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a s 7^é

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E l'IU CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADt DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VCL. LXMI.

tWvemCrvt ^oll^^

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
M D CC CL I V.
La presente edizione e posta sotto la salvaguardia delle leggi
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
r Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni

relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STOK ICO -ECCLESIASTICA

SIR SIR

i^IRI A o SOR.IA, Syrìa. Patriarcato questo in buona parte li distinguerò in


d'Antiochia tle'siri, Patriarchatus Antio- corsivo. La Siria, àeiia altrimenti Soria,
chea Syrornm, e vicariato apostolico del- dedusseil nome da Siros favoloso figlio di
la Siria. La Siria ovvero Scria, è una va- Apollo e di Sinope, persuasi i greci e i fe-

sta fertilissima contrada della Turchia A- nici scrittori che pel i ."l'abitasse. Dagli e-

siatica, di cuiforma la parte più meridio- brei fu detta Aram Aramea,da Aram
e
nale, tanto famosa anche nelle storie del- figlio di Sem nato da Noè, come è costan-
l'antico e del nuovo Testamento, ora re- te opinione tra gl'interpreti, quali aller-
i

gno, ora provincia, situala nell'Asia occi- mano aver egli scelto per suo dominio i

dentale. Fochi sono i luoghi resi più cele- gioghi settentrionali e orientali del 3Ion.'
bri, e staticon più nomi distinti quanto la le Libano j lasciando i meridionali e gli

Siria, per comprendere la Palestina {^V.) australi al possesso del suo cugino Cha-
chiamata Terra di Chanaan, Terra pro- naan figlio di Cham, il quale die nome
messa. Terra d'Israele, Siria Palestina, e a'fau)osi cananei. Erodoto confuse la Si-
per antonomasia di venerazione Terra ria con l'Assiria, che sta fra la Media e la
santa 3 comechè contiene Gcrusalcnvne Mesopotamia. Questa Siriaca regione va-
(/'.) culla del cristianesimo, ed un empo- stissima dell'Asia fu illustre, florida, po-
rio di santuari celebratissimi presso tutte tente, numerosa di popoli, ricca di fonti
le nazioni. Ed è perciò che considerata e fiumi, di svariate piante, di miniere, e
questo punto di vista , mi
la Siria sotto per favore di natura amenissima. La Si-
giova principalmente preferire il Terzi, ria fu degna per privilegio, celebre per
nella compilazionedi sua compendiosa de- dignità, madre di monarchi e di eroi, e-
scrizione generale , la parziale avendola saltata co' piìi alti encomi nelle sagre e
sviluppata ne'tanti importanti e numero- profane carte, eletta dalla divina sapien-
sissimi ;uticoli delle città e regioni nella za per culla il'una religione tutta divina, e
Siria comprese, che anzi ucl ricordarli iu Ucstiuala luogo di sue strepitose mcravi-
,

4 SIR Sin
glie; ma per le colpe cle'suoi popoli, per per capitale), SiriaCelesiria (o Siria in-
l'caiulazionee gli otliiche infieriiono Ira cavata o vuota per le sue valli, essendo
i legiianli, miscramenle sangue intrisa eli sue principali cillà quelle della TelrnpO'
do-
civile e dalle divisioni indebolila, fu li, Cesarea, FAiopoli), Siro .Fe///c/tì!, Siro-

mata e abbattuta dal feno de'suoi con- Damasco, &S\vo Prt/<".s^'/j<7. Tutte queste
cjtiistalori,"feoia da tanti secoli soggiace al Sirieche prendevano l'aggiunto dalle con-
dominio degl'infedeli seguaci di Maomet- trade che contenevano o da'luoghi prin-
to. Secondo Tolomeo, la Siria si estende cipali, si suddivisero in altre parli mino-
dal grado Si" al 36" del noslro tropico, ri, eruditamente descritte dal Terzi^ed io

termina nell'oriente al fiume Eufrate, a ne parlai agl'indicati luoghi. La s. Scrit-


occidentealMedilerraneo,ad aquilone coi tura appunto distingue ordinariamente le
jjioglii del monte Tauro edeli'Amano, ed Provincie di Siria col nome delle cillà che
a mezzotli coU'Arabia. Cornelio la protrae n'erano le capitali, ed altri geografi divi-
iinoall'Armenia maggiore eall'Osroena; sero la Siria in 3 sole parti, cioè la Siria
J'Iinio dalla Cilicia all'Arabia, assegnan- propria o la Siria alta, la Cele Siria o Si-
dole per confini Seleucia marittima , e ria bassa, e la Siria Palestina. La Siriaal-
Zeugma sull'Eufrate. Quelli che più sot- la conteneva la Comagena, la Cirrestica,

tilmenledividono la Siria, sonodi parere laSeleucidee alcuni altri piccoli paesi, ed


che la Fenicia sia da lei circond;ita, eche esteiidevasi dalmonte A man a settentrio-
di essa ne sia la parte marittima. Strabo- ne fino al monte Libano a mezzodì; fu in
ne, imitalo da Girolamo, racchiude la
s. seguitochiamala la Siria Antiochena. La
Siria tra l'Eufrate eil Mediterraneo, tra 2." Siria incominciava al Libano e conti -

la palude Sirbonide e il monte Tauro, il nuava sino all'Anti-Libano; essa contene-


che coincide con 1' asserto da Tolomeo, va Damasco col suo territorio; e perchè
J^omponio INIela vi comprende la Babilo- era quasi tutta composta di grandi val-
nia, e in conseguenza la Blesopotamia due alte catene di monti, così chia-
late fra
rOsroena e l'Arabia; ed altri in fine nep- mavasi Cele-Siriao Siria Cava. Dall'Anti-
pure escludono la Caldea, la Cappadocia, Libano sino alla frontiera d'Egitto era la
la Cilicia e l'Armenia. Quindi è che spes- Siria Palestina. Tutta la costa di queste
so dal sagro testo è nominata Siria di Me- due ultime, era ciò che greci chiamava-
i

sopotamia, Siria Saba, Siria Damascena, no la Fenicia, da Arad fino a Gaza o al


Siria di Fenicia, Siria JMaacha, Siria De- monte Carmelo. Con tulle le riprodotte
capolitana, Siria Cava o Curvia, Siria di divisioni e ripartizioni della Siria, si fa-

Cilicia, e Siria di Palestina. Da Tolomeo, cilita la conoscenza delle discrepanti re-


Siria Piobob, Siria Istob, Siria di Coma- lazioni degli scrittori su questo interessati-
gena, SiriaApamena, Siria Seleucia, Si- lissimoargomento. Lecosledella Siria so-
ria Parapotamia, e Leuco Siria abitala no frastaglialissime, e due catene di mon-
da'cappadoci del monte Tauro e delle co- tagne venendo dall'Arabia entrano nella
ste del Ponto Eusino e denominali siri- Siria. Tulla la [)arle posta all'est di esse
bianchi, e talora della Siria Babilonica. è interamente piana e coperta d'arene, né
Senza dire della divisione che ne fa in io offre che un immenso deserto arido, non
j3arti l'Abulense, meglio è dire col Terzi, frequentato che da tribù erranti di Be-
che secondo la distribuzione delle sagre duini, visi vedono qua e là sparse alquan-
storie, delle tradizioni de'ss. Padri, e dei te oasi che servono di stazione alle caro-
geografi e scrittori piìi celebri della Chie- vane, ed è all'estremità di questo deserto
sa, la Siria va divisa in
7 provincie:
Siro- che trovansi le maestose rovine di Palmi-
Mesopolamìa , S'wo- Ca ppadocia , Siro- ra. L'Eufrate non fa chebagnare una pic-
Cotuageua o Eufraiesia (cou Sainosata cola parte del limite uord-csl; tra i fiumi
-

S 1 II S I R 5
clic innafTiaiio il cciilioc l'ovpsldel pap<;c, questo conio ìiU valle die si esfendc li-.i

la maggior parie è asci lilla tliiiaiile l'è- ilLibano e il JMedilenaneo, e sommini-


slale; rimarcasi però l'Oionle, die sccn- slra in abbondanza ogni sorla di produ-
de dal dorso oiienlale dell'Anti Libano zioni, e vi s'inconliano. la palma e il nl-
c quindi altiavcisa la catena stessa per slncia lerebiiìthtis.l\\!'n\ciu\o i fianchi del
iscaricarsi nel Mediterraneo, il quale ri- Libano, si trovano tutte le produzioni del
ceve tutte le acque del divo occidentale; clima dell'Emopatia vile e il gelso vi so-
il mar JMorto al sud non è die un gran no coltivati colla massima cura, ed il vi-
Icigo senza scolo, e forma un bacino par- noe lascia che producono emulano quel
ticolare,il cui solo tributario importante li di Francia e d'Italia : la coltivazione
è ilGiordanocelebralissimOjOra Chiaria dell'olivo e del tabacco vi si estende an-
o Sciarià. vanno ad ingros-
Altri fiumi ch'essa sopra molti terreni, essendo un.i
saie il lago di Dar-el IMargi, che occupa gran porzione di quelle montagne posse-
il fondo della valle di Damasco, ed è pu- dola da Iribìi liberee industriose. Alla ba-
re senza scolo visibile, come qiiellodi Ki- seorientaledell'Anti-Libano, in mezzo ai
neri 11 al tioid,incui recasi il Koik, dievie- rami di questa catena, stendonsi l)elle pia-
ne dai monti d'Ainlab; parecchi toirenti nure, le (jiiali ricevendo pure una porzio-

si perdono ancora nelle arene del deser- ne dcirumitlilà delle montagne sommi-
to. O.'trea'detti laghi e che sono ciascuno nistrano abbondanti raccolte di granirle
il ricettacolo d'un bacino particolare, si pianured'ilauran edi Lesgeal sud di Da-
liaimo eziandio a distinguere il rinomato rnasco sono particolarmente notabili per
lago di Tiberiade ora Tabarieh, e il lago la loro feracità. Bellefoieste cuoprono le
Famieb formato dairOionte; altri laghi montagne di queste contrade, ma il di-
sono salsi, come quello di Gebul e d'Ai- feltod'ogni via dicomunicazione alquan-
Zarka. clima cocente nelle pianure è
Il lo praticabile, ne impedi-ice il profitto 11

temperato da brezze sulle coste, e le valli Libano Libano olliono folte sei-
e l'Anti-
godono sopralluUo d'una temperatura ved'abeli,mailcedro sì rinomatovi s'in-
deliziosa; pura vi è generalmente l'aria, contra di rado. Questo paese produce tut-
qiiantun(]ne di sovente sia visi mostrata la li gli animali domestici d'IOuropa e nutre
peste, e nelle montagne fa talvolta li eddis- molti bestiami, e particolarmente bovi,
simo.ll fondodclsuolodi questa contrada cammelli, gazzelle, buffali, muli, asini di
è una sabbia mista d' una quantità suflì- particolare leggerezza, capre e pecore; i

ciente di terra vegetale e di calcarea. La cavalli del pascialatico di Damasco sono


Siria, quanloalla parte abitata, può con- di bellissima razza. Alibondano il polla-
siderarsi come una serie di valli, il mas- me, l'uccellame e la selvaggina; ma fiu- i

siino numero delle quali fivoiito del di- mi riescono poco pescosi; le api, sopra
ma pili felice e della più sorprendente ii- tutte qndledella Palestina, danno pregia-
berlosità; ma l'agricoltura n'è trascura- tissimo miele, però non si sa trarre parti-
ta; nondimeno si raccolgono grani, sesa- to dalla cera. 'Tra leconchiglie cheraccol-
mo.robbia, lino,za(!erano, cotone e fruì- gonsi sulle coste, incontransi ancora quel-
li eccellenti, come melarancie, limoni, pi- le che agli antichi tiiii somministravano

stacchi, melagranate, pesche, albicocche, la loro eccellente Porpora tanto decanta-


mandorle, fichi e meloni; la vite e l'olivo ta.Va questa fertile regione sgrazialamcn-
guerniscono la maggior parte de'poggi. te soggetta a nugoli di cavalletleo locu-
La canna di zuccaro, il nopal sul quale ste (bavvi una qualità di queste locuste
vive la cocciniglia, rindignfiia, e parec- che olbe un passabile nutrimento, sarà
chic specie di piante aromatiche cresco- quelloscnzadubbiodi cui cibavasi s. Gio.
uoscuzu cultura. SopralluUo uulabileper lìatlisla nel deserto), che ordinariamen-
6 SIR. SIR
te vigiungono da'deserli d'Arabia dopo renledel mondo, trovasi ridolloa uno sta-

un inverno caldo che le fa sbucciare, e in to dc[)lorabile di languore. Tiipoli, Saitl

poco d'ora vi divorano tutte le piante e oSidone,Scanderona,c parecchi altri por-


sinoicgemmedegli alberi. Ma questa av- ti fanno bene ancora alcune esportazioni

venturosa contrada per tanti titoli cele- di cotone, seta, tabacco, frutti secchi, no-
bre a'ieujpi degli Ebrei, per le ricchezze ci di galla, pelli, lobbia, cavalli in Euro-
e per amenità di suolo, non ha più tutta pa;ma le grandi relazioni che la Siria man-
quella bellezza e singolare fertilità, dopo teneva coll'Arabia, colla Persia e coli' in-

le invasioni Aq' Saraceni ayah'i, àe Croce- terno dell'Asia sono presentemente quasi
signali e de' Turchi. Olirei lupi dorali, del tutto annientate, perciò rarissime le

le jene e le pantere, si rinviene una quan- carovane di que'paesi, le quali circostan-

tità spaventevole di lucertole,serpeuti, vi- ze e l'oppressione d'alcuni pascià, cagio-

pere, scorpioni e allri velenosi insetti. Pre- nano in parte lo spopolamento della re-
senta la Siria quantità assai grandedi vul- gione. E impossibile precisare la popo-

cani, tulli eslinlijperò i fuochi sotterranei lazione di questa parte dell'impero otto-
l'agitano di sovente e producono frequen- mano, e pare ascendere a più di 3 milio-
ti terremoti che portarono la distruzione ni, essendo grande la varietà delle tribù
uelle principali città; tra gli sltri quello che vi risiedono. I turchi e i greci forma-
del1822 rovinòquasi intieramente Alep- no la massa della popolazione delle città;
po o Berrea, Antiochia, Scanderona o A- le tribù più numerose sono quelle de'dru-
lessandretta e altre città; se ne risentiro- si e de'maronili: i primi parlano arabo e
no Gerusa-
delle scosse a Tripoli, Said, la loro religione è una setta nemica del
leinnie e altrove; uscirono fiamme da una maomellismOjSi valutano piùdÌ2oo,ooo
inoutagna situata tra GisserilChourl e armi4o, 000, abitano il monte
e atti alle
Antiochia; si scoscese un'altra montagna, Libano, sono bellicosissimi e vivono qua-
e mutò in quella parte il letto dell'Oron- si indipendenti; i maroniti, popolo più pa-
te; più altre si aprirono; rimasero secchi cifico , montagne nel
risiedono in dette
de'ruscelli, altri crebbero il volume delle Kesroano e diconsi ascendere a più di
loro acque; ed in più siti fu visto uscire I 00,000, sono cristiani e per la più parte
dalla terra un fumo d'odore solfuroso. Il cattolici. Due altre tribù meno importan-

regno minerale j)are poco ricco, né vi si ti, benché assai numerose, sono quindi i

conosce che una miniera di ferro alquan- meluali o methuali che abitanola pianu-
to importante; il marmo, l'alahastro, la ra tra Libano e l'Anti-Libano, e gli a-
il

pietra da fabbrica e quella dacalce, la ter- risariiji occupano la catena di mon-


quali
ra da follone per fabbricare il sapone so- tagne delle quali è il Casio una nelle prin-
no più cocnuni; parecchi laghi sommini- cipali sommità. La Siria èdivisa in 4 pa-

strano sale, conje quello di Gebul; il mar scià la li ci. Acri, Aleppo ^Daniascoe Tri-

IMorlo è particolarmente rimarcabile per poli, ma non ha la sua antica estensione.


l'asfalto che ne galleggia e che gli valse Didìcileiinpresa è il riportare in breve
il nome di lago Asfaltile. L'industria esclu- e con semplici cenni la serie delle diver-
fiivamente rinchiusa entro le città, èstata se doQiinazioiii cui soggiacque la Siria, ed
molto più attiva d'adesso, ed esercitava- a quasi tutte le forme di governo, e sono
£Ì in fabbriche di cotoncrie, seterie, sapo- poche le contrade che pouuo vantare l'an-
ne profumato, confetture,friillisecchi,ec.; tica celebrità della Siria. Nel i.° periodo
le manifatture delle lame da sciabola di della storia degli ebrei vi si trova un re-

Damasco sono sempre stimatissime per gno potente di cui fu capitale Damasco,
l'eccellente tempera. Ilcuininerciodi tpie- e che coin[)reiidevv» la Fenicia, culla del
sta contrada, che altre volle fa il più fiu- coinuìcrcio, il- quale ue'lempi antichi fu
SIR SIR 7
ili.°epei" Iitngo tempo il solo di cui non del regno A n tioco XIII nell'annodel mon -
poleicno esseie ej^iuTgliate l'estensione e do 3Q4o.e non gli lasciò che la provincia
la prosperilìi. Iddio con una serie di stre- di Comageiia il regno di Siria diventò
:

pitosi proḍ;i vi condusse il suo popolo allora provincia romana. Ad onore di Pom-
(l'Israele, che in piogres!.o di tempo fon- peo, e meglio di Giulio Cesare, ebbe ori-
dò il regno di Giuda, diviso poi in quelli gine VErn Cesariana d'Antiochia. Ecco
della Giudea o Giuda, e di Samaria o la serie degli antichi redi Siria. He di So-

lsiae!e.LaSiria,comesi legge nella s. Scrit- ha oSofene. Rohob, e Adarazer vinto da


tura e come racconta lo storico Giusep- David rede'giudei. Ile di Damasco. Ra-
pe, ebbe anticamente i suoi re particola- zan, Ezion, Lobremone, Benadad I, Be-
ri, la Bibbia facendo menzione di Chu- nadad II,IIn7acl, Benadad III, Razin sot-
sau Kasatbaim, che fu vintodaOlhonie- to il quale fu conf|uistalo il regno da Te-
legiudicedegl'israelilijAdai'ezer vintodal glath-Philassar. lìe eli Ente sa.To\\\ e Jo-
re David, che mise un suo presidio nella ram. Questo regno fu soggiogalo da're di
Siria di Damasco , e la Siria fu serva e IN'inive, gli assiri Scnnacherib e Asar-Ad-

sua tributaria; Razan figlio d'Eliada che don. Sorse poi altro regno d'Emcsa e fu
dopo abbandonato Adarezer re di Siria dominato da're Sampsicernmo I, Giam-
adunò gente, e temendo di David si recò blico I, Alessandro, GiamblicoIIjSampsi-
a Damasco e quivi fu fatto re fla'suoi se- ceramo Azime, Soenio, indi conquista-
II,

guaci, e fu nemico d'Israele per tutto il to dagli arabi."Vi fuTholmai re di Ges-

tempo di Salomone; Benadail 1 figlio d'E- sur, il cui regno occupò l'nssirio re Te-
7Ìon re di Siria, che abitava in Damasco, glath-Philassar. La Siria poi cadde sotto
per seguire desiderii d' Asa re di Giuda
i il dominio de're di Persia e de're di Ma-

mosse guerra a Basan re d'Israele; Hazael cedonia. Ecco la serie de're Seleucidi di
untore di Siria dal profeta Elia in Dama- Siria. Nel 3 1 2 avanti la nostra era Seleu-
sco; Razin con Phacee figlio di Romelia co I i\7cflf/07'e capitano d'Alessandro il/rt-

re d'Israele, assediò Gerusalemme in cui g«o governa (ore diBiì hi lonia;nel2 7 q An-
stava rinchiuso Achaz re di Giuda: que- tioco I Solerò, 260 Antioco II Teo, 1l\'j
sti mandò ambasciatori con ricchi e pre- Seleuco II Callinico, 9.7.5 Seleuco 111 (,>-

ziosi doni a Teglath-Philassar re d'Assi- rflf/«o,222AntiocoIHil Grande, i86Se-


ria, aflinchè lo salvasse da tanto pericolo, leucoIV Filopatore,ì'j^ Antioco IV E-
e (pjesti condiscese al suo desiderio. Pre- pifane, 64 Antioco V Enpatore, i6-y. De-
i

sa Damasco, la rovinò, trasportandone gli metrio i5b/«?ro_,i4oAlessandroZ/rti/^, 44


I I

abitanti a Cirene, e uccise Razin. Dopo DemefrioII7V7frt/o/<'ji43Antioc(A 1 7eo,


la morte d'Alessandro 3/agno, che avea i4o Trifone,! 3c) Antioco VII iS"/V/f/<°,i3i

conquistata e signoreggiata laSiria, diven- Demetrio II di nuovo, i25(con quest'an-


tò questa un gran regno per la divisione no incomincia VEra dì Tiro) Alessandro
fatta de'dcminii di quel conquistatore fra Zehina,\ 25Seleuco V,i23 AnIiocoVIII
i suoi capitani. Questo regno incominciò Grìpo,i 12 Antioco IX Cizìccno,C)^ Se-
l'anno del mondo 3682, cioè 323 anni a- leucoVI Nicatore, dal 94 all'85 Antio-
vanti la nascita di Gesù Cristo,durò 258 co X Eusebio, Antioco XI e Filippo, De-
anni, ed ebbe 27 re, di cui Seleuco I Ni- metrio 111 Euchero, Antioco XII Dioni'
catorefiì ili.", e Antioco XIII Y Asiatico sio, 85 Tigrane, Antioco XIII V Asiatico
l'ultimo: Seleuco I edificò Antiochia e vi dal 70 al 64, nel quale anno la Siria di-
stabih la sua reggia, pubblicando le leggi venne provincia romana, lasciando aqucl
di Licurgo e di Solone : da lui incomin- re la sola Comagena. Fra lo smembra-
cia r/:>(t de Seleucidi. Pompeo JlJagno mento della monarchia de'Seleucidi tro-
co'roniani vincitore dell'oriente, spogliò \ansi in Edcssac^ve, 7 de'quali chiama-
4

8 SIR SIR
li Al)garo(Je'quaIi riparlala Patriarca- il governo della Siria, la quale poscia sog-
to Armemj), indi (|ue.slo piccolo regno e- giacque alla giurisdizione del potentissi-

ziaiiclio Cu occupalo cla'romani, che già fa- mo /7rryt7/o d' Oriente, \,\ cuii.' metropo-
cevano governare la Siria tlai loro pre- li era Antiochia, dal (|aale dipendeva il

sidi e da'prelori, pi oconsoli,questorij Ino- detto conte con autorità amplissima civi-
golenenli, prefetti, governatori. Abusan- le e militare. I persiani nel ^43 dichiara-
dosi Antioco XIII re di Coinagena e Iri- ta guerra all'imperatore Gordiano, occu-
l)ulaiio de'romani, dell'indulgenza del- parono la Siria e presero Antiochia, indi
l'imperatore Vespasiano, questi Io privò furono debellati. Nel 38<S per l'insurrezio-
del regno. Questo imperatore e il suo fi- ne d'Antiochia, l'imperatore Teodosio l

glio Tito dierotio fine a're stranieri della per punirla la privò del grado di metro-
Giiidea[n\ quale articolo riportai la loro poli della Siria, e l'attribuì a Laodicea.
serie, quella de're di Giuda e quella dei Nella divisione dell'impero romano la Si-

re Maccabei), prendendo Gerusalemme, ria fece parte dell'impero greco d'Orien-


rovinandone il Tempio e disperdendo gli te, la cui capitale era Costantinopoli. I Sa-
ebrei, che si sparsero per tutto il mondo. raceni arabi avendo già incominciate le

L'antica Gerusalemme finché esistè col loro scorrerie sulla Siria, nel 535 s'impa-
Tempio fu la sola metropoli di tutti i giu- dronirono di Tripoli, e vi costituirono un
dei non solo che abitavano ne'limiti del- regolo, il quale pressoché vi distrusse la
la Terra Promessa, ma in tutte le parti religione cristiana. Nel 539 ' P^'siani de-
d'oriente, d'Etu'opa ed altrove. In Geru- vastarono la Siria, Cosroe I arse Antio-
salemme sovrastava la maestà del Som- chia e distrusse altri luoghi; nel 574 que-
ìlio Poìitcfice, e del gran Sinedrio, dal sto re nuovamente invase la Siria, vi fece
qualedipendevano i i5'mef/n"njinori spar- un gran numero di prigioni, ed arse varie
si nelle ricordate regioni. I padri d'ogni città. Di nuovo la Siria nel 6o3 fu rovi-

Sinagoga moderavano le cose sagre e le nata da Cosroe 1 re di Persia che nel 6


1 1

umane, secondo le circostanze de'Iuoghi prese Gerusalemme, guastò luoghi san- i

e de'iempi, tutti i giudei riconoscendo, e ti, vendè i cristiani agli ebrei, e portò in
benché sparsi e dimoranti in qualunque Persia schiavo il patriarca Zaccaria, invo-
paese straniero, il centro d' unità della landoiiss. legno della Croce, che ricupe-
loro metropoli Gerusalemme, pagando le rò l'impera toreEraclio. I\Ia sotto il suo im-
primizie al Tempio le Sinagoghe tanto peroeuel634 saraceni avendo preso ar-

tl'orienfe che d'occidente, e le decime se- dire contro romani e vincendoli di fre-
i

condo diritti cheaveanoii proto-Sine-


i quente, presero Damasco, la Fenicia e al-
drio e Sommo Sacerdote, La Siria ebbe tre parti della Siria; quindi compì la con-
il pretore proprio o pro-pretore, il presi- quista della Siria, della Palestina e di Ge-
de o procuratore imperiale che rappre- rusalemme nel 638 Omar successore di
sentava l'imperatore, come lo fu Ponzio Maometto. A Gerusalemme ed as. Sepol-
Pilato. Ebbe pure la Siria legali con re- i cro narrai della venerazione delle nazio-
sidenza in Aiitiochia,antica reggia de'siri, ni cristiane per luoghi santi edi frequen-
i

ed anche in altri luoghi ad arbitrio; dimo- ti Pellegrinaggi nella Siria, non meno la

randoin Antiochia, anchei prelori o pro- dominazione che vi estesero i saraceni. A.

Augusto, l'Asia e Cipro era-


prelori. Sotto liberare dalla profanazione maomettana
no devolute al governo del senato roma- la regione santificata dai patriarchi, da
no; ma Antiochia e la Siria a quell'mipera- Gesù apo-
Cristo, dalla B. Vergine, dagli
tore, e però indipendenti uno dall'altro. stoli che ebbero
vi natali, ed ove pure i

Indi o prima fti istituita da'romani la di- nac(|uc, visse, morì e gloriosamente risor-
gnità di conte d'Oriente, a cui fu affidato se il divino Riparatore, Papi Sih'eslroII i
SIR SIR 9
e s. Gregorio P^l I^romossevo Io zelo del sto piazze prese, perdute e riconquistate al
ciisliaiiesimo, contro i fanatici e ciiuleli prezzo di tante stragi videro guerrieii, il

suoi nemici, onde togliere dalle loro mani cui nome vivrà immortale. Perclièegliè
i luoghi s;mti. Fu iS"(/i'e5fro //del ^99 uno là che illustrossi il fiore della nobiltà di
de'primi Papi ad eccitare i principi cri- Francia (e di altre valorose e pie nazioni)

stiani alla guerra sagra ; e Sergio //^del cotanto numerosa e impaziente, che loro
looq impedì agli ebrei la distruzione del insegne talora per fin confondevansi. Là
s. Sepolcro, non che indusse i principi cri- combattevano (oltre i tanti prodi d'altre

stiani a forte lega per cacciare i saraceni nazioni e niolteplici eroi itaIiani,come nar-
da Sicilia, nel quale articolo rilevai, che ro in tanti articoli) Baldovino e i suoi Ira-

in Siria e nel i o4^ ebbe origine il celebre telli come di\e leoni a fianco d'un leuue;
oixWneGerosoliiiiiCano.'MnUrbano linei Golfredo, Tancredi, Argante, Raimondo
I oqj fece promulgare la famosa s.guerra, di Tolosa, Gaston de Foix, Lefold gen-
ed ebbe luogo la i .''C/'ocM^<i inSiria, per la tiluomo fiammingo che lanciossi ili. "sulle

quale dopo sanguinosi ed eroici combatti- mura della città; tutta questa santa mili-
nienti, guidati da GolVredo di Buglione, zia ed intrepida, chela primiera riconqui-
nel loqq i crocesignati presero Gerusa- stoGerusalemme, che l'Europa cristiana
lenitile, liberarono il s. Sepolcro e altri san- da secoli ridomandava alacremente, pose
tuari dalle mani degl' infedeli, ed impa- campo in quelle pianure, alle rive de'tor-

dronilisi di gran parte della Siria fonda- renti, ai pie delle città che noi andiamo a
rono il regno latino di Gent^nlemme, ed descrivere, e dove ritroveremo la loroglo-
alcuni principati come ^'J^'0f/H<z e Tri- ria, le loro disgrazie, le loro virtù, i loro
poli,Edexsa, Tiro, Jaffa ed altri. Si leg- errori, ad ogni pie sospinto. Ove il re di
gè nella Descrizione della Terra Santa: Francia che rendeva ad ognuno giustizia
y> Dove mai intiere falangi d'armati colla sotto le ombrose piante di Vincennes, e
croce sui loro mantelli brandendo la spa- riconciliava principi; il gran re s. Luigi
i

da, pieni d'un'ardenlissiraa fede, e di uno i.Yvittoriosoe trionfaatede'suoi stessi vin-

zelo fiualcbe volta imprudente, accorsi dal ci tori, morente sulla cenere a Tunisi dopo
fondodeirAlemagna,dalle rive della Sen- aver lasciato a'suoi popoli un codice di sa-
na e della Loira, dalla Gran Bretagna (ed vie leggi, ed al suo figlio ammirabili pre-
eziandiodairitaliaedaallrecontrade,non diciamo, fu egli più bello, più
cetti; ove,

però dalle gelose Grecia e Russia), e dal- prode, più pio che su questo suolo bene-
l'ispane religiose provincie, popolazioni detto econsecrato, ch'ei visitò con sì for-

crisliane che si davano la manoparten- tunosee varie vicende?OveRiccardoC«or


do, camminavano sotto lo stesso stendar- <^/iLio/2e (re d'Inghillerra),Filippo II suo

do, e perdevano ben sovente la loro forza degnorivaleeamico, l'imperatore d Ale-


fi la loro gloria per divisioni intestine, per magna confederato per questa guerra pie-
libcrare il s. Sepolcro e cacciar gl'infede- tosa, e tutti cavalieri che formarono la
i

II detentori delle divine insegne, dove, ri- bella scorta loro, ove Cecero essi maggior-
pelianio , diedero esse sanguinose batta- mente risplendere le virtìi loro guerrie-
glie? scalarono le più alle muraglieV ver- re e con maggior gloria? Finalmente quai
sarono il più nobil sangue d'Europa? E- luoghi furono celebrati da un poeta più
gli è a s. Giovanni d'Acri, l'antica Tale- illustre di Tasso? (è il poema del guerrie-
inaiile, a Jajfa sotto le mura di Gerico e ro che respira il valore e la gloria, e che
di Geritsalcnìiiie. Dopo aver quai pietosi pare scritto in mezzo ai campi di Marte
e pacifici pellegrini pregato l'Eterno sul sopra un inarzialescudo,dicerauloredel-
nionleOlivelo.essipreparavansiallacon- V Itinerario da Parigi a Genisnleinnie).
quista della città difesa da Solimano; (jne- (>uai descritti da viaggiatori pari a Cha-
'->'
VUL. I X\ II.
è

IO SIR SIR
teaubiiaricl,Micliaud,nyroneLamarlino? assunsero que'principi che si credevano
(sipuò aggiungere con più di ragione lut- in diritto di portarlo, e tutlora l'usano i re
ti quanti qne'benemeriti storici ecclesia- delle due Sicilie e di Sardegna. Del pro-
sticiche illuslraiono la Siria, con ispiri- lettorato sui cristiani d'oriente e parlico-
te veramente religioso e senza romanti- larmentedi Siria, eseicitatoda diversi so-

cismo, checelebrai nc'lanti articoli che ri- vrani cattolici, pr incipalmente dallaFran-
guardano la Siria ed suoisantuari). Qua-
i eia, riparlai a s.SEPoixROjin un alle recenti
li rovine furono visitate con maggior ri- pretensioni della Russia, perciò in terribi-
spetto e commozione? Diteci ove sieno le le guerra colla Turchia. Al tempo delle
città distrutte sulle quali si preghi, sulle crociate/! principi cristiani fondarono vari
cui rovine si pianga dopo 22 secoli? Ge- vescovati latini, posero vescovi latini in

rusalemme, la città santa per eccellenza, citlàgià vescovili, ciò che vndo rimarcan-
come Roma, il punto di mira dell'univer- do a'rispettivi articoli. Nella Siria ebbero
sointiero. Tutti coloro che vivonoall'ora- origine celebri e benemeriti ordini eque-
i

bra della Croce rivolgono gli occhi verso .^trie ospedalieri, oltre il Gerosolimitano,
quelle città privilegiate (e singolarmente de' Templari, (\.\ s. Lazzaro, (ìt\s. Sepolcro,
Nazareth, Betlemme e il suo Presepio); da e Teutonico^ per la custodia de'santuari,
tutti gli angoli del mondo cristiano, dei e per la difesa e ospitalità de'pellegrini che
principi, de'religiosi,de'sapienti, delle da- intraprendevano il viaggio di Siria. Dopo
me illustri, delle vecchie cadenti (come chela Siria fu inondala del sangue de'cro-
l'ottuagenariaAnna Cheron,che ci lasciò ciatiede'maomettani per più secoli, pre-
una Relazione del viaggio in Gerusalem- valsero gli ultimi e sotto la dominazione
me), (Ielle giovani damigelle, dell'impera- de'soldani d'Egitto restò la Siria. Mentre
trici e de'poveri pellegrini, vengono a pro- ancora si disputavano la Siria e singolar-
strarsi sulla pietra del s. Sepolcro; inces- nìente i Luoghi santi, i crociali egl'infe-
santemente un nuovo interesse prende- deli,a'3omaggioi 202 la contrada fu scos-
si a quelle mura tante volte distrutte e sa da un grandissimo terremoto : cadde
fìltreltante riedificate; colui che non può una notabile parte di Acri, insieme al pa-
salutarle col guardo, ascolta con un vivo lazzo reale; Tiro soggiacque a gran rovi-
piacerei viaggiatori più felici di lui,ecom- na; Acca rocca fortissima fu abbattuta e
piacesi di leggere le commoventi loro re- eguagliata al suolo; e Tripoli rovinò con
lazioni, e cerca almeno un compenso nel- orribile uccisione di uomini, didonnee di
la fedele pittura de'Iuoghi che non gli è fanciulli. Egualmente ili 263 fu fatale ai
dato percorrere, perchè il sentimento re- cristiani e crociati, per le tante irruzioni
ligioso, questa vita dell'anima, conferisce e assalti de'saraceni, contro Tolemaide,
più che la gloria, le lettere e le arti, e- Betlemme, Aleppo, IN'azareth e altre cit-
sistenza a' monumenti caduchi, ne fa e- tà che sperimentarono il furore mussul-
terna la rimembranza, e loro imprime una mano. Finalmente nel 1290 gl'infedeli
sorte di sagra venerazione incancellabi- s'impadronirono di Tripoli, e nel 1291 di
le". Con una serie di combattimenti re- il Acri, l'unica città ch'era rimasta in pote-
gno latino di Gerusalemme durò contro re de'crisliani nella Siria, per armi del le

gli sforzi de'maomettani 88 anni,che regi- sultano di Babilonia, ed furono i cristiani


strai a quell'articolo, riportando la serie banditi da tutta la contrada, e quelli che
de*re,e terminò nel il mao-
1 1
87 quando poi l'abitarono furono guarentiti daFran-
mettano Saladino sultano ù' Egitto espu- eia e altre generose nazioni, uno alla in
gnò Gerusalemme. Invano ebbero luogo conservazione de'santuari. MaCasa la s.

diverse altre memorabili Crociale pel ri- ove fu concepito dalla B. Vergine il Re-
cupero di Gerusalemme,ilcui litolo regio dentore, e che questi colla divina madre
SIR SIR li
abitò e santificò, per mano degli angeli fu roda di Gezzar, ed al soccorso degl'ingle-
ti asportata pi'ocligiosamenleaZ^ore/o,nel- si si deve il poco felice successo di quella

lalMarca d'Ancona, nel teriitoiio della cit- gigantesca spedizione che narrai a Egit-
tà vescovile ò'iRecanati. I successivi avve- to. Bonaparle dopo le sue conquiste fat-
nimenti li comePA-
ripoitaia'Iiioghi loro, te nel 798 in quella regione, avea simu-
I

LESTi^A, Guardiano del s. Sepolcro, Pre- lato amicizia a Selim III imperatore dei
sepio: Papi sempre curarono il ricupero
i turchi, e solo in guerra co'famosi mama-
della Terra santa, e la conservazione del- lucchijche governati da 24 loro bey, ri-
le venerabili memorie die racchiude, fra conoscevano il supremo dominio del gran
i quali dopo la presa di Costantinopoli e- signore che inviava al Cairo un pascià,
seguita nel 1453 da Maometto II impe- sempre attraversato da'bey nell'esercizio
ratore de'turchi, con che rimase estinto del suo potere. Pertanto avea egli sino dal
l'impero greco, si segnalarono Calisto III principio istituito un divano di 4o sceiki,
clie a tal unpoistitm o più regolarmente col mezzo de'quali affettava di governare
stabilì la /l//7/m(7 pontificia, e Pio II che quasi in nome di Selim III. Ma appena
nel congresso ùìMantova proclamò la cro- giunta a Costantinopoli la notizia del-
ciata navale,per fienare l'orgoglio de'fur- l'occupazione francese dell'Egitto, subito
midabili ottomani. Oltre gli autori citati quell'imperatore concitatosi a sdegno di-
ne'ricordali articoli, e riguardanti le cro- chiai ò guerra agl'invasori, e si collegòcon
ciate, aggiungerò: Giuseppe Orologgi, /- Inghilterra e Russia per ricuperare quel-
storia della guerra sagra di Gentsaleni- l'importante parte del suo impero. A ta-
nu'j Venezia i SGi.Nel 5i6avendoSelira
i le oggetto ordinòche si allestissero due po-
1 imperatore de'turchi intrapreso la guer- derosi eserciti, unoaRodi,raItroinSiria,
la di Siria, neliSiy interamente la tolse Diquesto3.°nediè ilcomandoal suddet-
a'soldanì d'Egitto, a'quali sino allora a- to Acmet pascià d'Acri soprannominalo
•vea ubbidito, ed incominciò la contrada Djezzar o beccaio perle atroci sue barba-
a far parte del vasto impero ottomano, rie. Costui pose prontamente in marcia un
che tuttora la conserva. Tuttavia sotto di forte esercito per l'Egitto, ma Bonaparte
esso la Siria non fu perfettamente assog- celeremente lo prevenne. Pertanto, assi-
gettata, né pacifico il possesso, perle fre- curatosi della fortezza El-Arisch, una del-
quenti insurrezioni de'bellicosi drusi. Fa- le chiavi d'Egitto, e attraversato il cele-
kcrdin loro emiro vi esercitò lungamen- bre deserto già percorso dagl'israeliti nel
te un'autorità quasi indipendente dalla recarsi in Siria, sforzò Jalla e passò a fil

Porta ottomana, che fu costretta a man- di spada 2000 turchi fatti prigionieri. Di
darvi forze considerabili per conquiderlo. più in Siria formò segrete intelligenze coi
Alla metà del secolo scorso, Daker sceik drusi dell'Anti-Libano sempre nemici dei
d'una potente tribù araba vi si formò pu- maomettani, eco'metuali seguaci fanatici
re uno stato e si può dire indipendente d'Ali, che perciò anch'essi odiano turchi. i

dall'impero, e resistette lut)ga pezza alle Bonaparte con soli 18,000 uomini, fra i
armi turche, alleandosi col bey d'Egitto: qtiali eranvi copti e arabi, animoso s'inol-
dopo di lui sopravvenne il famoso e fe- trò in Siria nel 1799. Invitò drusi e me-
i i

roce pascià d'Acri Acmet dettoDjezzar o tuali a unire alle sue le loro forze, ma es-
Gezzar, che non tardò ad imitar l'esem- si vollero attendere il conquisto d'Acri, la
pio de'suoi predecessori, ma il cui sistema quale da Bonapai te fu assediata con tut-
di governo tornava molto più funesto al te le sue genti. Però fu essa pertinacemen-
paese. Fu sotto questo capo che accadde te difesa da Acmet e dal famoso Sidney
la memorabile invasione de'francesi capi- Smith commodoro inglesech'eravi accor-
tanati da Bonoparle, ed all'energica fe- so colla sua squadra, e potè irapadronir-
12 SIR SIR
sicleirailif^Iieriefrnncosi di gi'OSSO calibro Francia e Inghilterra, e in conse»
alleato,

colle cjuali (l()V(eano battere la piazza. An- guenza del solenne concordato stipulato
zi Ronapaitesi vide assalilo da una nioj- con esse in questo annoi 854, contro la
titddiiiedi liu(;lii,cl)oil loro fanatismo re- formidabile guerra di E.ussia, è conve-
ligioso a vea spinti iid unirsi presso il mon- nuto neir importantissimo atto riguar-
te Tabor. in un tratto Bonapnrte piom- dante la piena eguaglianza di tutti i sud-
Ijandosu loro li pose in rotta, e cacciò si- diti ottomani di qualunque religione di-
noalle portedi Damasco. Ma non perqiie- nanzi alla leggeea'tribunali, abilitandoli
sto riuscì contro Acri: 8 disperati assalti purea tutti gl'impieghi dello stato. Tan-
s'infransero comecontro uno scoglio, per ta liberalità del sultano produsse male
cui fu costretto levar l'assedio. A'28 mag- umore nel vecchio partito de' turchi; e
gio portatosi in Jada trovo infetti di pe- per essersi opposto il gran muftì, capo de-
ste suoi soldati all'ospedale, onde ritor-
i gli ulema, si dice che venne destituito.
na to in EgittOjallVon lo ad A boukir 18,000 Così tutte quante le popolazioni cristia-
mamalucclii, ed a* 25 luglio li sconfìsse ne dell'impero di Turchia godranno e-
tanto completamente, che restarono o sul guaglianza di diritti civili e politici, il li-
campo o furono tratti prigionieri. Uditi bero acquisto delle proprietà e la libera
da Napoleone idisaslri di Francia, lasciò loro trasmissione; l'abolizione del ca-
l'Egitto imbarcandosi ad Alessandria ai ratch o ìiaradsch, ossia testatico de'raià,
23 agosto 799, donde approdò a Frejus
I il quale consideravasi per l'addielro co-
e di là passò a Parigi, Dopo la morte del me un riscatto de'raià stessi dal servizio
crudele Acmel Djezzar, fu la Siria ancora militare ; il diritto a' medesimi di testi-

perturbala dalla spedizione de' vecabiti, moniare avanti la giustizia, sia civile che
che minacciavano d'invaderla interamen- criminale. In tal modo si aprirà al cristia-
te. Pareva che dopo quel tempo la Siria nesimo un'era novella, di equità e recla-
godesse d'una tranquillità, cui l'oppres- mata da tanti secoli.
sione de'pascià o l'ambizione di alcuni di Nella Siria nacque, visse, predicò la re-

essi non poteva far isperare lunga dura- ligione cristiana ilR^edentore, vi operò stre-
ta, allorché nel 1 83 i il celebre Mehemet- pitosi prodigi, e formato il collegio de-
Alì viceré d'Egitto, essendosi disgustato gli apostoli di altrettanti sili, a questi or-
con l'imperatore Mahmoud II, fece inva- dinò la promulgazione di sua dottrina e
dere la Siria dal valoroso figlio Ibraim pa- Evangelo per tutto il mondo; ivi sotfe-
scià coll'esercito egiziano, onde riunirla al rendo acerbissima Passione e morte per
suo governo. Dopo l'occupazione d' Acri, la redenzione dell' uman genere, ed ivi

JafFa, Aleppo, Gerusalemme e altre città, ascese gloriosamente al cielo. La Siria è


il gran sultano mediante trattato accon- quella parte dell'Asia, nella quale mira-
sentì a'desiderii di j\Ielien)et-Alì, unendo bilmente fu adempito il piìi gran sagra-
Nondimeno nel 1839,
la Siria all'Egitto. mento uomini
della riconciliazione degli
per quanto raccontai a Egitto in riferi- con Dio; in essa Gesìc Cristo pose fon- i

re l'occupazione dellaSiria, per nuove rot- damenti della sua C/n'e^rt, dichiarò s. Pie-
ture tra il viceré e la Porta, questa colie tro suo r icario in terra colla pienezza del
forze unite d'Inghilterra, Austria, Prussia pontificalo, e celebrò i misteri augustis-
e Piussia, bombardò e riprese Berito, fe- simi della nostra avventurosa redenzio-
Me-
ce sbarazzare la Siria dagli egiziani, e ne. Ed è perciò che dopo la conversione
hemet-Ah l'evacuò interamente, laonde al cristianesimo dell'impero romano, la
come prima trovasi nel pieno dominioot- Palestina, parte nobilissima della Siria,
lomatio. Il sultano regnante, AbduI Me- di venne e si mantiene tenero oggetto del-
djid-Rhan, ad istanza delle putenti sue la comune venerazione, e da tutte le par-
S I 11 SIR i3
li accorrono pellegrini a veneiMrnei Iiio-
i nome di cristiano, che distinse il giudeo
t^Iii illuslrali dalla presenza del SaUntore, credente nella nuova legge di Cristo dal
della D. Vergine Maria, degli Apostoli, non credente, ricevesse ili ."e il principe
de' Discepoli e di una schiera innunie- degli apostoli a pastore, come osserva s.

rahde di santi. La Siria non solo vanta Giù. Crisostomo, siccome città che im-
di aver dato i natali al divino fondatore [)ose a' Fedeli il bel nome di cristiani e
della Chiesa e al suoi. "capo supremo s. tulio l'orbe credente si disse quindi Cri-
Pietro di Betsaida, ma eziandio ad altri stianesitìio. Avendo s. Pietro peli. "tra gli

5 sommi Pontefici, che sono s. Aniceto apostoli predicato Cristo, così ila le città

deliG^ d'Ainisa, Sisinnio del 708, Co- questa prima prese il nome di cristiani,
del 708,5. Gregorio ///del 78 1,
slaiiliiìo come una certa corona onorevole di cri-
e s. Zaccaria del 74'- Quanto ad An- stiani. Avendo s. Pietro eletto per ve-

tiochia, vi liorirono un numeroso stuolo scovo successore in Antiochia s. Evo-


di nomini illustri, ed in santità di vita dio, partì per Roma e ai 18 gennaio vi
egualmente in gran numero, riferendo- stabilì la santa Sede Apostolica trasferi-
ne la cronologia il Terzi a p. 3c) e seg., tavi d' Antiochia, la c[uale sarà perpe-

e fra essi molli gloriosi martiri : vaglia tua sino alla consumazione de' secoli. La
per tulli ricordare s. Gio. Grisostomoj e Chiesa in detto giorno celebra la fèsta
IVa'dottori della chiesa Siriaca nomine- della Cattedra di s. Pietro in Roma, ed
lò s. Efrem. Papa s. Sergio /nacfpie in a'2?. febbraio la festa della Cattedra di
Antiochia o in altra parte di Siria, e dìcesi s. Pietro in Antiochia. Il patriarca di An-
educalo in Sicilia: certamente fu di Antio- tiochia dilatò la sua giurisdizione eccle-
chia GioK'unni V. Di Ijetlemme fus. Eva- siastica non solo in tutte le chiese di Si-
m/o, di Cesarea di Cappadocia s.Zositno ria, ma altresì in quelle di Cilicia, Ara-
(altri con Fico lo vogliono di Calabria e bia,Media, Persia, Assiria e Indie; laon-
di Keazio), di Gerusalemme Teodoro I,\ de Evantio paragonò il patriarca Antio-
quali tulli sono altrettanti Papi della na- cheno e il conte d'Oriente ai due gran
zione siriaca. In Siria fu istituita dal Sai- pianeti del cielo : lotui orientalis orbis
valore la ss. Eucaristia, ivi s. Pietro ce- spiritnali, civilique tnajestate praefnlget,
lebrò la I
.' lìlessa, ed esercitò il i

atto seu luminar ibus firniamentuin, sebbene
di gi urisdizione pontificia nel Co«<: ///oche il patriarca estese l'amplissima giurisdi-
peli.°fu tenuto in Gerusalemme. Ivi egli zioneanche su chiese di provincienon sot-
esercitò l'aposlolico ministero della pre- toposte al conte d'Orienle. Quanto a'suc-
dicazione, inviandoda questa privilegiata cessori di Evodio, credo pila opportu-
s.

legione a fare altrettanto gli apostoli per no riprodurne poi la serie. La famosa An-
tulio il mondo. Nella ò'^w^nVz ammini- tiochia già nata al mondo per Seleuco I,
strò la confermazione, in Cesarea bat- col nome del padre e del figlio suo, ri-
tezzò Cornelio centurione romano pel i.° nacque alla luce del vangelo per opera di
Ira'genlili, e nella città d' Antiochia, la s. Pietro primo romano Pontefice, come
più famosa dell'oriente, e la S.'tleU'iin- figlia primogenita della chiesa orientale,
pero romano dopo Roma e Alessandria, e tli venne in breve nel suo soggiorno e dopo
lissò s. Pietro la sua sede nell' anno 38 di t|uesto insegnatrice di moltissime pro-
o 89 e la ijualegovernò 7 anni. Questa fu vincie e popoli il'oriente; anzi vuoisi che
la 1.^ sede del principe degli apostoli, ed s. Pietro sedendo in Antiochia anche in
in essa la Religione cristiana prese il no- occidente inviasse banditori della fede e
me, ineiili e ^It anliorheni furono i primi vescovi, come (|uello di i9//v/c7i.y<z città ce-

a chiamarsi Cmtiani.YéVdi ben giusto che leberrima di Sicilia. Nel concilio di Ni-
Auliuchia, lu cui ebbe il natale liiisi^ue cua I nel 325 furono divise le provincia
i4 SIR SIR
dell'Asia e slabilili i coufini delle due chie- e vescovi suflraganei d'Apatnea della 2.'

se Aiilioclieua e Gerosolimittiiia o Cesa- provincia di Siria,diLrtorf/Verto provincia


ricuse, poiché dopo la distruzione di Ge- di Teodoriade, di Tarso nella i
.^ provincia
lusalenìPìe falla da Tito, la sua cattedra di Cilicia, ù'Anazarbo nella 2.'^ provincia
fu trasferita a Cesarea di Palestina. Ma di Cilicia, di Selcncia della provincia d'I-
insorte poi vaiie contese giurisdizionali a sauria, di Tiro della provincia di Feni-
motivo de* limiti, questi furono nuova- cia marittima, di Z^^wj^^co della provin-
mente prescritti nel 4^11, e reintegrala la cia di Fenicia del Libano o mediterra-
chiesa di Geiiisalenime della cattedra e nea, di Gerapoli della provincia Eufrate-
preminenza di metropoli, riconoscendosi se, e di £^(/e55<3 della provincia d'Osroena.
i diritti di Patriarca, ripugnante s. Leo- Notai a Patriarca, che in principiodella
ne 1. Dipoi nel concilio di Costantinopoli Chiesa vi furono 3 soli patriarchi, il Pa-
del 553, a decoro della s. città fu eretta pa di Roma per VEuropa, quello d' A-
patriarcale,con piena approvazionedi Pa- lessandria per {'Africa, quello d'Antio-
pa Vigilio, e con sottrarsi dall'Antioche- chia per r Asia, quante allora erano le

na le 3 Provincie di Palesùiia e loro chiese parti del mondo conosciuto. Dipoi dopo
metropolitiche e vescovili; cos'i la Siria il Papa fu riconosciuto il patriarca di Co-
ebbe l'onorificenza di due patriarchi. Per- stantinopoli, e per ultimo quello di Ge-
ciò ubbidivano al patriarca diGerusalem- rusalemme. Dell'origine del patriarcato
me i metropoliti di Cesarea, Nazareth, d'Antiochia ragionai anche a Gekarchia
Petra e Bostra, colle loro sedi vescovili; ECCLESIASTICA. Si conoscono dueconcilii
e nella città olire il patriarca sire vi fer- sotto il nome diSiria. Quel lo del53 Scontro
marono la loro residenza i vescovi di Gior- gli origenisti; quello deli 1 1 5 detto pure

gia de'GiacobiliSiri, d<i'IìJ a reniti- Siri, di Palestina per la deposizione d'Arnoldo


degli Armeni, de' Copti o Etiopi, ed in patriarca di Gerusalemme, che neli 16 i

seguito quelli pure d'altri riti e nazioni, Papa Pasquale II restituì alla sua sede.
come il patriarca latino e suoi suffraga- Ne primi 4 secoli della Chiesa contene-
nei. Al patriarca di Antiochia ubbidiva- va questa chiesa siriaca tulli i popoli la

no 6 vaste Provincie, Cilicìa, Fenicia, Si- di cui lingua volgare era od il il siriaco
na, Mesopolamia,Arahia eCipro, le (juali sito caldeo; questa lingua era parlata non
furono divise ini 2: Cilicia maggiore, e solamente nellaPaleslina e nellaSiria pro-
Cilicia minore o Isauria; Fenicia me- priamente detta, ma anche iu una parte
diterranea, e Fenicia marittima; Siria dell' Armenia e nella Mesopotamia. Al-
in Tetrapoli, Salutare, e Eufratensej Me- l'articolo Li?fGUA parlai ancora della lin-
sopotamia maggiore, e Mesopotamia mi- gua siriaca, e della lingua parlata da Ge-
nore o Osroena; Arabia AeiQv\.a,e Arabia sìi Cristo e dagli apostoli, riportando le
Petrea; Cipro. E tutte queste e le altre opinioni sul siro caldeo o ebraico, e quan-
Provincie soprannominate, con tulli quei to si opina sul grecismo, e loro alfabeti.
metropoliti e sufifraganei sono riportali ai Va notato, che i siri antepongono la vo-
loro articoli. Inoltre Antiochia fu residen- ce Mar, a'nomi degli apostoli e degli e-
za de' patiiarchi Siro, Latino, Greco e chiamano loro
vangelisti, poiché gli arabi i

Maronita, co'loro sulTraganei nelle loro Dominus, cotne os-


santi 71/ar, invece di
sedi; mentre il patriarca d'Antiochia dei servò l'Assemanni, Acta Martyrum occi-
Siri Giacobiti dimorava iu Eclessa. Il pa- dent. p. 4 12' Durante suddetti primi i

triarcato Antiocheno propriamente in Si- 4 secoli del cristianesimo, la fede si è con-


ria, ebbe dipendenti oltre le sedi arcive- servala in Siria nella maggior purezza ,

scovili onorarie e le vescovili sudraganee perchè le prime eresie non vi gettarono


della 1.' provincia di Siria, i metropoliti profonde radici, e l'arianesimo vi cagio-
SIR SIR iS
nò ben pocliidisoicrmi, cioè quelli che rac- gliodi chiamarsi Caldei e orientali, piut-
conterò riportando la serie tie'palriarclii toslochè nestoriani. Il Terzi nella Siria
siri d'Antiochia. Ma nel V secolo, allor- sacra parla della nazione m^tro/aV^j-della
ché Neslorio venne condannalo dal con- nazione sira e suoi errori , dicendo che
cilio d'Efeso, i Ncstoriani banditi dal pa- i sii i hanno in comune gli errori de'Gre-
triarcato di Costantinopoli si ritirarono c/j della nazione j'ezedeim, che sebbene
«ella Mesopotatnia e nellaCaldea, ivi spar- il vocabolo equivale a discepolo di Ge-
sero i loro errori e strapparono così dal sù Cristo, elo confessano figlio di Dio e
grembo una pai te dei
della chiesa siriaca nalo da una vergine, sono privi del bat-
popoli che professavano puramente la fe- tesimo e d'ogni altro sagramento, pro-
de del vangelo. Suf finire del medesimo fessano l'errore degli origenisti che le pene
secolo e in principio del VI gli Euticliìa- non sono eterne, e che il de-
ilell'inferno
ni proscritti dal concilio di Calcedouia e monio ritornerà in grazia,ondespesso l'in-
dalle leggi degl'imperatoriebberoungran vocano in aiuto; della nazione nesloria'
Diunero di seguaci nella Siria, o nel pa- «a, dei cui patriarchi ragionai meglio n
triarcato d'Antiochia chiamalo pure la Seleucia, e denominato anche Cattolico
Diocesi dorìenle, perchè greci di Co- i come titolo d'equivalente dignità; della
slniitinopoli erano più all'occidente. Ma nazione giacobila e loro errori ; e della

dall'altra parte nestoriani della Caldea


i nazione de'drusi e loro errori, quali tras- i

e della Mesopolamiu chiamaronsi gli O- sero il nome e origine da un capitano sotto


rieiitaU,t(\ siri d'Antiochia furono det-
\ la cui insegna loro progenitori passarono
i

ti gli Occulentali. Così la chiesa siriaca dall'Europa nell'Asia col pio Goffredo
trovossi divisa in 3 parti, come dichia- di Buglione. In Palestina furono presi-
rai meglio negli articoli che vado a indi- diari d'alcune città di frontiera, ove dal
cai e. Gli ortodossi o cattolici vennero dai lungo soggiorno contrassero matrimoni
loro avversari chiamati Melchi li ow ero con donne nazionali e si propagarono in
realisti, perchè seguivano la medesima gran numero, finché perdendo franchi i

credenza degl'imperatori, ed in seguito o latini il dominio del regno di Gerusa-


presero anche il nome di Maroniti, cioè lemme e de'circostanli principali, e re-
quella porzione così chiamata da'monaci standovi i drusi, si ritirarono alle falde
omonimi che riconoscono per fondatore del Monte Libano (al quale articolo già
il celebre s. Marone. I greci raelchiti for- ne tenni proposito, così de'meluati o me-
marono 3 patriarcati, in Antiochia, in Ge- tualiti). Ma siccome non v'ha nemico più
rusalemme, in Alessandria, e di tulli 3 polente del commercio co'viziosi, nascen-
trattai a MELCuiTt. I maroniti dimorano do per ordinario dal contatto il contagio,
nel Monte Libano, ed è la più numerosa così la mistura di questi co'saraceni, non
delle nazioni orientali cattoliche, e quel- meno che la libertà del vivere, trasportò
la che più delle altre nel rito si avvici- i drusi a notabilissimi errori. Credono i

na al latino. Gli eutichiani chiamaronsi punti principali de'noslri articoli, la na-


Giacobili, dal nome del jnouaco siriaco scita, la morte Reden-
e risurrezione del
Giacomo BaradeooZanzale, che percorse tore; e che i giudei e maomettani sieno
i

la Siria e la Mesopotamia nello slesso se- in istato di dannazione; ma non hanno


colo, collo scopo di liunire in una sola né tempio, né altare, né sagrifizio; tutta
chiesa i Monofistti; \ quali giacobili ri- la loro fiducia si riduce nella provviden-
conoscono,(lopoil Patriarca y[ìev loro di- za e misericordia di Dio, non osservano
gnitario il Mafriano
un Primate, ossia digiuni, né fesle, e neppure tutti pre- i

al quale fu assegnata la chiesa di Mos- cetti del decalogo. Già ad Antiochia non
sul. partigiani di >'eslorio amarono me-
I solo tratteggiai i punti prìncipalidella sto
i6 SIR SIR
lia della chiesa d'Antiochia, ma in breve lo conosce che ÌMacario, il quale come
si

descrissi i paliiarcali (Ie*inaroiiiti,de'gre- il predecessore Macedonio era stato in-


co-melchili,e con piìidetlaj^lioa'loiu ap- nalzalo alla sede d'Antiochia e ordinalo
positi e'cilali articoli, non die il patriar- in Costantinopoli senza il consenso del cle-

cato de' siri. Desolata questa chiesa da- ro e del popolo, qu.'de ostinalo difensore
gli scismi e dall'eresie, che inseguito nar- del moMolelismo fu pure condannalo nel
rerò, ed anche de Sa'eriani e Monolelili, concilio diCostantinopoli del 68o.La sede
tanti errori sempre più la degradarono. d'Antiochia deserta di pastore fino al 687
Nel VII secolo maomettani s'impadro-
i per l'invasione e dominio de'saraceni,il

nirono della Siria e de'paesi circonvicini, quantunqueavessesempreun vescovo no-


e vennero sempre favoriti nelle loro con- minato ma senza residenza, fu vacante di
quiste ta Dio da'nestoria ni, quanto da'gia- elezione per 4o anni prima dell' impero
cobiti. Questi fanatici eretici preferirono di Costantino I V Copronimo del 74 '
, 'Q
il giogo debarbari al dominio degl'im- cui Ilezaii calido d'Antiochia permise fi-

peratori greci di Costantinopoli, nella spe- nalmente a' cristiani di eleggersi un ve-
ranza di acquistare la superiorità sugli or- scovo, che continuarono a nominare sino
todossi, e non trascurarono nulla per ren- al secolo XI. Sebbene i maomettani ab-
dere questi ultimi sospetti a'Ioro novelli biano sempre ne'paesi conquistati sparsa
padroni, credendo di avere ad essere me- l'ignoranza e la barbarie per mezzo del-
glio trattati. Questa triste condizione del l'oppressione, pure non poterono solfo-
patriarcato d'Antiochia commosse viva- care fra'cristiani siri Io studio delle let-
mente il Papa s. Martino I, il quale con- tere e delle scienze. Osserva l'Assemanni,
siderando quanto era vi penetrata l'eresia Bibl.Orieiìt. t. 3,p.5,che in lutti i tempi vi

de'monoteliti, onde nello spazio d'8o anni furono degli scrittori checomposero molle
non eravi stato vescovo d'Antiochia che opere nella loro lingua, tanto fra gli or-
avesse ricevuto il concilio di Calcedonia, todossi,quanto fra gli eretici. Le scuole
e che i vescovi d'Egitto, che non erano diEdessa, di Nisibi, di Amida tenute dai
veri giacobiti o monoflsiti, ma solamente nesloriani, hanno sussistito fino al secolo
monoteliti, erano costretti a farsi ordina- XI. Dipoi i turchi tutto distrussero: sol-
re da'vescovi della Siria marittima della tanto i monaci conservarono qualche let-
diocesi d'Antiochia, nel 649 raccolse in teratura, e fu la religione che conservò
Roma il celebre concilio di Laterano. In questa fioca luce, la quale senza dubbio

esso il zelante Papa condannò i monote- polrebbedi venta re splendidissima. Quan-


liti, per cui adirato Costante II impera- do Antiochia ne! secolo XI fu presa dai
tore ne fece riprovevole vendetta, e s. IMar- crociali latini, togliendola al giogo de'sa-
lino I ne fu la vittima. Non essendovi al- Giovanni IV allora patriarca della
raceni,
lora alcun patriarca di Gerusalemme, il medesima, non potendo accostumarsi ai
Papa nominò Giovanni metropolita di Fi- riti latini , si ritirò in Costantinopoli, e
ladelfia in Arabia visitatore in suo nome lasciò ad essi la cura di provvedere quella
di tutte le chiese d'oriente, con ogoi po- chiesa con un nuovo patriarca, conie fe-
tere e autorità, alfinchè stabilisse vesco- cero di fatto: quanto alla successione di
vi e sacerdoti tanto in Gerusalemme che Giovanni IV, ossia de' patriarchi di rito
in Antiochia, alti ad opporsi
all'errore ed siriaco, la riporterò per ultimo ondegiun-
a ristabilire la sana dottrina, raccoman- gere a'nostri giorni. I crociati assediaro-
dandolo peiciò a due vescovi della pro- no Antiochia nel 097, e Boemondo pro-
1

vincia d'Arabia, pregandoli a sostenere de normanno de'principi di Sicilia e prin-


il suo inviato con soccorsi e consigli. S'i- cipe diTaranto l'investi a'2 ottobre. Que- I

guoia l'esito delia legazione poalilicia, so- sto assedio fu lungo csauguiuoso, ma li-
SI R SIR 17
nalatente i ciisliaiii, per l'assidua colili- ci non ammellono ilsuo patriarcato), a
nuazionc tie' loro travagli, o come altri cui successero nel 1 i36 Rodolfo della 1

vogliono per una segreta intelligenza, la diocesidiLeManschefudeposto,nel i^i 1

presero a'28 giugno io<)8, ed avcnilo ivi Almerico di Limuges die ricevè alla lede
st.d)ilila la sede d'un principato, ne die- call(jlica una inolliludine di maroniti, nel
tlcio il promesso titolo allo stesso Ijoe- 1 1S8 Rodolfo II, nel 120 I s'intruse il «re-
inondo I the sposò a Cliarlres neh loG CO l*ielrol,nel 1 208 Pietro 11 acni mandò
Costanza di Francia figlia del re Filip- il pallio Papa Innocenzo III, nel 1 2 19 il

pò I e di Berla d' Olanda egli ebbe a : cardinal Raniero, che secondo il p. Le


successori i seguenti principi d'Antiochia. Quicn morì nel 226; quindi si trova nel
i

JNcli I I iBoernondolIjUel I iSoCostanzo, 122G stesso Alberto già vescovo ili Bre-
lich i3y Raioiondo, neh i4o '^oeuiondo scia, neh 240 li. Elia domenicano: fr.Cri-

111, sotto il quale e nel 200 fu rumilo a


1 stiano duuienicano era patriarca (piando
questo ilprincipalo purlalinodi Tripolij neh2G8 maomettani
i [)resa Antiochia,
nel 120 iBoemoudolV,neh 23;TBoen)on- avanli l'altare e vestito delle sagre vesti
tloV,nel I 253 Boemonclo \ I.alcui tempo l'uccisero con alti 4 religiosi del suo or-
i

attaccata da'saraceni lu Antiochia presa dine. Non pertanto il Papa per aver cu-
a' 29 maggio 12G8 da Bibar soldauo di ra de'callolici di Siria di rito latino, no-
Babilonia o d'Egilto, e siiccheggiata. Nel minò patriarca neh 268 Opizio o Ollo-
12748'' successe Boemondo VII, il quale Bono Ficschi, che intervenne al concilio
nel 289 perde ancora Tripoli, [ireso dal
I diLioneII deh 274,e poi nel 1 288 lu fallo

soldauo Kclaun. Morto il patriarca Gio- amministratore diGif/jowrt sua patria. Do-
vanui in Costantinopoli, gli abitanti d'An- pò Opizio non si trovano altri patriarchi
tiochia gli sostituirono un successore di fino a Isnardo Tacconi di l^avia, fatto nel
loro rito, che sempre proseguirono a no- 1 3o8 da Clemente V arcivescovo di Te-
minare, fino all' espulsione de' latini dal- be, vicario di Roma, e neh 3 patriarca i 1

la citt^. Di questo il p. LeQuien, Oriens e amministratore di Pavia; ma (Giovanni


r/u/if., ne tratta nel l. 3, p. 785, ed a p. XXII neh 3 19 lo privò di dette dignilìi
1 i ìij riporta la serie de'patriarchi antio- e restituì il titolo di Tebe. Clemente VI
cheni latini, descrivendo il patriarcato, a nel 134.2 fece patriarca Geraldo Odone
cui furono attribuite per suliraganee le o Ottone generale de'minori, spedito da
chiese di Laodicea, Gabella, Aiilara- Benedetto XII in Ungheria, ed ammini-
da, l^ipoli, BiblOj Stleuciaj e le me- stratore di Catania. Nel riportare poi col
tropolitane di Tarso, Edessa, Jpamca, Terzi la serie de'palri;Érchi successori di
GerapoU , Corico, Maniislra, IVicosia, s. Pietro, ripailerò meglio di alcuni dei
aventi suffraganei : inoltre furono sulfra- nominali, ed altri ancora ne aggiungerò.
ganci del patriarcato latino d' Antiochia Nota il p. Le Quieti che i successori an-
i vescovati di Abia, Alcppo, Costanza, cora portarono il semplice titolo ìVj^ìJ/'-
Diocesarea, Orlosia. Boeinondo 1 dopo tibiis d'Antiochia di rito latino, e di molti
esseisi composto con l'imperatore greco parlai a'Ioro luoghi. Qui mi limiterò a
A lessici Comneno, neh 1 1 o circa ottenne registrare cjuelli che leggo nelle Notizie
da Pa|)a Pasquale per ."patriarca la- 1 1 i di Ixonia. GibertoBorromeo milanese da
lino Bernardo di Valenza di Francia (a Clemente XI (non X come è stampalo
Siena co' palrii storici notai che Saliiu- nel voi. LXI,p. 3 j)consagrato patriarca
1

bene sanese, trovandosi all'espugnazione d'Antiochia e vescovo di Noi'ara (come


d'Antiochia co'sanesi crociali, ne fu fitto rilevai anco a pAiRiAncA tra gli esempi
patriarca per avere pel 1. "salilo le sue niu- che riportai Ac[>iìli\i\ìc\ì\inpartibus,che
ìu; uiu il Pccci conlcasa che diversi stori- a un tempo lurouo vescovi di yiurisdi-
s

i8 SIR SIR
zione) nel i'7i4) e crealo cardinale nel arcivescovili e vescovili dell' antico pa-

1717. Restalo vacante il titolo sino al triarcato, come vado dicendo a'ioro luo-
1724, Benedetto XI 11 a*20 dicembre vi ghi. Il p. Le Quien, Oriens cfirislianus,
Iraslatòda Sorrento Filippo Anastasi na- nel t. 2, p. 23g e seg. descrive didusa-
poletano. Nel 1735 Clemente XII elesse nienle il vastissimo e illustre patriarca-
Gioacchino Por^oc^rrero di Madrid, nel to d'Antiochia di rito siriaco, colla serie
I 743 cardinale. Avendo Antonio Maria de'patriarchi, la quale è pure narrata dal
Pallavicini di Cremona ricusato il car- Terzi, Siria sacra p. ^2 e seg. e di cui
dinalato,BenedettoXIV nel 743 lo creò 1 mi gioverò, essendo indispensabile di ri-
patriarca d'Antiochia, e in morte gli e- portare almeno in breve successori di i

resse un deposito che descrissi nella bio- s. Pietro nella sede Antiochena, ancor-

grafia. Nel I
7 5 1 gli surrogò Lodovico Ca- ché molti ne furono indegni. Per unità
Uni di Brescia, già vescovo di Crema, e di argomento reputo meglio qui ripro-
poi Conimendntoreàì s. Spirito e nel 766 i durre la serie de'patriarchi siri, e quelli
cardinale. A'22 dicembre Clemente XIII che distinguerò in carattere corsivo, co-
vi trasferì dall'arcivescovato pure in par- me tutti gli articoli che così distinguo, gli
libiis di Nicomedia, Domenico Giordani hanno in questo mio Dizionario.
della diocesi di Manfredonia, Pio VI nel Dopo avere il galileo s. Pielro prin-
i78itraslalò dall'arcivescovato in par- cipe degli apostoli e primo Pontefice del-
tihns di Tarso, Carlo Camuzio di Tol- la chiesa universale fondala la sede di
mezzo diocesi d'Udine: nel 1788 vi no- Antiochia, circa l'anno E- 3q di nostra
minò Giulio Maria della iS"o«;rtr§//<^diPia- ra, dopo 7 anni, come dissi, per traspor-
cenza , ed avendolo fatto cardinale nel tare la Sede nposlolica in Roma, ordi-

1795, gli sostituì ai 22 settembre Gio. nò successore nel vesco^wto d'Antiochia


Francesco Guido di Bagno de'Talenti di il creduto suo cittadino s. Evodio, come

Mantova, già arcivescovodi Mira in par- suo discepolo e per l'eminenti virtù che
tihns. Inoltre Pio VI essendo nella cer- rifulgevano in lui:si celebra vergine e
tosa di Firenze, a' i3 gennaio 1799 di- martire nel ji, dopo aver governato 25
chiarò patria rea d'Antiochia A ntonioDe*- anni. Gli successe s. Ignazio, ancor egli
pnìg-y-Damelo Palma, poscia nel 8o3
di 1 discepolo di s. Pielro e dicesi da lui or-
creatocarditialeda Pio VII. Rimasto va- dinato: Niceforo crede che sia quel fan-
cante il titolo, quel Papa nel 1 822 locon- ciullo che Gesù Cristo prese tra'suoi di-
Lorenzo
ferì a Mallei romano, che nel scepoli, per esaltar la virtù della sempli-
i833 Gregorio XVI elevò al cardinala- cità ; fu anche discepolo di s. Gio. Evan-
to. Indi questo Papa preconizzò patriar- gelista. In odio della fede fu condotto le-

chi d'Antiochia in parlibus Antonio Lui- gato in Roma, e dilaniato dalle fiere nel
gi Piatti romano a' 2 oltobrei837, già Colos'^eo nel 107, ovvero nel i io, altri
arcivescovo di Trebisonda in parlibus ritardano il martirio ali 16, nella perse-
e nel concistoro de' 24 novembre i845 cuzione di Traiano. Scrisse diverse epi-
mg.' Gio. Nicolò de'marchesi Tanara di stole riguardanti il cullo divino e la di-

Bologna, promosso dall'arcivescovato di sciplina ecclesiastica, e trattò divinamen-


Urbino, morto di recente a Nizza il 4 di- te: De Convenlibus ecclesiastici sj Densa
cembre 853. Non solo Papi conferisco-
1 i divinoruni Sacranienlorumj De ss. Eu-
no il titolo patriarcale in varlibiis d'An- charisliaj De Or din ib us ecclesiaslicisj De
tiochia, Anliochen , ma eziandio i titoli Hierarchiae ecclesiaslicaejDesacris vir-
vescovili e pure in parlibus sotto il me- ginibusjDe jfjuniis, ec. Afferma s. Gi-
i\ei>\vao^Q[\Q^ono:Alniira^DevaseoDerbe, rolamo, ch'egli del Redentore così scris-

Epifania, Cabala, Rosaj olire gli alui se: Ego vero post resurreclionem in car-
SIR SIR 19
ne cum vidi, et credo quia sii. Discepo- da'decreti conciliari de' vescovi appellò a
lo degno e successore tu s. Eroiie, vene- Cesare allora Aureliano, che negò ascol-
rabile per pietà e mansuetudine, e ne re- larlo. Gli fu surrogato Domno I che mo-
be testimonianza col sangue sparso per la rì nel 273 ; Timone vivea nel 2 83; s. Ci-
lede l'annoi 3i. Nellostesso anno gli suc- rillo di Santo
patria antiocheno detto il

cesse Cornelio, e governò la chiesa An- dal candore de'coslumi, è annoverato nel
tiochena con opere ed esempi di rara vir- martirologio romano tra 'confessori, ben-
tù sino ali 68. Fu promosso indi a que- ché Mombritio asserisca che morì per la

sta cattedra s. Teojfìlo enumerato tra'di- fede in carcere negli ultimi del IH seco-
scepoli di s. Pietro, e la rese illustre col- lo. Tiranno resse la chiesa i 3 anni e mo-
l'indefessa applicazione, confutando l'e- rì nel 3 I 2; Vitale intervenne a due con-
resie di Marcione e di Ermogene, co'Ioro cini, uno celebrato in Ancira, l'altro in
MarcionilieóErniogeniani:sciìs,ie più vo- Neocesarea nel 3i4, ristorò molte chie-
lumi a difesa della verità cattolica e man- se di sue Provincie, e in meno di due anni
cò di vita nel 82. Indi Massi mi no che
i vis- mancò di vita, avendo a suo tempo l'im-
se sino al 191; poi s. Serapione dottissi- peratore Costantino 1 dato pace alla Chie-
siino, morto pieno di meriti e di virtù nel sa, ed accordato al cristianesimo il libe-
2 I 3; nel giorno stesso del transito del pre- ro esercizio del cullo. Eletto per consen-
decessore venne eletto s, Asclepiade, che so di tutto il clero s. Fitogonio, rintuz-
ili martirizzato nel 219; Fileto morì nel zò l'orgoglio di Ario e suoi seguaci, te-
2 3o ; Zebino ne! 24' ^- Cabila in tale 5 nendoli gelosamente lontani dalsuogreg-
anno fu eletto con generale plauso per ge, e volò al cielo nel 3 1
9. Paolino di E-
la sua singolare pietà, esiliato nella per- dessa morì nel 324; o''
successe s. Eti-
secuzione di Decio, e ristretto in oscuro stazio per l'eccellenza di sue virtùcogno-
e penoso carcere, morì martire di fame mìnato il Grande, già vescovo di IJer-
ed'angustienel 253,contemporaneamen- rea o A leppo, eresse molti templi, visitò
te a'ss. Urbano, Priliano e Jipolonio fan- personalmente le chiese di sue provincie,
ciulli d'Antiochia, svenati per la profes- scrisse più volle in difesa della religione
sione cristiana. Fabio d' A|)amea disce- cattolica; da Costanzo imperatore fu per
polo di s. Asclepiade governò Antiochia insidie degli ereticifòi.ycZ'/rt/j; confinato in
sino al 255; s. Demetrio o Demetriano Traianopoli, ove perì fra mille patimenti
di rara eloquenza e pietà, vero |)adre dei nel 340. Eulalio fu eletto nell'assenza di
poveri, zelantissimo dell'onoredi Dio,con- Eustazio, ma morendo dopo pochi mesi,
tlannò nel concilio provinciale d' Antio- il clero Eusebio di Cesarea, il
gli sostituì
."
chia Novaziaiio antipapa e autore del i quale però virtuosamente ricusò di lascia-
scisma della chiesa romana, e per la per- re senza necessità la sua chiesa sebbene
secuzione di ValerianoeGullieno fu mar- meno illustre, e vi fu assunto Eufianio, il

tire nel 263. Paolo di Somosata di costu- quale in meno due anni morì. In suo
di
mi e dottrina perverso,caposelta (\q' Pan- luogo, e già morto s. Eustazio, successe
lianisli, occupò subito la cattedra Antio- Placentio prete di Cesarea che visse nel
chena; dopo 7 anni vi piantò la sua ere- 340 quando l'eresia degli Ariani avve-
sia, onde fu condannato da Papa s. Fe- lenò gran tratto d'oriente. Essendo mor-
lice I, ed anche dal concilio nazionale di to Costantino I, i suoi figli essendosi di-
Antiochia del272 ne'suoi errori sulla fede viso l'inqìero, toccò a Costanzo l'Asia, l'O-
come eresiarca, deposto e spogliato della riente e l'Egitto, Provincie le più infette
sede; fu confulatoacerrimanienteda Mel- dal veleno d' Ai io, ed egli degenerando
chiorre prete d'Antiochia, celebre scritto- dalla pietà del [)adre,come proclive a quel-
."
re ecctcìiia&lico; ma l'miquu Paulo pel i la peruiciusa scila, non lasciò di sostenerla
20 SIR SIR
con aidoif.l'.ipn s.GiiiIioI aveiitloavocato stalo deposto, confinato nella Tracia , e
a se la causa (li s. ^'Itamisio d' Alessandri,!, sostituito E vozio ariano d'Alessandria nel
ituk'tjtiainenle depostoda d(ie conciliabo- 3()o, che però visse pochi mesi, onde nel
li, lo giudicò innocente e restituì alla sua 36 1 gli successe Doroteo, che professan-
chiesa, i pertinaci vescovi ariani die im- do gli errori degli ariani, in breve ne di-
maginavano tale risultato, vollero cele- venne capoparte e di nuovi errori anco-
l)iare in oriente altro conciliabolo, [)ro(ìt- ra, co'cjuali molto afflisse il suo gregge.
taiido della solenne deilica7,i(jiie del tem- Intanto s. IMelezioera ricorso a Lucife-
pio patriarcale d' Antiocliia, che piinci- ro vescovo di Cagliari e legato apostoli-
pialo da Cuslanlino 1 erasi terminalo da co, protestando eli abborrire l'aderenza
(Jostanzo, e con tale magnificenza che fu degli ariani; ma non restando Lucifero
detto Douiinicurn aureum; laonde in nu- persuaso e tenendo la sede per vacante
mero di 3o e tutti ariani, separatisi da vi promosse Paolino fornito d'eroiche vir-
60 cattolici, condannarono nel concilia- tù. Così con tre patriarchi divisa l'ubbi-

bolo d'Antiocliia s. Atanasio, e gli sosti- dienza, fu scisma nella chiesa d' Antio-
tuirono l'ambizioso e indegno Gregorio chia e durò quasi 5 anni. 1 Sc/ii-aria- 1

di Cappadocia. Tuttociò avvenne nel pa- ni, vedendo che 1' imperatore Gioviano
triarcato di Placenlio. Altro conciliabo- non li curava, ricorsero a s. Melezio tor-

lo fu tenuto in Antiochia nel 344, per nato dall'esilio, perchè nel 363 radunas-
aboliiedal Sitiiholo Niceno la parola co/i- se un concilio in Antiochia, e alle sue de-
stislanziale, ma i vescovi ariani non po- terminazioni promisero soggettarsi, e s,
terono ingannare i padri Ialini del con- Melezio gli esaudì. Lettosi in esso il sim-

cilio di iMdaiio. INel 34^ assunto a cpiesla bolo jNiceno, 2y vescovi ariani che l'a-
ca ttedraStefa no \i sparse immediata men- veano abborrilo l'accettarono concorde-
te gli errori cheavea appreso dalla scuo- mente. 11 Papa s. Z^rt/«r/50 /a vendo scritto
la d'Ario, ed aggiunta la perfidia alla pra- lettere a Paolino, in cui apriva i suoi so-
vità de'costumi tentava per forza ammor- ApoUinnrisla e prescri-
spetti su V itale
barne il suo ovile, (juando lu de[)oslo e vendogli quanto doveasi fare, furono ca-
inori nel 3 > j. Eudossio discepolo del mar* gione nell'oriente d'altri movimenti;
tireantiocheno s. Luciano, degenerò dal- poiché erano esse una tacita ma chiara
la santità del maestro, olìVendo incenso protesta, colla quale il Papa veniva a ri-
agl'idoli; indi aderì agli ariani, fra'quali conoscere per legittimo vescovo di An-
divenne il pessimo, occupò con inganno tiochia Paolino, a danno di s. IMelezio,
la sede d'Antiochia nel 356,e resosi a tulli di che si prese gran pena s. Dasilio zelan-
odioso, venne deposto dal sinodo di Se- tissimo dell'onore di s. IMelezio, e con al-

Icnciaj tultavolta ostinandosi ne'suoi er- tri vescovi orientali prese il consiglio di
rori, passò col favore di Costanzo a oc- spedire per la Roma Do-
terza volta in
cupare la chiesa di Costantinopoli ivibat- : roteo prete antiocheno. Papa ricevuta 11

tezzaudo l'imperatore Valente, lo fece la lettera degli orientali, tenne un sino-


giurare di propagar nell' impero l'aria- do in Roma vi condannò gli apollina-
,

nesimo. Nel 36o s. Mdezio dalla chiesa risli, e riguardo alla contesa di Paolino
di Sebaste passò a questa in conseguen- con s. Melezio, a quello die vinta la causa,
zadelconciliodi Seleuciae perciòcol con- senza però che rigettasse il 2. "dalla co-
senso pure degli ariani, uia per propu- munione cattolica. Di più avendo Gi-
s.

gnar la fede cattolica gravissimi furono i rolamo interpellato s.Damaso I, con qua-
disagi che sofìri di cai cere e d'esilio. Quan- le de' due litiganti partiti dovesse co-

do gli ariani assunsero alla sede Antio- municare, rispose il Papa che comuni-
chena s. Mclczio, lemeudusidi uullilà eia casse couPaoliuu. Progredendo uoudime*
SIR SIR 21

no Io scisma a diviileie la clilesa d'An- tVAnn<;fasiopreleanlioc1ienn,aii»nrc(1el-


tiochia, che per morte di Evozio e Do- l'eresia che hi 15. Vergine fb?se madre di

lolco capi degh ariani, reslava Ira' cai- Cristo, ma non di Dio, ed altre,the tutte
tolici Paohno e s. IMelezio, nel 3"" per furono co' iVc^/or/Vz/i/condannaleda Papa
troncarlo si celebrò nella città un sinodo, s.Celestino I e dal concilio generale d'E-
ovesolosiconvennechesi riconoscesscper feso solennemente, ove intervenne il pa-
legittimo |)atriarca quello che sopravvi- Iriarca Giovanni con numeroso seguito
vesse all'altro, ma tal progetto non (uap- di prelati, però con Neslono tenne un con-

pro\ato dal concilio di Costantinopoli. Di ciliabolo. Di questo si pent'i, e nel ^"07.

poi l^aolino volle traiisigeie con s. Mele- radunato un concilio provinciale in An-
zio e finiie lo scisma, con dividere il reg- liochia, vi condannò formalmente ÌNeslo-
giraento della chiesa , col patto che chi rio e i Nesloriani , approvando quanto

di loro sopravvivesse fosse il solo pasto- dal concilio d'Efeso erasi determinalo ;
redi tutto il gregge: s. Daniaso I appro- indi nel concilio del 43:T detestò e con-
vò convenzione nel sinodo del 3Ho, e
la dannò le opere perniciosissime di A'eslo-

limise alla perfetta comunione s. Mele- rio, e di Teodoro di IVIopsuesla e di Dio-


zio. Questi morì gloriosamente nel 38 r, doro di Tarso di lui fautori, e piene di
e Paolino nel 38q. Il virtuoso s. Flavia- bestemmie. A lui scrisse Papa s. Sisto III,
no prete antiocheno, nell'esilio di s. Me- e lo riconciliò con s. Cirillo d'Alessandria,
lezio, lu assunto dal clero grado pa- al Mortonel 44^ Giovanni, gli successe Don-
triarcale, ma non fu confermalo dal Papa: no Nepote che si palesò seguace degli er-
nel 3S4 celebrò in Anliochia un concilio rori di Nestorio, e siccome li professava
in cui condannò gli eretici iS'(7rcq/òr/, già in parte Iba vescovo d'Edessa, nel con-
anatem.'ilizzalidaquellodi Sida,eli chia- cilio provinciale d'Antiochia del 44-^ ^^
mò distruttori della divina legge. Flavia- obbligato Iba a fare la solenne professio-
no lodalo per zelo, prudenza e savie7za, ne di fede secondo il simbolo IS'iceno: Don-
feceammirare la sua carità pastoralealla no continuando ne'suoi errori, nel 4^'^
COI ledell'imperatore Teodosio I, in ma- fu spogliato della dignità dal sinodod'E-
niera the ottenne la grazia per gli abi- fesO. Massimo, quantunque eletto per o-

tanti d'Antiochia cheaveano infrante le pera e favore degli eretici Enlichinnì, fu


statue di quel principe all'occasione d'una contuttociò confermato dal Papa s. Leone
nuova imposizione. Questo santo dopo il la cui si umiliò, e morì nel 4^^- Basi-
4o2 fu ricevuto nella sua comunione da lio ascese a questa sede nel 456, il cui can-
Papa s. Innocenzo I, mori nel 4"4i ^ §'' dorè di vita servai di norma a tutti i ve-
successe Porfirio di fede e di costumi per- scovi d'oriente, e passò a miglior vita nel
Terso; ma dopo 4 anni colla sua morte .si 4^9- Acacio visse i-l mesi, indi Martirio
ristabilì la pace in questa chiesa. Alessan- che procurò con sommo studio di .slabi»
dioche ne divenne palriaica, come pa- lire nel clero la disciplina ecclesiastica, ma
store veramente apostolico, adoprò l'in- calunniato e pei turbato da Pietro Gnaf-
gegno e il valore per abolire le scissure feo detto Fullone dall' impiego di lavar
che da 70 anni l' affliggevano, terminò panni mentie era monaco degli ncemeti\
lo scisma e raori nel 4 Giovanni che • ' • dopo 2 anni si dimise proferendo con a-
1

gli successe, per la grande aderenza con marezza queste parole Clero immorige- .•

INestorio e suoi seguaci, si rese a lutti so- ro, popido rebelli, et Ecclesiae contami"
spello de'loro errori, da'quali poi si rav- nolae reunncio, <:eri'ata interini ì)iihi un-
vide. ÌVestorio avea occupata la sede di cerdoti^ di^nitule. Dopo due anni ad i-
Costantinopoli , donde era stalo espulso stanza dell'imperatore Leone 1 ripreseli
s. Gio. Crisostomo, e adottali gli errori governo della chiesa, e mentre con fer-
22 SIR SIR
Tore si nppltcnva alla riforma dei riti o Antiochia, condannati come Eiidchìnni,
^\e'ci)slum\,ne\^'J^i^^^ut^\.o[\\\'\m^)e\oZe e Fulloneanche come invasore della chic
noneerelico enlicliiano, questi che mol- sa Antiochena, ed eretico apollinarista, sa-
to favoriva il Frullone, rimosse Martirio belliano e teopaschita, e per le parole da
d.nlla sctle e con tlispotico eililto gli sur- lui aggiunte al Trisagio. Fullone mori
rogò il competitore : ritiratosi Martirio a nel486,ereutichiano l'alladiosenz'altro
\ita privala nella Cnppadocia, tranquil- titolo col favore de'suoi settari s'intruse
lamente mori nel 4*^4- Fiillone perfido, nella sede, turbò la pace de' cattolici , e
lano d'onori, religioso iniquo, ostinato nella sua vita fu come Fullone, moren-
seguace d'Eutiche, invase la cattedra di do nel 496- I vescovi delle provincia al-
Antiochia col patrocinio di Zenone quan- lora nominarono patriarca s. FlavianoII,
do era conte d'oriente, e vi comunicò il il quale con valore corrispondente alla
contagio del suocuorejindiesiliatodaLeo- sua gran virtù propugnò decreti del con- i

ne I,di notte fugg"i d'Antiochia, e sicco- cilio tli Calcedonia, rintuzzando i men-
me Follone brigava per ritornarvi, vi si titi litigi degli avversari, ed in questo a
opposePapa S.Simplicio, ma appena mor- lui si aggiunse Elia intrepido patriarca di
to l'imperatore Leone I vi si reslilu'i ad Gerusalemme. Ma rinvigorite le fazioni
esercitarvi la sua perfidia. Più volte pri- degli eulichiani e degli ariani, e aduna-
valo Fullone con sentenza della Sede s. tisi inconcilioi loro vescoviin Sidone verso
della dignità usurpa la,espuIso nuovamen- il 5i I , esiliarono s. Flaviano e poi Io re-
te nel 477>'' clero cattolico con clamori strinsero in ca rcere in Petra, ove per 5 anni
di gioia elesse patriarca s. Stefano , ma restò fia'disagi e morì. Severo di Sozo-
dopo 6 mesi1 e mentre celebiava fu cru- poli di Pisidia gli successe: da gentile, i-

delmente ucciso dagli eutichiani e il ca- dolatra e mago si fece cristiano, monaco
davere gettalo neirOronte. Nel medesi- ed eutichiano. India pattididovere aboli-
mo 479 Acacio di Costantinopoli gli die re dalla chiesa orientale il concilio di Cal-
per successoreStefano il Giovane^ seguen- cedonia, fu dall'empio imperatore Ana-
do il Papa s. Simplicio, e vis-
consiglio dì stasio 1 eletto patriarca verso il 5 16. Di-
se sino al482, In questo per 1' elezione venuto capo degli erelici Severiani,i\x tal-
del successore fu celebrato un concilio in mente infesto a' cattolici, che gareggia-
Antiochia,oveda*vescovi provinciali nella vano in lui l'iniquità e la fierezza. Que-
basilica patriarcale, e co'com uni suffragi sto mostro profanò la sede 6 anni e qua-
fu scelto Calendione di angelici costumi si un mese. Paolo II nel 52o gli successe

e d'eminente pietà, e fu decretata la tra- a lui simile in tutti gli errori e nella pra-
slazione del corpo di s, Eustazio patriarca vità de'costumijforse pe'rimorsi della pro-
da Filippi ov' era morto, e con solenne pria coscienza si dimise dopo 3 anni. Iiuli

pompa fu eseguita. Calendione seguendo Eufrasio prete santissimo della chiesa ge-
il costume de'catlolici suoi predecessori, rosolimitana, restò ucciso nel terribile ter-
mandò il vescovo Anastasio a prestare ub- remoto del 525. Dipoi s. Efrem o Eu-
bidienza al romano Pontefice. Confina- fiamio d'Amida conte d'oriente, di rara
to da Zenone in Oasi di Tracia per ope- pietà e dottrina, essendo stato preposto
ra d'Acacio, che poc'anzi avea ricevuto a riparare le rovine della città, per uni-
Fullone nella sua comunione, terminò di versale acclamazione de' vescovi e del clero
•viverenel484. Fullone ii'vase nuovamen- fu assunto alla dignità patriarcale. Scrisse
te la cattedra, ma Papa s. Felice II detto egregiamente contro Giacomo Siro, ca-
111scomunicò Acacie come autore del i.° po della setta de'giacobiti e contro gli er-
Scisma fra la chiesa greca e la latina, e rori di Severo: visse nella cattedra 18 anni
come fautoiedi Fullone falso vescovo di e morì nel 546. Subilo gli successe Don-
SIR SIR 23
nino che non fu punto degenere tla'suoi nobrardoi 2; poi vuole che la sode vacas-
cosluiiii, intervenne al concilio di Costan- se 22 anni, dopo i quali succedesse Ma-
tinopoli del 55 e morì nel 56 1. il ba-
1 cedonio eretico, e dopo 8 anni fosse eletto
silinno del monte Sinai s. Anastasio Si- in Costantinopoli nel 638 Giorgio ere-
natta (così fu chiamato anche Anasta-
s. tico monotelila, e che dopo 5 anni i ve-
sio il solitario) di rara austerità, mansue- scovi eleggessero Macario, il p. LeQuien
tudine e altre virtù,chc lo resero un pro- riportando un tratto di detti Annali, ri-

digio di quel secolo e chiaiìssimo sciitto- marca maggiori discrepanze. Teofane ba-
le ecclesiastico. Ala invidiando gli empi siliano di Sicilia fu eletto dal concilio di
la lianquillità di sua chiesa, lo calunnia- Costantinopoli del 680 e morì nel 686.
rono d'axerne dissipalo l'erario, e ripu- In quest'anno il clero d'Antiochia elesse in
gnato agli editti di Giustiniano I a favo- successore Costantino diacono della chie-
re degl'Incorruttibili, e perciò esiliato e sa siracu'.ana e rettore del patrimonio del-
solo dopo 23 anni reintegrato, morendo lachiesa romana in Sicilia, creduto un
nel 599 ciica. Gregorio, molto commen- compendio di virtù, mentre era di sensi
dato da Evagi io, resse la chiesa diu'ante e di costumi pessimi e contaminato da
tale e^ilio, e Baronio l'annovera fra i
il mille errori, onde fu biasimato Papa Co-
legittimi patriarchi, pel decreto d'un si- none per averlo ordinato, senza prima
nodo che ingiustamente per compiacere informarsi dilui dal clero romano giu-

l'imperatore depose s. Anastasio : morì sta il savio costume: i vescovi provinciali


oppresso da'dolori articolari nel 595. Nel e il patriarca di Costantinopoli ricorse-

5q9 fu eletto s. Anastasio II il Giovine ro a Giustiniano II, il quale da'suoi mi-


che fece la professione di lède in presen- nistri lo fece porre in carcere, ove mise-
za de'vescovi e mandò a I^ipa s. Grego- ramente morì. Gli fu surrogato Tommaso
rio 1 : promosse con tale zelo e ardore la secondo i citati Annali, o Alessandro li

religione cattolica, che per rabbia da'giu- come vuoleGenebrardo,che visse 6 anni 1

dei fu con piìi ferite ucciso, trascinato il e morì nel 702, aggiungendo che la sede
coipo per la città e gettato nell'Oronte vacò 40 snni altri scrivono che nel 699
:

nel 609; ma Bonoso conte d' oriente ven- la reggeva Aimerico. Secondo gli Anna-
."
dicò tanta enorme crudeltà, con orribile li, a Tommaso successe Giorgio nel 1 1 r

stragedi que'scellerati. Gregorio 11 visse anno di Chalifà Habdelraalech principe


sino al 637 quando la città (u presa e di- de'saraceni che regnava nell'Egitto e nel-
strutta da'saraceni. Anastasio 111 fu mac- la Siria nel 686. Visse Giorgio 24amii,
chiato degli errori de' giacchiti , e morì e 3o vacò la sede. Teofilato fu eletto nel
infelicemente nel 677. Macario capo dei 744 sotto il i."de'soldani Almanzor, ego-
Monoteliti appena assunto al patriarca- vernò 6 anni; Teodoro nel 701 e fu esi-
to negò l'ubbidienza al romano Ponte- liato da' saraceni ; si fece rappresentare
fice, indi temeraiiamenle opponendosi al nel 787 al concilio di INicea 1 1 da due ve-
concilio celebralo in Costantinopoli nel scovi provinciali, morì verso la fine del
G80, fu in pena del suo ardire spoglia- secolo, e vacò io anni la sede. Teodoro
to della dignità : si recò in Roma per ap- armeno fu eletto dal sinodo provinciale
pellare alla s. Sede, ma perseverando nel- dell' 81 I, sotto il soldano Basidio Aba-
la sua empia credenza, ivi morì proba- sade, e governò circa 1
7 anni. Giobbe nel-

bdmenteimpenilcnle nel 708. Qui la cro- r 829 regnando il soldano Almamone,


nologia de'palriaichi discorda cogli An- governò3 anni, seguili da 35di vacanza.
1

nali d'Eutirhio patriarca d'Alessandria, Nicolao creduto prete della chiesa dama-
il quale dice che s. Anastasio 11 governò scena, neir864 sotto il soldano Alvate-
6auui, mentre BaroDÌo scrivalo, e Ge- chio, e visse sino all' 887. Stefano eletto
24 S 1 R SIR
palriarcn nel spp;nente anno, governò po- pietà nella chiesa Antiociienn. si oppose
chi mesi. IS'eir S8() circa Taddeo, visse energicamente al patriarca di Gerusalem-
o.o anni e 3 vacò la sede. iNel 900. Simo- me clic gli usurpava alcune provincie, ed
ne detto Zarcaidf. e morì nel 91 3. Elia a tale elfelto inviò legati a Papa i'asqua-
nel 9 1 1) dollissimo, sedè 28 anni 4 va- e le 11, morendo nel i i dopo 3() anni di
3()

cò il patriarcato dopo la sna morte. Ma- governo. Rodolfo I occupò con artifizio
cario il visse circa il 960. Col suUVagio la sede, e col favore del popolo corrollo
di tulio il clero, per le sue rare virtù, gli da'suoi doni, contro il consenso dell'ar-
fu sostituito il discepolo s. Mario arme- cidiacono Lamlierlo, e di propria auto-
no , e Dio comprovò la sua santità con rità ricevè il pallio patriarcale dall'alta-
molti miracoli. Rivolto il suo animo alla re di s. Pietro; né qui terminando il suo
peregrinazione de'sanli luoghi di Pale- ardire, pretese contendere il Priinalocol
stina, spontaneamente cede la dignità a romano Pontefice, a cui negò del tutto
Eletiterio. In Gerusalemme patì vari di- la dovuta ubbidienza. Il clero altamen-
sagi dn'saraceni, molti deVpiali convertì te si condolse col Papa Innocenzo II , il

alla fede. Indi recandosi in pellegrinag- quale deputò legato apostolico il car-
vi

gio per l'Europa, visitò molti santuari e dinal Alberico vescovo d' Ostia. Giunto
sagri cimiteri de'marliri, restando inPian- questi in Antiochia, vi radunò neh 142
dra nel monastero di s.Bavone, ove morì un concilio di tulli i vescovi di Siria_, e
nel 1012. Eleuterio visse sino al 1028, citato Rodolfo I a comparirvi, recò in sua
quindi Teodosio nelio3o e col rpiale si difesa molte prove insussisteuli, che in-
termina la cronologia Alessandrina. Ea- debolite dal numero de'testimoni fiscali,

ronio coir auloiità di Teofane dice che ed esaminata ad istanza del clero la for-

nel 'jf\i col permesso d'Alvalid principe ma di elezione _,comune decreto


fu per
«legli arahi, fu assunto alla sede patriar- dichiarala nulla, e dopo 4 anni di governo
cale rinomato Stefano, che dopo due
il restò condannalo e deposto dalla digni-
anni ehhe a successore Teofilalo patrizio tà ; pena nel vicino
indi fu racchiuso in
d'Edessa assai loilato, e per aver appel- monastero di s. Simone Stilila, ove con
lalo dal doojinalorearabo all'imperato- segni almeno esteriori di penlimenlo mo-
re, fu confinato nel paese de'moabiti, o- li: Almerico di Limoges col suffragio di
ve sopravvisse 6 anni, dopo il quale dice tutto il clero fu promosso alla dignità pa-
Terzi che non si trovano altri patriar- triarcale. Era in quel tempo principe di
chi sino a'Iatini. II p. Le Quien nella più Antiochia Piaimondo parente di Golfre-

diftìisa e completa serie de'palriarchi di do, il quale avendo preleso d' arrogarsi
Antiochia, <lo[)o Elia II registra iseguenti. alcuni diritlie preminenze proprie del pa-
Teodorol li, Basii iol I, Pietro II I nel o53, i triarca, fu cagione di gravissimi disturbi
Teodosio 111, Emiliano delioySj Nice- trail clero e popolo antiocheno, anzi pas-

foro del 089, Giovanni IV in tempo del


1 sando a più detestabili eccessi imprigio-
quale fu espugnata Antiochia da' latini. nò Ainierico, e dopo alcuni mesi a istan-
Anche della precedente serie p.LcQuien il za di Baldovino III re di Gerusalemme,
riporta altri non conosciuti dal Terzi, ma fu rimesso in libertà e visse sino al 1 i 88
dalla brevità sono impedito d'entrare in circa. Indi Rodolfo II, a cui scrisse amo-
altre discussioni. Narra il Terzi, che sot- revolmente Papa Innocenzo III; le pre-
tralla Antiochia nel 1 098 e prima di Ge- giale doli del suo grand'animo lo resero
rusalemme dal giogo de' saraceni, il i.° caro a tulli i principi dell'oriente. Dopo
patriarca di rito latino che vi sedè regnau- la sua morte per le gare insorte (ra'prin-
tio i Ialini fu il riferito Rernardo, il qua- cipi dominanti, e per le controversie re-
le con sommo studio ristabilì il cullo e la ligiose sollevale fra'callolici egli scismati-
,

SIR s I p. •?. ì:

ci, lungo tempo la sede vacante. S'in-


restò soggiacque alle loro accanite persecuzio-

(iiiseTcodoio Balsaaione caitnhuio della ni e morì nel 2C)G, venendo da'maroniti


1

chiesa di Cosfanlinopoli, ed eletto dai ve- registrato nel catalogo de'ss. martiri. Gio-
scovi scismatici : per I' odio che nutriva vanni fiorì ncliSoG e scrisse più lettere
pe'Ialini, raccolse molli decreti apostolici al Papa, piene di ubbidienza e d'umiltà,
e conciliari, frammischiandovi iidlniti er- e chiuse in quiete i suoi giorni dopo 38
rori, e alcuni canoni denominati di suo anni di governo. Davide I essendo cattoli-
capriccio apostolici, che dalla Chiesa non cf) si contaminò per opera d'un eremita
furono mai ricevuti né approvali, e la- degli errori de'giacobiti, e fu rimosso dalla

sciò di se infelice memoria. Continuan- cattedra. Davide li di candida fede e or-


do la serie de'patriarchi Ialini col Terzi, nato di morali vii tu, spedì i suoi legati
confrontandola colla già riprodotta del p. nel 1438 al concilio di Firenze, dove il
LeQuien,si vedranno le varianti. Nel 1219 Papa Eugenio IV gli conferì il titolo e le
il cardinal Raniero, mì cui lode scrisse al insegnedi patriarca d'Antiochia. Nel i4Ì7
clero e popoloOuorio 11 I.Se il p. Le Quien Giacomo Pietro ricevè un breve da Papa
a questi prolungò la vita con probabile Nicolò V , e altro dal successore Calisto

durala, il Terzi gli die 20 anni di gover- in, ne'quali fu riconosciuto patriarca an-
no. Elia latino gli fu surrogato nel 243, i tiocheno. Pietro eletto nel 1 4G8 sottoscris-
e per suo fatale destino presa Antiocliia se la professione di fede che mandò alPapa
da Bandecar fiero soldano d'Egitto, non per Grifone prete, e morì nel 1492. Si-
più nitri latini o franchi salirono questa mone alla cui pietà raccomandòPapaLeo-
cattedra (mentre il p. Le Quien ci dà al- ne X con ispecial breve i cattolici disper-

cuni palriarchi,almenodi titolo,chiaraan- si per l'oriente, spedì un legato al con-


do con altro nome il patriarca che restò cilio di Laterano V, morendo nel 1323.
vittima neir eccidio)^ né la città risorse Il successore IMosc Accarense riportò dal
piii dall'antica figura. Un misero avanzo Papai soliti titoli e onori, e morì neh 565.
del clero e popolo fedele si ritirò tra'gio- IMichele visse fino al i58o. Giosefto pel
ghi inaccessibili delLibano,abitali dai ma- I ."introdusse nella chiesa orientale l'os-
leniti cattolici. Simone che in quel tem- servanza del Caleiiflario GregorianOj e
po con titolo di patriarca reggeva quella finì divivere nel i6o5. Giovanni cogno-
nazione, accolse amorevolmente la smar- minato il Santo per le virtù che in gra-
rita gregge scrisse : al Papa Alessandro do eroico in lui risplendevano, illustrò e
IV l'agguagliandolo di quella cristianità listorò l'afflitta chiesa orientale; fu caro
ossequiosa e ubbidiente alla s. Sede, e ne a'Pa[)i,ne riportò doni e onori, e morì
ottenne il titolo e dignità di patriarcad' An- neli633. Gioigio riuscì carissimo a Ur-
tiochia, e così i successori. Daniele gli suc- bano Vili, da cui ebbe olirei titoli edoni
cesse e visse circa il 28 Luca promos- i 1 . ragguardevoli, il pallio [)atriarcale col bre-
so appena a quella cattedra, cadde infe- ve Non aruit opinino, e morì neh 645.
liceniente negli errori de'monoteliti, e il Giovanni Bualio chiaro pel rigore della
popolo fedele che temeva contaminarsi di ilisciplina monastica, propagòa mezzo dei

quel male, procurò l'adunanza d'un si- suoi vescovi la religiotie cattolica in mol-
nodo di molti vescovi, presiedendolo Ili- te città d'oriente, e colmo di meriti pas-
nierico visitatore apostolico, ove a pieni sò di vita neh 660. Gioselfo Achele Ac-
voti Luca fu deposto. iN'eÌ i 290 gli venne curense subilo gli successe, conseguì dal
surrogaloCabriele.che con fortezza corri- Pape» gli onori e insegne patriarcali; scrisse
spondente al candore di sua fede, propu- in verso eroico De. Priinalii Ponlificis
gnò la religione cattolica, estirpando gli e governò ([uasi 3 anni. Neh 664 Gior-
abusi seminati da'nemici nel gregge; ma gio Betlleni peritissfmo nelle sagre sto-
VOL. LXVH.
5.6 S 1 R
rie, ricevè con breve tla Alessandro VII loscrisse gli alti : il Papa fece diversi de-
iconsneli onori, e governò 7 anni. Slefa creti per la riunione alla chiesa romana
nolùlensc dolio e perito nelle lingue, gin de'siri, maroniti, caldei, giacobili e altre
alunno del Collegio Iìlaroni(ad\T>^oma, sette d'oriente, ma nella più parie ebbe
fallo pai riarca nel G7 conseguì da Cle- 1 1 , poca durala. A Doroleo 1 successero Mi-
mente X il pallio e le preminenze di pa- chele III, Teodoro V, IMichele IV, Do-
triarca d'Antiochia; vivea a tempo del roleo Michele V, Doroteo 111, Gioac-
II,

Terzi, col qunle perciò termina la serie. chino IV del 564, Michele VI del 576,
I 1

Ma siccome egli la finì co'maroniti,ch'è Macario 11, Gioacchino V, IMichele \ li


uno de'4 patriarchi antiocheni, compre- del 582, Gioacchino VI, Gioacchino VII
I

so il litolare latino, gli altri essendo il gre- dell 5c)3, Doroleo IV del 1610, Atanasio
co-nielchile ed il siro, tutti cattolici at- III deìi6i8, Ignazio 111, Cirillo IV del
tualmente, e bramando io di dare la suc- 1628, Eutimio II, Eutii'.liio, Macario 111
cessione di quello de' siri, per quanto è del 643, Cirillo V, Neofito del 673, Ci-
I 1

possibile, riporterò i registrati dal p. Le rillo secando nel 686, Atanasio IV del 1

Quiendopo il suddetto Giovanni iV, che 1724, Cirillo lertio, Anastasio secando,
si trovò nel I oqS alla presa d'Antiochia Serafino, Cirillo VI cattolico del i 733 \i\

faltada'lalini,e non coiifacendosi co'Ioro comunione colla s. Sede, Silvestro scisma-


usi e riti, partì dalla città, si recò a Co- licoepatriarcad'Aiitiochia 1 62,°, col qua-
stantinopoli e di lui tratta Fausto Naironi letermina la serie il p. LeQuien. All'arti-
maronita, Dissertatio de origine, nomi- colo Seleucia, arcivescovato dipendente
ne, et religione maronitarnni. I seguenti dal patriarca d'Antiochia, e nel VI secolo
patriarchi quasi tutti greci lo furono nella CaltoUco ossia patriarca de'caldei, ripor-

più parte di titolo, per cui di loro, me- tai la loro SCI ie cronologica, fra 'quali no-
no alcuno, si hanno poche notizie, e de- tai que'patriarchi che professarono le ve-

gli altri appena nomi: fecero residen-


i rità cattoliche e resero ubbidienzaalPapa,
za in Aleppo o Cerrea, ed in altri luoghi. come fra gli altri nel i553 a Giulio HI
A Giovanni IV patriarca sirod'Aulio- di Simone o Giovanni Sulaka, e de'suc-
Teodosio 1 Vo Teofilo, indi
cliia successe cessori ortodossi, come Abdjesu o Servo
Giovanni V, poi Soterico eletto dal pa- di Gesù monaco di s. Antouiodottissimo,

triarca di Costantinopoli, di rea dottrina, che ottenne da Pio IV la conferma di pa-


per cui fu dannato nel sinodo deli 5. 1 i triarca massimo de'cristianidiMuzale nel-
Atanasio 11 benedì il matrimonio di E- la Siria orientale, la cui professione di i'iì-

manuelcComneno con IMa ria figlia di Rai- de fu letta nella sessione 22 del concilio
mondo conle d'Antiochia, neh 178 Si- di Trento, e da lui soltoscrilta a'7 marzo
meone li, Teodoro IV Balsamone nel i562, onde il Papa gli die il pallio e ri-
1 I 86,Gioacchlno l,nierotheooDoroleo, colmò di (Ioni. Di questi due prelati tratta
Simeone III, David, Eulimio 1, Teodosio ancora ilPiazza neW Euse\'ologio Romano
o Teodoro V il Piincipe, Arsenio, Ciril- Irat. ijCap. 3: De\'escovi di Soria
f Si-
lo 11, Dionisio I, Cirillo 111, Dionisio II, ria. Ivi parla de'due patriarchi di Siiia,
Sofronio, Giovanni VI,lMarco 1, Ignazio l'uno de'nesloriani orientali, l'altro de'ne-
lì, Pacomjo I, IMichele l,nel i 378lVIarco storiani, i quali diveise volte furono am-
II, l'acomio 11, Kicoue, Michele 11, Pa- messi alla comunione roniana; e che A-
comio HI, Gioacchino 111, Marco 111, Do- bdjesu tornato lieto in oriente consagrò
roteo I che intervenne al concilio di Fi- diversi aicivescovi, vescovi e preti cattoli-
renze celebrato nel 1 43c) da PapaEugenio ci. A Giacobiti parlai di diversi palriaichi

IV per l'unione della chiesa Greca alla chesi riunirono alias. Sede, come di Nehe
Ialina, a mezzo del suo vicario che ne sot- me a Gregorio XII J, portandosi in Roma
SIR SIR 27
ove fermò la sua dimora. Nnrra il Ter- ncqnistalo il sitoameno con casa, giar-
zi , che dopo la mela del secolo XVII il dino, (irlo e chiesa della Madonna della
patriarca de'siri che risiedeva in Aleppo Sanità posta in via Felice presso s. Ma-
chiamalo Eusebio, di rara pietà e peri- ria lAIaggiore tra'Monti Viminale e Qui-
zia uelle materie conciliari, per opera dei rinale, poco lungi duir antico Vico Pa-
leresiani scalzi si umiliò alla s. Sede, per trizio e sugli avanzi delle famose terme
cui Papa Innocenzo XI voleva dargli un Novaziane e Timoline. Questi locali da
coadiutore per agevolare la conversione pie persone erano stali donati aBcnfrU'
de'siri eterodossi; ma tolto di vita e suc- Celli pe'convalescenli del loro ospedale, e
cedendo in suo luogo altro patriarca male [lercio la chiesa prese il nome di s. Ma-
afletto a'cattolici, tolse alla chiesa il pro- ria della Sanità; supplendo a quanto man»
fillodi quelleanime. Poi fuelello patriar- cava per la cotnprit.i scudi i5oo il car-
ca Andrea che rese id^hidienza al Pa[)a, dinal Pamphil), vi riservò l'accesso al
ed a questi fu sostituito Pietro ossequio- giardino per sollievo e ricreazione degli
so della s. Sede. Già all'articolo Antio- alunni del Co//eg^/o £//irt/jo, ove sono am-
CHiA feci ricordo, che il patriarca de'siri messi anche i giovani siri. La chiesa al-
Pietro con altri prelati nazionali, nel de- lora prese il nome di s. Efrem siro,e vi
clinare del XYII secolo dall'eresia ven- s' incominciarono a celebrare dai siri con
nero all'unità della vera Chiesa, scriven- abiti e lingua siriaca,! sagri riti colla pro-
do alla Congregazione di propaganda fi- pria liturgia siriaca, e la festa del santo,
de, che rappresenta la s.Sede cogli orien- ornamento e splendore di sua nazione, ai
tali e altre nazioni. Questo patriarca si re- g febbraio Gi)^, trasferita dal i. "in cui
I se
cò in Roma nel i(3(jG, con altri vescovi ne fa con elogio nieniorìa nel martirolo-
paternamente da Innocenzo XII,
accolti gio romano, con l'intervento d'alcuni car-
insieme al di lui coadiutore
Isac. Abbia- dinali, e cosi dopoiSoo anni si vide in
nio dal citalo Piazza, che pubblicò l'o- Roma tal funzione, come esprimesi il con-
pera nel 698, che l'ultimo vescovo sire
I temporaneo Piazza. Siccome la congre-
a' suoi tempi venuto in Roma all'ubbi- gazione di propaganda nel 1748 volle a-
dienza del Papa, fu Atanasio Safar ve- lienare tali locali in favore de'niinori con-
scovo di Mardin, il quale col proprio de- ventuali, per foiinar vi il collegio delle loro
naro e con quello questualo nella Spagna missioni di Moldavia, di Costantinopoli
e donato alla congregazione di propagan- e d'Adrianopoli, onde religiosi chiama- i

da, espose a questa il suo desiderio e quel- rono la chiesa di s. Antonio pel quadro
lo de'vescovi cattolici di sua nazione, che che vi posero all'altare maggiore, così del-
fosse investito a favoie delle chiese della le comprile e vendile e delle località me-

medesima, afline d'avere in Roma come glio parlai nel voi. XXVI, p. 12G. La na-
le altre nazioni orientali un proprio ospi- zione sira, come ho narralo, si divise dal-
zio, con chiesa ove potessero esercitare le l'unità callolica circa alla metà del VI se-

sagre funzioni secondo il loro antichissi- colo, seguì gli errori de'giacobiti e de'ne-
mo rito siriaco approvalo dalla s. Sede. sloriani principalmente, ed ebbe due ean-
E che l'ospizio servisse non solamente per che tre patria reati conteinporaneijche pe-
abitazione de'vescovi siri che si recava- rò neh 700 si ridussero aduno. Nel Bull.
noaRoma autorizzali dallacongregazione Pont, de propaganda fide , t. 3, p. 338, si

di propaganda, ma ancora di altre per- legge l'eruditissima lettera apostolica di


sone di quella nazione e con quel lego- Benedetto XI V,////<2fwe5/<H/,de'25 mar-
lamenlo che fosse piaciuto alla congre- zo 175^: Syriacis et Anncnis in Lali-
gazione stabilire, la quale fece il tleoreto noruin Ecclesiis sacra pera genlihus prò-
per l'isliliuioue dcHOspizio. Pertanto fu priui/i riluin sirvari praecipilurj niis'
28 SIR SIR
sionaviis dtiiegalurfacultas lUspensancli in pati iarca, tornalo in Siria mosse guerra
eosdcrn syriacos etarmcnos super absd- a mg.r Giarve, che si rif(Jgiò nel
Resroano
ncntia a piscihus jcj'unii tempore: oinnes di MonleLibano. Trovato ivi sicuroasilo,
dvtiique graecos et orientales ritits con- fondò un monastero a cui die il titolo di s.
sen-andos esse decernitiirj tnoneiUurqiie M.'' Liberatrice, dello Sciarphe,\oàoihQ
missionarii, ut in orienlalibus converten- costituì per se e successori sede del patriar-
dis, eos ab crroribus, et schismate revo- cato antiocheno de'siri cattolici. Per prov-
cent, non a suis approbatis ritibus aver- vedere alla slabilità del monastero e dei
tant. NeììjSi il patriarcato antiocheno suoi beni, supplicò la s. Sede a riceverlo
(le'siri, per la morte di Giorgio 1 fierissi- 1 1 sotto la sua protezione; e Pio VI l'esaudì
nio nemico del nome latino, tornò a'cat- col breve Exposuit nobis, de'22 maggio
per opera di mgr Ignazio Michele
tolici I787, Bull, citato p. 20I. Avendo il pa-
Giarve vescovo allora di Aleppo. Questo triarca perduto suoi beni in patria, e
i

prelato era nato e involto negli errori dei per la fondazione del monastero si tro-
monofisili, prevenuto però dalla divina vò gravato di debiti, laonde spedì in Ro-
{grazia, e mosso dalle lettere che gli scrisse ma mg.' Saffar per implorare qualchesus-
la congregazione di piopaganday?^^, nel sidio: la congregazionedi propaganda non

1773 abbracciò la lede cattolica. La pro- solamente lo soccorse, ma per mezzo del
paganda assicuratasi della di lui sincera nunzio di Madrid ottenne dal redi Spa-
conversione, prima lo dichiarò ammini- gna un diploma onde potere questuare
stratore e poi vescovo della chiesa soria- in America. Ivi recatosi mg.r Saffar, rac-
na d'Aleppo. Passato a peggior vilailsud- colse più di 35,oooscudi,detrattelespese,
dettoereticoGiorgio 111, mg.'Giarvecon- e quindi l'investì a Roma in Luoghi di
sigliate da'suoi e autorizzato dalla con- Monte j i quali per le vicende narrale in
gregazione di propaganda corse a I\Iar- quell'articolo, si ridussero a 53go scudi,
din, occupò la sede patriarcale de'siri che coll'annuo frutto di scudi 227. Ultima-
vi era stabilita, richiamò alla vera reli- mente si dividevano tra il patriarca co-
gione e convertì 4 vescovi col clero e 5oo me arcivescovo di Gerusalemme, e il mo-

del popolo, tutti eretici giacobiti. Il ve- nastero Ragmil di s. Efrem fondalo da
scovo di Babilonia mg/Gio. Battista Me- mg.r Numetalla Rodsi arcivescovo siro
roiidot de Vouborn della Franca Contea, cattolico di Damasco, che nel 1739 pro-
ch'erasi trovato alla morte del patriarca, fessò la regola di s. Basilio. Era ufficio di
e avea impegnalo mg r Giarve a procu- que'monac'i l'istruire i fanciulli e i gio-
rarsi l'elezione al patriarcato, ciò che gli vani de' vicini villaggi. Soccorso dalla pro-
riuscì, volle il vescovo portarne egli stes- paganda, si dovea cambiare in semina-
so la consolante notizia a Pio Vi in Ro- rio, tanto più che la medesima sommi-
ma. Ivi il Papa nel concistoro de' 5 di- i nistrava ancora annui scudi 200 per l'è-
cembre 1783 ne confermò l'elezione, e ducazionedel clero cattolico. A mg. 'Giar-
gli conferì il pallio previa la sanazione da ve successe nel patriarcato a'20 dicem-
qualunque difetto. Nel t.4)P-235 del ci- bre 1802 mg. ^IgnazioMicheleDaher d'A-
tato Bullarinni, si riporta l'allocuzione leppo, che nel 1810 rinunziò riservando-
di Pio VI, Juciindiun nobis, per la pre- si la sede d' Aleppo. Mg.^ Dionisio Mi-
conizzazione del patriarca, e gli atti per chele Hadaja arcivescovo d' Aleppo a-
l'istanza e concessione del pallio. Il par- bdicò prima di ricevere l'istituzione ca-
tilo scismatico ne restò irritato, e l'ere- nonica. Fu eletto mg. ^ Ignazio Simeoni,
tico vescovo Matteo si portò in Costan- traslato dall'arcivescovato di Damasco,
tinopoli, ove ottenuti potenti firmani dal agii 8 mar£0i8i6da Pio VII, indi a ca-
gran signore acciò fosse lui riconosciuto gione di salute anch'eg li ri nunzio nel 181 8.
SIR SIR 29
Dipoi «idi 820 fu eletto l'aicivescovosiro diuvalo du'monaci ; per mensa avere le
tliGernsa lemme, mg.' Igiiaziol'ietioGiar- pie ollerte de' fedeli, perciò non tassato
ve di A leppo, nipote del patriarca di tal ne'libri della camera apostolica. Tulta-
nome, preconizzato patriarca antiocheno volla ha nel Monte Libano la rendita di
de'siri, e amministratore della chiesa arj, scudi 3oo,e nel lo stato ecclesiastico 3 censi
civescovile di Gerusalemme di rito sire, in sorte di circa 12,000 scudi. Il defunto
da Leone XII nel concistoro de'28 gen- patriarca, come arcivescovo di Gerusa-
naio 828. Nel Bull. Pont, de propagan-
1 lemme, a veaottenuto nel 18 i8da Ire dello
da fide t. 5, p. 28 e seg. vi è la lettera due Sicilie Ferdinando I l'uniiua pensio-
scritta nel 1 820 alla congregazione di pro- ne di scudi 200. Nel concistoro de' 7 a-
paganda da mg/" Giarve partecipandole prilei854 il regnante Pio IX preconizzò
l'elezione (come procede co'patiiarchi 0- patriarca di Antiochia de'siri mg.i' Igna-
lien tali lo dissi nel vol.XVI,p.i5o,XLl V, zioAntonio Samhiri di circa 5o anni, tras-
p. i53), e colla professione di fede catto- lata ndolo dalla chiesa di Mardin, e gli con-
lica ;
quella de' vescovi elettori che do- cesscfil pallio. Xella proposizione conci-
mandarono alla medesima la conferma e stori *e si legge r elogio del nuovo pa-
il pallio; il decreto della congregazione triarca perla sua pietà, zelo e soavità, on-
sottoscritto dal prefetto cardinal Mauro de riconciliò alla Chiesa molli eterodossie
Cappellari nel 1827, di approvazione e giacobiti. Che avea fatta la professione di
ratificato da Leone XII; l'istanza pel ri- fededa Urbano VI II prescritta agli orien-
cevimento del pallio, la preconizzazione e teli, nelle mani di mg.^' Benedetto Pian-

concessione del Papa eseguita con allocu- chet gesuita, arcivescovo in parùbus di
zione; il ringraziamento del patriarca per Traianopoli, e delegato apostolico della
avere ricevuto il palliodallo stesso Leone Mesopotamia. Che il Papa avea stabili-
XII, a tale elfelto essendosi portatoin Ro- to che la sede patriarcale si trasferisse in
ma. Ivi rimase diversi anni, intervenne quella regione e nella città di Mardin.
alle cappelle pontifìcie fra' vescovi e pa- Chela chiesa patriarcale siro-cattolica era
triarchi assistenti al soglio, onde talvol- grande ed elegante, con cura d'anime am-
ta sorreggeva al Papa il libro o la cande- ministrata dallo stesso patriarca con l'a-
la, celebrò in rito siriaco, e ritornato al iuto del suo clero; il seminario esistendo
monastero di s. Efrem nel Monte Liba- in iMoiite Libano. Che la mensa forma-
no, Gregorio XVI gli scrisse il breve Non v?si dalle elargizioni de'fedeli e dalle de-
sine magno, de'24 dicembre 83 1 i, Bull. cime. Che il patriarcato si estendeva a
cit. p.71, di lode per curare la restau- Bagdad, a Damasco e persino nell'Egitto,
razione della regolare disciplina. Questo con moltissimi siro cattolici, essendo suf-
patriarca ebbe la consolazione, che la Por- fraganei del patriarcato 8 vescovati. La
ta ottomana neli83o emanò un firma- nazione manca d'istituti monastici, e
sira
no, col quale accordò la libertà, ossia l'in- quando si nominano monaci, questi non
dipendenza de'sii cattolici dal patriarca i sono che sacerdoti che vivono in comune
eretico. Morì il patriarca neli85f . Xella sotto la dipendenza del patriarca. I catto-
proposizione concistoriale di detto ultimo lici di questo patriaicato sono sparsi nella
patriarca si legge, che il nuovo patriarca Siria, nella Mesopotamia e nell'Egitto, esi
assume un nome diverso dal precedente, fanno ascenderea 3(),ooo; ma fatalmente
.

ossia ne aggiunge altro per i '(lo zio però glieieticisirigiaC'jbitisomQjanoa20o,ooo,


che si chiamava Dionisio Michele, al i° ed illoro patriarca risiede nel monastero
sostituì quello d'Ignazio);
che risiede nel di Zafaran.II patriarca de'siri ha seguen-
i

Monte Libano nel monastero di s. Maria ti arcivescovi e vescovi suffraganei. Geni-


Liberatrice, ove nella cura d'auiuic ccoa- salt.'/unCj flicrosoljiniUin Syioruni, ar-
3o SIR SIR
civescovalOjfil presente vacante, sebljene peich(' nella sommità Mosè vide la patte
none unita l'aniininistrazione stabihnen- principale deliaTerra promessa e vi morì,
Ic al patriarca. J leppo o Btrtea, Aleppin ciò che afferma pure il Terzi. Quanto a
Sjroriiin, arcivescovato; altri arcivesco- Reriatim, vi sono Kariatcin o Due Bor-

vi dello stesso rito avendovi gli armeni, i ghi, boigata della Turchia asiatica in Si-
aiaronili, i melcliiti : n'era aoiniinistra- ria, nel pascialalico di Damasco, sulla stra-
lore il patriarca mg/ Giarve, ed attual- da che da questa cittàconduce alle ro-
mente vaca. Ber'Uo o Baiiul, BeritfiiSy- vine di l'almira, sulla costiera del deserto;
ro/'«//j_, arcivescovato; altri arcivescovi di ed ima cittì» d'Arabia della pureRhabra
egual rito avendovi inaroDÌti,i
i nielchiti : nel Nedjed, laonde sembra meglio Reria-
ìì è vescovo mg/ Giuseppe Halic. Da- tim corrispondere a Rariatcin. Nel i835
masco, Daiiiascen LSyvoniin, arcivesco- fii fallo vescovo di Nebh o Nabkekeria-
vato; altri arcivescovi del medesimo rito tiia l'odierno nig.r Gio. Matteo Nakar
vi hanno i melchiti, i maroniti : nel i SSy convertilo dall'eresia. Tripoli, Tripoli-
fu fallo arcivescovo l'odierno m"^ Gia- tan SYroruni, residenza eziandio de' ve-
como Heliani con ver li to dal l'eresia. /^/Vrr- scovi de'melchiti e maroniti: vaca la se-
bekiroCarainila,DiarbfkirenSyrorutn; de dei siri. Anni addietro mg."^ Antonio
altri vescovi vi hanno i caldei e gli ar- Abdemesich era stato consagrato dal pa-
meni: n'è vescovo mg/ Antonio Samhiri triarca eretico e destinato pel Malabar;
convertito dall'eresia, e come vecchissimo convertito in Damasco ricusò portarsi
erasi riliralo inCerito. Inoltre in Diarbekir presso il patriarca cattolico al monastero
risiede un arcivescovo nestoriauo ed il pa- di s.Maria Liberatrice, ed errò per l'Eu-
li iarca giacobita. Emesa o Htms o TJoms, ropa. Ho riportato due sedi di più del-
Eincscn Syroriinij altro vescovo vi hanno le 8, perchè prima erano sudi aganee del
imelchiti nel i834 fu fìUto vescovo il
: patriarcato siro. Di altri siri parlai a'io-
presente mg/Gahriele Ilomsi, che a vendo ro luoghi, come all'articolo Indie orien-
pochi cattolici si ritirò in Ale[)po. Mardin ìaij. Nel voi. XXXIX, p. 48, ragionai
o Marda^ Mardincn Syrorunij anche gli della Liturgia de'Siri; ne' voi. Vili, p.
armeni e caldei vi hanno vescovi, ed
i i 232, IX, p. I 70, descrissi l'abilo col quale
giacobiti vi si trovano in mollo numero; il patriarca siro recavasi allecappelle pon-
già ne fu vescovo il suddetto mg.^' Sam- tificie, e sempre col capo coperto, il che
hiri patriarca. Illosiil o Mossul, Mausi- rilevai pure altrove e nel voi. V, p. 70; i

lien, residenza pure del patriarca de'cal- e della mitra feci parola nel voi. XLV,
dei, ed i nestoriani co'giacobiti vi posse p. 277 , ove a p. 276 notai quali vesti
dono belle chiese. Talvolta eblie un ar- concesse Alessandro IV al patriarca la-
civescovo ed ora n' è vescovo il già ri- tino di Gerusalemme nella Siria e prin-
ferito a tale articolo. Nebk oNabk e Ke- cipato d'Antiochia. Il p. Eonanni che nel
riatim: non feci articolo comechè non 1720 pubblicò La Gerarchia ecclesia-
antica residenza vescovile, e priva di me- stica, nel cap. 77 tiene proposito De'Si-
morie. Appena trovo, che Nebk è un ri e de' Maroniti, e riporta diverse fìgu-
borgo della Turchia asiatica, nella Siria, le esprimenti le loro vesti sagre e civili.

nel pascialalico di Damasco, con looo Quanto ai siri egli dice. » Hanno in R.o-
famiglie e acqua eccellente: altri la di- ma la loro residenza alcuni vescovi della
tono piccola città della Siria. Vi fu la nazione siriaca, la quale perchè soggetta
città vescovile di JXebo o Nabo, ch'ebbe all'impero del turco nella Palestina e nel-
a vescovo Gonio, il quale fu al concilio di la Fenicia, è necessitata patire molte per-
Calcedonia. Essa era presso monte ili
il secuzioni ,' principalmente quelli i quali
lai nome, nella T'/ìT'Ù di Ruben, famoso professando la ti-dc cattolica sono uniti al-
SI Pt -SIR 3i
laclliesa romana, e riconoscono per soni- con l'amillo, e detta appendice è di drap-
nio pasture tli essa il romano Ponteijoe. po ili seta simile alla sopravveste e sto
Godono questi molli privilegi della cliie- la.Copre il capo un berrettone rotondo
siiyreca,ondeconsngranòil Pane [cinien- parimente del medesimo drappo e di co-
tiilo,ma usano diversi riti nelle loro sagre lore uniforme, con una croce nella cima,
funzioni ; siccome anche nelle vesti di essa e il tutto rende maestà. Il diacono siro
adoperate. La figura 76 chequi si espo- usa il camice e la stola, come i greci, la
ne rappresenta un prete siro vestito con quale è anche comune a'suddiaconi, co-
veste talare nera, e con sopravveste pa- me riferisce il Morino, De Ordiii. p. i 7D:
rimenti talare con maniche larghe a guisa Apud i>jros, subdiaconì, et leclorts ora-
tli cocolla monastica, econ incapo un tur- rio gcsfant, ut iti eoriini ordinalionibiis
bante come usano ne'paesi orientali, poi- legerecst". Nella Gerarchia ecclesiasti-
ché in Italia usano cappello. L'immagi- ca di Falaschi, vi è rappresentato in li-
no 77 esprime un vescovo siro vestito di gure colorite il patriarca siro con l'abito
ahilo talare, e con mantello parimenti che usa quando Papa assiste alle cap-
il

lalaie simile ad un piviale, ma increspa- pelle, e coll'abilo quando il Papa fa pon-


to attorno al collo; di colore paonazzo tificale: ili. "consiste in
una specie di pi-
tiene in capo un cappuccio, il qualesidice viale violaceo,con piccolo cappuccio sen-
di s. Antonio, poiché in memoria di quel za ornamenti; il 2.° formasi del camice,
santo l'adoperano. Avanti il petto pende del piviale fiorato e ricamato, a guisa di
Lina stola, come uno scapolare pazienza, pazienza, [)endendo nel davanti una simile
ornata con 3 croci, nella destra tiene una stola larga con croci, oltre la croce pel-
ciocecolla quale suole benedire il popolo, lorale e l'anello,
il capo essendo coperto

e nella sinistra un bacalo pastorale ter- da una mitra latina sovrastata da croce,
mi nato nel la ci ma da due teste di serpenti, e decorala con ricami e gemme. A INIon-
i quali si riguardano l'uno e l'altro, e TE Libano notai, che non solo era resi-
suole essere ornato di gioie. L'immagi- denza de'palriarchi de'siri, de'maroniti,
ne 78 rappresenta il medesimo vescovo de'grecinielchiti, degli armeni (dopo pe-
con l'abito col quale inRoma viene am- rò che nel dominio turco fu reso libero
messo nelle cappelle pontificie, cioè con il culto cattolico), ma ancora e in Anlu-
il roi comunemente camisia
chelto, detto ra del prelato vicario apostolico d'Alep-
romana, sopra cui ha un mantello talare pò e delegato apostolico della Siria, ed
di colore paonazzo, e in capo tiene la ber- ai mentovati è succeduto l'odierno mg.*'
retta nera comune a' sacerdoti e vesco- Paolo Brunoni dell'isola di Cipro, origi-
vi della chiesa latina. Quando il vescovo nario di Lugo in Romagna, già vicario
siro celebra la s. messa, comparisce co- generale di mg. 'Giuseppe Valerga attuale
me lo rappresenta l'immagine 70), cioè patriarca Ialino residente in Gerusalem-
vestito di camice di lino bianco, cinto con me , che eletto con breve pontificio del
cordone come sacerdoti Ialini. In luo-
i regnante Pio IX arcivescovo di Tarona
go però di manipolo usa due mezze ma- in partibus, a' 17 luglio 18 53 fu cousa-
niche di drappo di seta come greci, e i gialo dal cardinal Fruusoui prefetto ge-
gli pende dal collo una stola cucita dal nerale della congregazione di propagan-
collo sino oltre la cintura. In luogo di pia- da nella chiesa del collegio Urbano, co-
neta usa una sopravveste siniile al piviale me si legge nel n."^ 161 del Giornale di
esenzacap[)Uccio;sopra di esso nella parte Roma del 853; indi nell'agosto parti pei
1

di dietro al capo apparisce un'appendice la Siria. Questo prelalo è vicario aposto-


in furn)a di bavaro alzato, al (jwaieè con lico in Siria pe'Iatini, e delegato aposto-
giunto uu panno di Imo che copre le spalle lico pc'uumerosi oiieulali dc'diverai rili
-

32 SIR SI R
clie dimorano in Siria. Fu Gregorio XVI, sendovi allres'i diversi seguaci delle chie-
eal modo dello a Monte Libano,c1ic sia- se greca ed armena, oltre i cofti, i nuaroni-
JjìTi le giurisdizioni del prelalo e del p. li, i melchiti, i caldei o nestoriani, gli eu-
guardianodels. Sepolcro, e Pio IX quello tichiani o monofisiti,ed i giacobiti. 11 giu-
tlienel 1847 riprislinandoilsuddellopa- daismo conta esso pure molti credenti nel-
liiarca residenziale in Gerusalemme, fis- la Siria,dove venerano alcuni monumen-
sò i limiti delle prerogative del p. guar- ti sagri al loro culto. Finalmente consi-

diano, e la giurisdizione del patriarca, derabile eziandio è il numero de'Iatini di-


argomento di cui riparlai a s. Sepolcro. moranti in Suia. Per (juestn vasto e com-
Della giurisdizione del vicario apostolico, plicato articoloj pel complesso delle sue
che abbraccia tutta la Siria tranne la Pa- celebri taemorie, si ponno anche vedere
leslina, a Monte Libano indicai luoghi i gli autori contenuti ne'citati articoli, ed
ove ne parlai prima era più assai vasto,
: i seguenti, facchini. De ecclesiastica hie-
jioichè comprendeva l'alto Egitto e l'A- rarchia originibus, ilisscrtatio, Mulinae
rabia. Principali luoghi di sua giurisdi- 1703. Bar Hebraei, Clironicon syriacnm
zione, oltre i latini del ftlonle Libano, so- e fodd. Bodlciaiiis descript, coniuncliin
no Aleppo o Bcrrea, Antiochia, Latacliia edìderunt p. J. Bruns, et G. Kirsh, Li-
o Laodicea Sidone o Saida Damasco,
, , psiae789. Rudiiiienluiìi syrìacwii, lio-
I

ferito, Arissa, Tripoli. la Aleppo o Ber- maei6i8. Diaconale syriacum, Romae


rea, considerata la capitale della Siria, la 1736. Chresloinathia syiiaca max imam
casa del vicario apostolico costò alla con- partem e codd. inss. colicela j edid. G.
gregazionedi propaganda quasi34ooscu- /C«os,Goltingaei 807. Oberleilner,G/c>i-
di : il predecessore dell' attuale riceveva salili m syriaco latino ad Chrestoinalhia
dalla medesima annui scudiaoo e per com- syriaca <3ccowjof/rt/o, Viennae 1827. A-
pensi 3oo. Antiochia perde la sua ripu- età ss. Martyruiii orientalinm et ocei-
tazione e la sua rinomata grandezza; del dentaliiiinj acctd. Acta s. Simonis Sly-
suo antico splendore non rimangono che litae aEvodio Assemanus ^ Ptomae
S.
catacombe e acquedotti fra rovine. 1 ne- l 'j/^S.ÀlpIiabettun syro-chaldaenm, llo-

hanno un patriarca, e vi si con-


storiani vi mae 1797. Abulpharagh, si ve Bar ìie-
tano 10,000 soggetti al pascialatico d'A- ì)vae\,Chronìconsyriacum,h\i)s\ae 789. i

leppo. In Laodicea vi è un convento di A mira e, Grammatica syriaca sivechal-


francescani, ed è sede d'un vescovo gre- daiea, Piomae i 596. Acurense, Grani-
co. In A rissa vi sono i francescani, con o- inatieae linguae syriacae, Uomaei647.
spizio e collegio. Dello slato degli altri, B rcviarium feriale syriacum ss. Eplirem,
ripeto che l'accennai a Monte Libano e et Jacob syrorum juxta rilum cjusdein
loro articoli. Solo qui dirò, che il patriar- naiionis, Romae 1696, 1787. B. Efrem,
caarmenodi Cilicla definitivamente tra- Sermoni divotissimidal greco nella voi-
sfiiiirà la sua residenza ia qualche luogo gar lingua tradotti, Venezia i545. Ca-
diCiliciaje che il patriarca de'greci-mel- stelli, Lexicon syriacum ex ejus lexico

chiti oltre nella residenza del Monte Li- heptaglotlo cur. et noi. Jo. David IMi-
bano,dimora ancora in Damasco,.Alessan- chaelis, Goltingae i 788. Codex syriaco
dria eGerusalemme. Terminerò col dire, hexaplaris ambrosiano niediolanensis e-
che la religione principale professala in og- dìtus et lai. vers.a M. IVorberg, Loudini
gi nellaSuia è il maomettisnìo,ed suoi se- i Golhorumi787. J. B. Ferrari, i\'o'/ie/z

gnaci formano il maggior numero degli clator syrìacus, syr..lat., Romae 1622.
abitanti. Molti cristiani trovatisi pure at- Ilolfmaiini, Grammalicae syriacae, Ha-
tualmente in Siria, ma non tulli appar- laei 827. Stefano Borgia, Cominenlarius
teugunu ulla chiesa cattolica rouiaua, es- ci ritussatulalionis Crucis in ecclesia An-
,

S I Tv SIR 33
tiochtna syroium setvalus, Roniae 7 79. i dogmale baplizandoruin cuminfuntiurn,
Rii schii, Lexicon syrìacum chrcsthonia- tuni aditltoruni in pervigiliis Paschae et
iluac siiae syriacae accomodatunt, Ho- Pentecosles, ad\'ersus anahaptistas et so-
fae I yBc). OfTicium [triniti riluiin: cecie- cinianos, epìstola ad anabaptistani lon-
sìacsyrorum rìinronilni'um ,\\omae 83o. 1 dinensem ,V\.o\x\a(ì 17 5). Sull' ammini-
Psalleriiun idioniate syro, Romae 757. 1
strarsi poi il battesimo nellaPastinaePen-
Tychseu, Eltmentnle syriacuin , sistens tecoste, abbiamo di Gio. Nicolai, Dele-
graniinalicariì, chrestoinalhiain el glos- teri usa baptismi, Parisiis 1670. 11 Pac-
sariiini sid>j(inctis IXtab. acreexprcssisy ciaudi. Antiquii. Clirist. dissert. 2, cap. 5,
Rasti ocliii I 793. Card. AViseman, Home dice che olire i due memorati giorni, si

syriacae, seu cominenlaiiones et anecdo- amministrava pure in quello di s. Gio.


ta rcs vel liUeras syriacas spectaiilia Ralli'^la,ciòche potrebbe credersi un rito
RoinaeiS^S. Ordo fninislerii jitxla ri- particolare di qualche chiesa, comequel-
tiinni ecclesiae niaronitaritm, Montisfa- lo delia lesla d^W Epifania, di cui parla
lisciiGqg. Rituale aliaeque pine prtca- s. Gregorio iVazianzeno nell' Orat. 4 so-
tioiies adusuin tcclesiae inaroniiicae,V\.o- pra il battesimo. Però il battesimo solen-
niaei 83q. ne non si amministrava mai, so non che
SIRIGIO (s.), Papa XL. Romano e fi- nellecatledrali o nelle chiese parrocchia-
glio ili Tiburzio, che alcuni pietendono li. Anticamenle al battesimo eranvi due
uella nobile fanviglia Onofri di Foligno, padrini, uno per l'istruzione, l'altro pel
iiisietneas.iy/A'f5^/o/(/'^), cardinale pre- battesimo, il 3.° poi era per la conferma-
te dei titolo di s. Pudenziana in Pastore, zione. Ebbe Girolamo questi 3 padri-
s.

o come altri vogliono cardinale diacono ni, cioè Cromazio, Giovino eEusebio, e

fatto dal predecessore s.Datnaso 1,(11 crea- li chiamò sempre suoi padri. Gli antichi

to Papa a' i 2 gennaio del 385. Dicesi che canoni un solo Padrino volevano pe'ma-
sia l'autore del Comniumcantes [f ^.) nel- scili, ed una sola Madrina per le femmi-

la messa. In una sua importantissima de- ne. Secondo il Visconti, Observat. eccl.
cretale, scritta a I merlo vescovo diTarra- 1. I, e. 32, un maschio era padrino del-

gona, presso Couslant, Epist. Rom. Pon- la femmina; qualche concilio [ìorlicolare

tif. 1. 1
, p. G24, in Siricii cpisl. i , la prima approvò padrini e uiatìiiue unitamente
de'Papi che da'critici sia stimata legilli- per fanciulli o fanciulle da tenersi al bat-
ina, fra le altre molte cose che contiene, tesimo, cioè due maschi e una femmina
permise a' Monaci [V.) di prendere l'or- per un fanciullo.e due femmine ed un ma-
dine sacerdotale, ciò che ad essi fino al- schio per una fanciulla. Per gli antichi
lora non era permesso; proibì che Bi- i canoni, in cui fu |jerme>so un solo padri-
gami (f.), e ammogliali con vedove si no per un fanciullo, è recala la ragione
potessero ordinare; determinò che gli Or- dell'unità d'un Dio, d'una fede, d'un bat-
dini (f^.)si ricevessero con interstizio di tesimo> e l'unità di chi spiritualmente è
tempo, prescrivendo WCtUbalo (F.) a Sa- immagìnedelgenitore, come lo era il pa-
cerdoti e Diaconi (F:); e che il Batte- drino, così appunto per quella similitu-
simo (F.) non fosse an)miiiistralo solei;- dine appellalo. Alcuni concilii non ecu-
iiemente, senza necessità, fuor della Pa- menici, forse per niolivi particolari, che
Sfjua eòi Pentecoste. 11 conte Giovanni A- consigliavano la più espressa fede sensi-
carni provò che il battesimo degl' infanti bile della Trinità, colf andar de* secoli
fu nella primitiva chiesa greca e latina in permisero o comandarono tre padrini ;
uso solenne, colla lettera: De Paedoba- siccome anche la chiesa universale per op-
ptisrno solcami m I-Ecclesia latina ctgrae- porsi pili sensibilmente e più elìicacemen-
ca, sive de perpetuo Ecclesiae riiu ac Icdupo la 3.' iiiimcrsione dc'ballezzati ne
34 SIR SIR
iiiliodiisse una sola; ed ora concesse, ora sanclit. Siricii, t.
^, p. 721 ; Benedetto
iicgò la comunione del calice a'IaicijCc. Fu XIV, De serv. Dei beati/, lib. 4, par. 2,

nosto in segui io alla suddetta lettera ad !• cap. 5, n. 4j P- 22, ef in Epist. adJoaii.


iiierio, un decreto di sSiriciojSconosciulo V reg. Portug. praeniissa a lìJartyrol.
a Dionigi il Piccolo, in cui ordina die tutte Roni.j e Sacchini presso i Bollandisti ad
le cause che riguardano lareligione e l'in- dìeni irf.juìi. cap. 4) "• 3o. In 5 ordina-
leresse della Chiesa, debbano essere por- zioni nel dicembre creò Si vescovi, 27 o
(aleinnanzi al tribunale de' vescovi, e non 3 I preti, I () o 1 9 diaconi. Fu egli il 1
."

(le'principi della terra. Inoltre s. Siricio successore di chiamò Pa-


s. Pietro che si

condannò i/l/(Z/a'c7ie/, \PriscillanìsU,Gio- pa (^'.). Governò I 3 anni, un mese e io


viiiiano [F.) monaco milanese e quelli giorni, e moù di 74 anni, a' 22 febbraio
della sua setta, co'quali negava la vergi- del 398. Fu sepolto nel cimitero di Pri-
nità di Maria ss. Le
Feb- inezie che dal scilla nella via Salaria, e quindi trasferi-
broniofuronodelte sopraquesta condan- to da s. Pasquale I nella chiesa di s. Pras-
na di Gioviniano, fatta da s. Siricio, sono sede. Il suo epitaillo lo loda come libe-
ilottainenfe confulate dal Zaccaria nel* rale e misericordioso, e per avere reso il

\' Aliti- Fthbronio t. 3, p. 75. Anche il suo pontificato procurando al po- felice,

dotto p. Cappellari, poi Gregorio XVI, polo una solida pace,e sostenendo molle
// trionfo citila s. Sede, rimarcò che le persone contro la collera dell'imperato-
pspiessioni di s. Siricio nella condanna di re, perchè mantenevano i diritti della
Gioviniano, finono male interpretate dai Chiesa. Il Papa poco dopo la sua elezio-
novatori. Come pure dimostrò, che s. Si- ne scrisse una lettera all'imperatore Alas-
ricio si fece superiore a'concilii ecumeni- simo per esortarlo a seguire e difendere
ci, ricusando di giudicare come delegalo la vera fede,ed informarlo di Agrecio fatto
del sinodo provinciale capuano, quando sacerdote contro 1' ordine de' canoni. Il

questi lo richiese acciocché ultimasse da vescovo s. Ambrogio, con tutto il conci-


se la causa del vescovo diSaidica Bono- liodi Milano, trovò \n questo Papa lecjua-
so, capo ad' Bono'iiaiii (f^-), accusato di lità d'un buon pastore, dicendolo degno
errore sopra la verginità della gran Ma- d'essere ascoltato e seguilo dalle pecore
dre di Dio dopo il parto, e ne rese ragio- che componevano il gregge di Gesù Cri-
ne con quella risposta che riporta. Attac- sto. Le decretali di s. Siricio sono una pro-

cano alcuni la santità di questo Papa, per va della sua dottrina, del suo zelo per
non aver fatta pronta resistenza al vele- la fede, e del suo amore per la disciplina

no degli errori,cheper molto tempo ten- della Chiesa. Si vuole che s. Siricio abbia
ne celati Piufino monaco d'Aquileia, sco- consagrata la Chiesa di s. Paolo nella via
perti poi da s. Marcella dama romana, Ostiense [f^.).\jtnd\è s. Siricio fosse posto
e da Pammachio senatore di Roma. Di fra'santida Pietrode Natalibus,»z Catal.
Rufino lungamente trattano mg.'' Fou- ,cap. 3; da Geuebrardo, in Cìiroii.
ss. lib. I

taniiii nella Storia letteraria cV Aqaileia, p.288,e iiiChronograph.Yih. 2,an.398;


e il p.deRubeis, non tanto wq Monumenti da Luitprando, in fit. Suniinor. Pont.
(iella chiesa rt(jr«i7e/e.9e,stampati nel i 74o> p. 44j dallo Spendano all'anno 3g8, n.
due anni prima dell'opera di Fontaniui, I, e da altri; e sebbene il suo nome fosse
quanto nelle Dissertaùiones de Tarranio, nel Martirologio del Beda, e in quello del
seti Tyraniiio Rufino monacho et pres- monastero di s. Ciriaco di Roma, tuttavia
Iiylero, Veneliis754. Da queste calun-1 ilBaronio non volle metterlo nel Mar-
nie però ditendono s. Siricio, il Fioren- tirologio romano da lui corretto, per Ire
tini , Exercit. 16 in Martyrol. Hieron. motivi: i.°perchès. Siricio, ad esempio
ad VI hai. dtceiubr.^ Noris, Dissert. de di s. Damaso I, non avea usato dell'epe-
S I II SIR 35
ra Girolamo nello scrivere lelellere
(li s.
•• dulie (|iiali fo questa conclusione, che
nonlifìcie, e non avea favorito questo s. voi stando costi, date qui maggior aiuto
dottore; i.° perchè era stato poco giusto e fate maggior servizio, che se vi fossero

con s. Paolino di Nola ; 3.° per la conni- giunti 5o prelati". Paolo IV per le ob
vcnza nel frenar l'eresia degli Origeni- bliganti maniere, dolce naturale e per
slije l'eretiche astuzie di luifìnoedi Me- l'esimie virtù del vSirleto, ad imitazione
lania. Tutti questi delitti apposti a s. Si- del predecessore l'assegnò in precettore
ricio, furono egregiamente dileguati dai a'prcpri nipoti Alfonsoe Antonio Carat-
citati Fiorentini e Noris, e diti Pagi, in f.i, e fattolo protonotario apostolico par-

/'/V, s. ly/r/c/'i 1. 1 , n. 1 4; laonde llenedet- tecipante, per la sua sperimentata iute-


toXlV ne inserì il nome nel Maiiìrolo- grilà l'ammise alla più intima conliden-
gio romano da se corretto. Vacò la s. Se- za, ragionando sovente con lui di mate-
de iq giorni. rie sagre ed ecclesiastiche, recitando in-
SilUClO, Cardinale. V. s. Stnicio 6leme!eorecaiioniclic,egusfando di seii-

Papa. tirlo in tempo della mensa disputare sulla


SlPiLETOGuGLiELM0,Crtrr///2^/f.Na- teologia e de'luoghi più diUicili della di-
to di tenui fortune nella terra diGuar- viiia Scrittura, valendosi in molte occa-
davalle presso Stilo in Calabria, da un sioni de'suoi consigli. 11 Papa si propo-
padreche prolungò la vita sino a o5an- i ne va di elevarlo al la [)orpora, ma la mor-
i;i, si applicò allo studio delle lingue e- le glielo impedì. Grato Sirleto alla me-
l)raica, greca e Ialina, nelle quali tanto moria ea'benefìzi ricevuti da l*aolo IV,
s'inoltrò che tutte le parlava come la na- prese ad istruire nelle lingue greca ed e-
liva, e ad esse accompagnò quello della braica i giovani teatini in s. Silvestro al

filosofia, matematica e teologia, e pel ra- Quirinale, ove visse alcun tempo dopo la

ro talento e prodigiosa memoria di cui morte del Papa, alla quale assisiè. II suc-
era fornito, fece in tali scienze rapidi prò- cessorePio IV ereditandone la stima, af-
giessi. Portatosi in R.oma privo d'ogni fidò alla cura di Sirleto s. Carlo Borro-
umano soccorso e colla sola Bibbia, ben- meo suo nipote, il quale benché impie-
tosto si rese cognito a'dotti e letterali, e gasse religiosamente tutto il tempo che
fu ammesso tra'famigliari del caidinale gli rimaneva da' gravi affari allo studio
Cervini per più anni, e tenendolo in sua del le scienze, per questeconcepì il più vivo
casa gli somministrò abliondanlemente il trasporto allesue insinuazioni. Sopraltut-
bisognevole. Divenuto il cardinale Mar- to gli guadagnarono il cuore di s. Carlo
cello II, lo nominò segretario de'memo- la vita edificante e gl'illibati costumi, on-
riali e lo die a precettore de'suoi nipoti de alle sue fervide istanze e a quelle di
Riccardo ed Erennio Cervini; ma Mar- tutto il sagro collegio Pio IV a' 12 mar-
cello II visse 11 giorni. In quale concetto zo i 5G5 lo creò cardinale diacono e poi
e stima fosse divenuto il Sirleto, rilevasi prete di s. Lorenzo in Pane e perna. Ac-
ciaile lettere degli scrittori contempora- celiò contro sua voglia, siccome umilis-
nci, riferite o accennate dal p. Lagomar- simo,l'eminente dignità, e s. Carlo gli do-
.'•ini nelle note al Poggiano. Ma ninna te- nò un Crocefisso d'oro, che pervenuto poi
fclimonianzaècosìperlui onorevoIe,quan- uellemani d'Innocenzo \I, lo regalò alla
toquelladelcardinalSeripando, che seri- chiesa dis. Carlo al Corso. Nel i5()6 s.

\endogli dal concilio di Trento in rispo- PioV lo dichiarò amministratore del ve-
sta su diverse questioni agitate dal sino- scovato di s. Marco, e nel 1 jGS di quello
do, gli dice che la sua lettera su di esse di S([uillace, a cui lo trasferì, dove ne'5
gli era riuscita assai gradita, come con- anni che lo governò fu (nodello delle piìi

Icucnle maggior copia di belle aulorilà sublitui virtùulsuo greggc,che istruì col-
,

3f) S I R SIR
I.i divina parola, e poi rinunziò al nipote e copiosa d'Italia come persona privala
Marcello. Per la vasta sua erudizione s. e se (jueslo pure non fosse bastato, con
J*io V nel I 570 lo decorò della carica di lidava in Dio per ridurla a perfezione, pei
I)ibliotecfirio di s. Chiesa, hiblioteca che cui si aggravò di debiti, a imitazione dei
arricclù di preziosi codici e volumi da lui ss. Tommaso di Villanova e LoreiizoGiu
diligenletnenle cercali in ogni parlejquin- sliniani. Nel descrivere talechiesa nel voi

di d'ordine di quel Papa si applicò alla XLVII, 272, co'suoi storici dichiara
p.
riforma del Breviario e Messale roma- che la Gregorio XIII, gittò lai.
edificò
no a tenore de'decreti del Tridentino, e pietra e consagrò il cardinal Sirleto. Pa
nella composizione del Catechismo roma- re adunque che il merito della costruzio
no (coll'aiuto e opera di Foscarari vesco- ne si deva in parte al cardinale. Di fre
vodi Modena, di Marini vescovo di Lan- quente si applicava alla preghiera, per
ciano,edi Foreno, tulli dotti ed eccellenti mezzo della quale ottenne da Dio il di
teologi domenicani), perseverando ani- sprezzo de'beni e delle vanità del mondo,
inosamenlenell'esercizio di gravi ed enor- contribuendovi la lettuia della vita di s.

mi fatiche, quantunque fosse di debole Carlo Borromeo, che il cardinal Valerio


complessioneedi cagionevolesalule sog- avea aflldato alla sua revisione e corre-
geltaanon lievi incomodi. Fu mentre e- zione. Colmo morì in Roma nel
di ineriti

la bibliotecario della Vaticana, che que- 1 585, d'anni 7 e fu sepolto nella detta
i ,

sta venne da Gregorio XIII donala di chiesa litolare da lui magnificamente re-
mss. e di libri stampati, cui tolse dalla staurata quasi da'fondamenti e liberan-
sua particolare libreria. Sisto V lo depu- dola dallo squallore dell'anlichila; dove
tò a vegliare sull'edizione Valicana del- in una nicchia della cappella di s. Chiara
la Bibbia f in che fu successo dal biblio- vedesi il suo busto scolpito in marmo al
tecario cardinal Caraffa. La sapienza di naturale e con elegante iscrizione. Scris-
questo cardinale rifulse pel mirabile suo se parecchie opere, il cui elenco si legge
vivere virtuoso, e specialmente nella mi- in Torrigio, Descript, cardinalibiis p.2 f

sericordia co' pò veri a' quali ne ricopri- e illustrò con note i libri d' alcuni anti-
va la nudità, e gituise in tempo d'in- chi padri e dottori della Chiesa, ma non
verno a spogliarsi delle proprie vesti, e- ne permise l'impressione. Intervenne a 3
ziandio dell'interiori e più necessarie. A- conclavi, neli.° de'quali per morte di Pio
limentava poveri giovanetti dotati di ta- IV poco mancò che non gli succedesse,
lento,pagava loroi maestri, e provvedeva perchè s. Carlo vedendo non riuscirgli il

de'libri necessari. Gregorio XIII vedendo suo primo tentativo pel cardinal Moro-
quanto fosse intento a benelicar le per- ni, rivolse le sue premure pel cardinalSir-
sone virtuose, lo soccorse di grosse som- leto, e molti già avea tratti al suo parti-
me. Talvolta nel colmo dell'inverno ra- to, fra'quali e impegnalissioio il cardinal
dunava presso la basilica Vaticana quei Ghislierijche fu l'eletto s. Pio V. Ma il

giovanetti che vendevano fascetli di le- i timore che un uomo lutto immerso ne-
gna, e dopo averli con singoiar pazienza gli studi, non fosse troppo opportuno al

ammaestrati ne'misleri della fede, com- governo e a sostenere la mole di tanti af-
prava fascetli a prezzo maggiore del con-
i fari, ne fece deporre il pensiero. Giovan-
sueto. Narra il Cardella, che avendo po- ni Vazmolta nell'orazione funebre che si
sto mano alla fabbrica della chiesa di s. ha stampata del cardinale, pose nel suo
Maria de'Monti, rispose al maestro di ca- giusto lutne i pregi del Sirleto, e tra le
sa che non bastare denari a
lo avvisò i altre cose non dubitò d'asserire, non es-

proseguirla, che avrebbe vendutola pro- servi statoda 3oo anni aquella parte car-
pria biblioteca, la quale era la piìi scelta dinale di lui più dotto, asserzione che mi
SIR SIR 37
sembra troppo azzardata. Tultavolla al- divide in 3 maiche, cioè UJok, Iregh e
cuni dissero argulamente, che i sogni del Vukovar. Illok, ///ot7/, antica e ragguar-
cardinal Sirleto erano da pregiarsi assai devolecitlà, giace non lungi dalla riva de-
più delle vigilie di molli uomini doUi, es- stra delDanubio, in una posizione deli-
sendo stalo più volle udito in sogno di- un castello residenza ducale, una
ziosa. Ila

spulare de'più astrusi argotnenli in lin- chiesa greca, ed un convento di france-


gua greca e latina, e proferire bellissime scani, la cui chiesa racchiude la tomba dcl-
sentenze; né deve ciò recar meraviglia, l'ulliuio degli antichi duchi del Sirmio,
per la sua continua occupazione iu leg- morto nel i SaS. Illok era un tempo foi ti-

gere e scrivere. 11 cardinal Osio lo disse ficaio, e si pielende che i 3 castelli in ro-

oracolo a cui si ricorreva da chiunque a- vina, situati sopra vicine aIture,sieno slati
\ea dubbi nella lingua greca. Lo gì an nu- eretti da'romani, che dominarono sulla
mero di scrittori citati da Cardella, con contrada. Iregh è un borgo a piedi della
somme lodi ne encomiarono l'innocenza, montagna di Carlo'witz, i cui abitanti si

la virtù e la dollrina; e valga per tulio occupanopriucipalmente nella coltivazio-


l'osservare, chela stima che ne fece s. Car- ne della vile, e vi si trovarono alcune ro-
lo Cu tale, ch'egli si faceva pregio e glo- mane antichità. \ ukovar è città posta al
riava d'imitarne le azioni e averlo in luo- confluente della Vuka e del Danubio. La
go di maestro. \ uka la divide in vecchia e nuova. E se-
SlRlMlO o SIRMICH (Syrmien). Ve- de d'un prolopapa greco, ha due chiese
scovato e comitato dell' Ungheria nella greche, ed un conventodi francescani con
Schiavonia civile, ossia nella bassa Pan- chiesa. Si distingue per le varie fabbriche
nonia fra la Drava e la Sava, il cui terri- di seta, la quale si ricava in abbondan-
torio, secondo altri, si estende fra il Da- za da'gelsi e bachi che si coltivano. An-
nubio e il distretto militare oreggimen- che il vino è un significante prodotto. Il
tariodiPelerwaradioo.Ha 20 leghe qua- i mercato di Vukovar è uno de'principali
diate di superficie, attraversala dalla ca- della Schiavonia. Appartiene alla fami-
tena de'mouli di CarloTvitz e di Fru>ka- glia magnatizia de' conti Elz, forse lino

Gora, che separa bacini del Danubio e


i da quando fu tolto al ducalo del Siruiio
della Sava, ili. "de' quali forma il limite un distretto considerabile, che si riunì al
seltentrionale.il suolo è generalmente pia- governo adiacente, come rileva \' Alma-
no e in parte paludoso, ma d'una feiti- nach (le Gotha pel i836. Dappoiché a
lilà straordinaria. Luono e copioso è il Odescjichi famiglia narrai come l'im-
raccolto del grano, del riso, del vino ri- peratore Leopoldo I nel 1 697 investì del

nomato, delle prugne eccellenti che fan- ducato Sirmio con sovianilàd. Livio
di

no la diletta bevanda della slivavicza, dei I Odescalchi nipote del defunto ven. In-
gelsi pe'bachi da seta, e di altre produ- nocenzo XI Papa, e lo dichiarò principe
zioni, allevandosi pure mollo bestiame dell'impero, con allri titoli e privilegi, il
bovino e porcino. Si rimarca al nord-o- lutto e col libero e perpetuo dominio du-
vest Io slagno di Pulacsa assai co:ìsidera- cale perse ediscendenti legittimi dell'uno
bile, ed al sud- est varie paludi che pre- e dell'altro sesso in infinito. Attuai mente è
sentemente sono in parte asciugate me- duca titolare di Sirmio il principe d. Li-
diante il molto benigno
canale d'iarszin ; vio III 6." duca di sua famiglia Odescal-
n'è il clima. Le montagne di Fruska-Go- chi, che esercitò la sovranità ducale nei
ra contengono miniere importanti di car- paesi compresi ne'distretti d'illokelregh,
bon fossile. La sua popolazione si fa ascen- che contengono un territorio di 3o miglia
dere a circa 120,000 individui. Questo quadrale, con '[-2,824 abitanti, secondo
comitato, di cui è capoluogo Vukovar, si il citato Alinonach del 1H47 Questi dn-
,

38 S 1 Pt SIR
clii Oilescaldii non hanno mai ilsiccìiilo nosccrein questo paese, si devono distìn-
in quel loio diiciitoj tranne d. Baldassar. guere gli srortlisci,ei] i laurisci clj'erano
re li clic vi fece sponlaneanienle quaiclie g^rtf/Zf.vi d'origine e condottivi da Ihenno.
dimora, pej l'amore della quiete fuori del- il qual(! tolse la contrada a Tolomeo fra-
le politiche perturbazioni della patria Ro- tello del re di IMacedonia, che vi donai-
ma. II suo figlio d. Innocenzo soggiornò navado[)Ochè Filippoil Macedone la con-
in Pieshurgo, discosta 7 giornate poslaH quistò ai popoli quasi selvaggi che l'abi-
dalle frontiere del suo dooiinio, senza re- tavano. Assoggettata interamente da Ti-
carvisi se non quando gli piaceva. II figlio berio all'impero romano, sino alla sua de-
d. Livio III abitualmente dimora in Pio- cadenza rimase tributaria di Roma. la
ma nel suo Palazzo Odescalchi (^'.), a quell'epoca deplorabile laPannonia fu as-
Vienna, e talvolta a Bracciaxo altro suo soggettata da'goti e poi dagli unni, e nel
ducatodi cui riparlai nelvol.LV'II!,p. 2 i t, C)0o una nazione scita, mescolata agli ulti-

11 principe d. Livio godè pacincamen- III mi venne a stabilirvisi. L'antica Panno-


le il ducato del Sirmio con sovrana giu- nia corrisponde ora alla bassa Austria, al-
risdizione fino a'ri volgimenti repubblica- la bassa Ungheria e Srhiai'onia [f^.)\a
ni, che nel 1 848 commossero tutta quan- Europa. Il p. Parlato, Illyrici sacri, t.i,
ta y Liighf^ria,e si faceva rappresentare p. 70, riferisce clie la città di Sirmio era
da un vice-principe; ma in quell'infelice capo di tutto l'Illirio e della nobilissima
e memorabile epoca di universale delirio, Pannonia 2. a, e sede del prefetto del pre-
in Ungheria furono soppresse tutte le so- torio dell'IUirio. Narrai a Pio.ma, descri-
vranità e baronali giurisdizioni; ed ora go- vendo le principali gesta degl'imperato-
de ducato come signore proprietario dei
il li romani, che in Sirmio vi ebbero la cul-
possedimenti che in esso a lui apparten- la diversi di essi, e anche la tomba. Inol-

gono, oltre il titolone per lemedesimepo- tre il Sirmio vanta un gran numero di
liliche vicende rinunziò ancora ai diritti personaggi illustri, precipuamente mili-
feudali su Bracciano, come rilevai nel ci- tari e valorosi. Ma di sì rinomata città, an-

tato volume. Sotto i romani e ne'primi che per la sua sede ve-covile, e pe'concilii
secoli della Cliiesa esisteva in questo va- econciliaboli che riporteròinfine,nonpiìj
sto tratto di paese la celebre e antica cit- rimane traccia, sebbene molti geografi la
tà di Sirmio, Sinuium, Sirniich in isla- suppongano succeduta e che sorgesse nel
voj, ed era una delle più formidabili for- luogo dell'attualecittà di Mitrowitz nella
tezze dell'impero, ed i suoi dintorni fu- Schiavonla militare, sulla riva del piccolo
rono sovente il teatro di sanguinose bat- fiume Bow et, non lungi dalla Sava ove si

taglie nella bassa Pannonia di cui era la getta : essendosene impadroniti i turchi,
capitale. La Fannonia è una delle prin- nel 1699 la cederono all'imperatore Leo-
cipali contrade dell'Europa, fra il Danu- poldo 1. All'articolo Illiria, oltre l'aver
bio, laSa va, la Mesia, la Norica. Nella parlato della predicazione dell'evangelo,
guerra che Augusto poitò a'giapidieai dissi la città di Sirmio capitale dell'Illiria
dalmati dell'IUirio, le armi romane per tanto pel civile, quanto per gli affari del-
lai. volta penetrarono nella Pannonia, e la chiesa; e che la sua autorità di metro-
Tiberio incaricato del comando di queste poli fu divisa fra le città di Lo'h [P\)
regioni nefciceuna provincia romana. Au- metropoli della Pannonia, di Ocrida o
gusto Pannonia supcriore o
la divise in Acrida [T^.) metropoli della Dacia, e di
Pannonia inferior e o bassa, che
alia, e in Salona (/'.) metropoli della Dalmazia
poi prese nomi di Pannonia
i e di Pa/i- j
.'^
alla quale successe poi la metropoli dii5y9^-
nonia 2.', ed ebbe diveise suddivisioni. Z(7//'o(/^'.).Coiiimanville nnW Hisloire de
Fra i popoli che gli antichi ci fecero co- tous Ics archcveschtz el d'csclicz^ chiama
SIR SIR 39
la cillà di Siimio o Zerem, metropoli di vescovato di Sirmio, e come privo non so-
Pnnnoiiia ed esarcato dell'I lliriaoccideri- lo del capitolo e canonici, ma del semina-
lale, sede vescovile, nel IV secolo arcive- rio, dell'episcopale residenza, e della cat-

scovile, quindi rovinala da;^li unni verso tedrale ancora, 1 iim in perpetuo al cou-
il460, divenne un borgo della Schiavo- finanle vescovato di Bosnia, la cui nomi-
nia due leghe dalla Sava, e che sulla fi-
!» na per privilegio apostolico concesse alla
ne del secolo X s. Stefano I re d'Unghe- medesima velina, unenAonequcprincipa-
ria vi ristabifi la sede vescovile sullraga- liler i onde il suo vescovo
line vescovati,
Dea di Colocza^e riebbe i suoi vescovi nel Bosnia e Sirmio, con pie-
s'intitolasse di

secolo XII, che però non rinvenni né nel na giurisdizione sulle due diocesi e godi-
p. Parlato, nell'esemplare che posseggo, mento delle rendile delle due mense, re-
uè nel p. Le Quien. \\ M'ueo, Noli ti a e- stando sulFraganeedella metropolitana di
piscopatiium, stampala nel G i r 3, egual- Colocza, e lo sono tuttora. All'articoIoBo-
mente la dichiara sullraganea di Colocza, sfi.\ vescovato, mi proposi per unità di
ma allora giaceva sotto il dominiode'tur- notizie in (piesto di riportare i suoi vesco-
chi. Il vescovo di Sirmios. /r(''jpo(l^'.) nel vi, ed insieme di riparlare del vicarialo

3o4 d'ordine di Probo governatore della apostolico di Bosnia, e aggiungere altre


provincia fu martirizzato. Prima d'essere nozioni analoghe all'articolo Bosnia pa-
decapitato, offri a Dio la sua vita a glo- scialatico della Turchia e già antico re-
ria del suo nome, e pel bene ilei popolo gno, che ereditò la s. Sede.
della chiesa cattolica di Sirmio; indi dopo La Bosnia è uno de'piìi importanti pa-
che gli fu troncalo il capo, fu gettato il scialati dell'imperoottomano, e occupa la

corpo nel fiume Boìvet, che scorreva pres- parte più occidentale della Turchia Eu-
so la cillà. Nel 34qera vescovo Potino, ropea, avente circa una superficie di 3, 000

già discepolo di Marcello d'Ancira, con- leghe quadrate. Assai montagnosa, ha di-
tro i cui errori fu tenuto quel concilio in veisi corsid'acqua e suoi (lumi princi- i

Sirmio che poi descriverò, e fu deposto e palisono navigabili, con belle ('ore-»te che
esilialo. Anche im Germano fu vescovo somministrano mollo legname da costru-
di Sirmio. Nel concilio del 38 tenuto in 1 zione e da lavoro, pingui pascoli, vigoro
A quileia, v'intervenne il vescovo Anemie, sa vegetazione,' la quale è contrariata nel-
e occupò il posto presso s. Ambrogio me- l'inverno da'venli impetuosi, e nell'estate
tropolitano del vicarialo d' Italia. Nelle da un sole ardente : il clima è piuttosto
Notizie di Roma leggo i seguenti 3 ulti- freddo. Abbondanti sono i frulli, il liquo-
mi vescovi di Sirmio. Nel 1734 Ladislao re delle prugne rimpiazza il vino, sebbe-
Szoreny di Slrigonia, a cui nel 1749 ^" ne questo non manchi, anzi colle oli ve for-
dato in coadiutore Nicolò Gyvovich di ma uno de'principali prodotti. Gli uccel-
Sabbioticellodiocesi di Stagno, e vescovo li e gli animali selvaggi vi sono comuni,

d'Anemuria in parlibus : gli successe nel bellissimi bovi,i uìontoni danno una la-
i

1753. Nel 17G2 Gio. Lanista Pa\y di na finissima, le capre sono numerosissime,
Karlino diocesi di Zagabria. Clemenle i cavalli forti, eccellente il miele. Il ferro
XIV col breve Vniversis OrbisEcrlesiis, è il solo metallo che si eslrae dalla terra,
de'q liiglioi773, Bull. Pont, de propa- benché il paese ne contenga altri, aven-
ganda fide 5q,e Bull. Roin.conl.
^ l.
4, p. I dovi romani travagliate fino delleminie-
i

t.
4j p- Goj, ad istanza di M.' Teresa re- re d'oro: le sorgenti minerali vi sono ab-
gina il'Ungheria, alla quale per la fonda- bondantissime. L'induslre popolazione si

zione e dotazione delle sedi di Sirmio e occupa nella preparazione de'cuoi, in tes-
Eosnia spettava, dopo aver traslalo a Za- suti di lana grossi, in manifatture d'armi

gabria il vescovo Paxy, restalo vacante il ein altro. Il commercio di transito è con-
4o s 1 II S I U
sidorabile, e le priiicipnli città di depositi parte della Transilvania, oltre la Bosnia,
sonoNovi-UazarjZvv^ornik, Dagna-Louka, la Dalmazia si fece chia-
Bulgaria e la :

JMoslar, Gradisca, e Bosua Serai,cosi det- mare Czar, e per un momento ebbe in
ta dal serraglio clie vi fece costruire Mao- mira di marciare, su Costantinopoli. Ma
uictlo li, residenza delle principali auto- ia morte lo sorprese a mezzo de'suoi suc-

litìi , (juanlunque il pascià sia fìssalo a cessi, quindi ambiziosi luogotenenti si di-

Traìvnik: questa città è vantaggiosamen- spularono la sua eredità. Però nel 1389
te situata, parte in pianura e sul declivio r indipendenza della Servia soccombet-
d'alcuni monlicelli, difesa da vasto castel- te ne' piani di Cassovia, sotto la poten-

lo fortidcato; vi sono 80 moschee, molte za d' Amurat I sultano d' Adrianopoli.


chiese greche e cattoliche; è il centro del- Nella sanguinosa guerra tra i turchi, gli
le relazioni commerciali tra la Turchia e luigheresi e i bosniaci, i primi si resero
laDalmazia.La popolazionedeliaRosnia è tributaria la Bosnia, e nell'anno i4^3,
calcolata piìid'820,ooo,de'quaIi lòOjOc-o dopo avere ucciso il re Stefano V, Mao-
catlolici.il nome di Pannonia inferiore di- metto II l'incorporò al suo vasto impero.
segnò presso una porzionedel-
gli antichi Dettagliale storiche notizie si ponno leg-
la Bosnia. I serbi verso la metà del VI se- gere nel p. Farla to, lUyrici sacri, t. 4> P-
colo si sparsero sulle rive del Danubio, 37,in Episcopi Bosnenses, che dice pro-

e stabilironsi nel paese che porta il nome mulgala la fede cristiana nella Bosma nei
di Senna (/^.), nella Bosnia, e nel Mon- tempi degli apostoli da' loro discepoli, e
tenegro che descrissi a Scutari. Dopo a- come nel dominio degl'imperatori greci
ver fondato il loro regno, caddero in po- d'oriente soggiacque alla defezione dalla
tere de'greci che li convertirono al cri- chiesa romana nello scisma di Fozio, dal
stianesimo. Nel medioevo! bosniaci erano quale la purgò Belallre d' Ungheria quan-
vassalli de'sovrani d'Ungheria, indi si for- do verso il I I 36 l'uni al suo dominio col-
iì)ò il suo regno. I servianiabitanti ne'no- la Servia. In seguito vi s'introdusse l'e-
minati paesi e nella Bosnia, a vicenda i- resia degli albigesi, de'palarini, de'mani*
dolatri e cristiani, sottomessi e ribelli, re- chei e altri, che vi dilfusero i loro errori,
sistettero a' saraceni, e vinti da' bulgari, i quali per le cure de'Iegati de'Papi, per
questi li trassero prigioni nelle loro mon- quelle de' vescovi e de're d'Ungheria fu-
tagne. Uno de'loro capi potè fuggile a tale rono sterminali; essendone assai beneme-
schiavitù, e ricominciò la lotta per pro- riti i domenicani e francescani, che pa- i

lungarsi fino al secolo XII. Allora spun- tirono anche la morte per le crudeltà de-
tò pe'serviani l'era della prosperità colla gli eretici. Occupato il regno da'turchi, la

dinastia de'iVemanja. lli.° di questo no- popolazione si compone di maomettani, di


me, Stefano, ebbe le qualità d'un fonda- caltolici Ialini parlanti l'idioma slavonico,

tore d'impero : colla sua abilità e corag- e di serviani e greci scismatici, oltre gli e-
gio sottomise la Bosnia, la Dalmazia, le brei.Loda i bosniaci per robustezza di cor-
rive del Danubio; prese ii titolo di gran po,per valore militare, per probità. I cat-
Zupano o Giupano, e fece governare la tolici poi sono zelanti del divin culto, ri-
Bosnia da un Zupano: abdicando negli verenti verso i ministri di esso, osservan-
viltimi di sua vita, si ritirò sul monte A- ti della disciplina ecclesiaslica,e tenaci nel-
thos, ove avea fondato un monastero. I la lojo vera religione, in che assai sem-
suoi successori continuarono le conqui- pre giovarono i francescani minori osser-
ste con varie vicende, fino alla metà del vanti, i quali vi hanno due provincie, la
secolo XIV. A quest'epoca Dukan, eclis- Bosnia Croata, la Bosnia- ArgentinajCser-
sando la gloria di Stefauo,divenne sigilo- citando con fervore gli uflici di parroco.
redeir Albania, della Macedonia, edi una Incerta è l'origine del vescovato di Bosnia,
SIR SIR 4t
eneirSy" era in uno olla Servi/i (^F.) nel- crociate alacremente convert'i e punì l'e-

la giurisdizione dell'arcivescovo di Spa- retica pravità, e ne ricevè alte lodi da Pa-


lalro, poi di Dioclea, soiio il l*apa Ales- pa Onorio 111, contribuendovi alle con-
sandro II del 1061 in quella dell'aicive- versioni l'opera de' domenicani. Avendo
souvo iV Anlivari^ inili de'ciicoslanli ve- un vescovo patarino invaso la sede di Bo-
scovi di D.drtiazia e di Servia che se l'ai- snia, ne fu espulso nel 233 dal legalo di
i

tribniroiio. Alcuni dissero, che s. Bonifa- Ungheria cardinal Giacomo Vilri d'ordi-
cio camaldolese apostolo à\ Russia {^F.), ne di Gregorio IX, e sostituito un catto-
ove fu decapitato nel looq, fosse consa- lico di cui pure s'ignora il nome, dotto e

gralo arcivescovo Bosnensern^senza esser- idoneo, encomiando con epistola il Papa


ne il pastore. Dopo Antivari , «i trova la ilbanodi Bosnia Zibislavo, ilqualecoslriri
chiesa di I>osnia soi^getta successi vauieu- un nuovo episcopio al vescovo nella città
tea'metropolilani i\\R(7gusa nel i 1 43, nel di Bosna Scralio. Neil 238 divenne ve-
Iiqi nuovamente a quello di Spalati o, scovo il b. Giovanni Ponsa Teutonico di
nel principio del seguente secolo a quello Westfalia, domenicano chiaro per dottri-
di Colocza, a cui rimase. 11 ."vescovo di 1 na e santi là di vita, e Gregorio IX lo di-
Bosnia certo è "Uladislavo verso ih i4'> chiarò pure legato apostolico in Panno-
dopochere Dela U erasi impadronito del- nia contro gli eretici, pe'qiiali spiegò il piìi

la contrada e l'avea riconciliala colla s. fervoroso zelo e cooperò all'edificazione


Sede; indi si trova Micovanodeli i 5o,lla- della cattedrale in Seralio o Bosna, indi
dagastodeli 17 i 01 197,3 lem pò del fina- nel 1 240 si dimise dal vescovato, e poi fa
le Culino gran hano di Bosnia abbracciò eletlogeneraledelsuo ordine nel i 241 In .

l'eresia de'p«//7n/n e difese chi la piofes- questo gli successe il vescovo Aimo, nella
sava. Circa il 1200 per loro favore fiorì cui epoca i tartari invasero la Bosnia e la
il vescovo Daniele, e cos'i principe e pasto- devastarono, a tanti guai si aggiunse il rav-
re divennero fautori di quegli empi. Papa vivamento dell'eresia patarina che lo zelo
Innocenzo III gravemente ammoni Eme- del predecessoreavea quasi estinta. Aimo
rico re d'Ungheria, ad espellere dalla Bo- eccellente pastore ricorse alla s. Sede per
snia i patariìji, onde Daniele fu privato aiuto onde liberare dal pericolo in cui lio-
della dignità, ed esiliato verso il 1 2o3. A. vavasi la chiesa di Bosnia, e l'ebbe da In-
cagione degli eietici che aveano occupa- nocenzo IV, e da Bela IV re d'Ungheria,
to la cattedrale di Rrescevum e l'episco- il quale con ogni maniera perseguitogli

pio, vacò la sede sino al 1288, nel qual eretici. L'arcivescovodi Colocza contro di
tempo i legali pontificii convertirono mol- essi bandi la croce, e pose in opera tutte
ti eretici, e tuttavia nel 1 223 insorse l'an- le esortazioni per convertirli, concedendo
tipapa Bartolomeo di Bosnia, crealo dai il Papa la remissione de'peccati a'croce-
palariiii e dagli albigesi colla piìi sfronta- signali che fossero periti ne'combaltimen-
ta audacia, pe'loro seguaci dispersi nel- ti.Molli eretici ritornarono al grembo del-
Questa larva d'an-
rilliria, Italia eGallia. la Chiesa, altri furono soggiogati colle ar-
tipapa che venne consultato da detti o- mi, onde Innocenzo IV in rimunerazio-
slinali eretici, fece residenza nella Bosnia ne definitivamente fece sufl'raganea della
nella sua breve durala, e fece suo vicario chiesa di Colocza questa di Bosnia. iVel
e vescovo degli eretici in Gallia un oriun- 1253 fu vescovo fr. Giovanni II di Fri-
do di Carcas>ona dimorante a Porlos e
e burgo francescano, ma nei 256 la sede 1

nelle parti diTolosa. Andreall re d Unghe- era vacante. Bela IV donò la città di Dia-
ria pose ogni studio per l'estirpazione di kovar, Diacovuni, al vescovo di Bosnia e
s'i perniciose selle, ed Hugrino arcivesco- la costituì sua sede. ìVeli28o fiori il ve-
vo di Colocza colla dotti ina e colle armi .scovo fr. Andrea ungaro, che dovette fa-
VOL. I.XVII. 4
f^i S I R SIR
sempie infeslava la
licare per l'rrcsiurlie landi canonico di Bosnia nel 33 esor- i "ii,

conlrocla,onfle Slenmo re tli Servia, a cui tando d'Ungheria a rimuovere quei


il le
allora nl)biHiva, vi costiliù per inquisito- laicicheaveano usurpato beni della men- i

ri i rrance<;cani. Non è a dire quanto e suc- sa. Gli successe nel 343 Bongiovanni di 1

cessivamente quasi lutti iPapi premuro- Piacenza, clie Iraslato nel 1


349 ^ t'armo,
samente si affaticarono per la restaurazio- venne sostituito il b. fr.Pellegrino diSasso-
ne del caltolicismo in Bosnia, tutto nar- nia francescano d'esimia santità, caro al
randosi dal p. Parlalo, e molto si adoprò bano Stefano, e co'suoi religiosi fu sollecito

il vescovo Andrea coadiuvato da'suoi re- a propagare le verità cattoliche, alle qua-
ligiosi, pastore lodntissimo. A vendo Pao- li convertirono molti eretici e scismatici.
lo Breberio bano di Dalmazia e Croazia Nel 357 I fr. Pietro II francescano o dome-
aiutato Andrea III re d'Ungheria contro nicano, sotto di cui morì l' eccellente ba-
il redi Servia, a questi lolla la Bosnia, a no Stefano e gli successe il nipote Stefa-
lui la die in rimunerazione nel i 3o3 cir- no Tuariko, che assunto il titolo regio
I

ca, il quale bano studiosamente propugnò quale re di Rascia e di Bosnia, come im-
la religione cattolica e vegliò per la com- plicato negli errori de' greci fu infesto ai
pressione degli eretici. Non si deve lacere cattolici; il vescovo però e lo zelo de'fran-
che alcuni registrano due vescovi agosti- cescani operarono molle conversioni. A.

niani, fr. Michele del 274 e fr. Bonifacio1 quest'epoca si trovano due vescovi di Bo-
del 128 ijSulFraganeie adiutori dei vesco- snia greci, in Glasinacz e in Randigosfo.
vo di Trento ili.°,di quello di Basilea il Nel i37q Domenico vescovo, nel i384
2." Neli3o4 successe a fr, Andrea il ve- Gregorio sotto il quale e ne! 3g2 diven- 1

scovo Nicola che intervenne al concilio di ne re di Bosnia Slefjno 11 Dabiscia, e nel


Preshurgoj nel i3io fr. Benedetto Gui- j 3g6 gli successe Stefano 111 o Tuariko
chard ungaro domenicano di molla scien- Scuro; i francescani sostenendo la religio-
?a esingoiar virtù, forse neli3i4 trasla- ne cattolica perturbala dagli eretici, dai
to alla sede di Transilvania, onde quella Papi ebbero la vicaria o custodia di vari
di Bosnia fu data in commenda al vescovo luoghi per difendervi la fede. Nel 1 388 fr.

