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e S 7^
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECI A L]\I ENTE INTORx\0


AI PRINCIPALI sa:\ti, beati, martiri, padri, ai sommi pontefici, cardinali
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA.
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
Al RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CttE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONl ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VCL. LXXn

I N VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA F. \i I I, I A N A
MDCCCLV.
^ s.^, ^ o

La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi


vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
r Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO -ECCLESIASTICA

T
TE M TEM
1 EMPLARI o TEMPIERI, Tem- vertà, castità e ubbidienza, a'quali poi ag-
plariorwn Eqiiitum. Ordine religioso e giunsero quello d'esporre la loro vita in
militare, istituito uel i i i8 dalla pietà di difesa di Terrasanta^m remissione de'pec-

Ugone Payeos o de Pagaiiis, da Goirre-


di re di Gerusalemme, am-
cali. Baldovino II

do di s. Onier o di s. Adelmaro, e da 7 mirandone il zelo, die ad essi per qualche


altri gentiluomini di cui la storia non ri- tempo nel proprio palazzo una casa vi-
corda nomi. Questi tra loro formarono
i cino al luogo ove già sorgeva il celeber-

una società per difendere pellegrini, chei rimo Tempio di S(ilomonc,(\a cui tras-
recavansi in Siriaa venerare luoghi san- i sero il nome di Templari, o cavaheridel-
tificati dalla presenza del Salvatore, con- la milizia del Tempio. Non mancano di
tro i rubamenli de' ladroni, le vessazio- quelli che fanno derivare tale denomina-

ni e le crudeltà degl'infedeli saraceni, ren- zione dall' accompagnare che facevano i

dere loro sicure le strade e particolarmen- cavalieri di tempio in tempio pellegri-


i

teil camnìino del mare, ed ancora per ni, mentre incedevano alla visita de'luo-

propugnare la difesa della religione. Affin- ghi santi. Le loro case si chiamarono Tem-
chè nulla impedisse dall'iinpiegare tutta pio. In seguito i canonici regolari del s.
la loro vita in quest'opere eroiche di cri- Sepolcro concessero loro un sito adiacen-

sliana carità, giudicarono opportuno di te al palazzo regio, acondizione che vista-


obbligarvisi formalmente con voli, e de- bilissero la loro dimora. Da prima non
dicarsi al servizio di Dio e del prossimo, vi veano che di limosine,e per questa estre-
ad imitazione de'canonici regolari, e de' ma povertà da loro professata, derivò ad
cavalieri Gcrosolimilani (f.),o d\ Mal- essi ancora Wnoxne i\\ poveri cavalieri del

ta\T .). A tale effetto si portarono daGua- Tempio. Ne' primi anni dell' istituzione
rimondo o Stefano patriarca di Gerusa- non ammisero alcuno nella loro società,
lemme, il quale approvando la loro ri- la quale però non si accrel)be che dopo il

soluzione, ricevè da essi i 3 voli di po- concilio di Troyes del i 28, al quale pre-
1
4 T E INI TE IM

siede il cardinale b. Malico legnlo in Fran- genio III nel 1


1
4*3 ^i aggiunse una croce
cia tli Onorio
11 e vescovo d'Albano. Vi rossa, acciò nel bianco della veste appren-
si Ugone con 5 suoi confratelli, e
trovò dessero l'innocenza de'coslumi, e nel co-
domandarono una regola acciò vivendo lore rosso della croce si mostrassero pron-

in società potessero osservare metodi u- ti allo spargimento del sangue per difen-
niformi. Tale richiesta sembrando ragio- dere la fede cristiana e la Terrasanta di
nevole a'padri del concilio, s. Bernardo l'alestina, conie rileva il p. Bonanni nel
abbate cistcrciense di Cbiaravalle e uno Catalogo degli ordini eaiiestri e milita'
di essi, fu incaricalo di compilarla, e vi 77',che a [). I 1 Di iporta la figura deWEqiies
soddisfece con molta prudenza e pietà, 7\inplariiis. Inoltre aggiunge, che i ca-
dando loro una regola confurme allo spi- valieri usavano lo stendardo bianco e ne-
rito dell'islilulo che professavano.! prin- ro, per significare nel bianco la benignità
cipali articoli erano, che dovessero ascol- agli amici di Cristo, e nel nero la fierezza
tare c]uotidiananiente tutto 1' ufllzio di- conti oi nemici di esso. Che la forma della
Tino, e che quando n'erano impediti dal croce di decorazione era simile a quella
servigio militare, vi dovessero supplire de'cavalieri gerosolimitani; altri però so-
con un certo numero di Pater noster j stengono che fosse doppia come la patriar-
che mangerebbero di magro 4 giorni per cale. Per esprimere la loro semplicità e
settimana, e che non andrebbero mai a umiltà formarono lo stemma dell'ordine
caccia liè d'uccelli, né di quadrupedi. Al- colie figure d'un cavallo montalo da due
cuni riportano tale regola, altri negano cavalieri. Noterò col Bosio, che nello sten-
che l'avessero ricevuta, o almeno chela dardo posero il motto /'tì'-(/C('///; che in
regola restataci sia un compendio e secon- italiano suona J al eento. Si volle con es-
do quella de' cistcrciensi, e non di s. A- so accennare, che ciascun di loro armato
gostino come pretesero altri. Ciò si pro- di vera fede e aiutalo dal favore divino
va dalla formola del giuramento che fa- valeva 100 de'riemici e infede!i;anche con
ceva il maestro dell'ordine de' cavalieri allusione al mollo cantalo dalle donne e-
di Portogallo, riportalo dal p. Ilelyot, bree dinanzi David dopo l'uccisione diGo-
Storia degli ordini religiosi e militari, lia: Lno ha vintiio,ooo. Dietro a que-
l. 6, cap. 3: Dell'origine de' ca\'alieri sto stendardo andavano i templari can-
Te/nplari. e della loro abolizione. 1 n es- tando: jVon nohis Domine, non nobis, sed
so il niacsiro prometteva a Gesti Cristo nomini tuo da gloriam. Quello stendar-
e al suo vicario Papa, ubbidienza e fe-
il do si prese per presagio del destino del-
deltà perpetua, giurando di difendeie e- l'ordine, il cui principio fu lutto candido
ziandio colle armi i misteri e i dogmi del- e felice, ed il fine oscuro, funesto e infe-
la lede ; di mantenersi soggetto al gran licissimo. In principio esemplare fu la lo-
maestro generale dell'ordine secondo gli ro vita, sante le opere, eccellente T opi-
statuti piesci itti da s. Bernardo; ili giam- nione; e ad esempio de'cavalieri geroso-
mai soccorrere principi infedeli, e se da
i limitani valorosamente aiutarono ire di
loro assaliti combatterli; di non vendere Gerusalemme contro gl'infedeli. Quindi
i beni dell' ordine, né cedere le sue piaz- Tordi ne ebbe prospero e rapido incren)en-
ze; eli osservare perpetua castità e fedeltà to, i principi e i grandi cominciarono a
al re, e di non negare soccorso e difesa colmarlo di beni, per la rinomanza e sim-
a'confiatelli cistercitnsi. 1 cavalieri tem- patia che destavano, ammirandosi il va-
plari ricevuta la regola dalle n>aiiidel car- lore dimostrato nelle guerre delle Crocia-
dinal I). IMiilleo, Aeslirono l'idjilo di lana te, onde tla poveri fiatelli di poi acqui-
liianco della finuKi prescritta d.d conci- starono ricchezze sterminale, sparse in
lio di Troyes, ul quale il cistcrciense Eu« unti i paesi della cristianità, ma fu il ger-
T E iM TE AI 5
me del male che li distrusse.Narra Gu- pale di sua corte. Ma i teuiplarl clic a-
glielnio arci vescovo di Tiro,che a suo lem- veaiio costretto il Veccliio della Munta-
no Tempio di (ierusaleni-
nella casa del gna pagar loro un tributo, temendocol-
a

me vi erano più di 3oo cavalieri, olire la sua conversione di perderlo, uscili da

un infinito numero di fiali servenlijclie un'imboscata uccisero enipiaiuenle l'ani-


iminense erano le loro ricchezze non me- bascialore. Sdegnalo il re, domandò al
no in oriente, die in occidente; e die non gran maestro iV. Ottone di s. Amandosod-
eravi alcun luogo del cristianesimo in cui disfazìone dell'atrocità comuìessa. Pvispo-
nonne avessero, procedendo nell'opnlen- se questi, che già conforme gli statuti del-
za del pari co'regi. Assicura JMalteo l'a- l'ordine avea data la penitenza alTucci-
risio,clie giunsero a possedere pili di f)ooo sore, il quale avrebbe mandalo prigione
case. Qneslabbondanza di beni fu il loro al l*apa, e die nimio poteva porre mano
tarlo, li fece inoigoglire, si alfiancnrono sui religiosi dell'ordine, pe' privilegi che
dall'ubbidienza del patriarca di Gerusa- godeva dalla s. Sede. Rolla guerra col
lemme che peli. "a loro li avea concessi, principe d'Antiochia, armarono controdi
usurparono le doli delle chiese, imban- lui 7 galeazzeecombatleronoper 3 an-
lo

divano mense colle più sfjnisile vivande, ni, llndiè il gran maestro dell'ospedale

e dimenticando lo sco|)0 di loro istiUizio- di Gerusalemme ne compose le dilFeren-

ne di edilìcare il mondo colle virtù, e di ze. Comprarono da Riccardo I re d In-

guarentire liberi i passi pe'pellegrinaggi a ghllterra l'isola di Cipro per 35, 000 mar-
Gerusalerame, si sparsero in tutta Europa che d'argento, ma non ne goderono lun-
impossessandosi delle fortezze, città e ter- garaente il possesso. Alcuni loro impntaro-
re, che la pietà de'fedeli aveano conver- no di frequentemente eccitare i sariiceni
titoinloro vantaggio. Vollero fareda prin- di Siria e d'altre parti a far correrie ne-

cipi e da baroni, comandare a'popoli, ed gli stati cattolici, per mostrarsi necessari
esercitare sui vicini la ragione del forte a'principi cristiani e cavar ad essi ingenti
prepolente. Le case de' templari crebbe- somme di denaro. Si attribuì loro di a-
ro in lutti i regni d'Europa, collegale in ver costretto Federico II imperatore, che
alleanza formidabile, poiché la fama
loro pe'giuramenti filli erasi recato in l^ale-
inilitare che risuonava pel mondo, gui- slina a combattere gl'infedeli, a collegarsi
dava ad essi il flore della cavalleria da o- col soklano di Babilonia, fpiando conob-
gni parte del cristianesimo. Nel iid5 i be che con tradimento l'aveano provoca-
tenqjlari si arricchirono col bottino fatto lo a sorprenderlo. Però le calunnie con-
uella morledEbeissoldano d'Egitto, vin- Irò cavalieri furono esagerale da molli
i

to in battaglia. Nella divisione della pie- stoiici, ed è [irobabile che favorevoli a i

da, come pili potenti e numerosi, lor toc- Federico II nemico della Chiesa, per di-
co Nosceradino egregio figlio delsoldano, minuirgli l'odiosità prodotta dall'infame
che piìi volle chiese il battesimo, ma non patto, ne cagionassero i templari. In fal-
lo esaudirono; anzi per avarizi.i lo ven- ti narra il Rinaldi negli Annali eccle-
derono agli egiziani , i quali gli dierono siastici ,che tempieri scrissero a Papa
i

crudelissima morte, con infamia e obbro- Onorio HI dello stato di Terrasanla, ed


brio de' templari. Il Vecchio della Mon- il simile fece il gran maestro lamentan-

tagna e principe degli assassini, nel 1 1


72 dosi della tardanza del soccorso [)romes-
inviò un ambascialoieal rediGerusaiem- so da Federico II, il quale nel 1220 mo-
me per farsi cristiano con tulli i suoi, sot- lesto i beni loro. Gregorio IX consigliò il

lo certe condizioni, e fu dal re Amami I gran maestro come dovea regolarsi nella
udito volentieri efalto accompagnarecon guerra persiana; e poi per avere cavalieri i

salvacondollo da uu genliluomo priuci- spogliati de'loro beni alcuni mercanli an-


6 TE M TE M
couitanì, Papa acremente li riprese. Nel
il tobreiSoy conlemporaneamenle e in lai
I 272 lempieri impegnarono Filippo III
i giorno lutti i templari, e s'impadronì in-
V Ardito re di Francia, a raduuiue un sieme del Tempio a Parigi, ove andò ad
esercito per aiuto di Terrasanta. Crebbe alloggiare, e vi pose il suo tesoro e le scrit-

la loro ai roganza e avarizia, dimenlioaii- ture di Francia, facendo sequestrare tulli


do co' loro vizi ciò che doveano a Dio e i beni appartenenti all'ordine. Molto di-
al prossimo. Affascinali dalle loro passio- spiacque a Clemente V, che senza di lui
ni, dopo la rovina de'cristiani in Siria e SI procedesse in affare di tale importanza,
la perdila del regno di Gerusalemme, del- poiché i cavalieri erano militari e religio-
la quale essi furono la causa, divennero si, perciò persone ecclesiastiche e imme-
bersaglio dello sdegno di Dio, che li di- diatamente soggette alla s. Sede; rimo-
sperse erranli di terra in terra. Strumen- stranze che furono appoggiale da una de-
ti della loro definitiva perdita furono il cisione della facoltà di Parigi, pronunzian-
jn-iore di JMnntfducon nella provincia di dosi in favore del Papa. Da due cardinali
Tolosa, e l'italiano Piosso-Dei, o Niflbdei foce sapere al re che rimettesse le cose in
fiorentino. Ili.°era slato condannato per islato di sua soddisfazione, pregandolo di
sentenza del gran maestro dell'ordine a manifestare a'cardinali le accuse, e da-
finir i suoi giorni in una prigione, per- re in loro custodia i beni dell'ordine. Di
chè convinto d'eresia e di molti altri in- piìisospese l'autorità degli arci vescovi, ve-
fami delitti; e l'altro in pena di sue scel- scovi, prelati e inquisitori di Francia, e ri-

leiaggini dovea a gravissime pene essere servò a se la cognizione dell'affare. Offeso


soltoposto, per giudizio del preposto di il re per la risoluzione presa dal Papa, pel
Parigi. Ambedue questi rei ridotti a so- suo focoso temperamento gliene fece a-
stenere il castigo loro dovuto, crederono mare doglianze; lultavolta per giustifi-
di poterloscampare rivelando molte cose carsi col mondo, contentò due cardinali, i

tleir ordine, fino allora occulte. Accusa- e fece condurrealcuni templari a Poiliers
ronoquindi disi enormi delitti cavalieri, i ov'erail Papa. Questi gl'interrogò con 72
che a Filippo IV il Bello re di Francia, altri cavalieri dell'ordine, e tulli confes-
quantunque loro fiero nemico, non sem- sarono per vere le accuse, che principal-
bravano credibili, comechè riguardanti la mente si riducevano alle seguenti. 1. "D'in-
fedee la verecondia. JVe parlò al Papa Cle- segnare che Gesù Cristo nou era Dio, ma
mente VjChe neli3o6 Irovavasi in Lio- un uomogiustamentecondannaloa mor-
ne, e poi nuovamente a mezzo de'suoi am- te a motivo de'suoi delitti. 2." Di obbli-
basciatori ne trattò con lui a Poiliers, Il gare i loro novizi a rinunziare alla fede
Papa che non poteva persuadersi dell'e- cattolica, ed a sputare 3 volte sull'imma-
normi accuse, scrisse al re, dandogli pa- gine del Crocellsso. 3.°Di presentare un
rola di portarsi tra poco a Poiliers, don- idolo testa di legno con lunga barba, par-
d^ erasi partito, per venire egli stesso in te inargentala e parte dorala, a quelli che
chiaro di quanto a'cavalieri imputavasi, porlavansi al capitolo generale e di far-
benché dal gran maestro dell'ordine Gia- glielo adorare.4."Di obbligare i novizi al-
como de Molai bor"0"none
o o fosse il tutto la prostituzione ed evitare in manie-
tal
negato. Egli per gran maestranza, e-
la ra ogni commercio colle donne (ed in ve-
guagliando nella dignità principi, avea
i ce viveano apertamente fra le sozzure im-
tallo da padrino al baUesimo d'im figlio pudiche nou solamente con femmine cri-
del re Fdippo iV. Ma il re temendo che sliane, ma
ancora con quelle pagane o
(jutsio affare non lurbasbela tranquillità maoiiiellaiio siegolalamente). 5.° Di ba-
dello stalo, per essere l'ordine potentis- ciare 1.1 bocca, l'umbelicu e l'ano di co-
simo ìq Francia, fece arrestare a'i 3 ot- lui che li riceveva nell'ordine. 6.° Che il
3

T E M TEM 7
gran maestro de' templari, il quale'oon parte, ed allreltanto fecero altri interro-
avea alcun ordine sagro, era il solo rive- gati in diverse città di Francia. Il Papa
stito della podestà d'assolvere i cavalieri a procedere con più sicurezza in sì gra-
da'Ioi'o peccati. 7." Che i sacerdoti appar- ve affare, nominò 3 cardinali a rinnovare
tenenti all'ordine consagravano senza dir gì' interrogalorii a' principali prigionieri
Je parole sagramentali. 1 suddetti cava- a Chimon: il gran maestro e gli altri eoa-

lieri per la maggior parte convennero su fermarono il confessato. Venuto il Papa


tutti questi capi d'accusa, tranne quello sempre più in chiaro della rea corruzio-
dell'adorazione dell'idolo, che si conser- ne dell'ordine, ed essendo sparso per tut-
vava in Marsiglia: il Rinaldi ancora ri- to il mondo, giudicò conveniente una ge-
porta gli enormi eccessi e l'apostasia, di nerale inquisizione', intimando perciò il
cui erano stati accusati. Allora il Pa- concilio generale di Vienna nel Delfina-
pa ritirò la sospensione de' prelati e in- Io, e nominando intanto commissari per

quisitori di Francia, permise agli ordina- procedere in suo nome control templa-
ri de' luoghi di procedere con ogni dili- ri, giacché gl'inquisitori deputati dal re
genza contro i templari fìno alla senten- con l'assistenza d'alcuni gentiluomini, vio-
za, la quale dovea pronunziarsi contro i la vano r immunità ecclesiastica contro i

jìarticolari ne'concilii provinciali, con e- regolari cavalieri. Neil 3o8 il re intimò i


spressu comando di non intraprendere prelati di Francia d'ogni ordine, magi- i

contro il gran maestro generale cosa al- strati de'Iuoghi egrandi del regno al-
i

cuna, riservando a se e alla s. Sededi com- l'assemblea di Tours, per trattar la causa
pilargli il processo, ed a' maestri e pre- de'templari. Dopo terminata, il resi por-
cettori di Fiancia,d'oltre mare, Norman- tò a Poitiers per conferire col Papa, e si

dia, Poitou e Provenza. Indi Clemente V convenne che i templari fossero custoditi
scrisse al re, che se l'ordine venisse abo- dal re a istanza del Papa, e che i prelati
lito, i beni fossero impiegati nel conqui- nelle loro diocesi li potessero giudicare,
sto e ricupera di Terrasanta, e come a- toltine alcuni de'quali il Papa riservò a

vea per nominali amministratori, lo


essi se la cognizione. Nel i3oq commissari
i

pregò a deputarne degli altri; ed il re vi deputati, in Parigi citarono tutto l'ordi-


acconsenti di buongrado. Il Papa deputò ne a comparire innanzi di loro nella sa-
quelli che doveano assistere i prelati ne' la dell'episcopio: comparve il gran mae-
processi de' templari, cioè due canonici stro, con Peraud commendatore dell'or-
due domenicani e due fran-
di loro chiesa, dine, ma essendosi ili,° finto pazzo, noa
cescani. Vedendo il re che processi non i passarono più oltre nel suo esame. Tra-
si eseguivano, die commissione a fr. Gu- scorsi 3 giorni, e interrogato di nuovo il
glielmo di Parigi domenicano, inquisito- gran maestro della confessione fatta a'

re del Papa in Francia, di procedere con cardinali, li dichiarò mentitori e invocò su


processi, in presenza di testimoni esami- di loro severi castighi. A Uri cavalieri prote-
nando i templari. Dii4o del Tempio di starono, che per timore erano ad essi state

Parigi, a riserva di 3, tutti confessarono estorte le confessioni de'delitti accagionati


veri i delitti accusali, tranne l'adorazione loro: similmente dichiararono74templari
della tesladorata,dicui alcuninouaveano ch'erano nel Tempio di Parigi, chiaman-
notizia per non esporsi che ne'soli capi- do eielici e infedeli quelli che li aveano

toli generali. Il gran maestro IMoIai, ti- processati, pronti a presentarsi al conci-
gone Peraud, Guido fratello! del Dei-
e lio se posti in libertà; e che i cavalieri che
lino d' Auvergne o del Viennese furono aveano deposto contro 1' ordine, eranvi
ancor essi interrogati primi due con- : i stati costretti da'torineuti, dal timore del-
fessarono vere le incolpazioni nella pii^i la morte, e anche corrotti con denaro, I
8 T E M TEM
ditensori cleU'crdine dicliiaiarono false e ro diocesi. Nel regno di Cipro i templari
deleslabili le incolpazioni, di cui era stalo avendo sapulo che d'ordine delPapa do-
gravalo da persone siiboinalejeche molli veansi arrestare, presero le armi e ca- i

fiati dell'ordine clic a forza di tormenti valli per difendersi; nondimeno poi si sot-

aveano confessalo, erano pronti a conte- tomisero e furono imprigionati. Que'd'A-


slare il contrario qualora fossero liberi. rogoiia fecero maggiore resistenza, salvan-
1 comnìissari dall'agosto iSog al n)aggio dosi nelle piazzeforti dell'ordine, eia prin-

i3ii esaminarono aSi testimoni, tanto cipaìeessendo il castello di IMonzon, fu as-

templaricliealtrijche aveano deposto al- sediala e presa; come pure si espugnaro-


la presenza degli ordinari. Il concilio pro- no Rliravelle, Cantaveja e Caslellot. im-
vinciale di Sens tenuto verso il i3io in prigionali cavalieri, il Papa ordinò al ve-
i

Parigi, avea proferito la sentenza contro scovo di Valenza di processarli. In Por-


molli dell'ordine, altri assolvendo, altri togallo re Dionisio, senza concorrere alla
condannali a qualche penitenza e poi li- distruzione de' templari, li fece passare
berati, molli rilegali in prigionia per[)e- neir ordine di Cristo da lui istiluilo, al

Ina, e 5g come ricaduti furono degra- quale attribin loro beni con Thoinar
i

dati dal vescovo di l^aiigi, e dati in [)0- ch'era stato il capo dellordine de' tem-
tere del braccio secolare furono arsi vivi plari, e ne die porzione all'ordine d'Avis.
fuori di porta Antonio, protestando la
s. Arrivalo i! tempo del concilio inlimato
loro innocenza, ed essere calunnie le im- in Vienna, nella i.'' sessione a' i6 otto-
putazioni: il elle cagionò alla meraviglia bre i3i I vi fu Iratlato l'aliare de' tem-
nel [)opolo, parte del quale deplorava la plari, e durò sino alla settimana santa del
loro sorle, e parte detestava la loro osti- I 3 I '2; e nella 2.' che cominciò a'22 mag-
nazione. Frattanto si flicevano gli stessi gio venne pubblicalala bolla di Clemente

processi negli altri regni. L' arcivescovo V condanna dell'ordine, che inco-
della
di Ravenna adunò il concilio provinciale, mincia colle parole Sacro approhante :

ove fu decretato che gl'innocenti fossero concilio, nella quale si dice che in con-
assolti, ed rei [lunili: che
i
confessanti i siderazione de'gravi ed enormi delitti, de'

a forza di tormenli dovessero conside-


,
quali i templari erano stali convinti, per
rarsi innocenti, e die bisognava conser- approvazione del concilio e non per sen-
var l'ordine, se sana ne fosse la maggior tenza definitiva, lutto l'ordine de'templa-
parte. In Bologna alcuni provarono, che ri s'intendeva abolito, e proibivasi a qual-
la loro vita era sempre stata onesta. Nel- sivoglia persona l'entrarvi e vestirne l'a-
la Lombardia e nella Toscana furono con- bito sotto pena di scomunica; e che il con-
vinti di delitti orrendi e detestabili egual- cilio univa all'ordine e milizia Qeroso-
mente che quelli di Francia. In Castiglia che sui turchi avea allora glo-
ìiiiiildiia,

furono arrestali, e sequestrali loro beni. i riosamente conquistato Rodi (/ .), tutti
In Salamanca furono dichiarati innocen- ibeni de'templari sì mobili, che slabili
ti, nondimeno vennero mandati al Pa- appartenenti ad essi nel tempo della lo-
pa. In Inghilterra confessarono i delitti, ro cattura in Francia, eccettuando però
de'quali gli accusavano. In Provenza fu- da questa unione generale i beni da essi
joiio tulli condannati a morte; ed il Pa- posseduti ne'regni di Castiglia, d'Arago-
pa mandò l'abbate di Crudacio in Ger- na, di Majorca e di Portogallo, de' quali
mania,acciò prendesse informazione di lo- apparteneva la disposizione alla s. Sede.
ro, eileputò ancora gli arcivescovi di Ma- II re di Francia de'loro beni mobili si ri-

gonza i; di Colonia, ed i vescovi di Ti eve- tenne due terzi per le spese de'processi.

ri, di IMagdeburgo, di Costanza e di Stras- Ferdinando IV redi Castiglia unì al suo


burgo, onde lucessero lo ilesso nelle lo- dominio i beni dell'ordine posti ne' suoi
TE M TEM 9
stali, eparle furono assegnali all'ordine (li tio maestro di Normandia , con Peraiid
Cdldtnnut ; e Giacomo II rcMl'Aragona die occiipav;» una delle principali cariche
co'heni loro isliluì l'ordine di iMoiUcsa. dell' oidine, insieme ad un allro impie-

PiifL-risceil Cosio wtW Istorid della s.Rc- gaio nelle (inan/e regie. JNell'ulliinarsi il
li}iioue di s. Ciò. GerosnUinitano . che processo de'teinpiari, Clemente V atito-
a l'.ipa Nicolò IV, dopo la perdita di Tri- rizzò 3 cardinali legati, l'arcivescovo di
poli, nel 1289 (u proposta l'unione de' iJens e alcuni allri a giudicare 4 cava- i

templari a'gerojolimitani, per terminarle Iieri,i (piali confessarono avanti a'giiidici


loro discordie e dissensioni per eninliizio- i erano accusati. Quindi giti-
delitti di cui i

ne ,
tanto pregiudizievoli alla cristianità dici ordinarono che
si alzasse un palconel

d'oriejite ed a a Teirasanta, onde ne in- portico della Madonna, ove sarebbe loro
teipellò l'episcopato, i principi cristiani fatto conoscere il proprio destino. Stabi-
e i dua ordini; ma l'unione non eblie ef- lilo a (juest' elfelto un giorno, dopo un
fello, ritenuta per cosa vile. \\ Sag'j^ia- lungo ragionamento fitto da uno de'car-
/o/Y' /ìO/;?a//onel f. i,p. 243 pai la de'tein- diiiali, rpiesti disse al popolo che 4 ca- i

plari e d'un nuovo documento che riguar- valieritemplari venivano condannati a


da la casa ch'ebbero in Roma. Sebbene perpetua prigionia, per averfrancamente
dica chedella stanza de'iemplari in Roma, confessato i loro errori. IMa all'improv-
poco o nulla generalmente si sa, pure da viso, violai e tiuido protestarono al po-
uua bolla di Alessandro IV del 12.59 **' I"j'o e a' giudici presenti, ch'era filsa la
raccoglie: che i tem[)laii possederono il ca- loro deposizione, chiamando Dio a testi-
stello di s. Felice sul monte Circeo e le monio di loro innocen7a. Allora i cardi-
proprietà annesse a quel feudo, e cos\ un naii li dierono al preposto di Parigi the
l(iu\iueuio ad s.Marianide Snrresca nei- ivi trova vasi, ed il re adunato il consiglio
la diocesi di Terracina, ed una casa in cpiel- di tutti secolari, fu decretato che verso la
la città presso le mura uibane nel luogo sera a' 20 aprile i3i2, altri dicono nel
che dicevasi Posterula ed in Terracina ; !3 1 3, fossero bruciati ]Molai eGuidonel-
i templari possedevano ancora la chiesa l'isola del palazzo, tra il giardino reale e
di s. Maria de'Leprosi, Le possidenze di ilconvento degli agostiniani, come fu e-
s. Felice spettavano a'cavalieri templari seguilo.Solfrironocpiesti rei costantemen-
del convento di s. I\Iaria sull'Aventino col- te il supplizio, e (incile ebbero lena difa-

Jedi Pioraa. Questa chiesa tuttora dell'or- vellare, sostennero essere innocenti efil-
dine Gerosoliinitaiio che , e descrissi in se le deposizioni. Quindi lordine de'tem-
quell'articolo, forse pervenne in proprie- plari rimase per sempre estinto in tulio
tà di esso, quando ebbe i beni de' tem- il cristianesimo, fuorché in Germania, o-

plari, i quali ricolmati di privilegi da'Pa- ve per qualche tempo sì mantenne nel-
pi, neaveano ricevuti anco da Alessandro I' arcivescovato di IMagonza, ficeudosi i

IV, stabilendo pene contro quelli che a- cavalieri assolvere da'voli dall'arcivesco-
\essero preteso le decime da essi, obbli- vo nel sinodo perciò adunato. Fra tutti
gamloi vescovi ad accettare i chierici pie- gliordini soppressi, ninno ebbe line più
sentati da'templari per le chiese all'or- Iragicodiqiiesto, sebbene voglianoalcuni
dine soggette, ed esonerandoli da tasse do- che i loro misfilti (\irono esagerali da'ne-
vute a'nunzi e legali della s. Sede; e (i- mici, e che molti innocenti restarono av-
nalmente a vea pur loro concesso, che ve- i viluppati nella proscrizione generale. Fu
scovi potessero agire severamente conilo donala la vita a tulli dopo i cavalieri, che
gli usurpatori delle limosine largiteall'or- l<i sentenza del concilio di Vienna non re-

dine. 11 gran maestro IMolai fu riservato clamarono; e74diessinou accusati in-


ai giudizio della s. Sede, colsuddello Cui- Irapresero di difendere l'ordine, ma non
IO TEM TE M
furono ascoltali. Come iu generale furo- vivere Filippo I V,il quale gli procurò e fe-
no trattati i cavalieri appartenenti all'or- ce subire quel tremendo castigo.Di questo
dine, meglio è vedere il Rinaldi, all'an- clamoroso avvenimento e spaventevole
no 3 1 2, n. "9. Molti contemporanei ripro-
1 tragedia, con precisione discorre ancora
varono r eccessivo rigore e scolparono il Bercastel nella Storia del cristianesi-
l'ordine, affern)ando che agli accusati si mo 1. 1 5, lib. 42; però quanto all'origioe
prometteva grazia per carpir loro la con- della disgrazia de'templari, non conviene
fessione, o si otteneva questa colla tortu- col racconto di Giovanni Villani, che l'at-
ra. Rimarcarono che la maggior parte de' tribuisce alla scontentezza de'due sunno-
principi si divisero le spoglie de'templari, minati cavalieri; ma alle rivelazioni fatte

i loro castelli e le piazze forti, per le quali al re da Squin di Florian, templare che
talvolta aveano tremato. Il Novaes nella pe'suoi delitti dovea subire la morte. Di
Storia di Clemente l , riferisce che con- i più riporta i diversi giudizi sulla sortede'
cilii Magonza e Ravenna nel-
di Treveri, templari, che secondo alcuni furono vit-

l'anno medesimo dichiararono innocenti time della severità di Clemente V, e di


i templari. Dice che bisogna confessare che Filippo IV che lo dominava, come dissi
la loro causa, nello stato in cui oggi si tro- ad Avignone e ne'lanti articoli in cui com-
va, non lascia d'essere un problema de* piansi la nocevole influenza del tristo prin-
più dillicili che abbia la storia ecclesia- cipe sul supremo capo della Chiesa, che
stica^ e che le ricchezze de'cavalieri unite fatalmente indusse a stabilire in Francia
a molli vizi parlicolaii, e ad una vanità il suo soggiorno, con funeste conseguenze.
che li rendeva odiosi, fossero i loro delitti Questi giudizi sui templari ampiamen-
effettivi, i quali molto piìisi rilevano dalla te potranno rilevare da'seguenti scrit-
si

vivacità di Filippo IV loro mortale ne- tori. Ilistoire de V ordre militaire des

mico, per essersi essi uniti nella rivolu- Templìers ,depuis son établìssementj'us-
zione che si formò quando volle alzar il qiià sa decadence et sasuppression,par
prezzo delle monete tino a due terzi so- Pierre du Puy conseiller et garde. de la
pra il loro valore reale; e per essersi con- biblìotheque du Roy fUOiivelle édition re-
tro del re apertauieiile dichiarati] in fa- vue, corrigée et augmentée d'un grand
vore di Papai?o/«//^7(z'o ////,• onde il re nornhre de picees Justijlcatìves. Ouvra-
severamente si era proposto di annienta- gè que pourra servir de supplement à
re e distruggere l'ordine. Comunque sia V Ilistoire de V Ordre deMallhe,au quel
però, i testimoni che convinsero i cavalieri Olia unipartie des biens de celili des Tcrn-
delle colpe loro addebitate, la confessio- pliers, Brusselles i 'j^i.V\g\vo Messie, Des
ne d'un gran numero di essi, costrinsero Templiers daiis ses Iccons par CI. Cin-
il concdio a sopprimerli; e il Papa a fare ge t, Lyon 5g2. Listi tuta et regiila ord.
1

altrettanto per via piìi di provvisione e Alilitum Templariorum in Prosp. Stel'


ordinanza apostolica, che di condanna e lartii Regulis ord. monastic, , Duaci
sentenza definitiva. Le loro immense ric- 1626. Egidio SivawchÀ^Disputatio histo-
chezze e beni, dopo lunghi contrasti, con rica de ordinis inilitum Templi, Witte*
bolla de'2 maggio fiu'ono assegnali a'ge- bergae 1669. Gio. Cristiano Wichmans-
rosolimitani perchè erano similmente ad- hausen, Disputatio de extinctione ordi-
detti alla difesa de' luoghi santi, tranne nis 71'wy?//7r?'t»/77/»Xipsiae 1687. Cristia-
pure già parlai. Rimarca in-
quelli di cui no Tornasi, Dissert. de Templariorum
oltre Novaes, che Clemente V mori nel equitum ordine sublato, Halaer702. Ni-
giorno medesimo in cui due anni prima cola Gurllero, Historia Templarioruni
era stato bruciato il gran maestro, e che observation. Eccles.aucta, Amstelodami
nell'anuo stesso a'29 novembre cessò di 1691. Godofredo G. Liebnilzio, Man-
,

TE M TEN II

(issa codicis j'uris gentium, Hanno v, le funeste differenze e conlese insorte al-
1708. lora in quella università, di comunecon-
TEMPLI DI ROMA. r. Tempio. senso nel i 702 ne fu eletto priore. Il car-

TEMPORA. / Quattro Tempora. . dinal Camus nel 700 1 l'avea condotto in

TEMPS AoTEMESA. Antica cillà ve- R^oma per suo conclavista ed incontrò ,

scovile d'Italia iie'Bruzi, chiamata Tcin- mollo coH'elelto Clemente XI, chegli mo-
sa, celebrai issiina siccome fondata dagli strò tutti i contrassegni di parziale amo-
ausoiiiijda molti seri Itoii Ialini e greci ri- re, quasi presagisse che sarebbe slato in-

nomala. Divenne colonia romana per signe e intrepido difensore della bolla U-
quella che vi dedusse P. Cornelio Scipio- nigenitus poi da lui emanala. Ritornato
ne ['.africano, e poi anche rinnovata da in Francia, sostenne le proprie tesi con
T. Sempronio Longo console nell'anno tanta leggiadria e presenza di spirito, che
di Roma 558. ìieW Italia sacra, 1. o, p. 1 in premio conseguì dal re pingue abba-
171, si legge, che il popolo abiuralo il zia. Nel 1705 fu decoralo delle divise di
falso cullo degl'idoli, abbracciò il cristia- dottore, e poi eletto arcidiacono della me-
iiesimo,e meritò la sede vescovile, ma non tropolitana di Sense vicario generale del-
si conoscono che i seguenti vescovi che ri- l'arcivescovo. Nel I 7 9 fece il
1 2. viaggio
porta. Ilario die fu in Roma al sinodo Pal- a Roma col cardinal Thiarddi Bissy, ch'e-

mare nel 5o3 adunato da s.SimmacojSer- gli pure scelse a conclavista per l'elezio-
gio Tempsanensis ecclesiae episcopus ne d'Innocenzo XIII. Nel pontificato di
trovossi al concilio di Roma tenuto da s. questi, dal re di Francia fu destinalo mi-
Martino I nel 6491.; Abbondanzio sotto- nistro presso la s. Se(\e, nel quale incari-
scrisse a Ila lettera sinodica di S.Agatone Pa- co avendo dato saggio di fedeltà e valo-

pa all'imperatore Costantino III nel 680. re, nel I 724 Renedello Xlll lo preconiz-
Rovinala la città, la diocesi fu compene- zò e consagrò in s. Maria della Vallicel-
trata con quella di s. Marco (ì .), cui è la in arcivescovo d' Ambrun. Sostenne
pure unita la sede di B siguano, [mt\c\^a-
i. quindi con coraggio e zelo incredibile la

to della famiglia San.scvcririo, nella Ca- cattolica religione, e tra le altre opere e-
labria Citeriore, provincia ecclesiastica di gregie delle quali fu autore, nel concilio
Cosenza. Si pretende che sulle rovine di provinciale da lui celebrato nella tnetro-
Tempsa,sia sorto il borgo di Torre Loppa, politana coni4 vescovi, sospese col con-
ovvero di s. Lucido borgo sul Mediter- senso del Papa e con pubblica sentenza
raneo, ed al tri diconoMalvilo,e linai men- il vescovo di Senez dall'amministrazione
te alcuni pretendono che gli succedesse di sua chiesa, per l'ostinala adesione mo-
Scalea con comodo [)orlo, ma altri sosten- strata da quel prelato pe'dannati errori
gono che fu edificata sugli avanzi di Taii- di Bajo, Giansenio e Quesnello, come nar-
lana fabbi icata da'sibarili. Se Temesa o rai a Francia. Gli atti del concilio furo-
Tempsa in che silo la costruirono gli au- no approvati da Benedetto XIII, che ri-
soni!, se ora vi sia Malvito o s. Lucido, e colmò di somme lodi l'arcivescovo zelan-
se sieno state due ciltà, si può vedere fr. te. Questi sino dal 17 28 era stalo designa-

Elia De A (nato, T ariaruin aiiiniaclver- to pel cardinalato, per le istanze fatte da


sioìuim, ^\'e::,%o gli Oyjui'co/i del Caloge- Giacomolll recatlolicod'Inghilterra, ma
là, t. 24. l'invidia d' alcuni gliene rilardarono l'o-
TENCiN GuERiN Pietro, Cardinale. nore per più di due lustri; imperocché
Sorlili nobili natali in Grenoble, si trasfe- soifrì gravi molestie e fiere persecuzioni,
rì in Parigi, dove nella casa di Sorbona per l'inipegno da lui mostrato contro il
all'impegno per lo studio seppe congiun- giansenismo, nel difendere e mantenere
gere una tale matura prudenza, che uel- la purità della cattolica dottrina. Final-
12 TE N TE N
menle alle preghiere tli detto re, Clemen- delle tenebre che si canta il mercoledì san-
te XI a'23 febbraio 1709 lo creò cai'cli-
1 to, è quello del giovedì seguente, che fu
nale prete de'ss. Nereo e Achilleo, proiet- posto per anticipazione nella sera prece-
tore tk-ll'ordine gerosoliiDÌtaiio e di quel- tlenle. Egli è detto così dalla parola tene-
lo dellaVisitnzioiie, e nuovamente fu fat- ìirae, ossia perchè in fine di (piesl'ulfizio

to ministro in Roma della corona diFrau- si snjorzano tulli i lumi prima che sia es«

eia, colle corigiegazioni del concilio, pro- so finito, per diiooslrare altresì il duolo
paganda, vescovi e regolari, e altre mol- profondo in cui la morte di Gesù sulla
te. Dalla chiesi» d'Ambrun ue\i'j^oJie- croce immerse tutte le creature, e per ri-

nedelto XIV lo trasferta quella di Lio- chiamare la rimembranza di quel buio


ne, coll'aggiunla in seguilo delle due pin- spaventevole in cui per 3 ore fu ravvolta
gui abbazie di Tref'onli e di s. Paolo di Ver- tutta la terra. Mattutino, Notturno,
7'^.

dun, le quali gli furono conferite da Lui- Laudi, MisERERE, Lumi, Settimana san-
gi XV, che 742 lo decorò del grado
nel 1
ta. Terremoto, ed il voi. Vili, p, 284,
di commendatore dclloSpirilo santo. Nel- 3o4) 3 5. 11 p. Menochio, Stuore, t. i,
I

l'islesso anno il re lo nominò ministro di cent. 4> cap. 3o tratta: Della miracolosa

stato, e per morte del cardinal deRohan eclisac del sole, e delle tenebre wm'ersd'
con pubblico e universale applauso ven- li, che furono al tempo della Passione

ne stabilito provvisore della casa di Sor- di Gesìi Cristo.


bona. Questo degno porporato fu un mo- TENEDOS o BOGJA. Sede vescovi-
dello di tutte le virtù, e perciò tenuto in le e isola della Turchia ;isialica nell'Ar-
gran pregio da'Fapi e da're di Francia, cipelago sulla costa degl'Anatolia, distan-
i (pjali l'adoperarono in rilev;inlissimi af- te 4 leghe all'ingresso dello strettode'Dar-
fari. Intervenne Benedetto
al conclave di danelii, nel sangiacato di Biga. La città

XIV, e chiuse gloriosamente il periodo è fabbricata in semicircolo in una valle


de'suoigiorni inLione nel 758, di 68an- i e sul pendio di due poggi, standole a ca-
iii, restando sepolto in quella metropoli- valiereuna montagna poco alla e di for-
tana senza funebre memoria. ma [)iramidale, difesa da un piccolo fòr-
TENEBRE (Uffizio delle). Si chia- te e da una cittadella di poca importan-

mano cosi nella chiesa callolica l'ulìizio za. Mitissimoèil clima, ed ha frequenti
di mattutino e le laudi de'3 ultimi gior- rel.izioni con Costantinopoli. Il suo por-
ni della settimana santa, perchè al ter- to un tempo era formato dal molo, e cir-
minare di tale ulllzio si spengono tulli i condalo da montagne: olFre sicuro rifu-
luuii della chiesa, e per significare le te- gio e la baia ha buon ancoraggio . ed è
nebre prodigiose che alla morte del Re- per questo che Giustiniano I vi fece co-
dentore coprirono tutta la terra, e la fu- struire un immenzo magazzino, in cui le

nesta ed ostinata cecità in cui è rimasta navi contrariale da'venti venivamo a de-
la Sinagoga (T^.), abbandonala da Dio. positare i giani che traevano dall'Egit-
Finché cristiani continuarono a passa-
i to pel consumo di Costantinopoli. Vi è
re maggior parte delle notti della set-
la una chiesa greca benissimo mantenuta.
timana santa, e massimede'4ultimi gior- Omero fece menzione dell'isola presso la
ni di essa, vegliando nelle chiese, rutlizio foce dell'Ellesponto, ed in tullitempi i

conosciuto sotto il nome di Uffìzio del' furmò una piazza importante. Tenedos è
le tenebre, dicevasisempre a mezza not- rinomata per la finta fuga de'greci nella
te.Questa pratica era ancora in gran vi- guerra di Troia, e per la severa legge pro-
gore nel secolo XII, come si può vedere mulgata dal suo reTenes contro gli sper-
neiranlico()/Y/;//rro///(^///oene'c<>nimen- giuri, onde poi nacque \\ proverbio Se-
tari di Mabillou e di Marlene. L'uilìzio ciiris Teiieida. Aulicatueule fa chiama-
TE N T EN i3

ta rA'i/crofì,p€r cui alcuni crederono che scovato di Mililenc, che assegna la santa
dasseoiii^iueaLeuciofi alMeaiiilro.Eravi Secie.

un le m pio d'Apollo del toiS'///?7<'o, la cui sta- TENERIFE o TENER IFFA. r. s.

tua leiieva in mano una scure o accella, e Ckistoforode Laguna, sede vescovilego-
siccome era a lui consagrala tiilla l'isola, i vernala ancora dal suoi. "vescovo che ri-

tenedii veneravano la scure e l'esprime- portai in quell'articolo. Pel concordalo


\aiin nelle loro medaglie.
o I^oducendo i'i- Ira la s.Sede e Spagna, che riprodussi
la

sola de'gianclii in forma di scure, tene- i in tale articolo, nel i85i dal Papa Pio
dii li re|)ulavano sagli ad Apollo. L'isola IX il vescovato fu unito a quello di Ca-
e la cillà passò per tempo sotto la domi- narie, la (juale sede pelò è alliesì anco-
nazione ottomana; quindi nel i656 i ve- ra governala dal suo antico e particola-
neziani la dopo distrut-
ritolsero a'iurclii, re vescovo, mg.' Bonaventura Codina di
tane la flotta: ma nel seguente anno es- Girona della congregazione della Missio-
sendo stato ucciso l'ammiraglio Moceni- ne perchè il vescovo di s. Cristoforo o
,

go, l'armata veneta si ritirò, e l'isola ri- Tenerife fu dicliiaralo suo ausiliario, e si

cadde nuovamente in potere de' luiclii. confermarono amliedue sullraganei del

Tra'suoi prodotti il principale è la colti- metropolitano di Siviglia.

vazione della Per tempo vi fu pre-


vile. TENi\ESO oTIlEiMNESO, Thcnne'
dicato il vangelo, e s. Abiindemio mar- sus.Sede vescovile della provincia Au-
tire la rese illustre collo spargimento del gustamnica i ."nell'Egitto, sotto il patriar-
suo sàngue per la fede, cpiindi vi fiorì il cato d'Alessandria e l'arcivescovato di Pe-
cristianesimo e vi fu creila la sede vesco- lusio, eretta nel V secolo. 11 vescovo E-
vile nel IV secolo sotto la metropoli di ]Mi- none ricusò di sottoscrivere la condanna
lilene, nella provincia ecclesiastica delle di Uioscoro nel concilio di Calcedonia. O-
Cicladiesarcalod'Asia,con residenza d'un ricns dir. t. 2, p. 55o. Tenneso, Then-
vescovo greco. Le Notizie de' vescovati ncsen, è ora un titolo vescovile in par-
non fanno menzione di Tenedo,ma gli al- iibus del simile arcivescovato diPelusio,
ti de'concilii attribuiscono questa chiesa che si conferisce dal P;ipa.
ora alla provincia delle Cicladi , ed ora TENTYRA o TEiNTYRlS o DEN-
all'Ellesponto. Il suo vescovo governava DERA. Sede vescovile dell'Egitto della
talvolta le chiese di Lesbo, di Egialea e 1." provincia di Tebaide o Tebe, nel pa-

di Proselene nel 45' > e si qualificava co- triarcato d'?Jessandria, sotto la metropo-
me metropolitana nel secolo XIV. Tra i li Tolemaide, eretta nel IV secolo. Era
di
suoi vescovi, Diodoro irovossi al concilio sponda sinistra del Nilo, tra
situala sulla
di Sardica; Anastasio fu deposto qual ne- Abido e la piccola Diospoli, e se ne ve-
storiano dal concilio d'Eieso; Fiorenzo dono le notabili e belle rovine. Gli ara-
sottoscrisse a quello di Calcedonia, e due bi la chiamano Benderà, cioè il borgo e-

unni prima avea fatto il simile al l)rigan- difìcalo presso i suoi avanzi, che ha una
daggio d'Efeso; Giuseppe intervenne al chiesa copta, ed èfrequentaloda'viaggia-
concilio nel quale 1' eresia de' palamiti toriche visitano le dette grandi rovine di
venne approvata sotto il patriarca Ca- Tenlyra, le quali moslrano l'antica egi-
listo. Oì-icìis chrislianiis t. i
, p. 949- ziana architelliira in lutto il suo vero
L'isola pe'callolici è sotto la giurisdizio- splendore. Fra'monumenli il meglio con-
ne del patriarcato Ialino di Coslanlino- servato è un tempio grande oblungo, il

poli, ma gli abitanti sono quasi tutti gre- cui I ."portico ha 9,4 grandiose colonne co-
ci e mussulmani, pocbissiuii essendo cai' i perle di geroglifici e di pitture, come pu-
tolici. Tenedos, l'ciicdiii. è un titolo ve- le i capitelli; il 2.° portico è sostenuto da
scovile ili parlibiis, dell' eguale arcive- G tolouue: le muraglie e i sofiUli dell'in-
i4 TE N TEO
terno sono lutti adorni di sculture in bas- lo scisma ad Alessandro III. Mentre con
sorilievo, con soggetti assai svariali e la questo Papa ne'principii del 78 si tro-
1 1

cui fina esecuzione accurata prova 1' al- vava in Anagni, morì e ivi ebbe onore-
to grado a cui quest'arie era pervenuta vole sepoltura.
presso gli egizi. Si osserva pure una por- TEOBALDO(s.),preteeremita.Discen.
la altissima e magnifica, decorata in o- dente dalla famiglia de'conli di Champa-
gni lato di bassorilievi. Nel sofllllo d'u- gne, e figlio del conte Arnoldo, nacque nel
na delle sale superiori, costruite sul ter- 1017 a Provios nella Brie. Seppe da gio-

razzo del gran tempio, era posto il famo- vinetto guarentire il suo cuore dalla cor-
so planisfero trasportalo nel 182 i nel mu- ruzione del mondo, e leggendo le vite de'

seo di Parigi, sul quale tanto scrissero i Padri del deserto, si senti tocco da que-
dotti, non essendo però d'accordo sulla gliesempi per modo, che si destò in lui
data precisa della costruzione di si curio- un vivo desiderio d'imitarli, e di gusta-
somonumento. Tenlyra ebbe a vescovi, re le dolcezze della solitudine, conversan-
Pacbime o Pacbiino meleziano, Saprio- do senza inlerrompiraeuto alcuno con Dio
ne Sernpioue contemporaneo di s. Pa- per mezzo dell'orazione e della contem-
coraio ,Giovanni ^iacobila che trovossi plazione. Suo padre procurò invano di
all'assemblea de' vescovi tenuta nel 1680 trattenerlo, proponendogli nozze vantag.
al Cairo per ordine del visir, relativamen- giose e onorevoli cariche, commettendo-
te a Cirillo II patriarca de'giacobili. O- gli eziandio di comandare le truppe ch'e-
riens dir. 607. Tenlyra, Tenty-
t. 2, p. glimandava in soccorso del suo parente
re/i, è al presente un titolo vescovile in Eudes li, contro l'imperatore Corrado II
partihus, dell'eguale arcivescovato di To- ilSalico.Ttoha\àQ rappresentò al padre
lemaide che si conferisce dalla s. Sede.
,
ilvoto che avea fatto di abbandonare il
TENTOiVARIAMANFREDo,Carr///2a!- mondojcd ottenne finalmente quanto con
le. De'conli di tal nome o di Tinliniano, tanta istanza domandava. Recatosi quin-
nacque in Siena e professò la regola be- di in Alemagna con uno de' suoi amici
nedettina nel monastero di Mantova, ov- per nome Gallerò, si arrestarono nel bo-
vero fu educato da fanciullo in quel ce- sco di Pelingen nella Svevia,e vi costrus-
nobio o in Sens. Trovandosi in questa cit- sero delle cellette. Sapendo come gli an-
là Alessandro III, neh i63 lo creò car- tichi solitari occupavansi nel lavoro del-
dinale diacono di s. Giorgio'in Velabro, le mani, andarono nei vicini villaggi ad
nel I 172 passandolo all' ordine de' pre- esercitare il mestiere di manovali, ed u-
ti col titolo di s. Cecilia, e nel 1 i 78 lo di- nironsi co'famigli de'Iavoratori, onde di-

chiarò vescovo di Palestrina. UPapa l'iu- videre con essi le fatiche della loro pro-
viòneli 166 per legato, col cardinal Pie- fessione; e col profitto che ne ritraevano
tro dis. Maria in Aquiro, a Guglielmo comperavano del pan bigio, ch'era tutto
lì re di Sicilia, per implorare soccorso al- il loro nutrimento. La notte si ritirava-
la chiesa lomana, contro gli allentati di no nella foresta a cantarvi le lodi di Dio,
Federico I imperatore che assediava Ro- e vi passavano mollo tempo nell'eserci-

ma. Compita lodevolmente tal commis- zio della contemplazione. La santità del-
sione, Alessandro III lo destinò col car- la loro vita attrasse in breve su di essi gli
dinal Ottone di s. ÌNicolò in Carcere nel- sguardi della gente, e perciò divisarono
laLombardia, per comporre alcune dilFe- di abbandonai e quel luogo. Fecero dun-
renze che turbavano la quiete di quella que un pellegrinaggioa Conipostella,e di-
provincia. Fu del numero de'7 cardinali poi ne impresero un altro per Roma, an-
che nel i i 77SÌ trovarono presenti in Ve- dando sempre a piedi scalzi. Visitali tut-
nezia air abiura che Federico I fece del- ti i luoghi di divozione ch'erano in Ila-
TEO TEO i5
lia, scelsero per ilimora un luogo ileser- Sandro HI, e celebrasi la sua festa ili.° di

io, detto Salonigo, presso Vicenza, e fab- luglio.

bricarono ciascuno una cellelta in vici- TEOBALDO (s.), abbate. Nacque nel
nanza ad una vecchia cappella. Quivi l'e- castello di Miirly, e fu per le sue virtù il

sercizio dell'orazione eia la continua lo- più celebre ornamento del nobile casato
ro occupazione; ma dopo due anni Dio di IMonlmorency. Educalo anaiogatnen-

chiamò a se Gallerò. Teobaldo raddop- te alla sua nascita, il di lui padre Boc-

piò il fervore de'suoi esercizi. Non vivea cardo di Montmorency lo impiegò nelle
che di acqua, pane, avena e radici; anzi armi. Fino da gio^ inetto concepì abbor-
giunse a torsi ben anco 1' uso del pane. ri mento per le cose mondane, e tenera di-
Non si tolse mai di dosso il cilicio; un ta- vozione alla ss. Vergine. Egli spendeva
volato gli serviva di letto, e negli ullimi molto tempo neirorazione,e recavasi spes-
5 annidi sua vita non dormiva piìi die so a visitare la badia di Porloreale, fon-
seduto sopra una panca. Il vescovo di Vi- data nel i2o4 da Matteo di IMonlmo-
cenza, conosciute le sue eraineuli virtù, rency, e con molta liberalilà dolala da
10 ordinò sacerdote; indi molle pie per- suo padre, the fu stimalo suo secondo
sone lo presero a direttore delle loro co- fondatore. Disgustato ognor più del se-
scienze. I di Ini genitori, avendone avu- colo, entrò nell' abbazia di Vaux di Cer-
ta contezza, si recarono a visitarlo, e ne uay dell'ordine cistcrciense, nella dioce-

restarono tanto commossi, che risolsero si di Parigi, e vi prese l'abito monasti-


di consagrarsi del tutto anch'essi a Dio. co nel 1220. Per le sue specchiale vir-
11 conte Arnoldo fu richiamato in Cria tù fu eletto abbate nel i234, e governò
pe'suoi affari; ma prima di partire accor- con saviezza e carila, inspirando col pro-
dò a Gisla sua moglie la permissione di prio esempio ne'suoi fratelli l'amore del-
finire i suoi giorni appresso il figlio, che la povertà, del .silenzio, dell'orazione e di
le fece costruire una cellette poco lungi tulle le altre virtù religiose. S. Luigi IX
dalla sua, e s'incaricò della cura d'infor- re di Francia, il celebre Guglielmo ve-
marla alla pratica della perfezione. Non scovo di Parigi e molti altri illusili per-
andò molto che il santo fu colto da do- sonaggi l'ebbero in grande estimazione;
lorosa malattia, e sentendo avvicinarsi e per la fama che si meritò col suo go-
l'estrema sua ora, mandò per Pietro ab- verno gli fu confidata la superiorità ge-
bate di Vangadizza dell'ordine di Carnai- nerale sulle abbazie di Porloreale, dei
doli, che gli avea un anno prima dato l'a- Campi, di Tresor nel Vessino, di Breuil-
bito religioso: a lui i accomandò la ma- Benoit nella diocesi di Evreux.La Francia
dre e i discepoli ; indi ricevuto il s. Viali- attribuì alle sue orazioni la fecondità della
co, mofia'So giugno 1066, in eia di qua- regina Maigherila moglie di s. Luigi IX.
si 33 anni (così trovo nella traduzione I\Iorìsantamente agli 8 dicembre 247; i

italiana dell'opera del p. Buller; ma de- ma è onorato agli 8 luglio a Vaux di Cer-
v'esservi errore di date, essendovi detto nay, ove si va a visitare la sua arca nelle
che Teobaldo nacque nel i o i 7, come ho feste della Pentecoste. Nelle altre chiese
riportato di sopra), e dopo aver passato si celebra la sua fes ta a'g dello stesso mese.
12 anni nel deserto di Salonigo. Le sue TEOBALDO , Cardinale. Si trova
reliquie furono portale nella chiesa che sottoscritto vescovo di Velletii, nella bol-
apparteneva alla badia di s. Colombo di la spedita nel 996 da Gregorio V a fa-
Seus, poscia trasferite in una cappella vi- vore del monastero di s. Sai valore diMon-
cina ad Auxerre, che porta il nome di s. te Amiato nel territorio di Siena. Inter-
Tcohaldo del /;oico. Questo servo di Dio veiuie al sinodo celebrato in Lalerano da
fu nel 1 170 caucaizzalo da Papa Aks- Bcuedelto Vili , sottoscrisse uu decreto
i6 TE O TEO
cliGiiglieImoal)l)ateclis. KenignodiFrnt- chiamandolo i sagri eleltori Cchxtin
tu.'iiiii, e alla bolla di Giovanni XIX nel come mandato dal cielo. A fronte del
I oiG perla chiesa di Selva Candida, mo- virtuosa ripugnanza di Teobaldo, si e
rendo nel I 046. minciò a cantare con molta allegrezza
TEOBALDO, Cardinale. Vescovo di 2'e Deum (V.), ma non erasi della
Albano, si Irovò presente al sinodo cele- mela, quando il Frangipane, che chian
bralo da Giovanni XIX nel io?.6[)er Roberto, vcrtì fecit in luctum citharai
la chiesa di Selva Candida, esoUoscrisse col promuovere co'suoi aderenti al poi
il concilio romano Benedetto IX nel
di lificato Onorio 11. R.inaldi loda la vir
1 087 per la causa d'Andrea di Perugia, di Teobaldo, che canonicamente elei

e ad altro convocato nelio44 '"^ favore non voleva accellare,e poi docile subito
d'Ursone |)atriarca di Grado. dimise; ma che Onorio II con acconsenti
TEOBALDO o TEBALDO, Cardi- alla propria esaltazione, contrasse pere
nale. Romano della famiglia Boccapeco- una brutta macchia. Vogliono alcuni si
la oBoccadipecora, fu dal Papa Pasqua- rici, che questa famiglia Boccapecoras

le II, che legnò dal i


099 ali i 18, crea- la slessa della Bocca paduli antica e nobili

to cardinale prete di s. Anastasia, e suc- sima romana, e che comune fu con es


cessivamente contribuì all'elezione di Ge- Io stemma. Si può vedere il Bicci nel!'

lasio li e Calisto II. Neil 124 P*^''


»'orte ruditissima Notizia della famiglia Bo
del 2.°, e malgrado la sua renitenza, che capaduli, p. 10. Il cardinal Teobfddo
rimarcai a Rinunzia, fu eletto Papa col trovò nel i i 3o anche a'sagri comizi d'I
iiQUie di Celestino 11 (ed è perciò che al- nocenzo 11, morie lo rapì a quesl
indi la
l'articolo di rinvio Eoccapecora, invece nionilo.
di Vedi Ttohaldo, per abbaglio dissi Ce- TEOBaLDO, Cardinale. Chiamai
lesliiio II, e qui mi correggo), nella cap- pure Tibaldo eTeutone, fu crealo card
pella di s. Pancrazio in Lale!ano;n\a nel- naie da Pasquale 11, che governò laCliii
l'is'esso giorno ne fece spontanea e gene- sa dal 1 099 alili 8, dell'ordine presbil
rosa /ì/'/hz/js/Vz, a Une di evitare uno scisma rale e col titolo de'ss. Gio. e Paolo, e co
che già suscilavasi nella Chiesa di Dio, e lui intervenne qual giudice al concilio i

poteva avere funeste conseguenze. Dap- Guastalla nel 06, e confermò con
i i gii

poiché, non essendo piaciuta la sua ele- ramento quanto il Papa avea fallo p(
zione a Leone Frangipane e suoi fauto- V Invesdlure ecclesiasliche mentre era t

ri tumultuariamente e-
e aderenti, essi nulu*[)rigioneda Enrico V,che poi abro£
lessero invece il cardinalLambertodi Fa- nel concilio di Lalerano, siccome accord
gnanoScannabecchi vescovo d'Ostia. Non to con aperta violenza. Quantunque no
soffri però Lamberto di ritenere il ponti- si trovò presente all'elezione di Calisto l

ficalo con elezione colantoirregolare e il- seguita in Clugiiy,non mancò di prestar


legillima, ed avendo veduto con quanta il propriocoiisenso.il suo nomecou quel
jniriibile e prudente generosità erasi di- del precedente cardinale si trova in ur
portato Teobaldo pel zelo della pace di bulla spedita nel i 1 aSdaCalisto 1 1 a Ai voi

s. Chiesa, egli pure dopo 7 giorni depo- della chiesa di Genova, come eziandio ti
se volontariamente il pontificato, a cui gli elettori di Gelasio II e Onorio li. S'

ili seguilo rimasecanonicameiile reslilui- gnora il tempo di sua molte, ma non


1(1 col nome i\' Onorio II {I' ), per virtù luogo della se[)oltura, che fu nella dell

di Teobalilo. 11 Rinaldi all'annoi 124 l'i- sua titolare. Il Crescenzi nella Coron
porta i particolari di questi sagri comi- (Iella nobiltà d'Italia, fa questo card
zi, e dice che Teobaldo dopo V elezione naie dell'antica e nobilissima romana pri

fu vestito della pontificia cappa rossa ,


sapia de' Cresceuzi.
TEO TEO if
TEOBALDO, Cardinalt-. Fu crealo scovo a' i5 agosto 885. Questa dignità
nel I I 22 o nel i I23 da Calisto 11 dell'or- aggiunse nuovo lustro alle sue virlù; ma
dine de'preli e col lilolo di s. Prassede, le fatichech'egli sostenne, unite alle mor-
ne altro si sa di lui, nulla dicendone il tificazioni della penitenza, guastarono no -

Davanzali nel suo libro, Notizie della labilmente la sua salute, sicché si trovò
basilica di s. Prassede. in istato di languore negli ultimi Ire an
TEOBALDO, Cardinale. Sorti na- i ni della sua vita. Morìa Moul-OrioI, det-
tali nelle Gallie, ove abbracciò l'istilulo to poi Montalbano, ov' erasi trasferito
di s. Benedetto, nella congregazione du' per respirare l'aria nativa; e fu sepolto
cisterciensi o de* cluniacensi. Divenuto nella chiesa del monastero di s. IMartino,
prioredel monastero de'ss. Crispino e Gri- fondato da'suoi antenati, e che prese po-
spiniano nella diocesi di Soissuns, dipoi scia il di lui nome. S. Teodardo è patro-
ne fu eletto abbate, donde passò all'ab- no di iMontalbano, e se uè celebra la fe-

bitzia di s. Basolo della diocesi di Reiuis. sta il i.° di maggio.


Indi per commissione del re di Francia TEOD INO, Cardinale. Tedesco e
presiedè governo del celebre monaste-
al canonico regolare del ss. Salvatore o di

ro Floriaceuse, e poi a quello di s. Lu- s. Maria del Reno; attesa la fama di sue
ciano di Beauvais, e finalmente abbate di virili e profondo sapere, da Innocenzo II

Clugny. Alessandro 170 lo Ili verso ili nel dicembre 1 1 34 o i 35 fu creato car- i

creò cardinale prete di Geru- s. Croce in dinale vescovo di Porto e Selva Candi-
salemme, e poi lo mandò legalo a Spa- da, e nel I 38 legalo della s. Sede in Ger-
1

latro[f\). Da Lucio HI prima deli i83 mania. Si trovò presente in Coblentz al-

fu fatto vescovo d'Ostia, e fu pure lega- l'elezione diCorrado HI imperatore, che


todi Gern>ania,nellaqualeoccasione lio- consagrò in re de'romani e solennemeu-
vandosi in Austria consagiò solennemen- te gì' impose il reale diadema in Aquis-
te la chiesa di s. Croce de'cislerciensi. Ap- grana, in luogo dell'arcivescovo di Colo-
pose il proprio nome alle bolle d' Ales- nia, che eletto di recente non avea anco-
sandro HI, Urbano Ili, Gregorio Vili e ra conseguito il pallio. Eugenio HI Mei
Clemente III. Terminò nel i88 la sua i I 145 r inviò legalo col cardinal Giulio
mortale carriera in Roma, e fu sepolto Bellagio nella Soria, dove seguii' impe-
nella basilica di s. Paolo, col solo nome ratore al congresso diTolemaide, a cui si

e titolo cardinalizio sulla lapide sepolcra- trovarono i re di Francia e di Gerusalem-


le, presso i gradini dell'altare maggiore. me, ed altri principi cristiani, oltre una
TEOD A UDO(s.), vescovo di Narbona. quantità prodigiosa qua- di vescovi, e nel
Nato da nobili genitori nel territorio di le si Irattò dell'assedio di Damasco che
Tolosa, fu educato negli studi delle scien- poi sortì infelice esilo. Interveime a'co-
ze umane ed ecclesiastiche. i\Iauifestò la mizi di Celestino II, Lucio li, Eugenio H[
sua abilità in una conferenza ch'ebbe co- e Anastasio IV, alle bolle de'quali pose
gli ebrei, i quali si lagnavano della con- la sua soscrizione. Alla fine dopo tante
dotta del vescovo di Tolosa a loro riguar- fatiche sostenute in vantaggio della Sede
do.Avendo in essa Sigebodo vescovo di apostolica, trovò il suo riposo nella tom-
Narbona ammirato la virtù e il sapere di ba nel I I 53.
Teodardo, condusse seco, e lo fece ar-
lo TEODliNO, Cardinale. Monaco cas-
cidiacono della sua chiesa. Meritatasi la sinese, per le preclare ed esimie doli di
slima e la venerazione di tutti per la sua cui andava adorno, fu di unanime sen-
dolcezza, modestia e pietà, fu ordinato sa- timento de' monaci sostituito nel i65 t

cerdote; e dopo la morte di Sigebodo ven- nella carica di abbate a R.ainaldo, nell'in-
ne dello a succetlergli, e cousugralo ve- aigue uiouaslcro diMoule Cas:>iuOj e ud-
VOL. LXXIV,

t.- i. f j«_„
i8 T EO TEO
l'islesso anno Alessandro 111 in Sens lo pa spedì nel !35 a favore della chiesa
i

creò caiilinaie prete nelle tempora di di- d'Agdenelle Gallie.ed altro non si sa di luì.
cembre. Governò l'abbazia appena 7 me- TEODOLl Gregorio, Cardinale.Oi-
si, ne' quali le ricuperò parecchi predi e nato delle piìj belle virtìi e decoro della
fondi che le apparlenevanOjCon gran van sua patria Forlì, dal celebre Innocenzo
faggio del cenobio e lode del suo nome. III fu creato cardinale prete di s. Ana-

Se non die un fiero contagio, che deso- stasia nel 12 12 ovvero nel 1 2 1 3. Pupa O-
lava l'Italia, lo ridusse alla tomba inMon- norio III, al cui concia ve eia intervenu-

te Cassino neh 166 circa il mese di lu- tOjlodeputògiudice in una causa che ver-
glio, con breve cardinalato. teva tra la città di Ravenna e la chiesa
TEODhNO o TEODEVINO, Car- di s. Lorenzo in Lucina da una parte, e
dinale. T. Atti Teodi^o. tra il rettore della parrocchia di s. Siil-

TEODOLFO(s.),3bbalediMonted'0 vatore delle Cappelle per l'altra. Lo stes-

ropressoReims.Uscitodii un'illustre fami- so Onorio III lo fece legato della proviu-


glia della2.''Aquilania,abbandonòil mon- eia di Campagna, nell'eserc izio delia qua-
do sul flore degli anni, e ritirossi a Monte le legazione lasciò la vita in Anagni, nel
d'OrOjper vivere co'discepoli dels. abbate pontificato di detto Papa. Il Ciacconio si

Teodorico. Quivi si occupò persa anni contraddice, facendolo presente ne! 1 227
nei penosi lavori dellacampagna, e dopo all'elezione di Gregorio IX, ed in un mss.
la morte del successore di s. Teodorico, della chiesa di Catania vede registra-
si

l'arcivescovo di Ueims, ad istanza de'ino- lo il giorno e il mese della morte del car-
naci, lo creò abbate, e lo elevò eziandio dinale, ma senza l'anno. Inoltre nel Ciac-
al sacerdozio. Teodolfo governò i suoi re- conio riportandosi le bolle di Onorio 111,

ligiosi con saggia fermezza, temperata dal- si vedono quellesotloscritle dal cardinale.
le più dolci maniere,sopporlandopazien- TEODOLl Mario, Cardinale. Nobi-
leuieute i disastri che gli sopravvennero, le romano de'marchesi di s. Vito, nell'iib-
e pialicando grandi austerità. Fabbricò bazia di Sulnaco {P .), di egregie doti for-
nel vicinato dell'abbazia la chiesa di s. Ila- nito, per l'esperienza delle cose cospicuo

rio, e morì verso l'anno 590, in età assai edeccellente,dopoaverapplicato sino dal -

avanzata. Le sue reliquie si custodiscono l'adolescenza allo studio della giurispru-


ancora nell'abbazia di s. Teodorico, ed è denza, fatto abbieviatore apostolico di
cuoiaio il ." di maggio.I parco maggiore, e poigovernatore di Ter-
TEODOLl oTHEODOL! Alberto, ni, com[)rò secondo l'uso di que'tempi un
Cardinale. Dell'antica e nobile famiglia chiericato di camera, ed ottenne dal Papa
de'marchesi, originaria di Forlì. a\ quale la presidenza dell'annona con plauso di
articolo e altrove ne parlai pel bel nove- tuttaRoma,epoila carica di uditore della
ro degl'illustri vescovi, prelati eallri per- stessacamera. In tempo di queste magi-
sonaggi che in essa fiorirono, e la quale strature ebbe occasione di mostrare non
si stabilì poi inPvoma.ove ancora esiste meno i che l'incorrotta sua
suoi talenti,
nel pi oprio palazzo sul Corso. Alberto me- integrità, congiunta a singoiar cortesia,
ritò che Onorio 11 nelle lenipora del di- per cui ammetteva indistintamente all'u-
cembiei 127, lo creasse cardinale diaco- dienza qualunque persona, facendo seu-
no di s. Teodoro alla Suburra. Nel fiero z'alcuu riguardo pronta giustizia al pic-
scisma insorto neh 3o contro Innocen-
1 colo, egualmente che al grande. Per tan-
zo II, a questi fedelmente restò ubbidien- meri-
te e sì rare prerogative, essendosi

te, dopo aver contribuito col pioprio vo- encomi di tutta


tato l'ammirazione e gli
lo alla sua canonica elezione. Appose la Roma, Urbano Vili a'i3 luglioi643 lo
suasoscrizione ad una bolla che detto Pn- creò cardinale prete di s. Alessio, e in as-
TKO TEO 19
«Miza del cardinal Bichi fu sostituito a no, e rifiutato di sagrificare, fucondan-
(rnltcìre presso la s. Sede gli alFari della nato ad essere decapitato. S. Ambrogio,
corona di Francia, acuì il cardinale era il cpiale narra l'istoria di Teodora, dic«

sommameiileaddetto. Dopo aver grande- ch'ella corse al luogo in cui giustiziavasi


mente favorito neh 644 elezione d'In- I Didimo, e volle morire in sua vece. Egli
nocenzo X,con rimuovere col marchese fauna bellissima dipintura della pia cou-
suo fratello V Esclusiva ( F.) dì Francia, tesa ihe v'ebbe tra loro. Furono arabe-
il Papa promosse subito al vescovato
lo due decapitati, secondo il loro desiderio;
d'Imola, che fu costretto a motivo di sa- ma Didimo fu primo ad ottenere la pai-
il

Iute a rinunziare nel iG46poco dopo uii ma del sospirato martirio. Egli è auno-
armo. Ed in fatti deteriorata la sua sani- veralo fra quelli che sotfriruno sotto Dio-
tà per male sottile, una lenta febbre Tin- clezianu ad Alessandria nel 3o4. Questi
volò da (piesto mondo in Roma neli65o, due santi sono nominati nel martirologio
mentre era nella robusta età di 4o anni romano sotto il giorno 28 di aprile,
non compiti, e fu sepolto nella sua chie- TEODORA^ (s.), imperatrice. Moglie
sa titolare senza alcuna memoria fune- dell'imperatore Teofilo , dovette mollo
lue, ma compianto. In s. Vito, feudo di soffrire per l'indole brutale di suo mari-
sua illustre famiglia, edificò la chiesa e to; ma colla sua dolcezza e pazienza le veri-

convento de'carmelilani, apri e fortificò ne fatto di rendergliela piìi mansueta. Do-


li borgo, pò la di lui morte, governò assai savia-
TEODORA(s.), verginee martire.Eia mente l'impero,come reggeDte,duraotehi
«li una assai buona fiimiglia della città di minorità del iìglioMichele 111 l' tT/Zr/aro,
Alessandria, e professando la religione cri- ed ebbe la gioì ia di estirpare interamente
sliana mentre infieriva la persecuzione di l'eresia àe'^V Iconoclasti, avendo sempre
Diocleziano, fu tratta innanzi il prefetto protetto i difensori delle sagre Immagini.
Eustrazio Procolo, il quale dopo averla Esiliata in appresso dal proprio suo fi-

inutilmente spinta a sagrificare agl'idoli, glio, e dall'empio Bardas suo zio, eutrò
comandò che in pena di sua disubbidien- in un monastero, ove mori l'anno 85?,
la fosse condotta in un bordello. Una frot- avendo dato l'esempio di tutte le viriti
la di dissoluti accorsero alla casa, riguar- nel corso degli ultimi 8 anni della sua vi-
dando questa innocente bellezza come u- ta. I greci l'annoverano fra'sauti il dir r

uà preda che non poteva fuggiredalle lo- febbraio, ed è pur nominata nel menolo-
ro mani; iria Gesù Cristo che vegliava la gio dell'imperatore Basilio^ nei IMeoei e
sua sposa fedele, mandolle uno de' suoi negli altri calendari greci,
servi perlibeiarla. Eravi fra 'crislianid'A- TEODOR.ETO (s.), prete e martire,
lessandria un giovinetto per nome Di- Era incaricatodi custodirei vasi sagri dei
dimo, pieno di zelo perla gloria di Dìo. cattolici io Antiochia, allorché Giuliano,
Acceso dal desiderio ili sottrarre la santa zio dell' imperatore di questo nome, ed
vergine da sì grande pericolo, vestissi da apostata come lui, conte o governatore
soldato ed entrò nel luogo ov' ella era. d'Oriente, per impadronirsi più facilujeu-
Teodora, vedendolo approssimarsi a lei, le de' tesori delle chiese cattoliche, pubbli-
fnggiva; ma Didimo la rassicurò dicendo- co un editto con cui bandiva tulli gli ce-
le essersi cos'i travestilo per istrapparlada clesiastici dalla città. Teodoreto, che du-
quel luogo;quindi la persuasedi cambia- rante il regno dell'imperatore Costanzo

re le proprie vesti coliesue, ed useire. lu- avea mostrato grandissiiuo zelo per la di-
formato il prefetto della fuga di Teodo- struzione degl'idoli, e edificato deilechie-
ra, fece condurre dinanzi a se Didimo, il se e degli oratorii sulle tombe tleniiuti-
<juale avendo dichiarato di essere crislia- ri, nou volle abbandouare coloro che gli
IO T EO TE O
erano stali anìdali, e coulinuù a raduna- d'Oro presso Reims, Nato nel territorio
re i fedeli per istruirli e per offrire il san- di Reims, per buona ventura s. R^emigio
to sagrifizio. Il conte Giuliano lo fece ar- si prese la cura d'istruirlo e d'informar-
restare, e lo rimproverò di avere atterra- lo alla pietà, mentre il di lui padre Mar-
lo le statue degli dei, e fabbricato delle cardo, uomo malvagio non , avrebbegli
chiese sotto regno precedente. Teodo-
il dato che tristi esempi. Avendogli i suoi
retocoiifermando il fatto, rinfacciò a Giù- genitori fatto prender moglie, egli propo-
lianod'essersi reso colpevole della più rea se alla sposa di vivere in istato verginale,
apostasia, abbandonando il culto del ve- e l'ottenne. Poscia abbracciò lo stato mo-
ro Dio. Il conte pertanto ordinò che fos- nastico, e fu superiore dell'abbazia che s.

se battuto sotto la pianta de'piedi e per- Remigio avea fondata sul monte d'Oro
cosso nel volto; poi lo fece attaccare a 4 presso Reims. Quel santo vescovo lo in-
pali, e tirargli le gambe e le braccia con nalzò al adoperò con mol-
sacerdozio, e lo

funi e carrucole, dimodoché le sue ossa lo fruito nella predicazione; laonde con-
furono tutte slogate. Giuliano fraltatito vertì molli peccatori, tra'cpiali il proprio
10 molleggiava, ma il santo marlireesor- padre,che menò dipoi vita penitente sot-
tavalo a rientrare in se stesso, e rendere to la di lui condotta. L'opinione più co-
gloria a Dio e a Gesù Cristo figlio di lui. mune si è, ch'egli morisse ili.°di luglio
Fattolo distendere sull'eculeo, comandò del 533, ed in tal giorno è nominato nel
che fossero recate delle fiaccole per bru- martirologio romano , nel Breviario di
ciargli i mentre carnefici ciò
fianchi, e i Soisspns stampato nel i 74^, e in quellodi
eseguivano caddero rovesciati per terra. Reims del 759. Le sue reliquie, che per
i

11 conte stesso restò spaventato, ma ri- la paura dei normanni invasori erano sta-
prendendo la sua indole crudele ordinò te interrate, furono scoperte nel 976, e
a'carnefici di ricominciare a tormentare sono tuttora custodite in una cassa d'ar-
il santo. Ricusandosi essi di obbedire, di- gento.
cendo che aveatio veduto degli angeli a TEODORICO (s.),vescovod'Orleans.
parlare con Teodoreto, li fece gettare in Sortì illustri natali a Chateau-Tliierri, e
mare. Finalmente, non polendo più fre- fu educato aSens nel monastero di s. Pie-
nare il suo furoi e, condannò Teodoreto tro il Vivo, di cui era abbate Rainardo
ad essere decapitato, e la sentenza fu e- suopareute.il re R.oberto 11, che couobjje
seguita nel 362. Questo santo mai tire è il suo merito e le sue virtù, lo fece veni-
nominato Teodoro o Teodorico in alcu- re alla C(jrte, l'onorò della sua confiden-
ni luoghi; ma il suo vero nome è Teodo- za, e poi lo nominò alla sede d'Orleans.
reto. Celebrasi la sua memoria il 2 3 di Ebbe de'contrari, che misero in campo
ottobre, delle calunnie per fiastoriiare la sua ele-
TFODORIADE. Provincia ecclesia- zione; ma non fu ddlìcile a Teodorico pro-
stica della diocesi d'^/z/Zoc/uVr, che l'im- vare la propria innocenza, onde fu con-
peralore Giustiniano 1 formò con alcune sagralo vescovo. Aillitlo da malattie per
sedi vescovili staccate dalla i.'' e dalla 2.' tulio il resto della sua vita, non rimase
Sìria, e da nominata Teodoriadc in
lui però mai dall'atlempiere con ogni esat-
onore di sua madre Teodora. Le venne tezza i doveri buon pastore. Vi-
lutti di
assegnata per metropoli Laodicca (J.), sitava spesso il monastero di s. Pietro il
senza pregiudizio però dt'diritli che il pa- Vivo, per intralteuervibi in fervoroso rac»
triarca d'Antiochia, del quale riparlai a coglimenlo. Avendogli in appresso Dio
Siria, avea su quella chiesa. Oricns dir. fatto conoscere 1' avvicinamento del suo
X. 2, p. 2 5, /// Lui. fine, disegnò di fare un pellegrinaggio a
TLODORIGO (s.), abbate di Monte Roma per meglio prepararsi alla morte;
TEO TEO 21
ma giunto a Tonneire, cadde malato, ed il governatore della provincia. Avendo-
ivi riioiì a'27 gennaio 1022. Fu sepolto gli giudici dato tempo per deliberare,
i

in cjiiella città, e la sua tomba, ch'era nel- ebbe il coraggio di appiccare il fuoco al
la cliiesa tli s. Michele, divenne celebre tempio di Cibele, ch'era nel mezzo della
pei miracoli che Dio operò a sua inter- città, e lo ridusse in cenere, onde convin-

cessione. Il 27 gennaio celebrasi la sua cerli della ferma sua costanza nella fede.

festa. Per il che, dopo vari supplizi, venne con-


TEODORICO Antipapa. F. Antipa- dannalo ad essere bruciato vivo, come fu
pa XXV, ed i voi. XI, p. 39, XXVIII, eseguito correndo l'anno 3o6. L'opinio-
p. 217. ne più probabile è che abbia consumato
TEODORICO, Cardinale. Nato in ilsuo martirio a' 7 di febbraio, giorno 1

Treveri e chiamato ancora Dietlrico e in cui è onorato da'greci e da'moscoviti;


Dielelmo, per l'egregie sue doti non me- ma i latini fanno la sua festa a'9 di no-

no di s[)irito che di corpo, Urbano li del vembre. I! di lui corpo, che i cristiani po-
1088 lo creò cai dinaie prete de'ss. Gio. terono tra r dalle fiamme, fu portato a Brin-
e l*aolo. Da Pasquale 11 fu destinato alla disi nel XII secolo, e vi è custodito, fuo-
legazione di Germania e Ungheria, in cui ri del capo, ch'è a Gaeta. Vi è in Roma
persuase a' principi di quelle provincie una chiesa dedicata in suo onore, già dia-
di lasciare libera l'elezione degli abbati e conia cardinalizia, la quale era in origi-
de' vescovi. Riconciliati quindi i popoli ne tempio Romolo. di

della Sassonia colla chiesa romana, fu il TEODORO d'Eraclea (s.), martire,


° promulgare decreti e soprannominato Stratclah\ cioè genera-
I di tutti a i l'a-

nalema fulminalo dal Papa contro l'im- le d'armata, perchè era generale degli e-
peratore Enrico V.Inter venne al congres- serciti di Licinio, e governatore del pae-
so (li Colonia, e indusse vescovi a sot- i se de'Mariandini, la cui capitale era E-
toscrivere le leggi emanale dalla s. Sede racleadelPonto. Risiedeva ordinariamen-
contro i simoniaci ei concubinari, ed ivi te in quella città , ed ivi gli fu mozzata
fiiù gloriosamente i suoi giorni neh i 18 la lestaper ordine di Licinio, non aven-
non molto inoltrato nell'età, ed ebbe in do voluto rinnegare la fede cristiana. Il
quella chiesa onorevole sepoltura. suo martirio avvennea'7febbraiodel3 rq,
TEODORIO, Thcodorium. Sede ve- secondo Mencie Menologi de'greci. A-
i i

scovile della provincia di Rodope, nell'e- vendo il santo martire domandalo d'es-
sarca lodi Tracia,sollo la metropoli diTra- sere deposto nella tomba de'suoi maggio-
ianopoli, eretta nell'VllI secolo, e chia- ri, venne il suo corpo portato ad Euchai-
mata pure Perhercum. e Prisdiana. Il suo ta, lungi una giornata da
Amasea metro-
vescovo Basilio VII concilio ge-
assistè al poli del Ponto. La
d'Euchaita diven- città
nerale. Oricììs chr. 1. 1 p. 209. ,
i ne sì famosa pe'miracoli da Dio operali
TEODORO (s.), martire ad' Amasea, all'urna del santo, che fu mutato il suo
soprannominato 77/'0/ze, ossia soldato no- nome in quello di Tcodoropoli, L'impe-
vello. Nacc[ue in Su'ia o in Armenia, ed ratore Giovanni soprannominalo Zi- I,

era nncor giovine, e di recente aggregato miscc, per una vittoria riportata sopra i

iieirarmala romana, quando solìrì il mar- saraceni l'anno 970, fece riedificare con
tirio. Trovava^i ad Amasea nel Ponto col- gran magnificenza la chiesa d'Euchaita,
la sua legione, poco dopo la pubblicazio- dove eransi deposte le reliquie di s. Teo-
ne degli editti di Massimiano Galerio e doro. La repubblica di Venezia professa-
Massimino contro cristiani. Il giovine
i va per esso singolare venerazione, essen-
soKlato, lungi da voler nascondere la sua do il ."protettore della chiesa di s. Mar-
I

fede, la confessò generusaiueule dinanzi co, avanti che vi fosse trasportato il cor-
22 TEO TEO
pò tlel santo evangelista. Veclesi ancora a ma stimando questi un tal peso superio-
Venezia una delle tuoniinieiitali re alle sue forze, e sapendo che vi erano
, sopra

colonne, che stanno nella piazzetta ili s. alcune turbolenze nella congregazione, fe-
Marco, la statua clis. Teodoro d'Eraclea; ce eleggere Teodoro in suo luogo. Que-
e le di lui reliquie si conservano nella chie- sti fe'ccssare lutti i molivi di discordia,

sa del ss. Salvatore, in cui furono traspor- e colle sue orazioni, discorsi ed eseuq)i ri-

tateda Costantinopoli nel 260 da Mar- i


mise per tulio l'unione e la carità. iNulia

co Dandolo, che le ebbe da Jacopo Dan- faceva mai senza consultare Orsisio, che
dolo generale delle galee della repubbli- gli serviva di assistente, e visitavano i mo-
ca veneta, il quale avealetiovate nel 25c) 1 nasteri l'un dopo l'altro. Fu fivorito del

a IVlesembria, città arcivescovile della Ro- dono de'miracoli e di quello della prole-

mania. zia. Discorrendo con s. Atanasio, gli dis-

TEODORO (s.), abbate di Tabenna. se che Giuliano A postala sarebbe morto


Nacque nell'alta Tebaide circa il 3 4> da
1
[)oco stante, e che il di lui successore a-
ragguardevoli genitori. In età di 12 an- vrebbe reso pace alla Chiesa, come ve-
la

ni circa risolvette di consagrarsi intiera- rilicossi. Predisse pure a' monaci di Ni-
mente a Dio, e passati dueaiuii presso sua ia nel 353, che sarebbe slato fra non
li

madre, donna di somma pietà, in rigo- mullo fiaccato l'orgoglio degli ariani. Do-
rosi' digiuni ed assidue orazioni per im- po avere eziandio predetta la sua mor-
plorare la sempre feilele
grazia d'essere te, cui apparecchiossi con doppio fervo-

mondo,
alla sua vocazione, segregossi dal re, chiuse i suoi giorni il 27 aprile 367,
e andò a finire la sua educazione in un in età di 53 anni. Il suo corpo fu porta-
monastero della tliocesi di Latopoli. A- to sulla cima della montagna, e seppelli-

vendo inleso parlare della vita esempla- to nel cunitero de'inonaci, ma poco di-
re di s.Pacoroio.si ritirò posciaa Taben- poi lu messo con quello di s. Pacomio. 1
nn,e si monaci col suo
distinse fra que'saiiti greci l'onorano il 1 6 maggio, e i latini il

grandissimo zelo nel rendeisi viemuiag- 28 dicembie.


giormente perfetto. Wouavea ancora 7.5 TEODORO (s.), vescovo d'Anastasio-
jinni alloichès. Pacomio lo prese per com- poli nella Galazia, detto il óVct'O^r/, dal-

pagno nella visita che faceva de'suo; mo- la città di Sicea nella Galazia, ov'era na-
nasteri, e 5 anni dopo gli comandò di ap- to. Spiegò fino dalla sua infanzia gran-
parecchiarsi a ricevete il sacerdozio. Gli de amoi e alia preghiera, e nelle ore di o-

commise poscia il governo del monaste- zio soleva o pregare o leggere libri di di-

ro di Tabenna, andò a rinchiudersi in


e vozione. Essendo ancor giovanetto, rin-
quello di Pabau. Essendo s. Pacomio ca- chiudevasiiu una cella presso sua madre,
duto malato, monaci di Tabenna obbli-
i poscia in una g.rotta ch'era sotto una cap-
garono Teodoro a promettere che avreb- pella appartata, ed in seguito si portò so-
be accettato la carica di governatore del- pra una montagna deserta, risolulodi vi-
la congregazione, nel caso che il s. abba- vere intieramente allontanato dall'uma-
te Sebbene avesse
passasse all'altra vita. no consorzio, li vescovo d'Auaslasiopoli,
acconsentito suo malgrado, e dopo lun- avendo avuto occasione di conoscere la
ga resistenza, s, Pacomio ne lo riprese se- sua santità, lo ordmò sacerdote. Teodo-
veramente,e gli tolse lasuperiorilàdi Ta- ro, poiché ebbe visitato i luoghi santi di
benna. In questa umiliazione, cui Teo- (ierusalemine ei più celebri monasteii
doro si sottomise con gioia, brillò la sua della Paiesluia, tornò nel suo paese per
virtù. Mori s. Paconnonel 348,e gli suc- I i[>rentlere la prima tnanieia di vita. Ac-
cesse i'elronio, che dopo un mese mau- cula a lui discepoli da tulle le parti, e-
» o di vita, indi fu eletto abbate s. Orsisiu; dilicò una specie di monastero vicino ad
TKO TEO ,3
un'antica cnppella dedicata a s. Giorgio, calisi a'27 del sussegueute maggiojappro-
al quale eia sommainenle divoto. In un daiouo in Marsiglia, donde passaronoad
secondo pellegrinaggio fatto aGeiusalem- Arles, e vi rimasero iusino a che Ebioino
me, oUenne per le sue preci nna pioggia prefetto del palazzo permise loro di pro-
abbondante alla Palestina, che pativa seguire il viaggio, eccettuato Adriano
che
grandiìMma siccità. Fabbricò in proces- trattenne per sospetti, tlileguati i quali "li
so di tempo un vasto monastero a Sicea, accordò poi di 1 aggiungerli. Teodoro pas-
ove informò i suoi discepoli alla pei fezio- so l'inverno a Parigi, imparando la lin-
ne. Morto Timoteo vescovodi Anastasio- gua inglese, e procuiandosi tutte le co-
poli, fu eletto a successore Teodoro, che gnizioni opportune per governare la chie-
nonanniùchecon gran pena alla sua con- sa di cui andava ad essere pastore. E" ber-
sagi azione. Governò io anni la sua dio- to re di Kent gli mandò incontro uno dfi
cesi con singolare edificazione, dopo di principali signori della sua corte che lo
che volle far la rinunzia della sede. Alleg- aspettò al porto di Quentavic nel Pon-
gerilosi da questo onoievole incarico, ri- ihieu, oggidì s. Josse sul mare. Essendo^
tornò a Sicea; ma fu tosto costretto a fa- Teodoro ammalalo, fu costretto rima-
s'\

re un viaggio a Costantinopoli, ove era nervi qualche tempo; poscia imbarcoNsi


stato mandato per dare la sua benedizio- con s. Benedetto Biscop, e prese possesso
ne alla famiglia imperiale e al senato, e della suasede
ladomenicaay maofioGSq.
guarì dalla lebbra uno dei figliuoli ilei- Cominciò dal fare la visita di tutte le
l'imperatore. Moiì nel monastero di Si- chiese della nazione inglese, in cui si fé-
cea l'anno 6 1 3, a'22 aprile, giorno in cui ce accompagnare da Adriano che avea
è nominato nel martirologio romano. eletto abbate di s. Pielro di Cantorbery.
TEODORO (s.), arcivescovo di Can- Ristabilì ovunque la purità della morale
torbery. Monaco greco, nativo di Tarso confeimò la disciplina ilella Chiesa intor-
in Cilicia, che avea studiato ad Atene, e no la celebrazionedella Pasqua, introdus-
porlava il mantello di filosofo. Dimora- se il canto gregoriano, regolò il servi"io
va in Roma, conosciuto per santità di vi- divino, corresse gli abusi, e ordinò vesco-
ta,ed accoppiava perfetta intelligenza del- vi ove credette che il richiedesse il bene
la lingua greca e latina ad unastraordi- della Chiesa. santo arcivescovo fondò
II

naria cognizione delle scienze divine ed eziandio delle scuole in diversi iuchi ed
umane. Adriano abbate di Niridano pres- una a Cantorbery, in cui spiegò la Scrit-
so ^'apoli, africano di nascita, ch'era sta- tura con Adriano, e v'insegnò variescien-
lo disegnato da Papa Vitaliano alla sede ze: io essa s'incominciò a coltivare le lin-
di Cantorbery, e che avea ottenuto col- guegreca e latina, e si formò un "ran nu-
le sue pregh.iere di essere dispensato dal- mero d'uomini celebri. Nel 673 tenne un
l'accettare c|uell'iniponente utìJzio, apat- concilio nazionale a Hereford e vi si le-
tod'indicareunaltro soggetto che ne fos- cero parecchi canoni di disciplina. Altro
se degno, e di recarsi secolui in Inghilter- ne tenne ad Helfield nel 680 , in cui si
ra per travagliare insieme alla propaga- condannarono 1' eresie degli eutichiani e
zione del regno di Gesù Cristo, propose de' monoteliti , esponendosi la dottrina
Teodoro, che avea allora 66 anni, prò- della Chiesa suH'Incaroazione. Un 3.° ne
mettendo di accompagnarlo. Il Papa lo adunò a Twiford nel paese deli otladi-
consagròa'26 marzo del 668, indilo rac- ni. Accesasi la guerra tra E"fridoredei
comandò a s. Cenedetlo Biscop, che si Irò- norlumbi i, ed Etelredo re de'mei ciani s.
vava a Roma, e volle che tornasse m Jn- Teodoio imprese di ristabilire la pace, e
ghi llerra conTeodoroe Adriano, per stf- vi 1 iuscì.ALuui anni prima della sua mor-
vir loro di guida e d'inleipieie. Imbar- tt-', ^olle riconciluirsi con s, VVilifiido thtì
24 TE O TEO
avea rimosso dalla sede di York, per non mb gli sbanditi; quindi Teodoro tornò a
aver voluto acconsentire alla divisione Saccudione, e vi radunò il suo gre£fge tli-

che Teodoro fece di essa in tre vescova- sperso. Poscia per le scorrerie de'baiba-
ti.Gli chiese perdono, gli restituì iiitie- ri accettò la proposta fattagli dall'iuipe-
ra l'arcidiocesi, e ceicò di firerpianlopo- ratrice e dal paliiarcn di stabilirsi nel mo-
le per riacquistare la di lui amicizia. Rio- naslero di Studio oSluda, ed ebbe la con-
rì nel 6qo, in età di 88 anni, dopo 22 solazione di vedervi in breve riuniti più
di episcopato. Fu sepolto nella chiesa del di mille religiosi. Da questo monasleroe-
iiionastero di s. Pietro, che prese poscia gli fu soprannominatoiS7arZ///^/.vSottol'im-
ilnoraedi s. Agostino. Celebrasi la sua fé- peratore Niceforo la chiesa di Costantino-
sta iliq settembre, giorno della sua mor- poli fu agitata da discordie, che il succes-
le. Il Penitenziale di Teodoro rese so-
s. soreMichele 1 Curojmlata procuròdi eli«

praltulto celebre il suo nome. E' questa minare, riconciliando il patriarca INicefo-
tna raccolta di canoni , che regolano il 10 con s. Platone e s. Teodoro, quali e- i

iem[)o della durala della penitenza pub- ranostati dalpredecessoreesiliati. li: inez-
J)lica,relativamentealla specie ed alla gra- zo ai successivi sconvolgimenti Teodoro
rezza de'peccati. godeva delle dolcezze del ritiro nel suo
TliODOIiO Studita (s.), abbate di monastero, e si avanzava sempre più nel-

Costanlinopoli.Naloa Costantinopoli nel la virtù. La sua pace però fu turbata da


«75q, entrò nella badia di Saccudione o una burrasca che minacciò tutta la chiesa
»»accudia. fondata presso quella città nel d'Oriente. Essendosi l'inìperalore Leone
•:8i da sua madre Teottista e vi fece ,
V IV//v«e/«o dichiarato in favore degl'/-
grandi progressi nelle virtù enellescien- eonoelasti, ordinò al patriarca JNiceforo
7e religiose. Dopo 3 anni avendo s. Pia-
1 di abolire il culto delle sante Immagini,
1one,suozio, abdicato ilgoverno diquel- e per la fermezza del patriarca nel difen-
)i(comunità, egli ne fu eletto abbate ad derlo.lo fece spogliare della sua sede nel-
luìa voce.L'imperatoreCostantino V l'an- l'S i 5,sullaquale fu posto un iconoclasta,
no appresso ripudiò Maria sua legittima pernome Teodoro Cassitero, scudiere deb
moglie per sposare Teodota, parente di l'imperatore; laonde i nemici delle santo
s. Platone e di S.Teodoro. I due servi di Immaginisi misero a mozzarle, a romper-
Dio si dichiararono pubblicamente con- Je, a bruciarle e disonorarle con ogni ma-

tro ansimile scandalo; nondimeno l'im- niera di profanazioni, S.Teodoro Studi-


peratore bramando di trar dalla sua Teo- ta procacciò di arrestare questo scandalo,
doro, gl'invio la sua nuova sposa, la qua- Egli fece prendere a'suoi monaci less.Im-
le per guadagnarlo mise tutto in opera, magini, onde le portassero elevate nelle
legali,promesse, motivi di parentela, ma loro mani alla processione della douieni-
senza nessun elfetio; ed essendosi poi re- ca delle Palme, cantando inni che face-
catn al monastero lo stesso imperatore, vanoconoscerelalorocredenzasuldogma
Teodoro non volle riceverlo, il principe combattuto dagli eretici. Avvertito l'im-
lìon seppe più rattener la sua colleia,ed j)cratore,feceproibireal santoabbate,sot-
ordinò a due ulli/inli di far battere colle lo lepene più rigorose, di rinnovare si-
verghe Teodoro e tutti i monaci del suo nule non scemò il suo zelo
fatto; uja esso

partito. L'ordine fu eseguito sull'abbate per l'onore delle sante Immagini, onde
eie monaci colla maggior fierezza, indi l'imperatore lo esiliò nella JMisia, con or-
furono n)andali in bando a Tessalonica, e dine di rinchiuderlo strettamente nel ca-
S. Platone fu rinchiuso nella badia di s.Mi- stello dii\]eso[)o presso Apollonia. Non per
chele. Calzalo Costantino V dal trono per questo si ralheddò lozelo del santo, il qua-
opera d'Irene sua n^adre, questa richia- \c non cessò d'incoraggiare i cattolici col-.
TE O TEO 25
le «ne lelfere; e perciò l'imperatore lo fe- recifavnno le preci degli agonlzzanli. La
ce cliiudere nella Ione ili Uoriilo in Na- sua festa è stata dillerita da'Iatini al gior-
tòlia, indi mandò Nicela perchè lo facesse no seguente, ei 7 anni dopo la sua morte
sterza re. Niceta si sentì preso da venerazio- ilsuo corpo fu trasportalo al monastero
ne alla vista del seivo di Dio,e fingendo di di Sluda. Le opere di s. Teodoro Studi-
eseguire egli solo la cotninissione, lo ri- la sono le seguenti. 1.° Due Testtiincìiti:
sparmiò. Teodoro e Nicola suo discepolo il una lettera, scritta intorno all'anno
i."è

ebbero la fortuna di convertire molli ico- 816, con cui chiede ai monaci di Sluda
noclasti; ma queste conversioni costino- che preghino per lui, e domanda loro per-
tioad essi più crudeli trattamenti. Fu-
i dono de'falli commessi durante il suo go-
rono entrambi sospesi in alto, ed ebbero verno; nell'allro, scritto poco prima del-
cento colpi di stallile; poi furono posti in la sua morte, dopo aver fitta la sua pro-

ima oscura e malsana prigione, ove ri- fessione di ieàQ, insiste sui doveri della vi-
masero tre anni, sofiVendo il freddo la ,
ta monastica, ec. 2." Gli Steliteutici o in-
lame e la sete, continuamente oltraggiali vettive, Antìrretici, ec. contro gl'icono-
da'Ioro guardiani. Altre crudeli battitu- clasti. 3.° Due libri di Lettere, ei23 epi-
re vennero loro date, essendosi intercet- grammi \\\ versi jambici; un elogio fune-
tata una lettera scritta da Nicola per ordi- bre di s. Platone; un discorso sull'adora-
ne di Teodoro, e dipoi furono mandali a zione della Croce; ipanegirici di s. Bar-
Smirne. Quell'arcivescovo, furioso icono- tolomeo,edi s. Giovanni evangelista;im di-
clasta, tenne Teodoro chiuso in una pri- scorso sullaS." scoperta del corpo di s. Gio-
gione sotterranea peri 8 mesi, e gli fece vanni Battista; un inno sopra la Croce.
dare cento colpi Proclamato im-
di frusta. 4.' Le grandi e piccole Catechesi, che so-
pela tore Michele Balbo, lovnb s. Teo-
Il il no l'opera principale di s. Teodoro, e so-
doro a Costantinopoli, dopo aver soller- no le istruzioni ch'egli faceva ai suoi mo-
t((per 7 anni tutti gli orrori della prigio- naci tre volte la settimana. Il Cananeo
ne; fu accolto con grande onore, e cam- inno in 8 odi Immagini, attribui-
sulle ss.

inin facendo operò molti miracoli. Anche to al nostro santo da Baronio e dall'edi-
riniperatoie Michele 11 essendosi poi di- tore della Biblioteca de'Padri, fucompo-
chiarato contro Immagini, Teodoro
le ss. sto dopo la persecuzione degl'iconoclasti;
glif ne fece deTorti lagni; ma vedendo che ma non può esserne autore s. Teodoro,
ciò tornava inutile, abbandonò la città e perchè egli morì prima che la persecuzio-
si ritrasse co'suoi discepoli nella penisola ne cessasse.
di s. Tiifone. Quivi cadde malato sul co- TEODORO Grapto (s.), confesso-
minciar di novembre deirS'ìG. Nelcjuar- re. Nacque nel paese de'moabiti da geni-
to giorno di sua malattia, ch'era una do» tori ricchi e virtuosi, i quali recaronsi a
nieiuca, si recò alla chiesa per celebrar- Gerusalemme per procurargli più facil-
li il s. Sagrifizio; ma crescendo vieppiù mente un'educazione cristiana. In età as-
il suo tnale, non potè più pai lareal popo- sai giovanile fu messo nel monaslero di
lo in modo da essere inteso, Egli dettò le s.Saba, e divenuto celebre e di esimia vir-
sue ultimeintenzioni alla presenza di mol- lù,fu ordinato prete dal patriarca di Ge-
ti vescovi e di pie persone, ch'erano ve- rusalemme. Per la persecuzione che Leo-
nute a visitarlo, e lasciò nel suo testamen- ne V VArmennnxea mosso alle sagre Im-
toesiinie lezioni pe'monaci, Chiese che gli magini, fu spedito Teodoro a questo prin-
fossero lette le preghieie della Chiesa, ri- cipe, ailine di esortarlo a non più turba-
cevelle l'estrema unzione e il s. Viatico, re la pace della Chiesa; ma esso dopo a«
e chiuse santamente i suoi giorni aglir i verlo fatto battere crudelmente, lo esiliò
de! detto mese, accerchiato daTralelli che iu un'isola alle foci del Punto Eussiuo.
26 TE O TEO
A'ella stessa guisa fu IrattaloTeofane suo Yic, Coricil. t. 5, p.i 'j'jy, nelle quali orcli-
fiiiUHu die loavea accompagnalo, egual- nòchesi esaminasse la causa di Pino tuo-
mente uìonaco Saba;
del ujonaslero di s. notelila e già palriaica di Costanlinopo-
solTiendo ambedue niollissimo la fame IÌ5ÌI quale recatosi dall'Afiica, ove crasi
ed il freddo. Morto l'imperatore neH'Ssa, ritirato, in Roma, e abiiuala l'eresia nel-
cbbero la libertà di tornare a Costanti- la basilica di s. Pietro, fu dal Papa rice-

iiopoli, dove Teodoro pubblicò alcuni vuto ai cospetto di lutto il clero alla co-
scritti per la difoa della dottrina callo- niunione della fede cattolica, di cui egli
]ic;i. Pati prigionia ed esilio ancora sotto fece la professione, facendogli perciò di-
l'iuqieralore iMicliele Balbo; ed il fi-
II \\ slribuire VEulogìe (P\ì. Inoltre Teodo-
giio di questi, Teofllo, che gli successe nel- ro 1 onorevolmente e ospitò a
lo trattò

i'82g, perseguitando gii ortodossi, Teo- spese della chiesa romana. Partilo Pirro
doro e suo fratello furono maltrattali di da Roma per l'oriente, giimto appena in
nuovo e rilegati nell'isola di Afusa. Pii- Ravenna si lasciò sedurre dall'esarca gre-
rondoni dopo 2 anni a Costantinopoli ,
co, colla speranza di rienlrai'e nella sede
l'imperatore li fece spogliare e battere al- di Costantinopoli. Perciò con riprovevo-
la sua presenza violentemente, poi resta- le fellonia tornalo nell'errore, Teodoro 1

lono alquanti d'i in prigione. Siccome ri- ardendo di santo sdegno nel concilio ro-
cusaiono tuttavia di comunicare cogl'i- mano del 648 tenuto in s. Pietro, dopo
conoclasli, l'imperatore fece incidere lo- a ver esposta alla venerabile assemblea l'e-

ro sulla fronte e sulla faccia 12 versi jam- sicrantla perfidia, de[)Ose Pirro e solen-
bici, per dichiarare il preteso reato di ca- nemeiite lo conchuinò, scrivendo la sen-
parbielà e superstizione, che loro altri- lenza ili scomunica colla penna intinta nel
buiva. Dopo questa lunga e crudele ope- Sangue di Gesù Cristo dentro un calice,

razione vennero ricondoUi in prigione cioè nel modo che rilevai nel voi. LXJi,
grondanti di sangue, e non guari dopo fu- p. 2 i 5 può vedere
e luoghi ivi citati. Si

roiio esiliati ad Apamea nella Siria, do- inoltre, Theofane nella Cluonographia
ve s. Teodoro morì de' suoi patimenti, p. 219, Aucfor hist. Misccllae lib. 18,
Esso fu soprannominato Gvapto, c\\e\n presso Muratori, Script, rer. Italie. \.i,
greco significa inarcalo o inciso, a cagio- p. i 82, dicendo che servì di gran terrore
ne dell'anzidetta iscrizione. Teofane gli a'colpevoli eagl'innocenli sì terribile con-

sopravvisse cpialche tempo, e ristabilito danna mai piaticata nella chiesa latina.
neir84 2 il culto dellesagie Immagini, tu Nel medesimo concilio condannò pari-
eletto ve scovo di Kicea; esso è nominalo menti il suddetto patriarca Paolo, alle cui
ton suo fratello nel martirologio roma- sommosse l'imperatore Costante li pub-
110. greci onorano s. Teodoro il 27 di-
I blicòl'editto riprovevole denominato Ti-
tembie, e s. Teofane l'i ottobre. Que- 1 j)0 (f .), col pretesto di conciliar la pace
sl'u'ilimo fu chiamato il Poe/^?, a cagio- tra'cattoiicie i mo-
monolelili. Quanto al

ne degl'inni sagri che avea composto. do della memorabilesoscrizionedellacon-


TEODOPiO l, PapaLXXV. Greco di daimadi Pirro,fu discusso anche dal Mon-
nazione, nato in Gerusalemme, figlio tli delli, già ricordato a Ectesi, per la sua
Teodoro vescovo, fu eletto Papa a'24uo- Decade di eecl. ^/.Mcr/.^disserl. 7.": So-
\embre 642. Con somma diligenza prò- pra la deposizione e la scomunica di Pir-

curò d'estinguere V Kclcsi il ,). empio e- ro monol eli la, falla e sottoscritta dal Pon-
dillo o libro dell'imperatore Eraclio in lelìce Teodoro I. Egli ripoita la questio-

favore dell'eresia (.W Mouoteliti{^r .); che iieele diverse circostanze riferite da mol-
perciò scrisse a Paolo patriarca di Costali- ti sci illori sulla sottoscrizione che credo-
linopoli lellerc sinodali, riportale daLub- no falla col divin Sangue, de'^uali ne ri-
T EO TE O 17
nioihiS'ie le tehlimoiiiaiize per remlerln la verità del fitto anco nel Remino, ne-
più ciedibile e oiiligiir l'onuie die pres- g:uulolo il Miiiubourg, e censuiaudulo il
so molli desiò l'operalo die si <illi llxiisce l'(Me.>!i. Coiielude Mondelli,clie Teodo-
al Pci[)a. l'eilanlo lipoita i simili ante- ro I di naturale benigno e docile, non pra-
riori e posteriori esempi; più cpieili usali ticò mai rito così strano, solo avendo co-
da'litii^auli nel giurare torcaiiclo la ss. Eu- si limato la chiesa romana ili porre bensì
caristia, gli slraordiiiai i usi in cui fu es- sulla mensa ilegli altari le carte di sco-
sa ado[ierata per preservativo e per estin- ìniin!ca,cmììtt [nalicaroiio i legati tli s.Leo-
guere gl'incendi. Anxial riferire di Mar- ne Incontro Michele Ceriilario, ovvero
lene, s. Basilio si fece seppellire con par- contenenti cose di gran rilievo; ma non
Cenedelto la collocò sul pet-
te di e>sa,es. giammai si vide praticalo il costume di
to del cadavere d'un suo giovane mona- scomunicargli eretici col Sangue del Si-
co nella lumulazioue. Osserva Mondelli, gnore; perciò sostiene col [). Kassini do-
clie vcraijieiite non fu il corjio del Signo- menicano. De siiif^ularibus Eucliaristiae
re posto su'delti morti in sepoltura, ma usilius apitd ve teres graecos, noti dover-
eulogie con pane ìiciiedcttoj usi tulli e- si prestarfede al singolare raccontodiTeo-
scgiiili con santa intenzione, e con puro fané, negando pure la condanna di Fo-
V retto (ine, ma poi riconosciuti abusi fu- zio patriarca di Costanliuopoli collo sles-
loiio vietali da' concilii. Esaminata dal so rito, riportala da Nicela solo de nudi'
RIondelli tutta la cpieslionecheprincipal- to, che pretende adoperato da Adria-
si

iiienle posa sull'asserzione del greco Teo- no II o da'vescovi che lo coiidauiiai Olio.
fane autore del racconto, olire Paolo Dia- 11Papa rifabbricò, consagrò e ornò ric-
toiìo e lo scrittore del Libello Si/iodieo camente la chiesa e cimiterio di s. Valen-
che lo seguirono; con critica rigetta la so- tino nella via l'^laininia presso Ponte Mol-
scrizione falla col prezioso Ge- Sangue di le, fabbricata già da s. Giulio I, [)recisa-
sii Cristo, che di sua natura sarebbe abu- mente nel luogo che poi divenne vigna
so del divin Sagrainento, e si oppone al- degli agostiniani, nella quale scavandosi
la sua divina istituzione. Ferciò non la nel 1693 per erigere unedifiziOjSi trova-
crede praticata da Teodoro l,e sebbene rono manifesti indizi di ([ueli'aiilico tem-
Teofane fu martire glorioso degl'icono- pio, veduti e registrali dal |). Agostino Lu-
clasti, avverte che fiori cpiasi un secolo e bin, Abbatiar. Ital. p. 346. l'el narrato
mezzo dopo, e che sulle sue tavole cro- ne'vol. X,
2 35, XI,p. 2 52, Xlll,p. 4q,
p. I

nologiche vi furono fatte aggiunte e no- secondo alcuni Teodoro edillcò la chie- l

te, piene di notabilissimi errori. In falli sa e il cimiterio di s. Valentino; secondo


l'Anastasio Libliolecario,che fu tradut- altri il 2.° costruito da
s. Teodora (se pu-

tore fedele di Teofane, nella vita di Teo- re non deve Teodoro I), preesisteva
ilire

doro 1 pubblicala prima del 74 '> osser- a s. Giulio che l'abbellì e fu imitato da
I

va alto silenzio sulla infusione del San- altri predecessori. Dalla via Nomentana,

gue consagrato nel calamaro per la sot- uv'erano sepolti, trasportò nella chiesa di
toscrizione. Di questo tremeudoallo nul- s.Stefano protomartire al monte Celio i
la Papa s. Martino I successore im-
disse corpi de'ss. i^rimo e Feliciano martiri. E-
mediato di Teodoro 1, quando nel se- ressedue oralorii, l'uno in s, Giovanni in
guente 649 celebrò il concilio contro mo- i Lalevano (di cui ri()arlai a Palazzo apo-
notelili, ove espose minutamente la con- stolico LATERAìVENSE,oveopcrò altre cose
dotta di Pirro, i suoi erroii, l'abiura, la e compiendo quello di s. Venanzio) e del-
ricaduta, la condanna e deposizione, sen- lo pure basilica in onore di s. Sebastia-
za ailallo accennare la sottoscrizione: ra- no, l'altro fuori di Porla s. Paolo e dedi-

gioni luttechepersuadonoadubilai'c dcl- calo a s. Euplio o Euplo diacono e mar-


4 -

oS TEO TE O
tire, del quale nel oinrtiiologio si fa men- e canonici della basilica Bianchini e Dat-
zione a' 12 agdsto, ili[)oi rinnovato d'A- teili arcivescovo d' Amasia, che meglio
driano I nt'l 772, come rilevai nel voi. d'ogni altro le aveano illustrale. Ora un
iX.ll, p. 20(). Fu ivi die s. Paolo andan- altro rispettabile prelato, un altro degno
do al mailirioeinconliando IMautilla no- canonico della medesima basilica, mg.
Lile romana, le domandò il suo velo del Francesco Liverani, a recarle uii tributo
capo, per bendarsi gli ocelli nella decapita- di amore, di dottrina e di erudizione, volle

zione cui andava a soggiacere,e ne riparlai con sagace critica discutere tutto quanto
nel vol.LXX.p.S I o.lNolai nel vol.L,p.2 1 l'argomento, e l'esaurì così pienamente e
che molti nltribuirononel P<^/^/7V7/(7//o a con tanta logica, ordine, e copia di pro-
Teodoro I ranticliissimooraloriodis. Sil- ve e di documenti, che di sì venerande
vestro o santuario di Saiicta iSancto-
] reliquie evidente ne risulta 1' identità e
rnni,o\e si celebravano le pontificie fun- la genuinità, colla pia tradizione aposto-
zioni, vicino al quale soigeva la detta ba- lica e immemorabile, sebbene la pietà de'
silica di s. Sebastiano, cliiainato eziandio fedeli non ne avesse fuai dubitato, che
Basilica di Tvodoi-oj indi nel voi. LXI I, dimostrò certa, incrollabile, sicura, per le

p. 60, con ]Marangoni di^si improbabile concordi e numerose testimonianze da lui

che l'avesse consagrato, ed anzi a p. 8e diligentemente raccolte. Ciò anche fece


di detto voi. ripetei con altri che errò per convincere e confondere la critica in-
l'anciioli neir assolutamente affermare, docile e invereconda di quegli empi mi-
che Teodoro 1 edificò l'oratorio di San- scredenti, che al nome di reliquie oltra-

età Sancloriinì. cotanti gridano all'ignoranza, alla super-


Teodoro I fu grande raccoglitore di stizione, spargendo il dubbio, la perples-
reliquie per la prof<)nda venerazione che sità, la diUidenza. La sua opera dcilica-
avea per esse, bell'articolo Chiesa di s. ta al cardinal Mario Mattei vescovo di

JMaria Maggiore, insigne basilica patriar- Porto e s. Rufliua, arciprete della basi-
cale di Uoraa, ed in tutti numerosi ar- i lica Vaticana, prefetto della segnatura e
ticoli che la liguardaiio, ed assai huigo sotto-decano del sagro collegio, già cano-
riuscirebbe il ricordarli, narrai che fra' nico di detta basilica, è intitolata Del :

suoi titoli ha quello dis. Maria del Pre- notile di s. Maria ad Praesepe che la
sepio fin dal V 1 1 secolo, dopoché nel pon- basilica Liberiana porta, e delle reli-
tificato di Teodoro I vi furono trasferi- quie della Natività ed Infanzia del Sal-
te da Gerusalemme le pietre del s. Pre- vatore che conserva, Conwientario, Ro-
sepio (/ .),i legni che formarono la man. ma i854Lungi dal tentarne l'analisi, pre-
gialoia o la s. culla di Gesù Cristo in Bet- cipuamente dopo averlo fatto sapiente-
lemme (di cui riparlai a Gerusalemme mente la celebre Civiltà cattolica nella
a Palestina), allorché appena nato vi 2. ""serie, 1. o, p. 204, non che dottamen-
ed 1

fu deposto, le s. Fascie(T\), pannicelli, i te il eh. mg.' Francesco Fabi Montani

il fieno, in cui furono ravvolte o riposa- canonico della sfessa patriarcale, nel 1. 1 3,

rono le sue divine membra, perciò il tut- p. 2Ti7 della 2." serie degli Annali del-
to santificato dal suo sagro contatto, e me- le scienze ì'eligiose :\\.\n^\ dall'osarne en-

morie inestimabili; dappoiché servirono comi, ficendorivereuleecoal giustanien-


alla Natività del Re della gloria, e ci ri- te tlichiarato dall'una e dall'altro, mae-
cordano nei Dio bambino uno ile'miste- stri in fitto di giudicare ogni lucubrazio-
I i i piìi profondi e soavi di nostra avven- ne, pel siugolar pregio e importanza del
turosa redenzione. Inoltre nel i ."articolo Cormnenfario, unendomi seco loro nel
ricordai gli scrittori che trattarono di tan- l'ammirare il laborioso e studioso lavo-
to preziose reliquie, massime de'prelali ro, oltre alcune relative nozioni, appena
T E O T E O 29
ijtii nccennerò la provenienza e la qua- sodi tanfo sagri tesori, quali sono lesup-
lità delle ss. Relicjuie, che foriuiino il prin- pelleltili, le tavole del l'resepio e Culla
cijjal ornamenlo della piiniaiia, sontuo- dell'infanzia di Gesù Cristo, giustamen-
sa e leggiadra chiesa edificala alla s*. Ver- te fu denominala s. Maria ad Piuiese-
gine, e le danno nome e gloria per lulta pr, pel memoralo altare eziandio consa*
che ne
la cristianità, e pel lustro ar)cora grato sotto tale invocazione. Queste insi-
deriva al pontificato di Teodoro I. Desse gni reliquie santificate dal divino Infan-
si compongono delle gloriose meniorie te, furono morendo mandale a Roma da
della Natività e Infanzia del Salvatore, s. Sofionio patriarca di Gerusalemme e
e consistono. Nelle reliquie del s. Prese- di esse teneramente di volo, quasi in ere-
pio, cioè degli scogii tolti dalla caverna o dità alla chiesa romana d'occidente e nuo-
grotta, della Jìiangiafoia di Betlemme, va Gerusalemme, per mezzo di Stefano
e del /ìc?io della medesima, esistenti in vescovo di Dora, che fu più volle nella
una cassa di piombo nella sontuosa cap- metropoli del cristianesimo, onde pone
pella del s. Presepio, appositamente eret- in salvo que' sagri depositi che la chiesa
ta dal magnifico i^/.y/o / (/^.), sotto l'al- di Gerusalemme a vea conservali con tan-
tare papale, sopra del quale pure si ve- ta cura e riverenza. Il patriarca l'inviò
nera Sagramento sovrastato dal me-
il ss. alla s. Sede, per invocare a un tempo il

raviglioso Tabernacolo (f.). Nelle reli- suo materno aiuto ai mali estremi che pa-
quie delle schcggie di tavole e degli sco- tiva la chiesa Gerosolimitana, per 1*
op-
gli del s. Presepio, del fieno, f\t panni- pressione che la cristianità d'oriente sof-
lini, e delle fascie del Redentore, che Be- fi iva dal furore de' barbari saraceni, e
nedetto XI V racchiuse (con altre reli- straziala dalle violenze degli eretici /«o-
quie) nell'urna di porfido deHallfo e prin- notelili, incaricando il vescovo tli Dora
cipale altare pontificio, le quali da s. Pa- di esporre a Teodoro I i deplorabili mali
squale I dell'yiy, fìjise il piìi insigne be- in che giaceva, ed i gravi pericoli cui era
nefattore della basilica, erano slate in due ulteriormente esposta. Teodoro I versoil
urnelte di marmo collocate sotto la con* 644 t'icevè le ss. R.eliquiecon somma di-
fessione. Nelle reliquie della s. Culla, va- vozione e depose nella basilica Libe-
le

le a dire in 6 grandi tavole di rozxo abe- riana; e dal racconto del vescovo Stefano
te, una delle quali con antica greca iscri- ne lesto penetrato e paternamente com-
zione votiva o Uìonumentale, delle fa- mosso. Laonde con quelle disposizioni che
scie, de pannilini ruvidi e rozzi dell'in- meglio potè prendere, rimandò in orieu-
fanzia di Gesù Cristo in cui fu involto, e leiNescovo Stefano rivestito della digni-
del f/e?ìo del s. Presepio, il lutto riposto tà di suo vicario apostolico della Palesti-
in grande urna e ne'simili vasetti d'ar- na, perchè avesse cura delTalìtlilta chiesa
gento d'elegante lavoro, fatta dalla ge- diGerusalemmesua lerra natale. Non es-

nerosa pietà della duchessa Pigncitlelli sendo questo propriamenle il luogo pei'
veduva Villa Hermosa (di che riparlai a trattore di vasto argomento, anco per-
s"»

Teste pe'busli da essa donali per quel-


ss. chè quanto vado dicendo l'ho aggiunto
le de'ss. i*ietro e Paolo), e custodita nel- sugli stamponi, tuttavia preso d'ammi-
la cappella del ss. Crocefisso. Oltre a ciò, razione pel dotto e saggio lavoro di mg.'
ricurdò l'umetta di bronzo duralo, ove Liverani, non senza pena debbo limitar-
conservasi un paiuiolino largo forse 5 di- mi a questo fugacissimo cenno, e solamen-
la e lungo 7 d'un tessuto assai grossola- te qui Io inserisco per aumento di gloria
no, recente dono del Papa Pio IX a cui a Teodoro I, dal quale la basilica Libe-
l'onVi la chiesa di Ragusi. Per possedere riana con gratitudine riconosce le cele-
dunque la basilica Liberiana il cotu^Ies- brale ss. Relic^uie. Il prelato si mostrò e-
3o TE O r E o
i;iTgio seguace de' due souirui scrilloii tutti all'abile, ma in ispecial maniera co'
Ijallelli e aveano il-
Bianchini the già le poverelli. In alcuni martirologi si trova
lustrate, facendolo però egli viemmeglio registrato col titolo di santo, ma nel ro-
con una serie di documenti, anche inedi- mano non dà tale onore, per man-
gli si
ti,chiarendo il da loio esposto, e confu- canza de'necessari documenti. Vedasi Be-
tando trionfalmente le obbiezioni mosse nedetto XIV in Epist. ad Joau. J rc-
dal duttissìmo mg/ Gaetano Marini sid gem Lusit. praemissa Martyrol. Roma-
tempo della trasIazione,e provando il per- no, § 48. La s. Se(\e vacò un mese e ?,?.
petuo possesso della basilica Liberiana. giorni.
Rlg. Liverani lodò il Batlelli come più TEODORO II, PapaCXVlll. Roma-
temperato e cauto, dandogli il vanto d'a- no e figlio di Fozio, fu eletto Pontefice
vere ragionevolmente scritto sopra s'i ar- a' 12 febbraio 8g8. R^estitui a'primi or-
ti uè materie, nei la i?/'et'/.? e/7 (77VV7^i'*o,pid)- dini quelli che per {'Ordinazione (T- di
•)

blicala dal cau.Noce con prefazione e co- Papa Formoso (J^.) erano slati violen-
«ollarii, ne' (piali però gli fece dire cose temente deposti da Stefano l'f/(f-\),g\\
ch'eia meglio tacere. Notò che il Bianchi- quale contro il degno For-
atti crudeli del
ni, trapassò i limili del vero nella sua dis- moso, giustamente riprovò e annullò, co-
sertazione, De sacrorum
translatioiie me si legge in Sigeberto, Chronico adan.
Cunabulorum a e PraesepisD. N. J. C, Cfo3, inter Script, rer. Gennanicaruniy
sebbene gran filologo erudito, di vasta e Pistorii 1. 1, p. 80 5. Fatto pescare nel Te-
severa crilica, eminentemente benemeri- vere il corpo di Formoso, con grandi o-
to dell' ecclesiastiche discipline. Di più uorificenze lo restituì nella basilica Va-
mg.'" Li\ crani rimarcò non essere vero- ticana ov' era stato tumulalo Governò
sinuli le testimonianze del De A ngelis,sto- 20 giorni con lode, poiché fu amato dal
lico della basilica Liberiana, seguilo da clerOjCurò laconservazione della pace ne-
alili riputali scrittori, che l'edilìcatore di gl'infelici suoi tempi, ed inoltre fu casto,
essa Papa s. Liberio, morto nel 36^, vi e libera le co'bisognosi,allermaudolo anco-
collocò le reliquie del s. Presepio e della ra Flodoardo, Z>ePo;i^ /io///., presso Mu-
s. Culla del Salvatore, mentre chiara- ratori, Script, rer. Italici.. 3, par. 7.,p.
niente apparisce dalle testimonianze del 3ig. Morì a'3 marzo dell'898, e fu se-
dottore s. Girolamo, che le reliquie ÓA polto in s. Pietro. Vacò la romana Stt\z
s. Presepio e dell' Infanzia del Salvatore 8 giorni.
eiano a suo tem[)o custodite presso la TEODORO Antipapa. T'. Antipapa
chiesa di Betlemme, ov'egli per tanti an- VII e V 1 1 1, non che Conone Papa e s.Ser-
ni le conteniplò (ei si portò dopo il Byy, Gio I Papa.
\i ritornò nel 385 circa, ed ivi morì nel TEODORO, Cardinale. Italiano e
420), e perchè non ne fosse separalo nep- prete cardinale, fiorì nel pontificalo di s.

pure dopo morto, il suo corpo fu traspor- Agatone del 678, che lo spedì legalo in
talo dall'oriente e tumulato vicino al s. Costantinopoli insieme co'cardinali Gior-
Presepio nella basilica Liberiana. Final- gio prete e Giovanni diacono, aflinchè in
mente mg. Liverani"^

distinse bene i pan- suo nome presiedesse al concilio ivi cele-


mimi dell'Infanzia, da quelli del s. Sepol- brato. Siccome veisatissimo nelle mate-
cro de! Redentore, e ciuamati Sindone e rie ecclesiaslicheemoslrandogrande im-
Sudario (J .). In una ordinazione nel pegno e divozione alias. Sede, il l*apa che
dicembre Teodoro creò 46 vescovi, 2 I i voleva giovarsi di lui, lo chiamò dall'In-
preti e 4 diaconi. Governò 6 anni. 5 mesi ghilterra prima d'affidargli la della mis-
e 18 gioiiii. i\]()iì a'i3 maggio del 649, sione;imperocché predecessori lo avea- i

e fu sepolto nel Valicano, Era egli con no spedilo in quell'isola per promuove
TE O T r. O 3 r

re e dilal.ire la divina gloria e la salale rogatorie, e congratulossi con essi della


deiriiiiiiue.Compita la legazione, lornò fortuna che aveano di soffrire per Gesìi
il) Roma nel 683, dove distribuì a larga Crislo, esortandoli a confessare coraggio-
mano fia'poveri i doni preziosi cheavea samente la fede, e pregandoli di ricordar-
licevuti liair inipeiatore Coslanlino III. si di(juando fossero dinanzi a Dio. Le
lei

Non si sa di cerio 1' anno di sua morte, guardie nerciò l'arrestarono e la coikUh-
die rUghelli pensa avvenuta nel 7 6, ma 1 sero al governatore, il (piale feccia disten-

non è sicuro. Non si deve confondere con dere sopra il cavalletto, ove i carneUci,
Teodoro mandato dal vescovo di
l'altro dopo averle laceralo le coste con unghie
Ravenna al medesimo concilio di Costan- di ferro, le tagliarono le mammelle. In-

tinopoli. trepida la santa sostenne questa barba-


TEODORO, Cardinale. Dell'ordine la tortura senza uìeltere un lamento. Il
de'pieti e del titolo di s. Lorenzo, inter- governatore vedendo che non moriva,
venne al concilio romano celebralo da s. malgrado tulli tormenti che le avea fat-i

Zaccaria nel 743 o nel 74^^- to soirrire,ordinòche fosse gettata in ma-


TEODORO, Cardinale. Vedi il voi. re. Il Teodosia avvenne il
martirio di s.

XLVm, p. 91. 2 aprile del 3o8, essendo ella in età di 18


TEODOKOPOLl , Theodoropolis. anni. E' nominala ue'caleudari delaliui,
Sitàe vescovile della provincia ecclesiasti- de gieci e de' russi.
ca d'Europa, nell'esarcato di Tracia, e- TEODOSI.^. Sede vescovile dell'Egit-
re'la nelI'VIll secolo sollo la metropoli to nel patriarcato d'.Alessandiia, che do-
d'Eraclea. Era l'antica Euchaita {J ), po la rovina della città fu trasferita in Ta-
situata presso Costantinopoli, che l'ini pe- ha-il-Atuudein, che tlivenne residenza di
ralore Giovanni Zimisce cliiamò Teodo- un vescovo copto, con chiesa di tale ri-

ropoli, a motivo del cor[)o di s. Teodo- to. Situata nel medio Egitlo nella pro-

ro Slralélale (e non Tirone, come col p. vincia di ]Miiiicli, è posta so[)ra un cana-
Le Quien dissi a Euchaita) martire che le derivalo dal Nilo, e vi si osservano con-
ivi riposa. Ebbe per vescovi, Gregorio che siderabili rovine di Teodosia.
>oltoscrisse nel \ 1 1 concilio generale; G io^ TEODOSIA. Sede vescovile già capi-
vanni che fu a quello di Fozio; Nicolò
I tale dellaCrimea e città maiiilima nel-
vescovo d'Eucbania {ìm^^eiocclit Euchai- la Tartaria (f''.) di Russia in Eiuopa,

ta fu confusa con Eiichania,eA a me pare governo tli Tauride e di Siiuferopoli, si-


»he quesli sieno gli stessi vescovi che ri- tuata in una baia del mar Nero, chiama-
portai ad EucHANiA col p. Le Quien, onde ta pure Stambul, Refa e Gaffa (P'^.), g'à

iveri vesco\i di Teodoropoli sono quelli floridissima colonia della lepuliblica di


di Euchaita) e sincello, sottoscrisse il de- Genova {P .). Nel voi. XLVI, p. 1 1, dissi

creto sinodale di Michele Cerulario, con- che nel i 3 i 8 Giovanni XXII vi eres^e la
dannatoda s. Leone IX ; Giovanni 11 fìo- sede vescovile (la quale divenula titolo
lito sotto Alessio Comueno, eloquente arcivescovile in partibus, oltre benedet-
scrittore. Oricns clirA. i
, p. i84- to XIV. l'ebbe pure il cardinal Scipione
TLODOSIA (s.), veigine e martire. Boi ghese, come notai nel vol.XLI,p. 37), i

Era della città di Tuo nella Fenicia, fu eolie Pio \ I voleva ripristinare in Odes-
allevata nella religione cristiana, e fece sa ( f.).G\o\a\MÙ XXIIatlribiù ;d vesco-
volo di sei-bare la verginità. Trova ndo^i vo ampia giurisdizione ecclesi.islica la ,

a Cesarea l'anno 3o8, si avvicinò ad alcu- quale si estendeva dalla Rulgaria al Vol-
ni confessori che stavano incatenati rini- ga, e dalla Russia al mar Nero. Neh 852
petto al palazzo del goveinalore Uiba- rin;peialoie di Russia Nicolò approvò I

no per aspellare il mociieiUo dcUinler- il piogeno d'una strada feirala da iMu-


37. T E O TEO
scaa Teodosla;ma siccome il porto gran- teri'a e per mare pietre e altri roateria-

de e frequentato di Teo<losia, situato al- li, si estesero in lungo e in largo; dierono


Io sbocco del mare d'Azof nel mar Nero, alle case maggior elevazione, e più spa-
èassai sicuro e non agghiacciasi mai, tut- zio occuparono che non era stalo loro
to il commercio dell'i nlerno della Piussia concesso. Né di ciò paghi, per aver corno-
dovrehbeprenderequella via,ecerlamen- do di fabbricar case e in più numero e
te Odessa dovrebbe risentirne gran dau- maggiori in grandezza, sotto colore che
nojperloslanciocheinfallibilmente pren- l'affluenza delle mercanzie li necessitava
derebbe Teotlosia. Teodosia denomina- ad aprir più magazzini, dierono al fosso
la corrottamente anche i^eO(^/o «V/, ebbe e alla trincera più largo giro, e vi getta-
un tempo una prosperità favolosa, e pri- rono tali fondamenti che ben promette-
ma che Caterina 11 la conquistasse alla vano qualche cosa di grande. Così ge- i

lUissia vi si contavano oltre 4o,ooo ca- novesi con piccole ma frequenti aggiun-
se: Ralfa oCalfa, che ora ne fa le veci, non le ampliarono e fortificarono la città la
Ila che più di 4ooo abitanti. Situata so- modo che gli abitanti potessero nioltipli-
pra lì lato orientale della penisola, non carsi senza timore d'alcuno e con fasto,
lungi dal Bosfuro Cimmerio, cui pose in La colonia genovese propagò nelle mon-
lempi di prosperità il suo nome, fu colla lagne la piantagione delle viti, insegnò
Crimea conquistata nel 1287 da'lartari a depurar meglio la soda, apr\ nuove
del Kipciak. NelisGi avendo genpvesi i sorgenti di tralUco e ampliò le antiche;
ottenuto dall'imperatore diCostantiiiopo- onde i nazionali prodotti crebbero in va-
li Michele Paieologo, l'esenzione di pe- lore , e la popolazione ch'era di circa
daggio e dogane per lutti i bro possedi- 3oo,ooo abitanti in tutta la penisola giun-

menli nella Grecia, e acquistata la libe- se a passare il milione. Lo stesso merca-


ra navigazione del mar Nero, pensarono to di Crim divenne al modo de' tartari
anche a tirarne il maggior vantaggio pos- una bella e fiorente città, emula dell'ita-

da un princi[)e tartaro compia-


sibile, e liane per la solidità delle fabbriche e la
rono l'antica Teodosia o Caffa. Allettati copia de'marmi che l'ornavano, tantoché
igenovesi dalla posizione, dal suo promon- la Gazarla fu chiamata col tempo Cr//7ie<7.

Iorio, da'due golfi a ponente e levante, in I genovesi,! 35o miglia lungi dalla patria,
questo essendovi il porto, si compiacque- trovarono in Calfa un porto nazionale da
ro the la città sorgeva al principio dei cui trassero sommi vantaggi, ove aspet-
niontt, e le case in pendio quasi a semi- lavano il fine dell'aspra stagione e vi an-
circolo; ed all' opposto dorso del monte nodavano le loro relazioni commerciali e
giaceva il Vecchio Crim, vasto mercato politiche, con maturità e sicurezza. Die-
ove i conquistatori tartari aveano depo- dero a Caffi» propri magistrati , statuti ,

sta la preda. Fra tante successioni di bar- stemma, monete proprie; vi aprirono una
bari, tutti inesperti nel navigare, Calfa libreria per dill'ondere l'amore delle let-

antichissima colonia de'greci, avea per- tere e ingentilire i costumi, ed altresì vi


(lutoil suo splendore: il fausto nome di fondarono una missione per insegnare ai
Teodosia erale divenuto straniero. Non feroci abitanti della penisola una religio-
cerchio di mura, non pubblici edifizi, ma ne di giustizia e di pace e tale ne fu il ,

poche case di pescatori lungo il porto e successoche meritòil ripristinamento del


innumerevoli rovine a'due lati. nuovi 1 seggio vescovile. Imperocché Comman-
pachoni cavarono subito un fosso e su ville, parlando di Calfa o Teodosia, la re-
quello alzarono un parapetto, e qui vi a- gistra tra le sedi vescovili della Scizia del
bitarono sciiz' altra difesa, ludi accorta- ChersonesoTaurico, divenuto arcivesco-
xneule e a poco a poco trasportando per vaio onorario nel secolo XII, di rito gre-
TEO TEO 33
co; die Io fu pine degli armeni, e die la «malici, ch'ebbero per altro capo Giaco-
cattedrale de'Iatinì era dedicata a s. Pie- mo, da cui derivarono Giarubiti, qua- i i

tro. La colooia di CaiFa de'geiiovesi, pel li si mostrarono contrari ai dogmi a lo-


suo rapido incremento, nel 1289 potè ro tempo nel /^5i confessali dal concilio
mandare in Soria 3 galere e soccorrere di Calcedonia. Qoanto a Teodosio ereti-
Tripoli assediatoda'mammalucchi; ever- co, egli dice che fu l'imperatrice Teodo-
sola metà del secolo XIV cinse Calìa d'al- ra che lo collocò nella sede d'Alessandria,
te mura ia calcina per ciu-a di Zoaglì e onde pe'luinulli suscitatisi contro suoi i

Giusti suoi consoli. Indi nel 1 383 crebbe errori,abbandonala la sede nel 535 si re-
d'ogni intorno sobborghi, e il doge Leo-
i cò a Costantinopoli accolto con grande
,

nardo ÌNIontalclo la provvide d'una 2. "cin- onore da Teodura. Quindi coraechè ere-
ta che lutti racchiuse. Fu allora che tur- i tico Sevcriano divenne contrario degli
,

chi presero a chiamarla Krini-Stamhul Agnoedeùe Gaianiti (P\), non volle sot-
o Cos/aìitinopoli della Crimea. Alle pos- toscrivere il concilio di Calcedonia, ad on-
gran colonia, genovesi in
sessioni della i ta delle preghiere di Teodora, e fu man-
vari tempi molte altre ne aggiunsero per dato in esilio nel 536, per opera di Pe-
conquista, compra o trattali. In esse, co- lagio apocrisario della s. Sede. I teodo-
me in Gaffa, stemmi e iscrizioni ricorda- siani furono anche denominati giacobiti,
no dominazione genovese, ricordano
la ed egizi.
la loro possanza e floridezza in Crimea. TEODOSIO {s.),il Cenobiarca. Nac-
Per loro approdavano a CafBi le navi di que l'anno ^23 in una piccola città di
Pera e di Costantinopoli colle manifattu- Cappadocia detta Magariasse e poi Cla-
re del ponente, e i legni della Tana col- rissa. Crebbe alla pietà coll'esempio de'

legemmeegliaromati del levante: lebar- virtuosi suoi genitori, ed ordmato letto-


che del Dniester co' grani di Polonia, e re in età ancor giovanile, ne esercitò l'uf-
quelle che varcavano ilDnieper col fer- fìzio con moka edificazione. Inteso alla
ro, la canape e le pellicce di Russia; oltre perfezione evangelica, si decise di consa-
i prodotti e grani della Tarlarla europea.
i grarsi a Dio in un modo più perfetto. Ile-

TEODOSIANA, Tlieodosiana. Sede cossi quindi a Gerusalemme, e dopo aver


vescovile dell'isola di Cipro nella diocesi visitato luoghi santi
i si pose sotto la ,

d'Antiochia, sotto la metropoli di Sala- condotta d' un santo monaco per nome
mina o Costanza, chiamata pure Tcodo- Longino, che vivea solitario in un canto
siopoli. Il vescovo Solerò sottoscrisse il della torre di Davidde, ed era decantato
concilio di Calcedonia. Oriens elir. t. 2, per consumata esoerienza nelle vie della
p. 1075. Una pia dama chiamata Sce-
perfezione.
TEODOSIANI. Eretici del secolo 1 V, lia, che avea fibbricato una chiesa in o-

i quali seguendo la falsa dottrina di Teo- nore della B, Vergine sulla strada di Bet-
doro e di Galano vescovi di Alessandria, lemme, fece istanza a Longino perchè le
per cui furono anche delti Gaianid (f^.), dasse Teodosio a governarla. Obbedì que-
approvarono gli errori di Eoliche e di sto all'espresso comando del suo superio-
Dioscoro, perciò rigettarono le decisioni re,sebbene contro la propria volontà; ma
del concilio di Calcedonia, ed asserirono poco appresso rmunziò alla direzione di
in Gesù Cristo una sola nalura corrotta, quella chiesa, per ritirarsi in una spelon-
secondo i teodosìaui , ed incorrotta se- ca posta in una deserta montagna poco
condo i gaianiti. Avverte l'annalista P^i- lontana. Colà si diede alla pratica delle

naldi che Teodosio co' suoi seguaci non più grandi austerità,cibaodosi di pochi le-
sideve confondeie con l'altro vescovo di gumi ed erbe selvatiche, e vegliando le in-
Alessandria Teodosio e suoi fautori sci- tere nolti nella preghiera. La santità del-
VOL. LXXIV.
34 TE O TE O
la sua vita gli allirò inlorno pnroccliifi per- a tenersi fermi nella dottrina stabilita da*
sone desiilerose di nietteisi al servigio di 4 primi concilii generali. L' imperatore
Dio benché dappiima non
nel ritiro, e lo mandò in bando, ma essendo morto
volle riceverne che 607, poi la sua cari- poco dopo, la pace fu restituita alla Chie-
tà lo indusse a non rifiutare nessuno in sa, eTeodosio ritornò dall' esilio. Visse
cui scorgesse buone disposizioni. Ingios- ancorai lanni, e ad onla della decrepita
salo quindi il novero de' suoi discepoli, sua età nulla iscemò dalle sue austerità;
anche per la fama de'suoi miracoli, ùh- finalmente passò alla beata eternità l'an-
bricò presso Betlemme un vasto mona- no 52q. Pietro patriarca di (Gerusalem-
stero, cui aggiunse infermerie pe'solita- me assistette a'suoi funerali cogli abitan-
rii, e fabbriche per alloggiare i forestie- ti di tutta quella contrada, e molti mi-
ri ; vi furono inoltre nel recinto del mo- racoli furono da Dio operali durante que-
nastero 4 secondo le varie nazio-
chiese, sta ceremonia. Il corpo del santo fu se-
Teodosio diresse quella
ni de' solilarii, polto nella sua prima cellella della la Ca-
svariata moltitudine con un ordine am- K-erna r/e'i)/i7g^7,pei'chècredevasi colà che
mirabile, e destinato alforazioue pubbli- imagi vi si fossero riparati quando si re-
ca una porzione considerabile del giorno carono ad adorare Gesù Cristo. In tulli
e della noUe, ordinò a' suoi discepoli di i calendari greci e latini la festa di s. Teo-
dedicarsi a qualche utile mestiere, per dosio è segnala agli \ i di gennaio.
preservarli da' mali che crdinariameule TEODOSIO, Cardinale. D' incerto
cagiona l'oziosità fia'monaci, e per pro- titolo, fu al sinodo romano tenuto da Ste-
cacciare il bisognevolealla comunità. Teo- fmio IV nel 769.
dosio era legttlo con stretta amicizia a s, TEODOSiOPOLI , Theodosiopolis.
Saba, ed animati entrambi dallo stes- Sede arci vescovi le dell' Armenia, ossià£r-
so zelo conccM lavano insieme i mezzi piii zerum (V.) nell'Asia, e dichiarala vesco-
eflicaci di dilatare la gloria di Dio, ed ch- vile sotto primate armeno di Costanti-
il

inerò tutti e due ad essere perseguitati per nopoli, nel dal Papa Pio X, al mo-
I 85o I

la difesa della dottrina della Chiesa. Sal- do narralo a Patriarcato Armeijo. Erze-
lustio patriarca di Gerusalemme nomi- luin, Erzerwniejì, ebbe a vescovo a'3o
nò Saba superiore di tulli gli eremiti, e aprile i85o mg.' Giuseppe Hagi: secondo
Teodosio superiore di tutti i cenobiti del- le Nolìzic di Roma, ora la sede è vacan-
la Palestina, per cui si ebbe il nome di te.Siccome di verse sedi nell'antichità por-
Ce/zoZ^^V/z-CY/. L'i mperatoreAnastasio, pro- tarono il nome di Teodosiopoli,qu\ le in-
tettore degli eutichiani, pubblicò un e- dicherò,11 Terzi, Siria sacra, p. 38, ri- i

dilto, che (ordinava a tulli i siri di obbe- ferisceche Erzerum, o Erzeron ossia E-
dire all'intruso patriarca Severo, e di ab- sdron,per l'imperaloreTeodosio 1 fu chia-
bracciare la sua comunione; ma Teodo- mala Ti'odosiopolij avvertendo che sba-
sio e Saba ricusarono anche di aderirvi, gliò Procopio nel descriverlaappartenen-
a rischio d'incontrare lo sdegno dell'im l e alla provincia Osroena, e così altri Ira-
peratoie. Teodosio anziché lasciarsi se- sportandola nella Fenicia , delusi dalla
durre dalle lusinghe di esso, gli scrisse COI» congruenza del nome Krice. Erzerum o
zelo apostolico una lellcra, nella quale Teodosiopoli, frontiera dell'impero olio-
confutava colle più sode ragioni tulle le mano alle rive dell' Eufiale, circondata
sottigliezze degli eutichiani, e [ìroleslava da monti e difesa da munilissimo castel-
chesarebbe pronto a soffrire la morte pri- lo, dice che di sua aulichilà non conser-
ma di tradire la verità. Dipoi, quanlnn- va che gli avanzi d' un magnifico ponte
que nella grave età di 94 anni, si portò costruito dall'imperatore Teodosio I,stl>
per tutta la Palesliua ad esortale i fedeli bene altri l'attribuiscono al red'Aimcuiu
-

T E O TE O 35
Tiiidate. Avendo egli fatlostudiose ricer- nia, e Ciriaco che fu al concilio di Costan-
che, e consultalo altresì i nazionali arme- tinopoli sotto Menna. Inoltre ne'registri
ni, aggiungeche la popolazionea suo tem- concistoriali, Teodosiopoli, Tlieodosiopo-
po si componeva di i 2,000 cristiani e in- litaiì, è un titolo arcivescovile in parti-
fedeli, i primi assistiti dal proprio arcive- bus dell'Armenia minore, sotto del qua
scovo d'ordinario esidente nel vicino bor-
1 le è il simile titolo vescovile di Mauri-
go di Ciban. Fra suoi pastori ricordò Gio- castro, che conferisce la s. Sede. Leggo
vanni intervenuto al conciliod'Antiochia, nella sua ultima proposizione concistoria-
celebrato con Iba di Edessa sotto il pa- le, che per morie di Antonino Merciaj de-
triarca Donno, come si ha dagli alti del putato apostolico nelliìMesopotamia e Ar-

concilio di Calcedonia. A cpiell'epoca ub- menia minore, il Papa Pio IX nel conci
bidivano i vescovi sulfraganei di Oslrus, sloro de'27 settembre lò'ji l'attribuì a
Mazimene, Mauricaslro, s. Maura, Axie- ojg."^ Giovanni Neuschel già vescovo di

re,Charosen e Politiina, tulle città d'Ar- Parma, chiesa spontaneamente da lui ri-

menia, le cui notizie sono confuse per la nunziala,eperciògIisostitm in quella l'o-

corruzione de'nomi. Ecco le altre sedi o- dierno che nominai nel voi. LXIV, p.
moniiue. Teodosiojìolio Aprosff .)y poi 208.
a rei vescovato onora rio. T'for/oi-i'o/jo// del- TEODOTA (s.), martire. Venne ac-
la r.'Cappadocia nell'esarcato di Ponto, cusata di non volere aver parte alla ce~
solto la metropoli di Cesarea, eretta nel V remonia del sagrifizio, cui il prefetto A-
secolo. Tcodosìopo li neWn provincia d'O- grippa in occasione di una festa di Apol-
sroena, del patriarcato d'Antiochia, suf- lo avea ordinato che si unisse tutta la cit-

fraganea d'Edessa, eretta nel V secolo e tà di Filippi o Filippopoli nella Tracia.


nel XII divenne arcivescovato onorario: Condotta perciò innanzi al magistrato,
qualche notizia di geografi sagri ialini gli comechè avea prima menata vita impu-
dà de' suffraganei che non si conosco- dica, confe-isò i suoi passati disordmi, e
no. 2\'ocìosiopoli nella provincia di Ci- dichiarò insieme che per nessun niodo a-
pro, solto la metropoli di iVicosia. Teodo- vrebbe messo il colmo ad essi bruttandosi
sìopoli d'Egitto nella provincia d'Arca- con un sngrilego sagrificio. Il suo esem-
dia, istituita nel IX secolo e sulTraganea pio ravvivòilcoraggioa ySo cristiani, che
d'Oxirinco. Teodo'n'opoli come la prece- ricusarono parimenti di obbedire al pre-
dente nel patriarcato d'Alessandria, del- fetto. Ella fu messa in una prigione ove
la i.'Tebaide, sotto la metropoli d'Anli- slette 20 giorni, che spese tutti ad ora-
noe, eretta nel IX secolo. Tcodosiopoli re. Presentata di nuovo al giudice, altro
dell'antica Armenia, sotto la metropoli di non rispose, se non che avea avuto la dis-
Sebaste, nella diocesi di Ponto e sulla de- grazia d'essere stata una donna di mal af-
stra dell'Eufrate. Ebbe a vescovi, Pietro fare, ma che era divenuta cristiana, ben-
che nel 428 fu al concilio di Costantino- ché non si meritasse di portare questo

poli,Manassea quello di Calcedonia, Pie- sagro nome; e mai avjebbe abbando-


lio fu uno de'vescovi severiani ch'ebbe- nalo il vero Dio per sagrificare a statue
ro nel 533 una conferenza co'cattolici a insensate. Agrippa la fece crudelmente
Costanljiiopoli sottoGiustiniano I.O//e«y sferzare, poi stendere sul cavalletto e stra-
chr. 1.
1, p. 427» '' quale a p. 800 trat- ziare con pettini di ferro; ma essa prega-
ta di Tcodosiopoli della Frigia Pacazia- va si accrescessero i tormenti, onde po-
na sotto la metropoli di Laodicea, regi- tesse trovar misericordia ed ottenere piij

strando per vescovi, Tommaso che nssi- gloriosa corona. Finalmente Agrippa, do-
stèal concilio diCostantinupoli contro Eu- po averle fatto strappare tulli denti, i la

liche nel 44^, e poi a quello di C.dcedo- condauuù ad essere lapidala, locchè fu e-
36 TEO TEO
seguito fuori della cillà l'anno 3i8. La pò fosse bruciato, perchè i crisliani non
sua festa è segnata il 2C) settembre. gli dussero sepoltura; ma
rogo sul qua- il

TEODOTO (s.), miulire. Della città le fu posto parve circondato da una luce

d'Ancira, capitale della Galazia, era ara- sì che nessuno osò accoslarvisi per
viva,
mogliato ed esercitava la professione di appiccare il fuoco, il che avendo inleso il

oste. Siccome era stalo allevato nelle mas- governatore, comandò che la testa ed il
sime della soda pietà per opera d' una busto del martire fosseroguardati in quel
santa verj^ine di nome Tecusa, egli avea luogo da'soldati. Frontone, pretedi Ma-
sommo disprezzo per tutti i beni del mon- lo, cui Teodoto avea promesso delle re-

do: il digiuno, l'orazione, l'elemosina e- liquie, recandosi ad Ancira per prender-


ranoisuoi piùcaii esercizi. Non solamen- le, giunto in qnel luogo, la sua asina, che

te aiutava i poveri ne* loro bisogni, ma avea caricala di vino d'una vigna da es-
colle sue esortazioni ritrasse molti pecca- so lavorata, venne a cadere perla stan-
tori dai loro traviamenti. Dio l'onorò an- chezza appunto presso al rogo. Le guar-
che del dono de' miracoli, e leggesi ne' die lo invitarono a fermarsi con esse, e
suoi A Iti, che guarì molti malati pregan- cenando insieme diede loro a bere del suo
do per essi o toccandoli colle mani. Egli vino, ed apprese quanto era accaduto. Co-
non isbigotl"] per la persecuzione accesa gliendo quindi il momento in cui le guar-
da Diocleziano nel 3o3, e mentre infie- die si addormentarono, prese il corpo e
riva in Ancira, assisteva i confessori pri- la testa del martire, e coricolli sul dosso
gioiìieri, seppelliva i corpi de'martiri, e della sua bestia, che lasciala andar sola,
somministrava il pane ed il vino per il s. tornò da se borgo di Malo, dove fu poi
al

sagrilìzio. La sua taverna divenne Tasilo fabbricata una chiesa intitolala del nome
de'cristiaoi, e la sua casa un luogo di o- di s. Teodoto. Celebrasi la sua festa, con
razione, (love trovavano assistenza i ma- quella delle 7 vergini sunnomiuate,il gior-
lati e ospizio sicuro i forestieri. Il gover- no 8 njaggio.
1

natore Teolteno avendo fitto annegare TEODOZIANI. Eretici settatori di

y vergini cristiane, cliiamate Tecusa, A- Teodoto o Teodete di Bisanzio, sopran-


lessandra, Claudia, Eufiasia, Matrona, nominalo il Conciatore dì pelli o CoriU'
Giulilla e Fania, Teodoto aiutato da al- rio o Cuoiaio, o Calzolaio, a motivo di
tri feileli, riuscì prodigiosamente a trar- sua professione, eretico che formossi un
le dallo stagno in cui erano state gettate partito sul finir del li secolo. Durante la

con glosse pietre attaccale al collo, e le persecuzione de cristiani sotto l'imperato-


seppellì nella chiesa de'Palriarchi. Cono- re M. Aurelio, Teodolo arrestato come
sciutosi il giorno appresso, che i corpi del- molti altri, non ebbe il
per salvar la vita

le 7 vcrginieranosloli involati, molti cri- coraggio d'essere martire, e negò Gesù


stiani furono posti alla tortura, fra'cpiali Cristo per sottrarsi dalla morie. Ricoper-
un certo l'olici ono, che rivelò come Teo- to d'ignominia da quell'istante, credette
doto avea involato fpie'corpi, accennan* di sfuggire la vergogna ritirandosi a Ro-
do il luogo ov'erano stati sepolti; laon- ma, ma ben tosto riconosciuto e de-
vi fu
de il governaloreoidinò sul fatto che fos- testato da'crisliani romani, come lo era
sero disotteriati e bruciati. Teodolo, in- slato ila que' di sua patria. Per palliare
forinatodel tradimento, si presentò fran- il suo delitto d' apostasia, ed iscemare
camente governatole, e sostenne con
al l'empietà del suo fililo osò dire, che se-
invitta costanza più orribili tormenti,
i condo il Vangelo,alterandone il senso, sa-
che furonoripetuli 5 giorni appresso. Fi- rà accordalo il perdono a colui che ha be-
tiaimcnie il governatore lo condannò a stemmiato contro il Figlio dell' uomo;
perdere la testa, e ordinò che il suo cor- egli altresì ardì di aggiungere, che avea
TEO TEO 37
l'inegato un uomo e non un Dio, che Gè- tino, onde furono confusi gli errori e i so-
sùCristononavea nient'altiotlissopia de- gni de'valentiiiiaui conque'de'ieodoziaui.
gli altriuomini, fuorché una nascita mi- TEODULO (s.), martue. Fedi Mar-
racolosa, più abbondanti doni della gra- tiri (ss.) DI Creta.
zia e pili perfette virtù. Negando h sua TEODULO e GIULIANO (ss.), mar-
divinità, ammetteva ch'era nato da una tiri. SolFiirono a Cesarea nella Palesti-
Vergine per opera dello Spirilo santo. E- na, l'anno 809. Era ili.°un venerabile
gli era peggiore degli ariani, i quali te- vecchio con mollifigliuoli, il quale tene-

nevano bensì Gesù Cristo per una crea- va onoievole posto nella casa del gover-
tura ma che però era stalo innanzi al
, natore Firuiiliano, ed era uuiversahnen-
mondo. Fu condannatoe scomunicato da te stimalo pel suo merito. Egli desidera-
Papa s. Vittore I delig4. VeisoiI mede- va di conseguire la palma del martirio,
simo tempo certo Arlemo o Arlemone e sludiavasi di accendere io altri questa
spargendo per Roma una simile erronea raedesiuia brama, recandosi nelle prigio-
dottrina, trovò de'seguaci che si chiama- ni a confortare i confessori. Firmiliauo,
rono Artcmoniani ( / .). Egli diceva, che conosciuta la di lui condotta, lo riprese
Gesù Cristo non avea comincialo a rice- con oltraggiosi rimproveri, ed ordinò che
vere che all'epoca di sua na-
la divinila fosse subito crocefisso. Teodulo udì con
scita; ma per divinila
intendeva solameu- gioia la sentenza, slimandosi avventuro-
te alcune qualità divine, e secondo la sua la sua vita collo stesso ge-
so di terminare
riprovevoleopinione Gesù Cristo non po- nere di morte del suo divino maestro.
teva esser chiamato Dio, se non in senso Giulianoera diCappadocia,da poco tem-
improprio. E' ddllcile però il determina- po arrivato nella Palestina, e benché non
re precisamente in che la dottrina di que- fosse che catecumeno, fedeli lo stima- i

sti due concordava o contraddice-


eretici vano assai per le sue rare virtù. Avendo
vasi, poiché gli antichi non ne parlarono inteso nelfenlrare in Cesarea, che molti
con suflicieule chiarezza. Solo è probabi- erano stati martirizzali, corse al
cristiani
le che poco numerosi discepoli o parti-
i luogo del supplizio, geltossi sui loro cor-
giani de'due eretici si unissero e in segui- pi, e li baciò con sommo rispetto. I sol-
to formassero una setta sola, la quale tut- dati perciò lo presero e condussero al go-
tavia non fu molto numerosa né durò , vernatore Firmiliano, il quale senza in-
lungamente, mentre i cristiani si moltipli- terrogarlo lo condannò al fuoco. Lieto di
carono all' infinilo anche in mezzo alle S(j(frire per Gesù Cristo, Giuliano diede

persecuzioni. I teodoziani quindi furono a vedere sino all'estremo sospiro una tran-
confusi cogli artemoniani, e si rimprove- quillità ed un coraggio che ricolmarono

rò loro i medesinji errori. Molti altri er- di stupore e di contusione gii slessi car-
rori si attribuiscono a Teodoto, ma con- nefici. Questi due martiri sono nominati
viene avvertire che vi fu il suo discepo- nel martirologio romano il 17 febbraio.
loTeodoto o Teodete, detto il Trapezi- TEOFA^E(s.), abbate. Figlio d'Isac-
tao Banchiere dalla professione che eser- co governatore delie isole dell'Arcipela-
citava,ed autore della setta \\& Melcliisc go, il quale morendo nominò suo tutore
dechiani (f'-J, quali pretendevano che
i l'imperatore Costantino IV Copronimo.
Gesù Cristo, di cui negavano la divinità, Un servo fedele gl'inspirò di buon'ora sen-
fosse inferiore a Melchisedech sacerdote timenti di solida pietà, e d'orrore per ogni
dell'Altissimo. Anche questoTeodoto, co- dottrina riprovata dalla chiesa cattolica.
me pure Artemone, fu scomunicato da Prese moglie, ma scambievolmente iin-
s. Vittore I. Vi fu pure altro Teodoto e- pegnaronsi di vivere in perpetua conti-
letico /^'a/e/t(m/a/i(? e discepolo di Valeu« ueuza. Non guari dopo ella abbandonò il
38 TE O TE O
secolo, abbracciando lo slato monastico, fa cliiesa romana contro gli attentali di
e Teofane fondò due monasteri nella Mi- Epifanio vescovo di Costantinopoli. Indi
éia, prendendo il governo d'uno di essi, sottoscrisse nel 553 il giudicalo di Papa
nel quale visse tiilto inleso agli esercizi Vigilio nella stessa città.
della penitenza e dell'orazione. Intervea "tEOFANIO, Cardinale. Arcidiaco-
ne al 2." concilio di Nicea nel ove no della chiesa romana, sottoscrisse con
, 787
parlò con forza e dignità sul culto delle l'apaVigilio nel concilio romano alla con-
ss. Iraraagini, e fu ammirato da'Padri per li.'ssione di fede, ed appose la sua firma
la sua semplicità e modestia. Tornato poi a' 12 maggio 553 al giudicalo pubblica-
alsuo_monaslero,ripresecou maggiore fer- to da detto Papa in Costantinopoli.
vore suoi esercizi; non depose mai il ci-
i TEOFAINIO, Cardinale.?vele del ti-

bilo; una stuoia gli serv'i sempre di letto, tolo de'ss. Quattro Coronati, intervenne
e una pietra di origliere; poco pnue bi- ;d sinodo romano lenulo da s. Zaccaria
gio ed acqua era il suo nutrimento. Al- nel 743 o nel 745.
l'età di 55 anni si molto la
afllevolì di TEOFILANTROPI. Setlarii insorti
sua salute, e sofferse con ammirabile pa- nello scorcio del secoloXVIII,sottoi qua-
zienza acutissimi dolori di pietra e d'una li si nascosero non meno perniciosi set-
i

colica nervosa. Giunto all'impero Leone tarii Muratori (P.)^ e se ne fa autore Re-
V ì'y^frme no, vinno\h nell'S i4 la persecu- veillere Lepaux, ben conosciuto pel suo
zione contro la cbiesa cattolica, e pro- odio al cristianesimo e pel suo stolto fa-
scrisse il culto delle ss. Immagini. Questo natismo di pretendere stabilire sulla ter-
principe tentò di trarre alsuo parlilo Teo- ra questa nuova Setta,co\ titolo di Teo-
fane, comecbè tenuto in grandissimo con- filantropi, che consisteva in non amare
to dagli ortodossi; perciò nulla tralasciò né Dio, né gli uomini. Propriamente il

per guadagnarlo. iMa esso non si lasciò vocabolo Teofilantropia^ formalo dalle
abbacinare alle promesse, né intimidire voci greche Dio, amico e uomo, nel Di-
alle minacele impeialore; il quale,
dell' zionario enciclopedico di Bazzarini side-
visti andare a vuoto tutti suoi sforzi, or- i finisce:Speciedi religione puramente mo-
dinò di chiudere Teofane in un camerot- rale, clie si è voluta stabilire non sono
to, ove rimase per due anni, privo di lui- multi anni, e che consiste nell'amare Dio
te le cose necessarie alla vita, mentre la e gli uomini, senza alcun cullo esterno.
suasaluteogni dì peggiorava. Si ebbe an- INlentre teofilantropi stabilitisi in Fran-
i

che la barbarie di caricarlo di 3oo colpi cia verso ili 796 predicavano l'amore di
di frusto. Finalmente fu tratto dal came- Dio e degli uomini, facevano professione
rotto neirSiS, per mandarlo in bando di seguire la religione naturale. Divenu-
nell'isola di Samotracia, dove moiì 17 to Ileveillere membro del direttorio fran-
giorni dopo esservi giunto, ai 1 2 di mar- cese, fu uno de'piìi accaniti nemici della
zo.Molte guarigioni miracolose si opera- Sovranità de'rontani Pontefici e della
rono in virtù delle sue reliquie. Celebra- s. Sede (T,), ed a sua islignzione la re-

si lasua festa nel giorno in cui accadde [ìubblica di Francia non solamente oc-
la sua moi te. cupò di forza lo stato papale, ma nel 1798
TEOFANE, Cardinale. Diacono e le- detronizzò Pio VI, e lo prese prigione e
galo di Papa s. Agapito I al concilio di condusse a Valenza, ove gloriosamente
Costantinopoli, insieme col cardinal Pe- uioiì fra g'i stenti. Reveillere non conten-
lagio, combattè valorosamente contro i to,pretendeva che fosse rilegato iu Siu-
novatori,difcndendo le definizioni de'pri- (legna, onde vi rimanesse in pieno oblio
mi 4 concilii ecumenici contro di essi e- equasi sepolto in una tomba, qualora non
nianatCjC sostenne con vigore le p;irlidcl- fosse restato vittima de'disugi della uavi-^
T EO T ED 59
gazione. 1 leofilautropi, sella più mora- scritti gliempi dogmi di IMarcione e di
le cl»e religiosa, fecero rapitlamenle nii- Ermogene. Abbiamo ancora in intiero i

tuerosi proseliti, e oltennero successiva- tre libri ad Autolieo, quali contengono i

molle chiese in Pa-


tiieiitepe'loro esercizi un'apologia della religionecristiana. Era
rigi, e di là stesero loro rami in altie i Autolieo un uomo celebre pel suo sape-
Provincie. A'4 ottobre 8oi il governo con- I re ed eloquenza, ma zelantissimo per l'i-

solare pose fine all'esistenza de'teofilan- dolatria; e il santo vescovo imprese di di-
tropij proibendo a'membri di quest'asso- singannarlo, e convincerlo de'suoi erro-
ciazione tli riunirsi negli edifizi naziona- ri. S'ignora quale ne sia stato l'esito, ma
li, e rifiutando persino la permissione ne- è presumibile che Autolieo abbia lascia-
cessaria per congregarsi in un luogo pri- toli paganesimo,anche perchè soddisfat-
vato ciie volevano prendere a fìtto. to del .°libro,domaudò delle nuove istru-
I

TEOFILATO, Cardinale. Interven- zioni. Il santo vescovo Teofilo morì cir-


ne al concilio romano nel 769 celebrato ca l'anno i90,ed è annoverato fra'pili dot-
in Luterano da Stefano IV, essendo in- ti padri del secolo II. Eusebio e s. Giro-

certo il suo titolo. lamo fumo grandi encomi a'suoi scritti,


TEOFILATO, Cardinale, Prete del e lì loilano per l'eleganza dello stile, per
litolodi s. Grisogono, fu al concilio diR(j- la varietà dell'erudizione, e per lo spirilo
ma Giovanni XII.
julimalo nel qGjj- da di pietà, ch'è insieme pieno di calore e di
TEOFILATO, Cardinale. Del tito- La sua festa si celebra il 6 di-
sagf^ezza.
lo presbiterale de' ss. Quattro Coronali, cembre, ed è nominato nel martirologio
fu al sinodo romano tenuto da Giovan- romano ili 3 ottobre.
ni XII nel 964. TEOFILO (s.), vescovo di Cesarea in
TEOFILATO, Cardinale. Vescovo Palesliii a. Puesede'grandi servigi allaChie-
di Pulestrina, si trovò presente nel 964 al sa nella questione de' Quarto decirnani
Giovanni XII in Ro-
concilio celebralo da (f'^.), ed aiutò assai Papa s. Vittore l a
ma, ed a'6 novembre 960 ancora gover- stabilire l'uniformità della celebrazione
nava la sua chiesa. della Pasqua. Radunò un concilio per e-
TEOFILO (s.), vescovo di Antiochia. saminare questa questione a Cesai ea. Pe-
Nato da genitori idolatri, ed allevato nel rò gli alti che si fanno passare per quelli
paganesimo, versò nello studio delle let- del concilio di Cesarea, dopo il ven.Deda,
tere e delle scienze, e divenne espertissi- non hanno prove baslevoli della loro au-
mo nella conoscenza de'dogmi dell'anti- tenticità. Egli compose una lettera sino-
ca filosofia. L'imparzialità colla quale e- dale, altamente stimata da s. Girolamo,
saminava la natura delle cose, gli fece nella quale combalte quelli che a modo
scoprire il difetto della religione ch'egli de'giudei ficevano la Pasqua ai i4di mar-
professava, la trovò assurda e ridicola. zo. Tra le altre co'^e diceva in essa, che
Leggendo profeti egli èva ngehsti, am-
i l'uso di celebrare la risurrezione di Ge-
mirò le verità sublimi da essi insegnale. sti Cristo in domenica era di tradizione

La dottrina della risurrezione gli fu di 0- apostolica. IMoiì verso la fiine del II se-
stacolo per qualche tempo; ma finalmen- colo, e il martirologio romano, che lo no-
te si convinse della verità di questo dog- mina il 5 di marzo, dice ch'egli si rese il-

ma, ed abbracciò il cristianesimo. Colla lustre per la sua saggezza e per l'integri-
santità della sua vita meritò poi d'essere tà della vita,

collocato sulla sede di Antiochia dopo E- TEOFILO, Cardinale. Nel concilio


ros, morto nel 168. Mostrò grandissimo romano di s. Paolo I del 761, si sotto-
zelo per l' estirpazione dei vizi, e per la scrisse umile prete di s. romana chiesa del
difesa delia fede, confutando con solidi titolo di s. Sabina.
,

4o T E O TEO
TEOFREDO(.s.),volgnimenles.C/irtf- ce. Aggiunge, che questa scienza non pub
fir. abbale iiel\ eiai,n»ai lire. ISalo in O- sendjrare indifTeiente se nona quelli, che
raiige, suo padre Le ufi edo, govenialoie non vogliono ne Dio, né Religione [F.).
«lei paese, eclucollij con cura particolaie, Sì chiama Teologo (T^.)'\\ professore di
ed egli si moslrò ìnctiuato^gli esercizi di sagra teologia. Tutti sanno con quanta de-
pielà,epienodi disprezzo pel mondo. Era licata cautela si devono trattare le divine

nipotecilEuiio, i.° abbale diCarmeri nel cose, poiché la teologia è quella scienza che
Velai, e ogni volta che udiva parlare del- ragiona de'sublimi attributi della Divini-
le sue virtù, sentivasi animato dal desi- tà (1 .), che Ila Dio per oggetto e la Ri-
derio di caintDinare sulle sue Iraccie. Ot- velazione (T .), cioè le verità rivelate da
tenuto il consenso del padre, entrò nel lui. Se la teologia o discorso di Dio, trat-
monastero di Carnieri, ove dopo le pro- ta in generale della Divinità, e delle co-
ve ordinarie fece la professione, e conser- se divine per quanto si possa giungere a
vò dipoi sempre il fervore che avea fatto conoscerle colla scorta del lume natura-
conosiere durante il suo noviziato. Subi- le; in qiiestosenso dicesi pure teologia dei
to dopo gli fu cocuaiessa la cura degli af- Gentili (J .). Aristotile la considera co-
fari esterni; e venuto a morie Eudo, do- me una parte della filosofia, che si occu-
mandò il nipote per successore, la quale pa di trattare di Dio e di alcuni de'suoi
scelta fu applaudila da tutta la comunità. attributi, sotto il nome di teologia natu-

La sua condotta giustificò l'alia idea con- rale, come fanno ancheoggi tulli tratta- i

cepitasi della sua virtù, giacché fu il pa- tisti di filosofia speculativa. Pagani (P^.) 1

dre e il uiodello dc'suoi religiosi. Essen- nel medesimo senso davano a'Ioro poeti
do entrati i saraceni nel Velai, volle che il nome di teologi, perché riguardavauo li

i religiosi andassero a nascondersi in una siccome più illuminati del volgo, sulla na-
foresta vicina, ed egli solo, disposto ad o- tura della Divinità, e sui misteri della reli-
gni evento, si fermò nella sua chiesa, do- gione.Gli antichi idolatri aveaiio 3 sorte di
ve entrali i nemici, crudelmente lo per- teologia. I .°La Mitologia ofavola, che fio-
cossero, e lasciaronlo mezzo morto. 11 gior- riva fra i poeti e che aggiravasi principal-
no appresso, celebrando i saraceni una mente sulla teogonia, o generazione ege-
gran festa della loro sella, Teofredo rac- nealogia degliDei.2.° LaPolitica, abbrac-
colse tulle le sue fòrze, e spinto da santo ciata specialmente da'principi, da'magi-
zelo andò a ri()renderli della loro empie- slrati, da'sacerdoli e da'popoli, siccome la
tà; per la qual cu^a i barbari lo ferirono scienza più utile e più necessaria jier la
moi talmente, ed avrebbero incendialo il sicurezza, per la quiete e per la [lubblica
monastero, se una burrasca che .soprav- prosperità. 3.° La Fisica, coltivata da'filo-
venne non li avesse dispersi. Il santo mo- sofì, siccome scienza più conveniente al-
li alcuni giorni dopo, cioè 19 otlobie il la natura e alla ragione; essa non ammet-
del ^28, e fu poscia onoralo come mar- teva che un solo Dio supremo, e de'Z>e-
tire della verità e della carità, venendo >nojtii(J .J
e genii, siccome mediatori fra
in tal giorno nominato nel martirologio Dio egli uomini. 11 sommo teologo de'no-
benedettino. stri tempi, p. Giovanni Perroue gesuita,
TEOLOGALE PREBENDA. r.TEo. professore di sagra teologia nel collegio
lOGO. romano e ora rettore del medesimo , le

TEOLOGIA, Tlicologia. Scienza di cui dottissime e profonde Praeleetiones


Dioi^V .jedellecose divine, inconseguen- Theologicae meritarono tante edizioni
za la più necessaria di tulle le cognizio- e traduzioni (e ne resero ragione gli An-
ni, come la definisce il Bergier nel Di- nali delle scienze religiose, a nella 2. "'se-

zionario enciclopedico della teologia lle anche del Compendi wn redac tue àùU
TE O TEO 4i
Io «lesso autore, Roma i S^^; il simile fe- ca o morale tratta delle co<;e che ap[)ar-
cero altre simili opere tli rivisle lellera- tengono alla regola de'costumi, come le
encomi), ecco la nozio-
rie co'ilovuli alti leggi, i peccati, i sagramenti, ec. (di que-
ne che dà della teologia. » Thcologia , sta debbono particolarmente profittare i

quiiCy si vocis etyinoii spcctes , est Stvmo sacerdoti per rendersi utili al loro mini-
de Dco, modo latiori, modi sfrictiori si- stero e alle diocesi, facendone uno studio
gnificatioìie usurpatur. Tiicologiac cium fundato. Imperocché la teologia morale
nomine ea peculiari ter divinac scicntiae ha per fine la sana e retta ragione illu-
pars comprelienditur , quae agii de Deo, minata, assistita, guidata dalla rivelazio-
dccpie iis, quae Dco in1iaerent,cujusmo- ne, da'Padri, dalle leggi, giudizi e auto-
di sunt Dei proprictatcs seu attrilnita rità della Chiesa). La teologia polemica
tum absoluta tum relativa, Ampliori ac- e scientifica tratta delle cose disputale o
ccptione designatur practerea quidcpiid controverse: e^id è speculativa o /nora'
ad Deuf/i tamquam causam rcjcrturyseu le, secondochè le cose di cui tratta appar-
opera comprchendit omnia, quae extra tengono alla teoria o alla pratica. La teo-
Deum sunt, quanquam ah ipso originem logia positiva è quella che verte sulla s.

trahant, atquc instrumenta, quibus Deus Scrittura, sulla tradizione, sui concililo si-

ad aliquid e/Jìcictidum ulitur". Inoilre nodi, sui Padri, sui decreti de'Papi, sui
Perione pubblicò in Roma nel 84^,
il p. i filli storici con uno stile meno dilluso e
Historiae Theologiae cura Philosophia meno s(jggetto alle regoledella dialettica
comparalae Synopsis. Il comune de'ieo- e dell'argomentazione. Chiamasi posili'
logi dicono die la paiola Teologia *\ev\' va perchè suppone principii della fede i

va dal greco Teos e logos, e significa di- senza provarli, e perchè la s. Scrittiua ,
scorso o considerazione di Dio. Così in la tradizione, iconcilii, ec. sono di dirit-
questo senso letterale, essi affermano, la to positivo. La teologiascolastica è quel-
teologia non è che un discorso o una con- la che tratta quelle stesse cose di cui trat-
siderazione di Dio. In un senso più esle- ta la positiva; ma con uno siile più con-
so, essi dichiarano, la teologia è una scien- ciso o più esalto, più sottile e più vinco-
za che dà la cognizione di Dio e delle co- Iato alle regole della dialettica e dell'ar-
se divine. La teologia presa in questo sen- gomentazione. Chiamasi scolastica peichè
si divide: i.° in naturale e
so, da'teologi è usata nellescuolee nelle accademie. Es-
soprannaturale. La teologia naturale o sa deve la sua origine tia'greci a s. Gio-
ìnetafì,.sica è la cognizione che noi abbia- va nni Damasceno,\\ quale vivea nelI'VIII
mo diDiope'suoielFelti e lumi del- pe'soli secolo, i suoi progressi tra'Iatini a Pietro
la ragione. La teologia soprannaturale Lombardo vescovo di Parigi, che visse
è la cognizione che abbiamo di Dio e del- nel XII, e la sua perfezione all'angelico
le cose divine per mezzo della rivelazio- s, Tommaso d'Aquino, il quale fiorì nel
ne. 2.° La teologia soprannaturale per XI 11. Essa punto non dilFri isce dalla teo-
rapporto a'viandanli,cioè agli uomini che logia positiva quanto all'essenza, perchè
sono sulla terra, si divide da'teologi in teo- ragiona sul medesimo soggetto, ma sola-
logia speculativa,pratica o morale,pole- mente quanto metodo. Invano gli ere-
al
mica, positiva, scolastica e mistica j (|ui n •
tici si scatenarono contro la teologiasco-

di danno le seguenti spiegazioni. La teolo- lastica; ciò prova anzi la sua utilità e la
gia speculativa si aggira intorno ai divini sua forza allatto singolare, tanto per ista-
attributi, ed a'dogmi principali della no- bilire la sana dottrina, quanto per difen-
stra s. fede, cornei misteri della ss. Trinità, derla contro tulli i colpi de'suoi nemici e
dell'Incarnazione, ec.,epcrò dicesi anche impugnalori. Tuttavolta la scolastica an-
teologia dogmatica. La teologia prati- che a molti teologi Qioderni non piace, e
4» TEO TEO
ne riparleiòa Teologo. Imperocché l'an- principii. L'oggetto materiale della teolo-
tico metodo scolastico eia alquanto incep- gia è Dio e tutte le cose divine che si ri-

pato dalle soverchie forme e legami in- feriscono a Dio, o come le proprietà al-
trodotti da'peripaleli(;i;ma quello poi che l'essenza, o come gli effetti alla causa, o
attualmente si usa nelle scuole è più lar- come mezzi al fine. L'oggetto formale è
i

go, chiaio e semplice, ridotto alla forma Dio per rispetto o per rapporto preciso al-
sillogìstica, chealla fiuenonèche l'espres- la divinità. Il mezzo col quale essa acqui-

sione del pretto e schietto raziocinio. La sta le sue cognizioni è la rivelazione vir-
teologia mistica èqueila che tratta espie- tuale e mediata, ossia la forza del lume
ga le materie della vita spirituale e con- naturale, colla quale essa lira le sue con-
templativa, il suo oggetto, il suo sogget- seguenze da'principii immediatamente ri-

to, i suoi principi! , i suoi edetli , le sue velati, che sono gli articoli di fede. Quan-
proprietà, i suoi pericoli, le vie che con- to all'iconologia della Teologia,CesareRi-
viene seguire e quelle che si devono evi- pa la come una donna a dop-
rappresenta
tare. Il termine di mistico significa pro- pio sembiante, uno de'quali, cioè più il

priamente una cosa segreta, nascosta, s. ul- giovane, contempla il cielo, e l'altro di
ta, spirituale. E perciò la teologia misti- più matura età fissa gli sguardi sulla ter-
ca, secondo la proprietà de'termini, vuol ra. La sua d'un diadema a
testa è cinta
dire una scienza di Dio segreta, nascosta, forma di triangolo, presta l'orecchio a una
santa, spirituale. Se la teologia si limita colomba, é assisa sopra un gran globo az-
alla semplice speculazione ed alla pura zurro seminato di stelle; ha la destra ma-
C(ignÌ7Ìune delle materie della vita spiri- no appoggiata al petto, e colla sinistra al-
tuale, essa non è che speculativa, e si può za il bordo della sua veste di color tur-
acquistare collo studio e coll'applicazio- chino, e calpesta le grandezze e le ricchez-
ne naturale dello spirilo, come la teolo- ze, e colla ruota, che le sta a fianco, fa
gia scolastica. Se essa passa alla pratica e essa conoscere di non essere attaccata alla
all'espei ienza, è esperimenlale, e sopran- terra se non se per un punto. PtalTaele di-
ma-
naturale nel suo principio e nella sua Teologia nel palazzo apostolico
[)inse la

niera: è un dono particolare di Dio, che Vaticano sulla volta della 3.' stanza (cioè
si comunica all'anima contemplativa, in delle stanze Vaticane dette di Raffaele),
maniera così segreta, inlima e deliziosa, sotto le forme d'una donna il cui conte-
che la lingua non trova termini per spie- gno annuncia qualche cosa di divino. E'
garla. Aggiungono teologi, che la teolo-
i dessa assisa sopra un gruppo di md)i, e
gia è una scienza naturale; è una scienza al di sopra del maestoso capo ha un rag-

perchè tira conseguenze certe da princi- gio di Paradiso: con una mano appoggia
pii certi e infallibili, benché non abbia l'e- sul ginocchio un libro chiuso, e coU'iudi-
videnza attuale de'principii stessi ch'essa ce dell'altra in giù abbassata accenna la
non conosce se non che per la rivelazio- sottoposta rappresentanza esprimente la
ne, e che non sono evidentemente cono- disputa del sagramento della ss. Eucari-
sciuti se non che dalla scienza o dalla teo- stia. La pietà, che spira in tutto il suo con-
logia de'Beati nel cielo, alla quale la no- tegno, vie pure espressa da'colori de'suoi
stra teologia è subordinata, ed a cui essa vestimenti, i quali indicano le 3 virtù teo-
domanda di essere unita. E' una scienza logali (quelle cioèche hanno Dio per og-
naturale perchè quantunque questi priu- getto immediato, ed hanno per motivo al-
ci[)ii,cioègli articoli di fede, sieno sopran- cuna delle perfezioni di lui, in (juantQ che
naturali, egli è ciò non ostante coll'uma- egli è conosciuto per mezzo della rivela-
no ragionainento, e in un modo natura- zione, ondechiamansi teologali, e sono la

le ch'essa deduce le sue conclusioni e suoi i Fede, la Speranza, la Carità di tulle la più
TEO TEO 41
eccellente perchè lo considera e in lui si Qui pertanto mi limiterò a ripetere po-

porta con diversa e più eccellente manie- che parole del principio e conclusione tlel
ra: la Fede lo considera come suprema benemerito e dottissimo scrittore, sulle
verità che a noi si rivela; la Speranza co- qualità che si lichiedono ne'ieologi. Sa-
me supremo bene che a noi si promellc; per ben intendere uìisleri di Dio propo-
i

e la Carità di Dio, distinta dalle .nltre vir- sti alla nostra Fede, e i suoi precelli or-

tù teologali, lo riguarda come sommo be- dinali alla nostra ubbidienza; saperli il-

ne in se stesso, a cui rl!a ci unisce, e for- lustrare e stabilire con sode ragioni, e di-
ma con questa unione la nostra felicità fenderli dalle obbiezioni contrarie, pur-
anche nella vita presente): la purità della garli dagl'intrusi errori, e conservarli nel-

Fede vi èdinotata dal suo bianco velo che l'illibata loro purità; sapere, secondo il

ondeggia disciolto all'aria, i cui lembi e- detto di s. Paolo, Episl. ci, in- ad Til.

scono fuori della spalla sinistra; la Spe- segnarela sana dotliina,e confutarequei
ranza dal verde e ampio manto, che dal che l'impugnano, forma tutto l'oggetto
seno sino a'piedi le scende; la Carità dal- della teologia. E perciò, riconoscendo noi
la rossa tunica che le copre il petto, co- i Profeti, annunziatori de'misleri di Dio,
lore ch'è simbolo delle sue fiamme. Que- pe'precursori de'leologi,e venerando Ge-
st'ultima tirtù teologale è pur caratteriz- sìi Cristo pel I .°ed unico vero maestro del-
zata dalle corone di foglie, e da' fiori di le teologiche verità, si può conlare pe'pri-
inelogranato che porta sul capo la figu- mi Apostoli e gli altri Disce-
teologi gli
ra della Teologia, simbolo della sua for- poli del divin maestro Gesù, e dalla scuo-
za produttrice delle buone opere che si la sua prese origine la teologia. Infatti si

producono dalle virtù teologali. E' dessa legge neW Evangelo, g\\ apostoli e gli al-

accompagnala da due putti alali, o genii tri discepoli attenti ascoltatori delle teo-
o amori divini, ciascun de'quali porla un logiche sue lezioni, meditarle piofonda-
cartone. Sul i.°sta scritto Scientia, sul 2.° niente, e muovere rispellose questioni or
Divinarum rerum. sul matrimonio, orsuU'eucaristia, or sul-
La Storia della teologia nel 1 834 '^ la predicazione della parola di Dio, or su
pubblicò in Fiesole l'Argonna. Nel pas- vari altri punti o morali o dogmatici, e
sato secolo Giovanni Andres colla sua
il p. dopo l'Ascensione in cielo del divino mae-
classica opera. Dell origine, progressi e stro, e la discesa sopra gli apostoli dello
slato attuale d'ogni letteratura, e nel t. Spirito santo, diventare eloquenti predi-
7 ci diede la storia della teologia in 5 ca- catori delle gesla di Gesù Cristo, e fedeli
pitoli. Trattò nel i ° Dell'origine e de'pro- espositori della sua Dottrina cristiana
gressi della teologia fino al coneilio Ni- (E.), e propagare per tutta la terra la ve-
cenoj nel 1° De'progressi della teologia ra teologia, sì dogmatica che morale. A
Jiìio aleoneilio Cideedonense jx\t\ 3° Dei maggior lode e celebrità del divino mae-
progressi della teologia fino all'intro- stro e della sua dottrina , ed a maggior
duzione della scolastieajnt\ ^° De'pro- istruzione di tutti, non contenti gli apo-
gressi della teologia fino al secolo XVI; stoli della sola predicazione e de' vocali
nel 5.° Dello stato della teologia sino al ammaestramenti, vollero che fossero da-
presente. Nell'angustia dello spazio misu- te al pubblico sincere e genuine storie dei
rato non è a me permesso neppure d'ac- fa Iti, de'miracoli, degl'insegna menti, e del-
cennare il più essenziale, altrimenti per ledoltrinedi Gesù Cristo, mediante gli E-
fjuanlo m'ingegnassi a seguire uno stret- vangeli ( P.J scììll'i da'ss. Matteo, Marco,
to laconismo, sarebbe inevitabile una so- Giovamù e Luca: (juest'ultimo oltre la
verchia digressione: piuttosto trovo più sloria lasciataci nell'evangelo del sovra-
opportuno di farlo all'articolo Teologo. no maestro, ci die anche quella de' suoi
44 TEO TEO
discepoli negli Atli Apostolici, \ quali de- scovi, anch'essi Letterati e àeWe Lettere
scrivendo la discesa dello Spirito santoso- belle (F.) insigni professori; e quanto al-
pia gli apostoli, e le conversioni e i por- tro è relativo a sì ampia e grave materia
tenti opernli da questi per virtù del rae- della teologia, sino a'giorni nostri, ne ra-
desimo Spirilo, ponno in qualche modo gionai colla mia tenue pochezza per sem-
chiamarsi l'Evangelo dello Spirito santo. plice erudizione, e colle proporzioni con-
Oltre questi storici scritti spargevano gli venienti a questa mia quasi enciclopedi-
apostoli anche per lettere la dottrina e- ca opera. Laonde, tralasciando con pena
vangelica e propagavano e stabilivano
, di seguire l'Andies, che pur sarebbe as-
dap[)erlullo i dogmi ei precetti della re- sai interessante e pregievole, e riservan-
ligione. La dolce consolazione destata ne- do per l'articolo Teologo qualche gene-
gli animi degli apostoli in vedersi cresce- rico cenno de'progressi della sagra teo-
re intorno tanto numero di fedeli, venne logia da' primi secoli della Chiesa sino al
alterala dall'alilizioiiedi dover contrasta- decorso, riferirò qui appena le ultime sue
re non solo co'geiilili, ma pili ancora co- parole. Nel i
798 ponendo egli fine alla sto-
gli ebrei, eziandio co'convertiti alla reli» ria della teologia, pregava Dioche in un
gione cristiana, e il veder sorgere nel se- tempo io cui tanto abbisognava la reli-

no delia nascente loro Chiesa tanti falsi gione di validi difensori, mandasse teolo-
apostoli e falsi pioféti, e tante nuove dot- gi che sostenessero con decoro la sua cau-
trine e differenti opinioni, e formarsi par* sa, e la facessero trionfare con tanti ne-
liti diversi con dissensioni fra loro slessi di mici attacchi; teologi di cuor sincero e lea-
Scisma e di Eresia ( / .), la quale anco- li, senza gelosia e rivalità, e senza spiri-
ra cominciò a ti ibolar la Chiesa fin dal lo di parlilo, animati solo da un zelo pa-
i/suo nascere, reputandosi patriarca de- ro della religione, e da uu vero desiderio
gli eresiarchi Simone DIago (T .); ma so- dell'istruzione e del bene di lutti, senza
lo dopo la morte degli apostoli la combat- fiele, senz'acrimonia, senz'orgoglio e sen-
terono arditamente. La teologia di quei za iattanza, e solocollinguaggio della mo-
tempi era molto semplice e piana; lonta- destia e della carità; teologi filosofi, di se-
na d.i'traltati polemici, si riportava duit- vera logica, e di cognizioni naturali da non
tamentealla (loitrinadel Salvatore edal- lasciar sotterfugi agli avversari per elude-
la cattolica tradizione, e si restringeva ad re la forza degli argomenti, nèdarappi-
una savia e quieta morale. Studio delle gliamentoa'filosofi libertini onde riguar-
opere di giustizia e di carità, amore del- darli con disistima; teologi muniti de'po-
la pace e dell'unione fra'fedeli, abborri- liglotticisussidii e dell'orientale erudizio-
meiito d'ogni dissensione e discordia, fu- ne, per poter penetrare negli arcani del-
ga da'falsi dottori, abbominazione delle la Scrittura, e ritiarne lo spirito, e il ve-
nuove dottrine, ed attacco alle tradizio- ro senso delle divine rivelazioni; teologi
ni apostoliche, sono comunemente i sog- versali profondamente nell'allenla letlu-
getti delle lettere degli apostoli e de'pa- ra de'padri e de'concilii, e de'libri e mo-
dri apostolici. Negli articoli numerosissi- numenti antichi, per poterne comprende-
mi riguardanti l'eresie, le sette, gli scismi, re la sincera e genuina tradizione dell'an-
le questioni, le dispute, le controversie, i tica chiesa ne' dogali della fede, e negli
concilii, i padri, gli scrittori ecclesiastici, i usi della disciplina e della morale; teolo-
piìr profondi teologi, i dogmi e le verità gi in som ma, che sappiano e vogliano ma-
cattoliche, le false ed erronee dottrine, le neggiare con padronanza la Scrittura, la
più celebri università, scuole e accademie tra dizione e la ragione a difesa ed d lustra-
per l'in^egnamenlo della sublime scienza, zione della religione, e ad istruzione e pro-
tempre piolello dal zelo de'Papie de've- fitto de'fedeli, e che possano essere per-
,

TEO TEO 4~
felli esemplari a' posterioil teologi per ro per pubblicarlo di nuovo più corret-
trallaie colla conveniente dignilì» la loro to e più completo, ma non gli fu dato e-
scienza, degno confiatello tIeli'AncIres,
li seguirlo che su due volumi. Interessando
il p. Alessio Naibone gesuita e professo- alla repubblica letteraria di rinvenir chi
re di sagra teologia, nei i 843 pubblicò in avesse un cuore formato a cose grandi, il

Palermo: Storia dì ogni letteratura di quale intraprendesse il diflicile impegno


Giovanni Andres della, compagnia di dicondurre a termine l'incominciata fati-
Gesù hrevìata e annotata. \\ eh. prof. d. si accinse con perfetto successo l'en*
ca, vi
Giacomo Arrighi nel t.17, p. 872, degli comiatop.Narbone,per saperee vii lù pre-
Annali delle scienze religiose {che ion- stantissimo. Egli compendiò l'Andres per
dati e diretti dall'illustre mg."^ Antonino privato suo uso (non mai per paragone,
de Luca, come narrai nel voi. XX, p. 1 1 ma altrettanto feci io di quest'opera, e poi
ora arcivescovo di Tarso e nunzio apo- l'ampliai e rifeci per pubblicarla), indi
stolicodi Baviera, dopo aver nel i844'''* per la sua utilità, massime a'giovani slu-
chiesto il prof. Arrighi a coadiuvarlo nel- tlenli, si decise pubblicareil suo dotto la-

la direzione degli Annali, della 2." serie voro. Il prof Arrighi con discreta critica
de'medesirai ne divenne ed è degnanìen- ne rimarca molli e distinti pregi, cos\
i

te il solo compilatore,egià ne pubblicò) 3 dell'emendazioni e dell'aggiunte ch'erasi


\olumi, di 20 formandosi lai.' serie), di proposto l'Andres, e di più d'averlo con-
quella parte che riguarda la storia d'o- tinuato sino a noi. Dice che trattò pure
gni teologia, eche si addice all'istituto de- della storia della teologia eterodossa e po-
^'\Aìaialì,con imparzialità ne rende chia- lemica, presentando in uno slato genera-
ra ragione e contezza. In prima con bel- le di quanto in fatto di religione, fede,
le parole encomiò la vasta impresa del- dogma hanno pensalo e pendano i nemi-
l'Andres per l'insigne opera, DelVorigi- cidi lei negli ultimi tempi non pure in Ita-

ne, progressi e stato attuale d'ogni let- lia e Europa sola, ma in qualunque al-
fera tura, \nc\as\\aweì){ea\\a teologia, co- tra regione sino alle più lontane parli del
me già notai, dicendola ammirata per la mondo conosciuto; e che a tutto questo
grandezza del disegno e dell'esecuzione, poi successivamente aggiunse le confuta-
peichè si ebbe a stupire come uno sola- zioni, gli oppugnatori, e le gloriose scon-
mente avesse potuto riunire i più deter- fìtte date da'cattolici a'pressochè infiniti

minati ragguagli di tante e tanto dispara- sistemi, università, sette e chiese anticat-
te materie, conservare un'esatta precisio- toliche, ove molte volte intervieneches'in-
ne nello svolgerle, portare accurato il giu- conlri in dover riportare la prova d'ogni
dizio sul merito degli autori e nell'insli- altra maggiore, che ricavasi dalla confes-
luire i confronti, adoperare una tempe- sione de'nemici e dal rifiutare che fumo
ranza umanissima nelle contese letterarie, gli errori tanli, che prima n'erano difen-
e da ultimo conservare uno stile coslan- sori, ciò che serve assai al trionfo della
lemente lodevole, non meno per la niti- verità. Rilevati con grandi elogi i meriti
dezza e semplicità di sposizione, che per dell'autore per la storia d'ogni letteratu-
l'acutezza di sentimenti di cui è sparso, ra, dice che la parte riguardante la teo-
pregi de' quali ciascuno forma una lode logia tanto maggiormente interessava ,

per uno scrittore, e tutti insieme lo in- perchè sin dal principio del corrente se-
nalzarono a sublime rinomanza. Tulta- colo, siccome accade tullora e più che in
volta, osserva il prof Arrighi,siccomesuo- altre età, sono usciti fuori tanli sislemi,
le alle umane cose intervenire the sieno tante teoriche religiose, e quasi potrebbe
seu)pre capaci di miglior perfezione, vo- dirsi tante professioni di fede, quante so-
leva l'Andres rifarsi su iullo il suolavo* no le umane menti stravolte, che giungo-
4G TE O T EO
no a tale di nudncìa di voler creare reli- ove furono islltuite,e ne' voi. [,p.48,LXX,
gioni novelle, ove trattasi di cosa tanto so- p. io4- Di tali accademie teologiche del
vraumana e divina. In Roma (J.) cenlvo pontificato di Benedetto XI V, ne tratta-
del cristianesimo e maestra pure delle no pule ^\\ jénna li delle scienze religio-
scienze religiose, eminentemente fioriro- se, t. 6, p. I 2. Gli studi gravi e impor-
I

no, come ogni altro, sempre gli studi teo- tantissimi della teologia e di qualunque
logici, tanto nel clero secolare, quanto nel altra scienza che ha attinenza speciale
regolare. Ivi peròecomein altreparli fio- colla religione, in Roma non vengono mai
rirono un maggior numerodi teologi scrit- meno. Essi con bella gara sono coltivati
toi i regolari, pe'comodi maggiori allo stu- dal clero sì secolare che regolare, e ogni
dio che somministra la fora)a della vita anno ne abbiamo ampie testimonianze ne-
claustrale: fra gli ordini che si distinsero gli atti pubblici o conclusioni, chea mo-

per maggior copia di scrittori di sagra teo- strare lo studio de* giovani e la valentia
logia ricorderò principalmente gli ordini de'maestri sogliono tenersi nelle pubbli-
i\q' domenicani, ée francescani e de'g-^- che scuole da tanti ecclesiastici frequen-
.suiti. Nel voi. I, p. 47 e 48)Pai'ai dell'^r- tate (anche stranieri) e presso i vari isti-

cadi'niia di teologia dell' Università ro- tuti religiosi che hanno lo sludentato, ed
mana, la cui istituzione risale al 1695, e anco nelle chiese con solenni dispute in-
ne riparlai nel voi. XVI, p. 28 e ?.g, in- torno alla teologia dogmatica e morale,
<liapprovata e beneficala daClemente XI, sotto la direzione de'propri maestri. In ta-
altri benemeriti essendo stati Benedetto li circostanze argomentano contro le tesi

XIII e Clemente XIV. Nel 1. 5, p. 552 1 proposte ecclesiastici secolari o regolari,


i\f:\BuU. Rom.cont.s'ì legge iì hveveQunni diversi dalle scuole e sludeulati, lettori o
de theologicis disciplinis , emanato da professori di altre scuole o studentali. La
Pio VII giugno 1822: Confinnatio
\'8 prontezza e la precisione de' giovani teo-
rescriptoruni latorum super privilcgiis logi nel rispondere o colle formole delle
rollegii tìicologici Urbis, et deputatio co- scuole o con libera argomentazione olle
rum, qui coetui pertinere debent. Nel voi. opposizioni degli argomentatori, mostra-
XVI citato, ricordai le costituzioni ap- no quanto sono addentro nel grave stu-
provate da Gregorio XV''I e stampale, il dio della scienza teologica, onde si hanno
quale dottissimo Papa fu uno de'piìx pro- i meritati applausi degl'illustri e colti u-
fondi teologi che sederono sulla veneran- ditori. Delle più celebri accademie o fa-

da calledia di s. Pietro. L'accademia teo- coltà teologichedi altrove ne ragionai nei


logica dell'università romana tuttora fio- loro articoli, come a Siena, a Firenze, a
risce, con 3 cardinali per protettori, ed Salamanca, e per qui non ricordarne al-
un prelato per segretario. Inoltre nell't •
tre a PAEior, ove l'onore della facoltà teo-
invei-siià romana vi è ancora il collegio logica precipuamente venne sostenuto da
teologico, di cui è piesidente il Maestro una successione di professori francescani
del s. Palazzo. La pia unione dis. Pao- e domenicani. Fra le più belle e scienti-
lo (U.) tiene conferenze morali di teolo- flcheistituzioni di Napoli èdaannoverar-
gia, e concorsi di teologia dogmatica con si il collegio de'teologideirUniversità de-
premie pensioni. Di altreconferenze, col- gli studi, fondato dal re Ruggero; fiorisce
legi, c.ittedree conclusioni (li teologia par- e si compone degli uomini piìi dotti e am-
lili a'ioro luoghi. Delle accademie istitui- mirati nel clero secolare e regolare, i qua-
te o ristabilite in RomadaBenedettoXIV, li colle loro opere hanno per iscopo tener
in alcune delle quali si tratlavatio anco- lontano il contagio degli errori e respin-
ra materie teologiche con dissertazioni e ccre "li assalti de'nemici della fede. Di ta-
tlispulc, ne parlai negli articoli de'iuoghi li e altre università e collegi sommameu-
T E O TE O 47
te si resero l)cnpineriti i P.ipi, per lii l)e- ejmi modernK Gabriele Antoine, Thcolu-
neficn autorità che vi esercitarono, per j«- ^ia moralis universa RomaeiyGG: Ciwt
,

vervi pe'primi «lato sapienti leggi, com- adiìolationihus Fr. Phìl. Carhoneano ^
messo a'vescovi l'interno regime, veglia- Romae ySS. A. Giuseppe Alasia, Com~
i

lo sull'elezione de'professori sempre cat- in( ntarUis tlieologiac moralis^Sw^.Taw-


tolici esili confei-imentode'giadi di otio- rinorumi83o. J. B. TJonvier, fn-ififutio-
re. La cliiesa cattolica e la s. Sede in o- tics theologicae, Parisiis i83g. (iaetnno
gui tempo tenne le università scientificlie Fulgure, Inslitutiones theologicae, Nea-
e ma^ssime le facoltà teologiche sotto la ytoW \%i'2.:Instìtutioìies tìieologinemora-
sua edìcace protezione e tutela, renden- //.v, Neapolii83o. Pietro I\I/ Gazyanica,

dole immuni dalla giurisdizione tempo- Praelecl!Ouestlieologi(v/e,\enp\\\&\S3o.


rale, come maestra di lutti, vera iegi.sla- Cardinal Tommaso M. J. Gousset, Justi-
trice e custode di quelli che altrui dovea- fìcation de la tlu'ologie mordale de B.
no comunicare il sapere; grandi quindi so- yUphonsoLìgon'oJjesnncon H3i:TIì<'o- i

no gli altissimi meriti di lei verso la co- logie morale àV usa gè des curcs et dex
Illune istruzione, ch'è quanto dire verso co/j/Pc?.yez/7\9, Parisi 844- ^'''^"''^•''CO Java-
l'istruzione a noi tramandata, dopo aver rone, Institutiones theologicae, Ps'eapoli
tlissipato quell'ignoranza e barbarie dei 1824.1. Moullel. Compendi (iw tìicoln-
bassi tempi. Tullociò vuoisi riferireall'or- giaemoralis, Friburgi 834- Neyniguet,
1

dinamento piuttosto materiale delle scuo- Compendiuni theologiae moralis s. Al-


le. Il formale lo costituì vano le scienze, che phonsi M. Ligorio. Tolosaei 889. Biagio
vi erano insegnate, e poiché la Chiesa a- Panzuti, Theologiae speeulativae. Nea-
\ea creato e dirigeva simili istituzioni, la poVwSiS-.Theolngiae moralis de B. Li'
scienza la quale fonda sulla livelazio-
si gorio, Neapolii833 Onorio Tournely,
ne a lei fatta e sulle dottrine a lei propo- Theologiae mora lis.Ytnelu'ì i^46.Car-
ste, la teologia ottenne su tutte le altre il lo Renato Dilluart, Summa Summae s.
primato, ne potrebbe l'Europa vantare i Thomae, sive compendium theologiae,
presenti lumi se non avesse comincialo ?iomaei834-'l canonico Pietro Scavini
colla teologia, sostenute dalla quale le al- preposto diNo vara e vicario generale del-
ire scienze e nudrite dal suo succo divi- la medesima ivi pubblicò: Theologia mo-

uo ,
fecero rapido e meraviglioso incre- 777//.s'f/7?7\r/ \(7. la quale meritò la seguen-
nienlo. La sagra teologia fu quasi sempre le5.'e(.\\z\oììe.TheologiaTnoralisunii>er-
lo studio predi letto de'piìi cospicui sa pie n- sa,Pio IXPont.M.dieata^revisa etau-
ti, e la zel.inte vigilanza de' Papi vegliò età. Aeeedit eollaiio Codicum civilium
sulla purilàdiloro dottrina esull'influen- Pedemontani, Austriaei,Galliarum, Si'
za di questa sulla società, che avvertirò- ciliarum,Parmensis,Statu.<;Eeelesiasti-
no se sospetta o perniciosa per false opi- cis^Mutinensis.atcnie Hetruriae, Nova-
nioni. Dopo la defezione de'pretesi rifoi- riaei852. Guglielmo Whewel, L'astro-
mati dalla cattolica religione, venne l'età iiomia e la fisica generale considerate
delle controversie per sostenere i loro er- ne' loro rapporti colla teologia natnra-
rori, e le scuoledi teologia diventarono nei le, Londra i833:nerese conto gli Annali
loro paesi più numerose e più attive, per- delle scienze religiose,t.\ ,p.3 e ly; ed , fì

chèollre rordinarioinsegnamenlososleo- p. Ssoanche del Discorso di


lordBrou-
iieroledisputeco'cattolici,etiagliuniegIi gham sulla teologia naturale, Londra
altrisi distinsero i più grandi ingegni ege- 1 835.1Ve't.3,p. Z, e ^,^.l-2^òe^\\ Annali
neralmente loro uomini più dotti. Ora tra
i si legge l'analisi sui rapporti della teologia
l'immenso numerodi scrittori teologici in colla zoologia, dell'opera di Guglielmo
geoeralc,uericorderòalcuDÌ uìenoantichi Kirl>y; Su la potenza, sapienza e bontà
48 TEO TEO
dì Dìo xiccomesiììiamfi'stano nellacren- fermo vede ed immobile qual colonna
si

zione degli animali, nella storia,nelle a- di ferro ove ha deciso la Chiesa, in quel-
hiludinie negl'istinti /oro, Londra 1 835. lo poi in cui la Chiesa slessa ha lasciato
Altra analisi gli Annali la riportano nei libertà di parlare, si contenta apparare le
t. 6, p. 20 200, sull'opera di W.
1, e 7, p, diverse sentenze esponendo le ragioni che
Buckland, La geologia e la mineralo- possono favorire più l'una che l'altra, la-
gia considerate nelle loro relazioni col- sciando all'altrui giudizio la scella, e se
la teologia naturale, Londra i836. Di la circostanza richiede di piegare al be-
più neh. 6, p. 35q,si rende contezza del- nigno sull'appoggio di accreditali autori
l'opera diTommaso Chalmers, Sulla teo- sia tolta la pena di aver errato o col de-
logia naturale, Glasgow i836. Quindi cidere a proprio volere, o di piegare a so-
nel 1. 1 9) p. Sa, si loda il libro, Teologia
r verchia condiscendenza. Da
ciò si deduce
per l'uso delle persone di mondo. di Car- che grande di s. Al-
lo studio dell'opera in
lo Sainte-Foi, Parigi 1 843. Finalmente, fonso è più de'maestri, che degl' inizia-
nel t. li, p. 468 della 2." serie moltosi en- li nella morale teologia. Altronde benché

comia l'opera, Ziiiversatìieologiaino- non sia che negativo, il saper che la Chie-
ralisjuxta doc trinani s.Alplionside Li- sa ne ha proferito un giuilizio, e quindi
gorio elaborata a Joseplio Grassi, Aesii esser certo di non errare chiunque si re-
i852.1 visi dice,che senza togliere a chiun- goli con quella dottrina, il sapereche l'o-
que lo meriti il dovutoelogio, questono- pera è uscita dalla mente di colui, il qua-
bile lavoro se fu da altri già eseguito Iia le accoppiando al sapere una esimia san-

ricevuto il suo compimento dal lodato ca- tità giunse a santificar tante anime, come

nonico penitenziere di Jesi e maestro di reprimere quell'ardore che nasce in tut-


teologia morale nel setninario. Importa ti spontaneo di attinger la scienza a quel-

poi che io riproduca questo brano del la fonte che più delle altre può dirsi si-

prof. Arrighi. « Più che tessere nuove a- cura? Era ben dunque che
a desiderarsi
pologie alla morale di s. Alfonso de Li- vi fosse chiserbando intatti principi! del i

gorio, si potrebbe dimandare se lo stu- santo autore, tenendo fermo quanto ven-
diarla da coloro che sono iniziali in que- ne da lui riconosciuto di positivo e di cer-
sta scienza riesca utde anzi che no. Il per- to sulla scorta delle s. Scritture e de'Pa-
chè di tale inchiesta lo dice lo scopo che drijColla scorta delle leggi canoniche chia-
si prefisse il dotto e santo autore, quale risse quelle sentenze, che il santo ha la-

si fu, onde i suoi figli e correligiosi i^Re- sciato intatte, e benché ninno osi decide-
dentoristi,\\t\ quale articolo riparlai del re quando non abbia definitola Chiesa,
santo e di sue opere), i quali nelle sante si vegga pure appianatala via, che me-

missioni doveano non solo spargere il sa- glio conduce allo scopo".
nie, ma raccogliere il frutto della divina TEOLOGO, Theologus. Professore
parola, avessero per mani un'opera da le di Teologia (V-). Non v'ha scienza sa-
essere consultala all'insorgerloro di qua- gra né più grave, né più augusta, e perciò
lunque dubbio, e nella varietà delle opi- piìi meritevole di diligente sludio,di quel-
nioni sceglier quella, che più valesse ad la che parla della Z?/V/Wtó,ed insegna quel
acchetai colla propiia anche l'altrui co- che la Divinità stessa ha rivelato; come
scienza. Quindi il santo quanto apparisce del pari altra quasi non V
ha da molti
benigno quando trattasi di rilevare chi più trattala e insieme più intricata per
e caduto, altrettanto duro si mostra quan- discussioni sottilissime e difficili. Quali do-
ilo trattasi allontanare quelle occasioni, ti, quale dottrina, e quali prerogative si

cui l'esporsi è lo slesso che mettere il pie richiedono ne' teologi, lo dissi a Teoìogia,
in fallo e rovinare nel precipizio: così se col gesuita p. Audies. Un professore vera-
TEO TEO 49
mente ilolto e giudizioso sa spianarne le solamente sulla scienza teologica, inter-
diflìcoltà agli studenti, coiiducendoli per rogandolo: Vos anleni (^iieni me esse di-
mano in sentieri agevoli, spedili in guisa ci tis ? Rispose leolo^camente s. Pietro:
da bene fare approfondare ogni ottima di- Tu es Cliri.stiis filius Dei vivi. Dopo le

sciplina. Un professore dolio e giudizioso quali parole soggiunse il divin Maestro:


sopra ogni altra cosa è necessario nella Et ego dico libi (fuia tu es Petrus, et su-
scienza della Divinità per ben dirigere gli per liane petram aedificaho Ecclesiani
studenti, e illuminarli, onde non inciam- mertm.AvendoGe.?f<C/7.stodatoallaChie-
pino in qualche pregiudicato partitante sa da lui fondata il diritto d'insegnameu-
che insegni qual Dogma di Fede fi.) ciò lo, perciò sin dal nascere del Cristianesi-
che non è che sistema di scuola, e pun- mo furono istituite diverse scuole per l'i-

tiglio di partito. Insegnano gravi scritto- struzione degli aspiranti al Sacerdozio.


ri, che a guida del teologico studio so- Per l'insegnamento di sua divina dottri-
no da preferirsi autori stampati e appro- na dato da Cristo agli Apostoli e Discc'
vati dalla pubblica estimazione, a' soli poli, e per gli ammaestramenti clericali
manoscritti delle lezioni, del maestro, per stabiliti da essi, zelanti e istruiti sacerdoti
quanto dotto esser possa, onde cammi- e altri fedeli dotti ne'dogmi della religio-
nare per quelle vie già conosciute e quindi ne cristiana, furono preposti all'istruzio-
più sicure. L'origine e il progresso dello ne de'chierici così detti Sportolari, mas-
studio della sagra Teologia, oltre il riferi- stri provveduti nel mantenimento colle o-
to a tale articolo, quella de'maeslri e stu- blazioni delle chiese, in principio dette
denti teologi, quella della prebenda teolo- Sportale [f\). La i
."^
scuola cristiana nel-
gale delle cattedrali ealtre chiese, lo trac- la chiesa greca fu quella di Alessandria,
ciai negli articoli Scuola, Scuole di Roma, della quale e delle altre principali d' o-
Scolastico, Prebenda, Seminario e altri riente parlai a Scuola.. In occidente ivi dis-

l'elativi artìcoli che rimarcherò in corsivo, si che primeggiarono le scuole


fra le altre

del contenuto de'quali darò un cenno, col- di Roma, lìlilano, Parigi e ahi e. Q^aeWa.
le altre convenienti nozioni. Tra queste di Roma fu istituita da s. Giustino, chs
v'innesterò qualche fugace cenno di alcu- die luminoso sagi^io della dottrina teolo-
no de'principali teologi delle piìi antiche e gii'.a nel principio del 11 secolo dellaChie-
posteriori epoche, e della condizione del- sa, cui successe l'egregio suo discepolo Ta-
la sagra scienza ne' loro tempi, per sup- ziano eloquentissimo. In Alessandria fio-
non riportato a Teologia.
plire altresì al rì s. Clemente Alessandrino, teologo in-
L'inelfabile luce dtW Evangelo perfezio- signe, pieno d'erudizione sagra e profana.
nò il pubblico insegnamento e fu fecon- Tutta quanta la mitologiajl'origine, dog- i

da d'inestimabili beni, per le incessanti mi e misteri dell'idolatria, testimoni


i i

cure della Chiesa e del suo clero, raasài- dfi'poeti, degli storici e de'fllosofi di tutta
me de'canonici viventi in comune come l'antichità furono da lui svolti per per-
gli apostoli , de' Canonici regolari , de' suadere i gentiliad abbandonare la pa-
Monaci, e di altri Religiosi. All'articolo gana superstizione, ed abbracciare la re-
Letterato feci il novero de'Papi più dot- ligione cristiana, di cui dottamente pro-
ti nell'ecclesiastiche scienze, comincian- vò la convenienza e utilità. Di più vasta
do da s. Pietro principe degli apostoli per dottrina, di più soda eloquenza , di più
la scienza ricevuta dallo Spirito santo, e profonda teologia fu il suo discepolo e suc-
per quanto avea imparato dal di vinoMae- cessore nella scuola il rinomato Origene.

stro. Riferisce Menochio che volen-


il p. Le opere di Ireneo vescovo di Lione
s,

do Cristo promuovere s. Pietro al sommo sono le migliori che vanti l'antichità, e


Pontificato, l'esaminò oltre sulla santità; possono iu qualche modo compensar la
VOL. LXXIV. 4
e

