona de'fnilitari e in parti-
legno mobili alle mura per combatterle colare degli artiglieri, come dissi ne'vol.
esultarvi dentro, oltrealtre macchine di- X,p. ig5,iC)6, XLV, p. i 1 4- Quanto alle
roccanti muraglia con aprir la breccia,
le Guelfi eòa' Ghibellini (V.), dei
fazioni de'
evenir poscia all'assalto. A M'articolo Sol- Bianchi e de JYeri.de quali riparlala Pi-
dato ricordai più articoli ove parlai del- stoia, come delle altre ne'luoghi ove in-
l' ai te militare terrestre e navale : delle fierirono, le prime comechè più generali
principali fortezze, anche deporti marit- ebbero nell' insegue quelle particolarità
timi, ne ragionai ne'luoghi ove furono o per distinguersi, che notai ne'vol. XXIV,
sono. Circa a' Porti dello slato pontifìcio p. 246, 247, XXXI li, p. i85, LXXVI,
(l/ .), è interessante che io ricordi le no- p. 76 e 171 ed altrove; e persino nella
tizie diverse o catalogo de' i 3 fari del li- forma delle torri e loro merli, come ri-
torale pontificio, pubblicato dall'egregio marcai nel voi. XXXllI,p. 186. Nel voi.
ingegnere Alessandro Bettocchi nel u.° LXVI, p. 6q, ragionando dell'origine de-
1 35 del Giornale di Romadel 853, per- 1 gli stemmi gentilizi, rilevai chederivarono
chè fa osservare, come altri fari : Che il pure da castelli, torri, merlature, palizzate
faro del porto di Civitavecchia è stabili- e baloardi, da chi le prese per arme gen-
to sulla torre della lanterna ; quello dei tilizia o difesi. Il De Bue, Dell'o-
forzati
porto-canale di Fiumicino, del quale ri- rigine dell' Araldica, fra le prove di an-
Tevere, è stabilito sulla torre Cle-
parlai a tica nobiltà, novera il possesso delle torri
situato sulla torre presso l'estremità del di Siena, narra essere state introdotte iu
molo dementino alla destra della sorti- premio di viriti dimostrate in battaglia,
ta del porto; sono stabiliti sopra altri e- come seguì in Siena alla famiglia degl In-
difizi i fari de' porti di Sinigaglia t Fa- contrati, iu vece delle statue che usava-
TOR TO R *85
no gli antichi, e lo deduce anclie tini ve- rorum e propugnaculum, vocabolo che
che po- il Garampi dice aver spiegato meglio
il
dersene alcune di esse così strette
co o nulla potevano servire per difesa, e Ferrari, che lo fece derivare dal latino
che indi fosse conceduta dal pubblico la murus e muridus, quando non si volesse
renze, in Roma e altrove le antiche fa- aumentare, essendo merli una infatti i
rai ne'vol.LXIX, p. 7,LXX, p. 1 37, che nella zecca di Tours, in memoria della
sagacemente Sisto IV, a consiglio di Fer- schiavitù di s. Luigi IX re di Francia, e
dinando re di Napoli, feeedemolire mi-
I i vi si espressero i ceppi e la torre. In for-
gnani e porticati in Roma, onde domina-
i ma di Ione furono fatti vari utensili, an-
re liberamente la città. Prima di questo che sagri e d'oro e d'argento, come Re*
tempo si scagliò contro le torri il Petrarca liquiari.Ostensoriie Tabernacoli (ì .).
nel Sonetto i 06, dicendo: Le torri su- Anche inRoma nella ciltà eterna le tor-
perbe al del nemiche, E nel Seuil. I. ix, ri appartenenti a' proprietari particolari
Ep. 1, p. 268. Dum supervacuas, et ine- erano indizio di nobiltà e ricchezza, ed e-
ptas turres construimus, ut Caelo tenus rette per ornamento e sicurezza dell' a-
mani Chris ti /idem non est. qui tue tur, nelle guerre civili o in memoria delle pro-
et vindieet. Le torri furono espi esse an- dezze fatte ne'combatlimenti da chi le e-
che ne'sigilli e nelle monete, poiché tutte rigeva. La più antica Ione particolare che
le città n'erano guarnite. Il cardinal Ga- siasi eretta in Roma è quella di Mecena-
rampi, nell' Illustrazione (Furi antico si- te da lui eretta sul campo Esquilino os-
gillo della Garfagnana, già dominio sia l'Esquilie, nel sito ove ora sorge la no-
temporale della s. Sede, diceche le 3 tor- bile villa Massimo già di Sisto V, a de-
ri ivi espresse ponno denotare vari e nu- i stra degli orti formati dallo stesso Mece-
merosi castelli della contrada, per cui nate, nel luogo più eminente di Roma,
sembra plausibile che ne'sigilli e nelle mo- Altissimus Romae locus. Questa era si
nete, per angustia del sito una o più tor- vastissima, alta ed eccelsa, che, secondo
ri si rappresentassero, in vece d'esprime- Orario, la cima sormontava le nubi. Di-
re fortezze castelli. Essendo noto quan- venne famosa perchè vuoisi che dall'al-
to utili e atte alla difesa fossero nella di- Nerone si godesse l'incendio di
to di essa
sciplina militare del medio evo le torri, Roma. Per non essersi dagli antichi scrit-
non solo i luoghi di campagna e le mura tori additato il di lei sito preciso è tutto-
delle città se ne munivano, ma per fin ra presso i moderni controverso e incer-
dentro le città slesse. Solevano le torri del- to. Alcuni la collocarono nel giardino de'
le persone potenti essere munite di pa- Colonna sul Monte Quirinale, dov'era
rapetto e altri edifizi, che maggiormen- un masso d'antica fabbrica, chiamata dal
te le guardassero, simili in certo modo volgo Torre Mesa, vocabolo corrotta-
a' castelli veri. I merli poi erano quelle mente fatto derivare da Maeeenaliana,
prominenze lasciale sulla cima de'muri, spezzato con mine per fabbricarvi le at-
e posle l'ima dall'altra in egual distanza, Palazzo a-
tuali scuderie e quartiere del
8d effetto di coprire le persone, che indi postoliro Quirinale, il quale ha un lor-
scagliavano dardi e sassi nemi-
contro i rione.Altri dicono che Nerone si procurò
ci, e gli antichi chiamarono pinnae mu- il barbaro piacere di vedere Roma in mez-
$6 TOP, TOR
>fiamma sulla lo ire delle Milizie.
alle colo VII! di nostra era, conservando tut-
Non mancano di quelli che pretendono tora il circuito e recinto dell'imperatore
essere la torre di Mecenate la bassa torre Aureliano, non essendovi aggiunta la Cit-
che sorge sotto s. Prassede, tra le chiese tà Leonina, le sue mura erano difese da
dis. Martino e Lucia in Selce, e le
di s. 387 torri, ed erano guernite da 7079
Filippiue.Eruditameute e con buone ra- mei li che in buona parte sussistono, mol-
gioni il principe Massimo, nelle Notizie tissimi però rovinali. L' Alberimi chescris-
della villa Massimo alle terme Diocle- se,De mirabilibus Urbis Romae,ne\ 5 1 1 o
ziano, dichiara che sebbene sarebbe pre- sotto Giulio II, all'erma che in Roma le
sunzione il voler precisare il silo d'una torrierano in tutte le case de'cardinali e
fabbrica, della quale non rimangono le de'signoi romani. Che in quel leni pò era
i
vestigia, e di cui gli antichi scrittori non frequente l'uso che le case de' cardinali
ci lasciarono descritta la situazione; pu- dovessero avere una torre, lo rilevai nel
re volendo accostarsi al sentimento de' voi. LX.XI1I, p. 2oq. Sisto V fece del tut-
più accreditali antiquari, che riproduce, to demolire il Settizonio (V.), magnifi-
essa fuda Mecenate costruita nel terre- ca mole a 7 ordini di portici, in forma di
no presentemente occupato dalla Pilla alta e forte torre, edificato dall' impera
Massimo j non si conviene per altro sulla lore Settimio Severo. Nel voi. LV1II, p.