5uacense o d' A nti vari Ne! 3 7 fr. Pietro


. i i Giovanni III ThomeusMaravitio domeni-
ungaro domenicano,pel trasferimento del cano; nel 4 o Benedetto II de Benedetti
1 I

predecessore a Ragusa, prudente e di som •


ch'ebbe un vescovato laborioso, ardendo
ma erudizione, che curò di correggere i laBosnia perintestinediscordiee perguer-
depravati costumi del popolo e di condur- re,a un tempo essendovi tre re, e quieta-
lo alla pietàPapa Giovanni XXII se-
: il le le cose lutto si dedicò all'esercizio di
veramente ommonì Mladino bano di Bo- provvido pastore, e fu legato de'lre re al
snia, ad espellere da'suoi dominii gli ere- concilio di Costanza. Ma avendo Stefano
tici, senz'edetlo per la pessima sua indo- III o Tuariko II contro l'emulo Ostoia in-
le e quale usurpatore de'diritti ecclesia- vocato l'aiuto de'lurclii, questi comincia-
stici,ed esercitando allie iniquità, percui rono a invadere il regno. Neh 427 Dio-
fu dato il banale a Slefano dinasta di Croa- nisio Takch canonico di Varadino ; nei
zia, che il Papa lodò per tutelare gl'inqui- j 428 Giuseppe di Strigonia funestalo da
sitori francescani, i quali in questo tem- 4 vescovi eretici e inlrusi,,nelqual lerapo
po ebbero su tale uffizio controversia coi SI recò in Bosnia s. Giacomo della Marca
domenicani; ma Giovanni XXII l'aggiu- qual commissario a riuvigf)rirvi la disci-

dicòa'francesrani. Avendoil capitolo del- plina religiosa , e Stefano III o Tuariko


la chiesa di Bosnia eletto il vescovo, Be- 11 diventò solo re, ma avverso al cattoli-

iiedello XII nel i334 non lo riconobbe cismo. Il vescovo Giuseppe il dimorava

se non da lui uominalo, e fu Lorenzo Lo- in Diakovarchediventò stabilmente lase-


SI R SIR 43
(le vescovile, dopocliè i lincili occupa- mandò legati gì congresso di lìLuilo^'a a
loiio Bosna o Seralio. Papa LugeMÌo IV Pio li, [)er unir le sue armi control tur-
commise la conversione degli eretici della chi nella promulgala crociata. A Stefano
Bosnia, aiiclie ussiti, ai fraiicescnni, la vi- IV nel 1460 successe il figlio Stefano V,
caria e l'inquisitorato per frenar l'eresia e la regina Caterina sua moglie recatasi
con ampli privilegi e facollà, e propagar- in Roma, lasciò erede del regno la chiesa
\\ laverà lede, con giurisdizione quasi e- romana allorché morì. Siccome la regina
piscopale e perfino d'amministrar la eie- fu sepolta nella chiesa di s. Maria d'A-
sima. Neil /pò si trovano vescovi i fran- raceli di Roma, così il p. Casimiro nelle
cescani fr. Stefano, e fr. Antonio dello, Memorie ;5^onr/je della medLSima ripor-
preposti uno per la Bosnia Croata, l'altro ta la lapide del suo sepolcro e (juella er-
per la Bosnia Visorana. Giù nel i443 f» rata da altri, non che la lapide in carat-
Tuarlko 11 era successo il re Stefano IV teri illirici o serviani non più esistente.
Tlioniasco de Jablonovidi, a cui per la Discorre delle notizie di questa regina di
fede ortodossa Eugenio IV inviò legato Bosnia, del suo marito che chiama Ste-
Tommaso vescovo di Farsaglia; fu ricevu- fano Tommaso, di suo padre Steflino, dei
to con onore, e il re ebbe il titolo e le in- suoi e fratello Stefano. Che Stefano
figli

segne reali per autorità pontificia, e sem- Tommaso abiurali mani- gli errori de'
bra che vi fossero costituiti due vescovi chei, fu battezzato dal cardinal Giovanni
Ialini nel regno. Intanto Amurat II sulta- Carvajal. Hiiic Eugen'ms IF PP. coro-
no de'tmclii, dopo la vittoria di Verna, narli obluHljCl poiìdfìcalis ecclesias in Bo-
piombò sulla Bosnia e la fece tributaria siiia voluit erigere. Il re perciò provocò

d'annue 23,000 monete d'oro. IVella le- l'odio de'turchiede'nianicheijC fuespid-


gazione di Tommaso, Stefano IV re di Bo- sodal regno; gli scrisse confortandolo Ca-
snia e di Rascia (parte della Servia the listo HI, e II mostrò e-
il successore Pio
Tuarlko I avea unito alla Bosnia), ch'e- gual sollecitudine per onde reintegrar- lui,

rasi convertilo co'magnati al caltolicismo, lo nel Irono e combattere turchi. Dopo i

adunò nel 1446'"^ Cogniz un generale con- la sua morte Caterina sua vedova regi-
gresso de'prelali, baroni e voivodi del re- na di Bosnia, chiamò alla successione il
gno, in cui si fecero per la regione e pel figlio se avesse abbandonato il maomet-
regno vari decreti. V'intervennero il le- tismo e abbracciato il caltolicismo, ed in
galo che occupò il I. "posto, il metropoli- sua vece la figlia Caterina se avesse fallo
tano e vescovi greci, ed i vescovi latini: gli allrellanlo. Il p. Casimiro confuta tulli
atti sono riportati dal p. Parlato. Tom- quegli scrittori che di>isero giunta la re-

maso fu pur legato di Papa Nicolò V, che gina in Roma nell'anno santo 1
4/ '> «^'20

come predecessore e successori scrisse


il 1 aprile con 4o cavalieri. Imperocché era-
al re, il «piale mosliò singolare benevo- \i già stabilita da c) anni prima, e vicino
lenza pe'francescani. Eletto Calisto III, il alla chiesa di s Marco nel rione Pigna e
re Stefano IV mandò una legazione in Ro- fino dal pontificato di Paolo II; se pure
ma e Nicolò Testa a prestargli ubbidien- non voglia credersi che partila da Roma
za, ed il Papa col figlio Slelano li ricevè vi si restituisse in dello anno. R^ilornan-
nella prolezione della s. Sede, es'-endo mi- do al re Stefano V, non andò guari che
nacciati da IMaomello II im[)eralore ilei neh 463 Rlaoiiietlo II invase la Bosnia e
turchi che neli4'>3 avea preso Costanti- uccise il re. Sotto gli ultimi due regni pa-
nopoli, e gli mandò il vessillo colla croce re che ne fosse vescovo Stefano Radosni-
omle combatterli, con Giovanni Uimiade chi. I tuichi commisero nel regnoorribi-
e Scanderberg eioi crisliani. Pel zelo del li uccisioni, crudeltà e devastazioni, non
re si convertirono 3 dinasti, e Stefano IV risparmiando chiese eallari, vergini e ma-
-

44 S IR SI R.

trone, e fu forlunalo chi polè riparare in cesrano flel i ^r3, con facollàdi esercitare
Dalmazia: le reliquie de'cristiaui furono i [)onti(icali ne' finitimi luoghi de' turchi
coltivale con successo dal costante eope- ove non è il vescovo, indulto concesso an-
roso zelo de'francescani, esposti alle ves- che ad altri vescovi di Bosnia. Nel i 588
sezioni de'Iànalici Diaomeltani. Il corjio fr.Francesco di s.Stefanofiaucescano, con
di s.Luca evangelista da Costantinopoli fu autorità di visitar la chiesa di Belgrado,
portato nell'isola di s. INIauraepoi in Jaic- vescovato ora unito a Seniendrìa (f^-), il

za, finche fu tiaslato in Venezia, le prove cui vescovo talvolta ainuiinistrò la chiesa
recandole il p. Parlato nel parlare della di Bosnia. Indi furono nominati 3 vesco-
contraria controversia, per sostenere! tao- vi dagl'imperatori come re d'Ungheria,
naci di s. Giustina di l'adova di posseder- ma non approvati dalla s. Sede. Nel 1 6oo
lo essi. Dopo l'occupazione de'lurchi,viep- Luigi de Vilasko Vesprim,nel 1607
di

più in Diakovar fu stabilita la residenza Francesco 11 Erghelio di Zagabria colla


del vescovo diBosnia, per cui i vescovi s'iu- ritenzione di quella prepositura, poi tra-
titolarono Bosnensis alias Dìacovensisj sferito a Vesprim. Nel 1610 Giovanni IV
essa è munita e trovasi ne' confini delle Telegdini colla ritenzione della preposi
diocesidi CinqneChieseediSirmio.Inse- turadi Strigonia. Poscia Tommaso li Ba-
guito francescani pel loro contegno pru-
i lasfi, Stefano 11 Senney, e Giovanni V Po-
dente e virtuoso si conciliarono la vene- sgai e Vincenzo Ziiggoni, ma nonconfer-
razione ùe'turchi, e poterono restare nel mali dal Papa, solo nominati dal re d'Uu-
loro dominio a operarvi immenso bene, gheria : la s. Sede elesse amraini-
invece
amminislrando le parrocchie e fruendo stratori Antonio e Tommaso vescovi di
de' privilegi che ottennero dai maomet- Scardona.Nel 63 i Giovanni VI Marcia
1

lani. Laonile al vescovo di Bosnia restò il o Marnavilio bosniese nobilissimo educa-


titolo, menUeinessa d'allora in poi vi re- to in Pioma,clie la congiegazione di prò-
starono i francescani a esercitarvi il mini- paganda deputò alla riforaia dei-
y^t/e

stero ecclesiastico, finché poi come dirò l'ordine di s. Paolo i.° eremita in Unghe-
fu eretto il vicariato apostolico di Bosnia, ria: tornalo in Iioma consagrò la chiesa

esercitato da un loro religioso minore os- di s. Girolamo nel 1 634, ^^ cui riparlai a

servante. Ecco la successione de' vescovi Schiavonia, e fu amministratore di Dri-


tilolaridiBosnia, residenti inDiakovar nel vasto. Nel 1639 fr. TonnnasolII Marna-
doininiodel re d'Ungheria. Benedetto Ili vitio consanguineo del predecessore, frati-
del i46q, Mattia del i486,e nel i48gSte- cescano di egregie qualità, neh 645 Gio.
fano eletto; nel 1491 Luca traslaloa Csa- Girolamo, nel i647fr.MarianoMaravich
nad da Alessandro VI, che gli sostituì nel di Piombo francescano traslalodalla chie-

1494 ^^L)'""^'*^!^*^!^^!' po' ^^ Sirmio; nel saDuinnense,di cui ritenne l'amministra-


i5o2 Michele Chesuli, nel 5i 6 Donato 1 zione, ch'ebbe controversia col vescovo di
Torre,neli526Giorgio llPalisneoin tem- Macaiska su R.ama, parte della diocesi di

pò del quale Solimano II compi la eoa* Bosnia, e fu in suo favore giudicata. Va-
quista di Bosnia insieme a Jaicza,che se- cata nel 1660 la sede fu amministrata dal
guendo altri dissi a Bosnia forse Diako- vescovo Dumnense o di Macarska, e nel
var, ma è diversa. Neli53o circa Biagio 1662 ne amministratore apostolico fr.
fu
Cavacich, che calunniato e recandosi io Francesco Svimirovich arcivescovo d'A-
Piomasi sommerse nel Drino. In quesl'e- crida. Nel 1669 fr. Nicolò IlOlouchich di
poca francescani per le vessazioni de'tur-
i Piombo nella Bosnia francescano, dotto,
chi, gran somme doverono sborsare. Do- virtuoso e prudente, benemerito vescovo,
pn il breve vescovato di Tommaso vi fu costruì la cattedrale di Diakovar, istituì
sede vacante fino a fr.AnlonioMatteifrau- il clero inferiore del capitoloper l'unioia-
SI R SIR 45
tura, edificò col permesso tle'turchi l'e- repiscopio,ed inDragotin restaurò la chie-
piscopio in (hescevum di Bosnia, già se- sa, aumentò le rendite della mensa , co-
de vescovile: convertì molti eretici e sci- struendo diversi edilizi. Con questi nel-
smatici, e morì nella propria abitazione \ Itlyrici sacri si termina la serie de've-
di Diakovar per cospirazione di ladroni scovi, com^'nhcoWe Notizie di Roma.
i:\iQ

di Rascia, e Dio conlermò co'miracoli la Avendo Clemente XIV, come notai, nel
santità di sua vita. Nel 1702 l^ietro HI 1773 riunito vescovati di Sirmio e di
i

Ciiernkovicli croato canonico di Zagabria, Bosnia, ne dichiarò i.° vescovo a' 2 od icem-
dotto, pioeamabile, che morì prima del- bie Matteo Francesco Rertiza di s. Vito
la spedizione delle bolle. Neil 708 Gior- diocesi di Pola. Gli successero, neli8oG
gio 111 Patacich nobile croato di Zajezda, Antonio Mandicsdi Posega diocesi di Za-
di eccellente qualità e sapere, aumentò il gabria; nel 18 16 Emelico Carlo Rullai di
divin culto, ristabilì in Diakovar l'episco- Prozozic diocesi di Zagabria. Gregorio
pio, e la cattedrale che i turchi aveauo ro- XVI neh 83 id'AlbaReale vi trasferìPao-
vinata, e consagrò nel 1709; presso la
la lo Mattia Szutsits di Colocza, e neh 834
città edificò e dotò un convento pe'fraii- mg.' Giuseppe Kukovich di Zagabria. A.-
cescani espulsi da' turchi da Modricia, e vt-ndo abdicato, il Papa Pio IX nel con-
così gl'introdusse nella della città; purgò cistoro de'a omaggio 18 5opreconizzò l'at-
il territorio di Diakovar da'Iadri, celebrò tuale vescovo mg.rGiuseppe Strossmayer
ilsinodocolsuoclero, e v'intervenne quel- d'Essek nella Schiavonia, già cappellano
lo di Sirmio col vicario o amministrato- aulico in Vienna edireltore d'uno stabili-
re del medesimo Luca Natali. Nel 17 16 mento ecclesiastico. All'articoloBosNtA ve-
Pietro IV I3achicli d'i Spalatro, abbellì e scovatogià parlai in breve dello statodet-
dilatò la cattedrale riedilìcata dal prede- la diocesi; secondo l'ultima proposizione
cessore ,
provvedendola di sagre suppel- concistoriale è questo. Risiede il vescovo

lettili. In Diakovar ridusse a elegantecap- in Diakovar, sulla strada da Essek a Bro-


pella una moschea, ivi restaurò una chie- di e a 6 leghe da Essek, ove sono circa 3oo
sa parrocchiale, e tre cappellein altri luo- case e più di 2000 fedeli. La cattedrale
ghi. Nelir^o Francesco Ili Tausy croa- dedicata a s. Pietro aposlolo,ha i! capito-
to, nubile di Lipnick,cauonico diZagabria, lo composto ili 4 dignità, lai.'^èil piepo-
consagrò nuovamente la cattedrale e le silo, le altre il lettore, il cantore, il custo-
donò 1751 Iraslato a
de'sagri arredi, nel de, 6 canonici colle prebende del teologo
Zagabria. Gli successe Giuseppe Antonio e del penitenziere, ed altri preti e chieri-
Chiolnich di Vivochin diocesi di Zagabria ci: l'episcopio le è contiguo. La cura d'a-
e di questa canonico e arcidiacono, dotto ni me col batlisterio è nel la chiesa d'Ognis-
educato nel collegio ger-
e di belle virtù, santi; vi è un'altra chiesa parrocchiale col
manico ungarico di Roma, autore dell'ap- s. fonte, e quella del seminario. Il vesco-
pendice de'suoi predecessori alla serie del vo mg.'^ Rukovich incominciò la fabbri-
p. Parlalo, fu consagrato dall'arcivescovo ca d'un monastero, che forse sarà compi-
di Colocza, ch'ebbe per assistenti i vesco- to. Le due diocesi riunitesi estendono ia

vi Giorgio di CinqueChiese, e Nicola Giu- lunghezza a circa 3o miglia, in larghezza


seppe Gyvovich di Sirmio: visitò la dio- a 1 o; il luogo principale è la libera e regia
cesi e l'aumentò di 3 parrocchie, essendo città d'Essek o Es/ek, forte e capoluogo
ridotta a 4j nella cattedrale eresse un de- della Schiavonia civile sulla riva destra
coroso alt. ire al titolare s. Pietro, rese più della Drava e già capitale della Pannonia
solida la campanaria e vi aggiunse
torre inferiore, facendola credere la quantità
la campana maggiore, le donò de' vasi di de'suoi vetusti monumenti l'antica tar-
argento, ritabbricò di materiale e ornò sici o iUunia colonia romana. Si diceche
4G S l R SIR
nel 335 vi fu creilo un vescovalo, soppres- elle in luUa la Turchia non si trova pro-
so verso la fine del V secolo. Inoltre vi vincia che con tanti cattolici possa gloriar-

sono comunilà privilegiate, griiudi casti 1- si ([uanti quelli di questo vicariato, ascen-

li e vaste possessioni. dendo a circa I 4o,ooo. Essihannovi il no-


Vicarialo apostolico di Bosnia. Oltre viziato, e mandano pegli studi 3o religiosi

quanto ho detto più sopra sulla sua ori- ne'loro conventi d'lJngheria,ei 2 in Italia.
gine, e il cennoiiportaloa DosNiA pascia- I conventi, i parrochi, i cappellani vivono
lato, riferisce il p. Fallato a p. 84, t^lie do- di limosine di messe, e di questua. I con-
po morte del vescovo Micolò li non
la , venti però hanno pure de'beni stabili, che
poitaudusi piìj in Bosnia vescovi ad am- i posseggono con intlulto pouùCiàoad lei/i'
niìnislrare la cresima, i bosniaci sudditi pus, che si rinnova alla scadenza. Quan-
oltomani ricliicscro alias. Sede un pasto- do debbono restaurarsi, il governo otto-
ie insignito nella dignità vescovile, e Cle- mano esige fortissimeconlribuzioni. Il vi-

mente XI gli esaudì nella persona di fr.


1 carialo, diviso in 3 circondari,ha 55 par-
Matteo Deliviuli minore osservante insi- rocchie. Suttjeska è l'odierno convento re-
gnito neh 735 del titolo di vescovo Doli- sidenza del vicario apostolico, con chiesa
ncAji/i per averne cura. Per sua morte ac- dedicala a s. Gio. Battista. Altro conven
caduta in Krescevo, Benedetto XIV nel to è quello di Folca o Foinizza, con chie-
1 740 ne allldò l'amministrazione a fr. Pao- sa sagra allo Spirito santo; altro è quello

lo Dragevicli del medesimo ordine, colla di Krescevo, con chiesa sotto l'invocazio-
stessa qualifica di vicario apostolico e di ne di s. Caterina v.e ni. I religiosi dipen-

vescovo di Diurii'iiì Macedonia. Ambedue denti da essi e ripartiti nelle parrocchie e


i vicari non solo furono vescov'iBosiìensis, stazioni sono circa 06. Vi sono due cap-
i

ma aitcht Diimnensix, ed il p. Parlatori- pelle, nella villa Radmiluzia, e nella ter-


porta i bi evi di destinazionee di consagra- ra di Varefs : negli altri luoghi i divini
zione. Nel i 766 essendosi dimesso il vica- uffici si celebrano sotto tende e capan-
rio Dragevich, gli fu sostituito nell'am- ne, con altari portatili. Il vicario aposto-
minislrazione Bonaventura Benicli mi-
Ir. lico ha le facoltà dalla congregazione di
nore osservante. Nel i832 da uno stalo propaganda fide della forinola 2.'' e altre
delle missioni dipropaganduy?(/e ap[)ren- straordinarie. Nel i83c) furono ridottele
do che il vicarioapostolicodi Bosnia e in- feste, e trasferite le vigilie a' subati. Nella

signito del carattere vescovile, allora era provincia hanno molle chiese greci sci- i

fr. RalFaele Barissich vescovo d'Azoto in smatici. Fuori del vicarialo si trova un
parlibus, residente nel convento di Foi- numero di sacerdoti. La detta congrega-
uizza, e nominato da Gregorio XVI in ta- ziouesuoldare un'elemosinaa titolo di ve-
le anno. Nel 84*^ nelle Notizie dì Roma
1
stiario a'religiosi bosniesi, quando dimo-

s'incominciarono a pubblicare i vicariati rano studenti ne'conventi d'Italia. Ad in-

apostolici, ed in esso leggo ancora ujg.rBa- tercessione dell'Austria si ottenne un fir-

rissichjcosìne'successivi annijma dal i85o mano a favore de'catlolici della Bosnia.


in poi trovo il p. Andrea Raracich de'mi- II vicario apostolico riceve dalla congre-
noii osservanti pro vicario interino, e lo gazione di propaganda l'annua pensione
è tuttora. Secondo altro stato più leceu- discudi 3oo. Per decreto della medesima
te delle missioni e vicariato apostolico di approvato da Urbano Vili, il provinciale
Bosnia, registrerò le seguenti notizie. Dai prò tempore assume il governo del vica-
tempi remoti la missione è aflldalaa'fran- riato, vacando la sede, e assume la cura
cescani minori osservanti, e traessi si sce- e custodia dell'archivio. Nel n.° 212 dtì-

glieil vescovo vicario apostolico. Sono es- VOsiervatore Romano deli 85 1 si lei;ge.

si beucuiercnlÌÉ)SÌuìi della religione, poi- « Il viaggio di S. E. il nunzio apostolico


SI a SIR 47
(caidiiial Viale- Prcià) presso l'imperiale li poi rinnovarono i Nestoriani[F.)j ma
leal corte d'Austria, perle basse regioni l'airettocheil popolo gli portava rese luu-
del Danubio, trasse nuovameule l'atten- go tempo inutili gli sforzi che si fecero per
zione universale, sulle condizioni del cat- privarlo della sua sede. Fotino non lico-
tolicismo nelle provincie turche della Bo- nosceva che una sola operazione nel Pa-
snia ed Erzetjovina. E' ben naturalech'es* dre, nel Verbo e nello Spirito santo; se-
se senibiano opportunissime a desiare condo lui il Padre solo era Dio; egli crede-
simpatia in tutta (juanta l'Austria catto- va un Verbo eterno, ma non sussistente e
lica. Il numero de'cattolici inque'paesi a- distinto personalmente dal Padre; egli vo-
scende a 200,000 anime. I loro alFari ec- leva che il Verbo fosse come una estensio-
clesiaslici vengono attualmente disimpe- ne che il Padre faceva di se, quando vo-
gnati da sacerdoti dell'ordine francescano, leva operare al di fuori. Egli sostenne, che
i quali coinpenetrati della loro s. missio- Gesù Cristo non fosse che un puro uomo
ne, si ussoggellano non di rado a grandi (per cui i suoi settari furono anche detti
privazioni e patimenti per onestamente a- per bestemmia, Hoinnncionisti, secou-
tal

dempieila.Un membro dell'accennatoor- dochè avverte s. Agostino nel Scnn. 26);


dine vi la le funzioni di vicario apostolico; ch'egli non era Dio, che non bisognava o-
ma puie non si poterono sempre evitare norarlo, se non in qualità d'uomo; ma di-
delle inegolarità e degl'inconvenienti nei ceva altresì che il Verbo avea abitato in
rapporti di quella chiesa cattolica. Come lui, ed erasi unito a lui in un modo par-

si dice, laSede avrebbe già da qualche


s. ticolare. Si crede anco che gli accordasse
leaipo pensato a ristabilire un vescovato il titolo di Figliuolo di Dio, senza voler
per la Bosnia. l'areCLliie comunità catto- però ch'egli fòsse avanti di Maria, né ch'e-
liche espressero il voto d'essere soggette gli avesse creato il mondo, nò che ci fosse
al vescovo di Diakovar, che porta già da avanti lutti i secoli. I vescovi d'occiden-
tempi remoti il titolo di vescovo del Sir- te, dopo tanti tor-
inquieti di vedere che
mioeilella Bosnia. Allorché Porta nel- la Ariani i^r.) aveano cagiona-
bidi, c\\Q'^\\
l'unno 1840 (dev'essere errore di stampa) to alla Chiesa, Fotino ch'era stato due an-
conquistò (juesla provincia, fu trasferito ni prima condannato dal concilio di Mi-
il vescovato per cattolici bosniaci a Dia-
i lano e deposto, non cessasse di eccitarne
kovar, e più tardi fu conferita la plenipo- ancora cogli errori ch'ei sempre sostene-
tenza di vicario apostolico ad un missio- va, si radunarono in questa città per de-
nario del paese. A (|uanto dicesi, la Sede porlo nuovamente dal vescovato. Ma sic-
apostolica avrebbe l'intenzione di condi- come colla sua eloquenza s'era acquista-
scendereal desideriode'cattolici della Bo- to un gran numero di settari Foliniani
snia.Vogliamo credere che in tal caso la (/^.), lutlociòche potè fare il concilio fu
sublime Porta non porrà ostacolo all'a- di scrivere agli orientali contro questo e-
dempimento d'un si giusto e naturalede- resiarca, secondo il costume che hanno i

siderio, ma anzi che si presterà operosa- vescovi di avvertire i loro confratelli di


mente ad appoggiarlo. 1 voti migliori dei ciò che merita la loro atten^,i(joe. Reg. l.

popoli cattolici dell'Austria s'tiniranno (i 3. Lubbé t. 2.


t|uesto generoso intendimento". Il 2." fu conciliabolo tenuto dagli aria-
Concila del Sirinio o Sitili ich. ni £'»ieZ»/Vin/(/^)al numero di 22 vesco-
Il I ."fu tenuto nel
349 *^ composto dei vi orientali nel 35i. Lo strepilo ch'ecci-
vescovi d'occidente, contro l'eresiarca Fo- tavano gli errori di Fotino, e ch'egli pre-
tino ch'era vescovo della città, ch'era sta- dicava più arditamente che mai, avendo
lo già scoiuunic.ito e deposto perchè rin- obblig. ilo l'imperatore Costanzo di far te-
nova va gli erroride'ó\jZ> t'//aj»/(/^'.),i t|ua- ucre uu couciiiu a Su luiu, la mag^ioi p^tr-
48 SIR SIR
le ile' vescovi die v'iiilervenoeroerano eu- Fabricio nel t. i i, p. 879 òeWn Bihliot.
sebiani. Conluttociò 8Ì com[)iac(|ueio di Graec. cita altri autori che di questo ar-
fur mostra del loro preteso amore pei- la gomento hanno trattato, a'quali si può
fede, non potendo patire d'essere chiamati aggiungere Zaccaria nelle sue Disserta'
eretici, per la qual cosa alfellavano il no tioneslatiiiae, t. 2, dissert. 8, De Synodo
me di cattolici, simulavano di far quello Syrniiensi.
cli'è proprio de'cattolici, e così comincia- Il 3." e conciliabolo fu tenuto nel SSy.
rono a combattere gli eretici che troppo Gli ariani ovvero gli eusebiani compilaro-
bassamente sentivano del Figlio di Dio, no in esso un nuovo formolario peggio-
mentreessilocombaltevaoo in altre ma- re de'precedenti, ed aifatlo eretico; ed è
niere e con altri errori. In questo conci- quello cheil grande Osio vescovo di Cor-

lio Fotino, essendo stato conviolo di te- dova, secondo alcuni , ebbe la disgrazia
nere la dottrina di Sabellio capo d^iSabel- di sottoscrivere, e che da altri vuoisi pure
liaiii, Paolo Samosateno capo de'iSii-
e di sottoscritto da Papa s. Liberio, sebbene
mosaieni [f'.), fu deposto; e volendo mo- altri ciò attribuiscano al seguente, come
strare d' essere cattolici scrissero contro vado a nairare; poiché il p. INIassari nel-

Fotino 27 anatemalismi. La sua deposi- la Dissert. sopra il concilio diSirinio, ri-

zione fu approvata a dir vero da tutto il gettando tutte le altre opinioni, colloca il

mondo, ma non cos"i quello che gli stessi concilio sulla favolosa caduta di s. Libe-
vescovi fecero poi, imperciocché approva- rio nell'arianesimo, verso la fine del 353,
rono la formola fatta dal falso concilio di e difende il p. Mansi (/^.) che sostenne
Sardlca ( F.), e ne drizzarono un'altra in quest'epoca,contro le opposizioni fatte dal
greco che fu riguardata come sospetta;poi- p. Maniachi (F.)eda altri eruditi. Lab-
chè lungi dall'alTermare che il Figliuolo bé t, 2. Arduino t. i. Reg. t. 3. R.inaldi al-
di Dio è consostanziale al Padre, non di- l'anno 357, n.°i e seg.
cono nemmeno che gli sia simile, e scuo- Il 4'° e conciliabolo nel 358 o 359, col-
prono la loro empietà dicendo:» Noi non l'iuterveulodi 3oo e più vescovi occiden-
eguagliaraoil Figliuoloal Padre, mai non tali, oltregli eusebiani. Gli ariani contro
concepiamo, che gli è sommesso". Tutta- l'usodellaChiesa vi distesero un'altra nuo-
volta molti grandi uomini riceverono la va formola a'22 maggio, nella quale die-
uuova regola e formola di fede come or- dero all'imperatore Costanzo, loro gran-
todossa, tali furono fra gli altri s. Ilario, de fautore, il titolo di Re eterno, che ne-
nel suo Trattato de sinodi, e Vigilio di gavano al Figliuolo di Dio, Il Papa s. Li-
Tapso nel suo libro contro Eutiche. Fo- berio, al dire d'alcuni, fu ristabilito, do-
tino fu bandito dalla chiesa di Sirmio,e poché ebbe sottoscritto il formolario a-
l'imperatore lo mandò in esilio. Labbé t. riano, e condannalo s. Atanasio, la causa
2. Arduino t. i. A Sardicì parlai dell'e- del quale era allora inseparabile da quel-
rudita controversia, sull'epoca dellacele- la della fede. Labbé t. 2. Arduino Reg. 1 .

Lrazioue de'concilii diSardicaediSirnìio. 3. Questa pretesa caduta di s. Liberio, e


Grave contesa ancora sul concilio di Sir- la debolezza di Osio, altri la riportano al
mio, e sulle famose forinole di fede <\el- conciliabolo precedente. Sia comunque,
ItSirinieiisi, era già stata tra i gesuiti Sir- nella biografìa di s. Liberio riportai dii
nioudoePetavio. Le loro dissertazioni su Terse autorità, che dimostrano favolosa
questo argomento furono inserite nel t. 4 e falsa la caduta di s. Liberio e di Osio
delle Opere del Sirmondo. Può anche ve- nel concilio di Sirmio. Le 3 famose for-
derside JNJarca, nella dissertazione: De moleo regole di iiìòeSirniiensi, nate nei
tempore Sjynodi Synniensi, Piena riaej conciliaboli diSirmio,alto e grave rumore
e il p. Couslaut nelle uote a s. Ilario. II menarono nella chiesa e nella storia eccle-
SI R S I R 49
siastica.Lai.'fu stesa contro Fot'mo, e si que il p. Massari, che s. Liberio ardente
tacque maliziosamente la paiola onioii- di zelo di guadagnare gli ariani, riducen-
Sion dal concilio di rs'icca I consagrala ad duli a confessar la fede JNiceua, e di met-
esprimere la consuslaiizialità del Figlio tere l'unione e la pace tra gli orientali e
iieireleino Padre, e per questa nascosta gli occidentali, scrisse replicate lettere u
fiode dell'eresia ariana, fu rigettata dal Costanzo imperatore, aninchè fosse con-
zelante e imperlurbabiles. Atanasio. Laa.* vocalo un concilio in Aquileia. Dopo va-
furmola !>i vuole da alcuno che sia stata rie inutili istanze, che produssero gran-
coo) posta da Osioetla Polamio, ches. Ila- dissime aiUizioni al Papa, per le sollecita-
rio chiama hesten)n)ia,oveiion soIo(juella zioni degli eusebiani colla speranza di do-
parola onde Iraevasi la noruìa della caltu- minare, onde costringere vescovi a con- i

lica tede lusop[)ressa, ma si dichiarò il Fi- fermare quanto aveano essi fatto in Tiro
glio minore del Padre nella dignità, nel- contro s. Atanasio, si celebrò fiualmenlo
la maestà, nella gloria, e ad es^o sogget- il concilio nel 355 in Milano, dove si por-
to. La 3.'^ loruiola sirmiense è opera di tò l'imperatore. Fu però un pessimo con-
Lapillo vescovo d' A ncira, e vi si proclama ciliabolo, a segno che i vescovi iiriani te-
il Figlio di Dio, e simile al Padre, manou mendo la sollevazione del popolo irrita-
sì ammette il nome di sostanza, quasi in- to contro di loro, trasferirono il concilio
dotto per inavvedutezza da' Padri di ^i* nel palazzo imperiale, per cui si accrebbe-
tea, non trovandosene nelle s. Scritture ro i mali all' ultimo segno. Le minacce,
menzione. Si questiona ancora a quale del- la forza, la violenza, la tiraimia dell'im-
le 3 formole sirmiensi si solloscrisse s. Li- peratore che apertamente proteggeva gli

berio. Alcuni sostengono la i.'formola, la ariani e voleva che la sua volontà f jsse leg-
quale in se slessa era cattolica, sebben.3 ge inviolabile e canone, furono i soli ca-

Culla sottrazione {\e\\'oniousion vi avesse- noni osservali in quest'adunanza. Ad o-


ro gli eretici un pravo senso. Al-
sottinteso gni conto volle l'imperatore e vollero pu-
tri pretesero che Ia2.^formola venne con- re gli ariani, che prima d' ogni altra cosa
sentita da s. Liberio. Altri in (ine opina- si venisse alla condanna di s. Atanasioas-
uo che aderisse alla 3." 1 suoi apologisti seute; e furono tulli esiliali que'sanli pre-
fanno immune il s. Papa da ogni sospet- lati che costantemente ne sostennero l'in-

to d eresia, e di linguaggio e annuenza e- nocenza, per non tradir la fede e abbrac-


terodossa e acattolica, e non anìmetlono ciar l'eresia ariana : inutilmenlei legati di
l'accettazioneesoscrizione di nessuna for- Pcipa s. Liberio domandarono la condan-
inola. A Rimim nel descrivere il concilio poi na dell'eresiarca Ario, la cui dottrina Co-
conciliabolo celebrato nel 3 k), per essersi stanzo sostenne per cattolica; il diacono
adottata la fornioladiSirinio,e [ler averlo Ilario, uno de'Iegali, fu spogliato, lacerato
s. Liberio fulminato colla scomunica, no- il dorso colle verghe, e insultato con mot-
tai che di nuovo l'imperatore Costanzo lo teggi. Gli ariani consigliarono Costanzo a
cacciò da Roma. Il p. ALissari nella Dis- tentare il Papa, colla speranza, che lui vin-
s<-rt. sopra il concilio di Sinnio, e sopra to, le loro empie dollriiie sarebbero pio-
la fa\'olasa caduta di s. Liberio e di O- fessale da tutto il mondo. Aventlolo spe-
ii'djSostienela celebrazionedel concilio nel rimentalo inaccessibile a'doui, impertur-
3 j8, e la fissazione di tal epoca non si de- babile alle minacce, lo fece strascinar da
ve riguardare conìe un semplice puntodi Roma a Milano, figurandosi colla sua pre-
critica o storica curiosità, tua [ìiutlosto co- senza d'intimidirlo. Ma persistendo sem-
me una premessa necessaria e intrinseca pre coraggiosame.ite s. Liberio ne' suoi
per dimostrar faUa la caduta di Pa[)a s. santi sentimenti, fu finalmente dal perfi-
Liberio e del veacuvu Gaio. IS'arra duu- do e prepoleulc Costanzo mandalo iu e-
5o SIR S J S
silio, dove rimase due aoni, cioè fino al to per allora a Cordova; ma divenendo
tcmjjo incili pollatosi a Roma Costanzo, «empie più pressanti l'istanze degli eiinu-

tu piegalo e indotto dalle matrone a li- clii e degli ariani die atturniavcuio e iu-
heiarlo, come attestano Teodoreto, Am- lliienzaviuio l'arbitrario e eretico Costan-
niiaiio Alarcellino, ed altri gravi autori, zo, fu flualmeìite esilialo a Sirmio erite-
'l'urnò dunque a Roma
Libello nel 357, s. untovi per più d' un anno. Ora cpiesto
e però essendo dimostralo che il concilio grand'uoino, l'onor delle Spagne, il difen-
Sirmio non fu tenuto die nel 358, ca-
di soie della Chiesa, l'esempio della virtù e
de a lerrii da se stessa l'accusa con cui da prudenza, e del vero vigore vescovile, eb-
alcuni si è denigrato la vita di sì glorioso belaoallivu sorte d'essere accusato dagli
Pontefice, cioècli'egli vinto dal tedio del- scrittori moderni come prevaricatore,e di
l'esilio, dalla forza e dalle frodi, siasi 11- aver tradito la fede e s. Atanasio da lui

iialmeute indotto a sottoscrivere una del- difesi sino all'età di 100 anni; ed il quale
le due (orinole di fede composte dagli a- s. Atanasio si dilFuse per lui in mille lodi,
liani e semi-ariani in dueloroconciliabo- Il p. Massari prova coududeuteraeule es-
li tenuti in Sirmiodupoil conciliodel 358, sere stale aggiunte da mano straniera le
come osserva il p. Massari. Questi inoltre parole che sembrano indicar la caduta di
ribatte vittoriosamente la testimonianza Oslo, perchè troppo ripugnano alle pre-
inconlrariodis.GirolamOjil quale, com'è- cedenti. E siccome non lo persuase l'au-
gii prova, spesse volte si lasciò ingannare turila di s. Girolamo rispetto alla favo-
da rumori e da persone poco degne
falsi Iosa caduta di s. Liberio, minor conio an-
bene esaminare le cose. Gli
di fede, senza cor ciede debba farsi del testimonio di s.

opponeletestimonianzediTeodoreto,So- Ilario, il qiiule rfì libro de'ó'moc// accusa


zomeno, Sulpizio Severo,e quella inecce- Osio della peggio:" caduta che darsi pò-
zionabile dello slesso S.Atanasio, e d'altri, tesse; giacché non solo dice che sottoscris-

i c|uali tutti parlano con grandi elogi del- se, ma di più che fu l'autore e bandito-
la costanza di s. Liberio nel solfrire ogni re della peggior furinola d arianisaio.Op-
.sorta di persecuzioni per la buona causa, punendosi eSso a' genuini e spuri scritti

Egualmente trionfante è l'apologia che il di s. Atanasio a Eilostargio, a s. t'ebadio


p. Massari fa di Osio grande vescovo di d'Agen, a Sulpizio Severo, a s. Agostino,
Cordova, che purga con quanto scrisse di u Socrate, a Sozomeno; si deve conclude-
lui s. Atanasio slesso. Quantunque fosse le, che s. Ilario avendo composto il suo

riuscito agli ariani dopo il conciliabolo di libro verso il 36o, mentre era nella Fri-
MiIanodel355 di mandare in esilio tan- già in esilio, dove s'ignura va, come scrive
ti vescovi degni e insigni, ed alla fine au- egli stesso, che fede tenessero gli occideu-
die s. non credevano però d'aver
Liberio, tali, facilmente restò ingannalo dalle fal-
fallo nulla se non si disfacevano ancora che
se voci solile a spargersi dagliariani, e
d'Osio acerrimo propugnatore del Sii/i' Osio non polca smentire come giù morto.
bolo [F.) JXiceno, che secondo s. Alaua- SIS. Sede patriarcale armena , nella
siofucon)[)osto da lui stesso. Sapendo che Turchia asiatica, pascialatico d'I Ichil, ca-
le miiuicce non l'allenirebbero, istigaro- poluugo di sangiacato, a pie del Tauro,
no Costanzo a farlo venire a Milano, per sopra un affluente del Djium, sulla riva
prucuraredimuoverlocollepreghierejl'e- del mare distante 3 o 4 leghe da Tarso,
sortaziuni e tutti gli altri mezzi, ch'eran- i00 e piìi da Costantinopoli e iSo da Ez-
ii ingannare gli altri. Nulla
praticati per iniaziu o Ecsiniasin, nel paese di Cilicia
essendusi potuto ottenere, e non tiovan- (/".)ora Caramauia nell'Asia minore,
dosi in lui ombra di colpa, il venerabile Questa celebre città già capitale della pie-
Vecchio pressoché ceateuario fu rimanda» cola Armenia o Cilicia, e resideuia de'suui
SIS SIS Si

re Rubeaili, a'ioro tempi era assai bene posito,oltre a'citati articoli, a Patri arca-
fiibbiicata, con quaiilità tli decorosi pa- To armeno; laonde ((uanlo a Sis, ripor-
liizzi e molle cbicse di cui ancora si ve- landocni al riferito in tali luoghi, mi li-

dono le rovine. La cattedrale dedicala a niilerò a dire. Glie in questa città vi t'u-

». non è molto ancora in piedi,


Sofia era rono tenuti de'concilii, come quello del
in^ieulead alcune case,triile (piali (|uella i 3o7;(|uellodV/f/rt/2rtnel i 3 i bove si tro-

delpaliiarca, abitazione molto vasta, ma varonopiùdi 3o vescovi di sua dipen(Ien-


nousalub^ein(3 mesi dell'anno. Il re d'Ar- za, e dove la fede ortodossa fu approva-

inenia Leone 111 fece rifabbricare di ver* la e condannati HJoiìoflsili[r.); e quel-


i

si monasteri e chiese rovinati nelle guer- lo del trasferin)ento della sede


44?
P^'
1

le co'maomettani,ecinse di mura la cit- in Ezmiazin , di cui feci parola nel voi.


tà di Sis sua capitale, onde metterla in XXII,p.25i. In Sis è dunque il 2.° pre-
sicuro dd un'improvvisa aggressione, ed lato della gerarchia armena scismatica, e
eziandio vi fece costruire de'palazzi ma- vi si venera un braccio di s. Gregorio It-
gnillci. Non polendo più i patriarchi ar- laminatore. \ patriarchi pretendono di a-
menistarseue pacificamente in Ezmiazin vere in loro la successione non interrot-
(/'.), ove s. Gregorio V lUuiniiialore i." ta, ma prevale quellod'Ezmiazin. Quan-
Crt^/o//c-o(/'.)epalriarcadegli armeni fon- do il patriarca era cattolico, Papa Inno-
dò la sua sede, nel 4^2 la trasferirono a cenzo 111 gli raatidò il pallio nel 120 i, e

Tuin o Tevin, nel gqS a Ani (di cui ri- coronavano in Sis re i d'Armenia, come
parlai a Patriarcato armeno ed a Sira- Giovanni di Lusignano nel 342, e Leo- 1

ce), indi in altri luoghi, e finalmente nel ne VI tu fallo coronare in Sia da Papa Ur-
1 ig4 a Sis, seguendo il re Leone II, do- bano V, ma poco dopo e neli37 mao- i i

ve limasero fino ali44' " '447> fino al mettani d'Egitto presero e bruciaronoSis,
tempo del patriarca Ciriaco Siriaco, in cagionandovi quelle rovine da cui non si
cui furono coslrelli ritornare ad Ezmia- riebbe, e neh 373 il sultano compì la cou-
zin. La qual cosa essendo dispiaciuta a- quista del regno d'Armenia. I patriarchi
gli abitanti di Sis, ed essi credendosi au- di Sis per rispetto a'ioro re armeni, che
lorizzati a conservar la sede patriarcale, riconoscevano la s. Sede, presta vano ubbi-

conlinuarono a creare in Sis i loro pa- dienzaal Papa, ed eransi alleati co'Iatini,

triarchi, valendosi io ciò anchedell'auto- aveanoabiurato loroerroried eransi riu-


i

rilà della Porla ottomana, e fino al 1 554 '^'•^' ^"^ chiesa romana; ma poi divenuti

conservarono il eia
titolo di Cattolico sudditi de'turchi ritornarono allo scisiu.i
preminenza su quello d' Ezmiazin , indi in cui miseramente vivono tuttora, oltre
ebbero il 2.°posto,essendo devoluto il 3.° gli antichi errori di eresia. In progresso
airaltropatiiarcad'Agtmarfinodali 1 i3 di tempo alcuno fece qualche tentativo di
dcrivatoda unoscisina tra gli armeni. INIa riunione alla chiesa latina, ma furono po-
niuno di questi 3 patriarchi armeni es- co sinceri e di breve durata. ^eiVOnens
sendo restali in unione alla chiesa 1 orna- vhristianus si trovano registrati seguen- i

iia, pel loroscisma ed eresie, ebbe origine li patriarchi cattolici di Sis, cioè ne 1. , p, 1

il patriarcato armeno cattolico di Cilicia 1417 e i4^B, t. 2, p. i52i. JN. arcivescu-


(f'.),c(jn primate a Costantinopoli (r.), vo e nietropoliluno di Sis,cancelliere del
nella «jualeciltà l'arcivescovoarmeno sci- red'Armenia,che scrisse a Papa Innoceu-
smatico, come dirò, ottenne poi dal gran zo III , facendogli la sua sommissione e
signore il titolo e la giurisdizione [)alriar- chiedendogli il pallio. Dionigi ma vescovo
cale. Ma di tulli questi e altri patriarca- giacobila di Si>, nel 1 2G4 i'ssislè ali ordi-
ti ch'ebbero gli armeni, e delle notizie sui nazione del patriarca Ignazio III. Costan-
le e Slilla nazione ai mena, ne ìcuni pio- tino patriarca di Si» assistette ai ricorda-
52 SIS SIS
ti concilii tenuti neli3o7 e nel i 3 i6. A- migliesparsenelleciltà della Cilicia e del-
zaria patriarca di Sis scrisse n Fapa Gre- la Siria. Quando il patriarca armeno si

gorio XIII, ctl a Sisto che gli successe V stabili in Sis la sua autorità si estendeva
nel i58T, facendo professione d'altacca* su tuttala nazione, indi come dissi fu cir-

mento alla fede della chiesa romana. Nier- coscritta entro piii ristretti confini pel ri-
ses o Niersete era a Gerusalernaie verso stabilimento della primaria seded'Ezmia-
la metà del secolo XV. Davide confessò zin, a cui unirorisi tutti quelli della gran-
la fede romana relativamente alla s. Eu- de Armenia e di Persia; dimodoché più
caristia, in Alepponel marzo 1668 a Cle- non gli restarono,oItre la contrada in cui
mentelX.ll patriarcaCruciador pari men- erasi stabilito, se non alcuni vescovi spar-
te fece la medesima professione di fede cat- si nell'Asia minore e nell'Europa, qua- i

tolica nel 167 2 a Glemene X. Comman- li duranti le crociate, pel frequente con-
\\\\e,Hist. des avchev., dice cheSis con- tattoco'lalini,eransi alfezionati alla chie-
serva rovine che fanno testimonianza del sa Ialina, cioè quegli stessi vescovi i cui no-
suo antico spIendore,che ottenne dall'im- tai si trovavano sottoscritti a' concilii di
peratorgrecolaqnalitàdi patriarca d'An- Sis e di Adana, tenutisi sotto la stessa au-
tiochia ,
per quelli del rilo armeno, e in torità nel secolo XIV. Siccome l'impera-
conseguenza del concilio diTarso del 1177, tore de' turchi, che riveste della dignità
e che divenne patriarca di Sisne'primi del questo patriarca, ha interesse che il pa-
secolo XI li colle seguenti sedi per sulì'ra- triarcato torni all' investito di qualche
ganee, Arcive-covati:S!amboalo Cosina- vantaggio, perchè lo compri a prezzo più
t!nopoll,cheue\ secoloXinerclfo,nelXVlI caro, così conservò lur)go tempo di-
gli i

pretese i diritti di patriarca e poi l'olten- ritti che competevano su tutte le chie-
gli

ne da'lurchi; Gerusalemme eretto nel se- se armene del suo dominio in Europa e
colo XII con residenza nei monastero di nell'Asia minore. Il patriarca vendeva le
S.Giacomo; Aleppoo Ber rea in Siria nel prelature di tutti questi luoghi, riscuote-
secolo XI li; Tessalonica\nMac<t(.\on\a nel va le decime, e traeva in particolare gran
secolo XII!; Cipro con residenza a Nico- profitto dal mirone, ch'è il crisma della
sia nel secolo Xll Tarso
; in Gilicia nelse- conferraazione,e che pagasi generosamen-
coloXIll. Vescovati: Anazarbo inCilìcia te, avendo gli armeni scismatici in qual-

eretto come i seguenti nel secolo XIII; cheguisa più fede alla confermazione che
Tiana in Cappado-
Jllopstiesla in Cilicia; al battesimo. Per tal modo veniva egli a
cia ; Neocesarea Cappadocia ; Andra
in procacciarsi una rendita ragguardevole,
in Galazia con altri 7.5 vescovati che non e poteva quindi sfoggiarla. Ma in questi

più esistono. Aggiunge che il patriarca di ultimi secoli molto si tentò contro di lui,

Sis s'intitola: Servo di Dio N. patriarca egli si tolse ciò che avea di migliore; poi-
e primate dtila piccola Armenia e degli ché primieramente gli arcivescovi armeni
armeni che sono in Cilicia, Siria e Pa- scismatici di Costantinopoli, a forza di de*
lestina, ministro della destra e del tro- naro ottennero dalla Porta ottomana i di-

no di s. Gregorio Illuminatore. Sembra ritti patriarcali t;on solo sulla loro città,
che la giurisdizione di questo prelato si e- ciòchesarebbegià mollo, ma bensì sulle
stenda sulle chiese della piccola Armenia, Provincie che sono le più vicine dell'A-
della Cappadocia e della Cilicia. Secondo sia, e su quasi tutte quelle dell'Europa.
Leonardo di Sidone col finire del secolo Sicché senza portarsi sino a Sis, ciascuno
XVI il patriarca di Sisavea ancora sot- ricorre a questi ne'suoi bisogni, e perchè
to la sua dipendenza i3 prelati arcivesco- il patriarca di Sis ricusa per questo mo-
vi o vescovi, con un gran numero di pre- tivo di consagrarli, perciò inducono essi
ti secolari e regolari, e circa 23, 000 fa- altri prelati persiaui,da lui non dipendea*
SI s SIS 1:3

ti, a venir tla loro e ad ordinarli. Oltre sinnio fu il compagno de'suoi viaggi. I-

a ciò, il pnlriarca d'Eziuiaziu fa sovente gnorasi pure in qual maniera l'imo e l'al-

deVloni alla Porta per ottenere che quel- tro terminassero i loro giorni, non essen-
li di sua nazione esistenti Turi hiii pos- in do appoggiata a sode ragioni l'opinione
sano indirizzarsi a lui, e gli stessi non tan- che >ieno stati martirizzati. Furono falle

to vi si portano per tal concessione, quan- parecchie traslazioni delle loro reliquie,
to pel gran rispetto che conservano per e la loro festa è segnata il i ."di settembre.
la sede di Gregorio Illuminatore. Gli
s. Tanto riportasi dal Butler; meglio è ve-
arcivescovi in fine che ha il patriarca di dersi Reims, e particolarmente Soissors,
Sis in Gerusalemme comprano que'me- ove coli' autorità di altri scrittori notai,
desimi diritti pe'pellegrini che si portano che i ss. Sisto e Sisinnio sembrano dibce-

a visitarela 7Vr/v7 5rt/i/<7, laonde quasi più poli di Pietroeda lui mandali a Reims
s.

nulla restò a questo patriarcadiSis, il qua- e a Soissons; che probabilmente furono


le si può dire ch'è un'ouibra di quel che ciascuno vescovi d'anibeduele chiese, non
era. che martiri, e perciò fio ili nel i.° secolo j

SISAMO. Sedcvescoviledella provin- della Chiesa. Quanto a s. Sisinnio è pure


cia di Dardania, nella diocesi di Servia, chiamato Siiiicio e Sinizio.
sotto la uìetropoli d'Aciida oOcrida. Li- SISINNIO (s.), martire. Venne dalla
lio de'suoi vescovi, di cui ignorasi il no- Cappadocia in Italia sullo il regnodi Teo-
me, occupava questo vescovato verso il dosio il Grande, insieme coi ss. Martirio
1076. Oriens dir. t. 2, p. 32 3. ed Alessandro, quali erano greci di na- i

SiSCIA. Sede vescovile della Panno- scila e fratelli. Si fermarono alcun tem-
nia, nell'esarcato dell'llliria occidentale, po a Milano presso l'arcivescovo s. Am-
eretta nel declinar del HI secolo sotto la brogio, il quale li raccomandò a Vigilio
metropoli diColocza.Nefu vescovos. (^«/• vescovo di Trento. Questo dopo avere or-
^/^o(/ .), che pat'i il martirio nel 3o3 ov- dinato Sisinnio diacono. Martirio letto-
vero nel 3o4- Siscia o Sisek, ovvero Sis- re , ed Alessandro ostiario, li mandò a
seg,non è più che un borgo d'Ungheria predicare la fede nelle valli delle Alpi,
nella Schiavonia posto sulla Sava, e la ,
ove il cristianesimo era assai poco cono-
sede vescovile fu trasferita a Zagabria, sciuto. Esercitando il loro zelo nel can-
capitale della Croazia moderna, e da essa tone Anaunia, detto poi Valle d'Ana-
di

distante 2 leghe. Siscia sotto romani fu i gna o d'Egna, ora Val di JNon, vi ebbero
città iinportantee viebbero l'ofllcina mo- a soffrire più indegni traltamenli; nou-
i

netaria, e n'è fatta menzione nella 7V'o/i- dimeno colla loro pazienza, dolcezza e ca-
tia inìperii, come osserva Sarnelli, Lelt. vità guadagnarono un gran numero d'a-
eccl. t.io, lett. 20, n.° 16. nime a Gesù Cristo, e s. Sisinnio venne
SISIINJNIO (s.), vescovo di Reinis e di a capo d'innalzare una chiesa nella bor-
Soissons. Fu il successore di s. Sisto nel gata diMetone oMedolo. Volendo un gior-
governo delle chiese di Relais e di Sois- no i pagani obbligare i novelli cristiani
sons, che non erano allora due sedi sepa- a prender parte ad una delle loro feste,
rate come furono alcun tempo dopo. La Sisinnio e i suoi compagni vi si oppose-
vita di questo santo non è meglio cono- ro con tutte le loro forze, per la qual cosa
sciuta che(|uella del suo predecessore. L'o- irritati quei barbali gellaronsi loro ad-
pinione piìi probabile è che s. Sisto sia dosso e li trascinarono a' piedi degl'ido-
stato mandalo nelle Gallie sotto l'impe- li perchè vi sagrificassero, ciocché ricu-
ratore Diocleziano, dopo la morte di s. sando essi costantemente di fare, li bat-
Crispino e di s. Crispiniano, che soffrirò- terono con tanta crudeltà, chelasciaronli
no il aiarlirìo a Soìssous nel 287; e s. Si- per morti sul luogo, e Sisinnio spiiòpo-
5:4 S I s STS
co dopo. 11 (Vi «glieli (e pigliarono Mar- lo non mollo prima. La rimembranza
lirio, e legatolo pi^'{)it;cli ad ima leva lo delle virtù di (piel patriarca degli ana-
tiasscMO a traverso i ciottoli finché mo- coreti vieppiù infervorandolo ad imitar-
rì. Preso pure Alessandro, tentarono pri- lo, la sua penitenza era rigidissima, ri-

ma d'intimorirlo colle minaccie, e in sua goroso suo silenzio, e quasi continua la


il

presenza bruciarono i corpi di Sisinnio sua orazione. Tale era il concetto in cui
e di Martirio; ma persistendo esso nella tenevnsi la sua santità, ch'egli meritò la
confessione della kàe, lo gettarono sullo confidenza di lutti i solitari di quella con-
slesso rogo, e così ancli'egli compì il mio trada;anzi molti veiiivanoda lontano per
sagrificio a'29 maggio del 397. I fedeli addomandarlo di consiglio nelle vie in-
raccolsero le loro ceneri, che furono [)or- terne della perfezione. E>sendo venuti al-
tale a Trento, ed in seguilo distribuite in cuni ariani sulla sua montagna osarono
diversi luoghi. Indis. Vigilio fece fabbri- dogmatizzare fra'suoi fralelli. Sisoe nulla
care una chiesa nel luogo ove questi santi ad essi rispose, ma fece cenno a un suo
erano stati martirizzati. Il martirologio discepolo di leggere in loro presenza un
jomano celebra la loro memoria il detto trattato di s. Atanasio contro l'arianesi-
gioino 2g maggio. mo; locchè bastò a chiuder loro la boc-
SISliNWlOPapaLXXXlX.Nalivodel- ca, e dopo averli in tal maniera confusi,
la Soiia o Siria, figlio di Giovanni, fu e- li rimandò colla solita sua dolcezza. Egli

letlo Pontefice a' 1 8 gennaio del 708. E- fu eziandio un perfetto modellodi umiltà,
ra egli travagliato sillaltamente dalla po- e faceva sempre entrare questa virtù iu
dagra, che ordinariamente non poteva far tutti gli avvertimenti ed istruzioni che da-
uso né ilelle mani, né de'piedi. Malgrado va agli altri. Giunto in età assai avanza-
però i suoi incomodi, siccome era d'ani- ta e sentendosi spossato dalle infermila,
mo grande, ed amava i cittadini di Roma si ariese al consiglio del suo discepolo A-
e rabbellimenlo di questa città, così fece braamo, e s'indusse a recarsi per alcun
cuocere della calcina per la restaurazione tempo a Clisma, città posta sulla spiag-
delle mura, e per la rinnovazione de'tem- gia o poco lungi dal mar Rosso. Ramma-
pli che minacciavano rovina; ma quando ricalo però di aver lasciato la sua solitu-
avea egli già ilisposti tutti i materiali pel- dine, vi fece ritorno, ed ivi placidamente
le grandi opere che meditava, la morte lo spirò verso 1' anno 4^9 1 dopo 72 anni
rapì all'amore e alla venerazione de'ro- almeno da che crasi ritiralo sulla mon-
niani, che in luiaveano concepite molle tagna di s. Antonio. La sua festa è nota-

speranze, sebbene Papi non ancora fos-i ta nei martirologi greci a'6 di luglio, ed
seio assoluti sovrani di Roma, il che eb- in alcuni calendari latini ai 4 dello stesso
l)e luogo pochi anni dopo. Governò 20 mese. Non devesiconfonderequesto santo
giorni la Chiesa, ne'quali fece un'ordina- con due altri Sisoe, che viveano nel me-
zione in cui creò un vescovo per la Cor- desimo secoloj l'uno soprannominato il
sica. Teruiinòdi vivereall'improvviso ai TcbanOfCUe soggiornava a Calamonenel
7 febbraio 708,6 fu sepolto nel Vatica- territorio di Arsinoe; l'altro che avea la
no, Vacò la sede un mese e 9 giorni. 1
sua cella a Petra.
SISOE(s.), anacoreta. Egizio di nascita, S\STERO'S,Sislarinm,S('guslero,Se-
abbandonato il mondo in giovanile età, si gesfeio. Citlà vescovile di Francia iu Pro-
dove visse per
ritirò nel deserto di Scelti, venza, dipartimento delle Alte Alpi, ca-
alcun tempo sotto la disciplina dell'abbate poluogo di circondario e di cantone, a 6
Hor. Desiderando trovare un luogo più leghe da Digue, e più di 9 da Gap, sulla
remolo, passò il Nilo e si nascose sopra sponda destra della Durauza,al ounflueii-
una monlagua, su cui s. Antonio era uior- le del Buechj con un ponte di pietra so-
SIS SIS 5j
|irn cinscuno ili flelli fiumi. Possicele il II nominalo in allio concilio il* A vigno-
trihuiiiile di 1 /istanza, con.seivaiioiie del- ne riordinò la pieposilura d'Oulx; l*ic-

ie i{)oleclie, dilezione delle conlribuzio- Sabrnnodeli \c)3; Ugono di Lati-


tre di
ni indirette, collegio comunale e socielù diin del 233; lìnrico de'lìaitolomei poi
i

d' agiicollura. Estendesi alleiadici d'una arci\csLOvod'Ainbi un;Arlaudodeli38q;


lupe sulla quale sorge una vecchia citta- Andiea Fontana piacentino, già abbate
della che la difende al nord, e serv'i un di s. Onoralo, del «464; Inietto Filoli in-
tempo di prigione al celebre Casimiro re di arcivescovo d'Aix eabbale di s. Pon-
di Polonia, ed ha uu muro di cinta mer- /.io Antonio de Cupis d'Asti del i^gr.
;

lato e fiancheggiato da toni; ma tali fui- l^er gli altri vedasi la Gallia Christiana
lificazioni sono dominale da allure \ici- 1. 1. Gli ultimi vescovi registi ali iiellei\'o-

ne che le lentlono pocodilcn>ive. Animi- tizie cìi lioiiia sowo: Pietro Laniltenii di
1 asi nella tatltdrale dedicala alia D. \ er- Luideaux nel 'Jio; Loilovico deSulhou l

gine un quadro d'uno de'Nanloo, ed ol- de Saint Tropes d'Ailes neli764; Fran-
ile a questa vi si trovano 2 altre chiese, cesco de Bovel di Gienoble nel 1789,
l'ospedale, la casa d'arresto e altri slabi- al cui tempo Pio VII soppresse questa se-

limenli. Ila fabbriche ili cappelli, concie de pel concordato del 1801. 11 capitolo
di pelli, penloleria e fornaci da calce. E era composto di 4 dignità, di 8 canonici
patria di alcuni illustrijdel malemalico e di o beneficiali, due de'qiiali adempi-
i

Albertel e del pubblicista Gaspard de vano alle funzioni di parroco. Eranvi 0.


Beai. Il territoiio,<li natura calcarea, prò- comunità d'uomini e 4 di donne. La dio-
duce sopraltulto del buon vino, molte no- cesi avea 5o parrocchie. Il vescovo gu-
ci e mandoi
le,e nutre quantità di Sei vag- deva 5,ooo lire di rendila, e pagava 800
i

gina.Vi si sono trovate urne cinerarie, fioiini per le bolle,

lampade, vasi, medaglie rouiaiic, e altri SISTO (s.), vescovo./^. Sisi?fNio (s.),

monumenti antichi Quesl'aulichissima SISTO Papa Vili. Prete roma-


I (s.),

città era conosciuta da' romani sotto il no del rione Via Lala, da alcuni creda-
nome di Segustemm. Nel secolo IX ebbe lo della famiglia Coloimaju figlio di Pa-
a difendersi da'saiaceni, e dagli ungheri store,slirpe senatoria di Iiomn, trovando-
che penetrarono allora nell'alta Proven- si Giunio Pastore che fu console con Pa-
za. Tenne nelle guerie religiose pepi o- pirio Eliano nel 1 63, dalla quale forse sa-
lestanli, e i'i\ piesa da'cattolici neh 562. rà propagata la famiglia Pastore di Ge-
li duca di Lesdiguieres loro la tolse pò- nova, la quale fa per arme un bacolo pa-
co tempo dopo, e consegnò poi al dii-
la storalealzaloin unanuvola.Secondol'Ol-
ca di Guisa governatole della Provenza, duino, venne anno\eiato fra'canonici re-
La sede vescovile fu eretta nel secolo V golari, indi fu crealo Papaa'^c) maggio
sotto la metropoli d'Aix. Ne fu 1 ."vesce- deli 32, co'voli di lutto il clero. S'igno-
vo Crisafio o Cri>apio nel 4*52 che inler- lano le sue particolari azioni, come con-
venne al concilio d'Ailes, e fia'successori fessa anche il Duller. Determinò, secon-
iioDiinerò Giovanni del 509; Valerio del do il libro Pontificale, che i sagri vasi,
5i 7; A\olo del 54 i,clie per iiilzzu d'un cioè colite e palina, non potessero toc-
procuialoi e si fece lappi esentare nel con- carsiche da' miiiislri sagri e che niun ;

cilio d'Oile.'iiis; Geiiesio fu al !^.° cuììó- vescovo chiamalo in lloma e ritornato nel
lio di Parigi; Fioddonio o Froiilo è eie- suo vescovato, vi fosse ricevuto senza pre-
tlulo delia stirpe de'conli di Nizza; Pie- senlare al popolo le Ittlcre apostoliche
troche gli successe oriondo di Aizia, poi chiamale Foi inalt (di cui riparlai a vSi-
Iraslatoa Vaison; Geraldo 1 iu eletto nel gilli pontificiiÌ, colle quali significa vaii-
concilio d' Avignone deI]o6o; Geraldo si l'unità delia fede e il mutuo amoie Ira
d6 S 1 S SIS
ilcnpn e le mpml)ra doll.i Chiesn. Pioi- no qunlclie vescovo di nome Sisto, a cui
lù die ror/;o//7//' fossero di seta o dipinti,
i d pur dato il che
titolo di Ponlìfex, ciò
ma solamente (li lino. Comandò che si os- avvenne per molte altre Reliquie più* con-
servasse, e non già introdusse, come al- troverse, ovvero abbiano qualche nota-
cuni lianno scritto, l'uso istituito dagli a- bile porzione di quelle de'due altri santi
postoli òcW'ìnno San ri US nella messa, op- Pontefici Sisto II e Sisto III. Trovo la
pure ordinò che il popolo lo cantasse col digressione anche importante, non solo
celohrante. Quelli che afìermano essersi per quelle chiese che vantano il possesso
eglichiamalo Fcscovo de' vescovi, s'at- del corpo di s. Sisto I la ha realmente,

tengono ad ima sua lettera apocrifa. E- ma eziandio per schiarimento degli ar-
gualmente suppositizie sono da'moderni ticoli in cuine feci cenno, ed ancora per
critici tenute le due decretali attribuite dare un ulteriore saggio de'tanti contrasti
a s. Sisto I, una a tutti i fedeli, l'altra a insorti sull'identicità de' Cor^j\j(7/i^/ e del-
tutte le chiese. In 3 ordinazioni nel di- le ss. Reliquie {F.)j e perciò quanta sa-
cembre creò 4 vescovi, g o i i preti e 3 prudente cautela occorre nel-
via critica e
diaconi. Governòganni, i o mesi e 8 giorni. lo stabilire chipropriamente ne gode la
Lodato per somma mansuetudine e libe- parte maggiore ola minore, ovvero qual-
ralità versoi [)overi, patì glorioso martirio che brano, e quanta profonda venerazio-
a'6 apiile deli42, nel rjual giorno se ne nead esse si debba. Riferisce Novaes, SlO'
celebra la fc^la. Dichiara il Butler, File ria de' Pontefici t. r, p. ^1, che il coipo
de Padri, de' Marlin e degli altri prin- dis. Sisto I fu sepolto nel Vaticano, donde
cipali santi , che pare non sia s. Sisto I trasferito nella Chiesa di s. Sabina, di-
quegli che è nominato nel canone della poi nel I 1 82 Innocenzo II lo donò a Rai-
messa e al quale tutti i martirologi danno nolfo conte d' Alife, ma la mula che lo
il titolo di marlirej ma piuttosto s. Sisto trasportava lo condusse miracolosamente
I I,il cui martirio è celeberrimo nellaChie- ad Alatri, ove ricercato nel 1 584 ^^^ ^^'
sa. Aggiunge, che si custodiscono alcune scovo Ignazio Danti (che celebrai in tanti
reli(juie di s. Sisto I nell'abbazia di s. Mi- luoghi e a Palazzo apostolico Vatica-
chele nella Lorena, le quali vi furono so- no), fu ritrovato e trasportato con grande
lennemente deposte dal cardinal di R.etz, pompa nell'altare maggiore della catte-
a cui Cleoiente Xneavea fatto dono. Nel drale; citando il Novaes in prova di sue
J/iario Romano anruiale, a'6 aprile, an- asserzioni, l'Oldoino nelle Addizioni al
nunziando la festa di s. Si-.to I Papa e Ciacconio, P'it. Pont. t. i, p. io5 e 106
martire, si dice che in s. Pietro in Vati- (ove si leggono le due lapidi marmoree
canovi èilcorpo.Siccomequeslocon mag- riprodotte dal Vittorelli e collocate nel-
gior probabilità lo po<isiede la cattedra- la cattedrale d'Alatri in memoria del tra-
le dell'antichissima e illustre città (\' A- sferimento e del ritrovamento del s. cor-
latri, come notai in quell'articolo (ove po, già esistente nella basilica Vaticana,
seguendo altri lo dissi martirizzato nel non parlandosi della chiesa di s. Sabina;
27 e trasferito iuAlatriuel
i 33, mentre i i notando l'Oldoino che il s. corpo dalla
è meglio ritenere l'anno 4^ per la morte, 1
basilica Vaticana era stato portato alla
e l'annoi ìot, per la traslazione) e della chiesa di s. Sisto, secondo Panvinio, e che
quale riparlai in piij luoghi, come nel voi. parte di esso fu concesso ad Alatri,aldire
XXVll, p. 26g,così è indispensabile una di Torrigio), e Lambertini poi Benedet-
digressione, per le pretensioni che di verse to XIV, De Canon, ss. lib. 4, pai'- 2,cap.
chiese hanno d venerare il corpo di s. Si sto
i
27, n.°ii, e. 3i, n.°34- L' Ughelli nel-
1, forse prendendo una parte pel tutto, r Italia sacra t. 8, p. 207, in Jllifani
o venerando per sommo Ponlelìce rouia- episcopi, scrive che la cattedrale è sagra
SIS SIS 57
a S.Sisto Papa e raavlìie,lip-^ana trans- ter ciislodinntur. Io però non restando-
In tu fu eri ut j hucHsque in sacello sub ne convinto, nell'articolo Savona, nel
con fissione veneranlur. Le Proposizio' ricordare Icdelmenle che nella cattedra-
ni {^'^.) concislotiali sogliono dichiarare le si venerano tali corpi, quanto a quello

le reliquie principali chelccaltediali pos- di s. Sisto I notai, c/ic altre chiese anco-
sedono, ed avendo riscontralo le ultime ra credono possedere. I descrittori della
due d' Alife del1826 e del 1848, allatto basilica Vaticana e delle sue reliquie, lutti
non si nominano quelle di s. Sisto I. Lo convengono che in essa fu sepolto s. Si-
stesso Ughelli nel t. r, p. 288, in Alatri- sto I, se non che alcuni dicono esistervi
ni episcopi , ecco quanto riporta. Inter il corpo, alti'i le reliquie, come ho riscon-

plures ss. Reliquins polilur corpore, l'el tralo ne'medesimi. Valga per tutti ricor-
sane ejuspraecipiin parte Sixti Papac et dare il pubblicato dal Cancellieri nella
lì/, quod cium e basilica l'aticana Al- dotta opeia , De secretariis novae Ba-
Ufìuiii transveherentur, niiraculoseapud silicae Falicanae t. 3, p. 1490, Z?e //;o-
Alatriuni conqnievitan. i 32. Leggo poi i nastcriob. Martini , e citando il Mallio
iielledue ulliiuepioposizioni concistoriali scrive: qui Xy stani P. et M. sepuluuii
del 18 l'i e del i8i)id'Alatri, che nella cat- fuissc dicit/uxtaferratani, prope corpus
\.eL\vi\\e,plura sauctorum pignora clerc.ii- b. Petti. Riportando 1'
indice delle reli-
ter assen>ata, inter quae corpus s. Xixti quiedellabasilicadcll'Alfarano, ap. 1657
Papne et marlyris dictae civitalis patro- vi è notato che presso il corpo di s. Pie-
ni. Trovo nel sacerdote IMonti, che nel tro vi fu sepolto quello di s. Sisto I, ed
i()f)7 pubblicò me-
il Compendio delle a p. I 666 che nel tabernacolo 36.''vi so-
morie historiche della città di Savona, y^. no delle sue reliquie. Riproducendo poi
212, che nel G 2 u ivi portato da Ro-
1 i f l'elenco delle reliquie del Grimaldi, che
ma il corpo di s. Sisto Papa e marti- 1 si mostrano al popolo nella 2."'' festa di Pa-
re, tiie Anibrosio Pozzobonello ottenne squa, al n.°39 vi sono comprese quelle
per Ippolito Pavese suo genero, da col- di 8. Sisto 1, e si aggiunge: il corpo del
locarsi sotto l'altare d'una sua cappella quale è in questa Basilica. Il l'anvinio,
nella chiesa di s. Giacomo de'zoccolanli. De septem Urbis Ecclesiis, riporta che
Fu con general processione di tutto il cle- nel I. "altare dopo il maggiore della ba-
ro secolare e regolare, del vescovo e del silica Vaticana fu riposto il corpo di s. Si-

magistrato, portato per la città, salutato sto I Papa. Nella Storia d'^life t\\ Ales-
colle artiglierie della fortezza e delle ga- saiulioabliateTelesinosi nolachecadeti-
lere del porto. Con universal divozione dodal tetto tlellcì chiesa di s. Pietro un tra-
e segni di allegrezza ne celebrò la città ve,cobe e ruppe un altare nel quale era ri-

la di lui traslazione, perchè nel suo ar- postoil corpo del glorioso s. Sisto I. Ed e-
rivo ricevè mirabile soccorso di copiose gualmenle si legge nelle lezioni proprie
pioggie, cheeslinsero la siccità di più me- della diocesi d' A latri pel s. Pontefice: /«•
si. Poscia fu trasferito nella cattedrale, terini una ex ingentibus Faticanae ba-
dappoiché apprendo dalle ultime 2 pro- silicae trabibus contignationenifulciens.
posizioni concistoriali per la cattedrale di Ciò fu tratto {\à\y Istoria mss. di Adinol-
Savona, dell'annoi 833, e del1842 (per fovescovod'A lati i, scritta nell'anno! 1^2,
singoiar coincidenza nel medesimo con- ossia soli 20 anni dopo la venuta del corpo
cistoro de'24 gennaio, in cui fu letta la di s. Sisto I in detta città. L'eruditissi-
proposizione per Alatri), che in essa 5^;z- mo Piazza nel 1687 stampò in Roma la
ctoruin pignora , inter quae corpora b. sua Effemeride J^aticana, ove a'6 aprile
Oclaviani e/usdcm civìtatis episcopi , et parlando di s. Sisto I, narra che il cor-
s. Xisti I Pontificis et marlyris dccen- po fu ttunulato nel cimiterio di Calisto,
VOL. LXVII, 5
9

58 S I S SIS
tlonde levalo da s. Pasquale I (tlell'8 i
7J,
te di rilroTarlo nel 1 584 a' ' 2 marzo rin-

questi lo seppellì nella basilica Vaticana chiuso iu im' arca di piombo, dove leg-
in cui gli dedicò un altare tutto coperto gevasi in lettere gotiche la seguente iscri-

d'argento e ornato colla tribuna soste- zione. Hic recondilum est corpus s. Sistì

nula da 4 colonne, con molle immagini Papae 1 et fllartyris. Onde con somma
d'oro e d'argento. Era questo aliare in allegrezza della cillà, e concorso di tut-
imoratoriovicinoall'ahare maggiore nel- ta la provincia del Lazio a così lieta e

la destra parte delia basilica, come lo de- memorabile traslazione , fu con tulle le

scrive ilMallio nella sua PianlaVaticaìia. dimostrazioni d' onore e di venerazione


Nella basilica vi sono, oltre il corpo, al- il sagro corpo levalo dal luogo umile, o-
tre sue reliquie. Dopo avere il Piazza tut- ve giaceva, e posto sull'altare maggiore
tociò asserito, nel 1
7 1 3 pubblicò in R.O- splendidamente ornalo, alla presenza dei
ina e dedicala a Clemenle XI la bella o- seguenti vescovi venuti a così solenne (un-
pera, Ernerologio di Roma, nella quale zione , cioè monsignor Gasparo Viviani
avvertendo che le notizie delle reliquie vescovo d' Anagiii , Ortensio Datlisla di
de' santi die in essa descrive, furono da Veroli, Flaminio Filonardi d'Aquino,
lui lolle da'regislri della Visita apostoli- Giacomo Massimo di Segni , di Giulio
ca fiilla alle chiese di Roma per coman- Ongaresco governatore di Campagna, e
do di Sisto V, ai 6 aprile ecco quanto sopra le proprie spalle con una splendi-
dice di s. Sislo dopo avere riprodotto
1, dissima pompa e apparalo, e concorso in-
l'cpilanìo ingegnoso di 5 versi posto al finito di popolo, fu portalo a'5 aprile I 584
di lui sepolcro.corpo levato da Pasquale
11 in una celebre processione per tutta la cit-

1 (del
1 090) dal cimilerio
I diCalislo (deve tà. Kè si lasciò con pia civiltà di render
mancare; fu portalo) a s. Pietro in Va- consolato il religioso conte Rainolfo au-

ticano, poi miracolosamente sotto Inno- tore indiretto di così segnalata felicità ,

cenzo li nelii32 alla cillà d'Alalri, co- perocdiè gli fu dato un pezzo di osso del

me allesla Ciacconio, secondo la seguente s. Pontefice, e pe'meiiti e patrocinio im-


narrativa." Di questo s. Pontefice essendo ploralo dal pio personaggio, rimase quel-
stalo donalo il corpo da Innocenzo 11 nel la cillà d'Alife liberata dal flagello della
1 32 aPiainolfoprinciped'Alire,iulempo
1 peste (questa notizia pare che dovesse an-
che quella città eia travagliata dalla pe teporsi al ritrovamento, comeavvenimen
slilenza,cou isperanza di dover eSNcre li- to conseguenza del miiacoloso arrivo in
berala da quel contagioso male pe' me- Alali i). Celebra la città d' Alatri solen-

lili del s. Ponlefìce martire, mentre la nemente la festa del ss. Pontefice 3 volte
mula, che portava il ven. deposilo, inve- l'anno, lai. "agliigennaiogiornodel mi-
I

ce di proseguire il solilo cammino per il racoloso acquisto di così gran tesoro; la


Lazio, torcendo mirctcolosamenle il viag- 2." festa nel mercoledì di Pasqua di ri-

gio, andò col sagro peso alla cillà d'Ala- surrezione per l invenzione del s. corpo;
lri , né fu possibile giammai che i con- la 3. 'colla chiesa universale per il suo glo-
dollieri la potessero guidare altrove, ri- rioso transito in cielo. Tratto dal p. An-
cevuto dagli alalrini con sommo giubilo e drea Ferrari min. con. in Hist. translal.s.

onore. Ma colle vicende del tempo essen- 45'/jtv/'".Non coiilentochi pubblicò neliy 1

dosi smairila la memoria ove quello gia- il t. 2 iinWEiìierologio del Piazza, di a«


cesse,uel pontificalo di Gregorio XI lU en- vere questi allora defunto già corretto a
ne in pensiero a Mario Ignazio Datile di favore d'Alalri quanto avea asserito nel-
reriigin (/'.) vescovo d'Alalri di prose- V Effemeride f'alicana , nello stesso E-
guire le diligenze fatte da' suoi anleces- ììicrologio. miniera di sagra erudizione,

suri pei- iicercarlo, e gli riuscì felicemeu- a'21 novembre ci diede: Digressione so
A

SIS SIS ^9
jjra la traslazione ed esistenza del cor- peste non meno in Alife che ne'convici-
po di s. Sìslo I Papa e martire nella città ni paesi; e gli alatrìni elessero s. Sislo [

di Alatri. Racconta (|uiiidi l'allonimo au- per patrono, celebrando poi sempre l'an-
tore della niedesitua, che dopo avere a'6 niversario dell'av venturoso arrivo agli I I

aprile sulle autorità ivi riferite, asserito gennaio, ed in seguito anco il mercoled"ì
che il corpo di s. Sisto I riposa uella cat- fra l'S." di Pas(jua, in memoria della vit-
tedrale d' A latri per miracolosa traslazio- toria da loro otteiuita verso il 336 con- i

ne, pei' avere neh 716 preleso il vesco- tro l'esercito del re d'Aragona, ad inter-
vo d'Alife di avere rinvenuto il corpo del cessione di s. Sislo I. Nel 584 il cardinal I

III edesi mos. Papa nella sua cattedrale, fat- Filippo Boncompagno litolare della C/z/e-
tane solenne traslazione, e procuratane sa di s. Sisto di Roma, come lo era stalo
ancora la pubblicazione di tal fatto per lo zio Gregorio XIII, bramoso di cerca-
gli avvisi pubblici; perciò non tanto per re il corpo di detto santo, ottenutane li-

maggior comprovazione di cjuelloche già cenza dal Papa, ordinò al vescovo d'A-
si è dello dalla di vola e erudita penna del lalri Danti che ne facesse esattissima di-
defunto ab. Piazza , quanto anco in ri- ligenza per rinvenirlo. Ad onta che il ve-
prova dell'eccitala pretensione degli a« scovo sapesse che due predecessori per a-
lifaiii, passa a riferire brevemente l'isto- vei ne tentato la perquisizione nell'altare
ria delle due traslazioni, ed i segni incon- dedicato a s. Sislo I, uno nell'alto per-
trastabili dell'esistenza di dello s. cor- de la vista, l'allro assalilo dal mal caduco
po nella città d'Alalri. Narra quindi, che gli cadde il martello dalle mani, ma con-
gravemente oppressa Alife dalla peste, a fidando il prelato nel merito dell'ubbi-
porvi un argine il suo signore Rainolfo dienza, fece aprire l'altare a'4 marzo, e
domandò a Innocenzo II il corpodi qual- vi trovò un vaso pieno di reliquie con per-

che saiito,alla cui inlei cessione venisse la gamena, nella quale si legge che nel i 5y i

ciltà liberata dal flagello. In questo tem- a' 12 maggio fu dedicato l'altare dal ve-

po nella basilica Vaticana caduto un gros- scovo alalrino Rodolfo (o Adinolfo) in o-

un
so trave fracassò altare, e allora ap- noie di Gesù Cristo, della B. Vergine,
parvero dentro una cassetta le ossa di S. di s. Sisto I, cu/US corpus in hoc altari
Sisto 1, lo Papa con esso
che indusse il reconditiun est, e di altri santi. Allora mg/
oaudlieRainolfo.Postoils. corposi! mula Danti invitato il popolo alla preghiera e
decenlemenle ornala, fu inviala ad Alife, al digiuno per affare di sommo rilievo^

ma essa voltò strada e si recò in A latri, nella domenica Laelare ei i marzo, rotto
a fronte delle battiture e carezze per de- di nuovo l'altare, rinvenne una cassetta

viarla a proseguire lo stabilito viaggio (e- di piombo coll'iscrizione Hic recondi-


:

guali falli prodigiosi avvennero pure per tiis est corpus s. Sixti PP. Primi, et Mar-
altre ieli(|uie, come ho dello in diversi lyris. All'aprirsi la cassetta usci fuori soa-

articoli). I prodigioaccorso il vcscovoPie- ve odore d'incenso, che riempì tutta la


lio, il clero, popolo d'Alalri, lasciaro-
il chiesa. 11 vescovo nel dì di Pastjua pubbli-
no che la mula naturalmente guidata dal- cò al popolo l'avveuiito [ler la solenne tra-
la divina provvidenza, indicasse ove si do- slazione, la quale seguì al modo detto col-
vea venerare, ed essa si fermò innanzi la r intervento di 20,000 persone, indi fu
catledidle di s. Paolo, avanti la cui por- situalo il s. corpo con maggior decoro e

ta s'inginocchiò sulle scale, come [ler ac- onore sotto l'altare maggiore. Però il ca-
cennare che la liberassero dal peso che po conservando ancora capelli canuti fu i

portava. A contentare la desolazione de- chiudo in busto d'argento per l'annua e


gli alifani delusi, fu loro accordato un dito solenne processione per la ciltà, e un os-
di s. Sislo 1, e ciò bastò a far cessare la so della gamba destra fu dato alle mo-
Co SIS SIS
naclie hcnedeltìne dcirAnnumiala. L'a- gressione, che rimane provato da tante
nonimo, olire il tenore della pergamena, incontrastabili ragioni, che il corpo di s.

riporta quello della lapide marmorea po- Sisto I riposa nella cattedrale di s. Pao-
sta in un pilastro e che narra in breve il lo d'Alatri, onde per divozione verso il

trasferimento in Alatri del s. corpo, e il santo e a gloria della città, ripetè a fa-
suo ritrovamento. Gregorio XII per tu t- 1 vore di tale città quell'eloquenti parole
tociò concesse in perpetuo indulgenza ple- che pronunziò s. Leone Inel sermone in

naria per gli I r gennaio, e pel mercoledì onore di s. Pietro e di s. Paolo venuti in

in Albis. Indi l'anonimo per vieppiù pro- Roma, per abbracciarne il patrocinio, e
vare r identicità del corpo di s. Sisto I quelle altre contenute nell'altro sermo-
in Alatri, ricorda le affermative testimo- ne dello stesso Papa, in die Nalnliss. A-
nianze clie si leggono nel Ciacconio; nel poslolornin. Il vescovo Danti Gommisela
p.Giacobbej^/Z*/. /'o«^J•nelPapebrocllio, compilazione della seguente opera , piti
Ada ss. 6 aprilis, cap. i de sepoUura, tardi pubblicata: Breve narrazione del-
translatione, et invenlione s. Sixd j óeU la miracolosa traslocazione di s. Sisto 1
l'Uglielli che dichiara essere in Alife sol- Papa e martire da Roma nella città d'A'
tanto ///?5tìr«^,cioè semplici reliquiejl'ufii- latri j di d. Cosmo Bonannl, \oagm 1703,
zio divino della basilica Vaticana, in cui si Napoli 72 I. Già nel 689 era slata im-
I 1

suppone venerarsi nelle sue sagre Grotte, pressa in Iionciglione, del p. Gio. Andrea
dicendosi s. Sixù P. et 31. dup. habemus Ferrari, Fita di e mar- s. Sisto I Papa
ejus corpus, poiché fu costume de'Papi tire. La Breve narrazione veramente fu
nel concedere i corpi de'santi di non far- ristampata in detto anno a Napoli, e po-
ne restare priva affatto la chiesa dalla qua- sta in line delle Notizie che vado a ri-

le gli estraevano, riservandolene qualche cordare, onde confutarla co'capitoli 6, 7


buona parte, ciò che serve,secondo il Pa- e 8 princi|)almenle. Nicolò Giorgio, No-
pebrochio e altri scrittori, a conciliare le tizie istoriche della vita e martirio e se»
controversie sui diversi possessori, anzi poltura di s. Sisto I Papa e martire, e
la basilica di s. Paolo ha pure delle re- di varie traslazioni del suo sagro corpo,
liquie di s. Sisto I e ne fa l'uffizio col ri- e dell'ultimo ritrovamento fattone nella
Io doppio. Noterò fra' descrittori della città d' Alife, Napoli 721. hi questo li-
I

basilica di s. Paolo diRoma, che alfer- bro si dice, che nella cattedrale vescovile
mauo ivi venerarsi una gamba di s. Si- à' Alife, ora unita all'altra cattedrale di
sto I Papa, il p. Partenio ossia IMazzo- Telese {^'.), riportando le prove degli a-
lari. Diario sacro t. 6, p. 121. Inoltre latrinijsi conserva il corpo di s. Sisto I,

osserva l'anonimo contro gli alifaui, che e con qualche maggiore particolarità au-
sino al 1 7 1 6 a veauo serbato allo silenzio, nualmenlesolennizza la trasIaziouedaPio-
che deve servire a loro confutazione il de- ma corpo agli i a-
in detta città del s. 1

creto della s. congregazione dei riti del gosto portando la statua del santo
I I 3 1 ,

1607, confermato da Paolo V, eche ri- nel luogo ove fu deposta l'arca, e vi fu e-
porta, nel quale oltre il supporsi indu- retta una chiesuola, per quindi con so-
bitata l'esistenza del corpo di s. Silvestro lenne processione ad esempio dell'anti-
I nella cattedrale d'Alatri, e sussistente ca, riportarla alla cattedrale. In questa
laconcessionedell'indulgenza plenaria di è una lapide indicante, che il corpo di s.

GregorioXIU, confermato l'imme-


resta Sisto 1 conservasi in una sotterranea cap-
tuorabile privilegio che godeva tale chiesa pella di quel tempio, trasferitovi dalla ba-
di celebrar la festa del santo e con pro- silica Vaticana nel i 1 3 i , e che agli 8 a-
cessione nel mercoledì mi^/Z'W colla messa prilei7 16 se ne fece la solenne invenzio-
propria. Conclude l'anouimo la sua di- uè da nig.r Angelo M.' Porfirio cameri-
,

SIS SIS 6i
iiese vescovo d'Alife. Di più nel libro si dottrina e autorità confutò l* eresie dei
trova la descrizione delle ossa ritrovate, SabeUiani , de' Chitiastri e altri eretici.
6 agostoiyiG dal chirurgo e a-
fatta a' In una ordinazione nel dicembre creò 2
natomico Domenico Boccaletti romano. vescovi, 4 preti e 7 diaconi; e governò
Terminerò col di re che a'4seltemI)rei84o laChiesa i i mesi ei?. giorni,epoca di pon-
la s. congregazione de'rili con decieto con- tificato che altri pretendono allungare a
fermato da Gregorio XVI, approvò l'iif- diversi anni. Intanto l'imperatore Vale-
lìzio proprio di s. Sisto I F.ipa e marti- rianOjdopo aver lasciato in pace la Chie-
re, colle lezioni adattate alla storia del- sa e mostratosi favorevole a'cristiani, di-

la sna traslazione in Alatri e per quel cle- venne loro fiero persecutore per super-
ro. La s. Sale dopo la morte di s. Sisto stizione, a istanza di Macriano seguace
1 vacò 7 giorni. de'maghi di Persia. Esso riuscì a persua-
SISTO 11 (s), Papa XXV. Di Ale- dere Valeriano, che i cristiani nemici di-
ne, figlio di Filosofo, posto nel catalogo chiarati della magìa e degli Dei, impe-
de'canonici regolari da quelli che hanno divano l'eirelto de'sagriflzi e la prospe-
fatto tanti altri Papi della medesima pro- rità dell'impero. Valeriano divenne fu-
fessione, diacono oarcidiaconodella chie- rioso contro i cristiani, e 01 dinò al sena-
sa romana sotto il predecessore s. Stefa- to che i vescovi, i preti, i diaconi fosse-
no I, ili crealo Pontefice in età già avan- ro giustiziati senza dilazione, quando an-
zala a'aS agosto del 260. Dice Pearson, che volessero ubbidire che senatori, le ; i

in Annalib. Ciprianicisadan. 258, ch'e- persone elevate e cavalieri romani si de-


i

gli dal luogo dove giacevano, trasportas- ponessero dalle dignità e spogliassero dei
se nelle catacombe i corpi de' ss. Pietro loro beni,e ricusando di sagriflcare si moz-
e Paolo {f'-), acciocché i fedeli nel fu- zasse loro la lesta; che le dame fossero pri-
rore della persecuzione, che allora viep- vale delle possessioni, ed esiliale che gli ;

più inasprii, alla presenza di quelle sagre ollìcialt o servi imperiali carichi di cate-
reliquie, avessero maggior sicurezza nelle ne mandassero a lavorare ne'poderi im-
si

stazioni, cioè ne\\& sa^ve Sinassi [V.) periali,dopo la confisca de'beni. Pertanto
ch'essi radunali facevano ne'sepolcri dei s. Sisto II, dopo essere stalo detenuto nel

marti ri, perseverando si no all'ora di nona Carcere Mamertino, a'G agosto del 261
nelserviiiodivino. A questo Papa s. Dio- pali su d'una croce, come dicePrudenzio,
nisio d'Alessandria scrisse tre lettere per Hymno 2, o lasciando piìi certamente la
prendere consiglio da lui sopra certe dif- testa in mano al manigoldo sotto la man-
ficollà, e lo pregò di tollerare per qual- naia, come vuole s. Cipriano x\?:\XEpisl.
che tempo (jiielli tra gli asiatici che so- 82, su di che è a vedersi Daronio all'an-
stenevano un' erronea opinione circa la no 26 (,n.°5.Altri dissero aver s. Sisto li
validità del balltsimo conferito dogli e- patito glorioso martirio in un cimiterio,
retici, per la gran controversia che sul bat- o in (piello di Calisto di Prelestalo, ove
tesimo era insorta sotto Slefano I{f^-)-
s. si ritiravano i cristiania celebrare i divini
Perciò il Papa li trailo con molta indul- misteri, malgrado il divieto di Valeriano,
genza, esicontenlòd'esorlnrli fortemenle che notai a Cimiteri di Roma, in compa-
a non allontanarsi dalla verità. A s. Si- gnia di Quarto prete o diacono. L' im-
sto Il vengono altribuile due lettere, u- peratore volle che il supplizio seguisse in
ua diretta ad un certo vescovo chiamato un cimiterio, per intimorire cristiania i

Gralo,e l'altra a'fedeli delle Spagne, ma frequentarli nell'avvenire. Essendo slato


ambedue sono stimale spurie. Leboeuf condotto al tempio di Marte perchè sa-
riferisce che «. Sisto li inviò ad Auxer- grifjcasse, e rifiutandosi, fu allora portato
re per apostolo s. PtUegiiuo. Culla sua iu delta prigiouc; di nuovo couduUo al
62 SIS SIS
tempio, ivi si pose in orazione, disse dex- lettere, per congratularsi seco dello zelo

linai te Deus, ed i cristiani presenti i\- che mostrava nel difendere la dottrina cat-
sposeioyé meli; quindi tosto ne cadde una prima delle quali loda il Trat-
tolica, nella

palle. Mentre il Papa andava al suppli- talo del cardinale, e da lui composto in
zio, s. Lorenzo [f\) che avea fatto arci- favore della grazia di Gesù Cristo com-
diacono, mostrò gran dolore di non aver baltula da' pelagiani. Il p. Garnier, in-
la bella sorte di seguirlo, per cui gli disse gannato dalle calunnie de'pelagiani, cre-
che fra 3 giorni ciò otterrebbe, e che il dè che il cardi naie dapprima favorisse que-
trionfo di lui sarebbe slato più glorioso sti eretici con V ITypogiioslicon, ma poi

del suo, perchè non n'era molestato per si mutasse: questo candjiamento è asso-

lasuaelàavanzata,esi verificò. Pus. Sisto lutamente privo di prove, poiché se il cam-


II sepolto nel cimilerio di Pretestato. A biamento fosse stalo reale, la storia non
Chiesa di s. Sisto dissi perchè fu eretta l'avrebbe taciuto. Dopo a ver figuralo an-
in suo onore, e che vi fu poi trasferito dal che ne'ponlificali de'ss. Bonifacio I e Ce-
ciniiterio di Pieteslalo, pare da s. Leone lestino!, con meraviglioso consenso di tut-

III. Dopo tale trasferimento il luogo,con- ta Roma, come uolòs. Prospero m Chron.
tiguo alla chiesa e la chiesa stessa di s. p. 744} f" creato Papa a' 26 aprile del

Sisto, fu detto anche cimilerio di s. Si- 432. Avendo egli fin da quando era ca-
sto, come notai alla citala chiesa. Nel voi. techista con gran zelo anatematizzato sul
LXl V, 67 raccontai, che di re-
p. 1 66 e 1 pergamo in faccia del popolo i dogmi er-

cente si penetrò nel cimilerio medesimo, ronei pelagiani, come testifica s. Agosti-
dopo molti secoli. Si legge negli Annali di no neW Epi si. iCj^, cap.i; così divenuto
£'r5to«,che l'imperatricelrmengarda nio capo della Chiesa con singolare sollecitu-
glie di Lotario I ottenne verso l'SSo da dine si oppose a' loro perniciosi raggiri.
s. Leone IV il corpo di s. Sisto li, e che Giuliano d'Eglano pelagiano famoso, a-
lo depose nell'abbazia d'Erslein in Alsa- dopcrandosi di tutta forza per essere ri-
zia, di cui l'aulicachiesa ancora ne porta messo nella sede e rientrare nella comu-
il nome. Sarà stata una porzione, poiché nione della Chiesa, pose in opera ogni ar-
il Z?/a/ jo/io«/dt«o, nell'annunziare che la tifizio, onde farsi credere veramente con-

sua festa si celebra a'6 agosto nella chiesa vertito; ma s. Sisto III non si lasciò in-

di s. Sisto, dice che vi si conserva il cor- gannare, e ricusò a Giuliano quanto non
po di s. Sisto II. Altrellanto afferma Piaz- meritava. Dopo aver confermalo il con-
za iaA\' Enierologio di Roma, di più di- cilio d'Efeso, approvalo dal predecesso-

cendo che parte del capo è nella chiesa re, s'applicò Cullo stesso zelo a dissipar
de' ss. Quattro, delle sue vesti io quella la fazione de'Nestoriani, e a dileguar Io
di Lorenzo in Lucina, altre reliquie es-
s. scisma nato per cagione dell'eresia di Ne-
sendo nella chiesa dei filippini. Vacò la storio, del quale scisma erano fautori al-
Sede apostolica un mese e 6 giorni. cuni vescovi orientali. Scrisse a Nestorio
SISTO III (s,), Papa XLVl. Romano per niuoverlo a ricevere le decisioni del
e figlio di Sisto, Papa s. Zosimo lo creò concilio d' Efeso che avea condannato i
cardinale prete, siccome dolio, magna- suoi errori, ma questo eresiarca non vol-
nimo, pieno di zelo e valore. Quando quel le soltomellersi. Però ebbe la consolazio-

l'apa condannò i pelagiani, tali eretici di- ne di riconciliare gli orientali e Giovan-
vulgarono falsamente per l'Africa, che il ni vescovo d'Anliochia, con s. Cirillo pa-
cardinal Sislo parteggiava per loro; ma triarca d'Alessandria, e fece molti elogi
il cardinale fu ih. "che disse anatema con- all'umiltà eallesuedisposizio ni pacifiche.
tro i loro errori, dopo la pontificia sen- Giovanni, ch'era fautore di Neslorio, fi-

tenza. Il perchè s. Agostino gli scrisse due nalmeuteconfessò ch'era stato 2Ìustameu-
SIS SIS 63
(c'condannafodal concilio, esosliluito nel- peratore l'avea privato de'benì, gli am-
la sua sede Massimiliano, Da questa pace ministrò il Viatico, ne unse il cadavere
ii-starono esclusi tra due metro-
gli altri, e prese amorevole cura di farlo seppel-
politani, Elladio di Tarso e Eulero di Tin- lire. Volendo il Papa erigere un trofeo in
nì, i quali ostinati nella loro perfidia, ap- onore della B. Vergine, per la vittoria ri-

pellarono dal concilio a s. Sisto IH, che portata contro l'eresia di Nestorio, am-
non fu ad essi favorevole, sol perchè essi pliò e quasi rinnovò la Chiesa di s. Illa-
non desisterono di patrocinare gli errori ria Maggiore (/^.), che arricciù di pre-
di Nestorio. Trattano benissimo la sto- ziosi doni e copiose rendite: ivi pose il suo
ria di rpiest'appellazione due Pagi nella i nome coli' epigrafe di Episcopns Plehis
Critica del Daronio, an.43 3,n.° i o,e nella Dei,(ìe\ qual vocabolo parlai a Pieve. Di-
/'ita (li s. Sisto in, dove fanno vedere ce l'Ugonio, che con quelle parole vol-
(pianto a tolto hanno alcuni creduto, che le Papa dimostrare, che avea fatti (|ue-
il

non mai a'Pontelìci romani, ma sempre ai gli ornamenti perchè il popolo di Dio che
generali concilii, abbiano antica mente ap- visitava la chiesa, li godesse. In tale ba-

pellalo vescovi orientali. Il Primato (P^.)


i silica coprì l'altare con lamine d'argento
liei Papa è chiaramente dimostrato dalle del peso di 3oo libbre, le die 5 vasi d'ar-
lelleie di s. Sisto ili a'vescovi d'oriente, gento di 5 libbre, calici ministeriali d'ar-
e vi si dice die il sommo Pontefice è in- gento ciascuno di 3 libbre, boccali.acqua-
caricalo della cura di tutte le chiese del manili, corone, camlellieri ,
profumieri,
mondo; che non si può senza peccalo stac- un cervo per gettar acqua nel battisle-
carsi dalla fede della chiesa apostolica ro- rio, il tulio di argento. /\llre degne me-
mana, nella quale s Pietro non cessa d'in- morie della sua magnificenza lasciò nel-
segnare per bocca de'suoi successori quello la Chiesa di s. Lorenzo fuori delle mu-
ch'ebbe appreso da Gesù Cristo. Aven- ra di Roma, nella Chiesa di s. Giovan-
do s. Sisto III scritto a'vescovi dell' llli- ni in La[erano,tà'\u altre basiliche e chie-
ria , eccitandoli a onorare e ubbidire il se diRoma. In 4 ordinazioni creò nel di-
vescovo di Tessalonica come vicario apo- cembre 5ì vescovi, 22 o 28 prelati, e
stolico, le sue parole furono abusale dai 13 diaconi. Governò la Chiesa, acerri-
novatori ; come però debbansi intendere, mo mpugnaf ore de'pelagia ni enestoriani,
i

l'insegnò il dotto p. Cappellari, [)0Ì Gre- e molli ne fece rientrare nel suo arem-
gorio XV I, nel Trionfo citila s. Sede, cap. ho, 7 anni,i mesi e 2 giorni. Morì a'28
1

2, u." I I . Nel 433 s. Sisto HI ordinò ve- marzo del 44o> giorno in cui se ne ce-
scovo di Ravenna s. Pietro Crisologo, es- lebra la festa, e fu sepolto nelle catacombe
sendo a ciò miracolosa mente avvisalo dal- accanto alla suddetta basilica dis. Loreu-
l'aiiONtolo s. Pietro. A Roma, nel descri- zo:a lire sue reliquie si venera no nella chie-
vere il concilio tenuto nel 433, narrai che sa di s. Croce in Gerusalemme, ove fu
Basso d'una delle migliori case della citlà, celebrato il memorato sinodo. Abbiamo
osò denigrare la riputazione del Papa con di s. Sisto IH 8 lettere. Lar.^ai vescovi
orribile calunnia; ma essendo stalo esa- il'orienle del concilio d'Efeso; la 2.' e la
minalo l'aliare alla presenza dell'impe- S.'^a S.Cirillo di Alessandiin; la 4-" a Gio-
raliire Valeiitiniano IH, questi lo condan- vanni patriarca d' Antiochia ; la Ci.^ e la
nò, ed i vescovi lo privarono della comu- G.'^ a Perigene vescovo ili Corinto; la 7.^

nione. ÌN'on pertanto, s. Sisto IH a imi- a Proclo vescovo di Costantinopoli; l'S.''

tazione del Salvatore, non solo perdonò a'vescovi ilell'lUiria chesi doveano adii»
al suo fiero nemico, ma anzi lo visitò in nare in concilio. .Avea scritto altre molle
persona nel ma le da cui fu cui pi fo, gli som- lettere che si sono perdute, e Ira <pieste
uiiuislrò tulio il bisognevole perchè l'iiu- ad Auteiio di Cai'li)jjine,nella quali» cipo-
-

64 SIS SIS
neva lasua opinione sopra l'eresia di Pe- biscia , egli poteva iliisi savonese, e co-
jagio, a s. Agostino ed a s. Alipio, Nel- me tale lo riconobbero i suoi coetanei ;

la Bi/jlioleca de Padri i\ trovano 3 trat- tua dopo tal separazione, fu detto e con
tali attribuiti a s. Sisto III, cioè delle rie- ragione d'Albisola. Neli4i4)'" ^"' "^*^'
cbezze, dei cattivi dottori e delle 0[)ere que, essendovi gran mortalità, ond'è che
Vacò la cliie-
della lede, e della castità. molti fuggendo a Ile parli remote del coni
sa romana un mese e giorni. i i mercio, Leonardocondussela mogiienel-
SISTO IV, Papa CCXXII. France- la villa di Pecorile, sul territorio di Celle,
scodella Rovere nacque nello stato di Gè- ove nella casa degli Spolorno si sgravò di
nova a'2 1 luglio i4 '4 {'^oa pare il 1417 Francesco. Gli Spotorno tuttora padro-
sostenuto da Platina, Panvinio, Ciacco- ni di quella casa, ne mostrano l'avveu-
uio, e dall'anonimo autore della Vita di turosa e memorabile stanza. Grave que-
Sislo II', il cui originale mss. si conser- stione insorse sulla condizione de'genito-
va nella libreria dell'ospedale di s. Spi- ri di Francesco, e ben disse il Vaccolini
rito,aldiredeir01doino),nella villad'Al- nel cenno biografico, che con l'efligie di

bizola Albisola, territorio poco distan- Si>.to IV pubblicò nel t. 7, p. p. 8g del-


le da Savona. Molti scrittori questiona- V Album di Roma. « Dicotal uomo non

no sulla patria, il Foglietta dice Celle 5 vuoisi corcar l'origine; che altri forse per
miglia da Savona, ma un bel numero di odio alla Chiesa troppo la deprime; al-

da Novaes, nella Storia di


slorici citati tri per gradire troppo l'innalza : piùglo-
Sisto IV, sostengono Albizola; e questo ria a lui, essere stato a se slesso autore
aggiunge, che un numero ntaggiore di grandezza Chi vorrà oggi niegarne
di sua !

scrittori che nomina, lo allermano di Sa- Fonore alla famiglia dulia Rovere, an-
\'ona,come nato in una villa di sua ca- tica e nobile del Piemonte? " Riferisce
sa vicino a Savona, ove sua madre si era JNovaes, eh' era la famiglia della R.overe
ritirala per paura della peste che infie- una Piemonte, il ceppo
delle nobili del
riva nel Genovesato, a'quali si accresce della quale provenuto da'longobardi vi-
i'autorità del medesimo Papa in diversi vea nel 700: alcuni la fanno originaria
brevi diretti a'cittadini di Sa^'ona,<A\e- dello stato sanese, ove fiorì col nome di
gli chiama sua patria; laonde a tale ar- conti Ghianderoni, cambiando nel variar
ticolo narrai le dimostiazioni d'esultan- paese il nome del fruito con quello della
za de'savonesi alla sua esaltazione, la Ro- pianta, ch'è lo stetnma de'Rovere; come
sa d'oro, che il Papa loro donò, e le sue rileva Gigli, Diario Sanese t. 2, p. o3. i

naunilicenze esercitate colia città. Il sa- Si vuole da diversi scrittori, IVa'quali Fre-
cerdote Semeria i\(t\\^ Storia eccltsiasli- goso storico genovese e in questo ben i-
ca di Genova e della Liguria, (\\c\i\avdi struito, che Francesco fosse figlio d' un
Albisola la patria di Sisto IV, per testi- pescatore, mestiere che dicono aver egli
monianza de' piìi gravi scrittori antichi pure esercitato ne'suoi primi anni, e che
e moderni, abitando suoi genitori Leo- i passando nel Piemonte si guadagnasse in
nardo della Rovere
Lucchina Rlonleo-e tal guisa l'amore di casa della Rovere,

ne, quella parte d'Albisola che dicevasi che questa gli die il suo cognome e la sua
la Fida de Bruciati, in un luogo detto arme. Aggiungono che il fratello di lui
ancora oggidì de' Papi (per esservi pur Battista fosse barcarolo nel tempo ch'egli
natoda Raffaele fratello di Sisto IV, Giù- era frale, e che con una barca de'Pavesi
liano poi il gran Giulio li). E perchè tal di Savona facesse de' viaggi col carico di
contrada spettavaalloraal comune di Sa- formaggi da Cagliari a Savona. In essa
vona, dal quale fu slaccata verso il 53o i serviva Ginliano suo figlio giovinetto, ed
peruuirlaoiestituirlaallacomuuitàd'Al- esscado Battista morlo in Cagliari, se ne
SIS SIS Gj
venne il Savona, econlinnò
figlio salvo a di maestio ili filosofia e teolo|5Ìa,e ben pre-
a servire in detta barca, che in breve re- sto per la sua etnincnte dottrina fu ciiia-
stò [)reda de'corsari e Giuliano srliiavo. malo teologo acutissimo e oratore egre-
I\Ia prima che la fusla potesse lidiirsi in gio. Quindi le università d'Italia fecero
Larberia, fu liberata da'cavalieri di Ko- a gara in averlo per lettore, e l'oUenne-
di, e Giuliano restalo libero si pose a ser- ro l^idova, Bologna, l'avia, Siena, Firen-
vire un di que' cavalieri. Venuto egli a ze, e Perugia della quale consegui la cit-

snpere che lo zio era cardinale, si recò in tadinanza.Dalosialla predicazione, fu gin-


Roma e fu mandato a studiare in Pavia; dicalo eloquentissimo dicitore, in tutte le
creato poi lo stesso zio Papa, tornò in Ilo- città d'Italia ove ascese il pulpito. Fatto
ma. Su questa narrazione si poniio leg- suo compagno dal generale Sarziiela, fu
gere: Lorenzo Cappellini, Ra^ionanienli ministro [)rovinci.iledella provincia diGe-
i'arì, Genova iSyó; e 1' Anonimo della nova che visitò e(Iicacemente,e vicario ge-

ì'ila di Sisto IV, presso Muratori, Seri- nerale per l'Italia, dopo essere stato pro-

jìlor. Rer. Ilal. t. 3, par. 2, p. 1 o53. Altri cuiafore generale dell'ordine, per cui a-
peròsostengono.che da Simone della Ilo- bitò il luogo contiguo alla chiesa di s. Sai-
vere, passatodalPiemontein vSavona,(|ui- valorein Onda, che con questa ora èdell.i
vi avesse Francesco la nascila da Leonar- congregazione denominala Regina degli
do della Dovere, che vi esercitò i princi- Aposloii (V.), ed in memoria vi fu po-

jiali ulilzi della patria, e da Luchina I\Iu- sta iscrizione marmorea: finalmente nel
gnone dama di quella città, quali i fug- 14^4 al capitolo generale di Perugia e
gendo la peste si ritirarono in una loio perconsiglio di s. Giacomo della Marca fu
villa ove nacque Francesco, a cui fatto eleltoniinistrogeneraledell'ordine/'V^T/z-
l\ipa la fiimiglia della A'owrrc (/'.), quel- cescano , al quale articolo notai quanto
la (ìe'Riario (V.), e di altri parenti do- ne fu benemerito, eche ottenne pe'con-
vetlero il loro incremento nelle ricchez- ventuali la Chieia desi. XII ripostoli.
ze e negli onori. Parve alla madre vole- Del suo governo, ecco come si espresse
re del cielo, che il fanciullo Francesco ve- il p. AVadingo, « Ed in vei'o, egli pare-

slisse l'abito francescano, onde di q anni va fatto dalla natura per governare: co-
enlròtra'frati minori. ]\el convento di Sa- sì era alTabile, nel dire efficace, arguto nel
vona imparò la grammatica, i lodali co- rispondere; padre a lutti, reverendo ai
slumi e le regole dell'ordine dal p. Gio- buoni, temuto da'catlivi; nel conversare
fauni di Pinerolo;in Chieri, nel conven- cogli uomini dotti erudito, né acciglialo
to edilicalo da s. Francesco, studiò la dia- co'semplici: con lagioni, non con ingiu-
lettica, della quale molto si piacr]ue in ; rie riprendeva altrui dalle colpe commes-
Pavia e in Bologna ascoltò lezioni teolo- se; prudente aticora, parco nel vitto, di a-
giche e filosofiche, e ne tenne pubblica speltogiocondo". Aggiungerò col Fdelfo,
disputa in Genova innanzi al capilologe- in lib. 28 Epistolar., ch'egli era slatti'
nerale de'suoi religiosi, in cui si distinse ra qnndani heroicaj mentre il Cappe!-
fra tutti. Avendosoli 20 annijSembiòassai lini dice ch'era piccolo, co>>ì ÌNovaes. Os-
singolare ch'egli sapesse francamenlera- serva il Cardella,cheallora fu checontut-
gionaredi scienze cos\ alte, con facondia, lo l'impegno si dedicò a promuovere i
chiarezzae profonda soUigliezza : fr. Gu- buoni sludi nell'ordine, ed ebbegran par-
glielnioCasaleminislrogeneralede'mino- te nella controversia eccitatasi tra'fran-
ri, ne restò tantocooìmosso,chenon8oppe cescani e domenicani sul Sangue (V.) di
tenersi dall' abl)rncciare allettuosamcnle Cristo, intorno al quale sni'ise un'opera,
il valoroso disputante, lodarlo e inoorag- De Sanguine C/iristij olire Dcjiitiiris con-
girlo. Francesco vice ve iu Padovail lilolo tingcnlibusy ed allre sopra argomenti fi-
66 SIS SI S
losoflci elco\oi^\à, come De potenda De!; nali si rinchiusero inconclavc, preseli no-
e /Je Conceptioiie Firginis, nioslraiulo ine di Sisto IV. Trovo io Rinaldi all'au-
s, Tommaso e Scoto concordi nelle sen- noi476,n.''i9,clies.Giacomodella Mar-
lenze se discordi apparivano nelle paro- ca suo correligioso, gli avea predetto il

le, il perchè e meritanienle il consiglio generalato dell'ordine, il cardinalato e il

di lui nelle cose «Iella fede fu tenuto in pontificato. Sembra che nello stesso gior-
giandissimo conto. Non avea ancora fi- no sia stato con^agrato vescovo dal cardi-
nila la visita de'conventi dell'ordine, che nai d' llstouteville, ma non volle essere
stando in Pavia per condursi a Venezia, benedetto e coronato sulle scale di s. Pie-
ricevè lettera da Roma, che Paolo Hai Irò che 7 giorni dopo, a'sSdi detto mese.
i

I
7 selteodjre 1467, previo indulto di con- Nel quale, con cpiella pompa descritladal-
(inuar nel generalato fino al capitolo, lo l'Infessura nel suo DiVzr/o, presso Mura-
avea creato cardinale dell'ordine de'preli tori, Scriplor. Rer. Ital. t. 3, par. 2,p.
a istanza del celebre cardinal Ressarione. i 43, ove per lai.^ volta in vece di /pro-
1

Questi oltre l'essere protettore dell'ordì- cesf:o si legge il vocabolo Possesso, s\ re-

ne e titolare de' ss. Apostoli, era suo a- co alla basilica Lateranense. In questa
micissimo, socio nella greca e latina elo- magnifica funzione insorse tal tumulto
(pienza, non pidjblicandocosa alcuna pri- nella plebe, calpestata dalla guardia pa-
ma d'averne riportato il di lui giudizio, pale, ch'egli andò a pericolo della vita
Tornato in Roma
ben accolto dal Pa-
fu nello stesso suo trionfo e tra gli applausi,
pa, e da' cardinali che gli somministra- e gli toccarono anche molle sassate sulla
rono larghi sus>.idii. Paolo 11 nell' im- piazza Laterana, le quali cessarono per
porgli il cappello cardinalizio, disse agli essersi interposto il cardinal Latino Or-
astanti : Ecco il nostro successore, comQ sini, personaggio di grande autorità coi
riferisce il p. Wadingo, Annal't 1. 3, p. 1 suoi concittadini. Appena la repubblica
427. Questi però col Ciaccofiio e altri, di Genova seppe la sua assunzione al tri-

crrò sul tempo dell'elevazione al cardi- regno, che mandò una solenne ambasce-
nalato. Ricevè per titolo la Chieda di s. ria d'8 onoralissiini cittadini a preitar-
Pielro in Vincoli , ne fece restaurare il gli ubbidienza, al modo notato in quel-
propincjuo palazzo del titolare, il eli e a f- l'articolo, e riportandone privilegi; ed a
fermano Semeria e Vaccolini, e vi si re- Savo^j a dissi di quella pur da essa man-

cò ad abitare nìodo edificante colla fa-


in data a Roma. Già i fasti di questo me-
niiglia, conlimiando diletti suoi studi e
i morabile pontificalo gli ho sparsi a'iuo-
intraprendendo quelli del gius canonico, ghi loro, laonde mi limiterò a breve ri-

Passati (|uasi4anni, per morte di Paolo capitolazione, potendosi il di più vedere


II entrò in conclave a' 6 agosto, e vi por- in quegli articoli che indicherò in corsi-

lo per conclavista il figlio di sua sorella vo e ne'relativi. Priina cura di Sisto IV,
Violante, p. Pietro Riario francescano di di alti spiriti e zelo ecclesiastico, fu la ri-
grande ingegno, il quale molto si ado- forma della disciplina, e la guerra saa-
prò per l'esaltazione dello zio. In prin- la, dedicando suoi pensieri per ritro-
i

cipio 18 sagli elettoli volevano Papa il


i vare mezzi di reprimere gl'impeti del-
i

cardinid Bessaiione, che se ne schermì pei l'imperatore ottomano MaomettoII.Per-


suoi 80 anni ; ma nel 3. "giorno di con- ciò a'iG dicembre spedì a diversi prin-
clave concorsero con tulli i voli nella per- cipi d'Europa per eccitarli all'unione con-
sona del cardinal della R.overe, e lo crea- tro il comune nemico, 5 cardinali legati,
rono Papa a'g agosto 47 1 I, in elii di 07 fra' quali Ressarione in Francia, Rorgia

anni ; ed egli in memoria di s. Sisto 11 poi Alessandro VI in Ispagna, Rarbo in

Papa, nel giorno della cui festa i cardi- Germania e Ungheria, e Caraffa, già ce*
SIS SIS 67
lebie pel suo zelo militare, per comnntlar basilica Laleianense ripristinò i canoni-
la llolla contro gl'infecleli. Impose le de- ci secolari, e limovendone regolari die i

cime agli ecclesiastici, concesse indiilgen- loro il titolo di Canonici regolari Late-
ze a' crocesignati, e per operare con più r^'2^«5/,conce<:se loro molti privilegi, e di-
eflicacia, fece partire nell'anno seguente poi die loro l'abbazia di s. Pateroiano di

in Levante, sotto il comando dello sles- Fano, colconsenso del vescovo Andrea
so cardinal Caraffa, una flotta che benedì Pil),al modo che narra Amiani nelle Me-
in peisona, come rilevai a Marina fon- morie isloriche di Fano: e Gio. Battista
TiFiciA, forse col rituale ivi citato. Con J)Qa\ex\n\\\^ Esequie celebrate per la fel.
(piost'armata, si rese e fu saccheggiata e me. di Sisto If nel cenlesimo anno del'
bruciata Smirne; ma questo non fu ba- /' unione della badia di s. Paierniano,
stante a frenare il possente Maometto IF, alla congregazione de'canonici regolari
per quelle vaste conquiste ch'enumerò a del ss. Sahatore, Pesaro i584- Inoltre
Sisto IV l'ambasciatore veneto Dcrnar- fabbricò pei- quanto dirò, a'medesimi ca-

do Giustiniani, con orazione la quale si nonici,Ia Chiesa di s. Diaria della Pare^


legge nel fine del ricordalo trattato del di cui riparlai nel voi. LXI V, p. i 7 ei8;
l'apa sul Sangue prezioso di Cristo. Nel mentre il già nominato cardinal Caraf-
i47 1 fece la sua i." promozione e creò fa, non solamente edificò a'canonici re-
soltanto cardinali i suddetti nipoti fr. Pie- golari il contiguo monastero lernjinalo
trio /»/<7r/o e Giuliano della /lore/Vj,- qua- nel i5o4, ma fu loro largo d'altre be-
sii divenne il glorioso Giulio 11, T altro nefìcenze. Di tutto egregiamente scrisse
poco visse alquanto ambizioso, e sover- C.i\v\oFea, Pro nìenwriaperlaven. chiesa
cliiamenteprodigoe magnifico. Nellosles- dt s. Maria della P(7rf', Roma 18 1 7. Nel
801471 die al senato romano la custodia i^'j^S\%\o IV istituì il vescovato di Ca-
delle antiche statue di bronzo ch'erano sale, colla bollaPro Ecclesiae; appro-
nel palazzo Lateranense,e che notai a IMu- vò l'ordine òe Minimij confermò quello
SEO CAriTOLi^o (ove fu errato 1* anno); degli Agostiniani scalzijec] agli Agosli-
del'a qual munifica concessione esiste nel ni ani eremiti, della provincia di Lombar-
palazzo de'conservatori una rnemori.i in dia, die la Chiesa di s. Maria del PopO'
marmo, ivi ritrovata dal marchese Mei- In, che rifabbricò da' fondamenti, oltre
chiorri presidente antiquario del mu<eo, l'avergli costruitol'ampio convento an-
ecomeinedita e di bella latinità, pubblicò nesso, donato propincpii terreni, istitui-
nel Saggiatore Romano l. i,p. 27,7. Per to nella chiesa 6 penitenzieri come nel-
estinguere l'eresia degli us'^ili, nel \\'J'X le basiliche e beneficati in altre guise. In
Sisto IV riconobbe re di Boemia quello conferma del G////'//fo universale ridotto
iyUngheria Mattia, assolvendo boemi i da Paolo II ad ogni i5 anni Sisto IV ,

dal giuramento fatto a Ladislao II figlio celebrò VAnno santo\/^j5, essendo egli
del re di Polonia. Investì del ducato di il r. "secondo alcuni che diede a questa in-
Terrara Ercole I, con annuo tributo. E- diligenza i! nome di Giubileo, altri attri-

sentò Ferdinando I le di Napoli, sua vita buendolo a Clemente VI. In questo ri-
durante, dall'annuo censo, purché faces- cevè splendidamente in Boma colla sua
se presentare l'omaggio della Chinea,{\\- naturale magnificenza. Cristiano I re di
fendesse il litorale pontifìcio da' corsari, Danimarca, Giovanni duca di .V^j.vo/i/Vr,

soccorresse il Papa ne'bisogni con triip- Ferdinando I re di Napoli colla moglie,


pe , e riunisse le sue armi per combat- già essendovi Carlotta regina di Cipro
lere il turco. Ordinò che nell' avvenire (alloggiata nel palazzo poi Ospizio dei
gli Uditori di PiOt.ì , in vece di ì .\ fos- Convertendi, e ora collegio ecclesiastico
seroia. l'er contentare i romani, ncliu [ic'converteDdi inglesi, come rilevai nel
G8 SIS SIS
Tol. LXIII, p. I24> *^ *^'^' quale parlano tirò in diversi luoghi, lasciandovi per le-

gli /annali delle scienze religiose, a." se- gato il cardinal Cibo, poi successore In-
rie 1. 1 i,p. 12 5), e Caterina regina di
^o- nocenzo Vili. Per arrestarne il flagello,

5«/a che lasciòregno alias. Sede. A SiR-


il con copiose indulgenze impegnò fedeli i

MIO, riparlando meglio delia Bosnia, col a celebrare la festa della Concezione di
n. Casimiro da Roma, rettificai quegli INIaria, ch'egli dice espressamente imma-
scrittori che dissero la regina Caterina colata. Della solennedisputa tenuta sulla
(morta in Ronia di 54 anni,a'25 ottobre medesima da Sisto IV avanti di se, feci

1478) venuta in Roma neh 475, men- parola nel voi.XXVI, p. 107. Quindi il
tre essa vi si recò sotto Paolo li. Nel me- Papa partì da Roma a' io giugno per Vi-
desimo anno apri la strada che dal suo lerbo , Campagnano , Vetralla, Amelia,
nome si chiamò Sistina, e dal Castel s. Narni, Acquas^)arta, lìagnorea, Asisi, Fo-
Angelo conduce va a s. Pietro, poi det- ligno, da cui riparti per Roma a'7 otto-
ta Borgo s. angelo, E qui noterò, che bre, essendo prima stato a Spoleto, Pie-
Ja via dell' Orso fu già denominata Si- s. Lorenzo, Monte
diluco, Rieti, Poggio
stilla perchè questo Papa la fece lastrica- Lebete e Momentano, rientrando in [io-
re, cambiandola nomenclatura per quel- nia a'23. Nel 1477 Sisto IV rivolse le sue
la scultura di marmo esprimente un or- cure a mantener la [)ace d'Italia, alTinchè
so, e collocata sull'angolo del fabbricato, INIaometto li vedendola in guerra civile

donde incomincia il vicolo del Soldato. non vi Milano per


entrasse; perciò spedì a
Al tielto giubileo concorrendo pochi pel- legato il cardinal Arcimboldi, con piena
legrini in R.oma, per timore della guerra autorità di scomunicar tutti quelli che cer-
e delia poca sicurezza delle strade, il Pa- cassero novità per l'uccisione del duca Ga-
pa pose il giubileo in Dologna^n Beneven- leazzoM.'Sforza.Un'alti a legazione man-
to e in vantaggio pure del reame di Na- dò al regno di Napoli, affine di togliere

poli come rimarcai nel voi. LIV, p. 160. il pericolo di guerra che temevasi, perchè
Egualmente nel 147^^ 'I Papa ordinò che molti dicevanocheFerdinando I come fi-

le feste della Visitazione della B. Vergi- glio naturale d'Alfonso V d'Aragona, te-

ne, e A' Ognissanti i\ celebrassero con 8.'' neva ingiustamente il regno e che questo
Nell'anuostesso eresse in metropoli eccle- spettava a Giovanni II red'Aragona:que-
siastica Avignone, ch'era dominio della sle turbolenze si quietarono con isposare
chiesa romana, ne lece legato e i. "arcive- Ferdinando la figlia di Giovanni 11, ed
1

scovo il nipote cardinal Giuliano, con au- il Papa spedì a benedir le nozze il cardi-

mento d'autorità; ed avendoli cardina- nal Borgia legato. In detto anno dichia-
le inAvignone fondato il collegio f/e//^/?o- rò festedi precetto quelle della Concezio-
vere, il Papa l'approvò e vi prescrisse gli ne, àe.\\a Presentazione al Tempio, di s,
statuti colla bolla Sacrosancta romana Anna, di s. Giuseppe, e di s. Francesco

ecclesia, da' 1 3 agosto j.^6,Biill.Pont.(le


1 per tutta la Chiesa. Notai a Concistoro,
fìrop.fide,\ppend\xl.ì ,]). 12. In quest'an- che il Papa si recò col sagro collegio a te-

no Maoraello dopo aver conquistato


li nerlo nella camera dell'infermo cardinal
Teodosia, si accinse a piombar sull'Italia, Latino Orsini, e osservai ch'egli fece piìi

laonde il Papa stimò suo dovere di re- P/-o/?io:;/o/zt cardinalizie de'suoi predeces-
priiìierne gli sforzi, con iuviarediversi le- sori, avenilo creato in 8 concistori 34 car-
dati a'principi cristiani affine di concitar- dinali, fra'quali uscirono Innocenzo Vili
glieli contro; ma lesue premure e suoi i e Giulio II; perciò rilevai a Sagro Col-
paterni desiderii non riuscirono con suo legio, che Sisto I V senza riguardo al con -
." ampliò più di
cordoglio d'alcu n elFelto. Nello stesso tem- cilio di Basilea, pel i lo
po, compresa Roma da PeslUcaza, si ri- lutti i predecessori. A Firenze raccontai
SIS SIS %
In famosa congiuro tIe'Pa7zi,scoppiata nel de annalista d'Italia, approvò le cose ve-
I 478 a'7.6 oprile conilo i/iyf<^//V/, nel duo- re, lihallè con modcraziune le false oal-

mo e alla presenza del nipote del Papa terate.AnchcMnratori confessa che il gio-
cardinal Raflaele Biario, che corse peri- vane cardinal Riario verosimilmente non
colo di eìsere ucciso come Giulianode Me- era consapevole di ciò ch'era per succe-
dici restando (erito il fratello di questi
, dere. 1 nemici di Sisto IV vogliono che
Lorenzo. 1 principali congiurali con Sai- fosse inteso non solo della congiiu-a, ma
viali arcivescovo di Pisa furono poi mas- di più de'mezzi, e perciòdell'omicidio sa-

sacrali, e il cardinal Kiario imprigiona- crilego che ne dovea risultare. Il flimoso


lo, perchè era fama che Sisto iV non po- tragico Alfieri, audacemente nella trage-
tesse soffrire Medici, perchè frastorna-
i dia: La congiura de Pazzi, fa dire al Sal-
vano l'iimbizione dell'altro nipote Giro- viati uccisore di Giuliano, che lostilo glie-
lamo fiiario divenuto principe di /Hor//, lo die il Papa dopo averlo benedeltol II

eche per la lagioiie opposta Pazzinves- i Semeria che difende Sislo IV, nel conve-

sero acquistala la sua benevolen7a. Olire nire ch'egli volesse togliere o impedire la
a ciò i fiorentini a isligozione di Lorenzo signoiiade'Medici, solennemente procla-
Ic'iitaiono occupare alcune città pontifi- ma calunnia che fosse inleso de'mezzi or-

cie, onde Sisto JV pieno d'amarezza per ribili della trama, come per tale la rico-

tanti Irisli avvenimenti, indignato nello nobbe Fleury, ed anche altri autori nien-
stesso 1 478diè sentenza di scomunica con- te favorevoli a'I'api. Sislo IV fulminò le

tro i complici di tali delitti, e sottopose censure contro g!i uccisori del Salviati,

Firenze all'interdello per morie vio- la perchè sebbene colpevolissimo, non do-
lenta del Salviati. 1 non si cu-
fiorentini veano farsi giustizia da per loro. Dalle ri-
rarono delle papali censure, e solo mollo cerche fatte dal Semeria emerge, non do-
tempo dopo rilasciarono il cardinal dia- vere far meraviglia che i fiorentini scrit-

rio, ingiustamente ancli'egli accusalo di tori contemporanei non discolpassero il


connivenza co'Pazzi, Il Papa fatta lega col Papa, avendo prevalso nella lotta pos- i

redi Napoli, spedino grande esercito con- senti Medici venuti in allo favore de'lìo-
trol fiorentini, comandalo da Alfonso fi- rentini per la loro seducente liberalità e
glio del re, e da Fedei ico duca d'Uibi- splendidezza. 1 Pazzi d'allrondeerano ge-
uo cioè le milizie dellaChiesa. Questogiu- neralmente odiati dal popolo e così Sai- i

sto rigore die motivo a molli popoli d'I- viali, il quale odio couie per rimbalzo ri-

talia e oltramontani per lacerar la ripu- cadde sul Papa e suoi, poiché il tradimen-
tazione di Sisto IV, ed insieme di forma- to de'primi e la crudeltà indispose tutti
re con Irò di lui una lega, composta di Lui- gli animi, anche pel sagro luogo ove lu
gi XI redi Francia, il duca di Milano,! commesso l'eccidio e nel supremo mo-
veneziani, il duca di Ferrara e altri fau- mento dell'elevazione dell'Ostia adorabi-
tori de'fiorenlini. Dipoi non pochi scrit- le; enei caldo delle passioni de'partili di-

tori incolparono Sisto IV dell' uccisione venta troppo diflicile il discerneie il ve-

di Giuliano e di far parte della congiura, ro dal lalso. Fra le diverse citazioni d'au-
e fra gli altri critici Muratori ne scrisse tori, che si leggono nel Semeria, onde di-
acerhamente. Però le sue imputazioni e- fendere Sislo IV, si 1 icorda una lettera
quamenle furono ponderateda gravi sto- del re Luigi XI al Papa, colla preghiera
rici e segnatamente dal p. Spotorno nel- di non lasciar impunito alcuno de' con-
la Storia leilcraria t. 'x, p. 5, che pro-
i 1 giurati, di fare riparare detto eccesso, e
fessando quel gran principio dell'arte slo- di far punire tutti delinquenti e tulli
i

rica, nulla dire di falso, nulla tacere del- (juelli che ne sono consenzienti o parte-
la verità, seguilo nella narrativa il gran- cipanti. In essa non si appalesa neppur il
70 MS SIS
Mjspello di credere die il Papa Hjsse in- pra di essa lebasi dell'apologia, con chia-
leso della congiura. S'invita ancora a leg- mare ad esame i discorsi che si tennero
j^erc, La voce della ragione, t. xi, p. i S^: preventivamente col Papa, e le risposte del
iSislo 1 V
Lorenzo il lìJagnifìco, che ap-
e. Papa stesso. Quindi confrontò le date del-
|)uuto e con buone ragioni discorre del- le operazioni del governo fiorentino con
l'a vvcnia)enlo. Non che si può leggere la qiiellede'risconlri edelle misure che pren-
confessiouedcl Monlesecco e riportala dal deva Sisto IV, che non era mai stato
il

Koscoe, come il Sismondi avverso a Sisto effettualo in sua difesa per ciò che riguar-
IV, nella Vita di T^orenzo il Magnifico, da le conseguenze della congiura, e così
t. 2 append. p. yS, la quale viene ripro- rivendicò l'onore del medesimo Papa an-
«lotta insieme colla scomunica o contro- che contro le accuse del de Potter.
scomunica del sinodo fiorentino contro Nel 147B Ferdinando V re di Spagna
il Papa. Leggo negli Annali delle scien- ottenne da Sislo IV una bolla per stabilire
ze religiose, 1. 3,p. 222, che il dotto mg.''
1 il tribunale dell'inquisizione sotto l'auto-
Stefìino Rossi nell'accademia di religione rilà del ree indipeiulenza da'vescovi. Su
cattolica inliomaa'27 maggio 84 1 1 lesse questo grave argomento meglio è veder
la dissertazione: Ri/Iasioni in difesa del Spagna. Essendo signore di Bracciano il

Papa Sislo IF, perciò che ne dissero il celebre Virginio Oisitii, gran con testabile
ile Potter ed altri storici rispetto alla con- del regno di Napoli e uno de'[)iìi valorosi
giura de Pazzi e sue conseguenze. Prese capitani, ilPapaagli 1 i luglio partì da Ro-
l'illustre prelato le mosse dalla contrad- ma per godere l'amenità del silo, e poi vi
dizione, a cui per divino oracolo fu e sarà ritornò a' 16 settembre, come favorevole
sempre esposta la legge evangelica; e ve- agli Orsini e contrario a'Colonna, essen-
nendo alla marna, da cui sembra trava- do gli Orsini grandi amici del nipote Gi-
gliato il nostro secolo, di voler did'amare rolamo Riario. A Colonna famiglia e a
tolti gli atti delIaChiesa e disonorare prin- Op.sim famiglia e articoli relativi delle lo-
cipalmente i romani Pontefici, mostrò di ro possessioni, limarcai che il Papa ebbe
quanta infamia si siano coperti qucgl'i- motivi di mostrarsi avverso ai primi, be-
taliani scrittori che si appigliarono a sif- nevoloai secondi. Deposlo AntonioCoIon-
fatto mezzo: e ne offrì in breve la giusta na dall'eminentedignilà di Prefetto di Ro-
idea dell'empio e insolente libro che de ma, prima ne rivestì il nipote Leonardo
Potter non arrossì d'intitolare Storia del della Rovere, poi l'altro nipote Giovan-
Cristianesimo. Quivi volse la mira il pre- ni della llovere a cui iWèSinigaglia {^f
lato a liberare Sisto W dulia taccia ripe- Gli Orsini costanti e polenti emuli de'Co*
tuta già da tanti altri, e rimessa in cam- lonna imbaldanzirono a loro danno, for-

po da quel corifeo della dilfamazioue,che ti che per loro mostrava


della parzialità
Sisto IV fosse il capo della congiura dei apertamente il Papa, e gli sperperarono u
Pazzi. E per dimostrare il Papa puro pu- oppressero. Frattanto Lorenzo Colonna
lissimo del sangue di Giuliano de ftledi- prolonolario apostolico, per ordine di Si-
ci trucidato da' congiurati, pose innanzi slo IV e del re di Napoli, venne obbliga-
l'avvenuto della congiura con tutte le sue to a rendere il contado di Alvi a Virginio
circostanze; e rigettati gli storici sospetti, Orsini, die avrebbe sborsato 4,000
gli 1

.si attenne a que'tlocumenti che risultano ducati, prezzo pel quale il re lo avea com-
dal processo couqiilalo allora da Cartolo- pralo dagli Orsini. Prima di far questo
meo Scala i .°cancellieredelgovernodiFi- doveauo eseguirsi certi capitoli riguardo
renze; e scelta fi;i questi la deposizione di alla casa Caetani, falli tra 'I prolonola-
Gio. I3atti>la del Monlesecco, che cunian- rio e il Papa; ma quello insospeltito che
dava le truppe colà chiamale, piantò su- gli si tendessero insidie, si diiuse in casu
SI s SIS 7 E

co' suoi e con molti nffeyionati e parenli Innna. vSi cessò dalle rovine e dagl'incen-
disila famiglia, secondo ilcosluinodi quei di quando nulla eravi piìi da rovinare,
tempi, con fortificazioni di bastioni, e ri- né da incendiare dall'avversa fazione. Il
pari di gente armata. Allora il Papa or- prolonolario poi, chiuso in Castel s. An-
dinò a Virginio e « l'aolo Orsini figlio gelo, do[)Oun mese di crudeli torture tu

del cardinal Latino, die colle loro genti decapitalo, e l'I iifessura che tutto raccon-
armale andassero a prendere il piolono- ta, qual notaro assistè alla tumulazione
lario; ed inoltre mandò «lai prelato i con- dell'infelice Lorenzo. Tutta velia Sisto IV
servatori di Roma e il priore de'caporioni, creò cardinale Giovanni Colonna, e poi
a persuaderlo clieandasse a palazzo, si po- per un anno lo tenne prigione in Castel
nesse a'siioi piedi e lo avrebbe perdonalo. s.Angelo per sospetto d'infedeltà, e per
Due volle il prolonotai io u'^ci a cavallodi questo anco il cardinal Savclli e\)heS me-
casa per ubbidire, ma i suoi colle armi lo si di egual prigionia. Nel r
470 "'o' te le-
cosli inscio con furorea rilornare,dicendo gazioni mandò Sisto IV a 're e piinci[)i cri-
che non sarebbe tornato vivo e loro lascia- stiani, per indurli a iiilraprendere la sa-
li in briga. Inasprito Sisto IV volle che in gra guerra contro i maomellani comuni
(pialunque modo si pigliasse, e gli Orsini nemici, e muovere i popoli a prenderla
uniti alle milizie pontificie, a quelle dei croce di questa spedizione. Intanto l'eser-
Crescenzi e di altri, circondarono WMonle ciloponlilicio, uiiiloa quellodi Ferdinan-
Qiiiriiitìleox'eviì la casa de'C(iloi)na,e tro- do Ijfecc molle conquiste sui fiorentini;
vata resistenza venne a combatlimen- SI ma avendo il re più a cuore l'ingiandi-
to per più ore, con morti e feriti d'am- menlo delle cose sue, chela causa del Pa-
bo le parli. Entrali gli Orsini nella casa pa, si Lorenzo de Medici, il
pacificò con
trovai Olio il prolonotario e ferito in una (piale così impedì l' imminente eccidio
mano, alcuni gl'iiilimarono d'andare in «iella patria. A Firenze poi raccontai, co

prigione, ed egli esclamò: non mai, piut- ine nel 1480 il Papa si pacificò co'fioren-
tosto ammazzatemi. Ma Virginio Orsini lini, e come gli assolse battt^ndo legger-
avendogli dello: renditi a me e non aver mente con una bacchetta gli ambascia-
p<iura;son contento, soggiunge il prelato, lori. In questo tempo Maomelto II,pri

e li seguì. Lungo la via incHinlialo Filip- ma assalì inutilmente />0f//, e poi sor[)re-
po Savelli, partigiano de'Colonna, fu in- se 0;r<7/i/o, ove commise inaudite atroci-
timato dagli Orsini a due: \ iva gli Or- tà. Spavenlata luUa Italia, il Papa vole-
sini; e poiché rispose, non In voglio dire, va rifugiarsi in /^t'/g'/jo/if, indi con miglior
subito l'uccisero. A vendo alcuno insulta consiglio lutto si diede all'aiuto e difesi
lo il prolonolario, e minaccialo che qual della greggia di Dio alla sua cura commes-
traditore l'avrebbe impiccilo per la go- sa. Ordinò pertanto a'discordi principi di
la, \irginio impedì che gli fos>»e incnnlo talia almeno tregua, e che unili rivoltas-
tli stocco, e disse: im|MCcherelc me, pri- sero le armi contro il nemico di lutti: nel

ma di lui. Intanto dalle genti del Pa[>a e dì dell'Asci-nsione fece lega con \enezia,
«legli Orsini al Quirinalesciiza clislinzio- spedì a JNapoli il cardinal Rangoni lega-
ne furono saccheggiale chiede e case, fra lo, perchè segnasse di croce fedeli, ri i

le quali quella del lellerato PomponioLe- cliiese preinurosamenle sovrani ollrt- i

ti, allerrale quelle de'Coloiina , de'della montani d'aiuto,e proj)onendoa tulli pie-
^'alle e di quanti erano ili lor parte; e co- nissima indulgenza li sollecitò alla difesa
sì Roma ne fu tanto Ira vagliata, che si leu- della minacciata ci islianilà. Promise d'al-
neconsiglio da'conservalori edal popolo, lestire una (lolla di 5o galere, per unirla
per mandare al Papa, che se non volesse alla napoletana di 4o;a>audòlegato a Ge-
<lel tulio perdere lacilt:i,da3scpacc u'Co- nu\a il cardinal Savclh per lai vi l'arma-
72 SIS SIS
mento navale e |>aciilcaie i ciUndini, che il Papa passò in Corneto, in Toscanella
avea sollialti dal dominio di Mdano, e e Viterbo; poscia fu a Konciglione, a Bac-
licoi'ieudo all'inleicessione dc'santi per cano, a IMonte Rosi ove pranzò (de' due
placare lo sdegno divino, meglio stabili ultimi luoghi parlai nel voi. cil. p. i i
7); e
l'annna celebrazione di loro 8.' I turchi dopo aver desinalo in Borghetto, nel Vi-
da Otranto si diressero alla Santa Casa terbese, da Virginio Orsini, ritornò lie-
per predarla, ma presi da timor panico tamente in Roma, e visitata la chiesa di
si ritirarono. Trovo nel p. Gallico, Din- s.Maria del Popolosi reslitui al Valicano.
ria caerenionialia^ de ilineribus Pontifl- Nel 14B I Sisto IV fa consolato in più mo-
cuni, quanto in breve qui dirò. Per gl'in- di. Iddio togliendo di vita Maometto II

tensi calori di Roma e pel timore di con- liberò il mondo cristiano da tante afflig-
tagio, non che per sollevare alquanto l'af- genti trepidazioni, e così verificossi la pre-
faticato animo, Sisto IV con due cardi- dizione di s. Giacomo della Marca. Nel
nali eia famiglia domestica a' 12 settem- Tevere giunse la flotta di Portogallo per
bre 480 ritornò aBracciano, ricevuto no-
1 combattere turchi, e il Papa la benedì.
i

bilmente da V irginio Orsini; indi si recò Giunse pure in Roma 1' ambasceria del
a ]Monterano(dicui nel voi. L Vili, p. 1 35, re d'Etiopia, per rinnovare l'antica unio-
0.5 e2 52)dal proprio nipoteBartolomeo
I ne colla chiesa romana e prestare ubbi-
Toppo, accolto con regio apparato, e glie- dienza a Sisto I V. Di pili nell'istesso anno il
lo concesse in vicarialo col litolodi contea, Papa pose nel martirologio i ss, Bernardo,
dichi arando Virginio con te di Campagna • Pietro, Ottone, Accursio e Adiuto fran-
no (di cui nel voi. LVIll, p.i i5). A'2 ot- cescani martirizzati in Marocco. Indi nel
tobre passò alle Allumieree alla Tolfa (di 1 482Solenriemenle canonizzò il francesca-
che nel cit. voi., pi 3
34), per visita- I e i no card inai S.Bonaventura, e bea tifico il b.
re le miniere d'allume e dare gli ordini Giovanni Bono agostiniano, permetten-
opportuni per la sollecita escavazionedel done il culto senza restrizione di luogo e
iiìinerale; indi discese alla cillàe porlo di di persone, onde alcuni scrittori lo dicono
Civilaveccìiia, della quale fu benemerito. canonizzato, come permissione rarissima
3\aria mg.^ Annovazzi nella Storia di Ci- nelle beatificazioni. Raccontai a Sicilia e
s'ita\'ecchia[\'>uh\ì\\ca\.a nel 853)a p.258, 1 R.IMIN1, che Ferdinando I redi Napoli, eoo
che Sisto nelle sue cure per frenare con- i ingraliludine e ribellione alla s. Sede, nel
quistide'lurclii,riflettendoal porto di Ci- 1482 spedì un esercito sotto il comando
vitavecchia unico sul Mediterraneo per lo del figlio Alfonso duca di Calabria ,
che
stato pontificio, che avrebbe potuto di spinse arditamente le sue genti alle porte
molto essere utile al passaggio tlelle navi, di Roma, ove però fu respintoda'romani.
vi si recò per ripararne i guasti, cagiona- Mentre i collegali veneti colla flotta ope-
li da'flutti e dd'pirali; e in un congresso rarono un diversivo nel litorale napole-
perciò tenuto, disse che slima vaJa restau- tanOjil Papa dopoavereacerbauiente rim-
razione di quel porto mollo opporluna al- proverato il re, aflldòle sue milizie e quel-
la curia romana e a lutto il suo regime. le de'veneziani a Roberto Malatesta de'si-
Laonde die gli ordini per le convenienti gnoridi Rimini, il quale riportò sui nemi-
lavorazioni, e pare intorno alla gran mo- ci a'2 I agosto presso Velletri una com-
le dell'antemurale, al destro e sinistro piuta vittoria; intimorito Ferdinando I,

iMacciodel porlo, come a rendere piìista- senza riserva si assoggettò alle prescrizio-
bili due fortini che sono al suo ingresso; ni pontificie, e restituì Benevento e Ter-
al ristabilimento del faro, allo spurgo del- racina che a vea occupale. Sisto IV assistè
lemasse eterogenee che l'ingombravano nel punto estremo Roberto venuto a mor-
esopra altre operazioni. Da Civitavecchia te, e con onore lo fece seppellire iu Va-
SIS SIS 73
ticann, in nohllc mnnmiici\to marmoreo, dclln (jnale tliè il convento eia Chiesadi
]*arole di lode si debbono ancora a Vir- v. Pietro iìlontorio al b. Amadeo franca-
j^inio, aNicoIaea GiordanoOrsini,iqua- scano suo confessore. Approvò Sisto IV
li avendo il coniando di 3 delle 6 parti l'iintico modo di recitare '\ì Rosario, con
dell'esercilo papale, anch'essi sconfissero iniliilgenza. Da' Diari(.\e\ rammentato p.
i napoletani nel lungo poi detto perciò Gallico imparo, cheSisto IV a'9 novena-
Campo morto, lo che rilevai nel voi. XII, hrei483, portatosi in lettiga a s. Paolo,
p. 3i5. Per questa vittoria il Papa fab- s'imbarcò per con 3 cardinali, Bor-
O.y^j'a

l)ricò la suddetta chiesa di s. Maria della già, Giuliano e Basso della Rovere, oltre

i'ace. Nel 1 4H3 non [lotendo Sisto IV ot- iprelati domestici; indiandòa Porto trat-
tenere che i veneti levassero l'assedio da tatodi lauto convito dal cardinal Borgia.
Ferrara, si separò dalla loro lega, e iuve- e pel Tevere si restituì in Roma. Nel 484 r

ce contro di loro si collegò co'llorcnlini, Sisto IV si affaticò molto per difendere


col marchese di Mantova, col duca di Fer- la libertà della s. Chiesa in Portogallo^^ev
rara e il re di Napoli, il cui figlio Alfonso quanto ivi riportai, insieme alle dichia-
lo dichiarò il Papa vicario dell'esercito ratecensure. Per la stessa difesa delle ra-

poiitincio,edilqualein una battaglia pie- gioiii della s.Sede prosegui la guerra con-
se pai te dell'armata veneziana. Inqnesto tio i veneti, ((uantiiuqiie la facesse suo
tempo si fece un congresso in Cremona, malgrado, come amantissimo della pace,
per trovare i mezzi di rendere la pace al- Supplicavalo quel senato per essere asso-
l'Italia, e fu stabilito che si sconjunicas- luto dalle censure incorse, e fingeva es-
seroi veneti qualora non si ritraessero dal- ser disposto a concordia per potere sicu-
l'impresa. Questo decreto fu confermalo ramente attendere a far nuovi apparec-
dal Papa in concistoro, e lo mandò a tut- 11 Papa troppo tenacedel di-
chi di gente.
ti i sovrani, adinchè Io pubblicassero nei ritto della Chiesa, vi mandò suo legato
lorostali. La repubblica di Venezia si ap- il cardinal Costa, chedomandaiidopiùco-
pellò dal Papa al futuro concilio; ma Si- se delle ollerle da'veneli, fu costretto con-
sto IV dimosliòcou una bolla, essere l'au- tentarsi di meno, perchè il re di Napoli
toiilà (Iella s. Sede e di chi in essa risie- e gli altri alleati di Sisto IV, avendo più
de, superiore a tutti i concilii. I veneti si riguardo a' loro vantaggi, senza di lui sa-
studiarono di concitare contro il Papa i puta stabilirono la pace co' veneziani, e
re di Spagna e di Francia, supplicandoli ne tratta a lungo il Sabellico presente a
di approvare la loro appellazione: non so- queste cose, neW Enead. io, lib, io. Sentì
lo restarono inutili i loro maneggi ma , si gran dolore il Papa per tal pace, che
Luigi XI volle che la sentenza pontificia aggravatosi nell'iufermilà che pativa, vi
si pubblicasse con gran solennità. Insorta soccombette. Se finora cronologicamen-
calda disputa fra i domenicani e france- te accennai le principali gesta e avveni-
scani (tulli ricolmati di privilegi da Sisto menti del suo pontificalo, adesso andrò
IV, colle bolle presso il /><///. Tion/.), sopra notandone altre, senza indicazione di da-
\eSiimnialcd\s,. Caterina da Siena, il Pa- te. Dopo aver creatocardiiiali nipotiGiu- i

pa checonesse fossedipinta. Inoltre


vietò lianodella /lOi'ere, Pietro e Rallaele /i/Vz-

proib'i ad ambedue gli ordini didispulare rio, compartì eguale onore all' altro ni-
suirimmacoluta Concezione. IWpelo, che potè Girolamo Basso della Rovere, come
quanto fece Sisto IV pe'suoi Francescani^ purea'fratelli Cristoforo e Domenico del-
lo registrai in quell'articolo e negli altri la Rovere de'signori di Viconuovo lori-

analoghi; qui dirò che nel Bull. Poni, de nesi,forsesuoiparenlioper rinnovar l'an-
prop.fidc, Appendix t. r ,p. i u, vi è la boi- lica pai enlela,o stabilirne una nuova, con

la Sacrae zeliis religioni^, coll'aulorilà darcal lorofratello Stefano per isposa Lu-
VOT. I XVII. 6
74 SIS SIS
cretia (lolla Rovciesoiellatlel conte di Si- so il duca Russia Ivan 111, die G,ooo
di

nigaglia. Al nipoteLeonardo della Piove- scudi d'oro, il quale pe'suoi audiasciato-


re die in moglie una nipote di Ferdinan- ri si riunì colla chiesa rou'.ana, seguendo
do e col (lucnfo di Sora per dote. Gi-
I gli sponsali nella basilicaVaticana.A quel-
rolamo BiariOjfiltro nipole,(:liealciinidis- l'articolo notai che poco durò l'unione,
sere figlio, oltre la signoria di Fori), per e che i czar per tale matrimonio accon-
la quale ne restò vitliuìa, ricevè anche /• sentito da Sisto IV adottarono l'aquila
777o/<7,con Caterina Sforza per consorte, con due teste,pe'diritti acqnistatisuH'iui-
che in altre nozze divenne madre del [)a- perodi Costantinopoli. Con gian zelo ot-
dredi Cosimo granduca di Toscana; in-
1 tenne Sisto IV, che la cattolica religione
oltre lo fece generale di s. Chiesa, e l'in- fosse propagata nell'isole C'rt/j(7/7V, e in al-

vesti de'coutadi Valentinese e Diese, che tre parli del mondo. A Rosa d'oro par-
Luigi XI restituì alla s. Sede, e poi ritol- lai dona te, oltre alla patria, a Er-
di quelle

se Carlo Vili, non ostante le lagnanze <lel nesto duca di Sassonia, a Lodovico III
Papa, che rimarcai nel voi. Ili, p. 242. marchese di IMantova, a Cristiano re di I

Procurò il maritaggio di Giovanni conte Danimarca, al doge di Venezia Verdra-


di Sinigaglia e preletto di Roma, con Gio- min,a Eberardo conte di Wiirtemberg,
vanna di Montefeltro, onde derivò a'del- e a Federico di Monte Fel Ire da lui eleva-
la Rovere il vasto ducato d'Urbino e sue to duca d'Urbino, oltre lo Stocco e ber'
importanti appartenenze. Sisto IV fu bia- rettone benedetti. Impose nuovi dazi , e
simato per tanto esorbi tanleamorepe'pa- accjebbe gli antichi, e non senza critica
venti, altrielevandonea'vescovati e ad al- esigette molte decime da'prelali. Dice il
tre dignità; ed ancora per la facilità nel- n.°i 38 del Giornale di Roma del 1849,
le concessioni, per cui somministrò peri- cheildaziosui macinamento del frumen-
colosi esempi a'Papi e a'sovrani, arrivan- to è uno de'più antichi dello stalo pon-
do a permettere, che Alfonso bastardo di tificio, esseudoveue memoria da Sisto IV.

Ferdinando d'Aragona, figlio di re Gio- Nell'interessante opera di mg.'" Nicolai,


vanni II, e fanciullo di quasi 6 anni, aves- lìJeniorie e leggi sulle campagne e anno'
se in commenda pingue arcivescovato
il na di Roma, lìopo le leggi di G regorioXI I,
di Saragozza. Il gran bisogno ch'ebbe di registrate per le prime, trovo quelle di
denai'O per far tante guerre, lo condusse Sisto IV sull'agricoltura, riferite e confer-
ad alcune azioni che oscurarono non po- mate con quelle di Giulio II da Clemen-
co In sua memoria,ed il Bonanni pretende te VII; ed eziandio i provvedimenti di Si-
che pel I. "abbia introdotto nel palazzo a- sto IV
sull'agro romano, e sulle provin-
postolicola guardia Si'izzera.Dh&i aPiEw- cie del Patrimonio e di Marittima. Cono-
DITA ECCLESIASTICA, e notò Pan\inio, che sciutosi che la penuria del grano in Ro-
fu ili. 'Papa che istituì nuovi ulllzi da po- ma derivava dalla trascurata coltivazio-
ter vendei-e,e perciò detti FacabiH(J'.)j ne delle campagne che si lasciavano in-
ma che però ospitò onoratanteute in Ro- colte, perciò il Papa stabilì che proprie- i

ma, oltre le ricordale regine, e mantenne tari dovessero coltivare una 3. 'parte al-
a sue spese, Andrea Paleologo già signo- meno di loro terre, e se rifiutavano fosse
re di Morea e fratello dell'ullinìo impe- lecito a chiunque di romperle e seminar-
ratore greco (che alloggiò nell'antico Pa- vi, domandandone però licenza a'giudici
lazzo apostolico de ss. Apostoli, ed ivi pu- che destinò, quali anche dovessero sta-
i

re Federico quando lo fece duca d'Urbi- porzione del prodotto da darsi ai


bilire la
no), Leonardo di Tocco stato principe di medesimi propiietari;prov vedimeli oche t

Albania,anibeduecacciatida'turchi:a So- ebbe ottimo elfelto, perchè profittandosi


fia figlia nipote del Paleologo, che spo- di questa licenza si accrebbe l'agricoltu-
SIS SIS 7^
la. Amante della magnificenza e ili accre- rettori, librai e altre persone, perctiè tut-

scere la ornamenli di Roma,


maeslà e ijli te avessero cura della biblioteca. Non ri-

a ([iieirailicolocekbiai le sue benemeren- condusse 1' acqua Vergine in Roma da


ze, eolie per politico consiglio del re Fer- Salone, come alcuni scrissero, bensì ne
dinando I tleuiolì imignarii e perticali, i riparò l'acquedotto dal IMonte Pinolo
ed allaigò le strade e aoipiiò le piazze, le fino allo sbocco attuale nella Fontana
lastricò di mattoni e livellò, onde Roma di Trevi j come leggo nel già ricordato
prese un nuovo aspetto; curò la conser- Fea , nella Storia delle acque antiche
vazione degli antichi niuiHiineiili, e fece sorgenti in Roma. In breve con un epi-
scavi fecondi di oggetti d'arte. Ilinnovò gramma celebrò le opere di Sisto JV il

la tribuna alla Chiesa de ss. XlfJposto- p. Silos, Mausolea Rem. Pont., p. 3o5.
li, rifdbbricò il Ponte Sisto, riedificò Ì'O- In somma egli lasciò belle memorie in
speciale (il s. Spi ri lo e fece formare un dor- Roma che gli è grata per gli aumentati
mitorio per albergarvi i nobili inferuìi ca- suoi pregi, avendo pure restaurate quel-
duti nella mendicità. IVella Chiesa di s. le altre chiese chedichiarai nel descriver-
Pietro in 1 ineoli rinnovala volta della le;e per dirla in poche parole con l'Ol-
nave traversa, e la beneficò in diversi mo- doino, tante iscrizioni e stemmi sì vedo-
di. Edificò nella basilica e Chiesa di s. Pie- no di lui in Roma (molti furono distrut-
la cappella del coro, ove volle esser- ti e mutilali dai repubblicani, sempre a-
vi sepolto, e vi operò quanto altro descris- cenimi nemici delle armi gentilizie, co-
si a quell'articolo. Nel Palazzo apostolico me simbolo e insegna di aristocrazia, che
l'alicano vi esegui ciò ebeivi narrai, l'a- desolarono la città sullo scorciodel secolo
bitazione degli svizzeri,e la sontuosa Cap- passato), che delle sole pietre sul quale è
pella Sistina, ove tuttora si celebrano le scolpito il suo gran nome o le sue genti-
pon lificie funzioni. Aumentò l'edifizio del- lizie insegne, se ne potrebbe forse fabbri-
la Biblioteca Vaticana, V accvehhe d\ li- care un vasto edifizio. Mecenate de'Iette-
bri e di codici rarissimi, noncbedi ren- rati e degli artisti, gli accolse in Roma be-
dite e di ministri, ed a Cidliotecario di nignamente e iiicoragg'i, chiamandoli d'o-
.s. CniES.4 raccontai che dopo il vescovo gni parte d'Italia e special mente di Tosca-
tl'Aleria Gio. Andrea Bussi, vi pose il ce- iia,onde preparò il secolo di RafTaele. Tor-
lebre Platina, ciò cbe ricorda l'allie'ico e- mentalo da una malattia ai tetica, come
sistente i\e\iìIiiseo 1 aiicano,e neri[)ar- dice Novaes, oartitiide che attacca le ar-
lai altrove. Sisto IV^ perfezionò il gran pen- ticolazioni ossia la gotta ,
per la suddet-
sieio concepito dal magnanimo IN i colò V, ta pace co' veneti de'suoi alleali, inaspri-

perchè la biblioteca Vaticana fosse de- tosi il male, lasciò di vivere a' i 3 agosto
gna di Uoma. Per renderla copiosa di co- a 5 ore di notte del 1484) d'anni 70, 22
dici e di libri, ne fece provvedere per tut- giorni e i 2ore, avendo governatola Chie-
taEuropa, e presso di se ebbe letterati sa e regnato i 3 anni e 3 giorni. Fu sepol-
anco come segretari apostolici.
insigni e to vestito di sotto coll'abito fiancescano,
L'aumento della biblioteca fu celebrato nel modo riportalo da! p. Gallico, Ada
da molti sapienti e storici, assegnandole caereuionialia, che ne descrive la morte
peidofe,raiinuaoirertadi loo scudi d'oro e i uovendiali,censura lido suoi famiglia- i

degli Scrillori apostolici {r.).\\ilah\\\, ri d'ingratitudine, per mancare le vesti

oltre il bibliotecario (con i o scudi d'oro necessarie. Venne tumulato in s. Pietro


mensili, 3 domestici, un cavallo e la par- nel i4c)3 in nobilissimo inausoleodi bron-
te di palazzo pel vitto, con titolo di scu- zo scolpito dal celebre Pollajoli, ove con
diere, e la garanzia di o,ooo scudi d'oi ragione vi effigiò tutte le scienze, e nel-
III), scrittori latini, greci ed ebraici, cor- r epilullìu fu sellilo che avea restaurata
7G SIS SIS
l'alma città; dopo essere stato presso l'al- e patria, poscia lafamiglia da cui derivò,
tare maggiore e nella sua cappella del co- (juindi lasciate da parte nìolte altre par-
ro, ove imljnrazzando,lIrbano Vili Io tra- ticolari notizie, riportaleda'suoi biografi,

sferì in quella del ss. Sagramento,ma re- che sarebbero pure interessanti a legger-
sta vuoto per quanto riportai e deplorai si, per dovere di brevità scriverò il com-

altamente a SEP0Lf;R0 de'pomani Ponte- pendio delle molteplici e principali glo-


pici, ed meravigliosi candelabri furono
i riose azioni del gran Pontefice, e dell'e-
falli dorare per uso dell'altare [)npale nel- stinzione di sua discendenza; potendosi
le solennità. A'aS aprile minori osser- i leggere il di più e altre notizie negli arti-
vanti, dopo la processione delle rogazio- coli che andrò indicando in carattere cor-
ni, vengono a recitare intorno al raonu- sivo. Il Ratti, Della famiglia Sforza, t.

menlole preci d'espiazione pel magnani- 2, p. 34^, co' documenti che si conser-
mo Pontefice, gloria immoi tale del loro vano nel prezioso archivio della medesi-
insigne ordine. Come notai, non si ponno ma, descrive la storia eziandio della fa-
a Sisto IV negare difetti, e alcuni scrittori miglia Peretti, perchè il cognome, le in-
ne parlano svantaggiosamente, Ira'quali segne, le ricchezze di padronato ecclesia-
Volterrano. E' però certo, che Sisto IV
il stico, le superstiti possidenze, le prero-
d'animogrande e nobile, generoso e pron- gative l'ereditò e si compénetrano nel-
to nel beneficare, profondo filosofo e teo- l'antica e illustre faniiglia Sforza, cele-
logo, dotto nelle lingue, di talento nello bre e potente per im complesso di rile-
scrivere, di straordinaria scienza, dotato vanti pregi. Pertanto egli dice, che per
dimolle virtù, integro ne'costumi, di lo- una continuata serie di sinistre combina-
devole applicazione agli affari, protetto- zioni, la famiglia Peretli terminò quasi
re delle lettere, delle arti e de'suoi culto- col suo nascere. Di essa o per meglio dire
ri, ebbe la debolezza d'essere dominato di sua grandezza fu fondatore il cardinale
dall' eccessivo amore pe' suoi congiunti. fr. Felice Peretti poi Sisto V; e questi che
Delle sue monete tratta Scilla; delle sue può dirsi meritamente ili.°, fu propria-
medaglie il Bonanni, e delle quali nella mente anche l'ulti modi sua famiglia, sem-
zecca pontificia vi sono 4 coni. Vacò la s. brando che Dio non abbia voluto accor-
Chiesa i i giorni. dare a quel gran Papa
la compiacenza pur

SISTO V, Papa CCXXXVII. Il suo troppo da lui desiderata e tanto vagheg-


nome è splendido e perenne elogioj per giata, di vedere i propri suoi nipoti sta-
le sue strepitose gesta, rigido ma giusto, biliti in Roma e formare una nuova ca-
col suo geniopervenne a imperitura rino- sa principesca. I Peretti, secondo le piìi

manza. D'animo veramente magnanimo, antiche memorie riportate dal p. Tem-


operò tante e sì grandi cose, clie sembra pesti, erano originari di Schiavonia, da
incredibile come in pochi anni ed in a- dove eransi trasferiti nella Marca d'An-
vanzata età abbia potuto eseguire tante cona, ossia che di là fossero slati costret-

sontuose e gigantesche imprese. Siccome ti partire, come da alcuno si vuole, per


la sua vasta mente ed eccellente cuore violenze e persecuzioni del dominio tur-
ilki<;lrò ancora la sua patria e la sua fa- chescOjOsia che motivi d'inleresseglia-
jiiiglia, promesso agli articoli
e per aver vessero consigliati a cambiar clima. Quan-
di rinvio, Grottammare e Peeetti fa- do nacque Sisto V, la di lui casa fin da
miglia, oltre a Montalto, di qui espres- alcune generazioni avea stabile domici-
samente parlare d' ambedue, onde evi- lio in Montallo, della qual terra i di lui
tare ripetizioni, pel singoiar interesse che genitori, Perelto o Pieigentile Peretti e
sempre si prese su tultociò che lo riguar- IMariauna di Camerino, erano principali
do; così prima descriverò la sua origine cittadini e possidenti, secondo l'opinione
SIS SIS 77
d'iilcnni. Il Piazza nellci Gerarchia cnr- sembra doversi ritenere favoloso), che re-
(/iuuliziuj[)iìi\i[iiL\oi\t\\iì Chiesa dis. Gi- candosi a predicare il quaresimale in A.-
rolaino degli Schiai'oni ,i\i)iviscc che con- scoli avea smarrita la strada, Felice cor-
sta cIu'iDSs. clell'archivio della medesima, se a lui e l'accompagnò sino alla città,
che ili. "degli anleuali di Sisto V, venu- ove giunto non potè il religioso indurlo
to dalla Dalmazia nella Marca Anco- a ritornare al suo luogo. Accompagnan-
nitana (tlicono dopo l'invasione d'AoiU' dolo nel viaggio, gli avea raccontato, che
rat II) fu un talZanetlo Peiettidel luogo non potendo suo padre per le poche for-
dello Cuscizza nella Schiavonia. Questi tune secondarne il genio che avea per lo
eia ascendente di Sisto V in 4-° gi'ado, siud io, desidera va ardentemente chetiual-
all'eima Ratti , che aggiunge esser falso che religioso lo prendesse al suo servigio,
(juanlo ha scritto il sempre satirico e bu- e eh' egli in ricambio s' ingegnerebbe a
giardo Gregorio Leti, che Sisto V l'osse II- fargli tutto, purché gli fosse agevolata la
glio d'un bifolco, destinato egli stesso a maniera di studiare. Meravigliato il fran-
guardar luandre di porci, dal qual me- cescano delle spiritose risposte del fanciul-
stiere passasse a vestir l'abito di s. Fran- lo, e vedendolo risoluto a prendere l'a-

cesco. Abbiamo dal Cardeila, Memorie bito del suo ordine, lo presentò al guar-
storielle de'earduiali, in quelle di Feli- diano che lo vestì frate converso. A ta-
ce Peietti, che egli era da IVIonlalto, ma le racconto del Fleury, creduto dal Car-
nato in Groltammare (già diocesi di Fer- della, questi soggiunge di non però in-
mo, ed al tempo di Cardella come al pre- tendere di riprovare la contraria sentenza
sente di Ripatransone) di bassa condizio- degli altri storici. Le virtù sono quelle
ne, quantuiKiue il Tempesti si
Galli e il che rendono gli uomini illustri, per cui
scostino in questo punto dal sentimento maggiore è a riputarsi la nobiltà, che con
comune, dimostrando con replicati do- esse si acquista, di quella che vantasi pei
cumenti la nobiltà della famiglia Palet- natali. Il Graziani, di cui vado a parlare,
ti; nel che però il Tempesti singolarmen- dice su questo proposito Nohililatempo-:

te non ebbe il pubblico plauso, come nel steris dare, quam a majorihus accipere
ri ma nenie deirer'.ul ita opera. Dichiaran- magnifìcentius esse. E questa sentenza
do inoltre, che il Fleury, tra gli altri, iSìo- corrisponde a quella di Pitagora: Nohi-
ria ecclesiastica, t. 5cj, p. i 36, scrive in- lior a quo genus incipit. Il Novaes nel-
genuamenle, che suo padre fu vignaiuo- laStoria di Sisto F, narra che questi, già
lo d'un ricco uomo di quella terra, il qua- FelicePcrettijUacquea' 3 dicembre i52 ii

le gli fece sposare la sua serva chiamata (di venerdì a crei 6, come postillò Sisto
Gabana, da cui ebbe 3 figli e peli. "Fe- V nella sua vita mss. del suo segretario
lice; e non [)oteiido il suo padre nudrir- mg.r Antonmaria Graziani, Vitae Sixti
lu, lo iliè a un villano del paese per cu- V Pont. Max. hrc^is enarratio, che l'a-
stode de'suoi agnelli (nel mss. inedito del vea soggettata alla sua correzione, ma il

p.Francesco Catalani da Montelparo, di- Tempesti dubita che l'annotazioni di que-


ceche il padre l'accordò a servire un ricco sta inedita narrazione sieno di propria ma-
conladuiù per guardare gli armenti). IMa no del Papa), nella terra di Groltamma-
non essendo il padrone soddisfallo del suo re, dello slato di Fermo (non più dioce-
servizio, lo castigò riducendolo alla cu- si, com'egli asserì) nel Piceno, alla quale
stodia de'suoi porci. Per necessità con- i suoi genitori, e mentre la madre era di
veiu)e al giovinetto di assoggetlarvisi; ma lui incinta, furono costretti ritirarsi da
come (piello che avea nobile inclinazio- JMonta Ito, per isfuggi re gli elfett ideila giu-
ne, essendosi abbattuto nel fr.incescaiiu stizia, o per causa criminale o per debi-
tr. .Alichclaii^clo ScUcri (questo racconto to civile. Ch'erano quelli Pcretlo de'Pc-
78 SIS SIS
lelli^ come si cietic comutiemeiile con- sire malrona accenna alcune belle nozioni
ladino di IMoiilalto, e IMariaiiiia Kicciio sulla ili lei famiglia,chep('r aver dalo nel
cia di Carnei ino, famiglia che sebbene per fratello un Sisto V, fu già in Italia avuta
senlimenlo della maggior paitedegli scul- in assai pregio eonoranza. Incomincia col
tori fosse allora di bassa condizione, po- protestare, che furono e sono discordi pu-
co dopo si vide salita ad un alto grado re al presente le opinioni degli sloiici in-
di nobiltà per la parentela che contras- torno alla sua origine, poiché alcuni av-
se. Dice inoltre Novaes, che gran cjueslio- visarono, che illustre fosse e dalla Dalma-
iie simosse negli ultimi tem|)i per isla- zia venula nella Marca per isfuggire(come
bilire se Sisto V sia nato a IMontalto o tante altre famiglie, e lo riportai in vari
a Grotlamiiiare. Il Galli gentiluomo di articoli) le immanità del turco, allorché
Montalto e il p. Tempesti, lungamente invase (juella provincia; allri invece o-
discutendo questo punto, convengono e pinaronojcheorigiuaria della Marca Fer-
massiuie il 2.°, che Peretto o per le det- mana, da umile ma onesta condizionede-
te come scrive Galli, o per fug-
cagioni rivasse(e tra le testimonianze che riporta,
gire il terrore chea IMontalto cagionava Perello viene pur dello Francesco e del
il duca d'Urbino Francesco M." 1, come Castello di Farnese). Quindi non curando
vuole Tempesti, si recò a Grottamma- le tante favolose nai razioni che intorno
re e vi nacque il figlio Felice, che non alla famiglia Peretli si sdissero, segue il

perciò lasciò di appartenere per patria a dettato da Sisto Va mg.»' Grazia ni, il qua-
Montalto. Quindi Novaes rimarca disco- le naira che i di lui genitori e della so-

starsi i due storici dal comune sentimento rella Camilla, furono assai probi, ma cos'i

degli altri, circa i natali di Sisto V, laon- umili e poveri ch'erano costretti col gior-
de il Tempesti fu in ciò criticato per es- naliero lavoro coltivare un piccolo cara-
sersi opposto all'universale opinione, che j)0 in Groltammare, castello del conta-
Felice nella sua infanzia si esercitasse nel dodi Fermo, perlinentealla matronaDia-
guardare i porci. In conferma racconta, na Devecehis patrizia fermaua, altri dico-
e il simile fece Cancellieri ne Possessi p. no a Lodovico di tal famiglia, e che ivi

5o5, che il cardinal Silvio Valenti avca ambedue venissero al mondo. Fu il pa-
un quadro di Wan Dik, ove si vedeva Si- dre loro Pietro chiamato Perello a ca-
sto V da ragazzo a suonare il piiFero col- gione forse di sua piccola persona e pel
le unghie lunghe, e il pievano suo zio in vezzo tanto usato a que'leuipi di dare al-
allo di dargli in preojio un bicchier di vi- tra uscita a'noini accorciandoli, e la ma-
no da bere, e accanto la sorella Camilla : dre una Marianna di Camerino di cui si

in fondo del quadro era no d uè caui infor- ignora il casato. Tre figli (alcuni dissero
ma di troie. Lessi nelle diverse Lettere 7, come rileva Novaes) ebbero essi dal
erudite, pubblicate dal marchese Filip- loro matrimonio. Felice nato nel Dai, 1

po Bruti Liberali tli Ivipatraiisone, che Camilla due anni appresso, e Prospero
i genitori di Sisto V nacquero in IMon- morto in verde età. Crescevano giova- i

talto, ed egli vide la luce iuGrollamma- nelti nella casa paterna attendendo a que-
re, avvertendo che su questo controverso gli ufllci che ad agricoltori si addicono, e

punto storico, meglio di tulli ne scrisse Camilla avea cura d'imbiancare paa- i

l'avv. Gaetano de Minicisdi Fermo, nei niliiii per alleviar così i bisogni della fa-
j\loiiuinenli di Femio e suoi diiitoiiii, i'ai^c. miglia. FrallanloFelice in tenera età pas-
6 Sulla ìuedagUa di Camilla Peretti,
: sò a Monlallo presso lo zio fr. Salvatore
pubblicata auche nel I.16 dcW'Jlbu/ìi di Ricci minore conventuale il quale co- ,

Roma, e C(j1 disegno della medesima. Al- nosciuto aver il suo nipote sorlilo dalla
la descrizione della medaglia di sì illu- natura un lemperumcuto d'auimo pron-
SIS SIS 79
to e sveglialo, il fece attendere agli stujì; al nord dell'imboccatura del fiume Tesi-
e vestilo ch'ebbe dipoi l'abito dell'oidi- no, poggia su d'un monte,e distendendosi
iie liancescaiio de'conveiiluali, si fece di- giìi pel tieclivio all'aspetto del mare, va

stinguere per l'assidua e profonda appli- a spandersi ne'sobboighi della Madonna


cazione alle scienze e alle lettere, e per degli Angeli, e di s. Agostino. Si eleva il

la vivacità dell' ingegno; nò andò guari I." al nord-est su d'mia prominenza, le


die potè percoii'ere 1' Italia esercitando cui radici sono lambite dalle aopie tna-
ovunque con zelo e facondia l'apostoli- rine, in quella parte cioè iu cui l'antica
co ministero. Riservandomi di riparlare scogliera che denominata molo (o porlo
l della vita religiosa di fr. Felice, debbo incompleto costrutto fin dal i2r)()) s'inol-
prima sdebitarmi della promessa di de- tra alla direzione del sud-est a farsi ri-
scrivere la fortunata e celebrata sua patria paro contro l'impeto de' flutti suscitati
nativa, a vendo giù dello aMoNTALTO esse- da veuli tempestosi su delizioso pogget-
:

re questa patria d'origine, di domicilio pa- lo trovasi il 2.°, e tale ampiezza di spiag-
terno e di educazione: se la patria di na- gia lascia verso il mare da potervi sorge-
scila di Sisto V per niolto tempo fu ar- re con bella simmetria numerosi edifi-
gotnenlodi controversie, non cade ora più zi, che costituiscono la parte moderna di

in dubbio, ch'egli sortisse natali in Grot- i Grottamraare.L'aprica situazione di quel


tammare, allora stato di Fermo. Quan- suolo, e la copia delle acque che limpi-
to alla regionePiceno o Marca a cui ap- de e fresche sgorgano dalle circostanti col-
partiene intieramente Sisto V, siccome line, rendono quelle adiacenzeadattealla

fu tlalla natura privilegiata d'amenissi- coltura di aranci, limoni, e d'ogni ma-


moclima, di cielo ridente, di fertili cam- niera d'agrumi. Queste piante col verde
pagne a ogni utile coltivazione, così ne- perpetuo delle loro foglie frammisto al
gli abitanti suoi sortì uno svegliatissimo giallo vario eaurato de' pomi, non che
ingegno e un'imlolcgenerosajpercui mol- a' candidi fiori che riempiono l'aere di
li Ila loro con nobibssime imprese, e eoa soave fragranza, danno a quelle campa-
inagniliche azioni si resero in tutte l'età gne l'aspetto ridente di perenne prima-
fjn)osi e illustri ; a tulli però gloriosa- vera. Oltre a ciò estesa è la coltura de-
mente sovrasta Sisto V piceno e marche- gli ulivi, del lauro, d'ogni specie di viti,

gi.ino. cenno storico dunque che vado


Il d'alberi e [)iante d'ogni sorta di frutti, e
a seri verediGrotlammare, principalmen- in tanta ubertosa copia da provvederne
te lo ricaveròdall'eruilitissiuio opuscolo: le convicine città. La salubrità del clima,
Memorie sloriche di GroUanvnare, Ri» la vaghezza delle prospettive piltorichesi
palransone tipografia Jalfeii84i- L'au- di mare che di terra, la comodità delle
tore anonimo, che ed anziani
a' priori passeggiate, ne rentlono gradevole il sog-
della comune patria dedicò questo suo giorno. I molti, svariati e deliziosi giar-
lodevole lavoro, merita doppio elogio per dini, con peschiere popolale di variopin-
averci nascosto suo nome, ch'è
il il can. ti pesci, ne accrescono l'amenità, meri-
d. Gio. Bernardino Mascaretli. tando speciale ricordo le ville Sgariglia
G rollarli i/Ki re, Cryplìsad Marc, Cd ed Azzolini, il 1 ."[)atrizio ascolano e il 2.°

Siro Cryptanim ad lìLire.lù situala nel- nobile fermano. Dice l'avv. Castellant),
la delegazione di Fermo e governo tUl che il vescovo Bacher nel mezzo dell'a-
distretto di tal nome, nella diocesi di Uipa- bitato abbellì una sua villa, oggi posse-
Iransone. Sorge in quella spiaggia iiia- duta da'Laurenli; e che la piazza di Grot-

rittima dell'Ailrialiconel Piceno, la qua- tanimare è ornala della statua di Sisto


le dopo quelle di Sol renio e di Gaeta è la V, C(Ui riscrizioncche trovo nel can. Ma-
[>iìi amena d'Italia. Ad un iiiC^zu miglio icarcUr. SlsIo A'. P. O.M. Civi Mnnifi-
1

8o SIS Sl S
centissinio.liLva comune opinione nc'pas- re. Tuttavolla nell'auliche memorie non
sali secoli, che presso a dot la
11) mare fosse s'incoutr.'i Grottammare che ne'piimidel
Cupra lUarilli/na,
esistita l'antica città di secolo XII, col nome di Grocle o Gru-
la quale viene detta Giotlammare nel- pte, e più tardi Crypleo Grupte ad mare.j
l'iscrizione della sontuosa tomba di Si- ene'secoli precedenti in suo luogo trovasi
sto V, il (juale per tale ritenne la sua a- sempre nominato il castello Subporlica.
mala patria nativa. Peiù questa opinio- Laonde sembra che Grottammare sia sta-
ne, dopo quanto ha scritto nelle Antichi- to fabbricato sulle rovine di questo ca-
tà picene e nella sua Cupra Jlariiiirna che presentanilo latina origine può
stello,

benemerito piceno Coluc-


l'infaticabile e rimontare a ben remota antichità. Noa
ci, non è più sostenibile. Parlò pure di si deve tacere, che il documento del Re-

Grottammare Eugenio Lorenzo Polido- gistro Fermano de'sc) aprile i io3 pare
ri, nelle Opposizioni alla Cupra Marit- distrugga questa opinione col far men-
tima. Si può vedere le poche parole che zione tanto di Supporlica che di Grot-
riportai su Cupra Marillinia e su Cupra te, come castelli contermini. Per spiega-
Montana, nell'articolo Piipatransone. A re come ciò avvenne, devesi richiamare
rintracciare le origini di Grottammare, alla memoria le tnolteplici invasioni dei

presso le mura lungo la via che condu- popoli stranieri, e le tievastazioni alle (pia-
ce al convento di s. IMaria de'iAIonti, e- li soggiacque la contrada. Istruiti gli abi-

siste una serie di puticoli costituenti au- tanti da deplorabile esperienza, osi da-
lico sepolcreto, come pare non possa du- vano alla fuga, o riparavano in ben mu-
bitarsi dell'esistenza di altro sepolcieto nite alture quand'erano assaliti. Gli a-
pur antico alla distanza di circa un mez- bitatori di Supportica, che Io storico pa-
zo miglio su'monli in un predio de'couti trio colloca nella parte di Grotlauimare

Paccaroni (il conte Luigi tratto dall'a- che resta sotto al monte, é probabile si
menità di Grottammare nel 1624 emi- edificassero un forte castello sulla som-
grò da Fermo, (issò la sua dimora in que- mila del monte slesso, dove difesi da una
sto luogo, e fu sepolto nella chiesa de'mi- parte da inaccessibili balze, dall'altra da
nori osservanti), ove nel marzo deli 84 elevate mura e torri, trovarono ivi quel-
si scuoprirono vari sepolcri con avanzi di la sicurezza che loro mancava nel bas-

armi, di varie figuline che richiamano l'i- so. Si vuole derivato il nome del castello
dea delle arti etru^che, come pure pezzi Suhportica, dall' aspetto de' portici che
d'ambra e altre anticaglie. Da ciò vuoisi doveano esistervi. Avvenuta in seguitola
dall'autore inferire, che ne' vetusti tempi distruzione del vetusto castello, o per i-

esisteva in quelle vicinanze un castello o scoscendimenlo del monte, o per nemica


oppido, ed avanzi di castello o oppido di inciu'sione, il popolo del troppo angusto
più alta età si trovano nel luogo slesso G/o//eavrà rioccupaloeincastellato l'ab-
dove sorge Grottammare. Tanto nel for- bandonato suolo, animatovi da migliori
mar fondamenti al teatro comunale, che
i tempi e da favorevoli circostanze. Per tal
alla chiesa e pievania di s. Gio. Battista e- modo si sarebbe rinvenuto il luogo diSup-
dificala su elegante disegno di Pietro IMag- porlica da dove vennero datati parecchi
gi, come nell'eseguirsi degli scavi in alti i diplomi d'imperatori, e fra gli altri quel-
punti del caseggiato, s'incontrarono mu- lod'Ottone in favore di Giovanni ab-
I

ra rovesciate, archi, lucernetle di coccio, bate di s. Croce nel 968, contro Gaidul-
e rollami d'ogni materiale. Adunque è fo vescovo di Fermo. Ne' Registri Fer-
probabile, che mentovali sepolcreti ap-
i mani si fa menzione di più castelli, ville
partenessero a quel castello o oppido sulle e corti ch'esistevano dentro l'attuai ter-
cui rovine veuiie iaoalzato Groltatumu- ritorio di Grotlauimare. Il caslello Ischia
SIS SIS 8 r

eia ni ili là del Tesino, e con esso la cor- dine, e prima di passare in potere de' ve-
te di s. T'incenzo soggetta al suo mini- scovi di Fermo, era stato successivamen-
stero o distretto della giurisdizione di-I- te posseduto da più famiglie laiche, forse
la Chiesa. Vi era in quella parte anche per usurpazioni o pre[)otenli investiture,
il castello Stallo, che confinava con AL- od anche per la dilapidazione di chi do-
bcro. Di qua dal fiume Tesino pre>so la vea curamela conservazione. JN'ella chie-
chiesa abbaziale di s. ÌMarlino cravi /';/. sa di s. iMarlino per antichissima osser-
la Magna o Maine, poi la corte di Tin- vanza si celebra una festa col nome di i^^r-
niano e di Rodano, il castello Carello, gra, quando ili. "luglio cade di domeni-

e in line la corte e il ministero di s. Pa- ca, con indulgenza plenaria in forma di


ttiniaiio,duMde rilevasi qiiantoanlico sia giubileo per gli 8 giorni precedenti e se-
in ([uesti luoghi il culto ili s. l'aterniano guenti :sempie vi fu immensocoiicorsodi
protettole principule di Grotlammare. divoti, e nel 7 4 si eiiumerarono4t)jOoo.
i 1

Fra tutti i castelli soggetti all'illustre e Ha luogo una solenne cavalcala di per-
potente città di Fermo occupava Grot- sone civili, nella quale un allltre porla
lauimare il i." posto, secondo lo statuto la bandiera che l'arcivescovo ili Fermo
vecchio di Fermo, ed è sta lo sempre pres- manda al comune in ogni ricorrenza. E'
so (pjella in molta considerazione. Ouan- tradizione che Innocenzo Ili o altro Pa-

do nel I 24>3 il cardinal Pianiero Capocci pa passando pel luogo concesse l'indul-
ne confermò i privilegi, le concesse la re- genza, vescovi la riconobbero, ma quel-
i

staurazione del Girone o propugnacolo lo di Ripatransoiie Bacher nel i8o3 la


a Groltauìmare, ed ancora se ne vedo- fececonfermare da Pio VII. Altro auli-
no gli avanzi nella parte più elevata era : co convento esisteva in Grottammare e
munito d'alte mura e di spessi ed elevali apparteneva agli agostiniani; esisteva nel
torrioni. Anche a premura di Fermo fu 10896 pare succeduta la chiesa da quel-
dato principio ad un porto innanzi aGrot- la della Madonna degli Angeli, già det-
tammare neli2f)i), ma non fu portato a ta di s. Agostino vecchio. Gli agostiniani
Loin[)imento per aver già hmocenzo IV aveano altra chiesa deilicata a s. Palcr-
uel 124(3 accordato ad Ancona un piivi- niano, e neli5i7 la rifabbricarono più
jegio, poi rinnovato nel 187 5, col (ju;de grande, vi costruirono il convento e vi
si proibì la costruzione d'alcun porto lun- trasferirono la loro dimora. Soppresso il
go la riva pontilìcia dell'Adi iatico a dan- convento, fu unito alla pieve di s. Gio.
no di quello d'Ancona, la quale certanien le Ballista con parte de'beni. La chiesa di
ne avrà impedito il proseguimento. iNuo- s. Agostino avea pregevoli alfreschi or-
vo interessamento per Grotlammare mo- inai deperiti, nel coro però sono 1 4 ta-
strò l'aerino, quando elevato alla catte- vole di mano maestra reputale del Cri-
dra apostolica l'immortale Sisto V, giu- velli o di Pinturicchio. Il comune pel be-
dicò nel I 585 a'iq novembre doverglisi ne spirituale della popolazione introdus-
un idoneocittadino in commissario pera- se in Grottammare i nnnori Osservanti
ver dato i natali a si gran Pmilefìce. Né riformali, e nel 1 G 4
1 '^1"' il convento 0-
di minor considerazione re|)utar si ileve difìcalo nel ripiano che sovrasta Grottam-
le premure ch'ebbe in quell'anno di e- mare , contiguo alla preesistente chiesa
slìnguere le civili discordie che lacerava- di Maria de'Monti, da dove fu trasfe-
s.

no Grottammare. Non lungi da Grol- rita nella nuova chiesa la B. Vergine di-
taiomare in vicinanza del fiume Tesino pinta egregiamente a fresco dal Pacchia-
esisteva un monastero di monaci bene- rono disce[)olo ili Pietro Perugino. Leg-
dettini, la cui chiesa di s. INIai tino tutlo- go nel maichese Ricci, Memorie desili ar-
ia calale: eia uno de pm anlicui dell or- U>li (UlLi Milita li Ancona, clic Ir. Lo-
-

S2 SIS SIS
leiizo Eonoini i ipaiiu, che dipinse in va- Per durevole ricordo di tale im-
tlolaila.

ri cenobi della Marea, nel iGj'J' dipinse presa che tanto onorava Camilla, fu co-
piire nel cliiuslro di questo suo conven- niata una medaglia nel cui diritto è il ri-
Io, ove mori iieli6G(). Se Groltamrna- tratto di lei a destra col cnpo velato se-

re hen a ragione va fastoso per aver da- condoil costume di (juel tempo, e la leg-

lo i natali a Sisto V e alla di lui sorel- genda : Camilla Peretta Sixti P P.iM.
la principessa d. Camilla, non gode me- Sovor. Nel rovescio è scolpito il prospet-
iio pe'vantaggi che dalla loro generosi- to del tempio coll'epigrafe Santa Lu- :

ti'i gli provennero. Il Papa gli donò eoo i eia An. D. !\l DLXXXX. Questa meda-
sciuli in (Iole pel mantenimento del pub- glia è nella chiesa collegiata di Groltam-

I)lico maestro di lingue greca e latina, mare. Aggiunge l'avv. De Alinicis ch'è
gli assegnò due posli gratuiti nel collegio ignoto se la medaglia fosse fatta per o-
IMonlalto di Bologna, oltre altri favori, norare la pietà di Camilla, e si conget-
])a cardinale essendo minacciata Grot- tura che s'imprimesse per collocarsi nel-
tammareda frana del monte sovrastali- le fondamenta del tempio, e che il dise-
te, gli olteniiedal tesoriere generale dog
i gnofosseconcepitodalcav.DoineiiicoFoii-
icuili per ovviare al pericolo. Animato tana architetto di Sisto V. Non fu reca
dallo spirito dell'illustre concittadino, il to a esecuzione il disegno, poiché il pro-
magistrato publ)Iico di Groltammaredi- spetto dell'attuale tempio, per quanto es-
vise in due precettori l'istituzione della so sia solido, non corrisponde a quello li-

gioventù nelle lettere, ed eresse le calle- gurato nella medaglia. Si die compimeu-
i\ie ili filosofia e teologia, a/lldandole ai toalla fabbrica nel 5q5, come apparisce i

del li benemeriti francescani riformati. Ca- marmorea scolpita nella


dall' iscrizione
inilla però si dimostrò di gran lunga più maggior campana della chiesa e pubbli-
generosa, poiché eresse in monumento cala dallo stesso chiaro scrittore e dotto
perpetuo a Dio e di amor fraterno, il so- archeologo. Perchè nulla mancasse al de-
lulo e maestoso tempio dove esisteva la coro del tempio, ottenne Camilla da Cle-
casa chela vide nascere col fratello, e do- mente Vili la bulla Immensa Dei, chi
\'egli caduto d'8 anni in una fossa d'ac- i 5c)7, per potervi erigere il capitolo o col-
qua, ne fu liberato dalla zia Piacentina legiata col preposto e 4 canonici (cappel-
per l'uitei cessione della B. Vergine, indi lani li chiama la bolla, ma poi il vesco-
lo dedicò a s. Lucia v. e m. a eterna me- vodiPvipatransoneOrsini nel i Gyolifece
moria dei giorno natalizio di Sisto V, in dichiarare canonici dalla s. cougregazio-
cui era stato alla terra dal cielo dona- ne de' ne concesse al nipote Mi-
riti), e
to. Vi eresse una collegiata che arricciù chele e discendenti il padronato. L'en-
d'argenti, di paramenti e altre su|)pel- comiato can. Gio. Bernardino Mascaret-
lettili, e dotò di convenienti rendile, le li è inoltre autore dell'interessaute 71/e-
quali perle politiche vicendede'lempi, in moria sulla collegiata dis. Lucia in Grot-
cui deperirono la più parte degli argen- tamniare, che il tipografo Jaffei impres-
ti (sussiste però il calice che usava Sisto se di recente in Ripatrausone neh 853.
V quando era vescovo di s. Agata de'Go- Questa è come una bella appendice al-
ti), sono (piasi ridotte al nulla. Si fanno l'istoria patria, descrivendo la chiesa e i

voli [)erchè la principesca casa Sforza Ce- doni falli di recente da'suoi patroni, dai
smini patrona del tempio lo ridoni al- preposli,e altri benefattori del luogo, che
l'antico splendore. L'avv. De ÌMinicis ri- piu" v' innalzarono delle cappelle ed e-
ferisce che Camilla destinò 8,000 scudi 1 ressero cappellanie. Si narra che il ve-
per la fabbrica della chiesa e l'incomiu- scovo Piecco le regalò il corpo di s. Co-
ciò neliSgo, e impiegaudoue 7200 per stanze martire, Iraslulandolo dalla chiesa
SIS SIS 83
tli s. Agostino; ila ultimo il. Filippo De ra di Uoma. Di tale trasporto parla ilCo-
Aitj^elis (fratello clell'oclicnio preposto ti. slaiizi, L' Osseri'nlorc di Roma t. ?., sup-
A'igiislo) canonico teologo della basili- plemento p. i\^, e del Glosse che ne as-
ca di llecanati, ed al <piale è dedicata la sunse l'iuìpresa, elfelluata dal l*aci. Og-
JÌItiiipria, riia ariiccliita d'un ninnerò giili le industrie piìi che al mare sono ri-

ben grande di s. reliquie con corri^^pon- volte a far fiorire l'agricoltura e il coiu-
denti urne e busti, dotando la sagrestia niercio di terra. Da più anni esiste una
per la loro pubblica csjiosizione. Si de- privilegiata rapineria di zuccheri, unica
scrive la sua udlciatura, e come cessaro- nello stalo pontificio, ed altre fabbriche
no per le perdute rendile i canonici, re- sono in attivila. Nel pontificio di Leone
standovi il solo preposto, col cappellano XII il conte i'rancesco Paccaroni di L'er-
del ss. Crocefisso; le controversie insorte mo eresse la raffineria, ed a lui subentrò
colla pieve di s. Gio. l'atlista; e si ripor- a dirigerla il di lui fratello conte Gio. Bal-

tano i cataloghi de' preposti e de' cano- lista: il chirografo, La Salitila di N. iSl,

nici, l'idliaio de'(jiiali porla la «lata del concesso colla privativa da Leone XII ai
i8i(). Gioltatnuiare è pur debitrice a 23 luglio I Si j, lo trovo nel t. iG, p. 333
Camdla Ceretti de' monti pecuniario e (\ABull.lloni.conL Indila rallhicriasolto
frumentario, di tanto sollievo alla classe Gregorio XVI non poco fio r\ coU'ulililà

indigente, non aventlo poi altro rifugio de' suoi prodotti, quale decoroso stabili-
ciie l'ospedale di s. Antonio: Clemente mento di corameicio e d'industria, eoa
Vili prescrisse die gli arcivescovidi Fer- perfettissimi prodotti. Nota l'avv. Castella-
ino fosseio perpetui curatori de' memo- no, Lo Sialo Pontificio, che ipieslo rag-
ralidueraonti di pietà. Buona parte della guardevole opificio accrebbe l'uiìportan-
popolazione (che il riparlo territorialedei za commerciale e le rendile del paese, es-
i83G enumera a 4o5o anime, ma è cre- sendo la 2.' raffineria introdotta in Ita-
sciuta) sino ab aiUìcjuo fu occupala al- lia dopo Milano. Vi sono pure fondachi
l'esercizio della navigazione. La natura- di diverse manifatture, e altre fabbriche

le situazione di Grottammare l'Iia fatto come del cremor di tartaro; e la musi-


inogni età considerare coraescala pel traf- ca viene coltivata da una società di filar-
fico de' cereali e di altre produzioni dei monici, che vanta professori di singoiar
Ticini paesi, ed è stalo sempre frequen- perizia. Nel finir dello scorso secolo per
tato da barche sì patrie che straniere; e mantenere il genio delle belle lettere si

neli22f) una (lolla veneta v'incendiò le eresse l'accademia di poesia óc'nisi'fglta-


navi anconitane, che vicaricavanooscari- ti del Tesino. II più bel vanto di questo
cavano merci. 11 marinaio di Groltani- popolo è lo spirilo religioso, ond'è ani-
mare è in gran riputazione per la peri- mato; prova ne sono le numerose e ben
zia di sua arie e pel coivnggio d'alfroii- corredate confraternite che sotto diversi
tar le burrasche, tutto affidato al patro- titoli onorano Gesù Cristo e la B. Ver-

cinio della B. Vergine Addolorala pe'tan- gine; l'impegno con cui celebrano le sa-

ti sperimentali elicili. Nel iH^yeneliSaS gre feste e accorrono alle prediche, le va-
ilpadron Giuseppe Paci da Grottamma- rie istituzioni di di vote preci, le chiese in-

re fu ili. "thedopo la decadenza dell'im- fine dedicale al culto di Dio e all'onore


pero lomano fece galleggiar sul Tevere de'sanli suoi. I luoghi muniti dalla na-
massi colossal ; imperocché Ira^iiortò da tura o dall'arie sono i più es|)osti alle

Venezia a Roma le due colonnelli gia- vicende della guerra e ilelle civdi discor-

nilo bianco e nero del Seuìpione di palmi die. Cosi fu di Grottammare ch'era for-
romani iirchilellonicij per l'arco di IMa- i
,
te per topiigrafica posizione e per la roc-
cidiu della Chiesa di s. Paolo fuori Itimi' co, cinto dì mura e munito di caimoui;
84 SIS SI S
e nel 1799 le tiuppeche an- collellizie barbaramente lo posero a sacco e rovi-
darono all'assedio d'Ancona occupata dai na, facendo schiavi uomini e donne. Nei
francesi, tolsero dal toriione dell' ospe- prin)i del coirente secolo il mare tu in-
dale una glossa colulniiia e altro canno- festato da' pirati algerini e tunisini, che
ne. Il pubblico stemma perciò consiste in derubarono barche e nocchieri. Questi piìi

una torre njerlata, che si eleva tra due volte uniti in flottiglia, e armati di can-
alberi d'aranci, e questi pel vanto del luo- noni e spingardi alfrontarono i corsari,
go d'essere come il centro della coltura ma con diversa ventura ; forse spettano
di questo grato e utile vegetabile, men- a quelle vantaggiose que' 3 schiavi mao-
tre la torre allude a qualche fatto di va- mettani in diverse epoche battezzati. Ol-
lorosa difesa da nemico assalto. Riferi- tre Sisto V e Camilla Peretti, Groltam-
sce il Catalani, De Ecclesia Firniana, che mare si pregia di altri illustri, e le Me-
re'primi del secolo XIII il castello Boc- morie del eh. can. Mascaretti, oltre la
cabianca eGrottammare per essersi uniti Biografia di Sisto V
scrina dall' a\>v.
a' conti di Monte Fiore e Aspramente, Giuseppe Fracasselii, eia Biografia di
corsi all'armi contro i luoghi soggetti al Caniilla Perelli scrina da Camilla Pai-
vescovo di Fermo Adenolfo, sostenne- trinieri Triulzi, coll'incisione della sud-

ro un assedio dalle truppe di quel pre- descritta medaglia, e ambedue con sue
lato, e da' collegati di Ripatransone. A note, contengono e dal medesimo com-
ciò si a""iun"e, che uno de'torrioni nel pilate, la Biografìa di Medoro Patriar-
i5G5 portava il nome di Torrone del- ca protomedico di Sisto V, Clemente Vili
la halLaglia. Vi sono memorie le (|uali e Paolo V, dotto medico che si distinse
dimostrano quante volte si trovò il luo- nella botanica; la Biografìa della ven. ser-
go tra lo strepilo delle uìilizie e i peri- va di Dio Lavinia Sernardi ne' Giani-
coli delle fazioni. Apprendo dal Compa- marini, che visse santamente negli stati di
gnoni, ZiCij'g'rtP/ft'/jrtfp. 35o,cheuel i4Ì2 vergme, di coniugata, e di terziaria del
vi dimorava la celebre Bianca moglie di- 3. "ordine di s. Francesco, e sepolta pres-
letta di E^rancesco Sforza marchese del- so l'altare maggiore di s. Maria de'Mon-
la Marca, ed a' i\ settembre vi scrisse ti, riscuote culto per le meraviglie ope-
una lettera a Macerata. Nel (46o le mi- rate da Dio a sua intercessione; la Bio-
lizie papali vi posero il campo, e nello grafìa di Gaetano Fraccagnani vescovo
stesso anno vi si ritirarono con tutta l'ar- di Città della Pieve, alla cui cattedrale

mata Federico di IMonte Feltro e Ales- elesse il campanile; e la Biografìadi Ga-


sandro Sforza, dopo la sanguinosa batta- spare Francesco Saverio Giaininarini
glia di s. Flaviano. Anche nel 1465 vi fu- dotto e pio avvocato, consol^ pontificio
rono adunate le milizie della Chiesa, ca- di Fiume e di tutto il litorale Ungari-
pitante da Francesco Piccinini. Nel i484 co. Indi l'amor patrio del can.° Masca-
essendostati battuti fermani dagli ascola-
i retti ci dà le notizie biografiche degl' il-

ni collegati contro i ripani, Grottamma- lustri che fiorirono nell'antica e nobile


re andò soggetto a una scorreria degli ul- famiglia de'conti Palmaroli, commende-
timi, con danno de' giardini e incendio voli per opere di pubblica utilità, e Pie-
de'palischermi. Inoltre il luogo per la vi- tro pittore salì a gran rinomanza pel sia-
cinanza del mare replicatamente soggiac- golar magistero in restaurare le pitture
que alle depredazioni e furore de' pirati de'piìi celebri autori, ed in Roma distac-
.saraceni e turchi. Nel 1470 vi fecero i se- cò pure dal muro e trasportò con prodi-
condi uno sbarco, e vi fu d'uopo delle mi- gio d'arte su tela il celebre alfrescu ili

lizie fermane per cacciarli. A' io luglio Daniele da Volterra, esprimente la De-
1 02 5 diverse galere e fuste maomeltune posizione dulia Croce, ed esislcule nella
SIS S I S 85
Chiesa (Iella ss. Trinità al Plncio, e iiel mone E.icci da Marano. Nella chiesa fu
18 1 I , come rilevai nel vol.LllIjp.So'jdei trovato nel decliiiardel secolo XVI il cor-
francescani di merito dislinto, Lodovico po di s. Basso, e vogliono alcuni che ivi
e Innocenzo llliassi de'oiinoi osservanti, i fosse anticamente la città di Nicea e di
ediGiiiseppeFrezzaeKnnenegildoGner- cui poi fu vescovo corpo del s. Basso, il

rieri conventuali; quindi di d. Felice l'c i- quale dice ch'era bellissimo a vedere e
nardini vicario generale in ForJimpopD- ihe [\\ porlatoper niaggioiesicurezza nel-
li, del can. Eugenio Polidori clie già rauj- la chiesa principale di Marano: il santo
inenfai e die illustrò le patrie anticliil;'i, fu martirizzato nel 3^6 sotto Decio e Va-
did. Egidio Agnelli cappellano di Pio VII, Icriano (il i ."morì nel 2 5i, il ^..''nel 9.G0,
di Giosafat Ravenna agronomo, ed altri dunque devesi di molto anticipare l'epo-
delle famiglie De Angelis, Loy e Scoc- ca : nel 826 regnava Costantino 1 e per-
cia. IN'el t. K), p. i35 i\e\\'^lbufn di Ilo- ciò trionfava il cristianesimo), e se ne ce-
ma si \es."c una bella
eo neci'olo"in sci il-
D lebra la festa a' 5 dicembre. Soggiunge
ta da d. Alessandro Atti pel cav. Salva- lo stesso p. Civalli, che nella chiesa del
tore Bernardini valoroso milite al servi- convento vi è un monumento antico ('i
zio dell'Austria massime di marina, e poi marmo, e che di Marano fu Gio. Battista
suo console in diversi porti e per ultimo Evangelisti grammatico e poeta di mollo
di Sinigaglia. Groltammare è residenza nome, che ncli58f) dedicò le sue [oesie
d'un governatore, e contiene nel suo go- al celebre cardinal IMontallo nipote ili Si-
verno le comuni di Campo-Filone, IMa- sto V. Quanto a s. Basso che si veneia
rano, Pedaso con l'appodiatos. Andrea, col suo corpo in Marano, come siatoi."
la I
.^ e la 3.^ dell'arcidiocesi di Fermo (il vescovo e nativo di Nizza (e l'alFerma il
lìiporlo territoriale dxcewùo lai. "di Fer- can. Bima, Serie de'vescovi del regno di
rala, credo errore), le altre della diocesi Sardegna"), in quell'articolo ne parlai; e
tli Ripatransone; conCalindri,i5V7gij-/o<'/e/ perchè Nizza in latino dicesi Nicja e Ni-
Pontificio statole altri, ne dirò alcune pa- caca, iiice erroneamente supporre che

iole. Campo Filone è in colie e piano, presso Marano fu già una città di tal no-
con molti fabbricati chiusi da mtua, e me. A RiPATRANSONE parlando della nuo-
con circa 3oo abitanti. JMarano, Maria-
i va e vantaggiosa via Cupren«e, che da
TUini, con territorio in colle e piano, ed IMontaltoe Grottammare procede perPii-
asilo marittimo foiinalo d;il Tesino che patransone, e delTautica Cnpra Marit-
ha foce nell'Adriatico; ba niolli e buo- tirtta e suoi scrittori, dissi che sembra cer-
ni fcibbricati racchiusi da mura, con bel tamente abbia esistito quella celebre cit-
borgo alla marina. Vi è la collegiata con tà, nel territorio ove sorge Marano; e che
canonici eretta nel 8 8, prima di s. Ma- i i questo castello nel 1229 dal vicario im-
ria iu Castello, poi di s. Basso vescovo, periale di Federico II fu dato a R^ipalran-
annoverando quasi 1900 abitanti. 11 p. sonc, la quale l'incorpoiò tra gli altri suoi
Civalli nella l'isita triennale della Mar- Pcdaso ha teriiloiio in colle e
castelli.

ca presso Colucci, Antichità picene , t.