5o TE O T EO
pei di luUe le altre. Egli è uno de'più
ilita nernli, per conferire e decidere su'prìn-
illusiliDottori (lell'aiilicaCliiesa, unode' cipali oggetti della cattolica credenza, on-
ss. Padri clie maggior vantaggio recaro- de nel corso di pochi anni si trovaronoriu-
no alla religione cattolica. Dopo s. Giu- nili i pili illustri dottori e teologi della
stino e s. Ireneo s' incominciò a far sen- Chiesa di Dio, e vescovi di lingue e na-
tire negli sciilti teologici la lingua roma- zioni diverse. Questo pe'Iuminari dottori
na. Questa però nel suo bel principio le- e teologi delle chiese greca e latina, fu il

vò alto la voce, e parlò con un tuono sì secolo rZo/'O della teologia, e l'epoca piìi

autorevole, con tanta far/a edoltrina, che luminosa della cristiana religione. I su-
si fece rispellare dagli slessi greci; men- blimi misteri della ss. Trinità, dell'Incar-
tre la teologia può dirsi d'origine greca nazione,della divinità di GesùCristo, del-
come rileva l'Andres, Deirorigìne e de' la Verginità e della Malernilà di Maria,
progressi della teologia. Il i.° scrittore della Grazia, l'unità e la gerarchia della
latino che consagrò la sua eloquenza ed Chiesa, e la maggior parte degli articoli
erudizione a illustrazione della fede cri- che formano il Simbolo della nostra fe-

stiana, fu l'africano Tertulliano., il qua- de, si dibatterono, decisero, posti in chia-


le coraggiosamente ne prese le difese con- ro e assodati colla piti incontrastabile va-
tro tutti i 3 generi de'suoi nemici, i gen- lidità. Fiorirono principalmente nella
tili, gli eretici e gli ebrei. Mentre s. Cle chiesa grecai ss. Atanasio, Basilio, Gre-
mente Alessandrino spargeva in Alessan- gorio JVisseno , Gregorio Nazianzeno ,
tlria i fiori dell'erudizione per adescare Giovanni Crisostomo j nella latina ss. i

j nemici della religione e chiamarli al suo Ilario vescovo di Poiliers, A/nbrogio, Gi-
seno, Tertulliano in Cartagine gettava i rolamo, Leone I Papa, Agostino. k\ ili
fulmini e gli atterriva, per obbligarli ad secolo o meglio al IV risale la primitiva

arrendersi alla verità. Le antiche chiese istituzione de' Seminarii , o Scuole ve-
aveano le loro scuole, dove si ammaestra- scovili o Co//f"^?' privati de'chierici. Que-
vano fedeli nella scienza della religione,
i ste scuole si formarono presso g\i Kpisco-
e si davano lezioni di dogmatica e di mo- pii o nelle dnow'che.eA eziandio ebbero
rale teologia, da' nominati e altri cospi- scuole sagre leP<7r/orr/jvV,oves'insegnava
cui teologi. Inesse furono educali eistrui' la divina legge da eccellenti maestri e teo-
li i piìi illustri dottori della Chiesa, ed a- logi, anche parrochi, e con vita comune a e-
veanolibrei'ie rinomale. Ridonata da Co- sempio degli apostoli. I Monaci \^ve%\.o isti-
stantino 1 la pace alla Chiesa e reso trion- tuirono scuole, in cui insegnavano ezian-
fante il suo culto colla pubblica erezione dio le cose della religione e del dogma, le

i\& Teìiìpli[l\)Ac\ veroDio,nuovooidine sagre Cereìnonie e i Riti [T^.) regolali dal-


di cose, nuovo aspetto della Chiesa, nuo- la teologia, a maggior maestà del culto ec-
vo studio della teologia si presenta nelU clesiastico. Governavano le scuole gli sco-
storia. Non piti persecuzioni e ostilità de* lastici, ossia que'maestri che si distingue-
gentili,non più molestie e vessazioni alla vano nell'eloquenza, nell'erudizione e nel-
Chiesa, non j)iù bisogno d'apologie per la profonda teologia. L'ardoredello studio
salvare i cristiani dagli aspri tormenti e piogiessivamente si accrebbe, la teologia
dalle orribili carnificine a cui i pagani li pel suo incremento giunse a un grado di
condannavano. Ma in vece de'comballi- scientifica perfezione. A ciò contribuì I»
inenti de'genlili sottontrarono quelli de- coltura de'buoni studi, che ancora in par-
gli ne'dogmi degli Eretici e degli
errori ierimaneva nell'impero greco e nel ro-
Scismatici [ì .). Con nuovo e maestoso mano, la quale rischiarando le menti, e
spettacolo si videro concorrere greci eia- dando estensione alle cognizioni, e chia-
lini a celebrare Conciliì o Sinodi {1'.)^q- rezza ed energia alla sagra eloquenza (del-
T EO TEO 5i
In quale ripnrlai a Predica), aiutava a far mento clericale, come padre universale fi-
vedere in buon aspello In reli|™ione e ad stese le sue cure non meno pe'romaniche
espor l;i Del vero suo lume, il che furma pegli stranieri nelle verità della fede. L i-

littlo l'oggetto (leliii teologia. Ma fatal- stituzionedel canonico teologale, per pre-
mente le barbaiiche invasioni e irruzio- dicare e insegnare nel capitolo della cat-
ni de' goti, vandali, alani e di altre or- tedrale o collegiata, ha le più antiche trac-
de sellentrioiiali, occuparono le più colte ce nelle istituzioni de'leologali della chie-
Provincie meridionali d' Europa e d" A- sa greca, come rilevasi dal commentario
fiiea; laonde pel timore di loro armi di- di Balsamone. Questo autore, sul cano-
slriiggitrici e per la soggezione del loro co- ne iq del concilio /// Trullo celebrato nel
tnaiulo, si andarono ddegnando gli avan- 680, osserva che tra'dignitaii della chie-
zi che restavano dell' antica letteratura. sa di Costantinopoli un<) ve n'era chia-
(">li slessi ingegni si oscurarono e indebo- mato dottore, il quale avea il suo posto
lirono, né furono per un notabile tempo nella chiesa vicino al patriarca, ma non
pili capaci delle grandi e originali produ- dice l'epoca dell' istituzione del dottore.
ammirate. Le stesse ere-
zioni fino allora Scholasticiis significo dottore e maestro,
sienon ebbero piìi vigore di stendersi a che poi ebbe la prebenda teologale, la qua-
nuove invenzioni fallaci contro l'evange' le fu detta Scholasteria. Nella Spagna

lica verità e purezza de'dogmi, né piìi po- tuttora si chiama dottorale o teologo il

terono vantare un'ardita, sottile e romo- canonico che ha la prebenda teologale. Il


losa originalità. Tutto contribuì a illan- teologo anticamente si appellò Magister
guidir lo studio della leligione, e a con- Scholae. ed il vescovo obbligava par- i

durre alla decadenza la teologia. Le di- rocbi e il clero a intervenire alle di lui
sp\ite e le questioni teologiche s'aggiia- lezioni dis. Scrittura. Si chiamò pure Ca-
rono con maggior ardore e con più fi- put Scholaris, Major e Magister Scho-
na erudizione nell'oriente, non su nuo- lariim, o Major Scholae o Scolasticus:
ve eresie, ma sulle conseguenze delle già più tardi i canonici ebbero la cura del se-

dibattute e concpiise. Floris. Gregorio I minario. Pvilornando al secolo VII, la de-


nel declinar del VI secolo, e le circostan- cadenza dello studio teologico anche tra'
ze de! tempo,incui più non senti vansi con- greci, fu manifesta nel concilio adunalo
trastare i gentili, uè argomentare gli e- da Papa s. Martino I nel 649, come os-
retici contro le cattoliche verità, eccitaro- serva l'Andres; tutta volta loda per teo-
no il suo zelo a riformare i costumi cor- logo inque'tempi moltostiraato,Anastasio
rotti , non a difendere i dogmi, e lo di- Sinaita, instancabile scrittore ed erudito
spensarono dall' occuparsi negli esercizi monaco, che compose tante opere, ma ri-
polemici d'una sottile teologia; e nès. Gre- marca che anco in esse rilevasi la deca-
gorio l,nè altro italiano di sua epoca ebbe denza della teologia dalla maestosa sua
occasioni di farsi vedere erudito teologo. gravila. Aggiunge, che se tale era lo slato
Qualche maggior eccitamento di coltiva- di quella presso greci, ne'quali pur ri-
i

re la scienza teologica l'ebbero nella Spa- siedeva il fiore dell'ecclesiastiche scienze


gna i ss. Leandro e Isìdoro.pei' le frequen. e d'ogni letteraria colluia; inferiore na-
ti dispute che spesso sorgevano fia'catto- turalmente dovea essere quello de'lalini,
lici e gli ariani, l^apa s. Gregorio i con- tra'qualile guerre e la compagnia e do-

vertì il Palazzo apostolico in iscuola di minazione barbara de'Iongobardi, avea-


canto e di scienze ecclesiastiche. Questo no estinto ogni gusto d'amena e sagra let-

gran Papa, uno de'principalidotlori della teratura. Nondimeno riconosce ne' Papi
Chiesa, tulio inteso alla restaurazione del- Giovanni lì . s. Mai- tino I. s. Agatone
la Disciplina ecclesiastica e all'iasegna- del 678 e altri, i più solidi teologi di quel
52 TEO TEO
secolo, come si fanno conoscere in alcu- di cui in tanti luoghi riparlai, comechè
ne loro lettere. Tra gl'inglesi al principio profondamente versato in ogni ecclesia-
del secolo Vili fiorì s. Beda, versato in o- stica e profana erudizione. Non durò pe-
gni sorta di erudizione sagra e profana, rò molto quesl' ardore pe' sagri studi, e
ed in ognuna di esse scrisse opere giudi- per quasi due secoli rari furono quelli che
ziose ed esalto; ma non servi gran fatto s'impiegarono nelle materie teologiche;se-
a rimettere nei perduto suo splendore la coli che replica tamente deplorai per la ge-

teologia, non avendo da com-


egli eretici nerale loro ignoranza e barbarie. Deca-
battere, e siccome rivolto principalmente duto l'insegnamento delle lettere, e con
alla storia ecclesiastica e ad ogni genere esso le scuole vescovili e parrocchiali, o-
di coltura. Fu suo discepolo il rinomato ve si apprendeva la s. Scrittura e le cose
Alcuiiio maestro di Carlo Magno e suo divine, come ne' monasteri, in questi si

cooperatore nella riforma degli studi. Co- conservò il sagro fuoco del sapere, tran-
sì l'Inghilterra in mezzo alia decadenza ne alcune eccezioni. Nella metà de! X si
delle teologiche discipline conservò qual- distinse il famoso Gerberto poi Silvestro
che miglior gusto di soda erudizione. Io II, ma i suoi progressi furono più nelle
quell'epoca unanuova religione, il 7l/(7o- scienze naturali che per gli sludi teolo-
mettisvìo, facendo rapidi progressi, recò gici. Intanto de Sagramentari, e
l'eresia
gran pregiudizio alla cristiana, senza dar il nuovo Scisma, de'greci operato da Mi-

campo alla teologia di esercitare le sue for- chele Cerulario, servì alquanto a rinno-
se. 11furbo, ignorante e impostore Mao- vare gli abbandonati studi, e nel secolo
metto l'isti tuie propagò col le armi in gran XI rimise in qualche vigore la teologia.
parte dell'Asia, dell'Africa e dell'Europa, Si distinsero contro quel scismatico il Pa-
con oppressione de'cristiani. Questa nuo- pa s. Leone IX, e sopra tutti gli scrittori
va fallace dottrina nel secolo seguente la cavA\nn\Umherto vescovo di Sei va Can-
il

comballè Giovanni Dama-


e confutò s. dida. Di fatti dopo le tenebre del secolo

.vrf7?o,rmvitto propugnatore delle ss. Im- X, fiorirono a que'tempi assai più dotti
magini e il più gran teologo del suo tem- scrittori chene'precedenti, edaiammen-
po. Dal disposto da Papa Eugenio //nel- tarne alcuni, s. Pier Damiani cardinale
1826, alcuni ricavano una più regolare e valente teologo; s. Anselmo vescovo di
direzione alle scuole o seminari clericali, Z-»cf<7,coraggioso propugnatore di s.G/'e-
per lo studio delle lettere ecclesiastiche e gorio P'II[^vaa restauratore della disci-
de'dogmi della fede. Gli uomini dotti che plina ecclesiastica e profondo nelle s.Scril-
fiorirono nel secolo IX, bastano per libe- ture), e dell' Immunità ecclesiasticaj e
rare quel secolo totalmente dall'oscurità precipuamente s. ^/^<re//?^o arcivescovo di
letteraria; in fatti per non dire di altri, Cantorbery , il più sublime teologo che
ricorderò nell'oriente s. Teodoro Studi- si può dire per eccellenza del secolo XI e
ta^Q Fozio (il quale, come altri, disgra- gran dottore. Opina l'Andre», che s. An-
ziatamente abusò della sua scienza, ollu- selmo di Cantorbery può dirsi il primo
scata eadultera tadall'orgoglioedalle pas- che abbia svolte con soda metafisica le ma-
sioni); nell'occidente //zc/z/tìTO di Heims terie teologiche, e che abbia dato un'a-
e Papi che nelle loro
altri Ialini, oltre i ria veramente filosofica alla teologia; ma
letteredottamente trattarono più impor- i questo il uno de'pri-
fece riguardare quale
tanti punlidelia teologia, così contro gl'/- mi introduttori della scolastica, non però
conoclastie altri eretici, massime s. Gre- legata secondo le sue forme e alle barba-
gorio II, e bastarono a tener vivo fra gl'i- re sue voci, né in sostanza presenta la sua
taliani r amoie de' sagri studi, a' quali teologia quelle qualità di arida e secca, co-
giovò Anastasio cardinale Bibliotecario, me lo riconosce nella scolastica. Diceinol-
TE O TEO 53
tre, die s. Anselmo colla sua suMitue me- Altri libri di sentenze o altra somma teo-
tafisica fece un uso della filosofia nelle logica compose l'inglese professore di teo-

iiiateiie leologicbe, che troppo si discosta logia in Parigi Roberto Bollano o Pol-
dalla vera strada battuta dagli antichi teo- leno Pully,dotto cardinale di quel tempo,
logi, onde le sue opere con più ragione che fondato principalmente su'testimoni del-
quelle dis. Giovanni Damasceno presso i la Scrittura, senza troppo adoperare fi-

greci, ponilo considerarsi piessoi latini co- losofici ragionamenti. Intanto i libri d'A.-

me le prime opere di teologia scolastica. rìstotile e que'degli arabi commentatori


L'esempio di sì grand'uonio, non uieno di furono tradolti in latino,e più conosciuti e
Berengario capo de Berejigariani o Sa- più lelti dagli occidentali; quindi s'accreb-
granirutari, e di altri dichiarati dialet- be r ardore per le filosofiche argomen-
tici, potè servire d'eccitamento a'teologi tazioni, che più avidamente si abbraccia-
per abbracciare il metodo e lo stile che rono nelle scuole teologiche, e la teolo-
s'introdusse allora, e regnò poi per tanti si rinvigorì sempre più, e
gia scolastica
secoli nella teologia, e formare la teologia acquistò maggior credito e autorità, ed
scolastica. SuH'origineeidea della teologia allora può dirsi che stabih il regno della
si

4>coIa>tica,si può vedere l'Andres, e. 4)f- 7, scolaslica teologia. Ciò non ostante quel
Dcir oi'igint', progressi e slato attuale metodo di teologizzare trovò presso i più
r/'o^/iì7eZ^f/-rt^«7'rt.Quindi grande strepilo slimati dottori non pochi contrari, a'qua-
fece nelle scuole la dialeltica,che fiorì singo li mollo doleva che l'uso dell'arguziedia-
larinente in Parigi, pe'priini ivi insegnata lettiche nella teologica dignità produces-
da (ji/g//e//?ioCampelleiise, e poi da Pie- se in molti scrittori errori ereticali, o al-
tro Lombardo vescovo di Parigi detto il meno improprie espressioni, infatti buo-
Maestro delle sentenze pel libro che di na parte dell'eresie di que'secoli vengo-
esse scrisse coli' intendimento di forma- no dal teologico peripatetisrao (filosofia
re ne'suoi discepoli de'teologi, e diede in d'Aristotile che regnò fino al secolo XVI)
somma con esso un metodico corso di tut- che adoperavasi nelle scuole. Il già ricor-
ta la teologia. Siccome l'opera di Pietro dalo Berengario, dalle dialettiche sotti-
Lombardo (al cui tempo, secondo alcu- gliezze cade negli errori di fede. Il pure
ni, si stabilì nell'università di Parigi u- rammentato famoso Abelardo, per le dia-
na cattedra di teologìa, e ne fu uno egli lettiche argomentazioni si avanzò ad e-
de' primi a insegnarla, o forse primo il spressioni in materie teologiche che sem-
professore di essa) fu composta ad uso brarono ereticali a molti, o almeno im-
delle scuole, evenne abbracciata e seguita proprie e capaci di sensi eterodossi, e me-
nelle scuole, cominciò a chiamarsi Sco- ritevoli di coadanna. Arnaldo di Brescia
lastica la benché
teologia così trattata, (di cui riparlai ne' voi. LVIil, p. 268 e
ancora non fosse esposta affatto in quel me- 269, LXVil, p. 309 e 3 io), uscì dalla
todo, in quello stile, in quella lingua, che scuola dialettica d'Abelardo, per infestar
poi strettamente adoperarono gli scolasti- poi l'Italia e la Germania colle sue eresie.
ci. Sebbene Pietro Lombardo viene an- Altri nelle loro lezioni di teologia s'ingol-
cora ilelto il capo de'teologi scolastici e il farono in errori che meritarono l'anate-
1
."
maestro della scolastica teologia, que- ina. Perciò il dottore s. Bernardo spesse
sti nondimeno dovè cedere il posto allo volte declamò contro i cavilli dialettici e
slesso suo discepolo Abelardo monaco be- contro r aristotelica che fu se-
filosofia,
nedeltiiio, o secondo altri canonico rego- gno di tante doglianze e accuse, ed an-
lare, grandialetticoesotlilissimo,alla cui che di proibizioni pontificie; almeno ia-
sciidI.i concorsero discepoli da Roma, dal- terinali e ristrette a'soli professori di Pa-
l'i iighdlerra, e da lulla la eulta Europa. rigi che abusavano delle doltriae d'An-
54 TE () T E O
slolile, e limitale al lenipo finché fosse- sime nelle diocesi molto vaste, sì a moli-
lo COI ielle l'ojjeiecli tiiiel filosofo. L'aii- vo delle diverse occupazioni loro, d'infer-
tico suo discepolo Eui^ciiio III si crede mila corporali, d'incursioni de'nemici, e
tlieisliluissei gradi accademici nelle seno per altri ostacoli, per non dire per diletto
le, di Dottore , Baccelliere e Licenziato, di scienza, che non dev'essere tollerato;
Intanto che si stabiliva così nelle scuole quindi è che noi ordiniamo, che i vescovi
quella, per così dire, dialettica teologia, eleggano per la predicazione degli uomi-
yllra più sotla se ne leggeva in opere di ni capaci, che visitino in lor vece le par-

altri scriltoridel secolo XII. Le fiequenti rocchie della loro diocesi, quando noi pò-
eiesie che da ogni banda levavans:, tene- Iranno essi in persona, e diano ediflcazio-
\ano in esercizio teologi per cercare ar-
i ne al popolo co' discorsi e coli' opere lo-

uii, onde combatterei nascenti errori. Po ro. I vescovi somministreranno loro con
teva ba>tare per molti il solo s. Bernar- chesussistere,quandosaranno in bisogno;
do, per sostenere le verità della fede e di- e ne'capitoli tanto delle cattedrali, come
fenderla dagli altacchi ; ma tra gli altri delle collegiate si stabiliranno degli uo-
che ciò fecero nominerò P/V'/zo/V / cne- miiii,cbepossanodaraiuto al vescovo non
rabile, eloquente e vero teologo, e uno solamente colla predicazione, ina coll'a-
de'tanti impugnatori degli Ebrei ed an- scollare le confessioni, e fare il resto di
co de'maometlani; e il cardinale Ugone ciò che riguarda l'amministrazione della
di San T itlure. che sebbene mostrò pio- penitenza. Per quest'effetto in ogni chie-
pensione per le questioni scolastiche e al- sa cattedrale vi sarà un maestro che in-
le troppo sottili speculazioni, nondimeno segnerà gratuitamente, e al quale si as-
conservò sempre il decoro e la teologica segnerà un beneficio sufficiente. Né soia-
gravità, e la sua grand' opera lo mostra mente nelle chiese cattedrali, ma nelle al-
mi vero teologo, e lo rese benemerito ilei- tre, le cui facoltà potranno bastare. 11 ca-
la teologia. Il metodo scolastico, oliiechè pitolo eleggerà il maestro per insegnar
eia secondo lo spirito del tempo, servì gratis la grammatica, eie altre scienze
opporlunameiile nelle controversie con- secondo la sua capacità," Ecco il canone,
tro gli ei elici. del i.° concilio, » Le chiese metropolita-
La disciplina ch'è presentemente in vi- neavranno un teologo per insegnar a'preli
gore in tultu la chiesa Ialina, di assegna- la s. Scrittura, e principalmenle ciò du-
re cioè una ptcbeuda le(;logaIe ne'capi- concerne il governo delle anime. Si asse-
tuli per lasussistenza del canonico teologo, giierà a ciascuno di questi maestri la ren-
vuolsi che abbia avuto principio in Fran- dita d'una prebenda sinattantochè inse-
CKi;e vi è un oid manza riportala iieli.°to- gneià, senza ch'egli per questo di venti ca-
mo de'Capilolaride'rediFrancia,eim'al- nonico." Di questi canoni feci menzione
tra nel Capitolale d'Aquisgrana. Ales- descrivendo breve que'due concilii ge-
in

òaiidro III \\fì\i I


79 celebrò il concilio di nerali. Così il 2.° concilio ordinò che nel-
/><^/^7v///o //y^nel quale fu presci ilio per le melropolilane si aggiungesse allo sco-

lulta la Chiesa che ogni cattedrale e col- lastico maestro di scuola, un Lettore teo-
legiala eleggesse un maestro di scuola, ed logo; dipoi in diverse chiese due uffizi i

il concilio LateraiiO 1F\ adunato nel


i\\ furono onde il prebendato leolo-
riimiti,
I 2 5 da lìuivccnzo ///versalo in ogni
1 gale fu chiamato scolastico; in altre re-
scienza, decretò che avessero le metropo- slarono distinte e separale la prebenda
litane un teologo. Ecco il canone deli." teologale e la scolastica. Lo scolastico del-
conciliu.'sSiccoine accade s[)esse voltc',che le collegiate visitava anche la diocesi. In
I \escovi non ponilo aniinmisliaieal pò- molli luoghi la prebenda dello scolastico
[lulo la parola di Dio pcr6oiialmeutr,u>as- Iti unita a quella del Pri/iiiccro, eoo l'iu-
TEO TEO 5 t;

carico d'insegnar le lettere e i precetti della obbligarono i professori a raccogliere in


ttidecallolica. Noterò col p. ab. Bini, iMc- ristrette somme e libri di sentenze, intieri
morie istoriche della Perugina Univer- corpi di tutta la teologia, da potersi det-
iità, p. 17, che non deve sorprendere se tare e spiegai e in pochi anni nelle scuoIe,e
ne'priini del secolo XIII non esista me- impararsi dagli scolari. Questi libri disom-
morie che in Perugia s'insegnassero pub- me e di sentenze sembrando aridi, si fe-
blicamente le sagre e teologiche discipli- cero nuovi coinmeoti, si mischiò la vana
ne; giacché come dimostra il Tiraboschi filosofia d'alcuni colla teologia, s' intro-
nella Storia della letteratura italiana, dussero questioni che ne produssero delle
queste mancavano pressoché in tutte le altre, che poco niente aveano chetare
uni versila allora esistenti, e la ragione de- colle proposizioni teologiche, alla cui in-
Tesidesumere dall'essersi dal concilio di telligenza doveano servire, discostandosi
Laleianu l\ ordin:ilu,cheogni chiesa me- così molti teologi dalla semplicità de'pri-
tropolitana avesse un teologo, il quale al mi scolastici. Lo spirito dialettico o so-
clero e al popolo spiegasse i dogmi ed i fistico allora dominante nella Scozia e
precelti della religione. I chiostri de're- in Francia formò quello stile barbaro
,

goiari abbondavano altresì a que' giorni e disgustoso denominato comuneinenU:


di valenti e insigni precettori delle sagre icolastico. Parlando TAndres del meto-
dottrine, e ne rendevano perciò quasi su- do scolastico, dice che ha suoi vantaggi, i

perfluo riiisegnauieiito nelle università. che dichiara, e ponilo renderlo utile a'teo-
Il perchè iti quella antichissima di Bolo- logi;ma pe'difetli,che pure enumera, con-
non si
gna, ove fioriva ìaGiurisprudenza, clude che riesce poco gradilo, generalmen-
trova monumento alcuno che faccia men- te a' buoni teologi. Questo metoilo però
zione della f'ucollà teologica sino ali 362 ricevè maggior autorità versola metà del
in che l'inlrodusse Imiocenzo VI. Quindi secolo XIII, coll'usoche volle farne il do-
a pocoapocole università ebbero una più menicano b. Alhei-to il Grande, il più e-

regolare istituzione, e se ne aumentò il nu- rudilo professore che si fosse veduto nelle
mero nel secolo X i II. 1 n questo pure si mol- scuole, e ili.°de'lalini entrato con inde-
tiplicarono le scuole e le cattedre per ogni fesso studio a ricercare quanto ne' filo-
ramo di sapere,e prepararono il florido ri- sofi greci, latini, arabi, ebrei ed egiziani
sorgimento delle lettere, insieme agli stu- vi era di più accurato ed esatto, e fu au-
di teologici. Le scuole del Palazzo apo' tore d'una somma teologica, d'una bib-
.stolicofurono stabilite da Onorio Ili co' bia Mariana in lode della i>. Vergine, che
Lettori del sagro palazzo, acciò spiegas- poteva dirsi una Maiiana teologia, oltre
sero la Scrittura e vi esponessero le que- altre opere filosofiche e teologiche: fu il

stioni teologiche più astruse, ed ebbe pu- teologo più scolastico che fino allora a-
re per tal Papa l' origine il p. Maestro veano veduto le scuole. In questo stalo
del sagro palazzo, il quale è considera- trovò la teologia il suo discepolo l'ange-
lo come teologo del Papa e deve esami- lico s. Toinmaso d'rJff ni/io (ìoinetùcaiìo,
nare le opere prima che si pubblichino col- il quale seguì metodo scolastico stabili-
il

la stampa. A lutto contribuì s, Domenico to nelle scuole per più d'un secoli>, e con
fundalore dell'ordine de' Predi calori i\ei- esso scrisse molli libri lllosofìoi e teologi-
li per \inD Olile aie aìii. Frattanto si era re- ci. Egli però con più profondo ingegno e
sa più universale la filosofia peripatetica, sodo giudizio di tutti gli altri commen
e questa vieppiù s'introdusse nella teo- lo e spiegò la dottrina d'Aristotile, econ
logìa. La pubblicità delle scuole, ilnume- più religioso e illuminato zelo ne corres-
roso concorso degli scolari, e la mancan- se gli errori. Egli con profonda maestri,»
la de' libri necessari per tanti studenti, trascorse i vasti e sublimi campi della
56 T E O TE C)

scienza teologica, clnnclo nuovi lumi per per tanlo tempo la Chiesa,
ni e afflissero

l'intelligenza delle materie non abbastan- puie servirono alquanto a risvegliare i

za illustrale. Le cine più grandi, più su- teologi da'vaiieggiamenli a cui s'iucaui-
blimi e più imporlanli opere del dottore minavano lescuole, e a richiamarli al ve-
s. Tommaso, sono la somma della fede ro sentiero dello studio delle cattoliche
cattolica contro i gentili, e la somma di verità, per combattere l'acutezza sofisti-

tutta la teologia, con quella purissima dot- ca degli eresiarchi dotali di teologica e-
trina di cui è piena delle sue lodi tutta la l'udizioneje poi vi contribuì ancora la ce-
Chiesa, e che Io fece maestro
divenire il lebrazione de' AVzo*^/ di Pisa, Costanza,
di tutti i teologi posteriori; anzi sarebbe Basilea (d'ambedue riparlai a Svizzera),

riuscito più portentoso se fosse fiorito in e di Firenze. In quello di Basilea perla


secolo meno depravato di gusto pegli stu- I.'' fu stabilito che i teologali sarebbero
di scientifici e più illuminato. Tuttavia canonici. Eccone il canone. « Alfinchè i

è venerato come il Dottore dì s, Chiesa benefizi sieno pieni di persone capaci, vi


più benemeritodell'esattezza e verità tee-. sarà un teologale in tulle le chiede catte-
Jogica, e delio studio di questa scienza sa- drali, e questo dev'essere canonico, dot-
gra. Glande e glorioso dottore fu pure tore o baccelliere in teologia, che abbia
il conìemporaneoj rancescniio s. Bonn- studiator o anni in una università privi-
yentura Fidanza caróìnaìe. Il correligio- legiata. Che in ogni chiesa cattedrale o
so Giovanni Diuis detto Scoto, famoso collegiata si darà la 3.^ parte delle pre-
teologo decorato col titolo di dottore sot- bende a' graduati dottori, o licenziali o
tile, colla sottigliezza del suo ingegno in- baccellieri in qualche fìicollà. Che curali i

ventò nuove questioni e nuove arguzie, delle città muralesarannoalmeno profes-


e stabilì principii differenti da quelli di sori in arti(o scienze) ".Altrettanto ordina-

s. Tommaso, e formò un partito o una rono la PraniniaticaSanzione, ed WCon-


jiuova scuola teologica diversa dalla To- cordato di Leone X, per la Francia. In
inistica o dottrina di s. Tommaso, detta oggi però regolamenti sono variati, se-
i

pure Tomismo e Tomisti quelli che fan- condo diversi stali, e il corso di teologia
i

no professione di segui ria, pari icolar men- viene fallo comunemente ne'seminari, nei

te i suoi domenicani. Allora i francescani si collegi e nelle università. Di più lanlo il

dichiararono Scotisti, cioè teologi scolasti- concilio, che la prammatica e il concor-


ci attaccati eseguaci della dottrina e senti- dato, statuirono per doveri e funzioni de
mento dello Scoto; e lutti quelli che con- teologali, di lisiedere nelle loro chiese, e
correvano alle loro scuole ne abbracciaro- di piedicare e dar lezioni due volte o per

no il partito, e si disseroanch'essi Scotisli. lo meno una volta per settimana: dove-


Bonifacio P III fondò 1' Università Ro- ri che poi variaronosecondo i luoghi. Cir-
/?z«7/Y7, colle cattedre e facoltà proprie de- ca i diritti e privilegi de'teologali, secon-
Le contese tra Giovan-
gli sludi generali. do i detti concilio, prammatica e concor-
ni XXII e l'ordine Francescano stdl'abi- dato, il teologale che adempie a'suoi do-
to e la loro povertà, tennero in agitazio- veripredicando o insegnando, è con'^ide-
ne per qualche tempo le scuole teologi- ralocome presente al divino ur(izio,e ben-
che. Le al tre questioni agitale da quel Pa- ché non vi abbia assistito può percepire
pa, furono poi da con chia-
lui ritrattate generalmente tutti frutti della sua pre- i

ra Pro/è.y.v/o/ie della fede cattolica. Dipoi benda, al pari de'canooici che vi hanno
fiorì per teologia Gregorio XI. Le suc- assistito. Dipoi il concilio di Trento fece

$ive eresie, che firmarono le varie sette un simile regolamento. Fu permesso ai


de Fiele/isti e degli Ussiti nel fine del se- teologali la rassegna di loro prebenda leu

colo XIV, che produssero tanti disordi- logide a persone capaci di possederla, et!
TEO TEO 57
anco eli permutarla. Gran merilosi fece decreti conciliari, si estese alia Germania,
nelle scienze ecclesiasliclie il cardinal Pie- alla Francia, alla Spagna ed agli altri sta-
tro d'yiyllì, che seppe unire alla teologia ti cattolici, ne'quali simantennero costan-
lont'altre cognizioni e molteplice erudi- temente il grado e l'ulììzio di teologo o
zione, e fornìò nella sua scuola Giovan- teologale. Nel i^j i fu creato Papa Sisto
ni Gersone. ed altri eccellenti teologi del IJ professore di teologia e acutissimo teo-
secolo XV. In questo i greci divisi da tan- logo. Il rifiorimento della teologia avven-
to tempo da'lalini,aveanoaltrognsto ne- ne nel secolo XVI, al modo che lo rac-
gli studi, agitavano altre questioni, e col- conta Audres nel cap. 5, osservando che
tivavano per così dire un'altra teologia, nel listoiamenlo de'buoni studi, la teo-
la quale seguì un corso di ve^^o da (juel- logia era forse la scienza che più avesse
lo della latina; ma la Grecia non avea più lardato a coglierne i fruiti. I memorabi-
quegl'illustri teologi da poter slare a con- li avvenimenti di quel famoso secolo, che
tìontode'Iatini. Nondimeno la greca teo- in tanti aiticoli descrissi, le rapide e stre-
logia liuninosamente spiccò nel suddetto pitose rivoluzioni che in brevissimo tem-
concilio norentino,nella grande questione po alterarono la faccia della Chiesa, fece-
(leda processionedello Spirito santo, che ro nascere in qualche modo una nuova
teneva da tanti secoli divise le due chie- teologia, per la cognizione delle Lingue
se greca e latina; quindi il Primato de! a nliche e dell'ecclesiastica Ziriif//:;z'o«e,che
Papa, che non solo dagli scismatici fozia- in peculiar modo si coltivarono per le ri-
Ili, ma da tutti gli eretici è stato sempre cerche teologiche. In tal modo la teolo-
orgogliosamente contrastato; la composi- gia si rese più ricca e più castigala, col-
zione delP<7«eeucarislico, il Purgatorio, l'aggiunta dell'antica erudizione e vera
l'utilità de Suffragi pe' Defunti, e altri letteratura; si esercitò con clamorose di-
punti contrastati che doveansi decidere spute e rinomati scritti. Tante, e sì per-
nel concilio. In esso concilio il cardinal tinaci e feroci eresie che produssero quel-
GiuiianoCej'ar/msi mostrò profondo teo- le Sette, comprese nel generico nome di
logo, e benemerito ne fu pure il cardinal Protestanti, che sventuratamente fecero
Giovanni Torrecreniata, benché piìi ce- prevaricare tanta p^v\.eA'\Germania,\' In-
lebre canonista che teologo; mentre so- ghilterra, la Scozia, la Svezia, la Dani-
pra lutti fece onore alla greca teologia il marca, la Norvegia, iPaesi-Bassi, la
gran jBessarione poi cardinale. Insegui- Svìzzera, ed oltre altri popoli, anche 1'^^-
to nell'Italia, sebbene fossero fondale in //.'pr/r« per l'introduzione degli errori re-
tulle le università e anco in molti altri ligiosi, dierono però nuovo vigoreagli stu-
stabilimenti comuni a tutte le città più di teologici, un nuovo gusto alle scienze
considerabili, cattedre di teologia separa- ecclesiastiche, perle tante controversie a-
te da quelle ch'erano ne'primi tempi pres- gitale caldamente, difese o impugnate da
so le cattedrali,sicontinuò tutta viaa man- tanti eminenti teologi e da tanti uomini
tenere quest'insegnamento presso molte grandi, che produssero eziandio la rifor-

chiese, come continuò pure a insegna-


si ma della disciplina ecclesiastica, e la ce-
re la teologia ne monasteri e ne'conven- lebrazione del sagrosanto concilio gene-
li degli ordini religiosi (come si fa tutto- rale di Trento, che si rese immensamente
ra); e in lultelecaltedralie in molte col- vantaggioso alla Chiesa e alla teologia col-
legiale ancora si conservò il grado e il ti- le sue venerate decisioni. Fra le sue pre-

tolo di teologo ad unode'canonici, il che ziose ordinazioni, va rammentata la rin-


ricorda l'antica istituzione delie scuole di novazione i\e Seminari vescovili con as-
teologia presso le chiese più insigni. Que- soluto vocabolo speciale, per 1' insegna-
sta discipliua,coniermalu altresì da vari mento delle scienze ecclesiastiche e priu-^
58 TE O TEO
ti|>(iliiienle delle s. Scrilture, e della sa- rido canonico, o che pei* pubblica testi-
qia teologia piecipuamenle morale, on- monianza di qualche accademia sia di-
de divennero le scuole piùrispellabili del chiarato capace d'istruire gli altri". Os-
cn>tìauesi(iio. Gli scriltori della vita di s. servano alcuni, che l'istituzione del teo-
Gaetano fondatore òe Teatini e patriar- logale o canonico teologo, il concilio 1' e-

ca de'cliieiici regolali, attribuiscono a lui slesealle chiese collegiate fondate ne'Iuo-


1 insinuazione a'padri dell'erezione de'se- ghi in cui evvi un clero numeroso; e ch'è
nunari per l'istruzione riforma del cle- e ancor dubbio se ciò debba intendersi del-
ro. Altri danno questo vanto a s. Ignazio le collegiate che trovansi nella città ve-

fijndalorede'(^(',9ji77/', e ad esempio del giù scovile essendovi un teologo nella chiesa


ila lui istituito Collegio Germanico (di cattedrale, e che ordinariamente si usa a
cui e della benemerenza di s. Ignazio ri- non istituire teologali in quella sorte di
parlai a Seminario romano). Inoltre d con- collegiate. Sulla scella e approvazione dei
cilio di Trento a riparare la rilassatezza teologali, il concilio nulla determinò. Nel-
del clero, non solo raccomandò a'vescovi la lettera enciclica di Gregorio XVI, In-
la cura che venissero annunziate frequen- ter praeeipuas, degW 8 maggio 84451^0" I

temente nelle diocesi le s. Scritture e la go che il concilio di Trento provvide che


legge di Dio. ma ampliando l'istituzione in ciascuna chiesa o cattedrale o collegia-
del concilio di Laterauo IV, abilitò lutti i ta delle città e grandi terre non mancas-
\escovi ad erigere la i. "prebenda canoni- se una prebenda teologale, da conferirsi
cale vacante in teologale stabile, in cia- a persone certamente idonee all'esposizio-
scuna chiesa cattedrale o collegiata, con ne e interpretazione della s. Scrittura. Di
questo canone.» Il s. Concilio pieno di ri- più il Papa dichiarò all' episcopato cat-
spetto e di attaccamento per le costituzio- tolico, che la s. Sede sempresi congratula-
ni de'Papi e de'coucilii, non volendo che \aco'vescovi,se presso di loroi prebenda-
si trascuri di trar proOtto dal tesoro ine- ti teologi ben adempivano l'olfizio di leg-
stimabile iWLiliri santi, ordina a'vesco- gere pubblicamente le s. Lettere, e come
vi quando si troveranno nelle chiese de- non mai intermetta dì eccitare e di aiu-
gli onorari fondati per professori di teo- tare le loro cure pastorali, se in questo sie-
logia, di obbligarli in tutte le maniere pos- no riuscite meno fruttifere.
sibili a spiegare e a interpretare la s. Scrit- Essendosi staccati dalla Cattolicackie-
tura, e di non conferire tal sorte di sti- sa, fuori della quale non vi è l'eterna sa-
pendi se non a persone capaci di adem- lute (e lo ripetei nel voi. LXXl, p. i84),
piere da se i carichi, che vi sono annessi. quegli stati che rammentai poc'anzi, do-
]N()i vogliamo altresì che si coltivi la let- po la fatale e pretesa riforma dell'infeli-
tura della s. Scrittura nelle comunità dei ce, audace, furbo, maligno e tristo Lute-
monaci, e che si stabilisca eziandio que- ro, riuipastalore di condannati e neglet-
sta pratica sì nobile e sì essenziale ne' col- ti erronei insegnamenti, le scuole di teo-
legi pubblici, dove non fosse stala anco- logia diventarono ne' sedicenti paesi ri-
ra in vigore; e diesi rinnovi in quello ove formati, ossia eretici, più numerose e più
trascuralo si avesse di continuarla dopo attive, perchè olire l'ordinario insegna-
il suo stabdimento". Un altro canone de- mento, cominciò allora l'età delle già ac-
cretò:" Chequeglichesarà scello per una cennate controversie, nelle quali si distin-
chiesa cattedrale, deve avere tutte qua-
le sero i pili grandi ingegni, e generalmen-
lità richieste da'sagri (^7/^0/;?, quanto al- te gli uomini più dotti del protestantesi-
la ec; e che abbia ottenuto in
nascila, mo e ilei callolicismo, anche con opere
qualche università il grado di maestro ,
f linose, tutti I ammenlatie qualificali dal
dottore, licenzialo iu Teologia, Di' dolio gesuita Andres. Egli Uà gli eretici
e

TEO TEO 59
die produssero il bene letterario d'eccl- pò .y^irZo/c/o, Gregorio Co/-fe«',Reginal-
tare i teologi cattolici a studiare ne'siioi do Po/o; e così molti altri personaggi e
fouù la scienza teologica, e a trattarla con lellerali, ecclesiastici del clero secolare e
più conveniente dignità, nomina l'ardi- regolare impiegiirono le loro cognizioni in
lo e accorto /yf/^c/o, caporione de'nova- dilesa della cattolica religione, con opere
lori, die fece nascere tante controversie teologiche. Agqiunge l'Andres, che ad o-
teologiche, e occupò seriamente l'animo nore de'progressi della teologia, nel seco-
de'leologijed isuoisegiiaci ediscepoli /^»- Io XVI basta ricordare il già celebrato
Icrd/ii che ne abbracciarono i pestiferi concilio di Trento, assemblea piena di
errori, tratti più dall'amore della novità dotti prelati e di rinomati teoloi^i, dove
e dallo sciolto freno alle passioni, che dal- potè la teologia comparire in tutto il suo
la dottrina arbitraria e capricciosa del- splendore,e tra'caidinali che v'mterven-
l'impeluoso eresiarca. Uno di essi Zuin- nero vanno nominali Seripando, Moro-
glio fu caposelta deZiu'/igliaiii, altri die- Jiie Oslo. vi convennero tanti teologi ca-
I

lono origine agli yliiaÌKittistie Mciiìin- paci di ben discutere le materie e rischia-
nili, altri a diverse sette. Tra di esse fé- rare le controversie, che formarono il più
ce più strepito e numerosa sussiste quel- venerabile e numeroso congresso di teo-
l;i (\e Calvinisti^ da'quali con altre deno- logi che si fosse mai veduto in tutta la

liiinazioni uscirono (pielle sette che nar» Chiesa, li metodo stesso di trattare le ma-
ral a'Ioro articoli ; insorsero pure diver- terie usato in quel concilio, die campo di
se sette tra gli sfessi dissidenti per que- farvi spiccare assai più che negli altri la

stioni d'opinioni, e per non dire di altri teologica erudizione. L'Andres poi cele-
qui ricorderò i Scrvctisti ed i Sociniaiti, bra ancora i Toledo e Brllarini'
gesuiti
e quelle descritte a Inghilterra, Scozia /K',edu jPtVTO//,che meritarono la s. por-
e Svezia. In mezzo a tante deplorabili no- pora. Mentre protestanti erano così com-
i

pita, a tante eresie e scismi, la chiesa cai- battuti da'caltolici, si dibattevano fra lo-

lolica seguiva costantemente le antiche romutuamente, e si divisero ad ogni mo-


sue tradizioni autenticate colla credenza mento in più e più sette, che si dilania-
di tanti secoli, e rimanendo immobile nel- rono con ostinate dispute teologiche e ,

la sua santa unità alla Sede Apostolica, controversie di credenza. Intanto con più
procurava con saggie conferenze e collo- impegno i cattolici coltivarono le scieu-
qni,coQ assemblee e con sinodi, con lega- ze teologiche, vedendosi frequentemente
zioni, nunziature e con mediazioni, con li- obbligati ad entrare in lizza cogli avver-
bri e scritti di varie sorli, e cou ognimez- sari, ed a sostenere in voce e in iscritto

zo di richiamare gli smaniti suoi figli, la purità degli antichi dogmi, ed anco a
d'impedire ulteriori divisioni e rotture, dibattersi tra loro stessi per le questioni
e produceva in più classi di persone dot- che spesso agitavansi nelle scuole. Men-
ti teologi, che combattessero le nascenti Ire la Germania eia Francia, e i piùsu-
eresie e illustrassero le dottrine cattoliche, blimi ingegni della chiesa latina si dibat-
Do[)0 aver 1' Aiuires celebralo (iiovaniii levanoin polemiche discussioni sulledot-
e il nipote Gio. Francesco Pico della J//- trine de'uovatori, queste giunsero eziau-
randola, per aver contribuito al rifiori- dio ad eccitare le già sopite menti de'gre-
mento nomina Erasiìio^
della teologia, ci, la cui teologia giaceva da molto lem-
secondo alcuniereticooalmeno di dubbia pò in oscuro e ignobile silenzio; ma poco
fede, che tanto giovò ad essa. Tra cardi- i potè propagarsi tra gli scismatici greci la
nati diesi applicaronoaconlulare i nova- dottrina degli eretici luterani: i inedesi-
toii, ricorda TouiaiasoA^;V)oGaetano,Gio- mi tentativi fecero i calvinisti, con qual-
\'umii /wòt/uv, Gaspare Coiiiariìii,i^icu- die successo per la professione di fede, che
- 1

6o T E O TEO
avea molli de' loro errori, del palriuica snellismo furono motivi dì gravi contro
Cirillo Lucari, per cui hi deposto. L'Aii- versie nelle scuole cattoliche, e di questio
dres chiama il celebre Leone yf///rtct/, cu- ni teologico-moraIi,e BenedelloXIll ter
stode della biblioteca Vaticana(della qua- minò l'affare degli appellanti giansenisti
le ripìirlai a Stamperia Vaticana), i'id- QuestoPapa nel concilio romano deli 72;
liuio teologo che abbia conservalo l'ono- per lo stabilimento della prebenda teolo
re letterario della Grecia. Dopo che il con- gale, a forma del decretato dal concilia
cilio di Trento avea meglio stabilito la di Trento, rinnovò la prescrizione dell

jnebeiida teologale nelle cattedrali, il dot- lezioni che il canonico teologo dovesse fa

to s. Pio V nel I 570 l'istituì nella Cliic- re pubblicamente al clero, ed anche al pò


sa di s. Fictio ili } aticaiio, e l'assegnò polo, quindi emanò la hoWa, Pastorali
al p. Manriqnez domenicano, maestro del ojjlcii, de' 1
9 maggio 7^5, Bull. Roin.
1 (

s. palazzo, ed a'suoi successori domenica- 1 I


,
par. 2, p. 4 4- Decernitur, ut in Ec
'

ni col canonicato, allineile potessero in- clesiisCatli,cdratil>usItaliae,itisularu7n


st'gnare la teologia di s. Tommaso alle que adjaceìitiiun pracbcnda theologa
persone del capitolo, ed a quelle del pa- lis, et canonicus potiiitcntiarius inslitua
lazzo apostolico. Ma Gregorio Xlll che tarj culli quibusdain ordiiiationihus. Li
gli successe, considerando che tale dispo- prebenda del Penitenziere delle cattedra
sizione poteva sembrare ingiuriosa al cle- li è di antica istituzione che meglio pre
10 secolare romano, rivocò la bolla d'isti- scrisse il concilio di Trento, e che si con

tuzione, e ordinò che la prebenda si con- ferisse a un teologo dottore o licenziate

ferisse a un dottore in teologia di detto in teologia. Poco dopo la cattedra apo-


clero. ! noltre G regorio Xlll per coulribui stolica fu illustrata dalla dottrina di Bene
re all'istruzione del clero nella teologia, detto XIF. Nel decli nar del secolo XVI 1

aderendo agli ordini del concilio di Tren- fece clamore e preoccupò teologi l'ope i

to, prescrisse che ogni chiesa cattedrale ra di Hontlie.ini o FebrGnio,conlro la qua


fosse obbligala a mantenere un lettore le il celebre gesuita p. Zaccaria pubbli-

teologo. A decoro della scienza e per uti- cò V Antì-Febronio, come fece strepito i

li là del la s. Sede, il successore Sisto V, teo- pseudo-sinodo di P/.yto/<? del vescovo Ric-
logo egregio, stabili che tra il Sagro Col- ci. Fra gli eccellenti teologi di quell'epe
legio sempre vi fossero 4 cardinali alme* ca mi limiterò a ricordare il cardinal Già
nodegli ordini mendicanti maestri in teo- cinlo Gerdil barnabita, ed il p. d. Man
logia. Frallanto gravi controversie insor- ro Cappellari camaldolese. Il J ."pubblici
sero pel i?a/rf«e?//;?o, il cui autore Miche- quelle dottissime opere che riportai nella
le Baio fu condannato pe'suoi errori da biografia, il 2,° aueritò nel i83 1 d'essere
s. Pio VeddGregorioXIlI.Ma la proscrit- sublimato a! pontificalo col nome di Gre
ta dottrina non si estinse, e ne nacque al- gorio XVI, e del quale ripeterò il dette
tra più pregiudizievole eresia nel Gian- a Roma, che fu uno de'più dotti Papi (

senisiìio, per sostenere Cornelio Gianse- profondo teologo. 11 eh, mg.' Mario Fé
nio la dottrina di Baio; per cui Urbano lice Peraldi, infaticabile e valente scritto
Ville Innocenzo X condannarono 5 Pio- reconlemporaneo,neli833co'tipidiLuc
po*t:./o«/.Seguendone gli errori Qnesnel- ca ci ili è la Lettera ad un giovane ab'
/o, il dotto e zelante Clemente Xlcondan- bate studente sagra teologia.Quesìa può
liòioi proposizioni di sua opera. Verso dirsi un sugoso e ordinato estratto di

fpiesl'epuca fiorirono i gran teologi e car- quanto contiene lasagra scienza, il suoge-
dinali Enrico iVb/7.s' agostiniano, b. Giu- nerale prospetto. In prima egli raccoman-
seppe M.' loiiìììiasi teatino, e Vincenzo da allo studente di essa di accoppiare col-
C^o/^/domeiiicano. Il giansenismo eli que* le istituzioni della dogmatica teologia, e
T ED T E O Ci
di congiiuigeivi contempoijineamenteal- cap. y I : Se per esser eletti \'esco\'i sie-
cuna leggeia Imluia destigli libri coli'a- no più idonei li teologi li canonisti,

iulo delle annotazioni di savio interprete; osserva che è un punto molto controver*
cioè gli prescrive Io studio della storia ec» so, quale delle due facoltà e cognizioni

clesiastica, della Scrittura, eil metodo da sia più necessaria al vescovo, riportando
tenere in quello de'sagri dogmi, propo- le diverse sentenze. Alcuni opinano coi
nendogli i uìigliori autori. Allorcliè poi leggisti, che quando nella Chiesa erano
tratta di quella parte della teologia che molte eresie, conveniva che i vescovi fos-
riguarda il romano Pontefice, la sua su- sero teologi per poter disputare cogli e-
premazia e giurisdizione in tutta la Chie- retici e convincerli de'Ioro errori; ma non
sa, e di quelle altre cose che appartengo- essendovi più eresie, la scienza delle Leg-
no a questo sommo gerarca delia religio- gi e (ìc'Canoni è più necessaria, perchè
ne Gesù Cristo, soggiunge:» Ma in ta-
di servono al governo delle diocesi meglio
le trattatonon potete affatto trascurar la che le sottigliezze e le speculazioni de'teo-
lettura d' una recente opera classica in logi, poiché l'uffizio principale del prela-
questo genere, ove colla più nervosa eru- to è giudicar le cause e le controversie
dizione trovasi fuso, m'esprimerò così, de! loro foro, e terminare comporre le

quanto da'fadri e da'piìi celebri dottori liti, al che servono le leggi, i canoni eil
astato scritto appartenente a quesl'argo- predicare; e tuttoché convenga al vesco-
mentOjCin cui rovesciati e dispersi resta- vo la teologia, si può supplire bene con
no sofismi degli avversari. Quest'opera
i altri e sollevare i vescovi di tal peso. Ma
è il Trionfo della s. Sede e della Chie* i sentonoedifendono il contrario,
teologi
sa (contro gli assalti de' novatori coni' fondandosi tiell'autorilà de'medesimi sa-
battuti e respinti colle stesse loro armi) gri canoni, e particolarmente del concilio
di d. Mauro Cappellari camaldolese, ora di Trento, che dichiarò: Quia vero Chri-
Gregorio XVI sommo Pontefice, quale, stianae reipublicae, ?ion niinus necessa-
siccome già uii espressi confidenzialmen- ria est praedicatio Evangelii, quam le-
te con unprudenteamico, reputo sia sta- ctio, et hoc estpraecipuwn Episcoporum
to dalla provvidenza innalzato a quella niunuSy statuit, et decrevit eadem s. Sy~
Sede medesima appunto per ricompensa nodus onmesEpiscopoSk, Archiepiscopo s,
del coraggioe dello zelo col quale cotan- Primates et omnes alios Ecclesiaruni
,

to laboriosamente aveala ditesa in cala- Praelatos teneri per se ipsos, si legitiine


mitosissime e spinose circostanze (la de- impediti non fueiint, ad praedicandunt
dicò a Pio VI prigione detronizzato dei s. Jesu Chris ti Evangelium". Essendo il

francesi, e la stampò neliyqq in Pioma predicare il principale uffiziodel vescovo,


nella stamperia Pagliarini in foglio); è saranno più idonei i teologi che i cano-
quindi che in tempi di taula procella e nisti, dovendo dichiararedogmi e mi- i

di tanti attacchi niuno era pia degno di steri della s. fede, il che non si può fare

salirvi del perito Maestro che conosceva senza pericolo d'errore da chi non è teo-
a fondo i mezzi di abbatterne gl'inimici ... logo. J vescovi quali successori degli apo-
Inestimabile produzione del più squisito stoli, è loro proprio l'insegnare. Conclu-
e opportuno lavoro". Del pregio dell'o- de il p. Menochio con mostrare la neces-
pera di Gregorio XVI ragionai nel voi. sità della teologia ne' vescovi, e tanto me-
LXlIIj p. j 58 e 1 09 : e nel voi. LIX, p. glio sarà se vi si unisce la cognizione dei
3 1 7 rilevai quanto fu ammirala dall'im- sagri canoni. Col medesimo avendo accen-
peratore di Russia Nicolò I, innanzi che nato come Cristo esperimentò s. Pietro,
fosse il p. ab. Cappellari elevato al car- tuttavia notai a Letterato, che tra'Papi
dinalato. Il p. .Menochio, Stuore, cent, g, dolli maggiore pure è il numero de'giu-
62 T E O TE O
recnnsiilll e (1e'canoni>li; nvenjo inoltre è riifri7Ìo tlella te<>lo^i;i, e però a lei sog-
l'ini.'ii colo e clesciilto nelle iiiografie, che giace come Iji parie al tulio, onile si dee
diversi Papi di mediocre dottrina, pure alFeriiiare che il diritto canonico e In teo-

colle altre egregie doti supplirono alTot- logia piatica siano lo stesso abito senza
timo governo spirituale e temporale. Il diderenza fi a loio.Snrnelli riporta un de-
vescovo Sarneili, Lettere eeclestastiche, creto che lascia all'arbitrio del vescovo,
t. 5, lelt. I o: Se il vescovo possa asswue- che il provvisto della prebenda teologa-
re rt//<7.yfJ7-e/;rH^«teo/og'fl/fjmr/off07'er// le leg»a solamente casi di coscienza nel-
legge canonica, risponde affermativa- la scuola di teologia morale, ed altroché
mente, perchè il detto concilio di Tien- dessi ponno spiegarsi egualmente dal ca-
io parla promiscuamente e indifferente- nonista; stringe (piindi il suodire, con di-
mente della s. Teologia e della s. Scrit- chiaiare che non resta dubbio, che alla
tura, e della slessa maniera erasi espres- piebenda teologalepossa assumersi il dot-
so il concilio di Laterano IV. La s, Sciil- torene'canoni, e lo conferma con altri de-
tura è promiscua co's. Canoni, poiché i creli che pure riporta, da'quali si ricava
decreti de' Papi sono fondali nella legge diversi canonisti checonseguironola pre-
di vina, cioè ne'libri del Testaììieitto vec- benda teologale; e nella stessa sua chic-
chioe njiovo. Provenendo dunque la leg- sa di IJisceglia, un canonico dottore nel-
ge canonica dal medesimo fonte, da cui l'ima e nell'altra legge passò alla prebeu-
la teologia deduce suoi rivoli, fa retta- i da teologale, per non esservi dottore teo-
mente il vescovo, che assume il dottore logo,edottenneancheil rimanersi m?^/?/-
ne'canoni alla prebenda teologale. Oltre lo, turno ^ et antianitate. Ora i teologi
a ciò j la teologia è parte speculativa e hanno un nuovo omaggio di vene-
reso
parte pratica, come insegna s. Tommaso; razione alla Madi e di Dio sempre Vergi-
e la legge canonica è una teologia prati- ne, contribuendo al suo nuovo triorifo e
ca, sì perchè il fine di lai facoltà è diriz- facendo plauso alla decretata sua Imma-
zare le anime per leggi canoniche alla colata Concezionequal dogma di fede; Me-
salute eterna, sì ancora perchè nel solo lo e vasto argomento che ir) breve svolsi
Toluuie de Decretali il contengono mol- nel voi. LXXIII, p. 4^ *^
^^S-'
"^' ""^'
ti casi utili e necessari tanto pel consiglio Cenni slorieiintorno al dogma dell' fni-
delle aniuìe e del foro della Penitenza, macolata Concezione, sua definizione.
quanto per reggere e govei-nare le chiese dogmatica, e dimostrazioni solenni e u-
e i beni e lìendita ecclesiastica. Sicché niversali di giubilo religioso.
per essere buon teologo bisogna sapere d TEONA (s.), arcivescovo di Alessan-
diritlo canonico, senza il quale è come dria. Succedette a s. IMassimo sulla sede
l'empirico tra'medici. Bisogna ([uindi che patriarcale di Alessandria nel 282,6 la
i sacerdoti sieno perili ne'canoni ecclesia- occiipòquasi rganni. Pel suo sapere e per
siici, servendo la teologia speculativa per la sua santità egli fu il più bell'ornamen-
c[ueìuo^U\,inriuibuspullulant/ìaereses, lo di quella chiesa, in cui annoveravansi
per impugnare i sofismi di quell'anime allora molti personaggi non meno santi,
allucinale. Senzaché il diritto canonico che dotti, fra'quali il prete Pierio cate-
è subalterno alla teologia pratica, come chisla, che meritò ilsoprannome di no-
ia parte al tutto, essendo lo stesso abito, vello Origene. S. Teona compose un'i-
che la teologia pratica , cioè quella che struzione in forma di lettera, nella quale
stabilisce la conservazione e riparazione dava delle regole di condotta a'cristiani
delle ragioni alimi, prescrivendo quello che viveano alla corte degl'imperatori,
che si debba rendere a ciascuno in ordi- ed era indirizzata a Lucianoi.°ciambel-
iic al line sopì annalurale: questo ancora lano di Diocleziano. Passò alla beata e-
T E O T E R G3
fernitii nell'anno 3oo.P».iportasi lasiin fe- dopo eh' era stato consunta da un in-
sta il 2 3 agosto, e ii patriarca s. Ales- cendio.
sandro gì' intitolò una chiesa che fece TEOPTEMPTO, Cardinale. Prete
fal)bricare in Alessandria. ilei titolo di s. EuNcbio, intervenne al si-

'J'EOXILLA (s.), martire. /'. Neone nodo di Roma celebrato nel 761 da s.

(s.), martire. Paolo I.

TEOl'ASCniTF. Eretici del V seco- TEORIA, r//<Y)r/rt. Sede vescovile del-

lo, così nominati perchè insegnavano che la 7,.° provincia di Macedonia sotto la me-
Dio il Padree tutte le ti e persone della ss. tropoli di F'ilippi, eretta nel VII secolo
Trinità aveano solFerto nella Passione di nella diocesi dell'IUiria orientale. Forse è
Gesù Cristo. Essi erano realmente l'Aiti- la stessa di Tlìcorina,(.\\ cui trovasi un ve-
chiani o fautori dell'eutiGhianismo, ben- scovo sottoscritto a'canoni;/? T'/'»//o.cliiu-

ché volessero comparire cattolici; fecero uiato Giorgio. Oriens dir. t. 2, p. gr.
stiepito e portarono con'ieguenze danno- TEOS. / ; Susos.
se in parie riproducendo gli errori dei
, TERAMO (Aprilli n). Città con resi-

PtitropnssiiiiiiX^\.\t%{a eresia ebbe per ca- denza vescovile del regno delle due Sici-

po Pietro Fullone, falso vescovo a'Antio- lie, ca[)oluogodella provincia dell'Abruz-


cliia, per aver aggiunloal Trisagio: qui zo Ulteriore I, di distretto e di cantone,
cnuifixus fs prò iioìns; fu condannata a più di 5 leghe da Ascoli di Satriano e
sino dal suo nascere da Papa s. F'elicelII loda Aquila, giace al confluente del Tor-
nel concilio di Pvoma del 4*^4? ^ '" T'al- dino e della Vezzola, sur tm'alta pianu-
io contemporaneodi Costantinopoli. Que- ra che le circostanti colline e ii selvaggio
sta eresia l'abbracciarono piu'e monaci i aspetto del monte Corno rendono vaga-
acemeli eutichiani della Scizia,dellaqua- mente svariata. E" pur sede d'una corte
le ragionandonea Tartari A, ivi ne ripar- criminale perla provincia, d'un tribuna-
lai. Rinata in oriente l'eresia nel secolo le civile e d'un giudice d'istruzione. Seb«

IX, sostenendo settari che Cristo avesse


i bene piazza di guerra di 4- classe, le sue '

patito sulla croce secondo la divinità, Pa- mura non sono in buono stato, e girano
pa s. Nicolò 1 nel sinodo romano dell'BG^ circa una lega e /4)^^^ '^ ^'"^ ^'^'"^ larghe,
1

con sentenza di scom unica.dichia-


l'est inse lunghe e bene lastricate, colle case non
rondo doversi credere fermamente, che molto alte, però costruite regolarmente
Cristo redentor nostro sostetme la pas- ein gran parte da ultimo abbellite. Il pa-
sione della croce soltanto secondo l'uma- lazzo Delfico, benché non sorga sulla via
nità, e non secondo la divinità come af- principale, mostra tutta la splendidezza
ftM'mavano bestemmiatori teopaschiti.
i di quella nobile famiglia, benemerita del-
Nota il Barouio che nel venerdì santo la le lettere e delle scienze. Fra le due piaz-
Chiesa suole cantare in greco il trisagio, ze principali s'innalza il duomo o catte-
quando si fa l'adorazione della ss. Croce, drale; nella i." piazza vedesi l'aulico pa-
senza l'aggiunta delle paiole: qui cruci- lazzo municipale. La cattedrale, ottimo e-
Jixus cs prò nohis.}^tvc\\è\\ii\\ii stessa lin- difìzio, ricca di bellissimi ornamenti è ,

gua greca, in cui fu ad esso inserita lere- sotto l'invocazione della B. Vergine As-
sia del Follone, nella medesima fosse dai sunta, e tra le reliquie visi custodisce eoa
cattolici condannala. somma il corpo di s. Berar-
venerazione
TEOPOLI, T/u'opotis.Coù chianios- do vescovo patrono della città. Vi è l'u-
e
si Antiochia, di cui meglio trattai all'ar- nico fonte battesimale e la cura d'anime
ticolo Siria, cioè Citta Dio; nome eli affidata al capitolo, che l'esercita nelle 4
ch'ebbe nel 5x8 quando Guisliniano I regioni della città, per allrellanli \ icari

la riedificò e ornò di magnilloi edifìxi, cuiati da esso eletti, ed inoltre nomina i


64 TE Pi TER
due parroclii del suburbio. II capitolo si sta, senza potersene trarre profitto alcu-
compone della dignità dell'arcidiacono, di no, mancando la via per condiuli altro-

16 canonici comprese le prebende del teo- ve. L'encomiatore nel maggio 855 eoa
1

logo e del penitenziere, d'8 beneficiati e suo decreto accordò al barone de Riseis,
d'altri preti e chierici addetti al servizio di costruire a sue spese, rischi e pericoli
divino. L'episcopio è prossimo alla catte- una ferrovia da Napoli agli Abruzzi fino
drale. Non vi sono altre parrocchie, ben- al Tronto, con una diramazione per Ce-

sì di verse chiese, tra le quali più belle so- prano, urta per Popoli, una per Teramo,
no quelle di s. Domenico e di s. France- ed un'altra per s. Severo. Remota è l'o-
sco. Conta due conventi di religiosi e uu rigine di Teramo e lo attestano i super-
monastero di monache, diversi sodalizi, avanzi di terme, templi, acquedotti e
stiti

l'orfanotrofio, il monte di pietà, il semi- d'un vasto anfiteatro, essendosi pure rin-
nario con alunni, il collegio regio per la venuti preziosi musaici e greche scultu-
provincia, il grazioso teatro e l'orlo bo- re.Chiama vasi Iiiteramnia o Iiiteratnnct
tanico. Oltre r abbondanza de' naturali Praecudana oPraetutiana, che la distin-
prodotti di sue campagne, ove gli alberi gueva da Terni e altre città omonime,
fruttiferi , le vili e i cereali prosperano ricordate dall'Ughelli, Italia sacra, 1.
1,

molto, Teramo ricava profitto dalla sua p. 342; ed i romani, sotto de'quali fu el-

industria, essendovi fabbriche di maioli- la importante, compresero i pretuziani o


ca, di cremor di tartaro, di regolizia, di precutini nella provincia del Saniiio. Il

cappelli, fdatoi di seta, concie di pelli e Corsigoani dice nella Reggia Marsica-
provvedendo di eleganti mobilie di lusso i ria, che Teramo, Teraninensi, fu capo
circostanti paesi. Al nord del prossimo vil- de'preguntini,e poi degli Abruzzi,de'qua-
laggio di Tonicella che ne dipende, si è li in tanti luoghi ragionai. Distrutta dai
trovata scoperta una miniera dizoofitan- goti, sab sotto i longobardi a miglior for-
Irace o carbon fossile animale. Era au- tuna coU'erezione del gastaldato, e ne fa
lico e vivo desiderio degli abitanti della preposto al governo il conte Aprutino, che
provincia una strada rotabile, chediret- signoreggiò quindi i Alarsi, de'quali ri-
tanienteavessecongiunta Teramo con A- parlai a Pescina e altrove, e le altre vici-

quila, ma le grandi dillJcollà che gli al- ne genti, dando così alla regione il nuo-
pestri luoghipresentavano el'enormespe- vo nome di yéprutiìiuin. Dice Corsigoani
sa occorrente, furono superati dal regnan- che il nome di Abruzzo alcuni lo fanno
te Ferdinando II, dopo che nel 847 ono- 1 derivare dall'asprezza d'alcuni suoi luo-
rò di sua presenza Teramo. Riconosciu- ghi, o da Teramo già capo de Preganti'
tasi dal benefico re l'utilità della sospira- ni,o dall'abbondanza de'cinghiali detti ia
ta via, ne decretò l'esecuzione a spese del latino Apri, ede'porci eccellenti che ivi
real tesoro, che v'impiegò considerevoli in copia si trovano. Osserva che la regio-

somme, ed in breve tempo con general ne fa per insegua una testa di cinghia-
sorpresa e giubilo de' teramani, degli a- le, e che suoi popoli furono assai cele-
i

bruzzesi e aquilani, si è sviluppata sulla si- bri in tutti i secoli, con aver vinto e supe-
nistra sponda del fiume Vomano in mezzo rato diverse volte romani, ed aver ezian-
i

a que'monti creduti sino allora inacces- dio sempre avuto unti vasta e ampia pro-
sibili una bella via, sorgendo per Tera- vincia, e fu considerata lai. "del regno e
mo un' era novella di prosperità. Inoltre la parte principale della regia dogana. Ri-
il re pel bosco Martese fece che la strada ferisce l'Ughelli che l'evangelofu promul-
si aprisse e si usufruttuassero alfine i leso- gato in Teramo e negli Abruzzi ne'tem-
ri ivi racchiusi , cioè gl'innumerevoli e pi degli apostoli, poi erettavi la sede ve-
smisurati abeti, che perivuuo per vetu- scovile nella provincia ecclesiastica di
TER T E R 65
Cliicli, immedialamenle soggella alla s. puraqueveslire,ctiani judicc.i causis cO'
Sci^^i, come lo è tuttora, la cui diocesi fu ^iiosceiidìs slatiiere testaniciilisque la-
regolata iie'coufìiiitla Papa Vittore II nel bidiscjue conficicndis, quae rcs jìraeler
lo^y e confennali ila Anastasio IV nel snlnniRci^i'mpcrììiissacst^fdU'rìncini-
I I 53,ecouiprenLleva allora tiitlorAbruz- ///, ci iiuus ex llcgìis coiisdiariis in Co-
vo. II vescovo n'era piiucipe e dominava regni rcsidct. Missuiii .solcninitcr
/iiilii

non meno in Teramo che nell' AIjitiz- annaliis cclchrnt. us(jiu'. in. hodicrnani
zo: che assume li riportai nel voi.
i titoli dicin. Bona stabilia hnjus ecclesiae clini
LXVIII, p. IO, dicendo che iionlificando ad 16,000 modiornm nmnenim cxcede-
è lutto armato e vestito di leiro , tiene bat, hodie fere omnibus spollaia, paueis
sulla mensa dell'altare alcune armi, ed conlenta est". Teramo dunrpie nel i
1
'ì<)

all'elevazione fa esplodere una [)istola; e fu atterrata da Lorelello generale e uipo-


cl»e il vescovo Piccolomini si recò arma- le di P\.uggero I, e dovette alle cure del
to al concilio di Trento. I titoli di prin- suo vescovo Guido il òelere risorgimen-
cipe di Teramo, di conte di Disegna, con to. Dissi a Sulmona, che re Alfonso I d'A-
altri di gran pregio e giurisdizioni, si ri- ragona, per togliere le liti che insorgeva-
portano anche da Corsignani, alferman- no nella vasta regione degli Abruzzi, la
do egli purecheporta learmiad usod'al- divise in Abruzzo Cileiiore di cui è me-
tri vescovi di Gormaiiia. Di c|ueste singo- tropoli Cliirti , ed in Abruzzo Ulteriore
lari prerogative, ecco il dichiaralo da U- Il di cui è capo Acinila, ed in Abruzzo

ghelli. " Ilabet Apruliuus episcopus, le- Ulteriore I di cui è capo Teramo. Que-
luiitet possedit ex concessione regum Si- sta cititi eljbe anche il titolo di principa»
ciliaein feudmn a regia curia de demanio lo o ducato, e fu una che meglio man-
in denjanium dieta Teramnensem ci vita- tenesse l'ordine pidjblico nelle tumultuo-
tem, aliarpie multa oppida, el bona feu- se vicendedel i ycjqjSebbenecinladapiìer-
daliacum hominibus, et vassallis, ut in re- luttoda bande armate. A Giuseppe Bo-
diplomalibus.Guidoepisco-
giis speclatur naparle che per due anni regnò su Na>
pus civilalem combustam, ac desolalam poli, venneerella nella piazza di Teramo
a RoberloLoretello cornile reaedificavit, una statua, che al cadere de'NapoIeonidi
liubuitque a Rogeriorege perpetuum do- fu rimossa. I lerremoti operarono nelle
iTìinium ; lilulum ac dignitate princijiis contrade abruzzesi, e in Teramo special-
usque in hodierrmm diem retinet. Con- mente, frequentissimi guasti. Vanta Te-
flrmabal judices, recloresque civitatis, re- ramo parecchi uomini illustri,

cipieiis ab ipsis fìdelitatis juramenlo, re- La sede vescovile si vuole fondala nel
gio giibernatori baculum in signum ju- V secolo, ed ih." vescovo conosciuto da
risdiclionis tradebal. Judices appellalio- Ughelli è Opportuno Episcopo Apiniti-
num hucusque tempo-
pacifìce iustituit, luun. eletto nel 600 da Papa s. Grego-
rale dominiuin in omnibus causis civili- rio I. Poi si trova Sigismondo che Inter-
bus, criminalibusque ac aaerum et mix- venne neir844 ''"'' coronazione di Lodo-
lum imperium in tribusCastris,ac42 Vii- vico II fatta nella basilica Vaticana da Ser-
nec non in vassallis ejiisdem civilatis.
lis, gio II. Pare che un Geremia vescovo A'
AntoniusCampanusliujus Ecclesiae j)rae- prutinunivive&se neH'SoSe per lui solto-
sul inEpist. ile Interaiimiae seu Terami Ramperto prete nel sinodo di s.
scrisse
descri[)lionead cardin.Papiensem juraac Leone IV; ma Lucenzi che lo aggiunge
dignilales nonnullas recenset. TI(d)Ct{\a' lo dice dubbio. Al vescovo Giovanni nel-
([n\\) Ime dii^nilatis Antistes urbis, ut ve- r874 scrisse Papa Giovanni VII, e nel-
nari lieeat, et [erre haslani, et venahu- 1*886, coll'allo che riporta Ughelli, Carlo
lunì,el siopus sitjncedere arniatus.pur- III il Grosso fece Ira esso e Leopei lo pre-
VOL. LXXIV. 5
C,G TER TE R
te una permuta di beni. Neil' 887 Rug- cattedrale, e ne fu stampala l'edificante
gero; iieirSg Giovanni nominalo ne'do-
1 vita. Gli successe Guido deh 12.3 suddet-
cumenli di re Guido presso tghelli, pei- to, al cui leuipo Lnretello disi russe Te-
alcuni beni cambiati con Adalberto conte r imo. 11 pio e zelante vescovo radunati
Aprulino. Altri documenti provano che i dispersi cittadini, coli' autorilìi di Gu-
Giovanni governava ancora neir897, e glielmo I, che nel i 1 54 era successo al
che il conte Manfredo fece una donazio- padre Ruggero 1, rifabbricò la città, fu
ne nel 926, vivente Giovanni o altri, alla chiamalo Padre della patria , ed il re
chiesa maliice di s. Maria di Teramo. Il gliela concesse in feudo col territorio A-
vescovoLandolfo con suo diploma nel g4o prutino e giiuisdizione e dominio lempo-
concesse Avenano a Raniero a B/genera- lale, con titolo di principato per se e suc-

zione,e nel gSq una carta testifica una per- cessori. L'Ughelli che ciò riferisce, di so-
muta di beni aCaslelIoiie fatta dal medesi- pra attribuì a Ruggero 1 la concessione.
mo vescovojindi nel 960 Giovanni conte Inoltre narra la guarigione e la vista ri-
di Penne donò più beni alla chiesa di Te- cuperata da Guido per intercessione del
ramo. Nel 1000 governava i^ietro, enei predecessore s. Berardo vescovo e con-
1027 si compose nella lite che avea col- fessore, e riporta il diploma d'Anastasio

l'abbatedi s.halvalore nel contado di Rie- IV di conferma a'contìni statuiti della dio-
ti, indi ricevè nel o36 una donazione da
i cesi con ([uella d'Ascoli di Salriano. Com-
Pietro diTrasmondo7;7'0/TWtY/70 aniiiiae pianto Guido per le sue preclare gesta, nel
suae parenlwnijv.c siioriiìu. Gli successe 1 170 fu tumulato nella cattedrale da lui

nel 1 o4 Sansone,
• nel i o47 SicheriooStii- I iedificata. Ricevè l'ottimo vescovo da Ro-
guer, nel i o56 Pietro, al quale Papa \ il- berto eGuglielmo conti di Teramo il giu-
tore 11 fece restituire il tolto, ed ebbe un ramento di fedeltà per la sua chiesa, ed
giudizio col detto abbate di s. Salvatore. ebbe da Giso il castello di Bastiano, ed
Nel I 086 Ugo, neh 100 Guido che rice- a'suoi canonici fece delle concessioni. Nel-
vè de' beni da Odemondo e da Raniero lo stesso I I 70 fu vescovo Dicuìisio lodato
Sifridopel vescovato. Indi nel i i o3 Uber- pastore, che nel 74 trasferito ad A mal-
1 i

to ebbe donativi da Giso figlio del nomi- fi, glivenne surrogato Allo arciprete di s.
uato Raniero ^;ro salute aiùiuae suae, e s. Flaviano, che trasferì il corpo di s. Be-
sostenne un litigio co'nipoti di Guidone, rardo in luogo più decente della cattedra-
ed altra donazione di beni ricevè nel i i 1 le, avendolo portato colle proprie mani
da Bernardo Muto. Per sua morte con dal sepolcro sollerraneo donde l'avea tol-
concordi suffragi nel i 5 fu eletto ve- i 1 to, con gran concorso e gioia degli abi-
scovo s. Berardo o Eberardo o Bernardo tanti della provincia, restando allora libe-
nobilissimo ótcoul\Pallae Auraco Pai- ra un' indemoniala. Neh 187 altro Gui-
ladoro de' gran conti di Marsi, monaco do, che somministrò 24 militi al re Gu-
cassinese di santa vita. Ripugnante accet- glielmo II per la crociala di Terra sanlaj
tò per comando del Papa Pasc|uale 11, co- gli successe Atto verso ih igS.poi Matan-
me rileva il Corsignani, il quale ne cele- ciano morto uehaoS, in cui fu eletto Sas-
bra le illustri qualità, e come 1' Ughelli so famigliare d' Innocenzo Ili, il quale

avverte di non doversi confondere con s. per rimunerare teramani eh' erano in-
i

Berardocardinale e vescovo di lìlarsi, che tenti ad aumentare gli edifizi della nuo-
nella biografia con Cardella chiamai b.Be- •va città, con diploma confermò loro pri- i

lardi Berardo. Amantedel popoloe de' vilegi concessi da'predecessoii. Papa O-


poveri, chiaro per virtù e miracoli, mori norio II! neh 22 1 consagrò A Ito, dopo a-
neh 122 a' 19 dicembre, nel quale gior- Ver cassata l'elezione che il capitolo avea
no i<e ne celebra ìu fèsta, fu sepoilo nella fatta di alno come non legittima, e gl'i»»-
TER TER 67
giunse di procedere nel termine d'un me- Antonio Melatino teramano e canonico
nuova. Nel i235 morì Silvestro,
se alia della cattedrale; nel 1407 per elezione di
nel 124^ altro Atto. Innocenzo IV nel Gregorio XII, Marino de Tocco di Chic-
i25i elesse e consagiò il nohile Matteo li, sommo giureconstdto e uditore di ro-
de Baiato canonico della cattedrale, e dal ta, ma non avendo seguito le parti di A-

capitolo a lui raccomandato. Avendogli lessandro V e Giovanni XXIII, da que-


ascolani a mano armata fatta un'in azio- sti fu deposto dopo essere intervenuto al
ne su Teramo, ne imprigionarono il ve- concilio di Cividalc celebrato da Grego-
scovo e magistrali, e li portarono
i in A- rio XI l; Martino V lo trasferì a R.ecanati,
scoli; ed Innocenzo IV a tanta ingiuria e poi prissò a Chieli. Neli4'2 Giovanm
pose riparo, ordinandola pronta loro li- XXIII sostituì al precedente Stefano Car-
berazione. Nel 260 l'eletto Matteo de Ba-
I rara de' signori di Padova e arcidiacono
rili non fu approvato dalla s. Sede, e Cle- di quella cattedrale, e pare anche vesco-
mente IV neli2G7 nominò in vece Gen- vo, contrastandogli il possesso Marino,
tile di Sulmona, a cui Gregorio X die per indi neli472 traslato aTricarico'.l'Ughel-
successore Rinaldo dell'illustre famiglia li pubblicò il giuramento che gli prestò
de Bar ili, canonico della cattedralcjdi gran il giudice delle cause civili di Teramo. Be-

virtù e prudenza, zelò l'incremento di Te- nedetto Guidalotti perugino, poi vice-ca«
ramo e fu riconosciuto per confondatore merlengo di s. Chiesa e vescovo di Ma-
di essa. Nel 1282 Martino IV confermò cerata e Recanati. Nel 1429 Giacoraoche
Roggero preposto postulato dal capitolo, intervenne al con ci odi Ferrara; nel i443 li

che rinvenuto il corpo di s. Berardo, ne da Orvieto vi fu traslato Francesco Mo-


maggio 1284.
fece solenne traslazione l'S naldeschi, poi di Ascoli; Nicolò V ueli45o
Per sua morteBonifacioVl li rigettò l'elet- elesse il b. Antonio Fatali <y Ancona, che
to dal capitolo, e nominò nel i2C)5France- avea fatto canonico e vicario della basi-
sco, che s. Celestino V avea disegnalo per lica Vaticana, consigliere d'Alfonso I, di

Chieti; bensì nel i3oo approvò R.inaldo somma lode per le sue sanie virtìt, con-
Acquaviva postulalodal capitolo. Per sua fermando le prerogative di sua chiesa il
morte il capitolo diviso ne' pareri eles- re Ferdinando d'Aragona: nel 1460 PioI

se due soggetti, che ricusali da Giovan- II lo costituì sulFraganeo di 19/^/2^ al ni-


ni XXII nel i3i7, questi creò vescovo pote che poi fu Pio III, indi vescovo della
Nicola Arcioni nobile romano e canoni- patria ovemorìsantamente,ePio Vlcon-
co di Trani il vescovo ottenne due di-
: cesse l'udlzio e messa con rito doppio al
plomi regi, riprodotti da Ughelli, in con- capitolo Vaticano, e alle diocesi d'Anco-
ferma de'feudi e beni di sua chiesa, e fu na e Siena. Da Cotrone neli463 Pio II
sepolto nella cappella edificata da lui nella trasferì a questa sede il celebre, erudito
cattedrale, con epitalBo onorevole in ver- edeloquenteletterato Gio. Antonio Cam-
Stefano nel i 355 da canonico di Te-
si. pano, autore di dotte opere e coltissimo
ramo ne divenne pastore, cui successero: poeta, e se non moriva il Papa l'avreb-
Dell363 Pietro de Valle Avello citta- be elevato alla porpora: la madre l'avea
dino e canonico di Teramo, fratello del il partorito sottoun lauro in Cavelli nella
quale Antonello divenne lirannodella pa- Campania, onde poi assunse per cognome
tria e fu ucciso da Enrico Melatino nel quello di Campano. Paolo II lo fece arci-
1 3go; nel 1 396 Corrado Melatinus civi.Sy prete di s. Eustachio e l'inviò in Germania
canonico della cattedrale, eletto da Bo- col cardinal Piccolomini per la guerra con-
nifacio IX, e costruì nella medesima una tro i turi;hi, indi lo fece governatore di
cappella; nel[4o5perdi lui morte fu am- Todi, e Sisto IV di Foligno e Citlù di Ca-
inluistrutore nel lemporale e spirituale stello. Per le commozioni di questa e di
68 T E a TER
'J'odi, avendo il Papa mandato soldate- vinn. Clemente VII! gli surrogò fr. Vin-
sche, le quali commisero eccessi, Campano cenzo Bugiatti domenicano di Montesan-
ieclaniò,rna Sisto IV insospettitosi di lui, lo, commissario generale del s.offizio, pro-
^W tolse il governo e l'esiliò, onde ritira- pugnatore acerrimo della libertà ecclesia-
tosi a Teramo e poi in Siena, ivi nioiì nel stica: celebrò il sinodo, eresse il semina-

1477, s^pol'o liei duomo con bella iscri- rio, sovvenne poveri, fu vero padre e pa-
i

zione. Sisto ÌV gli die a successore nel store di tulli, e giace sepolto in s. Dome-
1 478 Pietro Minutolo nobile napoletano, nico. Nel I 609 fr. Gio. Battista Visconti
indine! i 479FrancescoPezzettispagnuolo milanese, agostiniano e teologo insigne,
poi arci vescovo di Taranto. Nel 1489 Gio. integro, pio e prudente; difese le ragioni
Battista Petnicci sanese, nel i493 Filippo della chiesa energicamente, pieno di ca-
Pinelli genovesc,nel 1 5i i RafliieleRota vi- rità co'bisognosi, munifico colla catledra-
cegeienledi Roma, nel i 5i 7 FilippoPor- le, fece il quadro, aumentò le rendite, i-

cellinapoletano, e nello stesso Camillo stituì due cappellani perpetui, e morendo


Porcari o Porzi nobile romano, canonico lagiimato le lasciò le suppellettili sagre.
Vaticano e chiaro letterato. Neh 522 il Neh 638 Girolamo de'conti Capitani de
dottissimo Francesco Cheregato nobile vi- Figino milanese, governatore virtuoso di
centino, noto per le sue legazioni in Ger- varie città dello stalo papale, egregio ve-
mania, Prussia e Moscovia; nel 53() Dar- 1 scovo. Nel I 659 Angelo Macesonio nobile
lolomeo Giiuliccioni (/^.) di Lucca, poi aquilano lodato, cui successero, neh 666
cardinale e vescovo di sua patria. Nel 542 1 Filippo IMonti fermano traslato ad Ascoli
Bernardino Silveri Piccolomini de'conli del Piceno; nel 1670 Giuseppe Armeni
di Celano, ornalo di molte virtù; nel 54^ i nobile di Penne vigilantissimo pastore;
amministratore il cardinal Giacomo Su- nel 1693 Leonardo Cassiani di Rossano
\'clli {f^^.y, nel 154G fr. Giacomo Barba integerriniOjZelanlede'morali costumi del
napoletano procuratore generale degli a- popolo e del clev 0, promosse il cullo e gli

gosliniani e Sagrista del Papa, da Giu- studi, visitò la diocesi predicando, ed e-


bolll liaslato nel 552 a Terni. Neh 553
1 mano utili leggi. Con questi termiiia 1'/-
Giacomo Silveri Piccolomini de'conti di talia sagra la serie de'vescovi, che com-
Celano e nipote di Bernardino, insigne e- pirò colleiVo//zù'<^///io/;?(7. Nel 1721 Fran-
1 udito, e commendevole per integrità di cesco M.a Tansi di Malera; nel 1724 Pie-
vita, lodalo pastore. Intervenne neh 563 tro Agostino Scorza della diocesi di s.Seve-
al concilio di Trento, ove mollo operò, ma ro; nel73 Alessio Tommaso de R^ossi di
i i

iìitcrfitìL uhi armatus more siioriim aii- Nardo; 749 Panfilo Mazzara di Sul-
nel 1

tecessorian saeriuìì eelehravit. non siiic mona; neh 767 d. Ignazio Andrea Sam-
adiuiratioììe Patriini. Morì nel i 58 i ed biasi teatino di Lecce; nel 1777 d. Luigi
ilsuo corpo fu portato alla sua patria Ce- Pirelli teatino d'Ariano; neh8o5 Anlo-
lano nella chiesa de' celestini, ove il fra- nioNanni della congregazione dellaMissio-
tello Alessandro un monumen-
gli eresse ne di A vezza no diocesi di Marsi.A suo tem-
to con epitafllo riportato da Ughelli eCor- po Pio VI colla bolla De uliliori domiin-
I

signani, ed in cui si legge: Jacoho iSVAr- (v/r, de'28 giugno 18 18, soppresse la chie-
rio Ficcoloìiìineu Tlicranii Prineipi.Co- sa vescoviledi Campii {^J .) e l'unì in per-
lìuliijuc Biscìinii. s. Seeuiidi et Turris
.^ petuo a cpiesta di Teran)o. dismembiaii-
Majvris perpetuo eommendatario. Gli dola da quella ò'Ortona (^ .)• Quindi fu

successe (ìiulio Ricci fermano già di Ma- vescovo nel i823 fr. Giuseppe Pezzella
rano, vicegerenle di Roma, che celebrò il di Benevento agostiniano, e l*io Vili nel
sinodo, di venerabile vita, ed erudito in I 83o gli die in successore Alessandro Be-
ogni scienza. Trasferito neh5t)2 a Gra- reltiiii d'Aquila, canonico arcidiacono di
TER TER 69
quella caltetlrale,e leltore di teologia oel io niilriinerifo poco pane condilo di sale
seminario. Per sua morte il regnante Pio o d'issopo (della cpial pianta parlai a Si'oW-
IX nel concistoro de'3o settembre i85o ga), e non mangiavano se non clie dono
vi trasferì da Uova l'odierno vescovo mg.' il tramonto del sole. Ogni
7 giorni rada-
Pasquale Taccone di Tonadò diocesi di navansi lutti in un gran monastero per
Mileto. Laampia e contiene 20
diocesi è r ivi assistere alle conferenze e partecipare
parrocchie. Ogni nuovo vescovo è tassato a'santi misteri. iVutai aCnisTiANr, parlati-
«e'ld)ii della camera apostolica in fiori- do de'/c.v.sr/, e nelfarlicolo Esseri, co-
ni 3oo, ascendendo le rendite della mensa uìe alcuni autori pretendono che lera- i

a 3ooo ducati illius inane tue non dcdu- peuti fossero rigidi (7;r<V. ed allri austeri
ctis oncrilìus. cristiani. Per la [."opinione si dichiarò
TERAPEUTA. Parola greca che si- Enricodi Valois, nelle sue note sopra Eu-
gnilìca lììcdico e sen'itnrc ajìjìUrnlo più sebio, e ne adduce le seguenti ragioni. 1.'

pailicolarmente e unicamente al servizio Filone dice de'terapeuli ch'essi non leg-


di Dio, non avendo altra cura che quella gevanoche la legge e profeti. 2.' Ch'essi
i

della propriaaaima. PerquantodicoaTE- aveano libri de' loro primi fondatori, il


RAFIA, i terapeuti si dissero penitenti. Si che non può convenire a'cristiani, quali i

chiamarono in greco che


/e/v//K'?(// quelli erano in quel tempo nel primo loro na-
si ap[)licavano alla vita contemplativa, scere. 3.' Ch'essi non pregavanoche 2 vol-
tanto a motivo della cura che prendeva- le al giorno. ^-'Ch'essi aveano inni e can-

no di loro anime, conie perchè essi ser- liei. 5.' Ch'erano sparsi in tutto il laon-

vivano Dio in modo particolare con una do,ilchenon può dirsi de'cristianidi qae'
maniera di vivere assai perfetto. Si chia- tempi. Della slessa opinione è Bouhier, ed
marono terapeutidi quelle vergini anzia- aggiunge non essere verosimile che Fi-
ne, per motivo di religione, le quali n)e- Ione, siccome ebreo, abbia scritto espres-
navano vita penitente vicino agli uomini saraente un libro in lode de' cristiani, e
terapeuti nella solitudine, con onesta con- nonessere del pari probabile che i cristia-
versazione, di cui parlai a Monaca, insie- ni praticassero le osservanze giudaiche al-
me Monasteri [F .) doppi che poi fu-
di tribuite a'terapeuli di Fdone. Quelli che
lono ed in occidente se ne impe-
vietati, sostengono colle Osseri>azin>ìi sulla tra-
dì l'introduzione, tranne poche eccezioni, duzione del libro di Filone da la a Ile slam
come l'ordine del ss. Salvatore (J .) fon- pe nel 1
709 dal p. Monlfaucon, che i tera-
dato da s. Liigida di iVirr/i'/. Altri chia- peutieranocristiani, rispondono. i.° Che
marono terapeuti e terapeutidi i Solita- nulla è più conforme alle pratiche della
77" e le Solitarie (J^.). Filone, nel suo li- Chiesa di quanto diceFdone.2.°Che libri i

bro della ì ita contemplativa, riferisce de'primifundatori de'terapeutisonogli E-


chepressoAlessandria d'Egittoeranvidel- vangeliiegli scritti degli Apostoli. 3." Che
le persone le quali dopo di essersi <list;ic- gl'inni di cui egli parlasono salmi di Da- i

te da' loro congiunti e dalle loro sostanze, vid.4.° Ch'eglinon ha preleso di fireilpa-
riliravansi alla campagna, in luoghi so- negirico de' cristiani lodando terapeuti, i

lilari, per dedicarsi interamente alla pre- perchè egli non li considerava che come
gliiera,alla contemplazione e alla medi- una setta d'ebrei, quali colla loro viriti
i

tazione della Aveano ciascu-


s. Scrittura. facevano onore alla sua nazioue.Niun pae-
noun luogo separato che chiamavano /?- se fu pii^i inchinevole dell'Egitto allesu-
tìri o monasteri, dose facevano orazione perstizioni del ()aganesimo, ma arrivati i

due volle al giorno e passavano il resto del tempi di benedizione predelti da'profeli,
tempo nella letltna tie'libri di Mosè, del- s. Marco fu lo strumento di cui Dio si ser-
ie profezie e degl'inni. Prendevano per .so- vi per avverare le predizioni de'servisuoi.
70 TER TER
Predicò 12 anni nelle diverse contrade glialisi de'benijSi ritirarono nella solitu-
d'Egitto, dopo di che passalo in Alessan- dine alla vita contemplativa e al servizio
dria, io breve tempo vi formò una chiesa ili Dio, presso il lago di Merida. Le loro

assai numerosa. Alcuni scrittori, insieme Celle, che chiamavano Semne o Mona-
8 s. GirolamOjCrederono che gli ebrei con steri,erano distanti l'una dall'altra. Da
\erlili ne facessero allora la maggior par- «e soli oravano e meditavano, figuran-
te, cioè terapeuti, e che fossero
i primi i dosi d'essere sempre alla presenza di Dio.
a introdurre lìeW'Egitto e massime nella Due volte il dì, la mattina e la sera, vo-
Tebaìde la vita Asceta vntW Asceterio o calmente oravano. Dimandavano la mat-
Eremo. Per questa opinione si dichiarò tina a Dio, che accordasse loro, per sua
anche il p. Helyot nella Storia degli or- misericordia, un giorno felice e loro ricol-
dini religiosi, 1. 1p. I
,
Che i Terapeuti
: masse lo spirilo d' un lume celeste; sup-

sono stati gV institutori della i'ita mo' plicandolo la sera, a svellere dal loro cuo-
vastica. Imperocché, egli dice, è una va- re qualsivoglia alTelto per le cose terrene
na immaginazioneil pretendere comincia- e sensibili. Nel restante del giorno s'im-
lo V ordine monastico al tempo de' pro- piegavano nella lettura della s. Scrittura
leti Elia ed Eliseo, come alcuni asseri- e nella meditazione, cantando inni e can-
scono e facendoli istitutori de' Carmeli- tici ben sovente: alcuni vi aggiungono il

tani, e quanto viene descritto di tali pro- lavoio colle mani. Rigorosi al maggior se-
feti, de'Ioro discepoli, de'nazareni, de're- gno erano loro digiuni, non mangian-
i

cabiti, e di Giovanni Ballista, dello da


s. do e non bevendo se non tramontato il so-
S.Girolamo principe degli Anacorcti[F.), le. Alcuni slavano per 3 giorni senza man-
e da s. Giovanni Crisostomo, principe de' giare, altri ancora passavano il 6.° senza
Monaci {V.), non fu che un'ombra e figu- che fosse da loro veruna sorta di cibo gu-
ra della vita monastica. Dice col cardinal stata. Soddisfalli di poco pane, che condi-

Bellarmino, che nella legge di natura, a- vano credevano di lautamente ri-


col sale,
vanti il diluvio videsi di questo stato una storarsi vi aggiungevano dell'isso-
qualora
immagine, benché imperfetta, la quale po. Nel 7.° giorno radunavansi in un gran-
nella leggediTI/osT- prese assai miglior for- de Semne, per assistere alle conferenze,
ma, ricevendo poi dagli Apostoli il suo e partecipare de'divini misteri. Queste os-
totale compimento, a'quali la piìi parte servanze e queste austeri tà,col restante del-
della Chiesa e degli scrittori atu ibuirouo la vita de'terapeuti, somigliante a quella
l'originedelia vita monastica, perchè me- dipoi praticatada'monaci, hanno dato mo-
diante il loro esempio, uniti co'vinuoli del- tivo di credere assolutamente, non solo
la carità i cristiani di Gerusalemme, con ad Eusebio, Sozomeno e Cassiano, ma an-
un cuore e uno spirito, venduti lo-
sol i cora a moltissimi celebri storici, che que-
ro beni, consegnarono il prezzo agli apo- sti terapeuti sieno stati i primi istitulori
stoli, per isbrigarsi da tuttociò che li po- della vita monastica. Quindi il p. Helyot
teva affezionare a questa vita. Nondime- passa a trallare. Che v'è stata una conti-
no i terapeuti abbracciarono una manie- ima successione di monaci e di solitari do-
radi vivere molto più perfetta di tali primi po terapeuti, sino a s. Antonio. Che le
i

cristiani, dopo che s. IMarco fondò la chie- persecuzioni non hanno impedito, che vi
sa d'Alessandria. Molte dell'infioito nu- sieno sempre stali de'monaci e de'mona-
mero delle persone
da lui convertite alla steri da s. Marco fino a s. Antonio. Ne-

fede di Gesù Cristo, proponendosi un te- gli aiticoli Ordini religiosi e Religioso

nore di vita giusta la piìi sublime e più riparlai di loro origine.


rigorosa morale della perfezione cristia- TERAPIA. Presso gli scrittori greci
na, abbandonati parenti egli amici, spo-
i vengono così indicale le opere che si di-
TER T E R 7

couo soddi.sfattorie i le principali delle feienza con suo fratello Rodrigo, che pre-
quali sono la Preghiera, V Elemosina, il diligeva; e la storia dei martiri produsse
higiuno, tulio quello che riguarda le u- nel cuore de' due giovanetti il desiderio
miliazioiii e simili, solite a imporsi nel- di portarsi ne'paesi de'raori, accanando
l'aulica Discijjlina della Chiesa, come E- limosina, alliiie di acquistarvi la corona
sniazione canonica o Pene canonìchc[ V.), del martirio. Pieni di questa idea fuggi-
a'colpevoli di grande e pubhlico delitto. rono un giorno dalla casa paterna; ma
Corrisponde a ciò che noi Ialini diciamo neh' uscire della città s'avvennero io un
Penitenza (F.).Qi\ìn{\\ Terapeuti ( F.) loro zio, che li ricondusse alla madre,già
corrispondono iti questo significalo a Pe- affannosa per la loro mancanza. Teresa
nitenti. Per la preghiera s'intendono o- a vea I 2 anni quando perdette sua madre.
pere soddisfultorie tulli gli esercizi di pie- La lettura de' romanzi la ralTreddò ne'
tà e di religione, come la messa, l'uffizio buoni desiderii, e le aprì la porta a difetti
divino, l'orazione mentale, i pellegrinag- maggiori. Cominciò a conoscere i doni
gi, ec. 11 digiuno comprende ogni sorta di naturali, di cui Dio l'avea favorita; sentì
pene corporali e spirituali, come l'asli- nascere nel suo cuore la brama di pia-
nenzfi, la povertà, il lavoro, le vigilie, le cere, e si studiò di abbigliarsi con elegan-
uiortillcazioni, ec. Ueleinosina compren- za. Strinse amicizia con una sua parente
de tutti i buoni uflizi resi al prossimo, nel- di spirito leggiero e mondano, la cui con-
le sue necessilà spirituali e corporali. versazione, come narra essa medesima
TEREXUTH, Therenuntus, Tiiniun- nella sua vita, la mutò siffallamenle, che
thus. Sede vescovile della 2.* Tebaide, nel della sua buona inclinazione e dell'ani-
pati iarcato d'Alessandria, sotto la metro- ma virtuosa non le lasciò quasi alcun se-

poli di Tolemaide, eretta nel secolo V, gno. Suo padre se ne accorse, e da uomo
situata versola sponda occidentale del Ni- prudente colse occasione dal matrimonio
lo. In oggi è un piccolo villaggio chiama- di sua figlia maggiore, per mettere Te-

to Tarane o Taranuth, lungi 24 leghe resa, che a vea allora i 5 anni, nel monaste-
dal Cairo.Ne furono vescovi, Arsinzio or- ro delle agostiniane di Avila. Benché ella
dinato da Teofllo d'Alessandria, ed Eu- sentisse molta avversione allo stato mo-
logio che assislè e sottoscrisse il i .°coiici- nastico, le recava però piacere il vedersi
lio d'Efeso. Oriens chr. t. 2, p. 6 1 1 . Te- con tante buone donne; l'anima sua co-
renuth, Therenunthiden, è ora un titolo minciò ad accostumarsi di nuovo al be-
\e3a)^\\ei/i partibus,i\el si{nile arcivesco- ne. La religiosa che avea cura delle peu-
vato di Toleiuaide, che concede il Papa. sionarie, seppe guadagnarne Tanimo col-
TER.ESA (s.), fondatrice delle mona- la sua discrezione, colla sua soda pietà, e
che Carmelitane scalze, e de' religiusi co'suoi edificanti discorsi, riaccendendo-
Carmelitani scalzifT.j.'ììiacciue in A vilo, le il desiderio de' beni celesti, e moderan-
città del regno di Casliglia, a'28 marzo dole alquanto l'avversione di farsi mona-
i5i5, da Alfonso Sauchez de Cepeda e ca. Dopo 8 1 mesi, essendo Teresa cadu-
da Beatrice di A huraada, entrambi di no- ta inferma, dovette far ritorno alla casa
bile ed antica famiglia, quali allevaro- i pateruii; ed allorché fu guarita passò al-
no la numerosa loro fìgliuolanza ne'sen- cuni giorni presso suo zio Pietro Sanchez
timenti della pietà cristiana. Il cuore di de Cepeda, uomo di grande virtù, che le
Teresa, naturalmeule tenero, non tardò inspirò l'amore della pietà, colla lettura
ad aprirsi alle impressioni che i primi og- di buoni libri, ond'ella conobbe non essere
getti vi fecero nascere. La lettura delle vi- il mondo che vanità, e passarcome uu so-
te de'sanli la infiammò d' un grandissi- gno. Tornata a casa di suo padre, pensò
mo zelo. £lld occupa vati in questa dì pre- seriamente ai mezzi di sua eleiua salute;
ya TER TER
ma «lovelte conibaltere quella ripiignan- poco a poco di nuovo nella dissipazione, e
za elle avea per io stato religioso, e passò trascinò la piegliiera. In questo tVatlem-
ire Diesi ingrande perplessità. L'epistole pò Teresa ch'erasi re-
inoiì suo padre, e
di S.Girolamo riaccesero il suo coraggio, cala ad assisterlo, ebbe il vantaggio di far
sì che risolvette di manifestare a suo pa- conoscenza col p. Vincenzo Daron dome-
dre il disegno che avea formato di con- nicano, di lui confessore, al quale rivelò
sagrarsi al Signore. Vedendo però che lo stalo dell'anima sua;equesto huonsa-
non polca averne il permesso, recossi una cerdote fu il princi[)ale strumento di cui

luatlina al monastero delle carmelitane Dio servissi per ricondurla alla pratica
dell' Incarnazione, per esservi ammessa dell'orazione. Tuttavia ella non ischiva-
nel numero delle novizie; locchè otte- va le occasioni di dissipamento che le e-
nulo, noti tardò a prendervi l'abilo reli- rano tanto pregiutlizievoli, e cos'i passa-
gio.so col nome di Teresa di Gesù. Iddio va una vita penosissima. Iddio la cliia-

cangiò in grandissima tenerezza l'aridità mava una parte, il mondo la slra-


dall'

dell'anima suo; gii esercizi della casa le scinava dall'altra, ed ella avrebbe desi-
di vennero piacevoli, e si trovò si conten- derato di unire due cose cos'i opposte, co-
ta, che non polca com[)rendere come fos- me le dolcezze della vita spirituale e i sol-
se nato in lei tanto pronto cambiamen- lazzi esteriori. Finalmente dopo 20 anni
to. Nel novembre I 534 pi'onunziò i suoi di continua guerra interna, leggendo le
voti; maben presto fucolpitada una già- Confessioni di s. Agostino, e veclendovisi
ve malallia, che indusse suo padre a far- dipinta al vivo, ne restò grandeinenle
la trasportare a Bazeda, dov'erano me- commossa e si ravvivò più che mai la sua
dici assai lìnomati, e siccome le carme- confidenza in Dio. D'allora in poi comin-
non facevano vo-
litane dell'Incarnazione ciò camminare a gran passi nelle vie del-
lo di chiusura,ebbe per conqiagna di la perfezione. Un gusto più vivo e piìi co-
viaggio Giovanna Suaiez, sua inlimaa- stante per 1' orazione, una somma cura
mica. iN'on valsero i rimedi a tornarla in di fuggir l'occasioni che potevanodistrar-
sanità, per cui suo padre dopo quasi un re o turbar la sua anima, tutto mostra-
anno la ricondusse in Avila, dove di uno- va già una felice rivoluzione nel suo spi-
vo consultò i metlici [)iù esperti, che di- rito. Iddio sparse sopra di lei i doni più
sperarono di poterla guarire. Passali 4 segnalati del suo amore, quelle grazie e
mesi fra acutissiu>i dolori, sopravvenne il (jue'fivori soprannalurali che fanno gu-
i3 agosto 1537 una crisi tanto violenta slare alle anime grandi quanto è dolce il
che fu creduta morta. Uscita da quel prò- sei vii lo e l'amarlo. Ella ragiona a lungo
fondo letargo, chiese sagramenli, si con- i nella sua vita sui misteri della vita inte-
fessò e comunicò versando molte lagri- riore,esponen(l(j legrazie ricevute da Dio
ine. l'oichè si mitigarono un poco suoi i nell'orazione. Dopo
aver faticalo più
di
dolori, malgratlo la sua estrema iJebolez- anni alla propria santificazione, Teresa si
za, si fece liasporlaie al monastero. Ella abbandonò al desiderio ardenlissimo di
rimase attratta e storpia, e sopportò con darsi a quella degli altri, e divisò di rifor-
somma rassegnazione ancora per quasi mare suo ordine, nel quale erasi intro-
il

Ire anni conlinui patimenti poscia ri- ;


(lolla una grande rilassatezza. Ne tenne
cupcrò mediocremente la sanità. Come- discorso con sua nipote Maria di Ocam-
chè assai regolari nel resto, le carmelitfi- pe, peusionaria nel monaslero dell'lncar-
ne a vcanolro[){)a libertà per le visite del- nazione, la quale oii'iì 1000 ducati per
le persone di mondo.Teresa non guardali- comprare una casa a questo oggetto. S.
dosi da certe conversazioni, che dapprin Pietro d'Alcantara, s. Luigi Bertrando,
cipio non le parvero pericolose, cadde a ed il vescovo diocesano furono altrcs"i con-
TE r. TER 73
suitali,ed approvarono la risolii7Ìone di gnila da 4 allie religiose, le rjuali si mii-
Teresii; oltre ili che (lesù Cristo mede- roiio a lei per recitale l'tidizioe per islriii-

simo in parecchie visioni da lei riferite, re le novizie che vi si trovavano. Ne fu-


aveale ordinato d'intraprenderne Tese- rono ricevute altre ancora, ed in breve
cuzione, promettendole felice elletlo. Su- la città fu talmente edificata dalla loro

perati grandi ostacoli, con autorizzazione devozione, che (pie' medesimi eh' erano
del Pontefice l*io IV, riuscì a fondare in stati [liìi contrari, divennero piolettrìri e
i

Avila un monastero, intilolatoa s. Giù- benefattori delnuovo istituto. Teresa vis-


.seppe, nel cpiale il giorno di s. Bartolo- se colà qualche tempo comesemplice re-
meo del 1662 fu messo il ss. Sagramen- ligiosa; ma il vescovo giudicò a proposi-
to,ed alcune zitelle vi vestirono l'abito, to di darle il governo della casa. Ella a-
Ciòera stato preparato colla maggior se- vea stabilito per fondamento della sua ri-
gretezza, poiché la casa era slata labbri- forma una mortificazione costante de'sen-
cala da sua sorella Giovanna di Alluma- si e tlella volontà, assiduo esercizio del-
daj e dal uìarito di essa, come se avesse l'orazione, silenzio fpi;isi continuo, e che

dovuto servire per loro, e una malattia le religiose non avessero per vivere che il
del cognato avea dato occasione a Teresa prodotto del loro lavoro, e 1' eleniosine
di uscire del suo monastero, senza che se deoonuittadini : i loro abiti erano di gros-
ne sospettasse. Durante la fdjbrica duine- so saio, portavano zoccoli invece di scar-
sla casa, essendo crollato un muro, rc^tò pe, dormivano sulla paglia, e non man-
sotto le sue rovine il più giovane de iì- già vanocarni che in caso di necessità. Do-
gli di Giovanna. Creduto morto e porta- po4a»iiii il suo monastero fti visitato dal
to a Teresa, lo prese nelle sue braccia, e generale dei carnjelitani,p. Iiubeo di Pia-
innalzò fervide preghiere a Dio per ri- veima, che prese sì grande stima della
chiamarlo alla vita: dopo alcuni minuti nostra santa, che le permise di food, ire
consegnò il fanciullo alla madre pieno di altri monasteri simili, e 1'
autorizzò con
vigoreedi sanila. Questo fililo niiracolosu patenti a fondarne eziandio due per gli
fu inserito nel processo verbale della sua uomini. Nel mese di agosto 1 567 Tere'sa
canonizzazione. Quando fu sapula nel si recò aMedina del Campo per slabilir-
Dionastero dell'Incarnazione la londazio- vi una nuova casa, alla testa di un picco-
ne eifelUiala da Teresa, la superiora la Io drappello di 6 religiose. Le dillicollà
mandò tosto a chiamare, ne Inavvertito ch'ella dovette superare prima di coin-
il padre provinciale, e fu trattala la cau- piere questa fondazione, avrebbero sco-
sa dinanzi a lui. Teresa pose tanta dol- raggiato un'anima men forte; ma esse non
cezza e forza nella sua apologia, che non fecero che darle maggiore attività. Dipoi
silrovòdichecondaniiarla:anzi il p. prò- la contessa de la Cerda la eccitò a porre

vinciale le promise di darle la permissio- un monastero nella sua piccola città di


ne di rientrare nel suo nuovo monastero, IMalagon, locchè elfettiiò la domenica del-
purché si calmasse il grande rumore che le I^alme deli568. Il giorno dell'Assiin-
vi avea nella città. Ma il novello mona- ta dello stesso anno entrò in possesso di
stero sarebbe slato sul fatto soppresso, se altro monastero da lei fonilato a Vallado-
il p. Bannez domenicano non avesse mo- hd. Un gentiluomo d'Avila, d. f'uilf.iele
derato l'ardore de' membri dalla radu- Mexia Velasquez, a vendo udito i'inleiizio-
nanza convocala tla'magislrali della cit- ne di Teresa di fondare un convento, le
tà e da alcuni canonici per decidere, e la ulferse una casa eh' egli avea in campa-
cosa fu portata al consiglio reale. Alfi- gna a Durvelo. Ella l'accellò, e due re-
ne Teresa ebbe il permesso di passare iigiosi del suo ordine, che le aveano pro-

ai monastero di s, Giu'^cppe, e vi fuse- messo di abbracciare la riforma tosto


74 TER TER
ch'ella avesse potuto aprire una casa per loro sforzi per ritenerla; tna !a scelta che
essi, vi si lecaiono tosto. Uno era il p. An- il monastero di s. Giuseppe fece di lei per
tonio di Gesù, l'altro il p. Giovanni del- priora, la pose in istatodi ritornarea que-
la Croce (I'-), clie fo poi innalzato al- sta diletta sua casa. IMentre godeva tian-
l'onore degli altari. Nel principio dell'Av- quiltamente il fruito delle sue fatiche, si

vento deh 568 fu delta la i. 'messa in que- suscitò ad un tratto una fiera persecuzio-

sto nuovo convento, e la pietà de'priini ne contro la nuova riforma, portandosi


religiosi che Io abitarono e che andava- finoaRoma gravissime accuse su'costumi
no a predicare ne'Iuoghi circonvicini, pro- dei carmelitani e delle carmelitane rifor-
cacciò loro la stima del cantone. Succes- mati, le quali accuse eziandio presero pie-
sivamenteTeresacoll'aiuto di pie persone, de in Ispagna, a segno che si giunse per-
in circa 12 anni, stabilì altri monasteri e sino ad abbattere le novelle fondazioni,
conventi della riforma in Toledo, ^astra- e fu proibito a Teresa di stabilire altre
ila, vSalamanca, Alba, Sego via, Veas, Sivi- case. Inoltre nel capitolo generale tenu-
glia, Cara vaca, Villano va, Pa!encia,Soria, to a R.oma ne\i5j5, si proibì ad essa di
Burgos. Ella non si lanciò spaventare dal- uscire dal monastero che avrebbe scello
le fatiche di tanti viaggi, né dalle molte- una volta. Teresa si sottomise senza la-
plici dilhcoltà che dovette vincere; anzi, gnarsi, e solo scrisse al p. generale per ac-
quantunque negli ultimi tempi fosse in- certarlo della sua obbedienza. Parve ch'el-
ferma, raddoppiò il suo zelo per far cre- la non fosse egualmente insensibile alle
scere sem[)re più l'opera del Signore. Per persecuzioni eh' ebbero a solfrire i santi
tutte queste istituzioni può vedere la si che aveano abbracciato la rifor-
religiosi
Storia de l le sue fondazioni, ^cvMla da lei ma. Scrisse loro frequentemeute per e-
medesima, non che citati articoli Carme-
i sortarli alla pazienza e perconsolarli, col
litane SCALZE e Carmelitani scalzi, e gli riflesso che non vi avea segno più sicu-
altri loro relativi. In tempo aven-quel ro della misericordia del Signore,delle tri-

do il Papa s. Pio V nominato de'visita- bolazioni e de'patimenli ch'egli ne man-


lori apostolici per la riforma de'monaste- da, ed accertandoli che la nuova rifor-
ri, il p. Ferdinando domenicano, che fu ma sussisterebbe malgrado lutti gli sfor-

incaricato della visita di parte di quelli zi dell'invidia. Tuttavia, per non trascu-
tli Spagna, mentre era in Avila osservò rare alcuno de'mezzi umani ch'erano iti
gl'inconvenienti che derivavano dalla so- suo potere, a vendo inteso ch'era stata pre-
verchia libertà che a veano le religiose del- sentata al re di Spagna una memoria ca-
l' Incarnazione, Non osservando esse la lunniosa contro il p. Girolamo Graziano e

clausura, le persone del mondo andava- le carmelitane scalze, scrisse a quel prin-
no sovente a visitarle e disturbarle, e sic- cipe domandandogli protezione pe' suoi
come erano ingrandissimo numero, la ri- buoni padri scalzi e pel suo ordine.Quesla
lassatezza avea fatto rapidi progressi. Il lettera, in data di Avila, è del 1 3 settembre
p. Ferdinando credette non poter meglio iS'j'j. Filippo II, dopo essersi informato
rimediarea tanti abusi, che dando a que- dello stalo delle cose, favorì in ogni pun-
sta casa Teresa per superiora. Obbedì la to i desideri! della santa, e per questo mez-
santa, malgrado il dispiacere che provò zo la tranquillità degli animi succedette
nel separarsi dalle sue care figliuoleje in olle turbolenze che aveano di frequente
onta alla resistenza che incontrò dapprin- suscitale malcoiUenti e gelosi. In onta
i i

cipio, riuscì colla sua dolcezza e pazien- a tante opposizioni, Teresa vedeva i pro-
za a rimettervi il buon ordine, con tanto gressi chefacevaognigiorno il suo istituto,
successo, che passali i Saunidellasua am- ed ebbe la consolazione di contare sulla fi-

midlstrazioDe, le religiose fecero lutti i ne della sua vita più di 17 monasteri di car-
TER TER 75
meli tane scake,e 1 5 conventi di carmelila- carmelitaned'Alba, donde nel 1 585 il ca-
ui scalzi. Appena ebbe terminatogli ailuri pitolo generale dell'ordine lo fece traspor-
lisguarda II li alcune al tre f'untl azioni, a cui tare segretamenteal monastero di s. Giu-
era stata autorizzata da novelli ordini del seppe d'.Avila.La famiglia del duca d'Al-
p. generale e delia corte, prese la via di ba porlo a Ron)alesue doglianze per que-
Avila per adempirvi tranquillamente le sta traslazione, ed ottenne l'ainio appres-
funzioni di priora del monastero di s. Giu- so un ordine del Papa Sisto V, perchè
seppe. Intanto le di lei infermità anda- fossero restituite al monastero il' Alba le
va no sempre più aggravandosi, per le con- spoglie mortali della santa f ìudatrice, il

tinue faticbe e i frequenti viaggi; ma il che si 23 d'agosto 1589, e vi


elfettuòa'
suo zelo facevaiesolTrir tutto con ilarità. sono ancora oggidì sotto un ricco mau-
Avea di fresco compiuta neh 582 l'ere- soleo, incorrolte e senza la mano sinistra
zione del monastero di Burgos, e già erasi troncatale dal provinciale de'carmelila-
quando ricevet-
diretta alla volta di Avila, ni scalzi a'4 luglio i 583 pel patrio mo-
te un pressantissimo invito della ducbes- nastero d'Aviìa, e senza un piede che nel
sad'Alba,che la pregava di andare in Alba i6i5 fu mandato in Roma al convento
a visitarla passando. Ella vi andò, e trat- di Maria della Scala. Elisabetta regina
s.

tenutasi qualcbe ora presso la duchessa, di Spagna ottenne un dito, che mandò a
si monastero del suo ordine, ove
ritirò nel Maria sua madre regina di Francia, la
ai 3o settembre ebbe un flusso di sangue, quale In donò alle carmelitane scalze di
che fu seguito da'siutomi più molesti. Non- Parigi. Paulo V nel i 6 4
1
la beatificò, ad
dimeno assistè ancora alla messa in questo istanza di Filippo 111 re di S[)agna con-
dì, e comuuicossi con istraordinario fer- cesse all'ordine carmelitano scalzo di far-
vore. lli.°di ottobre, dopo aver passalo ne I'uHìzìo e messa, e commi-<e alla con-
qaiasi tutta la iioltein orazione, foce chia- gregazione de'riti la causa di sua cano-
mare il p. Antonio di Gesù per confessar- nizzazione. Questa fu celebrata da Gre-
si; dipoi salutò le sue religiose, e diede lo- gorio XV a' 12 marzo 1622, colla bolla
ro ciascun giorno prove di tenerezza col- Oninipotens, sollosci'ilìa da 36 cardinali,
l'eifusione di cuore con cui accompagna- IjuU. Rom.t.5,paì\ 5, p. 7. Urbano Vili 1

va i suoi consigli, scongiurandole di os- ne approvò l'ullìzio proprio nel i636, e


servare esallaraente la regola e le costi- permise che fosse l'ecitato in tulli i regni
tuzioni. A' 3, sentendosi più debole che di Spagna e Portogallo. Indi Clemente IK
mai, chiese sagramenli, ed allorché
i le fu condecietodel 668 loeslese alla chiesa u-
1

portalo il s. Viatico parve che le sue for- niversale col rito doppio, poiché prima si

ze si rinvigorissero ; circa le g ore della faceva col rito semidoppio. Gli atti della

sera domandò l'estrema unzione, cui ri- sua canonizzazione contengono le partico-
cevette colla più fervida pietà. Finalmen- lai ita di molti miracoli operali per la vir-

te il sonno de'giusti incoronò i suoi tra- tù delle sue reliquie o per sua intercessio-
vagli e le sue virtù la notte del 4o5 di ne. La sua festa si celebra il i 5 di ottobre,
ottobre 1 582, spirando fra le braccia del- poiché appunto allora per la riforma del
la suora Anna di s. Bartolomeo sua di- Caleiidario(l''.) si soppressero ad un trat-
letta compagna, ed assistila sempre dalla to io giorni, e il 5 di ottobre fu contalo
duchessa d'Alba, che la serviva colla più pel i5. Ne scrissero la vita in ispagnuolo
tenera aiìezione. Morì nel G8.° anno di il Francesco Ribera gesuita altro suo
p.
sua età, dopo averne passato 27 nel mo- confessore, e Diego Yepez arcivescovo di
nastero dell'incarnazione, ed altri 20 in Tarragona. Altri scrittori di sua vita li ri-
diversi altri della riforma. Il suo cor- portaNovaes nella Stor.cUGrcgorio XF.
po fu seppellito nel coro inferiore delle S. Teresa fu una santa illustrenon solo per
76 TER TE R
le sue virtù e per le sue operazioni, ma an- luti che la regina fondatrice fece compi-
che pe'suoi scrini. Lesueopere sono: I. VI- lare, si ricava che le dame formanti l'or-
slorin della sua vita; 2. \' Istoria delle dine debbonsi scegliere fra le nobili gio-
sue fondazioidj 3. la Mainerà di vìsita- vani di famiglie bavaresi, nubili e nate da
re i inoiiasterij 4- ' Consigli alle sue re- legittimo matrimonio , e posseditrici di
/ii^iose; 5. In Pia della perfezione j 6. piùchesSo fìoriniannui di renditeo pen-
Aleditazioìd sul Pater nosterj'j. il Ca- sioni. In essi fu inoltre stabilito, che le ca-
stello deira?ìinia;S. Pensieri sull'amor valieresse maritandosi, perdono i frutti

di Dioj Cf. 3Iedifazioni dopo la eoniu- della prebenda dell'ordine. La croce di


nionej IO. Lettere; i i.un Cantieo dopo decorazione nel centro ha la cifra T, che

la coìiìuìdone, più conosciuto sollo il no- ricorda il nome dell'istitutrice, e nel ro-

me di dosa di s. Zlcrei'tì;. Dopo le Con' vescio vi è scolpito l'anno della fondazio-


fcssioni di s. Agostino, l'opera più cele- ne dell'ordine, ed in giro l'epigrafe bava-
bre questo genere, secondo Baillet, è
in rese: Unser Enderlebeii sey Glauhe an
la vita di s. Teresa, di cui nulla v'ha di das Ewige, che nel nostro idioma suo-
\)\ìi autentico, essendo stata scritta da lei na: La nostra vita terrestre sia fede nel-
medesima,cuif)rma seguito la storia del- r eternità. La regina che regna suole e-
le sue fjndazioni;ela pregevolissima rac- leggere le dame a far parte dell'ordine,
colta delle sue lettere, pubblicata dal dot- previo il consenso del re. Oltre poi le ca-
to vescovo Palafox, contribuì non poco valieresse prebendate, altre dame bava-
a tendere compiuto il racconto di s\ bel- resi o straniere, purché di nobili natali,
la vita. ponno essere nominate membri onorari o
T.BRESA, Ordine equestre di e ava' cavalieresse dell'ordine, senza acquistar
lieresse di Baviera, ^wevio da quello dei alcun dirittoal godimentodelleprebende.
cavalieri (\\Maria Teresa (V.), il cui gran TERESIANE. P'. Carmelitane scal-
maestro è l'imperatore d'Austria. L'eque- ze e s. Teresa.
stre ordine di Teresa fu istituito a' 2 di- i TERESIANI. p'. Carmelitam scal-
cembre 1827 da Teresa Carlotta di Sas- zi e s. Teresa.
soìua- Allei Jjoui'g regina di Baviera, co- TERGOWITZ o TERGOVIST. Se-
me moglie del re Luigi, e madre de're- de arcivescovile e metropoli della Pdlac'
gnanli Massimiliano re di Baviera ecan- chia (F.) superiore, nella Turchia euro-
tedel Pala tinalofP^.), e Oiioiieve óiGre- pea, distretto di Dimbovitza, a più di 1 5
cia (1 .). Riflellendo quella sovrana, che leghe da Bukarest, 74 ^'^ Belgrado, ed a
se fra gli uomini le istituzioni cavallere- 23 da Hermanstadt. Giace in delizio'^a si-
sche e di altre onoriOceiize, qual premio tuazione, sulla sponda destra delia Jalo-
di generose azioni civili e militari, accen- mnitza, tra una catena di vaghe colline,
dono i nobdi animi a lodevolmente ope- ed una bella e vasta pianura. E' alquanto
rare, il simile può riuscire nelle donne fuiie,con vecchie mura, ha parecchie chie-
applicando lo slesso principio; perciò i- se e conventi, e molte case. Fu già la ca-
un ordine di cavalieresse col pro-
stittii pitaledella Valacchia e residenza del voi-
prio nome, che il re Luigi confermò, pro- voda sino al 6()8,in cui Costantino Bessa-
1

ponendosi di ammettervi un determina- raba trasferì la sede del governo di que-


to numero di nobili e bisognose donzel- sto principato a Biikarest. La sede vesco-
le, alle quali oltre la distintiva decorazio- vile di rito greco d'Uiigaroblachia diven-
ne, si concedesse annua rendita, atta a nearcivescovato onorario nel secolo XIII
supplire aila scarsezza della fortuna, me- con iesiden7.a in Tergowitz, sollo il pa-
diante I 2prebendecompostaciascunadel- triarcato di Costantinopoli, e la sua pro-
l'assegnoannualediSoo fiorini. Dogli sta- vincia ecclesiastica comprese la regione
TER TER 77
dellaValacchia lungo il Danubio, ha la Tiziano, (le'r5ass;iiii,(lelDomenicliiiio/Icl
Transilvania e la Moldavia. (iinrdaiio, del IMas!<iii)o, tli Rubens, dtl
TERKI , Tcichii. Citlù arcivescovile Coiieggio , del r.iaf|uinlo, di Salvator
del laR ossia ioEiiiopa, provincia del Can- Rosa, ti el Parniii;i.'iiiÌMO,di Pietro da Cor-
caso, in riva alloStaroi-Terek sopra la su.-] Iona, del Martareili, ec. Questa città è pa-
foce nel mar Caspio. Contiene un presi- tiiadi Nicola daTerlizzi Inogotenenledel
dio, con fortezza, e vi si coltivano piinci- regno sotto la vedova del re Ladislao, del
palmente le viti e i gelsi. Usuo aicivesco- poeta Felice di Paù, edi varialtri iiomi-
•vato è unito a quello qua-
di,'^i^//Y/r77/2.del ni distinti. Il suo territorio abhunda di
le riparlai a Tart^p.ia. Oricns dir. t.i, grano e legumi, vino, olio, fjutli, e spe-

p, i324. cialniente di mandorle in gran quantità.


TERLIZZl (Tcrlilicn). Città con re- Credesi clie questa Tur- città sia l'antica

sidenza vescovile nel regno delle due Si- r/cmw,poi Jr"/777n//«.esonovidifrequen-


cilie, provincia della Terra diEari,dislret- le disollerinli monumenti e reliquie di
to e capoluogo di cantone, a piìi di G le- anticliilà. Terlizzi era nella diocesi ili

glie da Barletta, altrettante da Tiani e 2 Giovc/u/zzo (J .), colla cliiesa e insigne


da Molfelta, situata sopra un rialto in vi- collegiata di s. IMaria Assunta in cielo e
cinanza al lago Iaconi, verso la cui spon- di s. Michele arcangelo di 5 navi, e ca-
da meridionale si estende lui grazioso ho- pitolo con 4 dignità, cioè l'.arciprete, il

SCO, a 2 leghe e 1^2 dal mare Adriatico. II primicerio e due cantori. L'arciprele per
laigo e profondo fossato che la cingeva fu la giuiisdizione essendo sempre in conti-

da multi anni convertito in buona sira- nui litigi col vescovo, oieiitre regnava Car-
da , sicché non rimangono che le mura lo di Borbone, governava il vescovato di
di tratto in trailo fiancheggiale da torri e GiovenazzoPaolode IMercuiio, ederaar-
il castello ben forte, secondo la coslruzio- cipretedi Terlizzi Anton io Fiora vanti. Be-
ne de'bassi tempi, nel quale fece lesiden- nedetto XIV colla bolla t uìi^enitus Dei
za per qualche tempo l'imperatore Fetle- Filiiis. de'26 novembre! 7 4f)) Bull. Bc-
lieo II re di Sicilia, ed i re Aragonesi tal- 7?cr/. A//^ t. 3, p. 4^; avocò a se le cau-
,

volta vi si chiusero per difesa. L'antica se pendenti sulle liti che eslinse, olteuue
cattedrale restaurata è sagra all'Assunzio- con pensione la rinunzia dell'arciprete, e
ne di Maria Vergine, con fonie baltesi- per le prerogative che avea Terlizzi Te-
male e parrocchia in cuia dell'arcidiaco- levò al grado di vescovato, unendolo a
no, il quale è lai. 'delle 5 dignità del ca- Giovenazzo acque prìucipalilcr, dichia-
pilolo, che inoltre si compone di 22 ca- lando cattedrale la collegiata, ma acoor-
nonici compreso il teologo e il penitenzie- dando la precedenza al capitolo di Gio-
ie, edi altrettanti mansionari partecipan- venazzo. INel capitolo di Terlizzi soppres-
ti, oltrealtri preti e chierici addetti al ser- se rarciprelura,ed eresse la i.'dignilà dei-
vizio divino. Buono è l'edifizio deli'epi- l'arcidiacono; dichiarò le altre Tarcipre-
scopio. Tra le altre chiese due sono par- te di nuova eiezione, il 1 .'cantore, il 1.

locchialie munite del batlisteiio. Viso- cantore, ed il sagrisla nuovamente Ton-


no conventi di religiosi, monasleridi mo- dato, insieme alle prebende del teologo
nache, conservatorio, sodalizi, ospedale, e del penilenzieie. La casa del preceden-
monte di pietà. INella chiesa de'rainf)ri os- te arciprete la die al vescovo per episco-
servanli ammirasi un bel quadro di Tizia- pio nominando il Mercurio vescovo di
,

no; nel palazzo della l'amiglia di Paù con- Giovenazzo e Terlizzi uniti, e volle che
servasi una distinta galleria di (piadii dei isinodi si poles>eio celebi aie nell'una o
snigliori maestri italiani, essendovi opeie nell'altra chiesa, che in ambedue vi fosse

del Perugino; di RJjera, de' Caiacci, di il projirio vicario generale, e nella sede
78 TE 11 TER
Tacaiifeciasciinode'duecnpitoli eleggesse gli edifizi*de'bagni debbono riunire tut-
il suo vicario capitolare. Dopo ilMercu- to quello che riesce più comodo al loro
rio, Benedello XIV per i .°e nuovo vesco- uso, e debbono essere ornali con piacevo-
vo Giovenazzo e Terlizzi nominò nel
di le I moderni rare volte hanno
eleganza.
1752 d. Giuseppe Orlani celestino della emulato la magnificenza delle terme an-
diocesi d'AlessanOjCui successe iieli^yG tiche; presso le sorgenti termali non si è
IMiclieleContinisi d'Altamui'n.Loera an- posto cura d'ordinario se non a moltipli-
cora nel 1818, quando Pio VII colla bol- care le osterie o gli alberghi, come nota
la Z>c utili ori dominicac, de' 2 8 giugno, il F^ocabolario delle arti del disegno. Le

soppresse le due sedi vescovdi di Giove- opere mediche definiscono bagni, la to- i

lìazzo e Terlizzi, le um al vescovato di tale o parziale immersione del corpo nel-


Moìfctta (V.), ed a'2 ottobre ne fece ve- l'acqua, o in altro fluido atto a debella-
scovo Domenico Antonio Cin)aglia, indi je alcune umane infermità. Il bagno pren-
nel 1820 gli sostituì Filippo del Giudice. de il nome secondo le diverse parti che
Caracciolo (f^.),c\\e neh 833 Gregorio ricopre:3Ia ni lui>io, chiamasi il bagno del-
XVI trasferì a Napoli e creò cardinale. le mani; Pediluvio, quello de'piedi; C<7-
E.estala la sede vacante, il medesimo Pa- pitolmio,q'^e\\o della lesta; Semicupio,
pa colla bolla Aetcnd Patris Filiuf!,de\ di mezzo coipo; fomentazioni, docciata'
9 dicembre 835, ripristinò! vescovati di
1 re, cmhroceazioni, d'una parte soltanto
Giovenazzo e Terlizzi, unendolia Molfel- del corpo. Agiscono bagni sul nostro in-
i

ta.onde il vescovo portasse lutti e tre ti- i dividuo secondo ch'essi sono caldi o fred-
toli, e ciascunoconfermò immediatamen- di, e più o meno lunghi o ripetuti. I ba-
te soggetto alla s. Sede. Quindi nel 1837 gni si dividono in bagni geiierali, in sem-
preconizzò peri. °e nuovo vescovo delle 3 plici e consposli. Si dicono bagni sempli-
distinte diocesi mg.' Giovanni Costanti- ci quelli che si fanno coli' acqua sempli-
ni, per la cui morte il regnante Pio IX ce fresca o tiepida, fresca cioè nell'ac-
nel concistoro de'27 settembrei 852 di- qua corrente de' fiumi odi qualche sta-
chiarò l'attuale vescovo mg.' Nicola Gui- gno nella stagione di estale, e tiepida nel-
da di Vieiri arcidiocesi di Gonza, già in le bagnarole domestiche. I bagni sempli-
quel seminario professore di lingua gre- ci ponno essere utili a qualunque sorta di
ca ed ebraica e di teologia morale, pro- persone anche bene in salute, perchè col
fessore e rettore del seminario di Campa- lavare e rilavare la pelle dalle sozzure ed
gna e vicario generale, non che primice- ontuosità, che questa sempre mantiene, i

rio di sua patria. porri rimarranno più aperti e la tras[)i-

TERME, Tlìcrmae.^agn] o lunghi do- razione cutanea più libera, cose tutte che
ve sono acque naturali o salubri, o con- influiscono molto al ben essere della per-
dottevi per arlifizio manuale o per indu- sona; ed anche perchè rinfrescano la pe-
strie di strumenti. Edilizi costruiti presso riferia del corpo, e rendono più cedevoli
j fiumi ole sorgenti di acque termali (spe- le fibre muscolari. Questi bagni perciò
cialn)ente minerali, la cui temperatura è tanto più riescono giovevoli nelle perso-
sensibilmente maggiore di quella dell'at- ne che patiscono un qualche sfogo acri-
mosfcra) o in altro luogo qualunque, tan- monioso alla pelle, ovvero dolori musco-
to per la nettezza del corpo, quanto per lari detti reumatici, e molto più necessa-
la cura della salute. Ne ebbero gli anti- ri nelle malattie d' infiammazione, mas-

chi de'mngniflci, e Vitruvio ne descrisse sime addominale, e ne'dolori colici. I ba-


alcuni. De archilcctura; mentre Baccio gni composti sono di più specie,cioèo del-
I ratto in particolare delle terme, nell'o- le acque così delle minerali, o di mare, o
pera De Thermis omnibus. lu {generale sulfurei, ec. Convengono quelli di acque
T E n TER 79
minerali nelle malaltie oslruzioiiali, cioè principio semplici, poi sontuosi, e delle
ilella milza, o del fegato, o delle ascelle, sedie balnearie con forami , ricorilondo
o degl'inguini, ec. Le acque minerali si quelle famose che poi servirono ne'Pos-
dicono così perchè contengono in soluzio- sessi de'Papi, e furono motivo di calun*
ne de'sali metallici, ma sono vari secondo nie e di ridicole invenzioni, che confutai
la posizione e il terreno in cui scorrono. A a Sepia nel desciiverle, massime la ster-
tutte queste però, secondo alcuni, puòsup- coraria. DisM de'princìpali bagni e ternìe
j>lire l'acqua di mare, la quale può anche ilc'romani, loro forma e parti, usi, e ab-
artcfaisi facilmente.! bagni d'acqua snlfu- bellimenlidi cui furono ricchi. Delle ter-
jea riescono giovevoli in tulle le malattie me o bagni privati pubblici. Degli avan-
cutanee. In molti luoghi trovasi la scatu- zi Roma. Dell'ora
di quelle sussistenti in
j igine d'acqua sulfurea, e non mancai di come primitivi cristiiini vir-
del lavarsi: i

rimarcarlo ne'loroarlicolijaccennandone tuosamente moderarono l'uso de'bagni,


pure l'eflicacia, e dove trovansi avanzi di equi aggiungerò cheattestano s. Ambro-
laitiche e ragguardevoli tertne.eguaimcn- gio e s. Agostino, che le persone ben co-
te vado ricordandolo. Si ponno vedere,an- stumate usavano coprire le parti verecon-
che pe'buoni effetti del bagno e sopra le de con borse di pelli sodici o altre copri-
cautele che devonsi usare per evitarne i ture. Decentissima usanza che rilevò il p.
Y)ii\\co\\yljucaa,Dc'ljagnì d'acqua di ma- Paciaudi nella Dissertatio de sacrorum
re, Pisa 8 7. Vagan\n'\, Notizia co7?ìpcn'
I I cìiristìanorum balneis, Veneliis i 75o,
diata di tutte le acq ne miner ali d' Italia. Romae 1758. Dal p. Vezzosi fu qualifi-
Ali beri. Preci s historique sur Ics caiix cata la pili dotta sua produzione, poiché
Jìiiìierales Ics plus usitée en inédecine. nel 1. 1 I degli Scrittori Ideatila' a p. 86,
Uruni, fllcjuoria sopra i bagni degli ari' rìe\Vi\\uslvareBalneujJisacrum,adJideni
tìchi, P^irenzeiSl i. Clivolo, De halnea- ontiquaepicturae in cod. membranaceo
rum naturalium viribus.CoWzii, Dell'ar- Bibl. s. Pauli Neap., dice che il pittore,
te d'analizzare e imitare l'acque terma- quamvis religioso homines in balneo,
li o minerali. Di Bregé, Des eaux mèdi' nonnisipanno, et subligaculo amìciverit,
cinales. Falloppio, De medieatis aquis. nullus dubito, eos plerumque illam mo-
Marcard, Della natura e uso de'hagni, destìam, illam verecundiam, illud decus
Pavia 1 8o2.MarcheHi,Z?e hahieis tracta- tenuisse, quodss. Foemina Olympia ad-
tus. Rlengo Faentino, i?e halneis artiji- hibuit, de qua Palladius episc. Hcleno-
cialibus. MonlagnajZ^t' balueorum varie- politanuSj de vita s. Jo. Cìiris., tradii,
Palazzi, Uso simultaneo de'bagni
ffif/r. cum indusioin aquamdescendit.se quo-
vapore (dell'applicazione del vapore ad que ipsam, ut ajunt, verità. ÌTìohve par-
altri usi e sua forza, parlai nel voi. LXX, lai a Bagni, come alle vesti ò\ Lana (V.)
j). I 52 e seg.). Savonarola, De balneis obesi adoperavano sulla carne, furono ge-
om.nibus. Reilly, Tractatusde ortuaein- neralmente sostituite le camicie di lino,
dole de aquis mineralium. Nell'artico- del quale e della canepa riparlai a Stop-
lo Bagni dichiarai che con questo nome pa. Di molte terme ridotte in chiese. Fra
e con quello di Terme s' intende il luo- queste meritano che anco qui ricordi le
go ove trovansi acque naturali o condotte celebri terme Novaziane eTimotine del
per uso di bagnarsi. Parlai de'bagni iu vico Patrizio o Corncliorimi de'Cornelii
generale, di loro origine e uso, in uno a Pudenti, fratelli delle ss. Pudenziana e
quello di ungersi il corpo con Olio (f' .), Prassede, santificate dall' ospitalità che
principiato tra gli orientali, egizi, ebrei e vi dierono a s. Pietro, e da tutti gl'illu-
greci. De'bagni caldi e freddi, da che de- stri personaggi cristiani che recavansi in
rivali e quando falli. De' loro edifizi iu Ilcma specialmente dall'orieule. Ivi s.Pie-
8o TER T ER
Ilo celcloiava il s. sagrilìzio sulTaltare li- meno ciò die ritrovato fu per bisogno,
gneo che ora venerasi nell' aicibasilica degenerò in lusso, mentre da'personaggi
Lateraneose, e sovrastato dal taberna- si fabbricarono le terme, così dette dal ca-
colo che racchiude le ss. Teste (/'.) de' lore, col quale si rendevano profittevoli.
principi degli Apostoli. Dipoi sull'area Le terme ancora danno una grande idea
delie tei me iVovaziane e Timotine furo- della magnificenza e della ricercatezza dei
no Chiesa di s. Purlrnzi//-
edificati la romani durante l'impero, ne'primi 3 se-
na, la Chiesa di s, Prassede, il Palaz- coli di nostra era; imperocché nelle ter-
zo apostolico di s. Pudeuziana, e il Pa- me essi raccolsero quanto poteva deside-
lazzo apostolico di s. Prassede (T'.). Per rarsi per la nettezza del corpo, per gli eser-
ultimo dissi de'bagni suburbani di Roma cizi ginnastici, e per il sollievo e la coltura
detti d'Acqua santa, dell' Ospedale del dello spirilo. iX'e'tempi primitivi di Rnnia
ss. Salvatore (J •). A Lavanda de' piedi non si ricordano bagni, ed il Tevere (nel
ragionai di questo antico e ospitale costu- quale articolo riporto pure de' cenni ge-
me, di che rifeci parola a 0>pizio, Pel- nerici sui fiumi) che forniva V Accpia. (P'.)
legrino e altro ve, lllMaraiigoni,Z)f^//(^ rose per bere, somministrava ancora il mezzo
gentilesche e profane ti-aspoi'tate a uso di tulfuisiedi purgarsi nelle sue acque. Ma
delle eidese ,\\a{\ix nel cap. 56: DelleTer- non era sempre mentre gli u-»!
accessibile,
me e bagiìi de' gentili, e d' altri luoghi esigevano di doversi bagnare per la net-
1nunondi com'ertiti inchiese llNibby nel- . tezza del corpo, in un'epoca in cui anda*
la Roma nelUanno i838, discorre nella vasi continuamente con vesti di lana sul-
Yiav.i.^ Antica, art. 1 5: Delle Terme. Con la carne; quindi per l'uso pubblico imina-
questi e altri autori vado in breve a te- ginossi,dopo l'anno di Roma 44 '> •" ^^^^
nerne proposito, con più dilfusione del- venne introdotta l'acqua Appia, di for-
J'accennato a Cagni. Uopo la maestà dei mare un ricettacolo di quest'acqua nel
7V/;?/Wedelle /j^/.s^V/r/u' (delle quali li- basso fondo fra il Monte Celio e il falso
pai lai a Tempio), non ebbero i gentili fab- Monte Aventino, dove come in un lago
Ijriclie piìi sontuose delle pubbliche ter- il popolo potesse bagnarsi, nuotare ed e-

me e bagni. I bagni però dilferivano dal- sei citarsi, e perciò fu designato col nome
le terme, puichè erano nelle case privale, diPiscina Puììliea ,\?i quale sebbene poi
e V. Vittore ne coniò in Pioma piùd'Suo, per l'esistenza delle terme fosse giudica-
e Plinio giunse a dire ch'erano cresciuti ta inutile e asciugala, die nome alla re-
a numero infinito. Luso di questi fu in- gione XII, che conservò fino al secolo
lo
trodotto ne'piìi. antichi tempi, per la sa- V dell'era volgare. Il sito di questo lago
lute de'corpi umani, e fu giudicato non artificiale si riconosce chiaramente anco-
meno proficuo che lodevole,ondeA lisloli- ra nel basso fondo sotto la Chiesa di .?.
le lichiamò Balneae ealidae sacraejnon Balbina, dietro il lato occidentale delle
già perchè fossero dedicati ad alcuna Dei- terme «li Caracalla, precisamente verso la
tà, ma perchè provenivano dall'acque e valle Miiicia, nell'odierna via de'Cerchi
«la'solfi, giudicati cose sagre, e per le am- e iit-1 sito di (piella del Carciofolo (diver-
mirabili operazioni che producevano nei so dal vicolo omonimo nel rione Ponte,
corpi iiuìiuii; onde (juesto titolo di sagre, rhe [jrende nome da un grosso carciofo
.secondo il filosofo, conviene solamente ai scolpito in marmo sul cantone d'una ca-
biigui naturali d'acque sulfuree o mine- sa), così detto per l'insegna d'un'osleria
rali, per l'occulte loro meravigliose virtù. ivi esistente. 1 privati romani più ricchi
Dopo questi s'introdussero i bagni artifi- fino dal VI secolo di Roma costruirono
ciali e domestici, perchè anco essi non po- bagni nelle loro case, e specialmente nel-
co giovarono alla salute de'corpi. Noiidi- le loro / ille, ed uua descrizione ci lasciò
T E II TER 8 r

Seneca di ((nello die avea Scipione A fi i- larghissime finestre il sole per lutto l'in-

cniio iDfiggiure nella sua villa (liLiteino, tero giorno, e così lavarsi e godei e de'co-
che (li mostra quanto fosse modeslojed isli- lori e della vasca, riguardare di prospet-
liiisce un paragone fia'costuini di Scipio- to i campi e i mari. Soggiunge che allo-
ne e rpielli de'tempi suoi, ossia del suo di- ra erano pochi bagni, e questi senza orna-
scepolo Nerone, dicendo che in (piell'an- nienli,mentre il bagno non dava che una
golo il già terrore di Cartagine, a cui Pio- quarta parled'un asse per ciascuno che ne
madovea di nonesserestala presti che una usava ed erasi inventato per servizio e
,

volta da'galli^ivi lavavasi il suo corpo af- non perdiletto.Non si versava l'acqua ad-
faticato da'lavori della campagna, perchè dosso, né recente sempre scorreva come
esercitavasi a lavorare la terra, e com'e- sorgesse da un fonte caldo, né credevano
ra costume degli anticlii la domava col che importasse di lasciar le sozzure entio
un tetto così sor-
ferro. Egli lavavasi sotto l'acqua trasparente. E confinila il filoso-

dido egli stava su quel pavimento cos\


, fo, a che giova entrare in que'bagni oscu-
vile, mentre a'suoi giorni ninno avrebbe ri e rivestiti di stucco ordmario, ne'qua-
sopportalo lavarsi in quella guisa, quan- liCatoneedile,o Fabio Massimo, o qual-
do povero e sordido sarebbe parso, se le cuno de' Cornelii temprò l' acqua colle
pareti non fossero state risplendenti eoa proprie mani? imperocché fra le cure de-
grandi e preziosi marmi rari, se
circoli di gli edili eravi questa d'entrare ne' luoghi
non si fossero intarsiati marmi che veni-
i che riceveano il popolo, e di esigere che
vano dall'Egitto con quelli della Numi- fossero puliti, e che la temperatura fosse
dia, se non fossero slati a guisa di pittu- utile e salubre; e non già comedi recen-
ra variati e accordali insieme i colori, se te erasi inventato, così ardente che somi-
la volta non fosse stata coperta con mu- un incendio, a segno che si con-
gliava ad
saico, e se il marmo tasio, che un tempo dannavano servi sorpresi in qualche de-
i

andavasi ad ammirare come una rarità litto ad essere lavali vivi, cioè con acqtia
in qualche tempio, non avesse fasciato le talmente calda che gli uccidesse. Mostra
piscine nelle quali andavano a tulfare i inoltre, che fu uso ne'tempi più antichi di
corpi inllevolili dall'eccessivo sudarech'e- lavarsi ogni 8 giorni in tutta la persona,
ransi nelle stufe procurato, se le acque noti ogni giorno poi le braccia e le gambe, ch'e-
fossero state versate da boccagli d'argen- rano più suscettibili di lordarsi. Così Se-

to. Ed anche ciò era plebeo, poiché era- neca istituì de'confrontifragli usi de'tem-
no ben altra cosa bagni de'liberli, do-
i pi suoi e quelli del VI secolo di Roma,
ve non vedevansi che statue, e colonne che quandoollre i bagni privati eransi giàin-
non sostenevano nulla, ma ch'erano po- trodolli bagni pubblici sotto 1' ispezione
ste per solo ornamento e per spendere, degliedili appellati haliiicum e balneum.
dove rac([ue f jrrnavano fragorose cadute ]l lusso che dopo la conc]uisladi Corin-
a traverso gradini. Insomma continua Se- to e dell'Asia tanti progressi fece in Ro-
neca a narrare, ch'erasi giunti a pun- tal ma, ne fece pure in questa parte allora
to di ricercatezza, che non volevasi cam- essenziale alla vita:ma terme propriamen-
minare che sopra gemme. Nel bagno di non furono stabilite prima della
te dette
Scipione eranvi piuttosto feritoie aperte a dominazione d' Augusto, e precisamen-
traverso le pareli di pietra, che finestre, te dal suo genero Agrippa, che edificò le

onde senza diminuire forza a'muri potes- prime ne'suoi giardini presso il Prt/2f/?eo/z

se la camera ricevere lucesufllciente. Ma e chiamolle lliennac, latinizzando così


a'tempi di Nerone chiamavasi hlattaria il vocabolo greco, perchècaldi erano ba- i

cioè bagherozzaio que'bagni, che non e- gni. Ma non restrinse l'edifizio a' bagni
lano costituiti in modo da ricevere con sollanlo, poiché vi si unì sale e cortili per
VOL. LXXIV. G
82 TER T E R
gli esercizi ginnastici, in Uìotloclie grande dicale da Calerlo e Costanzo Cloro, clifl

juialogia ebbero le terme romane colla pa- nel 3o5 gli successero dopo la sua abdi-
lestra tle'gieci. Quantunque quelle terme cazione , riuscirono più grandiose delle
(ossero niagniliche, aveano un'estensione precedenti,- Finalmente Costantino I sul
molto ristretta in confronto di quelle clie dorso del INlonte Quirinale, verso il 326
f(Mono posteriormente erette in lloma. A- fabbricò le terme Costantiniane, coù del-
giippa le cosimi nel 729 di Roma, dette le dal suo nome: queste non furono né più
per lui Àgrippiane, e morendo le legò al grandi né più magnifiche delle preesisten-
popolo roma no, il quale cominciò talmen- ti, però furono assai vaste e le ultime ad
te a gustare questa specie di ridotti, che essere edificate. Tulle queste terme era-
gl'iniperatori successivamente per accat- no in pieno uso nel 409, allorché Roma
livarseue l'animo ne andarono costruen- fu presa, saccheggiata e incendiata da A-
do altre, uno sorpassando l'altro in mo- larico re àe'goti (de'quali riparlai a Sve-
do, che Ammiano narrando la venula di zia). A queir epoca ciascuna delle case
Costanzo a Roma ne! 356 di nostra era, grandi di Roma conteneva denlro di se
quando esistevano tutte le costruite ter- lultociò che una città mediocre poteva
me, le dice somiglianti a pro\ incie, lava- avere, circo, fori, templi, foiìtane e bagni
era ili lìiodiim provìiiciai'ìim extnicta. diversi. Tanto riferisce Olunpiodoro,che
Dopo quelle d'Agrippa furono edifi>:ate scrivea sul declinar del Vsecolo,pressoFo-
quelle Neroniane di Nerone nel 65 del- zio, onde esclamò: Una casa è una città,
l'era volgare, quelle di Tito edetle Tizia- e la città ne forma migliaia] Inoltre ag-
ne neirSo poi continuate da Domiziano, giunge : P i erano bagni pubblici vastissi'
al quale imperatore Eusebio assegnò pu- ini, le eos) dette terme Aittoninianc avea-
terme di Traiano
re la costruzione delle neper uso di queche si hagna\'ano pron-
cioè Domiziano dopo aver compito le ter- ti] eoo posti costrutti di marmo lustra-
me del fialello Tito, cominciò l'amplia- to j e quelle di Diocleziano quasi il dop'
zione, che poi fu perfezionata da Traia- pio. llNibby dubita che terme nel de- le

no, per cui le terme furono dette Traia- clinar del V secolo fossero ancora in uso,
/?<v, ed eziandio chiamate anco co'nomidi usando Fozio nel secolo IX il verbo era-
Tito, di Domiziano e Traiano. Altri le de- no; onde crede che a quell'epoca non più
nominarono solamente di Tito e di Tra- fossero in uso e ne liporla buone ragio-
iano, altri le congiunsero, altri separaro- ni, per le quali e pel giusto riflesso, che
no come due corpi diversi. Quindi Com- essendo gravissimo il dispendio di man-
modo fabbricò le terme volgarmentechia* tenerne gl'immensi locali, divenuti inuti-
mate Commodiane nel 184 o i85; Set- li dopo che nel 537 Vitige tagliò Ac-
gli

timio Severo le Severianenel 20 o 202; i quedotti, e nel 547 P^'"''' strage diTo-
tutti sorpassandoAntonino Caracolla, che chespopolò lioma, per cui e
tila mancan-
costruì le sue nel 2i6,e volgarmentechia- do l'acqua che le forniva, crede che ve-
\\\a.\& Antoniniane. Altre ne fece Elioga- nissero le terme abbandonate a quell'e-
baio, note col nomadi ì ariane; altre A- poca. Secondo poi le vicende, che ne'tem-
K'ssandro Severo, in vicinanza di quelle pi seguenti ebbero a softiire, per la vasti-
d'A grippa ediNerone,ampliandone il giro tà loro, e la località in che si trovavano,
e unendole insieme nel 2200 227, per cui altre di esse scomparvero affatto, di altre
furono appella tey^ /c5.?r7«<7/'me e7W/-o/»V2- si conosce il sito, di altre restano visibili
//r. Quindi si ricordano le terme d'Olim- pochi ruderi, ed altre presentano un'im-
piadegià esistenti nel 25o, e quelle di Fi- ponenza nel loro stalo di rovina, da far
lippo ad esse coeve. Nel 3o2 avendo Dio- conoscere la verità di quanto ne dissero
cleziano innalzato lesue,poi compite ede- i pochi passi degli antichi scriltori. Le ter-
TER TER 8ì
me di cui rimangono gli avanzi variano asciugarsi nella sabbia, chiamata Co«m7c-
fjiianto alla grandezza, alla capacità e ai riiini: quella per giuocare a palla della
()arlie()liiri, ma avendo tulle gli stessi nsi Coryceiuii e Sphaerislerium (vocabolo
per oggetto, in tulle si trovano le mede- che licevè da'la forma sferica delle pal-
sime parti principali. Vitriivio parlando le eh' erano di piì» specie e colle quali si

de'bagni, esige che dovessero essere rivolli facevano diversi giuochi): e \'Epìielieii/ìi,
in modo die fossero al coperto de* venti luogo o esscdra semicircolare posto nel
aquilonari, e che le sale destinale a'bngni mezzo della palestra, destinato all'eserci-
caldi e tiepidi dovessero ricevere la luce zio de'giovani giunti alla pubertà e delti
dal canto di leheccio, e quando questo fos- epliebi. A queste parti si aggiungevano i

se impossibile,da mezzodì, perchè dal mez- portici, Porticus,pei' passeggiare; i viali

zogiorno alla sera solevano prendersi i ba- scoperti, Amhulatioìiesj le sale per trat-
gni. L'ora 8.' era quella in che esercila- tenersi a conversare, iVr/zo/m-y quelle pei*
vasi alla palestra, cioè secondo le >lagio- le discussioni filosofiche e la lellin'a delle
ni fra le i e le 2 pomeridiane, poiché l'u- opere di letteratura con sedili attorno, E-
so era di bagnarsi dopo aver fatto l'eser- xedr(ie;\-A Bibliotìwca, la Pinacofìieea
cizio e quindi prendere il cibo, ossia ce- o galleria de'quadri, e il gran ricettaco-
nare. L'apertura delle sale da bagnarsi in- lo di acqua pe'bagni, per le fontane, e per
dicavasi col suono della pilani, che Nib- gli alili usi delle terme chiamate piscina.
by chiama campana. Siccon\e le termeser- Moltedecuriedi AV/^vV/i/V/ .^appartenen-
vivano a'bagni e agli esercizi, le parti che ti al fisco erano divisi secondo gli ulfizi

costituivano sì grandi edilizi riducevansi in balnearii, uiictores, pale stri tae, ec,
a tali due diversi usi. La parte de'bagni coD)e addetti a queste falibriche, oltre le

veniva formata (\a\ Lnroiir'riini o Sndn- cent urie di guardie pretorie per man tener-
tio, o stufa per sudare, e dalle sale per le vi il buon ordine e la polizia. Le terme
3 temperature diverseedelteC<7/zV/.7, Te- più conservate, come quelle di Caracalla
pida, Frigida lavntio: i recipienti che e di DiocIeziano;queIleche sebbene men
fornivano l'acqua per queste 3 sale erano conservate furono disegnate da Palladio
appellati Calidavium, Tepidarium.Fri- nel secolo XVI, quando erano più inte-
gidariwn: Labrum poi dice vasi un baci- re, cioè quelle di Tito, di Nerone, di A-
no vasto per più persone, Soliuin quel- grippa edi Costaiilino,mostianolutle,che
lo obliuigo per uno solo, Sella una sedia il corpo principale dell' edifìzio essendo
aperta sotto, e di (p-iesti Soggetti nel mu- quadrilungo,la parte centrale di esso era
seo Valicano e in altri abbiamo bellissi- quella destinala a'bagni e le laterali agli

mi esempi che mostrano la sontuosità de- esercizi. Le più vaste poi, come quelle di
gli antichi. La parte destinata agli eserci- Diocleziano, di Caracalla e di Tito,presen-
zi veniva costituita dalla Palestra [cov- tano una grande area ciutaiulornoda mu-
tile ove gli atleli si esercitavano allo sco- ri e da sale; nell'area erano i viali, i por-
perto, particolarmente alla lolla), dallo tici, e verso sud-ovest lo stadio: intorno
Syxtns (portico intorno al dello cortile, le scholae, le exedrae, la bibliotheca e
dove si facevano gli esercizi ne' dì piovo- la pinacotìieca. Quanto alla costruzione
si), e dallo Stadiiini (l'area lunga e sler- di tulle le parti delle terme ne trattano
rala,dovecorrevasi a piedi),allequali par- oltre Vitruvio: A. Palladio, /y^.? tliermes
lierano aderenti \oSpoliariuiii detto pu- des romains, Vicence yoy con rami. Ca-
1

re Àpodyteriuni , cioè la sala perspogliar- riofilo, De antiquis inariiioribus/le ther-


si : r Lue tua ri uni, Lnctorinm^ o Elaco- mis Herculanis.et thennarum usu,Tvi\\.
//rc.««»?,cioèla sala contenente gli olii per ad Rhen.i 743. llNibby ne dà un'idea ab-
ungersi prima di esercitarsi : quella per bastanza chiara, e ricorda la bella memo-
84 TER TER
l'in Marlin, Costruzione ed unì del
di s. calo in Valicano, come notai ne'vohL, p.
Tenno.sìfone , ossia calorifero ad ac- 272, LXIIF, 3o: su tale statua greca
p.
qua, TorinoiSùC). II meccanisriìo de're- pubblicò colla sua figura erudite parole
cipienti per le 3 temperature de' bagni, il cav. Luigi Grifi, neU'./Z/Z;»///, t.i(3, p.

mostra l'industria e la perizia de'padri no- 3 14. Nibby però fu d'avviso, essere pro-
stri in quelle partijche l'incivilimento mo- babile che dessa si conservi nel palazzo
derno pielcnde di conoscer tanto, e che de' Conservatori in Campidoglio, e chia-
s'ignorano e si studiano da*veri dotti, on- mata Marzio il pastore. Agrippa com-

de poterle ristabilire. Tutte le parli suin- prò da' ciziceni per i,3oo,ooo sesterzi!
dicate delle terme si trovano in quelle di (32,5oo scudi nostri) due quadri rap-
Caracalla o Anloniniane, le più perfette presentanti Aiace e Venere, e nella par-
che ci rimangono, le quali solo cedono per te più calda delle terme incastrò dentro
poco in grandezza a quelle di Dioclezia- il marmo, quadrelli che
rinvestimenlo di
no. Di sopra col JNibby feci l'elenco delle nel rifacimento di esse furono tolti, cioè
terme che successivamente furono erette all'epoca di Vespasiano in cui già le ter-
in Roma: alcune di esse furono distrutte me erano stale considerabilmenle restau-
in modo, che appena si conosce la contra- rate. S'introdusse il costume d'ornar le

da della città nella quale erano, come le volte delle terme con musaici di vetri,
Commodiane, le Severiane, quelle di De- ma Agrippa fece dipingere le mura delle
cio e quelle di Filippo; ma non se ne può sue all'encausto, lasciando bianche le vol-

assegnare con alcuna certe/za il silo. Di te.Le terme arsero l'anno 80 a'tem|)i di
quelle però d'Agrippa, di Alessandro Se- Tito, e furono restaurate dinuovo da Do-
vero, e Nerone, di Antonino Caracalla, di miziano suo fratello esuccessore, e poi da
CostantinOjdi Diocleziano, di Tito, di Tra- Adriano, e fors'anche da Settimio Seve-
iano, e delie Variane, non solo si deter- ro e Caracalla che restaurarono il Pan-
mina il sito preciso, ma ne rimangonoa- theon. La prossimità di queste alle ter-
"vanzi, e di questeavendone trattato ilNib- me di Nerone, e gli accrescimenti grandi
by col metodo alfabetico, lui principal- falli da Alessandro Severo a quelle ter-
mente seguirò nei seguenti cenni. me, a segno di farle appellare le terme di
Tenue di ^grippa, il Pantheon, di A lessaìidro SarìnQ o\ì\i\ave Nibby che tut-
cui l'iparlai a Tempio, fu eretto da M. A- ta la parte meridionale delle terme d'A-
giippa per far parte di queste terme da grippa sia anch'essa opera di quell'impe-
lui edificate nel 729 di Roma, nel silo ove ratore;poichèla costruzione di quella par-
fu la palude Caprea per quanto riporto te dietro {' /lecadeniia. ecclesiastica, nel-
a Teveee, comechè originata da* depo- la contrada dell'arco della Ciambella (di
siti del fiume; quindi per gli oili e giar- cui nel voi. LVI, p. 3o6) e della via dei
dini delle medesime egli condusse in Ro- Cesarini, è identica a quella delle terme
ma l'acqua Vergine, della quale tenni pur Alessandriue; come dall'altro canto die-
proposito ali articolo Fontane di Ro- tro il Pantheon è identica alla costruzio-
ma. Le terme furono parte dtgli orli, ed ne laterizia di quel sontuoso edifizioe per-
insieme con questi furono lasciale da A- ciò appartenente all'epoca primitiva. Do-
grippain legatoal popolo romano. DaFli- po i disastri di Roma del 409 e del 455
nio si ricava quanto fossero licche di mo- di nostra era, le terme serbavansi ancora
numenti dell'arte, e ricorda l'opera famo- inlatte, econtiuuavano a servire sulla fine
sa di Lisippo lappresentante un atleta o del V secolo a'teujpi di Teodurico. Sicco-
garzone che si stropicciava, Distriiigcn- me furono da alcuuichiamaleancheCo/?^-
teiìi se. collucalo dinanzi queste terme, e rnodia/ie, forse Commodo vi operò qual-
sembra quello trovalo nel 1849 ^ collo- cheabbellinieuloo restauro. Altri descrit-
TER TER 85
(ori tli Roma le appellano Tìwnnac A- imperatore. Sebbene anche le Neroniane
giij}pìiiae, altri Tliernun' /llcjcandria- presero il suo nome, l'antico non fu di-
u(n\ Le terme tl'Agrippa pare cliesorges- menticato, e Rufo ricorda nella regione

seio cerldmeute fla il Paullieou e l'acca- IX il Lacus T/icrniaruni JVeron, proba-
demia ecclesiastica, e fra il giardino de'do- bilmente lo stesso stagno d' Agrippa, il

menicaiiidi s. Maria sopra Minerva e l'im- qualecoll'accrescimentofatto da Alessan-


bocco di via Staderari (così detta pe'f;dj- dro Severo alle terme Neroniane, si tro-
Ijricttlori di stadere aniicauienle ivi sta- vò a contatto con queste, come lucrano
bilitisi, al dire d'alcuni), presso la Piaz- con quelle d'Agrippa. Vittore nel suo ca-
za di s. Eustachio; quelle d'Alessandro talogo designa queste terme col nome di
Severo fra l'accademia ecclesiastica e l'ar- T/ierniacjVcroninnae,quae postae Ale-
co della Ciambella, e sembrano costruite xandrinac, e Sidonio Apollinare per ul-
ne'giardini d' Agrippa, protraendosi alla ti/no le dice Balnca Neroniana. Dipoi fu-
via de'Cesarini ove sono alcune vestigia. rono sempre rammentate col nome di A-
Terme Alessandrine e Neronianc. lessandrine o Alessandriane. L'Anonimo
Prossime terme Agrippiane e verso
alle presso Mabillon, nel secolo IX mostra le
occidente, Nerone edificò le sue nel 64 o terme, che chiama Alexandrianae, fra
65 di nostra era, ma Tacito anticipa di la piazza Navona, la chiesa di s. Eusta-
due anni la Nerone
loro dedicazione, e chio e il Pantheon: s. Agncs, Tlierniae

fornì a'ca vai ieri e senatori l'olio o unguen- Alexandrianae, et s. Eustachii, Rotuii-
to per ungersi. Un fulmine ridusse in una da, etc. Nel secolo IX erano abbandona-
massa into.rme di metallo la statua del- te, nel X si annidò nelle loro vicinanze
l'imperatore, e vi cagionò un incendio, ro- e in parte sopra di esse la potente fami-
vine che ri parò Domiziano. Indi Alessan- glia de'conti Tusculani : e circa la stessa
dro Severo, che vari provvedimenti pre- epoca sembra che presso VoàiG.viidt piazza
se circa i bagni pubblici, vietando la pro- di s. Luigi de" francesi fossero costruite
miscuità de'sessi che l'infame Eliogabalo le chiese di s. Maria in Cellis e di s. Be-

avea permesso, pose una lassa su tutte l'ar- nedetto, seppure non furono una sola, con
ti di lusso pel mantenimento delle terme, l'oratorio del ss. Salvatore i/i Therniis

e permise l'uso notturno, assegnando sel- annesso al quale fu poi fabbricatoli /*«-
ve pel consumo dell'olio e della legna, am- lazzo del Governo o Madama (di cui ri-
pliò o meglio raddoppiò terme Nero-
le parlo a Tesoriere, e delle chiese parlai
uiaiie in guisa che furono tutte insieme nel voi. XXVI, p. 228 e 23 i),lequah chie-
appellale Theriiiae Alexandrianae, ed se sono dette in Tkermis Alexandrinis
avetido comprato fabbricati privati, li de- ìie\ placito dei 998 sulle questiioni di pro-
molì e piantò un bosco nell'area di que- prietà tra l'abbazia di Farfa in Sabina,
sti. E siccome l'acqua Vergine, che for- ed preti della Chiesa di s. Eustacìiio,
i

niva terme Neronianee quelle d'Agrip-


le quaesita est inPlatana,ass\i\.\l\ sotto ma-
pa,non era suflìcienle per fornire ancora no da'conli Tusculani signori della con-
queste, condusse a bella posta una nuo- trada. La denomi nazione mPA/^i7«c/ sem-
va acqua che dal suo nome fu detta A- bra derivata dal bosco piantato da Ales-
lessaiidrina, e stabilì un recipiente gior- sandro e formato di platani, col quale le
naliero per bagnarsi col nome di Oceani terme da lui protratte raggiungevano lo
soluuii, lusso che Traiano non avea im- stagno di Agrippa. Queste termeoccupa-
maginato, essendosi contentato nelle sue vauo da oriente a occidente il tratto fra
teru)e d'assegnare le bagnaruole, secondo la piazza ilella Rotonda e la piazza oggi

i giorni. L'edificazione delle ler(ne si fis- detta Madama e già de'Lombardi, e da


sa al 227 o al 229, e le dedicò lo slesso Luezzugioruo a selleulrioue quello fra la
8G TER TE U
thicsn di Eustachio e la via de' Cuprei-
s. annichilisi sopra le terme Ales-^andrine vi
tari, iiinanendo ancora visibile un eaii- si manlennero sempre. Nel principio del

ciclo di esseentroralbergo di piazza Ran- secolo XI V l'Albertiui distinguendo le A-


tltinini. Si rileva dal placito, che a quel- lessandi ine dalle JNeroniane, diceche del-
l'epoca le tenne Alessandrine, oltre le no- le prime vedevansi le vestigia presso s.

minale chiese e oratorio, erano occupa- Eustachio, e delle altre presso il pahizzo
te da case, ed in parte ridotte a grotte, e dei cardinal de Medici, cioè il palazzo Ma-
contenevano terre coltivate e incolte, ar- dama. Pocodopo il Fulvio Dioslra che ne
cliieculonne.il placito fu tenuto in s. l^ie- esistevano grand' rovine dietro la chiesa
Iroalla piesenzadiPapaGregorioVerini- di s. Eustachio, e con buone ragioni col-
pcratuie Ottone 111, e fra'giudici dativi loca quelle d'Alessandro Severo parlico-
i,tiie\uG\o\i\ììn\ prefetto dì Roma e conte larinente dov'era l'ospedale de'francesi e
delpaluzzo, figlio del famoso Crescenzio 1. il detto palazzo, la cui piazza Lombardi
Dopo la morte di quell'imperatore, Gio- allora per esso avea preso il nome di Ma-
vanni assunse il li[o\o dì patrizio, quindi dama. Delle altre vestigia tratta Nibby,
iippoggiafo dalla fazione paterna e ailida- e sul principio del secolo XVI la falibri-

to alla solidità delle terme Alessandrine ca del palazzo Giustiniani ne coprì uu


da lui occupate, usurpò il dominio diRo- gran edè fama cliein tal circostan-
tratto,
ma. Qual patrizio nel io io ricordasi ni- za fossero scoperti molti oggetti di scul-
sieme col figlio Crescenzio 11 prefetto di tura che ornarono la celebre raccolta for-
Roma in quella sptcie d'appello che fé- mala dal marchese Vincenzo. Dell'impor-
cero dalla sentenza pronunciata contro tante ricavalo da'molli scavi, ragiona ìNib-
gqSi preti di s. Eustachio sul-
di loro nel by,cioè della colonna di granito rosso posta
le memorale due chiese, le quali si pon- dalJi bano\lll a sostegnodell'angolo bo-
gono come una. Altra nozione sullo sta- realedel Pantheon, e dellealtreduesimìli
terme oHierallodel o 7 fra Pie-
tu delle i 1 colonne che reggono il lato orientale del
Ilo arciprete dis. Eustachio z/t Platana suopoi tico, sco[)erte (|uando questo fu da
e Ugune abbate di Farfi, per cessioni e AlessandroVllpienamentereslauralo. Co-
permute. Daqiiestoedagli altridocumen- sì i rocchi di colonne esistenti innanzi la
ti presso il codice Farfiiiise n.° 45'9, e il Chiesa di s. Luigi de'fraiieesi, coiv.pie-
Gjiì\ellì,Del Pii/ììieei'O, p. 2 ic),apparisce si i due bellissimi di porfìilo, provengono
non solo che le terme Alessandrine fino da queste grandi e nobilissime terme; di
dal secolo X erano slate occupate oltre la cui sono visibili avanzi le colonne di gra-
purleorienlale povseduta da'conti Tuscu- nilo rosso ancora in piedi al loro posto e
lani del ramo di Crescenzio, poi dello di altre rovesciale, e tutte murale, nellecan-
s. Euslachio,aiichedachiese,oratorii, ca- line del palazzo Giustiniani, e l'emiciclo
se, giardini e poderi, e che fra'possessori del suddetto albergo in piazza Piandani-
principali conlavansi i monaci Farfa e
di ni (vocabolo derivalo da'marchesi Ron-
1 [>reti di s. Eustachio, che si dispulava- diniiù che col cardinal Paolo Emilio vi
no il dominio assoluto d'una parie di es- ebbero già l'abitazione). Sino alla metà
se, e che già esisteva una chiesa o orato- del secolo passato grandi vestigia delle
rio di s. Simeone, dov'è Cìnesa di
la s. terme Alessandrine si vedevano nel ?..°cor-
Sinuoiie pipjeta, e che allora nacque il tile del palazzo Madama, demolite d'or-
nomedi Orsuallacontradauttinente,per- dine di Benedetto XI V, onde fabbricare
thè ivi possedè va terre certo Orso qui k'O- le abitazioni de'miuislri subalterni delgo-
catur Firu/us, onde da terra Irsi ere- verno. L'area occupata da queste terme
de ÌNihby porpctuossi sino a'giorni nostri presenta un edifizio rettangolare lungo
la dciiuuiinaiionc ilella via. 1 Cresceuzi 700 piedi da oriente a occidente, largo
r E R TER 87
5oo piedi da setlenliione a mezzodì, os- dopo il loro abbandono, riguardate per l.-x

sia 2400 piedi di circonferenza. mole come proprietà pubblica, in que'se-


Tcrnic yliitoniniaiif' o di CaracalLt. coli didisordine così facili alle usurpazio-
Verso il 2 16 di nostra era l'eresse l'ini ni,rimanessero sempre aperte, come av-
peralore Antonino Caracalla, chiamate venne a quelle di Diocleziano,ed a tanti al-
Antonianae, come l'appella il volgo, nel- tri monumenti antichi è avvenuto, spe-

l'Anonimo dell' Eccardo per inesattezza cialmente trattandosi d'una coiJlrada ri-
dell'amanuense. Da'suoi descrittori si am- «nasta deserta per molto tempo: conser-
mira la grandezza e magnificenza di que- vò però sempre questa il nome alterato
sta sontuosa opera. La camera destinata d'Antoniana, che ancora ritiene. Lo slato
al solium, cioèal bagno grande, era d'u- imponente delle rovine superstiti eccita-
na costruzione ammirabile, dillicile a imi- va l'ammirazione ancora nel secolo XV,
tarsi, poiché la volta posava tutta sopra per essere piìi intatte di tutte le altre, con
barre bronzo o di rame, ed era di ta
ili apparato di tante colonne grandi e di mar-
le estensione, the gli artisti de' tempi di mi diversi. Sotto Giulio 11 vi restavano an-
Costantino alFermarono non potersi e-
I cora colonne mezzo sepolte, esembra che
seguire. Caracalla le dedicò col lavarvisi nelle terme riujasteaccessibili al pubblico
e coU'ammetlere il popolo. Egli fu ucci- nella parte centrale fino ali 534, si con-
so nel 2 18, e siccome non erano totalmen- servassero ancora in piedi colonne semiu-
te finite, i portici furono costrutti da E- terrate. In quell'epocaperò cominciò l'ul-
liogabalo e compiti da Alessandio Seve- tima dilapidiizioue delle terme, spogliate
ro. La stupenda sua estensione conteneva di lutti i materiali perla fabbrica dei ««-
1600 seggi per uso de' bagnanti. Cara- lazzo Farnese, e la cortina laterizia dei
calla per uso di queste terme aprì una ma- muri fu scorticata per la stessa fabbrica:
gnifica strada che fu detta via Nova, e allora pure d'ordine del cardinal Farne-
non la cedeva ad alcuna delle più belle se nipote di Paolo III, si aprirono fecon-
piazze di Roma,econ questa strada la cit- dissimi scavi d'antichità, e queste furono»
tà ricevè un nuovo accesso magnifico. Fu- tutte trasportate nel palazzo medesimo,
rono restaurale verso il 5oo da Teodori- e noverale dal Nibby, fra le quali il fa-
co, efinirono come le altre terme nel 537, moso Ercole di Glicone , e il gruppo di
nulla conoscendosi di loro posteriori vi- Dirce legata al Toro di Farnese, la Flo-
cende. L'acquedotto dell'acqua Antoni- ra e altre statue, colonne, bassorilievi e
niana costruito per terme,che traversa-
le marmi di diversi mischi, oltre una quan-
va la via Appia sull'arco di Druso, presso tità di cose minute, come camei, intagli,
h Por taC apena, fu restaurato da Papa A- statuine di bronzo, medaglie, lucerne, ed
driano I con altri, e continuava a fluire in tanta copia che potè farsene una ricca
nel principio del IX secolo, prima delle raccolta nel detto palazzo, formare il mu-
devastazioni de'saraceni nella Campagna seo Farnesiano, dal quale fu trasportata
romana. Pare che allora non fossero piìi a quello diNapoli. In queste terme me-
in uso, amotivo della povertà pubblica, desime furono trovate le due gran conche
dell'avversione promossa contro tali sta- di granito che servono di Fontane sulla
bilimenti, ridotti a bagordi dalla perver- piazza. Farnese, e nel 1 564 vi fu estrat-
sità degliuomini cheli iiequenlavano. Fa ta l'ultima colonna superstite da Cosimo
sorpresa come <juesle terme non venisse- I,e ti asportata a Firenze venne eretta sul-
ro occupate da'conti Tusculani o da altri la piazza s. Trinità, e vi fu collocata so-
potenti de'secoli XjX e XI, mentre avreb-
I pra una Vittoria memoria che ivi quel
in
bero fornito uu sicuro ricovero e i mez- grauiluca ebbe la nuova dell.i vittoria ri-
zi di formare uà vero castello. Pare che portata sopra Pietro Strozzi. E' probabile
fi8 TE l\ TER
chePalIadio profittasse di quegli scavi per rìnalc l'edificò Coslaiilino T il Grande
lare la pianta delle tenne, dicendole nel circa il 326, ed esisterono almeno fino al

i554oinale di bellissimi marmi e di gran- j


."
periodo del secolo V, nel quale sog-
dissime colonne. Si vuole che Gregorio giacquero a incuria e guasti prodotti da
X III concedesse le terme al seminario Ilo- civili discensioni, e furono restaurale in
mano: il p. Donali gesuita ciò attribuisce tutta l'ampiezza da Petronio Perpenna
a Paolo Y
che n'era stato protettore co- I\]agnoQuadraziano prefi'ltodi Roma nel
me vicario di Ptoma, facendo spianare e 443, come riportai aUosPiGLiosiFAMiGLlà
rompere i massi delle rovine e purgarle, nel descriverle, perchè sulle loro rovine
perchè nelle vacanze vi si recassero gli a- vi fu edificato il palazzo di essa e quelle
Junni a sollevarsi e giuocare a pallone. altre fabbriche ivi indicate, insieme alle

]N'ella vigna del collegio Romano si tio- statue e monumenti che si tolsero dalle
varono bassirilievi bellissimi di terra cot- terme, come Colossi <\e\V01>clisco Qui-
i

ta, che già servironod'ornatoalle terme, ì'innlc, e ne riparlai a Palazzo apostoli-


e vennero collocati nel museo del colle- coQuiRiNALEenel voi. LXIII.p. So.Que-
gio. Ivi dappresso, nella vigna del colle- steterme furono le ultime fabbricate in
gio dementino, furono trovate le due bel- Roma.
le ui ne di basalte, ora nel museo Vatica- Tenne dì DìocìeziaiìO. Ad onta di lo-

no, ridotte ne'tempi bassi a sepolcri. Fi- ro vastità e magnificenza sontuosa, poche
no dal 828 erano rimaste abbandonate
1 memorie se ne trovano negli scrittori an- 1
siccomeafllltatea usi privati, nel qnal an- tichi, fra'quali Eusebio che nel 3o2 pò-
no il conte di Velo apri gli scavi che die- ne la loro edificazione fatta da Dioclezia-
rono un'idea perfetta su queste e sulle al- no, e le Massimiane dal suo collega Mas-
Ire terme, e vi si trovarono molti fram- simiano in Cartagine, forse pel trionfori-
menti di marmi lavorati, e pavimenti di portato su Narseo. Durata la fabbrica pa-
musaico. Quellograndioso rappresentan- recchi anni, leterme furono dedicate ver-
te una scuola di alleli.GregorioX VI lo fe- so il 3o6 da Costanzo Cloro padre di Co-
ce trasportare nel suo 3I11SC0 Lati'i-aiu'ii' slanlinol. Vi furono, come in altre terme
si\ ove lo descrissi, e ne riporlo ne' voi. e opere pubbliche, condannati molli cri-
XLVII, p. 28, I L, p. 222. In questo a p. stiani alla costruzione (la tradizione dice
288 dissi che il capitello che sorregge la 40,000 e per molti anni, e Marangoni ag-
famosa Pigna di bronzo nel giardino Va- giunge che dopo il compimento dell'ope-
ticano, forse fii tolto da queste terme, del- ra, rimasti vivi 2o3 cristiani col loro tri-
1

le x|uali JNibby ci die la pianta, e il disegno buno s. Zenone, da Massimiano furono


della sala centrale, colla descrizione. Il filiti decapitale ove era stalo decollato s.

l.dibricalo intero può riguardarsi come Paolo, ed ivi furono sepolti i loro corpi,
un quadrato perfetto di 100 piedi pei' o- i poi Chiesa di s. jSlaria in Scala Coeli,
gni lalo,al quale debbonsi aggiungerei 5o che nel descriverla nel voi. XIl,p. Sq, dis-
piedi per paiteche sporgono in fuori dal- si con allri che i martiri furono io,2o3
la linea generale le due grandi essedre o oltre s. Zenone), anche per espressa con-
tribune dello stadio, e 100 piedi che ha danna emanala 3o3 da Massimiano nel
la gran consesva addossata allo stadio residente iiiRoma,e Rufolechiamò Ther-
medesimo. Oneste dimensioni colossali in- iiiae Dioeletianaeel Mdxiniianae, Con-
dicano la grandezza dell'eflinzio, il men tenevano doppio de'Iuoghi per bagnar-
il

distrutto di tutte le altre fabbriche desti- si che pure ne a-


di (pjelle Aiitoniniane,
nale a quest'uso, e dal 1828 in poi se ne veanoi 600. Eni rato Alarico re de'goli nel
ha una cura maggiore. 409 in R^oma per la porla Salaria, bru-
Tcr/nc di Cosiaiiliiio, Sul Monte. Qui- ciò gli orli Sallustiani (i quali come allri
TER TER 89
ebbero le loro terme, e piìi volte se ne fa cli'è una prosecuzione di quella Strozzi,
iiieiizioiie negli alli de' inarliii, parlico- e cade nel largo del Macao in (juella di
hitMiente tli s. Ciiiaco e compagni decol- porla s. Lorenzo. Indi Sislo V fece demo-
lali l'/V/. Salaria i/itra The f mas Sallu- piano su[)eriore delle terene,
lire [)arledel

slisforas ììiitros) posti fra quella porta e e colle rovuie di queste riempì il i. "pia-
le terme, ed è molto probabile die anco no, o piuttosto i sotterranei, al due di Ve-
quest'edilizio Vennero presto re-
soifris'ie. nuti. I certosini nel 1 TqS ne venderono
staurale, e sul linir del V secolo erano in porzione verso occidente alla conlessa Ca-
pieno esercizio, insieme con quelle d'A- terina de Nobili-.V/ò/rY/ di s. Fiora, insie-
giippa e di Nerone. Quindi rimasero pie- me cogli edifi/i, le statue e i frammenti
namente abbandonale fino alla metà del ivi esistenti, colle colonne e tutti gli altri
secolo XVI, allorcliè l'alladio ne fece la titoli per 10,000 scudi. La conlessa nel
pianta e ne parlò n<i\\' Aidiquilà di Ro- I 594 donò completamente il fondo a'CV-
/Ila. Vi fiuono cavati i ritraili di Diocle- stercieiisi J(ìglianti, riservandosi la pro-
ziano, I\Jas>imiano, Coslan/o, Galerio, ec. prietà delle statue e monumenti antichi,
e trasportati in Campidoglio, altri furo- e quella di quanti poi f jssero venuti alla
no mandati a Fiienze. La pianta di Pio- luce, oltre un tratto di terra. In quella do-
n)a dal Bufalini pubblicata nel f 55i mo- na/Jone fu compresa la sala rotonda an-
stra le terme affatto sgombre da ogni pos- cora intera, che fortnava angolo versooc-
sidenza privata, fra la strada che va a por- cidenle, e che venne allora ridotta colle
la Pia, e l'altra che passando dietro il mo- largizioni della contessa a Chiesa di s.
nasleiodis. Lorenzo in Pane e Perna rag- Bernardo, facendo cancellare molte pit-
giungeva l'odierna via Strozzi, e quindi ture oscene. In tale occasione scavando-
ti)iceva a destra dietro il caseggiato del- si nell'orto contiguo, in alcune grotte fu-
la Termini e finiva dentro Ca-
piazza di i rono trovateofficine di orefici, e colla gran-
stra Pretoria. Questo stato di case soffri de quantità di piombo che ne fu estrat-
tosto un gran cambiamento, poichèilcar- ta fu coperta la cupola. Questa chiesa duu-
ninal JJcIIai ministro di Francia in Ro- cpie era una delle grandi sale rotonde che
ma, ivi stabilitosi, accpiistò questo tratto ad ogni angolo esterno abbracciavano il
di terra e ne fece una villa magnifica det- quadrato immenso delle terme, e coperte
ta /Forti Bellciani , e morì nel palazzo da una volta sulla foggia di quella del "Pan-
in essa edificato da lui nel 56o. Avendo
i llieon.Questa forma della chiesa di s. Ber-
lasciali molti debiti, gli orti furono nel nardo, assai nobilmente e grave si prestò
concorso de'credi lori aggiudicati a favore pel fecondo ingegno e somma perizia del
del cardinal s. Cailo Dorromeo per 8000 prof architettocav. Giovanni Azzurri, al-
scudi , il cui zio Pio IV redense a spese lorché nel i853 la decorò con funebre
dell'erario e òono a Certosini che ivi col- pompa per le magnifiche esequie di d.
locò, riducendo co'disegni di Buonarro- Francesco Barberini principe di Palestri-
ti, preferiti a quelli di altri architetti, nel- na. Tale fu la generale soddisfazione, pel
la magnifica Chiesa di s. Maria dei^UAn- mirabile, armonico e sorprendente effet-
geli I antico tepidario dopo tante rovine complesso de'suoi pregi, che Q.Leo-
to del
ancora intatto, insieme col calidario e con ni ben li fece rilevare nel t. 21, p. 84del-
parte del frigidario: però l'opera antica V Album di Roma, riportando il disegno
fu alterata, sfigurandosi la forma della sa- della solenne decorazione funebre. Gre-
la e chiudendosi i vani ov'erano i bagni. gorio XIII, Paolo V e Urbano Vili ri-
Allora venne di nuovo apeila al pubblico dussero a granai pubblici tutto quel trat-
l'area dello stadio, e quella di fianco ver- to di rovine delle terme, che oggi forma
so sud-est,attra verso la quale passa la via, il corpo principale àoiV Ospizio di s. Ma-
c)o T E II TER
ria degli Angeli, e del con villo e istru- ivi èdeltoDoraiziano), ma ricordai diver-
zione (.h' Sordo-Muti. Nel 16S7 la regina si degli articoli in cui ne parlai, per gii

Ci islina di Svezia fece eseguire uno sca- edilìzi costruiti sui medesimi.
vo sul piazzale ciiTermiiii;enel 1699 nel- Tenne, di Nerone. P'. Terme Ales-
la villa Struzzi, aciereiile alle terme ver- i and rine,

so mezzodì, furono trovale alcune statue Terme di Tito e di Traiano, delle an-
di niarmoclie forse adornavano la faccia- che Tiziane, Domiziane e Traianee.Ver
ta da quella parte. Poco dopo Cleinenle la vicinanza rispettiva di queste terme e
!X 1 ridusse a granai parteaderenlea ta-
la la stretta loro connessione, giova meglio
le villa, poi coiìverliid in Prigione. Cle- parlarne in un solo articolo, come fece
inenle XIII presso la chiesa di s. Maria Nibby, quantunque fossero anticamente
diagli Angeli, sulle rovine delle lennefab- fia loro distinte. Im|ìerocchè i regionari
Ijricò pozzi e vettine per la conservazio- ne fanno due edifizi diversi e fra loro con-
ne dell'olio. INel principio di (pjesto seco- tigui, nominandoli sempre insieme e li ,

lo fu trovata la bella testa di Venere, col- pungono nella regione III: l'iscrizione di
le orecclue forate, indizio d'essere slata Orso Togato le distingue anch'esso, così
ornata di preziosi oreccliini, chesiammi- Palladio elicne vide le vestigia, e solo er-
Vii nel corridore del Museo Cliiarainon- rò dando a quelle di Tito il nome di Ter-
li. La pianta di qiie^o grande edilizio è lììe di r espasiano, ed a quelle di Traia-
analoga terme Anloninia-
a quella delle no il nonie di Terme di Tito, secondo la
iie, e quale laj\il)by. Esso è di
pubblicò denominazione allegra corrente, il che in-
foinia quadrilunga,! 3oo piedi ha il lalo dusse a equivoci molti SiMiltori. Vespa-
da ponente a levante, e 1200 quello da siano non costruì tenne, e quelle volgar-
sellentrione a mezzodì nel corpo esterno; mente de le diTi lo furono ed idea te a'tem-
t

85o per 5oo sono le dimensioni del fdj- pi di Traiano, come dimostra Nibby con

bricato interno nella slessa direzione. Le ilucuu^enli di fatto. Dice Svelonioche le


rovine superstiti sono tali, che oltre a for- terme tli Tito furono costrutte in fretta
nire un'idea esatta dell'estensione, si può plesso l'andlealro Flavio (di cui riparlai
da esse ritrarre una pianta perfetta, poi- a Teatro, ragionando pure degli Anfi-
ché le parti mancanlida una parte ritro- teatri): il contemporaneo Marziale ag*
vansi nell'altra. Nel chiostro de'cerlosini giunge alla celerilà del lavoro il sito, scri-

sono due grandi essedre curvilinee, a de- vendo che furono edilìcate nel luogo già
stra e sinistra. Di fianco al lato orientale occupalo da'giardini della imperiale Ca-
eslernamente entro le dipendenze della sa Aurea di Nerone, ed essere tre soltan-

I ill(/ già Perelti oggi Massimo, è la gran to le terme esistenti a'suoi giorni,cioèd'A-

piscina delle terme di forma quasi trian- grippa, di Nerone (del quale e delle quali
golare. Il lato meridionale presenta en- si disse: De Nerone quid pe.jus.'' De ejus

tro l'orto di s. Bernardo il giao semicir- Thermis qiddmeliusl) e di Tito. Queste


colo del lealro ornato nella parte supe- autorità dimostrano che le terme di Tito
riore di 27 nicchie per statue, alternati- furono erette prima cheTrai.ino ascendes-
vamente rettilinee e curvilinee. II corpo se all'impero, ch'erano prossime all'anfi-

intero delle terme è diviso come quello teatro, che occuparono parte de'giardini
dell'Antoniniane. Di queste terme si leg- Neroniani,e che furono costrutte in po-
gano erudite nozioni nelle Notizie isto- co tempo e perciò di moderata estensio-
rielie della ì illn Massimo. A Piazza di ne. Ali onta di lultociò, Nibby osserva che

Termim, non solo notai che il suo voca- la costruzione laterizia non si accorda eoa

bolo deriva dagli avanzi delle terme di quella d'altre opere del tempo di Vespa-
Diocleziano (per errore lipogralìco mio, siano e del suo figlio Tito, ma ch'è ideu-
TER TER 9f
tica con quelle delle fabbriche del Foro giii è da notarsi la frase, clic porlfino il
Traiano; e che quelle terme che vjinno sito noiiic, e che li cita pel i ."tra'siioi la-
solto il nome di Tito isiano siale coiliiil- vori. Eusebio nella Croiiacti all'anno 02
le scilo Traiano, si conferma da'niaichi narra fra l'opere fatte in Roma da Donii-
jli maltoni trovati in costruzione neyliul- ziano, Tlicnnac Trajanne et Titiaiiacj
limiscavi, ed in costruzione prin»ilivii, coi ciò ripetè l'Anonìnio dell'Eccardo, colle
nonìi di Traiano e Plotina, laonde tiene lernie Ti tiaii/i.<;
et T/y/j'cinns. e Cn^^imìo-
Ja questione sciolta di fatto, i'erlanlo è ro nesili anni g^ec)'). Pare quindi chia-
d'uopo riconoscere nelle terme volgar- ro a Nibby. che negli ultimi anni di Do-
niente dette di Tito quelle di Traiano, ed niriiano fossero compiute le terme di Ti-
in (|uelle che Palladio vide fra la Chiesa lo, e cominciate quelle che poi portaro-
di s. Pietro in Pi/icoli, e il Colosseo, e no il nome di terme di Traiano Queste
che chiama di Vespasiano, quelle di Tito, essendo lauto piti vaste e vicinealie al-
E' notato che le terme di Tilo furono e- tre, furono da'moderni confuse con quel-
ielle ciica l'anno <So, presso l'aufileatro le propriamente dette di Tito. Ma fino al
Colosseo e verso la Polveriera, con fab- IX secolo si conservava esatta la denoini-
liricato di 2000 piedi di circonferenza, e nazione di Tlierinne Trajani dd Tla-
iion ebbero né area né corpo eslernf),come cidn, ed è nolo quanto sono prossime al-
iinn l'aveano quelle d'A gì ippa e diNerone la chiesa di s. l*ietro in Vincoli, che qua-
lsia edificate, esul modelloilellequali ven- si la toccano: come dall'altro canto i)er
nero costrutte ancor queste. Al iValello e la stessa vicinanza Anastasio Cdjlioteca-
successoiedi Tito imperatoreDoiniziaiio rio nella vita di s. Siinniaco ^cvwe., che
parve l'edifizio troppo piccolo, onde die quel Papa edificòdalle fondamenta la ba-
jìrincipio a un nuovo piano di terme fog- silica de'ss. Silvestro le Martino /(del-
j;ialo in partesopia ginnasi de'greci,che
i la quale riparlo nelle biografie ue'cardi-
nelle terme posteriormente edificate da nali b. Tonunnsi e ZcLida, perchè ili.°
Caracalla e da Diocleziano venne adotta- volle essere sepolto nella chiesa solterra-
to, vale a dire di chiudere il fabbricalo nea, già parte delle terme secondo la co-
tleslinato pailicolarnjenle a'bagni entro niiineopinione, eil 2.° volle essere tmnu-
nn'area circoscritta da un fabbricato e- lato presso il suo sepolcro) /'«x7(7 Tlicr-
slerno, e quest'area destinata a'passeggi, ukis Trajanas %\ì\ princi[)io del VI seco-
a'iraltenimenii edagli esercizi. Non osaii- lo, peiche quella chiesa non è distante >oo
do distruggere Duaiiziano la parte edili- piedi dall'angoloboreale delle medesime;
catadalfialello, la congiunse con una fab- onde dice Nibby, ebbero torlo coloio,che
brica molto più vasta, che cominciò a e- daquestaespressione vollerodedurre,che
dificaie a settentrione di quella, quasi ne li chiesa di s. ÌMarlino stesse proprianien-

fosse un aggiunta, ma che di fitto diven- te sopra ([ueste tei-me medesime, e come
ne il corpo principale, ed che è quella i rovine di esse supposero que'muri late-
nioderni hanno preso per terme origi- le ri?.i troncati nella chiesa sotterranea, poi-
naiidi Tilo, e rhe volgarmente vanno sol- che que'muri egli li crede dell'era Selli-
lo tal nome. Non pervenne a lenninarla, mianae affullo fuori del recingo delle ler-
e l'onore fu lutto di Traiano, a segno che me. Dopo X secolo se ne perde la me-
il I

Pausiana fra le grandi opere ili (juell'ot- moria sino alla {xnt del XV, allorché cer-
(imo imperatore nota pur questa, diceu- tamente furono visitali i sotterranei. Pe-
do che l'ralle opere sue piìi insigni furo- co dopo 1' Alberlini ricorda le teroìe di
no bagni che portano il suo nome, l'an-,
i Tito presso le cosi dette Sette Sale (o nin-
fileatrOj il circo e il foro, mettendo insie- feudi Claudioedelte pure Seltizonio. per
tiicirislauri colle edificazioni; ma dc'ba- cui a queil'arlicolo ne feci paiohi), t- di-
ya TE R T ER
ce esservi stala trovala una lapide di Gio- air uso di Polveriera, ed allora uè ven-
ve posta da Vespasiano per mezzo del col- ne diroccata una parte, e la via prese il

legio de'ponlefìci: allora pertanto comin- nome di Polveriera. I celebri croati di


ciò a pievalere il nome di Tito. Quindi c|ue' sollerranei in gran parte apparte-
si lei^ge in \ asari nella vita di Giovanni nevano ad una fabbrica anteriore ridot-
da che furono fatti scavi entro que-
Uiiiiie, ta a fondamento delle terme: si scopri

.ste terme presso s. Pietro in Vincoli, e le una rozza cappella cristiana dedicata a s.
designa col nome di anticaglie del palaz- F^elicita ed a'suoi 7 figli martiri nel seco-
zo di Tito; e mostra die scoprirono alio» lo VI, nella quale oltre la pittura rappre-
iM pittura e slucclii bellissimi ne'solterra- sentante la santa, era sopra la nicchia di-
iiei, e che Giovanni vi scese a vederle in- pinto il Pastor Duono colle sue pecorelle:
sieme con Raffaele e che ne rimasero in- rimaneva a ileslra una parete dipinta cou
cantati, e questa scoperta mosse Giovan- Daniele nel Iagode'leoni,i 3 Fanciulli nel-
ni ad imitarle ne' lavori che poi fece di la fornace,il Sai valore fra'ss. Pietro ePao-

grotteschi al Valicano e altrove (il che no- lo, ed H\\ calendario: pitture però esegui-
tai nel voi. L, p. 275, descrivendo le Log- te sopra un intonaco posto su di altro piìi

gie Vaticane). Fu pure nel principio del antico: si scoprirono inoltre medaglie di
secolo X\'l che fra queste terme e le Set- argento del tempo di Traiano, nascoste
te Sale nella vigna di Felice de Fredis fu dentro un vaso di terra cotta che noi di-
scoperto il celebre gruppo del Laocoonle cìamodindaruolo: questo era ornato d'u-
(coti quelle feste che ricordai nel voi. na palma e d'un cavallo, indizio d'aver
LXlll, p. 3 i ). Nell'iscrizione poco dopo formato il peculio di qualche auriga vin-
trovata verso la chiesa di s. IMartino, ora citore, odi qualche efebo che avea nelle
nelmuseo di Napoli, si ricorda l'abbelli- terme stesse riportalo la palma nella cor-
mento fallo delle terme Trajanavuin nel sa equestre. Nell'area poi, che precede le

V secolo da Giulio Felice Catnpaniano costruzioni del teatro, verso il Colosseo,


prefello di Roma. Que'sotlerranei indi- fu rinvenuta una piccola statua di Pluto-
cali da Vasari rimasero accessibili per tut- ne assiso, che venne trasportata nel mu-
to quel secolo, e siccome a quell'epoca e- seo Capitolino. La pianta di queste terme
rano molto piìi conservate le terme pro- pubblicala dal Nibby, è analoga a quel-
priamente dette di quello che lo sonò og- la delle terme d'Antonino e Diocleziano,
gi, Palladio ne potè fare una pianta suf- e più particolarmente a quest'ultimo. Es-
ficientemente esatta, indi Nibby riporta se occupano un'area quadrilatera lunga
le cose antiche trovale ne'successivi sca- verso nord-est i 1 00 [)iedi, larga uell'allro
vi operati presso s. Pietro in V^incoli, dal- senso 800. Del corpo interno poche ve-
le quali seu)pie più apparisce che le ter- stigia rimangono, e sono intelligibili solo

me tielle di Tito sono di Traiano. I sotter- per la pianta conservataci da Palladio. Di


ranei furono dimenticali nelsecolo XVII, tutta questa parte non rimangono sopra
quantunque alcune pitture pubblicò il terra entro la vigna di s. Pietro in Vin-
Ij.utoli, nella raccolta delle P/c/a/v/e an- coli, che le vestigia delTessedre, delle due
ti(jHfU'Cryj)tar. roiìiaii.jma nel i
774 f^" palestre, un muro del tepidario, e la pare-
rono di nuovo resi accessibili, e gli ornati te orientale della sala elittica ch'era ad
vennero dati alla luce da Giuseppe Car- oriente del calidario. Questi avanzi pre-
lelti, Le antiche camere delle Terme di sentano il più perfetto tipo dell'opera la-
yV/a e le loro pitture, deliìiealc, incise, terizia, simile in lutto alle fabbriche del
dipinte col jìrospctto , ec. da Lodovico Foro Traiano, e ne' legoloni leggonsi i

Mirri, Roma 1 77(). Nel 1 ':(.){') la [)arle piìi niarchi di quell'epoca. P^n qui Nibby par-
vicina a s. Pictiu m Vincoli fu ridollu lò delle terme prupriaiuente dette, indi
T E U TER 93
passa n rjuplhi purle di es'Je, cli'è In pììi uso nobile: al contrario i muri conlein-
conservn'a e che piìi oomiiiieineiile chia- poranei alle terme non essendo stali rive-

masi (l;i 3 buoni secoh col DdUie di Ttr- neppiue d'intonaco, è ini fitto ohe
stiti

mc (li Tito, fjiiantunfjiic eyli lilietie c!ie non vennero destinati ad altro chea so-
nonsianoche lesoslriizioni. Dopo gli sca- stegno. Gli ambienti poi colle volle fu-
vi fatti dal I 8 I I al I 8 i4 un'opera insigne rono trovali spogliati d'ogni ornamento
die alla luce sopra questa parte nel i 822 e riempiti di calcinaccio, per essere sfa-
in Roma raichitelto ai clx^ologo Antonio ti ridotti a servire di sostegno della fab-

de Rocuanis: Le nnlichc Camere Ksqiii- brica siqieriore, murale le porle e fine-


line dette coiniineineì.'le delle Teiiìie di stre per maggior solidità, soltanto lascian-
Tito. Nediè contezza A. Visconti, nell' /V/- dosi gl'inlonachi dipinti come non aspor-
feiìieridi letterarie di Jloma di qirell'e- tabili,e perciò rimaseio,a tesoro delfa sto-
poca, con molla lode; ed altrettanta glie- ria e dell'arte decorativa, non curando-
ne rese Nihby, dicendo che egregiamen- si ne'tempi di Traiano perchè [)olevansì
te l'opera fa conoscere l'uso, l'origine e le eseguire da artisti di egual valore. La co-
vicende ili quelle pitture e sotterranei, ai struzione de'niuri di camere o am-
tali

quali la pittura moderna deve il risoi-gi* ))ienli e che appartengono alla fabbrica
mento della parte ornativa. Le riconosce primitiva , è laterizia e presenta la piti

per le costruzioni sotto le terme, ed ap- stretta analogia di siile co' Pa- muri del

partenere a due epoche diverse, una con- latino, che furono costrutti sotto Nero-

temporanea alle terme superiori, l'altra ne. Essendo noto che ttilla questa parte
non trovasi mai in accordo con esse, ed è del jMonte Esquilino fu coperta da'giar-
attraversata da muri costrutti per regger- dini e dagli appartamenti di delizia tiella
le. Il tratto scavalo dal 8 al 8 4 non 1 i i 1 1 Casa Aurea, quindi risulta che le terme
eccede 3oo piedi, è tutto sollo il teatro, edificate da Traiano furono erette nel si-

la cui superfìcie fu nel pontificato di Pio to già occupato daNerone, e che la fabbri-

VII tolta alle coltivazioni, che somma- ca primitiva fu parte della famosa Casa
mente nuocevano alla conservazione del- Aurea;e perciò tanto più importante è vi-

le volte e delle preziose pitture, che tan- sitare que'sotterranei che sonoi soli avan-
to riaccesero le cure degli artisti e de'dot- zi più conservati del palazzo imperiale,
ti nell'ultimo periodo del secolo passato, die olirono un'idea di sua ricca decora-
e ne'piintordi del nostro. E' chiaro che zione. Una parte degli ambienti della fab-
quella parte de'sollerranei, che sono nel- brica Neroniana non
mai compiuta, co-
lu

la direzione delle terme superiori. fu eret- me specialmente il Pare


crilto-portico.
ta quando quelle furono innalzate, e che che le cajnere ricevessero aria e luce da un
quella che presenta una linea obliqua, e portico di colonne, con fontana in mez-
che non ha alcuna relazione colle terme zo. Il iNibby fa una dettagliata descri-

superiori, appartiene a una fabbrica eret- zione delle camere, e loro delicate, genti-
ta con altro scopo. La parte che «lon è nel- li e svariale pitture eseguite con colori
l'asse delle terme appartiene ad un'epo- minerali, rimai cando ove le pareti erano
ca anteriore, e Traiano profittò de'muri decorate e impellicciate di lastre di eccel-
d' una fabbrica preesistente per ordinar lenti marmi di diversi colori, e di terre
l'area delle terme, e servirsi di queste co- cotte con bassorilievi dipinti, e di vari e
me fondamenti della fabbrica superiore. molteplici graziosi arabeschi, ed altri ele-
Dall'altro canto essendo muri della fab- i ganti ornamenti, come di figure di stucco
ijrica primitiva ornali di rin vestimento di in rilievoedorate, il tultodi otlimoe per-
marmo, di stucchi e di pittuie, è chiaro fetto gusto. Dopo tutto il riferito dal dot-

che quelle camere furono destinale per to INibby, io non debbo occultare, quau-
94 i' E R TE R
lo il Melcliìoiri puhbliiò ncli84o ncUn o perchè si conhisseifj i sette muri divi-
Guiddìiìclodìca di Hoiìut.W (|u;ile dislin- scrii. Le loro pareti sono intonacate <ii si-

piie le Terme di Tito, dalle Terme di gnino, genere di cen)ento(di cui riparlai
Traiano. In prima conviene die IN'erone a Segni) formalo di calce, gesso e poWe-
piosegin l'edinoazioiie del suopalarzo sii! le di niarino, che soleva adoperarsi nel-
cigliodell'Esqnilino, verso d Celio e il Co- le fabbri che desti nate a custodire l'acrpia;
josseo, sopra buona parte (li edifizi pi"i- il pavimento è incrostato di grosso mu-
vati. Quindi egli dice che Tito, occupati saico a stagno. Molti sup|)ongono questo
ch'ebbe qiie'luoghi, vi costi lù in fretta le gran serbatoio anteriore a Tito, opera Ne-
siie terme, che sebbene meii vaste delle roniana o di alti i. Questo luogo die il no-
Aiitoniniane e delle Dioclezi.iiie, furono me alla via delle Sette Sale nella parroc-
slimale più comode e piìi eleganti. Che la chia. di s. Martino a'Monti.
fìd)brica delle terme di Tito fu elevala Terme Traiaiie. V . Terme di Tito.
sugli edifÌ7Ì di Nerone, e gli avanzi ch'ora Terme ^W/vVrz/p. Di esse poche memo-
si visitano eciislodisconsigelosamenledal riesi hanno, e il loro nome derivò da Va-
governo, dimostrano questa verità. Poiché rio, cioèdairimperafore Eliogabalo figlio
buona pai le delle sale sgombre dagl' in- di Sesto VariolMarcello,che le costruì nel-
fcrriuicnli, ornate di elegantissime [liltii- la regione XIII dell'Aventino. Su questo
re e inbcschi d'ottimo gusto, appartengo- monte nella casa de'gesuiti rimangonoal-
tio senza dubbio alla casa Neroniana. Ri- cuni ruderi forse spettanti a queste ter-
niaica inoltre, che mentre gli edifizi su- me, e nella vigna fu trovato un tubo di
periori più moderni, sono quasi lutti di- piombo coH'iscrizjone: Aqun Traian...
strutti, gli inferiori più antichi sono an- Thermarum fariaruin.Queslocondol-
coraconservati.Di più sostiene,cheannes- to mostia sito, che quelle tenne furo-
il

se alle lei me di Tito furono edificate le no fcjrnite coll'aocpia Claudia che Traia-
lernie Traiane, che ne formarono (pia->i no portò sull'Aventino, e perciò detta ac-
l'appendice, ambedue fabbriche che ben qua Traiana, diversa però dalla ti'aslibe-
dislinse l'opera dotta di De Romanis, seb- rina.
bene formarono quasi uno stesso edilìzio. Il Marangoni celebra le terme romane,

Dappoichèqnando Tiaiiiiioeilincò le sue massime quelle edificate dagl'imperato-


terme, ristorò ezia mi io quelle di Tito, col- ri, ed osserva che in principio furono mo-

le quali unite formarono uno de'più ma- deste, e poi degeuerarono in luoghi didi-
gnifìci stabilimenti di Roma. Aggiunge il sonestà, dimodoché più volte si formaro-
]Mel( hiorrijchele terme di Traiano esten- no leggi per eliminare l'accesso promiscuo
«levansi verso sommità dell'Esquilino,
la de'due sessi, contro i quali abusi decla-
ed i rimangono si ve-
migliori avanzi che inarono i ss. Cipriano, Girolamo e Cle-
tlonone'sotterraneidella chiesa di s. Mar- mente Alessandrino. Più modesti furono
lino a'Monti, dove ancora sono ad ossei- le tenne e i bagni domestici de'partico-
vaisi i vasti locali, che ne'primi secoli del- lari. Ma questi luoghi cotanto profani,!
la Chiesa vennero cambiati in uso di lem- quali servivano di fomento alle passioni,
pio cristiano. Dichiara per ullimo che , neppure furono esclusi dagli antichi fedeli
]irossimo all'angolo orientale delle terme dal caml)iarli in chiese e di consagrarli al
di Tito, riconosce il locale delle Sette Sa- cullo divino, alla purità e alla modestia.
le, già amplissima conserva d'acqua per Tali furono i seguenti bagni e terme,oltrei
provvedere al bisogno le vicine terme; e- giàricordati.Le termedilNovatoediTimo-
difjzio che formasi di 8 grandi corridoi di leo,pure già rammentate, a pie del 3Ion-
olliuia costruzione, e si dissero selle per- te J iminale, che accolsero s. P/V//-0 nella
che lami ne furono scopertiin principio, venuta in Roma, si convertirono in Cimi'
TER TER ()">

ferioàeis<i. Martiri, e poi neWaChiexa di',, stnntinopoli contro i simoniaci, Mu<oiii'>


Pudcnziduae nel Palazzo apostolico di esiliato clall'imperatore Giustino I verso
s.Pudcnziana. La casacilconlignobagiio il :>i<S, Teodoro soltosciisse il VI conci-
di s. Cecilia ove il tiranno la riticljiuse
,
lio generale e i cationi in Trullo. Orieiìs

per farla solTocare dal calore, fu consacra- chr. 1.


1 , p. 3Hf). Terme, Tlnimicn. è un
ta da s. Urbano
Chiesa di s. Cecilia,
1 in titolo vescovile in partihus del simile ar-
Si\\U cima del Viminale fnrono le terme civescovato di Cesarea, che conferisce la
dette di Olimpiade, come alferma P. Vii- s. Sei\e.

tore, co'bagni d'Agrippina madre di Ne- TERME DI ROMA. /'. Terme.


rone, ed ivi fu bruciato snlla graticola s. TERMESSO, Thermessus, Telmcs-
Lorenzo, poscia vi fu innalzata la Chiesa sns. Termissiis. Sede vescovile della 2.

di s. Lorenzo in Pane e Perna. Crede Pamfilia, nella diocesi d'Asia, sotto lame-
Marangoni che nel sito ove venne eretta tropoli di Pirgi, eretta nel IV secolo. iVe

la Chiesa di s. Sihrstro in Capite, fosse- furono vescovi, Evresio fra'padri del cnn-
ro le terme di Domiziano. Ma il Carlet- cilio Mceno, Timoteo sottoscrisse a'decre-

li sunnominato, che descrisse le camere ti del concilio tl'Efeso, Siliinno fu a tlue


delle terme di Tito, le quali dice pure che concilii incoi Eutiche venne con vinto d'e-
fiirono chiamate Adriane, xxeWe Memo- resia in presenza di Flaviano di Costan-
rie della chiesa di s. Sih'estro in Capi- tinopoli e di Talasco di Cesaiea, Aussen-
/r, corregge tale asserzione ripetuta da al- zio sottoscrisse la lettera del concilio di
tri, dichiarando che Domiziano ivi non Pamfilia all'imperatore Leone relativa I

ebbe terme, bensì altri edifizi di nauma- s. Proteriod'Ales^ondria.


all'assassinio di
chia e di esercizi ginnastici, e su parte di II vescovo di Termesso verso la metiidel
questi fu eretta la chiesa. Marangoni nar- V secolo governava conteinporaneanien-
ra che sulle terme Alessandrine e in lem- te le chiese di Zobia e d'Eudocia. Oriens
pio che i gentili dedicarono alla Pietà, s. chr. t.i, p.i 020. Termesso, Termissen,
Silvestro 1 invece l'intitolò al ss. Salva- è un titolo vescovile in partdnis dell e-
tore in Therfiiis^es. Gregorio I consagiò. guale ai'civescovato di Pirgi, cui nomina
Fuorialtres'i di Roma molte termee pub- il Papa.
blici bagni furono ridotti al culto divino, TERMINI o TERMINE Thermae ,

come in Pisa le terme sontuose di Adria- /f//7?C7Yv?<^p.s. Città vescoviledel legnodel-


no, cambiate da' fedeli dopo le persecu- le due Sicilie, nella provincia di Palermo
zioni nella chiesa di s. Reparata, poi in- ed a più di 9 leghe distante da essa, ca-
signe duomo. In Arezzo sulle antichissi- poluogo di distretto e di cantone, sopra
me terme romane fu edificato il mona- un'etninenza, in pingue paese ben colti-
stero dis. Bei nardo. Sulle magnifiche ter- Vfito, presso la foce del fiume del suo no-
me e bagni d'Albano venne fabbricato menelmarTirreno.E' una piazzadiguer-
il monastero di Gesù e Maria Immaco- radi 3.^ classe, cinta di mura, edalla par-
lata, te del mare difesa da un vecchio caslel-
TERIME. l'. Teemini. Io. Vi si trovano parecchie chiese e con-
TERME, Thennne Basilicae, Tlier- venti riccamente ornati, il monte di pie-

mae Regiae. Sede vescovile della i.'Cap- tà,dueospedali,lacasa d'asiloper le don-


padocia nell' esarcalo di Ponto, sotto la ne, il collegio, ed acque termali frequen-
metropoli di Cesarea, eietta nel IV seco- talissime dagli abitanti di Palermo. Ri-
Io. Ebbe a vescovi, N. ordinato da s. Basi- splende per belli edilizi, fra 'quali la priu-
Ilo, Firmino che assistè al concilio di Cai- cipale chiesa dedicata a s. Domenico, ed
cedonia, Fotino che sottoscrisse il decre- il puliblico palazzo, ed è ragguardevole
lo sinodale di Geunadio patriarca di Co- ciltà di Sicilia. I bagni già cndiili in de-
(jG TER T E R
plorahile condizione; furono ridotti in e- glio stabilire qtic san ti, quali si sia sin rt-

legante, comodo e s[)lendido edifi/io, che desso usurpato, die non cercarne di nuo-
in un a più fonti adorna vagamente la vo, Venezia 664. Nel 853 fu lerniinata
1 1

piazza maggiore. Buono n' è il porlo, su la costruzione del magnifico pontefibhri-


cui trovasi mi regio caricatore, e se ne e- calo sul fiume torto a poche miglia della
sporta grano, olio, olive, orzo, legumi, so- bellaTermini; la costruzione di essoè stu-
da, manna e altri prodotti. La pesca vi è penda per la solidità, congiunta all'ele-
attivissima ed il prodotto provvede il
, ganza. Presso ed al sud-est di questa cit-

mercato Palermo, facendosi anche e-


di tà alla sinistra sponda, si vedono le ro-
sporlazioni di pesce salato. Vi si vedono vine deirantica//)V??('r<7, che fu patria di
i ruderi delle famose terme antiche, che Stesicore e di Petronio Siciliano, e dove
dierono nome alla città; e nella vicina co- credesi che rappresentata fosse la i.' com-
mune di sono buone fabbriche
Trabia vi media, onde si vuole che vi s'innalzasse
di panni grossolani, e di corde perlelon- una statua a Stesicore. Fabbricata da'cal-
naie. Fu patria del medico Pietro Rosa, cidesi di Zancle, che da Mylas vi dedus-
de! poeta Li'onardoFriigHli,deldotlogiu- serouna colonia, fu rinomata repubblica,
reconsullo Francesco Bortolo, e di vari dominata dal tirannoTeroue, e dopo 260
altri uomini distinti. Sopra lutti va ricor- anni venne dal cartaginese Annibale di-
dato il I). Agostino Novello agostiniano, strutta, per vendicare Amilcare, che vi e-
fondatore della congregazione della Ma- da Gelone, il giorno stes-
ra slato sconfitto J
donna della Scala (ì .) a Siena, o'vv evo so del famoso combattimento delle Ter-
die le costituzioni a quella fondata dal b. mopili, 4'^o anni avanti l'era nostra. Do-
Sorore. Fu penitenziere e Sagrisla- del po due anni, nel luogo ov'erauo le cele-
Papa (J .), ed è protettore di Termini, bri terme, nelle quali diceasi bagnato Er-
che ne possiede le reliquie e tiene in gran cole, i cartaginesi stessi edificarono 1' o-
venerazione, celebrandone solfennemenle dierna città, e vi trassero i profughi itne-
la festa con processione e (lera. Dispula- resi a ripopolarla. Dipoi Augusto vi de-
no a Termini il b. Agostino, e volendolo dusse ima colonia romana. Rocco Piiro
loro cittadino, Palermo, Tarano in Stibì- nella Sicilia sacra 1. 1 , p. 4^8, parlando
7ìa, ed alcuno vi aggiunse Teraoìo, trailo della Thermitanac Ecclesiae riferisce ,

in errore dalla somiglianza della denomi- che in Sicilia due città si chiamarono
nazione latina. Di queste questioni par- Thermanini,ijaa Thernias Selinuntiasy
lai nel voi. LX, p. 62. Imperocché nel- posta nel prospetto del mare Lilibeo, o- »

la l'ita dclb. ylgosliiio Novello d'Anto- ra detta Sacca, nella valle di Mazzara; l'ai-
^
nio Pilongitore, Palermoiyio, vi è 1'./- tra Thermae ///«i^^rc/^vcT sulla spiaggia

pologia Vincenzo Doria che voleva il


d\ del mare Tirreno, detta Termine, ed in-
1.'' fu un tem-
bealo nato in Palermo. Contro il Doria clina a credere che questa
avea scritto Francesco Alibrandi milane- po onorala del seggio vescovile, sulfraga-
se, col nome anagrammatico di Bernar- neo della metropoli Palermo ed eretto
di

dino Afscaleo, Teriniiie rimesso in istn- nel V mentre nel IX ebbe il ve-
secolo,
(n, opjìure Risposta ad uno scritto del scovo di rito greco esulTraganeo della me-
d.r l incc/izo Auriacefalutano, nclcpta- tropoli di Siracusa. Quanto a Selinontc
le, volendo egli levare alla città di Ter- o Selinunte di Sicilia, con tal nome si chia-
mini il suo b. Agostino Novello degli e- mò dagli antichi per ragione dell'erba det-
renati di s. Agostino, per darlo a. Pa- ta appio, di cui quel suolo abbonda iin-

lermo, se gli dimostia .°(Iie il beato fu 1 mensameule,perchèi^yt'///io/iingrecosuo-


Perminese^ e poiché se voleva impiegar- na lo slesso che appio in latino. Viigilio

si a favore di Palermo, gli poteva me- disse Seline Palmosa; quasi a ricordare
TER T E R 07
In medesima erba. Si vuole cliei primi a- me, le quali sono allreltanle conseguen-
bitatori della città fossero i fenicii, come ze de' decreti assoluti di predestinazione
Sdisse Diodoio, ed Eusebio narra, che fu- sostenuti da Calvino, e da'gomaristi, set-
rono cacciati l'anno del mondo 4554> ma ta di teologi fra' calvinisti, e seguaci di

che co anni dopo fusse tli nuovo occu-


I Francesco Gomar teologo protestante e
pala da'megaiensi, abitatori siciliani, se- professore di Leida; e propriamente par-
condochè ricordaTucid iiie. Ti» nlo appren- lando sono altiettante bestemmie ingiu-
do dal Dordiga, Lettera sulla Sicilia. Si bontà infinita di Dio e alla grazia
riose alla
conoscono 3 vescovi della chiesa Termi- della redenzione, annichilatrici della spe-
Inna, Pasquale Thcrinilaiuc.s cpiscopus, ranza cristiana, e formalmente contrarie
che assistè al concilio di Laterano nel45o; alla s.Scrittura, I gomaristi sono una setta
Giovanni cxiguti.i s. Ecclcsiae Tliermen- opposta a quella degli arminiani o rimo-
sis provinciac iS7rz7i'V?(',che intervenne nel slrantiderivati da Giacomo Arminiod'O-
68o.al VI concilio di Costantinopoli, ma /(ì!/jf/(/,che disputò conGomar,poichè dice
in un codice greco si legge Denedetto s. il p. Contin, Diz. dell'eresie, che avendo
Ecclcsiae Thcrinilanaej e Giorgio cpi- Calvino insegnato che Dio predestinava
sropus Tliei'r>iaruniBabae,chefii al con- egualmente gli eletti alla gloria, ed re- i

cilio di Nicea 787, che in altri au-


II nel probi alla dannazione eterna; che produ-
torisi legge appartenuto ad altra Terme. ceva nell'uomo il delitto e la virtù, per-
Si trova nella Notizia, di Leone VI impe- chè l'uomo era senza hbertà e determi-
ratore, Tlicriiieiisein ecclesiain palriar- nato necessariamente in tutte le sue azio-
chae Constantinopolitaìius^e. nel p.Mireo ni; questa dottrina trovò sempre degli av-
suhest nutic Pallonai tano archiepiscopo versari anche tra gli slessi protestanli:Ar-
Tliermitana Hivierensis ecclesia, Seli- minio combattè, ricorse agli stati ge-
la

multia vero episcopo Agrigentino. nerali con rimostranze in forma di dot-


TE RMINI STI. Eretici Calvinisti (F.), trina, per culi suoi settari furono detti ri-
i quali pongono un limile alla misericor- mostranti; e Gomar suo collega nell' u-
dia di Dio. Essi erroneamente insegnano: niversità di Leida, prese le difese di Cal-
I ." Che vi sono molte persone nella Chie- vino, ed ottenne che neli6ic)si adunasse
sa e fuori di essa, alle quali Dio ha fissato un sinodo a Dordrecht, dove furono di-
un certo termine prima di loro morte, do- scussi i sentimenti d'Arrainio e la dotlri-
po il quale egli non vuole più salvarli, per na di Calvino, laquale vi fu estremamen-
lungo che sia il tempo in cui vivranno an- te cambiata, ed i rimostranti condannali.
cora sulla terra. 2.° Che ha cos'i determi- Alcuni di essi si gettarono tra'sociniani,
nato in forza d'un decreto impenetrabile e si chiamarono contro-rimostranti i cal-
e irrevocabile. 3.° Che spirato una volta vinisti e altri eretici che scrissero contro
quel termine, Dio non accorda più loro gli arminiani, in che si distinsero per zelo
i mezzi di pentirsi e di salvarsi, e che to- i gomaristi rigidi calvinisti.
glie perfino alla sua parola ogni potere di TERMOLI (Tennularwn). Città con
conveitirli. 4° Che
Faraone de'lempi
il residenza vescovile nel regnodelledue Si-
diMoisè, Saul, Giuda, la maggior parte cilie, provincia dij Molise nel Sa/mio, a
degli ebrei e molli gentili furono d'un tal 63 miglia da Benevento, a 5 leghe da La-
numero. 5.° Che Dio tollera ancora in og- rinoe più di 6 da Vasto, distretto e ca-
gi molti reprobi di tale specie, che se loro poluogo di cantone. E' posta sopra una
accorda ancora qualche grazia dopo il pre- lingua di terra che sporge nell'Adriatico,
scritto termine, non fa ciò con l'iolenzione cinta di buone mura, sboccando presso di
di convertirli. Gli altri protestanti, partico- essa un piccolo torrente, alla sinistra del
larmente luterani,escludono siffatte massi - Biferno e in vicinanza alla sua foce. Fo-
VCL. LXXIV. 7
gS TER T E R
ca è la sua importan7a marittima, sebbe- Alferio fiorì nel 96,Giovanni nel 26?,
i 1
1

ne sia il pollo principale della provincia Bartolomeo Aldoniarisco nobile napole-


di IMoIise. La caltediale,di antica strut- tano consiglieie di Carlo 11 nel 3 08. Mor- i

tura e di gusto gotico, è dedicata alla Pu- to nel 13(9, subito gli successe Gio. Bar-
rificazione di Maria sempre yergiiie,e vi si toIoDieo, ed a lui nel i 352 altro Bartolo-
venera tra le reliquie il braccio di s. Basso meo. Nel i353 da Lecce vi fu trasferito
martire patrono della città. Vie l'unico Luca, neh 364 Francesco Stella canoni-
fonte battesimale con cura d'anime, cbe co di Bojano.Neli 379 l'antipapa Clemen-
amministra la dignità dell'arciprete. Il ca- te VII v'intruse Giovanni, ma Papa Ur-

composto della ."dignità dell'ar-


pitolo è i bano VI in pari tempo nominò vescovo
cidiacono, e delle dignità dellarciprete e fr. Giacomo Cini nobile toscano di Colle,

del primicero, di q canonici compresi il domenicano pio, virtuoso e letterato; in-


teologo e il penitenziere,e di altri preti e di nel 38 gli sostituì fr. Domenico Giar-
1 I

cbierici inservienti all'ufficiatura. Prossi- da sanese de'servi di Maria, insigne e ce-


mo alla cattedrale è l'episcopio, di recente lebre professore di teologia. Nel 1 887 An-
riedificato e restaurato,avendo adiacente drea, nel I 390 Costantino, nel 1 3q6 Pie-
il seminario. Vi sono altre chiese, ma non tro eletto di Scala, nel i4oo Tommaso
parrocchiali, un convento di religiosi, un traslaloda ]MonteCorvino,ed egualmente
sodalizio e qualche altro pio istituto. Ter- da questa sede vi fu trasferito Antonio nel
moli, Thermulne,c\\.\{\ marittima de'fren- j4o2. Nel i4o5 fr. Stefano h-ancescano
tani, fu così detta come quasi termine di Civita Castellana, ove fu traslocato nel
della Puglia. L'Ughelli in TerinulaniE- 1 4o6. IMarlino V elesse Paolo, morto nel
piscopi, t. 8, p. 3 74} àeW Italia sacra, 1422, ed a'22 novembre gli surrogò fr.
ed il Sarnelli nelle Memorie degli arci- Antonio agostiniano nato in Termoli. Nel
vescovi eli Benevento p, 254) liferiscono i456Ducio o Tuccio canonico della cat-
che apparteneva alla provincia di Ca[)i- tedrale, nel 1468 d. Leonardo abbate be-
tanata. Fu ducalo illustre della nobilis- nedettino di s. Stefano di Marsi, nel 1
474
sima famiglia di Capita, ed antica ii't l'o- Giacomo. Nel 509 morì Giovanni de Ve-
1

rigiiie. rS'eliSGy fu posta a fuoco e sacco tei ibtis, e gli successe Angelo Antonio de

da' turchi, a motivo della sua vicinanza Guilianeo.neli 5 7Sanzio de Ayelhe che 1

al mare, e siccome fu incendiata pure la poisidimise,neli5i 8 Antonio Attili. Pao-


cattedrale, il vescovo la rifece più magni- lo IH nel i536 nominò Pietro Durante
fica, con pitture e ornati, rifornendola de- arcidiacono di sua patria Brescia, referen-
corosamente delle sagre La
suppellettili. dario delle due segnature, morto in Ro-
sede vescovile già esisteva nel 94^5 come ma e sepolto in s. Maria sopra Minerva.
afferma Lucenzi, poiché nella lettera di Quindi neh 539PapaPaolo HI gli sostituì
Papa Agapito il si nomina CenedetloZV/-- il di lui nipote Vincenzo Durante referen-

mulanae ecclesiae episeopnni. L't.'ghelli dario apostolico e datario, e da lui ama-


comincia la serie con Scio che sottoscrisse to per le sue virtù; prudentissimo pasto-
il privilegio di Papa Giovanni XIII nel re, intervenne al concilio di Trento, ri-

960, Benevento in me-


col quale eresse nunziò sede e morì in Brescia, tumu-
la

tropoli, e di cui Teru)oli divenne siidia- lato tra' suoi nella cattedrale. Nel i565
ganea e lo è tuttora. Quindi il vescovoiNico- BlarcelloDentici nobile napoletano e sud-
la nel 1 07 i intervenne alla consagrazione diacono; nel i 569 Cesare Ferranti di Ses-
della chiesa di Monte Cassino, fatta da A- sa, ove in nobile reliquiario pose le reli-

lessandro II. Dopodi Ini sino al 79 non


1 i quie del patrono s. Leone. Neh 594 An-
si conoscono altri pastori. In quellanno nibale, e per sua morte neh 595 Fran-
GoQredo fu al concilio di Laterano Ili. cesco Scolli ; nel 1 559 ^''' •'^"^f»''o Drago
TER T E R 99
ili Firenzuola, domenicano e commissa- lesse vescovo Giambattista Bolognese <li

rio del s. offlzio di Roma. Nel i 609, Fede- (allieti; neh824 dopo sede vacante lo fi
rico Mezio, d'encomiata vita edotto, on- Pieli oConsiglio diBisceglia;nel 8276611- 1

de il Baronio se ne servì per le traduzio- naro deRubertisdi Lucetodi(jcesidi Ter-


ni dal greco in Ialino e lo lodò. Nel iGi 2 moli, rettore del seminario, ed arciprete
Camillo Moro nobile ferrarese, indi tra- dell'insigne collegiata di s. Nicola di Bari
slato a Coraaccliio nel626. In questo gli i di sua patria. Per sua morte il regnante
successe Ettore Monte, ma dopo 7 me- PiolX nel concistoro de'2 [dicembre 1846
si morì. Nel 1626 stesso a'26 novembre preconizzò vescovo mg.' Domenico Ven-
fr. Girolamo Ca[)pelIo de' conventuali e tura di Bisceglia, canonico di quella col-
consultore dels. oHìzio; neh 643 Alessan- legiata de'ss. ìNIatteo e Nicola e parroco,
dro Crescenzi nobile romano e somasco, rettore del seminario d' Osluni, vicario
poi trasferito a Ortona e Campii, quindi generale d'Oria e Teilizzi; indi in quello
a Bitonto.Da Lavello nel i(J44 '' passò de'20 aprile 1849 di Gaeta lo promosse
fr.Cherubino Manzoni francescano; nel all'arcivescovato d'Amalfi che governa.
i65i Antonio Leoncini di Spoleti; nel Lo stesso Papa nel concistoro de'9 settem-
I653 Carlo Mannelli d'Aversa, morto iu bre! 85 1 die termine alla sede vacante,
Roma e sepolto in s. Prassede con inte- con provvederla dell'attuale vescovo mg."^
ressante epitaffio riportato da Uglielli, o- Vincenzo Bisceglia di Cirignola e cano-
ve si loda anche f|uale autore d'opere. Nel nico penitenziere di quella cattedrale, poi
1661 Fabrizio Maracchi di Pontreinoli; ebbe nella medesima la dignità d'arcipre-
nel 1677 Antonio Savo de Panicoli roma- te con cura d'anime. Ogni nuovo vesco-
no, parroco di s. Giovanni; nel 1 688 M. vo è tassato ne'libri della camera aposto-
Antonio Russi napoletano; nel 1689 Mi- lica in fiorini 100, ascendendo la mensa a
chele Pelirro di Catanzaro, già arcidiaco- 3noo ducati. La diocesi è sufficientemen-
no di Policaslro, poi traslato a Pozzuoli. te grande, e contiene 16 oppida.
Nel 1706 Domenico Catalani di Trani TERMOPILI,r/ie/-ma/jx/rt£'.Sede ve-
protouotario apostolico e vicario generale scovile del patriarcato di Costantinopoli,
di Ferrara; neh 7 1 8 fr. Tom masoM. ^Fa- sotto la metropoli d' Atene, eretta nel
rina napoletano domenicano, morto nel XIII secolo presso l'omonima e famosa
dicembre; neh 719 Salvatore di Aloisio gola di Grecia, nella Livadia, distantequa-
na[)oIetano,già vicario apostolico di s. Se- si due leghe da Zeituni, sulla costa me-
verina, Catanzaro e altri vescovati. Con ridionale del golfo di qaesto nome, a pie
questi giunge nell' Italia sacra la serie del clivio settentrionale del monte Età,
che terminerò colle Notìzie
de' vescovi, alla foce dell'Ellada o Sperchius, ove fa
di Roma. Neh 729 Giuseppe Antonio Sil- già la città vescovile. La delta gola è cir-
vestri di Campobasso; nel I743 fr. Isi- ca 3 leghe lunga, e chiusa fra rupi altis-
doro Pitellia de' minimi della diocesi di sime da un lato e dall'altro dal mare, e
Tropea; nel 1753 Cosmo Pierbenedelli da una palude impraticabile formata dà
IMaculani filippino di Camerino; nel i
769 depositi di alluvioni. Al tempo degli anti-
Giuseppe Buccarelli di Napoli; nel 1792 chi greci la larghezza del terreno che for-
e dopo notabile sede vacante, d. Anselmo mava il passo era soltanto di 5o a 60 pas-
M." Toppi della congregazione di Monte si : in oggi è raddoppiata per essersi riti-
Verde,della diocesi di Nola. Pio VII colla rato il mare e per la formazione ulterio-
bolla Deutiliori c/o/;im/c<7f,de'28 giugno re d'un suolo d'alluvione. Sarebbe cjue-
1 8 8, soppresse
I il vescovato di Guardia sta gola capace di buona difesa, se fosse
À lferia[P .) eVofìì in perpetuo aTermoli. il solo sentiere nel nord della Grecia; ma
Indi neh 8 1 9 e dopo lunga sede vacante e- ve uè sono altri per mezzo alle montagne,
loo TER TER
che non solanienle furono scoperti al tem- e con borghi. E'distantc f) miglia da Par-
po (li Serse, ma eziandio in seguito da' tii, 6 leghe e mezzo da Spoleto, e sposta
galli,cla'romani,esinodaglinnni. In que- da Roma, per la via Flaminia. Superate
sto iito fu clic Leonida e i suoi 3oo spar- al sud di Spoleto le cime dei monte Som-

tani arrestarono perqualclie tempo i per- ma, per la gola di Strettura si sbocca io
siani, e sagrifìcaronsi morendo per la li- fìorenlissima valle, circondata da ameni
bertà della Grecia: l'esercito di Serse ac- colli follemente abitati, e dove l'occhio
campalo in riva all'EUada, circa due contempla la ridente ferace natura, di cui
terzi di lega al nord del passo, e che di- l'industriosa operosità disotterra i tesori,

cesi vicapisseinlero, esser dovea, sesi giu- ed ivi sulle rive del rapido e orgoglioso
dichi dal terreno che occupava, molto in- Nera, fa di se Terni vaga mostra, in for-
feriore al numero da Erodoto riferito, di ma ovale con ben due miglia e mezzo di
che parlai a'Ioro luoghi. Il vescovato fu circuito, essendo l'antico più vasto, come
istituito di rito latino nella città di Ter- si vede nella pianta topografica pubblica-
mopilij dopo la presa di Costantinopoli ta dal patrio storico Angeloni. Il fiume
e de'paesi circonvicini, fatta da'francesi e si varca su due dignitosi e grandi ponti
veneziani nel 2o3. Ne fu .° vescovo Ar-
i i di travertini. Quello che daRoma condu-
nolfo, cui Papa Innocenzo 111 scrisse
il ce alla città, si disse Ponte Paolo, perchè
molte lettere nel 1208 enelisio. Iguo- da'fondamenti fu solidamente riedificalo
l'ansiinomide'suoisuccessorifìnoal i4'2, a spese del comune nel pontificato di Pao-
in cui Gregorio Xll nominò vescovo di lo V nel 1 6 1 come si legge nelle due i-
1 ,

Termopili fr. Silvestro Calbo di Careno scrizioni. L'altro che dalla città conduce
domenicano. Paolo II nel 4^)6 elesse fr. 1
a Rieti, denominò PonleSesto,adiacen-
si

Giovanni I de Hemburg francescano; Si- te alla porta omonima, per la tradizione


sto IV ueli476 N. francescano e profes- che da Sesto Ponipeo fu eretto lanlico,
sore di teologia; indi Giovanni 11; poi nel indi nel 1602 da' fondamenti con robu-

1484 Innocenzo Vili fece vescovo fr. sta costruzione rifabbricalo da Clemente
Stefano Ranor dooìenicano, cui successe Vili e compilo da Paolo V, come rile-
Giovanni IH, e neli4Qi il detto Papa gli vasi dalledue iscrizioni, che in uno a quel-
surrogò fr. Alfonso de Spina francescano. le dell'altro riporta r Angeloni, e col qua-
Leone X nel 1 52 i creò vescovo fr. Lodo- le principalmente procederò in quest'ar-
vico Calieri domenicano. Orieiis clirA. ticolo. Le sueaulichissiroe e alte mura di

3, p. 847- Termopili, Tcrmopolitan seu pietra quadrate, restaurale ne'bassi tem-


Tìicriìiopylcit, ora è un titolo vescovile pi, hanno circa 3o torri quadrale (che
iìipartihus del simile arcivescovato di A- simpatizzano con quelle di Pompeia), di-
tene, secondo i registri concistoriali, altri sposte in giusta distanza, e sono aperte da
de'quali lo pongono sotto Larissa, diesi 5 chiamate Porta Romana, del Se-
porle,
conferisce dal Papa. Per morte di Carlo sto, di Giovanni, de' Tre Monumenti
s.