di lei precisa situazione, alcuni volendo 278 notai quali furono le più potenti fa-
che stasse verso terme Dioelcziane, e
le miglie romane che s'impadronirono de'
altri versola chiesa di s. Antonio delle ca- luoghi furti di Roma, e vi fabbricarono
maldolesi, l'are che sorgesse nel punto pù oli ridussero a torri, nelle quali si sosten-
alto dì Roma uella vigna del cardinal V e- nero nelle loro prepotenze e guerre in-
rallo riunita a detta villa, in quella parte testine. Il Bernardini, che nel 1 74-4 d'or-
di questa detto il Monte della Giustizia, dine di Benedetto XIV pubblicò la De-
che ancora al presente è il punto più ele- scrizione del nuovo ripartimentode'/i/o-
valo del suolo di Roma, innalzandosi so- ni di Roma, registrò come esistenti 37
pra l'antico argine o Aggere di Servio torri de'bassi secoli nell'interno della cit-
Tullio, vigna che passata in potere di Fa- tà, ; che indicando in
e sono le seguenti
brizio vendè a d. Camilla
Naro, quelli la corsivo che si potino vedere e
gli articoli
Peretti sorella di Sisto V, per unirla al citando luoghi ove ne parlai, agevolmen-
i
restante della villa, e dove il Papa avea te se ne potranno leggere le notizie, olire
intenzione di fabbricarvi un 3.° palazzo quelleche aggiungerò. Nel rione Monti 9,
bellissimo, per contemplarvi la magnili- cioè: i.°La torre nell'abitazione Canta-
ca vista di tutta la villa, e della campa- relli o Santarelli presso il monastero delle
gna intorno a Roma colla sua corona di Filippine. 2. Gli avanzi della grandio-
montagne, che da quel punto deliziosa- sa torre unita all' antica abitazione de'
mente si gode. In vece sulla sommità del Conti che dà
}
il nome alla contrada di Tor
monte il suo pronipote cardinal Montai* de'Conti, edificata nella Suburra da In*
lo vi collocò la stalua colossale di Roma nocenzo III dì tal famiglia, che vi ebbe
sedente,non tenente colla destra una lan- in Roma le sue prime abitazioni nelle li-
delle superstiti, e che nel declinar del se- la famiglia Confidi Segni, vamo che la
tor TOR 287
possedè insieme alla torre detta delle Mi- brosani(F .).q.° Torre nell'abitazione del
lizie, altra linea essendo i Conti di Peli marchese Stefanoni vicino alla piazza de'
(di cui anche a Tivoli). Il marcheseMel- Zingari, nella panocchia di s. Maria dei
cliiorri nella Guida di Roma attribuì la Monti. Nel rione Trevi 2 torri, cioè; i.°
torre a s. Nicolò I, e che 1 nnocenzo 111 la Torre all' abitazione della famiglia del
fece risarcire e fortificare dall'architetto contestabile Colonna alle Tre Cannelle.
Marchionni aretino. Torre a s. Fran- 3.° E qui aggiungerò che ti a'pahizzi de'Co-
cesco di Paola de' Mìnimi} ridotta ad uso lonna presso i ss. Apostoli, unoavea la tor-
di campanile. La torre è quadrangolare, re, per quanto riportai nel voi. LXXV,
terminata con ringhi era, composta a fog- p. 227 e 228. Il Cancellieri nel Mercato
gia di archetti, con me nsolead uso di for- chiamala torrede'Colonna alla salila del-
tezza. In mezzo di essa alzasi il campa- le tre Cannelle, la torre di Mecenate. 2.
nile con 4 archetti sostenuti d'altrettanti Torre nel monastero di s. Nicola di To-
piedritti, ha' cam-
(piali sono appese le lentino delle Battìstìne. Nel rione Colon-
pane onde ad una certa distanza sem-
; na 2 torri, cioè: 1. 'Torre ilei Collegio Ca-
bra il torrione d'una fortezza. Meglio non pranica. 2. Torre del Palazzo Ottobo-
potevasi collocare, ed è l'unico in Roma ni Piano. Nel rione Campo Marzo la so-
con simile torre per base, e benché sem- la torre annessa al Collegio dementino
plicissimo merita d'essere veduto. ^"Tor- àe'Somaschi. Vi è però la piazza e il vi-
re delGrillo unita al palazzo già de'Conti, colo della Torretta, nella parrocchia di
l'uno e l'altra da loro edificati, della cui s.Lorenzo in Lucina, poiché vuoisi che
celebre acqua parlai ne' voi. XX V,p. i
5g, talidenominazioni derivino da qualche
L1X, p. i 65
Torre non in-
e altrove. 5.° torre che ivi anticamente esistette, sotto
tera nella vigna del monastero di s. Lo- il qual vocabolo ecoll'insegua d'una tor-
renzo in Pane e Perua, del quale nel voi. retta vi fu stabilita una trattoria, come
XXVI, p. 189. 6.° Torre nel monastero nella parte opposta alla Torre Sangui-
di s. Lucia in Selce, di cui nel voi. XII, gna. Nel rione Ponte 2 torri, cioè: .'Tor- i
p. 72. 7. Torre detta delle Milizie e gran- re nel palazzo deli' arciconfraternita del
diosissima nel monastero delle domenica- Gonfalone prima Scappucci. 2. °Toi reSau-
ne di s. Caterina di Siena innalzata da , guigna che da nome alla piazza, delia fa-
Gregorio lXConti nipote d'Innocenzo 1, 1 1 miglia Sanguigna o Sanguinei*, presso la
per abitazione dì sua famiglia, chiamata Chiesa di s. Apollinare (/ .). La fi mi-
delle Milizie da qualche presidio milita- glia antichissima romana che le die no-
re che ivi si sarà tenuto in tempo delle fa- me fini con Pantasiiea maritatasi con quel
rioni e non già perchè la medesima o
, Torres di cui riparlai nel voi. Lll, p. 284»
quel sito fosse una stazione dell'auliche mi- e ch'ebbe de' cardinali. Il Galletti nel Pri-
lizieromane sotto gl'imperatori, come al- miierio, parla de'nobili Sanguigno e Ric-
cuni antiquari hanno pensato, al dire del cardo de Sanguigni del i374-HPapa Leo-
Ealti, che ripetei nel voi. XVII, p. 7o;ai- ne \ 1 del 928 era di tale, stirpe. In que-
tre opinioni del Melchiorri le riferii nei sto rione fu già la famosa Torre di Nona,
voi. LV, p. io5, LXXII, p. 188, il quale da cui prese il nome la via di TordiNon.i,
dice che alcuno la suppose opera di Boni- nel sito della quale fu edificato l'odierno
facio "V III, forse perchè suoi parenti se i Teatro d'Apollo, ove riparlai della car-
ne impadronirono, come notai nel voi. cere ch'era nella torre. Nel rione Pai io-
L\ III, p. 278, facendosi fui li anche pel ne 2 torri, cioè: 1
.°
Torre nel Palazzo So-
sepolcro suburbano di Cecilia !\lelella,che ra de'fjoucouipaguo. 2. Torre Millina
descrissi nel voi. LXIV, p. ì^o. 8.° Torre con abitazione della famiglia Millini no-
nel monasteio di s. Pi assale de' I allom- '