^
piano presso al mare con buoni fabbri-
25, p. 82, tratta di Marano, che chiama cati, essendostazione di finanzieri e di pe-
terra vaga e deliziosa in riva del mare, scatori , e giace nella parte destra della
copiosa d'acque che scorrono con bellis- foce dell'Aso: I appcjdiato s, Andrea, the
sima vista, abbondante di aranci e altri il suddetto riparto pone nell' aicidiocesi

agrumi, di vigneti, oli\eli e altri alberi di Fermo, trovasi edificato in colle e cinto
fruttiferi. A ggi unge che i suoi conventuali di mura. Ora ritorno a Sisto Y e sua fa-
nel suburbio aveano il convenlino di s. miglia.
Basso, edificato in gran parte dal p. Si- Felice Perelti in età di 7 anni fu poslo
8G SIS SIS
n sliidiarenel convento tlogli agosliniafii fece in molle nllre delle
nlllà d'Ilalia con
di GioHamniare, come vuole Novaes, il gran frutto dc'popoli. Trovo neW'Ora-
quale aggiunge ciie di io o di 12 al dire zinne a lode del cardinal Compagnoni
<liCardella vestì l'abito de' minori con- 31arrfoschi, di Pirro Auri.spa,p. aq, die
ventuali nel convento di Monlallo, nel fi. Felice fece i suoi sludi in Macerata,
quale dopo un anno fece solenne profes- dove disputò in filosofia contro il cele-
sione neh 532, a|)plicandosi con succes- bre Francesco Piccoloniini, indi insegnò
so. Dopo 6 anni lu mandato a Pesaro per in quell'università sublime scienza. An-
impararvi la fìlosolla, ne! 1
53g passò nel che nel can.°Mascaretti ho letto, che nel
convento di .Iesi, e neli54o sino al sei- i55o insegnò filosofia nell'università di
tenibie dimorò in Rocca Contrada, don- Macerata. Il Vaccoliiii nel t. 4, p. • del-
de passòa F'errara per ascollare teologia, Y Album di Roma, pubblicò la breve bio-
eqiiiudi a Bologna nel 543. Dopo un an- I grafia di Sisto V col suo ritrailo, e ri-
no fu destinato lettore di sagri canoni nel ferisce che di 12 auuiìn Ascoli die il suo
convento di Piimini, e di qui nel 1 546 si nome a'conventuali, e che in Asisi dispulò
trasferì coU'islesso incaricoa Siena, dove con l'acume di Scoto a fronte di M. An-
nel I 547SÌordinòsacerdote,enelseguente Ionio Calabrese (lettoiedi (ìlosofiain Pe-
anno portatosi in Fer{no,a'26 luglio vi rugia dottissimo); che nei 1 55o predicò
ricevè la laurea dottorale. Terminato il in Siena e l'anno appresso in Camerino ;

triennio di reggente in Siena, pel quale fa predicò ancora a Perugia, a Napoli, a Gc-
scelto nel capitolo generale d' Asisi cele- nova. Nella Biblioteca Chigiana si Irò-
brato nel 1549, ed in cui fu destinato a vano mss. le Memorie scrille di propria
sostenere pubbliche tesi senza veruna as- inanodel p. Felice Peretli, che poi fu Si-
sistenza,come quello che lapidamenle a- sto T" , di tulli i lno°ld doi'e studio, in-
vea fatto segnalali avanzamenti negli slu- segno, predicò, e di quanto fece nella re-
di e nella sagra eloquenza; andò poi reg- ligione. Queste memorie gettano a terra
gente nel convento di Lorenzo di Na-
s. le favole d'alcuni mss. da'quali Grego-
poli nel 1 553, e nel 1 556 fu nominalo al rio Leti copiò le sue maligne invenzioni,
leggenlalo di Venezia, senza essere ini- e tulle le inezie del mss. attribuito ad An-
pedito insì faticosi impieghid'uscirebene toiimaiia Rozio priore di s. Giacomo di
spesso a illustrare i pulpiti d'Italia. 11 (in Tolentino, e intitolato: lita di Sisto V
qui detto è sulla fede di Novaes, però di- cominciando dall' annoi 5^S, chcS. B.
rò altre opinioni e notizie. Il eh. Fracas- si addottorò, fino alla sua promozione al

setti asserisce die lo zio l'indusse in Mon- cardinalato, la quale si Qonserva nella li-

talto ad assumeie l'abito del suo ordine breria del consultore dels. offizionelcou-
convenluale, il quale [loi vestì in Ascoli vento de'conventuali de' ss. Apostoli di
d'aniiii 3,senza cambiareil suo nomeFe- Roma. 11 Ma refoschi e-
cardinal Mario 1

lice.NarraCardella,chefr. Felice nel I 548 gaio al già conventuale Clemente XIV


si trovò al suddellocapitologenerale,du- un ritrailo antico di Sisto V vestito da
ve alla presenza del cardinal Pio di Caipi convenluale. Restituitosi a Roma fr. Fé-
(come |uollettore dell'ordine) sostenne lice Peretli,da Paolo IV fu a' 17 gen-
con gran presenza di spirito conclusione naioi 557 dichiaraloiuquisitore della ^'^'
teologica, chegliguadagnùlaslimae Taf- de del dominio veneto; poscia chiamalo
fello di quel porporato, il quale chiama- a Roma dal cardinal Pio e fatto suo teo-
tolo poscia in Roma, gli die campo di e- logo, in seguilo Pio IV lo nominò teo-
sercitare i suoi talenti col predicare nella logo del concilio di Trento, consultore del
basilica de'ss. Xll .Apostuli, con animi- s. oHlzio (carica per lai.' volta conleiita
1 azione e stupore di tutta Romajocchò a'couvenluaii, e fu allora che il suo amo-
SIS SIS 87
levole cnrdinal Pio Io fece conoscere e dichiarò vicario generale de'suoi conven-
ani:iie tltil p. Gliislieii comuii>.si>rio ilei tuali, pei' la morte del generale, riceven-
s. Pio V), professore e let-
ofljzio e poi s. dolo in Asti; 17 novembre, o a'i:T
ed a'
toienell'uni versiti lomaiui.Quipeiòdeb dicembre come vuole Ugheiji, lo creò ve-
Lo Doline con l'avv. Fiaca>.selli, che il p. scovo di s. Agata de' Goti nel regno di
Ft'lice ili svegliato e aculo ingegno, d'aiii- JNapoli.ln questa città fu consagratoa' 2 1

nio pronto e intraprendente, nio di na- gennaio! .'jG^, e a'2() ne prese possesso;
tura alquanto austera, era amante della indi a' 17 maggio! Syo lo slesso s. Pio V
giustizia e della verità sopra ogni cosa. lo creò cardinale prete della Chiesa dis.
Jl perchè non poteva a meno di biasimare Simeone, {titolo che [loi egli soppresse e
il biasimevole, né facilmente acconsen- liasfeiì nella Cliiesa di s. Sahuilore in
tiva ad opi n ioni, eh e sebbene soslen lite da Lauto i!e' Manliigiaiii), e poco dopo fu
persone autorevoli, egli non ereileva ra- lia-ferito a (piella di s. Girolamo degli
gionevoli. Per questo amore pel giusto e SehiavoiiijCon qiie'doui e provvista che
pel vero non ebbe troppi amici nell'or- ricordai nel voi. LII, p. 275, e volgar-
dine, ne potè conseguire il grado di pro- mente dalla patria d'origine fu denomi-
vi nclale della Ma rca,sebljene aperta mente nato il cardimd lìJonlatlo. Ma il Ratti
protettodaleardiiud Pio. Aggiunge il Fra- esclude aifalto il Simeone, e
titolo di s.

casseltijChefu due volte inquisito! e a \e- riporta la testimonianza che a'i^ giugno
nezia,ma nell'una e nell'altra dovè pai tir- gli fu conferito quello di s. Girolamo de-
ne non senza essere incoi so iinjualche pe- gl'Illirici. Di più afferma, die il cardi-
ricolo per avere scrupolosamente adem- nale volle che i suoi parenti al casato Pe-
pito gli obblighi del suo dilllcile ministe- relli aggiungessero quello di ÌVIontalto,
ro in quella repubblica [)oieiite e tanto dandone l'esempio, e così chiainaronsi
gelosa di sua intlipendenza. Altri voglio- i suoi cardinali pronipoti. Do|>o avere s.

no cheavesse un carattere ii requieto, on- Pio V eietto in vescovato Pupatranso-


d'ebbe non pochi contrasti co'suoi cor- da Fermo vari luoghi co-
ne, sottraendo
religiosi. Indi seguì in lui un notabilecam- me Giollammare, a' 17 dicembre 57 i i

biamento, mediante un contegno dolce traslocò il cardinale alla sede di Femio,


e alfai)ile, il quale contribuì non poco a che allora comprendeva IMontalto, colla
far risaltare le belle cpialità di cui era a- qualifica di vescovo amministratore per-
dorno,primaappaniiateda unnmoreacre petuo, al cui tempo Gregorio XI 11 com-
e severo. Nel 1 56
suo ordine lo scelse
i il pensò con alcuni luoghi perduti dalla i

a procuratore generale, impiego che so- diocesi per la formazione di «piella di Ri-
stenne con applauso de'suoi coiieligiosi, pairansone. Il sigillo della sua cancelle-
peiciò abitando in s. SaUatoie in Onda, ria, conservato in Fermo nel museo De

ora della congregazione della Ixcf^in a de- JMinicis, ha l'iscrizione di Epus. Finita-

Dal medesiuìo Papa nel se-


gli /Ipostoli. lììts el Pniiceps. Dipoi Gregorio XIII, al
guente anno fu dato per teologo al car- concia ve del quale era intervenuto il car-
dinal lìoncompagno (poi Gregorio XIII, dinale, accettò la cessione della chiesa di
e nel voi. LV, p. ic\\ ripoilai la predi- Fermo dal cardinale emessa, ed a' 1 4 a-
zione al ponlifiealo fatta ad ambidue da gostoi 577 la conferì a Domenico Piiielli.

un bullone del re, a cui riuscì accettissi- In tem[)o deiramininistiazione il cardi-


mo, insieme al Castagna poi Cibano VII) nal Pei etti fondò in Fermo il seminario,
legato Xì*t\\ASpagna,\iti\ esaminar la causa e fece quelle altre cose notate a tale ar-
deirarcivesc<>vo di Toledo (iarranza. Pri- ticolo, e si decise a rinunziai la per meglio
ma di tomaie Roma.s. Pio V gli mandò
in altenileie alla con ezione opere del
delle
lu) bieve dt'j/j. 'jeuuaioi jd^, \u cui lo dolloi e i. Attili ogio chepubbiicò nel pou-
88 S I S SIS
lificnfo. Di qiipsle opere era slatn falla Vnv'm architetto ingegnere del mu-
sig."^

lai." ediziont* verso ili 485 dal p. Venia nicipio di lioma; tanto piìi che nc'duilor-
ngosliiiiaiio, indi neh 488 la riprodusse ni VI sono moltissime case che diconsi a-
ili IMilano il Crivelli. Dopo 4 anni Gio- bitale da caidinali poi Papi. Nella fascia
vanni A nier!)ac!iio di Basilea, aggiungen- sotto il parapetto del mezzanino del pro-
do gli argomenti di Giovanni A la pi de cer- spetto esterno vi è questa iscrizione: Pe-
tosino di Basilea, ristampò nel i4o^
ivi le trus Cribelius Mediolanen. sibi ac suis a
in 3 voi. Erastiionel i52'j le distinse in 2 fundnmeiìtis erexit. Nella fascia a livello
voi., aggiungendovi qualche trattato ine- del pavimento del i.° piano si legge l'i-

dito e con sua censuraj la qual edizione es- scrizione: Julius II Pont. Max. Pau-
sendo corretta in Parigi, di Pia 2 anni Gio. lus Pont. I\Iax. Vrbanus III Poni.
Costerio canonico regolare la ripurgò nel Max.., il (jualeèdella famiglia Crivelli.
1 55 1, onde ne fu fatta la ristampa in Basi- Nel I
.° piano nell'arma del soditlo antico
Ica nel I 555 in3 vol.;finalmenteilGiglioz- vi è quest'iscrizione: UrbanusPont.Max.
7,o raniiiò le diligenze del Costerio colla Tierc/o. DuiKjue non appariscono memo-
sua edizione di Parigi deli568. Tutta- rie di Sisto V.Nel cortile esisteva una pie-
volla leopere di s. Ambrogio erano di tra con scalini, che serviva per raonlare
tal maniera depravate, che meritavano a cavallo ed uscire per via Giulia, ove ri-
d' essere nuovamente rivedute e ripur- sponde l'edilìzio a'n.i 22 e 1 23 ; costume
gate. Il cardinal Peretti dunquesiaccinse usato innanzi 1* uso delle Carrozze. A-
a questa laboriosa e dotta fatica, e v'im- vendo qualche analogia a IMontallo l'i-

piegò più di 12 anni, ed esattissima di- scrizione che trovasi per le stale, senz'al-
ligenza, uscendo allestampe già Papa col tro la riporterò. Donius haec ciun altera
titolo S. Anihrosiì episcopo
: Mediolanen- adnexa pauperum puellaruni nuberi'
sis opera a Felice Perello de Monte Al- tinnì cii'itatis Montisaltiin Piceno ex in-
lo fr////7, Bomaei579ad i585, volumi 5. tegro restauratae, auctae ac in totuni
Ebbe essa sì grande applauso, che subito ipsaruni sumplibus adeptae. Cura et di-
fu ristampala in Parigi neh 6o4 con lau- ligentia Illini. et Rnii. d. Francisci Ant.
to credilo di stima che quasi ogni i o anni Marcucci Ep. M. Alti Alnìaecpie Urbis
si ristampò, sinché neh642 si aggiunse- Ficesgerens; et Rnii. d. Philippi An- M .

IO le note del Nannio, gli scolii scelti d'al- tonelli ejusd. ecclesìae cathed. archidiac.
tri autori,leanimad versioni del Vellosel lo, adininistratorum. A. D. x']']']- La lun-
ed i
pp. !\laurini la ripiodussero con tanto ghezza di questo articolo, non mi per-
pregio che il mondo letterario 1' appella mette altre ricerche. Vedendosi il cardi-
la buona edizione 3Iaurìna, Parigi 686 1 nale poco in grazia di Gregorio XI II, co-
pel Coignard, poscia riprodotta in Vene- meosserva il principe Massimo nelleiVoft-
zia nel 75 iu4 voi., econ nuove aggiun-
[ 1 zie istoriche della V illa Massimo [\a(\\\^-
te nel 1782 in 8 voi. 11 card ina le dicesi che le eruditissima opera au)piamenle ti ai-
abitòinRoma nella via di s. Lucia delGon- tando delle cose riguardanti Sisto V, il
falone n.°22,ch'è la casa chiamata f/e'P»- suo nobile autore si può comprendere fra
pazzi pe'molti stucchi che ne adornano la gl'istorici di quel Papa), già /^/V/rz /I7o/i-
f icciata esterna, come leggo nel cav. Bel- talto, risolvette da uomo prudente, co-
li, Delle case abitate in Roma da parec- m'egli era, di ritirarsi dallo strepito del-
chi uomini illustri^ p. 8 i.Tale è pure la la corte e dai pubblici affari, e vivere in
tradizionecomune,ma il tacerlo nella sua luogo solitario onde attendere più ricon-
accurata e bella opera il principe Massi- centratoallo studio, nel 1 576 acquisti) per
mo mi fa restare dubbioso, anche per le 1 5oo scudi la vigna del d.^ Gugliehni-
ricerche che uè ho fuUe al proprietario ni, siccome posta vicino alla sua predi-
SIS SIS 89
Iella Chiesa di s. Maria Maggioro , in un bambino e morto in età infantile, Pro-
cui venerava Io prodigiosa imningitie del- spero ne fu si dolente che ne mori nel 1 56o,
la B. Vergine, pei- la quale professava te- estinguendosi veramente con esso la suc-
nera divozione, essendo stalo liberalo da cessione della casa Perelti. Camilla eb-
molli pericoli a sua intercessione, e per- be dal suo matrimonio Francesco e Ma-
chè neh 574 avea comincialo a fabbri- ria Felice. Divenuto fr. Felice consulto-

care il magnifico mausoleo al marchigia- re del s. offizio, ed essendo uniforme l'in-


no iVicolò IV, che giaceva in oscuro e ne- clinazione, la tempra, l'ingegno di Ca-
gletto luogo. Nella comprila fece figurare milla a quello del fratello, l'amore tra
la sorella Camilla, che allora abitava nel- loro era scambievole, essendo inoltre or-
la pur comprata dal cardinal fratello
casa nala Camilla da soavità di maniere e da
nella contrada detta allora dal vicino pa- inlegrilàdi costumi, presso di lui in Roma
lazzo della Cancelleria de'Riari, ed ora la chiamò colla propria famiglia nel
562, 1

de'Leulari,e da luì era mantenuta, forse già rimasta vedova dice il principe Mas-
per non far comparire d'essere credulo simo, ma non pare. Da quel tempo Fran-
troppo ricco dal Papa che vedeva sfavo- il cognome paterno,
cesco eMaria, lasciato
revole: questa vigna fu come il nocciuo- assunsero quello della madre e dello zio,
Io, onde poi nel suo pontificato si formò il quale così volle per proseguire il suo

la sontuosa villa Monlalto. Il cardinale proprio casato, forse prevedendo la sua


prese tanto alfetto alla vigna, che mollo futura grandezza^ che alcuni storici ri-
l'abbelfi e vi fabbricò il palazzo che tutto- tengono ch'egli ne avesse ricevuta sicu-
ra chiama Felice o Perelti, ed ove de-
si ra predizione. Tra quelle che si raccon-
terminò di passare il rimanente de'suoi tano, e tra le tante dicerie mi limiterò a
giorni, abitandola gran parte dell'anno, riportarne due. Il sogno del padre rap-
e piantandovi egli slesso coi suoi fami- presentò la futura grandezza di Felicesuo
gliari le viti e gli alberi falli venire da figlio, seri ve il Grazia ni: Quem e-
su di che
rimote contrade. Dipoi vi aggiunse l'ac- liamnarraresolitumaccepinìniperquie-
quisto di altre due vigne, de'CappelIetti teni admonilum se fiiisse, nascilunini si-
e di Zerla, e fabbricato il palazzo lo de- hi filittm, qui oliquando admagnas opes
corò di pitture, essendone architetto Do- esset perventurus, ac Felicem ex eo in-
menico Fontana, come pure del deposito fnnfent appellasse. Quando Felice era
di Nicolò IV, e della sontuosa cappella fanciullo rivolgeva grandi cose nel suoa-
Sistina o del Presepio, incominciata a co- nimo, come quella di voler un giorno di-
struire dal cardinale nella detta basilica. ventar Papa; e cresciuto con l'età sembra
APuTTOCABDiNALiziodissi,che glielo tol- che ne coltivasse il pensiere, giacché aven-
se Gregorio Xlll,a cui era poco in grazia, do dovuto fuggire da Venezia a chi di ,

dicendo non è povero chi fabbrica; per ciò Io proverbiava, dicesi che rispondes-
cui dovè sospendere le fabbriche del pa- se : Che avendo fatto voto di esser Papa
lazzo e della cappella, e poi alla meglio a R.oma, non avea credulo di farsi appic-

le continuò pel denaro procurato dall'ar- care a Venezia. Afferma però il p. Tem-
chitetto. Prima del cardinalato, Camilla pesti, che il p. Felice Perelti fu unito ia
essendo avvenente fu sposala da Gio. Bat- santa amicizia con s. Ignazio, con s. Fe-
tista IMignucci di Monlalto (d'una delle lice cappuccino, con s. Filippo Neri e eoa
principali famiglie dice Ratti, di povera altri servi di Dio. Che s. Felice gli pre-
e onesta famiglia scriveMassimo), e sua disse il pontificato, ed il simile fece il b.
sorella Girolama nel 559 si maritò con
1 Nicolò Fattore minore osservante. Camil-
Prospero Perelti fratello di Camilla e di la fu sollecita a procurare a'suoi figli con-
fr. Felice: da quest'ultimo essendo nato veniente educazione sotto di saggi mae-
VOL. Lxvir. 7
9" SIS SIS
siri, quinili Fabio Da-
mmitò la figlio n dispetto ohe provava per la posposizio-
mnsceni gcnliiuomo romano con 3ooo ne del duca, con apparente gioia, nienlre
scucii (li (ìole,ollre alcune possessioni. INIa- Camilla afietluosamente accolse la nuora,
lia passala a miglior stato, nel continuo usandole tutte le cure di madre amoro-
succedersi di più lieta ventura di cose,con- sa, prevenendo persino ingegnosamente
servò sempre l'umilia di cuore, la bon- isuoi desiderii; e [)er le sue premure s'im-
là di costumi e l'atlabililà del tratto, il pegnò il fratello cardinale che Ottavio Ac-
perchèsariin molla estiinazioneedi venne coramboni fratello di Vittoria ottenesse
argomento di comuni lodi. Frallanlo in- il vescovato di Fossombrone a'i 5 marzo

nalzato fr. Felice alla narrata dignilà car- iSSg, e riuscì ottimo pastore; facendo
dinaliziOj l'altro nipote Francesco delle eleggere l'altro fratello Giulio gentiluo-
pi il rare doli fornito, fa talmente s'invagiù mo di camera del cardinal Sforza; ed in-
di Vittoria Accoramboni nobile di Gub- oltre s'interpose perchè all'altro fratello
bio, die ila molti anni dimorava in Ro- Marcello fosse tramitlata con esilio la pe-
ma. Era Vittoria dotata di spirito lusin- na di morte a cui era stalo condannato,
gbiero e vivace, e di tanta bellezza cbe senza che Tarquinia si cambiasse dal suo
forse in Italia primeggiava, unendo a essa risentimento. Per questo modo potè Mar-
gentil modo di favellare e di portamento. cello furtivamente ripatriare, e di nasco-
Ma tali straordinarie prerogative, percliè sto ricoverarsi presso Vittoria, soffrendo

non regolate da saggia furono disciplina, lo Camilla e Francesco con prudenza. Una
cagione di gravissime disavventure a lei notle,a'2 7 giugnoi 583,fusvegliatoFran-
non menojcbea quelli cui avvicinava. Per Cesco per una lettera pressante di Mar-
quanto acceso fosse il giovanile cuore di cello, che lo scongiurava a recarsi tosto
Francesco per ravvenenleVittoria,dinon all'Esquilino. L'ingenuo cognato pron-
minor tempra era l'amore che da lungo tamente si vestì per contentarlo, ne val-
tempo sentiva per essa Paolo Giordano sero le dissuasioni della trepidante ma-
Orsini polente duca ili BraccianOjVedovo dre e della sposa per tema qualche dis- di

d'Isabella sorella del granduca diToscana grazia. Giunto l'incauto Francesco all'E-
Francesco I, che virtuosa in varie doti e squilino, o meglio come altri dicono pres-
assai bella, per scostumatezze avea slran- so s. Silvestro al Quirinale e presso gli
golata,Iasciandogli un figliochiamatoVir- orti Sforza, d'ordine del rivale Orsini fu
ginio. Se l'Orsini era un gran signore, a- ferito da 3 archibugiate, da e trucidalo

\ea però più di g lustri, corpulento e de- 3 sicari. Maria de-


Allora fu sepolto in s.

forme e afflitto da umore cancrenoso. Tar- gli Angeli,e nel i58S solennenienle venne

quinia Paluzzi degli Albertoni romana e trasferito nella cappella Sistina di s. M."
madre di Vittoria, guidata dall'interes- Maggiore. Ad onta dell'accorta dissimula-
se e dall'ambizione, preferiva il duca al zione del cardinale, e del profondo dolore
nipote del cardinale, e sebbene Roma già da cui fu colpita Camilla, questa ed il car-
lo designava successore a Gregorio XIII. dinal fratello prudentemente tentarono
A Francesco però iocliuavaClaudio padre placare Gregorio XIII che voleva espia-
della giovane, saggianoenteconsidei andò re sì atroce delitto, e nel riunirsi la nuo-
che alla figlia non mancava con tal ma- ra alla sua famiglia le ilonò tulle le gem-
trimonio convenevole stalo, olire ilconsi» me e i preziosi arredi di cui era stata for-
derareledisparietàtra il duca eFrancesco, nita. Non ostante le istanze pacifiche del
e di questi il candore de'coslumi, per cui cardinal Peretti e della sorella, il Papa
stretto il contralto, dopo avere ottenu- oidinò il processo sull'assassinio, e fu al-
to l'assenso del genitore e del zio di lui, lora che il duca Orsini partì per Brac-
seguì lo sposalizio. Tarquinia simulò il ciano, seco recando Vittoria colla carne-
SIS SIS 9^
1 iei'a,ela mncliecl.i luUi creduta complice «Joggelli degni del papato, imperocché tra
del misfalto, liUtavolta facendo pialiclie quelli cicali da Paolo III erano in gran
per iscol parie cogli afflili! madre e prozio gri<lo il detto nipote e Savelli; tra quelli
tlell'ucciso. Questo contegno del cardina- di Pio IV il nipote Serbelloni, Sirleto,
le da alcuni si ammira come un gran trat- Paleollo e Santacroce; Ira quelli di
s. Pio

to di politico accorgimento, poicliè seppe V, Montalto, Cesi e Santorio; etra quelli


pme dignilosamenle riceveie la visita di di Gregorio XIII, Torres, Laureo, Ca-
condoglianza dell'audace duca; e in con- stagna poi Urbano VII, e Facchinetti poi
cisloro, quando il Papa con lagrime di InnociMizoIX. Nel i.°scrulinio ebbe il car-
sdegno gli promelteva giustizia, il car- dinal Albani I 3 voti, e fu il maggior nu-
dinale lo piegò a sospendere il suo rigo- mero che altri avesse, progredì ma non
re, intendendodi peidonareclnunqiie fos- l'esaltazione, perchè essendo vedovo con
se l'autore del delitto. Sorpreso il l'apa figli, si tenie che questi potessero regna-
tli questa stoica iiiditferenza, disse poi col re con lui. Indi il cardinal Altemps co-
pioprio nipote: T tramente costui è un minciò a trattar la pratica pel cardinal
^roii frate. Nondimeno a istaiìza del car- Sirleto, aiutato dal cardinal Medici e dal-
dinal deMediciedell'anibasciatorediSpa- le creature di Pio IV, ma subito fu esclu-
gna, Gregorio XIII fece rincliiudere in Ca- so per la contrarietà de'cardinali, prio-
stel Angelo Vittoria, e proibì di sposarsi
s. cipalmente Este, Farnese e Sforza, co-
senzail suo consenso con
1' Orsini; ma mechè troppo immerso negli studi e po-
morendo il Papa a'i o aprile 1 585, ilduca co opportuno agli affari. Dopo di ciò il

ne profittò, e co'suoi partigiani e corru- cardinale Boncompagno propose il car-


zioni liberò Vittoria e poi !a sposò, a fronte dinal Castagna, ma questi pure restò e-
della ripulsa del vescovo di Fossombro- scluso per essere troppo favorito dalla
ne, e con Lodovico Orsini suo congiim- Spagna, e per essere stato di recente ele-
to partirono per Padova, alcuni dicono vato nel dicembre 1 583. I cardinali vol-
nppena eletto Sisto V, altri circa 5o gior- tarono le pratiche in favore del cardinal
ni dopo. Frattanto da Maria Peretti e da Torres, il quaie era tanto accetto al sa-

Fabio Damasceni erano nati 4 '^gl'> A- gro collegio, che non fosse stalo
se allora
lessandro e Michelej Flavia e Or>ina, i assente, sarebbe senza dubbio rimasto e-
quali lutti peradozioiiedel pro-zio sichia- letto; ma avendone timore il cardinal de
luavano Damasceni Peretti, dopo la mor- Medici co'suoi aderenti, convennero coi
te di Francesco o già lo facevano come cardinali Bonelli e Rusticucci di far sen-
dissi. za indugio Papa il Moutalto; comechè
Permorledi Gregorio XIII, nel gior- nella stima generale per pietà, ingegno,
no di Pasqua a'2 i aprile 1
58') entraro- severità di costumi, pieno di moderazio-
no in conclave (descrillo dall'autore ano- ne dimostrata nell'alienazione dagli af-
nimo éit ConctaK'i de Pontefici Romani, fari di governo, sembrando, benché noi

stampato nel 1 6G8, che vuoisi Burcardo, fosse, di debole salute. Per tirar dunque a
e Leti continuatore, echequi in rislretlo questo partito il cardinale Boncompagno,
accenno) 4'2 cardinali, regolatori de'quali il caldina! lliario essendo stroppiate» dal-
erano i cardinali Farnese nipote di Pao- la gotta, si fece portare alla celladi quel-
lo III, Este, Altetnps nipote di Pio IV, lo, e gli disse che la pratica pel cardinal
ijouelli ni|)ote di s.Pio V, Medici poi gran* Montalto eia tanto innanzi, che sicura-
duca di Toscana Ferdinando I, e Don- mente sarebbePapa,ond'egli non tentasse
oompagnonipoleili GregorioXllI,il qua- impedirlo, per non procurarsi la propria
le naturulmentecontava il partito piìi mi- rovina; e lo stesso andò a dirgli il cugino
Lucroso. Nel sa;;ro culU'sio eranvi molli cardinal Vaslavillani. Congregatisi nella
,

92 SIS SIS
manina seguente, ^4 aprile 1585 e 3.' menso concorso di gente, andò a pren-
giornodi conclave, cardinali per lo scru-i dere possesso nella basilica Lateranense,
tinio, nel tempo che in cappella si legge- facendo da palafreniere e tenendogli la
vano le bolle a' cardinali Ferreri e Ma- staffa per cavalcare uno degli ambascia-
drncci, allora venuti in conclave, il car- tori principi del Giappone (ove pur dissi
dinal d'Este uscendo fuori, fece chiamar delle dimostrazioni generose e amorevoli
il Boncompagno, e gli disse che
cardinal che loro fece, e degli ufllzi d'ossequio che
in quel punto cardinali Allemps e de
i gli prestarono, di che pure nel voi. LV,
Medici volevano far Papa Montallo, per p. iSg e 240, dicendo chi assistè al suo
lo che aveano determinato di dare a lui soglio nella coronazione), e restò a pran-
quell'onore, afiìnchè da lui riconoscesse zo co' medesimi ambasciatori nella sud-
il pontificato. Rientrati essi in cappella detta sua vigna. Niuna vita de'Papi è fe-
proclamarono Papa il cardinal fr. Felice conda dianeddotiedi motti arguti, quan-
Peretti e lo adorarono, nel modo detto nel to quella di Sisto V, veri o esagerati che
voi. XXI, p. 2 I
g, e confermarono con i
• sieno, molti essendo stati copiati dal Le-
scruliuio,a ore 1 5,essendo mercordì, gior- ti, che può chiamarsi il Voltaire dell'età
no più voltememorabile e fausto pel Pe- sua, come esprimesi Cancellieri nella de-
retti, per quanto rimarcai a Epoca. Per scrizione del suo possesso, dalla quale ne
soddisfare alla preghiera del cardinalBon- ricaveròalcuni;avvertendoche la Fitadi
compagno titolare della chiesa di s. Si- Sisto /'del Leti devesi riguardare per un
sto, e perciò detto il cardinal di s. Sisto romanzo, come egli stesso confessa nelle
(come lo era stato lo zio nel cardinalato), sue Lettere stampale in Olanda, piutto-
memoria di Sisto IV del
e per rinnovar la sto che una storia. Pertanto si racconta
medesimo ordine de'conventuali.e come che nel cardinalato usava il bastone per
lui da umile condizione sollevato all'a- appoggiarsi, comparendo come avesse af-
pice della più augusta grandezza, prese il fievolita la salute, con voce interrotta da
nome di Sisto V. Guglielmo Bianco del tosse. Appena eletto Papa lasciò il basto-
nome Sixtus Qtiintus de Monte Alto ne, e ritto intuonò le preci con voce for-
formò questo anagramma : Tantos exu' ma e forte, con sommo stupore de'car-
les doinuit. E il cardinal de Vandome, dinali edel popolo. A Porte oicHiESEdissi
delle stesse parole ne formò un altro nien- cosa si pone in bocca a Sisto V nell'ingres-
te meno arguto, anzi purissimo: Sixiiis so della porta Lateranense. Quando mon-
Quintus de Monte Alto : Mons tutus in tò a cavallo pel possesso, lo fece con tan-
quo statlex Dei. In questo giorno, come ta leggiadria, che il detto ambasciatore
osserva Pietro Galesini neWaFìta di Sisto disse modestamente non saper fare al-
/^mss.jfu fondalaE.oma secondo compu- i trettanto. Il Papa soggiunse: Siamo pe-
ti di Lattanzio Firmiano,la quale daSisto santi e vecchi perchè abbiamo un mon-
Vaveada ricevere maggior lustroeorna- do sulle spalle. Il cardinal Farnese rispo-
inento,e lo compendiai in breve a Roma. se: Vostra Santità non era cosi leggero
Anche in giorno di mercoledì volle essere quand'era cardinale. A cui il Papa disse:
coronato, e nel i.° maggio giorno della Più pesanti eravamo in quel tempo, ve
morte di s. Pio V suo gran benefattore, lo concediamo, perchè allora avevamo il
dal cardinal de Medici e forse per malat- mondo sotto i piedi e nel cuore; e adesso
tia del i.° diacono cardinal d' Este, alla lo abbiamo sulle spalle e nell'anima, e ci
presenza di nobiltà e popolo innumera- è di gran leggerezza. Corre fama che il

bile. Nella domenica di detto mese, cioè


I
." cardinal de Medici, quando si recò ad a-
a'5, accompagnalo da 33 cardinali e da dorarlo in s. Pietro co'suoi colleglli, e ve-
gran numero dì prelati e nobili, con im* dendolo slare diritto e appoggialo mae-
SIS SIS 93
stesamente alla spalliera della sedia, così uomo anconitano
governatore di Bor-
;

gli un altro
parlasse. Vostra Santità ha go il marchese Roberto Altemps, figlio
gai 1)0da quello che avea quand'era car- legittimato del cardinale, per le obbliga-
dinale. A cui rispose Sisto V: Mentre e- zioni che a questi avea di sua elevazione,
ra va mo cardinali siamo andati colie s[)al- erigendo poi in ducato suo feudo di
il

le basse e a capo chino per cercar nella Ga//(°.ye; e nel seguente anno eresse in du-
terra le chiavi del cielo; ma adesso che cato Segni in favore di Alessandro Sfor-
l'abbiatno trovate,guardiamoil cielo, non za nipote del cardinal Francesco. Nomi-
svenilo più bisogno alcuno della terra. nò segretario di stato il cardinal Rusti-
IVel voi. XXI, p. 70 dissi che il Papa in-
I cucci; datario mg.rAldobrandini, poiCle-
vece di gettar denari alla plebe per la co- mente Vin;coMfermògovernatorediRo-
ronazione, li fece distribuire a' veri po- ma mg.r Sangiorgio; fece maggiordomo
veri per le case e pegli ospedali; e nel voi. mg.r Sanlorio vescovo d'Alife. Nel rice-
LV,p. 42 indicai i luoghi ove notai ch'e- vere gli ambasciatori spediti dalla repub-
gli non volle per tal solennità il consue- blica di Venezia, per rallegrarsi di sua
to convito, anche per la penuria de'vi- esaltazione, concesse al senato alcuni pri-
vt;ri in cui trovavasi Roma, onde lepi- vilegi, fra' quali 1' applicazione della 3.*
damente e considerandolo un superfluo parte de'beni ecclesiastici di quel domi-
scialacquamento, dichiarò : Non voler e- nio per mantener l'armata navale contro
gli che contro di lui si rinnovasse la sa- i turchi, ed un posto perpetuo a un ve-
tira fatta contro Augusto, che languen- neziano tra gli uditori di rota. Fu ih."
do e morendo poveri dalla fame, splen-
i Papa a introdurre il Giubileo nel princi-
didamente banchettava nobili. Egual- i pio del suopontificato,per impetrarlo sa-
mente non permise che giusta il solito lutevoleal cristianesimo, forza e pruden-
per la coronazione si aprissero le carceri za a ben governare, ed a tal fine a' 27
a'prigioni,dicendo:Chepur troppo eraa- maggio processionalmente si recò dalla
\ì dappertutto malfattori, onde non con- chiesa d'Araceli in quella di s.M.^ Maggio-
veniva aumentarli, altrimenti si sareb- re. Il materno cordoglio diCamilla sua so-
bero accresciuti i tanti mali che si deplo- rella per l'acerba e tragica perdila di suo
ravano. In ([ue'giorni di allegria fece te- figlio, fu molto lenito dall'elevazione al-
nere appesial patibolo duefratelli diCo- la cattedra di s. Pietro dell'amato fratel-
ri, che venuti a godere la finizione, nel lo. Narrano alcuni, che diversi cardinali
tornare a casa trovali da'birri con pisto- fecero in tal fausta occasione tornare a
le furono subito itnprigionati e giustizia- Roma Camilla, per presentarla improv-
ti. Il Papa restò irremovibile alle preghie- visamente al fratello,abbigliandola a gui-
re de'cardinali, degli ambasciatori giap- sa di principessa, temendo che al Papa gli

ponesi e della stessa sua diletta sorella. spiacesse rivederla con dimesse vesti. Re-
Passali 2 giorni fece decapitare un gen- cata d. Camilla al cospetto diSisloV,quesli
tiluomo spolelino, per aver messo mano che tanto l'amava mostrò non sapere chi
alla spada contro un suo nemico. Nello fosse (come a veano fallo colle madri5e/jtf-
slesso giorno di sua elezione, dimostran- dello X [e Nicolò F", e lo dissi alle loro bio-
dosi grato con tutti, confermò generale grafie e a Parente).Laonde congetturan-
di s. Giacomo Boncompagno figlio
Chiesa done cardinali la cagione,nel dì seguente
i

di Gregorio XI II, colla provvista di 100 di nuovo la presentarono al Papa vestita


scudi il mese, e gli die il governo di Fer- come prima. A Mòra Sisto V abbracciando-
mo che allora frullava \o 5ooo scudi an- la alfettuosamente ledisse: Riconoscereiu
nui; dichiarò castellano di Castel s. An- lei l'antica sorella, ed a lui spettare di dar-

gelo il tuo parente Nicolò ToUini geulil- le lu qualità e il manlo di priucipcnsa, aoa
-

94 SIS SIS
ad altri. Questo è uno dc'taiili aneddoti de punire l'alrocilà del misfatto. Già Si-
inverosiuiili, attribuiti a Sisto V, anche sto V a' i 3 maggioi585 avea ad istan-

pel raccontalo di sopra, e forse ne fu in ven- za de'cardinali, pel i ."crealo cardinale il

tore Leti, come d'altre favole, coni' egli prò nipote Alessandro Damasceni Perelti
stesso confessò anco alla regina di Fran- essendo di i4 anni, e riuscì magnanimo
eia. Frattanto Vittoria vedova di Fran- e celebralissimo, edegno del pro-zio che
Cesco Perelli, e moglie dell'Orsini, viag- lo deputò sopra tutti gli aflari de'priu-
giandoconessoe col cugino di questi Lo- cipi e sopra tutte le causedello slato, ma.
dovico, lasciato che egli andasse a Vene- gnificamenle provvedendolo. L'altro pro-
zia, coniugi da Padova passarono al la
i nipote Michele d'8 anni, dopo avello e-
go di Garda fermarono a Salò. Ma
e si inancipato con breve del i.'^dicembredal-
la cancrena della gamba del duca aven- la podestà paterna con piena autorità ,

do fatto mortali progressi, dispose di sue e col solo assenso del cardinal fratello, lo
ricchezze; ed a Vittoria che piangeva ve- L\\ch\avh Principe assi.slente al soglio pon-
dendosi in disgrazia del Papa piozio del- tifìcio, Govrrnalore di Borgo, carica prò-
i.
l'ucciso non meno degli Or-
"consorte, pria de' nipoti dei Papi e vacala perchè
àini per la disparità del matrimonio, le l'Alteinpsaveudo rapila unagenlildonna
destinò 100,000 scudi ed altre grandez romana era fuggito in Avignone; poi capi
ze,e che si mantenesse con corte compo- tauo de' C^i'fl//<»gg'/er/u della guardia del
sta di 4o persone. Spirato nel novembre corpo del Papa. A d. Camilla Sisto V fece
l585 il duca. Vittoria considerando la subito donazione di tulli suoi beni, con- i

perduta fortuna, per la violenta morie di sistenli nella s. Maria Mag-


vigna o villa a
Francesco, si voleva uccidere con una pi- giorCj ed molte case poste nella via
iti

stoIa,quaudo sopraggiunto il fratello Fla de'Riari, ed in seguito in suo nomed'an-


minio lo impedì, mentre l'altro fratello no in anno andò facendo adi lei favore
vescovo la consigliò darsi a Dio. Ritira- altri acquisti. La repubblica di Venezia
tasi Vittoria a Padova,
vi andò pure Lo- nello stesso 58 5 ascrisse alla sua nobiltà
1

dovico Orsini, che riteneva nullo e come i fratelli Peretti, Alessandro cardinale e
estorlo il testamento, onde s'impossessò Michele, li dichiarò senatori e die il li-

de'beui a nome di Virginio figlio del de- tolo di Donna all' ava Camilla. Ormai
fuuto. Vedendosi Vittoria costretta a di- debbo accennare le magnanime gesta di
chiarare il lasciato dal marito, ricorse al Sisto V,chedestaronorammirazionenou
duca di Ferrara esecutore testamentario, che d'Italia, di tutta Europa e di altre
ed al patrocinio del senato veneto, che or- remole regioni, ripetendo l'avvertenza,
dinò fosse messa in possesso dell'eredità ; che quanto distinguo in carattere corsi-
etemendo di non conseguirla, scrisse umil- vo, contiene la descrizione di ciò che ap-
meute a Sisto V, implorando per limo- pena qui vado indicando.
Sina 5oo ducati d' oro per essere collo- SistoVlrovòlostalopontificioingrau-
cala in un monastero di Venezia o di Ro- de travaglio per la copia e insolenza dei
ma. Alentre il Papa stava per esaudirla, banditi che tulio inquietavano; le cose e
Lodovico senz'altro fece uccidere \'itlo- le persone non erano sicure; i baroni feu-
Flaminio, ed ecco come miserameu-
ria e dali colle loro prepotenze e tirannie fra-
tefim Vittoria per l'ambizione della ma- stornavano l'azione governativa; Roma
diedi vederla duchessa di Bracciano, non e l'Italia erano pure afflitte dai ladri, dai
abbastanza ammaestrata dall' assassinio sicarii, dagli omicidi e piene di malflit-
dellai. moglie del duca. La repubblica tori. Qual fosse il deplorabile sta lo in cui
di \ euezia lece giustizia, troncò capo il a quell'epoca era l'Italia e priucipalinen-
a sicaii e fece strangolare Lodovico, on- le il dominio della Chiesa, lo descrive il
SI s SIS 95
jj. Tempesti. A die
fai cosa re fanti mali, arrestò esclamando: Ringrazia Sisto che
UDiì ostatile riinecli posti da Gregorio
i tui spai'enta, del rexio a quest'ora ti avrei
AV/Zsiiofinlecessore, dura vano a motivo scdiinuto. Sisto V segnalò il suo regno per
della troppa di lui dolcezza, ed io gene- pruilenza e fermezza che lo fece conosce-
rale eccessiva moderazione, !>ua prima cu- re alto uomo di slato; aumentò l'eserci-
ra fu di ristabilire in Roma e nello stato zio della possanza S|)irituale della s. Se-
la pubblica sicurezza; ed pervenne egli vi de, ripi istillò in Roma l'ordine e il buoa
e tosto con energica prontezza e con rigo- costume, ed accrebbe le ricchezze del suo
re Salutare di pene, non disgiunto da e- stato. Si suole dire, che a Dio piitcque più
(|uità e gmstizia imparziale. Con una ma- la scveiilà di Sisto V, che la santità di
no spense il male, coH'altra lece il bene, s. Pio V. Inoltre, il pontificato di Sisto
essendosolitodire,di recar pace colla spa- V segna un'epoca ben notevole nella no-
da;e dove prima nelle città e luoghi, mas- stra storia, per aver egli domato la pie-
sime feudali, era un vivere incerto e tri- [)Otenza, i delitti e le crudeltà de'baroni
sto, tornò riposato e tranquillo. Allorché e feudatari, laonde non furono poi così
uscì la I
.'^
volta dal palazzo apostolico, il fie(|uenlile loro soperchierie e ributtan-
popolo gridò: Santo Padre abbondanza ti abusi, stabilendosi apocoa pocouo nuo-
V: Pregate Dio
e giustizia. Rispose Sisto vo ordine di cose a vantaggio degli op-
per l'abbondanza, percliè la giustizia ve pressi popoli che gemevano sotto i loro
ramministrerò io. l'erlaiilo, dichiarato- duri gioghi. In tempo di Sisto V tutti tre-
si Sisto V immantinente vindice de'de- mavano, Muratori negli Annali
e dice il

litti e de'malviveuli, con animo costante d' Italia, che nella sua epoca con tal no-
e risoluto di eliminarli e punirli, colla me si metteva paura a' bambini. Tanto
bolla Hoc nostri Pontificatus iniu'o, del era l'indeclinabile rigore della sua giu-
I .° 585, Bull. Rom. t. 4>pai'4>
luglio 1 stizia, che sembrava non si curasse di farsi

p.iSy, rinnovò tutte le costituzioni dei amare da'suddi ti e soltanto temere. iNou
suoi predecessori e precipuamente quel- perciò egli adoperò scomuniche con Irò sif-

la da Giegorio XllI emanata neh 578, fatta gente, persuaso che sarebbero per
contro i sicari, banditi, incendiari e si- le anime loro maggior danno che alili-
di
mile gente di malaOare. Diede ordini pre- là. iXcl voi. p. 20XV,
parlai del conci-
1

cisi e severi a' suoi ministri, legati e go- sloro de'3 dicembre i 585, nel (piale for-
vernatori, e co'rigori della sua inaltera- mò la celebre bolla sulle qualità e nume-
bile giustizia, dalia quale non potessero ro (Iti' Cardinali che doveauo formare il

sottrarsi neppure i più potenti personag- Sagro collegio, prescrivendo agli asseti-
gi,dopo aver dato un generale perdono li di venire a Roma per visitare i Lina'
a tutti coloro che aveano dato ricetto e na Apostoloruni, e questo pure a' Vescovi
con versato co'bandi ti. Quindi ottenne pri- come facevasi anticamente, e per rende-
ma d'un anno, con immortai sua gloria, re ancora conto alla Congregazione del
che in tutto lo stato ecclesiastico e anche concdio del gregge commesso alle loro cu-
in molte parti d'Italia, restasse libera dai seguente anno in cui si
re; di (|uello del
tanti malvagi che l'affliggevano, quali i gravò dell'esorbitante numero de'[)relali
al solonome di Sisto /' tremavano, on- Referendari t sull'indegnità d'alcuni, on«
de Ira loro si avvisavano ricordati, che : de vi provvide; e della penitenza impo-
regna Sisto. Ciò divenne proverbiale, per sta al polente cardinal Farnese, per es-

CUI venuti a rissa due servi di cardinali, sersi vantalo di a\er Iralugato il nipote
nell'alto che uno caduto in terra, l'altro duca di Panna gran fi:udatai io, condan-
eragli sopra percoullccaigli il pugnale nel nato a morie come detentore di una pi-
petto, neir impelo dciid collera pure si slolella. Xou fu però uiiuor« della sua ri-
--

96 SIS SIS
gidezza la vigilanza e generosità del buon vivevano oziosi in Roma, e che le fem-
governo verso tutti i sudditi. Molti sono mine per ciò e per bisogno vendevano il

i ne ricorderò uno che con


tratti parziali: proprio onore, alllne d'impedir tanti mali
bell'ailicolo pubblicò il cb. ab. Zanelli, restaurò le importanti arti della Lana e
neìV^lbiirii di Roma
33 i, e in- 1. 1 o, p. della Sela, e di fabbricare i drappi e gii

titolato V Insalala di Sisto A'. Caduto in arazzi, volendo che per tutte le terre si

povertà un avvocato, ch'era stato amico piantassero i moricelsi. Nella sua magni-
del Papa innanzi la sua esaltazione, ne am- ficenza, non cedendola agli antichi iaì-
malò dalla pena. Volle la buona fortuna peratori romani, restaurò sontuosamen-
che il suo medico lo fosse pure di Sisto te gli Acquedotti, e ricondusse molte Ac-
V(aIMEDrco parlando degli archiatri, dis- que in Roma, massime a vantaggio del
si pure di quei e del chirurgo di Sisto V), Quirinale, dell'Esquilino e altri Monti dì
ecome riniermo gli narrò suoi bisogni, i Roma, dove eresse di verse Fontane di Ro-
commosso medico ne istrmil Papa. Que-
il ma, coll'acqua per lui denominata Fe-
sti troncò il discorso, ma dal suo giardi- erigendone la mostra principale sul-
lice,

niere mandò all'infermo una cesta pie- laPiazza di Termini eoa disegno del cav.
na di cicoria, e in fondo una considera- Fontana. In questa piazza, ove formò il
bile quantità di zecchini. Puicevendo sif- principale ingresso della sua magnifica
fatta pontifìcia insalala, l'avvocato fu P'illa fllontalto, alla quale congiunse la

penetrato da tale letizia e il suo fìsico ne vigna presso s. IMaria Maggiore, edificò
licevè SI grandescossa,che tornato il me- un'altra pubblica fonte perchè le pove-
dico lo trovò quasi guarito. Già Sisto V re donne senza spesa potessero lavarvi t

avea detto al medico ui un 2. "discorso, panni. Nella stessa Piazza di Termini vo •

che voleva egli curare il suo cliente: E' leva formare il bacino del canale naviga-
una posta che vi levo, ma voi siete ab- bile, che avea stabilito costruire colle ac-
bastanza provveduto, e poco potreste da que dell'.\niene da Ti voli a Roiua, opera
lui sperare. Quando [)oi il medico vide la gigantesca e utilissima se si fosse eiTettua-
medicina, dichiarò al convalescente : Che la edegna d'un Sisto V. Tale canale a-
Ippocrate non avea questi rimedi; ed in vrebbe facilitalo non poco il trasporto del-
seguito al Papa: Che nella botanica non la pietra tiburtina,di cui inRoma si fa tan-
trovasi tale specie d'insalala, per cui ce- to uso, e della calce, che da que'Iuoghi
do alla Santità vostra tutti i uìiei amma- ivi pur si conduce. 1 prodotti de'colli ti-

lati. Altura Sisto V soggiunse: Di amma- burtini e luoghi adiacenti, con facilità si

lati ne ho abbastanza, ma tutti con mio sarebbero condotti alla capitale; vantag-
dispiacere non posso curare alla stessa gio incalcolabile per questa e per quelli.
maniera. Poscia passò in proverbio, pei Leacque dopo aver compito il loro cam-
bisognosi di denaro: Ci vorrebbe V insala- mino col giungere nel bacino si sarebbe-
ia di Sisto F
! Per la penuria de' grani ro potute impiegare per l'andamento di
minacciando la fame, comandò che per moltissimi opificiij e per servire ad uso
ogni luogo si aprissero i granari pubbli- di altre fonti, che a maggior ornato del-
ci, e che la farina si vendesse a'poveri ap- la città o comodo de'privati potevano e
penaSquattrini la libbra. Promulgò una difìcarsi, oltre altri vantaggi che ne po-
bolla in vigoie della quale deputò 3 car- tevano derivare. Quanto all'acqua dal suo
dinali ad ascoltar gli aggravi fatti a'sud- antico nome appellala Felice, oltre gl'in
specialmente a'pupilli, fanciulle e
diti, e dicati articoli, si può vedere il dotto Fea
vedove, e volle che lutto a lui riferisse- nella Storia delle acque, che ci dà esatte
) 0, per provvedere col la sua autori tà ai re- e importanti notizie sull'operato da Si-
lativi buogui. ludi coaslderaudochetuolti sto V, che pose in eHetlo il decretalo da
j

SIS SIS 97
Gregorio XIII, dopo aver fatto un ving- alti al Matrimonio, come impotenti ad
gìo alle sorgenti, come u Pantano ile'GrilIi essere genitori e aver figli; pubblicò una
al di sotto della Colonna di cui riparlai bolla sui Bastardi e illegittimi; vietò ai
a- Labico. Vi lavorarono conlinuatuenle religiosi di ospitare i pellegrini o viaggia-
2000 uomini, e talvolta 3 e 4000 secondo tori, senza averli trovali idonei per le let-

il tempo più accomodato di f*ibbricare. tere de'loro superiori, perchè molti ban-
IS'otaFea, che però nel lungo viaggio del- diti e malviventi si fingevano tali; prese
l'acquedotto non si fece alcun purgato- provvidenze sulla ly/z/iO/j/Vz confidenziale,
rio, che gli antichi dicevano piscina li- circa i benefizi ecclesiastici. Comandò che
rnariaj e che il benefico Pontefice fu in- fosse rimessa nel calendario e breviario
gonnatodoppiamentedaglieruditi, qua- i romano la festa della Presentazione del-
li gli fecero credere e dire ne' suoi atti, la B. Ferginej concesse a s. Francesco di

che si era ricondotta a Roma l'acqua Ap- Paola il rilodoppioelu celebrazione della
piè e la Marcia, e con tale acqua aprì 6 festa a'2 aprile, il rito semplice a s. Gen-
fonti nella sua villa Montalto. JN'el voi. naro e compagno, e il rito doppio a s. Ni-
XVII, p.io, ed a monache Cistercietisi, cola dello da Tolentino , ma nato in s.

raccontai il modo col qua le Sisto V eresse Angelo diocesi di Fermo, a s. /\ntoiiio dì
un monastero presso la Chiesa de ss. Vi- Padova ed a s. Pietro martire. Riconob-
to e Modesto, la quale concesse all'y^r- be per bealo, con equipollente beatifica-
ciconfraleniuadi Bernardo, trasfoien- s. zione, il b. Simeone fanciullo di Trento;
do poi le religiose in s. Susanna; e che in- ordinò chesi celebrasse per tutta laChiesa
oltre colla hoWa Sacrosanclae, ut iZ lu- con ritosemplicee iuMessina col rito dop-
glio 587, Bull. cit. p. 323, vicino al sud-
I pio la festa de'ss. Placido e coni pagni bene-
detto monastero formò un conservatorio dettini martìri, e con gran solennità nella
di oneste Vedove e zitelle. All'accademia basilica Vaticana annoverò tra' dottori
di s. Luca donò la chiesa di s. Martina, di s. Chiesa il cardinale s. Bonaventura
che meglio descrissi a Scultura; all'or- francescano, ed indi vi canonizzò s. Die-

dine della Mercede die la chiesa di s. A- go minore osservante. Nel Giappone e-


driano, ed a quello da' Minimi la chiesa resse iu sede vescovile Funai. Approvò la
di s. Andrea delle Fratte colla bolla In congregazione de Ministri degl'infermi,
coeli ihrono, deli 585, Bull. cit. p.i4'2. quella de Cistcrciensi foglianti, e le mo-
Regalò il Palazzo apostolico d' araceli nache Cistcrciensi fulliensi, e di cui il
a'miuori osservanti, situato adiacente al I ."monastero fu il ricordato di s. Susan-

loro convento; restaurò la chiesa di s.Mar- na. Fondò r arciconfraternita del Cor-
Seminario faticano e per
la, vicina al done di s. Francesco nella basilica de'con-
comodjtà della Famìglia pontifida, t ne ventuali in Asisi; conferì de' privilegi ai
riparlai nel voi. XLIV, p.i 17; restaurò Certosini; confermò e accordò privilegi
ancora la Chiesa de' ss. XII Apostoli , alle confraternite del ss. Rosario j con-
ampliando il contiguo convento de' suoi cesse molle indulgenze alle congregazio-
religiosi e già da lui abitato, colla spesa ni stabilite ne'collegi de' Gesuiti ailiìhui
di 5,000 scudi; e rese magnifico quello
I l'indulgenza plenaria perlafesla dell'im-
de'domenicani di s. Sabina e già Palaz- niacolala Concezione. Dispose che i Cap-
zo apostolico di s. Sabina, e ne fece più puccini senza licenza della s. Sede potes-
magnifica lachiesa.Co'vasti pensieri della sero amu)ettere nell'ordine i minori os-
sua magnificenza, non trascurando Sisto servanti; conferì privilegi a' cavalieri di
"V l'attenzione che dovea prestare all'è* s. iS/^/io/, ed assegnò annue renditeal-
conomia della disciplina e al cullo divi- l'arciconfraternita del Gonfalone per la

no, dichiarò che gli Eunuchi uou crauo ledeiizioue degli Schia^'i^aì quale articolo
gS SIS SIS
narrai i generosamenle liberali daSisloV. no nascosto. Nicolai Memorie sulle
nelle
Non solo a isluii/a de'priiicipi delhi lega campagne e annona Roma, nel.l. 2,
di
callolica si oppose che l'eresiasi stabilisse p. 44jI''^''^'^*-'' sussidio di 200,000 scudi

iiiFiaiicia,e ad Eurico III re di Navarra, applicato all'aimona da Sisto V; e nel t.

poi Enrico IV re di Francia, di succe- 3, p. 89, de' privilegi e sussidii concessi


dere a Eurico IH redi tale regno, come dal Papa all'agricoltura. Dopo aver ac-
UgonoUoj ma co'fautori lo dichiarò in- cennato che il sistema dell'annona era di
corso nelle censure ecclesiastiche, e sciolse provvedere il grano a suo conto o sia della
i di lui sudditi dal giuraniento di fedel- camera apostolica, e quindi da essa an-
tà. 11 re di Francia non volle pubblicar nona Si somministrava il grano a prezzi
la bolla, onde il Papa di natura calda e fissi a'fornari di Roma e dipendenti dalla
intollerante di si gravi atfronli senedolse medesima, i davano una pagnotta
quali
col re, e lichiaiuò il Nunzio Ragazzoni, d'8 oncie d'ottima qualità per un baioc-
soslitiiendogliFraugipanijche ricusato in co; dopo d aver tietlo de'granari magni-

nome del re dall'aiubasciatore iu Roma fici fabbricati da Gregorio XI II, e che que-

come seguace della lega, il Papa restò fer- sti molle facoltà l'annona e pulr-
fornì di
ino perclièsi ricevesse. In questa occasio- blicò una bolla contro gl'incetlatori ed e-
ne a leu ni calvinisti cercarono guadagnar- filrattori di grano e anche degli animali

si la grazia del re di Navarra, e però uà necessari all'agricoltura, racconta il mezzo


pedante fia loio pubblicò il libro: Aif- più efficace adoperato da Sisto V. Egli
viso piacevole (lato alla bella Ilalia da [lertanto osserva, che il suo genio assai ra-
un gioi>ane nobile francese j iu cui con ro d'eseguire le più ardue imprese, gli fe-

Dante, Petrarca e Boccaccio vomitò fa- ce ben vedere,che alle prov videnze de'suoi
cete bestemmie contro il Papa,^volendo antecessori conveniva aggiungere mezzi
con essi provare ch'egli era il vero An- più forti per ottenere l'intentò. Egli era
ticristo, Dipoi sotto Clemente Vili gli ri- d'una severità spaventevole: se avesse vo-
spose adequatamente il gesuita cardinal luto con un cenno obbligar tutti pro- i

Cellarmino con \' Appendix ad libros de prietari dell' agro romano a rompere e
Stini. Pont, qnae conlinet responsioneni seminare tutti loro vasti terreni, sareb-
i

ad iibruin qitcnidain Anonyninni, cui ti- be certamente stalo ubbidito. Ma suoi i

tultts est: Avviso ec. Indi uscì un altro talenti gli facevano ben conoscere, che u-
insolentissimo libro intitolato Fnlinen : na legge violenta avrebbe prodotto un be-
£riUuni,d\ Francescollofmann, ed un'al- ne effimero e momentaneo. Egli perciò si
tra più lunga apologia di Pietro Belloio, appigliò al progetto di stabilire un fondo
ove questi giureconsulti fecero spiccare di 200,000 scudi, per imprestarsi sotto
la passione loro, non la verità. Pieno di la cura e amministiazione d'una congre-
religioso zelo per la celebrazione delle pon- gazione che deputò pe' poveri agricoltori
lilicie funzioni nelle 7 principali basili- cheavessero coltivato le campagne roma-
che di Roma, rinnovò in queste le Cap- ne; e fissò regolamenti perchè tal dena-

pelle Pontifìcie. Lagnandosi la plebe ro- rOjchedovea un sussidio d'im-


servii e per

mana della carestia, Sisto V minacciò i presa tanto importante, non si dissipas-
conservatori diRoma di toglier \oio\'An- se in altri usi. Del tribunale di agricol-
nonae Grascia, e prese quelle efficaci mi- tura meglio ne tenni proposilo a Sesta-
sure che riportala tale articolo, sommi- To ROMANO. Confermò privilegi de'for- i

nistrando 00,000 scudi del suo privato


1 nari, e nello slesso tempo Iu rigoroso con
peculio. Le medesime sollecitudini rivol- quelli che abusavano, come fece con quel-
se all'olio, di cui eravi penuria, perchè i lo che mescolando cenere nella farina, gli

privati possidenti come il grano l'avea- fu decretata la morte, dopo la quale il Pa-
-

SIS S I S 99
pa fece Iil)ei>aie quanti trovavano ctir-
si lenze di venute intollerabili. Neper queste
cernii [)er dehili, c!je I>;igò cuUn sua ren- cure particolari del governauiento tem-
dita particolare, e inoltro die loro 600 porale, traliist'iava il Papa d'impiegarsi
scudi d'oro in limosina. Attilio Blasclii do- con singoiar premura alle cose che riguar-
po avere spietatamente scannati un cogi- davano il suo apostolico ministero. Scris-
110, colla moglie e due loro figli, fuggilo se [)erciò a Carlo arciduca d'Austria e ad
da Bologna camminava baldanzoso per alili principi, consigliandoli a bandii>'gU
Firenze credendosi in sicuro, e cliciLsan- eretici da' loro slati, e fu ubbidito pre-
gue innocente sparso 36 anni avanti non cipua mente da 11 'a rei duca,
quale con ri- il

gridasse più vendetta di lui. Diede egli goroso editto vietò l'uso d'ogni altra re-
Il uova occasione al granduca di consegna l'- ligione ne'suoi stali, fuori della catlulica,
Io al governo ponlificio, e condotto a Ro- j)er cui Dio lo rimunerò con particolari
ma fu decapitato. Un fautore disicarii fe- favori.
cequella satira che riportai nel voi. LI V, Amorevole Sisto V colla Marca e col-
p.i I
7, e saputa ddl Papa, crollando il ca- la sua patria d'origine, concesse alle ter-
po disse: Queste ptisquìnate ... Quale pa- re e università delsuo l'reiidato, libera
squillate .... tremino l A Nicolò Azzolini facoltà di mutuo commercio per l'esito
capitano de'cavalleggieri, e parente di De- delle biade, e vi eresse 4 vescovati :s. Se-
ciò poc'anzi creato cardinale da Sisto V veri/10, Tolentino, I\Ioit(alto[o\\.VQ i favo-
the lo amava teneramente, fece troncar ri e doni notali a qucsl'.irliculo, ove [lur
il capo [)erchè in rissa uccise collo schiop- dissi che vi volea trasportare il s. Sepol-
po un suo alfiere. Una signora romana cro), che inoltre fece residenza del prela-
non contenta d'infamar se stessa, procu- to preposto al presidalo, e Loreto^ ove for-
rò cheil suo drudo abusasse della giova- mò un donò parie del suo
magistrato, gli

ne figlia. Sentenziata a morle,ilPapa volle due rami di pe-


8lemiiia,cioè tremolili con
che la figlia fosse testimone del suo sup- ro (il quale si compone d'un leone raoi-
plizio. Avendo il Papa pubblicato un e- panle che legge con una zanna un ramo
ditto contro i bestemmiatori, in vigore con tre peri, e sulla fascia che ne traversa
di questo fu esposto alla berlina uu coc- il corpOj a capo vi è una stella, nel fine

chiere di personaggio cospicuo, e gli fu Ire monti), e quantoaltrodissi al suo ar-


fcjrata la lingua. Indi emanò la bolla, Coc// ticolo : terminò il prospello esterno del
etterrae Creator, Bull. cit. p. 1 7G, contro santuario e vi fece le magnifiche porte di
gli astrologi giudiciari, fulminando gravi bronzo. Per gratitudine lulla la Marca a
pene contro le figure genetliache, cbia* pie delle scale del sa ntuariogl'innalzò una
ma te volgarmente nati vita, per mezzo del- statua di bronzo. Eresse in arcivescovato
le quali gli astrologi formano giudizio de- la sua antica sededi Fermo, e fece rifiorire
gli eventi liberi, dipendenti dalla libertà l'università: ifermani riconoscenti gl'in
umana. Quindi i maligni,segueiulo il Le- naizaiono incontro al palazzo municipale

ti, con falbissima temerità pubblicarono una statua di metallo, e rOtlinelli gli di-
ch'egli l'avesse proibita perchè l'avea pra- resse l'elogio: De Firmo Piceni Urbe no-
ticata,echeseneservì per giungere al pa- hilissimaAw Macerata poi ialitu'i la Rota
pato. Promulgò ancora se veri editti contro per le cause delia provincia. A Bolog.va
le fraudi che si conuncltevano per mez- parlai del collegio Montallo ivi istituito

zo di carte e di dadi, chiamale baratte- per 5o giovani m.irchegiani, tli qiie'luo-


ria; e contro le donne di maTaffare, pe- ghi che enumerai, fra quali iMonlallo, i

gli omicidii che succedevano ne'loro ri- Fermo Grotlammare. Ed


e a Collegio
dotti. A C.\r.NEVALE DI Roma riportai co- PI S. BoNAVE.VTURA SlSTINO dissi clie Si-

me Sisto V oc liforiuò gli abusi e picpo- slo Y riblilui iu Roma nel convento dei

loo SIS SIS


ss. XII Apostoli pe'religiosi conventuali e pei a di 3oo braccianti e più carri di tra-
per ispiegaie le opere tlis. Bonaventura. spoili la volle aperta in ima sola notte.
Ma nulla è ciò in paragone della splendi- Questa strada Sistina giunge ove lateral-
da magnificenza colla quale Sisto V,eiiiu- mentecomincianoquelledi Porta Pincia-
lodegli antichi imperatori, sontuosamei»- tia edi CapoleCase; ed ivi è proseguita dal-

le abbellì Roma. V'innalzò l'O/'c/Zico £,(3- la viaFelice.Per allettare poi lepersonead

teranense, {'Obelisco /faticano, V Obeli- ornare quelle strade con fabbriche, spe-
sco del Popolo^V Obelisco Liberiano. Idei- cialmente la Felice e la Pia, Sisto V col-
lo stesso desiderio che avea di conserva- la bolla Decet ronianiun, de'iS settem-
re l'antichità, fece restaurare la superba bre 587, Bull. cit. p. 346, concesse dei
I

Colonna Tiaiana, e nella sommità vi col- privilegi a chiunque vi stabilisse l'abita-


locò la statua di bronzo dorato rappre- zione, tra'quali Novaes registrò, sebbene
sentante s. Pietro: sulla Colonna Anioni non piti in vigore: Che le case ivi fabbri-
na pose la statua pur di bronzo dorato cate non soggiacessero a confisca, se non
esprimente s. Paolo. A nobilitare Roma per delitto di lesa maestà. Che gli abitan-
e per cnaggior suo comodo fece aprire 6 ti non potessero essere molestati per de-
bellissime strade, anche per agevolar le biti contratli fuori dello stato ecclesiasti-

"visite a'suoi santuari. Lai.'' fu quella che co. Che gli artisti fossero esenti da ogni
dalla ss.Trinità de'JVIonti conduce a s. M.* imposizione determinata da' lorocoaso-
Maggiore, esi chiama dal suoantico nome li. Che chi le abitasse per due anni con-
/^e//tr,come già rilevai nel voi. XIII,p. Sj tinui, godesse i privilegi de'cittadini ro-
e altrove per le seguenti. La 2." quella che mani. Aggiunse inoltre a' I 3 antichi Rio-
da s. M.^ Maggiore si stende a s. Croce in ni di Roma quello Borgo, onde sono
di
Gerusalemme. La 3.' conduce dalla por- i4, e gli die parte del suo stemma gen-
ta di s. Lorenzo a s. Maria Maggiore. La tilizio e nel modo descritto all' indicato
4-" da detta porta a s. Maria degli Ange- articolo. Sembrando al Papa una mo-
li sulla piazza di Termini, e al Quirina- struosità che la basilica Lateranense or-
le; e queste due furono da lui aperte col mai non avesse più abitabile l'antico Pa-
denaro spettante al suo assegnamento ,
triarchio, antica residenza de'Papi, edifi-
perciò nell'iscrizione incisa nell'arco che cò il magnifico Palazzo Apostolico La-
si eleva in mezzoalla strada, e per cui cor- te/•^/^e/^5e, quindi e contiguo costruì quel
re l'acquedotto dell'acqua Felice, vi fece bel portico Sistino, il qualesporge in fuo-

scolpire : Sixlus [^ vias ulrasqne ... lon- ri dal prospettominore di tale Chiesa di
gasjatasquesua impensa stravit. A. D. s. Giovanniin Luterano, dov'egli comin-
1 586 Poni. II. La o.^- dalla Colonna Tra- ciò a dare al popolo la solenne benedizio-
iana pel Viminale a s. Maria Maggiore, ne apostolica. Nel palazzo sperava di ri-
e volle ancora che si estendesse fino a s. cevervi l'imperatore Rodolfo II, per poi
Pietro, onde all'uopo fece atterrare mol- coronarlo, e gliene fece invito. Per mag -
te case. La
conduce dal Luterano al
6.' gior splendoredel capitolo della basilica,
Colosseo.Fece ancora accomodare la stra- ordinò che nelle feste maggiori usasse 4
da Flaminia fuori della porta del Popo- mazze d'argento, da portarsi da'manda-
lo, e quella di Monte Cavallo o Quirina - tari del cardinal vicario di Roma, e che
le che va a Porta Pia, con marciapiedi la- ogni due anni dovesse far loro la caoae-
terali. Altra via che devesi a Sisto V è la ra apostolica, col denaro delle multe pe-
Sistina, così detta dal suo nome, che dal- nali. Ripristinò il nunzio apostolico nella
la piazza della chiesa della ss. Trinità al Svizzera; ed assegnò entrate a\V Arcicon-
Pincio si diparte verso la parrocchia di fr,ilfrnila della Pietà de' carcerati, per
8. Andrea delle Fratte, la quale eoa l'o- liberare i debitori prigioni, e le accordò
SIS SIS 101
privilegi, come di liberare un reo di mer- l'impreso di Terra santa, e forse da que-
le. Quando Sisto V fu assunto al soglio sto dei ivo la tradizione del trasporlo del
trovò l'erario pontificio aflallo esausto, e s. Sepolcro nellaMarca.Nel voi. XXIX, p.
l'esecuzione de'suoi v;isti pensieri, le spe- 2 7 8, descrissi la (.ìùcf^a eì'ospizio dei cento
se immense necessarie a'suoi disegni, i bi- p/f// fabbricati da Sisto V [iti Povero, on-
sogni della Chiesa, lutto richiedeva quel de sbandirda Roma l'immornlee rovino-
denaro che non avea la camera aposto- so accattonaggio de' molesti questuanti
lica. Per supplire dunque a tanti bisogni oziosi, ed olii e a ciò applicò gli annui frut-
cominciò la ril'orma degli ufiìzi Vocabili ti di 100,000 scudi per doli alle vergini
e ne creò degli altri cioè la vendita di , pericolanti, e per liberare dalle carceri i

molte cariche e impieghi. Molti scrittori debiloii. ^'ella Chiesa dis. Maria Mag-
perciò lo biasimarono,ed anche pel nume- giore compì la sontuosa cappella Sistina
ro grande de'dazi da lui imposti, i quali del Presepio, con rendile e ricchi utensi-
da molti col Cecarelli e col Galesini fu- li sagri, preposto e cappellani di padro-
rono registrali sino a 23. Validamente nato di sua famiglia, nella persona di Mi-
difende Sisto V
suo storico Tempesti, il chele Peretti e suoi discendenti, e con due
che sostiene non aver egli imposta altra altre laterali cappelle in onore di s. Lu-
gabella, che quella sola delladella fogliet- cia e di Girolamo, dichiarandone pro-
s.

ta, la quale tolse dopo un anno. Ecco i tettore prò ttmpcre il cardinale più an-
vacabili da Sisto V migliorati o eretti di tico della Marca, ed il quale lo fosse pu-
nuovo, come si può vedere a'ioi o artico- re de'collegi di s. Bcnaventura in Roma,
li, a'quali per le somme che p^igavano per e di Monlalto in Bologna, come già ri-
l'acquisto accordò emolumenti e privile- cordai nell'ai licolo Piceno; mentre a Se-
gi. Il co\\e^\o àt Secretavi apostolici, l'uf- polcro be'fomam Pontefici riparlai dei
fizio del cardinal Camerlengo dis. Cìiie- due magnifici edificati da Sisto V in det-
sa, quello del Tesoriere generale, quello ta cappella, per se e per s. Pio V, olire
dell' Uditore di camera , il collegio dei la sepoltura pe'palroni, non che di quel-
Chierici di camera, Vufi'ìiio del Commis- lo verso la poi la della slessa basilica per
sarto della camera , quello di Datario, IN'icolò IV. A Bologna agitata dalle fa-
il òe Prolonolari apostolici par-
collegio zioni restituì la quiete, e die tremendi
tecipanti (de' privilegi de' quali, e dimi- esempi di rigore. Giovanni Pepoli, uno
nuiti dopo la pubblicazione dell'artico- de'più illustri cavalieri bolognesi, tene-
lo, feci parola anco all' articolo Dotto- va in suo castello prigione un sicario.
re), quello óe' Referendari, quello de'ca- 11 cardinal Salviati legato glielo doman-
"valieri Lauretani,ìa privativa óeWaSlam- dò, ed egli alteramente rispose: Che nel
perla camerale, l'erezione àeUa Stampe' suo feudo era solo soggetto a Dio, ne ri-

ria Vaticana, il vacabile degli Jrchiviòó. conosceva Papa o altro principe tempo-
Notori, il collegio de'Notari di Campi' rale. Lo fece arrestare e ne die per istaf-
doglio, di cui anche a Senato Koma.no. fetla avviso a Sisto V,il quale ordinò che
Inoltre Sisto V per gli stessi bisogni creò in Roma si trattasse la causa del prepo-
nuovi Luoghi di Monte, altri ne riformò, tente feudatario. In questo tempo ebbe
assegnando rendilea chi ne faceva acqui- il Papa lettere di Pepoli inlerceltate e a
sto , e li dichiarai in tale articolo insie- lui sommamente ingiuriose, e dal proces-
me air uso che fece del denaro incassa- so risultò che avea posto in libertà il si-

to, giustificando la pontificia determina- cario tanto pernicioso all'ordine pubbli-


rione.ollre i milioni di scudi riposti inCrt- co. Condannato Pepoli da'giudicia mor-
stfl s. /angelo per gli straordinari bisogni te, ordinò Sisto V ni cardinale di proce-
della s. Sede, e secondo alcuni anche per dere contro di lui come a suddito libcl-
.(,2 SIS SIS
Iceieodi lesa maelà;ondemalgiail(ir;ip- ni, seiiameiile ammonì e minacciò, qua-
poggio dc'potenli Benlivoglio e d'Alfoii- lora non si pentisse per l'aulorità usiu''
solldncadi Fcirarn, gli fu mozzato il ca- [)ala alla giurisdizione ecclesiaslica ; non
pò non senza gran terrore di tutta Dolo- die le sue coslanli diligenze in f.ivore del
gna. Tuttavia volendo il Papa mostrare re e del regno di Francia, sono tutti te-
iili'amplissima casade'PepoIi cli'egli am- stimoni delle sue cure paterne co'principi
ministrava la giustizia, creò cardinale e colIaCliiesa,dellcquali scrivelungamen-
(iiiido fratello del decapitato. Restavano te il Tempesti. Con 4 utilissimi edilli or-
in Bologna a reprimere i Malvezzi di fa- dinòclie sirispettasserogli Ebreijche non
zione contraria a'Pe[>oli, e non meno di si dicessero scavi in Roma e fuori sen/.a
questi nocivi alla provincia per gare citta- licenza del governo, onde ripararealle ro-
dine.Aveano nel precedente pontificato vinecliecagiouavanoagliedifizieallestra-
impunemente incendiato molte campa- de; clieniuno trattenesse in ragionamen-
gnede'Bianchetti, onde il cardinal Salvia- li le monache alle porte o allegrate, per
tid'ordine di Sisto V intimò di risarcir- rimuovere gravissimi sconcerti, pe'quali
ne prontamente danni, altrimenti si sa-
i alcuni furono puniti coU'estrerao suppli-
rebbero tenuti ribelli. L'esempio di Pe- zio; finalmente per la nettezza delle stra-
poli fece ritirare alcuni Malvezzi a Firerj- de di Pvoma,sia pel suo decoro, sia per la

rimanendo Pirro intiepido a Bologna;


ze, sua salubrità. Pel buon regolamento dei-
ma questi chiamato in giudiziodal cardi- la disciplina ecclesiastica, in meno di due
naie per aver fatto ammazzare Bartolo- anni emanò 72 bolle. Indignato della
meo Bolognelti, uno de'cittadini più co- prammatica sui titoli onorifici prescritta
spleni, fu assalito da tanto timore che per da Fdippo li re di Spagna, se ne gravò
salvar la vita fuggì precipitosamente, e altamentecol suo ambasciatore Olivare?,
ilPapa lo dichiarò reo di lesa maestà. In e decretò la scomunica a que'cardinali che
mezzo a queste cure, non rallentò quelle ricevessero lettere senza V Illnsirlssimo e
in vantaggio de'principl stranieri e per la il Ueverendissimo, per cui il re dichiarò
chiesa universalejCome provano il tratta- non aver inteso di vietarli a'cardinali, ne
lo col re di Polonia pel conquisto della i titoli convenienti agli ambasciatori che
Moscovia, e il nunzio spedito per l'elezio- aveano luogo nella cappella pontificia.
ne del nuovo re Sigismondo HI, a cui poi Qui ricorderò, che a Roma nel riportare
inviò legato il cardinal Aldobraudini, per i senatori di Roma da lui creali, fra'qua-
far porre in liberlàMassimilianoarciduca li Pelicano di Macerala (che avendo mi-
d'Austria, locchè ottenne con la celebre gliorale le carceri Capitoline vi pose Io
j)ace; l'elezione del nuovo arcivescovo di stemma di Sisto V'), e Biondi di Montai-
Cesancon, ad onta di quel clero; le pre- lo, il i ."si astenne dal recarsi a dette cap-
lutu-e per appagare il senato svizzero, sul- pelle per contrastargli il luogogli amba-
la riforma alquanto eccessiva introdotta sciatori. Pretendendo il senato di /'e«e-
dal nunzioTricarico;quanlosi adopròper nominar l'iibbate di s. Cipriano
zia di di
impedire l'iniqua moi le della virtuosa re- Murano, si oppose l'inflessibile Sisto V
ginadi Scozia Maria Stuarda, eper ven- con tanta energia, che costrinse il senato
dicarla dopo seguila, commosso dalla let- con singoiar esempio a rivocar il decre-
terà che ricevè e scritta da quella, sagri- lato; onde il Papa ebbe a dire che il se-
ficaia dall'odio d'Elisabetta che scorna- nato veneto aveagli rubalo il cuore, e pò-
nicò, e prima di sua decapitazione, col- scia lo compiacque in luttociòche il Pa-
legandosi con Filippo II re di Spagna, pa domandò al medesimo, e s'interpose
che per altro con lettera di proprio pugno per la cessazione dell'ostilità fra la repub-
e da we ripoitala nell' urlicelo Sovra- blica e l'ordine Gerosolimitano, che a vi-
SIS SIS io3
cendn eransi catlniati grossi hnstimcnti, rjimse sino nlla lanterna o cupolino. A-
coinediirusainenlenaira Tempesti. ASa- vendo demolito il crollante Sellizonio, ne
voiA feci parola dello veilenza insorta tra impiegò in parlei mateiiaìi per la basilica
ilducaCarloEiiianuele I,pel Piacelo Re- Vaticana, e per la sua cappella di s. Ma-
gio exequa tur che preleiuleva porre sulle ria Maggiore. Alla chiesa ilnW Ospedale
bulle. INon scjlo a Lu>so, ma purea Ro- di s. Spirito eresse la facciata esterna. Nel
ma ragionai come Sisto V lofrenòcon lo- Palazzo apostolico faticano trasferì ove
devole praiD malica, ancliesulledoli e sui si Mova e nel locale da lui costruito la />/•

liiuerali. Avendo in tal guisa portalo ai blioteca f'alicana jiUeomb ó\ pi ture sto- t

sudditi immenso utile, delibierò di giova- richeei.scrizionijdellequali riparlai bLet-


re a tutti fedeli con dare egregia norma
i TERA e altrove, ne ai crebbe le rendite e i
per la spedizione più [ironia delle cause ministri, e la congiunse all'.r^rr/ià'/o del-
loro discusse in Roma, ed a qlle^lo fine la s. Sede: per maggioiornamento della
confermò e istituì le seguenti i 5 Congre- medesima biblioteca, vi collocò contigua
gazioni cardinalizie (ognuna delle qua- laStamperia P aticana, ove compì l'iiii-
li ha il suo articolo), riservando però alla piessione delle suddette opere di s. Am-
supiema autorità pontificia la conferma brogioe fece uscirnealliesagree classiche,
o la risoluzione delle cause e cose più gra- ed incominciando pure la pubblicazione
vi. Esse furono, e quasi tutte esistono, le óeWaBibhia corretta. iXelioslesso Palazzo
congregazioni dell'Inquisizione o s. Oflì- apostolico Faticano pnnc\p\ò il magni-
zio, dellaSegnatura di grazia, della Con- fico palazzo che di presente abitano i Pa-
cistoriale,sull'Abbondanza dello stato pa- pi, ed in esso quanto altro notai
vi fece

pale, de'Rili, per la Marina e armala na- a quell'articolo. Continuò il Palazzo a-


Ville* dell'I ntlice de'libri, del Concilio di posloUco Quirinale, e ne decorò la piaz-
Trento, per sollevargli aggravi di detto za confonteeco'due famosi colossi di mar-
stato, sull'Università romana o studi, pei mo che diconsi rappresentare Castore e
Regolari, pe' Vescovi, per le Strade, ponti Polluce,eda'2cavalli prese il nome il mon-
e acque, per la stamperia Vaticana da lui tee In piazza : ne parlai ne'vol. XLV 1II,[).
ristabilita, per le Consultazioni dello stalo 190, LUI, p. 3o. Sisto V
pare che abbia
pontificio, ossia di Consulta, Rimaicai a donata la Rosa r/ oro al santuario di Lo-

Sagro coiiecio, die per l'aumenlodi tali leto, certamente la regalò alla vedova di
congregazioni,iie'C'oAir/«/or/ notabilmen- Cosimo I, alla gtandiithe<?n di Toscana
te sì diminuì la trattazione degli afIari,con Cristina, e al marito Feidiuandol ex car-
vantaggio del decoro dovuto alla maestà dinale lo Stocco e berrettone benedetti.
papale,perchè talvolta alcunicardinali ec- Intanto Sisto V magnificoancheco'pa-
cederono i limili della moderazione in e- renti, andava aumentando loro gli onori
sporre il proprio parere, laonde ci vedo e le ricchezze. Al pronipote Michele Da-
un significante e utilissimo tratto di fino masceni Peietti, per le sue belle qualità
acume della mente del granPontefire, la di niente e di cuore, conferì la carica di
cui azione esecutiva d'alloia in poi ebbe governatore d'Ancona nel 5S'^,e 1 di Fer-
più lalitudme e indipendenza. Così Sisto mo nel 1589. '" quest'anno il Papa gli

\ fu benemerito de'successori, per l'au- comprò il mau'he«alo!d'lncisae la contea


mento (il esercizio dell'autorità papale, e diCalusio nelMoiiferrato per 187, Tioo scu-
!>uviana nel frenare i feiid.ilari tlie tanli di, e dal duca di Mantova che vendè que-
guai aveano dato a'*uoi picilecessori. \ e- gli stati, ne fece dare l'investitura cumu-
dendo Sisto V imperfetta la cupola della lativamente al cardinal Montalto oPeret-
Chiesa eli s. Pietro in l'alicano^ animo- li e al fratello Michele. Piìi considerabi-
so ne intraprese la mirabile erezione, che li ancora furono i beni slabili, che in lui
io4 SIS SIS
ricaddero per mezzo della sua ava mnfer- Ratti, col quale ancora procedo nelle no-
na d. Camilla, per la quale il Papa sem- tizie della famiglia Peretti. Rimarcai nel
pie conseivava il più tenero amore fra- voi. LV,p. 24o,che negli sposi eciiginiCo-
terno. OH re le donazioni memora te, d'an- lonna e Orsini, ed a riguardo di tali ma-
no in anno le andò facendo degli altri ac- trimoni, Sisto V perpetuò in loroene'di-
fjtiisti. Tali furono il castello della Lepri- scendonti la dignità di Princìpi asiistenti
gnana compralo per 3g,ooo scudi,! ca- alsogUo pontifìcio. Imperocché a tale ar-
sali di Palidoro, s. Angelo e Castel Lom- ticolo riportai prima e dopo di taleepoca |,

bardi per scudi 80,000, il casale di Tor- chi furono principi assistenti al soglio,
i

re in pietra per 70,000, il palazzo Com- anzi mi piace qui ricordare quanto fu pra-
mendone Borgo per scudi 18,000, al-
in ticato nel pontificato dell'immediato pre-
tro simile de'Mall'ei nel rione Pigna, mol- decessore Gregorio XIII, benché già fos-
te vigne, molti censi, e stabili di vario ge- sero assistenti al soglio i principi Colonna
nere. Mirandopoi Sisto Vallostabilimeo- edOrsini.Essendosi recato inRoma il mar-
to de'suoi pronipoti adottati nella di lui chesedel Vasto e Pescara, d'ordinediGre-
famiglia,sebbenenon dubitasse del l'amo- gorioXIIIebbeil (."luogoin cappella pon-
redi d. Camilla pe'medesimi, ebbe la cau- precedenza sul
tificia e nel soglio, anzi la

tela ch'ella istituisse suo erede universale duca Sora Giacomo Boncompagno fi-
di
IMichele in vigoredi legale testamento del glio del Papa. Il marchese del Vasto e Pe-
i58g, econaltra donazione inler vivose scara portò più volle lo strascico del Man-
perpetuofidecommissoa favore dello stes- to pontificale, somministrò al Papa l'ac-
so e suoi discendenti nel Sgo. Anche le 3 i qua per la Lavanda delle mani, sosten-
pronipoti di Sisto V, Orsina e Flavia, es- ne le Baldacchino sotto il quale
aste del
sendo venute in pregio d'ogni rara eccel- incedeva GregorioXllI,in una parola, e-
lenza, bellezza e virtù, unendo la seconda segui le funzioni tutte che spettanoal lai-

a tali doti singoiar perizia nel canto e nel co più nobile nella cappella pontificia. Le
suono, per ciò si sposarono a'personaggi quali notizie in dettaglio si ponno legge-
più cospicui di quel tempo. Flavia venne re negli antichiDi<tr/mss. esistenti nell'ar-
richiesta da due ardentissimi
in isposa chivio de'maestri delle ceremonie ponti-
competitori, VirginioOrsini duca diBrac- ficie, e mg." Cassina prefetto di essi nel
ciano, e il principe di Joinville primoge- pontificato diClemente XI, nel 1720 ne
nito del duca di Guisa. lli.°fu prescelto ricavò autentico estratto.Tanto cumulo
benché figlio di quel Paolo Giordano,che d'onorificenzee grandezze non alterarono
di tanto lutto e angoscie era stato cagione punto la virtù di d. Camilla, la quale si
a'Peretti, onded'uopo che d. Camilla
fu die tutta nel sovvenire i miseri, nell'eser-
facesse uso di sua virtù. Orsina la doman- citare la pietà: tra le benefattrici illustri
dò e ottenne JMarc'Antonio Colonna du- dell'ospedale dellaCorisolazione di R^oma
ca di Paliano e Tagliacozzo, gran conte- è registrato il suo nome per ulììci pietosi

stabile del regno di Napoli; e dipoi Orsi- e larghi sovvenimenti. R.iconoscendo Si-
na sposò in seconde nozze Muzio Sforza sto V la sua origine dalla nazionedalraati-
marchese di Caravaggio. Questi duplici nao illirica, restaurò da'fonda menti l'anti-
auspicatissimi sponsali furono celebrati ai co suo titolo di s. Girolamo de' Schiavo-
20 marzo 58q, con 80,000
1 scudi di do- ni, v'istituì la collegiata e ne dichiarò pa-
te per ciascuna, e altri 20,000 (id usiint troni il pronipote Michele e suoi discen-
domesttcnm, niundiimque ntuliebrem. La denti : di tutto meglio riparlai, anco pei
letizia del Papa, quella de'parenti, ma- i recenti abbellimenti, nel voi. LXll p. ,

gnifici doni, le poetiche composizioni, ac- 166 e seg.Ne fu benefattore anche il fra-
compagmuono quest'imenei: ne traila il tello cardinale e titolare della medesima,
-,

SIS SIS to'!

erigendovi contiguo un nttovo spedale. II ora essendo informali, che non è che an» •

re FrancialLnvìco 11! essenilosi [)aci-


(li hizione, f<)ndata sopra un falso pretesto,
ficaio colla lega, che eschuleva dallasua non sperate da noi nessuna [irotezione. 1:^
successione Enrico 111 redi INavnira co- Fra pensieri che
senz'altro, lo licenziò. i

me acattolico, ma credendo aspirarvi il occupavano Sisto V in questi e altri spi-


duca di Guisa lo fece uccidere, in uno al nosi all'ari, non lasciava egli di attender»;
fratellocardinaldi G«i.fr7j imprigionando alla soddisfazione del suo pensaremagua-
il cardinal di Borhone, l'arcivescovo di nimo. Fece collocare la Scala santa a-
Lione Pietro e altri. Sisto V ne fu estre- vnnti il santuario di Sancfa Sanclorunt
mamente addolorato, fulminò un lerrihi- e per la custodia vi formò il collegio Sisli-
le Monitorio contro il i-e perchè si pur- no composto del preposto, cappellani e al-
gasseda'delilli commessi, eallasua morte tri ministri con rendite, concedendone il

gli negò l'esequie nella cappella pontifi- padronato al pronipote INIichelee discen-
cia, perchè morto disuhbidiente al moni- denti. .Al citato articolo narrai, che il l*a-
torio. Avendo poi promesso il redi iVa- pa Pio IX,nvendo restaurato l'edilizio che
varrà d'ahiiu'are gli errori, il Papa si di- contiene tali santuari, e volendo aOidar-
spose a riconoscerlo col nome d'Enrico lo alla curaecustodia (\q Pa<;sionisli.co\-

I \ ,e spedì a Parigi per legalo il cardinal la bolla Decet Ronianuni Pontificeni, dei

Gaetani, con l'assegnamento di 100,000 i 3 giugno 853, presso il n.°i 9 del G/'or-
1 i

ducali,e 3oo,ooo in aiutodella lega, fin- naie di Rotnadi laieanno, previa laspou-
che non vedeva (|uale de'due parlili era tanca rinunzia e consenso dell'attuale pa-
il pili giusto, oltre rf.j,ooo scudi mensili trono del collegio Sislino, ducad. Loren-
per la guerra. Mentre in Roma era vi il zoSforza-Cesarini Peretli ]Montallo,so[i-
duca di Lucemhurgo spedilo da'principi presse il medesimo collegio. Inoltre il Pa-
del sangue che aveano acclamato Enrico pa dispose, che dalle rendite stabilite dal
IV, l'audace Olivares ambasciatore di predecessore pel collegio e culto del san-
Spagna, e perciò gran fautore della lega di tuario,si prelevasseroannui scudi 100 per
cui era capo Filippo II, chiesta udienza l'istituzioned'una cappellania obeneficio
a Sisto V, Che se non licenzia-
gli disse: ecclesiastico, con titolo di rettore all'in-
va da Roma
Lucemhurgo, e non isco-
il vestifoe l'obbligo della celebrazione e ap-
municava tulli gli aderenti del re di Na- plicazione d'una messa secondo ristiluzio-
varra, avea ordine dal suo re di dover fa- ne, in ogni domenica nella cappella, po-
relesue proteste. Adiratoil Papa, con tuo- tendola far celebrare anche da altri. La

no autorevole rispose: Che proleste? che nomina l'allrilmì al mentovalo duca e


proteste? Voi ollendcte la maestà del vo- suoi discendenti maschi, e da presentarsi
Siro re, che noi conosciamo quanto sia al cardinal vicario di Roma. Che ideiti
principe savio, e oQ'endete la maeslà no- patroni ricevessero dai religiosi passioni

slra. ... L'amore che portiamo al re Filip- sii ogni anno per la festa della Purifica-
poll,è la vostra fortuna; già m'intende- zione,una candela di cera bianca di 3 lib-
ici E con un balenar di ciglio, licenzian- bre, in memoria tlell'istiluzione di Sisto
dolo suonò il campanello. Intanto il re di V e dell'antico padronato. Dlchiaiòpure
Navarra riportò la celebre vittoria d'ipri il Papa, che il preposto, cappellani e chie-
contro onde l'IJlivares tornò al-
la lega, rici del soppresso collegio Sislino ritenes-
l'udienzadiSisto V,e gli presenlòle sup- sero i loro titoli e percepissero le rendile
pliche de'collegati, che imploravano soc- annesse a'ioro benefìzi, finche non fosse-
corso. Rispose il Papa: Cene, bene. Sin- ro provvcdutialtrimenli,dovend(W/j/«faf
che abbiamo creduto che la lega fosse per celebrare, celeraqueofTicin exercere per-
causa di religione, l'abbiaiuo fatto... ma ^ant. Come ancora il Papa conservò d li-

VOL. LXVI». 8
loG SIS SIS
tolo soinpllccmonle onorifico tli patrono sari II litorale pontificio, ed a chi ne af-

del santuario al duca ea'siioi discenden- filia) la ciuti e il comando. Leggo nei Fran-
li maschi primogeniti, esonerandoli dal- gipani, Istoria eli Ch'ilai'ecchia, che Si-

le ol>I)Iigaxioni incrcnli a'paironi. La no- ilo V ncIiliSB si portò in essa con nu-
mina peròdella cappellfii)ia obeiieficioec- meroso corteggio,ove benedì solennemen-
clesiaslico avrà luogo quando dalle prov- te le IO galere quivi fatte da lui fabbii-
viste ffodule da^rindividui dell'ex colle- care, e dopo lai benedizione ordinò che
gioSislino,pcr vacanze di quelli che le per- in Ijreve fossero equipaggiate e ai male,
cepivano, vi saranno disponibili annui riportando i versi co'quali lo celebrò un
scudi oo.FinaImenteilPa[)a Pio IX si ri-
I poeta. Visitò la città, e la fortezza di Giu-
servò a sua libera disposizione l'oratorio lio li, e comandò che si munisse la città
della confralcruila del ss.Sagramento del- dalla parteancor debole. Vi condusse l'ac-
la basilica Laleranense, e situato sotto la qua dolce, o riportò 1' antica |)e' vetusti
cappella di S.Lorenzo annesso al Saiicta condotti restaurati, per uso pubblico del-
Sanctnriim. I passionisli,consoaime elar- la fontana, e accomodò la darsena, come
gite dal Papa, vanno costruendo la casa ancora munì la fortezza di molli pezzi di
religiosa contigua. Si legge nel n.° 227 cannoni, facendo il simile alle galere pon-
di detto Giornale di Roma, che inoltre tificie. Considerando il Papa l'incomodo
Pio IX commise alj'egregio scultore Ja- e dispendio de'sudditi nel tragittare con
romano, l'esecuzione in marmo
cornetti barca il Tevere, per mancanza del ponte
delgruppo rappresentante il Cacio di rovinato nella via Flaminia sotto Olrico-
Giuda, nell'atto che questi lo imprime li e la Sabina ove ne riparlai, nel i 58g
sulla fronte del Salvatore, episodio terri- intraprese colla direzione del suo architet-
bile che dicesi finora non espresso in mar- to Fontana la fabbrica d'un ponte, al qua-
mo; e che poi si collocherà a piedi della le,sebbene lo compì Clemenle Vili, re-
Scala santa. Di piìi ne] Giornale dlRo' stò il suo nome, e si chiama Ponte Feli-
via del medesimo i853, si parla d' un ce: egli vi spese 4o>6oo scudi, e Clemen-
bell'avanzo dell'antico palazzo di Late- te Vili v'impiegò 36,o35 scudi. Perchè
l'ano con pavimento di musaico grandio- le Chiane d'O/c/e/o esalavano aria noci-
so, trovato presso il 2V/c///i/o e la Scala va e la camera apostolica vi dissipava i-
santa, oltre 8 monetine rare, 5 coniate nutilmente molto denaro, le vendè ad al-
in Pavia sotto Ottone 111 e s. Enrico II, cune comunità vicine per 82,000 scudi,
'lina deldoge Gradonico, altra di Cesare il qual prezzo destinò a fondare il Luogo
Pico li tinca di Mirandola e Concordia; di Monte detto Chiane pel frutto del
delle
e finalmente una di Sisto V con ritratto 6 per 100. Convien due che Sisto V eri-
e iscrizione, e nel jovescio s. Francesco gesse altri 4 ponti, perchè suole volgar-
che riceve lestinmiate: l'epigrafe Man- mente dirsi, che giltò 5 ponti, che innal-
tallo indica il luogo nella quale fu battu- zò 5 obelischi (veramente sono4), fece sca-
ta. Quesliealtri monumenti si trovarono turire 5 fontane, eresse ripristinò 5 u-
negli scavi eseguiti piessol'edifizio diSisto uiversilà (della romana ne fu assai bene-
Y, per gli accemiali lavori,dopo che pub- merito anche nell'edifizlo), pose 5 milio-
blicai l'articolo Scala santa, ove avendo oro in Castel s. Angelo, e
ni di scudi d'
citata questa biografia ponno servirgli di ordinò che non più di 5 cavalli o muli
appendice, colle altre posteriori notizie portassero a macinare il grano e condu-
qui raccolte. Già a Civitavecchia toccai cessero la farina a'forni, in di verse riunio-
quantoSisloV vioperò;eda]MARiivA pon- ni di tali animali, a'quali di recente sono
quanto spese per costruire in Civi-
tificia stali sostituiti r carri con due o tre cavalli.
ta vecchia 1 galere onde difendere da'cor- A Sezzec a Paludi Pontine raccontai che
SIS SIS 107
Sisto V (la religioso soleva dire essere ri- e l'opera avanzava con velocità stupen-
servalo a lui illoro prosciugamento, quin- da, per cui aveasi ragione di sperare che
dimetterne loro campi a coltura, e l'in-
i con immenso vantaggio pubblico sarebbe-
Imprese con successo, recandosi a visita- si condotta a fine l'ardua impresa, se una
re lavori e le nuove campagne in Tel-
i morte intempestiva non rapiva Sislo V,
tetri y Terracini, Piperno, Sczze e altri per la qua le si rallentò l'impegno degl'im-
propinqui luoghi del territorio Pontino, presari; luttavolta per molli anni dopo si
per le liete notizie che avea inteso de'fe- conservarono in buono slato terreni gii» i

condi risultati di sì grandiosa e utile im- ricuperati, efiuono per lungo tempo col-
presa. Vi si traltenneiS giorni, ne inco- tivati. Assalito Sisto Va'20 agosloi5go

raggi gli esecutori per la continuazione, da febbre, che medici stimarono terza-
i

ed usò con tulli maggiore li-gli alti della na, e non volendola egli curare, perchè
beralità e in ima maniera degna tli sovra- era solilo rispondere (come l'imperatore
no generoso; del che restano belle memo- Vespasiano e come Papa Paolo IV), che
rie nel libro della tesoreria segreta dal il principedee morire in piedi, o con Au-

I ')86 ali5f)o,come apprendo dal Nico- gusto (o uno degl'imperatori, che dev'es-
lai, De boni flcamenli delle terje Pontine. sere lo sfesso Vespasiano)ripeteva secon-
Questi rileva i vantaggi prodotti dalle o- do altri : Oportel inìperalorem stanteni
Iterazioni eseguite d'oi dine del Papa tan- mori. Però In terzana si camiMÒ in con-

to animoso, confutando il Leti che a que- tinua,onde suo malgrado fu costretto a


sto viaggio die per motivo polilico qual- guardarci! letto, nel quale dopo vari sve-
che conquista. Egli parli da Roma in let- nimenti mortali, assistitoda'cardinali Al-
tiga agli r t ottobre 589, e senza aver ti-
I dobrandini penitenziere maggiore,che gli
more dell'aria insalubre, che nel tempo somministrò sagraraenti il pronipote
i
,

tl'aulunno colà soleva essere pestifera, o- iMontallo, Pinelli e Giustiniani, in tefn[)o


gni giorno fece una scorsa a'siti paludosi, d'un orribile temporale di lampi, tuoni e
portandosi da se suoombrelloin mano; il pioggia dirottissima, rese l'anima al suo
e per minuto guardando tutto quello che Creatore, a'24 agosto al dire del p. Tem-
si faceva, e fermandosi in piedi ad osser- pesti, o a' 27 come vogliono maggior
la

varci lavori, proDiovevaa meraviglia l'o- [)arte degli autori, circa le ore 22 e d'an-
pera. Si vuole che si Uallenesse per mol- ni Gf). Il suo pontificalo e regno fu quello
teore vicino al nuovo canale ch'erasi for- della giustizia e della magnificenza, tale
mato, ed a cui fu imposto il nome di Si- cominciò e (ini : durò 5 anni, 4 niesi e 3
sto ,ne\\a possessione di Carrara, e che ivi giorni, ne'quali in 8 promozioni creò 33
alzala una trabacca passasse una notte, cardinali, e fra di essi 7 piceni oltre il ni-
donde il luogo venne volgarmente detto pote !Moiitallo;cioè .Xldobrandiiii di Fano
il'padiglione di Sisto J^.i^cl ritorno dai e poi Clemente Vili, Azzoliui fermano,
paesi Pontini fu ricevutoda'Caelani du- Galliosimano,Palloltadi Caldarola, Pier-
chi di Sermouetain Cisterna con ogni sor- benedetti camerinese,PetrocchinidiI\Ion-
ta dionore e di ossequio, e quindi si ri- telpare, Boccafuoco di Sarnanoe conven-
condusse sollecito a Roma. iS'on pare che tuale. Fu il i.°che mori nel palazzo Qui-
questa gita gli accelerasse la morte, per- rinale, e perciò il 1
.° i di cui Precordi fu-
chèessendovislatoallaccalo dalla febbre rono lumulati nella chiesa de'ss. Vincen-
terzana dovè tornarsene in lioma per zo e.Anastasio. IN ella noi le seguente fu por-
curarsi, ed alcuni dissero inesattamente lato il suo corpo in lettiga al Vaticano,
che fu cagione del termine di sua vita, il e quivi in piccola tomba sepolto in depo-
quale avvenne più tardi. Si continuò nel sito interino nella cappella ih s. Andrea,
diseccaiueuto con impegno ardeulissiuio, donde ucU'auuo scgucule a'20 agosto il
, (,8 S I S SIS
pronipolc cardinal Monlalto con sonino- pedirono 1* iiif;ime attentalo alcuni ma»
sissima ponjpn lo trasferì al superbo ino- gtinti romani, fra iqiiali si distinsero ma- i

miinentocheil Papaeiasi eiello nella sua rilidellepronipolidel Papa, Orsini e Co-


cappella Sistina in s. Maria Maggiore, e lorma al quale avca creato cardinale i!

del quale parlaianche a Sepolcro de'ro- congiunto Ascanio, avendo egli fallo al
MANI FoNTEFicij portando a vicendail ca- popolo una bella parlata. Come suole ac-
davere sulle loro spalle i canonici delle cadere alla morte de'Papi, quelli che a-
3 basiliche patriarcali. Abbiamo di Lai- veano maggiormente figurato sotto Sisto
do Catani, La pompa funerale falla dal V, furono bersaglio di persecuzioni, in-
cardinal Monlalto nella trasportazione clusivamente al celebre aichitelto Fon-
delle ossa di Sisto /^^ Roma 59 i i . V'in- tana. Nondimeno cardinali confermaro-
i

tervennero 39 cardinali, e presso il Tem- no in capitano geneialei! principe Miche-


pesti trovasi l'orazione funebre che vi fu le Perelti, e d. Camilla e gli altri parenti

recitala, da chi ricordai nel voi. XLIX, riceveiono dal popolo romano molle di-
p. 51 . ì:^ e Novendiali la pronunziò lo sles- mostrazioni d'alFelto; e la memoria slessa

so Caiani: OratiofunebrisSixtif^ P. M. del Papa, dopo quel primo e provocalo


hahitaRoinaeia basilica s. Pe//'/, Romae furore, divenne talmente cara a'romani,
1 590.11 suo monumento sepolcrale rap* che nonsi parlò che di lui e tutti ne pian-
presenta la pace da lui conclusa tra il re sero grave perdila, chiatnando fala-
la

di Polonia e l'arciduca d'Austria, le tan- lissimo giorno per Roma quello in cui ,

te sue opere di pubblico ornamento e di chiuse per sempre i suoi occhi, e nel qua-
Ijeneficenza, gli energici alti di giustizia le sembrò la natura prenderne parte col-

che posero fineal brigantaggiocheda tan- le intemperie in cui proruppe. Tuttora


ti anni desolava lo stato papale, e la re- presso i romani e le nazioni il suo no-
stituita pubblica quiete. Si può vedere l'i- me è gloriosamente ricordalo, e resterà
scrizione che fece pel suo tumulo il p. Si- sempre immortale. Sisto V era di robu-
los, Rlausolea /?o/7i.Po/2^. Ilcardinal Pe- sta e vivace complessione, di giusta sta-

retti pro-nipote fece incidere sulla di lui tura, il colore del suo volto non era del
tomba eh' era nato in Grottammare, ed tutto né bruno né macilente; l'aspet-
educato in Mollalto. Dopo la sua morte, to era grato e signorile, gli occhi vivaci
come rilevai a Roma, nel voi. LXin,p. e piccoli con pupille nere, e con ciglia i-

36 e in altri luoghi, fu empiamente ol- narcale è un po' grosse; la fronte spazio-


traggiala la sua gloriosa memoria! Alcuni sa e con qualche ruga, il naso eia bocca
fautori delia lega di Francia, fra i quali proporzionati, la barba folla,bianca e lun-

era capo il rammentato Olivares, aven- ga, conforme all'uso de'grandi di sua e-
do concitato per dispetto banditi di Na- i poca. Il Tempesti del suo ritrailo anco-
poli con incredibile temerità pretesero
,
ra fece più lunga descrizione, e vi com-
deporre Sisto V prima di sua morte, co- prese il politico e il virtuoso. Dice lo sto-
me eretico e fautore d'eretici,per a ver prò- rico de'Papi l'egregio gesuita Novaes, ci-
tetloEnrico IV Borbonej indi morto che tando Cercastel, Storia del cristianesimo:
fu sollevarono 5ooo plebei ad atterrare " Bisogna però confessare, che Sisto V do-
la statua che il senato e popolo romano vea essere dal popolo romano e da tutti
con giusta gratitudinegli aveano innalza- compianto, quanto lo dev'essereun buon
ta inCampidoglio,conqueU'iscrizione ri- padre. Egli a dispetto della sua nascita noa
portata da Novaes (ed ove aveafaltocol- seppe pensare cose mediocri, tutto in lui
locare i creduti trofei di Mario). Tale fu era grandezza d'animo,tullo costanza nel-
lo scandaloso e deplorabile tumulto, che la sua condotta. Era magnifico, splendido

con pena a istanza del sagro collegio jm- e liberale. Provvidegenerosameule di uf-
SIS SIS 109
Tizi i benemerili, di ricompensa i buoni li, Notizie intorno alla vera origine, pa-
uiiiii$trì,(Ji(.luli le zitelle, di limosi ne i po- tria e nascita del sommo Pontefice Sisto
veri, di Ospizio gl'invalidi , e di spedale /', Ripatransonei754. Ilorfei, P'arie i-
grinleimi. Era dotalo d'intelletto acuto scrizioni di Papa Sisto V disegnate e in-
e penetrante, di volontà fervida e intra- tt7gliatc,l\omai5S^. De Cesare, Fitadi
prendente, cose per l'ordinario le più dif- Sisto F, iVapoli 755. Compendio
I storico
ficili, di singoiar presenza di spirito, di me- della vita e gesta diSisto/",\eaez\a 1770.
moria tenace, mortai nemico del vizio, nel La sgraziala f^ita che di Sisto V fu pub-
conversare dolce e ameno, ma senza riso, blicala daGregorioLeli, vedesi tradotta in
dovendo parlare al pubblico era enfatico, francese da Giovanni le Fellettier eslam-
maestosoecloquente Usuo temperamen- pala nel iIj94- ^'iì* abbiamo altra edizio-
to era focoso, e perciò quando rimprove- ne di Bruxelles 1
7 1 7, V Histoire de la i'ie

rava adirato, sembrava clie fulminasse. du Pape Sixtecinquiime. Ognuno peral-


Mangiava e beveva assai parcamenle,e ve- tro sa, che il Leti per non niorir di fame,
stiva con poverlà, sebbene pulitissimo di a tutti ipotentati d'Europa vendè la sua
genio, ma negli abiti da usare in chiesa venale penna, e perciò tulle le sue opere
mantenne tal maestà preziosa, che il suo riempì di menzogne, d'inezie e d'inesat-
Triregno superava in beltà e valore tri- i tezze, come nella sua f^ila di Sisto K,
regni degli altriPapi.In quasi tutte lescien- che pubblicò sotto il uome anagrammu-
ze era a meraviglia versato,non alieno dal- tico di Geltio Ruggeri. Il p. m. Casimiro
le muse, e d'un incredibile cognizione del- Liborio Tempesti minorconventuale e se-
le filosofiche e teologiche facoltà. Insom- gretario generale dell'ordine, ri vendicò da
ma o Sisto V si consideri nel regolamen- quel famelico scrittore la gloria di Sisto V
to del suo privato, o nell'amministrazione luediante la Storia della vita e geste di
pubblica, o negli affari scabrosissimi ch'e- Sisto V sommo Pontefice dell'ordine dei
gli ebbe con diversi principi, si dovrà con- minori conventuali di s. Francesco, Ve-
venire, essere egli stato uno di quegli uo- nezia i 754. Il Colucci nel t. 3 i\it\V Anti-
i

mini rari che fannoonoreall'umanitàjche chità picene, pubblicò di d. Andrea Laz-


gloriosamente riempì l'enorme interval- zari d'Urbino: Elogio storico di Sisto f^
lo che si trova fra la capanna di suo pa- P.M. Nel 1843 fustatnpalaiu Fermo con
dre ed il trono del Vaticano, e che fu un note: Sisto V
, canzone di Francesco Pa-

de'sovrani piìi degni di regnare". Scrisse palini. Ora compirò le notizie de'di*icea-

il Vaccolini. » I nemici della Chiesa intin- denli di Sisto V. Questi fu un Papa de'più
sero stoltamente e lingua e penna nel fie- economi, e con breve pontificato e a fron-
le per denigrare anche un Sisto V; ma il te di tante grandiose imprese condotte a
sole è sempre sole, ed ogni nebbia dile- termine felicemente, lasciò ricca la came-
guasi al vivo lume " Il p. Bonanni, Nu- I ra apostolica e pingue l'erario papale. Pu-
ìiiisntata Poiif.,ó die le sue medaglie il- re la sua eredità deve essere stata mollo
lusliale, con importanti notizie sulle sue ragguardevole, poiché la sorella d. Camil-
ge>tee monumenti eretti; e lo Scilla trat- la che gli sopravvisse 5 anni, I si trovò a
ta di sue monete nella Notizia delle mo- portata d'acquistare nuovi stali ecospicui
nete jìonlifìcie. Nella Serie de coni dime- feudi. Comprò dagli Orsini il marchesato
dtiglie ponliflcic che si conservano nella di Mentana o Nomento nel 1594 e per
zecca di R.oma, se ne descrivono 14 degli 25o,oooscudi;da*Piccolominiduchid'A-
esistenti. I\Iolti scrittori dall' Oldoino in malfl neh 091 01594 comprò la città di

Ciacconio accennili, scrisseio le opere e le Veiiafro, baronia di Pescina&Và contea


la

lodi di Sisto V^ Mi limiterò a ricordarne di Celano: tulio con alUo testamento del
alcuui,oltrc i già cita li. Pietro AutuuiuGul- I 596 assùggellò al già fatto fidecoramis-
Ilo SIS SIS
so ìq favore del pronipote Michele, il qua- rico III. Wella Chiesa di s.'Susanna, à.
le in poco leuipodiveune onode'prinii ha- Camilla da'fondamenti la nobilissi-
rifece

roui iojiiuiii,e perchè ad essi ikjd avesse ma s. Lorenzo, facendo in es-


cappella di
a cetlere neppur ne'liloli, b'ili[)po III le sa traslerire con autorità pontificia cor- i

di Spagna e delle due Sicilie neli(io5 lo pi de'ss. Geuesio eLleulerio; di piti asse-

<lichiarò principe di Venafio che elevòa gnò un fondo per due cappellanie, e al-
piincipalo.Tanteonorilicenze e ricchezze quante doti per povere zitelle da distri-
così consideiabili, la parentela d'un Pa- buirsi nel giorno di s. Susanna, dichiarau-
pa che avea sapulo l'arsi rispellareda'piìi done patrono il nipote. 1 romani non so-
polenti della terra, procacciarono al prin- lo, ma altresì le provincie, specialmente
cipe d. Michele un vanlagyiosisbimoe non il Piceno, manifestarono in più circostaa-
iiieu decoroso ouUriuionio. Questo lo con- ze quanto l'avessero in onore, anche eoa
trasse egli con d.Margherita Ca vasio del- archi trionfali e donativi. Quando nel
la Souiaglia figlia unica ed ereditiera del 1 589 si recò in Fermo ricevè sontuose fe-
conte Alibnso di Milano, la cui eredità si ste, altrettanto fecero Loreto, Groltain-
teceascenderea 20 ono.scudi d'annua ren- mare, IMontalto, OifidajRipalransone, A-
che in pai te siasi conservata del
dila, sola scoli e altri luoghi. Molti scrittori le de-
pingue patrimonio Peretti,alaieno a tem- dicarono le loro opere, per averla a be-
po di Ratti che pubblicò l'opera nel i 795^, nefica mecenate. II cardinal A lessandroPe-
esalvandosidal general naufragio chesof- retti lasciò l'eredità al fratello, in uno al
fi irono tuttigli altri beni della casa di Si- padronato della sontuosa chiesa di s. An-

sto V, sia pervenutaa'dilui eredi Sforza- drea della Valle, ora (Xq Te a ti ni, da lui e.

Cesariiii.Fu perd. Margherita che lacon- edificala. Clemente Vili per restituzione
leadiCincionein Ispagna passione Sm't Ili ili cappello alla casa di Sisto V, creò car-

e poi negli Sforza. Ma d. ftlargherita do- dinale Andrea Baroni di Alontallo, che
po aver tatto padre d. Michele, di d. E'ran- parente de' /^c/e/^/ fu adottato nella fami-
cesco e di d. Maria Fel!ce,moiì, e non co- glia, ne assunsecognome e le armi, e la-
il

me vuole il p. Tempesti che dà per mo- sciò suoerede il Que-


principe d. Michele.
glie a d. JMichele una Savelli e ignorò la sti morì lasciando erede il figlio d. Fran-
seguente. Essendo ancora d. Michele in cesco, ma egli cedendo tutto alla sorella
verde età, nel 161 3 sposò Maria Cesi fi- Maria Felice, abbracciò lo stalo ecclesia-
glia del duca di Ceri d. Andrea, che gli stico e fu il cardinale Francesco Perelli
portò in dote 60,000 scudi, che per ste-
1 creato da Urbano Vili, onde la discen-
lilità si dovè restituire oltre il 4-° dolale. denza maschile terminò in lui: nel san-
Già d. Catudla d'anni 82 era morta nel tuariodi Gulloro, presso la /i/cc/rt, fondò
palazzo della Cancelleria ove abitava coi una cappellania, e il padronato lo dispo-
due'nipoti, fìnoda' i4higlioi6o5,e il ca- se per gli eredi.La sorella erasi maritata
davere fu trasferito, in forzadel testamen- col duca Bernardino Savelli, la quale nel
to fatto, dalla chiesa di s. Francesco a Ri- 1 656 per morte del fratello successea tut-

pa, nella cappella Sistina in s. Maria Mag- to lo splendido patrimonio Peretti, il qua-
giore, e tale fu il fine della celebre d. Ca- le passò alla di lei figlia d. INIargherita Sa-
milla Teretti, che sostenue couveniente- velli moglie dell'ultimo ducad. Giuliano
ineiite la dignità di sorella d'un Sisto V. Cesarini, e iu fine l'ereditò con quello dei
Alla morte di questi, larepubblica di Ve- Cesarini i nobilissimi iS/b/'Ztìf. Quando io
nezia le avea scritta lettera dicondoglian- questa eccelsa casa entrò il patrimonio Pe-
za, ed in gran considerazione fu tenuta dai retti già era dilapidato : il marchesato
J^api UibanoVIl e Clemente Vili, non d'Incisa e di Nomento, la contea di Cela-
the dalla re^^iua di Francia vedova d'ijU- uo e di Calusio, il principiato di Venafro,
.

SIS S I U III
la baronia di Pescina, e tante altre possi- Donato esiliato nel 4^4 ^^ Uunerico re
tlciize di Roma e fuori, tutto era stato a- de' vandali; Oltato che trovossi al conci-
lietiato; ed anco la superba fUlLi Montai- lio di Cartagine nel 523. Movce\ì\, Afr.
lo di Roma, come pure la /'ilLi Taver- dir. Sitifi, Sillfen, ora è un titolo ar-
1. 1 .

na, e la t-'iUa Ulonlallo, che descrissi a civescovile in partibns che conferisce il


Frascati. I suddetti beni soltanto ei pa- Papa, ed ha per sudraganei simili titoli i

dronati ecclesiastici rimasero,efjuesti ul- vescovilidi Macra, Ippa,e Lcsvila o Leu-


timi furono molti e onorifici, i principali sita.

avendoli accennati di sopra. Essi appar- SlUNIA o SIUNIR. Sede arcivesco-


tengono, come il gran cognome Feretti vile in parlihus i\.c\ Patriarcato armeno
Rlonlalto e lostemma, all'attuale e no- (f^.) nell'Armenia maggiore, che confe-
minato duca Lorenzo Sforza Cesarmi. s. Sede agli abbati generali dei
risce la
Vacò la s. Chiesa i8 giorni. monaci benedettini antoniani armeui^l/e-
SISTO, Cardinale. V. s. Sisto ili diitarisli (^.), nel quale articolo ripor-
Papa. tai che perciò n' è fregiato attualmente

SlSTROiNI A. Sede vescovile dellaNii- mg.rGiorgio Murmuz, edelie decorazioni


inidia neir Africa occidentale , sotto la Cfiueslri a lui conferite, risiedendo in Ve-
metropoli di Cirta Giulia, il cui vescovo nezia nel monaslerodell'isoladis. Lazzaro
Adeodato fu esilialo nel 4^4 'J*^ Unneri- di sua congregazione,per ordinare nel rito
co re de' vandali, per avere ricusato sot- armeno giovani monaci della
i stessa con-
toscrivere le proposizioni erronee de'do- gregazione e dimoranti nel medesimo. Da
natisti, proposte \iella conferenza di Car- un documento della congregazione con-
tagine. Murcelli, Afr. dir. 1. 1 cistoriale rilevo, che ad istanza de' mo-
SITEN, Silcnsis, Siiae. Sede vescovi- naci tncchitarisli esistenti nella detta iso-
le d'Alrica nella provincia della Mauri- la, incominciò Pio VII a promuovere al-
tiana Cesariense, sotto la metropoli di la dignità arcivescovile e a questo titolo
Giulia.Ne furono vescovi Saturno dona- in partibus l'abbate generale della me-
che intervenne alla conferenza di
tista, desima congregazione monastica per le
Cartagine nel 4' ', e Reparato cattolico dette ordinazioni; interpellato il patriar-
esiliato nel 4^4''"' rede'vandali Unne- ca di Venezia dal cardinal prefello dell.i
rico. IMorcelli, Afr. dir. t. i. congregazionedi propaganda ^/(/e^ il pre-
SITI FI, Sitiplia, Sitifis. Sede arcive- lato fu favorevolissimo all'introduzione
scovile dell'Africa occidentale, nella pro- di questa dignità nella sua diocesi patriar-
vincia ecclesiastica della Mauritiaua di cale, laondecon biglietto dei cai'dinal [>re-
Sitili o Silifeiise, di cui nel secolo V di- felto a mg.i" Lacchini uditore del Papa
venne metropoli, con 4^ sedi vescovili gli fu assegnato il titolo arcivescovile ri-

per sulfraganee, che si ponuo leggere in chiesto, previ tulli i necessari atti per la
Coiuuianvilie, nell' ///.?/. de lous les tir- proposizione in concistoro, dovendosene
dieveschtz. Sitili o Setifl è una città di (juindi S[)edire il breve di provvista. La
Rarbarianel regno d'Algeri, 2 j leghe al pratica sino allora uxita dalla s. Sede, era
sud-ovest di Cuslanlina. Divenne celebre di doversi spedii e la bolla in seguito del-
nel medio evo, per la resistenza ostinata la proposizione Iella dal Papa in conci-
che oppose a saraceni. In mezzo alla città sloro, e non il breve che solo si spedisce
sonovi fontane, che danno inrac(|ua ab- per le provviste de'vocovati litolari ac-
bondantissima. Si conoscono vescovi, Se- i cordati dal Papa per la congregazione di
vero di cui fa menzione s. Agostino nel- propaganda a'vicari apostolici. E con ciò
la lettera a \ iltoriano; Novato che tro- è da iiIcvai>É, che qticslo fu il pi imo e-
vossì alla conferenza diCarlagiue nel j i i; scu)pio the il Papa concesse uu titolo ri
iia SIU Sl V
pariihui ìri/ùk'liurn, quale fu questo ar- nia fu decoiaio col litolodi metropolita,
civescovile di Siuna per apostolico Ijie- e gli fu accordato il i.° posto d(q)u d pa-
vCjdopo d'aver fatto il consueto processo triarca di Eziniazin o Ecimiazin; e non
e stampata la solita proposizione, la qua- siradunava concilio provinciale o nazio-
le Pio VII Jessenelconcistoro de'28 mag- nale, né si poteva consagrare patriarca
hici 8o4, e fu fatta in prevenzione la pro- armeno, senza la di lui assistenza. Egli
fessione di fede prescritta con particola- avea inoltre il privilegio di farsi portare
le foiinola agli orientali da Urbano Vili avanti la croce eretta sopra un globo d'o-
avanti il dello mg. l'uditore. Questa dun- ro, ed avea il titolo di 2'eolimo e di Pa-
que fu la I / volta, che dopo fatti lutti gli dre spiriluale. Trovo nel p. Le Quien,
alti preliminari alla spedizione delle bol- Oriens chr. 1. 1 , p. 1 444» che vescovi di i

le, invece si ordinò dal Papa la spedizio- Siunia presero in seguilo il titolo di ar-
ue del breve. L'armena provincia e dio- civescovi, esi conosconoSlefauo contem-

cesi di Siunia è situata nella parte orien- poraneo Papcheno, patriarca d'Arme-
di
tale del celebre monte Ararat, del quale nia, ed Orbelo di cui fa menzione il pa-
riparlai all'articolo Sirace. Il principato triarca Gregorio V in una delle sue let-
di questa provincia ebbe principio circa tere ad Aitone re d'Armenia.
2000 anni avanti l'era nostra, ed aven- SIYIAP.DO o SEVARDO(s.),abbale.
do prodotto molti eroi, fu rispettato sem- Nacque a Dabien nel Maine, suo padre
pre non solo dagli armeni, ma anco dal» chiamavasi Sigeramo e la madre Adda,
le altre nazioni. Ed è perciò che al prin- i quali lo fecero educare nelle scienze e
cipe di Siunia fu accordato il privilegio nelle massime della pietà. Abbandonato
di aver soglio o trono di argento, e di il secolo, si consagrò a Dio nel monaste-
portare una piccola striscia o piccola ban- ro di Anille o di s. Calais, di cui diven-
da al cappello tessuta di perle, anello con ne abbate, e vi praticò lutti i doveri di
lettere grossissime, calzari o coturni ros- buon anno 8.° del
superiore. IMori nell'
si, e scettro d'oro col nome e titoli del- re Teodorico Ilio Teodorico lV,cioè nel
la tribia scritti sulmedesimo. In seguilo 681 o nel 728. La sua festa è riportata
e nel secolo X ebbe pure il titolo di re. ili. "di marzo.
I! principato terminò neh 166, dopo 196 SIVIGLIA [Hhpalen). Città con re-
anni di regno, essendo stato il paese de- sidenza arci vescovile nella Spagna, capo-
vastato da'tartari sotto il principe Lang- luogo della provincia del suo nome, a 24
lamur. Questa provincia fu lai. Ricon- leghe da Cadice, 44 <^'^ Granata e 86 da
vertirsi al cristianesimo per la predica- JMadrid, in vasta pianura, fertile e delle
zione di s. Barlolotneo apostolo, quindi pillamene, sulla sponda sinistra delGua-
\euue cìùenualaprolofedele.Neì ristabili- dalquivir, che si traversa sopra un ponte
tnento del cristianesimo nelT Armenia di battelli che mena al ricco sobborgo di
per mezzo di s. Gregorio Illuminatore, il Triana sulla riva dritta. La marea si fa
principe di Siunia fu quello che ricevè da sentire a Si viglia, cotnechè questa sia lon-
lui il battesimo insieme col re Tiridate tana 3o leghe dalla costa. 1 bastimenti
II, e con questi e s. Gregorio si recò in di ! 5o Guadalqui-
tonnellate risalgono il

Roma da Papa s. Silvestro I. La provin- vir da s. Lucardi Darameda, alla sua im-
cia e diocesi di Siunia si distinse partico- boccatura nell' Oceano sino a Siviiilia.
o
larmente nelle scienze ecclesiastiche, e Questa città, la più grande del regno di
diede molli valenti scrittori in quelle ma- Spagna (f^^.) dopo la capitale, tra fiorenti
terie; quindi è che la sede di Siunia fu e ubertosecampagne,è residenza di un'u-
sempre venerata, ed a'tempi di ISersetc dienza regia ossia corte suprema per le
ilGraude nei lY secolo, il vescovo di Si u- Provincie di Siviglia e Cadice,del gapitauo
1

SIV SIV 1 3
generale deirAudcilusia e ilelle piiinarie dome di belli marmi, pittm'e e altre de-
liu lu figura d'un
aulorìtà della pi-oviiicìo; corazioni, con giardini deliziosi. Si conta-
esagono irregolare di circa una Ioga ei/3 no pili di 3ofjntane pubbliche, non com-
tli arcuilo, uou compresi i c) sobborghi prese (pjelle che adornano i passeggi e gli

che la circondano e loiuiiuio una linea di edilizi pubblici, e delle (juali ponno gli

circonvallazione di 4 leghe e iji ; essen- abilunli far uso. iXel i oi dine degli edi-
do le mura a merli da cui è cinta, e che si lizi notabili collocasi la celeberrima cat-
allribuiscono aOiulioCesare.slate in gran tedrale, magnifico monumento primario
parte riparale in più tempi, anco da'goli di stile gotico, principiato nel i 4o i nel
i; mori, fiancheggiale daiGG torri della sito d'un'anlica moschea, e terminato nel
medesima coslrnziuueeapeite da 5 i [)or- 1 j I o; ammirasi il grandioso della siiaar-
le, la più bella delle quali, (|uell.i diTria- chilcltma e gli ornamenti di scnllura e

vd o arco Irionfale, va adorna di 4 colon- pitlura.Cìli sorge dappresso famosa tor-


la

ne doriche e coronata da un attico; Tab ce Giralda costruita sino a 5 settimi di sua


tra tra le principali e delta di s. Ferdi- altezza nell'annui eoo da'mori, per servi-
Uiindo, fu danneggiala nel terremoto del re d'osservatorio, e che nel secolo XVI è
1 8 6. I sobboighi vastissimi sono quelli
I stata portala all'elevazione di 820,0 co-
di llumeros, Cesleria, Baratillo, Carre- me vogliono altri 3G4 piedi, conipresa la

teria, Rosolana, s. Dernardo, s. Hocco, statua di bronzo dorala posata sopra un


Mucarena eTriana; il (jual ullimo,di no- globo dello stesso metallo e che rappre-
nie romano, è il più esteso e meglio po- senta la Fede trionfante, e perciò si ritiene
polato di tulli: situato sulla sponda de- il f ibbricalo più allo di tutta la penisola :

stra del fiume, non comunica culla città contienequesta tori ea jcam|)ane che suo-
se non per n)ezzo del detto ponte. Que- nandosi a (està rendono un'armonia niera-
sto sobborgo e quelli d'Alcalà si ponno vigliosa, allequali si giunge perundulcis-
paragonare alle città per ampiezza e bel- .simo declivio, ed un bell'orologio; dal glo-

lezza delle loro chiese, fontane, passeg- bo immenso che lacoiona godesi d'una vi-
gi ed eleganza di case. Tali sobborghi si sta som matnenle eslesa e tra le più pittore-
estendono sulle 4 principali strade che sche; si ascende agevolmente alla sommi-
conducono a Siviglia, la quale racchiude tà mediante comoda cordonala anche a
monumenti del più alto interesse e della cavallo.Questa chiesa metropolitana, am-
uiùcuriosaarchitettura pe'stupendi avan- pia e magnifica, è dedicata alla B. Ver-
zi lemonumentali me-
della moresca,oltre gine, ricca di preziosi utensili sagri, con
morie del dominio romano. ContieneSi vi- cura d'anime amministrate da un ca[)-

glia moltissime piazze pubbliche e vie che pellnno nominato dal capitolo, ed ha il

\anno migliorandosi. Tra le piazze prin- ballisterio: tra le reliquie è in gran vene-
cipali, vanno distinte quelle della Lonja razione il corpo di s. Ferdinando III re
ossia della Borsa, Tallra dell' Ostello di di Leone e di Castiglia. Il capitolo secon-
città, decorala d'una bella fonlana,e quel- do l'ultima proposizione concistoriale si
le dell'arsenale. Le case sono bene edi- componeva di dignità e la maggiore
i i

ficate sul gusto moresco, il che dà alle vie il decano, colle due prebende del teologo

un aspello ma comodis-
piuttosto triste; e penitenziere, el'usodella mitra nelle so-
sinjo n'è l'uiterno, amenissimo e bene a- lennità, di 4o canonici, viginti integrisi
dattatu al clima: gli appartamenti stan- ac loliderii mediis ralionaiiis , non che
no sopra una galleria che sorge intorno cappellani, preti e chierici pel servigio di-
a una corte, in mezzo alla quale elevasi vino. In vigore del concorilato del i85i
una fontana a rinfrescare l'atmosfera; fu stabilito il capitolo di 28 capitolari e

jiarecchiu di tali cusc buuu iiccamculc a- di 22 bcnciiciati, oltre la dignità del cap^

IC(J!>^rrvairvi, ri^r
ii4 siv siv
pelliiiiomiiggioredis. FerdiiiaiKÌoIII.Pel giiie del giiiMInre beatissimo de' .santi in
iiicdesimo concordalo fniono assegnate cielo, fra icori degli angeli, alla presenza
per Millraganeedeirarcive.scovolesedi ve- del Santo de'sanli. Finita la danza, i lan-
scoviliditV///rtm(acni (li nnita ^.Ci ìsiofo- ciiilli si [)roslrano ili bel nuovoginoccljio-
rocon vcscovoausdiario), Cordova, Cadi- ni dinanzi al ss. Sagratnento, e si dù eoa
ce e Pace. Prima erano Cadice, Canarie, esso la benedizionesolenne, Sniennissimti
Centa, Malaga, TenerilFe o s. Cristofuro. è la processione del Corpus Domini, che
Più anticamente fuiono sn'Iraganei del rende la piazza della cattedrale splendi-
metropolitano di Siviglia vescovi di Tal- i da e sorprendente. Tale è l'i <nn»enso con-
ta, ìNiebla, Ecija, Cadice, IMedina Sido- corso degli spagnnoli, anche di lontane
ma, Gnadix, Bueza, iMaga^tra, Cabra, Sa- parti, e degli stranieri, che conviene tal-
laria, tutti vescovati istituiti nel VI seco- volta respingerli alle porte della città,
lo, tranne IMedina e Guadix fondati nel Tutleie principali slradeove passa la prò-
V. JXun molto distante dalla cattedrale, cessione sono ornaledelle piii bclleerio-
è il grande e decente palazzo aicivesco- che tappezzerie, sfoggiando i balconi nel
vile. Per i'abbondanzaesqnisitezzadel ce- maggior lusso di stolFe. Alla lesta della
lebre tabacco di Siviglia, Urbano Vili ai processione è portata la gran bandiera
3o gennaio 642 fulminò I la scomunica a della cattedrale con asta d'oro, e sul drap-
cluunque lo prendeva in questa sontuo- pò è rappresentata la Cena del Signore,
sa cattedrale, perchè era divenuta tutta Quindi viene la grandiosa macchina in
sporca per tale abuso. Questo pontificio forma della torre Giralda, colle due ss,
rigore fu in riflesso di essere la metro[)o- Vergini pallone della città che stanno in
lilana di Siviglia la piL» bella per strut- atto di sorreggerla, rammentando il prò-
tura e [)er magnificenza di tutte le cliie- digio ricevuto da essa a loro intercessio-
se ili Spagna. Nel l.xi della Ci\'illà cai- ne nel terremoto deli ySo che desolò la
tolicaa p. 4o3, si legge una singolare ce- Spagna. La macchina è poi tata daiGuo-
lemunia ecclesiastica che ha luogo nella mini in costume spaglinolo, ed intorno
metropolitana due volle l'anno, cioè nei danzano de'fanciulli vestili da paggi, cna-
3 ultimi giorni di carnevale e in luttal'S.» lancio le laudi eaccompagnantlosi col suo-
del ss. Sagramento, innanzi a questo e no delle naci;liere. Dipoi segue il sontuo-
meiitre i canonici stanno terminando ve- so tabernacolo d'argento massiccio col ss.

S[)ero in coro. Dieci fanciulli vestiti eie- Sagrainento, e lavoralo di cesellature le


ganlemenle da paggi, alla presenza pure pii^is(|iiisite. Accompagnano la pompa sa-
dell'arcivescovo, coll'accompagnamenlo gra parecchi giovani vestili coU'anlico co-
dell'orcheslra dopo aver venerato il ss.
, stume nazionale, e facendo bella coi'ona
Sagramento, si cuoprono col cappello, e al clero vestito di preziosi paramenti:
divisi in due schiere e presisi per aiauo chiudesi la processione da un popolo in-
incominciano cantando una danza lenta, numerabile, che canta e salmeggia al suo-
grave e figurata, che producetoslo su tut- nodi nacchere. Le chiese parrocchiali
li gli aslanii, clero e popolo, una vivissi- della città sono 2?, tutte munite del sa-
tua impressione, un entusiasmo frenato grò Ionie, vi è la collegiata del ss. Sal-
dallariverenza.Dipoiripreso ilballoeuon valore, molte confraternite, 20 mona-
tenendosi pili per mano, ma agitando fra steri e conventi di religioseedi monache,
le dita le nacchere, e col vivace croccar diversi ospedali, collegi e seminari. Inol-
ili queste accompagnandogli armonici tre vi sono parecchi stabilimenti benefi-
movimenli della voce e del ballo, cresce ci e letterari, ospizi pe'convaleseenli, pei
in tulli gli spaglinoli la gioia, l'entusiasmo, preti e pe' vecchi d'ambo i sessi, pe'trova-
rcslasi. Quella scena secubia un' imma- lelli, pe'pazzi, periuaritare e dotare zitel-
1

S V S I V 1 1 j

le poveie,perdislribuuesoccorsi adorni- fu Irasferito prima oella caltcìhiile di


cilio, case di reclusione per le donne. Nel s. Domingo, e poi in (piella d'Avana o s.

i5()2 la s. Sede Ibiidò in Siviglia il col- Ciistufuro capitale dell'isola di Cuba da


legio di s. Gregorio I per gl'inglesi e le lui scuperla. Altri principali edilizi so-
Diissioni d'ingliilterrn, sotto la direzione no: l'antica Certosa sulla sponda destra
de'gesuili. In principio poteva nianlene- del Guadalquivir, riinarcabdc precipua-
re Go alunni, quindi tu dotato dalla pia mente pe'qnaclri de' primi maestri spa-
munilìcenza de'i e di Spagna. Decaduto il gnuoli che decorano la chiesa e per uà
collegio, e ridoni gli alunni a 7, se ne par- gran numero di mausolei arricchiti di
tirono. Chiuso il collegio per 20 anni, la uìarmi preziosi, statnee bassorilievi di la-
riaperto per gl'irlandesi, i (juali però non voro perfetto; il monastero di s. Guola-
potendoassuefarsia'cibied alclima,! beni mo, chiamato di Ducna- f^ista stante la
l'urono riuniti alcollegio inglesedi Valla- bellezza della sua veduta, raccomandasi
dolid.Traglislabilimentid'istruzioneeu- per l'eleganza dell'architettura e per una.
lililàpubblica,vi è l'università fondata nel infinità d'ornamenti di buon gusto e di
i5o2 dalcan. Uodrigo Fcrnandez, e che pitture, e soprattutto per la famosa sta-

produsse più uomini celebri, il collegio di tua di Girolamo del Torregiani, con-
s.

s. Tommaso pegli ecclesiastici, quello di siderata un capolavoro; l'ospedale della


umanità, di farmacia, due scuole di ma- Sangre, vasto monumento costruito nel
tematiche donde sono usciti eccellenti al- secolo XVI; l'Alcazar, antico palazzo ilei

lievi, tra gli altri D. J. Isidoro Morales, re mori, non meno amn^irabile dell'Al-
una cattedra d'agricoltura, una scuola di liaad>ra di Granata, siccome fabbricato
belle arti, e diverse di latinità, scuole ili con araba magnilicenza ricercala, e elio
navigazione, d'artii^lieria, di marina del- racchiutle belle corti con fontane, galle-
ta di s. Telmo. Possieile questa cospicua rie di marmo, in una delle quali si è rac-
città parecchie corporazioni letterarie che colta una preziosa collezione d'antichità
pubblicano memorie, come il grande col- greche e romane, bagni, come anco giar-
legio Maese-liodrigo, la società di medi- dini deliziosi che m primavera servono di
cina e di scienze naturali, l'accademia di pubblico passeggio; l'oslello di città, aii-

helle lettere, e la società economica; due tico edifizio d'architettura bellissima; la


biblioteche pubbliche, cioè della città e Lonja o Borsa, opera di Juan de IJerre-
del clero, questa a[>pellala Colombina pev ra, che fece un felice misto degli ordini
essere stata originariamente donata da dorico e jonico,ove si conservanogli ar-
Ferdinando Colombo figlio dell'immor- chivi degli antichi navigatori spagntio-
tale Cristoforo. Alcuni riferiscono e pie- li, sì rinomati nella stona delle scoperte
tendono mostrarsi ancora in Siviglia la aiarittinie; il fibbricato della manilallu-

casa ove moiiCrisloforo; sarà forse meglio ra di tabacco, il massiiuoili Siviglia, co-
li ritenere, quella ove abitò per qualche struitodopo la melii del secolo passato da
tempo. Imperocché, memorp.bile esem- Carlo 111, di stile semplice e oltinjo gu-
pio dell'uicostanza del favore popolare e sto; lachiesade'cappuccini, dove si osser-
ile' come dell' instalViliti delle
principi, vano molti quadri de'[)iìi belli di Muril-
grandezze umane, rifinito dalle fatiche lo,esculturede'niigliori maestri; la chie-
gloriose per aver dato un nuovo mondo sa dell'ospedale della Carità che contiene
alla Spagna {f.), e dall' ingratitudine 8 (piadri dello stesso pennello; «piella ilei
provocata dall'invidiacdalla gelosia, mo- domenicani, nella (|uale ammirasi parec-
ri nel 5o6 in Valladolid. Il suo corpo,
1 chic belle pitture di Zurbaran, e statue
comedis^i ad AMEnif;\ fu tr.isportalo nel- d'un lavoro prezioso, tra le altre quella
la chiesa de'certosim di Siviglia, donde di s. Duiucuico, eseguita da J. M.atiucz
1.6 SIV SIV
Rlonlaqiics; il palazzo arcivescovile, quel- glia 16,000 telai di manifatture seriche, le
lo della ragione, la dogana, l'ai senale, la quali nel 1797 si lidussero a 23oo! Vi si

zecca, e il palazzo dc'duciii di Mediuace- f'aljbiicavanopurepanniassai belli, fabbri-

li, bell'edilizio cliianialo casa di Pilato, cazione poi ridotta a panni grossi. Sono-
per essere sialo fabbricatosul modello di vi inoltre nuiuerose fabbriche di cappelli

quello che credesi stato abitalo da quel comuni, di bellissimi pettini, di tela iuce-

governalore di Genisaleuuiie, e che va rata e ricercata, e di altre cosecoine il cuo-


adorno di statue e colonne preziosamen- io, i marroccliini, e alcune manifatture di
tclavorate, non raenoche di giardini ma- maiolica. 11 governo vi stabili una regia
gnifici. Tra i monumenti antichi si fa di- manifattura di tabacco, la principale di

stinguere la torre d'oro attribuita a Giù- Spagna, che impiega quasi 3ooo persone;
lio Cesare, probabdiuente innalzata adi- la fonderia di cannoni, e la manifattura
fesa del {lume, e composta di 3 corpi di di polvere sulfurea. Lo stabilmiento del-
Jiabbrica di fìguiaoltagona,e l'acquedot- la zecca risale a'primi tempi della couqui-
toroniano denominato loiCnguos de Car- sta; grandissima ne fu l'attività dopo la

mona, che ha4ioarchi e conduce in cit- scoperta dell'America; a piedi della torre
là le acque di sorgenti lontane una buo- d' oro sbarcavano i preziosi metalli del
Da lega eip, indi restaurato da' mori e ]Messico e del Perù per convertirli in pia-
dagli spagnuoli. Due colonne sulle quali streo in doppie da 4; ma dopo l'indipeii-
vedonsi posate leslatued'EicoleediGiu- deiiza delle colonie spagnuole, i lavoriso-
lio Cesare, e che credolI^i avanzi d'un an- no di poco momeiito;non bai te questa zec-
lico tempio d'Ercole, danno ingresso ad ca che monete d'oro e d'argento. Alcun
lui grande e bel passeggio, decorato da tempo dopo l'espulsione de'mori, il coui-
6 fontane di disegno diverso, e la cui u- mercio di Siviglia ripigliò molto splendo-
scita è segnata da due altre colonne di re, omle questa città divenne in qualche
costruzione moderna, ciascuna sormonta- modo il centro del trallicoe delle ricchez-
ta (la una Ijgura di lione: parecchi altri ze della Spagna, e dopo la detta scoper-
passeggiluiigoil fiume, tra gli altriquel- ta del Nuovo Continente ebbe ella sola il
lo del Salon e di Bellaflor, l'ultimo dei monopolio di quella parte del mondo col
quali ha 3 leghe d'estensione, concorro- regno; ma al principio del secolo XVllI
no a rendere piacevolissimo il soggiorno Filippo V lo trasferì a Cadice, stante l'iin-
diquestacillà. L'industria di Siviglia, an* possibilità in cui trovavansi i bastimenti
ticainente fra le piia floridissime, e sem- grossi di navigjre sul Guadalquivir, es-
])re stata in decadenzadopo il secolo scudo quelli che pescano più dito piedi
XYll, verso metà del seguente pareva
la d'acqua costretti a fermarsi 3 leghe sot-
che riprendesse maggiore attività, e nel to Siviglia, ed maggiori a restarsene a
i

1
779 vi si conlavano 23 8 telari di se- i s. Lucar alla foce del fiume; la quale tra-

lerie e ricchi drappi ch'erano la princi- slazione portò un colpo mortale al coin-
pale sua fabbricazione,ma dopo quel tem- mei ciò di questa città, e quantunque Car-
po concorsero diverse cause a sminuirne lo III volle ridonargli l'attivila col leii-
piodigiosamente il numero, sicché da ul- dei lo indipendente da Cadice, ed accor-
timo sembra che fossero 160 e più. V^era- dandogli la libertà di tenere relazioni col-
mente non si sa a quale geografo propen- le colonie, non ha potuto che debolmen-
dere, nella disparità enormedelle loro ci- le rialzarsi. Altri geografi invece narrano,
he, trovandosi un compdalo'C in conflit- cheera un teuqjo il fiume navigabile au-
to continuo colle loro contraddittorie as- che pe'grossi bastimenti fino alla sua spiag
serzioni; dappoiché scrivono altri, che in già, maoraaiD leghe di distanza convie-
tcmpo della sua pro>perilà coniava Sivi- ne scaricare le merci su piccoli ballelli. Nei
S I V S I V 117
prioii anni del secolo coi renle In coinpn- possono fare nsceiulerc a circa 100,000;
gniaclel Guadalquivir diede al tmllii^o un in)peroccl)c delia grande città di Siviglia
po' più d'energia e attivila, introducendo è volgare il proverbio spagnuolo: Chi noti
sul iìumela navigazionea vnpore,per nioz- ha visto Sii'iglin, nonhn visto meraviglia.

zo della quale Siviglia nianliene il caho- I sivigliesi sono franchi, gioviali e troppo
taggioco'divorsi porti della penisola, einii generosi; amano l'istruzione, e coltivano
alcuni della Francia; fu |)ure col medcsi- le arti e lescienze con molto ardore; il mo-
rao scopo divisalo un canale da Siviglia doloro di parlarelia imi non sochedigra»
a Cordova. E questa città la patria de- zioso di cui si burlano gli altri spagnuoli;
gl'imperatori Traiano, Adriano, Teodosio ardente n'è il carattere, la convers,i7Ìoue
1, de'redi Spagna Ferdinando IV ed En- animatissima e spiritosa, sono eccellenti
ricoll,ed'uua moltitudine di personaggi soldati e buoni marinari. Le donne gene*
distinti, tra i da citare il prò-
quali si lia ralmente parlando sono piccole hanno ,

de d. Manuel Ponce de Leon, il duca di molta grazia e vivacità, e sono gilosis>ime;


Montemar che riportò sugl'imperiali la il modo di adornarsi lui in e>seun diedi

famosa vittoria di Bitonto, d. Luigi di particolare che le rende sedureuli^isiine.