Lernardo CoUin de Contridon, che n'era (che conduce a Spoleto, e cos'i delta dalle
stalo insignito. Pio VII nel 1821 lo con- 3 vicine sepolture o meglio cenotafi che
cesse a fr. Gio. Angelo Porta cappuccino vi erano ^i Cornelio Tacito, e de'due suoi
di Cuneo, del quale feci parola nel voi. discendenti imperatori Tacito e Floriano,
XXXVIII, p. 60. monumenti che furono distrutti nel seco-
TERiNI (Interainnen). Città con resi- lo XVI dal proprietario del fondo Etto-
denza vescovile dell' Lmhria nello stalo re Simonetta, essendo già in parte atter-
pontifìcio, nella delegazione apostolica di rati da'fulmini), e di s. Angelo. E' divisa
Spoleto, sede di governo distrettuale, no- la cittàda 6 quartieri o rioni, chiamati
bile e bella, posta in piano e in aria buona Di Sotto, RigoDi, Aoiengoni, Fabri, Ca-
TER TER lot
stello, e Acloltrini. Un tempo le sue abi- della tribuna. L'antico portico è sostenu-
tazioni ebbero quasi 3oo toni, per di- to da colonne di marmo con diverse la-
fesa dalle nemiche fazioni citladjne, ed es- pidi antiche, con 4 porte, una delle quali
sendo in seguito abbattute,ne restò in pie- e superstite del duomo antico, la costruì
di quella sola che porta il nome di Bar- nel 1
4^9 di marmo bianco intagHato, la
barasa. La maggior parte delle torri fu- pia Isabella de.Donati. E" dedicata all'As-
rono diroccate da Andrea Tomacelli fra- sunzione della B. Vergine, ed ha il bat-
tello di Bonifacio IX, e colle loro pietre tisterio (ch'è l'unico della città) e la cu-
presso porta Romana edificò la fortezza ra d'unirne, che pel capitolo si ammini-
detta il Cassero, sulle cui rovine dipoi fu stra dal vicario curato perpetuo.Tra le ss.

fabbricata la chiesa della Madonna del Reliquie si venera parte del Sangue pre-
Cassero con ragguardevoli architetture, ziosissimo del E.edeutore in un antico re-
essendo stata adornata di magnifica faccia- liquiario, ed un frammento della suaCro-
ta di colonne: la chiesa fu poi demolita per ce, oltre le reli([uie di s. Valentino vesco-
forn)arvi una gran piazza, per rendere de- vo e martire e principale patrono. 11 corpo
coroso l'ingresso in Terni da delta porta. dis. Anastasio vescovoe compatrono della
Numerosi sono i palazzi, le chiese e altri città, riposa nella cappella che gli eresse il

edifizi magnifici, tra' quali si ammirano comune. Il capitolo si compone dell'unica


le architetture di Bramante, di Antonio dignità del priore, di 3 canonici compre- i

da S. Gallo, di Bernini e del Vici, che se le prebende del teologo e del penitenzie-
fanno decoro e ornamento alla città. Nel re, di io beneficiati, e di altri preti e chie-
rione Castello e incontro la chiesa di s. Lo- rici addetti al servizio divino, oltre la cap-
renzo, già tempio di Marte, vi è il palaz- pella musicale. L' episcopio è congiunto
zo municipaleo prioraledel pubblico ma- alla cattedrale ed all'alto suo campanile,
gistrato. Essoha dinanzi una piazza e in- e contiene le mura dell'antichissimo an-
contro la chiesa dello Spirilo Santo; ed fiteatro. Nella città vi sono altre 9 chiese
a pie della sua ampia scala si vedono un parrocchiali, altra è nel suburbio. Diver-
leone e altre antichità marmoree, ed i- se altre chiese spellano a'regolari d'am-
scrizioni lapidarie. Nel rione Rigoni vi è bo j sessi, ed a' sodalizi e pii istituti; i5
il magnifico palazzo de' conti Spada. In sono le confraternite, e 5 le congregazio-
quello de'Fabri è il palazzo dello aposto- ni di pietà cristiana. L'Angeloni descrive
lico per essere stata residenza de' prelati le chiese e le loro pitture, essendovi rag-
goK'eriiftloi'i. con antiche e moderne pit- guardevoli alheschi nel portico di quella
ture, iscrizioni e stemmi de' l-*a pi, cardi- degli agostiniani; le loro sagre reliquie, e
nali e prelati, lavorate a fresco ein istuc- gli edifizi religiosi. Le vestigia del tem-
co. E" fiancheggiato da due forti, com- pio di Cibele furono occupate dalla chie-
prende le carceri,e nella gran torre vie l'o- sa di s. Alò, ed era commenda dell'ordi-
rologioe le campane del comune. Neh io- ne Gerosolimitano del gran priorato di
ne Di vSotto sorge la cattedrale che anco Roma. Oltre la cattedrale, le chiese sono
il Calindri nel Saggio statistico storico 66, come leggo nella Statistica di mg."
del Pontifìcio Stato, dice di elegante e Tizzaui. Da essa apprendo die vi sono 6
squisita architettura del celebre cav. Ber- conventi co'religiosi agostiniani, cappuc-
nini. Nel sito fu già d tempio di Giove Ot- cini, carmelitani scalzi, conventuali, mi-
timo Massimo, ed i vescovi e la pietà de' nori osservanti, riformati francescani; 4
cittadini vi eressero la nobile chiesa in 3 monasteri delle monache della ss. Annun-
navi, oltre la crocerà; l'altare maggiore, ziata, di s. Caterina, di s. Procolo, di s.

decoralo di superbo ciborio per la pre- Teresa; il seminario cogli alunni, il pub-
ziosità e varietà de' marmi, è uel mezzo blico liceo di s. Lucia con professori iu di-
102 TER TER
Terse discipline, il monte di pielù, l'orfa- il superiore loggiato e impalcato. L'im*
iiotiofio Guglielmi, il conservatorio Pio basamento è ricinlo di graziose cornici che
«Ielle povere orfane, l'ospedale trasferito i membri ne rilevano, edivisoda 2
vari i

nel suhuibano convento di s. Maria delle stilloni che compongono il i," ordine di
Gì azie, l'opera pia Teofili per la dotazio- palchi o logge. Sono ripartite le logge o
ne di zitelle e sollievo de'mendici, e l'o- palchi del 2.° e 3.°orduie da sottili co-
])era pia Galeani per sussidii dotali per lunne corintie di proporzionata cornice
le donzelle che hanno vocazione leligio- Coronale: vi soprasta leggero attico, che
sa, Nel monastero di s. Caterina vi sono sormontano geni alati a guisa di cariati-
le scuole dirette dalle suore del Bambin di, che dividono i palchi del 4-° ordine,
Gesti, destinale esclusivamente ali 'edu- per reggere supremo impalcato e gran
il

cazione religiosa e civiledf Ile fanciulle. Al- loggia a balaustri, dopo il quale e bene
tri istituti di educazione per le donzelle in alto slaccasi il soffitto tulio quanto ab-
sono ne'rnonasteri della ss. Annunziata e bellito di gentili ornamenti. Il proscenio
di s. Procolo. II monte di pietà è di an- non è distinto dalla platea per parlicola-
tica fondazione, e notai in quell'articolo le o più rilevato ornamento, ma segui-
« he il francescano p. Barnaba da Terni fu tando il bell'ordine di essa, l'ultimo iu-
uno de'primi promotori di sì caritatevoli Icrcolunnio all'uopo sorregge grande ar-
stabilimenti, e promosse 1* istituzione di co di sesto clinico in compartimenti e
quell'antico di Perugia, con approva- lacunari sparlilo e ornato. Mentre nel
zione di Pio II: quel'o d'Orvieto già erasi 1 889 era in avanzala costruzione, l'archi-
erelto,e questo di Terni esisteva neh 4(^7 tetto Francesco Gasparoni pubblicò le
e costumava eleggere protettori e di-
si i Osservazioni sul nuovo teatro da eri-
fensori del medesimo, ed uno n'era ildet- gersi in Terni, con acre censura onde im-
toreligioso che certamente neprocurò l'i- pedirne il proseguimento e riformarne
stituzione o l'inciemeuto. L'orfanotrofio l'intera tessitura. RlaCoriolaooMonli ar-
maschile Guglielmi è di recente fondazio- chitelto ingegnere pubblicò nell' Album
ne, poiché se ne fece l'iipertura nell'ot- (li Pioma, t. 6, p. 2 ly , col disegno del-
tobre1 85 1, come riporta il o.° 2 5o del l'interno del teatro, la sua descrizione, i

Giornale di Roma, deplorando pure la difetti trovali dal censore, e questi confu»
morte del suo benemerito cittadino fon- laticoncluse. « Essere il disesruo
o del nuo-
«laloie Carlo Guglielmi, l'ultimo di sua vo teatro di Terni, se pure in qualche par-
pali iziafamiglia,clie dispose di lutti isuoi ie difettoso negli accessori!, in ciò che ri-
beni a fa voi e de'poveri orfani della città guarda l'aula dello spettacolo idealo, per
e fondando l'ospizio. L'ospedale che sla- quanto le odierne costumanze compor-
va presso la chiesa delle Grazie, e perciò tano, secondo sani principii dell'archi-
i

in luogo subuibanOjfu trasferito nella cit- tellura, ed in modo da ritrarre, avvegna-


tà, ed ora va di molto a migliorare la sua ché pe' variati costumi debolmente, de'
fabbrica, anche con ampliazioni. Il tea- teatri antichi, e da quello dal Milizia pro-
tro fu ridotto a piìi ampia e vaga forma posto: perciò doversi reputare non che ,

con aichitetture del valente commenda- inemendabile, intangibile, anzi plausibile


tore Luigi Pclletti,'che lo edificò isolato, checchènepensiallri in contrario; nèqua-
non senza qualche imponenza esterna, seb- le esiziale novità iiguardare,ma come giu-

benesobrio d'ornamento. Nella parte più sto e savio miglioramento degli odierni
ragguardevole del prospelto ha un esastilo teatri commendare; capace a fare riluce-
pronao, aitliitclta_loin istile toscano e do- re la sapienza dell' architetto che seppe
rico, e da 3 porle si entra nel vestibolo. Il iiiiinaginarlo, ad illustrare la città ove si
suo interno ha 4 ordini di palchi, olire sta alacremente costruendo, ad olFerire
TER TER io3
buono esempio agli artisti cupidi d'infur- zato sotto Tiberio nel consolato di Gneo
niate nel vero bello, an/ichè uel volgare da Fausto Tilio Liberale sestumviro au-
i propri coi)ce(>imenti." Pe'diuriii e nOt- gustale a pro|)rie spese, e lo crede terna-
tunii spettacoli, di recente i conti Gazzoli no, dedicandolo alla Salute e Libertà per-
costruirono un uìodenio e bellissimo an- petua del popolo romano e al genio del
fiteatro, capace di 4ooo spettatori circa. municipio loro, dopo I* uccisione di Sc-
Esso èdi figura circolare, foriualo da un iano nemico del medesimo,e ne riporta l'i-

podioa cui sono sopra imposti ogradipe- scrizione a suo tem[)o esistenle nel por-
gli spettatori. Si eriggono al disopra 54 tico della cattedrale. Ma siccome questa
pilastri d' ordine dorico che sostengono iWciiAiino post Intcrainììaincondita'òo^,
una loggia praticabile, e negi intervalli de' da ciò rilevò che Terni fu edificala nel-
pilastri sono ricavati due ordini di palchi. l'anno 81 di Roma. Però le date di Ric-
Il 1. 1 3 del ricordalo Album a p. 889 col- cardi e Angeloni mi senibrano alterate,
la pianta ci diede la descrizione dell'an- se pure non è errore di stampa, poiché ri-
tico, eseguite dal cav. (Giuseppe Riccar- sulta da'Fasli Consolariche Gneo col col-
di pure di Terni, che dell'attuale fu il lo- lega Furio Camillo furono consoli nel
dalo architetto. Egli dice, che Terni mu- 78 5 (.li Roma e nell'anno 32 di Gesù Cri-
nicipio de' romani ebbe anch'esso il suo sto o di nostra Era Cristiana (V.). Al-
anfiteatro, ma rovinato in gran parte si l'epoca d'Aiigeloni l'anfiteatro era quasi
seppellì sotto le sue macerie, e sovrappo- intero, allo e di forma ovale, e nella pir-
stevi misere fabbriche da'posleriori abi- te inferiore giravano de'portici lunghi 1
•j

tanti, non rimase che nelle pagine della palmijSu'quali si sosteneva l'edificio tutto
storia, onde nel 1809 ne fece una pianta costruito di pietre bianche e nere. In esso
per sua istruzione. Il genio del vescovo fiicevansi icombattimenliegiuochi gladia-
mg.' Tizzani,aniatoredeirantichità, sco- toriijde'qiiali riparlai aTE\TRo descriven-
pertane ancora qualche parte, cotìcepì l'i- do eziantlio gli anfiteatri. Inaltre in Ter-
dea del ristauro, e l'incaricò d'eseguirlo, ni eravi la cavallerizza coperta del conte
tiopo averne fatta proposta al ca(nerlen- Manasse!, modellala sulle migliori che
gato. Questo anfiteatro prossimo alle mu- vanti l'Europa e una delle piùgrandid'I-
ra castellane e al giarilino pubblico, pre- talia.il cheattestano Calindrijel'avv. Ca-
senta la sua posizione topografica e i suoi stellano, Lo Stato Pontificio, nell'artico-
rapporti analoghi a tutti gli anfiteatri si- lo Terni: ora non più esiste comechè da

culi da lui esattamente osservali. Dagli vari anni demolita, ed in quel luogo vi è
scavi fatti risultò che poteva contenere un orlo. Quest'ultimo encomia il eh. chi-
10,000 spettatori, il che prova in quale mico Agostino Manni per avere ridotto
considerazione si trovasse Terni all'epo- a patrio decoro i pubblici bagni delle sa-
ca di sua costruzione, la quale dichiarò lutifere acque veline da Plinio altamente
rarchitelto antichissima, con opera reti- commendate. Egli co'suoi scientifici lumi,
colata e listala de'lempi della repubblica dopo aver raccolto dalla Francia e dal-
romana, e secondo il costume dell'epoca l'Inghilterra tesori di erudizione, eccitò il

senza ornamenti architettonici. Quanto pitrioentusiasinode'cittadiiii,e scelse il si-

all'esistente lapide nel comune, che ne as- to di Camporeale,oves*innalzòil grandio-


segna l'erezione Gneo Domi-
al genio di so edificio. Per la comodità di somiglian-
zio Enobarbo nel 70i.{o8o4)di Pioma, leslabilitiienlo, the raramente trovasi nel
il Riccardi crede che dessa non sia che de- centro di città popolosa, dopo la solenne
dicatoria, e forse peraverequello amplia- apertura del i8'27, numeroso fu il i;ou-
to e decoralo l'edificio preesistente. L'Au- corso nell'estiva stagione. Un elegante giar-
geloui riferisce, che l'aulìteatro fu iunul- diuOjbcllodi fiori, di iVultiedi vaghifoii-
t o4 TER TER
li, olire giocontlo prospetto, e ne accresce campo simboleggiandola continua
rosso,

!e delizie, mentre le acque non lasciano di vigilanza. Questo serve pure di sigillo: al-
essere utili eziandio a porre in movimen- municipali che descrive l'Ange-
tri sigilli

to parecchie moie. Contribuirono all'ere- Ioni, rappresentano un Angelo che colla


7Ìoiie dell'edificioi fiatelli del Mannijd/ destra stringe la Croce, e l'Aquila: que-
Pietro professore nell' università roma- stidue sigilli cominciarono a usarsi in tem-
na, e Luigi come apprendo dall'opusco- po de'guelfidifensoridelPapaedelIaChie-
lelto: Per bagni edificati nella
li nuoi'i sa figurali nell'Angelo e nella Croce, e de'
città di Terni, Ode
del cav. P. E. Fi- ghibellini partigiani dell' impero espresso
.••ro/z//, Pesaro 1827. Terni ha la bella pas- neir Aquila. Noterò che alcuni scrittori

seggiata della delle Mura. Vi risiede il go- chiamarono Tiro la città di Terni. In o-
verna lore,che pi ima era un prelato,e mol- gni tempo Terni fiorì per uomini illustri
li prelati furono in seguito elevati al car- nelle armi, nelle scienze, nelle arti, nelle
dinalato,e Oltoboiii al pontificato col no- dignità civili ed ecclesiastiche, ed in san-
me d'Alessandro Vili. Di poi ebbe de' vi- tità di vita. Oltre nominali, e quelli che
i

cegerénti, finché Pio VII vi stabilì l'odier- in progresso andrò rammentando, qui ri-

no goveinatore, con governo che com- corderò: Cornelio Tacito principe degli
prende olire la città que'16 comuni e lo- storici e [lolilici romani, ed i suoi parenti
ro appodiati che descrissi a Spoleto, ne- gl'imperatori Marco Claudio Tacito nel
gli ailicoli de'luoghi della delegazione in 276, e Marco Anneo Floriano suo fra-
cui è compreso. La città novera per ap- tello e successore. L'Angelonici diede an-
podiati Rocca s. Ze/ione, che ha la chiesa cora: File de' santi e nota de' beati che
parrocchiale di s. Zenone, altre 5 chiese, apjìar tengono alla città di Terni descrit'
3 coufVaternitee monte frumenlario; fra- te. Propriamente ternani furono s. x\nti-
zione di tale appodiato è ColleLicino,coa mo vescovo della patria s. Valentino I ;

chiesa parrocchialedi Maria ss. della Con- vescovo di essa e martire, principale pro-
cezione e altre 4 chiese: Acquapalomho, tettore di Terni; la sua discepola s. Aga-
Miranda e Poggio Lavarino. Il governo pe vergine e martire; i ss. Saturnino, Ca-
distrettuale di Terni contiene altresì i stulo. Magno e Lucio martiri, discepoli
governi di Amelia e di JVarJii, egualmen- di s. Valentino; s. Valentino II, altro ve-

te desci itti a Spoleto, colle principali vi- scovo della patria; le ss. Donnina e com-

cende óeW Umbria (F.). La magistratu- pagne vergini e martiri. I beati e nitri servi
ra municipale di Terni è costituita come di Dio che morirono in buon odore di san-

quella dell' altre città pontificie, avente tità sono: il b. BenincasaRapaccioli di Col-
a Gonfaloniere, del quale magi-
capo il lescipolie cittadino di Terni, religioso de'
strato e suo vestiario riparlai a Priore. servi di Maria e martire in Tarlarla; il
L'Augeloni narra che l'antico vestiario del b. Pietrode Podio della famiglia Cesi fran-
pubblico magistrato si formava nell'esta- cescano; il b. Simone Cainporeale fran-
te di lunghi mantelli di cammellotto cher- cescano; fr. Barnaba da Terni francesca-
niesinoondalo, nell'inverno di panno scar- no già lodato; fr. Agostino Pacioni gene-
latto, cambiandosi in colore paonazzo nel- rale ilegli agostiniani ; fr. Cherubino da
la qiiaicsima, tempora, vigilie e altri tem- Terni provinciale francescano; fr. M.Nun-
pi; e the teneva onorata fitmigliadi trom- ciangelo Fascilo conventuale; fr, Alessan-.
betti e uiiiiislri per suo servizio, che ve- ilio da Terni sacerdote cappuccino. L'An-.
stivano la divisa della città, di colore ros- geloni dice che alcuni fanno derivaloda
so fasciato verde. Lo stemma della città Terni Papa Celestino //, e che altri lo
è tui Drago o Tiro con due piedi senz'ale vogliono nato vicino a Città di Castel-
e cou lunga coda lilorla di color verde in lo. Di Celestino II, già cardinal Maestro
TER TER io'>

Guido di Castello, conosciuto ancora col suo meglio assodarsi nel


figlio alfine di

nome di Tosco, che vuoisi deila nobile fa- princi[)ato, ottenne da Carlo Magno nuo-

miglia de'conli Castelli di Terni, ne feci va investitura di Terni, con tutta la valle
parola a lai biografìa con Cardella e al- e regione Narniese e con titolo i\\ contea.
tri, e ne riparlai a Sutri nel diredi Cit- Indi Marchesi tratta de'conti discendenti
tà di Castello e di Ci\'ila Castellana, e loro gesta, grandezze, feudi e propaga-
più volte confuse dagli scrittori per la so- zione con parentele nobilissime, anche in
miglianza del nome, onde non mancano Bologna. Dal ramo de'Caslelli di Terni
di quelli che attribuiscono Celestino II an- Oìarchesi di Colle, nacque in Paterno sua
che a Civita Castellana. Inoltre ne farò an- giurisdizione Guido, poi nel 1 i43 Papa
cor parola a Terracina, riparlando del Celestino li, il quale creò cardinali il ni-
castello di s. Felice o Felici la ^ e perciò pote Ariì)erto[f',) e l'agnato Manfredo
da alcuno creduto di quel luogo. Il Mar- (/'.). Dice ancora, che Ranieri fu ultimo
chesi, La galleria de IV onore t. 2, p. conte di Terni caccialo dalla signoria da
5i3, racconta, che Teodorico r« degli o- Federico II, come parziale della s. Sede;
Terni in feudo a Gondoma-
slrogoti die e che di questa famiglia oltre altri prelati,

ro di Borgogna, il quale fu glorioso ascen- fuBortolomeo vescovo di Sinigaglit/.'ì^eU

dente della laniiglia Castelli. Aggiunge, la Bibliografia storica dello Stato Pon-
che da questa Terni riconobbe la sua ri- tificio, del p. ab.Ranghiasci, sono registra-
storazionee accrescin>enlo(ma l'Angeloni te le seguenti scritture riguardanti la fa-

avverte che Terni non fu mai domuiato migliaCastelli, che riporterò, trattando es-
da alcun suo cittadino), con una lunga se pure delle famiglie nobili Terni e an- di

pace goduta a invidia delle vicine città che della città, come degl' che vi illustri

sino a' tempi di Federico li, il quale la lioiÌ4ono. Questa fu una disputa lunga di
soggettò al potente lignaggio de'iMoiiti- emulazione tra'nobili, quali vollero pro- i

celli fautore di parte imperiale. Inoltre vare che la famiglia Castelli non primeg-
Marchesi riferisce che GondomarooGon- giò nella patria, ma fu sempre loro egua-
dimaroera nipote di Godiochere di Hor- le. I principali nobili che figurarono nel-
gogna e die alla f imiglia Castelli il suo co- la furono Giulio Castelli, e la fami-
lotta
minciamento. Imperocché privato della glia Simonetti.Questi olfesi perchè quan-
corona da Chilperico si gettò nelle brac- do Onofrio nel 638 domandò la croce di
1

Teodorico re degli ostrogoti che re-


cia di Malta,come l'avea ricevuta nel 162 5 Giu-
gnava in Italia, il quale compassionando lio,gli fu risposto dall'ordine che Castelli
i

la sua sventura l'investì di Terni ch'era erano stati sempre trattati in Terni eoa

stata desolata dagli unni. Tra le rovine del distinzione a differenza delle altre fami-
nuovo dominio risorse alquanto la gran- glie, sì ne'gradi che negli ulllzi pubblici.
dezza di Gondomaro, ristorando la città Perquesto, e perchè nel rinnovarsi il bus-
il fratello Attilio e dividendola in 6 regio- solo municipale Giulio dovea essere im-
ni, la principale delle quali e ove pose la bussolato con palla maggiore e privilegia-
residenza chiamò Castello, per aver fat-
si ta, ne restarono olfese tutte le altre fami-

to in essa scolpire 1' arme di Borgogna, glie nobili e antiche della città, e comin-
consistente in un castello di color sangui- ciò la guerra colla penna e colla slampa.
gno in campo bianco, e donde discen- i Lai. 'che comparve poi ta per titolo: Giu-
denti presero il cognome. Fratello d'At- stificatione di molti nobili e eittadinidi
tilio fu s. Anastasio vescovo di Terni; e Terni, Ronciglione. Indi si alternarono le
poi Perticone di Kemigio per incarico di di Terni. Ri-
.seguenti: Illarchcsi Castelli
re Lui piando accompagnò da Iion)a a
f
sposta in difesa della loro famiglia, in-
IS'arui Papa s. Zaccaria, ludi Uaimoudo torno a unjoglio stampala in Ronciglio'
io6 TER T E R
ne, Sine loco et anno. Risposta in difesa sone De' seguenti cardinali
di altri siali.

della casa de marchesi Castelli, Roma di Terni eziandio scrissi le biografie. Al-
1 640. Apologia divisa in 3 parti, colla cuni dicono cardinale s. Valentino; gli
quale si mantiene il foglio stampato iti altri sono: Saverio Canale, s^va tesorie-

Romiglione , intitolato G instifìcatione /Tj- Luigi (jrts-o//, benemerito dell'ov/?/-


ce, e si confuta la re sposta che in dife- zio apostolico j\ i\\enì.\no Mastrozzi.Gve-
sa, come si asserisce de' signori marche- gorio XVI creò il vivente cardinale Lo-
si Castelli è stata data contro Vistesso dovico de'conti Gazzoli diacono di s. Eu-
foglio. Composta in lingua latina da. A- stachio, ed inoltre lo fece prefetto della
lifofìdoMathialito(^o'i9.\aFviM)ce'>coS'\mO' Congregazione dell'acque e strade e del
nella, riooidato dal Jacobilli iiell'Appen- biiou governo, e Ira le proteltorie che gli

dice della Bilìl. linh. p. 309), (' dal me- conferì, a'a i gennaio i843 vi comprese
desimo tradotta ad istanza de' molti che la città di Terni, indi quelle della con-
intendono solamente la lingua italiana, fraternita della Madonna del Carmine,
IMessina i644- Dello stesso sono queste dell' orfanotrofio Guglielmi della stessa

due altre scritture: Vera relazione e di- sua patria. Questa celebrò il formale pos-
chiarazione in difesa della propria pa- .«iessoche personalmente prese di sua pro-
tria e nobili di essa, in corroborazione tettoria, con quell'esultanza e dimostra-
d'un foglio stampato sottoscritto da 11 zioni solenni, che descrive il n.° 90 del
nobili e cittadini di Terni intitolato: Giu- Diario di Roma del 1 843. Noterò, che il

stificazione di molti nobili e cittadini di I ."cardinaleprotettoredella città fu s.Car- j


Terni indifesa de Ili soliti e osservati ca- ìli Borromeo, per disposizione dello zio I
pitoli del reggimento, Ronciglione 1 654. Pio IV: l'Angeloni riporta il novero de'
Informazione degli errori , et equivoci suoi successori. Ed oltre i ternani illustri

presi dal Zazzera nel trattato della fa- che descrive nella ancora
storia, ricorda

migliaCasfelli neir Umbria,h\one i665. fr. Gio. Giacomo Barba Sagrista del Pa-

Antonio Tommaso SÙAVva, Della fami- pa, e vescovo della patria, il quale donò
glia Castelli e personaggi piti riguar- alla cattedrale diversi paramenti sagri già

devoli. Milano 1678. Seblìeiie questo ii- della sagrestia pontificia; i giuieconsulli e
l)ro traiti della nobilissima famiglia Ca- magistrati Vincenzo Mazzancolli e Tom-
stelli di Milano, dalla quale uscì il cardi- maso Ferenlilli;i militari graduati Ana-
nale Giuseppe ^l .^ Ca stelli V.) , tocca ai- stasio Ciancherotti e Silvestro Licchusi-
c;im poco la storia eziandio de'Castelli di ni. Tra' letterati primeggia il patrio sto-
Terni. Si [>onno inoltre vedere: Zazzera, rico Angeloni, autore di altre celebri ope-
Della nobiltà d'Italia, famiglia Castel- re, come AtW Historia Augusta da Giu'
li. Gamurrini, Istoria dcllefamiglie To- Ho Cesare a Costantino I, illustrata col-
scanee Umbre, famiglia Simonetta. Inol- la verità dell' antiche medaglie, PiOina
tre in genere per le famiglie nobili e il- 168 5. Innumerevoli sono i ternani che e-
lustri lernane, abbiamo: Etimologia de' sercilarono le più distinte prelature e oc-
cognomi della città e de'cittadirJ cliTer- cuparono illustri sedi vescovili; mi limi-
ni.e di diverse ci ttà d' Italia ,Kotni\ 1 743. terò a ricordare qui i più recenti. Fran-
L'Angeloni riporta che ^Ialina dichiarò cesco M." de'conti Gazzoli vescovo di To-
che Paolo 11 creò cardinale Teodoro Le- di, morto decano de' vescovi non solamen-
lio[F.) vescovo di Treviso, di Terni; ma te dello stalo pontificio, ma di tulio l'e-

osserva che non si conosce alcuna fami- piscopato; Carlo Filesio de'marchesi Cit-
glia di lai cognome ternana, e saviamen- tadini, vescovo di Perugia ; Gregorio de'
te riflette che i veneziani non erano solili conti Fabrizi, delegato di Spoleto, visi-
uoaìuiare a' vescovati de'lorodominiiper- tatore apostolico di Z<o/-eto, chierico dica-
TER TER 107
wcva e p\'e?,\òenle àtWe Milizie pontificie, sono presso la chiesa parrocchiale dis. Ni-
JI Papa Pio TX, da uditore della nunzia- cola in Piis dii-lsis, ove fu il tempio di
tura di Parigi (dopo es>ere sialo per molli Mercurio. Vicino a porta di Tre Monu-
anni uditore di quella di IVa[(oli , ed ivi nienli appariscono vestigia d' un sontuo-
anche incaricalo d'a(faii), neliS53 prò- so arco trionfile eretto a Domiziano. La
mosse al cospicuo grado di uditore della chiesa parrocchiale del ss. Salvatore di for-
sacra rota romana l'ottimo mg."^ Pietro ma rotonda, fu tempio dedicato al Sole;
Giannelli, che il cardinale concittadino quella pure parrocchiale de' ss. Lorenzo
fece vicario di sua diaconia, della quale e Egidio era tempio di Mnile, assai ve-
era stalo canonico. Il n.° 85 del Gior- nerato dn'pagani ternani. Nel luogo sub-
/m/e <^// /io/??;7 del 18^4 con riconoscente urbano detto Valenza, fu il tempio del-
epatrio elogio annunziò la morie dell'in- l'omonima dea tutelare della città, sioj-
gegnere cav. Giuseppe Riccardi (sunno- boleggiando il valore e la virtù de' roma-
minato e che già lodai a R.IET1 e Spoleto, ni. Sopra il sotterraneo tempio di Pane

e dovrò riparlarne), membro della dire- fu fabbricata la chiesa de'ss. Sirne Bar-
7Ìone generale del censo, quale onesto e tolomeo. Vicino al Iago Velino, nel terri-
religioso, amatore della patria, nona pa- torio di Terni, era tempio di Nettuno
il

role, ma con fatti generosi, disponendo a e del Velino, ed il marmo


con iscrizione e
vantaggio della medesima una parte del le sculture ivi rinvenute furono collocate
suo patrimonio. Compassionevole verso i nel palazzo municipale. Per la città vi so-
poveri, largamente li soccorse in vita, e in no diversi avanzi d'opere relicolate,di pa-
morie lasciò fondi per annue limosine, 'viraenti tassellati e di musaico; si cava-

consagrandoli specialmente a vantaggio rono statue, leoni e lapidi di marmo, e


degl'infermi, onde la sua memoria sarà allre anticaglie. Intermedia alle mura ro-
jn benedizione. mane e del medio evo, si rinvenne una
L'antica Terni ancora fu di pubblici e cella sepolcrale. Già l'elevai chea dovizia
privati edifizi, e di templi magnifici or- lapidi antiche e avanzi di monumenti si

nata, e di alcuni già feci ujenzione. Dal- collocarono nel palazzo del comune, enei
l'anfiteatro non lontano, sono grandi ve- portico del duomo, nel quale talune vi
stigia d'un teatro nelle case de'Rossi sino pose il d."^ PietroManni (di cui alti'ove
a quelle del colonnello Lue' Antonio To- parlai di sua opera per la cura degli
massoni, ternano di singoiar valore e in- apparentemente morti), che danno pre-
gegno, compito da Caio Des>io Massimo gevole cognizione di nomi etruschi e um-
edilecurule,col portico e la ciypta o grot- bri. Fuori di porla Romana, per la via di
ta per custodia delle fiere, ponendovi l'i- Sabina, vi è la basilica di s, Valentino
scrizione con decreto del senato, che ri- de" carmelitani scalzi. In questo luogo
porta Angeloni. Presedunqueabbaglioil dopo la sua decollazione fu il santo ve-
Calindri, nell'asserireche CaioDessio ter- scovo onoratamente sepoltoda'fedeli ter-
nano ultimò ornò l'anfiteatro su cui sor-
e nani, indi vi edificarono un oratorio; e

gè r episcopio, e che di altro anfiteatro dopoché Costantino die pace alla Chie- !

ch'era fuori della città non trovansi or- sa, gli eressero un gran tempio a 5 navi

ine;edel teatro facendone edificatore Ca- e ornarono riccamente. Anastasio Biblio-


io Dessio edile curule. Bensì questo ma- tecario lochiamo basilica, narrando l'ab-
gistrato sembra cheTei ni lo avesse, e che boccamento che vi seguì tra s. Zacca-
Dessio fosse ternano. Ebbe Terni anche ria e Luitprando,e paramenti sagri do-
i

le terme, e ne restano avanzi nella chiesa nati al contiguo monastero da s. Nicolò I.


di s. Angelo de Flamine j così detto per- L'antico edificio logoro dalle vicende na-
che presso la Nera; rovine d'altre terme turali e politiche de'tempi,si ridussea pie-
io8 TER TER
colo tempio, che ricevè diversi restauri. il santo con operare alcuni miracoli. Nel
MiDaccìando rovina, per venerazione al declinar del 162 5 passando da Terni per
sepolcro del santo e di altri 5oo marti- Roma Leopoldo arciduca d'Austria e fra-
ri in vari tempi ripostivi, venne risoluto tello dell' imperatore Ferdinando II, si
di levarne le loro reliquie. Nel 1600 se- portòa venerare ilcorpo del martire,e ve-
condo Angeloni, o come vuole l'Ughelli dendo che l'altare che lo racchiudeva non
nel GoSa'a luglio fu ritrovato consom-
I i era corrispondente a'suoi meriti, dispose
nio giubilo il corpo di S.Valentino, on- di ridurlo in miglior forma, giacché 3oo
de il vescovo Onorali, collocatolo iu al- anni innanzi un re di Francia avea do-
tra cassa , dispose che con solennissima nato a'suoi antenati quel pezzo di cranio
processione fosse trasportata nella catte- di cui fu trovalo mancare la testa. Aven-
drale. Mentre la pompa ecclesiastica pro- do ciò manifestato l'arciduca, fu a lui in
cedeva col vescovo dalla cattedrale alla prezioso reliquiario dato un dente da due
basilica, da sereno divenuto mi-
il cielo ternani. Quindi fece innalzare da' fonda-
naccioso, scoppiò in furioso vento e in tor- menti la magnifica cappella maggiore con
renti d'acqua. Nondimeno il vescovo e la altare di marmo, avendovi gettato le pri-
numerosa processione con fervorosa co- me pietre il vescovo Mannucci 5 di-
a' 1

stanza procedendo alla traslazione delle cembre 1626, il quale poi la benedì e ce-
sagre spoglie, queste condussero nella cat- lebrò la I.* messa a' 20 luglio i63o. Indi
tedrale tra l'esultanza generale. Ivi vo- processionalmente ripose nel detto altare I
levfisi erigere al santo protettore un ma- maggiore il corpo di s. Valentino, che [)o-

gnilico deposito, ma invocatasi la ponti- scia fu dichiarato protettore principale


fìcia licenza, il cnrdinal di Camerino (al- della città, ed il clero ottenne per tales.
lora ne viveano 3, Gio. Evangelista /"tf/- Anastasio per venerameli corpo nella cat-
lotta, Picì-heiicdctli e Saimcsi), per di- tedrale, come di sopra nolai.Di altre chie-
vina ispirazione, ir»vece propose la liedi- se suburbane e rurali tratta Angeloni, in-
ficazione della suburbana basilica, di ri- sieme al territorio, che d'ogni parte innaf-
porvi il corpo del s. patrono, e questo e le fialo dal Nera, è uno de'piìi fertili d'Ita-
altre sagre reliquie allìdare alla custodia lia, per cui lo celebra e ne fa particolare
de'carmelitani scalzi. Superale le dillicol- desciizione, in uno a'giardini doviziONÌ di k
là insorte, il i.°giugnoi6o6 solennemen- fiori e agrumi. Si distende in vaga e ame- i
nuova chiesa,
te fo gettata lai. pietra della na pianura,epe'colli,cintoin buona parte
già consegnala a'carmelitani, da Luo'An- da'uìouti. Sua maggiore e piìi ferace pro-
tonio Gìgli ternano vescovo d'AIalri, per duzione è l'olio, senza che però vi sia di-
non essere ancora giunto in Terni il nuo- fetto di cereali; squisiti sono vini, el'u- i

vo vescovo Piipa. ilifabbiicata la chiesa, bertà de'[)iati somministra ottimi pasco-


costruito il convento, nel j6og vi si reca- li, onde il bestiame ha saporitissime car-
rono ad abitarlo carmelitani, quindi a' i ni. Viabbonda ogni vettovaglia, pollame
22 luglioi6i8 seguì con giubilo e col con- e selvaggina d'ogni specie, gli erbaggi, le
corso di 3o,ooo persone, il trasferimento frutta varie, belle e di grato gusto, massi-
del corpo di s. Valentino dalla cattedrale me le persiche di straordinaria grossezza,
alla sua basilica, con soleiuie apparato di raccolte per lo più ne'dintorni di Papi-
splendida processione, seguita dal vesco- gno, eh' è distante 3 miglia da Terni. I

vo Gera e dal prelato governatore Seve- ternani giovandosi dell'acqua del Nera,
rino Ebni.Oltrjt; i cori di musica, per pub- mediante 3 forme suddivise in uiui mol-
blica letizia due fontane gettarono vino, titudine di canali, de quali la piìi parte
SI eressero f) archi trionfali, e si esplosero si attribuiscono all'edile C. Dessio, irri-
bombardi e fuochi artilìciali. Dio ouorò gano e fecoudauo i loro campi , ed ani-
TER TER lof)

inano vari rame,


opifici! della carta, del mazione degli Apennini nel lerrrilorio di
del feri o, del cuoio, moltissimi inolinì da Monte Leone al nordest diTerni. Di que-
grano e da olio, una sega ad acqua, e le ste interessanti fodine, il cav. Riccardi nel-
gualchiere. Tali acquedotti furono cele- le sue Ricerche isteriche efisicJic,co\\'aU'
brati anclie dal municipale Tacito, e nel- torità del geologo Breislak ne dà un'esat-
l'espurgarli si trovarono medaglie d'oro ta idea, dicendo essersi ivi formalo il mi-
e d' argento. Narra il Castellano, che d. nerale quando il mare ritiratosi dalleci-

Giuseppe de Sanctis nell'occasione del ri- me Apennini, le sue acque restate


degli
sarcimento d'una delle forme, fece l'acci- stazionarie nelle profonde valli, se si ù-
dentale scoperta d'un'antica strada, eoo nirono le acque piovane de'm'onti si cam-
bel ponte di travertino, la cui arcuazio- biarono in laghi d'acqua dolce, e quan-
ne è riempita di sostanze calcaree, e sem- do ne'fondi s'incontrarono sostanze ferru-
bra aver servito di passaggio a'montani ginose si formarono deposizioni più o me-

paesi oltre il Nera. Nel Supplimento del no abbondanti di ferro. Scolate le accpie
1.13 àe\\'^Ujuru,n° 3c), si riporta il Ra- sopra il suolo diseccato dal sole si stabilì

gionamento del cav. Riccardi pel Pas' la vegetazione, vestendo la deposizione fer-

saggio deir Appennino fra la provincia ruginosa, la terra risultante dalla decom-
dell'I moria in Ancona. In esso per in- posizione de' vegetabili , e quella che vi
caiico della magistratura di Terni trattò cadde sopra dalle vicine colluie. Premes-
sulla Strada ferrata (f'-J. da passare sa questa teoria,faciImentesi spiegano lut-
lungo la Val Nerina per la comunicazio- ti i fenotneni che presenta la miniera di
ne del mare Mediterraneo coll'Adriatico, Monte Leone, e si comprende perchè il

possibilità che videro anche altri ingegne- minerale si trovi costantemente nel fon-
ri. Osserva poi che il gigantesco stabili- do delie valli, avendo ora per tetto e per
mento della Ferriera di Terni che può , letto,ed ora solo per letto un'argilla fer-
dirsi modello di tutte le altre oltremonti ruginosa. La miniera non è delle più ric-
ed oltremari, ciie attiva un incompara- che, la qualità è di ematite bruna e fusi-
bile commercio, la Caduta di Terni di bile.Pio VI a fronte di enormi spese im-
ammirazione di tutti i viaggiatori, sareb- piegate nella cava del minerale e nelle
bero oggetto di preferire questa città a fabbriche, restò deluso nelle sue speranze,
qualunque altro diverso passaggio. Ro- poiché uomini esteri che diresseio il la-

ma comunicando colla linea ferrata della voro,solo prowideroal proprio interesse;


Val Nerina, potrebbe avere tutti gli ar- perciò la miniera restò in breve sepolta
commercio delle Marche a mi-
ticoli del nella sua antica oscurità. Nel citato y^/-
glior prezzo, con risparmio di sei gior- huniB p. 2 I 7, vi è s'interessante articolo:
ni di viaggio; e questo tratto di ferrovia Delle miniere diferro e degli stahilimen-
farebbe parte della linea d'Ancona, qua- ti per la manifattura del medesimo nello

Uinque fessela direzione che volesse pren- Stato Pontifido ..con 3 incisioni, cioè: la
dersi. Stringe il suo dire con rappresen- veduta del grande stabilimento eretto in
tare,cheTerni possedendo molli opifìciiin Terni per la lavorazione del ferro; la me-
più generi, città manifatturiera e com- daglia fatta coniare da UrbanoV III, quan-
merciale, che dopo Perugia ha più ani- do fece aprire le miniere di ferro di Mon-
mato dell'altre della provincia, merita an- te Leone; la veduta dell' ingresso dello
ch'essa qualche considerazione. Pio VI fe- stabilimento di Tivoli per la lavorazione
ce edificare l'opificio ad uso di ferriera, fra del ferro. In queste notizie storiche di al-
correnti d'acque condotte per canali ar- quante fra le più cospicue miniere di fer-
tefatti, destinata a lavorare il minerale de' ro nello stalo pontifìcio, colla descrizio-
monti Gavejli, Cornuvole, e Rusciodira- ne de' due grandi stabilimenti di Terni
no TER TER
e di Tivoli, perle manifullure di (ni me- zandosi in basi più ferme,! governisi gio-
tallo, si dichiara che questi opificii per la varono delle naturali ricchezze raìnerali
felice e loro unica condizione de'iuoghi,a- rimaste per lungo tempo in oblio, couie-
intala da tulli gl'ingegni e litrovati del- lici successi e vantaggio de' popoli; ed an-

l'ai !e. non hanno gli egualiin Italia, e pon- che Papi si presero speciale cura di que-
i

ilo rivaleggiare co'più ilhistri al di fuori sta sorgente di pubblica prosperità. Nel

di essa. Le miniere di ferro sono ben de- i64i Urbano Vili fece riaprire la mi-
gne dell'universale attenzione, mentre è niera di Monte Leone nel territorio del-
liiaiiifestocom'esso vinca in utilità gli.stes- la provincia di Spoleto, la più celebre e
si più preziosi metalli. Il ferrosi estende più fruttuosa dello slato pontificio e una
coU'uso alleopere della pacee della guer- delle più ragguardevoli d'Italia. Il Papa
ra, e viene disposto a nwlleplice comodo eresse da' fondamenti un opificio, e per

dell'udiana vita; imperocché da esso per- fornire 1* acqua necessaria fece deviare
viene la difesa della patria, da esso la col- parte del fiume Corno, e con altre sorgen-
tura de' campi, le agevoIez7e de' sentieri tiinnalzato il letto del fiume mediante
della terra e del mare, la solidità tlegli edi- un solido muramento chiamato parata,
fizi, olire altre innumerevolissime cosca introdusse l'acqua nel canale per ricever-
sicurezza e sostegno della vita. Laonde è la e portarla al forno e forinarne il vento:
dello comune: Che il ferro comandi al- per memoria vi si collocarono due lapi-
l' oro medesimo ì Tra'nnetalli ond'è ricca di, e si coniarono due aiedaglie, d* una
l'Italia, ebbe fama sino dagli antichissimi delle quali esiste ancora il conio nella zec-
leinpi il suo ferro, e miniere si trovano in ca pontificia. La camera apostolica ne ri-

pili luoghi della penisola, massime nell'i- cavò grandi vantaggi, ma il terreiuoto
sola dell'Elba del granducato di Tosca- deliySo minò la parata del fiume, che
na. Avanti romani si distinsero gli etru-
i tornò al naturale suo corso, ed i lavori
schi, valentissimi nella depurazione e nel- furono sospesi. Pio VI riattivò la minie-
le varie leghe de'metalli, e insieme squi- ra e ristabilì 1' opificio; però le vicende
siti lavoratori di essi, da' più preziosi a' poliliche tornarono a danneggiarlo, quia-
a' più comuni, onde l'opere tuscaniche di pali danni, devastazioni e l'abbando-
vennero in [)regio in lutto il mondo ci- no: ad onta ch'è collocata opportunamen-
vile. Per politiche ragioni il senato ro- te in mezzo a vastissimi boschi, il ferro
mano vietò all'Italia l'escavazione delle è d'ottima qualità e di facile escavazione.
proprie miniere, ove affluivano un'im- Inoltre nel territorio di Spoleto vi sono
mensa ilovizia di tutti i metalli delle vin- le miniere di Gavelli appodiato di s. A.-

te nazioni. Decaduto il romano impero si natolia, aperte nel i


7g5, di Monte di Ca-
promosse l'escavazione de'melalli in Ita- scia, di Popaggi, e Stifone frazione di Nar-
lia, riattivandosi le antiche cave, incomin- ni; nella provincia d' Urbino quelle di
ciando da Valente e da Valenliniano li Montecucco. La miniera di Guarcino nel-
nel IV secolo, e di preferenza si comin- la provincia di Prosinone fu cominciala

cio cometalli preziosi; ma per le succes- a cavare neli 790. La miniera della Tol-
sive barbariche invasioni, tutto giacque fa (di cui riparlai nel voi. LVIII, p. iSa)
nella miseria. In seguito molte cillà ven- fu trovata nel i65o, e attivata, indi so-
dicate le municipali hanchigie, le minie- spesa fu riassunta nel 1789 e nel 1749;
re si atlivarono a profitto de' comuni o ma poi di nuovo restò negletta, sebbene
de'signori, e si formarono le consorterie si conosca la straordinaria bontà del suo
longobarde, alle quali se ne appaltava il ferro, nello slesso 1. 1 3 ùaW Album a p.
proli Ito, con scarsi e incerti successi. Re- 273 vi è la Relazione del professor Giu-
spirando l'Italia da'mali civili e orgauìz- seppe Ponzi sul minerale del ferro di
TER TER 1(1

Tolfa e sullo sperimento fatin del tue- del vento all' intero opificio, 1' altra per
di'sìinoiii Francia, coWe vetliite della ca- servire al forno di i.'^iiisione. Il ferro che
va delle miniere del ferro e del fumo fu- sidenomina meicantile viene ti afilato in
sorio. Dello stabilimento di Tivoli, Ti (jMlI- un grande cilindro, e due più piccoli ser-
l'articolo ne ragiono; finalmente quanto vono a trafilare quello detto distendine.
a quello di Terni, vado a ripetere il nai-- Vi è un cilindro di^misiirata grandezza,
rato (iia\V Album. E poiché, profillando unicoanc(jra in Italia, ed è perfire lo ro-
dell'occasione dissi queste poche parole taie per le strade ferrale, il bandone e I.t

sidle miniere di ferro dello sialo pontifi- latla. Ai lavori del ferro fuso sono desti-
cio, qui aggiungerò, che il Calindri no- nati due fornelli di seconda fusione, hìen-
mina lericoidatee le altre miniere di Cir- tre uno più vasto e maggioie di prinui
ro del medesimo a p. 44^5 con erudite no- fusione, serve a ricavare la ghisa o ferre^.c-

zioni sulla remota scoperta del metallo e cio della miniera. Le minori macchine,
dell'arte di lavorarlo, non che di sua na- gli_ utensili, e quanto a sì vasto o[Mficiosi
tura, in confronto degli altri metalli, e di conviene, ponno agevolmente e meglio
sua efficacia medicinale.il commend. Gal- pensarsi che essere descritti. IVon si deve
li, Cenni economico-statistici sullo Sta- tacere, che in tutte le macchine, alla per-
to Pontifìcio, tiene proposito del ferro a fezione colla quale sono recate dall'este-

p. 143, cioè di quello di Monte Leone e ro (e dicasi pure con ogni invenzione più
dellaTolfa. Possedendo l'opuscolo che ora recente), altra e notevole ne fu accresciu-
passo a ricordare, potrei darne utile con- ta a cura degli autori dello stabilimento.
tezza, ma la natura di mia opera me lo Aggiungerò che vi è anco ima magnifica
vieta:Relazione della miniera di ferro oflìcina pel torno, cioè per tornire il fer-

di 3Ionte Leone e ferriera di Terni, pre- ro, per cui nella ferriera si lavora ferro
sentata dal cit. Scipione Breislak ispet- fuso, cilindrato, malleato e tornito. Que-
tore deHavori mineralogici della rep. ro- sto stabilimento e quello di Tivoli uniti,
mana alcit. Toriglioni ministro dell'in' lavorando in piena attività, ponno fab-
terno. 11 Cancellieri che la ricorda nella bricare ben I 2 milioni annui di ferro, fu-
Lettera sulV aria di Roma, la dice ivi so, battuto e cilindrato. Laonde i proprie-
stampata neh 799. Roma an. vi repubbli- tari diben conoscendo per prova
essi

cano. Sorge lo stabilimento per la lavora- quantoabbia ad accrescersi l'ulilecoirau-


zionedel (erro in Terni, nella più bella par- mento de'capilali,neli846 foi maronoin
te dell'Umbria ,
quasi nel ceniro di città Roma la Società Romana delle Minie-
fiorenti per popolazione e industria. Am- re di ferro, mediante azioni sociali di
pio e ben divisato ii'è l'edifizio, e il fìu- scudi 100 l'una, che il Papa Pio IX ap-
meVelino derivato in canali all'uopo con- provò. La società si fece centro d'ima o-
dotti, gli appresta l'alimento e la forza del perazione quanto grandiosa, altrettanto
le sue acque. L'opifìcio è corredato di am- proficua, unendo al privilegio dell'esca-
pli locali per carbonili, ed ha vasti ma- va/ione delle miniere del feiro, la proprie-
gazzini e abitazioni per ogni genere di la- tà e l'opera de'due stabilimenti di Terni
voranti. Le macchine disposte secondo la e di Tivoli, associando così al prodotto
loro convenienza, ciascuna in capaci e co- della natura quello dell'industria. Le mi-
modi ambienti, danno a vedere le ruote niere furono concesse in perpetuo dal go-
fucinali e i movimenti quasi lutti costrui- verno pontificio alla società con discreto
ti di ferro, per cui la durata è da ritener- annuo tributo, e colla cointeressenza del
si lunghissima. Visi trovanostabilili Sfu- governo medesimo negli utili delle stes-
cinali, 4 grandi magli , e 2 macchine a seminiere.Essesono quelle di Rionte Leo-
slauluffo, una per apprestar raliraenlo ne, di Gavelli, di Tolfa ed altre. Riferi-
112 TER TER
sceiln.°4i (\e\ Diario di /?ow<7 del 1847, nazionali manifallure.Quanlo alla minie-
che il direttore ingegnere dello stabili- ra della Tolfa,essa ancora non giunse al-
nieiilu di lei 10 iu Terni, avea fatto la sco- la sua perfezione, a cagione che il forno
perta nelle vicinanze di Todi di una ca- usato negli esperimenti non era di quel-
\a di pietra refrattaria, composta tutta l'altezza che si richiede per una miniera
che equiva-
di selce d'eccellente qualità, tanto ricca, e che contiene un complesso
le a quella di pietra santa in Toscana, ser- di sostanze eterogenee. Di presente la so-
vibile tanto per alti forni fusorii, quanto cietà si occupa di far costruire, a mezzo di
per riverberi adatti alla fabbricazione del valenti ingegneri, il forno fusorio nelle vi-

ierro malleabile. Così potè surrogare u- cinanze di Civitavecchia, nelle debite pro-
tilmeute e con molta economia i refrat- porzioni; giacché per le aiinieie di iVIonle
tari, provenienti per 1' uopo tanto dalla Leone e di altre contrade dell'Umbria, e
Toscana, quaotodalla Francia, e ne este- derivanti da'sedimenti summentovati, so-
se l'uso non solo per lo stabilimento di no ottimi gli esistenti forni di Terni e di
Terni, ma anche per quello di Tivoli. La Tivoli. Ora descriverò quanto riguarda
società romana delle miniere di l'erro, la l'impetuosa, pittoresca, imponente e sor-
quale bene incominciò e tuttora prosie- prendente Caduta delle MarmnrrpieS'
gue le sue lavorazioni, non ha peraltro so Terni, forn)ata dal fiume Velino che
potuto del tutto compiere il suo scopo, d'alto precipita e s'inabissa nel sottoposto
quello cioè dell'escavazione del minerale fiume Nera , famoso spettacolo che nel
nelle diverse proprietà da lei possedute, mondo dicesi solamente superato da quel-
per benigna e memorata concessione
la la di Niagara. Secondo Plinio, questo luO'
governativa; imperocchègli eseguiti espe- go si rida ma i marmi, i/erchè il marmo
rimenti sul minerale, dove nella sua pro- i'i ercsce, a motivo della proprietà di lar-
porzione sono riusciti abbondantissimi nel tarizzare dell'acque Veline,onde si elevò
minerale estratto, però quelli della Tol- la sogliada cui precipitava, ed ecco per-
fa, per quanto poi dirò, haiuio dato una chè rimase a questa cataratta i! nome di
qualità di ferro alquanto fragile, per cui Caduta delle flfarmore. Per la delta pro-
la società sinora non ha creduto del suo prietà delle acque di tartarizzare e petri-

interesse il [)rogredimento dell'escavazio- fìcare le sostanze ad esse sottoposte e a-


ne nelle miniere, ma si è limitata alle so- diacenti, nasce l'abboudanza della pietra
le lavorazioni delle ghise inglesi e d'altre sponga, del travertino, dell' alabastro e |
*
parli. Questa società conserva tuttora in- delle grandi stalattiti, poiché nelle acque
tatti isuoi capitali di 600,000 scudi, pio- trovasi sciolta una quantità di materia cal-
duce un ferro lavoralo di eccellente qua- carea. Le acque Veline giunte all'orlodel-
lità; ma ad onta di tulloqueslo, per le at- la caduta binnchee spumose,
la loro spu-

tuali condizioni industriali , tiene le sue ma che sembra massa di


è lauto densa,
azioni a |)rezzo inferiore al valore nomi- neve che d'alio per grand'impeto rovini.
nale, che è comunead altre non meno
il Qjiesle masse, così bianche e spumose e
utili società di pubblica industria. E da dense e continuale, formano come una co-
<lesidtraisi che questa società delle minie- lonna di neve, che senza mai interrom-
re di ferro prosperi, onde continuare l'e- persi va da immensa altezza a piombo sul
sperienze,e intraprendalo scavo delle sue JVera. Nel cadere è tanto l'urlo, che que-
miniere; e così viemmeglio assicurare la sta colonna, forujato già un ampio lago
sua sussistenza, la quale dovendo conser- fluttuante di quella neve spumosa e fitta,
varsi con r acquisto e lavorazione delle tutlD si rompe e si volatilizza in così mi-
ghise estere, forse non potrebbe reggere nute particelle, che più grandi non sono
seQza uu salutare duzio protettore delle que'sotlili vapori, che iu uq bel malliuo
TER TER n3
di aprile il sole imbianca al primo spim- l'andar del tempo avrebbe formato un
lai- stiii'oiizzonfe nelle valli soggelle. Que- profondo lago, finché non fosse giunto al
sti vapori e questa caiulicla ma trasparen- livello de'monti, e si fosse da perse for-
te nebbia si tlistenile per lutti (jiie^li sco- malo im emissario. Il magnanimo censo-
gli, e li feconda nelle piìi fresche e Inssu- re o console romano M. Curio Dentato fu
reg^ianli erbe, che cos'i belle e cristalline ili.°a fare nel 4*^' di Roma il taglio del
fioriscono, come
rugiada sempre lese la terreno petrifjcato, rompendo l'orlo alle
imbianchi, che su questi vapori e
il sole ]Marmore,efece liberamente cadere il Ve-
su questa nebbia percuote, non altrimen- lino nel sottoposto Nera, che toccato Ter-
ti che dopo la pioggia, rotti già nembi i ni e N'ami, sotto Otricoli si scarica nel

e impregnata l'aura di sottilissimi umo- Tevere e Io ingrossa. In seguilo lei-na- i

ri, forma due o tre iridi, che da uno sco- ni si lagnarono per la troppa abbondan-
glio all'altro a guisa d'arco si stendono, za dell'accjue e per la quantità di grossi
e come ponti stanno sopra a' vortici del sassi che precipitavano nel letto del Nera;
Velino, che riprende un poco l'aspetto di e nel 700 di Roma a ripararvi edecidere
acqua, e di sasso in sasso terribile si pre- le questioni fu spedilo da Roma il con-
cipita nel Nera. Chegrandiosa, che super- Claudio con o legati. Cicerone di-
sole A. 1

che immensa cosa sia 1' orrido della


ila, fendendo reatini. Poscia da'due popo-
i

montagna, il bianco dell'acque, l'impeto li si fabbricarono lateralmente due for-


e il rumore della caduta, il contrasto del- tezze, i reatini il castello IModio, i ternani
la luce, le indi, gli scherzi dell'acque, il la rocca Fabe,ollre l'altra di s. Angelo sul
corso del Nera, l'ampiezza del luogo, e i monte omonimo, e ora seraidiruta. Gon-
diversi ma lutti sublimi ellelti, che dal me- fio Tevere per molle pioggiee afflitta
il

raviglioso complesso di queste cose deri- Roma con desolante inondazione, nuovi
vano, può meglio che descriversi, imma- rumori e discordie insorsero nell'impero
ginarsi. Qui l'anima attonita veramente di Tiberio. Nel i4oo i reatini, senza il

si sublima, e ti senti nel riguardarlo spet- consenso de'lernaui, incominciarono ad


tacolo, maggiore di te stesso! Nell'artico- aprire un nuovo scavo nel loro territo-
lo Rieti (ed anche a Sabina), descrissi l'o- rio, onde si venne allearmi tra le pnrti;
riginee il corso del famigerato (lume Ve- quindi per l'arbitrato di Braccio da Mon-
lino e de! suo lago di Fiediluco (del qua- tone fu concessa a' reatini l'apertura di
le riparlai a Spoleto, ed il Cancellieri a nuovo emissario, regolandolo ternani i

p. 248 del il/e/'Crtfo, chiamando l'eco di onde non patirne le loro campagne, nel-
Piediluco eco di Terni, lo dice consimile la torre loro accordata per custodia. Chia-
a quello di Capo di Bove nel suburbano mandosi poi i reatini danneggiati, recla»
di Roma, cioè nel sepolcro di Cecilia Me- marono a Paolo 111 per un nuovo scavo,
tella, che descrissi nel voi. LXIV, p.i4^) e meglio fu loro propizio l'operalodaCle-
e collo Spreiigero, /io/«rt nova, dichiara: inenle Vili che narrai, onde terminare i

u4d dictam scpulchrum audiluv £cJio,to- dissidii co'romani e ternani. Imperocché


tuiii versum reddens fere, uti Terni est ilVelino confluendo prima col Nera in
Kcìio, 1 3 \'ocahida rciteraiis),ovecesiau- piano inclinato e poi piombandovi sopra
do d'esser placido e tranquillo,.diviene ra- investì di tartari le iivedi(|uesto recipien-
pido e fragoroso. Come chiuso da'mon- te ristretto a meno della 3.^ parte di sua
ti non avendo dove sboccare, erasi im-
e larghezza, laonde dovea il Nera retroce-
paludato a danno di R.ieti per tutta quan- dere quando il Velino aumentava le sue
ta la sua valle, e producendo terribili i- acque,e recava danni immensi a'piaui su-
iionddzioni del Tevere (J'.) a pregiudi- periori. Indi Urbano Vili costruì un va-
zio de'lernaui, de'romaui e d'altri; e col- lidissimo muro, per impedirei! passaggio
VOI. LXXIV. 8
1.4 TER T E R
dal ponle fallo da Clemente Vili, a'mal- niala mia medaglia colla sua elligie con
viventi napoletani che per esso venivano niozzetla e stola, e l'epigrafe: / clìno in
nel tenitorio di Teiiìi. AvendosotloCle- Nar. Tcrt. Emisso. Nel rovescio si vedo-
inenle Vili l'arcliltetlo Fontana rimos- no due fiumi, che uniscono le loro acque,
so tlal Jello del Kera i sassi e breocie fin cioè il Velino, scaricato per la 3.' volta

violili, e non essendo questa la causa del nel Nera. Altre nozioni sul grave argo-
ristagno, si licorse a munire di argine le menlosi ponno leggere nelle due seguen-
spor.'.e nerine, e con questo mezzo si e- ti opere. Francesco M.' Gaudio, Relazio-

levòsoprala campagna nel fine della val- ne {storica per la città di Terni, (Iti dan-
le il suo letto, operazione diOicile a so- ni sofferti dalla medesima in occasione
stenersi in un corso ora rapidoe indocile, d'innovazione sulla confluenza del fiu-
ora incompleto rigurgito. Da quella gra- me T'elinocon laNera,^ovn^ 783. Giu- 1

ve svista furono continue ma sempre inu- seppe Riccardi, Ricerche istoricìie e fisi'
tili le spedizioni di molti ingegneri; quin- che sulla Caduta delle Mar/nore, ed os-
di e con ragione ternani e altri adiacen-
i servazioni sulle adiacenze di Terni. 5.'
ti al Nera continuarono altamente a re- edizione accresciuta dall'autore e cor-
clamare pe'tanti aggravi e rovine che ri- redata dinuove tei'o/e .Roma 825. Que- 1

sentivano, onde ricordai celebri ingegne- i st'ultime sono, la Corografia de'bacini dei
ri e idraulici che studiarono il mododi to- fiumi Nera e Velino, e del contermine ba-
gliere la causa di tanti mali, e ricordai le cino del fiume Aniene; la Topografia fi-

diverse opere perciò pidjblicate; e come sica della cateratta del Velino, il corso del
riuscì a Pio VI di eliminare i danni a'fon- Nera lungo la Ternana, e depositi
valle
di della valle Nerina, prodotti dal ri- calcarei dell'agro Ternano; il prospello
gurgito e dal ristagno alla salubrità del- della Caduta delle Mai-more, veduta da
l' aria. Inoltre Pio VI per comodo di panorama; e il disegno dell'anfiteatro da
passare dall'una all'altra riva del fiume, lui costruito per l'illustre famiglia Gaz-

al muro d'Urbano VJII fece un foro, e zoli. Questa egregia opera tenni presen-

quest'apertuia presentò comodo e sicu- te nel descritto in breve a Rieti, e meri-


rezza, ed apri un commercio di legna e tò che P. Fontana ne dasse distinta con-
iaibone colla città di Terni. Mentre Pie- tezza ne\Giornale Arcadico^X.ic^, p.3 o, 1

diluco, Unoiiacquisto, Labro e altre po- t. 3o, p. 5. Essa descrive pure il celebre

polazioni poste alla destra del fiume go- Eco del lago di Piediluco, e le rinomale
devano di tal benefizio, svegliossi l'inte- GrolleEoliedi Cesi, delle quali feci cenno
resse dell'alliltuario della barca, ed insi- a Spoleto, parlandodi Piediluco, e di Ce-
stè per la chiusura. Pio VI vedendo que- si e delle Terre Arnolfe. Il bacino del Ve-

sta essere stala la causa primiera di quel lino è di miglia geografiche quadrale 697,
muro ordinò che si lasciasse il foro. Que- quello del Nera fino al confluenledel Ve-
sto Papa nulla avendo risparmiato nel gi- lino è di miglia 4o3 parimenti geografi-
gantesco affale delle contese fra le comu- che. Calcolate le portale de'fiumi, il Veli-
nità danneggiate,e per troncare le lotte dei no nella maggior piena può a vere una por-
periti e degli avvocati con rimuoverne le tala di4 1 ,237,000 metri cubi per più gior-
cause, col taglio progettato dagl'idrauli- ni, ed il Nera una portata di 2 3, 829,000.

ci Gorelli e Donati, onde le acque della Abbiamo, Nuova descrizione del viag-
cava Clementina confluissero in Nera ad gio alla Caduta delle Marinore presso
tingolo più acuto, terminò danni della i la città di TVr/?/, ivi, tipografia Possenti
valle Nerina, e prosciugate quellecampa- 1837. In essa si descrive il corso del Vie-
gnegareggiarono ne'primi anni colia fer- tino; la storia della cateratta; il viaggio
tililà dell'Egitto. Laonde nel i
794 '" co- della caduta del Velino nel Nera situata
TER T ER m7
all'esldi Terni alladisfanzn di circa4'i^i' spettiva". Le diverse vedute della Cadu-
glia, uscendo per porta del Sesto, insie- ta, Marraore sono pure descritte dal
delle
me alla visita delle caverne nelle quali si cav. Riccardi, che non lascia di rammeii
(lisceiiile per una naturale fenditut.i: le lare, che l'acqua del Velino tartarizza in
volte sono concrezioni alabastrine di car- ragione di velocità. Nel t. S i\A\' Uhìinì,

hoiiato calcare, le pareti tortnansi di sta- p.27 i,si legge un erudito articolo d'\n
lattiti e di stalagmiti variate in bizzarre t(jnio Lilla: ÌJi-llaCndiita delle Manno-
guise; la caduta vista aldi sopra della ca- re presso Terni. Celebrandola, rimarca
teratta e alla specola (edifizio costruito che niuno si curò darne un'esatta misu-
dalla città nel ponlificafo di Pio VI); la ra. Dopo avere riportato le diverse opi-
caduta Pennarossa." iS'boccando
vista a nioni ed esagerale misure in vari tempi
da incavato enorme masso -/diviso in dop- pubblicate,riduce Caduta delle Marmo-
la

pia insuperabii sponda, -Precipita Ve- il rea metri più metri 48,cheso-
4f>i tutto al
lia tra sasso e sasso--Veila soggetta Ncia, no piedi parigini 47, piedi inglesi x^j iji,
1

atra e profonda". Qui è dove poeti can- i e palmi romani 21 5. Però qui rammen-
tarono il matrimonio della Nera col Ve- to: Chi narra dice un fatto e non confer-

lino, e qui è dove i più eccellenti pittori ma una sentenza! Il Caslelhmo riferisce,
formarono della Caduta delle Marmore che il Velino si precipita sul Nera dall'al-
quadri per le più ragguardevoli gallerie. tezza di 1,064 P'dnii romani, formando
Ma non ponno essere paragonabi-
questi la Caseata delle H/arinore, che non ha

li come e lo ripeto non lo


all'originale, pari nel mondo antico, e solo vien supe-
sarebbe (|ualuuquBdescrizione.--5 L'impe- rata da quella di Niagara nel nuovo. Par-
tuosa rapidità della corrente è tanta che lando di questa nello Spereliin geogra-
in un minuto secondo percorre metri fieo, la dice in America nell'Alto Cana-
3. 18, e riempie di (nera vi glia e di spaven- da, e che il lago Ontario dà luogo alla
to lo spettatore, grandioso spettacolo die alla grande Cascata di Niagara dii5o pie-
con più agio si contempla dalla specola. di di altezza sopra 600 di larghezza. Al-
L'ammasso di bianche e spumose acque, tri geografi riferiscono, che la riviera di
che privale di fondo e di ripe incalzan- Niagara nell'America settentrionale, fra
dosi impetuosamente precipitano ronio- lo stato di Nuova York e l'Alto Canada,
re""ianti
OD dall'altezza verticale di metri ha la famosa cateratta che si repula la

287. 5o, percuolentlo un largo macigno; più bella del globo: la sua larghezza si ri-

ivi parie di esse vieppiù bianche di schiu- duce ad una lega ei/4. l'altezza perpen-
ma per balze ripidissime alte metri 8f ,
dicolare della cascata èdii44 piedi, e si
for mando a lire cad ut e,confluisce col la Ne- crede che l'acqua discenda almenoGopiedi
ra con celerilà vorticosa: l'altra che fran- nell'abisso. La sorprendente cateratta è
gesi ne'massi è sempre agitala e conimos- divisa in due pai ti dall'isola d'Iris oGoat-
sa;si avvolge in vortici, e si dilata per mi- Island, coperta di begli alberi. Il rumore
nutissimi spruzzijalcuni di questi ricado- della cascata è inleso ad una distanza di
no come lieve pioggia, ed altri s'innalza- circa I 5 leghe; si sente la terra a trema-
no al di sopra del precipizio io soUiiissi- re ne'diiUoi ni. La nebbia o spruzzo che
rao e denso vapore a guisa di nebbia na- s'innalza al di sopra del precipizio, può
tante per l'aere. Percossa questa da'rag- vedersi 25 leghe da lungi: questo vapo-
gi solari cangia di colore in mille grazio- re cade neir inverno sui rami degli al-
se foggie, giusta la sua varia intensità e beri vicini, e vi si congela producendo va-
posizione, e brillando delle iridi più va- rie decorazioni cristalline della maggior
ghe, che spesso si raddoppiano, offre allo bellezza. Il tempo, la massa enorme del-
sguardo la più gradevole e sublime pro- l'acqua e r altezza del salto, hanno leso
1.6 TER TER
calcare il snolo sul quale scorrela rivie- e quivi entrato nel Tevere col suo primie*
ra di Niagara. La penna di Chateaul)riand roorgogliosoardireancheil nome disper-
Ja descrisse con eleganza. Quanto all'ori- de, rendendolo più d'ogni altro affluen-
gine e corso della Nera, coll'Angeloni di- te grande e navigabile. Ad onta di tanta

rò che nasce dall'alto giogo dell' A penni- velocità, vogliono Strabene e Tacito, che
no verso Visso (come rilevai parlandone il Nera fosse un tempo navigabile; e Fal-

a Spoieto), nel monte Fiscello o monta- teschi rileva che il Nera divide 1' antica
gna della Sibilla, da due fori quasi orili- Sabina dall'Uuìbria. Tanto il Velino che
ciò del naso di bove o altrosimile anima- il Nera producono grossi e buoni gambe-
le, forma ti dal sasso della sua naturale sca- ri, eccellenti trutte, grandi lucci, orate, tin-
tui igine, traendo così il nome di Nave o che, anguille, lampredi, squali eallri pre-
Aera ;\\v\ì nelle sue bianche acque si me- giatiesaporili pesci. Nel n."236 del Gior-
scolano alcune sorgenti solfuiee e ne ri- nale di Ro//ui óe\ iS53 sì àepìovano gra- i

ceve la loro proprietà anzi credesi che


,
vi danni e le rovine fatte dalla furiosa i-

nell'antica lingua sabina la voce Nar. dal- nondazionedell'acquedel Velino e delTo-


la quale si fece Nera, significhi solfo. Di- rano nella notte del o i all'i ottobre; pub-
i

scendendo da'monti, giunge la Nera con blica sventura derivata da straordinaria


umili onde e per tortuoso cammino nel- pioggia di forte e terribile temporale.
la valledi Terni, ed ivi grandemente s'in- Tevm, Iiitcranina Nalian; ,i{x denomi-
grossa colle descritteacque del Velino, che nata I/dera/ììiìa,cioè fra due rami del fiu-

dal lago di Piediluco, cessando d'essere me Nera e soprannominata Ndliai's e


,

navigabile, fuiiosamente si precipitano, Nars, per distinguerla da altre città ap-


dalla fossa e cava Curiana o Clementina, pellate Jntcranì/ia, come 7'r7'/7/«o,e quel-
nel sottoposto suo seno con istrepito tan- le del Piceno, del Garigliano, di Spagna,
to fragoroso che assorda i paesani; e pe- di Palestina. Da qualche sciitlore invece

rò ali aqxinvxiin murmun'. crede Ange- ò\ IiitcraninaNahars, venendo chiama-


Ioni forse derivalo il vocabolo di 1/('//v//o- ta solamente NaJiarsJa confusa conlVar-

/'<7, e facendo la storia delle vicende dei nia o Narni aò essa vicina, non senza al-

Velino e del Nera, celebra le prerogati- terazione e amalgama di fatti storici, seb-

ve petrificanti e lartarose dell'acque ve- benemoltisonoloro comuni. 11 Fatteschi,


line, e tali che per ogni secolo anticamen- ]\Ieinorie dei duchi e la topografìa dei
te conveniva aprir col ferro il monte pel ducato di Spoleto, ò'ìce che la .'città del- i

loro libero corso, onde liberarci campi e l'Umbria, entrando dalla Sabina, è Ter-
la valleReatina da inondazioni. Raccol- ni, detta ne'tempi di mezzo Teramna , In-

te Nera nel suo alveo le acque del Ve-


il teramnae Interamnes, perchè circonda-
lino e l'onde sue così copiosamente au- ta dal fìume Nera; e che al Teramna o

mentale, divenuto impetuoso e superbo, Jnteranina suole aggiungersi JJmhriaey


con velocissimo corso e tutto spumante per distinguerla da Interainna de'pretu-
in parte bagna le muradi Terni, e da quel zi delta Teramo. Volgarizzato il nome
lato gli serve da fortezza, giacché la rapi- (\'Interanina, si formò l'odierno di Ter-

dità del corso e il profondo suo Ietto non ni. La fondazione di Terni si fa risalire

permette che ivi sia valicato. Indi scorre a Numa 2." re di Roma, che morì 67 i

sotto il ponte del Sesto, e valicato l'altro anni avanti la nostra era, quindi a poco
ponte Romano, per estesa pianura aftret- a poco fu decorata di que'maguifici edi-
la verso Narni il suo cammino, e aper- fizidicui già tenni proposito. Confusa con
tosi di là fra dirupate balze la strada, con JnteranmaLirinatiuin odel Garigliano,
muggiti e sempre romoreggiante discen- alcuni scrittori pietesero che Terni dive-
de nel territorio d'Orte presso Otricoli; nisse colonia latina de'romani. Che Ter-
TER TER 117
ni fu municipio e non colonia de'roraa- labella capilanod'Ottone,d'ordine di Ga-
ni, olire l'Angeloni, chiaramente lodimo- leria moglie di Vitellio. L'imperatore Set-
st:ò il ternano d.' Pietro Antonio Maga- timio Severo recandosi da Germania ia
lotti:Terni ossia Uantica InleraniìiaNa' Roma, fu incontrato in Terni da 100 se-

hartiuiìi non già colonia, ma municipio natori romani. Gl'imperatoriGallo e Vo-


dcì-omani, dissertazione offerta al pub- lusiano, incontratisi a Terni col compe-
blico di detta città, Foligno 7g5. Favo- i titore loro Emiliano, furono da questi vin-
rita da Roma di speciale predilezione, ed ti e spenti. Il coiìflilto seguì presso il pon-
alla quale fu costantemente fedele, fu at- te perciò denominato Sanguinario, ed ivi
tribuita alla tribìx Clustumitia, una del- furono sepolti due imperatori cogli altri
i

le più rispettabili tribù rustiche devonia- uccisi, il municipio fu ornato di preroga-


ni.Conseguitala cittadinanza romana, si tive da Aureliano e da altri imperatori;
governò a repubblica cogli slessi magi- e varie lapidi di famiglie romane attesta-
strali che avea Pioma, inclusivamente a- no che nìorirono in Terni, overecavansi
gli auguri, come provasi dalle numero- a deliziarsi, massime nell'estate, parecchi
se lapidi prodotte da Angeloni , ed illu- personaggi illustri,tulle pubblicale daAa-
strale con copiosa erudizione, nofninan- gelonie illustrale. Intanto, come diiò par-
do qiie'ternani che furono decorati delle lando del seggio vescovile, sino dalla na-
diverse ojagistralure. Mentre era patro- scente Chiesa, Terni avea ricevuto il be-
no della città e municipio Aulo Pompeo nefico lume della fede cristiana, e tosto
della tribù Cluslumina quando Appio ,
la sua chiesa fu innaffia la dal fecondo e glo-
Claudio Pulcroco' o legati fu spedito dal
i rioso sangue de'suoi martiri. Nella deca-
senato a giudicar le dillerenze co'realini denza deirin)pero, Terni soggiacque alle
perla caduta del Velino nella Nera, Aulo barbariche devastazioni. Nel 870 i carpi,
Pompeo difese i ternani suoi clienti, con- popoli del Danubio, congiunti coi liguri,
tro gli avversari sostenuti da Cicerone; on- tutto desolando, giunti a Terni la prese-
de la città e i cittadini liberati da'sopra- ro a forza e saccheggiarono: da simde ec-
stanti pericoli d'essere dalle pericolose ac- oidio andò esente Naiiii perleorazioni del
que sommersi, gli eressero una statua con suo vescovo s. Giovenale I, restando estin-
iscrizione. Allora furono posti i termini ti miracolosamente 3 000 barbarie gli al-

fra Piieti e Terni, indi si fabbricarono a tri fugali. Nuovi guai patì la città quan-

guardia della cava le sunnominate fortez- do il ribelle Eulchiano mosse dall'Africa


ze, i ternani avendo peculiare cura della contro Onorio, i cui capitani atfrontando-
rocca eretta sulla sommità s. Angelo. Dal- lo presso Otricoli, fu superalo colla mor-
la nobiltà e grandezza del municipio di te di 5o,ooo de'suoi; e nell'irruzione di
Terni, per antichità, per fabbriche, per Radagasio re degepidi, indi sconfitto da
pontefici e persupremi magistrati illustra- Slilicone. IMaggiore catastrofe soffri allor-
to, l)eu può arguujeularsi che fosse insie- cl)ènel4o9 Alarico re de'goli con uno scia-
me potente e bellicoso; e che in ogni tem- me di barbari nuovamente piombò sulla
po fiorissero prodi e valorosi cittadini e regione, saccheggiando crudelmente per-
letterali, ed altri grandi uomini,alcuni dei sino Roma, peiìiì cui vicinanzaTerni qua-
quali ricordai di sopra, e le di cui gesta si sempre n'ebbe comuni le calamità e le

descrive il patrio storico, come de'Tacili vicende poliliche e religiose, i vescovi cu-
e delle vestigia di loro abitazioni in Ter- lando di preservarla dal contagio dell'e-
ni. Nella guerra Vitelliana i 4oo cavalie- resie, segnatamente l'ariana protetta dai
ri che presidiavano Teini per Vilellio,fu- goti divenuti dominatori in Italia, in Ro-
roiio uccisi da Varo seguace di Vespasia- ma e in Terni. Avendo l'imperatore ti' o-
uo. Sollo le sue mura fu pure ucciso Do- rieule Gmsliuiauo 1 spedilo iu llalmlie-
1 1 TER TE il

Itsario, per lilieiarla dal giQgo de'goti, coi duchi di Spoleto, indusse Tiasmoiido II

.suoi capitani nel 53'j li cacciò anche da ad invadere il ducato romano, nienlre e-

Terni e Narni, liunendole all'impero. Il glifaceva altrettanto nell'esaicalo. 11 du-


liero le Telila, debellati i capitani roma- caprese INarni, Sulri e Gallese, e poi il re
ni, ricuperò le conquiste, saccheggiò la occupò oltre Terni, anche Amelia, Orle,
città nel 546, e tantii desolazione vi recò, Polimarzioe Bieda, spogliando del duca-
che decaduta dal suo splendore, giacque lo Trasmondo II. Questi nel 740 con gli

(|uasi spogliala e menomata nella popò- aiuti di s. Gregorio 111 lo ricuperò, e con-
iazione. Giustiniano 1 inviò conti o i goti Irò lepromesse fatte ritenne le 4 ultime
Narsele, che vintili completamente nel- città.Luitprando doppiamente irritato
l'Umbria, marciò sopra Roma e da essa contro il duca e romani, preparò con-
i

li cacciò. I reduci ovunque passarono la- Irò di essi aspra vendetta. A consiglio di
sciarouomemorie lagrimevoli di lorocru- Papa s. Zaccaria, i rontani temendo l'e-
deltà,ecosi Terni pure pati irreparabili sterminio di Roma e del ducato, abban-
danni negli abitanti e nelle fabbriche. Non donato i! fedifrago duca, si accoinotlaro-
andò guari, che calati in Italia barbari i no col re; romani co'Iongubardi
quindi i

longobardi, Alboino loro re uecoDjinciò sconfìtto Trasmondo II, venne deposto e


la conquista nel 568, recò in suo potere dal re sostiluitoil proprio nipote, promet-
pure l'Umbria, nel 570 eresse il ducato tendo di restituire al Papa ledette 4 ul-
di SpoletOjche comprese poi eziandioTer- timecillà. Narrai aSpoLETo,clje in questo
ni, onde
dominanti longobardi estesero
i tempo ormai si considerava anche l'Um-
le loro scorrerie sino a Roma. AH'impe- bria dominio temporale della chiesa ro-
ro greco non restò in Italia che l'esarca- mana,e il ducato di Spoleto Slitto la pro-
Io di Rcn'ciiiìa, spesso da'longobardi as- lezione della medesima. Per quanto va-
salito, ed alla loro volta guerreggiati da- do a due, sembra c!ie Terni avesse ripa-
gli esarchi, che in vari tempi ricuperalo- ratoaliesolferte rovine, rialzato lesuefab-
noeperderono varie città, come nel 5g5 bricheenuovamentedi venuto nobilesog-
Romaizo, Orle, Todi, Amelia, Perugia e giorno. Descrissi nella biografia di s./Tr/c-
altre,fra lequaliefìer la vicinanza fors'an- caria, che compassionando lo slato dei-

the Terni. Ma le Agilulfo da Pavia, sua l'Umbria e delie città vicine a Roma, e
residenza, con grande esercito marciò al- vetlendo Luitprando, stabilitosi colla sua
la ricupera, estendendo le uccisioni, le si ra- corte nel con fi ne del ducato di Spoleto con
gi e le rovine nella Campagna di Roma, lesiilenza in Terni, differire la promessa
A'danni di questi nel 602 parli da Spole- restituzione delle 4 città, posta ogni spe-
lo duca Ariolfo, e liirmandosi in Narni,
il ranza in Dio, uscitoda Ro(na nel 74^ eoa
probabilmente Terni ancora ne risentì le alcuni vescovi e buona parie de'sacerdo-
consegueuze. Fraltanloper l'eresia degl'/- ti e del clero, si avviò per Orte e Narni a
i oìiorlasti, proletti dall'imperatoie Leo- Terni dal re. Appena questi lo seppe, che
ne Ili r Isaurico , l'Italia si ribellò e in spedì a incontrarlo qual suo ambasciato-
gran parie sì sottrasse dalla suaubbidien- reGiimoaldo, e l'accompagnò sino a Nar-
za,e il ducalo di Roma dopo il 726 spon- ni. Lungi 8 miglia da questa città Luit-

taneameute e com[treso Narni e Otrico- prandofece ricevere s. Zaccaria con gran-


li liconobbe per sovrano temporale il Pa- deonoreda'suoiduchi, dalla primaiiano-
pa s. Gregorio 11, onde da lui ebbe sta- bilia e da alcune coorti di soldati, che lo
\n\\i\ìti\{o\a Sin ranilà della s. óVr/cDa scortarono sino a Terni. Il re con rive-
queste commozioni volendone trarre prò- reuza ossequiosa e col resto de'suoi ulfi-

fitloLuilpranilore de longobardi. benché ziali l'accolse presso la porta della subur-


nou potesse tollerare l'indipeudeuza dei liana e magnifica basilica di s. Valenliiio,
TER TER li (j

ove ambedue entrati vi fecero orazione; slaldo tusconiesee Grimoaldo lo accom-


e dopo di voli e piacevoli lagionariienti, il |)agnassero,e lo ponessero in possesso del-
re ne restò tanto edificato e penetrato di le 4 città. il Con
E'apa ne prese pos-
essi

venerazione, che nell'iKcire il Papa dalla sesso, e coll'animoridondante di letizia,


chiesa, volle rendergli riidlzio di Pilla- colla sua benedizione data loro graia li-
frcidcrc, con reggere pel fi eno il cavallo cenza, si ricondusse vittorioso in Roma.
asceso da s. Zaccaria, canuninaudo egli Ivi raccolto il clero e il popolo, rese gra-
ben mezzo miglio a piedi. Lo condusse ia zie a Dio con una generale processione da
Terni al destiualoe conveniente alloggia- s. Maria ad Marlyrcs a s. Pietro. Che
uienlo,eneIseguentegiornoin nuovocon- sì celebre abboccamento seguisse in Ter-
gresso, proseguendo il Papa le sue soavi ni, lo alFermano, oltre Anastasio Biblio-
e insieme gravi ammonizioni, seppe cos'i tecario, il Sigonio, Di' Regno [tali(U\ il
ben descrivere le stragi de'popoli, l'ellu- Ferlone, De ^'iaggi da' Pontefici intra-
fiiuiie di sangue innocente, la distruzione presi, ed altri scrittori. Rileva l'Angelo
di tante famiglie, funeste conseguenze del- ni che il Biondo errò nel descrivere l'av-
le longobarde iucursioni, che vivamente venimento seguilo in JNarni, ovvero chia-
restò il re preso da tale auuuirazioue e mòTeriii comealti col nome di y^arniaei

compunzione, che non solo gli restituì le perchè il i\ar o Nera ne bagna le mura.
città à' Ann lui, Orle, Poliiiiurzio e Bic- Abbaglio che presero ancora que'che se-
(lit, ma nel tempio di s. Salvatore, non guirono il Biondo, come il I^iazza ueU'fi"-
lungi dalla chiesa di s. Pietro, restituì con nicrologio dilionia a 1 5 inarzo,celebiao-
diploma a titolo di donazione al medesi- do le geila di Anche il Pal-
s. Zaccaria.
mo b, Pietro principe degli apostoli, il pa- leschi, sebbene Narni e del suo
parli di
trimonio di Sabiiui, di cui da 3o anni e- castaldalodi Sabina, dichiara che in Ter-
ra slato ingiustamente spoglialo, e quel- iiiseguì il famoso abboccameutolra il Pa-
li di Nariii, Osi/no, Ancona, Linanci, e pa eLuitprando,che tutto minaccioso cou-
la valle chiamata grande nel territorio di •tro Faroaldo il duca di Spoleto, olev.j '

Sntrij inoltre il re confederatosi per 20 vendiciirsi de'romaui che l'aveauo accol-


anni colla chiesa romana, restituì ad es to, e che riuscì a s. Zaccaria di placarlo
sa anche i prigionieri, assicurò a'romani ludi riferisce che iu Terni risiedeva un
la pace, e lutl'allro che il P;ipa seppe de- castaido (del qual magistrato parlai an-
siderare. ^^eIla seguente domenica, s. Zac- che a Rieti che pur l'avea), e che non fu-
caria celebrata la messa nella basilica di s. rono pochi nel suo distretto castelli, le i

Valentino, ad istanza del re cousagiò il chiese ed i piccoli monasteri, che nomi-


nuovo vescovo di Terni, con tal fervore di na, riporlandoalcuni documenti, del ca-
spirilo recitando le sagre preci, che il re col staldatoe lerritoiio Teramnano. Quanto
fiore de'signori longobardi ne furono com- a'castelii del distretto di Terni, eccone i

mossi e piansero di tenerezza, il che rilevai nomi: Castel di Luco, posto al lago mag-
celebrando la liturgia nel voi. X.XXIX,p. giore di Rieti, Canale, Colle Stalle, s. An-
36. Dopo messa fu Luilprando invitato
la gelo di Scoppio, ed Istriano. Astolfo re
dalPapa a pranzo,e gli lece tale tratlamen- dei longobardi usurpò vari dominii della
lo, eh egli avendo lielaineule mangiato e Chiesa, e minacciò la stessa Pvoma di ec-

ricevuta l'apostolica benedizione, protestò cidio, onde pure Terni sottri per lui gra-
di non averne mai veduto l'eguale, uè pro- M disagi. I Papi furono costretti a invo-
vala tanta allegrezza di cuore. Airindonia- care l'aiuto di Francia, per frenarne l'ar-
ni s. Zaccaria si congedò dal re, il (juale dire. Aon meno infesto riuscì al principa-
volle che il suo nipote Agipi andò duca di to della Chiesa l'ingrato re Desiderio e
Cliiuii, Taciperlo castaido, Uaniuj^o ca- conno il Papa Adriano l, che ricorse al
I20 TER T E R
poderoso aiuto di Carlo IMtigoo. S'impo- sendosi deposto nell'archivio della città, e
dioiù Desitleiio di molle città dell'Um- pubblicato dairUghelli. I successivi avve-
bria, e s'iiica mini nò col l'esercito versoPiO- nimenti, le incursioni de'saraceni, le pre-
nia, ma in Terni d'ordine di Adriano I potenze d'alcuni imperatori, le vessazio-
Tu incontrato da'vescovi d'Albano, di Pa- ni de'duchi di Spoleto, a quest'articolo
lestrina ediTivoli, che gli proibirono l'a- ea Roma riportai, seguendone Terni de- i

vanzarsi con minacce di censure ecclesia- stini. Gravi molestie e ostilità commise il

stiche. Intanto nel 773 calaloinltalia Car- duca Guido, cui soldati capitanali dal-
i

lo Magno, vinse e imprigionò Desiderio, lo scellerato Lombardo, nelle città e luo-


e die fine al regno longobardo. Narra Fla- ghi della Chiesa commisero iniquità, pre-
lina nelle Fitc de' Pontefici, che uditasi sero83 uomini, ed in Narni con barba-
Ja rotta di Desiderio ,
gli spoletini, ed i ra crudeltàmozzarono a molti le mani e
ternani congiunti alloro ducato, co'reati- ne morirono di dolore. INel 987 scorren-
iii recatisi in R.oma, se stessi e le loro fa- do fieramente l'Italia gli ungari, depre-
collìi commisero Papa, il che
alla lede del darono, guastarono e bruciarono la Cam-
fecero ancora molti principi longubardi pagna di Roma, e sembra che anco Terni
restali in que'paesi; e tulli tagliatisi i ca- non andasse esente da tanti mali. Aven-
pelli e la barba, dierono segno di loro pie- do Giovanni XII coronato imperatoieOt-
na soggezione alla romana chiesa, ed un tone I, questi con diploma del CjÓT. con-
tale esempio iu)ilarono altre città. Così fermò le donazioni e restituzioni di do-
Terni per ispontanea dedizione si sotto- roiuii falle alias. Sede da'predecessori, ag-

mise al paterno governo temporale dei giungendovi le città e castella dell'Um-


l*api,e quanto al resto dell'Umbria e al bria e dell'Abruzzo, poste nella sua giu-
ducato di Spoleto, d'wenuìo doniiniodel- risdizione, perchè di diritto allora del re-
]uCl)iesa,in quell'arlicololo raccontai. Di- gno d'Italia, c\oh Rieti, Amiteviio, Far-
ce l'AngelonijChe il Papa divenuto sovra- co/iio, Norcia, Morsi, e la città di Ter-
no di 4:)Uona parted'ltalia, lasciò che cia- ni. Si legge nel diploma, che l'offerta la

scuna città a propria voglia si governas- faceva al b. Pietro, a Giovanni XI e suoi 1

.se, salvo il riconoscimenlodi sovranilàal- successori, prò nostrae aniniae remedio,


la s. Sede e all'impero, con piccola riser- nostì-ìque filii,et nostroruvi parentum.
va d'alcune lasse. Quando poi nascevano Nondimeno per le vicende di quell'epo-
discordie, ricorrendo al Papaoa'suoi rap- ca, per alcun tempoTerni ubbidì alla con-
presentanti nelle provincie, quelli coH'au- tessa Beatrice duchessa di Spoleto, di cui
lorità loro lutto componevano. Mostran- fu erede gran contessa Matilde eroi-
la

dosi i ternani fedeli alla s. Sede e pron- na della Chiesa, alla quale lo restituì, ol-
ti a soccorrerla e difenderla ne' bisogni tre l'amplissima donazione de'suoi stali,
colle armi, perciò Benedetto IH nehuag- a s. Pietro e al successore s. Gregorio VH

gio 856 per accrescere nell' anitno loro nel 077, per ragione di eredità. Però
1

tanta divozione, fece a'ternani perpetuo mentre ella ancora vivea, Papi possede- i

dono della città di Terni, colle cose ad vano parte di Terni e vi esercitavano il
essa adiacenti e col territorio confinante potere temporale, ed iu una bolla del suo
colla Sabina e Rieti. Di più il Papa sta- archivio si legge che Pasquale 11 nel i i
09
bilì i conlini della diocesi sino a Norcia facoltizzò i ternani, a quell'epoca muti al
e ad altre tene, con donazione scritta da ducato di Spoleto, di liediflcare uno de-
l'ieti oscrinicH'iodella chiesa romana esot- gli egregi punii, chesponde del velo-
le

toscritta da Benedetto IH, col testimonio cissimo Nera congiunge, da'nemici gua-
de'propri nipoti Giovjinu; e Gualtierio , sto e poi da un'inondazione del tutto ab-
del conte B.issu e di altri, l'originale es- ballutoj ed eziaudio di rifare altri edifì-<
TER TER 121
EÌ, concedentlosi loro a tal fine le regalie se crudeltà e depredazioni a danno im-
clie in tempo di Realrice godevano, os- menso degl* infelici al)itaiili. Essendosi
siano i tributi propri del pnnci|)e, permei- l'iiuperalore colle violenti sue armi in)pa-
tendo loro rusodelleconsiietudini in vigo- dronito dell'Uinlìria e ducalo di Spoleto,

le. 1 Papi viventi in tempo della gran con- ne nominò docili, uno de' quali fu poi
i

»'*
tessa, da lei furono vulidaniente difesi dal- il famoso Corrado Svevo, per la sua stia-

le persecuzioni di Enrico IV e di Euri- vagante ferocia detto lo Stravagante e


co V, i qoiili co'Ioro eserciti assai pertur- JÌIosca in cervello. Leggesi in un marmo
baronoidomìnii dellaCliiesa, e Terni ub- diTerni una snadisposizionedel 187 t ri-

bidiente e di vota alla s. Sede gravi mali portala da Angeloni, colla (|ualeegli ri-

sostenne, esponentlo non n)enole proprie misea'lnagislrali e consoli della città len-
nuira, che il valore e il sangue de'cilta- Irate de'danni dati e del maleficio, ossia
dilli, e si mantenne costantemente fedele, quanto apparleneva al fisco imperiale, ri-

Tale contmnò Terni nelle persecuzioni tenendo per se i soli beni di coloro che i

dell'altro imperatore nemico della Ghie- consoli aveano esclusi dalla città; questi
sa Federico i, il quale atterrato Milano, poi in ricognizione della cessione del du-
dal suo campo
con diploma del i 162
e ca gli fecero alcuni donativi, come si trae
concesse la città e contado di Terni a Ot- dal nominalo monumento. La chiesa par-
tavio Orese de'Monticeili conti di Tusco- rocchiale di s. Gio. Evangelista fu detta
lo. Il nome veramente è Otta-
di questi anticamente //t Co/iWirnV, siccome vicina
vioo Ottaviano Contide'conti di Tusco- alla piazza maggiore chiamata P/rt/("<riCo-
lo,nobile romano deli\Iontecelio,clie crea- litnuiariim, a motivo di due colonne di
locardinaleda Innocenzo II, neh iSgdi- marmo scanalate, erette dall'adulazione
Tenne antipapa Pittore /', sostenuto col- a Federico I quando tiraunicamente si-

le armi da Federico I contro il legittimo gnoreggiò sulla Succeduto a Fede-


città.

Alessandro III. Nel diploma d'infeuda- rico 1 il figlio Enrico VI, sebbene dal suo
zione si nominano di lui fiatelli Otto- i naluralenon moltodiverso, purenel 91 i i

ne, Golfredo e Solimano, dall'imperato- recandosi in R.oraa per essere coronalo da


re qualificati suoi amici, pe'servigi a lui Celestino III, scrisse al podestà, consiglio
resi. I ternani seguendo nell'ubbidienza e comune della città di Terni una lettera,
AlessaiidrolII,quandonel I i
74 l'impera- cperla stima che ne faceva domandò d'es-
toreda Toscana inviò l'esercito verso R^o- serviaccompagnato anco colle sue armi,
ma per punire le città fedeli al vero Pa- ordinando che dalle rovine fattevi da Cri-
pa, giunto a Terni che non avea ricono- stiano fosse in alcuna parie restaurata,
sciulorinfeudazione, inutdmente avendo Narrai a Spoletob NAP.Ni.che il magna-
teiitafo di placare il suo animo sdegnato, nimo Innocenzo III col saldo proponimen-
metliante fervorose preghiere umiliate to di ricuperare alla s. Sede le usurpazio-

da'cittadini a lui spediti in deputazione, ni irnperiali, avendo inlimalo a Corrado


per avere il crudele imperatore incitalo di cessare i danni che recava a molti luo-
il fiero animo del suo comandante Cri- ghi, e di restiluirequanto possedeva, Cor-
sila no arci vescovo di Magonza, questo gè- rado intimori loda He gravi minacce di due
iierale colle formidabdi sue armi barba- cardinali, riconosciuti giu-,li i voleri pou-
ranieule s'inasprì contro i ternani colau- tificii, giurò solennemente dinanzi al po-

to, che con impeto e pieno d'ira si accin- polo di Narni di rendere il suo alla Chie-
se all'cslerminio della città per vendetta sa, come eseguì neli 198 di Foligno e di
di volere solo ubbidire al Papa. Rovinò Terni, liberando dal giuramento quel-
la città e le sue mura col ferro ecolfuo- li che glielo aveano prestato. Piccandosi
co, uccise moitisiimi citladuii, e commi- il Papa nell'Umbria ed a Spoleto, certa-
,a^ TER TER
inenfe avrà onorato Terni di sua preseo- si e i ternani, non spettanti a tali guerre,

za. L'ii)"iatissimo Ottone IV, dopo esse- II Papa in particolare ordinò agli uomini
re stalo sollevalo all' impero e coronato ili s. Gemiui,con penali se contravveniva-
iiehaoq (la Innocenzo 1 II, liranuicamenle no, d'impedire il passo a'todini se arma-

occupò colle armi nìolli dominii della s. li volessero recarsi al soccorso di Terni,

Se(le,|)erciii ilPapa loscomunicòedepose, il quale però secondo loro forze aiutasse-


e I icu[if IO colle armi il da lui invaso, in- ro. Festeggiarne la città per la ripristina-

sieine a Terni. In essa 209, e si recò nel 1 zione del vescovo fatlada Onorio III, ipie-

iiioslrandosi zelante del cullo divino, con oli neh 2 8 1 stesso con alcuni cardinali si

diploma de'24 dicembre confermando i portò a prenderne parte a'5 ottobre, al

privilegi del capitolo della cattedrale, lo loggiato neirepiscopio,consolidandorau-

nrese sollo la protezione della s. Sede. Ri- turila del pastore. OnoròTerni di sua pre-
tonialoill*itpaneirCn)l)ria,menlredimo- senza e predicazione anche s. Francesco
rava in Peru-ia morì a'i6 luglio 1216, d' Asisi, che fu molto distinto
e onorato

ed ivi 18 fu eletto Onorio 111,


subito a' dal vescovo. Più volle il santo da Rieti
laonde non è esalto il riferito da Angelo- vi ritornò, operandovi per virtù divina

iri, che gli spolelini profittando della se- de'miracoli; ed cittadini per venerazio-
i

de vacante, tentarono «li nuocere i terna- ne ad esso, dipoi v'introdussero suoi Q- i

iii, per cui cpiesti si confederarono e fece- gli, edificando loro 7 chiese, cioè due ai

ro lesa con Foligno, con atto dell'8 apri- minori osservanti, una a'cunventnali e ai
Iei2i5. La buona coriispondenza tra le cappuccini, due alle monache, e un'altra
due città era più antica e continuò dipoi, con convento della ss. Trinità di Piomita
tiovaiidosi memorie podestàe rei-
di vari vecchia sul monte d'altri cappuccini, per
tori dati in più tempi da Folignoalcomu- esservi tradizione di avervi dimorato s.

ne di Terni e viceversa; essendosi ezian- Francesco. Nel medesimopijutifìcatod'O-


dio prestato fra loro sicurtà e vicendevo- norio 111, godendo Terni solfo il bencfì-

li soccorsi, imparentali con frecpienli


ma- co governo della Chiesa completa pace,
trimoni,quindiscambievoli amicizie ebe- prosperando potèauuientareil suodomi-
iievolenze. Questa amicizia e buona cor- nio, perciònel i225ilsindacoBartolomeo

rispondenza estesero ternani anche a'to- i


SoUani comprò in nome della città 3 par-
dini, amerini, reatini, noicini, leonessani li del castello di Papigno.con altre cose

e altri popoli limitrofi. La mancanza di od esso appartenenti. Onorio III ebbe iu-
memorie lasciò fin qui nell'oblivione i ter- grato l'imperatore Federico II, che avca
nani checolle loro virtuose azioni illustra- educato e coronato, quindi lo scomunicò
rono la patria ; ma cessata ormai la scar- per avere invaso il dominio della s. Se-
sezza de"li scrittori, principia l'Angeloni de.Sebbene il successore Gregorio IX per-
a celebrare i suoi concittadini degni di donò il principe, pure fu da lui persegui-

specialeelogio, onde stimolare all'emula- lato,noncessando le usurpazioni sulle ter-


zione per la gloria patria, ed ioseguendo- jedella Chiesa, estese sulla Marca, suldu-
lo riporterò i principali di essi. Fratlan- calo di Spoleto e su Terni, suscitando le

to nel I 2 18 Onorio 111 represse losdegno pestilenti fazioni àc Guelfi e Ghibellini,


ch'era insorto Ira'lodini, ternani e ame- chiamali pure Z>7(Wif/(/ e Neri'm Pistoia

rini, contro i naruesi e que'di s. Gemini (A'.j. Pi ima però che Federico 11 s'impa-
aderenli loro, per questioni diconfini, on- dronissedi Terni, la città fu onorata più
de erano venuti a battaglie e sparso non volte dalla re-siden/.a di Gregorio IX, re-
poco sangue, serbando alle parli le loro candosi a Spoleto e Perugia, o venen-
ragioni chesi pretendevano sulla porta do da Rietij e neh 282 la prese sotto la
del Poule eda alcune famiglie, Ira'uarue- protezioue della s. Sede, eoa bjila Ualu
TER TER 123
fnteramnae idus maji Pont. an. ri. Vi Terni, andò in Siilri, nel quale articolo
jilornò pure nel suo anno X e buon liat- rettificai il dello altrove con altri, che il

lodi tempo vi fece stanza, dimorando nel Papa fu a Città di Castello, die i)er la su;i
palazzo che dicesi quello ove sono le sue denominazione Ialina fu spesso confusa
vestigia presso la chiesa e convento di s. con Civita Castellana, il che rimarcai di
Francesco, e dalle armi di[)infe prese il sopra dicendo di Celestiuoll. Fraielan-
uome ù'ì Palazzo dil P(ipa.'ìivo\o\i\^ov- te rovine operale da Federico II, restò

Memorie istoriclm di Benevento, t,


già, ahhalluto neli245 il Castello dell'Isola,
3, 200 e seg., che Gregorio IX, secoli-
[). ch'era incontro a Collescipoli, sulla riva
do suo biografo cardinal Roselli,dopo
il del Nera, due miglia distante da Tei ni e
aver e\\iaù sii.yijectn ae.sta tis incendia, si nel suo territorio. Gli abitanti raccomau-
recavaorain Anagni,ora in Rieti, ed ora datisiagliospitalissimi ternani, perchènel-
inTerni, nella quale nel 1235 si determi- la loro cittallinan/a gli ammettessero, il

nò edificarvi un palazzo per se e suoi sue- comune adunalo il pubblico consiglio nel-
c^s'ioù-.lnteramnaejuxtajluentajjlenis- la chiesa parrocchiale tli S.Tommaso, per
.sitna ordinatis arhorihiis undiqne, mal- cousolarli,creato in sindaco Gregorio l'au-
tae commoditatis constriixtt palatiiim lorizzò a ricevere la promessa degl'isola-
Papalibiis usihus nonindignum. \s^2^\wa- ni, di trasportarsi con 24 famiglie ad a-
ge, che dimorando Gregorio IX in Rie- bitare in perpetuo nella città, per essere
ti, nel 123 I acquistò per la chiesa ilcaslel- considerati come gli altri cittadini, sotto-

Io di IMiranda, oia appodiato di Terni; e ponendosi a'teinani co'beni mobili e im-


facendo nel i234 soggiorno in Viterbo, mobiii, e alpagamenlo delle tasse. Fede-
per la fazione imperiale di l\onia, si ri- rico 11 lasciò in Terni alcuni della fami-

lirò in Ptieti, donde passò a Perugia e glia Camporeale, che die il suo nome al
Terni. Nel I235 trovandosi il Papa in campo dietro la chiesa di s. Cristoforo, e
Terni, tunc in abatia de Fei-entillis fece comcnuovere quasi tutta 1' Umbria,
munitissima enùt castra Tunc e- etc. ad eccezione di Todi, Perugia e Asisi. In-
tii:ni eniit nobile castrumGualdi sitimi nocenzo IVneli2J2 ricevè la città sotto
in partibus Spoletaniipsius Domino non laprotezione di s. Pietro, e con altro bre-
modico pretio erogato, rpiod Ecclesiae ve l'assolse dalle pene incorse per essere
cusloditur impensis, k\\c\\itCaav.t\\\ei\v\- stata costretta d'aderire talvolta a'nemi-
ferisce che Gregorio IX edificò il palaz- ci della Chiesa, in tempi di violenze e ti-
zo di Terni per suo uso e per quello dei rannie. Ciò forseavvenne quando Simo-
suoi successori, che vi fu piìi volle e fece ne capitano imperiale continuando a mo-
i\ìir,oia,nt\\a Lettera suiraria di Ro/ìia, lestare lo stato papale e preso Montefia-
p. 20. Scomunicato Federico Ilper lesue scone, gli Orsini mandarono la loro gen-
iniquità dal Papa, l'inipeiatorefece rab- te contro i ternani. Neh 254 ad
ontadel-
Liosa guerra a' luoghi a lui divoti, e di le provvidenze d'Innocenzo IV per fre-
pei sona saccheggiò Pesaro, Fano, la JMar- naie l'intestine discordie tra' luoghi, gli
ca,il ducato di Spoleti, e prese Todi e orvietani spedirono armati contro i lodi-
Narni. Innocenzo IV già amico di Fede- ni,ainerini, folignali e ternani, sino alfiu-
licoll, fu [)0Ì da lui fieramente persegui- me Tevere, ove restarono rotti gli orvie-
tato, e nel I 244'''^^'^"dusi la pacemen- laide morti molli loro personaggi di qua-
Iref imperatore risiedeva in Terni, il Pa- lità. iV inteso neh 2 56 che i
Alessandro
pa a'y giugno passò con tutti i cardinali iiarnesiturbavano la quiete di Terni di-
a Civita Castellana, per poi abboccarsi iu vota aPapi, spedi d' Aiiagni un monito-
Terni con Federico II; ma conosciutoche rio, ordinando loro sotto gravi pene di
gli tendeva insidie, invece di porluisi a desistere dalle olfose, ed esortandoli alia
1 24 TE R TER
triiiifjiiillità. Noiulimeno l'inimicizie re- renti dell'una o dell'altra parte, divisioni
stii lono accese, e j^li orvietani riavuti dal- d'opinioni che pregiudicarono la pubblica
la clisfatta, pacificalisi co'todiui e rinies- prosperità. Fiori a quell'epoca il capita*
si i guelfi tu città, nel laSy mandarono no Bartolomeo Diamanti, chiaro per va-
loo cavalli in liivore de'narnesi, tra'qua- lore e militari imprese, come attestò Gio-
li coiitiniMj la pertinace guerra, finché [)ei vanni Orsini generale del popolo roma-
tumulti d'Orvieto in esso tornarono. Ter- no nel campo presso Palestrina, quando
ni comprò Ia4.^paitee il lesto del castel- Bonifacio Vili la fece espugnare contro
lo di Pa[)igno nel 1259, essendo sindaco i Colonna ribelli, concedendogli d'inquar-
Pietro Rustici della città. Nel 1261 Ter- tar la propria nella sua arma. Non per-
ni fu imputata a Urbano IV di tumul- tanto accresciutodi abitanti edi forzeTer-
tuare contro la Chiesa, però conosciuta- ni, a maggior utile de'cittadini nel 1 Sor
ne l'innocenza l'encomiò, minacciando i ebbe principio la fiera per la festa dell'As-
vicini che le recassero molestia. Dopo la sunta titolare della cattedrale, con oppor-
morte di Manfredi ustupatore della Sici- tune esaggie leggi. Nel j3o5 Clemente V
lia e figlio naturale di Federico II, tornò infelicemente stabilì la residenza in Fran-
Terni sotto il felice governo de PapijeCle- cia e in Ai^igìionejO\e restarono altri 6
nienle IV con breve del 1267 lodò i ter- Papi, inviando 3 cardinali pel governo d'I-
nani, e dichiarò la città reintegrala neldo- Roma, edestinando al reggimen-
talia e di

niiiiiudella Chiesa. Imperversando le tre- to diTerni e suo distretto. Ottone di Ca-


mende fazioni de 'guelfi e ghibellini, con sanuova nobile militare e rettore del con-
esterminio de' luoghi e sanguinose civili tado di Sabina. Nel i3i2 dopo la coro-
discordie, anche Terni fu assai dilaniata nazione d'Enrico VII, sconoscente al Pa- ,

da esse, e sostenne gravissimi mali, onde pa, dappertutto alzò le forze de'suoi ghi-
restò quasi desolata: fu allora che com- bellini, e abbassò quelle de'guelfi sosteni-
battendo con accanin^ento gii uni contro tori del pontificalo, per cui molle città si

gli altri, dalle 3oo alte torri perciò innal- ribellaiono, e così Terni, dove prevalen-
zate, con un continuo danneggiarsi con do i ghibellini partigiani dell'imperato-
lanciare sassi e dardi, e barricando le stra- re, questi temerariamente con Manfredo
de con grosse e lunghe catene, usando al- Prefettodi Vico, il conte di s. Fiora, Sciar-
tre materie ed istromenti di distruzione, ra Colonna , il capitano del Patrimonio
scambievolmente rovinandosi con fatali e diversi nobili e genti d'altri luoghi, an-
incendi, tutti tenacemente anelavano la darono a occupar Orvieto per Enrico VII.
superiorità del comando. Nel 1288 Terni Indi co'todiui e rerilini si unirono ter- i

in servizio delle guerre del Papa sommini- nani ad alzare una torre nel territorio di
strò parecchi armati, dovendo in pari tent- Rocca Miranda; ma il cardinal Arnaldo
pi sostenere micidiali gare co' confinanti. Falguerio legato apostolico impose loro la
Tultavolta nel 2q3 comprò da Giannet-
i scomunica se turbavano la pace dellosta-
to di Leonardo e da Giacomo Frescia la to ecclesiastico, e se non demolivano tale
uielà del palazzo denominato apostolico, edifizio. Federico conte di Monte Feltro,
e dili. "anche la 4-^ parte d'una torre, e ardente capoparte ghibellino, sollevò la
l'altra porzione del palazzo indi acquistò fazione contro i guelfi dell'Umbria e del-
da Nicolò Frescia. lalMarca,quindi battaglie, desolazioni del-
Nel declinar del secolo XIII inaspren- le città e luoghi , ed orribile e inumano
dosi le fazioni, quelle di Roma degli Or- bruciamento de'prigioni. Perciò nel i 3 i4
sini guelfi e de'Colonna ghibellini coin- i ternani delle due fazioni si sfogarono

niusseio il resto delprinci[)atodella Chie- con vicendevoli danni e rovine, eziandio


sa, uuu muncaudo in Terni caldi ade- coiuballeudoco'vicini popolijpoichè mor-
TER TER ^?^
lo Clemente V superarono gli spoletini, bile al contatto della più lieve scintilla e-

e co'reatini, natnesi eslroncolini ruppe- lellrica soìio conosciuti da tulli i fisici. Ciò
ro guerra. Convenuti a' 2f) giugno per combina coll'opinione di Breishik, il qua-
differenze di confini , i sindaci avversari le ri[)ele l'origine de'terremoli da caver-
con Francesco Jannutioclie lo era di Ter- ne sotterranee. Proseguendo le funeste di-
ni, stabilirono una tregua di 5 anni, con visioni intestine delle fazioni, pel riprisli-
pena di 2000 marche d'argento a chi la namenlo della pubblica quiete, i ternani
rompesse,e la restituzione de'prigioni; ma elessero gonfaloniere Pietro Camporeali
siccome eransi stabiliti confini, infiilto i potente e prudente, e perchè godeva la
fu una pace. Nuovi e gravi toibidi susci- fiducia di lutti. Poco durò In concordia,

tò lo sfrenato Lodovico V il Bavaro, a- poiché nel i35o ghibellini espulsero i


i

cerrimonemicodiGiovanniXXII. In que- guelfi e ne desolarono le case atlerraiulo-


sto tenìpo i sindaci di Terni eNarnia to- le in uno alle torri; e profittando della
gliere le contese pattuirono nel iSaG di lontananza de'Papi, molti signorotti pre-
spianare il castello di Pei ticara; indi il Pa- potenti usurparono il potei e in molle cit-
pa nel 3 28 commise
I al cardinalGio. Gae- tà e luoghi dello stalo, e Romasles>a e-
tano Orsini legato della Marca e dell'Um- ra in lagrimevole disordine. Prefello de
bria, di comporre senza strepito le con- Vico olire la provincia del Patrimonio,
tese pe'castelli di Pertic;ira e diCarleo colle s'impadioiùd'Amelia, Narni ealtre città;
roccl)e,e vi riuscì. Mentre a'4giugno gl'im- e Giannotto de Alviano s' impossessò di
periali erano partiti da Todi per prendere Rieti, Spoleli eTerni, eie reggeva co'ghi-
s. Gemini, gli spoletini in un'imboscata bellini pel poleiitePrefetlo.InnocenzoVI a
sconfissero i tedeschi interamente. Intan- porre un rimedio a tante usurpazioni, nel
to il ternano Pietro Paradisi meritò d'es- i353 inviò per legato il celebre cardinal
sere eletto podestà di Firenze. KeliSSg Albornoz, che pervennea domare» ribel-
Papigno fece alcuni alti d'infedeltà con- li e ricuperare il tolto alla Chiesa, Il co-
tro Terni, ma tosto fu umiliato e perdo- mune flesse podestà di Terni UgolinoNe-
nato. Nel I 340 volendo il capitano del Pa- ri de'Baschi di JMonte INIarano, nobilissi-
trimonio impadronirsi della fotte rocca mo ed esperto magistrato e guerriero. Fu
Colleluna di Terni e da essa lungi quasi obbligato di tenere un giudice perito col
due miglia, i ternani la difesero e respin- collaterale dottore, 3 nolari, 6 domicel-
sero l'assalitore; quindi si alienarono dal- li, 6 cavalli CI 2 famigli alti alle armi, as-
la Chiesa, ma tosto ritornarono all'ubbi- segnandogli per semestrale provvisione
dienza. Nel 1 349 allapestechedesolòl'Eu- 36oo lire cortonesi. Il cardinal Albornoz
ropa,in Terni si aggiunsero molte scosse col suo valore vinto ancoia il Prefetto de
di terremoto da selletnbre a novembre, Vico, riacquistò alla Chiesa anche Terni,
ad onta di sue concavità e abbondanza onde que'di Narni si dieronoal cardina-
d'acqua, come csprimesi 1' Angeloni. Su le, come gli spoletini e altri. Il cardina-
questo però osserva il Riccardi, elicsele le considerando che Terni giammai fu ti-

concavità o pozzi naturali o caverne sot- ranneggiala da alcun suo cittadino, e che
terranee o chiaviche di scarico, molto fu costretta dalle fazioni a ritirarsi dal-
giovano a diminuire l'escrescenza dell'ac- l'ubbidienza della Chiesa e mancarle di
que, questi cupi antri del monte e che lo riverenza, conun diploma lutto le per-
traforano in ogni senso, probabilmente so- donò, assolvendola da' delitti commessi
no talora origine òt Terremoti ( p.) coWa. pei opera d'alcuni cittadini. Anzi per par-
decomposizione dell'acqua alcontatto del- ticolare considerazione versoi feruauijdo-
le piriti; giaccliè gli elietti dell'idrogeno vendo Piieti in pena delle passate colpe
ristretto in angusto carcere, ed infiamma- pagare alla chiesa romana 5oo libbre di
ì-?.6 TER TER
definii cnrtnnesi per io anni, da questo Orsini. Ciò forse sarà avvenuto per ave-
peso liberò Terni, autorizzando il suo ve- re i fiorentini incitato alla ribellione le
scovo ad assolvere teinani da qualun-
i città dellaChiesa, mandando loro bandie-
que atto d'infedeltà e di aggressioni. Di re col molto di Libertà , e forse ad essa
lutto grata la città, nel i 354inviòinMon- preferirono le nominale città di darsi agli
lefìascone al cardinale sindaco De An-
il Orsini per essere difese. A porre un ter-
geli*, per rimettere nel beneplacitodel Pa- mine a sì replicate agitazioni, nel iSyy
pa l'elezione del podestà e degli uHìziali GregorioXI da Avignonesi restituìin Ro-
di giustizia, poicliè in ciòessa era libera, ma a ristabilirvi la residenza pontifìcia.
e solo pagava alla s. Seóe 120 libbre di Nuovi e lunghi guai insorsero per lo sci-

moneta corlonese. Inoltre il sindaco si a- sma Clemente VII antipapa contro il


di
doprò per comporre in Terni le discor- legittimo Urbano VI. Travagliali domi- i

die, col richiamode'bandili,con felice ri u- nii papali, benché egregiamente gover-

scila. Il famoso Fra I\]onealeca|)odi ma- nasse ilcardiualTommaso Orsini legato


snade, avendo travagliato molte parli d'I- dell'Umbria, le conlese Ira Terni e Nar-
talia, il ducato di Spoleto, l'Umbria eTer- ni si riaccessero con aperta guerra, giac-
ni, imponendogravi estorsioni alle comu- ché ghibellini narnesi, allora polenti, a*
i

ni, sebbeiiegià fautoredel famigerato Co- veano tentato a tradimento di abbattere


la di Rienzo tribuno di Roma, fu da que- Terni e disperderne cittadini, ed a'6 di- i

sti fatto decapitare. Altri giavissimidan- cembre i 38 ternani riportarono nota-


1 i

ri nel ìjij patì Terni e l'Umbria, per Ijile vittoria sui narnesi, nella festa di s.

l'indisciplinate e depredalrici soldatesche Nicola, onde ebbe originequel giuramen-


di Giovanni Acuto generale della Chiesa; to poi solilo darsi da'nuovi priori di Ter-
e per nuove discordie tra guelfi e ghibel- ni, riprodotto da Angeloni. Francesco de
lini, molti di questi furono uccisi, altii fu- Vicomolestaiido nel 1387 il capitolo e
rono espulsi. Avendo Camporeali fatto
i clero di Terni a pagar le decime dovule
in Terni alcune novità, il Papa marulò al Papa, con successo fu ricorso a Urba-
a riformare la città Ugolino della Corba- no VI; nondimeno profittando delle cir-
ra e Bartolomeo de Ruvini, che assunto costanze derivate dal funesto scisma, de
il governo della città e delie 4 sue roc- Vico commise estorsioni sui cittadini, ed
che, placarono le discordie, assolsero le esercitandovi il potere. Onde poi il car-
pene, e ricomposero tutto in pace con buo- dinal Orsini da Narni, con diploma assol-
ne rilormanze: e poi vedendo umiliati i se Terni per qualuntjue cosa commessa
ghibellini furono richiamali e pacificali nelle guerre, e per avere aderito a de Vi-
co'guelfì. Neh 36(Sillernanofr. Paolo Pa- co divenuto ribelle al Papa. Inoltre cor
radisi francescano vescovo di Lacedonia, alcuni capitoli favorevoli a Terni, dichia-
per la conunie di Terni pagò al tesorie- rò non doversi gravare olire il solito cen^l
re del Patrimonio 180 fiorini d' oro pel so;che potesse eleggersi il pretore, riser-
Ballisollo o fortezza fatta contro la terra vandone alla s. Sede la conferma; che nonj
di Soriano ribellealla Chiesa. Il legato di erigesse alcuna fortezza; che ivi si giudi
Uibano V cardinal Giimoardi per la fe- cassero le cause civili e criminali iui.'ei
deltà de'lernani concesse loio particolare a."* istanza, eie 3.* cause fuori della curijij
indulto, dichiarando ntillo quanto fosse romana o del legalo dell'Umbria non po«
intentato contro la città. L'Amiani nella tesseio in altri luoghi trattarsi; che fòsse!
Storia dì Fano, e il Baldassini nelle Me- esente dalla giurisdizione d'altri uffizialiJ
vwric storiche di Jesi, riferiscono che nel e solo dipendente dal legato; che nel ci^
iSySoiSyo Jesi,Terni,Narni,Asisi,Spo- vile e nel criminale si governasse co'proi
leti, Gubbio e Sinigaglia si diedero agli pri statuti ; che la gente armata non si^
TER TER 1^.7

potesse infi'odiine nella cinà, se non con Terni, di gran corapgio, e gonei osamen-
volontà del comune; che delle decime pa- te lo rimunerò. Mossi i ternani dal desi-
pali estorte dal de Vico, ne faceva quie- derio di ben regolare gli alfitri loro nel-
tanza; che di lutto il commesso contro l'amministrazione delle cfisc [ìubbliche,
Narni veniva pienamente ;issolto.Giulioz e riniuovere il potere che esercitavano i

zo di Bracciano custode pel comune del- principali cittadini, ad esem[)io i\c Jian-

la rocca di Colleluna, che guardava Ce- daresi di Roma, elessero 24 uo'""" P^''
si, Todi e Acqnasparta, si ribellò facendo rione, quasi lutti artisti, per la conserva-
prigioni alcuni cittadini, ma con 3oo fio- zione della giustizia e per sedar le discor-
rini fu licenzialo. Avendo Urbano VI li- die, a ciascuno de'rioni dando una ban-
mosso dalla legazione il cardinal Orsini diera sotto la quale si radunasse il popo-
e fatto chiudere nella rocca d'Amelia, e lo di ognuno ili essi, e furono chiamali
sostituitogli l'arcivescovo di Genova Gia- Bandevari. Vi furono aggiunti 5.4 no-

como Fieschi, a' danni del Papa si rivol- bili, col cui numero di 48 creavasi il con-
se Nicolò Orsini fratello del cardinale, oc siglio di credenza, ove coll'intervenlo dei
cupando nel i 388 Terni e Narni, ed i sin- priori e del governatore si delibeiavano
daci ternani doverono far tregua con Ri- i pubblici aliali. A'24 nobili si concesse
naldo Orsini conte di Tagliacozzo che si- più onore che autorità, ed a 24 del po-

gnoreggiava in Spoleto. Poscia ternani i polo si accordò minore onore e piri au-
aiutarono il Papa con genti e munizioni. torità. Così fu posto freiio alle sedizioni,
Quando neh 38 i Bonifacio IX munì la e ristorala la pace e la concordia. Tut-
rocca di Spoleto, i ternani somministra- tavia neh 402 il oìagistrato (le*48 fu ri-

rono molte some di grano, onde il Papa mosso e costi tuifo quello di 12 savi, col ca-
in riconoscenza concesse alla chiesa abba- po [)riore e priori della città, a'quali nel
ziale di s. Paolo iu Gallelo l'indulgenza consigliosi aggiunseroalli i6o uomuii.iMa
della Porziuncola. Bonifacio IX lohe al- nel i4o4 AndreaTomacelli fratello di Bo-
la giurisdizione diNaini ilcastellodi Per- nifacio IX, marchese della Marca e ge-
ticara e l'assoggettò alla Chiesa, dichia- nerale di s. Chiesa, ristabiPii 24 bande-
rando che non potesse esserne castellano rari che ogni semestre cessando elegges-
alcuno di Terni, Nat ni e de'conlndi loro. sero successori, ed a questi aggiunse 24
i

Per nuove turbolenze dell' Uminia per- nobili per costituirei! consiglio di creden-
vennero in poterediGio. Galeazzo Viscon- za. E"li ebbe a segretario il ternano Al-
ti signoredi ÌMilano, Perugia con altri luo- flnoCamporeali di bel talento. Andrea con
ghi oltre Nera e il Tevere, e perciò for-
la dispiacere de' cittadini atterrate molle ,

s'anche Terni; ma io credo assai dubbio- torri, edificò Morto il Pa-


il forte Cassero.
so il dominio di Visconti, quanto al tem- pa, i il nuovo In-
ternani l'abbatterono, e
po, e che debba piuttosto riportarsi al nocenzo VII con suo breve ed encomi e-
i4oo. Nel 1392 perugini pregarono il
i sorlòla ciltàad ubbidire al cardinal IMar-
Papa da loro per estinguere le
a recarsi raroauro legato di Perugia. Il nipote del
discordie, e pailito da R.oma a'2 ottobre, Papa Lodovico Migliorati marchese del-
come dice Novaes, a' 1
7 come vuole Fer- la Marca e principe di Fermo, per le cru-

lone, per Narni e Terni vi si condusse; poi deltà commesse in Roma ne fuggì, e per
disgustato d'una fazione nel 1 303 passò in sua salvezza chiese e ottenne dal comune
Asisi, insorgendo quindi la città con aver h rocca di Colleliuia. Nel i4o6 morto In-
la plebe ucciso 80 nobili. Restituendosi il nocenzo VII, gli successe Gregorio XII;
Papa a Roma nel settembre, ripassò per quindi neh4o8 l'ambizioso Ladislao re
Terni e Narni. Egli onorò con carichi di di Sicilia assalila Roma l'occupò, e al-
gueriaBarloIomeo Vannuliode IMouli da ti elianto fece di Terni preudendosi Tea-
ìolS ter ter
tiale; scriventlo una lettera a'priori e pò- la Chiesa, ch'era arrivato colle sue gr-nli

polo di Teini,e invitandoli a giurargli te- a JNaini, coise coll'esercito a Terni; però
della, 4atT)bascialorisi recarono a Pioma i cittadini armatisi a guardia delle porte
col sindaco, raccomandare la città e
jier per impedirgliene ringresso,eseljbenere-
oflVendone il dominio, ben ricevuti dal re spinti, vedendo Braccio dinon potersi mi-
che die precisi ordini pel suo reggimen- surare coU'Orsini, ritiiatosi sui monti di
to. In pari tempo andò in Firenze ad e- Narni e danneggiato il territorio di Ter-
sercitarvi la podesteria il conte Cristino ni, ritornò a Perugia. Dopo averla espu-
Camporeali,e l'altro ternano Andrea Ca- guata, potè nel 4' i G soggiogar l'Umbria,
stelli quella di Siena e poi quella di Pe- insieme a Terni e Narni, con parte del-
rugia. Sebbene Ladislao dovè abbando- laMarca,epoi occupareRoma; ondeTer-
uare Bonja, per y anni ritenne la signo- ni non potendo lottare colla sua poten-
ria in Terni, e da Sultnona fece disposi- za, per un sindaco gliene odrì il domi-
zioni sulle verlen7e tra Rieti e Terni, per nio. Nel i4'7 rinnovatesi le narrate di-
la caduta del Velino nel Nera, ordinan- scordie tra'ternani e reatini sulla caduta
do che nulla s'innovasse. Eletto neli4'0 del Velino nel Nera, seguirono violenze,
Giovanni XXllI, la città gli rappresen- e col grido di guerra zulTe e altri mali ;

tò pe' suoi andjasciatori, che la forza di i impadronendosi all'improvviso


reatini
Ladislao l'obbligava ad essergli soggetta, della rocca di s. Angelo, e volendo fare
e che ben volentieri tornerebbe sotto l'ub- una nuova cava perchè insieme colla Cu-
bidienza dis. Chiesa. Il Papa con suo di- riana scaricasse l'acque Veline nel Nera
ploma confermò i capitoli e indulti fatti con danno di Terni e senza badare alla
dal cardinal Colonna poi Martino V, suo sua giurisdizione sulla Marmora. Arsero
legatodelducatodi Spoleto, di Todi, Ter- di vendetta e sdegno ternani, e con in-
i

ni e Amelia. Ladislao costrinse il Papa a trepido coraggio fu risoluto nella pubbli-


fuggire da Roma nel giugno i4i 3, e pas- ca adunanza de" 17 agosto, Eundumpor'
sato neirUndjria la ridusse tutta alla sua twìi Mannoruììi ad ìnoricndum. Inter-
ubbidienza, concedendo a Terni in inve- poslosiBraccio per compromesso delledue
stilura i terriloriidiPerticara e delleRoc- città, e di cui era segreta rio il terna no Gio-
chette,quandogrinviòambasciatore Ga- vanni Gregori, prevalse in lui la giustizia,

leotlo Castelli. Appena ternani ne pie- i e a' 18 settembre giudicò in favore diTer-
sero possesso, demolirono le rocche che ni, dichiarando appartenergli il luogo di
pregiudicavano assai la città; e siccome e- Marmora, e che dopo l'erezione della ri-

rano danneggiati dagli spoletini ,


posto cordala torre per Terni onde regolar le

campo presso Spoleli, gli resero la pari- acque, si aprisse da'realini una fossa nel
glia. Di lui lo questo e di altro fatto in pre- mezzo del piano e fu detta Reatina, inco-
giudizio delle terre e città della Chiesa, niinciando a ricever l'acque del Velino nel
dipoli ternani furono assolti dal cardinal il^ii , tralasciandosi l' incominciata nel
Isolani legato di Roma. JMorto nel i4i4 luogo appartenente a Terni. Nel dì i i no-
Ladislao, Terni e le altre città da lui oc- vembre 4 1 1 yelelto inCostanzaMarlinoV,
cupate tornarono al dominio della Ghie- nello slesso giorno con suo breve notificò
sa; ma Braccio da Montone, profittando alla città com'erasi estinto il lungo scisma,
che nel sinodo di Costanza trattavasi l'è- e la sua assunzione al pontificato, conbe-
slinzione del pernicioso scisma che divi- iiigne parole. Indi gli spoletini olfrirono
deva l'unità de'fedeli, molti luoghi occu- le campane che nella scorreria del \^\ i

pò, e mosso contro Terni la travagliò de- aveano tolte alla chiesa dis. Paolo, richie-
predandone i confini; indi volendosi af- dendo quelle prese iu vendetta da'terna-
fronlare con Paolo Orsini generale del- ni a Balliferio, a Cecalocco e s. Martino.
TER TER 1^0
Neh 4^0 Staccio si poi'tòa Firenze, ov'e- 144^ ^' ritornò lo Sforza, e tra le altre

ra podesùiil ternano Angelo l^aiaLlisi,per occupò di nuovo Terni; ma cogli aiuti di


riconciliarsi con fllartiuu V, e oUenuli da AlfonsoV d'Aragona, dicui era consiglie-
lui alcuni vicariati, gli resiilnì Terni, Nar- re il giurecon'»ullo ternano Pietro Fede-
ni,Orvieto e Orle. L'Angeloni fa ritor- rici, tutto ricuperò la Chiesa. In questo

nare Terni alla Chiesa nel 4^3 per mor- 1


tempo Eugenio IV fece uditore della ca-
te di Braccio. Benevolo .ciarlino V co'ter- mera Giovaimi iMazzancolli di Terni, se-
nani, per l'antica amicizia con essi de'suoi natore di PiomaCrislino Cam poreale con-
parenti Colonna, dal nipote Antonio Co- te della rocca di s. Giovanni, uditore di
lonna principe di Salerno fece scegliere rota Giovanni Ceretani e vescovo di No-
alcuni cittadini per gua.dia di sua perso- cera, poi preposto a'governi di Bologna
na; e fece castellano di Persiceto Cristo- e Romagna, tutti illustri e virtuosi ter-

foro de'Nicolelti ternano, il cui concitta- nani: poscia Stefano Manasse! fu podestà
dino Cipriano Manasse! era [)Oilestà di Fi- di Fii-euze, e Matteo Gubernario depu-
renze. Nel Eogeniol V,a nch'es-
1 43 I eletto tato al governo d'alcune città ponliiicie.
so volle per sua guardia ternani, indi i Considerando Nicolò Via sincera d. .ozio-

nell'aspre guerre che susci laronsi, la se* ne de'ternani alla s. Sede, uel i44^' ^^^~
verità dell'arcivescovo Viteileschi genera- nò loro il castello di Perticara che avea-
le di s. Chiesa indispose diversi popoli e no atterrato nel i4i45 ^o^'^ ^"-'^ giurisdi-
agevolò a Francesco Sforza le concpiisle zioni, mero e misto impero, e per tribu-
nel 1433. Soggiogata la Marca, ueirLJni- to gl'impose una libbra di cera lavorata
bria prese Terni, Todi, Otricoli, Amelia da offrirsi nella festa de'ss. Pietro e Pao-
onde il Papa fu costretto di-
e altre terre, lo. Neil 449' Clara valli di Todi sottopo-
chiararlo marchese della Marca e vica- sero alla ciltà di Terni i castelli di Ca-

rio della Chiesa negli altri luoghi, ma il nale e Lavenelli colle giurisdizioni, situa-
suo dominio m Terni non oltrepassò uu ti nella diocesi d'Amelia, obljligandosi di
anno. I ternani somministrarono a Eu- riconoscerli per feudo con un pallio del
genio I V^ cittadini armati, e 3oo per l'im- valore d'8 ducali d'oro nella festa di s.

presa di Velralla,ove il legato Vitelleschi Paolo, ed il sindaco promise difenderli se-


fece decapitare il ribelle de Vico; e poi condo le loro forze. Al dire dell'Angelo-
ingiunse a'priori di Terni di riedificare ni, parcelle lo Sforza tornasse a impailro-
ilCasserodeutiola città, che compito nel nirsi di Terni, e che il Papa neh 449 ^^

1439 vi posero le pontificie armi, le qua- ricuperasse colla cooperazione del duca di
li si vedevano a tempo d'Angeloni nelle Savoia. Recandosi il Papa a Fabriano nel-
sue rovine. D'ordine del Papa i ternani lo stessoanno, a' 22 novembre alloggiò
guerreggiarono col rdjelle castello di i'\li- nel convento di s. Pietro degli agostinia-
randa, e spedirono 3oo fanti con buon ni, ritornando da Fabriano in Roma: pro-
numero di balestre verso la rocca di Pie- babilmente ripassò per Terni quando di
diluco e altri luoghi occupali da Cona- nuovo visitò l'Umbria nel luglio i 430,ed
do Trinci tiranno di Foligno, e nella vit- il simile fece ambedue le volle iu Narni.
toria del Vitelleschi restò prigioaie. Nel Soddisfatto Nicolò V perchè Terni avea
i44'2 ottennero i ternani da Eugenio IV contribuito scudi 3ooo per l'armamento
di nuovamente abbattere l'odiato Casse- navale a fiuedi liberar Costantinopoli as-
ro, protestando immutabile fedeltà, e ciò sediala da'turchi,con onorifico breve gli
a mediazione del ternano ser Vittorio fa- donò il castello di Miranda, col mero e mi-
migliare del Papa e segretario del cardi- sto impero. Calisto HI confermò gli sta-

nal Mezzarola camerlengo. Ricuperatasi tuti del comune e di eleggere podestà, il

da Eugenio IV la Marca e l'Umbria, nel e dagli oratori Monaldo Paradisi e Pro-


VCL. LXXIV.
9
i3o TER TER
spero Riccnrdi volleconosceie le difieren- li, volendo i ternani mostrare l'antica af-
ze che passavano co'iealini per la Mar- fezione che portavano alle loro famiglie
mora, sebbene ternani aveano loro per-i e persone, supplicarono per ambasciato-
messo nellarne la cava. !Veli4Go anche ri il Papa a liberarli. Sisto IV fece gover-

Pioli prese di ciò cognizione, e ne fu con natore di Terni Gio. Antonio vescovo di
seguenza le statuite condizioni per efl'el- Modone, e si mostrò contento de'ternani
tuare la regolare escavazione della cava per l'eseguita consegna di 20 banditi. Nel
a spese de'reatini. I*e"dispareri tra'todi- 1490 i ternani permisero che gli abitan-
ni e i ternani questi presero a'Ioro stipen- ti di Papigno allaigassero il recinto del
diCorrado d'Alviano con 3oo fiorini il lorocastello. Nel 1492 Alessandro VI par-
mese di provvisione, coH'obbligo di por- tecipò a Terni la sua esaltazione; e quan-
tar secoi 8 corazzee 5o cavalli, l'io II vie- do l'esercito francese passò per Terni, re-
tò a'priori di Temidi aiutare IMalleo Ca- candosi al conquisto del regno di Napoli,
nali, che avea preso e bruciato il caslel- in contemplazione d'essere la città con-
lo di Collicello della s. Sede; e recando- giunta in affezione co'Colonna, il luogote-
si in Ancona sul fine di giugno 464, pas-
1
nente generaledel relè rilasciò un privile-
sò per Narni e per Terni, alloggialo da- gio di salvaguardia, acciò non fosse mole-
gli agostiniani. Allora era avvocato con- stala dagli eserciti francesi. Rinnovatesi le
cistoriale il ternano Lodovico Petruccia- antiche contese Ira le comuni di Terni e
ni; e poco dopo il concittadino Statio Do- Narni, con depredazioni e ostilità, inter-
nati fu pretore d' Orvieto. Appena nel postosi il cardinal Lonati, neli495 seguì
1
47divenne Papa Sisto IV, pel singo-
I la pace. Il ternano Vittorio Chiaravalli
lare affetto che nutriva pe' ternani con radunati 8000 uomini , spoletini, ternani
breve ne die loro parte, indi saputa la po- e raarchegiani, aumentò le turbolenze del-
ca intelligenza che passava co'lodini, per l'Umbria, marciando a danno di Todi e
amore della pace vietò loro d'inlr()metter- dando il guasto al territorio d' Alviano.
8Ì nelle cose di essi: purgò Todi, Spoleto e Quindi gli spoletini assalirono Cesi, e mal-
Cina di Castello da'liranni che l'occupa- menato il territorio ternano, entrati nel-
vano. Tolse dalla giurisdizione di Spoleto la città commisero diverse violenze, che
la terra di s. Gemini, e la restituii a cpiel- Alessandro VI riprovò. Continuando le
la diTerni come più vicina. Era suo ca- guerre e le vicendevoli uccisioni tra Ter-
meriere Alberico Camporeale, gli fece da ni e Todi, finalmente si pacificarono nel
compare, e lo donò d'una croce d'argen- i497- In questo ternani rifecero la tor-
i

to col s. Legno, la quale fu collocata nel- re di Colleluna e la resero inespugnabile.


la chiesa di Francesco. Fiorivano pu-
s. Neli4o8i ternani vigorosamente aiuta-
re i ternani Monaldo Paradisi avvocato rono i Savelli signori di Palombara, con
concistoriale,e FulvioGiocosi capitano dei genti a piedi ed a cavallo, e imprestaro-
veneziani. Neh 476 afflitta Roma da pe- no 000 ducati a'Colonna guerreggianti.
I

stilenza, Sisto IV si recò nell'Umbria con Nelle prepotenti imprese di Cesate Dor
6 cardinali, ed a' 18 luglio giunse a Nar- già, questi fu raccomandato dal Papa nel
ni, indi a Terni, Acquasparta e Piedilu- suo passaggio perTerni.Pe'nuovi dissapo-
co. Per la congiura de'Pazzi in Firenze, ri insorti neli5oo con Cesi, essa fu inva-
Sisto IV fulminò l'interdetto, e fatto ge- sa epatì gravi danni. In quell'anno 3o4f>
nerale di s. Chiesa il duca d'Urbino, scris- fiancescani tennero il capitolo generale in
se al governatore di Terni acciò mandas- Terni, laqualecome sempre si mostròdi-

se più gente che potesse per l'esercito pa- vola al benemerito ordine. Per le crude-
pale. Avendo il Papa imprigionati nel Ca- li ostilità tra'iernani ei popoli vicini, tal-
stel s. Angelo i cardinali Colonna e Savcl- volta essendosi Terni alienata dali'ubbi-
TER T ER 1 3

(lìeiiza della Chiesa, e data a'suoi occu- si, che trattarono il Papa e tutto il segui
paioli, Alessandro VI siconlenlòdi inul- lo con abbondanza di alimenti e magni
taila di Goooducati d'oro, assolveiìdola iicenzH. Leone X dopo aver significalo a
dalla scomunica e dall'ai Ire pene incor- Terni la sua promozione al maggiore dei
se; e poi per le nozze di Lucrezia Borgia troni, vi spedì Marc'Anlonio Colonna a
col duca di Ferrara, la richiese di copio- Visitar le Rlarmora, per comporre le di-

sa cacciagione e di animali domestici. Te- scordie co'realini. Il cardinal Antonio de!


nevano gli spoleliiii e i ternani in perpe- Monte legalo dell" Umbria nel i 5 i /j con
tuo vicariato i castelli di Cesi, Porcai ia, cesse in perpetuo a'lernani,ehe nel con
Macerino, Purzano, Colle delCatnpo,Mas- siglio raccolto con competente numero i-

sanano^ Citerna, Fiorenzola, Scoppi, Fo- co'voli di 3 delle 4 parti, potessero eleg

liguano, Rapicciano, Palazzo, Aretio, Cor- gere il pretore, riservandone al Papa la

digliano, iMagliano, Duellariu , Caliiino, conferma, e Leone X con breve approvò


Sterperò, Appollinaio, Appecano, Acqua tale facoltà, e iieli5i6 limitò al podestà
Piduuiljo,\ alle Biacchin, e altre castella, lu cognizione di molte cause e ne trasferì

luoghi e terre delle Terre Arnolfe: e per- la giurisdizione al comune, di cui miglio-

chè nacquero sopra il loro dominio gravi rò la condizione, poiché le spese supera-
contestazioni tra gli spoletini e i ternani, vano rentrale. Neh 52 i morto il Papa,i!
ne seguirono sanguinose battaglie, Ales- sa"ro collegio con lettera orlatoria ne die
sandro VI a rimuovere tanti mali e in- avviso al comune, e l'esortò co'Iuoghi e
sieme r estei minio delle due ciltìx, nel città convicine a serbare la pace, e di non
i5o2 incamerò delti luoghi e ne con- i fare novità. Ma per nuove ingiurie de'col-
cesse il governo a'chierici di camera, men- lescipolani, virilmente e con gran tumul-
tre r Umbria era posta a soqquadro da to si portarono i ternani a Collescipoli, e
Cesare Borgia avido di conquiste per for- vi piantarono il campo con piìi pezzi d'ar-

niarsi un possente stalo. Nel i5o3 anche con impeto inconsiderato fecero
tiglierie, e

Giulio il pailecipò a Terni l'assunzione danni e commisero omicidii; il che sapu-


al pa[)alo,indi gli confermògrindulti, pri- tosi dal sagro collegio, con lettera de' 5

vilegi e immunità concesse da'predeces- dicembre minacciò i ternani d'interdetto


sori. Nel 5 I ritornando Giulio II da Bo-
I 1 e d'altre pene, e della multa di 20,000
logna in Roma, apprendo dal p. Gallico, ducati d'oro, se non desistevano dalla te
De iliiierihus Roìiì. Pontifìciiin^ che do- raeraria aggressione. Mantenendosi la cit-

po aver celebratola festa e processionedel tà in lipulazione presso i principi di R.0-


Corpus Doììiìni in Spoleto, a' q giugno i ma, per la sua florida e pronta gioventù
enlrò in Terni non senza tumulto, per- nelle militari imprese, solevano in piìi oc-
chè i ternani vollero impedire il passo a- correnze ad essa ricorrere, come Colon-
i

gli spoletini armata mano, con dispiace- na, i Savelli, e anco gli Orsini, corrispon-
re del Papa che li rimproverò. Indi ve- dendoessicol loro patrocinio, benevolen-
stitosi in una chiesa, sotto il baldacchino za e affezione, reciprocamente aiutando-
si recò alla cattedrale, seguendo tali al- si, eziandio con genti d'armi; laonde nel
tercazioniche impedivano di udirsi il can- i522 somministrarono al cardinal Pom-
to. Itaqiie turhatus ahiit relieta Eccle- peo Colonna 200 uomini,con esperimen-
sia ex multo civium sanguine pollata. tati capitani, come de'Camporeali, Para-

Nel d'i seguente si portò a N'ami in letti- disi, Avanzi, Simonelti,Leonetti, Giulia-
ga per la pioggia, la quale cessala, assun- ni, per difesa de'feudi.
se la stola e fece il solenne ingresso nel- Adriano VI neh 52 3 confermò la ri-
la città e quietamente enlrò nella catte- forma degli statuti, ed capitoli di pace i

drale, lodando l'oidiue pacifico de'oarue- e coufederazioue stipulali colle terre di


i32 TER TER
s. Gemini, Cesi e Collescipoli,e(l i privi- Collescipoli;! capitoli de'banderari equel-
legi e indulti accordati da' predecessori. li delle fiere, il giudizio d'alcune cause
In questo tempo
ternano Serto-
visse il avanti il podestà, la remissione de'male-
rio Pacifici capitano valoroso e maestro ficii, la liberazione di molte tasse ed emo-
di campo dell'esercito del duca di Ferra- lumenti. Neh 535, come leggo nel p. Gal-

ra. Nel 15^4 con multa d'8ooo ducati lico, Paolo Ili recandosi a Perugia, a'5
d'oro, Cleiuente VII perdonò a'ternani i settembre pranzò a Olricoli e pernotlò a
delitti ed eccessi commessi contro Colle- Nai-ni. A
cìvibus et clero satis honori-
scipoli, mediante artiglierie con uccisio- Jlce cxccptusest. In porta praesentatae

ni, rapine, prigioni e demolizioni di case; fuerunt claves, et in cathedrali, ut mo-


perchè mostralo peiitiuienlo aveano im- ris est.caeremoniae servatae supina P(i'
ploralo rassolnzione da ogni colpa. Quan- pam, episcopuni naniiensis fccit ojjì-
do empiamente sacclici^giala dal
/\owrt fu ciiun, et Papa benedixìtj et cardin. de
rabbioso esercito di Borbone neliSsy, e Farnesio indalgenliam publicavit. Car-
assediato il Papa in Castel s. Angelo, par- din. de Caesisfecit apparatum, et surn-
te di esso si sparse a depredare e ad esten- ptian, ut audivi, co tunc absente, sed e-
dere le sue crudeli iniquità anco nelle cit- piscopn tudertino fra tre subministran-
tà e luoghi vicini, e buon numero piom- te. A"6 settembre Papa Interamne ap'

bali su Narui e Terni furiosamente le sac- a clero, elpo-


pulii, et ibi pernoctavit,
cheggiarono, coramellendovi deplorabili pulo honorifice receptus,et simili ter ca-
eccessi. Occupala la suburbana abbazia tliedralem ingressus , et caeremoniae
di Paolo da Piermaria Rossi e da A-
s. servatae: ego vero Narniam appulij et
lessandro Vitelli con 600 uomini, vi fu- rum d. Gregorio de Risis exceplus, et
rono assalili dal marchese di Saluzzo e bene tractatus. A'y entrò in Spoleto, ri-
da Federico di Bozolo, onde dopo lunga cevuto e onorato dal clero e dal popolo,
difesa convenne loro darsi a discrezione. e nel d\ seguente dopo la messa partì per
Neil 53 1 il giureconsulto Marc'Antonio Foligno: nel ritorno passò per Todi e A-
Simonetta da'Colonna fu preposto al go- melia, ove fu solennemente ospitato ili."
verno de'loro stati. Neh 532 gravi com- ottobre. Alessandro Tomassonida Terni,
mozioni accaddero in Terni per nimicizie dopo essersi distinto ne' coniballimeuli
econ omicidiijOndePioma spedi un com- control tui chi, fa da Paolo III fitto mastro
missario per ristabilii' la quiete, e punire generale di campo contro il ribelle Asca-
i rei con confìsche ed esilio de'principali, iiioColonna, smantellò Paliano e rovinò
ancora serbando la città la giurisdizione il Rocca di Papa: poi collo stesso
forte di
di rilegare i cilladini turbolenti nel IMi- carico servì Pier Luigi Farnese duca di
lanese, in Sicilia e altri luoghi. Trovo nel Castro, sotto Ceciliano, e comballè pure
p. Gallico, che Clemente VII recandosi nell'impresa di Siena contro gli spagnuo-

a Doltjigna, da Piignano a' ig novembre li, e la morte gl'impedì di fortificare la


i532 pervenne a Narui onorevolmente patria , avendo contribuito all' erezione
ricevuto dal cardinal Cesi suo vescovo, in- della fortezza di Perugia. Fioriva ancora
di pernotlò a Olricoli, ed a'21 fece il so- il letterato Ercole Baibarasa ternano, e-
lenne itigresso in Tei ni e dimorò nell'e- gregio traduttore del Convito di Plato-
piscopio, partendo a'22 per Trevi nel : ne e delle Jnlieìnlà di Roma del Rlarlia-
ritorno pas>òa Terni, e a' 8 marzo 533 1 i ni : altro recente volgarizzatore òt Com-
entrò in Narni, ubi e um il. Gregorio de mentari della guerra d'Africa fu Ora-
Risis fui, et apitd co wansi. V&o\o 111 che zio Nucula. Di più era intimo camerie-
gli successe confermò a'ternani grindulli re e coppiere di Paolo IH Michelangelo
e couvcuzioui tra essi e s. Gemini, Cesi e Spada, che coD^prato Collescipoli ne fu
TER TER i33
da esso crealo conle e signore del costello ra di detto duca, per cui il pubblico ri-

di Forano: edificò nella patria Teini un conoscente pose suo stemma anarioo-
il

palazzo sontuoso ornatoili travertini e di reo con lapide nella facciata del palazzo
nobile architettura. Allorquando Piedi- de'governatori, e nelle stanze ((nella del-
luco, Perticara, Miranda, Uocchette e la Papa. Neil 558 venne etlificato il
lo zio
Sabina in tempo delle fazioni erano guel- nuovo ac(|uedollo Cervino, e sul colle di
fe, nemiche di Terni guastarono il bellis- Malta una specie di torre a guardia de'
simo ponte del Sesto sulla ÌS'era estinte ; confini di Piediluco, cui si protestò noa
poi le fazioni e divenuti alcuni di tali luo- offendere. Pio IV fece vescovo di .Muro
ghi signorie de' ternani, questi rifabbi i- Filesio Cittadini di Terni; e deputò com-
carono l'edifizio così comodo e con nota- missario apostolico il prelato Castagna,
bile spesa, facilitando l'opera Giulio III poi Urbano VII, a terminar lunghi con- i

colla concessione delle paludi sgravate al- ed Appeoa-


trasti pe'confiiii tra la città,

le Marraora delle actpie; e contribuì con no Acqua Palomba, ed in 3 mesi tutto


e
denaro al lifacimento della tvibima della accomodò con soddisfazione comune. Nel
cattedrale: domandando il Papa 3oo fan- i56i la città fu onorata, perchè Angelo
ti, subito fu ubbidito. Egli fece vescovo Cesi e il marchese Cil)0 di Massa e Car-
d'Asisi Galeazzo Rossi da Terni, ove nella rara, domandarono d' essere aggregati
caltedralecominciò laca[^pella gentilizia, alla sua nobiltà: più tardi fece il simile
poi ornata di bellissimi quadri dal Ser- con alcuni degli Orsini. Nelle guerre d'A-
inoneta. Nata discordia tra Piediluco e i'ìg?ione conilo gli eretici ugonotti, si di-
Labro, guarentì Terni la pace tra loro stinse il colonnello Lue' .Antonio Tomas-
conclusa, il quale inoltre perdonò a Papi- soni ternano, che inoltre fu con altri ter-
gno le insubordinazioni commesse. Aven- nani inviato alla difesa dell'isola di Mal-
do i ternani piestatoal principe d'Oran- la da Pio IV; questi dichiarò suo came-
ge alcune artiglierie col proprio stem- riere segreto il conte Ranieri, altro ter-
ma per l'espugnazione di Spello (ciò va nano, e fece vescovo di Alife Angelo Fios-
inteso al modo che dichiarai in quell'ar- si. Cresciuto di numero e di potere il ma-
ticolo), e non avendole ricuperate, nel gistrato de'banderari, i nobili vedendosi
1 553 ordinarono che all' esistenti si get- sopraffatti, il malcontento produsse de-
tassero nella propria fornace(dimque già solanti avvenimenti, gare e civili discor-
esisteva un opificio di fusione) 8 pezzi di die. Queste rinnovandosi nel i 562, ricor-
cannoni a difesa della patria. JN'on avendo sero i banderari e i nobili con clamore al
i ternani protettore, si elessero nel i 557 Papa, il quale limitò lautorità de'primi.
Antonio Caraffa nipote Paolo IV, madi Perciò alterati i banderari, nell' agosto
nella guerra che questi sostenne contro I 564 con trama numerosa si proposero
i Colonna, per essi difese Paliano il capi- distruggere i 4) im-
nobili e ne uccisero 1

tano Gio. Giorgio Perotti da Terni; pre- pedendosi loro compiere il crudele e-
di

sa la fortezza da'ponlificii, il Papa dichia- stermitiio. I nobili provocaiono la venu-


rò duca di Paliano l'altro nipote Giovan- ta di Monte Valenti da Trevi commis-
ni generale di s. Chiesa, ch'ebbe a intimo sario apostolico, che fatto processo, proi-
uditore di quello stato esoldatesche il ter- bì ne'magistrati la distinzione tra nobili
nano Domizio Gubernari, esercitalo in e popolani, e togliendo il capo priore o
vari governi de'doiniiui ecclesiastici. Nel- gonfaloniere, stabilì una precedenza d'al-
la guerra della Campagna di Iloma, con- ternativa, ed estinse affatto il pernicioso
tro i Colonna e gli spagnuoli, che descris- officio de'banderari; stabilì il consiglio
si a Sicilia, gli alleati francesi nel pas- de'pacifici, abrogando quello di creden-
saggio di Terni Io rispettarono a preiuu- za, che poi soggiacque a variazioni; rista-
i34 TER TER
l)ilì la puLblica quiete. Aveiulo però tol- (Il Terni. Per interposizione del piolèl-
to l'entrate, T^rnl ne fu nel 567 rein-i lurecardinal Orsini, pel processo fallo on-
tegrala da s. Pio V, pagando alla came- ile punir la sollevazione, furono ristabi-
ra apostòlica 3ooo scudi d' oro : per la liti i termini, assolti dalla scomunica e al-
guerra de'lurchi vinti a Lepanto, Terni tre pene, per lacon)posizioned'8ooo scu-
sommiuistiò fanti. Sotto questo Papa e il di d'oro fatta dal suddetto Monte Va-
successore militò il colonnello Paolo E- linti allora governatore di Roma, lascian-
milio Monti: altri prodi capitani lerna- dosi alle parti danneggiate 1' azione de*
ui furono Gisberto, Marcello e Luigi Pa- compensi. Gregorio XllI a rirauoveredei
I adisi, Accursio, Lazzaro e Traiano Si- lutto le dispule tra'uarnesi e ternani sui
monelli, Sebastiano Angeloni e Calilio confini, vi deputò rag."^ Domenico Pinel-
Cittadini : loro concittadini furono Mu- li poi cardinale, che con decreto a favore
lio giureconsulto e magistrato nell'Um- di Terni terminò la questione, e per gra-
bria, Marca e Piomagna, e Giulio Giaco- titudine nel palazzo comunale gli fu eret-
boni cbe commentò Fontejo, De prisca ta l'arme di marmo con iscrizione, con-

Catòiorit/ngcìilcs. Nel 1 56\i pregataTer- cedendosi la cittadinanza alla sua fami-


ni dagli uomini di Ferenlillo di non of- glia. Il Papa elesse vescovo di Nusco Per-
iendere la comunità e gli uomini di Spo- so de Fileis ternano; e con suoi brevi ter-

leto, prontamente per l'antica amicizia Io minò le vertenze tra la comune e il fisco

promise. Die poi splendido alloggio nel sulla devoluzione delle pene de' raalefizi
palazzo priorale a Ottavio duca di Par- e ileijefraudi, aggiudicandolea favore del
ma, e nel seguente anno alla sua moglie primo; e comniisea mg.'Ghislieri la dide-
Marglierita d'Austria e al cardinal Far- renza de'confini fra Terni, Rieti e il ca-
nese, convitandoli magnificamente nel ste! di Modio o Moggio, con soddisfazio-

palazzo apostolico. Il passaggio per Ter- ne recipioca. Sisto V ebbe a cameriere


ni di grandi personaggi e de'Papi in ogni segreto Gabriele Castelli da Terni, il cui
tempo avvenne, sempre il comune usò
e padre comprò il castello di Polino, ed i

decorose ospitalità, deputando uo bel nu- llolelli Gaudio fu vescovo di Montepe-


mero di distinti cittadini a fare i suoi o- loso e Raimondo governò la Sabina: Pao-
nori. Vertendo liti di confini fra Terni e lo V dichiarò questa famiglia conti di Me-

Narni, la causa fu commessa al cardinal lace castello diruto, e marchesi della Roc-
Boncompagno, che divenuto Gregorio ca o Caslelforle. Altri illustri furono Ot-

XllI promulgò la sua sentenza; ma nella taviano Capozi letterato e musico, e Ot-
piecedenle sede vacante, non contenti i ta vianoMari ni letterato e magistrato. Per
lernaiii de'lermini posti a Formello da' la guerra d'Ungheria contro turchi, vi i

giudici deputati da s. Pio V, ammutina- si recarono varie compagnie di fanti, con


tasi la plebe, e sorda alle persuasioni de' capitani e ufliziali, tulli valorosi ternani,
magistrali, unita alle genti diMiranda, celebrandoli bellicosi nominatamente e
Rocca, s. Morigliano e Papigno, con im- colle loro particolarità e prodi azioni l'An-
peto armala mano distrusse termini, bru- i geloni: questi aggiunge che ClemenleVl II
ciando molte case rurali e capanne. Tor- fece Luc'Anlonio Gigli vescovo di Pafo e
nata in città, apri nel palazzo del gover- coadiutore del vescovo d' Alatri, ed en-
natore le carceri, e prese le artiglierie si comia i seguenti concittadini contempo-
recò furiosamente a Papigno di fresco ri- lanei. Giovanni Cittadini celebre giure-
Ixllalosi al conmne, e con tiri di bom- consulto, fratello del sunnominato vesco-
barde e di archibugi, e l'incendio d'alcu- vo di Muro Gio. Francesco Ferentilli
;

ne case, costrinse magistrati colle chia-


i dolio giurisperito e uditore del catner-
vi del castello a giurar fedeltà a' priori leugato, il cui fratello Agostino divenne
TER TER 1 35
vescovo diConversaiiojBruuoroSciaman- furono poste le sue uimi; ed i cardmuli,
iia vescovo di Caserta, degni nipoti del prelati, principi e altri signori niagnilica
(jiia-le furono il dotto iu legge Ferdinan- mente nel palazzo Spada e in altri palaz
tio, e Gio. Carlo; i conti Gaspare Spada Papa volle recarsi alla gran caduta,
zi. Il

signore di V'acone, e il fratello Silvestro in cui di recente erasi compita la lunga


prode milite; Innocenzo Ciamborlani e profonda fossa dal suo notne della Cle-
conimissario della camera e segretario a- mentina, e ritornato in Terni vi riposò
postolico, oltre altri gelosi incarichi, ed il pure la notte de' 7, riprendendo il viag-
i

suo nipote Giuseppe illustre capitano, gionellaseguente mattma.Perrannosan-


Narra Novaes, che ad impedire all' ac- lo1600 che celebrò, 7 confraternite di
que delle Marmore, introdotte nel Te- Temisi recarono in Roma a lucrarne l'in-
l'c/e.che non potessero cagionare a'roma- dulgenze, lasciando nella basilica Latern-
dì ulteriori grandi inondazioni, Clemente nense lo stendardino d' ormesino rosso,
VJII fece dal cav. Fontana tra Rieti eTer- co'ss. Valentino, Proculoe Anastasio pro-
ni alzare sulla cava della per lui Clemen- lettori dipinti, insieme al Tiio o Drago
lina, un ponte d'un solo arco impostato slemma della città; dipoi vi si portò la con-
6 palmi fondo della cava, e che la-
sul fraternità del Suffragio di s. Lucia, assisti-
sciando circa 1000 palmi quadrati di Iu- la da quella del Suilragio di Roma, cui do-
ce,non piìipermetlessechenelle più gran- nò d'una croce d'argento astata. Termina
di escrescenze vi passasse maggior quan- l'Angeloni la sua bella storia, con ricor-
tità d'acqua. Questo lavoro fu poi termi- dare gl'illustri ternani fioriti nel princi-
oalo a'23 ollobreiGoicolla spesa di scu- pio del secolo XVII ; essi sono: Alessio
di 71,560. Le tasse imposte a tal fine sui Gemmaoddi vescovo d' Isernia ; Alessio
ternaoiesu'reatini ammontaronoa scudi Riccardi uditore di cardinali; Tarquinio
75,f)3o. Giovanni Piccioni nel I 6 12 pub- Pecoli dotto legista; Vincenzo Scacchi a-
blicò io Roma il ragguaglio di tali opera- culo investigatore della natura; Mesenzio
zioni, e dipoi meglio mg.' Carrara coll'o- Carbonari criminalista e prelato governa-
pera: La Caduta dei Iclino nella Nera, tore; Sallustio Pecoli vescovo di Venosa;
AvendoClemente Vili ricuperato il diret- Lodovico Canale marchese d'Altavilla e
lo dominio del ducato di Ferrara alla s. contedi Varolengo;VincenzoFilerna pre-
side, nel 598 recandovisi a prenderne
I lato, e Giuseppe Spada professore di giu-

possesso onorò nel passaggio Terni di sua risprudenza nell'università romana. Nel
presenza. Siccome si fece precedere dalla 1 782 recandosi Pio VI in Viemia, si ha
s>. Eucaristia, della quale avea cura il dal Diario del viaggio d\ mg.*^ Dini, che
Sagrista del Papa, il p. Gallico narra a'28 febbraio daNarni passò a Terni, ove
cornea' 1 4 aprile tale prelato la posò nella fatto breve trattenimento nel palazzo del
cattedrale di Narni, colle consuete solco- marchese Canali, e ivi ammessa al bacio
nità; quindi a'iSil praticato a Terni, ed del piede la nobiltà, prosegui il viaggio
a' 16 a Spoleto. In questo giorno Clemen- per Spoleto. Nel ritorno e reduce da tal

te Vili giunse a Terni, accolto con in- ciltàaglii igiugno,giunto in Terni, meu-
dicibileallegrezza dal di votissimo popolo, tre si cambiavano i cavalli, si presenta-
essendosi innalzati archi trionfali con gè- ronoalla carrozza ad ossequiarlo il vesco-
roglifici e iscrizioni celebranti le virtù del vo , il magistrato e la primaria nobiltà.
Papa. La città era lulla ornata di vaii indi si trasferì a pernottare in Narni. Le
drappi e verdure, nulla risparmiandosi triste vicende che nel terminare del seco
di spese per dimostrare il pubblico giù- loXVIII afflissero lo slato papalee l'Um-
bilo. Dimorò nel palazzo dello apostoli- bria, furono contuuia Narni e Terni. Nel
co, assai deceulcmenlc addobbato, ove poi diccmbitìiyyS una colonna diiooo frau-
i36 TER TER
cesi comanJnla dal generale Lemoine ,
dimora che voleva fare in Terni il Papa,
presso Terni e Papigno sbaragliò e pose in si destò il più vivo entusiasmo d'esultan-
luga6,6oo napoletani, compresi 600 ca- za e di gioia nell'animo di tutti i ternani
valieri che niinacciavaiio Roma. Eletto d' ogni ceto e condizione; tullianelando
nel 1800 Pio VII in Venezia, da Spoleto veder da vicino l'ottimo monarca, il pa-
il .' luglio pei" Terni recossi a Naroi. Al-
I dre munificentissimo de' suoi sudditi, ad
Jorchè poi tornò neli8o5 da Parigi, ri- esso mostrarsi e palesare in tutti i modi
ferisce il n.° 4o del Diario di Roma, che possibili i sinceri sensi di di vota sommissio-
ad ore 2 ide'i4 maggio pervenuto a Ter- ne e di verace attaccamento; rammen-
ni, fu ricevuto dal vescovo e dal magistra- tandosi a vicenda il praticato nel memo-
to, e dal popolo accorso sulla piazza della rabile e felice ritorno ne'suoi dominii di
cattedrale, ove smontò, e ricevuta la be- Pio VII, e ciò che i loro padri fecero in
nedizione col ss. Sagramentosi portò all'e- altresimiliavventurosecircostanze.il pen-
dopo aver preso una liuìoiiata,
piscopio, e siero di uno era quello di tutti, di soien-

adammessoal bacio del piede il vescovo, il nizzare con nobile e bella gara il bramato
cleroediveisedanip, «iella loggia prepara- arrivo del Papa, incoraggiandone lo zelo
ta die l'oposlolica benedizione al popo- l'attivissima e sagace magistratura che ne
lo, accuaipagiiala dallo sparo de'mortari, propose i modi, lu; distribuì le incomben-
e dal suono delle campane e della banda ze a scelte deputazioni, essendone insie-
militare, ciò che seguì pure nella parlen- me sprorje ed eseippio, senza sgomentarsi È
'
7.a per Narni ove pernottò. Poscia col bre- chela venuta si anticipò di 1 o giorni dalla
ve Expoiii nohis. de* 4 settembre 1807, prestabilita. Prioia che giungesse Grego-

Bull. Roin. coìit. 1. 13, p. 208, ad istan- rio XVI a Civita Castellana, la magistra-
za de' priori e magistrato riformò il tri- tura ivi gl'invio in deputazione conti Vin- i

bunale della città di Terni con dettagliate cenzo Rustici e Giuseppe Castelli, ed al-
disposizioni. Nel 1809 gl'imperiali fran- tra ne diresse il vescovo e capitolo, com-
cesi compita l'occupazione del lo stato pon- posta del priore d. Roberto de'roarchesi
liflcio, anche Temi soggiacque al gover- Cittadini e di d. Francesco Setacci cano-
no loro, e cessando nel i8i4 livide Pio nico teologale e pro-vicario generale, per
tornare dalla sua gloriosa prigionia
"N'il complimentarlo al suo arrivo,e furono ri-

a'22 maggio, alloggiando nel palazzo de* cevute con ogni amorevolezza e qualean-
conti Gazzoli, rallegrata la città con so- ticipata dimostrazione ossequiosa de'ter-

lenni e giulive dimostrazioni. Nel seguen- nani. Alle ore 6 pomeridiane del martedì
te lunedì ripreso il viaggio per Naroi, si 3i agosto Io sparo de'mortari annunciò
fermò a dormite in Ne|)i. Nel trionfde l'avvicinarsi del Pontefice proveniente da
viaggio che Gregorio XVI intraprese nel NaruijOnde la magistratura in toga, mg."^

1 84 '
, Terni ancora magniiìcamentesi di- Salvatore Paccinelli delegalo apostolico
stinse a festeggiarlo, come si legge nella di Spoleto,il cav. Gio. Battista Brunetti

Narrazione del cav. Sabalucci , e nella governatore distrettuale, e tutte le altre


Relazione delle feste celebrate in Ter- autorità civili e militari, l'incontrarono
ni il 3 I agosto^ 1 e 2 .settembre 1 84 ^per
• a porta Romana fra le incessanti accla-
ilfausto arrivo e benigna dimora in quel- mazioni dell'immensa popolazione. Il con-
la cillà diruta, della Santità di JV. S. te Giovanni JMaiiassei gonfaloniere pre-
Pajìa Cm regorioXyifelicemente regnan- sentò al Papa le chiavi della città, e con
/(', Terni tipografia Possenti. Di questa ve- esse le congratulazioni e i sinceri senti-
ridica, etlificante, alìistluosa, eloqucntere- menti di venerazionede'suoi amministra-
lozione darò un breve estratto. Appena ti; tal oifertaiu accettata con vivotraspor^^
fu uuuiiu2Ìulu ulta città 11 passaggio e la tu di gradimento e tenerezza. Altura un
TER TER i3,

volonlario drappello della generosa gio- Simo soprintendente direttore generale


veiilù ternana, composto di palrizi e rag- delle poste, come avea fallo col vescovo,
guardevoli cittadini, con leiteratepreghie- cede l'onore d'apri re lo spot lello della car-
re ottenne di staccare i cavalli della pon- rozza e di sostenere il Papa nel discender-
tificia carrozza, e fermali al limone intes- vi. Il convento per l'operosa intelligenza
suli cordoni di seta, la trasse fìrjo alla cat- del magistrato e della zelante de[)utazio-
tedrale, la cui vasta piazza era stipala di ne avea cambiato d'aspetto, e reso degna
popolo plaudente. Facevano nobil coro- abitazione di tanto ospite, e di sua corte
na al Papa, la magistratura e le nominale inclusivamente alle guardie nobili: orna-
autorità, le due numerose bande nnililari vano il pontificio appartamento fini da-
della città con ricco ed elegante unifor- maschi e bellissime mobilie, e vi si for-
me, e la guarnigione de'cncciatori. Com- mò ancora un'elegante cappella per la pri-
movente fu il complesso della pubblica di- vata celebrazione della messa, che il Pa-
vozione e allegrezza, imponente spetta- pa eseguì due volte. Ad onta dell'angu-
colo che penetrò il paternoanimo di Gre- stia del tempo, ecco come venne abbellita
gorio XV 1 e di tulio il suo corteggio. Mg-' la città per celebrare l'avvenimeulo. Pres-
Mazzoni vescovo di Terni aprì lo spor- so la porla Roma sorgeva un arco trion-
tello della carrozza, donde disceso il Pa- file ornato con colonne e piedistalli d'or-
pa fu ricevuto da lutto capitolo e da tut- il dine dorico di eccellente disegno, e nel
to il clero, ed accollo sotto ricco baldac- mezzo dei grand'arco innalzavasi un at-
chino retto da'canoiiici, entrò nella cat- tico unoalle
con iscrizione (diesi legge in

tedrale, tra l'armonia di scelte e nume- altre nella Relazione) dichiarante le pon-
rose voci, del canto: Ecce Sticerclos Mii- tificie virtù, i fisti del ponlilìcalo e l'esul-
gnus. 11 capitolo non avea risparmiato cu- tanza di Terni. Lateralmente eranvi le sta-
ra e 'Spesa in decorosamente addobbare tue della Giustizia e della Carità co' loro
e illuminare eoa isplendidezza il maesto- motti: dalla parte opposta altra iscrizione
so tempio, ove già trovavasi il cardinal felicitava la venuta di Gregorio XVI. Da
JMattei che avea la direzione del viaggio. questo punto per tutta la lunghezza della
Venerato il ss. Sagramenlo solennemente via Nazionale, che per circa uu miglio si
esposto, il Papa ne ricevè la benedizione estende nell'interno della città, sino alla
da mg.' Caroli vescovo di Rieti. Indi a- poi taSpolet ina, era superba mente decora-
sceso nel contiguo palazzo episcopale, pas- ta con serici drappi,di bianchi lini, di corti-

sò in una magnifica tribuna a benedire af- naggi a vari colori, guerniti tli galloni d'o-
fettuosamente il popolo, che poi rinnovò ro, e frammezzati da festoni e guide di ver-
il suo conlento con fragorose e ripetute de bosso, da quadri, specchi e altri simili
acclamazioui. Rientralo il Papa nelle stan- ornamenti a foggia d'elegante galleria. Co-
ze episcopali, dati amorevoli amplessi al sì magnificamente era addobbato l'altro

vigilantissimo pastore, ricevè cordialmen- tronco di deviazione, detto dell'Arringo,


te gli omaggi del clero e del magistrato, quale partendo dallaXazionale in retta li-
e dichiarò a lutti il lieto suo gradimento nea conduceaila cattedrale. A questo dava
per tante solenni e sincere dimostrazioni. ingresso un 2.°arco di trionfo, sorretto da
Disceso dall'episcopio e rimontalo in car- doppio ordine di colonne. Progredendosi il

rozza, l'encomialo drappello lo condusse cammino per entro questa 2. 'galleria, or-
al convento di s. Pietro degli agostiniani nala d'ambo i lati da quadri esprimenti i

deslinato per sua dimora, tra i festivi ev- XII Apostoli e da altri di sagro soggetto,
viva della moltitudine. Quivi Irovossi a si giungeva ad altro magnifico arco d'or-

riceverlo la famiglia religiosa agostiniana dine corintio con sovra[)posta b;tlaiistia


cU il goafalooiere, a cui il principe iM£»s- con iscriziuae in mezzo dichiarante la vi>
1 38 TER TER
sita del Papa nella cattedrale per vene- scienze. La piazza di s. l'ielroera pure or-
rare la B. Vergine. Nell'opposto lato co- nata con eleganza, il chiostro degli ago-
me scolpila in marmo,
eravi una preghie- stiniani convertito in vago giardino, sor-
ra alla ss. metro alcaico. Nella
Vergine in gendo nel centro un obelisco, che ne'4 ^^'

gran piazza della cattedrale sorgevano ti della base avea epigrafi con encoraii al

ben addobbate palcatLMe,ov'era il luogo l'augusto ospite; i quali erano ripetuti in


per le due bande militari e pe'ciltadiui. altra lapide dipinta nel fondo del porti-
L'ampia tribuna costruita sul gran porti- cato di prospetto all'ingresso, dichiarante
co del tempio, donde il Papa compartì la eziandio la leliziadegli agostiniani per l'o-

benedizione, veniva sormontata da mae- nore ricevuto dal convento loro, già abi-
stoso padiglione a foggia di trono tutto co- tato da Nicolò V e Pio II. Progredendosi

perto (li candido e prezioso drappo di se- lungo la via Nazionale verso la porta Spo-
ta ricamato riccamente in argento e oro letina, egualmente addobbata come i! de-
dì squisito disegno. Nella balaustra del pa- scritto tratto, nel sinistro lato della Piaz-
rapetto era l'iscrizione analoga del vesco- contrada forma-
zetta gli abitanti della

vo e del capitolo. Tornando alla via Cor- rono altro grazioso giardino, con fonte
riera, e giunti alla piccola piazza dell'an- d' acqua zampillante nel centro. Supe-

fiteatro Gazzoli, questa comechè di for- riormente air arco, che dava accesso al
ma quadra, venne convertila in semicir- medesimo, era vi un epigramma dettato
colare prospettiva con paratura di da- dalla divozione del popolo ternano. Fra
maschi: in fondo si elevava un tempietto le dimostrazioni di gioia, il magistrato cer-
colla statua semicolossale di s. Gregorio to di f<ìv cosa grata al Papa, distribuì sus-
1, in atto d'ascoltare il divino Spirito in sidi! a' poveri e 5 doli a fanciulle di tal
foima di colomba, con epigrafe sid pie- classe. Le due notti tutta quanta la città

distallo alludente al Papa successore, che brillò di luminaiie, anche di torcie, a di-

ne portava il nomee imitava le virtù. Nel- segno e in bell'ordine disposte. La piazza


la piazza grande centrale delia città, ter- i grande sembrò una galleria illuminata a
nani proprietari de'fondachi e de'fabbri- giorno, abbellita dalla facciala di s. Gio.
cati circostanti spiegarono lutto il loro en- Decollato; rimarchevole fu pure quella
tusiasmo per ornarla in smgolar modo. della cattedrale, dell'altissimo campanile
Le porte de'moltissimi fondachi ivi riu- e dell'episcopio. Taluni cittadini illumi-
jiitijde'grandi e comodi alberghi, del ma- narono anche gli atrii interni convertiti
gnifico palazzo del governo,e di altri edifì- in giardini, come particolarmente fecero
zi,come pure gli andrii e le finestre de'me- Luigi Manni, con incantevole effetto; e
«lesimi, erano adorni di preziosi e variati Paolo Pierfelici con elegante disegno enei
corlinaggijdi vasi di (ìorij di quadri e d'al- cui fondo si scorge il lontano monte Mi-

tri apparati, per la cui varietà ed elegan- randa che fece risplendere da fuochi, inol-
za seuìbrava la piazza trasformala in am- tre abbellito da busti, da prospettive di-
pia sala del piìi brillante spettacolo, sti- pinte e da fonte d'acqua zampillante. Nel-
pata dalla moltitudine di lieti riguardan- le sere le bande militari, dopo avere per-
ti. Nel suo centro si elevava sontuoso o- corso la città, sul gran palco costruito nel
belisco dipioto a granito egiziano altoioo la piazza di s. Pietro, di prospeltoalle pa-
palmi, leggendosi ne'4 lati del piedistallo pali stanze, eseguirono egregianieote scel-

epigrafi d'elogio a Gregorio XVI. Altro tissimi pezzi di musica. Nel dì seguente i.°

arcodi trionfo presso il liceo l'eresserogl'i- settembre ill^apa si ricondusse a piedi alla
stitutori e scolaresca del medesimo, so- cattedrale con tutta la corte in uno a've-
pra il di cui cornicione l'iscrizione enco- scovi d'Amelia, Rieti, Narni eTodi,ed a'de-
miava il Papa prolellore dell'ari! e delle legati di Spoleto e di Rieti, per venerare la
TER TER 1
39
reliquia del Sangue preziosissimo iliGesìi preparalo nel mezzo della vasta e bella
disio, incontrato dal vescovo e dal capito- ])asseggiata pubblica. Pertanto recatosi
lo,e con essa poi bened'i ralTollalo popolo. col cardinal Mattei e la corte nell'episco-

Indi passò a visitare le monache della ss. |)io, ammise al bacio del piede con pater-
Annunziata, rivolgendo a tulle parole di ni modi la magistratura, la nobiltà e va-
religiosa pielà,e confortando a pazienza le rie danìe, quindi intervenne allo spetta-
infermeda cui si recò. Restituendosi a pie- colo notturno,durante il quale s'interlea-
di alla sua residenza, mentre passava per ne in grati colloqui col vescovo rag."^ Maz-
la via Nazionale, fra le continue acclama- zoni, e col conte Manasse! gonfaloniere,
zioni della moltitudine, nell'osservare gli commosso da'rinnovati contrassegni d'a-
ornamenti posti per festeggiarlo, con be- more e di gioia della moltitudine concor-
nigne dimostrazioni di gradimento, in ve- sa a festeggiarlo, ed a godere la macchi-
dere il suo ritratto ornato di lumi, chia- na ed il ripetuto chiarore delie
artificiale

malo a se Francesco Rossi autore di tale fiamme dette Bengal, che su di essa pro-
manifestazione d' affetto, lo fece regala- duceva un magico effetto. Nel ritorno al
re d'una corona benedetta. Seguitando a convento, il Papa osservò con aumento
godersi l'ingegnoso artillcio della varietà di piacere la profusione e lo splendoredel-
degli addobbi, si fermò innanzi l'atrio del le luminarie. Nella mattina seguente sta-
l'ierfelici da esso trasformato in fiorito bilita perla partenza, ricevuta nuovamen-
giardino, lodandoli genio e l'amorevolez- te all'udienza la magistratura, le espres-

za dell'inventore,. ed ammettendolo colla se ancora una volta la piena soddisfazio-


niogliee tìgli affabilmentealbaciodel pie- nedell'attaccamento e divozione tanto so-
de. 11 Pierfelici celebrò tanta distinzione lennemente dimostrata da lutti gii ordi-
con riconoscente e bella iscrizione e con ni della città, ribenedicendo il popolo af-

sonetto d'aurei versi del celebre cav. An- fjllato sulla piazza; indisi diresse in car-

gelo Maria Ricci di Rieti, e li umiliò al rozza alla Piazzetta, ov'era atteso dal ve-
Papa scritti da elegante e magistrale pen- scovo e dal capitolo, co' quali sotto bal-
na calligrafa, e impressi in candida seta dacchino sostenuto da 6 sacerdoti, passò
dal tipografo Possenti. Leggo ne' due o- al monastero di s. Teresa delle carmeli-
riginali esemplari donati al Papa questa tane scalze, e poi a quello di s. Procolo

parte dell'iscrizione: E l'adorato Prin- delle Clarisse, ov'eransi riunite le convit-


cipe, ì enne, T ide, FI' sacro il loco, con- tricidel Bambin Gesti, e le povere orfa-
forto, benedisse. Indi il Papa contemplò ne del conservatorio Pio. In ambo luo- i

pure con particolare soddisfazione l'atrio ghi si trattenne con soavi maniere di pa-
della casa Mannl aderente alla farmacia, dre ascoltando tutte le religiose, e tulle

che rendea bella vista di fiori e agrumi confjrtando alla perfezione : le ammise
sino al fondo della gradinata. Alla nobile quindi al bacio del piede, e con esse mol-
mensa di corte furono ammessi col cardi- tissime matrone e donzelle ternane. Riab-
nale i lodati prelati, la magistratura di bracciato l'ottimo vescovo, con cortesis-
Terni, e vari altri delle primarie famiglie sime parole e benedizioni, si licenziò da
patrizie della città. Nelle ore pomeridia- lui, dal capitolo, dal magistrato e dal po-
ne il Papa onorò di udienza varie depu- polo dispiacente della breve di mora, e per
tazioni ecclesiastiche e civili, tanto della porla Spoletina si diresse a Spoleto, tra
città, che de'iu'oghi vicini, accogliendo tut- gli evviva, le felicitazioni e i prosperi au-
ti con segnalata bontà. Ad istanza del ma- guri! di tutti. Innanzi la partenza il Papa a
gistrato e del vescovo, accettò di vedere mezzo del cardinal IMattei segretario per
da una loggia dell'episcopio, coperta con gli affari di slato interni, fecedccoraredel-
magnifico padiglione, un fuoco artificiale la commenda di s, Gregorio I Magno il
i4o TER TER
gonfaloniere, e clonare di medaglie d'ar- riera, e aderente alla passeggiata chiama-
genio colla sua effigie gli altri componenti la delle Mura, la quale da vari anni si va o-

il magistrato, non che que'patrizi e cit- perosamenle riducendo ad un pubblico e


tadini che egregiamente aveaoo disimpe- molto elegante giardino. Nel iGSy pub-
gnato l'incarico delle diverse deputazioni blicò in R.oma Giacomo Lauro, Historia
alla decorazione della città e ad altre in- e pianta, di Terni. Avverte il Ranghia-
combenze. Inoltre il Papa regalò molte al- sci che fu messa nell'indice de'libri proi-

tre persone ch'eransi distinte nel tribu- biti. Egualmente in Roma nel 1646 fu
targli divozione, e lasciò caritatevoli sus- stampata V Historia di Terni descritta
sidii alla classe indigente,dispensando pu- da Francesco Angeloni et dedicata al-
re diverse grazie e favori. Sebbene pel l' Eni. e Rcv. cardinale Giulio Mazari-

concorso de'forastieri si era quasi tripli- ìii. Ranghiasci ripete l'elogio che ne fe-

cata la popolazione, nulla mancò alle co- ce Mazziichelli, ma dice non aver potuto
modità etutfo procede con ordine in mez- trovare l'edizione di Roma 685 1 pretesa
zo all'universale esultanza. Non contenti dall'Haym.
i ternani di tante belle dimostrazioni, de- La salutifera fede cristiana, l'Angelo-
cretarono di costrtiire una porta monu- ni la crede dilfusa in Terni da alcuno di
menta le col nome di Porla Gregoriana, quelli che s. Pietro inviò a promulgarla
e ne commisero il disegno e l'architettu- da Roma, non meno nelle vicine che nel-
re al valente cav. Luigi Folciti. A faleef le lontane regioni, dilatamento che cura-

fello nel n.° Diario di Roma del


G6 del rono con zelo anco suoi successori. Cer-i

j84>, pubblicarono le condizioni per e- to è che s. Pietro mandò nell'Umbria il


seguirla in anni 6 con a|)palto, oilrendo suo discepolo s. Drizio e ne divenne l'a-
scudi 90 5 compreso 1* equivalente del
I postolo, e I ."vescovo di Spoleto, '\uà\ con-
materiale di proprietà del comune, da im- sagrò altri vescovi per diverse città del-
piegarsi nell'edificio quale memoria d'o- l'Umbria, Sia per la vicinanza a Uonia,
nore e di divozione al Pontefice. Avve- sia per la docilità degli abitanti, si Tuole
nuta la sua pianta morte, riferisce il Sup- che il seme dell evangelo gettato in Ter-
plemento del n." 49 ^^^ Diario di Roma ni da alcuni santi uomini fecondò a se-
dell 84(^3 che a sutFragarne l'anima sa- gno, che quando s. Peregrino o Pellegri-

lila alla gloria de'giusti, nella cattedrale no vescovo d' Auxerre, recandosi dalla
il vescovo mg."^ Tizzani celebrò l'esequie sua chiesa in Roma verso l'annoi 38, pas-
solenni, con decorosi addobbi di lutto, ed sando por Terni fu pregato da alcuni cri-
epigrafi celebranti le virtù del perduto pa- stiani di feimarsi a predicare la dottrina
dre. 11 municipio, a di cui spese fu l'o- di Gesù Cristo, per accrescere il nume-
pera, volle pure che flebili musicali con- ro de' fedeli, e per fortificare quelli che
centi rendessero più lugubre e comrao- per le persecuzioni eransi intiepiditi; ed
\enle la ceremonia, alla quale interven- avendovi acconsentilo vi dimorò alcuni
nero col clero secolare e regolare tutte mesi ne'quali grande fu il numero degl'i-
le autorità, con afiluenza d' ogni classe dolatri che convertì sì in Terni che ne*
de' cittadini, poiché tutti addolorati per vicini paesi, colla predicazione e il buon
la perdita dell'augusto Gerarca, prega- odore di sue virtù, onde aoipliò il divin
rono requie a quell'anima che fu modello culto e fece fabbricare diversi oratorii.
in terra di grandiesingolari virtù. Quan- Nelle poche parole che dissi di lui nella

to alla porla Gregoriana essa dovea sor- biografia, IJiaendole da quella brevissima
gere ov'è attuai meate quella che condu- di Ruller, lipetei con questi, che cita i

ce a Roma e perciò della Romana; ma Rollamlisti e Tilleujont, che fu mandato


poi fu risoluto d'ivi erigere iuveccuaaCar- uelle Gallie da s. Sisto II del 260 : qui
TER TER i4t
pero nvverlo clie l'Angeloni ciò allrihiii- more de' due santi pastori restò eredita-
sce a s. Sisto I circa il i 33, e rileva die lia ne'pO[)oli di Foligno e di Terni. Dio
prima di lui può credersi che altri vesco- illustrò la predicazione di s. Valentino I

vi avessero retto la chiesa di Terni, cliia- co'miracoli; si dice che intervenne al si-
mando s. Peregrino ainpliatore della cat- nodo romano del 2^0 o 254; f" sollecito
tolica fede nella città di Terni. L'Ughelli de' bisogni, delle vedove e degli orfani,
neW ftalia sacra riportando la serie de' di conforto a'carcerati e di consolazione
vescovi di Terni nel 1. 1 , p. 746, dice che a'peccatori; accorreva fervoroso ovunque
s. Pellegrino si crede che fosse il i.° ve- i suoi aiuti spirituali lo richiedessero, e
scovo di Terni verso il i38, come si ha fece risplendere il culto divino negli ora-
dagli atti di s. Sisto I, ma commenta-
il tori! Avendo prodigiosamente
chiese.
tore Colati dubita di tali alti. Variamen- guarito Cheremone figlio dell'oratore a-
te fu scritto di lui, convenendosi sul di teniese Cratone in Roma, essi ricevero-
k«i martirio e decapitazione patita a'i6 no il battesimo, insieme a l'rocolo. Efe-
ovvero a'iq maggio 142 second(j Baro- bo e A poi Ionio concittadini e discepoli del
nio, ciò che altri ritardano; essendovi pu- fdosofo, e lo divennero del santo. Al fpia-
re dubbi ove riposi il suo corpo. Per 2. le esempio molti idolatri confessarono Ge-
vescovo di Terni si registra s. Antimo di sìi Cristo, fra'quali Abondio figlio di Pla-
nobii sangue e probabilmente d'origine cido prefetto di Roma, onde mosso a sde-
ternana, e da' Lczionari della chiesa di gno il senato e acceso d'ira contio il san-
Spoleto si ha che nel 4 J fu eletto ve- 1 crudelmente battere e chiude-
to, lo fece
scovo di Terni, e nel 58 venne trasfe- 1 re in orrida prigione, indi il prefello ne
rito alla sede di Spoleto. In Terni, in Fo- ordinò la decapitazione nel 270, e se ne
hgno e nelle circostanti città fu una troni- celebra la fèsta a'i4 febbraio. I memo-
ba evangelica, e la di lui santa vita di- rati suoi discepoli e convertili nascosta-
spose molti ad abbracciare il cristiane- mente portarono il corpo a Terni, e ono-

simo; ed in Terni eresse e rislaurò più revolmente lo seppellirono in un campo


oraturii, innalzando fuori delle nnua un suburbano, insieme a'divoli ternani. Sid
tempio a s. Pietro, poi dal tempo consu- sepolcro col loro aiuto eressero un ora-
mato, e posevi come si ritiene dall' Au- torio e un ricoveio per essi, ivi santamen-
geloni la cattedra vescovile, colla custo- te vivendo e molli convertendo battezza-
dia d'idonei chierici esperti nel divino da Abondio divenuto prete. Accusati
ti

ctdio. E' contrastata l'epoca di sua mor- a Leonzio che reggeva la città, fece tron-
te, essendovi chi la fissa al 176, e chi la care il capo a'ss. Procolo, Efebo e Apol-
rilarda al venerano mar-
206. Alcuni Io lonio, e Abondio pose «juesti martiri pres-
lire, altri confessore; Spoleto ne celebra so il loro maestro. Narrai di sopra che l'o-
la festa l'i maggio, e Terni a'2 feb-
i 1 ratorio fu convertito in magnifica basi-
braio. Dipoi gli furono erette delle chiese lica, e come si fece l'invenzione del cor-
in Terni, in Foligno e ne'dintorni. 11 3.° po di s. Valentino I, accanto il quale fu-
vescovochesi conosca ès. Valentino I, no- rono poi anche seppelliti gli alti i disce-
bilissimo ternano, d'innocente e santissi- poli i ss. Cratone, Cheremone e Abon-
ma vita, onde meritò con grande applau- dio. Gli altri discepoli ss. Saturnino, Ca-
i

so d'essere sollevato alla patria sede.quin- stolo, Magno e Lucio martiri ternani, nel
di consagralo nel 107 da s. Feliciuno ve- 274 furono tumulati presso il torrente
scovo di Foligno, con permesso di Papa Passai o, ove fu eretta la chiesa di s. Ze-
s. Vittore I. Con s. Feliciano si adoperò none. L'Ughelli dice che s. Valentino I

alla conversione de'pagani e specialmen- islilm una congregazione di chierici, ed al-


te di Naroi: questa uuioue di zelo e di a- tra di vergini, una delle quali fu la disce-
i42 TER TER
pola e conciltadina s. Agnpe mortile. In- so e nobile ternano, che fu a' sinodi di
di fu vescovo s. Proccio 1, clie nel ago Papa s. Simmaco, secondo Ughelli
e An-
venuto d'Antiochia in Italia, da Verona geloni. Ma
Lucenzi rettifica l'errore, con
passò nel concavo d'un monte a menare stabilire che Pietro fu vescovo nel 470»
santa e penitente vita: da questo nascon- onde rendere ragionevole il suo trenten-
diglio fu tratto alla sede di Terni, e Pa- ne vescovato, ed assegna s. Felice dopo il
pa s. Marcellino del 296 lo confermò. Col- 5o4, poiché non si legge il suo nome tra'
la predicazione e i miracoli operò molle vescovi intervenuti a'concilii adunati da
conversioni in Terni, inCarsoli e ne'Iuo- detto Papa. Governò con somma tran-
glii vicini, e chiaro per virtù e zelo pa- quillità, si recò nel 5i5al concilio di s.

storale, fu martirizzato accanto le mura Ormisda, e fu deposto nella basilica Va-


di Teini a' 4 aprile del 3 i o, ed il corpo lentiniana. Nel 520 fu acclamalo succes-
fu collocato nella chiesa edificata sotto il sore resem[5Jareedolto ternano S.Valen-
suo nome. Subito gli successe il discepo- tinoII, e Papa s. Ormisda lo confermò;

lo s. Volusiano di Carsoli, la qual chiesa maestoso della persona, eloquente, pio e


pure resse per la vicinanza sino al Sao; zelante, si rese venerabile a tutti. Nell'e-
a'santisuoi predecessori eresse un orato- vangeliche fatiche ebbe a valido aiuto,
rio, e morì santamente. Nel 320 fu elet- anche per impugnare gli eretici ariani so-
to s. Siro,altro discepolo di s. Procolo.che stenuti da'goti dominatori, il prete s. Pro-
intervenneal sinodo romanocelebralo da colo siro di santa e penitente vita, e fa-
s. Silvestro I nel 324, tenuto alla presen- condo predicatore delle verità cattoliche,
za di Costantino I imperatore che avea che veni vano dtisli ariani combattute non
ridonato la pace alla Chiesa. Dopo la sua solo in Terni, ma in Spoleto e nelle al-
morte i espurgalo W faìiwn di Pa-
fedeli tre città umbre. Contro ambedue si mos-
ne, lo consograrono a s. Siro I, deponen- se fiera persecuzione da re Teodorico fo-
do onorevolmente il suo corpo sotto la mentato dagli eretici, onde passarono a
confessione, II vescovo Anlemio di santa Narni; ma ivi i goti ariani li batterono
vita morì verso il 43o, e fu sepolto nella e posero in carcere, donde Iddio li liberò
basilica di s. Valentino I, così nel 436 il col ministero d'un angelo: s. Valentino
successoi e Elonio o Aeloiie. Nel 46 5 Pre- II tornò a Terni, e s. Procolo si recò al
testato, buono e vigilante pastore, fu al si- castello di Nazano (dubito di tal nome, e
nodo di Papa s. Ilaro, e morto nel 4<^7 che meglio debba chiamarsi Tazzano o
fu tumulato in detta basilica. Ughelli ri- Tassano, castello della diocesi di Narni,
ferisce che in tale anno il successore Co- del quale abbiamo di Gio. Negri, Vita e
stantino si recò al sinodo di Papa s. Fe- miracoli di s. Gio\'cnale I vesco^'O di
lice III, ma l'annotatore Lucenzi avver- Narni. con l'origine cfondazionc di Tas'
te non esistere nel catalogo de' vescovi in- Torino i65o), unendosi a Volusia-
i'^/^o,

tervenuti: Costantino fu nobile ternano, no santa vita. Continuando il vesco-


di

e con pia diligenza difese il popolo dal- vo con intrepido fervore a difendere i
l'insidie dell'ariana eresia, e l'Angeloni lo dogmi cattolici e procurare la conver-
fa precedereaPretestato,assegnandoilsuo sione degli ariani, questi trovatolo fuori
vescovato dal 436 al 464,aiiuo i" cui ri- delle mura a spiegare il vangelo, pieni
poi ta l'elezione di Pretestato. Pietro no- d'ira ivi empiamente a'7 gennaio 533 lo
Ijile di Terni fu eletto verso il ^c^o, go- martirizzarono. Pianto dal popolo, fu se-
vernò 3o anni e fu sepolto nella basilica pollo nella chiesa dis. Zenone, ove Dio

Valentiniana con epitaffio: l'Angeloni lo- operò molti miracoli a sua intercessione.
dandone la carità e il zelo patrio, lo dice Alcuni pretendono che s. Gelasio I l'a-
morto nel 497. Nel 499 ^* felice virluo- vesse crealo cardinale prete di s. Eusebio.
TER TER 143
Acclamato vescovo s. Procolo II, da IVa- mi colorili e musaici, indi riedificata nel

zaiio o Tazzano ritoiuò a Terni, conli- I 57 3. Nel 554 gli successe Siro II di Se-
nuando la sua santa vita, e nel predicare ria, discepolo de' due predecessori; indi
contro l'ariana perfidia, nìediante mira- Valentino III, non però pure di Narni co-
coli, gli riuscì di purgarne del lutto la cit- me riporta Ughelli, ma come narra An-
tà, e per Io sfesso fine si recò a Spoleto. geloni, mandalo a Terni da s. Cassio ve-
Per comando di Dio passato a Bologna, scovo di Narni, che U)olfo invigilava sul-
co' prodigi e le conversioni, il re Totila la chiesa ternana, quasi ridotta al niente
oi'dinò die atrocemente si punisse col sup- per le tante patite calamità. Morto nel
plizio il 1.° dicembre 543 secondo l'Ari- 558 Valentino III, rUghelli gli dà in suc-

geioni, o ili." gennaio 5^2 al dire d'U- cessore s. Giovenale 11 vescovo di Narni:
glielli, nel 546 vuole Lucenzi e notando però Lucenzi dopo Valentino Ili dice che
che Telila allora avea deposta la sua fe- Papa Vigilio commendò la chiesa di Ter-
rocia per l'esortazioni di s. Benedetto. Vo- ni a s. Ma que-
Cassio vescovo di Narni.
lusiano che i'avea seguito ne raccolse il sta disposizione, come
morte di Valen-la

sangue e lo portò a Città di Castello, ed tino Ill,devesi anticipare, se debba attri-


i cattolici bolognesi ne deposero corpo
il buirsi a tal Papa, perchè trovo che Vi-
nella chiesa dell'altro mai tire s. Procolo gilio moi\ a' I o gennaio 555. Dice l'An-
nobile soldato bolognese, onde taluni con- geloni che oltre V^^lentino III, nel 558
fusero con esso e con s. Procolo I, s. Pro- mori s. Cassio, ed il Papa dichiarò vesco-
colo II: di quest'ultimo furono discepole vo di Narni s. Giovenale II, alìldandogli
le ss. Donnina e compagne vergini e mar- pure il governodella chiesa di Terni, ego-
tiri ternane. Nota Lucenzi cVjc non pare vernò ambedue con santo zelo e carità,
aver s. Procolo li governatoanche la chie- e dormì nel Signore a'3 maggio 565. No-
sa di Narni, come scrive Ughelli /// iW/r- la l' Ughelli che desolato Terni, per un
nJensesEpiscopi .h' Arìs,e\ou\ dichiara suc- tempo ne governarono la chiesa i vesco-
cessore s. Anastasio siro, penitente nel de- vi di Narni, e die il corpo di s Giovena-
serto di Ferentino, umile e virtuoso, or- le II si venera in Possano. Gli successe
nato di ecclesiastica dotlrinajamalore de' Giovanni nella sede di Narni e nella com-
poveri, sollecito del divin culto, vigilan- menda di Terni, non conosciuto né da
te pastore contro l'ariana eresia de' goti Ughelli, né da Angeloni. Projettizio ve-
che serpeggiava ne'dintorni. Nell'eccidio scovo di Narni e di Terni nel 5g a cui 1 ,

di Totda fu preservato non senza prodi- scrisses. Gregorio I. Nei sinodi celebrali

gio, indi raccolse i superstiti ternani, re- da questi nel 5q5 e nel 601 intervenne
staurò per quanto potè le abbattute mu- Costanzo vescovo di Narni e couimenda-
ra, le disfrutte case e le quasi atterrate tario di Terni. Qui nasce altro conflitto
chiese. Pieno di sante opere e di meriti storico, senza che l' Angeloni lo avvei fis-

cessò di vivere a' i y agosto 553. Colle la- se, poiché riporta in successore il già lo-
grime il popolo ne accompagnò il corpo dato s. Anastasio, che intervenne nel 64o
alla cattedrale. Restato per secoli occul- al concilio di Lateranoadunafo da s. Mar-
to, si ritrovò verso 184' per divina ri- tino I, qual vescovo di Narni e commen-
velazione, uscendo dalla marmorea cas- datario di Terni, morendo nel 653. L'U-
sa soavissimo odore che si sparse per la ghelli che all'epoca da me riportala avea
chiesa e la città. Il sagro corpo fu collo- ommesso s. Anastasio, lo dice successo-
cato in particolare altare, e Dio glorificò re di Costanzo (nelle due sedi nota Co-
la tomba del suo servo con molteplici mi- leti) e per istinto divino acclamato nel
racoli, onde il popolo temanogli fabbricò 606, avvertendo però che altri lo fecero
nobile cappella, ornala di colonne, inar- eletto nel 542 e morto oel 553. Dice che
i4+ TER TER
eslinse l'ariana eresia, liparò le chiese del- rendita essendo ridotta quasi al niente,
la diocesi, edificò la caltediale di Teiui per le rovine e sciagure patite dalla cit-
onore dell'Assiiuzione della B. Vergi-
ili tà e territorio; il Papa dichiarò che per
ne verso il 65o, in cui furono collocati le buone ragioni rappresentale da Pietro
de'canonici di vita cotnune, ed in essa fu priore, unitamente al clero di Terni, con-
tumulato nel 653,essendo morto 17 a- a' tro tali pretensioni che restasse la chiesa

gosto. In tal anno gli fu sostituito Costan- di Terni soggetta alla Spolelina, questa
tino, o Consigneto o Cosentino, morto non poteva pel precedenteeserciziod'am-
nel 726. Recatosi Papa s. Zaccaria nel ministrazione aver acquistato giusto ti-
742 in Terni, a istanza di re Luilpran- tolo di continuarne il possesso; alla con-
do consagiò nuovo vescovo nella basi-
il cessione imperiale prodotta dagli spoleli-
lica Valenlioiana. L' Ughelli crede che ni, disse il Papa non esser concesso a'iai-
fosse Trasmondo llgliodi Faroaldo II du- ci il potere di disporre de'beni ecclesia-
ca di Spoleto e già suo successore nel du- stici, e nemmeno avere luogo la dona-
cato col nome di Trasmondo li. Dopo la zione fatta agli spolelini del contado di
sua morte o dellanonimo vescovo, non Terni, com'essi asserivano, benché ne te-

si trovano altri vescovi per circa V secoli, nessero il dominio temporale, per usur-
soltanto si conosce, che in due incontri i pazione degl'imperatori. Pertanto e per
vescovi di Spoleto, eanche d'Amelia, in- altre ragioni, Onorio IH decretòcolla bol-
tervennero yd alcune funzioni vescovili la Ju.<ftis peteiitinin desideriis^ secondo
in Terni, ma neppure se ne ha certezza. idus februarii 2 18, presso l'Ughelii, la
I

Anche la vicina Rieti per lungo tempo ripiistinazione della dignità vescovde in
mancò di pastore, pei narrato da Ange- Terni, facendola per sempre soggetta al
Ioni. Terni, secondo l'Ughelli, per le de- Papa, restituendo a Raniero, nuovo ve-
solazioni sofferte dai duchi di Spoleto, re- scovo di Terni da lui consagrato, la ba-
stò priva del pastore dall' 883 al 1218, silica di s. Valentino e le altre chiese oc-
ed ora il vescovo di Narni, ora quello cupate da'vescovi di Narni e Spoleto; e
di Spoleto, per provvidenza della s. Sede con altro precedente diploma, P/'rte/t7f/.y,
amministrarono la diocesi, anche per es- et clerìcis, et laìcis, pure presso Ughel-
sere ad essa immediatamente soggetta, li, Onorio III ordinò a'plebani e dioce-

come lo è tuttora; la cattedrale venendo sani di Terni d'ubbidire al vescovo Ra-


in quel tempo governata ilal priore e da' niero. Recatosi poi il Papa a' 5 ottobre
canonici. A questi 1' imperatore Ottone in Terni, comandò a Pietro priore e a'
IV concesse neli 209 il privilegio di con- canonici della cattedrale, di dare il pos-
ferma de'loro possessi e prerogative che sesso a Uaniero della basilica di s. Valen-
si legge nell'Lghelli. Ivi è pure la bolla tino colle sue pertinenze e giurisdizioni
I en. fratri nostro Benedicto.de'S s^en- spirituali e teuìporali, quale reintegrazio-
iiaioiaiy di Onorio 111, diretta a Bene- ne del codutodaijli antichi vescovi, meu-
detto vescovo di Spoleto amministrato tre la diocesi pi ima estendevasi a Norcia,
re di Terni, ed a'suoi canonici, i quali a- a Ferentino e ad altri convicini luoghi.
vendo fatto istanza a Innocenzo III di Nel 1254 il capitolo elesse vescovo Filip-
non ripristinare la sede di Terni, come po, ed Innocenzo IV lo confermò. Gli
r aveano supplicato il clero e popolo di successero nel 1 276 fr. Pietro Saracini ro-
Terni, per aver stabilito nuova rendita mano e domenicano; nel 1296 fr. Rinal-
per sostegno della mensa vescovile, Pie- do; nel [297 Masseo eletto da Bonifacio
tro Capitz podestà e Giacomo camerlen- \ HI, che intervenne co'vescovi di B^oli-
go di Terni, i quali coU'assenso del pub- gno e Spoleto a porre lai.' pietra nella
blico donarono perciò vari beni, l'aulica chiesa di s. Nicola della 2.^ città. Giovaa-
TE I\ TER 145
ni XX II
neli3i6 cren vescovo A ndren, i494"0'^'"^'G'f>vanuidi Fonsalida spa-
cui successe nel i3i9 Egidio da Monte gnnolo, suo cameriere segreto e segreta-
Falco, indi nel 323 Tooiinaso; nel 334
i i rio, vicario delle basiliche Liberiana e di
Grei^oiio Gicgorj ternano; noli 315 al- s. Pietro, e biI)liotecario della Vaticana,
tro Tommaso; nel i 3 jg Matteo ternano, sepolto in Roma con epitallloin s. Gia-
già priore di s. Pietro fuori di porta Spo- con)o degli spagniioli. Indi nel i 49^ gli

latina; nel i 384 Agostino intruso dall'an- surrogò l'altro cubiculario Francesco in-

tipapa Clemente VII, ma non avendo per- tegio pastore, e per sua morte nel 1489
ciò preso possesso restò la sede vacante. vi traslocò da Città di Castello sua patria,

Urbano V I nel i 3Sr) elesse Francesco a- romano come vuole Coleti, Ventura
merino; Innocenzo VI neli4o6 vi pro- Eufalini già chierico di camera, morto nel
mosse Lodovico Mazzancolli nobile ter- 1 5o4- Narra l'Angeloni, che trovandosi
nano uditore di rota, letterato, d'integri allora la ciltàdi Terni sottoposta perdebi-
costumi, zelante e prudente, nella catte- ti all'ecclesiastico in terdettOjSupplicòGiu-

drale edificò la bella cappella del Croce- lio II di sospenderlo, ed egli benignamen-
fisso con padronato alla sua famiglia, fe- te resaudì,esortando il comune a sgravar-
ce de'bonifjcii al campanile, alla basilica sene. Essendovisi interposto il cardinal
Valentiniaua, e in altri luoghi come ri- Francesco de Loris, il Papa a'4 dicembre
levasi da'suoi slemmi. Nel 14^9 l'i^nce- i5o4 lo deputò amministratore perpe-
sco Copini di Prato, già canonico di Fi- tuo del vescovato, morto in R.omaa'22

renze, da Pio II eletto che l'inviò nunzio luglio i5oo. Indi nel i5o6 da iMarsiglia
a Enrico VI re d'Inghilterra, ove compo- vi trasferì Pietro Baudon suo prelato do-
se gravissima lite co'nobili e invitò il re mestico, di grande integrità e dottrina,
ad armarsi contro i turchi; ma avendo e collo spirituale gli concesse anche il go-
abusato di autorità e commesso riprove- verno temporale della città. Morto nel
voli cose, anche simoniache, il Papa uel I 6109, Giulio II da Corone vi traslocòLui-

i4G3 lo privò del vescovato, fece chiu- gi d'Aprea palermitano, che intervenne

dere in Castel s. Angelo, indi gli permi- al concilio di Laterano V, e poi fu sepol-
se di professare monacalocol nome d'I-
il to nel duomo dentro la cappella del ss.

gnazio ne! monastero di s. Paolo, surro- Rosario con epilalllo. Leone Xa' 4 mar- 1

gandogli nella sede Lodovico genovese, zo i520 dichiarò amministratore il car-


che morto in Roma, con epitallio fu se- dinal Pompeo Co/o/7/i(^Zj il quale a'5 di-
polto nella sagrestia Vaticana. Sisto IV cembre la rassegnò al suo famigliare Se-
nel 1472 creò Francesco Maria, e perchè bastiano de Valentibus romano, canoni-
erano scarse le rendite a sostenere decen- co di s. Lorenzo in Damaso. Dopo 33 an-
temente la dignità episcopale, applicò al- ni d'amministrazione, Giulio III per sua
la mensa la chiesa e monastero di s. Pao- morte vi passò da Teramo fr. Gio. Gia-
lo in Galleto, estinguendo la dignità ab- como Barba napoletano, agostinianoe sn-
badessale delle monache di s. Chiara, che grista pontificio d' insigne virtù, inter-
trasferì in altromonastero della città: e- venne al concilio di Trento, ma volen-
resse la chiesa di s. Paolo in abbazia re- dosi ingerire negli affari del suo ordine,
golare, concedendola in commenda al- Paolo IV coi breve Tu sacra b. Petri se-
l'arcivescovo di Siponto,il quale avendo- de, lo vietò a lui ed a tulli i vescovi re-
la poi rìnunziata, il Papa la concesse al golari. Neil 566 da Zara passò a questa
vescovo Tommaso del 1 474 ^^ a'suoi suc- sede i\Iuzio Calino o Cozzanti bresciano,
cessori. Nell'istesso anno essendo morto, morto nel 1570. Da Lettere vi fu traslo-

Sisto IV vi trasferì d' Asisi Barnaba Be- cato Barlolommeo Ferro di Lngo do-
fr.

neualidi Monte Falco. Alessandro VI nel menicano dottissimo, versato in più lia-
VOt. LXXIV. 10
i4n TER TE R
gue, henemerilo compagno di vari lega- la sede il dolio fratello Cesare canonico
ti (li Germania e Francia, non che del e vicario generale nella [)alria, come il

caiiliiial Honelli, al cui lenipo in Terni predecessore encomiato pastore. Con que-
segin l'invenzione del coipo di s. Aiiaslo sti terminando neW fttilia .stura la serie
sio. Nel 58
I I Girolamo Petroni di Civi- de' vescovi lacompirò colle Notizie dì Ro-
ta Castellana, prudenlissimo pastore; nel ma. Nel 720 Teodoro Pcmgelli di s. A-
1

i5f)i Gio. Antonio Onorati cremonese, natolia diocesi di Camerino; nel 74"^ Co- i

cameriere segreto di Giegorio XI V e ca -


smo Pierbenedetli Maculani filippino di
nouico Vaticano, virtuoso e d'acuto in- Camerino; nel 1768 Agostino Felice de
gegno, parie colli vaio da esso e reso per- Rossi fermano. Vacò la sede dal 788 si- i

fetto collo studio di molte scienze, laon- no al 7q6 in cui fu eletto Carlo de'mar-
I

de riuscì eloquente predicatore, resse la chesi Benigni di Fabriano; nel 1822 Do-
sua chiesa con decoro, e maritò in Terni menico Armellini romano; nel 1829 Ni-
la nipote in casa Rossi. Nel 1606 Lodo- cola Mazzoni di Viterbo, dotto e lodato
vico Ripa, altro cremonese, già commis- canonico e vicario generale di Camerino.
sario della camera e governatore d'Asco- Per sua morte Gregorio XVI nel con-
li, lodalo e caritatevole pastore, sepolto cistoro de'3 aprile 1843 fece vescovo mg.'
in cattedrale con iscrizione prolissa. Nel Vincenzo Tizzani romano, procuratore
itìi3 Clemente Gera di Novara prolo- generale de'canonici regolari Laleranen-
nolaro apostolico, poi traslato a Lodi; nel si e abbate di s. Agnese fuori le mura, pro-
iG^SCosmoMannucci fioren ti no,di can- fessore di storia ecclesiastica dell'univer-
dide virtù ed eruditissimo. Per sua mor- sità romana e membro del collegio teolo-
te, neh 633 Urbano Vili fece ammini- gico, com'è tuttora, consultore della con-
stratore Francesco Vitelli arcivescovo di gregazione dell'indice ed esaminatore de*
Tessalonica, nunzio a Venezia e poi tra- vescovi in sagra teologia, consultorie che
slato a Urbino. Il Papa neliG36 gli sosti- ancoia funge. Avendo rinunziato la sede,
tuì Ippolito Andreassi nobile di Manto- il regnante Pio IX lo fece arcivescovo di

va, abbate benedettino cassinese in pa- Nisibi 7// p/irlihus. canonico della basili-
tria, da dove Urbano Vili fece trasferi- ca Lateranense, cappellano maggiore del-
re nella Vaticana ilcorpo della gran con- le milizie pontificie col grado di genera-
tessa Matilde, ecome a lui caro vi con- le, come rilevai nel voi. LUI, p. 227. Di
tribuì. Nel 1C46 cardinal Francescoil sua dottrina e opere parlai a'ioro luoghi.
Rajìaccioli romano e oriundo di Colle- Zelante pastore, ravvivò in Terni e sua
scipoli,cousagratodal cardinal Franciot- diocesi l'iusegnamenlo letterario e di e-
ti, generoso, eruditissimo e virtuoso pa- ducazione,avendofriltocompilare e pub-
store, che si procacciò la somma estima- blicare la Statìstiea della diocesi di Ter-
zione di lutti; costretto da grave malat- ni fatta nella Pasqua del 1 844/^'''' <^'*'

tia di calcoli rinunziò nel 656, onde d'A-


1 J/z/cec, Terni tipografia Possenti. 11 •.V'rtrg--
nagtn vi si recò a reggere la chiesa Se- ^iatore Romano t. 2, p. i58, die contez-
bastiano Gentili da Foligno. Nel 1667 fr. za e rese i dovuti encomi di questa sta-

Pietro Lanfranconi anconitano, genera- tistica, e ne inculcòalle altre diocesi l'imi-


le degli agostiniani, ottimo e lodalo pa- tazione. Il Papa Pio IX nel 1848 fece am-
store,tumulato nel sepolcro de' vescovi. ministiatore apostolico mg.'" Nicola A-
Nel 1675 Carlo Bonalaccia romano, già brate di Torino, vescovo di Sidonia in
vescovo d' Ortona e Campii, ornato di vartibux e sufFraganeo di Sabina: morì
molte virtù. Nel 1684 Sperello Sperelli nel febbraio1849, *^'' " '•'^' P- ^^ *'^''
nobile d'Asisi, che meritò il cardinalato, V Albnm ne pubblicò la necrologia, ove
innanzi al quale nel 1G98 gli successe nel- si rende ragione de' io mesi di sua am-
TER TER 147
ministrazionelodevoIe.InolliePioIXnel di Costantinopoli. Nel 19.04 Gioannicin
concisloio di Gaeta degli i i diceii)I)re o Calogiovanni principe di l^alacchlii. e
i84Hpromulgò vescovorng/AntonioMa- di ììuli^iiria (ì .) riconobbe per succes-
grini ilella diocesi di l\imiui,clic in altre sore di s. Pietro Papa Innocenzo HI, gli

a vea esercitato l'iifTiziodi vicario genera- mandò de'doni elo pregò inviargli un car-
le; ed ili quello de' i8 marzo iB'Jia lo tra- dinal legato percoronarlo e consagrare un
sferì alla sede di Forlì, dichiarando ve- patriarca pel suo popolo. Innocenzo llf
scovod'Aiiria m/;rt/7/7;uvedeputato am- avendo spedilo il suo cappellano Giovan-
ministratore della diocesi di Terni mg/ ni legato in Bosnia, lo fece passare in Bul-
Gio.Baltista Arnaldi di Caslellaro,eqniii- garia con piena facoltà d'ordinare le cose
<li come narrai a Spoleto di questa chie- ecclesiastiche, di consagrare i vescovi e i

marzo 18 53. Pi-


sa lo fece arcivescovo a'7 preti, di dare un arcivescovo,
il pallio a
nalniente lo stesso Papa nel concistoro e di fare investigazioni sul punto della di-
de' 1 settembre 853 preconizzò l'odier-
1 1 gnità regia che si avessero gli antichi pre-
no ottimo vescovo mg/ Giuseppe M.' Se- decessori di Gioannicio. («iiinto in Bul-
vera d'Anticoli diocesi d'Anagni, già be- garia ricevè il gitirainento dall'arcivesco-
nemerito e zelante vescovo di Cittadel- vo di Durazzo d'ubbidienza alla s. Sede,
la PicK'c e abbate di Marino, ne quali egli die il pallio, l'anello e la mitra pa-
articoli ne celebrai la saggezza, la pru- storale. Il legato di coiicordiacon Gioan-
denza, le virtù, l'eloquenza sagra e il sa- nicio creòquindi due nuovi arcivescovati,
pere. Ogni nuovo vescovo è tassato ne'li- e conferì la dignità primate agli arci-
tli

bri della camera apostolica in fiorini 18, i vescovi di Dclicltus (F.) o Zngora o Zo-
e le rendite della mensa ascendono a circa goria, e di Teinova; dopo di che Gioan-
scudi 1800. La diocesi si estende per 8 nicio seguendo l'orme degli avi suoi, po-
miglia, e comprende Piediluco, Papigno. se il suo regno nellacomunionedellachie-

Fiocca s. Zenone, la Fiocca appodialo di sa romana, promettendo per se e succes-


Terni, e Colleliciiio. sori eterna divozione; e prescrisse al pri-

TEFiNOVA oTARNOBA oTORNO. mate, agli arcivescovi, a'vescovi ed a'()ie-

BA, T'crnnhus, Triiinhus. Città arcive- ti del suo stalo di conformarsi a'canoiii
scovile della Turchia europea in Bulga- della sede romana, alla quale promise an-
ria, antica Bassa Mesia o iMc.sia (V.) in- cora sottometterle tutti i paesi cristiani
feriore o 2.'',sangiacato a 1 8 leghe daFitist- che avesse conquistato. nuovo primate
Il

sciuk, 37 d' Adrianopoli e 6 da Nikoup. diTernova chiese al Papa gli olii santi,
capoluogo di giurisdizione, sulla china di non volendo più servirsi di quelli de'gre-
due montagne, ed in riva al Jantra pres- ci, istruzioni sul modo df conferire il bat-
so al monte Emo. Sede d'un vescovo gre- tesimo, insegnamenti a ben reggere il suo
co, ha un vasto recinto formato da un buo- gregge, e il pallio pegli arcivescovi suoi
no e grosso muro ed una fossa, ed un gran- dipendenti. Un vescovo e il cappellano
de castello. Contiene alcune case appari- Giovanni portarono in Roma la dichia-
scenti, basari coperti, giardini e vigneti. I razione del re e la donianda dell'arcive-
bulgari ne fecero la capitale del loro regno scovo, coll'incarico d'ottenere per la chie-
nel IX secolo. Nel secolo X vi fu eretta la sa di Ternova, stante la lontananza sua
sede arcivescovile della s.** Mesia, quando e il continuo pericolo di guerra, il diritto
vi fu trasferita quella di Marcianopoli, ^ non solo d'eleggere il patriarca, ma quel-
uelXl Idi venne esarcato di Bulgaria:le sedi lo eziandio di consagrarlo, e finalmente
vescovili sulFraganee le riportai a Marci a- l'invio d'un cardinale coli' insegne reali
NoroLi, nella quale erasi stabilita la me- per procedere alla coronazione del re, che
tropolitana di Nicopoli, nel patriarcato mandò presenti dj gran pregio. Innocen-
i48 TER TER
zo III mostrò grandissima contente?/.! di due fanciulli aflìdatiglidaGioannicio, per-

questo nuovo accrescimento alla Chiesa, chè li facesse in Roma istruire nella lin-
e deliberò dopo maturo consiglio di pro- gua Ialina, onde poi fossero in istato di
tradurre ° che oc-
clamar Gioannicio re de' valacchi ede'bul- le pontificie lettere. Il i

gari, e mandar colla corona e lo scettro cupò la sede di Ternova fu Easilio, già
a ungerlo il cardinal Leone Braucalco- vescovo di Dcheltus o Zagora , istituito

ììc. A qtieslo legato il Papa die pure il pal- primate di Bulgaria da Innocenzo 111. Ma
lio pel nuovo primate, a cui gli raccoman- poco tempo dopo, l'arcivescovo Germa-
dò d'eseguire quanto il legato gli sugge- no che gli successe, si separò dalla chie-
risse di riformazioni e di ordinamenti, e sa romana, ricorse al patriarca greco di
gl'imposela formola di giuramento.il le- Costantinopoli che risiedeva a ]Nicea,da
gato recò pure agli altri due arcivescovi cui ottenne la conferma de'privilegì per
il pallio, stabilendo le solennità per ador- la chiesa di Ternova, concessi al prede-

narsene, non essendo proprio che del solo cessore da Innocenzo 111, ed ottenne al-
Papa il portarlo ogni volta ch'egli cele- tresì il titolo di patriarca. Questo titolo
bra solennemente. Con lunga lettera av- però venne soppresso in seguito, ed pre- i

vertì l'arcivescovo diTernovasul rito del- lati di Ternova non hanno più assunto

la consagrazione de' vescovi da eseguirsi che quello di metropolitani e di esaichi


da 3 vescovi, egli conferì il privilegiod'in- di Bulgaria, essendo soggetti alla sede di
coronare il re come primate, dignilà che Ternova i vescovati di Lophit2Ì,Tzerno-
ordinò al clero di riconoscere qual capo, va e Preslau. Morto Germana verso il

poiché era pari a quella di patriarca. Di- 1245, gli successe Gioacchino a cui scris-
spose che il successore di tal prelato fosse se nel 1291 JNicolò IV per esortarlo alla
eletto secondo le forme canoniche e con- comunione colla chiesa romana. Indi si

sagrato dal metropolitano eda'sufiiaga- trovano Ignazio, Arsenio che neh 564 ^^
rei di sua chiesa; eh' era tenuto prestar al sinodo di Costantinopoli, poi Dionisio
giuramento alla s. Sede, ed a ricevere al promosso dal patriarca Geremia li, Ma-
pari de'metropolitani il pallio dal Papa, cario consagrato dal patriarca Parlenio
insegna di sua dignità e sioìbolo dei can- neliGSq, e dipoi da lui gli fu surrogato
doi e dell'anima che dovea avere. Gli co- neli66q Partenio già vescovo di
Cirillo,
iiiandòd'osservare nelle fesle,neirordina- Prosa, nel 1672 Gerasimo che sottoscris-
zione de' preti e in tutte l'ecclesiastiche se la risposta del patriarca Dionisio agli
istituzioni i riti della chiesa romana e i errori de'calvinisti e gli successe nel pa-
comandamenti di Dio. Innocenzo HI an- tiiarcato, Atanasio metropolitano di Ter-
nunziò pure a'pòpoli dell'Ungheria e del- nova ed esarca 72 i sede-
di Bulgaria, nel i

la Servia la fortunata congiunzione de' va il metropolitano Giovanni. Oricns dir.