re atrgentina, ove descrissi la torre. 2." ta de' Lombardi, vi sono vestigi di terme
Torre del palazzo Palma presso s. Salva- o di Nerone o d' Alessandro Severo, di
tore delle Coppelle.3. "Torre Medici o Ma- grandissima magnificenza. Il Nibby nella
dama, già de'Crescenzi, ossia nel Palaz- Roma nel\ 838, asserisce che i Conti Tu-
zo del Governo o Madama, ora del mi- scolani, come signori della contrada, sotto
nistero delle finanze, e perciò ne ragionai mano in detto placito assisterono i preti
nuovamente nell' articolo Tesoriere. Di di s. Eustachio. Essi occuparono le terme
quest'antica ed elevata torre di tufa, rim- da oriente a occidente , cioè il tratto fra
petto a\Palazzo Carpegna, probabilmen- la piazza della Rotonda e la piazza Mada-
te se ne fanno autori i potenti Conti Tu- ma, da mezzogiorno a settentrione fra
e
scolani del ramo de'Crescenzi poi delti di la chiesa di s. Eustachio e la via delle Cop-
s. Eustachio, de' quali riparlai a Tivoli, pelle. Egli crede che i Conti Tuscolani si
stante,cioè il Palazzo Scr lupi de marche- ratori nella suddetta Dissert. , Castello
si Serlupi-Crescenzi. In fatti il Fea, De' e Torre di Crescentio,a\ dire del Seve-
diritti del Principato sugli antichi edi- rano nelle Memorie sagre , e Torre di
jìzi, a p. 8, narra che i Conti Tuscolani Crescendo lo chiama Degli Effetti nelle
del ramo di s. Eustachio ne'bassi tempi Memorie del Soratte, che inoltre parla
X OR T OR 289
d'altro castello o fortezza omonima ne'din- questa sia slata a detta epoca costruita da'
torni di Roma verso Baccano, proprietà possenti Crescenzi, i quali si estinsero nel
de'Crescenzi: Mausoleo poi fu denomi-
il declinar del secoloXV;sebbene della torre
nato Castel s. Angelo. Dopo la morte di propriamente non mi riuscì trovare clic
Ottone III, Giovanni Crescenzio assunse uotizie di congruenza. Nel rione Pigna vi
il titolo di Patrizio di Romaje appoggia- è la sola torre nell' abitazione Persiani ,
mentato piacilo. Inoltre Nibhy conferma, visibili), già detta Cancellarla e Char-
che i Conti Tuscolani del ramo di Cre- tularia e de'Frangipani, alla Polveriera
scenzio poi detto di s. Eustachio, annida- verso l'arco di Tito. Ne parlai in tanti luo-
tisi sopra terme Alessaudrine e Nero-
le ghi, come a Colosseo, che le e**a vicino,
niaue, vi si mantennero sempre delle ; da' Frangipani ridotta a forte rocca, ri-
quali terme si trovarono avanzi nota- fugiandovisi dal Lalerano il Papa Alessan-
bili più volte presso il palazzo del cardi» dro III contro le insidie de'partigiani di
nal de Medici o. Madama. Narrai nella se- Federico I e dell'antipapa Pasquale III,
rie de Prefetti di Roma, che il detto Cre- della quale fanno ricordo il Punaldi ne-
scenzio, o meglio altro contemporaneo , gli Annali, all'annoi 167,11.° 5, dicendo
detto anche di Berardo de'conti di Marsi, che Alessandro III si rifugiò nella torre
fu appellato de Arco, de Tur re, del Ca- Cartulario de Frangipane s de Cartula-
stello munito, perchè stabilitosi presso il Monte Palatino, chia-
ria alle radici del
foro e Tempio di Nerva lo cinse di torri mata con altro nome delle Sette Lucerne,
e di ben muniti ripari, e forse una di tali donde Papa non vedendovisi più sicuro
il
torri è la superstite sunnominata nel pa- fuggì pel Tevere a Gaeta e Benevento ve-
lazzo Grillo. Di questo Crescenzio, e al- stito come un pellegrino; ed il Muratori,
tri di tale famiglia, diverse uotizie riporta che lachiama Torre Cartulario, Tur-
l'autore del Compendio della famiglia ris Centii Frajapanis. I Frangipani pa-
Trasmondo, dalla quale discese ramo il droni del Settizonio (ove la data di Vit-
de'Conti d'Innocenzo III, e lo dice proge- torio III dev'essere 1086), e dell'arco di
nitore della nobilissima famiglia Crescen- Costantino,anche questo aveano fortifica-
zi di Roma, ch'ebbe diversi cardinali, e to e ridotto a torre, così la torre dell'ar-
della quale in tanti luoghi trattai. Restrin- co del circo Massimo, ricordata nel citato
go il mio dire, che avendo provalo, che articolo. Raccontai nel voi. LVIII.p.278
i potenti Crescenzi de'Conti Tuscolani , e279 che il , senatore Brancaleone nel
poi del ramo di s. Eustachio, nel secolo 1257 uscito di prigione, per vendetta con-
X s'impadronirono delle terme Alessan- tro i nobili romani, distrusse lutti gli an-
drine e Neronia ne evi si fortificarono; che tichi palazzi rimasti in piedi, le terme, i
parte dell'area delle terme viene occupa- templie moltissime colonne, al riferire di
ta dall'odierno palazzo de! ministero delle Fea, ecotoni nella più parte fabbricate
finanze, nel quale soigela torre, utdoche sopra i solidi avanzi de'mooumenti anti-
vol. txxvn. '9
•()< TO 11 TOR
chi insieme alla torre Cartulario e al Set- ni a*23 agosto 1 4o6,gittaronoa terra tulli
tizonio. Il Cancellieri che ne discorre nel i merli e la torre del mercato. Nel rione
Mercato, dice che neh 328 Lodovico V s. Angelo vi sono 2 torri, cioè: i.° Torre
il Bavaro. distrusse le abitazioni de'Fran- Margana nel palazzo della
congregazione
gipani fra l'arco di Tito, s. Maria in Pal- de'nobili della chiesa del Gesù, in piazza
lara o Chiesa di s. Sebastiano alla Pol- Maiganaj e vicino vi era quella di cui fe-
stronomico adì' Università Romana. 4-° quelledelle ripe del Tevere, di qua e di là
Torre presso l'antico Palazzo apostoli' dal fiume erette da s. Leone IV, delle quali
eode'ss. Quattro Coronati. 5. "Ione det- parla Torrigio, Grotte Vaticane p. 523;
ta degli Specchi , da una famiglia di tal vi è il vicolo della Torretta nella parroc-
nome nell'abitazione de'marchesi Cava- chia di s. Grisogono, nome che prese da
lieri, incontro al monastero dell' Oblate una torricella che sorgeva in questo luo-
di s. Francesca romana di Tor degli go e di cui se ne vede ancora qualche a-
Specchi (V.), TurrisSpeculorum,a\ qua- vanzo; ed inoltre vi è la torre dell' An-
le articolo ed a Campanella dissi della guillaia, cioè de'conti di tal nome di casa
pretesa e favolosa torre altissima d'oro di Orsini, propinqua alla loro antica abita-