Cordoba celebre navigatore; imalemali- Ambo i sessi sono appassionalissimi piìi


ci Juan Hispalense e d. Petro de IMediiia; d'ogni altri per la dan/a, al suono delle
Bartolomeo di Las Casas domenicano ve- nacchere così caro agli spagnuoli, ed èce-
scovodi Chiapa, tanto ne'duemondirino- lebre Siviglia in tutta la penisola per le
mato per lasua (ìlanliopia; Lopez diRue- sue danzatrici. I mercati di Siviglia Iro-

daodeVega celebre nella poesiadramma- vansi bene forniti, sj)ecialmenie di squi-


lica e padre della commedia spagnuola; siti frutti, erbaggi, pesce, selvaggina epol-
i poeti J. Henera, J. Hargijo, Baldisser- lame, ed i viveri in generale non sono ca-
ra d'Alcazare d. J. de Jauregui, l'econo- ri. Svariatissimi sono quivi i piaceri, ai-
mista Antoniodi Ulloa, ed i celebri pillo- meno quelli del passeggio;pura raria,qua'
ri e architetti Luigi di Vargas, J. di Las si sempre bella e serena. I contorni di <o-
Roelas, Juan del Caslillo che fu maestro venie Irovansi inondali; ed i vapori (he
di Murillo, F. Pacheco a un tempo anco n'esalano cagionano febbri terzane e ma-
poeta, F. ditlerrera, Diego Velasquezde ligne; in autunno vi si rimane talvolta e-
Silva, Bartolomeo Esteban Murillo, il la- sposti ad un caldo oppressivo recato dal
muso paesista F. Antonilez,gliscultori Pe- vento chiamato solano, chegiungedai de-
dro Roldan, Luisasua figlia, ed altri. Tot- serti arenosi dell'Africa,
li gli autori concordano nel dire chela pò- L'epoca della fondazione di Siviglia e

polazioue di questa città era al tempo dei ignota, e tutti i geografi antichi Strabone,
mori considerabilissima, che allorqnan- Plinio, Tolomeo ne fannomenzionecome
do fu ripresa dagli spagnuoli ne uscirono già antica a'tempi loro; dilettanti di me- i

400,000 indivi(.lui,echenondimeno nel raviglie l'attribuiscono a Ercole Libico,


secolo XIV avea ancora 3oo, 000 abilan- allri a'fenicii, epietendonoclie il suo pri-
ti:Zuniga contemporaneo della peste che mo nome Hispalis sia fenicio e significhi

la devastò neliG4q assicura che vi peri- pianura. I romani la chiamarono A'ow«-


lono 200,000 persone. Dopoquel tempo la, e Giulio Cesare vi aggiunse il nome
l'emigrazioni in America, la cadutadelTin- di Julia: vi èmolla oscurità sull'attuale
dustiia e del commercio, e le guerre ri- nome, che si crede imposto da'mori. Di-
dussero notabilmente il liiimero della \w- venne colonia militare romana sotto Ner-
polazione.Ora gli abitanti, non compi eso il va, e fu reggia de' vandali, de' visigoti e
presidio, uè gli stranieri che le faccende o de' mori maomettani. Siviglia è cnpilale
labellezzadel clima vi fanno afìluiic, si dell'Andalusia o /V7/u/d//7/<^/, antica pio-
-

ii8 SIV SIV


viiicia ili Spngiia, l'anticn lìctica «le'roma- pitale (le'[)0sse(liinenli suoi nella Spasila,
Ili, nome derivato tUii iiiinie Boetis, oggi e fu quasi seuipic sino a Filippo V la re-

Guadalquivir, che la irriga, e quali. °suo sidenzade'monarchi spagnuoli. LeCorles


fiume attraversandola in tutta la sua e- vi si convocarono 8 volte, ed è una delie

sleiisioiie la divide in due parli. I vanda- 8 città die hanno volo con titolo di regno.
li vi si stabilirono nel V secolo, e perciò IVe! 1/178 vi fu tenuto un congresso o coii-

diconoalcuni che fu chianiata / aiidaln- cilionazionalo.chedecisedellostabilimen-


zia o Aiìdalnzia, J'andalilia in latino, to dell' inquisizione nel regno, la quale
Diversiautoripeiòcredonochequestono- verso ili48i si stabilì lai.^ volta nel ca-
lne le venne dall'arabo, significante Ter- stello gotico di Triana. Su questo pun-
ra d'occidente, rispetto alla lìlauritinna to e altro riguardante Siviglia, meglio è
dalla quale derivavano i conquistatori vedersi l'arlicolo Spagna. Siviglia in ogni
iTiaoniellaui. 1 visigoti o goti occiilentali tempo è stata il centro de' lumi e delle
prima nella Linguadoca,e poi
stabilironsi scienze, tanto sotto i romani, come sotto
nella Spagna verso 114' 2, o secondo altri i goti ed i mori; lo fu eziandio e meglio
nel 470jCon passare le Alpi quando Teo- sotto gli spagnuoli, ma le arti visonocotii-
doricostabiliva iultalia gli ostrogoti goti parse con magginrsplendoredellescienze.
orientali. Questi barbari, ([unsi lutti aria- Ed è perciò che fu detta \'y4lene di Spa-
ni,sparsero il veleiiode'loroerrori ne'luo- gna.ì\e\ 1 649 fu devastata dalla peste; nel
gliida essi invasi, e ne contaminarono la 1729 a'9 novembre vi fu conclusala pa-
Spagna. Gli arabi o mori entrarono nel- ce e l'alleanza tia la Francia, l'inghilter-
la coiilrada,eoccuparonoSi viglia nel7 i i, ra e la Spagna. Nel i 755 patì pel terre-
che fecero capitale d'un regno che sussi- molo non poche rovine, nel 1800 la pe-
stettedal ioaSal 247;altri regni da'me- i stilenza loriiòad affliggerla. Al tempodel-
desimi formali furonuquelli di/i:zf/i, Co/'- 1' invasione francese nel 1808 ricevè la
dova e Granataj e così l'Andalusia di- giunta caccialada Madrid, che vi si uian-
ventò il centro della mauritana potenza, tenne fino ali8io,in cui vi entrarono!
Ferdinando 111 il Sanlo re di Leone e di francesi nel i. "febbraio, i quali poi l'eva-
Castiglia, conquistando il regno diCordo- cuarono a'27 agostoiSia, eia ripiglia-
va nel i236, di Jaennel 1243, edi Siviglia rono nel 1828. Fatale per Siviglia fu il
nel 1248 dopo un assedio de'piìi ostinati terremotodegli febbraio! 8 [6,e i i la feb-
de' quali si Spagna,
parli nella storia di bie gialla nel 1820. Nelle guerre fra d.
riunì questi legni alla sua corona ene fece Cai lusela reginaCrislina, Siviglia fubom-
altrettante Provincie, confinando mao- i bardata e incendiata da Van Haleneda
ntettani nel territorio di Granata. L'An- Esparlero. La sede vescovile di Siviglia
dalusia, contrada la pili fertile e commer- risale al i ."secolo della Chiesa, quindi nel
cianledelIaSpagna, chiamata ilsuo giar- III secolo divenne lYietropoli della Deti-
dino e granaro, per la sua vegetale fiori- ca e dell'esarcato di Spagna. Fu Papa s.

dezza , è composta presentemente delle Simplicio chenel 482 fece i. "primate iiel-

provincie d' Almeria, Cadice, Cordova, la Spagna il vescovo di Siviglia, nel mo-
Granata,riuelva,Jaen, Malaga eSiviglia: do che riportai nel voi. LV, p. 202, cioè
la Guadiana la separa dal Portogallo, e commettendogli le sue veci come suo vi-
celebri ne sono i suoi vini. Di quasiscel- cario apostolico nella Spagna; primazia
gono i tuli per gli spettacoli della nazione, che nella Spagna durò (ino alla celebra
i non degeneri da quelli d'Arabia
cavalli 7Ìoue del concilio di Toledodel 610, ciò
dondederivarono,e le piìi accreditate raz- che alcuni ritardano al 681. Dopo che i

ze di meriuos. Dopo che s. Ferdinando mori occuparono Siviglia, res'ò la sede


111 s'impadrouìdi Si viglia, divenne la ca» arcivescovile vacante, e solo fu reintegra-
SI V SIV 1.9
la dopo In loro espulsione neli^4S. III." fermò con un editto, e s. Isidoro che iTe-
vescovo diSivii^lia fu $. l'io niiirli re e di- ra primate, per amore della pace si sot-

scepolo dell'apuslolo s. Giacomo nell'an- toscrisse, anche pel vivo desiderio di ve-

no fio: jillri salili ne occnpaioiio lasede, der stabilita l'unione delle chiese del re-
come Caipoforo martire sollo l'inipe-
s. gno. Morì nel GSq e fu riposto nella cat-
ralore Marciano, s. Fiorenzo o Fiorente tedrale di Siviglia presso s. Leandro e
morto nel 4'^-''> *• ^Massimo, s. Laureano s. Fiorentina loro sorella; ma Feidiiian-
oLoreano martire sotto Aitila. Poscia fio- do I re di Castiglia e di Leone nel ioG3
ri il celelire vescovo s. Ltuiiulio, meu[ic lo fece Iraspoi tare nella chiesa di s. Gio.
i visigotici goti occidentali regnavano in Ijatlisla di Leone. A lìonilacio Vili fj
Siviglia e da 1-70 anni vi aveancndiUiiso ])roposlo di dare a questo santo il titolo
l'arianesimo, che comUatlè con mollo ze- di dottore a preferenza di s. Ambrogio,
lo, e perciò fu esiliato dal re Levilgildo, ma solo Innocenzo XIII a istanza del re
piinci[)alnieiile adirato per la conversio- Filippo \ concesse nella sua festa la re-

ne del Ermenegildo erede della co-


figlio cita del Crcclof come dottore della Chie-

lona, il quale ne reslò vittima. Nondime- sa. Narra Uinaldi all'anno 63c), n.°c),che
no il re rieliiamc) s. Leandro e l'incaricò a s.Isidoro successe nel vescovato Teo-
di allevare nel catlolicismo l'altro figlio disco greco di nazione, dotto nelle lin-
Recaredo, con felici succosi per la cou- gue, ma sotto la pelle di pecora fu rapa-
versione di molli vescovi ariani, e perqiiel- ce e vf)iacissimo lupo, poiché guastò al-
la degli svevi , onde Papa s. Gregorio I cuni de'libri con>posli dal predecessore,
se ne congi aiolo con s. Leandro. Si ap- con facondo stile. Trovatosi inltjdele in
plicò poi a perfezionare l'ordine dell'uf- queslo e altro, fu deposto dalla dignità
fìzio divino, e alla riforma della liturgia arcivescovile e degradato; ma egli pas-
della chiesa di Spagna. Secondo il p. Flo- sando tra gli arabi, empiamente si acco-
res, la liturgia di s. Leandro sembra che stò alla setta maomellana. Fu allora, di-
non fosse punto diversa dalla Liturgia di ce Rinaldi, che il [)rimato sulle chiese di
Spagna o Moznrahica (/*.); tranne al- Spagna, da Siviglia fu Irasporlato in To-
cuni riti di poca importanza, essa non u- ledo. Dopo la liprislinazione della sede
vea nulla di comune con (juella degli o- di Siviglia, fu decorala da molti cardi-
rienlali. Fu ordinato in questa liluigia, nali, come descrissi nelle loro biografie,
che si dovesse leggere come gli orientali ed il cardinale Agostino Spinola, morto
il simbolo di iSicea nella messa, per dichia- nell'anno 1648, fu lìalio il padre de' pò-
rare espressamente che deltsla vasi l'aria- {'eri per la sua singolare carità. Nelle No-
nesimo; pia costumanza che passò nella tizie di Roma si legge la seguente se-
chiesa romana e nelle altre d'occidente. rie degli arcivescovi di Siviglia. Nel 1741
Mori s. Leandro nel 5c)G al dire di Ma- Lodovico Salzedo e Azcona^ traslalo da
billon, altri però dicono piìi lardi, e ver- Coinposlella; nel 1
749 "^ ^" ^'^^'o ammi-
so il 600 o 601 gli fu dato in successore nistratore Francesco de Soli'!, arcivesco-
il fratello s. Isidoro dottore della Chiesa, \o in partibiis di l'raianopoli, poi cardi-
che unito a lui avea contribuito alla con- nale, e nel 1 ^55 arcivescovo. Egli succes-
versione degli ariani visigoti, indi eser- se al cardinale Lodovico di Borbone, al
citalo con zelo l'apostolico ministero nei quale Denedello XIV nel 1741 a istan-
legni di Ilecaiedo, Liul)a,W ilei icp, Gun- za del padre Filippo V in suo favore ese-
demaio, Sisebulo e Si-cinondo. Avendo g\ù la liuiiione delle pingui amministra-
i prelati di Spagna adunati nel (j o in i zioiii degli arcivescovati di Siviglia e di

Toledo dichiarato questa città [xiiiiate Toledo, perchè il 1 .°avea 100,000 scudi
di tutta la Spagna, Gundcmaio lo con- di mensa, ed il 2."piìi di 200,000 scudi,
3

I20 SIV SI V
menli-e quelle de' due capitoli ascende- pid)bllcò \\n fbcoso decreto contro di liiJj

vano, loo, non scudi quello di Siviglia, e e poi fu obl)ligato uscire di Spagna. Nel
24o,of'0 l'altro diToledo:[)erò la collazio- 18 4 1 '1 cardinal di lìorbonesi mostrò fau-
ne de'henefìzi delle due sedi, il Papa la ri- tore della tanto perniciosa costituzione
serve) a Ila tlatei ia apostolica. Nel voi. LI V, compilata da dette Cortes: origine del suo
p.i47 pnilai delle rinunzie alla porpora e traviamento dicesi che fu il timore del-
alle due chiese diLodovico, e del le pensio- le minacce d'una fazione, che in quelle
ni diesi riservò con pontificia annuenza. Cortes fudominanteepadrona. Nel 1816
Dopo sede vacante, nel 1776 Francesco e ancor vivente il cardinale, che avea ri-
Sa\ev'\o Delgado arci vescovo, e poi cardi- nunziato l'amministiazione, divenne ar-
nale e patriarca deW'Indicoccidtnfali. Nel civescovo di Siviglia Piomualdo Mony-
1783 Alfonso IVIarcos de LIanes di No- Valarde Oscos diocesi d'Oviedo, tra-
di

lena diocesi d'Oviedo, traslato da Sego- slato da Tarragona: ebbe a suifraganeo


via. Nel 1795 Antonio Dcspnig-yDame' fr. Michele Fernandez de' minori osser-

to poi cardinale, traslato da Valenza: fu vanti, vescovo di Marcopoli in parlibus,


suo sullraganeo Emanuele Gaetano Mu- il quale non governò l'arcidiocesi in se-

riozy Benavente dell'arcidiocesi di To- de vacante, ma


continuò ad esercitare i
ledo, vescovo di Licopoli in parlibus fat- pontificali e a conferire gli ordini. Leo-
to nel 1
797. Mentre I^io VI trovavasi nel ne XII nel 1824 pieconizzò arcivescovo
I
799 nella certosa di Firenze, nella cor- FrancescoSaverioC;f/?/(iPg'OS y-Jove-Lla-
te di Carlo IV re di Spagna si stabilì di nos, nato a'i4 marzo 1767 in Oviedo,
dare l'arcivescovatodi Siviglia all'infante marzo 826
traslatoda Cadice, e poi a'i3 1

d. Lodovico di Borbone poi cardinale, fi- lo creò cardinale del titolo di s. Maria
glio del precedente ex cardinale e di una del Popolo, che ricevè dopo essere inter-
signora di condizione non principesca ;
venuto al conclave per morte di Pio VIH,
laonde il Despuig fu eccitato a rinunzia- dal successore Gregorio XVI e colle con-
re, e Papa dispensò l'infante dall'età
il gregazioni del concilio, propaganda, di-
di 23 anni, dopo l'interpellazione e di- sciplina regolare, indulgenze e sagre re-
chiarazione del cardinal Lorenzana sulle liquie. Leone XII neli'elevarlo alla por-
Ijuone qualità del principe; indi con bre- pora gli mandò l'avviso e il berrettino
ve apostolico Pio VI dichiarò il Despuig cardinalizio dalla guardia nobile conte
patriarca d'Antiochia inpaìtibns,ne\ qua- Domenico Troili, il quale dal re fu fallo
le con affettuose parole celebrò la gene- cavaliere dell'ordine della Concezione. Il

rosità del prelato nel soccorrerlo decoro- Papa nell'allocuzione del concistoro, in
samente nella condizione in cui l'aveano dichiararlo cardinale, ecco comesi espres-
ridotto i francesi; e con altro breve con- se. " Le cui esimie virtù da ogni bocca
ferì l'arcivescovato di Siviglia all'infan- celebrate, non crediamo necessario con
te, il quale allorché fu fatto arcivescovo lunghe parole rammemorare. Non possia-
di Toledo, ritenne con privilegio di Pio mo tuttavia passare sotto silenzio que'lu-
VII l'amministrazionedi Siviglia. Questo roiuosissimi esempi di pietà cristiana e
cardinale mentre Napoleone I invase la d'invitta fortezza d'animo, con cui una
Spagna fu presidente della reggenza del gloria ha procacciato al suo nome, la quale
regno, ed ebbe gran parte nelle delibe- nella Chiesa sarà sempre perenne. Impe-
razioni delle Cortes nel 1 8 1 2 e nel 8 1 i 3, rocché orrida pestilenza della spagnuola
sottoscrivendo il decreto che aboliva l'in- città di Cadice facendo strage, questo ve-
quisizione nunzio pontifìcio Gravina
: il nerabile fratello, vescovo allora della me-
protestò contro tal decreto, ma non fu a- desima(fattodaPioVIIa'i4giugPOi8 19),
scollato, anzi la reggenza a' 2 3 aprile 18 1 trùvaudosene casualiueute loutauo, nou
SIV S KY 12 [

tluhitò frettolosamente fnrnarvijCsponeiT sino Leodochoski polacco, deputato pure


do a pericolo la vita per le sue pecore. ablegato pel cardinal arcivescovo di To-
Laonde gl'infermi dal contagioso e ini- ledo, ed ora facendo parte della nunzia-
cidial morbo sorpresi, intrepidamente as- tura apostolica di Lisbona. Ogni nuovo
sistè; somministrò loro in abbondanza sa- arcivescovo è lassato ne'libri della came-
gri e temporali sussidi; e li consolò tutti ra apostolica in fiorini 5o83. L'arcidio-
con pie ammonizioni ed esortazioni salu- cesi èamplissima, contenendo un gran-
tevoli fino al loro estremo respiro. Die- dissimo numero di parrocchie e luoghi.
de altresì memorando esempio di carità Condili di Siviglia e denominati
ai'dente e coraggiosissima nello scoppio Hispalensi.
dell'atroce discordia tra il popolo di Ca- Ili.°fuadunatoa'4 novembre 5go dal-
diceei soldati cliequella città presidiava- l'arcivescovo s. Leandro, di cui fu anima
no. Imperocché erasi già all'armi grida- e capo, e composto di 8 vescovi. Avendo
to, quando il venerabile vescovo, da nes- consultalo i canoni, trovarono che
le do-
sun rischio della propria vita atterrito, nazioni oalienazioiiide'beni di chiesa fat-
tra le nemiche squadre strage respiranti te dal vescovo Gaudenzio erano nulle,
comparve; col consueto valore dell'au- purché non avesse egli dato alia chiesa i

torità sua le raffrenò, e le calmò col di- suoi propri beni. Per trattare umanamen-
scorso. Tali tanto egregie cose, e altri da te, ordinarono elicgli schiavi eservi della
noi trasandati fatti di (juesto allora ve- chiesa rimessi in libertà, restassero libe-
scovo di Cadice, e presentemente arcive- ri, ma sudditi della medesima, e die non

scovo di Siviglia, ci hanno giustamente potessero lasciare il loro peculio che a'pro-

indotti a conferirgli l'onore del cardina- pri figli, i quali resterebbero in perpetuo
lato: il qual nostro proposito siamo d'av- sudditi della chiesa. Fu proibito agli ec-
viso che anco al carissimo in Cristo no- tenere presso di loro donne
clesiastici di

stro figlio Ferdinando VII recattolicodel- straniere o schiave, così a quelli che a-
le Spagne, debba riuscire sommamente veano abiurato l'eresia di abitare nella
aggradevole". Morì il cardinale in Alican- medesima stanza , e possibilmente nella
te a'a I giugno 84.7 d'anni 8 i non com-
1 stessa casa in cui dimoravano lelorodon-
piti, e fu esposto e sepolto nella metro- ne. Il 2.° fu tenuto a'3 novembre 6 9 da 1

poli tana diSiviglia. Essendo da molto tem- s. Isidoro alla testa d'8 vescovi, il quale
po stato stampato il volume della lette- colla sua dottrina dispulò contro Grego-
ra che poteva contenere la biografia del rio vescovo della setta degli acefali e ve-
almeno conque-
cardinale, supplisco qui nuto di Siria. Confutò con sì forti ragio-
sto cenno. Il regnante Fio IX nel conci- ni l'eresia degli eutichiaiii, laq'ialeavea
storo de' 17 dicembre 1847 fece cessare originato da quella degli acefali, che Gre-
la sede vacante,con preconizzare l'odierno gorio abiurò subito l'eresia per abbrac- ,

arcivescovo cardinal Giuda Giuseppe Ro- ciare i dogmi cattolici. Si composero i re-
rooy-Gamboa, Cavixar arcidiocesidi
di golamenti generali per occasione di di-
Toledo, traslato da Canarie, a cui l'avea versi alUiri particolari, tra i quali è notato
nominato Gregorio XVI a' 20 gennaio che i chierici fossero distinti da'Iaici per
i834- Dipoi lo slesso Pio IX a'3o set- l'abito. Questi regolamenti sonodivisi in
tembre 18 jo lo creò cardinale dell' or- 1 3 capi. Il Pagi mette questo concilio al-

dine de'preli, gli rimise la notizia di sua l'anno 6 18. Il 3.° fu celebralo neh 35 1.
esaltazione e il berrettino cardinalizio pel Il 4>° nelioi 2,come il precedente sopra
marchese Camillo Pacca guardia nobile, la disciplina ecclesiastica. Reg. 1.
1
4- Lab-
destinando a pi esentargli la berretta rossa bc t. 5. Arduino t. 3. Aguirre l. 3 e 4-
e quale ablegato apostolico rag.r Micci- SRYUOo SCIRO, Scyros. SeAe ve-
VOL. LXVII.
9
122 SLA SMI
scovile (lell'isoln omonima ncU'Arcipela- lo zio che occupava tale carica. Non di-
geenna delle anticlic'Cicladi,airestcli Ne- cendo il Cardella e il Nov;ies chi gli con-
j^ioponlc, che oHre sulla costa occidenla- ferì tale posto, trovo nella Storia di de-
le una vasta cala, ed un buon poilo sul- viente X del 2.°, che nel 1 670 appena e-
lacostasud. Pare che formi partedel nuo- letto nominò segretario de' brevi Gio.
vo regno di Grecia, sebbene turchi tut- i Gualtiero Slusio di Liegi. Avendo dato
tavia la collocano nel loro saiigiacato di saggiodi suaeccellentedottrina e pari in-
Metelino. La città del suo nome, già se- tegrità di costumi che lo resero gratissimo
de vescovile, è ora borgo e vi risiede un a Innocenzo XI, questi a'2 settembre 686 1

•vescovo greco scismatico. Il Terzi nella lo creò cardinale diacono di s. Maria del-
Siria sacra dice che l'isola di Sciro ha la Scala, e lo ascrisse alle pi imarie con-
70 miglia di circuito, distante 28 da Ne- gregazioni cardinalizie diE.oma. Conservò
groponte. Quivi finsero i poeti che fosse la carica di segretario de'brevi, che dopo
e<lucato fanciullo Ercole in abito donne- la sua morte l'ebbe il prelato Albani, che
sco, e fu patria di Licoraede. Aggiunge esercitò eziandio nel cardinalato esino al
ch'eraabitata da cattolici e scismatici, sot- pontificato. Spinto da virtuosa curiosità
toposti a'ioro vescovi, ed i primi vi pos- di aver libri e di leggerli, si formò una

sedevano un convento di cappuccini, e 3 famosa biblioteca scelta la c|uale pel pri- _,

monasteri di terziarie. Sciro o Skyro se- vilegiato dono d'una prodigiosa memoria,
condo Coramanville fu pur detta s. Gior- si può dire cheseiupre seco la recasse,oo-

gio, appartenne allai.^Achea e all'esar- de sapeva quanto leggeva, e leggeva quan-


cato di Macedonia, e la sede vescovile fu to trovava da leggere, per usare la frase
eretta nel secolo IX sotto la metropoli di di Cardella. Inoltre si rese rispettabile non
Atene. Il p. Le Quien, Oriens dir. t. i, meno per la scienza, che per la libertà se-

p. 232, e t. 3, p. 886, registra 3 vescovi natoria con cui proferiva la sua sentenza;
greci, cioè Ireneo che sottoscrisse la lette- e sebbene il suo discorso fosse piuttosto a-
ra del concilio di Sardica alle chiese, Giu- spro e non dilettevole,la sincerità ne com-

seppe sul finire del secolo XV I, ed N. che pensava i Se non che le vigilie da
difetti.

icappuccini mantenevano nella comunio» cui era oppresso^ congiunte a ostinata ap-
ne della chiesa romana neh 708. Il me- plicazione allo studio, diedero a Roma ra-
desimo ci dà seguenti vescovi latini di
i gionevole motivo di compiangerne la per-
Schyro oSciro. Pietro Gan spagnuolo do- 1687, in età di 60 anni non
dita a'7 luglio
menicano del 1 53o, Francesco di Marto- corapili,eio mesi e 5 giorni di cardina-
rano francescano del i523, Ubertino del- lato. Ebbe tomba nella chiesa nazionale
Iostessoordinedeli538, Benedetto Step- dis. Rlaria dell'Anima, ove al destro lato
Chiodomenicanodel 583, Andrea
sio di 1 della cappella di s. Anna si vede l'elegan-
Garga veneto domenicano del 1607. te emagnifico avello eretto alla sua me-
SLAVONIA. F. ScniAvoNiA. moria, col busto marmoreo del cardinale
SLESWIG-HOUSTEIN. F. Sciile- espresso assai al naturale, e fregiato d'o-
SWIG. norevole elogio.
SLUSIO GiANGUALTiERo, Cardinale. SMARAGDO (s.), martire. F. Cieia-
Natonobilineutedai baroni del suo nome, co («.).

nel castello di Vegesat nelle Fiandre, o Si\IIRNE(iS>/?;}'r«e/2).Città con residen-


come vuole Baltaslini in Liesi, condottosi za vescovile dell'Asia minore nella Tur-
in Roma si applicò con fervore agli stu- chia, sangiacalodi Saghala nell'Anatolia,
di e ottenne parecchi impieghi e benefi- 375 leghe da Costantinopoli, verso il gol-
zi ecclesiastici; promosso a segre-
indi fu fo del fondo del suo nome. Ha un porto
tario de'brevi, che ottennepermoite del- il cui bacino immenso prolungasi nella cit-
SMI SMI ,23
l'», ed è circondalo da riviere e case, di- gl'in fedeli. Tmissionari cattolici che vi bau
fendendolo un folle ercUo all'eslreaiilìi no pubbliche scuole, e le figlie di s. Vin-
d'una lingua di tene. Slendesi Smirne in cenzo de Paoli, furono gli angeli consolato-
parie ad anfilealro sopra il fianco d'una ri de'colpili dalla terribilesciaguradecnre
montagna, la cui velia si vede incoronala prodigate dalle religiose furono spettaco-
da un vecchio caslello fabbricalo da'ge- lo commoventissimo, senza distinzione di
novesi, e spazia in parie in una pianura credenza; si fece una colletta, e l'esito su-
lunghesso il golfo; la parie alla è la cillà però respettazione,ogni derelitto trovan-
turca residenza del pascià, l'altra è il quar- do alloggio, vestito e nutrimento. Dice-
tiere de'franchi. Da lungi olii e assai vago vano i turchi senza franchi o cattolici
: i

aspetto collesue cupole o minareti elevali, noi saremmo perduti; voi siete que'buo-
ma l'interno non presenta che vie angu- ni, che sulla terra sanno ancor fare del
ste e tortuose, e case in generale basse e bene! Nella notte nuo-
del 3 luglio 184^'
coslruile in legno; però lungo le riviere so- vamente il fuocodesolò Smirne. Il centro
no fabbricati di bella apparenza. \ sonoi della città andò in cenere; il tremendo in-
oltre le cliiesecaltoliche eloro stabilimen- cendio manifestatosi con infurialo venlo
ti ched^^ò, di verse moschee di turchi,chie- di tramontana abbruciò piùdi4oooca-
se greche,sinagoghe degli ebrei,bazari ben se.Tutto il quartierefrancOjl'ospedaleau-
pi'ovveduti, ma di mediocre architettura, striaco, convento francese de'cappucci-
il

collegio greco, società dotta e società bi- ni, la chiesa armena, l'abitazione di 4 con-

blica. Vi si fabbricano tappeti e stoffe di soli, e tanti vasti magazzini di ricche mer-
seta, di coione, di lana. Per la sua situa- ci di esportazione, tutto andò in fiamme,
zione e sicurezza della rada, e per la faci- e il danno si stimò 20 milioni di fiorini.
lità alle comunicazioni colle parli più lon- Una statistica dà a Smirne 3o, 000 i abi-
tane dell'interno, è essa divenuta non solo tanti, ma
sono più, de'quali 23, 000 gre-
l'emporio generale de'prodotti del levan- ci, 7, 000 armeni, 2, oooebrei discenden-
1

te, ma quello allres"i delie merci europee ti da quelli espulsi di Spagna e Portogal-
e delie derrate coloniali che vi s'importa- lo. Abitano più di 3ooo europei il quar-

no, percui vedesi il suo portosempie pie- tiere de'franchi, vi sono pure abilanli di
no di navi di tutte le nazioni, e quasi tut- altre nazioni, e persino tartari e cinesi :

te le potenze d'Europa vi tengono i loro gli abiti, le abitudini e lingue di tali popo-
consoli. Sussiste tra la Salonichi ossia 7e5- li formano un curioso complesso.
diversi,
salonica (^.)e Smirne un commercio di E' Smirne uno de'7 luoghi che rivendi-
banco alimentato dal variare continuo cano l'onore d'aver dato i natali a Ome-
delle monete. Abbondano viveri e sono i ro, oltre altri illustri. I contorni produ-
a buon prezzo, ma la peste ed i terremo- cono molto grano, vi si notano le grotte
ti vi si fanno sentire, come pure è sogget- d'Omero e là vicino bagni i di Diana, e dei
ta a incendi f(jneslissirai, e quello del i<S i
7 quali non più rimane che un grande ba-
consumò più diiSoo case; quello dell'e- cino di marmo; accanto è la sorgente d'un
state 841 fu più terribile catastrofe, a-
1 ruscello che dicesi Mele, il quale bagnate
vendone ridotte in cenere circa 10,000, le mura della cillà va a scaricarsi nel golfo.
per cui la numerosissima popolazione di La città di Sm'wne, Smyrnao Ismir,
greci, ebrei, turchi e altri, fu improvvi- fu da principio fondata da'smirnei, che a-
samente ridotta senza tetto, senza pane, bitavano un quartiere d'Efeso chiamato
senza vesti, oltre i malmenati dal fuoco. Smirne, e perciò con tal nome l'appella-
A tanta sciagura la carità cristiana surse rono. Avendoli cacciali gli eolii si ritira-

in soccorso de'miseri, e fu un trionfo del- rono a Colofone, ma avendo de'colofònii


la pietà evangelica ìd questa contrada de- avuto la peggio iu una sedizione, ed es-
ii4 SMI SMI
sendo stati costretti a espatriare, gli abi- ne nel 177. Essendo soggetta all'impero
tanti (liSrairne loro diedero fra essi unasi- greco, nel 084 il turco Tzasciasse ne im-
i

lo. Alcun tempo dopo, osservato che gli padronì, e ne fece la capitale d'un picco-
smirnei celebravano fuori della città una lo stato da lui formato. Il greco Giovan-

festa in onore di.Bacco, ne chiusero le por- ni Duca la prese nel 097, e ne fece pas-
1

te e se ne insignorirono. Vennero in aiu- sare a fil spada 0,000 abitanti, per ven-
di 1

to gli eolii, ma finalmente fu fermato di dicare la morte del governatore greco che
comune accordo, che lascierebbero gl'io- aveano assassinato. Al principio del seco-
ni in possesso della cillà, e questi loro ren- lo XIII Smirne più non presentava che
derebbero tutti gli effetti mobili. Accetta- X'ovine,ma l'imperatoreGiovanoiCorane-
ta gli smirnei la condizione, furono distri- no ne una parte, insieme
fece restaurare
buiti nelle altre i I città eolie, che loro ac- nondimeno turchi se ne
colla fortezza; i

cordarono il diritto di cittadinanza. Im- impadronirono neh 332.11 PapaClemeu-


padronironsi i lidii di Smirne sotto Ardi, te VI per frenare la crescente potenza ot-
eavendola distrutta, gliabitanti si disper- tomana, fece bandire in Italia e in altre

sero in varie borgate. Si pretende che A- varie parti concedendo indul-


la crociata,
lessandro addormentatosi sul monte Pa- genza dalla colpa e dalla pena a chi pren-
go e non lungi dal tempio consagrato al- desse la croce per la sagra guerra. Una
le Nemesi, queste dee gl'ispirassero il di- flotta cristiana, composta di gente della
segno di fondare una cillà 2 stadi distan- Chiesa, de'cavalieri di Rodi, di veneziani,
te dall' antica, per ricondurvi gli smir- di genovesi e di altri, pertanto si accinse
nei.Avvi però apparenza che Alessandro nel 1 espugnare Smirne molto forte
344 3
non potesse colorire il suo divisamenlo, e ben fornita di molla gente d'arme, tur-
poiché si vede la nuova Smirne incomin- chi e saraceni; entrata nel porto, per for-
ciata da Antigono, e da Lisimaco termi- za vi presero le torri, tagliarono a pezzi
nata. Divenne questa città floridissima, e e gittarono in mare i turchi che vi era-
sotto i romani avea fama della più bella no alla difesa. Vinto il porto assalirono la
della Jonia, più ricca pel suo traffico, e terra da più parti, e dopo accanilo com-
più illuminata per la moltitudinedi dotti battimento la presero, con grande ucci-
edi retori che da ogni parte vi accorreva- sione di turchi e saraceni, non risparmian-
no e formavanoallievi nelle scienze e nel- do neppure le donne e i fanciulli. Della
l'eloquenza. Decorata di edilizi superbi, quale vittoria avvisato il Papa da Andrea
piena di dovizie e di lusso, non ebbe mai Dandolo doge di Venezia, se ne rallegrò
Smirnedique'tiranni che oppressero tan- assai e ne rese grazie a Dio: indi scrisse
te città greche, edi romani stessi, che pur a're cristiani, massime di Francia e In-
volevano essere i soli liberi nell'universo, ghilterra, affinchè unissero le loro armi
rispettarono la sua felicità, e un'ombra di a quelle de'princi pi collegati. Ma Marba-
libertà le lasciarono. Narra Plutarco, che sciano turcoesignore d'Acaia, alleato del-
qiie'diSardi avendoassediataSmirnee di- l'imperatore de'turchi Orcano, udita la

roccate le mura, imposero la dura legge presa di Smirne, visi recò nel r345 con
a'smirnesid'inviarealcampo tutte le loro Bo^ooo turchi a cavallo e innumerabili
mogli, e rifiutandosi tanto disonesta e ti- pedoni, econistrattagemmaa'i 7 genna-
rannica domanda, la serva d'un tal Fiiar- io trasse popolo e cavalieri dalla città, che
co consigliò di mandar le serve abbigliate inebriati dai vantaggi riportati sopra un
cogli abili delle padrone, ed in tal modo corpo di turchi, non pensarono alla dife-
i sardiani immersi nella libidine, furono sa. Allora Marbascianoco'suoi turchi sce-
sorpresi e sconfitti dai smirnesi. Sappiamo so dalle montagne, assalì i cristiani ali im-
da Dione, che il terremoto distrusse Smir- pensala eli vinse completamente, cou i-
SMI SMI 125
strage numerosa. Fra le vitlime vi furo- fosse eseguilo ilconvenuto.Non cessando i

uo il patriarca ili Costanlinopoli Enrico, turchi di aggredirei principi cristiani, Pa-


ragguardevole per aulorilà e valore,RIar- pa Gregorio XI stabiH di formare un'ar-
tifio Zaccaria ammiraglio ile' genovesi, mata navale a spese comuni de'principi
Pietro Zeno ammiraglio de' veneziani, e collegati, e tenerla nello stretto di Galli-
moltissimi cavalieri gerosolimitani di Ro- poli, per impedire il passaggio de'turchi
di. Quelli che riuscirono a rifugiarsi nel- d'Asia in Europa; d'Ungheriama il re
la clltà, validamente In difesero dai vit- non vi accudì per avergli
Papa nega- il

toriosi maomettani. Clemente VI ne fu to le decime per combattere A min al I,


inconsolabile e fece legato della s. Sede le quali Gregorio XI voleva impiegare
Bamondo vescovo Morinese, e ammira- alla guerra contro Bernabò Visconti si-
glio dell'armata della Chiesa Bertrando gnore di Milano. Intanto Francesco Ca-
del Balzo in luogo di Zaccaria: al legato talustigenovesesignorediMitilene, com-
Ramoudo che abbisognava al redi Fran- battendo gagliardamente i turchi, il Pa-
cia, fu dal Papa sostituito Francesco ar- pa gli raccomandò Smirne come frontie-
civescovo di Candia, che dopo la morte ra de'cristiani in Asia, ch'era in gran pe-
del patriarca erasi portato egregiamente; ricolo pe'diminuiti difensori, e per man-
creò capitano generale dell'esercito cri- canza de'soldi, mentre i turchi con l'oro
stiano Umberto 11 delfino di Vienna, e procuravanocorrompere gli altri per im-
ordinò agli arcivescovi latini delle parti possessarsene. Allora Gregorio XI richie-
orientali e loro suiTraganei che dovesse- se i cavalieri di Rodi che ne assumesse-
ro fuvorirlo,eda'capi de'crocesignaliche ro la difesa e il governo per 5 anni. In se-
l'ubbiiiissero. Nuovamente Clemente VI guito il formidabile Tamerlano kan dei
fece predicare in Italia amplissima crocia- mongoli prese Smirne, fece orribile ma-
la, perchi vi andasse o mandasse soccor- cello degli abitanti, e ne spianò le case;
si:Firenze, Siena, e molte altre città di fu rifabbricata alcnn tempo dopo da'cri-
Toscana eLombardia contribuirono mol* stiani, e nuovamente ripresa nel j 4^4 da
tissimi crocesignati, e mandò a Venezia Àn)urat II imperatorede'tiuchi, dahjual
il navile formato a spese della Chiesa, ove tempo in poi rimase in potere de'turchi.
si recò Umberto 11. 11 Papa eccitò Gio- Tentarono altri Papi il suo ricupero, co-
vauna I regina di Sicilia alla sagra guer- me Calisto III, ma inutilmente. Accennai
ra, e Roberto di Sanseverino conte di Co- a Marina pontificia, che Sisto IV spedì
rigliano deliberò per 6 mesi concorrervi una flotta per riprendere Smirne, ma ap-
conio galere. La guerra però rotta dal pena presa, saccheggiala e incendiala fu
re inglese contro Francia, impedì gli ef- riperduta per sempre. Nel vol.XI I, p.283,
fetti della crociata. Nel i 348 i turchi a- dichiarai ove nella basilica Vaticana si

vendodomandato tregua a'Iatini, Marba- trova la catena di ferro che cingeva il por-
sciano invece si recò ad assalire co' suoi to di Smirne, presa in quella circostanza,
Smirne, ma vi restò ucciso e l'esercito scou- portata in Roma dal cardinal Curada le-
lìlto da Bernabò barone parmigiano che gato e generale, il quale l'appese soprale
ditendeva la fortezza, il quale tutto noli- porte Romana e Ravennana dell'antica
flcn a Clemente VI , che rese le dovute basilica, e ne tratta Cancellieri, DeSecre-
grazie a Dio, si congratulò con quel pro- tariis lib. 2, in segno di vittoria e del va-
de. Clemente VI a difesa di Smirne or- lore cristiano, e per omaggio a s. Pietro.
dinò al re di Cipro, a'veneli, a' genovesi Smirueè una delle 7 città o chiese d'A-
ed a'cavalieri di Rodi di mantenere per- sia o Angeli óeW /apocalisse, come scrisse
ciò nel suo porto un numero di galere; s. Giovanni d'ordine di Gesù Cristo. La

ed il successore luQOceuzo VI curò che sua chieda lu dapprima uci secolo 1 UQSem-
,

126 S M 1 SMl
plice vescovato sufiiaganeo d'Efeso, del- de neh 346, essendovi stato nominato da
l'Asia Pioconsolare nell'esarcato di que- Clemente VI quando latini s'impadro- i

sto nome, nel V o nel VI divenne arcive- nirono di Smirne sulla fine deh 344- Nel
scovato onoi'aiio,e metropoli dellas/pio- pontificato d'Innocenzo VI il detto vesco-
viiicia ecclesiastica d'Asia, dismembran- vo o il successore Paolo I era suo nunzio
dola dalla Proconsolare nell' Vili secolo : apostolico, e ricevè nel i 355 dall'impera-
ebbe per suffraganee le sedi vescovili di toreGiovannil Paleologo solenne promes-
Focea, Magnezia, Clazomene, Anclium, sa di ubbidire e riconoscere il Papa, e di
Sosandria, Arcangelo e Petra. Il i.° ve- ridurre i greci all'unione e riconosci uien-
scovo greco di Smirne fu Aristone I, cui to della s. Sede. Urbano V fece poi Pao-
successe Slratea, in casa del quale si fer- lo 1 patriarca di Costantinopoli; Pietro I

mò Paolo andando dal laGalazia a Smir-


s. fraleminore fu nominato nel 3 58 o pro- 1

ne, giusta gli atti di s. Policarpo; indi A- babilmente pili tardi, perchè Urbano V
lisloiie 11, poscia Bucolo, quindi s. Po//- fuPapa nel 362;Giovanni Leycestre car-
1

carpo (/ .)ordinato das. Giovannievan- melitano venne nominato nel 398; Paolo I

gelisla versoi'annogG, esi credecbe fosse li mori nel 4 i2;FrancescodiMoute Gra-


i

l'Angelo, ossia il vescovo della chiesa di nelli de'frali minori eletto in detto anno;
Smirne, quello al quale, solo tra i vescovi Eugenio agostiniano deh 575; Pietro de
nominati ueirApocalisse,Gesù Cristo non Marchi pio e dotto domenicano traslato
fece alcun rimbrotto. Essendo s. Ignazio daSantorino nel 162 i, poi arcivescovo di
vescovo d'Antiochia approdato a Smirne Smirne verso il 64oe mori nel 1 645;Gia-
1

nel suo viaggio a Pioma, ebbe un Iratle- cinto Subiauo d'Arezzo domenicano, mis-
nimeuto con s. Policarpo e gli baciò rive- sionario apostolico in oriente,arcivescovo
rente le catene s. Policarpo che pativa
: d'Edessa circa il 1 643, indi di Smirne nel
per la fede raccomandò a lui il suo greg- i645,mortoinRoma nella pestedeh 656.
ge, al quale s. Ignazio scrisse una lettera Nel 1 799 era vicario apostolico di Smirne
lodando j cristiani di Smirne, come for- il p. Pasquale da Bergamo, come rileva-

niti di sapienza e di fede. Nel i66 si ri- si dal ^fi/Z./'on^ deprop.Jide,l. 2,p. i i3j
porta il suo martirio, ma Novaes pone il sul decreto dell'erezione della chiesa e o-
principio del pontificato di s. Aniceto I al spizio di Burnabat. Si legge neln.°6o del
1 67, dal quale si retò s. Policarpo per la Diario di Roma del 1 8 8: « Dopo più se- 1

differenza delle chiese nella celebrazione coli, dacché era stata interrotta per le cri-
della Pasqua [f ), senza che fra loro si tiche circostanze la successione degli ar-
rompesse i vincoli della carila per questo civescovi di Smirne, sede già illustrata dal
punto di disciplina, anzi s. Aniceto cede celebre martire s. Policarpo, ed una delle
a s. Policarpo l'onore di celebrare i divi- 7 chiese menzionate nell'Apocalisse, final-
ni misteri nella chiesa romana. Altri di- mente ad istanza di quella cattolica popo-
cono che fu martirizzato nel 169. Presso lazione Pio VII si degnò benignamente ai
la cittadella a mezzodì sul monte di Smir- 1 8 marzo di ristabilire quell'illustre chie-
ne vuoisi che sia la sua tomba in Roma : sa, e di eleggerne arcivescovo il degnissi-
si venerano le sue reliquie nelle chiese di me mg."^^ Luigi M.' Cardelli romano, del-
s. Spirilo in Sassia, di s. Maria in Campo l'ordine de'minori riformati, il quale vi
Marzo, e di s. Carlo a'Catinari. Quanto esercitava già l'impiego di vicai io aposto-
agli altri vescovi greci di Smirne, fino ad lico. Dopo questa deputazione la cattoli-
Anania del 1721, vedasi il p. Le Quien, ca religione vi fa de'graudi progressi, giac-
Oncnschr. l.i, p. 740. Nel t. 3, p. 1075, ché lo zelante arcivescovo non cessa di ap-
eglirqjortai seguenti vescovi latini. Igno- plicarsi al vantaggio di quel cattolicismo
ra;>i il nome deh. "che ne occupava la se- avendo istituite le s. missioni. La sacra
SMI SMI 127
parola si dispensa in i^reco, in ilnliano ed l'arcivescovato di Smirne, che conta più
in francese; in lin£;iia greca piedicn l'ah. di I 2,000 cattolici, tra quali più di 000
i i

Daviers superiore tle'lazzarisli, in idioma armeni, più di ()oo persiani, damasceni,


francese d. Carlo Forbin Junson vicario aleppini e di altre nazioni, anzi di quasi
generale diCliaiHbery(incaricatodnFran- tutte, sia nella celebre città che ne'Iuoghi
cia a negoziare presso la sublime Porta, adiacenti. La caltedralestatuita daPioVII
afTmchè i che sono alla custodia
religiosi con breve del 18 18 per gl'italiani, è de-
del s. Sepolcro non sieno molestati nel- dicata all'inimacolala Concezione di Ma-
l'esercizio di loro funzioni); e finalmente ria Vergine, con cura d'anime di piùche
nella nostra lingua lo stesso tug.' arcive- 9000, allidata a'Iiancescani riformati: i

scovo. Questi santi esercizi incominciaro- parrocchiani nella più parte sonoaustria-
no a'sc) marzo e doveano diu-are peri 5 cijCdeU'altre nazioni chevi dimorano. La
giorni; ma tale fu il concorso de fedeli die chiesa fu fabbricala da'veneli, che gelosi
furono prolungali sino a'i 7 maggio. Im- di loro padronato non vollero ammetter-
niensoèslato il numero delle persone che vi il console francese. Questi però avendo
si sono accostate al trd^u naie della peni- già una cappella decente, fu dal visitato-
tenza, molte delle quali da 20, 3o e [o re De Marchis nel 1623 dichiarata par-
anni non si erano confessate. Abiure, libri rocchia pe'francesi. Altra chiesa parroc-
empi consegnali alle fiamme, inimicizie chiale con circa 3ooo anime è dedicata
placale, vere penitenze, ecco i frutti pro- a s. Policarpo, essendo diretta da'cappuc-
dotti da questa salutare istituzione". Mg."^ cini, componendosi della nazione france-
Cardelli inoltie meritò che contempora- se e loro aderenti : ha scudi 800 di ren-
neamente lo stesso Pio VII nel 1821 lo dita destinata pe'povcri; cappuccini vo-
i

dichiarasse visitatore apostolico della se- levano dimettersi, ma


Francia volle che
de vescovile di Sira {V-), e che Leone XII continuassero, I cappuccini si fabbricaro-
nel 1826 lo deputasse in amministratore no La nuova chiesa del Sa-
chiesa ecasa.
apostolico del vescovato di Scio (/'.). Es- gro Cuore di Gesù appartiene a' lazzari-
sendosi neliBSo ritirato dall'arcidiocesi, sti. Inoltre vi sono 4 oratorii, il ."pubbli- i

Gregorio XVI
dopo averne accettala la co nel collegio di propaganda, il 2." nel-
rinuir/.ia, a'3 settembre i832 lo trasferì l'ospedale dis. Antonio assistito da'rifor-
all'arcivescovato in partibus A'Acrida o mali,il 3.°deirospedaledelia marina fran-
Ocrida(P'.), fece canonico vaticano e con- cese allldafo a'cappuccini, il 4-" "el mo-
sultore del s. avendo già deputato
offizio; nastero delle sorelle della Carità; di più
visitatore apostolico di Smirne mg.^" Giu- altro oratorio nell'interno dell'osjiizio dei
liano Hillerau diLucon arcivescovo di Pe- domenicani. Vi sono molte confraternite.
tra. Lo stesso Papa a' 3 febbraio i835 1 Nel villaggio di Burnabat, G miglia lungi
"vi traslocò da Babilonia mg.' Pietro Mar- da Smirne, lachiesa dedicata alla B. Ver-
celli noBona mi ed' A Ibas diocesi diCahors; gine è parrocchia de'riformati francesca-
indi a'6 marzo I 838 elesse a successore ni che vi hanno ospizio , ospedale pegli
nell'arcivescovato l'attuale mg.r Antonio appestali, confraternita del ss. S.igrdnieu-
IMussabini di Smirnestessa, già alunno del loequasiGoG cattolici. Budgiù villaggio
collegio Urbano, non che vicario aposto- 4 miglia lontano, ha cap[)ella pubblica.
lico dell'Asia minore; dipoi col breve Cu//z INarlikioi villaggio 7 miglia distante , ha
graves^Ae novembre iS/\o, Bull. Poni,
i 3 parrocchia amministrata da un prete se-
de propaganda fidel. 5, p.aa i, lo dichia- colare.Il clerodell'arcivescovato si com-

rò visitatore apostolico de'greci e alba- poneva di 16 sacerdoti secolari, e 2 di ri-


nesi stabiliti nel regno delle due Sicilie. to armeno, oltre chierici; e di 22 sacer-
i

Secondo recenti notizie, ecco lo stalo del- doti regolari, cioè riformati, cappuccini,
128 SUI S M I

lazzai isti e domenicani, non che i fratelli si verificava degli armeni di Smirne. II
delle scuolecrisliane. Il clero secolare vi- patriarca di Cilicia non estendeva la sua

ve di soli incerti. L'arcivescovo ha dalla giurisdizione in questa parte dell' Ana-


s. congregazione di propaganda ^f^e an- tolia.

nui scudi 3oo,più 200 da'religiosi rifor- vicarialo apostolico dell'Asia mino'
mati, ed oltrea ciò 1 200 franchi da Fran- re,amministrato dall'arci vescovo diSrair-
cia. Gode le facoltà della formola 2.'^, e ne, nell'Anatolia, vasta contrada dell'Asia
luoltestraordioarie. InSmirne riformati i occidentale, che comprende gran parte
hanno convento provveduto di i)eni sta- della penisola o Asia minore, o Asia oc-
bili, così cappuccini ed
i lazzarisli. Vi i cidentale o Ottomana. Questa penisola,
sono 2 ospedali, il magnifico monastero che un giorno si divideva in tanti regni,
delle sorelle della Carità, l'ospizio de'do- oggi forma le 3 grandi provincie di Cara-
menicani, due scuole nelle parrocchie pei manìa, Amasia e Aladulia. Altri dicono
poveri parrocchiani. Inoltre vi sono altri che l'Anatolia fu anticamente detta Asia
4 pubblici stabilimenti per l'istruzione minore, e la dividono in 4 parli: l'Ana-
della gioventù cattolica, cioè: i ."1 1 collegio tolia propria, la Caramania, l'Amasia e
di propaganda diretto dall'arcivescovo, l'Aladulia. Si estende dal fiumeKizaler-
con casa e giardino. Questo titolo vera- mak sul mar Nero, sopra il mare di Mar-
mente è contro un decreto d'UrbanoVlII, mara, e sopra l'Arcipelago, ed il Medi-
che accorda tale denominazione al solo terraneo fino alla costa che sta rimpetto
collegio Urbano di Roma, ma gli fu dato all'isola di Rodi. L'Anatolia propria con-
per togliere qualche differenza. La dire- tiene Smirne; la Caramania ha per capi-
zione del collegio era aflidata a benepla- tale /corno, e comprende l'isole dìCipro
cito della s. congregazione di propagan- e di Rodij l'Amasia contiene tutta quel-
da a Ila congregazione de'sacerdotif/V^w5', la parie che gli antichi chiamavano /^r-
perone avea la soprintendenza l'ordina- menia minore, e porzione della Cilicia,
rio prò tempore. Nata contesa sulla giù- ed una delle sue parti ha per capitale Tre-
l'isdizione, picpus si ritirarono in Fran-
i bisondaj V A\a(\ii\\a si divide in Aladulia
cia. 2.° Il collegio de'lazzaristi,oves*istrui- propria la cui capitale è Tarso, ed inBo-
scono gialis più di 25o giovinetti. 3.° Il zoch la cui capitale è alle sponde dell'Eu-
collegio delle sorelle della Carità, che in- frate. Presenta una fertilitàstraordinaria,
segnano gratuitamente a più che 200 fan- e tulli i comodi della vita. Vi si parla il
ciulle. 4. "Contiene 3 scuolegratuiteman- turco, il greco, rarmeno,e nelle cillà com-
tenule a spese dell'arcivescovo in 3 dif- merciali si usa specialmente il francese.
ferenti quartieri della città per le povere Non è possibile conoscere la popolazione
zitelle.Risiede in Smirne anche l'arcive- dell'Anatolia, e ben ristretto n'è nume- il

vo greco scismatico, che ha circa 23, 000 ro de'ca ttolici. Hanno giurisdizione eccle-
de'suoi. Quanto agli armeni di Smirne e siastica in gran parte di questa penisola

sua arcidiocesi, come vi si recarono lo dis- il vicario patriarcale di Costantinopoli,


si XLVII, p. 25i. Questi arme-
nel voi. equel primate armeno. Questo vicariato
ni non sono soggetti all'arcivescovo pri- apostolico dell'Asia minore,secondo la re-
mate di Costantinopoli, né al patriarca di lazione della visita apostolica fatta nel
Cdicia.ma bensì all'arcivescovo di Smir- 1834, comprende nella sua estensione
ne, e ciò in forza del breve dell'erezione territoriale tutto il litorale da Satalia a
del primate, poiché in virtù di quello su- Kiutaja esclusivamente, eda questa città
gli armeni, solo acquistava giurisdizione all'istessa Costantinopoli. Eursa pero è di-
il primate, i quali ubbidivano al vicario retta da quel vicario patriarcale; Cesma è
patriarcale diCuslaDtinopoli,cosa che uoa sotto la giurisdizione del vescovo di Scio :
SMO SMO 129
fia le isole spettano al vicariato Samoe cìnta a 3 lati da fosse e difesa da una cit-

IS'icarin. Nel continente in molte città e tadella e 2 rivellini. La parte situatii sulla

villaggi si trovano dispersi i c.-iltolici; Ai- sponda destra del fiume è parimenti for-
din o Eliopoli ne ha alcuni senza chiesa. tificata, ma i ripari sono di terra. L'interno
Metelino sehbene spelta al vicariato pa- contiene giardini e case di legno, la mag-
triarcale di Costantinopoli, l'arcivescovo gior parte d'un piano, e molto soffrirono
però di Smirne è autorizzato a spedirvi nell'assedio dell 8 1 1; nel centro della cit-
qualche sacerdote in mancanza di assi- tà è una bella piazza, in cui sono i tribu-
stenza spirituale. Pel vicariato apostolico nali. Si contano 16 chiese parrocchiuli,una
dell'Asia minore, l'arci vescovodi Smirne cattolica, altra luterana. 1 piìi belli edi-
riceve dalla congregazione di propaganda fìzisono le due cattedrali, la cui erezione
annuiscudiGo. Sarebbe un interesse gran- risale al secolo XII, e quella di s. Miche-
de aprire una missione formale nell'Asia le viene considerata come un pezzo d'ar-
minore, chegiace in posizione molto van- chitettura de'piìi celebri del nord d'Eu-
taggiosa, epuòdirsi vicinoa Roma centro ropa; il palazzo arcivescovile, ed
3 con- i

delcattolicismo. Se interessa la conversio- venti, compreso monasterodi monache; il

ne ile'cinesi ede'gentili dell'Oceania, non quello d' A bramo fondato nel XII seco-
hanno forse i medesimi diritti all'eterna lo, contiene il seminario. 1 principali sta-
salute ipopolidell'Analolia? In questa re- bilimenti sono le scuole mi-
il ginnasio,
gione un tempo fiorirono numerose e il- litari e di commercio, l'ospizio de'trova-
lustri sedi vescovili. I missionari di Co- tellijil concistoro con un seminario, ma- i

stantinopoli, passato il canale, si potreb- gazzini delle vettovaglie e del sale, la c.isa
bero distribuire nelle sue ampie provin- di coriezione,la sala di conversazione pei
eie. Nell'Anatolia il vicarioaposlolico an- festini e divertimenti della nobiltà. Vi
nualmente soltanto vi spedisce qualche hanno fabbriche, e commercio con Riga,
missionario. Danzica e l'Ukrania. Ignorasi l'epoca della
SMOLENSKO, Sinoknscum. Città fondazione di Smolensko, pure è antichis-
arcivescovile della Russia in Europa, ca- sima, e neir854 già era ricchissima e po-
poluogo del governo e distretto del suo polosissima. Dopo varie vicendecominciò
nome, at3o leghe da Pietrobmgo e 85 nel 996 ad avere i suoi principi partico-
da Mosca, sul Dnieper o Borislene, che lari, e Stanislao figlio di Vladimiro 1 ne
quivi non è né largo, né profondo. Re- fu ili. "sovrano. Neh 3o fu devastala dal-
i

ìdenzi) d'un governatore, e d'un arci- la peste, che vi fece perire 42>ooo abitan-
vescovo russo, la cui sede dicesi eretta nei ti. Dopo essere stata arsa e saccheggiala,
I I 28e perciò unn delle più anlichedella e di rado presa [)er più di due secoli, nuo-
Lituania, di cui Smolensko fu già ducato. vamente la peste la percosse nel i 388 a tal
Questa ci tlàèestesissi ma, eoi tre iIDnie[)er segno che appena vi rimasero vive o per- 1

\i corrono 3 altri fiumicelli. La parte si- sone, e allora fu abbandonata e si chiu-


tuata sulla sponda sinistra del fiume ha sero le porte. I tartari e i lituani se la di-
un muro di mattoni e pietre oltre una spularono gran tempo, ma di vennero i se-
Jcga e 1/4 d'estensione, allo 5 lese e già condi possessori eia conservarono sino al
fiancheggiato da 36 torri,delleqiiali ne ri- I 5 4 che fu presa dal principe
1 Mosca o di
mangono circa 2 5, le altre essendo slate czar Basilio IV. incomin» Il czar Fedor I

famosa ri-
disti ulte da'fiancesi nella loro ciò a circondarla di mura e furono termi-
una da Sigismondo III re ili
tirala, oltre n;ite nel 099 sotto il regno del successo-
1

Polonia,e una dall'impi udcnza d'un c;in- re Boris. La presero polacchi i e i russi, e la
noniere. La quale muraglia, fuori di cui devastarono più volte, dal 1606 al i654
stuoQO i sobborghi, è forata da 5 porle, che il czar Alessio Michctowilz la tolse al
i3o SUO SOA
re Giovanni Casimiro e la riunì per sem- snania, dichiaralo vescovo di Tebesca in.

pre alla Russia. Pietro I il Grande ne fe- p^/7/Z'H.ya'4 aprile 17 59. Gli successe nel

ce ristabilire e accrescere i propugnacoli 1772, indi gli fu assegnato in coadiutore


alla moderna. Durante la guerra d'inva- per succederlo. Adamo Naruszwicz di La-
sione de'francesi in Russia, fu presa a'5 kisszynik diocesi di Vilna, fatto vescovo
agostoi8i2 e ingrati parte bruciata, do- ò'^jinausin pariihus a'i 3raarzoi 775. Ti-
po la battaglia sanguinosa ch'essi diedero moteo Gorzenski di Ribow diocesi di Po-
a'russi, capitanati dal celebre maresciallo snania , eletto vescovo a' 2q novembre
Ney, al governo francese ha
quale ora il 1 790. Le Notizie di Roma del 808 an-
1

eretto una statua pure


in Parigi: egli fu cora lo registravano, come l'arcivescova-
duce della retroguardia della giande ar- to di rito greco ruteno di Smolensko e Se-
mata, e fece piodezze inutili nella ritira- veria, ma vacante: Sniolescensis graeci ri-
ta e nel passaggio della Beresina. Oltre tus. Dissi a KioviA,che dopo il 1674 il ve-
l'arcivescovo eterodosso greco, vi furono scovo di Smolensko si sottomise alla chie-
inSmolenskode' vescovi di ritogreco luo- sa cattolica, benché la città fosse già per-
I primi ancora
scovilaje de'vescovi Ialini. venuta in potere di Russia. Rilevai a Li-
furono uniti di comunione colla s. Sede, tuania, che ceduta Smolensko a'russi, i

principalmente finché la città fu sotto il cattolici, principalmente nobili, emigraro-

dominio de're di Polonia. Commanville no nella Polonia, e che il vescovo non ri-

dice che la sede greca fu istituita nel se- siedendo più nella città fu quasi in par-
colo XVI sotto il metropolita di Mosca, tihus; soppressa poi da Caterina II, que-
e V Oiiens chr. 1. 1 , p. i 3 1 3 registra i se- sta ottenne da Pio VI l'erezione del ve-
guenti vescovi. N. del 1 582 nel pontificato scovato poi arcivescovato di Mohilow
di Gregoiio XI il, Lorenzo Crusa nomi- (/'.). Apprendo dalla celebre Allocuzio-
nato da Urbano Vili, e Andrea Slot mo- ne di Gregorio XP'I sulla religione cat-
naco di s. Basilio del 648. Nelle Notizie i tolica di Russia e Polonia, che la gerar-
di Roma del secolo passato trovo registra - chia de'greci uniti nelle Provincie polacco-
to: Sniolensco e Severia di rito greco ru- russe.dopo essere slata sconvolta edistrut-
teno uniti nella Russialiianca arcii'esco- ta nell'ultimo periodo del passato secolo,
l'rt/Oj quindi: Eraclio Lisanski dell'ordine fu riordinata nel 1798 da Pio VI, compo-
di s. Basilio, del palatinato di Riovia e nendola anche cou 1' arcivescovo di Po-
diocesi di Kiovia, fatto arcivescovo a'27 losko (^.)j con giurisdizione su Smolen-
settembre! 763. Riferisce Commanville, sko. Tutto e meglio si può vedere a Rus-
che il vescovato di Smolensko di rito la- sia e RUTENC.
tino fu istituito nel i633 da Urbano Vili SOANA [Soanen). Città vescovile del
sotto il metropolitano di Gnesna, ad istan- granducato di Toscana con residenza in
za del re di Polonia Vladislao VII. L'O- Pitigliano, nella valle della Fiora, già e-
riens chr. t. 3, p. i i3g riporta questi 3 truscaequasi deserta,nel compartimento
vescovi. Pietro Parazenski polacco eletto diGrosseto, nella comunità di Sorano da
da Urbano Vili nel i636, Carlo Pietro cui é distante 4 miglia, e 3 da Pitigliano,
Sancerzinski polacco del 1721, Bogislao alla quale giurisdizione appartiene, nella
Corvino Goziewski del 17 24- Nelle Noli- provincia di Siena. Giace in pianura so-
zie di Roma leggo seguenti. Smolensko i pra un terreno di tufa vulcanica solcato
neir AlbaRussia: Giorgio deEclis Hylzen, profondamente intorno da due fossi, Ca-
di Scuntkaim diocesi di Warmia, nomi- lesino e Picciolana,che poco lungi da Soa-
nato vescovo a' i o maggio j^^; ««uo coa- 1 na si vuotano a ponente nel fiume Fiora.
diutore con futura successione, Gabriele La cattedrale rifabbricata semplice ma
"Wod/yubky di Ilicruozick diocesi di Po- grandiosa dal vescovoRanieri verso la me-
^

SMO S MO 1 3 1

tìi del secolo XI, comedichiaiò Nicolò II si con leggi proprie, come attesta una let-

in una bolla deli 061, è sotto l'invocazio- tera di s. Gregorio I del 5t)3. Apprendo
ne del principe degli apostoli s. Pietro e dal Cohellio, Nolilia Cardinalalus, che
di S.Lorenzo, venerandosi tra le reliquie alla chiesa romana,
Carlo ÌNIagno donò
il braccio del magnanimo s.Gregor/o P'Jl Tuscanani vulgo Maremma
Jìlarchiani
(/'.) suo patrono e concittadino ; altri lo Populoniani,Soanam,RoseUns j(\onaz\o'
fanno romano, e riparlai del gran Papa a ni che furono confermate da'diplomi de-
Salerno, ove è il prezioso suo corpo, che gl'iiuperatori Lodovico I il Ao e Otto-
contenne il suo sublime e meraviglioso ne l,e specificatamente. L'origine de'con-
animo. Anche il celebre Papa Ale.<:sandro ti Aldobrandeschi che la signoreggiaro-
JII{ A' .),che pure in tanti luoghi encomiai, no è controversa, chi dicendola longobar-
si vuole di Soana, pregio che gli contrasta da e chi salica, e compariscono nel seco-
Siena (^.). Soana o Sovana, Sunna, già lo X già potenti e possidenti in Soana, Po-
forte per posizione quasi isolata, per le sue pulonia e altri luoghi, come si può legge-
mura, e per la gente che l'abitava, con- re iu Piepelti, Dizionario geografico slo-
tinuava a governarsi colle proprie leggi ricodella 7o.?c<7n^, all'articolo Soana,v\'
quando vi arrivarono i longobardi; per portando i primi Aldobrandeschi e i loro
lunga età fu residenza de' propri gastal- acquisti. A questi pare che attribuisca ii

di, de' vescovi, e d'una potente prosapia celeberrimo Ildebrando poi s. Gregorio
di conti, quindi nel 240 t'o capace di far
i VII, sebbene dichiari non essere riuscito
fronte all'esercito di Federico II edisosle- a trovare il suo nome nell'albero genea-
iieroe l'assedio, ma ora è ridotta iu tanto logico di quella prosapia, della quale par-
misero stato che la sua popolazione nel lò all'articolo Santa Fiora, e di essa io
1 833 non oltrepassava 64 persone. 11 re- tenni parola a Sforza perchè ne diven-
cinto considerabile di sue mura, le strade nero conti. Nel r 2o3 i conti Aldobrande-
dritte e parallele, lunghe mezzo mi • circa schi di Soana erano in guerra contro il

glio e fiancheggiate da numerose case, al comune di Siena, seguace del partito ghi-
presente semidirute o adatto rovinate, gli bellino; ma dopo tale anno essi pure si

avanzi delsuo forte. quelli del palazzodei unirono alla parte ghibellina o imperiale,
suoi conti e d'un acquedotto, tutlociò mo- e nel 122 il conte lldebrandino maggiore
i

strerebberoabbastanzacheSoana fu gran- ottenne la conferma di Grosseto e un pri-


de e ragguardevole, ma meglio la storia vilegio da Federico II. Arroge a ciò la lega
e la tradizione l'assicurano. Soana non so- stnbdita in detto anno fra Siena e i con-
lo fu florida al tempo degli etruschi e dei tiAldobrandeschi di Soana, per aiutarsi
romani, ma ancora sotto il dominio dei reciprocamente nelle guerre che fossero
longobardi, de'Carolingi e degli Ottoni, per insorgere contro di loro, salvo il Pa-
come sì ha dalla sua storia civile ed eccle- pa, l'imperatore e il comune di Pisa. Re-
siastica. Plinio afferma, che Soana fu co- petti riprodusse il novero de' feudatari
lonia romana, e di recente furono scava- soggetti a'conti Aldobrandeschi di Soana.
li molli avanzi di monumenti antichi o Da lldebrandino nacquero iconliGugliel-
sepolcreti etruschi tagliali nel tufoedi va- mo stipite della branca di Soana, e Boni-
rie specie. Gli abitantiavendo ottenuto fazio autore della branca di Santa Fiora:
l'onore della cittadinanza romana, a poco nel I
274 i conti lldebrandini figli de'delti
a poco ne presero l'mdole, i costumi, sen- i duefiatelli,alla presenza diDavid vesco-
timenti. Da quel tempo le vicende degli e- vo di Soana, si dividero paesi e fondi del i

truschi,come de'soaoesi, si confondono contado Aldobrandesco. lldebrandino il


con quelle di Roma, finché dopo rovinalo Rosso di Soana, oltre questa città, ebbe
il ruiuauoimpero,Soaua tornò a goveruar- Piligliauo, Orbelcllo, Marsiliuna, Soia-
i32 SMO SMO
no e Vitozzo. A Ildebrandino di Santa tolo.d l'suoi principi, da'cittadini che l'a-
Fioia, olire questo castello, gli toccarono bitavano, solo conservando la cattedrale
quelli d'Aicidosso, Sei vena, Roccastrada, e il titolo del vescovato. Neli4io essen-
Canipagiiatico, Castiglione d'Orcia. An- do sanesi in guerra cogli Orsini, le loro
i

che altri luoghi egiuiisdizioni si divise- masnade sorpresero Soana e l'occuparo-


ro, restando in comune a' due rami la cit- no insieme alla rocca. Tolsero la campa-
11 conte di Soa-
tà e distretto di Grosseto. na maggiore della cattedrale, eia porta-
ua per validità dell'accordo promise al rono nel campanile del magnifico loro
cugino di Santa Fiora d'ottenere dal Pa- duomo, dove si conserva col vocabolo i^o-
pa Gregorio X l'approvazione. Già l'ab- vana. I sindaci di Soana nel i4i 4 ^'^^t'^*

bate delle Tre Fonlane e Chiesa dt ss. posero la loro ormai disabitata a Sie-
città

Vincenzo e Anastasio (/''.) fino dal aGc) i na, la quale promise privilegi e esenzioni
aveva investito a titolo di feudo il conte a chi SI fosse unito a'supersliti g6 abita-
IKlcbrandino il lìosso di Soana, della ca- tori: vitornarono yS famiglie, e sanesi i

(>tellania e giurisdizione di Orbetello(era restaurarono il palazzo pubblico pel gius-


della diocesidi Soana,dalla quale lo stac- dicente. Nel 1 43 però soanesi si ribel- I i

cò nel 3o ildelegalodiGregorJolX,per
I 2 larono per darsi al conte Gentile Orsini,
assegnailo al monastero delle TreFonta- ma 3 anni dopo per accordo fatto con es-

ne, il cui abbate commendatario io con- so, Siena ricuperò la città. Ciò dispiacque
serva insieme coU'lsoladel Giglio e Porto a'soanesi, e un di loro uccise il conte re-
S.Stefano, già della stessa diocesi), la qua- candosi in Soana. Allora i pitiglianesi cor-
le investitura fu poi rinnovata nel 1286 sero armati a Soana per vendicar la mor-
colla contessa Margherita Soana figlia
di te del loro signore, e la posero a ferro e
unica ed erede di tal conte, impalmata al fuoco. Neh 544 Soana era ancora retta
conte Guido di Monforte; inolile ad essa da un giusdicente sauese, indi vieppiù an-
toccò ptue nel i 284 la parte della contea dò declinando in popolazione e in mate-
Aldobrandesca del zio lldebrandino di riale, laonde Siena pensò a restaurare la

Saula Fiora. Da questo connubio nacque cadente rocca. La crescente malsania del-
la sola Anastasia, che maritata al conte la contrada, non permise nel secolo XVII
l'omanoGuidodi Gentile di Bertoldo Or- ai mainotli inviati dal granduca Cosimo
sini {V.), in questa polente casa romana III, nèalla colonia de'loienesi trasportata-
portò tutta la contea di Soana. Divenuti vi verso il 1740 dal granduca Francesco
gli Orsini pad«oni dello slato Aldobran- II, di potervisi stanziare e mantenere, gli

desco,abbandonarono poco dopo l'antica uni e scomparendo dal numero


gli altri

residenza della città etrusca di Soana di- de'viventi. Ilsigillodi Soana consisteva in
venula infetta per mal'aria, e si stabili- un leone rampante, che tiene fra le gran-
rono in Pit/gliai>o{f^.)ydove fabbricarono fie le chiavi di s. Pietro patrono princi-
la reggia e un castello con molte fortifi- cipale della città; ma Repetti dice esser
cazioni. Gli Orsini nel 1 6o4 alienarono la nolo, che il rampante era lo stem-
leone
contea al granduca Ferdinando l. Men- ma degli Aldobrandeschi di Soana e dei
ile i soanesi erano vassalli degli Orsini, conti Orsini loro successori. Noterò, che
nel 1477 furono ammessi alla cittadinan- l'arme di s. Gregorio VII si forma d'un
za di Firenze. Ma la città di Soana che leone rampante, e di mezza aquila.
dava il nome a un vasto territorio, che La sede vescovile di Soana era imme-
per molti secoli fu residenza e capitale diatamente soggetta alla s. Sede, finché
della più potente dinastia maremmana Pio li nel i45c) erigendo Siena in metro-
XI 11 in poi, si vide di mano in
dal secolo poli, tra le sulfraganee sedi vi comprese
mano abbandonala da' vescovi, dal capi- Sodua^ e lo è tuttora in uno a Piligliauo.
S MO SMO i33
II vescovato ebbe origine nel secolo VII, conte almonaco procuratore delle Tre
e VU^heWi, Italia sacrai. 3, p.'jZ3,Sita- Fontane per l' enfiteusi a lui dato delle
naeephcopi, pel ."registra Tiiddino, iiuli
i terre e castella appartenenti alla medesi-
Maurizio ciie nel concilio di Costantino- ma abbazia cistcrciense, il cui interessante
poli del 680 si %o\\o%cr\%%QEplscopiis Soa- alto riprodusse Ughelli. David Dandini
nensis. Pietroo Paolo nel 768 intervenne meglio Bandini nobile sanese del 270, 1

alla traslazione delle reliquie di Severo


s. cistcrciense del monastero di s. Galgano,
in Siena; Sebastiano fu al concilio d'Eu- virtuoso e dotto, che eletto dal capitolo,
genio II 08 2 7; Trasmondo oTa-
nell'B 2 G GregorioX confermò, e giù rammentato
nimondo fu all'altro romano dell' 853; di sopra: compose le liti coll'ahbazia A-
Ranieio deH'BGo, benemerito per la cano- mialìna, e quelle di questa col clero di
nica da lui eretta; Bastaldo fu al concilio Grosseto, pose Galgano ia
il corpo di s.

romano dell'BGi, Stefano a quello del- sepolcro marmoreo,


un diploma e spedì
r878, Pisano al conciliabolo d'Ottone I a favore della chiesa di s. Francesco del
nel 963, Giovanni intervenne al sinodo Pian diCastagnaio. Vuoisi che per un tem-
romano del i o 5j altro Giovanni a quel-
1
po governasse la chiesa diSoana il b.Biagio
li del1037 edelio59;Anselmodelio6i, cistcrciense. Avendo il capitolo nel 1283
al cui tempo Papa Nicolò emanò la bol- 1 1 eletto diversi soggetti, INIartino IV di pro-
la diretta a Vitale preposto della chiesa pria autorità nominò Marco canonico di

Suanense e riportata dall'Ughelli, colla Asisi, che intervenne all'investitura rice-

quale salva l'autorità del vescovo prese vuta dalla conlessa INIargherita dall'ab-
sotto la sua protezione la canonica edifi- bazia delle Tre Fontane, con islromento
cala dal vescovo Raniero, confermando prodolloda Ughelli, unitamente alla bol-
ì beni e i luoghi della chiesa. Il vescovo la di Bonifacio Vili che ratificò la divi-

P. forse Pietro del 1072, non conosciuto sione fatta col di lei parente Guido con-
da Ughelli, assistè Rodolfo di Siena nel tedi Santa Fiora, mediante consenso del-
collocamentodel corpo di s. Severo sotto l'abbate delle Tre Fontane. Questo Pa-
la confessione dell'antico duomo. Nel io83 pa nel 1298 fece vescovo fr. Monaldo Mo-
S.Gregorio VII fece vescovo David belga. naldeschi d' Orvieto francescano, e nel
Riporterò più di>tinlisuccessori,oltreVi-
i 1 3 I 2 lo fualtroTrasmondoMonaUleschi
Viano non ricordato da Ughelli e che nel domenicano, che appellò al cardinaleTeo-
1208 fu presente al testamento fatto In dorico contro l'abbate di s. Salvatore di
Soana nel proprio palazzo dal conte Al- MonteAmialo sulla giurisdizione«lel Pian
dobrandino. Galerino o Galellino eletto di Castagnaio.Nel 33o fr. Alemanno Do-
i

nel 122 I fu consagrato da Onorio III, due nali francescano, nobilissimo edottissimo
diplomi del quale vescovo si leggono in fiorentino, che santamente governò e fu
Ughelli, insieme a due lettere di Gregorio traviato a Modena. In tempo del vescovo
IX del 1 23o,acciò non sturbasse l'abbate fr.Nicoladi Messinacarmelilano,neli 318
delle Tre Fontane. in\ possesso spiiituale l'abbate delle Tre Fontane investì delle
d'Oibetello e sua chiesa di s. Maria, ciim sue terre la contessa Anastasia, il marito
millam ibidem in clerico^ suanensis epi- Guido Orsini e loro figli, riportandone il
scopiis jurisdictionein haberel j confer- documento Ughelli. Paolo Bacceti tosca-
mando la sentenza del cardinal Bartolo- no del 362, ebbe liti co'monaci Amiati-
1

meo di Pudenziana in favore di detto


s. ni. Nel 386 Antonio monacocamaldole-
1

abbate, econtro il prioi e, capitolo e chie- se, creatoda Urbano VI. Gli successe nel
rici dis. Mariad'Orhelello.Teodino Mo- 1 3qoelraslalodaAnglona,TommasoMa-
naldeschi d'Orvieto, intervenne al giura- rio romano o Tommaso Lucio de Mare-
mento che nel i
269 prestò lldcbrandino ri, e lasciò erede l'ospedale di s. Spiiitodi
3

I 3 i SUO SUO
Romn. Nclr/fo?. Pietro al)ba»e cle'ss. A n» trurci{T'.)po'ìc\a cardinale. Però Adriano
(liea eGrei^oriodi Roma benedettino. Pel VI riconosciuta l'innocenza di Lattanzio,
grande scisma cV occidente fu spo^^iiato nel 522 lo reintegrò. Dopo la sua morte
1

della sede il predecessore Valentino, es'm- e dopo due anni di sede vacante, a'3 lu-
truse fr. Antonio Fede carmelitano fio- glio 1529 Clemente VII ne aflidò l'am-
rentino, col flivore de'oonti di Pitigliano, ministrazione al cardinal Ercole Gonza-
indi da Martino V riconosciuto. Gli suc- ga (/'.)• il quale rinunziò in favore del
cesse nel 1434 Gioacchino Suhare prete cardinal jF<2/72e.?e, che divenne Paola III
di s. Giovanni di Pitigliano, trasferito poi (il Cardella scrive che Clemente VII nel

a Canne. Apollonio ]Mas«aini sanese e ca- i525 conferì la chiesa di Soana al cardi-
nonico di sua patria nel 1439, d'ingegno nal Farnese) nel 534: egli però già avea
1

e animo grande, il quale col suo consiglio a'2 I532rassegnatoSoaua al nipo-


aprile I

giovò alla repubblica di Siena. Al suo tem- te Ferdinando Farnese. Morto neh 535,

po e con l'atto presso Uglìelli, nel 455 1


Paolo III elesse amministratore Carvajal
pervenne in podestà di Siena Orbetello, Simoncelli d'Orvieto d'anni 27, il quale
che con Ansedonia, Porto Ercole, e altri resse questa chiesa 60 anni, e mori nel
IO pi'opinqni castelli, aveano donato al- 1596 decano di tutti vescovi della cri- i

l'abbazia delle Tre Foiilanc,9.. Leone III stianità. Sarà ceitanientestato suo paren-

e Carlo Magno. Colla mediazione di Papa te il cardinal Simoncelli (^.), che visse

Nicolò V, il comune di Siena si obbligò pa- 60 anni nella porpora e intervenne a io


gare agli abbati delle Tre Fontane^ pel conclavi. Metello Biclii [F.) poi cardina-
feudo d'Orbetello e altri luoghi dell'ab- le,per cui fu denominato \ì cardinal di
l)azia, l'annuo censo di 5o fiorini d'oro e Soana. Merita pure particolar menzione
Pire I 5, trattato che confermò Pio li nel Scipione Tancredi nobile sanese, aman-
1459. Delle vertenze tra gli abbati delle te e studioso delle antichità di sua chie-
Tre Fontane e la repid^blica di Siena, so- sa, procurò con zelo di giovarla, e gover-
pra Orbetello e altri feudi, e come pas- nò con lodevole sollecitudine, poi trasla-
sarono a far parte dello Stato de' Presidii, to aMontalcino. Gli successene! i637Cri-
ilche riportai all'articolo Sicilia, e come stoforo Tolomei nobile sanese e primice-
pervennero a'granduchi di Toscana,si può rio della patria metropolitana. Nel i 645
vedere il citato Repetti all'articolo Orbe- Marcello Cervini di Monte Pulciano,pro-
tello e a tutti gli altri che vi hanno re- nipotedi Marcello II, trasferito nella pa-
lazione, e colle loio vicende politiche, ve- tria; e gli venne sostituito Girolamo Bor-
nendo considerato Orbetello come capi- ghese benedettino, e parente di Paolo V,
tale di quel piccolo stalo. Ad Apollonio poi di Pienza. Pietro M."* Bichi nel 167
nel I 467 successe Tommaso Testa Picco- tiTislalo da Todi, lodevole vescovo. Ful-
lomini,poi vescovo diPienza;indi nel 1470 vio Salvi nobile sanese del i 7 1
3, già pre-
Andreoccio Ghinucci sanese, trasferito a posto di Pienzo, col quale ueWIlalia sa-
Grosseto;nel 1489 Girolamo Scotti sane- cra si termina la serie de'vescovi di Soa-
se con gran festa della patria; nel 1 492 Al- na, che completerò col le i\'bi/:./efZ//{o/7z (2.
dello Piccolomini; neli5io Alfonso Pc' Nel I 728 Cristoforo Palmieri sanese, nel
tritcci (F".) poi cardinale, a cui successe I 739Antonio Vegnidella diocesi diPien-
Lattanzio Petrucci, il quale creduto da za, neli''46 fr. Nicola Bianchi carmeli-
Leone X complice della congiura del car- tano scalzo di Scansano nella diocesi di
dinale, lo depose nel concistoro de' i 3 no- Soana, neli75i Segiierio Felice de Se-
verabrei5i7ed esiliò, sostituendogli Do- gueri della diocesi di Pescia,neli762 Ti-
menico Collesta diSoana, morto nel J20. I berio Borghese sanese, nel 1773 Grego-
Allora l'ebbe in coiumenda Rallaele Pe- rio Alessandri della diocesi di Fiesole, nel
soc SOC 131;

1^76 Francesco Pio Santi di Rocca AI- felluandosi il socialismo e il comunismo,


begna nella diocesi, nel Bo^FilippoGhi-
i la società eia (àn)iglia diverrebbero l'im-
gio Ghighi di Bibbiena diocesi d'Arezzo. magine dell'eterno pianto, dove Diosi be-
GiegoiioXVInel concistoro dc'Sosetlem- stemmia. Non essendovi sistema,come nel-
brei83i dichiarò vescovoGiacomo Bel- le loro massime e ne'suoi principii di più

lucci della diocesi e preposto della catte- assurdo, poiché non ammette né Dio, né
drale, e per sua morte in quello de'2 lu- religione, né leggi,né famiglia, e invece
glio! 832 l'odierno rog.r B^ancescoBar- divinizzando 1' uomo ne sbriglia le pas-
zellotti di Pian Castagnaio nella diocesi, sioni, ne alimenta e ingigantisce vizi, ne i

A *Pitiglia>o
già arci[>rete di Marciano. guasta e deprava gli alletti; se mai per dis-
narrai come Gregorio XVI neh 844 ^' grazia giungessero ad attuarsi e porsi in
resse io coocattedrale l'insigne collegiata pratica, sarebbe il più disastroso flagello
di Pitigliano,cb'era una delTe 4 della dio- Il socialismo come
ilell'umana società. il

cesi, che vi fu trasferito da Soana il ca- comunismo derivano dal protestantismo,


pitolo, il cui preposto era parroco della e come questo sino da principio si divise

cattedrale, e che l'attuale vescovo pel 1 in mille sette, bene spesso niinicissime e
lo è di Soana ePitigliano.Nell'ulliuia pro- cozzanti tra loro, e in questo solo concor-
posizione concistoriale si dice che inPi- di, nel rinegare cioè l'autoritàdella chie-
liglianoera l'episcopio, che in Soana oltre sa cattolica e foggiarsi una religione di
la cattedrale eravi un'altra parrocchia, proprio capo; così il socialismo si divise
ma senza battisterio, e unaconlraleriiita. in mille sistemi sv:iriatissim!,e in una so-
Ogni nuovo vescovo è tassato ne'libri del- la cosa consenzienti, in quanto ciò stima-
la camera apostolica in 3o4fiorioi, ascen- no ladicalmente viziato il presente ordine
dendo frutti della mensa a più di scudi
i dell'umana società, e intendono a cam-
1800. La diocesi si estende per 3o miglia biarne le basi cercando ne'deliri della pro-
di territorio, e contiene 20 luoghi e 46 pria ragione un nuovo principio d'orga-
parrocchie. nizzazione in tutti i rispetti di social convi-

SOCI ALlSMOeCOMUNlSMO. Idra venza. E quantunque a niuno finora sia-

spaventevole che sostiene l'empie dottri- si presentato chiaro e distinto un tal prin-
ne e perversi sistemi, quali coudjal-
i i cipio, aspettandolodagli svolgimentia che
tendoa un tempo le proprietà personali menerà il fatale progresso in un nebuloso
e le libertà individuali, vorrebbero pre- avvenire; pure tutti si accordano nel vo-
cipitare tutte quante le nazioni, inclusì- ler distrutte tutte le idee e tutti i princi-
vamentealle più incivilite, all'orlo d'una pii, sopra i quali finora la società s'è ap-
completa dissoluzione sociale; ad un ca- poggiala per ricostruirla dipoi in una
,

taclismo politico e tremendo, minaccian- nuova socievolezza ideale e universale di


te finimondo al trono, all'aliare, all'iutie- tutta la specie umana. Que..o è in sostan-
ra società. L'epoca sanguinolenta e de- za il socialismo. Il comunismo poi è una
magogica, l'epoca di ciarlatrice memoria sua forma particolare, escogitata da altri
dell'ultima rivoluzione, che fu un saggio come tentativo per cominciare l'attuazio-
e un tentativo di socialismo e comunismo, ne del socialismo, da altri come mezzo per
un contemporaneo la caratterizzò: Gene- sedurre le moltitudini che cercano qual-
rale manumissione di sostanze e di ordi- che còsa di positivo, e consiste nel totale
ne, complesso di utopie e deliri i più stra- accomunamenlo di tutti i diritti e beni,
vaganti, accompagnato da moltissimi e- spogliandone gl'individui e formandcne
sempi di sfrontate ruberie e tiranniche una sola massa, della quale poi ciascuno
prepotenze, mentresi pretendeva procla- Venga a partecipare e godere o equabil-
mare completa hbertù e l'età dell'oro. £f- mente o in ragione di date norme. Pare
i36 SOC SOC
die il comunismo stia ni socialismo in un ragionamenlo,chio-
assai interessante
quella medesima pioporzioiie, che il lu- sando dottamente im capo della medesi-
teranismo o il calvinismo al protestan* ma, col quale appunto il Papa fulminò
tisnio in generale. Il socialismo e comu- l'erronea dottrina sìccotneinfnnda, ac vel
nismo np[)ai tengono anche all' empio ipsi naturali /uri maxime adversa, qua
raiUeismo {f'.), con tutte le sue conse- semel admiisa, omnium jura, res, prò-
guenze politicliee sociali. Il panteismo fu prielates , ac vel ipsa humana socittas
eziandio professato da molte altre recenti funditus everlerentur. Il ragionamento fu
selle, come dal Sansi monismo {^^.). Os- dal prelato letto nell'accademia di religio-
servai all'articolo Setta, che le sette socia- ne Roma nel 84?, e il n.''64
cattolica di 1

listiche che di piesente minacciano l'Eu- del Diario di Rotna ne pubblicò l'estrat-
ropa, altro non sono che nuovi germogli, to. Il prelato divise il suo lavoro in 3 par-
sviluppameiiti e trasformazioni dell'illu- ti. Nella I.' ripose le prove, che il comu-

iTìinisuio, variatine i soli accidenti. A por- nismo, distruggendo diritti di proprietài

re una harriera all'abisso che ci minaccia e di eredità, va contro lo slessodirilto del-


ingoiare, sursero generose e dotte penne la legge naturale. Alla 2.* assegnò la con-
a smascherare e conquidere silTatli cru- futazione de'3 sistemi comunistici, meno
deli e ingiusti principii, proclamati prin- assurdi, echecomepiìi d'una certa velali
cipalmente da Proudhon, e Alfredo Sudre ragionevolezza possono maggior menlese-
scrisse la Storia del Comunismo o confu' durre:ii i.°de'qualièilsansimonismo,che
tazione islorica citile utopie socialistiche, pone per base della proprietà la sola ca-
Livorno i85o-52. Penetrarono le latebre pacitàjl'altro costituisce la proprietà tem-
di queste società Haller, Torricelli, Bre- poranea, e ne vuole ritornevole la distri-

sciani, Ileimequin, Cretinau Joly, l'egre* buzione ; il 3." accorda al cittadi.io il so-
gio e gran pensatore conte A vogadro del- lo usufrutto di ciò che gli bisogna, e la-
laMotta, nel Saggio intorno al Sociali' scia alla sola nazione il diritto del domi-
smo, e alle dottrine e tendenze socialisti' nio. Nella 3.' parte espose le cause, onde
c/zejTorinoi85i,ed altri che nominerò. il comunismo è derivato, discutendo po-
Se potessi seguire l'impulso dell'ammira- scia e concludendo de'rimedi, mercè dei
zione, tutto trascriverei il da loro vigo- quali salvare la società da questa piaga

rosamente combattuto da capo a fondo, terribile che la minaccia. Osservò, che il


ma sono costretto dalla carta misurata, comunismo fu abbracciato avidamente ed
qui appena accennare le loro onorate lu- ebbe maggiori seguaci nelle contrade do-
cubrazioni, rilevandole dalla non mai ab- minate da' Protestanti (^'.). Che la causa
bastanza lodata e benemerita Civiltàcat' d'una dottrina così velenosa non poteva-
toUca,'\\ di più potendosi leggere ne'tan- si attribuire ad un governo anziché ad

to suoi diffusi volumi che citerò, e tut. un altro, né a certe forme di stati anziché
ti intenti all'impresa di gloria divina, il a certe altre, giacché i comunisti hanno
listoramento sociale, con un fermo zelo messo in opera le loro teorie sì ne'regni
che crebbe inproporzione degli ostacoli. assoluti e sì ne'cosliluzionali, sì ne'misti
Quanto il regnante Pio IX abbia ripetu- e £Ì nelle repubbliche e confederazioni.
tamente condannato e riprovato il fata- Nel rapido quadro che fece de'gravi di-
lissimo socialismo e comunismo, e i loro sordini avvenuti in Prussia, nel Belgio,
scellerati sistemi, lo notai altrove e nel voi. in Francia, toccò nel modo il più gagliar-
LUI, p. 2 IO e 2 i8 ; oltradi averli con- do e pateticocasodeirirlanda, la quale
il

dannati in precedenza con una sapientis- se non fosse stata popolata di gente ch*é
sima enciclica , che formò argomento a fiore di caltolicismo, avrebbe cagionalo
quel bell'ingeguodimg.rStefano Rossi, di all'Inghilterra chi sa quanti mali, spin-
soc SOC i37
lavi dnll.i Time che divorò un milione e di insisteva sopra una tassa di lavoro, e
più d'iibitanti. Eniinieiamlo poi It; cause lanciava ch« i pii ospizi si carichino dei
(III coiDiinisnio, mise pei! .''la dill'iisione vecchi e degl'impotenti. Accennava anco-
delle doltiine del Razioiiaiisino (A^.), le ra perca usa possibile del comunismo una
quali piernurosedigiuslificare una egua- malintesa podestà di possedere immensa-
glianza d'ogni specie, esenta limite di sor- mente e perpetuamente: il che suol ge-
ta, stuzzicano molto agevolmente l'appe- nerare im' inerzia troppo nocevole nelle
tilode'proletari. A sitfattacagionede'ma- maSbC crescenti de'proletari; e perciò non
linon vedeva miglior rimedio, diedi pro- lasciava d'inculcare l'obbligo di trovare
curare istruzione religiosa e morale nelle i rimedi pronti, opportuni e radicali con-
iiiassede'popoli con maggior accuratezza tro il comunismo, diesi rende sempre più

e zelo di quello che si è fatto in addietro. minaccevole: concluse, religione, morali-


Trovava altra cagione del comunismo tà, lavoro; ecco l'antidoto del comunismo.
iiell'incrouìenlo di que'cittadini.che noti Lo sono pure le utilissime C-^/nVer^/Và ani-
hanno arte né parie, e che nell'estremo sliche {f^.), ed pii Sodalizi [f.),
i buoni i

de' bisogni diventano strumento d'ogni libri che disingannano malaccorti e il-
i

disordine. Il rimedio ch'egli contrappo- luminano le menti sedotte,rencomiataCi-


neva a simile funesta cagione, è il lavoro ^nltà catloUca pel sublime suo iolendi-
eia distribuzione possibilmente più esten- mentodi costanlemenlecon tanta saggez-
dibile del medesimo , accompagnando i za e dottrina propugnare il ristorameo-
suoi consigli con bellissime (ìlosoflche os- to de'sani principii religiosi e morali, e in
servazioni. Altra cagionedel coimmisnio tutta la sua pienezza l'idea cattolica , di
ei vedeva pure in quella maniera che si cui tantoabbisogna l'odierna società; e
ebbe in Europa, di abolire tanti e tanti principalmente di quello che nella società
diritti,che gli antichi statuti d'ogni mu- moderna è sventuratamente più obbliato
nicipio aveano stabilito in pretto favore di tutti e però più necessario a ristorarsi,
ed utile delle masse popolari. Alfrancali il granjprincipio d'autorità e il debito cor-
pure i territorii dalle servitù, esclamò il rispondente di soggezione , ognuno col
prelato: questo non solo è ottimo, ma è contentarsi della condizione in cui fu po-
ollimissimodivisamentojil ."obbligo pe- i sto dalla divina provvidenza, e frenando
rò si è di procacciare dianzi alle masse le false idee proclamate da' nemici dell'u-'
tanti mezzi di sussistenza, quanti loro ne inanità. La CivlUà cattolica mirando co-
togliequella liberazione. Seal poveronul- stantemente allo scopo che si propose fin
la limane, e tutte le terre colano libere dal suo nascere, cioè alla ristorazione di
nelpatrimonio di pochi ricchi, la sola ri- ordine e di autorità nella famiglia e nello
cordanza degli antichi diritti edellespen- stato sconvolti da ree dottrine, trovò in
le servitù qual furibondo solletico non tutti i gradi della società sostegno e in-
potrà ridestare nel primo?Equi il valente coraggiamento , e progredisce valorosa-
prelato si fece a condialtere la tassa dei mente applaudita e ammirata da chi ha
poveri perchè il sussidio legale non fa
,
senno e religione, nella tnagnanima ira-
conoscere il benefattore al beneficato, non presa di sanare le menti inferme d'utopie
corrobora i vincoli tra il povero e il ricco, erronee e perniciose, intente a muovere
non promove amordi lavoro; che anzi di- la terra e l'inferno coll'inganno o col fa-
mostrò essere detta tassa un i." passo al natismo; non che gigante del caltolicismo
comunismo, perchè così il tapino ha di- ad opporsi e a combattere l'eterodossia
ritto a porzione di rendita dal facoltoso, irrompente per ogni porla nella società
nulla rischiando e nulla cooperando ai cattolica. AHendita ecclesiastica, nel par-
prodotti della terra o dell'industria; quin- lare di sua origioe, dichiarai che la co-
voL. rwii. o I
i3B SOC SOC
mnnitìicle'hcuifle'primi cristiani, non fu della Civillà si fa la rivista e la nilicn de-
come prelcndcrebbero gli odierni soste- gli articoli f,n\ Socialismo Q Comunismo
nitori del comunismo e socialismo, deri- del Giornale del Trentino. 'Nei t. 8, p. 72
vati dall'empio Panteismo (/'.). della Civiltà si legge la rivista e analisi
JVcl 1. 1 , p. 612 della Civiltà cattolica del Saggio intorno al socialismo, e alle
si legge la conversazione ossia: Il Socia- dottrine e tendenze socialistidie. Si loda
lismo plebeo e ìlJ^okerianismo borghese. l'autore piemontese, ch'è Della Motta, e
Qualificasi nel prologo il socialismo, mor- l'opera come una delle più opportune e
te d'ogni civile consorzio, manifestatosi stupendo, che negli ultimi tempi ha vedu-
allaFrancia inaspettogigantesco,quando da quelli
to l'Italia, e s'invita a meditarla

essa non voli'a crederne la reale esisten- che si sentono chiamati a cooperare col
za, ed valentuomini che lo stanno, sen-
i senno e colla mano al bene comune del-
za capirlo, inoculando all'Italia, ci pre- la patria e della religione. In un capitolo

parano la medesima tremenda sorpresa, speciale discorre i pericoli che sovrasta-


quando gettandone semi infallibili giu- i no all'Europa dalPanslavismo soprattut-
rano che mai tal cosa, e che la è una fan- to scismatico ed imperiale: mette in chia-
tasia, una fissazione, una malinconia dei ro l'idea russa, la sua potenza morale e
retrogradi. E pure niente più naturale, materiale, le sue arti, l'ostilità che nutre
niente più necessario del socialismo in u- verso la società cattolica e latina, e ad-
jia società, la cui borghesia prevalente sia dita in fine l'esito probabile della lotta. Il

volteriana. La corruzione idealescendedi Panslavismo è un alfro socialismo che an-


alto in basso, ed il volterianismoapplica- ch'egli vuole rifare il mondo a modo suo;
to alla plebe è il puro e schietto sociali- esso è l'idea di unificare in un sol corpo di

smo. Si dice inoltre nel prologo: qualun- società religiosa e politica tutta la razza
queabbia amore, non per la religione e il slava, per renderla politicamente predo-
pubblico bene, ma per la vita civile, do- minante. « Evvi ancora un Panslavismo
vrebbe sttidiar seriamente questo punto democratico, ma in mezzo a popolazioni sì

al quale si attengono tutti beni, gl'inte- i ruvide e incolte, non pouno trovare gran-
ressi, le affezioni dell'essere umano e ci- de udienza le speculazioni sottili sulla li-

vile. Un tale studio viene presentato in bertà democratica e sull'unitarismo. Se


'ima conversazione con un socialista, re- una qualche idea di quelle or predicate
candovisi in pieno lume 4 punti, i. "Che dai demagoghi può altechire in mente al
sia il socialismo. 2." Qualsia la causa che volgocolà piegato sotto l'imperodella re-
infallibilmente lo produce. 3. ''Quanto im- ligione e dell'autocrazia cesarea, non si è
potenti a frenarlo sieno gl'inconsapevoli che l'idea della na7.ionalità e di conqui-
suoi autori. 4-° Come iniquamente da sta, per le moltitudini russe non vi può
questi slessi autori si tenti ad orbare la so- essere altro socialismo persuasivo se non
cietà dell'unico mezzo efìlcace ch'essa ab • l'ingrandimenlodeHimpero, nèaltroco-
bia contro un nemico sì formidabile. Nel munismo se non la preda guerresca; il
t. 5, p. 384 un artico-
della Civiltà vi è governo sa valersi di quesle tendenze a
lo intitolato: Del comunismo pratico di suo profitto, e mentre combatte senza po-
Mose. Si confuta tale erronea contrad- sa il nemico democratico, da gran tempo
ditloriaeassurda pretensione di Bianchi- organizza un Panslavismo imperiale, e
Giovini, il quale parlando de'Iegislatori propiiamente russo, ben altrimenti for-
che tentarono di tradurre in pratica il co- mid.abile". Nel t.
9, p. 19 della Civiltà
mu nismo,disse che il 1 ."fra essi fu certa- cattolica vi è un articolo sulle Società se-
mente Mosè col fondare la giudaica socie- gretej nel § 3 si tratta delle Sette sociali-
tà sopra basi comuuisliche.Neit.
7, p.22 i sticlie.Ntì L 2, serie 2." della Civiltà, p.
,

soc SOC i39


1 7 r, si ila contezza del S(!g^!o sul caffo- sa linea e tendono alla distruzione del-
licisinn, liberalismo e socialismo di Do- la religione e della società. Si prova che
noso Cortes marchese di l'aldfgnmas l'uno e l'altro sistema muove dallo stesso
Foligno 1
8,") 2. Indi a p. 5tìG è riportalo principio d'una libertà disfrenata, ado-
un sunlo dell' applauditissimo discorso pera lo stesso mezzo d'una rivoluzione ra-
pronunzialo nella suddclta accademia di dicale e sanguinosa, lentie al medesimo
religionecaltolica dal cardinal Anlou M/ scopo di distruggere ogni idea sociale e
Cagiano de Azevedo sul Socialismo e Co- reli:'iosa.
o Dimostrò come il socialismo e
miiiiismo. Si dice, che il nemi-
(ilosolaiile il comunisuìo non pureabburriscono e o-
co del vangelo, folle per orgoglio, mette sleggiano il catolicismo, ma ingenerale
tulio in opera per ispegncre il sentimen- ogni sorla di religione che includa alcu-
to della naturale corruzione. Sconosce ed na idea di Dio, di superiorità, di legge.
ama sconoscere il i ."fallo dell'uomo, e la ]Ma l'odio più accanito è controia vera
pena che lo seguì. Il disordine che scor- sia che
chiesa di Cristo; stantcchè inessa,
gesi neirumaua natura per lui procede da siguardino dogmi, sia che precetti, sia
i i

un difetto d'equilibrio e di armonia so- che si consideri la genu'chia, tutto è in


ciale, avvisandosi ricomporlo, non già coi contraddizione vivissima emanifestis-sima
mezzi che offre la religione, ma co'siste- colle massime, colle prescrizioni, coU'a-
mi dettatigli da una ])estiale sapienza. In narchia voluta da'salanici sistemi di cui
quest'opera insana si travagliano preci- parliamo. Come quella racchiude ogni ve-
puamente i comunisti ed i socialisti dei ro, promuove ogni virtù, serva ogni or-
giorni nostri, iniitatori e promotori piti dine; così questi accolgono ogni errore,
in grande e piùcspliciti delle doltrinedei sospingono ad ogni vizio, rompono ogni
Gnostici^ Bcgnardi e Anabalùsti (f^.), e arnìonia. Che se distrutta la base, forza
d'altre generazioni di eretici e sovvertito- è che precipiti l'etlifizio; ognun intende
ri pili antichi. II porporato ri feri col le pro- senz'allra prova essere il socialismo e il

prie loro parole dogmi


i peslilentissimi comunismo distruttori della società, j.i

d'alcuni de'capiscuola moderni, come di quale è fondata sulla religione e con lei

Leroux, Fourier, Guglielmo Man, e le strettissimamente connessa. L'ultimo ri-

sataniche bestemmie di Proudhon degne su Ila mento di que'sislemi è l'annichilazio-


veramente ilella bocca d'un demonio. Si ne d'ogni moralità. A combattere questi
conclude, che questi empi vogliono par- due micidiali sistemi, s'invoca ilconcorso
lire dalla negazione di Dio, per giungere del clero, de'governijde'padri di famiglia.
all'inlcro sbrigliamento d'ogni passione; Indi ap. 202 si rifinisce la dissertazione

e si dimostra come sia stollo e impossi- comprovante che: cVco/M^/N.^wo il so- <?

bile il loro principio, non potendosi sdii- cialismo traggono la origine dal prote-
•vare l'idea di Dio, tanto se volgiamogli stantesimo di cui non sono che lo svol-
occhi al mondo fisico, quanto se al mon- gimento j del prof Paolo Mazio che ne fe-
do morale e civile. Dimostrasi poi quan- ce lettura nell'accademia di religionecal-
losia rovinoso il loro scopo, essendo il go- tolica. In questa bella dissertazione, in-
verno e il freno delle passioni condizioni vestigando l'autore le raoderiieeresie,lro-
indispensabili, tionpureal vivere umano vò ridursi le medesime a 4pi'incipalinen-
e alla futura beatitudine, ma eziandio al- te. Il Criticismo o Razionalismo che ri-

la terrena felicità. Nel t. 3, 2.^ serie della fiuta agli agiografi le ispirazioni divine,
Civiltà, p. IO I, si parla della dotta ora- e toglie al codice della fede il carattere
zione recitata nella suddetta accademia ansuslo di Testamento di Dio; la Dema-
dal can. prof. Pigliacclli: Il comunismo e gogia che intromette il plebiscito nell'c-r-
il socialismo sono due estremi della stes- dine politico e nell'ordine religioso; il Li-
-

i4o so e SOC
berlinisnio clic innncipando laCliicsn allo comuni swo e sor ialisnio rirono^rlufc nel-
slato aimieiila l'auto» ita e inlertlice il ma- le dottrine del protesiantesinio. A p. 4'>7 si

gistero della Cilliesa stessa; il Comuuismo discorredell'orazione letta nella detta ac-
per ultimo e il Socialismo, i cui maestri, cademia del piof. Delicati, nella quale e-
per usar le parole del Papa Pio IX nel- gregiamente dimostrò: Essere una pre-
l'epistola enciclica degli Hdicemhre 1 849, tensione empia ed assurda il voler coo-
adescando con utopie e fallaci promesse nestare il comunismo colla sagra Scrit-
gli operai e le plebi minute, tendono a vio- tura, e colle istituzioni monastiche e re-
lare ogni diritto umano e divino, a ma- ligiose. A p. 4^9 si tiene proposilo della
nomellere la proprietà, a distruggere il dotta dissertazione pronunziata nella me-
culto religioso, a sovvertire ogni ordina desima accademia dal p. Giuseppe Papar-
menlosociale. Piecitati echiosali piìi luo- dodel Parco procuratore generale de'lea-
diProudhon, e no-
ghi delle varie opere lini, ilcui argomento è che Invano il so- :

minatamente ìeRicerche sul principio del cialismo proclama la libertàyl' eguaglian-


governo, come pure della
dirillo e del za e la fraternità per essere il piii dichia-
Corrispondenza epistolare, significò che rato nemico diesse. A p. 58 r vi è l'estrat-

per a V viso del socialista, Gesù figlio di Dio to della dotta dissertazione letta nell'ac-
non è che un legislatore comparabile a cademia di religione dal p. m. Francesco
Zoroastro, a Solonee simili; cheil cristia- Gaudepiocurator generale de'dumenica-
nesimo non riformò se non leggermente ni e intitolata: L'odio il pài profondo eha

e per tempo bievissimo lasocielà;checon nutrono i comunisti e i socialisti contro


l'evo apostolico ebbe fine la verità cristia- la religione cattolica, e la guerra che ad
na, e cominciò una mitologia quasi poe- essa muovono è una prova della verità e
tica, un sistema assurdo di fede; che ildog- santità della medesima. Nel t. 4, 2 .' serie,
lua della prevaricazione primitiva del- p. 98, della stessa Civiltà, si trova l'estrat-
l'uomo è una spiegazionede'teologi insuf- todella dotta dissertazione che nella più
ficiente e ridicola dal quale e da piìi al-
; volte ricordata accademia recitò il p. ra.
tri capitoli inferì il disserente,che il pre- Giuseppe Palermo piiore generale degli
supposto, il fondamento, il punto di par- agostiniani. L'argomento preso a trattare
lenza dell'eresia Proudhonianaèil piìief- si fu: Il socialismo recato alla pratica è
frena lo razionalismo. Oppugnando Prou- il pili terrihUeJl.agello dell'umanità. Fi-
dhon il diritto di proprietà, altro non fe- nalmente a p. 593 si legge l'importante
ce che fecondar la semenza gittata dal- articolo: DeW unico rimedio pel sociali-
l'eterodossia e disvolgere le dottrine ge- smo comunismo, cioè la chiesa di Cri-
e
nerali in cui si assomma la scuola prote- sto, imperocché derivando essi dal prote-
stante. 11 esame è il suo principio
libero stantismo, ì' Elerodoisia universale noQ
capìtaliss)mo;ora in un paese, in una so- può esser vinta e conquisa se non dall'u-
cietà, ove sifìatlo principio è consagrato niversale Ortodossiajad un principio che
come la regola ultima e definitiva dell'o- crolla e deturpa ogni ordine di verità e
perare e del credere, tutto è perduto, se di giustizia, non può valevolmente con-
non oggi, domani; tutto soggiace a mu- trapporsi, se non un principio che rista-
tamenti, a scosse, a scadimenti, a ruine, bilisce e santifica tutti gli ordmi; ad un
la religionenonsoIù,ma pur anche la pro- sistema che movendo dalla negazione di
prietà, la società, la famiglia. Noterò, che Dio vizia radicalmente la natura stessa di
gli ^zinali delle scienze religiose^ nel t. associazione, non può contrastare se non
1 1, 821, hanno pubblicato
serie 2.", p. un sistema che muovendo dall'afferma-
l'intera dissertazione del eh. piof. Mazio, zione di Dio ferma irremovibilmente il

e col titolo: Delle origini prinàliye del coucelto \erace di società, assoduudoio&o-
,

SOC SOG i4i


pra un fondamento divino; fili un elemeii- povera Francia e poveri paesi vicini! Se
te che nel contrasto si appoggia ali'uina- leggendola storia della rivoluzione del
nità, in quanto ècoirolta, non può resi- '793, ci sembra impossibile che l'uomo
stere che un altro elemento, il ([uale ab- possa oltrepassareiconfìnisegnali daquei
braccia l'umanilà in quanto è ristorata; mostri che furono Danton, Robespierre
contro ciò che si fa forte di quanto si o- e gli altri, il saggio però che ne avemmo
ligina tlalla terra, non può tener fronte se nc'tenlativi del i85i, e notissimi per la
non ciò che si avvalora di quanto si ori- propalazione che ne fecero pubblici gior- i

gina dal cielo: in somma l'universalismo nali politici, ci danno molto a temereche
satanico non può esser vinto che dal cat- forse avremmo avuto una copia fedele di
tolicismo divino. La rivoluzione che ago- (juella storia orrenda e straziante. Leso-

gnanoi socialisti e comunisti non suol dir- cietà segrete coprono d'una rete inestri-
si uè religiosa, né politica, né nazionale, cabile tutta l'Europa, e nuova contiirma
ma rivoluzione ideale e umanitaria. Ad si legge nella Civiltà cattolica l. G, serie
incarnare disegno tanto reo, non si fonno 2.", p. SSg : la rivoluzione ha sempre a-
forti d'un sulo popolo o d'una sola classe voto radice e sostegno nelle società se-

di persone, ma chiamano ogni uomo sot- grete, ed in questi ultimi tempi da'clubs
lo le loro bandiere, e intimano guerra e degli operai socialisti e comunisti. Tut-
bandiscono l'infernal propaganda a nome tavolta, a misiua che crescendo il nu-
quanto il genere umano, cui prò-
di tutto mero delle sette, cresce il dubbio in ma-
mettono di rigenerare e condurre ad una teria di fede, e lo scetticismo religioso,
assoluta e piena beatitudine. Si legge chia- fonte d'ogni immoralità e portante nel
ramenle, ripetutamente e senza riserva suoseno la rovina d'ognicivileassociazio-
ne'pubblici giornali, che da'tentalivi fatti ne, minaccia d' invadere tutte le menti,
specialmente in Francia in questi ultimi Iddio nella sua misericordia va dilatan-
anni dal socialismo e comunismo, da'pro- do il suo regno, acciocché quando questa
cessi chesi compilarono innanzi a diversi gente si vegga sull'orlo di cadere in quel-

tribunali e che svelano tantiatti abbomi- l'abbrutimento, in cui giàcaddela civiltà

nevoli, scorgesi una vasta rete di cospira- romana, e cerchi una mano che la salvi,

zioni le une congiunte alle altre, in modo trovi questa mano nella chiesa di Gesù
che al I ."segnale tutto il paese si sarebbe Cristo, sola conservatrice della ^-era reii-
trovatoin fiamme, per restar preda della gione, e colla religione d'ogni utile veri-
ferocia e dell'astuzia assieme combinata là. Nelt.i i degli Annali ddlescienze re-
con inaudita tracotanza. I primi moti ope- 27, si lende ragione
llgiose, 2.^ serie, p. 1

rati da'socialisli e comunisti sono pieni di delle adunanze tenute dalla società ielte-
orroriedi violenze, ovunque s'intrecciaro- raria dell'università cattolica di Lovanio
no con orrenda alternativa la vendetta e neli852, encomiandosi la scelta degli ar-
il furore colla sfrenata cupidigia, tulle qua- gomenti presi a svolgere, giusta l'attuali-
lità proprie de' furibondi selvaggi. Da'det- tàde'bisogui della combattuta società,co-
ti chele minacce che si fa-
processi risulta me due memorie di cui mi piace
sono le

cevano da tutte le parti pel 8 'ìi, non e- 1 fare ricordo.La i .'^é del prof. Thonisseu
lano un vano spauracchio, per CUI il Pa- sopra il famoso sofista Gian Giacomo
pa invitò tulio l'orbe cattolico a fervoro- Rousseau, osservando che l'ipotesi d'uno
sameute pregare Dio a salvarci dalle ca- stato di natura aulev\oie e superiore al-
iami tà che ci come dissi nel
sovrastavano, do vea per necessità con-
lo sto lo di società,
vol.Lin, p. ^33, 23 f.Se le bande socia- dmiellousseaua tutte leteoric antisocia-
iisliche e comunistiche non fossero state h che oggidì si conoscono sotto il nome
sorprese e sbaragliale uel dicembre « 8 !>
1 di Socialismo j per cui dichiara, che non
1 42 s oe soc
ienza ragione Cabet, Villegai de e Blanc quegli articoli.benemerito, venerando,
11

abbuino ravvisato in liousseaii anime esemplarissimo ed eccellente ordine dei


dtW Emilio e dei Contralto socialt;\\\yà- Ge5»/</, de'quali riparlai in tanti artico-
dre del socialismo tleli848. La 2/rne- li, per quanto operarono e operano emi-
nioi'ia èdiLa-Foièt professore del semi- iientemeutedi bene in tutto il mondo,

nario di Baslogne, e intitolata: Lotta tra propriamente chiamasi la Società di Ge-


il principio democratico, ed il principio sìi,\a Compagnia di Gesìc.W eh. ab. Bel-
fìionurchico nel secolo X/ J, ovvero slu- ìomo, Conlirutaz.dellasloriadel cristia-
di sopra Botzio e Badino. Gittato un la- nesimo, t.i, p. iSy, chiama Società del
pido sguardo sul medio evo, dice che l'o- Cuor di Gesìcj quella congregazione isti-
pera civilizzatrice, chela Chiesa conduce- tuita inFrancia dal sacerdote Corrisiere
va in seno alla centralizzazione cattolica poco prima della rivoluzione francese del
Sovrani, e So-
(di cui parlai negli articoli I 783, approvata dal vescovo e dal Papa,

VEANITA De'rO.MANI l'O'TEFICI E DELLA S. indi so[)pressa; Società delle villìme del-
Sede), fu arrestala nel secolo XVI. La ri- l'amor di Dio, che al pari de'gnostici e
voluzione operata da [.utero ^evòh ben de'moderni Quietisti [f^.) amavano le te-
presto il suo carattere religioso. 11 prin- nebre, l'oscurità,il segreto; Società dei

cipio del libero esame impossibile in re- Paccanaristi o padri dellafede, soppres-
ligione, degenerò ben tosto in licenza e de- sa iuFrancia come le precedenti nel 802, 1

lirio. Questa licenza per conseguenza si edella quale trattai a Faccanarf, ed a Sa-
comunicò all'ordine polilicoe sociale; in- gro Cuore di Gesù'. Il vocabolo di Socie-
di derivarono delle teorie i cui contini fa- tà segrete fu adottato daWe Sette (^f''.). Ne-
tali sono l'anarchia ed il Cointtnismo.Ma gli Annali delle scienze religiose, 2.^ se-
ivi era restato ancora in piedi il dogma rie, t.6, p.2gi,si discorre d'un'altra so-
dell'autorità, che. non esclude una libertà cietà o setta protestante, una congrega ul-
saggiae appropriata al destino dell'uomo. timamente organala in Filadelfia c<)ì ti-
InFrancia specialmente fu nellamentede- tolo di Società cristiana dell'amor fra-
siguatala lotta. 11 Calvinismo vi generò terno. Questa società è indiritta a discio-
il principio demagogico, il cattolicismo gliere le relazioni ecclesiastiche de'mera-
tnanlenne alta e immobile la bandiera bricolla chiesa cui dianzi appartenevano.
dell'autorilà.Due uomini nel secolo XVI Alcuni protestanti metodisti non si fece-
personificarono, per cos'i dire, una tal po- ro scru[)olo di confessare, ch'ella è il pria-
1.
sizione: Uoezio e Bodino. 11 "era demo- cipiod'una guerra dichiarata adogni cri-
cratico repubblicano,il 2.°era monarchi- stianesimo organato, il quale conti sulla
co. LaForét fa vedere esserci principii me- protezione del governo. Il movimento è
desimi que'che dominano a'noslri giorni, riguardatocomeiu singoiar maniera mi-
esi disputano l'umanità. Conclude fìssan- nacciante il ben essere della loro chiesa.
doil principio, che non puòdarsi salvezza Le condizioni per essere ammesso a mem-
per la moderna società, se non nella be- bro di questa società dell'amor fraterno
nefica influenza del cattolicismo. sono bastantemente facili e di bastante
SOCIETÀ", Societas, Collegiiun, So- larghezza. Ogni grado di opinione dal cal-
dalium. Compagnia di più persone nel vinismo supralapsario all'ultrapelagia-
medesimo luogo. JNel commercio signi- nismo;ogni forma di credenza ariana, so*
fica accordo fra più persone che per un ciniaua , universalistica può trovare in
certotempoconvengOMO aver parte nei
di questa società alloggiamento.
profiltionclleperditede'negozi in comu- SOCINI ANI. Eretici seguaci de^li er-
ne. Del vocabolo società per' Compagnia, rori di Lelio e Fausto Socino, i quali fu-
Congregazione , Sodalizio, uè trattai a rono considerati come autori dell'euipio
soc SOC 143
Sociuiauismo, falsii clotUiiia die ha la sua nell<t (jcrmania, e finalmente rìoovrossi
impura sorgente ne' princìpiì de' pretesi a Zurigo. JNe'suoi viaggi la sua molta e-
Riformati. Lelio Socino eresiarca dunque rudizioue,le sue qualità personali gli pro-
viene riguard;ilo come il londalored'una cacciarono l'amicizia di molli dotti, coi
delle più pregiudizievoli selle degli Ami- quali mantenne poscia uà' attiva corri-
Triniuiri, \ (juali dal stio cognome e da spondenza, e ne succhiarono il suo vele-
(juello del suo nipoteFauslo vennero cliia- no. .Ma novelli ariani erano divenuti o-
i

lUùùSoi-iniani; imperocché bestemmia- i diosi «'protestanti del pari che a'oatloli-

tori riuniti contro la ss. Trinila {f'.), ma ci. Socino avvertito da Calvino, e soprat-
tlivisi nella m.micra di combatterla, an- tutto S[iaventalo dal supplizio di Servelo
darono seminando vari errori, tulli più caposetta lÌq Servctisli (/^.), si condusse
mostruosi l'uno dell'altro e con opinioni con tanta prudenza che passò molti an-
le più stravaganti. Nacque Lelio inóTe- ni in mezzo a'suoi avversari senz'essere
na ueliSaS da Mariano Socino il Gio- inquietato. Solo ad alcuni suoi concitta-
vane abile giureconsulto, e nella sua fa- dini, esiliati al pari di lui, egli confidava
miglia fiorirono moltissimi dotti. Desti- in segreto lesuepeslifereopinioni; n»a sfo-

nalo alla carriera legale, egli tie investi- gavasi poi negli scrini che inviava a'suoi
gò le basi ne'libri sagri die studiò profon- congiunti, i quali infettò de'suoi errori,
damente, avendo a tal uopo imparalo il procacciando cos'i la loro rovina. Nel i Jjy
grecoj l'arabo e l'ebraico. Essendo fatal- o i558 egli recossi iu Polonia, dove gli
mente penetrati anche in qualche parte errori dell'accademia vicentina aveano
d'Italia gli errori perniciosissimi di Zu- trovato molli seguaci. Isuoi talenti Io fe-
/f/'o, alcune persone ragguardevoli per na- cero accogliere con distinzione da'signo-
scila, titoli e cariche stabilirono nel 1 5^6 ri polacchi, quasi tutti nemici del clero,
iie'contoroi di Vicenza uua specie d'ac- di cui vedeano con gelosia l'influenza e
cademia per discutere sulle opinioni re- le ricchezze. Il re Sigismondo II ammise

ligiose che incominciavano in que'tempi Socino alla sua corte e lo munì di lelte-

a turbare le menti. Socino benché mollo re commendatizie, le quali fecero si ch'e-


giovane vi fu ammesso per sua sventura. gli non fosse incjuietato in Italia, ovcwre-
1 nuovi accademici sollo[)osero i libri del- cossi per raccogliere la paterna eredità.

la Scriltura alle norme d'una critica che Socino ritornò poi a Zurigo, ed ivi mori
si eranofulta dase stessi, eritìulaudo tut- liei 062 di 3(3 anni. Dotato di rara elo-
tociò che accordava col modo lo-
non si quenza e versalissinio nelle lingue e nella
ro di vedere, ridussero il Simbolo ad un critica, senza dubbio avrebbe vieppiù no-
piccolo numero di articoli. 11 dogma del- ciuto col nuovo arianesimOjSc avesse vis-

la ss. Trinità [i^'-) , quello della consu- suto lungamente. Gli si attribuisce la con-
slauzialità del Verbo, la divinila di Gesù futazione de'principii di Calvino sul di-
Cristo, non essendo appoggiati, secondo ritto ch'egli attribuisce a'niagislrati di far
essi, dalla Rivelazione {P".), parvero loro morire gli eretici, ma quest' opera è di
licavali dalle opinioni de' filosofi greci. Minosse Celso. Fu pure riguardalo auto-
Lssi rinnovavano cos'i tulli gli errori de- re d'una Parafrasi de'primi versetti del
gli //r/rtn/ (/^). Scopertosi lìal senato \e- i.° capitolo del vangelo di s. Giovanni.
«f to il segreto di quelle laduiKUue, molti Trovasi pure la Dissertatio ad Tliiguri-
di quelli che frequentavano furono ar-
le nos et Genevenses de Sacramentisj ma la
restati e puniti di morte, e gli altri si sot- Bibliolheca fratruin Polonoruin, stam-
trassero colla fuga al castigo. Socino fu pala neh 6 56, ove sono raccolti tutti gli
tra questi ultimi; egli errò per 4 anni in scritti degli Anti-Trinilari, non ne con-
Francia, in Inghilterra, uè l'aesi Cassi e tiene alcuno diSuciug. il uipui,^ Fausto,
i44 so e SOC
nato in Siena nel i 539, ebbe trascurata sodi predicare la sua lalsa dottrina. Il suc-

r educazione e scarsi finono i suoi pro- cesso ch'egli otteneva allarmò i protolan-
gressi negli studi, ma le lettere che lice- ti, i (juali tentarono di confutarlo pub-
veano suoi parenti dallo zio Lelio man-
i
blicamentenelcollegiodi Posen; però So-
tenevano nella famiglia il deplorabilege- cino ridusse i suoi avversari al silenzio,
nio per le pretese riforme religiose, e vi servendosi contro di essi de'ragionamea-

facevano nascere dispute alle quali il gio- li impiegava contro la chiesa ro-
ch'egli
vane Fausto prendeva parte, ne abbrac- mana. Vergognosi di tale sconfitta pro- i

ciò gli errori e li difese caldamente. Quan- testanti si rivolsero ad un altro mezzo per

do i suoi genitori vennero inquisiti dal s. sbarazzarsi di Socino. Egli avea pubbli-
offizio. Fausto salvossi in Francia, ed a- catouno scritto per confutare la dottri-
vendo saputa a Lione la morte dello zio, na Giacomo Paleologo. Qnest' opera
di

recossi tosto a Zurigo per mettersi in pos- venne rappresentata da'suoi nemici co-
sessode'suoiscrittijCon intenzione di spar- me un libello sedizioso, per cui egft fu co-
gerne la prava dottrina. I molivi che lo stretto a rifugiarsi nelle terre d'unsigno-
aveauo costretto a partire dall'Italia più X'e polacco suo discepolo. In questo frat-

non sussistevano; egli vi ritornò e fu ac- tempo Socino amuiogliossi, tna do|)o al-
colto dal granduca di Toscana Francesco cuni anni nel SSy perde una compagna,
1

I, che lo trattenne alla sua corte, affidan- le cui cure e tenerezze aveano mitigalo

dogli onorevoli impieghi. In mezzo a'pia- il suo destino. Fino a quel tempo egli a-

carie alle dissipazioni, Socino peri i anni vea percepito regolarmente le rendite dei
dimenticò le questioni teologiche che gli beni che possedeva in Italia, INIa dopo la

aveano ispirato tanto interesse nella sua morte del granduca Toscana, costante di
prima gioventù. Ria rimproverandosi al- suo protettore, beni stessi vennero con- i

fine la colpevole negligenza ch'egli met- fiscati, e Socino fu ridotto alla più desa-

teva neir istruirsi, e cedendo al prurito lante miseria. Sopportò con molta fer-
di dogmatizzare, malgrado le istan-
part'i mezza le sue sventure, e trovò nella ge-
ze del granduca per la Germania, e in nerosità de' fanatici suoi discepoli i soc-
Basilea dedicossi per ben tre anniallostu- corsi di cuiabbisognava. La persecuzio-
dìo della teologia, nascondendo con mol- ne non avea rallentati i progressi del suo
ta cura le particolari sue opinioni erro- malaugurato e falso sistema religioso. A-
nee. Quindi cominciò a predicare per ri- dottato successivamente da moltissimi si-

formare calvinisti e gli altri settari. Li-


i gnori polacchi, lo fu finalmente dalle di-
na disputa eh' ebhe in Zurigo nell'anno verse sette di Unitari (^.), i quali d'al-
1578, contro fr. Pucci, l'obbligò a parti- lora in poiformarono una sola chiesa che
re dalla Svizzera perla Transilvauia, da prese il nome di Sociniana.W trionfo ch'e-
dove passò l'anno dopo in Polonia. Qui- gli avea ottenuto accrebbe suoi nemi- i

vi non potè ottenere d'essere ammesso in ci, i quali nel i 089 gli sollevarono contro
alcuna delle molte chiese che vi possede- il basso popolo di Varsavia. Socino fu dal
vano gli Anli-Trinitari, i quali divisi co- medesimo strappato dal suo letto e stra-
m'erano fra di loro nella credenza, vi for- scinato per le contrade della città fra le
mavano in certo modo altrettante sette grida, e ne sarebbe rimasto vittima se un
differenti sino al numero di 5o; dimora- professore non lo toglieva dalle lor mani.
vano in varie città del regno, e Cracovia Egli perde in quella circostanza i suoi li-

era la loro metropoli. Socino mostrossi bri e i suoi mss., tra'quali era un tratta-
l'amico di tutte, ed acquistata ben presto lo contro gli Atei, da lui riguardato co-
molta influenza sopra lo spirito di quei me la migliore delle sue opere. Nel timo-
settari, le profittò per ollenere il permes- redi vedere rianovarsi una tal scena, Sq-
soc SOC i\'i

cino un utuico nel villaggio di


l'itìi'ussì tta e modello. 3.° Che le pene dell' inferno

Lucia via, dove mori neliGo4, lasciando non dureranno che per un certo tempo,
una figlia poi maritala a un signore po- dopo il quale il corpo e Tanima saranno
lacco. Le opeie di Fauitcj Socino forma- distrutti. 4-" Che none periiiesso a'priii-
no due piimi volumi della Dil>Hoiheca
i cipi di farla guerra. vSucino negava altre-
fralnun Polonorum. Sulla tomba di So- sì il peccalo originale, la grazia, la virtìi
cino si legge questo epilalllo: Lutero spez- de'sagramenli, e sosteneva gli altri erro-
zò i letti di Babilonia, Calvino uealtenò ri de'Iulerani e de'calvinisti. I sociniani
le mura, ma Socino ne scavò sino le fon- sono ilivisi fra loro sopra alcuni articoli,
dumenla. Il più famoso della schiera dei ed alcuni di essi si sono resi dissenzienti

sociniaiii, dopo Faublo Socino, (Vi Giovan- da Socino intorno al cullo divino, ch'e-
ni Creliio di iNorimbcrga. Dopo la morte glivuole si renda a Gesù Cristo, benché
del loro capo, i sociniani lungi dal dimi- non lo consideri che come un puro uo-
nuire, divennero sempre più potenti pel mo. Il principiocapitale de'sociniani, che
gian numero di nobili e di dotti che ne non si tieveaminellere nella religioiieal-
allottarono i perversi principii. E^si ol- cun mistero, e che tultociò eh è S(;pra la
lennero dalla dieta la libertà di coscien- ragione, leè contrario, è molto lusinghie-
za, e stabilirono la loro metropoli in Cra- ro alla superbia del cuore uniauo; ma al-
covia, dove fondarono collegio e slampe- tresì il più stravagante, il più contrario
ria. Nel 1 638 questi due stabilimenti ven- all'esperienza e al sensodi qualunque uo-
nero soppressi, per le lascivie e scostu- mo, il quale si faccia a considerare la fiac-

matezze degli scolari del collegio, die in- chezza e i corti limili della sua ragione in
oltre aveano abbattuto le croci esposte ogni mal-eria, sia che consideri se stesso,

nel paese, e profanalo le chiese. iNondi- sia che ponga mente a quanto è fuori di
nieno i sociniani conservarono chiese in lui; perocché egli dovrà conlessare tutto
l'olonia fino ali 658, nel qual anno fu- essere per lui enimma e mistero nell'u-
rono cacciati dal regno, e fu loro vietato niverso. E tanto [>iìi debbono adontarsi
di rientrarvi sotto pena di morie, anche di tale principio i cristiani, a'cpuili le s.

per avere favorito le parti di Ragotzky Scritture presentano una leligioue fon-
principe di Transilvania nelle guerre coi data sulla rivelazione. Al dire de'socinia-
polacchi. Molli di essi si convertirono al ni, la rivelazione è ben utile in se stessa,
caltolicismo, altri si fecero protestanti, la ma non necessaria per giungere al cono-
maggior parte però si rifugiò in Tran- scimento della religione. Perciò essi chia-
silvania, l^russia, Ausilia, Olanda, liighiJ- mano la religione giudaica e la cristiana,
terra e altrove, che iniettarono co' loro mìa pura promulgazione della legge na-
errori. Dap[)ertutto trovarono contrarie- turale. Ma quasi tutte l'eresie sono false
tà, e furono condannali dalle leggi della interpretazioni della s. Scrittura. Abbia-
Chiesa e dello sta lo. Gli errori che l'ere- mo ili Cristoforo Sandrio, Nucltushislo'
siarca Socino e gli eretici suoi discepoli riae ecclcsinslicae,o [lisloriaArianoruni
sostenevano con maggior ostinazione so- e4 Socinianorum, Coloniaei 686. Lubic-
no: I Padre eterno è solo Dio, che
."Che il niclsky, Historia refonnationis Poloni-
GcnÙ Cristo è puro uomo, che non esiste- cae, Freystaile 685. Anastasio Pluquet,
i

va prima di Maria, ch'egli non è chia- Storia del socinianismo; Conlin, Storia
mato Dio se non che per la sua superio- delle eresie^ del Socinianismo ; Butler,
rità sulle creature che gli sono sottomes- Delle feste mouili^ sulla Domenica iltlla
se dal Padre eterno. 2." Che Gesù Cristo ss. Tr/Viz/àj Domenico Zeno, Catechismo
veniiedatoda Dioagli iiomuii non come apologetico, ossia s\'ilnppo delle prove
UU ucdiuluie, (uasulluulu come Uiucaliu del cristianesimo contro i Deisti j i Soci'
i4(i SOG SOD
ninni, l Razionalisti de nostri tempij Na- mo dominio degl'inglesi, non sarebbe dif-
poli 1840. ficile riapriivi hi missione.
SOCOTRA, SOCOTORA, ZOCO- SOCRATITI. Eretici Nicolaiti Gno-
TRA. Vescovato della diocesi de'caldei stici [F^.),\ quali si facevano così cliia-

e isola dell'Oceano indiano, nello stretto mare,perchè vanta vansi di seguire le mas-
di Rab-El-Maiideb che congiunge il Ma- si me di saggezza del celebre filosofo So-
re Rosso con detto Oceano, all'estremi ciale.
tu orientale dell' Africa, a ^\.5 leglie dal SODALIZIO,.?^^/^?//;//^^/*^ Sodali tas.
capo Guardafili. Si pretende che Alessan- Con questa denominazione sono appella-
dro il Grande ne facesse la conquista, e te la Compagnia, il Collegio, la Congre-
clie la popolasse di greci,! quali insegni- gazione, la Confraternita, la Fraternità,
lo si fecero cristiani. Al tempo dell'iin- lu Scuola (^'.), pie associazioni, adunan-
peratorcGiuslinianoquestachiesa era go- ze di persone divote stabilite in alcune
vernala da un vescovo che mandavasi dal- chiese o oratorii per celebrare alcuni eser-
la Persia. Quello che ne occupava la se- cizi di religione e di pietà cristiana, per
de sulla fine del XIII secolo, qualificavasi onorare con particolare culto Iddio, la R.
come arcivescovo, al dire di Marco Polo Vergine,! santi e alcun mistero, ed ezian-
\enet0j che approdò a Socotra verso quel dio per esercitare uffizi caritatevoli e di
tempo. In oggi è assai ben popolata, la inisericordia negli Ospedali, nelle Pri-
governa un saib dipendente dall'iman di gioni, per distribuire /?o^/(/'.) onde fa-

Mascate, che risiede a Tamarida, il cui cilitare alle Zitelle il maritaggio o la vo-
porlo è il più frequentato dell'isola, la cazione religiosa, come pure per soccor-
quale olfre ottimi porti. 11 precipuo van- rere i bisognosi. Quelli che compongono
taggio di quest'isola si è di produrre in e fanno parte di siifatli sodalizi, si chia-
gran quantità il migliore aloè che si co- mano Confrati o Confratelli o Fratelli
nosca; produce eziandio sangue di dra- (
F.); molti di questi vestono \\Sacco(F.),
go e datteri il corallo abbonda sulle sue
: abito di diverse forme e colori con pro-
spiaggia. \J Oriens dir. t. 2, p.isSy re- prie insegne, adottato in contrassegno di
gistra questi 3 vescovi. Dua che sedeva sul penitenza, e per esprimere l'eguaglianza
finire del IX secolo; N. ordinato dal cat- innanzi a Dio, cornei detti nomi de'mem-
tolico Sebardjesus IllnelioGS; e Ciria- bri che le formano ricordano lamutua
co che nel 1x82 assistè alla consagrazio- alfezione e il dovere di reciproco soccor-
iie di Jaballaha ILE" tradizione che que- so, il vincolo di fratellanza cristiana se-
st'isola spettasse a'portoghesi, che v'intro- condo la legge deW Evangelo o Dottrina
dussero di nuovoil cu ttolicismo.lnvasa dai cristiana. Vi sono pie congregazioni e so-
saraceni,! fedeli si ritirarono sulle monta- dalizi di donne, le quali tra loro si chia-
gne, essendo generalmente montagnosa, mano Sorella[F.), e si esercitano in ope-
e mantennero qualche tempo. Più
vi si re benefiche ed esemplari. Parlando di
voltedallas. Sede vi sono stati spedi li mis- ciascun sodalizio, rimarcai quelli che ai
sionari. Uno di questi raccontò d'aver \e- frequentanti, oltre le doti e lecandele,di-
duto vestigi di chiese, e delle croci sulle spensavano anticamente il pepe, come no-
dette montagne. Questa missione fu un tai pure nel voi. LV, p. 4i> ed a Stam-

giorno di molto interesse e per le conver- FERiA CAMERALE parlando del sodalizio di
sioni di cui olfriva belle speranze, e per s. Barbara. Inoltre sodalizi dispensanoi

che ha dato più volte a'missionari


l'asilo limosine, vesti, medicinali pegl'infermi,
banditi dall'Etiopia, e per la facilità con come rilevai a Speziale, ed agl'infermi
cui essi potevano ritornare alle loro sta- panetti di zuccaro,e lo dissi a Siena par-
zioni. Essendo oggi l'isola sotto il supre- lando del sodalìzio naziouale di Roma ,
,

SOD SOD i47


oUre altre caiitalevoli dispense, soccorsi puhlicis collegialiler interest jalter a quae
e aiuti d'ogni genere,e persino con difen- iisdem non iititnr , sed tantum private
dere ne'lribunali il Povero, sì iiu'civili, vacai fiinctioni jK\\c(i\\(\o\no\\ve, niagnuiii
die ne'criminali. In progresso di leinpo est laicaliuni sodalilaluniinUrbe nume-
alle ricordateo altre pie ilistiibuzioni, al- rus,qnae non niodicam praeseferunt er-
cuni sodalizi ne sostituirono delle altre, ga Deuni pietatem, et charitateni in prò-
o per dedcienza di mezzi le tralasciaro- xinios. Abbiamo del Bassi, De sodalitiis,
no. Ad alcuni de' citati articoli, come a Romae i 7?,5. Del Muratori, Disset'l. t. 3,
CoNFRATERMTE, e in moltissimi altri ana- dissert. 7 5.^, Delle pie confraternite dei
loghi, parlai degli anliclii collegi dei So- laici, e delle origini d'esse, de'jlagellanti

dali de romani e di altre nazioni. Pro- e delle sagre missioni.

priamente leconfraternite si vogliono de- SODEl{ì^\FR.KJiCESco,Cardinale.J)i


iivate da quelli che nel secolo XIII per antichissima e nobilissima famiglia di Fi-
penitenza si ilagellavano e disciplinava- renze, feconda di uomini per dottrina e
no, e perciò dciwnùnahflc/gfllanli, bat- per senno chiarissimi, de'conti di Z?«W(7c-
tuti^ disciplinio disciplmaiui, de' quali t7i»jo(^.), imparentata colla futnigliaMe-
feci parola a Flagellazione e Disciplina dici, e Leone X gloria di questa fece ve-
l'ENiTENziAiE. Essj però soHC diversi da- nire in Roma il celebre Pietro Soderini
gli eretici Flagellanti (/'.), de'qnali Ni- che soleva chiamare il più savio de' con-

colaWolschoendorlF pubblicò in Lipsia cittadini della sua patria. W Ligorio chia-


neh 636: Disquisitio /list, fheologica de mò Magna domns la famiglia Soderi-
sectn Flagellantium. Nel descrivere le se- ni, nell'opera iiUilolata: Anni di Firen-
ili vescovili, vado notando i loro sodalizi. ze, t. 6, n. 8o5. L'esaltano, Verino, De
Ad Arciconfratermte e Confraternite illustralìone Urbis Florentiaej Razzi nel-
tenni proposilod'ungran numero di quel- la Fitadi Pietro Soderini; l'Ammirato,
le di Uoma,e meglio ne'relalivi loro artico- Delle famiglie nobili fiorentine j Giovio,
li; di altre tratto descrivendo le loro chiese, Petra v Sederi nu 9 l^exillijer elogiuin. N el •

ospizi e ospedali, ed eziandio nazionali, l'archivio de'Mercanti di Firenze, ne'do-


uegli articoli cioè delie città o stali cui ap- cumenli del 1377, sono ri|)ortale le mo-
partengono; di altre ragiono alle corpo- nete coniale coll'arma de'»So(lerini, e col-
razioni cui appartengono, anche apparte- l'iscrizione Nicolaus Gery de Soderinis.
Famiglia pontificia (/^'.) o alla
nenti alla Paolo H conferì il privilegio a' Soderini
Famìglia de'cardinali[f^.)ea\Ui; inoltre d'inquarlare nel loro stemma le insegne
d'un grandissimo numero a Università' della sede apostolica. Pio VII dichiarò
ARTISTICHE DI PiOMA; altic infine alle pie continuala la famiglia Soderini nelki per-
istituzioni di cui tanto cminentemenleab- sona del conte Lorenzo, fratello uterino
ì)iiin\nRonia metropoli del cristianesimo, della defunta contessa Porzia Soderini. La
massime a vaotasr^io
DO dell'umanità e del b.Giovanna Soderini deWe Serve di /Ila-
J\ivcro {f'^.). A Protettore ho trattato da
ria, fu innalzata agli onori degli altari
de'cardinali protettori de'difl'ercnti soda- LeoneXll.Inlloma nel rioiieCam[)oMar-
lizi, esislentianche fuori di Roma, che or- zo vi è il vicolo Soderini, perchè in esso
dinariamente hanno un prelato per Pri- avea propria abitazione questa fami-
la
ìiìiccrio. L'àmydenio, De pietate roma- glia. Francesco fornito in ogni genere di

na, par. 3, cap. il : De laicornni sodali' letteratura e soprattutto eccellente nel-


tatiim, et confratcrnitatuni oralonis, e- l'una e l'altra legge, ne ottenne di 23 an-
numera quelle di lloma, e le di vide in due ni la cattedra di [)ubl)lico professore nel-
specie, (jnarum prima utiinr talaribus l'università di Pisa, dove avea appreso la
saccis vulgo nunciipalisy et fmictionibus giurisprutleuza, ed iu cui ebbe a collega
i48 SOD SOD
il celebre Filippo Decio. Tal saggio egli fece entrare in Toscana il viceré di Na-
vi diede di se medesimo, che Sisto IV gli poli per ristabilirvi l'autorità de'Medici,
cotifi'iì nel 1478, d'anni 20, il vescovato per cui il gonfaloniere Pietro fu deposto
di Volterra, donde prese elevato alla por- a'3 I agosto, e si ritirò a Ragusi; quindi
pora il nome di Cardinal di f oUerra^ elettoneh ji3 Leone X, ed essendo a-
e lo ritenne costanleniente,qiiantunque morevole del cardinale, chiamò tosto in
ottenesse in seguito il governo d'ai tre chie- Ptoma Pietro, ove fu trattato con dislin-
se. 1 fiorentini lo spedirono con ottimo zioneda tutta la corte, ma non gli fu mai
successo ambasciatore a detto Papa per permesso tornare a Firenze. Il Papa nel
placare lo sdegno di cui ardeva contro di 1 5 5 trasferì
I il cardinale al vescovalosu-
essiper quanto avvenne nella congiura buibicario d'Albano, e nel i 5 1 7 in mar-
de'Pazzi.di cui riparlai a Sisto IV, e per zo a quello di Palestrina; inoltre gli com-
essere assoluti dallecensure;epoi nel 1484 partì i vescovati di Xarni e di Tivoli, nel
ad innocenzoVIIl,quindi due volteaCar- i5i6 c|uello d'Anagni, e nel i 52 i l'al-

lo Francia nel i494 ^ "^' ^^9^>


Vili re di tro di Vicenza, e allora fu che riservatasi
indi nel 400 ^^ successore Luigi XII, ed
1 l'annua pensione di scudi i 000 rinunziò
anche i5o2. Alessandro VI lo fece ca-
nel la sede di Saintes. Xoii corrispose però ai
nonico della basilica Vaticana, ed in ap- benefizi e all'alfello del Papa, con quella
presso e mentre era tuttavia ambascia- fedeltà e riconoscenza di cui eragli debi-
tore de'fìoientini alla corte di Parigi ai tore, mentre fu uno de' cardinali consa-
3oo 3imaggio,ovveroa'3o giugno i5o3, pevoli della congiura tramata dal cardi-
10 creò cardiiijile prete, ed ebbe poi per nal Petrucci, contro la vita dello stesso

titolo la chiesa di Susanna, donde pas-


s. Leone Xi^f'.), che gli sarebbe stata senza
sò a quello de'ss. Xll Apostoli, secondo dubbio assai filiale, se co! chiederne spon-
Ughelli. Quasi nello stesso tempo il sud- taneamente perdono al Papa, non avesse
detto Pietro Soderini suo fratello fu e- ottenuto perammenda lamultadÌ25,ooo
letto da'fìorentini gonfaloniere perpetuo scudi o 2,000 fiorini, come scrive No-
i

della repubblica di Firenze, ma altri at- vaes nella Storia di Leone .^Y, sebbene nel-
tribuiscono al iDOd l'elevazione di Pie- la biografia del cardinale dichiari la i.'

tro, motivata dopo l'espulsione di Pietro somma. Nel i522 a'9 gennaio eletto A-
11de Medici e il supplizio di Savonarola, driano VI, siccome trovavasi nella Spa-
siccome personaggio distinto per ricchez- gna e tardava recarsi in Roma, i cardi-
ze, probità, amore alle lettere e alle arti, nali si divisero a sorte i governi delle cit-

e come atto a ripristinare la calma nella tà dello stato papale, per amministrarle
patria; non abusò del potere, ma lasciò di persona o per altri, ed al nostro cardi-
pochememorie come uomo di stato. Giu- nale toccò nell'estrazione Piavenna, come
lio II assegnò al cardinale la protettoria avverte lo Spreti a p. 49 delle lìlenwrie
degli ordini camaldolese e cisterciertse, e siti goi'emi di Ravenna^ confutando co-

lo tenne in gran pregio; di più a nomi- loro che Io dissero legato della medesima.
na di Luigi Xll re di Francia, a cui pure Adriano VI ebbe pel cardinale un'affe-
era il porporato accettissimo, gli conferì zione singolare,che però si cambiò in fie-
nel I 507 il vescovato di Saintes; giù avea ro sdegno, per aver scoperto maneggi i

nel i5o4 ottenuto quello di Cortona, e da con Francesco I re di


lui introdotti
successi vaiìiente dallo stesso Giulio II eb- Francia,afined'indurIo aoccupare la Si-
be quelli di Asisi nel iSog, ed il suburbi- cilia (^".), dominio dell'antico suo disce-
cario di Sabina neli5t2. Il fratello Pie- poloCarlo V. Le lettere del cardinale scrit-

tro, ligio a Francia, essendo con questa in te in cifra al re furono intercettate e de-
guerra Giulio 11, nel dello anno il Papa cifrate, e si trovò couteuere ti'altati a pre«
,

S OD S OD 1
49
ciiidizio di (letto imperatore edelPnpa. panegirista. A' i4 dicembre lo traslocò
Fu il cardinal Medici, poi Clemente VII, ni ve^covalo di Porto e s. RiiHuia, ed ai
che fece arrestare in Firenze al passag- iG o S di Ostia e Vellelri, divenuto an-
i

gio dell'Arno, il messo del cardinale cui- che decano del sagro collegio, essendo au-
le lettere, e queste mandò in Roma a Lo- cora sopra terra il cadavere del piedeces-
dovico ducii di Sessa aiiibasciatoredi Car- sore morto a' 5 o 6 dicembre, pel con-
i i

io VjChe le presentòa Adriano VI.Que- cislnroslraordinario tenutodal l*a[)a. Pe-


sti fece al cardinale rigoroso processo, lo rò il cardinale dopo essere intervenuto a
convinse di fellonia, e l'assicurò in Castel 5 conclavi, godè il decanato 5 mesi, poi-
s. Angelo: i cardinali Accolli, Carvajal che vide ilfìnedelleumanevicendeed'un
e Cesi furono deputati all'esame di s'i gra- tiubolento cardinalato inRoma a' 7mag- i

Tissima causa, quantunque il Papa vo- gioì 524, di 7oanni,efu sepolto in s. Sa-
lendo usare al cardinale particolare de- ria del Popolo col solo nouie inciso sulla

menza, si contentò di faigli sequestrare tomba: Francisci Soderini Episcopi O-


qunntoavea in propria casa. L'Ortiz nel- sliensi ac f^olalerrani cleposiliir/i. L'ami-

la Descrizione delviaggio d'Adriano l'I, cizia ch'ebbe con Marsilio Ficino,e sen- i

ed il (iiovio nella l'ita Hadriani VI timenti di stima con cui questi ne parla
trattano di tale reato e prigionia del car- in molte lettere che a lui scrisse, Epistole

duiale, accusato di delitto di lesa mae.-tà 1. sono un chiaio argomento della fa-
1
,

imperiale per dare in mano a'francesi il nia in cui egli era d'uomo dnttissuno. Pie-
regnodelledueSicilie,eperaverefumen- tro Delfino celebre generale de' carnai-
tato somma dissensione fra' principi. Ai dolesi altamente commenda la dottrina
?.b aprile 1 523 Ferdinando de Silva pre- e la prudenza del cardmale.
fello delle guardie del Papa a vea coiidot- SO^O'K, Sodora. Sede vescovile di
lo il cai dinaie in Castel s. Angelo, e lo cu- Scozia,secoiidoCoraman ville piccola cit-
stodi con tutto il rispetto dovuto all' e- tà dell'isole Western- Island sulla costa
minentedignilà.AmraalatosiAdrianoVI, occidentale del regno di Scozia o Ebridi
ordinò che se moriva si tenesse il cardi- nell'Oceano Atlantico, chiamata pure
naie prigione sino alla creazione del nuo- Colmkil o Y-Colm-Kill o Hycolumkille,
To Papa; ma morto a' i4 settembre! 52 3, Columbani Cella pel monastero di s. Co-
e nate per tal comando sei ie contese fra lombo [f .) abbate, già denominata Hy
gli oratori de'principi e i cardinali, il sa- o Jona, come notai a Scozia, ove parlai
grò collegio decretòche fosse condottoli- dell'isola, ed eziandio de' santi vescovi,
bero alla messa dell'ultimo giorno del- L'isola di /l/r7« (f'.) ebbe sempre un ve-
l'esequie novendiali del defunto, entras- scovo proprio dopo che fu sottomessa a-
se quindi in conclave, vi rimanesse sino gl'inglesi sotto il regno di OdoardoL Es-
oll'elezioDe del novello Papa. il quale poi sa dipemleva in passalo dal vescovo delie
lo facesse di nuovo rinchiudere, ovvero isole (fu pure tributaria alla s. Sede, e ne
lasciasse la causa indecisa come avvenne, riparlai a Stati cRegm tributari alla s.

A'i8 novembre fu PapaClemenle VII, Sede) che sempre fece la sua residenza a
ad onta degli sfi>rzi del cardinale per ira- Hycolumkille, fino al 688, in cui l'epi-
i

pedirlo, come suo giurato nemico, e che scopato fu distrutto nella Scozia. 1 vesce-
avea offeso con diversi scritti; ma suppli- vi delle isole di INLtii prendevano il titolo
calo di perdono, il Papa generosamente t\\ Epi^coposSodortnsis,eYi.t\\\nt\ Niio-
lo concesse, obbliandu qualunque ingiù- »'0 catalogo de vescovi di Scozia, slam-
ria con atto di esemplare clemenza; e d'ai- palo nel i7 55aEdimburgo,lnle titolo non
lora in poi non solo il cardinale divenne lo fa derivare da alcuna cillà, ma dalla
l'amico di Clemente VII, ma eloquente parola greca iJo/er o ótì/v'rt/or<',perchè la
,

ìSo SOF SOF


cnllcdralc di Ilyooluiiikillcnra dedicata a rono sepolti nel ciiniterio che ne dipen-
Gesù Neve poi i\t' Fasti /duglie.
Cristo. Le deva.
suppone con Spolswood, che l' isola di SOFENE. /'. SoPHEivE.
]\lan al>l)ia avuto dc^'vcscovi dopo An)fi- SOFFREDO o GOFFREDO GAE-
Liilo, vissuto nel IV secolo, i quali si ap- TANI, Cardinale. /^. Gaetani Soffre-
pellavano vescovi di Soder óiì un villag- Do o Goffredo.
gio di questo nome in quest'isola; e die SOFFREDO GOFFREDO GAE-
questo titolo fu trasfeiilo all'isola Hyco- TA NI, Cardinale. ìiohWe di Pisa, figlio di
lunikillenelI'VlII secolo, quando di am- Corrado Gaetani viceré di Sicilia e genero
bedue queste una sola;
sedi se ne fecero di Federico II, uomo di grande autorità
ma la successione de'vescovi di Man non e che avea parentela con Innocenzo IV,
Mat-
paieasiiflìcienza provala. Si lei^gein insigne legale, celebre canonista, canoni-
teo !*aiide, che Wj'cotnbo fu fattoi." ve- co di Palermo, suddiacono e scrittore a-
scovo di Man nel secolo XII,eche fu con- postolico, nel dicerobreiaSa o I253 in
sagrato dal vescovodiYork.DichiaraCom- Perugia il detto Papa lo creò cardinale
manville che il vescovato di Sodor isti- diacono de'ss. Sergio e Bacco. Altre no-
tuito nel VI secolo, verso il 5i fu unito i i tizie non si hanno di lui.

Q quello di Man, raa Sisto IV li separò, SOFIA. /^^. Sardica e Servia.


ristahifi e sottomise Sodor nel 1 47 i al '"e- SOFRONIO (s.), patriarca di Geru-
tropolita diGlasgow con residenza aCoIm- salemme. Nacque a Damasco, città del-

kil. L'isola IonaoJona,o IColm Kille la Celesiria , ed i progressi straordinari


come la chiamano altri geografi, una del- che fece nellescienze divine ed umane gli
le Ebridi, dipendedalla contea di Argyle, procacciarono il soprannome onoievole
in clima dolce e salubre, racchiude molti Passò 20 anni sotto un santo
di sofista.
laghi e sorgenti, con fertile territorio e romito nomato Giovanni Mosco, presso
pascoli eccellenti: il regno minerale è assai Gei'usalemme, senza però abbracciare lo
variato. Secondo alcuni, il nome di que- stato monastico. Piccatisi ambedue a vi-
st'isola è derivato da una parola gaelica sitare i monasteri di Egitto, furono da s.

che significa V Isola de marosi; secondo Giovanni Elemosinario trattenuti in A-


allri,sarebbe tolto dall'ebreo, e vorrebbe lessandria,ed impiegati con buon successo
dire Co/o'/iZ'^, ciò che fa allusione a s. Co- pei- quasi due anni all'estirpazione del-

lombo abbate de'pitti e uno de'più cele- l'eutichianismo, e alla riforma di molti
bri patriarchi de'monaci d'Irlanda, e per abusi. Fecero poscia un vigggio in Ita-
distinguerlo dagli altri santi dello stesso lia, vennero a Roma, donde Sofronio
e
nome fu cognominato Colomkille , dal dopo la morte del suo maestro tornò in
gran numero delle celle monastiche da lui oriente. In Alessandria imprese a difendere
fondale, e dette dagl'irlandesi A/7/es. Ver- la purità della fede contro l'eresia de'/)/o-
so il 565 egli si recò nell'isola Iona, che si nolelili {F-), che cominciava a fare pro-
ehiamavaallora isola de'Druidi,ondepre- gressi sotto la protezionedel patriarca Ci-
dicar il cristianesimo a'pitli, e dicesi che ro; indi recossi a Costantinopoli per ado-
approdasse alla baia Portsea-Curaich prarsi presso il patriarcaSergioin favore
ch'è solo punto per cui vi si possa giun-
il della dottrina della Chiesa; ma avendo
gere. Vi fondò un'abbazia con chiesa e anche in costui fiovalodisj)osizioni somi-
altri stabilimenti che divennero assai ce- glianti a quelle di Ciro, abbandonò Co-
lebri, e la cui riforma ne produsse in pro- stantinopoli e si pose a viaggiare in Si-
gresso la rovina ancora se ne vedono no-
: ria. Nel 634 fu eletto a succedere a Mo-
tabili avanzi. Molti re di Scozia, d'irlan- desto su Ha sede patriarcale di Ger usa lem-
da, di Norvegia, ed un re di Francia fu- mejma moltoci volleperchèacconsenlisse
SOG SOI i5i

(li essere elevalo a laledignifà. Una delle gn di circonferenza; ed lia molli giardi-
prime sue cure poi fu di r;idiinnre un con- ni e spazi vacui, ed alla quale si giunge
ciliodi tulli i vescovi suoi sullraganei pir pel sobborgo dis. Vaast al nord est, coni-
condannarci! tuonotelisrno.Scrissein pari preso nelle fortificazioni, e pe'sobborghi
tempo una lettera sinodale, in cui espo- di s. Crispino , di Crise e di s. Cristofo-
reva la fede cattolica con tulle le prove io. Le sliade senza essere larghe sono be-
cbe la coiifeiniano, e la mandò a Papa ne dislriijuitee nelle,e le cnsequasi tulle
Onorio I e al patriarca Sergio : questa sua d'un solaro ordinariamente sono fabbri-
es[)osizione fu approvala dal sesto conci- cale in pietraj e molte coperte di lastre
lio generale. Sped'i di poi Stefano vcsco- d'ardesia. Vi si riniarca particolarmente
vo Dora suo sulfraganeo a Roma, per
di Iacatledrale,vastoebeIloedifiziodi mista
sollecitare la condanna del monolelismo, slrullura gotica, cui sormonta una torre
locchè finalmente ottenne sotto il ponti- allai5o piedi, dalla cui cima si gode di
ficaio di IVIartino I, il quale perciò con- superba veduta. E dedicata alla B. Ver-
vocò il concilio di Lalerano nel f>49-
I
."^
g'»e Assunla in cielo, e fra le reliquie so-
Fraltanlo Sofronio ebbe molto a sodri •
no in gran venerazione quelle de'ss. Cer-
ve dai saraceni che si erano insignoriti di vasio e Protasio, e de'ss. Crispino e Cri*
Gerusalemmenel 638. Deplorandoama- spignano. In essa si distinguono il pavi-
ramente le sciagure di quella ciltàj egli mento del coro, la sagrestia, e un quadro
cercava d'impedire la dispersione tlel suo di Rubens che decora l'aliare maggiore,
gregge, e vegliava con somma carità af- Il capitolo si compone di 8 canonici ti-

fìncliè gì' infelici non mancassero di al- tolari, comprese le dignità dell'arciprete,
cun soccorso s"ì spirituale che corporale; del gran cantore, del maestro di scuola,
e più d'una volta pose a rischio la prò- del teologo e del penitenziere, di molli
pria vita pe'bisogni della sua chiesa. Fi- canonici onoiari,(le'^f/er/V/e r/ioro,a'qua-
nilmenle il sawto patriarca fu chiamato li nelle feste si oggiiuigono gli alunni del
a ricevere in cielo il premio delle sue fa- seminario maggiore pel servizio divino,
morì aglii idi marzo del 689,0
tiche, e Vi è il battislerio, e la cura d'anime af-
secondo altri del 644- '" tal giorno greci i fidata all'arciprele. Anticamente il capi-
ed Ialini onorano la sua memoria.
i lolo si formava dir) dignità, 47 canonici,
SOGLIO. /'. Trono, Vescovi assi- 4 semiprebendati, e 33 cappellani. L'e-
STENTi AL sor.Lio PONTIFICIO, Principi AS- jiiscopio, ampio e decente, è prossimo al-
siSTENTi AL SOGLIO PONTIFICIO. la Cattedrale. Nella citlà vi souo altre cliic-
SOISSOIVS(iy/<e.9.wo/;r/j).Ciltàcon re- .se parrocchiali col La chiesa di
s. fonte.
sìdenza vescovile di Francia, in Picar- s. Pietro è di architettura lombarda e ,

dia, dipartimento dell'Aisne, capoluogo quella di s. Leggero fu costruita al tempo


di circondario e di cantone, a più di 6 le- del rinascimento dell'arte; le rovuie del-
ghe da Laon,i2 da Reims e ?.5 da Pa- lachiesa dell'anlicaabbaziadi S.Giovanni
rigi;in amena valle, sulla sponda sinistra delle Vigne, consistono in due guglie ina-
dell'Aisne, che quivi accoglie il fìumicel- gnificheche fiancheggiano Vi la (acciaia.

lo (li Crise e si valica sopra un bel ponte sono diverse confraternite, alcuni mona-
di pietra che la congiunge al sobborgo di steri di religiose, due ospedali, due semi-
s. \ aa«t. Ila tribunali di i
.^ istanza e di nari,il grande è un bell'cdinzio nella città,
commercio, direzicjne delle contribuzio- l'altro nella diocesi è minore. L'antico
ni indirelle, conservazione dell'ipoteche, palazzo dell'intendenza è uno de'più de-
de[>Osilo de' tabacchi e polveri. E' città lorosi monumenti di Soissons; ameno è
munita con rccinlo bastionalo e fosse, ter- il passeggio del Maglio, e quello dell' A r-

rapieni piantali d'alberi di quasi una le- chibugio, dove si trova un piccolo edi-
I 72 S O I SOI
flziogi.Mnnlaljilissiniope'siioi vetrlingian la pietà e la riforma monastica. Vi è un
parie oggi dislitilli, e del quale si è fatta collegio comunale, una società di arti,
una |)oIv(M icrn. Avanti la rivoliizioiieavea scienze e lettere, biblioteca pubblica di
Soissons 4 collegiate, I o parrocchie, l'ac- circa 20,000 volumi, scuola di disegno,
cademia di belle leKere de'padri dell'o- leatro,ospizi()ditrovateHi,bagni pubblici,
ratorio confermata nel 1674» molle case case di correzione e d'arresto. Vi si tro-
6 abbazie fra le quali quella be-
religiose, vano fabbriche di tappezzerie fine, stolfe
nedeltiua e celebi-e di s.I\l edardo (P.) rosate, berrettame, olio di semi, capside
vescovo di Noyoii e di Tournay, fonda- per fucili, ec. Attivo è il trafiico de'giani
ta da Clolario 1 nel 5^7, e terminata dal e legumi per l'approvigionamento diPari-
figlio Sig( berte I, trasportandovi ili.°il gi, soprattutto di fagiuoli rinomati, legna-
capo del santo dalla cattedrale di Noyon. me e altro, favorito dalla navigazione del-
L'edilizio fu eretto vicino al palazzo rea- l'Aisne, e che ancora più rinomato ren-
le, e nella chiesa furono sepolti i due re derà il canale di Soissons, tenendo pure
n'piedi del santo. Ivi si tennero molti con- mercati considerabili ogni sabato, ed an-
cilii, fiorirono illustri monaci, molti dei nue fiere. E' patria di Collot d'Herbois,
quali divennero vescovi. Servi di ritiro di Ronsin, del Robbe, e dei
geografo J.

a diversi prelati cheabbandonarono i ve- letterati Luigi Hericourl,PietroLaRamée


scovati per santificarsi C(3'cenobiti che l'a- o Rainus, e B. Mercier o abbate di s. La-
bitavano. Vi fu rinchiuso Lodovico I il ger. I dintorni, coperti di graziose case di
Pio da'ribelli suoi figli; e Pipino il Gio- villeggiatura, di viti e alberi, sono deli-
vane re d'Aquitania vi fu obbligato a ri- ziosi. Vi si fabbrica della copparosa ar-
cevervi la tonsura, ed a rimanervi. Nel- tificiale che si spaccia quasi tutta nel di-
la magnifica chiesa fu coronato nel mar- partimenlo della Senna inferiore. Il suo

zo 752 Pipino il Piccolo, già maestro di territorioprima avea più assai estesi con-
palazzo, in re di Francia, da s. Bonifacio fini; formava un piccolo stato che com-

arcivescovo di Magonza. Carlo Magnosuo prendeva 2 città. 1

secondogenito fu egualmente consagralo L'origine di Soissons s'ignora, la quale


nell'abbazia in red'Austrasia nel768, nel- sotto il nome di Noviodnniini al tempo
lo stesso giorno f) ottobre che Carloman- de'romani era già importantissima e ca-
no suo fratello primogenito lo fu a Noyon pitalede'iy«e5.v/oA?e^, popolo potente della
qual redi Neustria. Dipoi vi fu consagrata Gallia Belgica, di cui più tardi prese il

la sposa di Carlo 1 il Calvo, Fra gl'dlu- nome. Al tempo di Giulio Cesare i re-
stri abbati vanta 1 re Eude e Raolfo, ol- toois riguardavano soissannais come
i fra-
tre il Questo insigne
cardinal di Bei nis. telli, essendo a loro uniti co' vincoli del
monastero, più volte rovinato, fu sempre sangue, dalle stesse leggi, dalla stessa for-
ristabilito, e si conservò nel suo splendo- ma di governo. Nondimeno quando Ce-
re finché i calvinisti ugonotti col loro fa- sare entrò nelle Gallie quelli di Soissons
natismo distruttore lo ridussero a un'om- aveano un re particolare, ch'era Galba
bra di ciò ch'era stato. Saccheggiarono successore di Diviziaco, già passato in In-
e diroccarono chiesa e monastero, le cu- ghilterra ed ivi stabilitosi dopo aver fat-
stodie d' argento di 3o cor,^i santi, e 3 to il conquisto della costa meridionale di
altre d'oio. Il rilassamento de'monaci se- quell'isola. Galba non degenerò punto in
gui tanti disordini,e non era che uno sche- valore dal suo antecessore, e risoluto di
letro quando fu data l'abbazia alla cele- mantenere la libertà del proprio paese,
brecoiigregazione benedettina di s. Mauro si mise alla testa della confederazione che
nel 1637, la quale ristorò la chiesa e il i belgi tutti, adeccezionede'remois, aveano
n»onaslero con gran spesa, e vi ristubib falla per opporsi all'ai vasione de'romani.
SOI SOI ,53
Ben presto ebbe un'armata diiGo,ooo lo a'romani, tenne chiuse le sue porte
iiuiniiii, eli cui la 7.' parte era levata tlal a'vandali e agli unni che non cimenta-
iSoissonnais, ciò che deve fin giudicale di rono neppure di forzarle. Passati che fu-
sua numerosa popolazione. Molto man- rono questi due torrenti, riprese essa un
cava perchè Cesare avesse forze così con- nuovo lustro, divenendo la residenza del
siderabili, Dia la sua abilità e la discipli- prefetto delleGallie. Fu questi Fgidio o
na di sua armata supplirono al numero. Gilone, successore del patrizio Aezio, che
Con opportune marcie e improvvisi as- ne fece il capoluogo del suo dipartimen-
salti deluse gli alleati, fece loro perdere to, e la fortificò in guisa, che nèCIodione
molta gente, e gettò fra essi tale spaven- re di Francia (F.) nel 43o, né Childe-
to e disordine, che malgrado gli sforzi di rico I altro re del 417 non osarono at-
Galba per ritenerli sotto propri stendar- i taccarla. vescovo di Tours s. Grego-
Il

di, essi abbandonarono il campo, ritoroa- rio dà a Egidio il titolo di re, né a tor-
lono ciascuno a casa loro, e colla loro ri- to, poiché egli neesercitava l'autorità sul-
tuata lo forzarono a riparare nella sua le Gallie che non aveano ancora subilo
f capitale. Cesare non tardò guari a strin- il giogo de'barbari,efuanche dagli stessi
gere d'assedio la piazza, la cpiale oppose franchi sostituito al loro re Childerico I

da principio assai vigorosa resistenza; se che aveano cacciato. Però Egidio non eb-
non che vedendo che si apparecchiava- be bastante moderazione nel suo gover-
no le macchine per l'assalto, prese essa no per far dimenticare il principe che so-
il partito d'arrendersi, dopo di che tutto stituiva, sicché i franchi stanchi ben pre-
il resto piegò dinanzi a'romani. Divenu- sto del suo dispotismo,richiamaronoChil-
to così padrone della Gallia Belgica, Ce- derico I; ma Egidio restò padrone come

sare riunì sotto una stessa città soissori- i prima delle Gallie Roma ne, e sospese colla
nais ed remois, e li dichiarò egualmen-
i sua abilità la rovina dell'impero loma-
te liberi, cioè esenti dalle imposte e dalla no nelle Gallie. Suo figlio Siagrio, chegli
più parte de'carichi pubblici; e siccome successe verso il ^63, seguendo le tracce
Reims passava per metropoli della Bel- paterne, arrestò i progressi di Childerico
gica, Soissons tenne il 2.° rango in que- I; ma il suo valore venne meno a fronte
sta porzione delle Gallie, donde venne in di Clodoveo che nel 48 rimpiazzò Cliil-
I 1

parte il titolo di i .°sulTraganeo di cui an- derico I, suo padre sul trono di Francia,
cora gode il vescovo di Soissons nella pro- Sconfittosubito da questo principe in or-
vincia ecclesiastica di Reims; di piìi eb- dinala battaglia nelle vicinanze di Sois-
be il duino di consagrare i re di Fran- sons, e obbligato a andar in cerca d'asilo
cia in assenza dell'arcivescovo di Reims, presso i visigoti, egli lasciò il destino delle
Del Belgio riparlai a Gallia ed a Vab- Gallie Romane a discrezione del vincito-
SI Bassi. Indi denominata Àu-
la città fu re,che avendolo domandato egli stesso al
f;usta Suessiotiiim. Fra le rivoluzioni che re de' visigoti, estinse col suo sangue la
il domÌDÌode'romani,già signori del mon- dominazione de'romani nelle Gallie. idei-
do, ebbe a provare nelle Gallie, i sois- la divisione della monarchia fatta da Clo-
sonnais rimasero ad essi costantemente doveo l tra'suoi figli, Soissons nel 5 1 1 di-
fedeli,oè aderirono punto alla rivolta di venne la capitale del regno di Clolario I,

Classico e Civile che fecero sollevare una il quale avendo in seguito raccolta tutta
parte de'belgi.mentregl'imperatori Gal- la successione paterna, fece in favore dei
ba Ottone e Vilellio si contendevano l'im- propri figli una nuova ripartizione delle
pero. Anche allora che barbari venne- i Gallie, assegnando il regno di Soissons nel

ro da tutte le parti a inondare le Gallie, 56 1 a Chilperico I, Clotario II figlio di

Soissons conservò lo stesso atlaccamen- quest'ultimo ereditò nel 584 ^^'"^ '"' e re-
VOL. LXVII. I I
1
54 SOI SOI
giiò In seguilo su tutta la Francia dopo diminuita, onde il vescovo e l'abbate di
in disfatta de're d'Austrasia e di Borgo- s.Medardo solo riconoscevano quella del
gna. Soissous residenza di più re della pri- re. Neh 146 divenne conte Ives di Nesle

ma slirpee capitale del regno, conservò il il/^Vcc/i/o nipote liiBusacjdopo aver fatto
grado ili città regia sino al 61 3, indi di- omaggio ligio al vescovo, e rinunziò al-

vennecelebre contea, capitale e residenza l'usanza sacrilega de'suoi predecessori di


del conte di Soissons, la quale dignità è saccheggiare la casa del vescovo appena
antica al pari dicpieliadc'duclii ede'conli morto, indi si recò alla ciociala di Siria
del regno. Il Soissonnais era stalo pure col re Luigi VII. Questi neh 55 tenne i

insignito del titolo di ducato sotto lai.^ una grande assemblea di prelati e baroni
stirpe Merovingia de're francesi ofran- a' o giugno in Soissons, nella quale fece
I

clii. E
quando P>.ancliin duca di Suissons una celebre ordinanza onde interdire per
fu ucciso d'ordine diChildebertolI, questo Icanni le guerre private tra'signori fran-
principe spedì a rimpiazzarlo Magnoal- cesi. Ives fu amico dell'imperatore Fe-

do colla slessa qualifica di duca. Questi derico I, e neh 78 ebbe a successore il i

duchi e conti in principio erano semplici ni[)ol e Cono ne, anche nel le signorie di Ne-

ufllciali deslituihili a volontà del re loro sle e Falvi. Per sua morte nel 80 il fra- i i

signore, né ve n'era d'allra specie sotto tello Raule ne raccolse l'eredità, tranne

la I ."ei." stirpe fino allo stabilimento dei Nesle; partì per la crociata col le Filip-
feudi. In Soissons nel 752 fu deposto Chil- po II e si distinse all'assedio d'Acri, ed
dcrico IIIultimo re della i.' stirpe, cui unì al valore, la scienza politica, l'amore
ivi successe il suddetto Pipino il Picco- alle lettere e fu uno de'migliori poeti. Nel
lo.Sostenne Soissons parecchi assedi, e I 287 il primogenitoGiovanni II il Buono
fu famoso quello del 94*^- Nel 922 qui- gli successe nella contea, cheavendo pro-
vi fu CarlollIil5'e//i/3//cedisfuttodaPvaoul vocata la scomunica dal capitolo per le

o Raolfo, e perdette la vita: nel 928 vi sue violenze e imprigionato un canoni-


fu coronato re di Francia lo stesso Raoul. co, soggiacque alla penitenza pubblica di
Dipoi Guido figlio d' Erberto 111 conte recarsi a piedi nudi di domenica alla cat-

di Vermandois, fu il i. "conte feudatario tedrale, in camicia e brache, recando uu


di Soissons, la cui pervenne pel
contea gli fascio di verghe al decano per riceverne
suo maritaggio con Adelaide figlia diGi- la disciplina: i suoi fautori soddisfecero
selberto governatore delSoissonnais;e nel la stessa penitenza. Accompagnò s. Luigi
969 fece un viaggio a Roma con Adal- IX alla crociata, e die prove di valore in
bero o Adalberto arcivescovo di Pieiuìs, tulle le occasioni contro gl'infedeli, ma
Nelio47 gli successe il figlio Renaldo 1, col re fu fallo prigioniero. Seguì poi Carlo
che assediato nella Torie de'Conli dal re I d'Angiò alla conquista delledueSicilie,
Eurico I, avendola espugnata nel loS? e condjattè nella battaglia che vinse il re
la fece demolire, e poi sposò la di lui fi- contro il rivale Manfredi. Nel 1270 gli

glia con Guglielmo Busac valoroso figlio successe Giovanni III, ed a questi
il figlio

del conte d'Eu, riconoscendolo conte di nel 1284 Giovanni IV, il quale
il figlio

Soissons. Volendo questi eslendeieil suo ebbe a successori figli Giovanni V nel i

dominio a spese dell'abbazia di s. Me- 1289 e Ugo. Da quest'ultimo neli3o6


dardo, il re Filippo 1 neh o65 si trasfe- ereditò la contea la figlia Margherita e
rì un pla-
a Soissons, e tenne nella chiesa il marito Giovanni d'Haiuaul, che ma-
citocol quale reintegrò l'abbazia. Ne!i099 ritò sua nipote Filippa a Odoardo III re
gli successe il figlioGiovannigiudaizzantc; d'Inghilterra e ne seguì le parti contro
indi neh 18 il fratello Piinaldo II, al cui
i Francia. Pacificatosi con Filippo VI, nella
tempo l'autorità de'cunli di Soissons era battaglia diCrecì gli sai vola vita e il regno.
SOI SOI i55
Ver sua cessione e per quella ilella mo- genita Maria nel 1482 conseguì la con-
glie, nel I 344 '3 contea di Soissoiis pas- tea di Soissons e gli altri dominii di Marie,
sò nella loro fìgliaGiovanna e nel marito Saint-Poi, Meaux, Enghien, Bourbourg,
Luigi di Clwlillon, indi nel figlio di que- Duiikcrque e altre signorie, sposando il

sti coniugi Guido nel 1 36 1, il quale essen- conledi Vendome Francesco. Tutte l'eb-

do andato in Inghilterra ostaggio per Gio- be nipoleGiovannidiDorboneneli 547,


il

vanni per riscattarsi vendè nel 1367


II, nato da Carlo figlio del marito France-

la contea ad Enguerrando sire di Coucì, sco conte di Vendome. Morì nella gior-
e il re d'Inghilterra Odoardo III ne pa- nata di s. Quenlinnel 557,egli successe1

gò il prezzo che assegnò per dote alla fi- il fratello Luigi di Borbone principe di
glia maritata al sire, acciò tenesse luogo Condè valoroso, ma fatalmente abbrac-
d'una rendila di 4ooo lire. Questo conte ciò gli eri ori degli ngoiiotti,dicui divenne
fece fortificare il castello di Soissons, di capo, e tentarono di farlo re di Francia,
maniera che teneva in freno gli abitanti coniando monete o medaglie col nome di
e presentava un aspetto formidabile agli Luigi XIII, e perì nel 56g in uti com- 1

stranieri. La figlia Maria nel 397 diven- 1 battimento dopo parecchie prodezze nella
ne contessa e da Enrico di Bar le nac(}ue guerra di sua rivolta, per la quale Sois-
Roberto, che nel 4o5 ebbe la contea per r sons patì saccheggio nel I 567.11 figlioCar-
nielìi, l'altra spettando a Carlo dcjca di lo di Borbone gli successe nella contea di
Orleans, per averla Maria neli4o4 ce- Soissons e nelle altre signorie, e si gettò
duta in partealdilui padre Luigi, in com- nel partito dell'ugonollo Enrico III re di
penso dello sturbato godimento dell'ac- Navarra contro Francia, colla quale poi
quisto che avea fatto ila essa per 400,000 si pacificò e fu assolto dal Papa. iVel 1612
lire del le signorie diCouc'i, Ma rie e la Fere; il figlio Luigi II gli successe, indi nel i641
la quale porzione indivisa della contea di Borbone sposata a To(n-
la figlia .Maria di

Soissons, nel 466 essend(> passala ilal du-


i maso Francesco di Savoia- Carigna no, on-
ca Carlo al figlio Luigi, divenuto questi de la contea di Soissons passò in questo
Luigi XII re di Francia la riunì alla co- ramo della casa di Savoia {^^•)- Intan-
runa e poi die Claudia che sposò
alla figlia to la cillù durante la minorità di Luigi
Francesco I, dalla quale la ricevè il loro XIII fu iuulilmenle assediata dd'regi nel
fìglioEniico II chedefinitivamentelariu- 161 7, quindi Luigi XIV la fece sman-
nì al regno. Roberto di Bar possessore tellare, i terrapieni convertì in passeggi,
dell'altra metà indivisa della contea di e perde allora la sua importanza milita-
Soissons, vide questa subire la sorte della re. Nel I 656 fu conte di Soissons il se-
maggior parie delle città di Picardia, di condogenito di Tommaso, Eugenio Mau-
cui s'impadronì il duca di Borgogna per rizio di Savoia, che sposò Olimpia IMati-

uieltervi guarnigione. Carlo VI essendo cini nipote del celebre cardinal Mazzari
entrato neh 4' 4 '' questa provincia per ni: egli da tale matrimonio fu padre di
ridurla, cominciò dall'assedio di Soissons Luigi Tommaso .Amadeochegli successe
che fu presa d'assalto il 20021 maggio, nel I
673, e tra gli altri del principe Eu-
e fu ubijandonala al saccheggio, troncan- genio Francesco, tanto rinomato per le

dosi la testa a' capi che la difendevano, vittorie che imuiortalaiono il suo nome
con mas:>acro degli abitanti. Nel i4 5 l'e- ' al servizio dell* imperatore. A questo si

reditò da Roberto la figlia Giovanna di dedicò pure il dello fratello Luigi, ch'eb-
Bar sposata a Luigi di Luxembuigo, ai be in figlio Emanuele a cui nel 1702 la-

quali nel 47 5 successe nella contea il fi-


1 sciò la contea o meglio il titolo di essa,
glio Giovanni di Luxen)burgo,ed a questi che per ultimo nel 1
729 toccò al suo u-
ueli47G il fratello Pietro, la cui primo- tiico nato Eugenio Giù. Francesco di Sa-
i56 SOI SOI
vola, che morendo celibe neliyj/j, con eveschez , riporta al III secolo 1' origine
Itti si esliiise il ramo de'conti della casa della sede vescovile di Soissons, e le dà
(li Savoia. A Soissons rese la sua impor- la qualità di P/oto^o«o, col dirilto di con-
tanza militare l'invasione degli alleati nel sagrare il re nell'assenza del -suo metro-
i8i4: presa da'russi a'i3 fiibbraio, to- politano. Il Piazza neW Emcrotogio di Ro'
sto ripigliata da'francesi, cadde di nuovo ma ali. "settembre riporta la festa de'ss.

a'3 marzo in potere de'primi a' prussia- Sisto e Sinizio vescovi e martiri cittadini
ni congiunti; due giorni dopo francesi i romani, e da s. Pietro nella sua cappel-
loro la ritolsero, la fortificarono in gran la di s. Pudenziana,ove soleva tenere le

fretta, e vi furono assediati ai 21 dello ordinazioni e celebrare le funzioni pon-


slesso mese da'prussiani chela bombar- tificali, cioè dentro il palazzo di Puden-
darono, incendiarono i sobborghi e l'o- te senatore romano, ordinati e mandati
stellodi città, ma non valseroa insignorir- nella Francia, l'uno in Reims, l'altro in
sene: la capitolazione però di Parigi ne Soissons, ove colla loro dottrina, mira-
aprì loro in breve le porte. Da allora si bili virtù e fatiche pastorali, illustrarono
inlese a ristabilir le fortificazioni di Sois- le primizie del loro insigne apostolato col-
sons, che da questo lato copre la capitale la corona del martirio, premio sol degno
per assicurarla da un colpo di mano, cioè di sì grandi anime tanto benemerite della

prima che Parigi avesse le fortificazioni Francia, con gloria di Roma che die loro
die la difendono. la vita temporale co'principii dell'eter-
La luce del vangelo fu introdotta in na. A queste notizie l'erudito Piazza ag-
Soissons dopo la metà del i. "secolo, e s. giunge la data dell'anno 60, e l'impero

Sisto (r'.)i.°arci vescovo di Reinis e di- di Nerone, per epoca de'd uè santi. Do-
scepolo di s. Pietro, ordinò s. Sinicio o po s. Diviziano fiorirono i vescovi Ru-
Sisinnio (F.)i. "vescovo di Soissons, al- fino, Filiano, Mertario o Mercurio che
tro discepolo del principe degli apostoli, fu al concilio di Colonia nel 35q, s. O-
che alcuni lo vogliono eziandio da lui or- nesino che estirpò ogni avanzo d'idola-
dinato e delegato per la chiesa di Sois- tria nella sua diocesi, s. Vincenzo o Vin-
sons. Altri in vece con Butler e gli au- cenzucolo, Lubeano, Onesino II,s.E(libo
tori óeW/lrle di verificare le date, ritar- o Herlibio governava questa chiesa nel
dano r introduzione della fede tanto a 45 1, e difese la sua città contro il furo-
Reims che a Soissons, bensì altri concor- ne di Attila re degli unni. Nella metà del
<li convengono che ss. Sisto e Sisinnio i secolo V fiorì s. Principio (^F.) fratello
hanno pe' primi bagnato co'Ioro sudori di s. R.emigio di Reims, costruì il castello
questa chiesa, innaflìata del sangue de' ss. di Soissons, governò santamente, mentre
Crispino e Crispinianoi^F.). Sembra che il dominio della città dai romani passò

da principio i ss. Sisto e Sisinnio o Sini- a Clodoveo I. fu sepolto nel suburbano


cio governassero insieme tanto la dioce- monastero di s. Tecla, ma trasferite poi
sidi Reims, che questa di Soissons, ov- le sue reliquie nella cattedra le furono bru-
vero che dopo la morte di s. Sisto il suo ciate dagli ugonotti nel 1567. Gli successe
collega s. Sisinnio stabilitosi inReims, con- il nipote s. Lupo, che fu al concilio d'Or-
sagrò vescovo di Soissons Di viziano suo s. leans del 5i Sammartani, e
I secondo i

nipote. Chenu, Archiepiscoporum et e- nel 526 al dire di Chenu, ed primi lo i

piscoporiim Galliae, registra nella serie dicono morto nel 533. Bodardo os.Ban-
<le' vescovi di Soissons s. Sisto, indi s. Si- darido o Bandrido fu eletto a voce di po-
nicio, e li dice martiri sotto Nerone nel- polo pel suo merito singolare, assistè nel
l'ainio 64 secondo il Fasciculo Tempo- 545 alla pompa funebre di s. Medardo,
rum. Commanville, Histoire de toiis les e morì nell'agosto del 546, o nel 55o,
i

SOI SOI .57


e (u deposto ncH'iilìljazia tli s. Crispino. e Milo, il I. "nel 1257-, il 2."neli263. Si-
DopoEratgisilo,Aulcl)aroo U isina io ab- mone Matipha de Bucio, poi vescovo di
bate Lobiense, che nel 6()f)(!eilicò la chie- morì nel 29G nel giorno di Na-
Parigi, e :

sa di s. Pietro; indi Teobaldo, di cui ti- tale di quell'anno fu consagrato il suc-


corderò i più distinti successori. Nel GiS cessore Guido de Charitade. Pietro ile

assistè al concilio di Reims s. Anserioo Capì morì nel i 33 1 Dopo Nicola Gaberti .

Anscario, morì nel 652, e fu sepolto nel- di Lami, il vescovo Reginaldo de Fon-
r abbazia di s. Stefano. Della jìiovincia tanis, che fu consagrato a Parigi neh 4^-3.
fus. Z^rm/^/o(^.) già arcidiacono di Sois- Gli successe nel i^^i Giovanni Milelichc
sons, eletto dai popolo e dal clero a i- morì nel 5 14) dopo 72 anni di vescova-
I

stanzadel [)redecessoreljettolenocl)eavea to,epoca veramente singolare. Sinforia-


rinunziato: tabhricò nel 65'^ l'abbazia no Bouliaud del 526, che fece delle co- i

di s. i'ietiodi Retondes, soggetta a quel- stituzioni sinodali neh 53 (.Matteo deLori-


la di s. Medardo, a sua istanza Ebroino guejoue parigino consagrato nel 534, fu 1

maestro del palazzo e Leulruda sua mo- sepolto nel i558 nel maggiore sepolcro
glie fondarono presso la porta di Sois- della chiesa de'ss. Gervasio e Protasio.

sons un monastero di donne, poi trasfe- Carlo de Roussy deh 55g intervenne al
rito nella città sotto il titolo d' abbazìa concìlio di Trento, ed a quello provin-
di Nostra Doiuia di Soissons, ove fu tra- ciale di Reims, e morì neh 5(S 5. Girola-

sportato dalla I
.' chiesa il suo corpo, per mo Hennequin dì Parigi del 1 58 5, morto
opera del successore s. Adalberto. Il ve- neh 6 ir). Carlo de llacque ville arcidia-
scovo s. Gandico o Godino fu assassina- cono di Rouen, priore di s. Tommaso mar-
lo a motivo del suo zelo contro gli avidi neh 6 19 preconizzato da Paolo V.
tire,

usurai. Rotardo fu condannato dal sino- Quanto a tutta la serie de'vescovi, ed ai


do di Soissons, a cui intervenne il re Car- successori di Carlo, vedasi la Galliachr.,
lo I il Calvo, iodi riconciliato da Papa s. checontinueròcolle7Vò//z/eri^//ìo'/Jrt.Car-
Nicolò I. Nel 1080 il clero e po[)olo do- lo Francesco le Fevie di Laubrìere nel
mandarono nel concìlio dì ÌMeatix, con- I 73 f, Francesco duca dì Fitz James pari

vocato dal legato di s, Gregorio VII Ugo di Francia, dell'arcìtliucesi di Parigi, nel
arcivescovo di Lione, per vescovo Av' s. I 739: egli era llglio di Giacomo duca di
nolfo[f^.) Pamelio monaco di s. Medardo Berwick naturale di Giacomo II re d'In-
che vivea in cella solitaria. Dipoi abdi- ghilterra, e si opposea'vescovì di Francia,
cò, fondò il monastero di s. Pietro d'Al- quali consultati dal resu'caluiiniati gesui-
demburgo diocesi di lìruges, ove morì e ti, dichiararono che la loro condotta era e-
fu deposto. Manasse figlio di Guglielmo dìflcaute tanto nell'interno delle case che
di Busac, conte di Soissons, e fratello dei nell'esterno, e che la loro conservazione
conti successori l'indegno Giovanni I e era utile alla Chiesa e allo stato. Un tale

Rinaldo II,nelior)2 essendo stato eletto giudizio de'priini prelati della Chiesa fu
dal popolo a vescovo di Cambray sen- la migliore apologia che potesse farsi in
za il consenso del clero, nelioo3 venne favore della compagnia dì Gesìi, e que-
traslocato a Soissons, morì nel i i og e fu sto solo basterebbe a provare la sua in-
sepolto in Coucì. Ugo d'Inghilterra del nocenza agli occhi della posterità, come
1 I 70 cancellieredì Luigi VII, aleni Xem- osserva Bcrcastel , Storia del cristiane-
1^0 acquisierunliiberlaltni canonici Snes- simo t. 33, § i33 e seg., biasimando la

siones. Giacomo di Basochi nel 1226 co- condotta del vescovo di Soissons, che in-
ronò s. Luigi IX. Guido de Castro si recò oltre si dichiarò del partito de'giansenìsli
alla crociala dì Siria contro gì' infedeli: e ne divenne l'eroe, per quanto notai nel
gli successero due altri Basochi, Nivelo voi. XXX,p. 33 e 1 1 34-l"di gli successero
i58 SOI SOI
Enrico Giuseppe de Boiudeilles di Trai- condanna-
principe, co* vescovi e conti, e

ne diocesi di Sainfes, Iraslafo da Tulles to all'ammenda secondo Impe- le leggi.

neli y64,Gio. Claudio le BlancdeBeau- rocché queste assemblee erano miste di


lieu di Parigi nel 1802, Rocco Stefano vescovi e di signori, ed univansi insieme
deVicliy della diocesi di s.Flournel 1817, le pene temporali e le spirituali. Questo
Guglielmo Albino de Villèle della diocesi concilio inoltre stabilì l'ordinazione dei
di Tolosa, traslato da Verdun nel 1820. vescovi, la sommissione del clero al lo-
Il Papa Pio VII col breve Noslris apo- ro capo diocesano; ordinò in tutte le città

slolicis lìteris, de'4 seltenjbre 82 i i , Bull. de'vescovi legittimi e due arcivescovi so-
Roni. coni. I. I
5, p. 4^"^> •'tolse all'ar» pra di loro, l'uno per la chiesa di Reims,
civescovo di Parigi i vescovati di Soissons l'altro per quella di Sens, Il 9,.° fu tenuto
e Amiens come suffiaganei, e li restituì nell'S')!, e Pipino il Gioi-nue re di A-
a quello di Reims; iodi per vSoissons e- qu i taiiia fu spoglia lo de'suoi stali, e chi uso
spressanienle confermò il metropolitico nel monastero di s. Medardo. Il 3.°a'26
flire di Reiras, col breve Etsi per nosiras, aprile 853 nella chiesa di s. Medardo, in

di detto giorno, loco citato p. 44' •


L'io- presenza di Carlo I il Crz/wo, e composto

ne XII nel iSij dichiarò vescovo mg.'' di 26 vescovi di 5 proviucie. Vi si fecero


Giulio Francesco di Siniony di Tolone, 8 sessioni. L'ordinazione d'Incmaro vi fu
il quale avendo rinunziata la sede al Papa riconosciuta legittima e canonica. Così le
Pio IX, questi nel concistoro de' 17 gen- ordinazioni da Ebbone dopo la sua
fììtte

naio 1848 preconizzò 1' attuale vescovo deposizione, come purequelled'Alduino,


di Soissons mg.' Paolo Ignazio Armando esigiudicòch'egli dovesse essere deposto.
Anacleto Cardon de Garsignies, di Lille Neir8.° canone si levò la scomunica pro-
arcidiocesi di Cambra y, parroco della cat- nunciata contro chierici ordinati da Eb-
1

tedrale d'AmienSj e vicario generale di bone. Gli altri contengono de'regolamen-


Soissons medesimo. Ogni vescovo è tas- ti generali cui pregaiono i vescovi il re
sato ne' libri della camera apostolica in d'appoggiare colia sua autorità. In con-
(ìorini 370 : prima ne pagava 2400, ma seguenza il re pubblicò un capitolare di
avea 18,000 lire di rendita. La diocesi 12 articoli; tra gli altri p(uiti vi è detto,
comprende tutto il dipartimento d'Ais- che il conte e gli uHlziali pubblici devo-
ne, e contiene molti luoghi con circa 4o no accompagnare il vescovo in visita e
parrocchie oltre le sussidiarie, mentre prestargli mano forte, per obbligare alla
prima ne contava 4^0. penitenza e alla soddisfazione quelli ch'ei
Concila di Soissons. non poteva ridurre colla scomunica. Al-
Il tenuto a'3 marzo 744j d'or-
i.° fu lora i vescovi talvolta mischiavano la po-
dinedi Pipino il Piccolo, maestro del pa tenza teuìporale colla spirituale.P'u man-
lazzo d'Austrasia, e fu composto di 7.3 dato Venilone arcivescovo di Sensper re-
vescovi, presieduto da s. Bonifacio arci- golare la chiesa di IN'evers, in disordine
vescovo di Magonza,come affermano mol- per la debolezza del vescovo Erimanno;
li.Vi si fecero 10 canoni il i.^è per la : venne definita la questione sulla validità
conferma e riconoscimento della fede sta- dell'elezione di Burcardo al vescovato di
bilita dal concilio di JN'icea, e dagli altri Chartres. Il 4-° adunato nell' 858 da
f"-'

concilii, e pel ristabilimento della disci- Lodovico il Tedesco .° re di Germania. i

plina ecclesiastica. Gli altri canoni com- 115.° neir86i, da alcuni non riconosciu-
prendonogli stessi regolamenti de'concilii to, e da altri dicesi celebrato nella chiesa
tenuti poi negli stati diCarloMagno. L'ul- di s. Crispino. Rotardo vescovo di Sois-
timo porla, che quello che non osserve- sons, alla testa di 37 vescovi, vi depose e
rà i decreti , sarà giudicato dallo stesso fece mutilare un curato trovato sui fatto
SOI SOI 159
ili delitto. Altri riferiscono, che in questo bere Ugo arcivescovo di quella città e fi-

o inaltro posterioreconcilio, Incmnro ;ir- glio di Krberto. L' 1 i



nel i 092, in cui
civescovo ili Pieims vi sconiiniicò Uolar- Roscelino di Compiègne tu convinto d'er-
tlo perchè ricu.sò di ristabilire, come a- rore e obbligfito ad abiurarlo. Egli soste-
\eagli coruanilato, uno de'suoi preti ca- neva die le 3 Persone divine erano 3 co-
stigato secondo i canoni. Il 6." e 7.°nel- se separate, come 3 angeli; ma che ave-
r86?. egualmente non da tulli liconosciu- vano una sola volontà e una sola poten-
ti, poiché alcuni vi riportano il narrato za, aggiimgendo infine che si poteva fran-
opeialo d'Incinaro, ed è probabile; altri camente dire ch'erano 3 Dei. Il 12.° nel
riferiscono che fu convocato contro Bal- J 100 tenuto da Manasse arcivescovo di

dovino! contedi Fiandra, rapitore diGiu- Reims, ma ne mancano gliatli. Il 3. "nel i

ditla figlia di Carlo I il Cah'o. Sarà me- I 5 contro Enrico V imperatore, e per
I 1

glio ritenere, che nelI'SC-z furono tenuti obbligar Golhedo vescovo d' Amiens a
due conciliijUno contro Baldovino I, l'al- ritornar nella sua diocesi; a tale elfetto il

tro da lucmaro che vi fece arrestare Bo- concilio fece pregarci certosini di costrin-
iardo, lo depose, fece chiudere in mona- gere Goffredo air ubbidienza, e fu ese-
un al-
stero, e nella sede di Soissons po>e guita ne' primi di (juaresima.Il i4.°nel

tro vescovo. L'8.° uell'8G6,eziandio non I 12 contro Abelardo nelfebbraio,e pre-


I

da tulli riconosciuto, e a' 8 agosto. Per 1 sieduto dal legaloCoiione vescovo di Pa-
ordine del Papa s. Nicolò F, ed a richie- Icslrina. Vi si obbligò Abelardo ad ab-
sta di detto re Carlo f, 3.> vescovi rista- bruciare il suo libro della Trinità e fare
bilirono a titolo d' indulgenza i chierici la sua professione di fede: a questo elfet-
ordinali da Ebbone,deposlo da altro con- to si volle ch'egli leggesse il simbolo di s.

cilio di Soissons. Vulfredo, ch'era uno di Atanasio, il che egli eseguì non senza pe-
essi, fu ordinalo arcivescovo di Bourges, na, e molte lagrime e sospiri. Fu manda-
e poi il Papa Adriano II nelI'SGy ratifi- to al monastero di s.Medardo, donde po-
cò la sua ordinazione, inviandogli il pal- co dopo fu nuovamente inviato a quel-
lio nel seguente anno. Bernardo abbate lo di s. Dionigi. Il I 5.° nel I 1 54 o i i 5'),
ili Solignac nel Limosino espose in que- nel quale il re Luigi VII ei baroni del
si assemblea che i titoli di sua abbazia e- regno giurarono di mantener la pace per
raiio periti per le incursioni de'norman- I o anni, come notai più sopra. Il 1
6." nel
ni, e domandò al re e al sinodo un pri- 120I marzo, alla presenza del re Fi-
in

vilegio di libertà che ottenne. Il 9.° con- lippo II Augusto. Vi si trattò senza nulla
cilio ebbe luogo nel909 a Trosley [V.) concludere del suo matrimonio o ilivor-
o Trolyo Troslj', luogo della diocesi di zio con Ingeburga di Danimarca, che fu
Soissons, nel giugno, e fu presieduto da poi stabilito nel castello d'Elampes, do-
Erveo o Eriveo arcivescovo di Reims. I ve il resoinministravule il mantenimen-
decreti soUoscritti da 12 prelati sono di- , to, e Innocenzo III [/'.) con sue lettere
stribuiti ini 5 capitoli, quali sono lun
i la consolava. Il i 7.° nel i^55 o i^'iG di
glie esortazioni piutlosto clie canoni, e luglio, convocato da Gio. Giovenale Or-
palesano il triste stato dellaChiesa a quel- sini arcivescovo di Reinis e suoi snlhaga-
l'epoca. Il IO." nel c)4' ladunato per or- nei, inpersona o per procuratore. Vi si
dine d'Ugo conte di Parigi ediErberlo ordinò l'esecuzione del decreto del con-
conte del V^erraandois, composto de've- cilio di Basilea, confermato nell'assem-
scovi della provincia di Reims, per rego- blea di Bourges, inturno alla maniera di
lare il governo dell'arcivescovato, dopo cantare l'uflizio divino, e vi si fecero mol-
l'esclusione di Artaldo. Vi fu risoluto che ti statuti. Vi si regolò il vestiario de'vc-
si trasferirebbero a Reims e vi oidiuereb- scovi, si esorlarono i prelati a usar mei-
i6o SOL SOL
to discernimento nell'approvazione dei degna p. 209, che nel 1802 dovè linun-
confessori, vi si riformarono gli abusi in- ziare la sede episcopale per le note vicen-
trodulli nelle questue e nella predicazio- de della Chiesa a tali tempi, e
perchè la
ne dell'indulgenze. Questo concilio regi- diocesi venne soppressa e unita a quella
strato anche nel 456 non è vero, se non
i d'Ivrea, cui restò incorporata sino al suo
cominciando l'anno dal giorno della ss. ristabilimento nel 8 1 7.Per la saggia sua
1

Annunziata, 9 mesi e 7 giorni prima, se- condotta, per le sue benemerenze colla
condo l'uso della metropolitana di R.eims Chiesa e col Irono, Pio VII lopreniiò col-
in que'tempi. Reg. t.17,2 i, 12, 7.5. Lab- 1' eminente dignità cardinalizia, che gli
he t. 6, 8, g, IO, 1 1, i3. Arduino t. 3, 5, confeii nel concistoro de' 23 settembre
6,9. Mansi t. I, p.Q^g, t. 2, p. 18 5. Bou- 1 8 6, dichiarandolo dell'ordinede'preti
1 :

quet t. 7. Nel 1673 il vescovo fece degli gli mandò la notizia di sua esaltazione e
statuti pei la diocesi, ne' quali tra le al- il berrettino cardinalizio, a mezzo del-
tre disposizioni fu espressamente proibito la guardia nobile pontifìcia Giacomo dei
pena di sospensio-
agli ecclesiastici, sotto marchesi Theodoli, e per un ablegato a-

ne, di dire la messa o di servirla in qua- postolico gli rimise la berretta cardina-
lità di diaconi e suddiaconi o d' indulti lizia, come riporta il n.° 77 del Diario di
con un AniUto (A^.) sopra la testa, vie- Roma del 18 16. Per morte di Pio VII
tandosi purel'usodel berrettino. Su que- si recò in Pioina al conclave, e l'eletto Leo-
stopunto si può vedere Tliiers, Istoria ne XII gli conferì per titolo la chiesa di
pemicche, § vnr, Degli arnilù. Ai
(Ielle s. Pietro in Vincoli, e lo ammise alle con-
2 ottobre 1849 ebbe luogo nella catte- gregazioni cardinalizie della s. visita a-

dralel'aperturadelsiuodode' vescovi del- postolica, del concilio, de'riti, e della fab-


la provincia di Reims, composto de' ve- brica di s. Pietro. Ritornalo in Torino,
scovi di Chalons sur Marne, d'Amiens, onorato da lutti per le sue virtù, assalito
di Beau vaiSjOi tre quel lodi Soissons, e del- da colpo apopletico passò al riposo dei
l'arcivescovo di Ileims che occupò il tro- giusti a'9 settembre 824, d'anni 82 non I

no episcopale nella sua qualità di metro- compili. I decorosi funerali furono cele-
politano. Di altri concili! celebrati da tal brali nella metropolitana ed ivi venne ,

caidinale parlai a Reims ed a Sinodo. tumulato secondo il ceremoniale de'car-


SOLAPlO Paolo Giuseppe, Cardina- dinali nelle catacombe degli arcivescovi,
/t'.Nacque nobilmente nella città di s.Pol- come vìcavoiicdle Notizie di Roma. Il n.°
len o s. Ippolitoin Austria a'24 gennaio 7(3 del Diario di Roma del 1824 che ne
1743, sebbene la sua illustre famiglia è annunziò la perdila, encomia i pi'egi che
di ^'ilhlnova Solaro o de'Solari nel Pie- risplendevano nel cardinale, che qualifi-
monte, divisione di Cuneo. Ricevè una ca insigne, per cui la sua morte cagionò
educazione e istruzione letteraria quale particolare tristezza, e ne sarà cara la me-
si conveniva alla ragguardevole sua con- moria presso de'posteri.
dizione, e per la viiluosasua indole ab- SOLDANI o SOLDINI. Eretici e sci-

bracciò lo sfato ecclesiastico. Quindi me* smatici greci, così nominati da Soldinp
1 ilo che il re di Sardegna Vittorio Ame- loro capo, il quale vivea verso il secolo
deo 111 lo nominasse al vescovato di Ao- V. I soldani abitavano alcuni paesi del
sta in Savoia, e che Pio VI trovatolo de- regno di Saba e di Godolia. Essi cambia-
gno lo preconizzasse vescovo nel concisto- rono la materia del sagrillzio della mes-
ro de'20 settembre 784. venendo con- I sa: i loro preti offrivano oro, i diaconi
sagrato a'^Gdi mese, e prese possesso
tal incenso,suddiaconi mirra, e ciò in com-
i

d'-ìG febbraio 78'. Imparo ddl caii. Bi-


1 memurazioue de' 3 doni che ss. tUagi i

ma, Sene cronologica de'vesco^'i di Sar- ( ^.) oQì irono a Gesù Cristo in Belleoiine.
SOL SOL I G I

SOLDANO, Soldaniis, SuUnnus. Ti- di donne presero il nome di emir; i..°i

tolo tli pniicipalo, dicendosi soldaiiato la calilli [ìiupriamente ilelti, che si stabili-

dignità e il dominio di soldano,e solda- rono nella Siria, ed ebberoDamasco per


ina lo slato e il paese del soldano, Sul- capitale; 3.° gli abbassidi che si stabili-
tani iinperium. li titolo di soldano è no- rono a Bagdad e di là estesero ben lungi
me di dignilù presso alcuni popoli d' o- la loro potenza, e sino in Africa, in Si-
riente, e potenti fip.oiio i soldani di Bd- cilia e nella Spagna; ma l'autorità loro
bilunia, lì' Egitto, lìt Saraceni (f.), e di fu in appresso abbattuta e annientata dai
altre parti dell'Asia e dell'Afiica. Sulta- governatori delle provincie più lontane,
no poi è titolo di sovranità in Turchia i quali sollevatisi scossero il giogo de'Io-
(^.), cioè l'imperatore ogransignore dei ro capi, e presero essi medesimi il titolo
turchi. Il vocabolo è aiabo e significa Si- di calidì,non più riconoscendo ne' loro
guoie o Inifìeratorc (^.). Si crede ch'es- sovrani se non che capi delia religione, i

so derivi da selatat, che vuol dire con- tributavano vani omaggi. Essen-
a'cjuali

quistatore o potente, e si dice che Baja- dosi finalmente turchi impadroniti di


i

zet I imperatore Osmano deli38r) fu il tutte le conquiste de'saraceni, il calilFa-


i.°che portò il nome di Sultano. C\\\r\' to fu interamenle abolito; e l'autorità
masi ^y«/frt/m la madre, le spose e le figlie spirituale de'califlì passò nelle mani dei
predilette e riconosciute per tali dal sul- muft'i, riconosciuto in oggi come caposu-
tano. Sultauino è una specie di moneta piento della religione mussulmana. Dis-
turohesca, che il Buonarroti dice piena si che il nome di soldano davasi a' luo-
di molti arabeschi. Tale moneta era d'o- gotenenti de'califfi, ma essendo decadu-
ro e avea corso nel secolo XVI in Italia, ta a grado a grado la potenza de' califli

11 nome di soldano anticamente si dava per cagione mas-


di diverse rivoluzioni, e

a' luogotenenti generali de' caliUì, nelle sime per l'estensione troppo grande dei
loro Provincie e nelle loro armate. E no- paesi sottoposti al loro ilominio, que'luo-
to che il titolo fli calidbjdopo la morte gotenenli generali si eressero in sovrani.
di Maometto fondatore del Maomettismo Saladino duce delle truppe di Noraddi-
{y.), lo prese il suocero Abou Becker in no re di Damasco,vedendo i califli in mez-
significato di successore, erede, vicario. zo alla trista loro grandezza languenti con
Ma succeduto poco dopo a Maometto l'al- un nome senza potere, assunse egli stesso
tro suo suocero Omar, questi assunse il (|uesto titolo, e fu il i.° soldano dell' E-
titolo di Emir Maumenin, che significa gitto. I soldani quindi fondarono molte
signore o principe de'credenti. Tuttavia piccole dinastie nell'Asia minore; ma gli
i successori legittimi di Maometto riten- imperatori turchi distrussero a poco a po-
nero il nome dicalitfo, ed essendo i priaii co quelle dinastie e soggiogarono anco-
capi della religione mussulmana riuniva- ra nel I 5 I 6 la soldanìa dell'Egitto. Ve-
nonelle persone loro l'autorità spirituale dasi Du Gange, Glosxarlwn^\n Siillanus^
e temporale, l' impero e il sacerdozio a supremo principe idest Rcx regunt.
guisa de' pri mi im[)era tori roma ni, laonde In Francia e anche in altri paesi d'Eu-
sovranamentedecidevano di tutti i punti ropa si fece uso del vocabolo di soldano
tli dottrina, dominavano su'popoli, e ac- e di soldanìa per indicare una dignità ;

cordavano investiture ad altri principi ma questo probabilmente non avvenne


maomettani. Si conoscono 3 rami di ca- che dopo le Crociate, che presso di noi

lilìi: i ."irachedi o rachedis, cioè i discen- portarono diversi nomi e diversi costu-
denti in linea retta da !\Iao.metlo, i quali mi orientali. Giova osservare, che le pa-
posero la sede dei loro regno a Medina, role soldano e sultano corrispondono ai
meulre idisccudeali di Maometto per via nostri vocaboli di cooservure o difende-

1 Gì sol SOL
le. Questa fu una dignità propria parli- aut Soldano, ani Marescalco, proni in
i:olaimcnte(lcirAquitaniaadue fiiiniglie ordinario, aut Datario Papae, proni de
illusili r EslraJc e la Tiaun. Furono
,
consufindine, Utrbatus est dicens, perii-

que'iiobili cliiuniali da piiiici[)io sondi- nere ad clericos camerae, quod non est
che o soldaiii dalle posizioni della guar- i'crunij et sic ipsevoluilprojicere. All'ar-
dia delle quali erano incaricati come prò- ticolopAMiGLiA PONTIFICIA pubblicando al-
teltcjri; e in ap[)re.sso quel titolo perpe- cuni moli della medesima, registrai alcu-
tuato nelle loro famiglie di ventò una qua- ni soldani,come l'ialFaele Calmi di Pio II,
lità attaccata al possedimento delle si- soldano della curia della camera, a cui il
gnorie, mentre da principio non era sta- palazzo manteneva un domestico per ser-
lo die una distinzione personale. I feu- virlo; due ne godeva Nicolò Piccolomini

datari delti soadichs andavano del pari cameriere segreto del Papa e forse suo pa-
co' conti, co' baroni e cogli altri signori rente, il quale ebbe successivamente quei
titolali. Anche la Curia Romana ebbe il distinti ullizi che nota il Marini, Archia-

suldanochiamato pavé Maresciallo (A^.) tri, t. 2, p. 161; dipolo lui o altro di si-

della curia, e talvolta siniscalco, del f{ua- mile nome e cognome fu vice castellano
le udìzio parlai a Scalco. Due uflizi e- di Castel s. Angelo, e soldano della curia.
sercitavansi in Roma dal soldano, l'uno Nel ruolo di Paolo IV deli 555 riportai
di Elemosiniere del Papa, precedendolo tra i famigliari il soldano di Tordi No-
a cavallo nelle Cavalcale (A'',) con due na. Dissi a suo luogo, che nella congiura
sacchi di monete che andava spargendo contro Nicolò J^ {^F.) neli453, cioè di
al popolo, massime in certi luoghi deter- Stefano Porcaii, questi d'ordine del Pa-
mina li, per a Monta na re la molli ludi ne dal- pa fu arrestato in casa, da Giacomo Cal-
la sagra persona del Papa, e pri nei pai mente vi soldano o prefetto dellecarceri con gen-
nella funzione della Coronazione e Poi- te armata. Il Rlorelti, Ritus dandi pre-

*M^o(^.); e gittava quella specie di dena- sbyterium, non solo parla a p. 238, 268
ri chedichiarai nel voi. XXI, p. 160 ei6i. e 373 del soldanodella curia chea caval-
L'allro uffizio del soldano, ovvero ma- lo innanzi al Papa andava gettando de-
gistrato, era diverso come soldano della nari, ma riporta il diploma di Giulio II
CUI ia, e consisteva nell'essere giudice or- del I 5o7,col quale elesse soldano di Ro-
dinario di Roma e custode delle Career/ ma a vita Francesco Confilonieri milane-
dì Roma (^.)di Tor di Nona. Ilsolda- se, Soldanatus almae Urbis, dichiaran-
no eia fimigliare pontificio, e riceveva dolo suo famigliare, cubiculario e com-
dal Palazzo apostolico {l\) la parte di mensale, con tulle le prerogative e emo-
pane, di vino e di altre distribuzioni. Del lumenti,con giurisdizione sul le carceri po-
soldano che dispensava i denari nelle ca- ste a Turri Nona e quale capitano di es-
valcate, si ponno vedere il p. Gallico, A- se, nec nonjurisdictioneni in Turri Nona
da caeremonialia, nell'indice alle parole diclae Urbis tain per te,qttani per tuuni
Pecuniaruni j'actus equitante Ponti/ice, locumtenentemjurisperiluin, intar perso
ed a Soldanus projìcit pecunias ad pò- nasecclesiasticas, et saecularts in causis
puluiìi Ponti/ice equilantej e Cancellie- civilibus, criminalihus , et inixtis iisque

ri, Storia de'possessi de' Pontefici, ehiiiìQ ad sumniani ducatoruni sumniarie^


7.5

riporta diversi esempi, come per Inno- simplicitcr, et de plano, sine strepitìi, et
cenzo Vili neh 484» 6 per Leone nel X fgurajudicii, sola adi verilate inspeda. f
i5i3, ove si legge: Projector pecuniae Avverte poi Morelli, che questa dignità
fuil per Urbeni d. Ferrandus Porretlus essendo divenuta venale era posseduta ,

clericus canierae, qnìqutim admoneren- dalla nobile famiglia Capodiferro roma-


tur, ut eas pecunias darei projicitndas na, ma che fu estinta da Gregorio XllI,
-