Lulgari e de'valacchi alla romana chiesa, t. I, p.I232.
e facoltizzò il legato di giudicare le cause TEROUANNEoTEROVANNE, Te-
thegh venissero sottoposte, e di rimettere roana Morinorum. Sede vescovile di
in pace e concordia ogni luogo. Il legato Francia nella bassa Picardia, e città ro-
giunse a' 1 5 ottobre in Ternova, città capi- vinata dell' Artois del dipartimento del
taledellaBulgaria, ea'7 novembre vi con- Passo di Calais, sulla Lys, a 2 leghe da
sagrò il primate,il quale di poi ordinò esso s. Omer, 6 da Boulogoe. Terouanne, Mo-
ancorai suoi metropolitani e vescovi,! pri- ri/ìi già capo de'popoli Moì'iiicnscs\ non

mi de'quali riceverono il pallio dal legato. si deve confondere con Tervanne ora s.

Questo nel dì seguente procede alla coro- Poi nello stesso dipartimento di Calais in
nazione del re in mezzo alle festose grida del situazione pittoresca e capoluogo di cir-
popolo, indi partì a'iScouduccudo seco condario sulla Ternoisc,già posseduta da'
TER TER 149
-conti di s. Poi colle fortificazioni di due altri anlicipriHO nell'epoca, indi gli suc-
castelli, eceduta alla Francia neh Cjg col cessero s. Alalberlo o Atilbertosuo com-
trallitto de'l'irenei. I moiini popoli della pagno nella missione, e nel 687 s. Aiulo'
Gallia Beli^ica 2." che da prima abitaro- ìiìiiio che pieno di zelo si dedicò a sradi-
no le coste del mare del Nord di Fran- caie le superstizioni dell'idolatria presso
cia o di Ficardia bassa, poi si avanzaro- i morini numerosi per città e porli, ed a
no iìa le terre, e Tolomeo die loro per lui propriamente si deve l'intera conver-

ca[Vìidìe Te riiainia ossia Terouanne.Pare sione de' morini e ne formò una chiesa
che il nome de'morini avesse per radice la floridissima. ftlorto circa il 670 ebbe a suc-
parola che in celtico significava mti-
///tv-, cessore Dransione suo coadiutore, dopo
re e disegnava quindi un popolo marit- del quale lo fu s.Dnino,UQ\ 708 Ravau-
timo. Il loro territorio sembrò a'romani gero, poi s. Erchemboldo morto nel 737.
contenendo anche le due cit-
assai esteso, Successivamente lo furono Adalgero
tà di Tcrnania e di Gt-soriacum ossia Gumberto, Eterio,Radualdo,Atalfo, Vi-
Boulogne.porto de'morini, che in seguilo geberto, Teodovino,Erembaldo, s. Fai-

divennero vescovili. I morini vicini A&'bcl- (juiiio neirS 7, s. Unfrido, Acardo, Adal-
1

loi'ari.a veano gli slessi costumi, e com'essi berto, Erilando,Stefmo, Vifredo, Bauco
villaggi e capanne. Gli uni erano in gran del 964, al cui tempo i vandali rovinaro-
parie coperti di boschi, laghi e isole cinte da no il paese. Gli successero Fraraarico,Bal-
paludi, ciò che forse contribuì alla con- duino che restaurò la città rovinata dal
servazione di loro libertà; ma G. Cesare fuoco e istituì 16 prebende, Drogo del
formò il progetto di vincerli e vi riuscì, io3i, Uberto arcidiacono, Gerardo del
e li sottomise agli atrcbatcs o artesiani. I084, b Giovanni de Coramines del 099, i

Posti all'estremità della Gallia,eranochia- Milo 1 del 1 3 r insigne per scienza e re-
i

mali da Virgilio, ea"/'/V7«z7;o/«//n///;, e da ligione, Milo II del [09, Desiderio del I

Pomponio M&\a^ultiiìii Galliarimi gai- I 69, Lamberto del 1 1 9 , Giovanni nel


1
[

tìuiii. Terouanne loro capitale andò fio- 12 1 3 fu confermato da Innocenzo III, A-


rendo in modo, che i ss. Fuscifuio e V^it- damo del 2 5, Pietro de Dowy del 1219,
I r

torùo, (aitisi compagni di s. Dionisio dì Radolfo de Cala del i i5(ì, Enrico de Mu-
Parigi, predicarono la fede a'raorini, for- ris del 1266, Giacomo di Coulogne del

mando una Terouanne,


piccola chiesa a I 283, Enguerrauo de Crecquy del 1 3o6,

indi martirizzati verso 286: gli avea pre- il Giovanni di Vienna nel 1 334 traslato a
ceduti s. Qui/dina, ma poco progresso vi Reims, Raimo Saquet, nel i357 Egidio
avea fatto Tevangelo. Mosso a compas- Aisseliìi poi cardinale, neh 365 Roberto
sione de' morini s, / ittricio vescovo di di Ginevra poi cardinale e famoso antipa-
Roiieii gl'istruì per qualche tempo, ma le pa Clemente VII, di cui riparlai a Sviz-
guerre e le invasioni barbariche annienta- zera. Quindi Gerardo de Dainville, nel
rono le fatiche apostoliche. Dopo la con- i37 il cardinal Adimaro/^oiez-f/chene-
I

versione di Clodoveo I, divenuta in gran gaCiacconio,Pietrod'Orgemont,neh384


parte la Gallia cristiana, nella vasta con- Giovanni Tabari fautore di detto antipa-
trada de'morini s. R.emigio di Reims nel pa, nel 1 4 4 Matteo Reiiaud scrittore del-
1

53 vi mandò a promulgare la fede s. An-


i le l ite de' Papi, il cardinal Lodovico de

timondo o Aumondo, che l'avea ristabi- Luxendìowg de'conti di s. Poi, Giovan-


lita nella Fiandra (P^.), la quale stabi- ni le /fi^/zc creato cardinale neh 439, ce-
lito il cristianesimo in Terouanne, ed e- lebre leg;ito c\\\tìma\.o\\ cardinal Mori-
reltavi la sede vescovile suifraganea di nen.se, David di Borgogna nel 1455 tra-
linims, le fu soggetta nel governo spiri- slato a Ulrecht, Enrico di Lorena nel 14^7,
tuale, i\'e fu I ."vescovo s. Anlimondo, che che rassegnò la sede neh 486 ad Antouio
1 To TER TE R
tle Croy. Neli4c)5il cartliiial Filippo ile nel 1644 e gli altri riportati nella 2." edi-
func/i/Loiiì-g, nel i 5 2 Francesco cleMe-
1 zione della Callia eJiristiana e nelle -Vo-
Inn, nel 1 53o il cardinal Giovanni di Lo- lìzie (li Roma, sino a Gio. Renato Assel-
I Cini, il cardinal Filippo della Camera o lin di Parigi eletto nel 1789, che fu l'ul-

Clianibrejnel 1 53!ÌFrai)cescodeCiecfniy, timo vescovo per essere slata la diocesi


cui successie nel il fralello Antonio. 1 553 soppressa nel 1801 pel concordato di Pio
IN'tlle Enrico li redi Fiancia
guerre tra VII, e riunita al vescovato d' Arras che
e l'iniperalore Carlo V, indis[)etlito que- comprende il dipartimento del Passo di
sti per la piole7Ìone che il re accordava Calais.
ii'proteslanti di Gei mania e per non aver TERRA, Locus. Regio. Oppidum,
pdluloespugnareylic^r. piombòsulla bas- l /'/>*•, Luogo, provincia, paese, re-
ZV^/vtìr.

sa P)cardia,e presa a'2 giugno 553 Te- i gione, città ecastello murato. Dicesi Ter^
rouanne l'adequò del tutto al suolo, in- razzano. Incoia. Munieeps,'\\ nativo oa-
sieme alla cattedrale eretta da re Clota- bitatoredi terra murala o castello; e Pac-
lio in onore della B. Vergine, la rese de- ór///o quello ch'è del medesimo paese. 7 e/"-

serta e non vi lasciò vestigia, macchiando ritario e anticamente Territoro, Terri'


così la sua gioì ia. Tale barbara condotta toriiini,^gcr,ch\araas\ con tenuto di do- i I

di (>arlo V accese di vendetta i francesi, minio e di giurisdizione; ed anche Z>/.s7/"ef-


the devastarono ilBrabante, ITlainaul e to, Convcntnin, Contermìmis, e Conta-
il Cambresis. Nella pace fatta in Cliateau do , /Iger , campagna intorno alla città,
Caiiibresis nel 1 S'yq, fu stipolato tra En- nella quale contengono villaggi e le
si i

rico li e Filippo 11 re di Spagna e sovra- possessioni, ovverodominio e contea. Co-


no di Fiandra, di non rifabbricare Te- rnila tus. dicendosi Conladino, ylgricoht,
rouanne,ed in conseguenza di far soppri- l'abitalor del contado. Dice il Sarnelli che
mere dalla s. Sti\it il vescovato IMorinen- terra è sinonimo di città, e conterraneo
se. Quindi Pio lY soppresseli vescovato chiamasi il cittadino. La paiola Irh.snon
di Terouanne applicandone le rendite , dilTerisce in sostanza da 6Vv'//</9, ma pu-
[)arte al vescovod'iy;//. parte al vescovo re è da considerare che V l rhs fu seu)pre
di s. Oriìcr, e porzione anche al vescovo più onorevole del Cà'/Vr/y. esprimendo il

di Toitriiay in Fiandra, così separando- Caput gcntis. L'antico nome Oppiduni,


le dalla Fiancia. Il successore s. Pio V, dato alle primarie città dell'Etruria, non
colla bolla J)i\iiiac 3Jajcstali.s arbìtrio, si creda già valere quel tanto che a' no-
de'3 marzo 5G(), presso I la Callia c/iri- stri giorni si stima. Al presente Oppiduiii
stiafia, t. 2, in Jùjìsconi Boloiiicnscs, et vale c|uanto castello, cioè terra circondala
Tcroancnscs seu Murincnses Ejjisiiijjì di mura. Ne'tempi antichissimi noma va-
eresse il vescovato di Boulogne coU'anti- si Oppidum anche una principale Città
ca diocesi di Terouanne o Morìiiense,u- {T\). All'articolo Peioke, ragionando di
nendovi 1' abbazia di s. Agostino, la cui quello civico qiial capo della magistra-
chiesa dichiarò cattedrale sotto l'invoca- tuia del /iy;/«/rYj/o(/.), e degli altri capi
zione dellaB. Vergine, trasferendovi quel- di esso e loro governo, delle città, terre,

la distrutta col ferro e col fuoco. Conser- castella, borghi e altra specie di Comu-
varono il nome di Terouanne i suoi ru- nità (/ .),come il Gonfaloniere, e il Sin-
poche case in seguito fabbrica-
deri, e le daco (P.), parlai della rispettiva distin-
le ue'diutorni. I primi vescovi di Boulo- zione fra le città e le tei re, e delle prero-
gnc furono, Claudio Andrea Dormy nel jUalive di quest'ultime. A Strada dissi dei
i583, il suo nipote Claudio I)orn)y nel / /V/urbani, e de'/ /< /subtubani antichi,
iGoo, Vittore Boulhillcr neliGaS, Gio- cioè villaggi, castelli e pagi, e loro distin-
vanniDoIcc nel iG33,FranccscoPerrochel zioni, non che determini per separazione
TER TER i5i
<J'(in luogo tlall'allro. La voce Tcnninus line meriilionale Ira lo sialo ecclesiastico
significa pure la separazione d'uno stato e regno di Xapoli o delle due Sieilie.
il

dall' altroj e talvolta nelle vecchie carte ivi cominciando il territorio di Fondix.'
Tcrminiis si prende per provincia, e nel- Città del reame. Un miglio dairEpilalìio

lo slesso significalo trovansi adoperati i si giunge al luogo detto Mortella, dove ri-

vocaboli Finis. Pacaste. Talvolta il du- siedono soldati napoletani. Circa un ^°


i

calo di Roma fu appellalo Tcrritoriii/n di miglio dalla Porla Napoletana, dove


e Terra s. P('/r/; nell'antiche carie le pa- comincia il Borgo, andando verso Napo-
role Res s. Petri, Terra s. Petri, Justi- lis'incontra la magnifica e munita Ione
tiae h. Petri. significano i fondi i\*t Pa- Gregoriana, costruita da Gregorio Xill
trimoni della s, SedeÀ'ày.wx luoghi di do- neh 583, l'ultima delle torri poste a di-
minio, e talora indÌ!>tiiitaiuente gli uni e fesa della spiaggia delMediterraneo.e c|ui-
gli alili. jNelle descrizioni de luoghi nar- vi serve ancora col suo militare presidio
rai di loro origine e come si formarono. per impedire irruzioni dalla parte di ter-
Si può vedere Provincia, Regione, Bor- ra. Vagheggia Tei racina dal setlentrioDe
oo, e altri articoli relativi. una corona di verdeggianti montagne ,

TERUACINA(ZV/7v/t7w«j.Citiàcou quali a modo di mezzaluna la circonda-


residenza vescovile della legazione di Ma- no, e dal mezzogiorno gode la deliziosa
rillima e Campagna, nell'aulico paese dei piospeltiva dell'aperta e ferace pianura
celebri volsci,di cui un tempo fu capo e del mar Tirreno, dove ri
m petto si vedo-
metropoli, ossia nell'antico Lazio (f.j, li- no le 3 isole di Ponza, Zannune e Palma-
torale oggi chiamato INIariltima e Campa- rola, già degli osci e de'volsci: Ponza che
gna di Roma. E' l'ultima città dell'estre- sorge in mezzo all'altre due, fu così de-
mo limite meridionale dello sialo ponlì- nominata da'bagni di Ponzio Pilato pre-
Mediterraneo o mar Tir-
[icio, vicino al 8ÌdedellaGiudea,secondoalcuni;fu innaf-
reno, laddove mettono foce l'Uleuleel'A- fiata dal glorioso sangue de'martiri, e vi
niaseno; avente a occidente le famose Pa- fu rilegalo e mori Papa s. Silverio (F.J.
ludi Pontine [J .), che di se fanno ame- Dall'oriente al di là del mare si vedono
na mostra colla loro ampia estensione, va- Gaeta, non che la monta-
le tiioiilagiie di

lutala da Prouy in lunghezza 42,000 me- gna del Vesuvio, le cui vulcaniche eru-
tri e 18,000 in larghezza, compreso il gran zioni SI osservano di giorno miste a fumo
bosco che reca tanto utile alla città; e ve- fiammeggiante, adi notte nello splendo-
desi eziandio il monte Circeo col porlo di re della fiamma, massiiiie allorché sono
Badino. Alle radici dell'alpestre monte s. copiose, e l'atmosfera non è al tutto in-
Angelo, già rs'ettuno è situata sopra la
, gombra da nubi. Vedesi altresì l'isola d'I-
costa d'un colle lia ridenti e verdeggian- schia alla parte meridionale di Napoli, eil
ti pianure, distante Q><i miglia da Pioina (e altra isoletla non molto quindi lontana,
poste 9), 4^ ^^ Vellelri, 27 circa da Sez- cioè di Capri. Veduta poi Terracina dal-
ze,18 da PipernOjio da Fondi e 60 da la marina, si rappresenta assai pittoresca
Napoli, perciò resta quasi a mezza strada per il bel contrasto di tinte di (juegl'im-
tra Ruma e Napoli, cioè sulla strada posta- meusi munii rossastri colle tinte fredde
lecheconserva il nume di via Appia ossia delle fiasche che iiivesluno gli avanzi de-
neirA[!pia nuova. Circa5miglia dal borgo yli edifizi gotici, ed anco alcuni de' 1110-
si giunge al luogo dello l'Epilalilo dal mo- liei 111 , essendo lu generale il paese assai
numento marmoreo eretto da Filippo il bello pegli artisti e pel suo esleso orizzon-
nel 568 e dichiarante es-ici e il couline del
i tej come inteiessanli per essi ne sono pu-
reame di iN'apoli, ed ove risiedono sol- i le 1 ilmluiiii per le svariale vedute, pei
dati pouliliciijo «jucslo lumia pure \\ con- le 'cune, che presentano nel sottoposto
i5a TER TER
piano vicinoal mare, peralciuii jìaviraen- che oltre rapparfamento pontificio v'ha
musaici, per gli avanzi del tempio di
ti (li in esso una giande caserma, un ospedale
Minerva, che osservasi nella piìi amena e altre comodità. Vicino alla dogana è u-
collina, dove oggi è la vignola di s. Fran- na bellissima piazza con palazzi nuovi, e
cesco, e per altri ruderi antichissimi e del- poco distante è altra piazza semicircolare
l'aureo secolo d'Augusto di ogni ragione; attorniata da botteghe non ancora inte-
lutto dimostrante che l'antica Terracina o ramet)te ultimate. Incontro ad essa si e-
Anxur, di cui parlano Marziale, Tacilo e leva una gran chiesa a forma di basilica
altri storici.era grande e magnifica cillà,ed dedicata al ss. Salvatore, con magnifico
estendeva il suo territorio Ira Amicla, Ca- prospetto ornato con un portico o pronao
pena, Fondi, il mare, ed il rinomato pro- di 6 colonne tutte di pietra di taglio d'or-

montorio Circeo. L'inverno vi ècouie una dine ionico con suo frontespizio. Usuo in-
primavera, e vi allignano assai gli alberi terno è a3 navi, oltre le cappelle !>fondale,e
di palme, di cedri, di portogalli, di limo- con due colonne del medesimo ordi-
fila di

ni e tanti altri; ma l'estate 1' aria non è ne, terminando a croce latina con sua cu-

del lutto sana, ad onta de'bonificamenti pola; il che forma un bellissimo effetto, ed
fatti alle terre e paludi pontine. Dappri- è opera sì studiata e ricercata ne'suoi più
ma l'antica Terracina non fu costrutta nel minuti particolari , che per vaghezza e
silo medesimo in cui è ora la moderna. maestria d'arte fu lodalo dalla pubblica
Siirsero le prime abitazioni sul pendio del stampa l'architetto prof Antonio cav. Sar-
monte Angelo, volle alla palude conti-
s. ti bolognese, come una delle più belle fab-
gua: ruderi che tuttavia si ammirano, ed
i
bricheerelte a'noslri tempi. L'altare mag-
ifatti storici non lasciano dubitarne. Creb- giore è decorato col magnifico giu|ìr|)0
be notabilmente in estensione e bellezza marmoreo della Pietà, composto dalla Li-
dacché Appio Claudio fece passare pres- Vergine a pie della Croce col Cristo mor-
so le laide del monte la Strada (1.) per to in seno e colla Maddalena prostrala al-

lui chiamata Jppìaj e dopo d'aver Lu- le loro ginocchia; encomiata opera del va-
cio Valei io fatto spezzare gli enormi ma- lente scultore bolognese prof Cincinnalo
cigni del monte stesso per frenare gl'im- cav. Baruzzi, sul modello dell' immorlal
petuosi flutti del mare che piima assai Canova suo maestro. Questo lodatissimo
tientro terra iimoltravansi; e ne'lempi più gruppo fu acquistato per 8ooo scudi dal
recenti <]uando la predilessero i Papi , i comunedi Terracina. In uno degli altari
(juali in varie epoche vi si recarono e fe- delle cappelle si ammira il quailro espri-

cero dimora, e particolarmente P/o J^ I, mente s. Felice di Valois che redime gli
che espuigando le paludi pontine, e re- schiavi, dipinto dal prof. Tommaso cav.
staurandola via A ppia, aggiunse un eter- de Vivo napoletano, di cui col disegno bea
no monumento di gloria al suo pontifica- inciso il eh. ab. Domenico Zanelli pubbli-
lo. Nella parte della marina, lungo la spiag- cò la descrizione nel l. 12, p. 21 I ìÌqW' Ai'

gia, sorge il magnifico Borgo Pio o della ìiuiiiAx Koma, il quale raccogliendo il giu-
Macina sulla via Appia, incomincialo da dizio datone da'maestri e dagli amatori
Pio VI, ove con più decoro sono disposte tlell'arte, concludeva essere questo gran

le abitazioni e i [)alazzi, giacché nel resto quadro meraviglioso pel pensiero che ne
della città le sue fabbriche sono poco in informa il soggetto e pel magistero del-
ordine con vie irregolari. Quel Papa fe- l'esecuzione, a cui fece ecoil Giornale di
e
ce grande edifizio
il della dogana coll'al- Hoina. del i85i a 432. Pie.dizzandosi
p.

Iro annesso, il gratidissimo palazzo del le benefiche intenzioni di Pio VI che nei

Papa o Camerale, da ultimo talmente in- fondamenti gillò la I, 'pietra in tale tem-
grandito sullo Gregorio XVI, per modo pio, chiamalo pure del ss. Redentore, pei-
TER TER 1 73
cura religiosa del cardinal Dandini fino se la città a ferro e fuoco, tempio ro- il

daii83o s'incominciò a edificare, prose- slò lovinalo e ridotto in ([uelln tljrnia che
gnendone la maestosa fabbrica il cardi- o^i^i si vede, indi nel 1074 ^'^4 novem-

n.d Rivarola colla notasua allivilìi,(](iin- bre fuconsagratodalsno vescovo Ainbro-


di ebbe compimento per lo zelo tiel car- gio. La chiesa è divisa a 3 navi separa-
dinal Gazzoli, qnal successore de' lodali le dai 2 colonne di cipollino, che reggono
buon gover-
cardinali nella prefettura del l'opera arcuata, ed ha un pulpito mar-
no eneH'amministrazioi'.ede'beni di Ter- moreo lavoralo a musaico e sorretto da
racioa, secondando premurosi desideri!
i 4 colonne con allrellanle statuine di sii-
lipetulamenle ruanilèslati da Gregorio le gotico che l'abbelliscono, vicino al (jua-
XVI, benefico anch'esso culla città; laon- le sta candelabro pel cereo pasrjualea
il

de nel n.°i 2 del Diai-io di' Ro/imduì i844 forma colonna ««pirale di bellissimo mu-
di

si legge, che nel s. Natale deli 843 si re- saicode'bassi tempi,come lo è parimenti il
se ulliciabde la nave traversa dell'ara pavimento dellaChiesa stessa, vermicolalo

massima, celebrandovi peli, la messa il iti pietre dure. Gli altari sono 9, e ne'
vescovo mg."^ Arelini-Sillani, che l'avea principali si venerano iliversi corpi santi:
benedetta nella domenica precedente coi nel maggiore di mezzo dedicato a s. Pie-
consueti riti. Così la popolazione del Cor- Irò ed a s. Cesario, vi è il corpo di que-to
go Pio potè avere un tempio piùpropor- mai tire, e quelli di altri santi: esso è iso-
zioiiato al numero de'suoi abitanti e più lato, e coperto di baldacchino sostenuto
corrispondente aila dignità del divin cui- da 4 colonne. DieUo
l'altare medesimo e
to, di quello che lo fosse stato sino allora sulla tribuna in una cappellella di legno
l'unicaangusta cappella, che provvisoria- vi sono le miracolose immagini della B.
n>ente per tanti anni avea servilo di cu- Vergiioe e del divin Figlio, che la tradi-
ra parrocchiale. 11 patrio storico Conia- zione vuole dipinte da s. Luca su due la-
tore dice the la cattedrale dedicata a s. tole riunite; e si portano in processione so-
Pielro principe degli apostoli, ed a s. Ce- leniie nella festa dell'Assunta. Gli altri due
sario diacono e martire patrono princi- altari laterali e principali, parimenti se-
pale della città, comunementecol solo no- condo la forma delleprimilive chiesejian-
ine del 2.° viene chiamala; con atrio co- no cibori o tabernacoli sostenuti da colon-
perto a volta e sostenuto da 5 colonne di nette di marmo. Il copioso novero delle
marmo, alla basedellequali giacciono al- reliquie che si venerano in questa catle-
cuni leoni disimde marmo bianco. Ch'e- drale, si può leggere in Coniatore. Usuo
ra prima magnifico e celebre tempio d' A- campanile è assai bello, essendo fd)bri-
polloAnsure, ma ignorarsi quando fu con- calo di mattoni ro>si, e ornato al di fuo-
vertito in basilica cristiana; essere però ri di varie colonnelle di marmo bianco,
credibile che fosse consagrala al culto del 11 prof. Luigi Rossini, in un suo articolo
vero Dio al tempo di Costantino! che fé- inseritonel t.i 3, p. 226 del citato AUnun:
ce trionfar la religione cristiana, opiuio- Intorno ad alcune antichilà di Tcrra-
ne che dice confermata dairanliche me- f/z^c/, ritiene che la moderna scala, la qua-
morie. Però il Marocco, Moniinicntidcl- le mette alla facciala della cattedrale, sia
lo .slato j)onlifi(io,\.. 2,lraltandoa p. i4o
\ quella slessa per la quale si ascendeva al
diTerracina, crede chela cattedrale van- l'antico tempio d'Apollo,poichè negli sca-
li la gloriosa antichità e princi pio da s. Pie- vi si trovò l'ossatura degli a Uri scalini. Ag-
trOjche occupi in parte l'area del tempio giunge, essere certissimo che quivi era d
diGiove Anxurus,edicecheinessa si con- foro circondato da templi, vedendosene
servano vetusti monumenti degni d'am- molli avanzi di rincontro al fianco della
mirazione. Nella gotica iuvasione, che pò- cattedrale e ue'vicoli adiaccnli; poiché 111
j54 TE R TE R
tale fianco a destra trovansi ancora tut- sta chiesa avea il priore e 8 beneficiali.
te le sosliuzioni grandissime e inlallcdel- J)a quanto leggo nel Contatore, pare che
l'anlico tempio profiino, es^enllovi «.late (|uesla collegiata ricordi l'altra di s. Gio.
fatte oiolte boHeghedi coiiimestibili,eclie battista OS. Maria de Posteroli, fondata
sono sotto l'alt nule piano della cattedra- da Gondiberta moglie di Rodoaldo re dei
le costruita ne'lenipi Costantiniani. E so- longobardi nel VII secolo, con arciprete
vrapposta alle medesirae sustruzioni gira e canonici, a 3 navi con colonne di mar-
una bella cornice di questogran basa n»en- mo, ma cessò di esistere circa il i5oo. Delle

to, su di cui ergonsi le bellissime colonne altre chiese urbane e subuibane tratta il
corintie scanalale con base attica senza Contatore. Esistono le chiese co'convenli
piiiilo, internate per un 3.' nella sua pa- de'domenicaui e trinitari (i quali avendo
lelea bugne, cornei! tempio della Fortu» occupato nel 832 I il già ritiro de'passioni-
na Virile a Roma; ed all'altezza del 3.° sti, passarono poi in quello che ad essi fu
del suo fusto gira orizzonlalmente nel suo assegnalo quando fu loro data la chie-
intercolunnio una fiscia con bellissimo sa del ss. Salvatore), e il monastero o con-
fiegio a foglia d'acanto ristretto Ira due servatorio dell'orsoline per l'educazione
gole rovescie che lo chiudono; come nel delle fanciulle, sotto il titolo dì s. Luigi
di dietro della medesima, ove comincia Gonzaga, con clausura, già antico mona-
l'apside, ammirasi altra parete del tem- stero fabbricato a foggia di fortezza eoa
pio d'Apol'o stata distrutta per costrui- torri merlate, dall'alto delle quali si do-
re lanuova chiesa. Annessi veggunsi gran- mina la città e le sue vicinanze. Le reli-
di muri d'opera reticolala, aviinzi d altri gioite di detto monastero s\ chiamavano
edifìzi, come [)uò vedersi nelle tavole 44 Luigine, perchè sotto la protezione di s.

e 45 del / ini^gio pittoresco da Roma a Luigi Gonzaga; Gregorio XVI volle


ma
Napoli, pubblicalo nel 83q dallo slesso 1 dar loro l'isliluzione che prima non avea-
ih. arcinlello incisore Rossini. Vi è nella no, ordinando per oigano del cardinal
<';ilttdraleil ballislerioe la cura d'aninie, Lambì uschini prefetto della congregazio-
amministrala dal vicario curalo perpetuo. ne degli sludi, che fossero monache orso-
Il capitolo si compone della d'guilà del- line, comecliè occupate per la pubblica
rarciprete,di 1 1 canonici compresele pre- istruzione delle fanciulle; e per lo stesso
bende del teologo e penitenziere, e di al- mezzo mandò loro la vita di s. Angela
tri preti e chierici per la divina udìzialu IMerici fondatrice di (|uell'ordine, e la re-
la. Anticamente alla calleili ale eravi con- gola del medesimo, per cui divennero or-
giunta la canonica, ove il vescovo co'ca- suline. Ecco i monasteri e conventi di cui
nonici menavano vita regolale e comune: parla il Contatore. Celebre fa l'abbazia
ora vi è il solo episcopio. I canonici era- e monastero di s. Stefano protomartire,
no anticamente! 6, ed all'ai ciprete si at- fondato da un pio lerracinese a tempo di
tribuiva l'udizio del parroco. Apprendo s. Renedetlo co'suoi monaci, e dal santo
dall'ultima proposizione concisloria!e,che modoprodigioso,ove fiorirono
stabilito in
nella citlà vi sono (\[.\e allre chiese par- il monastero
religiosi di santa vita: passato
rocchiali munite del s. fonte, fjuella di s. ndalli monaci,s. Leone IX non solamente
i

Maria di Porto tsalvo presso il mare, l'al- lo restituì a Monte Cassino, ma concesse al
tra essere la collegiata di s. Giovanni col monastero di tenere nel porto di Terra-
ca[)ilolo formato dalla dignità del prepo- ciua una nave esenteda dazi. Mentre sa- i

sto e da 7 canonici, già sagra a s. Loren- Tiiceui erano per sbarcare a Terracina e
zo, nome molato nell'alluale quando nel slavano per espugnarla, il vescovo e po-
pruicipio del secolo XVII vi fu eretta la j>iilo nella cattedrale invocarono il patro-

confraleruila di s. Giovanni; allora qiic- cinio di s. Rouedello, prouielleado al suo


TE II TER 1 5?
monaslero di Monte Cassino Goooanguil- site, cliea suo Kiogo desciiveiò; l'etlifizio

le l'anno. Indi insorta fiera tempesta, i per la posta; quello pe'tesorieri generali
nemici ritornali sulle navi Ctii^qirono in e altri camerali, ora palazzo del l'api;
Carbaria cos'i restando liberali p^W abi-
, quello tnaestoso con magnifico |)orticalo
tanti da fiero eccidio. Il inonasleio di s. p(!r la rammentata dogana, e [lorzione a
Leonardo lo fondò nel territorio di V'ar- uso di pubblica locanda; ridusse ad uso
chi il vescovo Simeone, per Leone abba- di granaro e |)ozzi di grano! due torrio-
le di s. Maria d'Oricola, nel pontilicato ni dell'antica l'ostei-ula, oltre altro ampio
d'Innocenzo III, poi distrutto. Due mo- granaro costruito sulla spiaggia, i pozzi
nasleri furono sul nìonte Nettmio ora s. d'olio, diverse abitazioni e altri fabbrica-

Angelo, e nel Borgo Marino, dedicati a ti. i\el 184^ f" '"''Jltivato il mercato setti-

s. Michele arcangelo e detti di s. Angelo: manale, di cui la città godeva iti passalo,
ili. "eretto avanti iliooo sul monte, ove per tulli luned'i dell'anno. Terracina og-
i

f(i il Giove Imberbe, e di re-


tempio di gi ha 3 porle, cioè Forta lloraana, posla
ligiosi;iI 2.° più moderno nel borgo pres* nella parte occidentale della città e in li-

so la chiesa della ss. Annunziata, per le nea retta dell'antica via Ap[)ia, che pure
monache di s. Chiara verso ili5oo sta- si conserva co'suoi marciapie<li nella bin-

bililo, venuto meno per l'aria malsana, ghczza d'un miglio e mezzo; Porla iVuo-
onde Paolo IV assegnò le rendite al con- va, posta nella parte settentrionale della
vento di s. Francesco. Questo venne fon- città, per cui si va al convento de'dome-
jlato a' conventuali sul monte s. Angelo nicani; e Porta Napoletana, situata nella
dallo slesso S.Francesco d'Asisi nel 1222, parte orientale, e che venendo da Napoli
con chiesa grande: vi abitarono virtuosi inette al Borgo Pio, che ivi comincia. E-
1437 Alfonso re d'Aragona
leligiosi, nel ravi un tempo la Poi la M.tsirilli che mei-
e di Napoli quando s'impadron'i di Ter- leva nell'interno della città venendo da
racina, e nel 1 589 Sisto V quando vi si detto Borgo, e fu demolita per procaccia-
recò: ne tratta diffusamente il p. Theuli, re maggiore circolazione d'aria alla cil-

ì\e.\\' Jpparatn Minoritico dclln provin- là, e la visuale del marea molte fibbri-
titi (li l\oma,\\h. 6, cap. 2. La chiesa ora che. Vi è alla parte meridionale l'ingres-
iion è rimarchevole che pel suo poitico soalla città detto Posterula, cosi denomi-
sostenulo da due archi gotici di sesto mol- nato per la chiesa collegiata con arcipre-
to acuto, e separati da un pilastro, che sta tura chiamala di s. Maria In Poslcrulis,

avanti la porta d'ingresso. Il convento di di cui oggi si vedono le basi sulle antiche
s. Domenico da questo santo fu edificato mure ciclopee, ed a tale ingresso si va per
a settentrione della città su ameno colle, una via che costeggia il palazzo Brasclii,
per opera del cardinal Stefano da Cecca- spaziosa e di agevole salita, che nella par-
110 con vasta chiesa e belle ss. Immagini; te superiore presenta un magnifico oriz-
produsse ragguardevoli religiosi e poi fu zonle di prospetto.il grande l-*orlo di Ter-
soppresso. \i sono in Terracina diverse racina, tanto famoso e celebre degli an-
confraternite, il collegio con villo duello licbi,clieserviva di sicura stazione al ro-
da'dollrinari, e le scuole comunali ricor- mano navile, perchè avendo la forraacir-
date da INLuocco. Narra mg/ Nicolai, Dei colare e molto angusta bocca formala
la

ìionificriniciituìcUcTcrrcPoiitiiic.\\(\un- da'curvi lidi era dello Angipoi-to, e rite-


commissario camerale delle
le fu sostituto nulo per la comodità fra'primi d'Italia,
medesime, che Pio VI fabbricò in Terra- come testifica il Nicolai. Dice il Contalo-
cina il palazzo per la sua famiglia Braschi, re ignorarsene ili. "autore, ed alcuni l'al-
iielle case comprale dalla famiglia Tas- tribuirono a M. Emilio Lepido; l'artico»
sis, e che poi abitò nelle sue annuali vi- losciilto da Terracina, e pubblicalo col
I ';C^ TER TER
ii.°i2 del Diario di Roma deli 844) '^^ l'i, e da'moli in parte intalli, ove si fran-
cliiatna opera die ricorda tempi d'Augii- i gono le onde del mare in tempesta. So-
sl(); ed il principe ftlassimo, in uno al suo novi ancora grandi avanzi di fornici, e di
molo, lo Ci*idG di Traiano, ed altrettuu- molli mensoloni di pietra scorniciati con
tosi legge nel ii.°37 del Diario eli Ronta un gran foro in mezzo per fermare le fu-
del 1843, e nel n.°2 3 delle Notizie del ni delle navi. Questo grande e sicuro por-
giorno di tale anno, il porto è anlicliis- lo non solamente fece Terracina sede di
simo, e secondo Livio già esisteva nell'au- ma le rendeva age-
eslesi e utili traflìci,
110 di Ruma 5 12, mentre Traiano fu e- vole radunare e mantenere una pode-
il

levalo all'impero nell'Soi, e molli anni rosa forza marittima, con navigli di par-
prima anche Tacito alFerma che esisteva. ticolare costruzione. DicePiicchi nellafò'g--
Laonde si deve riconoscere foitnato in gia de' l'ol sei, che secondo T. Livio fu-
tempo della repubblica. Traiano fu be- rono veduti serpenti di spaventosa gran-
netìcodi Terracina,ma non costruì il por- dezza, che a guisa di pesci guizzavano per
lo. Fu Qig.' jXicoliii che a lui l'attribuì, e l'acque del mare presso il porto. Secondo
poi nel riportare la relazione idrostatica Plinio, Amicla città vicina a Terracina,
di iiappuii, si dice d;i cpiesto esistente fi- ubilala da'Iaconii o spartani, restò distrut-
no ila'lempi migliori della repubblici,sen- ta per la grandissima copia de' velenosi
za avvertire una specie di anacronismo serpenti che ne ucciserogli abitanti, i qua-
col suo [)recedente racconto. Certo è che li seguaci degl' insegnamenti di Pitagora,
l'imperatore Antonino Pio lo restaurò, ed siguardavano benedal distruggere gli a-
essendo salilo impero 21 anni dopo
all' nimali di qualunque sorte. Altri però at-

Traiano, è un'altra prova che cpiesti non tribuiscono la distruzione d' Amicla , al
è l'autore. Si mantenne ne'bassi secoli, fin- precetto di tacere lo strepilo dell'armi ne-
chèdicesi che nel pontificato di Paolo IV, miche, le quali poi l'assalirono e abbat-
con gravissimo danno della città fu riem- terono. Avendo Pio VI concepito la gi-
pito, e divenuto terraferma vi si seminò e gantesca impresa del diseccamento del-
piantarono alberi. Osserva mg."^ Nicolai, lePaludi Pontine, degna del suo grande
che propriamente non si conosce l'epoca animo, volendo aggiungere a Terraci-
della rovina del porto. Anticamente l'U- na il comodo dalla navigazione e riapri-
feiite e l'Amaseno sboccavano nel mare re l'interrato porto, ne affidò la direzio-
dietro Terracina: le grandi masse delle Io- ne all'idrostatico Rappini. Neil' encomia-
io acque coll'impetuosa corrente impedi- ta opera di mg."^ Nicolai può leggersi su
vano all'arena d'ammontarsi alle bocche tale operazione la precisa e interessante
del porto e chiutlerle; ma quando due i descrizione dei progetto de'lavori da far-
fiumi con nuovocorsQ si aprirono loslìoc- si, quello del Canale per la navigazione,
co in mare avanti la città, mancò la for- il calcolo delle spese per l'esca vazione del
za dissipatrice dell'arene spinte dal flus- Porto fino a Ponte Maggiore, per la re-
.so marino, e si perde il porlo. Nicolai ri- staurazione del circondario e molo, pel re-
leva quindi, questa essere una causa del golatore al Ponle Selino, pe'pezzi man-
fattomollo verosimile. Sisto V fece dise- cauli alla scioglierà, e tutte le occorrenti
gnare un nuovo [)ort(j per restituire alla spesoascesero a scudi 72,804. Ma Pio Vi
citià suo aulico splendore e floridezza,
il che avrebbe desiderato anche i vantaggi
ma essendo mortolasciò l'opera inesegui- del marittimo commercio, colla formazio-
la.Il porlo era di forma circolare d' un ne del Porto Canale di Terracina, nell'a-
perimetro di piìichejùoo piedi, d'ope- rea dell'antico porto, servendosi perciò
ra reticolala e degna de'magnifici roma- dellacqiia portata dal nuovo Canale di
ni, comesi \ede dagli avau^i de'suoi uiu- uavig.izioue, allicllauto si trovò coulra-
TER TER 1 77
ria all'ideato porto. Ostando la direzione i lavori fatti, ed esaminò fjnclli da Tirsi,

niello sbocco del Canale, cli'è direltatnen- Trovò l'operalo dt^j^no di nicinoria ,
prr
te esposto a' venti sciroccali; la s|)iaggia cui permise die ncll'anniia nip<l;i^lia r.iie

per essere di pochissimo fondo e forma- si suole coniare pei' la festa de'ss. Pietro
ta di arena, dalla costante correntia die e Paolo, nel rovescio dall'incisore cav. G.
va radendo il lido da levante a ponente Girometli si rappresentasse il prospetto
inquesto litorale; finalmente la quantità del nuovo Porto e Canale con suo molo,
d'acqua portata dal nuovo Canale, seb- da lui fatto aprire e in costruzione nell'an'
bene sia chiara di sua natura, non esse- lieo porlo da molti secoli picnnmeiite in-
re bastevole a potere colla sua energia, né lerrito, con questa epigrafe nell' esergo:

anche unitamente al flusso e riflusso del Portn Tcj^raciiinc Salutari Cis'ihiis (^j)-
inare, mantenere scavato losbocco in ma- portuno Na^'igantìliu'! ylpcrtn.Aii. i843.
riera tale da dare ricovero a' navigli di Proseguendosi con vigore le lavorazioni,
qualche portata. Per tulle queste consi- le due provincie di Velletri e Prosinone,
derazioui, non essendo sperabile l'esecu- ossia di Marittima e Campagna, comin-
zione felice del Porlo e Canale, il par- ciarono tosto a fruirne i vantaggi, come
tito più savio era di restringeisi, così con- è dimostrato nel n."6 del Diaiin di lìn-
sigliando la natura e la località, alla so- Jìia del i 846, mediante il pubblicato Z?-

la navigazione interna sino allo sbocco in letico dc'ii hastimeiiti entrati nel imo-
mare. Dal bravo Rappini furono fatti de- vo Porto e Canale doli .'*
dicembre \%^5
gli esperimenti, allenì parte delle mura a tutto ili^gcnnaio\^^Q>.e.\eo^&v?iTAom
castellane della citlà nel piano di Postero- commerciali che già vi si eseguivano. I più
lo e uno de'torrioni esistenti in quel re- grandi bastimenlieranodi tonnellate 278
cinto; formò una darsena© ricettacolo per e di 33 [.Se questa utile e magnifica iin-

le barche suscettibili a quella navigazio- presa, allora in progrediente costruzione,


ma convenne
ne, di forma semicircolare, già avea prodotto tali vantaggi, facilmen-
abbandonarci! pensiero.<illorehèGrego- te si potràarguire quanti maggiori ne a-
rio XVI neli83c)si recò per lai. 'volta in vi ebbe dati, giunta che fosse al suo pei-
Terracina, il conte Gregorio Anlonellibe- fello coin pi mento, se non l'impedivano la

iiemerito e zelante gonfaloniere della pa- morie di Gregorio XVI, che lasciò l'ope-
tria, con singoiar eloquenza e peisuasive, ra ben avanzala, e le sopravvenute vi-
a vantaggio di Terracina perorò col Pa- cende poliliche de'tempi.
pa particolarmente per la riapertuia del- In Terracina risiede il proprio gover-
I' antico porlo, che le restituirebbe un nature, nella cui giurisdizione è pure il

florido commercio, ed oltenne lusinghie- comune di s. Felice (J .). Il magistrato


re speranze. Avendo Gregorio XVI par- municipale vanta molli diplomi oiiorevo-
ticolare propensione per la prosperità e li, precipuamente de'Papi, che si ponno

incremento di Terracina e delle finitime leggere nel Contatore. In ogni tempo vi


popolazioni ponderata mafuiamente la
,
fiorirono uomini illustri per santità di vi-
domanda, anche a sicurezza de'navigan- ta, per dignità ecclesiastiche, per valore
ti, decretò l'escavazione e ripiislinazione e sapere, che usciiono dalle sue antiche
del porto, con aprire un nuovo Porto e e numerose famiglie nobili e chiare per
Canale annesso all' antico ostruito, e ne celebrate azioni. Riservandomi di parla-
afltklò l'esecuzione al prof. Gaspare com- ve de'primi, nel narrare i fasti di questa
mend. Salvi architetto ingegnere. L'in- cliiesa, insieme a'vescovi della patria, qui
trapiesafu condotta con ardore, onde nel solamente i seguenti ricorderò col Con-
1843 ritornando il Papa a Terracina, co- latore, lib. 1, cap. io, ])c Faniiliis^ ac t-/-
me poi dirò, con grao soddisfazione vide ris coiìspicnis civitatis Tcrracinaej e col
1 58 T E II TE U
Riccliij Teatro degli uoììiini illustri nel ilano (In Ceccano. Uicc.ii do Rosa polenle,
regno de'Volsei, cap. 24, Soggetti illii- ctl a cui scrisse Bonifacio IX. Camillo Ro-
stri di Terracinn. Amhetltte poi lipni- sa potleslàtli Foligno. La nol)ilissiina fa-
tano le parlicolaii belle azioni ed i pregi miglia l^iriinli o Perenti (poiché l'albero
tiiciascuiio. L'anliibissinia Terr;icina,giìi del suo stemma credesi un pero), divisa
y^«a7//- nobilissima reggia de' volsci, ricca in più rami, fiorì per potenza e per uo-
e floiida, splendida per magnificenza di mini insigniti lielle dignità ecclesiastiche
edifizi, fu decantata da molti gravi scrii- ed ef|ueslri, in armi, nelle lettere e nelle
tori, in un a'celébri e virtuosi, valorosi magistiatuie, e pel i.° Bartolomeo difen-
e guerrieri cittadini di cui fu madre f<;- snre acerrimo della patria, il quale con

conda, dappoiché fu decoralo di parecchi l'aiuto di 01 galere genovesi la liberò dal-


ordini, ed ebbe il deciuionale, l'equeslie la tirannia di Nicola conte di Fondi. Rof-
e il popolare. De'piìi antichi, soltanto si fredo Perouli e Massimo Rosa, ambedue
conoscono: Elvidio Prisco |iretore di Ro- canonici della cattedrale, suddiaconi eno-
ma sotto Vespasiano, V. Prisco, C. Vibio, lari apostolici di Gregorio IX, ed il primo
Tito Clelio splendido. Elio o Allioconso- anche governatore generale o rettore di
le e censore, IMurrano guerriero che com- Canìpagna per Alessandro IV, il quale
balle contro Annibale, Gerainio potente l'inviò legato a Manfredi. Oltre i vescovi
e formidabile a C. Mario, forse della fa- della patria, lo furono fr. Pietro dome-
niìglia Vibia o Pensa, eh' ebbero origi- nicanodi (jaeta, santo pastore; fr. Alber-
ile in Terrocina; Sergio Galba impera- do domenicano di Fondi, che in Terra-
lore, nato in una sua villa; GabinioCe- cina ampliò e abbellì la chiesa e il con-
pario console e senatore, gradi che o- vento di s. Domenico, in ciò aiutalo da'
scuro col far parte della congiura di Ca- Caetani conti di Fondi; fr. Tommaso Ro-
tilina; Chiiocrate eccellenle arrhiteltodel sa di Stiongoli e degno minore osservan-
461 di Roma, che descrisse in 3 libri le le; Pietro Peronti d'Ascoli di Satriano,
fidjbriche più magnifiche e sontuose del già canonicodella caltedrale,e per non di-
mondo; Claudio Pom[)eiano della fami- redialtri, Gaspare Petochi vescovodi Su-
glia Elio o Alila Peto, genero dell'impe- tri e Nepi, di recente morto. Furono an-
ralore Pertinace, il cui successore Didio noverali al sagrocollegio,e de"(pudi trat-
Giuliano l'associò all'impero, che ricusò lo alle loro biografie, il cardinal Giorda-
perla vecchiezza e preferendo il tranqnil- no da Ceccano j il cardinal Giordano Pi-
lo pallio soggiorno. Nell'era r)oslra sue- runto Co»// (anche con questo cognome
cessivamenle fiorirono qui appresso no- i lo riportai,seguendo Ciacconio eCardelIa,
1ati,eque'martiridicui poi parlerò,essen- ma il Contatore li corregge non doven-
<losi perdute le memorie di molti de'bassi dosi stimare della famiglia Conti, né de'
tempi per l'infelici condizioni di quell'e- conti di Terracina, poiché se pure a suo
poche.llb.Donatoconventiiale,che inNa- tempo essa era contea, spettava aliano-
poli ridusse a convento di Lorenzo il
s. Frangipane di Roma,
bilissiina famiglia
palazzo donatogli dal re; Specioso e Gre- e non a'Peronli, né a quella di Ceccano
gorio venerandi benedettini; Arsenio ab- colla quale Peronti di frequente impa-
i

bale della Cava. Della famiglia Laudi i Tentandosi ne assunsero il cognome, co-
francescani fr. Kicola fondatore del con- me ili." de'nominati), già rettore di Ma-
vento d'Aversa, fr. Giacomo inquisitore rittima e Campagna. De'Peronti fu an-
e teologo, e fr. Bonaventura insigne teo- cora il cardinal Teobaldo di Ceccano, na-
logo. Giuliano Lotta capitano egiegio del to da una signora di tal nobilissima fami-
secolo XVI. Pandolfo Cidamita nobile e glia. E' vivente il cardinal Giacomo An-
virtuoso, e famigliare del cardinal Gioì- touelli prolettore della patria, diacono di
TER TER I
?9
s. Agalnalln Su\niV{iì,^^ri:;rctai-io di Sta- sommilii (Vi (ìaela, olFie a chi vi si reca
lo, presicleiile del consiglio de'.'iiinislri e lietissitiiooi'izzoiite da mirare, porgendo-
dei consiglia di slato, ey;/r/r//o de' sagri gli il suolo gnidevolissiino e opportuno
Palazzi aposlolicì, che per le sue bene- riposo. Per la rinoninnzn che godevano
inerenz.e celebrai in diversi articoli, ed in presso il popolo tali soigenli, mosse il me-
quellodi 7^/0 /A notai, cilene! i8')oil mu dico comprimario di Terracina d.' Gio.
nicipiodi Roma decretò l'onore della cit- Ettore Mengozzi (a cui dichiarai la mi;i
tadinanza e nobiltà romana a'suoi fratelli gratitudine nell'articolo Mkdico, pera-
conti Antonellie loro discendenti, i.° dei vermi inlilolnlo con isplendiile parole un
quali è il conte Filippo governatore della suo dotto opuscolo nel declinar del 84*^, i

l'anca Romana e dello stato pontidoio. cioè in lem()o non sospetto di adulazio-
llhistiò la patria il dottore fisico Dome- ne) a pidtblica testimonianza di grato a-
nico Antonio Conlatore, con avere com- niuio verso il magistrato municipale, ad
pilato e pubblicato: De Historia Terra- analizzarne con esame chimico le proprie-
ciiieiisi lijìfi fiuinque, dedicata al cardi- là e viilìi terapeutiche, aiutato iiell ana-
nal Lorenzo Corsini pro-tesoriere genera- lisi dall'egregio farmacista del luogo Lul-
le nee non pro^'ciitmim ci^'itatisTeìiaci- gi Zaccari, e riconosciule cogli sperimen-
une genertfli nfl/niiìistrritori (poi Papa ti fatti, le chiamò: Salino
con successo
Clemente XI Ijcd allora era protettoredel- fredda, e Salino solforosa, ed il tutto
la città), Romae 706. i Il Ranghiasci nella descrisse ne Cenni fisieo-cliiniici sopra le
Biblioi^rafìa dello stato pontificio, dice acque minerali di Terracinae loropro-
che l'Hayra e il Giandonati alfermarono prietà medicinali a particolare servigio
averla pidjblicata anche in italiano, ma della medica idrologia minerale, ÌXomn
forse la confusero colla latina, come os- i(S4'?.. Altre acque antiche ebbero infau-
serva Coleti. Contatore persoddi-
Il d.' sta celebrità. Tra'suoi fonti sagri, Vitru-
sfare quelli che non intendevano l'idio- vio rammenta il ftnte Nettunio che sor-
ina latino, per le loro replicate istanze la geva presso la città, e tanto mortifero che
tradusse in italiano, riducemlo l'origina- chi incautamente vi si dissetava inevi-
le in 3 libri, ed anco con aggiunte; però labilmente periva. Il Pucchi, La Reggia
non fu stampata ; io raigiovai della latina r^r'/^o/.'^r/, parla di tal fiiiteprodotto dal-
c dell'italiana. Marziale ricorda le sue ac- la natura, da cui sorgevano acque arse-
que sulfuree e minerali. La gran tazza di nicali , che ricevevano qualità velenose
granito rosso, che trovasi sotto l'atrio del- dalla terra per dove passavano; onde ri-

la cattedrale, non fa dubitare che in Ter- muovere mortale pericolo a chi le be-
il

racina esistessero le terme, come una del- vea, da'cittadini furono disperse e coper-
lepiù magniflcheecospicue de'volsci.elo te. Le acque salutifere ricordate da i\lar-

rimarca il Rossini. Salutari sorgenti giac- ziale, non piti si conoscevano a'tempi del
ciono a pie di alla montagna, quasi a li- patrio istorico Contatore, il quale bensì

vello del mare, e nel mezzo di petrosi di- rimarcò che le acque del territorio era-
rupi si rompono le spumeggianti ondedel uo alquanto salse, tranne quella celebre
inare,ealla distanza di circa I ODO metri da che scaturiva fra rupi d'un monte pres-
le

Terracina alla volta di Napoli. Le fìaa- so l'antico monastero di s. Stefano, onde


cheggiadaun lato amenissima e piana stia- ne portava il nome, perchè l'origine si at-
da, innalzandosi propinqua alta e antica tribuisce a miracolo di s. Benedetto. Gli
torre. Il mare ove a ponente discopre l'i- acquedotti che dalle circostanti monta-
solePonzie,a mezzogiorno Ischia, ecome giie conducevano l'acqua al porto, ed al-
dissiil Vesuvio e la ridente costa di Napo- le ville de'nobili romani e lenacinesi, fu-
li, mentre a levante lo chiude la più alta rono guasti dal tempo, da' goti e da' sa-
I Go TE R TER
raceni. Coniatore assai loda la feracità Ponli/ìcio,che\!ì piantagione de'gelsi Itm-
del territorio di Terracina , clie anlica- go la rinnovata via Appia ha dato occa-
niente era più vasto e f|uale descrisse s. sione alla muliebre industria per la mol-
Gregorio VII nella bolla da Ini riprodot- tiplicazione delltigelli, onde si fa in Ter-
ta, nel concedergliene un buon trailo, es- racina non mediocre trodlco di seta. Del-
sendosene perduto un 3.° Il suo suolo pro- l'antiche grandezze d'Anxuro Terracina
duce in abbandanza granOjVinOjOlio e ogni esistono diversi avanzi. 1 romani impe-
sorta di frutti e di erbaggi d'eccellente sa- ratori e altri grandi di Roma quivi col-
pore, a motivo delle parlicelle sulfureo- Tarle eressero molte delizie, perchè a'Io-
snlino elle la terra conliene, come vuo- ro tempi feracissimo era il terreno, pia-
le Contatore. Questi aggiunge, clie seb- cevole e dolce il clima, prima che il suolo
))enealcuni ne biasimino il vino,aliri l'en- si cambiasse in palude e in aria morbo-
comiarono come adatto per alcuni infer- sa, luna e l'altra rimosse dalla grande o-
mi di stomaco e podagrosi; in fatti dissi pera del rasciugamento eseguito da Pio
nella biografia di l'aolo IV che lo beve- VI, che ridonò la produzione al suolo e
va, pei' aver le gambe malate. Dice inol- fece cambiar l'aria, erigendo inoltre nella
tre Contatore cbeil vino diTerracina an- città tante fabbriche che la tolsero dallo
ticamente si ciiianiava cecubo e famoso; squallore in cui era ridotta, restatavi di
ma il iNicolai spiega il passo di Plinio da rimarchevole, oltre la cattedrale, il cui in-
lui riportato, con dire che il monte Ce- terno viene qualificalo barocco dal Ros-
cubo è nel territorio di Gaeta, e proba- graziosa fonteche abbellisce la piaz-
sini, la

bilmente le sue vili furono trapiantatene' za, siccome rilevarono l'avv. Castellano,
tcrritorii d'Amicla,oggi Sperlonga che fa ed il Calindri nel Saggio statistico del
copiosa pesca nel soltosposto mare, e di Pontificio stato. Tra'templi che il paga-
Terracina. Inoltre Terracina abbonda di nesimo di Terracina vantò e dedicò a'fal-
selvaggina, di pesce e di tutte le cose ne- si numi, vi fu quello di Giove Anxurus

cessarieal vivere agiato. Conlatore difen- o Imberbe o Fanciullo, il quale sorgeva


de pure l'aria e il clima; conviene sulla sulla cima del monte Nettuno, oggi s. An-
sua impurità per l'esalazione delie Palu- gelo, qual preside di sue campagne. Se
di Pontine, non ancora a suo tempo boni- ne vedono gli avanzi notabili di bello stile,
ficate, non però pestifera e inabilabile co- delineati dal Moretti e pubblicati con e-
me alcuni scrittori
esagerarono, imperoc- rudile parole dalcommend. P. E. Viscon-
ché anticamente fu popolatissima, ed in ti nel t. 8, p. I deWAllinin, chiamandolo
processo di tempo ne diminuirono gli a- ilmaggiore e principale della città, e il cui
bifanti le guerre civili e straniere, l'in- culto si estendeva largamente per tutta

iliisso delle paludi, e il contagio del castro- la regione all'intorno, ed ove il simula-
ne sotto Gregorio XllI le recò 1'
ultimo ero del nume rappresentavasi adulto e non
csterminio. Nondimeno trovo nel Ripar- fanciullo, bensì imberbe e figurato fioren-
lo Icrritorialc del 836 contenere 4^36 i te d'eterna gioveuti.i come altri numi. Gia-
abitanti, in seguilo di molto aumentali, no a cui si attribuisce la fondazione diTer-
e secondo il Rossini a circa 7000. Solo jacina, vi ebbe nel suo perimetro tempio
in alcun tempo l'aria non è salubre per particolare^ presso le cui rovine fu edifica-
i non nativi. Gio. Francesco Maratti fe- lo il palazzo ragguardevole della firoiglia
ce r esame delle piante che nascono sul De Vecchis, onde la contrada fu detta vi-
lido di Terracina sino a Civitavecchia: colo del Tempio, e negli scavi si trovò la

De plaiUìs zoophylis, ci lilJiopJiylis in statuina del nume bifronte. Nel già descrit-
mali J\lc(lili'iraiuo \'ivcntilnis , Roma to tempio d' Apollo si portava a sagrifi-

177G. Nota l'avv. Castellano, Lo Stato care una porcella da quel giovane della
TER TER \Cn

clllà, che dopo alcuni mesi di passalem- lias di s. Lorenzo. Lungi 3 miglia dalla
pi il i.°gennaio precipitavano dalla parte città, celebre e rinomato era il tempio di

del monte Nettuno detta la Nave rossa, Giunone sotto il nome di Feronia,come

quindi bruciato il suo cadavere, le ceneri notai altrove enei voi. LXlV,p. 2 5 1, coi»
si collocavano innanzi all'altare dentro ur- fonte e verdeggiante bosco, e soggiacque
na. Meglio ciò descrivesi da Liicenzi an- alla depredazione d'Annibale. In esso si

notatore d'Uglielli.»//? eo (nel tempio d'A- liberavano gli schiavi, e perciò eravi un
pollo) sus foemina, scu Porca Apolliiii sedile di pietra con questo verso: Bene-
immolabatiir. Adirne tcmpluni dumtra- meriti servi sedeant, <<urs;ant liberi.L'e-
heretur Cacsarius , ut diis ininiolnret ruditissiino marchese (ì. Eroli nel t. ig
ex parte acdifìcìuni corruit, Jhlsiq.Nu- dell'--^//^?;//? ci diede bellissime notizie sul-
minis Pontìficem oppressit. Nec prae- la dea Feronia, suo culto e fonti, trattasi-

tereiindiis, qui apiul Tcrracinenses ino do della Fontana di Ferogna in Narnisua


leverat,detestandususus,niiodaìudssiii' patria; e sulla pr(jpagazione del suo culto
gulis Jiiveids aliquis per aliqiiod tempo- dice probabile derivazione degli spartani
risspaduin delicate enutritus^, prctioso- di Terracini, nt-Ha Sabina e altre parli
qu€ ohvolutiis indumento , oblato prius d' Italia.Del vano e antico cidto di Fe-
Apollini Porca sacri/ìcio,co?nitdnle3Ia- ronia, e se il fonte diNarni fu confuso con

gistratu, universoque populo , ex alto quello di Terracina,può vedersi Degli Ef-


monte cacumine se prò Reip. salute mi- fetti, Mcìuorie del Soratle a p. o eseg. i

serrime praecipiteni dabas, cujus exa- Altri templi furono in Terracina, e forse
nime cadaver illieo cremandum igni tra- l'avrà avuto anche Priapo dio degli orti,
debatur, et cineris in Apollinis tempio poiché vedesi il nume scolpilo in vari luo-

recondebaturjwmen vero interdivos ad- ghi della città. 11 Rossini nel ricordato ar-
scriptum erat." Narrano il p. Valle e il ticolo, intorno ad alcune antichità di Ter-
Contatore, che ogni anno il giovane più racina, parla de'suoi ultimi scavi. In quel-
nobile della città per 6 mesi si faceva in- lo eseguito sulla piazza della catledrale,
grassare, dandogli in quel tempo qualun- sulla cima della città antica, si trovò tut-
que soddisfazione. Venuto il .° di genna- i to l'antico pavimenlo del foro, composto
io egli armato saliva sopra un cavallo ric- di grandi lastre rettangolari della pietra
camente ornalo, recavasi al tempio d'A- di que'monti Apennini, ov'è soprapposf.i
pollo ad odrire una vittima quindi ac- la città il pavimento gira sotto tulle le
:
,

compagnato dal popolo si portava sopra case moderne costruite sopra di esso, co-
un nujiite, e si persuadeva a sagrificarsi me il palazzo comunale, le oltre abitazio-
ad Apollo per acquistarsi gloria immor- ni e una specie di torre de' bassi tempi.
tale e salute alia città, precipitandosi col Nella via di là dal Canale di navigazione,
cavallo dal monte; per cui si racconta che che internasi nel nuovo porto e precisa-
trovandosi s. Cesario a questo crudele e mente incontro al gran palazzo Braschi,
superstizioso spettacolo, col distendere la riferisce l'encomiato Rossini che fu tro-
mano giovane e il cavallo. Intor-
salvò il vata la famosa statua d'Aristide die ora
no al convento di s. Francesco s'mnalza- adorna ì\InseoGrcgoriano Lateraneii'
il

Ta il tempio di Minerva, e vicino al luo- se. Ma in questo articolo dichiarai rap-


go dello la Piota di Castello sonovi vesti- presentare Sofocle la statua, come pelr."
gia di quello dellaFortuna. Tempio vi la riconobbemarchese Melchiorri, e a-
il

ebbe pure Maia madre di Mercurio , le verla donata a Gregorio XVI nel i83g
cui rovine erano dietro il granaro più vec- in Terracina la nobile famiglia Antonel-
chio del monte dell'abbondanza, e da esso li , ed io fui presente alla graziosa offer-
la porta Promana fu chiamala Maia, a- ta e mi fu dello rinvenuta a s. Felice. Col-
VOl. LXXIV. I i
1 6o. TER TER
loc.iki tìtil Papa nel dclto suo museo da guarda della slessa grande/za di qiic che
lui fondalo, perchèsi conoscesse la sua su- sono scolpiti in cima. Qnesto magnifico
pcrioiilà alla celel)ie slatiia d'Aristide di monumento della natura e dell'arte, de-
Napbli, vi pose poi il gesso di essa a con nominalo anche Peschio o Pisco Monla-
fronlo. Egualotenle inconiro al palii77,o no, chiude inleramente il passaggio di
TJraschi si trovarono avanzi magnifici di quella parte d'Italia, come ne die prova
terme con muri d'opera reticolata; e così nel 53G di Roma il dillalore Q. Fabio
pure sotto dello palazzo nel fianco sulla Massimo, colia resistenza che fece all' e-
?./ salila d'allri muri antichi. Scavandosi seicito cartaginese d' Annibale, a cui in

la strada che conduce al palazzo medesi- lai modo impedì l'ingresso nel Lazio; e
mosi rinvenne in luogo recondito l'avan- anco oggidì si può dire la chiave degli sla-
zo d'un piccolo tempio composto di ?. co- i li papali meridionali. Forse sulla vetta di
lonnelle, nel cui mezzo sopra una basco Pesco Montano fu a tempo de'romani il

piedistallo, sulla quale dovea essere la sia- faro dell'antico porlo interrato. Osserva
Uia d'Apollo, vi è l'isciizione: Ansiirc À- Conlatore, che per tali rocche o torri più
pollini Divatiiiìi. Questa fu riconosciula volle Terrncina servì di presidio nelle
pei' la piccola edicola che esisteva avanti guerre degli antichi romani, e in lem-
ai gran tempio d'Apollo. Il Ricchi, Ln pò di Pio 11. A difesa delle spiaggie con-
licggia clf' / olsri. lib. i , cap. 28: /lusitì-e tio i corsari i Papi fecero fabbricare le lor-
o Terracina coloìti/i A.\IIJ, riporta le ri di Badino, ove sbocca l'Ufente; la Gre-
antiche iscrizioni di Terracina, edovee- goriana di Gregorio XIII, vicino a'con-
Contatore parlando delle an-
sistenti. 11 (inidel regno; I' Olevola o Clementina
liche rocche o torri di Terracina ripro- perchè riedificata da Clemente XI pres-
duce testimonianze di loro importanza nel so il monte Circeo. 1 teatri antichi più no-
paganesimo, cioè la rocca o Àr.v di Gio- li furono due, uno sorgeva a Saìlissano,
ve Imberbe sulla cima del monte Netlu- in cui le vestigia si formano di muraglie
no; quella di Minerva vicina al convento di macigni quadrali, commessi senza cal-
di s. Francesco per custodia del porto, am- ce; l'altro fu sulla cima del monte Net-
bo distrutle; la rocca Traversa o super- limo adiacente al legio palazzo di Teo-
slile Caslello,ove nel maschio si legge u- dorico re de' goti, che fece diseccare la

i>a memoria di Eugenio 111, che la ricn- Palude Pontina , di che esiste memoria
però; la rocca di Ferrone e della la torre marmorea nella piazza vicino alla chiesa
«Ielle Mole di 8 angoli e vicina alle mole di s. Cesario, e se ne attribuisce a lui l'e-

della città; la rocca di Pesco Montano vi- rezione. Sulla vetta di tal monte, ove la

cino alla spiaggia del mareov'erail por- visiialeèsorprendenle,dominandosi iUot-


lo, falla a forza di scalpello, essendo un toposlo mare e adiacente campagna, poi-
intero scoglio che in alto innalza la super- che ha un'elevazione di 2 1 2melri,sono gli
ha cima. Quest'ultimo grandioso scoglio avanzi del basamento del così dello pa-
elevasi per ,'^9 metri 0120 piedi, isolalo lazzo di Teodorico, composto d'8 arcale
tra la montagna e il mare, ha sulla fac- di mattoni e travertini, che formano u-
ria occidentale, tagliala a picco a forza di na larghezza da essoabi-
di 5o metri, e
scalpello dal censore Appio Claudio l'an- lato quando muri Terra-
cinse di nuovi
no 44^ di Roma per farvi passar la \ia cina e l'abbellì di tdifizi, ed ove iinasu-
Appia, scolpile in numeri romani le n)i- peisliziosa tradizione suppose esistere un
snre de'piedi 120 d'altezza che convenne lesoro nascosto. Quivi vicino Irovansi al-
tagliare nel sasso, notati di o ini o piedi 1 li'i impoilanli avanzi di tulle le parti di
contale proporzione d'oltica,che nume- i filili edifizi antichi; e poco piìi a basso ,

ri inferiori compariscono all'occhio di chi aìcìho alla chiesa de' dottrinai i, si vedo-
TE R TER i63
no iutieri di conserve d'acqua con tulli dotti a felice compimento, e la 1.' espe
icondoni ancora inlalti di lena colta, e I lenza eblje luogo a'?.(l febbraio: questi
collo stucco grossissinio; e vi è una di que- linea da Bologna giunge in Ancona, e di
ste a diverse ai cale, somigliante alle così questa si unisce a Roma. Che trovandosi
delle Sette Sale delle Terme di Tito in in esercizio le linee longitudinali telegra
Roma, ch'è ancora lipieiia d'acqua, e del fiche nello sialo pontificio ira gli estremi
pari ivi vedesi un trailo di via onlica. We' confini Napoletano ed Estense, e polen-
dintorni si trovano avanzi d'antichi edi- do attivarsi una regolare coi rispondenzi
fizi delle ville roniauc e terracinesi del telegrafica, così per l'interno dello stalo,
tempo in cui la città fioiiva, come lun- come anche in comunicazione cogli stali
go l'antica via Ap[)ia, e di sepolcri e mau- esteri, ilPapa permetteva cheanco privali i

solei con iscrizioni, la quale fu da Appio potessero servirsi de'telegrafi elettrici per
Claudio lastricata di pietre nere da por- tutto Io stato dal I
.° aprile, slabilendusi
ta Capena e per mezzo della I^alude Pon- gli oflizi telegrafici a ricevei e e trasmet-
tina proseguiva a Capila, donde Traiano tere i dispacci, in R.oma, Bologna, Anco-
lacontinuò a Drindisi, perciò delta ile- na, Foligno e Terracina, aperti tanto di
^ìna \'i(iriiì/ì. Essa faceva assai frequen- giorno che di notte; e fu pubblicala la ta

tare Terracina da' nobili romani e da- riffa pel lelegrafamento de'dispacci, rego-
gl'imperatori, onde tanto fiorì nella re- lalo sulle distanze in miglia geografiche
pubblica romana e nell'impero, e lo com- di 60 al grado e sul numero di parole,

provarono le tante medaglie e la[)idi tro- ordinandosi che niun dispaccio può con
vale negli scavi. Ora in Terracina vi è la tenere più di 1 00 parole, ed avvertendosi
stazione e l'oflìcio perla telegiafìa elettri- chepiessociascun ofllzio telegrafico si Irò
ca. A Strada parlai ancora del telegrafo va la tarillii per l'importo delle tasse de*
elettrico, e delle linee telegrafiche del re- Quindi nel
dispacci da spedirsi all'estero.
gno delle due Sicilie e dello stalo ponti n." I Giornale si dice, che an
32 di detto
fjcio, e che neh 85 fu 1 attivata quella di co Ferrara godrà fra breve del privilegio
Napoli e Gaeta, per poi proseguirsi a Ter e vantaggio della corrispondenza telegra-
raciiia per Roma,da (juesla allraversando fica, poiché il Papa non solo le accordò
il resto dello slato fino a Bologna, per rag il desideralo beneficio, ina le donò due
giungere la linea dell'alta Italia. Chenel- touuellale del filo elettrico per la congiun-
l'ollobrei853 ilPapa recandosi a S.Seba- zione telegrafica di Ferrara con Bologna.
stiano fiiori le mura, si fece il I ."esperimen- Finalmente nel n." 169 del Giornale si

to della linea telegrafica di recente stabi- legge, che per la fiera di Sinii^ac:^li(Lf\€.\

lita fra Roma e Terracina, esiebbe istan- I 855 era stato attivato in quella cillà un
tanea risposta, onde fu quindi posta in at- iiflìzio telegrafico pel giorno, il quale si a-
tivila. Dice la Civiltà calloUctt. serie ij", prì a' i5 luglio pel pubblico servizio; e
t.i I, p. 229, che l'intera linea telegrafo- chetale ulfiziocessavadi funzionare al ter-

elettrica da Terracina al confine Esten- mine della fiera. Le lasse de'dispacci fu-
se, della lunghezza di chilometri 65o, im- rono stabilite eguali a quelle in vigore nel- ^

portò la spesa complessiva di scudi 04,000 l'uffìziod'Ancona.


che con questa istituzione s'im-
circa; e Terracina, //.ti//-, Anxur, Tarraciiia,
piegarono 37 individui colla spesa di cir- secondo il Coniatore, ebbe origine e fon-
ca annui scudi
7812. Ne'n.' 48 e 7 i del dazione daGianoi."ie ^ [laliii e del La-
Giornale di Roma del 8 55 si legge. Che 1 zio ('/ .j, oiidei citladini posero la sua im-
i lavori intrapresi per stabilire la linea te- magine nella via chiamata Gapo la Un-
legrafica che pone in comuoicazione im- icità , oltre di avergli eietto il ricoitlalo
iiicdiata Bologna e Koinu, erano siali con tempio, e ài trovarono negli soavi uiedd-
i64 TER TER
glioni Ji 1)101120 colla sua effigie; quindi di Tarraccni e Tarracinenses. Ma pri-
il successore e nipote Siituino l'ablìellì, ina ili procedere nella narrazione, coiivie-
ed ornò di varie fabbi iclie e di nuove mu- ne che dia un cenno sui popoli Lestrigo-
ra.Aldiredi Slrabone/l'erracina fu cliia- 7/7 e della loro citlà di Lcnno, clie ora si

mala Tinciwe Dutchi/ia dall' aspre/za vuole essere siala Auxur stesso ossia Ter-
del luogo sassoso, dov'era situala l'aulica raciiia, edificala da Lanio figlio di INet-
più grande, e si estendeva non solo nella inno e re de'iestrigoni. Questi si dicono
parte inferiore pel piano della campagna, popoli giganteschi e fortis>.iu)i della Sici-

ina anco nella superiore pel monte Net- lia, biubiu che da Omero uel-
i e crudeli,

tunoos. Angelo. InollreTerracina fu chia- VOdi.ssea sono dipinti come inospitali e


mala Àiixitr, che in lingua volsca sigui- aulropofrtgi. Giunto Ulissedairisola d'Eo-
fica Ciltà antica, come quella ch'era sta- lo colla flottiglia sulle loro coste, mandò
ta fondata molto prima delle altre citlà nel porlo di Lamo due de'suui compagni
de'volsci, de'qiiali divenne capo e metro- al re del paese Antifate. Essi all'ingres-
poli, valorosa nazione di cui parlai negli so del paLizzo di lui Irovaiono la moglie
articoli delle città e luoghi formanti il lo- del reo meglio la figlia d'Aiilif.ite, la qua-
jo possente regno, anche a Vel-
e perciò le era alta come una montagna. Appena
I ETRI come ima delle 7 che godè il pri- vid'ella i iliie stranieri, chiamò il proprio
inalo Ira'volsci. Narra Plinio che il La- marito o padre, il quale ailerrando uno
zio vecchio dal Tevere arrivava sino a de'messaggeri, lo mangiò pel suo desiiia-
Terraciiia, onde Ira il popolo latino si coin- re; l'allio tentò di fuggire, ma il mostro
prendevano gli osci o volsci, egli ausoni con terribile vorechiauiò lestrigoni. Que- i

oborigeni. Anxur o Tei raciua ebbe lutti sii spaventevoli giganti accorsero ila tutte
i requisiti propri ad una metropoli degli le parli, ed eccitati da Anlifate allo ster-
osci o volsci, come partecipe del maree minio de'greci e alla disti uzione delle na-
della terra, esposta a' venti salubri d' o- vi, rotolando macigni dalla rupe del Pisco

lienle, abbondante d'ogni cosa, ed in pò- Montano sul sottoposto porto, a colpi di

sizione didicile ad assalii si, e opj)ortuiiis- pietra soperchiaioiio i compagni d'Ulis-


sima per offendere. Anche il can. Cauco, se, molti ne presero, e indlzandoli a gui-
Storia di 1 ellctri, affi^ma che un lem- sa di pesci, seco loro li portarono per di-
po Terracina fu capitale della nazione de' volarli. Ulisse che non era disceso a terra,
volsci, poiché or l'uiia or l'allra citlà lo sollecitamenteda cjuesti barbari lidi si al-

furono; e prima di lui l'avea riconosciuto lontanò, dopo aver perduto un buon nu-
li p. Theuli. Lo nega il p. Valle, La re- mero ilf 'suoi seguaci. Di recente il eh. ar-
gia Pipcì-no, pretendendo che fosse una cheologod. Pietro iMatianga, un dotto in

citlà del regno Privernate e ad esso sog- ragionamento che recitò nel! accademia
getta. Egli col p. Theuli e col lìicchi la d'aicheologia, di cui parlarono \\ n." 70
dicefondata da JììXw Giove Belo, e per- del Giornale di Roma del 1 852, e VOs-
ciò nipote di Saturno, al quale egli altri- serK'alore Romano di tale anno a j». 692,
buiàce la fondazione di Piperno e perciò riconobbe e (issò la città Leslrigonia di
anterioie.Di più il p. Valle reiideragione Lamo nell'antica Anxur in Terracina,
de'diversiiiomipoi tati dalla città, ///W7</', coiìfiontamlo il lesto greco deirO<:/7.v^c/Z
Tracchina e Terracina. Le discordanti hb. 1 o, ver. 80 eseg. nella descrizioneche
opinioni sui primoidi delle città antiche fece di Lamo, con due delle antiche pit-
ordinariamente sono piÌJ mitologicheche tureesprimeuli variestoriede'viaggi d'U-
storiche, ed d Contatore viene riputato lisse e scoperte in Roma neh 848-49 '"

storico alquanto parziale. I primitivi abi- via Graziosa sull'Esquilino (descritte an-
latori vcnnerochiaroati .4nxuratcs,c^n\iì- cura dal cav. Luigi Grill nel 1. 16, p- 387
TER T E R \6j
e 345» AeW Album, co'disegni di due), ri- vecollealtrefurono trasferite nella biblio-
ducendo il lesto consentaneo al racconlo teca Vaticana, nella stanza della del San-

d'Omero. Altii posero Laino in Formia sone o delle Nozze Aidobrandine pe'cele-
(della quale riparlai nel voi. LUI, p. 2o3 bri alfreschi omonimi ivi dalle sale Bor-
6 22 2, narrando il breve soggiorno di Pa- gia liaslocali da Gregorio XVI (t.dcstan*
pa Fio I.X), ora Mola di Gacta,\iì quale za fu da ultimo abbellita, come acceimai
pure fu credula cillà Leslrigonia. L'ab. nel rol. LXIX, p. 253, col pavimento di
Malraiiga quiudi pubblicò : La città di musaico trovato fuori di porla s. Loren-
Lanio stabilita in Terracina, secondo zo nella vigna Brancadoro, ed esprimen-
la descrizione di O/nero, e due degli an- te Ettore strascinalo da Achille, e con due

già ritrovali sulU Esquili-


tichi dipi/iti musaici rappresentanti bellissimi cesti che
no, quali la rappresentano. Discorso
i giacevano ne' magazzini Vaticani). Del
ec, Roma 18)2 con tavole in rame. t i sommo pregio delle pitture trovate nel-
Ne dierono contezza con lodi, il Giorna- la via Graziosa , e in cui sono ritratti i

le di Roma del 18 53 a p. 676, e la Ci- viaggi d'Ulisse descritti da Omero, ne par-


viltà cattolica, 1.' serie, t. 4. p- 563. L'ab. la pure la Civiltà cattolica, serie 2.", t.

Matraiiga, encomiando mg.*^ Testa (di cui I 98. Di grande importanza è l'ope-
r, p.

nel voi. LXX, p. 225), cbe nella sua Let- ra eruditissima dell'encomialo p. iNbitran-
tera sopra l'antico Vulcano delle Pa- gn pubblicala' con magnifica edizione de-
,

ludi Pontine, ìvovaìo presso Xurma, con dicata al cardinal A nlonel'.i, perchè
la sua

l'appoggio del ICNto Omerico erasi inge- cospicua famiglia trapiantatavi è di lustro
gnato di fissar la sede de'Ieslrigoni in An- singolare a Terracina, l'antica Lamo, poi
xur ossia Terracina,sia perla giacitura del delta ^«x?irsinonimo di Tracina o Ta-
paese e delle montagne ond'è coronata, racina, poi Tarracina e Terracina ;
quanto per le pai licolarità ilistinlive a- dimostrando con prove convincenti che
dattealla natura del luogo,coile biancheg- fu illuvtre e rinomata sino da'tempi al-
gianti sue rocche (l'antica Ansur essendo menoOmerici, Celebrò la rinomanza del-
edificata sul monte ora s. Angelo, questo la cillà,pubblicò e illustrò vari monumen-
si disse sassoso di sassi bianchi e risplen- ti terracinesi, come la magnifica porla an-
denti da ogni iato, non perchè tali pietre tica scoperta nell'ottobre 1 852 nel giar-
fossero bianche, ma siccome buone a far dino Veinlitti, poco discosto dalla via cor-
calcina bianca, il die apprendo dal Con- ri era, al di WxùitWa fontanavecchia ^T\. qua-
tatore); e confutando rpielli che opinaro- le dice corrispondere a quella denomina-
no essere Lamo l'antica Formia o Fon- la Artacia da Omero, narr.mdo i popola-
di, e Gaeta altra città de'Ieslrigoni, dimo- ri pregiudizi circa i buoni eOfetlì della sua
stra che ninna di esse esistevano a tempo acqua di gusto salmastro, nel lavare le
d'Ulisse, ed essere terminatala varietà di botti per illungo mantenimento e conser-
sentenze sulla vera sede de'Ieslrigoni an- vazione del vino. Opina essere la disco-
Iropofigi, avendo eruditamente ragiona- perla porta opera diTeodorico,gran bene-
to anco ilelle origini e del nomediTerraci- fattore de'terracinesi, e da essa vuoisi che
na;e in ultimo della dotta illustrazione vi il quartiere e contrada Posterula pren-
la

è un cenno storico del rinvenimento delle desse il nome. Questa porta disegnata ed
pitture in via Graziosa, di loro comprila e incisa la pubblicò tra'monumenti terra-
collocazione. Tali pitture trovale sopra in- cinesi. Inoltre tra le altre cose riguardan-
tonaco d'opera reticolata, acquistate dal ti Terracina, il p. Matranga provò l'an-
governo e riportate in tela, erano 7, del- tichità del suo porlo, affatto escludendo-
lequali 2 si trasportarono in Campidoglio, ne Traiano per autore, restaurato e uoa
come indicai nel voi. LIII,p. 3oo, dado- formato da Antonino, come alcuni pre-
i66 TER TER
tesero. Parlò piiredegli .'ivjuizi tiglio mn- lustri citlà volsche poste sul mare, Anzio
ra poligone ossia pelasyiclic ociclopee.e (-ii cui meglio a Por.To d'Anzo) e Circel-
«l'imtiiensi paralelli[iipe(li, esistenti lungo lo (di cui a s. Felice), si fece cpiindi espres-
la viaconierai i quali muri parte cinsero sa menzione nel trattato di navigazione
l'antica città e parie servirono di soslru- r di conimerciosancilo tra'romani e icar-
zionealla montagnola sncui sorge la chie t:iginesi neli-^anno della repubblica ro-
sa e convento di s. Fiancesco. Nell'eneo- maria; trattato che poi si rinnovò da'con-
mialo/^/.sror.vol'ab. Malranga vi aggiun- soli M. Popilio Lena e iM. Aurelio Cor-
.sealtro,per provare che il i^o/V/ro di Li- vo nel 4^6 di Roma. MaTerracina non
^ia, di cui riparlo a Teatki di Roma, fu g<idè a lungo la pace che dal favore dei-
scoperto nelle vestigia dell'antiche n)uia la lega volsca si prometteva, e soggiacrpie
sol Monte Esquilino co' suddetti dipinti a terribilesventura. Durava ostinata guer-
ritraenti leavventure di Ulisse. Anche ad ra tra'romani e i volsci, eie acpiile trion-
IxALiAeLAzio parlai de'lestrigoni,chenci 1 itrici de'primi eransi piìi volte umiliale
Terracina venne ad abitarvi una
lidi di eiruialzatealcospeltodegl'intrepidi giier-
colonia di iaconii o spartani, niolli secoli «ieri alleali, allorché nel 3i\S fu spedito
dopo la guerra di Troia e regnando a tla Roma Marco Fabio Ambuslo tribu-
Sparla Licmgo, ed a'quali alcuni altri- no militare, uomo quanto d'animo fero-
liuiscono l'introduzione del cullo di Fé ce, altrettanto avido di gloria, il quale a
rouia e lerezionedel tempio, non che di <>[)odi 4 uumerosecoortidovea espugnar
aver fabbricato Formia: Plinio però pò- Terracina. Ostinala era la resistenza che
ne in questa i lestrigoni, che forse fiuono opponevano cittadinijl'alpestresilosom-
i

cacciati da'Iaconii, e poi essi riedificarono mamerite incomodava romani, onde il i

la città. Che Satiuno tornato in Egitto (lero tribuno pensò ricorrere a strategica
lasciòinltaliaLestrigonestabilitosi inP^or- scaltrezza, ordinando a C. Servilio Aala
mia, e poi ucciso dal fratello Tritone, per d'ascender finlivamente la vetta del mon-
lecuicrudellùErcolegiunlonel Laziocac- t<; esimularedi voler at-
colla sua coorte,
ciò i lestrigoni e vi edificò alcune colonie, l.iccare la città dalla parlesuperiore,meu-
CheTerracina fu abitata da'Iaconii ospar- tre egli tenterebbe l' assalto vero dalla
lani, io riporta anche il p. Theuli nel [unte piìi bassa presso la palude tenuta
Teatro lii.slorico di I elicli i. Si comin- [ìiìi sicura, e perciò mal guardata, quau-
eia a trovar più chiara e certa la storia do gli assediati si fossero rivolli alla di-
di Anxur dal lib. rj di Plinio, il quale par- lesa di quella. Tanto avvenne: gl'infelici
landò delle conquiste di Oenolro (di cui improvviso da clamo-
cittadini, scossi ali
a Italia eRoma) assicura, che costui ap- lose e inaudite grida che partivano dal-
."
prodato allespiaggiedi Terracina fu il i l'alto della città, trassero tutti inconta-
a condurvi una colonia, che in progresso nenie a quella volta, sprovvista di valido
dilempoapiìi lodevoli condizioni ridusse presidio, mentre Fabio Ambusto celere-
que'prinii rozzi e feroci abitanti , aven- mente appoggiando le scale a'muri vi a-
do imparato da Italo suo figlio l'arte
essi scese, trucidò le poche guardie, fece sven-
dell'agricoltura. Questa colonia poco do- ((jlarla bandiera vittoriosa, abbandonan-

pò, insieme cogli abitanti delle confinanti do la sorpresa città alla militare licenza,
cillà dell'Ausonia, si collegò a'volsci, pò- Presi all'impensata in mezzo terracine- i

polo guerriero e girovago per le maritti si, conobbero la disperata loro condizio-

me contrade del Mediterraneo, e così u- ne; pure animati da quell'amore di pa-


nitiformarono un sol popolo,accomunan- Iria,ch'era pressoché indomabile negli au»
do leggi e costumi. Di Terracina pel suo lichi pelli, resistevano agl'invasori, e ar-
florido porlo, insicn)c colle altre due il- diluuicule puguavauo. 1 più forti cadde-
TE R TER !(<-

to, 2 joo rimasero disarmali e prigioni, lerracincsi fuggitivi, aiutati da'volsci del
poclii fuggirono. I linianenli diventili fe- le limitrofe città, impresero audacemeii
roci per morie inevilabiie, benclic il tri- ledi redimere l.i patria. Pervenirne a ca-
buno facesse proclamar salva la vila a chi po, divisarono iruitrodurvisi lrave»titi,ad
si arrendesse, i lerracincsi al prepolenle onta che il tribuno con'piistatore ne fa-
nemico resero per lungo lenipo ferita per cesse vegliare l'ingresso. Riusciti nell'in-
ferita, ojorle per morte; finché restati a tento, ingannarono le guardie, e compri
pochi, furono coslretli subire il giogo del i custodi, i volsci rientrati nella città vi

vincitore. Siccome i volscievitavanoi com- sonìaronodappertullo il fuoco ileila ribel-


battimenti, due altri trdjiini erano anda- lione, f cittadini si sollevarono, [)resero
ti a malmenare in varie parti il paese lo- le armi, fecero man bassa sul presidio ro-
ro, per tenere distratto il nemico e acciò mano, e distrussero quanto sapeva di ser-
non soccorresse Anx.ur, il cui attacco era vitù straniera , uon trovando re^istenza
r oggetto principale delle mire loro. A- pel poco nuQjero de'romani; gli altri es-

dunque Valerio si gettò sul territorio di senilo sparsi per le campagne e per le vi-

Anzio, e Cornelio su (|uel di Ecelra. Do- cine città, intenti alla speculazione delle
po aver Fabio A n»busto espugnalo la cit- negoziazioni. Uditosi in Roma l'ina'^pet-

tà, fece sospendere il sacco per attende- talo avvenimento, il senato spedi nuove .

re l'arrivo de'colleghi acciò ne partecipas- legiuui a punire con altro duce. i ribelli

.sero, dicendo the alla concjuisla d'Anxur Questi in sulle prime, sgomentolo dalla
vi aveano cooperalo tali truppe, avendo- diflicile situazione elevata e vantaggiosa
ne impedito il soccorso; ed arrivati i col- di Anxur, si limitò a circondarla di fossi
leghi co'3 eserciti spogliarono la città, che e di steccali, ed a guastarne il territorio,
da lungo tempo si trovava felice e nel cul- disponendosi a lungo assedio, e le iute-
mo delle dovizie. 1 romani nel saccheg- sline discordie de' romani ne dilferiro-
gio ne trassero sì. copiose ricchezze, che no l'assaUo. Avendo romani saputo un i

tl'allora in poi la repubblica cominciò a giorno, che gli assediati non vegliavano
dare col pubblico erario il soldo e lo sli- alla custodia delle porle, tutti occupati iu
j)endioa'propri soldati, mentre [>rima cia- feste e religiose ceremonic, ad un trat-
scuno militava a proprie spese, e oeavea to inondarono il mal custodito recinto,
io compenso il bollino e la preda, come e costrinsero i cittadini di rendersi a di-
rilevai a IVIilizca. Pertanto conciliatosi in screzione. Più cauti (juesta volta roma- i

tal modo il popolo co'patrizi mediautese- ni vi stabilirono una colonia di 3oo per-
iiatus consulto, indicibile fu 1' allegrezza sone, dando a ciascuno due iugeri di ter-
della [)lebe di Ilunia, che a gara corse a reno, cioè due volle lauto di terreno quan-
ringraziare e baciar le mani a' senatori, to suole arare iu una giornata un paio
avcìainaiìiìoW i>t !(l /•!< lei /{/ ixi l riti . I roma- di bovi, ed iu cjuest'epoca cominciò ve-
ni lasciando intatta la città, dieronu il gua- ramente la piena dominazione romana su
sto al territorio, e lasciarono in Anxur una Anxur , ancorché i vulsci teutai'ono più
guarnigione poco numerosa. Dipoi nel?>53 volte di ricuperarla, massime nel 358che
e mentre Uom.i tulle le curelenea rivol- vi assediarono il presiilio inutilmente. Al-
le alla guerra de'veicnti, si trascurarono tri e meglio rilardano al 42 j la spedizio-
ad Aniur le cautele di sicurezza, e si ral- ne della colonia, anno in cui fu-coucessa
lentò il riguie della disciplina; si accor- la cittadinanza romana anche a Piperno.
darono moltissime esenzioni dal servigio Il p. iVIatranga dice che gl'indomabili ter
permise libero ingresso e la
tiiilitare, e si lacinesij che dagli antenati lestrigoni non
dimora iu città a 'mercanti volsci, che iu luronodegeucri per intrepidezza e cuslau-
grau uuiucio vi erano ricevuti Allora i te valore, più volte vmti da'romaui, tua
i68 TER TER
ognora ribelli a sostenere il giogo di di- di Pomezia e gli aurunchi si ritirarono
pendenza e servaggio, alla fine nel 4^6 per un tempo in Sessa o Suessa, questa fu
di Roma, sotto i consoli L. Emilio Ma- eziandio denominata co'loro nomi, onde
inercino, eC. Plauzio, perdettero intera- nella storia si confusero i falli dell'una e
mente la loro libertà, e vi fu dedotta una dell'altra città. Quando nel 44^ R^" <^''-

coloniadi 3oo individui,aognunode'qua- ma Appio Claudio fece la via omonima,


]i nella divisione dc'cauipi toccò la nar- ed eseguendo sorprendenti ricordali la-
i

rala quantità di terreno. Aggiunge, ch'è vori [ler continuarla fra la montagna e il
quasi incredibile la ricchezza e l'opulen- mare, la palude presso Terracina era an-
za obesi acquistò in seguito alcuno tle'co- cora piccola. Nel successivo periodo di 4o 1

loni, come si apprende dalla magnifica i- anni si dilatò, occupando e sommergen-


scrizioiie alimentaria di Celia I\Iaciiiia,u- do quasi la metà della feracissima pianu-
iia delle principali matrone della colonia, ra, e ammorbando all'intorno l'atmosfe-
!a quale legòruigenle sommad'un milio- ra. M. Cornelio Celego tlopo il 590 di Ro-
ne di sesterzi a benefizio de'suoi terraci-. ma pose mano al suo prosciugamento, ri-

adJncbè dal fluitato di quel denaro


iiesi, parando la via tra Terracina e Cu cello o
fossero in perpetuo alimentati oofanciul- i Circeo. Il) seguilo rinnovandosi la palu-
h coloni d'ambo i sessi; oltre altre gene- de, narra il p. Valle che in alcuni luoghi
rose e airetluose disposizioni. 1 romani formaronsida VelletriaTerracina nascon-
quindi fecero gran conto di questa città, digli d'assassini, che recavano gravi dan-

e l'ornarono di belle e splendide fabbri- ni e ruberie a' naviganti ed a'passeggeri,


che, ed elevandola dal grado di colonia onde G. Cesare avea determinato di pro-
a quello di municipio. Come luogo ma- sciugarla, ma la morte glielo impedì. In-
rittimo vi eressero nobili ville, e le fre- tauloseguendo Terracina ideslinidi Ro-
quentarono nell'inverno e nella primave- ma, nell'impero si vide favolila dagl'im-
ra, che ivi si godevano miti per l'aria tem- peratori, che furono soliti alloggiarvi e
perala e la bella vista del mare. Annove- recarvisi a diporto. Mentre Tiberio pres-
rata Ira le città marittime, dovè contri- so Terracina cenava nel pretorio dello la
buire armi, navi e vettovaglie alla flotta S[)elonca, precipitarono dall'alto non po-
romana nella spedizione contro Antioco chi giossissimi macigni, i quali fracassa-
e altri potentati. Tra Terracina e Fondi, rono molli de'convilati, e di que'che sei'-
nientie i ronjani marciavano contro 60- \ivano alla mensa, e fuor d'ogni speran-
ra, che prodiloriiunente erosi alleala coi za rimase salvo e illeso l'imperatore. Al-
sanniti, venneroin angusto passo terribil- lorché insorse a favore di Vespasianol'ar-
mente batlulij ma Lucio Emilio dittato- niata navale slanziataa Miseno, Terraci-
re fugò «jue'fìcri nemici, de'quali fu ezian- na vulleappartenerea questo parlilo con-
dio punito l'oigoglio, unitamente a'par- tro L, Vilellio I. "generale di Galba, chia-
tigiani. Qui Irovo di rammentare, che a mato all'impero priiioipalmeule dalle le-
Sessa o Suessa, ed a Paludi Pontine, ra- gioni germaniche e da'preloriani. Clau-
gionai del territorio Pontino, incoi ècora- dio Apollinare generale didelfa flotta, e-
presa Terracina, e di Suessa Pomezia o lelto a sedare le turbolenze insorte nelle
Suessa Auiunca e A usona, diversa da Po- città della Campaniache favorivano Ve-
mezia cilt.à volsca, che sebbene distante, .spasiano, marciò contro Terracina, e tro-
sembra aver dato il nome a! detto terri- vando resistenza l'occupò a mano arma-
torio e alla famosa sua palude, qual ca- ta nell'anno 70 di nostra era. Dopo di es-
pitale delle città Pontine, come dice Ni- so vi andò L. Vilellio fratello dello sles-
colai, e con esso narrai pure i suoi prin- so imperatore, il quale ordinò di restau-
cipali avveuimcuti, Siccome gli abiUDti rarvi le mura diveoute deboli dalle pas-
TER TER 169
sale viccnile, e per lui sarebbe stala la paesi ponliiii in misero tleserlo. Il lerri-
ciuà abbellita tnaggiorraenle, se la nior- lorioalia<»atosi dilatò da Terracina a Tri-
te noi» l'avesse prevenuto. L'ai). Matran- ponzio presso il Foro Appio, ossia vicino
ga ccjH'avvenulo a Terracina nella giier- a Fossanuova^ de'(|uali luoghi riparlai a
ra tra Vespasianoe Vilellio, trova uii'al- Tiperno, finche venuloa diutorareiii Ter-
Ira prova chesuo porlo preesisleva a
il racuui Teudorico rede'goti, vi poitòsalu-
Traiaiio, imperocché riportando il raccon- tare ri[)aro. Espulsi d'Italia i goti d.iil'un-
io di Tacito, espone che L. Vilellio asse- peralore Giustiniano i, i longobardi altri
tliò e con istrage poco credibile prese di barbari l'occuparono nel 56^, e Terraci-
assallo Terracina, nel cui porto con buon na ancora soggiaotpie al loro bubarodo-
nuinero di navi dovette ridorsi Claudio minio e duro giogo, e persino vi ripullu-
Apollinare \ìrt(t\.\.o classis jM'nencnsis. e lo l'itlolatria, pei- cui s. Gregorio 1 ecci-
chequivi allora ritrovandosi indifesa del- tò il zelo del vescovo a custodire la fede
la cxllli ijraeerat rcnu'gilmsAu quel me- cristiana, e dopo la sua morte pel deplo-
inorando assalto dato di notte, yr;cz«<^'/^'^/«- labile stato in che la peste avea ridotta
diatoresrefiislens, ncque iiiulticeciderc: la città fu costretto ad adular la diocesi
ceterì ad naves ruehant, uhi cuncta pa- al vescovo di Palermo. Tra i Patrimoid
ri formi di ne iniplicahantur , pei-/nixtis della chiesa romana
noverano qiiel- si

paganis.quos nullo disciinunc T itellia- li dell'Appia e della Campania. 11 Borgia,


ni trucidahant.SexTÀbuviùcae inlcr pì-i- B rcve istoria del dominio tempora le del-
munì lumultuni evadere, in quis praefc la s. Sede, p. 2 56 e 2 17, avverte che il
ctus classis Apollinaris. Domiziano im- ducato di Roma, che dopo il 726 sponta-
peraloresi portava spesso a godere le vii- nea mente si a>soggetlò al principato lem-
le terracinesi, deliziandosi nelle acque dei poiale della chiesa romana, sebl)ene al>-
suoi bagni. Già in Terracina eiasi predi- braccio le lene dell'odierna Campania,

calo r evangelo pel zelo di s. Pietro, che non comprese quelle della pai le deiiouii-
la decorò di seggio vescovile, conlinuan- nata Mai ittinia, benché le lene che ver-
do la ciltii a prosperare qualca[)o di que'- so il secolo XI si divisero in Campania e
le della Campania Ronuina, come vuole iMarillia)a,inanticocolsolo nooie diCam-
il Contatore, e residenza de'presidi con- pania venivano considei'ale. Trovandosi
solari preposti al governodella provincia, che Terracina, ch'è nell'odici na !\Iaiit-
ed ove nel tribunale si rendeva giustizia lima, ubbidiva anche nel lemp<uale a Pa-
a'popoli dipendenti, ed in esso furono con- pa Adriano 1 ilei 772, non per (piesto può
dannali al martirio diversi confessori del- dedursene che al ducalo r(jmanu appar-
la fede. La sua floridezza cessò quando tenesse, giacché questa città fu de' greci
Alarico re de'goti nel 4i 7 d' nostra era, imperatori e nel ducalo di Napoli, ed il

dopo aver presa Roma e devastalo il La- Papa l'avea presa e riteneva in conipen-
zio, percorrendo e rovinando quanto in- so <\tì\ Patrimonio Napoletano, che me-i

contro nella via Appia, invase Terracina, desimi greci aveano alla chiesa romana
ne depredò il più prezioso, indi col ferro violentemente usurpalo, istigati da Ari-
e col fuoco ne deformò i suoi magnifici e- giso 11 principe di Denevento. Nella lel-
difìzi, le ville, i giardini,! borghi, deca- tera 65 del Cod. CaroL, che Adriano I

deudo così dal suo antico splendore, con sci isse nel 780 a Carlo Magno, colla qua-
barbaro eccidio de' desolali cittadini. A le si querelò de'na[)oletani e de'greci, ec-
tanle deplorabili sciagure si aggiunse, che co come si espresse. Terraeinensem civi-
trascurali i restauri de'lavori latti perfre- latem, quam ser^'itio
Petri apostolo- b.
nare la palude vicina, questa s'ingrandi rumprineipis, et vestroaique nostro an~
CLiovatneule uel Y secolo, convertendo i tea subiugavimus, nunc autem invalido
I70 TER T E R
eoiisìUo ìtcriun ijìsi iani fati nefandissi- gratitudine a tanto onore, confermò le do-
mi nnjìolitani, cimi pcn'crsis graecis in- nazioni fatte alla romana chiesa da Ini u
poi soggiunge, die aveacon-
\'ftsi.sunt.V!, dal padre Pipino, e vi aggiunse la bellis-

vemito con Pietro messo de' napoletani, sima [irovinciadiCarapania. Per quest'al-
die gli (lessero 5 nobili in ostaggio, qua-
I to d'imperiale liberalità, avendo Papi i

li avrelilie leiuluti colla città di Tenaci- accjuistato il legittimo possesso di tutto il

iia, quante volle per autorità del patri- territorio pontino, rifulse (ìnalmente un
zio greco di Sicilia gli fosse restituito Toc- lampodisperanza, cheil bel paese venis-
cupatogli patrimonio. Essendo oscura e seuna volta con più felici auspicii a li-
intralciala ne' bassi tempi la corografia berarsi dalla tanto pestifera palude, che
dell'Italia e del ducato romano, il LeCoin- senza vantaggio costante era stata tante
le senza buon fondamento scrisse all'an- volte rinserrata ne'suoi limiti. Dipoi i Pa-
no yc^G, n.°49)Clie le città di Piperno, di pi governarono la provincia pe'reltori di
Terracina e di Sezze entrassero in que- Marittima e Campagna, de'quali parlo a
sto ducato, mentre per Terracina Adria- Velletri e Erosiivonk. Ma domati lon- i

no I disse tutto l'opposto. Aggiunge il Bor- gobardi , non andò guari che nemici di
gia, die quanto a Piperno e Sezze, il si- gran lunga più feroci, saraceni, nelle lo- i

Jenzio degli antichi monumenti fa s\ che ro frequenti scorrerie in Italia e nel lito-

la cosa rimanga assai incerta. A Rom4, e rale della s. Sede, nel secolo IX l'atilisse-

pr incipal mente col Borgia, procurai di sta ro con ogni maniera di rapine e di stra-
lìilire di quali città e luoghi si compose gi; poichèoccupati luoghi marittimijspe-
i

il ducatoroinano.il medesimo Borgia nel- cialmente del Lazio, facevano quindi in-
le Mc/ììOì-ic istorichc di Benevento, t.i, vasioni nelle città e campagne prossime,
|). 4^>'ipa'l3 di Terracina acquistata da saccheggiando con tale spavento degli a-
Adriano I e poi ritolta da'greci. Nana a- bitanti, die costrinsero Giovanni Vili a
tlunque, che Grimoardo III principe di pagar loro un tributo; ma poi armato un
r>enevenlo,nonsolo erasi ribellalo a Car- naviglio, li battè e si redense dall'impo-
lo Magno, ma unitosi a que'di Gaeta e di sizione, il che rilevai pure nel vol.LXIX,
'I eiiiicina, città che Adriano Iavea ne* p.8i 627 I. Riferisce Nicolai du:dair84-6
jirecedenti anni ase soggettala, ma poi ri- i tempo di-
saraceni ebbero per qualche
toltagli da'greci nel 787, tramò d'usur- mora edoininioin Fondi e Terracina, fin-
pai e e levare dal dominio di s. Pietro al- ché dall'imperatore Carlo III messi in fu-
cune città della Campania ossia del du- ga , ritornò nel paese la tranquillità e il

cato romano, e di sottometterle al patri- riposo. Anche Contatore deplora le cru-


zio greco di Sicilia. Ad istanza di Adria- deltà saracene, raccontando chenell'B.^S
no I fin dal 778 Carlo Magno avea vin- li una gran quan-
nel pontificato diSergio
to i longobardi e distrutto il loro regno in maomettani dall'Africa per ma-
tità di tali

Italia, ampliando il principato tempora- re si portarono nelle spiagge latine, ed


le de"I*api, condonazioni di domìniiecon entrati iaipetuosamente in Roma fecero
restituzioni ilell'usurpato da'Iongobardi. strage de'romani, e rubarono il più pre-
Il Nicolai racconta la donazione di Nor- zioso dalle basiliche Ostiense e Vaticana.
ma e Ninfa città pontine, fatta dall'itn- Quindi perla via Appia passarono in Ter
peralore Costantino IV alla s. Sede, e le racina e Fondi, le inanoinisero a ferro e
prepotenze colle (piali i longobardi le a- fuoco, facendo schiavi o dando la morte
veano occupate, saccheggiando e depre- a'cittadini. Indi si accamparono vicino a
dando il territorio latino; e che nell'Hoc Gaeta e tentarono dare il sacco a Monte
venendoCarlo Magno acclamato imperu- Cassino,ma non riuscì loro. Carichi di pre-
lurc d'occideule Uu Pu^as. Leone 111. per da navigavano pei l'Africa, quando loro
TER TE n 1 7 r

comparvero s Pietro e s. Bcncdctlo in pa donò loro la stessa città con suo di-
lina bcuchclta, e inleirogalilidel bottino ploma. Nella biografia di / illore ///dis-
latto, essi lo confessarono, l'oscia in un si clic ripugnante fu eletto a'^t/j maggio
tratto insorse fiera tempesta clic tulli som- I 08G, ma passati 4 giorni nascostamen-
merse, tranne alcuni che recarono a'ioro te figgi da Roma, si recò in A idea e do-
la funesta notizia. Dislrulta la gi-eca do- po 3 giorni si trasferì a Terracina, dove
minazione, di Cdvid si Coi mò una ducea deposte le vesti papali si ritirò al suo mo-
indipendente, cui Teiraciua fu aggrega- na^tero di Monte Cassino. Ivi istantemen-
ta, (incile Giovanni Vili la ridusse sot- te pregato da Ruggero Roberto figlio di

to il suo doitiiiìio dopo 1*872, e neil'SHa Guiscardo duca di Puglia e di Calabria,


donò a Docibileduca di Gaeta il patrimo- e da altri principi, acciò riprendesse le
nio di Traetto e la città e territorio di pontificie insegne a vantaggio della cri-
Fondi, che da molto tempo la santa Se- stianità, infestata dall' iniquo antipa[)a
de possedeva in pieno dominio, aninchc Clemente III, finalmente ceiletle, e poi
guerreggiasse contro i saraceni. Gl'impe- morì nel monastero a' 6 settendji e 1 087. 1

ratori Ottone I e s. Enrico li conferma- Vacò la s. Sede 5 mesi e 2 giorni, dap- j»

rono romana la sovranità su


alla chiesa poiché riporta Lodovico Agnello Anasta-
Terracina. Nicolai a p. og ricorda unCre- i sio, Istoria drilli Antijìapi t. 1, p. 279:
scenzio romcs Tcrraciiiciìsibus del 989. Essendo i cardinali e i vescovi dispersi,
Il Conlatore riporta il diploma di Silve- per le persecuzioni del perfido in)perato-
stro II, col quale nel i 000 donò al conte re Enrico I V, la gran contessa Matilde e
Darfeiio,suoi figli e nipoti la città di Ter- gli altri zelanti cattolici scrissero loro pre-
racina superiore e inferiore, colle torri e murose leltere,a(linchèsi unissero in Ter-
muri, e col suo distretto, campi, paludi e racina il mercoledì della ."settimana di i

peschiere, stabilendone i confini, per be- quaresima agli 8 marzo. Vi si recarono


neficia) e stipendio militare, con 3 soldi il cardinal Giovanni vescovo di l'orto per

d'oro annui di tributo. Indi Gregorio VI parte de' romani, colla plenipotenza di
nel 1046 sottrasse Terracina dal conte tutti i cardinali e del clero l'omaiio, e 4o
Darfcrio,o Daoferio come lochiama Ni- tra vescovi e abbati. Il giovedì si assem-
colai, e dagli eredi di lui. Questo Daofe- brarono nella cattedrale, ed allora il car-
rio s'intitola ro/^.s7//, ci <^Zz;.r,t'fro//if'.s 7V/'- dinal Giovanni vescovo Tusculano riferì

racìiutc. Nel 1042 il vescovo Teobaldo quantoavea lasciato detto il defunto Vit-
s' intitolava Episcopus, coiisul et (lux tore 111, e il vescovo di Porto rappresen-
TcìiUiiiute. Papa Alessandro II donò ti) la sua plenipotenza. Il cardinal Ode-
Terracina colle sue pertinenze al cardi- risio de'conti di Marsi abbate di Monte
nal Desiderio abbate di Monte Cassino Cassino e l'arcivescevo di Capua Rober-
poi Vittore III, notando il Contatore, e to approvarono tutto, e finì la sessione.
il p. Tosti nella Storia della badia di Poi il venerdì e sabato li passarono iu
Afonie Cassino, cheW dono di Terracina digiuni, limosine e orazioni per ottenere
e suo territorio, non fu come ad abbate lumi da Dio. La domenica ?. marzo si i

cassinese, ma alla persona del cardinal unirono di nuovo nella cattedrale, ed i

Desiderio. Nella biografia di s. Gregorio cardinali di Porto, Tusculano e Giialte-


FU narrai che nel i oyS fu a Terracina, rio d'Albano, co' vescovi elessero Papa il

Pipcrno e i^SVrzr, tornando a Roma da caidinal Chatillon ivi presente, con che
Monte Cassino, e lo conferma il p. Tosti. si chiamasse Urbano ti [l .): tulli l'ap-
Dichiara il Coniatore, the per l'ossequio [irovarono con giubilo e lo [)regarono ad
e amorevolezza che mostrarono i terra- accettare, poiché fortemente ripugnava,
cinesi iu ricevere s, Gregorio VII, il l'u- e vcsleudolo della porpora papale l'in-
172 TER TER
Ironizzarono : e prima di recarsi a Roma do si recò a Benevento. Il Ferlone, De'
fece una scorsa a iMoiile Cassino, ove a i'iaggi de' Pontefici, diceche pentito del-
intercessione di s. Benedetto guarì da un V Iiwestiture concesse a Enrico V, tutta-
dolore di llanchi. Anche il Conlatore ri- via con leltera scritta in Terracina a'
ferisce le parlicoliiiilà di questa elezione luglio I I : I riprese i cardinali per la lo-

in Teriacinn, ov'eiasi trasferita la curia ro disapprovazione, dichiarando volere


romana, con DcneJelto piefello di Pio- annullar l'alto, come eseguì. Forse vi ri-
ma, legali de' |>rinci|)i oltramontani e
i tornò la 3.' volta quando per le sedizio-
della gran contessa Matilde. Clie dall'e- ni del prefetto di Roma nel i i i 6 si riti-

piscopio si recarono processionalniente rò a Sezze. Il Coniatore non ricorda die


tutti alla cattedrale, ove ilopo breve ora- un solo acce>so e dimora, donde scrisse
zione, alzatosi in [jindi il cnidiiial Tiiscu» al cardinal GiovanriiTusculano,e(l a Leo-
lano con elegante discorso dichiarò quan- ne Vercellense. La terra di s. Felice fu il

to primamorire a veanoiletlo circa l'e-


di promontorio sul quale la famosa maga
lezione del nuovo l'apa, s. Gregorio VII Circe ebbe tempio, per gl'incanlesirai che
e Villoie Ili (designando a successore il vi avea operato quando 1' abitava, e vi

cardinal CIimIiIIoii) per la pace e tran- approdò Ulisse. Per lei il monte fu detto
quillità della Chiesa in tempi così lagri- Circeo eCircello,ed abbiamo di Bernar-
nievoli. Dipoi alzaron-ii il caidinal For- do Thiebaut, Coup (Voeil liistorique, a-
tuense e il prefetto di Roma, notifican- gricolcy botanique et pìlloresque sur le
do da parie ilei clero e popolo romano, Alonte Circello, ParisiS i4-Qnivi alcu-
che chiunque fljsse l'eletto in quel sagro ni pretendono che nascesse Celestino IT,

consesso, l'avrebbero veneralo per vero al quale altri con più ragione danno pei*

e legillinio Papa. Passati i 3 giorni di di- patria Civita Costellando altri Città di
giuni e orazioni allo Spinto santo, i car- Castello; dispute derivate dalla somi-
dinali con tulli gli altri adunarono nel-
si glianza de'vocaboli, che dichiarai anche
la mattina della domenica nella cattedra- a Terni, perchè si cretledella famiglia Ca-
le, dopo lungo trattato cardinali Por-
e i stelli di tal città. In questo fimoso luo-
tuense, Tuscnlano e Aìbanense alzatisi in go, per l'importante sua posizione i ro-
piedi e fatto sitenzi(», nouMiiarono di pa- mani vi costruirono una rocca, ed Au-
ri consenso per sommo Pontefice il ve- gusto vi pose un presitiio, e ne'bassi tem-
scovo d' Oilia cardinal Chalillon : e ri- pi era la pii^i forte e sicura che in queste
cercato dagli altri il placetf ad alta voce parli possedesse la s. Sede, onde più vol-
tutti dissero Chatillon essere meritevole te servì di ricovero a' Pai)i. Notai nella

del pontificalo, il (piale si compiacque far- biografia del cardinal Ugo d' Alatri, che
si chiamar Urbano li. Allora corsero tut- fu confuso con Ugo Pisconti, e solo al
ti ad adorarlo, lo vestirono delle insegne I. "Pasquale II affidò la custodia della roc-
pa pali, e col l'in vocazione delloSpi ri lo san- ca Circèa neh
8, onde trovarvi un si-
i i

to lo menarono processionahnente innan- curo asilo contro le incessanti persecuzio-


zi l'altare di s. Pietro e lo posero a sede- ni d'Enrico V e de'suoi partigiani in Ro-

re nel soglio pontificio. Dopo avere ivi il ma, come i potenti Frangipane. Le cit-
Papa celebrala solenneinenle la messa, tà e luoghi pontini, tranne Ninfa e poche
tulli gli elettori si portarono pieni di san- allre, furono occupati da'prepolenli ne-
to gaudio da Terracina alle loro residea- mici della s. Sede; ma poi di Ninfa, Sez-

2.e. La sedia marmorea che servì per l'in- ze, Sermoneta e Tiberia, con allre terre
tronizzazione, fu collocala dietro l'altare pontine se ne impadronì Tolomeo conte
maggiore. 11 successore Pasquale 1 1 fu an- Tusculano. Di Ninfa parlai a Norma, co-
ch'egli la Terracina, forse neh o6 quan*
i me più antica e già sede vescovile; quan-
TER TEll 173
10 a Tlberia d'origine più modeina, non Tenacina, a poco a poco avanzarono au-
sideve confondere con Tiberiaco forse dacemente pretensioni perdoniiiinrla,(in-
Adria. Rlorla il l'apa a'2 gennaio 8, 1 l 1 1 che piudltando degli accennali disaslrosi
il cardinal Ugo d'Alatri lasciò ad altri la tempi, fraudolenlemenle s'iaipadroniro-
custodia della rocca per recarsi in llooja no del castello chiamato Traversa, im-
all'elezione del successole, sebbene non posero il giogo a'ierracinesi e distuiba-
tnanchino scrittori che lo neghino, alfer- rono tutta la città. Ciò avvenne nel 5o 1 1

mando che restò nella rocca per dden- a'26 novembre, dopoché Eugenio 111 vi
derla. Come vigorosamente la difese da- si era recalo da Ferentino uell'otiobre e

gl'imperiali, lo si legge in un bellissimo vi avea ordinato multi arcivescovi. Kun-


articolo, che colla veduta del pronionto- dimeno il Papa per coDiposizione ricu-
rio Circeo, e colla narrativa della mito- però Terracina, Norma, Sezzc e la rocca
logica Circe e d'Ulisse, pubblicò F. Lom- di Funione, oltre altre città pontine. Pe-
bardi nel 8 t\e\VJlhu/ii a p. 33'j. E-
1. 1 rò narrai a Sezze, che Eugenio 111 nel
letto<jelasio 11 a'25gennaio,CencioFran- i iSa invesl'i di tal città e di Terracina
gipane (azionario in)periale,pretendendo l^ielro Frangipani : ivi pure riportai l'ac-
un altro Papa, l'oltraggiòjper cui Gelasio cordo ialto tra'selini e i terracinesi, sulle

11 temendo anco Enrico V, che poco do- questioni sui condni e dirilli. Il socces-^o-

po giunse in Pioma, fugg'i col cardinale reAdiiano IV investì del castello d'Ac-
Ugo d'Alatri a J^orto e Ardea, donde si qua Puzza l'usui patore Atlinolfo, e^sen-
tra>feiìalla sua patriaGaeta epoi in Fran- do tornato alla sua ubbidienza. iNel 5g 1 i

eia, tornando il cardinale a riassumere la per di lui moi te eletto Altssandro III, in-
custodia della rocca, che il Papa racco- sorse l'antipapa Vittore V, soslenuto dal
mandò pure a'terracinesi. Narra Conta- fiero imperatore Fedirico nemico della I

lore, da Terracina ov'era


che Gelasio 11 romana chiesa. Laonde Alessandro III

approdatosi condusse a Gaeta, e lo coin- insieme colla più sana parte de'cardina-
prova Fi'ilone raccontando il disastroso li, e coll'aiulo d'Ettoi e Frangipani, si ri-

viaggio. 1 lerracinesi talvolta soltanto eb- tirò nel paese pontino, ed in Ninfa fu con
bero da'Papi la custodia della rocca Cir- solenner ilo consagiato e coronalo. Quin-
cèa, e tale altra se ne impadronirono di di i nemici di lui per concitargli contro
prepotenza i più forti, come fece la polen- la pubblica indegnazione, sparsero calun-
lefamiglia (le'FrangipaiiijChe per un lem- niosameiite che la sagra funzione erasi
pò doniiuarono e tiranneggiarono Ter- celebrala alla Cisterna di Nerone, poiché
racina al modo riportato da Contatore. Ninfa era vicina al paesedi Cisterna; gof-
Al dire di Nicolai, gli Annibaldeschi, i famente pretendendo che Alessandio III
Frangipani e altri signori romani avve- si reputasse qual altro Nerone, e perciò

lenati dall'eresia di Arnaldo da Brescia, il più crudele de'tiranni. Non trovandosi


che insegnava doversi spogliareiPapi d'o- sicuro il Papa in Ninfa, si portò a Ter-
gili teuìpoiale diritto, si misero in pos- racina co'cardinali, solennemente riceva-
sesso di Terracina, della rocca di Circel- lo e nobilmente ospitato nel palazzo de'
lo, e d'altre terre pontine. Perciò i Papi Peronli, a'quali per riniuneiazione donò
ridoni all'estremo bisogno, con disagio buona parte d'Acqua Puz-
del territorio
sostennero la vita mercè le oblazioni de' za (di cui a Sezze), e scrisse una lettera
fedeli di voli, e insidiali per ogni lato di a Luigi VII redi Francia domandandogli
frequente furono costretti abbandonare asilo. A tale ellelto pas>ò nel dominio di
lìoma, e vagar esuli negli stati de'priu- Guglielmo I re di Sicilia, e sidle sue ga-
cipi amici. I Frangipani, a'quali Celesti- leie recossi in Fiancia, ciò che altri ri-

no 11 dell 143 avea concesso l'enlrnle di lardano ali 161, per cui in qucsl' anno
174 TER TER
onorò niiovamcnleTenncin;» di sua pre- dano Peroni! daCeccano,con lettera da-
senza. Nel I iG5 cogli slessi navigli per ta in Ferentino il i.° luglio l2o4; poscia
Ostia lornò in Ilotna nel sellenil)re; ina Innocenzo III nel dicembre scrisse altra
ginnlovj l'implacabile Federico I, ed e- lettera a'terracinesi, perchè consegnasse-
spngnaJa con isirage la cillà, Alessandro ro la rocca a Pietro Annibaldi suo sini-
IN dì coslrelto di fuggile travestilo a scalco. Di/cctis p'h'is Cdiisnlilms </ Po-
Tcriacina, e gli abitanti nell'accoglierlo pillo Tcrraciiicìi, Saluleiii et anosloU-
col dovuto onore, ricorsero contro lean- (dm heiìcdìclìoncin. I lerracinesi ubbi-
garie e persecuzioni de'Frangipani. Pro- dirono alle ponlKìcie disposizioni, e rese-
seguendo il l'apa il suo viaggio per Gae- ro lutlociò che avea no occupalo, facen-
ta, arrivalo alle falde del promontorio di do ampio giuramento di fedeltà al Papa
Ciicello, perchè prese ristoro di cibo e si e successori. Dipoi i lerracinesi si pacifi-
riposò presso un fonte, die ivi scaturisce, carono co' Frangipani con {scambievole
perciò esso si cominciò a cliiamare l'Ac- allodi concordia, rinnovando dopo 4 an-
qua del ]*apa. I Frangipani disacerliali ni la promessa di difendere la rocca a
per il dello ricorso de'terracinesi, sfoga- favore de'medesimi, i (juali aveano giu-
IOlio la loro vendetta contro il popolo con ralo di proteggere la cillà; e Onorio III
durissime vessazioni, e neh i8j esigero- fece ogni sforzo per pacificare Odone e
no giuramento di fedeltà e di difendere Pietro Frangipani altamente discordi tra
la rocca Circèa. Nel declinar del secolo loro, e ne ottenne l'intento, scrivendo a'
XII, Leone Frangipani im[)egnò peri 5o consoli e popolo di Terracina di contri-
il castello d'Astura (di cui a Por-
lilibre buire a rassodare la riconciliazione. S'i-
to Anzo) al Papa Celestino III; ed il
d' gnora quanto si prolungasse il dominio
successore Innocenzo III comprò la 3.' de'Frangipani su Terracina.
pai le di Ninfa e sue dipendenze, da'Loin- Nella SLoria diiìloiiuiticndesciialori
baidi i quali n'erano padroni. Giunte al di Roma, del Vitale, a p. 76 e seg. si ri-
colmo le persecuzioni de' Frangipani, i portano G lettere scritte da'senalori agli
terracinesi ricorsero a Clemente III se- Jlliistris Nohilihits viris Consiilìbus ci
gretamente, il quale riprovando l' infe- Pojìulo Tcrrariiir/u per affari partico-
deltà e gli aggravi loro falli da essi, di- lari. Apprendo da Nicolai, che nel ponti-
cbiaiòiion poterli allora aiutare. Gemen- ficato d'Onorio III per aver questi con-
do lerracinesi nelle angustie e non sa-
i
cesso almonastero di Fossanuova il di-
pendo a qual parlilo appigliarsi, dispe- ritto di servirsi della selva e de' pascoli
ratamente filila congiura, animosi assali- nel territorio pipernese, che già da /[o an-
rono e presero Traversa caslello de'Fran- ni godeva, stimolò l'invidia di que'di Pi-
gipani, e del tutto lo demolirono. Yeiui- j)erno, Terracina, Segni e altri vicini luo-
lo ciò a cognizione d'Innocenzo III, per ghi, i quali demolendo qua e là le ripe
rimediaread inconvenienli maggioii, nel dell'Amaseno, si sludiarono di mandar
gennaio -JoS inviò a Terracina il cardi-
r sott'acqua i poderi del monastero, e ro-
nal Ugo Bobone ad ammonire con sua vinando il ponte cercavano d'impedir il

lettera i lerracinesi, considerandoli ribel- passaggio de'Ioro coltivatori, obbligando


li per l'insurrezione e abballimento del- i monaci a frequenti dispendi e risarci-
la rocca Traversa nella cillà. Invece d'ub- menti. Onorio III a frenar la costoro ini-
làdire, i terracinesi feccif) lutto al con- quilàsci isseuna minacciosa lettera. Quan-
liMiio, lornndosi ad espugnare la locca tunque fin qui il goterno pni)blico, at-
di Alonte Circello, di cui il Papa avea af- le-;e l'aspre circostanze de' tempi, non si
fidato la custodia a'Frangipani, ordinan- prendeva pensiero delle terre pontine ;
do che fo?se consegnata al cardinal Gioì- nondimeno, perchè l'acqua ogni tW ere-
T E R TER 1 7 7

scendonndavaiiiondiinclooi rimo oi I .il jMTilo IMurello di Teiracina si dovesse di-


ho campo, le popolazioni stesse, !«• quali videre in linea, perchè meglio scorresse-
ne risentivano danno, spesso a proprie
il ro le acque senza far danno di scavar ;

spese procurarono ripaiaivi e di contene- un canale dal lìuuiealla fossa, senza co-
re i fuinii ne'loro alvei; ed essendosi per struirvi ponte, fino a'piedi del prato Mn-
la continuità dell'inondazioni dislogati e rello; e che a spese de'pipeinesi si facesse
confusi i rispettivi confini, vennero fra alti a fossa sino al fiume maggiore. I pi-

di loro a contrasti cos'i accaniti, die la pernesi con tergiversare avendo per piti
pontificia autorità era appena sufilcienle anni difieiito tale ultimo lavoro, nel i 333
a calmarne gli sdegni e troncarne le liti. i terracinesi insistei lero che venisse os-
La più antica di siffatte contese è quella servalo il patto della concor<lia, ri.spello
de'pipernesi e terracinesi non venendo : allo scavo del nuovo canale nel prato
essi a veruna concordia, per via di que- ]Murello fra' due teiritoni. Tornanilo a
stioni e di dispute, nel i233 il cardinal Gregorio IX, neli23q commise a' con-
Piomano governatore dilNIariltimaeCam- soli e popoli di Terracina la custodia (Iel-

pagna ne fere causa, e sentenziò assegnan- la rocca di IMonle Circello, e dinlender-


<lo i termini all'uno e all'altro territorio, sela con Pietro de Rubeo canonico d'A-
e comandando secondo il consiglio de'pe- nagni per farvi delle fortificazioni a di-
riti, che si facesse una cavata o fossa per fesa della città, ed a spese della camera
mandar via l'aqiie, siccliè non venissero apostolica. Dopo tale epoca ìion trovasi
a fare più guasti: si fece la fossa da'ter- più menzione dell'importante rocca col-
racinesi nel pontificato di Gregorio IX, l'antico nome, e pare che verso quel tem-
raa noi solTriiono in pace i pipernesi, e po cominciasse a originare la sottoposta
tenendo che l'opera fatta ridondasse a lo- terra e castello di s. Felice, forse per es-
ro danno, tentarono di divertire le ac- servisi trasportata la popolazione della
que sul territorio di Terracina. Quindi rocca Circèa,la cpialesuccessivamenfe ab-
nel 1235 Dono presidente di Marittima bandonala, dipoi cadde in rovina, e ora
e Campagna ordinò con suo decreto, che appena resta un fortino sulla sommità del
i pipernesi colpevoli d' aver riempita la monte, custodito da 4 soldati pontificii,
fossa, a loro proprio costo l'espurgassero, i quali sono separati da ogni consorzio
e negli antichi sili riponessero i termini, umano, e scendono nella terra di s. Fe-
che aveano infranti o tolti. Per non in- lice ne'giorni di festa, per adempiere gli

teirompere la narrativa qui aggiungerò, esercizi di religione. Innocenzo IV nel


che persistendo pipernesi nel loro im-i I25i pose Terracina ed suoi abitanti i

pegno, nel 1243 dal cardinal Riccardo sotlo la speciale prolezione di s. Pietro e
A nnihaldeschisidièsicuro provvedin»en- sua, avvertendone con sua lettera 1' e-
to, affinchè sulla nornia del decreto del piscopalo, gli abbati e altri prelati. Non
cardinal Romano, non ardissero in dan- passò molto tempo, che iromani ricu-
no de'leri acinesi iimovar cosa nel fiume sando il dominio del Papa presero ardi-
o nelle sue ripe. Ma questa misura non re di sottomettere alla loro giurisdizione
bastò a comporre le differenze, e la lite le città del Lazio; e perchè Terracina re-
venne di nuovo in giudizio. Dopo lunghe stò ferma e salda nell'ubbidienza della s.
e molte discussioni, procuratori de'due i Sede, e chiuse l'orecchie a tutte le lusin-
popoli promisero di rimettersi all'aibi- ghe e ordini del senatore di Roma, pie-
frato definitivo del cardinal Giordano Pi- ni di sdegno romani prepararono un'ar-
i

rnnto Conti preside di Marittima e Cani- mata e si proposero di recarsi a prender-


jiagna. Verso il fine del secolo XIII riac- la colla forza. Ciò risaputosi da Innocen-

cesa la lite, nel i3o8 si concordò che il zo IV, a cui aveangli scritto il rettore,
«76 TER T ER
consiglio e comunità di Tenacina, im- za d'armi e città mariltima esposta alle
iiiedialamentesciissea luUi i luoghi, ter- scorrerie de'corsari barbareschi. Eri pu-
re e cillà di Marittima e Campagna, che re ilivenuta esente, con Piperno, Sezzc e
ad ogni minimo cenno del rettore gene- Acqua Putrida dal mandare alcuni gio-
rale di essa provincia, fossero pronti ad vani a Roma pe'daixioiosi giuochi d'A-
aiutare Teri acina, la quale slava per es- gone e Testaccio; e siccome i romani con
se,-e assalita dall'eseicilo romano. Inol- insolenze ne pretendevano la continua-
ile il Papa rincoi ò i terracinesi a star for- zione, (Jregorio X scrisse nel 1
27 i al vi-
ti e costanti nell'impresa, e divoli alla fe- cario del senatore Carlo d'Angiò (da una
deltà della s. Sede. Scrisse ancora con ri- lettera del quale si apprende che ancora
sentimenlo al senatore di Roma, ammo- esisteva il porto di Terracina), perchè si

nendolo di non far toccare Terracina, co- astenesse di costringere le comunità di


me cillà speciale del patrimonio di s. Pie- Terracina, di Piperno, di Sezze e del ca-
tro. Olire il Contatole, il citalo Vitale ne stellod'Acqua Putrida, a mandare un nu-
riporta i documenti a p. i i4e 584- Da mero di uomini pel giuoco di Testacelo,
essi pure rilevasi, che il comune di Ter- che in Roma facevasi ogiii anno. Questa
racina duvea, come Piperno, Vcllelri, A- lettera si può leggere nel Vitale a p. 1 5o,
iiai^ni ed altri, mandare a B orna ile gio- e nel Contatore a p. i 98,niei)trea p. 20'i
vani capelli giuocnlori pe' fiuiiosi e an- riporta quella con egual divieto di Nico-
nui giuochi spettacolosi d'Agone e di Te- lò III. A|)pena Terracina erasi quietala
staccio, che descrissi a Carnevale di Ro- dalle straniere luibolenze, si eccitò tra'
ma, a Giuochi, a Senato romano. Mor- cittadini intestine discordie e guerre ci-
to Innocenzo IV, il successore Alessan- vili, che ridussero la cillà a misera con-
dro IV avendo conosciuto che romani i dizione. E perchè la famiglia de'Conli di
sdegnali avenno ancora neiraniiiio il pro- Ceccano, unita a* Feronti che aspirava a
poiìimculo d'espugnar Terracina, seve- signoreggiarla, era slata cagione delle dis-
ramente nel 259 da Anagni scrisse a'se-
I sensioni, Nicolò IV con sua bolla le proi-
nalori JNapoleonee Annibaldo, avverten- bì d'accostarsi a Terracina. Indi i terra-
doli d'impedire sì riprovevole di visamen- cinesi a rimediare all'interne gare, pei*
to, e lii lettera Vitale pure la riprodusse pubblico consiglio nel 1289 elessero per
a p. 124. Di più questo Papa confermò proprio podestà lo stesso Papa Nicolò IV,
a'ieiraciuesi la dogana del sale, con fa- il (piale benignamente accettò la carica,
coltà di conliiuiare a tenerla. I Frangi- e ne allldò l'esercizio ad Ottaviano Cru-
pani signoreggiando Aslura, di cui par- naforle rettore generale della provincia.
lai nel voi. LIV, p. 20 I, tradirono Cor- II medesimo Nicolò IV per ovviare a ul-
radino nipote dell' imperatore Federico teriori disordini, ordinò che i capi delle
Il nel 1268, onde poi in vendetta Aslura parti discordanti, con 4o persone da no-
In arsa e il signore fu ucciso, come nar- minarsi da lorOjfdcessero scambievolmen-
LX. V, p. 92. Di tale possesso
rai nel voi. 1 te la pace,esi obbligassero osservarla sotto
de Frangipani, e di Astuta situata fra An- pena di 000 fiorini d'oiodi mulla achi la
i

zio e il promontorio Circeo, F. Lombar- rompesse, e si dasseio idonee sicurtà in Pi-


di col disegno della superstite lorre d'A- perno o in Sezze, o in altro luogo della
slura, ci die un erudito articolo neW'Al- Campagna, come rilevasi da bolla di Bo-
bum I. r I
, p. I
y 7. In questa epoca Terra- nifacio Vili. Da cpiesta altresì ricavasi,
cina era divenuta esente dal mandare i che le famiglie fomenlatrici delle discordie
suoi cittadini a formare l'esercito contro era no quel lede' Peron ti, de' Valeri, de'Da-
i quando erano chiamali dal ret-
ribelli, vini,de'S a nguigni, tulle estinte. Colla stes-
tore generale della provincia, come piaz- sa bolla Bonifacio Vili, eletto ancor egli
TER TER 177
podestà da'leiracinesi earbilio di loro dif fiìione, più volte ricorse a Roberto re di
terciize, non solo confeiniò gli ordini e Sicilia, al quale si trovò costretta di as-
decreti di 3»icoIò 1 V, ma fece altre piìisa» soggettarsi per essere difesa dalle inces-
lutari risoluzioni, preiliceiido che lo sta- santi minacce e vessazioni del conte. Nel
to florido iti cui trovavasi la città sareb- i377avendijGregorioXl restituito la sua
be alFatlo decaduto, se si rinnovassero le dimora in Ronia, terracinesi pentiti di
i

sempre fatali civili discordie; per le qua- essersi sottratti per disperazione didl'ub-
li il suo notabile delerioraniento in se- bidienza della s. Sede, implorarono e ot-
guitosi verilìcò. Bonifacio VI 11 dopo go-
i tennero dal Papa l'assoluzione e si sot-
ti, fu il r.° Papa che incominciò ricondur- tomisero alla sua sovranità. 11 successore
re a coltura la parte d'un [)aese, ove le Urbano VI vide neh 3^8 proclamarsi ia
acquegià da tanti anni solevano ristagna- Fondi, con l'aiuto del conteOnorato Cae-
re, ma non però da tutta la palude, sol- tani, l'antipapa Clemente /-//.che rico-

tanto dalle campagne del ducato di Ser- nobbe Terracina sedotta da RiccardoR.0-
inonela proprietà de'suoi nipoti Caeta- sa suo nobile e potente cittadino, sebbe-
iii, con grave danno del territorio di Sez- ne ^intruso si recasse a stabilire il fune-
ze, e aumento delle contese perniciose e sto e lungo scisma in Avignone, ed ebbe
lunghe co sermonetani, onde Papi suc- i anche a fautore Onofrio Frangipani. Ivi
cessori furono spesso infastiditi da'clamo- morto nel 3q4j Terracina ubbidì pure
1

ri de'danneggiati. Appena Terracina re- al successore antipapa Benedetto Xllf,


spirava dall'inquietudmi che l'aveano la- finché conosciutisi da' terracinesi i loro
cerata, cominciò ad essere agitala da'cou- misfatti e la condizione di scismatici, vo-
ti di Fondi confinanti. Il .°di essi fu Piof- i lendo di cuore tornare in grembo della
fredo o LoiFredo Caetani,che disgustato- vera chiesa, supplicarono Bonificio IX,
si co'terracinesi,pÌLi volte li travagliò, fin- che benignamente gli rimise tutte le col-
ché neliSiq si quietò. Il suo successore pe, e confermò le loro prerogative con
e primogenito Nicola Caetani e signore bellissitna bolla. Nel 1 4o4 gli successe In-
del castello di s. Felice, fu nemico capi- nocenzo VII, dal qua le col le sue arti l'acn-
tale de'teriacinesi e fiero persecutore; re- bizioso Ladislao redi SiciliaQ\\.fin\\(tYtv-
plicatamente rottosi con essi, più volte a racina, ed egli scrisse al podestà, consi-
mediazione di prelati e d'altri personag- glio e comune di Terracina. Questa alla
gi si pacificò, ma nel fine del i347 "^^^ sua morte, neli4i4) idjbidì alla sorella
cieco furore si propose coll'esercito di di- Giovanna li; ma perchè sotto
il suo go-

struggere la città. Nel seguente maggio verno terracinesi cominciaronoa tumul-


i

la cinse d'assedio e stava per impadro- tuare, e volevano onninamente toroare


nirsene, quando approdarono a Terraci- al paterno dominio di s. Chiesa, la regi-
na 32 galere de' genovesi per l'invocato na buon grado restituì Terracina e la
di
soccorso,! quali sbarcali in gran numero die in potere di Giordano Colonna fra-
dierono una compita rotta al conte di Fon- tello di IMartino V, che colla sua elezio-
di, e ricuperarono 1 fortilizi e il castello ne neli4f7 avea estinto lo scisma, e ri-
di s. Angelo che già avea occupati. In ri- donata la pace alla Chiesa e all'Italia; a-
compensa di SI segnalato benefizio, i ter- vendo a tal elfetto la regina scritto let-
racinesi pagarono a Domenico Garibaldi tera al nobile consiglio e comune di Ter-
e agli altri capi del navile 3ooo fiorini racina. Prima che i terracinesi tornasse-
d'oro. Non cessando le accanite persecu- ro sudditi pontificii, avendo inteso che il

zioni del conte, uè Terracina potendo ri- castellano della R-occa o fortezza con al-
cevere aiuto da'Papi, per avere sino dal tri principali della città, tramava di dar-
i3o5 stabilita la loro residenza in A<,'i' li in potere d' un signore straniero, ane-
VOt. LXXIY. 12
,n8 TER TE R
laudo il governo del Papa, cornggiosa- soh'cndi: cpto cjuidem quiuquewiio fini-
iiienle insorti, assallaioiio e s' impadio- to pìiiefatus d. Rex leneatur a praefa-
niiono della Rocca, che sid)ifo disti usse- lo D. W) rennova tioneni elicli P i-
iV. (Pio
ro. Ciò fililo, SCOI rendo la cillàdierono caridtiis peteie, et dictiis D. N. ad aliiid
il sacco «'cittadini traditori e non pochi qnintpienniiiììi concedere: cpdbus fìnitis
ne uccisero, di che poi domandarono per- dictiis d. Rex teneatiir dimittere Ec-
dono a Martino V, che deplorando l'ec- clesiae romanae civitalem (Terracina)
cidio aveali invitati a ritornare alla sua ipsain. vel alias de e a facere ad vo-
ubbidienza. Nel pontificato d'Eugenio I V luntatein dieti D. N.,
casa non so- et in
ardendo contro di lui la guerra d'Alfon- luti, ir/ transrnissi equi singulis an-

so V
d'Aragona, e re di Napoli e Sicilia, ìus in tempore debito incurrat ipsa Re-
questi s' impadronì di Terracina e di s. gia maj'estas poenani uncìarum iinant.
Felice che distrusse, per essere il conte O- Quindi Pio li lo investì del reame di Na-
norato Caetani fedele al Papa. Parlai a poli col censo annuo d' 8000 oncie d'o
Sezze della tiegua conclusa con Terra- ro e la chinea, e dipoi nel 1460 permise
cina nel i43c), confeimala nella 2.' dal a' Caetani di rientrare nel possesso di s.

viceré d' Alfonso V. Per quanto narrai a Felice, indi rivocò la concessione, che più
Sicilia, pacificatosi Eugenio IV con Al- tardi elTetluò Sisto IV, Ma dopo il vica-
fonso V, il Papa nel i44^ spedì in Ter- riato di Terracina accordato al re da Pio
racina il cardinal Mezzarota a conclude- II,passati appena due anni, terraciue- i

re gli accordi col re, e siccome lo scisma sicominciarono a tumultuare tra loro, e
dell'antipapa Felice V gli dava a pensa- malcontenti di vivere sotto il dominio di
re,onde mantenersi amicoii re, a'i4 giu- Ferdinando I, si restituirono alia Chiesa.
gno gli concesse io vicariato sua vita na- Avendo ciò udito Pio II , subito mandò
turale durante, Renevenlo e Terracina, per soccorso le milizie comandate da Gio-
restituendo però alia Chiesa s. Felice, il vanni Pazzaglia,che valorcsainenle pose
che riferisce pure Borgia a p-194 della in fusa l'armata del conte di Fondi Bal-
Breve istoria. Morto nel \^^ò Alfonso dassare Marconi , il quale per parie de!
V, il regno di Napoli al suo natu-
lasciò re erasi avanzato per preudere e saccheg-
rale Ferdinando F, che Papa Calisto MI giare Terracina, e così i terracinesi re-
non volle riconoscere; ma come si ha dal starono nell'ubbidienza pontificia. Ricu-
Borgia, Pio 11 avendo trovato che Fer- perata alla Chiesa Terracina, Pio II spe-
dinando continuava a ritenere il vica-
1 dì in suo favore una bolla, confermando-
riato di Benevento e Terracina, si paci- le i privilegi concessi da'suoi predecesso-
ficò con esso mediante la restituzione de' ri, ed annullò tutti i processi fabbricati
due vicariali, condizioni cheaire sembra- nel tempo in cui l'aveano dominala Al-
rono dure. Il re restituì Benevento, e ri- fonso Ve Ferdinando I. Quando nel 1482
tenneTerracina in aimos deceni sub cen- il re mosse guerra a Sisto IV e invase par-

sii, condizione che Borgia riporta anco- ie de'dominii deilaChiesa, pareche vi sog-
ra nelle Jlle/norie istoricìic di Beiievcii' giacesse pure Terracina; vinti però i na-
to, t. 3, p. 39 1 , con atto fallo in Roma a' poletani a'21 agosto presso Yeiletri, nel-
17 ottobre i4'^8. Ivi però spiega la con- la pace Ferdinando I restituì Benevento e
cessione di Terracina in P irariatu/n ad Terracina da lui occupale, come liovo nel
(juinqncnniiim, incipiendo a tempore da- Novaes, Storia de' Pontefici. ^e\i 484''
tarwn litterarum dieti J icnriatus cum sagro collegio, con ìe\.leia, Spectabilibus
awiuo censii uniiiseLjui alì>i infesto Pen- \'iris Prioribus, et comuni Tcrracinen.
iecostes in loco ubi Romanus Poiitifex amicis nostris cJiarissimis,\oionolìiìciì-
rexjdebit singulis annis transmittendi et rono l'elezione di Innocenzo Vili, come
TER TER 179
si pialicava fino da IVIarlino V. Il succes- con Adiiano VI e Clemente
felice esito.
sore Alessandro VI con n()taljdedisca|)ito VII confermarono alla città suoi anti- i

del poiilificalo, procuiandodi render pos chi privilegi con appositi brevi. Nel pon-
senti i sdoi figli co'feiuli de'Caelani e di tificato del i>.."patì Terracina crudele in-
nitri baroni, e co'doiiiinii della Chiesa, e- fortunio pel famoso corsaro A riadenoBar-
lesse in ducalo Terracina, volendola da- barossa. Questi di notte avendo fallo un
re in fendo con Benevento e Ponte Cor- gran sbarco di gente vicino a Sperlonga,
vo a Giovanni IJorgia generale di s. Chie- la prese e poi passò a Fondi che ridusse
sa , inulilmenle o|)[)<)nendosi il cardinal inpessimo stato, dandogli il sacco e fa-
Piccolomini poi Fio HI; destinazione che cendo schiavi o tagliando a fil di spada
non ebbe edello, perchè Giovanni poco quasi tutti i cittadini. Fu sì iinprovvis;i
dopo fu miserauienle ucciso in Honia. Nel la sua venula, che appena potè salvarsi
suo pontificato si riaccesero in Terracina quasi ignuda in un giumento la con-
le guerre civili, con tale fierezza che ri- tessa Giulia Gonzaga moglie di Vespa-
dussero la città in deplorabile condizio- siano Colonna, ch'essendo di rara bellez-
ne. La parte piìi savia e piìli pacifica delie za , Ariadeno voleva rapire per donarla
famiglie nobdi e civili, considerando le a Solimano II. Altra porzione di sue ga-
funeste conseguenze delle ostinate dissen- lere fecero losbaico vicino a Terracina,
sioni, per quietamente vivere si trasferi- ed entrati in essa i turchi la danneggia-
lono altrove, lasciandola patria nel i49^ rono nelle sue chiese, e trucidarono di ver-
«piasi spopolala e desolata. Causa dell'i- si ahi tanti. Domò l'orgoglio otloinanoCar-

niìuicizie fu 1' uccisione di Pietro Canna- lo V coll'impresa di Tunisi, reduce dalla


ta, falla da Masio Peronti, e gli omicidii quale si recò da Paolo III in Roma. Da
di Marcello Rosa nobile e «.li altri. Le fa- Napoli passò in Terracina, ove Paolo III
miglie discordanti dalla parte de' nobili lo fece ricevere dal cardiiial del Monte poi
furono Peronti, Frangipani e la Rosa;
i i Giulio III (nella quale occasione i terra-
da quella de'ciltadini le famiglieCannata cinesi lo elessero in loro protettore) e da
e Traviala, con altre. Alessandro VI spe- conveniente corteggio, e poi fece V Ini^rcs-
dì a Terracina a pacificarle il suo came- .<!0 solenne in Roma {T .). Essendo la cit-

riere Giacomo Casanuova poi cardinale, tà decaduta e ridotta a circa 1200 fuochi,
e riuscì nella missione, a' 1 8 agosto 14995 gliollìcialiche formavano il corpo del ma-
come si legge nella lapidenel vicolo diCa- da 9 furono diminuiti a 4, e il
gistrato,
po la lingua; essendo allora il di lui ni- 100 si formò di5o. Inoltre con
consiglio da
pote Pietro de Alcaneis governatore e ca- approvazione di Paolo III furono slam-
slellano della città e della tocca, nella pre pali in Roma nel i
549 gli Statuti di Ter-
tura di Nicola de Rossi. Elevali al pon- racina, dopo essere slati in miglior for-
tificato Giulio li e Leone X, anch'essi Io ma Populoque Tar-
compilati, Senatui
parteciparono a Terracina con lettere. Per racinensì, omnibus Guhernatorihus, Po-
le vicende de'leuìpi, fra Mesa e Terraci- testatihus, Juclicihiiset Locumtenentibus
na il paese era divenuto nuovamente pa- exacte, sancleque servandaexponuntur
ludoso, per cui Leone X vi prese quelle eie. Credevano terracinesi che l'Ufente
i

provvidenze che accennai a Paludi Pon entrando in mare presso la torre di Ba-
TiNE, a Sezze, a Pipebno, avendolo indul- dino, potesse riuscire perla vicinanza alla
to alla bonificazione i clamori de'lerra- città di pregiudizio, guastandone l'aria, e
cinesi, onde nella parte inferiore del lo- che le malattie avrebbero fatto strage di
ro territorio die un cor.so diritto all' U- loro. Pe'lorograrjdi lamenti.Paolo III ne
fente, e facendolo andare al mare insie- adldò l'esame a Ottavio Ferri governalo
lue coir Auiaseuo per la foce di Badino re e castellano di Terracina, ma si trova-
1 8o TER TER
lono non ragionevoli le limoslranze.Dive- tninislrazione del lesorieie, da cui dipen-
iiuta Tenacina scarsa di popolo, povera deva quella della bonificazione pontina,
di ricclìczze e quasi priva di lelteiali, alle e così sarebbesi assai giovalo alla spedi-
sue misere condizioni si aggiunse neli556 comuni-
tezza di molti interessi di quella
la fatale guena della Campagna Roma- là relativi allamedesima bonificazione e
na di Filippo li redi Spagna e delle due ad altri vantaggi che Pio VI era disposto
Sicilie, contro Paolo I\, che descrissi nel di fare a'terracuiesi; ma il Papa se ne a-

voi. LXV, p. 235; nella quale presa per slenue pel generoso riflesso, die dell' a-
forza d'armi dal fiero duca d'Alba vice- zienda egli n'era stato privalo quando ap-
lèdi Napoli, ebbe di dentro il sacco e nel- punto occupava la carica di tesoriere. Si
lecampagne ilguastocolla distruzionede' contentò dunque di segnare il moto-pro-
suoi borghi e ville. Si vuole cl)e Paolo IV prio intorno alla giurisdizione della bo-
toglies^^e gli ebrei da Ttrracina e li riunisse nificazionepontina,esu'rapporli della rae-
a quelli di Roma; di più clie ornasse la città desima anche fuori del circondario, sì del
del suo stemmo. Quello del municipio si tesoriere generale , che del commissario
compone di due torri con due leoni a'pie- legale delle pontine, in assenza e vece del
di e una porla aperta in mezzo alle due quale si autorizzò il tesoriere a deputare
torri con un arco unite: esse sono sovra- il governatore di Terracina, confacoUri
siale dall'arma di Paolo IV col triregno anche sugli ecclesiastici. L' ordinato da
e le chiavi incrociale. Per le torri e pe' Gregorio XI li confermò Sisto V suosuc-
leoni si volle alludere alla fortezza, intra- cessore con bolla, anzi egli consapevole
pidezzae animo grande degli antichi ter- dello stalo infelice in cui Terracina già-
raciuesij e per la porta aperta la loro gè- ceva, non solamente avea in animo di far
nerosità. Che la fortezza di Terracina nel la nuova città sul Monte s. Angelo, ma
i56o fu munita d'artiglierie, lo leggonel anco di diseccare la palude pontina e di
Ricci, jVolizia della fiiiniglia Boccapa- fìibbricare un porto nuovo per ripopolar-

fluUj forse temendosi aggressioni di cor- la e riduila al suo antico splendore. Re-

sari turchi. M'istruisce Contatore, che da catosia'i4 ottobre i-TSc) Sisto V perso-
queslo tempo in poi Terracina precipi- naimente a Terracina per vedere co'pro-
landò nelle calamità, e non potendo pa- pri occhi, ed esaminare la palude, i la-
gare gli scudi 800 di pesi camerali, ot- vori già intrapresi perla bonificazione, e
tenne da s. Pio V la condonazione di 4oo. le altre grandiose cose ch'erasi proposto,
aumentarono le miserie per la strage
Si ordinò l' escavazione che divenne il fiu-

chefeceun male non dissimile del castro- me Sisto, e la morte gì' imped'i il resto,

ne che avea aftlilloRoma, e ridusse lacit- mentre l'eseguilo avea prodotto ubertose
tà con 4o onde Grego-
capi di famiglie, risultanze. La dimora del Papasiprolras-

lio XII 1 risolvè di fabbricare una nuo- se nel convento di s. Francesco, de' suoi
va città sul IMonles. Angelo, dove l'aria antichi correligiosi conventuali ,
al i5,€
è più salubre, ed a quest'elfetto die l'ani- 16 ottobre: quella del territorio pontino,
minislrazionedell'enlrate di Terracina al in tulio fu di 1 5 giorni, usando molti alti

prelato tesoriere generale, con breve de' di liberalità e incoraggiando nelle sue e-
20 aprile
574. 1 E qui aggiungerò col Ni- scursioni per le paludi le lavorazioni, sen-
colai, che l'amministrazione della coma- za aver timore dell'aria insalubre, che
cita di Terracina si continuò ad eserci- nell'autunno soleva essere pestifera. Nel
tare da' tesorieri sino al 1
767 , allorché Palazzo apostolico Lateraneiisc da Si-
piacqueaClementeXlII diconcederlaalla sto V riedificato, tra le pitture col quale
s. Coììgrcgazioneclcl Buon go^'erno. Sol- lo decorò, vi fece esprimere il porto di
to Pio Vi si propose di ripri>tiuar Tarn- Terracina che voleva rifare, e le Paludi
TER TER i8r
Pontine che andava bonificando. Il suo 1' «igosto del seguente anno. Bensì se la

biogiafo p. Tempesti, i^fór^rt di Sisto V, I>reviià del suo vivere non grinlerrom-
par. 2,*lib. 4> 'i'" 27 e seg., narra tutto peva i suoi vasti disegui, avrebbe also-
quaiilu si appartiene all'accennato, e che lite ridotta l'opera alla sua ultima per-
ii Papa avendo denunziato in concistoro fezione, e fatto rifiorire Terracina. Ter-
il viaggio alle paludi, nel ritorno riferì mina Contatore la sua storia condicliia-
uel n)edesimo a' cardinali di aver visi- rare, che dopo la morte di Sisto V restò
tato Terracina, Piperno, Sezze e Seroio- Terracina così esausta di popolo e priva
lieta; che cjue'popoli godevano tranquil- di generazione, che non solamente maa-
lilà grande, non pii^i molestati da' bau- cava chi l'abitasse, ma neppure eravi chi
diti; di aver visitato lespiaggie del mare applicasse a' benefizi ecclesiastici, per la
e r avea considerate per assicurarsi che qualcosa tante chiese con altre fabbriche
l'ossero idoiiee a fiibbricarvi un famoso andarono in rovina, e si sarebbe quasi di-
porto, cui pensava di stabilue a pubbli- strutta secircail fine del secolo XVII nou
ca utilità per favorire l'abbondanza delle si fosse ripiena di gente avventizia eslra-
vettovaglie, costante e supremo suo pen- quale unita con altri pochi viventi
iiiera,

siero. Soggiunse, aver ponderato alcune propriamente di stirpe terraciuese, la ri-


dilìjcoltà nella fabbrica del porto, ma che dussero allo stato in che si trovava nel
la spesa non l'atterriva pitiche tanto, se 1706 quando Contatore uè pubblicò la
non che didjitava assai, che quanto egli storia.
disegnava intraprendere a beneficio e pel Nell'articolo Sciuavo narrai moltissi-
couiodo de' suoi vassalli, servir poi do- me delle scorrerie e sbarchi de'maomet-
vesse di comodità a' nemici, per essere i tani fatti sul litorale pontificio, delle pre-
luoghi abitali, molto discosti da quel sito, tie e degli schiavi da loro fatti, e registrai
dovesolamenlesipotevafabbricare il por- che nel 1703 vicino a Norma furono pra-
to; ma che prima di accingersi vi volea si alcuni schiavi turchi, e che nel 1727
pensar lungamente. Deliberò per altro e i tunisini portarono in ischiavitìi molti,
subito, ad elfello di cagionar l'abbondau- e del castello di s. Felice circa 20, i quali
za, il diseccamento couipleto, e la cui- nel 1729 furono liberati, e come poi ces-
lura delle Paludi Pontine. E perchè nou sarono tali fatali aggressioni. Cootiuuan-
si rinnovasse la palude, pensò a recidere do Benedetto XIII a ritenere l'arcivesco-
la causa dalla sua radice, quindi dilatò vato di Benevento, nel 1727 si recò a vi-
i lerritorii di Sezze e Piperno, per dare sitarlo, partendo da Roma a' 29 marzo,
il declivio giusto e spazioso alla stagnante Leggo nel n.°i5io del Diario di Romei
adunanza d'acque, rendendo meno fatale del 727, che il Papa per Albano si recò
i

Paria di Terracina, la quale fu per altro nel dì seguente a Porto d'Anzio, e ripo-
l'acceleramento di sua morte, per esservi sato la notte nelle stanze del castellano,
andatoquaudo l'aere non era ancora pur- nella seguente mattina dopo celebrata la
gala bene dal freddo. Nel ripetere le pa- messa nella cappelletta di s. Antonio, par-
role del p. Tempesti, anchequi tengo pre- ti per torre Paola. Passata la torredi Fo-

sente Io schiarimento su (juesto puntodel ce, giunse alle capannediFogliano,fuser-


Nicolai, contro l'asserzione del p. Valle, vito di rinfresco dal duca di Caserta e os-
che erroneamente dice morto Sisto V do- sequiato dal vescovo di Terracina. Giun-
po pochi giorni del suo ritorno in Roma, to a torre Paola vi pernottò, e celebrala
per le febbri terzane contratte pel viag- nella seguente mattina la messa, calò in
gio, onde dovè affrettare il ritorno; meu- una feluca pontificia e si diresse alle Pa-
lle egli disse in concistoro d'aver fatto uu ludi Pontine; furono gettale due volte le
viaggio prospero , e cessò di vivere nel- reti, e si presero 60 libbre di pesce. Nella
1 82 TER TE II

luattina de 2 maggio di buon'ora s'av- ta il ti.' Gio. Francesco tlel Bene gover-
viò per Terrucina, e nella chiesa subur- natore di breve. A Cleuienle XIV ven-
bana del ss. Salvatore disse la messa , e ne presentato il progetto del prosciuga-
quivi prese la ss. Eiicaristìn clic prece- mentodellePaludi Pontine, che aveatrat-
dc i Papi ìie'i'iaggi, e la fece andare in- tato il predecessore Clemente Xlll pei*

nanzi sino a Benevento, al modo notalo trovare ardua e difficilissima la riprisli-

in tale articolo e nel voi. Ylll,p. 108, inol- nazione del porto; ma (|uesta gloria era
tre preceduto da'cavalleggieri e dalla ero- riservata all'immedialosuccessore Pio VI,
ce pontificia. Il vescovo di Terracina ac- die l'esegm come narrai a Paludi Pon-
compagnò il ss. Sagramento sino a' con- tike, e perfettamente lo descrisse mg.' Ni-
fini del regno di iNapoli,ove si trovò il colaiche vi ebbe parte. A Luoghi di MoN-
vicerè cardinale d'Allhann. Notai a Ma- te notai gli aumentali da Pio VI per qua-
RINA PONTIFICIA ed a s. Felice, che due sta bonificazione, ed a Monete pontifi-
pirati barbareschi informati del viaggio ciE e Denari ricordai quella chia^nata yfxf-

di Benedetto Xlll, sbarcarono a'3 mag- ludclla perchè dal Pontefice fatta conia-
gio a s. Felice per predarlo, Qìa trovan- repe'lavorantiitnpiegatial prosciugamene
do ch'era già passato, si sfogarono sul luo- to delle paludi in discoiso. Dopo aver f.it-

go e fecero ricordati schiavi, che il Pa-


i lo riaprire la via Appia, in vece della vil-
pa fece redimere. Dipoi «eli 729 Bene- leggialura di Castel Gandolfo, Pio VI Ira
detto Xlll recandosi nuovamente a Be- l'immense cure dell'apostolico ministero
nevento, rilevo dalla relazione del viag- e del governo temporale dello stalo, per
gio, che partito da Roma a'27 marzo^ da molti anni nel maggio si recava aTerraci-
Fossanuova, ove venerò la chiesa e prese na, vidimor;jva circa i 5giorni, e vegliava
la cioccolata, passò il 29 a Terracina ver- con mirabile zelo l'asciugamento delle Pa-
so sera, accollo dal vescovo e dal magi- ludi Pontine, e l'erezione delle fabbriche
strato.Prese alloggio da'domenicani già che la sua munificenza costruì, principal-
suoi correligiosi, ed ivi pranzò e dormì, mente a Terracina, che per lui entrò in
la famiglia venendo ospitata nella città; un'era novella di prosperità e notabile in-
Fon-
iudi nella seguente mattina partì per cremento. Egli colla sua presenza confor-
di,dopo celebrata la messa. Nel ritorno, lava e incoraggiava direttori delle lavo-
i

da Fondi a'3o maggio giunse a ore 16 in razioni, e gli medesime.


esecutori delle
Terracina, e udita la messa nella chiesa Tulio andarono pubblicando ogni anno
della ss. Annunziata, visitò la cattedrale e i Diari di Raina , e ne vado a dai e un
che faceva edificare, recandosi
gli altari estratto; giovandomi pure dell'opera e-
a [)ranzo nel refettorio de'domenicani. 11 gregia del benemerito prelato iNicolai, non
3 isi trallenneiuTerracinae vifecealcuue che della Storia de Pontefici ò.\ Novaes,
sagre ordinazioni, partendo di buon'ora per l'importanti notizie che contiene. Par-
il 1 ."giugno per Cisterna, lu Terracma a- ve che il cielo favorisse evidentemente ne'
vea trovato le galere pontificie, e da lo- primordiliigraudiosaimpresa,poiclièriu-
ruscortato, pel fiume con 3 feluche si por- solila e grandissima siccità del 1779 fa-
tò fino alle Case Nuove. Afl'erma Novaes, cililò in modo smgolare i lavori. Pio VI
che Clemente XIV nel 1772 innalzò ai volendone osservare i progressi a'6 apri-
grado di governo di breve la città di Ter- le 1780 partì da Roma co'nig.'' Contes-
racina, sottraendola dal governo genera- suii elemosiniere, e Braschisuo nipote the
le della provincia di Frosinone, e sogget- nel sellembre fece maggiurduiiio : nella
laudala in questo allaC'o//^7'eg7/:;/o/i(^ r/c/- 7. carrozza iucedevano il cappellano e li

liis.ConsnlUiAiì^ixiiwLQWe, Notizie (Li l'w chierico segreti, e due aiulanli di carne-


mrt dell 77 3,lrovo riportato per lai. "voi- ra ; alcuui calesii portavano altii fami-
TER TER i83
glifiri pontificii, e la scoria si compone- tura, e se ne servì per le colonne e le por-
va delle corazze, l'ercorse la nuova vjaAp- te della s;igreslia Vaticana da lui edifi-
pia, calla stazione di Mesa osservò i fljr- cata. Il Sagrestia l a-
Cancellieri nella
nì del pane falli costiiiire pe' lavoranti. tktina fa la scnoprimento di
storia dello
^jab<llo 8 aprile a ore 2 giunto in Terra- i tale cava, e del riaprimento operato da

cina. ossequialo dal vescovo e dal tnagi- Pio VI. La sua venula riuscì graditissi-
slrato, e ha gli applausi della giubilante ma alla provincia di Marittima e Cam-
popolazione. snionlJ) al palazzo Vitelli. pagna, sempre fedele, divota e ubbidien-
JNell.i tualliiia seguente celebrata la tiics- tea'Papi,ove questi da molto tempo non
sa nella cattedrale, \i lasciò il nobile ca- eranvi [)iìi stati. E sebbene Pio VI non

lice in dono, nella sagresti.i ainniet tendo avesse voluto formalità d'incontri e di fe-
al bacio del piede il capitolo e clero di ste, nondimeno concorsero a Terracina,
'J'erracin-i, ct^ii altri distinti |>ersonaggi. tallio dalla provincia che dal regno di Na-
JNon essendovi allora alcuna abitazione poli, persone ecclesiastiche e laiche d'o-
pubblica, conveniente a un priiici|)e, re- gni rango ed età, lutti restando soddisfat-
blò ad alloggiare da* Vitelli, una delle prin- ti dell'alfabilità e de'lratti di beneficen-
cipali f miiglie, come fece in più anni ap- za di 1*10 VI. Il vescovo e capitolo d'A-
presso, la quale memoria di lauto
[)oi a nagni gli fece presentare il tributo de' 7
onore vi p(j>e una marmorea iscrizione pani in un leggiadro paniere lavorato, se-
clic si legge in A'icolai, ed in Worcelli che condo l'obbligo che ogni sabato gli cor-
la composea p.Gj \\e\\' Iiiscrljìtionts. Es- re quando Papi dimoiano in qualche
i

sendo il palazzo N'ilelli nel borgo, la co- luogo della IMaritlimaeCampagna, diche
munità trovò il modo di racchiuderlo nel riparlai nel voi. LI, p. 96. Contento Pio
perimetro della città, facendo trasporta- VI d'aver trovato molle terre sgombra-
re la porla liomaiia al I. "arco del borgo te dall'acque palustri, ricevuti gli ossequi
medesimo. INella seguente mattina si por- del clero e magistrato. Ira le acclamazio-
lo in carrozza, cui cardinal Banditi arci- ni de'lerracinesi, a'19 partì da Terraci-
vescovo di IJenevenlo, a Ponte Maggiore na, osservò a Tor trePonti il canale mae-
(così dello perchè con un solo magnifico stro ove s'incanalano tulle le acque delle
arco coslruilu da Traiano e restaurato ila Paludi Pontine, pranzò e pernottò a Vel
Pio VI), entrò nel bucintoro per passeg- letri, e giunto in Pvoma fu salutalo dal-

giar nel fiume, e prosegui fino all'eslre- le artiglierie di Castel s. Angelo, che al-
mitàdel nuovo canale Pio, per osservarci Iretlanto fecero ne' successivi anni. Nel
lavori falli e che si andavano eseguendo. 1781 Pio VI col suddetto accompagna-
Rimontato in carrozza, passò ad esamina- mento ritornò a Terracina a' 26 aprile
re la ristorala via Appia, e giunto a Me- direttamente da Pioma, e vi giunse a ore
sa vi pranzò. Piienlralo nel bucuiloro, vi- 21 1/4, dopo aver veduto l'edifizio della
de i lavori fatti verso la Ione di Badino, posta che si fabbrica va presso Tor trePon -

restando pienamente soddisfallo di veder li, e dopo essersi brevemente riposalo a


hi foce di quel fiume sgorgare nel mare Mesa. Nel palazzo Vitelli ammise al ba-
le sue acque già incanalale. A'ella matti- cio del piede d. Fabrizio Colonna, ve- i

na appresso andò monastero di Fossa al scovi di Terracina e di Anagni,e il prelato


nuova, per esaminare lavori del fiume i Baldassini governatore di Fresinone, ol-
Sisto, o canale di s.SisloV.Nel suo soggior- tre il capitolo e magistrato della città. Nel
no fissò la sua allenzioiie l'antico porlo; dì seguente visitò la cattedrale; a'28 tor-
e portatosi a s. Felice ih 5, volle vedere nò a Mesa, a veder la mola che si costrui-
lenuove cave del Munte Circellu di ala- va vicino al forno, opera di gran como-
baiUOjChe riuscì aduUo anche per la scul do pc'Iavoralori e coltivatori delle tene
184' TER T E R
pontine, ed anco per uso degli ahitanli manale. Pio VI provò in quest'anno mag-
de' dintorni, ma costò molto e fu causa gior compiacenza del precedente per le o-
di soventi danni alla bonificazione; a'29 perazioui falle, imperocché egli potè pas-
visitò l'antico [«orto che avea in animo di seggiare a piedi e in cocchio in più luoghi,
riattivare, e il nuovo canale che presso ove nel 780 non avea potuto andareche
1

di esso si cavava; ed il 3o riportandosi a per accpja in sandalo o in bucintoro. Al


Mesa inconliù l'altro nipote d. Luigi Bra- o maggio pai ito da Terracina, giunse in
1 t

schi duca diNemi. Nel i.°di maggiocelebrò Rotnaaoreaa 1/2. In questa gita e nel-
nella caltedrale, ed a' 3 nella chiesa de' le seguenti, Pio VI direttamente da Ro-
passionisli. A'5 per la festa di s. Pio V dis- ma si recò in Terracina, e da questa la
*e messa nella chiesa de'domenicani; e le Roma senza pernottare altrove. Soltan-
galere pontifìcie venute nella spiaggia, al to nel traversare Albano e Velletri, sì nel-
vedere il duca di Nemi lo salutarono eoa l'andata che nel ritorno da Terracina, ne
salve d'artiglierie. Il Papa visitò la rin- visitava le cattedrali. Nel 1782 non potè
novata Appia, dove fece stabilire le
via tornare a Terracina, a motivo del viag-
slazioni postali da Velletri a Terracina gio di Fienna (l'.),^ev la quale parlisi
(cioè togliendo il corso antico per la via 27 febbiaio e rientrò in Roma a'i3 giu-
della montagna ov' erano le sop{)resse gno. Nel 788 a'24 aprile dell'S. 'di Pa-
i

poste nontifUic di Maiuti, Piperno, Ca- squa, col consueto treno e persone, Pio VI
>e Nuove, Sezze, Sermoneta), di Cister- sirecòaTerracina e viarrivòa oie 28 1/2.
na, Ter Ire Ponti poi con bella chiesa e Al palazzo Vitelli fu ricevuto dal cardi-
convento pe'cappuccini, di Bócca di Fiu- nai Boncompagni legato di Bologna e dal
me con cappella, di IMesa con bel paiaz- marchese Gnuili che l'aveano preceduto,
zino, cappella o chiesa e altre (idjbriche, 11 cardinal Bandi suo zio, eli cardinal Or-

diPonte Maggiore ediTerracina, chepe- sini protettore delle due Sicilie e di Sez-

rò furono poste in attività nel 784llPa- 1 ze si recarono a visitare il Papa, che nel-
pa osservò pure i lavoii fatti nel luogo ri- la domenica in Jlhisni'j aprile benedì

conosciuto per l'antico Foro Appio, per le solennemente la chiesa rurale di s. Pio V,
lai)idi ivi trovate. Per la caduta di dirot- edificata da Nicolò Aniellopresso laspiag-

lissima pioggia, Pio VI sì recò a Ponte già a comodo de'mariiiaii; vi celebrò la

IMoggiore, per osservare se l'escrescenza messa e ascollò quella del suo cappella-
delTacque avessero prodotto daWa Linea no segreto, trovandosi presente il senato-
Pia e dal fiume Amaseno alcuna inonda- re di Roma Rezzonico. Nel dì seguente il

zione, e si compiacque che la bonificazio- Papa visitò la fabbrica della nuova posta,
ne non era stata per nulla inondata. In e negli altri giorni quelle de'granari e dei

somma non vi fu cosa, che non rendesse magazzini per l'olio, insieme al nuovo ca-

pago il suo grande animo, per l'operato naie. A'Soricevèil bali Bussi comandali-
e per la s|^)eranza d'un felice proseguimen- te delle galere pontificie che costeggiava-
to. A Ponte Maggiore fu scolpita un'ele- no ne'dintorni della spiaggia, il che fece-
gante iscrizione del celebre VitoM." Gio- ro ne' seguenti anni eziandio, salutando
venazzi, riportata da Nicolai. Lunga co- il Papa con salve di artiglierie nel loro
sa poi siuebbe il ricordare tutte le altre arrivo, e nella partenza di Pio VI. Nelr.°
iscrizioni «narmoree, che furono apj)Oste maggio celebrò e poi ascoltò la messa nel-
indiversi tempi e in molti edifizi della bo- lacalledrale; menlrenelleore pomeridia-
Pio VI. Questi di
iiificazione, a gloria di ne i cardinali Boncompagni, Bandi e Or-
piìi ordinò Terracina e vicino al ma-
in sini, con parte della corte pontificia, saliti a
re l'erezione df'magazzini, e la formazio- bonlodellegaìere furono trattali con riii-

ue di un gran ripiano, pel mercato setti- Ireschi. Per la festa dis. Pio V a'5 celebrò
TER TER i85
la messa nella cliiesa tle'clomenirani, e a- lere papali: nel giorno appresso dopo l'u-
scoltò quella del cappelhiiio segreto. A ven- dienza concessa al vescovo di Gaeta, por-
tlo il Papa afliltalo al llnppi Ili di let loie del- to^si alla tenuta di Fabio. Nella domeni-
la Ijoiiilica/ione i leneiii distaccali, appe- ca 'ì5 aprile celebrò la messa nella nuo-
Da giunse in Tenaciiia ascoltò i lamenli va chioa ilell.i Madonna di Porto Salvo,
dimoiti, reclaruaiidod'esseie stali priva- sulla marina; e nel lunedì andò a vedere
ti daira[ìiltuaiio de'propii diritti sopra i le campagne pontine, e le razze de'ca val-
terreni inclusi nel circondario pontino, la li,pecore e vacche; e successivamente fu
cui lìnea segnata da Clemente Xlli era visitato da diversi personaggi, come il ni-
siala riformata dallo stesso l'io VM. Con pote duca di Ncmi, e da Rocca Gorga vi
molla uinanilà il Papa esaminò le ragio- si portò il cardinal Orsini. Nel martedì a-
ni ile'sup[iiicanti, e fece alcuni dLcreli ri- scoltò la messa nella cattedrale, e ricevè
mellendone ^e^ecu^ione al governatore l'ambasciatore veneto Memo colle figlie,

Vincenzo Paltoni, ch'e-


di Terracina Gio. alle (juali avea somministrato la Confer-
ra succeduto nell'ufiizio di vice-commis- mazione, ed il ministrodi Portogallo No-
sario , ossia giudice della boniOcazione rogna. A'5 maggio, festa di s. Pio V, of-
pontina. Però tali risoluzioni restarono fiì il s. Sagrili/.io nella chiesa de'dome-

sospese in vista delle difese deUafiittua- nicani. JNelle di verse visite che il Pa[)a fe-
rio, che espose le sue ragioni e quelle del- ce a'iavori della bonilìcazione, vedendoli
la camera apostolica. Pio VI dopo aver in molte parti abbozzati e cominciati a
visitato i lavori della bonificazione, diègli proseguirsi con molto languore, accusan-
ordini opportuni, e si dichiarò malcon- dosene l'insudiciente numero degli operai,
tento per avere trovalo poco progresso ordinò che questi si unissero tutti a ter-
nell'impresa, e sì pochi lavori flitti in tlue minare il nuovo canale di navigazione, e
anni; e che non voleva che l'occupazio- compito questo si riunissero insiemea ter-
ne nel costruire gli edilizi, fosse di rilar- minarne un altro, e con questo metodo
do al primario oggetto del diseccamento si proseguissero i rimanenti ad unoad uno
delle paludi. Avendo poi inleso l'arrivo con maggior attività. Avrebbe potuto re-
dell'elelloreBavaro-PalatinoinPioma, vi scindere l'allltto, ma lo tollerò perchè era
allVellò il suo ritorno, partendo da Ter- sul fine: le altre pontificie risoluzioni si
racina rS maggio, prendendo nella sua ponilo leggere in Nicolai; enell'istesso an-
carrozza cardinali Bandi e Boncompa-
i no il cardinal camerlengo pubblicò la ta-

gni, e sebbene fece la solita visita alia cat- 1 iiì'a del nolode'cavalli, per le poste eret-
tedrale di Velletri e si recò pure a Ne- te nella comoda e riattata via Appia, che
nii, nondimeno giunse in Roma lasera.JNel di più fu abbellita ne'segueuti anni. Pio
1784 a'22 aprile col solilo corteggio Pio VI a'6 maggio partì da Terracina, arri-
\1 partì da Pioma perTerracina,e vi giun- vando in Roma a ore 23. Nel 1785 a'9
se a ore 21 1/2, passando per la nuova maggio uscì da Roma il Papa col mede-
strada che costeggia il nuovo canale na- simo seguito de'preceden ti anni, e col nuo-
vig-d)ile,osservandoi lavori aTor trePon- vo elemosiniere mg."^ Bandi: fermatosi a
li,eavendo orato nella chiesa di IMesa.iNel Tor tre Ponti, al Foro Appio, alla Ficha
dì Seguente ammise all'udienza il vesco- ov'era la razza de'cavalli, al Salcio, ed a
vo (.liocesano, mg.' Pucilli governatore di Mesa per osservare la bonificazione di quei
Prosinone e altri prelati; indi si recò al- terreni, giunse al palazzo Vitelli in Ter-
ia marina a osservar la fabbrica de'uuo- racina a ore 23 1/2. Nel dìi i ricevei ve-
vi magazzini, trovandovi il grano, gran- scovi convicini e il cardinal Orsini; visi-
turco e legumi prodotti da' terreni pro- tò magazzini della spiaggia, compiacen-
i

ficiugali, e fu salutato da'cannoui delle ga- dosi della gran quantità del frumeulo rac«
I W TE II TER
colto liei leneiii della bonificazione, in tura le nuove lerre, in die si lìisliuse il
maggior copi.i Jol decorso anno. Anche duca di Nenoi, che v'introdusse ben rego
il [irincipe Rospigliosi e altri personaggi late coltivazioni di grani e altri generi, e
si lecarono a ossequiarlo. A' 12 si portò perfette razze di cavalli, pecore, vacche
a Mesa e alle mole a vedere il nuovo e- e buffidi. A'23 maggio partilo il Papa da
difìzio col qoiilea forza d'acrpia si trita- Teriiiciiia,pervenneinKoma aore22 1/4-
va ilgrnno.ll I 3 si condnsseal procoiodel- JN'eli786 da questa si mosse Pio VI a'27
le vacche del nipote duca di Nemi. A'i4 aprile e arrivò a Terracina a ore 22. Nel ^
rice\è la visita del cardinal Banditi arci- dì seguente ricevè, secondo il consueto, il

vescovo di Benevento, e poi il Papa andò clero, la magistratura e i suoi ministri. Ai


alla leiiiila di mg.' Bandi passalo Capo 29 si recò a vedere l'nltituazione de'ma-
Salcio. A'i5 festa di Pentecoste celebrò gazzini, e la raccolta prodotta da'lerreni
messa nella cattedrale, e assistito da due pontini: la sera giunsero da Civitavecchia
cardinali in Irono die l'apostolica bene- le solite galere. Nella domenica disse mes-
dizione: nelle 3 feste il comune fece ese- sa nella cattedrale , e il giorno appresso
guire nella nuova strada altrettante cor- 1."maggio vide la nuova fabbrica de'for»^
«e di barberi, con premio di scudi 10 al ni, e visitò lanuova chiesa della Buona
vincitore esomminisli alo dal duca di Ne- morte. A'2 con mg.' Pmlfo si recò a Mesa,
mi, oltre altri divertimenti che i tenaci- ed a"3 la pioggia impedendo che andasse
nesi solevano dare a'nobili personaggi e a celebrare nel ritiro de'passionisti, disse
al gran numero di forestieri che vi con- messa in casa e l'ascoltarono il principe
correvano. Il 1 8 [)assò a veder le razze dei eia principessa di Fondi. Il Papa dal geo-
cavalli, e nel dì seguente al porlo per os- tuetra Angelo Sani lece misurare i terre-
servare l'apertura ilei nuovo canale pegli ni coltivali e senùnati, per esigerne le ri-

scoli de'leirilorii sotto Sezze, Pipemo e sposlede'generi rispettivi; e dall'idrosta-


allri luoghi. A'20 visitò la chiesa de'pas- lieo Teodoro Bouatti fece visitare lo sla-
sionisti, ammelleudo in sagrestia al ba- lo degli alvei pontini, acciò suggerisse ciò

ciò del piede vari signori. Nella domeiii- che credeva opportuno al compimento
ca festa della ss. Trinità si rifece la cor- dell'opera. Parli da Terracina Pio VI 1' i 1

fca premio. Nel medesimoiySa


col detto maggioearrivònellacapilaleaore22 1/2;
teiminò rallitlo generaledelle lerre pon- indi con onorifico moto-proprio deputò
line, e cominciò un nuovo ordine di cose in sostituto commissario della camera pel

nel proseguimento della bonificazione,cou dipartimento della bonificazione mg.' Ni-


niigliorsistema e maggior attività. Vi con- colai. Neh 787 Pio VI a'28 aprile col te-

Intjuì il nuovo tesoriere mg.' R.ufìo, uno soriereRulfo, feleraosiniere Bandi, ei con-
de'pii.1 abili ministri ch'ebbe Pio VI; pie- sueli famigliari, partì da Roma e giunse
iato di molto talento, zelante di ben ser- a Terracina a ore 23. Nel dì seguente ri-
vire il suo principe, indefesso nelle fati- cevè a udienzail nuovo vescovo, mg,' Ca-
che, senza umani rispetti, efornilodi co- cheraiiogovernaloredi Frosinone,eilma-
gniziuni uialcmatiche e fisiche, non che gistralo della citlà. Quindi passò a vedere
pratico delle terre ponluie. Papa slaii-
11 il luogo dell'episcopio che si dovea desti-

do a Teriucina si occu[)ò con mollo im- nare al vescovo, e il palazzo Tassis com-
pegno negli alfari della bonificazione, e prato e incomincialo ad ingrandire e re-
lenne molli congressi col tesoriere, ecidi- idaurare dal duca Braschi, per la diino-
Iellore Kappiui, col computista dell'azieii- ra del zio Papa ap-
nelle annuali visite,
da Pauluii ubilcc integei rimo, e con uig."^ pena compite le lavorazioni. A 3o perla
Nicolai tanto iidormalo degli affari pon- via Appia andò a Mesa per osservare (juei

lini, lu essi si risolvè di concedere u cui- Ieri cui liià ridulli a coltura. Hi. "maggio
TER TER 187
celebrò messa nella cattediale e ascollò reni intorno alla cillù, e rpiel trailo che
quella del cappellano segreto. A'4 visitò si stende dal nuovo canale di navigazio-
la vasta lenula acquistala dal principeGa- ne sino ni fiume Portatole. Erano t;ià sta-
Lrielli, e poi ricevè il cav. Azara tninislro li (ormati da mg.' Nicolai iciiirogiafi pei'
di Spagna, e il p. Quinones generale dei le accennate cose, ma il Papa sospese di
domenicani. 11 5 lesta di s. Pio \' dis'^e segnai li. Hens'i la via Appia d'and)!) la- i

messa nella chiesa dc'domenicani, e mlì ti piantala di olmi e di gelsi, foriuan-


Cu

quella del suo cappellano. Ginnle da Ci- dosi nn riparo al margine della linea pa-
vilavecchia le galere, ammise al bacio del rallela, logliemiosi il pericolo di precipi-
piede i comandanti. Si recò a visitarlo il larvi a'cavalli, e si foriù alle lerracinesi
cardinal Boncompagni segretario di sia- l'industria della seta. JN'elia spiaggia furo-
to, ed altri personaggi. Piìi volte portos- no piantali u)()llis»iiniagruini.R.iclnama-
si a osservare i progressivi bonilicameu- to Pio VI a Roma da alFari di somma iru-
li. eie diverse nuove fabbriche creile, con poitanza, a' 1 4 maggio par fi da Tenaci
singoiar vigilanza e piena cognizione tli na e vi giunse a ore 23 1/2, dopo aver vi-

lutto. Volle ulleriorinente dimostrare la sitalo in Nemi i ni[)oli cardinal Braschi e


sua propensione e beneficenza verso ter- i il duca suo fratello. Nel i 788 a'24 apri-
racinesi, con prendere a cuore alcuni cg- le da Roma Pio VI arrivò a Terraciua a
getti di pubblica utilità, ed insieme sa- ore 2 3, colle metlesime persone del prece-
gacemente disponendo tultociò che con- dente anno. Nel dì seguente visitò la cai-
cerneva la bonificazione pontina, stabi- ledrale, e la fabbrica del suo palazzo, e
lendo la già memorata giurisdizione pel nel sabato l'edifìzio di .Mesa, rallegralo
buon ordine, prosegui mento e slabi le ma- dalla venula del duca ni potè con mg.' An-
nulenzionedella bonificazione slessa. Cou dosilla. Nelladomenica passò alla marina
diversi chirografi Pio VI provvide, Tabi- a godere le piantagioni di agrumi e frut-
tazione da fabbricarsi pel vescovo e [)e[ ti. Indi andò visitando bonificamenti e i

suo vicario, i quali erano costretti abita- le piantagioni ne' sili diseccati, la vasta
re o in un convento di frati o in 3 angu- fabbrica de'granari,la chiesa delIaB.Ver-
slissime camereaccanlo la cattedrale; Te- giiie sulla spiaggia. A' 28 col duca Bra-
rezione d' un ospedale, delle pubbliche sdii e la corte si recò al fiume o rio Mar-
scuole, d'una biblioteca che avea desti- tino pe'Iavori già fatti, e veder le diver-
nalo fornire del proprio al popolodi Ter- se tenute e le coltivazioni. Dopo la visi-
racina,onde poi fece a sue spese cosimi- ta dell'antico rio Martino, cominciò a
si

re vaghe scansìe ornale di bellissimi le- pensare allo scavo di quel canale, credu-
gni, e preparava gran copia di libri du- lo molto a proposito per inalveare le ac-
plicati della sua privala biblioteca; ma que della Teppia, e diseccare affatto tul-
quando tultociò era disposto per spedir- le quelle terre, per senlimento della più
si a Terracina, le circostanze de' tempi parte degl'idrostatici. Nel dì segueoteri-
l'impedirono. Ebbe anche in vista la co- cevè gli omaggi dell'uflìzialità delle gale-
sliuzioue degli acquedotti per far venire le pontificie salpate da Civitavecchia e
nella città le acque o dalla terra di s. Lo- nel mercoledì per la parte del fiume Si-
renzo,o da s. Stefano, ma poi fu determi- sto assistè alla marca del bestiame vacci-
nato .e incomincialo a condursi le ac(iue no. Giovedì i. "maggio, solennità dell'A-
dal Trasso sino alle falde di Terraciua. scensione, dopo aver nella cattedrale tut-
Pensò ancora il generoso Pontefice alla la parata, celebralo la messa, e uditaquel-
salubrità dell'aria, con piantagioni di li- la di mg.' Ridolfi cameriere segreto, il Pa-
nioni, aranci, pini e altre piante , delle pa passò in sagrestia ad assumere gli a-
<|uali desiderava che si fornissero e i ter- bilisagrieil tnreguo,aS5istiluda mg. 'Bau
i88 TER TER
di e dal vescovo, processionalnienle s'av- Iri. Il 6 passò ad osservare il nuovo ca-
viò pei' la piazza, sorreggendo lostiasoi- nale, nel quale erausi imboccate l'acque
codella falda il goveinatote l'alloiii. Pre- (leirUfenle, scorrendo felicemente al ma-
cedevano i ijussolanti, il capitolo, i vesco- re. Visitò le piantagioni d' agrumi e di
vi convicini in piviale emilia, invitati dal frutti, l'edifizio della dogana e quello del-
Papa. L'aste delbaldacchino sotto il qua- la posta ch'eranoin costruzione. A'7 mag-
le incedeva il Papa, erano sostenute dal gio il Papa da Terracina si restituì a R.0-
\icario generale in niantelletta nera come ma a ore 28, donde a' 18 partì per Su-
prutonoiaro, da 3 conservatori municipa- iliaco [l^.) per coosagrare la cattedrale,

li in rubboiie, dal cav. ìMorelli architelto a tal elletto essendo stala piìi breve la sua
iti abito di da'dne aiutanti di ca-
città, e dimora in Terracina. Ad essa fece ritor-

mera in cappe rosse. Pervenuta la pro- no a'29 aprile 1790 e vi arrivò alle ore
cessione nel portico della cattedrale orna- 24, per essersi fermalo a Tor Ire Ponti
lo in uno alla ficciala decorosamente e alla nuova fabbrica al casino del duca ,

con tenda, Pio VI ascese la loggia sulla Draschi a IMesa orando nella cappella.
,

se lia gestatoria coperta da baidaccUino, Nel dì seguente recossi al suo palazzo, cui i

e colle solite preci solennemente compar- lavori erano assai avanzati, e nel i ."toag-

ii l'apostolica benedizione all'immensa gio celebrò e ascoltò lamessa nella cat-


moltitudine accorsa anche da'vicini pae- tedrale. A' 2 ricevè il duca nipote insie-
si; indi fu pubblicata l'indidgenza plena- me col cav. Morelli, e nel giorno appres-
ria in latino e in italiano. Al suono festi- so celebrò a'passonisli, e poi ammise al-
vo delle campane fecero eco le artiglie- l'udienza il general Pignattelli. A'5 visitò
rie di 4o pezzi di cannoni delle galere, e le fabbriche delia dogana e della posta,
diquelli della fìrlezza di Terracina. Tul- ed a'6 i lavori delle paludi, e l'S giunse

li gli addobbi della cattedrale, del porti- sino a Mesa. Pio VI tra le tante cure del-
co e della precaria loggia,fatono esegui- la vasta impresa non trascurò quelle del
li a spese del comune. A'2 Pio VI andò bene spirituale degli operai, de'coltivato-

a vedere le risaie, il 3 celebrò e ascoltò la ri e de' ministri della bonificazione. la


messa a'passionisli, e passò a osservare il quell'ampio paese disabitato da tanti se-
nuovo cimiterio ; indi parfi da Terraci- coli, fece sino dal principio erigere delle
na maggio, e ad ore 24 '/^ ^''^ ^^ ^^'
l'S cappelle, e poi stabilendo di fabbricare a
ma. Neil 789 a'3o aprile Pio VI ritornò Tor Ire Ponti un comodo convento pei

a Terracina co'soliti personaggi, arrivan- cappuccini, vi fece appresso innalzare coti

do verso 23 ore. Il ."maggio celebrò e a-


r vaga architettura una chiesa, in onore di
scoltò la messa del suo cap[)ellano nella s. Paolo apostolo. A tal elfetto domeni-
cattedrale, indi passò a vedere il proprio ca 9 maggio vi si recò, e colle prescritte ce-
palazzo, ricevendo molti personaggi. A'2 remonie vi pose la i .^pietra benedetta, col-
visitò la tenuta Pia, già del principe Ga- l'assistenza de'pielati tesoriere ed elemo-

brielli; a'3 domenica celebrò la messa ai siniere, di mg.' Brancadoro arcivescovo

pissionisli , e vari signori napoletani gli di Nisibi, e della corte; alla presenza del

baciarono il piede, in uno al commend. duca Draschi, del nubile d.' Gio. Callista
Grassi comandante delle approdate gale- de Mattias di Vallecorsa nuovo governa-
re e alla sua uiìizialilà ; arrivando nelle tore di Terracina e commissario della bo-
ore pouieiidiane il duca Brasclii col cav. nificazione pontina, e di Gaetano Rappi-
Morelli, cij'(juali nel di seguente andò a ni direttore generale della medesima, non

IMesa. A'5 lesta di s. Pio V celebrò a'do- che d'altri nobili esteri e cittadini di Ter-
Dieiiicani, ricevè il fratello del tesorie- racina, e di d. Sante Paterni vicario ge-

le comiucud. Rulio, e il vescovo d' Ala- nerale di Tciiaoiua, Sezze e Piperao, di


TER TER iRr,

altri ecclesinslici, e delp. Annihnie Gior- Matldalena acquistalo dalla camera apo-
gì c'ippticcino prt'siiltiite «Iella fiibbiica. stolica e le sue llllnlelo^e piaiile «l'iii;! n-
liioitre per le persone addette alla boni- mi. Domenica agcelthiò nella calledra-
ficazione fu eiello un ospedale, foinilodi le, e ricevè al bacio del piede iconitigiba-
tulto il bisognevole. Il l'apa invitò l'ar- ioni Gavolli. A'3o a Mesa vide la razza
cliitelto Rlarchionni e nn capitano guar- de'cavalli del duca Erasclii sempre in in-

da coste, per fare le loro osservazioni, se creniento, e neldi spguenleritornn al suo

alla spiaggia di Terracina eravi luogo at- palazzo per stabilire la capiiella. A'a an-
te a formarvi unìiuovoporlo. A'i 2 mag- dò alla tenuta del cav. Morelli, a'3 cele-

gio Pio VI lasciò Terracina, epervennea brò nella chiesa de' passionisti, ricevuto

Roma a ore 23 i;?.. JNel I 791 non ostan- daIprepositogenerale.il 4 portatosi a Fo-
le che in essa m\ fossero il re e la regina ro Appio, fece un giio per le (laludi pre-
delle due Sicilie, a'28 aprile il Papa SI re- sciugate, the fra accesso e recesso percor-
ro a Teriacina, e smontò al palazzo \'i- se 60 miglia di terreno. A'5 disse messa
talli a ore 23 iji, avendo orato a Mesa a'domenicani. Dopoaversoiferto due leb-
nella nuova chiesa e osservato queiruber- bri, l'ii dal palazzo Vitelli sua resiikn-
tose campagne. A'agvisilòil pubblico for- za volle rivedere la via urbana efaie una
no, e minutamente il suo nuovo palazzo, escursione alle paludi. Domenica 3 mag- i

indi venne il duca Braschi.Nel di seguen- gio [lailì per Pioma e vi giunse a ore ?.3.

te passò alla marina, calle fidìbriclie del- Per indisposizione di salute nel rr)3 l'io i

la dogana, del cjuartiere pe'soldati, alla \ non si lecò a Terracina. ^'i tornò 18
I

locanda e alla posta in costruzione, ono- maggio 794 co'solili e col nuovo tesorie-
i

landoquella giù compitadel maggiorTar- reDellaPorta: visitala la chiesa e conven-


taglioni; iodi vide l'aumentala piautagio- to di Tor smontò al suo nuo-
tre Ponti,

ne degli agrumi. lli.°maggio nella catte- vo palazzo a ore 22. Furono a visitarlo il
diale celebrò e poi ascoltò la messa del ducaBraschi, suoi maggiordomo e niae-
i

suo cappellano. A'2 fu Mesa ad osserva-a Siro di camera,e altre distinte persone. Fe-
re la razza de'cavalli del duca nipote, ed ce varie gite per osservale i diversi boni-
i bonificamenti fatti a queierreni. Il 3 ai fìcamenti, ordinando la riapertura del rio
passionisti celebrò e assistè al s. Sagrifi- IMartino, per imboccare tulli gli scolidel-

zio, e fece altrettanto il 5 a'domenicani le jiccjue de'terreni fino al mare, essendo


per la festa di s. Pio V. Aio da Terra- oinìai giunta quasi al fine la bonilicazio-
cina emanò il breve diretto al clero di ne. Visitò pure il nuovo braccio del pa-
Francia, contro i decreti dell'assemblea lazzo vescovile, e la fabbrica del nuovo
nazionale, ed a'12 si restituì alla capita- borgo, che lo zelo de' terracinesi avea
le, entrandovi a 23 ore. Per la festa de'ss. in pochi mesi eretto. Puchiamalo a Ro-
Pietro e Paolo fece coniar la medaglia ma per 1' urgenza degli alfaii, vi giuiise
celebrante la bonificazione pontina. ÌNel a'22 maggio a ore 23. JNel i
79? a'3o a-