Campidoglio, ove di nottespleudeva una zione, della quale ragionai in tanti luo-
lucerna che faceva lume a' naviganti e , ghi, ed anche ne' voi. XXXI li, p. i85,
dove era congegnalo uno specchio da cui LVIlI,p. 278, avendo rimarcato nell'io*
si scuopri va quanto opera vasi nel mondo,e dicato articolo perchè prese un ramo di
delle fa voloseslatue con campanella espri- tal casa quel nome e per istemma due an-
nalza piesso l'arco dell'Annunziata sulla dalle loro lapidi. Molti personaggi di que-
via della Lungaretta o Longarelta , così sta casa si distinsero per valore militare se
detta per do sua lunghezza, proseguita dal- guendo quasi sempre la parte guelfa, pro-
la via Longarina, cioè in questa ha l'in- pria degliOrsinida'quali derivava. Quan-
gresso principale, mentre il minoreèdal- do il Papa dimorava in Avignone e nel l3ii
la parte di dietro, ossia postei ula, anch'es- EnricoY II venne a Roma per incoronarsi,
sa come la torre costruita ne'bassi tempi questi trovò la città divisa in due partiti
e nel dettoArco a poca distanza dalla ri- e in quotidiane sanguinose zuffe rese più
pa del Tevere, vedendosi sull'architrave terribili perle offese che sui combatten-
marmoreo di detta porticella l'indicala ar- ti provenivano dall'alto delle toni e da
ma gentilizia intagliate. La torre ed i pro- altri luoghi elevati, da'quali colle bale-
pinqui locali e fabbriche sono proprietà stre si lanciavano sassi e passatoi (pietre
diretta del Conservatorio dis. Eufemia, o sassi più grandi, e di quelli che .servo-
di cui riparlai nel voi. XIX, p. 247 e seg., no a passar fossati e rigagnoli), e perfino
onde sull'architrave della porta maggio- acqua bollente dalle donne della fazione
re è scolpito: Puellarum s. Euphemiae. contraria a'pugnanti. Poiché gli Orsini,
La casa ebbe anche un portico, altra an- fra 'quali il conte dell'Anguillara, con l'a-
tica distinzione de'nobili romani. I Cenni iuto di Giovanni principe di Morsa fra-
colla storia sulla torre e casa Anguillaia in tello del re di Sicilia, essendosi iropadro
Trastevere, con disegno li riprodusse l' Al- Campidoglio e della sua torre del
niti del
lumi di Roma
nel t. j4, p. 333 e 344» e Mercato, di altre torri, del Castel s. An-
del qualevado a darne un fugaceestratto, gelo e del Vaticano, si erano fortificati in
anco per esservi diverse nozioni che han- quella parie di Roma, che di qua costeg-
no analogia a questo articolo. La torre è gia Tevere, e di Trastevere, in quella
il
di costruzione a cortina , ora ridotta al- occasione avrà loro pur servita la torre
l' altezza di palmi106 sopra 22, per 3o degli Anguillaia, che in quell'epoca do-
di larghezza e compresi 2 palmi e mezzo vea essere tutta intera, molto più altadell 1
di grossezza del le sue mura esposte in for- presente, e colla sua corona di merli, pei
ma di parallelogramma a'4 venti cardi- la forma e numero de'quali si distingue-
nali, con annessi fabbricati e col suo recin- vano le due fazioni guelfa eghibellina. Al-
toad uso di fortificazione. Il detto stem- l'incontro Colonnesi ghibellini craiisi for-
i
ma si vede ripelutonegli architravi del ca- , tificati nella parte opposta, avendo occu-
samento annesso, le cui finestre alla guel- pato il Pantheon, la torre delle Milizie, la
fa, ossia con telali a croce in pietra scor- basilica Liberiana e la chiesa dis. Sabi
niciata l'indicano fabbrica cospicua, che na, per cui poterono favorire l'incorona-
a'tempi in cui venne innalzata potè chia- zione dell'imperatore in Laterano (presso
mare palazzo, e nella cui sala d'ingie.^o il quale i potenti Annibaldeschi aveano
al i.° piano di grandiose dimensioni, an- le abitazioni e la torre del loro nome, co-
cora esiste uno enormi cammi-
di quegli me riferisce il Severano; forse fu quella
ni, che ordinariamente ornavano le abi- torre di cui feci parola nel voi. LXXV,
tazioni de'grandi. La famiglia Orsini del- p. 49), perchè gli Orsini impedirono chu
292 TOR TOR
sì facesse in s. Pietro. Partito l'imperalo-' le famiglia di Trastevere e stretta in pa-
re ila Roma, le due fazioni avendo sbarra- rentela cogli Anguillaia, la torre de'quali
«eie strade continuarono a danneggiarsi, situata in poca distanza parimente veilesi
sinché popolo stanco di più soffrii e prese
il dominare la ripa del Tevere, fra il dello
l'armi, s'impadronì di Castel s. Angelo, ponte Quattro Capi e il ponte Sisto, dal
della torre delle Milizie e di altri luoghi che è facile comprendere come facessero
forti, e radunatosi in Campidoglio, abolì quelle fazioni de'bassi tempi a impadro-
ogni magistrato ed elesse a capitano e
, nirsi dell' intere contrade della città per
rettore della città con autorità suprema mezzo delle torri appartenenti alle fami-
Giacomo Arlotto degli Stefaneschi,uorno glie del loro partito. Che fosse degli Al-
di sommo ardire, il quale dopo aver fatto berteschi la verso ponte
torre situala
carcerare alcuni de' primari personaggi Rotto, apparisce dalla loro arme consi-
delle due fazioni, imitando o volendo su- stente in uuo scudo d'antica forma, semi-
perare la ferocia del summentovato se- nalo di io gigli, e sostenuto da due rami
natore Biaucaleone, fece atterrare! loro di fogliami e altri gigli, scolpito iu pietra
palazzi, mutilarne le torri, e demolirne sull'architrave d'un cammino situalo nel-
le fortificazioni; e fra le altre ilMangoneo la sala del i.° piano della casa contigua al-
fortissima tori e posta all'ingresso del sud- la torre, la cui finestra guelfa mette sulla
detto ponte Rotto, usando pure la stessa stessa via Lungarina, e da cui si ascende
barbarie col devastare i muri e le porte alla torre medesima, nell' interno della
dall'altra parte del Trastevere, per defor- quale non esiste scala per potervi salire in
marecosì la città in disprezzo de'inagnali, cima, ma è tutta vuota onde appoggiarvi
come osserva il Fea. Perciò si disponeva scalea piroli, ovvero come anticamente u-
a rovinare anche il Castel s. Augelo, se i savasi una scala di corda per cui salivano
nobili accorrendo dalle loro terre dove es- que'che la difendevano, vedendosi al di