SOL SOL iG3


die ne a'.scgnò il provento al sodalizio di cavalieri, (le'(iiilifari,(lei soMali,edel/l//-

s. G il oliìiìio (Iella Cari là (^/.) in vantag- la'!. Pdri, ^vndo die i Papi conlèrivano
gio de' poveri, come prova il suo breve a cpie'clie innalzavano alla dignilà regia,
prodotto da mg.»" Scannarolo, De visita- A Pietro (s.)c/7i'rt//m e soldati di s. Pic-
lio/iecarccratoruni, nell'Appendice § i, tro, parlai di tale ordine equestre ecolle-
cap. q. Però mg/ Giorgi nella l'ila di gio di vacabili, e de'milili di s. Pietronon
Nicol}) /', dice die l'unizio del soldanato principi sovrani creati da'Papi. A Paolo
fu prima sospesoda s. Pio V. Si può vedere [^.) cavalieri e soldati di s. Paolo, ragio-
Catalani, Caer. lìom. Eccl. 28, § 10. p. i nai di quest'ordine equestre e collegiodi
Sulla giurisdizione del maresciallo o sol- vacabili. I cavalieri dell'ordine dello. V/^e-
dano della curia, riparlai a Senato bg- ione d'oro (f^.) furono detti Cavalieri e
MAXo, descrivendo la giurisdizione civile Soldati /durali, A Milizia accennai alcuni
ecriminalede'lribunali Capitolini. Il car- di di versi ordini equestri che descrissi con
dinal Garampi sul maresciallo e sua giù- tal vocabolo. A ìMhizia pontificia, a IVI a -

riedizione ci diede quelle beilenotizie che Rina pontificia, a Porto, tenni propo>i-
pubblicai a Maresciallo, parlando del lo non solo delle diverse soldatesche an-
Maresciallo di s. Chiesa e del Conclave, lidie e moderne del Papa, ma anche di
eminente carica che quando esercitaNa^i quelle delle nazioni e di queste meglio ai
dalla f.uniglia iVr7iW// (/'.), eia vi unitala lorospeciali articoli, di stati, regni e città;
giurisdizione civile e criminale, e quella avendo notato a Russia, che ora il prof,
sulle carceri di Corte Savella. Delle car- Crollanza è inlento a compilar la Storia,
ceri di Homa riparlai a I^rigione, ed a U ;/ costume e la statistica militare di tutte
MVERSITA artistiche, diccudo di quella le nazioni del globo. A Guardie indicai
di S.Giuseppe de'falegnami per le antiche gli articoli delle guardie antiche e attua-
carceri Mameilina e Tulliana. li pontificie, se nonché qui aggiungerò,
SOLD.ATO,/l//7f.y. Quegli ch'esercita che della guardia civica di Roma riparlai
l'arte della Mdizia (f^.). Dicesi Soldate- all'articolo Pio IX; della guardia civica
sca o milizia l'adunanza de'soldali, mi- scelta a Pal \zz. APosTOLici,ove riportai la
turba mililaris, copiae nuntenis. l
litia, sua unione a quella della milizia urbana
fedeli rigenerati alla grazia e arrolali al- de' Capotori (/'.), e col titolo di guardie
la cristiana milizia per mezzo del sagra- palatine pontifìcie; de'capo[oìivi[ìav\a\ a
mento del y5(7//f.w>«o(/'.), restano poi con- Rioni di Roma e Senato romaxo. Tiat-
leruiati nella fedee fortificali in essa per lai a Generale di s. Chiesa del capitano
la virtù del sagramenlo della Conferma- generalecomandantedellemilizie papali;
zione (^)j il quale come a valorosi sol- a Gonfaloniere di s. Chiesa dell'anticu
dati di Gesìi Cristo non solo gliela fa co- custode del Gonfalone [P'.) della mede-
slantemenle confessare, ma anche dà for- sima; a Gonfaloniere del senato e popo-
za di poter combattere e di resi>tere alla lo romano, di questo ulllzio; a Vessilli-
battaglia de'comuni nemici spirituali. Di fero, il portatoredel f^'essilln di s. roma-
diesi fannomallevadori presso Dio i Pa- na 67u>.Jrt (A^.); a Castellano di Castel
drini e Madrine {f"'.), dovendone aver
le s. Angelo, il prefello dd Castel s. Angelo
cura spirituale in mancanza de'genitori e (/'.) di Roma. Nel voi. LIll.p. 227, ri-
deglislielli patenti del battezzalo e cresi- levai che il regnante Pio IX non sola men-
inato. Un gran numero di martiri e an- te denommò i carabinieri pontificii, gen-
che di soldati, nelle persecuzioni si gio- darmeria pontificia, ma che istituìil cap-
naiono d'essere soldati di Gesii Ciislo pellano maggiore delle milizie papali con
re de're,e^tv questa eroica confessione grado di generale, nominandovi monsi-
fiii'ODO martirizzali. A Milite parlai dei gnor Vincenzo Tizzani già vescovo di
i64 SOL SOL
Terni e canonico delhi basilica Lalera- mali in modo che ponno combattere an-
ncnse, e die ai cappellani della mede- che a piedi. All'articolo Milizia I'Onti-

sima die il grado di capitano, e il distin- KiciAdi.scorsi dell'arte militare,della guer-


tivo in ricamo d'oro del triregno colle ra, delle leghe o alleanze, della Pace{f^'.);
chiavi; ed inoltre con altri segni snrro- clieanticarnenle tutti i popoli erano guer-
gò le soppresse S[uilline. Nella Spagna rieri, tranne i Servi [F.) e gli Schiavi
(/'.) vicario generale dell'armata e della (F.), eccettuati i casi gravi, ed ancora i

flotta è il cappellano maggiore della re- Sacerdoti (F.) e altri ministri del culto
gia cappella e Piitriarca dell' Indie oc- religioso, sebbene più volte vi furono co-
cidentali [F.). A Crocesignati, a Crocia- stretti;anzi molte volte dovettero imbran-
te e relativi articoli, trattai di quelli che dire le armi altresì gli abbati regolari, i
spontaneamenle militarono per le sagre vescovi, cardinali, i i Papi, avendo discus-
guerre, sia di Siria (/ .)per la liberazio- so se ciò conviene. Bensì qui ricorderò a-
ne de'santi luoghi edels. Sepolcro {/.), vere nai ratoaltiove, che avendo nel 592
sia peraUre C/Of/fl^p promulgate da'Pa- l'imperatore Maurizio proibito con legge
pi e delle quali moltissimo riparlai a'ri- che soldati
i si potessero riceverealla pro-
spettivi articoli. Inoltre a IMiLizr a pontifi- fessione monastica, s. Gregorio I con Ì'E-
cia co'relali vi vocaboli, dissi di quello ////- pisi. 62, lib. 2, ne ottenne la revoca. Di
lùaie e di soldato, derivato da soldare, più a Milizia pontificia dissi delle leve,

assoldato, condottoal soldo, nierceclecon- coscrizioni e arrolamenti de'soldati; delle


ditclus.Poiché dicesi soldo, solidus, per venali e prepotenti compagnie di ventu-
Moneta (/^.) generalmente, e per soldo, ra o masnade, che tanti e immensi lagri-
mercede o paga del soldato, per salario mevoli danni recarono nel medio evo, dei
(vocabolo che a Sale lo dichiarai salato Tornei e Duelli{^r.)^ delle principali di-
dalle fatiche e dagli stenti) e stipendio, verse specie d'armi, dell'invenzione del-
slipendiuni: di più dicesi ioWo, percou- la polvere e dell'artiglierie, e qui deploro
dotta, milizia,guerra,donde derivò il pro- che sempre e fatalmente gli uomini con
verbio: a tempodi guerraogni cavalloha isforzi e abusi d'ingegno, cercarono nuo-
soldo, cioè al bisogno ognuno è buono a vi e studiati modi perla più rapida e più

qualche cosa. Il Muratori, Disstrt. 26/ completa scambievoledistruzionedi loro


Della milizia de' secoli rozzi in Italia^ di- specie! Oltre le palle roventi, di cui si

ceche il nome italiano di soldato nacque leggono le notizie nel n." 1 1 g del Giorna-
dall'introduzione di combattenti stranie- le di Roma deli 854, le granate, le rac-
ri, a' assegnava una quantità di
quali si chette, i razzi alla congreve, abbiamo di
soldi per ogni mese; quindi si trovano ap- recente invenzioni micidialissime e tre-
pellati Solidariij Soldarii e Soldanerii. mendamente distruttive, oltre le pistole
Blilitipropriamente furono detti dall'an- a più colpi. Nell'intendimento, che la su-
tichità soldati che militavano n cavallo
i prema arte della guerra consiste nel re-
nelle guerre e denominati cavalieri^ lad- care al nemico il maggior danno, solFien-
dove chiamati poi fanti e soldati a pie-
i done il meno possibile, s'inventarono
di erano appellati Pedites , e da taluno dunque nuovi mezzi di più raflinala, ce-
Plebei milites. Si può vedere il citato Mu- lere e formidabile distruzione: ne ricor-
ratori, Dissert. 53/ Della istituzione dei derò alcuni degli ultimi. Le palle asfis-
ca\'alieri, e dell'insegne che noi chiama- sianti inventate nel 1846 da Donnei al-
/7J0/^r/Me. Ora abbiamo, come nella Rus- lora incisore della marinafrancese: quan-
si.i , la così a cavallo , la
àQiia fanteria do una di queste palle cade in una bat-
quale è una truppa che quantunque sol- i teria, la sua esplosione produce un odo-
dati sieno a cavallo, sono esercitati ear- re tale, che lutti quelli che vi si tiovauo
- -

SOL SOL i65


rimangno improvvisamente asfissinli. Lo ed anco somministrando l'acqua alle ma-
scopritore ebbe 80,000 franchi pel suo ni, deve prima depone la Spada (^.);

segreto Il general Pnixhans die il suo


! e per non dire altro, di alcuni utili libri
nome ad alcuni pezzi d'artiglieria di po- pubblicati sull'istruzione cristiana e mi-
tenza enorme, per cui un vascello viene litare de'soldati, e de'doveri loro propri,
bombardalo come una fortezza. Se una oltre della confraternita de'bombardie-
delle sue palle cade sopra im resto di pol- ri di s. Darbara, e come questa è protet-
vere, la bomba scoppia, la santa l)arba- trice delle milizie e delle Fortezze. INel

ra prende fuoco, ed un enorme bastimen- 1 852 fu pubblicato in Roma Almanac-


\'

to con 1 200 o 1 5ooo uomini, sparisce in co niili lare per V anno bisestile l'òoT. ^com-
alcuni minuti! Da ultimo furono inven- pilato dalcommcnd.' Pietro Giacchicri
tati brulotti, capaci di distruggere in bre- capitano dello stato maggiore generale
ve una potente flotta! Parlai ancora delle in ritiro, ad uso dell'armata pontifìcia.
armi auliche che si conservano nell'ar- Dopo aver parjalo degli almanacchi mi-
meria pontificia che descrissi; ed a Spa- litari ad ogni mese fece pre-
eloro utilità,

da, se le lettere devono cedere alle ar- cedere compendiosa d'un santo,
la vita

mi, e quali più nobili, delle diverse sue clie professando il mestiere delle armi di-

specie,come delle spade celebri e di quel- venne modello di cristiana pietà. Tali so-
la d'onoie donata al general Oudinol per no santi Sebastiano, Costanzo, Giovan-
i

l'espugnazione di Pkoma. INel medio evo ni di Dio, Giorgio, Venanzio, Gallicano,

le armi difensive consistevano nell'arnia Ignazio Lojola, Ippolito, Eustachio, Ser-


tura di tutto punto, pettorale di ferrocon gio e compagni, Teodoro, Flaviano. Die
sopra la camiciola, il giaco, la guarnac- quindi pure in ogni mese la biografìa d'u-
eia e sorcotto, i bracciali, i gambieri di no de'piìi grandi capitani italiani, la slo-

ferro temperato, il collare, i cosciali, le lia d'un'arma e la descrizione delle for-


manopole, l'elmo, le corazze; laonde chi tezze e rocche dello stalo pontificio. Que-
l'indossava voleva così rendersi invulne- ste e allre tecniche cognizioni, unite ad
rabile con l'unire tutte le parti dell'ar- un cenno storico delle milizie pontifìcie,
matura in modo da non poter essere of- all'elenco degli ofliziali d'ogni arma, giù
da arme di punta: si coprirono di fer-
feso .sta il rango e l'anzianità de loro servigi,

ro anche i cavalli, e si armò la loro fron- rendono l'almanacco erudito, utile e in-
te d'unospuntone pure di ferro. Learoii teressante. Leggo nella Civiltà cattolica.
offensive del medio evo erano la lancia, t. .5, p. 0)5,2." serie, encomiata l'opera: Il
la spada, il pugnale, la mazza, il brandi- soldato pontificio alla scuota della nli-
stocco, l'alabarda, la pailigiana, la daga, gione: opera del sacerdote Gaetano Pic-
il gisarme, il roncone, la falce, la corosca, coni cappellano confessore nello speda-
la picca. Vedasi Dubois el IMarchais, Des- le militare di Roma, ivi 853. In tale ar-
1

sins des arrmtres compleles, Paris 180^, ticolo dun(|ue si encomia il divisan)cnto
con tavole.Dissi pure a Milizia pontificia, direltoacollivare specialmente i militari,
della benedizione delle armi de'soldati, e che pure nella presente società sono un
delle loro Bandiere, Stendardi, Vessilli, sigranpopolo.il libro fu scritto non tan-
Stocco e Berrettone (/^'.); delle coccarde, to pe'militari in genere, quanto pe' sol-
e per la ponlifìcia anche nel voi. XLIX, dati pontificii, essendo assai più agevole
p. 9; dell'iutervenlo in chiesa de'soldati tli parlare al genere che alla specie. Quel-
ormali alle sagre funzioni, essendo anti- li che in Italia hanno zelo e amore per
camente vie tato l'uso «Ielle armi nella casa questa sì gran parte del popolo nelle cir-
di Dio, e clii riceve la comunione o al- costanze pi esenti potranno in altri paesi,
tro dal Papa nella cappella pontifìcia, qualora non l'abbiano fatto, preutlere l'è-
) GG SOL SOL
sempio dal clero roiuano anche in qitc- residenti \n ^\'ignoiie. All'articolo .AIari-
sta parte. Inoltre si dice che il libro è di- wa celebrai Calisto III come propriameii-
viso in 3 parli. iVella i Z si spiega il con- te istitutore della marina militare ponti-
cetto generale del vocabolo milizia sotto ficia, come L^io li dovea partire con cro-

j due rispetti religioso e politico: dichia- ciala navale contro i turchi, come Sisto
rasi qual sia la milizia degli stali, cjuale IV beiiedi le galere sul Tevere [f.) per
in particolare la pontificia: di quella si lo stesso fine,notando che il rito per be-
moslra la natmale origine, lo scopo; di nedir nuove navi è nel Rituale Roma-
le

queslaaddilasi la specifica dilFerenza. Par- no. Descrissi le galere, le benemerenze


lasi quindi de' doveri che incombono al della marina papale di lauti Papi, qui ap-
soldato, come uomo, con)e suddito e co- pena rammentando Paolo Ill,s. Pio V
UIC militare, e scendendo alla pratica si che colla lega ri [jurlò la strepitosa vitto-
additano i suoi doveri, sia in pace, sia in ria nella battaglia uavaledi Lepanto con-
gueira. Ragionasi poi piecipuamente del tro i nemici del nome
cristiano; la cura
soldato pontificio,de'suoi pregi come tale, e incremento di Sisto V' istituendo appo-
e della peggioie degradazione a cui sceu- sita congregazione cardinalizia navale;
derebbe mancandovi, come ancora del quanto iPa()i fecero per soccorrere la re-
maggior onore che lo circonda osservan- pubblica di/"'(?/2es'V7(/'.),rordineGero50-
doli ledelmente. Nella 2.' ()aite trattasi //>/zz7r7/zo(/'''.)e altri guerreggiati dalla for-
della vera religione. jN'ella 3.' si contengo- niidabile potenza ottomana. Narrai pa-
no alcune considerazioni che coiilribui- re che Benedetto XIV confermò a detto
scono a piegar l'aninìo alla costante os- ordine l'indulto di celebrare la Messa (ai
servanzade'deltami di nostra s. religione, quale articolo dico della messa secca ad
Chiudesi il libiocon alcune pratiche di- uso de'naviganti) sulle galere, e che ai-
vote. A Mari>-a PONTIFICIA parlai ancora trettanto concesse alle galere della mari-
delie soldatesche navali, dell'arte e delle uà papale. A Civitavecchia riportai l'an-
leggi della nautica, della flotta, delle bar- data di Benedetto XIV per vantaggio di
che, delle navi, de'battelli anche a vapo- quella città e interessantissimo porto; e
redi diverse nazioni, della marineria ilei- che ivi ascesosu nuova naveo galera, ve-
le quali trailo a'ioro speciali articoli. Di- siilo de' sagri la beoedì coq
paramenti,
chiaiai la solleciludine de' Papi per di- tutta solennità e impose il nomadi s.Be-
le

fendere i Porli dello stalo pontiftcio[f'.) nedetto: condotto poi ad una finestra de-
eil litorale delle spiaggie
de'due mari A- cenlemente ornata della casetta della Sa-
driaticoeMediterraneo, in reprimere par- nilà ne vide il suo varo, essendo stata la
ticolarmentelepirateriede'iS'arflfe«j(/^.) galera benedetta guarnita delle pontifi-
cai Iri maomettani, ed impedire che tan- eie bandiere,cona prora suona tori di s tro-
ll cristiani divenissero ìovo Schiavi[r,')^ menti, tra le salve degli altri legni. Tut-
e di questi avendone più volte generosa- to questo viene pure con dettagli rac- e
mente sciolte le catene della schiavitù, conlato dal v\.° ^G5o del Diario dì Ro-
Ricordai gli antichi prefetti navali de'Pa- via del i'"47> ^ ^^^ Frangipani, Istoria
pi, Papi che armarono flotte, e qui ag-
i dì Civita^'eccliia a p. 180. Siccome tali

giungo Cleoienle \ I del 342, per quan- 1 pontificie funzioni sono rare,gioverà il ri-

to dissi a i5//iz/7Z6'(/.), quale frontiera dei produrre il pubblicato da detto Diano


cristiani dell'Asia; e
cbe talvolta Papi i a p. 6. Domenica 3o aprile allei3 ore

dichiararono ammiragli e generali di s. Sua Beatitudine con il solito accompa-


Chiesa i sovrani,comeGiacomo II re d'A- gnamentosi condusse alla chiesa de' con-
ragona,di Clemente V del i3o5edi Gio- ventuali a celebrare messa. Volendo poi
\anuiXXll dell 3 16, come il precedente benedire la suddetta nuova galeia,si por-
SOL SOL 1G7
tò all'arsenale. Fu perciò dentro la pop- laspina.I Papi riceverono aiuti navali da
pa di essa, liiUa ornata di damaschi tri* diversi ordini equestri, come di .?. Stefa-
nati d'oro, ei elio il baldacchino, sotto cui no, de ss. Illanrizio e Lazzaro, e Cero'!o-
elevata da pradella una nobile sedia per anche per obbligo ingiun-
liiìiilanoi^V.),

la Santità Sua restando situata in


, tui an- to econvenuto; non cheda'Ieudatari, co-
golo della uiedi'sinia una credenza do- n)e re di Sicilia {f ), nelle cui investi-
i

v'erano disposti li sagli abitile fuori del- ture espressamente l'imposero. Imperoc-
lapoppa altra siuii le con due candellierì, ché i Papi nell'infeudare i loro tempo-
e paramenti per il diacono e suddiaco-
il rali domìnii eziandio ù\ Ferrara, Urbi-
no assistenti, che furono ili." mg/ Boc- no, Camerino^ Parma, Piacenza (/'.) ed
capaduli (elemosiniere), ed il i." mg.' Ar- altri tributari, gli obbligarono di soccor-

genvilliers uditore della Santità Sua. Ed rerliad ogni richiesta, con fanti e caval-
acciò il Papa potesse ascendere comoda- li,con numero determinato o indeleiini-
mente in della galera, fu fatta erigere nato. Senz' altro lipelere, a 1\1ari?ìa an-
un'amplissima scaia guarnita tutta d'a- cora rimarcai i miglioramenti inliodotli
razzi; e fu anche ddatala la corsia con ta- nella marina pontificia da Gregorio XVI.
vole per coprire le banche ad efielto po- Ognun vede che in molti altri articoli iu
tesse il santo Padre essere più decente- trattai di quanto riguarda la milizia, il

mente servito da'ministri nel f.ir la sagra soldato e la marineria militare, i quali
funzione, che fu eseguita solennemente, senza qui con lungo novero ricordiirli, a-
con lesolite cerecuoniee riti, salmeggian- gevole n'è il reperimento, avendo piu'c
dovi alternativamente i rr. pp. domeni- articoli diversi de'capi e altio delle mi-
cani, a'quali spelta per la cura delle ani- lizie antiche. A. Orvieto scrisse la Sioria
Die a loro commesse il far consimili be- della marina militare, Li vorno 1 843 con
nedizioni; uno de'quali in abito diacona- figure.
le, con altro che fece da suddiacono, can- SOLE. Ordine equestre dì Persia. Fu
tò con solenne rito l'ultimo de' 5 evan- istituito nel 1808 con gran pompa e so-
geli nella descritta sagra funzione asse- lco ni tà da Ilo scia hFelh- Ah, per premiare
gnali. Fu dedicala essa galera a s. Bene- le valorose gesta de'suoi soldati, promuo-
detto, e ciò in ossequio alla Santità Sua vendo così tra essi l'emulazione nelle pro-
che ne porta il nome e ne fu l'autore; ed dezze militari e la fedeltà io Persia [r.).
in fine dando il sommo Pontefice la so- La decorazione de' cavalieri consiste in
lenne pontificale benedizione, si udì una un'immagine del sole in oro, gran pia-
salva reale di tutte le galere e delle altre neta che ilhunina il mondo e conduce il

navi ch'erano in porlo". Aggiunge \\Dia- giorno; la quale insegna equestre si porta
/70,che innumerabile fu il popolo concor- da chi n'è fi egiato, al collo pendente da
so per godere di tale solenne funzione, un nastro di seta rossa.
non solo ne'canali laterali alla galera, ma SOLEA.Parleantica della C/j/e5«/(F.)
anche nell'arsenale; indi il Papa deposti il cui luogo preciso, la forma, l'uso è assai
i sagri abiti, atnmise al bacio del piede il controverso tra gli scrittori ecclesiastici,

comandante delle pontificie galere Bussi, come osserva il Mas,t\, P>^otizia de'vocab.
il quale lo ringraziò dell'eseguita j»agra ecclesiastici, verbo iSb/e^j bensì pare che
funzione : al comando della nuova gale- fosse ìn:ìì'y4/)side (/'.) e vicina n\ Sancla
ra venne destinato il cav. Florenzi. Nei sanctoruin, tra ilCoro e suo Stallo (f .) e
possessi de'Pu[)i non solo cavalcarono i il Santuario, d\ cui parlai a Santuario, a
generali di s. Chiesa, ma ancora i gene- Sacrario, a Preshiterio, a Sacrestia; e
rali delle galere pontificie, come in quel- fra le opinioni che riporta il Magri, e che
lo di Leone XI ueli6o5 il cuarcheie Ma- corrispondono a quanto dissi della Solca
-

iG8 SOL SOL


all'ailicolo Pui-riTO, vi èqiielln clie forse verso la fine del V secolo, allerrilo dal-
fosse Io scalino n vanii la porla del Salirla l'importanza de'doveri di tal ministero,
saiìcloruiii. Un disegno della chiesa anti- si si bene nascon-
diede alla fuga, e seppe
ca, delsuo [)ianoedellasua interna strut- dersi,che non fu potuto trovare. Scelto
tura, la pubblicò Derleudi, Delle obla- quindi in suo luogo s. Aventino, pensan-
zioni p. i49- Altri si ponno vedere nel do egli di non aver piìi nulla a temere,
(y\i\i\\\m\\,De sacris aedificìis a Conslau- ricomparve; ma tanta era la venerazione
lino Manlio conslruclis; e nel Rondinini, per lui, che venne obbligato a prender il
De s. Cleiiteìitc P. et DI, ej'usque basilica governo della chiesa di Chartres j dopo
in Urbe Roma, il quale ecco come parla che s. Aventino ebbe spontaneamente ri-
della Solca. Inter cliorum et sanclua- nunziato, e fu incaricatodell'amministra-
riunì olim spatium erat potissimum a- zione del Dunois col titolo di corepisco-
pud graecos pavimentò ali-
ipsius chori pò, o di vicario generale. L'opinione di
quot elevatius Solca dictum quoiisque ,
quelli che pretendono essere egli stato ve-
ad Eucharistiatij sumendam accedebant scovo di Chateau-Dun, non cappeggiata
laici, et cum eis clerici, qui obaliquani ad alcun sodo fondamento. S. Solenne,
culpamad laicorum conimuniooeui fue- dopo aver compiuto fedelmente doveri i

rant ledacli. Finiebatur Solea ad can- d'un degno vescovo, morì circa il 509, e
cellos usque, qui sanctuarium occlude- il suo corpo fu portato a IMaillé iu Ture-
bant,et ab uno ad ali um ecciesiae parie na. Perdutasi la memoria del luogo ov'e-
tem extendebalur. Laici extra cancellos ra stato sepolto, furono miracolosamen-
stabant, sacerdotes veroet levilae intra, te scoperte le sue reliquie in una grotta
ubi Sacrameotum clericisiu Solcanti ex sotterranea della chiesa del monastero di
Solea laicis ministrabant ; verum in hac Maillé, che venne mutato in una chiesa
s. Clementis basilica Solea desideratur, collegiata, e sotto Luigi Xlll il luogo pre-
quandoquidem proximepost chorum ad se il nome di Luynes du- e fu eretto in
sanctuarium ascenditur utraque ex parte cato. S.Solenne è onorato a Blois e in
marmoreis cancellis circuraseptum, qui Tiuena, e ricordato nella maggior parte
]apideis pariter cralibus retis ad instar dei martirologi a'24 di settembre.
perf(jratis ornati, quae /rrt/i^e/ZM^^edice- SOLI o SOLLA, Solia. S&(\q vesco-
Lanlurjplureshincinde medio allato mo- vile dell' isola di Cipro, nel patriarcato
nogrammale excisas praeferunt cruces d'Antiochia, sotto la metropoli di ìNico-
eodem ferme opere ac circa chori muros sia, situata sulla costa settentrionale, pres-
spectantur. Cancelli, quorum porlae ru- so promontorio Pedalium. Comman-
il

gas vel regidas^anlregias appellabaot, ville, Hisloire de loiis les eveschez, la


locumorationisdesignant,ad quos usque dice eretta nel V secolo, ma deve essere
extrinsecus populus perlingebal; iutriu- prima; ed il Terzi, Siria sacra, la pone
secus quippe sanctuarium erat solis sa- fra il promontorio Croujaro e Arsiuoe,
cerdotibus et diacouis pervium. Sanctua- inoltre la dichiara sulfragauea della me-
rium pars fuit ecciesiae sacratissima pe- tropoli di SalaminaoSalama, illustre pel
iiilissimaque alio nouìine Secretarium, martirio de' ss. Ammonio e Alessandro.
Sanctasanclorum, Presbyteriumjel Tri' Quanto all' origine della città, racconta
hniial a latinis noncupata, quam inter- Terzi, che il re Chalcenore prima di fib-
jectis cancellis a reliqua ecclesia divisara bricarla si rivolse all'oracolo di Venere
fuisse rerum antiquarum scribuut au- per conoscere il luogo che dovea scegliere,
ctores. e n'ebbe in risposta che l'edificasse ove
SOLENNE (s.), vescovo di Chartres. il sol nascente percuotesse co'suoi raggi,

Juiialzato alla sede vescovile di Chartres fjuiudi l'ubbidì e le impose il nome del
SOL SOL 169
grnn pinnrfn. Neil' Oriciu chrìst. t. ?., p. dova, e nel 17')^ dichiarato arcivescovo
1071 sono registrati i seguenti vescovi. di Siviglia. Ad istanza del re Ferdinan-
Ili.°s. Ausilio I venerato a' 19 febbraio do VII, il Papa Benedetto XIV a'5 aprile
nel martirologio romano e in Bollando, I7"')6 lo creò cardinale dell' ordine dei
ivi gli fu creila una chiesa poi tlirocca- premio delle sue grandi virtfi.
preti, in
la ;
gii successe il discepolo Ausibio IF, Imperocché governando la chiesa di Cor-
quindi Temistagora fratello di s. Ausi- dova, tra le altre sue gloriose azioni, per
bio I, poi s. l*ietro riportalo nel meno- la fiera che afflisse la Spagna nel
carestia
logio degli etiopi d'Abissinia a'2 genna- I753,alimentò non solo poveri della dio- i

io, Evagrio sottoscrisse al concilio gene- cesi, ma molte migliaia eziandio di (piel-

rale d'Efeso nel 4^ Epifanio fu a quello ' , li, che dalle prossime città calavano in

di Calcedonia nel 4 ^ Stratonico inter- ' j Cordova estenuati e pressoché consunti


venne al 6." concilio generale, al 7.° Eu- dalla fame,onde si acfptistò il bel nome
stazio, Leon7.io sedeva a tempo di Ger- tli padre, de poveri. Quando passò a Si-
nuiuo II patriarca di Costantinopoli, Teo- viglia, quanto più ampia trovò la diocesi,
fane riguardato per santo e contempo- tanto più dilatò il suo zelo e le viscere di
laneo di Stetano di Lusigiiano. Soli, So- sua carità, tutto occupandosi colla parola
leti, è ora un titolo vescovile in parlibus^ e coll'esempio nel procurare la salvezza
sotto il simile arcivescovato di Salami- delle anime. Assegnò subito al suo ele-
iia, crime leggo ne'registri concistoriali, mosiniere scudi 2000 al mese da impie-
e nell'ultima proposizione concistoriale garsi a sollievo de'bisognosi. Oltre a ciò
stampata nel i83i. Per morte di Gae- non passava mai giorno in cui non som-
tano Ignazio Kiscbi, essendo il titolo va- ministrasse a'poveri le sue slesse vivan-
cante, Gregorio XVI nel concistoi'o dei de, ovvero somme considerabili di mo-
28 febbraio 83 lo I I conferì a ms;.»' Giù- neta, alle quali limosine se si aggiungo-
seppe Casamassima della diocesi di Bari, no le doti assegnale alle povere vergini,
arcidiacono di quella metropolitana, ed le medicine somministrale agi' infermi,
abilitandolo a ritenere quella dignità, lo il frumento profuso senza riserbo nelle
deputò ausiliaie dell'arcivescovo di Bari. frequenti inondazioni, alle quali in tempo
H regnante Pio I X a'aS maggio 847 no- 1 del suo vescovato soggiacque Siviglia, sa-
minò vescovo di Soli mg.r Francesco Sa- rà forza convenire che le sue sovvenzio-
verioIMaresca e amministratore della chie- ni abbiano pareggiato quelle de'più santi
sa di Nankin, e uè divenne vescovo nel e caritatevoli vescovi che vantino l'eccle-
1849. siastiche storie. Con immensa spesa per-
SOLIS DE FOLCR DE CORDONA. fezionò il seminario, volendoloconfacevo-
FRANCF,sco,C<7rr///2<i/(".INacque in Madrid le e adallo all'educazione e comodo dei
nel I
7 I 3 da una delle più cospicue fami- suoi chierici. Edificò da' fondamenti la

glie della Spagna, prima canonico e poi chiesa e il monastero delle cappuccine di
dignitario decano nella cattedrale di Ma- Siviglia, ch'erano periti a cagione d'un
laga, venne obbligato a trasferirsi in pa- fortuito incendio, e form l'uno e l'altro
tria e ivi fermarsi per vegliare sopra gli delle necessarie suppellettili, sommini-
affari che il capitolo di sua chiesa dovea strando ogni anno a quelle religiose una
trattare e concludere col re di Spagna. gran parte del loro vitto, come usava fa-
Frattanto eletto amministratore di Sivi- re anco con altre claustrali famiglie. Non
glia (non di Toledo, come scrivono Car- polendo recarsi in Piooia al conclave per
della e Novaes),fu consagrato arcivescovo l'elezione di Clemente XIII, comechè giu-
di Traianopoli m^rt/7/Z'«y, e dopo 3 anni sta mente estimatore delle somme bene-
nel I 7')2 fu tr-tsl.ito al vescovato di Cor- nterenze e virili de' perseguitati gesuiti,
voi. 1 XVM. I 5!
170 SOL SOL
"9 scrissca (jnelP.ipa,siip- l'abbate e dc'monaci del monastero nel
a' 9 giugno 7
1 i

plicatulolo vivamente a piofeggere e so- quale era stalo educalo. Ottenuto il per-
slenore l' innocenza della compagnia di messo, passava un anno intero senza sor-
Gesù, nella fiera burrasca clie la minac- lire dal monastero s'era monaco, e due
ciava. Rloito il Clemente XIII,
virtuoso s'era laico. Dopo
questo tempo di pro-
si portò al conclave, e l'eletto Clemente va, prometteva in presenza del vescovo
XIV gli conferì il medesimo titolo ch'e- e di lutto il clero nell'oratorio, la slabi-
gli aveva noi cardinalato, cioè la chiesa lità e la conversione de'suoi costumi. En-
de'ss. XII Apostoli, e lo ascrisse a varie trato poi nella cella a lui destinata, il ve-
congregazioni.Dopo il decesso diCIenien te scovo nesigilla va col proprio sigillo la por-
XIV, ritornò in Roma per concorrere al- ta d'ingresso. Detta cella era piccolissi-
l'elezione del successore, che seguì a' 1 5 ma da grosse e alte mura,
e circondala
1775
lebbiaio nella persona di l'io VI. ed il rinchiuso non poteva né sortire, né
Appena quasi sortito dal conclave, sor- lasciarvi entrare persona alcuna. Aveva
preso da grave e breve malattia, ai 21 però egli nell'interno del suo recintogli
marzo fu tiatto alla tomba di più che 62 altri ediflzi necessari. Se era prete avea
anni, con lutto universale di lutti ibuoni l'oratorioconsagratodal vescovo,dalqua-
della città. Rimase sepolto nella chiesa le oratorio per mezzo d'una finestra che
sua titolare, senza alcun funebre elogio, comunicava colla chiesa del monastero,
che tanto merita va, supplendovi però nel- poteva offrire le sue oblazioni per mano
la loro chiesa le riconoscenti cappuccine de'sacerdoli, ascollarne il canto e le le-

di Siviglia , ove da R.oma fu portalo il zioni, salmeggiare co' suoi fratelli, e ri-
suo cuore. spondere a quelli cheaveano bisogno di
SOLITARIE, r. Solitario. parlargli. Presso la sua cella era vi un giar-
SOLITARIO, Solilanus, Deserlus. dino, nel quale poteva respirare all'aria
Religioso che per amore della perfezio- libera, coltivare de'legumiedell'erbeper
necristianao permorlificazione vive vir- proprio uso. Poteva talvolta mangiarean-
tuosamente nell'orazione e nella peniten- che uova, formaggio e piccoli pesci. Gl'in-
za, in luogo non frequentalo e nel de- fermi cibavansi di carni; levavasi altresì
serto, lontano dal commercio del mon- il sigillo alla porla della loro cella, affin-
do, come gli anacoreti Eremi'
(f^.), gli ché potessero ricevere le visite dei loro
ti, e altri Religiosi (/^^^.). Celebri furono i fratelli. I rinchiusi potevano avere due o

solitari dell'irg///o,di cui il Bercastel nella tre discepoli; le loro ore erano regolate
Storia del cristianesimo t. 5, § 33 eseg. per la preghiera, per la lettura e pel la-
descrive l'edificante modo di vivere, co- voro delle mani: occupavansi dello stu-
me vesti vano,le loro preghiere e peniten- dio in modo da essere capaci di confutare!
ze; indi nel § 37 tratta de'solitari ò'Oxi- nemici della vera fede, eretici o ebrei; né
lineo numerosissimi, ed assai sparsi per fu raro il caso che secolari andarono a
i

r Egitto. Nel 26, § 99 e seg. discorre


t. consultare i rinchiusi sopra casi dilllcili

della celebre solitaria de'Pirenei,chechia- di coscienza. Potevano essi comunicarsi


ina trionfò meraviglioso delia grazia e e celebrar la messa quotidianamente. Nel
commovente. Rinchiusi o inciiitisi evano numero de' rinchiusi si ponno annove-
que'solitari che viveano chiusi o in \)\c- rare anche gli iS'(f/7///(/^'.)celebri in oriente.
cole Celle{F. )con\ìQ\ìea' Monasteri [F.), Durò questa sorte di Monaci (/^'.) per
o in luoghi deserti e lontani dalle
altri più secoli, riscuotendo sempre gran ve-
città. Quegli il quale desiderava di con- nerazione dal popolo pe'loro esempi vi-

durre la vita di rinchiuso, non poteva vi e frequenti di santità. Nelle biografie


farlo senza il consenso del vescovo, odel- de' santi e beati riportai un gran nume-
SOL SOL 171
IO di soli lari, ed anche qiialclic santa don- circuito del claiislro fosse allo in piedi.
na penitente. Abbiamo la J'Ua de ss. Pa- Indi aggiunge, che se poi lutti i suddet-
dri de'deserli e delle ss. Solitarie d'oriente ti cellani e incarcerati osservasseroesalla-
e d'occidente, Viterbo 1780. La Regola niente le prescrizioni falle nel sinodo di
de' solitari^ traila da quella di s. Bene- Gubbio, non può così facilmente definir-
detto, fu stampata a Parigi nel 653 e nel 1 si. Ben è vero, che essendo allora sì fre-

i6G3, ed in Roma nel 1661 Si trovano . quente il numero di coloro, che per a-
pure molte donne vergini o Rcligiose[F .), more della penitenza o della perfezione
che chiuse in qualchccella, consumavano cristiana riliiavansi a far vita solitaria e
il resto dello vita negli esercizi di pietà. Di religio'^n, è probabile che giusla il uiag-
una di queste rinchiuse nel secolo XV, giore o minor fervore osservassero in det-
perchè sino a quel tempo durò lai costu- che
te loro celle quella strettezza e rigore,

me, parla l'Aslesaoo in un poema, pub- pi avranno credulo con venirsi al proprio
il

blicalo da Muratori, Script, rer. Ital. t. spirilo, ovvero a misura che gli ordina-

1 4- Dice il [>.\\e\\o\, Storia degli ordini ri de'Iuoghi saranno stali in ciò piùo me-

vioiiastici,c\\e nella congregazione di Le- no rigidi o benigni; e specialmente ver-


rins {y.)t ne' suoi principii v' erano dei so di quelli che procacciavano non solo
ccnobili e degli anacoreti, ed a somiglian- a se stessi il necessario sostentamento, ma
za d'una Laura (/'.) l'isola di Lerins si volevano altresì sovvenire prossimi nelle i

vedeva sparsa d'un gran numero di celie loro indigenze, a'quali però era incom-
separate le une dall'altre. L'isola di Le- patibile la della Clausura [f^.). Narra an-
ro, quasi unita a quella di Lerins, era pure cora, che presso Todi eravi un Erenio[F.)
soggiorno di santi solitari, quali prati- i o romitorio o santa casetta, dove vivea-
cando le osservanze di Lerins, formava- no 3 vergini romite o Suore, e ivi tene-
no con essa una medesima congregazio- vano una ruota che si picchiava dagli e-
ne. Vita solitaria si può dire che mena- slcri, quando avessero voluto parlare con
no que'religiosi che vivono ne' Zi/^/Vi(/^'.). esse; a'quali non si avea gran didlcoltà,
Diverse notizie erudite sui solitari e sul- specialmente in tempo di giorno, da re l'in-
le solitarie ci diede il cardinal Garampi gresso nel romitorio medesimo. IMa sagri i

nelle Memorie ecclesiastiche , come de- canoni in questo desidera no costantemen-


gli Incarcerali e Incarcerate, persone so- te, che si procedesse sempre con grande
litarie racchiuse volontariamente in una cautela, facendo variesalutari prescrizio-
cella o carcere ; dei Cellani solitari che ni sull'introdurre persone estranee in que-
abitavano in celle, presso Rimini e altro- sti eremi celle; ed un concilio a tem-
ve, chianiaudosi carceri le celle più ri- po d' Innocenzo III vietò agi' inclusi di

gorose; delle Murate o monache incluse ricevere donne in tempo di notte, così al-

in solitarie celle, specie d' eremile, no- l'inclusegli uomini. UconcilioLamerense


tando che in Roma murate erano delle deli33o proibì agl'inclusi e all'incluse
certe monache incluse presso le basiliche di ospitare persone secolari. Nella vitadel-
Vaticana, Liberiana e Laleranense. Inol- la b. Agnese da Montepulciano, morta nel
cheFrancesco vescovo di Gub-
tre riporta, 1 3 I 7, ài legge: puUatar ad rotani, per
bio nel sinodo tenuto nel 3o3, sotto pe- 1 guani ancillis Chris tis de foris necessa-
uà di scomunica dichiarò le condizioni che ria niinìslranlur. Frequentissimi furono
egli esigeva in queste carceri o celle, do- ne' secoli XIII e XIV coloro che appi-
ve religiose persone riliiavansi a fare vita gliandosi a un tenore di vita penileiìte e

ritirala e penitente, che si possoiio leg- religiosa, senza seguire una Regola (/''.)

gere ntllo slesso Garampi a p. 100, vie- approvata, non professavano Ordine (/^ .)

tando lellucslre eslerne, e volendo che il o religione veiuua, vivendo comune-


177. SOL SOL
menlecon altri, oaiichesolilml nelle prò Solìrìtalorihiis seti Jannizerìs. Collegio

prie case, in rocuitaggi e celle; onde fu- di Facahili (F.) della cancelleria apo-
dctli Eremiti, Fraticelli, Beghini, stolica. Il p. IMettemberg, nella Notitin
rono
Frati, Suore (/'.) : che sebbene fossero Trihunaliiim Cnriae ronianae, § f^e of-
in istafo mero laicale, né si legassero a flcialihus Cancellariae, n.° i?., ecco co-
voti, almeno solenni, nondimeno oltre me definisce i sollecitatori delle Lettere
alla conveniente dipendenza da'Ioro di- apostoliche [F.) » Jannìzeri seu publi-
rettori, stavano ancora sotto la cura e spe- ci SolUcitatores \x\ Cancellaria sunt cen-
ciale ubbidienza degli ordinari de'Iuoghi, tum. Corrad.Prax. DispA. 4,c. 5,n.°i9,
come ogn'ìhuonaDisciplina regolare[r.) qui et ipsi manum apponimt in expedi-
pareva lo esigesse, ed al quale articolo ri- tione bullarum prout ex dicendis clare-
parlai de'solilari.In tal modo ebbero prin- scel,etprorataenioluroentumsuumexia-
cipio congregazioni religiose, monasteri de habent. Quilibet solvit prò officio ilio
e conventi, quando siffatti solitari si por- ducatosi 700". Indi cita Lunadoro (cioè
tarono umilmente a'piedi de'Ioro ordi- Relaz. della Corte <Yt/?ow/r2 dell'edizione
nari, supplicandoli a voler dirigere la nor- antica, come leggo in quella del 164^ a
ma di loro vita, che desideravano con- p. 8q, ove parlando degli uffizi vacabili
durre per la salute delle proprie anime; non nomina i sollecitatori, ma i gianiz-
ovvero una regola se ad essi alcuno as- zari, ch'è lo stesso). Nel Limadoro illu-

socia vasi nel vivere ritirato, ed i vescovi strato dal Zaccaria e pubblicato nel i
774»
loro prescrivevano o qualche parlicolar nel cap. 24 : Del cardinal Fice- Cancel-
forma di vivere, o loro assegnavano alcu- liere di s. Chiesa, dicendosi degli uffizia-
na delle regole canonicamente approvate, li del suo tribunale, si trova. » Li gian-
come megliogiudicavano.Tuttavolta non nizzerio sian pubblici sollicitatori sono
mancano esempi, e li riportai ai luoghi cento, ed è loro incombenza l' ingerirsi
loro, di pessimi solitari, che sotto ipo- nella spedizione delle bolle". Già nell'ar-
crita apparenza, menavano vita scanda- ticolo Canceller r A della s. romana chie-
losa, ed anche eretici de'piìi stravaganti sa, § Sollecitatori delle lettere apostoli-

errori, e nelle loro iniquità e falsa divo- che, tenni proposito della origine del col-
zione traevano anco donne. Alcune reli- legio de'giannizzeri di Sisto IV, insieme
giose si chiamarono solitarie: tali sono agli altri collegi vacabili degli Slipulato-
le monache del ss. Rosario (F.), le mo- r\, /4dstipulatores,Slia(ìia\.ov\ (di cui ri-
nache Teatine (/^'.), cioè le denominate parlai nel voi. LI, p. 49)» Stradiolaruniy
solitarie o romite, e le monache france- e Mamalucchi, 3Iamaluccorum,da\ suc-
scane solitarie di s. Pietro d'Alcantara di cessore Innocenzo Vili soppressi (come
Faifa, delle quali parlai a Sabina e nel può vedersi nel Cohellio, Notitia roma-
voi. XXVI, p. i8lì, ove pure dissi delle nae aiilae offìcialibiis, cap. i5, De So-
penitenti solitarie di s. Francesco, liinu- licitatoribus, si\>e Jannizeris, et illoruni
merabili poi sono stali gl'istituti religio- praefecto), notando però che a'gianoiz-
si eremitici e di vita solitaria, che vado zeri furono surrogati i sollecitatori del-
descrivendo a' loro articoli, e fra' super- le lettere quali si denomi-
apostoliche, i

stiti soltanto ricorderò i Camaldolesi e- narono anche giannizzeri. Dissi che cia-
remiti, i Certosini, i Trappisti (F.) ed i scuno comprava l'uffizio(inprincipioscu-
solitari del Monte Luco di Spoleli [F.), di 3oo) peri4oo scudi, che sollecitava-
che fu un vero seminario di santi. no il disbrigo delle Bolle (F.) apostoli-
SOLLECITATORI DELLE LET- che per le Annate (delle quali ragionai
TERE APOSTOLICHE o GIANNIZ- anche nel voi. XIX, p. i4, '5^, 16) e i ' '

ZERI^ Puhlici Sulicitatores Jposlolici^ mezze annate^ e ricevuta la Tassa (F.)


SOL SOL 173
vi ponevano il loro nome con formohi per fizi (fella cancelleria apostolica, stam-
Ji!>lingueisi da' sollccilatoii privali,
che pata neli72f)j discorre de* Sollecitatori
sono apo-
alFatto diversi dai Spedizionieri delle lettere apostoliche a p. 200, di lo-
stolici {y.), aggiungendo il pagaaieulo ro origine, che intervenivano in cancel-
della somma, lo seguito Papi tra' va- i leria due volte la settimana confi rme agli
cabili assegnati al cardinal vice-cancel- altri iifllzi, che erano pubblici uffiziali e
liere per suo appannaggio, vi comprese- ministri e toc di numero, quantuiKjue
ro 25 sollecitatori o giannizzeri. Leone allora era permesso a tutti sollecitare la
X concesse privilegi al collegio de'solle- spedizione delle bolle apostoliche, e che
cilatori, e nella sua bolla 27 dell'antico compravano l'uffizio vacabile peri4oo
Bollano espresse l'assegitamento stabi- scudi. Nell'opuscolo: Antonio Pallottae,
lito dal fondatore Sisto IV;
il quale ve- di Gaetano Profili, a p. 6 si dice. »» L'of-
nendo da diminuito nell'erezione dei
lui ficio del prefetto de'sollecilatori aposto-
collegi vacabili de' C«i/f«/arj e degli Scii- lici nella dateria, che fu eretto da Sisto
dieri, appunto il Papa accordò prerogati- V , volgarmente si chiama 1'
officio del
ve a'sollecita tori. Il ^lùv'mx, Archiatri pon- Pallotlo, conferito a questo suo caro (cioè
tificii, riferisce che fu sollecitatore delle Evangelista Pallolla) ed accetto fami-
lettere apostoliche sotto Adriano VI, Tom- gliare. Talvolta si chiama ancora la nuo-
maso Cadamosti di Ludi, il quale entrò vvz tassa, perchè fu aggiunta alle altre
per medico nel conclave per sua morte, imposte sopra le bolle, essendo stato pre-
e fu archiatro dell'eletto Clemente Vii scritto che per qualsivoglia di esse si do-
e del successore Paolo III ; indi fu sol- vesse fare qualche pagamento a quest'uf-
lecitatore il nipote Gio. Francesco com- fizio. Poiché per le matrimoniali dell'of-
mendatario dell'arcipi etato di Lodi, poi ficio di minor grazia, dello dei minori
neh 562 da Pio IV spedilo in Bavieraj della s. peniteuzieria, istituito da s. Pio
con ordine di salutare e benedire nel suo V, si paga due giulii, 4 per le matrimo-
nome le 4 iìglie dell'imperatore Ferdi- niali de nwjori; altrettanti per le bene-
nando I. Il Papa Sisto V dell 585 tro- ficiali ordinarie; 12 pe'vescovati,e un du-
vò che i sollecitatori apostolici vacabili e cato per le materie perpetue; come si di-
detti giannizzeri erano 00, ed eglj ag-1 chiara dallo Sportelli nella sua Prattica
giunse al collegio per capo il prefetto, in- mss. p. i5o. Questo officio fu incamera-
caricandolo di riscuotere la nuova lassa to nella promozione del cardinal Evan-
da lui imposta. Riferisce Cohellio, che il gelista; ed in seguito se n'è conferita l'am-
Papa gli concesse privilegi ed emolumen- ministrazione a qualche particolare, col-
ti, e siccome peli. "vi nominò il suo fa- la rendita mensuale di o scudi, libera da 1

migliare Evangelista Pallolla (A^^), che ogni cura". Negli ultimi tempi, liquidali
poi creò cai dinaie, questa prefettura vol- moltissimi uffizi vacabili, nella Statistica
garmente si chiamò Officio del Pallot- : di tutti gli affidi della s. Sede nel 848, 1

la, e venne pel prefetto esercitato in can- nel novero di quelli della cancelleria a-
celleria da due ministri; cum eniolunien- postolica, leggo: Segretariochiamato cop-
ta haheat salis pingtiia, sculis 4o niil. ve pellano (per quanto notai nel voi. LXII,
nundari posseaffìrniant. RiportandoCo- p. 309) del collegio de'sollecilatori apo-
liellio l'ordine col quale i vacabilisti in- stolici, con annuo emolumento di circa
cedevano nella pontifìcia Processione del scudi 200. Vedasi il cardinal de Luca,
Corpus Domini, pone Solicilaloren A- i De officiis vacabilibus.
postolicij dopo notari deW uditore della
i SOLO (s.), eremita. Nato in Inghil-
camera, seguendo collettori del piom- i terra, si pose nel numero de'discepoli di
bo. 11 Lovio, La pietà trionfante e gU uj- s. Bonifacio, che segui in Àlemagna, ed
174 bOL SOM
iiiiilaudo le di lui vir(Li mei ilo d'esseie I»uone e abbondanti. La cattedrale di stile

elevatoalsaceidozio. Sentendosi cliiania- gotico è dedicata all'Assunzione della D.


lo a vila più peiTella, col consiglio del suo Vergine, con battisterio e cura d'anime,
luaeslro ritiiossi nella soliludine di So- la quale si esercita per uno de'porziona-
kohuven presso Aichslat, e si rinchiuse 1 i del capitolo, chiamato vicario perpe-
in una piccola cella, dove esclusivamen- tuo. 11 capitolo si costituisce di 4 digni-
te sioccupò nell'orazione e nelle prati- tà, la I
.'^
essendo il decano, di 1 2 canonici
che della penitenza. Essendogli slata do- comprese le prebende del teologo e del
nata una considerevole porzione di lena penitenziere, di altrettanti porzionari, di
da Carlo Magno, che faceva di lui gran- diversi beneficiali, e di altri preti e chie-
dissima stima, egli trasferì questo dono rici inservienti "al divino servigio. L'epi-
all'abbazia di Fulda. 3Ioiì nel 790 a'3 scopio è contiguo alla cattedrale. Oltre
dicembre, giorno in cui si onora la di lui di essa nella città non vi sono altre par-
memoria. Fu eretta poscia una cappella rocchie, bensì esistono 3 conventi di re-
nel luogo ove era stato il suo oratorio, e ligiosi, un monastero di monache, alcu-
(Iisolterralosiilsuocorpocircal'anno83o, ni sodalizi, ma è priva del seminario e
fu rinchiuso in un'urna per l'autorità di del monte di pietà. Hawi l'ospedale, fab-
I^apa Gregorio IV. briche di chincaglieria minuta, e di tele
SOLOJNGIA (s.), vergine e martire, di cotone; ledonne lavorano! merletti
l'ino dall' infanzia dimostrò un grande e i guanti. Vi si tengono 4 fiere annue.

amore alla purità, e fece volo di rima- Solsona è una piccola città, e fu chia-
ner vergine per tutta la vila. Un signore di mata Ctlsa e Celsona. Invasa dai mori
Courges, perdutamente invaghitosi del- maomettani, fu loro tolta nell'S i g: avea
la sua bellezza, la involò; ma essa falla l'università che fu trasferita a Cervera.
(urie dalla grazia, implorò il divino aiuto, La sede vescovile fu eretta da Clemente
ed USCI vincilrice dal pericolo, ^'on po- \ li la' 19 luglio I 5f)3, snieinbrando par-
lendo colui indurla ad arrendersi a'suoi te della diocesi di \ ich,e la dichiarò suf-
(lesiderii, reso furibondo dalla passione, fiaganea di Tarragona, come lo è anco-
la scannò. Solongia fu seppellita nel luogo ra. JNelleiVb//z/e <7i Roma sono registrati
dove avea sofTerta la morie, in una chie- i qui oppresso vescovi. Nel j 73q fr. Fran-
sa dedicala as. Martino, che poi preseli cesco Zarzeno de'trinitari ; nel 1746 f'"-

suo nome, e molli miracoli accreditaro- Giuseppe de ìMezquia, dell'ordine della


no il suo cullo. Collocasi il suo martirio Mercede, di Salviaterra diocesi di Cala-
verso l'anno 880, ed è onorata a' io di borra ; nel 1773 fr. Rallaele Lassala a-
maggio. gostiniano, della diocesi di Tortosa, tra-
SOLSONA (Celsonen). Città già con slato d'Adrainillo in partibus, e già suf-
lesidenza vescovile di Spagna, nella Ca- fraganeo di Valenza; nel 17^4 fr. Pietro
talogna, distante 20 leghe da Lerida e Nolasco Mora, dell'ordine della ^Mercede
da Barcellona, e i 2 da Vich, situala in e redenzione degli schiavi, di Barcello-
parie sopra un'eminenza alla destra del na; nel 8 4 Emanuele Benito-y Taber-
1 1

rio Negro o Cardonero, sul quale è uu nero,diGuadalaxara; Gregorio XVI nel


ponte. E' solidamente cinta di mura rin- concistoro de'2 luglioi832 diJiiiarò ve-
llancate da torricelle, e difesa da uu forte scovo fr. Gio. Giuseppe de Tesada, già
iituato sopra una rupe vicina, ond'è dalle ministro generale dell'ordine della Mer-
aggressioni guarentita. Le strade sono an- cede, d'Ausejo diocesi di Calahorra. O-
gu>te, ma nella maggior parte nette e be- gni nuovo vescovo era tassato in fiorini
ne iusiniciale. La vasta piazza serve pei 5oo, ascendendo le rendite della mensa,
niercali e per le fiere; le acque vi sono sccoudo l'ultima proposizione concisto-
SOM SOM 175
rìale,a 5o,ooo rrguliiim tnonelae de l'e/- accademie romane die-
du/.ioni lette nulle
lon nonciipat. noiiiiuUis pensionibiis gra- de saggi del suo sapere e del suo buon gu-
vali. La diocesi si oslende in longuni ad sto. Clemente XIV nel 1769 lo annove-

38, in tallirli vero ad 6 circiler leiicas hi- rò fra' suoi camerieri segreti soprannu-
spanicas.V\.e^Uv\A vacante la sede neli84o, merari, nel 1773 fra'prelali domestici, e
il legnante Pio IX pel concordalo conclu- nell'anno seguente gli conferì la carica
so colla regina Isabella II a' q settembre di segretario dell'indulgciize e sagre re-
j 8 5i ,u mSolsona al vescovo to óì fieli ( /^.). liquie. Pio V^Ineli 784lonominòsegreta-
SOMAGLIA (della) Giulio Maria, rio delia congregazione de's. riti, nel 1
7 87
Cardinale. Ebbe i suoi natali in Piacen- lo promosse a segretario della congrega-
za a'iq luglio (non a'g come scrisse No- zione de'vescovi e regolari, nell'anno se-
vaes, né a'26 come vuole Artaud) 744> 1 guente gli conferì la dignità di patriar-
dall'illustre famiglia Capece Angbillaia ca in partibus iX \ni\oc\i\A (perciò lo posi
de'couli della Somaglia. Il Ponzelti, E- nella serie che ne ho formato a Siria),
lenciis Vicarioruni L/i»/.?, dedicalo al car- e finalmente nel ."giugno 1 79,^ lo creò
i

dinale, a p. S5 celebrò la sua prosapia cardinale dell'ordine de'preti, e fu l'ul-


d'immemorabile anlicliilà e nobiltà, o- timo del suo pontificalo, indi gli conferì
riundadi Spagna dalle Asturie, ove fiori per titolo la chiesa di s. Sabina, donde

potente e valorosa contro i principi mau- poi passò a quella di s. JMaria sopra Mi-
rilani mori, al che allude parledellostem- nerva. Il medesimo Papa lo ascrisse a di-
magentilizio.Slabililisiin Italia duemetn- verse congregazioni cardinalizie, ed a'22
bri di essa, uno formò nel regno di Na- settembre lo dichiarò vicario generale di
poli la cospicua stirpe di Capece, l'altro Roma, e perciò anche prefetto della con-
in Lombardia (juella de'Cavazzi o Cava- gregazione della residenza de' vescovi,e de-
sio, già celebre nel secolo XIII e nel se- putalo sopra lo spirituale del collegio e
guente stabilita in Milano quando Ga- seminario romano. Raccontai a Pio VI
leazzo Visconti era in guerra con Urbano e a Roma, che quando nel febbraio 798 i

V, denominata Soniaglia dal castello


indi l'esercito de'repubblicani francesi coman-
omonimo che signoreggiò con altre ter- dato da Berlhier marciava minaccevole
re. \ antò anche questa branca uti bel no- sopra Roma, il Papa «j spedi al genera-
vero d'dinslri, e Margherita fu maritata le con tre altri deputali per esplorarne
a Michele Ptrelli pro-nipote di Sislo V le vere intenzioni, e per salvare s'era pos-
(/^.), alla quale famiglia portò molti be- sibile col mezzo de' negoziati la capitale
ni e titoli, parte de'(|uali è il solo retaggio dell'orbe cattolico da' mali grandissimi
superstite, oltre gl'insigni padionali, ili che le sovrasta vano. Il cardinale giunse a
quello già pingue della discendenza di Si- JVarni, econobbe d'essere impossibile di
slo V, e goduto da'nobilissirai Sforza in trattenere la marcia dcll'esercilocon sem-
cui passò. Giulio fu levato al s, fonte dal plici trattali. Egli potè scoprire che ilcoii-
famoso cardinal Giulio Alberoni, di cui dottiero avea l'istruzione o l'intenzione,
riparlai a Piacenza eSpAGNA, ed ebbe per- che cardinali Hraschi e Albani erano se-
i

ciò il nome di Giulio Cesare, il a.^de'quali gno all'ira della repubblica francese, e *\a
egli convergi poi in quello di ^Liria. Col- lui avvisati s'allontanarono a tempo da
locato da'genitori nel Collegio Nazare- Roma. Raccontai altresì, come cogli altri
no di Ronia, studiò con impegno e con cardinali fu trasportato prigione nel già
profitto. Intrapresa quindi la carriera ec- monastero delle Convertite, e come se-
clesiastica, agli studi che sono propri del- dò il tumulto popolare insorto contro gli
la niedesima uni quelli delle beile lette- invasori, il clic attesta pure Novaes. lu-
re e del diritto piibblico, e in varie [no di co'collc:;hi fu da essi caccialo da Ro-
1^6 SO M SOM
ma, e dopo la Hioite di Pio VI interven- non che commendatario della chiesa di
ne al conclave di Venezia, ove nel iHoo s. Lorenzo in Damaso, diinellendosi dal

restò eletto Pio FU. Alla sua biografia vicariato di Roma, e divenuto sotto-ilc-
e al citato articolo IIoma narrai, che il cano del sagro collegio, a'2 idicembi e Io
nuovo Papa mentre ancora Irattenevasi trasferì al vescovato di Porto es. Rufjìna.
in Venezia, gli adidò la missione impor- Giunto alla dignità di Decano del Sagro
tantissima di recarsi a Iloma quale lega- Collegio^ e [kerciò anco prefello della con-
to a con due altri cardinali, per
liiltrc, gregazione ceremoniale. Pio VII ai 29
riprendere governo della città da quel-
il maggio 1820 lo traslalò alle sedi *\' Ostia
lo lenq)oraneo de'napoletani,enell'istes- e Velletri. Trovò il seminario di Velie-
soannoPio VII lo fece prefetto della co/i- tri alquanto sconcertato nell'economico,
gregazìone dts. riti. Nuovamente occu- e v'introdusse col tempo una buona am-
pata Roma dagl' imperiali francesi, de- ministrazione. Trovò similmente la co-
poitato Pio VII, il cardinale unitamen- munità della stessa città, esercitandovi
te a'suoi colleglli fu chiamato in Parigi il decano privativa giurisdizione egover-

da Napoleone da dove fu esilialo a Me-


I, no, oppressa da'debili. Egli dispose lecose
ziers nel 1 8 o e poi a Charleville, perchè
i inmodo che se ne pagassero per la som-
fu uno de'piìi generosi cardinali neri, co- ma di scudi 34,00 o,e se ne potessero spen-
Si denominandosi quelli che rifiutarono dere in pubblici edifizi circa 60,0 00, som-
d'assistere al !2.°iiiatrimouio dell'impera- ma ragguardevole alla sua popolazione,
tore, i quali iiìsìeme a' cardinali rossi che allora dit i,5oo abitanti. Laonde il can.
v'intervennero, enumerai nel voi. LUI, Rauco, Storia di Velletri t. 2, p. i gli 1 i
,

p. i44- Meziers e Charlevilleammiraro- rese questo elogio. « Fu personaggio di


no i sentimenti del nobile suo animo, e sommo ingegno, esperto negli alFari del-
della savissima sua moderazione. Restitui- la corte e de'pubblici maneggi, di animo
ta la libertà e il dominio temporale nel costante e giusto". Nel n.° 68 del Dia-
i8i4 a Pio VII, la ricuperò pure il sa- rio di Roma del 1 82 1 , leggo che a' 1 9 ago-
gro collegio, onde il cardinale tornalo in sto con ispecial mandalo pontificio consa-
Roma il Papa lo fece segretario della co«- grò solennemente nella cattedrale di Fra-
gregazione del s. ofjìzio ^ arciprete del- scati in arcivescovo di Trebisonda mg.^
Chiesa di s. Gio. in La-
l'arcibasilica e Antonio Pialli romano, alla presenza di
terano, ed a'i6 settembre vescovo sub- ragguardevoli personaggi: moltissime poi
urbicario di Frascati. Indi nel 8 5 per
i 1 sono le cousagrazioni d'altri vescovi da
quanto dissi a Sicilia, a Pio VII, a Ro- lui fatte ne'36 anni circa del suo cardi-
ma, partendo da questa Papa lo dichia-
il nalato. Qui ricorderò, che a Conclave
rò per governai la in uno alle provincie, compilai un elenco de'cardinali che vis-
presidente della giunta di stato, ed è an- sero assai, ed intervennero a molti con-
cora nella memoria di molti con quan- clavi. Morto Pio VII nel 1828, entrò in
ta energia e prudenza governasse in quei conclave per l'elezione del successore, in
tempi difiicilissimijdal 22 marzoal 7 giu- cui gli fu partecipala l'esclusiva pel car-
gno, epoca della pontificia assenza. A'el dinal .5'ci'ero//(/^'.),onde venne elettoLeo-
i8i6 con corona d'oro gemmata, nella ne XII (/^.), che subilo lo scelse a Se-
cattedrale di Frascati coronò l'immagi- gretario di stato, mentre peli." gli ren-
ne dellaB.VergineAddoIorata, con quella deva r adorazione. II contemporaneo e
pompa che descrisse il n.° 86 del Diario facente parte del corpo diplomatico diRo-
di Roma. InolUe Pio VII àiel fine di set- ma, il benemerito della storia cav. Ar-
tembre 18 18 gli conferì la dignità di Fi- laud, non solo parlò del cardinale nelle
ce cancelliere e Sornmiita di s. Chiesa, Storie di Pio ìli e di Leone XII, luu
iJOM SOM 177
eziandio diverse notizie ci dieile nella Sto- pel primo sul secoii(Io,e perciò aimcnoin
ria (li Pio Fin, cioè nel 1.
1, p. 109, t. apparenza, una rivalità Ira loro, conse-
3,p. i2')ei84.Leriporterì)secondoror- guenza piuttosto delle varie opinioni dei
dine cronologico, e comecliè importanti, nienihri «lei sagro collegio. Nelle sncces-
niiscusanodaquuiolieindispensabde prò- sive votazioni ciascuno conservò la sua
li8SÌtà,precipuaiueutenelriiJessocliespar- posizione, sepure questa dislribuzione di
gonouoD[)Oca luce sui tanti analoghi trai- voti non era una tattica contro il cela-
li storici che ho descritto in tanti artico- bre cardinal Consalvi, Segretario di sta-
li; ed ancora perchè servono a cumula- lo (^.)del i'apa di (unto, dice l'Aiiaud;
le ulteriori nozioni su d'un cardinal Con- ed aggiunge, che forse primi voli pel
i

salvi, sul di lui successore, di cui scrivi decano erano riservati più tardi pel Se-
la biografia, e perchè a questi fu surro- veroli, ma pel 28 settembre essi liuni-
gato un cardinal lìernelti (di cui ripar- ronsi a favorire il della Genga, che n'eb-
lui LIX, p. 3i6), che meritò
nel voi. e- be 28 e restò eletto, il decano riceven-
guale onore da un Gregorio XVI. « I- do probabilmente il suo voto. Leone Xll,
sliluiamo ora confronto de'caratleri di
il visitato subito dall'ambasciator di Fran-
Lcoiie XII e del suo ministro segretario eia, che avea cercato favorire il cardinal
di stato cardinal della Somaglia. Questi Castiglioni, gli notificò la nomina del se-
rade volte, prima del conclave del i 823, gretariodistalo.»L'Austria,inquellacoii-
eransi incontrati sulla via degli alfari.ll giuntura, fece stendere una Aleinoria, che
corso della vita del cardinal della Soma- conteneva lagnanze su tutto quello che a
glia era statomolto più brillantedi quel- questo riguardo era stato fallo (l'autore
lo che tenne il della Genga (ossia Leone forse appella al Consalvi escluso dal se-
XII). Già cardinale il della Somaglia, nel grelariato): l'Austria esercitava unsuodi-
gioino dell'assalto del Quirinale (quan- ritto, ma avea mal contalo sulle promesse
do fu imprigionato /^/o /'//), aveva egli, d'una fazione ch'erasi divisa in duecampi.
nella sua prigione in Francia, mostrato La miglior intelligenza parveregnaresul-
un bel carattere di fermezza e di fedeltà le prime, e regnava di fatto, tra il Papa e

inconcussa ai suoi principii. La vita del il suo ministro. Senza dubbio il cardinal

cardinal della Genga era stata partico- dellaSomaglia, decano del sagro colle-
larmenteconsecrata (nelle nunziature) ab gio,avvezzato all'autori là che seco Iragge
la [ìolitica, e pei suoi lavori altrettanto questo titolo maestoso, quel diritto di pas-
delicati quanto scabrosi, e quasi sempre sar sempre peli.°, d'avvertire i cardina-
segreti, come avviene in diplomazia, a- li ceremonie di qualche irn-
di tutte le
vea meritata l'alta riputazione di cui go- portanza ; senza dubbio il cardinal de-
deva". Mi sembra nondimeno opportu- cano, favorito eziandio dal rispetto do-
no l'avvertire, che Genga era successo vulo ad un'età avanzata, e famoso per
nel vicariato a Somaglia; e che non seni- la cognizione che in lui sapevasi di tutti
pie i predecessori de'successori ponnolo- gli adhri interni della città di Pioma e ,

duisi,e viceversa, talvolta fomentali dalle come non se ne può dubitare, capo d'u-
altrui interessate adulazioni oimpruden- na fazione che poteva, tentati gli estre-
ze ! Quindi riporta 1'Artaud le loro o- mi sforzi, alzarsi qualche volta a 12 vo-
pinioni cotnuni nel conclave, non asso- li,avea potuto credere di ottenere la tiara
lulainenle d'accordo in favorire il car- o di concederla: ma volle il cielo diver-
dinal Severoli; ed aggiunge l'enumera- san)ente disporre, e dovette acconlentar-
zione de' voti ch'ebbero i cardinali So- si d'una posizione inferiore. Niente di uie-
niaglia e Genga sinoa'^.rìsellcnibre, dalla nosua eniinenza non lasciò scorgere il me-
qualcciucrgc uud prcpoudciuiuu di voli uouio dispetto, e bisogna dire, a Ijcii uie«
)78 SOM SOM
ritata sua lode, che in questi primi tempi della Propaganda si fece innanzi (carica
il cardinale teneasul conto del suo Signo- eqiilv dente a un segretario di stato del-
re parole sommesse e rispettose. Il buoo l' apostolato del Papa): più tardi, dopo
accordo del capo e del ministro appale- la solenne conversazione che sitenne al
sa vasi d'altra parte in tutto quello che ris- principio del 1824 fra i due più celebri
guardava veri interessi della religione.
i uomini di stato della corte romana (Leo-
Tutti e due amavano la Francia, bra- ne XII e ilConsalvi,e nel voi. LXIII, p.
mavano giovarle: ambedue desiderava- 285, feci cenno del memorabile abboc-
no insieme di mostrai'.' convenientemen- camento, ed altrove),questo pensieroebbe
te deferenti ver^o l'Austria. Ambedue e- il suo eiffjttuamento, ed ahi pur troppo!

rano zelanti; ma colle piùnobili, colle più per pochi giorni. La malattia di Consalvi
graziose maniere ricevevano tutti quelli peggiora. Roma dee compiangere ama-
che loro venivano presentati. Una pace ramente la perdita di un tanto cardina-
qualunque tra il della Somaglia e Con- le.Di fermo, se questa disgrazia non fos-
salvi poteva difiìcilmente concliiudersi. se cos'i presto accaduta, il prefetto della
Leone XII, più adabile, cercò interme- Propaganda sarebbe stato invitato a ri-
diari spassionati e che potessero torna- vedere lavori politici del Vaticano. La
i

re graditi a Consalvi. I ministri stranie- Propaganda avrebbecertamenle divora-


ri, ascoltando abitualmente suonar sulla ta, per così dire,
la segreteria di stato,men-

bocca di quest'ultimo parole di opposi- tre ordinariamente quell'istituto sì labo-


zione, furono grandemente sorpresi, un rioso, sì occupato dell'incremento della
giorno, del nuovo modo di esprimersi che non corre la via che si è gene-
religione,
l'antico ministro prendeva. Ungranfallo rosamente segnata, se non dopo che la
si è conipìufo : il Papa attuale h un uo- segreteria di stato gliel'abbia aperta e di-
mo d'ingegno. Conviene secondare i suoi sboscata, se non dopo che questa abbia-
desiderila le sue mire.... Intanto il car- ne appianalo il suolo, e preveduto le di-
dinal della Somaglia vedevasi nella sua sposizioni de'go verni stranieri di
permei-
segreteria di stato circondato da' vecchi tele o lasciar fare quello che la Propa-
impiegati del grande ministro (Consal- ganda è in dover di tentare pel bene della
vi), uomini fidati, ma educati alla forte fede". Il cardinal Consalvi terminò di vi-
scuola, dalla quale molto aveano impa- verea'24 gennaio 1824: anche nella pre-
rato; non sapevano che lodare, an-
essi fettura di Propaganda gli successe il car-
che tacendo, metodi antichi, che parca
i dinal Somaglia (onde lo posi nella serie
si volesseio abbandonare: sembrava che de'prefetti della Congregazione di Pro-
si volesse tornare all'indolenza di lavo- paganda), come segretario di stalo, e ri-
jo, che pur troppo regnava prima del- tenne l'i mportantissima carica^finchèLeo-
l'arrivo di Consalvi al ministero. QuaLhe ne XII a' 2 ottobre 1826 meritamente
lentezza già mauifestavasi nel disuggel- r affidò all'energico zelo e vasta dottri-
lamento de'dispacci, che il cardinale leg- na del cardinal Cappellari poi Gregorio
geva peli.°, ma alle sue ore; tutti tace- XVI.L'Artaudrinetle,cheSomagIia,mor-
vano, ma tutto era cambialo, mentre la to Consalvi, si vide ralTermato nel suo po-
voce d'un raccomodamento tra il Papa tere. Il rivale che poteva riprendere le

e Cunsalvi cominciò a diffondersi: l'ami- redini non era più; ma pel cardinal So-
co di Pio \\\ tornerebbe egli forse agli maglia gli 80 anni erauo scoccati, avea
jillari ? INIa della Somaglia avea la pro- 16 anni piìi dd Papa; era in un'età se-
messa di Leone XII; egli dovea tenere nile, in un'eia di riposo, se non per uu
la segreteria di stato. Allora fu che il pen- principe, di certo ahneno per un mini-
siero di olFrire a Coasalvi la prefelluru stro. Il cardinal Flcurj- uiiuistrodi Lui-
SOM SOM 179
gì XV ili età avanzata, può essere un'ec- spiegale dalla corte romana ne* secoli
cezione; fece prosperare il regno, e so- X V eXV
1 1 I II ci bastano; chiunque abbia
stenne una guerra con fermezza sino alla un affare, che lo ponga in istalodi tratta-

morte e di go anni » Il nuovo segre- 1 re con Roma, può vivere tranquillo; essa
non ha ascoltato le racco-
tario di stato non ha intenzioni tiranniche: onorata da
mandazioni diConsalvi. Leone XII le con- tanta sommissione, circondata da tanta
serva come cose preziosissime nella sua forza, essa non si abbandona al menomo
memoria ; tuttavia questo segretario di calcolo d'ambizione. Molti passi della sto-
stato, così vecchio, è cresciuto nel seno ria diLeoneXII provanoabbastanza chia-
delia corte romana, e ben conosce suoi i ramente che il grande fatto del 773 (la I

bisogni, i suoi diritti, la sua prudenza e malaugurata soppressione degl'innoceu-


la reputazione che si è acquistata presso li e benemerentissimi Gesuiti che non ,

gli uomini attenti osservatori della con- senza ripugnanza e dolore dell'agitato e
dotta de'principi. Della Somaglia, a cat- trepidante suo animo. Clemente XIV fa-

tivarsi una ben meritata confidenza, ha talissimamente soppresse) è un semplice


ragione di pronunziare questo giudizio allodi debolezza. Era riservaloa Pio VII
sulla politica di Roma. Ci latemi una so- l'onore di ripararlo nobilmente(eda Leo-
la grai-e colpa della corte romana ne- ne XII di confermarlo con la restituzio-
gli ultimi due secoli^ una colpa che at- ne del Collegio romano e risliluzionedel
tcsti la sua tirannia, la sua ambizionej Collegio de' nobili a'gesuiti affidato, ed a
ìion i'C n'ha. Eùbevene una, che dimo- GregorioXVI che loro consegnò un Col-
stro la sua debolezza : Clemente XIF ne legio Urbano, ed al regnante Pio IX che
r(/7(Vf co/i/o. Oh quanto saggiamenteLeo- alla loro cura concesse il gran ginnasio
nc XII ne'prirai giorni del suo regno ha dalla sua munificenza sontuosamente e-
confida togli affa ri a codesto cardinale del- retto nell'amata patria i5"m/^^gZirt, e lut-
la Somaglia! Le parole, che abbiamo qui tociò per quanto dichiarai in tanti arti-
ripetute, appalesano uno spirito di saga- coli)". Così nel secolo XIX francamente
ci là e di profondo vedere, che solo una ragionò in faccia a tutte quante le nazio-
età provetta può concedere. Quello di che ni, e come lui testimoni di quanto affer-
niiiggiormeule venne Pvoma rimprovera- mava, unode'piìi nobili, dotti e rispet-
la dalla storia; quello che gì' imperatori tabili membri dell'eccelso corpo diplo-
alemanni, quali volevano essere soli
i i matico, il cav. Artaud di Montor; il qua-
dominatori nell'Italia, avevano pubbli- le nelsuo lungo soggiorno in Roma ( /^.),
cato ;
quello che dopo gì' imperatori, i in elevata posizione, potè attentamente
figli separati, i protestauli, hanno ripe- con occhio e mente scrutatori, esamina-
luto animati da altre intenzioni più pe- re, ponderare e studiare il sublime spiri-

ricolose ancora; quello che gli uni e gli to che informa la s. Sede, e Chi maestosa-
altri hanno sempre messo in campo, ri- mente vi siede, e Chi da vicino la circonda
ducesi a prepotenze, a mire d'ingrandi- e consiglia, e fu ben glorioso e veridico
mento. Il cardinal ddla Somaglia non in- storico di 3 gran Papi, e con essi di di-
laide esaminar antiche accuse, ei si ri- versied eminenti cardinali. Io tuo am-
stringe a'due ullimi secoli, e francamen- miratore in tempo in cui non hai certa-
te domanda atti che attestino la tiran- mente bisogno di queste parole, poiché
nia o l'ambizione di Roma. Questo modo ora per certo devi godere il guiderdone
di argomentare è stringente, l'eiben gin- di tue viitìi, li rendo anche (\u\ , come
dicare dell'altualecondizione noi non ab- luogo solenne contagialo alla biografi.!
biamo bisogno di spingere lauto iiulielro d'un amplissimo decano del sagro colle-
lo sguardo; le patenti e luminose viilù gio in tre pontificali, un omaggio \erilie-
1

1 8o SOM SOM
10 cligi;ililti(line. Mentre tu in una Pari- tanto abilmente addentrato mentre era
gi onoravi di benigna lettura questo mio governatore di Roma, di quella Roma che
Dizionario, io in una Roma mi giovava pur difficilmente si arriva a ben conosce-
di tue preziose e edificanti storie, le va- re". La grave età dunque, e diverse al-
gheggiava, le celebrava,, le magnifiche- tre circostanzeobbligarono il cardinal So-
rò finché potrò farlo. Lontani di corpo, maglia a diniettersi dalla segreteria di sta-
senza conoscerci di persona, eravamo u- to. In falli nelle belle ed esatte notizie
riiti nel sentimento! Intanto l'ingegno, biografiche, che del cardinale pubblicò
la fedeltà del cardinal Somaglia riceve- il n.°28 del Diario di Roma deli83o,
vano alle volte, per parte del corpo di- si legge. « Nell'esercitare un così alto of-
plomatico, encomile ringraziamenti, che ficio actjuistossi colla sua naturale pru-

doveansi a Leone XII. Tuttavia il mini- denza molli lityli alla pubblica conside-
stro, avvei lilo, seppe spiegare esso pure razione, che certamente saranno registra-
molla attitudine. Egli possedeva il dono ti nella storia. L'età ormai decrepita lo
di scrivere e di parlare elegsintemente : indusse a ritirarsi da c|uella laboriosa ca-
era cortese, affabile, manieroso nell' ac- rica nel mese di giugno del 1828". Ar-
cogliere le persone, ed al suo modo pro- roga un altro brano di Artaud, parlan-
curava di cogliere tutte le opportunità do delle diverse missioni del cardinale,
per rendersi gradilo, per cui il suo no- in cuimostrò zelo e accorgimento non co-
me veniva di giorno in giorno general- muni, e nel commercio della vita seppe
mente sempre più onorato. Nella pubbli- congiuugere l'urbanità alla dignità. MÉgli
cazione e celebrazione òitW' Anno santo, diceva volontieri spiritose facezie, e rac-
il cardinale secondò Leone XII con un contava aneddoti debolezza comune a
,

zelo pieno di giocondità religiosa, e fu da tutti quelli che hanno maneggiato mol-
lui dichiarato legato ad aprire le Porle ti affari e lungamente veduto gli uomi-

i(7/j;edeirarcibasilicaLalerauense.Seuon ni e le cose. Per nulla mostravasi orgo-

che, dice l'Artaud, qualche tempo dopo glioso, quantunque avesse occupato di-
alcune male intelligenze ira Leone XII e verse onorevolissime cariche. logli pre-
il cardinale non vennero abbastanza ben sentai un giorno ilcav. Liston, ministro
chiarite. » Dilfuse notizie su questa com- suo governo im-
inglese, ch'era slato dal
binazione fortuita d'un Papa che tutto piegato in 17 missioni, e che io avea co-
dirigeva, e di un ministro che molto i- nosciuto in Stockolm, dove faceva il mio
gnorava di quelloche avveniva, nonsem- noviziato diplomatico. Il ministro sapen-
branmi uecessarie.DellaSomaglia mostrò domi in Roma, nel 824 venne a pregar-
i

alcune intenzioni poco cortesi su certe per- mi di piesenlarlo al cardinal segretario


sone ch'erano veri amici di Leone XII, di slato. Appena ebb'io nominato il sì-

e fra questi taluni avevano procurato di gnor Liston, ed aggiunto, che dopo es-
giovare agi' interessi ed all' onore dello sersi ritiralo dalla diplomazia, avea vo-
stesso cardinale: queste sue imprudenze luto veder Roma, il cardinale gli disse:

cagionarono nuove freddezze. Finalmen- Signor ca%>aliere perdonate , k'oì avete


,

lealministrovennesostituito(a'i7giugno i'oluto ritirarvi dalla diplomazia? qua-


i828)ilcardinalBernetti, cui Leone XII le età avete ? Eminenza, ho veduto 80
aveva sempre professato molto amore. anni. Ad 80 anni voi vi ritirate dalla
1 cardinalBernetti governò per poco tem- diplomazia, e questa è l'età in cui io vi
po (perchè il Papa morì a' io febbraio sono entrato. E di fatto il cardinale non
1829): ei si distinse pel suo carattere di era veramente entrato nella diplomazia,
fermezza, e per le cognizioni più parti- cioè a dire nella pratica de'doveri da com-
colari degli ullàri inleini, ne'quali si era piersi pel suo governo cogli esteri, che nel
S M SOM 181

jSaS, ed allora egli aveva 80 anni. Do- descakhi, e nella sera fu lra«porlato nel-
po tanta gloria, mancarono solo al car- la chiesa di s. Maria sopra Minerva suo

dinale gli onori del pontificato. Se que- antico titolo, e sepolto modestamente sul
sto è un onore a cui molti aspirano, è e- liminare del coro, giusta la sua disposi-
vidente clie pochi possono essere quelli zione, presso il dotto ed esemplare dome-

che vi arrivano". A Bibliotecario di s. nicano m. Gerboni, già suo direttore


p.
CuiESA, nel riportarne la serie, dissi che spirituale. Il Diario di Eoma, co\ n.°i'j
Leone XI 1826 vi nominò cardi-
i nel il del 83o ne annunziò la di<|)iacevoleela-
1

nale, e che questi donò alla biblioteca Va- giimata perdita, e col n.''25 deh 836 ci

ticana vari codici e un interessante papi- diede l'onorevole iscrizione che scolpita
ro greco-egizio appartenente all'epoca di in marmo fu posta sulla sua tomba. Ze-

Tolomeo Filadelfo, disponendo che due lante della propagazione del cristianesi-
eruditi lo illustrassero, e per tale eiretlo mo, segrelissiraLimente portò vivente al
fece venire da Parigi a sue spese tutte le cardinal Cappellari, che stimava earaa-
opere che fossero all'uopo opportune. Nel va, la somma di scudi 10,000 in oro, a
1 828 Carlo Felice re diSardegna gli con- vantaggio delle missioni apostoliche, ed
ferì l'ordine supremo della ss. Annun- io ebbi l'onore fargliene ricevuta, che sot-
ziata, onore che si comparte a pochi tra toscrisse il mio signore. In quella circo-
i più illustri sardi, ed a pochissimi stra- stanza con riservatezza disseancora al car-
nieri. Passato a miglior vita Leone XII, dinal Cappellari, che poi avrebbe fatto di
il cardinale nuovamente figurò per la 2.' più per la congiegazione di Propaganda
\olta nella sede vacante e conclave, come fide s mantenne la promessa, e con te-
decano, e per la 1? volta domandò all'e- stamentaria disposizione la lasciò erede.
letto il consenso per l'accettazione del pon- Nelle Notizie di Roma del 83o sono ri- 1

tificato,che fu Pio Vili: anche in que- portate le dignità e le cariche che fun-
sto conclave il cardinale ebbe alcuni vo- geva al punto del suo decesso, il novero
ti. Come arciprete Lateranense, per la 2.^ delle altre 16 congregazioni cardinalizie
volta ricevè pel Possesso il nuovo Pa- n cui apparteneva, e le sue 1 6 protettone,
pa, pronunziando la consueta allocuzio- fra le quali gli ordini cistcrciense e dei
ne. Maestoso della persona e quale Io scol- predicatori, pii luoghi e sodalizi, città e
pì somigliante il comm.'de Fabris, avea comuni, l'accademia teologica, e visitatore
conservato una buona e invidiabile sa- apostolico dell'ospedale di Karni.
lute. Sorpreso a'3o marzo i83o da for- SOMASCHI. Congregazione de'chie-
te febbre cagionata da infiammazione di rici regolari, Congrrgatio clericorum re-
polmoni, vide con singolare tran(|uillità gitlarium Somaschensis. Vanta per isti-
l'approssimarsi dell'ultima sua ora, e ri- tutore il patrizio veneto s. Girolamo E-
cevuti con fervorosa pietà i sagramenti, miliani [f'^.) o Miani, che nacque iu Ve-
nella manina del 2 aprile spirò placida- nezia, l'ultimo fra 4 maschi, da Angelo,
mente, d'anni 86 non compiti, in Roma. e dalla nobile veneta Dionora ISIorosini
1suo cada vere dopo di essere sta to esposto
1 nel1481. Fino da' suoi più teneri anni
nei palazzo della cancelleria, fu traspor- mostrò una grande inclinazione alla vir-
tato colla solita funebre pompa nella con- tù, ed applicatosi allo studio delle umane
tigua sua chiesa commendataria di s. Lo- lettere fece in queste meravigliosi pro-
renzo Damaso (non in quella di s. Ma-
in gressi. Giuntoall'età di i 5 anni, si arrolò
ria sopra Minerva, come riportano le No- nelle milizie che la sua possente repub-
tizie di Roma dell 832 a p. 47), dove si blica metteva inordinecontio Carlo Vili
tenne la consueta cappella papale, in cui re di Francia, calato in Italia pel conqui-
pontificò la solenne tuessa il cardinal O- sto delle due Sicilie. Da questa risoluzione
i82 SOM SOM
non valsero a rimuoverlo le lagrime della le Girolamo aveva sostenuto l'assedio di
madre, che rimasta vedova considerava Castel Nuovo, difendendolo in mancan-
Girolamo,benclièiIpiìigiovaiiede'suoi fi- za del fuggito governatore, die in signo-
glijComeil maggior conforto della sua ve- ria a lui e famiglia per 3o anni il castel-
dovanza. Trovandosi tra le armi, si lasciò lo medesimo, e ne fu creato podestà. Que-
trarre da cjue'vizi che sogliono dominare sto udìzio egli per poco tempo l'esercitò,
negli eserciti, e restituitosi a Venezia do- poiché fu costretto dalla morte del fratel-
po terminala la guerra, nel i 5o8 si ascris- lo a ripatriare a Venezia per prendere la
se di nuovo alla milizia, che i veneti al- tutela de'suoi nipoti. Mentre che procu-
lestivano per opporsi a'principi collegati rava i loro vantaggi temporali, studiava-
contro di essi nella famosa e formidabile si d'allevarli nella pietà, anche col pro-
lega di Cambray, e dal senato fu a lui prio esempio, per aver soddisfatto il pro-
commessa la difesa di Castel Nuovo di messo aDio mutamento di vitajcos'i dando
Quero, situato ne'confini del territorio e saggiodi quelle funzioni caritatevoli a cui
marca di Treviso. Entrò egli pieno di pa- era chiamato dal cielo. Scelse per suo di-
trio ardore con alcune truppe nel castel- leltore spirituale un canonico regolare
lo, ma fu superato e vinto dagli aleman- Lateranense, uomo di singoiar dottrina
ni di Massimiliano 1 imperatore, i quali e virtù, ed essendosi interamente abban-
espugnato il castello dopo vigorosa resi- donato alla di luidirezione,lo indusse que-
stenza, indispettiti per questa, barbara- sti al disprezzo del lusso e delle vanità,
mente ne passarono a spada la guar-
fil di onde si diede alla mortificazione del pro-
nigione, e Girolamo fu denudato, mal- prio corpo e passioni, vincendo l'ira eia
trattato e chiuso nel fondo d'oscurissima vendetta a cui era inclinato. I digiuni e-
torre con ceppi alle mani e a'piedi, rice- ra no straordinari, poche ore dormiva, ira-
vendo per alimento pane e acqua. Fra piegando il resto della notte nell'orazio-
tante angustie era spaventato da un pre- ne, nella meditazione, in piangere i suoi
sentimento di morte, che da'nemici si at- peccati. Abbandonati gli onori di sua di-
tendeva di momento in momento. Così stinta stirpe, impiegava il giorno nella vi-
mortificato richiamando quindi alla me- sita delle chiese e degli ospedali, procu-
moria i disordini della sua vita passata, rando agi' infermi soccorsi spirituali e
pianse amaramente suoi peccali, e pro-
i temporali. Soccorreva i bisognosi que-
pose di mutar costumi se Dio lo libera- stuanti eie fanciulle esposte a perdere l'o-
va dal sovrastante pericolo. Ricorse per nore, somministrando loro il necessario,
la grazia alla valida mediazione della B, oltre altre traviate persone, molte delle
Vergine, la quale prodigiosamente in un quali guadagnò a Dio. Quanto più s'inol-
istante spezzate le catene da cui era av- trava nelle vie della virtù, tanto mag-
vinto, colla chiave che gli diede aperte le giormente accendevasi d'amor divino e
porte del carcere (onde la sua immagine di carità verso il prossimo, la quale ebbe
viene rappresentata co'ceppi, e con una campo d'esercitare mirabilmente in oc-
chiave),epassandoiuosservatoo invisibil- casione della carestia, che nel i 5x8 af-
mente tra' nemici, giunse felicemente a flisse l'Italia e Venezia, e produsse anche

Treviso, dove in segno de'beneflzi rice- pestifero contagio. Per soccorrere tanti
vuti appese a un altare di miracolosa im- miserabili che languivano per le pubbli-
magine ss. Vergine parte delle stes-
della che vie, venduto il suo patrimonio ed e-
se catene a perenne memoria. Nel 5 i i 1 saurite le sue risorse, vendè ancora mo- i

seguita la pace tra'belligeranti,ed avendo bili dellasua casa che convertì in ospe-
i veneti riacquistato le città perdute , il dale ove li riceveva e aiutava. Contrat-
senato per premiare il coraggio col qua* ta anch'cgli la peste, e sembrando vicino
-

SOM SOM i83


a Diorire, ricevuti i sagiamenli, tome di se di correzione anche della classe agiata
non aver soddisfallo abbastanza pe'suoi ne'collegi militari e civili. Avendo il santo
quale duoiandò la sanità
{seccali Iddio, al provveduto alla casa di Venezia con dar-
per poter lavare iu questo mondo le mac- ne la cura ad alcuno de' suoi amici, nel
chie delle coiuiuesse colpe. Fu esaudita I53 si recò in Verona, dove non si ver-
1

la sua orazione, guarito e ricuperale le gognò d'andare co' poveri accattando il


forze, ripigliò gli cseicizi di pietà con mag- pane di porla in porla, siivendosi inge-
gior fervore di prima, lasciò 1'
ammini- gnosamente di que^ta occasione per i-
strazione de'beni a'nipoli, e depostala to- struirli nelle verilà di nostra religione, e

ga senatoria, si vestì l'abito vile che ave- si vuole che per suo mezzo si fabbricasse
va preparalo per un mendico, ne si ver- un ospedale nella città. Da Verona passò
gognò d'incedervi per la popolosa città, a Brescia, e quivi fondò la 2.'' casa per
onde il popolo lipulandolo stollo |)rese a gli orfani, a'quali un ricco cittadino prov-
deriderlo. Molli fanciulli rimasti orfani vide nell'infermità de'necessari medica
perla peidilade'genitori morii nella pesti- meati, da somministrarsi loro dall'ospe-
lenza, non meno nelle città che nelle cam< dale da lui istituito erede di lutti i suoi
[iagne,in vederli privi d*educazione,ridotti beni, e ciò per consiglio del santo. Si por-
in miseria estrema, ed esposti a tutti peri- i tò indi a Bergamo, e nelle sue vicinanze
coli, mossero la carità del santo a prender- gli si aprì vasto campo per esercitare l«

ne affettuosa cura. Pertanto pose in ordine sua ardente e fervorosa carità. Giunto il

in Venezia una casa, non mollo lungi dalla tempo della mietitura, perivano i grani
chiesa di s.R.occo,per raccogliervi tali po- ne'campi per mancanza d'operai , onde
veri che andavacando per le vie, e loro
cei s.Girolamo andò con alcune persone ca-
assisteva qual [)adre amoroso con ammi- ritatevoli da lui mosse a imitarlo, pc;r

razionegenerale. Edecco i primordi della que'campi a mietere egli stesso,esp()nei!-


congregazione somasca nel 528, nel fon- i dosi a'cocenli raggi del sole, e quando gli

dare orfanotrofi, prima idea degli asili in- allri prendevano ristoro, egli poneva
si

secondo alcuni (ma non pai e, per


fantili, ad orare, contentandosi di poco pane e ac-
quanto riportai nel vol.LXlII,p. 65eseg., qua, e facendo loro cristiane istruzioni.
e 125) nell'erigere e governare ospedali, Dalla campagna tornalo a Bergamo, vi

e case di ricovero per le convellile (per le fondò due case pegli orfani, una pe' ma»
quali, dice il Piazza, fu s. Girolamo il i.° schi e l'altra per le feunnine; e quindi
in Italia a istituire siffatta pia opera, che diffondendo la sua carità ad ogni sorte di
in seguilo fu adottata in Roma e in altre peisone, neh 532
ivi fondò una 3." casa

città; ma per quanto a Roma, bisogna per le mala vita da lui conver-
donne di
però tenere presente quanto riportai ne- tile a Dio, provvedendole del convenien-

gli articoli Agostiniane corwerlitCj Arci- te manlenimenlo. Quelli che da princi-


confraternita dtlla Carità, àicv\\ riparlo pio si unirono al santo perairaticarsi nel-
a s. Girolamo della Carità, e meretri- le opere di carità furono tutti laici; ma
ce); avendo il santo istitutore promosso dopo le fondazioni di Bergamo, si ascris-
a tutl'uomo rincivilimenlo del suo seco- sero alla nuova congregazione due santi
lo, lasciantlo una congregazione che se- sacerdoti, Alessandro Bazulio e Agostino
guisse le sue orme caritatevoli. In fitti i Bariso, i quali essendo liccliissimi distri-
padri della congregazione somasca, beiie- buirono tutti i loro beni a'poveri, secon-
uierilQ della Chiesa e della socielà, hanno do il consiglio evangelico, prima d'entra-
ognora contribuito alla buona educazione re nella medesima. La congregazione si
e istituzione della gioventù sì elevata, che dilatò con due altre fondazioni, una in
del popolo^per cui fondarono eziandio ca- Como sotto il litulu di s. Leonardo, l'ai-
5

iH/l SOM SOM


tr.'i nel <;iio sol)l)nrgf) tlcnominatn s. Go- ravann n istruivano ne'Iuoghi vicini 1 po-
slardo, a cui l'enuncio Ociescalclii , che veri dellacanjpagna. Il santo partì da So-
jiaiinicnti entrò in qiiest' istituto, gran- rnasca per andare a Milano e a l*avia,
<len)en(ec()iiti ihtù colle sue liberalità. In- nelle quali città fondò altre ca>e col fa-
di il santo, per perpetuare la sua opera di vore particolarmente del duca Francesco
latita utilità, congregò suoi confratelli, i li Sforza, a cui fu molto accetto. Ritornò
perdcterminare quale delle loro case do- quindi a Somasca, e costretto poco dopo
vesse essere il capo della congregazione, a partire per Venezia, trattenutosi quivi
e staliilironn di scegliere un luogo ritira- per breve tempo, si restituì di nuovo al-
lo nella valle di s. Martino, già Marzia, l'amata sua solitudine, in cui si ammalò
e detto i9r)f//cz,cc(7, villaggio allora del do- per infermità contratta nel servire l'uma-
minio veneto ed al presente del regno
, nità languente, e santamente morì agli 8
Lombardo- Veneto posto tra Milano e j
febbraio i SSy, d'anni 5&, senza essere a-
Jjergamo, da cui è poche miglia distante, sceso al grado del sacerdozio per umiltà.
Sì pie delle Alpi, e dove il Lario si scarica Fu sepolto nella chiesa dis. Bartolomeo,
e forma 1' Adda, distretto di Caprino e onorato da Dio con molli miracoli, aven-
coniuiie di Vercurago, in felice situazio- do vivente avuto il dono della profezia,
ne coraechè sorge su anienissimo colle, e futemuto da'demonii liberando molti
donde si gode la deliziosa valle, le vaghis- Il Piazza neW Emerologio di Ro-
ossessi.
sime circostanti collinette e paesetti, e ma, a' 7 marzo celebrandone 1' eroichij
l'Adda chedilagandosi produce buon pe- virili e l'utilissima sua istituzione, narra
sce. Cos'i nella diocesi di Bergamo que- che il canlinal s. Carlo Borromeo arcive-
st'umile luogo, scelto acciocché servisse scovo di Milano, visitando l'arcidiocesi,
di seminario a quelli che avessero amato entrando nella chiesa di s. Bartolomeo di
il ritiro e la solitudine, divenne glorioso Somasca, e sentendo una soave fragran-
pel santo, e die il nome alla illustre sua za, disse a' circostanti Senza dubbio in :

congregazione. Laonde vi si recarono, e questa chiesa vi riposa il corpo di qual-


«lopo aver trovato ima casa comoda per che gran servo di Dio. Ed accertatosi che
collocarvi i poveri orfani, fissarono la lo- l'odore usciva dalle reliquie del ven, Gi-
ro dimoia in questo luogo, dove s. Giro- rolamo e dal suo sepolcro,e questo atten-
lamo prime regole per la sua
prescrisse le tamente osservato, fece estrarne la cassa
congregazione, che da tale luogo appun- contenente il cadavere, e posta sopra l'al-

to prese il nome di Sornasca ed suoi , i tare l'incensò e ne venerò il corpo. Il che


membri quello di Somaschi. La povertà sommamente contribuì ad aumentare il

compariva quivi in tutte le cose, tanto ne- culto e la divozione al seivo di Dio, per
che ne'mobili; contenti quegli e-
gli abiti, quella dimostrala da sì gran santo. Id-
semplari religiosi del cibo grossolano dei dio vieppiù glorificando il suo servo, fu
contadini e de'poveri, erano bandite dal- introdotta la causa per la sua canonizza-
la loromensa le pietanze delicate, e men- zione. La congregazione de's. riti con de-
tre mangiavano si faceva la lezione spi- Greto confermato da Clemente XII, a' 1

rituale. Osservavano rigoroso silenzio, si agosto 1736 ne approvò le virtù in gra-


maceravano con frequenti austerità, fa- do eroico. Benedetto X V con decreto dei 1

cevano a gara nel mortificarsi, e il santo 23 aprile 1747 riconobbe due miracoli
era ih. "a stimolargli altri con l'esempio. da lui operati per virtù divina, e a'29 set-
Univano profonda u-
alla mortificazione tembre solennemente lo beatificò colla
milla e pronta ubbidienza, impiegavano bolla In Caslris, data a'22, Bull. Bened.
gran pai te della notte in orare, e nel gior- XIV ^ t. 2,const. 43. Clemente XIII eoa
no facevano coufi^renze spirituali, lavo- decreto de'25 maggio 1 766 approvò due
SOM SOM 18)
altri mirncoli, coti decreto del r 7 ottobre Ip pìnnipnte la scala, ed i bei versi del eh.
(licliinrò polcisi prcjceclcie alla cnnnniz- Samuele Biava, rinomalo autore de' vol-
za7Ìoiie,cliecelel)iò a' 1 6 luglio i jG'r, col- garizzamenli Melodie sagre , fra
tielle i

la bolla Sanctitas, presso il BitU. Roni. quali solo riprodiu'rò questi Di Lui che :

coni. t. 3, p. 4°' ; i"*^' con decreto del primo agli orfani. Itali asili apri. In un
I 768 fissò 30 luglio percelebrariie l'an-
il altro de'scoscendimenti della roccia detta
nua festa. La l ita di s. Girolamo Emi- Valletta, vi è una chiesuola, il cui altare
liani o Minili fu couiposla in assai pur- è formalo dalla viva rupe, elevandosi so-
galo ialino dalp. Agostino Tortora ge- pra di esso yn\ Crocefisso con a' piedi e
neralede'somascbijMilanoiGao e Roma in alto di contemplarlo la statua di s. Gi-
1GJ17. Questa col Commentario e colie rolamo. La mensa ricorda il masso sid
noie del p. Ensclionio sta ne'Bollandisti, quale il santo prendeva i suoi brevissimi
/fcta ss.Fehr. pu-
t. 2, p. 2 1 7. La scrisse sonni, e di fianco zampilla quel limpido
re in versi Ialini ilcan. Gio. llocher, Ve- fonte scaturito per le sue preghiere. In
nezia 75?.; in lingua italiana il p. Andrea
I questo luogo s. Girolamo avea la casuc-
Stella generale de' soniascbi, Vicenza eia per alcuni suoi orfanelli. Più in là en-
I (io"; il p. Costantino de Ilossi somasco tro una grotta artificiale vi è una rozza
poi vescovo di Veglia, ^blanoI63o; il p. statua del santo e di due orfanelli, cui pa-
Paolo Gregorio, Venezia 1676, ove altra re che insegni a conoscere Dio. Sul ciglio-
(11 stampala nel 767, ed altra di Ferdi- i nedella rupe elevasi una torre dentroal-
nando Caccia nobile bergamasco venne la cui prigione si vede scolpita la B. Ver-
pui)blicata nel i 768 in Roma. In Berga- gine che scioglie da'ceppi il santo. Questi
mo nel 767 furono stampati gli Atti di
I santi luoghi frequentali da'divoti fedeli,
s. Girolamo Miani descritti da vari au- sono custotliti da un religioso. Dalla Val-
tori. La congregazione somasca da Pie- letta si sale in cima alla rupe, le cui ro-
tro Bracci fece scolpire la statua del san- vine attestano esservi stato un castelluc-
to, e poi la pose nella l)asiiica Vaticana cio e più tardi una laura di contempla-
tra'santi fondatori, cioè nella crociala set- tivi, cioè il santo e compagni (non il ca-
tentrionale e rimpctto all'aitare di s. E- stello innominato de' Promessi sposi di
lasmo. Il Cattolico di Lugano, §\ovnA\e IManzoni, poiché romanzo si il fatto del
t.inlo benemerito della religione e delle f.i accaduto verso i63o, mentre già cir- il

lettere, nel 1. 1 o celebra luoghi santificati


i ca ih 538 s. Girolamo 1' avea ridotto a
dalleopereedalla pietà di s.Girolanjo,che uso de'suoi ceno^iti). Questo è il punto
in breve riporterò. Nella rupe, non molto di vista più sorprendente. Al paese di So-
discosta dalla suddetta chiesa di s.Bartolo- masca sovrasta il collegio de' somaschi,
nieo,presso uno scoscendiiìiento della me- e la chiesa parrocchiale uHiciata da loro,
desima, vie una divota cappellella e den- ambedue di svelta e ottima costruzione:
tro una grotta delta l'erttno, dal nascon- in quello edifica la regolare osservan-
dersi che ivi soleva il santo a più altamen- za, in questa è mirabile la cappella delle
te di frequente contemplare, ed a farvi le reliquie del santo, ricca di fini marmi e
sue austere penitenze. Vi si sale per una di stucchi dorati, come per l'elegante ar-
scaladi ioogradini,enel mezzodella grot- chitettura. Nel paese è degno d'essere vi-
ta èuna bellissima statua di s. Girolamo sitato anche il piccolo e bell'oratorio del-
grande al naturale, che genuficsso, ma- l'Addolorala, che fu abitazione di s. Gi-
ceralo dall'austerità e rapilo in Dio, lo- rolamo e antica casa de'somaschi: dietro
dev<j|ujenle lo scolpì Buli. Su due lapi- l'altare si conserva nella sua semplicità
di di marmo nero si leggono a caratteri la stanza ove il santo morì , colla croce
d'oro l'indulgenzadi 200 giorni a chi sa- ros.sa sulle pareli da ini colorila. Questi
VCL. Lx.vir, i3
1 8r» s OM SOM
sniili Iiioglii furono lìivolamente visitali sospiralo, e ritenendo per fermo avervi
iia cardinali, arcivescovi, vescovi, prelati, nel confortante esito contribuita la pro-

principi e altii signori, oltre il ricordato tezione di s. Girolamo, sotto i cui auspi-

s. Carlo clieeresse Comasca in parrocchia, ci! va imprimendosi, cosi pel compimen-


allora nella diocesi di Mdono, e che co- che mi giova sperare, e per re-
to felice

me in un seminario vi fossero educati que- ligiosa gratitudine,ne fo qui riverente e


gli ecclesiastici da Ini destinati all' apo- pubblica memoria, anche /4d Majortiii :

stolico oùnislero sulle più dirupate mon- Dei Gloriarli, et s. Sedis yéposlolicae.
tagne. Da religioso vi fu s. Pio V; nel se- Quanto a'bravi operai della medesima, a
colo passato li visitarono, gli ultimi del- Stampa dico parole di lode e di ricono-
la casa del santo, il senatore Giacomo E- scenza, e con effusione d'animo.
miliani e sua moglie, che si recarono a Dopo la morte del santo molti volle-
venerare il sepolcro dell illustre loro an- ro lasciare la congregazione, la quale al-

1823 vi fu l'ottimo vescovo


tenato. Nel loranon era approvata, chequal pia con-
di Bergamo Mola a rislabdirvi sotna- i gregazione; ma Angelo Marco Gambara-
schi e neliBSy il vescovo di Cremona
; na seppe sì bene adoperarsi colle sue e-
Sardagna d'Hohenstein, rinunziato vir- sortazionijche li persuase per tutta la vi-

tuosamente il vescovato, si ritirò a So- ta a perseverare nell'islilulo che aveano


uasca per terminarvi suoi giorni nella i abbracciato. Nondimeno contro la con-
contemplazione delle cose celesti. Ora si gregazione insorsero nemici, i quali ten-
ranno erigendo in Somasca delle cappel- tarono d'impedire i progressi che faceva,
lette Itmgo le diverse vie che menano ai opponendo non esserestata approvata dal-
luoghi santificati dalle orazioni e dalle la s. Sede. Loslesso religioso Gambarana
penitenze di s. Girolamo. Fm.ilmente in fu deputalo per andare a Roma a doman-
Somasca, oltre il fiorente collegio de'pa- darne l'approvazione a Paolo III, il quale
dri, i quali con zelo curano la salute del- la concesse colla bolla Exinjuiìctonohisy
le anime, vi è pure una casa per l'edu- de'Sgiugnoi 54o,5i<//. Rom. t.4,pai"- ',p«
cazione delle donzelle di condizione ci I ']'ò:Approbatiosocietas^tain fcclesìasù-
vile di tutta la valle di s. Mattino, egre- carlini, qiiam saecularinni pcrsonarnni
giamente istruite. 11 cav. Giuseppe Bai- nitper instiliilae ad erigendiwì hospitalia
taggia console pontificio in Venezia, i\i prò subi'eìilione paiipcritin orphanoriiiiiy
nella propria casa avendo nel 1887 for- et niiiUernm convertitaruni. Avendo i so-
malo l'attuale tipografìa chestampa que- maschi richiesto a Paolo 111 d'unirli ai
sto mio Dizionario, la pose sotto la pro- Teatini (/^.),il Papa commise l'airare al
tezione di s. Girolamo Emiliani, e la chia- cardinal Caraffa che n'era confondato-
mò Tipografìa Ef/ììlianaj ^ìevchè il san- re, e questi ne fece l'unione con lettere
Ioabitò muro a muro con delta casa. An- degli 8 novembre 546, ma divenuto nel I

ihe l'oratorio propinquo che nella me- I 555 Paolo IV, sciolse subito l'unione.
desima eresse, lo consagrò a Dio e sotto Dipoi la congregazione fu confermata da

l'invocazione di Girolamo Emiliani, ed


s. Pio IV , che le concesse molti privilegi.
il Papa GregorioXVI con breve apostoli- Di luttociò non contento Gambarana, vo-
co gli concesse l'indulto per la celebrazio- lendo maggiormente stabilire la sua con-
ne del la messa. E siccome la mia vasta, vo- gregazione, ottenne da'suoi confratelli il

luminosa, laboriosa e dispendiosa impre- consenso per farla erigere in ordine re-
sa, di compilazione e pubblicazione del- ligioso, in cui si facessero i voti solenni.
l'enciclopedicamia opera, chetutta quan- Fu cura a Luigi Baldonio,
di ciò data la
ta da mecompilala con indefessoardoredi il quale essendo andato in Roma conse-
lunga.leua, ormai si avvicina al termine guì da s. Pio V il breve Injiinctum no-
so INI SOM 187
f>ls,i3eG dicembre i5G8, Bull. Eotn. 4» t. TRi.vARi notai che lo stessoPaolo V colla
par. 3, p. 5o : Constifutiu congregatio- bolla l'^x iiijiinclo, degli laprileiGiG,
1

nis clericoruni rcgulariunt s. Ula/olis a- Bull. Boni. 4,p. 20 7, gli unì a'so-
t. 5,pai'.

litis de Sofuascha, sub regula s. /iugii' maschi, al preposilo generale de'quali do-
slini, cani privilegloruni elargitione. A- vessero stare soggetti, benché con un pro-
lìmiqiie s. Pio V annoverò la congrega- vinciale e gli altri superiori francesi; che
zione fra gli ordini religiosi, osservando Gregorio XV accordò tanto a'somaschi,
la legola di s. Agostino, permettendo a chea'ilottrinari la facoltà d'insegnare noi
quelli che vi erano e poi vi entra>sero di seminari, nelle università e scuole pub-
l'are i 3 voli solenni, e la chiamò Con- bliche; e che Innocenzo X neliG47 se-
gregazione de chierici regolari di s. Ma- parò le due congregazioni. Alessandro VII
ialo, abilitandola a fondar collegi. Iii)pe- col breve Ad paatornle fandgiuni, de'23
locohè da poco tempo la congiegazione dicembre G6 I, Bull. Roni. l. G, par. 5,
1

avea ollenuto da s. Carlo Borromeo la p. SG, divise la congregazione Somasca


I

chiesa dedicala a s. Maiolo in Pavia, in- in 3 Provincie, cioè di Venezia, Lombar-


sieme alla direzione del celebre collegio dia e Roma ; e le case che poi fondò nel
ch'erale unito: tiitlavolta prevalse il no- paese degli svizzeri e nel principato di
me Congregazione Sontasca, come co-
ili Trento, furono assegnate queste ultime
nuinemciite veniva chiamata e lo è an- alla provincia di Venezia in uno a tutte

cora. In vigore del disposto di s. Pio V, le case situate iie'dominii della repubbli-
G de' primi della congregazione fecero i ca; le case de'diicali di Parma, Milano,
solenni voli neliSGp nelle mani del ve- Savoia e Piemonte, e quelle di Svizzera
scovo di Tortona Cesare Gambara, dal alla provincia di Lombardia; comprese
Papa a ciò commissionnlo ; indi ne se- quella di Roma quelle case che dirò, e
guirono gli altri l'esempio, ad eccezione quelle del restante d'Italia. Ordinò an-
di l*rimo de'Conli, ch'era stato imo dei cora Alessandro VII, che in ciascuna del-
primi compagni di s. Girolamo, che non le 3 Provincie vi fosse un noviziato, e che
volle obbligarsi a'voli per le sue grandi il generale fosse alternativamente or di
infermità, benché perseverasse nella con- una provimia, or d'un'altra; che niuno
gregazione, in cui morì di gSanni. Pro- potesse essere superiore d'una provincia
nunziati da'religiosi i loro voti, si radu- se non fosse della medesima professo, e
narono per eleggere un capo, e la sorte che il governo non durasse che 3 anni:
cadde sopra il Gambarana che fu il i
.**
ciò principiò a praticarsi nel capitolo ge-
preposito generale de'somaschi. Sisto V nerale del 1 G6 I . Fra'collegi de'somaschi,
neli585 l'esentò dalla giurisdizione dei i più celebri furono quelli di Roma e di
vescovi. Clemente VII approvò le costi- I Pavia. Che se vuoisi passare sotto silenzio
tuzioni, le grazie e i privdegi della con- i vari collegi recentemente aperti da'so-
gregazione colla bolla Decet ex benigni- maschi nelle più cospicuecittàdella Lom-
talis, de' 26 aprilei5q3, Bull. Roni. t. bardia, del Genovesato e del Piemonte,
5, par. I.*, p. 438. Paolo V egualmente ed in Venezia dove oltre all'orfanotro-
confermò a'somaschi i privilegi concessi fio si è riaperta una casa di noviziato, è

da'predecessori,e li dichiaiò partecipi di indispensabile di far parola dell'impor-


quelli dt Mendicanti (^ ), colla costitu- tante stabilimento da essi (ondato in Mi-
ixoneEx quo rf/ViMrtjde'gnovembreiGo^, lano per correggere e educare que'giovi-
Bull. Roni. t. 5, par. 3, p. 289; e con bre- netti che o per mancanza de'genitori oda
ve del 161 4 loro permise di amministra- essi non curati, di già battevano le vie
rci sagramenti, e di dar sepoltura a quel* della peidizione. Di quest'ospizio chia-
lidie morrebbero ue'loro collegi. A Dot- mato >. Maria della Pace, si legge nel-
i88 SOM SOM
l'opero, /l///fZ«o e suoi contorni, ivi i <S44> lo: Onus mcum leve. vScrissero dell'ordi-
che lo fondò nel 84 i 'la carila del soma- ne somasco il p. Ronanni, Catalogo de-
sco p. d. J'aolo Marcliiondi nel soppresso gli ordini religiosi p. 53, ove ne riporta
convento della l^aceda cui prese il nome, la figura; Filippo Ferrari, nel Calalo-
al mantenimenlo del quale concorrono go de santi d Italia j Andrea Stella pre-
le private elargizioni e i prodotti del la- posi fo genera le del medesitno;rHertna ni,
vorode'ricoverali. Vi si ammettono i fan- Elablis. des ord. relig.j Bull, et privileg.
ciulli da'6 a' 1 3 anni, i quali sono da spe- congreg.Somaschae j Pontificia et di-
ciali istitutori ammaestrati nell'ospizio ai ploni. a dìvers. Pontif. cler. regni, congr.
mestieri di falegname, ferraio, calzolaio, Somaschae concess. ««//«. ^GirolamoRu-
saviamente scelte per-
sellaio esarlo;arti beo, Conipend.prii'ileg.clconstiluliones;
chè ricoverali uscendo dall'istituto non
i Helyot, Storia degli ordini religiosi, t.
4,
corrano mai pericolo di mancar di lavo- cap. 33; Paltrinieri vicario generale dei
ro per crisi industriali. Il lavoro, le pra- somaschi. Notizie intorno alla vita di 4
tiche di pietà, le istruzioni religiose, la arcivescoi'i diSpalalro somasch\,c\oèS{e'
scuola elementare, la ricreazione, tutto fano Cosmi, Bonifacio Albani, Stefano
mirabilmenteèregolatodalle norme pre- Cupilli , Gio. Battista Laghi. In questo
scritte all'istituzione, già benemerita pel libro vi sono pure le notizie di altri il-

vantaggio grandissimo che ne ritraggo- lustri somaschi, poiché la congregazione


no la religione e la società. A favore di fiori con un bel numero di religiosi di san-
questo speciale ricovero vennero disposti ta vita, di dotti e autori d'opere, di mol-
alcuni pii legati da benefattori defunti, tissimi vescovi, e di due cardinali, Ales-
ed uno di 4o,ooo lire da Angela Curii sandro Crescenzi (^ •), e Pietro Antonio
vedova Riva. L'istituto fiorisce e conta Zorzi {^.); del i.° però seguendo Guar-
circa 20 ricoverati, che vestono d'abito
I nacci, Cardella e No vaes, dissi che da cap-
iiniforme,e de'Ioio guadagni si riserva per puccino si fece somasco, ma veramente
essi una parte. Anche inGenova somaschi i fu egli educato nel collegio dementino di
nella loro operosità aprirono una casa mo- Roma, indi a'c) ottobre 1623 passò nella
dellata su quella di Milano, con successo casa professa de'somaschi di s. Biagio a
benefico. Ne finono fondati anche in al- Monte Citorio, ne vestì l'abito e compi-
tre parti, ed il n.° 142 (\(ì\V Osseri>nlore to il noviziato professò i voti a' i 3 dicem-
Romano del 852, contiene alcune notizie
1 bre i624-Dopo 3 anni trovandosi nel col-
isloriche intorno ò\V Ospizio dis. Girala' legio di Trento, il desiderio d' una vita
vioEniiliani,s[ah\ì]lonel 1
847 a IMomea- più rigida e penitente lo fece passare tra
leo Ville Marie nel Canada, ossia nell'A- i cappuccini; ma dopo pochi mesi e non
merica settentrionale. Clemente XIII col potendo reggere a que'rigori, chiese e ot-
breve Aposlolatus officium, de'21 aprile tenne nel capitolo generale celebrato in
7G3, Bull. Reni. cont. t. 2, p. 348, oio-
1 Cremona nel 1628 di essere ricevuto di
derò la costituzione d'Alessandro VII, di- nuovo tra'somaschi, e negli atti di quel
chiarando che il collegio di Bologna al- capitolo si dice che attese le sue rare vir-
la provincia romana spettava, e non al- ili, flit restitnlus loco prislinae profes-
l'amministrazione delle 3 Provincie. L'a» sionis.Grandissima fama poi del loro sa-
Lilodiquestichierici regolari èsomiglian- pere lasciarono i due somaschi Stelliui e

te a quello degli ecclesiastici, cioè talare Parchetli, quali nati in tempi diversi,
i

di lana nera; solamente il loro collare è mirabilmente si somigliano per la varie-


coperto da altro di tela piuttosto alto. tà e vastità di loro dottrina. Il p. d. Gia-
Hanno per istemma l'immagine del Re- comoStellini,nato nel i Gqg in Cividal del
dentore colla croce sulle spalle, ed il mot- Friuli, fu professore di morale nell'uni-
SOM S OM 1 8f)

versila diPaclova,ove(.lellò la celebre dis- do in quanto pregio tenesse la virtù di

seilazione : De ortti et pregressa moritni, (|ucll'iinmortale successore di s. Pietro,


tesoro di erudizione e di profonda dot- scrisse le ottave piene di dottrina e d'e-

trina, stampata in Venezia nel 1740. La legante poesia: L'elezione del Pontefice
premise alle sue applamlile Lezioni d'e- opera di Dio si prova coli' elezione di
tica, po\ pubblicate in 4 grossi volurai,e Gregorio XflP. I\l.j le quali colle ac-
che per la loro sapienza ftuono alta men- cennate terzine furono ristampate in Lu-
te encomiate dal Piomagnosi, dicendo die gano nel 84 in una Raccolta di sue poe-
I \

in Europa non esiste verun trattato né sie. Finalmente il regnante Pio IX lo no-

più compito, né più profondo. Fu inol- minò uno de' 3o socii ordinari della ce-
tre lo Steilini dotto nelle materie sagre, lebre pontificia accademia de'Liucei. hi
ottimo oratore, acuto nella critica lette- Homa somaschi hanno le seguenti chie-
i

raria, non isciente nelle cose mediche e se, case e stabilimenti; la prima però fu

chimiche, metafisico profondo, e tutto nei permutata con altra, c(jine vado a dire, e
suoi studi inteso a stringere per così di- qui ne parlo anche per averlo promesso
re in un solo sistema tutte le umane co- altrove.
gnizioni. perchè l'Algarolti non did)i-
Il Chiesa de' ss. Nicola e Biagio de Ce-
tò d'alFermare, che non vi fu arte scien- sarini. 1 somaschi poco dopo la loro ca-

za, ne'tui segreti non penetrasse, talché nonica approvazione si stabdironoiuR.0-


poteva in un anno spiegare in tutte ca- ma con casa professa e chiesa parrocchia-
rattere da maestro. Il p.d. Luigil^archet- le di s. Biagio de Monlis Citorii , come

ti nacque in Zagarolonel 769, fu i uomo affermano Panciroli, Tesori nascosti di


di segnalata dotti ina nelle sublimi scien- Roma p. 247, ivi stampati nel 1600; e
ze teologiche, filosofiche e matematiche, Martinelli, Roma sacra p. 80, essendo
non che nelle lingue orientali, e oltremo- la chiesa situata dieiro il palazzo de'Lu-
do perito nelle moderne lingue che con dovisi (/'.)• Allonjiiando sul Monte Ci-
assai eleganza scriveva in verso e in pro- torio Innocenzo XII fabbricò la Curici
sa, al pari del greco e del Ialino. Perciò (f •) Innocenziana, l<i casa e la chiesa fu-
giandemente lodato dal Guadagni uel- rono distrutte. Ir l'apa nel 1 69 T diede ia
Vlìlogio del marcii. Luigi d'Andrea. So- vece a'somaschi la chiesa di s. Nicola dei
no del Parciietti le orazioni: De ine/fa- Cesarini nel rione Pigna, «//ff Calcare,
òdi Trinitalis mysterio, recitale nella cap- de Calcarla, come si apprentle da Venu-
pella pontificia dal 18 7 ali824 da'con-
I ti, Roma moderna p. 63(). I religiosi iu

viltori del collegio dementino. Sua è l'o- memoria della chiesa lasciata , chiama-

pera pubblicata in Lugano neliSfi: No- rono la sostituita e pure parrocchiale dei
i'rte disqiiisitiones de Dea, con un altro ss. Nicola e Biagio, e vi trasferirono la
trattato che gli serve il'appendice: Frag- casa professa. La chiesa di s. iVicola fu

menta cosniologiae. Godè la stima di Pio ùtìiaalle Calcare, secomlo Panciroli, da


Ali, per la cui Ricuperala salute scris- questo. Dopo una vittoria navale ottenu-
se un bellissimo capitolo; di Leone XII ta da Gneo Ottavio console contro del re
che lo ascrisse nel collegio filosofico del- di Persia, qui fu fabbricato un portico
l' università romana; di Pio Vili che se bellissimo co'capilelli di bronzo alla co-
ne valse nel disbrigo d'ecclesiastici nego- rintia, e fu denominato Portico d'Otta-
zi e per disaminare opere filosofiche e
,
vio, Corintio, e Calcare dalla voce gre-
teologiche; di Gregorio XVI, col c{uale ca Calcito'! o bronzo de'capitelli. Il Gal-
ebbe consuetudine di studi, sin da (quan- letti, Del Primiccro p. 2 58, parlando del •

do vivea il cardinal Fontana comune a- la chiesa di s. ÌNicola de'Cesarini,rifeiisce

niico,cilParclicllipcrdimOilrarcahiion- che si chiamò s. Nicolai de Calcario in


igo SOM SOM
regioneFineae.Thedeniariaejpaila di do- rata da un di casa Silvani e allora furo-

dimenìi esistenti, che dichiarano che nel no imbiancate le pitture di venule assai
1369 Angela vedova di Pietro, di Gu- guaste, verso la mela del secolo passato.

glielmo di Cesaiio de'Cesaiini di quella I somaschi per la beatificazione del loro


1 egioiie vendè a Francesco di Pucio del fondatore restauraronola chiesa, e mentre
rione Campitelli un palazto ivi situato, la possedevano da ultimo trovavasi in que»
confinante da un lato col forno de' Ce- sto modo. La sua parte interna era suffi-

sarini, dall'altro co' beni de'Foschi, e cientemente grande e luminosa: il pavi-


i\eljuccamaz\ yCjuae dicilur Turris Papi' mento si forma di bardiglio e marmo bian-
ti. conoscono due rettori della chie-
Si co , con molle lapidi antiche sepolcrali.
sa,Giovanni del 36G e Filippo del 1 367.
1 Passato ih. "aliare a destra ove si vene-
Aggiunge Galletti, ch'era pure in que- ra un Ciocefisso, colle figure della D. Ver-
sta contrada la chiesa di s. Salvatore f^e gine e di s. Giovanni, nel 2.°è un s. Bia-
GalLia in Calcaria, ch'ebbe a rettori nel gio colorito d'Avanzino Nucci, e dal lato
1203 Nicolò, nel iBog Pietro. Nel voi. del vangelo si vede il modesto monumen-
XIX, p. 56, notai gli edificatori del pa- to sepolcrale di Benedetto IMaurizio di Sa-
lazzo Cesarini propinquo alla chiesa di voia duca di Chablais, eretto dalla mo-
s. Nicola alle Calcare, delta quindi per- glie duchessa Marianna. D'ambedue feci
ciò e per esserne stati patroni Cesarini, i menzione nel voi. LXI, p. 1
y^. 11 quadro
s. Nicola a Cesarini. Lo storico di que- dell'altare maggiore del titolare s. Nico-
sta famiglia il Ratti, Dcllafainiglia Sfor- lò di Bari, è di Marco Benefial : i ss. Pie-
za, t. 2, p. 2 56 e 269, di ciò ragiona, tro e Paolo ne'lati per di fuori della cap-
chiama la contrada s. Nicola a'Cesarini pella, sono due buone pitture di Garo-
e lo è tuttora denominata, già ì\q Calca- falo. Per una contigua porticina, dalla
rari, ili Calcaria, e in Calcarariis, dal- parte del vangelo, s'entra in una cappelli-
l'esservi ivi fornaci o conserve di calcine,e na il cui quadro è lavoro del detto Bene-
dall'abilarvi lavoratori di calce. Il Nibby, fial. Nel seguente I. "altare a sinistra i so-
/?oma 'Jt'/i 838, nonconvienecoll'opinio- maschi vi posero il b. Girolamo Emiliani,
nediPanciroIi,seguiladaVasi(che riporta ben dipinto dal cav. Troy direttore del-
essere credulo avanzo de'templi d Erco- l'accademia di Fi"^ncia; sull'ultimo altare
leCustode o d'Apollo, già aderenti al vici- che segue si vede quello di s. Carlo Bor-
no Cuco Flaminio),eda altri, poiché gli a- romeo del nominaloNucci. Sopra la porta
vanzi di colonne ioniche che si osservano della sagrestia, una lapide ricorda, che ai
nel cortile della casa religiosa contigua, 3 gennaio
I I
729 ilconteCailodeAllhann
non sono tali che abbiano mai potuto ap- arcivescovo di Bari, consagrò la chie-
partenere ad unporticojpiutloslo propen- sa, l'altare di s. Biagio e quello della B.
de per quella di Halli, senza nominar uè Vergine (forse quello che ora è tornato
questo, nèquelli. La chiesa nel declinar del ad essere tale), slabilendo la 3.'^ dome-
secolo XVI o4f>nniprimadeli6oos'inco- nica d'ottobre per anniversario della sa-
niinciòa riiabbricare,pare certamente dal gra. A Parroccuie di P\.oma rimarcai, che
rettore che vi apri innanzi una piazza. Dal nel ! 824 Leone XII soppresse la cura d'a-
Martinelli citato ne imparo il nome, Ma- nime, e che il regnante Pio IX avendo
gno Perneoanagnino:egli riporta un'iscri- effettualo il disposto da Gregorio XVJ,
zione sepolcrale dell 3 iGdiGiacomoGiu- cioè di concedere a'somaschi monaste-
il

dei, clericus s. Nicolai de Calcariis. Fu ro e la chiesa di s. Alessio, però avendo


abbellita nella parte esterna con compe- accordato a' Trinitari quella di s. Griso-
tente facciala, dipingendovi figure Gio. gono,che essendo de'carraelilani calzati,
Guerra da Modena; iu seguito fu risto- a quesli invece consegnò la chiesa di s.
SOM SOM '9'
Nicolagià de'somasclii. Icnrmi?Iilatii nel- scudi 60U sulle rendite del monastero dei
la casa vi hanno stabilita una (Simiglia re- ss. Alessio e lìoniliicio, in cui eravi il solo
ligiosa e la residenza ilei procnralore ge- superstite p. ab. d. Ippolito Monza eoa
nerale, trasferita da s. Maria in Traspon- due conversi girolamini. Ma questi pro-
lina; restaurarono e abbellirono la chiesa, vò l'impotenza a ubbidire a'pontilicii co-
nella volta e nelle pareti con ornati di chia- mandi, percui ildotto e zelante prepositij
roscuro; vi fecero un nuovo organo; e nel- generale de'somaschi p. Marco Morelli, si

l'altare di s. Girolamo Eu)ilinni, il cui rivolsea Gregorio XVI perchèaitrimeu-


quadro portarono seco i somaschi, vi so- ti supplisse. Allora il cardinale Emanue-
immagine
stituirono r della B. Vergine le di Gregorio commendatario della chie-
del Carmine : e siccome Gregorio XllI sa di s. benevolo de'somaschi,
Alessio, e
concesse all'ordine carmelitano l'erezio- d'accordo col p. propose al Pa-
Alurelli,
ne di tale altare in tutte le loro chiese^ pa per futuro e certo compenso a'soma-
colpiivilegioconfermatodal regnantel^io schi, la concessione e proprietà nunc prò
IXjdcll.i hberazìoned'un'anima dal pur- tunc del monastero di s. Alessio colle sue
gatorio ad ogni messa che vi fosse cele- rendile, perquando vacherà, o per morie
brala, perciò tale altare ora gode questo del p. ab. Monza, o per quando non fos-
indulto. se più abitato da lui; poiché in esso i so-
. Chiesa di s. Maria
Acquiro{f^ .). in maschi aprirebbero un noviziato e stu-
vi

A (juesto articolo, a Orfa.votrofio, a Col- dendato con ottimi successi, a motivo del-
legio Salviati e altri analoghi, raccon- la località tranquilla e salubre, in vece
tai come Leone Xil nel 182^, concesse del poco conveniente che avevano in S.Ni-
a'somaschi la custodia e cura parrocchia- cola a'Cesarini, sia per la sua ristrettezza,
le della chiesa, la direzione della conti- sia pel contatto ilelle abitazioni de'seco-
gua pia casa degli orfanelli , alla quale lari; esibendo di ritirarsi intanto nell'an-
sono uniti il dello collegio e il monaste- tico collegio dementino per riaprirlo a
ro e conservatorio delle orfane, delle mo- educazione della nobile gioventù , alie-

nache della Chiesa de's9. Quattro {f'-). nando la casa di s. Xicola. Adonta delle
Chiesa de' ss. Alessio e Bonifacio ( f^ .). numerose richieste fatte pel monastero
Essendo già de'Girolaniini o monaci e- di s. Alessio a Gregorio XVI, di corpo-
remiti, ne riparlai in quell'articolo: qui razioni religiose d'ambo i sessi per otte-
dirò come l'ebbero i somaschi, insieme nerlo, gli piacque il progetto, e lo fece
oll'insignechiesa situata sul celebre monte esaminare da'cardinali De Gregorio, O-
Aventino, di cui feci parola a Monti di descalchi e Zuila, i quali opinarono af-
Ruma. Avendo Leone XII chiamati i so- fermativamente. Considerando il Papa
maschi in Eoma a dirigere il nuovo col- che i somaschi meritavano nel richiesto
legio provinciale che voleva istituire col monastero preferenza sopra ogn'altro isti-
nome Leone- dementino, modo che nel tuto religioso, quali benemeriti dell'edu-
dichiarai nel voi. l5g,gli pro- XIV, p. cazione morale e religiosa, precipuamen-
mise proporzionato provvedimento. La te pe'sommi vantaggi rf^cati alla Chies.i
morte gl'impedì TelFeltuazione, eilsimile per aver per più di due secoli retto il ce-
avvenne a Pio Vili pel suo breve pon- lebre collegio Clemenlino di Roma, don-
tificato. Avendo i somaschi fatto venire desorfi un Benedetto XIV, più di 70 car-
in Roma 20 religiosi per ubbidire a' vo-' dinali, moltissimi vescovi e prelati, dogi
Ieri di Leone XII, ed essendosi dispen- di repubbliche, principi elettori di Ger-
diali pel mantenimento, ricorsero a Gre- mania, ministri e ambasciatori, generali
gorio XVI, il quale col parere della con- d'armatee grandi amujiragli, uomini di-
gregazione degli sludi gli asseguòauuui sliDti della repubblica ielteruria, perso-
-

j
goi SO M SOM
naggi illusli i per esimie vii tìi, e fetidi alla che l'assistevano, l'aria distemperata di
Cliiesa e a' sovrani per le buone massi f|ueiraltura non si confacesse del tuttoal-
ine loro infuse dall'educazione tle'souia- la senile e cadente età de'poveri, essi be-
sclìi; per lultociò Gregorio XV 1 con re- nedicevano ognora la pontificia pietà, che
scritto del I.'' giugno j834 approvò la tolti dal lezzo e dalla fame ivi per loro ri-

lisokizione e concessione. Tutta voi la que- poso aveali raccolti. Poco prima della ve-
sta non effettuò alla morte del p. ah.
si nuta de'francesi, supponendo i repubbli-
Monza, mentre il l^apa si occupava di
e cani che domina vanoRoma nella 1.'^ metìi
realizzare quanto avea accordato, passò del 1849 '
'''"^ '' '^""'^ Aventino potesse
a miglior vita. II successore Pio IX che loro servire di propugnacolo, discaccia-
regna, accettata la cessione già fatta dai tine i padri, e mandato
Cer- l'ospizio alla

somascliial suoanlecessoreGregoricjXVI tosa, occuparono tutto monaste- l'intero

del loro collegio di s. A'icola a'Cesarini, ro e lo fortificarono. somaschi in quel 1

esaiìzionalo quanto già provvisoriamente frangente non dimenticarono le pene de-


era stato pure disposto dal oiedesimoGre- gl'infelici trasferiti alla Certosa, e volle

gorio XVI,che cioè delle reudite del mo- accompagnarli il p. d. Giusto de Dilliet
nastero di s, Alessio per l'annua somma ex provinciale di 8 tanni, siccome uomo
di scudi 3oo passassero alla mensa ve- di singoiar virtù ; ma o pe' disagi, o pel
scovile d'Albano, dio esecuzione al pro- dulorede'eaiamitosi tempi presto ne morì
messo nel modo gikaccennato. Così mo- il e fu amaramente pianto da'poveri. I re-
nastero di S.Alessio, dai monaci girola- pubblicani idussero 1 il pianlerreno,già ri»

mini, può dire passò ad altri girola-


si coverò dei poveri in s- Alessio, ad erga-
mini, quanto al nome del loro fondato- stolo ed a carceri di slato ; laonde ora
re. Il prelato mg.'" Giuseppe Ferrari, che non presenta che una lurida e squallida
Gicgorio XVI aveva deputalo interino macerie di rottami, quel luogo im tem-
amministratore del monasteio, uel l'otto- po sì illustre della nobilissima famiglia
bre 1846 ne mise in possesso somaschi, i Sai>idli[F.), residenza pouliflcia, stanza
e ne fu rogato pubblico istromento dal uo- di santi, dimora di pacifici religiosi, e de-
taroSartorj. Nel gennaio 1847 fui! mona- lizia di Carlo IV re di Spagna. I france-
stero onorato da una visita di Pio IX, che si entrati in Pioma a' 3 luglio 1849, oc-
in quell'occasione, dopo aver volto parole cuparono il monastero, come posto mi-
piene di amorevolezza a'som-aschi ch'e- litare, e tostosi acci userò a demoli re quan-

rano riverentemente accorsi a'suoi piedi, to avevano intrapreso a costruire repub- i

espose loro il desiderio di erigere nel pian- blicani; ma fatalmente la loro opera le-
terreno del monastero un ospizio onderi- se più deforme quell'abitazione giù sì ve-
covrarci i poveri, che in quel tempo in- neranda e nobile; dappoiché prima che
gombravano soverchiamente le strade di potessero dare un qualche assettamento
Roma. I somaschi di buon giado cede- alla fabbrica, lauto furiosamente disor-
ronoil locale richiesto, e il Papaa'5marzo ganizzata,dovettero sloggiarne,perle feb-
potè aprirvi il detto ricovero, aflidaudo- bri cui andarono soggetti, e per mancanza
ue r amministrazione economica ad un d'acqua, la numerosaloro brigataavendo
corpo di eletti e nubili cittadini romani, e asciugato la cisterna che nel mezzo del
l'istruzionemorale e religiosa agli stessi chiostro purga e conserva l'acqua pio-
somaschi. Quest'ospizio che in breve tem- vana, laonde con gran disagio dovevano
po contenne quasi 200 di que'miseri tolti procurarsela presso s. Giorgio in Vela-
dalle pubbliche vie, rimase nel monastero bro. Partiti i francesi dal monastero e dal-
fino alla dolorosa epoca degli ultimi scon- rAveutinOjVJ ritornarono somaschi. Pri- i

volgiujculi; e benché ai dire dei medici lli a di tale epoca, leggo nel Diario di /lO-
SOM SOxM i.j3

tua clc*20 ottobre 847? ^^^^ I ^l'^J ^^*^^ |""C* I I maggio alla villa del priorato dell'or-
cedente s.ettenibie raccoltisi pp, soina- i dine Gcrosoliniitario suU'Avenliiio, e do-
6cl)i ;i capitolo generale nel colle<^io di s. po aver visitato i ristauri fatti alla chie-
Alessio sull'Aventino, recentemente ot- sa, passò in (juella vicina di s. Alessio,ove
tenuto dal Pa])a, elessero pre[)Osito ge- orato alquanto, la percorse in ogni parte,
nerale il p. d. Mariano Palmieri fermano, accompagnato da'cardinali Marini e Au-
uomo d'incorrotta virtù, e sonimanienle lonelli, c(inie pure dalla sua nobile anti-
caro alla tenera età, eh' egli per Innglii camera. Indi passò ncH'altigMa chiesa di
anni ne'collegi e negli orlunotroll creb- s. Sabitia, e di là all'adiacente convento
be amorevolmente alla religione e alla de' domenicani, e si compiacepie IraUe-
pallia. Verniero in seguilo eletti vicario nersi a mensa nel refettorio con la reli-
generale il p. d. Giusep[)e Ferreri (01 a giosa comunità. Nelle ore pomeridiane si

per la 2."^ voi la preposilo generale), e pro- recò nel chiostro di s. Alessio, ed ammi-
cuialore generale Ip.d.Gio. i Marco Pen- se al bacio del piede i chierici regolari so-
ta (cui successe l'odierno p. d. Gio. Da- maschi, dirigendo loro parole amorevoli.
cie Ldjois), ambedue genovesi, ed ex ge- CotlcgioClciiienlino [("'.). Fra non i p(t-

nerali. Il cardinal Orioli, preretto della chi monumenti di cristiana pietà insieme
congregazione de'vescovi e regolari, che e di pontificia munificenza, di che Papi i

piesiedè il capitolo, espresse al medesi- indelessi promotori d'ogni religiosa e ci-


mo la sua piena soddisfazione per la con- vile cultura adornarono mai sempre re-
ujrdia degli animi con che erano solle- tenia Roma, collegio pontificio e nubi-
il

cilameute venuti alla della elezionejcjuin- le dementino non tiene al certo l'idtimo
di i capitolari furono ammessi alla pre- luogo, trovandosi sottogli auspicii di s. Fi-
senza del Papa, il quale dopo aver diret- lippo iVeri. Fondato da Clemente Vili Al-
to a ciascuno di loco parole piene di af- dobrandini, per la nol)ile gioventù indi-

fabilità e di stima, li ammise al bacio del gena e straniera iieliDc).}, lo condiissed


|>iede. Tornali i somaschi alla loro abi- termine nel 1604 provvedendo ampia-
tazione in s. Alessio, si trovarono privi mente allo stalo materiale e formale del
delle più necessarie suppelletlili, il col- collegio, col disposto della bolla Libi pi i-

legio manomesso e guasto, e con islento intuii ad suniini yJpo^lolulus,(.W5 luglio,


vi si slabiluono, restaurando di quando Bull. Roni. t. 5, par. 3, [). 5G. Però ledi-
in quando quanto il bisogno richiedeva. S|)OsizionidiClemente Vlll,quantoal ma-
IS'el settembre 8 5 1 1 vi poterono aprire la teriale, non ebbero elfelto per l'immatu-
G'isa del noviziato, e vi formarono una ra sua morte, e dovelleio quindi soma-
i

famiglia, che secondo le ultime disposi- schi sostenere tulle le spese. Egli èper cpie-
zioni del Papa vi professasse Tintera os- sto che Paolo V con due brevi modificò
servanza della regola eia perfetta vitaco- in varie parli la suddetta bolla, e dichiarò
jiiuiie. Iddio bened'i i loro sforzi, ed og- proprietà ile'somaschiil collegio demen-
gi un'eletta corona di giovani nel ritiro, tino. Gli die il suo nome, lo ilichiarò im-
nel raccdglimenlo, e nella pratica delle medialamenlesoggettoalla s. Sede, lode-
cristiane virtù, ivi si educa ad incremen- coro ili tulli privilegi e prerogative che
i

to della congregazione somasca. Olire a godonociascun dìlvo de Collegi di Itoniaj


ciò, somaschi per ridonar lustro e splen-
i l'adldò alla cura, direzione e insegnamen-
dore all'insigne basìlica annessa al mo- to de'somaschi, e ciò in segno della stima
nastero, disposero che fosse tutta ornata in che aveala loro congregazione, special-
e tlipinla sontuosamente. Trovo nel n.° mente per le felici prove ila essa falle nel-
I idel Giunidlc di [wina del itJj.j.,
i l'educazione della gioventù nell' inclita
cUc il l'apa Pio IX csseudosi recalo agli cillà di \ tnczia. Lcggcsi iu lalli nella bulla
---

i9i SOM SOM


del gran Papa Clemenle Vili. »>Decievi- oal priinogenilo laico della niedejinia.pel
iniis oinniiio il» ipsa Uibe lociim silii, et diritto attivo e passivo trasmesso, per l'e-
aiDpIitudme opportuiiuin ad pueroruin, lezione e deputazione del protettore, nel
et adolesceiitimn nobilium tuni indigena- contenuto della sfessa bolla. Nel voi. LV,
ruu), quain exlerorum, quorumcuinqiie p. 33(), parlando delle proteltorie de'car-
receplionem et edsicalioneni primo quo- dinali, narrai il possesso di protettore del
que tempore destinare, illisque speclatae collegio dementino preso dal cardinal
pietaliset doctriuae viros,qui nullo quae- Borghese nel i
77 i , ri portai in breve la so-
slu teujporali, sed solo Dei obsequio, et stanza del discorso da lui pronunzialo, sul
animarum beuefìcioducli, pueros et ado- fine ch'ebbe ilfondalorenell'erigere il col-
lescentes ipsos aeque in pietaliset religio- legio; avvertendo che in mancanza di car-
iiisstudiis,ac scientiarium disciplinis eru- dinali Aldobrandini, il principechenepor-
dirent, praeficere. Et nobis allentius ani- tail nomee godei diritti dell'illustre fami-
MIO revolvenlibns quibus ea provincia glia,iuiploradalPapa l'autorizzazioneper
cuu) fructu et utililate praecipue deman- nominare in protettore altro cardinale. Il
dari posset, occurrerunt per opporUme eminentemente fiorì, il cardinal
collegio
dilecli lilii clerici regulares Congregalio- Luigi PnH//(/'.) pe' veneti vi fondò de'po-

nis Somaschae, educationi juventutis ex stijda esso uscirono que'personaggi accen-


professo, et peculiari instituto, vacare so- nati di sopra, soggiacque alle politiche vi-
liti, multisqiie experti documentis, eos iu cendenarrate alsuoarticolo,si riaprì col-
pluribus Italiae civitalibus, etlocisegre- la benedizione diGregorioXVl nell'otto-
gieineo munere operam multis jaui an- bre 834, e progredisce '" gian credito.
1

nis cum laude, et publica cominodilate SOMERAU DE DEECK.H Massimi-


impedisse,et piaeserlimincivitate Vene- liano Giuseppe (Goffredo, Cardinale. Li-
tiarum binis illius puerorum Seminariis, bero barone, nacque da nobilissima fami-
alteri videlicet ecclesiastici in executione gliain Vienna a'2 r dicembre 769, i rioe-
concilii Tridentini, alteri vero laici» orili- velie un'istruzione religiosa e scientifica
iiis,piasolliciludineetimpensareipublicae quale si conveniva all'elevata sua origine.
Venetae erectis cum summo juventutis Abbracciatala vocazione ecclesiastica, di
bono,etipsiusCongregalionis commenda- venne canonico e digni tarlo preposto del
tione praefuisse,et adhucpraeesse, illos i- la metropolitana di Olmiitz. Gregorio
doneosjudicaviinus,quosadhoconusgra- XVI nel concistoro de' 19 maggio 1837
'

ve elarduum assumeremus". A'somaschi nel preconizzarlo arcivescovo d'Olmiitz,


ClementeVIllpureaccordòcondetla boi- gli rese questo elogio, dal quale si appren-
la l'amministrazione delle rendite della de lasua virtuosa carriera. '? Jamdiu pre-
Ch'iesacU s. Ctsaieo (f^^^.), a vantaggio del sbyter, quicuram animarum summo zelo
collegio: ed acciocché coslauteraente prò- exercuitcumcooperator,cappellanus mi-
sperasseinfiore.deputò perproteltore,di- litarium legionum et parochus extitit, ,

fensore e conservatore, e con amplissima praecipuedivini verbi praedicatiouejcon


giurisdizione, l'autorevole suo nipote car- siliaiius consistorialis, inspector schola-
dinal Pietro Aldobrandini, poi arcivesco- ium,pauperum institutistrenuuspromo-
vo di Ravenna (/^.)i e dopo la sua morte lor,canonicusdomicellariuselectus,et po-
slabilì che lo fosse un cardinale della fa- stea capitulari,denique praelatus secun-
luiglia Aldobrandini (ove riparlai di essa dus et praepositus metropolitanae Olo-
e meglio l' indicai nel voi. L, p. 295) e mucen effeclus est. Vir doctus, prudens,
parentado; non essendovi tal cardinale,
e gravis, optimis moribus imbutus, in sa-
compartì la facoltà di nominarlo al pre- cris functionibus perilus; dignus prople-
lalodella famiglia Aldobrandini ìq vi sia, rea qui ad relalam metropolilauam prò-
,

so IVI SOM .91;

moveatiu". Progredendo nel zelo eccle- nel dicembre 38 il Papa lo creò cardi-
1 i

siastico, encomiato pastore, melilo altro nale diacono di s. Lucia in Seplisolio, e


splendido elogio dal regnante Pio IX, poi prete del titolo di s. Pudenziana, ve-
quando nel concistoro de'jo settembre nendodenominalo il cardinal di Lodi ^ev
i85o lo creò cardinale dell' ordine dei non qual vescovo di lai ciUà,
derivarvi, e
preti. Indi gì' inviò colla notìzia di sua comealcuni erroneamente scrissero. Gio-
protnozione, il berretto cardinalizio per vanniXXIII nel 4 lo fece vescovosub»
1 1 i

la guardia nobile d. Enrico dei principi urbicario di Palestrina, o nel 1


4 2 come
'

Barberini, e la berretta cardinalizia per vuole Petrini nelle Memorie di Palestri-


l'ablegalo apostolico monsignor Augu- na. Si trovò presente al concilio di Pisa
stoTbeodoli romano e canonico Valica- e di Costanza, ed all'elezione di G Papi,
no. 11 cardinale poco godè della nuova e mori in età assai avanzata decano del
eminente dignilìi un' allezione polmo-
; sagro collegio, a' I 2 luglio t4'28 scrive Pe-
nare che da lungo tempo lo i«oIe>lava trini, perchè ancora conservava la chiesa
produsse il suo eslrecno fine per para- di Palestrina. Trasferito il cadavere a !Na-

lisia. A' 25 marzo del i853 fece la sua poli, rimase sepolto nella chiesa di s. Ma-
confessione al vescovo sudraganeo, e ri- ria in Portanuova, ove alle sue ceneri fu
cevette dallo slesso la ss. Eucaristia. Spi- eretto un magnifico avello, nel quale è
rò nel bacio del vSignore in Olmiilz a'3 i scolpita un'iscrizione in versi.
di detto mese, tra il lutto universale, nel- SOMMEKCOTE Roberto, Cardina-
l'età grave d'84 a'uii non compili. fu- I le. V. Ummarcote.
nerali con solenne pompa furonocelebra- SOMMISTA. r. Vice-C ANCELUERE DI
ti nella metropolitana, ed ivi rimase se- s. ROMANA Chiesa. Si disse Soniniisia an-
polto suo cadavere. Lasciò nella sua e-
il che il compilatore di materie teologiche,
semplare generosità, erede generale l'ar- casista, moralista. La Congregazione del
civescovalo, a'poveri d'OlmUtz un legato s. Ofjlzio ( /^.) ha il soinmista, così la Con-
di 36, 000 fiorini, moneta di convenzio- gregazione de' vescovi e regolari (/^.), la

ne,edegual somma a'poveri di Kremsier. segreteria de Memoriali (/^.): un tempo


La sua vita è ricca di fatti e di vicende, l'ebbe pure la Congregazione di propa-
che servirà alla storia 'di materia sublime ganda fide.
e pieziosa, per aumento de'fasti ecclesia- SOALMO, SuiìimuSySupremus. Gran-
stici dell'illustre chiesa d'Olm il tZjChe lau- dissimo, supremo, aggiunto oaddieltivo
to degnamente governò. di nome, come Suinrniis Pontifex. \\ Pa-
SOi\Ii\LVUIVA Angei ODI Anna, Car- pa (/'.) si chiama sommo Pontefice [V .)

dinale. D'illustre famiglia di iVapoli, ori- per esser egli supremo Gerarca [P^.), e
monaco camaldolese, Ur-
ginaria di Lodi, sopra tutte le Dignità (7^.), come osser-
bano VI lo reputò degno di spedirlo nel va Duardo, Commentar, in Bulla Coe-
regnodi Napoli per nuuzioaposlolico, ad nae,\\h. i,oap. 4)<lL'aest. 2, n,°i 7. Tutta-
oggetto di pacificar tra loro gli ollimali, volta e sebbene il titolo di sommo è ora
tia i quali i'omentavasi non lievi discor- proprio del solo Papa, con tulli quegli
die, forse perchè divisi ne'parliti della ile- altridìcui trattoa Nome de'Papi e a cia-
p(jsta Giovanna e del re Cai lo 111 crea-
I scuno di essi, il Saruelli, Lett. eccles. t. r,

lo dal Pa[)a; non che per trattare col re, leti. 6 : Della dignità vescovile e de' suoi
il quale oltre ul non aver mandalo le ga- titoli, osserva che vescovi anticamentei

lereconvenule a difesa della Chiesa, ber- (avoiìo ap[ìt\\aùSomniiSacerdoti, perchè


sagliala dal gran scisma d'occidente, avea il F'escovato dicesi iS"o/;joio Sacerdozio, e
ommesso di pagare il giurato tributo alla ve ne sono testimonianze nelle scritture
s. Sede per l'investitura del reame. Indi ecclesiastiche. Perciò disse s. Ambrogio a
1 f)ft S OM SOM
Felice vescovo di Como: Suscepisli ^ii- la Pontefice ò esprimentissima dell'ordi-
lifinacuid stiiniiH saccrdolii. 11 sinodo di ne e della spirituale podestà del Presbi-
Orleans I. "nel canone 3 dice cjuesle paro- terato. Laonde nella primitiva chiesa il

le; Cani alidore IJco, in Aureliatieiisi Ur- nome di Eescovo (/^.) potè essere equi-
be fuerit conciliuin suinmoruni anlisti- voco a'semplici PreZ/jdie allora erano tut-
timi congregnUimj e quello di Agde nel ti curati, e soprintendenti ancor essi; ma
cali. 6: De Episcopi omnibus in sunitno non quello di Pontefice che esprime vi-
saccrdolio coiixLitiuis.Vaì^ìrK s. Anacleto del vamente la podestà di fare le ordinazioni
io'ò,c.Accu!ialio,i,(\. 7, scrivendo ai ve- sagree di consagrar quelle cose che i pre-
scovi d'Italia: Sunitnisacerdoles, idesl e- ti non ponno. Quindi Principe de' sacer-
piscopi, a Deo siint jiidicandi , non ab doti tu appellato il vescovo da s. Ignazio
hninanis^aiU pravaevitae hoininibus la- martiie,neir£/7/5^ i agli srairnesi. Inoltre
cerandi, etc. Cotuuinac sani Dei Eccle- avverte SarneHi, che tanto è un vescovo
siile, qnae aposloU , et snccessores eoruni litolare, quanto ogni vescovo di qualsi-
non iinnierilo dicunlur. Papa s. Zosimo voglia gran città. Certo è che per consen-
del 4 1 7) e. qui Ecclesiaslicis dist.Sy, sci i- so di tutta la Chiesa, in progresso di tem-
vendo ad Esicliio vescovo salonitaao del j>o il titolo di iSbm'/io fu esclusivamente
chierico da pminuoversi per tutti i gra- riservato e tenuto proprio e conveniente
t!i sino al soiuino,dice: Qui ecclesiaslicis del solo su[)remo suo capo il romano Pon-
per ordineni non est,
disciplinis iinbutus tefice. L'annalistaPiinaldi nell'indice alla
clteniporuinapprobaiione divinisstipen- parola Po/z/cyzVe, riporta le testimonian-
diis erudilus^ nequainquam ad sunirnuni ze del titolo di Sommo dato al Papa, co-
sacerdotiutn a<:pirare praesumat. Tro- sì di Pater Patruiìi,et Princeps Episco-
vansi inoltre chiamati i vescovi Sointni porum, Palriarcha universis Orbis ter-
Pontefici. Lo stesso s. Zosimo, e. si officia rae, Episcopi iiniversalis et Calholicae
di\&\..{^,vide glossata ,iì\ dettoEsichioenella Ecclesiae, Princeps Pastorum. Nella per-
stessa lettera dice: Ja'ìi vero adpresby- sona del sommo Pontefice romano è o-
teriifasligiuni talisascendal, ul et nomea norato s. Pietro (/^.) principe degli apo-
aelas inipleat, et nieritum prohitatis sti- stoli e di cui è Successore (f^.). Si legge
pendia anleacta testenlur. Jure indeSum- nel Codice Carolino*, e in altri antichi mo-
mi Ponlificis locuni sperare debebit. Pa- numenti, che Somma si disse la Sede A-
pa s. Gelasio 1 del 49^ nell'epistola a've- postolica{P'.); e talvolta fu denominato
scovi di Lucania proibì chesenza il Som- Sommo Penitenziere il cardinal Peniten-
mo Pontefice, cioè a dire il suo vescovo, ziere maggiore (E.). Il Papa è altresì de-
l'accolito e il suddiacono non facciano co- nominato som mo Sacerdote ( P^.) e Sacer-
sa alcuna. Toledo nell'e-
11 concilio G." di dote de sacerdoti, Sacerdos magnus, ed
sordio: Convenientibui nobis Hispania- il suo Pontificato (^•), Sommo Sacerdo-

rum, Galliciaeijue Sumtnis Ponliftcibus. zio, come (niello (\e\ sommo sacerdote de-
11 concilio d'Agde nel can. 35 riportalo Talvolta il vescovo per an-
gli £'i^ra(/'.).

da Graziano, e. si Episcopus, dist. 8, co- 1 tonomasia fu chiamato sacerdote e Sa-


sì dice: Si episcopus nietropolilanus ad cerdos magnus jessendaegVi il più eccel-
coniprovinciales episcopos epistola dirc- lente tra i sacerdoti, ed in istato più per-
xerit, in quibus eos,autad ordinationeui fetto di loro,potendo ad altrui conferire
Siii/iini Ponti/icis, aul ad synodtim invi- il A Sacerdozio notai, che il
sacerdozio.
tet, ove la chiosa: Suinini Ponlificis, idcst vescovato fu anche dello Somr/io Sacer-
Ej)iicoj)i. nomedi f^escovo,c\\e\a gre-
Il dozio, ed ivi paridi ancora del sommo sa-
cosignihca Soprintendente, parechepiut- cerdozio e del sommo sacerdote degli e-
losto spieghi lagiurisdizioue; uja la paro- bici dell'aulico Tcslamculo, sue preiO'
SOM SOiV 197
gallve e vesti sagre, e loro cronologia; non nn trentina di fribìi indiane indiprndcn-
che del sommo saci'idozio idolaliico dei li e denoriiinalc apjiclii, (inora indomite,
pagani, e del sommo sacerdote delle (idse onde liberamente di frerpicnte devastano
iliviiiitù adorate dalle nazioni, tra diverse il Messico, ed impediscono di trari'e par-
esercitalo dagli stessi principi sovrani; del tito dalle preziose miniere del paese, ol-
Pontefice dc'roniani gentili cli'el)be l'ag- tre ladilìlcoltàde'Iuoghi.NeH'eslaleiBlia
giunto Massimo, dignità ciie vollero e-
di i\\\e piccole spedizioni francesi, una com-
anche a^V Inipcralori {f •), ed a
sercitare posta d'8o uomini e l'altra di 3o, parti-
Pontefice rilevai che portarono pure il li- rono da s. Francisco di California per

tolo alcuni deprimi impeialori cristiani. Guaymas, solo porlo di sbarco in tutto il

SOMMO SACERDOTE. F. Sommo. litorale di Sonora per dispulare il terre-


SOrsNITle SCI ITI. /; Maomettismo. no agli apachi. La 1
.""
spedizione fu ma-
SO?sORA [de Sonora). Città con re- gnificamente ricevuta dagli abitanti e
sidenza vescovile in Arispe, della repub- da Ile autorità del paese. Pel suo poco nu-
blica del Messico, nell'America seltentrio- mero si fermò al villaggio s. Antonio, al-
naie, nellostatodi SonoraeCinaloaocon- tre volte abbandonato a motivo de'sac-
trada de' pinias per cui fu detta Pimeria cheggi indiani, dedicandosi alla cultura
e divisa in Alla e Bassa, celebre per le sue per vivere, ricevendo i lei reni, gli anima-
miniere d'oro ed anche d'argento. E' po- li e gl'istrumenli per lavorarli.dal gover-
sta nell'Alta Pimeria a 1 1 legheda Arispe. natore di Sonora. Indi dovea seguire una
Alleva molto bestiame nelle sue praterie, 3." spedizione di francesi, das. Francisco
. moltosi pregiano cavalli,e formaggi del-
i 1 per Sonora, capitanati dal coraggioso e
lesue pecore. Nel territorio sono vi minie- i n trepido conteBoulbonRaoussetjgià pro-
re d'argento e d'oro, e di cpjest'nltimo de militare in Africa, e dovea essere com-
vi si trovarono talvolta massi del peso di posta di 3 o 400 uomini, con permesso
due o tre kilogrammi. Queste contrade del governo Messicano. Il conte Boulbon
nella dominazione spagnuola erano sotto si fece eirellivamenle capo d'una compa-
l'intendenza di Durango, ed suoi confini i gnia di minatori francesi a s. Francisco,
al nord si confondono con quelli delle va- a spese d'una forte casa di commercio del
ganti tribù indiane, Specialmente degli a- ]\Iessico, per lo scopo d'esploiare le mi-
pachi,e lutto il lato ovest viene bagnalo niere d'Almedal, postea egualdistanzada
dall'Oceano e dal golfo di California, di Guaymas, e di Ilermolisa capitale di So-
cui formasi la riviera orientale. Tulli i nora. INel giungervi il conte disfece una
fiumi dello stato si gettano nel golfo di compagnia di minatori messicani, che gli

California. A nostri giorni la California è volevano impedire lo scavo alle miniere:


divenuta il paese dell'oro, per resorbilan- la colonna messicana era forte di circa

te ([uantilà traila dalle sue fecondissime 2000 uomini, ed francesi eranoa To.Do-
i

e inesauribili miniere, onde quasi tulli i ])o la vittoria il conte marciò sopra Iler-
popoli emigrarono con furore per recar- molisa, se ne impadronì e proclamò l'iii-
visi a cercar l'oro e ad acquistare ricchez- dipendenza dello stato, il quale è dispo-
ze. Di recente si riattivarono pure le mi- .slo in generale in favore dell'annessione
niere di Sonora, e con tanto successo per cogli Siali- Uni ti. Questo capo di avventu-
l'abbondanza dell'oro, che fecero celebra- rieri fece mollo parlare pubblici giorna- i

re Sonora come in certo modo la piii ric- li; pare che il general Bianco, con IVIanuel

ca miniera del mondo, come lo è del Mes- Gandara, alla testa delle guardie nazio-
sico, sìa per l'agiicoltura, come pei pro- nali, lo sbaiagliasseio. La città di Sono-
dolli minerali. I terreni nc'(]uali si tro- jafu quasi ridotta in cenere per un fuiio-
vano queste niiuicic, sono occupali da u- So incendio scoppialo nella nolle del 18
SON
giugno i8:)'2; non potendo i pntnpipri e- d'anime amministrala dal parroco. Non
slinguerlo, il fuoco si tlilìuse con inpidilà, vi è il capitolo, né dignità, né canonici,

e distrusse molli stabilimenti pubblici, il secondo l'ulti ma proposizione concistoria-


tealro,e moltissime case costrutte alla pro- le. La chiesa èsu(licientementeornala,con
va del fuoco. Il danno si calcolò a più di organo, campanile con campane, sagre
due milioni di dollari,efuunode'piìi ter- reliquie e cimiterio. Non vi è nella città
ribili incendi della Calif(jinia.iN'uovamen- alcun pio istituto, tranne l'ospedale e il

te Sonora nel novembre 853 i restò pre- seminario, eretti dalla generosità dell'o-
da delle fiamme, recando gravi danni e dierno arcivescovo di IMessico, già vesco-
reputati 3oo,ooo dollari. Recenti notìzie vo di questa diocesi. Nelle IVotizie di Ro-
calcolano a cuca 260 milioni il prodotto ma e ueWe pioposh'iom concistoriali tro-
delle miniere d'oro di California, nei pe- vasi la serie de'vescovi di Sonora, ch'è la
riodo di 5 anni e io mesi. seguente. Pio VI peri ."vescovo, nel con-
La sede vescovile di Sonora, ad istan- cistoro degli I Idicembre 780 preconizzò
I

za di Carlo III re di Spagna, l'eresse Pio fr.Antonio de losReyes minore osservan-


VI colla bolla, Immensa dwiiiae pietà- te di Aspe diocesi d'Orihuelaja questi die
tis charitas ,{\e c^ma^s^xo j'jC),Biill.Roni. i per successori nel 1788 fr. Giuseppe
,

coni. t. 6, p.88, dismembiandola dai ve- Gioacchino Granados minore osservante


scovati di Guadnlaxara e di Durango^ della diocesi di Malaga, nel 1794 fi- D^"
comecbè i popoli tioppo lontani da tali miano Martinez Galisonga pure minore
\escovi, onde avessero più vicini e più osservante della diocesi di Cartagena , e
pronti gli spirituali soccorsi pastorali, di- nelirqy fr. Francesco Rouset altro mi-
cbiarando il nuovo \esco\a\o, Episcona- nore osservante di s. Cristoforo di Ava-
Sonorani, Cinaloam^el Californiani,
tiis na. Pio VII nel 181 7 fece vescovo fr. Ber-
per couìpreudere territori! di dette regio-
i nardo dello Spirito santo de'carmelitaui
ni, e sulfraganeo dell'arcivescovo di Mes- scalzi, di Camillas diocesi di Santander.
sico, e lo è tuttora, raa con residenza in Gregorio XVI nel 1 882 dichiarò vescovo
Arispe. Questa città è situata in colle e mg.' Angelo Mariano Morales, di Jacona
non lungi dal fiume Hinqui, che ue'vici- nel Messico, già canonico e 2.^ dignità del-
ni monti ha la sua scaturigine, ai So le- la cattedrale di Mechoachan, e nel 1 887
ghe da Cinaloa,il cui capoluogo è Villa persua spontanea rinunzia, gli die in suc-
delFuerlo ]MontesClaros,città posta pres- cessore mg."^ Lazzaro de la Garza, di Mon-
so la sinistra del Fuert. Arispe fu capo- te Moyelos diocesi di Linares,esaminato-
luogo dell' intendenza di Sonora prima re sinodale e zelante del ministero sacer-
della rivoluzione, che la tolse alla domi- dotale. 11 regnante Pio IX avendolo nel
nazione di Spagna, ed avea ne'dintorni i i85o trasferito all'arcivescovato di Mes-
presidiimilitarijdireltia respingere le ag- sico,che governa , nel concistoro de' 18
gressioni degli apachi, ed a proteggere Te- marzo 852gli sostituì il presente vescovo
1

scavazione delle id)ertose miniere. Gre- mg."^ Pietro Loza di IMessico, già segreta-
gorio XVI smembrò dalla diocesi di So- rio del preilecessore, e maestro di filoso-
nora quel paese col quale costituì il ve- fia e sagti canoni del seminario da quello
scovato di C'(7/^or«/a(/^), con quanto di- fondato. Ogni nuovo vescovo è tassato io
spose colla bolla Apontolicani sollicitU' fioi'ini 33, e le mensa ascen-
rendite della
dineni, qua tenemur, de'20 aprile 84o. i dono a circa 6000 scudi. La diocesi di
In Arispe, abitata da circa 7000 persone, Sonora è vasta, si estende per 355leucas
è la cattedrale sotto l'invocazione della circadilunghezza,edin più di aoodi lar-
B. Vergine Assunta, buono edificio, con ghezza, conlenente molti luoghi colle lo-

baltisterio ch'è l'unico della città, e cura , ro parrocchie.


.

SOP SOP 199


SOPHENE o SOFENE. Sede vesco- vesserò sempreal di sopra de'norai, qua- i

vile della 3/ provincia ecclesiastica d'Ar- li soprannomi erano traili da'possedimen-

menia, nell'esarcato di Ponto, eretta nel ti e terre di cui era alcuno investito. Del-

Vsecolo sotto la metropoli di Camaco. Vi l'antichità de'soprannomi oagnomi,di lo-


fu pure altro vescovalo di Sofene , che ro derivazione, che furono anche appel-
come il precedente registrò Commanvil- lati cognonìi, usati in Italia e fuori, adot-
le, denominato Casliiim Sopliencs, nel- tali per cognomi delle famiglie, già trat-
la grande Armenia, sotto il patriarcato di tai a'cilati aiticoli Cognome e Nome, ed
Antiochia. Il Terzi, Siria sacra, pi 36, a'relalivi; come caratteristici, satirici, ir-

la chiama ancoSofineo Sofane, la colloca risorii; raenlrea Donna feci parola de'no-
tra le suliraganee della metropoli d'Ami- mi diminutivi e usali per vezzo grazioso,
da, e parla di sue rovine. Neil' Orìcn^ dir. falvoltn soprannomi, come nomi eco-
i i

t. 2, p.ioo2, si dice Sophene della pro- gnomi, dierono origine allo Slemma{^l^.)
vincia di RIesopotamii), diocesi d'Antio- gentilizio, e vi è qualche esempio che da

chia, sottola metropoli d'Amida; ripor- esso dei ivo alcun soprannome.
tando pervescovi,Arasfio che fu nel 38 i SOPRANNU.MEUOo SOPRANNU-
al concilio di Costantinopoli l,edEufe- MERARIO, /Idtcctiis sitpra numeruni.

mio che intervenne a quello di Calcedo- 1 soprannumeri o soprannumerari sono


nia nel 45 1 coloro che eccedono il numero stabilito,
SOPRANNOME, Cognomeu, Jgno- gli aggiunti di soprappiù a un qualche

me^]. E' talvolta il terzo i\'^o;«f (/'.), che corpo morale di certoe fisso numero d'in-
oltre il nome e il Cognome (f.) si pone dividui composto. Vegezio, il più celebre
ad alcuno per qualche singolarità nota- degli autori che hanno sciitlo in Ialino
bde in lui, COSI in bene come in maledi- sall'aite milihire e fiorito sotto Valenti-
cendosi Tizio, detto o cognominato, co- niano li. De re militari lib. i,cap. ic), nar-
cattis, perantonomasia Caju; Sempronio, ra, che Ira i romani si eleggevano alcuni
alias il f'irUioso o il Cattivo. Antichis- denominali accensi, c\oè aggiunti, e dopo
simo e delle più remote età si conosce l'u- che nel suo stabilito numero già fosse coni-
so de'soprannomi co'quali si distinsero e plelatala Legione {/'.), icjuali corrispon-
qualificarono le persone e le famiglie, i dono a quelli cheoia dician)o soprannu-
santi e i Papi, i principi e i particolari, i meri e soprannumerari. Al Vegezio fa-
dotti e gli artisti, gli eccellenti egl'infami. cendo le noie l'eruditissimo Slevechio,
Quindi s'imposero relativamentesopran- nell'edizione di Leida 1 607, dice plausi-
nomi onorevoli e gloriosi, e soprannomi bile l'opinione, che scemata e deserta la
ridicoli e ignominiosi} talvolta ingiusta- milizia, o per le rovine della guerra o pel
mente, i primi per adulazione, i secondi fastidiode'iaboiiosi offici militari, dique-
per macchiare la reputazione d'alcuno, o sti venendo meno numero, a ripararne
il

per derisione come si fece agli anlicìii Cri- il danno fu inventalo il rimedio, che in-
stiani{f''.). Il vocabolo di soprannome dividui piùgiovani, oltre ì numeratiegiìi
chiaramcntesi mostra compostodi quello descritli nel ruolo, si avessero pronti qua-
di nome unito coll'avverhio 50/v/v/; e di- li alti elianti allievi o discepoli, da surro-
cesi che anticamente si scrivesse negli at- garsi in luogo de' perduti soldati. E così
ti pubblici il soprannome al di sopra del perciò ascritti per aspellare, ed entrare
nome,dal che venne poi quel vocabolo bel- alleopporlune vacanze, vocalivos vocan-
lo e formato. Il Du Gange nel Glossa riunì, les,etadscnptitios pur li chiamavano. Per-
che ha molto disputatosuquesta etiuìolo- tanto nella primitiva loroislituzione, i so-
già, porta in fine l'esempio col qua!e pre- j»tannumeri d'un numera lo cor pò riguar-
tende dimostrare, che sopì annonii si seri- i dali, hanno essi diritto di succedere l'u-
200 S OP S OP
no tiopn l'nlfrn ni vacnbile pnslo n oftìcio dosio TI, rlporfate nel Codice Teorlo^lrt-
(li cui sf)M() in fi'^pctl.'iMva; coineloantiche //o,iie lifcMiiòduedi Giiislidiaiio 1 o Carli'
y4.<;i)fttativ(' [dcWc quali riparlai a Data- ce Giustinianeo, in f|iie'>to, legge s.'', tit.