1792 col solito seguilo Pio \I a'26 apri- prile fece Pio \ I ritornò in Terracina, do-
la da Roma giunse a ore 23 a Terracina, pò i soliti trattenimenti a Tor Ire Ponti
dopo fermala a Tor tre Ponti per ve-
la e a Mesa, arrivandovi a 22 ore col cor-
dere la chiesa e il convento che si stava- leggio dell'anno antecedente, e trovando
no fabbricando, ed anche a Mesa ove fé- il suo pontificio palazzo apostolico del lut-
ee orazione. A27 si recò al suo nuovo pa- to mobiliato decorosamente. Visitò il no-
lazzo, ed ammirò la beila strada urbana vclio biacciodell'episcopio, passòalla ma-
fatta da lui costruire, l'episcopio e la li- rina nelle fabbriche del nuovo borgo, sa-
breria.Nel dì seguentefu alla marina, tro- lutalo da ripetute salve d'artiglierie del-
vò la dogana quasi finita, e l'orto della le galere. In diverse volle si recò ad os-
ir,o TER TER
servare i terminali lavori del circontlario scnalorec1iRoma,airaii:basciatoretliM;il-
[luiiliuo e il iiiaiileiiìiiietitu di loro boni- la, ed a molte dame. Lahra fabbrica a
ficazioiie, la gran vasca della città e la do- sinistra era tutta piena di gente, e di con-
gana, Oicopandosi colla consueta assidui- tro al palazzo si schierò la truppa coniali-
ti» iK 1 liallaiiiento degli atlliri [lel perfet- data dal colonnello Severi e dal maggio-
Io stubilmienlodella grande impresa. Ri- re Raruici), colla sua banda, tamburi e
corrend()a'i4 maggio la festa dell'Ascen- pid'eii.La darsena era guarnita disanda-
sione, il l^ipa volle celebrarla mediante la lì riboccanti di popolo, altro essendo Imi-
solenne benedizione dalla loggia del suo go la spiaggia in 20 e più legni, oltre due
palazzo, che per essere situalo in somma gnaidacosle pontificie ornale di tutte le
t!e\alezza a ridosso della con nobi-
città, Inuuliere. Il l'apa celebrata la messa nel-
le ficciata liei tutto sco[)eita alla veduta la cappella del palazzo apostolico, assilli-

tiel maie tircolarmenle dal prospetto al- ti i sagri paramenti e triregno, precedi!
la mano smistra, potè la funzione essere to e accoinpiigiiato da'vescovi d' Aiatri,
goduta in diversi punti. Imperocché al- \erolie Fondi in piviale e initra, dal go-
la destra del palazzo vi è porzione della vernatoreemagistratoin rubbone,dadue
tillà, e la velluta de'monti e campagna avvocali concistoriali col proprio abito,
fmoall'orizzonte, in mezzo della cpiide OS- dal generale de'domenicani e da'cerofe-
serviisi la magnifica via Appia,che uni- rari; dopo la croce pontificia sostenuta da
taniente cammina col nuovo fiume deno- ing.'^ Consalvi uditore di rota vestilo di
minalo Linea Pia. Dalla sommità del pa- tonicella, si presentò alla gran loggia tra
lazzo vedesi coslrnila una strada che sim- ì cardinali Rraschi e Carandini diaconi,
inetiicamente in 3 giri dalla via Appia vi che poi pubblicarono l'indulgenza, oltre
conduce comodamenle,e tutta muiaglia- il cardinal Roverella pure in paramenti
la in piìi giri. Due f.ibbriche che unendo- sagri. Il tesoriere Della Porta e mg.' Ror-
si alla strada suddetta fmno simoietiia romeo governatore di Prosinone in cap-
formano un colpo di teatrale
ai palazzo, pa gli sostenevano la falda, e lo strascico
ceduta. La strada che conduce al paiaz- mg.' De Rossi archiatro in cappa rossa,
zo ii)Comincia dalla via Appia, e di là os- come due aiutanli di camera:
lo erano i

servasi un tonte con una vecchia torre, ed il venne sorretto da mg.' Bandi e-
libro
accanlo la piccola darsena e il lavatoio, leinosmiere, parimenliin pivialeemilra.
]'iìi oltre un'estensione di campagna, la 11 popolo in vederlo scoppiò in fragoro-

uiaggior {)arte coltivala, da orto fino al si plausi e aHettuose acclamazioni di ve-


niale, con)[)ie il complessodeiriin[)onen- nerazioneedi gratitudine. Assiso il Pa-
le situazione, che rese più maestosa la fuii- pa maestosamente sul trono, lette lesoli-
zione, alla quale concorse immenso pò- le preci, con tutta l'espansione compartì
polo,anchede'circo»lanli luoghi e nume- la solenne benedizione, Ira il suono delle

iosa nobiltà. Nelmezzo della gran loggia campane edelle bande, gli spari della for-
un ricchissimo Irono, (ormato di
clevossi tezza e de legni della marina. Dopo bre-
damaschi efregi d'oro,col ponlificiostem- ve trattenimento, per appagare vivi desi- i

ma ricavalo con tocche d'oro. Un gran derii del popolo, nel rinnovare la sua par-
tendone servì di liparoa! sole, ed un no- ticolare benedizione, fu salutato co' più
bile arazzo ricoprì il parapetto della log- sonori e lieti evviva. JN'ella seguente mat-
gia. La fdjbrica a ileslra che serviva ad lina Pio VI eseguì la funzione di porre
uso di quartiere militare, ebbeerelto ma- la (.'pietra ne' fondamenti della chiesa
gnifico palco superbamenleguarnito per di s. Pio V pe'domenicani, a'quali Tedi-
la cospicua nobiltà accorsa, inclusivameii- fico coU'annesso convento, per la buona
le al principe Augusto d'highilterra, al istruzione del clero e gioventù terracine-
TER T E R I f) i

se; ed acciò convento rnantene-


p()le^sK il remenfe verso le ore 22, esubitoalacre
le un buon niiniero di religiosi, lo dolo mente si occupò del partito da preiuleie
con molte rubbia di terreno. Ivi giunto in SI dure circostanze, con (pianto poi) leg-

fu licevulo dal generale de' domenicani gersi ili mg.' Daldassari nella lU' lazi une

coi suoi religiosi, ed a^sunli i paramenti ilelle avversità e patinienli del glorioso
sagri, vestiti di (|uesli fu as>istilo dall'ar- Papa Più J /, e ne'miei articoli Francia,

cidiacono Cerroni vicario apostolico di Pio vi e Roma. IVnaciiia risorta boren-


Terracina e dairarci|)rete Sanguigni, ol- te [)er le magnanime beneliceiize di Pio

tre l'assislenxa del tesoriere, delleleiuo- VI, tiene cara e adorata la sua memoria
siniere e degli altri cubicidari pontificii, in eterna benedizione, comechè circonda-
coll'interventodel capitolo in abito cora- ta dai complesso eminente de'iuonumen-
le elle rispose alle orazioni. Benedetta la ti imperituri di sua generosità egrandez-
pietra fondamentale, lac<illocò ne'londa- za d'animo. Nel suo arrivo, dimora e par-

menti insieme ad una cassetta di marmo lenza da Terracina, ogni volta il Pa[)a ri-

con due medaglie e due Jgnus 7Jc/ col- cevè solenni dimostrazioni d'amore, d os-
le immagini de'ss. Domenico ePio VjCliiu- sec|uio e di riconoscenza, dal clero, dal
se da lastra di rame in cui era incisa l'i- magistrato e dal popolo lerracinese, tut-
Siriiione che i ipoi la il JJi/irio di Ruma, ti profondamente penetrali dalle munih-
insieme a quella delle medaglie. Si com- cenze di cui li ricolmava nel ristoramen-
pi la funzione col canto dell' iimo f cui lo della patria prosperitìi. Il Cancellieri,
Creator Snln'tiis, e coll'apostolica bene- Lettera sull'aria di Roma, a p. 232 «li-

dizione al popolo, a cui concesse 3o an- chiara. Non può negarsi, che la grande
ni d'indulgenza, pubblicata dal diacono. operazione del prosciugamento delle Pa-
INella domenica 7 (naggio ritornò in Ilo-
i ludi Pontine abbia non poco contribui-
ma e vi giunse a ore 23. Pio VI per l'ulti- to almiglioramento dell'aria di Roina,a-
ma volta rivide la sua diletta Tei racina a' vendola in gran parte liberala dalla y^f-
9 maggio 7q6, smontando
1 al suo palaz- stifera Pomptini uligine Campi, come la
zo a ore 2 3, dopo a vere orato nel passag- chiamò Silio Italico. Ma soggiunge, che
gio nella chiesa di Tor tre Ponti. Sebbe- sarebbe desiderabile, per la sua stabile
ne avesse stabilito trattenersi il solito pe- conservazione, si mellesseroin esecuziouv:
riodo di tempo, per osservare i feraci ter- gli utilissimi provvedimenti proposti pel
reni già I*aludi Pontiiie,e per curare il per- totale risarcimento di ipielle vasle pianu-
fezionamento dell'impresa, per l'avvenu- re, dal peritissimo Vittorio Fossombro-
to al re di Sai degna e perle calamità im- iiij nel Saggio della honifìcazione del-
minenti che sovrastavano alla Lombar- le Paludi Pontine, giustamente lodato e
dia, fu richiamato in Roma da urgentis- mollo bene analizzato nella Biblioteca I-
simi affari di slato, il <|uale cominciò sin taliana di iMilano,i\\ otlobie 8 6, 1. o, 1 1 1

d'allora a soffi ire que'disordini, che so- p. 99. A libiamo dell'av v. Carlo Fea, il/or/"
no indispensabili conseguenze delle gner- facile di seccare le Paludi Pontine, Ro-
re. Imperocché repubblicani francesi a-
i ma 835. 1 Penetrati i francesi nello stalo
vanzavano coli' eseicilo per la Lombar- ecclesiastico, il Papa fu costretto a ceder
dia, avendo vinto e obbligato alla pace il loro le legaziouij.AvignoneeilcontadoVe-
re di Sardegna, ecolla mira eziandiodel- naissino, ed a soggiacere ad altre gravo-
l'occupazione de'dominii della Cliiesa. A- sissime condizioni. Non ostante con nuo-
dunque a' 19 maggio IMo VI die un te- vi pretesti, i francesi si avanzarono oltre
nero addio e benedii lerracinesi, che do- le Provincie cedute, e caduta Roma «el-
lenti lo videro partire, e senza mai smon- la massima costernazione, una congre- in
tare dulia carrozza, giunse iu Roma cele- gazione di cardinali fu risoluto che il Pa-
192 TER TE Pl

pa dovesse piuliie dalla cillà e porsi in de'suni abitanti corse allearmi, e furono
salvo. Qiiaiiilo egli si disponeva a parli- trucidali o arreslati, come narra l'amia-
I e per Terracina, giunsero udìziali iiigle- lista Co[)pi, quanti francesi e patrioUi si

si da Foligno con dispaccio del haron Col- poterono raggiungere. Prima però che i

li generale delle milizie pontifìcie, clieav- sollevati potessero unirsi e ordinarsi, ac-
Tisava Pio VI d'essere in posizione assai corsero da Pvoma l'orli distaccamenti di
vantaggiosa colle sue truppe, ed in caso francesi e di polacchi, e sul fine dello stes-
di qualche pericolo ne sarebbe stato av- so luglio Ferentino fu preso e saccheggi a-
visatoa ten)po. Seciòservi in qualche mo- to; lo stesso accadde sul principio di ago-
do a tranquillare il Papa, ed a sospende- stoa Frosinoneeda TerraciiiajUonoslan-
ie la sua partenza, non lasciò tuttavia di te laben ordiutita e validissima difesa de*
mettere in sicuro lutti i preziosi effetti, gli avendo espugnata Terracina
abitanti,
Quindi il tesoro della s. Casa di Loreto, per assalto l'i i agosto il general Lemoi-
già trasportato a Roma, lutti gli ori e ar- ne. Con questi esempi di terrore la mag-
genti, le pietre preziose del palazzo Va- gior parte degli altri luoghi si sottomise-
lioano , del museo Pio-Clemenlino , del 10 senza combattere. Quindi colle com-
IMonte di V\tìll\, e i\e\ Castel s. yJngclo, missioni militari furono condannati a
fu incassatoemandato a Terracina, don- morte diversi de'principali sollevali che
de col Papa sarebbe passato nel legno di caddero in potere de'vincitori.
Napoli. ]\la venendo soltoscrillaa'23 feb- Terracina nel 1800 tornò ai dominio
braioi 797 lafataIepacediTulenlino,Pio di Pio VII, e nel 1809 fu di nuovo occu-
VI vedendo cessato il pericolo deil'occu- pala dagl'imperiali francesi, che deporta-
pazione di Roma, fece ritornare da Ter- jono Pio VII, onde seguì destini di Ro- i

racina tutti tesori che vi avea invialo,


i nia,finchè nel 18 i4 •estituita al Papa col
e provvisoriamente li collocò nel Castel s. resto dello stalo, per le disposizioni gover-
Angelo. Non pertanto, decretata dal di- nativefu compresa nella legazionedi /ci'
retlorio francese la detronÌ7zazione del Pa- Ictn'. Nel 18 18 in Terracina si concluse il

pa e l'intera invasione del suo stato, per celebreConcordaio IraPio l II, e Fcr-
nuovi preloti ed inammissibili esigenze, dinaiido I re delle due Sicilie (!".). ^tì
i francesi violati coidìni con volere da
i iSSg avendo determinaloGregorioX VI
mg.^ Saluzzo, poi cardinale, presidente di recarsi a visitare il castello di s. /*"<'//-

d'Urbino e Pesaro, la cessione della for- ce, appartenente nuovamente alla came-
lezza di S.Leo, si avanzarono nel
798 si- 1 ra apostolica, per Linea Pia che tra-
la

no all'occispazione di Roma, che demo- versa le Paludi Pontine, a 20 ore circa dei
cralizzarono col resto dello stato, ed ai ?,3 aprile, avendo seco i prelati Massimo
20 febbraio portarono in prigionia Pio maggiordomoe Pallavicinocuaeslrodica-
VI, confiscando a profitto della repubbli- jnera , con decoroso corteggio giunse in
ca francese i palazzi pontificii, compreso Terracina, ove ilsuoingresso fu veramen-
c|uello di Terracina. Dipoi insorgendo al- te trionfale. Al ponte del ss. Salvatore, per

cuoi, contro il dominioslraniero e l'eslor- la via Consolare, ov'erasi innalzato un ma-


sioni de'suoi ngenti, indignati per la sop- guifico arco trionfale, presso la porla dei-
pressione de'luoghi pii e pel timore della la città, ricevè gli omaggi da ujg.' Are-
inililarecoscrizione, addolorati altresì per tini-SiUani vescovo alla lesta del clero, da
gli olhaggi fatti a Pio VI, la sollevazio- mg.' Lolli vice-legato della provincia di
ne si estese a tutta la provincia di Warit- Vellelri, da rag.' Meli-Lupi-Soragna se-
tima eCam[iagna,chedemocratizzataan- grclario del Buon governo (ivi apposila-
ch'essa, era divenuta il dipailimento del mente recatosi d'ordine del cardinal Ri-
Circèo. Nel luglio 1798 la maggior parie \arolapio-prcfelto di talcoDgregazioue),
TER TER 193
dal goveroalore, tlalcoule Gregorio An- rate nel porlo salutarono Gregorio XVI
tonelli gonfaloniere che gli piesentò le con replicati colpi d'artiglieria, e sotto le
chiavi colla inagislralina, e dalT intera finestre eseguivano multi pezzi di musica
popolazione, con quel divoloatlaccainen- la banda de'dragoni pontificii, ed altra di
to alla s. Sfide che sempre distinse ter- i dilettanti accorsi espressamente du Poli
lacinesi, accogliendo il Papa con acclama- per loro ossequio. Intanlo il Papa gra-
zioni d'esultanza, cui facevano festivo eco ziosamente ammise al bacio del piede tut-
i suoni delle bande e delle campane, e Io te quelle distinte persone che la veano ac-

sparo de^mortari e de'cannoni de' vicini compagnato, e tutte le persone notabili


forti. Intanto 7 giovani de'primari
i citta- presenti , ed accorse divolaniente anche
dini vestili di nero, con tracolle bianche dal regno di Napoli. Questo giorno ebbe
e gialle, pregarono il Papa a permetter termine colla corsa di barche nel sottopo-
loro di trarre la sua carrozza; ciò ottenu- stomare, con una brillante generale il-
to, staccati i cavalli, animosi e transitan- luminazione, colla elevazionedi più globi
do per l'arco nominalo la tirarono per ben areostalici, e coli' incendio d'im copiosi»
lungo tratto di strada, sempre fra gli ev- fuoco artificiale. Nella seguente malliuu,
viva di tuttala moltitudine sino alla pic- mentre si disponevano le cose per la par-
cola chiesa camerale e parrocchiale di s. tenza da Tei racina, fu con meraviglia di
s. Maria Porto Salvo nel borgo Pio, po-
di tutta la corte pontificia osservato un di
sta vicino alla dogana; procedendo allo que'fenomeni, che si sentono raccontare
sportello della carrozza il gonfaloniere, a come favolosi, e che raramente accado-
cui il Papa commosso piti volte esternò no: alcuni delfini attirali dal suono del-
la compiacenza che provava per sìafTet- la banda de' dragoni, che faceva sentire
luose dimostrazioni, alternando le sue be- de'bellissimi concerti musicali in riva al
nedizioni sulla giubilante popolazione. In- mare, furono veduti replicate volte avvi-
oltre si fece incontro al Papa il cardinal cinarsi alla spiaggia, innalzandosi sulla su-
Tosti pro-tesoriere generale, mg." Giaco- perficie dell'acqua, finché col cessar del-
mo Antonelli di Terracina e delegato a- la musica sparvero anch'essi. Alle ore 1

postolico di Macerata, e mg.' Orlandini e con un tempo serenissimo, il Papa par-


delegato apostolico di Prosinone. Nella fi da Terracina alla volta di s. Felice, di-
detta chiesa Papa ricevè la benedizio-
il stante circa 12 miglia, percorrendo la via
ne dal vescovo col ss. Sagramenlo. Risa- in gran parte arenosa, talvolta dovendo-
lito in carrozza , i lodati divoti cittadini si andare sulla riva del mare con una ruo-

condussero a mano la carrozza al palaz- ta nell'acqua, e traversando la selva. Al


zo della camera apostolica, situato sulla passaggio del fiume Badino, che in poca
riva del mare e dell'antico porto, trovan- distanza si scarica nel mare, e sul quale
dosi a riceverlo il cardinal Tosti. Asce- era costrutto un ponte di barche, essen-
so il Papa alle sue stanze, dalla loggia be- do il Papa per cautela smontato col suo
nedì aflettuosamenle il numeroso popolo seguilo, gli si presentarono all'ingresso del
che non cessava di dar segni del più vi- ponte due giovani donzelle vestiledi bian-
vo entusiasmo. 11 cardinal Tosti avea pre- co e coronate di fiori, le quali sparsero
ceduto di due giorni il Papa pe'prepara- foglie di rose hmgo tutto il passaggio del
livi dell' accoglienza, ponendo in opera Papa, che poi benignamente benedì, con
tutta la sua attività per ridurre in brevis- tutti gli abitanti del porlo di Badino ra-
simo tempo l'allora piccolo palazzo in ista- dunati ove rimontò in carrozza. Pervenu-
todi alloggiare ilPontefìcecolsuoseguito, to Gregorio XVI in s. Felice, ebbi la com-
onde il Papa gli dichiarò tutta la sua sod- piacenza di veder effettuata la [)romessa(
disfazione. Alcune barche poiilificie schie- fatta con mia lettera nel 1 83 I in nome del
VOL. LXXIV. i3
194 TER T E R
Papa al cardinal Malici, corroborala col l'arrivo. Allora ebbe luogo un'altra scc
suo veneralo pugno, e si conserva inquel- na di spontanea divozione, che egualmen-
l'arcliivio, come nolai airailicolo s. Fe- te commosse il cuore del Papa. Imperoc-
lice. Dopo aver il Papa goclulo quel de- ché volendo egli per abbreviare il tragit-
liziosoluogo eia pesca con magnifico trai- to sbarcare sotto il palazzo Braschi, e tro-
tauienlo, data dalla nobile famiglia Af to- v.mdosi quel luogo molto fangoso e disa-
nelii nel lago di Paola, a'27 aprile verso datto allo sbarco, in un batter d'occhio
le ore 20 ne parli per resliluirsi a Tcr- si videil suolocopertod'una quantità d'a-
racina. Al porlo di Badino il Papa disce- bili, che i buoni terraciue>i volontaria-
se dalla carrozza, e temendosi clie il ri- mente si levarono da dosso gettandoli a
liìanenle della via a traverso la selva fos- guisa di tappeto su quel tratto di via, che
se divenuto malagevole per lepioggie.gra- il Papa dovea percorrere sino alla ciuroz-
di di tornare a Terracina per acqua, im- za, nella quale essendosalito tornò al [)a-
barcandosi colla corte nobile sopra una lazzo camerale, in mezzo agli applausi del-
scorridoia pontificia, ivi pronta e ornala la moltitudine, ed agli spari,suonidi cam-
con vaghe tende di damasco rosso, e sul- pane e altri La
segnidi pubblico giubilo.
la quale sventolava la bandiera della ca- sera poi furono successi vamente innalza-
mera apostolica. A questa venivano die- ti 3 globi areostatici, e le bande militari

tro altre lancie escorridoie parimenti ad- alternando loro concerti sotto alle pon-
i

dobbate a festa pel rimanente del corteg- tificie finesti e resero anche più giuliva la

gio, che in lai guisa s'incamminò vogan- serenità dell'aria, cui un chiaro bellissi-
do con un tempo bellissiuio in quell'ame- mo di luna aggiungeva alcun che di ro-
no canale chiamato il Portatore di Badi- mantico. Nella stessa sera il Papa ricevè
no (così detto dal portare le acque del- la magistratura di Prosinone presentata
l' Ufente al mare, e scavalo sotto Leone da mg."^ Orlandini , il quale avea avuto
X, dal fratello Giuliano de Medici gene- l'onore di villeggiare in s. Felice, come
rale di s. Chiesa, poi arginato e allarga- mg."^ Lolli,consua Santità. Più tardi n)g/
lo da Pio VI), che fiancheggialo da bel- Annovazzi vescovo A' Anagni col prevo-
da amene campa-
lissimi viali d'alberi e sto della cattedrale , in nome anche del
gne conduce in linea retta per lo spazio capitolo, presentarono al Papa il consue-
tli due miglia ;dla città. Le sponde erano to tributo de'7 pani ossia pizze di pandi
coperte di popolo accorso dalle vicine con- Spagna di fornia ovale, ornati de'ponli-
trade, chenon cessava d'implorare la be- ficii stemmi e di molli scritturali, che ri-

nedizione dell'amato Pontefice. Poiché al portai nel voi. II, p. 34, sopra un baci-
fine del Iragillo e n vista di Terracina si le coperto di stofila cremisi, su di cui era
trovava il canale interrito, non polca la ricamato il padiglione di s. Chiesa; altri*
barca avanzare il suo cammino senza menti decaderebbero dal possesso de'be-
qualche pericolo di rimanere incaglia- ni di Villamagna, della quale parlai nel
ta alle due -piaggie, quando all'improv- voi. XXVII, p. 274 Nella seguente do-
viso una folla di persone si gettarono ve- menica a orei3 il Papa in carrozza e col
stite nell'acqua, e senza alcun riguardo al suo corteggio recossi alla cattedralesilua-
proprio disagio accorsero a sollevar colle ta nell'alto della città, ricevuto dal cardi-
braccia e tirar fuori dalla rena la barca nalTosli,dal vescovo col capilolo,eda'ma-
del santo Padre per condurla alla spon- gistiati in abito: vi celebrò la messa sul-
da, il quale non polendo tollerare questo l'altare maggiore isolato colla faccia rivol-
loro incomodo gl'invito a entrare dentro, ta verso la porta grande, assistilo dal ve-
ma essi rispeltosamenlesi tennero appog- scovo e da mg."^ Tevoli elemosiniere, in-

giati sulle sponde della medesima fino al- di udì quella del caudatario mg. "^Aipi-Pas-
TER TER 197
salo iieirannosso palazzo vescovile, il l'a- luarono da Gregorio XVI, benevolo an-
jni e il suo seguito furono servili di no- co co'lerracioesi. Attornialo da fjllo po-
bile colazione. Indi asceso il Papa sul log- polo, che non si stancava di applaudire e
giato, che corona la facciata della calle- di chiedergli la benedizione ,
preceduto
diale, stando sotto il baldacchino soste- dalla banda militare, e seguito dalla cor-
nuto da'canonici, dal lato che guarda in te e da numerosa cavalleria, discenden-

prospettiva la via nìaggiore della città , do il Papa verso il borgo si compiacrpie


compartì l'apostolica benedizione all'im- entrare nel locale ir> cui provvisoriamen-
menso popolo adunato sulla piazza e nel- te si custodiva il gruppo della Pietà, che
le vicine strade, concorso anche da'viciui ora ammirasi nella suddescriltachiesadei
paesi e dal regno, formandovi schiera i ti initari, e ne lodò la magistrale esecuzio-
vari corpi di truppa stanziati in quell'e- ne; come pure recatosi in tale chiesa, allo-
poca a Terracina, colle loro bande, il suo- ra in costruzione, l'architetto cav. Sarti
no delle (juali, unito a (piello delle cam- gli mostrò le piante e gli spaccati in di-
pane, e alle voci fesleggianti della molti- segno, onde il Papa encomiò la grandio-
tudine, rese imponente e lieto il religio- sità dello stile e la novità dell'invenzione
so spettacolo. Uscendo GregorioXVI dal- che fa continuare intorno all'apside leco-
la caltedrale,s'incamminò sino al più al- lonneche dividono le 3 navi, ricevendo poi
to punto della città per visitarvi il con- con piacere dal medesimo in due quadri
serva torio del le fauci olle, dispensando dal- con cornici dorate, cioè la scenografìa e-
la clausura del o^onastero il suocorteggio: sterna e la scenografia interna della chie-
ammise le monache e le donzelle al bacio sa dal eh. artista disegnate e acquarellale,

del piede, concesse ad esse l' indulgenze che in seguito il Papa si degnò donarmi e

invocale per le loro cappelle, lasciando- mi pregio possederle. Risalito io carrozza,


le lagrimanti di consolazione. Nel discen- si restituì alla sua residenza, ove in tem-
dere per la via, il Papa entrò inaspetta- po della mensa il Papa si compiacque far
to nella chiesa rurale di s. Francesco già distribuire a'convitati della sua tavola i

de'conventuali,ed essendo il genuflcssorio delti 7 pani d'Anagni, mentre la banda


altpaanto impolverato e senza la copertu- de'dragoni eseguiva con vago concerto di
ra del tappeto, di slancio il gonfaloniere voci ed'istruraenti degl'inni composti dal
si trasse di dosso il rubbone di damasco valente loro capo Simonetli, e pubblicati
nero e guarnito di tela d'oro, e restando colle stampe in onore di sua Santità. Nel
in toga nobilmente lo gettò sul genufles- pomeriggio il Papa osservò dalle sue fi-
sorio. Penetrato il Papa da sì bel tratto, nestre una corsa di barche, ch'ebbe luo-
Don permettendo siffatta cosa, colle pro- go nell'antico porto, dopo la quale am-
prie mani rivestì il gonfaloniere del suo mise al bacio del piede i trinitari e i do-
ndjbone, e si prostrò a orare sul nudo le- menicani di Terracina. Uscito poi a pas-
gno. Questo benemerito magistrato, a- seggiare colla corte fuori di porta Napo-
manlissimo della patria, non si staccò mai letana, fermò a osservare il grandioso
si

durante il cammino da'flanchi del Papa, scoglio di Pesco Montano, e giunto alla
e conoscendo la sua propensione per Ter- torre Gregoriana fu salutato col canno-
racina, colla naturale sua facondia pero- ne, retrocesse sempre in mezzo alle giu-
rò a vantaggio della medesima, sia per la bilanti grida d'immensopopolo, chieden-
riapertura dell'antico porto, sia per l'o- do grazie e benedizioni; indi entrato nel-
spedale, sia per lo stabilimento d'una cor- la dogana ricevè paternamente al bacio
porazione religiosa per la pubblica edu- del piede gl'impiegati, i quali stabilirono
cazione: ebbe il conlento di riceverne lu- di collocarvi un'iscrizione marmorea, an-
singhiere speranze, che poi tutte si elfet- co pel tempo che vi si trattenne. Quin-
196 TER TER
tli il Papa da tale ofììzio si lesliliù al suo triva per loro. Ne descrissero le parlico
p:»Ia7zo colla c.nnozza del cardinal Tosti. larità il principe Massimo encomiato, di-
Nella sera le liìniinaiie iniono più bril- venuto soprintendente generale delle po-
lanti e copiose, poicl>ès'illunìinarono va- ste pontifìcie, che perciò anche questa vol-

gameote a fiaccole e palloncini anche i ta accompagnò il Papa, colla bellissima

ritderi del palazzo di Teodoiico sulla vet- ed erudita Relazione nel viaggio di Gre-
ta del IMonle s. Angelo; ed una graziosa gorio XFI alleprovineie di Marittima
colonna liaspaienle con base proporzio- e Campagna; ed i n.''' 87 del Diario di
nata, che galleggiando sopra una barca Roma del i843, e 28 delle Notizie del
in mezzo al mare, sembrava che nuotas- giorno. Di tali mi gioverò, co-
relazioni
se. Inoltre s'incendiò bellissimo fuoco ar- me feci delle precedenti. A'5 maggio re-
tificiale. e si lanciarono in aria diversi glo- duce da Piperno, Gregorio XVI verso le
bi areostatici, sotto la pontificia abitazio- ore 19 giunse a Terracina, ricevuto da
ne. INella seguente mattina a ore i i, ac- mg.' Lolli vice-legato della provincia di
colti benignamente il vescovo, e le auto- "Vellelri, dal vescovo mg." Aretini- Silla-
rità governative e municipali, il Papa di- ni, dal clero e da tutte le autorità civili

chiarò loro con affetto grande soddi- la e militari colle loro bande, oltre un'innu-
sfazione provala per tante amorevoli di- merabile e festevole moltitudine, accor-
mostrazioni; cou)parlile poi alcune gra- sapure dal limitrofo regno di Napoli. Tro-
zie, decorato il gonfaloniere conte Gre- vò tutti riuniti al principio del borgo di

gorio Antonelli del cavalierato di s. Gre- Posterola o della marina sottoposto alla
gorio Magno, fatte distribuire abbondan- città sulla via Appia, sotto l'arco trionfa-
ti limosine, partì per Vellelri lasciando le perciò eretto con bella architettura, or-
ne' terracinesi dolci rimembranze e la nato con emblemi analoghi alla lieta cir-

speranza d'esaudire i loro voli, anche pel costanza e ne'diversi suoi lati colle corri-

miglioramento dell'aria. Tutta la via Ap- spondenti iscrizioni, riportale dal princi-

pia fu un trionfo d'ossequio e di amore pe Massimo. Ivi il Papa ricevè da essi l'o-

de' vari paesi circostanti. Il soggiorno di maggio d'ogni riverenza, e dal gonfalo-
Gregoiio XVI in Terracina , le feste da niere conte Gregorio Antonelli per la 2.

essa latte e l'entusiasmo degli abitanti, volta l'offerta delle chiavi della divotissi-
meglio sono descritti da'n.*' Sy e 4o del ma città, co'più sinceri atti di venerazio-
Diario di Roma deli 889, e dalla egre- ne della medesima. Anche in questa oc-
gia Relazione del viaggio di Gregorio casione un'eletta schiera di giovani delle
XP J da Roma as. /^r/zVe, scritta e pub- primarie famiglie, uniformemente vesti-
blicala dal principe d'Arsoli d. Vittorio ti, chiese e ottenne il permesso di tirare

Massimo, che accompagnò il Papa inve- a mano la carrozza in cui era sua Santi-
ce del suo genitore principe d. Camillo maggioidomo mg.' Pallavicino ecol
tà col

soprintendente generale delle poste pon- maestro di camera mg.' Medici. Fra le
tificie impedito da infermità di esercita- generali ed enlusiasliche acclamazioni, il

re la sua carica. Nel 184 3 Gregorio XVI suono delle campane e delle bande, il rim-
nel consolare colla sua presenza gli ama- bombo dell'artiglierie esplose per terra e
ti e fedelissimi popoli di Marilliaia eCam- per mare, preceduto e fiancheggiato dai
pagiia, ne risvegliò l'entusiasmo e vi dif- nominati personaggi a modo trionfale ,

fuse il suo magnanimo cnoie; ed i terra- Gregorio XVI giunse alla chiesa parroc-
cinesi pe'benefjzi ricevuti, con dolce im- chiale di s. Maria della marina. Nel discen-
pazienza ne attesero la confortante venu- dere dalla carrozza il Papa fu accolto dal

la, aprendo cuore a nuove grazie, per


il cardinal Tosti pro-tesoriere generale, ed
la disposizione favorevole che il l'apauu- entralo nel len)pio vi ricevè dal vescovo
TER TER 197
la benedizione colla ss. Eucaristia. Indi sfatici. La seguente mattina del 6 fu im-
risalito in carrozza, fu condotto al palaz- piegata dalPapa in accogliere cortesemen-
zo camerale, dalla cui ben ornata loggia, te diverse deputazioni di vari luoghi del-
che guarda la marina, benedì tutta la po- la provincia, della città di Sezze, e gli os-

polazione, che in parte erasi raccolta sul sequi di mg."^ Pila delegato di Frosmone,
braccio del nuovo molo, ed in parte sa- e di altre distinte persone si ecclesiastiche
lita sulle barche, che numerose etutteab- che secolari. Volle (juindi visitare il nuo-
bellite a festa colle loro bandiere di mil- vo braccio del palazzo camerale, fitto co-
le colori agitate dal vento, comechè ap- struire espressamente dal cardinal Tosti,
partenenti a più nazioni, divote stavansi avendo a cuore di renderlo atto alla di-
sulla spiaggia romana. Poscia il Papa con mora del Papa, qualora gli piacesse al-
gentili modi ammise al bacio del piede cun tempo di recarvisi a diporto, ed ave-
tutte le autorità ecclesiastiche. ci vili e mi- re conveniente alloggio il nobile suo se-
litari, che l'aveano corteggiato eseguito; guito, derivandone per conseguenza se-
ed eziandio que'giovani cheaveano tra- gnalato vantaggio per Terracina, per la
sportata la carrozza fino al palazzo, oltre quale osservava non poco trasporto
in lui
molte e distinte persone anche regnico- a ulteriormente giovarla. Dopo aver il Pa-
le. La numerosa corte pontificia prese al- pa con piacere percorsa tale ala di nuova
loggio nel vasto locale annesso al palazzo fabbrica, col cardinale, egualmente in sua
e recentemente costruito per cura del car- compagnia passò ancora ad osservare l'al-
dinal Tosti, sempre amatore caldissimo tra ala destinata a ospedale delle donne at-
del decoro di Gregorio XVI, a guisa di tinenti agl'impiegati camerali, e cheallora
lina vasta e magnifica galleria con came- si andava a compiere. Il Papa non meno
re libere sulla medesima. 11 santo Padre lodò l'opportuno divisamento del zelante
ritiratosi nel suo appartamento, vi fu ri- porporato, il quale avea saputo trarreac-
creato dalla banda romana de' dragoni, concio partito da un ampio corridoio ad
che eseguiva de'soavi concerti cantando uso d'arsenale, riducendolo ne'due indi-
inni a onor suo, uno de'quali formava un cati edifizi, utili emagnifici;che l'architet-
coro a 3 voci (che si può leggere nella Re- to ingegnere esecutore tenente FilippoCo-
laziniic), a cui era slata adattata la mu- sta rincontro camerale, col quale pure fe-
sica Montecchi e Capulcti del celebre
(\*t ce le sue congratulazioni, esternando sa
maestro Bellini, ripetuta durante la men- tutto intiera approvazione. Amando il

sa pontificia. Nelle ore pomeridiane il Pa- santo Padre di visitare opere da le altre

pa ricevè all'udienza mg.'^Di Pietro nun- lui ordinate particolarmente per la pro-
zioapostolico in Napoli, cheda quella cit- sperità di Terracina, e ad utile delle pro-
tà si recò ad ossequiarlo, insieme a d. Fi- vincie di Marittima e Campagna, verso le

lippo de'principi di Saluzzo consigliere di ore 22 a piedi con tutto il suoseguito, ed


stato, tenente generale e aiutante genera- in compagnia del cardinal Tosti e del ge-
le di Ferdinando II redel regno delle due neral Saluzzo,si recò al nuovo Porto Ca-
Sicilie, nel cui nome lo complimentò e gli nale che si stava costruendo presso gli a-
presentò autografa lettera colla quale gra- vanzi dell'antico porto (creduto erronea-
ziosamente l'invitò a trasferirsi nella sua mente di Traiano) a vantaggio del com-
reggia di Napoli. Dipoi Gregorio XVI os- mercio e sicurezza de'naviganti, per suo
servò dalla loggia nobilmente decorata, volere intrapreso neli84o, e continuato
una corsa ossia regata di 2 J barche ese- sotto la direzione del cav. Gaspare Salvi
guita sul mare. Nella sera tutta la città ispettore del consiglio d' arte. Questi al
fu illuminata, s'incendiarono fuochi d'ar- suo giungere andò assai lieto di corrispon-
tifizio e si elevarono alcuni globi arco- dere alla fiducia sovrana, coU'oUVire al-
igS TER TER
1.1 peneliazione di sua Santità tanto ver- lontananza tante stelle a fior d'acqua. Se-
sata nelle matematiche, una chiara idea guì poi un n«u meno sorprendente fuu-
fie'Iavori eseguiti e da farsi col precipuo co d'artificio, situalo pur galleggiante sul
scopo di fornire sicuro ricovero alle navi mare, dal seno del quale innalzavansi dei
mercanlili e agevolare commercio di
il fonlanoni di fuoco che sembrava impos-
Terracina e delle due memorate provin- sibile uscissero dall'acqua, e che terminò
eie. Pertanto le dimostrò il sito ove sarà coll'assalto d'una fortezza costruita sopra
per giungere l'antemurale, per gli accen- più barche, alla cui resa, dopo una finta
nati scopi, con somma soddisfazioneecon- ostinata resistenza, videsi sventolare in-
solazionedel Pontefice,acui loprovòcon naizata la bandiera potificia, fia'clamo-
lyiabandiera piantata nel mare sul pun- rosi applausi del popolo, ed i suoni delle
lo ove arriverà l'antemurale già comin- bande musicali. Di letizia non minore ai

ciato inun seno riparato da' venti, ove precedenti giorni fu anche ricolmo la se-

shoccano le acque del canale interno, e gli guente domenica, perchè dopo le orei 3 il

(Ile il grato spettacolo della pesca d'alcu- Papa, ammesso albaciodelpiedecon par-
ni enormi macigni estratti dal fondo del- ticolare benignità il principe d'OUaiano
l'acque mercè una macchina ingegnosis- fratello di mg.' di camera, uni-
maestro
sima fatta a forma di forbire. Quindi il tnmente alla principessa moglie, clie da
l'apa 1 ecossi passeggiando fuori di porta Roma tornavano a Napoli, salito in car-
Kapoletana a vedere altri immensi maci- rozza si condusse alla cattedrale, dove fu
gni che dal vicino monte si stavano ca- ricevuto dal cardinal Tosti, dal vescovo
vando, e rotolando giù con indicibile fra e dal capitolo, ed assistè alla messa cele-
casso sino al mare, doveano poi traspor brata sull'altare maggiore da mg." Arpi
tarsi imbarcandoli perii luogo del lavo- caudatario. Nella Relazione sono ripor-
ro, a compimento della già accennata sco- tale le due iscrizioni che trovaronsi adis-
gliera; e dando la sua benedizione a'iavo- se nella cattedrale, in memoria della pre-
ranti, che dall'alto di quel ripido monte, cedente e presente venuta di Gregorio
sospeso il lavoro, facevano eclieggiar l'a- XVI nella medesima. Asceso al suo log-
que'del numeroso
ria di applausi uniti a gialo superiore chesovrasla l'atrio, il Pa-
popoloche non cessava d'accompagnarlo pa dal trono appositamente eretto, com-
tlappertuttojeripetendoilPapa ilsuocon- parti a tutto il popolo di Terracina e dei
tenlamento al cav. Salvi direttore di sì bel- paesi vicini la solenne apostolica benedi-
l'impresa, giunse sino alla torreGregoria- zione: tanta fu comuìozione del cuore
la

Retrocedendo poi sulla medesima via


Ila. degli astanti nel riceverla, da non trovar
Appia e rientrando inTeriacina sotto il jiarole per in breve descriverla; le mili-
meraviglioso scoglio di Pesco Montano, zie stazionarie e le altre del seguilo poo-
si restituì al palazzo, ove consegnata col- tificio decoravano il centro'della piazza,

Insuabenedizioneal general Saìuzzo una ele bande militari, cui si univanolecam-

lettera di risposta pel re Ferdinando II pane della città e le salve dell'artiglieria


di ringraziamento al cortese invito, l'ac- del porto, resero più augusta la solenne
commiato a ripartire nella notte. Nella ceremonia. Passalo il Papa nel vicino e-
sera dalla loggia il Papa vide la bellissi- piscopio, vi ammise al bacio del piede il

ma illuminazione della città, de'suoi bor- capitolo, il clero, il magistrato, ed altre


ghi, e del mare sulle cui onde erano sta- distinte persone e dame, venule pure dal
ti disposti in bell'ordine moltissimi lam- legno di Napoli. Il gonfaloniere con ap-
pioni, che separati quindi dal moto del- jiropriato discorso rese le più ossequio-
l'acqua si allontanavano galleggianti ad se azioni di grazie alla sovrana bemgni-
arbitrio del flusso marino, sendjrando i» tà, per la somma degnazione di aver fai-
TER TE R 199
lo dimora nella citlìt, e di avere ricolma- Magno. Tra le altre multe beneficenze di
lo di benedizioni e di contentezze i suoi cui volle il Pa[)a lasciare una memoria in

al)itanti. Volle poi il Papa percorrere a Terracina a sollievo delle famiglie indi-

piedi, tra l'acclamante e follo popolo, la genti, e coll'accordare grazie a' detenuti,
scesa che conduce al piano del borgo Pio, e col fare distribuire corone benedette e
ove risalì in carrozza e tornò alla sua resi- medaglie alle persone più meritevoli, non
denza, in cui ricevèa udienza il baroneUot- volle dimenticare la terra di s. Felice, a-
scliilil che da Napoli venne espressamente vendo dato al vescovo una notabile som-
a fargli omaggio. La mensa di corte, a cui ma da distribuirsi per doti alle povere zi-
parteciparono vari vescovi del regno fi- telle. Il Papa accolse benignamente un

nitimo, fu ricreata come ne'giorni prece- componimento poetico del governatore


denti dal canto d'un inno in lode di Gre- di Terracina Pier Luigi Bartoiucci, cele-
gorio XVI, da scelti e sempre variati con- brante principali fasti del suo pontificj-
i

certi musicali, e col bellissimo coro dello lo, le beneficenze fitte a Terracina e la

Stabat iMatcr composto dall'immortale costruzione del nuovo Porto Canale; non
Rossini. Nelle ore pomeridiane il Papa uscì che un sonetto stampato di d. Giovanni
in carrozza col suo seguito, e si recò ad Bernardini curatodis.Maria PortoSalvo,
esaminare progredienti lavori della chie-
i per la sua venuta inTerracina,con note sto-

sa sulla via Appio nel borgo fuori di Ter- riche ed erudite riguardanti la città. Nella
racina, ricevuto dal vescovo, dal magistra- sera U laminarie furono più copiose delle
to, dal commissario della fabbrica Vin- precedenti, e il fuoco d'artifizio preparalo
cenzo Sanguigni, e dall'architetto diret- sul molo denominato Traiano figurò un
tore cav. Sarti alla testa di tutti gli arte- tempio coir emblema della Religione su
fici. La vista dell'operato, essendo già co- d' una colonna rostrata, il che avrebbe
pertala cupola e l'interno del tempio, su- prodotto un brillante elFetto sul mare, se
però l'espetlazione del Papa, e non solo l'intemperie dell'aria non l'avesse in par-
lodò il pregio dell'architellure, ma anco- te guastato. Nella seguente mattina 8 tnag
ra la diligenza dell'esecuzione, congratu- gio i riconoscenti terracinesi furono do-
landosi di tutto coH'architetto.e lodando lenti di veder partire dopo le ore l'J l'a-

le cure del cardinal Gazzoli prefetto del malo padre e sovrano, che dopo aver di

Buon governo per tale edificazione e per- chiarato al vescovo e al gonfaloniere la

chè sollecitava la celebrazione del culto sua affettuosa soddisfizioue per le amo-
divino nella parte superiore del tempio. revoli dimostrazioni ricevute da tutta la
Ammirato di nuovo il magnifico gruppo città, si diresse Appia per Ci-
per la via

della Pietà de! cav. Baruzzi, risalì in car- sterna e Velletri, visitando prima la chie-
rozza, ed accompagnato dagli evviva dei sa di Tor tre Ponti da lui restaurata, ove
lerracinesi, feceritornoal suo palazzo. Ivi feceqiianto narrai aSezzE. Nel supplemen-
il Papa accordò varie udienze, permise to al n.°52 del Diario di Roma si legge,
the gli baciassero il piede anche le signo- che all'avviso funesto della morte di Gre-
re della città, e ricevè con gradimento la gorio XVI, la città fu compresa da uni-
nobile offerta dal gonfaloniere cav. An- versale tristezza, deplorandone la perdi-
lonellijd'uno stupendo bassorilievo d'avo- ta, per avere a larga mano versato su di
rio esprimente la B. Vergine col Bambi- essa segnalale beneficenze, onde il suo glo-
no, in cornice di legno ferro intarsiata di rioso nume resterà in elerna benedizione.
pietre dure: a pubblico segno di stima e Nella cattedrale furono celebrale splendi
benevolenza quindi il Papa conferì all'en- de esequie,con 4 iscrizioni che si riportano,
comiato gonfi doniere il grado e la deco- e che ne ricordavano le grandi virtù. Vi
razioue di commendatore di s. Gregorio assislcrouo tutte le autorità civili e uiih
9.00 TER TER
lari, il clero secolare e regolare, ed il ve- godere la sorte di esser le prime a rice-
scovo mg/ Arelini-Sillani dopo il divino vere coll'onore di sua presenza l'aposto-
iidlzio cantò la messa, indi ascese il per- lica benedizione. Procedendone! viaggio,

gamo, donde pronunziò l'orazione fune- Pio IX a'6 aprile co'prelati Medici mag-
bre, in cui enumerò con dolenti patetiche giordomo e Borromeo maestro di came-
espressioni l'eccelse doti, la religiosa sol- ra rientrò ne'suoi stati in Terracina, per
lecitudine, la magnanimità, le paterne cu- la I. "accogliendolo tra le sue mura dopo
re del glorioso sommo Gerarca: ricordi, le passate calamità che ne cagionarono
che trassero genertdmenledagli occhi de- l'assenza. Seguivano il Pontefice il cardi-
gli astanti lagrime di dolore e di alTettuo- nal Du Pont arcivescovo di Bourges , il
sa riconoscenza, confuse a quelle del ve- cardinal Antonelii pro-segretario di sta-
nerandosa"rooralore, che in ma-j^ior co- to e prefetto de' ss. Palazzi apostolici, il

piane versava, obbligandolo perciò ad in- conte Ludolf ministro plenipotenziario


terrompere bene spesso il discorso. Nel- del re delle due Sicilie presso la s. Sede,
l'articolo Pio IX descrissi ancora la de- ed un drappello a cavallo d'usseri napo-
plorabile rivoluzione fatta in Pioma a'i6 letani. Gli abitanti della fedelissima città
novembre 840)in conseguenza della qua-
1 di Terracina, non appena ebbero contez-
le il Papa parti occultamente la sera dei za del fausto ritorno di Pio IX ne'suoi
24, e tia versando'! erraci na entrò nel re- stali, che tramutando in allegrezza e gio-
gno di Napoli e giunse a Mola di paeta, ia l'afflizione e il dolore, da cui erano sta-
ove l'avea preceduto il cardinal Antouel- ti piesi per la sua lontananza,non ad al-
li. Il re Ferdinando li gli olIVì in Gaeta tro mirarono che a dargli sincere prove
e poi a Portici sontuoso e riverente ospi- di fedeltà e divozione. Pertanto fu loro
zio. Narrai le infelici vicende cui soggiac- primo pensiero d'innalzar calde preghie-
que lo stalo pontifìcio democratizzato, le rea Dio, e di preparare e adornare il nuo-
spedizioni de'sovrani d'Austria, Spagna, vo e magnifico tempio del ss. Salvatore,
delle due Sicilie, e della repubblica fran- per celebrarvi un solenne triduo di rin-
cese per ricuperarlo dagl'insorti; eche li- graziamento a Dio, che ìncomÌDciarono
berata Pioma e Io stalo da'ribelli repub- nel giorno precedente. Nell'avvicinarsi il

blicani, nell'aprile daibSo Pio IX pai fi Papa a Terracina, i cannoni del molo lo
Portici perrilornareallasua sede, accom- salutarono con o i 1 colpij e il simile fece-
pagnandolo il re col duca di Calabria si- ro le campane col festivo loro suono. A.
no all'EpilalTio (la memorabile separazio- qualche distanza dalla città era piantala
ne di tali augusti personaggi fu rappre- una doppia Illa d'arboscelli, ed avanti la
sentata magistrahnente con bellissimo di- porta Napoletana sorgeva un magnifico
pinto del cav. Fdippo Digioli, il cui dise- arco trionfale, sulle cui fronti esterna ed
gno [)iibblicò V yllbum di Roma nel u.° interna si le due iscrizioni ri-
leggevano
1 7 del 1.22, con eleganteillustrazionedel- portate dal commend.' Barluzzi rainu^
l'abbale Papelai t). Che ivi fu incontrato lantedella segreteria di stato, nella Rela-
da mg."^ Eerardi commissario apostolico zìoiie storica del viaggio di Pana Pio
straordinario delle provincie di Maritti- IX da Portici a Roma. A tributare le
ma e Campagna, insieme alla deputazio- proteste di liliale e divola sudditanza, si

nede'consiglicri provinciali della legazic- trovarono presso 1' arco il vescovo mg.'
nedi Vellelri, il prelato felicitandoli san- Arelini-Sillani col capitolo e clero, e la
to Padre del suo glorioso ritorno, e tri- commissione municipaie,il cui presiden-
butandogli l'omaggio dell'inalterabilefe- te cav, Vincenzo Sanguigni offrì al Papa
deltà delle due provincie, retaggio degli le chiavi della città. Gremite erano tut-

avi loro, avventurose e liete per poter te le vie di popolo, accorso ancora da'vi-
TER TER 2or
cini paesi e tla Roma, ed ilgiubilo appa- onorarlo. Finalmente ricevè al bacio de'
riva su d'ogni voltOjfacendo echeggiar l'a- piede il principe Borghese, la principessa
ria di festevoli evviva e implorando l'a- Lancellotti, ilcav.Neri pro-direttore del
postolica benedizione. Pervenuta la pon- debito pubblico, e il cav. IMnzio diletto-
tificia carrozza innanzi alla chiesa del ss. re della zecca pontificia, ed altre rngguar-
Salvatore (e non altrimenti), il Papa fu devoli persone pure appositamente par-
ricevuto alia porta dal cardinal Asquini, titeda Roma. IS'ella stessa sera ricca e va-
ove cantò con divota melodia 1' Ecce
si riata illuminazione abbelliva tutte le vie

SaccrclosMas;nus,\\ Tantìim cri^o,QÒo- del borgoedellacitlà, ognunoavendoga-


pb benedizione compartita dal vesco-
la reggiate nel disporre faci e luminarie sul-
vocol ss. Sagramento, anche il Te Dciuìij le proprie abitazioni, e persino il lido e il

facendo nobii coronaal Pontefice i 3 car- mare risplendè per varia e copiosa lutni-
dinali , con tutti i ministri di slato, con naria galleggiante. Lumi e fuochi di Ben-
vari preiati e altri ragguardevoli perso- gala, vagamentedisposti sul Monte s. An-
naggi venulia incontrarlo. Uscito di chic- gelo, ne'ruderi del palazzo di Teodorico,
sa, il Papa sotto baldacchino fu accom- e nell'altissimo scoglio di Pesco ìMontano,
pagnato alla carrozza, e preceduto tlnlle porgevano magico elfetto scenografico,
liete bande musicali diXerracina ediGae- talché pareva intravedere cupe e profon-
ta,fra le generali acclamazioni, giunse ai de caverne, incantevoli giardini, rallegra-
palazzo apostolico ocan>eiale, restaura- li da melodie di musicali concerti, ed u-

to da poco dalle piraterie repubblicane, na quasi naturale eruzione del Vesuvio;


e preparato decorosamente, per cura del i quali fuochi mandavano tale una luce,
commend. Galli pro-ministro delle finan- che si rifletteva a grande distanza sul ma-
ze. Dopoalquanto riposo, il Papa allabii- re. iVella seguente domenica il Papa iui-

mente e con amorevolezza ammise al ba- piegò gran parte della mattina in iceve- i

cio del piede e ricevè gli omaggi delle de- re altre deputazioni e commissioni; come
putazioni delle 3 basiliche patriarcali di le deputazioni de' prelati chierici di ca-
R«ma, condottesi in Terraciiia per por- mera, quella de'due cleri secolare e rego-
gere anlicipalamente a sua Santità un lare di Terracina; la commissione provvi-
tributod'ossequioedifeliciaugurii.Accol- soria municipale, col governatore; la de-
seinoltre e si trattenne, l'un dopo l'altro, pntazione della provincia ili Finsinone,
co'5 ministri di stato, cioè dell'interno e col delegato apostolico mg.' Badia; quel-
di polizia, di grazia e giustizia, delcom- la del capitolo di Ferentino, col vescovo
roercio e lavori pubblici, delle finanze, e nig/ Tirabassi; quella del clero di Vero-
delie armi, egualmente portatisi da Pio- li, col vescovo mg.^ Venturi, ed altre dei-

ma per venerarlo. Piicevè pure il princi- le città e luoghi vicini. Inoltre il Papa ac-
pe Massimo soprintendente generale del- colse gentilmente il principe d. Aiessan-
le poste pontificie, che poi l'accompagnò droTorlonia, ed il conte Alfonso de Piay-
nel resto del viaggio, il principe geneia- nevai, allora ministro di Francia in Na-
ie Gabrielli incaricato della vigilanza del- poli, ed al presente ambasciatore in Ro-
le milizie pontificie lungo lo stradale, il ma. Ammisealtresì al bacio del piede gli
conte Enrico La Tour d'Auvergne segre- ulìiziali finanzieri stanziati in Terracina,
tario dell'iimbasciata francese presso la s. a'quali ricordò i principii dell'onore mi-
Sede, e il maggiore Dieu aiutante di cani- litare e la giurata fedeltà; la banda di
podelgeneralBaragiiayd'Hillierscoman- Gaeta, che ringraziò pel suo ulteriore se-
dante in capo la spedizione militare fran- gno di divozione; ed alcuni soldati spa-
cese del Mediterraneo, ambedue spedili gnuoli coll'uffiziale, appartenenti alla spe-
espressqmente da Uoma dal generale per dizione, restali per infermila in Terraci-
201 TER T E R
iia, quando rimbarcarono loro reg-
ivi si i re nella lodata /?e/rt2/b«e, e ne'n.' So, 8r
gimenti per restituirsi nella Spagna, acia- e f)0 del Giornale dì Roma del i 85o. Nel
senno tlonnndo un Croce^I•^so d'argento citalo articolo Pio IX ricordai le dispo-
benedetto. Nelle ore pomeridiane com- Old ina te dal Papa nel giugno 1 85
sizioni i

piendosi nella chiesa tlel ss. Salvatore il per completare la bonificazione delle Pa-
triduo solenne pel fausto ritorno del Pa- ludi Pontine. Essendosi portato il Papa

pa ne'suoi dominii , egli vi si recò, rice- nel maggio 853 a Porto d'Anzio, riferi-
I

vendo coll'airollatissinio popolo la hene- sce il n." 1 6 del Giornale di Roina, che
I

zione col Venerabile dal vescovo, termi- la mattina de'aS, essendo il mare tran-

nandosi la finizione coll'inno Ambrosia- quillo, alle ore 8 i/2 sali colla sua corte
no. Tornalo al palazzo camerale, appa- a bordodella corvetta francese la Meteo-

gò i desiderii di tutti, col benedirli dalla ra, e fece una gita alla terra di s. F^elice,
loggia. presidente municipale, che tan-
Il situata sul pendio del Iato orientale del
ta parte ebbe nellesplendide e narrale di- Monte Circeo, il quale è congiunto all'e-
uioslrazionijColla commissione municipa- stremo lembo delle maremme pontine, e
le fece sovvenire poveri di pane e dena-
i torreggiante quasi per intero sul Mediter-
ro. Anche nella sera fu rallegrata la cit- laneo, lungi da Anzio più di 3o miglia.
tà colle illuminazioni e fuochi di Benga- Allo sbarco fu ricevuto dalle deputazio-
la ne'sopraddetti luoglii, con più un bel- ni di quella terra e della città diTerra-
lissimo fuoco verauìenteartificioso e con- cina, e da una moltitudine di popolo tri-
veniente idl'oppoi tonila sid molo,poichè pudiante e implorante l'apostolica bene-
la macchina rappresentò con varietà di dizione. Entralo nella chiesa parrocchia-
vaghissicni colon e figure, che mirabil- le, ricevè la benedizione del Venerabile;

mente riflettevano sulle onde, la Chiesa quindi passato nelTapparlamento che gli
simboleggiata nella mistica navicella di s. era stato preparalo , ricevè al bacio del
Pietro, che protetta e difesa da'ss. Apo- piede le persone ragguardevoli del luo-
stoli e da'ss. Evangelisti, ad onta dell'in- go. Degnossi poi d' ammettere alla sua
furiar delle tempeste, la rimenano sem- mensa, oltre la nobile corte, l'ufTizifflità
pre gloriosa al trionfo. Nella mattina de- della corvetta e gl'ingegneri idraulici.
gli 8 aprile, allorché il Papa si dispone- Verso le ore 5 pomeridiane, Pio IX par-
va a partireda Terracina, tornòl'imraen- t"i da s. Felice, e con tranquillissimo tra-
so popolo a implorare l'apostolica bene- gitto alle ore io arrivò ad Anzio.
dizione augurandogli prospero e
, felice La fede cristiana fu predicata in Ter-
viaggio. Di tutto quanto penetrato il be- racina dal principe degli apostoli s. Pie-
nigno animo del Pontefice, lasciò com- tro nel recarsi a Roma , ove portandosi
mosso Terracina, ad ore 8 antimeridia- l'apostolo s. Paolo fu pure illustrala dalle
ne; e sebbene poteva essere nello stesso sue predicazioni evangeliche, come pro-
giorno in Roma, volle allietare anche la va Contatore colla testimonianza del
il

provincia di Campagna, la quale ne'pas- Baronio, dellUghelli e di altri gravissi-


sati sconvolgimenti erasi mostrata la più mi storici; e che s. Pietro ivi consagrò i."
fedele al governo legittimo della s. Sede. vescovo di Terracina s. Epafrodito, uno
Giunto pertanto a Ponte Maggiore, e la- de* 72 discepoli di Gesù Cristo nell'anno
sciata la via A ppia, presa a sinistra la stra- 46 di nostra era. Anche il p. Valle piper-
da provinciale, per Fossanuova e Piper- nale nella sua Regia e antica Pipei-no a-
no, pervenne il Pa[)a a Frosinone dopo vea già ciò adermato. Egli narra, che s.

le ore 4 pomeridiane tra le più divote ,


Pietro partito da Napoli e Capua alla vol-
acclamazioni, ed i segni di pubblica esul- ta di Roma, pervenne a piedi in Terra-
tanza. Altre particolarità si pouno legge- cina, dove colle sue predicazioni coaverlj
TER TER 2o3
niolti al vero Dio, e nell'anno 4G vi or- discepolato del R.cdenfore, come allri

dinò vescovo s. Epafrodito zelante e san- vogliono anche de'ss. Pietro e Paolo; e lo
to, che poi evangelizzò anche popoli vi- i crede ancora propagatore della religione
cini; e Ibi se anche s. Pietro arrivò a Fo- crisliiina, eziandio nella parte della pro-
ro Appio, presso il (piale fu edificata la vincia che poi fu detta iMaiiltima , non
chiesa e il celebre monastero di Fossaniio- tacendo l'opinione di (pielli, che scrisse-
va, laonde dichiara (juasi probabile che ro essere venuto s. Pietro da Roma in Ter-
fu pure nel vicino Piperno antico, e in racina, e non viceversa, e che da Roma
ambedue i luoghi vi sparse i primi semi inviò s. Epafrodito in Terracina nell'an-
della salutifera fede, congetturandolo dal no 56. Dopo avere s. Epafrodito adem-
tempio che i privernati innalzarono a s. piutele parli di ottimo pastore, ri[)Osònel
Pietro; quindi che tanto in Terracina, Signore in Terracina, chiaro per virtù e
quanto in Foro Appio e Piperno, s. Epa- miracoli, a'22 marzo. Innanzi di prose-
frodito colle opere e le predicazioni viep- guire la serie de' vescovi, trovo opportu-
più propagò la religione cristiana , che no di fir prima menzione de' principali
si diffuse in altre parli del Lazio, ove per santi che illustrarono la chiesa di Terra-
la persecuzione contro i primitivi cristia- cina, de'quali più diffuse notizie si ponno
ni di Claudio, si rifugiarono, massime in leggere in Contatore, così di di versi vesco-
Piperno e Terracina, ed altri luoghi vi- vi. Il protettore principale di Terracina
cini, convertendo molti col loro esem- è S.Cesario diacono africano e martire, di-
pio. .Aggiunge che s. Paolo recandosi da scepolo di Giuliano prete e martire che
s.

Pozzuoli a Roma, navigando giunse a Fo- facondo e coraggioso promul-


lo battezzò,
roAppio/inconlralo da molti cristiani par- gatole del vangelo tra' suoi nazionali;
titi da Roma, ed allrilatteseroa TieTa- quindi insieme con s. Giuliano per esten-
berne, e nell'anno 5g arrivò in Roma do- derlo in altre provincie approdarono in
po avervi promulgata la dottrina di Ge- Terracina, ove già aveano piantata la fe-

sù Cristo, la quale ebbe successivo incre- de s. Pietro e s. Epafrodito, flando s. Ce-


mento pel martirio de'confessori della fe- .sario onorala sepoltura a s. Flavia Domi-
de, che col loro prezioso sangue feconda- tilla nipote dell' imperatore Domiziano
• rono quelle contrade, dilatandosi in Pi- (meglio è ritenere per tale l'allra s. Fla-
perno eTerracina.Ora adunque con l'U- via Domililla), e alle sue compagne le

ghelii, Italia sacra, p. 1278, Terraci- ss. Teodora ed Eufrosina, tutte gloriose
iienses Episcopi, e col Contatore, DeHi- martiri. Le sante erano state rilegate nel-
storia Terracinensi. De Episcopi Ter- l'isola di Ponza incontro a Terracina, e

racineii, p. 89 e4o8, procederò


r nel de- siccome con s. Flavia Domi lilla furono ri-
scrivere in breve la loro serie. III. "vesco- legali in essa i suoi eunuchi i ss. Nereo ed
vo s. Epafrodito assai zelante dell'onore di Achilleo, in pena d'averla dissuasa dal ma-
Dine pi ©pagatore del cristianesimo, fu or- ritarsi, Mennio Rufo giudice di Terraci-
nato di somma prudenza e dottrina, men- na li fece martirizzare. Accennai in prin-
zionato da Paolo neh' epistola aTjlip-
s. cipio di essersi attribuito a s. Cesario il

pensi, benemerito della provinciadi Cam- prodigio d'aver salvato dal precipizio il

pagna, della quale era allora capo Ter- giovane che col cavallo si sagrifìoava ad
racina, residenza de' presidi e del tribu- Apollo. Pare più credibile, che commos-
nale dove si condannavano anche gl'in- so il zelo del santo da tale empietà, pre-
nocenti martiri, de'quali molti ivi ne pe- gato fervorosamente Dio d'illuminare la
rirono. Il Contatore toglie i dubbi di quel- pagana cecità, allorché stava per sagri (i-
li che vollero il santo piuttosto vescovo di carsi in tal modo Luciano, egli intrepido
Adria o di Tarragona, e discorrepuresul riprovò innanzi alla moltitudiue il bar-
2o4 TE R TER
baro e irragionevole sagrifizio. Perrira- Ce^tì!reo(F.) diaconia cardinalizia in cura
pressione che fece al popolo il suo ragio- àe Somaschi (^f^.), come notai nella bre-
namento, temendo Firmino capo de'sa- ve biografìa ricavata dal Butler. Il Piaz-
ceicloti idolatri che si convertisse alla fe- za neW Emerologio di Roma, ali." no-
de invitò il console Leonzio andato in
, vembre afferma che ivi si venera il suo
Fondi a restituirsi a Terracina per dife- corpo e la sua testa, cioè ili." sotto l' al-
sa della città e de'loro falsi numi. Venu- tare maggiore della Chiesa di s. Croce in
toLeonzio insieme con Firmino e con Lus- Gerusalrni/nc, la 2.^ nella Chiesa dì s^
surio, imprigionato s. Cesario, lo tormen- Anastasia. \n'Terrac\u!ìe'\n tutta la dio-
tarono e condusseroavanti al tempiud'A- cesi se ne celebra la festa lai.' domenica
pollo forzandolo con minacce a fargli un di novembre, che se ricorre quella d'O-
sagrilicio. Inginocchiatosi il santo e fatta gnissanti, si trasporta alla 2.' Lai.' chie-
orazione al vero Dio, crollò il tempio e sa che fabbricarono primitivi cristiani di
i

schiacciò Firmino. Questo miracolo de- Terracina fu in onore di s. Cesario, nel

stò in tulli sorpresa, tranne in Lussurio suburbano detto le Prebende, a motivo


che l'aUrdiui a incantesimo, ed incitò il delle persecuzioni che non permettevano
popolo contro s. Cesario, ma dal franco erigerla nella città; e si crede che in me-
suo parlare la moltitudine gli die ragio- moria di sua distruzione fu eretta una co-
ne. Inviperiti Leonzio e Lussurio, rimi- lonna marmo bianco scanalata, sovra-
di
sero in dura prigione il santo, donde do- stata da croce di ferro. 11 luogo era il cam«
po i 3 mesi cavatolo fuori piìi morto che pò Varano, già casa e oratorio di s. Quar-
vivo per farlo uccidere, il santo mediante to capuano, ove fu sepolto s. Cesario e al-
orazione fu a un tratto rivestilo di cele- tri ss. Martiri, e per ciò detta pure s. Ma-

ste splendore, che mosse Leonzio a con- ria ad Jlartfres, e s. Maria in Varano,

fessare vero suo Dio e quanto predica-


il giacché si vuole che ivi fosse l'immagine
va Cesario, implorò e ottenne da luiil bat- della B.Vergine che credesi dipinta da s.
tesimo e la comunione da s. Giuliano, in- Luca, esistente nella cattedrale. Il solda-
di spiralo,dalla moglie fu sepolto nel cam- to romano s. Montano, meravigliato de'
po Varano presso la città, cos\ detto dalla tormenti che pativano confessori di Cri- i

'
famiglia Vari terracinese, ed è venerato sto, a questo si converti, e siccome pel suo
per santo confessore. Allora Lussurio li- fervore induceva i suoi concittadini a fa-
ranno di più infierito, fece porre in un re altrettanto, fu tormentato anch'egli e
sacco i due santi e gittarli nel mare, raa poi mandato nell'isola di Ponza, ove noa
secondo la predizione di s. Cesario nello cessandodal predicare la fede, Leonzio fl-

stesso giorno un serpe gli divorò le visce- gliodel convertito e uomo consolare del-
re, e per maggior tormento vide i due la provincia di Campagna, lo fece porta-
martiri portati dagli angeli, a'quali die- re in Terracina e lo condannò ad essere
de onorata sepoltura Eusebio monaco ,
annegato mare, ond'ebbe la corona del
in
che poi per convertile molti alla fede, con martirio. Di altri martiri e di altri santi
Felice prete che li battezzò, subirono il di Terracina, tratta pure il Contatore,
martirio, e da Quarto cittadino di Capua riportando inoltre il martirologio della
furono tumulati pressos. Cesario. Incer- chiesa di Terracina e le lezioni di molti
ta è l'epoca del martirio di s. Cesario o de'santi di cui essa celebra la festa. ìNon è
Cesareo, poiché alcuni lo registrano sot- certo chi succedesse a s. Epafrodito nella
to JNerone, altri in tempo di Traiano, al- sede di Terracina, e vi è tradizione che
tri in quello di Diocleziano: proba- piìi fu 2.° vescovo s. Quarto capuano e cura-
bile è la 2. sentenza. Piìi chiese furono e- to, di cui già parlai, indi fu martirizzato
relle al santo, ed io Roma la Chiesa di s. coDS. Quinto vescovo di Capua. L'Ughel-
T ER T E R 20 j:
li regislra per 1° vescovo s. Sabino, che glio moribondo, e cnu essi il vescovo bat-
nel 3i3 intervenne al sinodo romano di tezzò quasi -iooo |)eisone. Indi s. Valen-
Papas.Melcliiade; indi successe Avito, no- tino si die a demolire i templi de' gen-
mo di santa vita, fiorito nel pontificalo ad innalzarne al vero Dio, ed a con-
tili,

dì s. Silvestro I. Dopo la sua morte il de- sagrare saceidoli e diaconi. Sdegnati i


10 e ilpopolo elesse il nobile concittadi- sacerdoti idolatri, con parte del [)opoIo
no s. Valentino virtuosissimo e assai li- pagano, li condussero in una selva e de-
mosiniero, adonta di suaumileripugnan- capitarono a' 16 marzo del SGa, ed ivi

za. Recatosi al monte Soratte, ov'erasi ri- i cristiani li seppellirono. Di poi al tem-

lirato s. Silvestro I, fu da lui consagralo, pò de'longobardi prodigiosamente si ri-

Fu tanto l'amore ch'ebbe pe'bisognosi trovarono i loro sagri corpi, vi fu fab-


per le vedoveeper gli orfani, ches.Daiuia- bricalo sopra un oratorio, e pe'miiacoli
no uno di questi fu da lui adottato per fi- che operavano furono trasferiti nel ca-
vi

ddigenlemente istruire e l'or-


glio, lo fece stello Casfiopelro per maggior venera-
dinòdiacono per la sua vita illibata. Dopo zione. L'Ughelli riporta gli alti e le le-
che Costantino I avea dato la pace alla zioni della passione di s. Valentino. Gli
Chiesa, si rinnovarono le fiere [)ersccuzio- successe il b. Felice, nel pontificato di s.

ni da Giuliano l'Apostata, ed aTerracina Danìaso l,cheavendocondotla Galla Pia-


fu inviato il prefetto Ausidiano con forti cidia figliadi Valentiniano II innanzi l'al-
niilizie per indurre gli abitanti a sagiifìca- tare di s. Cesario, colle sue orazioni la li-

re agl'idoli, e sentendo che il vescovo ne bern dal demonio da cui era invasa. Do-
abballevai templi ed energicamente pre- pò il vescovo Giovanni I, fu eletto s. Sil-
dicava la costanza nella fede, ed erigeva viano, il quale col padre Eleuteiio, colla
chiese,lo rimproverò acremente e fece bat- madre s. Silvia e colla sorella s. Rofina,
tere colle verghe fieramente,ed allreltan- nella persecuzione de'vandali, avendo us-
to ordinò contro s. Damiano perchè avea sai patito nella loro patria Cartagine in
gridato a'battitori, per cui il prefetto fé- Africa, buono con altri posti in sdrucita

ceambedue porre in oscuro carcere, co- barca e abbandonali al mare. Approdan-


mandando che il pavimenlosi seminasse do a Terracina, presto s. Silvianofu co-

di cocci e pietruzze pungenti, per tormen- nosciuto per la santità della vita e pe'mi-
tarli e obbligarli a rinnegare la Seb-
fede. racoli. Il predecessore, il clero e il popolo
Lene con catene legati nel collo e ne'pie- l'ebbero in grande estitnazione, e morto
di, mentre salmeggiavano e lodavanoDio, Giovanni l,fu eletto vescovo e venne con-
furono confortali e liberali da un auge- fermato dal Papa. Dopo q mesi di santo
che disse loro dover predicare altrove governo mori o febbraio del ^"'"
lo, a' 1
44 1
la divina parola per meritale più splen- ca, e fu sepolto in un cimiterio subu* ba-
dido martirio. Guidati dall'angelo furo- no nella Valle Santa, presso l'oratorio di
no condotti nella città di Corfiuio, dove s. Salvatore, che poi prese il suo nome,
pe'miracoli che operò s. Valentino 4ooo Sebbene vecchio, il clero e il popolo gli
domandarono il battesimo. 1 sacerdoti i- sostituirono il degno padre s. Eleulerio
dùlatri montati in furore li fecero batte- di nobileslirpe,il qualeerasisepaiafodal-
re ambedue a morte, ma l'angelo tornò la moglie facendo entrambi voto di casli-
a risanarli e condusse a Pescara e poi
li vivendo sanlaineiile. Go-
tà, e colla figlia
a Chicli piena di pagani, come luogo de- vernò quasi due anni egregiamenle, ces-
Dio pel termine di loro vita. In-
stinato da sando di vivere a' 6 settembre del 44^
cominciarono a predicare, a far miracoli circa, e venendo tumulalo presso il figlio.
e ad operare conversioni, insieme al prò- Non piìi conoscendosi il luogo ov'eiano
console Demelrio per aveigli guarito il fi- sepolti i due santi vescovi, nel principio
2otì TER TER
del secolo IX lo maiiife>lò s. Silviaiio, per I elevazione ad arcivescovato delhi
onde liliovali, con quelli delle ss. Sdvia e chiesa di Reiievenlo. Giovanni II fioriva
Rofiiia, sulenuemetile fuioiio portali nel- nel 987, Adeodato intervenne in Roma
la calledrale, ove eiello un aliare a s. Sil- al concilio del o33,
10 5,Teobal(lo
1 l del 1

vi;ino, entro di esso li posero.' I ss. Silvia- Giovanni III del o36 fu al sinodo r(jma-
1

no ed Eleiilerio sono piolellori di Teira- no dell ODO. Ambrogio monaco cassine-


cina. Il vescovo Martirio fu a'sinodi ro- se, dutio e prudente, fu eletto nel i ofiG
mani del 49''') 499> '^o'z e 5o:}. Essendo da Alessandro II, eda'24 novembre 074 1

vescovo Euclicrio, nell'isola tli Ponza dei- consagrò la cattedrale. Pietro II nel 1 088
la diocesi di Terracina e distante da essa si trovò presente nella cattedrale ali ele-
circa 3o miglia, vi fu rilegato Papa s. Sil- zione d'Urbano II; Benedetto II nel o3 i 1

veiio, il quale condannando Vigilio, che dedicò la chiesa di s. Stefano de'benedet-


poi gli successe, quale invasore della sede tini e vi ripose molte reliquie; Gregorio
apostolica, ne sottoscrisse la sentenza il monaco cassinese eletto da Pasquale II,
vescovo, insieme a'vescovi di Fondi, For- intervenne nel i 106 al concilio di Gua-
mia e IMI n turno nel 53 9. Al vescovo Pie- ed a quello di Lateranodel i io,
stalla, i

tro nel 5c)0 scrisse s. Gregorio I Papa ,


e siccome ornato di gran sapere scrisse
ammonendolo a non perseguitare tanto molle opere sagre, fu chiamai.; colonna
acerbamente gli ebrei che stavano in Ter- (Iella Chiesa, e morendo in Piperno nel
racina. Agnello o Atello o Angelo essen- I 126 fu sepolto in (piella chiesa, Berar-
do vescovo ili Fondi, lo divenne ptuetli do de Berardi nobile di Terracina del
Teiracina d'ordine di s. Gregorio I, con i 166, di eccellenti qualità, dtdla cui fa-
gran soddisfazione delle due città, le qua- miglia uscirono altri illustri. Ugone nei
li allora erano quasi desolate dalla peste; Laterano
I 179 intervenne al concilio di
e siccome in Terracina ripullulava l'ido- III ;Fedelgariod'ordinedel cardinal Gior-
latria, il Papa ne eccitò gra> emenle la vi- dano da Ceccano intervenne alla dedica-
gilanza: nel :ìC)5 intervenne al sinodo ro- zione di s. Maria de Flmnine,e vi por-
mano. Lucenzi annotatore d'Ughelli ag- tò molte sagre reliquie, che tolse dalla
giunge, che fu pure a quello del 601, e sua cattedrale. Simeone canonico di essa
che s. Gregorio I gli scrisse, che riraoves- del I 2o3, ottenne da Onorio III nel 12 7 1

se la sinagoga degli ebiei vicino alla cat- la bolla //b/7rt/;/7- /zos^, e sottoscritta da 10
tedrale, che laslmbavano col salmeggio, cardinali, confermatoria di tutto quanto
e non peru)ettesse che essi servissero cri- i aveano disposto in favore di sua chiesa i
stiani. Dopo la sua morte, ridotta Ter- Papi predecessori; e donò al monastero
racina in miseria, priva di popolo e di cle- cistcrciense di Fossanuova le possessioni
ro, s. Gregorio I non permise che si eleg- della chiesa di s. Angelo di Campo Mel-

gesse il successore, ma scrivendo a Co- lis, il che confermò Onorio III nel 1220
stanzo vescovo di Palermo, gliene com- colla bolla Juxtis jìete/i tinnì, presso l'U-
mise la cura. Felice 11 nel 649 fu al con- ghelli, come la precedente. Inoltre, e co-
cilio romano di s. Martino I, ed Agnello me narrai a Sezze ed a Piperno, Onorio
II intervenne a quello di s. Agatone nel III colla delta bolla Ilortatnr «0.9, con-

680. Giordano sottoscrisse il sinodo del- fermò l'unione che esisteva Ira le chiese
1*853 in cui fu deposto il cardinal Ana- di Sezze e Piperno, e tra queste e Terra-
stasio poi antipapa. Leone sottoscrisse nel cina, alla quale in perpetuo nuovamente
sinodo deir879 la restituzione di Fozio. le unì, immediatamente soggette alla s.

Salibalino o Sabbatino fu a'sinodi roma- Sede. Osserva il Contatore, parkiudo del-


ni del 963 e del 964. Benedetto sottoscris- la diocesi di Terracina, che anticamente

se nel sinodo romano del 969,11 decreto era assai più grande, imperocché coni-
TER T E R 207
prendeva i Cecubi, i Capenali, e allre lep- da una colonia di Torre del Greco, co-

re del lenitoiio lei racinese incognite per me bravi agricoltori e marinari.Dopo.il


luancanza di niouuinenli, cos.i Aspiano, vescovo Simeone fiorì Gregorio II, che nel

Trevi e Acqua Puzza. Ecco poi l'oidiiie 1227 concesse «nolle possessioni a'cano-
colle quali registrò le terree luoghi sog- nici di Terracina, e donò nel i 238 la chie-
novero delle chiese,
gelli alla diocesi, col sa di Giovanni a pie del monte di Ser-
s.

t:onventi e monasteri che couìprendeva monela, all'abbate e monastero di s. Ma-


ciascuna a suo tempo. Pipcnw , col pa- ria de Gloria, diocesi d'Anagni, della con-

lazzo di s. Martino villeggiatura de' ve- gregazione Florense,che confermò Papa


scovi di Terracina in autunno e in prin)a- Gregorio IX colla bolla Citni a nnhis, ri-
vera; Sezzc.con comodo palazzo vescovi- portata da Ugheili. 11 vescovo Docibile nel
le in città, ove per Io pili solevano risie- I 248 donò all'arcipreleecauonici di Ter-
dere i vescovi, dopoché il ricordato male racina la chiesa di s. Donato con l'ospe-
epidemico, eguale a quello del castrone, dale e possessioni. Il Coleti, altro annota-

rese Terracina spopolata, priva di clero e tore deirUghelli, qui registra Felice Ri-
insalubre, ed anco per trovarsi situata in naldi di Bevagna nel 1 a^o. Fr. Pietro ad
mezzo della diocesi di Terracina; Sonni- istanza del cardinal Peronli assolse i ca-
no principato; Sermonela ducato; Maen- nonici della cattedrale dal tributo quoti-
za; Bassiano; Rocca Gorga; Rocca Sec- diano di tre vivande per la mensa del ve-
ca; s. Felice, già famosa città della maga scovo, stabilito in memoria dell'antica vi-
Circe, e cos'i della dalle reliquie o corpo ta comune del vescovo co'canonici, qua-
i

di s. Felice Papa e martire, denominala li lasciati in libertà fu loro imposta som-


la

ancora Castrimi s. Fclicitas^ luoghi tul- ministrazionedelle 3 vivande: in compen-


li clie descrissi negli articoli propri, o in so ricevè fr. Pietro buona somma di de-
quelli di Velletri e Frosinoiiej e l'isola naro, col quale acquistò possessioni per la

di Ponza, Pontia, con porto e apparte- mensa vescovile, ed Alessandro IV lutto


nente al regno di Napoli, ove si crede che approvò nel 1257 colla bolla Ciiin ano-
fossero i bagni di Ponzio Pilato, famoso bis, presso Conlatore; indi il vescovo nel
preside della Giudea che condannò a mor- nel 12 59 sottoscrisse la pace tra'lerraci-
ie il Redentore, e da cui prese il nome. nesi e pipernesi dissidenti pe'confinide'
Avea le chiese della ss. Trinità e della Ma- terrilorii.Nel I 262 ad istanza de'feiraci-
donna della Salvazione. Ponza secondo la nesi il cardinal Peronli coli' annuenza
mitologia fu altro soggiorno di Circe; sei- d' Urbano IV, trasferì da Bilello il nobile
vìdi porto a'fenicii eagli avventurieri che Francesco del Cane a Terracina sua pa-
navigavano per alTeriare le terre ausonie. tria. Fr. Francesco de'minori nel 274 as- 1

La tennero i volsci, quindi vi fu stabili- sistè alla morte di s. Tommaso d'Acpii-


ta una colonia romana, da essi destinata no in Fossanuova e alle sue esequie con
per luogo di rilegazione pe' distinti per- molli religiosi, e Bonifacio Vili neli2q^
sonaggi. Oltre ricordali, Tiberio vi con-
i lo traslocò ad Avellino, ciò che TJghelli
finò la propria madre e Giulia sua sorella avea attribuito al vescovo predecessore,

o moglie, non che Nerone figlio del prode ed in vece Teobaldo II vescovo di St.ibia
Gernianico, ove morì d'inedia. Caligola lo trasferì a Terracina e nel 1296 ad A-
vi trasse le sorelle dopo averle vioIate,Giu- sisi. Gli successe Alberto, e nel 3oo Bo- 1

lia e Agrippina da cui nacque Nerone.Per- nifacio Vili lopromosse all'arcivescovato


ciò si ammirano gli avanzi di antichi e- di Capua, sosliliiendogli Giovanni cano-
difizi. Divenne nido di saraceni e di bar- nico di Bologna. Neh 3 iq Andrea che con-
bareschi, finché Carlo di Dorbone la for- sagrò in Pioma una chiesa dedicala a s,
ti fico, e Ferdinando IV la fece ripopolare Lorenzo, e da Giovanni XXII resideule
2o8 TER TER
in Avignone nel 1824 fu dichiaralo vica» in Roma, ove morì nel 5o7 e fu sepolto
i

rio di Roma. Nel 826 gli successe percoa-


1 nella chiesa nazionale di s. Giacomo con

cliutoria Sergio Peronti nobile di Terra- marmorea iscrizione. A'20 agosto ne fu


cina, lodatissimo pastore; nel 1 348 Pie'ro fatto amministratore il celebre cardinal
rettore della chiesa di Corbeia diocesi di Oliviero Caraffa arcivescovo di Napoli.
Touinay; nel i352 fr. Giacomo da Pe- Neh5io Zaccaria de ftloris preposto di
rugia agostiniano celebre dottore ; nel s. Lucia di Roma, intervenne al concilio
i363 fV. Giovanni Ferreri francescano; di Laterano V. Per sua moi te Leone X
nel 1872 Stefano e governò sino al 3q6. 1 nominò Andrea Cibo nobilissimo, il cui
Indi Roggero morto neli3c)8; Nicola di nome è scolpilo in una lapide dell'episco-
Segni ove poi fu trasferito neh 4^2, e per- pio. Nel 1 522 Giovanni de Copis del Bra-
ciò fu elettoMarino di s. Agaia canoni- baiite, referendario di segnatura e abbre-
co di Fermo e scrittore apostolico di Bo- viatore, morto in Roma neh 52 7 e sepol-
nifacio IX a cui era caro, che nel i4o4 to nella chiesa nazionale di s. Maria del-
Jo trasferì a Capua, e gli surrogò Anto- l'Anima con epitallio, che lo dice di essa
nio già vescovo d'isernia, il quale a ven- prowisore e benemerito.
e dell'ospedale
do seguito l'ubbidienza di Gregorio XII Nel i528 Antonio Bonsi nobile fiorenti-
fu deposto da Giovanni XXIII. Questi nel no, celebre oratore, accompagnò nel viag-
14 nomi nò fr. Antonio daZaga colo frau-
1 I gio a Marsiglia Clemente Vii, e nel ritor-
cescano,lraslato nel 1422 aGaetadaMar- no in Roma ivi morì nel i533, mentre
tinoV, che in sua vece elesse Andrea Gac- attendeva cariche maggiori. Gli successe
cicanonicodi Palestiina.IMoito neh 425, Cinzio Filonardi di Bjuco , ma cessò di
lo stesso Papa fece vescovo Giovanni de vivere nel i534. In questo fu eletto Ci-
Normaodis romano, canonico de'ss. XII priano de Caris già di Sidonia iiiparti-
Apostoli, e neh 426 lo trasferì a Gaeta, I>us,morto nell'istesso anno, o come vuo-
facendolo succedere da Nicola de Aspera le Coleti neh 535. Paolo III in tale anno
già di Segni. Neh448 morì Alessandro, elesse Alessandro Argoli di Tagliacozzo
onde Nicolò V nominò Alessandro Gae- pure vescovo di Sidonia e lodalo; nel i 54o
lani, dottore in ambo le leggi. Neh 458 da Lodi vi passò quale amministratore Ot-
Corrado Marcellioi romano, già priore di tavio M.^ Sforza nobile milanese e patriar-
s. Maria in Via Lata e vescovo di Monte ca d'Alessandria in parfibus, successo nel
Feltre: morì in Rouja nei i4c)0,e fu sepol- 1545 dal coadiutore Ottaviano Rovera
to nella chiesa de'ss. XH Apostoli con epi- nubile milanese, inviato da Giulio III nun-
tafllo. Neh486avca Innocenzo Vili con- zio a^li svizzeri, indi nella sede vacante di
sagrato vescovo di Foligno Francesco R.0- IMarcellolI governatore della Città Leo-
sa nobile terracinese, già podestà di tal cit- nina, da Paolo IV mandalo nunzio a Fi-
tà, e neh 490 lo trasferì alla sua patria. lippo mentre Pio IV lo voleva ele-
II, e
IN'el [
4^3 Gondisalvo governatore di Ro- vare al cardinalato morì in Ispagna nel
ma e vicecamerlengo, e siccome nella se- i562. Il detto Pupa nel i564 gli sosti-
rie de'governalori lo dissi arcivescovo di tuì Francesco Beltramini di Colle in Val
Tarragona, dubito che come con altri la d'Elsa, egregio nunzio apostolico, che fu
denominazione sia stata confusa con Ter- sepolto nella cattedrale. Gregorio XIII
racina. Antonio Rosa nobile diTerracina, nel 1575 gli surrogò il fratello Bellra-
pronipote del vescovo Francesco, di singo- mino Beltramini, morto in Sounino nel
lari virtù, morì neh 5oo, egli successeGio- i582,e sepolto nella chiesa di s. Pie-
"vanni deGalves spaguuolo chierico o me- tro presso l'altare maggiore con epitaf-
glio presidente della can)era apostolica, e fio, come gli altri nominati, riportato
siccome oiualo di sapere funse altri ullìzi dall' Ughelli. Gii successe Luca Cardino
TEPt TER 209
(la Picggio tli Modena, ed il suo stemma larsi vescoi'o di Terracina, Sczzc e Pi-
ornava il prospello aulico della caltcdia- perno. Imperocché iyp:;c<' di mostrando di
le, in nìcmoria dell'operatovi. Nel 1505 essere stata sede vescovile, come lo era
Fabrizio Perugini, nel Goi anche go ver- i sostenendo che Onorio MI
stala P/yj(77/o,

nalore generale della provincia di Marit- nella conferma dell'unióne con Pipcrno
tima a Campagna: riunì le reliquie della a Terracina ne avesse conservala la cat-

cattedrale e le collocò in reliquiari ; nel tedraìità sì di Sezze, sì di Piperno, aerine


1601 fece istanza alla congregazione de' prineipaliterjù'x più provando cheinSez-
vescovi, di cambiar la sede vescovile a ze dimoravano gran parte dell'anno i ve-
motivo cadu-
della desolazione in cui era scovi, ed oltre il tenervi il vicario gene-
ta Terracina, ma gli fu risposto, che se rale, vi aveano da Terracina trasferito il

non poteva risiedeie in Terracina, dimo- trono, il tribunale, l'archivio, fabbricalo


lasse in altro luogo della diocesi. Nel 1 608 l'episcopio e istituito da tempo immemo-
Pomponio de Magistris di Donnino cano- rabile il seminario diocesano. Terracina
nico Valicano; nel 6 1
1
4 Cesare Ventimi- impugnando le pretensioni di Sezze e par-
glia nobilebeneventano, già uditore del- ticolarmente laconcattedralità,si fece cla-
la nunziatura di Spagna, morto in Sezze morosa questione e causa, che il tribu-
neliG45 e ivi tumulato. Innocenzo X su- nale della rota nel i 702 decise in favore
bito nominò Alessandro de Tassi, cui suc- di Teiracina. Contatore contrastò eoa
cesse nel 1648 Francesco INI." Ghislieri no- lunga esposizione a Sezze la preminen-
bile bolognese e uditore di rota, trasferito za di cattedrale gli antichi vescovi che
,

a Imola nel 1664» encomiato per somma vantava, dicendoli appartenenti ad altre
moderazione e urbanità con tutti. Ne oc- sedi, percorruzionedi vocaboli; volle pro-

cupò la sede Pompeo Angelolti di Ptieti vare che Onorio 1 assoggettò interamen-
1 1

morto all'improvviso in Sezze nel mag- te alla sede di Terracina, Sezze e Pi[)erno,
gio 1667. Expiir gancio gregi, sw'.syj.ju- negando la loro cumulativa aeque prin-
rihus tiiendis diim propensius iiivigilat, f/urtZ/Yc/', confutando altresì altre iscrizio-

Setìae inter epulas subita morte corri- ni sepolcrali de' vescovi sepolti in Sezze.
vitur , non aine ejusniodi eventus sini- Dichiarando inoltre, che desolata Terra-
stra opinione. Ercole Domenico IMonan- cina da tante sinistre vicende, dalle Pa-
ni toscano di Montecchio, già degnissiaìo ludi Pontine, dal furioso saccheggio sot-
vicario generale di Velletri del cardinal to Paolo IV e successiva epidemia, i ve-
Barberini, morto in Terracina nel i 7 i o. scovi di Terracina si ritirarono in Sezze
A' IO novembre Clemente XI gli sostituì per la bontà di sua aria e centralità della
d. Bernardo M. Conti nobile romano, ab-
'
diocesi: che in Terracina però si elegge-
bate cassinese di Farfa, e di s. Flavia e s. va in sede vacante il vicario capitolare, e
Maria Gangi di Sicilia. Con que>li tanto nella sua cattedrale si cousagrava l'olio
Vltnliasacra.che ilContalore terminano santo, celebrandovisi ancora tutte leaitre
la serie de'vescovi di Terracina eia com- funzioni proprie delle cattedrali. Assun-
pirò colle Notizie di Roma. Prima note- se alacremente le difese di Sezze il dotto
rò,che r8 maggio 1 721 eletto Papa In- cardinal Corradini, e per quanto narrai
nocenzo XI li fratello del vescovo Conti, a queir articolo ottenne che Benedetto
a'20 giugno lo creò cardinale, ma egli già XIII colla bolla Regis pacifici, de' 16 lu-
avea rinunziato il vescovato per motivi di glio 725, confermata coll'altra Super u-
i

salute, onde Clemente XI a' 27 giugno niversas, riconobbe Sezze e Piperno per
1720 vi avea trasferito da Pvagusa Gio. concattedrali di Terracina, aeque prin-
Battista Conventati diMonte Granaro nel- cipaliter, terminando le gravi differenze
l'arcidiocesi di Fermo, e fu ili. ° a intito- e imponendo silenzio alla controversia.
VOL. LXXIV. '4
2IO TER TER
Nuovamente eresse Sezze, e Piperno die verio Pereira romano; e nel 1820 Carlo
a poco a poco ovea peitlulo la catledia- Cavalieri Manassi di Comacchio. Leone
lità, in cancellali, e l'unì a Teiracina, di- XII gli sostituì nel 1 826 Luigi /''/fi-rY7(/^\)
chiarantìocheil vescovo potesse come pri- di Civita Lavinia poi cardinale; lo stesso
ma risiedeie la più parte dell'anno in Sez- Leone XII a'i5 dicembre 1828 fece fr.

ze, come città più salubre, alternando la Luigi Grati de'servi di Maria edi Falcona-
residenza con Terracina e Piperno,doven- ra d'Ancona, vescovo in partibus di Cai-
dosi intitolare vc.scovodi Terracina, Scz- /m/co, ed amministratore apostolicodelle
zr e Pipcrno.covne tuttora si osserva, con- chiese di Terracina, Sezzee Piperno. Gre-
fermando le 3 diocesi riunite direttamen- gorio XVI20 gennaio i834 dichiarò
a'

te dipendenti dalla s. Sede. Il i.° vesco- vescovo Bernardino Panzacchi di Lo-


fr.

vo di Terracina Sezze e Piperno fu fr.


, diano nell'arcidioeesi di Bologna, giade-
Gioacchino M." de Ohio carmelitano di finitore e provinciale onorario de'minori
Crema, traslato da Castoria i/i pai'tibi/.f osservanti, e convisitatore apostolico ia
dallo stesso Benedetto XIII nel concisto- Saidegna, deplorato per la breve sua vita
ro de'g dicembrei 726. Indi successero, e lodato per le sue eccellenti doti con pub-
neh 749 '1 1. "dicembre fr. Calisto M.'' Pa- blichestampe.A ripararne la perdita, Gre-
lombella de'servi di Maria, d'Ischia dio- gorio XVI ne! concistoro de'6 aprile I 835
cesi d'Acquapendente; nel 17 58 France- elesse vescovo mg.'GuglielmoAretini-Sil-
sco Alessandro Odoardi di s. Elpidio nel- lani di Sigillo diocesi di Nocera, profes-
l'ai cidiocesi di Fermo; nel 1775 Denedet- sore di filosofia e rettore del seminario,
to Pucilli di Tolfa, zelante, dotto, virtuo- dottore in teologia e nel diritto civile e ca-
so e provvido pastore, nel 1784 celebrò nonico, facendo di lui quell'elogio che si

il sinodo e lo pubblicò collestampc, com- legge nella proposizione concistoriale. Pa-


pilando le costituzioni che sino a lui era- store prudente e zelante, celebrò il sino-
no rarissime: il Marocco nel t. 6, p. 5^, do e lo pubblicò colle stampe Synodux :

riporta l'onorevole lapide esistente sul pa- dioeeesana Tarracinensis ^ Sctina , et


vimento della cappella del ss. Salvatore Pri\'ernensis ,
gjia/n Giiil. etc. habuit
di Sezze (al quale articolo parlai di quel- Fulginiae 1 840. Colle medesime fece im-
le che ivi sono di altri vescovi), eretta sul- primere il suo dotto Manuale di sagri
la tomba dal fratello Bartolomeo. Nel riti da praticarsi nella celebrazione del-
1786 Angelo Antonio Anselmi di Viter- la s. Messaprivata che solenne, non
s\

bo: dopo esser vacate le sedi dal 1793, che in altre funzioni s\ ordinarie che
Pio VII l'i I agosto 1800 preconizzò ve- straordinarie, quando assiste o celebra
scovo fr. Michele Argelati bolognese, na- un vescoi'O, e nella visita pastorale, a
tivo di Firenze, de'servi di Maria, traslato comodo specialmente degli ecclesiastici
dal vescovato d'Ippa in partibus ,come delle sue diocesi. Meritò nel i85o una
Neli8o5
sufTiaganeo d'Ostia e Vellelri. 2.' edizione. Rimarcai nel voi. LXV,
p.
Francesc'AntonioMondelli roma no, egre- 81, che il s. Natale 1842 lo celebrò, pel
gio autore d'opere di sagra erudizione; in- suo imparziale alfetto, con 3 messe pon-
di Francesco Albertini romano, canonico tificalisuccessivamente nelle cattedrali
della Chiesa di s. Nicola in Carcere, ove di Terracina, Piperno e Sezze. Riporta
istituì l'adunanza, pei arciconfraternita il n,°4o (\e\Giornale di Roma del 854, 1

del ^vez\os\s%\mo Sangue dì N. S. Gesù the mg.' Aretini-Sillani rinunziato il ve-


Cristo, come rilevai in quegli articoli, ze- scovato di Terracina, Sezze e Piperno, ai
lante pastore ch'ebbe brevissimo vesco- c) febbraio entrò nella congregazione del

vato. Inoltre Pio VII successivamente no- Preziosissimo Sangue (della quale istitu-
minò vescovi, nel 18 15 Francesco Sa- zione riparlai nel voi. LXIX, p. 28), con
TER TER 2 1 1

grande consolazione di tulli i membri clic cipe degli apostoli con fonte bat-
s. Pietro,
compongono questo religioso ed esempla- losimale, ch'c l'unico della città, e cura
re istituto. Pertatilo il regnante Pio IX, d'anime, la quale si amministra da due
die anteriormente avca accettata redifi- beneficiati del capitolo. Questo si compo-
Gante dimissione, gli esibì una pensione, ne della dignità del decano, di ?. cano- i

e lo fece interpellare qu.il titolo in jnir- nici comprese prebende teologale e de!
le

avrebbe gradito. L'illustre prelato


f./'/i/is penitenziere, dii5 beneficiati, e di altri
nngroziando di tutto il Papa, dichiarò preti e chierici addetti alla divina ufficia-
non bisognare della pensione nella sua vi- tura. L'episcopio è prossimo alla catte-
quanto al titolo, per l'in-
ta religiosa; e drale, nò manca di qualche ragguarde-
cessante amore die portava alle anticlie vole fabbricalo. Vi sono altre chiese, non
sue chiese, sarebbe contento potersi inti- però parroccliiali, due confraternite, il

tolare già i'c.icoi'o di Tcrracina .Sezze e seminario cogli alunni,ed monte di pie-
il

Pìjìcrno. egli fu concesso. In conseguen- tà. Mattei nella Sardinia sacra p. 239,
za di che il Papa concistoro de' 19
nel Ecclesia Terralhensis,e\\ can. Bima,!^^-
dicembre 1 853, dichiarò l'odierno vesco- rie cronologica. dc\'esco\'i del regno di
vo mg.' Nicola Bedini romano,natoinTa- Sardegna, p. 08, Chiesa di Tcrralbay
1

gliacozzo diocesi di Marsi o Pescina, lau- lachiamano ^ncUnTerrabbuTiirris Al-


reato in teologia, e del seminario roma- hae, Toralha. Le memorie della sede ve-
no successivamente economo, professore scovile sulfraganea d'Arborea o Orista-
di gius canonico e rettore ,
esaminatore no,come è tuttora, e de'suoi vescovi, ri-
del clero romano, qualificatore del s. of- montano aliai.' metà del secolo XII, e
fizio, consultore della congregazione del- risiedevano nello stesso attuale luogo. Il

l'indulgenze e s. reliquie, e ornato di quel- i.°che si conosca è iMariano I del i i4o,


le qualità promulgate dal Papa nella pro- Il quale a ro maggio 3se U
14 pose la i. pie-
i {.

posizione concistoriale. Riferisce il n.°6 tra ne'fondamenti dell'udierua cattedra-


del citato Giornale, che fu consagrato l'S le e la edificò; indi Ildebrandino del i 1
47
gennaio i854 nella chiesa di s. Apollina- che intervenne alla consagrazione della
re dal cardinal Patrizi, assistendovi i se- chiesa di Donai canto, e sottoscrisse un di-
minari Piomano e Pio, con vari vescovi, ploma di Bai isone regolo o giudice d'Ar-
Ogni nuo-
prelati e altre distinte persone. borea; nel I 182 IMaiiano II o IVIariuiano
vo vescovo è tassalo ne'libri della came- Zoroacchi, che col vescovo d'Alesdiè il

ra apostolica in fiorini 229, ascendendo consenso che Barisone e la regina Alga-


la mensa a circa scudi 2000. Le 3 dio- burga donassero a Monte Cassino la chie-
cesi unite si estendono per quasi 60 mi- sa di s. Nicolò de Gorgo colle sue [lerti-
glia di territorio, e contengono! IO luoghi nenze; nel 1201 Goigodorio, morto nel
summentovati. I2'24; nel 1228 Guantino da Siiero, de-
TERRALBA (Tcrralhcn). Città con nominato anche Costantino e Gonliiin,
residenza vescovile dell'isola diSardegna, ovvero secondoaltri, per morte di Costan-
divisione del Capo Cagliari nella provin- tino, il capitolo elesse Guantino e il Pa-
cia di Busachi, situata in vastissima pia- pa r approvò. Nel concilio nazionale di
nura poco salubre perchè vicina ad uno Donarcada del 1263, intervenne il vesco-
Stagno, nel distretto di Uras, da cui è di- vo V. N. Nel 1297 Oddo Sala di Pisa,
stante più d' una lega, anch' esso luogo traslato a Oristagno nel i 3o8; gli succes-
paludoso, ma fertile in grano e pascoli. Il se fr. Roberto francescano, che nel i3o9
suo perimetro è di circa due miglia, con fu al sinodo d'Arborea; nel 3 i i 7 Marti-
3ooo abitanti. La cattedrale di buona no; neh 332 fr. Giovanni I Piubeo car-
struttura è sotto l'invocazione del priu- melitano, egregio e prudente, dottore in
2 12 TER TER
teologia, fu a Roma
per eliminare alcu- col nome con quello d'Aia
d'Uselli, ora
ni abusi nel suo ordine, ed in Avignone o Ales, e conviene che sin d'allora il seg-
ov'era il Papa. Nel i35c) IV. Guglielmo gio vescovile si fosse trasferito alla terra
d'Aragona domenicano, illustre per pie- d'Ales alle sue vicinanze. Il Fara par-
tà e letteratura morto nel 1 364 gli suc-
: lando de' tempi suoi cos'i scrisse. » La
cesse Giovanni 11, traslato nel 1878 da chiesa cattedrale d' Uselli, Alese anche
Urbano V 1 a l!isarcio,sostituendogliFran- chiamossi, dacché il di lei seggio episco-
Cesco Pasarino. Nel 386 Fennis;nel 409
1 1 pale in vicinanza della villa d'Ales dello
Francesco I,che mandò il suo procurato- stesso distretto fu stabilito nella chiesa di
re al sinodo di Pisa; nel i4i i fi'- Fran- s. Pietro (prima era la cattedrale sagra ad
cesco Il romano francescano o agostinia- altri santi, come notai col p. Mattei ad A-
no; nel i4i2 Guglielmo Vacca; nel i4 'q LEs), insigne per antica struttura, la quale
fr. Malleo Serra domenicano; nel i/^25 era isolata con la casa episcopale, ma sen-
fr. Domenico Giovanni domenicano; nel za popolo e altri edilìzi, ed in un luogo
1436 Giacomo Tola canonico di Caglia- campestre, e frequentato di rado da' se-
ri; neh 443 fi". Giovanni III de Aranda colari, con incomodo de' canonici e de*
agostiniano; neh 465 Giovanni IV Pel-
"
chierici dimoranti in luogo distante.
lis; nel 484 fi'- Giovanni V Orient fran-
1 Coli'andar del tempo la popolazione d'A-
cescano. Dopo la sua morte, essendo de- les si congiunse colla calledrale,protraen-
caduta la diocesi, e il capitolo ridotto al- do i fabbricati; ma il p. Mattei chiama
l'arciprete, a 7 canonici, oltre altri preti Ales luogo sterile, poco abitato e d'aria
e chierici, Giulio II soppresse la sede, e insalubre, per cui il vescovo era costret-
con bolla degli 8 dicembre i5o3, l'incor- to nell'estate e nell'autunno a dimorare
porò alla vicina diocesi (i'yJlcsfJ .j, laon- in Cagliari; tuttavia trovo ne' geografi,
de d'allora in poi i vescovi residenti nel- che ora il territorio è fertile, ed abitalo
la villa d'Ales s'intitolarono d' lascili e da circa 2000 persone. Il p. Mattei, se-
Terralba, governando le due chiese u- guendo il p. Vitale, riporta che ih.° ve-
nile. Diqueste il p. Mattei tratta a p. 263, scovo d'Uselli fu Cassiano dottissimo che
Ecclesia Licllc/isis, ed il can. Dima a intervenne al concilio d'Arles; ma insie-

p. 06 e 1 1 o, De' vcscoi'i cVVscUi ossia


1 me teme che si confonda con simili vo-
d'Ales. caboli, come il vescovo Uscelense in A-
Uselliy Usai o Usel, fu antica e co- frica nellaBizacena, e perciò Cassiano ve-
. spicua città e colonia, perciò celebrata da scovo di come alfermano di-
tal chiesa,
diversi scrittori ; divenuta diruta per le Quindi registra peri. "ve-
versi scrittori.
vicende de' tempi, la sede vescovile fu tra- scovo Vincenzo o Agatone, che forse res-
sferitaad Ales o A\es\a, Laesa Oppidiun se la chiesa d'Uselli nel pontificato di s.

avanti il 1 182 dice il p. Mattei, prima Gregorio I; indi d'accordo col can. liiraa
sufhaganea di Cagliari, poi d'Arborea o riferisce Pello o Rello del i 1 47 circa, poi
Orislagno. Il suo antico capitolo si com- Mauro deh 55, Gomita Gomitano Pais
1

poneva della dignità deldecanojdi 18 ca- neh 182. Neh 220 ovvero nel 280 Gio- i

nonici, compreso il teologo, e di circa 25 vanni I JMarras, nel 1287 Giovanni II

Lenefìciati. Riferisce il can. Dima, che vi Telle traslato da liisaicio, e forse fu al


è molta probabilità che l'importante cit- concilio di Conarcada nel 1263. Non tro-
tà dUselli fosse provveduta del vescovo vansi altri sino a fr. Roberto Drago di Pi-

sino da Gregorio I Papa, ma che pri-


s. sa domenicano neh 3 12, che tornato in
ma deh 4/ non si hanno memorie de*
1 patria vi morì lasciando a'suoi religiosi
vescovi usellesi. Sul fine di cpiel secolo l'eredità. Nel i 342Giovanni III, nel 362 i

trovansi promiscuamente appellali ora Pietro Frago trasferito ad Alghero nel


TER TER 2i3
1 SSyAiilonioDeromOjnel 896
3.Si,nel I i diViIlaVlcencio;neh 585 fr. Pietro Cle-
Giacomo morto nel i4o3, che il p. Mal- mente carmelitano di Lisbona, celebre
lei elice piissalo alla sede ili Lavello, ed predicatore, vicario generale del suo or-
in vece da questa chiesa fu trasferito a dine in Sardegna. Nel 60 Antonio Sur- 1 i

Uselli fr. Francesco Doria francescano no- redire di Cagliari; nel 1606 d. Lorenzo
l)iIissimo genovese. Neli4i3 d. Pietro I Nicto benedettino, poi d'Alghero, indi di
Spinola l)enedetliao,nobilissimo genove- Oristano, lodatissimo pastore. Nel 1649
se, (la Savona in questa sede traslato dal- fr. Diego Borgia Valentino minore osser-
l' antipapa Benedetto XIH, morto nel vante; nel 6 6 Gavino Manconi di Sas-
1 1

14 1ovvero passato a Cagliari. Gli suc-


8, sari; nel i635 vi fu traslato da Bosa Mel-

cesse fr. Bernardo o Leonardo Ruheo chiorre Pirelia prima di lui il p. Mattei
:

francescano; nel i4'2i f>'- Giovanni IV di pone fr. Ferdinando del Campo, secondo
Campolongodi Perpignano, filosofo, teo- il p. Wadingo, ma non lo crede vescovo

logo e predicatore carmelitano. Neil 42^ d'Uselli e Terralba. Nel1 638 d. Michele

fr. Giacomo II di Villanova di Sardegna Beltram benedettino di Castellon, cap-


francescanojnel 14^9 fr.Giovanni VGar- pellano del re di Spagna; neh 64 i An-
zia domenicano d'Aragona, professore ili tonioManunta canonico di Cagliari; nel
teologia e confessore del re Alfonso V. i663 Gio. Battista Brimengo di Sassari;
Per sua dimissione, nel 444 Bernar- 1 f""- neh 680 Serafino Eschirro di Bosa; nel
do IMichele domenicano, confessore d'Al- 1684 Diego Cugia canonico di Cagliari;
fonso V e del duca di Calabria suo figlio. nel 693 Francesco Masones-y-Nin,il p.
I

Nel 1454 Antonio di Vich, già canonico Mattei lo dice di Cagliari e decano della
di Dulia; nel 1464 Giovanni Vide la Bo- cattedrale d' Uselli, eresse il seminario
na canonico di Calahorra; nel 1484 Pie- pe'chierici, celebrò il sinodo, e fu trasla-
tro li Garzia Valentino di Xativa, dotto to a Oristano. Nel 1
704 Isidoro Masones-
teologo, faniigliare del cardinal Borgia y-Nin di Cagliari, già vescovo di Cardi-
poi Alessandro VI. Nel 1490 Michele ar- ca in partibus. Nel 1727 Salvatore Ruju
cidiacono di Calatayud; nel i494 Grio- della diocesi di Bosa, canonico di Caglia-
vanni VII Trespo o Crispi agostiniano, ri e funse diverse cariche; nel i 728 Gio.
Iraslatoda Castro; indi Giovanni Vili Battista Sanna di Sassari, canonico di
Sanna sardo. A suo tempo seguì l'unio- quella metropolitana e vicario capitola-
ne diTerralbaaUselli,ondei vescovi s'in- re, non che vicario generale di Bosa. Nel
titolaronocol nome delledue chiese. Pro- 1 736 AntonioGiuseppeCarcassona diCa-
mosso il vescovo Giovanni alla metropo- gliari ecanonicodella medesima;nel 761 i

litana di Sassari neh 017, Andrea Sau- fr. Giuseppe M."* Pilo di Sassari carme-
na sardo canonico d'Ales, già suo procu- litano; nel I 788 Michele Antonio Ayme-
ratore nel concilio di Lalerano V, gli suc- rich di Cagliari, come lo fu nehS 9 Giu- r

cesse nel 52 I , e nel 554 p^^ssò a Orista-


1 1 seppe Stanislao Paradisi morto nel 822. 1

no. Nel 1557 Gerardo Dedoni canonico Vacò la sede sino ah 828, in cui Leone
di Cagliari; nel 1 562 Pietro Fragus chie- XII col breveP/'orHrrttoA'jde'i5 giugno
rico di Paniplona, morto neh 566 o tras- I S2'j,Bull. Roìn.cont. 1. Con-
17, p. 72:
feritoad Alghero. Nel i568fr. Michele ccssìo dccìinaruin facta parocho pngì
]May(|uez agostiniano; nel 1572 fr. Gio- Tcrvalbae intra liniitcs UscUcnsis dioc-
vaimi CaiMiavera o Cascavera d'iglesias ccsis,cnm Icgc crogandirc.dditus in no-
conventuale; nel i574 Giovanni Manca va acdificatione ecclesìae parochialis.
di Sassari, che riordinò la diocesi e in mi- Indi a'28 gennaio Leone XII preconizzò
gliorforma ridusse il palazzo vescovile; Antonio Haimondo Tore di Tonara ar-
neh 577 fr. Lorenzo miuore osservante cidiocesi d'Oristano, canonico di (juclla
2i4 TER TER
metiopolilaiia, della quale nel iBjy lo li, di cui era sufTraganea, a ripristinarlo
tiicliìarò arcivescovo Gregorio XVI. lie- per cura de'fedeli, onde elesse Vittore,
slala vacante la sede d'Uselli e Terralba, del quale medesimo s. Gregorio fece
il I

quel Papa nel concistoro de' 11 luglio menzione nell'epistola scritta nel Go a 1

1842 !a provvide coli' odierno vescovo Innocenzo prefetto dell' Africa, ammo-
u)g.' PietroVargiù d'isili arcidiocesi d'O- nendolo d'imporre al giudice africano di
ristano, canonico di Cagliari e vicario ge- Sardegna, di astenersi dal vessare Vitto-
nerale. Ogni nuovo vescovo è tassalo ne' re. Verso la fine del secolo IX, e prima
libri della camera apostolica in fiorini che i pisani e genovesi liberassero la Sar-
200, sottituando le rendile della mensa a «legna dal giogo de'saraceni, da questi fu
quasi 35oo
La diocesi si estende
scudi. tlistrutta, tuttora vedendosi gli avanzi del-
per 3o miglia e comprende 43 luoghi. l'importante città di FnusìiuL o Fluiu-
TERU ANO VA o CI VITA, TvrraNo- siana. Dopo tale eccidio conservò la sede
lYVj Ch'itas. Ciltù vescovile e ora villag- vescovile col nome di Civila, e ne tratta-
gio dell'isola di Sardegna, divisione del no il p. Malici, Sardinia sacra p. 1 17;-

CapoSassari, provincia edislretlodiTem- Ecclesia Pliausanienscsjp. ayS: Eccle-


pio, da cui è distante piìi ili 8 leghe ei4 sia CÌKntalc!ìsisj ed il can. Bima, Serie
da Ozicri, in fondo al golfo del suo no- (le vescovi di Sardegìui p. 78: Chiesa di
me, non lungi dal Capo Ceraso, in pianu- Civita. A Fausina o Fausiana, nel sito ove
ra malsana. L'antica e bella chiesa dedi> Sorge Terianova, successe Civita, così
cala a Dio sollo l'invocazione di s. Sim- delta per antonomasia nell'epoca de'giu-
plicio vescovo e martire, era l'antica cat- dici di Galluri, per risiedervi nel sscolo
tedrale di Civita. Negli ultimi tempi il XI il Curatoreiìi e il vescovo. Innocen-
capitolo si coraponevu duirarciprete e di zo li 38 conGalteliy, dichiarò que-
nel I I

4 II porto quantunque d'oltre


canonici. ste chiese del giudicato GalUuese sultVa-
una lega mezza di sfondo e riparato da
e ganee dell'arcivescovo di Pisa, il che con-
tulli venti, non è praticabile che da'ba-
i fermarono Alessandro 111 neh 161, e In-
stimenli sottili, essendone quasi colma- nocenzo 111 neh 198, ma quesl' ultimo
lo r ingresso. Tuttavia olire oppoi luno poco dopo sottrasse le due chiese dal gius
sbocco agli abitanti delle montuose con- metropolitico pisai)0,e le dichiarò sullia-
trade ond'è cinto, e se ne esportano gra- gancedel metropolitano di Sardegna, fin-
ni e bestiami. JNe'diutorni sono delle sa- ché divennero immediatamente soggette
line; la costa vicina è deserta, ma olire alla santaSede per disposizione di Cle-
alcune buone rade, per le quali si fa un mente VI nel i344j 'o confermarono fi

contrabbando considerabile. Quivi fu già Innocenzo VI nel 353, e Innocenzo Vili


i

l'antichissima città di O/i/V?, coionia ro- nel 1490. Le memorie de' vescovi di Ci-
mana e florida sotto l'impero, nel prin- vita, che si chiamarono pure di Terra-
cipio della decadenza del quale si chia- nova, forse da' nuovi fabbricati costrut-
mò Fausina (A .) o Fausiana, Fhau.sia' ti nel suolo dell'antica città, e poi nel do«
nam, e per la sua celebrità meritò la se- minio de're d'Aragona, risalgono al se-
de vescovile, ed il vescovo s. Simplicio pel colo Xll. Pertanto neh 178 trovasi Ber-
suo zelo religioso e per chiamar demo- nardo 1, ricordalo nel diploma di Bari-
nii i numi de'pagani,patì il martirio ver- soiie giudice di Galkui; neh 223 PMip-
so il 3u4,e per la grande venerazione de' pone, che sottoscrisse la lettera sinodica
popoli divenne poi il patrono di Ch'ita, con 3 vescovi liguri e Oberto vescovo di
lu seguilo la sede di Fausina restata pri- Asti nel 1220 a Gregorio IX; N. nel 263 1

va di pastore, Papa s. Gregorio 1 nel 5n j intervemie al sinodo nazionale di Bonar-


scrisse u Gennaro arcivescovo di Caglia- cada; nel i329 ir. Lorenzo da Viterbo
TER T E R 2 IO

(lomenicano,insigne teologo, che altri vo- parte occidentale, ed massimo è il la- il

gliono vescovo di Civitate di Teano (f^-),' go degl'Indiani-Rossi. Il maggior fuune


nel 1344 f'- Bernardo Uuheo france-
II chiamasi Exploit, e sbocca per la costa
scano; il successore Raimondo fu trasla- nord, mentre 1' Humber ha la sua foce
to a I\Iaiiana in Corsica o morì neli35i; sulla costa occidentale. Nebbioso n' è il
nel quale anno gli fu sostituito fr. Tom- clima, nevoso e mollo più freddo di (pie!
maso .

"sferralo o Scolato francescano, tras- Io di Francia a latitudine eguale /^G" 45'


ferito a Cagli neliBjS. In questo fu e- e 5i° 46 Rigidissimo l'inverno, in tal

lelto vescovo Gerardo fiaucescano,


fr. stagione baie e porti sono interamente ge-
già diCaorle; neli4oo Simone Margens, lali. Non pare che l' interno offra suolo
indi Andrea traslato nel 14^2 ad Aiac- capace di coltura; è quasi
dappertutto un
cio; Sancio del i432 passò alla sede di fondo di palude da torba, e le parti su-
Minei vino, Agostino morì verso ili 443- periori non hatmo che roccie. Il terreno
In tale anno trovasi fr. Antonio Fonta- migliore dell'isola trovasi lungo la costa,

Dcs francescano; nel 1460 e per sua ces- e particolarmente verso la foce de'dumi
sione, fr. Roderico di Sessa teologo fran- grandi. Il regno minerale è sufficieute-
cescano; nel I
490 fr. Pietro Sloruel do- rneule fornito. La parte occidentale nu-
menicano, nel cui goveruo Giulio II con trisce gran quantità di rangiferi,ch'è qua-
bolla deli5o3 uni il vescovo di Civita a si l'unico alimento degl'indigeni, i quali
quello <.\'y4/npnrias ('/^'!j,dichiarando nel sono di scarso numero. Non mancano la
1 5o6 le due cinese ac(i ne pr iticipalitcr, selvaggina e le bestie cornute. La prin-
dovendo il vescovo portare anche il ti- cipale ricchezza dell'isola è nella pesca
tolo di Cii'iùì, e suffragaueo all' arcive- prodigiosamente abbondante de'merluz-
scovo di Sassari. Finalmente da Grego- zi, che si fa sulle coste, e specialmente sul

rio XVI fu trasferita la cattedrale di Ci- gran banco di Terra Nuova, da quantità
vita o Terranova a quella già collegia- immensa di navi, precipuamented'lnghil-
ta diTempio (V.), col quale nome chia- terra, di Francia e degli Stati Uniti. Cor-
masi ora la diocesi, insieme oll'ultro di niak fu ili. "che
nel 1822 esplorò l'inter-
Ainpurins, no dell'isola accuratamente. Credesi che
TERRA NUOVA (Terrae Novae) o Terra Nuova sia identica colla Winlan-
s. Giova/mi o s. Jolin. Cìilli con residen- dia nel 00 scoperta dal norvegese Biorn
i i

za vescovile nell'America settentrionale, (ora anche il conte Francesco Miniscal-


neir isola della Nuova Bretagna, nell'o- chi Erizzo, Le scoperta Arliclie narra-
ceano Atlantico, all'est del golfo di s. Lo- te, e lodato dalla Civiltà cattolica, 2." se-
renzo, all'oriente del Canada, separata rie, t. IO, p. 535, ragiona delle antiche

dalla costa del Labrador mediante lo scoperte degli scandinavi, e del cristiane-
stretto di Bellisle. L'isola di Ten-a Nuo- simo dalla Norvegia penetrato per gl'i-
va offre una moltitudine di baie e porti, slandesi nella Groenlandia o Terra Ver-
eccellenti per ancorar navi, essendo sulla de nel 970 o 980, la quale desiderò au-
costa occidentale la baia di s. John,'Ia qua ch'essa come l'Islanda d' avere il suo ve-
le parte è montuosa, aspra e sterile. La scovo e i ebbe nel
suoi preti, e 2 1'
m 1

parleorieulale dell'interno dell'isola pre- nel zelante Eric Gnupson, consagralo dal-
senta una contrada bassa, pittoresca e l'arcivescovo di Lund in Danimarca; do-
coperta di boschi, e dal nord al sud tra- po di lui successero nella Groenlandia al-
versala da catene di colline poco alte. L'i- tri I G vescovi, ma poco dopo il
409 sem- 1

sola ha molti laghi, che nella parte urien bra che colonie islandesi nella Groen-
le

tale sono generalmente circondali da sel- landia fossero distrutte. Sicché pare ma-
ve: piìi considerabili sono i laghi della nifesto che l' America sctteutrionule fu
2i6 TER TER
scoperta dagl' islandesi sino dal 980 al- dell'autorità superiore, e di un vice-ara-
meno, ch'è 5 secoli prima
a dire più di miragliato. E' difesa da' forti Arnherst,
del gran Cristoforo Colombo. Cosi alcu- Townsend e Wjlliani, che sono quasi
ni ecclesiastici del vescovato di Gardor inespugnabili. Le vie anguste,sono fian-
nella Groenlandia fecero nel 1266 nna cheggiate da case di poca apparenza; vi
spedizione per esplorare le regioni piìi al si osserva però il palazzo di governo, quel-
nord, avanzandosi verso il settentrione, lo della città, le chiese episcopale e pre-
precedendo di quasi 6 secoli tali coloni sbiterana,il collegio, le ca>er(ne, gli stabi-
scandinavi le scoperte posteriori delle re- limenti cattolici e l'ospedale. Il porto, uno
gioni Artiche dell'America, ed alquanto ha daio a 17 brac-
de'cnigliori dell'isola,
al nord dello stretto di Barow). Nel 497 1
cia di profondità dal suo ingresso sino al-
e nel i499 ^^"Cti Giovanni e Sebastia-
' la spiaggia del Re, che si trova a un 3."

no Cabota videro quest' isola di Terra di lega, e quasi nel centro della città. Si
^IVuova, e Giovanni chiamò il i, "capo che fa uncoraoiercio considerabile, esportan-
scorse sulla costa orientale, Bonavista, dosi sopra tutto un'immensa quantità di
prendendo quindi possesso dell'isola per pesce salato; eccettuata quest'ultima der-
ringhilterra,edenorainandolai?(7rrrt/('o rata, tutte le altre sono rare, ed a prez-
o Terra del Baccalà, nome che gl'in-
la zo molto alto. Il pesce cbe si fa seccare
digeni davano a'merluzzi. NeliSoo Ga- ne' dintorni e la fabbricazione dell'olio
spare de Corte Real portoghese appro- che se ne eslrae,spandonosulla cittii cat-
dò alla baia Conception, visitò partico- tivo odore. Iascendono a
suoi abitanti
larmente la costa orientale, e girò al sud circa 1 4,000. La città fu spesso in preda
dell'isola per la corona delPortogallo. Al- alle fiamme, e specialmente nel 8 6, nel 1 1

cuni pescatori normandesi e bretoni la 181761818 violenti incendi ne distrus-


riconobbero nel 5o/[. Poco dopo Giaco-
1 sero la maggior porzione. Da quell'epoca

mo Cartier fece il giro di Terra Nuova, le nuove costruzioni sonosi erette più so-
e neh 525 Giovanni Verrazzani ne prese lidamente che in legno. La popolazione
possesso ui nome diFrancesco re diFran- I per la più parte ebbe origine da emigra-
cia, e le die nome attuale. Nel 583 Uni-
il 1 zioni dalle isole Britanniche, perciò più
fi edo Gilberto ne prese il possesso a no- comunemente vi si parla l'inglese: quasi
me della regina d'Inghilterra Elisabetta. tutti sono pescatori. Ora gli americani
Nel i6o4già ringhillerra di concerto col- proseguono con attività la costruzione del
la Francia vi mandava pescatori, e da telegrafo sotto-marino che deve congiun-
questa passò l'isola agi' inglesi neh. "pe- gere nuovo mondo col continente. Da
il

riodo della guerra per la successione di un anno 600 operai lavorano nel porre
Spagna: ripigliala da' francesi nel 1707 ipali e fili nella parte compresa tra Nuo-
i

la possederono sino 1713, cedendola


al va-York e s. Giovanni sul banco di Ter-
colla pace d'Utrecht all'Inghilterra, go- ra Nuova. La città di s. Giovanni è la
dendo i francesi il diritto di pescrre al punta più prossima all'Europa, 1200 mi-
nord e all'ovest dell'isola. Questa si di- glia già erano compiute in marzo 855, 1

vide ne' 4 distretti delle baie della Con- e si spera bentosto ricevere le notizie del
ception, di Trenily, di s. John e di Pla- nostro continente nello spazio di 5 o 6
cenlia.La città vescovile di s, John è capo- giorni.Prima di due anni Londra comu-
luogo de'detli 4 distretti, sulla costa o- nicherà con Nuova-York pel filo elettri-
rientale, nella parte nord-est della peni- Cd, e lo scambio della loro corrisponden^
sola d' A vaioli, sulla baia del suo nome za >i potrà effettuare in un'ora.
formata dall'Atlantico. E' sede del gover- l'io VI nel 1797 istituì il vicariato a-
no dell'isola, dell'ulta corte di giustizia, pobtolico di Terra Nuova, che comprese
TER TER 217
l'isola omonima, ed una p^irte del Labra- llpiio.ta.l. 7, nell'Appciidioe straonliiiaii;).
tior; e per ."vescovo e vicario apostolico
1 Ne darò un biave estratto, sul progresso
vi nominò contemporaneamente mg/ O ilei callolicistno nella cotilratìa. Iiicomiii-
Doiinel. La mancanza de'sagii ininislii, eia dal notilicaie, che la colonia di Ter-
viventi colle oblazioni de feileli, ritardò il ra Nuova era una delle più recenti fra
progresso della religione, e con buon nu- quelledell'Americabritaniiica, poiché nel
mero d'operai sarebbe da sperare di ren- principio del decorso secolo era appena
der l'isola cpiasi tutta cattolica: da ulti- abitala, infuori di 4 o 5 mesi dell'estate,
ino si calcolavanoioOjOoo abitanti nel- nel tempo cioè della pesca; e ci stavano
l'isola, de'quali 70,000 callulici, che pe- soltanto coloro ch'erano onninamenteoc-
rò crescono di mollo in tempo della pe- copali rpiali a pescare, quali nel conciare
sca. Silodano come allaccatissimi alla re- il pesce, non che quelli destinali a fornir
ligione. L'isola si estende [)er85o miglia, le vettovaglie necessarie a'pescatorijesseu-
11 vicario apostolico ebbe dalla congrega- dochè gli ostacoli che si opponevano a'co-
zione di propaganda //V/r la facoltà della Ioni erano tanto gravi, che impedirono
formola 2. e molte straordinarie. La giù- il loro f'ermo' stanziare in queste spiaggie.
risdizione ecclesiastica del vicariato fu di- Durante tal periodo di tempo la religio-

•visa ne' IO distretti di s. Giovanni, Ilar- ne fece piccolissimi progressi. I coloni cat-
bonr,Placentia, Ferry-Land, Kings-Cove, tolici irlandesi vi trovavano tutta la du-
Cay-Bulls, s. Maurs, Murin, Brigus, Ti- rezza del codice penale, che diveniva o-
ling-Arbor. Il vicario apostolico resiilen- gni giorno più severo, e il ricetto a un
le nella città di s. Giovanni fu autorizza- prete cattolico era tenuto per delilto che
lo a modificare i distretti della missione castigavasi esemplarmente.iNondimeno
per rendere più ficile l'accesso a'sacerdo- aumentandosi successivamente la catto-
li, essendo oltremodo laborio-
il vicariato lica popolazione, quando gli Stati Uniti
so per l'immensa dilficoltà dellecomuni- aveano guadagnato T indipendenza, e la

cazioni da un luogo all'altro; dappoiché guerra desolava l'Europa, la lealtà de'co-


prima distretti o stazioni delle missio-
i Ioni di Terra Nuova si mantenne inalte-
ni erano soltanto 5. Furono erette chie- rabile mediante l'o[)era de' preti caltoli-
sea s. Giovanni e nel suo distretto, a Por- ci, per cui il vicario mg.' O' Donnei fu
tiigal-Cove, a Torbay,
Helly-Arbour, a incoraggiato dal goveriiobritannico a fer-
ma quasi tutte di legno. Dipoi furono vi- mar la sua residenza nell'isola. Al suo ar-
cari apostolici mg."^ Lambert, quindi mg."^ rivo, colla mancanza d'ecclesiastici, tro-
Scallan,comeri!evo, in unoallepreceden- vò mancanza d'istruzione spirituale, gua-
ti notizie, dallo Slato ch'Ile missioni del- sii e corrotti costumi, degradato il sa-
i

/'^////zo 832, dalla congregazione di prò-


I giamenlo del matrimonio ad una specie
paganda presentato a Gregorio XVi. No- di contratto civile e amministrato anche
tai iiell'arlicolo Carpasso, che nel 1829 dalle donne; profanato quello del balte-
Pio Vili nefece vescovo?/fy;rt7'fi7'».fe eoa- Simo con nomi de'numi pagani; digiu- i

diutùie del nominato vicario apostolico ni dispensali dalle levatrici; noneravi luo-
di Terra Nuova, mg.' Michele Antonio godedicatoal culto,! moribondi mancan-
Fleming irlandese , il quale gli successe li delle leligiose consolazioni, i morti pri-
neli83o. Questo degno e zelante prela- vi di sepoltura: troncali i vincoli sociali
lo fu assai benemerito, come si apprende di parentela, di religione , di patria per
da due lettere da lui scritte a'24 settem- mancanza di spirituale istruzione. Tal era
bie e 8 ottobre 834) sullo Stato della
1 lo slato della società all'arrivo del i .°mis-
i'cliij;ione cattolica Terra Nno^'a, e ri-
in sionario nella città di s. Giovanni, perciò
prodotte dagli Annali delle scienze re- e per la dilUcollà di averpreti, niuna me*
2 8
1 TE il TER
la viglia se pochi avaDzaiDcnli fece il cat si, supplendovi col suo zelo e privazioni,
loiieisnio sotto i 3 prelati suoi piedeces- Le monache in numero di 5 professe le
soli. Mg/
O' Donnei edificò la chiesa di lece venire da Gaiway in Irlanda, pari-
s. Giovanni, ora cattedrale,e ne fabbricò nienlea sue spesejloro fabbricò un elegaa-
in seguito ad (laibour-Grace, Placentia, te edilizio, con graziosa scuola ove furono
e Ferry-Land, lilornando iDolti dall'ere- ammesse 85o fanciulle, e può contenerne
sia alla vera fede. IMg.' Lambert che gli 1200. li risultato pienamente corrispo-
successe, per la sua cagionevole salute e se a'santi suoi deslderii, indicibile il suo

per le dilllcoltà che restavano, poco potè piacere, copiose le benedizioni de'genito-
fare nel suo vescovato; per cui quando fu ri, pel rapido cambiamento morale, di si
assunto al vicariato il vescovo mg,' Seal- feconda educazione virtuosa data dall'ec-
Jan, benché il numero delle chiese fosse che per fare il
celienti e laboriose suore,
cresciuto, i preti erano soli 7, indi fatai- bene abbandonarono la patria e eoa- i

mente suo mirabile zelo da


fu colpito nel giunti, e per le prime traversarono l'A-
paralisia nelle membra. Prima che mg.' tlanlico.U vescovo Fleuìing intraprese in-
Fleming a'28 ottobre 829 .fosse consa- i oltre col suo ardente zelo la faticosa e di-
grato vescovo, già per 6 anni avea eser- saslrosa visita dell'isola nel giugno 1 834,
Citato l'uliizio di curato nell'isola, e vi- con felice successo. Egli in quella corta e-
sitato ciascun porto e seno di mare nel state fece un viaggio per lo meno di 1200
distretto di s. Giovanni, ed anche della miglia, fain46poiti,cresimòpÌLi di 3ooo
Sj)iaggia della Concezione, ponendo par- persone, e ad un numero maggiore am-
ticolardiligenza nellostudiarei costumi e ministrò i sagramenti della confessione e
i desiderii del popolo, per supplire a'suoi comunione. Spesso bagnato dal sudore e
bisogni. Siibbene vi fosse pressante biso- rifinito di forze sotto la sterza del sole co-
gno di ecclesiastici, intese a preparare la cenle, fu obbligato d'immergersi neh' ac-
leligiosa e virtuosa educazione, partico- qua per guadare i fiumi, e poi non po-
larmente nel sesso femminile, per meglio teva cambiar gli abiti finché non si fos-
diifondere le massime religiose. Ad onta sero asciugali sul di lui corpo: gii sterpi e
creila popoIazionesparpagliata,diflicdi gli i bronchi logorarono le scarpe, e lacera-
accessi de'luoghi, contenendo il distretto rono le veslimenta. L'esemplari fatiche di
d'un prete ICQ e anche 3oo miglia lun- questo esimio e zelantissimo vescovo fu-
go il lido, tutte le sue cure pose per se- rono prosperate colle divine benedizioni
parare l'educazionedellefauciulleda'ma- e con frutti larghissimi. Le ultime noli-
schi nelle scuole pubbliche, ch'erano sen- zie dello stato del vicariato apostolico di
za distinzione di religione e ove si promo- Terra Nuova sono le seguenti. 1 preti e-
veva il proselitismo alla chiesa proteslan- ransiaumentati di circa 3o, il maggior
te, quindi fondò una comunità di mona- numero essendo io s. Giovanni, in Har-
che. Conoscendo troppo estesi i distretti b()ur,inFerry-Land,inPlacentia,inKings-
o parrocchie a sovvenir gli spirituali biso- Cove. Le scuole caltolichegiunsero acir-
gni del popolo, essendo allora tutta l'iso- ca 3q, con precettori stipendiati da'geni-
la divisa in 4, h suddivise e formò altri di- tori de'fanciulli che le frequentavano. Le
stretti, ed un 3.° curato stabilì nella chic- scuole cattoliche e gratuite pe'poveri pa-
ga di s. Giovanni, così diminuendo le su e rimenti eransi aumentate, esistendone 5
rendite. Fabbricò le chiese di Iletty-llar- nel distretto di s. Giovanni, sostenute in
bour, di Portugal-Cove nel suo proprio pirte dal vicario apostolico, ed in parte
distietto , ed in s. Giovanni a sue spese ìÌ.ì elargizioni volontarie, frequentale da
slabih il nionaslero della Presentazione, un gran numero di fanciulli. Egualmen-
non ostante gliscarsi mezzi eseuza soccor- te erano accresciute le donzelle, che ricc-
TER TER 2,f)
vevano l'istruzione nel monastero della se assai regolarmente fabbricale: vi si tro-
rresentazione, con fiorente profitto. In- vano duecliiese, e SGocaseal/ilateda un
di furono inliodotte nella città di s. Gio- miscuglio di russi, tartari, moldavi, "le-
vanni le benefiche sorelledellaCarilà, per ci e sopra tutto arnjeni. Ad un 4.° di lo-

ia curade'malati e j)er altre pie opeie. l'el ga da colà trovasi un flirto di terra che
progressivo iucreiuento dello slato leli- contiene un buon piesidio, ed è deslina-
giosodi Terra JNuova, il regnante Pio IX, to a difendere il passo del fiume, non che
come rilevai nel voi. Llll,p. ipijCcHJ bre- a [)roleggere la fiontiera che (piivi era
ve apostolico de'4 giugno 1847, elevò il prima della conquista della Alohla via. E"
vicarialo apostolico a vescoviito, colla re- stata questa città fond;ita neli 7n3,alIor-
sidenza del vescovo ins. Giovanni, dichia- che dopo la presa di (Jschakoy russi far- i

randolo sulTiaganeo dell' arcivescovo di marono una linea foitificata Inii'^oilDiiie-


(^^r/rr//, nella provincia ecclesiastica del sler.Nel voi. LIV,p. 77, edaTARTAP.: \,
Canada, formando la diocesi coll'isole di narrai che pel concordato concluso tlal
Terra Nuova, Anticosti ec, e col territo- Pa[)a Fio IX colla Russia nel 1 847, fu sta-
rlo del Labrador, Eòoidandia, vasta [)e- bilita l'erezione del vescovato di rito la-
iiisola della parte orientale della Nuova lino in Cherson oKerson, C/zcrvo/^r// la
lìrelagna, ai sud del Basso-Canada , il cui città è capoluogo del governo omoni-
cui interno è ancora pococonosciuto, con nio nel Ponto Eussino, edi quali luo-^dii
coste abbondanti di pesci. Il Labrador nel fu formata la diocesi, mediante la bolla
1496 fu veduto da Sebastiano Cabota, Uiiiversalis Ecclcsiae cnrcijAii'i lu dio
iieli5oi vi giunse Corte Real, A cui le 1 848,suffraganeodel!a metrcpolitanadi

coste meridionali mostrandogli qualche IMohilow. Quindi nel concistoio de' 20


apparenza di fertilità la chiamò Ter rudi maggio 8 5o, siccome ricavo dalla propo-
1

Lidiorador, il quale nome cambiato to- il medesimo


sizione conci->toi iale , Papa
sto in quello di Labrador, s\ eslese a pò- promulgò peri ."vescovo mg,' Ferdinan-
co a poco a tutta Il Papa Pio
la penisola. do Elano Kahn domenicano della Gali-
IX dichiarò 1. "vescovoTerra Nuova il
di zia austriaca, benemerito missionario a-
benemerito mg.' Fleming, india'i4di- postolico, nel ginnasio di Grodno mae-
tembrej847 S''
die incoadiulorecon fu*- sliodellelingueledesca erussa, vice-mae-
lura successione mg.' Tommaso Mullock strudel ginnasio di Zabiatla, parroco di
de'minori rifurmati, vescovo di Tauma- PieveI, predicatore e curalo pe'tedeschiiu
co in partibiis,\\ quale gli successe a' 1
Riga e priore del suo convento. Di più
luglio i85o, ed è l'attuale vescovo. nella medesima proposizione si dice, che
TER.P1A PROMESSA./ . GiUDEAjSi- il Papa al vescovo attribuì per aiuto
due
EIA, Paiestiìva, Tridu. vcscovì sulfiaganei, uno con residenza in
TERRASANTA./ .Siria, Palestina, Saralow (l'.J. l'altro da destinarsi dal
Gerusalemme, s. Sepolcro Betlemme, , vescovo di Cherson nella provincia di
Nazareth, Presepio, e per questo anche 6' 70/-i,aV/. Che deputando
l'arcivescovo di
Teodoro I. Muhilow mg.' Casimiro Dmochowski e-
TERRASPOLoTlRASPOLfTe/vz- secutore della bolla, lo incaricò di slabi-
spolcii). Città con residenza vescovile di lire la decorosa cattedrale soUo quell'in-
Russia in Europa, nel governo di Clur- vocazione che credesse conveniente, con
vo/z o Rerson, capoluogo di distretto, a capitolo composto delle dignità del pre-
due leghe da Bender e più di 17 da O- posloedeirarcidiacouo,di4canonici com-
dcAsa, sulla sponda sinistra del Dniesler, prese le prebende teologale e del peuiten-
che la separa dalla Bessarabia. Le slra- ziere,edi altrocanonico parroco della cal-
de ne sono larghe e tirate u lilo, e le ca- tediale, il quale iu uuo alle prebende si
220 TER TE R
dovessero confeiiie per concorso, secondo riodo è 23 ore 56' 4', che forma il gior-
ii tlisposlo dal concilio di Tieiito, olire no; l'altro annuo d'intorno al sole si fa

alili 6 canonici, 3 de' ([uali mansionari. in un'orbita elittica nello spazio di 365
Clie si stabilisse una decente abitazione giorni, 5 ore, 49 jcheformano l'anno. Dal
per episcopio, e possibilmente vicino alla i.'di questi movimenti dipende ladiver-
cattedrale. Che si erigessero altre chiese sità della notte e del giorno, e per mez-
parrocihialijde'sodalizi, ilseuiinario dio- zo dell'ultiino rende ragione della ri-
si

cesano. Tas>òogni nuovo vescovo a pagare voluzione delle stagioni. Sino al 1666 a-
allacameraaposlolica fiorini 33, ed asse- veasi creduto la terra perfettamente sfe-

gnò [)er niensa448o rubli d'argento, ossia rica, ma poi si è conosciuto che il globo

1 co scudi romani circa. Nella nuova va-


1 terrestre è compressa un poco verso po- i

sladiocesi si contenevano più di i eoo cat- li boreale o artico, meridionale o antar-

tolici. Che il nuovo vescovo, dopo il pro- tico (sono due punti fissi, opposti diame-
cesso di detto arcivescovo, nelle sue ma- tralmente, e situati all'estremità dell'as-
ni emettesse la professione di fede, come se intorno al quale gira la terra), ed e-
a speciale ilelegalo della s. Sede. L'istitu- levato verso l'Equatore (o gran circolo del
zione della residenza vescovile in Cher- globo, che passando pel centro della ter-
soli non ebbe effetto che per breve tem- due eguali
ra, la divide in parli, che chia-
po, laonde IMolX mediante il decreto rid- mansi Emisferi) informa di sferoide, cioè

ia congregazione concistoriale, Ad prò- ehtlicao ovale. La circonferenza della ter-


ciiraiìdinii Cliristifidcliwn salitici?!, dei ra è stimata di circa 9000 leghe comu-
i8 febbraio i852, ha ordinato che ve- ni. Il ràggio terrestre, che sotto l'Equa-
nisse onninamente tolta da Chcrsou. la tore è di 1 433 legheeniezzo,ha reo quat- t

sede vescovile, e fosse trasferita nella cit- tro leghe di meno sotto poli. Il terremo-
i

tà di Tcrraspol, e che tutto il disposto to è lo scuotimento irregolare e spavente-


nella bolla Universali^, in favore di Cher- vole del globo terrestre, orribile fenome-
son,siapplicasse aTeiraspol. Intorno poial no assai frequente in Europa e in altre

capitolo ed al titolo della chiesa cattedrale, parti del mondo, tremendi effetti al-
i cui

ecco quanto dispose il decreto concistoria- lorché si sviluppano violentemente spar-


le di traslazione.Proptcrea illcinct £"- gono il terrore fra gli esseri animati. Al-
piscopatus noviter in Russiaca ditione cuna il terremoto si manifesta im-
volta

sub annox^^'ècrectus, itidemqne ipsius provvisamente e produce orribili cata-


prò tempore Antistes, ncc non Ecclesia strofi, il più sovente però questo fenome-
cathedra lis ci Capi taluni deinceps ha- no è preceduto da un sordo rumore e da
heant perpetue Teraspolcnseni dunila- muggiti sotterranei, più o meno forti, sen-
xat tìtuluniseudenoniinalioneni. Nel re- za una determinata direzione: per tal nìo-
sto il decreto si riporta in tutto al dispo- do si è avvertiti in bastevole tempo per
sto delia bolla L«/Ver.9(7.//'.s-,inc!usivamen- isfu2[2ire i disastri che reca. I terremoti si

te alla chiesa cattedrale e al suo titolo, ri- manifestano cou delle oscillazioni verti-
messo all'esecutore della medesima. Co- cali, orizzontali o circolari che si succedo-
sì in virtù del pontificio decreto , mg."^ no o si ripetono a corti intervalli. Le pri-
Rahn diverme i,° vescovo di Terraspol. me due specie di scosse sono spesso simul-
tei; REMOTO , TERREMUOTO, tanee, secondo le osservazioni fatte in ter-
TREMOTO,TREI\]UOTO,rt'7vwwo- ra e in mare nelle due parti del snondo.

tus,TerraeMolus.^c\\oinnev\\.o(\t\\ii ter* Talvolta l'azione verticale dal basso al-

VA o globo terrestre. Questo globo ha luo- l' alto produsse 1' effetto dell' esplosione

vimenti regolari, uno diurno, pel quale d'una mina. Gli antichi filosofiche inter-
la terra gira iulorno al suo asse, il cui pe- prelavauo la natura invece di studiarlfij
TER TER 5,9! I

celie per tal modo abliniidonnionsla fnl- sa di questi due lei'ilhili effolli. St- l'iil-

si siileiDÌ, ciiiiio lia loro d'opinione di- livilìi de'viilcani fpjando non trova e^ito

versa intorno la causa de'lorromoli. De- reagisce sul suolo e provoi:a i lerremoli,
niocrito , tra gli altri , li attribuiva agli reagiscono questi dal canto loro sui feno-
sfbrzi che facevano l'acque piovane, per meni vulcanici. Le crepature aiutano la

uscire da'vasti baccini cli'egli supponeva formazione de'craleri di eruzione e f.ivo-

trovarsi entro le viscere della terra, e in riscono le reazioni chimiche cbe il contat-
cui trovavansi in copia Iroppostrabocche- lo dell'aria genera in que'crateri. Il prof,
voie. Aristotile che ciò riferisce nel lib. 2 Barlocci , Cou^cttui-c .sulla origine /lei

delle 3/eleore, al cap. De Terrae mo- fuoehi viilcaiiiei. osservò che fra tutti i

tii^ pretendeva al contrario, che queste fenomeni della natura non ve n'è alcuno
stesse actpieconvertite in un volume d'a- che più colpisca l'ammirazione del (isico
ria per relFetlodel calore interno del glo- di quello del fuoco vulcanico. Gliaulichi
bo o del sole, non trovando alcuna usci- supposero nel centro della terra un
fisici

ta, sconvolgevano e sollevavano gli stra- ammasso di fuoco sempre in azione, clie
ti superiori della terra. Pretese Plinio.con denominavano fuoco centrale, e da (jue-
altri, che l'Egitto non soggiacesse al ter- sta ipotesi chimerica deducevano le cau-
remolo: Seneca che ciò riporta nel lib. 6, se de' terremoti e dell' eruzioni vulcani-
Ndl. cfuaest.ci>[). 26, non vi acconsente, che. Lemery fu ili.°ad attribuire i ter-
e dice piuttosto forse essere probabile per- remoli ad una fermentazione sotterranea;
che quel pae^enon ha sotterranee caver- poiché racchiudendo sotterra della lima-
le sue pianure
ne, essendo state formate tura di ferro e del zolfo umettali dall'ac-
dal lezzo portalo dal fiume Nilo, cliescor- qua, colle sneesperienze ne ottenne azio-
rendolorbido, pocoa poco le dilatò e ras- re e scuotimento. Questi sperimenti fu-
sodò senza vacuità sotterranee. Il p. Me- rouo contrastati da' fisici posteriori, ma
nochio, Stuore, 1. 1, cent. 4» cap. c)6: Si essi forse potrebbero bene interpretarsi e
riferiscono alcune opinioni degli aiiticlii comprendersi, acquistando forza e valo-
Jìlosojl circa il terremoto, e se questo re, secondo il Darlocci. Egli considerò i

si senta talvolta in Egitto, segue il pa- vulcani adiacenti alle rive del mare, ei!

rere di Seneca. Dagli antichi si credeva essere sìblretta la loro connessione con la-
che i piani umidi e paludosi fossero me- leelemento,cìie l'esistenza de'vulcani an-
no esposti al terreoioto, onde in tal silo lichi nella catena de'monti è una prova,
fabbricarono il tempio di Diana in Efe- che il mare ad epoclie remotissime rico-
so, come rileva Plinio; D)a l'esperienza prì quelle contrade. Il che dimostra la

dimostrò la fallacilà dell'opinione. 1 mo- grande influenza dell'acque marine nei


derni geologi, secondo il metodo d'inve- fuochi e nelle combustioni vulcaniche.il
sligazione più conforme alla sana fisica, Mare o Oceano è quell'immensa esten-
e tra questi il Culfon, pensano cheque- sione d'acque che circonda tutta la terra,

sle grandi crisi della natura sono dovu- ed abbraccia i grandi continenti oteira-
tea'fluidi elastici che dopoessere slati ri- ferma (due sono i continenti, il vecchio
tenuti e compressi nell'interno del globo, e il nuovo, detti anche l'orientale e l'oc-
giungono a sfuggire dalle aperture che si cidentale: il i. "comprende l'/i'^ro/J'?, ri-
sono fatte. L'eruzioni vulcaniche sono or- sia e Vy^fricajW 1° contiene V ylmerica
dinariamente accompagnale da terrem.o- colle terre Australi ossia V Oceania) del
li, e si sono veduti de'nuovi vulcani ri- globo da noiabitato. Col termine di ma-
cevere origine in mezzo alle scosse de'pae- re inoltre si esprime una divisione o por-
si cii costanti: per tal modo egli è verosi- zioneparlicolaredeirOceano,e chepren-
roile chedé'fuochisollerraneisienolacau- de il suo nome dalle contrade ch'esso

I
272 TER TER
circontla o da altre circostanze: così l'O- gnee sostanze non è considerevole abba-
ceano die circonda non meno il nuovo stanza, o se il vapore trova negl' interni
che il vecchio mondo, tutta la terra ed meati uno sfogo, avrassi il terremoto o
ogni sua parte, si divide in diversi mari, scuotimento, e rumore proporzionato al-
non già perchè abbia alcun limite, ma per la forza di esso, ed alla resistenza che in-
disliiiguerne con nomi più particolari le contra. IMolli credono che la sede de'fo-
suepnrti,a comodo de'navigauli percon- colari vulcanici sia po&la a gran profon-
trassegnare il luogo ov^ssi si trovano. In mare,eso-
dita al di sotto del livello del
generale l'Oceano fu diviso in 4 gran par- stengono ciò comprovarsi dal non veder
ti. di cui ciascuna chiamasi Oceano, corri- mai diminuito il volume apparente delle
spondenlia'grandi continenti o alle gran- montagne vulcaniche dopo lunghe e rei-
di isole della terra, cioè l'Oceano Atlan- teraleeruzioni,e dopoavereeruttalo una
lieo, il Facifico,riperboreo, l'I odiano, l'Ar- prodigiosa quantità di materia. Dalle loro
lieo e Antartico ossiano i mari situali sot- osservazioni vienedimostrato quanto sie-

to i circoli polari ed i poli. Molti dotlina- noprofondi ifocolari vulcaniciecomel'ac-


luralisli provaronodalprodigiosoammas- qtia debba influire nella produzione de'
so di conchiglie che si trovano nel seno fuochi sotterranei. Vi fu nondimeno chi
della terraindistanzepocograndi dal ma- sostenne l'esistenza di vulcani secondari
re, che questo ha coperto una volta gian formati sulle pareti degli antichi , e chi
parte di quella terra che noi abiliamo;che congetturò che il loro focolare si formas-
il suo fondo è composto presso a poco de- se nelle lave già fuse e condensate. Vi so-

gli stessi elementi del reslodella terra, tro- no anche vulcani sottomarini, l' esisten-
vandovisi le materie slesse, ed oltre il salse- za de'qualisi conobbe dalle isolette e da-
dine contiene il suo letto materie bitumi- gli altri fenomeni che produssero. Ove Te-
nose.Tutto prova che mari produssero i ruzioni cessarono da gran tempo, i ler-
scmpre sul globo cand)iamenti, sparirono remoti che ne sono, a così dire, le appen-
in un luogo, talvolta lasciando laghi, e dici, si fanno sovente sentire. Si è vedu-
comparirono in im altro. Esistendo degli lo nelledi verse eriìzioni l'acqua rovesciar-
strati di miniere nelle viscere della terra, si a gran gorghi da'crateri, mescolata ad
e ne'Iuoghi confinanti al mare, non meno avanzi di conchiglie e di pesci, tanto di
che materie combustibili atte a destare mare che di lago; onde si vuole che ogni
iìamnie e caloie ali. "urto, vogliono al- cosa resterebbe in quiete, nelle viscere
culli che acque marine filtiando pe'
le della terra ede'vulcani, senza il concor-
nieali sotterranei accendano le materie, e so fluido dell' acqua, e per suamancan-
il suolo annunzia tremando a'vicini con- za molti vulcani si estinsero. Malgrado
torni l'azione delgrande elaboratorio, e che vulcani occuparono tanto la men-
i

fusa e preparata la lavala spinge con vio- le de'fìsici,sono ancora avvolti nelle te-
lenza dalla sommità con terribili espio- nebre i Il geologo Breislak
loro fenomeni.
sioni. Leggo nell'avv. Castellano, Spcc- Insli'uctiniis gcologiques, opina doversi
chio gi'ogì-iif/co,av[. ^, Fcnowcjii e Die- ripetere l'origine de'terremoti da caver-
/ro/'(%cheda'vapori nitrosi esulfurei chiù- ne sotterranee. Altri poi pensano, che la
si nelle viscere della terra, sono prodotti realecausadel terremoto è completamen-
i fenomeni de'teiremoti e de' vulcani, se- te ignorata , ad onta che le recenti sco-
condo la più probabile opinione. Nel ri- perle abbiano arricchito di nuovi lumi la
scaldarsi e inliammarsi delle materie fer- scienza; e tutlavolla si confessa non es-
mentate, il fuoco, ove non rinvenga spi- sere questi sufficienti a dissipare quel ve-
raglioj siapre col sollevar la terra una via, loda cui sono involti naturali fenomeni,
i

ed ecco il vulcano. Se la quanlità dell'i- Non senipre le meteore atmosferiche, e i


TER TER 9.9.

neml)i procellosi nccompngnarono i lev- In scella tìi nn suolo meno snsceltibile di

resti i scuolimenti; anzi d'ordinario a eie! scuotitnento su cni piantarli, nella solidi-
sereno è la terra agitata dal lei remoto, il tà che dipende dalla fcnacilà delle mal-
sollerraneo rimbombo, il sordo fragoreco- te o impasto di calce con arena o con al-

me di detonazioni in distanza, che precede tre simili materie; dalla stabilità de'fon-

e accompagna rpiesti fenomeni, annunzia da nienti, e da Ili mi te di elevazioneda dar-


la profondità del centro di azione. Lescos- si alle mio ve case, die debbono mantener-
se ondulatorie e concussorie con profon- si basse, connettendone e collegandone i

do e sotterràneo mormorio, sono capaci muri per mezzo di spranghe, ossia cate-
a superare le piti valide resistenze con u- nedi lerro,per garantire così per quanto è
na forza invincibile, che rovescia da'fon- possibile la sictuezza degli abitanti pel ca-
damenti gli edifici più solidi, che ruppe so di nuovi disastri. Raro è poi che i ttr-

e divise i continenti, che fece sorgere del- remoti si rinnovino con frequenza e col-
l'isole dal (ondo del mare e improvvisa- la stessa intensità. Quando la natura ha
mente le nascose, e per cui nelle rivolu- in qualchecatastrofesfogalo l'impeto del-
zioni del globo cambiò d'aspetto la sn[)er- le indomabili sue forze, v'èd'ordiiuirio poi

fìcie della terrò. Se l'azione di certi terre- lungo intervallodi tregua, prima che tor-
luoli non estenxlesi qualche volta che a nino a riprodursi le stesse combinazio-
piccolissime distanze, altre volle però ab- ni e circostanze come attesta la storia dei
braccia una estensionedi paese immenso, cosmici avvenimenti. A misura che lefor-
L'8 settembre del 60 vi i t ebbe un ter- ze motrici vanno a scemare, decrescono
remoto sì violento in quasi tutta I' Eii- corrispondentemente i loro ell'etli , si e-
ropa e che si fece sentire sino alle
l'Asia, stingile finalmente il fomite delle inter-
foci della Neva. Tra' disastrosi fenomeni ne accensioni e de' terrestri scuotiineii*
cheaccompagnanoi terremoti,eche ram- ti, e si ristabilisce l'equilibrio nelle tur-
inentai parlando de'più terribili, vi so- bate leggi della natura. De'vulcani priu-
no montagne odi
quelli delle cadute di cipali, come formatisi, parlai a'Ioro luo-
gravi scoscendimenti delle medesime, e ghi, come a SicitiA e Napoli descrissi i

diversi esempi ne ricordai a Svizzera, loro famosi vulcani dell'Etna e del Ve-
Quanto a' mezzi di difesa che si suggerì- suvi?),e delle loro rovinose eruzioni. Co-
scono, sono stali riconosciuti inefllcaci al sì a'Ioro luoghi deplorai le funeste conse-
riparo de' teri emoli i rimedi proposti, co- guenze de'più terribili terremoti, come
me gli artificiali allagamenti, i pozzi ar- da ultimo feci del recente di I\ftpolIii,c\e.
spranghe fiankliniane, dispen-
lesiaui, le rovine che produssero adequando talvol-
dioseoperazioni senza felice risultato. più I la al suolo intere città e luoghi, con in -

savi provvedimenti presi finora da'gover- numerevoli vittime umane. La s. Scril-


ni in queste terribili vicende furono con- tura parla di molti terremoti delle terre
formi a quelli già messi in pratica un ten)- d'Israele, ed uno de'più notabili fuquel-
po dagli antichi romani, che si usano dai lo accaduto nell'anno 27." delregnod'O-
giapponesi e dagli abitanti dell'isole Fi- zia : in molle occasioni lagionando essa
Iippine,e che fuiono seguiti inCalabria do- de'terremoli esimili flagelli, lo fa soltan-

po tremendissimo terremoto del 1788.


il lo per dichiarare la grandezza e il pote-
Quesli si riducono ad allontanar gli abi- re di Dio. Di tale terremoto fece menzio-
lanli da'luoghi più minacciati da' terre- ne Amos nel principio di sua profiezia; e
moti, e ricovrarli per il momento sotto l'altro profeta Zaccaria colle parolei/i"////-
tende, capanne e abitazioni di legno; e a facic tcrr(ieìììntu<!,
^iclissiriit fiii^islis
ne'regolamenti da darsi per la coslruzio- in dichusOziar re^is Judar.\ terremoti
uè de' nuovi edilizi the consistono nel-, de' tempi antichi non ci sono noli se non

I
?.24 TER TER
iiiiperfelfamente, quindi la storia comin- angoscia; i coccodrilli dell'Orenoco, ordì
ciòa registrare le pii^i importanti catastro- nariamenle mutoli come le nostre lucer-
fi che epoche sparsero de-
nelle diverse tole, fuggono Talveo crollante del fiume,

solazione e rnina. Se si potesse avere no- e corrono ruggendo alla foresta. Un ter-
tizia dello stalo giornaliero della superfi- remoto si presenta all'uomo come un pe-
cie terrestre tutta intera, sarehbesi ben ricolo indefinibile, ma per ogni dove mi-
tosto probabilmente convinti che cpiesta naccioso. Ci è dato allontanarci da un vul-
superficie è sempre agitata da scosse in cano, di evitare un torrente di lava; ma
«pialcnnode'suoipunti,e trovasi incessan- quando la terra trema ove fuggire? Cre-
temente sottoposta alla reazione della desi dicamminareovunque sopra un cen-
interna.Quando si considera la fre-
rilassa tro di distruzione. Fortunatamente non
quenza e la universalità di questo feno« può la nostra anima rimaner così com-
tuenOjprovocato senza dubbio, sia dall'al- presa per lungo tempo, e quelli che abi-
ta temperatura, sia dallo stato di fusio- tano paesi ove sono deboli le scosse e si
i

ne degli strali inferiori, comprendesi che succedono a corti intervalli, provano ap-
sia indipendente dalla natura del suolo in pena un senso di limoie. Dice inoltre il
cui si manifesta. I mezzi che sonosi im- barone d'Humboldt, che sulle coste del
maginati per studiare le onde di scuoti- Perù è sempre sereno il cielo, ma il tuo-
mento pendulo e la lazza sisoiometri-
(il no sotterraneo che accompagna le scosse
ca) indicano con bastante esattezza la lo- del suolo rimpiazza il tuono delle nuvole
ro intensità totale; ma non già il loro e de' temporali. Eppure in grazia della

alternarsi o la periodica intumescenza. lungj\ abitudine e dell'opinione molto dif-


Grande e profonda è l'impressione, non fusa, che due o tre sole scosse disastrose
che reffelto singolare che un primo ter- sono da temersi nel corso d'ogni secolo,
remoto produce su di noi, sebbene non non danno a Lima i terremoti maggior
sia accompaguato da veruno stre[)ito sot- apprensione di quella della grandine nel-
terraneo. Questa impressione non pro- lazona temperata. 11 Cancellieri ne! J\L'r-
viene, secondo il bai oned" Humboldt, dal rr^/o, diceche Gio. Datlisla Passeri chia-
presentarsi allora in folla alla nostra men- n»ò il flagello del terremoto: Colpo di
te le immagini delle catastrofi di cui la riserva dell' ira celeste, nato dopo l' ar-
storia conservò la memoria. Noi siamo chitettura. La Chiesa riguardandolo qual
colpiti dal perdere a un trattola nostra fi- flagello di Dio ne implora la cessazione
ducia nella stabilità del suolo. Abituali con \)\\\ih\\c\\ePciiìtciize,Prcgliicre, Pio-
sino dall'infanzia al contrasto della mo- cessìOìii, Giubilei e 7 oli (f^.). Uve sono

bilità dell'acqua colla immobilità della le altre principali calamità con cui Dio

terra, la nostra sicurezza era corroborata suol visitare i popoli e le nazioni: la fa-
da ogni testimonianza de'nostri sensi: tre- me, la peste e la guerra. Queste e il ter-
ma il suolo, e quel momento basta per di- remoto egli manda per avviso, o per ca-
struggere l'esperienza di tutta la vita; una stigo, e niun luogo va esente dalla sua giu-
potenza sconosciuta e subitanea si svela; sta ira. Il Piazza ueW Emei'ologio di Ro-

la calma della natura non era che un'il- ma, p. io6, Digvessioneii, riferisce che

lusione, e ci sentiamo a un trailo violen- venne curiosità ad alcun erudito scritto-


temente un caos di forze di-
lanciati in re, di cercare la cagione perchè dagli an-

struttive. Ogni romore, ogni sofllo d'a- tichi romani, che non lasciarono supersti-
ria eccita allora la nostra attenzione; sia- ziosamente destinare la turba de loro fal-

mo in dididenza sopra lutto del terreno siDei a qualsivoglia loro pubblico e pri-
sul quale ci muoviamo. Gli animali, spe- valo bisogno,con corrispondenti vocabo-
cialmeute i porci ed ì cani, provano tale li al patrocinio che ne iavocavauo, niu-
TE li T E Pu :>:^T

no ne assegnarono a proteggerli contro i patrono s. Emidio vescovo d'Ascoli nel


violenti scuotimenti delhi terra, e IMacro- l'icenoe martire. Imperocché consagratp
bio volle spiegarne la r.igione ne'Salitrna- da l^apa s. Marcello I a vescovo di tal città,

iihh.'j.'ìSì risente allora la terra per ven- con facoltà di predicare il vangelo pel re-
dicare dispetti che si (anno a Giove To-
i sto della Marca , nel suo primo ingresso
nante e Vendicatore; ontle non v'ha tra in Ascoli, oltre l'indefesso zelo pastorale
gli Dei chi voglia impicciarsi a trattene- impiegato a suo vantaggio, la bberò colle

re il castigo, o perorare pe' delinquenti sue orazioni *\,\ furiosa scossa di terremo-
mortali, toccando a lutti la loro parte del- to che minacciava di abbatterla. Per que-
lo sdegno, del risentimento e della ven- ste e altre miracolose operazioni, fu da'
detta". Cicerone pure con frase da gen- gentili venerato per Giove; ma egli da
tile nel!' Aurusp. /•(».yy;o//., disse che
O/v//. tale credula superstizione ne trasse fe-
il terremotoera una voce de'suoi Dei im- condo profitto per converliili alla fède,
mortali. /ì(ro/Y/«m//a,y?;o codciìi IcìiijìO' facendo prodigiosamente scaturire l'ac-
re inPìcaciio potentìa imiitiontitrfactHa qua per battezzarli. Grande è (Uuiqiie la
terremotus cimi quibusclam metuciidis divozione verso il santo nel cristianesimo,
rebus eie, etenìm Deorum immortalìiun che con più fervore I' invoca nelle cala-
vox est, et per oratìo judìcanda etc. Ma mità che sovrastano negli scuotimenti del-
con più savio accorgimento preso dal lu- la terra. Il p. Antonio Appiani gesuit^i

me della fede ne tolse il dubbio a'fedeli scrisse la ì ila di s, Emidio vescovo d' A-
con un solenne rimpiovero al suo popo- scoli e martire, con un ragguaglio delhc
lo di Costantinopoli dal trono patriarcale città, Roma i 7o4.De'principali terremoti
il gran s. Gio. GrTsostomo in somiglianti di nostra era, oltre gli storici e geologi che
terribili frangenti, dicendo. "Eiasi da voi ne trattarono il Rinaldi,
riferirò In fine,
grandi e plebei ormai perduto il linguag- negli Annali ecclesiasticij\\ p.Menochio,
gio dell'osservanza de'precetti divini; ed Stuore, t. 2, cent. 8.'\cap. 13, D'alcuni no-
eravate divenuti sordi minacce del
alle tabili terremoti, dc'auali si fa /nenzionc
cielo, contumaci e superbi. ÌNè baleni, uè i nell'istoriejeSenneiWfLett.ecclA. 3, lett.

i tuoni, uè le furie de'venti, né fulmi- i


3q , Perclù. dalla venuta di Cristo al
ni, né le inondazioni deiracque,nè le guer- mondo sieno pili frequenti i terremoti.
re e le pesti, o altri flagelli aveano po- Con essi precipuamente, col barone d'
tuto mettere freno alla vostra insolenza Humboldt e con altri naturalisti e geo-
rubelle, che svergognatamente si abusa- logi, vado a ricordare qui i principali.
va delle niisericoi die del Signore. Ond'e- 11 dopo aver notato che la s.
Sarnelli
ra di mestieri riscuotervi dal contumace Scrittura nell'antico Testamento propria-
letargo; che a'figliuoli degli uomini per- mente non parla che del già ricordato ter-
duti nella vanilìi della terra, si valesseap- remoto, riporta leopinioni di Plinio e del
punto, e del terribile linguaggio del ter- b. Alberto Magno sulle cause materiali
remoto, esordi alle voci del cielo udissi- che producono i terremoti ; indi riflette
voa vostro malgrado quelle della medesi- coll'angelico s. Tommaso, che il terremo-
ma terra. "Questa traballando, minaccian- to principalmente è cagionato da Dio giu-
do formidabile lo sterminio di città e ca- sta il detto di David nel salmo io3; Qui
stelli, e di seppellire sotto le rovine o in- respici t terram , et facit eam tremere ;
goiarne la terra gli abitanti, i cristiani con secondariamente è causato dal vento, e se-
fiducia in ogni tempo implorarono la di- condo quest' ordine secondario, dice che
vina misericordia, per la possente inter- non ogni luogo ha la disposizione neces-
cessione della B. Vergine e de' santi pro- saria per radunarla materia chepiodu-
teltori , venerandosi principalmente per ce il terremoto, come sono i luoghi ca-
VOL. LXXIV. i5
126 TER TER
vernosi, die non sieno umiili e acquosi, Perlo slesso lerremoloaprironsi i raonu-
poichè ivi le cnveine si empionuan^i d'ac- nienti sepolcrali submbaiii a Gerusalena-
qiie, die di esalazioni e vapori. Rammeo- me, e molli corpi cle'sanli risuscitarono,

la il Sarnelli alcuni terremoti avvenuti a ed entrati in città apparirono a molti,


vanti l'era volgare in diversi luoghi, e clie Quando poi l'angelo discese dal cieloper
nel 537 di Roma la terra Riscossa Sj voi- rivolgere il sasso del sepolcro del R.eden-
te, più terribile essendo stalo quello del tore, avvenne altro gran terremoto, che
663. Ma i terremoti dopola venuta di Cri- nell'istesso annosi rinnovò per la venuta

sto furono [liù frequenti e più dannosi ,


dello Spirito santo nel cenacolo, Nell'an-
onde Plinio che avea su di ciò studiatogli no 5i essendo s. Paolo col discepolo Sila
scrittori che l'aveano preceduto, ebbe a prigioni in Filippi, improvvisamente un
dire: Maxìinus tc/'iuw, incnioi-ia lìiorta' terremoto scosse da' fondamenti il carce-
lium,extitiììotus Tiìicrii Cacsaris pi-iii- re, si aprirono tutte le porte e si ruppero
cìpatiixii Vrhihus Asine iinanoctc prò- le catene di tutti. 11 i.^segnile che il Ve-
stratis. Sì crede che morissero più di suvio die di sua esistenza, fu il teiremoto
i5o,ooo persone. Alcuni monti si avval- dell'anno63,e molli vilhiggi inabissarono,
laroiio, alcune pianure si hollevarouo, e Si rinnovò nel 79, efi allora che restai 0110
getti di fiamme si lanciarono a traverso S('polteStabia,Ercolanoe Pompei. Nel 1 i
7
le fenditure del suolo. Avvenne ciò nel- la città d'Antiochia fu da giandissimo ter-
ranno 17 ovvero igdi Cristo e 3. "del- remoto abbattuta, mentre era vi l'impera-
r impero di Tiberio. Questi a sollievo e toreTraiano,eperciòaccorsavi moltitudi-
visloro di tali rovinate città rimise loro iiedigente: bollì il mare, tremò la terra,

i tributi. Se nell'antico Testamento le cadilero le mura della città e le case, e


minacce de' divini castighi erano la fa- dove non eranvi edilìzi si sollevò la terra
me, la peste, la guerra, flagelli che Dio con isirepito orrendo, Irn'fulmini e i ven-
fece proporre dal profeta Gad a David li impetuosissimi. II popolo non trovan-
perchè scegliesse onde punirlo; nel nuo- do scampo a fuggire, per la folta caligi-
vo Testamento furono minacciali ter- i ne e polvere alzatasi, perì e restò sepolto
remoti, anche per la fine del mondo, di- tra le rovine con immenso numerosi su-
cendolo ne' loro Evangeli, s. Matteo: Jst perstiti morirono di fame, e Traiano fu
Icrracwotus per loca ye s. Luca: Et ter- tratto da una finestra. Dichiara il Baro-
raemotus magni eriiut per loca Co- nio essere ciò avvenuto per l'uccisione del
minciaiono quindi i terremoti a rinno- vescovo s. Ignazio, poiché Dio con somi-
varsi nell' anno 34 di nostra era. dalla glianli sterminii vendica la morte de'san-
Passione e morte di Cristo quando non ti. ìN'elaii Roma fu agitata dal terremo-
che le monti stessi si spezzarono,
pietre i to. Nel ^43 fu tanto terribile il terremo-
Nel Calvario ove Gesù Cristo morì sid- lo, che aprendosi la terra perirono città
la croce per la redenzione del genere u- e popoli. INel 263 pegli strazi falli a'eri-
mano, ancora a' tempi d' A.dricomio si stiani, le prov-incie dell'impero patirono
vedeva la larga e profonda apcrluia ca- funesti e lagrimevoli mali , molti lerre-
gionata da quel lerremoto. Oltreché in moli, tenebre e tuoni mugghiando la fer-

Gerusalemme, in altre parli ancora del ra, onde molte fabbriche subissarono co'
mondo ruppero monti, come quello
si i loro abitatori , altri morendo di paura.
d'Alvernia in Toscana, e il promontorio Più di tutte soffrirono le città d'Asia. A-r
di Gaeta, il che attestano gli abitanti per perlasi la terra in molli luoghi, ne usci-
antica tradizione. Narra
s. Girolamo, che rono acque salse, ed il mare inondi) va-
per questo tremendo terremoto cadde rie città. Nel 34o nell'ariana persecuzio-
l'archiUave del tempio di Gerusalemme, ne, l'ira divina subissò intere città, recan-
TER TER 127
do desolazione in piìi luoglii: s. Efiem ri- Teodosio I il G/Y///(/<', tuibnndosi in vn

niovò quelli che altiibuiscono a cgioni 1 ie guise con terremoti, dìiuvi d'acque e
naturali terremoti e non alle divine mi-
i insolite caligini : oltre le altre provincie
nacce, narrando che monti d'Armenia i d'Oriente, dal terremoto fu scossa la Pa-
si disunirono e dibatterono insien)e,uscen- lestina, nel recarvisi di Spagna 1' impu-
done fumo e fuoco, e poi si riunirono. JNnl rissimo Vigilanzio, e ralferuia s. Girola-
343 fu distrutta dal terremoto Neoces.i- mo. Durò dal settembre al novendtre, e
rea di Ponto, tranne la chiesa, ove restò molte città e castella restarono ingoiate.
salvo il vescovo e gli altri che vi si tro- Nel terremotodiPalestinadel4i 9 più Ino
vavano, preservazione attribuita dall'es- ghi furono distrutti. Nel 43 1 meraviglio-
servi sepolto s. GregorioTaumalurgo.Nel so fu ilterremoto che scosse la camera del
358 volendo imporaloie Costanzo ce-
1' moriente s. Paolino vescovo tli Nola. Nel

lebrate un concilio d'ariani iti Nicomedia, 445 o 44^^ insorse quel terremoto che fu
mentre i vescovi erano in calumino la cit- più funesto de'precedeuti nella celerità,
tà subissò per divina vendetta. Racconta nella durata e nelle deplorabili rovine,
Ammianoche nel principio del giorno 24 prolungandosi quasi 6 mesi per tutto il
agosto alcune nuvole oscuraioiio il sole mondo, rovinando innumerabili edilizi in
e l'aria in modo che non si disccrnevano Costantinopoli e aitrove,ed apertasi la ter

le cose più vicine impe- ; indi levaronsi ra molti borghi inghiottì. Improvvisa-
tuosi venti,! quali percuotendo monti ca- i mente si seccarono molte fonti, e in vece
gionarono orrendo strepito, e nel lido del scaturirono altre acque. Si formarono
mare tremendo fragore, che accompagna- nuovi monti , il mare uscì dal suo letto
li da furiosi turbini produssero il terre- e gettò fuori con gran impeto pesci di smi-
moto che rovinò sino da" fondamenti la surata grandezza, sommergendo molte i-

città e i sobborghi. Tra Io spavento uni- sole cogli abitanti, che più non apparve-
versale e i lamenti de'miserabili che pe- ro, lanciando navi sulla terra. Spaventati
rivano, il fuoco Iraspoitalo dal vento per gli abitanti di Costantinopoli dalla cadu-
5o giorjii e altrettante notti arse tutto- ta degli edifizi e di Sj torri, e dubitan-
ciò ch'eravi restato, morendovi pure il ve do che rovinassero tutte le f d^briche
scovo Cecropio successore d'Eusebio nel- uscirono fuori della città coli' imperato-
l'eresia ariana. In altre parti d'Asia resta- re Teodosio II e il vescovo s. Proclo, ed
rono ingioiate dalla terra piìi dii5o tra in campo aperto fecero orazione e dicen-
cittàe luoghi. A'2 luglio 365 furono per1 do con lagrime le litanie; quando alla
tuttoii mondo terremoti improvvisi eor- vista di tutti un flinciullo s' innalzò ra-
ribili, la cui narrazione sembra quasi fi- pito verso il cielo e disparve. Disceso in
volosa pel complesso degl'inauditi disa- terra narrò all' imperatore e al vescovo
stri. mare con grandissimo im-
Uscito il d'aver udito dogli angeli cantare il Tri-
peto, sommerse molte città isole e in- , sagio (}'.J
in lode di Dio, avanti a lui,
numcrabili popoli: allagò la terra così di- ciò detto spirò. Allora s. Proclo ordiuòal
sordinatamente, che le navi rimasero in popolo di cantare le udite parole per pla-
secco ne'precipizide'monli.Renevento im- care l'ira divina, e il terremoto cessò; on-
mensamente soifiì. Nel 368 furono nel- de Teodosio II e Pulcheria decretarono
l'Asia grandissimi terremoti, che abbat- diesi cantassero per tutto il mondo. Que-
terono Nicea, come riferisce s. Gregorio sto cantico o inno fu appi-ovato dal con-
Nazianzeno, il cui fiatello Cesario que- cilio di Calcedonia , registrandosi il mi-
store fu miracolosamente preservato dal- racoloso avvenimento per memoria nel
le l'ovine. Nel 394 dice Ambrogio, gli
s. Menologiode'greci a'24 settembre. A'o.S
elementi deplorarouo la vicina morte di settembre 447 '"^ Costantinopoli si ria-
128 TER TE R
novo lungo lérremoto, il quale
orribile e te percorrevano la città distribuendo li-

iliioccò molle chiese, più casce altre fal>- mosine e vesti a'bisoguosi; nmlti si con-
biiclie, con grande uccisione di uomini vertirono dalla rea vita che menavano.
e di donne : il disaslro fu foriero di gravi Nel 5S5 chiaro si manifestò il giudizio di
mali per la Chiesa, poiché Zenone impe- Dio negli antiocheni persecutori di Gre-
ratore ch'erasi finto cattolico, tosto si ma- gorio loro vescovo, mentre il suo nemi-
nifestò perfido eretico. Nel 449 disastro- co Asterio e cagione di tutti mali a'3o i

so fu terremoto del Ponto, cadde gran-


il settembre flice va le nozze con festa di tut-
dissima parte della riedificata città di Neo- ta la città; dopo il crepuscolo un impe-

cesarea, ma la chiesa in cui si venerava tuoso terremoto la scosse terribilmente,


ilcorpo di S.Gregorio Taumaturgo an- ne abbate gli edifizi, e per le rovine mo-
chequesta volta restò illesa. Nel SiStuo- rirono 60,000 persone d'ogni stato e in-
slrò il Signore sopra Antiochia, divenuta clusi vamente ad Asterio: il vescovo e quel-
scuola d'eretici, la visibile sua giusta ven- li ch'erano con lui restarono salvi, ben-
detta; imperocché di repente nell'ora del ché cadesse la casa ove stavano. Morì nel
desinare un istraordinario terremoto spar- 590 Papa Pelagio II dopo aver sofferto
gendo impetuoso vento, questo trasportò Roma nel suo pontificato l'inondazione
il fuoco delle cucine, che abbruciò gran del Tevere (J .), terremoti, la carestia, e
i

parte della città, mentre 1' altra cadeva la Pestilenza (T .) per la quale peri L'o-
per le violenti scosse della terra, e vi re- riente, Roma e l' Italia nel 6j5 furono
stò sepolto il vescovo Eufrasio con altre flagellali da orribili scosse di terremoto e

innumerabili vittime. Le vittime umane dal mal di lebbra. Nel 7400 74» imperan-
furono innumerabili. Questo castigo a- do Leone III ì'Isaurieo, furioso persecu-
vea predetto s. Teodosio il Cenobiarca a' tore delle ss. Immagini e de'caltolici, die
suoi monaci. Caddero anche molte città Iddio manifesti segni del suo giusto sde-
di Grecia nel terremoto del 552, mentre gno, poiché a'26 ottobre si scosse tulio
Giustiniano 1 perseguitava la Chiesa e il Levante, e pel terremoto furono abbat-
Papa Vigilio in Costantinopoli, e si su- tute molte città e adequate al suolo: in

bissarono altri luoghi. Nel 553 sotto lo sles- Costantinopoli atterrò chiese, monasteri
so imperatore l'orribile teri emolo scosse e più altre fabbriche, colla morte di mol-
Costantinopoli e altre città d'oriente, ro- ti seppelliti nelle rovine; caddero e fra-
vinò Berito nella Fenicia, e tremò Ales- cassarono le statue degl'imperatori, ove
sandria nell'Egitto, che Plinio avea pre- l'empio Leone III avea distrutte quelle
teso non soggiacere a commozioni di ter- del Salvatore e de'sanli, e poco dopo mo-
come rilevai di sopra. Nell'inverno del
ra, rì.Nel 74^ alla siccità si aggiunse ilao-
557 a mezza notte scoppiò il terremoto nosissimo terremoto massime nell'Egitto;
in Costantinopoli, e per ogni parte non laonde i monti nell'Eremo di Saba si con-
si udirono che pianti e disperate strida, giunsero insieme, e furono assorbite delle
uscendo tutti tremanti di paura dalle ca- castella. Nel 746 da'5 agosto ali.° otto-
se nelle pubbliche vie, raccomandandosi bre furono caliginose tenebre e poi un or-
fervorosamente a Dio: nelle rovine restò rendo terremoto nella Palestina e per tut-
sepolta una gran moltitudine di popolo. ta la Soria, collamorte d' innumerabili
Durò il terremoto più giorni, e il timore persone, rovina di chiese e monasteri. Ol-
e lo spavento fu accresciuto dallo spar- tre a ciò, la peste cominciata in Calabria
gersi nel volgo che|stava per finire il mon- e Sicilia, si dilatò per l'Epiro, per l'isole
do. Alcuni lasciando onori e beni, questi del mare Egeo, e penetrò in Costantino-
donarono alle chiese e si ritirarono nella poli, ove per 3 anni fece tanta strage che
soiitudiue e ne'raoDtì. I principali di nol- spopolò tillà e sobborghi, appena reslau-
TER TER 1 29
do luoghi per tumulare morti. Mandò i d'ordinare sacerdoti e quan- altri ministri,

Dio questo flagello per frenare l' icono- do la sera dell'Ascensione deir862, Id-
clasta Costantino Copronìmo,vaa l'em- W dio l'ammonì con un grandissimo terre-
pio cuore del nuovo Faraone restò indu- moto,cheduròper tuttala seguente notte.
rito. Nel 74o '"^ Soria alcune città furo- Uscì ali'unprovviso dalla terra e dal mare
no distrulle dal terremoto, altre rovina- un suono confuso, che riem[)ì tulli di spa-
te, altre da'monti trasportale intere ne' vento.La famosa Mecca lo solfrìneir867.
campi a 6 miglia distante, e si aggiunge Neil' 896 o 897 un terremoto in Roma
cogli abitanti e salve! Nel 789 a' 18 feb- fece gravi danni, e rovinò la basilica La-
braio tale fu il terremoto che ninno osa- teranense, e perciò ne riparlai a ss. Te-
va dormire in casa, tutti dimorando al- ste, per quelle de'ss. Pietro e Paoloche ivi
l'aperto sotto tende e padiglioni, e l'im- si venerano. Nel 986 il teiribile terremo-
peratrice Irenecol figlio Costantino V an- to commosse Costantinopoli, le provincia
dò a s. Mamante.801 a' 2 5 aprile Neil' di Grecia, ed altri luoghi, fra'quali Bene-
Carlo INIagno da Roma andò a Spoleto, e vento, ove caddero 1 5 torri, sotto le quali
mentre vi dimorava a 2 ore di notte del 3o restarono i 5o persone. In Roma nel io i
7
un tremendo terremoto scosse laFrancia ,
nel venerdì santo seguirono venti così ga-
la Germania e l'Italia, subissò molte cit- gliardi, e sì spaventevole terremoto, che
tà e monti. Il celebre altare della confes- Oììincs pene romani mortai swit , terni

sione della basilica Ostiense restò schiac- christiani, quamjudaeij


perchè al- e ciò
ciato con tulli i suoi preziosi ornamenti cuni ebrei nel giovedì santo aveano cro-
per la caduta del tetto: a lutto riparò s. cefisso un'immagine di Gesù Cristo, on-
Leone III co'soccorsi di Carlo Magno, on- de Benedetto Vili fatti decollare rei, i i

de rese il tempio piìi ricco e brillante. A. venti si quietarono, come con altre noti-
Litanie minori delle Rogazioni, notai che zie sui terremoti ricavo dal Bernino, ///'-

nel secoloV furono in Francia istituite o storia dell'eresie. A' 23 agosto 1064 il

ristabilite da s. Mamerto, per ottenere la terremoto in Costantinopoli rovinò molte


cessazione de'terremoti; e che per quelli chiese , e in Nicea cadde il grandissimo
deir8o Leone III le stabilì in Roma
I s. tempio di s. Sofia e i monumenti degli an-
e poi l'uso si propagò per tutto il cristia- tichi re. 1 terremoti afflissero neli 100 Si-
resimocomedissiaPRocEssiONE. Neir847 racusa, e nel i I I 7 tutta Italia, durando
un fiero terremoto scosse tutta Roma, ed il movimento in Lombardia 4o giorni col-
abbattè da'fondamenti quasi tuttala cit- l'abbatlimento di moltissime case, e una
tà d'Isernia, colla morte di molto popo- villacambiò sito: in Milano precipitò u-
lo e del vescovo : anche Benevento pali na torre. Neh 123 recatosi Onorio II ia
grandi rovine. Ricordevole è 1' 856 per Benevento, uno spaventoso terremoto ad-
un terrenjoto generale, che scosse la su- dolorò la città peri 5 giorni, abbattè le
perficie di tutto il mondo allora noto. Nel- mura, scosse le torri e tutti gli edifizi: il
1' 860 la Persia e la Siria furono scosse Papa per le pubbliche preci immune ri-

dal terremoto. Neir86i Costantinopoli fu partì per R.oma. Grave


28 fu il ter- nel 1 1

scossa da gran terremoto, e sentendosi tut- moto di Tiro, così nel i58 in Beneven- i

ti gli abitanti compresi e oppressi dal li- to, nel 168 in Pisa; a'4 febbraio 169 in
I i

more della morte, gridavano essere la ca- Calabria e Sicilia, coll'intera rovina di Ca-
gionedi tanto flagello la persecuzione con- tania, e la morte di i 5, 000 persone, col
tro il patriarca s. Ignazio: lasciato libero vescovo e grandissima parte de'monaci:
nel suo monastero, il terremoto cessò. Mi- causa di tanti mali furono gli enormi pec-
chele HI Vljhhriaco scherzando sulle co- cati degli uomini che provocarono la di-

Se sagre, attoinialo da buffoni, osteolava vina puDÌzione, e quanto al vescovo avea


1 3o TE II TE U
«Oli denaro comprala la dignità. Neil i
7 i le VI abbia applicalo per la riparazione
altri teiremoli afflissero Ki Sicilia e la Si- di Ila basilica le oblazioni sarebbero
che si

ria, ove si riiìiiovò nel 1 1 qo. La lena li e- fdile all'altare di s. Paolo durante l'anno
itiòun SI gran numero di volte ne' se- santo 3 5o.llNibby,/io/;?(^/(7/?/Kv/. parlan-
I

eoli Xll e XI li, che gli storici non le do del Colosseo,ricorda il famoso terremo-
registrarono tulle. A' 3o maggio 1202 to accaduto in R.oma a'primi del setlem-
la Soria fu scossa da grandissimo terre- brei 849,che fece grandi rovi ne, e forse al-
luolo, cadde la ciltadi Accou col palaz- lora cadde una parte dell'anfiteatro, poi-
zo regio, Tiro fu in gran parie rovina- ché pochi anni dopo si posero in vendita
ta. Acca fortissima rocca fu inlerauien- le pietre diroccate. lli.° marzo 354 1 ^^~
tp abbattuta, rovinò la nìaggior parte di rono in R^omania grandissimi terremoti,
Ti'ipoli con grandi uccisioni, restando il- ed in Costantinopoli abbattè vasti e no-
lesa Antaredon o Torlosa ove s. Pietro bili edifizi e gran parte della città, con

npcslolo a vea eretta la prima basilica alla numerosissime vittime umane: non vi fu
]!. Vergine: seguì una gran siccità e poi la che non ne risentisse ro-
castello o città
peste. Nel 1223 un orribile terremoto di- vina nelle mura, con gran mortalità de-
strusse Siponto, con molle vittime: l'ar- gli abitanti. A'5 e 3o dicembrei456 tre-
civescovo co' suoi preti si salvò nella cat- iiìcndo e rovinoso fu il terremoto di Be-
tedra le. Ciò accadde in quaresima, che gli i:cvento, il quale restò distrutto nella più
*<cioperali trattavano peggio del carneva- pai te, moltissimo soffrendo la cattedrale
le. Roma neh 281 fieramente fu sconcer- colla morte di 85o persone. 11 castello Pa-
tata dal teriemotOjOnde Gregorio IX pas lude fu svelto da'fondameuti, restandovi
so a Rieti. Nel 1279 questo flagi'llo afflis- estinti 1 o83 individui; la terra d'Apice fu
se Foligno, e nel 1289 la Francia. Molti desolala colla morte di 10 1 ouominijMon-
terremoti fuionoin Italia neli298, spe- fecalvo nella maggior parte distrutto, re-
ciahnente inRieti, Spoletoe Pistoia in cui standovi oppresse 80 persone; Tocco in
caddero case, chiese e torri. In Rieti co- Vilulano fu eguagliato al suolo, e molti
Uiinciò nella I.' domenica dell' avvento, vi perirono; Tuoro conquassato, perde
mentre dimorava Bonifacio Vili, si e-
vi 3 5 persone: altre castella dell'arcidiocesi
stese ne'dintorni e durò molti giorni a più (li Benevento egualmente furono danneg-
riprese. Impauriti il Papa cardinali e , i giate. L'Italia meridionale fu scossa fie-

la corte, Donifacio Vili si ritiiò da* do- ramente nel XV Neh 454 si va-
secolo.
menicani nel chiostro del con vento di Rie- lutò a 100,000 ilnumero degli abitanti
ti, situato in luogo alto e u)assiccio, ed in rimasti sepolti sotto le rovine. Due anni
piccola stanza riposò su tavole sottili. Tut- appresso la sola Napoli perde 3o,ooo a-
ti nella notte recavansi ne'campi, per ti- iiime. I terremoti rovinarono nel 146 lA-
ntore che gli edilìzi li seppellissero: tre- (juila, neh 481 Pisa e Lucca. Pei terre-
mando la terra cadevano uomini e giu- luoti di Costantinopoli del i5o8 e i5og
menti, ^el I 828 Norcia patì il terremoto. perirono piùdii 3.000 individui. La Ger-
Unibile fu quello di Roma del 1848, e mania ne fu scossa neh 5i 7 gravemente.
recò gravi danni anche alla basilica O- Tra'terremoti cui soggiacque Lisbona, u-
«tiense, come leggo in mg.' Nicolai, Della iio de'più funesti fu quellodel 1 53o, e lut-
liasilicadì s. Paolo, cadendo a terra buo- to il Portogallo ne rimase sconvolto. Nel
na parte de'tetli e delle fabbriche annes- 1537 '' >'6gno di Napoli fu replicalamen-
se al grande edifìcio, o almeno restò at- le spaventato dal terremoto per 20 mesi
terrato il campanile e una gran parte del- consecutivi. Dipoi in Napoli a'5 dicem-
l'atrio: il campanile fu riedificato, esem- brei546 un gran numero di chiese e di

bra che pe'notabi li danni sofferti, Clemeu- case furono abbattute, e vi perirono più
TER TER i3i
di 20,000 persone: Benevento, Ri indisi e to commosse Roiuaj^ua, e intorno a R:i-
Gaela patirono foravi danni. iNel ijjG venna morirono da 1000 persone. Nel
60 leghe di coste sp;uvero in una prò- i6(53 parecchie disparizioni seguirono
vincia della Cina. Tremendo fu il terre- nel Canada. A'G aprde 16G7 pel terre-
moto nel luglio 1 jG4 a INicea, e nelle coste moto fierissimo cadde Ragusa con gran
di Provenza; così a'i 7 febbraio iSy i in mortalità, essendo la popolazione in letto

Inghilterra.il terremoto deli 58o fti uno quundo rovinarono le case, ed uscito un
de'piìi forti sentiti in Francia: la Mani- gran vento vi accese anche il fuoco. Vi mo-
ca uscì dal suo letto, ed invase parecchi rirono da 5ooo persone: tutte le cillà e
quartieri di Calais e di Boulogne; inol- castella della contraila furono scosse, Gat-
tre successero molti sinistri marittimi. Il laro e Buoda del tulio rovinate. Formi-
suolo tremò ancora nel Perii. Neh. "mar- dabile fu il 1672
terremoto ilei della Mar-
zo i 584 '' terremoto afflisse il Piemonte, ca e di Romagna, massime a Piimini. li

la Svizzera, il DeKìnato e la Borgogna: Opuscoli t.3^,v\pQvtii [a Re-


p. CiAoa^evìì,
grande fu il numero de'morti e la distru- lazione del tremuoto grande che fa in
zione di villaggi. Nel i586 il terremoto Ariniino a \^ aprileiQ'j'ì, giovedì san-
disfrusse infelicemente Lima. Violento to a ore 11, del d.'' Gio. Bianchi. Nel
fu quello di Francia nel r588, sui paesi 1 678 disparizioni si notarono ne'Pirenei.
situali lungo la Loira. Questo fcnome- La capitale della Cina perì iu parte nel
no nel I Tigo a'5 settend)re flagellò l'Au- 1 679, con 3oo, 000 de'suoi abitanti. vScos-
slria, 1' Ungheria, la Moravia e la Boe- sa nel 1680 la città di Malaga, perde con
mia: più solidi
i edifìzi di Vieima furo- molte case molti abitanti dall'improvvise
no danneggiati, e vi si aggiunsero vapo- rovine.Tiemendissimofu il terremotodel
razioni pestilenziali. Nel i 5g6 terribile i 688,che scosse tutta la regione del Vene-
fu il terremoto in Inghilterra. A'3o Iu- lo e dell'Emilia ove gettò a terra Bagnaca-
glioi627 Benevento fu fieramente scorsa vallo e Cotignola. ludi a' 5 giugno vigi-
dal terremoto che agitò tutta la Puglia, Ha di Pentecoste a ore 2 scosse Napoli 1

gettando a terra s. Severo, Lesina, Torre con gran danno, e bisognò pimtellare le
maggiore, le Procina, Serra Ca[)rio!a,s. case: cadde la cupola della chiesa del Ge-
Paolo e altre castella,'' colla morte di cir- sii, così il famoso portico di Castore e Pol-

ca 10,000 individui: il vescovo di s. Se- luce, e la chiesa di s. Paolo antichissima,


verosi salvò per miracolo, durando il fla- Nell'Asia cadde quasi tutta Smirne. Nel
gello Sere. Neli637 questo scosse la Ca- Sannio, Benevento precipitòiu modo che
labria, rovinando chiese, caseepopolazio al rimasto campanile si poteva incidere:
ni intere. Un pastore fu ingoiato dalla ter- Qui fu Benevento. L'arcivescovo cardi-
ra col gregge, ma da un improvviso e vio- • nai Oisini preci[)itò dal i.^apparlammi-
lento bollore d'acrpja fu di nuovo gettato to de! suo palazzo, che rovinò tutto, do-
sul campo. Lima nell'Afnerica patì gran ve restò sepolto tra le rovine perquasi un'
disastro a'26 ottobre 1 646 : altrettale col- ora, e per l'intercessione di s. Filippo Ne-
Norvegia a'24 aprile 607. In questo
pi la I ri fu meravigliosamente liberato, come
un monte disparve tra Bordeaux e Nar- risulla dalla deposizione giurala del car-
bona. A' 6 novembre 609 tremendo fu 1 dinaie estarapata in piùlingue. Niunodel-
il terremoto io Calabria che scosse Ca- la famiglia sua che si trovò nell'episcopio
lanzaro, Storiano, ÌMileto e Squillace, col- perì, benché il vescovo Sai nelli che allo-
la rovina di moltissime case e morte di la vi apparteneva restasse quasi sepolto
numerose persone. A'2 i giugno 1 660 il nella sua stanza, e lo apprendo dallo stes-
terremoto scosse la Francia, da'monti Pi- so suo racconto. La metropolitana rovi-
rciiei al Limosioo. Nel 1661 il terremo- uò uella crocerà, nel coro, nella sagrestia
i32 TER TER
e nelnuovo segretario, restandovi i! ri- la festa di precetto vi fu celebrata nei 1 727
manente conquassato. Cadde la basilica con illuminazioni ed erezioni d'altari col-

di s, Bartolomeo, che avea resistilo a tan- l'immagine di s. Filippo, nelle vicinanze


ti altri terremoti; né vi restò in città, né della stessa chiesa; la cappella papale s'in-

i'u'ori chiesa per celebrare. 1 monasteri del- cominciò a tenere neh ysB.Abbiamodue
le monache rovinarono, e I' arcivescovo opuscoli riguardanti il fin qui riportato.
collocò le religiose in que'di Napoli fino Narrazioììc de prodigi operati dal glo-
olla riedificazione. Dalla parie del fiume rioso s. Filippo Neri nella persona del'
Sabato re-lòlacillà spianata, e nella par- l'Emo sig.r card. Orsini arcii'. di Bene-
te inferiore non rimase pietra sopra pie- ^•eiito , in occa sione che rimase sotto le ro-

tra. Morirono tra le rovine I 363 beneven- vine delle sue stanze nel tremiioto che
tani e circa 200 (uraslieri. I luoghi del- distrusse quella città a ò giugno 1688.
l'arcidiocesi che patirono furono i mede- Napoli. Icon nientisy etcordis Benedieti
simi del i456, d^i\ presente disastro af- XIII exhibens narrationeni suae vitae
fatto spianati, colla nìorle di 793 perso- et miraculorum, quae Deus edidit gra-
De. Lo zelo e generosità del cardinal Or- \'ihus in periculis versanti, depreca tione
sini fugrande, e con ispese esorbitanti fe- s. Phitippi JYcì'ii opitulatus. Fra ncof urli
ce riedificare Eenevento più bello. Nel 1 7 25. Nel i6f)3 perirono in Sicilia 60,000
1 "Jone quando appena avea rialzalo il ca- persone. A Messina rovinosissimo fu il ter-

po Benevento dalle rovine, a' i4 marzo remoto del 1693. A' IO giugno 1695 un
di nuovo il terremoto lo disfece, ma alla orribile terrenjoto riempi di spavento nel-
T." scossa poterono i cittadini uscire dalle lo stato pontificio la provincia del Patri-
loro case che restarono notabilmente of- monio e luoghi circonvicini; Ronja sog-
l'ese; altri non potendo resistere al vento giacque a rovinosa inondazione che si e-
lieddo vi tornarono e perirono. Nella 2.° slese per le cainpagne del suo territorio,
scossa tulle le chiese e la maggior parte con danno notabile delle fabbriche e del
delle case crollarono coni5o viltin»ede' bestiame, e fu conseguenza di fiera epi-
suoi 8356 abitanti che avea. Neil' arci- demia. A tante tribolazioni accorse be-
diocesi nìolte rovine e morti non manca- nignaujente Innocenzo XII, con soccorsi
rono. Appena in Benevento il cardinale generosi e pronti. Nel 1699 un disastro-
fece esliarre dalla nuova chiesa rovinata sissimo terremoto fece perue nella Cina
il corpo ili s, Barlolonieo (sul quale è a piìi di 400,000 persone. Al principio del
vedersi quanto dico all' articolo Teve- secolo XVI li il Ramscialka provò pa-
re, parlando della chiesa di s. Bartolo- recchie scosse della massima violenza; le
meo all'Isola), precipitò la volta. Salva- ac(jiie delmare invasero la riva e si ele-
to il cardinal Orsini anche questa volta varono a più di 20 metri d'altezza; si ri-

dalle rovine del lerrenjoto, divenuto Pa- tirarono poi lasciando immensi spazi sco-
pa Benedetto XI li, oltre d' avere cura- perti.

to la riedificazione del crollalo, per rico- contem poraneo diarista Cecconi nar-
11

noscenza a s. Filippo dichiarò nel 1726 ra nel suoDiario istoi^ico, che a' i4 gen-
perlioma e suo disti elio di piecetto la sua naio 1703 in Roma si sentì una fiera
festa, con cappella papale alla sua chiesa scossa di terremoto, che riempì di terro-
con nobile cavalcata del Papa e de' car- re e spavento tutta la città; e del pari lo
dinali, oltre la prelatura e la corte; il lut- provò Norcia e Cascia che ne restarono
to avendo narralo nel voi. Vili, p. idi e rovinate, e lai. "ridotta un mucchio di sas-
|55, ed altrove. A delta chiesa di s. Ma- si. Clemente XI adunalo il sagro colle-
ria dellaVallicella Benedetto XIII conces- gio, accorse al sovveuiraento del suo po-
se 1 iudulgeuzu pleuuria, e per la i .
'
volta polo, ed a placare lo sdegno di Dio. Mag-
TER TER i33
glori poi furono le scosse della lerra ripe- Maestri di Camera raccolte da mg.r
tutesi a'2 febbraio, salvando la città l'in- Tommaso Ruffo, e delle quali posseggo
Tocato patrocinio della B. Vergine, e dei la copia.» A* 1
4 gennaroi 708, prima del-
ss. Pietro e Paolo. Aggiungerò col Novaes, le 2 ore di notte, s'intese con universale
che alle provinole dell'Umbria e di Sa- spavento una lerribile scossa di terremo-
bina, più di tutte danneggiale, il Papa molle volle in quel mese, e
to, tleplicò

spedi Pietro de Carolis per esaminarne i precisamente il dì 16 che Nostro Signore


bisogni, e poi le soccorse, esonerandole si portò alla Scala santa, con sordini alle
ancora per 5 anni dalle pubbliche impo- tiOM)be delle compagnie, bandiere e ar-
ste. Noti solo varie città dello stato pon- mi ri voltate, come si costuma ne'gran co-
tificio ne furono orribilmente danneggia- rucci. Si fecero nioUissìme divozioni, e si

te, ma anche nel regno di Napoli, e si osservò Roma tutta mutala. A'2 febbraio
propagò per tutta l'Italia. Il Cancellie- del medesimo anno tenne Nostro Signo-
ri nel Mercato, p, iGi, pubblicò il dia-
di re cappella nel giorno della Purificazio-
lio del contemporaneo Francesco Vale- ne. Al fine di essa, nel tempo che si di-
sio sul terremoto terribile che nel ponti- cevano le litanie, stabilite dopo il terre-
ficato diClemente XI tanlo costernò Ko- moto, e quando per rap[)unlo diceva sua
na avendo egli veduto in tale disastro
,
Beatitudine, Sanctus Deus , si udirono
ondeggiale 1' obelisco di iiia7za ìNavona. due foi li sco>se di terremoto che duraro-
«Venerdì 2 febbraio yoS, festività del- 1 no un buon JZ/vc/'e/'f. Subito Nostro Si-
la Purificazione, si tenne cappella poiiti- gnore si rimise in ginocchio senza dir al-
ficia-nel palazzo Valicano per la distribu- tro. Tutti gridarono con flebili voci, 71//-

zione delle candele, a cui assislè sua Bea- sei-icordia. Misericordia, facendo quegli
titudine, ed alle ore 18 e i;45 "^'^'^''"^ ^'^'^ atti che possono farsi in simili casi nei ,

Santità recitava le preci , e stava profe- quali credesi di doverrestar preda de'sas-
rendo le parole, ut nullis nos pcnnillas si ; poiché la volta della Sistina dava se-
pertiirhationibus concutiy vennero 3 scos' gni evidenti di aprirsi. Terminalo questo
se di terremoto cos'i gagliardo, che atter- flagello, con restar lutti illesi, Nostro Si-
rili che assistevano alla cappella, se
quelli gnore si portòall'altare degli Apostoli nel-
ne fuggirono spaventali. Sua Santità por- la basilica Vaticana. Dopo che lasciò nel-
tato sul faldistorio il libretto, si pose col- la camera de'paramentigli abiti sagri, per
le braccia piegate a pregare sua Divina istrada e propriamente alle scale di Co-
Maestà a sospendere li suoi flagelli, e ces- stantino, venne un penitenziere e disse a
sato il crollo della terra, prosegui le sue mg."^ maestro di camera di supplicare No-
orazioni, lo scrittore delle presenti J/e/;zo- slroSignorea non portarsi in chiesa, per-
rie, mi ritrovava nella piazza Navona, do- chè quella cupola avea fatto gran movi-
ve vidi l'ultima fontana, ch'è posta verso mento (comparsero delle fessure, per cui
la piazza dell'Apollinare, mossa dal ter- sidubitò che im giorno si sarebbe trova-
remoto, che veniva da oriente, piegarsi la scesa in chiesa a ringraziare i fonda-
e versare dalla parie opposta della conca menti, che per tanto tempo laveano ret-
con furia -grande l'acqua, e con impeto ta:con due cerchioni di lèrro l'avea cin-
tale, che passì>va il ricettacolo dell'acque, V, e con altri 6 la cinse Benedet-
ta Sisto

che le soggiace, recando non poco orro- toXlV, aveudole fallo avere l'inutile ver-
re londeggiaVe che si vedea del campa- gogna di farle mettere pnbblicamente il

nile di s. Agostino, di tulle le fabbriche bcaghiere: queste lepidezze sono di Can-


e della guglia della della piazza Navona". cellieri). Ma sua Beatitudine con costan-
Lo stesso fatto memorando fu registralo za indicibile volle ricorrere all'aiuto di sì

nelle mss. Istruzioni j)cr li monsignori gran prolellore; e il giorno nuovamente


i34 TER TER
si recòalla Soala santa, con sordinl all'an- gevanojcantavano litanie ealtre orazioni;
tlare solamente (qui si può aggiungere esclamando: Fuori di cdsa fratelli ci-i-
che anco a'3 febbraio il terremoto repli- stiaiìi .sah'ìamnci , salviamoci: e^\i?k\men-

cò le sue scosse, come leggo nella lapide teper timore fuggirono nudi o mezzo ve-
di Campidoglio, che poi ricorderò). Per stiti, principi e principesse,ed altri signori:
rendimento di grazie, la Santità sua de- i cardinali Bichi eCostaguli colle loro fa-
lerminò pel dì 7 di febbraio mia grande miglie corsero a Campo
Vaccino, ove 3
e universale processione dalla cliiesa di s. donne abortirono una partorì; l'amba-
e
]\]aria in Trastevere a s. Pietro. Ivi dis- sciatore imperiale fuggì a piazza del Po-
se messa, e datosi principio alla proces- polo in carrozza; così i convittori del se-
sione da tutte le religioni, l)asiliche e cle- minario romano e del collegio" demen-
ro, segna ttu-a, prelatura e corteggio, quin- tino cercarono di salvarsi, accompagnati
di Nostro Signore con camauro e corona da'religiosi chegliaveano in cura. Laonde
in mano
un passo prima della Santità
,
si riempirono di moltitudine le piazze di
sua mg.' maestro di camera e dopo il ,
Termini, di Spagna, del Popolo, Barbe-
J^apa tutto il sagro collegio con berretta rini, e altre più vaste. Ivi accesero gran-
in testa, arcivescovi e vescovi. Poco pri- di fuochi pregando Dio. 1 carcerali di
,

ma di giungere alla Lungara, cominciò Campidoglio pel timore sollevatisi, fracas-


a piovere con acqua minuta, ma frecpien- sarono il I. "cancello, e sarebbe loro riusci-
te. Sua Santità volle seguitare a piedi la to fuggire, se non l'avessero impedito gli
processione. Permise però che li carduia- sbirri e servi del senatore. Si adoperò
i

ì\ prendessero il cappello, com'egli fece, non poca fatica a trattenere le monache,


e che tutti si coprissero. Terminata la prò- alle quali er-j stalo bussalo , e intimato
cessione,diedesua Beatitudine in s. Pietro d'ordine del Papa Pervenuta la
di uscire.

la benedizione al popolo, e si ritirò nel Va- notizia di silfatto trambusto a mg."^ Pal-
ticano in sedia", il Valesioconlinua a nar- lavicini governatore, si portò immedia-
rare col suo diario. A'3 febbraioiyoS a tamente al Vaticano a narrarlo a Clemen-
20 ore 3/4 si sentì altra scossa di terre- te XI, che ne restò addolorato, e tosto or-
moto e rovinarono 3 aichi dei 2. ricinto dinò diesi spedissero cavalleggieri, coraz-
del Colosseo dalla parte verso la chiesa di ze e sbirri a cavallo, e carrozze per la cit-

s. Gregoiio, e il Papa concesse i traver- tà, ail avvisare il popolo ingannato e sof-
tini caduti per la fai)brica del Porto di ferente a prontamente ritirarsi alle loro

liipetta. (he a'4 febbraio, dopo le 8 ore case, poiché lutto l'avvenuto era opera di
della precedente notte si sollevò per Roma ladri per profittare della generale desola-
ììn sussuro, dicendosi essere apparsa la zione da loro destata. S'inviarono solda-
Madonna al Papa, avvisandolo die dopo tesche per tutte le vie per impedire i di-

I I ore di terremoto tutta la città dovea sordini, dappertutto essendo le porle del-
abissarsi, e perciò aver egli a lutti ordi- l'abitazioni aperte e senza alcuno. Indi il

nato d'abbandonar le casce salvarsi. Su- Papa pubblicò un giubileocon indulgen-


bilo fu bussato a tutte le porte da inco- za plenaria, dovendosi visitare la basilica
gniti, e quindi da'parenti e amici per no- Vaticana, con l'oslensione del Volto san-
tificare l'invito, onde a un tratto la città to e dell'altre reliquie maggiori. Vi si re-
fu piena di confusione e spavento: tutti carono quasi tutte le corporazioni religio-
nudi, o in camicia, o involti nelle coper- se e i sodalizi della città cdme penitenti:
te «lei letto, ad onta della freddissima not- alcuni sibattevano con catene di (erro,al-
te corsero precipitosamente verso le piaz- tri le strascinavano co'piedi, altri porta-
ze più grandi, anche i malati e le parto- vano pesantissime croci. Con grande edi-
rienti o puerpere. Tulli urlavano e pian- ficazione vi concorse la compagnia delle
TER TER i3i^

dame di s. Anna io s. Callo de'Calinari, e scoprendo molli letti, con offesa dì non
a [liedi e in umili abili. Mosse a compun- j)ochi.Duona partedel popolo, già impau-
zione il vedere i riformali di s. Francesco rilo dalle predizioni, sentendo crollar le

a Ripa co[)erli di cenere, con corda al col- case, [)cr l'impelo del vento furiosissinio

lo e corona di spine piingeiili in capo e pel terremoto che l'accouipagnò, uscì


grondanti di sangue, procedere scalzi. La nelle piazze come Irovavasi. Più orrd)i-

compagnia del ss. Rosario recatasi a s. le fu lospaveiito in Borgo, per le fiamme


Pietrosi calcolò composta di i5,ooo per- della fornace di mattoni fuori di porla Ca-
sone. A tutte queste processioni il Pa[)a valleggieri trasportale perl'nria, tutti gri-
commosso dalie sue finestre compartiva dando 3Iiserìcor(Iia, ^Misericordia, cre-
la benedizione, traversando la piazza Va- dendo che fosse giunto il dì del giudizio
ticana. Nella mattina seguenteal disastro universale. Non ojinore fu il terrore nel
il marchese Riario senatore, co'conserva- rione Monti, per quanto riportai nel voi.
lori e tutta la curia capitolina, si porta- XXVllI, p. 55. Il turbine durò [)er più
rono a piedi nella basilica per acquista- d'un'ora e mezza. Dell'orribile terremo-
re il giubileo, intuonando le litanie il se- to di Roma, accaduto a'i4ei6 gennaio
natore. Nella sera tutte le parrocchie fe- ereplicato a*2 e 3 febbraio i ycS, discorse
cero processioni, e il capitolo Lateranen- pure il contemporaneo Piazza, citalo più

se portò processionalmente la veste di s. sopia, attribuendo la salvezza e incolumi-


Gio. Battista, reliquia che altre volte a- tà della città alla protezione della Madre
vea operalo stupendi prodigi per virtù di- di Dio ede'principi degli Apostoli, descri-
vina. A"5 febbraio fu pubblicato un pre- vendo la processione del 7, accompagna-
mio di scudi 3oo a chi rivelava gli auto- ta da un popolo infinito agri man te e pen- !

ri della deplorabile confusione della not- tito, senza distinzione di grado, età e con-
te de' 3, abusando del pontificio nome; dizione,avendo egli aiìcora unito la sua
tagliache poco dopo fa aumentata a looo voce compunzione a cjuella della
e la sua
scudi. Non essendosi riuscito conoscere moltitudine. Clemente XI compose due
que'che in abito di palafrenieri del Papa Omelie in occasione del terremoto di Ro-
e di prelati erano andati a picchiare alle ina, che furono volgarizzale e stampale
case; e perchè altrettanto era succeduto col testo latino a fronte dal Crescimbeni.
in Pvonciglione, ein diversi castelli circo- IlNovaes nella Storia di Clemente \I,
stanti a Roma, oltre le vigne suburbane, aggiunge clie delti terremoti sparsero la
i

quantunque le porte urbane fossero chiu- costernazione in tutta Italia j per avere
se e custodite da guardie, si opinò da al- abbattuto molte città, nelle cui rovine pe-
cuni l'avvenuto per opera diabolica. Ben- rirono 3o,ooo persone; e che per la ga-
sì fu carcerato e poi esiliato il fiammin- gliarda scossa seguita in Roma senza dan-
goGiorgiofjorgiosche voleva fondare una ni a'2 febbraio 1703, attribuendo il Papa
società apostolica, ed avea riferito al Pa- tal prodigio alla Purificazione della ss.

pa le visioni e rivelazioni avute per la ri- Vergine, di cui ricorreva la festa, ordinò
forma del clero, sparlando de'cardinali e che si facesse voto di celebrarla [)erioo
prelati; inoltre avendo scritto a un cap- anni colla vigilia di digiuno in Roma, col
puccino che Roma dovea abissarsi la not- canto del Te Deum nella cappella ponti-
te del 4 febbraio, il che essendosi spar- ficia dopo la funzione della festa, il che
so, vuoisi che cagionasse la narrata ter- notai nel voi. Vlll,p. 276, nel descriver-
ribile confusione. Indi a'i5 aprile verso la , ogni anno in solenne rendimento di
le ore 4 tli notte scoppiò un tiubine così grazie a Dio. Onde per memoria del vo-
impetuoso che nou si avea memoria di lo e dell'incolumilà di R^otna, nella stan-
siuuie. gettando a terra molti cammini za ove si conserva la Lupa di bronzo in

I
i36 TER TER
Campidoglio, fu collocala un* iscrizione scudi agli afflitti popoli per riparare le ro-
scolpita in inaimo, clic pubblicò Cancel- vine. Dal 16 al 27 gennaio 1742, Livorno
Jieii a p. 162 del Mercato, ove il disastro patì grave terremoto. In tempo della gran-
viene espresso dalle parole: T ehemend- de eruzione vulcanica del Cotopaxi, nel
bus 2''errac Motìbns Coiiciissam. Nel voi. 1744 si sentirono delle detonazioni sot-
XL, 785 ricordai l'altro voto fatto dai
p. I terranee a Honda sulle rive della Mag-
romani d'aslenei si per 5 anni da'tea tri e al- dalena: evidentemente il suono non fu
tri spettacoli, e di non indossare ornamen- trasmesso dall'aria, ma ad onta delia no-
ti d'oro e argento. Tutto il narralo me- tabilissima distanza si propagò nella ter-
glio lo descrisse Luc'Anlonio Chracas fra- ra a grande profondità. Indi a'28 ottobre
tello di Gio. Francesco autore del Dia- I 746 orrendo fu il terreuìotodi Lima ca-
rìocU Roma, col seguente opuscolo stam- pitale del Perù, durò 4 minuti, e più del-
pato nel lyoS in Roma. Breve discorso lametà restò diroccata. Un quarto d'o-
mttereologico de' terremoti, colia cro- radopo tal terremoto, si sentì a Truxillo
nologia di tutti quelli che si sono senti- un colpo di tuono sotterraneo, ma senza
ti in Roma
dalla creazione del mondo provare scossa. L'Inghilterra vi soggiac-
sino al recente occorso sotto il regnante que il I 748,ea' Sfebbraio 1750.
."luglio I 1

Pontefice Clemente \I il dì 4 gennaio 1 ISel precedente anno R.oma fu spaventala


1703. Dalla stamperia Buagni fu inoltre da un impetuoso temporalee terribile tur-
pubblicalo: Veridica e distinta relazio- bine; le sue conseguenze pregiudizievoli

ne, ovvero Diario de' dannifatti dal ter- e danni che cagionò si leggono nel n°
i

remoto de' 1 4 gennaio 1703, con un esat- 4980 del Diario di Roma del 749- Cai- 1

tissimo ragguaglio di tutte le sagre fun- ro in Egitto nel 54 fu pressoché distrut-


i
7
zioni ed opere pie fatte in questo tempo ta. Ih." novembrei 755, fra la serenità

dalla Santità di N. S. Papa Clemente eia cahna dell'atmosfera, due terzi di Li»
XI, e da tutto il popolo , colla notizia sbona furono atterrati, cioè circa 6,000
della, processione , penitenze, missioni case,e da 20,ooo,osecondoaltri 3o,ooo
giubilei e altro fitto nel corso di 5 set- persone vi trovarono la morte l'acqua :

timane.D] più ilChracasstampò nel 704: i sialzòad un'altezza straordinaria, ed in-


Racconto istorico de' terremoti sentiti goiò un gran numero di vascelli. Duran-
in Roma, ed in parte dello stato eccle- te il terremoto (li Lisbona si videro del-

siastico, ed in altri luoghi la sera de' 1


4 le fiamme e una colonna di fumo uscire
gennaio,e la mattina de' a febbraio 703, 1 presso la città da una crepaccia forma-

nel quale si narrano i danni fatti dal tasi nello scoglio d'Alvidras. La perdita
jnedesimo, le sagre missioni, il giubileo, totale di Li-bona si valuta a due bilioni
le processioni. A.' 1 sellembiei 726 il ter- e 3oo milioni di lire. Lo stesso fenome-
remoto flagellò
o Palermo ed altri luo"lii no si fece sentire al nord-ovest dell'Afri-
del regno di Napoli; nel 1729 Firenze; ca, ove pressoché 600,000 persone pe-
ed IO ottobre 731 e a'iS ottobre
a' I
1734 rirono. Abbiamo \a Storia degli orren-
l'Inghilterra. Ed è perciò che per tali e di terremoti accaduti nel i']^5, Vene-
altri terremoti e castighi, Benedetto XI 1[ zia 1756. Osserva d'Humboldt, che per
nel I 728 pubblicò un giubileo di due set- quanto formidabile sia per lo spettatore
timane per ri talia e isole adiacenti, colla r eruzione d' un vulcano, essa è sempre
sospensione de'leatri; e Clemente Xll ivel circoscritta dentro ani'usti limiti. None
1731 promulgò altro giubileo. Pe'terre- così de'terremoti; l'occhio dislingue ap-
moti soiferli neira[)rile I74' nelle prò- pena le oscillazioni del suolo, ma le loro
vuicie d'Urliino, della Marca e dell'Um- devastazioni ponno estendersi su migliaia
bria, Cenedcllo XIV concesse 100,000 di leiihe. Le scosse del terremoto che di-
TER TER 137
strusse Lisbona nel jjjs'ì sentirono nel-
i Dolomieu nella sua Htdazionc. Non ba-
l'Alpi, sulle coste della Svezia, alle An- stando l'erario a riparare la catastrofe,
tille, al Canada, in Tuiingia, e fino nelle co'somministrati 200,000 ducali, oltre
paludi liloraiiee del Baltico. De fiumi 4^0,000 condonati d'a un uè iuì poste, Fer-
lontani furono svolli dal loro ordinario dinando IV ottenne da Pio VI nel 1
784
corso; le sorgenti termali di Teoplitz ri- la facoltà d' impiegarvi i fondi de' vari
masero asciutte, e poi si ravvivarono co- conventi e monasteri rovinati, a sollievo
lorite da ocre ferruginose e inondarono degl'infelici popoli. Nel i 78J» a'iimoi 1 del-
la città. A Cadice le acque del mare si la peste e alle conseguenze d'una grande
elevarono, cos'i nell'Anlille e nere come inondazione del Tevere, nello stalo papa-
inchiostro. Fu calcolalo che le scosse si le si aggiunsero varie scosse di terremoto
fecero sentire in quella fatale giornata so- sentite a Frascati, Albano e in altri paesi,
pra un'estensione quattro volte maggio- spaventati dagli orribili esempi di Cala-
re di quella di Europa. Soggiacendo Cu- bria. Pio VI somministrò considci abili
tnana di Venezuela nell' America a fre- soccoisi in denaro a Gubbio, Terni, iVar-
quenti terremoti verso la fine del seco- ni, S[)oleto, Sabina e Rimini, luoghi lut-
lo XVI, ed mare innalzandosi a qua-
il ti assai danneggiati dalle rc[ilicale scos-
si loo piedi sul suo livello naturale, a se del terremoto, e più di tutti Kimini. Ri-
2 1 ottobre 1766 la città fu distrutta e ferisce Novaes, che nel 787 Rimini tro- i

iDollissime persone vi morirono, accam- vavasi perciò nella più grande desolazio-
pando gli abitanti in mezzo alle vie. lli.° ne, onde Pio VI soccorse i miseri abitan-
giugno 7 7C)Eologna fu scossa dal terre-
I ti con 100,000 scudi, i (|uali poco li sol-
molo, che replicandosi per 8 mesi, spa- levarono per le grandi rovine della città,

ventati gli abitanti più volle lasciarono e non poche fabbiiche convenne demo-
la città quasi deserta, ritirandosi alla cam- lire.La memorata Cumana nel 794 spe- 1

pagna : oltre questo flagello, lo slato pon- rimentò altra tremenda convulsione del-
tificio dep!orò4tuesi di siccità, provando la terra, e nel dicembre 1797 quattro

gli elicili benefici e paterni di l'io \ 1. A' quinti della città furono completamente
4 aprile 1781 il terremoto portò la de- distrulli: si salvarono i fuggiti, avvisati
solazione iu più luoghi dello stalo eccle- da un forte odore di zolfo, da im graa
siastico, massime Faenza, Bi isi-
a Cagli, rumore sotterraneo e dalle fiamme che
ghella e altri luoghi, furiosi scuotimenti salivano per la riva del fiunie. Nel i
797
che rinnovaronsi il 17 e iq,e ne'due se- Piio-Bamba della provincia di
la città di

guenti giorni si eslese ad altre città e ter- Quilo nel Peiù, in gran parie a' 4'^f^b-
re deirUnd^ria e di Koma"na
o con disa- braiofu dislnitla: la sua popolazione per-
strosi danni. Pio VI fu sollecito in accor- de 40,000 individui. Le scosse produs-
rere al sollievo de' danneggiati ; mentre sero quest' elfetto curioso, che mobili i

gli convenne pure sopperire alla scarsez- d'una casa furono trasportati nelle rovi-
za de'cereali, a nsezzo di mercanti geno- ne d'un altro edifizio, e bisognò che l'au-
vesi. Uibaiiia pal'i grandemente in lai di- torità giudiziaria intervenisse per porre
sastro. A'5 febbraio! 783 incominciaro- un termine alle contese de' diversi pro-
no i terribili terremoti d Calabria, i si con- prietari. L'azione vellicale dal basso al-
tarono da 190 scosse, morendo nel tre- l'alto produsse l'esplosione d'una mina.
mendo disastro quasi 60,000 persone. 1 cadaveri d'un gran numero d'abitanti
Crollarono 23 città intfre, si subissarono furono lanciali oltre il lio di Lican fino
montagne, villaggi furono ingoiati. LaCa- sulla collina di Culca che ha qualche cen-
labria Ulteriore fu la più devastala. Con tinaia di piedi. Le scosse circolari e in gi-
vivi colori tutto descrisse il naturalista ro sono le più rare, ma le più pericolo-
i38 TER TER
f-e; ed in Rio-Bamba fiiiono girali ile'imi- serenità e la calma dell'atmosfera, come
li senza che rovinassero, de" viali prima lo era stata in quello terribile del700, 1

rettiliiiei s'incurvarono, e de' campi co- sebbene preceduta da due straordinarie


pei li di cidture diverse sdrucciolarono inondazioni del Tevere e da dirotte piog-
gli uni sopra gli altri. Tali singolari fe- gie ne'giorui antecedenti. InCaraccas gra-
nomeni eransi vedali pure in Calabria nel ve fu il terremoto de'26 marzo 18 12; cosi
1 783. Questi provano un moto ge-
effetti quello di Portogallo de'2 febbraioi8 16.
nerale di traslazione, una specie di pene- Neil 8 18 a' 20 febbraio ne fu afìlilla la
trazione degli strati superlìciali. Questa Sicilia; ed a' 16 giugnoi8i9 il Bengala:
grande scossa di Rio-Baudja, qualificata furiosamente nello stesso giorno il terre-
da d'Humboldt, uno de'più terribili av- moto investi Bhoudj città dell'Indoslan
venimenti di cui faccia menzione la sto- ben fortificata nello stalo di Guykavar,
ria fìsica del nostro "lobo, non fu sesrna- le cui scosse si successero per qualche gior-
lata da alcuno strepito, ed osserva che no con abbattere 7000 case e interamen-
rinlensità de'sordi rumori che quasi sem- te distruggendola, seppellendo sotto le ro-
pre accompagnano terremoti, non cre- i vine più di 2000 abitanti. In Asia pro-
sce nel medesimo rapporto della violen- pagaronsi i terreu)oli nel 1822 da Labo-
za delle scosse. Inoltre aggiunge, che se re e dal piede dell'Hiiualaya, a traver-
l'attività de' vulcani quando non Irova so alla catena dell' Hindon-Kho fino a
esito reagisce sul suolo e provoca i ter- Badakschan, fino all'Oxo superiore, e fi-
remoti, reagiscono questi dal canto loro nn a Bokhara. Nel marzo 1820 la Si-
sui fenomeni vulcanici. Le crepature a- gravi disastri: a' 5 il terremo*
cilia patì

lutano la formazione de' crateri di eru- lo danneggiò Palermo, e sotto le rovi-


zione e favoriscono le reazioni chimiche ne perirono iq persone; nella notte se-
che il contatto dell'alia genera in que' guente de'i4 novembre un impetuoso u«
crateri. Una colonna di fumo che si ve- ragano scoppiato sopra Messina e vicini i

dea uscire dal vulcano di Pasto nell'A- villaggi cagionò devastazioni, rovine di
merica de! Sud, disparve a un tri«lto du- edifizi, affogandosi! 16 uomini, oltre gli

rante il gran terremoto che distrusse Piio- armenti.Neli82 7Ìl terremoto della Nuo-
Bamba 36 myriametri più lontano ver- va Granata fu accompagnato da gran
so ilSud. Nel 1799 violenta fu la scos- quantità di gaz acido carbonico che uscì
.«a che colpì Cumaua. Notai altrove, che dalle crepature: nella valle della Magda-
a' 2 febbraio 1802 tei-uiinando il voto lena asfissò gran numero di serpenti, di
de'romani di digiunare nella vigilia del- topi e di altri animali che viveano nelle
la Purificazione e di cantare il Te Dciifu caverne. Nel 1829 il flagello del terremo-
nella cappella pontificia per un secolo in- to sparse lo spavento nelle popolazioni vi-

tero. Pio VII eil il popolo romano lo per- cine a Roma, onde Pio ///fece dalla /^

petuarono. A' 25 agosto i8o3 il terre- s. consulta inviate a'27 maggio ad Alba-

moto si fece fortemente sentire nella Spa- no e suoi dintorni il cav. Scarpellini, ed
gna, e su diverse coste del Mediterra- i professori Morichini, Barloccì e Carpi,
neo. A' 26 luglio 180 5 violentissimo fu onde osservare sul luogo fenomeni che i

il terremoto di Napoli. Saverio Poli scris- accompagnavano le ripetute efiequenti


se. ÌMcmoì-ie sul trcìuiioto di Napoli del scosse della terra che vi si facevano sen-
26 luglio i8o5, Napoli 1806. In que- tire, e specialmente per verificare quan-
sto a' 26 agosto i romani furono spa- to veniva asserito circa l'abbassamento e
l'enlati da replicata scossa di terremoto: l'alterazione del colore dell'acqua de'la-
nuovamente nel 8 o Roma fu .intimo-
1 i ghi di Ca^'elGaudolfoediNemi (de'quali
rita da alcune scosse di terremoto fra la riparlai a Riccia, iu uno a que 'vulcani),
TE R TER 139
come liporla il n." 43 tlel Diario di Ro- tastrofe, con fremito e sotterraneo mug-
ma j mentre il n.°4^ *^^'^^
o'^'S"'"^
riferi- gito, che si propagò in tutte le valli e mon-

sce, che prosegiienJo il lenilìile flagello ti Spolelini e dell' Undìria, e per consen-
a leuere liepidaiili le ciicuslaiUi pDpola- so si estese fino alle vicinanze di Roma.
zioui, il Ziula vicuio ili Roma
cardili. il A tale scossa, che fu di qualche durata,
d' ordine del Papa comandò pubbliche ne successe altra dopo un'ora, fur>e più
preci per 3 giorni in tulle le chiese pa- energica della preceilenle, ma p»jr breve
triarcali, parrocchiali e regolari dedicate intervallo, ed alhc se n'ebbero ne'giorni
alla C Vergine, compresi gli oratorii not- consecutivi, ma deboli e passeggiere. Il
tnrni, colla recita del salmo .l/m'/r/-r, l'o- sopravvenue de'vcnli boreali, parve ri-
razione Dcjl'ìidc (jitacsu/nì{<!,e la colletta condiure in quelcielola serenila e la cal-
Pro teinnorc tcn'aemotus, oltre l'altra ma. Dichiaiò il Carlocci inutili e iìielll-
Pro (juani)/h/uc nrcrssilale, per implo- caci i rimedi proposti, trallandosi tl'un fe-

rare il potente patiocinio della Piegina de- nomeno in cui con minoi e incertezza poo-
gli Angeli dagli elletli perniciosi di tanto no assegnarsi lecause; trattandosi di com-
flagello, concedendoli l*apa in sì lultno- battere contro un formidabile nemico, re-
sissimacircostanza,ollre l'indulgenza ple- condito e latente, per così dire, nelle in-
naria a chi interveniva al triduo, altra di terne viscere della terra, e contro cui va-
loo giorni a quelli che colle limosine a- ne sinora riuscirono le deboli e misere ri-

vesserò sollevato (|ue'poveri, i quali era- sorse del l'arte: sol lai sto con venne ne'prov-
no stati costretti ad abbandonar la pro- vedimenli in uso e che riportai in prin-
pria [)atria per sottrarsi alla grande scia- cipio. Nel 831 T violento terremoto JiflQis-

gura che li minacciava. Semhi a che sup- i se la Nuova Granata. Uno de'piìi terri-

posti fenomeni non si verificassero, e gl'in- bili fu quello del 1 843, che scompigliò le

viati scienziati notarono che le scosse da Antille e cnoprì Guadalupa di rovi-


la

loro intese in IMarino e in Albano accad- ne. Del terremoto che nel i85i desolò
dero a ciel sereno, senza eccesso d'umi- diverse parli del legno di Napoli, ne par-
dità nell'aria, né squilibrio sensibile d'e- lai al già ricordato articolo Rai'oll A e al-
lettricità; la quale esplorarono alla som- trove. Nel Giornale di Roma del i85i[
mità del monte Laziale o Cave, coli elet- a p. q58 si legge la Eelazione delie osser-
trometro atmosferico e col condensatore vazioni falle nel realeosservaforio di ma-
del Volta. Negli articoli Foligno, Por- rina a s. Gaudioso durante il tremuolo
ziUKCOLA e Spoleto parlai de' fortissimi de' i4ogos!o, con iscosse siissulforie e on-
terremoti che neh 83 i832 desolaro-
i e dulatorie. Dal i." maggio! 853 la Persia
no l'Ombria, e de'soccorsi elargiti daGre- soggiacque ad una serie di disastri in va-

gorio XVI e come accorse a ripararne le rie parli del vasto impero, che già deso-
funeste conseguenze. Antonio Gentili-Rn- lava la peste. A'3 le città di Chiraz o Sci-
lili pubblicò in Foligno nel 832: -To/Zi/e I raz, e di Cushan o Rasthan furono af-
de terremoti diFoligno,e riflessioni fal- fatto distrutte dal terremoto: nella i. 're-

le cause naturali de' medesimi.^ l'enco- starono sepolti sotto le rovine 5,ooo a- 1

miato Sa verioIjarlocci,/ir/(7czo/ie sui ter- bitanti, 3ooo, ed asciugò il fiu-


nella 2.^
remoti di Foligno e dell' Umbria acca- me Zaianderoa che colle sue acque ali-
."
duti ingennaio 832, Roma 832. Lai 1 i mentava Ilispahan. Tale asciugamento
scossa fu a'27 ottobre i83 le violentissima die origine a un subisso di cavallette che
che rienipuli spavento tutte le popolazioni recaronoimmensi danrii;quindi seguì una
umbre, seguita da altri deboli Iraballa- terribile inondazione, che ingoiò un gran
menti ne'giorni successivi. A' 3 gennaio 1 nnmerodi abitazionid'Ilispahiin ed':dtri
i832 toroò a riprodursi la luttuosa ca' luoghi, mentre il cholera mieteva i5o
i4o TER TER
viìtime al giorno. Quest'ultima città l' i i co le case soffrirono molto. Le vittime si

luglio fu quasi distiulla dal teiremolo, e fecero ascendere a quasi 2000, fra le qua-
moltissime case si ridussero a un mucchio li Go donne schiacciale in un filatoio di

di rovine, Ira le quali si trovarono piti di seta ed feriti si calcolarono circa 000.
, i 1

10,000 cadaveri. La suddetta Cumana di 11 famoso Abdel-Rader (di cui riparlai

Venezuela nell'America, dopo aver pati- nel voi. LXXII, p. 245), che vi dimora,
to molle convulsioni terrestri che la ro- colla sua famiglia alzò le tende ne'campi.
vinarono varie volle, cambiandola fac- Nel declinar di luglio i855 alcuni luoghi
cia del suo territorio diversi fenomeni e della Svizzera furono afflitti e spaventati
cataclismi, posta in un (erreno secco e a- da'lerremoli,e l'Alto ValleseeWisp fu il

lenoso, mentre per un terremoto furmos- centro di sì terribili fenomeni. Ivi si con-
si il golfo di Garisco nel declinar del se- tarono fra il 25 e il 26 non meno di 22
colo XV, a' 1 5 luglio 1 853 per l'orriljile scosse, come a Thierachen. Gravi danni
traballar della terra, con forti vibrazioni cagionarono a Wispjliueg e altri luoghi.
durate -2 minuti, cadde la principal parte A Leuk l'acqua termale dopo il fenome-
della città restamata, restando sepolti più no aumentò di 8 gradi il suo calore, e tri-

di 600 soldati e tutti i capi della rivolta [)licò in quantità, ma apparve evidente-
insorti contro il governo. A' 18 agosto del mente torbida. Diverse fontane pure in-

medesimo anno Tcbe(P.). ^\k ceìehie e torbidarono, alcune diseccaronsi e altre


antica capitale della Beozia, dal furioso nuove ne sorsero, presentando la terra ia
terremoto fu interamente distrutta : il più luoghi fessure.Le scosse erano accom-
fiero disastro si estese a 17 villaggi e ad pagnate da terribili tuoni sotterranei. A
altre città vicine, con vittime sepolte e fe- Wisp non sonovi più di 6 case che noa
riti, e si rinnovò anche nel mese seguen- abbisognino di urgenti riparazioni. La
te. Neil' Spoleto feci cenno del
articolo popolazione fuggì parte aPiarogne eTeur-
terremoto che afflisse l'Umbria nel 8 J4, 1 temagn,e parte sui monti. Fu lodato mg/
Ja .' scossa cominciando in Perugia l'
I i i de Pi eux vescovo di Sion, il quale si recò
febbraio, la 2.' fu più forte, alla 3." per sul luogo per incoraggiare e consolare gli
la veemenza tutti cittadini spaventati i sventurati, ma trovò soltanto i4 perso-
abbandonarono le proprie case Bastia : ne. Le autorità locali contribuirono ad
però,che sino da'3o dicembre 853 avea 1 aumentare lo scoraggiamento e il disor-
patito forte scossa, fu pressoché rovinata, dine. Dopo il 29 luglio souosi intese al-
in tempo che tutto il suolo era coperto di tre piccole scosse.' Enormi macigni mi-
neve, imperocché molte case furono gua- nacciano da'monli e seppel-
di staccarsi

ste,allremalconcie;la Porziuncola, rifab- lire gli abitanti. governo vi ha ora in-


Il

bricata peregual disastro del i832, fu pu- viato il prof Morlot e l' ingegnere Ga-
re danneggiata, massime nel convento. Si lacli a studiare gli elletli del terremoto

fecero orazioni e questue, ed il Papa Pio sotto r aspetto scientifico. Altre notizie
IX accorse ad aiutare i solFerenti. il più sui terremoti e sui vulcani si ponno ap-
recente terribile terremoto a mia cogni- prendere da' seguenti scrittori. Vincen-
zione è quello avvenuto in Brussa o Pru- zo ]\Lignali, Notizie isioriche de' terre-
sa a' 28 febbraio i855, ed inteso for- moti, Napoli 1688. L'anonimo presso
temente anche a Costantinopoli, ove ri- il p. Calogerà, Opuscoli t. 8, Sopra il
petuto sparse lo spavento nella sua vio- tremoto lezioni tre. Questi è di opinio-
lenta oscillazione. La scossa di Brussa du- ne, che negli ordinari scuotimenti degli
rò quasi un minuto e recò danni immen- edifizi, deve atUubuirsi più all'aria che al

si: neppure una delle 25 moschee restò i terreno sottoposto; però confessa, che
intatta; i miaareli furono atterrali e an- molti sono quelli che saano pochissimo di
TER TER 241
filosofia, pochi quelli clic ne sanno rjiinl- molivi di sua conversione ncW'.ipologKi
che piccola coseltn, pocljissinii quelli che che scrisse pe'crisliani, dappoiché sino al-

ne sanno qualche particella, un solo Dio e lora gli avea avversali, facendosi lecìtodi
quello che la sa tutta. CristoforoSarli, >?,«§•- mettere in ridicolo i dogmi e le ceremo-
gio (Il cnngclttirc sui tcrreiìioli, Lucca nie della Chiesa, e con tale opera li giu-
1783. Vineiizio, Storirc e t('Oì-ia dc'trc- stificò dalle assurde imputazioni de' lo-
ìiiuoli, Napoli 783. Qv\miì\i\\,Dcscrh{o-
I ro nemici, precisamente nell'epoca delle
ne detremuotì, Napoli i 784- '^'^SS^<^ ^^^ proscrizioni ordinate da Plauziano, inde-
fenomeni antropologici rrlalivi al trc- gno favorito dell'imperatore Setti mio Se-
miiolo, Napoli i 787.CarmeloMaravii;;na, vero. L' eloquente Apologia fu quindi
Memorie di vulcanologia, dxinw'xa 832. 1 considerata come uno de'monumenti più
Giuseppe Bianconi, Storia naturale de' preziosi delia cristiana antichità, un te-
terreni ardenti, de'vulcnni fangosi, de
'•
soro degli antichi riti della Chiesa. Egli

le sorgenti infianiinabili, de pozzi idro- in essa confessa che avea commesso adul-
pirici e di altri fenomeni geologici, Bo- terii, preso sommo diletto a' combatti-
logna 1840. Mignani, De effectibus ter- menti dell'andteatro, ch'era stato vizio-
raemntis in corpore. sissimo, un gian peccatore. Dopo essersi
TERTULLIANISTI. Fedi Tertul- ammogliato, si separò dalla consorte sen-
IIANO. za averne prole, per dedicarsi allo stato
TERTULLIANO Quinto Settimio ecclesiastico: fu ordinato prete per la
FiOREXzio. Nacque in Cartagine capitale chiesa di Cartagine, o per la chiesa di Ro-
dell'Afiica da un centurione delle trup- ma secondo la più comune opinione. In
pe proconsolari verso l'anno 160, e per principio fu zelante e attaccatissimo al-
la sua morte restò giovanissimo aflìdato la chiesa cattolica, e la difese con tutto il

alla madre, che nulla trascurò per bene fervore e la potenza del suo sapere, co-
educarlo. Dotalo di spirito penetrante, me quello ch'era dotato d'ingegno il piìi

di vasta memoria e di viva immaginazio- atto alle controversie. Nel 204 interven-
ne, fece rapidi progressi in tutte le scien- ne in Roma a'giuochi che fece celebrare
ze, ma particolarmente nell'eloquenza e l'imperatore, ed in tale occasione cuiupo-
nella (ìlosofia. Studiò a fondo i sistemi se il suo trattato contro gli Spettacoli.
delle varie sette che dominavano allora 11 rigore affettato da Tertulliano dispiac-
nelle scuole, e seppe trarre fuori dalle fa- que al clero di Roma, ed egli non tardò
vole della pagana teologia le verità cui malcontento di tut-
a ritornare in Africa,
coprivano. La cognizione che palesò del- to quello che avea veduto contro di lui,
le leggi romane fece congetturare ch'egli a motivo che cominciava a difendere i
avesse fatto uno studio speciale della giu- perniciosi dogmi dell'austero e condan-
risprudenza, e che avesse corso per qual- nato eresiarca Montano; per cui il Rinal-
che tempo l'aringo del foro, ma non ve di negli Annali ecclesiastici, lo dice cac-
ne ha prova alcuna. D'indole focosa, era ciato dalla chiesa di Roma. Questi ag-
sommamente stizzoso e impaziente, pas- giunge, che convertito nel pontificato di
sione che non giunse mai a frenare, an- s. si mantenne cattolico siuu dopo
Solerò,
che dopo la sua conversione, mentre era- lamorte del successores. Eleutero, ch'egli
si emendato di tutte le altre. Ammirato- chiama beuedetlo per le sue virtìi. Gli fu
re delle opere di Mosè e dell' eccellenza nel 194 sostituito s. Vittore I africano
della legge evangelica, commosso dalla suo connazionale, mentre Tertulliano a-
mirabile e invitta costanza de' martiri, spirava al pontificalo, il che l'irritò e pre-
professò il cristianesimo circa 97.086-
il i parò la sua caduta, secondo alcuni. Altri
coudo altri nel 200, reudendo conto de' dicono che si offese perchè s. Vittore I

VCL. LXXIV. 16
ì^i TER T E TI

non l'ebbe in quel piegio e non gli fece. lui: « Egli è sfato tra' latini quello die
quelle tliuioslrazioni die il suo orgoglio (h\'g< ne ( / .) fti tra' greci, cioè il primo
creile va ni e ri Ime, ovvero perchè non po- uomo del suo secolo
^g*^' *"^ P^"
tè conseguire il vescovato di Cartagine. rola contiene una sentenza, e quasi ogni
Fatalmente non perseverò nella puiilà sentei)7a è una nuova vittoria. Tuttavia
(le'dogmi della fede; dopo aver piestato con questi suoi pregi, egli non ha perse-
tanti servigi alla Chiesa, di 49 anni ebbe veiato nell'antica fède della chiesa uni-
la disgrazia di cadere, e seguigli errori versale. ! suoi errori, come osserva il b.
degli eretici Jlo/itrinis/i (I J. dopo esse- liana, flinno che suoi scritti non han- i

re stato contrario al loro capo Montano, no l'autorità che avrebbero senza di es-
ingannato nelle cose spirituali dalle don- si. "Il dottore s. Girolamo, al cpiale era

nicciuole. Nondimeno poco dopo li ab- siala obbiettata l'autorità di Tertulliano,


bandonò per formare una setta partico- rispose nel suo libro contro Elvidio, ch'e-
lare, che dal suo nome fu chiamata de' gli non era della Chiesa, Ecclesiac ho-
TerliillìiiìiisliÀ qualiaveano ancora una ìUìuìtin non esse. Non pertanto egli tal-

chiesa in Cartagine a'ieropi di s. Agosti- volta parla onorevolmente di sua scienza.

no, ed in seguito abiurati i loro errori, si Rufino Io dice il più celebre di tutti gli

unirono co'caltolici. Sembra che il deside- scrittori ecclesiastici antichi. Lattanzio di-
rio d'una maggior pei fezione l'abbia stra- ce che lo stile di Tertulliano è duro, aspro,
scinato nell'eriorexomechè di naliu'a au- ineguale, oscuro, talvolta gonfio; ma am-
stero, adottò la ligidezza de'monlanisli, mira profondi
i sensi de'suoi scritti, i qua-
e incapace di tenersi in un giusto me7zo, lisono pieni di sentenze e molli spirito-
fu sospinto agli estremi dal suo naturale. si. 11 vescovo s. Cipriano trovava de'leso-

Assunse il palliuin o mantello degli an- ri nascosti in mezzo agli spinai, che ren-
tichi filosofi, e pretese di giustificaie la dono irlo il suo linguaggio; non passava
singolarità del suo vestire in un'opera e- alcun giorno, ch'egli non ne leggesse un
rudilissima, ma scritta con inconcepibile tratto, e quando mandava a prendere aU
leggerezza se guardasi allindole sua. Cad- cuna sua opera, diceva: reenlcnii il mio
de dapprima per eiretlo di orgoglio, e ac- m(7('A7/o.Balzac paragonò ingegnosamen-
cecatodalla passionesi separò dalla Chie- te l'eloquenza di Tertulliano all'ebano,
sa, senza ricordare le massime ch'egli il quale trae la sua bellezza e il suo pre-
slesso avea cosi bene stabilito per confu- gio dal color nero. Chateaubriand lochia-
tare ogni sorta di eresia. Tuttavolta que- mo il Bossuet dell'Africa. L' infelice ab,
sta deplorabile sua caduta nulla iscemò di Lamennais, tra le sue sentenze di sag-
il pregio di sue opere, di quelle in ispecie gia morale e prima che ancor egli preva-
che sono senza errori, ed in cui regna la ricasse, ha questa: « Anche Tertulliano
giustizia e la solidità del giudizio, e che avea delle virtù ; ma si perdette perchè
precedentemente avea composte in dife- gli mancò la più necessaria ch'èruiniltà".
sa della verità. Conviene ragionare
D di lui Tuttavolta Lamennais per orgoglio, do-
come di un bravo uomo a cui il cervello po essere stato in rinomanza di valido
abbia dato di volta; la sua disgrazia non battagliere (con dottrine non sempre e-
deve rendere inutile quanto egli avea fatto satte, mordace e talvolta ingiusto) della
in avanti per l'avanzamento delle scien- verità, della Chiesa.della monarchia, si ri-

ze. Tranne Caio prete romano, Tertul- bellò al laChiesa e a're,dichiarò loro guer-
hano è il più antico degli autori eccle- ra,divenne demagogo, empio e condan-
che scrissero in latino. 11 celebre
siastici nato; il superbo filosofo ottenne la sepol-

s. Vincenzo di Lerins, ben lontano d'ap- tura del giumento. Forse non vi è scrit-
provare suoi errori, dice parlando di
i tore ecclesiastico del quale sia stato del-
T E 11 T ER 3^3
fo più I)enc p piìi male, q'iniifo di Ter- Inrr? dell'anima umana. Il Papa s. Zefe-
• nlliano; e si potè farlo seii7a ledere as- liiio rijirovligli errori che prolt^ssava Ter-
soldtnmente la giustizia e la verità, come tulliano, il quale scrisse contro il Ponte-
si esprime il liergier. Osserva il riinnldi, fice e lo riprese pel decretato. Dopo ave-
che coiisitleratosi lo spirilo di Tertullia- re s. Zeferino confutato l^roclo, scomu-
no, non iheve recar sorpresa la sua preva- nicò i difensori di Montano, e fra gli al-

ricazione all'eresia. Egli si mostra ne'sooi tri Tertulliano; e tutti i vescovi della chie-
scritti duro di cervello e austero, ponen- sa cattolicaapprovarono la sentenza del-
do la cristiana professione soltanto nel la s.Sede e celebrarono diversi concilii,
l'austerità e nella severità, e con tale ri- Tertulliano mori in un'età assai avanza-
gore di vita die si ridusse a flire il giu- ta verso Tanno •?.4'^- Abbiamo di lui mol-

dice e il censore della Cliiesa ;


quindi lo te opere notevoli per erudizione vasta e
sedusse l'eloquente l'rocolo, f.malico se- profonda, e malgrado i suoi difettied isuoi

guace di Montano, e da difensoi e de'cri- errori fu sempre considerato come uno


stiani ne divenne il motteggiatore, chia- de'più grandi scrittori del cristianesimo.
mandoli ironicamente e conischernoyj.vz Le opere composte dopo la sua apostasia
r///'r/. cioè animali, perchè non volevano non hanno né la solidità, né la penetra-
accettare la dottrina di Montano, rimpro- zione, né la fecondità di (pjelle che fece
verandoli di non seguirla per vivere con essendocattolico. Le opere da lui compo-
pili sfrenata licenza. Concorse alla pro- ste essendo ancora nel grembo della chie-
pria rovina la sua credulità, grande e pre- sa cattolica sono le seguenti. i.° XJÀjjo-
cipitosa: ciecamente credeva alle visioni logcdco pe' cristiani, uno de'suoi più ce-
delle donnicciuole, e le preferiva ad ogni lebri scritti, riputato da'critici capolavo-
dottrina, a fronte di sua profonda erudi- ro d'eloquenza e di raziocinio: forse la

zione; cosi l'alterata immaguiazione d'u- causa del cristianesimo non fu mai (ble-
na femminuccia prevalse in lui a' dogmi sa con maggior forza e dignità. 2.' Due
cattolici e alla scienza. Ribellatosi alla libri contrai Gentili: confuta nel i .'^le ca-
Chiesa, dice Rinaldi, le giurò guerra im- lunnie di cui gl'idolatri caricavano i cri-

mortale; e ciò che i cattolici biasimava- stiani; combatte nel 2.° il culto delle fal-

no, egli pertinacemente difendeva. La se divinità. 3.° Il libro contro i Giudei,


caduta e l'ostinazione nell'errore di que- in cuimostrò il trionfo della fede su d'un
sto grand" uomo ,
prete e dottore della popolo cieco e indurato, capo d'opera di
Chiesa, eccellente teologo, poscia monta- controversia teologica. 4-^11 libro ro«^/-o
Jiista ed eresiarca, deve recare tanto mag- £'/*mog^e«e,filosofo stoico che ereticamen-
gior meraviglia ,
quanto che mostra nel te sosteneva che la materia è eterna. />.

suo Apologetico, cap. 3q, recargli sommo Il libro contro i Kalentiniani. eretici che
spavento la scomunica, eh' egli chiama befFeggiòpiìi che confutò nelle stravagan-
uìi'aìidcipazìouc del giudizio avvenire. ti opinioni, pretendendo essi trovar nel-
Divenuto superbo, attaccato alla sua falsa le opere di Platone tutti i dogmi del cri-
opinione, sprezzò le censure della Chiesa stianesimo. 6.° li trattato delle Prescrì-
che tanto a vea giusta mente temuto. Quan- zioni contro gli eretici, nel quale prova
tunque di fino ingegno,par tuttavia sprov- die non devesi disputare cogli eretici, ma
visto fino de' primi princlpii ,
quando si ch'è d'uopo opporre loro la tradizione e
fa a sostenere isuoi errori, egli spinge l'en- l'autorità della Chiesa; stabilendovi dei
tusiasmo flnoal ridicolo; come allorquan- piiucipii generali atti a confutare tutte
do dietro i sogni delle sregolate monta- che potevano insorgere, e dichia-
l'eresie
nisfe Priscilla eMassimilla, si pone a di- randola più partedegli eretici senza chie-
sputare seriamenle sulla figura e sul co- sa, senza madre, senza fede, senza slabi-
244 TER TER
le dimorn, erranti e vagabonda 7.° Il li- Cesìi Cristo., riconoscendo la sua presen*
bro (h'lt'(/P<-iìì(cnza, unode'suoi più com- za reale nell'Eucaristia. 3.° 11 libro della
piti lavori. 8. "Il Whvo dell' Orazi()?u', di- Risurrezione dellacarne, in cui dice non
viso in due parti, nella i. 'spiega l'orazio- doversi piangere i morti, la morte non es-
ne domenicale, nella 2.' le ceremoiiiedel- sendo che un viaggio, e piuttosto deside-
la preghiera a'suoi tempi. 9." L'/s.yortó- rare di seguirli, nostra patria essendo la
zione alla pazienza, con ammirabile ri- Gerusalemme. 4-*'l 5 libri contro
celeste
tratto di Giobbe. 10°. h' Esortazione al Marcione eresiarca, stimato tesoro del-
."
martiìio. i 1 Il libro del Battesimo, di- WWhro contro Pras'
l'antica teologia. 5."
mostrandone l'assoluta necessità per sal- sea eresiarca, che può servire di modello
darsi, contro il sentimento óeeainiti. 12.° a tutti coloro che devono trattare della
I dne libri indirizzati a sua flloglie.ìo cui Trinità delle Persone in un solo Dio. G.°
l'esorta a non rimaritarsi, e parla di mol- L'apologia del mantello del filosofo ^c\\&-
ti crislianicheviveano in continenza per- gli preferì alla toga per maggior comodo
fetta, disapprova il maritarsi con un in- e come emblema di vita più severa, ma
fedele, e fa una bella descrizione del ma- allora non era proprio degli ecclesiastici.
ritaggio cristiano, i 3.° 11 libro degli Spet- 7.° il libro a Scapula, proconsole d'A-
taeoli. che dimostra occasione all'idola- fjica, esortandolo a por fine alla persecu-
tria, all'impuritìieadaltri vizi, vera scuola zione. 8.° Whvo della Monogamia, con
Il

d'impudicizia essere il teatro.i4.'ll libro errori contro la bigamia o le seconde noz-

delV Idolatria. ì5°\ due libri degli Or- ze. g.° Il libro del Digiuno, per giustifi-

namenti e Abbigliamenti delle donne care prescritti da'montanisti, ed ove ac-


i

in cui raccomandala modestia nell'accon- cenna d'essere stato scomunicato da Papa


ciarsi, e vieta dipingersi il volto, siccome s.Zeferino.come rileva l'annalista Rinal-
onta clie si fa a Dio creatore, mostrando di. I o." Il libro della Castità, scritto con-
dispiacere l'opera sua. 16.° 11 libro sulla tro i cattolici che assolvevano i rei di a-

necessità di velare le P ergini nelle chie- dulterio e fornicazione, per cui Papas. Ze-
se, sebbene in Cartagine le sole maritate ferino decretò contro IMontano che rifiu-
portavano il velo sul volto. 17." 11 libro tava assolverei caduti in peccato ancor-
della Testimonianza delT anima, mo- ché pentiti, che la s. Chiesa accoglieva i

strando che Dion'è il testimonio natura- penitenti sebbene fossero stati fornicato-
le. 18." Il libro intitolalo lo Seorpiacio, ri e adulteri, promettendo a'penitenti pec-
per prevenirci fedeli contro il veleno degli catori misericordia e perdono. E fu allo-
scor[)ioni, cioè gli eretici gnostiei eeaini- ra che Tertulliano contro di ciò scrisse
ti. i quali affermavano non doversi espor- l'opera, Adversus Psychicos^ biasiman-
re al martirio per la fede. 1 g.°L'£'.vo/-tó- do s. Zeferino come se fosse nemico del-
zio?ie alla castità, ove si dimostra già la pudicizia. Il suo ingegno offuscato ne-

inclinare al montanismo.Leopere ch'egli gò doveisi fare nella Chiesa, quel che a-


scrisse dopo la sua caduta sono: i .°ll libro vea fatto Cristo perdonando all'adultera,
dell' A/ama, in cui pretende provare che e ricevendo a penitenza la pubblica pec-
ha figura umana, bensì ne insegna l'ira- catrice; anzi cadde in contraddizione per
tnorlalilà e che dopo la sua separazione l'alfermato nel libro DePoenitentia ,%cùi-
dal corpo sarà essa punita nell' inferno to quando avea sana la mente. i i.°ll li-
se lo avrà meritato, o ricompensata in bro della Corona, per giustificare un sol-
paradiso, senza aspettare la risurrezione dato cristiano, che avea ricusato di coro-
del suo corpo, senza del quale però la sua narsi di fiori o d'alloro come cosa genti-
beatitudine o il suo su[)plizio non saran- lesca, il che aveano disapprovato i catto-
no completi. 2." Il libro della Carne di lici per aver messo a rischio la pace del-
TER TER 245
laCIiiesa.i2.''Il \\\no tirila Fiif^a, voleri' Conta 4 pia'^zc, e io fontane alimentate
do provardelittoquella nelle persecuzioni. da un bellissimo acquedotto che condu-
Le migliori edizioni dell'opeie di Tertul- ce l'acque dalla distanza di mezza lega.
liano sono quelle diRigault, Parigi 1628, E' fortificata mediante una cittadella, ed
1634, 64i;equell<j di Venezia deli G^G-
1 Ila la cattedrale, antichissimo e ottimo e-

Altre o[)ere da lui composte non giunse- difizio con belle sculture e pitture, dedi-

ro sino a noi; altre che gli si attribuisco- cata all'Assunzione di Maria Vergine, ed
no, non gli appartengono. I principali er- a s. Emerenziana vergine e martire pa-
rori di Tertullianosono: i. "Egli credè che trona della città, col fonte battesimale e

gli angeli avessero peccato colle mogli de- la cura d'animeammiuistrata dal vicario.
gli uomini, spiegando per angeli i figli di Il capitolo, a tenore delle lettere a[)osto-
Dio, della Scrittura, cioè i figli di Seth. liche del regnante Pio IX, Ad viraria/n,
2.° Il sostenere che l'anima lia uu sesso de'5 settembre 18 m , si compone delle 5
particolare, essendo maschia e femmina; dignità del decano,arciprele, arcidiacono,
che ha le medesime dimensioni del cor- cantore e prefetto della scuola, di 4cano-
po, e che un'anima ne produce un'altra nici detti de qfjìeio, comprese le preben-

per una specie di venerazione. 3.° L'er- de teologale e del penitenziere, di 16 ca-
rore Aq Millenari, estendendolo in una nonici denominati de graeia^d'x 12 be-
maniera spirituale. 4>° ^l^s '1 battesimo neficiati e d'altri chierici addetti al ser-
den|i eretici era nullo. 5." La condanna vizio divino. L'episcopiOjComodo e decen-
o
delle seconde nozze, come se fossero a- te, è contiguo alla cattedrale. Vi sono 3
dulterii. 6." Il sostenere che non era per- altre chiese parrocchiali col baltisterio,
messo fuggi re nelle persecuzioni, e che non due monasteri di monache, diversi soda-
potevasi assolvere chi avesse peccato mor- due ospedali, il seminario stabilito
lizi,

talmente contro la castità. 7.° L'avere ri- nell'antico collegio de'gesuiti, ed è il più
cevuto come oracoli dello Spirito santo bell'edifizio della città. Questa possiede
i sogni e le stravaganze di Montano. 8.° fabbriche di paoni delle sue belle lane e
Il pretendere che non sidoveabere vino, di tele, tintorie, gualchiere, concie di pel-
né mangiar carni di nessun animale nel li, fabbriche di pentolami; vi si fanno pu-
digiuno. Abbandonando egli la fede cat- re corde, scarpe e calzari che si manda-
tolica, fu di grave scandalo alla Chiesa. no principalmente nella Castiglia. I pan-
TER.TULLO, Cardinale. Diacono ni e alcune derrate sono rami più im- i

delle regioni di R.oraa VI e XIII, fiorì nel portanti del suo ricco commercio; e si spe-
pontificalo di s. Gelasio I del 49'^- discono ancora a Valenza pel Guadalaviar
TER.LIEL (Tcrule/i). Città con resi- legnami da opera lavorati, provenienti
denza vescovile del regno d'Aragona nel- dalle montagne vicine. Fertili i dintorni e
la Spagna, capoluogo della provincia d'A- bene innalllati, vi si trova molto gesso, del
ragona, a 27 leghe da Valenza, 5 da Al- quarzo, del carbon fossile, allume, salni-

ba razin, 3 da Saragozza e 49 da Madrid.