cui porla ancora vedonsi le tracce verso chiamò de'Normandi,e Innocenzo 111 fece
il Tevere, a meno che la cima della torre cardinale Stefano de Normandis, e si di-
non venisse decimala dall'orribile Terre- vise in più rami denominati de'Sordi, Pa-
molo (V.) che si fece sentire in Roma a losci o Palosi oPalocci, e Urbano VI creò
ore 23 de'a5 gennaio i 348, pel quale la cardinale Stefano Palosio, e Venerameli;
torre de' Conti alla Suburra rimase con- e Poncelletto Veneranieri essendosi ribel-
quassata e decapitata. La medesima sorte lato a Eugenio IV e rifugiato in Pales tri-
o pel terremoto, o per la narrata deva- na, presso gl'insorti Colouuesi, fu cagio-
stazione può esser toccata all'altra ricor- ne dell'eccidio di quella città e Poncel-
dala torre, nella stessa linea dell'Anguil- lettovenne fatto morire. Tali diversi ra-
lara, nella continuazione della stessa via mi inquartarono ne' loro stemmi le onde
Lungarina. Questa torre largai 5 palmi a sinistra de'gigli.GliAlberteschi vendero-
e 3o profonda, fabbricata come la pre- no la torre divenula diruta e la casa annes-
cedente in mattoni a cortina, che colla sua sa, nel i
37 peri1 1 o fiorini d'oro. 11 famoso
altezza domiua la ripa del Tevere fra il conte Everso 11 dell' A nguillara,di cui par-
ponte Rotto e il ponte Quattro Capi, ap- lai in tanti luoghi, per le terre the signo-
partenne a'guelfi Alberteschi, altra nubi- reggiò la famiglia e per le guciresusltnulc
T O R TOR 9g3
contro i Papi e diversi baroni, si foi tifico torri delrioueDorgo nulla dice ilReruardi
nella sua casa inTrastevere restaurandone ni. Quando s. Leone 77 uell'848 fabbricò
la torre, i ili cui mattoni a cortina che la la Città Leonina (F.) la munì di 44 ton '
prepotenze.Pucuperata l'Anguillaia dal fi- lia che d' oltremonte , e che dal Rocca ,
forse per essere termiuato iu lui il ramo peli. d'aver inualzato nell'85o la torre
vendè nel i 538 per 400 scudi ad Ales- Dissert.: Le nuove Catacombe di Chiù-
sandro Picciolotti di Carbognano scritto- si, parlando della città di Nola uella Cam-
re di brevi di Paolo 111, che con molta pania, riferisce ch'ebbe iu un suo sob-
spesa restaurò e ampliò e fu detto il Pa- borgo ampio e celebratissimo cimiterto,
lazzaccio o la Carbognana, e tutto il suo dove furono sepolti molti martiri, e clic
figlio Gio. Battista lasciò al conservato- diede ii nome di Cimitile al villaggio che
rio dis.Eufemia con testamento del 6 8, 1 1 dipoi ivi sorse; e che vicino a questo ci-
ed il pio luogo nel 1827 lo concesse in en- miterio s. Paolino vescovo di Nola edi-
fiteusi a Camillo Forti. L'encomiato suo ficò parecchi oratorii con la sua basilica
figlio Giuseppe impiegò vistose somme ni martire s. Felice prete, che servì di ti-
per rendere servibile il locale divenuto di- po a Ile altre posteriori basiliche anche per
ruto, ed una parte lo destinò per fare ri- la Torre. Campanaria, la prima che ap-
vivere in Roma sua patria la nobilissima parve al mondo con le sue campane per
arte della pittura sul vetro e per la fab- chiamare i fedeli alle sagre funzioni, di-
bricazione di varie specie di smalti. Delle chiarando il eh. prelato ch'egli stesso a-
2y4 TOR TOR
vea potuto osservare. Noterò che s. Pao- chie. In tale attitudine, dopo la prima
lino volò al cielo nel 43 i. Dissi pure a chiamata, percorrono a passi lenti la pic-
Campanile, che servì la campana del fa- cola galleria che gira all'intorno d'ogni
moso Carroccio per darei segni delle pre- minareto. La calma e il silenzio che re-
ghiere, tlelle messe militari, e per radu- gnano in tutte le città dell' oriente ove ,
tava nel campo di battaglia come un pal- maomettani, uè dal rumore delle carroz-
ladio e perciò si custodiva gelosamente, ze o de'carri che sono rarissimi, portano
ossia gran carro militare composto da un da lontano il suono di queste voci aeree
castello di legno informa di torre, dal in tutte le ore canoniche, ma principal-
•piale pendeva la campana, ed era sovra- mente nel mattino allo spuntar dell'auro-
stato dallo Stendardo del comune, e la ra. Questi annunzi enfatici e periodici, ri-
cui Campana in Firenze fino dal 1206, petuti3 voi te, hanno un non so che di gran •
ni^ come le Moschee (7 .), terminan- fanno in ogni luogo, nelle moschee, nelle
ti a freccia colla figura della luna cre- case, nelle botteghe, ne'mercati, sulle stra-
scente, ossia la 6." parte del disco lunare, de, dappertutto ove il maomettano si tro-
io bronzo o rame dorato. Queste torric- vi, con iscrupolosa prontezza. Imperocché
ciuole servono, a così dire, di campanili sebbene alcuno sia incredulo, non osa di
allemoschee, poiché non avendo mu- i mancare a questa divota pratica univer-
sulmani l'uso dellecampane, ne Ritmo l'of- sale, ed è attento a' doveri del culto e-
ficio i muezzin istituiti da Maometto ad sterno, pel timore d'essere considerato ir-
ii rinunciare al popolo 5 volte al giorno l'o- religioso. Nelle moschee lontane dall'a-
ra canonica della preghiera, alla quale in- bitato, i muezzin prima dell'annuncio si
vitano ad alta voce. I muezzin sono spe- servono talvolta d'un ferro largo e sottile
cialmente notevoli pel suono aggradevole come quello d'una falce, sul quale batto-
della voce e per la melodia del loro canto, no con un martello, onde avvertire il po-
massime quelli delle principali moschee, polo del tempo canonico per la preghiera.
colquale dall'alto de'minareti intuonano La torre campanaria colla sua elevatezza
Y czann o annuncio alla preghiera, che ci rammenta l'età in cui parve che solo
principia e finisce col nome di Dio,come colla sommità delle torri e delle guglie
principio e fine d'ogni cosa, onde ram- potessero duomi e le cattedrali portare
i
mentare che l'uomo nulla deve intrapren- fino al cielo l'omaggio universale dell'a-
dere, riè terminare,che non abbia per og more e della fede vittoriosa de'cristiani,
getto 1' onore e la gloria del suo nome. tutto convenne si elevasse e si slanciasse,
Dall'alto de'minareti essi annunciano al- come eloquentemente si esprime il ch.cav.