RIA apostolica) ecclesiastiche a' benefizi, de Cnslrensian. et niinistcr, fu prescrit-

che si concedevano a coloro che veniva- to: Che se taluno, oltre il numero stabi-
noabiiifati alla successione de'benefiziec- lilo,per ispecial grazia sovrana un grado
clesiaslici dopo la nìorteo promozionedci avesse impellalo, tal soprannumero [)ei'
pioprietari, ed equivalenti alle sopravvi, l'ullirao si collocasse e ritenesse nel ruo-
veiize laicali. Da ciò deriva la dilForeiiza Io de'già stabiliti. Nella legge poi jJ^ del
e la miglior condizione de-1 soprannume- tit. de prox. sacr. scrin., venne stabilito:
ro addetto a un numerato coipo, in pa- A ciascuno che milita ne'sagri o palatini
ragoiiedel semplice coadiutore, investito udìci, sia conservato del suo luogo il ine-
della Coadintoria[r.).ha quale per isti- rito, e tutti coloro che si trovano oltre il

tuzionede's. canoni concedendosi perso- numero degli stabiliti, secondo il proprio


slenere le veci del coadiuto talvolta fatto grado e secondo l'ordinecol quale furono
impotente da molti afTari che deve trat- scelti, in mancanza degli stabiliti abbiano
tare,ovveiodairetàodacagionevolesalu- luogo;in guisa tale che a niuuo adatto sia
te, non è propriamente che temporanea, lecito, essendo di tempo posteriore, di am-
e durante la vita del coadiuto, meno che bire il posto del precedente. Da'quali te-
vons,\aah\\\[aì.o, Clini j are fulnraesucce.?- sti cìùavo apparisce \\ j'tis siiccedendi, che
sionix. Al contrario i soprannumeri non secondo l'anzianitàgodonoi soprannume-
abbisognano di taleespressa condizione e rid'uà corpo militare o civile, se da spe-
dichiarazione per succedere alle vacanze sovrano nominati. Ciòas-
ciale rescritto
delcorpocui sonoaddelti.I soprannume- Sicurano maggiormente commentatori i

ri per loro istituzione non sono dati ad u- del Codice Giuslinianeo, conie Perezio e
na fìsica e individua persona, ma invece altri, il Cujacif), Opere t. 2, p. 3 1 5, di-
a un corpo morale di certo e fìsso numero chiara: Vacando uno de'stabili li, nel di Io-
composto. Il quale mai cessando e malve- ro numero subentra luiode'soprannume-
nendo meno pe' mancati suoi individui, rari, cbe per ordine di tempo sia il piìi an-
nel loro posto e numero i soprannumeri Finalmente il Fornerio,ó\?/e(7/o;va//,
tico.
necessariamentesucceder debbono a rim- riportati dall'Ottone nel The.umr. Uh.
piazzarli. Altrimenti le idee d'un nume- Roin. t. 2, cap. 2 r, interpretando un pas-
rato corpo morale e di soprannumeri del so canonico del concilio di Cartagine, per
corporimarrebberoalleratenellaloroua- cui sono unisone su questo punto le leggi
tura e nelle necessarie loro conseguenze, civili e canoniche, conferma altrettanto
Anzi i soprannumeri sostenendo intanto con dire: Avvi una certa prerogativa de-
degl'impediti il peso e l'officio gratuita- rivante dal tempo, per la cjuale appena
appunto della
niente, in correspetlivitìi ciascuno venga pel i. "ascritto ad un colle-
gratuita loro opera era ben giusto che in gio, ad una chiesa, ad un magistrato, o
premio ne avessero una sicurezza a succe- all'esercizio d'altro onore, tutti gli altri
dergIi,ove venissero i numerati a manca- colleglli precedono nell'ordine di sedere e
re. Fu quindi che l'uso de'soprannumeri di dare il suo parere voto. Da principio,
riconosciutosi, pegli esposti motivi, anche quando i chierici si ascrivono a qualche
utile negli altri corpi morali, perassicu- chiesa, in essi riguardar si deve l'erudi-
rarne ad essi '\\
jus succedendi, massime zione, le doti dell'ingegno, e l'integrità dei
quando eletti enominati dal sovrano, di- costumi. Ria quaudo già in un ceto siano
versi imperatori romani emanarono ap- statiammessiaffinchètutto turbando non
positeleggi. Senza ricordare quellediTeo- si sconvolga, si attende al soloordine del-
SOP SOP 20t
l'ammi<sione e del tempo. Anzi ne'culle- non merilavnno concedersi. A Memoria-
j»i per In molle del prossimo pieccdtnte mo notai quanto furono circospetti diver-
avviene quella sinrogazione, in cui veruri si Papi in fare Rescritti (/^) in simili cir-

riguardosi lia alla dignità pei sonale,ecia- costanze come pericolose. Altri Papi fu-
senno ascende al posto, che superiormente rono ripugnanti di»concedere sopratmu-
gli a[)parliene. Della qnnl sos-titir/.ione o merati e coadiutorie, non solo per non le-
surrogazione dee intendersi ciòchestabi- gare le mani a'successori, e impedire di
lirono gl'imperatori nella legge 7.^ <i?e^ro- provvedere alcuno alle vacanze, ma per
xini. sacr. .?rr;«.Sul fondamento di posi- evitarele conseguenze che talvolta deri-

tive e savissime leggi, anche nella curia va no di 'sopra n numera ti concessi a giova •

romana e nella coi te pontificia e suo go- nicheancora non abbianodatosaggiod'i-


\erno temporale, eziandio per costante iloneità, perchè talvolta alcuni di essi as-
consuetudine, soprannumeri per sovra-
i sicurati della futura provvista, poco si cu-
na nomina eletti e addetti segnatamente rarono di studiare e di condursi lodevol-
ad un corpo morale o collegio qualunque, mente. Delle diverse specie de'soprannu-
succedono 1' uno dopo l'altro al vacmte ineri parlai a'ioroarticoli, anchedi (|uel-
posto o oHlcio, di cui furono in aspettati- li d'onore; come i Protonotari apostolici
va, secondo l'ordine della rispettiva loro (/^.) soprannumerari non partecipanti; i

anzianità risultante dalla data della loro maestri delle reremoiiie pontifìcie [f'')
nomina. Non debbo tacere, sebbene stret- soprannumerari; e per la famiglia pon-
tamente pare che non riguardi sopran- i tificia Camerieri del Papa{f^.) sest^re-
i

numeri, ma almeno per analogia d'argo- ti soprannumerari in abito paonazzo, ed


mento, che si legge nel n. 3c) del Dia- 1 4. i camerieri segreti soprannumerari di spa-

rio (li Roma del 1726, un editto del se- da e cappa; Cappellani (^.) comuni
i

gretario di statodi BenedeltoXin,de' o i soprannumeri, ed Bussolanti (/^.) so- i

luglio, d'ordine del quale: A nniilla e revo- prannumeri. Leone XII nelle norme per
ca tuttelesoprawiveoze, aspettative, pre- le giubilazioni e pensioni civili, nel 1828
tese e asserte coadiutorie, o altre simili fece dichiarare, colmoto-proprio riporta-
graziesopra impieghi, ufìlzl, cariche civili to nel t. I, p. 3oi della Raccolta delle
o militari, odi qualsisia denominazione leggi: I soprannumeri non computano gli
e qualità, date dal Papa medesimo o dai anni dell'alunnato a loro favore per le giu-
suoi predecessori, con brevi, chirografi, bilazioni, a meno che non prestino servi-
moto- propri e rescritti; intendo il Papa, gio attivo e continuato. E Gregorio XV [

che nelle vacanze de' sopraddetti impie- nel 1834 fece pubblicare la disposizione
ghi, uHìcie cariche civili e militari, e di al- riportata a p. 4 f'^l t. 8 di detta Raccol-
tre qualsiasi qualità, debbano provve-si ta: Per provare soprannumeri il servigio
i

dere soggetti di maggior merito; non e-


i attivo e non interrotto nel tempo dc'no-
scindendo però quelli che aveano ottenu- viziati e alunnati negl'impieghi civili, ad

to simili grazie, ma clie siano considerati ertettod'incominciarea computare gli an-


cogli altri concorrenti, e non sia loro at- ni utili per le giubilazioni o pensioni, oc-
tribuito a demerito l'averle preventiva- correre un certificato dell'autorità gover-
niente procurate. Questa revoca avrà a- native con citazione degli atti e documen-
vuto le sue buone ragioni, e forse molti ti d'odìcio. Dirò per ultimo, che il Cecco-

aveano abusalo dell'eccellente cuore e in- ni, Istituzione de' seminari vesco^'ili, a p.
nocenza di CenedeUo XIII eletto a' 2f) I o I e seg. ragiona de'soprannumerari se-
maggio 724; nel bollore dell'esaltazione
I minaristi, che deve scegliere il vescovo,
e ne'primordi del pontificato, probabil- ilelle provvidenze prese su di loro da'con-

mente sarà slato s(jrprosu Con richieste che r.ilii provinciali, e dal ordinale di York

VOI.. IXVII. • 4
207. SOR SOR
per la (lloccsl <1i Frascati, <1ella pngn dei re, di 4 beneficiali, e di altri preti e chie-

loro alimenti, del loro obbligo di servi- rici addetti al servigio divino. I canonici
jc perpetuamente alle proprie diocesi, e hanno il singoiar privilegio della mozzet-
reintegrazione in caso contiaiio. la di velluto in seta rossa conie quella del
SOll.Tilolo volga reequi va leu te a quel- Papa, e nell'inverno usano lecoppc; be- i

Signore ( A'.)abbreviato, ovvero prò-


lo di neficiati hanno la mozzetta di seta pao-
venienleda Str o Messere (^f^.), o meglio nazza. L'episcopio è attiguo alla cattedra-
forse derivalo dal Sior de' veneziani, vo- le, ed ha vicino l'ospedale. Vi sono le col-
cabolo che usano per Signore, con elider- legiate dis.Restituta, e di Bartolomeo
s.

si la lettera /".
nella quale vi è un ss. Crocefisso donato
SORA.SedevescoviledellaPaflagonia dal cardinal Baronio;5chicse parrocchia-
nell'esarcato di Ponto, sotto la metropoli li col s. fonte, le monache benedelline, le

di GaiigreSj eretta nel V secolo. Ne furo- suore deJla carità, i religiosi passionisli in

no vescovi Teodoro che fu al concilio di ritiro suburbano, il seminario, il monledi

Calcedonia, Olimpio sottoscrisse la lette- pietà, diverse confrat ernile che distribui-
ra che il concilio di Paflagonia scrisse al- scono annue doti alle zitelle, e scuole di

l'imperatore Leone, Giovanni ai canoni belle lettere, nonché uno stabilimento di


in Trullo, Teofane al 7.° conciliogenera- arti e mestieri. Vi un ripulatocollegio
fu
le, Foca air8.°, Costantino al conciliabo- di gesuiti, ma di recente fu in Aipino,che
lo di Fozio dopo la morte di s. Ignazio. appartiene alla diocesi, eretto il collegio
Oriens chr. t, i, p. SSy. Sora, Soren, è Tulliano, e venne aflìdalo a'medesimi ge-
ora un titolo vescovile in parlihus, sotto suiti. Di altre case religiose, luoghi sagri,
il simile arci vescovato dio angreSjChe con- e opere pie di Sora, ne tratta il p. Tuzi

ferisce il Papa. nelle patrie Memorie. Di Sora sono prin-


SORA [Sornn).Q.\\.\.l\ con residenza ve- cipali pi oletlori ss. Casto e Cassio mar-
i

Terra di Lavoro, provincia


scovile della tiri, vescovi delle loro patrie Calvi e Si-
del regno delle due Sicilie, capoluogo di nuessa;s. Giuliano di Dalmazia martiriz-
distretto e di cantone, distante da Roma zato in Sora ove il corpo, ed è
si venera
miglia 6o,e poco più di altrettante da Na- protettoreanche d'Alino; s.Resliluta pri-
poli, giace in fertile pianura, sulla spon- maria proIeltrice,vergine e martire roma-
da destra del Liri o Gariglianoda cui è na, che ivi dopo aver propagata la fede
irrigata, spalleggiata a ponentee tramon- allesponde del Fibreno, ora Carinello o
tana da un moderalo braccio dell'Apeu- Camello, nel III secolo ebbe la palma del
nino. E' sede d'un giudice d'istruzione, martirio sotto Aureliano, e le sue ceneri
cinta da vecchiemura, difesa da un castel- sono nella suddetta collegiata,ch'è la chie-
lo munito, assai bene fabbricala; ha ima sa più antica della città, con preposto e ca-
bella fontana in mezzo alla città, la piaz- pitolo. Il martirologio romano registra al-
za maggiore ricevè con qualche edilizio tra s. Reslituta, puie vergine e martire
alcun abbellimento, essendo alquanto or- sotto Valeriane in Panizaro nell'Africa. Si
nata la porla settentrionale donde si va ai narra che il suocorpo abbandonato sopra
suburbani santuari dedicati alla B. Ver- una cassa piena di sostanze combustibili
gine, e chiamati di Valfrancesca e di Vai- e di sassi, miracolosamente appiodòa s.

ladice.La ca ttedraIe,ottimo ed ifìcio,è sot- Montano, ove Lucina gli die sepoltura o-
to l'in vocazione della B. Vergine Assunta, norevole e gli eresse una chiesa, comedi-
con baltisterio, insigni reliquie e cura d'a- cesi nel breviario napoletano. Altri voglio-
nime. Il capitolo si compone della digni- no che prodigiosa mente nel Sa j sia appro-
tà del primicerio, di i 3 canonici comprese dato nell'isola d'Ischia, di cui è princi-
le prebende del teologo e del penitenzie- pale prolellrice, e che si veneri in una
-

SOR SOR 2o3


cliicsina Ji Lacco Altri pretendono elie il ove a preghiere del marchese Uberto si-
suo corpo fosse trasferi tei n Napoli (la II iin- gnore di molti luoghi sa bini,eresse un mo-
peialoreCostanlinoiltìrrt/u/r, nella cliie- nasteronelgSG in onore del ss. Salvato-
sa da lui edificata, indi unita alla catte- menzione a S Aniiv.*, e fu do-
re, di cui feci
drale. Ilo voluto riportare cpiesti cenni, tato dal marchese di molti beni: di altri
perdistioguerela diversità delle due san- monasteri fondati inSabin;i dal san to,trat-
te omonime, perchè fu da alcuno contra- tail p.Tuzi;di altri ne parlai alla biografia,

stato a Soia \\ pregio di possedere il cor- in uno a quello celebre di Trisulti, di cui
po della I /, e che prima in
fosse portato parlai nel voi. XX, p. f)o,XX VIF,p. 3
i r
7,
Roma e poiiu Francia, perdono fatto da avendone pureeretti altri nella medesima
Papa s. Leone IV all'imperatore Lotario jiroviiic adi Campagna, non che di quello
I; ma questo coipo fu d'altra s. Restili! di Cocullo rinomatissimo, come esente il
la martire e di cui parla Rollando. Altro territorio da animali velenosi, da lui edifi-
p.itrono di Sora è il celebre s. Domenico cato colla chiesa di s. Pietro del Lago iti

( chiama-
A'.)di /^o/;^'2o(/^'.)benedeltino, Cocoglia nell'Abruzzo, al qualeconcesse-
lo abbate di Cocullo e detto anche di So- ro possessioni Teodino Rerardo e Odori-
la pel rinomalo monastero e abbazia che sio conti de' Alarsi, di Valve e dello sta-
vi fondò cove venerasi il suo corpo, di- to di Valeria. I morsicati da'cani rabbio-
stante circa due miglia o meno dalla cit- si o da'serpenti, con successo si recanoa
tà, in luogiO pianOjOveil Fibienoentra nel Cocullo per guarire, per l'intercessionedi
Liri,nel sito in cui fu già la villa di Tul- s. Domenico. Pielrofigliodi Piainierocon-
lioCicerone, ov'egli e Quinto suo fratello te di Sora e di Arpino, considerando die
naccpicro, sebbene della celebre città di idominiisi mantengono piùcolla religio-
Arpino loro patria e 3 miglia quasi lun- nee moralità, che colla forza e avveduto
gi. Il santo nacque nel 90 i, fu educato governo, pregò s. Domenico a edificare un
e istruito nel monastero patrio di s. Sii ve- monastero nel suo contado, ed egli l'esau-
stro.pois. Spirito, ed aspirando a vita più dì nel io i I nel luogo ricordato, intitolan-
perfetta, mossodalla fama del monastero do la chiesa all'immacolata Concezione di
di rigorosa osservanza, edificato in onore IMaria Vergine. Finita la fabbrica, s. Do-
della R. Vergine sotto 1' ubbidienza di menico si ritirò mezzo miglio lontanoin
quello di Monte Cassino, vi si trasferì nel cima al monte che gli è rimpetto, chia-
q74ai'cevervi monastico dall'ab-
l'abito matola Pietra deH'Imperaloie.ora Mon-
bate Dionisio oDonnoso. Quel monaste- te Montano, ove costruì un tempio alla
ro era situato in Sabina nel luogo deno- ss. Trinità. Siccome nel monastero dell.i

minato Pietra del Demonio, da un'antica Concezione il dello conte Pietro a persua-
statua del falso dio Animone (il piìi an- sione di Dodasua moglie e figlia delcon-
tico de'soprannomi come leggo
di Giove), te Odorisio v'introdusse alcune religiose,
nel gesuita p.Tuz'ì, IlIeriiorie(iiSora,p. s. Domenico ottenne che fossero trasfe-
Questa opinione sulla dei"ivazione di
/{'). rite dentro Sora, e nel monastero vi pose
Pietra Demone mi sembra più probabi- i monaci benedettini suoi discepoli, ed a
le della riportata nel voi. L\, p. Sge 40) preghiere del conte Pietro ne assunse la
uvl- ne parlai con altri. Nella biografia di carica d'abbate. Dipoi il conte Pietro nel
s. Domenico però dissi con altri che il io3o donò al monastero o abbazia molle
monastero si chiamò pure s..\mmone. Nel possessioni, molinie ville. Il santochiaro
()8o il santo passò a Monte Cassino sotto per miracoli, nell'anno seguente ivi si ad-
l'abbate Aligerno, esuccessivamente tor- dormentò nel Signore, ed il corpoda'mo-
nò in Sabina a fare aspia penitenza sul- nnci, da'sornni earpinali, fu con gran di
la cima d'un monte presso Scandriijlia ,
vozionec lugrimesepoUo nella chiesa,col-
e

'>o\ SOR SOR


locandosi poi sotto l'altare maggiore del mito Clemente XI la ritenne insieme a
chiesa sotttuanea; e Dio operò innu- cpiell a diCnsa mari; e siccome per la chiesa
la

merevoli prodigi a snaintercessione,ricor- di cpjesl'abbazia mandò da U orna una cap-


rendo al santo nt'U'inteniperieatmosferi- pella di scelti marmi, coO per la chiesa
clie i circoslaiili [)opoli, con mirabile efli- dis.Domenico fece irnsonluosoaltarecoa
cacia nllorcliè fanno suonar la campana urna per riporvi più decorosamente le.^ue
della chiesa. Da questo conci lladini foli-
i reliquie, dopo la ricognizione fatta alla
gnati, mandavano a'monaci ogni anno 5 presenza del fratello del Papa d. Orazio
fiorini e una pezza di panno di lana per ve- appositamenteinviatoaSora. Inoltre Cle-
stiario loro,e le funi per lecampane della mente XI vi spedi una colonia di Trap-
chiesa, ove riposa il corpo del gran santo pisli tratta da Bonsolazzo in Toscana, i

concittadino. Queste notizie avendo io quali poi dovettero riunirsi ai trappisti

pubblicato aCAMPA^A,ed avendole lette i pure stabiliti in Casamari, abbandonan-'


di voli folignati, esemplarmente ripristi- do il monastero di s. Domenico per man-
narono con decreto l'oblazione interrot- canza di rendite, poiché i beni dati dal
taedimenlicata dalle politiche vicende, fondatore Pietro di Rainerio erano stati

me nediederograzioso avviso, per cui nel- convertili in dote di una commenda che
la biografia di s. Domenico celebrai il rin - conferiva il re delle due Sicilie ad un car-
novato costume, acciò le loro campagne dinale, come negli ultimi tempi fece il re-

fossero come prima preservate dalle tem- gnante Ferdinando II , che con diploma
peste. Landoiie figlio di Laudone senio- del I 83 I la conferì al cardinal Lodovico
re conte di Sora, nel loySdonò al mo- Micara. Già essendo abbate mitrato dei
nastero il castello di Schiavo nella dioce- trappisti diCasamari il p.d. Sergio Micara,
si di Sora. In seguito l'abbazia dis. Do- stalo eremita camaldolese di Monte Co-
menico ricevè molti privilegi da' Papi, che rona e nominato da Leone XII, ottenne
la dichiararono immediatamente sogget- nel 1834 dallo stesso re la restituzione
ta alla s. Sede, e da molti signori, e di- del monastero e chiesa di s. Domenico ri-
venne una delle più celebri e più ricche masta deserta perchè non appodiata alla
della provincia. Gli abbati ampliarono e commenda, e vi ristabilì monaci trap- i

abbellirono il monastero, vi edificarono pisti di Casamari dipendenti dallo stesso

a difesauna torre e altri muri furti come abbate p. d. Sergio, come ne'lempi an-
un castello, onde alcuni scrittori la chia- teriori. Ma morto il cardinal Micara, di-

marono Villa di S.Domenico di Sora. Co- venuto decano del sagro collegio, il re Fer-
me poi dirò, Pasquale li ne consagrò la dinando II nominò abbate commenda-
chiesa solennemente. Con diploma del- tario di s. Domenico il cardinal Pasqua-
l'imperatore Federico li re di Sicilia, e le Gizzi,e cessato di vivere ancor questi,

con bolla di Papa Onorio III, fu il mo- donò in perpetuo la commenda al capi-
nastero e la chiesa nel 1222 dati ed uniti tolo della basilica Vaticana, che ne gode
a quello non meno celebre di Casamari le rendite, già proprietà de'canonici, cioè
(fondato da un discepolo di s. Domenico,, circa scudi 35o annui, consistenti la mag-
e che da'benedettini passò a'cisterciensi), gior parte in canoni, e col solo obbligo che
nella diocesi di ì'evoli[f.), eoa dipenden- poi dirò, restando sempre a' monaci la
za dall'abbate stesso di Casamari, il quale sola proprietà del monastero e chiesa di
viene nominatodallas.Sede; ma in seguito S.Domenico, il cui corpo è sepolto nel sol-
restò chiuso per circa S secoli. Per le con- terraneo della medesima, sottoposto al-
tingenzede'lempijCessati i monaci, l'abba- l'antica chiesa gotica, che caduta in rovi-
zia fu data in commenda,e fra gli altri car- na cercano oggi monaci trappisti riedi-
i

dinali l'ebbe il cardinal Albani, che dive- ficarla, confidando nelle limosinc e pie-
SOR S OR 2o5
tà ilcTedeli, ed i lavori dui i 8)2 sono in limo del triumviro M. Antonio, il quale
cosliir/ioiie. La fosla del santo vi si cele- a lui domandò un antidoto per la sua fa-
bra cou fervoioso concorso a'22 gennaio, mosa Cleopatra e proporzionato all'itifer-
e per cura degli slessi tuonaci trappisti si mità dell'eccessiva libidine da cui brucia-
sta ora scrivendo la vita di s.Domenico va, e la guaiì; tre Deci che perla patria
i

dal eh. edotto p.d.LuigiTosti monaco be- si sagrifìcarono nelle guerre in favore dei

uedeltino in.Monte Cassino.Si legge nel u. romani; Attilio Regolo che s'immortalò
1 34 del Giornale di Roma deli85o,uno pel supplizio de*carlagiuesi;L. Menimi ei
splendido elogio della religiosità e gran- suoi discendenti,ecomede'due preceden-
dezza d'animo del regnauleFerilinandoII ti molti di loro stirpe; Pietro Gio. Paolo

re dellediieSicile,pnbljlicatoda mg. '".Ma- Cantelmi duca di Sora valorosissimo, che


rino .Marini segretario del capiloloVatica- abbandonato Ferdinando I d' Araijona,
uo, per avere a questo ceduto in perpetuo co' suoi sudditi favori e guerreggiò per
la commenda dell'abbazia di S.Domenico Carloil'Angiò; Giacomo Valente che nel-
di Sora, anche a testimonianza della sua la ribellione diMassaniello liberò valoro-
sovrana compiacenza, che il capitolo me- .«.amente l'invasa isola di Sora da quegl'in-
desimo aves>e a'propri diritti rinunziato surti. Vennero fregiati della dignità car-
sull'altra di s. Salvatore di Bosco, della dai ilizia, Rofhedo dell'/yo/.z (/'.) diocesi
quale coll'annuenza pontifìcia fece l'au- di Sora , che pur dicesi arpinate perchè
gusto re uso a vantaggio delle diocesi vi- l'Isola fu già territorio d'Arpino; e Cesare
ciniori. E siccome il re per sua divozione Baronia {/'.) di Sora che io tanti luoghi
desideròche ogni giorno si celebrasse nel- grandemente celebrai, nato da Camillo e
la basilica di s. Pietro la messa secondo da Persia Fahoma, principe dcgl'istorici
la sua intenzione,e ogni anno vi si t'esteg- fccleaiaftici, pel quale ipialunque elogio
gia>se la memoria di s. Ferdinando 111 con è poco. Fra quelli elevati alla dignità ve-
messa pontificale, a questa solennità die Geraldo dottissi-
scovile, farò ricordo di
principio ai
9 giugno il cardinal IMario mo, nel 202vescovodiFoligno,nella qua-
I

Mattei arciprete della basilica nella cap- le fu nel 5(.)6 governatore il sorano M.
I

pella del coro, coll'intervento dell'intero Antonio Aquila; fr. Domenico minore os-
capitolo, e l'assistenza del marchese Ca- servante, nel 3c)g vescovodis. Marco, del
I

gliati incaricato d'affari del re presso la qual ordine fu fr. Bernardino vescovo di
s. Sede. Sora vanta molti illustri, e netrat- Ravello nel 52g; Orazio Ciceione eccel-
i

tano il p. Tuzi, e lì Ricchi nel l\alio de- lente letterato e vescovo di Ferentino,mor-
gliuomini illuslride'volsci, cap. 23. Prin- tonel I tìo3; Giulio Cai volo fu vescovo nel
cipalmente sono celebri L. Pretore sora- 1G08 per Paolo V; Antonio Carrara ve-
uo di singoiar valore, fatto morire da Sii- scovo di Fondi. Il p. Albertino Carrara
la con 200 altri cavalieri, per essere cit- gesuita, letterato e poeta, autore del f'^iog-
tadino di Sora e amorevole di C. Mario gio del Colombo dell'Indie orientali j fr.

arpinale e 7 volte console di Roma; Pis- Antonio francescano riformato, nel 7 18 1

side augure; Q. Valerio assai erudito nel fu sagrificalo da'turchi in odiodella fede,
latino e nel greco, e uno de'più eccellen- avendone pubblicato la relazione il p. Tu-
ti oratori^ L. Gallo prode nelle armi; il zi. Sotto Aureliano pati il martirio s. Ci-
console Rarea, poi inclito proconsole di rillo con altri ^o compagni: la religiosa
tutta l'Asia, fiorito sotto Nerone, e come M.' Florida Roberti, nipote del cardinal
giusto e cristiano, nella persecuzione con- Carlo Roberti, fu di santa vita; il patrio
dannato a morte colla figlia Servilia; Ca- islorico p. Francesco Tuzi gesuita; il ser-
io fu celebrato ne'niarmi d'Ungheria pres- vo di Dio Pompeo Tuzi sacerdote, oltre
so Duda;niuuto celeberrimo medico, in- isurani divenuti vescovi della propria pa-
2o6 SOR SOR
Irla, ede'quali parlerò. Sora possieile fah- ca una lega al sud da Sora. La principa-
briclic (li panno, rinomatissima carlieia, le chiesa è arcipretura, dalla quale come
egUiiIcliiera mosse dal Fibreno. Grandio- vicariato foraneo dipende altresì il vici-

so è l'opificio del lanifìcio di Zino, vasto no Castelluccio, che trovasi al nord-ovest


il locale, mirabili lediveise macchine, ad presso la strada Verulana.
onta delle quali sonovi 5oo lavoranti. 11 Sora città prima tra le principali dei

Lirijdopo aver bagnato dintorni di So- i volsci,poide'sanniti,indi del Lazio, infi-


ra, discende al punto ove lo raggiunge il ne della Campania Felice oTei ra di La-
Fibreno ad accresceie le sue acque. Di- vorOjèstala lungameutesolloposta atan-
partendosi indi le acque in due rami, for- le e tali vicende di fortuna, che rovinata
mano due pittoresche cataralte denomi- e incenerila pure sempre risorse dalle sue
nate volgarmente cascatelle. 11 terrenoco- peripezie; il che non è piccolo argomen-
sì dall'onda circondato, venne appellato to dell'animo de'ciltadini non mai abbat-
Isola, e vi si rifugiarono i sorani ne'tanti tuto, dell' opportunità del sito giammai
disastri cui soggiacque la città. Vi si tro- cambiato, e della fertilità del suolo. D'an-
vano stabilite diverse manifatture, e fra tichissima origine, se ne ignora l'epoca e
le fabbrichedi carta merita specialemen- il fondatore; bensì fino da remoti tempi
zione quella delFibreno, fondatavi dal va- sfoggiò nel valore guerriero, che ben di-
lente meccanico Cai lo Lefevre. Questo in- mosliòsia co'volsci, sia co sanniti quando
teressante stabilimento si distingue per le fu da essi occupata, ambedue nazioni che
sue macchine, laonde con modi semplici per la tenace avversione a Pioma si acqui-
si vede eseguire formazione della car-
la starono il nome di nemici eterni de' ro-
ta, incominciando dalla macerazione del- mani. Reggendo vSora a'replicati loro as-
lo straccio, passando in dueminuli avan- sedi,venne finalineute espugnata nel 4o8
ti le macchine tolta si ammira la rapidi- diRoma,dopo la vittoria riportala dal dit-
tà del suo processo; succedendo progres- ta toreCam ilio sugli aurunci,quandoi due

sivamente la lavorazione nelle diverse consoli M. Fabio Dorsone e S. Sulpicio


macchine una attaccata all'altra, ove lo Camerino marciarono sopraSora con tan-
straccio macerato e pesto, rafilnatodal ci- ta segretezza e celerità, chei sorani si tro-
lindro, scoile con l'acqua, indi questa lo va rou o a II' i m p IO V vi so so rp resi e V i n ti . Per
lascia, segue la condensazione e forma- 3o anni Sora ubbidì Roma, ma insorta e
zione del foglio di tutte grandezze, poi la uccisi i romani, tornò ad unirsi co'confi-
prosciugazione mediante il vapore, in fi- nauti sanniti. Accorseioquesti da un cau-
ne la carta è formata da poterci subilo to per difenderla, e dall'altro il romano
scrivere. Si formano anche carte per pa- dilfatore Q.FabioRullano periicuperar-
rare le stanze, alle quali da ultimo s'in- la, che nel combattimento fece strage dei
liodushe pure la loro colorazione: inge- sorani e gran bollino, senza avanzarsi a
gnosa e complicata è la màcchina^ onde vendicarsi su Sora. Tornato nel seguente
procede la carta detta senza fine. La pros- anno all' impresa con [ìoderoso esercito,
similàdeirisola a'confini dello stato pon- dopo inutili sforzi lasciò la cura dell'as-
tificio avvantaggia il suo traffico eziandio sedio ai consoli C. Sulpizio Loiigo e M.
colla provincia di Campagna; e se gli sco- Pelilio Libone, i quali medianie un cit-
gli e le cascatelle continue del Liri o Ga- tadino fuggitivo poterono conquistare la
ligliano non togliessero ogni attitudine città. Puniti i più rei, lasciarono illesa la
alla navigazione anche delle zattere, lo mollitudine, e vi posero un presidio mi-
sbocco fluviale potrebbe accrescere col- litare. Ma scorsi appena 8 anni, ribella-
Tesportazionedi ottimo legname le pub- tisi i sorani e ucciso il presidio, scosse di
blichereudile. La distanza dell'Isola ècir- nuovo il S'OqO di Roma e si rimile in U=
soli SOR 207
beila, che non goilè luiig;mieiile. Dnppoi- compreso Sora facente parie di detto du-
cliè ì consoli t'omHDÌ aveiuiu iti due l)at cato, come afferma il p. Tuzi. Carlo Ma-
taglie campali scoiilìui totalineiite san- i gno do[)o avere distrutto il regno de'loa-
niti, tornarono facilmente a impadronir- gobardi e ampliato con donazioni il prin-
si di Sora} ma la rocca pel suo allo e a- cipato della chiesa romana,secondo le pro-
spro silo inespugnabile, dovè conqui- si messe di re Pipino suo padre, le donò
stare con molla talica. I romani senza \en- pure il ducato ili Benevento e di Spoleto,
dicaisi, determinarono di ridurre Sora a edel I ."nel 787 gliene consegnò una por-
coloniaromana^ e nel J^.'ìo di Roma vi zione dopo il trattato di pace concluso col
uiandarono 4ooo individui condotti dal debellato principe di Benevento Arigiso.
trdjuno Lucio Firmo, di cui nella piazza Il Borgia, Me/norie storiche di Beneveii'
di Sora vi è il monumento con iscrizio- /o t. I, p. 43> «ifcrisce che Carlo Magno
ne, e (la di essi molti della patrizia fami- donò alla temporale giurisilizionedella s.
glia de'Valeri. Quindi Sora fu parleci[)e Sede, in partibits Cainpaniae, leciltà di
de'privilegi e de' destini di R.oma, delle Sora, Arce, Ai(uino, Arpino, Teano eCa-
paci e delle guerre. Si distinse la gioven- pua. Aggiunge, che di Capua si ha do-
tìj soraua nella a.'guerra cartaginese, ma cumento che se ne pose in possesso Pa-
l'ardore guerriero dopoi o anni di perdi- pa Adriana I, ma
delle altre Sciita non
le si allievori pugnando per interessi non è ben certo se Papa ne conseguisse al-
il

suoi, e vedendo invasa da Annibale per lora il reale possesso, avendo Adriano [
vendella la patria; laonde fu Sora tra le pregalo il re a fargliele consegnare. Nel-
1 2 colonie elle rlcusaronogente e denaro r846 i Saraceni (/^.) sbarcali con Holta
a Roma per la continuazione della guer- numerosa a Fono romano, insultarono
ra, punite [)oi colla doppia somministra- prima Roma, e poi s' impadronirono di
zione di soldati e di stipendi, e di pagare tutta la Campagna di qua dal Garigliano
ogni anno il millesimo denaro. Augusto sino a Sora. Ma volendo da questa città
l'accrebbe con farla colonia militare, le passare avanti per depredare il monaste-
concesse privilegi, e poco dopo la nobili- jo di Monte Cassino, furono respinti du
tò col titolo di municipio. Dopo il deca- un'improvvisa e disastrosa inondazione
dimento dell'impero roma no d'occidente, del Fibreno. Questo giogo però de'mao*
soggiac(pie Sora con frequenza a triste vi- inetlani per Sora e per la Campagna non
cende, per lesuciessive invasioni degli e- durò lungo tempo, perchè assaliti e vinti
nili, de'goti, degl'imperatori greci, e nel dalle milizie di s. Leone IV, e da quelle
568 de longobardi. Dopo l'erezione dui di Lodovico II ede'napoletani, furono co-
ducato di Benevento de'Iongobardi, di cui strelli i barbari a lasciar precipitosamen-
riparlai a Sicilia, fu nel 702 circa assa- te l'Italia. Neir8j6 avendo il conte Lan-
li espugna la dal duca Gisulfo, con Ar-
la e dolfo di Capua da questa cacciato il fra-
ce e Arpino,e lultefuriosamente sacclieg- tello Landone, e avendone preso la pro-
giò. Tutta volta per le efljcaci ammonizio- tezione Guido duca di Spoleto, con po-
I

ni di s. Gregorio 11, il duca si ritirò da ta- tente esercito spogliò Landolfo della con-
li dominii. Per l'empio editto deirim[)e- tea, eia restituì aLandone; ma espugna-
lalore greco Leone 111 ì'I.saunco, contro ti duca per se Sora, Arpino, Alino e al-
il

le sagre immagini, avendolo s. Gregorio tri li aggregò al suo ducato. Sora


luoghi,
Il scoinunicalo,e sciolto i sudilili dal giu- ebbe poi il titolo di contea, e fra gli altri
ramento eda'lributi, verso il 726 Roma, ne furono conti Raniero, e Pietro suo li-
ilducato romanoe molte città della Cam- glio che lece du s. Domenico fondare il
pania Felice spontaneamente si assoget- suddetto monastero nel o Dipoi visse 1 1 r .

tarouo al dominio tempoiale del Papi ,


nel mouastcvo col santo, professando la
2o8 SOR S OR
vitanionaslic;i,iI ci!lfl)ralissiinoll(lel)r,'in- veslilura. Avendo dipoi il suo figlioGii-
<lo, iiuli cardinale e l*apa s. Grc^'o/Jo/Vy glieliiio I il />/rt/o per ingrandire i snoi
(f^.), che morì in Sdlcrno (/ .)ove si ve- clominii of;cupalo fra le terre dellaSe- s.

nera. 1 Noniianni (^•) avvetiliirieri ve- de viciiioa Sora,Ceprano e Banco, il I^a-


nuli nella Puglia, col loro valore caccia pa Adriano IV procedette contro diluì
rono da molti luoghi greci e saraceni, e non solo cogli anatemi, ma colle armije
ne divennerodominatori, in uno alla iS";- poscia ricevendo la restituzionedell'usui-
cilia, ricevendone l'investitura da'Papi, pato, si pacificò e l'investì del regno del-
per l'alta sovranità che aveano sulle due le due Sicilie, col solilo giuranientodi l"e-

iS'/6';7/e', con giuramento di fedeltà eannuo deltàedi o(naggio. Adriano IV neli i55
censo. Anche Sora fu sottomessa e domi- avendo onoralo di sua presenza Sora, co-
uata perqualche tempo da'norinanni;ri- me notai nel voi. XI, p. 253, consagrò
cuperata nel Of)9 I da'figli di Gerardo piìi solennemente la cattedrale a'2 oìaggio, i

coll'inganno che colla forza, dopo un as- in onore dell'Assunzione al cielo della I*.
scdio di 7 mesi, alcuni [)rincipali agevola- Vergine e del |)rincipe degli apostoli s.
rono furtivamente l'ingresso a'noi manni. Pieti o. l'assalo appena un anno, Soi a eh-
Passati appena 4 anni, da Ruggero duca he a piangere amaranienle nuove rovine,
di Pugliaefiglio di Guiscardo fu datami- imperocché nel maggio 56 ucciso dai i i

seranienle alle fiamme, in cui arsero col- nemici Simone suo primario cittadino, il
lecasede'cittadini ancora ^chiese. In que- suo figlio Simone trasportato <la furiosa
sto deplorabile slato neli io4Papa Pa- vendetta, forzata la città con nnmei'osa
.squale il non poco la consolò, poiché re- truppa, la mise barbaramente a sacco, a
duce dalla l'uglia volle passare per Sora, ferro, a fuoco, restando solo illesa per mi-
accon)pagQato da gran numero di vesco- racolo la chiesa di s. Restituta, perchè ivi
vi, arcivescovi e cardinali, especialmenle riposavano col suo i corpi di altri martiri,
daGregorio contedi Ceccano,che dapper- in tempo di guerra quivi per sicurezza na-
tutto lo trattò con reale magnificenza, Simone, ribellatosi aperta-
scosti. Jiioltre
Feiriiatosi il Papa nei monasterodi s.Do- mente Guglielmo 1, occupò la rocca si-
a
menico a'22 agosto solennemente consa- tuata sul monte e delta Sorella, dove con
grò la chiesa della B. V^eigine; e perchè valido presidio e ogni specie di munizioni
la dedicò ad essa in uno a s. Domenico, e di viveri si fortificò e la rese inespugna-
congiunse laconsagrazione d'un Itm-
così l>ile. Dopo un anno di vigoroso assedio,
pioelacanonizzazioned'unsanto. Si vuo- abbandonar-
l'esercito regio fu costretto
lechePasqualellconsagrasse purela chic- lo.Divenuto re Guglielmo II il Buono,
sa di s. Restituta. Ruggero I riconosciuto perdonò il ribelleSimone, e colle terre vi-
\)evvedi Sicilia dall'antipapa Anacletoli, cine gli concesse Sora aiTuichè la facesse
contro Papa Innocenzo li, nel i i4opor- risorgere dalle sue ceneri. Simone risto-
tatosi a Sora, già ristorata dopo l'ultima rate le ciiiese, riedificate le case, riuniti

catastrofe, se ne impadronì con tutto lo i dispersi cittadini, divenne il fondatore


statofinoa 6VyD/v//jo. Perciò ilPapa si ac- della patria che avea distrutta. Investito
cinse a rintuzzar l'orgoglio di Ruggero I l'imperatore Enrico due Sicilie VI delle
che avea scomunicalo, colle armi tempo- da Papa Celestino Diopoldo o III , fece
iaii,che in persona condusse contro di lui. Dropoldo castellano d'Arce, e Corrado di
Ma egli fu vinto e fatto prigione dal re, Merlei castellano di Sorella rocca di Sora.
il quale si prostrò col figlio a'suoi piedi, Nel i 208 d'ordine di Papa Innocenzo III,
lo riconobbe per Papa, e gli chiese perdo- ricupeiatore de'dominii usurpati alla s.

110; per cui Innocenzo II l'assolse, lo di- Stii\*i, il sorano cardinal Rolhedo dell'/-
chiaipie delle due Sicilie e glieueUièl'iu- svia abbate di Monte Cassino, stimolalo
. ,

SOR S () R 209
ancorn l]i\' Conti (f.) paienli del Papa,o sialo, dato in Spira iieli?, ij: Cantale So-
dui propri, segretamente riiduiiò uii'ar- runa cnin rocca Sorella, Arjìiiio, Arce
mata, in unoa'baroni convicinie a'signo- Fontana^ Pascilo , Solido, Brocco, Rocca
li d'Aquino, la quale fu ralFoizata dalle de vino, qnas diiduni libi conccssinius
milizie ponlilìcie, comaiulale dal caniei- ci ìiacrcdibus Ittis cmn Insula, ci Castel'
lengo Stefano da Ccccano ili Fos^^a iS'uo- luccio, et terra JoannisPo'^ani, qnas libi
va poi caidinale. Rollredo aH'iuiprovviso conccssinius in baionia s. Runianae Ec-
coli l'esercito e l'intelligenza de'suuicon- clesiae.W Dorgia, Difesadeldoininioteni-
giuuti sorprese di notte la patria, onde poralc della Sede apostolica nelle due
Corrado allora conte di Soia appena eb- iS7t///V,a p. 2i8e3G4, non solamente li-

Le tenipodi rifugiarsiinSoiella. Ivi stret- produce il giuramento reso da Riccardo


lamente assedialo, dopo pochi giorni si contedi Sora pel suo contado a Innocenzo
rese prigioniero, indi liberato quando le- Ili e alla chiesa rfjinana d'omng;:;io ligio,
ce consegnare al detlocamerlen',o la roc- ma osser\ a che il giuramento divenne pic-

ca d'Arce. Il Ricchi attribuisce il 1 icupe- namente ligio verso della Chiesa per esser-
ro alla chiesa di Sora, al cardinal l'ietro si Federico II come re di Sicilia abdica-
Ar9W,rettorediI\Iarittin)a e Campagna, lo il'ogni diritto sul contado di Sora,fa-
perchè forse vi avrà contribuito. Do[)o lai cendone ampio dono alla nìedesima, dai-
conquisto Innocenzo illsi trasferì a Sora, la fjuale volle che Riccardo di li in poi u-

donde scrisse a Filippo 11 redi Francia, nicamente lo riconoscesse. Indi pubblicò


ricevè sotto la sua protezione s. Maria del il documento tratto dall'archivio Valica-
Fiunie Ceccaooa'aq agosto, e nel par-
di no, il quale spiega eziandio luoghi che i

tirne nelasciò il dominio a Riccardo Con- allora appartenevano al contado di Soia,


ti suo fratello, chenel monastero di Fos- cioè il detto diploma di Federico II.Tul-
sa Nuova già era stato solennemente a lociò già toccai al citato articolo Co.-vri,
suonodi trombeproclamatoconte di So- dicendo come Federico II ingiu>lameiite
ra,per mezzo d'un protonolario delegalo econ ingratitudine a Innocenzo II li^P .),
a questo edetto da Federico li redelle due spogliò Riccardoj tlella contea e stato di

Sicilieefigliodel defunloEnrico Vl,e ciò Sora suddescritto, siccome tutto intento


per quanto notai nel voi. XXXV. [>. a8 i ad abbattere la [)otenza de'baroni napole-
Durò Uiccardo nella signoria nel pontili- tani. Equi aggiungerò, che nel 288 iCo/t- 1

catodelfratelloein pai tedicpiellodclsuc- li delledue linee


Valniontone edi Po-
di

cessoreOnoriolll.il Ratti, /-^<'//^7/}/Mi/g//a li fecero istanze a Papa Nicolò IV^perla

»Syòrzat. 2, p. 220 6 23 I, facendo la storia reintegrazione della contea e>tatodi So-


di casa Co«//, racconta che essendosi ri- ra, come beni appartenenti all'eredità di
bellato a Federico 11, Corrado conte di Riccardo loro avo. Il Papa destinò giu-
Sora e castellano della rocca, fu tra gli dice di (piesta causa il cardinal Gaetani
altri spedito contro di lui Riccardo, che poi Ijonifacio Vili, ma l'esito pare che
avendo ricuperata la città e fortezza, a- non fosse fdvorevole,giacchè la contea non
\end()giàdal re ottenuto il titolo di con- fu più riacquistata da'Conli.
le, il Papa gli die il dominio e l'investi- Papa Gregorio IX scrisse alte città di

tura dello stato di Sora, e riporta il gin- Sessa e di Sora, ornandole con molte pre-
ramento di fedeltà reso in Ferentino a'G rogative, e allettandole alla soavità del go-
ottobre 1208, con omaggio ligio. L'inve- verno ecclesiastico, mentre era in aperta
stitura il Papa Veie'^ui, per cuf}fjiini ar- inimicizia collo scomunicato Federico 11.
genleani dcauralani, alla presenza di di- I sessani però a questi si resero vedendo
versi cardinali. Hiporta ancora il di|)loma il Papa a lui inferiore in forze; ma i sora-

Uitouftrmadi Fcdciicu 11, di Soia e suo ui si disposero a resistere a quell'impcra-


2IO SOR SOR
lore, con piTi animosità che potenza. Al- dottore s. Tommaso [V), nglio di Lati-
loia Fedciico II col suo esercito fui iosa- dnlfo conte d'Acjuino e di Soia, signore
mente prese, diroccò e ridusse in cenere iliLoreto e di Belcastro, e segui le parti
Sera; e venne solennemente scomunica- d'Innocenzo IV, perciò assoggettato da
lodai Pnpa, sciogliendo i sudditi dal giù- Corrado IV figliodeldefunto imperatore,
ramenlo,ecom movendogli contro gii altri insiemeaSorae Acpiino. Finalmente con
sovrani, per rinicjuità commesse anche a investire Clemente IV delle due Sicilie
Gcrusattnime (!'.). Dopo aver Federico Carlo I d'Angiò, terminò didominare la
Il deluso Gregorio IX con finta sommis- discendenzasveva di Federicoll.il reco-

sioiieepace, invece direstiluireil toltoal- stituì conti di Sora, d'Alvito, di Popoli,


làChiesa, e<pugnòilsuodominiodi Bene- d'Orlona ealtre terre,i Cantelmi che l'a-
vente e lo ridusse in cenere, e altrettanto veauo seguito da Francia, originari degli
praticò conallre citià. Ritornato su Sora Stuardi di Scozia, che poi regnarono su
distrutta ganni adilielro, e divenuta uno quel reame. Neh 355 il regno di Napoli
scheletro, vi sfogò il suo implacabile odio fu invaso dal conte Landò e dallesue ma-
con nuove rovine; e due anni dopo per snade, che commisero stragi e sacche
DO '

la 3." volta vi toinò a devastarne il sito, toccava a Sora egual disastro, quando i

a distruggerne miseri avanzi, a depre-


i sorani nella festa de'ss. Quaranta, invo-
darne le chiese. Per questi e altri innu» cnto il loro patrocinio, poterono dalle lo-
, ineievoli orrori, Gregorio I X con altri a- ro mura fugar nemici. Avendo Papa Do-
i

natemi lo dichiarò nemico della Chiesa, iiifacio IX favorito il re Ladislao, questi

e decaduto dal regno e dall'impero che fece il fratello Giovanni Ton)acelli conte

dovca a Innocenzo II. L'imperatore pre- I di Sora, dal Papa elevato a duca di Spo-
gato erimproverato per la rieilificazione loto,avendoprivato Cantelmi a lui con- i

dell'abbatluta cattedrale, finalmente ne trari, come partigiani ile'suoi enrìoli An-


permise il ristabilimento, non però che vi Perciò tolse loro Ladislao anche
gioiii.

toinasseil vescovo Guido, llsuoaslio im- Alvito,che die ad Andrea marchese della
pedi la riedifica7Ìone di Sora, e soltanto Marca e altro fiatello del Papa. Non pa-
potè risorgere alla sua morte. Privati iso- re che Bonificio IX comprasse Sora per
rani della loro patria, co' beneventani e i 00,000 scudi, in favore di Giovanni, co-
cassinesi con emigrazioni aumentarono me pretendeCiacconio. Dopo la morte di
gli abitanti d'Aquila, e molti altri sorani Bonifacio IX l'ingralissimo Ladislao che
passarono in Sermoneta, di cui allora si a lui dovea il regno, ritolse a'fratelli An-
compirono le pubbliche mura. IMortoFe- drea e Giovanni Tomacelli le contee d'Al-
derico II neli25o, Papa Innocen70 IV vitoedi Sora, le quali poi passarono ouo-
dipoi dichiarò il reame delle due Sicilie vameiilea'Cantelmi. Frattanto Giovanni
devoluto alla s. Sede. Prontaoienteubbi- XXIII sostenendo ilre Lodovico II d'An-
dirono Napoli, Capua, e fra l'altre città giù contro Ladislao, a debellarlo promul-
Sora già ripopolata de'dispersi cittadini, gò una crociata e spedì il re e le sue mi-
e passala sotto il dominio della casa d'A- lizie capitanate da Paolo Orsini, da Fran-
quino. Quella gran casa inque'tempipos- cesco Sforza e da altri famosi capitani, i

sedevaquasi tutto il tratto della Campa- quali a' igmaggio i4ii lo sconfissero
nia Felice, fra Volturno e il Gariglia-
il completamente a Roccasecca non mollo
no,con d'Aquino edi Sora,
titolo di conti lungi da Soia, e gli aviebbero tolto vita e
di Caserta e d'Acei ra. Tommaso da Fé- regno, se l'esercito non si abbandonava
dericoll fu filtogovernatorediCampania al I^ottino, come raccontai a SiciLia. Ri-
e di Puglia, viceré di lutto il regno,gene- conosciuto per re di Napoli Alfonso d'A-
rale dell'esercito: fu suo pronipote il grau ragona, contro le lagioiii degli Angioini,
1

SOR SOR an
eresse Sora in ducalo e ncdicliiarò duca re Arpino (alla quale per ingiunzione e*
il conte Nicolò Cniiteltni. Avendo Papa spressa delPapa dovè usare riguardi e in-
Pio II investito del regno di Napoli il (ì- dulgenza, per memoria di C. Mario e di
glie naturale d'Alfonso, FeriliiiandoI d'A- T. Cicerone, già somme glorie di Roma)
ragona, lo favorì esoslennecoMtrogli An- e altri luoghi, per cui Pietro atterrito do-
gioini colle armi. E siccome il duca di So- mandò umiliato la pace a Pio 1 1, che l'ac-
ra Pietro Canlelmi erasi dichiarato fau- cordò a patto di restituire l'occupato a
tore acerrimo degli Angioini che a Fer- INIonte Cassino, allamarchesa di Pescara,
dinando I disputavano il regno, contro di e al suo stesso fratello Canlelmi conte di
lui Pio limando coll'armataFederico du- Popoli; che ritornasse fedele a Ferdinan-
ca d'Urbino, che pose assedio a Castelluc- do I, che cedesse alla s. Sede Sora, Ar-
cio, frontiera di tutto lo stato di Sora. A- pino, Isola, Castelluccio, Casal vieri, Fon-
vea Pietro commesso la difesa della roc- tana con molte altre terre e castelli, solo
ca ad Antonio Petruccisanesech'erasi ri- rilenendosi alcuni piccoli luoghi. Il Bor-

covrato presso di lui, dopo aver inganna- gia, Difesa^ p. 36o e seg., dopo aver nar-
ti colla patria quasi tutti i principi d'Ita- rato la spontanea dedizione di Pontecor-
lia.Per cacciare nemici da (luell'assedio,
i j'o(F,)alla s. Se^\e e il suo stabile incor-
si mosse in persona anche il duca Pietro poramenloal patrimonio di s. Pielio,che
colle sue genti, e colle truppe ausiliarie di tuttora con Benevento lo possiede, rife-
altri principi partigiani degli Angioini. Ca- risce che Pio II in quella guerra ricupe-
stelluccio però fu espugnato, Petrucci fat- rò Benevento, e venne in suo potere la
to prigione, e ritiiandosi il duca per non contea di Celano, e il ducato di Sora tol-
far maggiori p('rdite,chiesla la pace a Fer- to a'Cantelmi colle condizioni che ripor-
dinando I, I' ottenne colle condizioni di ta, cessioneche Ferdinando ! approvò al-
maulenersi neutrale sino a! principio di lora; ma divenuto intero padrone del re-
giugno, che poi passasseallasua pai tecoii gnoe liberodal timore dellearmi Angioi-
giurar fedeltà, e consegnasse per ostaggio ne, pretese di persuadere Pio II a resti-
le terre di FonlaiiaeCa^alvieri.Tultopro- tuirgli la signoria di Soia, sebbene da es-
niisePielro,mapoi nulla osservò. Anzi pas- so poco prima ceduta alla chiesa romana.
sato il peiicolodivenne più fiero, e si vol- Moi lo nel i4(> 4 Pioli, dice il Gorgia, che
sea infestarecon numerose squadrelosta- il resi rivolse al successore Paolo II, non

to pontificio; talinentechè, volendo Pio 1 già con esortazioni ma con minacce, aven-
pe'caldi estivi da Roma passare a Tivo- dogli a questo fine falla occupare da Al-
li, il duca d'Urbino gli rappresentò peri- fonso suo figlio laiocca della Tolfa nuo-
coloso tal soggiorno, mentre il duca di So- va. Non ostante queste violenze rimase
ra infestava il Lazio con fiecjiiLMUi scor- Paolo II fermo nel proposito di tenere il
rerie. Perciò il Papa lisohitu di punire ducato di Sora, il quale se non [)e'tiloli
contumacia di Canlelmi,
elficaceraente la che sono ondato accennando, certamente
gli spedi contro con forte armata Napo- pel gravissimo dispendio solfcrto dalla s.

leone Orsini, che assaltata lai. 'terra di Sede per sostenere nel leameAlfonso d'A-
Sora, ossia Isola circondata dal fiume, in ragona e il suo spurio Ferdinando I, era
breve la costrinse alla resa. iMa la rocca alla medesima giustamente dovuto, eco-
situata in alto Ira due cascate, una rapi- sì poco prima avea pur giudicato lo stes-
da e l'altra precipitosa del medesimo fiu- so re reclamante. Non usò della medesi-
me, si stimava inespugnabile, l'ure fu su- ma costan7a Sisto I/'[f.) che gli succes-
perata per l'ardi re d'un soldato etiope,sta- se nel i47 i,poichèa tilolodi matrimonio
to luuganienle fia gli schiavi del coniaii- restituì al re il controverso ducato, l'ero
danlc. Indi Napoleone passò a conqnisla- dissi altrove con No vacs, che Sisto IV iiiu-
2 12 S O P». SOR
rito a suo nipote Leoiuirclo della Rovere ra. Perclòvi spedì coll'eserctto il marche-
la nipote del re, il (jiiale cede per dote il se di Pescara, al quale si rese la città, ma
ducato Soia, ducato che passò poi al-
di la fortezza si dispose alla difesa. Il mar-
l'altro nipote Giovanni conte di Siniga- chese falle tirare a furia d'argani le arti-

glia {f^.)- Lo stesso Borgia afferma, che glierie per le scoscese balze, bersagliando

Sisto IV peraiutare Ferdinando I contro le mura la costrinse a rendersi. Sebbene


i per8ooo fiorini
turchi, alienò Frascati il marchese domandasse per se Sora, an-
d'oro. Ora udiamo il p. Tuzi,come de- che per la gran vittoria di Pavia, Carlo
scrive questi ultimi avvenimenti. Brarno' V ne costituì duca Carlo Ceures duca di
soFerdiuandol d'incorporare di nuovo al Croy e Arescot già suo aio. Francesco M.'
regno Sora e il suo stalo, ne fece istanza dopo ricuperatoli ducato d'Urbino, nel
a Sisto 1 V, e l'indusse ad acconsentire di 1 53o recossi a Bologna da Carlo V, che
riguardare lo stalo di Sora come dote di gli promise leintegi urlo de'dominii napo-

sua nipote destinata sposa a E.overe ni- letani; tutlavolta gli restituì le sole terre

pote di lui signore di Sinigaglia e prefet- e non Sora. Volendo poi Carlo V trarre
to di Roma, indi diventò duca il memo- controCIemen-
P^'aiicescoM.''da sua parte
ralo Giovanni, il cui fratello fu il gran te VlljComechè peritissimodella guerra,
Giulio ducato di Sora passò
li, e così il ricomprata Sora da Ceures la restituì al
ne'Rovereschi poi duchi d'Urbino (/ .). duca d' Urbino. All'articolo Boncompa-
Carlo Vili redi Francia, comeerededel- GNi FAMIGLIA niu lai, clic tia le signorie
leragioniAngioine, nei [)rincipiodel 1 4y3 che Gregorio XlIIchè al suo fìgliod. Gia-
s'impadronì del regno, per la molta ade- como Boncompagni vi fu il ducatodi So-
renza che trovò ne'buroni, e furono dei ra, neli58o comprato peri i, eoo duca-

primi Gio. Paolo Caiitelmi, e Giovanni ti dal duca d'Urbino,e nel i 583 la signo-
ilella Ivovereduca di Sora, ciie contribui- riad'Arpino accjuistata dal marchese del
rono colle loro milizie all'occupazione dei Vasto e Pescara, per cui Boncouipagui i

passi più importanti, e che quasi tutto il s'intitolarono anco duchi d'Arpino, oltre
vicino Abruzzo si dasse a'irancesi. 11 do- le dignità a cui l'elevò, e Filippo 11 lo le-

Diinio di Carlo Vili durò appena io me- ce duca d'Arce; che nel i63i Gregorio
e Ferdinando II
si, ricuperò il regno, che Boncompagni sposando Ippolita Ludovi-
ben presto dagli aragonesi passò a're di si, riunì l'eredità di Gregorio Xl^, e che

Spagna collaiS'ici7/<3. Allorquando il famo- nel declinare del secolo passato Sora fu
so Cesare Borgia figlio d'Alessandro VI ceduta al re delle due Sicilie, tranne il ti-

spogliò i feudatari della Chiesa, fra i qua- t(jlodi duca col quale tuttora s'intitolano i

li Francesco M." della Piovere di Siniga- principi Boncompagni Ludovisi (ed ora
glia, il ducato di Sora fu preservato dal- lo porta d. Pvodolfo primogenito del prin-
la madre Giovanna da Monte Fellre, che cipe di Piombino, nel maggioi854 spo«
d'animo virile e vestila da uomo fuggì a salo a d. Agnese Borghese superstite fi-
Sora, e col suo senno e valore ne difese glia della celebre principessa Guendelina

Nel i5o3 con l'elevazione di Giu-


lo stalo. iShre\\'sbury^c\\Q encomiai in tali articoli),

lio li, suo nipote Francesco M." duca


il e n'ebbero questi in coni penso al tre signo-
di Sora fu Prefetto di Roma e generale rienel regnocheenumerai a Ludovisi fa-
di s. Chiesa, signore di Sinigaglia e duca miglia. In questo pur dissi, che col nome
d'Urbino, alla cui brillante corte passa- dii5'o/-fitin Roma si appella il già loro Pa-
rono alcuni sorani e Felice lo nominò ,
lazzo Sora (/^.) e la propinqua piazza;
comaudanle della rocca di iMonte Fellre. ed in Frascati la villa e gli orti Sora, di
Leone X spogliò de'suoi stati Francesco cui parlai in quell'articolo e nel citato Lu-
R].'^ e Cai lo V lo pi ivo di (piesto di Su- dovisi. Ciò prctaesso, prusicg(.:o i cenni
s o l\ S Pl 2 3
1

sierici diSora col p. Fiaocesco Tuzi,clie sirìaca de* re di Spagna successe la non
al duca d. Antonio Boncoinpagni Ludo- meno gloriosa de'Borboni che regna, se-
visi dedicò: Dlcmorie ì<:tori(he niassiiiin- giiendoSorai destini della monarcliia,che
niente sagre della città di Sora, Roma descrissi a Sicilia. Vedasi: Jìantica Ar'
1727. La duchessa d. Coslan7a vedova pino, opera del p. d. Bernardo Clavalli
di Giacomo I duca di Soia, con autoiiz- cassiiiese, divisa in 6 libri, ne'quali con
/azione di Paolo Y, ad esempio del car- l' edificazione di ebbe da Saturno, si nar'
di naIBa conio che nella sua patria a vea in- vano i più celebri fatti di C. Mario, di
trodotti i cappuccini fabbricandogli chie- M. Tullio Cicerone, e di altri arpinati
saeconvenlo, londòinSora ilcollegioilei che fiorirono nella romana repubblica:
gesuiti con chiesa sotto l'invocazione del- All' Illmo e Rrno sig. Francesco cardinal
corpo di s.
io Spirito santo, arricchita col Boncompagni legalo f/»Pf?r«^/V/_, Napoli
Giuliano nel 61 4- Tra rettori che go-
I i 16^3.
vernarono il collegio, merita onorevole L'inlroduzioncdel cristianesimo inSo-
ricordo il gesuita p.Luigi Bizzarri di iMon- ra, di già superiormente la indicai, e tan-

tesanlo della Marca, propagatore del cul- to iDen presto vi fiorì ne'primi secoli dei-
to della 15. Vergine di \ altVancescn, alla laChiesa, che meritò la sede vescovile, im-
(piale edilìcò la chiesa, ornato di grandi mediata mentesoggclta alla s.Sede, come
virtù e santità di vita che descrive il
p. lo è. Situata nella provincia ecclesiastica
Tuzi. Egli fece altrettanto del successore di Capua, in processo di tempo si riuniro-
ben degno p. Giorgio Giannelli di Novi, no li vescovati d'Alino (/ .) e di follar'
che visse e morì santamente in Sora, co- no {/'.). Il I ."vescovo di Sora clie si cono-
n)e il |)redecessore. Gre- I figli fuiono d. sca dairUgiielli e dal p. Tuzi è Amasio
gorio duca di Sora, e il cardinal Fran-
I fiorito in tempo del martirio di s. Resti-
cesco Boncompagni, creato da Gregorio tuta e compagni circa il 272, il quale in
XV.AIdetloducasuccesse il figlio d. Gia- visione la santa l'invitòa prendere dal fiu-
como li nel ducalo, del quale e degli al- me Fibreno, ove erano stale getlate,le lo-
tri ducili, come de'I'api ecardinali Bon- ro teste, come fece e riunì a' loro corpi.
compagni p.Tuzi ne descri-
e Ltidovisi,il Ciò narra Tuzi secondo gli alti di s.
il p.
ve le notizie storiche ed fasti. Suoi fra- i Restituta; nondimeno perchè non si con-
telli furono d. Ugodiica e (iirolamocar- fonda con altro omonimo santo, raccon-
dinalp,edai i ."nacqued. Gregorio II du- ta pure che s. Amasio sacerdote greco, a-
ca di Sora e principedi P/o«j/>//?opelsuo vendone conosciuta la sapienza, la facon-
niatrimonio colla Liidovisi; indi fu duca dia e la santità Papa s. Giulio I del 33f),
d. Antonio di Sora e Arce, e gli altri che l'inviò a predicare la dottrina di Gesù Cri-
riportai a Boncompagni e Ludovisi. Nel sto nelle principali città vicine. Avendo
1654 fu memorabile a Soia il ?.4 luglio saputo il Sora eravi penetra-
santo che in

per l'orribile terremoto, che fatta cadere ta l'eresia degli ariani, vi si recò opcran-
la chiesa di s. Restituta, venne subito rie- domir.icoli per virtù divina, e declaman-
dificata in più magnifica
forma. Seguì la do contro l'arianesimo. Se pe'prodigi ac-
desolante Pesldenza,(\Ma qualeSoracoi correvano a lui i popoli, griiifèlti d'ere-
suo stalo riiuaseesente, perchè il duca d. sia lo costrinsero a partire, e dopo essersi
Ugoco'suoi vassalli ricorsero con orazio- riposato ad Alino, passò in Teano, e ne
ni e voti alla Madonna di Loreto. Nel 1 Gqo divenne vescovo e fu consagralo da detto
Alessandro Vili creò cardinale Giacomo Papa, meritando poi un tempio acni pa-
Cantelini deducili di Popoli, antichi si- le ciie contribuisst'ioi sorani pentiti d'a-
gnori di Sora, celebre arcivescovo di Na- verlo maltrattato. Del 2.° vescovo sorano
poli. Nel secolo passato alia dina.slia au- che si conosca, abbiamo che s. Gelasio I
2 l4 S () R S OR
l\n|in del /\C)9. scrisse al vescovo di Soia lòelello nel 29 5 da Bonifacio VIII, nel-
1

Giovanni, per facollizzailo a peiinelleie l'istesso anno lo trasferì a Teano, faceu-

i divini offici air oralorio cheMegeria a- dolosuccedereda Andrea MasaronidiFe-


vca eietto a'stioi defunti. Il vescovo Se- reiitino, che con molta diligenza raccolse
Ijasliiuio fu in Roma da a'siiiodi celebrali in un hbrofjuanlopolèle antiche memo-
]'apa s. Simmaco nel To 5o7.,5o3 e5o4> i , rie della chiesa di Sora. Neh 824 Giaco-
Dopo di lui non si ti ovano altri vescovi mo, nel I 348 Francesco, neh 35 j Ange-
sino a Valeriaiio che intervenne al sino- lo Ricasoli nobile fiorentino, poi di A ver-
do romano nel 680 di s. Agatone. Nel 972 sa, indi di Fiienze. Nel 358 Andrea
1 ar-
Leone assistè alla consagiazione del ve- cidiacono d' A versa, neh 364 Marino giìi

scovo di Caiazzo. Gli successe Giovanni di Carinola che consagrò l'altare maggio-
zio del cardinal Leone Ostiense. Pietrosi re della cattedrale. Nel 1378 Pietro, nel
trovò nel 1071 alla consagrazione della 1 397Nicola Francesco canonico della cat-
chiesa di jMonte Cassino, falla da Papa A- tedrale, e fu ih .°che si obbligò pagare al-
lessandro II reduce da Aquino. Giovanni la camera apostolica il sussidio che allo-
monaco cassinese nel 1078 fu consagrato ra si costumava. Bonifacio IX neh 3f)c)
da Papa s. Gregorio VII. INello stesso an- da Aquino vi trasferì Giacomo d'Antio-
no lo divenne Rodredo, che fu alla con- chia, poi vescovo d' A sisi. Neh 4o4 Anto-
sagrazione degli altari della chiesa di s. nio Porziano d'Alalri già di Rlonle Fia-
IMartinoin Monte Cassino. Il commeiila- sconejnel 1 4o6Giacomo forse con regres-
lore d'Ughelli registra poi Goffredo, a cui so da quello d'Asisi, che si obbligò al sussi-
spedì un diploma nel ! i ioPasqualeII,che diocamerale,eMarlinoV fecealtarisla del-
riporta, sulle parrocchie della diocesi e lo- la basilica Vaticana, ed in suo luogo nel
ro confini. Landolfo raonacodiMonteCas- 1420 prepose alla chiesa sorana Giovan-
sinoneli 1 56 per la distruzione di Sora ni di Monte Negro prefeltodiCastels. An-
operala dal suddetto crudele Simone, si gelo Neh 456 morì Pietro de Caccianli-
ritirò in Arpino ove morì. Restaurala la bus che fece costituzioni sinodali, e nel
città, Alessandro III neh 167 circa die la 1457 gli successe Antonio Novelli di So-
sede in amministrazioueal cardinal fF'i- ra. Paolo II neh 465 fece Angelo, e nel
iellespac [V.). Onorio 111 nel 1221 con- 1467 AnloniodeLevisjSistoIV nel \^']'ì
sagrò vescovo IN. Distrutta Sora da Fé- Pietro de Levis, e neh 479 P'^^i'O Lupi
dericoll nel i 238, il vescovoGuido lega- di Tivoli che poi abdicò. Neh 5o3 Matteo
to di Campagna scampòcon pena dall'ec- Mancini di Vellelri, nel 5o5Giacomo de 1

cidio, esebheae poi pennellesse la restau- Massimi diPontecorvOjCome avverte Tao-


razione della catlediaie, non volle che vi nolalore d'Ughelli, e non romano come
tornasse Guido. Nel 12 52 Innocenzo IV seguendolo scrisse il p. Tuzi,ed a'carme-
elesse vescovo Pietro Gaetani, il cui nipo- lilani concesse la chiesa di s. Maria delle
te fu dipoi Bonifacio Vili. Indi lo lr;isla- Forme, che abbattuta dal terremoto, nia-
lò a Piieli nel254, sostituendogli M. Lu-
i gnifìcamenle rifabbricò laduchessadiSo-
ca. Per sua morte il capitolo di Sora e- ra d. Eleouora Zappata Boncompagni.
lesse l'abbate diCasamari, ma Clemente Trasferito neh5i i a Ci vita Ducale, Giu-
IV rigettando tale elezione, nel 267 no- 1 lio Il gli surrogò il sorano Bernardo Rug-
minò Pietro Gerra di Ferentino già ar- gieri che fu al concilio di Laterano. Nel
cidiacono di York, poi successivamente fu 1 53o morto Ferdinando Vimo, Clemen-
vescovo di Rieti, arcivescovo di IMoiwea- te VII elesse Adriano di Cambray, indi
le, e patriarca d'Aquileia. Nel 278 An- 1 neh 53 1 Bartolomeo Ferraolini d'Ame-
drea, che passato nel 1286 a Rieti, fu am- lia, che trasferito a Chiusi, neh 53 3 di-

miuistralore il predecessore Gerra. Nico- chiaròamininistrafore ilcardiual Farne-


soli SOR 2 I T

se: questi tassegn.iuclo In sede a' 2 4 apri- vicario generale del suo ordine, confuta-
le 534, a'i 3 ottobre di venne il glorioso
i tore de' giansenisti, ed in morte dispose
Paolo 111 [T''.). Nello slesso nnno eragli che il cuore fosse deposto presso la tom-
succeduto Eliseo Teodino d'Ar[)iiio,ove ba di S.Gaetano. Nel iGGo MaurizioPic-
fu sepolto. Ne divenne indi timininislra- cardi della diocesi d'Aquino ; nel 1675
tore il celebre cardinal Alessandro Far- Marc'AntonioPisanelli nobile n;ipoletaiio
nese. (/'.) nipote di Paolo III, e nel 1 )6i già di Vulturaria,di grandeallabilitàjnel
gli successe Touimaso Gigli bolognese, il I 68 I Tommaso Guzzoni di Benevento
(|uale nell'episcopio che aumentò di f.di- filippino. Rinunziò nel i 70?. egli successe
l>riclie,fece dipingere gli sleniinide'prede- nel I 703 Matteo Gagliani nobile napole-
cessori,e molto ampliò il monastero del- tano traslato da Fondi, zelante della di-
le monachecislerciensi di sCiiiara; inter- sciplina ecclesiastica celebrò il sinodo che
venne al concilio di Trento, s. Pio V Io stampò, eseguì la solenne traslazione del-
(eceesecutoredelle lettere apostolicliecol- le reliquie di s. Domenico, die la chiesa
le quali prescrisse che gli spogli de'monaci de'celestiniad una pia unione disacerdo-
di Casamari , non all' abbate commen- li, vero padre de'poveri, lasciò alla catte-
datario, tua alla camera apostolica erano drale doti perle zitelle di Sora esuadio-
devoluti: Gregorio XIII lo dichiarò teso- cesi, come avea fatto in quella di Fondi.
riere generale, enei i Syy vescovo di Pia- Con questi , e con Gabriele de Marchis
cenza, trasferendo da litica a Sora Gio. della diocesi di Cassano, fatto vescovo nel
Battista Maremonli di Fossombrone, già 1715 il [).Tuzi, e rUghelli, Italia sacra
vicario apostolico di Rijmtransoiie, per- l. i,p. I 243, terminano la serie de'vesco-
chè il sorano e ceìthie filippino Cesare vi di Sora, che io compirò colle Notizie
lìarouionon volle accettare il vescovato. (liRoma. Neh 73 5 Scipione Sersale na-
Morto Gio. Battista prima di giimgere a poletano, nel 744 Nicola Ciofll napole-
I

Sora, gli successe nel i5y8 OrazioFerreri, tano, nel 1748 Antonio Correali di Sor-
quindi poco dopo aniministratore il car- rento, nel 1765 Tommaso Taglialatela
dinal Filippo c^/?mo/<7 (^.). Neil 585 Fa- napoletano,neI 768 Giuseppe M.^ Sisto-i

brizio Gallo, a cui Si>t() V surrogò Ora- y-Brilto teatino delia diocesi d'Oria, nel
zio Ciceroni di Fresinone, che Iraslatonel I
797 Agostino Cely Colajanni della dio-
i5c)oa Ferentino, neh 59 iglisuccesseAn- cesi d'Aquila. Siccome Pio VII pel con-
lonio Salomoni cremonese assai lodato. cordato concluso col re delle due Sicilie
Nel 1 608 Giulio Calvi di Alvito,neI Cor) 1 Ferdinando I nel 1818, esuccessiva bolla
Michelede Consulibus di Canneo meglio De utiliori doniinicae ,i\it\'ò giugno, unì
di Bari, teatino di santa vita. Nel 609 Gi- 1 al vescovatodi Sora le sedi vescovili edio-
rolamo Giovannelli romano, ollimo e pio cesi di equino e Ponlecorvo, aeque prin-
pastore, costruì la sagrestia nella catte- cipali[er,'^\ìi avendo io promesso di ri[)or-

drale e fornì di suppellettili, fece la tra- tare qui i vescovi più distinti d'Aquino,
slazione con pompa solenne de'corpi dei vado a elTettuarlo. Pontecon'o è distante
ss. Adeodato eGiulianoraartiri,edincò dai da Sora circa 18 miglia, e più di da A- ?,

fondamenti il seminario, e celebrò il sino- quino,laondedeve Sopprimersi il zero do-


docon ottimecosliluzioni diesi stamparo- po il numeroa, alla disianza posta in prin-
no. Nel i632 PaoloBenzoni romano cano- cipio di tale articolo, aggiunto per abl)a-
nico della basilica Lateratiense; neh 638 glio miq^o della slampa. Aquin.> egual-
Felice Tamburrelli di s. Ginesio, luogo- mente è distante quasi 1 8 miglia daSora.
tenente della Marca e governatore di Fo- Ih. ^vescovo d'Aquino che si conosca
ligno. Nel I 657 Agostino de Bellis napo- è Costanzo o Costantino che intervenne
letano, dolio chierico regolare teatino e al sinodo romano del 4*j5 di Papa s. 1-
G

2 1 S O 11 SOR
laro, ovvero a quello del .^Sy di Papa s. lo. Tomma'^o di Aquino canonico della
t'elice Ili; Aslerio fu fi'concilii atlunali cattedrale, eletto dal capitolo, neliSog
da Papa s. Simmaco nel 5oi, 5oi, 5o3 Io confermò Clemente V. Leonardo nel
e 5o4; (ìiovanni ricevè lettera da Papa I 3 I 3, pure eletto dal capitolo, fu ratifi-
Giovanni 111 del SGo; s. Costanzo patro- cato da detto Papa. Giacomo Fidconieri
nod'Aqnino fiorì circa il 56G e ne fa men- napoletano nel 34^ lo nominò Clemente
1

zione s. (iregoriol ne'Z^/V7/o5/^', celebran- VI, dopo avere rigettata la postulazione


dosi la sua festa il i." settembre, chiaro che il capitolo aveà avanzata per Pietro
j)el dono di profezia e predisse l'infortu- canonico di Chieti, ed eletto d'Aquila :

nio d'Aquino; Andrea del SySjindi Gio- indi Giacomo neh 348 fu traslato a Bi-
vino.Dopo lunga sede vacante Angelo tonto. niovanni fu scomunicato per Io
prodigo de'beni di chiesa, fu scomunica- S;;isma da Urbano VI. Antonio Archeoni
to da s. Leone IX, e deposto da Nicolò li [l.) romano neh 386, o forse neh38g
riica il I oGo. Lodatissimo però fu suc- il come vuole Lucenzi, poi cardinale. Gia-
cessore s. IMartino fiorentino, che Inter- como d'Antiochia poi di Sora. S'intruse
vetme alla consagrazione che Alessandro Giovanni eletto dall'antipapa Clemente
1 1 07 fecedelia chiesa dilNIonte Cas-
ne! I I
VII, fu spogliato da Bonifacio IX e poi
suio, di cui era stato monaco. Nel loyS l'assolse. Giacomo de Camplo neh420,
s. (Jregorio VII fece vescovo Leone che poi di Spoleto, indi di Carpentrasso, se-
cunsagrò l'altare de' ss. Apostoli di det- polto nella basilica Liberiana, nella cap-
to arcicenobio nel royG. Regrnaldo già pella da lui Luca
eretta alla B. Vergine.
monaco cassinese intervenne nel 79 al r i Alberini nobile romano e canonico Va-
r.oncilio di Laterano IH. Neil 194 Gre- ticano, creato neh43o, lodato per inte-
gorio fiorentino abbate de'vallombi esa- grità di vita e singoiar prudenza. Anto-
ni, e parente del fondatore s. Gio. Gual- nio del 14^2, fu pure vicario generale del
berto, moltoencomiato pel prudente suo cardinal Mezzarota abbate commenda-
governo. NeliaoG Innocenzo ili nomi- tario di Monte Cassino, con facoltà di e-
nò altro Gregorio, già decanoe monaco sercitare i pontificali e di conferire i be-
di Monte Cassino, che per infermità non Lecce fran-
nefizi ecclesiastici. Pvoberto di
polei)doloconsagrure,si fece supplire nel cescano, che tiaslato nel i484 f'"^ ^"^
giorno di Pasqua dal cardinale vescovo patria, non ebbe etfetto per morte di Si-
(l'Ostia. Il Papa successore Onorio III sto IV che non avea spedito le bolle: fu
«ominisea Gregorio di battezzare nel de- encomiato per profonda dottrina e san-
clinar del [2260 sul principio del 1 2*275. tità di vita. A' IO luglio 49 5 fu fatto am-
I

Tommaso d'Aquino figlio del conte d'A- ministratore il cardinal Bernardino Lo-
quino e di Sora Landolfo. N. nel 1239 nati [F), e continuò sino a' 3 novembre 1

soggiacque con altri vescovi alle perse- in cui fu fatto vescovo Battista del Bu-
cuzioni di Federico li. Pietro eletto dal falo nobile romano, canonico
Maria di s.

cardinal legalo di Sicilia, nel 1 25 1 fu con- Maggiore, e intervenne La-al concilio di


fermato da Innocenzo IV, e Clemente IV terano V. Gli successe Giacomo Gherar-
nel 1265 lo costituì amtninistratore del di di Volterra, che sostenne diverse lega-
vescovato subui bicario di Sabina, perchè zioni. Nel i5i6 ìMario Maffei nobile di
era la propria sede nel suo cardinalato, Volterra dottissimo, canonicodi s. Pietro,
e morì el 1 27 i . Bonifacio Vili jiel 1
295 parente del celebre Rafiiele dettoli f'o-
cassando l'elezione di Berardo fatta dal lalerrano, traslato nel \5n% alla chiesa
predecessore, dalla propria patria Cagli Caballicense in Francia. Clemente VII
vi trasferì (Tuglielmo Mastini; poscia nel gli sostituì Antonio Corradi nobile na-
1297 da Veglia vi Iruslalò fr. Lauibcr- poletano, ornato di multe virti^i.Nel i ^28
-

SOR SOR 5.17


Innlcode Avolos (1pII;i fnmlglindi s. Tom- I)p lunghissimo vescovato, e nel 1 742 gli
maso il'Aquinoolivelano; nel I 743 il dot- successe l'^ancesco Antonio Spadea del-
lissimo Galeazzo Floiimonte di Sessa, di la diocesi di Squillace, anche nella pre-

soiiiina |jielà,padiede'poveri, figurò iiiol- positura d' Almo. Nel i75[ Benedetto
to al concilio di Trento; v'inteivenne pu- XIV nominò vescovo d'Aquino e Ponte-
re Adriano Fiisconi loinano, tlie gli suc- corvo, e preposto d'Atino, Giacinto Sar-
cesse neh 552, già abbreviatole oposto- di di Sulmona. L'ultimo ili essi fu Giu-
Iicoj nel iSyqGio. Luigi Guarini dì Lec- seppe deìMellis, di Lauria diocesi di Po-
ce, parroco di Roma e predicatore; nel licaslro, fatto vescovo da Pio Vla'29 gen-

1579 Flaminio Filonardi di Haii-


slesso naio! 798. In conseguenza della riporta-
co nobile romano; nel i(ìo8 il cardinal ta unione de'3 vescovati di Som, Anni,
F'ilippo Filonardi (/^.) nipote del prece- no e Port/ecori'o, tutti soggetti immedia-
dente, die nel Gì 5 rassegnò il vescovato
1 tamente alla s. Sede, ed essendo essi va-
al fratello Alessandro, che fu sepolto nella canti del pastore, Pio VII nel concistoro
caltedrate. Innocenzo X nel i64^"0'^i'"ò de'29 marzoi8i9 pi'^conizzò peri. "ve-
iw Angelo Maidalcliini viterbese dome- scovo delle 3 diocesi unite, Andrea Lu-
nicano, parente della sua cognata la fa- cibello di Amalfi, al quale successe nel
mosa d. Olimpia, indi lo trasferì a s. Seve- i836GiuseppeM.-^ Mazzetti cnrmelitano
rino; nel 1646 Antonio de Face; i655
nel dell'antica osservanza dottissimo di
Cine
Marcello Filonardi di Bauco, merlo in ti, promulgaloda GiegorioXVI, il quale

l'ontecorvo ove risiedeva il vescovo nel per di lui rinunzia, nel concistoro de'i 3
1 68q, e sepolto nella chiesa principale; settembre 838 dichiarò l'odierno zelan-
i

nel I 690 Giuseppe Ferrari nobile di Ce- teepiissimo vescovo mg/ Giuseppe Mon-
prano, che in diversi uHlzi servì la s. Se- tieri di Trevico diocesi diLacedonia, già
de e fu pianto in morte. Conquesti nell'7- in patria canonico primicerio, rettore dei
talia sagra ì.i, p. 394, si termina la se- seminari d'Avellino e di Troia, e profes-
rie de'vescovi d'Aquino, che continuerò sore di gius canonico, visitatore ed esa-
colle Nolizie di Roma. Nel 6g6 Giusep- 1 minatore nella sua diocesi, vicario gene-
pe de Carolis di Pofi diocesi di Veroli; rale di Bovino, Gaeta e Ascoli. Si legge
nel ji'j Benedetto XIII a'^S giugno a-
I nella sua proposizione concistoriale, che
vendo eretto la chiesa principale di Pon- ogni nuovo vescovo è tassalo in fiorini
tecorvo in cattedrale e la diocesi in ve- 280, con 3ooo ducati per mensa /jm/^/j-
scovato,runì a quella d'Aquino, allaqua- cixnon deduclin oiieribu<!,ac recenti pen-
le apparteneva, e il de Carolis fu il i.° ve- sione 3 00 diicaloruni gravali. Che le 3
scovo di Aquino e Pnn/ecori'o uniti, non diocesi unite sono sufficientemente am-
elle già preposto d'Alino, antica sede ve- pie, e contenenti 5(ì luoghi. Episcopales
1699, e arci vescovo inpar-
scovile, fin dal aedes in qualibet civitale exislenles prò-
//ifijdiTiananel 725. In tempo di que-
1 xirno conspiciuntur diclis ecclesils, epi-
sto vescovo, recandosi Benedetto XIII ai scopux auteni pleruniqne siiani tenet re'
19 maggio 1727 a consagrare la basilica sidenliani in loco, qui vulgo Rocca Secca
di Monte Cassino, la mattina del 2 par- i nuncupatur ((piique partim distai ab A-
tendo dal protomonastero scese a s. Ger- quini civitate), ubi episcopale palatiuin
mano, ove postosi in carrozza si portò in seminario conjungitnr ^inullaque indiget
Aquino a venerar la patria del suo cor- reparatione, uli Pontis CurvisjSoraeau-
religioso s. Tommaso, e proseguendo il leni reparationeni f.rpo.fcJ/.Pocodistante
cammino passò all'lsolettn ultimo con- dal celebre Monte Cassino {f .), a destra
fine del regno, sempre servito dal viceré della strada che conduce a Sora, accan-
cardinal Allhann. Il vescovo deCaiolii> eb> loagli Apeiiniiii, sorge il castello di Rocca
VOI. Lxvir. i5
•2.8 SOR SOR
Secca, nel ijunlc ripainvnno gli nntirlii sveglialo ingegno e gran amore allo stu-
conti d'Aquino Questa roccia per le ar- dio; laonde di 1 6 anni vestì l'abito mona-
mi del medioevo era inespugnabile, di- stico di s Benedetto, che poi per le vicen-
lesa dalli! natura dalla parte di Captile de [lolitiche e lagrimevoli di Portogallo
G (la <pu'lla ili lincea vSeica, forte pc'snoi lo depose tra gli ultimi confratelli. Com-
muri a feritoie, e per la sua torre ove è piuto con somma lode nel monastero il

trailÌ7Ìone die vi fu rinchiuso l'Angelico corso scolastico, attese alla teologia in


s. Toainiaso d' Aquino, R.occa Secca si Coimbra,ollenendo nell'universilà il dot-
compone di 3 parli: la Valle cli'è la più torato, dopo aver con singoiar prontezza
occidentale, con chiese, convento di fr:ui- e dottrina difeso pubblicamente alcune
cescani, seminario diocesano, palazzo ve- tesi. Ascritto poi al magistero accademi-

scovile ed altri edifizi e stabilimenti ; il co, tosto si fece distinguere istruito nelle
Caslelloaun 4-° di lega dalla precedente, lingue ebraica e greca, non che versalo
che ha un forte, chiese e collegiata; eCa- nelle amene lettere e nella storia, e for-
prile al sud-est con altre chiese, e ne'con- nito di tali cognizioni svolse ardue que-
torni nascono erbe medicinali, colle quali stioni teologiche, ed espose i diflìcili luo-
si (ormano le cos'i dette polveri di Pvocca ghi tlella s. Scriltura. Ciò non gl'impcdì
Secca. Dicesi edificalo il paese nel g86 di mostrarsi monaco esemplare ed affe-

da IMansone abbate di Monte Cassino, ma zionato alla sua congi'egazione, e progre-


presto e nel 993 fu distrutto, indi rifab- dendo negl'incarichi di essa, fu maestro,
bricato, nuovamente soggiacque a rovine segretario del superiore generale, e pre-
nel 112') nelle azioni gucrresclie tra Papa lato del suo monastero di Coimbra, Pas-
Onorio II e Ruggero normanno, che nar- satoquindi nel monastero di Tibaes,elro-
rai a Sicilia, Neh 177 nel castello vi si vala una miniera d'antiche memorie di-
rinchiusero i conti d'Aquino, e sostenne sordinate e confuse, con paziente fatica le

un assedio, levato poi per le sue dillìcollà classificò, vi formò un indice ragionato, e
e per lamorte dell'imperatore Enrico V I. ne raccolse molte cognizioni che poi pose
Nel piano adiacente vi fu combattuta la a profìllo.Tenuto ormai fra'più dotti por-
menioraliile battaglia che distrusse l'e- toghesi, l'accademia rea le di Lisbona, pre-
sercito di Ladislao, e già ricordala. Roc- miai a una sua memoria, lo elesse a socio,

ca Secca nello stesso secolo fu occupata ed egli in cambio la fornì di eccellenti


dalle milizie papali di Pio 11. Neli5o3 il scritti storici, critici e filologici, pulibli-
castello fu assedialo da'fraricesi di Luigi cati negli alti della medesima. In essi il-

XII, (piando voleva far valere le sue ra- lustrò i fasti portoghesi, precipuamente
gioni sul recno, ma vi furono disfalli. Di- quelli della letteratura e delle scoperte
venne poi feudo de'Boncompagni Ludo- marittime, con meravigliosa erudizione,
visi, e oggi si vanta di aver dato i natali sagacità e stile purgalo, secondo i classi-

al cardinal Anton IMaria Cagiano de A- ci, ond'ebbe il vanto di valentissimo nel


zevedo prefetto della congregazione del patrio idioma. Questi studi non gl'impe-
concilio e protettore della confraternita dirono la continuazione de'fllosofìci iiel-

delle Cinque piaghe, e della D. Vergine r università di Coirà, e ne lenne catte-


Addolorala della città di Ponlecorvo. dra dopo il 1817 nel collegio delle arti
SORAlVAoSARAlVADA S. LUI- di lai città. Il grande entusiasmo che de-
GI Francesco, Cardinale. Nato in Ponte stò nella gioventù coll'eloquenza ed eleva-
di Lima, nrcidiocesi da onesti e
di Braga, tezza della mente,espcnendo tjuelle par-
religiosi genitori che ne curaronocon mol- li della filosofia morale che più da vici-

ta diligenza l'educazione. Presto fece co- no toccavano la ragione di stato, fu for.se

noscere la sua indole proclive alla pietà, la causa principale per cui avvenuto il
SOR SOR 219
nioviinenlo politico in Portogallo {f^) nobile Adriano Borgia, che la regina fé
nel 820,
I fu chiamalo fra coloro che oc- ce cavaliere dell'urdiiic di Cristo, come
cuparono la somma delle cose, e fu nii- si legge nel n.° 49 del Diario di Roma
iiislio, ilc[)iitalo, eclimo cleV,apoiioiii del- del i8|3. Narrai a Lisbona che il Papa
la giunta livoluzionaiia di Foito, e poi autorizzò il cardinale a riunire la chiesa
di Lisbona. Quanlun(|ue d suo caialloie collegiata alla patriarcale, e la formazio-
|)eisonale fosse poco adatto a sanili inca- ne del nuovo capitolo. Indi la regina fece
richi,pur non credette ricusarli, né se ne il cardmale vice presidente della cameia

polè scusare per non essere slato del tulio de'paii. Con tanti onori e senza bassezze
straniero ali insurrezione nazionale con- nulla cambiò le sue modeste e semplici
tro l'invasione francese nel 1 808, entran- maniere, né fu preso dall'orgoglio, mo-
do nella ^iuiit.i di Viana nel iMinlio. Ab- strando in vece animo caritalevoleagl'in-
bandonato a'IluUuosi eventi della patria, felici, prudenza e sollecitudine per risto-

ora applaudilo e decorato de'priinari uf- rare danni della Chiesa, non meno a di-
i

or contraddetto e perseguitato, per-


fici, mostrar la sua divuzionealla s.Sede.L'ul-
chè la pubblica voce lo disse settario e tima volta che parlò nella camera de'pa-
furbo; nondimeno allri lo difendono ch'e- li fu in difesa della disciplina ecclesiasti-
gli contro sua volontà abbandonò la vita ca iie'seminari ehiericali.Alhantodairetà
claustrale e studiosa, e ne lodano l'inte- e da! l'adempimento de'suoi do veri, col pi-
grità eia regolarilàde'costumi. Il re Gio- lo da adezione scorbutica vide tranquillo
vanni VI nel 82 lo nominò rettore del-
1 I approssimarsi il suo fine. Invocati con- i

l'università di Coimbra e coatliutore al forti della religione,ricevè con molla pietà

vescovo della città, onde Pio VII nel con- la hene(\\i\oaQÌn articiilomortis dall'in-
cistoro de' I
9 aprile 182^1 per !e regie i- ternunzio edelegalo apostolicodi Grego-
stanze lo dichiarò vescovo di Duria in par- rioXVI. Morì a'7 maggio 84 jjd'aimiSo 1

libici e coadiutore con futura successio- non compilijinterveiiendo nella chiesa pa •

ne Francesco de Lemos de Faria Pe-


di triarcale la regina e tutta la corte alle sue
reira Coultinho vescovo di Coimbra, co- esequie, che furono celebrale con giau
me si ha dalle Notizie di Roma. Nel 1828 pompa indi fu liunulalo non nella mede-
;

essendosi dimesso dal reggere 1' univer- sima, come pretendono le 3 o//S'Cv///iowm
avendo rinunziato al governo di sua
sità, del 184*3 nel fare il novero de'cardinali
chiesa,sì ritirò nel convento di Batalha, morti, ma nella chiesa di s.Vincenzo mar
che poscia dovè cambiare col monaste- tire. Oltre le memorie già indicale, si han-
ro della Serra di Ossa. Allora riassunse no del cardinale un Dizionario di "i/tonimi
le sue antiche abitudini, compilò le me- portoghesi^wn Catalogo delle voci Un; itane
morie di quel convento e si stamparono, venule dalle lingue orientali j e di quelle
e compì gran parte de'tanti rnss., unica che hanno rapporto colla francese, una
ricchezza che lasciò al suo erede. Nel i834 Indicazione delle scoperte portoghesi, e
Lisbona l'accolse nuovamente tra le sue le Illustrazioni con note alla vita di d.
mura, cjuale archivista maggiore del re- Giovanni de Castro di Giacinto Freire
gno, e per volere e preghiere della regi- d'Andrade. Ma tullociò è pochissimo in
na Maria II, nel riordinamento delle cose proporzione di quello che si contiene nei
ecclesiastiche del Portogallo, nel 1 843 suoi mss. che forse non rimarranno a lun-
GregorioXVI h'3 aprile lo preconizzò pa- go inediti.
triarca di Lisbona, e a' 1 9 giugno lo creò SORDO e MUTO, Surdus, Mutui.
cardinale dell'ordine de'preti, inviando Quello ch'è privo d'udito, quello che non
a Lisbona colla notizia di sua esaltazio- parla per essere sordo dalla nascila o im-
ne e il berrettino cardinalizio la guardia pedito in altra guisa dalla favella. I sor-
220 SOR SOR
di e muli filila nascita non sono incnpa- segnamenloreligiosoecivile,ollredi ave-
ci allo 'Studio, e si ponno sidìlcienlemen- re ricordalo i piincipali loro stabilimenti
leislriiire nelle principali verità della re- a'rispetlivi articoli, ne L,
trattai ne' voi.

ligione per mezzo di segni, che abbiano p. 2 I e seg.,e LXIII, 124 e i25, non p.
rapporto alle cose che si vogliono loro in- che a Lingua. Aggiimgerò per quello pro-
segnare, particolarmente colle immagi- spero di Roma, che nelle istituzioni di ca-
ni che rappresentano misteri, aggiun- i rità non è ad alcuno seconda, mercè le
gendovi gesti ch'esprimono atti di ado- cure del cardinal Mario Mattei sotto-de-
razione e di rispetto. Quindi ne consegue: cano del sagro collegio e vescovo subur-
1

che le persone le quali hanno in cura bicario di Porto e s. R.uffina, presidente
i sordi e muti dalla nascita, peccano gra- del medesimo, e degli operosi del clero
vemente trascurando affatto la loro sal- romano a'quali è aflidata la istruzione di-
vezza col falso pretesto che sono incapaci retta dal sacerdote d. Francesco Morani,
d'istruzione; 2.° che può, dopo di aver
si alcune parole del saggio che dierono i

consultato il vescovo,ammìnistrare la s. sordo-muti de'Ioro studi e lavori nel mar-


comunione a'sordi e muti dalla nascita, ZO1854. In quello de'maschi assistettero
i quali sienodi buoni costumi e bastan- i cardinali Mattei, Ferretti, Wisernane
temente istruiti; 3.° che devesi accorda- Caterini, con altri personaggi. Colla mag-
re r assoluzione e il s. Viatico ad un sor- gior prontezza ed esattezza i sordo-muli
do e muto dalla nascita pericolosamente risposero in iscritto e co'segni a tutte le

ammalato, quando egli dà segni esterni domande loro fatte,sulla dottrina cristia-
di fede, di penitenza, di rispetto e d'ado- na, sulla storia dell'antico e nuovo Te-
razione per la ss. Eucaristia. Sommamen- stamento, sulla storia romana, sugli ele-
tecompassionevoleèlacondizionede'sor- menti di quella naturale, geografia e a-
do-muti: per loro tutto è silenzio, la na- rìtmetica,e in altre parti di loro istruzio-
tura non ha un eco, e l'arte un'armonia, ne. Parecchi diedero saggio del linguag-
che al loro orecchio risuonando, valga a gio d'azione, con ammirazione e commo-
una di quelle dolcezze,che ren-
far gustare zione de'riguardanti, per osservare come
dono piacevole la vita. Per loro il passa- r arte ispirata dalla religione rendeva
lo non ha una storia, confuso e vago è il meno infelice la condizione di tanti sven-
presente. La loro misera condizione strap- turati come l'arte avea educata tu loro
;

pò il pianto persino dal Redentore men- mente al conoscimento della fede e della
tre passava per Sidone, considerando il morale, ed in ispecie del cardinal presi-
lagrimevole slato di chi ha chiuso l'orec- dente, come quello che nel pontificato di
chio all'udito, ed ha le labbra impotenti Gregorio XVI zelò la fondazione dello
alla favella. Ma spettava alla religione stabilimentoecontribuì al suoincremeu-
fondala da lui, di togliere questi miseri lo. Si videro esposti i progressi da vari
dallo stato infelice in cui si trovano, e di giovani fatti nell'arte del disegno, nella
metterli a parte di que' diritti che sono scultura e nell'arti meccaniche. Nel sag-
comuni al restante degli uomini,median- gio poi dato dalle sordo-mute, onoralo
te alcune anime generose educate alla pure dalla presenza de'cardinali Mattei,
.scuola del vangelo, che assunsero di am- Ferretti eCaterini,e da altre distiate per-
maestrarli, comechè dotati d'intelligenza sone, all'improvvisosi degnò recarvisi il

e suscettibilità,e perciò atti all'istruzione: Papa regnante Pio IX, il quale si mostrò
.santa e mai abbastanza lodata impresa, oltremodo soddisfatto nel vedere le gio-
cheforttia una dellegloriedella storia del- vinette con mirabile precisione rispon-
l'umanità, e vieppiù va diffondendosi. Ma dere co' gesti e in iscritto a quanto loro
già de'sordo muli, edel loro fiorente in- fu domandalo; godendo che la loro con-
SOR SOR 221
dizione era divenuta meno infelice dalla che per una prossima parente o per un.i
potenza dellacai ita evangelica, il loro pro- espressione d'affetto e di famigliaiilà, o
fitto e lo spirito religioso che le informa, per indizio della unione, che deve esiste-

come ne' maschi, educazione tendente 1' re tra tutti i Cristiani (Z^). Prendesi an-
non meno a istruir l'intelletto, che a col- che per la conformità d'inclinazioni o di
tivar i sentimenti del cuore, contribuen- passioni. Dissi a Schiavo che il divino le-
dovi la vigilanza delle religiose esempla- gislatore Gesù Cristo, colle sue massime
ri figlie Canario, anche per cpianto
del di soave carila, di spirituale fiateinità fra

dichiarai ne'vol. LV, p. 56, LXIII, p. i gli uomini, [ircpaiù gli spirili a sentire
\7.[. A manifestare meglio il santo Pa- che la schiavitù, come era allora, feriva
dre la sua alla compiacenza ed il suo gra- la legge di umanità. Rispetto alla digni-
dimento, volle regalare di tabacchiera e tà dell'uomo, la /ìe//g;'o/ie (A^.) cristiana
di medaglia d'oro il direttore d. Fran- dichiarò lo schiavo eguale al libero, il

cesco ed i maestii, e di preziose memo- Redentore e s. Paolo c'istruirono che in-


rie tutte le due saggi sono
sordo- uìute. I nanzi a Dio non vi ha dillerenza e distin-
descritti nel n.° Giornale di Ro-
74 del ziofie alcuna tra il libero e lo schiavo. Il

ma del 1854, insieme al da me narrato principio di fratellanza fra tutti gli uo-
in breve, ed ancora dalla Civiltà cattoli- mini i\dL\V Evangelo {F.) fu posto come
ca, 2/ serie, t. 6, p. 1 00 e -JoS. Essa in- base fondamentale deirinsegiiameiito di
oltre a p. 326 parla de'pii esercizi dati Cristo. La Chiesa non cessa d'insinuare
per la s. Pasqua in Napoli per 8 giorni i dettami di fratellanza e di carità, ch'è il

dal sacerdote d. Luigi Aiello, che predicò carattere pro[)rio del cristianesimo. Giu-
entro una chiesa colla lingua convenzio- stamente dun(|ue la Monaca {F.) o Re-
nale de'ceimi a tutti i sordo muti della ligiosa (F.), comechè professando la per-
città, i quali si mostrarono diligenti e e- fezione del cristianesimo, furono chiama-
diiìcanti, gli altri poi che vi accorsero, di te e si denominano tra \ovoSorellc e Suo-
tutto restarono inteneriti e penetrali di re, onde il titolo di suore e di religiose
religioso entusiasmo. divenne sinonimo ne' primi secoli della

SORELLA e SUORA, Soror, Firgo, Chiesa, da Sorella deiivando il vocabolo

Virgo Devota, Devota Deo. Sorella è no- Suora. \n due sensi pure fu usato e si può
me correlativo di Feniìiiina {F.), tra li usare il nome di suore o religiose, sia per
nati da un medesimo Padre (F.), e da quelle donne che professano la Regola
una medesima Madre {F.); e dicesi an- {F.) di ordini approvati, sia per quelle
che di ((uella nata solamente dal mede- donne che abito e vita religiosa seguen-
simo padre o solamente dalla medesima do, a niuna regola si astringono co'voti,
madre. Fratello [F.) poi è nome corre- nèaltera punto perciò, ma piuttosto san-
lativo di maschio, nato da'medesimì ge- tifica il loro stato laicale. Il cardinal Ga-
nitori della sorella, o da uno di essi. Co- rampi tratta queste distinzioni nell'eru-
me si usa il nome sorella per compagna, ditissime Memorie ecclesiastiche, osser-
umica intrinseca, così dicesi fratello; in vando che Sorores furono dette quelle
Gesìi Cristo, ledonnesono tra loro e agli donne pinzochere bizzoche, che senza
uomini sorelle, e viceversa gli uomini professar voti o regola portavano abito
fratelli a que'del sesso loro e alle donne, religioso, ragionando pure eruditamente
essenilo per la fede tutti figli di Dio. So- su'vocaboli di pinzochere, bizzoche e biz-
rella nella s. Scrittura non si usa soltan- zochi. Sui vocaboli Sorella e Suora, che
to per indicare quella ch'è nata dagli stes- dicesi pur iV^o/", [)uò Can- vedersi inoltre
si genitori o solamente dallo stesso pa- cellieri, Lettere sul titolo di Don. Deli-

<h e e dalla stessa madre, nta si prende au Ioli di Madre (/ .) alle monache, mai>
222 SOR SOR
SI me SU peri ori e abbaclesse,con l'aggiun- erano addette al servigio ecclesiastico, co-

to di neK'erenda,[)av\a'ì ancora a IMona- me lo furono le Diaconesse (/'.), le Pre-


CAjdicenJo de'divcrsi antichi e successivi sbilere o Sacerdotesse {f .).

nomi delle religiose, e che il semplice ti- Non solamente il nome di Sorelle e di
Suono Suora conviene ancora alle
tolo di Suore è comune che
a tutte le religiose

Converse ( V.), A Reverendissimo, diceu- fanno voti solenni o semplici, ma sem-


i

*\oòe\\.\io\o à'iRevertiida usalo colle mo- bra usato più volgarmente invece del ti-
iiache,indicai gli articoli ove ragionai dei tolo di monache con quelle religiose di
titoli che spellano alle religiose semplici congregazioni approvate che non osser-
culle loio superiore. Rilevasi dal tilolario vano C7cz;ts7//Yz(/'^.) e di voli semplici, det-
che si usa dalle segreinrie de* cardinali, te ancora Sortile e Suore, e di molli an-
che anlicamcule tutte le monache senza che recenti istituti particolari, de' quali
distinzione si trattavano co'soli titoli del ne trattai a'Ioro speciali articoli oin quel-
loro istituto, e che in seguito se già prin- li de'Iuoghi ove sono, tutti fondati a be-
ci[iesse o dame si die loro quel Iratla- nefìzio della società e precipuamente del
rui;iito come fossero al secolo. Alle mona- Povero Ordinariamente l'abito di
{f^.).

che graduale caidinali danno i (itolo di il queste sorelle o suore è nero e anche bi-
Mollo Hcvercnda adre , Ella, e di Vo- M gio, semplice, uniforme, ed atto allo sta-
stra Riverenzrtj alle altre monache infe- to loro religioso, e non lontano dall' u-
riori Reverenda Madre, alle monache salo dalle altre donne, conveniente a chi
Lon\ et se Suo re iS'«o/v7. Tuttavia nome il vive Ira la società. A\curìe Sorelle o SuO'
di Suora è il [)ih comune, sia Ira religio- re hanno per iscopo di accoppiare all'i-
se,che parlando secolari con esse o lo-
i struzione letteraria dell'insegnamentOjSia
ro vendo, distinguendosi bens\ le gra-
seri nella Scuola {/^ .), come le Maestre Pie
duate e le velate coriste professecol nome {V.), sia nel Conservatorio (^.), sia nel
di Madre. Il Parisi, Istruzioni per la se- Monastero ( V.^ o altre loro case,una buo-
gretaria t. 3, p. q3 e 14^, conviene nel na cristiana e religiosa educazione, prati-
(jui acceimatOjdichiarandoinoltre cheal- cando varie sorte di esercizi di edificante
le monache di nobil nascila, se sono be- pietà.Tali sono Ira le altre le Ohlatei^F.)^
nedettine o di altri simili ordini mona- le suore del Sagro Cuore di Gesù (^.),
stici, innanzi al loro nome si pone soltan- le suoreFiglie del Sagro Cuore di Gesù
to Donna {T'.), se d'altri ordini Suor, il {V.), le sorelle o figliuole di s. Giuseppe,
quale titolo dice potersi usare promiscua- delle quali parlai nell'articolo s. Giusep-
mente col Donna, anche colle monache TE SORELLE o FIGLIUOLE , clic hanno an-
velale di [irimaria civiltà e giaduate, in che alcune proprie Scuole di Roma (V.),
questo modo: Alla Molto Reverenda Si- olire alcune scuole parrocchiali, al quale
gnora, Suor N. N. Quanto alle sottoscri- articolo ragionai delie scuole tenute in
zioni delle religiose, avverte Parisi, che RomadalleiSo/t-//eoò»oredidiversecon-
l'uso permeile senza taccia d'albagia, di gregazioui religiose, come sono le suore
\^ve\)0{:\ e i\ Suor o Suora al loro nome, ov- dellaProvvidenza dell'islitutoBorghese;
vero Donna j notando, che molti religio- e per non dire di altre, quanto a Roma,
ni a cui si dà il titolo di Padre, nelle sot- delle sorelle della congiegazione dell'apo-
toscrizioni faiaio precedere il nome dal stolato cattolico della Regina de Martiri
jFV-., ancorché costituiti iu dignità eccle- (^.). La detta congregazione religiosadi s.

siastiche,come pi alleano i monaci col Don Giuseppe è ben noia pe'servigi che ha re-
(A .), corrispondente al Donna delle mo- so, e che rende ogni giorno in Oriente, in
uache. Ne'primi tempi della Chiesa le^^- Africa e in Italia, che ha casa centrale in
g'ipeie {T'.) si dissero Sorelle adottive, ed Marsiglia. Le sorelle o figliuole di s. Giù-
son. SOR 223
Kcppe Iianiio allrcM case cretUicazione n mondo, che si consagrano alla cm-a prin-
Cipro, i\Ialla,Trebisonda,Geriis;ìIeiini)e, cipalmente degli ammalali d'and)o i ses-
Giufl'a, Algeri, Indù Cina ed in altri Ino- si, gua-
laboriose e indefesse. In Algeri si

glii.Però va avvertito che di 3 istituti si- dagnarono la venerazione de'maometla-


mili Ceci articoli, cioè s. Giuseppe nli- ni, in Costantinopoli il regnante sultano
giose xpcdcilierc, s. Giuseppe figlie seco- Abdul-ÌNIedjid avendo aperto un ospe-
lari speda liei e, s. Giuseppe sorelle o fi- dale vi chiamò le figlie della Carità, e ol-

glie. A rerona [P'.) la celebre marchesa tre che largheggiò con esse in denaro, si
di Canossa istituì le suore (ìglie della Ca- privò per loro d' una porzione d' accjuu
rità {P') per l'educazione delle povere, del suo serraglio, l'rolette evidentemen-
anche Sordo- Mute {/'.), alle quali anche te dalla carità ili Gesìi Cristo, non cura-
altre suore iledicano le loro tenere cure, no l'aria infetta, accorrono ne' pubblici
e si dill'uscro per tutta la Lombardia. In e privati luoghi, vegliano le intere nol-
detta ciltìi fiorisce ancora
che 1'
istituto lial letto dell'infermo, esagrificando gio-
descrivono le Notizie del novello ordine ventù, bellezza, nobiltà e ricchezze, so-
religioso delle sorelle della sagra Fa- no le loro delizie gì' infelici negli speda-
iJiiglia,ap/)i ovato dal Pontefice Grego- li, il cui aspetto schifoso è abborrito dal-
rio \r l, iMilano i836. Lo fondò Leo- l'umana superbia, fastidioso e pesante al-
jioldiua iVaudel in N'erona ne'monasteri la fragile delicatezza. Le suore della Ca-
«li s. Teresa e di s. Domenico Acqua Tra- rità, nelle rivoluzioni che posero a soq-
verso, che sono nella cittadella, e il.iH'i- (|uadro la Francia, massime Parigi, nel
slitutrice congiunti per via segreta sot- declinar del secolo passato, nel i83o e
terranea. Questo isliluto ha per fine la nel 1848,operarono prodigi di virtù. Que-
propria per(e^ioue dellesorelle nubili del- ste amate religiose non sono ad alcuno
las. Famiglia, la santificazione e l'educa- d'aggravio, ricusano perfino un sorso di
zione utile e gentile delle convittrici fan- aci|ua da coloro, cui colla corporale ren-
ciulle nello studio di lettere e lavtjri don- dono sovente la spirituale salute, e pre-
neschi, per formarle buone cristiane e ot- servando se stesse dal contagiode'vizi fan-
time madri di fauìiglia; oltre le scuole no ovunque sotto loro passi germoglia-
i

gratuite e rammaestiauìento delle fau- re la virtù. La stessa libertà di tornare


i iulle della parrocchia ov' è la casa del- al secolo le rendono più alfezionale all'i-
listituto.Giegorio XVI con breve de'20 stituto. A
chi si meravigliava con queste
«licenibre i833 approvò le sorelle suo- generose sorelle e suore della Cai ita, co-
re della sagra Famiglia. Le suore poi di Hìe in mezzo al mondo e ne' viaggi an-
s.Dorolea [f^.) soyo secolari e regolari, cora lontanissiu)i si seibassero illibate e
secondo l'istituzione. E tutte queste e si- purea simiglianza di rigide claustrali, tra
mili congregazioni di sorelle e suore van- il contrasto della piìi semplice e mirabi-
no prosperando per riuscire sempre utili le disinvoltura, rispondeva il loro gran
alle classi della società, a benefìcio delle fondatore s. Vincenzo de Paoli [F."^, che
quali trovansi S[)ecialmente assegnate. Vi la carità di Gesù Cristo è 0()erosa, e che
sono congi egaziuni religiose di donne che aveano esse per njonaslero le case de'ma-
hanno il duplice scopo dell'istruzione e lali, per cella la stanza tolta a pigione,
dell'assistenza degl' infermi, tali sono le per oratorio la chiesa parrocchiale, per
sorelle della Carità e della Misericoidia clausura l'ubbidienza, per grata il timor
A.' Irlanda {f^-)- A ijucsta categoria ap- di Dio, i)er tonaca la |>ovcrtà, e pei velo
[lartengono le diverse congregazioni O- la santa modestia. Dopo luttooiò non è
!>pedalierc[f'.), figlie, sorelle e suore del- a stupire se ovunque sieno stale accolte
la Cariuìj sparse lu tulle le 5 parli del le suielle della Cdrilù siccome an;'cli ve-
224 SOR SOR
nuli dal cielo, e i icoimnle da Uilli di be- vrà a dire delle suore, delle sorelle, delle
nedizioni e di lodi. Dio creò la donna per figlie della Carità,che variando di no(ne,
liir all'uomo un aiuto di cotnpa}^na e di uno è sublime spirito chele informa,
il

madie, e Gesù Cristo colle sue leggi di le quali sovente nel fiore e nella vigoria
amoreuestrinseesantificò rapporti, in- i dell'età, P'ergini[F.)e bene spesso avve-
segnando a depurare ogni cosa che sapesse nenti, a ciò con eroico voto si astringono,
di carnale e d'umano. La Chiesa poscia, e innumerabili ingegnose industrie usa-

Jjen consapevole del bene che nella so- no perchè il loro virtuoso scopo ac(juisli
cietà può donna, a cui Dio diede
far la minu-
novella forza, e coll'osservanza di
cuore compassionevole e sensibile, ne ha te regole vi provvedono incessantemen-
sempre raccomandala la buona istituzio- te. Esercitano di continuo esemplare au-

ne, tanto per l'oUicio di madre, che per negazione, combattendo per vincere tut-
«|uello dell'interno reggimento e gover- tuciò ch'è riluttante alla debole natura,

no della famiglia, conie ancora secondo essendo assidue nell'esercizio della pre-
l'insegnamento del suo divin fondatore, senza di Dio. Con saggia cautela le mo-
pose la virginità fra'consigli di perfezione derali ici di queste suore alle giovani pre-
ni n'inculcarne la custodia a chi più spe- feriscono le più avanzate in età, riserban-
dita e sicura cercasse la via del paradiso. do le prime ad altri olllci,coiue la cura
Se vi è occasione in cui la donna abbia a delle biancherie, la preparazione de'far-
fare mostra della sua benefica compassio- machi, quanto occorre alla casa. Incedo- •

ne, certamente è (juando alcuno trovasi no pubblicamente sempre accompagna-


nel letto del dolore, massime negli ospeda- te, con angelica modestia. Non solo poi le

li comunemente e non senza ragione ripu- sorelle della Carità vegliano ad assistere
gna ti dal la languente umanità. Per quan- ed a risanare gl'infermi, ma special zelo
to in tei ligenle,accoi lo e cantate vola possa impiegano per la salute eterna delle loro
essere l'uomo, anche per esercizio di virtù anime. Colle insinuanti parole, co'modi
e di professione religiosa, coHvieneconlès- coltesi, con industriosa accortezza, trag-

sareche,meno rare eccezioni, non veglierà gono profitto anco nel porgere una me-
giammai presso 1' infermo colla pazien- dicina per richiamare alla memoria del
za, colla costanza, colla perspicacia, colla sofferente una massima del vangelo, il pa-
compassione della donna, al cui occhio liloda Gesù, dalla B. Vergine, da'santi;
non isfugge uno sguardo, un gesto, un laonde arrivano a guadagnare e vincere
accento dell'infermo, e i bisogni e i desi- j cuori più duri, e talvolta ad una suora
derii antivedendo, sa ristorarlo opporlu- riesce ottenere quanto non potè conse-
nemente. Che dovrà dirsi poi se venali, guire il più zelante ministro ecclesiastico.
sgraziati e rustici ne sono gl'infermieri? Molte opere trattano de'tanli servigi che
In diversi luoghi ricordai lo zelo di quel- le religiose rendono all' umanità, e qui

li che composero opere per reuderli ca- ricorderò quella intitolata: Teresa la
ritatevoli e istruiti, e qui cito
il Catta- Piccola suora della Carità, operetta di
neo Pedagogia dell' infermiere, Milano
: educazione morale, Milano 1840.
1846. La donna cristiana nell'infermo A Missione congregazione di s. Vincen-
non meno ravvisa un individuo di sua zo de Paoli, parlai ancora dell'istituzione
specie, ma Gesù Cristo stesso, il quale ci che quel prototipo della carità operosa,
lasciò detto: Ciò che farete a' miei pove- e benefattore deirumaoità, fece delle So-
ri, a me lo farete; Io era malato, e voi relle o Suore o Figlie della Carità; pri-
mi visitaste. Che se lodar si deve la don- mogenite del suo gran cuore, cima della
na cristiana nell'esercizio iuisericordio>o sua gloria, onore della Francia, sostegno
dell'assistleura agriufeimi, che non si a- della umuuità , trionfo della leligioue.
-

SOR SOR 225


Gl'infeiini, gli espoili, i liovatelli, i con- il titolo di (liielloie: la |)riora è la princi-
iltiiitiuli alle gulciT, le nicieli ici, l'iiiteia pale tra le sorelle. Un mensile sermone
sucielà, lutti lin vennero per tal ioiida/.io- infervora queste stimabdi sorelle dellaCa-
ne e opera generosa e bella, aintnaestca- rità al loro utilissimo e generoso uflizio.
uienlo, e<liicazioue, aiuto econfoilo, ed Le spesesi fanno colle liuiosine delle suo-
il mondo ne sperimenta i molteplici be- re contribuenti. Inoltre nel ricoiilato ar-
nefìzi. Tra gli articoli CAniTA scrissi cjuel- ticolo Carità parlai dell'ospedaliere so-
ii delle ospedaliere della Madonna della relledellaCaiil;i regolai i,detteanche del-
Carila, istituite per gl'inifruii neh '2^4 la jy/ver/fo/Y/z^i, fondate iiiRoma nel 1 82 I

da Simona Gaugain; e delle sorelle della dalla principessa d. Teresa Doria-Pa^yi


Carila istituite da s. Vincenzo de Paoli pili// (f-^.), per gli Ospedali di Roma, ove
e da madama Luigia di Marillac vedova, ne riparlai, e protette dal celebre cardi-
dette anche Fi^lit della Carila e Suore nal Giuseppe Antonio Sala[f^.). Pertan-
^rii^it[r .).\\\ pine [)arlai delle sorelle del- to dissi a Osi'EDALE DEL SS. SALVATORE
la Carità secolari di s. Vincenzo de Pao- VREsso .s. GiovA.\.vi, che tali sorelle della
li,istituite in Roma nel 1^19, ed erette ca- Carità ivi esercitano eziandio la bassa chi-
nonicamente neliS20 nella chiesa di s. rurgia. Gregorio XVI, che confermò l'i-

i\latia de'Monti, vedove o maritate e zi- stituto, l'irilrodusse nell' Ospedale di s.


lelleso|)ra i4oamii (in Fraudasi ammet- Giacomo (/'.), e favori quelle che Leone
tono (pitlle che abbiano compito (8 anni) XII avea collocato nell' Ospedale di s.
di ci vii condizione, per visitare nelle par- JÌIaria e Gallicano, introducendo pure
I occhie al domicilio i poveri infermi e cro- Gregorio XVI nell' Ospedale di s. Spinto
nici d'ambo i sessi, assisterli anco spiri- (A'.) le suore o figlie della Carità dell'isti-
tualmenle,summiiiistrando loto medico, tuto di Napoli e di Besanrou. Qui dun-
chirurgo, medicine, cibo e altri aiuti. L'i- que, di questi due ultimi benemeriti isti-

stituzione caritatevole fu fatta ad esem- tuti di Roma, aggiungerò altre notizie:


pio di quella di s. Vincenzo de Paoli, ad prima parlerò delle Sorelle della I\Iiscri-
iinilazioue di quanto egli avea fatto nella cordia, poi delle Figlie di Carità. D.illu
parrocchia di cui era curato, avendone già lodala adunanza delle sorelle deilaCa-
Bcritto le regole e adattate principalmen- rilà introdotte nella cliiesa di s. Maria dei
tea'piccoli villaggi ove mancano ospeda- Monti a sollievo dell'inferme, che rima-
h;ed signori della missione, figli dupiel-
i nevano nelle proprie case, fece concepire
l'eroe della carità, furono promotori di i all'encomiata principessa Doiia l*amplii-
61 bell'opera, dandovi particolare opera il Ij in una sua infermità, il caritatevole di-
sig. non meno lo zelo del can."
Baccari, e visamento di dilaniare nell'alma città la
Adriano Giampedi romano, poi beneme- stessa opera negli ospedali delle donne,
rentissimo vescovo d'Alatri. Toccai pure con riunire per quello del ss. Salvatore
del loro incrementoe propagazione per al- OS. Giovanni in Lalerano, un numero di
Ite Parrocchie di Roma {f^.), e (|ui ag- femminedi civilccondizione, le quali sen-
giungerò quelle di s. M.'^ .sopra Minerva, za vista d' interesse, ma per solo spirilo
b. Marcello, s. Lorenzo in Lucina, s. Carlo di cristiana carità,si consagrassero al ser-
a'Catinari, s. M.'^in Campilelli, ss.Quiri- vizio amore voice immediato delle povere
co eGiulitta,s. Maria di Loreto, s. Hocco, malate. Questa bell'opera ebbe principio
s. s. Maria Madda-
Caterina della rota, nel maggio 182 1 , sullo gli auspica e l'au-
lena, Angelo in Pescaria, s. Marco, s.
s. torizzazione di Pio VII; indi Leone XII
Maria in Via, s. Lucia del Gonfalone e zelando la prosperità degli Ospedali di
diverse altre. Ciascuna parrocchia fa da A'o//i/?,a'3geiin.iio 1 826con moU)pioprio
be, ed il pai ruco che u'c il i ."òupci iure ha cunfcruio lo slabiliuii.ulu dulie ubiate u-
226 S OU SOR
spetlaliere, oidinaiicJo che queste si for- sta congregazione, e la fece prosperare e
luasseio in cornimi tà,e vi vesserò sotto mia temporale vantag-
dilatare, a spirituale e

regola corifjccnte alloro pio istituto, edi- gio della misera umanità. Ora dirò delle

noi ne appi ovò le regole che furono pub- altre ve\\Q\os>e Figlie della Carità.Di que-
Jilicale colla stampa 1827:
in Roma nel sto ultimoislitulodarcjuDparticolarecen-

CosiUuzioiii per la congregazione delle no, che servirà per prendere una miglio-
Ospedaliere delle leSorelle della Miseri- re idea degli altri succennati, e lo ricavo
cordia. Questa congregazione delle Sorel- dal libro : Isti la lo ossia regole e costi di'

le della Misericordia si compone di o- zioni generali della congregazione delle


Mate e di converse con voli semplici, ri- Figlie di Carità sotto la prolezione di s.

cordati al citato articolo Carità. Le o- Vincenzo de Paoli, Vioma 82 o.vSuor Gio- 1

blate e le converse vestono tonaca di sa- vanna Antide Thouiet fondatrice della
ia nera; un velo nero in capo distingue congregazione delleiS'ure//er/ei/er/e//aCa-
leoblate,dalleconverse che l'usano bian- r ila di Desancon,eiipoie al Papa Pio VII
co. Le une e le altre dipendono dalla su- essere da più anni stabilito tale istituto
periora generale. La casa primaria è la in Besancon ed in altre 6 diocesi della
,

residenza della medesima,ed è presso l'ar- Fiancia, non che a iXapoli, e nella diocesi
cispedale di s. Giovanni in Lalerano; il di Marsi (come dissi a Pescina, parlando

noviziato trovasi presso quello di s. Gal- di Tagliacozzo), ov'erano state chiamate

licano. La casa primaria è considerata co- per fondare l'istituto, con esserglisi asse-
me centrodi tutte le altre, e di quelle che gnati de'fondi pel proseguimento. Che ri-
potessero erigersi nel distretto delle ^o conoscevano queste Figlie di Carità per
miglia da Roma. La superiora è assistita loro fondatore, padre, modello e special
4 consultrici. Le case
dalla vicaria e da prolettore s. Vincenzo de Paoli; ma sidi-
subalterne hanno le priore, e tutte sono stinguevano dalle altre comunità presso
fornite di officiali, che disimpegnano i di- a poco sotto il medesimo nome, chiaman-
versi ofllzie ingerenze. Sealliesorelle del- il loro istituto. Congre-
dosi a tale elfelto
la Carità stabilite negli ospedali degli uo- gazione delle sorelle di Carità di Besan-
mini, ne curano l'amministrazionejSor ve- con. Che suor Giovanna Anlide Thouret
gliano la personale assistenza de'malati, per sola ubbidienza dovè fondare e pro-
la quale èdevoluta agl'infermieri, che di- pagare q^uesto istituto, eretto per solleva-
siinpegnano i personali aiuti e soccorsi; re i poveri, assistere i malati, istruire la
(pieste sorelle della Misericordia, siccome gioventìi, e per allre pie opere per ledi-
sono addette in ospedali di donne, fauno flcazione de'buoni cristiani, e per il loro
elleno stesse non solo da infeimiere, ed spirituale e temporale servizio, con ispe-
esercitano i più schifosi ultizi caritatevol- ciale approvazione non solo di molti ve-
mente, niacon immensi vantaggi deglio- scovi, ma dello stesso loro sovrano Luigi
spedali e delle inferme, egregiamente di- XVIll. Inolfre suor Giovanna umiliò al
simpegnanoancora la bassa chirurgia, ed Papa il suddetto libro delle Regole e Co-
hanno eziandio cura di quanto si appar- stituzioni ,&upp\\Ciinóo\o ad approvare l'i-

tiene all'ospedale. Per l'esercizio indefes- stituto tanto utile alla società, e da cui si

so di tutti questi uffizi laboriosi, le sorel- sono avute delle sorelle morte in buon o-
le della Misericordia generose di carità dore di santità. Pio VII fece esaminare
cristiana, per l'aifalicata vita che menano le regole dalla congregazione de' vescovi e
con eroici sagritizi, nella maggior parte regolari, la quale dopo matura e diligente
presto perdono la floridezza giovanile, e disamina propose l'approvazione dell'i-
poche invecchiano. Iddio manifestamen- sliliito, ePio VII l'elfelluò col breve Do-

te, a ulterior decoro di Roma, benedique- tiiuiicl grtgis, de' 1 4 dicembre 1819, Bui-
S OU SOR 227
larii Romani contiuitntiflt. l 'T, p. ilc). A- inaile. Vi sono rlcllcsoielie preposte ri vi-
tltinqiic i lini tli «itiestobeiiemeienlissimo iitaicgiistabilidienli paiticolaii, quando
istillilo si apprendono da'.soguenli brani, la superiora generale non può da sestessa
» Alcunepeisoiiedistinteperdignilàeper visilarli. Nella casa principale dimorano
eminenti virtù, animate più che mai da le sorelle che esercitano "li ufllci mngTio-
quella carità evangelica, che si compiace ri; vi v. annesso il noviziato die chiamasi
spandere da lungi suoi dolci i influssi, con- pure seminario. Serve inoltre di ritiro al-
biderando quanto spesso i malati [loveri, lesorelledivenuteincapacidi prestarser-
quelle preziose menihia di Ge>ù Cristo vizi interessanti nel resto delia vita, elio
soU'erentejSono derelitti nelle loro miserie desiderassero finirvi quietamente i loro
d'ogni specie con gran pregiudizio di loro giorni. La superiora consegna alla iiovi-
eleina salute; e come la gioventù bisogno- zia l'abilodi fìgliediCarità, benedellodal
sa, data in balia dell'ozio e dell'ignoran- ca[)peIlano in tutte le sue parli, cornili-
za, si alleva, nutrisce e cresce in mezzo ciando dal velo bianco, poi la fascia dei-
di odiosi vìzi, che sono funesto edetto di la fronte, la fascia del mento, la collana^
mancanza di educazione per disgrazia
,
tutto di lino bianco, la veste di color bi-
della religione e della società: hanno de- gio o cenerino, il grembiale nero di lana,
sideiato che una congregazio-
si erigesse la corona, il Crocelisso. I voti sono sem-
iie di virtuose donne, che potessero aii- plici, ed obbligano alla povertà, alla ca-
dare incontro a tanti bisogni ed inconve- stila, alla ubbidienza, ed al servizio spi-
nienti, ed occuparsi unicamente neUer- rituale e temporale de'poveri, e si fanno
vira edistiuirei poveri. Animate le figlie dopo 5 anni. Ilipeto, che di moltissimi i-

della Carità dallo zelo che ispira questa stituti ospedalieri di Sorelle, Suore, Fi-
bella vii tu, si consagreranno generosa- glie della CrtriVà ne ragionai in mollissi-
nieiite al sollievo di tulle le classi de'po- mi articoli, ed in altri espressamente, co-
veri. Serviranno que' che sono malati ,
me Giuseppe figlie secola-
all'articolo s.

negli spedali (ed ospizi) o nelle proprie ri spedaliepe. Facendo le suore dellaCa-
case. Ammaestreranno gratuitamente le rità anche da Speziale, in quell'articolo
fanciulle povere nellescuole a questo fine narrai che il Conservatorio di s. Onofrio
eretle(ollre le donzelle di civile condizio- (/'.) di Roma,con isouole da loro dirette,
ne ne'convilti di educazione). Alleveran- contiene una farmacia per somministrare
no gli orfani, ed i bambini esposti; soccor- giatuilaraente i medicinali agl'infermi di
leranno prigionieri, ed
i i pellegrini mi- 3 parrocchie, prodigando loro soccorsi,
serabili; in ogni luogo voleranno innaii- INellostessocooservatorio inoltre medica-
zi all'indigenza, a lutto lor potere, e se- no chi vi si reca, e vi hanno 7 letti per po-
condo le mire benefiche de' fondatori e vere croniche. La congregazione religiosa
ilflleamminislrazioiw particolari". Quan- lombarda delle Suore di Carità, istituita
lo airorganizzazionedellacomunitàjtut- neli84oin Lovere dalla piissima giova-
tigli stabilimenti delle figlie della Carità ne Bartolomea Decapitnni,da qualchean-
non formano che una sola, una stessa co- no morta in odore di santità, fu appro-
niiinità,i! cuigoverno è lutto intiero nel- vataneli84i da Gregorio XVI con lerc-
ie mani d'una superiora generale, e del gole di s. Vincenzo de Paoli, ma indipen-
rispetlivo vescovo per le case esistenti nel- dcntemente dalla congregazione generale
la propria diocesi. La 8U[)eriora generale delle Figlie della Carità di s. Vincenzo
ha un'assistente, un consiglioe delle se- de Paoli, le quali sonodivisenelle congre-
gretarie. Alla tesla d'ogni casa partico- gazioni di Parigi e di Napoli, perchè adat-
lare è una sorella servente. A tutti gli nf- tò l'istituto alle leggi e usi lombardi con
fl^i iufci ioli presiedono delle doiclic pi i- alcune modificazioni. Queste suore della
228 SOR SOR
Cciiìtà sono clilfnse in tutta la
ot'in.'iì si cole sorelline de'poverijìanno per istitu-
Lombardia e nel Veneto, con novizi;ito :i to di nulriree assistere le povere vecchie,
Lovere, e in .Milano nel nuovo inagnilico col prodotto Elemosine (/'.) che so-
(\e\\'

ospedale delle Fate bene Sorelle, istituite no di precetto per quelli che trovansi in
col ['ì\\in\^' Benfrateili [l^'.), l'ondato dalla lutato di farle (per l' amore e carità che
conlessa Lama Visconti Cicei i, clie in es- dcjbbiamo avere pel nostro piossimo, che
bit consagiò i suoi beni e la sua persona il nostro secolo famoso ha compendiato

alle povere inferme. Di un'altra specie di con quel parolone di Filantropismo), e


suore approvate col nome di Ancelle del- che le sorelline ricavano dalle questue che
la Carila dal regriante Pio IX neli85i, giornalmente fanno da una casa all'altra^
ini piace rpii (ar cenno. Tale istituzio- onde alimentare queste infelici loro pro-
ne venne ispirata al cuor generoso e pio tette. Alle Sorelline, trovo conveniente
nobile giovane Paolina Piosa, allor-
(Iella d'aggiungere luja parola sui Fanciulli
ché cotuinossa dalla strage die faceva la (f^-), cioè di quelli cattolici chiamati fio
Pesdlenza {/^.) tiei eliderà nel 1887, in dal 1 843 a far benefica parte delta pia o-
Brescia sua patria generosamente si dedi- pera della s. Infanzia, nata dall'inesauri-
còcon altre compagne al servizio degl'iu- bile carità cristiana, ed intenta al batte-
(<,'tti. Queste suore specialmente sono oc- simo e possibile conservazione de' fanciulli
cupate al servizio delle donne inferme an- cinesi e idolatri pel salvamento eterno
,

che a domicilio, e sono già diffuse in vari de'loro coetanei, e della quale tenni pro-
ospedali. Esistono in Parigi due case di lusi to nel voi. LXIII, p. 126. Nella mis-
Feltles Soeurs despauvres, che lianno per sione di Ning-Po, nella Cina settentrio-
lodevole iscopo di raccoglierei poveri vec- nale, vi è uno stabilimento esclusivamen-
chi abbandonati, le quali contengono piii te consagrato alla s. Infanzia, che dirigo-
di 3oo vecchi. I\eli8j3 la regnante im- no le suore della Carità, le quali vi han-
peratrice de'francesi Eugenia, avendo sa- no riunito 100 fanciulle tolte alla mise-
puto lo stato di ristrettezza nel quale tro- ria e all'abbandono, ed oltre ad esse una
vavasi comunità delle Pelites Soeurs,
la trentina di fanciulli in fasce, provveden-
le mandò 10,000 franchi dalla sua cassa doli di tulio l'occorrente. Nella stessa ca-
particolare. Nel 18J4 l'imperatrice con sa vi è la spezieria, l'ospedale e una sala
l'imperatore Napoleone 111 si recarono a per assistenza pubblica.Le suore due vol-
visitare la nuova casa pe' vecchi del quar- te al giorno distribuiscono miuestra di
tiere s. Marceau, aperta cogli aiuti della riso, notte e giorno si aggirano per la cit-
stessa imperatrice, edeutraroiio pure be- tà ad assistere gli ammalati. In Ning-Po
nignamente nell'iuferineria. A Brusselles non vi ha che una voce per esaliare pro- i

egualmente fioriscono le piccole sorelle digi di carità che fanno le suore, il cui
de'poveri, sebbene introdotte da poco, ed coraggio è una vera gloria per la religio-
a vantaggio de'poveri vecchi malsani. In ne e per il paese. Finalmente si chiamano
Londra esse aprirono queit'anno una 2." Sorelle e Fratelli quelle persone d'ambo
casa,favorevolmente veduta si da'cattolici i che appartengono a qualche pio So-
sessi
che da' protestanti. Inoltre abbiamo un dalizio ( ^.) o Congregazione divota{^ .). V
nuovo stabilimento fondato a Tolosa, già SORELLE e SUORE DELLA CA-
ricca opera di beneficenza,! ntitolato le Ac- RITÀ, Sorella e Suora.
f^.
cole sorelline de' poveri, il di cui solo nome SOREO, Soreus, Sede vescovile della
è una vera e bella raccomandazione ples- r.^Bilinia, sotto la metropoli di Nicome-
so toltele animecaritatevoli, edelle qua- dia, ch'ebbe a vescovo Cornelio, in tem-
1j si ammira in molte città della Francia po dell' imperatore Diocleziano. Orieiis
1j pietà e la sublime divoiiuue. Le Pie- chi. t. I, p. 620.
S () R SOR 229
SORTA. /'.Siria. mina. Le selve gliiandifcre delle sottopo-
SORIANO, Sorianiinì. Castello e co- ste valli sr)no anch'esse sorgente tli Iraf-

mune dello stato ponlilicio, nel distretto lìco e di ubertosi pascoli. Questi fertili

e delegazione di ^'itel•lJO, diocesi di Civi- monti, tutti vestiti di erba e piante, so-

taCastellana.E' distantedaRoma un gior- no famigerati ne'fasli degli antichi etru-

no di non lungi ila Viterbo e dal-


viaggio, schi, specialmente per la memorabile di-

la romana, ciò die facilita il stio


strada sfatta che riportarono nel secolo V di Ro-
commercio. La sua posizione sulle falde ma dal console Q.Fabio. Alla sommità
de'nionli Cimini, in velia a erto monticel- delCiminonella parledel noni, in distan-
lo, in pittoresca e ridente situazione, vi fa za da Soriano circa 3 miglia, e poco più
respirare un'aria elastica e salubre, massi- da Viterbo, giace smisurato macigno, che
me nell'estate che ivi sembra primavera, incontratosi meravigliosamente sopra u-
godendovisi puie vasto e sviiriato oriz- na scoeliera di durissimi selci, che a lui
zonte. Possiede piacevoli fabbricati cinti di dintorno quasi artificiale bacino stendo-
mura, colla collegiata sotto l'invocazione no ed avendo nel mezzo un rialzo che
,

di s. Nicola di Bari, e la rinomata rocca o come perno il sorregge, rimane sì bene e-


fortezza. Questa priixia dell' invenzione quilibialo checon lieve impulso di un le-
della polvere fu reputata inespugnabile, gno posto a leva e datogli urto, ovvero
onde RIerula \ac\\\aa\?L,toiius Italiae va- con altro mezzo, il sasso barcolla, oscilla
li dissiniam, e il cardinal Egidio Canisio e raovesi visibilmente. llCaliudri, Sag-
di Viterbo la disse, Arcem omnium mu- gio del Ponlificio stato, p.409, dice che
tiitissiniarn.Sie\eya la gran mole con mu- questa rupe di figura parallepipeda smus-
ra merlate sul vertice d'una collina sopra .sala, ossia d'un'elissoide schiacciata, mi-
durissime selci,un non
aventi all'intorno sura metri cubi 85 e si ragguaglia del pe-
interrotto bastione o vallo, che malage- so di libbre 5oo,ooo. Aggiunge, che cre-
vole oltremodo ne renderebbe l'accesso. de il prof. Orioli, che in Firenze ne pub-
Da ostro e ponente pare che gli alti gio- blicò la relazione, che tale rupe fosse vo-

ghi del Cimino le facciano schermo con- mitala dal vulcano Cimino. Nota pure,
truilfurioso libeccio: a levantesi dischiu- che altresono in Linguadoca, e della to-
de dinanzi, dopo estesa pianura, la Sabi- rher de la Roquetle , nel Monte Filala
na e la catena degli A pennini; a setten- presso Lucerna, e in Huelguet in Rreta-
trione belli colli dell'Umbria e la Tosca-
i giia. Chiama questa naturale curiosità
na, in seguilo di lungo tratto di valli e Sasso tneiiicatoieotreiiicatoreometiira-
colline, nel modo il più incantevole, che rello, che altri appellano Enpe trenian/r,

la mente dischiudono a'più sublimi con- rupe orizsontale di peperino con cellule
cetti. Il vasto e ferace territorio di Soria- irregolari, rotolala da antichissimo tem-
no, a cui parecchie terre e castella fumo po, e postasi in billico sopra un'altra lu-
corona, le copiose e perenni acque che lo pe verticale di somigliante naluia. Il d.'

irrigano, un buon numero di bestiame i). Corsi nel t. 6, p. 2^9 òeW Album di
grosso e minuto che lo feconda, ne ren- Uoma, ne pubblicò la descrizione intito-
dono non meno rigogliosa la vegetazio- lala: Il celebre sasso di Soriano. Riferi-
ne, e l'abbondante raccolto non solo sod- sce che per le sue regolari ondulazioni,
disfa a'bisogni de'suoiquasi 4oooabitan- Gallo lochiamo Ttrrestre navigium :V\'\-
ti, ma in copia fa asportare vino, olio ,
nio il vecchio, alludendo alla sua rarità,
cereali, ortaggi e frulli. Fiorcntissimo è Naturae niirarolutnj e Varrone, poiché
il commercio legname da costruzione,
di a'iempi suoi non conosceasi simile por-
anche di grosso fu>to, che vigoroso pro- tento, lo disse: Totiu$ mundi porteittuni.
spera sulle cime e pendici della selva Ci* Fra le ipotesi su questo fenomeno, ripor-
i'!,o soli S O il
l;i (|nclla di niifToiijCni ^ece reo Linneo, pubblicò T.l\Iicci,con diverse notizie sto-
il f|iiale parhindo della foimazione dei riche, nel t. 5, p. 87 del ricordato ////>»/«.

inonli,voilealliil)iiiiloalIeac(ine,Iefju;ili Dimorando Nicolò III in Soriano, quivi


toll'inslancahile loro attività seco traen- morì d'un colpo d'apoplessia a'22 agosto
do la vegetale e altre lene men dure, la- I280, ed il suo corpo fu portalo in Ro-
sciano le materie petrifìcate al di fuori, ma. Vi si era recato a cagione de' gran
die iiiconlrandosi per avventura equili- caldi da Viterbo, ove si celebrò il Concla-
brale sopra duro macigno ponno facil- ve (^F.) pel successore, che fu eletto dopo
mente rinnovare sì raro fenomeno. Prcj- 6 mesi di sede vacante. Varia fu in segui-
Labilmente Soriano, se esisteva, divenne to la sorte di Soriano, e fu diverse volte
dominio della s. Sede quando colle circo- a partedellecalamità che ne'diversi tem-
slanli città ebbe origine la sovranità del- pi desolarono la Per l'as-
misera Italia.

la Cbies.'i, nel pontilicalo di s. Gregorio senza de'Papi stabiliti in Avignone, a fre-


11 verso il 726. Il popolo sorianese van- nare la prepotenza de'baroni che aveano
ta vari diplomi papali, in cui dicbiara>i occupalo la più parte de' dominii della
fedelissimo e divotissimo alla Sede apo- Chiesa, in questi spedì Gregorio XI il cru-
stolica. Il Calindri dice clie fu erettoSn- dele cardinal Pioberto di Ginevra, poi fa-
riano da Gregorio VII nel io84- Papa
s. moso antipapa Clemente Vn,per lega-
Onorio 111 dell 2 16 investì del feudo ili to e con numeroso e indisciplinato eser-
Soriano tuonaci benedettini di s. Loren-
i cito di gallo»bretoni, i quali ricuperaro-
zo fuori le mura
Roma, ciò cbe con- di no molti luoghi, e nel 1875 tolsero agli
fermarono Gregorio IX e Innocenzo IV^ Orsini Soriano e lo tennero lungamente,
Leggo però nel Bussi, Istoria di Fiterbo, sino a Martino V Colonna eletto nel 14' 7>
p. 55 e 4-7^) che questa terra era di Vi- dice lNovaes,erestituito agli Orsini locoii-
terbo come si ha dalla promessa che
, ,
servarono per breve tempo. Nelle notizie
per pubblico istromenlodel tg dicembre del Micci si legge che i bretoni lilenne-
1 2 58 feceroOUaviaiiOjGuastapane el'ie- ro Soriano sino a detto Papa; lìltdla tu-
tro figli del qnonclatii Poicario, feudata- Ulftcilque ... sudnvil etalsit, per indurli
ri della medesima, di ubbidire «'decreti a capitolarla resa della rocca. Quindi af-

e altro del comune ili Viterbo, e che fu ferma che ne venne in possesso Antonio
infeudala alla famiglia Gatteschi. 11 Pa- Colonna principe di Salerno e nipote di
pa Nicoli) JII[P'.) della romana e poten- Martino V, che dovette cedere poi alle
tefamiglia Or.ym/(/''^.),alletlatodalla pu- armi di Francesco Sforza, che sotto Euge-
rezza dell'aria, dall'amenità del luogo, e nio IV creato nel i43 1, Soriano lo posse-
dalle cliiare,fresche e dolci acque,che lim- deva il fiimcso cardinal Fitdleschl perla
pide sgorgano tra le rupi del Cimino, piii Chiesa, il quale rinchiuse nella rocca pri-
volte si recò a Soriano. Tra le rupi vi e- gioni dialtogradOjComeGiovanni di Vico
difìcò il sussistente sagro tempio,e nel con •
prefetto di Roma preso inVelralla, e Cor-
liguo monasterosi compiaceva di menar- rado de'Trinci signore di Foligno (colla
vi vita romita, sino a trattenervisi in pa- famiglia e tulli ivi strangolati nel
44')» 1

ce e tranquillo per due mesi, e vuoisi che ambedue in seguitodecapitali. Tullavol-


in Soriano nel 1279 pi'0'"i'Ig3Sse sua trovo in mg. Gaetano Miì\'\n\, Archia-
"^

la la
celebre dichiarazione sulla regola dell'or- tri pontifìcii, t. 2, p. I 00,1 46 e 3()2, che
dine Francescano. Fortificò Soriano, e Soriano fu tenuto e ubbidì agli antipapi
vi edificò la suddescritta rocca, edopo che Clemente FII e Benedetto XI li che gli

l'ebbe compita ne die l'investitura al ni- successe, e la sua rocca soltanto fu ricu-
pote Orso degli Orsini. 11 disegno di que- perata da Calisto 111 del i455. In falli

sta fortezza e del castello di Soriano, lo narra, che venuti in Ptoma nell'ottobre
-

SOR SOR 73 r

i4o4 alcuni inviali dal re di Francia e d'Urbino della Rovere,! quali Iranneriu-
dall'anlipapa Benedello XIII, per trafla- tervallo in cui Leone X spogliò il duca
reco'cardinalinellasede vacante per mor- de'suoi stati, lo possederono colla rocca
IX, e non avendo polufo
te di Bunifiicio sinoal i55o. IndilocompròGiovanni Ca-
con essi concludere nulla, se ne andaro- raffa nipotedi Paolo IV e duca di Palla-
no subitamente a Soriano, luogo per essi no, dal quale passò in dominio del car-
sicurissimo, come quello cliemanteneva- dinal Cristoforo Madrucci , di che fi te-

si tuttavia nella divozione dell'antipapa. stimonianza anche Cancellieri nel Mer-


Racconta ancora, che poco dopo l'elezio- cato a p. '2 7, dicendo che Soriano In a
I

ne, Pio II ogii settembre i^5S sp-itW


I I lui dato vita durante, com'erasi pratici
Francesco Ferrari suddiacono pontifìcio, to col cardinal Borgia. Veramente Soria-
canonico di Barcellona e procuratole in no fu venduto al cardinal Madrucci inga-
Ron)a del re di iNavarra, con co fiori- i i ranzia della dote di ìMargherila Allemps
ni il'oro per ricuperare riuiporlaiilissima nipote di Pio IV, di venula sposa di For-
rocca di Soriano, che non poteva aversi tunato Madrucci. Dipoi Soriano restò in

(probabilnienle dal vice-castellano posto- potere degli AUemps, de' ((uali parlai a
vi da Calisto III) nisi placalo auro Prae- Palazzo A ltemps, finché il duca Rober-
y<r/o,dalle mani del vice castellano I\Iar- vendè con titolo di mar-
to e colla rocca lo
lino IMillero, e consegnarla poi al nuovo chesato peri 22,000 scudi a Clcraenle \I
caslelianoRairaeleBrugnoli di Mantova, y4lbani, della quale nobilissima f.uniglia
e n'ebbe altri co agli 8 ollobre,foi se per-
i riparlai anche a Palazzo Albam, pel suo
chè i primi non bastarono. E nolo che fratello Orazio, onde nel marzo 17*15 i

l'asserto dal Marini è tratto dall'archivio nipoti del Papa e figli del marchese O-
Vaticano. Pio II onorò di sua presenza razio, cardinale A nuibale e d. Carlo, vi si

Soriano, e die il possesso della rocca al recarono a prender possesso del feudo ba-
concittadino Lorenzo Boninsegni saiiese, ronale,come registrò Cecconi nel suo Dia-
a cui dava per moglie una nipote^ indi la rio a p.65o. Osserva iVovaes nella Sto-
concesse al parente INanni Piccoloinini. ria diClemente XI, che questi per la sua
L'ebbe poi a vita il cardinal Roderico Bor- gran moderazione non s'indusse mai a di-
gia nipotediCalisto III, ed anch'egli l'apa chiarare principe di Soriano il nipote d.
Alessandro VI. Diì lui fu restituito Soria- Carlo, ad onta che molli gli fecero rillet-
no agli Orsini, a'quali lo ritolge per dar- leienon potere negare ciò che quiilun-
lo al figlio Cesare Borgia duca Valenti- que Papa gli avrebbe accordato senza a-
no, e sembra che gli Orsini lo ricuperas- vere il requisito di parente , bastando
serocollearmi; poii he nella guerra chcA- quello del proprio feudo. Ma l'immedia-
lessandro VI loro fece, non solamente non losuccessoie Innocen? jXIII,6 giornido-
potè Cesare Borgia espugnare Braccia- po la sua elezione, nominò a' 4 f^agg'O1

no colle milizie papali, che anzi nel gen- I 72 I ó.CaiUt, Principe n-tsislente al pon-
naio 1497 fi* interamente disfatto d:ig!i tifìcio soglio [f'^-), e nellostesso tempo e-
Orsini poco lunge da Soriano e Bassauo, resse Sonano in principato, in favore di
detta la batlaglia o giornata di Soritino^ lui e de'discendenti. Mentre lo possede-
in cui gliOi siili chiusero prigioneGiiidU- vano gli Albani, SI portò a Soriano Gi.t-
baldo I duca il'Urbino e altri che cadde- corno 111 re cattolico iV fughi llrrra, sta-
10 nelle loro mani, nella rocca di Sui laiio, bilito in Roma. Il princi[)e d. Agostino
come riportai ne'vol. LIV, p. Sj, LVIII, 67i/i,'i (/ } seniore a' 27 febbraio 1737
p. i2oe altrove. Quindi morto Alessan- sposòd. Giulia Albani figlia deldeltoprin-
dro V nell'agosto 5n3, Giulioll inve.^t'i
I 1 ciped. Carlo. Qoeslo ultimo con suo te-
Soiiano al nipote Fiaucesco M." I duca stamento pubblicalo al rogito di iiolara
232 SOR SOR
cnpilolinoisliliri min primogmlfurn nella LTIT, p Tr)4 ^19^, notai che il regn.inle
famii^lia Albani in linea miiscolinr», e«l e- Pio l\ a'7 gennaio! 84<^ onorò del lito-

slinta (jiicsla, volle che delta prinioge- lodi principe romano il conte Carlo (^'le

niliira,cni appai teneva il fendo di Soria- cui doli chiarissifne della mente e dell'a-
no, passa'.^e nella discendenza della ricor- nima nuovo lustro accrescono allo .S[)len-
"
tliita d. (iinlia, cioè nella faniii^Iia Cin- dore della sua nobile e antica prosapia
gi. Il Cancellieri, Lettera sullnria dllìo- pubblicòil n."?.o della Gazzetta di Roma
ma, parlando eiiidilainenle della celebre del I B4H), e che a' i 5 marzo i signori del
famiglia Albani e di Soriano, riprodusse feudo di Soriano rinunziarono alla giu-
alcuni tratti de' Commentari del dotto risdizione baronale. Ecco come io notifi-

gesuita p. Cordara,che frequentò col me- cò il n." 62 di della Gazzetta. Il princi-


desimoCancellieriSoriano nella villeggia- pe d. Agostino Chigi e la contessa Anto-
tura autunnale de'principi Albani; e di- nietta Lilla di Caslelbarco rinunziarono
ce che A. Coppi nelle Notizie sulla viia alla giurisdizione baronale nel feudo di
e opere di mg.' Gaetano fllarini, p. i 02 Soriano , cedendo gratuitamente alla s.

e 247, annovera tra le sue opere inedi- Sede le due fabbriche della rocca e del
te, le Aleinorie istoriche della terra di So- pretorio. Che fu stabilito il possesso e la

riano nella provincia delPalrimoiìio,fon- consegna di tali edifizi a'20 marzo 848, 1

do dell' Ecc. r»a casa /ìlhani. Fra le lette- e nello stesso giorno cessasse l'esercizio del-
re d'insigni letterati al Marini e venule la giurisdizione baronale. Che il comune
nellemani del can. Scitele, ve n'è una del di Soriano sarebbe governalo e ammini-
cardinal Garampi, scritta dal suo vesco- stralo come tutti gli altri comuni dello
vato di Monte Fiascone a' ig novembre sialo ponlificio,e soggetto alleautorìtà go-
I 786, in cui si legge. " Le rimetto la sua vernative, amministrative e giudiziarie
bella dissertazione sulla storia di Soria- nel capoluogo della provincia e nella ca-
no. Non vi ho aggiunto che certe indica- pitale. Che sarebbe mantenuta provviso-
zioni, che avea traile dalle Margherite e riamente in Soriano la residenza d'un go-
Registri viterbesi e cornetani fin dal 1." vernatore , e che intanto il governatore
viaggio che feci in queste parti. Sperava baronale ne esercitasse le funzioni. Colla
di poteila arricchire di notizie per la ge- morte del prnicipe d. Filippo Albani ul-
nealogia degli Orsini già signori di Soria- timo agnato, seguita in Roma aglii no- i

no, del secolo XIV. IMa avendo ripassa- vembre 852, il principe d. Agostino Chi-
r

to lutle le carte, m'accorgo d'aver trascu -


giatlualenipoledi d. Giulia Albani, andò
rato ciòch'era posteriore al secolo XI II". al possesso delia primogenitura, del Pa-

Lo slesso Marini, Gli Atti de'fratelli Ar- lazzo Albani (T^.), e così del feudo di So-
i'ali, p. 4^4) l'iferisce che Soriano nelle riano assumendo giusta la volontà del
,

vecchie carte spesse volle è chiamato Sa- testatore principe d. Carlo Albani nipo-
rianimi e Syrianum, e fra le sue Iscrizio - te di Clemente XI, il titolo a quello an-
ni Altane registrò quelle esistenti nel pa- nesso,iI cognome A lbani,e loslemma gen-
lazzo baronale di Soriano. Gli ultimi su- tilizio. Della nobilissima famiglia Chigi
perstiti della famiglia Albani , cardinal originaria di Siena (Z^.), trattai eziandio
Giuseppe e piincipe d. Filippo, de'quali in quegli articoli che indicai a Riccia(^f^.y
riparlai nel voi. LXIV, p. 1 i 5, trasferiro- La celebre f-^illa Albani (^f^.) restò pro-
no l'usufrutto del dominio di Soriano e prietà dcll'encoiuiala principessa Maria
delle altre loro pioprielà e prerogative, Antonietta, e la Biblioteca Albani (/^
.),
nella loro nipote la principessa d. Maria di cui riparlai a dello Palazzo Albani, ri-
Antonietta Lilla Albani, maritalaal conte mase alla medesima principessa ed al con-
Carlo di Caslelbarco di Milano. Nel voi. teGuido di lìagno. Di Soriano n'è prò-
S OR SOPc 233
toltole il cardinale Prospero Calerini di veramente incantevole, romantica, deli-
Onano. ziosa, e quanto mai amenissima situazio-
.S ORRA , Sorrelape, So roh o la So rres. , ne, quale non può esprimersi con poche
(lillà aulica vescovile di Sardegna a 6 le- parole; anche pel ridente e leggiadrissi-
ttile da Sassari, il cui vescovnlo fu eretto mo promontorio del suo nome celebre,
nel principio del secolo XII, suIlVaganeo come per la purissima e saluberrima a-

di Torres, poi di Siixsari (/^'.). La catte- ria, onde fu a[)pellata natnrac niiraciilo
drale dedicata a s. Pietro era magnifica, e altainenle rinomata. Edificala in pia-
ed il suo capitolo si componeva d'un ar- no, ha la bella cattedrale sotto l'invoca-
ciprete e di IO canonici. Il i ."vescovo fu zione de'ss. Filippo e Giacomo apoNloli,
Alberto che sedeva nel 06 e morì ver- i i col batlislerio e cura d'anime, ammini-
so ili I 16, egli successero: Giacomo del strala pel capitolo dal decano sua 4-^ di-
I I 1 (i; Giovanni I del I 1 33, amorevolissi- gnità. Tra le reliquie ivi si venerano ca- i

mo de'camaldolesi, a'quali die l'eremo di pi de'ss. Renato e Valerio vescovi e pa-


s. Nicola in Ihilln e 3 altre chiese; Gio- ltoni dellacitlà, essendone protettori an-
vanni Sarga del i 170; Pietro
Il del I che i ss. Antonino abbate, Atanasio e Ba-
I
199, sotto il quale il giudice di Torres ccio vescovi della medesima. 11 capitolo
eresse il monastero de'cisterciensi; N. del si compone delle dignità dell'arcidiaco-
I 259;GregoriodomenicaModel S^-slra- 1 no, del primicerio, del cantore, del deca-
sialo a RellunoeFeltre, e fu amministra- no e del tesoriere, di 3 canonici compre-
i

tore di Trieste. Nel 33o Pietro II deGar- 1 se le prebende del teologo e del peniten-
sinis, pur domenicano, poi d'.\nagiii;nel ziere, di 7 ebdomadari, e di altri preti
1348 Arnoldo domenicano, tiasfeiilo a e chierici addetti al servigio divino. Da
Niisco nel 3G3,e fu designato successo-
1 tempo antichissimo le dignità e cano- i

re Francesco già tli Nusco; nei 382 Gen- i nici hanno l'uso della mozzetta porpurea,
di color celeste. Non vi
391 Gio- o ebdouìadari
naio, ut 1 1 387 Giacoojo II, nel 1 e 2IÌ
vanni III de IMartis celebre per viriti e sono altre chiese parrocchiali, e l'episco-
dottrina,neli438 Stefano sardo abbate pio, ottimoedifizio, è aderenlealla catte-
di Maria de Padnlis di somma pietà;
s. drale. Contiene 3 conventi di religiosi e
nel 4 40 Giovanni IV Sancio domenica-
I 2 monasteri di monache, un conservato-
no,penilenziere minore d'Eugenio I V;in- rio, 8 confraternite, l'ospedale, il semina-
di Giaco(no 111 Poggi di Sassari nel i46 i rio, ca«<e di carità, un collegio, e fabbri-
circa, insigne per pietà e scienza, governò che di seterie, massi.medi calze. I fertilis-

44 3nni e fu sepolto nella cattedrale di simi e non meno deliziosissimi contorni


Sassari. Papa Alessandro VI soppressela producono in abbondanza vari prodotti,

sede vescovile di Sona, e l'unì a Sassari, moiocelsi, melarancie e altri frutti squi-
come dice Comman^ille, Hi<!(oire des e- siti, ottimo olio e vino , e quello antico
veschcz. Vedasi il p. Malici, Sardinìasa- de'colli sorrentini fu già prezioso e fami-
era, p. -i-ìS; Ecclesia Sorrensis. gerato presso i romani e nel resto d'Ita-
SORRENTO (Surrentin). Città con lia. Gli abbondanti suoi pascoli danno
rcMtlenza arcivescovile della provincia di burro di buona qualità, e molto bestiame.
Napoli, dacui èdl^tanle 3o miglia circa, Sorrento vanta uomini illustri nellescien-
nel regno delle due Sicilie , distrellù di ze, nelle armi e nelle dignità ecclesiasti-
Gastcllamare capoluogo di cantone, in , che, fra i quali, oltre i vescovi patrii, ri-

una penisola, sulla costa meridionale del corderò il cardinal Anselmo,l/.;iraci^o, ma


golfo di Napoli, Ila i monti Vico e Mas- nato in Monopoli, eloquenlissimo e vir-
sa che la riparano da'venli del sud e del- lu(jso cappuccino, e perciò il i.°di tal be-
l'ovest. Poche cillà puiino vantare la sua netuerilo ordine ad essere elevalo alla por-
VOL I X VII. 16
y.U .SOR SOR
poro; ilc.uiliiial ?i'\c.u\o Jccirrpacio {f\), Ligca, da altri Agleofenia, Talsipia e Pi-
prudente, di vasla Itlleralma, e polente sinoe, parole tutte e nomi che si aggira-
come nelle opere cos'i nelle parole, a se- no sopra la dolcezza di loro voce e sul-
gno che la pubblica voce lo acclamava l'attrattiva de'loro accenti. A tempo del
Papa, incominciò in Roma l'ediHziodel ratto di Proserpina, le Sirene reca ronsi in
sontuoso Palazzo Pnmphiì/ Doria (F.) Sicilia, e Cerere per punirle di non aver
sul Corso; ed il cardinal Antonino Ser- prestato soccorso alla figlia Proserpina le

sale {f •) Inoltre Sorrento, nel mondo cambiò in uccelli; ovvero desolale le Si-
letterario, venne in gran fama che non rene per tale rapimento, otlenneio dagli
verrà mai meno, per aver neh 544 ce- Dei delle ali onde cercare per tutta la ter-
duto nascere l'incomparabile Torquato ra la perduta Proserpina. Abitarono le
Tasso, pe'paterni casi, principe dell'ita- pili alpestri rupi sulla sponda del mare

liana epopea, sorumo canlor di GolFie- Tirieno, fra l'isola di Capri e la costa d'I-
do, l'autore dcH'Arniiita, opere e nome lalia. Altripretendono che le Sirene in o-
cui già s' inchinarono più di tre secoli : rigiue fossero donne di cattiva vita, le (pia-
pure il gran poeta epico per molti anni li abitavano le rive del mare di Sicilia, e
d'ordine del duca di Ft:rrara,[F.) come che colle attrattive de'piaceri e della vo-
pazzo fu tenuto nell'ospedale de' pazzi, luttà trattenevano i passeggeri, facendo
per l'ardente amore concepito per la so- loro obliare i più imporlanli affari. Que-
rella Eleonora d'Esle, come da ultimo sta spiegazione deriva dall'aver alle Sire-
sostenne eh. Giovanni Rosini contro
il , nepredelto l'oracolo, che avrebbero vis-
quelli che opinano derivale le sue disgra- suto sinché fossero giunte a trattenere
zie da un trattalo fallo col duca di To- tutti i passeggeri, ma che dal momento
scana per recarsi alla sua corte; la sven- in cui un solo fosse passato, senza fermar-
tura seguì Tasso fino agli estremi suoi si per sempre all'incanto della loro voce e

giorni, e gli tolse pur anco la consolazione delle loro parole, sarebbero perite. Le in-
di ottenere la corona della Poesia, poi- cantatrici Sirene non trala'ciarono d'ar-
ché passò da questa travagliala vita, nel restare colla loro armonia tulli coloro che
monastero di s. Onofrio de' Girolamini giungevano a quella volla,ech'erano tan-
{^F.) di Pioma, pochi giorni prima della to imprudenti per fermarsi a udirne can- i

pompa, ma rivive a gloria perenne. Pres- ti. Ne rimanevano talmente incantali che
so Sorrento si trovano magnifici avanzi più non pensavano ad altio, obliando per-
d'anticlii ediiìsi e di templi, di acquedot- sino di cibarsi e morivano d'inedia, per cui
ti e altri monumenti di sua grandezza, la terra de'dintorni era coperta di ossami
oltre le iscrizioni esistenti nell'episcopio di quelli ch'erano così periti. Ulisse passò
e altrove. colla sua nave dinanzi alle Sirene legato
Sorrento d'antichissima origine, fu e- all'albero, co'compagni colle orecchie ben
dificata sid proinonlorio Prenusso sagro turale con cera, secondo gli avvertimen-
a Minerva, vanta a fondatori que'mede- ti di Circe. Le Sirene non avendo potu-
simi greci o calcidonesi di Cunia, che po- to trattenerlo, precipilaronsi in mare, e
polarono le coste della circostante e se- quel luogo fu poscia Sirenicle appellalo,
ducente regione,quindi si chiamò Sorren- donde forse derivò il nome di SorrenlOj
to dalle Sirene che vi ebbero asilo, e se- presso il quale ebbero un tempio, al dire
condo alcuni fabbricata da Ulisse. Narra di Strabone, Geograph. lib. j, eBrun nel-
la Mitologia, che le Sirene figlie del fiu- le note a Cluverio.Secondo l'opinione
me Achelooeilelle muse Calliope e Ter- degli antichi, le Sirene aveano la testa e
sicore, d'ordinario se ne enumerano 3, da il corpo di donna sino alla cintura, e la

taluni chiamale Partenope , Leucosia e forma di uccelli dalla cintura al basso,


SOR SOR 23j
oppure aveano la testa tli Joiiiia e tulio una delernìinata porzione Ji esse versa

il corpo d'uccelli; alcuni uioderni prete- vasi nell'erario imperiale di Costantino-


sero di rappresentarle con istrumcuti di poli. Pel volgere di 5 secoli guerreggia-
musica tra le mani, col corpo di donna rono (piesti municipii contro i longobar-
sino alla cintura, e il resto in forma di di resi padroni del ducato di Benevento,
pesce. (Il mostro di mareScilla,dellostrel- da'qualinon soUriiono il mioimodanno,
lu di Messina, di cui riparlai a Sicilia, anzi per lo contrario a lungo andare eb-
dalla favola fu anche rappresentato, dal- bero sommi vantaggi. Imperocché, sia che
la lesta finn alla cintura, donzella di bel- la soavità del clima avesse negli assalito-
lezza seducente; pesce enonne nel rima- ri scemata la vigoria, o che i sorrentini e
nente del COI pò, con venire di lupa e co- amalfitani per mettersi in salvo dalle fre-
da di delllua). Avendo le Sirene audace- quenti aggressioni de' barbari si eserci-
mente sfidato le Muse a singoiar certa- tassero ad una vita piìi laboriosa, e così

me, furono vinte, e le Muse sUapparono ricuperassero il valore de'loro antenati, le

lui le penn e delle ali e se ne formarono milizie dell'italo-greche città valsero ab


delle CUI one. Erudite nolizie bibliogia- trettanto che le alemanne; e quando que-
(iclie sulle Sirene, le riporta Cancellieri, ste sfoi zaronsi di soggiogar quelle, i loro
AJr-rcalo , p. governò a
33. Sorrento si attacchi tornarono vani eiiisieme danno-
cuauiae finché Augusto vi dedusse una siagli stranieri. TanloSorrentoquantoA-
colonia romana, SiineiUimim Oppìdiini, malfi, col territorio loro dipendente, sino
ch'ebbe suoi magistrati, anclie munici-
i a' tempi di Carlo Magno riconobbero la

pali quando divenne municipio, orr/o cL superiorità del ducato di Napoli, indi e-
popitlus ji.\c\\a sua repubblica vi sono mo- manciparonsi, ed ebbero duchi partico-
numenti. Facendo patte del suo territo- La nobiltà di Sorrento si divise poi in
lari.

rio, le stavano intorno I\lassa, puì flJas- due seddi, alla foggia della vicina Napo-
sa Lubrense (f^.), villa di delizie di Be- li. La comunanza o eguaglianza d'inte-
bio Massa liberi odiiVerone; ed Equa, luo- ressi di Sorrento, e dell'opulenta e famo-
go di diporto de'cavalieri romani, il cui sa Amalfi, derivò dall'essere Amalfi situa •

medesimo nome si conserva dal


silo col la a'fianchi del promontorio di Sorren-
moderno fico Equense {f-)- La chiesa to, dalla parte di austro, bagnata a'suoi
romana cntmiera tra gli antichi suoi Pa- piedi dall'onde sircnusse, tra l'erme bal-
Irimoni {f'-) fondo di Sorrento che vi
il ze del capo Sorrentino, quindi diventò
avea, e dipendente dall'altro suo più im- potentissima in mare e rinomata la sua
portante patrimonio di Napoli, come gli navigazione. Guimaro principe di Saler-
a[)parteneva quello dell'isola di Capri, pu- no, coU'opera de'valorosi normanni s'im-
re della s. Sede, ne'tempi di s. Gregorio padronì di Sorrento, e ne co^lituì duca il

11 del 7 1 Tjde'quali tratta il Borgia, Bre- fratelloGuido. Nel 1071 il duca Sergio
ve istoria citi dominio tenìporale della Se- intervenne con quello di Napoli Sergio,
de apostolica nelle due Sicilie, p. 2 3. Sor- alla consagrazione della chiesa di ìMonte
rento sotto la dominazione del greco im- Cassino. Roberto normanno duca di Pu-
pero divenne ducato, come Amalfi. Am- glia e Calabria,- lo fu pure di Sorrento
bo le città meno capaci a mantenere le e Amalfi. Sorrento più volte soggiacque
loro relazioni col greco impero e con gli all'incursioni de' saraceni, indi forinamlo
uHìzìali di([uello, più facilmente si gover- parte del regno di Napoli, ne seguì de- i

narono a popolo. cittadini in un'assem-


I stini e le vicende politiche. Ilgiave infor-

blea annuale eleggevano magistrali, e i tunio a cui nel secolo XVI soggiacque la

s'imponevano le tasse da se, le quali ser- città, lo descrive l'Ughelli, Ilalia sacra l,

vivano prccipuauieniC pel municipio, ed G,p. 5f)i , Surrenlina melrvpol's. » Pul-


236 SOR SOR
cluitiulinis spcciem omnem Smientina Iaca!te(h'ale d' Augcrs, che si gloria pos-

civilas niiiisi», cuiii Piali Bassaniis .inno sedere il corpo di s. llenato, ne possiede
i.'ji58itIil)iisjiinii,(liecjuotliviAnlonii pa- una porzione, e l'Ughelli parla della con-
tavini liestum celchiatiir, i 20 longis navi- troversia su ciò insorta, edelle nolizie re-
bus praefecliis, inspectante Neapoli, bar- lative. Il discepolo sorrentino s. Valerio
baiam saeviliain ostentans, iiocfu inopi- d'Apreda gli successe nel medesimo4'>3,
nalo in urbem impelli facto,civibus par- cjnsdem sancii tempio ndjunclani aecìvni
tetn caplivilalem redactis,paifetn perler- aedìfic.al,^^v\i\n<\o di lui il Ferrari a'i 6
lilis et in fugani per vicinos colles conje- gennaio, giorno della beata sua morie,
ctis,Suircntiim,Massamque vostavit, di- nel Catalogo ss. Italiae. Rosario inter-
lupiljincendil, misenimamque matrona- venne al concilio romano del 499> convo-
rum, et sacraium viiginum raplu calami- cato da Papa S.Simmaco. Dopo tale epoca
tosissimo eilecit. Adaooo hominum capti non trovasi altro vescovo sino a Giovan-
va ducla suiit",. Nel medioevo più volle ni del 58o,al quale scrisse Papa s. Gre-

Sorrento fu onorata dalla presenza de'Pa- gorio I sul collocamento delle reliquie di
pi,pregio che a lei si rinnovò pel regnan- s. Agata, e sottoscrisse al sinodo romano
te Pio lX,neirospila!issimo soggiorno da del 595, nel quale Gregorio I concesse
s.

lui fallo nel regno di Napoli, per cui nel un privilegio a Gailardo abbate di s. Me-
voi. LUI, p. 2 16, riportai la visita che fe- dardo di Soissons. ftlorlo nel ^98, occu-
ce della calledralee delle monache a'22 pò la sede nel Sqg Amando prete dell'o-
ottobre 1
849- ra Iorio di s. Severino in castro Luculla-
La fede cristiana fu predicata in Sor- nod.\Napoli[T^.), e meritò d'essere vene-
rento dal principe degli apostoli s. Pietro ralo come un santo; di sua ordinazione
o da'suoi discepoli, e ben presto il sangue ne scrisse S.Gregorio I al suddiacono Aii-

glorioso de'martiri ne innaffiò il suolo,che teraio. Nel 617 gli successe s. Atanasio,
rese ubertoso il cristianesimo: a'ig mar« la cui festa si celebra a'27 gennaio, aven-
%Q si fa commemorazioue de' ss.
solenne do di luiscriltoil teatino Caracciolo, Mo-
Quarto, Quartillo, Quinldla, Maico e al- nnnienl. Neap. Eccl.,e ne'Sholiis vilae s.

Irigcompagni martiri, registrati nel mar- Antonini surreniinoiuin paltoni. Il ve-


tirolo"io romano e venerati nella chiesa scovo Agapito fiorì nel 64 >, in tempo del
data a'carmelitani. Nell'Ughelli sono de- quale Rodoaldo duca de'longobardi con
scritti i regolari d'ambo i sessi successi- questi pose l'assedio a Sorrento, e per le
vamente introdotti in Sorrento, la cui se- orazioni del vescovo e del popolo, e per
de vescovile immediatamente soggetta al- l'invocalo patrocinio de'ss. Renato e Va-
la s. Sede ebbe origine ne'primi secoli del- lerio, la città scampò dal sovrastante ec-
la Chiesa. Il I ."vescovo che si conosca è N. cidio, e l'Ughelli riprodusse il codice che
del 4^5 o prima o dopo, morto nel 4^o. celebra il prodigio. Verso il 660 illustrò
Gii successe Renalo[r.) Cheolredo ve-
s. questa sedes. Bacolo Brancacci nobile na-
scovo e patronod'Angers,cheamante del- poletano, dotto e di santa vita, de'cui fa-

la vita solitaria e dello studio, si recò in sti e cu Ilo egualmente tra Ita Ughelli. Neh
Pioma ad Liinina Aposlolonun , donde la basilica dis. Atanasio di Sorrento si leg-
passò in Sorrento e vi fiorì per santità di ge in una lapide, che nel
73 fu a'3 giu- 1 1

vita, nel dello anno o prima, ivi volando gno consagrata in onore di Dio, della B.
al cielo nel 453. Il luogo ove abitò fu con- Vergine e de'ss. Renato, Valerio, Atana-
vertito in insigne monastero di benedet- sio,Bacolo e Antonino. Il vescovo Gia-
lini. Parie del suo corpo e di quello di s. quinlo fu al concilio di Costantinopoli del
\alerio furono trovali nel i6o3,erioono- 680, contro i monotelili, e si sottoscrisse:
sciuli dalla congregazione de'ritii dunque Jiiquinlus episcopus Sui renlinuspio^'in-
ee

S OR SOR 7.37

ciac Cainprtniat. Di luì fu posla una la- monia, con quella lettera dal Papa scrit-
pitie in versi acioslici nt-lla chiesa di s. ta all'arcivescovo di Napoli, che si legge
Henalo.lndi non si Irovaiiu nieniorìed'al- in Lfghelli. Nel 1 280 era arcivescovo Pie-
tii vescovi, per circa due secolijQ motivo tro; nel 1252 vi fu traslato da Carinola
delle devastazioni [ialite da Sonento, per Pietro, a Innocenzo IV raccomandato dal
opera de'crudeli saraceni. Filippo quin- capitolo: a' 1 3 aprile i 2'jic) con altri io ve-
di è il i ."vescovo che si conosca, al cui tem- scovi intervennealla coronazionedi Man-
po venne in Sonento il celebre s. Àuto- fredi naturale di Federico II in redi Si-
nino {f-) abbate benedettino di Monte cilia, per cui Alessandro IV lo depose.
Cassino, a governare l'abbazia di s. Agiip- scomimicò co'colleghi, sentenza checòn-
pino, nioiì nell'83o e sulla sua tonìba lu lérmò Clemente IV. Neli26G Lodovico
costruita una chiesa. Neil' 870 fu eletto de Alessandro napoletano. Giovanni di
Stefano fratello di s. A tanasio vescovo di Rlastro Giudice nobile e canonico di Sor-
Napoli, ambo figli di Sergio duca e con- rento, fu eletto dal capitolo e confermato
soledi Napoli. Papa Giovanni X(II elevò nel I 278 da Nicolò IH; a cui neh 286suc-
la chiesa di Soi renio alla dignità metro- cesse il vescovo di s.INIarco per volere d'O-
politica, a cui furono assegnale per suf- norio IV, INIarco Mirabelli, dopo avere ri-

fraganee le sedi vescovili di S(ahia{/ .), geltala la discordante elezione del capi-
lìlassa Lubrtnse, e Fico Eqiiense : Sta- tolo in favore di Bartolomeo diSabria-
bla fu unita a Castéllainare (/^.), eh' è no. Neli3o6 Clemente V ratificò Fran-
V unico suffraganeo che al presente ha cesco proposto dal capitolo, cui successe
1' arcivescovo di Sorrento. Ne fu primo Riccardo morto neli320. Indi nel 1327
arcivescovo Leopardo nominato da Gio- fr. Matteo francescano della nobile fami-

vanni XIII verso il qGS: altri Io pretese- glia di Capua, caro a Pioberto re di Sici-
ro creato da Giovanni IX, ma non pare. lia e alla sua moglie Sancia, e confessure
Gli successe circa il 1 000 Sergio, traslato del figlio duca di Calabria; quindi Pietro
aiV^;7o//nelioo5, indi N., poscia Giaco- morto nel i 34' j
poi il nobile Andrea Ser-
mo, toSq Giovanni sottoscrisse nel
nel sale sacerdote e canonico sorrentino; nel
sinodo romano di Nicolò li, e nel 1071 I349 Pietro trasferito da Barletta nel ,

a-isistè alla cons;igrazione della chiesa di I366eraarcivescovoGuglielmo,nel 878 i

da A lessandroll. Bar-
INIonle Cassino fatta Francesco, nel 890 Pioberto Branda no- 1

bato nel IO consagrò vescovo di Stabia


i i bile e canonico d'Amalfi, probo e lodato,,
GregoriOjConfermato daPasqualel I. L'ar- costruì la cappella all'ingresso del coro,
civescovo Orso nel i 1^1 confermò la do- fu traslato ad Amalfi. Nel i4 ' o Angelo poi
nazione fatta dal predecessore a Stabia, trasferito a s. Severina, neli4i3 Barto-
della chiesa di s. Angelo e sue pertinen- lomeo deMiserata. Secondo Ciacconio nel
ze. Alferio nobile e arcidiacono di Sorren 1
4 1 I Gregorio X 1 1 a vea eletto^tr/rt/j*^-
toa tempo Papa Celestino III del
di f)i, i 1 cio sorrentino poi cardinale, ma Cardel-
consagrò la chiesa di s. Maria ad ItJelam la pelsilenziod'Ughellial più locredeam-
Snrrenli paglini nel 206, ed ottenne da 1 ministratore e per poco tempo. Nel i 4^3
Innocenzo III un privilegio per se e suc- Bernardo Caracciolo napoletano, fratello
cessori, sull'osservanza dell'obbedienza e del famoso favorito di Giovanna II e si-
riverenza versodi essi, de'sulhagauei ese- niscalco del regno Gianni. Siccome non
colari della provincia ecclesiastica. Il di- è registrato ne'monurncnti Vaticani, so-
ploma,con)e altri documenti,andò disper- spetta Ughelli che Bartolomeo morto nel
so nelle irruzioni turcheschc a cui fu c- 44° ''ia il nominato. Fugenio I V gli sur-
1

spostaSoi renio. Innocenzo III dipoi sospe- rogò Antonio regolare e vescovo di s. A-
se Alferio per seguire OUonc IV e persi- gala, poi Orìeuse; nel i44^ '' surreuliao
i38 SOR SOR
e aicliliacoiKi Dcmelrio Faliingula ; nel Firenze e governatore di Roma; pruden-
1413 rauialfilaiioIMatleoDraiicia; dipoi te, dotto, santo pastore, benemerito di va-

il soneiiliiioDoiuizioFalniigola molto nel ri edifici, mor'ineh 588. Gli successe Mu-


i47o;ScipioneCiciiieHi nobile napolela- zio Bongiovanni patrizio romano, d'egre-
iio postillalo dal ca[)ilolo, con atto ipor- 1 gia indole esapere, nunzio di Lisbona; nel
talodaL!gljclIi.Neli476ilsorrentinoGia- 1591 Carlo Baldini di Nocera de'Paga-
como de Santi», che consagrò Sibilla ab- ni e canonico napoletano, peritissimo giu-
badessa benedettina di S.Giovanni 0,9 <7«- reconsulto, di somma estimazione, al cui
ry'jCon diploma ripiodotlodaUglielli.Nel tempo nel sito detto Cocomella de An-
1480 Naido Moiinile nobile napoletano gelis edificò valeliuUnarii pe'gesuiti. Nel
insigne in giurisprudenza, esimio pasto- 1598 Girolamo Provenzali nobile napo-
re; nel1493 Menelao de Gennari nobile letano, dotto filosofo e teologo, introdus-
napoletano d'egregie virtù, Iraslato da A- se i teatini nella chiesa di s. Antonino, nel-
cerno; nel 1499 Luigi IMormileNardi fra- la cattedrale eresse da'fondamenti la cap-
tello diNardo; nel 5o Francesco/i^^/z/o/i-
1 I pella di s. Gqnnaro, l'ornò e dotò, e vi
no (/'.)spagnuoIo,poi governatore di Ilo- stabili il suo sepolcro: Paolo V l'avea de-

ma e cardinale, e nel 1 5 2 rassegnò


1 l'ar- stinato nunzio di Polonia; e pubblicò: De
civescovato al nipote Giberto die inter- ratione curandifebres. Nel 1 6 2 1 gli suc-
venne al concilio di Lalerano V.Neli 52 5 cesse il consanguineo Gio. Antonio An-
fr. Filippo Strozzi nobile fiorentino, vi- grisani napoletano, preposito generaledei

cario generale de'domeniiani,doltoe vir- teatini, a cuiAntonio Caracciolo dedicò la


tuoso: trovandosi nel 1 527Ì11 Roma al de- Vitadi Antonino abbate, civi lodalissi-
s.

plorabile sacco,si redense per denaro eco! mo: a suo tempo il Vesuvio rovinò più
patrocinio del cardinal Colonna;rinunziò castelli, verso Pompeia, ed Ercolano nel

nel I 53o con Coque-


regresso a Fiorenzo 1 63 Nel 642 Antonio de Pezzo nobile
I . I

rei decano della B. Lauto dio-


Vergine di napolefano,di soavi qualità e dottrina, tra-
cesi d'Arras. Neh 545 Bernardino Sii ve- slato da Polignano , che curò diligente-
rio Piccolornini d'Aiagouade'duchi d'A- mente il ricupero degli atti de'predeces-
malfi, coi consenso di Strozzi, traslato da sori, dispersi dall'ottomana invasione, fa-
Teramo; nel 1 552 Giulio 111 da Sessa \\ cendo dipingere le loro insegne co' nomi
trasferì Bartolomeo Albani di Orvieto, nell'aula dell'episcopio; celebrò il sinodo
morto in Roma nel 5'jS,qitoSnrrenliir/i
1 neh 65-1 per l'aumento del culto divino
a lurcis captuiìi j ne pene diriittim est. Su- e l'osservanza della disciplina ecclesiasti-
bito gli successe a'20 luglio fr. Giulio Pa- ca, e fece di lutto per l'olliiTio governo di
veri lirescianOjdoltissimo e virtuosissimo sua chiesa, pel suoincrementoeornamen-
domenicano, commissario del s. Ofiìzio e lo, costruendo innanzi il trono nella cat-
vescovo di Yiesti, fu a! concilio di Tren- tedrale extreniifati medilalione conimo-
to, nunzio di Napoli enei Belgio, vicario tus, un nobile sepolcro di marmo perse
generale di ^apoli e benemerito pastore: e successori, e nell'altare maggiore fece
rovinato da'turclii repisc()pio,!orifabbri- abbellimenti di marmi fini, con croce e
còda'fondamenti, e lasciò erede la pia ca- caudellieri d'argento, oltre la simile croce
sa della ss.Annuuziata di Napoli. Nel 107 i astata arcivescovile, ed in Napoli consa-
Lelio JBrancacci nobile napoletano, nella grò lechiesedis.Marcellino edellaB. Ver-
'basilica cattedrale eresse la cattedra e la gine della Verità. Neh 659 Paolo Suar-
porta di nobili marmi, e fu traslato a Ta- di filippino nobile bergamasco e de'duchi
lanto. Neh j^74GiuseppeDonzelli di Pie- del castello d'Airola nel regno di Napoli,
dimonte di Monreale, procuratore fisca- di eccellenti qualità e zelo; aumentò gli

le delia camera apostolica, indi nunzio a ornamenti della cattedrale e nell' altare
,

SOR SOR 139


[)i'inci|);ile pose due gran vasi d'argeiilo maggio I 7JJ1. Abbiamodi luì, Istoria de-
con fiori e 6 altri minori, con nuovo edi- gli Anliiìapi, eruditissima, e di cui mi gio-
lìzio ingrandì il palazzo arcivescovile, ed . vai in questa mia opera; il dotto e zelao-
assegnò diversi legali per cause pie. Nel teprelalo dedicò la sua alla Deipara, al-
iGSo da Maisi Diego l'e-
vi In liasferito la llcgina sine labe originali conccpla
ira napoletano de'baroui di Castel Sangio Maria Nel ySf) Silvestro Pepe
I ergine. 1

calili feudi; eresse il seminario da'i'onda- di Napoli; nel i8o5 Vincenzo Culù di iVa-
inenli, e nella cattedrale la prebenda teo- poli. Pio VII a'6 aprile 1818 preconizzò
logale, ove operò diversi ornamenti mar- arcivescovo INIichele Spinelli nobile napo-
morei air altare maggiore e stabiri ce- letano e teatino; (|uindi a'iSgiugno col-
lebrazione di messe, come quel Io che fu ruutorilà della bolla De ntiliori Domi'
studioso del divin culto, di ardente zelo, nìcae, de'28 giugno, soppresse le sedi ve-
prudente, ed ebbe il merito di educare scovili di Massa Lubrense,dif^ieotLqiie/i'
il nipote, |)0Ì celebre cardinal Petra. JVel se e di Capri (/'.), e le unì in perpetuo
1 Gc)i) il dottissimo e profondo in ogni ge- all'arcivescovato di Sorrento, così l'arci-
jieredi erudizione Filippo Anastasio no- vescovo Spinelli divenne pel ."pastore di i

]jilenapoletano con generale plauso, nel dette diocesi; e quanto a Capri, oltre al
proprio palazzo istituì una accademia detto al suo articolo e negli altri luoghi,
scientifica, ed ottenuta da Innocenzo XII aggiungerò vescovi piìi meritevoli di
i

l'abbazia di s. Pietro pel seminario, que- menzione, con Ughelli, Italia sacra t. 7,
sto da'fundamenti restaurò, ampliò e ab- P- '57-
bellì; lo fece fioriiecoii impegno in molle La sede vescovile di Capri fu istituita

letterarie discipline. INIentie meditava la da Papa Giovanni XVI nel 987, e fatta
visita della diocesi e la celebrazione dei su(I'ragauead'Amalfi,epel ."vescovo no- 1

sinodi diocesano e provinciale, e mentre minò Giovanni che fu ordinato da Leo-


propugnava le ragioni delle paiioccliie,ia- ne i. "arci vescovo d'Amalfi, pare nel 994.
lioceiile fu bersaglio della podestà laicale Il vescovo N. del 1 2o4) dopo il quale noa

che interdisse, onde dovette ritirarsi con si trovano altri sino a N. del 1218. Gio-

violenza, indi fu richiamato dopo 20 gior- vanni abbate di s. JMarina di Stella nella
ni al modoche riportai a Sicilia. Clemen- diocesi d' A malli, cislerciense della con-
te XI lo fece as><istente al soglio, gli offrì gregazione di Flora, eletto neh 254 ^'^

i più pingui arcivescovati di IMinfredo- Innocenzo IV. Neil 35o Giacomo vicario
iiia e di Conza, ma egli virtuosamente a- di Pioma, cui successe Guglielmo Irasla-
mante di sua chiesa generosamente li ri- lo da Scardona nel 363, in tempo del 1

cusò. INel molto bene che fece, come vi- fjuale Giacomo Arcuccio signore dell'iso-
gile e sollecito pastore, non si deve lace- la di Capri fondò ed ampie rendite ac-

re le pitture colle quali adornò la catte- cordò al cenobio di s. Giacomo de'cister-


drale, gli altri decorosi suoi abbellimen- cicnsi, che confermò e aumentò con di-
ti, e gli utensili sagri e ricchi di cui ad ploma presso r Ughelli la regina Giovan-
essa fu largo. D'una sua dotta opera feci na I. Nel I 390 l'antipapa Clemente VII
ricordo nel voi. XXVIl, p. 5q. Con esso intruse nella sede Roggero. Nel i 398 Be-
iiell'Ughelli finisce la serie di'gh arci vesco- nedetto di Pradosso canonico di Sorren-
vi, che proseguilo colle Notiziedi Roma. to, che traslato a Ravello nel i4iB da
INel I 724 Lodovico Agnello Anastasio no- .'\Iai V, questo dichiarò amministra*
lino
bile napoletano, e nipote del precedente, tore fr. Giuliano Tomnlasi francescano,
che meritò d.iHenedelto Xl\' d'essere fat- che avea .spogliato della >ede de'iMaisi in
to [lalriaica d' Alessandria in parlihiis, cui l'avea inliuso il detto antipapa. Nel
colla riUii7Ìooc deli' arci vcicovalo, u'12 1420 ir. Giovanni l'ciicli l'amanti
24o SOR SOR
francescano, che si riliiò nel 1 43 i con re' Raslclli; nel 1 034 Loreto de Fianchis di

giesso, onde subentrò fr. Pietro Bessina Teraniodollo,traslaloa Minori nel 1 (')3(),

francescano per breve tempo, quindi lias- onde gli fu sostituito Alessandro Sibilla

sunse r episcopato il preilecessore. Nel capuano, profondo erudito, teologo e filo-

1433 fr. Francesco di Vellelii francesca- sofo egregio, ma non giunse alla sua chie-
no e celebre teologo; nel 14G0 IMaitino sa per morte; fr. Francesco Antonio Bion-
già vicariodell'arcivescovod'Ainalfi. INel di di Cava conventuale^ traslato a Orlo-
i4qo fr. Giovanni Aloisi d'A versa car- na; nel 1641 Paolo Pellegrini napoleta-
melitano, traslato a Lucerà, ed interven- no; nel i683 Dionisio Petra nobile na-
uealla coronazione d'Alfonso II, con quel poletano fratello di Diego arcivescovo di
numeroso stuolo di vescovi riportato da Sorrento, già abbate de'celestini, dotto e
Ughelli, compresi i vescovi di Stabia e di virtuoso, rifabbricò la chiesa di s. Stefa-
VicoEquense. Trasferito neliSoo Lu- a no protomartire patrono dell'isola di Ca-
cerà, il vescovo di questa Raflaele Rocca pri, rifece Tepisuopio; raumentò e ornò,
passò a Capri e fu al concilio di Latera- colsuo zelo rimosse molti abusi e rein-
no V, indi arcivescovo di Filadellia in tegròla disciplina ecclesiastica. Neh6()<3

parlibusj per cui gli successe fr. Eusebio Michele GaHo Vandainde nobile napole-
de Gioueto priore de' serviti di s. I\LTr- tano, piissimo e di gran zelo, da'foiida-
ceilo di Roma, e assai lodato. Neh 528 meiiti eresse il monastero delle teresia-
fr. Agostino Falivenia salernitano servi- ne, lo abbellì consuperbe pitture delMal-
ta, di somma erudizione e dottrina, elo- tei, e arricchì di sagri arredi. Con questi
quente predicatore, traslato a Ischia. Nel ueW'Iialia sagra si termina la serie dei
1 540 Leonardo de Magistris canonico vescovi di CaprijChe completerò coUeiV^o-
napoletano, dopo 2 anni trasferito ad A-
1 lizie di Roma. Nel 1727 fr. Gio. Maria
lessano; laonde Giulio III considerando de Laurenliis carmelitano della diocesi di
la mediocre rendita di questa mensa, e Taranto; neh 75 Francese' Anton ioRoc-
1

di quella di Dragounra {/'.), a' 1 1 ago- co di Sorrento: neh77G Nicola Saverio


sloi55i um la sua seile a Capri, e fece Gciuiboni di Napoli. Restata la sede va-
vescovo di Capri e Dragonara Alfonso di cante, fu cofHe dissi soppressa e unita a

Val de Cabras spagnuolo,il quale nel 1 Spriento, ed all'arcivescovo Spinelli suc-
ottobre 554 cetlè la sede di Dragonara
I cessero i seguenti. Leone XII neh 824 vi

aLodovicoSuarez di Toledo, ritenue l'al- trasferìda Nicaslro l'ottimo e zelanteGa-


tra di Capri e neh 555 la rassegnò. Nel briele Papa, di Vietri diocesi di Cava. Pei'
1 564 Filippo ì\LizzoIa nobile di Capri, sua morte, neh 839 Gregorio XVI pro-
lodato pastore: nel i 584 gli successeFi an- mulgò Nicola Giuseppe Ugo nobile diGir-
cesco Liparolo nobile di Massa Lubren- genti, canonico di quella cattedrale, ino-
se, pio e clutlo, uno de'fondatori del con- deraloree professore degli sludi del semi-
ventode'ss. Processoe IMartinianodi.Mas- nario, e vicario generale. Lo Papa
stesso
sa e de'minimi. Nel 1608 Traiano Boz- nel I
844 dichiarò arcivescovo Domenico
zuto nobile napoletano, filippino zelau- Sl!ve^t^i diCapua,già curato iu tal città
tissimo e edificante, vescovo piowiden- della parrocchia di s. Marcello maggiore,
lissirno, limosini ero, generoso colla cat- che da fondamenti rifabbricò col suo pe-
tedrale, di eroiche virtù; pure fu segno culio.Per sua morte, il regnante Pio IX
alle tribolazioni, perseguitato dalla ca- nel concistoro di Gaeta de'22 dicembre
lunnia, e si giuuse da'tiisti a maccliina I 848, VI trasferì d.dl'arci vescovato diCon-
re contro la sua vita, e Dio lo glciilìcò iu za l'attuale mg.r Leone Ciampa degli al-
vita e dopo motto con mii acoli. Gli s(ii> cantarini, di Serra Capiiola,slalo pure ar-
cesse uel 1626 il deguo teatino lìullaele civescovo di Reggio. Qgui uuovu ujoive-
SOR SOR 24 1

scovo è lassalo in fiorini i 5o, ascenden- logi distinguono tre specie di sorte, cioè
do la mensa a circa 4ooo ducali. Ampia la sorte di divisione, quella di consulta-
è J'aicidiocesi, cotnpicnde alcune cillà e zione, quella di divinazione, oltre le Sor-
moltissimi liiuglii. li de' santi. La sorte di divisiones\ fa quan-
SORTE, r. Sortilegio. do molte persone che hanno diritto di di-
SORTENAC DE RERNIA Pietro, videre, tirano a sorte la parte che deve
Cardinale. Della diocesi di Cahors, de- loro toccare; quando sono molti che me-
cano di s. Felice di Caramamio, diocesi ritano ricompensa e viene giu-
la stessa

di Tolosa, e scrittore apostolico in Avi- dicata a colui quale tocca in sorte.


, al

gnone, dottore d'ambe le leggi, fu am- Questa maniera d'agire non ha ntdla di
messo tra gli uditori di rota, e Daluzio, riprensibile, qualora però si osservi per-
che di lui molto parla, lo dice uditore del- fetta eguaglianza, e che non derivi alcun
le leltere contraddette. Gregorio XI nel danno al pubblico bene. Las. Scrittura
1373 lo fece vescovo di \ iviers, ed a'2 1 ne ha diversi esempi la terra promessa :

dicembre SyS lo creò cardinale prete di


I agl'Israeliti (V.) fu divisa a sorte; Le- i

s. Lorenzo in Lucina. Ebbe la commissio- viti e Sacerdoti [f''.) riceverono egual-


ne d' esaminare s'era vero che fioren- i mente a sorte la parte che loro spettava;
tini si fossero ribellali alla Chiesa, come Davide collo stesso mezzo distribuì ran- i

correva la fama. IS'eliSyG partì col Pa- ghi di quelli che doveano servir nel Ta-
pa da Avignone per Roma, e dopo aver bernacolo e nel Tempio {^ •); nei gior-
coulrdjiiito alla canonica elezione d'Ur- no i.\ti\\' Espiazione (/^.) geltavasi la sor-
bano VI, passò al partito dell'antipapa te sopra due caproni, ch'erano offerti
i

Clemente VII, !o seguì in Avignone, e ivi in i5V/gny?zfo(/^.): Salomone dice ne'P/o-

morì nello scisuìa nel 390. 1 verbi, che la sorte previene e termina le

SORTILEGIO, Sortihghini. Arte il- contestazioni. La sorte i\\ ronsnltazione


lecita e vana d'indovinare o di delibe- e delta anche elelliva, era quella cui si

rare per via di SOI li : HJale/ìcio (V.) che ricorreva per decidere cjuando la pruden-
gettasi su qualche cosa, col ministero del za umana non avea alcun mezzo di scuo-
Demonio Chiamasi Sortilego, Sor-
{f"^.)- prir la verità, di scuoprir un delinquen-
titegits,i\ sorliere Stregone o Mago (/'.), te, o di conoscere un soggetto che biso-
colui cioè die si sfìjrza di fare (pialche cosa gnava innalzar a dignità, ed in lali casi

con mezzi diabulici, servendosi d'incan- si consultava Dio, massime pel Sommo
tesimi, di malefjcii, di sortilegi, di Z?.Vt- Sacerdote (/" .) avente in petto il Razio-
nazione {f"" .)• Non si può dubitare che nale (/ .), perciò dello del giudizio. Co-
visieno stati de'sortileghi, i quali pattui- sì Sanile fu scello ini. "re del popolo di

rono col demonio, a fine d' operare col Dio, sebbene già fosse designalo da Sa-
suo mezzo cose straordinarie, che senza muele in conseguenza di rivelazione di-

di ciò non avrebbero potuto fare. Sono vina; e quel profeta ricorse soltanto alla
piova convincente della possibiltà e del- sorte per convincere il popolo della scelta
la realtà degli stregoni o sortileghi, la s. che avea fatta Dio. Convintosi poi Sani-
Scrittura, i Padri, i concilii, i rituali, il le, per non ricevere risposta allorché lo

consenso delle diverse nazioni che pro- consultò contro i filistei, ch'era stala vio-
mulgarono leggi controisoi tileghi o sire- lata la proibizione eh' egli avea falla al-

goni, e maghi, le coiulaune sentenziate l' esercito di mangiare mentre incalza-


cnnlrodi loro, ed alti e le!iliinunian/e. Sor- va il nemico a Macinas, ordinò il getti-

te dicesi la maniera di decidere all'azzar- to delle sorti per scuoprire il colpevole,


do le cose incerte, e [ler le quali non si e la sorte cadde sul suo figlio (lionata, il

lia ragioue alcuua di ^irtiereuza. I ito- quale confessò d'aver mangialo un favo
242 SOR SOR
ili miele.Con cgual mezzo Giosuè scuo- dettero santificare quella pratica super-
piì il furto commesso da Achan, ne! sac- stiziosa, consullando nella stessa manie-
cheggio ili Gerico. Quando si nominò il ra i Libri sagrile chiamando questa specie
successore a Giuda nell'apostolato, e pro- di divinazione \& Sorti de'santi. Si face-

posti Giuseppe detto Barsaba, e Rlallia, va in due maniere. Lai .^ consisteva nel-
s. Pietro per non esser tacciato di predile- l'aprire all'azzardo uno de' libri della s.
zione pregò Dio indicai gli per mezzo della Scrillura, avendo prima imploralo il soc-
sorte quello de'due che do veasi scegliere, corso del cielo con digiuni, [)reghiere e
clasortecaddesu I\]atlia. Ma nel 2. "con- altre pratiche di religione, e prendendo
cilio celehrato dagli apostoli in Gerusa- cos'i per norma
ciòche doveasi fare il
di

/t'wjwe, elessero in loro aiuto y Diaco- i 1 La 2.* maniera


."passo che s'incontrava.
ni, non più per sorti, dal diritlocanonico era quella di ricevere come un Oracolo
poi condannale nelle elezioni. Vedasi il (/^.) di Sibilla (/'.) le prime parole che

p.Calmet,/» Dihl. l. <] ,Diss. liielectionetn udivansi leggere o cantare entrando in


per sortes. Secondo alcuni, sembra che chiesa, dopo aver fallo le medesime pre-
senza sorte fossero eletti Giuseppe detto parazioni. Talvolta si fece uso della i.""