I tro, indizi di miniere d' argento, rame,
Piccola città situata al confluente dell'Al- piombo e stagno, e dell'acque termali ri-
liainbra e del Guadalaviar che ne bagna nomate. Teruel , Teriieluni , Teruliun,
sopra deliziosa collina posta in
le radici, Turidiiun, Tenda, si pretende da alcu-
abbastanza coltivata pianura presso le ni autori che esistesse avanti i romani, e
frontiere del regno di Valenza, sede d'un l'attuale suo nome sia una corruzione di
governatore civile e militare. Ha mura quello di Tarbnlache sotto que'conqui-
antiche con 7 porte, vie pulite e ben in- statori portava; tuttavolta non si è mai
siniciate,case mediocremente fabbricale, trovato né in città, nò ne' suoi dintorni
con alcuni edifici alquanto rimarcabili. nessun avanzo de'Ioro mouumeuti, e uou
240 T E II TE il

seiubia sussistere le vestigie d'un ncqiie- scenzio de Ocon-y-ToIedo d' Albnrazin,


<lollo iomaiio,con>e altri prelesero. Fa- trasferito da Paleocia. Essendo morto nel
ctiiclo parte del regno d'Aiugona, nel se- I 838, restò vacante la sede sino a' 1
7 di-
colo XI fu assalita da'niori, ma il famo- cembrei847, Papa PiolX pre-
in cui il

so Cid o llodrigo Diaz di Bivar, eroeca- conizzò in concistoro mg.' Antonio Lao
sligliano che celebrai ne' voi. LI, p. i i , e di Guadix, canonico lettore della calle-

LXVIIl, p. 85, la difese in un alla regio- diale d'Almeria e professore di teologia


ne dalla fortezza di Teruel, per lui chia- nel seminario, abbate della collegiata del
mala lincea ilei Citi. Più lardi mori a- i ss. Salvatore di Granata, indi traslatoal-
\endo espugnato la città e la rocca ne ,
la sede di Guadix. Lo stesso Papa a'20
t'ormarono una piazza di guerra impor- juaggio i85o gli sostituì mg.' Giuseppe
lautis^ima, finché per le vittorie d'Alfon- Soler della diocesi di Vich, canonico ma-
so Il re d'Aragona, fu loro lolla e quin- gistrale in quella cattedrale che governò
di dal monarca restaurata. Seguì poscia egregiamente in sede vacante, dottore io
le vicende dell' Aiagona e della Spfigna. s. teologia. Avendo Pio IX colla regina

'fiovandusi in pru>[)eio stalo, il re Fdip- di Spagna Isabella II concluso il concor-


pò 11 olteune da Gregorio Xlll, che di- dato de'9 settembre 1 85 1, uni nella cir-
smembrasse la città e il territorio dall'ar- coscrizione delle diocesi a questa di Te-
cidiocesi di Saragozza, e ne formasse uu ruel, la sede vescovile à' Albaraziii(P' .)3

vescovato sullraganeo di quella metropo- vacante sino dal 1839, confermando la


li a'3 1 luglio I
57 7, colla residenza del ve- sededi Teruel sulliaganea dell'arcivesco-
scovo ii» Teruel. Quindi il successoreSi- vo di Saragozza, del q'iale lo era pure
sto V colla bolla In siiperc/niucnti A- quella d'Albarazin. Gli ultimi vescovi di
jìostolicac digidiatis, de'5 ottobre 587, 1 Ro-
Alb;irazin registrati nelle iVo//:-zV di
Bull. Roni. 5, par. I, i. p.i83, confermò ma sono i 1727 Gio. Na-
seguenti. Nel
il dismembran)enlo,e l'erezione delladio- varro-y-Gilabert d'Albarazin; nel 1763 »

cesi e sede vescovile di Teruel. lli.° ve- Giuseppe Molina-y-Lario , di Camanas I


scovo fu Andiea Sanlos Quintana de
d. 1777 fi'- Lorenzo
diocesi di Teruel; nel

la Vega Toledo, celebre canonista, no-


di Lay domenicanodi IIuesca;nel 1781 Giu-
minalo neh SyB da Fili[)po llj poi trasfe- seppe Costanzo de Andino, della diocesi
rito a Saragozza. I successori sono ri[)or- di Ijurgos; nel 1
790 fr. Agostino deTor-
lati nella Slur'ut ccclcsiiisiica di SprtgiKt. res domenicano di Valladolid; nel 1792
La Notizie di Ruma registrano seguenti. i fr. Emanuele M.' Truxillorainoie osser-
iNel 732Fraucesco Perezde Prado e Cue-
I vante, della diocesi di Cordova; gli suc-
sla, d'Aranda diocesi d'Osma; nel 17J5 cesse il suddetto Albarez de Palma, Ira-
Francesco Saverio Perez di Barosa, della slalo nel 1802 a Teruel; nel 1802 Anto-
diocesi di Calahorra; nel 1757 Francesco nio Vila-y-Campos di Minorca, e già ve-
Rodriguez Chico, della diocesi di Valla- scovo della pallia; dopo sede vacante nel
dolid; nel 1780 Hocco MartinMerino, del- 1 8 5 Andrea ab Andres Garcia Palomar-
1

la diocesi di Palenciajnel 795 Felice Ri- 1 ca di ftladrid; nel 1824 fr. Girolamo du
co-y-Uico, della diocesi di Valenza; nel s. Felice de'triuitari scalzi, della diocesi
i 802 Diagio Gioacchino Albarez de Pal- Orense; neliSagfr. Giuseppe Taloyero-
ma, dell' ai cidiocesi di Siviglia, Iraslalo y-Royol domenicano, di Villa da Vilar-
da Albaraiin; ueli8 i5 Filippo Montoya liiengo arcidiocesi di Saragozza, e fu l'ul-
Diez, della diocesi di Palencia; iieli825 timo vescovo. A suo tempo ecco lo sialo
Giaciuto ivodriguez Rico, della diocesi di diocesi d'Albarazin, secondo l'ulli-
ilella

Leon; nel 1827 Diego Carlon, della dio- ma proposizione concistoriale. La catte-
Carlageua; ueli8j2 Giuseppe A-
cesi di drale sagra al ss. Salvatore di solida slrut-
TE ri T E R 247
tiirn, col ballislerio e panocchia in cu- no che riceverono Io Spirito santo, l'an-
ra (I LUI piele destinato dal capitolo. Que- nunzia 1' inno della Pentecoste: Xiinc
sto formavasi di 4 dignità e per lai. del Sanete nobis iS/.>//v7<<.v. Siccome sulle di-
decano, d'8 canonici colla sola prebenda verse ore della passione e morte di (iesti
delpcniteiizicre,edi molti bencnciali. L'e- Cristo, delle quali si fa allusione nelle n-
piscopioera conliguoalla calledialeecon- re canoniche, sembra
esservi qualche ap-
veniente. Tra le altre cliiese della città, parente discrepanza dal riferito degli E-
due erano parrocchiali col s. fonte. Erau- vangelisti, giacché l'ora della crocelissio-
\i 4 conventi di religiosi, un monastero ne fu la 3.^ presso s. Marco e la 6.' pres-
di mouaclie; desuut autem seminari u/n, so Giovanni, a motivo che la 2." delle
s.

et lìioiis jìictatis. Ogni nuovo vescovo di 4 del giorno pressogli ebrei si pro-
piU-li

Albarazin era lassato ne'libri della catue- tendeva dall'ora 3.' fino al principio del-
la apostolica in fiorini 5o, ascendendo le l'ora 6.' ossia al meriggio; laonde e per e-
rendile della mensa a circa 90,000 reali liminarla e concordare il da loro asserito
gravati di pensioni. La diocesi si estende- trovoopporluno, anche per lealtre ore ca-
va in lunghezza pena leglie, eiy in lar- noniche, qui farne breve digressione. Il
ghezza, comprendendo molli luoghi. Va- Rinaldi negli Annali ecclesiastici, an. 34>
cala la sede di Teruel per morte di mg."^ n. i63, riferisce. In (pianto all'ora della
Soler, nel concistoro de' 18 marzo 18 52 crocefissione di Cristo, abbiamo per te-
l'ioIX preconizzò l'odierno vescovo uig."^ stimonianza degli Evaiigelisli, ch'egli fu
Francesco Landeira-y-Sevilla, di s. Euge- croceOsso avanti l'ora 6.'^ perchè penden-
nio di Piiveira arcidiocesi di Compostella, do esso in croce si fecero le tenebre dal-
dottore in s. canoni e teologia, e di que- l'ora G.'fiuoalla 9. '\dellequali lasoiòscrit-
sta professore nell'uni versila di Madrid, e to s. Matteo: Etfacta Iiora sexta tcne-

I. "penitenziere dell'ospedale. Ogni nuo- hraefactae suntper totam tcrram usqnc


vo vescovo di Teruel classalo ne'registri inliora/n nonamj avendo egli poco a van-
della camera apostolica in fiorini 3ooq, ti dello, che il Salvatore fu crocefisso Ao-
la rendita essendo secondo il ricordato ra tcrtiaj che non ripugna l'a (ferma-
al
concordato, che riportai a Spagina. La dio- re s. Giovanni, che fu 1' ora quasi sesta
cesi di Tei uel unita a quella d'Albarazin, quando Pilato era per dare la sentenza.
è alcjuanlo vasta e contiene molli luoghi. Imperocché siccome la notte presso i giu-
TERZA, Zcvfm. Nome della 2.'^ par- dei si divideva in 4 vigilie, cosi il giorno
ie delle Ore Canoniche (f^.), che si recita in 4 o'e con parti eguali, ciascuna delle
dopo l'ora di Prima (P^.J, quindi segue quali conteneva 3 ore e si denominavano
l'ora di Sesta (P .). Fu così detta perchè non dal principio ma dal fine, onde lai."
essa è l'ora terza dopo il levare del sole, parte del giorno dal principio fino all'o-
nella quale deve lodare Dio e la B. Ver-
si ra 3.' si diceva Terza; la 2.' fino all'o-

gine, perchè in essa cominciò precisamen- ra G.^ chiamavasi Sesta; la 3.' fino all'o-
te il perioilo della Passione (f.) dì Gesù ra 9," nomina vasi iYo/id;y la 4-'" fino a not-
Cristo, poiché in quell'ora fu da Pilato te appellavasi Vespero. A questo propo-
condannato alla morte, e nella stessa sali silo è coufurme il riferito da s. Pietro: Non
sulla Croccj e nella medesima pure di- cairn, sicut vos aextimatis^ hi chrii snnt^
scese nella PeiiLecoste (P'.j lo Spirito sa/i- cani sithora dici tertia. Dappoiché se l'o-
lo dal cielo sopra gli Apostoli e gli altri ra di 3. 'si fosse estesa fino a quella di 6/
nel cenacolo, essendo in mez/.o a loro la che cosa inusitata avrebbe significato s.
flessa Madre di Dio. Che l'ora di terza fu Pietro, dicendo che non erano ebbri, per-
josì denominata in memoria degli Apo- ehé era l'ora di 3.' del giorno; non essen-
-.loli che prega vano in ora di terza nelgior- dovi dubbio che avrebbero potuto aver
248 T K II TE R
desinato in quell'ora elicsi terminava la nngnc^a per la Prei^hiera, osservali da-
6'? Ontle riportando per prova di non gli Apostoli, passarono quindi alla Chie-
essere quelli ubbriachi, essendo l'ora 3.^ sa. Gli «///-/^^//V//»' dunque di Terza, Se-
del giorno, dimostra che l'ora 3/ era il ter- sta e Nona, furono così chiamati, perchè
mine delia i," parte del giorno, e che più giusta l'indicata distribuzione del tempo
clUe non passava. Dice s.Giovanni che era recitavano alla alla 6." e alla g. o-
'
si S.'',

quasi sull'ora di 6/ quando Pilato stava ra del giorno. In tal modo la Chiesa con
per giudicare a morte Cristo, perchè l'ul- siffatta distribuzione d'ore canoniche, pre-
tima ora dellai." parte del giorno detta scrisse un compito religioso diurno, on-
3/, era già cominciata e slava per prin- de dal principio sinoal finir del giorno niu-
cipiare la 2." parte chiamata 6.' Né in- ua parte di esso vacava di sì lodevole oc-
convcuicnlealcuno è, come spiega lo stes- cupazione. Inoltre riferisce il Magri nella

so Rinaldi, se quel ch'era vicino all'ora Notizia de' vocaboli cecie si astici, t\c\Vav-
3.'\ s. Marco attribuisce alla medesima, [!\co\o Hora e Canonicae, che l'ora di ter-

ciò usandosi nel parlare, ed essendoci in za chiamata Aurea, e da'sagri cano-


fti

questo proposito molli esempi, e gli E- ni, Ilora sacra, perchè in tale ora sole-
vaiigflisli nello scrivere si accomodarono vasi celebrare la Messa (A^.) e la sagra Si-
al cùuuiiie uso. Pertanto dichiara Rinal- nassii^y.'), per antica tradizione lasciata-

di, essersi pronunziala da Pilato a 3." la ci da s. Cipriano, De orai. Duniin.; da s.

sentenza; che i giudei sitibondi del san- Basilio, in Reg. quaesl. 37, e presso il p.
gue divino, senza indugio per mezzo de' alartene 1. 1, p. 29?; e da s. Isidoro, /^c

gentili misero ad esecuzione crocifiggen- ccel. qffìc. lib. 1,0.19. l^oichè il cardinal
dulo e stando il Salvatore pendente in
;
Bona, lib. i , e. 2 1 , § 5; il p. Marlene, lib. i

croce, essendo già l'ora 6.^, o avvicinan- e, 3, p. 292; il p. Coustant, //z Epist.suin.
dosi come dice s. Luca, si ricuoprì la ter- Pont. § 4 '" ThelespJioro p. Sg, et in s.
ra di tenebre sino all' ora 9.^ Di ciascu- Daniaso §§ 4 ^ ' o, p. 607 e 670 ; e mg."^

na ora della passione di Cristo, dice s. I- Giorgi, //i Litiirg. Roin. Pont. dimo-
1.
1
,

gnttzio Ilora ter liei sentcntiani accepit


: strano che l'aulico rito di cantar mes- la

Filato, penili Iten te id Patrej hora se- sa dopo il canto di terza, come fa pure
dici criuifixus estj nona expiravitj an- il Papa ne'pontifìcali, nel modo che de-
te solis occaswn sepulliis est. 11 diesi de- scrissi ne' voi. Vlll,p. I 63, IX, p. 16 619,
ve intendere, secondo le predelle 4 parli non può derivare da'supposli decreti de'
del giorno; perchè
scrive Censorino, in Papi s. Telesforo del 142, e s. Damaso I

conformità algiàdellOjChesiccomesi suo- del 367. Pel canto di terza inluonalo dal
le dividere la notte in 4 vigilie, cosi il gior- Papa, egli siede sopra un trono dello di
no in 4 parti; e che l'istessa consuetudine terza, senza baldacchino perchè diverso
l'osse tra gli ebrei si raccogliedallas. Scrit- tempo del pon-
di quello in cui sta nel

tura, nella quale di frequente si fa men- ed ivi hanno luogo le ceremonie


tificale,

zione delle 4o''ee rare volte delle altre, che anticamente si eseguivano nel Se-
come nella parabola del padredi famiglia. gretario o Sagrestia (T .), ove recita vasi
IS'otai col Mazzinelli a Ore Canoniche l'ora di terza, prima in detto trono rice-
che le nazioni orientali e gli ebrei ebbero vendovi r Lbl'idienza , ed assumendovi
in uso di dividere i £;/o7'//z ini 2 o/r egua- le / esti sagre per \a messa, mentresi pro-

li fra loro,incominciando dal levare del segueilcantodella medesima ora.Ne'pon-


sole sino al tramonto di esso. Si divide- lificali delle solennità tale trono si eleva
vano di 3 in 3, contandosi dopo il nascer dalla parte dell'epistola dell'altare papa-
del sole, e si dicevano Terza, Sesta e No- le di s. Pietro; ma per quello della Coro-
na, Questi spazi di tempo usati dalla Si' nazione (J- .jdeluuovo Papa, si erige nel-
TER *
TER i\i)

lacnppella Giegoiio Ideila Clemen-


ili s. vn. T/LTgbeHi e il Sassi gli negano il car-
tina, ove prima slava 1' aulico SccrcUt- dinalato.
riiuii della basilica Valioaiia, onde que- TEllZIARIOe TERZIARI A. Religio-
sto Irono si suol chiam.ue Sci^rctcì-iii o so e religiosa ap[)arlenenli a quegli or-
Scorciti rio , come rilevò il Cancellieri. dini regolari die banno il lerz'oi tline, e
l!en(;dcUo XIII, teuncissicno dei!;li anliclii ue'loio articoli ne tratto, così de'terziari
riti, ogni vulla che celebrava [)onli(ìcid- e delle terziarie secolari ascritti a'inede-
inenle in s. Pietro, voleva cantare terza simi.Si pu(> inoltre vedere Religioso, Re-
nella della cappella Clementina. Talvol- ligiosa e Terz' ordine.
ta per l'avanzata età de'Papi siommes-
è TERZlO(s.),(narlire. Riportò la corona

so il canto dell'ora di terza, come prati- del martirio in Africa, allorché Unnerico
cò Gregorio XVI ne'pontilicali di Pusipia re de'vaudali bandì tanti vescovi caltijlici

del 1114^ e del 1846. Xel i.° di tali anni nel484i per opporsi all'erronee pro[)osi-
nella cappella della Pietà della basilica zioni de' />^o/m//v;/.e oidi nòdi tormentare
Vaticana si vesti de'sagri paramenti pon- e far morire tutti quelli cheavessero ricu-
tificali per la messa, e nel trono di terza salo di obbedirea'suoi editti. E" nominalo
ricevè soltanto l'ubbidienza, la quale nel nel ma-rlirologio romano il G dicembre
1840 non la ricevè nemmeno neiraltro Con altri conlessori che nello stesso tempo
soglio, avendo ammesso all'amplesso i 3 sollersero orribili supplizi per la feile.

ultimi cardinali preti nel discendete dab TERZ'ORDLXE, Tertius Or do. Or-
la sedia gestatoria avanti l'altare papale, dine regolare che ha una medesima re-
ovesubilo si recò a incominciare l'inlroìlo gola e una medesima forma di vita, in pro-
della messa. avendo in precedenza assun- porzione di due altri istituiti prima, Iran-
te le sagre vesti nella memorala ca|)pella, ne alcune parlicolarilà. 1 terz'ordiui non
oltre alui accorciamenti. Allreltanlo ri- furono in origine veri Ordini lielii^iosi
levasi puie dal Dia/ io di Ronni, n.° 24 ( / .), ma
bensì sante associazioni o soda-
•del 1 845,e n.°3o del 846. 1 11 Diclich, Diz. lizi di persone secolari, od anche mari-
sacro-liturgico, nell'articolo: Ore Ca?io- late, le quali si conformavano, per quan-

nichct Terza, Sesta e Nona, riporta la to il loro stalo lo [)ermetteva,al fbie, allo
rubrica per le medesime dt;l Breviario ro- spirilo e alle regole d'un ordine regolare
Diano. Altre nozioni sull' ora di Terza, the le associava e le dirigeva. Vi sono [le-

si può vetlere nel ZdCCiiiìa,Ononìasticoii rò lerz'ordini obbligali con voti solenni,!


Rituale, vocabolo Teriia. quali sono veramente rei igiosi,come il 2}'/-

TEUZAGO Oberto o Uberto, Car- z'ordiuedis. Trancexco (P .)j(\uit\\\ delle


diiuile. Patrizio milanese, arciprete del- religiose domenicane dell'ordine de' Pre-
la chiesa Modoezia, nelriqrjfn eletto a dica lo/-i(,J .j,-delle ieligioseiS'(^/H'er//.l/(^/'.-

pieni voti dal clero arcivescovo di sua pa- ìi{/ ('A'. j dell'ordine óe' Servi di 3Iariaj
tria, eCelestino HI l'approvò. Questo Pa- delle religiose dell'ordine della lìlercede
pa, e non Innocenzo 111, lo creò cardina- (P .), Miiùme o Paolottc
e delle religiose
le prete di s. Stefano al Monte Celio, e (T Carmelitani del terz'ordi/ie
.); oltre i

siccome prelato di grande elìicacia e pa- (y.),e ^W Agostiniani .scalzi(F.).B'\so2.im


ri destrezza fornito, gli riuscì di stabili- per conseguenza distinguere due sorta di
re la pace tra'milanesi e i cittadini di Co- terz' ordini : gli uni che sono religiosi e
mo. Quindi si accinse alla restaurazione gli altri no. Quelli che non sono religiosi,
delta basilicaAmbrosiana, in gran parte non lasciano però di essere veri ordini, cioè
per fortuito incentlio di>liulla e lovina- associazioni e congregazioni di persone le-
la. La morte die lo sor[>iese nel i ir)(j, gate tra di loro da uiiadetcrnuuala manie-
gl'impedi di compiere quella gruud'opc- ra di vivere e du certe regole e ccremo-
25o TE l; TES
iiie pi'iilicaleda coloro die vi s'iiDpegtia- urbe snnt, et non habent presbytcrum,
iiu, ed apjjiovulo da' sommi l^uiilulìci. 1 ipse cnstodit. De candelis auteni, et ce-
canonici regolari Prcniostratensi,\ Car- reolis quotldianis quidquidsuperestin
iìielitani.'2^\\ Agostiniani scalzi, eà'iFr cai' basi lieis, Basilieafiusper singulus men-
cescaiii (/ .) si disputano l'onore di ave- sis hidc deporlat. Il luogo ove si custo-
pumi dato
re pe' origine a' leiz' ordini. discono presso le insigni Chiese e San-
Sembra però elie i pretuostralensi abbia- tuari le cose preziose donate ad essi, si

no maggior fondamento degli altri, poi- chiamò tesoro, Thesaurus, coiWQ il teso-
ché il loro lerz'ordine incominciò essen- ro del santuario di Loreto^ il tesoro del-
do ancor vivo il fondatore s. Norbelto, il la basilica di s. Marco di Fe/ies/a. Quia-
tjiiaiemorì nel i 34, dopoaver daloaTe-
i di custode del tesoro fu chiamato The~
il

Laldo conte di Champagne, ed a molte sani-oplijlaciu/n, qual custode de! Gel-


{dire persone un ()iccolo Scapolare (l .)
zofilacio (y.), ed anche sinoniujo d'A'-
bianco, ed una regola |)er vivere religiosa- rario,e Tliesaur ariani, àa\ tesoro di cui
mente in mezzo al mondo. Quindi S.Fran- aveano cura. Fu dettoaltres"i praefecti

cesco istituì il suo lerz'onlme solauìente Thesaurarii, si^'e Arcarii, del qual vo-
Del I aa I, quello degli ogostunani scalzi fu cabolo parlo a Tesoriere generale, pri-
stabilito nel i 4o i , e quelio de'carmelita- mario prelato della s.Sede, succeduto al-
ni nel 1476. Vedasi il p. lielyol, Storia l'antico f estarario (V-), a cui per la cu-
degli ordini monastici e religiosi, ne'ca- stodia delle sagre Suppellettili fu sosti-
piloli de'nouiinati terz'ordini, e pai tico- tuito Sagristadel Papa{V.).ì^e\ Tem-
\\

larmenle il cap. 5a dell, i: Dell' origi- pio dì vi furono tre San-


Gerusalemme
ne del terz'ordine de' Carmelitani; ed il etuarii cniaestores^ denominali 7 hesau'
cap. I o del t. 3: Del tei-z ordine di s. A- rarii TempliAn moltissime chieie la cap-
gostino. pella o il luogo ove si custodiscono le ss.

TEUZ'ORDINE DI S.FRANCESCO. Jleliquie,i\ chiama tesoro, e tesorieri gli


/ . Francescamo ordine, ed il voi. XXVI, ecclesiastici che vegliano alla loro conser-
p. 1
70, quanto a'religiosi, ep. 19 i, quanto vazione, come custodi delle cose sagre, ed
alle religiose. in diverse sono i canonici dignitari. Mol-
TESORIERE CANONICO, Thesau^ ti esempi di(|uesti e altri tesorieri di cat-

l'arinsCano/ucus, Sacri The.<auriPrae- tedrali, collegiate, abbazie, di sovrani,


.vr.v. Dignità ecclesiastica in alcune catte- anche di monache, Thesaurariae,ne par-
drali, il cui ufijcio viene minutamente de- lai a'ioro luoghi ove furono o tuttora so-

scritto dall'arcivescovo di Siviglia s. Isi- no. Le dii^nilà canonicali di tesoriere l'eb-


doro, De Eccles, Of/ic. l. a, cap.i i, yid bero le metropolitane di Aquileia, Be-
Tliesaurarium pertinet Basilicarii et nevento, York, Bordeaux, le cattedrali
Osttarii ordinatio, incensi curUy cìiry- d' Auxerre, di Cariali, di cui riparlai a
s/natis cura conficiendi, haptisterii ordi- Strongoli, e di moltissime altre. 11 Ma-
nandi, preparatio lununnriorum in sa- gri nella Notizia de'vocaboli ecclesiasti-
erario, praeparatio saci'i/iciis de his, ci, riferisceche da Cemelium vel Cime'
cpiae imiìiolanda snnt ad eum veniunl Ha, Sagrestia, Cimiliarcidnm, ovvero
de parochis prò clirysmatej cereos, et luogo ove si ripone la sagra suppellettile
ohlationes altaris ipsc accipit a populo, eie cose donate alle chiese, si formò il vo-
ipse colligit per Ecclesias cereos infe- cabolo Cinùliarca o tesoriere o Sagre-
slii'itatibus. Adeum pertinent ornamen- stano o Sagrista {F •), come sono chia»
ta, et vestimenta. altaris, quidcpùd in inati in alcune cattedrali. Nelle metropo-
Ksii templi sii!) i'/iis ordinatione c.xistit; litane di Napoli e di Milano furono isti-
vela, et ornuinenta basilicariuu quae in tuiti il cinùliarca, per la custodia del le-
T E S TE S ' 25i
soro di Gennaio s. nelki i.\ del tesoro di nonico tesoriere di Sdlisbiiiy, |iredic;iva
s. Ambrogio nella i.', cu.s/os Ihcsiiiiro- n Ila campagna e ;ivea sfrvituri.iXanli Irò-
/•«//i i-. y^m/)/o.v/V. Al cimiliarca di Napoli vò un economo neh So, mi tesoriere nel i

nelle processioni e nella celebrazione de' i 43, un caineilengodel capitolo di Vel-


1

divilli odici fu dato per distinzione un A(^i- lelii nel i4i. ed altri carnei lenglii nel
i

colo. L'odierna dignitèi del tesoriere ec- i i8 e neh i43. Per altre erudizioui si
i

clesiastico, è un caiKJoico d'una chiesa ponno vedere Zaccaria, 0//o/?trt.v/KO/z/ì/.


metropolilana,caltedralcecollegiata,clie tiu!l('.nQ\ vocabolo Tli('snurariux,e priii-
ba la custodia del tesoro,delle s. rclu|uie, cipalinente Cancellieri, De secrctariis t.

de'vasi, degli ornamenti e delle vesti sa- i


, p. 4B2: De tliesaiirario, in cui ragio-
gre. Le funzioni di tesoriere corrispon- na de'vocaboli sinonimi e degli uffici del
dono quasi a quelle di sagrisla, e la dif- tesoriere ecclesiastico.
feienza più essenziale fra l'uno e l'altro TESORIEREGENERALE DELL/\.
sembra essere,clie generalmente parlan- REVERENDA CAMERA AFOSTO-
do, dicesi funzione quella del sagrisla , LICA, Thesaurarius apostoUcus gene-
trannealcimechiese, e dignità quella del Tlicsaurarii Papae, Praefcctus
i-alis,
tesoriere. In alcune cinese cattedrali il le- Acrdrìi. Il terzo At Prelati di flocchet-

soriere fu od è la i." dignità, in altre in to (r.J,e perciò gode (pielle preniinen-


\cce pili ordinariamente è la 2.' ola 3." ze proprie di tali primi prelati della ro-
o la 4-'5 giusta l'oso e il privilegio della mana prelatura della s. Sede, sia nell'a-
chiesa. Vi sono altrcs"! delle chiese nelle bito, nel treno delle carrozze, nelle visite
quali il tesoriere none né dignità, nèca- e precedenze, nel posto nelle Cappelle
nonico, ma un semplice benencialo. A y;o/2^//?r/V, e sia ancora ne'funerali che gli
Rendita ecclesiastica, pati imonio ec- competono. Egli gode ed esercita ampia
clesiaslicoe tutto il temporale ad esso an- autorità e giui istlizione, con molte siu^o-
nesso, riparlai degli Economi (/ .) per ve- onorevolissime prerogative. Fa par-
lari e
gliare sull'amministrazione della mede- te deltribunale della reverenda Game-
sima, massime in Sede vacante. Negli an- ra apostolica (V.), e con essa usciste alle
tichi monumenti d'oriente l'economo del- proleste che fa al Papa, nella vigilia e fe-
la chiesa si trova chiamalo talora Z^/.sy;r/f- t.ta de' ss. Pietro e Paolo, pc' Tributi e
i-ator. ed in occidente fu detto cjuulche CV/iv/y/^^V non soddisfi Iti alias, iede. 11
volta Thesaurarius^ benché il citato s. l- tesoriere generale pontificio è l'aminini-
sidoro dislingue il tesoriere daìT econo- giratore e il depositario delle rendite de*
mo. Quindi il tesoriere nella chiesa gre- dorainii temporali della chiesa romana,
ca si appellò pure .vaH'o/7/<'/r(' o t7'/;ii7/V//'- de'quali trattai a Sovranità" de'romani
ca o custode delle cose preziose; e l'eco- Pontefici e della s. Sede, ed in tutti i

nomo nella chiesa Ialina quello che og- molti articoli ivi ricordati e relativi : ha
gidi dicesi ca/nerleui^o e in alcuni luoghi la cura del tesoro o erario pontificio, e de-
ó/Vir/rtco. Anche il Nardi, Z)(''/;rtrror/i/,ra- gii altri proventi, diritti ed entiatespet-
gionandodelfecoiiomodellechiese,osser- tanti alla medesima romana chiesa. Ma
va che in un documentodelio58 è chia- siccome il cumulo delle grandi ingeren-
malo canierarioj ed opina che il teso- ze,ficoIlà, giurisdizioni e privilegi di que-
riere non era la stessa cosa che l'econo- sto primario prelato variarono secondo
ino, di Yrmione tesoriere della
sebbene le pontificie disposizioni, narrerò le prin-
thiesa Lauduuense si fa menzione nel- cipali nel liportare cronologicamente la
l'Hyi, di altro neho4o; e quando s. Ed- serie de'tesorieri generali, dalla
quale si
njoiido nel secolo XI 11 fu da'canoiiici di rileverà che talvolta di>«impegnarono il

Cauloibery fallo loro arci vescovojcra ca- lilcvunle uflìciu alcuni laici, e poi furono
2 ji ' TE S T E S
sempie chierici; hionde qui mi limlletò indi innanzi ad esso sparava i cannoni, i

a qualche generico cenno, in progresso le mortari e le moschelterie; poscia passava


atlribuzioui successivamente conferite a' innanzi ai palazzo del tesoriere,e ivi schie-
tesoriei i, polenclusi vedete negh articoli ratisi il bombardieri esegui-
[jiesidio e i

die ricorderò le posteriori disposizioni dai vano alUettanto. Imperocché il tesoriere


Ptipi pre>e su ciascnna, senza tutte ram- mi tempo fu prefetto o CasLellano di Cu'
uienlarle; ed in fine riferirò in hreve lo stel s. Angelo (T'.j, come pure commis-
&tato presente della tesoreria apostolica, sario generale del mare o Marina pon-
del pielato ministro delle finanze, e del ti/ieia, (iella quale riparlai a Soldato ed

ministero delle finanze pontificie. Inoltre a Tevere. Dissi inoltre a Marina che il
riporleròalcuoe nozioni riguardanti tan- tesoi leve avea la suprema presidenza de'
to il tesoro e l'erario [lonlificio, quanto luoghi di pena, bagni o Prigioni(F.), che
le finanze e le gabelle dello stato papale, enumerai, con facoltà di diminuire 3 me-
in esaurimento del promesso in tanti ar- si di pena a'condannati.lDi più, come pre-

ticoli;argomenti clieslitnai svolgere com- fetto di Castel s. Angelo, custodiva una


pendiosamente in questo, per la più pos- delle chiavi del cassone di ferro di tal for-
sibile brevità, e perchè il loro complesso te, ov'erano chiusi i Triregni e le Mitre
potesse dare un'idea del moltissimo che preziose del Papa, che alla sua presenza
VI sarebbe a dire in sì vastissimo empo- si eslraevano e poi riponevano, quando
rio di nozioni, e così supplire a quel la- il Papa li usava ne'pontificali. Un tempo
conismo che mi è legge. All'articolo I\Ii- l'amministrazione economica della trup-
iiziA PONTIFICIA parlai quali corpi di essa, pa papale si fungeva d alla computisteria
sino dagli ultimi tempi, erano sotto il co- camerale e dipendente dal tesoriere. Sino
mando del tesoriere, e di quello che tut- al 1817 il tesoriere era collettore gene-

tora da lui dipende e destinato al servi- rale degli Spogli ecclesiastiei (ì .j.Sino
gio delle finanze, perciò chiamato delle poi al 1847 il tesoriere esercitava le pre-
guardie di finanza, avendo di tal corpo sidenze del consiglio di finanze, del con-
riportalo l'origine e il progresso, per sor- commissione degli ar-
siglio fiscale, della

vi'gliare dalconlrabbando conlìni e le i letrati, del consiglioamministrativo del-


Dogane (I '.J, anche delle j?'''/V/y' (f .), pel l' amministrazione generale de' lavori i-
pagamento delle Gabelle e Tasse (P\)j draulici camerali, del consiglio direttivo
non che accennatoquanto fecero i prelati dell'ipoteche, del tribunale criminale del-
tesorieri, eziandio pe'guardacosle di ma- la rev. camera apostolica, era pro-presi-
re o scorridore doganali pe'due litorali dente delle Ripe del Tevere (f^.), e face-

del Mediterraneo e Adriatico, oltre alcu- va parte di altri consigli e congregazio-


ne brigate di cavalleria. Nello slesso ar- ni. 1 tesorieri furono economi e soprin-
ticolo ftliLiziA dichiarai, che il tesoriere tendenti dell'università degli Ebrei [F.)
presiedeva alla guarnigione delle Torri, di Iloma, a'quali Pio /X concesse quelle
delle Fortezze, de Porti (F.), massime franchigie notate a tale articolo. Dal x 574
delle fortezze di Castel s. Angelo, di Ci- 311767 i amministrarono l'ea-
tesorieri
\'ita\'eeeìiia, e di Aneoìia ( V.), e compre- Itate e la comunità di Terracina {F.),
si i loro bombardieri; per cui in tali luo- nella qiial città poi alcuni si portarono an-
ghi si trovarono a licevere i Papi quan- nualmente con Pio VI, per la bonifica-
do vi sirecarono. Che allorquando il pre- zione delle P<z/«(ì?i'Po«f/«e(/''.), alla qua-
sidio e i bombardieri di Castel s. Angelo, le contribuirono con giurisdizione gene-
per la festa di s. Michele Arcangelo, e poi rale sull'azienda pontina, deputando il

di s. barbara, si portava nel palazzo apo- prelato a giudice privativo delle lene pon -

stolico a ricevere la papale benedizione, line il commissario legale delle medcsi-


TE S TE S 2^3
me e governnlore di Terrncìnn, con fìi- r.iomoMo, nvc ptir dissi in qnnli nlfie an-
coltà anco sugli ecclesieislici. Sino ni de- w\r. c.ividcnle egli iiilcrvenivn. Nolni il

dinar del secolo passalo, il tesoriere co- Lavanda nE'i'iF.DF,(;lie in c|iiel!.t clic la li
me prelato famigliare del Papa riceveva Papa nel giovedì santo, il tesoriere o car-
dai Palazzo aposlolicn la pai te di pane tlinal pro-tesoriere in cappa, gli sonnni-
e vino dalle ofìicine palatino, e piìianti- nistra le nicdiiglie il'oro e d'argciilo, che
camente anche altre distribuzioni, cavai- cava da una borsa di damasco cremisi tri-

li e servi pel suo servizio, come si |)nò ve- nata d'oro, per c|i!elli cui lava i [liedi. Ivi

dere ne'ruoli palatini che jiubblicai a Fa- rimarcai che in assenza del prelato o car-
MiGLiA PONTIFICIA. Nell'arlicolo Cappelle dinaie, incombe a supplirlo il dello mg.'
PONTIFICIE e altri analoghi raccontai che commissario, come quello che fa le veci
il tesoriere per la funzione del Possesso del tesoriere per sua assenza o iinpoten-
dclPapa\1 .) nella basilica Lateranense, za, e nella vacanza altresì della carica, a-

in cappa sta genuflesso sul ripiano del tro- vendo la brma e l'udienza dal Papa nel-
no pontificio, e somministra al Papa a le ore antimeridiane de'raercoletn e sa-
mezzo del cardinal Priore de'diacoui le bali, come il tesoriere (anzi notai a Ca-
flfcdaglic poìUifìcie (/'.) d'argento, ch'e- mera apostolica che anticamente vi si re-

gi! fa incidere e coniare nella '/.ceca poji- cava pure col tesoriere), ancorché il Papa
////r/rt (r.), cavandole da una borsa (lida- sia nella / illcs^p;ialiira (W Castel Gandol-
masco cremisi con trine d'oro, in luogo fo: luttavolta registrai unesempio in con-
deiranlicoP/r.yA/7(7vo{7 .),e poi egli stes- trarlo, poiché volle somministrare le me-
se ne consegna due al principe assistente daglie il prelato decano de' Cliierici di
filsog'io.Quandoa questoassistevano an- Ca/nc7-a(J .).llcommissnriogeneraledel-
cora gli ambasciatori, ad essi pure il te- la camera mg.' Angelo M.' Vannini, prela-
soriere distribuiva le medaglie, e talvol- lodi maiitelk'llone(delqual vocabolo feci

la le die eziandio a que'che notai ne'ri- parola a IMantellone), più volle nel pon-
cordati articoli. Dopo la distribuzione del- lificalo di Gì egorioXVl supplì al tesorie-
le Papa si reca all'aliare pa-
medaglie, il re, ed in mancanza di tal caricalo fatto prò
pale e depone sulla mensa rO^/<7~/o/«' di deputato della Co/ìgregazione speciale
i5o scudi in oro, dentro l)orsa di dama- di s,
jicr laricdifieazioiic della basilica
SCO rosso e trinata d'oro, che gli presenta Paolo, come rilevai a Tempio nel com-
il Questi anticamente in luogo
tesoriere. piernela descrizionesinoal maggio 855. i

del cardinal camerlengo porgeva al Pa- VtvV Oldazionc che nel venerdì santo fa
pa sedendo nelle Sedie [f.) dette iinpro- il Papa nell'adorazione della Croce, il te-

priamente stercorarie, le monete che il sorieie precedenlementeperciò consegna


Papa spargevaal popolo. Indi nella loggia a tinmaestro di ceremonie una borsa «li
della benedizione, dopo che Tavea com- damasco paonazzo con trine d'oro e con-
parlita il Papa, a questi il tesoriere som- tenente co scudi d'oro. Al dignitoso e an-
i

niinisfrava le nuove Dlonete pontificie tichissimo uffizio di tesoriere generale, i

( / .) ch'egli avea faltoincideie e battere, Papi destinano un prelato fornito delle


per lo spargimento che ne faceva sulla corrispondenti qualità e versalo nelle co-
mollitudiue; indi anche il tesoriere col gnizioni economico-amminislralive,epei'
Commissarici genercde della rcv.came' l'ordinario loscelgonodal rispettabile ce-
ra aposlolica{J .\ e con altri, spargeva lo prelatizio de' chierici di camera, per
sul popolo if/c/irt/v. Se per la funzione del antica consuetudine, mediante biglietto
possesso ha luogo la solenne Cavalcata^ del cardinal segretario di stato, a cui se-
il tesoriere vi cavalca nel medesimo tuo- gite la spedizione del breve apostolico. In-
do e luo^o, che dichiarai all'arlicololMAG- di al cardinal camerlengo di s.Chiesa-pre-
254 TE S T E S
sin il i^inrnmento di fedehncnle nmml- rnrì'i. Nelle notificazioni, editti e altri or-

iiisliaie e ili curare gl'iiileressi della ca- dini che pubblicava il tesoriere generale,
mera apostolica. Perònella Sede varaw co'tipi della stamperia camerale (e se ri-
tcW iSV/gToroZ/ri^/o può rimuovere il pre- guardanti interessi camerali pure sollo-
lato tesoriere e nominarne lemporanea- da mg.' commissario generale e
scrilii ,

niente un altro, speltnudo {|iiiiidi la cou- da un segretario e cancelliere della rev.


feinin di(|uesto o la riammissione del so- camera apostolica), poneva in cima a'me-
spe.soal nuovo Ponlelìce.A ìMedagli e pon- desimi lo slemma Papa regnante, al-
del
tificie ri[)arlai di quelle che sì coniano in la destra di esso quello della camera apo-
sede vacante per l'ingresso al coiiclayc, stolica, dalla parlesinislra il proprio gen-
anco dal tesoriere e col suo stemma geu- tilizio. Quindi s'intitolava; iV^. N.prelalo
tilÌ7.io,come per ultimo fece nel 84'^ n^S- i do/ìiestico o protniiotan'o aposlolien,
Anlouelli ora cardinale. NeHarlicoloCoN- della Sa?itità di Nostro Signore e sua
CLAVE riportai le leggi, colle quali si re- R. C. A. Tesoriere Generale, sottoscri-
gola l'amministrazione dello stato ponti- vendosi JV. N. Tesoriere generale. Se il

fìcio in Sede vacante, dal Sagro colle- pro-tesoriere era cardinale s'intitolava: iV^.

gio, al quale tanno giuramento di osser- del Titolo di N. della S. R. C. Prete


s.

vai le luUi i primi ministri della s. Sede, Cardinale IV. della Santità di Nostro
comprensivamente al tesoriere generale Signore e Sua R. C. A. Pro-Tesoriere
ed a chierici di camera. Sino aSisto V la ca- Generale. Si sottoscriveva: N. Card. N.
rica di tesoriere generale fu/ arabilc^f .), Pro-Tesoriere Generale. In sede va-
eperciòsinoad Innocenzo XII venale, va- cante il tesoriere generale prendeva que-
le a d ire come t;m le al tre si acquista va con to titolo: N. N. della Reverenda Ca-
lagmiardevole somma, la quale variò se- mera Apostolica Tesoriere Generale.
condo tempi, poiché si pagò talvolta
i scu- Dipendendo moltissimo dalla scella di

di 24,000, in altra 25, 000 doppie d'<j- questo autorevole ministro la floridez-
10, ed anche 00,000 scudi, quando cioè
I i za e prosperità dello stalo pontificio , il

chiericati di camera si acquistavano per pubblico bene de' sudditi del medesimo,
scudi 80,000, somme che fluitavano au e la gloria de'Papi nel governo civile, qua-
nualmente 1*8 o il io per 00. Però con- 1 li sovrani temporali ; cosi vi occorre un
viene rammentarsi, che tali somme ve- personaggio illuminalo e di criterio giu-

nivano impiegale pe'bisogni della s. Se- sto, virtuoso, integerrimo, vigile,altivo e


llee dello stato pontificio, e che prelati i di estese vedute. Il dotto mg.' Nicolai, sic-

che ne acq u s ta va no gì u (il zi ol t rech è d o-


i i , come dotato di vaste cognizioni teoriche
\eano essere onninamente degni e del e pratiche, fornito di profonda esperien-
tulio idonei a'medesimi,doveauo ancora romana, tteW Elogio del
za della curia
riuscire di pieno gradimento de'Papi, e cardinal Alessandro Lante, già tesorie-
di avere prima meritalo la loro estima- re generale, ecco come parla a'giorni no-
zione, altrimenti non bastava l'oilrire le stri delle qualità che devono ornare l'in-

somme stabilite. Prova luminosamente caricalo di questo importantissimo ulli-


la storia i grandi ed eccellenti prelati e zio. La carica di tesoriere generale esige
cardinali che fiorirono nella curia roma- l'uomo, che alle molle altre doli, quella
na, ed i quali aveano pagalo tali lasse. pure riunisca di cognizioni economiche,
Tanto allora che dopo la carica di teso- d'indefessa fatica nel calcolare e bilancia-
riere fa ascendere l'insignito alla dignità re almeno in grande le forze de' diversi
cardinalizia, ed il Papa che l'ha promos- prò venti, le spese dello slato, nel saper di-
so talvolta lo dichiara pio-lesoriere ge- stinguere le imposizioni sopra dazi io- i

nerale, Cardiiialis pro-praefectus Ac- duelli, che debbono servire al necessario


TE S TE S l'i'i

attivo del pubblico erario, d.i quelli che trsoiicri provinri;ili. '» Tlic niifem llie-
dehbono piopoizionaisi sopra fjiie'gcne- saiirarii proviiiciales (rpios etiatii luxlie
ri lendenli aireccitameiilo ed aumento babemu$ in unnquaque provincia slaliis

delle manifallure dello stalo; nel cono- ecclesiastici) iS'usrcntorrs [n^vxd nos Exa-
scereTabililàe fedeltà tl'un immenso mi- ctores,et Con)missarios cavalcantes niin-
merodi ministri, e nell'iiulagarne la con- cnpalos) nnmitiabant, qui si tjiiniis ido-
dotta, e cos'i ancbe la solidità, I onestà e nei eranf. ihesaviraiionim damno cede-
la puntualità de'proventiei i di specrlua bai. Qui quideni Suscrntorcs, f^eu l'ixn-

te interesse. Ri[)orteiò qui una sentenza cfnrcs per annum tantum, vel ad sum-
che un moderno scrittore. La si-
lessi in nium per biennium biijusmodi n)iinere
tuazione del tesoro è il compendio della fungi potei ant, ne scilicet in continuata
situazione del paese, della lorliina puh- vexandorum provincialiuin potestate,ve-
blica e privata, perciiè viene da tulli gli lui concussionum dominalionepeiinane-
elemenli, ed ò un bel segno dello svilup- lent : est textus videndus; et ficit eliatn

pò generale degli adari. L'equililjrio fra alter lexlus. Quodsi horum quispiam ve-
la tendila e un fatto (Inanzie-
le spese è tilo, et temerario ausii exactionem exer-
rodi grandeimporlanza. L'equililii io de- cere audebat, lume provinciae modera-
v'essere la regola delle finanze. Nella col- tori coireptum ad tliesamarium genera-
lezione degli editti e noti()cazioMÌ, innii- lem remillere std) (ida custodia licebat.
merabili sono quelli emanali da'tesorie- Pecunia vero exaclae din penes ipso e-
lì generali, e tulli riguardanti il lesorie- xactoresmaneie minime debent, sed sta-
rato e le pontificie finanze. 11 Bollai io ro- tini quodciunque a provincialibus fnerit

mano contiene un bel numero di rìiirn- exolulum, saci is thesauris inl'eratur. So-
grafi e moto-pi ojji-iiVweilì da'Papi a'ie- lulio aiilem ille facieuda est, qui lempo-
sorieri con disposizioni imlicale in tali ar- re solulionis exactor erat, non ei,(|i!Ì fuif,
licoli.Di più i tesorieri nelle ordinarie u- quando facieuda eiat solulio, et ab ollì-
dienze ricevono dal Papa verbalmente, ciò remotns fueral, ut notai Bartolus, et
come altri ministri, disposizioni e ordini, ibi Lucas de Penna adverlit, novos exa-

non essendo punto necessario, cbe il prin- clores teneri nedura ad exactionem tri-
cipe dia i suoi ordini sempre in iscritto, bulorum intra annum sui odicii debito-
come osserva il dolio Vettori, // 7*70/7- runì, sed etiauvad reliipia, idest residua
no d'oro p. 43o. Egli spiega la frase / /• praeteritorum. Quod si a solvere volente
vac i'ocì's oraciiio, riportando cbe Cice- dicti Su.sceptore.^ recipere neglexerint,
vone usò frase contraria in greco linguag- debitori ipse liberatur, et Suscepior in
giOjdicendo: Uhi sunt, cpii aiunt? Quan- duptum Fisco inferrecogitur, ex texluju-
to magìs vidi ex tuis literis, quam ex ad cnjiis texUis intellecttiui vj-
ris civilis
iUiiis sernioìie quid tìgerelur.Ch\'m\.\\\a- de Lncam de Penna, qui plura congerit
no sembra che meglio si accosti al senti- de oblalione debili fida creditori, ao, et
mento di Contralto, colle parole: Lieet quando debilor censeatiir liberatus: sed
enim, salis exeinploritm ad imitaiidum quoad Iribulornm exactionem, et negli-
cx lectione siippedilet, tanien viva illa, gentiam Susceplornm, vide omninoCas-
iit dicitiir, vox a Ut pleniiis eie. Nel ìpotì- siodorum. Sed quo ordine, quiliusque
tifìcato di Pio VII cessarono i tesorieri modis piocedendum silabipsisSusceplo-
rr/we/Y?// r/('//(^/J7'oi7'/H7V dello sta to pon- ribus,sive Exacloiibus in exigendis oiie-
lificio, lutti subordinati al prelato teso- iibus Cameralibus, et fi uclibuslocoruiu
riere generale. 11 Cohellio,7Vbf?7/rt7?owrt- montium sancilum est ab Em.° Card.
naeAidae ojjieinlihus, cap. ù^J)e The- i Camerario. Al si plura de Qititestoril)us,
saiirano generali, come segue parla de' seu Thesaurariis provincialibus cogno-
256 T E S TE S
scere cnpis, videTIiolosnnnm, et liMcetinni pniili nella i^cric'; Rectoviim Ancnnifa'
pcrtinere vuleiiliir, ([une sciibit Joaimes ìuic JÌLnrhiar ci die un I)el iiutneio eli

(le Platea, qui hoium onicium


y/^^c/^i/»/;? tesorieri, cominciando da Avogado Glie-
descnliens, Exactores Camerales descri- rardi fiorentino del 3o2 Thcsaurariasi

bere videtiir. Nunc aiiteui ad ipsum Ca- ^;/'o rcclorc in Marchia, e daDedo Bo-
nierae Apcstolicae geiieralein Thesnnra- nincontri deli3o4- IVicsaurarius 3Lir-
ritim redenndimi est, ad cDJiis snbliaii -
cliiacj anche dì ^ice-Tlicsaiirariu'!, co-
lala sollicitiulinem totius minori? later- me Arnolfo Marcholi deli 333 e ser Pie-
culi, idest SCI inii (ut esponit Alciatus) cu- tro di Gaeta del i 348. Leopardi registra
Vii ulTIieodosiusimp. ait. Quae
perlinet, per ultimoGio. Battista Zanchini (loren-
qnideni cura licet in totum, vel in par- tino deliSyy Tliesanrariiifj e ne\i 3:^1
lem ad n)agisiralum militum aliquando era stato Lorwntcnent et Thcxaiirariiii
devoluta esset, ipse tamen Theudosiiis Bertrando Senheri. Ed io col n,° 2 del i

iniperator, vetusti teinporis more reno- Diario di Roma deli83o aggiungerò il


vato, omnes minoris lalerculi dignitatis conte Girio Carradori di Macerata, teso*
illustri viro Quaestori subesse voluil: et riere generale della Marca e del ducato
ex. texlu tiioxndducto duo praecipuc col- d'Urbino nel pontificato di Pio VI, lo-
ligenda videntur; primum est, Tliesau- dato per prudenza, integrità e accorlez-
rariosprovinciales, quo< n)iuoris latercu- za, provvido amministratore, promotore
li nomine appellat,haberedignitalem; se- del pubblico e privato bene. Anche Ai'i-
cundum est,Thesaurarium generalem es- gnone econtado Venaissiiio (T'.j^Ao'
il

se virum il!ustrem,babereculmeii judicii, minii della s. Sede in Provenza, ebbero


et amplissunae sedis administrationem , il tesoriere chiamato Thesaurarii ge/ic-

ut in jmi civili; et videndus quoque est ralis Cainerae apostolicae comitalus


Cbassaneus". Il gesuita p. Plettemberg, Vcnayfìsini. Nel Bull. Rom.cont. t. 7,p.
Notitia cw'iac romanae cap. 1 4, § 5, De 448 vi è il breve Roinanus Ponti/ex, de'
The sa iirario generali, parlando del de- 3o settembre lySS di Pio VI: Declara-
positario della camera, Canijìsor, e de'di- tur ofTiciuni thesaurarii comitatus Ve-
versi tesoiierijdice: «Hic Tliesaurarii se- nayssini constituere,et constitnissc tilii-

creti nomen sorlitus est ad dilTerentiam Inni priniordialis ìiohilitatia traiisniis-


illius,de quo agimus, qyi geiieralis ap- sihilis. I Papi anticamente ebbero il le-
pcllatur, est que judex et superior alio- soriere segreto che custodiva il loro pri-
rum omnium Tlicsaiirariorwnpcr Pro- vato peculio, e fors'anclie faceva le spese
i7//r7V7.?.praesertim Marchiani, Aemiliam, particolari, come l'odierno Scalco {f .),

IJndjriam, Patrimonium, et director


et e per soccorrere i bisognosi V Elcinosi-
omiiium pinvenctuum, et emolumento- nicre del Papa (^1 .). Ordinariamente e-

rum Pontificis, ac Camerae illius, adeo- sercitava l'udizio di tesoriere segreto uno
que mixlam habet jurisdictionem eccle- de'Camerieri segreti partecipanti del
•siasticam et saecularem,cum judex quo- Papa (f^.). All'articolo Famiglia ponti-

que sit appellalionis collectorum aposto- ncu, riproducendo diversi ruoli palati-
licoium." De'tesorieri delle Provincie del ni, registrai alcuni tesorieri segreti e ne
Piceno o jMarca. e ducato d' ^ /7;//?o, di parlai altrove; di altri inseguito ne farò
Fori), deW Umbria, dal Patrimonio, o\- ricordo. Furono talvolta chiamati teso-
tré quanto andrò dicendo in questo, ne- rieri e depositari segreti de'Papi, i depo-
gli articoli riguardanti tali provincie di silari dell'erario pontificio. Tesoriere del
molli ne parliii,risiedendo nelle città prin- sagro collegio èil prelato Segretario del

cipali delle rneilesime, come quello del Pi- sagro collegio (/ .), cioè delle sue ren-
cenochediinoravain]Macerata,edilLeO" dite ed emoluiueuli. M3.' Itsoriere gene-
TES TES 2^7
rale lisiedevn colla sua segreteria gene- tra parola aggiunta, e ne riporta le testi-
rale (lei lesoiierato, nel sontuoso Palaz- monianze; come nella s. Scrittura in cui
zo della Curia fniiocenziana ( / .) pre- . 1 1 sono chiamati tesori i luoghi dove si ri-

lato ininislro delle fniaiize che ora lo sup- mettevano grano, vino e olio, e quelli i-
plisce, essendo vacante la cospicua cari- nesausti e doviziosi di Dio contenuti nella
ca, come si legge nelle Notizie, di Roma, natura da lui creata e regolata. Tesorie-
dimora col suo copioso ministero nel ma- re e Tesoriera, Thesauri custos, Ti-ibw
gnifico Palazzo del Governo o Mada- nus aerarius, Praefcctus aerarli, Prae-
ma {J Tenne.
.\ nell'area dell'antiche tor aerarli, Quaestor aerarli, Quaestor
(A .) Nerone, ora deno-
Alessandrine o di arra piiblica, Dispensator, è il soprin-
U)inato Palazzo del ministero delle Fi- tendente all'erario ossia tesoriere, mini-
nanze, del quale parlerò a suo luogo, con stro e custode del tesoro. Si dice inoltre
riportare le sue vaste attribuzioni ordi- Scrigno, Scrinium, per arca o forziere
.nate dal I^apa regnante. 11 vocabolo Fi' dove si tiene il denaro, e Scriniario,Scri'
nanza dicesi per tesoreria reale, ed è vo- niarius, il custode dello scrigno. Il prof,

ce francese, ha dal Dizionario


come si d. Piaimondo Pigliacelli, nella dissertazio-

della lingua italiana. Nel T oraholario ne liturgica, di cui sidàcontezza negli ^/z-
dell'ab. Manuzzi si dice che Finanze, al nali delle scienze religiose, 1. 1 5, p. 447»
plurale, significa il denaro e le rendite e intitolata : Dell' antico scrigno della
dello stato, ed è voce fiancese. Nel Di- chiesa romana, e dé'ministri del mede-
zìoiiario italiano-francese dell' Alberti simo, bene avvertì e spiegò, che constai
si legge al vocaboloi*^/«rt/iZ(7;Oggidì vol- vocabolo egli non intendeva nel signifi-
garmente in I talia sichiaman finanze l'en- cato che gli è dato presentemente, quan-
trate o rendite del principe; e Finanzie- tunque si possa e debba ammettere che
re dicesi il ministro delle finanze. In- la chiesa romana avesse ella pure il suo
nanzi di tenere proposito del tesoro e del scrigno per custodire i denari egli oggetti
tesoriere antico, e dell'alluale della chie- che venivano ad essa olferli cn<i
preziosi, :

sa romana, convieneche faccia prima pa- meglio usò del vocabolo per siginfìcaie
rola e dica alcuna erudizione del pubbli- il luo20 in cui si ("(juservavano in "elosa
co tesoro o erario e del tesoriere d'altre custodia Ogni scritto e specialmenle.Ie let-

nazioni, massime de' romani e de'sìgnori tere, Papi scriveanooriceveano, toc-


che i

d'Italia nel medio evo. cauli aiTa ri d'alta ini portanza;! quale luo- I

Tesoro o larario, o Tesoreria, The' go fu detto ancora archivio e cartario, ed


saurits, Jerarium, Area pid>lica (in la- i minislri custodi di-l medesimo si deno-
tino altra volta si scrivea Tìiesaurns col' minarono archivisti, piotoscriniari ,
pri-
la lettera ?? fra [Sposta, Thensaurus^a^o- miscriniari,scriniari,cartu!ari,cartofil;ici,
peralo frequentemente da Servio e da al- notari regionari. Vasto argomento che io
tri, e poi trovata superflua fu rigettata in principalmente svolsi negli articoli Archi-
questa e altre parole), quantità d'oro e vio della s. Sede, Archivisti dklla chie-
d'argento coniato, o di gioie e cose simi- sa romana, Frimiscrin IO, Protoscrimario
li preziose; ovvero tesoreria del pubblico, eScR(>fiAnio, distinguendosi tale luogocol
e luogo destinato a conservarlo, e delle vocabolo Scriiuo Sancto. L'Adami, Ri'
persone che custodiscono e amministra- cerche delCarcere Tulliano, \\kv\%ce con
no esso tesoro. L'erudito Sarnelli, Lett. Plutarco, che i messinesi chiamarono tC'
ecclesiastiche, t. 7, lett. Sy: Del signi/i' soro il carcere. Notai nell' articolo Sac-
eato della parola Z'cyoro, dice eh è il ri- CELLARio, ch'era un antico ofiizio della

postiglio, non la cosa riposta, come l'in- chiesa romana, esercilatoda uno degli uf-
tesero greci e latini, quando non vi fu al- iìziali maggiori del Palazzo apostolico
VOL. LXXIV. «7

I
2 58 T E S TE S
/,nferc/nense,ù\%\nhn\oieM tlenaro, vo- classe si comprendevano gli spettacoli e
cabolo che derivava da quello di Sarcn- le feste pubbliche. L'erario de'roinani da
/iis, luogo in cui si teneva riposto, e nel Valerio Pubblicola fu stabilito nel Tem-
dello arlicolo ricordai i diversi luoghi o- pio (V.) di Saturno, e serv'i poscia costan-
ve ne ragionai, ed era il lesoro del Fisco temente a tale uso fino alia caduta del-
(V-), la cui custodia spellava ^\V Arca- l'impero occidentale: in tale articolodis-
;70,dicui poi parlerò, indi chiamalo Te- si di diversi dc'suoi ministri e custodi, e

soriere pontifìcio; da taluni confuso col quali tesori e cose vi si custodivano. A quei
saccellario. Il saccellario era soltanto il tesori si die il nome di Erario, perchè la
pagatore de'fiiroigliari e delle railizie del I.' Moneta (1'.) de' romani fu di rame,
Papa, e distribuiva le sue elemosine: sac- sebbene altri vogliano che fosse di cuoio.
rellariofu pure il custode delle pie offer- JNell'arlicolo Questore
ragionai di que-
te e delle Oblazioni (T.) alle chiese. Dis- sto antico magistrato romano, ammini-
si pure di altri uflizi che esercitava, tan- stratore del denaro pubblico, e rilevai che .

to nella chiesa romana, che nelle corti dei si disse Qiiestiira la dignità el'uflizio del
principi, nellequali egualmente saccella- i questore. Egli nell'antica Roma avea cu-
li erano incaricati di distribuire le paghe ra del lesoro o erario' pubblico, ed il suo
e i soccorsi, e perciò erroneamente cre- ullÌ7Ìo equivale a'raoderni tesorieri e mi-
duli veri tesorieri. Vi furono saccellari nistri delle finanze. Ivi parlai de' romani
ch'ebbero pure la cura delle carceri pa- questori, di loro origine e numero; che
triarcali, e de'tnonasleri delle monache. in principio erano due incaricali della cu-
E siccome notai, che la parola Saccella- stodia del tesoro e per ricevere l'imposte
rio derivò da Saccus^ sacco o borsa, in dalle Provincie, e due per seguire nelle
alcuni monasteri fu detto Bursarius ed guerre i consoli o altri comandanti le mi-
avea cura delle rendite. re di Giudea a- I lizie, con quelle attribuzioni che riportai;
Teano un tesoro, chiamato il lesoro del poi aumentati a 20, indi a 4o- Anche nel-
risparmio, nel quale versavano tutte It le romane provincie furono stabiliti qtie-
loro finanze, ossia l'entrate o rendite. Il stoii, con ispeciali ingerenze, e detti pro-
lesoro poi del tempio di Gerusalemme vinciali ,
per distinguerli dagli urbani e
racchiudeva tuttociò ch'era consagrato al da'militari. Tutte cariche eminenti e au-
Signore. L'erario fu tenuto da molte na- torevoli. Eranvi pure i tribuni, del teso-
zioui presso i loro Templij ed i sacerdo- ro. Tribuni Aerarli , ufliziali tratti dal
ti e pontefici pagani aveano pure il te- popolo, altri custodi del tesoro pubblico,
soro particolare, come in Roma. Il teso- ma non si eleggevano per tali uffizi se non
ro pubblico presso gli ateniesi era consa- che persone assai ricche e disinteressale.
grato a Giove Salvatore (titolo dato pu- Dappoiché nel lesoro si versavano som-
re ad altre false deità, e per adulazione me immense per pagare le spese ordina-
anche a'sovrani e alle sovrane), ed a Plu- rie e straordinarie, specialmente in tem-
tone dio delle ricchezze. Vi si tenevano po di guena. Il conte Bagnolo nella Dis-
sempre in riserva ooo talenti (corrispon-
i sertazione deir Ortatore Nautico, pres-
denti 3187,500 lire sterline), per essere so il p. Calogerà, Opuscoli t. 29, p. aSo,
impiegali ne' bisogni più estremi dello riferisce che il prefetto dell'erario fu in-
«lato, e senza tali bisogni era proibito di trodolto nella dittatura di Giulio Cesare,
meltervi mano sotto pene capitali. Da ed altri erroneamente ne ritardarono l'o-
questo tesoro pubblico si traevano le som- rigine nell'impero di Nerone (e seguendo-
me necessarie per tulle le spese civili, pel li Prefetto, e qui mi emen-
lo ripetei a
mantenimento dell'armate, e per lutlo- do), magistrato e denominazione già esi-
ciòche riguardava la religione] nella qua! sterne sollo Augusto, e se ne fa pur meO'
T E S TE S 25.)

zinne a'tcìnpi di Caligola. Narrn Diones codi Saturno e militare, ed il privalo de-
clie nel 4-° anno della diltaltita di Giii- gl'imperatori che si chiamava Fisco (f^-)

lieCesare,non csseudosi più creali da qual- a difl'erenza dell'altro, ed avea i suoi pro-
che lempo prima ifjiieslori. a cagione del- curatori o razionali. Adunque secondo le

laguerra civile, fu dal medesimo Cesa- più comuni opinioni, romani aveano 3
i

re commessa l'amministrazione dell'era- tesori pubblici nel tempio di Saturno, ol-


Roma), chela li-
rio agli edili (de'(piali a tre il tesoro fìsco e il tesoro militare. II

tennero per alcuni anni. Questi nuovi de- I. "era col modelle rendite della repubbli-
putati presero il nome di prefetti all'era- ca, e da questo si ricavava l'occorrente
rio. Allorché poi Augnslo nel 'j5cj di Ro- per provvedere alle spese giornaliere. Il
ma rimosse nuovamente gli edili, prepo- 2." proveniva dal
ventesimo che si pren-
se all'erario 3 pretori o prefetti dell'ordi- deva sulle facoltà de' liberti, sui legati e
ne preloiio, e chiamati indistintamente su tutte le successioni, che riscuotevansi
pretori crarii. Sebbene Claudio lestituì da'fìglio altri eredi de'defunti, o meglio
con qualche mutazione questori, indi il i pare che ne fossero esentati figli: il qua- i

successore Nerone tornea rimettere i pre- le deposilo formavasi di somme eccessi-


fetti os&'\a pretori erarii. Finalmente, pe- ve, e si chiamava aurum vicesimarum.
rò dovendo nel tempo di mezzo fra Ve- Nel 3.° tesoro si conservava l'oro cumula-
spasiano e Traiano essere un'altra vol- to dopo l'invasione de' galli e quello ri-
ta stata variata la fornia di questo ma- cavato da'paesi conquistati. E siccome e-
gistrato, gli rimase quindi stabilmente il rasi decretato di non toccarlo,se non quan-
solo nome di prefetto all'erario. Aggiun- do si una nuova irru-
fosse falla da'galli
ge il conte Ragnolo, che errarono l'Einec- zione, da questo prese motivo G. Cesare
ciò e Lipsio nel separare l'erario milita- di dare la seguente risposta al questore o
re da quello del popolo romano nel teu)- tribuno militare che guardava il tesoro,
pio di Saturno. Imperocché alcun indizio quando lo fece aprire per forza onde ser-
di lai distinzione d'erarii, al piìi che come virsene nella guerra civile. Cliera inuti-
di pai te al tutto, non apparisce negli an le di piìt custodirlo, avendo egli messo

tichi scrittori, i quali nel riferire gli ac- Roma ili istato di non temere giammai
cennali cambiamenti nominano in gene- d'essere attaccata ria'galli. Il eh. A. Cop-
re l'erario senza verung specificazione di pi pubblicò in Roma nel 843 1 l'importan-
militare o di Saturno. Dione sci ve ben- i lissimo Discorso sopra alcune tasse ed
ù, che Augusto pose il nome di militare operazioni di finanza degli antichi ro-
all'erario (che crescendolo di rendite, do- mani, del quale vado a darne un breve
vette destinare per maggior porzione
la cenno. I primi romani, come tutti i popo-
allo stipendio de'soldati) enon che ne ab- li rozzi, contribuivano alle pubbliche spe-
bia egli istituito un altro nuovo. Allora se per ogni capo di uomo, quindi intro-
fu che alla sua amministrazione si depu- dotta la civiltà si stabilirono il tributo ed
tarono 3 pretori. E Svetonio assicura,
i i veltigali, cioè secondo i termini moder-
che l'erario segnatamente di Saturno, pri- ni i dazi diretti e indiretti. Delle finanze
ma della nuova disposizione di Claudio del popolo romano scrissero dilfusamen-
era governato da'pretori.Nè quando quel- le vari autori, e fra gli altri Bulengero,
lo militare, mentovatoda Dione, fosse sta- De trihutis ac vect. pop. row., Franco-
lo altro indipendente dall'antico di Sa- furti 1 626. Burmann. /?c i'ect.pop. rom.
turno.ci sarebbe rimasta memoria, in qual dissertatio, Laeid.i 734.GfUarini, La fi-
tempo o da chi fosse questo stalo conse- nanza del popolo romano, Napoli 842. 1

gnato alla cura de'prelori. Due pai diver- Dichiara perciò l'encomiato scrillore
si e affatto separati erarii erano il pubbli- ch'egli si limita a ragionare sopra alcu-
a6o TES TES
ne tasse e operazioni di finanza stabilite Nel 4 7 Onorio e Teodosio H trovarono
'

da'noslii ooaggiorijin parte abolite ne'de- il modo di far contribuire alla lassa an-

plorabili secoli di mezzo, e ristabilite re- che fondi deserti. Dalle tavole censuali
i

centemente. Incominciando dal tributo, fuiinavansi le matricole per la esazione,


nell'anno di Roma 176 re Servio Tullio e nel 401 Onorio e Arcadio vi statuiro-
istituì Censo (di quello stabilito da'Pa-
il no una legge. Queste matricole dovean-
Congregazione del Censo), del
pi, parlai a si per ogni provincia approvare dall'im-
quale formava parte ciò cbe ora diciafno peratore , e non era permesso a' prefetti
Catasto [T .), prescrivendo cbe lutti ap- d'aggiungervi cosa alcuna: così stabiliro-
prezzassero loro beni, giurando di far-
i no Graziano, Valenliiiiano 11 e Teodosio
lo onestamente, sotto pena a obi mancas- 1 382. Le matricole che si mandava-
nel
se,d'esser spogliato de'beni medesimi, fla- no per le Provincie doveansi preventiva-

gellato e venduto. Questo metodo durò nienle pubblicare con intimazione, acciò
sino al fine dell'impero. Sopra tali ma- ognuno conoscesse la sua quota, e pagas-
nifestazioni, assegne e stime, s'imponeva se buonariameiite e senza dispendio: co-
il tributo secondo il valore. Le pene inflit- sì disposero nel 436 Teodosio IleValen-
te da Servio Tullio, col crescere della ci- liniano IlL L'esazione del tributo era tra
viltà delpopolo naturalmente furono mo- de'decurioni municipali; ed pa-
gli ullizi i

derate, e in (ìnefurono destinati perequa- gamenti facevansi a quadrimestre, come


tori e ispettori incaricali d'indagar le fro- risulla dalle leggi di Costantino 11 e Co-
di de'possidenli e de'labulari censuali, e stanzo. 11 censo fu esteso talvolta a cose
di altre operazioni relative alla giusta ri- di lusso, sugli donne e sul-
ornamenli delle
partizione del tributo. Gl'imperatori cri- le 568 di Ro-
vetture, per disposizione del
stiani promulgarono per essi varie leggi, ma del censore Catone. Allorquando tri- i

inserite ne'codiciTeodosiano e Giustinia- buni della plebe volevano costringere il


neo. Sul principio del V secolo di nostra senato a contentare per forza il popo-
era si scoprirono negligenze e forse fro- lo, impedivano i! pagamento del tributo,

di io vari impiegati del censo, quindi gl'im- finché non aveano ottenuto l'inlento: co-
peratori Arcadìo e Onorio ne ordinaro- sì accadde s[)ecialmente negli anni di Ro-

no al prefetto del pretorio la punizione. ma 354e S^y.Fra'vettigaii cranvi i por-


Leassegnericeveansi nelle tavole censua- dogane e dazi di
toni, corrispondali alle
li da' decurioni municipali. Quanto alle consumo: questi furono, sono e probabil-
volture, nelle compre e vendile de'fon- mente saranno sempre universali. Cesa-
di doveansi subilo fare il corrispondente le nel 694 di Roma liabob in Roma e
cambiamento nelle tavolecensualì. Acca- in Italia, ma sembra che quella soppres-
deva talvolta die provinciali prepotenti .sione fosse limitata alle merci indigene.
procuravano di alleggerire il proprio tri- In quanto alla tassa, in alcuni luoghi era
bolo, tra.sferendo il peso sui deboli, on- la4o.\ in allri l'S.^jCioè due e mezzo e
il

de Costantino 1 nel 3 i5 vi provvide. Av. il dodici e mezzo peri 00. Adriano ne di-
veniva eziandio cbe alcuni possidenti per chiarò immuni i presidi delle provincie,
diminuire il tributo danneggiavano pro- i e i comandanti degli eserciti per le cose
pri fondi, laonde per impedir talefrodee- di uso proprio: doveano però specificar-
uianarono castighi Graziano e Valenti- li al pubblicano (gabelliere o appallato-
niano I nel 38 1, e poscia Giustiniano! le di gabelle e entrate pubbliche) con un
ne moderò la pena. JNe'lempi antichissi- libello equivalente a'nostri lascia passa-
mi fondi appartenenti agli Dei godeva-
i 7-0. Del dazio e antichissima privativa del
no V Imììiimità (1 .). ed erano esenti dal Sale, ripailai a Tabacco, dicendo altre
tributo; ma poi tale immunità fu tolta. notizie sul Suh e le Saline. Talvolta i tri-
TES TES 361
buti e i non furono sufTicìenti a
vettigali octnvam partcm acris ai-gcn(o niiscuitf
supplite alle spese, onde si conlrassero de- e circa il yiJ il triumviro M. Antonio,
bili pubblici; cos'i accadde nella /guerra i ìiiisciiit denario ...ferrimi. Nelle proviu-
punica co'cartaginesi, che durò dal /{SS cie asiatiche soggette a Roma nell'epoca
di Pioma al 5i i. Ac|uel debito pubblico della guerra civile fra Cesare e Pompeo
successe il fallimento, poiché fu soddisfat- eraviuna tassa sulle porte: Cicerone la
to con denaro che notiavea un valore in- chiamò acerbissima, e Cesare l'annoverò
trinseco: il governo die a'creditori il 6 e i fra tante altre (he, ad avari tiamexco-
due terzi peri co, poiché l'alleraziune del gitaba/itur. 'Ì!iì\\o\la nell'angustia dell'e-
valore delle monete non cambia punto rario si ricorse alle e.sazioni anticipate o
il prezzo intrinseco delle merci. Secondo sia a'prestili da'pubblicani: così fece Sci-
Festo quel fallimento, o piuttosto altro si- pione in Siria nella slessa epoca della guer-
mile, accadde nella 2/ guerra punica, e ra civile. Cessata questa e anche l'ester-
fu soltanto del 5o per 100. Altra opera- na. Augusto riordinò le finanze, e in tale
zione di finanza mollo migliore, che si- operazione mise tasse sulla traslazione dei
mdmente si fece in quella guerra, fu che beni. Sulle cose venali impose general-
nel 542 di Pioma i consoli presero dena- mente la centesima, cioè l'uno perioo:
ro a imprestilo da'particolari. L* ultima do[)o la sua morte
il popolo ne chiese l'a-

rata di quel pagamento scadeva nel 5j2; Quest'imperatore ridusse per


bolizione.
era allora terminata la guerra punica, ma qualche tempo quella tassa al mezzo per
di già si armava per
macedonica, ed e- la cento, ma poi la ristabilì all'uno. SuUeco-
rano necessarie poderose armate terrestri se vendute all'asta pubblica la tassa era
e navali. Quindi i consoli riferirono al se- soltanto ducentesiraa, cioè del mezzo per
nato non potersi leslituire quel denaro. I 100. Caligola la tolse, ma probabilmen-
ciedilori però lagnavansi altamente, de- te fu presto ristabilita, e certamente era
clamando che denaro prestato per
se il vigente nell'impero a'tempi di Costanti-
la guerra punicaadoperava perla ma-
si no I. Sopra le compre e vendite degli
cedonica, da una guerra derivandone un' Augusto fu del-
schiavi la tassa messa da
altra, il loro prestilo si sarebbe converti- la quinquagesima, cioè del due peri 00:

to in una confiscale tali lagnanze essen- posteriormente fu aumentala al 4- Sulle


<]o giuste, il senato decretò di dare a lo* eredità e le donazioni Augusto mise la ,

ro in pagamento de'campi pubblici. JMa tassa più forte, fissandola alla ventesima,
si voleva forse salvare il principio di non cioè al 5 per 100. 1 contratti regislravan-
alienar beni dello stato. Indi si adottò il si negli archivi delle città e da essi for-

mezzo termine di stabilirvi il tenue ca- mavaiisi le note, dette brevi, per esigere
none d'un asse a iugero (circa 6 paoli a le indicate tasse, come
da una leg-
risulta
rubbio) e colla facoltà al governo di redi- ge di Costantino! del 3 Augusto prin- i 5.
mere que'fundi restituendo il corrispon- cipe di mente eguale alla sua grande pos-
dente denaro. 1 creditori accettarono al- sanza, procurò il contentamento univer-
legramente tale condizione, ed i campi da sale del popolo, e fra'mezzi per ottener-
loro presi in pagamento della 3.' parte lo adoprò quello di rendere pubblica-
del loro avere, furono denominali Irieu- mente conto del denaro dello stato. Ti-
ti. Fra le operazioni di finanza che sono berio sospettoso tralasciò tale uso dopo il

più deplorabili, certamente vi è quella di ritiro a Capri, ma il successore Caligola


alterare le monete, mescolandovi metalli subito lo rinnovò. Fero di sue operazio-
inferiori a'nobili. Pureauche a questado- ni lasciò scritto Svetonio, vectigalia no-
\eltero talvolta ricorrere gli antichi ro- va atque inaudita... exercuit. Di JNero-
mani. Di uso tribuno delia plebe nel 663, uesihddaTacito... dubitavit..,ancuncta
aGa TE S TES
vcctìgaliaumittijuhcrct, id(fue pulchcr- si possa conchìudere con Tacilo c\\e, for-

rimimi donum generi mortaliuni daret. te rebus cunctis inest (juidam velali or-
Giustiniano ! nel SSy istituì la catta bol- bis, ut queniadmoduni teniporum viees,
lala, sulla quale i iiotari doveano scrive- ita niorum vertantur".'!:ie\ citalo artico-
)e i documenti e il piotocoUo , col bollo lo Fisco, o tesoro del principe e diverso
del gloriosissimo co/ite delle sagre largi- dall'erario pubblico destinato alle spese
zioni, come allora chiaroavasi il ministro dello stato, con Muratori tenni proposi-
delle finanze, ed era anche V Elemosinie- to del fisco e della camera de^Vimpera-
re (T.) dell'imperatore: ne parlai a Ita- tori, de're, vescovi, abbati, principi, du-
iiA, dicendo delle dignità dell'impero, in- chi, marchesi, conti, e dogi del regno d'I-
elusivamente governo economico, ai
al talia ne'bassi tempi del Dledio ri'oy insie-

prefetti del tesoro e ad ali ri ministri fi- me a'molti ministri del fisco, deputati a
nanzieri, non che altrove. Per tale car- raccogliere i tributi e gli altri proventi
ia bollata si può con lutto il fondamento spettanti al medesimo. 11 fisco fu denomi-
dedurre che il fisco ne ritraeva profitto. nato anche CortefF.jre^ìa, Camera (P^.)
1 barbari settentrionali, che distrussero imperiale o regia. Che anco le chiese eb-

l'impero romano, sconvolsero tutti gli or- bero ed hanno il tesoriere, lo dissi a Te-
dini civili de' popoli vinti, e distrussero soriere CANONICO, dignità ecclesiastica ia
l'antico erario: allora sparirono il censo nlcune cattedrali. Tesoro e tesoriere, con
col tributo, la centesima e il protocollo. diversi vocaboli, e col godimento di pos-
Invece fu stabilita la feudalità e con essa sessioni, gabelle e dazi, ebbero ed hanno
i demanii. le investiture, il servizio mdi- i Municipi , le Comunità o Comuni, le
tare, il relevio, l'adoa, le angarie, le pe- Terre {t .), con que'ministri di cui feci
langarie, il fodero o fodro, e tanti altri menzione parlando dei loro magistrati
pubblici pesi che angustiavano somma- principali Gonfalonieri, Priori, Sinda-
mente il popolo per sostenere un misera- ci, Podestà (f''-). Del tesoro o erario, te-

bile erario. Di tutto ragionai a Feudo, In- sorieri o ministri delle finanze, degli ini-

vestiture, IMiLiziA, Regalia, Servitù ,


jìcri, de'regnij de granducali, de ducati
Vassallo, Dazi, Dogane, e ne'molti altri e aììrì principati, ed eziandiodelle repuh-
articoli che vi hanno relazione, che lun- ///c/ic,ne'loro articoli non mancai di [lar-

go sarebbe il ricordare, oltre le biografie 1 irne, ed in quasi tutti con nozioni sulle
de'Papi. Termina il Diseorso l'ab. Cop- loro finanze. Come agli Apostoli per la cu-
pi, con indicare il ristabilimento dell'an- ra delle Oblazioni [f^.)de' fedeli assiste-
tiche tasse e le disastrose operazioni di fi- rono i Z)/<7conz (/^.), altrettanto pratica-
nanza. » Temperata ed in molli luoghi di- rono i Papi per la custodia di esse, la di-

strutta interamente la feudalità, si rista- stribuzione delle Sportule (f^-) e l'am-


bilirono le antiche tasse, che con nuove njinistrazione della Rendita ecclesiasti-
denominazioni furono chiamate fondia- ca decorando diaconi della digni-
(f''^-), i

ria, registro e carta bollala. In tale rivo- tà cardinalizia, ed assegnando loro in a-


luzione si rinnovarono talvolta le disastro- iiito i Suddiaconi (J .), ed agli uni e a-
se operazioni di finanza che i nostri an- gli altri pel soccorso delle donne, le Dia-
tenati furono costretti di fare allorquan- conesse e le Suddiaconesse (T^.)-Prepo*
do si Irovaronoio angustie. Cioè si alte- sero a capo de'diaconi il cardinal Arci-
rò il valore della moneta e se ne fece an- diacono della Chiesa romana (J-^ .), che
che di carta. Si contrassero debiti e si ce- risiedeva presso la sua arcidiaconiaoC/iù'-
dettero a' creditori beni nazionali in pa- s.'i di s. Maria in Doninica ( T\), dove fu
gamento. In vari avvennero pubbli-
stati l'antico erario della s. Sede; eminente di-

ci fallimenti. Sembra dunque che in ciò gnità e cospicuo ulIìziOj di cui riparlai a
TES TES t63
PmoREde'diacoiii. AclessofuaHitlata l'iu- ternin raccolte. iVe tlierono ragguaglio
get'ftiza di cousei'vase e amministrare i \'
/ìff'e/neridi letterarie diJionuuM 783 1

Ptilrimoiii della s. Sede [V.) e le ren- a p. 53, co'più giusti elogi. Però questo
dite del principato temporale di essa, e benemerito seriltore, autoreegregio di al-

presiedere alla Ciuiifrii itjìoslolica. Egli tre letterarie produzioni, di cui mi giovai
era aiutato nella custodia dei pontificio nella compilazione di questo mio />^/3^'o/^r^•
tesoro della cliiesa romana, e nelle sue e- /7o,sebbeueabbia traila buona parte del-
legazioni ù&W Avcario propriamente cu- le notizie da'preziosi Saggi diosscrvazìo-

stode dello slesso tesoro, dal Suacllario, id sul valore dell'antiche monete ponti-
dal Festarario, e da altri ulliziali della Jlcie (opere rarissiina che in uno alla non
chiesa romana. Ma per essere di venula meno rara del Vitali godo di possedere)
eccessiva la sua grande autorità, s. Gre- del gian cardinal Garampi (il cui gigan-
gorio Vlljchegià l'avea esercitala, Tabu- tesco concetto dell' Orbis christianus ,

lì nei 1076, egli successe l'altra einineu- piac((ue a Dio che io nulla, pel primo lo

te epotente dignità del cardinal Camer- elFeltuassi aseconda di mie tenui forze e
lengo di s. roiìiaiia Chiesa, die già era in proporzione della natura di questa mia
succeduto al J estarario nella soprinleu- opera, per cui e per ridurlo a tale pro-
deiiza all' amministrazione delle rendite porzione, non mi è dato pubblicar tulle
delia s. Sede, e quindi divenne pure f i- quante le faticose e studiose pazienti mie
eedornino(T .)
per provvedere all'occor- ricerche), tuttavia appena una volta lo ri-

rente alla persona e palazzo del Papa e cordò, premuroso di ascondere il nome
presiedere alla sua famiglia nel Patriav' del dottissimo autore, precipua fonte da
cìiio. In seguilo il camerlengo si prevalse cui avea ricavato le principali e pili im-
dell'aiuto de Chierici di C(trnera,ead uno portanti notizie. Ma nella citazione di Ga-
di questi alìldò la custodia del tesoro pon- ran)pi il Vitali nou ricordò i detti Saggi
tificio, onde si chiamò lesoriere, del fina- col suo nome, sibbene la sua Illustrazio-
le uflìzio vado a trattare, ed il prelato in ne d'un antico sigillo della Garfagna-
progresso di tem[)0 riunì tnolle preroga- na, eh' è la più antica notizia che si ha
tive camerlengali, come fecero altri mini- de'lesorieri. In ognitempo vi furono sé-
stri della Sede, anzi diminuì giiande-
s. mi-plagiari, e non ne manca il nostro, clas-
mente il camerlengo dalle superstiti at- se orgogliosa e vile, a non dir di peggio,
tribuzioni, nell'isliluzione del segretario per vestirsi dell'altrui penne, come la cor-
per gli allari di slato interni, oggi mini- nacchia d'Esopo. Il Ranghiasci a p. 60
stro dell'interno, e di cui parlai a Segre- dell' appendice della Bibliografia dello
tario DI STATO (nel quale articolo ragio- stato pontificio, dà contezza del rarissi-
nai degli antichi ministri del principato mo libro del Garampi, de'pregi e de'di-
temporale della chiesa romana, e dell'oji- felli per cui l'autore si astenne dal com-
gine delle Coiii^rcgazioiii rardiiudizic), pierlo e dal pubblicarlo, e ch'è utilissimo
e dopo la pubblicazione dell'articolo Ca- per molte cariche della curia romana, co-
merlengo, questi inoltre perde mollo del- me de'lesorieri e della Zecca pontificia.
le restate ingerenze, quando Pio IX[f.) Sul prelato tesoriere generale erasi pro-
istituì il ministro del comiuercio, belle ar- posto di trattare il p. ab. d. Gio. Battista
ti, agricoltura e lavori pubblici. Garicco novarese nel t. 5 della sua Rac-
L* ab. Fiancesco Antonio Vitali nel colta; molte notizie sono uell'importaa-
1 782 pubblicò in iXapoli colle lettere ini- i\i%\vaoa\Q\\\\\oi\*tmaestri delle ceremo-
ziali del suo aoiuii,3Ic/norie istoriche dei Ide pontificie; e l'eruditissimo e beneme-
tesorieri generali pontifirii dal poiiti- rito Cancellieri lasciò inedito un suo mss.
tificato di Giovanni XXI Jino a nostri su questo argomento, ma ignoro chi lo
iGi T E S T E S
possiede. Progredirò dunque col Garam- de'prefelti alPrt/o/vo, cioè quello che riu-
jii, col Vilidiecogli autori che andrò ci- niva i denari da riporsi iiella cassa che
tiiiulo, e ne compirò la serie sino ad og- loro apparteneva. Egli fa pure menzio-
gi. Dicliiara il Vitali, clie all'introduzio- ne degli arcari proiogatorldel grano, del
ne e slabilimmlo de'nuovi uffizi 1»;^ sem- vino e tlel formaggio, quali per legge di i

pre contribuito il vario sistema del gover- Teodorico o Theodahado re de'goti, per
no, e mollo più la diversa combinazione un intero quinquennio non potevano es-
ilei-li adari e l'affluenza di essi. Onde si sere rimossi dall'amministrazione delle
formò la necessità di dividere e suddivi- loro casse. Dice pure chegli arcari rice-
dere in varie classi quell'ullizio, che in au- \eano la quantità del denaro spettante al
lico fu tniico e sostenuto da uno solo. E principe, secondo le apoche che essi ne fa-
romana fu prima l'uf-
perciò nella chiesa cevano a'debitori; e dimostra che i can-
lizio diArcano, Arcariuss, Scdis apo- cellieri o altri ufflziali delle provincie do-
itolicoe, nome dato al custode del dena- veano esigerei tributi e darne conto a ta-
ro, che soleva conservarsi nell'arca; ed al- li pubblici arcari. Anche privali avea-
i

tre volte vi fu l'uffìzio (WSacculario oSac- 110 il loro privato arcario. come si rileva
cellario, per ragione della cura e custo- dalle antiche iscrizioni, e da quella ripro-

dia ch'egli avea della borsa o sia sacco, dotta da Galletti in cui si nomina Jaiiiia-

in cui riponevasi il denaro della medesi- ro Arkario. Nella corte pontificia l'ar-
ma chiesa, ossia del fisco ecclesiastico, co- carlo voleva significare lo stesso, poiché
me dice il Galletti, avvertendo che altri si legge in Anastasio Bibliotecario, che s.

juipropriamenle lo confusero col tesorie- Stefano I creato Papa nel


aSy, 253 o nel

re; e posteriormente l'ulfizio di Testara- onifua vasa Ecclesiae Archidiacono suo


rio, a cui appai tenevasi non solo la cu- Xysto (poi suo successore s. Sisto Il)//i
stodia delie vesti e degli utensili sagri e potestà tein dedit, vel Arcani pecimiae,
preziosi, ma ancora del denaro e in somma cioèlacassa del denaroche ritraevasidal-
considerabile. Nella corte imperiale ezian- l'oblazioni de'fedeli. Di questa cassa dei

dio vi fu l'uffizio dell' arcarlo, poi detto Papi fece menzione Prudenzio nel 3." suo
cassiere, che ha la custodia de'denari e li inno. Laurenlio Sisti (s. Sisto II che lo
tiene dentro una cassa, Arca, Capsaj il avea fattoarcidiaconodella romana chie-
quale arcario custodiva e teneva in depo- s^) juhet-Ejrquirit Arcani ditibus-Mas-

sito il denaro pubblico, e anco il privato, si rejertatn et Julgidae-Mon tes nionetac

ri posti nel l'arca, come leggo nel


do Ito mg.' conditos. 11 Galletti rimarca, che Donifa-
Pier Luigi Galletti, Del Primictrio e di cio III eletto Papa nel 607,613 stalo pri-
altri ufjiziali maggiori del s, palagio micerio tìe difensori, poi da lui singolar-
Lateraiteiìsc.a p. 107. Colla sua autorità mente privilegiati,e nato da Giovanni Ca-
dirò diqtieslo primario uffizio, e di quel- ladioce o Calaudioce romano, vale a di-
li che l'esercitarono, di cui si ha memo- re d'un Giovanni che avea l'uffizio d'am-
ria. De'7 primari uffizi palatini, l'arcario ministrare il denaro del pubblico erario.

era il 3.°, e di tutti trattai a'ioro artico- Incomincia il Galletti la serie degli Ar'
li, come dipendenti dal primicerio capo cari della s. Sede, da Domezio diacono,
delle dignità palatine, primati dell'ordi- che tu anco preposilo della basilica di s.

ne de'chieiici, i quali tutti erano alle vol- Paolo, e non sapendosene il tempo pre-»

le coniugati. L'arcario era anche Giudi- ciso, è certamente de'piìi antichi. Impe-
ce (7 .) dativo, ed esercitò altre nobilissi- rocché prima che nella basilica vi fosse-
me ingeienze convenienti alla sua digni- ro introdotti monaci, i| che pi obabiloien-
i

tà , e in parte si rileveranno dal novero le avvenne nel secolo VII, era governa-
loro. Da Gassiodoro si uotpiqa T arcario la du'chicrici sotto-priori, chq si chiamai
TE S TE S 265
vano preposili. Galletti riproduce l'iscri- chiesa romana, e gli raccomantlava due i

ziooe che di Domezio esisteva nella basi- vescovi. Marino continuò ad essere arca-
lica, yJrcarius s. ò'cclis ^jjoslol., e vi è no rieir882,e dal l^apa fu mandato ad A.-
fatta menzione Anna, secondo il Mu-
di tanasio vescovo di N;ipoli, con lettera che
retori, slata moglie di Domezio, il quale l'assolveva dalla scomunica per la sua re-
poi asceso al diaconato, essa cominciò a lazioneco'saraceiii.Que.sto iMarino fufor-
denotiiinarsi sua germana, giacché sorel- se vescovo di Città di Castello, e se tale e-
le si dicevano le già mogli de' sacerdoti ra intervenne nell'Syy al sinodo di lla-
e de'diaconi, come quelle che non più in veiuia. NeH'SqG Stefano vescovo di Ne-
qualilà di mogli convivevano con essi. Ma jìÌ, nel quale articolo lo dissi già legato a
il Gallelli corregge Muratori, sostenendo Costantinopoli e crealo nell'iSGS, iu cui o
doversi riconoscere Anna veramente per prima eletto Adriano li, questi s'interpo-
germana, e non ex moglie di Domezio; e se e ottenne che fosse con altii personaggi
ciede che imitando il fratello, si ordinasse richiamalo dall'esilio, al quale aveali co-
diaconessa. L'arcario Diul'uilio visse in- stiliti andare l'imperatore Dasilio il Ma-
nanzial 6i8, lacuifiglia Importuna con r(v/c;//t'perfdlseaccuse. iSell'annoseguen-
lapide fu sepolta nel cimiteriodi Calepo- te pare che Stefano fosse dal Papa man-
dio. Popas. yJgatoiie (ìe\ 678 oltre il co- dato ambasciatore a Basilio in Costanti-
stume prese per ad amministra-
se stesso nopoli con altri, per eliminare loscaiidalo
re la carica deil'arcario, la quale poi im- di (piella chiesa, e lo chiania santissimo
jjedilo dalla grave età e dalle sue infer- vescovo. Egli neir87q si sottoscrisse eoa

mità dimise, deputando secondo il solilo molti approvando il commonitorio


allri,

un soggetto che la reggesse. Egli segua- della s. Sede per rojituire Fozio patriar-
ca di suo pugno apoche de'denari di
le cadi Costantinopoli nella primierasuadi-
coloro, ch'erano debitori della Sede apo- gnità. Alain questi viaggi per servizio del-
stolica,icui nomierano presso \\ ^Xo/ìieii- la Chiesa, Stefiino non viene qualificato

(J\)y una delle 7 cariche


clatoi-e palali- arcnrio, il quale uillzio in quelle ciicostau-
ue. Chiamavasi de suscepto una confes- ze non poteva esercitare. Pensa Galletti,
sione in iscritto di ciò che erasi litrovalo che verso la fìnedisuefaliche fosse rimu-
oricevulo,eche si riteneva a credito della nei alo co'nobilissimi impieghi di bihliu-
chiesa romana. P/e^/o fiorì nel 7 i o.e nei- tecario e di arcarlo della chiesa romana,
l'assenza da Roma di Papa Costantino, re- Kel 90? Stefano arcarlo della s. Smìe a-
catovisi Giovanni detto liizocopo patrizio po>tolica, che scrisse la data al privilegio
ed esarca, fece barbaramente strangola- con cui Sergio Hi donò a Eufemia diaco-
re Saiulo diacono e vicedomino, Pietro nessa e badessa del monastero di s. Ma-
arcario e due allri in detto anno. Prima ria di Roma, alcuni beni colla condìzio-
dell' 843 fu arcarlo Adriano arcarli s. ne che le monache ogni giorno pei rime-
Sediti, poiché la sua moglie Stefania no- dio dell'anima del Papa recitino 100 hy-
h\\\^i\u)i\ foeniina, a' 5 aprile 842 già e-
1 rieeleisonei 00 C/iristc cleison. 2it\ 926
ra vedova ili lui, quando donò un fondo a' 20 gennaio vivea \' aicavìo Demetrio,
alla basilica di s. Paolo. Keir872 Stefa- come si ha da una bolla di Giovanni X,

no. I\eir879 -''-^''"''«o vescovo e arcarlo, diletta a Leone abbate del monastero di
ilquale con Pietro vescovo di Sinigaglia Subiaco,confermatoria d'un privilegio, e
da Giovanni Vili furono spedili a Carlo colla sfessa condizione che i monaci do-
li Grosso re d'Italia con pontifìcia lette- jjo il mattutino in ogni tempo avvenire
ra, nella quale lo invitava a Piorna per su- per la redenzione della di lui anima re-
bliinarlo all'impero, ed invano avea spe- citino 1 ooAj'/7et7ei50« e altrettanti C/i/i-
rato i suoi soccorsi contro i nemici della stc eleisonj come avea imposto al clero
266 TE S TE S
tleila cattedrale delle ss. Ruflìna e Secon- si sottoscrisse, Leo Domini grafia arca-
da, il che notai nel voi. LIV, p. 223, pel- rius s. Apostoliche i^e^zV, Inoltre Leone,
altra donazione. La bolla fa dittata per conje uno degli esecutori testamentari di
maiiiuìi Demctrii Dei providcìitia arca- Stefano benefattore del suddetto monaste-
riux Sedis apostoUcae. Nel g45» An-
,y. s. Gregorio al Monte Celio, ne eseguì
ro di
/'//•('<7 intervenne alla donazione delcaslel- lagenerosa volontà: altro esecutore testa-
lo di ìMazzaoo, falla da Alberico 11 prin- mentario fu Giovanni de Primicerio illu-
cipe di Roma e da'suoi congiunti al mo- strissimi viri, che si crede padre di Leone.
iiastero di Papa s, Gregorio I di Roma Primadelioia visse colla dignitàdi arca-
al Clivo di Scauro, e si sottoscrisse: Ari' rio Alhiiio, di cui era vedova Teodora-
dreas divinis respcctits gratia arcariiis da nobilissima, e figli Berta, Albino e Teo-
s. Sedis npostolicac. Colla stessa formo- dora nobilissimi, quali col consenso di
i

la pose la data nel f)\% alla bolla di A- Farolfo illustre uomo, genero e cognato
gapilo li, quando ilPapa prese sotto la loro, fecero un contratto di cessione all'ab-
proiezione della s. Sede il monastero di bate. di Farfa. L'arcarlo G/org^/o trovasi
Ganderescheitn in Sassonia. Datò pure la nel o 3, e non Gregorio come il chiamò
I I

bolla colla quale Agapitoll uni la chiesa di Muratori; ed a' 12 agostoioi4 nel pia-
Brema a quella d'Amburgo nel94Sj^ col la cilo di Farfa esaminò documenti del- i

iiduiinala formola nel g6i sottoscrisse la l' abbate 'per la ricupera del castello di
donazione di Balduino glorioso conte al Bocchignano. Continuava nella carica a'
inonaslero de'ss. Pielio e Martino di Ro- 2 3 gennaio o 17, in cui si sottoscrisse: Z>o-
I

ma. Nel conciliabolo 963, in cui fu ini- del iiìini gratia arcarius s. Apostolicae Se-

qnntnente deposto Gjovanni XII e surro- dis, nella cessione di Pietro arciprete di
gato l'antipapa Leone VII l,qnestoarcario s. Eustachio e permuta di stabili coll'ab-
vi si trovò presente, /^co/a' nell'aprile q83 bate di Farfa. Di questo Giorgio, crede
intervenne al plaeito tenuto nella basili- Galletti, che fosse vedova Stefania, la qua-
ca Vaticana in presenza di Benedetto VII le nel 1060 con Giovanni, Gregorio, Gual-
sul non giusto reclamo dell'abbate di Su- derada e Lavinia lorofigli, con Gunzo-

biaco contro quello di Cave, in cui si sot- ne e Melenda loro nipoti rifiutarono a
toscrisse: LeoDoiniìii gralia vocatus ar- Teodora badessa de'ss. Ciriaco e Nicolò
(VI rio s. Apostoli eoe Sedis Imj'us refuta- di Via Lata, un molino che dal suo mo-
lio.'iis eharte iiiterfiti. A' i5 settembre nastero avea il defunto Giorgio acqui-
«84 Teodora illustrissima donna
egli e stato e ingiustamente ritenuto. A*2o ot-
hua consorte, Maroza o Adria, Maria Ro- tobre 1057 vivea Crescenzo arcarlo, il

gata loro figlie, riceverono a 3." genera- quale come giudice avendo costituito Fa-
zione dall'abbate di Subiaco l'intero fon- rolfo tutore e curatore di Giovanni fan-
do di s. Andrea posto fuori di porla INIag- ciullo, nel palazzo Laleranense innanzi
giorc. Visse e continuò per molti altrian- di lui padre del
rinunziò ogni lite che il

iii nella carica, poiché nel placito o giu- fanciullo avea avuto con Benedetto prete
ilicato tenuto iii Rojoa alla presenza di Pa- della chiesa di s. Angelo. Nell'atto che fu
pa Gregorio V e Ottone III imperatore stipulato, Crescenzo vienechiamato an-
a' 9 aprile 998, per decidere la contro- che datii'us jiulexAmW a'20giugrioio5g
versia tra l'abbate di Farfa e i preti di s. intervenne a una donazione falla al mo-
Eustachio circa due chiese situale nelle nastero di Farfi,e si sottoscrisse: -^ Egp
terme Alessandrine, v'intervenne tra'per- Crcscentius Domini gratia arcarius s.

sooaggi Leonearcario, il quale dopoRop- Apostolice Sedis interfuitin hac charta


perlo ublazionario , Leone arcidiacono, donationis, et de omnibus sicuti supra
Giovanni piefelto e Gregorio primicerio. Icgitur a conLrahentibus facere. testimo'
TES TE S 267
ìiium rodatili fui. Intervenne pure nel onde ne avea ricevuto in pegno la suil-

1060 alla restituzione i\'nn molino ese- dt'lta Civita Castelliuia e suodistretlo,cou
guila dalla mentovala Stefania vedova <li INIonlalto. Questi è l'ulliiuo arcario cono-
Giorgio aruario, coTigli e nipoti, Co'>") pu- sciuto dui dolloGalielli.Quantoallesoin-
re a'20 aprile 06 si trovò ad altro allo
1 1 n)e in vari tempi prese in imprestilo da'
per Guido minore, al (piale fu costiluilo Pa[)i pe'hisogni della s. Sede e per soccor-
il curatore da'giudici Crescenzo arcario, rere sovrani e nazioni, dando in pegno i
Giovanni protoscrinario e Giorgio giudi- donìinii della chiesa romana, ampiamen-
ce dativo, e peh.°si sottoscrisse: *^ /%o te ne parlai a' loro luoghi. IMuia ili co-

Crescciitius Domili grada arcar ius s. minciare la serie de' tesorieri [ìontificii e
yljwstolicac Scdis. Altra sua memoria è della loro' rev. camera apostolica, deb-
una carta de'qdiceuìbre 06 i,ove 1 si dice, bo avvertire, che a renderla più interes-

che afla sua presenza si esegiù una cessio* sante e per richiamare altresì parie de'
ne di terreno, aule pracsentiani dot/i/iiis numerosi arlicoli che scrissi e riguardan-
Cresccntìus Domini gratin arrari. Nel ti la tesoreria apostolica, v'insinuerò se-
1071 Cencio arcario è raenlovato in u- condo tempi il più importante dellebel-,
i

na carta, spettante alle monache di s. Ma- le notizie che sulle finanze di Roma e del-
ria e s. Gregorio Nazianzeno di Campo lo stato pontificio pubblicò il benemeri-
Rlarzo. L' arcario Gregorio è ricordato to ed eruditissimo ab, A. Co[)pi, giovan-
in un documento del 3c), il quale in u-
t ! domi perciò degli allri suoi interessanti e
iia carta deli 5 j è detto Gregorius de
1 pregie voi issi mi opuscoli i II titolati: Z?m"yr-

primicerio arcarius, che vuol dire o es- io sopra le finanze di Ruma ne' secoli
ser lui figlio d'un qualche primicerio, o di mezzo, Roma 1 847'- Discorso sulle fi-
averlo avuto tra'suoi antenati. Neil 162 nanze dello Stato Pontificio dal secolo
a'iSmarzoconlinuava nella dignità. ^w'o- AT y al principiodel XIX, Pioina 18 5 5.
i'/iiini figlio di Sassone era arcario sul fi- Con ottimo divisamento l'ab. Coppi vol-
ne del secolo XII, come consta da 4 carte le continuare già riferito argomento,
il

tutte del I ig'), dalle ([uali apparisce ch'e- sopra alcune tasse e operazioni di finanze
ra figlio di Sassone primicerio: le due pri- degli antichi romani, sino alle delle epo-
me riguardano Civita Castellana, perchè che, che comprendendo un imponente pe-
Pietro Sarraceno siniscalco di Celestino riodo di tempo, le raccolte notizie si ren-
Ili ricevè a nome della camera aposto- dono sommamente utili. .Sebbene in tanti
lica alla presenza de' nominati e di Ru- ai licoli abbia ditrusamentediscorsoquau-
Lei altro giudice dativo, la città col suo to il eh, autore riporta sino al secolo Xlli,
distretto, e porzione di Monlallo da l'ie- epoca in cui col cardinal Garampi e col-
tro de Atlegia prefetto diRoma, cui fa- r ab. Vitali inconiincierò la serie de' te-
Tea impegnata Adiiano V per 000 mar- l 1 sorieri pure riepilogherò breve-
papali,
che d'argento; i quali giudici dativi asse- mente qualche tratto del da lui narra-
gnarono curatori
i a quelli che aveaiio al- to, che per intelligenza degli avvenimen-

tra porzione su tal credilo per l'impre- ti posteriori con senno stimò opportuno

stilo fallo da Pietro. Le due altre spet- di premettere, e ve ne aggiungerò altri


tano allo stesso argomento, una alla ces- schiarimento. La Chiesa romana sino
sione di loro parte falla da altri minoren- da' primi secoli del cristianesimo posse-
ni pel curatore loro assegnalo da'delli giu- dette beni considerabili, quindi allorché
dici dativi; e altra il curatore di altri mi- l'imperatore Costantino I il Grande, di-
nori per questi rifiuta I25 marche d'ar- venuto cristiano , ridonata la pace alla
gento, che gli dovea la chiesa romana per Chiesa verso il 3 1 3 accordò a'crisliani il

un prestilo tiiUo dal padre esuoicousorli, libero esercizio di loro religione, decretò
268 TE S TE S
ancora die dapperlutto si restituisse alla to, e diverse città della Campania, si sotto-

Chiesa le sue possessioni; ed inoltre ar- posero al principato temporale della chie-
ricchì la chiesa romana di doni e di ter- sa romana, tosto aumentato con dedizioni

reni in Italia, in Africa, in Grecia, in O- d'altri popoli, e per le restituzioni edona-


riente, nell'Egitto. Divenula la chiesa ro- zioni di Pipino e Carlo Magno di arapi sta-
mana doviziosa pe'suoi Patrimoni, suoi i ti. Elevato nel 74' alla cattedra di s. Pietro
beni successivamente si aumentarono an- s. Zaccaria, considerando che \' Agricol-
che con l'esercizio delle Regalie maggiori, tura (della quale riparlai a Senato ro-
e notai nel primo de' citati articoli, che mano pel suo antico tribunale) è il mezzo
nel pontificalo di s. Gregorio 1 del Sgo, al più sicuro per provvedere alla sussistenza
tesoro apostolico provenivano da' patri- d'un popolo, la feracità e qualità dell'A-
moni l'annua rendila d'oltre a 5o,ooo gro Promano (del quale ragionai anche a
scudi; ed egualmente sotto di lui, se non Roma, trattando del suo vasto territorio
prima, incominciarono gli Slati tributa- e campagne), per incoraggiarne la colti-
ri alla s. Sede (/^.). Imperocché reli- i vazione incominciò la fondazione di qua*
giosi sovrani per la grande venerazione villaggi chiamali Domo eulte, in che fu
alla chiesa romana, a s. Pietro e ai Papi provvida mente imi tato da altri Papi. Seb-
successoli, le ollVirono i loro regni, con bene Adriano 1 del 772 esercitava in Ro-
corrispondente annuo censo, da alcuni de- ma e altrove la piena giurisdizione delle
nominato Denaro di's. Pietro [P .),cU\a- cose civili , questa fu alterala dalle tur-

mandosi tali slati censuali e oblati alla s. bolenze de' tempi, e dalla prepotenza di
Sede. Dal canto loro i Papi dilFusero si- alcuni imperatori e da diversi magnati
no da'[)rimi* secoli e per lutto il mondo diRoma. Il Fisco pontificio andavasi for-
la loro munifica beneficenza. Colla Ren^ mando su più solide basi, al quale arti-
dita ecelesiastica e con quella della So- colo notai con IMuratori che nel 1017 ne'
vranità temporale in ogni tempo gene- monumenti si fa espressa menzione della
rosamente soccorsero Re e Regine, ed al- Camera pontificia; anzi il vocabolo diCa-

tri Sovrani e Principi, al modo descritto mcra apostolica nell'Sag, in questo ar-
in tali articoli e in quelli in essi citali, ac- ticolo col Galletti rilevai essersi già usalo.

cordando onorata e distinta ospitalità in Camera Domini Papae fu dunque ado-


Roma. Se assaliti dagl'infedeli, h difesero perato, come presso altri sovrani, in sen-
colle loro Milizia e Marina, e persino so di fisco, di tesoro e di sovrana giuris-
contrassero esorbitanti debiti, per prò-, dizione,, ciò che altri pretesero ritardare.
digar loro e alle nazioni ogni maniera di Anche il Nardi, Z)e'^(3rroc/«' t. 2, p. 202,
aiuti. Questo fu l' uso che Papi fecero i trovò il nome di camera pontificia per e-

del tesoro apostolico. Frattanto ne' pri- raiio apostolico neh o 7 sotto Benedetto i

mordi Sovranità de' Papi e del^


della Vili, e poco dopo aggiunge, successe il
la s. Sede poneva profonde radici nella Camerarius Domini Papae nella perso-

divozione e riconoscenza de'popoli,i qua- na di Pietro. Ma io nell' articolo Camer-


li abbandonali da'greci imperatori, ves- lengo DI s. Chiesa potei registrare peli,
sati da'longobardi, con Roma riconosce- conosciuto il cardinal Leone del 1061, da
\ano ne'Papi loro benefici e solleciti pa-
i Cardella chiamato camerlengo ossia te-
dri, i zelanti e validi prolettori; e già nel soriere della chiesa romana. Nardi fa men-
Papa Sisinnio tione d'altri camerlenghi del i i23 e del
708 col tesoro pontificio.
sioccupava del restauro delle mura di I
59,
1 prima del quale tempo io conobbi

Roma , che elfettuò s. Gregorio IL Fu lo stesso cardinal Bosone da lui ricordalo.

sotto di questi e prima del 780 che per Poco dopo il principio della Sovranità de'
jspoalaoea dedizione, Pioma e li suo duca- Pajn e della s. Sede incomiuciarono le
TES TES 269
sue infeuclazioni, donazioni e permute di pare, ristabilendo i donativi de Prcshi-
dominii temporali: le iiifeudazioni degli terii [T ). Anch'io dichiarai a Rieti, che
stali delie due i9/V///<', altri piiocipali del- neh 198 Innocenzo III gli guardili la fa-

la s. Sede, si principiarono da s. Leone IX coltà di tener per se la metà di certe las-

e da Nicolò li in favore de'normanni, con se, governandosi a comune. Nella prezio-


giuramenti di fedeltà e vassallagii;io,ed an- sa opera di mg."^ Nicolai, Memorie sulle
ntiocensoioma""! feudali die rituiovaron- campagne e Mill'annona di Roma, par-
si più solennemente e per maggior eslen- lando dell' imposizioni terriere, dice che
sionedistalial grans. Gregorio Vii in Ce- il censo apostolico è una imposizione an-
prono (nel quale articolo essendosi per ab- tichissima, stubile ,^ ordinaria , non però
baglio di slampa ripetuto il nome di tal ne'secoli passati generale per lutto lo sla-
Papa, ne feci avvertenza a Sicilia , ove to pontificio. S' introdusse in varie ma-
riparlo di Ceprano). Osserva il Cop|)i, che niere, in diversi tempi, sotto vari Papi, e
fra l'antiche licchezze e grandezze delia perfino con dill'erenli condizioni in diver-
Chiesa, probabilmente divennero insigui- si luoghi dello stato, secondochè essi ve-

fìcanli le rendite dello stato temporale nivdno riconoscendo o ritornavano sotto


spesso agitato e sconvolto. Egli quindi cre- l'alto eimmedialo dominio de'Pa|>i. Ve
de che la I.' notizia veramente finanzia- ne sono documenti fin da'tempi d'Inno-
ria fu il pedaggio messo da s. Gregorio cenzo III. Sidatta imposizione si denomi-
VII circa il 1080 in Roma sopra il Fonte nò anche sussidio papale; ed all'arlicolo
s. Aìigelo. per l'esigenza del quale j\ a- Sussidio notai che questo vocabolo fu u-
vea fatto costruire un'alta torre, e adduce sato ili generale per tutte le imposizioni,
la testimonianza di Muratori. Io in vece decretate sui popoli e sulle merci in no-
in quell'articolo tult' altro notai, poiché me sovrano, per soddisfare a'suoi bisogni
con Nibby che oltre Muratori cita 3 altri e pesi. Fra'proventi del fisco, riferisce Cop-
autori, e con cTllretestiraonian/e, dissi che pi che nehaSq eranvi multe pecuniarie
il prepotente Cencio fece edificue la tor- pe' delitti per gli abitanti del Serrone ,

re, impose il pedaggio, e sacrilegamente quando Gregorio IX ne fece l'acqui-


cioè
nel 1075 vi strascinò s. Gregorio VII li- sto da'condomini, avendolo riferito nel voi.
berato da'roniani, il che con Hurler avea XXVII, p. 287, nel descrivere il castello.
raccontatone! XXXII, p. 2 6 e 2 7
voi. i i Ora eccomi all'epoca di ragionare de'te-
(e non XXII come per errore tipogra- sorieri, succeduti agli arca ri, le cui già de-
fico fu impresso nel ricordato articolo). scritte notizie arrivano ah ic)5; ommet-
Indi il Coppi parla del tributo che nel lendo il descritto a Camerlengo e di so-
I 108 pagava la terra di Isinfa, della qua- pra accennato, quando assunse per aiuto
le feci parola a Norma e altrove. Ricorda alla vasta sua amministrazione chierici i

ancora l'alto di concordia l'atto neh 188 di camera, ad uno de'qiiali. affidò la cura
fra Clemente III, e il senato e popolo ro- delle rendile pontificie. Di quasi tulli ri-
mano, che io per intero riportai a Roma, portai altre notizie nelle sedi vescovili o
in cui fu slipulato che i pubblici tributi principali cariche che occuparono.
saranno in potere del Papa, il quale ne Incerta è l'epoca dell'introduzione del
cederà la 3.' parte per uso del popolo, che tesoriere generale nella corte pontificia, ed
nella ribellione gli avea usurpati, in uno ih ."esempio lo apprendodalGaranipijiyt-
al diritto delia coniazione delia moneta, gillo della Garfagnana p. 47, ove parla
e le regalie sì dentro che fuori della citlà, del tesoriere d' Innocenzo IV morto nel
le quali parinienli restituì, tranne il pon- I 254. Riferisce pertanto, che Urbano IV
te Lucano che conduce a Tivoli, e la 3." con lettera de'23 ottobre 1262, ordinò che
parie della moneta pe'senaloripro tcm- si fossero esalti per la camera apostolica i
270 TE S T E S
mchili Pan fi (le Cttrjìltagnnnn cnnonni ponlificio tesoro il Piatto Car-
così detto
Lucani cappellani nostri, olim Tlwsau- dinalizio (/ .). Francesco Gaetani, cap-
rarii Innocentii Papa e praedecessoris pellano ponlificio e uditore di rota, pro-
nostri, W quale tesoriere essentlo poco pri- babdmenle da Ilo zio Bonifacio Vili fu fat-
nui tlefuiilo, dichiarò nel suo testamento, to tesoriere, indi a' 17 dicembre I2q5 lo

che tali mobili appartenevano alla chie- creò cardinale. Equi avverto, che aven-
sa romana, coni' era dominio di essa la ilo compilato tutte le biografie de' car-
Garfagnana {T •). Questa è la sola volta dinali , mi asterrò dal riportare le noti-
che il Vitali citò il nome di Garampi, al- zie e la patria di que'lesorieri elevati alla
legando il riportalo nel Sigillo dellaGar- porpora, polendosi leggere nelle loro bio-
fagnana. di che già feci grave rimarco. giafie , in questo articolo solo dicendo
Intanto Gregorio X stabilì nel concilio di quanto reputerò opportuno. Bonifacio
Lione nel ii'j^, le leggi pel Conclave e Vili gli sostituì neli'islesso anno Giaco-
pei' la Sede vacante, ordinaiuio che iti mo. Il Vitali opina che Paolo di Carfa-
questa i cardinali nulla prendessero dalla giiaua e Francesco Gaeta-ni, come Rober-
camera a|)ostolica o dalle sue rendite, le to Arcufati, di cui parlerò, fossero stali

quali resteranno in custodia di chi ne a- cappellani tesorieri custodi degli arredi e


vrà la commissione, persona fedele e in- vesti sagre pontificie. Quanto a Paolo, il

tegra. Già notai, che ne'citati articoli ri- Garampi non l'ha avvertito; circa agli al-
portai le dette leggi, e le successive ordi- tri due non pare, essendo già istituita la
nate da altri Papi. Nel ruolo di sopra ram- carica del sagrista, che il Vitali ritarda.
menlato della Famiglia pontifìcia, ove Poiché egli dice, che posleriorinenle la cu-
col Galletti lo riprodussi, di Papa Nicolò ra e custodia delle sagre suppellettili pon-
in del 277, si riporta nella ndirica Cap-
I tificie fu riservata al confessore del Papa,
pellaiìi: ]]Iagister Richardiis Thesaura- tranne la Tiara e il Clieruhiiio, che re-
rius, e nuovamente Magister Richardnx starono in custodia de' tesorieri, Thiara
de thcate, etmagister Nycplaus de tlie- et Clierahin,quae solent reponi in Came-
sauro. Però siccome in quell'epoca col no- ra Tlicsaurarii palatii apostolici. Ag-
me di tesoro pontifìcio &\x\\.enò&\a il ve- giunge, che il confessore avea per com-
stiario antico in cui si custodivano gli or- pagno il sagrista, il quale di suo ordine
namenti esuj)pel/ettili sagie appartenen- dovea sommiaistiare i sagri arredi all'uf-
ti al Papa, così viene nominato il cappel- ficio divino necessari ; e che in appresso
lano che n'era il custode, anzi erano due il confessore fu dispensato da tal cura, e
ad esercitare l'impiego. Loro incomben- la custodia divenne propria del sagrista.
za era precisamente quella di custodire Conviene considerare, che allora il con-
fia le altre cose lutlociò che bisognava fessore era anche sagrista, che certamen-
per le funzioni pontificie. In esse v'uiter- te avrà avuto un compagno peraiulo, ma

venivano, edopo che il Papa era staloco- gli uffici erano uniti, e tali li funse il b.

ronalo. Io precedevano colla mitra. Po- Novello e diversi suoi successori, anzi pu-

co dopo e nel 1 288 Nicolò IV elesse il i re colla carica di bibliotecario. Temo poi
Sagrista' del Papa nella persona del b. che Vitali abbia confuso i cubiculari ca-
Agostino Novello agostiniano, qual pre- merieri segreti del Papa e loro tesorieri
fc'tlodella sagrestia pontificia, penitenzie- domestici o segreti, co'iesorieri della ca-
re e confessore del Papa, e lo fu pure di mera apostolica: mi conferma ne'dubbi il

s. Celestino V e Bonifacio VIII,ilche vie- raujinentare di aver letto ripelutamente


ne contrastalo. Di più Nicolò IV divise le negli antichi e originali ruoli palatini, l'uf-
rendite della chiesa romana tra il Papa e fizio del cubiculario custode delle gioie e
i cardinali, acquali poi fu assegnalo dal cose preziose. Qua nlo alla Tiara e a\ Che-
T E S T E S 271
rullino risei'Tali alla cuslotlia del tesorie- (•?'
di Cuncollicri, che prima di fai tempo,
re, la i.^ la descrivo al suo articolo, «lei per quello di (jiegoriolXnel 1227, si dice
2." ne parlai a Flabello, ed ora con Ma- ch'egli duplici diademate coronatus, sub
yii, Notizia eh' vocaboli ecclesiastici ne , fulgoì-is sj)ecie inClierubim transfiv^ura-
(laròoiigliori spiegazioni. Il Clie/'uhinme- fusadspcctum.^e] possesso di Gregorio X
gli antichi cerenioniali romani significa nel 1272, si riferisce che nella cavalcata
un ornamento prezioso, poiché lagiouaii- do[)o la croce incedevano \If lìandona-
dosi delle vesti pontificie e vasi sagri con- rii con Xn vessillis rubeis- , et duo alii
segnali in custodia al sagrisla apostolico, cum duobus Cherubin cum lanceia, se-
si eccettuano le seguenti cose preziose, le guili da'/>77^/<'/// navali. In quello di Gre-
quali non gli si davano in consegna, ed gorio XII neIi4o5 si dice che dopoi pre-
ora custodisce tutto, tranne Vincilo Pon- fetti navali, duo etiam j)racmillunlnr C'
tificale, esistendo presso i Papi. Exceptis quites, qid in longissimis Jiastis gcminos
Mitrisprctiosis.etaliis quihusdam solitis Cherubinos ingcrunt , in quibus coele-
per Cuhicularios , et excepti.i
ciistocliri siium commercia regnorum repracsen-
Thiara, etCheruhim quae solentponi in tantur. Altri credono indicarsi Flabel- i

camera Thesauraria palatii apostolici. li. Seguiva la Leo-


croce. Nel possesso di
Anche il dotto Rocca sagrista pontifìcio, è ne X nel dopo caporioni, si regi-
I 5 1 3, i

d'opinione che questi cherubini fossero in- strano: J'exilla duo Cherubiìi. Non trovo
tagliali io qualche gemma, la quale ser- ne'possessi altra menzione de'cherubini,
viva di Formale o Ilazioìiale [T^.) al pi- bensì di flabelli nella funzione della basili-
viale delPapa, essendo il cherubino sim- ca Lateraneiise: conviene però ricordare,
bolo della scienza, che deve risiedere nel che il possessodiLeoiieXfu l'ultimo a pren-
petto del sommo Pontefice. Nondimeno dersi con cavalcata incinsi usavano para- i

il Magri stinia che fossero due cherubini menti sagri. Del T'estarario
Il Galletti,
d'oro o di altra materia preziosa, i quali della s. romana r7HV'.T/7,avverte che dopo
si portavano sopra alcune aste avanti il lamorledi Bonifacio Vili l'antico vestia-
Papa nelle cavalcate e processioni più so- rio era chiamato tesoi-o della cJu'esa l'O-
lenni, per denotare la scienza del vecchio mana,%Q\ to la custodia del camerlengo, ac-
e nuovo Testamento, poiché sull'arca del ciò non fosse soggetto a rtdjamenli. Tale
•vecchio esistente nel Tabernacolo evano tesoro nonsolamenleconfeiieva i vasiù'o-
elligialiduecherubini.per mezzo de'qua- ro e d'argento, e le gioie, niolti'*>imi a-

li Dio maniflistava la sua volontà, men- nelli e mitie preziose, abiti e vesti d' o-
tre il sommo sacerdote gli porgeva pre- gni specie e ricche; ma anche una certa
ghiere pel popolo d'Israele. In conferma porzione d'oro e d'argento, come nel ve-
ò\ tale opinione, il Magri riporta il se- stiario antico, e fbrs'anche qualche ducu-
guente passo d'un antichissimo ceremo- iiiento di somma impoitanza, come nel
niale della biblioteca Vaticana pel posses- pregievole inventario di Dduif.icio Vili,
so del nuovo Papa. Primus procedit e- dal Galletti pubblicalo, ed in cui leggo:
quiis Domini Papae phaleratus, secan- Itevi imus sacculiis cimi licteris: Jlem u-
do vadit subdiaconus cum Cnice, tertio numFlahelluir rotundum laboratum ad
ditodecim brandonarii (o bandonari o aurum in quo est rex Salomon et rex
Draconari, portatori di Bandiere o al- David: Item unum Flabellum antiquum
ile insegne, come notai in tali articoli) de opere Pisano: Item duo litere sigil-
rum duodecim vexillis rubeis, et duo alii late sigillo Alberti regis A lenta naie su-
rum duobiis Cìieruhim in cacumine lan- per recogìu tiene subj'ectioids Imperii ab
rearum. Di tale uso parlai a suo luogo, e Ecclesia romana , et super quibusdam
leggo DeWaStoria de'possessi de' Ponlcji' promissionibus Ecclesie factis per cum:
272 TE S TES
Jlcin in uno cofìno viridi multe litcre quali doveano intervenire i giuocatori di
indiate bullis aiireis, et aliae diversae altre città e luoghi vicini, riparlai a Se-
scripturae: Item in uno cojino viridi qui- nato ROMANO. In quest'articolo e a R.oma
dam libri quorumdam trartafuum me- riportai molte notizie spettanti alle mu-
dicinarum.Dù talepregievole invenUirio nicipali imposizioni, ed anco a Prefetto
e da altro di Benedelto XI egualmente DI Roma, ed a Maresciallo per le multe
pubblicato da Galletti, si conosce la ric- chegli ^'i.\2^'A\ano\iì Meretrici (P.). A Por-
chezza in cui era risalito il vestiario o vo- teci Roma parlai della loro custodia e da-
gliam dire il tesoro della chiesa romana, zi, che anticamente erano allldate e si ri-

come in tali documenti è chiamalo, The- scuotevano da famiglie particolari o da


sauri romanae Ecclesiae. Tali inventari corporazioni ecclesiastiche. R.imarcabi!eè
comprendono quanto si conteneva ne'pa- inoltre il pontificalo di Bonifacio Vili pel
lazzi del Valicano e di Perugia, allorché riprislinamento o istituzione dell' yJnno

vi morirono due Papi. Tuttora essi si fan-


i santo o Giubileo u?u\>ersale, ne qviaVi ar-
no alla morte del l-*apa,da'chierici di ca- ticoli facendo la storia de' vantaggi deri-

mera, che divengono custodi de'palazzia- vati a Roma, per l'immenso concorso de'

postolici nella sede vacante. Mentre Bo- forastierionde lucrare l'indulgenza, mol-
nifacio I ///risiedeva nella sua patria yl- te notizie naturalmente riguardano, per
nag/ii, e fervevano le gravissime differen- le provvidenze prese da'l'api, le finanze
ze con l'altiero e biasimevole Filippo IV ponlilìcie e il suo erario. Per le mene di
ilBello re di Francia, suoi riprovevoli i Filippo IV il Bello e del famoso cardi-
e malvagi fautori a'y settembre i3o3 osa- nal Alberti di Prato, neli3o5 fu eletto
rono sacrilegamente armata mano d'as- nel conclave di Perugia l'arcivescovo di
salire il palazzo papale, d'iiiiquameule ol- Bordeaux, il quale preso il nome di Cle-
traggiare e imprigionare il Papa, ed in- mente V, per le sollecitazioni del re, fissò
sieme di depredare il tesoro ponlidciojon- fatalmente la residenza pontificia in Fran-
de il successore l'enedello XI subilo so- cia e poi in Aviguonc (P .),con lagrime-
lennemente fulminò la sconìunica contro voli conseguenze. Chiamalo in Lione il
que' perfidi clic non aveano restiluilo il sagro collegio, da Roma gli porlo la coro-
rubato tesoro. Altri tesorieri di Bonifa- na papale o tiara con gran pompa, il car-
cio VI II fi nono, nel 3oo Gregorio di Gè-
i dinal Ranieri camerlengo. Sembra che
nazzauo, ne\i3oi Gregorio de Tudela, Clemente Vnel 3o5stesso i fìices>e tesorie-

iieli3o2 cevlo Cardarelli ;ì\>ì\iZo?) no- re Andrea da Gubio;'\né\ nel i Soy il suo
minò tesorieri un tale Stricca, e il mae- afiineRoberto Arcufati guascone di Bor-
stro Mattia di Chieti elericus camerae deaux, e arcidiacono di Sobolio,nel 3 io 1

Domini Papae canonico di Terouanne, promosso all'aicivescovatodi Saleino, in-


già dal Papa nel i3oo deputato rettore di trasferito alla sede di Aix in Proven-
del contado Venaissino in Provenza, al- za. Col titolo di tesoriere si trovano po-
troHominio temporale della s. Sede. Nar- scia, neli3o8 Raimondo Fabri avóiWa-
ra il Coppijche nel 3oo romani sottomi-
i i cono di Tulle, e nel 3o9 V arcidiaco- 1

sero Toscanella ch'erasi ribellata, eie im- no di Sarbuch. Clemente V si trasferì


posero l'annuo canone di 2000 rubbia di neliSoy a Poitiers per trattare con Fi-
grano; riservandosi la facoltà d'esigere in lippo IV, che pretendeva condannata la
"Veceeoo lire, se l'agro romano sommini-
I memoria di Bonifacio Vlil e l'estinzione
frumento suflicientea Roma. Inol-
strasse de' Templarijma essendosi Papa accor- il

tre imposero a Toscanella di mandare , to che il re per sostenere le sue esigenze a-


odo ludenles romani ludi s.Yy'x questi fa- vea preso precauzioni per assicurarsi di
mosi giuochi di Agone e di Testacelo, a' sua persona, tentò d'uscire da Poilterslra-
TE S TES 273
vestilo por le'^titlli^si a rìordeaux. Pcih le Roma si rese celebre per la fabbricazio-
giijinlie, alla cui vigilanza era sialo segre- nedelle saie, che irnitaronogli oltramon-
taineiile consegnato, lo sorpreselo ino- tani. La Romagna si distinse per l'inven-
ri della città e Tobbligarono a ritornarvi zione e commercio delle terraglie, e mol-
col suo seguito, e co'inuli carichi cle'suoi te furono dipinte da celebri pittori, come
tesori. Raccontai nella biografia del car- purea Pesaro. Generalmente tutto lo slu-
dinal Gciifih' Partinoda Monlefiore,che to si riempì di manifatture di panni. A
Cleeiiente V l'inviò in Italia adine di pren- questi fugaci cenni trattid.d Vergani, pon-
dere il denaro che stava in Rdina, e nelle no supplire quanto dissi delle principali

Provincie di Campagna e del l'alrinionio, manifatture e produzioni pontificie, nel


e di recarlo in Avignone, vakilato un mi- descriverne le città e i luoghi, epesetificii
lione di fiorini d'oro. Ritirato che l'ebbe, elaiiificiidue indicati articoli. Tale pro-
i

e non vedendo sicure le vie pubbliche, lo sperità non dappertutto provenne nel se-
depositò nella sagrestia di s. Frediano di colo XIV, che anzi per la pregiudizievole
Lucca, dove fu rapito dalle masnade tede- lontananza de' Papi gravemente soffriro-
sche e da'pisanid'Uguccione, rpiando esso no le terre della Chiesa in Italia, godendo
nel giugno 3 4 cacciò da Lucca Castruc-
i
1
in vece quelle di Provenza per contenere
cio, seppure questi o i suoi noi depreda- la corte papale, alla quale accorrevano le

rono prima di partire. Giovanni Villani nazioni del cristianesimo, mentre R.oma
nelle sue storie sostiene, che i pisani pre- languiva lacerata dalle fazioni, come nel-
so il tesoro della Chiesa, lo condussero a le Provincie tiranneggiate da' prepotenti
Pisa. Il Novaes dice invece, che il tesoro signorotti, usurpatori dell'entrate della
lo ritirò da Lucca il nipote del Papa Piai- chiesa romana. Notai nella biografia di
mondo marchese d'Ancona, il quale sor- Giovanni XXll,il quale nel 3 16 successe 1

preso da que'di ìModciia fu ucciso e ru- a Clemente V, che alla morte di questi fe-
bato del tesoro, perciò scomunicati da Cle- ce traspoi lareda Carpenlrasso in Avigno-
n)ente V neh 3 12, con l' interdetto alla ne partedell'archivioe delle coseprezio^e
città. Apprendo dai Vergani, che l'Italia trasferite da Roma. E siccome altra por-
\erso il Secolo XIII ebbe la gloria d'es- zione, la biblioteca, col tesoro della chie-
commercio, che l'ir-
sere ristoratrice del sa romana, era stata da Roma depositata
ruzioni barbariche aveano pressoché e- ili Asisi, gli abitanti s'impadronirono del
slinto iu Europa. Dopo tal secolo 1' Ita- tesoro e robe della s. Sede, e quelle an-
lia fece progressi nelT industria dell' ar- cora di alcuni cardinali} e ad onta de're-
ti, ne divenne maestra e si riempì di ec- clami del Papa, appena ne ricuperò una
cellenti manifatture. Così lo stato ponti- parte il successore, che fece condurre nel
ficio, principalmente Bologna, per la quan- palazzo apostolico d'Avignone. Nel pon-
tità e perfezione delle manifatture di seta tificato di Giovanni XXII più regolari e
e di lana,non cedendola alle fiorenti Ve- senza interruzione abbiamo le notizie de'

nezia, Genova, Firenze e IMilano: perfet- tesorieri pontificii, non solamente


i quali
ta imitatrice di Bologna nell'applicazio- la di loro autorità acquistò maggior esten-
ne all'industria dell'arti, fu poi Perugia sione, ma cominciarono a rendersi indi-
che divenne la città più industriosa do- pendenti da'camerlenghi pontificii, che in
po di essa,ne'dominii ecclesiastici. La pro- principio gli aveano assunti io aiuto alle
vincia della Marca si distinse nella fabbri- loro ampie cure, aumentate dall' essere
cazione delle tele, che iugran copia si tra- spesso insigniti della dignità episcopale e
sportavano in Barbarla, e fiorì pure nella col governo di loro chiese arcivescovili e
lavorazione della seta, e nel commercio vescovili, sebbene non sempre cardinali;
di vini eccellenti coli' isole del Levante. ed ancora per la soprintendenza alla bat-
VCL. LXXIV. 18
274 T E S TE S
litiiio (Iella moneta , rpiando Giovanni pnsfolici di Roma, rovinati e in decaden-
XXII inlrofliisspqnclla d'oro, per la qua za per l'assenza de'Papi. Fu suo tesorie-
lei 7eccliini,pel(lirilIodi nionelaggiochia- re Giaeomo de Brano che eser- P/"»r/,
inalo Slij;ììOi-ìa di lìn citìiierti paiilìfìria. citò taleimpiego sino a'i4 luglio 342: 1

solevano pagare balleiido la rnonela col- era arcidiacono Limalense, enei 33c) fe- 1

l'oro proprio di essi. Furono lesoriei i di ce quietanza all'abbate di Sassovivo d'un


Giovanni XXII, Adeiunrio Ainelin /Ir- fiorino d'oro, censo dovuto dall'abbazia
ìiìelUìii solto-canloiedella chiesa d'AlI>y, alla chiesa romana. Nel i 34"?. crealo Cle-
e Gashcrio rie T alle vescovo di Marsi- mente VI, surrogò al precedente due te-

glia. Ga^^berfo a' 1 8 setteml)rei 3 if) fu pro- sorieri, cioèStefano Aldnhrando abba-
mosso alla chiesa diMarsiglia,eda'2Gago- te del monastero della Cella nella dioce-

stoiSaS Iraslato all'arcivescovato d'Ar- si di Troyes, di cui parlai nella serie dei

les: già neliSao era divenuto camerlen- camerlenghi, carica ch'ebbe l'i gennaio 1

go, onde rimase lesorieie solo Ademario, I 347; e Guglielmo d' Alhussacco awxio-
\\ quale neliS^S ebbe la sede di Marsi- re della chiesa di Rouen, neh 343 vesco-
glia, lasciala dall'antico collega, e conti- vo di Frejus. A Stefano die in successore
nuò nel tesorierato almeno fino a'a giu- a'5 mano \3^'j, Ber tra?ido di Cosnaeìi
gno 333. In quest'anno a' 2 novembre
i priore di diva, poi vescovo di Lombez
trovasi per le&oi'\e\eGiiidoRadiil/)hi.Mo- e di Cominges. Nel 2.° anno del pontifi-
ù Giovanni XXII a'4 dicembre 334) i l^" cato di Clemente VI, molte furono le que-
sciando nel!" erario apostolico, destinali rele che ricevè conlrogli udiciali della ca-

per la guerra di Terra santa contro il tur- mera pontificia, e perciò fi\ destinato a
ro,venticinque milioni di fiorini d'oro,cioè esaminarle il Cahors per fare
vescovo di

i8 in contanti, e 7 in vasellame d'oro e giustizia. La risoluzione del Papa fu: non

d'argento, corone papali, mitre con gem- est intentione sua qiiod proplereadonii-
me, pietre preziose, ed in gioie. Avverte ni Camerarius, et Thesaurarius cessent
ilcoulemporaneo Villani, in ciò seguilo sua nfjìeia exequi utprius. R ai mondo già
da s. Antonino, essergli ciò stalo detto dal vescovo di Rieti e d'Amiens. poi d'Or-
suo fratello, deputalo da'tesorieri come vieto sua patria, vicario del Papa in Ro-
mercante del J'apa a contare e pesare il ma, nunzio pontificio e collettore delle o-
detlo pontificio tesoro, per renderne con- blazioni falle agli altari della basilica Va-
to a'cardinali con in ventario.Tultavia non ticana, non avendo resoconto. Clemen-
intendo farmi mallevadore di somma co- te VI ordinò neh 348 al tesoriere del Pa-

s'i esorbilanle per (jue'tempi. Altrettanto trimonio che i di lui beni fossero inca-
riporta il Coppi, ed aggiunge, che il con- merati. Allorquando il famoso Cola di

temporaneo Monaldesco dichiarò il te- R.ienzo (di cui all'articolo Roma e nel
soro ascendere a quindici milioni d'oro; voi. LXXIII, p. 3o3)nella primavera del
che il Papa l'adunò con sagace industria, I 347,aQcorsempliceprivato,eccitavasul
ecoll'ampliazionedelle riserve pontificie, Monte Aventino i romani a ricuperare
benché ne avesse speso una porzione nel ranlico splendore, diceva: m de la mone-
ridurre all'ubbidienza molle terre dello ta non dubitate, che la camera di Roma
stato ecclesiastico ribellate, e nelle guer- (di cui a Senato) ha molte rendite inesti-
re di Lombardia per abbattere tiranni. i mabili. In prima per lo focatico pagano
Il successore BenedettoXll nel di se- per fumante (del cui vocabolo a Dogane)
guente alla sua elezione donò a'cardinali 4 soldi, comenzando dal ponte di Cepva-
100,000 fiorini del tesoro pontificio, per no sino al ponte de la Puglia, montano
sovvenire a'bisogni loro, e 5o,ooo ne de- 100,000 fiorini ; e più di sale 100,000
sliuò per riparare lemph e palazzi a-
i i fiorini (oltre 3o,ooo delle saline, ma di
TE S TE S 27^
ci?) meglio è vederci! voi. LXX if, p. i B.l); temhrei 36r ,nioi»o Hegiii;ilclo,vriC(> il te-

Hiico II porti ili Roma e le rocche di Bn- goiiciato, o io coid'eiilo i\ Cancellilo ilr

iiiatoOjOOO liorini, li cp.iali lifinno man- Dcii.r da Piadello abbate ili Psalmodi ,

dato a iM esser lo Papa, e ciò sa 'I Vicario poi vescovodi Nimes e di iMa^iielona. Di-
silo". Sid fine di loi^liooiiel principiod'a- venuto Papa a's'S ottobre i 36?. Urbaiif»
f^osto dell'anno santo i35o, l'audace ex V, non volle cavalcare nel possesso, n-
Iribuno Cola di Rienzo espulso da Roma, giiaidand» la dignità papale come esilia-

eccilava l'imperatore Carlo IV (che l'a- taoltremonle. Ne'capitoli della zecca poii-
vea iin|)rigionato e mandato inAvignone d'Urbano V del 3G|, si legge no-
lificia i

per meritarsi la grazia pontificia) ad im- mitintoil vescovo(iaucelino //ir.sv//i/7//70,

padronirsene sollecitamente, osservanilo unitamente camerlengo Arnaldo Al-


al

che se rilardava sino al termine d«l go- beri arcivescovo d'Auch, col maresciallo
verno de'senatori che allora la reggeva- di giustizia e il vicaiio temporale d'Avi-
no, sulle gabelle del sale e sull'aumento gnoiie.Ed in questo secolo si trova difre-
tle'dazi diconsumo nel teuìpcjdel giubi- quente che gli editti delle monete, e gli

leo, perdeva almeno 100,000 fiorini, spet- appalli delle zecche erano comuiiemen-
lauti all'impero (il che è falso, e fu asser- te fatti d'autorità del carnei leugo, del le-
zionepropria d'un fazioso'.quandos. Leo- soriere, del maresciallo, o degli speciali
ne III ristabih l'impero d'occidente, i Pa- commissari, senza l'intervento de'chieri-
pi erano signori cii Roma già da più di ci di camera e delle genti di essa. E quan-

do annijequando Innocenzo VI nel S'iti i tiuique Gauceliuo nel dover far fondere
fece coronare in Roma Carlo IV, ordinò tulle le monete disusate, ch'erano nell'e-
a luiealla moglie di dormire fuori le rau- lario pontificio d'Avignone, domandò
ra). Clemente VI comprò Avignone. fu ec- consiglio a due chierici di camera, tutta-
CPSSivamentesplendido,eiiJon negava gra- volta tal sistema non fu costante. Si può
zia: avvertito che predecessori non erano i bensì congetturare, checosì a poco a poco
stali sì prodighi, rispondeva: Ch'essi non s'introdusse d'unirsi in corpo i chierici di

a vcanosapulo esser Papi. Morto nel 352, 1 camera ad assistere a'contralli camerali,
a' 8 dicembre gli successe InnoceuzoVI.
1 ed a formar tribunale, le cui coslituzio-

A'y febbraio i353era già tesoriere apo- nipiù lardi confermò Eugenio IV. A Gau-
f>\o\\coRegi/ialdo iMaubevarto 3Ialberu- celino cefi bolla Urbano V concesse vari
f/7/- arcidiacono tirarchiae di Laon, indi privilegi, cioè di conferire tulli i benefizi
Tcscovodi Palencia, di Lisbona, d'Autun. vacanti del suo vescovato di Maguelona,
A provvedere disordini civili di Roma,i anche con cura d'anime, però non ecce-
Innocenzo VI sprigionato Cola di Rienzo dentila rendita di 20 libre turonesi.Que-
ve lo inviò nel 353 in compagnia del ce-
I sto tesoriere fu tanto benemerito per la
leberrimo cardinal Alboriioz legato e vi- sua somma esattezza nel fungere l'uffizio,
cario generale di tutto lo stato ecclesiasli- che con bolla e splendido elogio gli cou-
co, il quale lo dichiarò senatore. Ma es- donò 2000 fiorini d' oro che dovea [)er
so per pagare i nunierosi armati ministri tasse per la spedizione delle bolle del ve-
di sue vendette, fu costretto a imporre scovato. Nelle dettebolie Gaucelinoèdet-
gabellesul vino e altre cose, che irritare- to Thadurario nostro, ma avverte Vi-
no il popolo. Da tale imposizione,chechia- tali, che ciò non significa quello che nei
niò sussidio, ritrasse molla moneta, poi- tempi posteriori fu solilo significare, co-
che esigeva 6 denari per ogni soma di vi- me si dirà a suo luogo, ma servì unica-
110, e dal sale pure ricavò molto. I suoi niente per distinguere tesorieri porilifi-
i

nemici fomentando il malcontento, restò cii da altri particolari tesorieri, com'era-

inassaci'ato l'S settembrei354' A'3 set- no cpielli Guhcllarum Avcnioni, Patri'


276 T E S TES
//loniì eie. Olire il tesoriere della camera banoV,i romani insorsero, ripresero l'am-
apostolica e del Papa, nel r 3G8 il veiieia- niinisfràzione delle cose piilibliche , la-

l)ile Guglielmo Alberti chierico <li came- sciando al senatore la sola [W(le>tà di ren-
ra, era tesoriere delle gabelle d'Avigno- dere giustizia al popolojindi formalmen-
ne, Thesaurarius omnium ^abellarum te invitarono Gregorio XI a tornare nella
cis'itatis Avcnionensis prò Domino no- sua vera sede,oifrendo la consegna de'pon-
stro Papa speda lì ter deputaius, e ren- li, delleporte,delle torri, e di tutta la par-

deva conto al camerlengo Bertrando de te di là dal Tevere e della città Leonina.


Bordis vescovo d'Albj^. I chierici di ca- Della convenzione che ne seguì, d Coppi
mera allora erano 3. Urbano V per la sua osserva.Durante la residenza de'Papi in
propensione e per le istanze de'romani e Avignone, l'autorità pontificia in Pioma
di diversi personaggi, neh 367 restituì a fu sempre rispettala ; ma l'esercizio del
Roma la papaie residenza, ricevè da'ro- potere, e specialmente il ramo delia fi-
mani senza riserva la restituzione del pie- nanza era, se non del tutto, certamente
no dominiodella città,edcgli limitò la giu- nella massima parte presso cittadini. E i

risdizione del magistrato loro. Accompa- questo fu anche conservato nel ritorno di
gnò il Papa il suo fi alello cardinal Angli- Gregorio XI in Roma. Imperocché nel
co Grimaldi o Grimoaldi,il quale fece la concordato sottoscritto fra'rappresentan-
descrizione della Romagna (e perciò non ti pontificii e quelli del popolo romano,

nel i352 come si legge in mg.' Nicolai, a' 2 dicembre 376, fra le altre cose si
I 1

certamente per menda tipografica), nel- convenne (Io riportai a PiOma): (pind so-
la quale narra che in quelle provincie e- cietas execiitorum justitiae et qiiataor
ranvi l' imposizioni dette fumanterie, e consiliariorum. ballisfariorum et j)a\>e-
quelle sul sale,come§abelleordinarieche satoriim, continuasse ad amministrare,
si pagavano alla camera o a' suoi vicari emolumenta cdìncrae urbis more solito.
temporali. Che la Marca avea l'imposte GregorioXI malgrado le contrarie rap-
denominale taglie, avea gli aflìtti, le apo- presentanze, commosso dal languoree ve-
disse e i capisoldi. Che l'Umbria e il Pa- dovanza della chiesa romana, per essere
trimonio aveano per lo più il censo apo- slata trasferita la residenza pontificia fuo-
stolico e il sussidio papale. 11 Lazio, la Sa- ri del suo luogo .naturale, a' 17 gennaio
bina, la Campagna aveano il sale e il fo- 1377 in trionfo entrò nell'alma Roma,
catico. Urbano V dopo aver consolato Plo- con estremo giubilo de'romani. Poco vis-
mae l'Italia, fatalmente dipoi ne partì nel se,e morto nelVaticano, a'28 marzo 878 1

I 370, e giunto in Avignone morì. Essen- canonicamente gli fu dato in successore


do stato a lui accusato il cardinal Albor- Urbano VI(V.). Volendo questi correg-
ooz qual dilapidatore del tesoro pontifi- gere costumi de' cardinali sospirando
i ,

cio, il legato per tutta discolpa gli pre- essi le delizie di Provenza, l'abbandona-

sentò piìi carri di chiavi delle città e ca- rono e iniquamente elessero a'20 settem-
stella da lui ricuperate alla signoria del- bre l'antipapa Clemente VII. Questi, cru-
la Chiesa, il Papa l'onorò de'glo-
per cui dele e ambizioso, si recò in Avignone, vi
riosi titoli à\Padre dellaCldesaeò'xT in' stabilì la cattedra di pestilenza, che ca-
dice della libertà ecclesiastica. A'3o di- gionò l'orribile e lungo Scisma (F^.) che
cembre gli successe Gregorio XI, che nel desolò la Chiesa e divise nell'unità i fede-
maggio 37 elesse a tesoriere Pietro de
I I li, per essere egli e i successori riconosciu-
/^ <'r//oA.v abbaled'Aniana.e poi nel 1378 ti e ubbiditi da molti principi e nazioni.
lo promosse alla sede di Maguelona. Nei Il tesoriere Pietro seguì le parli dell'an-
vari suoi editti s'intitolava lliesaurarius tipapa, che lo creòsuo tesoriere,e poi mor-
Domila Papae. Dopo la parteuza d'Ur- to ueli 387 gli surrogò Antonio a Love-
T E S TES 377
no vescovo parimenli di Maguelona. Per 2 novembre gli successe Bonifacio IX. che
suo mezzo mandò 4o,ooo franchi d'oro promosse tesoriere Migliorali alla com-
il

iuppcdilel Liiflo\'ìco duci Dorhoiwnsi menda Ravenna, al carduialalo e al


di
(jfuiunrcxfra/icortinictuiicopiisinillchai camerlengalo. Per nuovo tesoriere desti-
ad snbsidiuiìi Ludovici (d'Aogiò) i'c<^is nò /ì/a/'/co Scaranipi ì\o\)\\c d'Asli e ve-
Siciliac contra ì\Li/-^/ti-ila/n de Dura- scovo d'Acqui, poi di Fellre, ove morì in
tio,et l ìiicclauìn (Ladislao) cj'its filiuin. odore di santità nel i44o>'J*^P'^^**'^'''^*'^^"
Urbano VI creò per tesoriere Cosmo Mi- lo segretario dell'im pera toreSigismon do,
gliorati di Sulmona, e gli conferì il ve- dicendo l'Ughelli che il suo corpo restò
scovato di Bologna. Nel i 386 trovasi an- incorrotto. Altro suo tesoriere fu Agosti-
che l'altro tesoriere Guglielmo de Nor- no Napolitano vescovo di Perugia, d'A-
mauiiis romano e monaco di SubiacOj tal- tri e Penne, poi traslalo a Spoleto. Dissi

mente versato nel diritto canonico, che fu altrove, che Bonifacio IX per sostenere
repiilalo un oracolo: ottenne il vescova- Ladislao re di Sicilia contro Lodovico I[
to d' Ancona', e poi quello di Todi. Di d'Angiò fautore dell' antipapa, nel Sgoi

FrancescoBcllaiitiòa Siena si legge, che vendè molti fondi che la chiesa romana
clectus est episcopus Naridcnsis anno possedeva nel territorio di Benevento e
1887. Ilic a Jacopo P iterbiciisi episco- nell'Abruzzo; quindi concesse in vicaria-
po procurator clectus est, sanctaeque a- lo per diverso tempo quelle varie città e
postolicae Sedis ge/icralis Tkcsaura- Provincie dello flato ecclesiastico, che no-
viusfuitsub Urbano Vlrochae Naraiea- tai a'ioro luoghi, come R.imini, Fossom-
sis castellanus. Urbano VI punì Giovan- brone, Fano, Urbino, Faenza, Forlì, Imo-
na I regina di Sicilia seguace dell'antipa- la, Ferrara, con annuo censo e determi-
pa, colla scomunica e la deposizione dal nàto numero di milizie per essere soccor-
regno, e di questo ne investì Carlo III Du- so. Continuando il bisogno di denaro, nel
razzo, e per aiutarlo alla conquista, im- I 3t)2 vendè alcuni fondi ecclesiastici, al-
pegnati molti beni della Chiesa, essendo tri ne impegnò, e riserbò all'erario pon-
esausto il tesoro pontifìcio, gli consegnò tilicio una mezza annata de'frutti de'be-
80,000 scudi d'oro neli3Bi. Nel prece- nefizi che conferiva, e ne riparlai a Tas-
dente anno avendo il Papa bisogno di de- sa. La chiesa di s. Ippolito di Porto, go-
naro per combattere colle armi tempo- dendo la gabella detta dell'ampolla, Bo-
rali l'antipapa da lui scomunicato, mise nifacio IX la concesse in appodiazione vi-
un' imposizione sul clero, e specialcnente talizia per l'annuo censo d'un paio di per-
di Roma , dal quale ricavò Sooo scudi nici (di sibili censi parlai a Cacci a). Di-
d'oro. Crescendo poi il bisogno fece ven- sgustato il Papa de' Banderesi romani,
dere da duecardinali qualunque sorta di e invitato da Perugia a pacificare i par-
beni ecclesiastici, dovunque esistenti, tran- liti, vi si recò in settembre; pregato poi dai
ne i castelli, e ciò sino alla somma che a- magistrati romani a restituirsi a Roma, e-
vessero creduto conveniente. Ma poscia né gli vi acconsentì colle condizioni narrale
anch'essi furono risparmiati, poiché nel a quell'articolo, diverse riguardando le
i385 dovendo soddisfarei genovesi per gabelle e la grascia. Nel iSgS si ha da'ca-
averlo colle galere condotto dalle spiag- pitoli della zecca d'Avignone, che v'inter-
ge tli Salerno a Genova, die loro in pegno venne Pietro de Barreria chierico dica-
Corneto per 80,000 fiorini d'oro. Indi mera e commissario specialmente depu-
nel I 386 si affrettò a riprenderla, ceden- tato da Francesco di Gonzy arcivescovo
do alla repubblica in pagamento del cre- di Narbona e camerlengo: che se questi
dilo varie terre e beni delle chiese d'Ai- per poco aderì all'antipapa, poi tornò al-
Jjenga, Noli e Savona. Morto nel 1 389 ai l'ubbidienza diUuuifacio IX. MaPiclro re»
ayS T E S TE S
^lò nello scisma, e serubra clic sia l'omo- trove.Rilornantloa Bonifacio IX, dirò eoa
iiiino anticardinale di cui riportai le no- Coppi, che a'3o settembre i3q8 il sena-
tizie nel voi. 111,(1. 2 11. iNeli3q4 '""'1 tore Malatesta di Rimini co'conservato-
in Avignone Clenienle Vni,ed a'28 sel- ri, ad laudem Bonifadì JX et ad hono-

lentbie gli successe nell'antipapalo Bene- rem ac statarli reipuhlicac ronianoruni.,.


detto XiiI, e contro i giuramenti fatti ac- auctoritate sacri Senatus , et vigore et

cetlò la falsa dignità; e siccome co' suoi auctoritate nostrorwn qffìciorwn. cora-
fautori dipoi tese insidie al legittimo Bo- pilaroDO una tarilFa che denominarono
nifacio IX, questi per far fronte a' nemi- Statata Gahellarwn L ///;>. In essa sista-
ci si trovò nuovamente in bisogno di de- bilirono i dazi sopra vari generi, e fra gli
• laio. Di A vignonesi haa'3 ottobre 3^4) 1 altri i seguenti: 4soldi perla macina d'o-
Jiut CainpLorcni suae Caiiicrae aposto- gni rubbio di grano di 600 6 de-
libbre:
iicac. Thomam de Podio j ed a' 5 otto- nari per lira sul valore del vino vendibi-
bre 3t)6 d. Pctruni Soriani canoidcuin
1 le aminuto, e 7 per quello all'ingrosso:
barchiiionense.riiReceptoreni pecunia- 8 denari per lira sul valore delle bestie
ritni Camera fapostolicac. Qncslo eia un grosse: tra le ùo specie di panni, su (piel-
altro ufiìzio camerale, una specie di de- lo de grana s'impose un fiorino e mez-
che a
positario e dilferente dal banchiere zo, e sugli altri soldi 35 e mezzo di da-
ijue'tempi ebbe la camera d'Avignone. Al- zio: 6 denari per ciascuna lira dei prezzo
tro Receptor genera lis pecunia rum Cu- nelle vendite de'fondi, ossia del valore si-

ineracLugdunen.et Tho.solan. Collcc/or, no a 5 fiorini; di 4 sino a 1 000, di 2 per


ac Tlicsaurarius Comilatits J- eiudssini, le somme maggiori. Bonifacio IX morì
fu Giuliano de Loba poi anticardinale, neli4ó4 e gU fu trovato ne'suoi scrigni
pseudo-dignità che deposedupo la rinun- un solo fiorino, dunque a torto fu accusa-
zia deirantipapa Clemente Vili, e lo ri- to d' avarizia e che volle far denari per
levai nel voi. Ili, p. 23oe237, alla cui tutte le vie. A' 1
7 ottobre gli successe In-
elezione avea proceduto per ingiunzione nocenzo VII Migliorali già tesoriere, di
del falso piedecessore. A"5 agosto i4o4 cui fu prima cameriere, confessore e teso-
benedetto XI 11 elesse e costituì tesorie- riere Carlo degli Atti di Sassoferralo,
re Fiancesco Cleineiiti suo cubiculario monaco di s. Giorgio in Alga a Venezia,
e poi vescovo di Maiorca, e dubito se poi poi vescovo d'Ancona. Riportai a Roma
fuanlicardinale di Clemente Vili col no- i tumulti popolari, mossi dall'ingrato e
me e cognome di Francesco Pioverà, le ambizioso Ladislao re di Sicilia che aspi-
cui notizie riportai nel voi. Ili, p. 237 e rava a signoreggiarla, e col pretesto di se-
238.Neli4o7 nella dichiarazione sul va- darli vi si recò con esercito. Indi a sua me-
loredella lirade'piccoli lornesi nell'impe- diazione si fece a'27 ottobre una concor-
trazioni ed aspettative de'benefìzi, è sot- dia fra il Papa e il senato romano, aggiun-

Johannes ahhas Moiids Arago-


loscri Ilo gendosi quella deli 389. In
altri articoli a
uuin P ice- Thesaurarius D. N. Papae. uno di essi che il sale esistente
si stabilì
Questi è Gio. Martino il/j^vY/o abbate del- ne'magazzini di Campidoglio e nel cam-
lit celebre abbazia uoniinata nella diocesi po Salino ( detto anticamente Campus
dilJuesua,daBeuedetlo XUI fatlochierico Salinarius, Campus Sali/ins 3Iaior e
di camera, e lo segui nel viaggio che fece le Sahare, perchè nel suo slagno fino
l'antipapa per la riviera di Genova, poi da al secolo XV vi si fece il sale; ora è un
lui creato auticardinale : sottrattosi dal- tenimeuto jjarte del quale è mollo palu-
la sua ubbidienza, riconobbe per vero l^a- doso: comincia presso il rivo di Gale-
pa Mai tino V, da cui fu j iconoscitito per ra a destra della strada di Porto, e si

Liirdujule, come notai ucllabioj^rallae al- estende fiuo allo stagno di Maccarcse)
TES T E S 270
spettasse camera capitolina, colla li-
ali.» lai a Svi7zera), dove Gregorio XII eroi
iiiitazioiu* die loco l'ubbia appartenes- camenle rinunziò il pontificato. Giovati
sero al l'upa e alla camera apos-tolica. ni XXIII fu deposto, Denedetto XIII fu
Tutte le poi le e ponti, tranne il pon-
i ileposto e scomunicalo, quindi l'i 1 no-
te Miivio e le polle della Città Leoiiinrt vembre 1417 di comun consenso fu elet-
riservale al l'apa, si allìclaroiio alla cu- to Martino V. Per lui la Chiesa ricuperò
blutlia (Je'roiuaiii. Dicliiuiò pui Innocen- la {)ace, l'Italia e Roma la tranquillità. Lo
zo VI, che df. oniidhus ci .siiigiiLiti .sex- stato ponlidcio, già sconvolto dalle civili
tcrliìs gabclLarum et pro^'entnu/n... de- discordie e dallo scisma, acquistò qual-
bitorurn camerae praefatae urbis ... et che ordine, e pare che le finanze, sino al-
non solutarum, se ne dovesse fare il p^i- lora confuse e alterale, indi divenissero
gatuento per cnijìtores luijusnwdi gabcL- alquanto floride. Il concilio di Costan-
liiriinì, e la camera apostolica ne avesse za avea decretato, che pel mantenimento
l'iulroitoin (jiielia quantità clie si «Jovea- del Papa e de'cardiiiali si pagassero le an-
no pagare alla cameiacapilulina. Il i .°cli- nate (ne riparlai a Tassa) dalle chiese e
cenibie i4o6 eli venne fapa Gregorio XII, da'monasteri di uomini; e determinato d
die fece tesoriere il virtuoso nipote Qu- moderalo numero di cardinali a 20, scel-
bricli' Co/idul/nicfì patrizio veneto, ca- ti da tutto r orbe cattolico. Essi viveano

nonico di s. Giorgio in Alga e di Vero- con gran decoro,e Martino V raccoman-


na, indi lo promosse a vescovo di Siena, dò loro la sobrietà, e avvertendoli che
a chierico di cacnera, e neli4o8 lo creò uell'uscir di casa non coixlucessero seco
cardinale. Continuando lo scisma perni- pili di 20 famigliari cavalieri, chierici e
cioso, ueli4of) W Sinodo di Fisa depose perchè allora incedevano a cavallo.
laici,

il legittimo Gregorio XII e l'ostinato sci- Quattro giorni dopo l'elezione. Martino
smatico Benedetto XIII, eleggendo inve- V creò Eurico Scara/npi vesco-
tesoriere
ce loro Alessandro V. Cos'i i fedeli si tro- vo che lo era stalo di Bonifa-
di Feltre,
varono in peggior condizione, con 3 che cio IX, dichiarando espressamente, ^-//tc
si trattavano da Papi eaveanole loro ub- praejudicio d. Antonii {Cashù) episcopi
bidienze. Alessandro V tenne a tesorie- senensis Thesaurariì, ch'era suo proni-
re Lodo\.'ico ^^//of^/di Prato, che proba- pote. A' 1 4 maggio 1 4 B si trova reggeu
1

bilmente lo era slato di Gregorio XI I,


dot- te l'ofìicio della tesoreria Francesco No-
tore in sagri canoni, già arcivescovo d'A- velli eletto di Modone, ed a lui fu sosti-
lene e Iraslalo iieli4P9 '' Volterra, Ce- tuito nella reggenza a'4 agosto DenedcL-
1

neralisquc s. Ecclcsiae Thcsaurarius. to Guidalotli perugino chierico di came-


Morto Alessandro V aeli4io, a'i 7 mag- ra, e fu poi camerlengo o vicecamerlen-
gio gli Giovanni XXIII, di
fu sostituito go, e ne riparlai a Governatore di Ro-
cui fu tesoriere Antonio Casini vescovo ma, con altri camerlenghi e Vicc-Cainer-
di Siena e chierico di caujera, che poi Mar- leiigld ( ì^.): però a'2 maggio 4 9 iitor-1 '

tino V creò cardinale. Altro suo tesorie- nò all'esercizio di sua carica il Casini, e
re fu Paolo di Bonifacio di Boccadifcf- dinuovo fu ricevuto; insuper donùnus
ro bolognese. Giovanni XXIII aggravò il Vicecanierarias retuli t, quodss. Domi'
popolo di gabelle, e perciò divenne a mol- nus noster vellet, utd. HenricusFellren -
li esoso; e cpiando neli4i3 fu costretto sis, et d. Franeiscus eleclus Modioneu-
fug^ir da lloma, occupata dalle armi di siscs<ientyCti'ocarcntur Tlwsaurariisui.
Ladislao, diminuì della 3.' parte il dazio Seti (fuod praefatus r. p. d. Àiiloniii<i
Mil vino, che forse a veaaumeutato. A ter- Tiiesaurarius geheralis qfjìciuni ipsuni
niinaro l'infelice e desolante scisma, fu a- Tkesaurariatus Domini PP. solushabe-
duuato il Sinodo diCaslauza (e ne ripur- ret ci deberet exerccre cwii eniolunieii-
28o TE S T E S
tis, et aliis eie. Dalle quali parole si coiii- permettesse a que'di ìMaiòIalidi rifabbri-
pieiule, che lino tlal leuipo ili Martino V care le atterrale case e di abitare il pae-
crasi intiodoUo da' Papi il liteneie due se.Martino V applicò l'animo suo vera-
specie di tesorieri, cioè segreti, che dice- mente romano, a stabilire con ottime isti-
valisi suoi, ed generali come appunto
i tuzioni tutte le parti deU'cccU'siastico do-
vieii chiamalo /VntonioCasini, di cui tro- minio, e da lui furono perliiio gettati i

vasi ui) atto de'


19 giugno 1423, nella di- fonilanjenlijSui quali i Papi successori co-
chiarazione sul valore del fiorino e duca- stituirono la giurisdizione del tribunale
to d'oro,riguardo a'bologniui romani, fat- delle Strade. In quest'articolo con tug/
to alla pitsenza d. Anlonii Dei gratta e- Kicolai, Sulla presidenza delle strade
piseopiSenenDomini noslriPP. Thesau- ed acque, riparlai de'due interessanti ar-
r a rii, Johannes de Asicdlis tliesaurarius gomenti, non che delle tasse relative non
idnuie LW^/.v, Colla data: Aetniii Roìuae solamente sulle acque e sulle strade, ma
in Thesauraria apostolica sitapropeEe- eziandio sui poeti e sui fiumi (de'quali an-
clesiam Apostoloruni Urbis, CQviamen- che a Tevere fiume di Roma), sulle bot-
le nel Palazzo apostolico da' ss. XII A- teghe e sulle vetture,e sopra altre cose.Ri-
po s tol i a\ì\{AÌo da ftlarlino V come di sua ferisce Coppi, che Martino V eccitò vari
famiglia Colonna. Promosso il Casini al piincipi cattolici a guerreggiare contro gli
cardinalato a' 4 maggio 14^6, gli succes-
1 eretici boemi, e per incoraggiarli con bre-
se a'24 agosto Oddone o Ottone de ì ar- ve del 142 3 assegnò loro per sussidio la 5/
vis (non de Vamàsio de Barris o Poe- parte di tutti gl'introiti della sua came-
ciò di Geuazzauo, parente del Papa e suo ra, unitamente decime di tutti gli of-
alle
cubiculario findal i^i 8,econonicodi Fi- fìzi della curia romana" e di tulli bene- i

renze. ]N'eli428 per l'assenza tiel Guida- Nel 1427 poi promoven-
fizi ecclesiastici.

lulli, allora chierico di camera e luogute- do altre guerre contro gli eretici boemi
neulc del camerlengo, fu di lui luogote- ussiti e Aviclefili, vi assegnò ia 1 o.'" di tut-

nente e perciò anche una specie di goirr- to Torbe catto!ico,e la 5.'' parte delle ren-
natore di Roma, e tanto in quesl' ulfi- dite dell'erario pontificio. Martino V af-
zioche nel tesorierato continuò lino al- fililo perchè nel 1424 alla morte dell'o-
la morte di Martino V. Nella bolla che il stillato Benedetto Xlli,coirelezione del-

l'apa gli spedì in Genazzano pel tesorie- l'antipapa Clemente Vili veniva alimen-
rato, ordinò che il Guidalotti, ut te ad tala una reliquia dello scisma, nel 1421)
ìmjusinodi Tliesaiìrariatus ojjlciuni eie. ebbe la consolazione di vedere rinunzia-
adniitlaty ac per roceti et capae indui- la la falsa dignità e pienamente estinta
tioneni et hireti in tuo capite i/npositio- la divisione che avea lacerato la Chiesa.
ncm, pacisque osculum de dicto officio Morì nel 1 43 1 e a'3 marzo gli successe Eu-
te investiat. Queste erano le ceremonie, genio IV Condulmieri già tesoriere. Sic-
colle quali il camerlengo investiva della come Martino V non ostante le riferite lar-
canea il tesoriere generale. Oddone non gizioni lasciò considerabili tesori, radu-
fu di Tivoli, né vescovo di quella città, co- nati per combattere i turchi, e per som-
me altri scrissero, bensì prutonotario a- ministrare le spese a'greci onde condur-
poslolico. Introdotta l'eresia de'fiaticelli si al concilio di Basilea, per rinnovar l'u-
nella Marca e nel contado di Jesi, uiassi- nione colla chiesa latina, i suoi nipoti Co-
ine in iMaiolati, Martino V rf<^Z /t'/vo/-<wi lonna se ne impadronirono, e si serviro-
ordinò la deuiolizione di IMaiolati, ma rav- no del denaro per ammassar gente onde
veduti gli abitanti, da Oddone fece scri- op[)iimere Eugenio IV. Questi fece su-
vere al [)resitle della Marca a' 3 luglio bito condurre iu Castel «.Angelo il teso-
i43o, che tralusciusse il diroccaiueuto e riere Oddone, il quale impaurilo della se-
TES TES 2S[
veillìidel Pnpa,perolleneieIa liberi?» fece ra di valore, secondo il disposto dal mu-
im volo alla chiesa della Madonna del Po- nicipio romano; ma quando 443 do-
nel 1

polo, donando ad essa e al convento mia po l'emigrazione tornò in Roma, pe're-


casa nel rione Colonna Stefano Colonna ; clami che inlese tlal popolo, tolse il da-
tradì il l*apa e fece fugi^ire Oddone, onde zio del 3." sul vino. Sul fine del pontifica-
vicppiii si esacerbò l'animo d' Eugenio toi dazi di consumo furono ridotti in Ilo-
IV. Nella posteriore pace tra il Pa|)a e i ma a saggio tennissimo come per ogni ,

Coliouna, questi dopo averlo angustiato soma commesti-


d'olio, di pesce e simili

colle anni e costretto a fuggire, versaro- bili, un bolognino; per ogni soma di ca-
no nell'erario pontificio 75,000 fiorini pretti e [ìorchetti, 4 denari; perciascuna

d'oro. Neiroltobre 143 I trovasi tesoriere soma di vino iur^sticrej un soldo; per ogni
DttnJclc Svolti (\\ TievisOjVescovodi l*a- soma di vino romano, 1 denari per ciascu-
leiizo, indi di Concordia, e continuò ad na bestia( vale a di re per quanto ognuna ne
esserlo sino a'3o agosto i
44' > *^
f*^' sepol- portava):iion erau vi gabelle pel pane e un-
to in s, IMaria in Vancio di Padova, lui- to pe'paslori. Eugenio IV dopo avere col-
inediala(uenleEiigeniol V gli sostituì An- la bolla Inter cachra,i\t\\' i 1 luglio 1
438,
gelo Cavacela già vescovo d' Arbe e di Bull, lio/n. t. 3, par. 3, p. 20, stabilito
l'arenzo, ed allora di Traù, e continuò che il collegio lW chierici di ca/iiera do-
nell'ulllzio fino al marzo 1443} ed a que- vesse comporsi di 7 prelati , nella bolla
sto surrogò Fraiiccicp Lcgnani i\\ Pado- Jji eminenti, dell'S luglio i444; ''^^ ai-

va suo cubiculario, proioovendolo alla se- tato, p.48, confermò gli statuti per l'ot-
de di Ferrara nel 1446» e proseguì nel le- timo regolamento della camera apostoli-
sorierato sino al settembre 44*^- ^"^ '^^' 1 ca, dichiarando, che il (."luogo l'avea il

elle abbate commen<latario Subiaco e di cardinal camerlengo, il 2." il tesoriere, in-


ve^covodi Feltre. Eugenio IV pel suo tur- di i chierici di camera. L'imperturbabi-
bolento pontificato, io cui sostenne guer- le Eugenio iV reso lo spirito a Dio, a'6
leecombatlè lo scisma di Basilea, di cui marzo 447 f^* successo da Nicolò V. che
i

riparlai a Svizzera, in uno all' antipapa ritenendo per tesoriere a tutto seUem-
Felice V di Savoia (J^.) che vi fu elet- brei44'^ d Legnani,a'7 ottobre ripristi-
to, dovette aumentare dazi e alienare al-
i nò nella carica il vescovo di Traù Cavac-
cune terre della Chiesa. Grandi somme cia,raa personalmente non la esercitò che
pure spese pe'gieci che si recarono al con- per poco tempo, supplendone siiccessiva-
cilio di Faenze, onde impegnò la sua mi- uiente le veci vari luogotenenti; cioè dai
tra preziosa a'fiorentini per 4o,ooo scu- 2 aprile sinoa novembrei4495 Giacomo
di che die a'uiedesimi greci; oltreché col- T'annucci Cortona chierico di came-
di
le sue galere soccorse Ilodi contro i tur-' ra, vescovo di Rimini e poi di Perugia;
chi, e I 9,000 scudi inviò a Costantinopoli nel dicembre e gennaio seguenti, Nicolo
minacciata dagli stessi infedeli. Riconlai Aiìiiolaiii vescovo di Piacenza; da'4 feb-
a Dogane, non solo gli articoli ove trat- braio a' 1 3 agosto i 4^o, di nuovo il det-
to di diverse gabelle e di nozioni finan- to Giacomo; e negli ultimi 3 mesi dello
ziarie, ma ancora delle gabelle chiamate stesso anno, Solimano de Soliniani chie-
fumauterie, e che Eugenio IV pel man- rico di camera; finalmente dal ."gennaio i

tenimento de' professori dell' uiiiversiià i45i a tutto giugno, nuovamente Gia-
romana; da lui rimiovata, oltre il con- como. Dimodoché Cavacela fu sempre as-
fermare le Franchii^ic [J .) che godeva- sente e ritenneil tesorierato sinoalla mor-
no, aumentò il dazio sul vino forastiere, teclie seguì nello stesso 1 45 1 . Laonde Ni-
ed anco su quello indigeno di 3 soldi e colò V a'3o giugno elesse tesoriere Già.'
luezzo, che priiua era di 6 denari per li - corno Vannucci di Cortona, che 3 volte
TES
ne ;ivea sostenulo e ne fungeva la luogo notarlo, segretario apostolico e poi par-
leiieiizae iieavea percepiti yliemuluiiieii- tecipante, tesoriere generale uoiniuato al-
li. Nel 453 I la fu pure Angelo AllU'rivo- le caleiule d'agosto i458, avendo prima
mano vescovo di Sutri e Nepi. Nicolò V fatto da pro-tesoriere; e che morto in Pko-
nel i45i destinò lesoiieie di Perugia Gia- ma nel i474 ^"^ sepolto in s. IMaria delle
cotno Mueciuielli canonico bolognese. febbri. Già erano cappellani del Papa i
Quesl'ollimo Papa ebbe la gloria di estin- chierici di camera nondimeno Calisto ,

guere il furioso scisma di Basilea colla ri- ili colta bollaQartf laudabili, àtW '6 tnA^-
nunzia deiraiilipa[)a, di risturare l'erario gioi453,/?aZ/. cit. p. '74- Thesaurariii'i,
poiiliiìcio op|)iesso da' debili, di frenare et Clerici re^'creiidac Camerae aposto-
la preptjlenza deV icari teinporali (f" ) licae, K'ci'i faniiliares Papae,ejus(piC,ct
de'doiniiiii ecclesiaslici,di celebrare l'an- Sedis apostolicae Cappella/desse ciccia-
no salilo I ^T'Ojiiel (juale parlo stragrande rantur. A'ig agosto 1
458 divenne Papa
concorso de'pellegrini in Roma, inHuen- Pio 1 1. Imparo dal M irini, t. 2, p. 1 56, che
sa (piantila tli denaro si ricavò dalle pie nel principio del suo pontificato fu teso-
oblazioni e da' dazi di consumo. Afililto riere pontificio il suddetto Francesco Le-
per la distruzione deiTinipeio d' oriente guani, che non poieva tornare alla sua se-
e conquista di Costantinopoli fatta da'tur- de di Ferrara /;////<7y;/.sorfo, se non nel-
chi, scese nella tomba nel marzo i4->'>, e l'esercizio almeno nel titolo di tal digni-
gli successe Calisto ili, che avendo fallo tà, che rinunziò poi col R.egas e col Van-
giuramenlo di fienaie la formidabile po- nucci vescovodi Perugia, che pur preten-
tenza ottomana, eccitò principi a coui- i devano di averla, e dal Papa fu dala ai
ballei la.Speranilu poi, più che in loro, nel- 6 novembre (45*3 al suo parente Nicolo
l'aiuto di Dio, e nell'antica e pia libera- Fortiguerri detto di Teano, stato sino
lità romana, la quale non ra-
della chiesa allora pro-tesoriere, il Vitale lo dice as-
dunò non per dilFonderli a be-
tesori se solutamente tesoriere da^22 agosto 1
458
neficio del popolo distiano, non solo vuo- a'5 maizoi46o in cui fu fatto cardiuale;
tò l'erario apostolico, ma vendè isuoi og- nel gennaio i45q era intervenuto in Ba-
getti d'oroed'aigento, neimpegiiòlegioie ri camerlengo cardinal Orsini legalo,
col

e i ricchi ornamenli pontificali, e alienò all'istiomento per l'investitura del regno


alcune terre di ess.i. Col ricavato ebbe il di Napoli a Ferdinando I. Fu di lui sue-
vuntu di rendere più forte la marina mi- cessoi'e Giulio Forilo Filiforte o Giliber-

litare papale, onde alcuni lo celebrarono to deBuonconli da Pisa chiericodi came-


quasi suo istitutore. Sotto di lui prosegui ra, ma per poco tempo, poiché essendo
nel lesorierato Giacomo Yannucci sino in Pienza col Papa, ivi mori a'i 2 agosto

airaprilei456, in cui gii surrogò i^/V^/-o 1462: egliavea pure esercitatole veci di
Daltello canonico di Darcellona, che re- camerlengo da' i4 luaSo'^ ^' ^7 f^gosto
stalo sospeso neirulliciojin sua vece a' 18 i46o,da'29 luglio a' 12 settembre 46 r, 1

sellembi e fu dichiaralo vice-tesoriere ge- e da'2 gennaio a'2 7 luglio 146 2. Gli fu sur-
nerale Barloloinco Rcgas, suo cubicula- rogato Antonio Lrtr/o.«daForri,chierico
rio , abbreviature e chierico di camera, di camera fino dal i448cauimessotra'par-

che continuò sino agli S agosto 4^8: no- 1


tecipaulineli454:"*t-'g»ilòPio li nel viag-

minato al vescovato ili Barcellona, noi po- gio d'Ancona, ove il Papa esseudcj mor-
tè conseguire. 11 Marini, Degli Archia- to a' 1 4 agosto 1464 t«i''"»'"^ '' *^o \.*t%o-

tri pontificii, p. I 2 I , chiama Bartolomeo rieralo; di venne canonico di Maria e de- s.

uòmo di grandi alfari in questo poulifi- cano de' chierici di camera. Pio il avea
calo, canonico di Vidi e di Barcellona, (alto tesoriere del ducalo di Spoleto, di

lettore delle lellcre coulraddelle, piolu- Perugia e Iodi, Nicolò di Buona parte di
TES T E S 283
s. Miniato, poi i:egislialore delle lellere i Papi qualche persona di loro piena con-
aposloliche, governaloie di Norcia e lid- lìdenza per soprintendere a tutti gli af-

ie uioiilagne del ducato di Spoleto, iiuli fari camerali, col nome di fìresidcnle o
chierico del sagro collegio, chierico di ca- assislenle ia (ninnerà, ma l' (dllcio loro

mera partecipante e arciprete de'ss. Cel- allora non era che straordinario e tem-
so e Giuliano di Roma. vSuo contempo- poraneo), il quale anche di Angelo ci d.i

raneo e forse parente fu Jacopo di Buo- niolle notizie, dicendolo confidenlissinio


na parte della diocesi Luui, uutaro della del Papa. Egli lo deslinò per ritirare tut-
camera apostolica. Pio li erasi portato in ti gli Agnus Dei ìtì cera, ch'erano stali con

Ancona per partire colla crociata navide indegno mercimonio conlrattali, avemlo
contro turchi, e prima di aiurire esorlò
i online di restituire altretlanta (piantila
i cardinali a proseguir la guerra, al ipial di cera a chiuuijue glieli avesse [)ortati.