1 islamismo l'ezann, stando rivolti verso CesareCantù.Su di che può leggersi quan-
la Mecca, patria di Maometto ed ove è la to riportai a Tempio, sull'idea mistica e
più sontuosa moschea dell'impero otto- simbolica architettura dell'estetica cristia-
mano, tenendo gli occhi chiusi, le due ma- na, per gli edifizi sagri. I campanili si fau-
ni aperte innalzale e «/pollici uell'orec- no di tutti gli ordiui, sebbene lodevole sa-
TOR TOR acp
ìebbe ritenere gli ordini architettonici del ri ornamento, il p. Lu-
vicine a'templi per
tempio o altri edifizi, a'quali queste toni pi ricorda che il tempio di Giove Celo in
sono unite. Se ne ammirano molti per la Babilonia era abbellito da più toni l'uua
lui Pilligli!, ampiezza e solidità di costru- all'altra sovrapposte; e si trova una torre
pane; li chiama altezze futili, che gli an- torri per bellezza e abitazione,come quella
tichi greci ne riderebbero, e che ordina- edificata in Roma ne'suoi orti da Mece-
riamente sono edifizi primi aruinarene'i nate; le due torri (.Iella villa Laurentina
grandi Terremoti. Il p. Lupi nelle Dis- di Plinio; le altredue uella villa Tibur-
sertazioni t.i, p. 4 2 e se 3- ragiona delle tina di Cintia amica di Properzio, seppur
torri presso alle chiese, modellate sull'e- non erano due colombaie, che sono torri
sempio degli edifizi gentileschi, e de' vari o altre parti d'un si sono
edificio, in cui
usi delle medesime presso i gentili. Dice praticati de'fori per dar comodo a'colom-
pertanto, che sebbene egli non vide vesti- bi di nidificare; latorre sagra e dedicata
gio di torre alcuna prossima a'templi pa- alla dea Vittoria e vicina al suo tempio;
gani, pure qualche cosa di simile al cam- le torri annesse al tempio dedicato al dio
sino si prese il partito per le chiese grandi ma, il Cancellieri tra'campanili rimarcò
di costruirne due,* fa huon edotto, special- il suddescritto di
s. Francesco di Paola,
mente se vi è di mezzo la cupola. Narra che non che quello curioso del Conservato-
i campanili più considerevoli furono in- rio rrhicsa di s. Caterina de'funari, che
nalzali nel medio evo sino al secolo de- consiste in una torre quadrata di medio-
corso, e alcuni di celebrità per le loro e- cre grossezza, che slargasi in cima a fog-
levatezze, singolarità di forme, e sveltez- gia d'un cono rovesciato, sul quale è una
za delle parti che li compongono. I cam- cella con proporzione più grande in ogni
panili avere il forma di tor-
più sovente la senso di quella della torre. Essa è orna-
re coronata da una piattaforma.o sormon- ta da 4 archetti con pilastri e frontoni, ed
tata da una piramide o guglia, ora di le- è sormontata da due altre piccole celle
gno ricoperto di piomho odi lavagna, ora ottagone, una di proporzione inferiore al-
in cui le torri campanarie che si vedeva- pra l'ultima posa una cupola con croce
no da lungi servivano a indicare diversi i in cima. Onde l'insieme di questo cam-
partiti di fazioni, come per esempio quelle panile si somiglia a quegli antichi osten-
a guglie o obelischi indicavano che il pae- sori i, che nelle pitture del secolo XV tie-
se era del partito de'ghibellini, e quelle a ne in mano «.Chiara (il Magri, Notizia dei
piattaforma de'guelfi. Gli antichi di buon vocaboli, a quello di Tun-is, parla del
gusto conobbero già da lungo tempo che vaso cosi fatto e chiamato per portare la
i campanili sono incompatibili colle chiese ss. Eucaristia). Quindi per la forma con-
costrutte in forma regolare, e però s. Pie- traddice il principio ricevuto in architettu-
tro di Roma non ha campanili visibili, ma ra, che la parte sostenente dev'essere più
due cnpolette colle campane, e quello che forte della sostenuta, la torre che sostie-
fu edificato venne tosto dislrutto;onde nel- ne la cella trovandosi assai minuta rela-
la maggior parte delle rinoma te chiese d'I- tivamente alla cella. Inoltre il Cancellie-
talia il campanile è una costruzione a par- ri dichiara singolare quello di s. Andrea
te. J campanili percompiacereil popolo si delle Fratte, che in parte descrissi nel voi.
t inno alti quanto più è possibile, mentre XLV, p. i y5, eretto sui disegni del capric-
credono che quanto piùil suono viene dal- cioso Borromini, ove sopra una specie di
l'alto tanto più si oda da lontano. Que- torre ornata con colonne e finestre, in ma-
sto è un errore, poiché la fisica insegna che niera di base, alzò un tempietto rotondo
il suono propagasi meglio quando si ori- formato con piedritti dentro, e con colon-
gina presso il suolo, essendo le molecole ne al di fuori che hanno loro lati incas- i
dell'aria respinte in alto e all'intorno del- sali e d'ordine composito, ne'di cui capi-
la superfìcie della terra come palle elasti- telli in guisa di fiorami , nel mezzo vi è
che. Nel dichiarare il Ratti il modo di co- una faccia con testa di giovinotto e nel-
struzione delle torri campanarie o caai- l'altra d'un vecchio con barba lunga. Que-
panili, dice fra l'altre cose, che dal piede ste colonne sostengono un intavolato con
della torre fino al luogo delle campane si ringhiera, sul quale sono 8 serafini coper-
sogliono ommellere le finestre perchè pa- ti nel corpo dalle loro ali a guisa di caria-
iono inutili, e perché si mostra una mag- tidi, i quali sostengono una cupolelta a-
gior fermezza come si ricerca nelle torri. guzzala, in cima della quale posa una spe-
Vi si fanno però alcune aperture e (pia- cie d'urna sepolcrale, con corona radiata
si fessure, ossia finestrelle mollo strette e di ferro. Quando suona la campana gros-
lunghe in luogo opportuno, perebè s'intro- sa, l'urna, sebbene assai distante da essa,
TOR TOR 297
si muove avanti e dietro, incutendo timo- fosse questa chiesa di Roma, onde Can-
re •'riguardatili come cadesse. Quantun- cellieri conclude essere fuori di dubbio che
que assai bizzarro sia questo campanile, fu edificata in luogo altissimo, Inter nu-
tuttavia il celebre Vanvitelli seppe rica- bes, e quindi in una torre. Noterò, che a
varne un disegno pel suo campanile del Manfredonia avvenuta l'apparizio-
dissi
migliore del secolo passato, se meno Bor- così denominato dopo 1' apparizione sul
rominesca fosse la cupola conica cbe lo medesimo di s. Michele nel 093, onde nel-
termina e da lontano pare un vaso rove- la sommità dell'edilìzio gli fu eretta una
sciato, sormontata da palla con croce e cappella a suo onore, e la pietra su cui
ventarola o banderuola, lentorum index. l'Arcangelo vi lasciò l'impronta delle pe-
Nelle ventarole de' campanili, ordinaria- date fu trasportata nella chiesa d'Araceli,
mente di ferro o di bronzo, vi sono scol- secondo Panciroli; che la cappella si dis-
piti o traforati gli stemmi delle cinese o se di s. Michele inter Nubes , poiché il
ordini regolari cui appartengono , o dei luogo fu detto Torre fra' cieli e Monte
benefattori cbe eressero l'edilìzio, ovvero s. Angelo, ed anco Chiesa di s. Angelo