Uarsaba e Mattia, come egualmente degni, maniera per la scelta d'un vescovo, nel-
e poi gli apostoli pregarono Dio a dimo- la chiesa greca e nella latina. Biasimò que-
strar loro quale de'due dovesse scegliersi, sta pratica s. Agostino, e dopo l'VIlI se-
quindi cadde la sorte o con qualche segno colo l'uso di simili esempi fu rarissimo,
celeste visibileo in altra forma su Mattia, per essere se vera mente condannato e proi-
eco'sullragi di tutti restò eletto. La sorte bito da'canoni di molti concilii. L'altra
di (Un'inazione fu più volte usata per co- maniera di praticare la sorte dei santi,
noscere l'avvenire, ma siccome Dio riser- che consisteva nel prendere per una pre-
vò per se questa conoscenza persavissime dizione o Profezia (/^'.) dell'avvenire le

ragioni, non l'ha promessa ad alcuno, né prime parole che si sentivano leggere o
sarebbe utile agli uomini d' avella, così cantare entrando in chiesa, non era meno
sarebbe im attentato contro suoi diritti i degna di censura e venne questa pure ,

il cercarla con mezzi da lui non stabiliti, condannala e severamente proibita dai
ed i quali per se stessi non hanno alcuna concilii. Finalmente vi fu tra'crisliani del

\irlù. 11 peccato è molto maggiore quando medio evo la prova di Purgazione (/^.),
per tale scopo s'impiegano mezzi assurdi da qualunque accusa per gl'incolpati; la
o empi, e chenon ponnoaverefTelto senza prova o Giudizi di Dio (^^.), per inda-
riiilervento del demonio. E' parlicolar- gare i delitti o l'innocenza delle persone,
nientequest'ultima specie di divinazione azzardosi esperimenti che terminarono
che molti concilii anatematizzarono. E' Verso il secolo XIV. Fra'genlili romani
colla scorta di questi principii ricevuti da furono famose le Sorti Prenestine, scac-
lutti i teologi, che devesi giudicare della chi o tasselli scrini in lettere antiche, di
ProK'a chiamata le Sorti de' santi. Usa- cui parlai a Galestrina. Vi furono an-
rono pagani d'aprire all'azzardo V Ilia-
i cora tra' pagani i GiuocJii di sorte, che
de d'Omero, 1' Eneide di Virgilio, e di si facevano anco a mezzo de'dadi, ossia
considerare come un prognostico cerio pezzetti d'osso di 6 faccie quadre eguali,
dell'avvenire leprime parole che cade- in ognuna delle quali è segnalo un nu-
vano sotto gli occhi dei lettore, onde si meio,couiinciandosi dall' i fino al 6. Nel la
chiamarono \c Sorti d'Omero e di Vir- cr«)Cclìssioiie di Gesù Cristo, i soldati si

Icilio. Dopo la distruzione dell' idolatria divisero le sue vesti colla sorte de'dadi.
e di tulle le Superstizioni (A.) del pa- Vedasi il Vermiolioli, Lezioni di diritto
j;ancsin)0,nlcun iiribliaui male istruiti ere- canonico, lib. 5, Icz. 21 : De' sortilegi.
-

SOR s os 243
Sainelli, Lettere ccvl. t. 2, lell.4: ^^e sia l'islessa pena fa menzione s. Agostino con
lecito aprire a sorte i libri ^ che traltano l'autorità del concilio Africano, ed egli
di materie spirituali, per applicare alla la uiÌnc parimenti a<l edetlo contro uà
sua spirituale necessità la sentenza che prete inlemperanteeimpino. Ancora nei
s'incontra. Ivi dopo aver tiatlato sulle primi secoli si usava quella pena, onde si

3 maniere di sorli già ilesciille, ed an- cancellava nomedelchiericodelinquen-


il

cora delle Sortes apostolorutn vel san- le dalla matricola o altre scritture eccle-
t7on/wj, risponde al quesito; Il negozio è siastiche, o almeno essendoci veemente
grave e bisognoso di matura deliberazio- sospensione, si sopprimeva, né pubblica-
ne, ancorché sia spirituale, e benché si mente si recitava come quello degli altri.

osservino tutte le condizioni, e senza qual- Nel Pontificale Romanum vi è C Orda


che divino istinto, non si deve procede- suspcnsionis, reconciliationis.
re a somiglianti sorti consultive ne'sngri SOSTANZIAR!. Eretici /;»rm7/</(F.)
libri. Se poi si tratta d'aprire libri spi- i quali pretendevano, cheAdamo colla
rituali, per ricavarne qualche esortazio- sua caduta avesse perduto tutti i vantaggi
ne o consolazione spirituale, è lecito per della sua natura, e perciò il peccato o-
esservi esempi d'averlo praticato anche i iginale avesse corrotto in esso la slessa
i santi, come faceva s. Ignazio con l'au- sostanza dell'umanità, e che questo pec-
1 eo libro, De iniilatione Christi, di Toni- cato fosse allies"i la sostanza dell'uomo.
maso da Keinpis {T .). SOSTITUTO o SOSTITUTO, Sub-
SORTILEGO, r. Sortilegio. slititlus,Subrogatus,/'icarius. Quello che
SOSPENSIONE, Suspensio, Interdi- tiene le veci altrui, ullizio che nella cu-
elio. Censura per la quale un ecclesiasti- ria romana è addetto ni servizio delle con-
co è privalo dell'esercizio del ministero gregazioni, tribuna li, segreterie e al tri mi-
sagro, in. tulio in purte, per un tempo nisteri della s. Sede; viene e.'-eicilato da
determinato o per sempre. Questa Cen- molti, e ne parlai a'rispetlivi articoli cui
sura ecclesiastica (/^ .)o Pena ecclesia a[)j)arlengono, di Congregazioni Cardi-
stica[V.) dicesi ancora Interdetto (^^.), nalizie [y.). Segreterie della s.Sede[T\),
«he si divide in personale, locale, e mi- e ì\q Tribunali di Roma (/''.). Il titolo e

sto: il ."colpisce la persona immediata-


I l'ullizio di sostituto per gli affari della Se-
mente; il •>. "colpisce il luogo immedia- de apostolica, è antico, e disiuìpegna ed
lamente,e im[)edisce la celebrazione e as- aiuta nelle attribuzicjui quel cardinale ,

sistenza a' divmi uHizi, e il dare la sepol- prelato di manlelletla o di manlellone,


tura; il 3. "comprende le persone e i luo- o altri a cui é assegnalo per sostituto. Que-
ghi. Antichissimo è 1' uso della sospen- sti sono prelati o ecclesiastici or-
sostituii

bione nella Chiesa, e divieto che fa il ve- dinariamente di manlellone per essere ca-
scovo al suo chierico di minisi rare nel suo merieri oiioiari (le'Pa[)i, e dell'uflizio fo
ordine. Della sospensione si valse s. Ci- parola negli art icolii he andrò ri ma rea lido
pii.mo fallo vescovo diCartagine nel 24B, in carattere corsivo; che se lo sono de'iye-
contro i suoi preti ,
perchè ammisero i gretari, agli articoli di questi indicai al-
t aduli nell'idolatria, pi ima che avessero tre notizie analoghe. Vi sono ancora dei
linita la penitenza; cioè minacciò di so- sostituti onorari einerili, già stali so-
spensione suoi [ireti che avessero disub-
i stituti o dillo loro il ùUi\o ad honorem,
biilito, alTermando essere questa volontà e persino de'sosliluli de't ancellieri o no-
di Dio a lui rivelata, non dovendo il clero tari appartenenti alle congregazioni e ai
aprir la porta della chiesa a' caduti, né tribunali. Il l'a[)aPio IX dispose col mo-
ammelterli*alla comunione ecclesiastica, to- propi io, Oua/ido coi due Moti-pro-
che dopo la conveuicule penitenza. Dcl- pri ^ dc'2(j diccmjjrei 84 7, che il cardinal
244 SOS SOT
Segretario (fi stato ha sotto di se un pie- con prelato per minÌ!>tro, ed un secolare
Iato col titolo ili Soslitnlo : siinilineiite per sostituto. Finalmente hanno sostitu-
quando ail uno tlegli altri ministeri venga ti, il ministero del commercio, industria,
preposto un cardinale, lia pure dopo di agricoltura, belle arti e lavori pubblici,
se un prelato col medesimo litolodi So- del quale ministero ragionai a Camerlen-
stilato.Pertanto in Roma vi sono so- i go DI s. Chiesa, ed in tutti gli articoli i-

stituti de'segretari della Congregazione nerenti; ed il ministero delle armi, argo-


concistoriale, e ne riparlo a Sagro col- mento che svolsi principalmente a Mili-
legio perchè lo è pure del segretario del zia pontificia, a Marina pontificia, a
medesimo; della Congregazione della in- Soldato.
sita apostolica; della Congregazione del- SOTERIDE (s.), vergine e martire.
V immunità ecclesiaslicaj della Congre- Era parente di s. Ambrogio vescovo di
gazione de sagri ritij della Congregazio- Milano, ed annoverava fra suoi antenati
ne della disciplina regolare j della Con- una lunga serie di consoli, di prefetti e
gregnzione dell' indulgenze e sagre eli- i di governatori di proviucie. Noncurando

quie j della Congregazione degli studi. la nobiltà della nascita, losplendoredella


Inoltre hannosostiluti,e talvolta secolari, bellezza, i doni della foituna, fece a Dio
nell'azienda o camera degli Spogli j i tri- il sagrificiodellasua verginità,esi astenne
bunali della Cancelleria apostolica,\\ sot- da tutti gli abbigliamenti femminili, ap-
to Somniista pel sommlstato, ed sostitu- i parecchiandosi a rendere gloriosa testi-

ti degli Ahbrevialori di parco maggioi-e, monianza alla fede di Gesù Cristo. Do-
il decano de'cjuali sostituti è pure sosti- po la pubblicazione de'barbari editti di
tuto del Reggente j della Dataria apo- Diocleziano e Massimiano contro fedeli i

stolica, il sostituto dell'amministratore nel principio del IV secolo, fu presa e con-


generale delle componende, il sostituto dotta innanzi al magistrato, che le fece

del sotto datario, quello dell' uH'izio del percuotere aspramente la faccia, e veden-
per ohilum, quello Ae.\V Ahbre^'iatore di do la sua ammirabile sofferenza l'assog-
Curia;ùt\\a Camera apostolica^dtl Corri- gettò ad altri tormenti, i quali pure riu-
missario generale \\e.\\A medesima, sosti- scirono vani, laonde la condannò al ta-

tuti commissari; del Vicaria'o di Roma glio della testa. Credesi che consumasse
o sostituto della segreteria, del Luogote- il martirio a Roma, benché 1' Usuardo
nente; del Tribunale criminale, sostituti ed alcuni altri autori dei martirologi siano
fiscali generali. iN'elle Segreterie \ sostitu- d'opinione che ciò succedesse in oriente.
ti del Segretario di stalo, ch'è pure Se- Celebrasi la sua festa a' io di febbraio.
gretario della cifraj del Segretario dei SOTERO Papa XI li. Di Fondi,
(s.),

brei'i pontificii j del Segretario de brevi a cui molti danno il prenome di Concor-
a'principij del Segretario delle lettere la- dio, figlio di Corrado o Concordio,fu crea-
tinej del Segretario de' memoriali, cioè to Papa ai 4 '"^gg'O deliyS. Non tutti
il sostituto della sezione ecclesiastica, e il credono vere le sue decretali, per cui mol -

sentitalo della sezione civile. Il Sostituto ti affermano aver egli ordinalo che le sa-

del Concistoro, di cui trattai ne' voi. XV, gre vergini non toccassero i vasi sagri o
p. 282, LVjp. 3o5, LX, p. 2 18, oflizia- le palle che cuoprono il calice, uè incen-
le del Concistoro e addetto all' Lditore sassero nelle chiese; che niun sacerdote
del Papa, quale sostituto ha un aggiun-
il potesse dir messa se non fosse digiuno,
to. A Segretario di stato trattai anco- uè la lasciasse imperfetta senza necessità
ra del prelato sostituto del cardinal se- estrema, né la dicesse senza l'assistenza
gretario della segreteria per gli aflari di di due almeno, cui dire il Dominus vo-
sialo lutei ni, o^gi luiuiilero delliuleruo biscuin, ed Orate f'utrcsj che lutti si ce-
SOT SOT 245
municassero nel giovedì santo colla s. Eu- Terno 3 anni, i i mesi e 18 giorni. Morì
caristia, liantie quelli che fossero inac- a' 9.2 aprile tielirc), ed è nominalo nei
tliiali di qualche grave peccato, a'quali martirologi col titolo di martire, sebbe-
l'osse vietato; e che rinnovasse il decreto ne non a[)parisca che abbia sparso ilsan-
di s. Evarislo sopra la benedizione sacer- gue, o sia morto in esilio o in prigione per
dotale, e consenso de'parenti ne' matri- Gesù Cristo. S'egli debba chiamarsi niiu-
moni, per maggior decoro e venerazio- tire confessore, vedasi ne' Dollaiidisti
ne al magnum sncranienUinì/n\\\v\\\.oi\ix ai 22 aprile, p. 6, § 5, nel qual giorno
Dio per santificar l'umana generazione. se ne celebra la festa. Dal cimilerio di (Ca-
Per testimonio di s. Dionisio vescovo di listo nella via Appia, ov'era stalo sepol-
Corinto, presso Eusebio, Hisl. erti. lib. to il suo corpo, fu trasferito come asse-
4, cap. 2 3, sappiamo che s. Solerò non risce B'errari in Catalog. ss. Jtaliae, da
solo adem[M con zelo insigne, ma anco- Sergio li nella chiesa de' ss. Sih'estro e
ra accrebbe il pio e geoeroso costume dai ALirtino al^Jonti, e quindi nella chiesa
suoi predecessori usalo finodalla nascente di s, Sisto nella medesima via A|>pia,dei
chiesa, nel soccorrere con copiosi sovve- domenicani. Questi religiosi del conven-
ninienli i bisognosi di rimotissimi luo- to di s. Marco di Firenze ne venerano
che nelle persecuzioni pei' la fede e-
glii, pai te del corpo, al dire di Ciacconio, Hist.
rano condannati a scavar metalli nelle i eccl. 1. 1 , che tutto intero si crede pos-
miniere, nelle grotte e nelle selve, o a sedere dalla chiesa di Toledo in Ispagna,
lontano e>ilio dalle loro patrie, i quali la senza che si sappia dimostrare (pjando e
chiesa romana procurò costantemente di da chi vi fu trasporta lo,asserendoloQuin-
aiutare fino all' ultima persecuzione di tanaduenas, Histor.ss. Toletanoriun. Ili-

Diocleziano, ed anco in ogni tempo, e per- ferisce Piazza ntW Emerologio di Roma,
ciò si facevano le collette di questua dai che in questa si venerano le reliquie di
cristiani,non bastando la fierezza delle s. Solerò nelle dette due chiese, e in quelle

persecuzioni medesime a far isfuggire alla di s. Salvatore in Suburra, e de'ss. Ser-


paterna cura dei Papi le loro generose gio e Bacco de'ruteni. Oltre la sua let-
provvidenze nelle più lontane parli del tera a' corinti!, che più non esiste, si ci-

mondo. Avendo Corinto sperimentato in tano due altre epistole che Ainno parte
modo particolare gli elTetti dell'ardente delle decretali apocrife, piene di zelo a-
sua carità, il detto vescovo s. Dionisio lo postolico, e indirizzate una ai vescovi di

ringraziò con lettera; nientre quella del Campania, l'altra a quelli del reslo d'I-

Papa scritta a'coriiitii era sì edificante, lalia. Gli viene ancora attribuito un li-
the leggevasi nell'adunanze esinassi dei bro contro gli errori di Montano, nel quale
fedeli con quella di s. Clemente I ogni do- si condannano i Tertullianisti; ma que-
menica, come proprissima per la corre- st'opera è supposta, giacché Tertulliano
zione de' costumi. Gli afflitti trovarono abbracciò gli errori di Montano circa 3o
in lui i teneri sentinienti d'un padre, as- anni dopo la morte di s. Solerò, come
si>tendo largamente i poveri, massime i dimoslia il p. d. Ceillier, Hist. génér. des
sort'erenti per Gesù Cristo. Egli era af- outeurs ecclésiastiques. Vacò la s. Stòt
fabile con tutti, e di rara eloquenza do- I o giorni.
lalo. INIostrò grandissimo zelo per la pu- SOTT S^ h., Sultana, Toga, Tunica,
rità della fede, e si oppose fortemenleai T''eslis talaris. Veste lunga sino a'piedi,
Montanisù {f'.), eretici che comparve- che priucipalmenle usano gli ecclesiasti-
ro nel suo pontificalo, per corron)pere ci, e colla coda o strascico prelati seco- i

la fede. In 5 o 6 ordinazioni nel dicembre lari e regolari, vescovi, cardinali, e il Pa-


creòi I vescovi^ i8 preti, 9 diaconi, Go- pa; estremità che al Pupaju'cardinali, ui
246 S OT SOT
vescovi ealfjl prelati sostiene il Cainhila' sta cnopriva le gaml)e, ma dalle spalle
rio (^7
'.J,
ovvero nìedianteascjla di cordo- scendeva sino a'fianchi o sino al ginoc-
ne si attacca alla inetìi posteriore della sol- chio: la yorrrt poi da'fianciii arrivava sino
taiiaslessaJiiPvOtna hanno l'uso della sot- a'piedi. Aggiunge Muiatori, che sottana
tana paonazza senza coda, di seta e di pan- e sottanino si chiamava la veste donne-

no, molti della Famiglia pontifcia {f^.), sca, cheda'fianchi calava sino a'piedi, ap-
come i Camerieri, i Blatslri delle cerc' pellala da Piicobaldo palndamentum sai
Violile poiiti/icie, i Cappellani, gli /aiu- xocca. Opina quindi, che forse fu detl.»
tanti (li camera , Bussolanti (f^-), ed
i Subtana, non perchè si portasse sotto al-
altri ancoi che non chierici, ed anche gli tre vesti, ma peichè cuopriva la parte di
Scopatori segreti (/'.), famigli domesti- sotto del corpo. Già ad Abito degli fx-
ci cos'i impropriamente denominati; ed cLESiASTici, a Manteligne, a Toga, e si-
i primi con Fascia e Mantellone (f^.), mili articoli, parlai delle primitive vc^li
con quelle paiticolai ila rimarcale a'ioro del clero, delle quali trattò il p. nonau-
articoli. L'usano ancora Procuratori di i ni: La gerarchia ecclesiastica conside-
collegio {f^.), gli avvocati ei curiali della rata nelle vesti sagre e civili. Dissi a Ca-
Curia Romana [F.), e tutti quelli de- mice , che questa era la primitiva veste
scritti a'propri articoli, ma nera di seta degli ecclesiastici tanto civile, quanto sa-
e di lana. Nel Dizionario della lingua gra, solo caiidjiandosi in più nobile e in
italiana si definisce la Soltana : Veste più mondit quando doveano ministrare
lunga dal collo fino a' piedi, che per Io all'altare. Il camice fu detto tonaca di
più usano di portare i chierici Veste che
: lino. Tunica linea. Il vescovo Sarnelli,
portano le donne dalla cintura infino ai Lettere eccl. 1.
1
, lett, 1 6 : Dell'abito che-
piedi,o sia sopra, o sia sotto altre vesti. ricale, o veste talare, tunica talari, lo di-
Muratori, Dissertazioni, diss. 25.": Del- ce venerabile per antichità,e spiega qua-
le i'esti de' secoli rozzi, discorre pure le fu quella adoperata dagli ebrei, e da
della veste Sottana ovvero Sottana, an- Cristo medesimo e dagli apostoli. Que-
ticamente pare cìùamala camiciuola, che sta veste talare la crede usata da'chieri-
si porta sotto la Tonaca (F.), detta a suo ci sino dalla nascente chiesa, ed in Pio-
tempo giustacuore guardacuore, sorte
(o ma fu detta Caracalla (F.), somiglian-
di vesta sino al ginocchio, o poco piia giù, te alla veste che l'imperatore Antonino
assettata alla vita); imperocché ne' vec- donò al popolo, per cui egli fu chiamato
chi tempi invece di S(d), adoperò Sub- si Caracalla ,\\ia\\ùo%\ di color fosco obian-
tus, e di qua venne poi Subtanuni,o Sub- co;quindii callolici per dilferire dagli ere-
tana veste propria delle donne. Muratori tici /\^oi'tì!SW/?/(/^ .),checol mezzo del can-

non conviene con Du Gange, Glossa- m dor delle vesti volevano comparire cioc-
riunì, che s[\moSubtaneum dici, quod for- ché non erano, adottarono vesti di Co-
te Subtanoruni, seti turcoruni vestis pro- lore C^-) tra il nero e il bianco, e nella
pria fuerit. A suo credere, dalla voce Sub- maggior parte di castagno e paonazzo ;
lana nacque l'altra di 7\z/u7, quasi iS'i/Z'- il color bruno poi nel secolo IV esclusi-

tanaviao domus. ^\cohi\\àonc\i 2qo de- va mente di venne proprio de'il/o72rtfc/(^''.)


scrivendo l'usanze degl'italiani, dice: P'ir- che ammessi agli ordini sagri, il colore
gines in donubus patrunt tunica de pi- diventò comune a'chierici secolari (altri
gnoliito,quaeappellalurSotanuni,etpa- dicono che la sottana era anlicanienle di
ludnnicnlo lineo, quod dicebat Xoccain, color tanè o lionato scuro, ch'era l'an-
erantconlentae. Dunque sottana si cliia- tico nero usato da'chierici e monaci neri);
mu.a una veste che si portava sopra le laonde Sarnelli chiama la sottana iSlvz/JO-

altre vesti, e visibile ad ognuno; né que- /rt7'e'(A^.) monacale, e diceche l'abito che-
sor SOT 2^7
ricale di qualunque forinn e colore, sem- vissi me. Toga, qnae \>ulgo Sottana di-
pre Tu talare e por unanime consenso del ci tur, maxime in cn'itale diurnisoris, non
clero nero. Fer la venerazione ad esso i Epilobio, idest Zi/umana [l\),utaulur.
concilii fulminarono censure ai dispregia- 5. "Che il colore dell'abito chericale de-
tori, e leggi pel suo n)antenitnento, e inoN v'essere nero, e quali colori sono proibiti,
te ne riporta, ed inveisce contro l'intio- anche negli altri abiti chericali, essendo
duzione delle vesti corte. Sostiene poi cui il nero nelle vestimenta de'cliierici sola-

decreti de'concilii e de'Papi, che lipio- mente permesso tanto a'greci, quanto ai
duce: i.° Glie l'abito dev'essere onnina- latini. A'greci Simeone Tessalonicense',

mente talare nelle chiese, nelle città, nei parlando del loro innalzamento al chie-
castelli ; a' preti rurali permettendosi la cos'i dice Episcopus vesleni nigrain
ricato, :

sottana a mezza gamba, ed a'chierici in quae humiUlatis, et religiosi timoris ^yn-


viaggio che si estenda oltre il giiiocihio; bolurn es(,benedicit, elconsecrandumju-
osservando che stimarono Padri l'abi- i bet ea induere. A'Iatini è notissimo, ec-
to talare simbolo d' una perfetta virtù, cetto a quelli che sono in dignità eccle-
e la veste dimidiata segno di virtù ira- siastiche costituiti, come il paonazzo ai

perfetta. Le diverse pene sinodali poi,se« prelati, ed il rosso a'cardinali, tranne quei
condo alcune diocesi, a chi non porta l'a- prelati e cardinali Religiosi che dichia-
bito talare decente, dice il Sarnelli con- rai in quell'articolo, parlando oltre del
sistere nella perdita delle vesti, ed anche colore proprio di ciascuno, ancora sia del-
pecuniarie, (juella del carcere e privazio- la seta o della lana che debbono usare,
ne de' benefizi, essere cacciati dal servi- sia del Rocchetlo (/"'.) a chi è vietalocolle
zio della chiesa in cui sono stipendiati, Dianiche,e quando cosi Io ponno assumere
e la pena eziandio della scomunica ipso sulla Sultana. A Mantelletta poi ragio-
facto. 1." Che l'abito chericale dev'es- nai come deve essere l'abito cardinalizio
sere di Lana {^), non di Scia non {f^'.), o vescovile di que' religiosi i cui abiti si

essendo mai piaciuto a «.Girolamo, mae- compongono ili colori diversi. Inoltre Sar-
stro della vita chericale, che i sacerdoti nelli narra, chei sinodi diMilanodeli 56 j,
usassero vestimenta di seta, come a molti e di Bordeaux dell 583, prescrissero che
sinodi che decretarono la perdita delle ve- anco in casa i chierici vestissero di nero.
sti e altre pene; né deve meiavigliaie ai 6." Che i chierici non debbano portate
chierici il divieto delle vesti di seta, es- vesti diLutto C^.) nella morte dei loro
sendo proibite pure a'vescovi dal Ce/'e- congiunti, proibendolo diversi concilii.
moniale Romano lib. ,cap. T'esles au-
i i : 7.° Che la Cintura {^.) chericale si deve
lem hujusmodi erunl , vel ex lana , vel sempre portare con l'abito talare, e co-
ex catnelloUo (o ciambellutto, tela fatta me dev'essere; mentre il Papa, cardi- i

di peli di capra, eanlicamente di cam- nali, i vescovi, i prelati, e quelli che han-
mello,dal quale tolse il nome) coloris r/o- no l'uso del maiitellone, in vece adope-
lacei, nullo auteni modo sevicae. 3. "Che rano la Fascia (f' .)• Il can. Di Giovan-
l'abito chericale non deve essere né trop- ni, iS^tór/a de' seminari ehiericali,coiì mol-
po largo, né troppo stretto, ma di ma- ta erudizione tratta questo argomento,
niera, che non apparisca di fuori la for- parlando delle vesti civdi ed ecclesiastiche
ma del cor[)0, all'usanza de'secolari. Ri- de' seminaristi, e di cui terrò proposito
prova ancora l'abuso introdotto degli a- all'articolo \ este. Il vescovo Cecconi,
biti chericali attillati, a guisa di donno. De' seminari vescoi'ili p. 25, ragionando 1

4.°Che l'abito chericale dee essere chiu- dell'abito ecclesiastico, osserva che quan-
so da tutte le bande pe' canoni egual-
, tunque di esso propriamente non se ne
mente the riprodusse, con censure già- trovi stabilita la qualità eia forma, pu-
3.48 SOT SOT
re iieVnncilii e nelle costituzioni nposto- scmpie paonaz-
(riarrlii(/'.)^wa di colore
liclie lie(|iieiileinei)le s'inculca un con- zf), Sedt vacante nero, colore da os-
e in
tegno dovuto allo stato sacerdotale e al servarsi da lutti prelati, però colle di-
i

ininislro tiella cliiesa, sino a fulminarsi stinzioni rimarcate a' loro articoli, per-
Ja scomunica contro quelli die usano a- chè i vescovi non regolari non vestono
L)itisecolareschi. Altrove si ordina, che la mozzetta. I Prelati (/^.) sulla soltana
Ja veste clericale sia talare, ad imitazio- quando lo possono, portano il rocchetto,
ne di ((uella d'Aronne, specialmente nel- e tulli la niantellelta. A tale articolo ri-
le città colte, ed in ogni funzione eccle- portai il decreto del Papa Pio IX sulle
siastica, non ostante la piccolezza e po- vesti talari de'cardinali e prelati ; ed in-
vertà del luogo. Riflette, che fu sentimento cedendo per la città a'camerieri d'onore
del cardinal Raronio, che ne'primi secoli permise la soltana nera ornala di flttuc-
gli ecclesiastici vestissero di color casta- cia paonazza, anche nelle moslre,con bot-
gno o paonazzo, e questo in oggi si ritiene toni e asole di tal coloie, e fascia simile
dalla famiglia pontilicia, da'vescovi, e dai di seta. Le soltane de'prelati e de'fami-
seminaristi aluìeno di quasi tutta l'Ita- gliari pontifìcii hanno le mostre di seta,
lia. L'usano i famigliari pontifìcii, per- sebbene la sottana sia di panno, anzi pre- i

chè essendo obbligati al servizio del su- lati usano la seta cremisi, così le asole e

premo pastore, si suppongono i più esal- i bottoni, avendo le loro sottane la co-
ti imitatori dell'antica disciplina. Lo co- da come quelle del Papa, dei vescovi e
stumano i vescovi come fedeli custodi dei dei cardinali. Sulla sottana poi lutti as-
.sagri canoni; ed a'giovani del Seminario sumono il Camice (F.) e gli altri Para-
{f.) si concede,, adiuchè a
ab- tal vista menti sagri (F.) nell'ecclesiastiche fun-
biano una continua lezione de'portamen- zioni, nel modo descritto a'ioro articoli,
ti e del fervore degli antichi chierici per essendovi notizie analoghe alle sottane in
imitarli nella dimora che fanno in semi- quelli citali. Diversi Pajìi hanno concesso
nario. Alla veste soliana si aggiusta la l'uso della sottana paonazza, con coda o
sopravveste denominata manlellone, co- senza, a diversi capitoli di cattedrali e col-
stume eziandio usato dagli antichi roma- legiate, quale parte dell'abito corale, co-
ni; eper ultimo ornamento nelle svolte me notai in tanti luoghi ed a Sessa ; e
o mostre delle maniche e nelle cuciture Pio VII col breve In snnimo Apostola-
si adopera la seta, e li bottoni rossi per ius, de'5 maggio 820, Bull. Rom. coni.
i

una modesta pompa adattata alla qua- I.i5, p. 3o6: Facu Ita.1 gesta ndi vcsteni
lità de' giovani indirizzati al regale Sa- talarem violaceam, et mozzettam ejus-
ctrdozio {T'.). La veste dei seminaristi, dein coloris cum parvo caputio prò ca-
cioèla sottana e il manlellone, deve sem- nonicis ecclesiae collegiatae loci Puipal-
pre essere di lana, né mai si permette ad lo dioeiesi'i Jamiensis.
alcuno che porli la seta. Gli ecclesiastici SOTT'INTRODOTTE, .y^Z-m^rof/»-
sulla sottanaassumono la sopra vvestedet- ctae. Donne che anticamente gli ecclesia-
ta Mantello (/ ordmariamente di lana
.), stici mantenevano nelle loro case, sia per
ed anche di seta, usando anticamente in carità, sia perchè avessero la cura de'io-
vece di esso la veste Pallio (A'.). 11 Pa- ro domestici affari. Però il concilio di Ni-
pa sulla sottana bianca di panno o di se- cea del canone 3 proibì ai ve-
'ii.'ì col
ta, con mostre e bottoni di seta bianca, scovi, a'sacerdoli, a'diaconi ed a qualun-
usa il rocchetto e la Jllozzetta ( F.); Cai- i que altro ecclesiastico, possa no a vere nelle
(liliali (F.) il rocchetto, la ManUllttta loro case alcuna donna sott' introdotta,
{y.) e la mozzetta di seta e di lana, ros- eccelluata la madre, la zia, la sorella, e
sa o paonazza; alUcltaulo Vescovi a Pa- i tulle le altre personc^chepei la loro pa-
SOT SOU 7\c)

rcnloln sono ftinii d'ogn! sospetto, V. Ce- riilaravalle, governò quell'insigne mona-
libato, etl i relativi articoli. siero con tal discrezione e saviezza, che
SOTTO SACRISTA. F. Sacrista maggioie non potevasi desiderare in un
Ti?.h Papa, Fi,oreri\ apostolica, Letto successore di s. lìernardo. Intervenne al
de' paramenti, Conclavisti. concilio di Trento, in cui si fece vedere
SOTZaBA o SOTZaAV. Metropoli impegnatissimo per la chiesa i omana, on-
antica ed esarciito della /J7o/r/rt!i'/rt (A-'.), de ne meritò dal cardinal Osio alti enco-
nella diocesi di Tracia, nella parte occi- mii, ed eguali ringraziamenti da s. Carlo
dentale di quel principato Danubiano, Rorromeo, che gli scrisse onorevolissima
alla destra del INloldinv verso le fron- , lettera. Restituitosi al monastero, fu scelto
lieredella Transilvania.Eia residenzadel a concordi voti generale dell'ordine, a
principe e del metropolitano greco sci- cui restituì l'aulica decaduta disci[)lina;
sma tico,che passarono a dimorare in/czi.vi e fuori d'ogni suo pensiero, s. Pio V ai
(A^.) capi tale del la Moldavia.La sua catte- 24 marzo 568 1 lo creò cardinale prete.
drale era ben fabbricala e di buona ar- Ma penetrato da sentimenti di sincera u-
chitettura. L'erezione del metropolitano millà, ricusò la conferitagli dignità, e solo
lisaTi al secolo Xlil, così quella delle 3 s'indusse poi ad accettarla per non con-
sedi vescovili sue suliraganee, Cusium^ traddire Papa che espressamente glie-
al

Rataulzium,eRomaoum o Romaniwai- lo comandò, con breve degli 8 maggio.


"var, un vescovo della quale denominalo Condottosi a Roma, ricevè per titolo la
Eulogio assistè nel i Q>\i al concilio diJas- chiesa di s. Matteo in Merulana, visse con
si,tenulodal patriarca PartenioL Oricns tal disprezzo delle cose dèi moudo, che
dir. 1. 1, p. 1^53. s. Pio V
era usato di dire, che avea tro-
SOUCHIER Girolamo, Cardinale. vato nel cardinale un uomo fatto secon-
Nato nella provincia d'Alvergnia o nella do il suo cuore. Insieme col cardinalato
Sciampagna da nobili genitori, inclinato ritenne la carica di generale cistcrciense,
fino dalla puerizia alla pietà e alla divo- e pieno di meriti passò al Signore in R.o-
zione, giovane abbracciò l'istituto cistcr- nia neliSy I ,di G3 anni, e fu sepolto in
ciense nel monastero di INIontepietroso, s. Croce in Gerusalemme del suo ordi-
diocesi di Clermont, dove si acquistò ta- ne, dove nella chiesa sotterranea, al de-
le e tanta fama di dottrina, santità e pru- stro lato della cappella di s. Gregorio, gli
denza, che si rese rispettabile e caro ai fu eretto un elegante e magnifico avello,
j)iù gran principi e singolarmente ai re nel quale si vede il di lui busto scolpito
di Francia Enrico II, Francesco 11 e Carlo in marmo, nella cui base è inciso im ma-
IX, i mezzo del
quali conosciutolo per gnifico elogio. Sentita da la no- s. Pio V
cardinal cliLorena, ammirandone buon il tizia di sua morte,esclamò: Muoia l'ani-
spirito e la saviezza, in parecchie occa- ma mia della morte di questo giusto;e ri-

sioni di sua opera si prevalsero. Appli- solto a'domestici soggiunse : Come alla
catosi agli studi nel collegio de'Cernar- morte d'un uomo così ScHito, non abbia-
dini di Parigi, ascritto tra' dottori della no da per loro stesse sonato tutte le cam-
Sorbona, combattè valorosamente nel pane di Roma; e dandone in pieno con-
colloquio di Poissy contro rereticoBeza,e cistoro parte al sagro collegio, disse: Che
nelle assemblee del regno tenutesi in Or- colla morte del cardinal di Chiaravallc
leans e Parigi si oppose come un valido era rimasto estinto un gran luminare<lel-
muro qualunque novità che fu tentata
a la Chiesa. Tommaso Ijozìo nel suo libro
in fatto di religione, e mostrò un'intre- De sigiiis Ecrlesiae, ben a ragione anno-
pida fermezza nel negare a'Iaici l'uso del vera il venerabile cardinale fra que' di-
calice uella comunione. Eletto abbate di stinti personaggi, che colla santità della
VCL. LXVII. '7
a5o SOU SOU
vila e rccccllcnza della dollrlnn, accielj- logia per riscontrare colla più accurata

heio lustro al sentilo apostolico; ed il car- critica la dottrina in essi contenuta, la

dinal Oslo ne innalzò il melilo con som- quale finalmente col consiglio de'cardina-
ine lodi nelle Icllere da lui scrille a'car- li condannata dal Papa in pieno conci-
fu
dinal.i Antonio Cara (fa, e Lorena, dove
di sloro; lo che tanto dispiacere recò a'se-
Ira le altre cose dice, credere egli che in guaci del Lullo, che con manifesta ca-
tutta la Francia non vi fosse soggetto al- lunnia e nera impostura sparsero nel vol-
cuno, che o in virtù o io dottrina potes- gochenèi teologi, né cardinali, uè lo stes-
i

se andar del pari col cardinal Souchicr. so Papa a veano capi la la dottrina di Lui lo.
Lasciò alcune opere niss. al monastero di Finì i suoi giorni in Avignone neliSyS,
Chiaravalle. Di sue virluse azioni diflu- e rinìase sepolto nella chiesa de' dome-
samente trattò Baccezio, nella Storia del nicani, innanzi all'altare maggiore, con i-

monastero di Settimo. scrizione consumata dal tempo.


SOUDIlEGuGLTELMOjCrtr^m^/e.Nac- SOURDIS D'ESCOCLEAUFran-
que nobilmente in A ngenc diocesi di Toni, cT.sco, Cardinale. Francese che per la no-
professò Ira'domenicani e divenne insi- biltà di sua nascita e pel suo eccelso spi-
gneleltorein teologia nel conventodiCar- rilo, ottenute prima le abbazie di Pru-
cassona, e nel i 34^ provinciale di Tolo- Monte
liaco e di Reale, fu fatto nel i ^9 r
sa. Clemente VI nel i
349 Io fece maestro daOregorioXIV arci vescovo diBordeaux
del sagro palazzo, e Innocenzo VI vesco- e primate d'Aquitania. Il re Enrico IV
vo di Marsiglia, la cui diocesi visitò con invaghitosi della sorella Gabriella d' E-
indicibile diligenza, vi celebrò il>>inodo, scobleau, e dichiarato in iscritto di spo-
e nel 1 364 intervenne al concilio provin- sarla,dopo averla tratta alle sue voglie,
ciale celebralo in Apt, esi trovò presen- pregò Clemente Villa crearlo cardinale
te in Arles alla solenne coronazione del- diacono, ciò che il Papa eseguì a'3 marzo
l'imperatore Carlo IV. Nel i 366 a' 8 1 set- 1598, sebbene assente da Roma. Quan-
tembre Urbano V lo creò cardinale pre- do poi vi si recò, passò all'ordine de'preti
te assente, indi gli conferì in titolo la chie- col titolo de' ss. XII Apostoli. Diligente
sa de' ss. Gio. e Paolo, e dopo un anno nella cura delleanime, religioso verso Dio,
lo fece vescovo d'Ostia. Accompagnò il liberale co' poveri, alieno dallo strepito
Papa d'Avignone in Roma, e in Monte e dal fasto della corte, nemico delle ce-
Fiascone ebbe l'incumbenza d'esamina- remonie che soilViva mal volentieri an-
re s. Giovanni Colombino, accusato dai che in altri, fu vero ecclesiastico. Cele-
malevoli presso Urbano V come sospet- brò nella sua chiesa il sinodo provincia-
to d'eresia, il quale erasi colà portato per le, sul modello de' tenuti in Milano da

ottener l'approvazione de'gesuati da lui s. Carlo Borromeo cui molto somigliò


,

istituiti; quindi fu uno de'cardinali de- nella pietàe pastorale sollecitudine, a fine
putati a riceverla professionedi fede fatta d'introdurre una costante riforma ne'co-
nel I 369 in s. Spirilo di Roma, da Gio- stumi del suo clero e popolo, come fe-

vanni I Paleologo imperatore dei greci. licemente gli riuscì per mezzo delle sante
Ritornato in Avignone, conliibuì col suo industrie da lui usate pel bene spirituale
voto all'elezione di Gregorio XI, il quale dell'arcidiocesi, che dal pessimo stalo in
gli commise la causa di Raimondo Lullo cui la trovò, la ridusse ad una delle più.
accusato da Nicola Eymerico inquisitore esemplari di Francia. Introdusse in Bor-
d'Aragona, di sostenere dottrine eretiche. deaux i cappuccini, i minimi, i celestini,
F'urono dati al cardinale ad esaminar 9,0 le carmelitane, le orsoline, i certosini. Ai
grossi volumi scritti da Raimondo, ed il celestini fondò una casa,alle 0/'jo//«e { ^.)
cardinale destinò 20 e più maestri di tee- il monastero e divenne forse la più cele-
sou SOU 25i
bre e più esteso congregazione, ed a'cer- voi. XXXV, p. 1 53 e seg., ragionando del
tosini fiibbiicò un- magnifico monastero vicariato apostolico, laonde non mi resta
e lo dolo di I ooo doppie di rendita. Nella a dire che dell'istituzione della sede ve-
sua metropolitana absislè alle nozze ce- scovile.Il Papa Pio IX ripristinandola

lebrate da Luigi Xlll con Anna d' Au- gerarchia cattolica d' Inghilterra, sosti-
stria, e amministrò il battesimo al secondo- tuì ai vicariati apostolici un metropoli-
genito di Enrico IV. Faceva sovente di- tano ei2 vescovi, col breve Universalts
voti pellegrinaggi a piedi col semplice so- Ecclcsiaeregerul(ìe,de''2CjsellemhieiS5o,
stegno d' un bastoncello. Essendo allora elevò Southwark al grado di sede vesco-
frc<juenti le simonie confidenziali, il ze- vile j suffraganea di ff^estminster \f^.).
lante cardinale pose tutto il suo studio Quindi con altro bre vedel medesimo gior-
per bandirle aiìatto dalla sua arcidiocesi. no, il Papa dichiarò il cardinal Nicola AVi-
Eresse ampia cappella per farvi esercita- seman inglese e nato in Siviglia, arcive-
re nella predicazione della divina paro- scovo di Westminster,ed amministrato-
la quelli eli' erano nuovi in questo mi- re apostolico del nuovo vescovatodi Sou-
nistero. Ogni sabato celebrava la messa thwark. Pertanto il cardinale, con sua
della B. Vergine, e distribuiva generose pastorale del 7 ottobre, emanata inRoraa,
limosina a' poveri. Nelle carceri di Bor- partecipò tali pontificie disposizioni a'suoi
deaux essendovi prigione e condannato diocesani, ed al clero secolare e regolare
a morte un nobile suo grande amico, e di Westminster e di Southwark; e di-
volendolo onninamente liberare, con so- chiarò che avrebbe governato come or-
lenne processione del clero secolare e re- dinario le contee di Al iddlesex,Hereford,
golare si recò alle pubbliche carceri, ed Essex, quale arcivescovo di Westmin-
i custodi per venerazione aprirono le por- ster; e «}uelle di Surrey, Sussex, Kent,
te, né si opposero quando il cardinale tra Eerkshen, ed Hampshire colle isole an-
lo stupore di tutti si portò seco il prigio- nesse, come amministratore con giurisdi •

ne, e lo condusse in ben munita rocca , zioue ordinaria. 11 medesimo Pio IX con
ove restò finché si raffreddò la collera del breve apostolico del 27 giugno 85 1 creò 1

magistrato. Finalmente carico di meriti peri. "vescovo l'attuale mg.^' Tommaso


e di sante opere, fu chiamato a miglior Grant già rettore del collegio inglese di
vita nel 1628
Boideaux, di 58 annij
in Pioma, nella cui chiesa fu consagrato ai
e nella sua chiesa de'certosini ebbe ono- 6 luglio dal cardinal Fransoni prefetto
revole sepoltura. Di 4 conclavi che si ten- dipropagandaykWe, assistito da mg. r Bri-
nero nel suo cardinalato, fu a quelli di ganti Colonna arcivescovo vescovo di Lo-
Leone XI e Paolo V. Illustre e cospicuo reto e Recanati, e da mg.r Salvado ve-
per pietà, zelantissimo della cattolica re- scovo di Porto- Vittoria.
ligione , di delicata coscienzaj imitatore SOUZA LviGiyCardinale.D'ih'ishona^
delle virtù di s. Carlo, fu dolce e piace- d'una delle più ragguardevoli e prima-
vole, e nelle molle rivoluzioni di leghe rie famiglie del regno, educato nella corte
e fazioni, a suo tempo accadute in Fran- di Spagna, dopo aver prestata assidua e
cia, simantenne in perfetta neutralità. fedeleservitùalla regina mogliedi Filippo
SOlJTriWARK(^n«.vvarce«). Parte lV,inlrapreseil viaggio di tutta l'Europa,
meridionale dell'immensa Londra [r.) per istruirsi ne'coslumi delle diverse na-
con residenza vescovile, neW IiìghiUerra f ioni. Restituitosi alla patria, ottenne un
(/'.), sulla riva destra del Tamigi, e do- canonicato nella metropolitana, e poco
ve fiorisce l'industria manifìitturiera. Il dopo fu dichiarato cappellano maggiore
materiale e il civile di Soulhwark già lo del re, e nel 1 676 divenne arcivescovo di
descrissi a Lo>dra , e 1' ecclesiastico nel Lisbona, i. "consigliere, e ministio so-j^^^i-
2^2 SOU sov
tal io di stato, cariche tutte die disimpe- conti di Valdoreis,che quindi creò cartìi-
gno con mirabile prudenza e valore. x\d nale. Di questi riferisce il cardinal Pacca,
istanza del re l'ietro lIjneliGQy a'22 lu- Notizie sul Portogallo, che fu dotto, pio,
glio Innocenzo XII lo creò cardinale pre- di egiegie massime e di volo di cuore alla
te , e vieppiù si rese accetto al sovrano s. Sede; ma timido di carattere, per cui
col suo virtuoso contegno. JNè minore fu non si prevalse dell'opinione che giusta-
la cura che si prese di sua chiesa, a cui mente godeva presso i sovrani, per par-
comparti segnalati benefizijclie estese alle lar loro con libertà apostolica sul perver-
altre, e tra le sue belle opere vi fu la fon- so insegnamento dell'università di Coim-
dazione di scella e magnifica biblioteca. bra, sull'abuso di potere de' magistrali
Morì inLisbona a'3 gennaio 702, d'anni 1 laici negli afiari della Chiesa, e sulle leg-
72, senza essere poluloiutervenireal con- gi lesive al poterede'sommi
pastori. Laon-
clave per Clemente XI, colla riputazio- de da queste veridiche testimonianze si
ne d'ottimo ecclesiastico e di egregio mi- può congetturare in quali tempi visse il
nistro. cardinale de Souza.
SOUZA SILVA(DE)FERDINA^Do,Ctì!r- SOVRANI. Il vocabolo Sovrano, Do-
dìnale. Nobile portoghese, nacque in Li- inimis, Princeps Supremits, si fa deriva-
sbona da illustre famiglia a'5 dicembre re dal latino super, superior. Superiore
1
7 1 2, quindi ricevuta l'educazione qua- per significate che ha soi'ranità e
{f'^-),

le si conveniva alla sua elevata condizio- comando, ossia superiori là, maggioranza,
ne, abbracciò lo stato ecclesiastico, e fu diritto di sovrano, imperinm, altum do-
fatto principale della chiesa patriarcale viinium, princeps nuctoritas, sopra qua-
di Lisbona. Pio VI, ad istanza della re- lunque suddito e T'assallo[F.), imperio
ginaMaria I, nel concistoro del ."giugno i suhditus, sulìjectus, stipendiarius suhdi-
1 778locreòcardinaIedeirordinede'pre- tus, nel suo dominio o Impero, Regno,
ti,come si legge nel n.° 358 del Diario di Principato, Ducato (/'.). Nondimeno in
Roma di detto anno, e deputò ablegato Francia altre volle fu denominato sovra-
apostolico a recargli la berretta cardina- no quello ch'era primo in qualche cosa
liziail suo cameriere segreto soprannu- o superiore agli al tri. Nel secolo XIV so Ilo
merario mg."^ Francesco Serlupi, poi an- Carlo VI si trovano ordinanze, le quali
ch'egli cardinale. Nell'anno seguente, a conferiscono sovrano ad alcuni
il titolo di
presentazione della stessa regina, Pio VI baglivi e siniscalchi (de' quali a Scalco,
nel concistoro del i. "marzo lo preconizzò essendo il balio o bailo grado principale
patriarca di Lisbona, dignità che godè si- d'autorità e governo, e anche tutore di
no aglii 178G, comechè tioncala
I aprile esso). Alcune di dette ordinanze diede-
da un colpo di apoplessia che inLisbona lo ro pure il titolo di sovrano a que'giudi-
fece morire, d'anni 74 non compili, com- ci che conoscevano le cause in grado di

pianto per le belle qualità di cui era fre- appellazione dalle sentenze de'giudici in-
giato, confermate dalla edificante e umile feriori. Per questo si è dato ad alcuni tri-

sua ultima disposizione. Dappoiché trovo bunali il titolo di supiemo, supremus, o


nelle Notizie di Roma del 787, p. 86, i superiore, o quello ch'è sopra d'ogni al-
che fu sepolto nella chiesa di Belem sen- tro, equivalente a quello di sovrano, co-
za veruna formalità, come precisamente me in Roma al supremo tribunale della
avea egli ordinalo. Il portoghese Novaes, Segnatura di giustizia (F-). Questo no-
che parla di lui nella Storia di Fio /'/,po- me ora è esclusivamente proprio e appli-
che parole scrisse del cardinale, al quale cato ai Principi [f^.) regnanti. Pretende
Pio VI die per successore nel patriarcato il Dizionario delle origini, che 1' esem-
Giuseppe Francescode Mendoza{f^.) dei pio pili antico che si conosca d'uo alto
sov SOV a53
in cui il Papa siasi cliinmalo Pontefice laChicsa sostanzialmente il medesimoche
iSbvrrt/iOjtro vasi nella sotlosciizione J'uii il primitivo. Provò ancora la falsa idea
concilio composto di 3 piovincie d'Airi- che i novatori ci attribuiscono della pa-
ca, i cui atti furouo indirizzali al Papa pale monarchia ; che essa non è un di-
Teodoro I, mancalo di vila nel G49- Ve- spotismo, e se vi sono degli abusi, que-
ramente temporale Sovranità ile' rO'
la non distruggono il diritto. Che dall'es-
sti

inani Pontefici e della s. Sede {/^.),&lab\ì' sereil i'npa un vero monarca spirituale

mente incominciò con s. Gregorio il edo- non segue che vescovi sieno necessaria-
i

po il 726 circa, bensì già la chiesa roma- mente suoi semplici vicari, altrimenti di-
na sino dal IV secolo possedeva tanto in viderebbesi la sovranità ch'è indivisibile.
occidente quanto in oriente pingui Pa- Confutò l'incompatibilità del governo ec-
trintonii della s. Sede {f.), ed in molli clesiastico cogli altri imiani governi, pre-
anclie con l'esercizio della suprema Re- tesa iìa novatori per escludere ogni au-
galia (/'.), ed inoltre Papi esercilava- i torità nella Chiesa, appoggiala sopra il

uo sovrana influenza nel ducato romano chimerico temperamento della monar-


e in altre provincie. L'appellarsi \\ Papa chia papale coll'aristocrazia. Quindi so-
sovrano Ponlefìce, Souverain Pontif, è stenne che il temperamento della njonar-
deiivazione francese, ed alcuni credono può entrare nel-
chia coll'aristocrazia non
con tale aggiunta di accrescergli potere la forma essenziale del governo ecclesia-
e splendore. Il capo della chiesa cattoli- stico. Se la monarchia del Papa fosse sol-

ca non ha bisogno pel suo Primato (/^.) tanto ministeriale, come la chiamano t

e sovriuiità spirituale su tutto mondo


il novatori, la natura e denominazione del
cattolico di tale aggiunta, poiché come governo della Chiesa si desumerebbero,
principe temporale in forza materiale è non più dal suo capo d'ordine e d'au-
poca cosa, equandosi chiama Pa/ja (^.), torità, ma dal suo ministro perciò go-;

Sommo ( f\) Pontefice ( f''.), supremo Ge- vernare sarebbe lo stesso che dipendere.
rarca [F.) della Chiesa cattolica [F.) si Conseguenze di tal dottrina a danno dei
dice tutto, per sublime sua dignità che
la temporali regnanti, contro i quali dai
non ha pari sulla terra. Tutlavolta co- novatori è similmente diretta. Che il go-
me sovrano temporale per la possente ,
verno da Dio stabilito a reggimento del-
forza morale che deriva dalla pontificia la Chiesa sia la monarchia, e che il som-
dignità, è più assai forte di quello che lo mo Pontefice sostenga in essa il grado di
éniaterialmente, oltre l'indipendenza che vero monarca. Conclude: il Papa per-
gli è necessaria. Tutti gli eminenti pregi tanto è un vero monarca spirituale; dun-
della stessa chiesa romana non sono in lei que è infallibile. Sovrani di doniinii tem-
originari, ma li desume da quelli del Pon- poiali sono ^Y Imperatori, i /iV(al qua-
tefice, come puredichiarò dotto p. Gap- \\ le articolo dissi del titolo Basilì-vs pro-
pellari poiGregorioX VI nel Trionfo della prio degl'imperatori greci), i Principi,
s. Sede. In questa opera egli inoltre pro- iGranduca, Duca,'\ Iìlargrav{(ne\ qua-
\

vò le ragioni per le quali Gesù Cristo sta- pure óe Langravio Bur-


le articolo parlai

bdì nella Chiesa un governo ecclesiastico, gravi) in una parola


, principi assoluti i

la sua perpetuità, la sua immutabilità nel- e indipciulenli, e (pielli costituzionali. So-


la forma intrinseca e nell'estrinseca, seb- vrani nondimenosiappellaronoque'prin-
bene gli umani governi sieno mutabili. cipi che aveano de'domiuii temporali in
Che è assolutamente monarcliico, per ta- 'Feudo (F.), con mero e misto Impero
le riconosciuto da tulle le chiese, tale lo (/'.), con Rciialie e Servitìi (F.), di di-
riconobbe la tradizione, e molti falli lo ritti sopra luoghi e persone, Conti, Ba-
conferQiauOjesseDdoralluale governo del- roni, Marclicsi{F .) ed altri, cuuici Gran
i

254 SOV SOV


Maestri Ordini militari ed equestri
di gazioni : la qualità di magistrati politici,

con sovranità; oltre Vescovi e gli Ab- i e quella di protettori della Chiesa e dei
bati, ed anche Abbadcsse , eh' esercita- suoi decreti. Questa seconda qualità im-

rono idi ritti sovrani, argomento che svol- pone loro l'obbligazione d'impiega re la lo-

si anche a Regalia, ed a Rendita eccle- ro autorità in difesa della Chiesa e per l'e-

siastica parlando di sua origine e pro- secuzione delle sue leggi. Già a Principe,
gresso, tanto del clero secolare che rego- oltre le definizioni che gli sono pro[)rie e

lare. Sovrane sono e furono le Repub- le diverse specie de'privilegi, ragionai di


bliche (F.), ed alcune furono rappresen- quanto |)iìi particolarmente li riguarda;
tate dal Doge (V.). Altri principi sovra- toccai delle erudizioni diplomatiche e a-
ni furono SoldaniyV), gli Elettori ( F.), raldiche, delle quali e del blasone meglio
i Despoti (r.) e quegli altri di cui feci aSiGiLLo;del vocabolo de'principi d'Italia
articoli o ne parlai ne' relativi, insieme denominali tiranni, e loro governo; final-

a' titoli loro dati in diversi tempi e cir- mente de'doveri e delle qualità de'princi-
costanze. Sono in vigore i titoli propri dei pi sovrani. Dichiara il Valmont.»» Quale
sovrani di Maestà, Sire, Augusto, Cesa- tra'sovrani l'eroe'i'Quegli che fa consistere
re, Czar, Altezza, Serenissimo, Signore la principale sua gloria nel dimenticare
(/^.). Principali insegne e prerogative dei se stesso; il suo più grato piacere nel fare
sovrani sono il 31anlo,\a Porpora, la Co- il bene; il suo interesse nel farsi amare.
rona o Diadema, lo Scettro (nel quale ar- Quegli che non trova grande al mondo,
di

ticolo parlai del globo mondiale insegna se non ciò eh* è giusto, né di veramente

sovrana), Spada, il Trono [F.) ed altre]


la utile, se non ciò che mira alla felicità di

non che il Stemmi {V.),e la co-


Sigillo, gli tulli. Quegli che dolalo d'animo gene-
niazione della Moneta e delle Medaglie, roso e cuore eccellente, reputa un nulla
co'Ioro Ritratti {f.). I soprani sono rap- qualunque sagrificio in vantaggio dell'af-
presentali nelle Corti [F.) estere e in Ro- llilta umanità ". I sovrani sono chiamati

ma dagli Ambasciatori, Ministri, Inca- da Dio, pastori de'popoli, ch'essi devo-


àcati, Internunzi , Oratori (/^.),eda'mi- no amare né devono abusare del loro
,

nistri di Residenza {F .)x ove non esisto- potere. Dio è l'elei torede'sovrani, tal voi la
no suppliscono i Consoli [V.) o altri Di- permette che regnino anche de' tiranni,
plomatici e rappresentanti. Presso la s. a cui non è lecito ribellarsi; spetta a Dio
Sede, oltre i loro rappresentanti ,
quasi il giudizio de'sovrani, ed all'articolo Re
tutti i sovrani aveano per Prolettore (/^.) parlai della formola usata dai sovrani ;

de' loro statiun cardinale, con partico- Per la grazia di Dio, Per la misericor-
lari prerogative, quali sembrano inco-
i dia di Dio, ec. con altre aggiunte; de'ioro
minciati quando cessarono d' essere gli doveri verso i sudditi, e quelli di questi
Stati e Regni tributari della s.Sede[ V.), pe' propri sovrani. Il loro governo asso-
alla quale eransi assoggettati per goderne luto monarchico e indipendente, ha o-
l'autorevole e benefica protezione, e con rigine col mondo; non ricevevano costi-
essa quella di Però un cardinale
s. Pietro. tuzione da'popoli, né restrizioni. Al pie-
non poteva a vereil titolo ò'i Ambasciatore, senle i sovrani nel potere che esercitano,
tome rilevai anche a Protettore. In ve- altrisono assoluti, come il Papa e gl'im-
ce i Papi spedirono a'sovrani Legati (^F.), peratori d'Austria e di Russia {F.)j al-
e tengono presso di loro un Nunzio, De- tri costituzionali, come i sovrani d' In-
legalo, Internunzio o Incaricalo d! affari ghilterra e di Sardegna [V.) delle di- :

(/^.).lsovrani nella religione ciìstianahan- verse specie di governamento sovrano ,

no due qualità che danno loro dilFereuti costituzionale e democratico, parlai a Re-
disiili, e loro impongono diverse obbli- pubblica, Sicilia e altri articoli, per quelle
sov SOV 255
da cui un tempofiironogovcrnali.il ven. non fu seguitalo da quello degli altri, ben-
cardinal Bellaiiuino, tra gli altri,ci dietle: ché le piove dedotte dal vescovo fossero
Ut o(TicìO Piincipis Cliristiani , lloniae CI udite e forti.
1619. Inolile sinonimo di sovrano è il Sino da' primi tempi della Chiesa, i

titolo di Monarca, Monarcha, che si de- sovrani solennemente resero molteplici e


finisce : Colui, che nello stato ordinato pubblici omaggi di gran rispelto a' Papi,
legittimamente ha 1' autorità suprema. in venerazione di Gesù Cristo di cui sono
Si denumuia quindi M(jnaichia, 3Jonar- Vicari, per divozione as. Pietro di cuiso-
chia, quello stato nel quale sotto deter- no Successori, }^tv riverenza alla <Sede a-
minale leggi èallìdatoad un solo l'autori- poslolica su cui siedono padri e maestri
tà suj)iema,ed anche il complesso di stati universali della Chiesa. Ne parlai a Inse-
che ubbidiscono a un sovrano. L'argo- gna, per quelle de'sovrani datea'Papi, A
mento presente è vastissimo, tuttavolta Bacio de'piedIjC meglio a Scarpa, dissi di
ne trattai negl'inuumerabili e analoghi tale omaggio prestato da'più possenti mo-
articoli di questa mia opera. Essendo la narchi, per inchinarsi i sovrani genuflessi
medesima essenzialmente di ecclesiastica al bacio di quelli de'Papi,i quali per umil-
erudizioue, mi limiterò qui ricordare in tà fecero dipoi porre la figura della cro-
carattere corsivo e citare in piccole ma- ce sulle loro scarpe. A Palafreniere, per
iuscole quegli articoli che più partico- l'uffizio esercitato da'sovrani co' Papi in
Icinnenle hanno rapporto tra sovrani e i addestrare pel freno il cavallo che caval-
) Papi quali sodo chiamati dai primi
, i cavano, anche vestiti col manto reale e
col nome di Padre (/^.), mentre Papi i colla corona in capo,sorreggendo loro pu-

appellano essi col titolo di Figlio {^'.); re la staffa nel montare a cavallo. Per an-
avendo negli articoli riguardanti \e Let- tica consuetudine fustabilito: Quoddonti-

tere apostoliche e i diversi sovrani, ri- nusIniperatorproAposlolorwnprincipisy


portato il Iraltamento dato dai Papi ai et Sedis opostolicae revcrentia, exliibe-
sovrani acattolici e infedeli , in vece di re stratoris of/lciuni,et streugam Donino
Satuteni ti npostolicani benedictioneni^ Papae tcneret. A Pranzo, per sommini-
sebbene la Benedizione del sommo Poii- strarsi da' sovrani a' Papi le due prime
tejìce[f^.),i.\a questo non fu negata se do- pietanze e altro. A Diaconi, per gli uf-

mandata da'non callolici. Riferisce Can- fizi che gì' imperatori e i re fecero nelle
cellieri, Notizie della venuta in Roma di funzioni celebrate dai Papi; i primi can-
Canuto li e di Cristiano I re di Dani- tando {'Evangelo vestili da Suddiacono,
marca, e di Federico If con animo di presentando loro il libro e il corporale,
venirvi neh 7o8,cheClemenleXI a vea di- ed i primi e i secondi nel versar l'acqua
sposto tutto per guadagnarlo alla Chiesa, perla Lavanda delle //r^i/», e nel sostene-
ilche saputosi da'suoi predicanti prote- re l'estremità del Manto pontificale. De-
slanli, persuasero il re da Bologna a ri gli altri ufllzi prestati dagl'imperatori ai
tornare in Danimarca. In Roma andan- Popi nelle funzioni sagre, parlai ne' voi.
dosi accordando le cose più difìloili pel XVlI,p. 224,XXXlV,p. i4(^), ed a Stoc-
traltamenlo che dovea darsi dal Papa e co E Berrettone pel caulo della VII Lc'
da'cardinali, fu richiesto perciò il parere zione nella notte del s. Natale. Le par-
de' più istruiti, e fra gli altri di Bruschi ticolarità d'ogni genere d'onorificenze, e
vescovo di Sarsina molto erudito. Questi solenni alti di venerazione co'cjuali i so-
Scrisseun voto, in cui uiuslrò, cheill'apa vrani accolsero ne'loio dominii i Papi, le

poteva ammettere il re al bacio del piede, narroa'luoghirelativiu' Viaggide'Pai'IjC


e dargli anche la sua benedizione nel ri- in quelli ove si recarono. Molti sovrani si

ceverlo a Udienza [f^'.). Tale parere però gloriarono di dichiaiursii vassalli de'àoui-
2^6 SOV sov
mi Fon teficijC fcccio co\ Denaro di s. Pietro cine venerare il Folto santo, ed anche
e annui censi, loio Stati tributari della
i mostrarlo al popolo. Che i sovrani furo-
s. Sede. A SovbaiVita' de'romani ponte- no pure canonici di altri capitoli, e se-

fici EDELLA s. Seije, c ncilc biugiafìc elei dendo nello Stallo, lo notai in altri luo-

Papi celebrai la niagnaninia generositìi ghi. L' ordine della precedenza de' so-
e proloiitlo ossequio di molti sovrani, sia vrani cavato tlal ceremoniale di Giulio li

nel difèndere i Papi, sia nel ricuperare e fatto nel5o4, lo pubblicò il cav. Lu-
i

dagl'invasori i loro doniinii teojporali e nadoro, Relazione della corte di Roma,


restituirli, sia per donazione di città, pro- L'Im-
p. 244*^''^"'^'^'''*^^ '^^'^'O"^' eccolo.
vincie e regni, per an)pIiazione del prin- peratore, Re de' Romani, di Francia,
i

cipato civile, anche di sovrane come la di Spagna, d' Aragona, di Portogallo,


j^ran contessa lìJadide, e Caterina regina d'Inghilterra, di Sicilia, d'Ungheria, di
&\ Bosnia. I sovrani furono coronati dai Cipro, di Boemia, di Polonia, di Dacia.
Papi, e <Ia loro riceverono regni, titoli e Diversi sovrani riceverono da* Papi i ti-

insegne onorifiche, privilegi e donativi. toli di Cristianissimo, Cattolico, Fede-


IN'e ragionai a Insegna, Scettro, Diade- lissimo, da godersi eziandio da' loro suc-
ma, Svada, Corona imperiale, Corona cessori, e tutti si pregiano di farne uso.
reale. Corona ducale; ed a Milite e Sol- inoltre i Papi fregiarono diversi principi
dato dissi che i Papi conferivano il grado della dignità di Patrizio di Roma, di Ge-
di Miles s. Fetri a quelli che innalzavano nerale e di Gonfaloniere di s. Chiesa j
alia dignità sovrana: equando Clemente e de' titoli di Difensori della chiesa ro-
\ coronò Carlo V, nel consegnargli la
11 mana, adi D femori della fede. De' ti-

spada, per dis[)erdere nemici di Dio e di i toli diversi poi assunti du'sovrani, come
s. Chiesa, lo creò cavaliere di s. Pietro. di Ruggero 1 re di Sicilia: Adjntor Chri-
I Papi a'principi diedero pure alcuni or- stianoruni et clypeus, ne discorro al ci-

uamenti pontificali, come il Bacolo,\'A' tato articolo Pie, ed altresì parlando dei
nello, la Mitra, la Dalmatica,] Sandali, loro diplomi, ed espressamente negli ar-
e al re d'U/igheria e discendenti il farsi ticoli de'sovraiii slati, riportando anche
precedere dalla croce astala e il titolo di i titoli che diversi sovrani assumono di
maestà apostolica. 1 Papi dichiararono altridominii, per le ragioni e diritti che
^VJniperatori, i Re, i Duchi, e poi fecero credono avervi senza possederli. I Papi
la Coronazione imperiale, la Coronazio- furono larghi co'sovrani di splendidi do-
ne reale, la Coronazione ducale. Consa- ui e di donativi distinti, come le Chiavi
grandosi solennemente con 1' Olio {F •) colle /ie//(yru(e della limatura delle Cate-
sagio I' Imperatore, ed re di Gerusa- i ne de'ss. Pietro e Paolo, Io Stendardo di
lemme, di Francia, d'Inghilterra, di Si- s. Pietro, lo Stocco e berrettone benedet-
tUiaj fu loro attribuito il titolo di sagra ti, la Rosa d'oro benedetta, luFascie he-
maestà, che poi venne dato ad altri so- nedette{d\ cui riparlai a Spagna, e nel voi.
prani. INell'Hoo s. Leone 111 prima di pro- LIV, p. 269) pe'loro Delfini, Infanti [di
clamare e coronare imperatore d' occi- che pure nel voi. LIV, p. 244)) ^ altri
dente Carlo Magno, lo creò' canonico del- figli a cui talvolta fecero da Padrinij al-
la basilica di s. Pietro in Vaticano, ove tri sebbene aggregarono al
di tenera eia
c»egu"i la funzione, come notò il canoni- Sagro Cardinali con
fo//fg/o, creandoli
co della medesima Achille IMalIei, in uu ispeciali cereinonie, e per segnalala con-
Discorso mss. sull'eccellenza di essa, pre- siderazione mandarono ad essi ì\ Cappello
sentato a Paolo IV. Dipoi altri Papi crea- cardinalizio e V Anello nel conferir loro
rono canonici diversi altri sovrani, acciò il titolo o la diaconia senza che venisse-

vestili dcU'inscguc curali potessero da vi- ro iu Roma, arriccheudoli di benefizi ce-


,

SOV SOV 2^7


clcsiastici. Ad istanza di sovrani cre.iro- sione di piìi Papi) di nominare i] re, ed
no altresì altri cardinali vescovi, e ad al- in Venezia il doge, secondo il decreto del
tre dignità gli elevarono per le loro pre- patriarca d'Acjuileia Egidio del i 2r)6. E
ghiere. 1 Papi accordarono a'sovrani Di- siccome l'imperatore d'Austria subentrò
speme celebri , privilegi insigni, facoltà legittimamente in lutti i privilegi della
singolari, agl'imperatori le P/f<://jn//ja- cessata repubblica, cos'i viene ricordato
/7f, la nomina ai Benefizi ecclesiaslici nel canonedopo il vescovo. iNelZ);<//./ìowj.
inclusivanientea'/^ fitoi'/, tnassimealdu- coni. t. 2, p. 109, si legge il breve di Cle-
cadióV^i'OW. 1 Papi tollerano e piìi volte mente XIII, Qtiod AposlolaluSy de' 16
riprovarono {'Esclusiva (e tornai a ra- maggio 1761 col quale: Unii'ersis per
,

gionarne a S agro collegio), il Regio exe- IJungariae,Boheiniae, et Juslriacat do-


niiiilur (ne discorsi ancoia nel voi. LXI, vius ditionihus , nrcliiepiscopis, episcO'
p. I 53, LXll, p. 22I5), la Monarchia ec- pis, caeleriupie ordinariis, induUum no-
clesiaslica di Sicilia, e tante altre piaghe minalionis M. Tliercsiae auslriacae, e-
della Chiesa lesive la libertà e r/r/jwui/z;7à juaque conjiigis in canone rnissae, post
ecclesiastica. 1 Papi celebrano nella cap- Ponlifìcis, et diocesani antislitis nonicn,
jiella pontificia solenni i*/i«er/7Z/a'sovrani significai, illiusque coinillil exeqiiutio-
caltolici defunti, anche talvolta a regine neni. I nomi de'sovrani erano registiati
the abbiano da per loro regnato, non o« ne'>agri Dittici (/'.) colle preghiere che
stiMite che prima nou lo [jralicavano, co- per loro si facevano; e si cancellavano
me dichiarai nel voi. \ IH, p. 19'), meti- quando si partivano dalla fede ortodos-
li e nell'articolo SPAGJf A registro l'esequie sa. AKoma, a Limina Apostolorum, ad
fialle da Pio \ 11 nella cappella pontili- A.wisanti, a Ingressi solenni in Roma,
eia a Maria regina di Portogallo, dopo
I narrai come vi si recarono isovrani,cotne
averle denunziate in concistoro, quando d.i'Papi accolti benignamente e con alti
inanift;>itò lasua morte a'cardinali. 1 Papi riguaidi, anche colle loro mogli, figli e
larghi co'sovrani viventi li ricolmaiiodel- parenti, talvolta incontrali al confine o
le copiose grazie della s. Sede, avendo sta- in altri luoghi dello stato da' Zcg^j// perciò
bihto che nella il/e^^a si facesse Preghiera Concistoro, óa Nunzi, dalsopra-
eletti in

per loro,anche col ytvenuo ótW Indnlgen- intendente generale delle Poste pontifi-
ze, comÌ nel venerdì della Settimana san- ed anche dal Maestro di camera
eie, del
tu, nella quale i sovrani ad e>em|)io dei Papa. Molti furono sontuosamente ai-
Papi tanno la La^'anda de' piedi. Quanto loggiati nel Palazzo apostolico, presen-
alle preghiere pe'sovrani nella messa, ri- tati di commestibili dal Maestro di casa
portcròinbreveilriferitodall'ab.Diclich, de' palazzi apostolici, donati d' insigni
Diz. sacro-liturgico, \eiho Canone. ^e\ Pu-liquie, à' Agnus Dei, Palme e Can-
canone,dopo aver pregato pel vescovo, si dele benedette, e di altri divozionali e
dovrebbe pregare pel re, come scrive In- oggetti artistici. Diversi sovrani furono
uucenzo HI; e veramente si trova que- anMwesiWuChncistoro e\nCap/}ella pon-
ilo rito nelle liturgie di s. Dasilio e di s. ti/ìcia tra'cardinali. I sovrani sono nelle
Gio. Grisostomo; mas. Pio V ordinò che loro abitazioni distinti con Visite dal Pa-
nulla si aggiunga; e nulla si aggiunge se pa, ed altrettanto fa il sagro collegio, al
non milita in contrario qualche apostoli- quale si unisce per lo stesso elfelto il iSe-

co privilegio, come la Preghiera che con- iialore di Roma. Se ammalano, il cardi-


cesse s. Pio V al re di Spagna (ossia il iial decano lo fa sapere al sagro collegio,
farlo nominare dal suo clero nel canone), acciò da ogni cardinale si mandi il loro
o qualche inveterata consuetudine, (piai maestro di camera con due servi, a preti-
è quella che vi^c lu i'/u/a/a (tu couccd* dcie iu aulicuuicru le iuru uuli^ic^ scu-
2';8 sov SOV
za |)iìi ritornarvi. In Roma molli pii so- indipendenti i principi quando s* immi-
vrani fuiuliuono pc' loro sudditi Cinese schiano negli affari della Chiesa, cht lo-
nazionali, Ospizi, Ospedali, Scuole, ed ro non appartengono in veruu conto, co-
anche Àccaddiiie (e ne riparlo a'Ioro sla- me ripetei negli analoghi articoli, perchè
ti), acciò sudditi apprendine lebellearti,
i
da Dioesclusivamenle confidali alla sagra

Ja PiUura,\a ScuUura, nella sede di esse. dignità sacerdotale indipendente del tutto
Roma pe'Papi fu sempre asilo tranquil- dalle podestà della terra. Quando poi si

lo, [)aci(lco, ospilaliero e generoso de'so- traila delle cose ci vili,sullequali i principi
vrani die abdicarono il trono o ne furo- temporali sono veramente iudipendenli,e
no allontanati, a molti dei quali i Papi non sono tenuti a render conto che al solo
concessero splendidi e continuali soccorsi Dio, allora mutano linguaggio, e co'gian-
pel lorodecorosomantenimentOjOnoran- [V.) li fanno dipende-
senisti e altri Settari

doli come regnassero. I Papi nella loro re da'popoli e dalla loro volontà; preten-

prudenza, nel le dispute e controversie dei dono che i principi sovrani non sienotali
pretendenti al lrono,saggiamente per be- che per la libera somnsessione del popolo,
ne della Chiesa riconoscono i sovrani di non da Dio ripetano i loro
e che da esso e
fattOjSenza intenderedi recarepregiudizio de'medesimi. Imperoc-
di ritti e l'esercizio

a chi si appartiene regnare di diritto,come ché stando alle di loro massime, la so-
per ultimo praticò Gregorio XP'I,e lori- vranità risiede originalmeulenel popolo,
cordai pure a Portogallo. Ma se Papi i e in quella maniera ch'egli talvolta se ne
simostrarono eminentemente padri a- spoglia per depositarla in mano di una o
morosi de' sovrani, sovvenendoli copio- di più persone, può tornare a rivestirsene
samente per sostenerli contro loro ne- i quando gli piacerà. 11 sistema dunque di
mici con vistosissimesomme, con conce- costoro è quello del popolo sovrano, dei
der loro le Decime e l'alienazione di Beni diritti dell'uomo, e dell'eguaglianza. A-
ecclesiastici, ìn^'iatìào loro in soccorso le dulano i principi con incitarli a danno
proprie Milizie, Solclatie Marina, e s'in- della podestà ecclesiastica, quindi li tra-
terposero autorevoli e pacieri come padri discono,poichè in vece di sostenere i loro
comuni de' fedeli, con altri sovrani per veri diritti, gli abbattono e distruggono.
aiuto, per concordia, per la Pacej co so- 1 protestanti, gl'increduli, e fatalmente
vrani indegni, ribelli alla Chiesa, perse- anche molti scrittori cattolici come Fleu-
cutori degli ecclesiastici, rei di gravi col- ry, Bercastel, Michaud, il p. Daniel e
pe, protettori e fautori di Scismi, d' /an- tanti altri, rappresentarono co'più tetri
tipapi, d'Eresie, dopo avere esaurito tut- colori la condotta de'Papi sovrani del Me-
ti gli avvertimenti e ammonizioni,pu- li dio Evo[V.), fecero loro i più amari rim-
nirono severamente. Quindi dopo 3Io- proveri d'ignoranza, ambizione, prepo-
iniorii, IntcrdtlLì, Scomuniche, li depo- tenza, orgoglio, fanatismo, che furono so-
sero didV Impero, dal B.egno,d'ò\ Ducalo, vente ripetuti contro uomini chelaChiesa
da! Principato j inoltre sciolsero i suddi- onora per le loro eminenti virtù e ma-
ti dal G;f/rrt!f?je/Uo,e promulgarono guer- gnanime azioni. Si attribuì all'ambizio-
re di Crociate contro di essi. Se si pen- iiede'Pupi uno strano mescolamento del-
tirouo,emendarono e diedero segni di rav- le due podestà, cosicché il supremo po-
vedimento, furono paternamente assolti tere spirituale fosse tutto insieme consi-
e reintegrati in tutto. Ed il Papa è sem- derato come il supremo potere tempora-
pre il difensore e l'unico sostegno delle le, pienamente e sotto
e questo a quello
più giuste dottrine sulla legittimità dei subordinato e soggetto.
tulli gli aspetti

troni e degli stati. Quindi arrogarsi essi l'autorità di dare


I nemici dell'altare e del trono fanno i troni e di deporre da essi i sovrani, d'e-
1

so V SOV a59
sigeie tla'meJesimi fenici là e ubbidienza, no giusti, meno competenti e legali, per-
cseicilare finalmente sugli alili siali un chè confortni pienamente alla giurispiu-

jioteie che mai ebbero da Dio. Ma i lumi deiiza e diritto |)ubbIico convenzionale al-

della sana ciilicaj'equilàde'benemerili e lora vigente, richiesto dall'esigenze del-


saggi sloiici, riuscironOjCome notai a Pa- la società, necessario a mantenere e ran-
pa, a dileguare le tenebre e a dimostrare nodare i rapporti, a stabilirne l'equili-
che (jue'monumenli medesimi quali die- i brio, adiminuire grandi inconvenien- i

dero motivo a screditare la condotta dei tiche nascevano dal dispotismo eccessi-
Papi, sono il più prezioso documento in vo degl'imperatori, e da uu malinteso
loro difesa. Guidali dall' iin[)arziale ve- sistema feudale. Tali si furono le filoso-

rità, grandi scrittori non solo cattolici jma fiche vedute e i laboriosi studi da'c^uali
protestanti, altresì moderni, posero nel preziosi documenti ne trassero a illustra-

\ero punto di vista le azioni de'Papi del re, retlificare e vendicare la straziata sto-

medio evo, li dimostrarono più subli- i ria de' Papi, e principalmente que' cat-
mi geni dell'età loro, e tali furono Sih'c- tolici e acattolici scrittori che celebrai a
slro li [V.], precipuamente s. Gregorio Papa e in altri articoli. E in vero, per par-
VII (/^') Salerno {!'.) possiede le
di cui lare della podestà che i Papi si attribui-
preziose ceneri, ed Innocenzo III (^ .), rono di deporre sovrani, e dello strano
i

restauratori della società, promotori del- mescolamento che quindi dicesi fa Ito del le
la civilizzazione, difensori dell' ecclesia- due podestà, tanto esagerato da'novalori,
stica libertà, salvatori dell'oppressa so- da Fleury, Ferrand, Hallam e altri, si

cietà, rigeneratori del genere umano. Tali citi in primo luogo una definizione, un
storici esaminarono lo slato di quell'età decreto de'Papi iu cui abbiano essi di-

nella quale fiorirono, ed in cui poteva chiarato a se competere suprema po-


la

dirsi perduto in gran parte ogni ordine destà sui sovrani, o la riunione delle due
sociale, perturbato ogni stato di repub- podestà nello stesso grado. Lacelehie dn-
^
blica, dalla prepotenza, dalla tirannia e cvt\.iì\e.lJ nani sanclani di Bonifacio J 1 1
dal dispotismo de'principl; i gravi incon- di elevali spiriti, ed acerrimo propugna-
x^enienli che dal sistema Ac Feudi [V.) toredella dignità papale, ch'è la più for-
influirono a danno delle libertà del la Chie- te in questo genere, altro non dice se non
sa, specialmente nelle elezioni de' vescovi che ciò debbono convenire lutti
in cui i

e Invesliiure ecclesiastiche, e quindi la Porro subesse romano Pontifi-


cattolici:

Simonia, il disprezzo del Celibato, con- ci omnen hunianani creaturam dcclara-

seguenze funeste con altri vizi d'ogni ge- nius, dicinius, de/ìninius et pronuntia-
nere che deturparono l'ordine chiericale. fìiiis oninino esse de necessitate salulis.
Videro essere necessario lo studiare la le- Qui non si confondono le podestà, ed ogni
gislazione del tempo, il diritto pubblico uomo per necessità di salute deve essere
di quell'eia, e a norma di questo giudi- soggetto alla podestà in genere, e già si
care di quegli atti di autorità esercitali verifica nello spirituale di Colui, cui Cri-
da'romani Ponlefici,che sembrano a pri- sto in Pietro die le chiavi del regno dei
ma vista eccedere i limiti del loro pote- cieli e affidò governo del suo gregge,
il

re, sia nel ricevere gli Stati e Regni Irilm- col Primato d'onore e di giurisdizione
lari alla s. Sede, sia nell'esercilare con sulla chiesa universale. Che se i Papi iiel-

grande latitudine ]aSoi'ranilà tempora- l'addurre i molivi dell'esercizio dell'au-


le; e conclusero saviamente non doversi torità temporale sui sovrani, hanno sem-
considerare atti di tal sorla fondati su ciò bralo talvolta fai la discenderedal diritto
che la podestà pontificia ha diretlanicnle divino, sono queste mere prove e razio-
dal diritto divino, ma non per questo UiC- ciuii, yiumuiai proposti come dogmi di
26o S OV sov
fede.Quanlunquc pel diritto puhhlico vi- arti. In quel tempo grande fu il numero
gente nel medio evo si credesse la tem- delle nazioni barbare convertite al cri-
porale podestà subordinala in molte co- stianesimo e perciò incivilite. In quell'e-
pure ricono-
se alla spirituale podestà, tà si ammirarono sovrani e [)iincipi il-

pienamente venire
scevasi l'uiia e l'altra luslri scendere dai troni, per ridursi nei
da Dio. Tanto egregiamente e meglio di- più abbietti esercizi dell'umiltà, ed ab-
^cusseil prof. G. M. Graziosi nella Dis' bracciare ne'chiostri la croce del Reden-
seri, sui progressi della critica, iiivitau- tore; al manto sostituire la cocolla, alla
tioa leggersi gli scrittori contemporanei, corona sovrana la monastica. La religio-
Golfredo, De im-esliluris, Giovanni Sa- ne,per quanto deturpata da'vizi,era però
ii^l>eriense nel Policraliro, le Lettere di l'anima di tutte anche le civili costituzio-
s. Tommaso di Cantuibery, i decreti dei ni; ([uindi non deve far meraviglia se l'au-

concilii sì ecclesiastici che misti, e i ca- torità spirituale del Papa avesse tanta in-
pitolari di quell'età, anzi le Lettere d'i s. fluenza, la (juale potentemente riusciva
Gregoiio VII, la decretale d'Innocenzo benefica e provvida, perchè sola poteva
III, De judiciis, quella stessa di Bonifa- apportare rimedio a'mali che ingombra-
cio Vili, Uiiatn sanctani, e si vedrà co- vano il mondo; influenza salutifera ed ef-

me Lene distingueansi le due podestà in ficace che se l'irreligioso spirilo e pretesi


quel tempo e da que'medesimi che er- lumi del deplorabile secolo nostro non lo
roneamente si dicono averle confuse. 1 Pa- impedissero, sola potrebbe anche adesso
pi non deposero che sovrani i rei di quei portare gli uomini a quel progresso in be-
gravi delitti, pe'cjuali il diritto pubblico che
ne, e a (|uel termine di perfettibilità,
del leinpo loro esigeva tal pena, per cui il invano cercasi fuori della religione, o io
protestante Seckenberg confessò nelJ/e- sognati mostruosi sistemi e utopie di per-
tliodiis Jiirisprudendae, tit. 4= Jiire af' fezione religiosa. Pertanto nel medioevo,
firmari poterli ne exemplani c^uldein es- come apparisce dalle leggi degli stati di

se In Olimi rerum memoria, ubi Ponti- Europa, e dalle ordinanze sovrane, e il

fex processeril adi'ersus eos, qui jurl- dimostrò benemerito autore del Potere
il

bus suls intenti, ultra limites vagarl In a- del Papa nel medio ei'o, stampato a Pa-
nitnu/n Induxtrll suutn. Adunque i de- rigi neli83g, aveasi la scomunica come

trattori de'Papi mostrino se loro sia pos- morte civile, la quale portava per neces- .1

sibile, che non fosse tal pena conforme ai saria conseguenza, diesi contraeva da chi J
codici di legislazionealloravigenteinGer- commerciava col censurato, ancorché so-
niania, Francia e Inghilterra, perchè in vranocomedimostraia Scomunica, laon-
quel tempo sovrani e gli stati si occu-
i de s. Gregorio
o VII fece da un vescovo as-
pavano ancora delle leggi e delle pene da solvere quelli che accompagnarono a Ca-
infliggersi a'disubbidienli alia Chiesa. E' nossa nel territorio di Reggio lo scomu-
notissimo^ che il medio evo, benché ri- nicato Enrico IV imperatore, acciocché
colmo di vizi e disordini, era eininente- questi da lui assolto trattando con essi noa
mente religioso: in mezzo alla simonia, ricadesse nella pena ecclesiastica dell'a-
al concubinato, alle violenze si videro ri- nateu)a. Non facendosi allora eccezione
spleiidere le [)iù eroiclie virtù; ed inuu- di commercio civile, di legge, di neces-
rueievoli santi in que'giorni diedero alla sità, quindi il sovrano scomunicato rima-
Chiesa la Germania, la Francia, 1' In- neva almeno sospeso nell'esercizio del po-
ghilterra, l'Italia.monasteri e le soli-
I tere, doveva ritirarsi dall'amministrazio-
tudini erano piene di uomini che atten- ne de'suoi stati, finché non avesse otte-
devano alla propria e altrui sanlilicazio- nuto l'assoluzione. Dissi col prof. Gra-
lie, e uei primi uuche alle lettere e alle ziosi, almeno sospeso, poiché quautuu-
sov SOV 261
que i Papi ne! foiniolnrio usnto, secon- nclr ir)*?, fatto prigione dall'imperatore
do il diritto comune del tempo, alla sco- Enrico \ì, la sua madre Eleonora solle-
munica aggiunsero l'assoluzione de'sud* citò pili volle Papa Celestino III ad olle-
diti dal giuramento di fedeltà, tuttavia nere la liberazione del principe figlio, in
da' fatti incontrastabilmente risulta, che virili di (jucW assoluta aulorilà di egli

non per questo si avea il sovrano come avea sopra tutti i principi temporali: so-
deposto, se almeno non fosse persistilo no pai ole anche queste di Lingard, die
con contumacia ne'disordini e ne'delitti o""iun£re Il re Giovanni medesimo in-
:

che gli meritarono la sentenza di scomu- vocò io suo soccorso questo sies9,o diritto

nica. Perciò si apprende dalle lettere dei della s. Sede per ricuperare la Norman-
Papi, che sovrani rimossi dal governo per
i dia, della quale il re di Francia erasi im-
Ja fulminata censura, tenevansi ancora padronito. JNotai a Sepoltura, che questa
per pi incipi, che fu impedito alcuna volta vietò Celestino HI al cadaveie d'Enrico
agli slati di venire alla formale deposizio- VI, finché non l'avesse permesso il re in-
ne e all' elezione del successore, per at- glese, dopo reintegrato del denaro per vio-
tendere se la pena emanata avesse potuto lenza carpilo pel suo riscatto. Avendo In-
produrre l'emenda. nocenzo ///scomunicato e deposto l'in-
il can. Jager nella dotta introduzione grato Ottone IV, che avea contribuito ad
alla Storia di s. Gregorio VII <\\ Voigt, innalzarlo all'impero e coronato, il re di
osserva che Enrico IV dopo che fu sco- Francia e i alemanni elessero in
principi
municalo e deposto da quel Papa, non vece di lui Federico II re di Sicilia, ed
negò ch'egli possedesse la facoltà di de- essendo questi di[)OÌ incorso nella mede-
porre gl'imperatori, ma solo pretese che sima pena, s. Luigi IX consultato dal Pa-
S.Gregorio V'II ingiustamente l'abusasse pa, gli (ece dire: «Che se l'imperatore si
contro di lui. Più tardi l'invocò Enrico avea realmente meritato d'esserdeposlo,
IVstesso contro il ribelleRodolfo di Sve- avrebbe dovuto essere giudicato non al-
via, che gli era stato sostituito da'sasso- trimenti che in un concilio generale'. Il
ni, e giurò per bocca de'suoi propri am- che^come giudiziosamente osserva il con-
basciatori di voler soltometteisi alla fu- te de I\Iaistie, è lo slesso che il dire ve-
tura decisione del Papa. Un secolo e mez- nir deposto dal Pontefice meglio infor-
zo dopo questo fatto, avendo Innocenzo malo. Ed allorquando il concilio di Li(jne
III pronunciato nel i 2 i i la sentenza di ] presieduto da Innocenzo IV, nel i?,45

deposizione contro Giovanni re d'Inghil- pronunziò la medesima sentenza conlio


terra {V.), e trasferito il suo regno in Fi- Federico II, gl'inviati impeiiali,ben lun-
lippo Francia, questi fti solleci-
II re di gi dal contrastare al Papa questo dirilto,

to riconoscere diritti del Papa e impu-


i si contentarono ad un con-
di appellarsi

gnò ben tosto le armi per sosteneili. Lo cilio pili generale. Senza addurre qui al-

storico inglese Lingard, vide che Inno- tri esen)pi di deposizioni pronunziate con-

cenzo IIIfondava le sue pretensioni sui tro i sovrani e i principi vassalli della s.

diritto digiudiziochecompetevagli quan- Sede, è messo fuor di dubbio che questo


do si trattasse di peccalo, e sull'obbliga- diritto del Papa era il diritto dell'epoca
zione che risulta dal giuramento. Questa e dell'universale credenza de'popoli e dei
dottrina, per quanto possa riuscire con- signori. Tulli quelli che conoscono il me-
traila all'indipendenza de'principi e dei dio evo, benché preoccupati in contrai io
sovrani, venne da'sovrani medesinìi non dal loro odio o da altra passione, furono
rare volle ammessa, (]\ceL\ngnvó, pe'tan- coslretli a doverlo confessare. Arrogeche
li esempi che ne ho riportato a'Iuoghi lo- anco qui ram menti con IVovaes, Storia
ro. Allorché Fuccardol re d'iughilterra fu di Martino 11 , the questi nel 282 sto- 1
2G2 S OV SO V
miinicnndo e (Icponcndo tlal Irono d'A- OiegorioVlI comeal comune salvatore
ingoila il re Pietro III us tipa loie di 1 iS"/- della loro vita e libertà; e supplicandolo
cilia, tliè il suo regno a Carlo di Valois a prevalersi del potere commessogli da
figlio di Filippo III re di Francia, ordi- Dio deporre dal trono sovrani e di
di i

nando a qne'vescovi per lui le decime per riporvi il più degno e più religioso,loscon-
conquistarlo, laonde un autore moderno giiiraronoadaver pielàdelle loro inenar-
osservò: SedoLbianio essere sorpresi clie lubili miserie, e gli ricordarono che l'im-
i Papi iti qne'teiiipi donassero regni, che pero non era che un feudo della vita iir»-

loro non appartenevano, dobbiamo forse mortale, della qualeegli solo a vea le chia-
esserlo meno vedendo principi ad accet- i vi. I principi dunque di Sassonia confes-
tar questi regali? Non era questo un con- sarono che il Papa avea nel medio evo il
venire, che i Papi avessero il diritto, al- diritto universalmente riconosciuto, dai
meno indiretto, di disporre delle corone, popoli e (lai signori principalmente, so-
e di deporre monarchi? Questo prova i pra i principi e gl'imperatori. Bussuet fu
più d'ogni altra cosa, che una tale giu- migliore giudice di quanti lo precedette-
risprudenza era generalmente allora ri- ro, e ci rivela la vera cagione della poten-
cevuta, che re medesimi non la contra-
I za de' vescovi e de'Papi negli affari di que-
stavano, e che oggi abbiamo torto d'ac- sta terra, ntW /Ipologiadelclero cliFran-
cusarne unicamente Papi. Il Fleury,cui i cin, ì\h. 2, cap. 36, e nel modo seguen-
nessuno affatto accuserà di troppo favo- te. «Tutto mondo conosce qual fosse il
il

re pe'Papi, che anzi non stando più a li- credilo che sino da'pri mi secoli della Chie-
vello della scienza attuale ha bisogno di sa godevano i vescovi e i Papi nelle stes-
essere interamente riveduto, ecco come se controversie temporali; e senza citar
si esprime. " Dopo che i Vescovi (^.)si tutte le leggi che ne fanno prova, basta
videro fatti signori e furono ammessi al solo leggere il codice Giustinianeo al tito-

governo degli stati, credettero di posse- lo : De aiidienlia episcoponwij per pie-


der come vescovi ciò checomesignori non namente assicurarsene. Le slesse elemo-
possedevano. Prelesero adunque di giu- sine ch'eglino distribuivano con vera ca*
dicare i re non tanto nel tribunale di Pe- rità di padre a'popoli alle loro cure affi-

nitenza (/^.), quanto nelle assemblee dei dati, li facevano riguardare non tanto co-
Sinodi [V.) : e i re poco istrutti de' loro me il più bell'ornamento, quanto come
diritti e di quelli de'SacercIoli, non si ri- le colonne e i protettori dellostalo:di ma-
fiutarono di comparire alle citazioni o niera che i sovrani ed i popoli, penetrati
s. Sede, come fecero tra
3Ionitorii della di rispetto e di venerazione a loro riguar-
gli altri Carlo il Calio,e Luigi IV d'O/- do, li collocarono sublimi nella società e
/renjrtTf. Aggiunge il can.Jager, tutti con- Il fecero capi e censori de'grandi. Ma la
vengono nell'atlestare che l'autorità dei potenza temporale che venne dipoi ag-
Papi fu riconosciuta da'popoli e da' so- giunta all'ordine de'vescovi, e che trasse
vrani : ma ciò si dovrà forse attribuire al- la sua origine dal profondo rispetto che
l'ignoranza e all'accecamento degl'impe- si avea per la loro dignità, conserva una
ratori ? Questi non erano né ciechi, né i- natura ben diversa da quella ch'eglino
gnoranlide'loro diritti: che anzi non con- possedevano al tempo della prima istitu-
tenti de'propri, tentavano d'usurpare gli zione del sacerdozio. Essa non è che ac-
altrui. Osserva pure Jager, che i principi cessoria e accidentale. Quanto più i Pa-
di Sassonia, gemendo sotto la più terribi- pi, come successori di s. Pietro e vescovi
le tirannia di Enrico IV, e chiusi con- della capitale del mondo, s'innalzavano
tro la fede de'trattati a marcire nelle te- in dignità, tanto più vede vano accrescer-
tre carceri di Germania, si rivolsero a s. si coleste accessorio potere. Las. Sede CO'
-

sov SOV 2G3


minciò a godere d'una straordinaria in- a'quali vedevano esposti ogni d'i,/.?o-
si

fluenza non solo negli alFari ecclesiastici, i'rani furono costretti a gettarsi in brac-
the a lei naturalmente devolvonsi, ma e- cio a\'escovio a' prelati della Chiesa, fra
ziandio nelle controversie civili e negli af- i quali trovavano sudditi più illuminati
Iciri delleinlieie nazioni: e giunse all'api- e più sommessi. D'allra parte le cognizio-
ce della sua grandezza allor(|uando gl'itn- ni del clero lo costituivano la sola classe
pelatoli, la cui potenza era pressoché an- capace di coadiuvare i sovrani nel gover-
nichilata in occidente, non poterono più no della loro nazione.... L' influenza del
sostenersi ne'propri diritti che per mezzo clero proleggeva l'autorità del re senza
di quella fedeche veniva loro serbata dai giammai minacciar d'usurparla. ..Questa
Papi". Bossuet adunque ascrive la tem- è l'origine del credito di cui godettero sa i

porale autorità del Papa al bisogno che ceidoù/ìno dalia prima fondazione delle,

aveano gl'imperatori di essere da lui pro- monarchie d'Europa: cioè la soprinten-


ietti e quasi tutelati. Essi erano conten- denza che fu loro alìldata di tulli i giu-
ti corona dalle mani di lui,
di ricevere la dizi civili, e l'autorità ch'essi esercitaro-

poiché non avrebbero potuto per altra no rami della pubblica am-
ne'differenti
guisa assidersi tranquillamente sul loro ministrazione. Quindisi deve ripetere l'u -

soglio. E che ciò fosse, lo dimostra il già so frequente delle Pene canoniche e del-
accennatOjChecioè in tali tempid'univer- le censure, unico freno per que'popoli sca-
sale anarchia, in cui l'uno s'innalzava sul- pestrati, che si sarebbero fallo le belle di

le rovine dell'altro, e i popoli non respi- ogni altro". Ecco la vera origine dell'au -

ravano che invasioni rapine, incendi e , lorilà ecclesiastica nell'ordine temporale.


carneficine, una sola autorità erasi conser- Siccome popoli e signori si ribellava-
i i

vata slabile ed inconcussa in mezzo all'or- no a're, ma [)reslavano ubbidienza a've-


ribile dissoluzione d'ogni ordine e d'ogni scovi ed a'Papi, cos'i furono costretti i so-
cosa, voglio dire l'autorità del Papa, al vrani a lasciar le loro corone in balìa del
quale benché tal volta nel deplorabile e fer- clero, se pur non volevano vedersi strap-
reo secolo Xdi giovanile età e disprege- pato di mano lo scettro. I Papi perciò di-
vole pe'costumi, conservando però sem- vennero naturalmente mediatori fra'po-
pre illibato e puro il dogma cattolico, ub- poli e i re, e giudici inappellabili in caso
bidivano pur sempre le riverenti e trepi- di discordie a di contestazioni, ed acqui-
danti nazioni. Posti pertanto i sovrani in starono per tal modo una specie di sovra-
pericolo d'essere assassinali, se la loro di- nità su lultì gli stali cristiani, che nella
gnità non portava il suggello della iS"ef/ert- maggior parte aveano a vanto di essere
posloUca, si alhetlarono di ripararsi sot- Stati tributari della s. Sede, essendo co-
to l'ombra sua proteggitrice, sottoponen- me le colonne della nionarchia e serven-
dole eziandio i loro Sloti Irihuiari con dole quasi di contrappeso quando essa
annuo censo, onde godere il padroiiatodi minacciava di rovinare. Riguardali sotto
s. Pietro. Dice il moderno giureconsulto questo aspetto, Papi hanno reso un im-
i

T^evnaviWychQneW Origine e. progressi del- uìenso servigio a tutta l'uaianità: e que-


la legislazione francese^lib. i cap. 2, ha , sto loro merito ebbe l'omaggio di tutti
fattoun profondo studio nella giurispru- gli uomini Cocquerel
savi ed illuminati.
denza del medio evo: "1 sovrani trovano ministro proleslante,iS'<;^'g'o d'una storia
il loro miglior bene nella grande autori- delcristtaiiesinio, dichiara: «La podestà
tà dell'ecclesiastica gerarchia. I principi pontificia, disponendo a suo grado delle
dello slato, indocili e riottosi, diflicilmen- corone, impedì che diventasse atroce il

te piegavansi alle leggi dell'ubbidienza... dispotismo. In (nie'tempi di tenebre e di


Per garantire il loro trono dagl' insulti, barbarie nou v'ha uu solo esempio di ti-
9.r.| sov sov
r.'innin pnrr(gntinl)il(; a qnclln di Dnmi- sovrani, onde garantire la vita de' )oro
zi.'iiif) iit'l iiiiissimo fioro dell;» romana ci- soggetli: ^questo freno, cioè (|iiello (h.lla

villi!. Sarebhestalo impossibile un iu)vel- religione,avrebbepottitoner unaconvcn-


lo Tiberio^ peroceliè avrebbe Roma lo zione universale star nelle mani de'Papi.
tosto schiacciato. Sorgono e imperversa- Que'piimi Pontefici della chiesa, occu-
po furori del dispotismo allorquando
i i pandori delle temporali discordie non per
sovrani si persundoiio die nulla ci abbia altro che [ter terminarle, rammentando
al ili sopra di loro: e la frenetica ebbrez- a'priiicipi ed a'popoli i loro reciproci do-
za d'un illimitato potere ingenera i piìi veri, castigandone in)parzialmeutele col-
atroci delitti". Il celebre pubblicista Au- pe, e riserbando la pena della scomimica
cillon, pure protestante, Q«(7c//-or/r//r,' Ti- pe' più grandi attentati contro il benes-
soluzioni (li'l sistema politico in Europa, sere della socielà,sareljberoslati l'imma-
non didjitò di scrivere:'» Ne'iempidi mez- ginedi Dio sul la leira. Ma gli uomini sono
zo,inqne'secoliincui nousi aveaidea d'or- ridotti a non avere per loro difesa e gua-
dine sociale edi ben equilibrato governo, rentigia che le leggi ed i costumi de'Ioro
l'Europa fu salva da un'intiera barbarie paesi; leggi soventi volte conculcate, co-
solo per opera della romana Sede. Fu que- stumi per lo piìiconolti e vitupero della
sta che creòcomunicazioni fra le nazioni nazione". L'avv.^Fea, Ulliinaluoiperil
piìi distanti e più feroci (e le continua be- dominio indiretto della s. Sede Aposlo-
iiefiche e civilizzatrici, mediante le propa- lica sid temporale de' sovrani, conclusio'
galissimeefloride/)y/>5/oA2;po/j///?c/e, col- «/', esamina e tratta della
i.
"delle 4/^''o/?o-
le quali e perla diffusione òcWEK'an^e- .y/zjOHÙlel clero gallicano e da esso più so-
Zo,s'ingrandiscee sempre più dilata l'ira- stenuta sulle altre (tutte le riportai nel
menso impero religioso de'Papi con assai voi. XXVI,48), e la dice propugnata
p.
più che 200 milioni di sudditi spiritua- e combattuta virilmente da assai dotti
li , avendo riportato a Pveugione alcuni scrittori, fra i quali dal cardinal Dellarmi-
calcoli sulle diverse credenze religiose): no. Del dominio indiretto della s. Sede
essa fu il centro comune, il punto di con- nel temporale <"/e'.yov'/'/7«/, nell'opera. De
giungimento pe'regni tra loro disgiunti, Roni. Ponlif. lib. 5; da rag.r Marchetti,
il supremo Irdjunale sorto in mezzo al- Della Chiesa quanto allo stalo politico
l'anarchia dell'cmiverso, le cui sentenze r/(7/rt c///à, par. 3,sez. 2,p. 24o;dalp. De-
ci tenneio tal volta il rispetto che ben si me* neltis ca])[)i\cc\no,Privilegioram in perso-
jitavano. Essa prevenne ed arrestò il di- na s.Petri romano Pontificia Chrislo Do-
spotismo degl'imperatori, restituì l'equi- minocollatorum Roinaei 7 56;
'.'indiciae,

libi io fra i sudditi e il sovrano, e scemò e da altri autori impugnata eruditamen-


gl'inconvenienti e i disordini delgoverno te. Mi limiterò a dire, che riferisce Fea

feudale". Lo stesso Voltaire, con lutto il essere la nostra massima sostenuta dal con-
suo odio contro la s. Sede e la cattolica gresso dell'impero gernjanico in Vienna
religione, non ha potuto a meno di non ne! 14^2, sotto Federicoin,il quale per
confesserei vantaggi di questo pressoché oggetti meri temporali avea implorato
teocratico governo,ossia governo nel qua- contro alcuni Elettori e altri principi so-
le il principe impera a nome di Dio, co- vranideH'imperOjl'interdettoda PapaNi-
me un tempo fu quello della nazione e- colò V, e ne avea ottenuto il previo mo-
biea, sulla quale Dio esercitava un'auto- nilorio. E
che espressamente per le Gal-
rilà più immediata che sopra tutte le al- lie abbiamo 3 trattali di pace meramen-
tre. Dice dunque Voltaire, iS'rt'o^g/o su co- te politica, le cui clausole riproduce, nel-
5<//m/t.2,cap. 6o:»L'interessedeiruman le quali i sovrani contraenti di Francia e
genere vuole un freuc pe'principi e pei Inghilterra, hanno parimenti implorato,
-

sov SOV 265


come (l'uso, l'autorità «le'Papi: il L'èdi stali sinistramente informati da'Ioro con-
Carlo Vili con Enrico VII nel i49'?-, nel siglieii, con vari esempi di autorità apo-
(junleambi d'accordo supplicarono Papa stolica esercitati sopra gli stati temporali
Alessandro VI d'approvare cpiesto loro degli altri sovrani, e li ri[)orterò qui co-
Iraltato, e di sconiuiiicareesotloporre al me li leggo nella Fila di s. Pio F,l\\ Ca-
più rigoroso inlerdello gli stati di chi di tena, potendosi i dettagli rilevarli a'Ioro
loro due mancasse qualcuno de'conve-
a articoli che indicherò in corsivo, sebbe-
nuti aiticoli; il 2.° negli stessi tei mini è di ne io in numero maggiore ne ho tratta-
Luigi XII re di Francia, con Enrico Vili to. Da s. Leone IH i\i ripristinalo I'/a/z-
re d'Inghilterra (ove poi introdusse il la- pcro d' Occidente, ed eletto Imperatore
grimevole Scisnui) del 1 Ti r o, i quali sup- Carlo JMagno. A Gregorio V si allribui-
plicarono Giulio II ; il 3.° è fra i sovrani sce r erezione del sovrano collegio degli
medesimi del 1 514 sotto Pnpa Leone Xi Klcllori del sagro romano impero, i quali
Della natura e carattere essenziale dei con lellera autenticata da 7 sigilli, ed e-
Concai (tati ^ riparlai a Pace. Non sola- sistenle nell'ai chi vio della s.Sede,ciò con-
mente i Popi influivano e contribuivano fessano, e confermano varie lettere d'im-
all'elezione degl'imperatori, ma spettava peratori a'Papi. Già s. Zaccaria nel 752
loro di approvarla: nella vacanza poi del- a vea deposto come inabile Childerico III
l'iuipero elessero vicari per l'Italia e [)er re di Francia, e sostituito Pipino il Pic'
le sue principali città; di che molli esen«- colo, padre di Carlo Magno. Benedetlo
pi riportai, comedi atti imperiali formal- IX fece re di Polonia Casimiro, benché
mente annullati dalla supren)a autorità monaco, e sebbene si pretendeva giuris-
pontificia, ed altrettanto fecero con quel- dizionedell'impero, del qual regnos. Gre-
li de'i e ealtri sovrani, niassimese contra- gorio VII ne privò poi Coleslao II; inol-

ri e dannosi alla religione e lesivi i dirit- tre questo Papa dichiarò Demetrio re di
ti della Chiesa e de'suoi n)inistri. A'Ioro Riii.ua, e a\lvo Demetrio redi Dalmazia
luoghi grande atto di Alessandro
dissi del e Crort!z/(T, ch'era di pendei! te dall' f/«g/ie-
\ IjCon Ferdinando WveAìSpngna e Gio- ria. Alessandro IH da conte fece re di Por-
vanni II re di Portogallo, sulle scoperte togallo Alfonso 1, ad onta che fosse nella
e conquiste da loro fatte nelle regioni di giurisdizione del re di Casliglia. Innocen-
america, i quali venuti a conlesa, per e- zo III fece rede'5«/g-(7nede'blachi Calo-
vitare che la decisione commettesse al- si giovanni, ch'era dipendenledall'Unghe-
le armi si sottomisero sponlaneamenle
, 1 ia; e concesse il titolo di re a Premislao
a quella del Papa, e questi arbitro della Oltocaro I duca di 5oe//i/Vz. Onorio III ri-

<jueslione, sulla carta geografica, che si cevè sotto la sua protezione il redi Ttssa-
conserva nel Collegio Urbano ed ove ne lonica, che apparteneva aW Impero d' O-
feci menzione, nel 49 1
i ti' ò una linea per rientej e di questo coronò imperatore Pie-
dividere la conquista del nuovo mondo. tro di Courteuai conte d'Auxerre, senza
Egualmente ne'relati vi articoli narrai co- cheprecedcssealcuna elezione. Di piìi O-
me s. Pio V nel J70 coronò solennemen- I noiiolll assunse la protezione di Scozia
te con corona dncale e dichiarò Gran- e ò! Inghilterra, e vi esercitò autorità. In-
(luca d'i Toscana Co%\mo I, e quali ener- nocenzo IV creò re di Lituania Mendog,
giche risposte die agli ambasciatori del- e Daniele di Russia in red'Halitz. Il re-
l'imperatole e del re di Spagna quando gno d'Irlanda dato d'Adriano IV al re
pi oteslarono contro tale elevazione di Co d'Inghilterra, Paolo IV l'eresse in regno
siu)o I come loro vassallo; ([uindi a boc- separato. Alla Spagna fu dato il regno di
ca del dottissimo cardinal Cummendoiie Navarra, ch'era della casa di Vendome.
fece intendere a tuli sovrani com' erano IMolli signorotti tiranni furono fatti du-
VOI. i.xvir. ih)
'^60 SOV SOV
chi e inarclicsi. Nolcrò che a tli versi dei potrebbe venire sopra qualche gran fla-

nominali furono inandate da'Papi le inse- gello. Non creda a chi Le consiglia con-
il

gne reali, e quasi tulli divennero tribu- trario, perchè è forza che sia adulatore, o
tari della s. Sede. Innumcrabiii sono poi Atiieisla. Creda me, che Le son Padre
a
gh esempi che i Papi avocarono a loro datole da Dio; creda a questa s. Sede, che
le vertenze tra i sovrani con paterna au Le è Madre, ed alla quale è obbligata a
torità, ed il linguaggio franco e paterno obbedire de necessitale salulis. Se li vo-
col quale gli ammonirono, si può appren- stri Consiglieri hanno lettere di Umanità,

dere dalla seguente lettera chequi ripro- leggano Eutropio; se di Canoni, leggano
duco del gran Papa Sisto V,al potentis- la X e 96 dislincl.; se di Legge, leggano

simo Filippo II dominatore di tanti stati de sanclissiniis Episcopisj se di Teologia,


ìd tulle le parti del mondo; la quale let- leggano il I ."ed il 2.° Opuscolo di s. Toma-
tera si legge in un codice originale appar- so; e così non daranno alla M. V. li mali

tenuto al generale de'domenicaui p. Vin- consigli. CesareOtlaviano, ed altri Impe-


cenzo Giiisliniani {V.) poi cardinale, da ratori pagani, hebbero tanto rispello alla
s. Pio V spedilo a dello re per gravissi- sacra Giurisdilione, che per fare qualche
mi affari, de'quali parlai a Sicilia.» A Fi- legge toccante le persone sacre, si faceva-
lippo 11 Pie di SpagnaSiitusPapa N .Chu' no eleggere Pontefici, lo ho gettato per
rissime in Chris lo Fili nosler salulem. questo gran peccato di Lei molle lacri-
Questa mattina ho tenuto Concistoro, e me, e confido, che Lei si emenderà, e che
sièfattoTAlano Cardinale, par dare sod» Dio Le perdonerà. Al Vicario di Dio
disfallione a Y. I\I. Et ancorché io nel pro- si deve nelle cose della salute obbedire

porlo, habbia tenuto pretesto mollo lon- senza replica, come spero che Lei esegui-
tano da ogni sospetto; nondimeno mi si rà; eLe prego ogni beneditione. Di Roma
dice, che per Roma subilo fu cominciato a'7 di agosto 1087". Altro non mi resta
a dire: bora mettiamci in ordine per la che a far voti", perchè la suprema digni-
guerra d'Inghilterra. E questa sospilione tà e autorità de'sommi Pontefici sia ri-
correrà per tutto: però la Maestà Vostra spellata profondamente da tulio il mon-
non metta tempo, acciò non faccia mag- do, e alla lettera compiasi quanto s. Pro-
giordannoa que'poveri Christian!, perchè spero nel Carme degV ingrali con frase
tardandosi, quello, che Lei ha giudicato poetica asseriva: Sedes Roma Pelri,fpiae
bene, tornerebbe in male. Intorno all'aiu- pastoralis honoris- Facla caput inundo
to per l'impresa, io ho fatto eseguire su- quid niiid non pos.ùdet arniis-Relligioìie
bito lutto quello, che il Conte di Oliva- tenet. E" nell' alma ed eterna Roma che
res ha domandalo; e credo, che mandi il s'innalza da XIX secoli un trono pacifico
tutto a V." Mia. La M. V. dovendo far intermediario benefico tra il cielo e la ter-
questa impresa, procuri prima bene re- ra, la quale a pie di esso depone gl'incen-
conciliarsi con Dio NostroSignore, perchè si, perchè accetti salgano a Dio, Rex Re-
il peccalo de'Prencipi distrugge i popoli, gnai, et Doniinus Doniinantinni, median-

e disfai Regni; e di nessun peccalo più te l'apostolica Benedizione del Papa, Pa-
si sdegna Dio, che dell'usurpala giurisdi- treni Principuni et Rtgum, Recloreni Or-
tione sacra, come costa per l'IIistorie sa- bis, in terra T'icariuni Sah'atoris Nostri
cre e profane. La M. V.è slata consiglia- Jesu Christij parole che sono partedella
la d'abbracciar nella sua Pragmatica Ve- furmola colla quale s'incorona col ponti-
scovi, Arcivescovi, e Cardinali. Questo è ficale Triregno dello anche Tiara, Coro-
stato un gravissimo peccato; però devele- ìiae Regno. Dichiarò Innocenzo III: Ro-
varequeslilMinistri di Dio da detta Prag- tnanus Poniifex in signuni Iniperii iitilur
nialica, e farne penitenza ; allrimenli Le Regno, et in signuni Pontifìcii utitur'^W-
sov SOV 2G7
Iva. ecclesia in signtini (cmporalìiun (ìc^ prlnclpc,omagislratochc voglia appellar-
dit /«//j/Coronam in signum spirilualiiini
: si , non e pili in lil)ertà de' popoli il de-
co ntulit mihi M'ìlvam M\Ua prò Sacer-
: porlo, ma conviene che come sudditi a lui
dolio, Coronaca prò Regno. A far cono- prestino ubbidienza e son)missione. Ra-
scete poi quali sieiio le vie usaleiliigl'iri- gioni le più convincenti, e testimonianze
creduli e malevoli tlel uoslro secolo in maggiori d'ogni eccezione concorrono a
danno della solidità de'lroni e delle leggi persuaderci di una lauta verità, secondo
regolatrici della pace e tranquillità dei il dichiarato in diversi articoli. A Re e al-
medesimi, Gregorio X sembra colla se- trove che S.Pietro ci comanda:-» Sia»
dissi

guente lettera,colla quale ripic>e Alfonso te soggetti ad ogni umana creatura per
Ili re di Portogallo per la viol.ita libertà riguardo di Dio, sia al re sopraeminente,
ecclesiastica, e che si legge presso Natale sia ai governatori, come Aa lui mandati
Alessandro, aver parlato nel nostro seco- in vendetta de'mallàttori, e in lode dei
lo XIX, quando discopre la via che ten- buoni; imperocché cos'i è la volontà di
gono che vogliono rovesciare le
quelli Dio". Anche s. Paolo fu tutto intento a

sovranità, indicando quel santo Papa es- insinuarci l'ubbidienza e la sommissione


scie la via più spedita quella che rove- a'principi e a'uìagistrati civili; ammonen-
scia la libertà ecclesiastica. " Prae cete- doci che ogni anima sia soggetta alle po-
ris rebus quibus Christiana regna fundan- destà più sub! imi ;dicendo ancora che que-
tiir solidius est tutela ecclesiasticae liber- sta sudditanza si iia da conservare non

tatis. Cum cnim eadem libertas sit iìdei solo per che può concitarsi contro
l'ira,

uunimentum, et lldei religio societalis chi altrimenti operasse, ma eziandio per


luimanae sit vinculutn quo populorum la coscienza; avvertendoci che il principe

inultitudines sub principibus continen- non senza cagione porta la spada in m;\-
tur libertatis ipsius quod absit privilegio no. Insegna pure l'Apostolo, che debbon-
violato perfìiliae patebit insultibus ini- si rispetlarenon solo i principi buoni, ma
munitum fide! fundamentum. Idcoque anco malvagi, esideve ubbidirecziandia
i

hostis humanì generis dolosa maliguilas a'crudeli e agi' ingiusti nelle cose civili,

superiorum invida potestatura. Dum ad considerando in essi non la loro persona,


praecipitanda principalia culmina studio ma il loro ufficio, nel quale sono i ministri
iniquaeinlentionisaspiratjSciensseinob- di Dio. Quindi s. Agostino scrisse, che al-
ruendo civilis regiminis principatu pre- tresì la podestà di coloro che ci nuocono
valere non posse quamdiu legibus reve- deriva da Dio. Il che inoltre si fa chiaro
rentiam libera divini et ecclesiastici cul- dal riferito dallo slesso s. Pietro.» ly^rci
lus religio subministrat, primum princi- siate soggetti in ogni timore a'vostri pa-
[)uni oculos vesani consilii praecantatio- droni non solamente buoni e moderali,
ne perstringit quo eis bonum videtur et ma ancora discoli". Se ciò comanda l'A-
utile tamquara oppositam volis suis ec- postolo a'servi versoi padroni, molto più
clesiasticam subvertere lib^rtateni". Sic- valerà il suo insegnamento pe' sudditi
couìe è verità incontrastabile essere nel- verso benché iniquo, essendo
il princi[)e,
l'uomo la facoltà di stabilirsi e di vivere più nobile e il legame che
piìi obbligante
in società, e quindi il diritto di eleggersi insieme li unisce. Giacché a dire il vero In
un capo the presieda alla conservazione severità è una ferita della libertà umana,
di lei, che la regoli secondo le leggi del e solamente è giustificata perla ragione
giusto e dell'onesto, ne distrugga le inter- delle genti ; al contrario il principato è
ne, e ne rimova le esterne ingiuiic e op- costituito dagli uomini per insegnamen-
pressioni; cosi anche è indubitalo, che [)o- to della slessa natura, approvato da Dio
sto e cosliluilo una volta (jueslocapo, re, per ornamento dcll'uman genere, e per
'2r,8 s oV SO V
))enefizio «leU'nmaria soclelìi, e da Ini risi 849. P. Luigi Taparelli dellaC. di G.,
giiaiclatocnn ispecial cura della sua prov- Esame critico degli ordini rappresenta-
videnza. Dicliiarai nell'arlicolo Sociali della società moderna, Roma i8')4.
tivi

SMO, che l'opera civilizzatrice del medio SOVRANITÀ' DK' ROMANI PON-
evo, die la Chiesa conduceva in seno alla TEFICI E DELLA S.SEDE. Piacquea
centralizzazione cattolica, fu arrestata nel Dio che il venerabile capo della sua Chic*
secolo XVI; quindi derivarono le teorie sa, cheli principe di tutti i vescovi catto-
i sono l'anarchia e il co-
cui fatali conlini lici del mondo, Pastore de" Pa-
e perciò
munismo, e che generarono il principio stori, avesse una maestosa reggia e resi-
demagogico; laonde non puòdarsi salvez- denza tranquilla in Roma {f'.) nel centro
za alla moderna società, die nella benefi- ù' Europa {E.), per ripararvi la sua tri-

ca influenza del cattolicisrao. Da una sla- plice corona spirituale e temporale; un


stislica ora pubblicata, si legge che esi- altare indipendente nella sontuosissima
stono nel mondo presentemente, coro pre- Chiesa di s. Pietro, per offrirvi sulla di
so il Papa, 83 imperi, monarchie, repub- lui famigerata tomba l'eterno sagrifizio,

Vi
bliche, principali, ducati ed elettorati. e una sede al /'Vz//c<z/Jo(A^.) per pronun-
sono 6 imperatori, compreso S. A. Fau- ziarvi autorevolmente supremo giudice
stino I di s. Domingo; 6 re, compresovi i e maestro gli oracoli della verità. Volle
Tamaco re di tutte le ]Mosquites,e quelli Iddio che la sovranità spirituale che co-
di Dahomey e dell'isole Sandwich; 5 re- manda a pili assai che 200 milioni di uo-
gine, colla regina Rana vaia di Madaca- mini, e regna colla fede sopra le loro co-
scar, e la regina Pomarè delie isole della scienze, avesse una potenza temporale as-
Società (forse vi si comprese la defunta sai modesta per non ispirare gelosia alle
regina di Portogallo); i8 presidenti; io umane ambizioni, e surtìcienle per assi-
principi regnanti; 7 granduchi; 1 o duchi; curare una indipendenza necessaria alsu-
9, sultani, quello di Borneo e quello di premogiiidice di tanti popoli, di tanti pae-
Turchia; 2 governatori, di Aulreuos e di si diversi; necessaria in una parola alla li-

Corrienles; il viceré di Egitto; lo shah di bertà della guida universale delle anime.
Persia l'oman di Mascate, 1' emiro di
; Volle Iddio chequesto mezzo umanoser.
Cabal, bey di Tunisi, il direttore di Ni-
il visse all' adempimento e alla perpetua-
caragua. Sui toccati argomenti si ponno zione della sua opera divina; e l'autorità
consultare. G. A. Biandii, Della podestà temporale garantisse l'indipendenza del
e della polizìa della Chiesa, Roma 1
745. capo supremo della Chiesa, mediante un
Giovanni Marchetti, Critica della storia sagropi incipalo, come lo chiama Bossuet
ecclesiastica e de discorsi dell' ah. Clau- ed altri. Al precedente articolo Sovrani
dio Fleiiry, Bologna lySi. A ffre, Essai parlai della somma influenza e salutare,
hislorique et critiqiie sur la snptematie che nel medio evo ebbero con essi Papi, i

temporelle Pape, et de l'h'glise, A-


dii acquistando per tal modo una specie di
miens iSaq. Leopoldo Ranke, Hisloire sovranità su tuili gli stati cristiani, i quali
de la Papaiilé peiìdaiilles seiziemeeldix- inoltre nella più parte spontaneamente si
septìème sìt'cles,VansiS3S. Polivo ir du sottoposero con iiv\ni\ocenio,Slali e regni
Pape sur les som'erains au moyeii agc. triùulaiialla s.Sede{f'.),^ev godeve la lo-

Oli recherches hislorioiies sur le droit pu- ro protezione e con essa quella di s.Pielro;
blic de celle époaiie, Paris iSSg. La de- poiché s. Pietro fu il donatario, e quindi
vingogia italiana, ed il Papa /le, Napoli le temporalità si denominarono cose dì
1849- Laurentie, De l'eloguence palili- s. Pietro, per esserne data la proprietà al
qiie etde son influence dans les goiiver- s. A postolo e alla sua Chiesa, a nome della
ncniens populaires ci représenlalif, Pa- qualtììì usano e ammiuistruuo dal roma-
so V SOV 269
no Pontefice, e perciò inalienabili. La so- nità apparteneva tostato A' Avignone {F.)
vranità de'Papi e delia s. Sede, la più an- e il contado f'^enaissino (A'.) nella Pro-
tica, la più legitlinia, la più potente per venza, provincia di Francia, Tuttora la
forza murale inerente alla sublime loro s. Sede è suprema signora del regno del-
dignità spirituale, è propriamente il do- le due Sicilie (F.)j e de'ducati di Parma
minio temporale e principato sovrano di e Piacenza (F.) in Italia. Anticamente
quella porzione dell'/to/zV/ centrale, chia- si denominavano le parti componenti lo
mato Sialo della Chiesa o Ecclesiastico, stato temporale della chiesa romana du-
Stato Pontificio Papale, a Slati Roma- cato di/iom^z^o ve lo descrissi, iS'<7Z'mrt(/^),
ni per esserne Roma la capitale civile, e Patrimonio di s. Pietro (/^.), Esarcato di
metropoli ecclesiastica pe' vescovati che Ravenna^ F.),Pentapoli{F.), Piceno{F.),
registrai nel line del suo articolo (quan- Umbria (F.), Romagna {F.), ed altre.
to ai vescovati immediatamente sogget- L'avv. Castellano, Lo stato Pontifìcio nei
ti alla santa Sede, dipoi pel concordato suoi rapporti geografici, storici, politici,
colla Spagna, il Papa regnante tolse l'e- secondo le Roma 1837,
ultime divisioni,
senzione a //eo/i,clie fece sulfraganeo del- do[)o aver celebrato impero spirituale
1'

la metropoli di Burgos, e ad Oi'iedo, che de' Papi più esteso dell'impero pagano dei
dichiarò sulfraganeo della metropoli di romani, e magnificato la grandezza di Ro-
Composlella ). Sovrano indipendente e ma cristiana,derivatale dalla ly^/err^oy/o-
assoluto di questo temporale e principe- lica [F.) e dalla tomba de'principi degli
sco dominio è il Sommo Pontefice (^'), apostoli, di cui riparlai a Sepolcro nE'ao-
il quale non ha bisogno d' essere chia- MANi Pontefici, ecco come egli si esprime.
mato Sovrano Pontefice, per quanto di- »j L'antica Roma
regnava, a dir così, sul-
chiarai all'articolo So\RA?fi. Si compone l'esterno in viluppo dell'uomo,! suoi schia-
questo stato delle provincie denominale vi erano suoi sudditi; Roma religiosa re-
i

Delegazioni e Legazioni apostoliche, nel gna sui cuori, il suo impero è la spada a
quale articolo l'enumerai, e tutte aven- due tagli, che nelle intime viscere sino al-
do i propri articoli, avendo a Roma de- l'elsa si asconde. Il coniando di Roma pa-

scritto la Comarca (/i /low/rz (nella qua- gana sostenevasi col terrore delleaste sem-
le comprendendosi i vescovati di Ci\>i- pre romoreggianti; quello di Roma cri-
lai'ecchia e Corneto, dipoi e nel giugno sliana nasce dalla persuasione, e si alimen-
1854 furono dal regnante Pio IX smem- ta colla confidenza. Ilcattolicismo roma-
brati, da quello di Porto, il '>-.° da
il i.° no adunque ha in se stesso un principio
quello di Monte Fiascone, e formato il di grandezza e di forza, ignoto a tulli gli
vescovato di Civitavecchia e Corneto u- allriculti,e che concentrato sul bel mez-
nite), e per l'ultima divisione territoria- zo d'Italia, mostra per la 2.^ volta dopo
le del i85o, di cui nel voi. LUI, p. 22q, la creazione, l'universo a'piedi di Roma.
nella legazione di Marittima e Campa- Digitus Dei est hic. Cen si addiceva per-
gna furono compresi territorii di Be- i tanto, che la sede dei la cattolica unità don-
nevento Pontecorvo {f-) sebbene inca-
e. de i religiosi benefizi per tutta la terra fini •

strati nel regno di Napoli; racchiudendo scono, da alcuno non dipendesse de'mon-
quegli slati rocnani la piccola repubblica dani regnanti. Di qui l'universale conseu-
di s. Marino sempre sotto la
(f^), eh' è tiniento de' popoli e de' monarchi, dopo
poutificia protezione. Questo stato della l'esaltazione del veneralo Labaro, per lo
Chiesa ha sue Fortezze, ed Porti che
le i stabilimento del temporale pontifìcio do-
descrissi a Porto, dominando due mari, minio Quindi descrive limiti geografi-
". i

1 Adiiatiroe il Mediterraneo. Sino al de- ci che circoscrivono le terre della roma-

cliuur del secolo passato, a (jucsta suvra- na chiesa, cioè: al nord quel Irallo del i'o
270 SOV SOV
che da Bondeno sulla Modenese fronlie- ro fino al più eccelso Velino per lo spazio
la corre maestoso ad aprire le sue foci ncl- di 60 leghe,eper questa giogaia si apro-
l'Adrialicojall'estle acque del medesimo no il passaggio le vie del Furio e di Col-
ampio golfo o mare iutcrno, dalla Mescla fiorito, e le minori comunicazioni della
palustrefmo all'iird)occalura del Tronto Forca in vicinanza d'Arquala,e di Antro-
al sud; monti d'Abruzzo del regno delle
i doco non lungi da Rieti. Sono sparsi dal-
due Sicilie, che serpeggiano lungo l'estre- l'uno e dall'altro i contrafforti eie rami-
mo lato meridionale fino al mare Medi- ficate elevazioni, fra le quali primeggia il

terraneOjil quale dal promontorio Circeo promontorio Cumèro, oggi detto Monte
ad Argentare segua il confine occidentale Conerò e più volgarmente Monte d'An-
prolungato verso borea da'possedimenli cona. Eminenze minori formano la subal-
di Toscana edi Modena. L'ingegnere Ca- terna catena del subapennino Toscano,
lindrì, Saggio slalislico storico del Pon- che fra il Tevere e l'Arno s'inoltra sino
tifìcio stato, Perugia 1829, dice che do- i al lago Trasitn eno, ed
ivi bipartito segna

min ii che circoscrivono lo sta lo dellaChie- col meridionale suo ramo una linea dal
sa, sono al nord ii Po con la sua destra, Monte Amiala al Monte Cimino, e quin-
alla cui sinistra stanno poi domiuii del- i di notevolmente abbassandosi giunge ai
l'Austria col Mantovano e Veneziano per colli del litorale di Civitavecchia. Le due
J oqmiglia lineari romane^all'ovest il Mo- strade di Perugia e di Siena, che aprono
denese peri 37 miglia, e poi la Toscana comodo accesso fra la Toscana e lo stalo
peraltre miglia 4o3; al sud il Mediterra- ecclesiastico, traversano i nominati gio-
neo per 5'j miglia, ed all'est il Napoleta-
1 ghi. Dal Velino si dislacca il subapenni-
no per 23 I miglia, e l'Adriatico colle ri- no romano, che non alti monti protrae
i

manenti miglia iqS.llCastellano riferisce fino al clivo de' 7 Monti eli Roma, e dai
che lo stato ecclesiastico trovasi fra 4'° suoi fianchi nascono 3 linee parallele di
i3', ed il 45" latitudine nord, e fra il 1° monti, l'una da Narni a Monte s. Giovan-
45' est, ei°ovest del meridiano di Roma. ni in vicinanza di Sora, l'altra fra i fiumi
La sua maggior larghezza è nel centro, ti- Licori e Sacco, e la 3.'' nel territorio diPa-
rando una linea da Ancona a Civitavec- lestrina, che fa barriera lungo le Paludi
chia, ove tocca due mari, ed aggiunge
i (/^'.) pontine sino al Circeo presso s. Fe-
a 44 l^o'^^j "^^ ^^^^ ^' nord come al sud lice, rivolgendosi poi verso Gaeta. La via
si va gradatamente restringendo; quindi Appia che guida a Napoli, eie due infe-
la lunghezza none minored'8o leghe. La riori di Sora e di Tagliacozzo ne sono i

circonferenza dello stato papale aggiunge principali passaggi, olire taluni altri se-
a leghe lineari 4f)4>d^"^*l"'*'' ^^ ne sono condari. La superfìcie delio stato papa-
142 di spiaggia, lungo due mari Adria- i le, che si fa ascendere 37225 leghe qua-
lieo e Mediterraneo, 352 a contatto del- drate, è piuttosto montuosa, tranne la val-
le terreLombardo-Venete,Modenesi,To- le dell'Umbria, e le coste marittime ove
scane e Napoletane. L'estrema parte del- vanno spaziando estese pianure. Il Calin-
l'A pennino settentrionale dalla sorgente dri calcola come segue i luoghi dello sta-
del Reno a quella del Te vere si va allon- te pontificio. Città 106, terre 728, bor-
lanandodal Mediterraneo, esi dirige ver- ghi e ville 1549, castella i 195 (alcuni
so l'Adriatico, prolungandosi per lo spa- de' quali luoghi posleriormenle furono
zio di3o leghe circa, e dividendo il do- dichiarali città ), non calcolati i castelli
minio Toscano dal Pontificio nelle parti e villaggi che già furono: in tutti 3578
piìi boreali. E la slessa tendenza mantie- luoghi. La popolazione dello stato ascen-
ne pure l' A pennino cenlrale,che attraver- de a più di tre milioni, non compresi gli

sa il cuore dello slato dal Monte Corona- esteri che non sono slabilineule domi-
sov SOV 271
cilia(i nel meJcsìiuo. De' principali Gu- i vescovi e gli abbati, di andare in perso-
mi e de' principali laglii parlo nella óe- na alici guerra, e di essi ci narrano le sto-
scrizione delle provincie, delle citlù e dei rie , che di tratto in tratto in tempo di
luoghi; così de' [ìiodatti naluraji, del- battaglia talvolta restavano alcuni uccisi
l'agricoltura, delle iiianifallure, del com- sul campo. Quest'abuso ebbe originedal-
mercio, non che del clima. Lo slato del- le Regalie (/'.) godute dalle chiese, e pei
la Chiesa non ha di che invidiare i vici- beni delle quali erano i prelati sottoposti
ni popoli, sia per la naturale feracità, sia al peso de' vassalli, ed a comparire quin-
per gli agricoli perfezionamenti, sia per di colle armi in occasione di guerra. Ma
la purezza del clima. A Roma ed a tulli le leggi e i canoni vietarono tal deformi-
i propri articoli resi ragione come il Pa- tà negli ecclesiastici. Però i canoni non
pa esercita la sovranità temporale sullo parlano di principe ecclesiastico, il quale
stalo ecclesiastico, e l'amministrazione quandoanche creda necessaria lasua pre-
civile e criminale, a mezzo del cardinale senza nel campo, può ben nel conflitto
Segretario di stato {f^'.), ile Ministri (di de'suoi doveri combinare il santo mini-
cui riparlai all'articolo Pio IX), e di altri stero con quello della spada, ma come di-
Segretari, della Camera apostolica e del ce Borgia. Il Papa crea Principi, Duchi,
Fisco pontifìcio (f^-), delle Congregazio- Marchesi, Conti, Baronie Cavalìeri(f^):
ni cardinalizie, e dt:' Tribunali di Roma conferisce gli ordini equestri di Cristo,d\s.
[V.) e dello stato; governando le provin- Gregorio I, di s. Sdvestro I, e Piano [f.):
cie, le cillà,le comuni, luoghi, per
i Leg;^//, egualmente scrissi articoli di altri ordini
Delegali e Goi'c//za/o/i(/.), essendo pre- equestri istituiti da' Papi e non più esi-
posti alle cariche, e ai ministeri ed ufli- stenti , e di quelli loro appartenenti. la
zi. Cardinali, Prelati, Laici {f'.). Per le Roma presso il Papa, come supremo ca-
magistrature municipali, il Papa elegge po come sovrano, vi è il
della Chiesa e
oap|)rova i Gonfalonieri, i Priori, i Sin- corpo Diplomatico (/^.) con ministri di
daci (/'.): delle antiche magistrature dei Residenza [f^.), anche acattolici. Tiene
Conti, Goi'ernatorij Giudici, Podestà, poi il Papa presso le corti cattoliche,per gli
Pretori, ed altre, ne trattai a'ioro artico- allari ecclesiastici e pe'rapporli del prin-

li. Il Papa ha Uldizia, Soldati, Marina cipato temporale, prelati Nunzi, Delega-
(/ .); ha la Zecca [V.\ e tutte le prero- ti, Intcrnunzi e Incaricati d'affari {
f^.),

gative sovrane. Perciò ha il diritto ezian- ed in vari luoghi Consoli pontificii [f-^.).

dio di far la guerra per difendere il prin- Del vocabolo Corte di Roma o Curia Ro-
cipato, come dichiarai a Milizia, di far mana {F^.), riparlai a Sede apostolica,
Concordali e Pace {f.). Essendo com- introdotto con malignità du'nemici della
ponibile col sacerdozio la sovranità tem- Chiesa, per distinguere la romana corte
porale,dalla(juale non polendosi disgiun- civile dall'ecclesiastica. A Sede vacante
gere il )us della guerra, ne discende per ho riportalo quanto ha luogo nell'inter-
legittima couseguenza,che questo) US con- regno, come è devoluta al Sagro Colle-
venga ancora al sacerdozio. Ni un cano- gio [V.) l'amministrazione della sovra-
ne, niun s. Padre ha mai coiulaniiato la nità, ed a cui spetta V Elezione del Pa-
guerra agli ecclfsiastici, per difendere o pa{^f^.) nuovo. A Professione di fede ra-
ricuperare i pro[)ri dominii.llljorgia nti\- gionai di (|uella che fanno i Papi, in uno
\i\Dijesa ilelduminio temporale dellaSe- a'solenni giuramenti di non alienare do- i

de apostolica nelle due Sicilie, a p. i40i minii temporali e le rendite della chiesa
dimostra armi tem-
l'uso legittimo delle romana, e gli eguali gìuramenlichesi pre-
porali pressoi Papi. Nel medioevo fu (pia- stano da'canlinali. A Uemdita ecclesia-
custuQie d'obbligare chierici, ed anche
li; i 5TiGA,aSronTLLA,a Si'ogli, ed iu altri ar-
272 SOV SOV
ticoli patrimonio ecclesia-
ragionai sul trattamento del sommo Pontefice, del sa'

stico e di lutto il temporale adesso an- grò collegio de'cardinali, per le congie-
nesso; dell'origine di quelle della roma- gazioni ecclesiastiche, per sussidio e as-
na chiesa. Glie in tutte l'epoche vi fmono segno di quella di propaganda fide, pel

avidi e sacrileghi usurpatori delle mede- ministero degli alFari esteri, |)el cor[)o di-

sime, che in tutti i tempi insorsero sf'ron- plomaticodella s.Sedeaireslero,pel man-


latamente eretici e Selle (
f''
.) che l'impu-
tenimento delle guardie pontificie pala-
gnarono e perseguitarono per ingioiarse- tine, per le sagre finizioni, per l'ordina-
le,come rodiernoiSbc/V7//5//io(/'.)ohe le lia ria manutenzione e custodia de' palazzi

precipuamente in mira, nel proporsi di ra- dipendenze (fra que-


apostolici e di loro

pirle in uno alle laicali. Come la chiesa ro- ste ora deve comprendere il santuario
si

mana per le Oblazioni {V.) de'fedeli fu in della Scala Santa o Sanata Sane toi uni,

grado di esercitare lasuainesauribile ca- in forza di moto proprio del medesiujo

ritatevole generosità co'bisognosi, e nel Papa de'^S febbraio 18 53, per cui a' 3 1

IV secolo già erano vistose le rendite del- giugno 18)4 ^' ^' ''^cò a prenderne pos-
la medesima, che inoltre divenne posse- sesso il cardinal Antonelli come prefetto
ditrice di pingui patrimoni. Ricordai, co- de' ss. Palazzi apostolici, e lo descrive il

me anco a Monete e Prefetto diRoma, n.°i 36del Giornale di Roma), degli an-
avere raccontato, che nel secolo XII in- nessi musei e biblioteca, per gli a-isegna-

sorsero gli /4riialilisli[F.) a cornhaiitiQ menlijgiubilazioni e pensioni degli addet-


le rendite degli ecclesiastici e segnatamen- ti sono determinati
alla corte pontificia,

te della chiesa iomana. Come Clemente in annui scudi 600,000 sulle basi dello
III ripristinò il Presbilerio (A^), donativi stato attuale, compreso un fondo di riser-
che i Papi distribuivano in alcune solen- va per le spese eventuali. Delta somma
nità. Dichiarai la necessità che il Papa godi sarà riportata in ogni annuo preventivo.
rendite per decoro di sua suprema digni- Di [)ieno diritto si ha sempre per appro-
tà, pel mantenimento de'numerosi mini- vata e sanzionata tale partita, e sarà paga-
steri in servizio di tutto il mondo catto- ta al Maggiordomo del sommo Pontefi-
lico, esiccome padre comune de'fedeli e- ce ad altra persona da esso destinata.
sercitare le sue beneficenze con tanti e § 5o. Rimangono inoltre a piena dispor
tanti milioni di sudditi spirituali, che nìun sizione del sommo Pontefice canoni, tri- i

altro sovrano della terra può vantare. No- buti e censi, ascendenti ad un'annua som-
tai ancora a R.ekdita, i tenui assegni del ma di scudi 1 3,000 circa, non che dii it-i

Papa e de'cardinali (e di questi anche a ti de'quali si famenzione in occasione del-


Piatto cabdinaìizio) e quelli de' prelati la camera de'tributi nella- vigilia e festa
e altri, di cui uieglioa'loro luoghi, ed e- de'ss. apostoli Pietro e Paolo.§5i. Lespe-
gualmente assai mediocri: ivi inoltre feci se straordinarie di grandi riparazioni nei
menzione della statistica di tutti gli uOìzi palazzi apostolici, dipendenze, musei ed
e impieghi del dominio temporale, non annessi, non sono comprese nelle dette
chede'tribunali e congregazioni ecclesia- somme". La Civiltà cattolica, 2.^ serie,
sliche,e del loro numero e assegni, risul- t.
2, p. 3 IO, encomiando il Pontefice che
tando maggiore il novero degl'impiegati ha ritenuto scrupolosamente la medesi-
laici e così i loro soldi. Ora aggiungerò, ma cifra stabilita ne'dì tempestosi della
che il regnante Pio IX (/'.), nello Sia- rivolta, e riservatasi skxW Erario pontifi-
tuia fondaiìientalt pel goi'tirio de{^li slati cio {^'.), confuta le contrarie censure in-
di s. Chitsa, emanato a'i4 marzo 1848 torno a tale moderatissimo assegnamen-
e non più in vigore, col §49 tl'*P^^^^ ^'-*^' to , che da' contrari impropriamente è
torà conserva. »j Le somme oceorreuti pel chiamato /fi/((£ ci\'Ue. NouboloaPKiMici:'
SOV SOV 273
Bio DKLLA s. Sede lemii pioposito di es- clie proteggessero la trniiqiiìlla ecanoni-
so e de'7 primari e anliclii minislri del ca Elezione de' sonimi Pontefici [t\),cAi\
Papa, anche come sovrano, e tutti aventi loro Comagraziont^r.). APlacito, gin-
articoli, non che de'primali laici o ma* dizio puhblico, detto anche J/{j//o, temi-
gnati secolari de'priini secoli della corte to iie'secoli di mezzo in faccia al popolo,

papale, che si adoperavano nelle legazio- parlai di sua natura e da chi si lendeva,
Ili più scabrose e ne'governi; ma a'Ioro e che anco in Roma si tennero ditgl'iiQ-
articoli oltre i Diaconi, i Stiddinconi, \ peratori e loro nie>si, ma con permesso
J/ifcnsori, i lictlori [/'.), ragionai degli e [uxleslà delegata del Papa sovrano, e
altri antichi ministri ponlilicii. E' indi- perciò ri()arlai della dignità del Ptitiizio
spensabile che io premetta a schiarimen* J/Vìomrt.lrasfusa negl'imperatori per me-
lo quanto dirò sulla sovranità tempo-
ili glio spiegare che gli atti di giurisdizione
rale del Papa, alcune nozioni e spiegazio- da loro esercitali o da'prnpii messi, lo e-
ni riguardanti il suo esercizio ne' primi rano perconseusoponti(icio;ivi notai che
secoli della medesima, che i detrattori e i nomi uniti dt;'Pa|)i e degl'imperatori,
i nemici del principato temporale, tenta- ne'dipinmi, negli alti, nelle monete, nou
roiiodi ledere,modi (icare e quasi amiien- adombrarono! diritti e le preroga li ve del-
lai e. Peitanlo qui rammento, che a Pa- l'assoluto e indipendente principato so-
TRizio DI Roma, dignità cheporlavarob- vrano de'medesimi l'api. A I'refetto ni
bligo di sostenere! diritti della chiesa ro- Roma, primaria e nobilissima antica di-
niana, difendere le ragioni della s. Sede, gnità dell'alma città, ne raccontai l'cjrigine
della città di Roma e de'poveri, dissi che da Romolo, le prerogative, l'autorità, le

la conferivano Papi a're e imperatori


i vicentle; confutai anche inquesto arlico-
coll'altro titolo di Difensore della Cliie- lo lepretensionì di (]uegli scrittori avversi
S(7( A^^.), come pioteltore e avvocato della alla ponlificia sovranità, che reputarono
medesima, edella [ìuritàeorlodossiadella avere gl'imperatori esercitato soprem.i
fede,colla tradizione dcWoSieiidardo di s. giurisdizione temporale in Iloma e nel suo

7'.e/ro (^^.).Che i rouìani e gliallrisuddi- stato,anche dopo l'origine del dominio


ti ponlilicii giurarono loro di riconoscer- sovrano de'Papi, e perciò furono d'opi-
li avvocati della Chiesa, cioè di nou fare nione ch'essi nominavano il prefetto di
innovazioni in pregiiidizio de'Papi;ecQ- Roma. Mai Papi assoluti signori ili Roma
me (juesti talvolta permisero a'Caroliiigi e dello stato ilella Chiesa, fino Gre- da s.

d'esercitare in Roma e nelle provincie e gorio prima che ripristinassero l'/z/i-


II e
lerre della chiesa romana qualche auto- ^;('rorrOc'f/V/e/2/c(/^.), non si spogliarono
rità, in benemerenza del difeso e ampli- mai del sovrano loro diritto, e molto meno
ficaio dominio temporale; e per podestà lo perdettero, benché ora ilall'incoslanza

delegala i l'api ne permisero l'esercizio de'suddili, ora dalla prepotenza delle fa-
ancora a' loro messi nelle giudicature e zioni,ora dalle usurpazioni imperiali fosse
Ut:' Piacili (/ .), in materie controverse e loro contrastalo. Dissi inoltre, che per le
per quietare rivolte, salva la preminen- ribellioni i l'api si trovarono costretti
za della sovranità papale. Per la stessa a v- chiamare in aiuto gl'imperatori, e questi
vocazia i Papi, a distinzione verso il pa- in taliocoasioui ebbero dai medesimi aii-

trono della Chiesa, fecero inserire il no- loritàdelegata negli alfaii del principato,
n)e loro nelle proprie monete, in segno tranne quella che di forza s'arrogarono
siillanto d'onoie e confederazione tra la nell'elezione della prefettura urbana, Fe-
chicsa e 1 impero, senza alcuna lesione di derico I e Enrico VI suo figlio, dopo il

loro assoluta e indipeiulentc sovranità. quale senza interruzione nominaroiK» i

Inoltre per l'avvocaiiu i l'api permisero Papi i [nefetli di Uoma, come pure prati-
274 S () V SO V
careno col Senatore di Roma {T^.), altra iializi,yór;e ut significaretnrj prae-
illis

eminente dignità laicale con esercizio di senlem Papaia post suani coronationeni
delegata autorità, e che talvolta confeii- (jualuor cardinales creasse. Di altre in-
ioiio ai re, tale altra l'assunse lo stesso segne, della sovranità pontificia ne trat-
Papa. Allorché si espone il suo cadavere tai descrivendole,conie la MUra [F.) pre-
nella basilica Vaticano, si pongono a'siioi ziosa chiamata anche Corona e Regno,
piedi due cappelli pontificali di velluto non che la Tiara e Triregno.
cremisi trinali d'oro,in segno della doppia L'origine del dominio temporale dei
giurisdizione spirituale e temporale del Papi e della s. Sede deriva dalla sponta-
Papa, come spiega il p. Carrier, De Rom. nea e libera dedizione de'popoli, e dalle o-
Pontif. quaest. 4- Per questa duplice po- Illazioni e conferme de'principi rispettosi
destà si dice incensarsi in cappella pon- e divoti versola chiesa romana, come os-
tifìcia, da un cardinale genuflesso, ciò che serva anche il Borgia, Memorie islorichs
può vedersi nel voi. Vili, p. 248. Quan- della pontificia città di Benevento, 1.
1,
to a'cappelli pontificali, quali insegne del- p. 1 . 11Tamagna, Origine e prerogati-
p.
ladignità pontificale, in nutnero di 4 ve- ve de cardinali t.i, p. 5g e 62, osserva
nivano portati da 4 camerieri segreti an- non esservi alcun sovrano sulla terra, e
ziani nelle solenni C(7i'a/cflfc(r/e'/'d'^/(F.). non potersi neppure ideare, che possieda
Essi cavalcavano dopo gli altri camerie- i suoi stati così legittimamente come il

ri segreti seguiti dal baronaggio romano, Papa. L'antichissimo suo possesso ha a-


tlal capitano degli svizzeri e dagli abbre- vuto origine quasi inleramenteo da spon-
viatori. Questi 4 cappelli erano di velluto tanee sommissioni di popoli veneratori
cremesino con fiocchi di seta
orlati d'oro, della saggezza e giusto governo che i Pa-
simili misti a oro,Galeros ex velluto ru' pi, per lo più maturi di eia, per Io più sa-
beo, Pilea pontificalia rnhea aureis cor- pienti, sempre sacerdoti, col consigliodel-
diilisornata. Si portavano sopra a 4 aste lementi più elevate e sperimentate, eser-
elevate e coperte pure di velluto cremi- citavano sugli antichi loro sudditi ue'pa-
si, Z/^c^i/w holoserico purpureo. Il Cancel- irimoni della romana chiesa; ovvero da
lieri nel descrivere simili cavalcate, dice donazioni di sovrani devoti alias. Sede,
che tale uso indicava il servigio che i ca- e all'incremento del decoro pontificio. O
merieri delPapa debbono a questi presta- fa duopo spogliare ogni sovrano della pro-
re, lenendo pronto quell'indumento che [)ria sovranità, o riconoscere il Papa pel
gli può occorrere. Il medesimo nella Sto- sovrano più legittimo che si abbia la ter-
na de'possessi de' Papi, ove pure inter- ra. In questo sublime personaggio non
venivano detti 4 camerieri segreti co'4
i possiamo a meno di riconoscere un'ado-
cappelli,ne spiega il significato come e- rabile disposizione provvideuzialedivina.
sprimente la dignità pontificale: il i.° e- Acciò dagli stessi infedeli, da'medesimi di-
sempio èdel 484 pel possesso d'innoceo-
1 sprezzatori della sua dignità ecclesiasti-
eo^ III; l'ultimo è del i 775pel possesso di ca, fòsse venerato e temuto il Vicario di
l'ioVl.ln quello però d'InnoceuzoVIlI Su- Ciislo, d'una sovranità fu rinvestito, che
slenitoride'4 cappelli papali furonoquat- rende venerabili e formidabili tulli gli
tro scudieri d'onore del Papa. Si deve no- altri potentati della terra, i quali non seu-
tare che nel 644>pel possesso d'Innocen-
1 za ilperchèg/rtr//«m portant. A Roma re-
zo X, da 4cau»erieri segreti furono porta- terna. Caput Mundi, centro della reli-
ti 4 cappelli cardinalizi della dignità pon- gione cattolica, sede del sagro suo impe-
tificia, dice una relazione. Altra invece ri- ro, e maestra delle belle arti, dichiarai la
lerisce che sopra 4 aste d'argento, sceptra splendida gloria di Roma cristiana e pa-
<//Sf/iie^/,furouo portali 4 cappelli cardi- pale, sopra la Roma reale, repubblicana

(
sov SOV 275
e imperiale, per avere unili insieme con lo a due opuscoli politici stampati a Pa-
ini sol vincolo di feile, città, provincia, rigi nel settembre 184^ j leggesi a p. g.
ii'gni e imperi comunque divisi e remoti, «D'altronde la cattedra di s. Pietro, oltre
e tutti raccolto quali membri d'un corpo la sua supremazia spirituale in tutto il

solo in un centro di vita e di azione, di mondo cattolico,ha pure la sovranità tem-


siqiremoe universale reggimento, con im- porale di uno stato: sovranità che tanto
menso lustro e sommo vantaggio d'Ita- splendore e potenza trae dal suo prima-
lia. Allorquando l'AUpiier ambasciatore to ecclesiastico, che per essa soltanto è tut-
di Napoleone 1 in Roma, inviò al cardi- tora serbato a Roma ed all'italica contra»
nal Casoni segretario di slato di Pio VIF, da un carattere grandezza dominatri-
di
learinghedideChampagny contro la po- ce del mondo. Ora nella unione di que-
tenza temporale de' Papi, a' 28 gennaio sti due poteri religioso e secolare della s.

1808 il cardinale gli rispose colle subli- Sede, sono vi attenenze talmente connesse
mi eseguenti parole di Dossuet, dette da tra loro che importano una indispensa-
idi all'assemblea del clero francese.» Id- bile diderenza e di ordini e di personeda-
dio volle che questaChiesa, madre comu- gli altri governi. Ogni regnante provve-
ne di tutti i regni, non fosse in seguito di- tlcrdeve condegnamente a chi seppe ben
pendente da alcun regno nel temporale, meritare del trono ; ma la connessione
fc clic la Sede a cui tutti fedeli debbono i suaccennata de'due poteri esige che nel-
concorrere per conservare V unità della lo slato pontificio, per la costituzione sua,
i\:{\e fosse posta al di sopì a delle parziali- si provveda alle cariche maggiori di con-
tà che gl'interessi diversi e le gelosie de- formità al carattere di chi viene , dalla
gli stali potrebbero generare. La Chiesa provvidenza, preposto algoverno della
jiidipendenle nella persona del suo Capo cristianitàed a quello di uno stato. A nes-
«la tultele potenze temporali, si trovaco- sun monarca, eziandio costituzionale, è
iì in istato d'esercitare più liberamente pel vietato di scegliere per le maggiori cari-
comune bene, e sotto la protezione de're che, pe' ministeri di stato, pel comando
cristiani, la potenza celeste di reggere le supremodelle armi.o per gl'impieghi più
anime, e tenendo in mano l'equa sua bi- distinti, i propri figli, fratelli altri con-
lancia in mezzo a tanti imperi soventi vol- giunti, come persone lepiùimpegnateal-
te fra loro nemici, mantiene l'unità in lut- la difesa del trono, al bene generale del-
ti corpi, ora per mezzo d'inflessibili de-
i lo stato e de'popoli soggetli(egli è per que-
creti, ora per mezzo di savi temperainen- sto che molti Papi sostennero il Nepo-
ti". Soggiiuìse il cardinal Casoni, che Bos- tismo, diche ragionai a Parente). Per-
fcuet non poteva esprimere né più solida- chè dun(|ue al solo romano Pontefice do-
mente, uè più chiaramente la necessità, vrebbe essere interdetto di conferire al-
in cui si trova la chiesa romana di con- cune delle più eminenti cariche dello stato
servare la sua neutralità e l'indipendenza a'porporati od altri dignitari della Chie-
del suo dominio temporale. Fedele Gre- sa, allezionali non pure alla sagra perso-
gorio X\ la cpiesla saggia [lolizia de'suoi na del monarca, ma a ({uel trono, ezian-
predecessori, ed inerendo alla costituzio- dio temporale, cui pel loro carattere ap-
nediClemente V formata nclconciliogo- punto sono eventualmente chiamati?"
neralcdi \ ienna, ed al [ìraticato in simi- liei nardinoRruselli pubblicò inUoma nel
li contingenze da Giovanni X.\ll, Pio li, iGc)8: Discorso (Iella .sovranità del Ilo-
Sisto l V e Clemente XI , emanò a'5 ago- mano Ponleflce. Lo spigolerò, per<{uan-
sto 1 83 I la bolla SoUiciludoEcclcsiarum, lo riguarda la sovranità temporale, seb-
il cui principale contenuto riportai nei bene ([nella sua spirituale rifletta anche
voi. L;p.(j {, LIV, p. 27 li. Nel Coiniiicii' nelle cose temporali de^li altri principi.
276 sov SOV
Le nazioni e vengono con diverse
le ciltà do in tal maniera a se stesso, la grande
forme ili governi moderate e regolale ,
opera dell'elezione del suo vicario, come
quali dal popolo, quali da pochi principa- scrisse Papa s. Anacleto deli o3, nell'^^-
li, e quali da un solo. Una repubblica coni- pist, :ì a' v<i-,coy'i d'haWa: ElectionentSiwi'
posta di queste tre forme, si può deside- mornni Ponlìficuni sibì Doniinus reser-
rare e lodare, che essere, e se trovasi non i'auil(^e\o provò il dottissimo p. Parcliet-
può lungamente durare, al dire di Taci- ti, che celebrai a Somaschi, con l'opusco-
to. Secondo la varietà delle nature e de- lo: L'elezione del Pontefice opera di Dio,
gl'ingegni umani, altri si lasciarono sot- sìprova coW elezione di Gregorio Xfl
toporre ad un monarca, altri a pochi si- P. M., Ancona 1844)- L'aristocrazia di-
gnori, altri sdegnando di sempre servite stribuisce ordinariamente gli onori al me-
ad un solo o a pochi, si conservarono tut- ri to e alla virili; e nella gerarchia della

ti partecipi non
del governo, e vollero Chiesa sono frequentemente promossi al-

sempre uljbidire,u)aa vicenda comanda- la dignità persone d'eccellente virtù. Nel-


re. Ma la gerarchia della Chiesa destina- la democrazia ha luogo la sorte; e nella
ta a governare tutte le genti del mondo gerarchia dellaChiesa pur anco la fortuna
e abbracciare la diversità di tanti geni, contendendo colla virtù, di frequente e-
ebbe bisognodi mescolare in se stessa tut- Promozioni (/^.) ogni qualità
salta colle

te le forme insieme de'governi, per poter- di persone;questa fortuna però è la prov-


si accomodare con tutti e soddisfare cia- videnza divina, che temperando l'aristo-

scuno. Tale mistuia ben temperata, la crazia e la monarchia colla democrazia,


compose la divina sapienza, la conservò fa che Nobdi (/'.) e plebei, ricchi e Po-
e promise assisterla. La monarchia risie- veri (/^.)j buoni e cattivi per elfetto della
de nel Papa, ma con tali temperamenti, sorte,cioè per gli occulti e imperscrutabili
che non viene a caso per via di cieca fortu- giudizi di Dio,rimangono in proporzio-
na, come nelle successioni ereditarie, ma nata eguaglianza. Sotto dunque questo
la costituisce un' elezione fra i più lag- governo ecclesiastico cosi bene tempera-
guardevoli personaggi del cristianesimo. to, ogni nazione,ogni persona d'ogni gra-
E sebbene dovrebbe dPapa essere, Surn- do e d'ogni ordine, può trovare oppor-
muin hotniniun, non cnpidilale, non o- tuno collocamento non bisogna però tra-
:

dio,non aids affecùbus obnoxiunt, coma scurare buoni, per tenere co' premi in
i

lo voleva anche tra gì' idolatri Io stesso continuo eccitamento la virtù; e se tal-
Tacito; pure non espediente, che sia pre- volta da'catlivi sono esclusi buoni, serve i

posto l'ottimo secondo la dottrina di s. a'ia perfezione de'secondi, che se non a-


Tommaso:Che non sempre deve preporsi vessero ripulse forse s'insuperbirebbero.
l'ottimOjCioèil piiisanto,maquelloche/70- Cosi nella mistura politica del governo
test magis conferre ad bonuni coniniune ecclesiastico, fece rislilulore divino pre-
Volere reggere il mondo
iotius Ecclesiae. dominare la forma più perfetta eh' è la

corrottocollareltitudineesalta d'una per- monarchia, dando la principale autorità


non è altro che metterlo in
fetta regola, al Papa, dal quale come dal capo volle che

maggiori confusioni e disordini, osservò dipendesse il vigoredellealtre membra, e


il cardinal Pai la vici ni nelle sue>5'/orie. Dis- che al suo impero soggiacessero, essendo
se Tacito: Talvolta la fortuna tiene oc- inoltre pel suoPr;V/iaio(/'.) sopra ogni al-
culto il principe futuro, o per meglio di- tra potenza umana e sopra gli iifuiSinodi
re: Dn'iìia prov'idcnlia fiilurum princi- {F.) generali. Dichiara però ed eccettua
peni in occulto lenet. Dio spesso fa da'car- il Bruselti due soli casi, quando vi è dub-
dinali eleggere quello tra loro, a cui me- bio chi sia tra due il vero Papa, e quan-
nu pensa vj la prudenza umana, risei vaa- do per grave dclillu dciesia si traila de =

I
sov SOV 277
porlo: su questi punii meglio è riportarsi perala dalla stessa qualità sua propria e-
al detto altrove, analogauiente a sì gravi leniva, ed all'articolo CAnniNALE e negli

aigouieiiti, poiché niuiiFapa errò in ma- alili relativi si può vedere la parte che
teria di fede, non polendo eirare secondo nella sovranità temporale vi esercita il sa-

la divina promessa. Sipuò vedeie il Ta- gro collegio. Se si costituiranno imparzia-


magna t.i, p.i77 e seg., ove parla d<rl- li confìonti, chiarameiile si lilcveià, che
l'ipotesi del Papa al governo inetto, come niun governo fece mai tanto e meglio
toccai nel voi. IX, p. 283; ed a Rinunzia quanto il governo pontificio. ÌN'on vi è con-

DEL PONTIFICATO, clissi che può farsi, Sen- trada del mondo, in proporzione della pò-
za autorilà e pcruiesso d'alcuno. Il domi- polazione,in cui l'istruzione e l'educazione
nio temporale della s. Sede è sì legittiino siamaggiore. In ninna pai tedi esso si po-
per le sue origini, e pel costante pacifico tranno numeraretanteaccaderaie.società
possesso di tanti secoli, che non la cede e istituti scientifici, arlislici elelteiai i, lau-
punto a qualunque altro, quanto si voglia te biblioteche pubbliche, musei, medaglie-
]egit(in)o acquisto di sovranità di qualsia- ri, gabinetti, come nello slato della Chie-
si principe.sugli stati che signoreggia. A so- sa. L'istruzione e l'educazione elemenla-
s(egno della temporale sovranità pontifi- re egualmente vi fiorisce, e meglio anco-
cia, in diversi tempi e ne'nostri fu scritto ra di altri gnvcini che hanno maggiori
da profondi e sommi intelletti, trionfan- mezzi. Le benefiche e pie istituzioni sono
ti difese e vittoriose confutazioni, contro innumerabili. Le tasse slesse, le conti ibu-
le declamazioni di molli maligni scrilto- zioni, i daz-i sono inferiori a quelli degli
lelli, ed anche di gravi autori in occasio- altri stali, e solo le rovinose vicende po-
ne di controversi dominii,nel parteggiare litiche de'lempi costrinsero Papi ad au- i

per la podeslà laicale con lesione enorme mentarle pe'crescenli pubblici bisogni. La
della stoiica verità e del principato del- prosperità delle finanze pontificie fu e-
la chiesa romana. Oltre i citati, altri ne dissala dalle rivoluzioni e da enormi in-

riporterò in fine. Il cardinal De Luca, Zie- dispensabili dispendi. La leva e la coscri-


lazione della Curia romana, cap. 24, di- zione militare è sconosciuta nel governo
ce in proposito. Rlollesonole bugie, le fa- mentre giavila su lutti gli al-
pontificio,
vole che vanno disseminando gli erelici governo papale è paterno e be-
tri slati. Il

egli scismatici, così pubblici, come occid- nigno. La indipendenza del Papa è re-
ti, i quali sotto la pelle di cattolici sono i clan)ata non solo per la integrità del-
peggiori, contro il gDvc-rno temporale del- l'autorità apostolica, ma ben anche f)er

la s. Sede. Al contrario alcuni eretici dì la condizione antica e moderna d'Eu-


questo secolo sono slati franchi e giusti, ropa. Tulio il qui genericamente per
e con istorie sincere e dottissime hanno brevità appena accennato, potrà ampia-
vendicatoegiustilìcalodiversiPapicalnn- menle provarsi cogli innumerabili arti-
Diati, e sostenuto la loro sovranità lem- coli riguardanti i memorali e altri argo-
porale.Ma alcuni sedicenti cattolici de'no- menti, sia del civile, sia dell'amministra-
slri tempi sono slati peggiori di quelli ac- tivo, sia del criminale. Piopriamenle la

cennati nel secolo XVII dal dotto cardi- storia della sovranità temporale della Se-
nal De Luca, mostrando un riprovevole de apostolica e del Papa, la sua origine,
astio,eda(Tastellaudo ributtanti falsità, per il progresso, le vicende politiche a cui
denigrare il governo papale, chiamando- soggiacque, tutta quanta la narrai all'ar-
lo co'piìi ingiusti e fidsi epiteti, di antica ticolo Pvoma , ed in quelli elicivi citai

odiosa servitù, di assolutismo, di dispoti- per le speciali nozioni ; laonde qui ap-
smo intollerabile della teocrazia. La f(ji ma presso, con diveise altre relative, nel re-
inoiiarLluca del governo de'Papi è tem- sto mi limitelo a generali ceunì, ed a ri-
278 sov so V
coitlare gli nrllcoli ove ne trattai di pro- delicet coronam capiti nostri, simulqnc;
posito. Phrygium, nec non super humeralc, vi-
Colla venuta di s. Pietro in Roma me- delicetlorum, quod impeiialccircumda-
tropoli del mondo, non solo vi fondò la resolet collum, verum etiam et chlamy-
pontifìcia sua sede e vi predicò la fede, dem purpuream atque lunicam cocci-
,

ma la fece centro donde da essa si potes- iieam et omnia imperialia indumenta,


,

se spargere con rapidità nelle nazioni sog- sedetdignitatem imperialium praesiden-


gette al suo dominio. Così la divina prov- tium equilum,conferentesetiamimpeiia-
videnza gittò le fondamenta del Pontifì- lia sceptra, simul et cuncta signa, atque
c<7;o{/^.) pacifico, cattolico ed eterno in banna, et diversa ornamenta imperialia,
Roma, e lo fece succedere al colossale im- et oranem processionem imperialis cul-
pero. Mentre tra le Persecuzioni [F .) il mini?, et gloriam poleslalis nostrae". In
glorioso e fecondo sangue de'martiri au- segno di riverenza Costantino I volle ad-
mentava grandemente il numero de'cri- destrare il cavallo su cui montò s. Silve-
sliani, Iddio fece ascendere al trono dei stro I:a Sovrani riportai le diverse spe-
Cesari l'imperatore Costantino lil Gran.' cie di omaggi rispettosi, resi dagl' impe-
de, e ne formò un eroe cristiano, con pro- ratori, da're e da altri sovrani a'Papi in
teggere apertamente la Chiesa e con in- pubblico per venerazione. Altri vogliono
cominciare la distruzione dell' idolatria. che l'imperatore, oltre le vistose rendile
Donò a Papa s, Melchiade parte del suo assegnate alle chiese da lui fondate in Ro-
imperiai Palazzo Laleraneiise, con ren- ma, donasse alla cliiesa romana e ai Pa-
dite bastanti a mantenere il decoro della pi, R.oma slessa e molte provincie: di tut-

suprema dignità, come diclùarai anclie a to ^ro e^co/j/ra, eziandio tiattai a Pvoma.
Famiglia pontificia, per quella che per 11 Bolgia, Breve istoria. del domìnio tem-

pubblico decoro d'allora in poi si forma- porale della Sede apostolica, ritiene a-
rono Papi. A s. Melchiade ne! 3 4 suc-
i 1 pocrifo monumento quel lo di vulgato sul-
cesse s. SiL'eslroIj che vieppiù provò le la famosa donazione di Costantino I , la

munificenze di Costantino 1, perlosplen- quale essendo spuria e non fu di fon-


falsa

dore del cultoecclesiastico e della santis- damento a'Papi per il temporale domi-
sima dignità papale cedendogli intera- , nio, e spiega in che veramente consistes-
mente e in perpetuo il suddetto palazzo se, senza tacere quelli che propugnaro-

imperiale, quando lasciò Roma per tra- no per vera la donazione e il relativo di-
sferire il centro del governo a Risanzio per ploma. Celebra quindi le liberalità e le
lui delta Costantinopoli. In tal modo po- munificenze di Costantino I verso le sa-

se ad elfetto i disegni della provvidenza gre br.silichedelSalvatoree degli Aposto-


su Roma, acciò restasse libera in potere li di Roma, da esso di ampie terre arric-
de'Papi, e divenisse metropoli delcristia- chite; e che certamente di questi doni si

nesimo, pel maggior suo lustro e univer- serbavano negli archi vi della chiesa roma-
sale propagazione. In tal modo cominciò na ogli atti originali,o autentiche copie ai
l'esistenza di Roma cristiana, la quale col- tempi d'Adriano I. Donòdunque Costan-
le sue glorie oll'uscò quelle di Roma pa- tino I a dette basiliche molte terre non
gana. Alcuni sostengono, che Costantino meno in Italia, che //«//^ mare intra par-
1 concedesse a s. Silvestro I la Tiara o tes Africae ilem in Gr accia per —
corona, che poi si convertì in Triregno dioeceses orientis, per Jegyptuni, eie. Il

( V.); altri col Biillengero, De Imperio ro- biografo di Costantino I, dai ricordati
mano, lib. -ìjCap. 6,descrivono le insegne documenti dell'archivio o sacro scrinio
imperiali concesse da Costantino as. Sil- £rt^er<7«e/j.s/,noverò distintamente quelle
vestro e successori. "Deinde diadcnui, vi- tante masse e possessioni, da lui genero-
so V SOV 279
samenle ofTerle alle basiliclie di Roma. Fea confuta e ribalte le asserzioni di IMu-
Forse epiobabilmenlefutlonotlcli'impe- ralori,che tulio di voloalla sovranità lai-

latote il patrimoDio da antichissimo tem- cale, si mostrò avverso alla pontificia. Si


po possedutodalla s. Sede in Calabria; cer- può vedere il libro d'Anastasio Bibliote-
tamente dopo tali doni, il più antico pa- cario, De ntunifucntia Conslanlini. Fa-
re quello fatto in Asia di Pioba pia ma- cendo egli il racconto de'Iuoghi e redditi
trona, prima del 432. L'avv. Fea, lidi- applicati da Costantino I alla Chiesa, per-
rilto soprano della s. Sede sopra le valli chè invece d'0//o (/''.) le lampade si ali-
di Coniacchio, e sopra la repubblica di mentassero di balsamo prezioso, di liquo-
s. Marino, difeso, p. 52 e seg., osserva ri e aromali odoriferi ci lasciò scritto. ,

che la maggior parte delle proviucie del- « Subcivitale Antiochena possessioneui


l'impero a poco a poco disciollecoll'im- Sybillinam donalam Augusto praestan-
pulso quasi coutecuporaueo delle nazioni tem solidos 322, cartadecadas i5o, a-
barbare, tornarono a dividersi in regni romatnm libias 200, balsami libras 35.
o altri modi di governi separali, restando Sub ci vitate Alessandrina possessioneni
a s. Pietro un sufljciente territorio cen- Trimialicam donalam Augusto Constan-
trale per sua dote e immunità, e per li- lino AmbroniOjpraestantem solidos 620,
bero accesso alle sue membra cattoliche cartadecadas 3oo,olei nardini libras3oo,
dell'universo mondo. Che Costantino Isi balsami 6o,aromalum libras 1 5o,storacls
allontanò da Pvoma per comando di Dio, Isauricae libras 5o. Pei" Aegyplumsub
come dice egli stesso in una legge del co- civilate Aruieniae possessionem Agapi],
dice Teodosiano, e lo registrò anche So- quara donavitConslanlino Augusto pos-
romeno, e andò a risiedere in Costantino- sessionem Panopolilen praestantem so-
poli per difendere i confini dell'impero, lidos 800, cartadecadas 4oj piperis me-
trasportandovi la sede dell'impero, non dimos 5o, croci librasi 00, sloracis libras
l'impero stesso, restato in Roma ov'era i5o,aromatum casiaelibras20o,olei nar-
stato fondato per sempre, come dopo Lat- dini libras 3oo, balsami libras 100, eie.
tanzio Firmiano, dissero Pio li, Gravina Inoltre Costantino I donò alle chiese ve-
ealtii. Che poi nel V secolo un socio del- sti preziose, vasi d'oro e d'argento. Il p.
l' amministrazione dell' impero venne a RonannijLa Gerarchiaecclesiasticacon-
stabilirsi in Ravenna col titolo d'impera- sideratanelle veslisagre e civili, a p. 453
tore d'occidente, per opporsi a' barbari e seg. tratta : Della malignità con cui al-
nelle Gallie e specialmente nell'Italia: in cuni biasimano la pompa e le ricchezze
Roma, soggetta a s. Pietro, nessuno mai de'Papi; Quanto sia lagionevoleanzi ne-
più ci dimorò (stabilmente). Perciò, e per ces.^aria la magnificenza nelsommo Pon-
essere Roma capitale anche dell impero tefice romano; La necessità delle ricchez-
rinnovato e deltosempreron)ano, secon- ze alla dignità pontificia; Che csseudosta-
dando la sua destinazione divina restò in to lasciato povero s. Pieiro , accenna il

potere di fatto de'Papi e del Senato ro- principio dell'opulenza de'Papi derivata
mano {y.), come meglio di tutti lo pro- da Costantino I, e dalle oblazioni de'fe-
vò il can. Muzzarelii; restando d'accordo deli e di altri principi. Avvertirò poi col
agi' imperatori la protezione armala , e Villorelli, che quantunque molti ritenga-
parte della giurisdizione politica, civile no per vera la donazione di Costantino
e amministrativa, per cui davano anche I, e le sue dimostrazioni di stima e di af-
aiuti e fondi di sussistenza al governo dei fetto per s. Silvestro I, e che da allora in
l'api, cioè fino a s. Gregorio II, poiché poi cominciò a risplendere la maestà pa-
dopo tale epoca le accennale giurisdizioni pale, si deve tenere presente quanto ri-

lurouo delegate^ quando si esercitarono. portai iu proposito ucl voi. XXlll,p. 3o


?.8o SOV SOV
e 3i. Al mirabile operalo della divina voleredi Dio. Ma tale fenomeno, late no-
])rovvi(!<'i)7ii,siii destini iliRoma esulla so- vello ordine di cose nellaChiesa e nel n»on-
vranilà letnporale, e clegriiniiiensi bene- do abbisognava all'indipendenza del Vi-
lizi che ne derivarono alle nazioni e alla re- cario di Gesìi Cristo. Nel ciislianesiuio
ligione slessa, egregiamente scrissero l'ar- nascente la povertà del Papa, il suo rico-
ci vescovoed vescovi dell'ecclesiaslica pro-
i vrarsi per le catacombe, bando di lui,
il

vincia di Ravennn, nella lettera pastorale la sua testa recisa dalle mannaie rapiva-
de'5 ottobre I 849 a'Ioro diocesani, ne'se- no all'esempio gli animi de'balestrati fe-
guenti termini. " Chi prestasse fede a Co- deli, ei'ano strepitoso successo a spande-
stantino IjChe pubblicava comandalogli re arnpiamenle la fede per ogni terra, a
da Dio di lasciar Roma, e fondare una congiegarle attorno seguitanti novelli, e
capitale novella, vedrebbe trasparirvi il glorificarla. Cessati cunenti di sangue,
i

celeste disegno della temporale sovrani- e finche stette l'impero ristaiualo di Co-
lìidel Fa palo. Checché sia di quel coman- stantino I, nella cui vasta estensione s'ac-
do, loslrano consiglio diabbandonare la coglieva quasi tutta la cristianità, basta-
più ningnifìca e gloriosa metropoli della rono all'esercizio del pontificato que'gra-
lena, e di piantare una 2. a Pioma sul Bo- di d'esaltamento concessigli dalle larghez-
sforo, e concepirsene il pensiero e adem- ze dc'CesarijOlFertiglida'credenli, che ve-
piersi da un uomo straordinario, da quel neravanoi Papicomegeni tutelari di Pio-
i."imperanleclie fece trionfare Croce la ma e dell'umanità. INIa divisasi la signo-
sul Campidoglio, in non v'ha dubbio un' ria d'Europa Ha nazioni diverse, e spesso
«)pera provvidenziale. Chi meglio poi non fra loro nemiche, fu mestieri sottrarre il

la scorgenel non essersi sceltaRoma giam- successore di s. Pietro da ogni specie di


mai a slabile residenza né da veruno dei sudditanza,acciò veruna non ne tiranneg-
successori di lui, né da'regi e da'capitani giasse l'azione a nocumento delle altre;
conquassanti 1' Italia, dandosi piuttosto ma libero negli studi dell'apostolica pa-
preminenza d'onoie a Milano, a Pavia, lei nità,intendendo alle particolari biso-
iìRavenna? Chi non la scorge vedendo gne di ciascun reame e di ciascuna repub-
costituirsi insensibilmente la pontificale blica, curasse imparzialmente la salute di
monarchia, senza quasi che i Papi se ne tutta quanta l'umana gente. Sempre in-
avvedessero, sovrani prima di esserlo, a falli con vennero nel la neutra le metropoli

tanto elevali pel ricorso delle genti dere- i rappresentanti delle potenze cristiane,
litte, e per gl'incarichi espressi e taciti e vi trattarono liberamente quanto con-
dei Cesari costantinopolitani ? Chi poi cerne l'ecclesiaslico regimede'diversi sla-

non riconosce il braccio diDio nel disere- ti; il qual sistema di libertà sarebbe (V uo-
tiare codesti principi delleragioni monar- po inventarsi, diceva un gran pubblicista
chiche sull'Italia, cedendone unaparleai (Pietro Joux ministro calvinista, poi cat-
Pontefici, in favore de'quali sorvennero XoVìCo), serealmente non esistesse. Cos'i la
le dedizioni de'popoli,le donazioni de're regale corona in capo al Pontefice, questo
francesi? Chi non ravvisa quel braccio nel gran cambiamento di sua fortuna, anzi-
lalto,unico nellestorie,d'XI secolidi prin- ché traviarlo dalla sua istituzione primi-
cipato frammezzo al subbisso d'ogni al- tiva, gli appresta espedienti, onde in sua
ilo impeto, non ostante le guerreascom- plenitudine adempierla caudiiamento :

pagi nai lo de'go vernanti e de'popoli, gl'i n- autenticalo nell'impero de'lempi, nell'u-
cilamenli e i conati degli eretici e de'fi- tilitàde'fedeli, nell'approvazione de'con-
losofi,lecallure,gli esilii,le fughede't*api? cil ii, nell'ossequio de'san ti, nel le discussio-
Questo vasto insieme d'eventi non si spie- ni de'dotti, nel la protezione de'monarchi-
ga, seuza lo straordinario iulerveulo del IN'el congiungimento delle c/iifli'J allo 5cef'
sov SOV 28r
tro qnnnli disasfri non si restaurarono, rl/iial podatà^^ìnvole delle nella camera
quanti benetìcii non si clitainurono snila cle'Iord ili Inghilterra dal marchese Lan-
lena! Se nelle irruzioni barbariche la na- silowne nella seduta de'20 luglio 1849).
rionalitìi italiana si conservò, se avemmo Questo è poi il vero primato à'ilalia edi
allora un italico soglio,si dovè solo al Po«- Roma, che le solleva a non contrastabile
tifìcato. Se il lìitissuliunno non dilagò sul- altezza e dominazione sull'orbe intero: né
l'intera Europa flagellandola di ruine,di vogliamo far silenzio d'una loro felice sin-
saccheggiamento, di servaggio, di tuorli; golarità, poter l'uomo della plebe venir
se i licei della sapienza anunaestratrice assunto al Triregno (punto che svolsi a
dell'universo non imbarbarirono nell'i- Pontificato)". Osserva l'autore del ra-
deve ascriversi precipuaraenle
5/rt//i/5f7/Oj gionamento sul Principato civile de Pu'
a quest'incoronato ecclesiastico. Se ven- pi, che appena concedevasi alla Chiesa

nero redente con laighi dispendi non nu- pubblica e legale esistenza nell'i tri pero per
nierevoli schiere di prigioni, se vennero la con versione di Costantino I, gl'impera-
gli sc/i/Vii'ni vendicati dal remo e dalla gle- tori quasi istintivamente sentirono il loro
ba, a lui il I ."onore. A lui l'istituzione del- trono non potere più mantenersi decoro-
la moderna civiltà; ch'ei diede ili. "dise- samente in quel luogo dove una sì subli-
gno di magnanimo ordinamento civile, ei ine sedia rizza vasi. Essi si crearono un'al-
diede le mosse alla rinascenza delle lette- tra città capitale , confessando col fatto
re, delle scienze,delle arti, e ne dilatò gl'in- non essere possibile che da lato al
stesso
crementi. Le stesse meraviglie degli anti- supremo depositario del potere spirituale
chi secoli, già disperse e sepolte, tornaro- si elevasse un'altra autorità, che nella me-
iioa vita per lui, le ospizio legalmente nei desima dimora informasse un subietto da
suoi palagi. Sebbene chi potria ridire le ini distinto. Ed è mirabile come eziandio
generose operazioni per alhontar tiranni- i barbari conquistatori d'Italia Fbandati,
di, per serenare le nazioni or arbitro or Eruli, Goti, Longobardi {^F.) non osaro-
conciliatore fra esse, per rimuovere le di- no nepp'u- essi porre in Roma, la sede del
visioni che rincrudivano fra gli ottimati e regno d'Italia. Roma insomma dacché vi-
la plebe, per patrocinare l'italica libertà, de libera e legalmente riconosciuta l'au-
ma la liliertà vera, non la licenza? Chi torità de' suoi Papi, non potè più essere
ridire gli sforzi costantemente adoperati la residenza d'alcun altro signore terre-
al divino scopo della propagazione del no. 1 Papi dunque fìno da que' primor-

/'rt/?ge/o,strappandoal tempo stesso i sel- di cominciarono ad essere potenti in Pio-


vaggi dalle nati ve loro caverne, iniziando- lua anche temporalmente, e questa loro
li a ci viltà? Ma a tanti e sì vasti imprendi- potenza venne di grado in grado sem-
nienti non bastevole il desiderio, la scien- pre più sviluppandosi e stabilendosi co-
za, la pietà, era uopo nel l'onlefice la do- me per insita forza, quasi senza opera
vizia e l'impero. Quindi nella reggia del di mano d' uomo, ed eziandio a malgra-
f 'alleano s\ ammirala più vetusta, la più do di quelli slessi che ne venivano inve-
legittima, la più sagra, ed all'umanitario stiti; ad onta che Papi si sforzarono
i

avanzamento la più profìcua monarchia, sempre a più potere di conservare a'gre-


necessarissima nell'attual condizione del- ci imperatori almeno 1' alto dominio su

la Chiesa e del mondo. I fedeli d'ogni pla- Roma, e solo dalla forza delle circostan-
ga vi vagheggiano una delle maggiori o- ze furono costretti a pigliare interamen-
norificenze loro, il principato politico di te per se ciò che loro olTrivano i popoli,
tutta (|uanta la cristianità; e vegliano, e ciò che loro la debolezza e l'incapacità di
debbono vegliare acciò un influenza lem •
que' degeneri monarchi abbandonava,
porale non ne diminuisca o alien la spi- ciò che solo la virtù e il senno della chie-
VOL. LXVIl. da
282 SOV SOV
sa jomann poteva salvare dall'imminente cacciò dalle loro chiese gli eretici nova-
rovina. ziani, ed i pelagiani tfóll'llalia, per cui hi

A Roma rilevai quanto la Chiesa era di- storico Sociale scrisse, che il patriarca di
venuta ricca a tempo di s. Damaso I, Vn- Alessandria e il vescovo di Roma la la-

pa del 3G7; e che pel zelo religioso «lel- cevano da principi secolari. Papa s. Leo-
I imperatore Teodosio I, morto nel 3f)j, ne I Magno nel 4^ ' > invitalo dall'impe-
il cultocatlolico divenne unico in Iioma, ratore Teodosio 11 a presiedere in peiso-

per cui moki edifizi furono da'Papi con- na il concilio generale di Calcedonia, se
sagrali al cullo cristiano, e provveduti di ne scusò con dire che la sua assenza pro-
ricche suppellettili, conservandocosì lau- dotti avrebbe in Roma de'toibidi, e che
ti avanzi della romana splendidezza che gli affari ancora temporali non glielo per-

altrimenti sarebbero periti. Il i ."Papa che mettevano. Questo lo riporta p. Tama- il

s'ingerisse ne'pubblici affari politici diPvO- gna 2, p. 5^, per provare chea quel-
t.

ma fu s. Iiuiocenzo 1, il rpiale nell'asse- re[)Oca già Papi vi esercitavano atti di


i

dio che ne fece Alarico re de'go^/ nel 4o8> giurisdizione temporale. INIa vi è di piìi,s.

dopo aver confortato e consolato il popo- Leone per ben due


I volle sottrasse R.oma
lo,mosso a compassione de'raali che gli dall'estremo esterminio, allorquando si

sovrastavano, si esibì d'accompagnare gli portò incontro ad Attila re degli unni, ac-
anibasciatoricheil senato romano invia- ciò ritirasse il suo esercito dairitalia,e l'ot-

va a Ravenna all'imperatore d'occidenle tenne; e nel fienare le crudeltà Clq van-


Onorio, acciò approvasse la capitolazione dali nell'invasione della città. Papas. I-

ch'era stalo costretto a fare con Alarico, laro del 47' costrinse l'imperatore An-
per cui fu pure il .°Papa che intraprese
i temio a non permellere le adunanze de-
viaggi per utile di R.oma e della Chiesa, gli eretici macedoniani, chea vea seco por-

onde il novero che ne fece il Gusta, nei lato in Roma. Poco dopo e nel 476 O-
'
llaggi de Papi, l'incomincia con questo doacre re degli eritli, in Ravenna estinse
d'Innocenzo 1. Benché non ottenesse il l'impero d'occidente, e fecegovernare R^o-
bramato intento, la sua dimora a Raven- ma pe'suoi luogotenenti, quindi le città

na riuscì vantaggiosa alla Chiesa e a'po* e Provincie limitrofe formarono, secondo


poli, consigliando l'iuiperatore a pubbli- le pretensioni poco fondate d'alcuni, il du-

care molle leggi in favore degli oppressi cato romano, sul principio del quale me-

e in sollievo de'carcerati, come pure con- glio è vedereRoMA, ove narrai il progres-

tro i seguaci dell'astrologia giudiciaria, sivo principato temporale de'Papi,qui ap-

che gravi danni recava alle anime e alle pena accennandolo come notai. Cosi la
sostanze del popolo credulo, laonde i lo- divina provvidenza andava gradatamen-
ro libri furono bruciati, ed esiliati dal- te maturando i desti ni dell'alma città, per-

la citta i superstiziosi pertinaci. Se il Pa- chèdivenisse pacifico e principescodomi-


pa per l'ostinazione dell'inìperatore, iu- nio slabile della chiesa romana e de' Papi.
iluenzalo dal favorito ministro OIim[)io Papa s. Gelasio Idei 492 liberò dalla fame
eda alcunieunuchi, non potèsalvareRo- Roma, e s'ingei 1 in diversi alfari tempo-
ma dall'eccidio de' goti, tornato in essa rali, ed abolendo le fe>te lupercali sostituì

procurò sollevare il popolo dalle patite ad esse quella della Purificazione (l.). A
calamità, econ tutto l'impegno die ope- suo tempo nei dominio degli eruli suc-
ra a ristaurare le chiese rovinate, ornan- cesse Teodorico re de'goti nel 49-- ^"'
dole di nuovi lavori e di preziosi utensi- che s. Simmaco del 49*^ esercitò iu Ro-
li. Il successore s. Zosimo ottenne da O- ma molti alti di giurisdizione civile, co-
uorio che fossero espulsi da Roma gli c- me si apprende da Anastasio Bibliote-
letici pelagiani: e s. Celestino 1 del 4^3 cario. Eletto nel 5i4 s. Ormisda, rice-
so V SOV 283
velie una corona d'oro da Cloiloveo I re al pontificalo Pelagio I, già benemerito
de' franchi : meglio ne parlo a Stati e de'roinani suoi concittadini; mostrò nelle
«EGM TRIBUTARI ALLA S. SedE. Il SllCCeS- sue lettere, e in ispecie a Narsete, quanta
sore s. Giovanni I nel 525 si recò in Co- premura egli ebbe pel pubblico bene. Nel
stiiiitinopolì, e pel primo Papa coronò 5Go gli successe Giovanni 111, il quale tan-
colle insegne imperiali l'impcraloie, che to si adopiò con Narsete, che da Napoli
fu Giiisliiio I, il quale gli rese rpiegli o- 10 ricondusse a Roma, donde era partito
maggi come fosse s. Pielro, ed onorò il disgustato dall'ingratitudine de'romani.
Poiilefice romano con gran pompa delle Questo Papa vide la calata de'/o/?g^oZ»a/Y/i

vestiaugustali, concedendone l'usoanche in Italia nel 568 condotti da Alboino loro


n'successori.Papa s. Giovanni II del 532, re, che fatte diverse conquiste si stabili-

secondo CassiodorOjSoccorsei romani nel- rono aPa via, tenuti lontani da Roma dal-
la careslia, e trailo diverse cose lempo- l' energica vigilanza del Papa. Maggiori
1 ali. Quanto I*apa s. Silverio fece a van- furono le prestazioni di Benedetto I che
taggio di lìo/iia nella guerra gotica , lo gli successe nel 574, e la sua grande in-
dissi in quell'articolo, poiché i l'api avea- gerenza negli affari politici e civili di Pio-
no acquistata autorevole preponderanza ma. Altrettanto dicasi del successore Pe-
temporale, per le loro paterne soUecilu- lagio lì del 578, e fece tregua co'Iongo-
diiii e beneficenze col popolo, in halia del bardi che scorrevano per la campagna di
le in uzioni barbariche, tulelandouegl'in- Roma, dopo essere ricorso a ChilJeberlo
teressi, alimentando i poveri, ornando la 11 rede'franchi perchè rompesse l'allean-
città co'sagri templi. Già la chiesa romana za co'Iongobardi. Ormai il Papa in R.on»a
possedeva pingui Palriinoiii della s.Sede
i provvedeva il meglio che poteva alla di-
[r .),c l'apa Vigilio del 540 spedì il car- fesa e governo della città, onde Pelagio
dinal Sebastiano in Dalmazia, quale eco- IIj sottoil quale e per sua opera sembra

nomo e curatore di quel patrimonio, e propriamente incominciato il ducato ro-


dell'altro che la chiesa romana possedeva niano e la sua vera epoca, ottenne dal-
nella provincia Prevalilana, cheavea per Timperatore Maurizio l'istituzione d'uu
metropoli Scodra Sculari. Nel ponlifi- duca, e d'un comandante o sia maestro
catodi Vigdio il capitano Narsete con l'e- de'soldati pel governodiRoma, mediante
sercito dell' imperatore greco d'oriente le traltative del pontificio
pocrisario a J
Giustiniano 1 vìiinc i goti, e Roma con l'I Costantinopoli, che fece comprendere a
lalia tornò alla dominazione del greco im- quella corte la necessità di difendere Ro-
pero; ma la sede del governo che poi prese ma contro le insolenze longobardiche ,

il lilolod'Zi'5<7/c^/o, fustabilitain Raven- senza speranza d'aiuto dell'esarca di Ra-


na con VEsaica. Quel Papa invocò dal- venna, che appena poteva difendere l'esar-
l'imperatore la dilésa di Roma control cato; uiagistrati che direttamente |)0Ì si

goti, ed altrettanlo fece con Chiidcburlo spedirono da Costantinopoli, perchè Ro-


1 re de'franchi, a mezzo d'Aureliano ve- inae il suoducalo non dipendevano pro-
scovo d'Arici. Vigilio ebbe non poca in- priamente dall'esarca di Ravenna, ma era-
gerenza negli affari politici di Roma, di- no immediatamente soggetti all'impero,
cendo il Pagi all'anno 554, n.°5: Che il come dichiara DeiMagistris,05?eri'az/o«i
Papa, cum ini perotore serio egil de uni- dell' origini della inonela e della zecca
verso provincioeacpraescrimi urbis Ro- pontificia. Tultavolta meglio è leggere
inanae regimine inelioreni inforniani /e- Ravenna e Roma. La Civillà callolica nel
r/wce/jfZo. Giustiniano I raccomandò al Pa- t. 1 della 2.'^ serie, p. 656, encomia il eh.
pa \ igilio e al senato l'ispezione de'pesi Carlo Troya per le sue opere e partico
e misure di Rooia. Nel 555 fu assunto lurmenteper il Discorso della condizio-
,

284 sov sov


ne de romani vinti da' longobardi, pub- nizio al sistema feudale, rimase il Papa
blicalo nel 1842, e neh 843 V Appendi- quasi capo civile di Roma, e per esso i ro-

ce j non che pel Codice diplomatico lon- mani, non come soggetti, ma dopo che s.
gobardo dal 568 al 774» ^<"* ""'^ stori- Gregorio I ottenne pace e tregua alle de-
che, osservazioni e dissertazioni , ordi- vastazioni de'barbari invasori, comecom-
nate principalmente a chiarire la con- pagni si collegnrono co'Iongohardi e col-
dizione de' romani vinti da' longobardi e l'esarca Longino. In unaletteradis. Gre-
la qualità della conquista, Napoli 852. 1 gorio la'palriarchid'oriente,chiarainen te
]|Troya fu pure lodalo dal celebre Ales- fa loro conoscere che al Papa era annessa
sandroManzoni, onde si verificò quel lau- anche la cura de'pubblici affari, e quanti
dari a laudato viro di Nevio, ed autore ne trattò Io raccontai a R^oma. Al citato
del Discorso storico sopra alcuni punti articolo Patrimoni ne enumerai 23 e in
della storia longobardica in Italia, Mi- varie parti quelli che trovò s. Gregorio I,

lano 845. 11 Troya colla sua imparzia-


1 e molti colle Regalie superiori che dichia-
lità storica toglie gli errori e pregiudizi rai,per l'alto dominio che Papi vi eserci- i

che scemavano la riverenza verso de'Pa- tavano di sovranità edi amministrazione


pi contemporanei de'Iongobardi errori ; della giustizia a mezzo de' Difensori e
che sparsi da uomini famosi si vennero Rettori{T'.) e altri primari chierici della
a mano a mano dilatando, fino a pren- chiesa romana. Fuquindi graveabbaglio
der forza d'assiomi. Così invece delle ru- di Muratori nel credere che patrimoni i

giade e delle beatitudini predicate a fa- della Sede non consistessero che in sole
s.