(ine lasciò 5o,ooo scudi che avea seco, i A Dogane parlai della gabella delta fida,
quali furono depositali nelle mani del do- imposta nel 1 4'% sul bestiame, e quando
ge di Venezia, ed a mandare le sue ga- dai successori fu confermala. Meglio ne
lere, con 4o,ooo scudi pel medesimo line traila Coppi, e la chiama fida della do-
I adunati dalle decime, al re d'Ungheria. gana del Patrimonio, ossia tassa che si
Nel Coiìcicive \ cardinali, giurarono, ha pagava da chi dall'Abruzzo portava nei-
le altre cose, di continuare a proaiuovere l'in verno le pecore a pascolare nelle cam-

la-lega contro il turco, e promisero im- pagne romane, la quale serviva a inden-
piegare per la guerra il denaro che si sa- nizzare i proprietari de'fondi. Nella rifor-
rebbe ricavalo dail'allumedi l'eceule sco- ma degli statuti di /iomc?,quanloa'dazi,fu
perto ne'monli della Tolfi, con)e narrai imposloagli stranieri perdetti pascoli due
nel voi. LVlll, p. I 3o, descrivendo le Al- (lori Ili per ogni 00 pecore, da pagarsi al-
1

lumiere e la Tolf'i, la cui rendita diceii la, camera capitolina, e se ne stabilirono


che allora superava annui 3qo,ooo du- pure nell'esportazione del bestiame e del-
cati. L'eletto Paolo II rinnovò le proujes- le mercanzie. Dopo la morie di Paolo IT

se, e si olFiì di contribuire a'principi ila- fu trovalo nell'erario suo sopra un milione
limi della lega 100,000 ducali d'oro. Il di scudi e preziosissime supfiellellili, che
Papa appena crealo a'3o agosto elesse te- deposte io Castel s. Angelo, tutto fu [)oi

soriere Fictro Barbo patrizio veneto, suo consegnato al successore Sisto IV, eletto
parente e concittadino; ma io credo che a'q agosto. U tesoriere Zeno avea prose-
sia meglio ritenere che a'5 settembre 14*^4 guilo ad esserlo nella sede vacante, in cui
nominò tesoriere Lorenzo Zane o Zeno iutilolavasi, Sedis Apostolicae Thcsau-
arcivescovo di Spalatro e suo parente, uf- rariiis generalisj anzi fino a'primi me-
fizio e chiesa che riteiuie durante tulio il si di Sisto 1 V, che l'elesse governatore ilei

poiililicato, quaiilunjue fusse impiegato l'alrimouio, nel 1


^j^ governatore di Ro-
in altre gravi incombenze^ come di com- ni:t, al quale articolo riportai altre noti-
missario generale di Piodiagaa e di vica- zie, e nel 1480 governatore di Cesena. Il

rio temporale della Marca d'Ancona, e- Papa gli soslitin nel tesorierato il proprio
sercitaudo allora Angelo Fa-
le sue veci nipote Pietro Riario vescovo di Treviso,
solo vescovo di Fellre, uno de'presiden- ed esercitò l'ulTizio day otlolìrea'aS di-
ii della camera e assistente, come promi- cembre 47'1 > avendolo a' I 5 creato car-
scuamente lo'chiama Gaiampi (giaccliè dinale. Subito gli surrogò Tommaso de
quando presidenti erano superiori al
i f ineentiis o Zangarola oG iancorelli da
grado chiericale aveano il lilolodi assi' Fano, preposto di quella chiesa e proto-
slenti della camera, e precedevano lut- notario apostolico, e continuò (Ino a'af)
ti i chierici di essa. Destinarono talvolta maggio 47 5
I ««d esercitare l'ulUzio perso-
?.84 TE S TE S
naiinente, in che dal vescovato Ji Terni io: auinenlò le conlribuzioiii, quella del
lirlraslatoa quel di Pesaro. Dal quale macinato d'un grosso per sacco; cieò que-
lenipo in poi non più amminislrò da se gli uOlzi vitalizi della romana curia, che

il lesorieralo, trovandosi vice-tesorieri va- in tanti luoghi ricordai, e poi li vendèco-


ri chierici di camera; cioè Falcone Sini- me /«r^/;/// ("/.), obbligando la camera
Z>/7/r// romano canonico della basilica La- o gli uflizi ad annui fruttali che si rica-
teranense.e chierico di camera dal giugno va vano dalle lasse per la spedizione delle
a' IO ottobre 4751, ed a tutto settembre
1 bolle e delle grazie (Sisto ÌV non fu prò-
1476 Fabiano Benzi da Monte Pulcia- priarnente l'istitutore degli uffizi vacabi-
110, indi Pietro d' Arancia ^Q forse fu quel li, poiché già ne esistevano altri, cooie i

niedesimoche riportai nella seriede'il/Tf^--- Segretari apostolici Cmo da Calisto MI,


i!;ior(loniidcl P(^7/j(7; finché dopo la morte anzi prima di lui); contribuì con podero-
del tesoriere Tommaso, fu dichiaratosuc- se forze a cacciar d' Otranto turchi e i
,

cessorea'3 ottobre 4*^0 1 ^''"'^0^'^//''''^^/''- colla marina pontificia ad arrestarne le


rascia preposto di Mantova, già deposi- conquiste promettendo perciò ingenti
,

tarlo e maeslio di casa di Paolo li e del- somme a're d'Ungheria e di Napoli, proii-
lo slesso Sisto IV. Nel detto anno era pa- to a vender le gioie di sua mitra e gli ar-
re vice-camerlengo e governatore di Ro- genti di sua tavola per reprimere l'ol tra-
ma, quando fu (atto tesoriere e continuò cotanza ottomana. A'29 agostoi484 gli
sino alla morte del Papa, Esercitò perso- successe Innocenzo Vili , che destinò, il

iialmenle la carica a tutto giugno i4B3, suddetto Falcone Sinibaldi a tesoriere, fi-

tornando il Sinibaldi a essere vice-teso- no allora facendone e proseguì ad


le veci,

quando Maraschi passò nunzio in


riere, esserlo sino alla morte, che avvenne nel-
Geimania, Boemia, Ungheria, Polonia, ragostor492, d'una malattia di passione
Danimarca, e nella Svizzera, ove ne ri- non insolita nelle corti, aspirando al car-
pnrlai, avvertenzache può servire per al- dinalalo, equando stava pereleggersi Pa-
tri,onde trovare ulteriori notizie, a se- pa il suo amico Alessandro VI da cui po-
conda del iiotato più sopra. Maraschi fu leva riceverlo: forsegli fu attribuita ade-
vescovo di Città di Castello e governato- merito quella vendetta che Vitali narra
re di Perugia, ove morì secondo Pellini, col diarista Infessura. Ne' bisogni che si

o in [ionia e tumulato in Vaticano come trovò per un armamento, Innocenzo Vili


vuole rUghelli. Errò il De Vecchis, De creò gli olìiciali del piombo vacabili, ed
hono regimine, X. i, De Censo Apostoli- altri ne ampliò. Per difendere il dominio
co, il quale facendo di esso un' imposizio- della Chiesa, non bastando l'erario papa-
ne generale, nechiamò autore Sisto IVj e le, impegnò a diversi mercanti di Pioma
rilardando l'istituzione del sussidio trieu- il triregno, molte altre gioie, vasi d'oro
naie, pretenderebbe costituire il censo a- e d'argento per 100,000 ducali d'oro. Es-
postolico |)iù antico del sussidio trienna- sendo gravemente infermo, non coutea-
je. Sisto IV ordinò coli bolla del 1479? che to il suo figlio Franceschetto Cibo delle
tulli i pesi ed emolumenti della tesoreria ricevute ricchezze, tentò senza riuscita
fossero comuni cogli altri notari della ca- d'impadronirsi de'suoi tesori. Allora icar-
nieia apostolica. Per soccorrere i romani dinali ne fecero inventario e li consegna-
iiella carestia del 1477 piese a mutuo dal rono in custodia al cardinal Savelli: si

cardinal d'Eslouteville2 5,000 fiorini d'o- disse essersi trovalo in una oissa .800,000
ro di camera, e poi gli concesse ininden- ducati doro, e in altra'"3oo,ooo.
rizzo per se e suoi 6 castelli e 5 tenute. Agli i i agosto i49^ f"^* Papa Alessaii-
l'er le guerre che sostenne, Sisto IV ri- dro VI, che a'6 settembre dichia'rò teso-
corse a mezzi straordinari per aver deua- ricre generale Alessandro Farnese prò-
TES TES 28T;
lonofario apostolico, die a'2 i seJfemhre gnità. Celebrò l'universale giubileo nel
i4f)3 creò cardinale; ed a'3 gli sostiluì, i5oo, e siccome istituì le Porte sante
secondo Vitali, o a'20 al dire di Novjies, (/ .), grnnde fu il concorso in Roma de'

il proprio cugino Francesco Boi'i^ifi fi- fedeli, e ragguardevoli introiti ne venne-


glio di Calisto III e canonico di Valenza, ro all'erario [)apale. A mczzode'suoi nim-
indi vescovo di Teano e arcivescovo di zi, Alessandro \ I eslese in vari regni l'in-

Cosenza: amministrò il tesorierafo sino a' dulgenza dell'anno santo, per coloro che
26 settembre 5oo e a'28 lo fece cardi*
1 non potevano recarsi in Iloma, puichè
naie. Marini diceche tenne il tesorie-
II avessero pagato il 3. "di quanto avrebbe-
rato sino alla promozione alla porpora, ro speso nel viaggio. Ne'soli dominii ve-
e che lasciò un'islrnzione pel successore. neti per taledisposizione si raccolsero yoQ
A'27 nominò a succederlo Adviaiio Cn- libbre d'oro, che il Papa lasciò a quel se-
stcllcìise di Corneto chierico di camera nato per la guerra contro i turchi. Nar-
e suo segretario, che 1' accompagnò nel ra Coppi, che nella primavera i 5oo a-
viaggio a Piombino, e che creò cardinale vendoifortriidabili ottomani spinto le lo-

a'3o maggioi 5o3.A'3. giugno Alessandro ro sanguinose correrie in Polonia, Un-


VI elesse tesoriere Ventura Benassai sa- gheria, Croazia e nel Peloponneso, tutta
nese vescovo di Massa, ch'era segretario quanta la cristianità ne fu spaventala e
e sagrista pontificio, peiciò entrò ne'due l'Italia specialmente ne fu coslernata. In-
seguenti conclavi, per quanto notai nel- diAlessandro \ I eccitò tulli adi principi
l'indicato artìcolo. Alessandio VI tenne armarsi contro il comune impo-
ncuìico,
numerose milizie e fece guerre per libe- nendo per loro sussidio una decima sni-
rare lo slato papale da'vicari temporali da rendita del clero in tulio il cristiane-
feudatari divenuti quasi indipendenti, po- simo, e così potè impedire progressi di i

nendovi alla testa il suo famoso Ce-


figlio que'barbari conquistatori. Allora si pid)-
sareBorgia,a cui voleva formare unosla- blicò la nota delle rendile sulle cjuali fu
to potente, e li fece spogliare dell' inve- stabilita la decima da pagarsi dal sagro
stiture perchè non pagavano gli stabiliti collegio e dagli uflìciali della curia ro-
censi e inceppavano l'azione governati- mana. «La rendita di /\o cardinali fu col-
va. Bisognoso per stipendiare tanti solda- locatain 38f),ooo ducali d'oro, e per con-
timercenari, nel «400 piese a prestilo seguenza la decima in 38,qoo.Nove car-

45,ooo.ducati d'oro dal comunedi Mila- dinali avcano annui ducali 10,000. Al-
no, ed aumentò gli uflìzi vacabili venali. tri IO aveano come segue (soiio indicati
Peròsi deve a lui, ed a Giulio lì, propria- finche dalla patria o dalle loro chiese): Di
mente il consolidamento e l'orilinamen- Ilecanati ducati 1 i,ooo;s. Angelo 1 2,000;
todel governo temporale de'Papi nel pie- Bladrid i 2,000; Sanseverino i 3, 000; E-
no esercizio dell'autorità sovrana, ed una sle 14,000; s. Rbuia in Portico i5,ooo;
forma regolare della civile amniinistia- s. Giorgio 18,000; s. Pietro in Vinco-
zione, dopo l'espulsione de'prepotenti li- li 20,000; Ascanio 3o,ooo. Le decime
rannetti e signorotti feudatari che osten- degli uflìziali della romana curia furo-
tavano indipendenza. Ma se Alessandro no. calcolate in ducati 10,792. Il peri^
VI peli. "pose in grado i successori di fi- colo de' cristiani essendo comune anche
gurare in Europa quali sovrani possenti, agli fcbrei fra loro tollerati, nello slato del-
portò la piaga deplorabile del Nepotismo la Chiesa anche sopra di essi fu imposta
(/^ .) all'eccesso, arricchendo i suoi molli una contribuzione e fu calcolala alla vi-
figli e nipoti col tesoro apostolico, e in- gesima de'Ioro beni". Tulli particola- i

\estendoli de' domini» ecclesiastici, con ri che vado riportando, se forse ad alcu-

pro-digar loro mitre, porpore e altre di- no sembrassero alquanto estranei all'uf-
o.H(] T E S T E S
ficio <1i;l lesoiieie, faccio invece liflelle- Chigi, ne restò assai contento, e concesse
re tlie anzi vi hanno stretta relazione a hii e discendenti il proprio stemma de'
perchè si compenetiano e rannodano al- Piovereschi. Ne'capitoli della zecca pon-
le condizioni dell'erario e finanze ponti- tificia de' 3o aprile i5o4, pubblicati da
ficie, argomenti che eziandio ini proposi Garampi, trovasi /7rc-Z'/H'.vrtz/7'(7/70.S'.y.
di lumeggiale in cpiest'articolo, a secon- D. jV. Jitlij IL Eniico Bnmo iwàve^covo
da del dichiarato in principio; e ripeto, di Taranto, e già vescovo d'Oite, che fu
anco per accennare molli de'lanti articoli insieme segretario apostolico e chierico
in cui discorsi quanto riguarda il tesoro e del sagro collegio; ed a'28 loglio i5o5 il

la finanzi) de'Papi, dovendosi leneresem- Papa lo avanzò a tesoriere generale. Si


pre presenti le loro biografie e l'articolo loda quale insigne giureconsulto, e per a-
Sovranità. Per la cena tolta nel giar- vereproiiiossoil miglioranientodellazec-
timo del cardinal Caslellense, il Papa si ca pontificia, con fare ribattere in mi-
ammalò gravemente, e forse per veleno, glior maniera le monete pontificie, cioè
morendo nel Palazzo apostolico J ali- i giulii. Morto
nuovi carlini chiamati poi
r/7«oa'i8agostoi5o3. Cesare Borgia che nel 1 Papa gli die in successore il
5oq, il

l'occupava colle sue (ruppe, incaricò il pioprio nipote Orlando del Carretto o
capitano Careglia, ministro di sue scelle- r/.(^//«7 /ìoi'c/v. Inoltre leggo nelle Z>/.Mer-
lalezze, d'iai|)adronirsi degli elì'elti pre 269, di Cancellieri,
tazJoiìi epistolari, p.
ziosi e del denaro; il quale mettendo un che l'Aoiidenio nelle Famiglie romane
pugna le alla
gola del cardinal Jacopo Ca- narra che Lorenzo Galli {enne banco a-
sanuova, che godendo la fiducia del Pa- perto in Roma, fu tesoriere di Giulio II,
pa concittadino ne teneva cuia, con do- e impieslò 120,000 scudi per un anno
Iure ne consegnò le chiavi, e quell'avido gratis i\\ cardmal Rall'aele Riario cugino
depredò gli ori, gli argenti, le gioie, le del Papa, per rifabbricare il magnifico pa-
casse de'denari,equanlo vi trovò di bello lazzo della cancelleria. Lorenzo era pa-
e buono, saccheggiando il palazzo. Me-
di rente di Giuliano Galli, che a vea. eretta e
flilando Cesare d'unpadronirsi dello sta- ornata una cappella nella contigua chie-
to, e de'cardinali per costringerli a eleg- sa di s. Lorenzo in Damaso, presso cui sta-
gere un Papa a suo piacere, il popolo in- \a il suo palazzo, da lui nobilitato colle
sorse in loro difesa, e liberamente esalta- statue di Cupido e di Bacco, scolpite da
jono 11 setlembie il pacifico e infer-
a' Buonarroti in età di i\ anni. Io esso Ga-
me Pio HI, che confermalo il tesoriere spare Galli collocò poi 8 statue antiche,
Benassai, se ne inoij dopo 26 giorni. Su- scoperte nel 5i in Tivoli. Giulio 11 con-
1 i

blimato il i." novembre al maggiore de' solido la potenza temporale de' Papi, la
troni il gran Giulio II, di magnanimi spi- rese formidabile, e la sua gloria giunse al
riti, subito rimosseBenassaicon farlo im- piìialtopunto.Primadiascenderea! pou-
prigionnre per gravissime cause (uscito tificato era stalo splendido e magnanimo
dal carcere rinunziò la carica di sagrisla), nelle spese,ma nella suprema dignità, pre-
sostituendogli Francesco Alidosi d' 1- vedenilo di dover sostenere molte guer-
riiola protonolario apostolico, già infilo- re a difesa dello stato, e per ricuperare i
landosi tesoriere a'5 novembre, poi ve- domini! usurpati, attese "con ogni studio
scovo di Mileto e Pavia, e neli.°dicem- a risparmiai- denaro e metterlo in serbo,
Brei5o> lo creò cardinale, indi infelice- facendo prosperare le finanze. Quindi (e-
inente ucciso ^vimo Ravenna. iNolai ueU ce tante guerre senza imporre un dazio
1 articolo Chigi FAMiGiuche inoltre Giù- straordinario a'sudditi, supplendo allesu-
lio II afiìdò la soprintendenza delle fi- perflue spese la sua virtuosa parsimonia,
iianze pontificie allo splendido Agostino come l'encomiò Macchiavelli, riportato
TE S TE S 5.87

rial Coppi. Nella sua biografìa iVicliiarni ducali d'oro, al riferirediNovae^ina non
col dollissiiDo Fea, clie Roma poteva ri- pare ch'egli ne trovasse soli 3oo,ooo in
conoscere in Giulio II il suo 3." foiidalo- Castel s. Angelo alla sua elezione. Questi
re, e a lui doversi la meraviglia del mon- grossi debili però, soggiunge Coppi, non
do, il / iiticaiioj die ii) morie lasciò cin- erano che 4t»i5fJOO fiorini d'oro, avuti
c|ue milioni di ducali d'oro, onde Leo- nell'erezione ilei collegio vacabile de'ca-
ne Xincominciando dal pos.st'sso polè valici i o militi di s. Picfi-o, con que'pii-
larglipgi^iare profusamente; e clie il se- vilegi e frutti the riportai nel descriver-
colo XVI dovea portare il nome di Giu- lo, il che feci pure con lutti gli altri col-

lio non di Leone. Nel 5 3 elello l' i


e i 1 ì legi e ufìizi vacabili, isliluiti successiva-
marzo Leone X, riferisce il IMarini 1. p. 1 ,
mente. Inoltre Leone X aumeniò il nu-
23 I, the lece tesoriere Bcniaì-do Divi- mero de Ciilìiciilari e Scudieri. n\U-\ va-
zj (In Biìiìiicna (di cui per la sua Calaii- cabili da cui ricavò ragguardevoli som-
clra riparlai a Teatro), già suo segreta- mei di queste n'ebbe puree ragguarde-
rio, e creandolo cardinale a' 23 ottóbre voli per le multe imposte a cpie'cai dmali

i5i3 gli sostituì Ferdinando Poiizettì, che congiurarono conti odi Ini, il che nar-
già arrhiatro d'Innocenzo Vili, ed allora rai nelle biografìedi essi e del Papa. Adun-
chierico di camera (era pni e stato com- que le finanze pontificie le trovò in tri-

missario deputato per 1' esecuzione del sta condizione, quando a q gennaio 023 1

nuovo legolamenlo delle monete di Giu- gli successe il virtuoso, parco e severo À-
lio II, enon comniissaiio generale della driano VI, il cui tesoriere non si c(jno-
camera, uflizio che ancora non era dive- sce, se pure non proseguì ad esserlo Gia-
nuto stabile, come poco dopo lo fu) e ar- como Ponzelli, nel suo breve poutilìca-
cidiacono di Sorrento; poi gli conferì la to. Leggo nel suo biografj Oiliz, Z)<.vr/7'-

sede di Molfella nel i 5 i


7, e il i ."luglio lo zioìie di 'Adriaìio ì /, la soinina inopia
creò cardinale (dice il Garimberti per Io in cui trovò la camera apostolica, la qua-
sborso di più che 60,000 scudi), indi con- le era ridotta in tanta miseria, che i vasi
sagrandolo vescovo in compagnia del car- d'oro e d' argento, e altre preziosissime
dinal de Medici vice-camerlengo. Col te- suppellettili, o erano stale involate o si
sorierato avea ritenuto il segretariato a- trovavano impegnate, laomle la camera
postolico e il chiericato di carnei a, il qua- non avea un baiocco per sollevare le al-
le avea rassegnato a'24 aprile al nipote trui indigenze, non che per usare di libe-
Giacomo Ponictd. a'3 luglio il lesorie- ralità e di grazie; e fu per questo e per le

rato, e nel i5i 8 anche il vescovato, dopo salutari riforme che il saggio Adriano V I

coadiutoria. Giacomo pose allo zio un e- avea intrapreso, che i detrattori lo calun-
pilaflio nella loro cappella gentilizia in s. niarono per spilorcio e avaro. Nelle sue
Maria della Face; nel i 029 divenne sci it- angustiose risliettezze inviò 4o,ooo du-
tore della penitenzieria e delle lettere ajio- cati ili Ungheria, per la guerra contro i

stoliche, e segretario pontifìcio. La lilen- lui chi, e 3 navi a'cavalieri di Rodi da essi

zione cumulativa di tali e altre cariche assediali. Egli si guardò bene d'imporre
derivava dall' essere vacabili e venali, e gabelle e aggravi, e per mala sorte la 7V-

perciò s'acquistavano per notabili som- stilenza (/ .) contribuì alla miseria, do-
uie. Fra la magnificenza e Io splendore vendo per molto tempo star chiusi tri- i

di Leone X, benemerito dell'incieoiento bunali, onde non si poterono trattare que'


delle lettere e delle arti, il tesoro pontifì- negozi, da' quali soleva percepire ia ca-
cio restò esausto, impegnate le gioie e al- mera apostolica molti proventi. Adriano
tre cose preziose, e tanti debili che la ca- VI non fu industrioso, liè dedito a cu-
mera dovè pe'frulti pagare annui 4o, 000 mular denari; desiderò moltissimo che
288 T E S TE S
fossero pngali 'ul«;l)ili falli perallcsliirar- nominazione di Luoghi di 3 fonte (P".)
inala conlro i luiclii, e persosleiilaie la non vacabili, divisi in luoghi ossia azio-
fiUnigHa pontificia, dcMli die restarono ni di ino scudi l'uno, con annuo finito,
pel suo corto vivere. Lasciò la sua sup- il quale in seguilo fu coi rispondente alle
jiellettilealla famiglia portata di Spagna, circoslanze de'tenipi, e de'quali fu depu-
l>isognosa di tutto, ma fu sfortunata per lato soprintendente il prelato tesoriere
la negligenza degli esecutoii teslamenta- generale. Crede tale scrittore, che proba-
ri. INIori a'i4 settembre 523, lasciandoI bilmente desunse il Papa questa itiea de*
nell'erarioappena 3ono scudi. Ancor più monti camerali, dal modo col quale la
infelice fu il pontificato di Clemente VII, P^irenze sua patria, nella metà del secolo
comincialo a'i 8 novembre, del quale fu- XIV erasi creato un debito pubblico, fon-
lono tesorieri Giacomo Salvia/i. che Io dando un monte di fiorini 5o4,ooo co-
accompagnò a Bologna per la coronazio- gl'interessi ali5 perioo. Clemente VII
ne (ììCarloY, e Francesco di Pietro del eresse in Roma il i. "monte nel 526 eia 1

Nero, probabilmente ambedue fiorenti- di luoghi 2000, cioè del capitale di sen-
ni. Leggo nell'Ughelli, 7^7 //Vz .yrttrrrtt t. 2, di 200,000, co'frutli al io per 100. Egli

p. 6i 2, che Gio. llufTo de Teodoli forli- lo denominò della Fede, perchè il denaro
vese vescovo di Bertinoro, outle ne par- fu destinato per soccorrere l'imperatore
lai q-Sabsina nella serie de' vescovi, de- Carlo V nelle guerre che sosteneva cou-
mujn s. Ecclesiae roinniiae Tliesaura- troi turchi. Nell'istesso anno altro ne creò
riusgeiieralis exccssitevìvis anno iS'ì.'j chiamalo di Sale e Oro nella somma di
Anche il Bonoli, Storia di For Vi t. 2, p. scudi284,800 all'S per 100. Nel dello
35i, chiama il Teodoli tesoriere della i527 il Papa assediato in C/ir.??c/ yV/i- .?.

Chiesa, morto in Roma di circa 70 anni, gelo, per uscirne conveime di pagare su-
uel tempo che Clemente VII lo destina- bito 100,000 ducati d'oro, 5o, 000 fra 20
va nunzio a Carlo V, ed ebbe sepoltura giorni, e 2 5o,ooo dentro due mesi. Pro-
in s. Maria Maggiore. Giammai il tesoio curò parte di tal somma erigendo altro
pontificio fu depredato pili iniquamente, monte appellato del Macinato, del capi-
come lo fu da' furiosi soldati lulcraìd e tale di scudi 2f)o, 000. Quindi i debiti for-
du altre infami masnade, cioè per quan- mali da Clemente VII ascesero a scudi
lo si fece nell'orribile saccheggio di Ro- 774,800. Questo modo di aver denaro
ma nell'infjusto 1527, ed il pubblico la- pe'bisogni straordinari, fu poi imitato da
dronecciosi fece ascendere a venti milio- vari Papi. Nell'ottobre r 534 gli successe
ni di scudi, senza qui ricordare le com- Paolo III, che subilo dichiarò tesoriere
messe inaudite scelleraggini. Dirò solo, ^.9r(7/»'o Pcz//,v/7/»', già tesoriere d'Ascoli

the il già tesoriere cardinalPonzelti, come di Giulio II e vescovo di Rimiui^e poi lo


av\enne a moltialtri, vide spogliarsiera- creò cardinale. Paolo III non contento
pire da'soldali tra gli oltraggi di quanto d'aver consagrato vescovo di Nocera l'in-

possedeva, e poi lo fecero montare su d'un signe letterato y/ngela Colocci di Jesi,nel
giumento vestitodi porpora, e tra le con- i538 lo fece tesoriere generale con ap-
lumelie acerbamente lo trascinarono per plauso di tutti i cardinali, e gli concesse
le vie piìi popolate di Roma, del che ad- in coadiutore al vescovato il nipote. Nel
dolorato d' inconsolabile cordoglio mo- i54o gli successe Girolamo Capodifer-
lì a'2 settembre. I romani a tante enor- ro, già nunzio di Portogallo, indi rasse-
mezze restarono indillerenli, malconten- gnò il tesorierato nel maggio i54i, poi
tidel Papa che gli avea gravati d'imposi- datario e cardinale. La carica fu couferi-
zioni. Anche Coppi narra che Clemente ìaaGiovanniPoggioaWovanuaùoSiCav-
VII istituì uu debito pubblico colia de- lo V. A' 20 novembre t54i lo divenue
TE S TE S iB(

Bernardino Elvino di Soia, abbreviato- Istituì il monte Fede per 280,000 scudi,
re apostolico e segretario del cardinal che comprese altre alienazioni di luoghi,
Sforza nipote del Papa, senza pregiudi- per le guerre contro gl'infiidcli sommini-
zio del Foggi durante la sua assenza fu : strò l'enorme somma di scudi 4, 69,800. 1

promosso alia seded'Anglona, e ritenen- Eletto a'7 febbraio Giulio IH, levi) la ga-

do l'uffizio fino alla morte clie segui l' i i bella del macinato, nel i55i richiamò
luglio 1548. Perciò subilo toinò dalla dalla nunziatura di Portogallo Giovanni
nunziatura il Poggio, riassunse l'eserci- Ricci di Monte Pulciano, che da cardi-
zio del tesorierato, continuòad esercitar- nale avea avuto a maestro di casa, e lo
lo sotto Giulio 111, lo dimise a'io gen- creò tesoriere a' 19 dicembre 55o, i rile-

naio 54 ,e a' I o noven)bre fu cardinale.


I I nendol'arcivescovalodi Manfredonia, po-
Trovo in Garampi, cheGio. BaltislaGal- scia cardinale. 11 Cardella nelle 3Ienio-
letti pisano, lungamente adoperato da' rie storiche de'cardinali invece lo vuole
Papi negli alfari economici della camera tesoriere segreto pontificio, e riporta le te-
apostolica, da un breve di Paolo 111 de' stimonianze di Ciacconio che lasciò scrit-
1 5 dicembre 1 536 rilevasi che avea ara- to, nioxque secretus ipsius Tliesaura-
ministrato la tesoreria di Romagna per rius renuncialus. 11 Vitali errò solo nel
87 mesi ad esserlo, indi
e mezzo, e tornò dirlo maeslio di camera nel cardinalato
chierico di camera e maggiordomo. Mg. di Giulio IH. poiché quanto al tesorie-
Kicolai nelle sue Memorie osserva, che rato generale lo conferma Garampi. A*
una certa opinione, non si sa come inval- 1 5 novembre i55r gli %oì\\\.\ì\, France-
sa ne'camerali, ha fatto credere e dire fi- sco Massari d'Aspra in Sabina, già pre-
no a noi, che il sussidio triennale impo- sidente delia camera. Il INIarini parla di
sto da Paolo 111 nel 1 543 sia lai. ^impo- questo tesoriere nel 374) e lo dice
t. r
, p.
sizione ordinaria, che abbia conosciuto il parente di Francesco Festo d'Aspra buon
nostro stato; di questa opinione fu il dot- medico palatino, ma non fortunato. La
to mg/Vergani nel suo voto economico morte di Giulio III poco dispiacque a'
sopra la servitù de'pascoli, dicendo che sudditi perchè li caricò d' imposizioni*
prima del sussidio triennale non si cono- Marcello che ne occupò la sede a'io a-

scevano nello stato ecclesiastico imposi- prile 555, pel suo pontificato di 22 gior-
1

zioni fisse e regolari.Prova il contrario ni non si trova tesoriere, se pure non con-
iDg."^ Nicolai, e quanto io qui vado rac- tinuò il Massari. In sì breve tempo, e co-
cogliendo, sebbene quasi spigolatore di me dissi a Dogane, fu costretto d'impor-
campo immensurabile. commissari I spe- re il sussidio triennale, ma proporzionan-
diti da Paolo III al riparto del sussidio dolo a'soli ricchi e alle comunità religio-
triennale, trovarono già in uso in moltis- se comode; denaro
e per la scarsezza di
simi luoghi festimo e la libbra, co'quali in cui trovò il che
pontificio erario, volle
per lo più regolavansi per pagare le con- le funzioni procedessero privaìaroenle, ed
tribuzioni ordinarie. Dopo che Paolo III a sollievo del medesimo fece squagliare
istituì il tribunale e presidenza delle Ri- il servizio d'oro della mensa. A'25 mag-
pe del Tevere (K.), in seguilo furono af- gio gli successe Paolo IV, che a' 20 lu-
fidati al tesoriere i lavori relativi, divi- glio nominò tesoriere Girolamo Sauli
dendosi due prelati le incumbenze.
tra' chierico di camera e arcivescovo di Ba-
Paolo HI avendo aumentato il dazio del ri, donde passò alla sua patria Genova:
sale a Perugia, insorsero gli abitanti e la esercitò la carica per poco tempo, poiché
guerra che imprese si ùììamo guerra del a'28 dicembre l'ebbe Girolamo Foscari
sale. k.dt onta di sue magnanime gesta fu vescovo di Torcello, il quale pure in bre-
poco amato per le sue numerose gabelle. ve la rassegnò, e gli successe Cristoforo
VOL. LXXIV. '9
290 TE S T E S
Cenci canonico Vaticauo, che fu anche vacante non potessero disporre del dena-
deputato colletlore degli spogli ecclesia- ro della camera apostolica, tranne scudi
stici in tutta r Italia. Secondo il Novaes 1O5O00; e che il camerlengo continuas-
fu pure tesoriere di s. l'io V,ed ebbe a sead esercitare la sua autorità. Per aiu-
figlioFrancesco padre della famosa par- tare l'ordine Gerosolimitano guerreg-
ricida Beatrice Cenci.Di più aggiunge \\ gialo da'turchi, impose a'suddili un tri-
Novaes, che prima di Gregorio XIII non buto di 400,000 scudi d'oro, anche per
fosse venale l'uflìzio di tesoriere, avendo soccorrere l'imperatore dagl'infedeli mi-
che essendo Paolo IV in ur-
egli trovato, nacciato. Per gli abbellimenti da lui ope-
gentissimo bisogno di denaro, lo conferì rati in Roma, impose diverse gabelle, le
a Cristoforo Cenci ricchissimo romano, quali suscitarono salire, malumore e cru-
dal quale prese in prestilo 5, eoo scudi, 1 dele congiura contro la sua sagra perso-
piuttosto che venderglielo per somma al- na. Pio IV istituì il monte Ricuperazio-
cuna, come rilevasi dal breve col quale ne per 200,000 scudi, e Avignone per
glielo conferì, registrato fra le sue bolle 800,000, ambedue al 4 e mezzo peri 00;
nel Bitll. Basii. / at. Avendolo riscon- poichèaCarlo IX re diFrancia inviòiu sus-
trato, si legge nel t. 3, p. 27, ed è il moto- sidio contro gli eretici ugonotti 200,000
proprio Cwn hodie, ed ivi si dice che gli scudi, indi al medesimo per d'A- la difesa

scudi I 5,000 aiiri inauro.... requisitus vignone 800,000, oltre le milizie ponti-
a ìiohis, mutuare obtulerit. e ^evc'iò ob- ficie. Gli successe a'7 gennaio 566 s. Pio 1

bligava i successori a indennizzare il pre- V, che dopo la rassegna del tesorierato


lato e i suoi eredi, obbligando e ipotecan- fatta dal Minale, lo conferì a' 17 gennaio
do anche la camera apostolica. Paolo IV a Bartolomeo Bu'^solti di Bibbiena fio-
amatore della giustizia e vendicatore de' il suo pon •
rentino, che l'esercitò in tutto
•vizi, istituì la Congregazione del terrore Ricavodal Catena, litadel glo-
tificalo.
degli uffìziali di Roma {/'-), per riceve- riosissimo Papa Pio T\ p. r 43> che a ven -
re le pubbliche querele; e die origine al- do egli trovalo ne'conli del tesoriere ge-
l'altra Congregazione della s. Consulta nerale del predecessore, fraudi a danno
{T.), poi ampliata da Sisto V, per la pro- della camera apostolica, gli fece dar la fru-
sperità e felice governo de' sudditi. Sol- sta e lo condannò a Ostia dove per la ,

levò due volte Roma dalla carestia: nella cattiva aria in breve morì. Per disordina-
i.^ prese a censo 3o,ooo scudi, colla si- ta vita essendo un banchiere o cam-
fallito
curtà de'beni dell'ospedale di s. Spirilo; biatore, s. Pio V per Ro-
lo fece frustare
nella 2.' pagato il grano 8 scudi il rub- ma,ancorchè fosse gentil uomo, costituen-
bio, Io vendè per 5, rimettendo 1' erario do poscia, come a peggiori de'Iadroni, la
5o,ooo scudi. Sostenne la disastrosa guer- pena dell'ultimo supplizio tanto a' laici,

ra della Campagna romana, contro Fi- come a'chierici, i quali fallivano, non per
lippo li, per cui e per altri bisogni, non foitunosicasi, ma per trascuraggine,o per
che per mantenere il pontificio decoro, l'immoralissimo Taisso (l.), o per pro-
creò 56o,ooo scudi di monte co'Iuoghi digalità o per vizi; se colla loro roba o scia-
Farina al 7 per 100, Novennale, Religio- lacquata o nasfiosla non volessero soddi-
ne, Allumiere, alio per 100. All'impera- sfarei loro creditori. Di ciò parlai a Mer-
tore Carlo V, per le guerre contro i pro- cante, dicendode'fallimenti, del commer-
testanti, mandò 200,000 scudi. Eleva- cio, e dell'istituzione de' banchi col cav.
lo al pontificato a' 26 dicembre iSSq Galli. Così s. Pio V temperava la santi-
Pio IV, nel i56o conferì il tesorierato a tà colla giustizia. Narrai nella sua biogra-
Donato 3Iatteo Minale di Celiano nel fia ealtrovela grande impresa navale che
Milanese. Decretò che i cardinali in sede sostenne contro i turchi, e che la strepi-
T E S TE S 291
tosa vitloria di Li'panlo , per tlivina ri- mentòa 2.GregorioXIIIsalì
i ilsogliodel
velazione la nolificò al tesoriere nel pun- Vaticano a' 1 3 maggio i 57 2, e rassegna-
to stesso in cui seguì, menLi-e traila va con to dal Bussotti il tesorieralo, lo conferì ai
lui negozi d'importanza, con dirgli: Non 25 maggio al concittadino Tommaso Gi-
è tempo di negoziare, andate a ringraziar gli bolognese, \tsco\o <\\ Soraepoidi Pia-

Dio, perchè la nostra armata ha coudjat- cenza. Volendo il Papa rifabbricare Tcr-
luto colla turchesca. e su quest'ora ha vin- racina (/',) sul Monte s. Angelo, perle
to. Ad onta dell'imtnense spese perciò so- grandi spese occorrenti, fece amministra-
stenute, di due milioni di scudi d'oro di- tore delle renditee proventi di quella co-
spensati a' poveri, negli aiuti dati al re di mune il detto tesoriere, con breve a lui

Francia nelle guerre degli ugonotti, alla diretto de'20 aprile i 574: perciò gli con-
sua morte lasciò nel lesr)ro pontifìcio un cesse ampia facoltà d'affittare terrilorii,
milione di scudi, oltre a 5oo,ooo che do- selve e prati, d'esigere ogni rendita, pa-
po 3 mesi doveansi riscuotere: nella sua gar lo stipendio del governatore, e altre
camera si trovarono scudi 3, ooo che te- i imposizioni camerali, con impiegareil ri-

neva pe'bisognosi, e 00,000 scudi per le


i manente denaro nella fabbrica delle mu-
spese occorrenti avea il suo maestro di ca- ra che doveano cingere la nuova città. Il
sa o maggiordomo, oltre lecospicue som- diarista e maestro delle ceremooie ponti-
me riposte in Castel s. Angelo. Vero è pe- ficie Cornelio Firmano, registrò le nonni-
lò che avea crealo 4 nuovi monti per la ne di Bussotti e Gigli col titolo di Teso-
complessiva somma di scudi 2,780,000, rieri maggiori, ^ev distinguerli Asil' teso-
cioè Novennale d'un milione al 7 peri 00; rieri segre ti o privati de' Papi, da essi de-
Giuliodi 680,000 scudi al i speri 00; Re- putati a conservare e disporre il loro pe-
ligione d'un milione al 12 per 100; Pro- culio particolare, come appunto furono
vincie di scudi 100,000 al 6 peri 00. Dei di Giulio ni e Paolo IV, Pietro Giovan-
quali somministrò in sussidi! al re di : niA leolli vescovo di Forlì; di PioIV, R.0-
Francia e alla repubblica di Venezia nel- bertoUbaldini fiorentino; di s. Pio V, Gu-
le guerre contro gli ugonotti e i turchi, glielmo Sangallelti fiorentino. Quest'ul-
scudi 680,000; più a detto re per le stes- timo per tempo erasi portato in R.oaja a
se guerre degli ugonotti un milione; ed esercitare la mercatura, e come altri suoi
alla repubblica di Venezia per la difesa concittadini conseguì posti e dignità. Ap-
di Cipro, prima un milione, poi 600,000 pena divenuto Papa s. Pio V, subito a'7
scudi.Di altri monti pure da s. Pio V crea- gennaio elesse Sangalletti cameriere se-
ti, ne lasciò l'esigenza a'successori. Alla re- greto e suo tesoriere, Thesaurarium se-
gina di Scozia M.'Stuarda mandò 20,000 cret'.im, e con Giustiniano Orsini, altro
scudi d'oro, e 5o,ooo agl'inglesi perse- cubiculario segreto, quando il Papa co-
guitati da Elisabetta. Di tutto e con det- ronò Cosimo I granduca di Toscana, al'
tagli ragionai ne'relativi articoli, e persi- te ferentem haeilia cum corona, et vir-
no Dogane. Apprendoda Garampi che
a ga supradicta ad solium. Al tesoriere ge-
s. V avendo nel 1570 stabilito d'ac-
Pio nerale Gigli successea'29 dicembre 1576
crescere il collegio de'chierici di camera Lodovico Taverna milanese, il quale ai
da 7 ch'erano a 12, tre sf)li di nuovi ne 28 agostoi573 era stato fatto governa-
deputò,! quali a'2 aprile 5? i furono nies 1 tore di E.onia, carica che lasciò pel teso-
si in possesso de'nuovi uffizi: ma gli altri rieralo; indi nel i 579 vescovo di Lodi, ed
due rimasero vacanti, e riconosciutosi in a'2 I aprile 1 58 I nunzio di Spagna: Cle-
appresso non essere necessari, soppres- mente Vili lo mandò nunzio a Venezia
se due posti a'25 aprile 1572, restando
i e poi al governo di sua chiesa. Nel i 58
il collegio con 1 chierici, e Sisto V lo au- àìSQixvì&iQiQniiiQ Rodolfo BoìiflolioBoii-
292 TE S T E S
/7^^//'o// laico bolognese, metlianle 11 paga- va, per opera de'quali neli573 eslinse i

luento di i5,ooo scudi d'oro ossia 24,000 vacabili de' cavalierati Lanrelani, ed e-
scudi lomnui, già comruissario della ca- resse il monlePionon vacabile di 100,000
mera (riparlando di quest'uffizio e del suo scudi al 6 peri 00. Ricuperò molte terre
speciale abito nel voi.XLIl, p.i58, no- di ragione della Chiesa, s'impadronì dei
taiche può essere coniugato, ma non può dominii devoluti alla medesima, che fra
prender moglie nell'esercizio della cari- terre e castella furono più di 5o; acqui-
ca, come gli altri 3 prelati di mantellet- stò iterritorii delle Chiane, non impose
tone), che esercitò l'uffizio sino alla crea- nuovi tributi, e coll'impiego di 100,000
zione del nuovo Papa: nel iSgG trovasi scudi tolse que' dazi e gabelle che ricor-
provisele del Monte della Pietà dì Ro' dai a Dogane; proibendo severamente le
ma {P.), il quale poi fu assoggettato al franchigie, non eccettualo il palazzo apo-
governo del tesoriere, e nell'istesso anno stolico. Curando Y Annona eGrascìa(t .),

iu nominato senatore di Bologna, ed eb- tolse da Castel s. Angelo 5oo,ooo scudi,


be in moglie Luciezia Sordi romana, dal- e dal tesoriere fece acquistare grano per
la quale ebbe Cleria che si maritò col mar- provvedere il popolo che ne penuriava ,
chese Ealdassare Paluzzi romano, avo del spendendo del proprio 4o, 000 scudi per
cardinal Paluzzo Altieri nipote diCIeraen- Magnifico per indole, Grego-
la carestia.

te X. Per tesoriere segreto Gregorio XIII rio XIII contava perduto quel giorno in
fino da' 24 oif'So'^ dichiarò Alessandro cui non avesse esercitato la sua beneficen-
IMussotli bolognese, poi vescovo d'Imola za. In pochi anni cavò dall'erario due mi-
e nunzio di Venezia. llPapaislitu"i la Con- lioni di scudi d'oro, ondeesercitare la sua
gregazione per solleK'are dagli aggravi magnificenza e liberalità.ed un altro l'im-
o gravami lo stalo ecclesiastico ( / .), on • piegò all'onesto maritaggio delle zitelle.

de moderare le indiscrete imposizioni dei IVou lasciò debiti; e ad onta delle sontuo-
baroni feudatari e della cameia apostoli- se fabbriche erette in Piotua e altrove, e
ca, sopprimendo quella degli A rcingoli in- de''200,ooo scudi impiegali per le guer-
tesa all'aumento de' proventi del tesoro re contro i turchi, alla sua morte si tro-
pontificio. L' incremento di questo non varono nell'erario 700,000 scudi. Tutto
mancò di curare, imperocché trovando- quantoriporta il Novaes nella Storia dei
lo snervato per le alienazioni ed erezioni Pontefici, ma lo trovo in contraddizione
de'Iuoghi di monte, l'annua entrata era- nella Storia, di Sisto P\ nella quale di-
si 60,000 scudi (cioè de-
ridotta a più di i ce ch'egli trovò l'erario pontificio all'atto
tratte le spese pubbliche, non restava pel esausto. L'assertiva de'700, 000 scudi la-
mantenimeutodel Papa e per lealtre con- sciati , il Novaes la riporta sulla fede di
tingenze se non che 90,000 scudi annui
1
Cocquelines, cioè gli Annalidi Gregorio
circa, come leggo nel p. Moffei suo sto- A'/// del p. IMaffiìi da lui pubblicati. In
riografo),fondali sul sussidio triennale im- fatti riscontrati gli Annali auch'io trovai
posto da J^aolo 111,0 pel notato di sopra adermato allretlanto.
meglio riattivato. Determinossi quindi di V sublimalo al triregno a'24 ''-
Sisto
rinfrancare e aumentare le rendile defla prilei 585, al Bonfiglioli,dopo avergli re-
camera apostolica, col redimere i fruiti stituito il 5,000 scudi d'oro, surrogò nel
alienati e con eslinguere i monti, non che tesorierato Benedetto Giustiniani patri-
di ricuperare le possessioni obbligale per zio genovese, abbrevialore, referendario
bisogno di denaro, ovvero usurpale da in- e giudice delle confidenze, dal quale ri-

giusti padroni. A questo deputò il teso- cevè per prezzo dell'uffizio 5o,ooo scudi
riere Bonfìglioli, e il Gigli sutinomiuato romani egli fu il[.° tesoriere a ottenere
:

cheeracommissariogenerale della came- remìncDte carica senza passaggio ad al-


TES TES 293
tra, se non che al cardinalato, in avanti me segue: Ristretto dell'esito d'un anno
essendo stata temporanea e amovibile a delluDeposileria di N. S. Provvisioni a'
beneplacito de' Papi. Sisto V lo creò car- cardinali, scudi 21,660. Per la legazio-
dinale a' 7 dicembre 586, e nominò te-
1 1 ne d'Avignone al cardinal Farnese se. ,

soriei'T Guido Ptyw// bolognese, chierico 648. Provvisioni a'nunzijSc. 8,63o. Cap- 1

di camera, la quale carica del tesorierato pella di N. S. se. 8,44^- ìMaestro di casa

lacomprò per 3o,ooo scudi d'oro, o se- diN. 77,648. Odiziali di Roma, se.
S. se.

condo altri 72,000 d'argento; india'i4 682. Oniziali palatini, se. 602. Provvisio-
dicembre i58q l'elevò alla porpora, ad on- ni diverse,sc. 3,29().EIemosine,sc. 2,128.

ta che avesse fatto troncar la lesta al fra- Guardia di N. S. cavalle^t'ieri e svizze-


tello conte Giovanni. Per nuovo tesorie- ri, se. 3o,353. Castel s. Angelo, se. 5,394.

re e collo sborso di 5o,ooo scudi d'oro, Presidio d' Avignone, se. 69,000. For-
elesse a'2 5 gennaio iSgo^^z-to/o/zzeo Ce- tezze dello stato, se. 3,438. Camera apo-
si chierico di camera, colla bolla speciale stolica, se. 6,01 5. Abbondanza, udlzi, se.

In conferendis a \\ì'\d\ve\.\.a,Biill.RomÀ.5, 1,200. Ulliziali della zecca, se. 562. Go-


par. I, p. IO 5, nella quale si enunciano la vernodi Lloraa, se. 10,573. Popolo roma-
giurisdizione e le facoltà de'tesorieri ge- no, se. 1 2, o52. In tutto se. 27 2,497.1 qua-
nerali, massime quali collettori degli spo- li posti a confronto colia suddetta somma
gli delia rev. camera apostolica. Nel som- di se. 449>756) residuavano sci 77,259.
mario sono riportati i litolidellealtre bol- Quindi segue il dettaglio di diverse par-
le sull'autorità e prerogative del tesorie- tite diesito, come pel Presidio Òl' Avigno-

re generale, anche sulle cancellerie crimi- ne, che nella nota figura per la spesa
nali dello stato ecclesiastico, per le bolle maggioredella forza pubblica; del Castel
liornanus, d'i Paolo IV, e Superna, é\ Pio s. Angelo, compreso il castellano che a-

IV. Il Papa aumentò ampliò le preesi-


e vea 462 scudi; delle Fortezze dello sta-
stenti congregazioni, e fra le nuove isti- to a'castellani di Civitavecchia, Terraci-
tuite vi fu la Congregazione delVabbon- na, Orvieto, Cornelo;e compresi» custo-
danza dello stato eeclesiastieo (V.). Il di delle torri s. Michele, Porto e Bertol-
Coppi pubblicò interessanti documenti do; del Governo di Roma, cioè mg."^ go-
del pontificato di Sisto V.che vado nel più vernatore 576, alabardieri del mede-
se.

importante a riportare: gli schiarimenti simo, due bargelli e 80 birri, bargello di


si ponno leggere negli articoli Sisto V, campagna con 25 cavalli, il procuratore
Luoghi Monte, Vacabili, ed in quelli
di de' poveri, il sostituto, il luogotenente di
che in essi citai, oltre quanto qui poi ag- Civita Castellana per le spese de'condan-
giungerò. Da un libro di conti deli 585 nati alle galere. Nel medesimo hbro ms?.
mss. esistente presso il eh. storico, e conte- vi è la seguente nota di tutti gli Offici
nentegl'introiti egliesiti dello stato ponti- vacabili, col prezzo che allora valevano
fìcio, risulta che l'annue rendite ascende- in scudi d'oro. Camerlengfito Guasta villa-
vano allora a scudi ,3 8,4 4= esse prove-
i 1
1
ni, 5o, 000. Som mista De Medici, 1 4,000.
nivano da 73 capi, molti de'quali erano Tesoreria Giustiniani, 43, 4oo. Chierici di
gravati di pesi particolari. Fra queste gra- camera oascudi 36, 000
i l'uno, 36o, 000.
vezze speciali erauvi gl'interessi de'luoghi Uditore della r. e. a. Ab-
Mattei, 54,ooo.
di monte, cheascendevano all'annua som- breviatori minori 1 uno,
5 a se. 6,000 l'

ma di scudi 281,968. Dedotti i pesi par- 36, eoo. Idem per 60, se. 69,850. Cubi-
ziali, i sopravanzi che derivavano alla de- culari 60 a se. 2,200 l'uno, 1 25,4oo. Scu-
positeria della camera apostolica,'cioè al- dieri i4o,ascudi ii4o l'uno, 1 5 1,620.
la tesoreria generale , erano soltanto di Scrittori apostolici loi a se. i 160 l'uno,
scudi 449^736. Gli esiti geuerali evano coj 1x7,160. Giaouizzeii 100 a se. 740 l'u-
294 TE S TE S
110,55,5oo. Scrittori di penitenzieiia 27 radunò e chiuse nel Castel s. Angelo un
a se. 1900 l'uno, 5i,3oo. Cav. di s. Pie- tesoro, disponendo colla bolla yìd Cla-
tro 4oi a se. 1040 l'uno, 392,080. Cav. \' Itili apostolicae ,<ìt 1 1 aprile 1 586, Bull,
dis. Paolo 200 a se. 33o l'uno, 248,7 o.
1 1 lloiii. t. 4> par. I, p. 206, sottoscritta an-
Cav. del Giglio 35o a se. 625 1' uno, che da 34 cardinali , che non se ne po-
217,600. Cav. Pii 535 a se. 525 l'uno, tesse estrarre alcuna somma , eccettuati
280,375. Omissis eie. In tulio se. d' oro certi determinati casi di estrema necessi-
3,596,225. Sisto Y eresse seguenti nuo- i tà. In detto anno vi collocò un milione di
>i Luoghi di monte. Provincie per scu- Scudi d'oro, ma poi ne aumentò la som-
di 100,000. Pace al 5 e 25 per 100, se. ma sino a se. 4>' 59,543:20, tre milioni
20o,ooo.Vino,sc. 3o,ooo. Sisloal o per 1 de'quali in oro: dappoiché il 2.° milione
i00, se. 5oo,ooo. Cesarini al 5 per 00, 1 doro il Papa ivi lo ripose colla bolla An-
so. i,3oo,ooo. Fede (Ampliazioui), scudi no supcriore, de'6 novembre 1 587, i>?i//.
4,489,800. Camerario al 9 per 100, se. cit. p. 263; ed il 3.° milione mediante la

564,4oo. Civitavecchia al 6 per 100, se. bolla Et si, de'27 aprile 1 588, Bull. cil.
5oo,ooo.S. Bonaventura ali o per oo,sc. 1 t. 5, par.!, p. I (i quali milioni d'oro, u-
5oo,ooo.Archivioal loper ioo,sc.q8,ooo. niti agli pel fondo perpe-
scudi 200,000
In lutto se. 8,225,200. Sisto V imposeal- tuo dell'abbondanza, Novaes calcolò som-
cuui nuovi dazi e fra gli altri un cpiattri- mare a cinque milioni e cento cinquanta
no per che si vendeva a
foglietta di vino mila scudi). La provenienza fu la seguen-
minuto. Da questo ebbe annui so. 10,000. te, secondo lanota del Coppi. Sonwie
Concesse in appalto la raccolta de' cenci in Castel s. Angelo 7R'/i5go. Esistenza
e della galla per la tenue somma di scu- ili cassa alla morte di Gregorio XI li nel
di 700, e l'applicò all'ospedale de'pove- i585, in oro se. 35i,5oo, in argentosc.
ri mendicanti presso ponte Sisto (di cui (dunque quel gran Papa lasciò del-
'\,'^oo

ne! voi. XXlX, p. 278, poi ospizio de' lo somme, laonde non poteva dirsi dal No-

I 00 preti, il quale ora si va a ripristina- vaes il tesoro adatto esausto: ma in ciò e-

re con altre norme). Volendo armare 1 o gli segui il p. Tempesti). Dal cardinal Gua-
galere contro i piiati, impose a lutto lo slavillani per prezzo del^camerlengato se.

stato annui scudi 1 o2,5oo, lasciando alle 00,000 in oro. Da Campeggi per una coni-
Provincie il modo di esigenza della pro- j>osizione se. 5,ooo in oro. Dal cardinal
pria quota. Proib"] severamente il giuo- l 'epoli per prezzo della tesoreria gene-
co de'dadi, e mise in appalto le carte da rile se. 72,000 in argento. Da mg.' Cesi
giuoco perl'annua somma di scudi 7,000. jier prezzo della medesima se. 5o,ooo in
Impose il 3 peri 00 sulle vendite delle pel- oro. Dal cardinal Cusani per l'uditorato
li vaccine, edel 2 per loosopra quelle de' della camera se. 15,217 in oro. Da mg.'^
cuoi. Inoltre il Coppi riferisce, che in u- Orazio Borghesi Paolo ì per (fratello di ')

na vitamss. di Sisto V, che si conserva nel- prezzo della medesima carica se. 50,209
l'archivio di Canìpidoglio, sono descritti il) oro, e 25 d'argento. Dal cardinal Gae-

gl'introiti dello stato papale nel 2. "anno laui pel caraerlengato se. 5o,ooo in ar-
del pontificalo suo, e segnati in iscudi gento. Dalla dataria per diversi odici, se.

i,599,3o3. Fra questi vi sono se. 78,3o3


1
235,396 in oro, eio,i46:5i in argento.

provenienti dalle vendite di diversi ofii- Dal tesoriere segreto se. 44'>2 4o '" oro,
ci vacabili tanto in Pioma che nello sta- e 1 5,000 in argento. Dal Pinelli deposi-
lo. E ciò olile altre somme provenienti tario generale scudi 167,012 in oro, e
da licenze di esportazioni e d'importazio- 03,612:94 in argento. Dal vescovo Tri-
ni di grani. Sisto V giudicò opportuno d'a- veule per l'archivio dello stalo ecclesia-
vere un fondo di riserva, e per tal elfelto stico sci 3,000 iaargeato. Da 24 giudi-
TE S T E S 295
ci delle cause commissarie, 3o,ooo in se. gè, Glossarinin,\ev\)o Apodixa) einna
oro. Dal vescovo di Catania per le maui in tanta e tale confusione, che Sisto V, il

del tesoriere segreto e depositario gene- quale procedeva senza riguardi, dov'era-
rale se. 21,425 in 010. Dall' oflìcio del vi il pregiudizio della camera apostolica,
piombo mg.' Cencio per le mani del da- fu obbligato a provvedervi, massime per
tario se. 2.5,000 in 010. Dall'odlcio del se- l'indolenza colla (juale erasi trascurato ri-

gietaiio de'brevi per mani del datario se. scuotere la lassa del sussidio triennale, che
25,000 in oro. Ofllcio di mg.' Rustici se. dalle Provincie non più si pagava ,
per-
8,000 in oro. Tesoriere della dataria se. chè i ministri del Buontigliuoli addor-
5o,ooo in oro. Cavalieri lauretani scudi mentali non la chiedevano; indilferenti-
1 56, 000 in oro. Per la vend'.ta del mon- sino che pose in iscompìglio quasi tutto
ted'Orvieto se. 82,000 in argento. Monte il pontificato dell'immediato predecesso-
della Dataria se. 780,095 in oro, e 9,o45 re Gregorio XIII. Laonde perchè le Pro-
in argento. Idem Archivio se. 5o,ooo in vincie si ponessero in pari del pagamen-

oro, e 32,oo8:44 '"J ai'gento. Id. s. Bo- to del sussidio,lraslasciato da parecchi an-
naventura se. 33o,ooo in oro. Id. Can- ni, vi volleil rigore e specialmente sul prin-
celleria SCI 10,000 in oro. Id. Pace scudi cipio delsuogoverno,perciòsi feceromor-
I 10,000 in oro, e 127,000 in argento. morazioni atroci contro l'avveduto e giu-
Id. Sisto se. 1 58, 000 in oro, e 339,800 sto Pontefice, poiché le provincie e mi-
in argento. Id. Camerlengato se. 55, 16 i nistri di esse, i ministri del Buonfigiiuoli,
in oro. Id. Provincie aggi unta se. i00,000 gli aderenti, gli amici, i parenti, i confe-
in argento. Id. monte Fede se. i 20,000 in derati, equanli si sentirono scottar sul vi-
argento. Id. monte delle Religioni scudi vo, cominciarono a susurrare; indi si pas-
1 56,466 in oro, 94,209:44 '" argento. sò alle contumelie, benché colorite con
Olllcio del vice-camerlengato se. 5o,ooo qualche lode, dicendo che Sisto V era ve-
in oro. Id. presidente delle bolle dell'Il- ramente un gran Papa, ma ch'era ungraa
l.nio ti. Pietro Orsino se. i 7,086 in oro. peccato che fosse tanto avido d'accumu-
Dall'Egiplio 36, 000 in oro. Chierica-
se. E perchè costoro non
lare, e tanto tenace.
to di camera di mg.' Glorerio se. 36,ooo badavnnoalle pubbliche necessità, ma so-
in oro. Id. di mg."^ Bonviso se. 4o,ooo in lo a cuoprir se stessi, lo lacerarono nel-
oro. Id. di mg."^ Savelli se. i 5,ooo in oro. l'onore in diverse maniere. Però l'ano-
Id.di mg.*^ Grassi se. 36, 000 in oro. Depo- nimo Vallicelliano arrotando i denti dis-
siteria de'cav. Lauretani se. oro
1,000 in se, che savi e gli amanti della repubbli-
i

(collegio rinnovalo). Il p. Tempc'^ti, Sto- ca lo condannarono, perchè angariasse le


ria della i'i'ta e geste. di Sisto T , lib. 1
6, provincie con l'acerbiià di tante gabelle
§12, Tesoriere generale, lo chiama co- e monti. L'anonimo poi del Campidoglio,
spicuo ufficio vacabile della ramerà apo- che per sua confessione era allora fanciul-
stolica e della curia romana, appartenen- lo, quando poi fatto uomo si accinse a scri-
do a chi l'esercita la cura principale del- vere, in vece di ricorrere a'monu menti ca-
rerario,de'provenli,de'diritli e dell'entra- merali, come poteva e doveva,si fidò an-
te della s.Sede; indi riferisce cpianto dirò in zi di quelle voci de'malcontenti, che al-
compendio. Già era venale prima di Sisto lora tuttavia pe» severa vano, e scrisse me-
V, poiché Gregorio Xll! l'avea venduto a no rettamente e meno del vero così: L'uf-
lUg.'^Donngliolijdi candidi costumi, ma in- ficio del tesorierato generale, venduto pri-
gannato da'suoi niinistii, perchè si ha da* ma per vari, ma tutti bassi prezzi, et per
documenticamerali che l'amministrazio- ultimo da Gregorio XIII a mg."^ Ridolfo
ne, le tasse, le apodissi camerali (idest eau-^ Buonfiglioli per soli 5,ooo scudi d'oro;
1

tio de suscepta pecunia, leggo iu DuCau- fu da lui giorni dopo la sua assunzio-
9
296 TE S TE S
ne venduto a mg/ Benedello Ginsllniani nari, anzi afferma il p. Tempesti, l'era-
per 5o, 000 scudi, aslrello il Biionfiglioli, rio era affatto esausto, come il Papa di-
con maniere dure, a rinunziare. Soggiun- chiarò al cardinal Sanlorio, quando im-
ge il p. Tempesti, non fuiono le maniere plorava soccorso pel collegio de' greci e
dure, ma i ministri del Buonfigliuoli,che degli armeni. Alteralo Sisto V,gli rispose
l'aveano ingannato, pretendevano gettar non esservi denari in Castel s. Angelo (o-
polvere negli occhi a Sisto V acciò non ve già prima di lui si solevano deposi la-
vedesse, e per comparire non colpevoli re), dolendosi acremente dello stalo in cui
lo tacciavano di violento: ricorsero a vari avea trovato il governo papale, ed i ban-
cardinali per protezione, rappresentando diti insultavano con molta sua ignominia
le cose in favor loro, faceinlosi compari- sino alle porle di B.oma. Rileva inoltre il

re i pii^i innocenti dei mondo. Nella bolla p. Tempesti , che il Papa volle la detta
De Statu.óe i o maggio 1 5S5,Bidl. Rom. somma dal tesoriere, perchè se l'ufficio
t. 2, del Cherubini, Sisto V disse: Sicco- arricchiva chi l'esercitava, e lo dis[)one-

me sappiamo che il medesimo ufiioiodel va ad ottener dignità maggiore, non era


tesorierato si trova in incerto stato, e ne' dovere che la camera apostolica fosse, per
lempi andati sommamente soggetto alle cos'i La scelta
dire, di deterior condizione.

varietà; dal che ne sono seguite una som- di Giustiniani venne lodata ancoda'mal-
ma ignoranza de'negozi, delle cose, de'di- contenti, poiché il prelato nel decorso di
l'itti della della camera, e talora una som- pochi mesi mise in chiaro le lasse, l'apo-

ma negligenza in pregiudizio, e gravami dissi camerali, e fissò l'entrata del sussi-

non piccoli della medesima coiiicra .... dio triennale, regolando con tale esattez-
Essendo però vacato l'ufficio del tesorie- za ipagamenti de' vacabili e de'monti, che
re generale della camera, per la libera ras- si meritò dalla gratitudine pontificia e in
segnazionedel diletto figlio PiidolfoBuon- premio alle sue virtù la s. porpora. Gli
fjglioli, poc'anzi tesoriere generale, spon- sostituì il Pepoli per la stessa somma, e
tatieanienle fatta nelle nostre mani, e da lo dice Tempesti, pe'bisogni di soc-
il p.
tioi ammessa, ec. In lai modo e colle pon- correre Savoia nell'impresa di Ginevra,
tiCcie parole anonimo del
si confuta 1' e per l'ospedale de'poveri a ponte Sisto,
Campidoglio, facendo restituire al Buon- cheilPapa andana ideando. Il Novaes par-
fìglioli denaro sborsalo. Considerando
il lando della nuova sistemazione del teso-
Sisto V che per esercitar degnamente l'uf- rierato e dell'erezione del vacabile, dice
ficio il piii geloso dello stalo, era d'uopo che avendo riservalo da'frutlidi la le uf-

trovare un personaggio maggiore d'ogni ficio l'annua somma di 5,ooo scudi, l'ap-
eccezione, attese le incumbenzecnegli ve- plicò a un monte da lui crealo e lo chia-
nivano addossale, le quali erano l'unio- mò Monte Tesoreria. Colle grandi somme
ne del SuccolU'ttoì'alo degli spogli, ì'am- ricavate da Sisto V culla retta ammini-
minislrazione dell'azienda di Terraciiia, strazione delle rendile, colla riforma e am-
l'edificazione di quella nuova città, e la pliazione de' vacabili e de'monti, egli po-
soprintendenza a' Luogliidi monte creati tè eseguire quell' opere monumentali e
e da crearsi; cos'i sopprimendo il tesorie- magnanime che biogra-
celebrai nella
rato nell'aulico esercizio, lo eresse di nuo- fia: di più al re di Francia per le guerre
vo colle qualità di perpetuo vacabile, a contro gli ugonolli die il sussidio di scu^
similitudine del collegio de'chierici di ca- di 564,400, e perla guerra co'lurchi som-
mera ed , a ciò scelse mg.' Giustiniani e minislròscudi 600, 000. Ne' voi. X, p. 187,
gli coufeTi l'uflicio per 5o,ooo scudi, mer- XI, p. 88, parlai come in Castel s. A nge-
1

cè l'estremo bisogno che avea allora d'e- lo, siccome il luogo più sicuro di Roma,
sliiparc i baudilij e iiou avcu trovali dc- i Papi vi custodirono le cose più prezio-
TE S T E S 297
se, denaro egli archivi. Che della cas-
il veci del tesoriere. d'Euge-Da una bolla
sa contenente triregni e le mitre pon-
i nio IV risulta che chierici di camera si i

tifìcie, e lo ricordai di sopra, una chiave chiamarono anche assistenti della mede-
era presso il tesoriere, il quale teneva pu- sima, poscia e come già indicai si fecero
re una di quelle del tesoro ripostovi da alcuni assistenti con qualità superiori a*
iìisto V, altra chiave lenendola in con- detti chierici, per essere d'ordinario ve-
segna decano de'chierici di camera. A-
il scovi, e furono|denominati anche commis-
•vendo ivi col Novaes descritto tale tesoro, sari in camera. Da questi assistenti deri-
formarsi di 5, 1 5o,ooo scudi d'ar-
.lo dissi varono presidenti e commissari della
i i

gento. Sisto V non solo rese più splendi- camera. Ne' pontificati d'Alessandro VI,
da la caiica del tesoriere generale, ina si Giulio II e Leone X non si trova men-
occupò ancora del commissario generale zione de'comrnissari generali per gli af-

della Camera apostolica, come accennai fari della camera apostolica. Lai."' intro-
in tale articolo, che nella vacanza o as- duzione pare doversi ad Adriano VI, sot-
senza ne supplisce le veci,e da'Papi si sce- to il quale lo furono Cipriano e Camillo.
glie dal rispettabile ceto (\& Procuratoli Indi colle facoltà da essi godute. Clemen-
di Collegio, onde in quell' articolo ne ri- te VII a'3 aprile \ 5i\ creò commissario
parlai. Adunque osservaiulo .Sisto V che generale della camera in Pioma e suo di-
il collegio de'chierici di camera ed i com- stretto Michele Pranzino, già uditore cri-
ponenti la medesima, erano tutti ridotti minale di diversi presidi e cavaliere au-
da'predecessori a venalità vacabile, tran- rato: Paolo III lo lece governatore di Ro-
ne commissario della camera apostoli-
il ma, nel quale articolo riportai altre sue
ca, cui apparteneva la cura del suo archi- notizie. Inoltre Clemente VII a'4 giugno
vio, la direzione e l'esecuzione degli af- i524 nominò commissario Sebastiano
fari più gravi, e de'diritli della stessa ca- Graziani d'Ancona, a cui estese le facullìi

mera ; ritraendo tale ufficio non solo li- non solo in tutto lo stato ecclesiastico, ma
lla grossa rendita, ma anche la speranza eziandio ne'regni stranieri, per invigilare
fondata d'avanzamento in dignità piùco- sopra tutti i diritti della camera aposto-
spicua, mentre da commissario della ca- lica;eneli53 lintitolavasi Cominissarius
mera si passava sovente o a chierico di genera li s SS. D.N. PP. et ejiis C. A.,
camera o a segretario delle segreterie più come il tesoriere generale da questo ; e
ragguardevoli, e talvolta anche a tesorie- tempo in poi non si è più intermesso que-
re, il Papa avendo destinato a presidente sto distinto ufficio: il Graziani divenne ve-
di NorciaGio. Bernardino Piscina, che nel scovo di Segni e di Trevico. Paolo III nel
principio del pontificato avea fatto com- i534 elesse commissario Guidone Pa-
missario della camera e già di s. Pio V, lelli di Piocchette in Sabina e suo antico
creò detto ufficio in venalità vacabile, an- famigliare, colle stesse facoltà del prede-
nettendogli ramministrazione delle scrit- commissario gene-
cessore, costituendolo
ture di detto archivio, e lo conferì a Gof- raledovunquesi estendevano dirittidel- i

fredo Loinellino genovese referendario e la camera apostolica. IN'el f SSy il Papa ri-
prelato domestico, che tra'buoni legali e- stabilì il Graziani, ma senza pregiudizio
ra l'ottimo, pel prezzo di 20,000 scudi, del Palelli che continuò nell'uniziOje pro-
insovvenimento de'bisogni di s. Chiesa. seguì sottoGiulio III. In (juesti tempi sem-
Leggo in Garampi, che in tal modo Si- bra che due fossero i commissari, uno per
sto V eresseilcoinmiìsariatogeneraled'a- gli affari interni o di Roma, 1' altro per
cjovibileche era, in ufficio perpetuo, ecol gli stranieri. In fatti nel i546 era pure
medesimo riporterò qui su tal prelatoal- commissario Attilio Caltanei; e neli55o
tre uolizie, pel ripetuto motivo che fa le Giulio III destinò cuaimissario generale
ayH TE S TES
della cornerà Francesco CoUelli bologne- varie di esse. Alla famosa lega onde por-
se, mentre l'esercì lava anche il Palelli; po- re sul trono di Francia un re cattolico,
scia il CoUelli fu prcciiraloretlel fìsco. Nel della quale tenni proposilo ancheall'arti-
i552 Giulio III promosse inoltre a que- colo Spagna, promise dal tesoro apostolico
Alessandro l'al!nnlieri,nel i555
sto uflizio 1 5,000 scudi d'oro al mese; laonde spe-
procuratore del fif^co e poi govcvìiolorc se per la medesima più di mezzo milione
dì Roiìia. nel quale articolo diss.! che s. Pio di scudi d'oro dello stesso erario camera-

V gli fece mozzare il capo. Al sunìmen- le, oltre 4O1O00 che ne die del proprio.

tovato Piscina nel r 572 die successore O- Osserva il Coppi, non ostante le disposi-
lazio Marchiano, per la cui cagionevole zioni di Sisto V circa l'estrazione del de-
salute poco dopo fu destinalo a supplirlo naro dal Castel s. Angelo , appena egli
il nonfdioli poi lesoiiere (he nel iSyS
,
mancò di vita nel 1590, si estrassero scu-
ehhe in proprietà 1' uflizio. Il Lomellino di 00,000 per le spese del conclave. Va-
I

esercitò il cumtnissariato sino al 1 5c) 1 , in rie som me si presero ne'due brevi ponti-

cui divenne chierico di camera. Gli suc- ficati dUrbano VII eGregorio XIV, sic-

cesse Lodovico Ripa cremonese, indi ve- ché 5 giorni dopo la morte di quest'ulti-
scovo di Terni. Clemente Vili fece com- n)o, cioè a'20 ottobre 1 591, l'oro era ridot-
missario Paolo Coperchi, e nel SpS Pao- i to a due ndlioni e mezzo,e l'argento a scu-
lo Emilio Zacchia.c\\e^o\ creò cardinale. di 491 quindi ;
Testi azionefu di i,66o,i32

11 p. l'Ietteniberg, Notitia Ciiriae ronia- .scudi; certamente impiegali pel narrato.


juu'AiaUa a p. 558: De Coiuiìiissario Ca- Dopo I 3 giorni di sede vacante fu eletto
merde Jpostolicae. Lo dice famigliare e Innocenzo IX, che rinnovando la bolla De
conìuiensale de! Papa, ne descrive l'au- non alicnandìs, tosto levò diversi tribu-
torità e le attribuzioni, fra le quali la cu- ti da Sisto V imposti. Continuando la ca-

ra dell'archivio della camera apostolica; restia e la numerosissima mortalità, fe-

parla del suo abito, e del suo intervento ce calare il prezzo a tulle le derrate, se-
alle cap[)elle pontificie, e che Sisto V gli veramente impose a'proprietari del gra-
concesse d'incedere e sedere dopo chie- i no di cavarlo fuori; e trovandosi il Pa-
rici di camera. pa in bisogno di denaro, prese in presti-
Il tesoriere Cesi continuando egregia- to 40)Ooo scudi, non volendo servirsi
mente ad esercitare il lesorierato nel re- del tesoro liposto in Castel s. Angelo, per-
sto del pontificato ili Sisto V, per la bre- chè saggiamente diceva: Essere d'uo-
vità della vita de'3 immediati successori, po alla repubblica cristiana, che si con
con singolare esempio, lo fu pure d'altri servasse nel lesoro pontifìcio alcuna gran-
Papi. Imperocché eletto a'i5 settem-
/(. de somma d'oro, la quale potesse servi-
bre i5qo Urbano VI!, mentre avea sta- re di soccorso ne'più gravi e urgenti bi-
bilito ili pagar lutti i debili che aveano sogni, e nelle maggiori e straordinarie sue
i luoghi pii dello stalo pontificio, coli'e- calamità. A chi domandava la liberazio-
rario apostolico, dopoi 3 giorni passò al- ne d'un grande, olTrendo una somma di
rallromondo.A'5dicend3refuelelloGre- denaro, rispose: JXon vogliamo denari, ma
goiio XIV, il quale ne' IO mesi e altret- ubbidienza. P«.apito dalla morte dopo due
tanti giorni del suo pontificato, spese in mesi di pontificato, a'3o gennaio 1592 gli

opere di pietà 3 milioni di scudi d'uro, successe Clemente VIII. Nel suo posses-
anche per accorrere a'bisogni della gra- so il lesoiiere die al Papa una borsa di
ve carestia edisastrosa epidemia di acute damasco rosso con 5o scudi d'oro, per l'of-
febbri e deliqui con numerosissime morti, ferta all'a Ita reLateranense. Asceso poiCle-
che afllisse i popoli lerribihuente, di cui mente Vili nella sala regia dell'adiacen-
parlai ad Annusa e Grascia riportando te palazzo apostolico, distribuii il piesbi-
TES TES 2C)C)

tcrio a'cartlinali, porgendogli mg.' Cesi sIdia a R. P.D. Tiberio SS. D. N. The-
due medaglie una d'oro e altra d'ai'geii- saurarlo generali asslgnata , llcct exl-
to, e duplicate a quelli clie solevano aver gua quae swnmam scutorum xy prò
,

doppie le palme e le candele benedette, quollbet praedlctorwn non excedebat.


cos\ il cardinal arciprete della basilica, e Nobls vero magls tris caerenionlar uni vi-
triplice il cardinal Moutalto nipote di Si- dellcet d. Guidoni collegae, et nillil ad
sto Vcheloaveacreatocardinale.il con- provldenduni ea quae In Itinere necessa-
temporaneo ceremoniere M acanzio lasciò ria nobls erant,fuerunt Inter anibos as-
scritto diverse ommissioni: che il tesorie- slgnata senta 70 monetae, quae nec ad
re dovea tenere le medaglie in un bacile vestes quldem prò Itinere praeparandas
d'argento, e stare genuflesso avanti al Pa- satls fuerunt. Ego enlni solus prò vesti'
pa; che il cardinal diacono assistente do- bus, et rellquls necessarlls ad iterfaclen-
vea prendere le medaglie e darle al Pa- duin ultra centuni expcndl,antequaniex
pa, come si fa colle candele, paline e A- urbe dlscederem.h! i 7 luglio 6o4 si tro- 1

gnus Dei, sebbene 1' antico ceremoniale va tesoriere Laudlvlo Zacchla con tito-
dice che il Papa piglia denari dal grem- i lo di pro-tesoriere, ch'era avvocato con-
bo del camerlengo; che si dovea dare il cistoriale e commissario della camera co-
presbiterio anche a'vescovi, altri prelati me lo zio: avea avuto moglie e figli. Ces-
eoniciali,ma perla stanchezza di Clemen- sò nel pro-tesorierato alla morte del Pa-
te Vili non si fece, ordinando diesi man- pa,epiìi lardi fu card ina le. Clemente Vili
dasse loro a casa dal tesoriere. Tanto ri istituì la Congregazione sopra l baroni
porta Cancellieri nQ Possessij quan- ma dello stato ecclesiastico (f^.), per tutela-
to alla consegna del presbiterio, Vitali che re le ragioni de'loio vassalli; e la celebre
riprodusse il testo di Mucanzio, dice che Congregazione del Buon governo (/ .),
il tesoriere: duo numismata cardinali , pelgoverno economico delle comuni del-
Sfar da diacono assistenti porrigebat, et lo stato ecclesiastico, che anticamente di-
ipsc Pon tijìcis Numis /ila taau temprae-
. . . pendeva dal tribunale della camera, ol-
diclaerantinduahus crwneni quas tene- tre la s. consulta pel governo politico e
i)at lliesaurarius .C\ttae\\\.e.W\\
a'5giu- in cui questa continuò. Riferisce
il Coppi,

gnoi SgGcreòil Cesi caidinale, lodato da che Clemente Vili a'i5 febbraio i 592
Ciacconio con queste parole: cuni dedis- con bolla confermò quella di Sisto V re-
se consilia prò fide,] US li tia, prò verità- lativamente a'3 milioni di moneta d'oro
te exciibasse, niultas pecunias Pontifi- da conservarsi in Castel s. Angelo; ovve-
cio Aerarlo iatulisse. Fu egli che per- ro confermando il divieto di esti azione del
suase il Papa a rendere formale l'archi- predecessore, fissò la somma del fondo di
vio della s. Sede in Castel s. Angelo, riu- riserva da custodirsi nel Castello a' detti
nendovi tutte le carte ad essa appartenen- 3 milioni. Le rendile dello stato ascende-
ti. Gli successe nel tesorierato Tiberio Ce- vauoallora ad annui scudi i,SX^,<^^3>. In-
r«.sY7, di singoiar talento e sapere, già chie- sorti bisogni straordinari. Clemente VIII
rico di camera, chemorì a'3 maggio 60 1 i eresse i nuovi seguenti monti. Provincie,
e fu sepolto nella cappella da lui eretta per se. 5o, 000. Annona, per se. r, 20 3, 2 00.
in s. Maria del Popolo, dopo aver accom- S. Giovanni, 700,000. Quattrini, se.
se.

pagnalo il Papa nel viaggio di Ferrara. 75,000. Novennale, se. 265,ooo. Unghe-
Pel quale Mucanzio si querelò di lui nel ria,sc. 65, 000. Sovveuzione,sc.385,Qoo.
i

suo Diario e ve^ìslio: fueru?it els ut pu- Col monte s. Giovanni il Papa acquistò
ta cantorlbus ^diacono, et subdiacono ca- dal marchese del Vasto, Monte s. Gio-
pellae, et eorum subslltutls clerlcis ca- vanni (del quale nel voi. XXVII, p. 285,
pcllae, et sbnlllbus cjuaedam pauca sub' ed all'articolo Vizzardelli, servendosi il

:
3oo T E S TES
Pap;! nella compiila del depositario Giu- prioratus prò familiari R.mid. Thesau-
seppe Ginsliniaiii), per scudi 35o,ooo; e rarii, quae merebatur taxari ad gros-
Is'elluno (dicuia Porto d'Anzo) da Mar- sos XXV II, fiat taxata ex gratin gros.
c'Anloiiio Colonna, per se. 4oo, eoo. In- XVI, non ohstante qicod ìpse pra^tende-
olile per le guerre conlro i turchi sussi- ret expedire gratis juxta privilcgiiuii
diò i principi ciistiani, nel i 592 con iscu- Xysti V. Fra'privilegi goduti dal tesorie-
di 265,000, e nel 160 soniministiò pri- I re generale, il Cohellio dichiara: Pcnsio-
ma i65,ooo scudi, e poi allri 385, 000. nes usque. ad siimmain ducatorum mille
Leone XI appena eletto ili. "aprile i6o5 aiiri de auro transferre potcstj de rebus
sgravò i sudditi da alcuni tributi, inipo- ecclesiaslicis acquisitis testandi facul-
sii dal predecessore pel mantenimento tateni hahetj litcras apostolicas prò se,
delle truppe pel ricupero di Ferrara, lo- Pice-thesaurario, locumtencnte, et duo-
dando il cardinal Galli che l'avea suppli- bus fami Ha rihus gratis espedire pò test
cato di questo benefìzio pubblico; dichia- (l'opera di Cohellio fu stampata in Roma
rò tesoriere il LuigiCappo-
concittadino nel i653,e dedicata al cardinal Barberini
Ili di Firenze, e dopo 26 giorni di pon- camerlengo), zif in const. Sisti T'.Haec au-
lifiualo morì. A' 16 maggio ad esso fu e- temprivilegia ni si thesaurarius sitcleri-
saltalo Paolo V, che confermò il Cappo- cus frustra i'identui' concessa. Nel 1 6 1

ni nell' udìzio e intervenne nel possesso, trovasi tesoriere Costanzo o Costantino


portando pel presbiterio le medaglie d'o- Patrizi, e già lo era ili. "marzo, e conti-
ro e argento in due borse. Il Papa creò nuava a'3omarzoi 620,comesi legge nel-
carilinale Capponi a'24 novembre 1608, l'editto per gli ordini e tasse sopra la ga-
e gli sos[ì[u\ Jacopo A^/v^ genovese, al- bella di Camerino e suo stalo. Paolo V
lora chierico di camera e presidente del- ebbe a tesoriere segreto Pioberto Pietro,
l'armi, come vuole Cardella, o della gra- e in s. Maria della Scaia ov'è sepolto, si

scia e delle dogane al dire di Vitali , se dice da Vitali, che nell'epilaflio è scolpi-
pure non lo era stalo prima. Questi non to: Roberto Petro pisano Pauli P. M. F
solamente si meritò a' 17 agostoi6i i la generali depositario, et Thcsaurario se-
porpoia, ma di essere dichiaralo pro-te- creto Julia uxor (ac filia moerentes pò-
soriere, e perciò fu il i. "cardinal pro-teso- suernnt). Leggo nell'Alveri, Roma in o-
riere: perseverò nella caiica sino ali6i5, giii stalo, t. 2, p. 323, per intero l'iscri-

e si ha di lui un editto de'3o maggio, laon- zione, ove però mor\ il cognome è P/7'mo,
de a quell'epoca lo era ancora. JNel pre- nel 1 6 q, e
I ornarono
la moglie e la figlia
cedente armo il i. "aprile Paolo V avendo la cappella e dotarono d'una messa per-

emanato la bolla. Super' novi ah'eietpa- petua in suo sulTragio. Paolo V, mirabile
lifìcatae Fhauicini /naiuitentione cwii per ogni virtù, splendido co'poveri e cat-
opportuìia iìistructione, ctdotis a.ssigna- tolici perseguitati, aiutò l'Ungheria con-
tìonc, deputò tanto il Serra, che teso- i tro i turchi, al redi Francia die 200,000
rieri prò tempore^ perpetui protettori e scudi per le guerre contro gli ugonotti
conservatori di detta opera, che con quan- abbellì magnificamenleRoma,comequel-
to riguarda Fmmicino descrissi a Porto. lochesoleva due con Gregorio XllI: Che
In tempo del suo lesorierato si disputò nel fabbricare ricavava due vantaggi, sia
in cancelleria, se i famigliari de'lesorie- nel render la città più sontuosa, sia di so-
ri godessero il privilegio di %^eà\\' gratis stentare molli operai, che altrimenti sa-
le bolle di loro provviste beneficiali, on- rebbero vagabondi, onde slimava chela
de leggesi ne'libri e decreti degli Scritto- mercede era piuttosto limosina. Colla bol-
memoria. Die
ri apostolici la seguente i ."marzo
la Unii'crsi agri,de\ 6 7,, Bull. 1

20 nwctnbris iGio. Bulla coinmciuldc Roni. l. 5, par, 4; p- 2 3, riformò i tribù-


TES TES Sor

nali e gìi uffizi della Curia Romana f/"j, tempo in esecuzione di chirografo ponti-

tassandone gli assegnameutieeoioluraen- ficio a lui c(mimesso, s'introdusse in R.o-


ti. Indi per comodo de' poTfii isliliù il jr>a da Baldovino Blavier e Orazio Gui-
monte della Farina, da cui ognuno pote- delli 1' esercizio di batter 1' oro a uso di

va procurarsi il sostentamento. DiceNo- Firenze, con privativa di 4 ni"'- ^'*^1 iG4'2

vaes, ad outa dell'immense somme spese Urbano Vili fece tesoriere Gio. Battista

daPaoloV, accrebbe il tesoro ponti lìcio di Zo77Zf///«?genovese,eper l'immatura sua


geo, ODO scudi. Gli successe Gregorio XV morte, nel 643 gli sostituì Angelo Fran-
1

a'q febbraio 1 62 ijConfertuando nel teso- cesco Rapaccioli romano, originario di


rieralo il Patri/i, che continuò nella ca« CoUescipoli , slato chierico di camera e
rica in lutto il suo breve pontificato. Il prefello degli archi vijindi invialo commis-
Papa aiutò 1' imperatore Ferdinando II sario pontificio dell'esercito perla guer-
contro gli eretici ribelli, e il re di Polo- ra col duca di Parma, feudatario della
nia Sigismondo 111 control turchi, e pre- s. Sede, per Castro e Ronciglione (/-.),
se in deposito la contrastata Valleliina, gli surrogò qual pro-tesoriere Paolo Pl-
al modo riferito a Svizzera. Nel 162 3 ai niilio Rondinini chierico di camera, e si
6 agosto fu sollevato al trono del Valica- ha un suo edillo de'20 aprile iG43. Nel-
re Urbano Vili, che nel principio riten- lo stesso anno e promozione de' 3 luglio i

ne il Patrizia tesoriere, e lo trovo nel pos- il Papa creò cardinali Rapaccioli e


Rondi-
sesso che il Papa prese a' 19 novembre, nini, dichiarando tesoriere Lore/jzo /liJg'-

per la distribuzione delle medaglie, che g/geiiovese, chierico dicamela e commis-


fece eseguire da lui e dal caidinale diaco- sario generale dell'esercito ecclesiastico.
no. Ricavo dal Cohellioche chiamava si Il Cardella dice ch'era slato pro-tesorie-

Costanzo, e la carica vacò per sua mor- re per supplire Rapaccioli, e che nel 1 64-»
te. Perciò Urbano V a' 9 marzo 62 1 1 1
1 pro-maggiordomo.
lo dichiarò lesoriere.e
dichiarò tesoriere Girolamo Fidoni, s^ta Noterò che in tale anno era morto Ur-
chierico di camera, prefeltodell'annona e bano Vili, e deve ritenersi che Lorenzo
presidentedi Piomagna, il cpialeesercitan- nel 643fLi pro-maggiordomo(d qual pre-
I

do con assiduità e gran diligen-


l'uffizio lato prima si diceva maestro di casa) e
za, per vieppiù onorario nel maggio lo co- tesoriere, convenendo sul precedente pro-
stituì commissario generale delle w;7/s/e tesorierato, benché vivesse lo zio cardi-
pontifìcie, dell'esercito che per le turbo- nale Ottaviano; onde rileva Vitali che ciò
dimorava in Roma, ed a'3o
lenze d'I (alia fu slimato singolarissimo, non essendovi
agosto 162 7 pu bblicò card ina le.G li sur-
lo stalo esempio che un tesoriere esercitasse

D
rogò Stefano arazzo ;^y<\c\\\iiv\co dica- la carica vivente lo ziocardinale. Fervendo
mera e prefetto dell'annona, ed a'28 no- la guerra di Parma gli toccarono gravi fa-
vembre 633 lo creò cardinale, pro-teso-
I tiche e cure per le provvisioni, e trovan-
riere per 7 mesi, secondo Novaes. Il Vi- dosi per essa esausto l'erario aposlolico,pel
tali dicendo, immediatamente gli succes- suo liatello Giambattista capitano della
se Pier Donato Cesi, avrà inteso dire do- fanteria papale ed altri parenti, fece ve-
po il pro-tesorierato e perciò nel i634. nir da Genova in Roma lanlo denaro, che
Aggiungerò ch'era stato chierico di came- non solamente fu sulliciente a sommini-
ra e prefetto della fortezza di Ci vita vec- strar lepaghe al numeroso esercito, ma
chia, che scrisse e fissò le regole da osser- ne sopra vanzò per leal tre spese della guer-
varsi da'ministri del tesoriere nel racco- ra. Grato di tutto Urbano Vili, risolvè
gliere gli spogli ecclesiastici, e che a' io di crearlo cardinale nel 644» ^ ^^^^ pena1

ovvero a' 16 dicembre 64' fu creato car- 1 sene vide impolente sorpreso dalla mor-
(liuale. Vitali sollaoto riferisce, che a suo te a'29 luglio. Se viveva, cou cpiesti era
3o2 TE S TES
il 6° che onornva della porpo-
tesoriere ta, che Urbano Vili aggiunsea* moni!
ra. Urbano Vili riunì al diretto dominio camerali luoghi 24.^32,5o, importanti
della s. Sede il ducato d' l rhino, e si tro- la somma di se. 2,453, 25o. In questo
vò costretto imporre molti tributi che in tempo fioriva l'Amydeno, che nel 1625
paite sussistono, quindi malcontento nel pubblicò, De pìetale Romana, dove a p.
popolo e risentimento contro i Barberini 209: De cardinali Camerario, et I\Iagi-
suoi parenti da lui arricchiti. IMeglioè leg- stradbus ab 60 dipendentibuf, dopo il yi-
gere la biografia. Riporta Coppi col ÌNIu- ceCamerlengo eV Uditore della Carne-
ralori, che sul (ine del lungo pontificato ra, eccocomedefinisceil \esov\e\e.Qin se-
di Urbano Vili la camera apostolica era quitiir magistratns Camerae Apostoli'
rimasta indebitata di 8 milioni di studi cae dici tur Tliesaurarius huic magna au-
d'oro, ei popoli erano caricati di gabel- ctoritas, quìa apud eum. ratio totiiis pa-
le; che poi eransì secondo il solito aliena- trimotdi ecclesiastici, spoliorumpro\'en-
te con fondare vari monti venduti a'par- tiis, quibiis ipse per provincias Syngra-
licolari, dicnodocbè di i milioni di scudi pìio destinai collectores. Dichiara il Co-
d' oro d' annua rendita negli stali della liellio, che il tesoriere, che nelle pubbli-
Chiesa, 1,3 00,000 scudi annualmente ser- che rappresentanze e nella cappella pon-
vivano pagar fruiti, e 700,000 resi-
a i i tificia procede e siede dopo l'uditore del-

duali appena bastavano alle spese neces- la camera, excepta camera, idn ante i-

sai ie. Da'registri però de'Iuoghi di mon- psitm alidi torem sedei et incedi t, secon-
te, soggiimge il Coppi, risulta che Urba- do la costituzione di Sisto V; e che il go-
no Vili nel 624 aggiunse scudi So, ^4^
I vernatore lo precede, in uno all'uditore

(con luoghi 3o5,46)al monte denomina- della camera, quale T ice-Camerlengo.


to Quattrini, erettoda Clemente Vili per Imperocché il ìesov\eveproxinius sitcar-
migliorare le monete. Nel i64o creò il dinalilia dignitati, ciijiis nulla major
monte Novennaleperscudi 2,o63,25o al ( Ponti ficem excipe) in EcclesiaDei respe-

4 e 1/2 perioo. Di questi impiegò scu- ctu administrationis. Neil' istessa epoca
di 200,000 per estinguere il monte No- fioriva ancora il cav. Lunadoro, il quale

vennale i.°,ch'era stato eretto da Paolo IV nel 1646 pubblicò la /le/r/z/o/zcr/eZ/rtCor-


al IO per 100. Quindi il debito dello sta- te di Roma (su questo vocabolo riparlai
to |)er questa partita si ridusse a scudi a Sede Apostolica), e discorrendo della
1,763,250. Finalmente neh 643 pe'bi- rev. camera apostolica, tratta Di mgS :

sogni straordinari e specialmente per la Tesoriere generale. » Il tesoriere gene-


gneira che allora sosteneva contro la re- rale ha cognitione delle cause di spogli dei
pubblica di Venezia, il granduca di To- prelati etecclesiaslicidefooli,de'frutli mai
scana, il duca di Modena e quello di Par- percetti et illecila negotiatione. Ha par-
ma, cui eransi i preceilenti collegati, de- ticolar cura dell' esationi dell' entrate e
cretò i\n aumento di 3o,ooo luoohi di proventi della rev. camera e sede aposto-
vari monti, i quali perciò avrebbero da- lica, e di passar li mandati per chi deve
ta una somma di 3 milioni di scudi. ÌMa bavere. Rivede li conti a'ministri, ofTilia-
per la pace conclusa nel principiodel 1 644 li, et appaltatori, intervenendo in ogni oc-
e per la successiva morte del Papa, la mag- casione dovesia interessedella sede, e ca-
gior parte di tali luoghi non fu alienata; mera detta. Et il lesorierato vale 70,000
V. ne'registri camerali si trova soltanto l'a- scudi di moneta, del prezzo del quale ne
lienazione di3f)oo luoghi, aggiunti al mon- può disporre sua Santità, e frutta ogni an-
te Novennale 2.°, che peiciò produssero no dieci in dodici mila scudi". Parlando
la somma di 3r)o,ooo scudi. Da un do- poi della famiglia pontificia e de'camerie-
cuiuenlu esistente presso il Coppi risul- ri segreti partecipaDtidelPapa,dice:» Uno
T ES T E S 3o3
(Ti questi è sempre tesoriere segrelo,iI qua- gi, il quale intervenne alla cavalcata pel
le dà li donativi e le elemosine particola- possesso del Ponttdce, ed essendo nata di-
ri del Papa. Un
pure c;imeiiere se-
altro sputa di precedenza, non volendo i vesco-
creto è guaidaiobba, il (piale ha un sot- vi cedere Uxo^o ò Prolonotaii (J .),?\\
il

to gaaidarobba che pure va in habilo


, tesoriere ed all' uditore della camera, fu
paonazzo, e poi aliti aintanli, avvertendo risoluta nella maniera desciilta da Ftd-
che questo guardarobba non (iene sotto vio Servanzio maestro delle cereroonie
la sua carica, né parati, né letli, ma solo pontificie, presso il p. Gallico, Acta cac-
gioie, reliquiari, ori, algenti etaitrecose rcin.,e presso i Possessi (\\ Cancellieri. E-
di molto prezzo, gli ^-ii[«u.y Z^cz' benedet- piscopi non assistenles {a\ soglio) no/i e-
ti (i quali coniechè sostituiti alla Super- quitaru/it,quia cedere i'oluerunt prò tJio-
stizione pagana, in quell'articolo toroni a ìiotariis. Licei enim ex constitutione Si-
ragionarne, insieme al sotto-guardaroba xti K de reductione Prolhonotarioruni
che li custodisce e distribuisce in nome ad numerum duodcnarium,constet,duos
del Papa), che si fanno nella medesima tantum ex iisEpiscopos praccederc debe-
guardarobba , distribuendo essi gioì nal- re, tameìiquia consuetudo,etpraxis con-
menle". Pochi anni dopo il dotto ^Jacopo traria ne quid innovarctur ,obtinuc-
est,

Cohellio agente generale, scrisse l'interes- runt, sicuti etiam Auditor Camerae, et
santissima opeia, poi pubblicata dal non Thesaurarius .W presbiterio fu distribuito
meno ei'udito Carlo Cartari orvietano suo nella sala regia del palazzo Lateranense,
conciltadinoe avvocalo concistoriale,No- con medaglie d'oro e d'argento, coli'im-
tilia Cardiìialatus.Roinaiiae Aulae (^f- inagine dell' immacolata Concezione della
Jìcialihus, in cui traila pure del tesorie- B.Veigine,e l'epigrafe: Lndei'cniet auxi-
re generale, riportato dopo il vice-camer- lium mihi. Dopo la solenne benedizione
lengo governatore di Roma, e prima del- data dal Papa sulla loggia, da questa fu
l'uditore generale della camera. Sono a gettata al popolo la nuova moneta fiitta

\edersi i seguenti punti principali. The- coniare dal tesoriere. Egualnienle in tem-
saiirarii Papac ìioincn ctiam initio na- po del Raggi nacque altra disputa in can-
scentiseccle siete receptumj Thesaiirai-ii celleria, se dovea farsi g^r<7/7.s^ la spedizio-

qfjìcium antiquissiniumj Thcsaurarius ne delle bolle d'un benefizio concistoria-


dignìor estin camerapost cardinalis ca- le a lui conferito; ma fu risoluto di farsi
merariiiin; The saiirarii ofjìcium quale gratis, e Vitali ne pubblicò il documen-
antiqidlus apud romanosj Thesaurarii to. Con editto de! Raggi fu pubblicalo il

Papae praeeiìiinenliae acfaeidtates re- privilegio accordalo al camerinese Cle-


censentur j Thcsaurarius Papae deciir- mente R^isi,di poter privatamente per 20
sis temporibus laicus erat, hodie tamen anni introdurre fabbriche e ritenere a sue
clericus est,etquarej Thesaurarius a- spese in qnalunfjue luogo dello slato mo-
liquid cum pecuniis camerae acquirit lini senz'acqua da macinare il grano. In-
non sili, sed camera acquiritj Thesau- nocenzo X a'y ottol)rei647 lo creò car-
rarius non dehct hahcre decimas ex spo- dinale, e gli 9iwv\o^h G io. Girolamo Lo-
Ho, nisi pretium indi rcdactumfuerit,sed mellini, già chierico di camera e governa-
ad successorem spectantj Thesaurario tore di Roma, indi ancoresse da Innocen-
splendorem Sistus Krcstituitj Thesau- zo X promosso alla porpora a'
g febbra- i

rarius nonpotest interesse in camera, in io 652. Gli successe Carlo Pio chierico
1

qua agitur de interesse conjunctorum di camera, mediante Io sborso di 25, 000


ipsius. doppie d'oro, poi crealo cardinale a*2mar-
Innocenzo X, divenuto Papa a'i6 set- Z01654. Il Papa a'3o aprile gli siurogò
ten)brei644; confermò lesoriere il Rag- il genovese Giacomo Fransoni qXùgvxco
3o4 TE S TE S
tli camera e presidente delle strade e del- chierico di camera e nunzio di Francia del
Tarmi, e g!i confeiì pure la soprintenden- predecessore, e nel 1 665 lo creò segreta-
za delle galere e delle fortezze marittime, mente cardinale e lo promulgò nel con-

e poi gli afiklò la prefettura generale del- cistoro de'i5 febbraio 1666. iNell'istesso

le milizie di lutto lo stato. Il Papa vici- anno gli sostituì Bonaccorso Bonaecor-
no a morte, onninamente lo voleva crea- .s/ slato chierico di camera, e che avea ac-

re cardinal vescovo di Ferrara, s'egli non compagnato il nipote nella legazione di


vi si opponeva con mirabile viriti. Inno- Francia. Alessandro VII da Genova in-
cenzo X limosiniero generoso, nondime- trodusse inR.oma il giuoco del Lotto ( f' .).

no inclinava all'economia e al risparinio, Per le guerre che sosteneva l'imperatore


scusandosi coU'aver trovato l'erario del- contro i turchi, nel 1 656 die a Fenliiian-

la camera apostolica del lutto esausto, ma doll 200,000 scudi, ed a Ferdinando III
non però aggravò sudditi con gabelle ei nel 1664 scudi 261,800: soccorse anco-
dazi, anzi diminuendo quello del macina- ra generosamente la Polonia, protestan-
lo. Aumentò monti i s. Bonaventura, An- do prima di morire al sagro collegio, che
nona e^ovennale2.°,per scudi 7, 17 4,000, ne circondava il letto, d'aver impiegato
ma eslinseil monte Sale e Oro ch'era di il denaro della camera apostolica soltan-

4 milioni di scudi, quindi il debito pub- to in servizio della religione cattolica, nel-
blico fu accresciuto di 3,i74(000 scudi. l'ornamentodi Roma e nella fabbrica del-

Alessandro VII pervenuto al papato a'y lechiese. Egli inoltreattesein ispecial mo-
aprile 655, ritenne ilFransoni per teso-
1 do ad ordinare il debito pubblico; creò
riere, e invece della prefettura delle mi- nuovi monti chiamandoli Ristorati, nella
lizie gli assegnò quella di Castel s. Ange- complessiva somma di scudi i 2, i 38, 200
lo, indi a'aS ottobre un chiro-
gli diresse co'frutti al 4 per 00, e ne impiegò
1 la mas-
grafo, perchè a Nunzio Baldocci compu- sima parte ad estinguere altri monti e uf-
tista della camera, siccome destinalo a in- fizi vacabili, che aveano frutti in som- i

contrare co'4 nunzi e maestro delle cere- me maggiori. Creato Papa a'20 giugno
inonie la regina Cristina di S\^>ezia[T .), I 667 ClementelX, dipoi a'2g novembre
si facessero pagaresenza limitazione alcu- I 66q creò carduiale il tesoriere Bonac-
na lutti i denari che bisognassero. Al Bal- corsi, ed in sua vece elesse Girolamo Ga-
docci poi fu data autorità di poter salda- sfaldi chierico di camera colla presiden-
re tulle quante le spese senza l'approva- za delle dogane e grascia, e benemeren-
zione della congregazione de'conli, giac- tissimo commissario generale nella ricor-
ché il Fapaavea grandissima premura che dala peste. IlPapa soccorse i veneziani nel-
ogni cosa procedesse speditamente e con la guerra di Candia contio i turchi, in-

ogni splendidezza per onorare la regina, viando la floila comandata dal


pontifìcia

cui die poi quel nobilissimo ospizio, che fiatello, e somministrando alla repubbli-

con diffusione riportai all'indicato artico- ca 200,000 scudi. Per estinguere molte
lo, anco perchè continualo da' successo- gabelle, che gravavano sudditi, istituì i

ri. Date prove al Frausoni di ulteriore fi- unacouErrcKazione chegli meritò in mor-
ducia, dopo avere il prelato soslenutogra- te le lagrime de'popoli. Aggiunse a'mon-

vi fluiche nella terribile Pestilenza, in- ti R.istorali altri 1 3, 200 luoghi, per sca-
trodotto l'appallo o privativa del Tabac- di i,320, 000. A'29
1670 fu solle- aprile
co (f.),\ncyeò cardinale e riservò in pet- valo alla cattedra apostolica Clemente X,
to nel i658, e lo pubblicòa'5 aprilei 660, nel cui possesso il lesoriereGaslaldi in cap-
restando pro-tesoriere per pochi giorni. pa somministiò al cardinal diacono assi-
Nello slessoaprile gli surrogò 3Vrco Co/-- stente le medaglie d'oro e d'argento che
jm/fiorentiuo arcivescovo diDamiata,già cavava da due borse, e dopo la dislribu-
T E S TES 3oT
«ione falla tìal Papn, egli lo die agli atn- chirografo de'20 loglio 1 688 il Papa gli

hasciatori e principi del soglio. Il Gastal- ampliò le facoltà di procedere nelle cau-
di, eccelleute ecoDonio, fu piemialo a' i 3 se criminali del monte di pietà di Ptoma,
giugno 1673 colla porpora, ed ebbe a suc- tanto control ministri, quanto contro al-
cessore Gio. Francesco Gincl d cìùei'ìco tri sospetti e indiziali di falsificazioni, frau-
di camera. Di Clemente X furono teso- di o furti commessi in danno del pio luo-
rieri segreti dal 1G76 in poi Gio. Anto- go e ile'particulari; di procedere colle fa-

nio e Filippo Paravicino, ed Abbondio coltà ordinarie e straordinarie del tribu-


Porta, i quali ne'cbirografi pontificii so» nale del governo, costringerei rei a de-
no alcune volle cbiaojati /^(y;o'^////r/ zzo- porre, e terminare tali cause, col suo pa-
siri .fcgrcti. Clemente X confermò la ri- rere, e cos\ de'successori tesorieri, da u-
cordata congregazione stabilita dal pre- na congregazione composta 3crimina-di

decessore, per trovare la maniera di sol- lisli, oltre il giudice dello stesso monte,
levare i sudditi da'tanti tributi da cui e- tolta qualunque appellazione, ricorso o
rano aggravati; e terminata la guerra coi nitro rimedio. Tesoriere segreto di Inno-
turchi, nella (juale con largo sussidio di cenzo XI fu FrancescoMontione,come ap-
denaro avea aiutato la Polonia, eslinse le parisce da'suoi chirografi. Questo venera-
Decime (F.) degli ecclesiastici, e la metà bile Pontefice saldò considerabili deijiti
della tassa imposta alle milizie dello sta- della camera apostolica, el'arricchìdidue
to, dimostrandosi rammaricato di non po- milioni di scudi, risultato di sua mirabi-
ter fare di piii. Avendo il carnei 'engo car- le parsimonia, oltre 100,000 scudi che in-

dinal Paluzzi Altieri imposto una gabel- viò aLeopoldoI per la liberazione di Vien-
la del 3 per 100 a tutte le olerei, senza na da'turchi, ed 800,000 al re di Polo-
badare alla Franchigia che godevano i nia,uou che pili di mezzo milione impie-
cardinali, e gli ambasciatori di Residcii' galo al soccorso de'poveri, delle chiese e
za [T -), insorse con questi grave questio- delle città bisognose dello stato. Di pili

ne, e fa composta colla dichiarazione che tolse quell'imposte ricordate a Dogane.


dessi n'erano esenti. ClementeX a'Iuogui Bensì accrebbe i monti Pi.istorati d'altri

di monte ne aggiunse22,25 ossia altri 1


, 2000 luoghi, ed eresse 9 altri monti de-
scudi 2,25i,ooo. Nel conclave adunato nominati s. Pietro per la somma di scu-

per sua morte, per farne la spesa, essen- di 20,927,100,^1 3 per ICQ, per luoghi
do esausto l'erario camerale, il sagro col- 209,27 i.Il Coppi chiama l'operato d'In-
legio 3 giorni dopo fece cavare dal tesoro nocenzo XI conversione del debito pub-
di Castel s. Angelo scudi 25, 000, ed a' blico, poiché in questi nuovi monti tra-
2 I setleuìbre 1676 restò eletto Innocen- sfuse ovvero convertì tutti gli antichi,
,

zo XI, e nel suo possesso il tesoriere Gi- tranjfie una porzione del Novennale 2.°,

netti somministrò
medaglie al cardinal le iquali erano stati creali prima d'Alessan-
1 ."diacono, poneva in mano del
il quale le dro VII. Lasciò il Papa l'ozione a'credi-
Papa, che nel settembre 68 lo creò car- 1 i tori di farsi iscrivere nehiuovi monti o ri-

dinale. Gli sostituì Gio. Francesco Nc- tirare i loro capitali, e la maggior parte
groni, già chierico di camera, lodato per preferirono la traslazione. Nel 1 G89 a'6
aver amministralo l'uffìzio con ogni par- ottobre fu creato Alessandro VllI,chepoi
ticolar attenzione, e per essere egli natu- a'i3 febbraio 1690 creò cardinale l'Im-
ralmenle inclinato alia parsimonia, colla periali, e fece li:soi'\eve Ferdinando Rag-
sua industria ristorò l'erario pontificio, isid'i Genova, 2!Ìà chierico di camera ecoui-
elevato alla dignità cardinalizia a'2 set- missario generale dell'armi. Il Papa soc-

tembre 1686, gli successe il chierico di corse i suoi concittadini veneziani, nella
camera Giuseppe Renato Imperiali. Con guerra coturchi, con 7 galere e 20oofaD-
VOL. txxiv. 20
3o6 TE S TE S
lì;e nella orireslia di Roma ac»|uist()8n,ooc) pò falTi l'asscntista delle galere pontificie,
rnl)bia (li grano, e dal tesoriere le fecedi- uomo di gran nome e moltoaccclto al Pa-
slribiiiie gratnilanienlca'bisognosi, i Pn* pa. Volle questi chedalla.camera fosse ci-
pi essendo scmpie
stali padri d'i Pove- i tato \\ tesoriere avanti la s. rota, per ve-
ri{V.\ Tolse a'romani un paolo per la dersi se dovesse , come superiore e capo
macinatura dogni rubbiodi grano, ed a- del fallito, risarcire i suoi daiuii. Piicusò
veudo Innocenzo XI levato il dazio di ?, il Corsini di difendersi, e pronunziata dal-
quattrini per ogni libbra di carile, tolse il la rota la sentenza contro di lui, egli sen-
."
3." col denaro da lui lasciato. Morto il i za rilardo pagò il debito dell'assentisla
febbraio 1691, in sede vacante cessando riserbandosi 1' azione, tanto contro i se-
pure di vivere il tesoriere Raggi, il sagro condi ministri della camera, quanto con-
collegio elesse interinalmente pro-tesorie- tro gli eredi del tesoriere suo predecesso-
re F<'/y////^/////o Nuzzi, ch'era commissa- re (dunque Paravicino mori nellacarica),
rio generale della camera E-
apostolica. in tempo del quale il fallito avea ottenuto
lettoa'is luglio Innocenzo XII, nominò l'appalto delle galere. Glossa quindi la lite

tesoriere Giu.'-cppc rariivicino. già chie- conlra questi e contro il computista della
rico dicamera e presidente delle strade, camera, ricuperò porzione della somma
ed 6 settembre pubblicò un editto, il
a' pagata, ma non volle ripetere cosa alcu-
che serve a correggere il Guarnacci che na dall'onestissimoNuzzi commissariodel-
asserV il Nuzzi confermato nella carica : la medesima camera, anzi divenuto Cle-
questi tornò al suo posto, poi fu promos- mente XII, vietò a'propri nipoti di (chia-
so ad altre cariche e da Clemente XI alia mar in giudizio e moleslarne gli eredi. In-
porpora. Nel possesso del Papa il Para- nocenzo XII fece edificare il palazzo della
vicino cavalcò coU'uditore della camera, curia Innocenziana, e vi stabilì la decoro-
sopra mula con gualdrappa, e cappello sa abitazione del tesoriere, ed a questo pre-
pontificale , indi sul ripiano del trono lato con chirografo de'20 luglio 1
699 at-
traendo dalle borse di damasco bianco e tribuì la soprintendenza dell' università
rosso trinale d'oro le medaglie d'argento degli ebrei di Roma , da restare ancora
e oro, consegnava ali. "diacono che le
le ne'successori. Costruì ancora le due Do-
passava al Pajia, Innocenzo XII nel 6f)2 1 gane di Ripa grande, e di terra, e presso
estinguendo il nepotismo, ed abolendo il quesl' ultima assegnò l' abitazione per
generalato di s. Chiesa, il generalato del- mg.' commissario generale della rev. ca-
le galere e altre dignità, per cui la came- mera. Riferisce Novaes , che Innocenzo
ra risparmiòannui 80,000 scudi, rese più XII lasciò 800,000 scudi nell'erario, a-
cospicua la carica di tesoriere col confe- vanzati dalle tante grandiose spese da lui
rirgli il commissariato del mare e di Ca- fatte in favore de'poverelli e dello stato,
stel s. Angelo. Quindi non potendo Inno- non che per la Propagazione della fede j
cenzo XII tollerare la venalità degli of- malgrado ancora soccorsi dati a Giaco-
i

fìzi,a'25 ottobre la soppresse, e dal teso- mo II re d'Inghilterra per ricuperare il

riere fece restituire a tutti lesomraesbor- trono, ed a'confederali control turchijdi-


sate, onde il Paravicino riebbe la sua, e cendo che ripose nel tesoroaposto-
altresì
questa operazione fece cavare all'erario lico di Castel s. Angelo un milione di scu-

papale poco meno d'un milione di scu- di. Vero è però che aumentò il monte s.
di. Del Paravicino non trovai se morì o Pietro di 1,284,600 scudi. Nel suo pon-
fu rimosso, poiché ilPapa nel 1 696 dichia- tificato si pubblicarono le opere del ce-
rò tesoriere Lorenzo C'o/'.«z«/ arcivescovo lebre cardinal De Luca, fra le quali AV-
diNicomedia,già chierico di camera e nun- lalio Ronianae Cwiae, dove nella disc.
zio. Apprendo dal Novaes,che a suolem- 35 tratta: De Thesaurario generante-
TE S TE S 307
JHsqnr /rìJutnali. Discorre dell'origine e secolo fu aggiunta Tallra delle Notizie del
suo uflicio, di sue facoltà e giurisdizione {giorno {/ .): in tali nrlinoli ragionali pu-
nello stato ecclesiastico, della cura d'am- re de' fogli ulliciali della rcptd)l)lica del
uiinistrare i luoghi di monte, e della con- 1798, e di ipielli dell' aiuiiiinislrazione
gregazione che presiedeva, dell' uditore imperiale. Quindi nell'articolo Pio IX ri-

<lel tesoriere, della giiu'isdizione e facoltà levai la riduzione d'un solo periodico of-

negli altri stati sugli spogli ecclesiastici, eiale col nome di Giornale di Roma, o\-

delle sportale e propine, deiruiìlcio venale tre ili aver parlalodelle denominazioni de-
che pogavasi 60,000 scudi e di sue ono- gli altri dello stesso pontificalo. Dal 1716
rificenze, e dell'altre sue prerogative. Si dunque, e si prosiegue ancora, nominati
i

pubblicò pure la pregievole Notìlia Cit- e indicati fogli ulliciali contengono gli at-
riae Romanac del p. Pleltemberg, il qua- ti, le notificazioni, gli edilli, riguardanti

le nel cap. i4> § 5 ragiona : De Tlwsau- il tesoro e l'erario pontificio, e le sue fi-

rarìo f^eiiciYili.De] suo ulììcio e giurisdi- nanze, de'cardinali segretari di stato e ca-
zione anche criminale per disposizione di rnei lenghi, non meno che de'tesorieri ge-

Pio IV e Sisto V, e che da Alessandro nerali, e di presente del ministro delle fi-

VII in poi si ricomprava l'ufilcio per la nanze. Laonde da essi se ne può conosce-
della somma. Clemente XI a'aS novem- re i dettagli e la storia. De'tesorieri esi-
bre 1700 divenne Papa, e a' 17 mag- stono molte pubbliche iscrizioni marmo-
gio 1706 creò cardinale Corsini, al dire ree in Ptoma, ed in molti luoghi dello sta-,
di Vitali, e per pochi mesi lo ritenne per lo ecclesiastico, celebranti le munificenze
pro-lesoriere, come rilevasi dalla dedica, de'Papi esercitale ne'Ioro tesorierati. Im-
JJc Hìstoria 2\-i-racinensis del Conta- peroccl'.è molti tesorieri furono d'animo
tore. Indi nel 1707, come riferisce Cardel- grande, d'alti spiriti, ed amanti di (av o-
la correggendo Vitali,gli sostituì G'/o.i>(7^ iiore al Papa che gli avea nominati, per-
lista Patrizi arcivescovo di Seleucia, già petuandone la metnoria in Pioma e nello
chierico di camera e nunzio: meritò an- stato con pubblici monumenti, contri-
ch'egli il cardinalato a' G dicembre 7 1 5, i i buendo col loro genio e ingegnosa indu-
e proseguì ad essere pro-lesoriere per vari stria alla loro erezione, sia per ornamen-
anni, cioè sino a| 1
7 1 8 in cui andò legalo to, sia per comune vantaggio, come a'no-
a Ferrara. Gli successe collo stesso titolo stri giorni praticò il cardinalTosti nel pon-
di pro-tesoriere Carlo Co///ro/(7, già chie- Gregorio XVI. Ed è perciòche
tificato di
rico di camera. Nel 1716 cominciandosi nel descriverlili nominai in gran parte,

la pubblicazione delle annuali Notizie di il che può vedersi a'ioro articoli. Per la

Roì/ia^ìa quelle del i 7 1


9 trovo lai .^ vol- lunga guerra della successionedi Spagna,
la registrato il pro-tesoriere Collicola, col- di prepatenzafu occupato Contacchio, on-
ta ritenzione del chiericato di camera; e de Clemente XI alle grandi spese incon-
d'allora in poi egli ed i successori furono e trate nel passaggio delle truppe, altre ne
tuttora sono riportati in almanacchi.
tali dovè fare per respingere colle armi l'in-

Osserverò che il Collicola neWe Notizie del vasione. A tale eil'etlo col consenso di 32
1719, 1720, 1721 fu riportato tra' chie- cardinali intervenuti al concistoro de'24
rici di camera; ma propriamente la i."" vol- settembre 708, levò da Castel s. Angelo
i

^ tacome quanto poi


tesoriere generale, per mezzo milionedi scudi dal tesoro riposto-
diròjfu pubblicato in quelledeli 722, laon- vi da Sisto V, assegnando per reintegrar-

de ivi da quell'anno se ne può leggere la lo il fondo della pingue abbazia di Chia-


serie. Egualmente nel 1716 cominciò la ravalle nella Marca d'Ancona, indi for-
pubblicazione periodica del Diario di Ro- mò un esercito di 20,000 uomini: a'i5
ma (V.), a cui oe'prioii anni del correlile gennaio si fece la pace, ma Gomacchiofu
3o8 T E S TE S
lesfiUjito pih fardi. Gelos.o cirgl'intevessi ni e censi, il 1 2 per 1 00, e sui credili frul-
tlellacuirufìia apostolica, in morte fecesot- tileri 1*8 peri 00; sidle pensioni ecclesia-
toiicrivere dal maggiordomo la professio- stiche, il 12 per 100; e sulle reudite ba-
ne di lede, temendo che fosse la condo- ronali altrettanto. Dobbiamo a Clemen-
nazione di 72,000 scudi ricevuti dal ni- te XI il Porto e la dogana di Ripelta, a-
pote in prestilo dalla medesima per la nun- vendo proibito l'introduzione dall'estero
ziatura di Vienna; condonazione che ef- di drappi di Lana e di Seta. Che in li-

fettuò il successore. Naira Coppi, cheCle- mosine imjfiegò più di cinque milioni di
ìnenteX! aumentò il monte s. Pietro per scudij Io notai ancora a Rendita eccle-
4,637,400 scudi e per le guerre con-
; siastica. Il giuoco del lotto proibito da'
tro torchi somministrò nel 1716 scudi
i predecessori Innocenzo XI e Innocenzo
175,000, e poi ultra somma di 3oo,ooo XII in Pioma e suo distretto, fu da Cle-
scudi; onde calcolò che fra gl'impieghi del mente XI permesso: qual sia il distretto
deiraro ritratto dall'alienazione de' luo- di Roma lo dichiarai a Comarca di Ro-
ghi di monte, nelle somme surriferite, pe' ma ed a PiOMA. Nel vol.LXI,p. i49 e seg.

soccorsi contro i turchi e gli ugonotti da riportando le gravissime differenze insor-


Paolo III a Clemente XI inclusive, for- te col duca di Savoia, per la giurisdizione
ma il complesso l'enorme
di tali sussidii della sede nel principato di Masserano
somma di scudi io,358, 000. Soggiunge, (ì .)ea\\.v\ suoi feudi nel Piemonte, par-
che altre somme erogarono eziandio i Pa- lai de illoiiiloì'ii intimati a'ministri du-
pi in aiuto delle potenze cattoliche, ed io cali e altri, dal tesoriere Patrizi e dal suc-
le riportai ne'loro articoli, come a Costan- cessore Collicola con sentenza di scomu'
TiNoroLi perciò che riguarda i Turchi pri- jiica.Mortosi gran PapfjJ^ maggio 72 r 1

ma e dopo quel conquisto; e calcolò il de- gli successe Innocenzo XIII, che dichiarò

naro speso per tal titolo, scudi 19,632,143 Collicola tesoriere generale; e siccome già
secondo il dimostrato dal IMarchetti.Z)^/ questo prelato esercitava la soprintenden-
denaro straniero che viene a Roma , e za della Stamperia camerali' (f^.)^ così
•che ne va per cause ecclesiastiche, calco- il Papa nel 1723 gli ordinò nell'udienza

lo ragionato, pubblicato nel 1 800, di cui de' 7 luglio, di tenere un congresso per
io mi giovai in tanti articoli, ed a Tassa. la ristampa del Breviario Romano, on-
Dice inoltre ilCoppijchene'bisogni straor- de il tesoriere v'invitò nelle stanze del pa-
dinari dell'erario pontificio, naturalmen- lazzo di Monte Citorio, o Curia Innoceu-
te si dovea jicorrere a mezzi straordina- ziana, il dottissimo ab. Giusto Fontani-
ri, e fra questi talvolta vi furono tasse sul- ni. Mi si strinse il cuore nel leggere in Vi-
le rendite , come fece Clemente XI nel tali le riflessioni quindi esposte da quel
1 708 pel ricordato armamento e aumen- sommo erudito. A compendiarle in bre-
to di presidii in vari luoghi, onde impo- ve dirò che in : Roma non era mai stato
se per un annoPioma e nell'Agro ro-
in stampato il breviario, tranne quello del
mano le seguenti tasse. Per ogni barile di cardinal Quignones, gli altri furono im-
\ino de'ca-stelli bai. i5, e pel romanesco pressi altrove. Occorrerei 00,000 scudi,
i5 bai.; per ogni carro di fieno paoli i4> per stamparlo io foglio, in 4-° e in 8." ac-
idem di pagliaio paoli; per ogni rubbio ciò riuscisse ad uso di tutto il mondo. Ma
di terreno boschivo bai. 7.5, idem prati- il Messale della Stamperia diPropagan'

vo e seminativo bai. 5o; sulle corrisposte da (/ .) mentre si vendeva 6 scudi, si a-


degli. aflllti degli ortij'il 12 per 100; sulle vea da V^enezia per 2; così breviari: im- i

pigioni presunte delle case abilateda'pro- perocché all'estero lavori costavano me-
i

prietari, il 1 per 100, e sulle corrisposte no. Ci volevano soprintendenti capaci e pe-
delle case aflitlale il
7 peri 00; suicauo* riti nell'arte, e non vi erano: si difettava
TES TES 309
pure di compositori idonei, di torcolieri In sostanza prima di Benedetto XIIl gli
e di capo. Essendo c;iratleiM vecchi, a-
i annui introiti, couìprese le dogane, la da-
veano del gotico, onde conveniva ruutaili taria, la cancelleria, i brevi, spogli, ec. a-
echiaraare aitisli olandesi. Per riputazio- scendcrano a 2,7i6,Gjo scudi, le spese a
ne della Sede essere indispensabile il
5. 2,439,3o8;onde eravi l'annuo sopravan-
fare un'edizione perfetta. Innocenzo XIII zo di 277,342 scudi. Benedetto XIll pe-
ad esempio de'suoi predecessori soccorse rò a vendo accresciuto certe spese, e dimi-
1' ordine Gcrosolìiìiitdiio, propugnacolo nuiti alcuni appai ti, ben pi'esto si ebbe l'an-

contro la potenza ottomana, e invitò a far nuo sbilancio di scudi 1 20,000. Tra'mi-
il simile cardinali: del suo die 10,000
i nistri che profittarono della semplicità de*
scudi e altrettanti della camera, dalla qua- costumi, con concessioni, appalti, esen-
le prese 100,000 scudieli depositò al mon- zioni e Rescritti (J^.). gravemente se ne
te di pietà per Giacomo III re d'Inghil- rese colpevole il fivorilo segretario de'
terraonde ricuperarla. Il monte di s. Pie- il/cmo/'/V/// card ina! Covr/V?, egli altri be-
aumentato di scudi 3oo,ooo.
tro fu da lui neventani antichi e amati diocesani del
Benedetto XI 11 che gli successe 3*29 mag- Papa (cioè gì' indicati nella biografia di
gio 1724, continuando nel tesorierato il tal porporato), che nel suo pontificato do-
Collicola ,
questi per assistere indefessa- minarono con perniciosa influenza, a dan-
mente al restauro del ponte s. Angelo eb- no pure dell'erario. L'intenzioni del Pa-
be a perderci quasi la vista, pel riverbero pa erano virtuose e sante, ma le astuzie
del sole sul Tevere: crealo e riservato in di chi lo circondava le resero vane, non
petto cardinale a' q dicembre 1726, fu pensando che ad arricchire con mezzi in-
pubblicato a'i5 giugno 1728. Benedetto giusti. Morto a' 22 febbraio 1730, nella
XIII gli sostituì Nicolò Negroni di Geno- 2." congregazione de'cardinali, e come già
va, già chierico dicamera e presidente del- dissi nel voi. XVI, p. 2q4> essi rimossero
la grascia. Il Papa levò quelle gabelleche il tesoriere Negroni, e inveceelesseropro-
ricordai a Dogane, e nuovamente aboh il tesoriereCarlo 31.' Sagri na/i ti cìiienco
giuoco del lotto e il suo appallo. Nella bio- dicamera e presidente delle ripe, che Cle-
graQadichiarai quanto abusarono di sua ineiiteXllappenaelettoa'i2 luglioi 73o,
eccessiva bontà molti infedeli miriistri,ap- confermò e dichiarò tesoriere generale
pena conoscendo le monete; che aumentò carica già da lui esercitata, come si è ve-
il monte di s. Pietro di scudi 000,200, io duto. Notai nella biografia del Sagripan-
quale stato si trovavano le finanze pou ti,che con approvazione del Papa pubbli-
tificie,rintroiloe le spese; ma tutto ripor- cò colle stampe una Raccolta di bandi e-
tai ricavandolo dal Novaes, per testimo- raanati i>u\\e Dogane, e che Clemenle XII
nianza del Muratori. L'autorità di que- a"3o settembre 1739 l'annoverò al sagro
stogrande annalista, seguita pure dal suo collegio, sostituendogli Marco Doiogitrt'
degno continuatore Coppi, come in più ti chierico di camera e prefetto dell'an-
luoghi rimarcai quanto al dominio de'
,
nona, già delle zecche. Clemente XII tra le
Papi e alle questioni anche allora agitate prime sue cure quella si fu di non lascia-
per esso tra la s. Sede e l'impero, va ri- re senza il meritato castigo i ministri del
conosciuta con molta circospezione; noto suo predecessore, incominciando dal car-
essendo, eziandio per la critica fatta dal dinal Coscia dominatore dell' animo di
Cenni a'suoi Annali d' Italia, che Mu- Benedetto XIII: altri prelati di sua con-
ratori si mostrò in tale argomento pot;o fidenza furono imprigionati, e chiamati
amico della corte romana, per l'impegno a render conto d'aver ingannalo un Pon-
da lui intrapreso in fivore delle preten- tefice di tanta virtù, e perciò cagionalo
sioni dcU'impero stesso e del suo sovrano. alla camera apostolica gravissimi daniti.
3io TE S TES
l*er lormarnc il processo il Papn deputò nedelfo XIIl. Quanto fece Clemente XII
una congregazione detta de Nomuillif:^ e riguardo alle/>ni;7//«'.intalearticolo lo no-
composta di 6 zelanti cardinali col pre- tai, in uno all'abolizione dell'appallo del
lato segretario, con ampie facoltà di pro- sapone. Ad ovviare pregiudizievoli con-
cedere; sospese il cardinal Coscia dall'e- seguenze, ristabilì il giuoco de! lotto per
sercizio dellefuiizioni comearcivescovo di lutto lo stato, l'incamerò, ne proibì l'ap-
UeiieventOjC griiitimòla restituzione alla palto, ed a mezzo del tesoriere Sagri[)antl
camera di scudi 200,000, somma da lui fiM'ono pubblicate le pontifìcie disposizio-
ingiustamente percepita contro le leggi -
ni: Che il prodotto sarebbe a disposizio-
Gregoriana e Innocenziana , die diconsi ne del Papa, e impiegato in opere pie, in
de datis et acccptiy. Essendo rilegato in opere pubbliche, e in soccorso della ca-
Castel s. Angelo ne fuggì travestito, on- mera apostolica, affidandosene e confer-
de fa uicliiarato incorso nell'interdetto, mandosi la soprintendenza a' tesorieri
privalo de'benefìzi ecclesiastici, e venduti prò tempore. Come il Papa impiegò Tu-
all'incanto per conto della camera apo- lile ricavalo dal Lotto, a quest' articolo
stolica i mobili del suo palazzo e la li- 10 narrai, notando che nel gennaio 1743
breiia.Con monitorii di deposizione dalla l'estrazione che facevasi nel Campidoglio
porpora e di pubblica scomunica, se non s incominciò ad eseguire nella gran log-
ritornava inP».oma,ad onta dell'imperia- gia del palazzo della Curia Innocenziana.
le protezione; vi si restituì, e gli fu asse- 11 pubblico giuoco del lotto non fu mai

gnato per luogo di rilegazione stretta il condannato generalmente dalla s. Sede,


monastero di s. Prassede; quindi per a- la quale meglio informata abrogò le cen-

buso di potere, e per aver tradita la fi- sure lanciale contro di esso per alcuni luo-
ducia in lui ri()OSta da Benedetto X III, fu ghi; l'autorizzò dopo maturo esame econ-
condannato alla multa di 80,000 sciuli, sulta di gravi teologi e canonisti; e dal go-
olire altre somme iniquamente percepite; verno de'Papi venne tratto tratto rego-
privalo di voce attiva e passiva, spoglialo lalo con provvidi ordinamenti e savie ri-
di tutti i benefizi, dichiaralo incorso nel- forme, per ispogliarlo dagli abusi intro-
lascomunica maggiore, e condannato per dotti dalla cupidigia, dalla corruttela e

IO anni in Castel s. Angelo a fine di pur- dalle ridicole superstizioni. Di recente la


garvi commessi tuisfatti. Tuttavolta al-
i feconda e dotta pena di mg."^ Mario Fe-
l' ombra del patrocinio imperiale fu as- lice Peraldi pubblicò in Pxoma nel i 85o:
solto dalle censure, <|uindi fu multato al- Una causadel popolo ossia giustifica-
lo sborso di 3o,ooo scudi. uscendo dal car- zione del pubblico giuoco del lotto. Per
cere per entrare in conclave in cui fu c- la carestia diminuiti i pubblici introiti, mi-
letto Benedetto XIV, il quale condo-
gli nacciando fallimento i banchi dell' Ospe-
nò il resto della prigionia, e la multa de- dale di s-. Spirito e del J fonte di Pietà,
gli 80,000 scudi fu applicata alle parroc- in tante angustie Clemente XII cavò dal
chie povere d'Ungheria. Quanto a' pre- tesoro ponliiìcio 3oo,ooo scudi, che colla
lati arrestali, mg.' Coscia fratello del car- sua economia vi avea riposti, distribuen-

dinale e vescovo di Targa, con altri del- doli graluilamente per alcuni luoghi del-
l'arcidiocesi di Deneveulo, in diversi mo- lo stato. A riparo di detti banchi, vi pro-
di furono puniti. Il cardinal Fini di I\Ii- vide con una visita apostolica a quello di
nervino, uno degl'incolpati, fu privato di s. Spirito, conT20,ooo scudi tratti dalla
voce attiva e passiva nelle congregaziofii, rev. fabbrica di s. Pietro, e con 80,000
aliequali fu riammesso per non essersi tro- scudi del prodotto da'lotli, dal quale ne
valo reo dal processo fattogli : egli peiò assegnò 5o,ooo all'altro banco del Mon-
rassegnò tulli i benefizi ricevuti da Ce- te di Pietà. Pe'vari altri bisogni in cui si
T ES TE S 3 1

(rovo il Papa fu coslrelìo di accrescere il mera apostolica ad uno stato che merita-
riìoiites. Pietro di scudi 2,(596, i co. luci- va un energico provvedimento; laonde
lie Cleuienle XII pubblicò diverse leggi per recarvi opportuno rimedio, comin-
per la sede vacaute, fra le quali dichia- ciò dal ristringere le spese del palazzo a
rò i limili doll'autorilìi de'curdiuali anche postolico, persino quelle del suo trcilta-
nelle spese; obbligò il tesoriere a mostra- mento. Lasciando alla camera certi di-
re al nuovo Papa le note delle spese fatte ritti che per lo innanzi erano devoluti al-

prima del conclave e durante esso; vietò la borsa privata de' predecessori, si co-
straordiuari emoluiheuli e le vesti di lut- minciò in breve a vedere che invece dei
to al camerlengo, al tesoriere, alT udito- anno soggiaceva la ca-
debiti a cui ogni
re generale della camera, a'chierici e pre- mera 200,000 scudi, sopravanzava
di

sidente della medesima. qualche somma, coperta tal deficienza.


Denedetto XIV degnamente gli suc- Piegolò parimenti le sportule che si pa-
cesse a* 1
7 agosto I 740, sotto il quale il te- gavano alla dataria, e riformò il soldo de-
soriere Bologiietti nel suo possesso caval- gli ulKziali militari, sopprimendo insen-
cò coll'uditore delia camera, e con edit- sibdmenle un corpo di 5oo soldati, tra-
to del 174' stabilì la deputazione d* un lasciandone il riuìpiazzo. Dappoiché, se-
ministro pontificio al Porlo d'Anzo, per condo Muratori, lo stipendio delle mili-
spedire i bollettoni e ricevere le assegne zie papali era sì pingue, che il .semplice sol-
delle mercanzie ivi scaricale per portar- dato poteva dirsi pagato quasi a propor-
si altrove. Da un editto di estrazione del zione degli udìziali degli eserciti francesi e
monte Paolo delle Religioni de'aSa-
s. tedeschi. Meglio è vedere Milizia ponti-
prile dello slessoannoi 74 ij^pparisce che Quindi fu sempre iuteutoal vantag
ficia.

Giuliano Piubini commissario generale giodeirerariocamerale,procurando prin-


della camera esercitava l'uflìzio di pro- cipalmente ogni risparmio, e assegnando-
tesoriere. Di poi a'9 settembre 743 il Pa- i gli il capitale de'vacabili, che andavano
pa creò cardinale Bolognetli, e lo fece suc- a vacare per la morte de'possessori. Per
cedere da do. Battista JIcsmcr-^vA chie- ben regolare le ragioni della camera apo-
rico di camera e presidente dell'annona, stolica e del suo erario, non essendo sulìl-

che poscia a' i o aprile l 'j^'j creò cardina- cienti le costituzioni de'suoi predecessori,

le.U soslituitoG/o. Francesco BancJueri, né quelle emanate da lui nel 743 e 744> 1
i

anch' esso chierico di camera e commis- pubblicò la bolla Apostolicac sedis, a'
sario del mare, lo elevò poi alla porpora 18 aprile! 746, />«//. Bcncd'XIV, t. 1,
a'26 novembre 1753. Indi dichiarò te- p. 18, nella quale confermò la congrega-
soriere general^ Nicolò Pcrelll decano zionede'residui, cioè de'debiti restali de-
de'chierici dicamera, già presideute del- gli appaltatori camerali, che da Clemen-
la grascia, e allora prefetto dell'anno- te XII era stata istituita, e inoltre ordi-
na: ebbe prima il goveroodiP>.ieti,poi la nò che si tenessero libri generali, ne'qua-
ponenza diconsulta,clie con raro esempio li fossero descritti gli appalti e le rendite
continuò a ritenere anche promosso alla provenienti da'romani, e dalle provi ncie
presidenza della camera, in tutto riful- della Marca, Camerino, Urbino e altre,
gendo la sua integrità e vigilanza. Bene- da'montieinvestiturecameralijCon mol-
deltoXlVcon instancabile diligenza si ap- ti altri opportuni provvedimenti sulla
plicò non meno alla felice amministra- computisteria della camera e de'minislri
zione della Chiesa, che al vantaggio po- della medesima; dichiarando essere il te-
litico e finanziero de' ponlillcii domiuii. soriere generale l'amministratore e il de-
Trovò egli che le spese de'precedeuli pon- positario delle reudite de' domiuii della
lilicaliavevauo ridotto l'orario della ca- s .Sede, il che confermò nella bolla A-
3 1 2 TE S TE S
posfolìcac Scdìs Acrariiim. Con due spettassero siffatte cause. Pel concordato
inotu-propii de'aS novembre! 742, /i"?- concluso da Benedetto XIV colla Spa-
scado hcu; presso il Bull. iMagn. t. 16, gna (/ .), sulla nomina debenellzi, e su-

p. I 18, e 27 aprile 1748, prescrisse le nor- gli spogli e fruiti delle ed chiese vacanti,
me per concedere gli appalli camerali, in compenso di tante perdile il re inviò
riceverne le oilerle per pubblico concor- a B-oma due milioni di scutli, che furo-
so, pel maggior utile dell'erario, e loro no depositati in Castel s. Angelo. Quindi
stipulazione. La Congregazione econo- il Papa a porre in grado la Dataria di

mica (T" ), istituita poi da Pio VII, ripe- poter soddisfare gli onorari de'suoi ufll-

te l'origine da Benedetto XIV e la chia- zialicon sicurezza, a motivo della nota-


mò pure con tal vocabolo. Colla bolla bile diminuzione degl'introiti pel conve-

Coneredi timi, de i3 gingnoi748, Bidl. nuto, le acquistò il Palazzo iMadania,


Magn. t. 17, p. 228, dichiarò le facollh poi del Governo peravervi collocalo il go-
de' caidiiiaìi legati nelle provincie dello vernatore di liomacol suotribunale,edo-
stato, principalmente sulla rinnovazione ra vi è il ministero delle finanze. Nella bio-
dell'investiture e enfiteusi camerali. Con- grafia di questoPapa ed a Dogane, per le
siderando 1 danni che provenivano a'do- leggi emaoaleda'camerlenghi e tesorieri,
minii pontificii, per la proibizione del riportai molte delle zelanti disposizioni
commercio libero delle vettovaglie e di finanziarie di Benedetto XIV, sia per la
quanto appartiene alle vesti tra le pro-
si prosperità dell'erario, sia per accorrere
permise a tutte, tranne Avigno-
\incie, lo q'suoì straordinari bisogni; come nel pas-

ne, Benevento, Piieti, la Sabina, Viterbo saggio e stazione di eserciti austriaci e


e Civitavecchia co' loro lerritorii, dalle spagnuoli, che combattendo nelle lega-
quali non si potesse estrarre i cereali, il zioni riuscirono colle loro esigenze di non
vino e la legna, perchè eccettuate le due poco aggravio. Altre delle cose in tali ar-

prime, le altre servivano all'abbondanza ticoli già riferite le toccai di sopra, altre
dell'annona di Roma: le disposizioni si sono le seguenti. Le precauzioni per la

leggono nella bolla Quo <:/?V,deir8 luglio peste di I\I^ssina,che importando non lie-
1748, Bull. cit. p. 233. Indi la confer- vi spese, oltre l'interdizione commercia-
mò col moto-proprio Benclw in sequela, le colregno di Napoli, per supplirvi fa
de'Bo maggio 1749,^"^^- cit. t. i8,p. 89, d'uopo d'imporre tasse, anche sulle ren-
dichiarando il privilegio antico di con- dile, quasi eguali alle ricordate di Cle-
cedere r estrazione del grano, che però mente XI, meno tenui modificazioni. Per
restava sospeso ne'mesi di giugno, luglio la guerra navale sostenuta das. Pio V con-
e agosto, e per riguardo al granoturco an- tro i tuichi, le congrega2yoni monastiche
co pel settembre, negli anni di carestia e d'Italia,cioè le noverate dal Novacs e furo-
in quelle provincie che ne avessero penu- no i cassinesi, i certosini, i canonici re-
ria. Alla camera apostolica avea Sisto V golari lateranensi e di s. Giorgio in Al-
applicato pene de'danni dati, e però a-
le ga, gli Olivetani, i camaldolesi, i vallom-
vca deputato un commissario della me- brosani, i crociferi, i celestini, quelli del
desima per conoscerne le cause: Clemen- ss. Salvatore, offrirono per decime annui
te Vili soppresse quesl' ufiizio di com- 40,000 scudi d'oro (ovvero come il No-
niissaiio, ed applicò le dette pene alle co- vaes dice ntWaStoria di Benedetto X.IV,
munità dello stato. Benedetto XIV con- scudi 84,170) forse a quell'epoca giunti
fermò tale disposizione, e inoltre stabilì a tanto), sul fondo de'quali quel Papa e-
colla bolla Inveterala, de' 2 5 gennaio ressè il luogo di monte_ Fede, poi dello

lySi, Bull. Magn. l. 23, p. 180, molti Religione. Penetrandosi Benedetto XIV
provvedimenti, per conoscere il foro cui della gravezza del peso, onde diverse eoa-
TE S T E vS 3.3
£»ie<!;azloni ernno decadute nel decoro, per- of) anni. Tn l)reve, ad onta di tante prov-
mise loro allearsene con png^irc il capi-
alli videnze, di tante sollecitudini di bene-
tale di tali frulli, onde per gratitudine i delio \IV, lerario camerale restò sem-
cassinesi gl'iniialzarono una statua mar- pre con un annuo <^/('/à/7.A'6 luglio 17 58
morea nell'atrio della basilica di Monte divenne Papa ClementeXllI,nel cui pos-
Cassino. Avendo il Papa, per sollevare la sesso cavalcò il tesoriere mg,' Pei elli col
miseria del popolo,soppies>o 7 pesanti tri- maggiordomo a sinistra, incedendo loro
buti sidla seta cruda, sull'olio, sul bestia- in mezzo l'uditore generale della carnei a.
me e altri generi; a dare un compenso Elcvatoalla [)orporaa"24sellembrei 7 jq
alle scarse rendite della camera che non il Peiellijgii SUI rogò iSV/t'tv/o Crt/Z(7/(' ca-

fosse gravoso a'poveri, e solo a'facoltosi, nonico della basilica Laleranense, sotto-
nel uiar7.oi74i introdusse la carta bol- decano de" chierici di camera e prefetto
lala, sec<nido l'idea già intavolai;^ tlal pre- dell'annona, che annoverò nel senato a-
decessole, cioè di certa carta sigillata. Fis- postoiico 326 seltembrei 766.Clen)eiite
soli prezzo di bai. 2 [)er foglio, dovendosi XI 11 ad insinuazione del baione o conte
prendere anco da'ministri camerdli [)er di s. Odili (di cui nel voi. V, p. 47). agen-
scrivervi i contratti e tutte le scritture da te imperiale del granduca di Toscana ia
prodursi in giudizio; e per bài. 10 il fo- Iloma, e del proprio nipote cardinal Car-
glio quella che dovea servire per le pa- lo Rczzonico camerlengo, nominò teso-
tenti de'kioghi di monte ec. A' 8 luglio 1 riere generale G/c. Aìi^^clo Braschi Uili-
I "42 |)er uei settennio ne die l'appalto a tore del camerlengato, poi glorioso Pio
Michele Lopez Rosa e compagni. coU'an- / /. Il Papa poco dopo la sua elezione, fe-

nua risposta di 60,000 scudi. Siccome pe- ce dal prefello dell'annona Piccolouiini
rò non mancarono ministri, clie ne au- diminuire il prezzo de'piij comuni com-
mentarono la gravezza e lo convertirono mestibili a vantaggio de'poveri;eiiel 17G1
in proprio vantaggio, così il Papa a'c) a- per accrescere le manifatture dello stalo
gosto I
743 soppresse la carta bollala. Ma accordò a Egidio Petit la [)rivaliva per
non potendo la camera restar defrauda- I 5 anni, d'imprimere e formare le carte

ta dell'annua somma che ne ritiaeva, la dorate, inargentate, ondate e marmora-


ripartì il Papa per 3 quinti alle comuni- te ad uso di Germania, senza l'impedi-
tà dello stato, ricavandone 86,923 scu- mento deirintroduzione nello stato del-
di, e pe'24,000 restanti degli altri 2 quin- l'estere. Alle angustie atroci che solTiì il

ti, l'unposea Roma sopra monti came- i suo bel cuore, nel zelare la difesa della
rali a 3 bai. l'anno per utonle, oltre 2 bui. Chiesa e la prospeiilàde'suoi popoli, si ag-
cbe già pagavano a titolo di ìiiancia, e giunse una siccità straordinaria che pro-
sopra gli uillzi vacabili di 1000 scudi di dusse deplorabile carestia. Come sollevò
capitale in annui paoli IO. Dipoi Bene- iPoveri, quali provvidenze prese, ecpiali
detto XIV die in appallo il Tabacco, in imposizioni fu costretto accrescere,lo notai
uno all'acquavita, privative che in segui- negli articoli relativi, nella sua biografia
to abolì, sostituendo a quella del tabac- ed a DoGAXE. Altre notizie si ponuo leg-
co quanto all'acquavita la die
altri dazi, e gere nel Xovaes, ed in Cop[)i, quale di- il

inseparatoappallo perannui scudi 8000. ce che per supplire a tante calamità si e-


Finalmente DenedettoXIV aumentò il strassero scudi 5oo,ooo dal tesoro po-
monte di s. Pietro per 728,000 scudi, per sto in Castel Angelo da Sisto V, ed im-
s.

cui d Coppi calcolò, uniti agli altri ac- piegò fondi dell'annona che ascendevano
i

crescimenli de' j inuneiJiali predecesso- a circa 400,000 scudi, quindi pose un tri-
ri e surriferiti, aggiunti ad e>so monte buto straordinario in Pioina e suo dislrcti
lo,oc)6,5oo scudi uel periodo di circa lo per reintegrarli. Aggiunge il 2 che do- .'^
3 1
4 TE S TE S
pò l'estrazione d'un niilione e mezzo fai- rispondenle all'iaipiego, gli scrisse a i 3
ta ila Clemente XIII, nell'eraiiu Sanzio- giugno 1773 mi breve del seguente teno-
re ossia di Sisto V, rimasero nel 1767 te. Dopo di averla collocata nella rag-
scudi 1,01 3, 122. Eletto Clemente XI guardevole carica di nostro tesoriere ge-
a'i() maggio 1769, nel suo possesso ca- nerale, ci siamo accorti di averle accre-
•valcò il tesoriere Brasclii, il cpiale aven- sciulo e peso e dispendio. Circa il peso
do pailicolare trasporto pel progresso abI)iamo già in lei riconosciuta bastante
delle arti e delle scienze,e volendo ad es- abilità |)er sostenerlo, e sicura fedeltà per
se somministrare un generoso e stabile giovare alla rev. camera. R.esta pertanto
sqslegnojpensò allo stabilimento del 3/»- a noi il pensiero di liberarla dal </Myje/i-

SCO f aiicaiìo. per conservare le piìi ri- dio. Che però abbiamo risoluto di asse-
spettabili memorie delle romane antichi- gnarle scudi cento per ogni estrazione del
tà ; e promosse varie altre cose interes- /o//o.osiadi/io/;/YZOSÌa di iVc/yyo//". L'au-
santi il bene [lubblico dello stato ponti- tore della Fila di Cleinente XIF, rife-
flcio, come riferisce Vitali. E' indubitato risce erroneamente che a suo tempo le
che il tesoriere Ihaschi avea gran genio rendite dello slato papale ascendevano a
per le molto contribuì all'è-
belle arti, e circa 4 milioni di scudi; mentre l'auto-
lezione del Museo dementino, poi da lui re del Testamento poliùco lasciò scritto
Papa grandiosamente aui[)liato; ma de- diesi potevano valutarescudÌ2, 700, eoo,
vcsi molta lode anche ali ingegno di eie- -superando l'uscita cjuasi 120,000 scudi,
mente XIV ed all'amore che pose a'fe- Osserva il Novaes, die fu sempre diiìlci-

raci scavi dioìonumenti antichi ches'in- le lo stabilire con precisione l'annue en-
trapresero nel suo breve pontificato, e Irate della camera apostolica, che i cal-
furniò una pi eziosa raccolta di monumen- coli meno esagerati fecero ascendere a
ti, con che fondò pel 1.° il detto museo; due milioni e mezzo di scudi, comprese
ed arricchì non meno la contigua biblio- le dogane, la dataria e la cancelleria. Le
teca Vaticana di cimeli e di papiri, del- sole rendite territoriali avrebbero potu-
la quale riparlai a Stamperia Vaticana, almeno scudi 800,000, mal-
lo l'iuttare

Mentre il tesoriere Braschi era intento al gìado che allora dagli aflitli non se ne ri-
niiglioramento della finanza, per la sua cavavano che intorno a 4<JO,ooo, come
iiillessibililà nella gelosa carica, e pe'nia- notò il Ceccatini. Nel 1 774 fu pubblica-

-&^ de^Ii ambiziosi


iie2"i fuaQVeltata la sua to in lloma: Lo stato prt
presente o sia Le
esaltazione al cardinalato a' 27 aprile rie/azione della corte di Roma del cav.
1773, sostituendogli il* Papa Giiglielnio Lunadoro illustrata da Zaccaria. Nel
Pullolta segretario del buon governo e t. 2, cap. 33, Del Tesoriere della lì. C.
canonico Vaticano. 11 Cancellieri nelle yf, e delle congregazioni cui egli presic'
Dissert. sopra i Discoboli, riporta mol- de. dichiara come appresso Io slato d'al-

te notizie parlicolaieggiate del"Pallotta. lora ch'è importante conoscersi. » Sole-


Diceche Clemente XIV soddisfatto dalle va ne'passati tempi il cardinal camerleu-
provvide disposizioni e savissime leggi dal go, oltre al governatore di Roma e Tu-
prelato promulgate qual segretario del ditore della camera, scegliersi ancora un
buon governo, a vantaggio delle comu- tesoriere a cui commetteva lacustodia del
iiilà dello stato, 1' innalzò a! cospicuo e [nibblieo erario, e la cognizione delle c.iu-
luininoso impiego di tesoriere generale, suili [)oco momento, e che non abbiso-

» Essendo persuaso, ch'era allatto inca- gmivano de'siilfragi della piena camera;
pace di approfittarsi di veruna sorte di ma non altriujenti che del governatore
regalie e d'incerti, alììnchè potesse ave- e dell'uditore, piaccpie pure a' Pupi di fu'
re il modo di sussistere con decoro, cor- la scella di questo personaggio. Per lo
TES TE S 3i j
più uno (le'chierici di camera viene co- gli spogli ecclesiastici, e dia' residui, coin-
slituilo in tal posto, vicino al cardiiiala- po>le di [)Ìli prelati ed iinìcioli della mo-
to. Questo tesoriere medesimo compari- desiina camera apostolica. D'altra parli-
sce in pubblico col maestoso corteggio, colare congregazione, che- tiensi ogni set-
come l'uditore della camera, da due car- timana nelle di lui stanze, egli è pur ca-
rezze in flocchi (di seta paonazza, pel no- pò. A questa congregazione inlervengo-
talo a Prelato, dicendo de' prchili di no 1' avvocalo
e il procuratore del fisco, d

Jwccìictti). L'autorità di cpiesto prelato commissariogeneraledella camera, e il di


non solamente si estende alle cause civi- loi sostituto, e talvolta ancora 1' uditore
li, ma parimenti alle criminali, nel qual tlel medesimo; vi si agitano ne-
tesoriere i

caso procede somìiiaritnncutc. Egli s'in- gozi criminali, che civili propri del tri-
s'i

gerisce di j.!" istanza in tutte le liti che na- bunale.Due volle la settimana, cioèil iner-
scono per gl'interessi della rev. camera, coledì e sabalo, giorni (leslin;Ui ail'udien-
ed ha la r?////»/<//àv/ coll'udiloie
in tutti za de'n)inistri dello sialo, portasi il leso-
dei cardinal camerlengo, per la (piai co- rierein//orr///alpala/.zoa[)ostoIicoperi"i-
sa tuttociò che riguarda o gabelle o ap- re intesa Sua Santità degl'interessi dique-
palli, od erezioneovvero soppressione de' sto tribunale". Esatto il riferito, però co-
luoghi di n)onle,è sottoposto al di lui tri- me ognun vede, è mancante di molte del-
bunale; ond'è che nessun altro giudice leprerogalivee attribuzioni che andaide-
scnza il di lui cxecjuaiur può in verun scriveiìilo. Riprodusse il Lunadoro, colle
modo distornare o disciogliere gli obbli- aggiunte del Zaccaria, nel 1828 il F.da-
ghi addossati a'iuoghi di monte, agli uf- schi,/y^ Gerarchia evcle.siastica,c lafa-
fìzi vacabili, ed a' depositi di flenaro, a miglia pontificia, non %enza eirov'i, eniu-
seconda della costituzione di Benedetto nodi essi nominò, né il p. Conatini, dacui
WY, RoinaìuTc Ciiriac, de' 2 i dicem- egualmente ricavò le altre ncjtizie! Pio VI
brery4"^> ond'è ch'egli presiede non so- a'i5 febbraio dell'anno santo 773 fu in- i

io alle congregazioni de' baroni, ma e- nalzato al pontificato, e dipoi a' 3 giù- 1

ziandioa quella de'monti. Inoltre il leso- gno 1777 creò cardinale il Palletta, di-
riere è qual depositario generale dell'en- chiarandolo pro-tesoriere, e lo era ancora
camera apostolica. Egli or-
trate della rev. nel i 782 quando il Vitali pubblicò le sUn
dina pagamenti necessari e consueti che
i bellissime Dlcmoric, e terminandole con
devono essere soddisfatti dalla stessa ca- bi'jgh fa cpiesl'elogio. « Per l'esattezza e
mera, ed eseguisce gli oidini di Sua San- somma diligenza, che adopera negli af-
lilà pe' pagamenti straordinari, leneu- fari della camera pontificia, ha acquista-
do di tutto un esatto conto, a norma to una stima superiorea quella de'tlue al-
del nuovo regolamento istituito da Bene- tri rinomatissimi cardinali Pallolta suoi
detto XIV colla costituzione y/;io.^fó//'r(7e anten;iti". Il citato Cancellieri ilice cht!
Scdis Acrarium. W[x\ •^\i\ìo\\\\n?iù%ono tanto da prelato che da cardinale aiu-
gl' inferiori tesorieri dello stato, ed a lui ministrò il tesorierato colla piìi granile
rendono ragione li subalterni ministri, li integrità, e-atlezza e vigilanza. Studiosa
collettori eli nunzi delle rendite delle col- e attaccalo, fino allo scrupolo, al più e-
lette e degli spogli, che tornar devono ad salto sistema di una vita metodica, avea
accrescimento dell'erario apostolico; ed è distribuite tulle le ore del giorno fra gli
perciò ch'ei medesicno non solamenle so- esercizi di pietà e le sue incombenze, u-
piainlende alla congregazione de' conti mando sempre di tenere il tavolino net-
delia rev. camera, ma eziandio alle con- to e pulito, e di non
mai veru- lasciar
gregazioni camerali per gli aiìari civili e na materia addietrata. Nel 1778 si pub-
criminali, eper gli adari delle dogane, de- L'iicò iu Roma: La Regalia de' tesovi
3i6 TKS TES
ne jioiilìfieli (Inmìiiiì espostd alVE.mo e l'autorità; polche oltre il ministero delle
Ju'v.iiio Cardinal Giiglicl/no Palloltii finanze riuiù molta parte delle ingeren-
pro-tcsoricrc generale, della Santità di ze ne'minis Ieri dell' interno, della milizia
JV\ S. Papa Pio VI, da Giuseppe Già- e della marina. Indi si recò a Civitavec-
vaiiardi BufTerli iniolese coiiinùs sai-io chia a prendere possesso, come commis-
generale della rev. Camera apostoliea^ sario del mare. Quanto egli fece nel ri-

con mi appendice di nioiiuineiili buona nomalo suo tesorierato lo rimarcai nella


parte inediti^ ed alcuni \'oti del eh, mg.'' sua biografi^, e in quella di Pio VI, per

Uè Rossi già avvocato fiscale sulla ma' le grandi imprese elfettuate: sulle Pala-
teria de tesori. Di questo libro ae resero di Pontine, alle quali il Papa seco io con-
ragiofie V Effemeridi letterarie di Roma duceva nell'annue sue gite a Terracina,
«lei 778 a p. yG. hi esso si dice, che nei
r I mediante la creazione di 14,393 luoghi di
{empi della repubblica romana antica i monte di scudi 100 l'uno, che produsse-
lesoli die si (lisco[)rivano appartenevano ro i,62(,c)83 scudi; per io sta.bilimeiilo
ag!' in ventorij diritto die si sostenne an- delleDogane ne'confini, secondo il pia-
cor;, sotlo i [)rinii imperatori. Perrj dopo no itnniaginatoda Benedetto XIV, elimi-
Alessandro Severo i diritti fiscali sopra i nandosi quelle confuse, e che davano luo-
tesori presero tntfa la loro estensione, ma go ad abusi de'baroni, fra feudo e feudo
Leone I e Giustiniano i imperatori d' o- pe' pedaggi e gabelle interne sul traspor-
rieiite resliluiroiio i tesori agi' inventori. to delle merci, con gravi incomodi e di-
In seguito per diritto universale si appli- spendi de' commercianti, nelle provincié
carono tesori all'erario pubblico, e ne
i di R.omagna,Marca, Umbria, Marittima e
fu formata una regalia sovrana, che anco Campagna, abolite interamente nel 1777,
i Pa[)i rivendicarono sino da Innocenzo onde fu coniata la medaglia coU'elilgie del
Jll e Nicolò III, in tempo de'quali i trova- Papa, e nel rovescio fu espressa la Liber-
ti tesori si riguardavano come esistenti nel tà che rompe le calene de pedaggi, col-
patrimonio della Chiesa. Indi nel secolo l'epigrafe Porloriis Saìdatis: a stabilire

XVI diverse leggi [)onti(icie disposero che un sistema di finanze ben ordinato si de-
lecavede'marini,statue,oro, argento, me- cretò dal Papa un nuovo e uniforme ca-
talli, ec. spettavano porzione alta camera tasto, e sulle slesse basi 0611782 fu or-

apostolica, la quale con permesso soltao- dinato il catasto nelle altre Provincie dei-
to del camerlengo o del tesoriere conce- io stato; per la Moneta di cui si penu-
deva che si dovessero intraprendere gli riava a motivo delle fatali cedole o fedi
scavi, colle condizioni al cavatore di dare di credito, ossia carta-moneta, della qua-
alla medesima il 3.°, il4-°j o anche la me- le riparlai a PiOma, descrivendone anche
tà del rinvenuto. Nel 1 784 P'O VI al car- il fine; e per quanto altro descrissi ne'ri-
dinale surrogò il celebre Fabrizio Rnf- cordali e altri articoli, la Milizia, l'incre-

Jo gli con-
chierico di camera, ed inoltre mento dell'erario, i miglioramenti nota-
ferì le attribuzioni dicommissario gene- ijili delle finanze. Col moto-proprio, Ol-
rale del mare, e di soprintendente di Ca- tre laprivalivagiurisdizione, de'sS set-
stel s. Angelo, che altre volte erano sta- tembre 1790, Z?«//./io/«. co/i/, t.8, p. 5i 3,
te esercitate da' tesorieri e poi accordate Pio VI ampliò le facoltà in causis qui'
a'cliiericidicamera, e in ("alti sotlo il pro- huseumrpie criniinalibus, a mg.' llulFo e
tesorieralodel predecessore funse i due uf- suol successori, confermando quelle per
fìzi mg.' AlessandroìNlarescotti chierico di le civili e come collettori de-
miste, anche
Ctimera. In tal modo il prelato Rullo si gli spogli, e soprintendenti alle dogane,

trovò rinvestilo di una carica, ch'era di- castellani di Castel s. Angelo, e commis-
venuta la J /della prelatura, iu quanto al- sari generali del mare. Col moto-propriOj
TE S T E S 3i7
Srgiu'iirfo Un'ostro, tle'7 dicembre i 79 T, mio XT'T al priiieijiio del \T\, la«)lo

BaILc\[. I. (), p. 97, il Pupa concesse un infelligentcdi economia pubblica e istmi-


reciproco couiraeicio libero fia le lega- tissiuio del sistema finanziario ilello sta-
zioni di Ferrara e Bologna, e le piovin- topoulificio, argomento da lui svollo an-
cie di Romagna e Mnrca con Urbino, Um- che negli Annali d' Italia dal \'j5o al
bria con Camerino, Patrimonio con Ca- i845' Perciò è sbagliato il titolo di tale
stro e Eonciglione, IMarillima e Campa- Diseorsn , di recente pubblicato da un
gna col Lazio eia Sabina; dirigendo l'at- gioinale letterario, colle seguenti parole:
to al tesoriere generale, clie lo pubblicò Sul debito j)u/)l)lieo del governo pon!'-
con suo editto. In premio di tante fati- dal 8 4 ^l 1 8 5, nieinoria del-
fieio, 1 1 1

che, sostenute indifllcilissimi e tristi tem- l'abbate Coppi, Roma i855. Asceso il
pi dal RuHò, Pio VI lo creò cardinale trono, Pio VI rivolgendo una speciale
e riservò in petto nel 1791. pubblican- attenzione alle finanze, trovò l'erario bi-
dolo a'2 febbraioi 7q4- Gli sostituì 6'/-
I sognoso per r eccessive generosità del
rohiiiìo ch'Ila Porte/, chierico di camera predecessoie, e molle disposizioni gli con-
e prefello dell'annona, che avea dato sag- venne rivocare e annullare, con che u-
gio di molta abilità, tanto in tale carica, tiliz/ò annui 4o,ooo scudi alla camera
quanto nel segretariato del buon gover- apostolica. Rianimò quindi l'agricoltu-
no. Per 3 voIleaccompagnòilPapaaTer- ra, rimosse gravi abusi, fece render con-
racìna per vegliare il diseccamenlo del- to ai lavorili del precedente governo, e
le Paludi Pontine, e come raccontai nel. procurò in ogni modo l'incremento del-
la biografìa si trovò a tutte quante le de- le rendite camerali. Incoraggi le arti, e
plorabili vicende, ed a tutte le calauiità più tardi le manifatture indigene, e con

che precedettero e accompagnarono l'i- una equa distribuzione d'imposizio-


pili

liade cui soggiacque lo stato e Pio VI. Do- ne, stabilita con tariffa generale per pro-
Tendo ora parlare genericamente dell'al- muovere l'industi ia dello stalo, ben tosto
tre cose del pontificalo di Pio VI, quan- utilizzò all'erario quasi im 3. 'dell'ante-
to alle finanze e all'erario mi si aprireb- riore rendita. 11 dotto prelato Paolo Ver-
be un vasto campo, tali pure essendo Je gani,assessoregeneraIe delle finanze e del
condizioni de'ponlifìcali de'suoi succes- commercio, ed ispettore dell'agricoltura
sori sino a'noslri giorni, pel complesso di 1794 pubblicò in
e delle arti, dipoi nel
tanti avvenimenti, di tante innovazioni, Roma: Della iinportanza e de'pregi del
che occorrerebbero libri per dichiararle. nuovo sistema di finanza dello statopon-
Laonde qu i ciò non potendosi effettuale, tifìeio.Diseorso. Le grandi imprese di Pio
colle biografìe di ciascuno, con quelle dei \I,che descrissi a'ioroarlicoli, il voler gio-
tesorieri, cogli articoli citali nelle primee vare all'annona, ed a cjuanlaltro già ac-
nel decorso diquesloarticclo,econ quan- cennai, l'indussero a fare un prestito coi
to altro andrò riferendo per darne un'i- genovesi di tre milioni di scudi, con ipo-
dea, in parte supplirò al piti principale, teche di fondi camerali per 9 anni, mal-
almeno tenterò d' ingegnarmi col com- grado la tacita disapprovazione de'cardi-

prendere un emporio di nozioni in breve; nali;indi neh 785 per l'acquistodellalMe-


giovandomi pel pontificalo di Pio VI del sola, nel territorio di Ferrara^ prese a
lVovaes,iS'/o/7V/ dcPon tefìci, e delBaldas- cambio 900,000 scudi al 3 per 100 dai
sari. Relazione delie avversila e patimen- Cambiaso di Genova: ma per le posteriori
ti di Pio VIj pel medesimo ed in parie vicende politiche convenne ipotecar lalMe-
del pontificalo di Pio VII, e sino 1810, al sola pe'5no,ooo scudi che in Genova sfes-
del Coppi con l'encomialo Diseorsn sul- sa prese a prestilo il niarchese Gnudi.Le
le finanze dello sialo poìUiJicio dal se' cedole essendo stale emesse da'banchi del
3 .8 1' E S T E S
Monte di pielà e di s. Spinto per corno- somma che c;iustnnieiile il Novaes nel ri-
do commerciale, inquantilà superiore ;il l'erirlacpialilica esagerata. Siaumeiilò pii-
denarodcpositaloiii essi, nel r786comiu- rei! debito pubblicodi altri 600,000 scu-
ciarono le difìlcoltà nel cambiarle in mo- di mediante nuova aggiunta di luoglii di
nela,con pubblico njalcontento e pregia- monte di 100 scudi per luogo. S'impose-
diziodel commercio. Inoltre pel ritiro dal- ro quelle tasse riferite dal Coppi, tanto
la circoliizione delle cedole, onde egua- sui benefìzi ecclesiastici, quanto sui lerre-
gliare la somma di quelle che rimaneva- ni di Roma e suo distretto, non meno che
no al contante depositato ne' due detti sui proprielaridicanoniecensiperpetuiin
Ijanchi, fu eretto il monte delle Porzio- Roma e suo distrelto.il Coppi calcola gli
Ili- vacabili per scudi i,5oo, 000 ai 5 per ori e gli argenti de'parlicolari portati al-
ien; indi furonoinvitati i proprietari del- la zecca,con l'interesse del 4 peri 00, ad
lecedoleadacquistarnei luoghi di 100 scu- un valore di scudi 56o,438:gi ; quelli del
di l'uno. Dopo la disastrosa rivoluzione di monte di pietà a scudi qGa, 102:86; quel-
J'Vy//»/V/, divenuta repubblica, questa ri- li del tesoro della s. Casa di Loreto a scu-
\'olse lesoemirealleconquisleed ademo- di 79,51 7:87. Le quali somme unite a
1

crali/zaiei popoli. In Roma ciò tentandosi scudi 6oq, 249:96 presi dal tesoro diCa-
dallimprudente Basville, in un tumulto slel s. Angelo , formarono un totale di

restò ucciso, l'ieni di risentimento e veu- 2,3 1 i,3o9 scudi e bai. io. Nel 1793 si

dettai rej)ubblicanidiFraiicia, minacciali- prese denaro da'privati a censo, e cbll'a-


do l'occupazione anche dello stato papa- donato da'presidi delle provincie si ebbe-
le, per difesa diessoPioVl armò nume- ro3oo,oooscudi.Nel i796essendoifran-
lose milizie regolari, aumentò presidii
i cesi vittoriosi in Italia, si avanzarono ad
del litoraledelI\]editerraneo,eposeCivita- occupar Bologna, Ravenna e Ferrara, e
vecchia in islato di difesa, quindi straordi- v'imposero enormi contribuzioni; per cui
nari e gravosi dispendi. Perciò sceman- fu forza concludere l'armistiziodiBologna
do la nionela e difficoltandosi la realizza- a'aS giugno: fra le dure condizioni vi fa-

zione delle cedole pel loro di>credito, fé- rono la cessione delle legazioni di Bologna
ce coniare dieci milioni di moneta platea- e Ferrara, il pagamento di 1 5 milioni di
le, cogli algenti delle chiese e de'privati franchi secondo Novaes,e al dire di Cop-
presi a prestito dalla rev. camera, onde pi 21 milioni di lire francesi, de'qualiiS
estinguere 8 milioni di detta carta, col milioni e mezzo in denaro, e 5 milioni e
fruito flel4i/2 per I 00 provvidenza che
: mezzo in merci e animali: di piìi si vol-
per la frode de'monopolisti non sortì l'ef- leroioo codici, e altrettanti dipinti e sta-
fetto che si bramava. Le finanze proce- tue a scelta. Adunatosi dal Papa il con-
dendo più deplorabili, Pio VI con suo chi- cistoro, con commovente allocuzione di-
rografò, alla presenza de' cardinali capi mostrò a'cardinali, che per soddisfare ta-
d'ordmeecameilengo, del tesoriere e del li somme enormi conveniva profittaredel
commissario della camera, nel 798 fece i tesoro di Sisto V, sagriflzio grande e iue-
cavare da Castel s. Angelo scudi 25o, 000 vitabile per non esporre alla strage due i

del tesorodi Sisto VjComediceil n.°i884 milioni e piìidi sudditi superstiti. A tali

del Diario di Roma, 5oo,ooo secondo proposte ragionevoli, tutto il sagro coUe-
il riferito da Coppi^ esi consegnarono ai gio vi convenne,e il denaro fu estratto da
provvisori del monte di pietà pel detto ar- Castel s. Angelo, Pio VI ad eseguire fé-

niamento. Tutte miserabili risorse io con- delmente i gravosi patti, inviò a Genova
frontode'grandi bisogni, ad onta cheriin- il marchese Giovanni Torloniajperpren-

postesui beni ecclesiastici aveano sommi- dere a cambio un milione di scudi, con
iiislralo forse circa 20 milioni di scudi, ipoteca dello slato pontificio; impresa che
T E S T E S 3 1
9
costò molledifTicoUìi, essendo esausti ì gè- tra metà tlell'oio e dell'argento. Vendè
noveri da'conlinui prestili forzosi die e- per 93,790 scudi al iiiaicliese Torlonia
sigevano gli occu[)ntori fiancesi. Osserva letenute Statuario e Koma Vecchia, in-
Novaes col Marchetti, che in quest'ep.)- di pervenne a consegnare a' commisstui
ca la camera apostolica si trovava grava- francesi 9,700,000 lire in denaro o in

la di ciica 100 milioni di scudi di debito verghe d'oro e aigento. 7 milioni in lette-
fra cedole, luoghi di monte, vacabili e al- re di cambio (/(. de' quali guarentiti d;il
tro ; debito fatto in gran parte pe' sussi- princi|)e iJoria-l^amphilj: però il I3aldas-
dii dati alle chiese e alienazioni stranie- sari dice che le lettere di cambio uscese-
re. Nella metà di luglio governo ponti- il ro a 5,974,525 lire loruesi, bensì che il
fìcio pagòiprimi5miIioni,doaiandbt|uin' ministro Cacault asserì che Pio VI avea
di a' particolari e alle chiese la riietà del- pagalo in cambiali quasi 7 milioni, e che
l'oro e dell'argento loro restato; ma il di- per 5 avea sotloscritlo lettere di caud)i<»
relloriodiParigisi rifìutòconfermarerar- il dello principe, per cui congetturò cht;
mislizio, esigendo la ritrattazione de'bre- quel generosissimo e pio signore, oltre i

\i poiilifìciiche aveanocondannala la Co- 4 niilioni di cui si fece garante, poi de


stituzioneciviledelclerodiFrancia,laon- incambìaliun altromilione),ed iugio- r i

de non ebbero luogo, pagamen-


ulteriori ie radunale col disfacimento de'trirégui,

ti. Intanto il I^apa fece armare 2,000 uo- 1 mitre e altri ornamenti pontificii, falli li-
mini, e si trovò perciò obI)ligato ad au- tornare col resto del tesoro da Terraci-
mcntarla carta monetala, a chiecieie sus- na. Ad un milione ascesero le spese del
sidii volonlarii a'suddili.e ne ricevè scu- trasporto de'suddelti ntonumenti di bei-
di 160,9 4:3 1 i; ^f^iidè la tenuta di l'orto le arti, che si consegnarono, e 4'>''lioni
per scudi I 20,000, e quella dell'Isola di esigettero i francesi nelle provincie occu-
Porlo per scudi 60,000. A' 2 febbraio pale. Onde lo stato nel breve spazio 4 di

I 797 i francesi passaronoostilaìenleiìSe- mesi pagò 32,700.000 lire francesi. Per


nio presso /"V/cvirr/, invasero nuovaraen- tanti disastrosi sagrifizi crebl)e euorme-
te la Piomagna, entrarono nelle Marche, menle la quantità dellecedole ocarla mo-
involarono quanto di prezioso trovarono netala neli797, poiché il monte di pie-
nella s. Casa di Loreto, e pervennero (ino là, co'calcoli prodotti dal Coppi, dal [
795
a Foligno. Costernala Pioma, s'incassa io- ni 1
7
97preslò al governo ossia conca lami-
no tulli gli effelli preziosi del tesoro pon- toso espedientecreò cedole per8, 808, 769
lificio e s'inviarono a Tcrrnci/ia, per poi scudi. A questa somma aggiunti altri scu-
Irasporlarli in Sicilia. Costretto Pio VI al- di 2,237,554 che il medesimo monte a-
la pace, a' 19 di detto mese da Napoleo- vea prestati al governo per diversi titoli,

ne fu dettata a Tolentino (^). Fra le al- il credilo di esso col pubblico erario ascese
tre cose si stabilì, che il Papa cedesse al- a scudi i 1,046, 323. Siccomeil totale del-
la Francia le legazioni di Bologna, Fer- le cedole ammoulava a circa «4 milioni,
raraePiavenna, AvignoneeilconladoVe- si vuole che 3 spetlasseroalleformale dal
naissino. Che prima del 6 marzo pagasse banco di s. Spirilo, i cui ordigni per stain-
i5 milioni di lire, de' quali io in dena- parie co'registri dipoi si prese il commis-
ro e 5 in diamanti, e ciò a conto de' 16 sario Haller. Per la coniazione della roo-
snilioni circa che rimaneva a dare per l'ar- neta plateale o erosa, cioè dargenlo mi-
luislizio di Doiogna di più in diamanti
; sta co'metalli inferiori, il valore nouiina-
e in altre cose i5 milioni, de'quaii io nel legiunse a scudi 3,547,968, corrispon-
delto mese e 5 in api ile. Per adempiere dente al reale di scudi 1,827,666, e per-
a tali durissime condizionijil governo pon- ciò il governo si trovò in debito col pub-
lilicio domaudò a'suddili le gioie, e Tal- Llico di scudi 1,720,302. Da lutti questi
320 TE S TES
lagiimcvoli disnstii ne derivò un enorme sa conciliare. A tulli questi prestili eccle-
tlehilo puhhiico , clic il Coppi nel l'jq'j siastici fu dato il 3 peri 00, promettendo
classidoò in luoglii di monte per scudi il Papa che mai più si sarebbero create
54, 7 i5<ì4'2; in cedole scndi 14,000,000;
1 altre cedole. Tultociò non essendo sulli-
in vacal)ili scudi i ,892,400; in creditori ciente per l'estinzione delle cedole, si mi-
per l'oro e l'argento somministrato alla se in venilita la 5.''
parte de'beni ecclesia-
zecca, scudi 88 ,85o,
1 valore inferioredel- stici rustici del cleio secolare e regolare
la nionela erosa, in scudi 1,720,302: tota- di Roma e delle provincie, compresi i so-
le del debito pubblico, scudi 7 2,2 56, 4f)4' dalizi, le cappellanie laicali e qualunque
In questa somma non sono compresi ide- opera pia, comprensivamente a quelli ap-
l)ili delle comunità delio stato di quasi 8 partenuti al patrimonio de'gesuiti, con-
milioni, e dell'annona di Roma di scudi cessi in enfiteusi non perpetue: in compen-
3,2f)2,8C)5: laonde il complesso (Iella ci- so di tali beni venduti fu promesso agli
fra si Mar-
avvicina alla su ricordala del ecclesiastici ed ai luoghi pii il fruito del 3
chetti.Grave è il riflesso che aggiunge il per 100. Fu poi stabilito, che le cedole di
Coppi: Tanto debito gravitò sopra uno un valore sopra iioo scudi fossero fuori
slato ridotto a 1,70 0,000 abitanti! Adem- di corso, e servissero per l'acquisto di det-
piute le condizioni del trattato di Tolen- ti beni, e le rimaste sarebbero riparlile
tino, il governo pontidcio rivolse le sue fra'possidenli di 3, 000 e più scudi, che l'a-

cure a riparare possibilmente allo scon- vrebbero dovute eslinguere in 3 anni; che
certo rovinoso ch'esse aveano recato alle la moneta erosa fosse gradatamente di-
finanze. E primieramente sono a veder- minuita sino alla sua valuta reale, e il dan-
si gli slan)pali7v("go/(7/;?(:"/?// approi'ati da no che ne risultava all'erario fosse anche
Papa Pio PI con chirografo de' 1 1 set- sopportato da chi avea una possidenza di
tcml>rci'jc)j in dilucidazione de' due c- 3,000 o più scudi. Ma le sovrastanti vi-
diIli emanali r i i agosto \']<^'] per ilpre- cende politiche non permisero queste len-
sti lodel clero, da erogarsi in estinzio- te e moderate operazioni di finanza. Im-
ne delle cedole, e per V imposizione del- perocché, profittando i francesi dell' uc-
le lasse destinate alla perequazione del- Duphault, viltiina di
cisione del general
V erario camerale. Dalle gabelle imposte sua imprudenza, non volleroascoltar pro-
per un anno, ninna persona o corporazio- posizioni di pace, e consumarono il decre-
iie,scbhene privilegiali, ne andarono esen- tato delronizzameuto di Pio VI, e l'intiera
ti; bensì si fece in modo che gravitassero occupazione e democratizzazione dello
il meno possibile sui non possidenti. Il slato ecclesiastico. Ciò compito, a'20 feb-
prestilo del clero fu corrispondente alla braio 1798 trassero prigione Pio VI, che
a* parte del valore de'beni che godeva: morì gloriosamente in Valenza di Fran-
sotto il vocabolo clero si compresero tut- cia. Il Daldassari ancora riporta le som-
ti i benefìzi ecclesiastici, senza veruna ec- me ricavate dagli ori e argenti portati al-
cezione', di cardinali, vescovi, case reli- la zecca, da lui apprese da metnoria stam-
giose, ordini equestri, luoghi pii, ospeda- pala e autentica, notando che perciò do-
li, sodalizi, e persino la rev. fabbrica di vendosi da'cardinali mandare allo squa-
s. Pietro e il tribunale dell'inquisizione, glio anche le loro Mazze (J .) d'argento
tutti obbligati a denunziare la quantità dorato, colle quali erano preceduti nelle
de'loro beni, il loro valore, ed ancora cen- i sagre funzioni, e talune il mirabile lavo-
si ealtri investimenti fruttiferi. Furono e- ro ne superava d'assai il valore del me-
senti dalla denunzia e prestito i patrimo- tallo, rimase quindi sospeso l'uso di tale
ni ecclesiastici, le congrue de' vescovi e dei insegna decorosa. Parlando del tesoro di
parrochi, qualora uou arrivassero alla las* Sisto Y; che dalla parola latina Sanctior
T E R TE S 321
era chintnafo erario s anzior e , dice che pra gli appaltatori opporlimc leggi, di-
s'eiano talvolta giovali perlegitlime eiu-- chiarando che il cardinal cau)erlengo do-
getiti cause i predecessori di IMo VI; ma vesse reputarsi il privativo ministro della
confessa ignorare alla pace di Tolentino legislazione economica, da cui perciò do-
quanta parte n'era rimasta io Castel s. An- veano in questo punto dipendere tanto
gelo. Essergli solo noto che del tesoro Si- mg.' tesoriere, quanto le presidenze de'
stirio furono portali alia zecca più di 3 1 55 chierici di camera, però l'uno e gli altii
Jihbie d'oro, e che dopo lai pace non vi nell'esecuzione delle funzioni delle leggi
restò neppure uno scudo. JNell' articolo fossero liberi e indipendenti dal camer-
Pio VI e meglio in quello di Roma par- lengo. Laonde, tranne la legislazione eco-
lai della proclamata repubblica romana, nomica, tuttociò che riguardava sistema
delle contribuzioni, delle leggi sulle cedo- di finanze, percezione d'imposte, e quun'
le cominciando dal generale Berlhier, e to appartiene all'economia fiscale, doveva
di loro abolizione nel1799, massa cuor- privativamente dipenilere dal tesoriere,
me di moneta llttizia che rovinò moltis- al cui esame e prudente arbitrio il Papa

sime famiglie e lo stalo. rimise tanto la diminuzione del numero


Fio VII creato nel conclave di Vene- de'sostituli della camera, (pianto la con-
zia a' 4 marzo 1 800, essendogli stalo re-
1
tinuazione o soppressione della carica d'i-
stituito lo slato, eccettuale le legazioni, speltore delle finanze, al quale tolse gii
nominò una congregazione di 3 cardinali annui scudi 5oo a"£;iimti a'suoi emolu-
legali per recarsi in lioma e ristabilirvi menti. Soppresse le cariche di archivista
in essa e nelle provincia riciiperate il go- del tesorierato, e di archivista de'luoghi
verno pontificio, come fecero, e poi egli di monte; stabiPi un segretario fisso e per-
stesso vi si condusse a'3 luglio. Fra le con- manente del tesorierato ; estinse le cuu-
gregazionida lui isliluite,e ricordale nel- gregazioni de' conti camerali ,
composte
la biografìa, pel governo de'dominii della dal tesoriere, da altri camerali e da al-
s. Sede, riattivò l'economica, e ne fece far cimi chierici di camera, trasferendone le

parlea mg.'^dellaPorta non ristabilito nel- funzioni al pieno tribunale della camera.
la carica di tesoriere ; di più Fio VII a- Ordinò che la computisteria cameia'ea
vendo per le finanze istituito quella con- detto tribunale nel marzo d'ogni anno
gregazione di cui poi parlerò, dicendo del presentasse il bilancio generale, tanto di
marchese Luigi Ercolani, che deputò te- scrillure,che di cassa dell'anno preceden-
soriere provvisorio,ne fece segretario mg."^ te; ed il tribunale l'esaminasse nell'aprile,
Alessandro Lantc, ed insieme gli conferà enei maggio colle sue oS'^erva/ioni lo pre-
poi il segretariato del buon governo, come sentasse al sovrano.Che i rendiconti di tut-
si legge ut\ Diario di Roma de"^ novem- ti gli appaltatori, afiìtluari, amministra-
bre dello slesso 1800. In quello fu pure tori e altri chea veano interessi coìi'erario,
pubblicato tesoriere generale mg,' Loren- dovessero a' 5 effettuarsi. Sotto pena di
1

zo Litta arcivescovo di Tebe, già nunzio nullità obbligò di esibirsi daltesoriere l'of-
in Polonia e Russia , il quale nel prece- ferte d' appalti e allitti camerali al tribu-
dente luglio il Papa l'avea annoverato al- nale della camera, alìinchè su di esse po-
la detta congregazione economica pel nuo- tesse dare il suo giudizio, a tenore del pre-
vo piano del ristabilimento dell'antico si- scritto dalla bolla di Fio IV. Che il me-
stema del governo papale. GiìiFio VII col • desimo tribunale dovesse consultarsi tan-
la bolla Post diuturnas ,òe"ÒQ oltobre,^^^' to dal tesoriere, quanto da altri capi di di-
per restauraiiones regirninis ponlifieii, partimenti economici in occasioni di spe-
avea primieramente decretato sull'eco- se più forti e di affari più rilevanti, che
nomica amministrazione dello stato e so- avessero rapporto coll'interesse dell'era-
VOI. LXXIV. 91 I
3?.2 TE S T E S
rio, prima che si venisse alla formale sii- tassa fondiaria, che fu slabilila a 6 paoh
j>ula7.ioiiedegl' islrouienli, le minute cioè per oguiìoo scudi di possidenza catasla-
de'conlralli degl' intraprendeiili e artisti. le, ossia al 2 per 100 circa sul frullalo dei
La forza mililaredi terra e di mare doven- fondi rustici: gli urbani furono tassali per
do continuare a dipendere, secondo il di- due terzi di meno. S'imposero il 5 per 100
spostodi Pio VI, dalla congregazione mi- sui frutti de'detiari prestali a interesse, e
litare, soggetta al segretario di stato, di- bai.5i e un quattrino per ogni rubbio di
chiaròche l'obbligoaliora ingiuntodi ren- frumento che si macinava. Così in tutto
dere conto al tesoriere sull'erogazione de- si ebbe l'annua rendita di circa 4 milio-
gliassegnamenti, dovevasi fare nella pie- ni di scudi. Con questa somma si paga-
na camera. IVeliBoi Pio VII a' 23 feb- ronoduequiuti di frutti de'luo|^lii di mon-
braio creò cardinali della Polla e Lilla, te, 4 il 3 per 100 ai
quinti de' vacabili, e
questi però lo pubblicò a'28 settembre: creditoii che avevano somn)inislrato nel
«lissi alla sua biografìa, ch'egli si fece prò- pontificato di Pio VI oggetti preziosi. Si
pria la sentenza del romano oratore: Gli dichiararono di pertinenza del governo,
uffizi di tutte h' magistrature, dei'ono tanto i debiti che i beni de'coniuni. II Pa-
a\'ersicome cose sagrosantc, di che il pa emanò provvidenze sull'agricollura, e
jinncipc non ci fa un dono, ma bensì sull'annona e grascia,che fiu'onoi prelirni-
uiidcjwiìto del quale si deve rendergli nari del conìmercio libero che organizzò
conto. Con generale plauso gli successe nel 1802. SlimalodalcardinalBraschi pre-
mg. Lanle, il cui tesorierato restò in ri- giudizievole, rinunziòil camerlengalo. In-
nomanza, per quai>lo riportai nella bio- di mg.' Nicolai neli8o3 pubblicò la bei-
grafia, le cui notizie rannodano colle i. °sosliluto
commissa-
si fi- ro[)era (era allora
nanziarie e colle grandi operazioni ch'eb- rio della camera, poi divenne commissa-
bero luogo nella restaurazione dell' am- rio generale, chierico di camera e udito-
ininislrazione papale, massime sulla /»o- re generale della medesima): Memorie,
lieta, ne si fece più menzione delle cedole leggi ed osservazioni sulle campagne e
annullate iiell' epoca repubblicana : riti- suirannona di Roma: par. 1. ''Del Cata-
lale tutte le monete di valore alterato , sto annonario delle tenute della campa-
si posero in ciicoluzione monete d'oro e gua romana sotto Pio VI, con note sto-
d'argenlo, e di rame di giusto valore. Nel rico-antiquarie; par. 2.' Del Catasto da-
possesso che prese il Pupa a'2 i novem- ziale sotto Pio VII e delle leggi annnna-
bre, il tesoriere non cavalcò, ma genu- rie,con nuova pianta delle campagnejpar.
flesso sul ripiano del trono porse le due 3." Osservazioni storico-economiche dai

medaglie d'argento incartate e unite per primi tempi fino al presente, con appen-
ciascun cardinale, al cardinal r.° diacono dice delle operazioni agrarie e biblioteca
the le passava al Papa, e poi il prelato georgica. II tesoriere Lanle come soprin-
iie consegnò due al principe assistente al tendente dell'imi versila degli ebrei di Ro-
soglio. Indi fu ordinato un nuovo sisle- ma avendo rapp\esenlato a Pio VII il
,

ma difìnanze.Anlicamente, dice il Coppi, dissesto economie») della medesima, a ri-


eranvi in Doma 35 piccoli dazi ;
piacque mediarvi eflìcacemente gli compartì leop-
a Pio VII di lasciare con qualche modi- portune facoltà col chirografo. Ci avete
ficazione le precedenti tasse delle dogane, rappresentato, òe'j luglio ìSo^, Bull.
quelle sul sale, sulle successioni e sui prò- liom. cont. 1. 2, p. 32. Nel 806 un eser-
1 1

prietari stranieri o dimoranti fuori dello cito francese occupò Ancona e altre cil-
statOjChefu fissala alla 6.' parte della ren- là, ed attraversò lo stato ecclesiastico per
dita e poco dopo fu abolita. Tutte le al- andare a Napoli, e l'imperatore Napoleo-
Irc tasse furono soppresse. Si surrogò una ne I fece mantener quelle truppe dal go-
T ES TES 323
verno pontificio: in 4 mesi le spese supe- to governo pontificio dalifior ne pa-
il

rarono ,3oo,ooo scudi. Per sopperire a


i gava il frutto; e per conseguenza si dimi-
questo bisogno, il Papa chiese a' suchlili se una quantità di debito pubblico con po-
un'anticipazione di fondiaria, prometten- chi beni, ma con deplorabile ristdtato, e-

do il compenso allorquando l'avesse rein- quivalenle ad una specie di pubblico fal-

tegralo l'inìperaloie. Questi invece spo- limento. Restituita la libertà e loslato ec-
gliò la s. Sede di Benevento e Pontecor- clesiastico a Pio VII, egli deputò delega-
vo, perchè Pio VII non accudiva alle sue to apostolico mg.' RiKUirola per lipren-
inaDimissibili pretensioni; nel 1807 fece dere in Roraaleredinidelgovernoeripri-
invadere le Marche e Urbino, nel 1 808 li slinarvi il pontificio, facendolo pure pre-

riunì al regno d'Italia dopo l'occupazio- sidente della commissione di stato compo-
ne diRoma,che nel 809 incorporòall'ini- 1 nente il governo provvisorio: questa si for-

pero, e completata 1' invasione degli al- mò de'prelati Rusconi, Sanseverino, Pe-
tri dominii jionlifìcii, a'6 luglio Pio VII dici ni, Cristaldi, Barberi, cav. Giustiniani,
fu portalo prigione in Snvona , privato marchese ErcolanijConte Parisani (tranne
della So^Tina'là de'dominii della s. Sede. quest'ultimo e mg.' Barberi procuratore
Indi Napoleone I stabiPi che il debito pub- generale del fisco e della rev. camern apo-
blico romano fosse dichiarato debito del- stolica, tutti divennero cardinali). L'editto
l'impero francese, ed in esecuzione di ta- de' Imaggio 8 4) col quale il valoroso
3 i
1

le disposizione nel 18 r o si stabilì un con- mg."^ R.ivarola annunziò a Roma ed agli


siglio incaricato di liquidarlo. Quanto altri sudditi pontificii che Pio VII rias-

al pagamento volle che si facesse co'be- sumeva per suo mezzo l'esercizio della so-
ni nazionali , e ne assegnò pel valore di vranità, si legge nel n.°58 del Giornale
(>i ,000,000 di franchi. Dichiarò di più, Prillano di detto anno. Con tale editto
che Monte Napoleone di Milano corri-
il il prelato abolì i diritti del registro, del-
spondesse alla Francia 763,000 (a Roma la carta bollata, e del sacrilego demanio
ossia nel voi. LIX, p. 61, ove con più det- che amministrava i beni ecclesiastici; ri-

taglio parlai di queste disposizioni, per er- portò il prezzo del sale a quanto si ven-
rore tipografico invece del 7 vi è un ri : deva neh 808, così il dazio del vino, ri-

quanto alla cifra del 765del Discorso del bassò la dativa sui beni rustici e urbani,
toppi, ho aggiunto i tre zeri, ommissio- portandola per tutto lo stato a
9 paoli o-
ne certamente de'tipi romani, poiché tut- gni I 00 scudi d'estimo. Indi con notifica-
ti falliamo; quantoa qualche variante nel zione de' 14 "13oq'° divise fra soggetti i

resto noterò, che come ivi seguii il dotto componenti la commissione di stato e al-
Coppi, qui faccio il simile; egli terminando tri, la direzione de'vari rami del gover-

a questo punto e epocali suo Discorso. Sì no provvisorio ponlificio;dichiarandoche


può inoltre vedereLuoGH IDI Monte) fran- il marchese Luii^i Ercolaiii avea le fa-

chi annui per quella porzione del debi- coltà e le attribuzioni di tesoriere gene-
to pubblico dello sialo pontifìcio che a- rale. Quando Roma nel 799 fu occupa- i

viebbe dovuto gravitare sulle Marche u- ta pel Papa da'napoletani, alcessare del-
uile al regno Italico. Nella liquidazione la repubblica, il maresciallo d. Emanue-
il consolidalo ossia i luoghi di monte re- le de Bourchard a' 4 ottobre avea dichia-
starono quasi per metà annullati , colla ralo il marchese deputalo sopra le finan-
soppressione ordì nata dal l'ira pei a lore dei ze; indi a' 16 luglio 1800 fu aggregato co-
corpi religiosi e de'Iuoghi pii die n'era- me tesoriere provvisorio nella congrega-
no creditori. Gli altri luoghi di monte si zione economica destinala alla formazio-
liquidarono alla ragione di ducfjuinlidel ne del nuovo piano pel ristabilimento del-
valore loro originario, a leuore di quaa- l'antico sistema di governo pontificio; in-
3a4 TE S TE S
oltreavendo PioVIIne'primlclelseguen- lo, e slablfi perei?) un console pontificio
te ottobre dello stesso 1800 stabilita una a Milano. Pio VII fticoslielto dare in en-
particolare congregazione per gli affari di fìtensi V Jirpannaggio al principe Eiige-

ljDan7a, luoghi di monte e altro, conipo- nio ex viceré d'Italia, formalo da un eti-
sia de'3cardinaliBorgia,Carandini e Piuf- mulo di beni ecclesiastici nelleMarche. In-
fo, vicompreseilmarclieseErcoIani, e per di pubblicò i celebri moto-propri sull'or-
segretario n)g/ Lante,come già accennai, ganizzazione dell' amministrazione pub-
Rientrato trionfalmenteinRoma Pio VII blica, classificazione delle Delegazioni e
a'24 maggio, non solamente gli confer- A'gr/z7"o/;7^y;Oj7o//t7/f e riparto lerritoria-

mò l'incaricò, ma poi lo nominò prelato le, e sul nuovo codice di procedura civi-

e tesoriere generale, senza cbeavesse fat- le; oltre le provvidenze sul catasto e sul
to precedente cartiera prelatizia, e riuscì censo, facendo restituire i beni invendu-
egregiameute.Si legge nel n.°94*^'^l^"^" *' a'iuogbi pii, e a'religiosi e religiose cui
rio di Roma deli8i4>cbe a'28 settein- spettavano; fissò gli onorari e stipendi di
bre, dopo che il Papa avea formalmente tutti gl'impiegati, di troppo accresciuti,
dichiarato camerlengo il cardinal Pacca, e formò la cassa delle giubilazioni. A'27
questi si recò nelle stanze di giudicatura settembre 1819 Pio VII creò cardinale
dello stesso palazzo apostolico, ricevuto l'energiconig/ Guerrieri, eglisostituì nel
per le congratulazioni da tutto il tribù- tesorierato provvisoriamente, come suo-
nale della camera. In questa occasione il le praticarsi nell'assenza vacanza del te-

cardinale ricevè giuramento dai due il soriere,mg. 'Pier Maria Gasparri coramis-
nuovi membri della medesima, mg.' Er- sario generale della rev. camera, sospen-
colani tesoriere e mg.' Cristaldi avvocato dendo la nomina del nuovo tesoriere. Con-

fiscale, a'quali consegnò in seguito la de- temporaneamente avendo il Papa rivol-

corazione della cappa e del rocchetto (per to le sue cure alla rettificazione del siste-
l'ordinario il rocchetto non è proprio del- ma della finanza e al miglioramento del-
l'avvocato fiscale: il Cristaldi era anche lamedesima, senza ricorrerea nuove im-
avvocato concistoriale). Nel concistoro poste sopra sudditi, nominò una com-
i

deirS marzoi8i6 il Papa creò cardina- missione consultiva, la quale, senza aver
li il Laute e l'Ercolani il quale però Io , parte nell'amministrazione corrente at-
pubblicò a'22 luglio. Allora il Papa eles- Iribuita al disimpegno di mg.' commis-
se tesoriere mg.' Cesare Guerrieri Con- sario funzionando pel tesoriere, si occu-
CY7gY7, ch'era commendatore di s. Spirilo, passe di proporre le provvidenze oppor-
sotlo il quale si operarono pure quelle co- lune tanto a rimuovere gl'incon venienti
se che notai a Milizia pontificia, leuen- che potevano esservi slati introdotti dal-
do proposito delle guardie doganali, del- le vicendede'tempi, quanto a rendere più

le guardacoste edelle scorridore.Pio VII, utili all'erario le sue risorse con un sisle-
appena resliluitoalla sua sede, tiiltoquau- ma adallato alle circostanze, come si e-
lo si occu[iò a rimediare le disastrose con- sprime il n.^So del Diario di Roma dei
seguenze di tante infelici vicende, ed al 18 ig. Nell'annoseguenleil Papapromos-
riordinamento degli aifari sì ecclesiastici se a tesoriere generale l'ottimo suo udi-
e sì civili, avendo ricuperato anche le le- tore mg.' Belisario Cristaldi, il quale nel
gazioni,IeMarthe,TjenevenloePoutecor- governo provvisorio pontificio del i8i4
vo alla sovranità della s. Seda. Riconob- avea fatto parte di esso, essendogli stati

be il debito pubblico al modo che narrai allldati lutti gli alTari dipendenti dal buon
a Luoghi di Monte, e come ivi pur dis- governo e della beneficenza pubblica di
si, istituendo la direzione generale del de- Roma, inoltre facendo allora parte del-
bilo pubblico, dipendente dal tesoriera- l'amministrazione de'beui ecclesiastici: di
TE S TE S 325
più il Papa l'avea invialo a Milano per rebbe formato un fondo cospicuo da estin-
compone gl'interessi del debito pubbli- guere il debito pubblico perpetuo in po-
co, contralto sotto il regno Italico. Miglior chi anni: il Papa ne adidò l'amministra-
scelta non potevasifare: fu il modello dei zione al tesoriere, che consegnò alla cas-
tesorieri, un complesso di edificanti vir- sa i fondi stabili assegnali, per cui in due
tù, e poi fu vittima dell'indel^issa fatica. anni potè l' ammortizzazione acquistare
Per lecuredi mg.' Crislaldi sotto Pio VII rendite consolidate per 37,000 scudi di
s'incominciò l'erezione dell'odierna bor- capitali. Essendo stata estinta una parte
gata di Fiumicino (di cui a Porto) e sua dei debili delle comuni dello stato, pel
chiesa, fabbricati compili nel seguente disposto da Pio VII , restando vene per
pontificato. iNeli822 incominciarono di- 2,081,000 scudi, tranne lecomuni delle
versi potentati co'Ioro IMciiiov anellini^ a legazioni, Leone XII nel 1826 die a'cre-
insinuare a' Papi, che nell'amministra- diloriallretlanli beni delle comuni mede-
zione civile introducessero un sistema più sime, ed a queste restituì i sopravaozati.
spedito e conforme a'tempi ed alle bra- Fra'progetti di riforma che il Papa vol-
me di gran parte de'sudditi. Invece alla geva in mente, eravi quello di ribassare
morte di Pio VII i cardinali zelanti dei i dazi dell'annua somma d'un milione di
sistemi antichi, a' 2 8 settembre 1823 con- scudi, cioè circa la 7.^ parte, per cui ribas-
tribuirono all'esaltazione di Leone XIF, sò d'un 4-° la tassa fondiaria o dativa rea-
energico, vigile e fermo. Questi avverso ledi quasi4T'0,ooo scudi airanno,equan-
alle novità civili introdotte dal celebre to allro notai nel voi. XXXVIII, p. 67,
cardinal Consalvi segretariodi stalo,ete- nella speranza di compensare l'erario dai
nace degli antichi usi, intraprese imme- risultati delle riforme del "iqanlesco im-
diatamente a riformarelo slato; ed inlan- pianto fatto uel precedente pontificato,
lo tolse o diminuì alcuni dazi minori, e sproporzionato allo stato e alle circostan-
dipoi emanò un regolamento sulla dire- ze. Non essendosi elfeltuate le utili rifor-

zione generale delle dogane. Incendialo il me dal suo zelo prescritte, per detta di-
7e/7/yj/ofA.j della basilicaOstiense, ne or- minuzione di rendita ebbe origine l'an-
dinò la riedificazione simile all'aulica, e nuo deficit del pubblico erario. Procurò
uel la congregazione che istituì per vegliar- di restringere l'esorbitante numero de-
ne l'esecuzione vi comprese il tesoriere grimpiegati,ediobbligare gii altriad una
colla qualifica di deputato. Promulgò uu esatta osservanza de'loro doveri; e sicco-
moto-proprio, col quale molle cose nuo- me a vea ricevuto frequenti reclami con-
ve dispose, cambiò in parte le leggi di suc- tro la condotta di alcuni impiegati pub-
cessione e quelle di procedura civile, mo- blici, istituì la congregazione di vigilan-
derando le tasse giudiziarie; concesse la za per sindacarne la condotta, dovendo
facoltà d'istituire (klecommissi e primo- procedere in tutte le sue operazioni col
geniture perpetue , anche con piccola più stretto segreto, incaricandola altresì
quantità di beni stabili, e che le femmi- di proporreil numero degl'impiegati che
ne dotate fossero escluse dalle successio- credesse suflicienli in ciascun ufiizio, per
ni. Non essendosi elTettuata la cassa d'am- sopprimere superflui, punire colpevo-
i i

morlizzazioue ch'erasi proposta il prede- li e premiare gli onesti e benemeriti. A. ta-

cessore, Leone XII la fondò e le applicò le congregazione vi annoverò pure il te-


beni slabili dell' annua reudita di scudi soriere, e la descrissi nel voi. XXXVIII,
55,000; quindi vi aggiunse altre rendite, p. 68. Riformò le spese del palazzo apo-
fra le quali quanto l'erario successivamen- stolico, ed equamente aumentò lostipen-
te avrebbe risparmiato per la morte dei diodi molti famigliari pontifìcii. Soppres-
peusioaali italici^ laonde col tempo si sa^ se l'appalto delle polveri, abolì la fida, e
3^6 TE S TES
lo tassa sui geometri. Commise a! tesorie- menti, sul metodo da tenersi da'cliiericj
le di porre in riserva una somma sulli- (!i camera nella revisione de'conti, e ne-
tiente per formare il nucleo d'un tesoro gli alfaridi pubblica amministrazione. Pe-
<lello slato, come accortamente a vea fat- lò ciò eseguì dopo aver innalzato alla por-
to il sagaceSisto V, acciò ne'bisogni non pora mg."^ Cristaldi a' 1 5 dicembre 1828,
.si fosse costretti ricorrere a pregiudi?.ie- the sino dal 1826 a vea segreta mente crea-
voli prestiti. Del macello pul)blico edifi- to cardinale; surrogandogli degnamente
lalo da Leone XII parlai nella biografìa. ujg.'^ Mario Mattei canonico Vaticano e

rVeliSay ilPapa fece eseguire un nuovo ri- segretario del buon governo, che merita-
jiarto territoriale, dal quale risultò che la mcntegodeva lastimae la fiducia del car-
popolazionedelIoslato,chenel i8 Cera di i dinal Guerrieri. Considerando LeoneXII
2, 4^5,000, erasi aumentala 32,592,000, gl'inconvenienti che derivavano nella di-
td istituì la presidenza della Co///r/rtY/. /Zi' visione dell'ingerenze sulle ripe del Te-
Roma. Indi nel i 828 pubblicò un moto- vere, tra il chierico di camera presiden-
proprio suir amministiazione pubblica, te delle ripe, ed il tesoriere, 1*8 gennaio
non che per quella de'soldati pontificii, 1 82t) dichiarò n)g/Mattei anche pro-pre-
caltrosuIlegiubilazioni.Nell'intendiraen- sideute delle ripe. Altre notizie sull' o»
lodi eliminare il pernicioso vagabondag- pelato di Leone XII si pouno trovar-
gio, istituiia commissionede\S'//.só7V//.''(/ .) la nella biografia e negli analoghi artico-
e uè fece membro il tesoriere. Ad inco- li, avvertenza che ripeto pe'successori e-
jaggiare poi le manifatture di lana, di se- ziandio. L'annalista Coppi sino al 184^
ta e di lino nello stato pontificio, emanò in che arrivano i suoi encomiati Annali
eccellenti disposizioni, eccitando a suoe- (V Italia , fornisce moltissime e utili no-
sempio particolarmente gli ecclesiastici e zioni, delle quali profitto. A'3i marzo
i pubblici impiegali a preferirle alle este- 1829 fu eletto Pio Vili, e per la solen-
re, per contribuire alla prosperità nazio- nità del possesso fece pubblicare dal car-
nale. Con moto-proprio del primo luglio dinal segretario di slato, che il tesoriere
1827, Bull. Rom. coni, t.17, p. oG, e 1 mg/ Mattei, fra le altre cose benefiche,
iliretlo al tesoriere mg.^ Crislaldi, Leo- pubblicherebbe la nuova tarilìli dogana-
ne XII concesse la soprintendenza gene- le corrispondente a'bisogui dello stato, e
rale cointeressata colla camera apostoli- in armonia co'movimeuti dell'industria
ca a favore di Pietro Fumaroli, del da- e del commercio; che preparava mezzi i

zio di lutti i generi di consumazione, che occorrenti all'erezione nelle provincie di


s'introducono tanto alle porte di Roma, (|ualche stabilimento per le manifatture,
quanto alle dogane della Grascia, di Ter- di cui si maggior consumazio-
verifichi la
ra, di Ripagraude, di Ripetla, e del nuo- ne; che assegnerebbe premi per incorag-
vo Porlo Leonino alla Lungara, per un giare la pastorizia, specialmente cavalli-
novennio da intendersi cominciato dal na e pecorina, e perchè si traesse vantag-
i.^genuaio di detto anno. Amando di ri- gio da que'fondi non propizi alla coltura
formare ancora il modo di tenere i conti de'cereali; e che fisserebbe un premio al-
delie finanze, che pei' l'innanzi era molto le nuove piantagioni di olivi. Il Papa, mos-
confuso, a tale effetto per mezzo di mg.' so dall'esperienza, soppresse la congrega-
AnlonioTosti suoincaricatod'aftari inTo- zione di vigilanza, che a vea Leone XII isli-

rino, potè conoscere il metodo che osser- liiita per vegliare la condotta degl'impie-
vava il Piemonte. Indi affidò la riforma di g iti, ed altre istituzioni dello stesso pre-
quest'importante ramo al cardinal Guer- di'cessore. Intanto le sette facevano sfor-
rieri, già tesoriere e suo antico amico, e una terribile rivoluzione, onde pre-
zi [)er

co'di lui cousigli pubblicò nuovi regola- vedeva forse di soggiacere a deportazione.
T E s T n: s 327
che rese gloiiosi Pio VI e Pio VII; dai»- te repressa. Mi» siccouie la rivoluzione e-
poiché lo spirito ile! secolo, propenso da rasi propagata nelle legazioni di Hologiia,

molli anni a libertà, continuava a tuinac- Ferrara, Ravenna e Forlì, per la proviti-

ciare gli antichi governi, ed esplose disa- eiad'Urbino e l*esaro, per le RLirche e
strosamenle in Parigi, nel Belgio, in Po- per l'Umbria sino a Rieti e ad Otricoli,
Ionia: tutta Europa fu in fermento e in i faziosi vuotate tutte cjiiante le casse del
agitazione, per le turbolenze suscitate dai governo, ne riscossero poi le rendile, ri-
settari.Frattanto la tarififa daziaria fu ducendolo ne'piìi estremi e disastrosi bi-
pubblicala per favorire l'industria e le sogni, ondedall'imperiosa necessitàfuco-
manifatture indigene, non che le produ- stretto riparare a tanli mali co'grandi sa-
zioni territoriali, riiriuovendo l'arbitrio e grifizi che andrò accennando, e che de-
la parzialità ; e per base della percezione p;iuperarono le finanze pontificie, che già

si stabilì il peso e la misura. Si promul- si trovavano nella deficienza. A tanti in-


garono ancora regolamenti sul dazio del fortunii debbonsi aggiungere i terremoti
macinato, per togliere gli abusi e le ves- deirUnd)ria, le inondazioni e altre pub-
sazioni; e con moto-proprio fu dato un bliche calamità che gravitaronosull'esau-
regolamento all'amministrazione delle sto erario. Il Papa sino dal 3 febbraio con
i

poste pontificie, Menti e Pio Vili vedeva notificazione del tesoriere mg.' Maltei,
ininiinente lo scoppio di politica iusnrre- coerentemente alle benefiche intenzioni
zione, riposò nel Signoie a'3o novembre da lui stesso pi^mulgate il g, ordinò l'ef-
i83o. La sede vacante send)rando prò- fetluazione delle provvidenze emanale
pizia a'faziosi per suscitare turbolenze, le dal predecessore per migliorare la condi-
loro manovre dierono serie in(|uielbidini zione dell'industria e del commercio, ed
al s. collegio, ma esso riuscì sventare una una modificazione della vigente larilfado-
trama,che avea perfine l'abbattere il go- ganale; l'abolizione per tutto lo stato del-
verno pontificio, e fondare sulle sue ro- la {ima àaila del peso del pojwlo roiua-

vine un nuovo regno d'Italia. no o emolumento del peso j incoraggia-


A'a febbraio t83i,ia sì trepidante e menti pe'tessuti di lana nazionali, e per
spaventevole situazione, per buona ven- i proprietari e intraprendenti di forni fu-
tura dello stalo pontificio fu eletto Pa[)a sorii e di ferriere, ed agl'istitutori di nuo-
Gregorio XVI, quando il comitato itali- vi opificii e manifatture principalmente
co di Parigi già avea diramalo le islru- di seta, cotone, canapa e lino, ec. Indi fu
zioni per sollevare nel giorno 5 gli stati di diminuito il prezzo del sale, e ridotto allu
Parma, di Modena e della Chiesa. A Mo- metà il dazio del macinato nelle provia-
denafu anticipata la rivoluzione nella se- eie; pe'qualidue articoli le pubbliche ren-
rade'3; nel dì seguente cominciò in Bo- dite diminuironod'annui scudi65o,ooo,
logna,etostoa'5 si dilatò per io stalo pon- conìe riporta il Coppi. Sebbene bisogni i

tificio,e ne giunse la notizia in Roma a'\ incalzantiMell' erano esigessero soccorso


^febbraio, ove erasi tentata nel dì prece- e non perdile, tuttavia per la forza delle
dente, e quindi successero altri tentativi circostanze, e per avere faziosi diminui- i

senza effetto. Allora Gregorio XVI, dopo to i dazi nelle provincie rivoltate, per ai-
avere pubblicato esortazioni piene di be- Iettare le altre a fare altrettanto, si dovè
Dignità e d' indulgenza , ordinò energici procedere a tali diminuzioni, onde poi si

|u-ovvedimenti,ecolla sua fermezza e l'o- trovò indispensabile di ripristinare di ver-


perosilà del cudinal Cernetti pro-segre- se imposizioni. i\el tempo stesso il Papa
tario di stalo, non che coU'intervenlo pò- fece aprire le carceri politiche, e circa 70
deroso degli austriaci, la rivoluzione per individui, chiusi nella forte/za di Civita
tutto lo Stato ecclesiastico fu pronlameo- Gaslellaua per delilti di stato, ricupera-
328 TE S T E S
lono la libert?i. Confermò l' istituzione (ìe'tre milioni l'erario percepì soltanto nn
della cassa d'ammortizzazione, e la pose milione890,ooo scudi. Con editto del car-
in attivila. Osserva il Coppi clié Gre-
, dinal segretario di stato de'2 i novembre
gorio XVI di faltoislituì tal cassaaimun- j83r, Gregorio XVI riattivò e per me-
ziatada Pio VII e da Leone XII, ma in- glio dire istituì di fatto lacongregazione
vece di consegnarle circa 200,000 scu- della revisione de'^conti, composta d' un
di all'anno, si dierono quasi 5o,ooo,eciò caidinal presidente,di 4i^hiericidi camera,
per un debito pubblico perpetuo cbe già di 4 signori laici di diverse città dello stalo
ascendeva al ca[)ita!e di 20,737,000 scu- pontiticio,edi un segretario, acciò» rior-
di. INel luglio Gregorio XVI concesse l'a- diiiasse ramminislrazione delle rendile
mnistia, e quanto a'profughi ne eccettuò dello stato sopra un piede semplice eben
38; pubblicò l'ordinamento delle comu- combinato, onde ciascun ministerocono-
nità e delle provincie. Indi approvò l'è- scesse, amn)inistrasseda se solo e fosse re-

iezione della camera di commercio di Ro- sponsabile ilella propria tangente di fondi
majemanòi regolamenti per l'ord inamen- e di spese, e fosse soggetto ad una continua
lo giudiziariodi proceduracriminale eci- sindacazione. In questo lavoro la congre-
vile.Intanto colla rivoluzione e col rista- gazione determinasse con precisione qua-
bilimentodell'aulico governo diminuirò- li dovessero essere le spese dello slato; le
uo naturalmente le rendite, e crebbero provinciali eie comunali; prescrivesse e-
di molto le spese dello stt^o. Quindi ven- ziaiidio un metodo veramente nitido con
ne la necessità dell'alienazione de'beni e cui dovesse tenersi la scriltura di tulle
dell'aumento del debito publ)lico. Fino le computisterie pubbliche. Delerminassie
dal febbraio quando rivoltosi minaccia-
i inollre il metodo da tenersi nella forma-
vano da vicino Roma, il governo esseu- zione della tabella preventiva generale e
doin eslrerai bisogni, a'2 i vendè al prin- del bilancio generale d'introito e di esito
cipe Borghese i beni che avea nel terri- dello stato. Questi due documenti, dopo
torio di JNelluno per 400,000 scudi. Di- di essere stati esaminati ed approvati dal-
poi mise in vendita tulli gli altri beni che la congregazione, si comunicassero a'car-
gli erano rimasti. RistabiPi il quarto del- dinali ed a'capi delle pubbliche amniini-
la tassa fondiaria diminuita dal 1826, e slrazioni. Questa congregazione nel di-
per cui d'allora in poi il r/<'/?c7V dell'era- siinpegiiare le proprie attribuzioni aves-
Concesse ad una
rio era slato progressivo. se la cura di proporre al sovrano que'mi-
società l'appallo cointeressato de Sali e gliorametiti, cheoltre i prescritti potesse-

2'abaccln (J .) per 12 anni, coli' annua ro aver luogo." E' notissimo come Gre-
corrispostadi 785,oooscudi, poi aumenta- gorio XVI, che nell'instancabile suo zelo
taa 1,060,000, prendendo intanto un'an- portò la sua attenta vigilanza in ogni ra-
ticipazione di 5oo,ooo scudi. Chiese ai mo di pubblica amministrazione (tra le

sudditi un prestito di 5oo,ooo scudi da immense cure dell' apostolico ministero


restituirsi in ioannicon un fundoparlico- che fcirmauo epoca gloriosa negli annali
lare d'ammortizzazione stabilito dal Pa- della Chiesa), accuratamente esaminava
pa. Ma lullociònon essendo sutlicìente ai i lavori della congregazione di revisione,
bisogni incessanti dell'erario, sul finedel- ed esistono presso alcuno tuttora perfino
l'anno contrassecol banchiere Rolhschild i calcoli che di suo pugno faceva in foglio

un debilodi Iremilioiii di scudi, da estin- a parte, siccome profondo matematico e


guersi con un fondo d'ammortizzazione aritmetico, e li custodisce con venerazio-
dell'unoperi 00 all'anno, lldebito fu con- ne. Le legazioni di Bologna, Ravenna e
tratto al 65 peri 00, sull'intiera souima Forb, rimaste in opposizione al governa
colla provvisione del 2 per 100. Quindi di Roma, uou sembrando loro sulHcieu-
TES TES 329
ti !e riforme promulgale, neh 83a iimal- 360,000. Per tanti dispendi crescendo
coiitenlo fomentalo cla'neiuici dell'ordi- le ai>guslie dell' erario,iI governo prese ìu
ne si aumenlò; menile rappieseiitau- i prestito 100,000 scudi dal principe di
li d'Austria, Francia, Prussia e Piussia Piombino ; mise in vendita tulli (ondi i

j)iesso la s. Sede, lodavano le leggi ema- rustici e urbani, come anche canoni ap- i

nate e le disposizioni prese dal s. Padre. partenenti alla rev. camera, tranne i so-
Le milizie pontifìcie ed austriache entra- lili pagarsi nella vigilia di s. Pietro; au-
rono quindi nelle legazioni, per presidiar- torizzò i debitori de' canoni verso i luo-
le e ristabilirvi l'ordine, ed invece i fran- ghi pii esistenti in Roma e nella Comar-
cesi vollero occupare Ancona, onde il go« ca a poterli redimere, sborsandone il ca-
vci no fece una piotesta. 11 Papa esaurite pitale al pubblico erario, il quale ne a-
le vie della dolcezza j)aterna, a' 21 giu- vrebbe poi indennizzalo i creditori, col-
gno emani) la ScoDiniiirii (/ .) maggiore l'aumenlare a loro favore il debito pub-
contro i ribelli de'domiuii della s. Sede, blico. Il governo mise inoltre un' impo-
specialmente quelli dinìorauti in Anco- sizione sui beui del clero dal 2 al i o per
na. A'a luglio 832 con allocuzione ripor-
1 100. Ordinò una ritenzione dal 2 air<S
tata dal u.° 07 del Diario di Roma, Pa- il per 100 sul soldo degl'impiegati, e dal 3
pa creò cardinale il tesoriere mg.' IMal- air"8 per 1 00 sulle pensioni. Aumentò nuo-
tei, lodnniloue l'eccellenza delie virtù, la vaurtute alcuni dazi, eh' erano stali di-

cordiale sua divozione alla sua perdona e minuiti negli anni precedenti; né ciò es-
alla s. Sede, l'opera con somma integrità sendo sudlciente a'pubblici bisogni, con-
e premura iinpicgata nell'amministrazio- trasse col banchiere Rothschild un nuovo
ne dell'erario. Egli con siiigolar esempio prestito di Ire milionidi scudi al 72 e mez-
fu tesoriere di 3 Papi e ben amato, si trovò zo percento: dedotta la provvisione del
a due sedi vacanti e conclavi, e di conse- due per 100 (secondo il contralto de'i5i
guenza all'elezione di due nuovi Pa[)i, nou agosto) suUinliera somma nominale, de'
che alla tremenda rivoluzione che pose a tre milioni entrarono nell'erario pontifi-
soqquadro lo stato pontificio e lo rovinò, e cio 2,o58,ooo scudi. Tulle le concessio-
Dio sa quando potrà risorgere dalle condi- ni di Gregorio XVJ, tutti isagrifizi falli

zioni filali in cui sin d'allora lo posero le a pregiudiziodella camera apostcjliea, noa
vicende politiche. Inseguito il cardinale furono punto sudicienti a ristabilire ìu al-
divenne presidente de' Su.ssidii, Segre- cune Provincie pienamente la tranquillila
tario per gli allari di Slato interni, me- pubblica. Quindi la Francia avrebbe de-
ritò la fiducia del Papa per l'esecuzione siderato q(jalche altra concessione allo spi-
della sue ultime particolari volontà, ed rilo del secolo. Lo an-
stesso consigliava
ora è sollo-decano del sagro collegio ,
che 1 Inghilterra, la quale avea nuova-
vescovo di Porlo e s. PaUììna, e preletto mente invialo a lloma un commissario,
(Iella segnatura. Per tale promozione siu nella persona di G. H. Seymour incari-
benho a fire commis-
da pro-tesoriere il calo d'ail'ari in Toscana. Ambedue que-
sario geueraledellarev. camera rag.' Van- ste potenze a viebbero poi desideralo, che
nini sulludato. A frenare le trame delle l'Austria appoggiasse colla sua influenza
società segrete,uelle legazioni e nelle iMar- i loro consigli. Ma Gregorio XVI ricusò
che fu istituito il corpo de' volontari pon- fermamente di condiscendere ad ulte-
tificii ; ed a compimento della sicurezza riori concessioni, certo che avrebbero a-
pubblica furono presi a soldo due reg- vuto per lo slato pontificio, per i' Italia,
gimenti svizzeri. Si spesero per l'ordina- e per altre parli d'Europa, (juelle fata-
mento de'due reggimenti scudi 5oo,ooo, lissime conseguenze che vedemmo appun-
p il manleiiitneulo uè costò poi annui tino verificate ne'mcmorabili 847, 848 1 1
33o TES TES
e 1849. L'Austria nella sua snggezzn li- ezinnclio a dare alle medesime uncaratte*
iiiilossi ad insistere pel perfezionamento di redi stabilità che le mettesse al sicuro da
quanto erasi disposto, e per tal elTello in- canibiiitnenti futuri, senza impedire ntili

\iò in Roma il lispettabile conte Giusep- perfezioni, ec." A quell'epoca il tesoriera-


peSebrcgondi di Ccmio delegalo di M^n- to avea, oltre l'avvocato fiscale e il com-
tova (che visi trattenne sino al principio missario generale della rev. camera, il se-
dei 1
836), per somministrare consigli fi- gretario generale nella persona di d, Gi-
ii'.in'.ieri eamministrativi al governo pon- rolamo Galanti di Valmontone, e la com-

lilicio, ed insieme per fare testimonianza pnlisteria con Angelo Galli computista
de'iniglioramenli che opera vansi dal go- generale della camera, di visa in parecchie
vei no pontifìcio in ciascun ramo di pub- sezioni. Comprendeva inoltre il tesorie-
blica amminisfrazione,civiIe efinanziaria, rato l'amministrazione generale de'lavori
Quindi l'Austria dichiarò tra le altre co- idraulici camerali, col consiglio ammini-
dopo il 1° ingres-
seall'bigliilterra:'5Cbe strati vo e il consiglio d' arte; le fabbriche
so delle troppe impeiiali nelle legazioni, dello stalo e gli abbellimenti pubblici, col
e la violenta occupazione d'Ancona delle consiglio d'arte; la congregazione del cen
truppe francesi, il gabinetto austriaco a- so;Ia direzione generale delledogane eda-
veva riconosciuto tulio il valore della 0- zi di consumo, co' regolatori delle doga
pinione matiifeslata dal governo pontifì- ne; la direzione generale del debito pub-
cio,che qualunque nuova concessione ac- blicò; l'amministrazione generale del boi-
cordata dal governo, tanto sulle prelen- lo e del registro, e dell'ipoleclie; l'ammi-
sioni de'snoi sudditi malcontenti, quan- lustrazione de'sali e tabacchi; l'ammini-
to sopra una domanda straniera fatta slrazione delle saline diCorneto, de'boschi
ner le vie diplomatiche, fosse derogato- edelleforeste; l'amministrazionegenerale
sovrano, al qua- de'Iolli;1' amministrazione generale ca-
ria all'indipendenza del

le sarebbe, almeno apparentemente, e- meraledella stamperia, calcografia e car-


slorta colla forza delle armi; e che nel tiera. Volendo Gregorio XVI stabilire

fitto di concessioni fondate sull' inter- de' provvedimenti speciali perla tesore-
\enlo armato di uno straniero, fazio- i ria generale, manifestò il progetto a'car-
fiitroverebbero un precedente, del qua- dinali DeGregorio, Zurla, Macchie Lam-
ie non mancherebbero di prevalersi, per bruschini, e dopo maturo esame e discus-
vere altre concessioni, col mezzo dell'ap- sione furono unanimemente approvate a'
iielloall'estero. Questo mododi vederees- 26 novembrei 832 le seguenti disposizio-
seieslalo francamente comunicato al go- ni (che compendierò, meglio potendosi

\erno francese ed a quello inglese. Es- dettagliatamente leggere nella Raccolta


sersi a loro indicate le concessioni delle delle Ici^gi, di cui vado a fare ricordo),
quali si trattava come pericolose per re- il e si convenne di commetterne l'esecuzio-
f.to d'Italia, e come sorgenti immancabili- ne all'abbate Galanti segretario generale
(liturbolenze permanenli negli stati ne' del tesorierato, profondo nelle scienze e-
quali erano state ammesse, l'enelratoda conoiniche (e quale 1' encomiò il n° 35
questa persuasione, la propria coscienza del Diario di Roma del 83 8). i. La le- 1

iion avrebbe più [)ermesso all'imperato- soreria generale si compose di due prin-
re Francesco di tenere un altro linguag-
1 cipali dicasteri:' della segreteria generale
gio col santo Padre. L'Austria però non edella depositeria.2. La computisteriage-
avere tralasciato nel tempo stesso d'im- nerale come si trovava fu disciolta, confer-
pegnare il sommo Pontefice, non solo a mandosi peròil computista generaleGalli,
perseverare nell'intera esecuzione delle di- che poi ilPapa fece cavaliere. 3. La compu-
bposizìuni legislative di giàpubblicate, ma listeria propiiameale della camera, ossia
TES TES 33 r

scriltura generale di tulle le rendile e ili sia generale della camera. 17. Fu slabi-
tulle le spese dello stalo, cioè la divisio- lilo un regolamento per cura del depo-

ne 9/ passòalla dp[)osileriadeIlacauiera. sitario sulle categorie d* introito e esilo.