l'immagine del santo a cui la chiesa è de- fino al cielo. Aggiunge Cancellieri , che
dicata. Infatti in Pioma, la veutaiola del non solo le torri furono dedicate all'Ar-
campanile di s. Spirito in Sassia ba una cangelo, ina anche tutte le parti alte del-
colomba; quella della ss. Trinità de'Mon- le fabbriche sagre, per cui si vede la sua
ti lo slemma de' re di Francia, quella del- statua in cima, oltreché su detto castello,
le carmelitane di Regina Coeli lo stemma sulle diverse facciate di chiese e in cima
de'Colonna, quella di S.Francesco di Pao- alla più alta piramide de'sepolcri che no-
la la parola Charitasj e lecorrisponden- mina; passando quindi col Marlene a ri-
ti spiegazioni siponno vedere negli arti- portare alcuni riti particolari usati nelle
coli di tali Chiese di Roma. Quanto al feste di questo protettore delle fabbriche
detto uso di dedicare all'arcangelo s. Mi- sagre. Il Cecconi, // sacro rito di consa-
ritele le torri campanarie, colle parti più crare le chiese, tratta al cap. 5: La chie- 1
alte delle fabbriche sagre, crede Cancel- sa deve avere anche le campane su le
lieri che sarà stato introdotto forse a imi- torrij della loro origine, uso e significa-
tazione della cbiesa a lui dedicata in Ro- ti j cap. 6: Della benedizione delle cam-
1
ma, in luogo così alto, cbe viene detto in- pane e suoi significati. All'articolo Cam-
ter nubes yitus come lo cbiama Adone
, pana trattai dell' origine delle campane
nel suo Martirologio a*2g settembre, ove minori e maggiori; della forma diversa e
dopo aver parlalo dell' Apparizione sua qualità di metallo, loro grandezze e del-
nel Monte Gargano, dice: Sed non mul- le più celebri; della benedizionedellecam-
topost Romac venerabili."} etiani Boni- pane, edi quelle benedette da'Papi inclu-
facius Ponti/ex Ecclesiam s. Michaelis sivamente a Pio VII; dell'uso delle cam-
nomine constructam dedicami in tummi- pane sagro e pubblico, e de'loro suonato-
tate Cirri cryptatim miro opere altissi- ri; argomenti tutti di cui tornai a ragiona-
mo porrectamj unde et idem locus in re iu molti articoli analoghi. Siccome dai
summitate sua eontinens Ecclesia» in- Papi Gregorio XVI e regnante Pio IX so-
ter nubes situs vocatur. Il Baronio nel lennemente fu benedetta la campana mag-
suo Martirologio non potè conoscere qual giora della basilica Liberiana, quandogià
29 8 TOR TOR
erano stampali gli articoli che potevano cendovi scolpire la detta benedizione, ma
avervi relnzione,perciò promisi eli qui sup- dopo quasi due secoli e mezzo si ruppe
plirvi e ora l'adempio. Il Campanile del- nel sabato santo deli 844- Accorse la be-
la Chiesa e. basilica Liberiana di s. Ma- neficenza di Gregorio XVI a farla rifon-
ria- Maggiore (che tornai a celebrale in dere, e l'eseguì il fonditore Giovanni Lu-
molti articoli pe'lanti suoi eminenti pre- centi in Roma. Quindi il capitolo suppli-
gi, come nella biografia di Papa Teodo- cò il Papa affinchè volesse benedirla so-
ro 1, per le insigni reliquie della Nativi- lennemente, e fu esaudito, come descrive
tà e Infanzia del Salvatore che le donò, il n.° 39 del Diario di Roma del 184^,
ed a Palazzo apostolico di s. Mafia Mag- nella mattina de'3 maggio. A tenore del-
giore per la residenza che vi fecero Pa- i la schedula stampata, prò Signum majus
pi), è uno de'tanti in forma di torre qua- Basilicae novi ter confiatimi solcami ri-
drata (anzi al dire di Canc(>llieri,che lo de- tti benedicci, si recarono nella basilica i
scrive, la torre campanaria più grande di cardinali in vesti e cappe rosse, co'cauda-
Roma) e altissimi d' opera laterizia, con tari in croccia, i votanti di segnatura in
più ordini d'archetti semicircolari soste- cotta e rocchetto, gli altri co'consueti a-
nuti da colonnuccie (non però con corni- biti. Il Papa assunti i sagri paramenti, il
coli), con mensole per esprimere la tra- quindi si nave grande, ov'e-
trasferì nella
beazione e modinature di marmo an- ra la nuova campana e ogni cosa appa-
che nei pilastroni angolari; ed i piatti con- recchiata per l'esecuzione del sagro ri-
cavi di maiolica verde sono incastrati con to. Asceso il Papa in trono ricevè all'ub-
mo bianco, pine tonde, invece di quei banchi a'Iati del trono, siccome occupa-
pezzi di diversi marmi, che senz' ordine vansi i rispettivi loro posti dalla prelatu-
trovatisi collocati ne' più antichi. Nella ra , e dagli altri collegi e cubiculari col-
parte anteriore vi è nel mo- i ."ordine la l'ordinestesso della cappella pontificia, ed
stra dell'orologio, con sopra lo stemma il capitolo della basilica ancora vi godè
d'un Papa, che nella repubblica del 798 1 un luogo distinto. In due tribune erette
fu cancellato. Gregorio XI, che nel 1377 appositamente presero luogo il corpo di-
da Avignone restituì la pontificia residen- plomatico e la nobiltà romana, e così in
za a Roma, ordinò l'erezione del campa- altri posti distinti molli forestieri ebbero
nile, che sebbene di forma antica, annun- agio di godere la funzione. Dopo l'ubbi-
zia qualche miglioramento nell'artearchi- dienza ebbe luogo la sagra e bella funzio-
tettonica di que' tempi. Fece fondere il ne, che con ogni accuratezza fu eseguita a
campanone, e come riporta il De Angelis, norma del pontificale romano. I salmi e
Basilicae MariaeM. descripiio, p. 6 1,
s. le antifone prescritte si cantarono da'eap-
coll'iscrizione+3+ Mentem sanctam span- pedani cantori della cappella papale. Il
ta neam Deo gloriavi et patriae libera- Papa fu assistito al trono da' cardina-
tionem -t^f. Questa è la celebre così detta li diaconi Riario e Rernetti, e dal car-
benedizione di s. Agata, adoprala dopo dinal Fransoni i.° prete assistente: nel-
il 1 i5o per molti secoli in quasi tutte le la funzione gli prestarono assistenza due
campane di Sicilia e d'Italia, che spiega canonici della basilica, cioè da diacono
1
il citato Piocca. Piotlosi il campanone nel mg. Pentini Suddiacono della cappella
1 61 4 sotto Paolo V, fu da lui rifatto, fa- pontificia, e da suddiacono mg.' Alesaau -
TOR TOR 299
di- oMacioti a scelta del collega, per quanto ne delle basiliche, delle parrocchie, delle
ho riportato nell'indicato articolo; i quali le rare per arte e quel-
chiese nazionali, e
prelati in colta e rocchetto lavarono e a- le che servivano a'pubblici orologi, ffou
sciugarono la campana, e poi assunsero attennero una sola di tali promesse. So-
le tonacelle per assistere il Papa nell'al- prattutto voleano far orila alla Chiesa ro-
ti e funzioni, e mg/ dentini cantò l'evan- mana; poscia non far cannoni ma quattri-
gelo nel fine della funzione, terminata la ni e gli ebrei comperarono la maggior
,
quale il Papa compartì l'apostolica bene- parte di quel bronzo a contanti; di guisa
dizioneall'immenso popolo accorso. IlPa- chei commissari in luogo di portarlo alle
pa benedì la campana in onore della B. fonderie di castello, rccavanloa gran not-
Vergine di s. Gregorio I Magno di s.
, , te in ghetto. La basilici di s. .Maria Mag-
Cailo Borromeo e del b. Nicolò Alberga- giore avea un campanone smisurato, che
li ambedue stati cardinali arcipreti della fece gitlar Papa Gregorio XVI poc'anni
basilica. Tornato il Papa in sagrestia e innanzi, e ai primi tocchi, non si sa come
deposti i paramenti, si restituì alla sua re- e perchè, s'era fesso. 1 repubblicani che
sidenza del Vaticano. 11 capitolo per gra- n'averian tratto di buona moneta, volean
to animo fece scolpire sul marmo la se- calarlo contro il loro decreto; ma era sì
guente lapide che stampata dispensò. Gre- malagevole incastellare ponti a quell'al-
i
vigilia della festa dell'Assunzione della B. sacrilegio e sì crudo governo. Ma del rom-
Vergine, ch'è la principale festività della perla non fu nulla e parve portento che
basilica: mentre Gregorio XVI pensava volle mostrare a que'nbaldi la Madonna
rono che uon sarebbero tocche le campa- lcdeli invitati ad assistere all'augusta fuu-
3oo TOR TOR
zione. vili Kal. apr. an. saluti* rep- ove sono effigiati i venerandi stemmi dei
MDCCCLii - Die sacra Mariac Dominae ss. Nomi di Gesù La sagra
e di Maria.
Nostrae ab Angelo tallitole- Ch'ex hospi- funzione fu in tutto simile alla preceden-
lesane adeste frequentes-Pius IX Pont. te, facendo da diacono mg. Pentini e da
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IX, essendo arciprete della basilica il car- TORRE Augerio Bertrando, Cardi-
dinal Costantino Patrizi, e due seguen-
i nale. Sortì i natali d'illustre prosapia in
ti mirabili distici, che si credono stati già CambolicOjdiocesi di Chaors, e non d Mi- i
scolpiti nella precedente. Nella parte su- lano o Chieti come pretendono altri; pro-
vox Domila morta-
periore: / n.r Dica, fessò la regola di s. Francesco, e fu pro-
les admonet omnes- Ut coelam toto pe- Ad un integerrimo
vinciale d'Aquitania.
ctore disa/pia/it. Nella parte inferiore : costumecongiunse straordinaria facondia
Alma DeiGenitrix Noster o dulcìssima nel perorare, e pari perizia nella scienza
Mater - Fac tecum aeternos vivere posse delle divine Scritture e della teologia, do-
dies. bassorilievi della campana espri-
I ti che resolo insigne gli acquistarono il ti-
mevano l'immagine della li. Vergine, e tolo di dottore famoso, ed indussero Gio-
quelle de'suddetti 3 santi cui nome le il vanni XXII ad incaricarlo di ridurre al-
fu di nuovo imposto; e gli onorandi stem- l'ovile del suo ordine alcuni frati minori,
mi di Gregorio XVI e di Pio IX. Quindi che vagando per la Gallia Narbonese sen-
si loda molto il valente fonditore Lucen- za le debite facoltà eransi stabiliti in Nar-
ti per l'eseguita nuova fusione del bron- bona e in Beziers; ma niente potè ottenere
zo,comechè una delle più ampie campa- da que'girovaghi, che appellandosi alla s.
ne di Homa, per la vaghezza della sago- Sede,ricusaronodi prestare a lui ubbidien-
ma, per la finita esecuzione de'suoi orna- za. Indiil Papa si decise ad inviarlo con
TOR TOR 3o i
se le nuove discordie in essa eccitatesi, si ratore Carlo IV. Tocco dalla pestilenza,
trovava in gran rischio; i ghibellini della mori in Avignone nel 1 36 1, dopo a ver con-
Lombardia aveano posto l'assedio a Cre- tribuito all'elezione d'Innocenzo VI.
mona, ed veronesi aveano impugnato !e
i TORRE o TOUR Enrico Osvaldo,
armi contro i padovaui. Roberto redi Si- Cardinale. Della potente e illustre pro-
cilia erasi inimicato con Amedeo V con- sapia di Buglione d'Alvernia, nipote del
te di Savoia, Manfredo marchese di Sa- cardinal Emanuele di Buglione, nel mag-
luzzo, Filippo di Savoia e Maffeo Viscon- gio 1693 ottenute l'insegne di dottore in
ti; il che presagiva l'incendio d'una guer- teologia nell'università di Sorbona, con-
ra universale. In premio di questa nun- segui dalla munificenza del re Luigi XIV
ziatura,esercitatada con incomparabi-
lui due pingui abbazie, oltre l'essere stalo fat-
le zelo e valore, Giovauni XXI 1 nel 3 i 1 to coadiutore del zio nella celebre abba-
lo fece arcivescovo di Salerno, ed a'20 di- zia di Clugny, che poi nel 1715 ottenne
cembre i3ao lo creò cardinale prete di s. in proprietà. Esercitò quindi l'impiego di
Mattino o di s. Vitale. Essendo slato de- vicario generale di Arnaldo Montmoiiii
poslodal Papa dalla carica di ministro ge- arcivescovo di Vienna nel Delfinalo, enei
nerale de'fiancescani Michele da Cesena, 1729 ne fu eletto preposto, essendo pure
gli surrogò Bertrando col d'ammi-
titolo canonico delle cattedrali di Strasburgo e
nistratore dell'ordine. Per mezzo di mol- di Liegi. Fino dal declinare del 7 19 Cle- 1
ti libri che pubblicò, si acquistò gran ripu- mente XI l'avea promosso all'ai ci vesco-
tazionee fama. Prof ssò speciale divozione vato di Tours, e prima d'averne ottenu-
alla B.Vergine,eneli 322 diventò vescovo te le bolle nel 72 da Innocenzo XIII fu
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gnone nel i33o o prima, altri ritardan- intervenne cpial deputato di sua provin-
dola al 1 334, e fu sepolto in detta città. cia all'assemblea del clero in Parigi, e di
TORRE Giovami, Cardinale. D'AI- nuovo vi si trovò presente neh 734 come
vernia e non di Limoges, d'una famiglia uno de' presidenti. Nel precedente anno
feconda di grandi uomini, monaco e ab- Luigi XV l'avea decorato del grado di
bate del monastero di Beuedetto di s. s. commendatore dello Spirito santo, e fece
Flour sulla Loira, della congregazione di istanza a Clemente XI I perchè lo creasse
Clugny. Gregorio XI a'6 o agli 8 giugno, cardinale, e l'esaudì a'20 dicembre 1737
uvveroa'3oo3i maggio 1371 lo creò car- col titolo presbiterale di s. Calisto. Indi
dinale prete di s. Lorenzo in Lucina, e do- fu al conclave di Beuedetto XI V,che l'an-
Trento,ePaolo II! Io spedì nunzio inFran- liato da Unnerico re de' vandali nel /|<S'|
eia a Enrico II, presso del quale sostenne per la purità di sua fede; e Daziano che
tal carattere pure a nome di Giulio 111, sottoscrisse l'epistola die il concilio Biza-
con soddisfazione non meno del Papa che ceno scrisse nel 6|i al l'imperatore Era-
dei re. Restituitosi a Roma, nel 555 Pao- i elio Costantino contro i monoteliti. Mol-
lo I V io fece maggiordomo, e dopo qua!- celli, Afr. ohr, t. i.
pò avere reso molti e grandi servigi alla Fu rimarchevole questa città per quanto
.s.Sede sollo diversi Papi, a' 12 dicembre avvenne a'suoi abitanti, quali incomo- i
ì 583 GregorioXIll lo creò cardinale pie- dati dall'aria malsana, che dipendeva da
te,ma non ebbe mai titolo. Erio Sansovitio da alcune circonvicine paludi, ebbero ri-
liei rimproverare la corte di iloma d' in- corso all'oracolo ond'esscrne liberali. La
gratitudine, per non averlo premiato col risposta gli avvertì, che qualora le disec-
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)