4. L'altra parte delia disciolta computi- Seguono le parziali incombenze e sistemi


sleria fu riunita alla segreteria generale, d'ognuno de'nominali. Inoltre fu dal Pa-
onde far parie integrale della medesima, pa disposto, che al ."dicembre d'ogni an-
r

5. Alcime aziende che si ritenevano dalla no il tesoriere generale invierà al depo-


computisteria, e che per la loro indole e- sitario camerale la tabella generale pre-
rauo estranee a un dicastero centrale, si venliva degl'introiti e delle spese dell'an-
nnidarono ad altre particolari aramini- no successivo, approvala dalla congrega-
sti azioni. 6. La segreteria della tesoreria zione di revisione e sanzionala dal Papa,
gcnei ale si dithiarò centri) diluitigli af- Che ogni dicastero che trae mandali sidla
firi, e residente presso il tesoriere gene- depositeria, debba inviare ad essa l'origi-
j::!e. 7. La segreteria fu stabilita in due naie tabella parziale del proprio dicaste-
cìivisionijuna costituente il segretariato, ro particolarizzala. Che vi saràpureuno
i'iillra la contdbilità. 8. Ciascuna divisio- speciale preventivo frazionato a bime-
lìcsi ripartì in dueo p\h sezioni, tutte pe« stri, indicante la quantità de'fondi occor-
ro sotto la dipendenza del rispettivo ca- rentinei corso loro, onde il tesoriere a re-
po. 9. La depositeria generale si dichiarò {azione del depositario assegnarne lequo-
oeiilio di tutte l'esigenze, e di tutti i pa- le a ciascun dicastero. Che il depositario
gamenli di lutti rami d'introito, come di di concerto col tesoriere faccia verificare
tutti rami d'esito, io. In conseguenza
i lo stato delle casse; edenunzi a mg.'^com-
tuiti i prodotti delle varie amuiinistrazio- missario generale i debitoii motosi, pegli
lii e imposte dirolle o indirette, ed altri opportuni provvedimenti onile cosirin-
intrulli ^Lia'uiKjae, si verseranno uella de- gerii al pagamento. Che in ogni mese il

posi feria generale della camera, come dal- tesoriere generale e il depositario dovran-
lamedesima si estingueranno mandati di i no verificare il denaro esistente nella cas-
pagamentoqualunrpie sia il dicastero che sa generale delia depositeria. Che in ogid
lilragga.i i.ll dicasterosi composedel de- due mesi si facesse un consuntivo l>ime-
positario,delcassieregenerale,deirispetto- .strale, per solloporsi al tesoriere e poi al-
re,del compulista generale. 12. Tulli idei- la congregazione di revisione. Che in o-
ti ministri di nomina sovrana, e l'ispettore gnianno il depositario della camera, den-
a proposizione del tesoriere. i3. Dipen- tro l'epoca prescritta, facesse anch'egli il

denti dalla depositeria si dichiararono gli consuntivo o bilancio risultante dalla sua
amministratori camerali delle provincie. scrittura generale. Siccome progressiva-
i4- Il depositario della camera, sotto gli mente in tutto il Grego-
pontificato di
ordini del tesoriere, dovere invigilare con rio XVI, egli volle la pid)blicazione del-
responsabililà l'andamento regolare «lei la Raccolta delle leggi e dispoiizio/ii di
dicastero. i5. Al depositario si riservò la pubblica amministrazione nello stato
corrispondenza cogli amministratori ca- nort??y7czo, nella medesima e meglio si può
meraliecon altri cassieri delle provincie, leggere, non solamente le indicale dispo-
dovendosi firmare anche dal computista, sizioni riguardanti tale nuovo ordinamen-
il quale rappresenterei il depositario quan- todel tesorieralo e de'suoi odici, ma quan-
do non trovisi in ulOzio. 1 6. Al cassiere fu lo altro venne in seguilo ordinato nel me-
dato il titolo di cassiere generale came- desimo pontificalo, sia nel finanziarioche
rale, dovendo continuare a prendere i de- nel civile a vantaggio de'sudditi. Il teso-
pcsiti come prima, cosi ilcomputisladel- rieralo quindi fu da Gregorio XVI qua-
la depositeria ebbe il tìtolo di computi- lilicato il luiuislero iu cui si concentra-
332 T E S T ES
no tulli i rami delle publjliclie rendile macinati^ dazi di consumo, ed altre pri-
e dal quale pai le il iiioviniento di tulli i vative camerali, unitamente allaregmde'
fondi di'stinati a supplire i bisogni dello sali e tabacchi, alle saline di Ostia, Cor-
stalo. Che esso riunisce ed esamina nella neto, Cervia e Comacchio ; all'appalto
sfera delle sue attrìbuzioui tulle le con- della neve e ghiaccio di Roma, tiro delle
labililù de' diflerenli dicasteri, direzioni bufale, ed ancoraggio nel Tevere, pedag-
ed ainminislrazioni qualunque, che in- gi sui ponti e fiumi, ed altri simili diritti

troitano e spendono denaro dell' erario. e privative. 3.° Del bollo, registro, ipo-
Dichiarò che il tesorieralo è presieduto teche, a cui si riuniscono la percezione
da mg/ tesoriere,ed iu caso di mancanza delle tasse de' cursorati apostolici, e più
o di assenza, dal signor assessore, che ne tardi al bollo e registro fu pure unito il

fa le veci: questi avere lo speciale incari- bollo sulle carte da giuoco. L'ingerenza
co di soprintendere alla segreteria, alla sulle Paludi Pontine, sui lavori idraulici
computisteria generale ed alla deposile- camerali, e sulle fibbriche parimenti ca-
ria. Che il tesoriere era coadiuvatoda un merali, si conservarono momentaneamen-
consiglio di finanza e dal consiglio fisca- te nuove disposizioni. Stabilitosi da
sino a
le. Il consiglio di finanza presieduto dal Gregorio XVI il riordinamento del te-
tesoriere con) porsi dell'assessore, del com- sorieree de'suoi offici, istituiti il consiglio
missario della rev. camera, e di 3 indivi- di finanza e il consiglio fiscale, dichiarale
dui laici idonei di nomina sovrana; ed es- le discipline per la segreteria generale, e
sere assistito dal capo d'olllcio della se- riordinala la depositeria camerale, fece
greteria generale, che ne registra e cuslo- pubblicare dal n.° 97 del Diario di Roma
disce gli alti ed i verbali. 1 direttori del del 1 852. Che ripristinando la carica di as-
debito pubblico e della cassa d'ammortiz- sessore del tesoiieralo, istituita già da Pio
zazione, quelli delle rendite dello stato ,
VI, sceglieva a quest'ollicio con biglietto
saranno invitati a prendervi parte alle op- di segreteria di slato del 3 dicembre, d.
portunità. Il consiglio fiscale presieduto Girolamo Galanti attuale visitatore del-
pure dal tesoriere, formarsi dall'avvoca- l'amministrazione delle dogane e de'dazi
lo del fisco vice-presidente, dal commis- di consumo, e segretario generale della te-

sario della rev. camera, da'3 laici sosti- soreria. Al tempo stesso volendo dare uà
tuii commissari : il computisla camerale allestato di sua sovrana soddisfazione a
poteva esser chiamato a interveuirvi.Tut- mg. 'Angelo M." Vannini commissario del-
te le rendite dello stato si riunirono in 3 la rev, camera, lo nominò cavaliere del-

l'ordine di s. Gregorio I. Così a mg. Van-


"^

du'ezioni dipendenti dal tesoriere , oltre


l'amministrazione delle poste e l'impre- nini successe nelle funzioni del pro-teso-
sa de'lotli.i." Delle tasse dirette e delle rierato Y ab. Galanti. 11 regolamento ri-

amministrazioni camerali, in ciò che con- guardante il nuovo ordinamento del te-
cerne la dativa sui fondi rustici e urba- sorieralo e de'suoi offici, fu pubblicato a*

ni, comprensivamente all' imposte sulle 29 dicembre i832 dal cardinal segieta-
strade nazionali, catasti e simili; all' esi- tario di stato. Riporta il n.° i5 d^eX Dia-

genza de' canoni, e prestazioni nella ca- rio di Roma de'20 febbraio 1 833, che il
mera de'lribuli;a quella degli arretrati ri- Pa[)a con biglietto di segreteria di stato a-
guardanti i commissariali de'residui nel- vea nominato tesoriere generale mg.' Gia-
le legazioni e nelle Marche; alla tassa de- como Luigi Biignole di Genova, arcive-
gli acquedotti, e de'cavalli di lusso in Piu- scovo di Waaiauzo e nunzio apostolico di
ma; all'appallo tiella stamperia camerale Firenze; e si apprende dalle JVotizic dì
e sue di|)endenze, e delle altre fabbriche Roma, che a'2 i marzo dichiarò referen-
di spellauza dcU'erurio, 2.°Delle dogaue, dario delle dueseguatureepielalodome-'
TES TES 333
slieo r.'il). Galanti, conservandogli la ca- Apostolico. governo die im nuovo ordi-
Il

rica di assessore del tesorierato. Nello sfes- namento alla milizia. Stabilì che vi fos-
so giorno tle'20 febbraio Gregorio XVI sero 982 uomini d'artiglieria,! 000 di ca-
divise la segreteria di stalo in due cardi- Talleria, eii,3oo di fanteria, 2700 ca-
nali, cioè il segretario di stato, ed il segre- rabinieri, 900 bersaglieri, e 29 uomini
tario per gli aduri di stato interni, nella di marina. In tutto 17,362 uomini, con
cui segreteria compenetrarono le at-
si i524 cavalli. La spesa per li\tla la trup-

tribuzioni della congregazione economi- pa ascese a circa due milioni di sentii l'an-

ca, di conseguenza il tesoriere si pose in no. A'3 dicembre 1834 fu pubblicatoli


I

immediata conispondenza col nuovo mi- regolamento per le casse camerali e pel
nistro. Indi si die nuovo ordinamento a* con trollo,con impianto dell'ofllcio del con-
volontari pontificii, ed a' carabinieri che trollo sotto la direzione di un ispettore ge-
si aumentarono, di più fu istituito l'al- nerale, il quale ora chiamasi contiollore
tro corpo militare politico de' beisaglie- generale dell'ollicio della conliolleria ge-
ri pontificii. Intanto le spese continua- nerale; utilissima istituzione tuttora in vi-
vano a su'Jierare le rendite di circa un gore (e coraechè ben diverso dal prece-
milione di scudi all'anno. Per supplirvi dente e con quelle attribuzioni più estese
si creò un nuovo debito a'i8 selleud:)ie che dirò, esso è indipendente, mentre l'al-
l833.Ancliequesto fu stipulato coiiRolii- tro in discorso lo era dal tesoriere,peròcoa
schild nella somma di 3 milioni di scu- ben preciso legolamento), separato olfat-

di, e si stabilì il saggio dell' 82 per 100; to dalla segreteria e dalla computisteria
così il governo ebbe 2,160,000 scu- generale del tesorierato, ed esteso a tutti

di pagabili a rate sino al fine del prossi- i dicasteri i quali amministrano rendite
rao anno. Fu
un fondo d'ammor-
fissato dello stato ed hanno facoltà di trarre man-
tizzazione, alla ragione dell'uno per 100 dati e ordini su' fondi loro assegnati. Per
all'anno sul capitale. A'20 gennaio 834 1 l'ufllzio del controllo il Papa nominò Gio. .

il Papa creò cardinale mg. Brignole, che Franceschi ispettore generale.


"^
Battista
in seguito fece presidente della congrega- Glosse Gregorio XYI a stabilire la con-
zione di revisione de'conti, e degli affari trolleria, intesa una congregazione di car-
di pubblica amministrazione,e poi anche dinali, per ottenere colla maggior esaltez-
de' Siissì'diifF.), jiresidente della consul- za e precisione possibde la cognizione del-
la di stalo per le finanze, morto beneme- lo stato attivo e passivo d' ogni anno, la

rito vescovo di Sabina, Indi immediata- necessaria vigilanza sull'esame delle ren-
mente e con biglietto del cardinal segre- dite, la precisa esecuzione delle spese e
tario per gli altari di stato interni il Pa- la stretta osservanza de'preventivi. Perciò
pa scelse a pro-tesoriere generale mon- ordinò che presentandosi alle casse iman-
signor Antonio jTocf//, chierico di came- dati o ordini, se non sono muniti del i7-
ra, membro della congregazione di re- sto del controllo, debbansi rifiutare. Con-
visione, e presidente dell'ospizio aposto- temporaneamente furono emanate le i-

lico, colla dichiarazione che ritenendo ta- struzioni di mg.' tesoriere generale per l'e-

li cariche assumeva l'esercizio della ca- secuzione del regolamento della segrete-
)ica di tesoriere generale. Avendo in bre- ria per gli all'ari di stalo interni, per le
ve dato saggio di somma attività, e sin- casse e pel controllo. Approvatasi dal Pa-
goiar zelo e capacità non comune, ripor- pa l'istituzione della Banca Romana, no-
ta Diario di Roma de'aS giugno 834,
il i minò una commissione di governo presso

che il Papa lo avea promosso a tesoriere la medesima, ossia un commissario. Gre-


generale della rev. camera apostolica, col- gorio XVI dopo avere neh 83 I col rego-
la ritenzione del presidentato dell'ospizio lamento pe* giudizi civili, ristabilito ileo-
334 TES TES
dice procedura di Pio VII, con alcune
ili nacciante chojera; la mancanza d'introi-
nioclificazioiii, avendo promesso una nuo- ti della sospesa fiera di Siiiigaglin\F.),
va compilazione di leygi giudiziarie, per e morbo che scoppiò in A ncona. La Pe-
il

rendere più spedilo il corso de' giudizi ci- neh 837 avvicinandosi anche iti
stilenza
vili, l'elFettuò con pubblicare neh 835 il Roma, e continuando nell'erario ponti-
Regolamento legislativo e giudiziario ficio lo sbilancio fra gl'introiti e le spese,

per gli affari civili, avvertendo che ia il governo provvide agli urgenti bisogni

processo di tempo si sarebbe perfezionato. con nuovi prestiti. k'i5 marzo prese dal
INel 835ebbe pur luogo l'appliiudila co-
I banco del piincipe d. Alessandro Torlo-
niazione di tulle le monete in proporzio- nia un milione di scudi, ed a' 2 agosto 1

ne decimale, con regolamento e tariffa quando già il cholera faceva strage, al-
immaginata e compita per opera del te- tri due milioni: il saggio fu discreto e al

soriere. Ed inoltre fu pubblicalo l'ordi- 92 e mezzo per 00; laonde de'3 milioni 1

namento della giurisdizione contenziosa l'erario ne incassò 2,775,000. Tale di-


nelle materie amministrative, e pel quale screto saggio si deve alla vigilanza del te-
il tesoriere fu dichiarato presidente della soriere generale, il quale seppe prevedere
congregazione camerale ne'giudizi ammi- a tempo il bisogno, e prese olTerle in an-
nistrativi; e per ledisposizioni riguardanti ticipazione, con che potè otlenere silTatlo
la repressione de'contrabbandi e di con- vantaggio. Questo flagello, come tutte le
travvenzione alle leggi erariali di Roma, altre grandi pestilenze, oltre le vittime u-
sua comarcaedelle provincie (cioè quanto mane, produsse altri disastri gravissimi
a'con ti abbandi,pe'contrabbandi semplici e spese etiormi,sia per i cordoni sanitarii,
si tolse la procedura criminale, llssando le sia per la cura degl'infermi e sussidii a*

norme per la contestazione delie frodi ed bisognosi, sia per l'interruzione del com-
applicazione delle multe, nonché pel ri- mercio e la sospensione di molti lavori.
corso a' tribunali, riservando al giudizio Né mancarono i faziosi d'approfittare del

criminale i soli contrabbandi delittuosi, e generale spavento, per tentare movimen-


di questi se ne commise il giudizio al tri- ti fra' restali occulti e impuniti
politici :

bunale in discorso), il tesoriere fa dichia- vi fuAngelo Brunetti dello Ciceruacchio,


rato presidente del tribunale criminale fienaiuolo, carrettiere e belloliere,che più
della rev. camera apostolica, diviso in due tardi si rese funoso nella rivoluzione e
sezioni, una per le cause in ."grado, i l'al- repubblica romana. Nel 1 838 a'28 aprile
tra per le cause d'appello. Neh 836 il Pa- essendo morto mg."^ Galanti, l'assessora-
pa approvò la cassa tWRisjìarniio istituita to del tesorieralo cessò. Indi le truppe au-
inRoma. Nel I. 2, p. 3o2 della Raceolta striache partirono dalle legazioni a' 3o
delle leggi deh 836, si riporta l'ordine novembre, e le francesi a'3 dicembre da
circolare di mg."^ tesoriere generale per le Ancona. Avendo il Papa a' 12 febbraio
tlisposizioni sull'ordine interno della com- i838 crealo cardinale e riservato in pet-
putisteria generale e sidle anuninistra- to mg."^ Tosti, lo pubblicò nel concistoro
7Ìoni appartenenti al tesorieralo, accioc- de' I 8 febbraio 1 83g, e per biglietto di se-
ché si tenessero le scritture in regola nel- greteria di stalo lo nominò pro-tesoriere
la computisteria, e lutto procedesse con genera le,e siccome benemerentissimo del-
ordine, analogamente al prescritto nel re- l' ospizio apostolico di s. Michele, Io di-

golanuMito entanato dalla segreteria di chiarò visitatore del medesimo e lo è an-


stato a'ar) dicendirei 832, di cui già par- cora. A Marina pontificia. Porti dello
lai^. Alle tante gravi spese cui soggiaceva STATO pontificio c Soldato parlai della
il governo ponlificin, nel 1 836 si aggiun- marina papale, e dell'introduzione fitta
sero <|uelle de' cordoni sanitarii pel aii- nel1842 de'uavigli a vapore, quali oia i
T E S TES 337
sono quelli chedicliiaro aTEVEBECOii ol- cedente rìnnnvareal tavoIino,tna colla ga-
ile i)utizie,clipenileiili dell ininìsiero ilelle ra dell'asta si ottenne di portarlo ad y\n

finanze (sebbene alcuni credono più con- saggio maggiore, restandone aggiudicata-
verrebbe the lo fosseio dal niinisleio del rio il principe Torlonia per 1,385, 000
coninieicio, [^)ercliè esclnsivamenle dedi- scudi, oltre il 34 peri 00 degli utili. Si re-

cali al coniuiercio). E qui rioleiò tlic la golai iz/ò la taiill'a delle poste. Nella ta-
marina ponlifiiia si divide in 4 calegoi ie, rlila dcgaiiale si l'etero utili cambiamenti
avenli ciascuna la piopria bandiera; esse e modificazioni e con ispettori cointeressa-
sono: I. 'La mai ina delie finanze per .••or- li; indi si giunse a portare l'introito <lelle

vegliare contrabbnndo, e perciò ha le


il dogane che netta non avea mai
a cifra
sue scorridore, ed appartengono ad essa i data. Ke'lotti si procede a una riforma, la
La mai ina
legni o piiosc.nfì a vapore. 2. quale recò utile all'erario senza alterare
camerale pegli spingili de' porli e pfgli il giuoco erammiuislrazioiie relativa. Nel
arsenali.Anibeduedipendevanodal niini- 1844 vieppiù pingied'i la glande opera-
sleio delle finanze, ora la solai/, poiché zione del censimento. La sollevazione tii

la 2. èsoggella al ministero del commer- Cosenza ridestò le speranze de'principali


cio, tranne l'arsenale di Ripagrande [)res- faziosi dello slato pontifìcio, che tentaro-
so porla Portele in servizio de' vapori no una ticinia. Da un legale stato com-
poJitifitii.3/La marina on marinari
< «let- parativo delle rendile e delle spese dello
ti terrieri: esercita la polizia de'porli e di- slato pontifìcio fra' due esercizi i834 e
pende dal ministero del commercio. 4'La i8445*^''''^<^'*^l lesorieratodel cardinalTo-
marina militare che ha il briik s. l'ielro sii, risulla: Introiti dell'esercizio 1 834 net-
di 16 cannoni, e la cannoniera costi uila ti dalle spese inerenti, scudi 6,688,406.
nel pontificato di Gregorio XVI, ed es- Spese dello stesso esercÌ7Ìo,sc.y,5c)0, 1 r)2.

sa è soggetta al ministero delle armi. Vi Deficit drll'esercizio 1 834*0.90 1,786. In-


è pure la marina commerciale dipen- troiti dell'esci cizio i844'"^"' dalle spiS(! i-

dente dal ministero del ce mmercio, la nerenti,sc.7,7 i6,76o.Spesedel!oslessoe-


quale ha propria bandiera, e riparlo an- seicizio, se. 7,828,2 I I. Deficit dell'eser-
che di essa all'articolo Tevere. Diver- cizio I
844) fetidi I I 1 ,4^' I . Aumento «le-

si Consoli poittifìciì [f^.) hanno gradi o- gl'introiti nel 1 844iSCiidi i .028,353. Au-
norari nella marina pontificia, PSel 1 843 menlodelle spesedel 844>*'^^'*'''^3'^>^ ''• 1 '

•vifurono de'tentativi rivoltosi nelle lega- A vverten/e. Il paragone suesposto dimo-


zioni, ed il governo per precauzione chia- stra che dal i834 gì' inlioili netti dalle
mò al servizio attivo 2200 ausiliari da' spese inerenti eransi aumentati di scudi
batlsglioni di riserva, ch'erano 01 dinati 1,028, 353; cosiccliè se le spese de'di versi
in ciascuna provincia, ma poi li rimandò rami non si fossero acci escinte di
passivi
olle loro case. Invece giudicò meglio au- scudi 238,oi8, il dtfìrit ch'eNisleva nel
mentare i4oo uomini la truppa di li-
di 1834 sarebbesi non solo pareggiato. m;i
nea. Frattanto con tali armamenti si spe- superalo eziandio per ia cifra di senili
sero circa 400,000 scudi, e ciò con grave 126,567. Nonostante l'indicato aumen-
dissesto delle finanze di già sconcertate da to di passivila, il deficit del i844 *^''''

debili antichi e con enti. Per supplire a ciicoscrillo a scudi i 1 \,^^i, il (jtiale si

lali spese si aumentò di un 3.° il dazio sul avea lusinga che potesse scomparire, e
cafièe sullo zucchero accresciutod'un ba- per aumenti maggiori de'prevednti, che
iocco per libbra; dappoiché si calcolò po- si speravano specialmente ne' rami do-

tersi ritrarre annui scuilii 80,000. Indi gane e poste, e per le diminuzioni ne'
si fece un nuovo appalto cointeressato de' seguenti aiticoli di spesa; cioè: nella
sali e tabacchi, ma uou si vollccome il pi e- mauutenzioue delle strade nazionali, ne'
33r> TE S T ES
lavori Idi'aulici, essemlo da rllenersi che il Papa regnante accordato sede all'altra
dopo i lavori largameiile appiovali pel pontifìcia accademia e congregazione di
1843. ed fondi i in vistosissima somma al- s. Cecilia. Di quest'ultima concessione si

l'uopo concessi, si potesse nel 1


844 •'scmi- legge nel n.° 255 del Giornale di Roma
lirsi il vantaggio de' lavori sliaoidiuari del I 853, che fra le segnaUite beneficen-
con una coi respetliva diminnzionedi spe- ze da Pio IX elargite al pontifìcio istitu-
se: nelle spese del canierlengalo, ripoitan • to musicale di s. Cecilia, si annovera quel-
dole nel limite consueto al pili; ne'Iavori la de' 17 gennaio I 852 a mezzo del pro-
de'pcili secondo le riduzioni del consiglio ministro delle finanze, di concessione di
d'aite almeno; ed in quelle altre econo- uobile e dignitoso locale, situato nel 2.°
mie che sapesse ravvisare la saviezza del- piano del palazzo camerale in via di Ri-
la congregazione di revisione. Dipoi fu- petta, veramente proprio di im'arlistica
rono puhhlicali colle stampe R. C. A. : istituzione romana, la quale dimorava nel
Bilancio generale delle vendite e spese collegio de'barnabiti, come dissi a Musi-
nel decennio dal i835 al iS44) Roma ca sagra. Per non dire qui altro, dovendo-
dalla tipografìa della R. Camera Aposto- ne riparlare, si risarcirono moltissime
lica ^^j. Memoria sul preteso conto del
1 chiese antiche e monumentali nel pontifi-
tesorierato, ossia della finanza, pel de- catodiGrcgorio XVI enei tesorieratodel
cennio dal i835 al i844> Roma i85i card. Tosti. Si legge nel a° 5 del Diario di
dalla stamperia dell'Ospizio apostolico Roma deli845.''In seguito della degna-
con permesso della superiorità. Sebbene zione che ha avuto la Santilà di ÌNostro
nel Bilancio del decennio risulti l'ingen- Signore, di permettere all'Em." e Rev."
tissimo aumento d' introiti ottenuto per cardinal Tosti di ritirarsi dall' esercizio
più milioni sotto il tesorierato del cardi- del ministero della tesoreria generale del-
nal Tosti, l'autore della .^/c/^o/vV? rispo- la rev. camera apostolica, la Imlata San-
se per lui, su quanto erasi supposto er- tilà Sua, con biglietto della segreteria per
roneamente malinteso. A tanta dimi- gli affari di stato interni, de'i5 gennaio,
nuzione del riportato deficit si pervenne si è ancora degnata di nominare pro-te-
non ostanteche, esigendolo tempi, si do- i soriere generaledella rev. camera aposto-
vesse d'ordine espresso del Papa dar pa- lica mg."^ Giacomo Antonelli, protonoia-
ne a una quantità di operai, e ciò anco rio apostolico partecipante, canonico del-
per servire alla pubblica quiete. Sotto il la s;igrosanla patriarcale basilica Vatica-
tesorieratodel cardinal Tosti, ecome de- na, sostituto della segreteria per gli aifi-

scrissi in tanti articoli, si riportò al suo ri di stalo interni ec." Indi riferisce il n."
splendore \\ Palazzo apostolico Latera- 33 del medesimo Diario, che il Papa a'

nense {V-), ch'erasi devastalo, vi si por- 21 aprile l'avea nouìinato tesoriere ge-
tarono musaici che vi si ammirano, e vi
i nerale. Narrai nell'articoloGREGORioXVI
si stabilì il Museo Gregoriano Latera- e altrove, il ricupero ch'egli fece con sag-
nense {f-), acciocché il nobile e magni- gio accoigimenlo neli845a'3 aprile de'
fico edifizio non potesse più cadere in ab- beni dell' Appannaggio, ereditali dal du-
bandono. Si fecero le grandi fabbriche del caMassimilianodi Leuchtendierg.II prez-
Palazzo della Calcografia Camerale zo fuslabilitoinsctidi 3, 750, 000, e ciò iti
(^''.),e diRipetta con piazza e adiacente tanti certificati, ossia obbligazioni di de-
passeggiala pubblica sulla riva del Teve- bito pubblico, [)agabili in Parigi al lato-
re, della quale fabbrica feci parola nel voi. 5 per 100. Il gover-
re, coll'interesse del
Lll, p. 27H e altrove, sia per avervi Gre- no quindi vendè ad una società com-
li

gorio XVI stabilito le scuole artistiche posta de'principi Borghese e Rospigliosi,


dell'accademia di s. Luca, sia per avervi del commeodalore Feoli,e dell'avv. Eu-
TES TES 337
vico do Doniiiiicis. II prezzo ili stabilito nonna congiura,! cos[)iratori audacemen-
per scudi 3, 880,000, pagabili in i 2 anui te pubblicarono un manifesto a'princi pi e

co'frutti al 5 peri 00. Indi la società ri- a'popoli d'Europa, indi .scoppiòla rivo-
vendè gran parlediqiie'foudia molli luo- luzione in Rinii/u (/'.), senza conseguen-
ghi Su quqsla operazio-
pii e particolari. ze ,
perchè il governo di Gregorio XVI
ne si legge a p. 838 del Gionuilc di Ro- Irovavasi forte di potenza materiaiee mo-
ma del 852. in un Rappoi-lo del pio-mi-
1 rale. Ed eccoci al 1 846, fine del suo pon-
nistro delle finanze. 11 governo pontifi- tificalo, lungo, glorioso e pieno di spine.
cio nell' andare al possesso de' beni del- Egli fu quale lo accennai ne'molteplici ar-
l' Appanuags^io si rese debitore verso la ticoli in cui per dovere la storia mi fece
casa Rolhsclulddi Parigi della stessa som- parlar di lui, e quale in breve Io lumeg-
ma in rappresentanza de'portatori di al- giai a Roma, che tanto amò e abbelTi. E-
trettante obbligazioni emesse in aggiun- gli però, come suole per l'ordinario avve-
ta de'prestiti già combinati colla mede- nire per tutti gli uomini veramenlegran-
sima, la quale assunse 1' obbligo di sod- di, fu più ammirato dopo morto, tranne
disfare la casa di Leucblemberg del prez- il fugace periodo di cieche e velenose pas-
zo suddetto de'beni venduti. Questi be- sioni. Gregorio XVI non si fece imporre
ni in un col dominio diretto che vi ebbe da' rivoluzionari, migliorò tutta quanta
il governo pontificio, furono ceduti, a con- la pubblica amministrazione civile e fi-

tare dal giorno in cui esso ne divenne pos- nanziaria, riformò molti abusi, curò i rea-
sessore, alla memorata società di sudditi li interessi della camera apostolica e del
pontificii, come apparisce da islromento suo erario, tenne il fabbricare e l'impie-
de'24 aprile.» Lasciandoquidi enumera- gar le braccia degli uomini che domanda-
re vantaggi che da siffatta contrattazione
i vano pane e lavoro, quale pubblica cari-
derivarono a'sudditi pontifìcii, si noterà tà. Fa onore
a lui ed a suoi tesorieri ge-
soltanto a schiarimento del conto che si e- nerali quanto venne operato nel suo me-
sibiscCjche il prezzo di acquisto è calcolato morabile pontificato, in opere ornamen-
nel prospetto D Ira gli acquisti de'capi tali tati, ed in notabili ristauri per conserva-

stabili, eche l'importo della vendita èva- re sagri e profani edifizi, o nell'erezione
lutato nelle alienazioni de'capitali slessi, de'riputali necessari. Gloria che fra' te-
in quanto a scudi i, 18 1,490:99,9, tra la sorieri si debbe principalmente al cardi-
somma maggiore de'versamenti fatti nel- nal Tosti, non meno pel suo grand'ani-
le casse camerali, ed in quanto a'residuali rao e pel suo lungo ministero, che pel no-
scudi 2,698,509:00,1 per trasporlo alle bile e affettuoso sentimento da cui fu pene-
somme da incassarsi per residui prezzi che tralo, del pubblico bene e dell'incremen-
formano parte de'capitali pecuniari atti- to di venerazione e gloria al suo Signo-
vi riuniti all'allegato 22. Da tale opera- re. Ciò provasi anche dagli elenchi dei

zione, mentre aumentò il debito pubbli- principali lavori eseguiti nel suo tesorie-
co pel prestilo accresciuto colia casa Pioth- ra to,specialmente dal 1 837 al 1 844 itici u-
schild, figurarono al tempo stesso inattivo ai vej e riprodotti dalla ricordata 3Iciìioria,
i frutti compensativi dovuti dagli acqui- sul preteso conto del Tesorierato. Da es-
renti de'beni suddetti in ragione del 5 per sa si apprende che per dignità dell'alma
! 00 sul prezzo non sborsato, i quali flut- Roma 26 basiliche, chiese e loro annessi
ti sono riportati tra le rendite dell'ammi- furono restaurate più o meno, acciocché
nislrazione".!! governodi Gregorio XVI non si aumentassero loro bisogni e di-i

non potè che poco giovarsi di questa ope- verse non cadessero. Che 20 luoghi pii, mo-
razione, e restò a vautaggio di quello che nasteri e ospedali vennero ristorati, e so-
gli successe. Frattanto i profughi oidiro- stenuti con opportune riparazioni. Che 65
VOL. l;cxiv. 22
338 T E S TE S
sono gli edifìzi pubblici e camerali resl.-uj- te, non potersi operare il miracolo della
lali, sosleniili, ampliali ocoslruili di nuo- moltiplicazione del denaro, essersi latto
vo, e parecchi grandiosi, oltre altre lavo- il meglio che si potesse, il consolidato ro-
razioni per titoli diversi. Di tutto ecliia- mano essere salito fino a scudi 1 12 per
rauiente, oltre l'indicazione de' differenti 100 di valore nominale; il che mostra il

pubblici edifizi e monumenti, vi sono de- credilo solidale in cui era tenuto il go-
scritte le qualità di lavoro, e le osserva- verno. Per le operazioni di hnanza, per
zioni che ne stabiliscono le epoche. Que- le scritture, pe'conli e pe'bilanci, 1 iu»an-
sta èiy/o/'zVTjedèpeiciòche nella più par- do il gentile lettore al dichiaralo nella Me-
te lo rilevai ne'loro articoli. A coloro che moria, E" positivo, che nel pontificato di
Tollero parlare e giudicare senza piena co- GregorioXVl l'erario camerale si trovò in
gnizione delle cose,cioè che senza tanti la- angustie, pe'tanli motivi narrati compen-
vori di fabbriche sarebbesi fatto maggior diosissimamente, e per le incessanti me-
risparmio, e non sarebbe restata quella ne de'faziosi. Egli, ad esempio de'suoi pre-
somma di (|ualche centinaio di migliaia decessori, fu costretto dall'imperiose cir-
Meinovia, doversi a-
di scudi; risponde la costanze, di formare debiti, di alienare
ver prpfnte, che lavori furono anche
i molle proprietà della camera apostolica,
una necessità e non erano volontari che per difendere la sovranità e indipenden-
nel la scelta, specialmente dal la falaliséi ma za del principato della s. Sede che avea
epoca del cholera in poi, volendo il go- giuralo(di che riparlai nel vol.LV,p.28 1
),

verno che si dasse lavoro a molte cenli- ed insieme per conservare la pubblica
.aia di poveri, e ad ima quantità di ar- tranquillità e le proprietà de'suddili fede-
tisti disoccupati, quali chiedevano pane
i li. Questi poi non furono aggravali di no-
e l'impiego di loro braccia. Procisameu- tabili imposizioni, e s'egli avesse permes-
te, e lo ripelerò, questo era l'intimo sen- so un sarebbe sparilo il defi-
lieve dazio

timento Gregorio XVI, per cui talvol-


di cit, in che costantemente si oppose, come

il suo
ta pose a disposizione di tal sollievo quello che vagheggiava la possibile dimi-
scarso peculio, e valgano due esempi, che nuzione delle preesistenti. Tutto questo
ora mi rammento, e accennali ne' voi. non impedì, che la generale prosperità,
XLIX, p. 273 (cioè la 2.' paginazione, es- il commercio, l'abbondanza delle derra-

sendo questa errala), L,p.i4> cioè quando te e del numerario, grandemente fioris-
seppe, che per mancanza di denaro poche sero, e ad un tempo regnasse nel popolo
persone si potevano occupare. Arroge che il buon umore. Gregorio XVI nulla ri-
io qui pure ran)menli, quando Gregorio sparmiò di cure e applicazioni per miglio-
X\l avendo inleso da mg.' Galanti che rare le finanze, ogni ramo d'amministra-
l'erario era esausto, spalancato il suo scri- zione, e la condizione di ciascuna classe
gno, quanto avea gli die, ed io vidi la com- di persone, in tempi così torbidi, e indi-
mozione e le lagrime del prelato, sorpre- cibilmente godeva della pubblica alle-
so da sì bel tratto. ìii^Wa Memoria viene grezza, mentre con insuperabile fermezza
altresì provato il progressivo migliora- volle mantenuto l'ordine pubblico. Dei 12
nìento delle singole amministrazioni, con milioni presi in prestilo, provai che di fat-
intelligenza de'loro capi; l'innalzamento to l'erario non ne incassò che 9,183,000.
degl' introiti e l'abbassamento delle spe- De'quali 12 milioni si legge nel citato Bi-
se, rendendosi ragione quando aumenta- lancio generale claliSoS al 1844? che
rono pebisogni de'lempi, per istraordi- per le ammortizzazioni seguile eransi ri-
narie circostanze, per le ingiunzioni del- dotti a scudi 1 0,3 6,8 4- Inoltre nel
I 1
le-

la congregazione di revisione, e pel deco- sorieralo di mg.' Antonelli, con alti del-
vo del governo; diciiiarondosi aperlameu- l'Argeuli segretario di camera, degli 8 a-
TE S TE S 339
prile 18465 Tu stipulalo il piesliloco' si- cusa, ne parlerò al i8j3, dicendo del
ignori Torloiiia e compapjui. pagabile a Rapporto pubblicalo in quel!' anno dal
Genova per !a somma
due milioni di di pro-ministro delle finanze. Quando Gre-
scudi, da rendersi immediata mente elfel- gorio XVI il I.' giugno 1846 chiuse gli

tiva perla mela, e con riserva per l'altra ocelli i«) (piesla miserabile terra per ria-
di dicliiararsene redeltiiazifjiie per parte prirli nel cielo, lasciò nella sua virtuo-
de'sovventori dopo alcuni mesi, E sicco- sa moileiazione e sagace previdenza le
me i frutti passivi .sidle obbligazioni e- casse di dataria e de' brevi abbastanza
inesse cominciarono a decorrere dal i. pingui, 4o,ooo scudi in quella del |)a!az-
dicembre 1845, cosi ebbe 1uoì;o una li- zo apostolico, e scudi 600,000 di fondi

fjiiidazione sul com[)eiiso dovuto al go- insapuli nell'erario pegl'imprevediili bi-


verno per le somme depositate poslerior- sogni, e riuscirono ojiportuni per le s[)e-

riieiile alia citata decorrenza tle'frutti pas- se inerenti alla sede vacante, conclave, e-
sivi che ascese a scudi 'jS,'j /\g^ v\po\ lala lezione, coronazione e possesso del nuo-
sotto l'esercizio del 847jeuliola somma
1 vo Papa e ad altro. Il sin qui accennato,
di scudi 288,870, alla quale ammontaro- ormai sono fatti riconosciuti e confessa-
no i frulli attivi di capitali pecuniari per li da tutti, ed il nome di Gregorio XV I

lo slesso esercizio. La >omma capitale del è rimasto in benedizione, a fronte degl'i-


prestito in discorso fu versata nelle cas- niqui sforzi e sarcasmi lanciali iuipudeu-
se camerali per scudi 1,8 0,000 entro il
i temente in ogni maniera, per tentare di
triennio successivo, e per scudi 190,000 denigrarne la gloriosa memoria , dalla
n^uiò tra'debiloi i per giro di cassa. L'in- Setla(f ,) de'nemici dell'altareedel tro-
dicata ultima partita fu co>tituitada sorn- no, che lenta illudere colla favola e uto-
ii>e ritenute da sovventori pel ribasso del
. pia ridicola del comunismo e Socialismo
5 peri 00 sotto la pari convenuto nel con-
tralto, per la provvisione del 2 per 100 e- Nel 2. "giorno di conclave, per manife-
gualmente stipulala, e per un semestre sta disposizione divina, a' 16 giugno 846 1

di frulli sopra ili.' u)iiione couspensato fu eletto regnanlesommo Pontefice Pio


il

sui versauìenti del capitale. Da tuttociò IX, nel quale articolo e finché la stampa
jipparisce, che da tale prestito di due mi- lo pernìise, da tal giorno a tutto il i85i
lioni, poco ne fruì il governo di Grego- riportai in ristretto i principali avveni-
rio XVI, morto 53 giorni dopo, e meglio menti del suo pontificato, e posteriori i

si potrà conoscere dai nferito a p. 838 in gran parte li narrai ne'relativi articoli.
del Giornale di Roma óe\ 8 52, nel Rap- 1 Laonde qui accennerò solamente quanto
jìorto summerilovato. Altrettanto può spetta al tesoriere, con alcune indicazio-
dirsi dell'operazione sui beni (\kt\y Appan- ni sulle finanze ed erario pontificio. Nel-
ìiaggìo, come rimarcai superiormente e l'agosto alìldò al segretario di stato il ra-
dirò in progresso.Allrearìaloghe notizie le mo degli affari interni, ed 39 noveuibre
riporterò al 852 in cui fu fatto taie rap-
1 prese il solenne possesso con magnifica
porto. Quanto a'deiicil annuali, prodotti cavalcata, e mg."^ Anlonelli tesoriere ge-
dalla risoluzione e sue conseguenze, dalle nerate somministrò so|)ra il ripiano del
perdite de'prestiti, dalle nuove istituzioni lr<)no alla destra le consuete medaglie, e
introdotte nel .sistema govci nativo, di- fatta dalPapa la distribuzione, ne conse-
spendio provocato dalla setta negl'inces- gnò due al principe assistente al soglio.
lanli turbamenti politici, per sconcerta- Questo degno prelato a' 2 giugno 1847 i

re gravemente le Ilnanze, ed insieme e fu creato cardinnle,e successivamenleme-


filialmente per depauperare lo stato pon- ritò ti' essere nominato presidente della
lifìcio, oude poi trarne aig<jmeuto d'ac- consulta di stalo, Sci^rclario di stalo e
34o T E S TE S
Prefitto de ss. Palazzi ajxìslolici ('T'.)y l'istruzione ciicolareclel cardinal Gizzi se-
te qua li ulti me due cospicue cariche ilcar- gretariodi sta lo, chesi leggenti fi. "53 del

dinal Antonelli tuttora decorosamente /?ow^, venne slahililo. La pre-


/>'?V7r/o r//

funge. Dopo l'esaltazione alla porpora il sideuza della congregazione camerale pel
l'apa Io dichiarò pro-tesoriere. Mentre contenzioso amminislralito sarà eserci-
nèllo slesso 1847 il tesorieralo trova vasi tata dall'uditoredel camerlengato La pre-
quale l'indicai in principio e meglio in sidenza del tribunale camerale avrà una
progresso di quest'articolo, indi piacque sola sezione, e ne sarà presidente un chie-
alPapa col moto-proprio dello slessogior- rico di camera, e fra le norme stabilite,

no 2 giugno, e riportalo dal n.° 4^ ^^^^


I il giudice processnnle fu dichiarato dipen-
Diario di Roma, d' istituire il consiglio dente dal commissario della camera. Ai
òe ministri . e fra questi vi comprese il 2agosloi847 nominò pro-tesorieregene-
tesoriere, e dichiarò quanto alle altribu- Carlo Luigi Monchini, duOve-
rale mg."^
zioni. Ch'egli conser\ava il suo ministero gorio XVI ammesso in prelatura e suc-
del pubblico erario colle attuali altribu- cessivameute fattochiericodi camera,ar-
zioni, a forma del regolamento de'2C) di- civescovo di iS'isibi e nunzio di Baviera,
cembrei832,edelleallreleggi posterior- della cui interessantissima opera Degl'i'
meuteemanate. La direzione, la discipli- di pubblica carità ed istriizio'
stìtitti

Ila e lage^tioneamministrativa delle car- ne jìvimaria, e delle prigioni di Roma,


ceri, luoghi di pena e case di condanna, parlai in piùluoghi. Con moto-propriodei
furono anidale al segretario di consulla, i 5 ottobre, riportato nel Suppliuienlo al
La direzione, la custodia e l'amministra- n.°83 del Diario di Roma, per l'istitu-

zione dell'armeria pontificia, la fece pas- zione della consulta di stato, cessarono le

sare alla presidenza delle armi. Inoltre il attribuzioni della congregazione di revi-
tesoriere venne esonerato dalla pro-pre- sione, e la 2.^ sezione di tal consulla fu
sidenza delle ripe, e l'attribuì alla prefet- stabilita perle finanze, la 3.' pel comnier-
tura d'acque e strade; di più tolse al suo ciò, la 4-^ si>i lavori pubblici. Frale at-
minislero la navigazione del Tevere, e la tribuzioni della consulta, si leggono quel-
iiun"i a tale prefettura. 11 governo di Por- le: degli affari governativi, riguardanti
to e Fiumicino, lo restituì al presidente l'interesse generale dello stato o di una o
diComarca. Confermando al tesoriere la più provincie. Della conipilazione, rifur-
direzione generale del debito pubblico, maodesamede'regolamentiamministra-
però gl'ingiunse riferirne gli all'ari in con- tivi.Creare e ammortizzare debiti, im-
siglio de'niinistri. Dichiarò pure il Papa, porre, togliere e diminuire i dazi, alie-
che tuttociò che riguardava il sistema e- narebeni e diritti propri dellostato. Con-
conomico, la finanza e l'interesse genera- cedere nuovi appalti, e confermargli e«

le dello stato, nonché l'interesse di una sislenli. Determinar le tarilfe doganali e


o più Provincie, si dovesse trattare e de- stabilire i trattati di commercio. L'esa-
cidere nel consiglio. E che debbunsi rite- nìinare i preventivi, e rivedere i consun-
nere per nomine prelatizie quelle degli tivi, tanto generali, quanto per le singole
avvocali de'poveri e del fisco, del procu- amministrazioni dello stato, pronunciau-
latore fiscale, e del commissario della ca- do sui medesimi le relative sentenze sin-
mera apostolica. Avendo moto-pro-
nel dacalorie. Piivedere e riformare le attua-
prio espresso di voler provvedere sulla li oiganizzazioni de' consigli comunali e
presidenza della congregazione camerale provinciali. Quale scopo invece si propo-
pel contenzioso amministrati vo,e alla pre- sero alcuni della consulla di stalo, come
sidenza del tribunale criminale della ca- progresso dell'operante fazione, è troppo
intra apostolica, poscia a'26 giugno col- uolo, soleudodiisi da taluno che dovean-
TES TES 34r
si convertire in d.ighe i calici delle chie- ga un prodotto 11 tesoro. Tutelale ban-
se! Dipoi e come meglio 6i apprende dal che, ed ogni altro stabilimento che ri- ,

n.° 9G del Ditirio di Roma, ebbe luogo guardi d credito pubblico. Iledigge e pro-
la disposizione, che le doti de' lotti che pone le tarilFe daziali e doganali. P».iuni-

si conferivano annualmente da'tesorieri, sce dagli altri ministri gli elementi spe-
42 di scudi 3o alle povere e oneste zitel- ciali, o sia i singoli preventivi e consun-
le di Roma, e 36o di scudi yiSo a quel- tivi, onde formare un annuale generale
le di ciascuna provincia dellostatOja rap- consuntivo di tutto lo stato. Presiede al-
presentanza di mg/ Morichini pro-teso- l'erario pubblico dirigendo le operazioni
riere fu stabilito, perchè più degnamente al medesimo relative. Cura che le rendi-
fo>;sero dispensate, che alle romane le di- te dello stato si versino nelle pubbliche
stribuisse il cardinal vicario, alle zitelle casse. Pone a disposizione di ciascun mi-
delle Provincie i rispettigli vescovi, in nu- nistero i fondi occorrenti a sostenere le
mero proporzionato alla popolazione di spese approvale ne' preventivi; e ciò nel
Ordinamento che s'incomin-
loro diocesi. modo e ne'termini che verranno stabiliti
ciò ad attuare col nuovo anno 1848. Col con apposito regolamento sulla control-
molo-proprio de'-zg dicembre 1847, ''" leria. Dirige il movimento de'fondi nel-
prodotto nel Supplimento al n."io5 del le diverse casse secondo il bisogno dello
Diario di Roma, il Papa riformò gli or- stato. Dipendono dal medesimo : gli of-
dinamenti già emanali, coordinandoli col- fizi de'notari di camera; la milizia doga-
le nuove istituzioni della consulta di sta- nale. Tra le nomine di que'lra'principali
to e della consulta di Piomn, e trasferì nel funzionari ed impiegati che debbono pro-
ministero dell'interno leattribuzioni del- porsi e deliberarsi in consiglio de' mini-
la congregazione del buon governo. La stri, furono compresi, per le finanze, i so-
nuova organizzazione del consiglio de'mi- printendenti, direttori ed amministrato-
uistri e di tulle le amministrazioni dello ri generali delle aziende fiscali; i segreta-
stalo fu riparlila in 9 ministeri respon- ri e capi di contabilità. Rapporto sul Il

sabili, la quale responsabilità discendesse bilancio generale della pubblica ammini-


sugl'inipiegali subalterni, e per 5." mini- strazione dal 1845 al 847, comechè pub- 1

stero fu dichiarato quello delle finanze, blicato nel 18 52, in quest'anno ne darò poi
conferito al pro-tesoriere mg."^ Morichini, un cenno. n."^' i e 2 ò.e\\dt.GazzpttadiRo'
I

colie seguenti attribuzioni. E' officio de! ma del 1848 pubblicarono alcune istru-
ministro delle finanze amministrare le zioni provvisorie per l'ordinamento del-
proprietà e rendite dello stato. Apparten- l'amministrazione pubblica riguardante
gono dunque a tal ministero : le fabbri- le spese, presentate da rag. Morichini pro-
"^

che, i fondi e le proprietà camerali; le mi- tesoriere al Papa, e da questi approvate,


niere e cave dello stato; gli stabilimenti a tenore del moto-proprio del consiglio
della camera. Dipendono da lui: la de- de'minislri che prescrisse doversi stabili-
posileria camerale; il s. monte di pietà di re un apposito regolamento sidl' offizio

iloma per quella parte che non verrà af- della controlleria generale. Quindi il Pa-
fiiJala al comune diPtoma; le zecche pon- pa nominò il principe di [«.oviano d. Pro-
tificie, e il bollo degli ori e degli argenti. spero Colonna di Sciarra alla carica di
Soprintende inoltre a'seguenti oflìzi. Bol- controllore generale, ed il cav. Nicola Pe-
lo, registro ed ipoteche. Censo, dopoché nali capo d'uffizio del controllo, il quale
sarà finita la revisione de'catasli. Debito lo è tuttora; dipoi neh 85 r essendo suc-
pulìblico, e cassa d'ammortizzazione. Do- ceduto nella carica di controllore genera-
guie, e dazi diretti e indiretti. Lotti. l*o- le r odierno principe di Caujpagnano d.
tle. In genere ogni intrapresa, do cui Irag- Sisrismoudo Gliiiji. Della bellissima isli-
34^ TE S T E S
ItizioneamminisJialiva della controlleria nislro delle finanze all'acculata coaipi-
"

osindaciizioiiegeneraledel liiltoiiulipeii- la/ione del preventivo del i 84'^, risidtò


dente, ordinata dal Papa per n)igliorare le spese essere superiori all'entrate tli

ec()n>!olidareii I eggimeuludelKicosa pnb- 100,000 scudi il mese, cioè in tnlto l'e-

blica, se ne rende piena conte/za neli'o- sercizio annuale il deticit ascemlere a


\mno\o\nulo\aU): Del l'uffizio del la Con- 1,200,000 scudi. A supplì re al bisogno del-
iroUeria genera le nelVamminislrazioiie l'erario il governo contrasse il prestito di

(irgli stati di s. Chiesa, llonia, lipcgra- un milione di scudi al 94 peri 00, divisi-
fìa delle Delle Arti 1 84B. ivi si dice, che fu bile in cartelle al 5 per 00, colla casa De 1

intiodolla nel governo pontificio, cpiasi la Haute e compagni di Parigi. Nel n.°i7

co'rnedesiiìii aicloili e colle medesime di- della della Gazzetta si <là contezza co-
scipliiie trovarono praticate dal-
che si me mg.' Morichini ministro delle fiiian-
l'amministrazione del regnodi Sardegna, ze avea umiliato al Papa a'20 novembre
La conlrolleria essere un iifilzio di sopra- 1B47 Rapporto sullo stato delle fi-
il

veglianza, di revisione o preventiva o re- uaiize ponti fiele e desmodi di iiiigliorar-


piessiva. Esseie unuflizioe dicastero in- /e, Pioma 847. La quale relazione, come
1

dipendente, centrale, estrinseco esepara- cosa realizzabile, presentò pure alla con-
to da'ministeri, die non riconosce alcu- sulta di slato, la quale ne manifestò sod-
na supremazia o podestà, simile in que- disfazione; ed io comedi tutto, non fac-
sla |>ar(e a'tribiinali civili e criminali. Il ciò che riportare un sunto del pubblica-
conliollore generale avere certi caratteri lo dal foglio uflicinle del governo, in e-
e pierogative di ministro; essere nomina- poca calainilosa e deplorabile, e solo per
lod'retIaii)enledalPapa,comuiruareim- vieppiù dimostrare clie il deficit si dee
mediatamente con lui; riè potere alcuna alle rivoluzioni. Nella relazione dunque
autorità infermare o annullare le sue de- sullo stato delie finanze pontificie e dei
creta/ioni, poicliè altrimenti bisognereb- modi di migliorarle, co'inodi più sempli-
be infermare o annullare le leggi animi- ci onde poter sopperire all'annuale defi-
iiistiative,i rescritti sovrani, la tabella pre- cienza dell'erario, ivi si dicedalla Gazzet'
venti va, che sono le norme e i foiulamen- ta. che l'illustre compilatore allegò aleu-
ti delle stesse decretazioni. Enumerati i ne tavole, una di esse contenendo un ren-
difelli, gli abusi, i disordini molteplici e dicontosommario di renditae di spesedal
Iradizionali nell'amministrazione priva giugnoi 8 i4 84^- Donde risul-
a tutto il 1

diconlrolleria; quindisi dichiaranoi van- ta, die dali8i4 aliSay quasi ogni an-

taf;giiniiumeral)ili che lasindacazionege- no si avea, dopo tratte le spese, non pic-


nerale e indipeiulente arreca, per l'iute- colosopravanzodi rendita, il quale da quel
la e regolare amministrazione governa- tempo in poi cessò per essere diminuita
liva, e perle guareuligie della cassa pub- d'un 4-° la tassa fondiaria denominata
blica, l'ordine delle operazioni e la mo- dativa reale. Madali83i in poi, per tri-
ralità degli agenti amministrativi. Neln.° ste vicende, le spese sempre doverono ec-
I I della Gazzetta- di Roma (\e\\^L^'Ò si cedere le rendite; di maniera die la de-
legge, che ninno ignorava avere il gover- (Icienza annuale dell'erario, preso il ter-
no pontificio dal 1828 fino allora speso mine medio d'ogni annoisi può calcola-
ogni anno più della sua entrala . A que- re ad un milione di scudi. Sicché lo stato
sto disavanzo sopperiva talora colla veii- pontificio ritrovavasi nel novembre 1847
dita di beni camerali , talora con debiti con nove milioni e mezzo di rendite lor-
fitli a Roma, a 'ieiiova, a Parigi; e cosi tie, con dieci milioni e mezzo di spese Io-

ripianando io snianco conduceva iiinan- tali ogni anno, e con tranlasetle milioni
zi ruiiiminislrazioiie. Che accintosi il mi- di debito. Non avere un apparato così me-
T E S TE S 343
lanconicoabbaltnto il ministro, anzi rin- fine si propongono altri proventi, col di •

vigoritola confidenza dell'ingegno, esper- minuire il prezzo delle stampe della cal-
to in economiche speculazioni. Doversi cografia cau)erale,ecol sopprimere la pri-

prendere un efficace e pronto rimedio, non vativo della stamperia camerale. Da 'qua-
solo per eguagliare in spesa all' introito, li espedienti, se mai potesse aversi un su-
ma (lare all'erario un sopravanzo da ser- bito effetto, non altro sarebbe da ricer-
vire ad altri bisogni o vantaggi dello sta- carsi. iMa |)er l'urgente, antica e continua
to. E que'slo rimedio airecando dall'una deficienza dell'erario, doversi por mano
parte la salute alle finanze pubbliche, dal a rimedi di raen tarda efììcacia. Quindi
l'altra non dovea molestare sudditi pon- i si discorre d' imposte temporanee sugli
tificiicon insopportabili aggravi. I mezzi esercizi lucrosi d'ogni sorla, non eccet-
sein[)lioissi(ni per ottenere un incremen- tuata alcuna classe, tranne i giornalieri
to di rendita e per ammortizzare il de- e gl'unpiegati infimi; ed estendendosi so-
bito pubblico, essere due: cavare maggior pra un gran numerod'individui, potreb-
profitto dalle rendite correnti, e procac- be essere moderatissima e sopportabile.
ciarne delle nuove, quando quelle non ba- Riguardo alla tassa sui cambi-censi e cre-
stassero,ne'modi svolti dal prelato, e fon- diti frultifeii, il prelato opinante, dicela
dati sulla morale evangelica e nei sani Gazzetta, non pronimziò una definitiva
princij. economici. Enumerati vari rami
i sentenza, ma riportò le ragioni in favore
di spese da potersi diminuu'e, si propon- e in contrario per lasciar la cosa alla di-
gono principalmente i risparmi sui fondi scussione della consulla. Da ultimo si dà
Regreti di polizia, altri sperabili dalla le- a considerare, quanto sarebbe produtti-
ga doganale fra gli slati italiani, e da una va una tassa sulle bevande spiritose. Com-
conversione da farsi in tempo opportuno piuto dalla QazzettaW novero de'rispar-
dalla rendita consolidata. Dopo ciò si pas- mi e degli aumenti sperabili, osserva che
sa ai miglioramenti degl'introiti, ricono- nasceva dal soggetto tnedesicno l'opportu-
scendosi vano aspettarli da'beni cainera- nità di parlare intorno al da firsi ui caso
11, consistenti in soli canoni e crediti, e che si conseguisse 1' intento di avere un
dall'amministrazione delle poste, ancor- avanzo d'introito in favore dell'erario. Il

ché si abbassassero le tariffe postali e si I. benefizio dice che sarebbe l'abolizione


oidinassero corrispondènze secondarie: il del giuoco del lotto, con sagrificare alla
fomentarli tlal giuoco del lotto, per aver- pubblica morale questa rendita. L'altro
ne accrescimento d'introito, sarebbe bia- non minore, sarebbe sopprimere l'impo-
siiìiato dall' opinione pubblica. Piestare sta sul macinato nelle provincie dove e-
qtiindi ad appettarli dalle dogane, si per sisle. lllodatoministrOjSoggiungela Gaz-

la repressione del contrabbando, e sì per zetta, allargò le sue vedute oltre la sfe-

un ordinamento di tariffe sopra un siste- ra delle cose meramente finanziere, mi-


ma migliore dell'attuale. Inoltre cessati rando m generale a lultociò che potesse
gli appalti in amministrazione cointeres- accrescere la prosperità pubblica, e con
sata, governo ne trarrà maggior pro-
il essa lerenditedello Stato; ([uindi, la Gaz-
fitto amministrandoli direllameote e gio- zetta, toccò de'prowedinienti voluti dal-
vandosi di que'miglioramenti che la spe- la civiltà, oda'fini d'una giudiziosa e ret-
culazione privata degli appaltatori avrà ta amministrazione: tali essere, la riforma
saputointrodurvi. Si tocca puied'un mi- del sisleina penitenziario delle prigioni;
glioramentoche può farsi nel lamodel re- il rendere indqjendente ed efficace l'isti-

gistro, senza però sostituire taluni dirit- tuzione del controllo.ciòche megliosi de-
ti fissi al diritto proporzionato, che favo- cretò nel declinare del 1847, e si pose «d
ieudo il ricco aggravassero il povero, lo- effetto fin nel principio del 1848; rego-
3U 'i" E S T ES
lare la conduttura dell'acque d'irrigazio- rogato il marzo
cardinal Bi ignole. A' 3
ne e di scolo, e le servitù reciproche dei mg. Morichini pro-tesoriere generale e
pioprietaii vicini; migliorare il sistema i- ministro dellefiuanzcj dalla sua residen-
potecarioji boschi, la navigazione interna, za diMonte Citorio, pubblicò la notifica-
e la marina. Intanto potersi rivolgere o- zione per impedire l'esportazione di al-
giii cura alle strade ferrate, come il più cune delle più ricercale monete estere, e
grande de'benefizi che nell'ordine degl'in- per l'adozione d'una riforma nel sistema
teressi materiali può attendersi il nostro generale di monetazione pontificia, me-
paese. Con questo rapporto e relazione diante il sistema decimale e l'unità mone-
sullo stato delle finanze pontificie, fra le taria vigente in Francia, nel regno Sar-
altre cose, dice la stessa Gazzetta, s\ fece do e nel ducato di Parma. Su questo ar-
cessare il grido spaventoso, che divulga- gomento vi è un articolo nel n.°35 della
va essere le medesime in rovina, poiché Gazz''tta di Roma. A'g marzo, con no-
fu detto e scritto, che il debito dell'era- tificazione di mg."^ Morichini, il Papa au-
l'io pontificio ascendeva a trecento cin- torizzò l'affrancazione de'fondi gravati di
quanta milioni di franchi. »»Ora alla fine canoni e altri pesi, versoi luoghi pii e al-
si può da tutti sapere quanto è minore la tri stabilimenti ecclesiastici. Indi furono
cifra , e quale attività e quale scienza si conferiti a laici i ministeri dell'interno, e
adopera per quando che sia cancellarla di grazia e giustizia. Trovo nella Gazzct-
interamente. A chi ben vede, e si offre la ta di Romade IO marzoi848, che il Pa-
comparazione fra il pontificio e gli altri pa con biglietto di segreteria di stalo e-
stali, parrà non grave incarico il debito rasi degnato di nominare tesoriere gene-
di trenlasette milioni di scudi, quando si rale della rev. catnera apostolica , sua
hanno vasti e floridi terreni, grandi città Ecc.za R.ma mg.i. Carlo Morichini ar-
con tre milioni d'abitanti, e piagge di cor- civescovo di Nisibi, ministro delle finan-
so lunghissimo a due mari. Aggiungansi ze. Così questo prelato restò il solo eccle-
le savie provvisioni proposte da una men- siastico del consiglio de' ministri , oltre
te che in tutto si accorda al pensiero ri- il presidente del medesimo cardinal An-
formatore di Pio IX, e avranno tanta effi- tonelli segretario di stalo e ministro del-
cacia e speditezza, che può certamejile spe- l'estero, ed il cardinal Mezzofanti prefet-
rarsi non solo il desiderato equilibrio, ma to della congregazione degli studi e mi-
quella prosperità che dal sovrano e dai nistro dell'istruzione pubblica. Vari su-
suoi popoli viene egualmente vagheggia- periori degli ordini religiosi di Roma di
ta". l\el gennaio fu secolarizzato il mini- ambo i sessi, penetrati della ristrettezza

stero dell'armi, e nel febbraio furono no- delle finanze pontifìcie, fecero spontanee
minali ministri secolari a'ministeri di po- oderte al governo, con diverse sommini-
lizia; de'Iavori pubblici; e del commercio, strazioni di grazioso prestito, contribuen-
belle arti, industria e agricoltura, e que- do PapagjOoo scudi. A'i4 il Papa pro-
il

st'ultimo per rinunzia del cardinal Ria- mulgò lo Statuto fondaiiicntalt\ pel go-
lio camerlengo di s. Chiesa, Essendo sta- verno temporale degli stali di s. Chiesa,
la approvata dal Papa l'istituzione d'una quale si legge nel n."43 della Gazzetta

congregazione per l'esame di tutti con- i di Roma del 1848. In esso il debito pub-
suntivi delle diverse amministrazioni del- blico fu guarentito, come pure le ajfre

lo stalo a tutto il 1847, giusta '^ p>opo- obbligazioni assunte dallo stalo. Il Papa
sla della consulta di stato, Pio IX a' 12 dispose col § 49- " Le somme occorrenti
febbraio compose di 4 niembri, fra i
la pel Iratlacnentodel sommo Pontefice, del
quali il cardinal camerlengo per presiden- sagro collegio de'cardinali, per le congre-
te, che avendo rinunziato, a'i6 gli fu sur- gazioni ecclesiastiche, per sussidio o asse»
T E .S T E S 343:
gno a quella di propaganda /?r/<', pel mi- novata neli83f), del fabbricare e vende-
iiiilero degli affari esteri, pel corpo diplo- re le polveri sulfuree, fu risoluto di non
niatico della s. Sede all'estero, pel man- rinnov»r<ti e invoce d'imporre ima tenue
tenimento delle guardie pontificie pala- tas-^a sidla fabbrica e vendita delle polve-
tine, per le sagre funzioni, per l'ordinaria ri. Gazzetta, che
Si dice nel n.°5c) della
manutenzione e custodia de'palazzi apo- del prestilo d'un milionecoulratlalocol-
stolici e loro dipendenze,degli annessi mu- la suddetta dilla di Parigi, avendo essa

sei e biblioteca, per gli assegnamenti, giu- soltanto depositato per cauzione 00,000 i

J)iIazioni e pensioni degli addetti alla cor- scudi, e dato in conio della i." rata dei
te pontificia, sono determinate in annui 1G8, 000 scudi appena qo, 000; vedendo-
scudi 600,000 sulle basì dello stalo at- si costretto il governo a negoziare altro

tuale, compreso un fondo di riseiva per prestito, avea emesso le sue proteste, esi-

le spese eventuali. Delta somma sarà ri- gendolo l'imperiosità delle attuali circo-
portata in ogni annuo preventivo. Di pie- stanze. L'i I aprile il ministro delle finan-
no diritto si ha sempre per approvata e ze mg.' Morichini , udita la consulta di
sanzionata tale partita, e sarà pagala al stato, udito il consiglio de'minislri, udito
maggiordomo del sommo Fontedoe o ad il volere del Papa, ordinò
che bigliet- : i

altra persona da esso destinata. Nel ren- ti banca romana pel corso di 3 mesi
della
diconto consuntivo annuo sarà portata sarebbero ricevuti come moneta lesale
la sola giustificazione di tale pagamento". dalle pubbliche casse eda'particolari. Ri-
Sebbene abrogato lo Statuto, questa di- Gazzetta dei 2.5 aprile 1848.
ferisce la
sposizione è io vigore, per cui l'ammini- M Sua Ecc.za R.manig.r Carlo Luigi Mo-
strazione del palazzo aposlolico colla det- richini arcivescovo di Nisibi, ha sponta-
ta somma supplisce a'nominati pagamen- neamente rinunziato alla carica di teso-
ti, che prima faceva il tesoriere. Di pi li riere generale della rev. camera aposto-
il Papa riservò alla sua disposizione i ca- lica, e ministro lielle finanze. La Santità
noni, tributi e censi, ascendenti ad annui di JXoslro Signore, nell' accettare la sua
scudi 3,000 circa, non che diritti dei
I i rinunzia, si è degnala di conservargli gli
quali si fa menzione in occasionedella ca- onori annessi a'cosi dellì prelati di fioc-
mera de'tributi nella vigilia e festa de'ss. chetto. La stessa Santità sua, con bigliet-
Pietro e Paolo. Dichiarò inoltre, che le to di segreteria di stato in data di que-
spese straordinarie di grandi riparazioni st'oggi, ha nominalo ministro delle finan-
nepalazzi apostolici, dipendenze, musei ze il sig.' principe d. Annibale Simonetli".
ed annessi, le quali non furono compre- Dipoi il prelato IMorichini fu consigliere di
se nella delta somma quando avessero
,
stato, delegalo straordinario all'imperato-
avuto luogo, sarebbero portate e discus- re d'Austria eal re diSardegna, presidente
se ne' preventivi annuali e ne' consunti- della commissione degli ospedali di Ro-
vi. Nel n.° 5S della Gazzetta sono ri- ma, ed a' 1 5 marzo 852 fu creato cardi-i

portate le disposizioni della sezione del- naie, indi vescovo di Jesi. Per cui da tal
la consulta di stato, cui è affidata
la cu- giorno restò vacante la carica di tesorie-
ra di spedire che riguardano le
gli affari re generale, di cui eragli stato conserva-
finanze, che non avendo ancora potuto to il che rilevasi anche dal n.°
titolo (il

approvare il preventivo del 184B, intan- 2^7 Giornale di Ro?nac\e\ 85 1), ed


del 1

to autorizzò il ministro delle finanze, per il commissario generale della camera mg.'

incominciare l'esercizio, a valersi d'una Vannini fu dichiarato pro-deputato del-


somma corrispondente !i3 dodicesimi del- la congregazione speciale per la riedifica-

l'ordinaria spesa annuale. E siccome nel- zione della basilica di s. Paolo, e dipoi il

l'agosto andava acessarela privativa rin- Papa perdimostrargli la sua sovrana sod-
3 i6 T E S T E S
tlisf<i7.ioiie per gli utili servigi da lungo ni<-fro de'Iavorl pubblici e per mfórjVrtdel-
lempo iL'si a! govetrio |ìfiiili(ìcio, lo no- 1' firmi, furono riunite le suddescritte 4
niinòcominend itoi'e dell'ordine di s. Gre- manne pontificie, e fu dichiarato coman-
gorio I. A'2C) apri lefurono creati duerni- dante della marina militare il commen-
lionie rnez/o di scudi in boni di carta del datore AlessandroCialdi, chedali842 e-
36 paoli per
tesorOjfrutliferi in ragione di ra tenentecolonnello della marina milita-
loo ed anno, per aver corso dal i.°mag- re pontificia, ispettore comandante la ma-
gio come moneta legale, ed ipotecati sui rina guardacoste ossia della finanza, e di-
beiti camerali, d'istituti ecclesiastici e di rettore dilla navigazione a vapore. Fu
corporazioni religiose. Nel n.° yS della duntjue statuita una sola marina, assolda-
Gazzetta s'incominciarono a pubblicare ta in un solo corpo, sotto una sola assisa,
gli elenchi de'beni ipotecali a garanzia dei dipendente dal ministerodelle armi, tran-
boni, e il regolamento del ministro delle ne il ramo di sanità marittima de'porli.
finanze. Il n.° 'j'j della (rr/r^f'/^rtr riporta Poscia nel gennaioi849 '"^ cominissione
il nuovo ministero de"4 Q1'>S?"J! un car- provvisoria di governo divise il corpo in
dinaie per presiilente dt;l consiglio de'mi- 3 dipartimenti, cioè Mediterraneo, Adria-
nistri, e gli altri tutti laici inclu»ivamen- lieo e Tevere, con residenza del comando
te al ministro degli allari esteri: il consul- generale in Civitavecchia, e da cui doves-
tore avv. Giuseppe Lunati, divenne mi- sero dipendere i comandanti de'diparti-
nistrodellefinanze.il n.°85 della GiiZ' menti Adriatico e Tevere. Più fardi le 4
zctta riporta l' istituzione e regolamento inaline tornarono a se[iararsi, edora tro-
del consiglio di slato, de' io maggio, di- vansi nelle 4 classi come di sopra le de-
viso in 3 sezioni, alla i .'delle quali fu al- scrissi, olire la particolare marina coin-
trilfiiita la corrispondenza col ministro di merciale.A'Goltobie il cardinalPatrizi vi-
fiiinnza. A'i4 S'ugno 'I ministro Lunati cario di lloma d'ordine del Papa impose
pubblicò quel regolamento provvisorio al clero secolare e regolare, ed a'pii luo-
pel ministero delle finanze , che si legge ghi la tas>a o prestito di scudi 200,000
nel II."! I I della Gazzetta. Per rinunzia perl'estinzionede'boni.onde impedirel'a-
delTavv, Lunati, con biglietto di segrete- lienazione de'Ioro beni a tal fine già ipo-
ria di stato de'6 agosto, Papa nominò
il tecatijma avendo dipoi il clero oll'erto al
uiinistro delle finanze il conte Lauro Lau- pubblico erario la sovvenzione di 4 milio-
ri. A'i4 ngosto il pro-legalo Bologna di ni di scudi in i 5 rate,collacondizionedel-
Bianchetti decretò la formazione di bo- losvincolo de'beni ipotecati a garanziadei
ni pel valore di scudi i 00,000, per so[)- 1 milioni di scudi pe'boni del tesoro, il

perire all'urgentissimo bisogno di quella Papa concesse il suo beneplacito, anzi più
cassa camerale; e poi ne furono emessi al- tardi a'2 luglio 18 5o egli ridusse l'irapo-

trettanti A'i 2 settembre il ministro Lau- sta a 1 00,000 scudi annui, dovendo i tas-
ri ordinò in Roma la coniazione d'una sali dar nota de'Iorocapifali ocredili frut-
iiiiova moneta di rame del valore di due tiferi. Negli articoli Pio IXe Uo.ma, inbre-
baiocchi.Perdiaiissionedel ministero, Irò- ve narrai la deplorabile storia di quanto
vasi nella G(7:;tf//(7 de' 1 6 settembre, che precede, accorapagnòesegui la obbrobrio-
il Papa riuni gli affari e>teri al cardinal sa e tenibile rivoluzione operata in Pio
segretario di stalo, e nominò il conte Pel- ma e difliisa in tutto lo stato da'demago-
legrino Rossi ministro dell'inlenio, e per ghi. La Ci\'iltà cattolica, n' serie, t. 8,
intcriiìnXcWe finanze, ed il cav. [-"letro fìi- p.5,129, 374, '5o5e 5c)2, descrisse lasaa-
glietli sostituto [ler le finanze. Per dispo- guinolenla e tragica Storia dclVassassi-
.sizioni del ministro delle finanze Rossi, e nio di Pcllegiiiio Ro<!si tratta da'prO'
del duca di Riguanod. .Mario Massimo uii- re.y,«^ divisa ue'paragrafi: la Cospirazio-
TE s T n: S 3 ^7

ne, V Assassinio, In Ribellinne, comin- clicprT»bre,cIioaven(Ii)ravv.Lnmlirimiii-


ciando col grave rimarco.» Ne'fasli san- zialo il suo portafoglio, il juiiiislero afli-
giiiiio-ii dell'assassinio, a'qnali fanli e si dòprowisoriamenteed iiiteiin^ilinenle al
atroci ca>i hanno air"iiinlo 2IÌ ullimi mn- conte Terenzio Mnuiiniii ministro disili

li italiani, egli è dilìlcile trovar una con- alfari esteri, l'esercizio delle funzioni di

giura, che per mimerò di cospiratoti, per ministro delle finanze, con («iacoojo Miin-
abilità nel tramarla e nel compierla, per zoni per sostituto [)rovvisorio. Il lALimia-
brulale ferocia di trionfoesopraltnlto per ni istitnì un premio pel migliore scritto-
im[)ortanza di conseguenze politiche, sia re che, in forma (h catechismo, corregges-
da pareggiare a rpiella onile fu vittima se nel popolo minuto suoi molti e abi- i

lul 1 5 novembre 184B il conte Pellegrino tuali errori intorno a materie di pubbli-
Piossi. Come egli stesso il diceva al Piighet- ca economia. Istituitasi una provvisoria
ti la uìattina di quel giorno fatale, i suoi suprema Giunta dislato, che in nomedel
nenìici volevano uccidere io lui, anziché priuci[>e esercitasse il potereesecutivo, fi-

l'uomo, il principio di cui era il rappre- no al ritorno del Papa, ricompose il mi-
sentante e il difensore più saldo, voleano nislero, che pubblicò nella Gazzetta dei
in lui spegnere lo Statuto Piomano per 23 dicembre, dichiarando ministro delle
fai gli succedere la repubblica, e l'evento finanze Livio IMariani. A'c) gennnioi849
ri«posea'loro sediziosidivisameiiti. 11 mi- la commissione provvisoria di governo
nislio Rossi fu l'ultimo argine che il re- dello stnto romano, formata da! consiglio
gnanle Pontefice potè opporre all'in va- de'ministri, pubblicò il decreto per l'aper-
sione sempre piìi minacciosa e crescente tura delle cattedre d'economia pubblica
fle'di^magoghi furibondi, i quali macchi- e di diritto commerciali», nelle luiiversilù
iiovano l'ultimo eccidio del [-"apato, o al- di Pioma e di Bologna, e soppresse il da-
Ja men trista del pi iiicipatoilel Papa.Ca- zio governati vo del macinato; a' 23 de-
duto il Piossi, il torrente della rivoluzio- cielo il modo d'esigere la dativa reale; ai
ne traboccò da ogni parte vittorioso il : 24 l'emissione di boni del tesoro per la
Pontefice assalito nel dì seguente nella somma di 600,000 scudi, assicurati con
sua reggia, sopralìalto dalle violenze dei ipoteca sui, beni dviW Appaìinaggio, i cui
ribelli, fu condotto a tale estremo che do- acquirenti doveauo per prezzo tle'medesi-
vetle per lo migliore partire nascosta men- mi ragguardevole som ma, da pagarsi
assai

te da lioma, e lìoma rimasta in [ireda dei dal 1 al 8 >6, con regolamento per hi
849 1

suoi assassini preci[)itòcol di venirerepub- loro ammortizzazione; ed a'aS emanò il


blica in quell'abisso di vergogne e di scia- decreto sulle giubilazioni dei magistrati
gore che lutti sanno". Dimessosi l'antico e di tutti gl'impiegati; a'? f-bbraio abolì
ministero, il Papa lo ricompose co'richie- vari dazi imposti sopra le liti. Ad onta dei-
sti individui'che asuo luogo nominai, fia le solenni e contraiie proleste del Pap.j,
i quali nuovamente l'avv. Lunati mini- sull'operato del governo intruso, e sulla
stro delle finanze. Nella seia de' '^4 "^' convocazione dell asseuìblea nazionale o
venibre Pio IX partì segretamenteda Ro- cosliluente, con dichiarazione di scomu-
ma, e riparò nel regno di Napoli, per sot- nica contro gl'invasori del dominio della
trarsi ad ulteriori oltraggi e violenze di s. Sede e contro (juelli che avessero pre-
quelli che aveaiio inaugurato il loi'O potè- so partealla detta asseuìblea generale del-
ie con un odioso assassinio, lli.^dicefn- lo stato romano, questa decretò a 'q feb-
bre il ministro delle finanze per deliba- braio,il Papa deca<luto dal governo lem-
razione del consiglio dei ministri emise porale, e che la forma del governo dello
600,000 scudi di boni con ipoteca sui be- stato romano sarà la democrazia pura col

Ili camerali. Piiferisce la Gazzetta de' > nome di Repubblica Romana, e fu oro-
34B TE S TE S
clamata in Cfiaipidoglio. Cosi la rivolu- de emanò i corrispondenti ordini, e per
zione fu compila,e qiiiudi l'anarchia ginn- Rouua e Comarca dal suo presidente di- :

f>e al suo colino. Il Papa formalnieule con poi pubblicò il regolamento per l'emis-
protesta riprovòjCondannò e dichiarò nul- sione de' certificati a favore de'tassati a*
lo tale atto, invocando il soccorso arma- 2 I marto. E si dichiararono sagri e in-
to e inorale delle potenze per la ricupera tangibili I« casse di risparmio pe'poveri
del principato temporale, e per liberare e altri, i monti di pietìi e simili istituti.

lo stato della Chiesa dalla fazione che vi A'26 fu dichiarata l'amministrazione del
esercitava ogni atroce dispotismo. L'as- registro, anche amministrazione del de-
semblea nominò al governo dello stalo manio pubblico, ed in tal qualità avreb-
un comitato esecutivodella repubblica ro- be l'amministrazione de'beni ecclesiasti-

mana, il quale a' 1 4 febbraio facendo ces- ci, destinati a passare io possesso dello sla-
sare il ministero provvisorio, per le finan- to, con diverse norme pel sostentamen-
ze elesse il cittadino (marchese) Ignazio mantenimento del culto. Il
to del clero e

Gniccioli rappresentante del popolo. 11 i.°marzo si decretò la coniazione della


comitato a'if) facollizzò la Banca roma- moneta della repubblica romana d'oro,
na ad emettere i,3oo,ooo scudi di bi- d'argento e di rame: lai. 'colla figura del-
gUetti della banca stessa con corso coat- l'Italia, col motto: Dìo i'uolc Italia uni-

tivo, guarentiti sull' ipoteca del residuo ta j la 2.* con quella di Roma goleata, e
prezzo de'beni i\e\V ^appannaggio. Di tale col medesimo motto; la 3.' collo stemma
somma 4oO)Ooo scudidoveano sostene- della repubblica, e l'epigrafe: Dio e Po-
re il commercio di Roma, Bologna e An- polo: tutte con r iscrizione. Repubblica
cona. Nel d'i seguente il detto ministro del- Romana. Il valore espresso nelle mone-
le finanze, d'ordine dell'assemblea costi- te sarebbe la lira italiana. A 'ministri del-
tuente, comandò ladenuncia e assegna di le finanze e del commercio ne fu com-
lutti i depositi di denaro appartenenti al- messa l'esecuzione. Indi fu autorizzata la

le mani morte in Roma e in tutto lo sta- coniazione della moneta erosa, per un mi-
lo, onde requisirli pe'bisogni urgenti del- lione di scudij e la moneta di 3 baiocchi.
la patria, per consegnarli alla pubblica Si dispose che gli scudi200,000 di boni
cr.ssa erariale, secondo la richiesta del mi- emessi dalla legazione di Bologna, potes-
nistero delle fhianze. A' 24 febbraio fu sero riceversi nelle casse erariali. E che i

decretata la requisizione di tutte le cam- beni del patrimonio gesuitico e della s. In-
pane credute superflue delle chiese di Ro- quisizione si amministrassero dal mini-
ma per far cannoni, eccettuate quelle del- stero delle finanze, fino all'organizzazio-
le basiliche, delle parrocchie e delle chie- ne del demanio. A'3 marzo Banca ro- la

se nazionali, non che quelle che per pre- mana a vea in biglietti d'emissione la som-

gio artistico o d'antichità meritavano di ma di 4'*^>^oo scudi; ed agli 8 scudi


essere conservate. A'aS pe'gravi bisogni 7 3g, 5oo; a' IO scudi 8G 1,000; a' 16 scudi
dello stato e per porre la repubblica in 1 ,22 1,000; a*2o marzo scudi 1,280,295.

grado di conveniente difesa, fu decreta- "Hel Monitore Romano de'6 marzo si leg-

lo un prestito forzoso sulle famiglie di piti ge, che per rinunzia del ministro delle fi-

elevate fortune, capitalisti e commercian- nanze, inviato straordinario della repub-


ti, compresi i corpi morali, che avessero blica al governo provvisorio di Venezia,
una rendita non minore d' annui scudi iiiterinalmente ne fu allìdato il portafo-
2,000 netti, con 1' annuo interesse alle glio al ministro di grazia e giustizia Gio-
somme prestate del 5 peri 00; prestito ga- vila Lazzarini. Con df*creto del 5 marzo
raiitiloda'beni nazionali. Al ministro del- si facoltizzò il ministro delle linunzc a
le finanze ne fu allldata l'esecuzione, ou- vendere i beni ecclesiastici ipotecali per
TE S T E S 3 Ì9

sicurezza de'Ijoni del tesoro. Non essen- Mica. Il triumvirato confermò il Manzo-
dosi potuta effcltnave la riunione dell'am- ni nel ministero delle finanze; ed a' i 5 a-
ininislrar.ioRe del denjanio a fjuella del prile abolì l'appalto de' sali, fissando la
registro, per le nuove disposiiioni sull'or- tassa a un baiocco per libbra, e concen-
ganizzazione generale del minislero delle trandone l'amministrazione nella dire-
finanze, dipendente a questo fu a' 12 i- zione delle dogane, dipoi abolendo anche
per ramniinistrazio-
slituilA la direzione l'appalto de! tabacco a'2 aprile. A' 17 il i

ne de'beni demaniali, alla quale pure fu triumvirato in considerazione della mol-


attribuita quella degli ex beni camerali, ta rendita consolidata che possedeva il

fliloia della repubblica. In pari tempo fu governo, facollizzò la Canea romana di


abolita la tassa barriera lungo il confine emettere altri 200,000 scudi di biglietti
dello stato, e istituita neh 836. L'8 niar- a corso coattivo, che avrebbe sommini-
70 fu dichiarato ministro delle finanze strati all'erario,per altrettanta somma
Giacomo Manzoni. Destinandosi le guar- di rendila consolidala. A'jg perl'iugen-
die di finanza per la guerra, si ordinò la za di coniare la maggior quantità possi-
formazione d'un battaglione di finanzie- bile di monete nelle zecche diRoma e Bo-
ri sotto il ministro della guerra, da com- logna, promise a'portatori degli ori e de-
porsi cogl' impiegali del coppresso maci- gli argenti, oltre il valore, un premio del
nato, a proposizione del ministro delle fi- IO per 100, e poi invilo 1 possessori a re-
nanze. A (|uesli fu ingiunto dal couiitato carli nelle dette zecche. A'24 il triumvi-
esecutivo di pubblicare ogni i5 giorni Io rato sospese la tassa sulle patenti per l'e-

slato delle rendite e delle spese del go- sercizio de'mestieri. Per l'avvicinamento
verno della repubblica; onde poi il mi- de'francesi,a'26 si ordinò una ricjuisizio-
nistro emanò una circolare sui preventi- ne di cavalli da tiro e da sella de'parti-
"vi quindecinali. L'i i fu decretala l'emis- colari in Romae Comarca. A'29 aprile si

sione di scudi 200,000 di boni da 1^ bai., calcolò,chei valori in circolazionecon cor-


che poi fu cumulativa a quella di bai. 4o. so coattivo erano per scudi 5,25 1,000:
Esistendo 4 categorie di boni, cioè lai." dé'quali in boni del tesoro, compresi gli
emessa con chirografi pontifìcii per scu- emessi dalla provincia di Bologna dichia-
di 2,5oo,ooo; la 2.^ per decreto del con- rali nazionali, scudi 4) i5i 1,000; in boni
siglio de'deputati per scudi Goo,oooi la dellaBanca romana scudi i, 100,000.
3. 'con ordinanza della commissioueprov- Quindi impiegandosi la rendita consoli-
visoria di governo per scudi 600,000; la data libera proveniente dall'indemania-
4/ per quelli emessi da Bologna per scu- zione de'beni ecclesiastici, perla rata di
di 200,000; a'26 marzo il comitato or- scudi 328,185, rappresentante il capi-
dinò la conversione in una sola specie di tale di scudi 6,563,700, non solo si tro-
boni delle 4 categorie, senza fruiti, il vò il mezzo sufiìcienle per estinguere la
risparmio de' quali ascendenilo a scudi passività de'boni e della carta della Bnn-
25i,5c)5, per questa somma si emisero ca in corso coattivo, ma ben anche un di
nuovi boni colle solite firme del ministro più di scudi 1,3 12,700 da erogarsi a sol-
delle finanze, e del direttore e segretario lievo dell'erario. Riflettendosi poi chela
del debito pubblico. A'2C) per la gravità Banca romana dovea restar gravata del-
delle circostanze volendosi concentrare il l'ammortizzazione di scudi 400.000 in
potere, l'assemblea costituente sciolse il biglietti ceduti dall'assemblea a sollievo
comitato esecutivo, ed istituì un triumvi- del commercio, il ti iumvirato decretò. I
rato, a cui affidò il governo della repub- certificati emessi per le vendite consoli-
blica, con poteri illimitati per !a guerra date intestate alle manimorte, essere di
dell'iudipcudenza e salvezza della repub- niun Yaloie. Doversi creare ed emettere
35o T E S TE S
sopra la rendita di scudi 627,95^0 dello la Francia, la regina di Spagna, ed il re
sialo, ic),i37 cerlifìcali, con rendila di delle due Sicilie vi spedirono a 0(Ciipar-
scudi 828,185, sid dello capitale di scu- li i loro eserciti, ed i francesi dopo vari
di 6,503,700. E che inoltre sarebbero combattimenti e l'assedio della città, en-
creati ed emessi allrellanti certificali in- trarono in Roma nelle ce pomeridiane
testali all'erario, per la lesidiude somma de' 3 luglio (accolli quali Uberalori dal
di scudi 299,765. 11 di più si può leggere duro e lungo giogo di 1 2,000 avvenlu-
iiel n.° 87 del Molatore Romano. A' 3o rieri e di alcune centinaia di faziosi), co-
aprile si notificò cessati i frulli de' boni mandati dal general Ondinol, al nsodo
del tesoro. A'5 maggio fu autorizzala le- narralo principalmente ne'due articoli ri-
missione de boni da bai. 82 e tla bai. 16. cordali, insieme agli onori che gli furono
Si ntodificarouo i dazi all'introduzione e resi, decorandolo il Papa della gran cro-
all' estrazione di diverse merci e generi cedell'cjrdine Piano in brillanti, ed olfren-
com[)resi nella pubblicala larilla doga- dugli Lione ima nobile 'Sy;^c?(7(T .j. Il gè-
naie; ed a'9 furono soppressi gli ap{)alti neraie,a seconda delle istruzioni ricevute
cointeressali ile'dazi di consumo e duitli dui Papa, provvide temporaneamente al-
iinili nelle legazioni. Al ministro delle fi- la direzione de'vari rami della pubblica
iianze sino dali'apiile era stala aggiunta fimministrazionecon ministri laicijCoI ti-
una commissione riferente per gli affari lolo di commissari straordinari, come
di finanza che ne pubblicò gli ordini, e l'avv. Lunati a'q luglio 1849 P^'" '^ ^"
ii'miiohla di V. Valentini, G. Coslabili, iianze, il qualeemanòdiversialti sulla ta-

E. Ijiandjilla, Indi il mini^lero fu dato rida doganale, ripristinando quella del


iill'avv, Carlo Armellini triumviro. A'2 i83o, sulla dichiarazione che la moneta
giugno [ler la penuria della moneta fu- da5franchi equivaleva allo scudo roma-
rono promessi premi del 20 peri 00, ol- uo, ec. Riporta il Giornale di Roma de'
tre il valore, a chi poi lasse alla zecca di 16 luglio, che avendo l'avv. Lunati da-
lionia e agli ofi'ici del bollo gli ori e gli lo la sua dimissionedallefiinzioni di coni-
ai genti. Continuando la della commissio- m^sario generale delle finanze, fu nomi-
ne sugli allari di finanza, ordinò il paga- nato a tale im[ùego il cav. Angelo Galli,
mento di censi ecanoni, solilo a farsi nel- già computista generale della camera e
la vigilia e festa de'ss.Pielro e Paolo nel del minislerodelle finanze, per la sua ca-
la camera de'tributi. A'6 giugno in rap- pacità e idoneità, sia nella pratica di tau-
pres.entaiiza inteiiiiale di moneta erosa, li anni, sia nella teorica dimostrata nelle
furono emessi 100,000 scudi di boni da soeopei e,CeJini ecor,omieo-stalistiei sul'
bai. 1 o, coni' era sialo praticato per gli /o iS'/<7/oPo7?////tzo, di cui e per la sua i in-

altri boni minori. Con decreto del I 5 da' portanza in più luoghi ragionai; Modu-
ti inni viri fu ordinala l'emissione di qua l- le de'registri, conti, ed atti contabili a-
Irò milioni di boni di scudi, da garanlir- naloglii alleistituzioid di conlaòilità ,ec.
si co' beni nazionali. L'assemblea cusli- Le sue prime operazioni furono la lesli-

Itienle delia lepul.iblica romana, avendo lU7Ìonedel patrimoniogesuilicoalla con»-


ttithiaialo cessare la difc>a contro le ar- missione deputata dal Papa; e lo scio-
mi di Francia, i Iriumviii abdicaronoe glimento della Iruppa di finanza che a-
l'assemblea nominò un potere esecutivo, vea commesso tante atrocità sugli eccle-
tùa 3 loglio promulgò la costituzione del- siaslici, per ricostituirla meritevole della
la repubblica, riportata nel n.° i5o del fiducia del governo, e depurata da tulli
jl/o/aloie Romano. A comprimere la ri- quegi individui che si resero indegni di
Lellione negli stati della Sede per re- s. appartenervi. Dell'enorme deficit, conse-
sliluirli al Pupa, l'iaiperatore dAustria, guenza dell'anarchia e valutalo quasi 7
TES T E S 35i
milioni di scudi, ne ftuò cenno nel i 853, miii|ù di due terzi il valore della carta mo-
dicendo del luipfwrto l'alto didl'enconiia- netata, e d'un 3." quello della moneta e-
to cavaliere sul bilancio del dieciolti- rosa. lo Roma nel 1798 erauvi in circo-

nieslie dal gennaio i84«^ a lutto giugno lazione circa I 4 milioni à\eedole,c\\e alla

1849. metà di febbraio in cui si proclamò la re-

1*10 IX avendo deputato con pieni po- pubblica perdevano nel cambio della mo-
teii i cardinali della Gtnga, \ annicelli neta il 67 per 100. Si procurò da'gene-
e Altieri per la con)niis>ivjne govei nnliva rali governanti d'accreditarle, diminuirle
di stalo, e giunti in Pumia la sera de'3i e cambiarle con assegnati, i quali a' 26
luglio, il generale Oudinot rimise nelle lo- niar?oi 799 correndo al 20 per 100 del va-

10 mani il governo poniificio, che nelle lore noujinale,a'4 maggio cessarono di a-

sue aveanoiiiomenfanea mente concenti a ver corso di moneta, e le cedole pine in


lo gli avvenimenti della guerra. A'2 ago- tal giorno furono per sempre aiinull;ile,

sto la commissione annullò tutte le leggi il tutto d'ordine del general Dufresse. In-
e dioposizioni emanale dal 6 novembre 1 caricata la commissionegovernalivadlfur-
1848 in poi; quanto alla carta monetala niareil ministero,ripoi la il Giornaleótì-
(•messa da'sedicenli governi provvisorio e ì'8 agosto, che nominò j)ro -ministro delle

lepubblicanOjSebbene portava seco la nul- finanze il cav. Angelo Galli. Indi la com-
lità, ed anco quale metzo onde soslenersi missione dichiarò coattivi per lutto l'an-
nei!' usmpazione, tuttavia per benignità no i biglietti della Banca romana nella
d<"l ra|)a,ouile non rovinare tante fami- somma di scudi 1 ,5oo,ooo, ed a suo tem-
glie, fu ridotta al 65 peri co dei valore po furono cambiali co'boni del tesoro. De
nominale,pubblicandoue la tarilla del va- boni della provincia di Bologna,perveiiu-
lore noadnale edi quello riconosciuto; col- ti alla somma di scudi 34 '
>6 ' o, la com-
la stessa indulgenza v^nnericono^ciula la missione ne ordinò il coi so coattivo nella
moneta erosa nel suo valore nominale pel medesima per un anno. L'apportare un
periodo di So giorni, dentro quali e con i rimedio, e lo stabilire un normale anda-

proroga doveasi ritirare. Alle dedauiatio- mento nelle finanze dello stato pontificio,
ni d'alcuni giornalisti, fi» risposto con im- perle passale vicende sommamente scon-
portanti nozioni daln." 82 del Giornale, volte, per quanto sia l'alacrità e l'impe-
dalle quali si aji[uende. Che la carta mo- gno che si non potendo esse-
esercitasse,
neta lu sempre tenuta per uno de" più re opera del momento, a provvedere il
grandi flagelli de'sconvolgimenti politici, giornaliero e ordinario andamenlo della
e generalmente venne tolta con riduzioni cosa pubblica sen>brò convenienle al cav.
e talvolta interamenteannullata. In Fran- Galli d'ordinare la cliiusura de'conti del-
cia da! ^92 al 796 si emisero assegnali
I I la pubblica amministrazione, fissando il

per 45 miliardi e 5oo milioni di lire, e punto in cui ebbe termine la luttuosa in-
dopo varie operazioni si ridussero a 800 vasione de'sedicenli governi provvisorio
milioni di mandali.W debito pubblico che e lepubblicano; come pure che la nuova
ivi nel 1797 era di annui 258 milioni, amminislrazione,nellealtuali sue critiche
fu ridotto a 86, consolidalo al 3." L'Au- circoslanze, non venis.se depaujierata e ia-
stria nel1810 avea in circolazione un mi- ti alciata con pagamenti di credili arre-
bardo e 60 milioni di fiorini mhiglictli trati, prima di potersene conoscere l'ain-
di hanea, e nel 800 li ridusse al 20 per
1 missibilitàel'entità. Pertanto lo slato de-
100. 11 Piemonte nel 1798 avea incorso gl'interessi attivi e piissi\i riguardanti le
67 milioni di lire di biglietti di eredito, finanze, fu dichiarato avere il suo termi-
e 4i niilioni di moneta erosa. Il governo nea'So giugnoi 849, sospendendosi leni-
provvisorio francese a' 19 dicembie di- poianeameule il pagauiculo diqualsivo-
35i TE S TE S
glia anteriore credilo. Infanto si nomi- line terrò poi proposito. In questo tem-
jiò una commissione per esaminare e li- po fu divulgato colla stampa: Genia di ciò
quidare le pretese de'ci edili, e nel n.''4' cìie air ejìoca presente (settembre 1849)

del Giornale di Koma si pubblicò il re- potrebbefacili tare una buona riorganiz-
golanicnto per la liquidazione. Fu ripri- zazione nelle finanze dello stato ponti-
stinata la tassa di barriera, in vigore in ficio. Penetrato 1' anonimo autore della

altri stali finilimi,perlebuoneragioni on- condizione attuale dello stato pontificio,


de fu istituita, in favore precipuamente del disesto finanziario per un periodico an-
del commercio. Frale tante operazioni di nuale deficit, che dice da olire 3 anni i di-

coloro.che cogli sconvolgimenti miravano vorare lo stalo,riconoscendo inesso il pri-


a far proprio 1' altrui, quella pure vi fu mordiale germe del male umore de' po-
di manomelterec variare il locale del mi- anche per l'illusione prodotta nella
poli,

nistero delle finanze con parecchi altri


,
classe idiota, eh' è la più numerosa, per
offici da esso dipendenti e nel palazzo : la momentanea abolizione di alcuni dazi
del carilinal ì icario di Rowa e nel Se- nell'ultime vicende, tra' provvedimenti
minario Romano (F.) stabilirono la re- che reputò indispensabili, precipuamente
sidenza del ministro, la segreteria, la con- propone la soppressione di diverse impo-
tabilità, l'archivio, la direzione delle pro- sizioni, e l'esazione graduatoria della tas-
prietà camerali, non che i'dazi diretti, e sa del testatico. In sostanza l'autore col
la dcpositeria generale che prima era nel suo progetto si propone l'abolizione della
Monte di pietà (f ')à\ Roma.
locale del rovinosa pluralità de'dazi, e la surroga-
Era dunque necessario il ritogliere di- i zione dell'unica imposta del testatico. Ma
casteri indicati e la residenza ministeriale sebbene apprezzabili riuscirono princi^ i

da'luoghi che doveano essere restituiti al piideirautore,avendo afferrato quelli fon-


cardinal vicario e agli alunni del semina- damentali del morale sapere economico
rio. Né essendovi modo di riattivare que' finanziere, o dell'economia di stato; non-
del Palazzo della Curia Innoeenziana dimeno siccome ciò che si offre al pubbli-

a IMonle Citorio, che servivano avanti la co, cade solto il diritto del pubblico stes-
deplorata epoca, e per esservisi stabilito so, e però nasce in tutti facoltà di giudi-

rtiffizio della polizia, convenne cercarne carne,dipoi mosse il prelato chierico di ca-
altri. Il cav. Galli rispettando i sagri chio- mera mg.' ftlario Felice Peraldi, nome il-
stri e nell'impegno del sollecito liordina- lustre per molteplici opere, anche di pub-
mento della cosa pidjblica, osservali vari blica economia e di gravissimi argomenti,
edilìzi, fermò la sua attenzione già Pa-
il che encomiai altrove, riguardanti il prin-
lazzo del Governo a piazza Madama, ap- cipato civile della chiesa romana, a scri-
partenente alla camera apostolica, e qua- vere le Osservazioni sopra un progetto
si nella sua tolalilàdisponibile. Allora con- intitolato. Cenili di ciò die potrebbe fa-
cepì l'idea d'ivi trasferirvi quanto era al- cilitare una buona riorganizzazione nel-
trove sparso, e trarre di piìi dalla circo- le finanze dello stato pontifìcio, Bastia
stanza argomento di reale iilililà, con u- 1 85 1 A' 1 7 settembre il pro-ministro del-
.

iiire in un solo luogo tutte le direzioni, le finanze, per la scarsezza di numerario


nonché i diversi offici dipendenti dal pro- circolante per le minute coulrattazioni,or-
prio ministero. Ottenutane l'approvazio- dinò la coniazione nelle zecche di Roma e
ne del Papa, ne commise la laboriosa ese- Bologna, d'una nuova moneta di rame del
cuzione e la direzione dell'opere necessa- valore di bai. 5. Quindi le zecche di Ro-
rieal valente archilelto cav. Gaspare Ser- ma da'22 settembre, e quella di Bologna
vi. Questi incominciò nel settembre 1 849) il 01 dicembre
da'27 ottobre 1849,3 tutto
e fluì le sue operazioDÌ nel 1 852, delle qua- j854, coniarono 4^,890,000 monele di
TE S T E S 353
ramedi Lai. 5, pel valorenoininaledi scu- ministro delle finanze, e dal direttore e
di 2,419,500; cioè la zecca di Iiotna da segretario del debito pubblico. Che si as-

delto giorno in poi emise scodi 1 ,r)55,09'2; segnerebbero annui scudi 3oo,ooo per la
l'aUra di Bologna scudi 4(j4)4oo. (Mh ìa- loro ammortizzazione. Si brucierebbero
talmcnle ne fu pure coniala all'estero una poi cjue'boui co'quali si acquistasse il con-
enorn)e massa, die forse ninno può pre- soiidato proveniente da'beni dellVy^y^rtS/t-
cisare,siccotne introdotta perconlrabban- nttggio. Nel declinar d'ottobrela couimis-
do. Papa col moto-proprio tie'ioset-
Il sione governativa dichiarò prò direttore
tembre e prodotto nel n,° 64 del Gior- del debito pubblico Antonio Neri, e lo ù
naie, istituii il consiglio di stato, per da- tuttora, poi dal Papa creato cavaliere, già
re il suo parere ne'progetli di legge, pri- segretariodella medesima direzione. A' io
ma di sottoporsi alla sanzione sovrana, ed novembre nella residenza del ministero
esaminare le ([uestioni più gravi d' ogni delle finanze in via della Scrofa, cioè nel
ramo di pubblica amministrazione, sulle palazzo delcardinal vicario,segtù il r. bru-
quali sia richiesto il suo parere. Istituì pii- ciamento de'boni emessi da'caduti gover-
rela ConMdtadistatoper la finanza.» Sa- ni, alla presenza del pro-ministro, di mg.

l'à essa intesa sul preventivo dello stato, commissario della camera apostolica, del
e ne esaminerà i consuntivi, pronuncian- pro-diiettore del debito pubblico, ec. Nel-
do sui medesimi le relative sentenze sin- lo stessomese fu pubblicata la Statisti-
dacatorie ; darà il suo parere suU' impo- ca di tutti gli uffici ed impieghi occupati
sizione di nuovi dazio diminuzione di nell'amministrazione temporalede'domi-
quelli esistenti, sul modo migliore d'ese- nii della s. Sede, non che de'tribunali e

guirue il riparto, su'mezzi più efficaci pei* congregazioni ecclesiastiche, esistenti nel
fare rifiorire il commercio, ed in genere i. "gennaio 1848- Nel farne parola nel voi.

su tultociò che riguarda gl'interessi del LVII, p.i35, rilevai lespeseeil numero
pubblico tesoro. I consultori saranno scel- eccedente, anche ne'dlcasteri ecclesiastici,
ti da Noi su note che ci verranno presen- d'impiegati secolari in confronto de'chieii-
tate da'consigli provinciali. Il loro nume- ci. In detta statistica vie pure la pianta del
ro verrà fissato in proporzione delle prò- personale dipendente dal ministero delle
vincie dello stato. Questo numero potrà finanze,cogli stipendi degl'impiegati, cioè
essere accresciuto con una determinata scudi 5i4, i
7 i per 20 1
7 impiegali seco-
addizione di soggetti che ci riserbiamo di lari, non compresoli pro-ministro con an-
nominare. Un'apposita legge determine- noi scudi 4ooot^''J"0''''>»''f'5 6"<^'^^'^'^^P''^'

rà le forme delle proposte de'consultori, si gl'impiegati de'dazi appaltati. Gl'im-


le loro qualità, le norme della traltazio- piegati ecclesiastici essere soli 3, cioè il car-
ne degli affari, e tutlociòche può efficace- dmal presidente del censo con annui scu-
mente e prontamente contribuire al rior- di 1200, il prelato vice-presidente della
dinamento di questo importantissimo ra- consulta di stato con scudi 4^0, e lo stes-
mo di pubblica amministrazione." A'24 so ministro sebbene laico, forse come prò,
settembre la commissione di stato notifi- la carica dovendo conferirsi a un prelato
co. Il ritiro de' boni de'sedicenti governi comein seguitosi effettuò.Gli onorari de*
provvisorio e repidjblicano,per togliere la funzionari superiori, nella statistica si leg-
discordanza tra il valore nominale e quel- gè che annualmente loro si paga ali avv. :

lo ridotto, il quale ascendendo a scudi generale del fisco e della camera aposto-
2,692,000, per lo stesso valore sarebbe- lica scudi 2280, al commissario generale

ro surrogati da altri boni del tesoro in so- della medesima scudi 2000, al compu-
stituzione, con corso coattivo e in 5 ca- tista generalescudii6oo,al segretarioge-
legorie.Che sarebbero al solito firmati dal nerale scudi 1600, a' 3 sostituti commis-
VOL. LXXIV. 23
3n4 T E S T ES
sari fra tulli scudi24^0, al controllore no costretti lasciare fertili terre incolte e
generale scudi 1200, per non dire di altri senza alcun miglioramento. Del Rappor-
del ministero superiore. Col i .° dicembre to del conto consuntivo del 1." semestre
fu rinttivato il dazio del macinalo, nel- I
849, pallerò neh 854, perchè in quel-
le Provincie, con che iera stata diniinuiln l'anno fu pubblicato. A' 5 gennaio i85o
r annua rendila di circa 800,000 scudi dalla commissione fu estesa alle slampe-
da quelli che aveano invaso il potere; sop- rie di Roma e Comarca la libertà conces-
pressione falla, come altre, per blandire sa nel 1834 a quelle delle provincie, di
il popolo e trarlo alla loro pai le,creando stampare le scritture legali e sommarii,
a un tempo imbarazzi e avversione al go- nelle cause tanto civili che criminali, e non
verno ponlifìcio, allorquando fosse rista- ostante il diritto privativo attribuito alla
bilito. Tuttavia l'inlruso governo avea in- camera apostolica, dovendosi però un e-
caricato il ministro delle finanze di pre- semplnre munire del bollo straordinario
sentare immediatamente il modo di sup- e pagar per esso bai. 5o di lassa per ogni
plire all'erario per l'abolizione di tale no- foglio. Il Giornale de'i4 gennaio noti-
tabile introito: ma tulle le operazioni fi- ficò essersi già coniali in rame dalle zec-
nanziaria si ridussero allora al deplorabile che di Roma e Bologna, pel valore di scu-
aumento della carta monelata,che per la di 102,2 77. Sabato 26 gennaio per lai.
sua massa e discredilo il cambio colla mo- volta ebbe luo"o l'estrazione de'IoUi sul-
neta reale salì al 25, al So, e negli ulti- la loggia del palazzo Madama o del Go-
mi giorni della republilica sino a circa al verno, divenutodel Ministero <!elle finan-
70 peri 00 in meno, onde arricchirono i ze, mentre per lo innanzi si faceva sulla
monopolisti. Dovendosi riempire un tan- loggia del palazzo della Curia Innocenzia-
to vuoto, il governo pontificio interpellò na già residenza del tesoriere, o sulla log-
i consigli comunali e provinciali se pre- gia del palazzo delle Poste pontificie. Il

ferivano a tale riattivazione altra impo- n.° 23 del medesimo pubblicò l'alienazio-
sizione equivalente, ma la massima parte ne per asta pubblica de'supersliti beni re-
opinò la reintegrazione dell'antico dazio stali invenduti, spellanti alla disposizione
cheesistevasinda'tempidi Sisto IV, Non- dell'i I ottobre 83 I I, e devoluti all'era-
dimeno male inleuzionati pel suo rista-
i rio pontificio nelle legazioni, come già ap-
bilimento declamarono e tentarono d'ec- partenenti al demanio italico. lli.° feb-
citare resistenze in alcuni Iuo"hi dello sta-
o braio furono modificate le franchigie de'
toe specialmente nell'Umbria, ma dovun- dazi d'introduzione che godevano porli i

que opportuni provvedimenti ristabiliro- d'Ancona e Civitavecchia. Dimorando il


no l'ordine. A'21 dicembre il ministero Papa in Portici presso Napoli, a' 9 feb-
delle finanze emanò la circolare per l'os- braio! 8 5o si contrattò colla casa Rolh-
servanza della legge sul bollo della carta, schild un prestito per la somma di scudi
con r elenco delle disposizioni e regola- cinquemilioni in diverse rate. Il n.^Sgdel
mento su tale bollo (il tutto pubblicato Giornale contiene l'editto sopra la ga-
nel n,''4<^cl Giornale di Roma del 1 85o), bella comunale del bollo de' pesi e delle
colle rispettive classificazioni della carta misure, per R,oma e Agro Romano. 11 n."
,"
soggetta al medesimo. 11 Giornale de'3 i 5c) del Giornale, per la volta riferisce
i

dicembre contiene la notificazione della che il 3." bruciamento de' boni emessi da-
commissione governativa, sul!' afiianca- gl'intrusi governi, si farebbe a'i4 '"ar/o
mentode'fondi soggetti alla servilìidi pa- nel palazzo di residenza del ministero delle
scere, di vendere l'erbe e di fidare, per l'in- finanze in piazza Madama. Questo è ili."
cremento deli' agricoltura, poiché a mo- documento dello stabilimento del ministe-
tivo di tali ser\iitù, molli possessori cra- ro in questo edificio, dappoiché il 2.°bru-
-

TE S T E S 355
cianicnto d'aUii simili boni erasi eseguito tificazionede'27 luglio, il cav. Galli di-
a' 1 3 febbraio nella residenza di esso mini- chiarò che per le rovine economiche cau-
siero in via della Sciofa, ed in presenza sate in ogni ramo della jìubblica ammi-
del [)ro-n)inislro e degli altri snmnienlo- nistrazione dello stato da'caduti governi
vati. D'iiHora in poi l'edifizio prese il no- che la manomisero con dilapidazioni, e-
me ó\P<i lazzo del MiIli stero dclL'.Fiiìdii- spilazioni, studiate disorganizzazioni, e
zc, come si legge sopra il principale suo con leccessivo aumento della carta mo-
ingresso. Disponendosi il Papa Pio IX a netata, sussistendo in scudi 6,f)4'^>^^o ;

rientrare ne'suoi stali, si recarono ad os- mentre il Papa era bramoso di provve-
sequiarlo a Tcri-aciiia nel suo ingresso i dere alle finanze dello stato, ed equili-
ministri, fra'quali il cav. Galli. P>,oma a' brare le spese colle sue rendite, a togliere
] ?, aprilei85o fu felicitala pel trionfile sollecilarnenle dalla circolazione la mas-
ritorno del sommo l'oulefice, tra gli ap- sima parte di tal carta, per fu'la in segui-
plausi e gli ossequi devoniani e degli stra- to del lutto sparire, creò 5o,ooo cerli-

nieri, oltre altre pubbliche e solenni ma- tificati di credito sul tesoro, la cui vendi-
iiife.>>tazioni di letizia. In questo fausto ta fosse impiegata a distruggere una cor-
giorno per Pioma e pel suo stalo, la reli- rispondente quantità di carta monetata.
gione trionfò sull'enqiietà, con quell'ap- Laonde furono emessi i delti certificali

parato solenne con cui la verità suole per la somma di cinque milioni fruttiferi

schiacciare l'errore. In questo suo pon- al 5 peri 00, e da ammortizzarsi alla pa^

tificato cessarono del tulio le giurisdizio- ri nel termine di io anni dali." gennaio
ni baronali, che intralciavano la pubbli- i85i in rate semestrali mediante estra-
ca amministrazione, per la rinunzia delle zione, e che gì' interessi decorrerebbero
superstiti, di che ragionai a' loro luoghi dali.° ottobiei85o. Che i certificati si pa-
ed a Pio IX. 11 n.° gg del Gioriinlc ri- gherebbero per ogni 100 scudi nominali,
porta la notificazione del cav. Galli de'29 scudi 85 in carta-moneta, e successi va
aprile, sulla formazione d'una nuova Ban- mente scudi 90 e 95. Che pel pagamen-
ca di sconto capace di estese e grandiose to degl'interessi e pel fondo d'ammortiz-
operazioni, a vantaggio del commercio, zazione veniva assegnala la somma d'an-
dell'industria e dell' agricoltura, non so- nui scudi 5oo, 000 sul pubblico tesoro, ol-
lo di Uonui, ma di tulle le provincie dello tre gli annui scudi 100,000, che collo
slato, col nome di Banca dello stato poii- spontaneo concorso del s. collegio, som-
lifìcio. Con essa si fuse la Banca Roma' ministrava il clero secolare e regolare, ed
uà, con due banche succursali a Bologna i luoghi pii in surrogazione di qualunque
e Ancona. Dipoi nel Supplimento al n." altra obbligazione precedentemente as-
i45del Giornale si pubblicò il Progran)- sunta. Quindi il Papa isliliù una commis-
ma per l'attivazione della nuova Banca sione speciale per l'ammortizzazione del-
degli slati pontificii. Ed il Supplimento la carta-moneta, presieduta dal cardi-
del n.° 148 del i85i ne riporta lo Sta- nal Pietro Marini, affine di curare l'ese-
tuto. A'4 maggio fu estesa la disposizio- cuzione delle narrate disposizioni. Dipoi
ne della vendita all'asta pubblica de're- il u." 197 del G/o/virt/<' pubblicò il rego-
sidui di beni demaniali nelle legazioni, an- lamento sull'emissione de'5o,ooo certi-
che rimanenza de'beni già apparte-
alla ficati, e il regolamento dalla commissio-
nenti demanio italico nelle provincie
al ne stabilito sui medesimi. A riparare leau-
d'UrbinOjPesaro, Ancona, ]\Iacerata,Fer- gustie economiche del governo,a'22 ago-
mo, Ascoli e Camerino, e devoluti all'e- sto furono aumentati alcuni articoli del-
inrio pontificio, in viriti de' trattati del le tasse esistenti sul bollo e registro. 11 n.°
1.° giugno ei 2 noveaibrei8i6. Con no- 209 del Giornale di Roma contiene l'è-
356 TE S T E S
ditto del cardinal Anlonellì segretario dì ganale rimane pure sotto gli ordini im-
stalo, deH'ordinnnienlo de'5 ministeri su mediali del ministro delle finanze." Tra
tutti lami di pubblica amministrazione,
i le disposizioni generali di ciascun mini-
con attribuzioni comuni e speciali: ecco stro, fu decretalo: clie sono nominati e
quelle del ministero delle finanze. wE' of- revocabili per libera volontà del Papa,col
licio del niinistio delle finanze l'amniini- mezzo del cardinal segretario di slato pro-
strare le propiietà e le rendile dello stato, sideute del loro consiglio, cui prestano il

Le fabbriche, le miniere, le cave, e tulli giuramenlo prima d'a>snraerele loro fun-


i diritti (iscali appartengono a questo mi- zioni. Con edillo de' 1 4 ottobre e promul-

nistero. Fanno parte del medesimo le di- gaio anche nel n,° 238 del Giornale, il
rezioni:delIepioprielàcauierali;dellezec- cardinal segretario di sialo, per prowe-
che; delle dogane, dazi duelli e indiretti; dere all'equddjno delle rendite colle spe-
del delìilo pubblico; del registro, bollo, se dello stalo, anche per far fronte alle

jpotei bc; delle posle; dt;'lolti. La preii- conseguenze degli ultimi deiilorabili av-
denza del censo, ora aHldata ad un car- venimeuli, essendo giusto che ogni clas>e
dinale,conlinueràadipenderedasuaSan- di persone concorra a sostenere i pubbli-
lilà per mezzo della segreteria di stalo , ci pesi in proporzione, per quanto è pos-
finchè non sia compiuta e sanzionata la sibile, de' vantaggi che ritiae dall' ordi-
revisionecensuaria. l'iiu)aiiesoll(j la tute- nauienlo sociale, cos'i essendo equo di sot-
la del nìiuislero delle finanze il pubblico loporre ad una tassa l'esercizio delle pro-
stabilin)enlo del s. monte di pietà di Ilo- fessioni, arti, mestieri, industrie e com-
ma; ed alla slessa tutela sono sottoposte iKercio, pel qijale esercizio nulla si con-
le altie banche o stabilimenti che riguar- Iribuiva allo stalo, d' ordine del Papa, a
dino il credito pubblico. 11 ministero prò- proposizione del pro-ministro delle fiuan-
pone le nuove tarille daziarie e dogana- ze, inteso il consiglio de'ministri, impose
li, fa versare nelle casse pubbliche le ren- una lassa d' esercizio sopra tutte le arti,

dite dello slato, dirige il movimento de' mestieri, indusliie e commercio di qua-
fondi secondo il bisogno, e regola tutte luntpie sorte, ripartili in i o categorie, co-
le operazioni relative al pubblico erario, minciando la tassa a decorrere dal i.^gen-
Piiunisce i conti preventivi e consuntivi naioi85i. La legge speciale perla tassa
particolari di ciascun ministero, come gli d'esercizio delle professioni, indi la pub-
sono trasmessi dal ministro rispettivo; ed blicò lo stesso cardinale nel n.° 277 del
allorché sieno esaminati dal consiglio de' Giornale; ed il pro-ministro delle (Inan-
ministri,ne forma il preventivo ed il con- ze emanò la notificazione e regolamento
sunlivo generale dello sialo. Mette a di- de'24 ottobre eia dicembre, pubblicati
sposizione di ciascun ministro i fondi oc- da'n.' 248 e 288 del Giornale, Nel n.
correnti a sostenere le spese in conformi- 252 si legge l'editto del cardinal segrela-
là de' preventivi approvali. I segretari e rio di stato de'28 ottobre, conteiieule la

cancelliet i camera apostolica, co'lo-


della legge sulla Consulla di sialo per le finaa-
ro ufiizi ed aichivi, rimangono addetti al ze,a(ljdandosi a un cardinale la presiden-
minislero delle finanze: ma sono tenuti a za, e ad un prelato la vice-presidenza. Al
ricevere e stipulare gli alti che riguarda- presente la consulla di stalo per le finan-
no tutti i miiiisleri. llimane egualmente ze si compone del cardinal Domenico Sa-
addetto al minislero delle finanze il con- velli [)resideule, e di mg.' Giovanni Piu-
siglio fiscale per gli aiFari contenziosi: ma sconi vice-presidente e chierico di came-
dovrà prestar ro|)era sua negli allari di ra; di 6 consultori perla camera aposto-
tutli minisleri, seuìpie che ne !>ia richie-
i lica nominati direltamenle dal Papa, 3
Sto dal ministro rispellivo. La forza do- de'qualì prelati e tra essi due souo chie-
TE S TE S 3?7
liei camera, avuto riguardo all'iute-
tli i33 Giornale. Nel Siipplimento del
ilei

resse della camera apostolica; e di 19 con- n."i47 de' 3o giugno, venne pubblicato
sultori scelli dal Papa sulla proposta fat- dal pro-miiiisfio Galli, dal l^i[)a decora-
ta di 4 candidali, da'consigli provinciali todel litoloeinsegne di conimendatorejil
di Bologna, Ferrara, Forlì, Ravenna, Ur- Rapporto sulla tabella preventiva gene-
bino e Pesaro, Velletri, Ancona, l'eriigia, rale dello stato pontificio per Veserci-
Fermo, IMacerata, Spoleto, Rieti, Viter- z/oi85i, firmato dallo stesso ministro e
bo. Fresinone, A.scoli, Camerino, Civita- dal cav. iMicliele Gnidi (di cui nel voi. XX,
vecchia, Orvieto, e Benevento; del segre- p. 2^4)1 eapo contabile del ministero, in-
tarlo e del capo conlabile, olire altri im- di nel declinar di giugno 85 T dichiarato i

piegati, l consultori si riimovano per la con biglietto di segreteria di stato, com-


3/ parte in ogni biennio, il n.° 272 del polista generale della rev. camera apo-
Giornale pubblicò la legge sul governo slolica. Da esso /?(7/:)/w/-to risulla, secon-
delle Provincie e sull'amministrazione do il G/o/v^rt/f', ammontare in complesso
provincialt; ed il n.° 274 la legge sui co- gl'introiti a scudi i
0,679,748; le «pese a
niuni dello stato, pro-ministro delle fi-
il scudi 12, 336, 489; l'eccedenza delle spese
iianze a'26 dicembre 8 "0 pubblicò una 1 ossia il deficit,compiesi 1 00,000 scudi per
tabella delle modificazioni daziarie alle fondo 1,756,74^. Da
di riserva, a scudi
tasse stabilite dalla larid'a del i83o, e si questo rapporto classificato si apprendo-
legge nel n.° 3o 1 Siccome
del Giornale. nolespeciali categoriedegl'introitiequel-
iiel 1854 fu pubblicato il Rapporto del le delle spese. Si fa inoltre il riflesso." Se
conto consuntivo deli85o, così in quel- la situazione delle finanze pontificie, già
l'anno ne ragionerò, cioè con riprodmre malmenate da alternative vicende, non
in rislretto il riferito dal Giornale cURo- presentava floridezza avanti il generale
via. Ad effetto di rendere più semplici, sconvolgimento de'pubblici affari, ognu-
più economiche e piìi sicure le operazio- no di leggieri può immaginarsi qual do-
ni de' lotti, evitare gì' iuconveutenli che \esse rinvenirsi al momento in cui il leg-
di sovente accadevano col sistema de'così gittimo governo fu ri|)ristiiiato, per noa
detti pagherò, e procurare un ulteriore rimanere sorpreso dello stato in cui ri-
soccorso alla cassa delle giubilazioni, gra- raangonopureal presente,tuttochè laper-
vala già del peso annuo di circa scudi cezione delle rendile trovisi nonchenor-
900,000, furono dal cav. Galli stabilite male, di molloanzi migliorala." Altreim-
nuove norme a'i4 gennaio 85 1, é prò- 1 portanti dichiarazioni e riflessioni si pon-
dolle nel n/ii del Giornale, \ni\\ iiahy- no leggere documento. Per que-
nel citalo
lendo le relative norme con regolamento sto forte disavanzo, mentre il Papa spe-
de'3 febbraio. L'estrazione de'nuineri in rava che le pubbliche circostanze fossero
cui ebbe principio l'attuazione del nuovo tali da porre un equilibrio tra le rendite

sistema in ordine a'bolletlari sostituiti a' elespese,e miglioralo il sistema della pub-
soppressi/;<7g-/ierò,fu quella de' 17 maggio, blica amministrazione , ordinò che per
A'i o giugno si calcolò essere stata annui- l'urgenza del presente esercizio 1 85 i, co-
lata con legali abbruciauienli circa la metà me ne'precedenti anni dopo il ristabili-
della carta-moneta, e rimanerne in circo- mento del suogoverno, si aumentassed'uu
laziooe nella quantità di scudi 3,7 10,000, bimestre l'imposta della dativa reale ri-
la quale volendosi rifondere con nuova partita in 4 rate; e d' imporre sulle co-
carta, questa fu denouiinata di surroga- munita dello slato, riparlilamente in pro-
zione, onde garantirne la precisa quan- porzionedella popolazione,la somma d'uà
tilà e allontanare il pericolo delle falsifi- milione di scudi, come fu notificato nel
cazioui. La dispoiizioue è riportata uelu." a." 167 del Giornale: indi il a," i^S ha
358 TE S T E S
ilregolamento per l'esigenza tli tali tasse cure del commend. Galli, ch'ebbe l'ono-
del commend. Galli. A' ii dicembre fu re di riceverlo insieme alcouteGiulio Ver-
ordinalo il ritirodellemonetedi ramedel- Ztiglia direttore generale delle proprietà
1(1 repubblica romana. Del Rapporto del carnei ali: passò nell'archivio della staiiipe-
conto consuntivo del i 85 1 farò parola nel rin e nella calcografia
camerale, di lutto
1854 in cui fu pubblicalo dal Giornale dichiarandola sua soddisfazione e appro-
di Romay a tenore del suo contenuto. Nel vazione al pro-ministro. Il u.° 100 del
1 852 a'24 gennaio il cardinal segretario Giornale riporta la tabella della modi-
di stato ordinò, che i boni della provin- ficazione de'dazi de'25 aprile, in rettifi-
cia diBoiogna, residuali in scudi 3 18,770, cazione della tariffa doganale, emanata
fossero ritirali e sostituiti con boni di sur- dal pro-ministro delle finanze, per la mas-

rogazioin\ con regolamento del pro-mi- sima che le lariiTe doganali debbono se-
nistro delle finanze. Nel Giornale di Ro- condare le produzioni indigene, seguire
ma de' g febbraio si leggono i vantaggio- letendenzedel commercio, animaree pro-
si risultati delle disposizioni prese dal mi- leggere le interne manifatture. Dal Sup-
nistero delle finanze, per migliorare il di- plimenlo delGz'or/ìrt/ede'c) luglio fu pub-
pendente e importantissimo ulììcio della blicato il Rapporto sulla tabella pre-
tlirezione generale delie dogane, non me- ventiva generale dello stato pontifìcio
no per l'eiililà degl'introiti, che per gli e- per l'esercizio 1 852, del commend. Galli
slesi rapportiche ha la sua amministrazio- pro-ministro delle finanze. Si fanno a-
ne coir interno ed esterno commer-
cos'i sceudere in complesso gl'introiti a scudi
cio, come in genere coll'economia dello I I , I I o,56q; il totale delle spese a scudi
stato. Avendo prodotti nel decorso 85o
i 1 i2,C)o6,4iq; perciò il deficit, compreso
superato pel loronotnbileincremento più il fondo di riserva determinato in scudi
di quanto erasi sin allora ricavato dall'i- I00,000, fu di scudi 1,895,849- Alla qua-
stituzione delle dogane pontificie, nel pe- le deficienza erasi provveduto coli' editto

riodo d'un anno, si pubblicò colle stam- de'7 febbraio per circa un milione di scu-
pe il Prospetto delle merci introdotte di, trovandosi l'erario sempre in dinicile

ed estratte per gli uffici doganali dello posizione. Presentandosi da tutti lati l'a- i

stato pontificio nehS^o. A'7 febbraio il spetto delle finanze, e distinta la posizio-
pro-minislro-emanò il regolamento per ne normale dall'accidentale; perciò si fe-

l'esigenza della tassa di consumo sopra ge- ce osservare che non deve ripetersi lo sbi-
neri coloniali, comprese le città godenti lancio da cause permanenti, poiché una
franchigia,ordinata dal segretario di stato cifraragguardevole è destinata all' am«
con editto dello slesso giorno. In esso e per mortizzazioiie de' debiti anteriormente
provvedere all'esercizio del 18 52 a mez- contratti, ed è tale l'importanza dell'ero-
zo d'alcune contribuzioni, fu mantenuto gazione de'foiidi per l'indicato titolo, che
l'aumento d'un bimestre di dativa reale; iiilta astrazione da quella, le rendite por-
il prezzo del sale si iporlò al saggio vi- 1 tate al punto attuale supererebbero an-
gentea'3 luglio 1847; esuliecomunidel-
i ziché eguagliare la deficienza che pure a
lostalo venne imposta la somma di scudi tanta somma ascendeva peli 852. Intan-
2 5o,ooo. Nel marzo fu trasferita nel pa- to decrescere successivamente l'importo
lazzo del Ministero delle finanze la dire- degl'interessi pe'debiti contratti all'estero
zione e uffizi delle Poste Pontificie (J^.), dal 1 832 in poi, e aumentare il fondo di
e l'impresa sociale delle diligenze ponti- riacquisto; sperarsi diminuzioni di passi-
ficie. A'2C) marzo il Papa si recò ad os- vità, e [)rosegui mento del l'incremento del-

servare lo stabilimento della Stamperia le pubbliche rendite in tutti i rami: con-


camerale f/' .j, rimontalo a nuovo per le fidarsi che abbiano felice successo le cure

J
,

T E S TE S 359
che portava il governo per ristabilire Te- menteripetersi dalle vicende polilicheche
quilibrio nell'ecoiioinica amminislrazio- dali83i in poi turbarono la tranquillità
ve delio stato, al che er^ intento il pro- dello stato pontificio, ilquale anteriormen-
ministro con tntlo l'impegno e operosità, te a quell'epoca per i costanti avanzi an-
secondochè airerma il d'or /tale di Roma. nuali (cioè sino al 1827, dopo il quale an-
Già nell'agosto erasi effettuato il totale no cominciò il deficit, consistendo gli an-
ritiro della carta-moneta, emessa nell'e- teriori avanzi in quelle centinaia di mila
poca anteriore al felice resfaiu'amento scudi riportate a p. 922 del Giornale di
del regime pontificio, e si procedeva al- Roma deli853 nel i^/Y^rnc/o del diciotti-

l'ammortizzazione delia posteriore di so- mestre dal gennaio 848 a tutto giugno
1

stittizioiic. Giornale con-


11 n.° 2 IO del 1849, e compilato dal commend. Galli,
tiene \\ Rapporto sul bilancio della pub- di cui a detto anno ne farò menzione)
plica animirdstrazionc dal 84'^'^^ 847» 1 ' trovavasi nella piacevole posizione di al-
del pro-ministro commendator Galli. Jn leggerire a'sudditi il peso delle pubbliche
questa interessante e difficile operazio- tasse (per averlo benignamente tentato
ne, dice il medesimo Giornale, non pò Leone XII, ne derivò il disavanzo, e seb-
tendosi dare un perfetto lavoro, perle ra- bene sperava ricoprirlo col riformare e
gioni ivi esposte, specialmente per l'an- niodificare il troppo ampio e gravoso im-
damentoamminislrativo alteralo dalle vi- pianto del sempre d'altronde immortale
cende del 846 e 847, a indicare le prin-
1 1 cardinal Consalvi), anziché gravarle co-
cipali partite, avendo già accennato più me ha dovuto poi praticare." Nel n.° 2 i i

sopra quelle riguardanti il prestitode'due del Giornale vi è l'ordine del giorno i i

milioni e l'operazione de' beni dell' y:/yj- settembre, della Commissione incaricata
y;^7/i//(7g'g7"Ojdirò. Che l'eccedenza dell'an- dell'ispezione generale della truppa di fi-

teriore decennio al 1 843)Calcolata in scudi nanza di terra e dima re,dal la quale le leggi
I o,8'J 1 ,24 ,era ridotta a
1 se. c),c)6q,642. doganali reclamano l'appoggio secondo il
Che le rendile riconosciute neh 845 fu- suo precipuo istituto. Imperocché somma
rono di scudi 0,082,487, e che il disa-
1 è l'importanza dell 'amministrazione delle
vanzo fu di scudi 15,849. Che il deficit 1 dognne,siaperchèil reddito che ne ricava
del 1846 si limitò a scudi 535,832, ma uno de'suoi principali
l'erario costituisce
quello del 1847 salì a scudi i, 34 '3 168. Si sostegni, sia perchè il nostro commercio,

conclude nel Rapporto.» A mostrare in bisognevole di protezione, trovar può sol-


fine la verità delle cose esposte si presen- tanto il suoappoggio nella precisa esecu-
ta il bilancio generale nel prospetto E, nel zionedelle leggi doganali. D'altronde tale
quale confrontandosi i risultamenti delle truppa,ad onta della riorganizzazione del
due situazioni economiche, al principio 1849, si trovava nel bisogno d'essere mi-
cioè ed al termine de! periodo di cui si of- gliorata, per cui ilPapa avea ordinato una
fre il conto, si vede che per bilanciare l'im- ispezione generale con pieni poteri, da du-
porto abbisogna tanta somnja,quanta ap- rare finché la medesima truppa fosse per-

punto è costituita dal disavanzo ricono- fettamente depurata e portata al grado di

sciuto nell'amministrazione delle rendite rendere lodevolmente il servizio per cui

e spese del triennio. E quindi dimostrato è istituita. Laonde ne affidò l'incaricoalla


che lo sbilancio delle finanze pontificie al commissione, e la formò del pro-ministro
3i dicembre 1847 consiste nella somma delle finanze, del cav. Stanislao Sterbini
di scudi 1,962.493. Per poco che si con-
I vice-direttore generale delle dogane, dazi
sultino i risultamenti am.ministrati vi dal di consumo e diritti riuniti, e di Giacomo
1 8 i4 m poi, si ravviseràagevolrnenteche Benucci soprintendente de' vapori ponti-
tale enorme disavanzo deve quasi intera* licii. tV'iG novembre il cardinal segreta-
3Go TE S TE S
rio di stalo,con editto ordinò che per lut- vere il tutto esaminato e ponderato, ester-
to lo stalo fosse uniforme il dazio sul ma- nòal pro-ministro la sua soddisfazione per
cinalo dali.° gennaio i853, cioè di bai. avere rinvenuto ben inteso quanto è nel-
76equatlrini 4 per ogni rubbio di libbre l'assieme e nel dettaglio degli ullizi rispet-
640; comaiettendo al ministro delle fi- tivi e nel rapporto de' medesimi coll'in-
nanze l'emanazione del conveniente re- lero fabbricato, lasemplicità con cui ven-
golamento e discipline che pubblicò nel ne il lutto ordinalo, l'economia delle spe-
ìi." 273 e seguenti del Gioi-iiale. All'an- se incontrate per 1' eseguita riduzione; e
noi 854 parlo del ra[tporlo del conto con- dimostrò suo sovrano contento pel be-
il

suntivodel 1 852,per esserestato resopub- ne e vantaggio che dall'opera ne venne


Llico in quell'almo. neir interesse della cosa pubblica , nel
Ora conviene parlare del palazzo e fub- pronto disbrigo degli alFari, e nella gene-
Lricati del Mini>tero delle Finanze, e del- rale comodità che dal voto unanime da
la couioda e utile riunione de'suoi ulìJzi lunghi anni si desiderava. Quindi il Pa-

e direzioni. A'4 febbraio 853 1 il Papa Pio pa, ammessi nuovamente agli alti di ve-
IX, al modo narrato dal n.°28del Gl'or- nerazione il pro-ministro delle finanze e
ìialc, onorò di sua presenza il palazzo de- coloin che lo seguivano, parh dal palaz-
dicato per sua sovrana munificenza alla zo del ministero, mentre eransi innalza-
riunione di tutte le direzioni e gli ullizi te nella I. corte dell'edilizio, rimpelto al
componenti il ministero delle finanze. Il suo ingie.sso principale, le due seguenti la-

commend. Angelo Galli prò ministro del- pidi per perpetuare la memoria dell'av-
ie finanze, co' direttori, soprintendenti e venimento; al cui scopo pur anco lu ap-
tapi d'udicio del ministero, e rarchitetlo positamente coniata una medaglia che il

cav. ijervi ch'ebbe la direzione del lavo- commend. Galli rispettosamente gli umi-
ro, ricevè a pie delle scale il santo Padre, liò innanzi la sua partenza. Nel diritto è
accompagnalo dalKisua corte. Asceso ilPa- scolpila la pcjnlifiuia effigie, e nel rovescio
pa al 1 ."piano, ov'è la residenza minisle- lisci izione: Optiino Principi Acdes Ae-
j ia!e, assiso in Irono ammise al bacio del rario puhlico noviter adtrihutas auctas
piede il pio-niinistio, e tutti quelli che l'a- invi sciiti pr. noii.fchr.an. mdcccliii. La
veano seguito. Dopo ciò il Ptipa si degnò I. delle lapidi marmoree (\\cq: Has Ae-
di prendere la generica cognizione dell'e- dcs aMcdiccis priiicipihus - Priinwn cx-
dilizio, prestando benevola attenzione al- tructas - Dci)i pracjccd Urbis -Et tribù-
le piante di lutto il lld^bricato, nel modo nalium jiis nude rcddebat- Frovidcntia
come trovasi ridotto e ripartito, che gli u- Optimi Frincipis-AerariiPracfecto ad-
niiliò l'architetto direttore dell' opere; e tribuit - Eiiisfj ne procuratioìies - Hac il'
mosse poscia all'esame di tulli e singoli lac prius per Urbem distraclas- Publi-
i principali locali dell'edifizio; intrapren- In unum
Clic coniìiioditali prospiciciis -
dendo con buon ordine il giio in guisa conjunxit. Dice Pius IX Ponti- la a."":

the col minore possibile incomodo potè fcx JIuxìiìiii.s- Opus quod per Aiigcluni
lutto osservare. Ne'singoli luoghi \\ Papa Galliuni - Enuitcni torquatuiii - PrO'
si compiacque dire parole amorevoli e be- Pracfcctuni Aerario - Fauste feliciter
nevole agl'impii'gaiijche lutti iitrovavan- absolvit- Lub enti animo invisit probavit-
si a'Ioro rispetti VI posti nell'eseicizio del- Prid. non. fcbr. mdcccliii - Sacri pria-
le proprie funzioni, e di conwuendare air cipatiis eiiis VII. indi venne pubblica^
la diligenza de'direltori, sopiintendenti, e lo : Del palazzo del Ministero delle Fi-
capi d ullicio per l'ordine ch'ebbe occa- nanze in Roma nel rapporto alle sue
sione di rimarcare. Dopo due ore intere spese ed alla
sua tanto per la.
utilità
che il Pupa dedicò a quest'uopo; dopo u- parte della economia, quanto per quel^
TES TES 36i
la del servizio pubblico. Relazione del- duca di Parma.Dn
vio Farnese figlio del
l'architetto cai'. GaspareServi letta nel- questa signora, chiamata da tulli in (juel
Vaidadeir accademia Tiberina il dì 2 3 tempo Madama, il Castel di s. Angelo
viaggio 853, 1 Roma tipografia della rev. la nuova denominazione di C\i-
acquistò
caaieia apustolica i853. JN'e ilarò un bre- stel Madama jiìon iì\li\miin\.\ dm la piaz-
ve estiallo. Il eh. disserenle, dopo aver za Lombarda di Roma, da essa parimenti

o ulllzi del mi-


iiarratoil trasferimeiitode"li fu sopranuomata;1/(^?r/cj'OTrt,come tuttavia
nistero, operalo nell'epoca di maiinraes- l'unoe l'altro sono chiamali. Certo è che il

sione dalla sua aulica sede, la necessità di RMizia, Le vite de'pia celebri architetli,
sgombrarne il locale, l'ulea concepila dal a p. 824 parlando di Luigi Cardi di Cigoli,
pro-niinislio di stabilirli nel palazzo del più conosciuto Cui nome patrio, nato nel
Governo o Madama, e di liuniiveli tut- 1559 e morto nel 161 3, dice che in R.o-
ti, insieme alle dilezioni dipentlenli, olle- ma architettò pel granduca il palazzo si-

i»ulo il pontifìcio beupplacito, si coujpia- tuato a piazza Madama, a suo tempo ap-
ce d'avere ricevuto l'iuccirico di ridurre partenente Acre censore, lo
alla dataria.
l'edifizio al vasto uopo. Incominciale le qualificò: » Soverchiamente carico d'or-
suearcliitelloniclieo[)erazioni nel selteai- nati, e d'ornati inutili, e di cariatidi alle
bre 849, pule compierle nel declinar del
1 finestre. Il fregio sotto il cornicione ricco
1832, mediante le seguenti variazioni e di sculture sembra troppo largo, e viene
ampliazioui. Quantoali'originedelpaiaz sconciamente taglialo dalle finestre dei
EO, lo dice eretto sugli avanzi dell'auticlie n^ezzanini, le quali paionosospese in aria,
terme dal toscano Luigi Cardi tla Cigoli come tanti (juadi i colle loro cornici. 11 por-
àrchitelloe poelei(anche pittore di i /clas- tico, ch'è dentro al suo meschiiiello cor-
se,anatomico, eccellente suonatore di liu- tile, fa pietà con quelle colonne, sul ca-
to,coine leggo iniMiliziajclie descrive le sue pitello delle quali sono appoggiali in fal-
opere) nel 1 600 pel granduca di Toscana so tanti archi''. Il Baglioiie, Le vite dei
(cioè lo di venne nel iGo8)Cosi moli, e deno- pittori, scultori e arcJutetti,a p. i53 de-
minato dal cognome di sua illustre fami- scrive la vita del Cigoli, e parla de' suoi
che altri He atlrdjui-
glia IMedici.iN'oterò, allievi Giovanni Cellinert fiorentino, eDo-
lono l'erezione a Caterina de Metlici, ma nienico Fetti romano, la cui sorella pure
veramente essa mor'i nel 589: forse avrà 1 dipingeva bene. Egli lo dice discepolo di
abitato qualche altro palazzo adiacente, Andrea del Sarto, descrive le pitture da
che fu confuso con questo, e probabilmen- lui eseguile in Roma, senza far parola del-
te quelloovegià aveadimorato iMarglieri- l'ereziouedel p.iliizzo, FilippoTili poi nel-
ta d'Austria, onde l'edifizio e la piazza la Descrizione delle pitture, sculture e
prese il nome di Madama, e per averlo architetture in Roma, a p. i5o attribui-
o ingrandito o abbellito ne fu da molli sce l'architettura del palazzo Madama a
creduta autrice, anzi del palazzo stesso ia Paolo Aiarucelli, e lo loda come ornato
discorso. GiòainmessOjCosimo li l'avreb- difiegi dipinti da pittori eccellenti, equa-
be ampliato in modo che ne fu creduto le uno de'piìi maestosi e cospicui palazzi

ioteramenle autore. Quanto alla piazza, di Roma. Quanto al Cardi ricorda le sue
leggo nel Casimiro da Pioma, Memo-
p. pitture di 6 luoghi di Roma. Ritornan-
rie de frati minori della provincia ro^ do al cav. Servi, riferisce che il palazzo
/««/irt, p. i4)Che il Castel di s. Angelo nel neiragostoi849 si componeva di due cor-
distretto di Tivoli [T .), fu dato in dote a tili, d'un giardino con acqua di Trevi nel-

Margherita d' Austria figlia naturale di la quantità di 3/4 d'oncia, di 2 ambien- 1

Carlo V, vedova d'Alessandro Medioii." ti terreni, taluni de'quali disposti a car-


duca di Fii'ea2e,dcsUuuta aposa d'Olla- ceri, a scuderie, a licuebse; di 1 y stanze al
36-2. TE S TES
I. "piano ornate nella più parte di soffit- clone del portico si pose riscrizione, Po-
ti diligenteuiente intngliiili e riccamente Lateralmente si formaro-
sic Pojìiì/iric.
dorati, con fregi all'intorno dipinti dal no pianterreni con piani superiori. Enel-
Cigoli stes«o,e daallricontemporaneipit- l'andito tra'due cortili vi fu collocato un
tori; d'una loggia sporgenle sulla piazza gruppo di marmo Vergine e dei
della B.
JVladati) a; d'altri igvanial piano 2. "e 3 al i ss. Pietro e Paolo, trasportato da un an-
3.",percni il niuneiodi tutti eia (li63.Con- golo del palazzo di Monte Citorio. Ven-
sideiatoii bisogno per assestarvi con nuo- dicate 3 oncie di detta acqua, col volu-
ve combinazioni i diversi ullizi e direzioni, me di quasi 4>e con macchina si potè di-
e vi si potessero collocare anco in rispar- ramare in tutte le parti degli ullizi e luo-
mio dell'annue pigioni e fi eqnenti aumen- ghi del complesso degli editlzi. La ricor-
ti, nelle loi'o s[)arse residenze, e per rispar- data loggia esterna fu coperta e ridotta
mio de'restauri che operavansi nelle al- per l'estrazione del lotto. Restaurata l'an-
trui proprietà. Stabilita la massima, pri- tica torre, si trasse profitto de'suoi vani,
ma cura deirarcbitetlo fu quella di met- costruendosi cloache, smaltitoi, selciali e
tere in possesso il governo del lato di fab- quanto fu necessario in si vasto fabbrica-
brica in pianterreno, ammezzalo e piano to e ripartito in così numerosi dicasteri,
superiore, spLttanle alla dataria, cheguar- con interne e comode comunicazioni, tut-
da ilalla strada \\ palazzo Giustiiiiani, e ti forniti degli occorrenti scalfali, arma-
iiell'inleiiio il 3.°latodel 2. "cortile, non di, scrittoi, suppellettili e mobilia, lì dis-

che una casipola dell'arciconfraternita dei sciente dichiarando che si procedeva con
ss. XIl Apostoli in via Sladerarì incon- progrediente sollecitudine ed economia,
tro al palazzo Carpegiia. Quindi si die onde a poco a poco si collocavano rispet- i

mano allo ampliazioni e divisioni dell'e- tivi dicasteri con risparmi dell'anteriori
difìzio,e airinnalzamentodi parecchi pia- pigioni, lavorandovi 49 maestri d'arti a
ni sui preesistenti, tranne i prospetti este- prezzi discreti e in tempo ch'era salutare
riori del Cardi per non alterarne il con- più che in altro occupare gli artisti; ram-
cetto. Nel palazzo si fece il nuovo brac- pogna gl'indiscreti e maligni, che esage-
cio di seala, che divide l'accesso alla re- ravano dispendi e come si profondesse
i

sidenza del ministro, da quello degli uf- denaro senza necessità, inscienti de'tanti
fizi. Si chiuse il portico al pari del : ."pia- vantaggiosi risultati che ne doveano de-
nOjlasciandosi intatte le colonne, forman- rivare. Essi giunsero a propalare, che il

dosi la galleria per l'ingresso alla conta- tiro di campanelli del ministro e di co-
bilità esegreteria del ministero. Nello stes- municazione agli ufìizi, avesse importato
so piano si operarono divisioni, senza a- scudi 5oo almeno, altri alterando lo spe-
scondere le belle pitture de'fiegi e i ma- so a scudi 2000, mentre costò scudi Sy
gnifici solìilli; altre si eseguirono nel pian- e bai. yS. Con questa grande e compli-
terreno, come nel 2.° e 3.° piano, a que- cala operazione cessarono le pigioni che
siti aggiungendosi due altri nuovi piani si pngavano nel palazzo di Monte Citorio

dalla parte interna pe'3 lati del [."corti- per l'abitazione del ministro, per la segre-
le. Nel caldeggiato del 2." cortile si esegui teria ed archivio; pel palazzo della Posta
ronoaltre ripartizioni, e distrutte la gran a piazza Colonna, e contiguo casamento
scuderia e rimesse, si elevò un portico a Modelli anche per la computisteria già e-

5 arcate in pilastri d'ordine ionico per la sistcute nel palazzo; pel Monte di pietà,

distribuzione delle lettere della posta, con ov'era la depositeria generale del tesoro;
superiore loggiato, due piani di stanze, e pel casamento Capranica sulla piazza di
01 ologio con campane, sovrastato e deco- Rlonte Citorio, ov'erano le direzioni del-
rato dallo stemma di Pio iX. Nel corui- la dogane e del debito pubblico; per la di •
TE S T E S 3G3
regione delle proprielà camerali, elio di- poife mentre primn si eseguiva-
cliiiise,

inorava in via Colonna; per quella degli no all'aperto nelle pia/./.e Colonna e di
ori e degli argenti nel pahiz/o del Semina- IMonle Cilorio. Fer lo innanzi corrieri e i

rio in via della Scrofa; per la diiezionede' le diligenze erano obbligali [)er la visita

lotti esistente nel palazzoPio in piaz/a del recarsi in dogana a piazza di l'ielra,ora
l!iscione,o)enU'e,coiue già dissi, l'estrazio- fu disposto che presso la posta sia un nf-
iie si eseguiva o nella loggia del palazzo di flzio d'impiegati doganali per tale opera-
Monte Citorio o in quella del palazzo della zione, pronti a tulle Icore. Vi furono tra-
Posta; pe' magazzini della truppa di (inan- sferile anche la direzione dell'impresa dei
za che stavano nella via della iMissione e lotti, e la direzione del bullo degli ori e
in piazza di Termini. Uiunito il tutto, in- degli argenti : aliai.' si assegnarono 11
vece fu disposto. Perla residenza del mi- stanze nel 3.° piano del palazzo, ei2 in
nislro nel w.°piano del palazzo un appar- quello superiore, ov'è pure l'abitazione
lamento conveniente di i4 stanze, e la del ciislode;alla2.%i disposero i Saudjieu-
cappella. Per la contabilità, segreteria e ti nel mezzaLlo, incontro al palazzo Giù-
archivio del ministero, si stabiliiono 27 sliniani. Si dierono 5 ambienti al piau-
andjienti. Alla direzione delle proprietà teneno, eq in quello ultimo, su la tlue-
camerali si assegnarono 24 stanze nel 2.° zione generale delle dogane, pel magaz-
piano del palazzo; ed al suo ripiano alla zino della truppa di finanza. Si sSabiliro-
direzione del debito pubblico si dierono no 3 ambienti per la soprintendenza dei
20 stanze, e altre io nel 3.° piano. Si al- vapori pontificii; 3 per quella del maci-
t bu irono stanze inaila deposi teria gene-
ri nato, ne'pian terreni de! i. "cori ile, incou-
rale nel pianterreno; 2 nello stesso e 5 nel- tro la depositeria; i\ per l'aiiuniuistraziu-
ranimezzato per la caserma degli svizzeri ne de'ilazi di consumo; 3 per la caserma
in servizio della medesima. Alla direzione de'finanzieri, uno a scuderia, 5 a guar- 1

delle dogane si die luogo in 16 ambienti darobe e magazzini diverbi. Finalmente,


nel 1. "piano, 27 nel2.°,ei6 nel3.°,coin- ed eziandio a risparmio d'indennizzo di
prendenti la maggior parte de'3 lati che pigioni, si fornirono d'abitazioni, il pur-
circoscrivono il 2." cortile. In questo, ri- tiere della contabililà, il cu'.tode, altroad-
dolto a comodo piazzale, l'edilizio della detto al ministero per
le guarda-robe.

postaconsta nel pianterrenodiiG ambien- Laonde che prima presentava


l'edifizio
ti per la dispensa e impostatura delle let- io4ambienti, ora per adatlamenti eaui-
fere,e relativi uffizi; la direzione ha 4stan- pliazionidi nuove costruzioni necofn[)i'en-
ze al raezzado; e altre 20 fra ili." piano de 3fiq. Per tanteoperazioni lespeseaui-
e il 1° sono per la soprintendenza, la se- montarono: in materiale, per ampliazio-
greteria, la conlabilità, l'archivio, la re- ni e aggiunte di fabbrica all'antico [lalaz-

visione, il protocollo; oltre altri 24 am- zo e al vecchio caseggiato, scudi 6(S,|y2;


bienti pe'suoi addetti e odìcine. Nella me- in adattamento per ridurre gli antichi ain-
desima corte si stabilirono gli uffizi del- bienti, scudi 1
7,892; in mobiliare e sup-
l'intrapresadellediligenze pontificiecoiu' pelleltili pe'369 andjienti, compreso l'o-

teressata col governo, che prima era a- rologio nella 2.' corte, scudi 34,4^6. Il
diacente all'antica residenza della posta totale di tali spese ascese a scudi 94,174.
dalla parte di Monte Cilorio, co'suoi uf- 1 risparmi reali ottenuti a vantaggio del-
fizi e casse pe'depositi e pagamenti, oltre l'erario pubblico per la riunione del mi-
due rimesse pe'legni. A'corrieri pontifi- nislero, e suoi ullizi e direzioni, nel pa-
cii si concesse un amliiente presso il por- lazzo e fabbricati contigui dello stesso mi-
tico. Ora tutte le operazioni delle poste, nislero, sono. Le pigioni per tenere gli nf-
de'corrieri, delledilij^euzesipouuofare a U^i e direzioni in locali altrui. Le spese
364 'J^ E S TE S
de'conlinui restauri e adallamenli.L'aiì- go degli affari araminislrativi pel centro
nue spese per diversi oggetti. Quelle di di azione, ottenutosi coH'avvicinaaìenlo
riconsegna de'iocali. L'aumento delle pi- degli uflìzi e direzioni, per vantaggio del-
gioui nel cessar degli anilti. Fatta astra- l'operazioni governative, per quelle com-
zioneaMue ultimi articoli, e ri[)0rtatasi la merciali, e pel pubblico non piùdislrat-
iiota di tutte le [)igioni, cominciando dal- lo dal recarsi ne' vari punti della città e
la residenza ministeriale nel palazzo del- summentovati, con pregiudizievole per-
la Curia Innocenziana a Monte Citorio, dita ditempo e corrispondente incoino-
per la segreteria e segretario, archivio e do, massime per gli agenti di affali. Pei"
archivista, ed altro nel palazzo stesso, per ravvicinamento del ministero alle dire-
scudi i
7 i o,comp!essivanienleascendeva- zioni e agli uffìzi, per la coaiunicazione
jio a se. 7367:20, olire il peso de'restau- fra le une e gli altri, colla residenza del
ri e acconcimi nelocali altrui. Valutala tal rainistro che tutela la vasta generale am-
soinina al 5 per 100, costituisce un capi- ministrazione finanziaria, il lutto si rese
tale di scudi I
47,344) ^^' "^"^^ '^^^'^ """ *' P'^i faeile e nella condotta più sollecito
compresero alcune pigioni che avrebbe- per siffatte combinazioni, cessando alti

ro dovuto pagare diversi nuovi andjieu- sì il bisogno de'frequenti di>pacci e Car-


li.! restauri e acconcimi ne'fondi altrui sa- leggi tra una direzione e l'altra, e da que-
lirono in un decennio a scudi 38,ooo,cor- steal ministero e ministro, con economia
rispondenti ad annui scudi 38oo, che va- pure di persone a ciò destinate. Lodevo-
lulati anch'essi al 5 peri 00, offrono il ca- le dunque fu il concepimento del com-
pilale di scudi 76,000. Pel risparmio del- niend. Galli per lariunione di quanto di-
l'oddubbo, fallo stabile, per la loggia deb penile did ministero dfille finanze, e lode-
l'estiazione del lotto, si utilizzarono an- vole l'esecuzione del concetto per inge-
nui scudi 35?, clie rappresentano il ca- gnosa indefessa industria del cav. Servi,
pitale di scudi 7040. Pel risparmio dei che in limitata area, seppe con l'arte in

lumi diurni ne'Iuoglii oscuri de'iocali in- cui è peritissimo, collocare tante direzio-
terni della posta a piazza Colonna, si eb- ni , tanti uffizi, e ricavarvi tanti locali.
Lero annui scudi qo, eipiivalenli a un ca- » L'amministrazione pubblica della finan-
pitale di scudi 1800. Ora enumerate le za e del tesoro pontificio, somigliando a
spese incontrate e i risparmi per le me- un immenso serbatoio in cui si raccolgo-
desime ottenuti, messe le partite tra lo- no tulle l'acque che devono dissetare e
roa confrouto risultano le prime iu scu- irrigare un grande paese, e die abbisogna
di 28,800 coni preso il mobiliare, isecùu-
1 d'un centro d'azione donde ne sorga la
diascudÌ232,i 84-Perciòsiottenneil van- slabilità, la esistenza d'un molo continuo,
taggio in capitale di se. o3,383. Tra'di- 1 il quale, mentre fa che gradatamente si

spendi non si devono tacere, il detto ac- vuoti per mille vie, equabilmente seni-
quisto della casa incontro al palazzo Giù- pre e contemporaneamente agisca per-
sliniani.edella casipola rimpetlo al palaz- cbè si riempia per altre mille. Ed è con
zuCarpegna, e inoltre l'indennizzo per l'a- ciò ben dimostrata la necessità del con-
Litazione del cav. Camillo Giustiniani se- latto delle direzioni e degli altri uffizi che
greti! rio generale del ministero, il cui ca- compongono l'am ministrazione fìnanzia-
pitalecomplessivoasceiideascudiii,999. ria ccd centro che le governa e l'anima.
Detratta la quale dalla somma risultata qual è il ministero, in un solo locale, non
pe'conseguili vantaggi, riducesi questa a che sono chiari prosperi risullamenti".
i

scudi 91,384- Tale ragguardevole utile, Aggiungerò, chea compimento della di-
si perde al riflesso dell'altro più cospicuo, scorsa operazione della sistemazione del-
derivante dali'undatuculocelere edisbii le direziuui e degli ufii^i, nel palazzo del
TES TES 3G>
Ministero delle finanze, ed a fare che le del prestito contratto colla banca Rolli-
diligenze e i legni da posta avessero un schikl.» Tra le dolorose eredità lasciate
ingresso più comodo da'due preesistenti, allo stato pontifìcio dalla nvoluzione,noa
ed in una uhicazione facile a praticarsi fola meno pregiudizievole l'enorme quan-
senza molto vagare per la citlà, non che tità di carta-moneta, per snp[)lire alla mo-

per congiutigeie una piazza con l'eclifizio neta malversata o rubata non sappiamo,
delle P<jste pontificie, a ulteriore vantag- ma certo sparila. I danni di tale provve-
gio pubblico, la camera apostolica acqui- dimento sono manifesti, ed il governo Iu
stò dagl'imperiali e pii stabilimenti fran- sempre sollecito di scemarli, coll'occhio
cesi in Rotna, il casamento che per tutti ad annullarli affatto ove il destro se ne
i lati confina col solo palazzo del iMuiiste- fosse presentato. II santo Padre ne parlò
ro delle finanze, il cui prospetto esterno calorosamente alla consulta di finanze
fa di se mostra sulla Piazza di s. Luigi quando questa ebbe l'onoie di picscnlar-
de francesi. Quindi iu esso dal cav. Ser- glisi lai. "'volta. Poscia quest'oggetto ri-
vi si operò un nuovo grandioso ingresso chiamò l'attenzione della consulta slessa
semplicemente decorato in traverlinocol- e dell'amministrazione finanziaria. Oggi-
lo slemma del Papa Pio IX, che al tli so- mai l'aifare è conchiuso con le condizio-
pra della cimasa si eleva. L'ingi esso con- ni più vantaggiose che si potessero spera-
duce ad un vestibolo r!CO[)erto da voli a re; ed in meno tl'un anno la carta mone-
cassetlonatn, da cui si esce e si entra quin- tata sparirà allatto dagli stati pontificii,
di nel piazzale della Posta. Il prospetto senza che i possessori di essa vi limeKino
nel reslo rimase qual era,ti-anne l'aiunen- nulla. Non si è fitto, come altri potreb-
to d'un 4-° piano o piano dell'attico sul bero credere, un nuovo prestito, ma si è
cornicione. IN e' 6 pianterreni si vanno a attuato il prestito già conliatlato in Por-
sistemarvi la caserma de'finanzieri, l'uf- tici nel i85o colla banca Rolhschild, le

fìzio del bollo straordinario, ed altri uf- cui cartelle per la massima parte erano
fizi. iNe'piani superiori si darà luogo agli restate nel portafoglio per quindi nego-
uffizi de'segretari e notari di camera, al- ziarsi quando il governo pontificio avesse
la direzione del bollo e registro colle sue credulo opportuno. Quella somma ascen-
dipendenze, all'amministrazione della de a ventisei milioni di franchi, forse lui
cassa d' auìmorlizzazione, ed a quella per quinto di più sopra quello che sarebbe
l'ammorlizziizionedella carta-moneta, al- necessario per ritirare tutta la carta mo-
la direzione de'liquidi e foraggi, e ad al netata. Oggiquella contrattazioneècoui-
tri dicasteri che egualmente hanno rela- piuta colla slessa banca Rothschild al 92
zione col ministero delle finanze. Così il per 100 netto d'ogni gravame di qualsi-

palazzo del ÌMinistero delle finanze ha due voglia titolo: ragione ben vantaggiosa, chi
grandi pubblici ingressi, rispondenti a abbia riguardo alla laiitoruaggiorgravez-
grandi piazze. Dappoiché, a' i5 agosto za sostenuta in somiglianti [ueslili anche
1 855 essendosi aperto al pubblico il iiuo- nel tempo presente da qualche altro sta-
To discorso ingresso, in occasione che il tod'Europa. Quaranta giorni dopolasti-
Papa gli passò innanzi recandosi a visi- polazionegià fatta del contralto si comin-
tare la chiesa di s. Luigi per la festa, fu ciarono a spedire parte in moneta battu-
chiuso il portone incontro al palazzo Giu- ta,parte in verghe, le rate rispondenti per
stiniani, per aprirsi soltanto alle occor- compiere il pagamento in circa 16 mesi.
renze e non più di pubblico accesso e tra- A proporzione che giunge la moneta si
passo. comincerà a ritirare la carta prima dal-
haCiviltà callolìca de'2 maggio 853, 1 le pubbliche casse, poscia da'privati, tal-

"x/ serie, t. 2, p. 325, ecco come ragioua mcute che in poc'ollre a 1 o mesi tutta l'o-
3r,G TE S TES
perazione polrìi esser comp'uita". II car- 3o giugno 1849 pt^'" ''* quantità di scudi
diniil segielai io disialo, dopo esdiiie e di- 2,-409,364, ne emerge una diminuzione
scussione filila dalla coiisiilla di sialo per di scudi 2 58,3 17, che unita all'ecceden-
la finanza, il i ."giogno i 853 pidjljlicò es- za delle sjiese sopra gl'introiti riconosciu-
sere indispensabile anclie [lel correnle e- ti, stabilisce il vero deficit che lo stato sof-
sercizio,rauii)enlod'un biaieslresulla im- frì per quell'epoca nella somma di scudi
posta dativa reale; indi a'2 i del medesi- 6,63 5, 767. Per le ragioni esposte nel/i/^y/-
mo notificò la coniazione nelle zecche di porto, il deficit di detto diciottimestre ,

Roma e Bologna, d' una nuova moneta benché sia costi Inilo in una somma così
d'oro del valore d'uno scudo. 1 M.' 2 3o e imponente, è tuttavia soi;gelto a sensibi-
3.3 del Giornale dì Roma pubblica» 0-
I li aumenti per l'impossibilità di ricupera-

110 il Rapporto fatto dal comiìieiid. Gal- re talune somme che figurano tuttora
li sul bilancio generale della pubblica tra le alti vita dello stalo. La parte 2.%lel
amministrazione pel diciottimestre dal /?//(7/K70 contiene le risultanze comples-
gennaio 848 a tulio giugno 849. Gra
1 1 sive di ciascuna cassa camerale, partendo
vi dinicollà si dovettero superare per riu- alla rimanenza al 3i dicembre 847, si- 1

nire i risultamcnii della pubblica ammi- no a quella de'3'agiuguo 1849,6 risultante


nistrazione, per un'epoca contrassegnala dalle rispettive contabilità della 2. quin-
dalla rivoluzione, e caratterizzata dal me- dicina di giugno suddetto, rimesse al mi-
desimo pro-ministro delle finanze, gene- nisteio delle finanze secondo i metodi d'u-
rale n;anumessione di sostanze e di oidi- so. Con questo si prova che le somme ver-
ne. Contiene il Bilancio, ini.°Iuogola di- sale di'debilcri unite agl'incassi fatti nei
mostrazione degl'introiti e delle sjiese ri- 18 mesi dallecasse speciali coincidono col
conosciute proprie dell'esercizio di cui si totale delle varie parlile che nel bilancio
tratta, esposte sì gli uni che le altre se- si calcolano come introitale; che le som-
condo i vari ministeri o direzioni cui ri- me versate da'gestori delle direzioni cor-
spettivamente trovasi affidata l'ammini- rispondono perfettamente alia cifra loro

strazione d'una parte delle rendite o del- accreditata ; e che imputali alla somma
le spese dello slato; e le cifre a'ministeii totale incassala i pagamenti fatti in sen-
o direzioni slesseassegnate, furono desun- so provvisorio, ed i versamenti in contan-
te da'bilanci parziali corrispondenti. Gl'iu' ti eseguiti nella cassa generale, delle qua-
Iroiti ordinari pe' 1 8 mesi in discorso si e- li partite è facile a riscontrarsi il loro giu-
levaronoalla somma di scudi 18,376,567; sto impiego nelle riportale dimostrazio-
fpielli straordinaria scudi f, 5 13,607: in ni. La situazione della ca<sa generale ven-
tulio SCI 4j8qo,i 74. Le spese ordinarie ne esposta nella parte 3.^ Il bilancio ge-
furono riconosciute per scucii 9,967,523; 1
nerale finalmente, riunendo irisultamen-
e quelle classificale per straordinarie, scu- ti dimostrati in antecedenza, prova che
di 1,570, 100: in tulio scudi 2 ,267 ,624» 1 la passi vita esistente a'3ogiugno 1849 "^^*
A fronte della fpial somma calcolalo il det- la somma di scadi 18,098, 01 ,corrispon-
i

to totale degl'aUroiti, rimasero superio- de perCellamente al deficit rettificalo a'

ri le spese per la quantità disc. 6,


3 7 7.449- 3 dicembre 847
I I in se. i 1,462,334 con
A sillatta diuioslrazione fa seguilo lo sta- l'unione di quello dimostralo pel diciot-
to del movimento avvenuto sul materia- timestre nella somma di scudi6, 63 5, 7 67;
le a cura de' vari ministeri e direzioni, e e l'indicata passività rappresenta in com-
ponendo a confronto le rimanenze al 3 i plesso il deficit della pubblica ammini-
dicembre 1847 rettificate secondo i conti si razione dal maggio; 814^' tulio giugno
esibiti nella somma di scudi 2,667,681, i849,f'ssendo costantemente riportate ne'
con quelle che si diuioslrauo in essere al bilanci esibili da quell'epoca le risultanze
4

T E S T E S 3()7
ile'precedenti. 11 pro-ministro per non la- al cadere del 83o avea formalo dal 8
1 1 1

sciare senz'altra analisi il 1 isnllaiiiento del- in |)oi un cumulo d'avanzi che, sebbene
lecosedalui svolte. potendo Ibi segiudicar- depurati da'disavaiizi suddetti, apparve-
sicon poco flivoie dell' anmiinislrazione ro netti in scudi 5,85 i,54o, ed avea sol-
pontificia, la quale in un periodo di 35 an- levato i sudditi colla diminuzione dell'im-
nijCotopreso lia due epoche the per politi- poste; talché se l'andamento de pubblici
ci sconvolgimenti produssero gravissime adari non fosse slato tuibato da straor-
alterazioni e quindi nuovo oi dine di co- dinari avvenimenti, altro sollievo poteva
se, avrebhero ofTerto un disavanzo di die- attendersi, ovvero lo sviluppo di utili e de-
ciotto milioni di scudi, il quale applicato corose opere pubbliche non poteva man-
ai numero degli anni decorsi, facilmente care. Dall'anno 1 83 I la pubblica ammi-
condurrebbe ad erronee conseguenze; co- nistrazione prese ben altro aspetto; la ri-

s'i pose in chiaro, dice il Gioiiuilc, i fatti voluzione scoppiata ili quell'anno fu cau-
dell'amministrazione, distinguendoli nei sa del forte deficit chesi ebbe a soppor-

diversi periodi , e ricordando le vicende tare per l'anno slesso di (piello auclie ,

cui andò soggetta, negli anni in ispecie ove maggiore risultato nel 832,ove si trova- 1

si riconobbero le maggiori alterazioni, ac- no calcolale le immense perdite incontra-


ciò ognunogiudicandoa cose cognite, po- te ne'prestiti all'estero, a'qiiali per lai."
tesse formarsi una giusta idea delle cau- volta sul finire del i83i si (eoe ricor>o,
se e delle conseguenze, distinguendo quel- e de disavanzi di lutti gli anni [losteiiori
lo che giova da tultociò che nuoce all'e- che non poterono non sentirne le conse-
conomia dello stato. Indi per recare a no- guenze. IMa fu maggioìniente fataleqiiel-
tizia di chiunque fatti dell'amministra-
i la vicenda se si considera dal lato delle
zione dal maggio i8i4 a lutto giugno nuove istituzioni introdotte nel sistema
1 849? espose il Giornale le risultanze an- governativo (volute dal Memorandinii
nuali de'consuntivi, avuta ragione delle delle potenze e dalle ciicoslanze de'teiii-
rettificazioni riconosciute ne'bilanci suc- pi, a conteiitauiento de'popoli, e di qne'
cessivi, e conclude. >'Le finanze pontificie faziosi che li facevano comparire lauto
adunque fiorirono dalla riprislinazione malcoriteiili che produssero tale au-
),

deli8i4a tutto il 1827, a traverso di gra- mento nelle spese annuali da rendere i>e-
vissimi dispendi in quegli anni incontra- rennemenle insuflicienti le rendite,e con-
ti,per licondurre al carattere consenta- seguentemente inevitabili nuove gravez-
neo all'indole del governo pontificio tul- ze. Vero è che nel 1837 fu sottoposto
tociò che avea, durante le precedenti vi- lo stato a sagrifizi estranei per l'inva-
cissitudini, variato sostanzialmente ordi- sione del moibo asiatico; ma quando il

ne e forma. Così felici risultamenti som- deficitannuale per l'aumento ottennio


ministrarono alla sa. me. del Pontefice nella percezione degl' introiti comincia-
Leone XII il modo* dì ribassare coli' an- va sensibilmente a decrescere, e ne! 1 84^
no 1826 d'un 4-° la dativa reale, di stabi- faceva sperare prossimo il pareggio del-
lire pel registro una modica tassa fissa, e le rendite colle spese, tanto più che col
d'abolirne varie altre. Dal 1828 alr83o 1843 si otteneva rilevante aumento so-
si sperimentarono insignificanti disavan- pra uno de'principali proventi dello sta-
zi, essendosi iu quegli anni sostenute spe- to, sopraggiunsero nell'anno stesso altri
conseguenze d'uno smoda-
se insolite, e le bisogni, colpa a'tentati vi politici commes-
to contrabbando, specialmente di sali sul si nelle Romagne, e così lo sbilancio tor-
Po a causa dell' insorta dubbiezza sulla nò nuovamentead accrescersi, il conto del
promiscuità di quelle ac<juc. E' tuttavia triennio del i845 al 1847 olire in com-
un falloche l'amminisUazione pontificia plesso un deficit; che agevolmente si ruv-
3G^ TE S T ES
visa maggiore degli anni precedenti, e la- glio, qne'da scudi io a'3 r ottobre, qne'
scia pur vedere con ciò quanto a danno da senili 5a'3i dicembre, col qual gior-
delia finanza incooiinciassero ad influire no cesserebbe interamente d' aver cor-
imovimenti cheoriginavano appuntodal so coattivo la carta-moneta. Riporta il n.

1847. r*e' 8 mesi a lutto giugno 1849)


I 26 del Giornale di Roma {ieìiSiil, che
ultimo periodo dell'epoca di cui tratta- a sollievo della classe indigente il Papa fin
si, si vede da questo lavoro a qual pun- dal settembre i85i istituì in R.oma Cas'
to sia salilo il deficit;nè poteva aspettar- se siiecurfali (Vi prestito del s. Monte di
si meno dagli oiribili falli che rapidafnen- pietà, rendendo cos'i più largo e piìi elli-

te si avvicendarono in quel breve per io- cace il benefizio dell'opera pia. L'aper-
do. Per elletto dunque della rivoluzione tura delle 3 prime fu ne'rioni di Traste-
(scoppiata) dell 83 de'posteriori movi-
I , vere, de'Monli, e di Ponte s. Angelo, o-
menti politici e dell'ultima anarchia, lo ve più urgente e più sensibile nìanifesta-
slato pontificio è rimasto gravalo dell'in -
vasene il bisogno. Quindi se ne dà il pro-
gente debito di scudi 23.449>64^-) che spero risultato, e si notifica l'apertura d'u-
compensalo l'avanzo ottennio ne'primi na 4-' casa succursale in via de'Greci n.
anin di tranquillità a tutto il 1 83o in scu- 4o, ossia nel rione Campo .Marzo. Nel n.
di 5,35i,54o, lasciaancora esistere il di- 62 e seg. del Giornale, si legge il Rap'
savanzo di scudii8,oq8,ioi come dal , porto del conto consuntivo della pubbli-
conto viene dimostrato". A p. i i83 del ca amministrazione durante il secondo
Giornale di Roma del i853 si dà con- semestre 18495 pubblicalo dal pro-mi-
tezza del Prospetto delle merci introdot- nistro delle finanze, con deficit di scudi
te ed estralle per gli ufhzi doganali del- 2,087,562, per le cause espresse ne! me-
lo stato pontificio, puliblicazione che m- desimo; poiché, osserva il Giornale, le
comiuciò nel 85o, con rilevanti osserva-
1 spese ordinarie e straordinarie, pel nuo-
incremento degl'in-
zioni edel progressivo vo periodo d'amministrazione, importa-
troiti. Dapp()ichè(|nello dell 85oiI reddito rono scudi 7,218,81 r; gl'introiti ricono-
fu di scudi ,6o4,586; quello del 85 1 ili
r 1 sciuti a scudi 4>94'2)43i- Tra le spese vi
scudi 1.726,644; e quello del 8 32 di scu- 1 sono quelle per le armate estere di scudi

di [,788,37 I . Uopo lo scadimento verifi- 878,419, quasi nella totalità per leforni-
catosi in addietro ne'prodotti delle doga- tiu'e austriache interamente a carico del-
ne, i quali nel decennio dal i 840 al 849, 1 l'erario; e la perditadi scudi 99,83 de-
1 i

non giunsero in perequato che a sentii rivanti da quella del 35 per 100 sui bo-
1,460,223, tali risultali devono ritener- ni de'sedicenti governi provvisorio e re-
si soddisfacenti, e non male rimuneraro- pubblicano, esistenti nelle casse erariali,

no le ciu'e,che nell'ultimo triennio furo- li 62 e seg. del Giornale fa conosce-


n.°

no poste in opera dal governo pel mi- ,


re il Rapporto sul conto consuntivo gè-
glioraojento di questo importante ramo iterale della pubblica amministrazione
della pubblica rendita. Con notificazione per r esercizio del i85o, e sul bilancio
de'2 1 gennaio 1854} il c^idinal Anlonel- genera le al 3 dicembre dello stesso an-
1

li segretario di stato dichiaiò le defini- ìio, pubblicalo dal pro-ministro delle fi-

live pontificie determinazioni pel compi- nanze. Da cui rilevasi ,


pel narrato dal
mento mone-
sull'estinzione della carta Giornale, gl'introiti avere raggiunto la

tala inun adequato spazio di tempo da somma di scudi 10,615,878; mentre le

non recare intralcio al commercio. Per- spese elevaronsi a scudi 2,309,659; cioè
1

tanto i boni del tesoro sarebbero ritirati uinggioi'i per la quantità di se. ,693,780. i

dalle casse cameiali, cioèque'da scudi 5o A fronte del quale disavanzo, posta la ri-

a'3i maggio^ (jiie'da scudi 20 a'3i lu- sorsa speciale avuta nel medesimo i85o
TES TES 369
col mez7o del prestito all'estero, conìln- suntivo generale, che ad onta delle mi-
nato a Portici il f) febI)iaio, die ha por- sure prese per provvedere al deficit risul-

tato l'incasso di scudi 3,oo7,5c)i, si è ve- tatile dal preventivo, questo si manten-
rificala un'eccedenza d'intioili, relativa- ne tuttavia per scudi 1,090,070, ad af-
mente alle spese dell'esercizio, per scudi frontare il quale ebbe l'erario la specia-
1,3 i3,8 I o. Tra le spese quelle del debito le risorsa di scudi r,oo4,9?. 5 ricavati dal-
ptdjblico ammontarono a se. 3,686,773; la contrattazione colla casa l\olhschild di
quelle per le armate estere nella totalità altra rata sul prestito di Portici; onde
di scudi 847,240, tra le quali le fornitu- l'eccedenza di spesa rimasta senza provve-
re austriache importarono se. 82 3,36g. dimento si restrinse a scudi 85, i44> ''•"

Col prestito di Portici si potè affrontare ducendosi l'ultimo smanco a sci 1,200.
il deficit del i85o, e coll'eccedenza di scu- Col n.° 1
79 del Giornale si apprende, che
di 1,1178,308 si trovò il modo di sostene- per far fronte al deficit riconosciuto nel

re grim[iegni del precedente esercizio. Il preventivo dell'esercizio 1854, si mante-


capitale passivo del prestilo gravò il de- neva nel dello anno l'aumento d'un bime-
bito pubblico d'una somma annuale, che stre di dativa reale e suoi accessorii. Pub-
eslingue ad un lempocapitaleefrutli.il blicò n.^igS del G/o77ia/6',del pro-mini-
il

ìì.°j3 del Giornale contiene il Regola- stro delle finanze, il Rapporto sul conto
mento per la Borsa di Roma, approva- consuntivo generale della pubblica am-
to dal Papa. La borsa è il luogo, dove nei ministrazione per V esercizio 1^5^ y e sul
giorni e colle regole stabilite si fanno le bilancio generale al 3 i dicembre del-
contrattazioni de'cambi, degli effetti pub- l'anno medesimo. ^e\ preventivo,in esso
blici, delle merci e di tutl'altro che può si dice, eransi calcolati gl'introiti a scudi
essere oggetto di negoziazione, e si com- I r,i 10,569; le spese a scudi i 3,006,419;
pilano i Listini per pub- rendere noti al il 1,895,849, compreso il
deficit a scudi
blico, mediante l'officiale Giornale diRo- fondo di riserva di scudi 100,000. Oltre
ina, prezzi delle contrattazioni medesi-
i le imposte decretate in quell* anno per
me. Il n." 75 del Giornale pubblicò il supplirvi, si convertirono in consolidato

Regolamento disciplinare per gli agenti due milioni di franchi sul prestito di Por-
di cambio nelle piazze dello stato ponti- tici, e la rendita iscritta fu alienata contro
ficio. Il n.°gi del Giornale notificò del il deposito del capitale nelle casse camera-
pro-ministro delle finanze il Rapporto li, e fu inoltre contrattala colla casa banca-
sul conto consiiìitivo generale della pub- ria Rothschild di Parigi la detta rata del
blica amministrazione per V esercizio memorato prestilo. Il consuntivo genera-
1 85 1, e sul bilancio generale al 3 i di- le olhendo un deficit di scudi 1,268,026,
cembre dello stesso anno, che trasmise per le ricordate risorsesi limilo lo smanco
al cardinal presidente della consulta di a scudi 586,227, il quale deve attribuirsi
stalo per le finanze. Il preventivo dell'e- alle spese delle forniture austriache non
sercizio 1 85 1 è il I .°,dopo la ripristinazio- calcolate nel preventivo, però dal proto-
ne del governo, che fu munito della so- collo concluso nell'istesso 18 52, derivò
vrana sanzione. In esso ficevasi ammon- sensibilissimo alleviamento su di esse alle
tare gl'introiti a scudi 10,679,743 e le , finanze pontificie pel tempo avvenire. Gli
spese approvate a scudi 2, 336,489, mag- 1 introiti preveduti aumentarono di scu-
giori degl' introiti per la quota di scudi di 1,1 79,43 derivanti dalle accennate
I ,

] ,656,745; la quale deficienza venne in- imposte e da un maggior sviluppo de'mi-


oltre accresciuta d'altri scudi 100,000 glioramenti eseguili perla percezione del-
presunti e approvati per fondo di riser- le rendite, edall'incremento delcommer-
\a. Si prova, dice il Giornale, col cou- cio e della pubblica tranquillità. Il n.° 198
VOL LXXIV. 24
370 TE S TES
«lei Gioninle riferisce il provvcJimenlo zionedello stalo, venne pubblicato il/? c/^;-
sulla migliore distribuzione degli uHizi jiorlo che dal pro-ministro delle finanze
doganali, piii consentanea a'bisogni del- era stato umiliato al Papa. In oso si dice,
l'esterno commercio, e inoltre uiì miglior che appena il santo Padre potè riassume-
ordinamento del personale degl'impiega- re il libero esercizio de'sovrani suoi di-
ti, il quale, nell'assicurare la dovuta re- ritti, fu primosuo pensiere quello di ripa-
golarità nel servizio, procurar potesse al- rare a'danni prodotti ovunque da' poli-
l'erario un alleviamento alla grave spe- tici sconvolgiuìenti, e di prendere ad uà
sa che sostiene per tale oggetto. Ad ot- tempo quelle disposizioni giudicate più
tenereil doppio inlento il Papa avea crea- atte a riordinare l'atidaroento della pub-
lo una commissione munita di slraordi- blica amministrazione. Che se per la dif-
rarie facoltà, tratta dal grembo del mi- ficoltà de'tempi non erasi ancora potuto
iiistero(lellennanze,epresieduta dal pro- attuarle pienamente, pure i già adottati
ministro di esse; la quale avendo esau- provvediuìenli non poca utilità aveano
rito l'incarico, ne riportò la sovrana san- porlatoadogni ramoamministrativo,spe-
zione. Gl'impiegati cli'eiano &&5, si di- cialmenle sulla regolarità. Accennandosi
minuirono a 562; le spese che importava- la deplorabile condizione in cui 1' anar-
no pegli assegni scudi 127,863, si ridus- chia portò la cosa pubblica, che si rileva
sero a scudi io3,o68. Il risparmio però allorquando la commissione governativa
non potrà ottenersi che gradatamente. Il prese le redini del governo, trovaronsie-
n. 210 del Gionude narra le provvi- sauste le casse pubbliche, le rendite o ma -

denze prese dal pro-ministro delle finan- nomesse o consunte, guasti o dispersi gli
ze, per reprimere il contrabbando di pe- elfelti spettanti allo staio, quelli in ispe-
sce, che con grave danno dello stabili- eie delle milizie,trasandate le forme e cau-
mento camerale delle valli di Comacchio, tele amministrative, di molloarretrate le

•veniva commesso in onta alle vigenti di- spese, ritardalo il pagamento del conso-
scipline. Andando a cessare il 3 1 dicem- lidato interno ed estero: inoltre emessa
bre 855 l'amministrazione coiuteiessa-
1 una quantità enorme di carta-moneta di
ta òe Sali e Tabacchi (f^.), con notifi- diverse provenienze, e tutta caduta in gcj
cazione del pro-ministrodelle finanze de' nerale discredito; finalmente una gran-
3 ottobre, istituì l'amministrazione go- de quantità di moneta eiosa, ch'era ne-
vernativa della Regìa pontificia de'mede- cessario togliere dalla circolazione. Ap-
simi, e con biglietto di esso ministro ne pena si poterono riattivare le corrispon-
nominò gestore il marcheseGiuseppeFer- denze cogli ufilzi contabili e colle casse
rajoli; chiamando a compartecipate de- delle Provincie, fu dato opera a ristabili-
gli utili i sovventori d'una somma deter- re i sistemi amministrativi, e con essi gli
minata, oltre il guarentito fruito del 5 incassi delle rendite pubbliche, ed a rag-
per 100, da erogarsi nella restituzione granellare inoltre alcuni civanzi. Rettifi-
della cauzione all'attuale amministratore cossi in pari tempo il metodo allora vi-
cointeressato, e nel riacquisto delle doli, gente intorno al pagamento delle spese,

stigli edattrezzi,non meno che nelleprov- disponendo, tranne poche eccezioni, che
all'andamento della nuo-
viste necessarie tutto venisse in seguilo pagato con man-
va amministrazione. Nel Giornale de '/ dati definitivi, e così tolto il disordine che
ottobre e seguenti numeri, afllnchè fos- metteva in tanta angustia la cosa pub-
sero generalmente conosciuti piìi rile- i blica, pegli ordini che si presentavano pri-
vanti provvedimenti, che furono adottali ma che (ossero incassati i fondi necessa-
dopo il lipristinamenlo del governo pon- ri : furono di più destinati agl'interessi
lìficio, ÌDtoruo alla pubblica amministra* de'presfiti all'estero alcuoe vale di quel*
-

TE S TE S 371
lo nel 1 85o stipulalo a Parigi con ordine stipendi. Lo stralcio importanti'>siaio e-
dato dai l'apa in Pollici. Con tali mezzi seguito dalla direzione de' dazi diretti e
[jotècondursi regolarmente il servizio proprietà camerali, dell'ainininislrazione
pubblico. Dopo ciò, il pro-nnuistro delie de'beni derivanti dal Monte già Napo-
fìnanze volse le sue cure a riordinare la leoiiediIMilano,con vemlila all'asta pub-
conlubililà dello stalo, e ad itUrodinre in blica sì de'beni che de'crediti, erogando-
ogni ramo d' afnmiuistrazione semplici- si il superstilo alle parrocchie pili biso-
là d'operazioni cocnpatibili colle nuove mentre le spese di tale
giiose dello stato;
forme adottate e colla sicurezza delle o- gestione ascendendo a circa se. 5,ooo, i

perazioni medesime. Quindi egli passa a le rendite erano di 4t>ot) edifficibnente

narrare (pielle operazioni di sopra già ri- sarebbero potute arrivare a 10,000. Es-
portale in breve, di bilanci e rendiconti, sersi cominciala la definizione della pen-

ch'eseguiti fino dal 1


847 que'dal 835 ai 1 denza cu'ricevitori del patrimonio de'lje-
1 844>''<^s'3^'3no a riempir la lacuna gli ao- ni ecclesiastici e camerali, ed anco con al-
ni a lultoili847;i»di quellidelsucoessivo cuoi agenti. La riassunzione e formazio-
diecioUimeslre a tutto giugno 1849 Che ne d'un cabreo per determinare le pro-
da due commissioni speciali fu lu|uidafo prietà in fondi slabili spettanti al gover-
l'ingcnle numero di debiti della pubblica no, colla coo[)eraziune della presidenza
amnìinistrazione, sindacarono da 5o si 1 del censo. Piiassunla nel 1 854 l am'flini-
biianci arretrati, operazione die diceasi stiazione camerale dello stabilimento dei-
vicina al compimento. Si procedette pò- le Valli di Coinacchìo, con disposizioni
scia alla redazione di nuovi conti aper- per migliorarne 1' azienda, col sovveoi-

ti coli.° luglio 1849, e successi van)ente mento di scudi 10,000 dato dal Papa al

vennero esibiti sui 4 separati ediscorsi al- comune per l'aumento della nuova indu-
ti a tutto ili 852, per cui il rendimento stria delia fabbricazione di stuoie e tap-

di conti dello stalo trovavasi in pareggio, peti di brulla che abbonda nelle Valli.
Piammenlali i riparamenti a'danni recati La verificazione delle concessioni e pos-
dagli atti dell'intruso governo, il progres- sessi della popolazione dell'Allumiere sui
sivo ammortizzamento della carta-mone- monti di Tolfa, e la provvidenza presa
ta con notabile sagrifizio dell'erario, ri- onde riattivare gli scavi del minerale. Le
nianendoneallora in circolazione per scu- nuove organizzazioni delia Stamperia
di 1,264,47^) la quale pure andavasi a Carnevale, il riordinamento del suo ar-
cambiaie in numerario effettivo d'oro e eluvio, e collocamento de' libri stani
il

d'argento, a seconda delle sovrane dispo- pati in detta tipografia, o appartenenti

sizioni de'20 gennaio 854- Indi si pose- 1 ad associazioni, nel pala^zo camerale del-
ro a lassegna parziali provvedimeuli che
i la lilla dì Papa Giulio III. La sop-
per beneplacito pontificio furono presi, pressione della pregiudizievole cartiera,
per rendete più semplice e spedito fan- presso la chiesa dell'ordine de Predica-
(lamento dell' amministrazione, e recare tori di s. Sisto, che fabbricava carta filo-

vantaggio all'erario, ed enumerati al mo- granata, e la sostituzione d'una cartiera


do ohe vado a indicare, di molti de'quali privata in Suhiaco (f''-), per contratto
a'ioro luoghi o di sopra ne feci memo- fitto con Nicola Graziosi. La regolariz-
ria. Essi dunque sono, per quanto si leg- zazioiie e classificazione dell'archivio ur-
ge nei Giornale. L'utile riunione di tut- bauo nel palazzo Sahnati, la cui raccol-
ti gli uffui del ministero delle finanze nel anteriore ali 744- Piignar-
ta delle carte è

suo palazzo Madama, già del Goi'erno. do alla direzione delle Poste, speciali con-
La sistemazione del personale degl' iui- venzioni furono concluse co' governi di
piegali con risparmio nel numero e negli Austria, di Francia e di Toscana (pub-
372 TE S TE S
hWcule òi\] Giornale di Roma), onde [a- motlificazioni dogaunli, reclamate diti
cililaie le corrispondenze e semplificare commercio e dall'induslna indigena pel
il trattamento. Co Ila convenzione austria- loro progresso, con favorevoli risulta meli-
ca si stabiFi l'accessione dello stato pon- li per l'erario. Inoltre a meglio provve-
tificio alla lega postale Austro-Italica. Di dere al buon risultato deirammiuistra-
piìi, riporta il Giornale, si frenarono gli zione doganale, fu istituita una control-
abusi nell'esenzione delle tasse per le let- leria cointeressata, non che una commis-
teie; e si stabilirono i franco-bolli, la con- sione incaricata a provvedere ad una mi-
temporanea partenza de'corrieri,la nuo- gliore sistemazione degli uffìzi doganali,
•va sistemazione delle diligenze, oltre al- ed al più acconcio ordinamento del per-
tri provvedimenti sid personale degl'iin- sonale. Al cadere degli appalti de'dazi di
piegati della posta, e suoi postiglioni per consumo nelle legazioni, il governo as-
la cassa delle giubilazioni. IMigliorarono sunse a suo conto l'amministrazione di-
pure gl'interessi delle finanze, per le di- retta; e pe'dazi di consumo della capila-
sposizioni emesse sulla carta bollata, sui le fu stabilita la soprintendenza camera-
registri e sull'ipoteche. Speciali p'rovvi- le. Nelle provincia ripristinalo il macina-
denze furono prese sulla direzione gene- lo, la rinnovazione degli appalti produs-
rale de' lotti, e soppressipagherò, ca- i seaumenti.llgovernoassunseanche l'auj-
gione di complicazione, con sostituzione ininistrazione del dazio del macinato di
di metodo più semplice e sicuro. La di- Roma e Agro romano, con sensi!)ili vaii-
rezione geneiale delle Zccclic ebbe no- taggi d'introiti. A Benevento fa soppres-
tabili miglioramenti, e si richiamò in vi- sa la dogana, ed invece stabilita la tassa
gore la legge sulle visite di garanzia al- d'esercizio sui inolini, e introdotta quel-
l'officine degli orefici, argentieri e altri, la del registro. I sali si resero d'unifjrine
L'operato rami che fanno centro
sui vari prezzo in tutto lo stalo, essendone prima
alla direzione delle dogane, per la rego- più gravatele legazioni. Una nuova con-
larilà della vasta e complicata ammini- venzioneconclusacolduca di Modena per
sliazione, e per meglio assicurare la per- la somministrazione de'sali, tolse le con-
cezione de'dazi e proleggere 1' industria Iroversie che nascevano, e furono stabi-
indigena. Vari uffìzi doganali furono tra. liti prezzi di guarentigia pel governo poa-
sferiti o eretti in luoghi più vicini al con- tificio. Si conciliarono l'antiche questio-
fine, per facilitare il commercio e prò- ni riguardanti racf|uisto de'sali, esisten-
leggere gl'interessi dell'erario, ed altret- li co"proprietari de'salinari di Cervia. A
tanto si fece co'picchetti della guardia di promuovere l'industria di quelle Saline,
finanza riorganizzata.Peragevolare e prò- di tanta inìporlanza pe' cerviesi, si pre-
muovere le relazioni commerciali, in ciò nìiarono con medaglie d'oro e d'argen-
che riguarda la finanza, furono concluse loque'salinari che si distinsero nella bon-
vaiie convenzioni di reciprocanza con va- là de'prodotti. Per l'appallo delle A?//-
ri stali esteri (e pubblicate dall'officiale /k" di Corneto fu assicurata all'erario una
Giornale di Roma, \m\emfì a (\nt\\e con- rendita indipendente dalle vicissitudini
eluse con diverse potenze perla naviga- della f ibbricazione, e pe'notabdi miglio-
zioneereciprocitàdi trattamentoraarilti- ramenti fatti nello stabilimento, non è
mo, e con l'Austria pel fiume Po), fra le più necessario ricorrere all'estero pel sa-
quali è da notarsi quella col granducatodi le occorrente alle provincie del Mediter-
To*icana. Per meglio favorire il consumo ranco. A niigliorare landameuto e am-
d'alcuni [irodolli nazionali alle città di minislrazionede'vapori pontificii sul Te-
Ancona e Civitavecchia, la franchigia fu i'err{nel quale articolo parlo degli esisten-
ristretta a'soli porti. Ebbero luogo varie li con nozioni analoghe), fustabililo uà ap-
T E S T E S . 373
posilo laboralorio di ripa iazione,acqiu.sla- fnlli gli esercenti ai tiecommercio,o pro-
le nuove macchine e quanto faceva d'uo- fessioni liberali. Quindi a' 1 2 ottobre 853 i

po per riattivare la legoluie navigazione, con notificazione del |>ro-minislro fu so-


oltiealtredisposizioiii.Teiininata la con- spesa la percezione della tassa, onde ren-
cessione dello s(}iiaf^lio ilei st'go, ne assun- derla più mite e legolnrne rainministra-
se direttamente l'omuiinislrazione il go- zione nel modo piti semplice, in seguito
verno, che a tal fine eresse un nuovo sta- con notificazione dellistesso pro-ministro
bilimento. Presso l'amministrazione co- de' I 5 novembre 854,6 1 riportala nel n.°
interessata de'sali e tabacclii furono defi- 2G1 del Giornale, fu riattivata la tassa
nite e tolte le gravi vertenze, insoite iti e colla dicliiarazione che ninno potrà e-
conseguenza dell'abolizione della priva- sercitarsi nelle arti e commercio d;il i.°
tiva decretata dall'intruso governo; e al del i855 in poi, senza essere munito di
cessar deli 855
governo assumerà per
il patente, nella (jualesia dichiarato il loro
mezzo d'un gestore cointeressato la Re- esercizio,mediante il pagamento d'una
gia de'sali e labacclii a conto proprio.Pii- tassa più modica della decretata, a secon-
ferisce nel Gioi-nalc (ìualuiente il pro- da della Tariffa per Li tassa delle pa-
ministro, nel suo Ixdnpoito rassegnato al tenti delle arti eeoinincrcio^donìem^or^'
Papa, che altri vantaggi derivarono al- neamentepnbblicata.il n." 27 I del Gior-
l'erario dalle diminuzioni d'impiegali, e nale v'ipovla la notificazione di mg."^ Mile-
richiamo in attività de'quiescenti abili e siministro del commercio, de' 27 no-
meritevoli; e tra le misure di generale u- vembre, sui biglietti della Banca Roma-
tilità, ricorda la riattivazione de' premi na ossia dello Stato Pontificio, la quale
per le piantagioni (di che feci parola a caduta nell'antecedente puljblica fidu-
Seta, Strada e ahr(jve), onde promuo- cia, dichiarò in nome del Papa, essere

vere l'agricoltura; e la liberazione di ter- tali biglietti di carta-moneta anche ga-


reni dalle servitù de'pascoli. Che si ret- rantiti dal governo. Che il loro concam-
tificarono] compensi provvisori! accorda- bio in moneta reale si sarebbe elfettua-
ti alle religiose corporazioni, i cui beni e- to dal dì seguente in tutti giorni, tran- i

rano stati venduti dal governo francese ne le feste, per scudi i 0,000 in Roma, per
per estinguere i debili dello stato. Altro 3,000 in Bologna, e per 2,000 in An-
risparmio si ottenne dagli assegni prov- cona, ed in scudi 5o per ciascun esibito-
visoriidati da Pio Vii nel ripristinamen- compresi nelle dette som-
re di biglietti,
to del governo, a'presidi pontificii nelle me. Che dal i.°gennaioi855la Banca cou-
Ilomagne e Marche, pel culto, istruzione cambierà, a chi piacesse, suoi biglietti i

pubblica e beneficenza. Il cardinal segre- in boni pagabili alla fine d'agosto, frutti-
tario di stato,C(jii editto de'yoltobrei 854, feri al 3 per 100, venendo tali biglietti ri-

per far fronte a'laii(i e imperiosi bisogni, tirati dalla circolazione. Che veglierà al
conseguenze delle dilapidazioni de'gover- regolare andamento del disposto, quan-
ni intrusi, emanò alcune disposizioni pe' to ad ogni altra operazione, il commis-
dazi doganali d'introduzione e di estra- sario e due idonee persone da nominarsi
zione sopra diversi articoli che si leggo- dal governo. Che gli atti giudiziali resta-
no nel n.°22C)del Giornale, insieme al vano inibiti, durante Io stato eccezionale
regolamento disciplinare del pro-mini- Che in ogni settima-
dello stabilimento.
stro delle finanze. Con leggi edittali de' na sarebbe pubblicata nel Giornale of-
i4 ottobre e 29 novembrei85o del me- ficiale la situazione ilella Banca. Tultele
desimo cardinale, e co' regolamenti del narrate disposizioni cessare, tostochè la
ministero delle finanze de'24 ottobre e Banca riprendesse concambio de' suoi
il

12 dicembre, fu imposta la tassa sopra biglietti senza limiti di som ma, ciò che nuu
VOL. LXXtV. 24*
374 TE S TE S
potrà protrarsi olire a tulio l'agosto 8 ~. 1 ') i853 a tutto giugno 1 854- Nel n." re si

Con ordinanza minisleiialede'28 novein- leggela notificazione del ministrodelcom-


ltre,il pro-ministro couimend. Galli, sul- mercio riguardante la marina mercantile,
la concessione dell'alee nella terra di An- onde incoraggiarla pel suo incremento e
zio per l'erezione di nuove fabbriche, di- maggior sviluppo. Si accordarono distin-
chiarò die ilPapa pel perenne aumento di zioni onorifiche tanto agli armatori,quan-
quella popolazione, l'avea provveduta di to a'capitani de'Iegni mercantili pontifi-
nuova e ampia chiesa, e per l'imporlan- cii, che avranno ben meritalo dello stato
za della localitàad un altivo commercio, e del sovrano. Furono istituite due ban-
stante il Porto, già di grandissima rilevan- diere o dimostrazioni di onore, una di i.^,

za, acquistò una zona di terra di privata l'altra di 1.' classe, d'accordarsi aque'ca-
proprietà, e la fece distribuire cpll'obbligo pilani mercantili marittimi, i quali legal-
derigervi nuove abitazioni, colle norme mente abilitali al gran corso, eseguiran-
prescritte nell' ordinanza che si legge nel no lunghi viaggi. La forma delle bandie-
11." 275 del Giornale. re fu stabilita. Quella di i." classe gialla

Riporta il Giornale di Roma del i .° di- e bianca contornata da fascia rossa, con
cembre 854» 1 In seguito della rinunzia e- in mezzo le immagini in piedi de'ss. Pie-

messa dal sig.'commend.AngeloGalli, si è tro e Paolo, disponendoli giallo dalla par-


tiegnatasua Santità di nominare ministro te dello spazio per cui può essere issala o
delle finanze mg/GiuseppeFerrari. "Que- sollevata la bandiera. Quella di 1.^ classe
sto illustre prelato de'marchesi Ferrari di (ulta bianca contornata da una fascia gial-
Ccpraiio (de'quali anche nel voi. LUI, p. la con in mezzo le delle immagini. Tra le

) 8 ), canonico Valicano, già nell'ottobre


[ altre disposizioni, vi fu l'ingiunzione a'ca-

1 85^ fatto vice presidente della considta pitani della compilazione d' un giornale
di stato per le finanze, indi commenda- meteorologico, 1' utilità del quale fu di-
tore di s. Spirilo e piesidenle delia coin- chiarata dal n.°i4 del Gioi'nale di Ro'
n)i>;sione degli spedali di Pioma, di bella ma. Il cardinal Anlonelli segretario di sta-
fama, pieno di retliludine,di senno e di co- slo a'26 febbraio notificò, che alle città
gnizioni economiche e legali; dichiaiò a' e porli d'Ancona e Civitavecchia veniva
4 «licembre, che col giorno 20 cessando restituita l'inleia franchigia, come la go-
il corso coattivo de' boni del tesoro, pel devano prima della legge i. "febbraio 85o, 1

concauibio che andavasi ultimando in la quale perciò resta abrogata, incarican-


moneta d' oro e d'argento, autorizzò le do il ministro delle finanze dell'esecuzio-
casse camerali a riceverli in pagamento di ne di tale sovrana disposizione. Di ciò
dazio o tassa a lutto o gennaio 85 j; e
il 1 1 parlai ne' voi. LXXII, p. 275, LXXllf,
che fino a tale epoca potevano ulterior- p. 76. Il G/o/vjrt/e de' 18 aprile pubbli-
mente essere candjiali in efieltivo nume- cò la notificazione della commissionespe-
rario dal banco de'deposili del JMonle di ciale per l'auimortizzazione della carta-
pietà di Roma. Il u.° 9 e seg. del Gior- moneta, dalla quale si ricava aver essa ia-
nale di Roma deh 855, pubblicò un e- leramente compito il ritiro di essa carta
stratto del prospetto conqjilato dalla di- in seguito della emissione de'valori me-
rezione generale delle dogane, sulle mer- tallici, avrebbe eseguilo l'ul-
e che a'26 ne
ci mirodotte ed estralle per gli uiìici do- timo pubblico bruciamento nell'atrio del
ganali dello stalo pontificio diu'ante l'atì- IMonte di pietà: così avrebbe distrutti co'
noi 853, cioè sostanze animali, vegetali, precedenti bruciamenti scudi 4. 538, 280
minerali, e delle manifiUure; ed anche e bai.98 e mezzo di detta carta; mentre
una difuostrazione de' cereali introdotti il totale dell' ammortizzazione dalla sua
nello sialo ucll' anno agrario dal luglio iislitu^ioue a quel giorno avea bruciato bo-
T E S T E S 37 j

nominale di scucii 8,077,120


ni pel valore loPontificioelaSocietà promotrice d'una
e bai. q8 e mezzo. Glie unili alla rima- nuova Ranca iiiBulogna per le 4 legazioni
nenza de' boni non preseiilati ed aiinid- di Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì. In
iati del valore di scudi 24, '>2 i e bai. 7 i conseguenza di che dal .'luglio 8 jj
1 i la

e mezzo, il totale della caila-inonela di- succursale Banca di Bologna ri nuu-rà di-
strutta e ch'era slata in circolazioiie,am- staccata dalla centrale Banca di Ruma, e
nionlò a scudi 8, io 1,642 e bai. 70. 1! fi- veniva autorizzata a costituirsi con capi-
nale bruciamento suddetto, lo pubblicò tali propri col nome di Banca Pniitill-

come eseguito il n.° c)G del Gioi-iuilc. U ila i>cr le quattro LL'i^azioiii. me- Che i

Supplì mento del n.''i2 5de!medesimo,cou desimi privilegi accordali Banca del-
alla

editto del cardi rial segietario di sia lo, pub- lo Stato Pontificio , finché ne durerà la
blicò alcune modificazioni daziarie aliata- concessione, a termini della nolifica/.ione
rida doganale, persecondare lo sviluppo del ministe4'0 delie finanze de'29 aprile
del commercio, e garantire l'industria in- i85o, saranno goduti dalla nuova Ban-
lerna, frenando la dannosa concorrenza, ca Pontificia nelle4 provinciedi Bologna,
che esercita sull'uno e sull'allra la specu- Ferrara, Ravenna e Forlì. Che il suo ca-
hizioiie del contrabbando. Il n. "140 del pitalenon sarà maggiore di scudi 200,000.
Giornale , contiene l'editto del cardinal Che il governo avrà un conto corrente col
segretario di slato, riguardante i crediti nuovo stabllicnento estensibile alla som-
col governo a tutto giugno 1849, per l'e- ma di 3o,ooo scudi al saggio del 3 per
sliiizione de' quali, se riconosciuti dalla 100 all'anno. Che si formerà solleoitameo-
summeulovata commissione di liquida- telo Statuto della nuova Banca sulle nor-
zione, fu provveduto con una corrispon- me usate per simili stabilimenti, e verrà
dente quantità di certificali di scudi 100 approvalo dal governo intanto doven- ,

e di scudi 5o fruttiferi al 3 peri 00 dal dosi applicar le norme dello Statuto in vi-
1
.° gennaio 1 856 in poi; e che per le par- gore per laBanca dello Stalo Pontificio.
lile da liquidarsi, si rilascerebbero a com- Presso la nuova Banca vi sarà un com-
piuta operazione. Cbe le hazioni inferiori missario di governo, per sorvegliare le o-
a scudi 5o si pagavano in contante, così perazioni acciò sieno conformi allo Sta-
i crediti inferiori a lai somma per le par- tuto, essendo il suo trattamento a carico
tite liquidate, altrettanto praticandosi se- del medesimo. 1 biglietti della nuova Ban-
guite le altre liquidazioni. Pel pagamen- ca porteranno la leggenda analoga alla
to eammortizzazione de'cerlificali venne sua denominazione di Banca Pontificia
applicato l'annuo fundo di scudi 366, 16, i per le (jiiattro Legazioni , colla dichia-
di presente addetto all' ammortizzazione razione che sono pagabili io Bologna; e
de'cerlificali creati pel ritiro della carta- finché non li avrà in pronto, venne au-
nionela; applicazione d'avere effello nel torizzata a servirsi del modulo in uso per
1862, sia pel pagamento de'frulti, che si- Banca dello Slato Pontificio,
quelli della
no al 86 1 1 si soddi^feranno con altri fondi, con marchio a vernice turchina colle pa-
sia nell'ammorlizzazione de'cerlificali, e role: Biglietto proi'visorio della Banca
pe'primi saranno ammortizzati que'di se. (li Bologna, per le quattro Legazionijja'
5o. Quindi mg.' Ferrari ministro delle fi- gabile in Bologna. A p. 673 dello stesso
nanze pubblicò l'analogo regolamento a' Giornale di Roma, nell'articolo de'fon-
20giugno, nel suddetto Gz'o/vztìtZe.Lo stes- datori della Banca Ponti fida per le qual'
so prelato a'28, con notificazione inserita ti-o Legazioni, si parla dell* utilità delle
nel n.°i47 ^'^^ ^^/or/ic/Zc, pubblicò la so- banche disconlo pel commercio, per l'in-
vrana approvazione alla convenzione in- iloslria e per l'agricoltura; e della cessa-
lerveuula Ira la ceutiale Banca dello Sla- zione della succursale in Bologna della
3-6 TE S T E S
Bulica ilello Stato l'oiililìcio resiliente in f^ritifei mi. Si fa l'elogio deircgregio pre-
Koaia , e dello slabiliniento in Dulogna lato, pel zelante e clilììcile adempimento
della nuova Banca PontiQcia per le lega- dipubMici ullizi adìdatigli nel decorso di
zioni di Ferrara, Bologna, Fot lì e Raven- non pochi lustri dalla fiducia e conside-
na.Kel n.^iya del dui /mie s\ leggepuh- ruzioue de'Papi, onde ne riporlo i sovra-
Llicalo dal munslerodelle finanze il /u/y;- ni soddi fuciinenti e decorazioni equestri;
porlo sui conlocuiiswilivo generale del- no!i che per la prudente sagacità e ma-
la puhhliea aiìWiiiLÌslrazioiie per Vesei- lurità di consiglio, per l'intemerata fede,
r/zz'oi853, e sul hìlaneìo generale fino integrità d'animo, soavità e dolcezza di
ai» I dicembre di (iiuU'anno medesimo, costumi, pieni di modestia e cristiana pie-
Jvi si dice che neli853 continuarono le làjijuaiitàliillecliegli meritarono la pub-
causedcllosLilancio delle spe.sesullereu- blica estimazione, e ne rendono onorata
tlile, e mentre coll'approvazione del pre- la meujoria. Il n.''i97 del Giornale no-
ifenlivo si trovò determinala la presunti- tifica avere il Papa con biglietto del car-
va eccedenza di spese nella cpiantitàdiscu- dinal segretario di stato, presidente della
dii,3oq,8i i , si riconobbe in fatto per scu- congregazione preposta alia riedificazio-
di I ,c)o 1 ,588, cioè miiggiore della prima ne della basilica Ostiense, nominalo de-
perla somma disc. 5q 1
,777, tjuesla pelò pulato di e>sa congregazione mg. Giu-

si ridurrebbe ad una cifra molto minore, seppe Ferrari ministro delle finanze. Di
se la maggior spesa riconosciuta si poues- questo prelato nello stesso Giornale si

se a fionte della risultanza de' presunti- legge la notificazione de'2 7 agosto, colla
vi esibiti dalle amministrazioni e riuniti quale riferisce, che fattesi premurose rap-

nel preventivo generale. iXel totale gl'in- presenlanzedal consiglio di reggenza del-
Iroili riconosciuti sono ascesi a scudi laL'anca dello Stato Pontificio, perchè nel-
13,47-, 7 8'2,con aumento sulle som me as- lo scopo di ricondurre quello stahilimen-
Segnale in pieventivodi scudi 2,1 18,750, to allo stato normale senza gravi oscilla-
e le spese in scudii5,374,37 i, con au- zioni del commercio, si degnasse suaSan-
jiiento sulle somme approvale di scudi tilà di concedere una proroga alle dispo-
2,7 0,527: nelle quali diiìeienze le spese
I sizioni summentovate, e contenute nella
hanno superato gliiitroili sc.5q 1,777, (.li notificazione de'27 novembre i854 del
somma che corrisponde all' indicata ec- mimstero del commercio. Ed essendosi
cedenza di passivila riconosciuta a fronte dal i'apa presa cognizione dell'andamen-
dellecifreslabililein preventivo.il n.° c)7 1 lo delle operazioni eseguite dall'aniaìiai-
del annunzia la morte di mg."^
(J/o/7/<^7/(' strazione della Banca colf assistenza del
^anllini commissario generale della rev. commissario del goveruo, e che lecondi-
camera apostolica, e pio-deputato della zioni di essa eransi di molto migliorate,
commissione preposta alla riedificazione ma tuttavia le circostanze commerciali
della basilica di s. Paolo, seguita a'24 a- non avendo permesso d'aifrettare mag-
gostoi855. Clie nella chiesa parrocchia- giormente la restrizione delle sovvenzio-
le di s. IVJartello ebbero luogo con decen- ni, sarebbe immaturo il tempo di far ces-

te pompa i funerali, assistendovi com- i sare le salutari misure stabilite dalla det-
ponenli il col\e^'\o (iti Fioeura lori del s. ta notificazione; d'ordine pontificio pub-

Faldzzo, di cui il defunto era ben degno blica va l'implorata proroga delle disposi-
decano, ed componenti i il congresso pre- zioni dellamedesima a tutto il mese di
paralorio della commissione suddetta; e febbraio! 856, ed ancor prima se possi-
clie la salma del defunto sarebbe deposi- bile, ma non assolutamente più tardi, ac-
tata nella sepoltura gentilizia della chie- ciò la Banca sia in grado di rispondere al-

sa di s. Aluna Mudduleua de'uiiuistii de- le sue obbligazioui,secoudo la propria isti*


T ES T E S 3-7
tiizione. Quindi il ri." 199 del Qiovmilc le assicurazioni marittime e fluviali. Es-
dice che il Papa con biglisUo di segreteria sendomi pro[)(jsto in quest'articolo, colle
tii sialo avea uoniinaloconimiss;uiogeiie- compi odiose pi oporzioni convenienti al
lale del la re V. camera aposlolica Ica v. An-
i mio Dizionario, di ragionare de'lesorie-
tonio l'agnoncelli,allualei .°sostiliilo del- ri generali de' Papi e della rev. camera
la stessacamera a[)Ostolicii; ed il n/aoj apostolica, a cui ora è succeduto il pre-
pnbijlicòla nomina del 3. soslitnlo,deld. lato ministro delle finanze, non che del
Si IveslroPed iconica ria le di collegio. Nelle tesoro ed erario ponlihcio, e delle (inan-
Notizie di Roma per ranno i855, ecco ze pontifìcie, [)er quanto abbia procura-
come trovasi costituito il ministero delle lo di osservare la brevità, nondimeno e
finanze. Il prelato ministro, l'avv." gene- per avvenimenti che resero clamoro-
gli

rale del fìsco, il commissario generale del- se lepoche sia del fine del secolo decor-
la rev. camera apostolica, il segretario so, sia di quasi tulli gli anni del corren-
generale e il computista generale del- te, e da'quali ne derivarono tante gran-
la rev. cucnera stessa. Il consiglio fiscale. di operazioni e nuove aiolle[)lici isliltizio-

La commissione di stralcio de'residui be- ni, non il grave, imporlan-


potei rendere
ni camerali. La commissione per la li- tc e argomento con minore la-
vastissimo
quidazione delle passività a tulio giugno conismo; eciòpure per rannodarsi ad es-
1 849- iN'è presidente nig."^ ministro, si del so moltissimi altri articoli, co'quali le sue
consiglio, che delle commissioni. La de- nozioni si conqjcnetrano, precipuamen-
posileria generaledeila rev. camera apo- te quelle riguardanti il principato teui-
slolica. La dilezione generale del debito poiale e la Sovr'anità de' Papi e della
pubblico. Il consiglio di liquidazione. La chiesa romana. Dappoiché l'amministra-
cassa d'ammortizzazione. La direzione zione pubblica e la direzione e il maneg-
delle proprietà cau>eraliedazi diretti. La gio degli air.iri finanzieri appartenenti al-
direzione generale delle dogane, dazi di l' intero slato papale, abljiaccia un im-
consumo La controlleria
e diiitli uniti. ponente complesso di gestioni, una mol-
coinleressala delle dogane. La soprinten- titudine di oggetti diversi, che non può
denza de'vapori pontidcii. La soprinten- vantare altro pontificio ministero. Essa
denza del macinato di Pioma. La soprin- tutela il pubblico tesoro della s. Sede, ed
tendenza de'liquiJi, foraggi ec.L'ainmini- a lei si ap[jarliene il reggimento e la cu-
strazione cointeressata de'sali e tabacchi. ra di sue rendile e proprietà, ed è pre-
L'amministrazione della liquefazione de' [)osta a tutti (pie' dicasteri che si occu-
grassi. I regolatori doganali. La direzione pano di sue entrate. INIolti di tempo in
generale del bollo e registro, delle ipo- tempo compilarono progetti per la rior-
teche e tasse riunite. Il consiglio diietli- ganizzazione delle fi nanzeponlificie,e per
vo delle ipoteche, di cui è presidente il bilanciare le rendite colle spese, onde to-
prelato ministro. La direzione generale gliere d'angustie il lioiitato erario came-
delle poste, colla direzione speciale delia rale, ed alcuni li pubblicarono colle slam-
città dilloma. La direzione generale de' pe. Non mancarono economisti e pubbli-
lotti.La direzione generale delle zecche che lilosolìcamente fecero allrellan-
cisti

pontidcie.LaGaranziadel bollo per le ma- lo con lodevole intendimento, mediante


nifatture d'oro e d'argento. La congrega- ottime teorie, raa difficili nella pratica
zione criminale camerale, presieduta da applicazione, a motivo d' un complesso
mg.Vlecano de'chieiici di camera. La com- di circostanze contrarie al felice succes-
missione del governo presso la banca del- so di tanti commendevoii sludi specula-
lo stato pontifìcio. La commisaione del tivi pubblico interesse, e per decora
pc-l

governo presso la società privilegiala del- del palerno governo poulilìoio. Altri sce-
378 TES T E S
sero in arena campioni intrepidi con ani- donia. Orieiis chr. X. 2, p. 2 i i.Tespia,
mo furie e iaipertiubabile, a propugna- Tliespien, è un titolo vescovile /«/;«/'//-
le e vendicare la saula Sede, i Papi e il bus, ioiio il simile arcivescovato d'Alene,
loro governo civile, dalle false e con- che conferisce il Papa. Il regnante Pio IX
tradiliUorie accuse, smascherandole tan- nel settembre 848 nominò vescovo diTe-
1

te enormi laUità d' invereconde asser- spia e coadiutore del vescovo di Nankin,
zioni, impunementelanciate più o me- mg.' fr. Celestino Spelta de'minori osser-
no con fragorose declamazioni, cioè da vanti riformati di Piemonte. Da una sua
quelli ispirali dagli errori dell' empio lettera riportata a p. 268 del Giornale
capo-sella politico Arnaldo da Brescia, di Roma deli85o, si rileva che nell'im-
e dalle uto[)ie del comunismo e socia- mensa diocesi di iVankin erauvi 3o e più
lismo moderno. Costoro seguendo la lo- zelanti missionari gesuiti, francescani , e
ro prava inclinazione, oiì'uscati nell' in- preti della s. Famiglia, lazzaristi. e sacer-
lelleltu dalie passioni, senza piena cogni- doti secolari, che ivi evangelizzavano eoa
zione di causa delle cose, con atra bile e- lui; e in fine si dice esservi in detta città
sa^erarono idiCelli dell'amaiinistrazione un seminario di So alunni cinesi, bella spe-
clericale, lacecidone astutamente le circo- ranza della diocesi, in cui di già 70,000

stanze che li produssero, e più di tutto cristiani riceveano non poco vantaggio

le benemerenze ed vantaggi. Su di che


i dalie cure de'missionari.
può vedersi l'infaticabile n)g.' Mario Fe- TESSAGLIA o TRICALA. Provincia
lice Peraldi nelle numerose e dotte sue ecclesiastica della diocesi dell'IUiria orien-

jjpere, che altrove celebrai. Come Sugli tale, di cui anticamente era metropoli La-
istituti ecclesiastici e loro possediiiìcii- rissa (J.), ed avea molte sedi vescovili
tijUcl civile principato della chiesa i-o- per sulh'aganee, alcune delle quali venne-
manajMeiiwria sulla iiwiolahilità del- ro in seguilo innalzale esse pure alla di-
le istituzioin politiche del gOK'erno pon- gnità di metropoli, quali furono Farsa-
tificio. Sopra tutto il dotto prelato si fece glia e Neopatro o Patrasso (f^.). Divisa
ammirare per l'ultima gravissima, pro- la Tessaglia in due provincie, della i." fa
fonda e vasla sua opera, Della civile con- metropoli Larissa, della 2.' Patrasso. O-
vivenza, e di-I cittadinoJìasUa 852, in 5 1 ra laTessaglia, celebre contrada dellaGre-
tomi, eziandio complesso ed emporio di eia, è una provincia della Turchia euro-
Iraltati di pubblica economia, di finanza pea, il cui centro è occupato dalle belle

e di governamenlo. pianure di Tricala, Larissa e Farsaglia,

TESOROoERARIO PONTIFICIO. Tricala essendone capoluogo. Cinta co-


/^. Tesoriere. m'è di montagne, un'inondazione delle
TES IMA o THESPE.
Sede vescovile sue terre diede occasione alla favola del
della Beozia, nella provincia d' Eliade o diluvio di Deucalione, avendo potuto sul-

I / provincia d'Achea, nell'esarcato diMa-


le montagne slesse trovarsi molle nevi, il

cedonia, eretta nel V secolo sotto la me- cuisquagliamento sommergesse e l'inter-


tropoli d'Atene, o di Corinto secondo il no del paese, ed luoghi posti al sud. E
i

p. Le Quien. Si conoscono i vescovi: N. or- queste terre, lungamente paludose, non


dinato dal metropolitano d' Acaia, mal- furono da principio abitabili, ed i primi
grado l'opposizione del clero e del popo- che vi si recarono, standosene a cavallo
lo, di che lagnossi Papa s. Leone I in u- mentre conducevano gli armenti a pasce-
na lettera scritta a' vescovi d'Acaia; e Ru- re ne' pingui pascoli che vi si trovavano,

fino che sottoscrisse nel 4^8 la lettera del dierono luogo all'allra favola de'centau-
concilio di sua provincia all' imperatole ri, che veduti di lontano ap[)arveio metà
Leone l,riguurdanle il concilio di Cilce- uomini mela cavalli. Da ciò provenne
TES TES 3-f,

un'abbonflnnz.i grandisslmn di piante, le penisola; qunntimqiie il bacino dell'An-


«me ciiralive e meclicinnli, le altre vene- fiiso fosse formato da una piccola catena

fiche e m.'iligiie; h cngni/ioiie delle di- di motilagne, si pnnno considerale come


verse |iiopiiett» d( He quali influì mollo appartenenti allaFtiotide le città che tro-
sulla ripulazione de' lessali, che furono va vansi al sud-ovest, e per conseguenza
considerali quali maghi che l'arie aves- le terre liagnate da una parte del corso
sero di produrre efielti sn[)rannalnrali, dello Sperchio e dell'Acheloo; sue prin-
Basla rammentar la storia del vecchio E- cipali cittàerano Fera, Taumaco, Alos e
sone e delle figlie di Pelia, la quale sup- Lamia mezzo, Falara in fondo al gol-
in

pone che si avesse pensato alla liasfusio- fo Amaliaco, e nella penisola Tebe, La-
Dedel sangue, e che gl'incantesimi de'les- rissa, Creraasta ed Echino, all'eslremil;»

sali la rendessero possibile; e le malìedel- il porlo d'Afela dove capitarono gli ar-

le quali si parla neW .isùio d'oro d'Apu- gonauti; Eraclea, Trachina al sud-est, a
leio. INIa l'antichità ogni cosa non biasi- partire dalla quale città, la strada cou-
mò nella Tessaglia, che vantò anzi molto duceva alle famose Termopili, molto vici-

le deliziedella bella vnlledi Tempe, stret- ne: non era la Magnesia separata dal ma-
ta e presso al mare. dal freddo riparata del- re se non per mezzo del monte Pel io, e
le alte montagne,eda'forti caloridelle pia- i si trovava Demelria città ragguarde-
nure, dove gli armenti trovavano pascoli vole ma moderna a petto d'ioleo che ne
abbondanti ed aria benigna, dove com- sorgeva vicino: in fondo al golfo Pelasgio-
piacevansi pastori, e l'amore alle loro
i ticoerano due isolelte conosciute sotto i
feste presiedeva. I principali popoli della nomi di Deucalione e Pina: la Dolr)pia
Tessaglia erano gli Etici, presso i quali slendevasi verso l'Etolia, senza contene-
soigeva la città di Oxinia,a canto ad un re città considerabili V estremità sud- :

la"o Ira catenuccie di monti: i Pelaqoni est dellaMagnesia terminava col promon-
Tnpoliti,in un gran bacino separatodal- torio Sesia, dove fu dalla tempesta per-
la Macedonia mediante la catena di mon- cossa l'armala navale di SerNC. Del leslo
tagne chiamata Caniì'viiìiii moules^ e che i lessali ebbero dall'antichità assai equi-
soprannominavansi Tiipnliti oTripolita- voca riputazione; la cavalleria era pregia-
ni, ossia delle tre eittà, per le città di Do- ta , ma la nazione avea voce di perfida.
lieo, Pizio ed Azoro, che loro appartene- Un tradimento, una moneta falsa.diceva-
vano: Peiiebi erano al sud, e stdie loro
i si un tratto, una moneta di Tessaglia. La
terre scorrendo fìunìi Curazio, Eurota,
i regione fu in gran rinomanza nella sto-
Atrace, Titare«io, de'quali il Penco rice- ria, nella mitologia, e neTasti ecclesiasti-
veva le acque: al sud di esso Irò va vasi TE- ci per li suoi vescovati. I pelasgi l'occu-
stiotide,inniif[iata da'fliurii fono eTeo; nel parono ne! secolo XIX avanti l'era no-
paese loro che avea il monte Pindo, le cit- stra. Deucalione discendente di Giapeto
tà più considerabili erano Gomfj,Trica, e di Prometeo, posto dalle tradizioni nella
Pelineo, Farcadonte: la Pelasgiolide gia- regnò in Licoria vicino al monte
Scizia,
ceva all'est, col Penco al nord; città pri- Parnasso neh 635, e s' impadronì ilella
marie di questa parte della Tessaglia era- Tessaglia insieme cogli cileni nel i63o.
no Farsaglia, Scotussa,Cranone, e Larissa Lasciò la figlia Protogenia madre di Et-
veniva considerata come capitale di tutta lio, e due figli Anfitione ed Elleno: figli

la Tessaglia: la Tessaliotide vedeasi al sud, di quesl'idtimo furono Doro, Eolo, Xuto


innaflìala dall' Enipeo, avendo al sud il che fu padre d'Acheo e Jone. I pelasgi noa
monte Olride, ed al sud-ovest laDolopia, conservando che Larissa, nel 44*^ diven- i

con JMelitea per città principale : stava al ne re Teutamio. ]Neli4oo gli cileni eolii
sud-est la Ftiotideje terminava come una fondarono 7 principati in Tessaglia. Nel
286039
38o TES T r s
Jempo (lelln guerra di Troia esi^n conte- nndi, sino periodo Macedonico, da E-
al

neva sei piccoli regni, imo tìe' quali Flia rodolo chiamati re di Tessaglia. Nel 4o8
neliaHo ubbidiva ad Achille: ila gli al- siirsea Fera il tiranno Giasone,cui succes-
tri capi Omero nominò Protesilao, lo- sero nel 407 Polidoro, nel 4oo Polifrone
dane, Filollete, Fodalirio, Macaone ePro- e Alessandro, nel 36o Licofrone eTisifo-
too. Neil 180 fu invasa dagli cileni dorii no, rpiali furono poi cacciati da Fdippo
i

e dagli Eraclidi. Quindi la famiglia d'Er- re diMacedonia ad istanza desìi Alenadi,


cole regnò in Tessaglia, l'oligarcliia fu so- indi molte città di Macedonia parteggia-
slituita alla monarchia dairVIll sino al rono perla lega Achea. Finalmente 4^ 1

secolo VI avanti l'era nostra. Dopo la s."" anni innanzi la na'»cita di Ge^Ll Cristo o
epoca fmono distrulle le oligarchie, sue* coriente era, la Grecia fu falla provincia
cessero dc'liranni, ed a Larissa gli Ale- roaiaua.

FliNE DEL VOLUME SETTAJ^TESIMOQUARTO.

'- X> i V
BX 841 .1167 1840
sncR
rioroni Gaetano,
,

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico- ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)
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lif^m.

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