vore de'Iongobardi da Machiavello ne- masse, poderi, case e censi. Queste regalie
mico fiero del dominio temporale de'Pa- sovrane in parte cedute dagl'imperatori
pi; invece de'panegirici di Muratori, al- greci, furono in uso e anteriori a' Feudi
tro avverso alla signoria de'Papi, esage- eA a f^assalli, come }^vo\o il Borgia nelle
rando la beatitudine goduta dagl'italia- sue critiche e dotte opere in difesa della
ui sotto que'barbari, il che servì a'nemi- sovranità temporale della romana chiesa.
ci più accanili de' Papi per calunniarli Del godimento di queste regalie conviene
malignamente come odiatori del princi- lo stesso Muratori, che pe'primidebbonsi

pato della romana chiesa; si troverà in noverarci Papi e la loro sovranità. Inoltre
vece ad ogni passo distruzione di città a Regalia parlai delle signorie temporali
spopolamento di campagne, strage di no- possedute d' ambo i cleri, nonché dalle
bili e di sacerdoti, profanazione di templi, Religìose,fi\An(\\o con prerogative di so-
fughe preci pi tose ed esilii, insomma l'Ita- vranità. Anche Bercaslel, Storia del cri-
lia ridotta da'longobardi a tante miseriee stianeùmo, t. 8, n.^ la cura1
07, riconosce
desolazioni da richiamare alla memoria che s. Gregorio Ilempo-
prese delle cose
gli ultimi giorni diGerusalemme.Ripiglio rali,e che la s.Sede possedeva allora molte

la mia narrativa. Dopo tutte queste in- terre in Italia, in Sardegna, in Sicilia, in
dicazioni sull'ingerenza de'Papi negli af- Corsica, e fino nell'Africa. Dichiara che
fari politici di Roma, è provato ch'è falsa il Papa non reputò alcuna fatica indegna
l'opinione di coloro che ne ascrivono il di se per tenere in buono slato tutti questi
principioas. Gregorio! del590 per l'ami- fondi, ed è degna di somma ammirazione
cizia che avea coll'imperatore Maiuizio, la sollecitudine paterna con cui suppliva
contratta quando era apocrisariodel pre- all'immensità di queste minuzie, malgra-
decessore. Già al suo tempo i Papi erano do l'importanza dellealtre sue occupazio-
in possesso di molta autorità temporale, ni, piene di tratti misericordiosi di giu-
anzi dopo la venuta de'Iongobardi, che stizia edi fermezza. Eccone un tratto che
divìdendo l'Italia in più parli diedero i- leggo ili Rinaldi all' unno 593, n.° 85.
sov SOV 285
Avendo Papa concesso n ricliiesla dei
il do erano da'Iongobardi minacciate. L'A-
re franchi un piivilegio al monasteio di cauli. Della zecca pontifìcia, e del leni'
Soixsoiis, facendolo capo de' monasteri potale itoniinio e so^-raniià della s. Sede
di liitta la Francia, ed esente da qualun- ne'propri siali, confutando le false opinio-
q(ie giurisdizione, nel diploma dichiarò ni di coloro che pretesero asserire, che in-
le pene contro trasgressori de'snoi or-
i nanzi le donazioni di Pipino non avesse
dini. » Se alcun re, superiore, giudice o duminii e signorie tecnporali la chiesa ro-
qualche altra persona secolare violerà o mana, come Morino, Natale Alessandro,
dispregierà decreti nostri, ovvero inquie-
i Le Diane, Fleury Muratori, meritevoli
,

terà o turberà i religiosi, o in altra gui- di grave censiua, co'ÌNIaurini riferisce che
sa contravverrà, sia privato dal suo ono- a'tempi di s. Gregorio I, le città di Napo-
re, di qualunque dignità o sublimità egli Otianto,Terracina,Nepi e Gallipoli fos-
li,

si sia". Soggiunge Rinaldi. » Ecco che al sero suddite della s. Sede, perchè tjuel Pa-
romano Pontefice s'appartiene di far leg- pa vi dispose tanto il politico che il mi-
gi, alle (poli non ubbidendo re sono i litare, deputando tribuni e altri ministri
priviiti del regno. La quale minaccia era per governarle , e soldati per custodirle.
solilo s. Gregorio I d'aggiungere agli al- Tuttavolla modifica le asserzioni de'Mau-
tri privilegi conceduti a'monasteri o agli dicendo che s. Gregorio I tutlodispo-
rini,

spedali, cioè che i re contravvenendo fos- neva in Napoli a nome dell'imperatore


sero privati del regno". Un esem|>io mi d' oriente, in Otranto e Gallipoli coman-
ramuientoaverlori[)ortato nel vol.XLII, dava a'soli ministri e operai di certe mas-
p. 4<^, per l'ospedale d'Autun, parimen- sarie spettanti alla chiesa romana. Certo
ti in Francia. Osserva il p. Tamagna ci- è che Gregorio I avea giurisdizione sui
s.

tato, che quando s. Gregorio I contro i governatori delle provincie, ne sorveglia-


suoi sfòrzi fu eletto Papa, parlando di sua va la condotta, nominava allecariche,spe-
promozione diceva : Piangete, piangete diva presidi e truppealle provincie stesse
perchè qui sono tante le occupazioni di e intimava loro di ubbidirli. Laondechia-
questo mondo, chea motivo dell^ordine ro apparisce, ches. Gregorio I, come mol-

episcopale mi vedo quasi staccato dall'a- li suoi predecessori, s'ingeriva altresì ne-
more del mio Dio. INè credasi che per la gli affari puramente temporali, li maneg-
parola mondo intenda i soli affari eccle- giava e concludeva come principe ne'suoi
siastici; no,egli parla di qiielleoccupazioni stati, s'intendedi molti con subordinazio-
nellequali lo involgevano i longobardi fu- ne alla podestà imperiale,la quale vede-

riosi depredatori di tutta l'Italia, e che sì va ne' Papi il padre de'popo-


difensore e il

spesso colle loro scorrerie minacciavano li che r imperatore trascurava e abban-

homa.Conquestiegli concluse la ricorda- donava alle depiedazioni longobarde. A


tacelebre pace,e curando l'annona piovvi- Raven.va parlai de'rapportide'Papi cogli
deRoma di vittovaglie;ondedalpesosenti- esarchi, che più volte aiutarono e difese-
vasiaggravatodi tuttoil clero edell'intero ro. Ricusando s. Sergio I di approvare il

popolo. Non conoscendo altra politica che concilio tenuto in Trullo nel 691, l'im-
quella d'un vescovo, impedì piìx volte la peratore Giustiniano I mandò in Roma il

slrage di tutti i longobardi, sebbene fieri suo protospalariocoll'esercito perchè con-


e mancatori di fede, onde col frequente ducesse il Papa in Costantinopoli, ma i-
trattar con essi dichiarò essere divenuto gnominiosamente da'romani
fu cacciato
loro vescovo anziché de'romani. Egli spe- e da'ravennali; e questa fu che la i.^ volta

dì Costanzo alla difesa di ÌNapoli, ed in- gì' italiani si o[iposero apertamente alla
combcuzò vari vescovi della difesa delle potenza imperiale in favore e difesa de'Pa-
uiura romane, e le fornì di truppe quan- pi, come alfenna Paolo Diacono, De gè-
28(i S OV SO V
stìx Longohardornm, lib. 6, cap. i i. Al- done emenda, gli scrisse queste memora •

treltanlo avvenne con Papa Giovanni VI bili parole. " Sappiale che i Ponlefìci io-
eletto nel 701, rjnando l'imperatore Ti- mani furono in tulli i tempi medialori
l)erinAbsi maro colla forza voleva ottenere ed arbitri della pace fra l'oriente e l'oc-
quanto bramava da lui, nel modo clie ri- cidente; ch'eglino sono anche oggidì per
portai a PiOMA, dichiarando come insor- così dire il muro maestro che unisce idue
gevanogl'italiani contro i greci per la sal- popoli fra di loro, e che gl'imperatori ai
vezza de'l*api,i quali ne doverono mode- (|uali voi succedeste, diflicilmenle avreb-

rare lo zelo e salvarono dalla morte più bero ottenuto la pace, se non si fossero

capitani imperiali. Giovanni VII del joS abbandonati alla fede de'sommi Ponte-
otlenneda Aribertorede'longobardi, con fici". L'imperatore continuando a perse-

diploma scritto in caratteri d'oro o d'ar- guitare ferocemente la religione cattolica


gento, l;i restituzione del ley^/^/CosfV (/"'.), con inaudite crudeltà, comandò l'uccisio-
da'mcdesimi tolteaila chiesa romana che ne del Papa, epiìi volle macchmò il suo
n'era signora; e IMuratori sempre vago di eccidio. Saputosi ciò da'solilali ravennati
oppugnare la temporale giandezza de'Pa- dell'Esarcato, della Pentapoli, della Mar-
pi, pretese che fossero un semplice allo- ca, e da quelli del ducato romano, tulli

diale, consistente in poderi, case e censi, presero l'energica difesa del zelante S.Gre-
con troll sentimento di al tri ri prodotti dal- gorio li; protestarono morire per la fede,

l' Acami a p. xu, colla confutazione sua ed esorlarono il Papa ad eleggere un al-

dell'asserto di Muratori. Narra il Borgia, tro imperatore in Italia, tutta inorridita


Difesa .p.n'j, che Papi dopo spento l'im-
i dagli eccessicommessi dal furioso Leone
pero d'occidente eransi incaricati della di- III. ]Ma ils. Gregorio li non vi
benigno
fesa de' popoli contro le oppressioni dei acconsentì, anzi lo vietò, ed impedì la ri-
barbarie specialmente de'longobardi, da l)ellioiie degl'italiani. In seguito imper-
che gl'imperatori d'oriente non assisteva- versando nella persecuzione l'imperato-
no loro né con denari uè con gente. A
, re, avendo persino oltraggiati e imprigio-
que'tempi la Repubblica (/^^)romana Iro- nali i legati apostolici, per le amorevoli
"vavasi già incorporata colla chiesa di s. esortazioni che non cessava di rinnovare
Pietro eil Papa era il suo capo, il quale di- il Papa pel suo ravvedimento esaurite ;

sponeva delle pubbliche cose e faceva , quindi da Gregorio II le ripetute e pa-


s.

guerra epaceindipendentementedal gre- terne ammonizioni con Leone III, prese


co imperatore, al dire di Borgia. Il suc- la difesa de'popoli da lui vessali, special-
cessore Sisinniodel 708 stabilì di risto- mente dell'Esarcato e dellaPentapoli,i:he
rare le Mura di Rotila [f^.], per avervi sod'rivano non meno da'greci cheda'Ion-
ima specie di dominio temporale, prepa- gobardia loro imitisi. Quindi per serba-
randone materiali, il che pose ad elìetto
i re l'Ilalia illesa dall'eresia, e tutelare la
il gran s. Gregorio II {^f^.) romano del religione cattolica, al diredi alcuni, do-
7 i5, col quale finalmente ebbe principio po di aver invocalo l'aiuto di Francia e
stabile e formale il principato sovrano e di Carlo Martello (ovvero questo lo ri-
indipendente della s. Sede e de'Papi. chiese poi contro i longobardi), nel 726
Avendo l'empio imperatore Leone III circa s. Gregorio 11 scomunicò solenne-
Y Isaurico^Qv sostenere gli eretici Icono- mente Leone IH, come eretico e perse-
clasli^r.) insultando la Divinità, dichia- calore della Chiesa, assolvendo gl'italia-
rata guerra crudele al culto delle sagre ni dal giuranieulo di fedeltà, e secondo
linniagini[V.)e delle saiile/ie//^<aV(F.)j le pretensioni d'altri, anche dai liibuli;
palerniimenle il Papa Io ammonì a de- però meglioè ritenersi che gl'italiani non
sistere dd luulu iniijuilà, e non ollenen- bi crederono perciò più tenuti a tale ob-
so V SO V 287
bligo, come giustamente sostiene Borgia vendo l'imperatore tolto al Papa le ren-
n<;lla Breve istoria del dominio lenipo- dite di Sicilia, romani ricusarono di pa-
i

rtile (telili Stuie aposlolicn, p. 269 e seg., gare imperatore ogni tributo, e di-
all'

»' non die il Papa ve gl'iniluccsse, il qua- thiaiarono che lo pagherebbero al Pa-
le invece usò tuoltissinia moderazione in p;i, che riconobbero in sua vece e f(uono
questo turbamento di cose, e cercò ogni anche a sostenere una guerra per
pi onli

industria di contenere i popoli, per quan- mantenere la loro risoluzione. Che l'iin-
to lecircostanze portavano, uell'ubl/idien- pcratored'oriente,vedendo sconvolta Ra-
73 dell'unpero, come toccai a Uoma. Im- venna, poi la Penla[)oli, indi liilla Ila-
perocché mentre s. Gregorio II, distin- l'abbandonò a se stessa; e niciilre
liii, i

guendo i doveri delia religione da quelli longobardi e taluni avventurieii si lan-


dell' ubbidienza civile al principato, in- ciarono sopra per conquistare (piesta e
giungendo a'popoli la costanza nella fe- quella parte, vedendo gl'italiani guasti e
de in ciò che onora Dio ed santi suoi, i rolli tulli gli ordini antichi, sentirono la
nel tempo slesso espressamente inculca- necessità di provvedere alla propria con-
va l'amoree la fede verso runpero,secou- servazione, e si rivolsero al Papa come
dochè aderniano non potbi scrittori. Ri- ad un Salvatore preparato dalla provvi-
bellatasi l'Italia all'indegno principe e al denza. Il Fea sostiene, che il Papa secon-
giogo greco, per provvedere alla propria do la destinazione divina era divenuto di
siciuezza molle città si eressero in signo- fatto sovrano di Roma dopo la parten-
rie private con propri magistrali, dopo za di C(^slanlino che im-
I, e perciò dice
espulsi gl'imperiali, e Roma con tutto il propria mente gli scrii tori chiama rono de-
suo ampio ducato, che da gian tempo a- dizione de'popoli, e spacciala come il più
vea sperimentato l'eflicace prolezione dei antico titolo e la più antica ragione del
Papi, spontaneamente acclamarono so- dominio degli stali spettanti alla romana
vrano temporale s. Gregorio II e la chiesa chiesa. E
Borgia dichiara che il ducalo
romana, prestando i popoli a lui il giura- romano venne in potere de'Papi e della
mento di fedele sudditanza e ubbidienza s. Sede, non per dono di alcun princi[)e,
nel medesimo 726,0 nel 7 '^8, ovvero nel ma per dedizione spontanea de' popoli,
73o seconilo le diverse opinioni; anzi al
j che per cercare la comune salvezza si sot-
dii edi altri i ronìani confermarono ilL^on- trassero dagl'imperatori greci nella perse-
lelice nel reggimento della capitale e del cuzione della fede catto! ica, ponendosi sot-
suo ducalo, che già governava nel do- to la prolezione del Papa e facendolo ca-
minio imperiale, come dichiarò Gregorio po della repubblica. Il celebreOrsi, Z>(7-
I, siccome ingerenza che si commetteva /' origine del dominio e
della sovranità
a chi veniva assunto ai ponlilicalo, con de' Pontefici p. 64, dimostra che fu allo-
amplissima giurisdizione del governo po- ra lecito a' popoli di difendere eziandio
litico e ci vile, sia per la gran distanza della colle arn)i alla mano la cattolica religio-

sedeimperiale,sia per la probità, capacità ne dagl'insulti e dalle violenze degii ere-


e sommo ascendente che godevano i Fa- liei imperatori; e che i metlesimi popoli
pi in Italia, e sopra gli slessi longobardi ebbero per la loro sollevazione contro tali
che aspiravano incessantemente ad insi- imperatori iconoclasti,e per sottrarsi dal-
gnorirsi di Roma. Cos^i io questo magna- la loro ubbidienza un più specioso mo-
ni«no l'apa S.Gregorio II, e non senza sua tivo, che contro gl'imperatori gentili e
ripugnanza,ebbe più slabile orìgine il do- gli altri principi eretici. Indi l'autorità
minio temporale, argomento con più dif del governo e la direzione degli alfari ci-
fusione tliscusso a Roma e ne'relativi ar- vili e politici di Ruma e suo ducalo ri-

ticoli. Alcuni sloi'ici riferiscouu, che a- siedette sempre ue'l'api, che l'esercitava-
a88 SOV SOV
no liberamente assai prima delle spedi- principato temporale de'Papi, lo celebrò
zioni in Italia di Pipino le de'tVanchi per lo stesso Voltaire, il più grande nemico
ricuperare e difendere dagl'invasori lon- ch'ebbe la religione nello scorciodel pas-
gobardi dominii temporali della roma-
i sato secolo: Essai sur l'hisloiregén. »» Eia
na chiesa. Il dolio Marangoni, lìler/iorie l'interesse del genere umano che esigeva
di Civitanuova p. 238, dice che nel 72C) i codesto freno a contenere i principi e as-
popoli delle proviucie dell'Emilia (por- sicurare la vita de'popoli. I Papi mostra-
zione della Lombardia che si estendeva vansi quasi sempre superiori ai loro se-
da Rimini sino a Pmce/zz^r, citta che con colo.... essi lìromolori delle arti essi

Parma facevano parte dell'Esarcato, co- legislatori. L'Europa va loro debitrice del

inedichiaraine'loroartico!i,ad onta del- proprio incivilimento, d'una parte delle


la ripugnanza di Muratori), della Penta- migliori sue leggi, e di pressoché tutte le

poli e del Piceno, giustamente scossero il scienze". 11 De Magistris dimostrò all'e-


giogo ÌQ)pcriale e de' longobardi, come videnza r esistenza della Zecca pontifi-
principi eretici, esi posero sollo la pro- cia (f^.), fin da'teoipi di s. Gregorio II,

tezione e difesa del romano Pontefice an- contro ÌMuralori seguito dal Carli, che fal-

che nel dominio temporale. E per tale samente affermò che i Papi ne ottennero
spontanea dedizione, secondo il comune il privilegio dagl'imperatori greci, con
consenso degli scrittori, acquistò la sede questo elogio. » Zecca che non ebbe ad
apostolica il dominio temporale delle pro- incominciare oda usurpazione o dalla for-
\incie suddette, e specialmente del du- za, oda qualche imperiale diploma, e ad
calo di Spoleto e della Marca o Piceno. alcuno soggetta, ma dal couìune consen-
Laonde opporlnnamenle riflelte il dotto so de' popoli, che scossa la tirannia dei
Marchetti, Dei denaro straniero che l'/e- greci, riconobbero per loro sovrano il ro-
ne a Roma, p.17. » Che il Papa oggi e mano Pontefice". A Moxete pontificie
da gran tempo si trova senza controver- dissi delle battute sotto s. Gregorio li, ed
sia essere il più antico possessore de'suoi a Medaglie pontificie, che sebbene an-
dominii, né vi è in occidente o in oriente tichissime la collezione esistente appena
famiglia alcuna alla quale egli non possa incomincia da Martino V. Seguitarono a
dire: Gli antenati vostrijO non eranOjO cer- battere monete gl'immediati successori
tamente non dominavano sopra un pal- di s. Gregorio II, cioè i ss. Gre:orio III e

mo di terra, allorché i predecessori miei Zaccaria, percui non sideveritardareque-


erano né più né meno assoluti sovrani del sto di ritto sovra no,e il principio della zecca
ducato romano e delle eslese sue dipen- pajìaleallribuirloa Stefano II, come pre-
denze". Scrive Sismondi, Hist. des Fran- tesePagi, uno de'sosteni tori, cornei' A caini,
cois. » Abbandonati da' Cesari popoli i essere d* imperiale origine la sovranità
d'Italia, non ebbero questi più sicurezza pontificia, mentre il Carli e il Baldini erro-

che all'ombra della Croce, né altra tutela neamente avereAdriano I battu-


scrissero

più accetta che quella delle saule chiavi, Disopra già in-
ta la I. ''moneta pontificia.

e la sovranità de'Papi sorgeva da' titoli dicai che iPapi per onorare nuovi im- i

più rispettabili, da quelli cioè delle vir- peratori creati da loro, e per attestare la
tù e de'benefìzi". Cosi la provvidenza di- confederazione strettissima tra la Chiesa
vina costituiva il Pontefice padre e re di e l'impero, non per dichiararli sovrani di

un popolo eletto; così Roma, spenta del Roma, vi posero loro nomi senza il mi-
i

tutto la sua servitù pagana, diveniva li- nimo indizio di sovranità. Infatti abbia-
bera dominatrice de'liberi redenti, e pa- mo che l'itòperatore Valentiniano III e-

tria comune ove ogni fedele é cittadino. spresse nelle sue monete Massimo Petro-
Lo ivolgimculo e il piogressochefece il nio suo primario cortigiano, e Bonifazio
-

SOV SOV a.S9

conte dell'impero; e cos"] anche Ginslinia* mento della temporale potenza de'Papi,
noi vi espresse il tjruii capitano Uelisurio; non ricorse già al possesso non interiol-
ina ciò feceio per onoiaiii. Moltissime to di oltre a i i secoli di questi dominii,
sono le primitive monete pontificie senza non consenso de'popoli e de' principi
al
il nome deir//7//;e/Y2^o/e{/^.), ove l'enu- dEuropa, che hanno riconosciuta que-
merai, e se leconiò il senato romano, Tot- sta sovranità; ma per dirigere le prove
tenne dal Papa per privilegio, per culi della dimostrazione, donde insoigono le
Papi ne' monumenti la cliiamano hju- impulazioni date a'renioti principii della
lieta loro: il Carli addottrinato dal Mu- dominazione temporale pontificia, risaPi
ratori pretese insegnare, che le monete quell'cpoclie da cui prese mossa il sagro
Col solo nomedel Papa, senza quello del- pi incipatojquindidiscussegliaweniinen-
l'imperatore, le batteva il senato vacante ti che lo prepararono,sepaiando idee dai
l'impero; gravissimoabbaglio combatta- dee contuse dall'astuzia avversaria, o da
lodalDeMagislris nelle055eri'^3/o'2fr/('/- diletto secondo lui di accorgimento, o fal-
la moneta. Fra le belle, dotte e critiche se idee di taluni per altro egregi e ben in-
opere pubblicate a'nostri giorni da mg.r tenzionali sciittori; ilisputò precisamen-
IMario Felice Peraldi, in difesa del tcm- le con limpida chiarezza sul campo della
poralegoveinodegli ecclesiastici e che ri- questi<jne , colle armi del buon senso e
corderò infine, qui è indispensabile ch'io della storia, per rendere giustizia al vero,
faccia memoria e dia un cenno del Di- dileguando i garbugli ingannevoli f\t\-

scorso apologetico sali origine della lem- l'impostura e dell'abbaglio, separando gli
j)oral clotninazioiie de Papi, contenuto elletli di una causa dagl'impulsi di un'al-
nel t. 1 de'suoi Opuscoli, bastia lyi'- *''•; ribaltendo altresì le livide imputa-
L' invidia eterodossa contro la s. Sede, zioni della fellonia intollerante della sog-
non risparmiandola neppure alla di lei gezione al più mite de'governi. Convie-

tempoiale possanza, non cessa di ripro- ne mg.i" Peraldi che il cominciamenlo di


durre le già tante volle ripetute sue im- un piii ampio pulere civile e politico so-
])utazionidi viziala origine di tale acqui- ])ra diPiouja e delle sue dipendenze per
sto e dominio, che vorrebbero farlo o- parte de'Papi, deve fissarsi in s. Grego-

pera della rivolta e dell'usurpazione. Non rio II nel 726, reggendo l'impero greco
si reggono però le maligne sottigliezze di Leone III; come pureconvienecl'.eil ge-
lali novatori a fi onte d'un lume cosi fui- verno in persona de'Papi era principiato
gido, qual è quello che ci disco|>re le pri- da quasi due secoli innanzi, rilevandolo
me e legittime fonti della pontificia so- dalle lettere di s. Gregorio I, che ne parla,
vranità.Se eglino confondono idee, per- non giàcome d'una novità, macomed'ua
turbano fatti e si sforzano pescar nel tor incarico chetrovavasi addossatodagl'im-
bido della nebbia, che spargono intorno peratori a'romani Pontefici. Tutto il ner-
questa origine per darla a credere crimi- bo dell'accusa contro la legittimità del-
nosa, la sola diligente ispezione di (pie- l'originedella temporaledominazionedei
gli avvenimenti che la crearono, il Ilio dei Papi, e oggetto del la con l'ut azione del [ire-
latti, l'esame con buona fede intrapreso lato, èegliciedeches. Gregorio II nacque
sopra le insorte ciicostanze di que'teinpi suddito degl'imperatori greci, da Papa
sciagurati, bastano a dileguar la menzo- pe'primi -Janni del suo pontificato vìsse
r

glia, e a respingere i suoi attacchi contro suddito dell'imperatore, Roma e il rima-


le cagioni prime, che predisposero il con- nenie di questi stati forma vano parte dei-
seguimento di tal principato. Fermo l'il- l'impero. ì\Ia vernili fuorii decreti di Co-
lustre prelato in (piesto punto decisivo slanliiiopoli, che proscrivevano le imina-
dellaquesliouCj a i^ìu^lificare il consegui- gìui de' santi, di Gesù Cristo e della C.
acjo S OV SO V
A'eif^inp,ecro rivoluzionata Roina e parie discorso apologetico. i.°La sollevazione
(l'Italia pei- gli eccilaiiienti di sGiegofio de'popoli italiani conti ol'im peratoreLeo-
li, e quindi ecco questo Papa legnare so- ne 111 \'Isaurico, non fu opera del Papa
pra lìoma eil suo ducato. Qualunque fos- s. Gregorio li, u)a solo elfetto dell'em-
se stato l'errore di quel principe, sosten- pietà Ostinala di quello^ e dell'odio ac-
gono i calunniatori, il Papa non poteva cesosi per lai persecuzione in essi popoli;

autorizzare la ribellione, ne per questa e ancora di stanchezza d'un reggimento


l'iinppro perdere la signoria di Roma e lontano, e impotente in parte; e del bro-
delle Provincie rivoltate; quindi non o- glio e intrigo degli ambiziosi nell'altra,
stanleqiialsiasierrorede'loropadroni, ri- che profittarono di quelle discordie fra
manevano le medesime sempre soggette ilSacerdozio e l'Impero per scuotere quel
a'diritti ed alla dominazione degli anti- giogo: e però non fu in questa rivoltane
chi possessori. Pertanto mg. r Peraldi di- parte attiva, né fatto proprio di s. Gre-

vise il suo discorso apologetico in 2 parti. gorio 11. 2.°


reggime del temporale di
Il

Nella 1 ."ragionando delle circostanze che Roma non provenne neppur esso da un
precedettero la sovranità temporale dei latto proprio di s. Gregorio II, ma gli fa

romani Pontefici, volle dimostrare: i. La deferito da causa estranea, indeclinabile,


rivoluzione d'Italia nel 726 non fu opera urgente e legittima, dall'autorità di cui
di S.Gregorio II, né approvata da verun i Papi già trovavansi rivestiti dagl'im-
altro Papa. 2.° Non intrusione, nja fu in- peratori, dalle urgenti circostanze poli-
dispensabiledovere che astrinse s. Grego- tiche, e dagl'imoiinenti pericoli della re-

rio 11, dopo la rivolta degl'italiani, a te- pubblica venivagli imposto quel peso. 3.°
nere il governo di Roma, per l'assoluta Per questo reggime non assunsero s. Gre-
necessità della cosa pubblica e de'poteri gorio Il e gì' immediati suoi successori,

di cui era legittimamente investito. 3.° durante il periodo di quella rivolta, so-
Per il governo esercitato da s. Gregorio vranità propriamente detta in 28 anni,
li, e da'primi suoi successori durante lo ma solo una soprintendenza o ammini-
stato di rivolta dell'Italia, e i diritti impe- strazione del dominio tempor.de di Ro-
riali sopra di Roma e delle sue piovincie, ma (come si esprimono Bercastel e Pa-
essi non si appropriarono la sovranitàdi gi), o direzione del governo imposto ad

questi 4.°Eàame dialcuneasserzioni


stati, essi da quello slato di oscillazione, di per-

riguardo alla riljellione italiana del 726. turbamento, e di evidenti pericoli della
Nella 2.""
parte ragionando delle cause cosa pubblica. Sebbene il chiaro, eloquen-
che crearono la sovranità temporale dei te ed eruditissimo scrittore dichiari, nel

Papi, volle dimostrare :


1. "Principio del- suo zelo, sapere e ottime intenzioni, che
la sovranità temporale de'Pontedci ro- questa verità recide d'un colpo il tessu-

mani. 2. "La sovranità pontificia dal 754 to di tante calunnie ordito dalle impu-
non fu giammai limitata, o sospesa per tazioni de'nemici della s. Sede; ad onta
l'influenza de'principi franchi nel gover- che protesti trovarsi in molti scrittori più
no di Roma. 3. "Ricapitolazione. In questa erudizione che logica, più entusiasmo che
raccogliendo le esposte considerazioni sot- discei niinento; luttavolta e suo ammi-

to un punto di vista generale, per conce- ratore, per la robusta e veridica difesa di
pir l'ordine degli avvenimenti che pro- s. Gieijoiio
o 11 e della sovranità della s.

dussero la rivoluzione italiana del 726, Sede, veramente magnifica, non che per
quindi la conquista de'franchi su'longo- la potenza di raziocinii e di argomenla-
bardi, la estinzione del dominio imperia- zioni,con pena nella mia pochezza non
le sopra Roma, la sovranità de'Papi, il posso in quello e in altro in tutto conve-
prelato fece il seguente riepilogo al suo uue pienaiueule, non meno pel narrato
SOV SUV 291
a Roma, ed in tulli quanti i relativi arti- a Carlo Martello, e poi il duca Tiasmoii-
coli, che per quanto ini resta a dire, se- do con l'aiuto dell'esercito romano ricu-
i^uendo gravissiiniscriltori; rispettoso ri- però Spoleto. IMostrandosi poi il duca in-
iievo al sistema adottato dal prelato, che fedele al successore s. Zaccaria, questi pei
faccio pure pel seguente punto e relative suoi legali si rivolse a Luitprando, il qua-
opinioni e spiegazioni. 4-°l^ inconlrasta- leavendo fatto prigione Trasmondo, re-
Lilo, che la sovranità e l'alio dominio so- stiuùal Papai [vali ituomói Sabina, Nar-
pra di llotna e de' suoi slati deri\ò nei ///, 0.v///Jo e ^^/«'0'i<^z, insieme alle dette 4
J*api, allorché furono donati alla chiesa cillà, dopo die il I'a[)a fa a trovare il re a
romana da Pipino e da Carlo Magno, le- 7Vr/H'.iNel 743 peravere Luitprando ma-
giltiniamenteperessiconqui.^tati sui lon- nomesso parte della provincia di/i^a'e«'/rt
gobardi. S.^Costiluita questa sovranità, e assediata la città, Papa Zaccaria ad istan-
iion fu che mera protezione e difesa quel- za dell'esarca e dell'arcivescovo di Kaven-
la che da Carlo Piagno e suoi discendenti na, interpose la sua autorità e mediazio-
si e^ercitò in Uon^a colla loro ingerenza ne, e per atjioie verso i popoli dell' A-
in taluni negozi di governo; ed è mani- ia'c<7/oedella Pf«^^/;o//,cllepreseocon•
feslan1enle assurdo trasportare il comin- fermò sotto la protezione della s. Sede,
cianiento di della sovranità in epoche pò- ovvero come altri vogliono essi medesi-
sleriori alle irretrattabili donazioni dei mi per dedizione si posero nel protetto-
nominati principi, cioèquandosi vide ter- rato della chiesa romana, hulis. Zacca-
tninata quell'iniluenza. ria si portò dal rea /'rtt'/<7, ed ottenne col-
INel ^Si successe a s.Gregorio II, Pa- le sueperorazioni in fivore de'popoli del-
pa s. Gregorio ili, il quale cominciò il l'Esarcato e della Penlapoli, la cessazione
suo pontihcato dall'opporsi all'imperalo- delle ostilità e la restituzione de'lerritorii
re Leone III, il quale ostinalo ncll' ere- usurpati, ed ancora pacificandolo con l'e-

siasempre voleva annientare il culto del- saica Dipoi nel 749 Rachis nuovo re dei
le sagre immagini; onde adiratosi l'ini- loiigobanli assediando Perugia, s. Zac-
peralore enon ascoltando le ponlificieara- caiia recatosi da lui l'indusse ad abban-
inonizioni , usurpò alla chiesa romana i donar rassedio,ed a sottoscrivere un tral-
patrimoni di Sicilia e di Calabria, che lato di pace per 20 anni, per la slabile

fruttavano 35, eoo scudi d'oro all'anno, tranquillità non solo del ducalo romanoj.
come attesta Teofane, Clironograpliia p. ma de'popoli dell'Esarcato, ed a reslilui-
273. Avendo Leone MI aizzalo Luitpran- re aH'imjiero alcune piazze occupate da
dro re de'Iongobardi ad invadere lo sta- Luitprando, e per le mani di s. Zaccaria
todella Chiesa, s. Gregorio 111 ricorse al- furono consegnate a' ministri imperiali,
armi francesi, e l'ottenne da
l'aiuto delle Rachis per l'esortazioni del Papa rinun-
Carlo Martello maestrodi palazzo o inag- zio il regno al fratello Astolfo e si fece
giordomo di Francia (f^-), che a tale ef- monaco a Monte Cassino. Grato per tut-
liitlo il Papa dichiarò Patrizio dt Pionia; tociò l'imperatore Costantino IV^ Copro-
iid istanza del quale Luitprando suo al- «mjo, concesse all'apocrisario del Papa le

leato evacuò lo slato romano, ma non re- richieste e impoi masse di Kinfi e
tanti
stiluì Polimarzio, Amelia. Orice Die- iVor/;ia per la chiesa romana,che sebbene
r/(7jCÌltà che avea occupato. Il JMarangoni posta nel suo ducalo spettavano parlico-
liferisce che s. Gregorio III, avendo pie- larmenle all'impero; le quali coH'andar
so le difese di Trasmondo che possedè- del tempo divennero così popolale che
va il ducato di Spoleto, ed in conseguen- dagli scrittori si distinserocol titolo di cit-
7a il Piceno, Luitprando avea assediato là, istituendosi '\nNornia la cattedra ve-
R.oma, ed è perciò che il Papa si rivolse scovile, e iNinfa si rese celebre. Divenuto
29^ SOV SOV
Cliiklerico III cedi Francia inabile al presoli via2;giopeilereplicate istanzedel-
ti ODO, avellilo gii stati del regno consiil- le città. Noila ottenendo dal re longobar-
tato Papa per dargli d successore, ri-
il do, i che vegliava-
legali regi di l*'rancia
spose S.Zaccaria ch'era bene riconoscersi no all' incolumità di Stefano II, vollero
per re Pipino il P/cro/omaggiordoino,neI nuovi passaporti pel sicuro tragitto del Fa-
quale risiedeva la suprema autorità, ecosì pa, e cosi Stefano II pi eseguì il viaggio
j)assò quella monarchia ne' Cariovingi, per /^/V7«c/Vz preceduto dalla ss. Eticari-
stirpe illustre che si rese tanto munifica stia (f^.); ed a Pontyori nella Sciampa-
e benemerita del consolidamento e am- gna gli andòincontro Pipino colla fami-
pliazione del principato temporale de'Pa- glia reale, e per ossequio fece da Prt/a-
pi.Narrala PiAVEMVAe Roma, che nel ^52 fivniere (^.) al suo cavallo. Esposte dal
Astolfo re de'longobardl dopo sanguinosi Papa le sue querele e le sue domande, in
coinbatlimenll la prese, e colla fuga del- una dieta generale del regno tenuta in
l'esarca terminò la dignità e la dotuina- 6Vi/er.<yoQuercy, fu decretato il richiesto
zioiie greca nell'Esarcato. Questoseguen- aiuto, e re Pipino promise e giurò a Sie-
do la sorte della capitale soggiacque ai fano II di fargli restituire Ravenna e gli
longubardi,che completamente se ne im- altri luoghi occupati da'Iongobardi, e re-
padronirono. In tal modo si eslinse l'ul- prlmere colle armi le loro aggressioni con-
tima porzione del romano impero, ossia troRuma. Pipino fecequesta formale prò-
dell'impero ile'greci in questa parte del- messa: "Ego, si me Deus Longobardicae
) Italia superiore. Raccontai ancora, che coinpolem victoriae fecerit, polliceor me,
l'ambizioso Astolfo,ad onta de'precedenti prò remissione peccatorum meorum im-
trattati di pace,aspirando a farsi re dei petranda, Exarcalum et Penlapolim rei-
romani, devastò quindi il territorio dlR.o- publicae R.omanae adempia b. Pelro, et
n)a, e questa minacciò d'estremo eccidio, .successoribus ejus tradlturum perpetuo
esigendo dal popolo un personale tribù- possidenda, eie." IIPapaa'20 luglio 754
to. li Papa Stefiiio II detto ili si rivolse in s. £)/o/2;g^/V)(/^^.) consagrò e unse re Pi-
prima all'imperatore Costantino IV per pino e Bertrada, ed figli Carlomanno e 1

fioccorsi,ma riuscite inulili le replicate sue Carlo Magno, dichiarandoli co'loro suc-
premure tanto per l'Esarcato che pel du- cessoli Patrizi di Roma, onde loro ven-
Roma, per ricuperare il r.° e per
cato di ne l'obbligo di difendere la s. Sede e il suo
difendere il 2.° dall'invasione longobar- dominio temporale. A suggerimento del
da, nel modo che dissi nella sua biogra- prudente Stefano li, volle Pipino con 3
fìa, partì da Roma nel ySS per Francia, intimazioni preveniieAstolfo del presoitn-
onde ottenere gli opportuni aiuti da Pi- pegno, invitandolo a restituire gli usur-
pino, accompagnalo da vescovi, altri ec- pati paesi; ma
barbaro principe non ri-
il

clesiastici, e da'cavalieri romani ottimati spose che con rifiuti e minacce. Fu allo-
della milizia. Si recò prima in Pavia per ra ch'ebbe luogo lai." spedizione di Pi-
indurre Astolfo a Iral.isciare le ostilità, pino in Italia, il quale colla forza delle ar-
ed sgombrare l'Esarcato, chiamando il
a mi, e mediante solenne e giurato tratta-
Pap popoli del medesimo Doniinicas
i 1 fo costrinse Astolfo alla restituzione del-
oves, colla quale frase alcuni spiegarono l'i-ivase città : furono principali condizio-
uua certa dominazione di padronato che ni di non molestare più Roma e gli stati
Hvea su di essi la chiesa romana, sia per d'Italia appartenenti a s. Pietro, e di re-
l-'>ro dedizione, sia per la difesa parlico- slituire alla Chiesa la Penlapoli, l'Esar-
l-iiechee/Ilcacemente ne r.veano assunto calo ed i Patrimoni sagri, che Ingiusta-
i Papi, avendo piia volte difeso gli es ir- niente possedeva, come riporta Amiani
chi ancora contro i luugobaidi, e intra- nelle ì^lctnoi ie di Fano,ù\.\}ù.àd\iX Pen-
sov SOV 293
tapoli. Avverte Marangoni, che nella re- perpetui lìomìnìi. 11 No vaes nella Storia
stituzione al Papa doveasi comprendere di Stefano II detto ///. dtchiaia. «Fin
il ducalo di Spoleto, cui andava unita la tla (|ueslo Pontefice pertanto esercitaro-
provincia Picena. Ma ritornato Pipino in no Papi la piena amministrazione ed il
i

Francia, lungi il re longobardo d adem- dominioassolutodellecose civili sì in Ro-


piere i patti, in feroci più che maicon aper- ma, che nell'Esarcato di Ravenna, impe-
ta perfidia contro i romani, cinse d'asse- ditogli in qualche tempo soltanto per le
dio Roma, portandovi le più orribili de- ribellioni del popolo (citando Tomassi-
vastazioni ne'suoi dintorni, invadendo di ni e Pagi). Oltre tutte le città dell'Emilia,
nuovo l'Esarcato eia Pentapoli, per le se- 22 altre ne numera l'Anastasio Ribliole-
grete lòmentazioni diCostantino IV^, sde- cario in questa donazione diPipino, Praef.
gnato di vedere che nell'Italia non resta- t. 4)D- 2 i> 22. . . Avvertasi però qui, che
vagli neppure reliquia d'impero, e pro- questa donazione falla da Pipino al Pa-
mettendo di spedire una flotta nell'Adria- pa, fu una pura restituzione ò\ questo do-
tico. In questo estremo pericolo nuova- minio onde principato nella
pontificio, il

mente invocatosi da Stefano li l'aiuto po- chiesa romana non fu allora istituito, ma
deroso di Pipino, ed entrato esso in Lom- bensì amplificalo, come ben dimostra il
bardia, con giusta e formale guerra, pro- Cenni, contro il Pagi, che per altro è del
vocata dalla violazione de'trallati, fu ri- medesimo suo sentimento, in Crilic. Da-
dotto l'usurpatore e infedele Astolfo a e- ron. ad an. 7 55, n. 6, an. 74 '> "•' o." 11

seguire le promesse e il trattato del pre- Earouio negli annali ecclesiastici, t.c),

cedente anno. Pipino tolte colle sue ar- p. 209, descrisse colle seguenti parole la

mi vincitrici a'Iougobardi le invase città restituzione fatta al Papa dal re longo-

e Provincie, con atto formale esolennis- bardo Astolfo. « Et ejus Vicario sanctis-
simo, giusta le promesse giurale al Papa simo Papae, atque omnibus ejussucces-
in Pontyonecomeavea pure stabililonel- soribus Pontificibusperenniler possiden-
l'assemblea di Quercy, di questa sua con- dastradidil,idestRavennan), Ariminum,
quista e ricupera ne fece dono senza al- Pisaurun), atque Fanum, Cesenam, Se-
cuna riserva nel '^Si^^as. Pittro, alla chie- uogalliam, Aesium, Forum Popilii, Fo-
sa romana, e a tulli i Papi in perpetuo. rum LiviijCum Castrocaro...MoutemFe-
Questa donazione comprende Ravenna, relrum Acceragium, Montem Lucari,
,

con lutto l'Esarcato e la Pentapoli, col- Serrani, Castellum s. Marini, Bobium, Ur-

le quali amplificò il principato liei roma- bi mini, Calli um,Luceolos,Eugiibinm,Co-

no Pontefice, anche pe'duitti che già vi maclum, nec non civitalem Narnieiisein,
avea e notati in «juegli articoli. Quanto quae a ducato Spoletano a parie Roma-
al ducato romano, dissi a Roma che non norum per in voluta spacia fuerat invasa '.

fu compreso nella clonazione o restituziO' IMarangoniaggiungealle donazioni di Fi-


neo ampliazione di principato, vocaboli pino, colla testimonianza diLeoneOslien-
pe'quali vi è gran conflitto fra'scrittori, se, Hist. Casinen. Iib. i,c. 7, il ducato di
secondole loroopinioni, perchè già signo- Spoleto e il Piceno, occupati da' longo-
reggialo da' Papi. Il magnanimo re Pi- bardi e di ragione della Chiesa. Osserva
pino a mezzo diFuldrado abbate suograu l'Amiani, 1.
1 , p. 89. «Questa restituzione
cappellano e consigliere, mandò in R.oma fu confermata ancora dal re Pipino, on-
le cliiavi di tutte le città ricuperate, eco! de gli scrittori fiancesi o addetti allat^ao-
diploma e alto di donazione, sottoscritto eia procurarono di far credere, che da
da lui, da'fìgli, da molti vescovi e princi- Pipino ricevesse la Chiesa il dominio del-
pi, furono poste sulla Confessione [T.) o l'Flsarcaloedella Pentapoli,quaiidoil pio
sepolcro di s. Pietro , in signuni veri et monarca non avea interposto in quel trai-
294 '''<>V sov
lato la sua aiilorilà, se non per mpglio LrpnUni reìpublican Romanae adempia
assiciiianie, e tlagrimperiali eda'Iongo h. Pflro,el sitcres^orihuxt/iis Craditiirnni
J)a Iti i (il fenderne al la s.Setie il possesso con perpetuo possideada" L'i m pera toretl'o-
.

l'on)bra della sua proiezione, trovata da riente tentò presso Pipino ricuperare le
Stefano II per lungo sperimento lrop[)o sutldette provincia, al cpiale però il re
necessaria, e segnatamente nella rivolta franco rispose, come abbiamo dall'Ana-
de'duthi di Spoleto e Benevento, allor- stasio, ni. Pont. an. ySS, n. 2, e da To-
cliè per aderire ad Astolfo mossoaven- mn%<\\\\, De benefic. par. 3,lib. i,cap. 2q,
do le armi contro romani, ed assediate
i n. 6. » Glie in nessun conto soffrirebbe
le porte di s. Paolo ed altre di quella cil- die sunnominate città fossero in qual-
le

tìijConie io stesso Papa a Pipino ne scris- sivoglia maniera sottratte alla podestà di
se {episl. 6, cod. Carol.) : Sed Benei'en- s. Pietro; e che se erasi più fiate cimen-

ianiomnes gcneralller in haiìc roinanain tato nelle battaglie, fatto non avealo per
Vrbem conjnngenles resederiint juxla favorire alcuno, ma solo per amor di s.
porlatn b. Pauli apostoli, et caeteras i- Pietro, asserendo, che qualunque inesti-
psius romanae Urbis portas, et omnia mabile tesoro non avrel)be la forza d'in-

extra IJrbem praedia longp,[alcqiiefer- diu-lo a ritogliere ciò die avea una vol-
ro, et igne consnmpr.erunf.. 11 solo Pipino la olfertonl principedegli Apostoli". IMor-
polè indur quegli stati nella pace conci u- to nel ySG Astolfo, il Papa Stefano li con-
sa co' longobardi a ricever nuovi duchi Iribui (altri dicono il fratello e successo-
per le mani della Chiesa, giacché questa res. Paolo I), cheDesiderio gli succedesse
tanto pili facilmente alla divozione di s. per le pratiche fatte col re de'franchi, e col
Pietro li ridusse, quantochè del favore e tener fermo Rachis nel monastero e non
patrocinio del le Pipino assicurolli, to- riprendere la corona, col patto però che
me si rileva dallo stesso Papa Stefano II: i-estituisse le città ritenute contro i trat-
Nam Spolelani ducalus generalilas per tatida Astolfo, cioè Faenza, Imola, Fer-
inanush. Petri , e Iniini fortissimwn bra- rara, Osinio, Ancona, Umana e Bolo-
chìuin eonstituernnt sibi dncein, et lam i- gna; delle quali per altro furono rese al
psi Spolelani, qiinm etiam Benevenla?ii Papa soltanto Faenza, e Ferrara col suo
omnes se commendare per nos a Deo ser- territorio o provincia,avendo anche De-
vulae excetlenliae tuaeciipiunt, etimnii- siderio con ingratitudinemancalo al pro-
nent, anelante^ in hoc deprecando boni- messo. Stefano II, dopo aver condannato
totem Inani. Dal che si vuole con verità il conciliabolo che in Costantinopoli fu

concludere, che la s. Sede deve a quel ma- tenuto d'ordine di Costantino IV contro
gnanimo principe la restituzione dell'E- les. immagini, eadopratoogni mezzo per

sarcato, delia Pentapoli, e di molti slati ridurre quell'imperatore al retto senlie-

e patrimoni alia basilica di s. Pietro, e ro,mori nel 757,6 gli successe s. Paolo I.
ad altre terre di Roma appartenenti, e Questi scrissea Pipino re di Francia pre-
cosìpure lo stabilimento dell'alto suo do- gandolo a continuare a norma de' patti
minio sopra ducati d'Italia, ma non già
i la sua protezione in favore de' romani,
la loro investitura o concessione, avve- e piìi tardi con altra lettera lo scongiurò
gnachè Papi per conservarne il possesso
i a costringere Desiderio di rendere inte-
dal re Pipino ed anche da' suoi succes- ramente alla chiesa romana lutti i patri-
sori si contentassero di riconoscerli, e con- moni suoi, e le città e terrilorii ritenuti
sentissero che daque'monarchisi dichia- al principato del romano Pontefice, com-
lassero alla Chiesa donali, come ne iànno presi nella donazione di Pipino stesso. Si
fede le stesse riportate parole di Pi[)ino, legge neir£/?J5Z. 6del Codice Carolino:
collequaliproiuelte: /:xfl/'tYZ//un ei/V/^ > Abbimi fede, re Crisliauissimo; se ci
SOV SOV 297
avverrà rjnaltlie tlisi^razia di pericolare, quanto fu travaglialo dal perfitlo Desi-
Tu insieme co'luoi iiuif;isli ali dovrai ren- derio re de'Iongobardi, che Sinipre ago-
derno conio al tribunale di Dio; poiché gnava la rovina di Roma [)er dotninar-
a niun altro, se nonchealla tua amalis- la,edavendooccupatodiveisi luoghidel-
sinia eccellenza, e a'inoi dolcissimi figli, la Chiesa. Pertanto ricorse energicamente
e a tutta la nazione de' franchi per co- al re de'franchi Carlo Magno, perchè co-
mando di Dio e del b. Pietro abbiamo me A;/r;s/o^//>o//m reprimesseper seni-
commessa la prolezione della s. Chiesa e pre l'audacia longobarda, e difendesse la
del nostro popolo della repubblica de'ro- s. Sede e i suoi dominii temporali, di cui
niam". 11 Fea per repubblica de'romani era stato tanto benemerito il genitore, dal
dice doversi intendere popolo Roma e il piissimo e generoso lìglio emulato esu-
ronìano, ch'egli sostiene sempre centro perato. Calato Carlo Magno in Italia con
dell'impero, non mai trasferito altrove; numeroso esercito, a Rellasel va nella pro-
disposizione di Dio per fare Roma sede vincia di Lomeilitia, diede <[uella strepi-
cenlrale della religione in continuazione tosa e tanto sanguinosa battaglia a'ion-
dell'impero romano, di cui fu erede la gobardi, che restati in numero di 44)^00
chiesa romana. Fece di tutto s. l\iolo I sulcampo, colla inorteeziandiodi 33,ooo
per la conversione di Coslantino IV, ma franchi, il luogo perciò prese il nome di
egli oslinalo nell'eresia, trattò con manie- I\Iorlaia,cé ora è capoluogo di della pio-
reindegne i legali apostolici, e Pipino ne- vincia. Desiderio si rifugiò in Pavia, ove

gò dargli per moglie la figlia Gisella. A Carlo Magno l'assediò, e presa la città
J'apa Stefano IV re Desiderio insidiò la , nel 774,iuiprigionò il re e lo mandò col-
vita, dopo averne impedita l'elezione con la moglie Ansa in Francia nel monaste-
proteggere l'intrusione dell'antipapa Co- rodi Coibia, ove terminò i suoi giorni
staDtino;eper essersi a lui vigorosamen- in pratiche di vote. In tal modo ebbe fine
te opposto Cristoforo P/';>/j;ce//o(/'.), gli in Italia il regno dei Longobardi [/^'.),

fece cavar gli occhi e ne mniì di dolore, die Carlo Magno riunì alla monarchia
ed il figlio Sevs^xo Seco/ìflicei io l'irnpii- francese, donando alla s. Sede l'alto do-
gionò, accecò e poi fece uccidere, anche minio del ducato di LV/^ei'c/ito (/ .), del
in odio per essersi portalo iiiFranciad'or- lineato di Spoleto {f .), col leriiloriodel-
dine del Papa a reclamar contro di lui a la Sabina e Rieti (f'^.). Di questa e altre
Carlomanno ed a Carlo Magno, luipe- i\onaz\Qn\, come òeWa Sicilia, Sardegna
rocche allora il Primicerio^ il Secondi- e Cor5?V77( A .),allri
aggiungendovi lepio-
cerio, V Arcario o Tesoriere, il Saccclln- vincie della 1 enezia e ò^AV L'Uria,la Io-

rio, \\ ProtoscrinariOj W Primicerio dt Di' scana Longobaida, /l/^/i/ov^ ( A^.),ec.,po-


ft-nsoriy il Nomenclatore (/^.), come uf- se colle proprie mani l'autentico monu-
fìziali maggiori della s. Sedeeranoimpie- mento, sigillato colsuomonogramma,sul-
ed eminenti uflizi, nel-
gati oe'piìi gravi l'aliare tiella confessione di s. Pietro, e
ramministrazione del pruK ipato tempo- giurò di manlenei e fedelmente e per sem-
iale, e nelle legazioni a'sovrani con)e av- pie; oltre la piena conferma de'diplomi
verlii di sopra. del genitore Pipino e riguardanti la so-
rVel 77?. fu elevalo alla cattedra apo- vranilàpontificiaedella roinanachiesa.di
stolicn Adriano 1 ron)ano,d*animo gran- lutti i loro dominii temporali. Il diploma
de, il quale vieppiù su ferme basi conso- CarloMagno lo feceanchesottoscrivereda
hdò il pieno esercizio dell'amministra- tulli i suoi vescovi, abbali,duchi e magna-
zione civile e criminale, principali pie- ti. Tanto si può rilevare pi incipaluìente
logative della sovranità assoluta e indi- daW'EpisI.adConsl.et Lreinh A{\ì'\i\n(iì,

pendente. Kotai negli arlicoli analoghi, pressoLabbé,Co/ic/7. t. 7,p. i iqjDeMar-


-

29G sov SO V
ca, De concord. Sacerd. Imper. I. 3, e.
et no degli slati donati, restituiti, ampliali,
IO, § '"; Lu Coitile, /Innnl. eccl. Frane. perchè ripelo in molli la s. Sede vi pos-
ad aii. 7B7, 5 5; Sigonio, /?^ Regno Ila- sedeva già ampi patrimoni, io trailo ne-

liac,\. 3, ad an.627, <l'<''i'' Hniiio il ca-


' gli articoli citali e allri, ed ancora ne're-
talogo de' liioglii restituiti o accresciuti lalivi. Dappoiché debbo notare, che del
da Carlo Magno al dominio temporale ducato di Benevento, come unito al pa-
della s. Si<iòc; Cenni, Esame del diplo- trimonio di Salerno e com penetrato col-
ma di Lodovico I il Pio contro Wal-
, la storia di Sicilia, a qne'due articoli ne
cliio; e Grelsero, De Imperatoruni, Re- riparlai, ove avvertii che di esso per al-
ginn , ac principibns Christianorwn in lora ne fu consegnala porzione che ab-
Stdeni aposlolicùììi iniinificentia, e nel bracciava 6 città della Campania, e poi
t. 6 delle sue Opere. Narra Anastasio Ci- ebbe il resto : però i Papi ritenendo la

bliolecai io, che ripetè poi Leone Ostien- città e il territorio di Benevento, il rima-
se, e che ninno tra gli antichi oppugnò, nente concessero a diversi principi. Dissi
avere Carlo iMagno di moto proprio fat- inoltre a Sicilia, che avendo Pipino pro-
loscrivereadEteriosuo cappell.jno e no- messo alla Sede s. l'alio dominio de'du-
taro la donazione simile alla pieceden- cali di Benevento e di Spoleto, il figlio

le, e ne determinò in questo modo con- i Carlo Magno l'elletluò. Anche del ducato
fini. » Da L/mi coH'isola di Corsica, poi di Spoleto per allora la s. Sede non ne
in Soriano o Suriano, poi in Monte Car- andò al pieno possesso, perla riserva falla
done, cioè in Barceto, poi in Parma, poi da Carlo IMagno dell'alto dominio, di che
in Reggio, e quindi in !\lantova,e Mon- trailo al suo articolo. Carlo Magno fu
te Felice, e insieme tulio V Esarcalo dei tanto fedele osservatore delle sue muni-
Rai'ennati, siccome era anticamente, e ficenze colla s. Sede, che ne' Capilol. Reg.
leProvincie delle Venezie ed Istria, noa Frane, t. 2, p.iqo, ragionando intorno
che tutto il ducato Spoletino e il Bene- alle pene temporali con che Dio suol ca-
ventano (de'quali due ducali e insieme a stigare principi e regni per l'invasione dei
quello di Camerino riparlo a Spoleti)". beni ecclesiastici, nell'assenìblea genera-
I Patrimoni della s. Sede, Muratori li le di Wormazia così si espresse. » Sia-
comprese nella donazione di Carlo IMa- mo persuasi che molli regni e re perciò
gno, mentre preesistevano, come ho nar- caddero, perchè spogliarono le chiese, de-
rato; bens'i rimasero compresi e assorbiti vastarono i loro possedimenli, li rapiro-
con ampliazione con l'alto di Carlo. Dai no, li alienarono, li dissiparono, li tolse-

patrimoni stessi risulla l'anteriorità del- ro a' vescovi, a'sacerdoli, e ciò eh' è più
la podestà temporale de'Papi, prima del per distribuirli a'soldali. Laonde essi noa
principato e dominio ecclesiastico, come furono né forti in guerra, né slabili nella
notai ripailando de'raedesimi a Stati e fede, né vittoriosi nelle battaglie .... Le
REGNI TEIBUTARI ALLA S. SeDE; OVe pure quali cose tutte volendo noi schivare, non
non poco discorro sulla sovranità ponti vogliamo né commettere simiglianti at-

llcia e sull'universale consenso de'princi- tentali, né consentirli, né consigliarli con


pi, di riconoscere nel Papa il giudice su- l'esempio a'noslri figli e successori; ma
premo, e per goderne la prolezione e per quanto vogliamo e possiamo, intendiamo
divozione a s. Pietro, fecero tributari e di proibirli, ed esorliamo a non farli, né
anche con giuramento di vassal-
censuali consentire a coloro che volessero farli".
laggio loro stali alla chiesa romana. A
i Quando Carlo .Magno pose il diploma di
Muratori certamente non mancò l'eru- conferma delle donazioni sul corpo di s.
dizione, ma fece fare le veci della ragione Pietro, con terribile giuramento promise
alla sua volontà. Con dettaglio dì cìascu- conservare liberi i domiuii alla s. Sede,
j ,

sov SOV 297


die aves ritolti a'Iongohardi e dati allo gno prima proclamalo impera-
che fosse
stesso Aposlolo,a cui riconosctva appar- tene; dicendosi cleclus rex Francoruni,
tenere per diritto, come Adriano 1 scris- etLongobardorum, ac Patricius Roma-
se a Costantino VI imperatole greco, ed norum: nel qual codice egli fece racco-
a sua madie Irene , con lelteia recitata de'somraiPon-
gliere e ricopiare le lettere
nel \ Il sinodo ecumenico. Nell'istromen- tefìci suo avo Carlo ÌNIarlello, al pa-
al

lo fatto dipoi da Callo Magno nella vil- dre Pipino, e a lui l'anno 23.° del suo
la ili Teodone a Thionville per la divi- regno. Ut uni\'ersaeEpsitolae,quac tem-
sione del regno, non fece alcuna dispo- pore bo. me. Domini Caroli a^'i sui, nec
sizione intorno al titolo d'imperatore con- non et gloriosi genitori sui Pipini, suis-
feritogli da s. Leone ili, né intorno paesi i que temporibus de Sunima Sede apo-
donali e confermati alia s. Sede, sì per- stolica b. Petri Apostolorum principis
clièelcggere l'iinperalorespetlava perdi- seu eliam Imperio, ad eos cHrectae esse
rittoal l'a[)a, sì perchè giudicò scellerato noscuntur. Carlo Magno non parla del-
procedere il ritogliere alla Chiesa paesi i l' ////oc/o suo, ma tli quello della santa
ricuperali donati. Essendo iiiRoma Car- Sede e dei sommi Pontefici prima di s.
lo Magno, si fece vedere vestilo dell' a- Leone III, da'quali erano scritte le let-
hito di patrizio. Il Fea a p. 5'j discorre tere, s. Gregorio 111, s. Zaccaria, Stefa-
su la vera intelligenza delle parole dona- no II, s. Paolo I, Stefano 111, Adriano
ziotie, o restituzione, dicendo: " Che non I : quale impeto Carlo INIagno fa crede-
iniportino senso delle vere donazioni co- re libero e indipendente sotto dominio il

muni, di dare generosamente e liberamen- dell'apostolo s. Pietro. Né qui può entra-


te senza riserva alcuna quello eh' è pro- re il minimo sospetto di riserve, o tacite o
prio; ma soltanto per una parola diplo- espresse. II parlare è assoluto, esclusivo;
matica, espressiva di rinunzia ad ogni ti- non relativo ad altra cosa, se non che alla
tolo d'immaginabile proprietà; come gli premura di conservare que' documenti,
antichi dicevano insieme, do, dico, ad- che dimostrano sempre più l'amore di lui
dico, dedico, e simili; e vicevci sa che non per la causa del temporale del principe
si sa fatta quella riset^'a dell'alto domi- degli apostoli, al bene del quale tanto a-
nio. Se gli slessi l'api hanno detto pro- vea cooperato la sua famiglia. Dopo quel-
miscuamente donazione, o restituzione la raccolta, Carlo Magno niente ha ag-
quando hanno parlalo in senso proprio giunto alle sue restituzioni ". Il Codice
e assoluto, hanno inteso di vera restitu- Carolino contiene 99 Lettere apostoliche
zione, come fra gli altri Stefano II a Pi- di detti Papi, ed anche dell'antipapa Co-
pino. Nos omnes causas s. DeiEcclesiac stantino, a Carlo Martello,, a Pipino, a
in vestro greniio coniniendavinius j et vos Carlomanno e a Carlo Magno, delle eo-
reddelis Deo, et b. Pclro rationeni in die se temporali alla Sede appartenenti, il
s.

tremendi judicii quomodo decertaveri' quale avuto da Sebastiano Teugnagelio


iis prò causa ejusdem principis Apo- prefetto della biblioteca Cesarea di Vien-
stolorunij et Reslituendis ej'us Civitati- na, fu pubblicalo dal gesuita Jacopo Gret-
bus, et Locis. Questa prova dimoslrali- sero in Ingolstadt, per confondere le ca-
\a, che né Pipino, né Carlo Magno si ri- lunnie dei Centuriatori di Magdehurgo
servarono cosa alcuna negli slati ricupe- contro il dominio temporale de' Papi, e
rati sui longobardi, e da loro restituiti b. poi egregiamente illustrato dall'ab. Gae-
Vetro Apostolorum principi, et cjus Vi- tano Cenni e da mg."^ Marini. Le prime
cario, si rileva letteraluiente dalla pre- due lettere del Codice Carolino sono quel-
fazione al codice famoso dello Carolino, le chcs. Gregorio lllscrissea Carlo Mar-
scritto d' ordine dello slesso Carlo Ma- tello, ove lo chiama sub regulus, vale a
VOL. l XVII. 20
298 s OV SOV
dire principe iiidipenflenlc. Nel puM^li- gno, non gli cede il dominio diretto, e la
carle in Roma il Giornale cìelfitcralÌY>e\ Incolta dispotica duW'ittile, come inven-
iy5i,o p. iGi si legge e si sostiene, che tarono alcuni nemici della sovranità tem-
ilPapa non fece patrizio romano Carlo porale de'Papi. Né s. Leone III, né al-
Martello, bens'j gli mandò le sagre ChiU' tro Papa poteva cedere e spogliarsi di ciò,
17 del sepolcro di s. Pielro(7f//Ojn''<w,cioè che Pipino e Carlo Magno aveano con-
per far supplica più efllcace, e nonrtf^re- segnato in perpetuo con tanto zelo al b.
g/juw/, fi ase che inventarono nemici del- i Pietro principe degli Apostoli j t a' di lui
la sovranità pontificia. Le chiavi poi e- l'icari, e negato energicamente agl'im-
rano quali le descrissi al loro ailicolo e peratori di Costantinopoli. La sublime i-
altrove. Ivi inoltre si sostiene, che Carlo dea del sagro impero d'occidente, crealo
Martello promise Papa, ma non gli die
al dalla viriti e dal senno di s. Leone Ili, si
aiuto, come quello che non voleva disgu- spiega: La tutela armata de'dirilti della
stare Luit[)rando a cui a\ea fatto adottare Chiesa, e del sagro Patrimonio di s. Pie-
per figlio Pipino proprio figlio. IMon A- tro. Così l'intese e la professò in tutta la
driano I nel 795, e Carlo Magno lo pianse sua vita il più grande de'monarchi cat-
come un padre, componendone l'epilaf- tolici, l'iawnortal Cailo Magno, che pel
fjo, di che feci ricordo all'articolo Sepol- 1 .°fu investilo di quel sopraeminente po-
cro de'romani Pontefici. Questo magna- tere, e l'unico forse che seppe usarne eoa
nimo principe, tanto divolo della chiesa egual fedeltà che pienezza, nel suo spi-
romana, poneva in fionle a tutte le sue rilo zelatore de'dirilti della Chiesa e del
ordinanze: Re per grazia diDio,unìile di- papato. Neir8o2 l'imperatore greco INi-

fensor della Chiesa aiiitator fedelissimo


^ ceforo con ambasceria a Carlo Magno lo

della Sede apostolica in ogni cosa. Tii- riconobbe imperatore d'occidente e so-
plice carattere che di lui formerà l'elogio vranodeglislali d'Italia finoal Volturno,
non perituro col mondo, che lo solleva al limaneiido il resto della penisola fino al
disopra d'ogni altezza apparsa mai sul- Faro, e la Sicilia, a far parte del greco
la terra, che imprime alla sua possanza impero; ciò che confermarono successo- i

una maestà soprannaturale e quasi divi- ri Michele I Curopalata,eLeoncV l'Ar-

na, onde uìolfe chiese di Germania, Fran- meno. Meglio è vedere Impero e Sicilia,
cia e Fiandra lo annoverano tra'heati. Il Morto Carlo Magno nell'S i
4, gli suc-
successore di Papa Adriano I, il gran s. cesse il figlio Lodovico I il Pio, e Papa
Leone III (^'.)j pregato da Cnrlo Ma- Stefano IV detto V si portò in Francia
gno a confermargli il titolo di Patrizio a coronarlo. Dopo la coronazione l'im-
di lìonia, il Papa l'esaudì e gli mandò peratore fece, con diploma scritto in oro,
le Chiavi di s. Pietro e \o Stenda rdo{r.) quella donazione e conferma degli stati di
di Roma^ insegne che 1' ohl)ligavano a s. Pietro, riportala dal p. Labbé, Con-
difendere il civile e 1' ecclesiastico della idi 5, benché erronea mente
cilior.l. 7,p.
chiesa romana, ciò che il principe adempì, non è riconosciuta per genuina da tutti
ritornando inRoma a difesa del Papa con- gli scrittori, massime se contrari alla so-
troalcune fazioni. Quindi s. Leone III nel vrani là de'Papi. Sull'origine isterica della
giorno di Natale dcll'Soo l'iuise e coro- signoria temporale dei Pontefici, leggo
nò imperatore romani nella basilica
de' nell'autore del discorso sul Principato ci-
Vaticana, rinnovando così V Impero (^ .) vile de' Papi: « Si è detto da alcuni ca-
d'occidente; e Carlo Magno lasciato il ti- pitanati da Fleury, essere essa naia lai.'
tolo di patrizio, prese quello {{'Impera- volta dalle donazioni di Pipino e Carlo
tore ed Augusto. Osseiva Fea che s. il Magno, confermate poscia ed ampliate
Leone 111 nel creare imperaloreCarloMa- da Lodovico I Pio. Ciò apertissimamen-
,

so V SOV ^99
(e è falso. Pipino non fece che co<ilrìn- nel celeberrimo codice di Cencio Came-
gere Aslolfo re cle'Iongobardi, a mante- rario poi Onorio I II, e perchè scritto nei
nere i palli già prima convenuli colla s. o inserito negli antichi Re-
libri cailicini,

Sede, obbligandolo a resliliiire le cillà gesti (^^), come lo celebra mg. r Marini,
che aveale usurpale, e sol ne accrebbe il provando l'autenticità del diploma di Lo-
iiiin)ero per ispoiitnnea largizione. Nel- dovico I, nel critico, erudito e diligente
l'alto donativo di Pipino non fu tenuta esame che ne fece dopo Cenni. Contie-
veruna parola delia città di Roma nò , ne il diploma di Lodovico I il Pio la do-
del le al tre di pendenti da quel ducalo, sic- nazione e coiìferma ai Papi e chiesa ro-
come incontrastabilmente già soggette al n)ana, della sovranità sopra Romne tutto
dominio del Pontefice. Carlo Magnocon- il suo ducato e suburbani, Civitavecchia,
fermò la donazione di Pipino aggiungen- Ceri, Bieda, INIaturano (di cui parlai a
dovi r Esarcato di Ravenna, 1' isola di Roma descrivendone il ducato), Suiti,
Corsica, le città di Parma e di INIanfova, JVepi, Gallese, Orle, Polimnrzio o Bn-
le Provincie della Venezia e «lell'Istria, marzo, Amelia, Todi, Perugia, colle 3
i ducati di Spoleto e di Eenevenlo. Que- isole ed il lago, Narni e Otricoli con tut-

sta larghezza venne ancor superata dal- te le loro pertinenze. Nella Campagna di
la pietà del suo figliuolo Lodovico I, il Roma, Segni, Anagni, Ferentino, Ala-
quale nel famoso altoche nestesericorda fri, Patrico, Frodinone e Tivoli. L' E-
il padre e l'avolo come reslitiifori aWn s. sarcato di Ravenna, cioè Ravenna e l'E-
Sci\e de'dirilti ch'essa già possedeva. Ed milia, Bobbio (di cui a S\!ìsina), Cese-
in vero prima che sillalle concessioni a- na, Forlimpopoii, Forti, Faenza, Imo-
vessero luogo, noi troviamo che Papa Ste- la, Bologna, Ferrara, Comacchio, A-
fano Il gagliardamente resisteva a'ie lon- ària (di cui meglio a Rovigo), e Cervia

gobardi tentati di togliersi la signoria del- con tutte le loro pertinenze. Nella Pen-
lo stato romano, e che Gregorio II (forse tapoli, Ririiini, Pesaro, Fano, Sinigaglia,

111) mandava ambasciatori Mar-


a Carlo Ancona, 0<iimo, Umana, Jesi, Fo'<sont'

tello, trattando con esso luida principe hrone, ÌSIonte Feltro, Urbino, il territo-

a principe. La stessa i.^ discesa di Pipino rio di Bagno, Cagli, Luceoli e Gubbio.
in Italia non da altro fu cagionata se non Tutto il territorio di Sabina e Rieti. Nel-
dalle pieghiere del romano Pontefice,clie la Toscana de'Iongobardi, Città di Ca-

andò in persona a scongiurarlo di veni- stello, Orvieto, Bagnorea, Fiterbo, Fé-

re a difendere colle armi la Chiesa dalle renio, Alarla, Soana, Populonia Ro- ,

usurpazioni di Astolfo. Basta la più leg- sella (di cui a PoputoNiA e SoAPfx). L'i-

giera conoscenza della storia per sapere sole di Corsica, Sardegna e Sicilia, con
che, almeno quanto al ducato romano, tutte le loro pertinenze. Nella Campania
i Pontefici da più d'un secolo innanzi a Felice, Sora, Arce e Arpino (di cui a So-
Pipino il possedevano con piena giurisdi- ra), .\so\a, Aquino, Teano, Capua. I du-
zione, esercitandovi tutti gli atti d'auto- cali di Benevento col patrimonio di Sa-

rità veramente sovrana. Essi vi edifica- lerno, e Spoleto il quale comprendeva il

vano fortezze, levavano e soldavano e- Piceno, l'inferiore e superiore Calabria


serciti, stringevano leghe e trallati con iquali luoghi il Sigonio chiama Patri-
potenze straniere, nomina vano magistra- moni della Chiesa. Siouiluiente Patri- i

ti e condottieri di guerra, ricevevano e moni Napolitano, Spoletino e di Toscana,


inviavano ambascerie". Ora parlerò dei con tutti i censi, risposte e proventi che
domiiiii della s. Sede nominati nell'alto si pagavano ai longobardi, dichiarando
di Lodovico 1 il Pio, \ìon suppositizio co- l'imperatore far la donazione nel modo
lue prelesero alcuni, perchè è riportalo praticalo da Carlo Martellosuo atavo, da
3oo S OV SOV
Pipino «Jiio avo, e da Carlo Magno suo gusto Lodovico I conferma la donazione
padre. E' indubitato pure, che Lodovico già fatta dal suo genitore al principe de-

1 il Pio ,
prima che l'apa s. Pasquale l gli apostoli, e per esso a Pasquale 1 som-
coronasse imperatore il figlio Lotario I, mo Pontefice, ed a'suoi legittimi succes-
emanò il celelire e genuino diploma che sori in perpetuo de'dominii temporali ;

fu la sorgente onde dipendono le costi- diploma riputato falso dagli eretici, e da


tuzioni e diplomi degli altri imperatori qualche cattolico ancora, come dal Pagi
successori, e col quale solennemenfecon- e dal Giuratori, il quale vedendo di non

fermò tutto quello che suoi predeces- i poter negare, che un qualche diploma di
soriaveano dato o restituito alla chiesa questo genere dovette da Lodovico I e-

romana, e da essa posseduto, aggmngen- nianarsi a favore della chiesa romana, si

dovi di più o meglio la Sicilia e la Sar- restrinse a dire che si smarrì e nel secolo
degna, insieme alla Corsica, e al ducalo XI fu surrogato quello che si conserva.
di Spoleto in modo più esplicito, e colle Ma dal Cenni è stata così provala l'au-
proMUcie, citta e luoghi suramentovali. tenticità di questo prezioso monumento,
Imperocché con questo diploma, che o- che non vi è luogo da dubitarne, se noQ
sarono impugnare alcuni eretici ,fra'quali quando si voglia dubitare di tutto. Inol-
Carlo Molineo, Gio. Wolfio e Melchior- treGalletti volle ri portare ciò che in que-
re Goldasto, pretendendolo aprocrifo e sto proposito il dotto e ben zelante Grel-
surretizio, ma confutati trionfalmente da sero scrisse a Goldasto, le cui opere for-
molti, Lodovico 1 ebbe in mira di spiegare mano ilgrande arsenale de'nemici della
con ogni chiarezza ciò che era dalla s.Sede s. Sede. IViillus ne ex perlinacissiniis qui-
posseduto, o alla medesima apparteneva deni scliisinalicis unquani ncgavil reges
per esserle stato in ispecial modo con- Francoruni Pippinwn, Caroluni,et Lii-
segnato. 11 Galletti, Del Pnwj/cerop. 164, duvicuni Ecclesiani Roinanani pluriniis
parlando di Teodoro Nomenclatore, vi- et amplissiniis provinciis locupletasse et
ferisce che appena eletto Pasquale I a'iS palriinoniiini s. Pelri iiigentibiis incrc-
gennaio 8 7 in sommo Pontefice, que-
i tnentis odauxisse. Avverte finalmente
sti, come narrano Egi nardo l'/^ii/'o/jo/z/o, Galletti, esservi l'opinione, che molti o-

Leone Ostiense, ed altri scrittori, man- riginali di diplomi e di carte importanti

dò una lettera a Lodovico I, dandogli par- pe'diritti della chiesa romana perissero,
te della sua assunzione e consagrazione, allorché rem[)ioNogaret, di commissione
alla quale non ostante il costume di quei diFilippoIVil5e//orediFrrtì/itiVz,diedeia
tempi, onde impedire i moti delle fazio- Anagni il sacco al tesoro pontificio di Bo-
ni, non erano aspettati legati impe-
si i nifacio Vili. Dichiara Borgia nella ^reve
riali, poiché l'unanime consenso del cle- istoria,che la conferma che gl'impera-
ro e del popolo 1' avea voluto soilecita- tori facevano alla chiesa romana de'suoi

Bìentecollocare nella cattedra apostolica, dominii, era lo stesso che obbligarsi noa
ad onta della ripugnanza da lui dimo- solamente a non molestarne il possesso,
strata di volervi salire. Teodoro spedito ma anche a difenderlo. Nel confermare
all'imperatore Lodovico I in qualità di Lodovico I a s. Pasquale I e successori
legato, fuincaricaloancora d'ottenere da in perpetuo il dominio temporale, ne ri-

lui, secondochè erasi praticato da' suoi conobbe il possesso con queste parole: Si-
antecessori, un atto autentico di confer- cuta praedecessoribns veslris usque nitnc
ma de'patti di confederazione e di ami- in veslra potestate, et dilione tenuistisj
cizia, tra la s. Sede e l'Impero. L'otten- et disposuislis, civìtateni Ronianani cuni
ne Teodoroe riportò a Pasquale l,e que- Ducalo suo, et suburbanis, etc. Questo
sto è quel celebre diploma^ con cui l'au- dipiuma è riportato dai trallalisli della
s

sov SOV 3oi


sovranità temporale tIe'Papi, e fra gli al- patto espresso Ira il Papa e l'imperatore
tri ila Le Coitile,/// Aimal. tccl. Francor. de'roinani,che insorte sollevazioni negli
ati. 8 I
7; da Baroiiio, Aimali, ad aii. 8 7; 1 stali della Chiesa, le quali pur troppo e-
Orsi, Dissert. del dominio temporale rano facili e frequenti per l'aderenza che
Foiitaiiini, Dominio temporale della s. avea qualche città co' duchi di Spoleto,
Sede,e Difesa seconda j Sandiiii, Dispai. di Benevento e di Toscana, o che il po-

20, De Conslitittione Ludovici Piiads. polo roinano si fosse opposto al le leggi pon-
Paschalem I; e principalmente Cenni, tificie, o per qualunque altro motivo re-

£'jrtme di questo diploma, e nell'illu- clamato avesse contro di lui, appartener


strazione del Codice Carolino, e da mg.*' dovesse all' injperatore il tenere in ub-
Marini, Nuok'O esame. Il Borgia lo ri- bidienza del Papa i sudditi della Chie-
produsse nella Breve /.vtor/Vz, Appendice sa, come ancora invigilare sopra i duchi
p. 16, con un sunto de'diplomi imperia- e giudici di qualunque città della s. Se-
li di Ottone I il Grande Enrico
e di s. de, perchè rettamente facessero la giu-
11; ed ancora nelle HJcmoriedi Beneven- stizia, mentre da se medesimo e colle sole
to lo l'iporta nel 1.
1
, e spiega perchè non proprie armi non ancora compromelte-
vi si faccia menzione che del solo patri- vasi il Papa di frenare i popoli soggetti,
monio Beneventano e del Salernitano, e niassime perla miserabile qualità de'teiu-
delle 6 città della Campania. Certo è che pi. Queste convenzioni furono solenne-
il principato di Benevento cominciò pie- mente rinnovatedas. Pasquale I nell'HaS
namente a ubbidire alla s. Sede forse ai quando coronò Lotario 1, a cui conces-
tempi di Benedetto Vili, e certamente in se l'autorità ch'ebbero sopra romani i

quelli di Leone IX, giacché gl'uiipe-


s. gli altri imperatori, afilne di reprimere
ratori come re d'Italia, anche per mol- l'audacia delle fazioni contro i Papi e da
to tempo dopo hi donazione di Carlo Ma- lui stesse provate. Adunque tra le con-
gno, esercitarono dominio sui ducati di venzioni latte nell'atrio della basilica Va-
Benevento e di Spoleto. A confutazione ticana, fu stabilito da Lotario I in nome
ulteriore di quelli che dubitarono della del padre, che la principal cura dell'ien-
sussistenza del diploma di Lodovico I, se peratore sarebbe stata d'obbligare i sud-
alla chiesa romana e a' Papi concedesse diti della romana a prestar la do-
chiesa
l'assoluto dominio sopra gli stati che vi vuta ubbidienza al Papa quale signore di
siespiimono, quasiché avesse riservato Roma, come attestano Capitolari di i

per se e pel suo figlio Lotario l'alto ilo- 1 Plancia pressoLabbé,Co/ic/7.t.7,p. i65i.
minio, si legge nel medesimo Stdva su- : Ed ecco ciò che inferire si deve dalla ri-

per eosdeni Ducatus nostra in omnibus serva di dominio fatta da Lodovico I e da


dominatione, et illoruni ad nostrani par- altriimperatori ne'Ioro diplomi di con-
lem et Filii nostri suh/ectione. Però coi ferma e donazioni in favore della chiesa
commentatori dell'insigne diploma dirò, romana. Dichiara mg.' Marini prefetto
che tale espressione e clausola non li- dell'archivio Vaticano, che quanto a'di-
mitò punto il domuiio che il Papa avea plomi che talvolta gl'imperatori dierono
am[)lissimo sopra propri stati, che Lo-
i a favore dell'arcivescovo di Ravenna, e
dovico I confermò alla chiesa romana ; di qualche città dell'Esarcato, tali con-

ma bensì denotava la soggezione dovu- cessioni e conferme non potevano dero-


tasi dagli stati d'Italia all'imperatore ro- gare al supremo dominio de' Papi su quel-
mano, cui apparteneva diliendere la Chie- la proviucia, poiché gl'imperatori se ri-

sa e i suoi beni, ap[)unlo col tenere in lasciarono diplomi lo fecero non perchè
Ireno i sudditi, se contro il Papa si fos- fossero persuasi che loro spettasse il su-
sero sollevali. In fatti orasi convenuto per premo dominio dell'Esarca to,ma per non
3o2 S OV SO V
fai- ujoslra di i iuuiiziare a que'diiiUi,clie di lega offensivae difensiva. Ma anche l'im-
su lutto l'otcideule s. Leone 111 da'greci pciatore giurava di essere protettore e
itupeiatoii avea liasferili ìu Carlo Ma- difensore della Chiesa. Le formole del giu-
{•ijo, e a' quali veiauiente gli slessi itn- ramento de' romani e degli imperatori,
jjeratori d'occideule aveuuo realuieiite le ripoita Borgia a p. 46- Quella degl'ira-
liuuiiziato col confeiinaie la donazione |)eralori tedeschi si variò poi, per alcune
falla da Carlo Magno alla Chiesa. dichiarazioni e cautele che vi furono ag-
Succeduto l'impeiatoj e alla dignità del giunte, perchè non avessero a pretendere
Patrizio cìiRoma ,con\t c[n(islì noudovea- quella stessa autorità, che i Papi giusta-
no agire ne'doniiuii della s. Sede per titolo mente promisero o permisero a'Carolin-
di sovranità, ma per mera protezione e gi di esercitare in Roma e nelle terre del-
avvocazia; dalla qual tutela e difesa deb- la Chiesa, in benemerenza d'avergli am-
bonsi ripetere i messi regi e imperiali, ed plificato il dominio j e di averglielo co-
i placiti elle talvolta tenevano in Roma e stantemente difeso e protetto. QuandoPa-
nelle provinciesoggette alla romana chie- pa Sergio II neir844 coronò re de'lon-
sa,con autorità delegata dal Papa, co- gobardi o d'Italia Lodovico II, figlio di
me dichiarai superiormente; imperocché Lotario I, pregato dal re di permettere
precipua ispezione del patrizio e poi del- che romanii gli giurassero fedeltà, il Pa-
l'imperatore era quella d'invigilare che pa non vi acconsentì, poiché sino alla mor-
da' ministri si facesse giustizia a' popoli, te di Lotario I iuiperatore,questi solo vo-

ciò che praticavano ancora i Papi co'pro- leva per difensore e protettore della Chie-
pri messi, i quali naturalmente aveano sa la natura di tal giuramento la spiega
:

la precedenza e preminenza, e ili. "luogo ancora Cointe, Annal. Francor. ad au.


su quelli imperiali; quali in una parola i
824, §2 I .Leggo in Platina, F^ite de' Pon-
invocati da'Papi per quietare le rivolte che recandosi Lodovico II in Ita-
tefici,

o far giustizia a'delinquen ti, do veano sup- lia con grosso esercito, empì di sai^gue,
plireove non avesse potuto giugnere la di rapine e di fuoco luoghi per ove pas-
i

soave potenza del Papa, ed ancora per- sò; ma avvicinatosi a Roma, deposta la

chè egli fosse rispettato e ubbidito, co- sua fierezza, ne lasciò fuori gran parte,
me spiega Borgia, Breve istoria p. 45. Ed per entrarvi quale amico. Il popolo gli

è perciò, che alla medesima protezione e uscì incontro per onorarlo, ed il clero fe-
tutela, come dissi a Imperatore, appar- ce allreltanlo per un miglio, in proces-
tengono i giuramenti di fedeltà, che dai sione e cantando : Benedictus qui venit
popoli sudditi della s. Sede si prestava- in nomine Domini, Osanna in excelsis;
no a're Carolingi come patrizi, e poi co- e l'accompagnarono sino alla metà delle
me iniperalori, e questi giuramenti da- scale della basilica di s. Pietro, le cui por-
vansi di consenso del Papa, salva la fedel- te eranochiuse. Ivi si trovò Sergio li, che
tà dovutagli; ex consensu Pontifìcis, in- l'abbracciò e baciò, ed avanti le porle gli
genuamente confessò lo stesso De Mar- disse Se tu con animo amico, anziché
:

ca, De Concord. lib. i, cap.i 2, n.°4j ed il nenuco ne vieni, ed hai più 1' occhio al
Garampi,De JVuntnio argenteo Benedicli bene pubblico de'cristian i, che a' tuoi par-
IJJ,p. 89: honoris et observanliae causa ticolari atfetli di saccheggiare o sparge-
sponte et nitro concessum da'Papi. Ed è re sangue nella città, io ti do licenza che
noto che il principale oggetto di essi giu- qui entri. Che se altrimenti aniu>ato ne
ramenti era di non impegnarsi in guer- vieni, guardali di toccar queste porte, per-
re contro Carolingi, e di essere col Pa-
i chè la spada che tutte le scelleratezze ven-
pa costanti nella loro amicizia : neppure dica e castiga, già li è sul capo. E peicliè
SI parla d'obbligo alcuno di federazione, Lodovico li rispose, che non dubitasse
sov SOV 3o3
pillilo, gli furono toslo apeite le porle, sii d'occidente, dopo il risorgiraento di
ed entrato ilcnlro co' loniani e franceii qiiestadignità per opera di s. LeoneIII,si
in gran schiere, s'inginocchiai ono all'al- intitolassero Imperatori de' Romani. iVel-
iare eli s. Pietro, e ringraziarono Dio e la lettera, che riprodusse, Lodovico II
gli Apostoli, che fosse a tjuel modo senza fece conoscere a Basilio, con quanta giu-
altro scandalo riuscita la venuta del prin- stizia gli apparteneva il titolo di Basité\>s
cipe franco, e fatta cpiietamente l'ottava o Ba.sUeo, e non già l'altro di Rigo, che
di Pentecoste. Ma perchè poi soldati ro- i voleva solo dargli l'imperatore greco. E'
vinavano i borghi e pareva che volesse- questo un bel monumento della viva ri-
ro procedere capo a 8 giorni
al sacco, in conoscenza che Lodovico II usò verso i

il l'apa unse Lodovico II, lo coronò e creò Papi, per la protesta ch'egli fece, che Ut
re d' Italia ; il perchè venne a visitarlo sua casa avea ricevuto da essi, prima la^
Iconolfo duca di Benevento. Per gran
la dignità reale, e poi l'imperiale, quella da
copia dunque de'soldati e delle genti che s. Zaccaria in persona di Pipino, e que-

vi concorsero, furono alfalto per tutto ta- sta da s. Leone III in pt'rsona di Carlo

gliati gli alberi, rubati i greggi, e mie- ÌMagiio. Che [)er avere questa seconda era
tute pe'ca valli le biade senza discrezione. d'uopo riconoscerla dal Papa, istitutore
Sergio II udendo tanti danni,acciò partis- di essa, e che portava seco il debito di
sero tosto dalla città, concesse loro quan- governare la città e il popolo romano, e
to fu onesto; ed romani che si videro i difendere e sublimare la Chiesa. Ed ec-
da tanta roviua, pubblicamenteao-
liberi co un altro documento, che a primo a-
claniarono il Papa f'tio f'' icario di Ci i- : spetto pare che olfenda, come se per la
sto, e unico Padre lidia patria. ^q\\"Ò\j dignità imperialesi conferisseancheil do-
gli s. Leone IV, che pel i.°(uar-
successe minio diR.oma;ma ricordandosi il più vol-
ciò con un esercito a Ostia (^.), ove di- le indicato diritto tl'avvocazia, alla quale
strusse l'armata i\g Saraceni {^f .)^cog\\ si obbligavano gl'imperatori, tutto sarà
Schiavi de*{uali fortificò Ronia^ e a di- fatti Lodovico II parla
chiaro e spedilo. Di
fesa della basilica Vaticana vi aggiunse di governare e non di dominare, e l'av-
(|uel tratto per lui dello CUtà Leonina vocazia appunto, lo ripeterò ancora una
(A.). A Milizia pontificia ed a Roma volta, impegnava l'imperatore ad invigi-
parlotlelleguerre sostenute da'Papi come lare chesi facesse giustizia a'popoli, eche
sovrani temporali. Adriano II nell'Sjo questi ubbidissero al Papa. Il Galletti, Oe^
ordinò a Carlo I il Caho redi Francia, Primicero p. i co, parlando del Secondi-
sotto pena di scomunica, che restituisse cero Stefano dell' 876, scomunicato da
I usurpalo regno al fratello Lodovico II Giovanni Vili, e condannato con altri
imperatore. Di questi poi scrivendo al- personaggi a pene temporali, per aver
l' imperatore d'oriente Basilio il Mace- danneggialo Roma e attentato contro la
done, die per incidenza a Lodovico II il salvezza della repubblica e la (juiele del-
titolo d\-y»g»i/Oj-airrontalosi di ciò il gre- l'impero, osserva che tali condanne po.-
co, se ne gravò allamenle con Lodovico co furono conosciute da Muiatori,clie ac-
II, il quale gli rispose nel modo riportato cenna di volo la lettera di Giovanni Vllf,
a Uè, parlando del titolo (ì' I/nperatore non facendo essa pe'suoi sistemi avversi
sinonimo ili Basilì'vx, non di tligo, che •illa sovranità papale. Questo solo docu*
era che gl'imperatori d'oriente
il titolo mento in m falli tempi basterebbe acou-
pretendevano dare a quelli d'occidente. vincere chiunque di quanto indipeudeu-
Dice il Dui già, Bre^'e istoria p. 4'} e G\, le, as-)oIula e sovrana fosse l'autorità dei
che niuno meglio di Lodovico II impe- Pontefici in Roma, anche nelle materie
ratore spiegò per qujl motivo gli Augu- temporali e criminali. JN'ell' 888 moii
-

3o4 sov SOV


Carlo III il Grosso, e con esso si esliiise gorio T'II, che ci ristorarono ad usura
la stirpe di Cailo Magno. I principi ita- d'alcuni altri in cui si vide la corte ponti-
liani aiuioiati del giogo de'franchi e vo- ficia pagare un tributo funesto e passeg-
lendo riconoscere per re d'Italia e inipe- gero al disordine generale, prodotto dal-
ratcjre un connazionale, ottennero pre- la ferocia, dalla dissolutezza, dall'; anar-
venti vanienle neir884 daPa[)a Adriano chia o dalla povertà che regnavano in tut-
III il decreto, che dopo la morte tli Car- ti Sdegnato De Maistre di vede-
gli stati.

lo Ili fosse dato il regno d' Italia ad un re mala fede insistere con tanta acer*
la

princi()e italiano col titolo di re, ed unis- bità sui torli rimproverati ad alcuni Pa-
se nella sua persona i titoli dell' impe- pi, senza dire una parola dello spaven-

ro. Laonde come meglio narrai all'ar-


e tevole disordine che regnava a'ioro tem-
JLicolo Si'OLETr, Papa Stefano V detto VI pi, giunse a dire che quando cortigiane
:

neirSgi coronò imperatore Guido du- onnipossenti, mostri di licenza e di scel-


ca di Spoleto, il quale confermò i pri- leratezza, profittando de'pubblici scom-
vilegi e doni concessi e fatti alla chiesa s'impadronirono del potere, e tutto
pigli,

romana da Pipino, Carlo Magno e Lodo- disponendo in Roma, portarono sulla se-
vico I. In tal guisa e dopo tante vicende, dia di s. Pietro con mezzi colpevoli i la-

per autorità pontificia, tornò negl'italiani ro figli o i loro amanti, negò che costoro
l'impero d'Italia. Di ciò trattano, Sigo- fossero Papi ! 11 barone Henriou senz'ap-
nio, De
regno lini. an. 8g i, e Pagi an. provare né ribattere questa proposizio-
Sqi, Anche Berengario I quando nel 916 ne, si limita ad avvertire, che riconoscen-
fu coronalo imperatore da Giovanni X, do in tali uomini il carattere della digni-
con diploma confermò quelli de' prede tà papale, e non intendendo di palliare
cessori,eloa(ferma Muratori, Script, rei'. i loro vizi, dichiara : erano Papi in tutto
Jlal. t. 2, p. 4o5. Il haronelienrion osser- quanto facevano di bene, e cessavano di
va nel3.°periodo della %\xaSloria de Pa- esserlo in quanto facevano di male. La
pi, che esso abbraccia il IX, il Xe l'XI verità non cessa d'essere tale- pe'torti di
secolo, cioè una delle più triste e insieme colui che le serve tl'organo. De'58 Papi
più importanti epoche della storiadel ge- che si succedettero durante il suddetto pe-
nere umano. Non è perciò a meravigliar-; riodo, 5 furono canonizzati. Pasquale I,

si Papato presenti alcune


se la storia del Leone IV,Nicolò I, Leone IX, Gregorio
pagine dolorose, massime nel ferreo se- VII. Nel medesimo 3 antipapi disputa^ 1

colo X. Essendo circondali Papi d'uo- i rono la s. Sede a'iegittimi Papi, perchè
inini soggetti alle passioni della nostra na- meno santi e più competitori. Convenen-
tura,doveano necessariamente trovarsi do a'Papi di attendere agl'interessi spi-
anche nella corte di Pioma tutti gli abusi rituali della cristianità e all'amministra •

che regnavano altrove con tanta forza; zinne temporale de'loro stati, conveniva
quindi è piuttosto da meravigliarsi, che doppia attitudine, una testa fuori del co-
in mezzo all'indisciplina, alle tenebre del- mune, ed ecco perchè, secondo Ilenrion,
l'ignoranza, alle lotte dell* ambizione e i Papi santi o di primo ordine sono più
dell'errorejsienosortidi quando in quan- rari. D'altra parte, l'aggiunta della so-
do regni e Papi sì grandi, che ristoraro- vranità temporale e la superiorità pro-
no costumi e le regole ecclesiastiche,
i gressiva acquistata in Europa dalla di-
produssero l'incivilimento, arbitri sovra- gnità papale, slimolava tanto più l'am-
ni fra'popoli e re. Che luminoso spet-
i bizione, altra delle molte cause per cui
lacolo, esclama il dotto Henriou, non ci gli antipapi, cioè gli usurpatori, diven-
offrono infatti alcimi pontificati, Grego- nero pii^j frequenti. Alcuni scrittori dico-
rio ir, Leone If\ BenedcUo III, Gre- no che Giovanni X fu il i.°Papa che si
SOV iJOV 3oj
mise alla teslacl'im'aiui.ila.eclegiialmcn- cillà e terre del diioato di Spoleto, clie
lesi pollò da Papa e da generale, assisti- Carlo Magno uvea donato alla s. Sede,
lo da'baroni della Tei ra di Lavoro, e tlai in piena sovranità al l*a[)a, con rap|)ro-
siioi sudditi per coinballereit9<zrrttr//i" che 'vazione del liglio Ottone II, perchè lo
cacciò dal castello di Gaiigliano. Il Papa destinò re d'Italia. L' ollerta a s. l'ietro

Giovanili XII nel qGi coronò imperalo- e al Papa e successori, dopo la conferma
re Ottone I il Grande re di Germania, delle signorie e beni temporali della chiesa
onde fu ili.° tedesco che fu a>siinto al- voinana, prò noslrne (iniiiuit remt'tlio, no-
rimpeio, e Giovanni XII ili. "Papa che slrlqne JìUi, et fìostroi ntn parcnliini, ah-
passò l'impero a'tedesihi principi di Gcr- braccio . Civilales et oppida ciimpisca-
mania (/ .),dopo aveiea'pontilìcii legali riis stiìs Realeìn,Amitenninì,Farconent,
prestalo quel giuramento di cui vado a Nursiam,Bah'ain^etI\Iarsini,elalibici-
fare menzione; e ve lo innalzò come priii- vilatcm Teraninen ciini perlincnliis siiis.

ci[)eda esso reputalo il più alto per pietà II diploma di Ollone I, scritto con lette-

c potenza a dilendere la chiesa romana, re d'oro e sigillato con Sigillo (P'.J pure
In fatti gli restituì lutlociò che eragli sta- d'oro, fu inserito nella celebre bolla d'In-
lo tolto tlagli altri imperatori e re d' I- uocenzo IV, e riconosciuto nel concilio
talia italiani e successori di Lamberto, generale di Lione I. A lioMve parlando
cioè da Berengario 11 e da Adalberto suo del conciliabolo tenuto da Ottone I, dissi
figlio, e lo attestano Lamberto Schal'na- deirinlrusionedeiranli[)apaZ!,fo/je/^///,
burg, in Chron. ad an. 9G2, inWr Script, il quale con pseudo atto del <)(i4 |)retese

rtr. Gfnnan. Pistorii 1. 1


,
p. 3 1 4; e Gret- spogliare la chiesa romana della tempo-
sero. Opere l. 6, in Apolog. lìaron. lib. rale sua sovranità. 1 critici tengono per
I, cap. 20, lib. 2, cap. i5. iVell' articolo favola tale bolla del falso Pa[)a contro le

Ingressi sole>m in Roma, raccontai che terre della s. Sede. li" così decisa l'impo-

i Papi prima di ammettere in Pioma gli stura, che neppure Conrigioe Beclero, i

imperatori esigevano il loro solenne giù- quali ebbero lauto im[)egno ad allargare
ramento di non ledere ponlilìcii dirilli,
i i confini deirim[)ero, non osarono appi-
come di difonderli. Tale giuramento lu gliarsi alla finta stolidilìi dell' ai>li[)apa,

prestato da Cai lo Magno, da Lolaiio I, di rinunziare in nome della chiesa roina-


eda Ottone I di cui ne riportai la formo- na le donazioni amplissime di Pipino e
la, non aspirasse ad autorità sui ro-
acciò Carlo Magno. iVel 967 Giovanni XI II co-
mani con pregiudizio della suprema si- roiiò imperatore Ottone II, che restituì
giioria de'l'api. Questogiiiramento si là- alla Chiesa quelle citlìi e lene usurpale
ceva dagl'imperatori a'cardinali legati, da'Berengarii, come riferisce Rossi, ///vf.

di conservare e proteggerei diritti tielia Ravenn. lib. 5, p. 261. (Gregorio V nel


s. Sede, onde ne parlai in molti articoli. gf)6 coronò imperatore Ottone 111 e lo
Conviene nolare, «he re di Germania i dichiarò protettore della chiesa romana, e
furono anche detti re di Francia, come loa!rermaDitmaro,//J/fr.iSVry;/./»r»/j.V'vv.
allora chiama vasi la Germania, cifèdel- t.i, lib. 4, p- 3 "q. 11 suo diploma ripor-
l'orienlale, venendo appellata la Gallia lato dal Goldaslo, e riguardante Silve-
sotlo il nome di Francia occidentale. Ot- stro 11, è una mera impostura, e lo provò
tone I chefu il i.°di essi prescelto tlaiPapa Borgia, Difi'<!a p. 1 28,riportandone i le-

n reggere l'impero, come re d'Italia con- sti; ilappoichè niente meno che si osereb-
tinuòad esercitare gli alti che Carolingi i be negare la donazione di Carlo Magno,
aveano adoperalosul ducalodi Benevcn* e se ne làrebbe a Silvestro 11 di 8 conta-
to, e fu imitalo da'successori si no a s. Leo- di, negandosi pure gli alli di Cai lo I il Cat-
uc IX. Inoltre Oltouc I rcsliUiil alcune v'o, che sullo l'a[)a Giovanni ^ 111 che lo
3otì SOV SOV
corona imperatore, dopo aver coiifenna- Ceiieveiilo spontaneamenfe
, sia percliè

lo le precedenti donazioni especialinenle chiamatovi da'popolieda'longobardiche


di Capila, aggiunse al ducato di Spoleto, l'aveano usurpato, intimoriti dagli avven-
Ai't'zzoe Cliiiisi; mentre degli attidi Car- tuiieri Normanni (^.), sia per la forma-
lo Magno e di Carlo I il Crt/v'o,senescol- lepermuta che ne fece con l'imperatore
pi la men)oria suììtì Porte dì chiesa {l^.) Enrico III il Nero nelio52j con Bain-
d<;Ila basilica Vaticana prima di Alessan- berga e suo censo,ma con riserva dell'an-
drò III, secondo il pio costume di scoi- nuo cavallo bardato, di Fulda e de'be-
pire nelle |)orte delle sagre basiliche i uo- ni che la chiesa romana avea in Geriua-
tni delle loro possessioni e beni. nia, in Baviera, e in Sassonia, la quale
Il Del Primicero p. 82, di-
Galletti, Carlo Magno quando la conquistò ne fece
cendo di Giovanni primicero delio i_, 1 generosa olFerta con tributo a s. Pietro,
parla d'un giudicalo di Benedetto Vili cioè parte alla sua chiesa di Roma e par-
fallo alla presenza de'giudici, per prova- te a quella di Bieina. Allora il ducato o
re il pienissimo sovrano dominio di Ro- principato di Benevento si divideva in 3
ma de'Papi in que'tempi, in cui si vede parti, cioè nei principati di Benevento,
ben schiarito l'ordine delle cause che si Salerno eCapua. Di tutto pieuamentedi-
leruiinavano da'consolie duchi (de'qiiali scorre Borgia, Breve istoria p. 77 e seg.,
trattai a Roma). Le parti ricorrevano al provando che fu vera e reale pennuta, e
Papa, questi deputava in giudici que'con- non vicariato come inventarono i nemici
soli e duchi che voleva, ed eglino per la della sovranità papale. Crescendo la po-
lotale dipendenza cheaveauodal signo- lenza de'normanni ch'erano siali chia-
re loro il Papa, adempivano al proprio mali dai longobardi in Puglia in aiuto
uffizio. Nel 101 4 Benedetto Vili coronò per cacciarne i greci, i longobardi stessi

ianperalore s. Enrico II, il quale con di- ne temerono e domandarono soccorso a


ploma con caratteri d'oro coufer-
scritto s. Leone IX pe'dirilti che vi avea la s.

niò alla chiesa romana lutti doni e di- i i Sede. Il Papa intimò a'normanni di re-
I itti conceduti ne' diplorai di Carlo Ma- sliluire alla chiesa romana le terre usur-
ano e degli Ottoni, e si legge nel Labbé, paté, ma invece essi si ollrirono di pre-
Concilior. t. 9, p. 8o3. In esso confermò stargli vassallaggio e riconoscerlo per si-

alla s. Sede, oltre Roa)a e il ducato, l'È- gnore. Avendo s. Leone IX peIi.°assol-
sarcato, la Peiitapoli, Patrimoni, Napo-i dato milizie proprie, unito a quelle soin-
li, Fondi, Fulda e gli altri domiuii, e lut- ministrategli da Enrica III, marciò con-
ti i monasteri, corti e ville che s. Pietro Irò i normanni, ma restò dal gran valore
avea in ullrainontanis [ìarlibus. E per u- loro vinto. Pentiti però, gli usarono ogni
na permuta di luoghi fatta colla s. Sede, maniera di venerazione, e gli esibirono
cheli cedèinfavoredelvescovatodii5rt«i- Soddisfazione. Appagato il Papadi tanto
berga {^.), Enrico II le donò la prò-
s. eroismo, li perdonò e gl'in vesti delle ter-
\incia denominata Terre Arnolfe, e pò- re che aveauo occupale, e delle altre che
sia tra Terni, Naini e Spoleto. Quindi quindi avrebbero acquistate in Calabria
spontaneamente offrì la città e il vesco- e in Sicilia, escludendo espressamente dal-
Aato di Bamberga da ìuì l'ondalo, sub tui- l'ii'vestilura lo stato Beneventano. A veu-
liont di s. Pietro e de'Papi con censo an- do s. Leone IX usato nell'investitura la
nuo. Di lutloe uìeglio ragioooaSpoLETied frase, de s. Petro haeredilali feudo, volle
aSxATiEREGwiTKiBUTAr.iALLAS.SEDEjCo- intendere che investiva terre le quali e-
inedelleTene Arnulfe,diFuldaedi Bau»- rano di s. Pietro, cioè della sua chiesa,
berga.DipoiPapas.Leoiiel.NL entrò in pos- e non già fundi lasciali in eredità da s.
icsso del dominio diretto del ducuto di i'ielro. Del resto egli ricevè dagl'inve-
j

sov SOV 307


stili giuramento di fedcllìij e riservò
il te costituzioni , ed è celelire la bolla di
jier la chiesa lomanaquelhi parie del prin- s. l^io V sopra le alienazioni e infeuda-
cipato Cenevenlauo, die fuicora di[)en- zioni delle città e luoghi soggetti alla s.

de va dalla cittàcapilaleCeiie vento. A que- Sede, confermata da que'successori che


ste investilui-e successero quelle de'Popi poi nominerò. Avendo trattato a parte il

successori, con giuramento di fedeltà e parte, di tutti i dominii temporali della


annuo censo, tanto de'normaiini die del- medesima, ragionai pure a ciascuno del-

le stirpi che li succedettero ne'regni delle le loro infeudazioni e Vicariali [F.). Si


due Sicilie,argoinentodi cui didusamente può vedere il giureconsulto inglese Ar-
avendo ragionato a Sicilia, tui dispen- turo Duck, De iisit et ancloritatejitris ci-
so riparlarne; come egualmente taccio vilis Romano nini in doniiniis Principimi
lìtnuitìevoii Stati tributari alla s. Sede, Chris tianoriim, Lipsiae 1676. Cardinal
come aigomento proprio di quell' arti- De Luca, Theatrwn: De feudis etbonis
colo. Non fu però s. Leone IX ili. "Pa- jitrisdictionalibusjDe regalibits,\euel\\s
pa che dasse investiture di feudi, aven- 1706. Nel memorabile pontificato di s.
dolo già praticato i predecessori; che se Gregorio Vll,incominciato nel 078, che 1

i nemici della sovranità papale ne am- consolidò la massima:Che ilPapa in quali-


misero il diritto del jus feudale agli ar- tà di Vicario di Gesìi Cristo sovrastava ad
ci vescovi, vescovi, abbati, abbadesse, pre- ogni più grande autorità della terra; mo-
posti, come tutti capaci a infeudare, viep- strò questo insigne Papa un'indomabile
più competeva questo dirittoal Papa, ca- costanza a sostenere e difendere il pote-
po e superiore della gerarchia a tutti i re civile della s. Sede. Fu celebrato gran
\escovi ed ecclesiastici. Gli esempi eru- restauratore dello spirilo e della libertà
ditamente li riporta il Borgia, Difesa p. della Chiesa, perciò non perdonò a sten-
1 80 e seg., e per brevità solo riferirò le ti, a cure, a travagli, a pericoli, e resi-
infeudazioui, ricordale ancora all'arti- stette imperturbabile alla lotta di quasi
colo Stati e regni tributari alla s. Se- tulle le potenze della terra, congiuratesi
de, di Giovanni Vili, per Capita, Gae- controDio e contro l'unto ili Dio,afliiie di
ta e Fondi j di Stefano VI per Capita riuscire nella grande impresa di ripiglia-
di Giovanni X per Gaeta e Fondi, il re colla propria indipendenza la signoria
quale inoltre infeudò Adria col suo ter- temporale dello stalo pontificio, ormai
ritorio al vescovo Paolo, e gli trasmu- interamente usurpata dagl'imperatori e
tò il censo annuo nell'obbligo di rifab- dai circonvicini baroni, principalmente
bricare la chiesa d'Adria; Giovanni XIII da'conti Tusculnni, dai marchesi di To-
die in feudo a Stefania senatrice roma- scana, dai duchi di Spoleto e del Friuli,
na, suoi figli e nipoti, la città di Pale- da'potenti capi delle fazioni romane, di
strina: celebre è l'infeudazione che Gio- tratto in tratto sorgendo tirannelli a si-
vanni XV fece dìFerraraa Tedaldo avo gnoreggiare Roma da prepotenti padro-
delia gran conlessa Matilde; Gregorio V ni, esercitandovi il potere civile, dispa-
investi Gerberto arcivescovo di Ra^'cii- iando talvolta colle armi e con istragir^"-
na, del disti etto della slessa città e AA lezione de' Papi. Nella vasta mente del
contado di Co/7i<zcc/i/o,-e Giovanni XV 111 veramente sommo s. Gregorio VII, una
investì della Sabina e di altri contadi cosa s'identificò con l'altra, la libertà della
Leiiedetto suo nipote. Tolte investiture chiesa universale fu giudicata insepara-
die [iiccedcttero quella di S.Leone IX, bile dal pi incipato civile del suo supre-
« cuAi lungo possesso d infeudare si andò mo potere. Giammai altro Papa protes-
dopu s. Leone IX piìi che mai dilatan- se e dife.se con più forte, invincibilee san-

do, onde i Papi emanarono e<[)ressaiiieii- to coraggio il Patrimonio di s. Pietro, e


3o8 SOV SOV
i (lominii temporali, inviolalj'ile e inalie- la gran contessa IMatildesi riservò Tusu-
nabile (Iole della s. Sede, contro le mal- frutlo pel rimanente de'suoi giorni. Ma
vagie e empie pretensioni d'Enrico IV; perchè l' islrumenlo di detta donazione
acerrimo propugnatore dell'indipenden- nelle gravi turbolenze di quei tempi si

za temporale de'Papi come della sovra- disperse, perciò a'6 settembre i 102 per
nità, per avere la libertà co'suoi succes- opera del cardinal Bernardo degli Uberti,
sori di poter dire francamente si a'prin- legato di Pasquale II, rinnovò formalmen-
cipi e sì a'popoIi,qual sia la parola e qua- te l'atto, come notai ne'vol. XXVIII, p.
li i precetti di Dio, e per potere libera- 175, XLj p. 3c), terminando di vivere
mente proteggere nell'esercizio della lo- Matilde nel i 1 5. Per le usurpa/ioni che
i

ro santa missione i vescovi loro conipa- progressivamente fecero di molli di tali


stori della greggia cristiana, sostenendoli stati gl'imperatori e altri principi, silfut-

senza impedimento alcuno. In tempo di la eredità della grancontessa fu pe' Pa[)i

s. Gregorio VII, non"solo grandemente e per la s. Sede una sorgente di fretjuenli


per sua fortissima opera si consolidò il e gravissime turbolenze, di persecuzioni,
sovrano dominio temporale della s. Sede, di calamità. Queste derivarono dalle pre-
ma eziandiodi moltissimosiaumentùcol- tensioni e prepotenze degl' imperatori,
le celebri e cospicue donazioni della gran che vollero contestarne alla s. S>Q(\t la so-
contessa Malilde {f^.), eroina eminente- vranità. Laonde talvolta i Papi s'indus-
mente benemerita della chiesa romana, sero investirne gl'imperatori di Germa-
e costante propugnatrice e difensora pos- nia (/'.) a vita, ed altri principi come gli
sente, anco colle armi, de'Papi, e perciò Este parenti di Malilde, con annui cen-
da loro fregiala delle dignità di Genera- si in proporzione delle terre investite. In-

le di s. Chiesa, e olearia d'Italia, con- nocenzo li ne investì per annuluni l'im-


tro le persecuzioni degl'imperatori En- peratore Lotario II, con l'obbligodel cen-
rico IV, ed Enrico V suo figlio, che de- so annuo di 100 libbre d'argento, e di re-
scrissi a Geiìmania, nella biografia di s. stituire il patrimonio infeudato alla sua
Gregorio FU, in quelle de'successori, a morte tutto intiero e senza lesione al do-
PioMA e in altri articoli. Pertanto la gran minio della Chiesa. Altra volta Papi imi- i

contessa Matilde, sovrana di amplissimo ti Imente reclamarono le terre della gran

patrimonio, solennemente tutto lo donò conlessa occu|)ate illegittimamente, ri-

prò remedio animae nteae, et parentum chiedendo che si restituissero alla Sede
vieorum, dedi et obluli Ecclesiae s. Petri apostolica ìej'ustitiaes. Petri./'ura s. Petri,

periiUerveutntnd. Gregorii Papae f^II; come chiamavano questi ealtri stati tem-
cioè gran parte di Toscana e di Lotii' porali per riconoscere la chiesa romana le

hardia, dal fiume Pescia a s. Quirico su sue grandezze temporali dal principe de-
quel di Siena fino a Ceprano, e dall'A.- gli aposlolije perchè s.Pietroe la sua chie-
penninoal mare, oltre Ferrara dice Plati- sa sono i donatari de'beni e dominii tem-
na, ma fu più vasta l'estensione di tali do- porali|del!as.Sede,perciòsidisseroCoi'e<7i
minii. Questi per comun consenso si for- <ì. Pietro, per esserne sta la data la proprie-
marono nella principal parte degli stali di tà a lui calla sua chiesa,a nome della quale
Lucca, Ferrara, Manto^>a,Parina, Pia- si usano e si amministrano dal Papa, e

cenza, Reggio j Modena (^.), della Ligu- sono inalienabili per loro natura e pe'di-
ria {f.), di tutta la Garfagnana (f^.), vieti delle bolle pontificie. Di altre noti-
della provincia detta Toscana pontificia zie sulla gran conlessa Malilde, di quelle
o de' roma ni j o Patrimonio dì s. Pietro riguardanti tutte le sue donazioni e loro
con Fiterho per capitale, di cui parlai a vicende, ne trattai ne'citati articoli; così
Pairimom della s. Sede; de'quali stali de'supei stili domiuii sovrani chelulloia
so V SOV 3or)

si posseggono dalla s. Sode e deilvnii da appellali anche poveri di Lione, nel seco-
Matilde, ed anciie in molti altri (jui non lo Xl\^ in Mai silio di Padova e in Gio-
ricordali per brevilii. Si può vedere Leo- vanni Gianduno. A questi poi si unì Gio-
ne Ostiense, Cliroiii'ca lil). 3, cap. 4f); Uo- vanni Viclelfojtra le di cui .^'ì proposizioni
, iiizoiie in Vita tMalildis I. 2, cap. i , in- dannate nel concilio di Costanza, la Sg."
ter Script, rcr. I(al. t. 5, p. 366 e 3S4, è (\\\t9<{?\:Trnperator,etDoiììiiiisaecidares
ove si legge il di|)loma dalla gran contes- siint scd Iteti a diabolo, ut Ecclesia ni do-
sa rinnovato nel 1 10-2; Cenni, /l/o«''/»e/i- tarenlhonis temporalibiis. Nel secolo XV
tadoiìiìnat. Pont.\..i,o\eco\\ una disser- passarono le stesse sacrileghe dottrine ne-
tazione iliUu^jamente ragiona dell' istro- gli »5.s/7/,nel seguente we luterani, e ^ijf<c\^

inenlo di donazione della conlessa Ma- ne'Centurialori di Mngdeburgo, in Car-


tilde, del nome, stalo e vicende degli sta- lo Molineo, Gio. Vollio, Melchior Golda-
ti di essa, mettendo in cliiaro con prove sto, Ermanno Conrigio, e nella maggior
irrefragabili molti abbagli presi da erii- parte di coloro che fanno professione tl'es-

tlili invesligalorideiranlicliità. Di questa sere nemici della chiesa romana, tutti se-
medesima donazione si iia la Disserta- gnaci de'primi falsi dogmi d'Arnaldo da
zione di Gio. Davide Koclero, stampata l»rescia,che rin)morla!Baronio,an. 4 » i 1
'

ad Allorf nel 1 r' i 5, e ristampala con ag- n.°3, meritamente chiama: Polilicoruni
giunte a Jena nel 1737. Enrico IV giurò haereticorum patriarrham atquc prin-
a Pasquale II di restituirgli le sue tem- cipem (hi fu Arnaldo da Brescia, da u|«
.

poralità, Palrinionia et possessione s. Ho- timo ben lo dichiarò la Civiltà cattolicrty


nianac Ecclcsiae qiias abstuli reslitunmj t. 4> p. 35 e -zg. ] Protestami (/'.) e le
I

ed Enrico V suo liglio nel allo stes- 1 i i 1 altre i5'f//f(r'.)eretiche,scismaliche e po-


so Pasquale II con giuramento confermò litiche, ereditando da Arnaldo e da Vi-
i diritti della chiesa romana, specialmen- clelfo l'odio concentrato e feroce verso la
te sopra la Puglia, Calabria, Sicilia e prin- potenza temporale de'Papi, non finirono
cipato di Capua.PietroDiacono poi ci con- giammai, e tuttora con più accanimento
servò, Cliron. Casin. lib. 4) cap. 3?, il contintiano,di scagliarle contro le piìi vi-

giuramento chedavanogl'imperatori so- rulente invettive, e di adoperare i piìi po-


pra la garanzia del Patrimonio di s. Pie- derosi sforzi per ischiantarla. L'odio del
tro, col quale vocabolo non solo fu de- pioteslanlismoalla podestà civile de'Pa-
nominala la suddetta provincia di Viter- pi, non la cede in nulla all'odio ch'egli pro-
bo,ma ancora icorduti dominii di qua e
i 1 fessò sempre pel Primato (F.) loro o su-
di là ilal Faro, ed altresì il complesso de- premazia spirituale. 1 protestanti accor-
gli slati temporali formanti il principato tamente avvisarono non potere la supre-
dellas. Sede. Frattanto e con molto stre- mazia pontifìcia liberamente esercitarsi
pitoprima della metà del secolo XII si rin- senza la indipendenza civile del soggetto
novarono dall'eresiarca Arnaldo da Bre- che n'è rivestilo, e che toltale siffatta li-
scia l'empie dottrine contro le ricchezze lierlà, essa naturalmente parlando ver-
de'chierici e de'Ioro temporali dominii, rebl>e a perire per successivo scadimento
a'quali e al Papa appena egli accordava di forza, e per gelosia de'di versi popoli a
le decime e le oblazioni. Gravi furono i lei soggetti, almeno resterebbe priva di
disordini di cui furono cagione in Roma vigoria e vuola di elfetlo. Onde viene che
e negli stati della Chiesa gli errori d'Ar<- l'avversione piìi o meno manifesta alla
oaldo,lendenti ad annientare la tempoia- temporale potenza de'Papi fu divisa co-
le sovranità pontificia. Né colla sua ob- stante di tutti i nemici della Chiesa, chedi
brobriosa moi te si spense l'eresia, poiché mano in mano s'ingeneiarono dal prole-
si propagò uello stesso secolo no" valdesi, slantismo. La medesima avversione quiu-
3io SOV SOV
di professarono i Ginnseuistì {^T^.), i falsi che Castro fu compreso nella donazione
politici, i deisti dello SCOI so secolo, i de- di Carlo Magno. Qui dunque avverto col
magoghi del nostro, e tutti gli allievi del- p. Annibali da Latera, Notizie sloriche
le tenebrose società segrete. Ribellatisi gli di Castro, che da molti Castro, Castnini
ainaldisli romani contro Papi, neh \^^ i Hetruriae, fu confuso con Città di Ca'
appena eletto Eugenio Ili fuggi da Ro- stello e con Civita Castellana, e che la
ma. L'eloquentissimo e zelante dottore s. sua origine è ai\tichissima e dìoUo oscu-
Bernardo sferzò il popolo romano sedot- ra. Già ne'relativi articoli parlai del giu-
to da Arnaldo per sottrarsi alla domina- ramento prestato dall'imperatore Fede-
zione pontificia, colla celebre lettera 243. rico 1 a'Iegati d'Adriano IV, di difende-
i' Ecco l'erede di Pietro dalla sede e dal- re e conservare diritti de'Papi, prima
i

la città di Pietro cacci;ito per opera vo- d'essere ammesso al bacio di pace e alla
stra; ecco de' loro beni e delle loro case coronazione. Federico 1 conculcando i di-
spogliati per le vostre mani i caidinali ritti della chiesa romana, esercitò il do-
ed i vescovi ministri del Signore! O popo- minio temporale in varie sue provincie,
lo stolto e dissennalo ! I padri vostri lese- e COSI fece il figlio Enrico VI per violen-
ro Roma città donna del mondo; voi al za. In questo tempo o più tardi fatalmen-
contrario vi studiate di renderla favola te s'inasprirono le tieiriende fazioni dei
delle genti. Che dunque ora è divenula G«e//^*(/.) sostenitori del Papa e de'snoi
Roma? Miratela; un corpo informe sen- diritti, e (\e Ghibellini (/^.) partigiani de-
za testa, una fronte incavata senza occhi, gl'imperatori, poi delti ;6/V7/2c/i/e/Ven(/''.).
nn volto piivo al tutto di luce! Apii io- Nella biografia d'//j^i0ce/2zo ///dell 198
felice popolo, apri una volta gli occhi tuoi, Io celebrai vendicatore de'diiitti del Pa-
e guarda la desolazione per te già immi- pa, de'dominii della Chiesa, e moderato-
nente. Come in si corto tempo lo splen- re della possanza degli svevi imperatori
dore della tua gloria si è ofiuscato Sei ! Hohenslaufen, per cui favori Ottone IV
fatta quasi vedova tu che cri la signora di Sassonia e di BrunsAvick per l'elevazio-
delle nazioni, la regina de'regni. Eppur ne all'impero, e dettagliatamente narrai
questi non sono che semplici inizii di ma- quanto precede, accompagnò e seguì l'in-

li; più gravi calamità ti minacciano. For- coronazione fatta dal Papa nel 1209. A.
sechè non sei prossima alla rovina, se più fronte de' giuramenti di Ottone IV per
innanzi t'incaponisci nellafel!onia?"Com- essere protettore della Chiesa, dipoi ne u-
movente è il modo come il sauto dottore surpò i dominii, per cui fu scomunicaloe
scongiiu'ò i romani a riconciliarsi con Dio, deposto. Il Garampi, Sigillo della Gar-
co'ss. Pietro e Paolo e col Papa; enume- fagnana p. Sg e seg., parlando del pon-
rando le sciagure a cui la misera città or- tificalo celebre d'Innocenzo III, ragiona
mai soggiaceva, le dissenzioni, la licenza, della libertà in cui dicevasi vivere quelli
gli spogiiamenti delle chiese, le vessazio- ch'erano soggetti al dominio della s. Se-
ni de'citfadini, le soverchierie, gli assas- de, come dell'indole di questa nel gover-
sinii,Ia tirannide demagogica. AdrianoIV no de' suoi stati, sempre soave, benigna,
dell I
54 pegli arnaldisti dovette fulmi- materna, buona e generosa padrona. Nar-
nai- l'interdetto contro Roma; egli cinse ra quindi, che Innocenzo III ricevendo
di mura e torri Radicofani (^.), e com- all'immediata sua ubbidienza Fano, enel-
piòda'Conli il ducato di Castro [F.), con lei diretta protezionedella s. Sede,ei fanesi
molle tenute intorno al lago di s. Cristina, quali figli speciali ; dichiarando di rite-
come abbiamo dal Papebrochio, in Pro- nerne in perpetuo il particolare dominio,
pylaeo par. 2 ,p. 24- Peto a Ronciglione, si contentò di farsi pagare dal comune
già contea di tal ducalo, dissi con Borgia l'annuo censo di 5o lire, ovvero ad ogni
sov SOV 3 , r

fiimnnleq ilenaii,o fnmiinleiie, cioè per snllo il dolce governo della s. Sede, di-
ogni liimo o camino (quella gabella era cendosi che Paolo II, liane iirhern sub ec-
in uso nella Romagna e IMassa Traballa, clcsiaslico imperio liheram statuii, pri-
della quale pallai a Presidati, ed era da vilegiisel indulgenliis dota vii. Nella bolla
gran lempo devoluta al mantenimento dei però de'privilegi dati a tal città dal Pa-
letti delle basiliche Laleranense, Vatica- pa, dal quale venne ricevuta m didonem,
na e Ostiense). Lo slesso praticò con Pe- subjeclioncm, proteciioneni et defensio-
saro e Jesi, E questo il motivo per cui ncmnoslram, le fu imposto l'annuo cen-
nel secolo XIII e ne'due seguenti, con- so di 00 fiorini d'oro, l'obbligo di paga-
I

cedevansi da'Papi privilegi di protezione re gli stipendi agli uflìciali, di prendere


a persone e città, che alti onde certamen- il sale dalla camera apostolica, e di allog-
te apparisce essere stale pienamente lo- giare le milizie pontificie in caso di biso-
ro sougette. Dicevasi in lihertale rclinere gno. In questo modo spiega il Garampi
quella città o luogo, che ricevendosi dalla in qual senso di libertà dicevasi vivere i

s.Sede soito l'immediato suo dominio, soggetti al dominio immediato della s. Se-
non perde\a né 1' amministrazione delle de loro signora, poiché tale soggezione al
proprie rendile, né quella della giustizia, Papa, come a loro principe e signore, po-
pagantlo però un annuo censo, o qualche teva dirsi libertà, rispetto a qiie' diritti,
servigio in segno di vera e reale soggezio- privilegi e prerogative, che sotto un Inle
ne. Onorio 111 nel i225,dopo molte istan- dominio godevano, e che invano avreb-
ze, finalmente accordò a'reatini la grazia bero potuto sperare o aspettarsi da altri
di ritenere la \oio chVa ad mantis /wslras principi o signori. De'privilegi e singolari
in piena liberiate , qiiae lenemns ipaas prerogative da'Papi concessi alle città e
Campaniaecivitalis, quae Eonianae Ec' luoghi de'Ioro dominii, ne parl.ii a'Ioio
desine nullo medio stint suhfeclaej e che articoli, insieme a quella libertà di reg-
prii'ilegiuni aposlolicae libertatis^epa- gimento loro accordala, inchisivamenle
gina protectionis et concessae libertaiis, al mero e miilo impero, vocabolo che di-
vien detta da Onorio 111 slesso, il quale chiarai liei voi. XXX
IV, p. 48. Tornan- !

peraltro in dominio si riserbo


segno di do a Onorio III, nel (220 coronò impe-
un censo di 3o lire annue su'provenli dei ratore Federico lì, dal quale ottenne la
noaleficii. Anche Cibano VI, avendo ri- promessa, che le terre della contessa Ma-
dotto Todi all'ubbidienza della s. Sede,si tilde fossero restituite alla chiesa romana.
rallegrò nel 38 con quei cittadini: vos^
i i In questo pontificalo e in quello del suc-
excusso fugo servi tutis, ods. lìomanae cessore Gregorio IX cominciò
il tempo-

Ecclesiae vestrae rnalris et naluralis Do- rale dominio Sede sui contado /^e-
della s.

minae irnperiuni, et ad libertalein pri- naissino[y.)\n Francia, nella Provenza,


simam, veslris piis conalibus rediisse.W il conte della quale Bcrtriinilo l'avea fatta
cardinal Mezzai ola nel i447 piomiseagli tributaria alla s.Sedc,come rilevai in (piel-
ODCooitani di mantenerli inconsueta pa' l'articolo. Ad onta del solenne e celebre
cifìca liberiate ecclesiastica, cioè con tut- giuramento prestalo da Federico II ad
ti que'privilegi e favori, di cui i sudditi Onorio 111, e riprodotto dal Saggiatore
della Sede apostolica .-solevano godere, a Romano f. 2, p. 234, ^s'' ^" perfido per-
diderenza di chi soggiaceva ad altri prin- secutore della Chiesa e meritò la solenne
cipio sovrani; e lo slesso fu loro confer- deposizione che ne fece Innocenzo IV nel
mato con bolla da Eugenio IV. Non dis- concilio di Lione {F.). E pure egli avevn
simili espressioni usarono que'di Berlino- promesso e solenneraenle giuralo di di-
ro, allorché dal dominiode'IM a la lesti feu- fendere e conservare tutte le possessioni,
datari della Chiesa, passarono neh 465 onori e diritti della romana chiesa, anzi
3 2 1 S OV sov
diaiiifnrl;! a ricuperare quelle ancora non vita, ma non esperto degli uomini e dei
ricuperale, con diploma sigillato con bolla negozi del mondo. Inlluenzalo da Carlo
cl'oro. Dichiarò essere dominii della s. Se- Il re di Sicilia, a lui attribuisce il eh. p.
de, tulio il [ìaese che da Iladicofnni si al- d. Luigi Tosti ca^isinese, Storia di AJonle
larga sino a Cepraiio, l'Esarcato di lia- Cassino t. 3, p. 3G, quella dinidenza in
\'eiina, la Pentapoli, la Marca d'Anco- che venne del clero, per cui tutto si dette
na, il ducato di Spoleto, il paese della mano de'laici, e fino segretario [non
ili il

contessa ftlalilde, il contado di Deitino- more vetusto) fu uomo laico, sì che gì ave-
IO colle terre convicine espresse ne'molli mente se ne dolevano vecchi cardinali. i

privilegi degl'imperatori lino dal tempo Sospirando s. Celestino V l'antica quie-


di Lodovico I. Tuttavolta ne usurpò gran te, fece la strepitosa Rinunzia del Pon-

parte, d'altra ne investii suoi fautori,egli tificato {y.), ed in suo luogo fu eletto il

Estensi, i quali d'altronde ubbidivano al raagnamoìoBonifacio fili, de'cui fasti


Papa e gli giuravano fedeltà nelle inve- e clamorose vicende parlai anche a lio-
stiture che ne ricevettero. Nel concilio di MA, per le gravi e lagrimevoli controver-
Lione 1 il Pupa Innocenzo IV, per sot- sie insorte con Filippo IV il Bello redi
deperimento diplomi e docu-
trarre al i Francia [f"-). L'insigne suo storico p. To-
menti che garantivano diritti sovrani i sti encomiato dichiarò; In Bonifacio Vili

della s. Sede, li fece riconoscere dal con- finì l'Epopea papale, e per lui, soccom-

cilio, il quale deputò 4o padri ad esami- bente all'ira del civile [uincipato, inco-
narne l'autenticità, che poi attestarono minciò fatalmente quella de'popoli. Im-
colleloro sottoscrizioni esigilli. Nella bio- perocché a' tempi di s. Gregorio FII\a
grafia di Gregorio X raccontai come con- sublime podestà pontificia, moderatrice
fermò con autorità apostolica l'elezione suprema delle nazioni,tempera va con mi-
di Piodolfo 1 d'Habsburg progenitore del- labile sapienza le relazioni de' popoli e
l'augusta casa d'Austria,il quale nel 1276 dti'Sovrani (f-), e le moltiludini osse-
giurò nelle sue mani in Losanna d'essere quiose a quell'autorità veneranda e pa-
fedele alla s. Sede, e di difendere l'Esar- terna piegavano volentieri il capoalle leg-
cato di Piavenna e le altre terre della me- gi degl' imperanti. Ma
dopo che questi
desima , confermandone i diritti. Dipoi nella persona dell'indegnoFilippo IV get-
llodolfo Papa Nicolò
I nel I
2 78, essendo tarono nella polvere la maestà del trire-

HI, con altro diploma approvò tutte le gno, i popoli non più frenati da quel-
concessioni, privilegi e conferme fatte dai l'inviolabile podestà, perduto ogni rite-

suoi predecessori alla chiesa romana; an- gno j furiosamente e ripetutamente in-
zi volendo NicolòIII provvedeieallecon- sorsero contro i loro governanti, per ri-

lioversie future, mandò a Rodolfo 1 i di- vendicarci loro pretesi diritti. La logica
plomi di Lodovico I, di Ottone I e di s, del popolo fu questa: Se i principi cri-
Enrico II, acciocché li confermasse, come stiani a buon diritto disconoscono la so-
fece con altro diploma, in cui tra le città vranità de'Papi, i popoli con più di ra-
della Chiesa vi comprese Ferrara e Co- gione disconosceranno quella de'priiicipi!
iiiacchio, indi fececonfermare ambo di- i Così cominciò l'epoca funesta delle rivo-
plomi dagli elettori del s. romano impe- luzioni desolatrici,eDio dal peccato me-
ro : (jucsli diplomi sono riportati da Ri- desimo trasse la vendetta dei peccatori.
naldi, /^/;«rt//an.i278,n. °4^, 5 i,an. 12 79, Grande e profondo ammaestramento,dal
n. '3 e 6, e dal Bellarmino, Detranslallo- quaieè lecito con dolore inferire,che l'epo-
ne linperiiWh. 3, e. 3. Nel 1 2q4 f"^' cicalo ca delle sovversive rivoluzioni non è com-
Papa s. Celestino V^, semplice religioso pita, se prima alla santissima autorità pa-
e fondatore di sua congregazione, di santa pale l'ossequio e riverenza dei sovrani
SOV SOV 3.3
non rllorni con l'antica esemplare vene- do Clemente V trame del
fu preso alle
razione e l'tinlico splendore. E indi^pen- nel'.mdo Filippo IV, per quanto dissi al-
sabileche io qui ricordi, avere dicliiaia- ti ove, e per luì operò lo strano trasporto

lo a Sacerdozio, parlando dell'idolatri- della |)apale residenza sotto la sua pre-


co e di quello de'roniani, che il sacerdo- giudizievole inlluenza: corsero più di 70
zio sino dalla prima apparizione dell'u- «uni d'indecoroso esilio de'Papi daRoma,
mano consorzio esercitò il duplice nioe- j)araL;onati meritamente a'70 anni della
strato della parola religiosa e delia pa- callività di babilonia degli ebrei. liaste-
jola civile, e che lutti i poteri sociali de- rcbbe la considerazione di questo solo fat-

livarono da esso, come elemento di vita, to, per convincere chiunque non ha per-
Cos'i il sacerdozio de'romani esercitò e- doto del tutto il senso comune, della ne-
ziaudio doppio maestrato della religio-
il cessila dell'indipendenza politica equin-
ne e della civiltà, con giurisdizione sopra di della ci vii signoria de'l'api. Quasi tul-
le altre autorità civili, per cui il Panie- ti i cardinali creali in tale infelice perio-
fice fu chiamalo Massimo j che tra' ro- do furono francesi, e cosi i Papi; e quasi
mani non vi fu impresa civile e militare tulle le grazie apostoliche ed i benefizi
decretata, senza averne prima consultato ecclesiastici furono concessi alla nazione
il sacerdozio. Dissi pure del sublime sa- francese! Lo slesso Voltaire, Essai sur
cerdozio della chiesa cattolica, e della ne- Z'///?/., confessa che i Papi d'Avignone,
cessila nell'ordine sociale del suo dupli- perchè troppo alla prepotente influenza
ce magistero, centro d' unità onde con- esposti de're francesi, non ebbero libertà
Tergere tutte le podestà sociali per la di reggere la Chiesa; come i patriarchi di
Mori Bonifacio
prosperità delle nazioni. Costantinopoli furono segno de' capric-
"VIII neli3o3, e gli successe il b. Be- cidegl' imperatori di fiequente eretici,
nedetto XI che solennemente scomuni- e perciò alFatto privi nell'azione religio-
cò i predatori del tesoro rubalo al pre- sa del loro iniiiistero,della necessaria li-

decessore, ed assolse dalle censure i car- berta. Lo stravagante allontanamento


dinali Colonna, Filippo IV e i suoi uf- de' Papi da Roma rinnovò nelle fervide
addncendo per ragione, che ove
fìziali, menti de'romani la memoria delle an-
pecca la moltitudine conviene modera- lidie grandezze, per cui tentarono di ri-

le alquanto il rigore; assolse pure i ve- chiamarle nell'assenza de'Papi a nuova


scovi e prelati francesi dalla scomunica "vita. Oramai relementorepubblicanodi

per non aver ubbidito Bonifacio V III, e Roma era spento per sempre, e la supre-
scomimicò Sciarra Colonna, Nogaret, e inazia cattolica se avesse potuto fissare
gli altri autori de' riprovevoli oltraggi e per breve tempo la sede in Avignone, era
della sacrilega prigionia di rpielPapa. In tuttavia inseparabile da Roma, e quivi
Perugia finì di vivere il virtuoso Bene- dovea fare ritorno. Però gli sforzi del fa-
delio XI,evacòla chiesa romanaio mesi niosodemocialico Cola di Rienzo furono
e 28 giorni per le brighe de'parligiani di vani, così di quelli che ne vollero imitare
Filippo IV onde eleggere un Papa a lui l'ambiziose mire. Questa lunga peregri-
di voto. Quindi e assente dal concia ve,a'5 nazione di Papi da Roma indeboh nella
giugno i3o5 elello il francese Clemente niente de'popoli il criterio di conoscenza
\, stabili la residenza pontificia in Fran- perdistinguereincasodi bisognochi fosse
eia e in Avignone (/'•)di Provenza, ove il legittimo Papa, e turbò l'economia dei

possedeiulo la s. Sede il contado Venais- mezzi adoperati nelle legittime elezioni,


sino, il Papa lece batlere moneta lutilo- Tuttociò si verificò quando per somma
landosi conte 1 enaissino, e fu imitato da sventura scoppiò il perniciosissimoegran-
altri successori ivi diuiorauli. lu lai mo- de scisma, che divise la credenza delle ua-
VOL. LXVII. 2 1
3i4 sov SOV
zloiii. Nel 1 845 pubblicò in Parij:;! l'ah. nelle terre e provincia della Chiesa in I-

J. F. Alitili': Storia politica ddla Alo- talia il cardinal Bertrando d'J:^ux, con
narchia Pontificia , ossia il Papato in questi titoli In Urbe ejusqne dislriclu,
:

Avignone. Se ne dà conto e grò ve avver- Campania, Maritinia,Patrimoniob. Pc-


tenza da non potersi lodare, dagli An- tri in Tuscia,ducato Spoletano Marchine ,

nali delle scienze religiose, 2." serie, t. 2, Anconilanae,etRoniandiolaeprovinciis,


p. 435, rimarcandosi un fondo di utile accivilatihusetterris omnibus Romanae
erudizione, ma la storia de'y Papi avi- Ecclesiae mediale vcliminediate subjcclis
gi)onesi,ed il modo come l'autore apprez- per Italiani constitutis, ed anche legato
za il potere del Pontefice nel medio evo, di Benevento ch'era governata da un ret-
tuttoché ne riconosca le beneficenze, la tore insieme al suo distretto, ed ove re-
confusione cliefadel poterespirituale col catosi il cardinale trattò della limitazio-
temporale, le taccie che scaglia per de- ne del suo territorio. In questo modo Cle-
nigrare diversi altri Papi con coutume- mente VI nella sua bolla divise in 6 pro-
]iosi titoli, non gli meritarono plausibile \incie lo stato papale, oltre Roma e il

giudizio, poiché in tale opera la scolasti- suo distretto. Anche Innocenzo VI, allor-
ca vi ritrova il dileggio di Fleury. Que- ché nel 353 i coslitu"! vicario generale di
sti è noto scrittore per le sue idee ine- tutto lo stato ecclesiastico il celebre car-
satte intorno alla Chiesa, e da cui sovente dinal Albornoz, contò 6 provincie: il Pa-
i nemici di essa attingono il veleno. Si trimonio di s. Pietro, la Marca d'Anco-

dichiara nella Civdtàcaltolica t. 3,p.207. na, il ducato di Spoleto, la Romagna, la


I 20 volumi dell'istoria di Fleury sono Campagna, la Maremma. Né rechi me-
a giudizio di tutti i teologi ortodossi perni- raviglia che in altre carte di questi tempi
ciosi libri e malvagi, pieni di cjuelle in- si mentovino come provincie della Chie-
giuriose bestemmie che gli eretici più fu- sa, il Monte Feltro, la Massa Tra ba ria e

ribondi hanno vomitato contro la chiesa le Terre Arnolfe, poiché queste sebbene

romana, contro la s. Sede, e un gran nu- tali fossero, non formavano ad ogni mo-

mero di Papi. Libri che descreditano an- do corpo a parte, ma d'ordiuarìo dipen-
cora, oltre le decisioni de'Papi ede've- devano, il Monte Feltro dal rettoredi Ro-
scovi, le reliquie e le indulgenze, rove- magna, la Massa Trabawa da quello del-
sciano l'immunità e la giurisdizione ec- la Blarca, e le Terre Arnolfe da quello

clesiastica, e che non hanno dalla loro del ducalo di Spoleto. Innocenzo VI fece
parte se non gli amatori di novità, e al- coronine in Roma l'unpeiatore Carlo I V,
cuni spirili ignoranti e superficiali. Nel prescrivendogli di partirne subito, per
fare Clemente V coronare in Roma dai cui dovè pernottare pressos. Lorenzo fuo-
cardinali l'imperatoreEnrico VII, questi ri lemura. Quest'imperaloredivotissimo
giurò fedeltà e ubbidienza, e di conser- della s. Sede, ad istanza d'Urbano VjCOU
tare diritti della s. Sede, confermando
i suo diploma amplissimo confermò le pro-
ledotuizioni fatte alia medesima da Car- vinciee lerriloi iidella romana chiesa. Fi-

lo Magno e successori. A Papa Giovamii nalmente Gregorio XI, il 7. °de'Pa pi fran-


XXU successe Clemente VI, che nel 1 Z^'Ò cesi che aveano dimurato in Avignone,

per 80,000 fiorini d'oio comprò la città partendoda questa nel Syy restituì a R.O- 1

d'Avignone, ove faceva residenza, e col ma e al [)osto suo la sospirala papale re-
contado Venaissino formò un altro sta- sidenza. Nel seguente anno per sua mor-
to temporale della chiesa romana ; ma te eletto Urbano VI, indi sotto colore e
rese così più dillicile il ritorno del Papa pretesto che la sua canonica elezione fos-
in Roma, sua propria, naturale e vera se stata estorta dal timore del popolo, in-

Sede. Clenienle VI creò vicario generale sorse l'antipapa Clemente VII eoiiginò
so V SOV 3i5
il gran Scisma {V.) d'occidente sostenu- nello scisma. Anche questo pseudo-pon-
to da lui e da' successori iu Avignone e telìce volle esercitare alti di sovranità, il

altrove, per quasi 5i anni, con^funeslis- p. QlixiùcQyAcla sclecta caer emonia Ha p.


sime conseguenze per l'unità cattolica, e 1 63 ei65, riporta le formalità eseguite
per la sovranità poutillcia, chegiàavea [)er l'infeudazioni da lui fatte in TorlO'

tanto palilo nell'assenza de'Fapi da Ro- na (/*.) a Ferdinando 1 re d' Aragona,


ma, perchè molli signorotti e lirannelti dell'isola di Sicilia coll'anello, e di quelle

usurparono i doniinii della medesima, e di Sardegna e Corsica, con omaggio li>

con censo e investiture fu d'uopo ricono- gio, annuo censo e la somministrazione


scerli per vicari teiiipoi ali e feudatari, co- di 5 galere per 3 mesi d'ogni anno, cloche
me narro a'hioghi loro. ricordai nel voi. LX V, p. 1 6. Leggo poi 1

In questo funeslo e vasto scisma, la nel Taja, Descrizione del Palazzo l fa-
Francia, che prima avea riconosciutoUr- ticano p. 4^o> f"l'c in (|ueirarchivio del-
Lauo VI, dichiarossi per l'antipapa Cle- la santa Sede essendovi dipiute, e con i-

mente VII, cb'erasi posto vicino alla sua scrizione, le donazioni fatte alla chiesa
possente influenza, e col suo triste esem- romana e le restituzioni de' suoi domi-
pio si trascinò dietro ullri regni, come la nii, olire gli slati e regni resi da'sovrani
Casliglia, l'Aragona, le *\uc Sicilie, che tributari alla medesima, vi è pure rap-
pelò non Sem pi e seguirono lo scisma, mas- presentata con pitture la donazione lat-

sime quella di qua dal Faro. Leggo in ta da Enrico landgravio d'Assia d'alcu-
lioi^\a,IÌJeiiioi itdiBcnei'tiilol. 3,p.329, ni castelli ad Urbano VL L'iscrizione è
che m tempo dello scisma l'antipapa in- di questo tenore: Urbano f^IP. III. flen-
vesti del regno di Sicilia di qua dal Fa- ricuni Laiilgravius Hassiae per legaliim
ro Lodovico 1 d'Angiò, per averlo adot- suuni castra dwersa AJaguntin, Trevc-
tato famosa Giovanna l;di [)Ìli il fal-
L) ren, et Herhipolen, dioeces. Aposlolicae
so Clemente \ Il per maggiormente im- Sedi donai. Il sagro collegio di Roma suc-
pegnarlo a suo favore istituì il regno di cessivamente elesse dopo la morte di Ur-
Adria e glielo donò. Questo regno lo for- bano VI, legitlimameute nel i 309 Bo-
mò colle Provincie della Marca d'Anco- nifacio IX, nel X404 Innocenzo VII, e
na, l'komagna, ducato di Spoleto, colle nel 1406 Gregorio XII. Questi si obbligò
cilla di Bologna, Ferrara, Ilavenna, Pe- con giuramento a dimellersi dal papato,
rugia, Todi, e con tulli gli alti i stati della se per rinunzia o per morte dell'antipa-
chiesa romana, a riserva di Koma e suo pa cardinali di Roma, egli anticardinali
i

distretto, del Patrimonio di s. Pietro nel- dell'ubbidienza d'Avignone si accordas-


la Toscana ponliilcia, della Campagna e sero ad eleggere un 3.°, ed intanto men-
]Mariltin)a,edella Sabina. JNeriporlal'at- tre durassero le liatlalive astenersi dal
to Gio. Crisliuno Lunig, Cod. Ital. Di- crear cardinali. In seguilo Gregorio Xl[
pioni, Sebbene questa istitu-
l, 2, n."t)5. vedendosi in disfavore de'cardiuali, con-
zione del regno d'Adria non avesse alcu- tro il [iromesso ne creò de'nuovi, e sem-
na conseguenza ad ogni modo merita es-, brò [)oco premuroso d abboccarsi coll'an*
sere letto diploma, per vedere a quali
il tipapa [)er terminare Io scisma, temen-
eccessi suoi trasportare la misera cupi- done le insidie di cui era capace. Allora
digia de'mortali, e di chi usava intitolar- i cardinali e anlicardiuali delle due ub-
si P.q)a legittimo, uomu crudele e pie- bidienze, non piìi lidandosi di Gregorio
no Avignone alla sua morte gli
di vizi. In XII e di Benedetto Xlll, intimarono un
anlicardiuali degnamente gli diedero in concilio generale a Pisa (^.) per prov-
successore l'antipapa Lentdelto Xlll, vedereall'unilàdella Chiesa, consideran-
che per ambuiuuc restò perliuacissimu do la à. Sede cuuic vacante per i'iucer-
3i6 SOV SOV
tezza (lei vero Papa. Il concilio radunò,
si tenzlarono che i 3 contendenti dovessero
e non compaiendo i citali Gregorio XI[ rinunziare al papato: Giovanni XXIII lo

e Cenetletlo XIII fmono deposti, e col promise con giuramento, e poi fuggì da
siidragio di delti due collegi a'26 giugno Costanza, il che cagionò grave scompi-
1409 fu eletto Alessandro V, che rico- glio,e molli padri partirono, pensandoche
nobbe per veri cardinali quelli dell'an- fosse sciolto il concilio di pienodiriltodo-
tipapa. In tal modo mentre si voleva un po la partenza del Papa. Laonde tempe-
l'apa, a un tempo divennero tre, perchè stose e tumultuarie furono le seguenti ses-
Alessandro V
ebbe la sua ubbidienza e sioni, concitate da pazzi e inverecondi ser-

fu riconosciuto da piìi nazioni, così l'an- moni Tentate di-


di dottori universitarii.
tipapa, e Gregorio XII il quale erasi vo- verse pratiche perindur Giovanni XXIII
luto decaduto per non aver osservato i alla rinunzia senza effetto, si venne al di-
patti giurati in conclave. Morto Alessan- sperato consiglio di deporlo solennemente
dro V nel i4' O) gli fu sostituito Giovan- a'2q maggio i4'5i, con sentenza strana
ni XXIII, continuando fedeli nell'in- i e che disapprovò Francia. Gregorio XII
certezza sulla legittimità del vero Pon- non attese perse l'improntiludinedi quel-
tefice, poiché ognuno di essi Iratta vasi pei* l'assemblea, ma mostrando una dignità
tale. Non riuscendoa Giovaiuii XXIII di veramente propria d'un Papa legittimo
essere riconosciuto da tutto il cristianesi- quale egli era, da Rimiiii (/^.) ove erasi
mo, pe'due contendenti al papato, la cri- ritirato mandò Carlo Malalesta a rinun-
stianità rimase divisa in 3 ubbidienze; la ziare il pontificalo, a patto espresso che il

Spagna, la Scozia, le isole di Corsica e di convento di Costanza non si consideras-


Sardegna, le contee di Foix e d'Arma- se fino allora come vero concilio, bensì
gnac, riconoscevano l'antipapa Benedet- venisse per sua bolla novellamente con-
to XIII; la Romagna, parte del regno di vocalo, e accettasse l'autorizzazione che
Napoli, la Baviera, il Palatinalo del Pieno, egli in qualità di Papa gli darebbe a trat-
ì ducati di BrunsAvick e diLunebourg, il tare gli all'ari della Chiesa, condizioni che
landgraviato d'Assia, l'elettorato di Tre- dai padri coslanziesi vennero accettate.
\eri, ed altre città e vescovati di Germa- Il che vale tra le altre ragioni a dimo-
nia ubbidivano a Gregorio XII; la Fran- strare che il concilio di Costanza non può
cia, l'Inghilterra, l'Ungheria, la Polonia, aversi in conto di concilio, prima dell'ele-

il Portogallo maggior parte della


, e la zionedi Martino V, come sostengono mol-
Germania e d'Italia si erano sottomessi ti. Un vero concilio non avrebbe mai ac-
a Giovanni XXllI. In tale stato erano le consentito di accettar tali condizioni^ e
cose, quando per le istanze e per le pra- di essere nuovamente convocato da Gre-
tiche dell'imperatore Sigismondo, s'inli- gorio XII, e di ricever da lui l'autoriz-
ii!Òda Giovanni XXIII il concilio di Co- zazione di trattare gli alfari ecclesiastici.

stanza (/^.), come continuazione di quel- Sembra dunquechequel convento non sia

lo di Pisa, e riuscì numerosissimo di pa- slato altro che un'assemblea raccolta da


dri, principi e oratori. Ma nel concilio i tutta la crislianità per l'estirpazione dello
legali di Benedetto XIII proposero una scisma e la creazione d'un Papa da tulli
conferenza a iN izza, quelli di Gregorio XII riconosciuto. L'antipapa fu deposto e sco-
dichiararono esser egli contento dell'u- municalo. La sovranità pontificia in tut-
nione della Chiesa e dell'estinzione dello to il tempo che durò lo scisma fu piena
scisma per via di cessione al papato, colla di turbolenze, e di usurpazioni degli an-
condizione che Giovanni XXIII che l'a- tipapi e de'prepoteiili che ne profittaro-
\eaconvocato,comechè illegittimo, non Io no, come descrissi a Roma, e negli artico-

presedesse, uè v'intervenisse. I padri seu- li dei luoghi e proviucie. Pioma e allri


SOV SOV 3i7
luoghi in tempo della celebrazione ilei fossero più fedeli ai Papi e alla romana
ty/z/o^^o (A'.) assemblea di Costanza, tu- cliies.i, come liraarcòCanesio presso Qui*
rono governali a nome
medesimo. In del liin, !^iiuliciae Patiti If, p. 4^- All'arti-
esso tra gli errori che vi fmono condan- colo SinMio, riparlando della /?Oi/j/(t,rac-
nati dell'eresiarca Viclello, uno era Il : contai che morendo neli47<^ in Roma,
dominio civile essere incompatibile col- ov'era nobilmente ospitata, Caterina re-
l'antorità spirituale del Papa. Nel 1417 g'na di Bosnia, con testamento lasciò aU
fu adunque Martino V, e fu quin-
eletto la s.Sede i suoi diritti su quelregno;onde
di estmto lo scisma, tra une quel le relupiie Sisto IV in concistoro dagli odizia li della
goslenulesuccessivamenlein Aragonada- regina ricevè il testamento, ensemque et
gli antipapi Benedetto XIII, e Clemente calcarla Pontifici traderent in posses-
VIII, il quale rinunziò il pseudopontifl- sionis aditae signuui, come narra il Vo-
calo nel i42C)- Nel secolo XV Papi fino- i laterrano contemporaneo. Alessandro VI
Ilo intenti alla ricupera de'dominii della e Giulio furono due Papi che difese-
II

Chiesa e de'vicariati infeudati, e frenan- 10 il principato, ricuperarono molli vi-


do que'baroni ch'erano divenuti tiranni dominii della s. Se-
cariali feudali e altri
ne'feudi. Nicolò V nel 14^ '^'^bib un ac- de usurpali da'prepolenti, ed inoltre va-
cordo con Alfonso V re d'Aragona e di lidamente posero successori in grado di i

Sicilia, in forza del quale delinquenti dei


i figurare come sovrani temporali possen-
suoi dominii e quelli dello stato pontili- ti e con agguerrite milizie. Giulio II par-
ciò, fuggendo ne'loro slati, fossero arre- ticolarmente marciò alla testa dell' eser-

stati e posti in carcere. Diquesteconven- cito valorosamente, ed entrò per la brec-


zioni di reciprocanza, massime cogli slati eia vincitore in Mirandola, tra il mici-
hmitrolì, i Papi per l'eslradizione de'rei diale fuoco delle artiglierie, commende-
ne fecero parecchie in progresso di lem- vole pel suo animo invitto, non meno che
pò: ne fecero ancora altre politiche per lodevolmente e con zeloe-
pel sacerdozio
l' arresto e consegna de' diseriori, come sercilato. A
altamente deplorai il
B.o.ma
pure convenzioni sanitarie,sulla proprie- suobarbarosacclu*ggiamento,operatonel
tà letteraria de'sudd iti, commercia li, ma- memorando 1 'J27 dall'esercito crudele di
ritti me, posta li, non che per l'unione e ser- Borbone e di Carlo V, la prigionia di Clc-
\iziointernazionaledistradeferraleedel' mente VII m Gasiti s. Angelo, \a%\vaiX'
le linee telegrafiche, e ne parlai in parec- lata condotta di Carlo V. In questo lem-
chi ai licoli.lfRinaldi all'anno 1462, n. i i, pò \\ celebre cardinal Innocenzo Cibo, le-

narra che Luigi XI re di Francia die un gaio di Bologna e di Romagna, manlen-


preclaro esempio di giustizia e di liberali- ne parecchie città nella divozione e ub-
tà, concedendo alla chiesa romanalecoo- bidienza pontifìcia. Essendosi a quell'e-
lee Valenlinese e Diese. Avendo delle ra- poca con venula la massima parte de'car-
gioni Sede sullaconteadi Ponlecoivo
la s. dinali in Piacenza, per determinare ciò
(/'.), Pio nel 463 Io compresenellasua
1 1 I che fosse piìi spedienle in quelle critiche
signoria, protezione e naturale governo, ciicoslanze, s'introdusse tra loro con gran
Seguitala solenne dedizione di Ponlecor- calore il trallatodi trasferire nuovamen-
voalla s.Sede, il popolo giurò perpetua fé- te la lesidenza papale in Avignone, noa
della a s. Pietro, giuramento che fu for- fidandosi più di stare in Roma. Perve-
nial mente ratificato e confermato da'suoi nulo ciò a notizia del cardinal Cibo, senza
deputali. Il successore Paolo II fu il i." fr.i[)porvi un momento d'indugio, colla
Papa che concesse la custodia delie for- diligenza delle poste volò in Piacenza, e
te/ze dello stalo ecclesinslico a prelati e fallo animo e ispiralo coraggio a'irrpi-
a degni chierici, allinchè in ogni evento danti cardinali, colla sua eloquenza gli
3.8 SOV SOV
riuscì distorli dal meditalo pericoloso di- formidabile Filippo II re di Spagna e
segno, onde a lui è debitrice l'Italia d'es- delledue Sicilie, e perciò feudatario della
sersi mantenuto in Roma il seggio ponti- Chiesa, onde meglio la narrai a Sicilia,
ficale. Rammento di aver notato ad A- ed al quale oltre altri feudatari si unì il
TiGNONE, collo storico Fantoni, che re i duca di Parma.Per l'esempio di fermezza
di Francia e d'Inghilterra, per loro van- dato in questa guerra da Paolo IV, i ba-
taggio, aveano fomentato tale delibera- roni di R.oma orgogliosi e prepotenti fu-
zione, del passaggio de'cardinali in Pro- rono depressi, cessarono d'imbaldanzire
venza. Clemente VII si pacificò con Car- e cagionare tumulti nello stato pontificio
lo V, ed ebbero luogo i trattati di Bar- all'ombra de'principi stranieri il resto :

."
cellona e di Cambray, ed in quello del r Io fece Sisto V. Altri Papi poi ralfrenaro-

fu statuita la restituzione al Papa di Mo- no l'enorme abuso delle Fr(7//t7j/g'/e e /rn-

dena e di Reggio, che per le cure adope- munità [F.) de'baroni e degli ambascia-
rate da'Papi erano state unite a'dominii tori. Pertanto la sovranità del Papa non
pontificii di Parma Incon- e Piacenza. si vide più oltraggiata nel suo dominio
fermadella concordia, Clemente VII con- temporale, ed acquistò nuova forza e vi-

venne di coronare in Bologna re d'Italia gore. Nel 1567 s. Pio V, a difesa dell'inte-

ode'Iongobardi, e Imperatore [f-) Car- grità de'dominii della chiesa romana, e-


lo V. Di questa coronazione parlai in tan- manò la celebre bolla/t/r;?wo/2e^«o*,de'29
ti luoghi, ad Imperatore, ed a Spada per marzo, fi»//.del Cherubini t. 2, p.220, che
quella che il Papa cingeva a're e impe- gi urata in concistoro sottoscrissero3gcar-
ratori nelle loro coronazioni, per difesa dinali, dipoiconfermata con altre bolle
della chiesa romana e della purità della da GregorioXIII, Sisto VjGregorioXIV,
fede. Pertanto aSpada ed a Stocco e Ber- Clemente Vili e Paolo V.lu questa bolla
rettone benedetti e a lui donali, rilevai si dispone che nìun Papa possa infeudare
principalmente, che prima cheCarlo V ne qualunque città o altro luogo del princi-
fosse ci nto,in pubblico e con vivo dolore ri- pato temporale della s. Sede, a chiunque
provòaltamente le iniquissime scellerag- e per qualunque titolo che importi alie-

gini alla sua insaputa coramessein Pvoma nazione Per


di territorio. la rigorosa os-
dall'esercito di Borbone, Indi sottomise servanza viene imposto a tutti i cardina-
la sua persona ed i suoi eserciti a'piedi li di giurarla tanto prima di ricevere il

del Papa, dicendogli cVi'era in suo aibi- cappello cardinalìzio, che nel ."giorno i

trio d'ordinargli il trarre la spada dalla dell'ingressoinco/ic/^i'ejdinon ricercar-


vagina, e quando dovesse riporla nel fo- ne mai la deroga, né acconsentire d'es-
dero. Dipoi, allorché Clemente VII nella sere sciolti da'giuramenti. Inoltre com-
coronazione imperiale consegnò a Carlo mette a'Papi appena eletti di giurarla, e
V la spada, gl'inculcò di procedere con di farla pienamente e sempre osservare.

essa contro ì ribelli, e disperdere i nemici Di tutti questi solenni giuramenti de'Pa-
di Dio e della Chiesa, quindi lo creò ca va- pi e de'cardinali riparlai nell'articoloPRO-
lide di s. Pietro. Paolo III infeudò con FESSIOXEDI FEDE. Gregorio XIII ricuperò
anrmo tributo di y,ooo scudi d'oro, a molle terreni dominio ponti ficio.o per es-
Pier Luigi Farnese suo figlio, i ducati di sere mancata la linea degl'in vestiti, o per
Parma e Piacenza. Importa qui di far illegale possesso, o per averle redente con
menzione, per tultociò che riguarda la somme, o per altri titoli di evoluzione, il

sovranitìj pontifìcia, che dovea aumen- cui lungo novero ripoita Novaes nella
tare di dominii sotto Paolo IV, la famo- Storia di Gregorio XIII. Si le£;ge nel p.
sa edisaslrosa guerra della Campagna Ro- Maftei, Annali di Gregorio XIII, t. 2,
mana^ sostenuta da quel Pupa contro il p. 4^4 e 4^^» che il Papa quando avca
9

sov SOV 3.
Icmpo, fallisi porlare i libri dell'archi- mentellprospellodella città. UrbanoVI II

vio apostolico, ove sono registrale le ra- neliGat) colle bolle €)5 e i53 del Bull.
gioni (Iella s. Sede, esaminava altenta- Roiìi. t. 4, p. i^.o e 76, confermò quelle
•?,

inenle le condizioni dell' in vestiture, e con tie'predecessori, nelle quali si vieta l'alie-
quali titoli i baroni le possedessero; indi nare o dare di nuovo in feudo qualsivo-
subitosi accingeva a ricuperare le diver- glia teirache appartenesse o ritornasse
se castella loro infeudate, quando trova- per devoluzione alla signoria ilella chiesa
va illegittima la ritenzione o per essere romana, quindi ricuperò da'della Rove-
mancata la linea o inadempile le condi- re il ducatod'f/rimo, e mandò a pren-
zioni imposte. Anche il p. INIafiei ripro- derne possesso. In memoria di che fu co-
dusse l'elenco delle città, castella e terre niata la medaglia col ritratto del Papa
da Gregorio XIII ricuperateal diretto do- in pivialeecaponudo,erepigrafe Aucta
minio della camera apostolica. Questa ad Mi'taunirn Dilione, e nell'esergo RO'
sua diligenza in riacquistare le ragioni niae. Si vede nel rovescio la figura di Ro-
del principato, non alterò in luimode- la ma galeata sedente, con asta nella destra
razione, né gli fece accrescere dominio il elabasilica Vaticana nella sinistra, e cinta
dellas.Sede sulle rovine altrui. Testimo- intorno da corona d'olivo. Questo conio
nio di che furono gli urbinati, quando in- e altro simile,ma col Papa in mozzella,
sorti contro il feudatario loro duca, si of- stola e camauro, è pure nella pontificia
frirono spontanei a ritornare all'imme- zecca. Inoltre Urbano Vili nel 637 isti- i

diata sudditanza del Papa. Né minor sag- tuì la Congregazione (le'confini [f-'.), per

gio di questa rara virtù dièGregorioXlII, vegliare alla loro difesa e integrità.
A Si-
e ne fu lodato dal duca di Savoia e dagli cilia e Benevento parlai de'Ioro confini,
altri principi d'Europa, quando cioè gli sia col dominio della s. Sede, che col re-

fu offerto marchesato di Saluzzo, nel


il gno delle due Sicilie, non che a Dog a\e,
checonvenivano ancora re di Francia e i Porti dello stato pontificio, e relativi
di Spagna, che amavano di avere in quel- articoli. Estinta la linea de'Malatesta, già
l'importante slato e vicino a'Ioro domi- signori di Riniini, Innocenzo X nel 1646
nii,un principe di fiducia e neutrale. Il riunì all'immediata sovranità della s. Se-
Papa non l'accettò, non solo perchè l'e- de i fendi vacati, insieme a quelli di Pe-
sperienza delle cose d'Avignone aveagli ri/^/<tde'Cornia;ne fece prendere posses-
fattocomprendere di quanto incomodo e so, e fece alfrettantocol ducato di Castro.
dispendio fosse unostatodal suodistante, Indi il successore Alessandro VII riunì
ecircondato da quelli di altri principi, ma direttamente eriacqui>tòa'dominii della
eziandio per non recarealcuii pregiudizio s.Sede il medesimo ducalo di Castro, di
alle ragioni che sopra quel marchesato che riparlai a Sicilia, per inlilolarsene
pretendevano diversi principi. \el 5c)8 f duca il re come erede óe'Farnesi anti-
Clemente Vili ricuperò dagli Kste e riunì chi feudatari del medesimo; l'assoggettò
all'immediato principato della s. Sede il alla bolla di s. Pio V, di non aliennrei
ducato di Ferrara, e vi si recò a prenderne beni della chiesa romana, e la con fermò e
possesso: se ne celebra l'anniversaria me- ampliò rolla bolla /Aj/er, del ."febbraio i

moria dal senato romano e con offerte, nel- 1661, Bull. Rom. t. (j, par. 5, p. 27. In- i

It'chiesedis.iM/d'Araceli e di s. Eustachio, nocenzo XII colla bolla Rontanuin ilccet


il che ricordai nel voi. XXIV, p. i 5r . Nel- Ponti/iceni,(it2S^\ii^noiGc)2,Bull.Ro//i.
la zecca pontifìcia si conserva il con io del la t.
9, p. 2G0, abolì il y^epoiìsmo, e proibì
medaglia allora battuta, con l'effigie di severamtiitea'Papi succe>soii d'arricchi-
Clemeute Vili, il motto Ferrarla Recu- re i loro parenti co' beni e doininii della
perata ^Q nei rovescio vi è l'incisione espri- chiesa romana, ed obbligò lutti i cardi-
V

320 SOV SOV


naii a giurarla. Nel pontificatodi Clemèn- aooo scudi, che di recente ha sospeso di
te XI per la clamorosa guerra di succes- soddisfare,per decreto delle camere costi-
sione alia monarchia spagnuola, avendo tuzionali. Ne tratto a Stati e regni tri-
gl'iinperiali occupalo la contea e città di butari AiLA s. Sede. In questo secolo ab-
CowrttT /i/o, difese la sovranità della s. Se- biamo altra testimonianza in favore della
de il dotto mg.'' Giusto Montanini, ed il necessaria indipendenza civile del Papa
celebre Lodovico Muratori pretese dimo- esuo dominio temporale. Dappoiché l'a-

strare il contrario in favore del duca di stuto e zelante eterodosso Federico II re


Modena, quindi si accese una zuffa let- di Prussia scrisse al famoso Voltaire: « Si
teraria tra quei due insigni scrittori : iu penserà alla facile conquista dello stato
oltre in difesa della s. Seóe scrisse pine pontificio per supplire alle spese straor-
ing.r Zaccaghi, e l'elenco delle opere pub- dinarie,eallorail pallioè nostro, elascena
blicate ila ambo le parti si trova nel llau- è finita. Tulli i potentati d'Europa non
gh\asc\,Bibliografiai/ello stalo pontificio. volendo riconoscere un Vicario di Gesù
Le ragioni della s. Sede erano così vitto- Cristo soggetto ad un altro sovrano, si
riose, che avendo l'imperatore due volle creeranno un patriarca, ciascuno nel pro-
considtatogli elettori del s. romano impe- prio stato ... Co>ì a poco a poco ognuno
ro e il suo consiglio su questo grave pun- si allontanerà dall'unità della Chiesa, e
to, risposero non potersi più dilferire la finirà coir avere nel suo regno una re-
restituzione di Comacchio al Papa. Pii- ligione, come una lingua, a parte". Nel
leva mg.r Marini, che il sommo Anna- 1788 il re delle due Sicilie non avendo
lista italiano Muratori, non per malevo- presentato a Pio VI d solito tributo e la
lenza nelle sue o[)ere sparse molle cose Ghinea (/^.) nella vigilia della festa di s.

contro Roma papale, ma piuttosto per Pietro perque'regni,ilPapa formalmente


soverchio zelo de'diritti imperiali ed e- protestò, ed ancora i successori fanno al-
da liconoscenza la quale ha gran
slensi, e trettanto con solennità nella mattina se-
potere sugli animi ben fatti; tuttavia ciò guente, colla formola che pubblicai nel
non lo giustifica, dovendo IMuralori pre- voi. IX, p. 81. Narrai ad Avignone, che
ferire a'suoi privati fini la verità. Essen- perla rivoluzione di Francia l'assemblea
do mancatala linea mascolina deducili di nazionale a' 1 4 settembre 1791 decretò
Panna e Piacenza, Clemente XII inti- la riunione dello stato ò'zli'ig'ione a dei
mò alla superstite duchessa nel 1 73 I, di Fenaissino aWa monarchia, e di forza l'oc-

rendere il dovuto vassallaggio alla s. Se- cupò; quindi nel i


797 invadendo co'suoi
de e il censo di 9000 scudi d'oio, quin- eserciti lo stato pontificio, nell'umiliante

di dichiarò vacanti i ducati edevoluti alla trattalo di Tolentino costrinse Pio VI a


medesima. Colla legge del più forte se ne rinunziare alla sovranità non imente sol

inipossessò un infante di Spagna, Bene- d'Avignone e del V^enaissino, ma anco-


detto XIV fecesolenneprotesla,cheogni ra delle Provincie di Bologna, Ferrara
anno rinnovarono e continuano i succes- e Romagna, quasi già perdute nel 1796
sori a protestare nella vigilia della festa per l'armistizio di Bologna. Ad onta di
dis. Pietro, con quella formola che ripor- questi e altri immensi sagrifizi, la repub-
tai nel voi. IX, p. 78, insieme alle altre blica francese nel 798 occupò culla vio-
1

pur solenni pei censi dovuti alla chie>a lenza il resto dello slato ecclesiaslico , e
romana e non soddisfatti. Benetletto XI Io democratizzò, ed a'20 febbraio detro-
nel 1741 dichiaiò vicario temporale del nizzato Pio VI l'imprigionò. Le dette 3
principato di Masserano e altre signorie Provincie o legazioni furono incorporate
del Piemonte,di proprietà della s.Sede, il alla repubblica Cisalpina ,
poi Italiana,
re di Sardcgna{F. )fCon l'aaauo tributo di di cui parlai uè' voi. XXV ili, p. 127,
SOV SOV 321
XXXVI, p. 289 e 240, ed allrove,come nelle piovincie ricuperate fece ristabilire

_ ne' capoluoghi di tali proviucie, in uno liuilico governo. Indi nelrSor ritorna-
alle deplorabili vicendealiernialisoggiac- rono in poteve de'francesi le legazioni di
quero, ed altreltaulo feci delle altre, di- Bologna, Ilomagna e Ferrara, ed Ancona,
cendodel governamento loro anche nelle Napoleone Donaparter ."console della re-
successive invasioni. Proclamala la re- pubblica francese nel gennaio 1802 fu e-
pubblica Romana, comprese le ahi e prò- lello presidente della repubblica Cisalpi-
viucie dello stato papale,e poi le fu unita na ossia italiana; nel febbraio 1 8o3 si se-

la repubblica Anconitana, tranne però Pe- colarizzarono gli stali ecclesiastici diGer-
saroes. Leo che per convenienza militare mania (A'.) per indennizzare le perdite

furonoassegnati alla Cisalpina. A Sicilia che di allriavevano fallo diversi principi,


parlai dellebrighe che feceroalcuni prin- e così terminò la sovranità di diversi arci-
cipi presso la repubblica francese, cioè pri- vescovi, vescovi, abbati eabbadesse, molli
ma compisse l'occupazione dello
ciie essa stali dcNpiaii passarono in principi acat-
stalo del Papa, per ottenere parte de'suoi lolici.Per lo spoglio di questi dominii e be-
superstiti domiuii! Tutto inoltre riportai ni temporali della chiesa diGermania Pio
a Pio VI, Francia e Roma, oltre a'iunghi VII inutilmente fece pratiche e proleste,
occupali. Altrettanto feci a questi ultimi anclie per vedere in diversi luoghi l'au-
articoli, a Pio VII, Leone XII, Greco- torità spirituale vincolata dalla civile; in
RIO XVI e Pio IX, per le vicende memo- tal deplorabile modo si diminuì grande-
rabili a cui soggiacque la sovranità lem- mente nell'impero l'influenza della parte
porale della s. Sede e de'l'api. Il perchè cattolica e quella dell'Austria, lerminan-
ora e sollanlo per l'avvenuto sotto Pio do ancora le sovranità degli elettori ec-
VM, mi limiterò per l'importanza del- clesiastici di Magonza, di Colonia e di
l'argomento iiguardante la sovranità pa- Treveri {V.), restando tuttavia per ai-
pale e complesso di gravi circostanze a cun tempo parte di quella deli.°che tra-
qualche ulteriore cenno, il di piùaven- sferì la sedea /i(2^(.v/'0«a(/'.). A' 8 mag- i

dolocon diffusione trattalo non meno ai gioi8o4unsenalusconsullodella repub-


citali articoli, ma in quelli pure che gli blìca francese dichiarò Napoleone 1 già

sono analoghi. Nel 1799 Pio VI morì in i. "console, imperatore de'francesi ed e-

Valenza nel declinar d'agosto, e nel ter- reditario l'impero, e Pio VII si recò a co-
niinare del seguente mese ebbe fine l'ef- louarlo in Parigi [f.]. Ne fu conseguen-
fimera repubblica romana, occupando za che Francesco II imperatore de' ro-
Roma e altre provincie limitrofe le mi- mani, volendo provvedere al decoro di
lizie del re di Sicilia^ e questi ne assunse sua angusta famiglia coli' aggiungere la
il governo provvisorio; mentre gli altri dignità imperiale ereditaria a quella e-
suoi alleali e l'imperatore Francesco li jellivadi cui era personalmenteinsignito,
aveanooccupate le legazioni, e gli austria- aglii agosto i8o4 costituì
i suoi slati e i

ci ancora le provincie settentrionali del monarchia appartenenti alla casa d'Au-


Patrimonio, Perugia, Umbria e Marche, stria, in qualità di capo della medesima,

olire Ancona, sl.ìbilendo reggenze di sia- riuniti in un sol corpo, in impero d'Au-

to provvisorie nelle medesime. Nel mar- stria indipendente, e prese il titolo di

ro 1800 eletto Pio VII in Venezia, ad es- Francesco I imperatore d'Austria, rinuii-
so i napoletani e gli ouslriaci restituirò- ziando poi a' G agosto 1806 alla digni-
110 lo slato ecclesiastico, cioè da Fano a là d'imperatore de'iomani, come notai

Roma, da questa a Terracina, al modo


e nel voi. LXV,p. nlo.per rettificale le da-

descritto a DELEGAZiom, ritenendogli te riportate nel voi. Ili, p.i4 ', ^^^'V,
austriaci le legazioni ed Ancona: il Papa p.i 35, dichiarandone estinto l'uflizio ed
VOL. LXVII. '-'-
' '
322 SOV SOV
egli sciollfi lìa'vincoli dell'impero, come ze belligeranti, ed esposti i suoi stali alle
ne prosciolse lutti i membri del medesi- rappiesa;^lie delle potenze in guerra col-,

ino. l'er tale eclatante e grave disposi- la Francia, e con lettera de'2 novembre
zioiic,(lopoi oof) anni cessò l'inipero d'oc- reclamò a Napoleone!. Questi rispose, che
ciilente, ripristinalo con autorità aposto- l'occupazione d'Ancona non era che una
lica da Leone III nella persona di Car-
s. conseguenza necessaria della cattiva or-
lo Magno. Uistabililo in Francia, già cen- ganizzazione militare della santa Sede;
ho della rivoluzione, l'ordine monarclii- ch'era meglio fosse nelle sue mani che in
co, subirono la slessa sorte le repubhli- quelle degli acattolici e de'turchi, e qual
che il'ltalia che dipendevano dalla Fran- protettore della s. Sede averla occupata,
eia, per cui a'i 5 tnarzoi8o5 i deputati Essere sua assoluta volontà che Roma e-
della repubblica italiana deliberarono e seguisse il suo intimo volere, che le re-

dichiararono governo monarchico e-


il lazionifosseroquelle stesseche i suoi pre-
redilario, e Napoleone 1 fondatore di tale decessori avevano avuto co'l^api, poiché
repubblica in re d'Italia, ma la corona la reputavasi per Pio VII qual Carlo ]Ma-
slaluironoseparala da quella di Francia, gno; e che regolando la sua condotta con
esolo imita nella sua persona. Le legazio- questi principii, non avrebbe cambiato
ni dello stato pontifìcio, già facenti parte l'attuale sistema ecclesiastico; altrimenti
della i'e[)nbb!ica italiana, furonocompre- separerebbe lo spirituale dal temporale,

se nel regno italico, di cui parlai nel voi. invierebbe un senatore a governare in
XXXVI, p. 240 e altrove, dichiarando suonome, e indurrebbe il Papa ad essere
JNapoleone 1 grandi regno gli
ulK/.iali del solamente il vescovo di Roma! Pio VII,
arcivescovi di Milano, Ravenna, Bolo- scosso da questo tuono ingrato e minac-
gna e Ferrara yf.). Quando poi Napo- cioso, espose in difesa e decoro della s. Se-
leone I si recò in Milano per la corona- de le Ma Napoleo-
più plausibili ragioni.
zione, senza attendere che l'arcivescovo ne I voleva regnare dispoticamente su
gl'imponesse \i\Corona di Ft-rro ,\a prese tutta l'Ilalia, e nel cnarzoiSoG fece due
di propria mano, e meltendosela in testa domande le più incompaliijili coll'indi»
disse: Iddio me l'ha data, guai a chi la toc- pendenza della s. Sede, e le piùconlra-
cherà ! Dispiacendoa molte potenze que- rie al diritto delle genti: colla i.' esigeva

ste operazioni e nell'intento di ristabilire l'espulsione da Roma e suo slato de'rus-


l'equilibrio politico in Europa,controJN'a- si, inglesi, svedesi e sardi; colla 2." proibì
poleone I si allearono 1' Inghilterra, la ch'entrassero ne'suoi porti bastimenti di
Russia, l'Austria, la Turchia e altre pò- tali nazioni. Queste esigenze Napoleone
lenze, e Napoleone I nell'ottobre i8o5 I le basò sul principio: Il Papa è il so-
fece sorprendere la fortezza d'Ancona e vrano di Pioma, ne sono l'imperatore;
io
se ne impadronì; ed inoltre costrinse l'è- dunque i miei nemici devono esserlo an-
rario papaleairapprovvigionamentodel- che suoi I Tutte quante le storie sono
la fortezza e del porto d'Ancona, in caso piene del contegno tenuto dall' irapera-
di sostenere l'assedio, ed a' lavori delle tore col Papa, prepotente e ingiurioso, e
ftniiljcazioni. L'occupazione d' Ancona dell'indegnazionee del coraggiocol quale
fu il principio di quella lunga serie d'at- Pio VII si difesedalle più calunniose im-
tentati che Napoleone 1 commise contro putazioni, e quanto propugnò con robu«
l'indipendenza e la sovranità temporale ste leltere, con energiche allocuzioni e
della s. Sede. Questui." attentato coni- note la sovranità temporale della s. Se-
mosse altamente l'animo di Pio VII, che de, e la pretesa su[)remazia sul tempora-
vedeva per sillatta guisa violala la sua le dominio di Roma; di che ragionai in
neutralità ricoooscmta da tutte le poten- tanti luoghi, iu tutto procedendo il Pupa
SOV SOV 3^3
col parere e saggio consiglio del s. colle- delle cillii d'Anrnn i, Pesaro, Sinigagiia,
gio, e co' diversi suoi Segretari di stalo Fano e alili iuoglii, anche l'uori di quel
(^.)- Nelle sue Curlissinic riniostranzcPio litorale Adriatico, non che Civitavecchia
VII sviluppò il sistema di neutralità che sul INhditcì ranco; e dichiarò occupandoli
gli conveniva pe'rillessi : Che nella qua- feudi deli'imperoZ?f«t'i'e«/oePo/j/ecoM'0
lilà di principe teiii[)oraIe non dovea in- nel 1806. A queste invasioni successero
Iraprenderecosa diesi opponesse a'dovc- nuove niinacce se Pio VII non univa i

li della primaria sua qualità dica[)0 della propri interessi a (ptellidcH'inipero, e che
chiesa cattolica, gli altri sovrani non es- si sarehhero occupati gli altri doiuinii,la-
sendo legati da ohbligazioni simili alle sciandogli il solo Patrimonio, rendendo-
sue. Che gl'interessi della religione devo- lo così impotente e poverissimo sovrano
no essere la i
.^ regola della condotta del temporale. Per altre nuove esigenze in-

Piqìa.a'quali debbono cedere tutte le con- amn^.issibili di Napoleone I, e per essersi


siderazioni dell'umana politica. Che le- Pio VII ricusato di riconoscere re di A''(7-
gandosi ad una guerra federativa, rischia- poli il fratello Giuseppe IJonaparte, edi

va d'alienare da se sovrani e le uazioni


i non volere abbracciare il sistema conti-
che sono e ponno essere in guerra, poi- nenlale dell' imperatore contro il coni-
che si verrebbe con ciò a mettere vincoli inercio inglese, benché vi accedessero la
al libero esercizio della sua spirituale su- Prussia, l'Austria, laSpagna,il regno d'I-

premazia sopra lutili fedeli sparsi per tilt- talia e quello di Napoli, Pa|)aeilsuo il

to il monilo. Che padre comune de' fé- stato si trovarono esposti a nuovi guai.
deli e sovrano indipendente, sarebbe re- Nel 1807 minacciò Napoleone I di toglie-
stato sempre neutro nelle contese umane, re al Papa le Marche, ed intanto fece e-

Cheilsuocuore e suoi stati, aperti al pò-
i sercitare in esse diverse violenze, e nel 1

lente del pari che al debole,resterebbero novembre per suo ordine Lemarois si di-
sempre estranei alle guerre che desola- chiarògovernatoregenoraledelleprovin.
vano l'Europa; e che ministro di pace cied'Aucona, di Macerata, di Fermo e di
non avrebbe mai cessato d'invocare il eie- Urbino, prendendo da'liioghi occupati il

!o pel loro termine,e pel ritorno della con- mantenimento delle sue truppe. Nel i 808
cordia e della comune tranquillità. Che l'imperatore a'2 febbraio simniatamen*
Carlo Magno trovò Roma in manoesi- te feceoccupare militarmente RomaeCa-
gnoreggiata col suo stato da'i'api; aver- stel s. Angelo, e puntare cannoni con- i

ne am[>lialo dominiicondonazioni,noa
i tro il palazzo Quirinale. Da questo Pio
avere però mai preteso superiorità sopra VII più non ad eserci-
uscì, continuaiido

i medesimi. Anzi nel suo testamento im- tar le sue funzioni tanto pel governo dei-
pose per legge espressa a'ire suoi figli di laChiesa che dello stalo.CoM Pio VII olhì
difendere dominii della Chiesa anche
t.-li sublime spettacolo al mondo,ed egli colla
colle loro armi, né riservò loro alcun di- Chiesa spogliati d.i forza umana, si appa*
rittodi revocareqiiantoegli e Pipino suo lecchiarono colla pazienza a vincere gli
padreavevanofatloa vantaggio della cat- assalti del più possente conquistatore di

tedra di s. Pietro, Il possesso pacifico di Europa. Indi anche in Roma successero


ciica XI secoli essere il titolo più luminoso atti violentissimi per parte de' francesi,
che potesse esistere tra sovrani. Tulle le onde il Papa richiamò i suoi legatidaPa-
nazioni europee fecero plauso a'giusli,pa- rigi, e la legitzione imperiale uscì di Ilo-
cifici e religiosi sentimenti diPio V ll,ina n>a. X'i niaggio Napoleone I decretò che
l'imperatore de'lrancesi pieno di ranco- le provincic d'Urbino, Anroiin, i\lacera-
re per tale virtuosa resistenza, se ne vcn- ta e Camerino fossero unite in perpetuo

dico cuu oidiuaie l'occupaziouc militare al suo regno d'Italia, ed agli 1 1 ne lece
3^4 sov SOV
prendere possesso.Perqueslonuovo spo- lenza, la sua indifferenza religiosa, fu sen-
glio, nuove proteste emise Pio VII, cli- sibilissimo alla bolla tli scomunica, ve-

cliiainricItkMoii essere lecito prestare Giu- dendo in essa un ostacolo fortissimo alle
ramento al governo intruso, né Tare Pre- sue mire di dominare la Chiesa, e si sca-
ghiere pubbliche per esso, e nel concisto- gliò con contro quel gravissimo
in velli ve
ro dell' I I luglio pronunziò quella ine- atto.Frattanto nella notte precedente al
morabile allocuzione che riprodusse Pi- 6 luglio il generale Radei, con armali en-
stoiesiIlla di Pio yJI, t. 4) P- I 06.
, trato di forza nelle stanze di Pio VII, gli
Quindi successe la dispersione de'pielati dichiarò : Essere coslrello d'ordine del-
e cardinali per opera de' francesi, ed in l'imperatore intimargli di rinunziare al
Roma n)olle altre nuove violenze. Final- dominio temporale, o di portarlo altrove.
mente 17 maggio 1809 Napoleone I
ai Rispose il Papa : Non essere il padrone
decretò, che avendo Carlo Magno suo dello stato, ma amministratore, e dovere
predecessore nel far donazione a' vesco- trasmetterlo a' successori, e piuttosto si
vi di lloma di diversi contadi, averli ce- lasciarebbe tagliare a pezzetti, anziché Ira-
duti n titolo feudale,eRoina non cessò per dire i suoi doveri. Pio VII fu perciò por-
questo di essere una parte del suo impe- talo prigione prima a Grenobte,\)o\ a iVrz-
ro: l'unione poi de'due poteri spirituale Fontainebleau nel 1812,
v'0'irt(A".),indi a
e temporale nelle medesime mani essere da dove il Papa a'24 ''^'S''^' ^^•^ ^'-''"'^
divenuta una sorgente di continue discor- all'imperatore d'Austria Francesco I, in-
die. Perciò dispose elle gli stati del Papa vocandolo mediatore per la ricupera dei
erano riuniti all'mìpero, e Roma dichia- suoi stali, in occasione del congresso che
ta città imperiale e libera. Pio VII alla doveasi tenere a Praga per una generale
pubblicazione del decreto non si curò di pacificazione. Disse nuovamente recla-
ripetere ciò che tante altre volle avea di- marli pe'sagri interessi della religione e
mostrato sull'origine e indipendenza del pel libero e imparziale esercizio della spi-
temporale dominio delia Chiesa, non che rituale podestà di capo visibile dellaChie-
sulla vera natura della donazione di Car- sa inogni parie del mondo cattolico. Re-
loMagno, dichiarò soltanto che sì grave clamare duminii che formano parie del
tlisastro l'incontrava per non aver voluto patrimonio non suo, ma di s. Pietro, a-
tradire i propri doveri. Debitore per al- vendo giurato di conservarlo e difender-
tro a Dio e alla Chiesa di tramandare il- lo, non per ambizione di principato tem-

lesi e intalli i suoi diiilti, protestava con- porale, ma pel bene della religione. «La
tro quel nuovo spoglio violento, dichia- libertà e l'imparzialità d'un tale eserci-
randoloirrito e nullo, rigetlandoqualun- zio sono parte dell'interesse di tulli gli
que assegno che l'imperatore intendeva stati, e la necessità dell'indipendenza del
di fare a lui ed a'cardinali, per non co- capo della religione è addimostrata sen-
prirsi d'obbrobrio in faccia alla Chiesa, se za addurre altri argomenti, con una evi-
avesse fatto dipendere la sussistenza dalla dente prova di fatto, da quanto è avve-
mano dell'usurpatore de'beni della me- nulo nella nostra slessa persona. Questo
desima. Nello stesso tempo pubblicò es- solo esempio può dimostrare con quale
sere incorsi ne\\?k Scomnnicai^f.) ^W au- libertà un Pontefice privo di sovranità e
tori degli atti contro l'autorità spirituale di dominii, sotto il potere d'un altro prin-
e temporale della Sede romana, deU'iu- cipe possa esercitare il suo ministero nel
vasione di Roma, degli attentati contro dominio in cui si trova,e quali ostacoli pos-
l'immunità ecclesiastica e diritti anche i sano opporgli in tal caso le gelosie di stato
temporali della s. Sede. Napoleone 1 non per esercita rio ne'dominii al Irui.Pur trop-
ostante la sua grande e furmidabilc pò- po sono già pi LI aaui che la chiesa universa-
sov sov yr,
Iesi trova senza essere governata afTaUo (F.) che intralciavnno la pubblica am-
da quello che il suo divino (ondatole ha tninislrazione civile e criminale, e sicco-
stabililo a tale edello". Onesta è la lettera me poi invitò a rinunziarli pel motonro-
clie fu aflldata al conte poi cardinal Ber. priode'G InglioiHiG; così a poco a poco
netti,che se non giovò pel ritardato ri- molli baroni feudatari vi rinunziaiono,
cevimento, e pei che nulla si concluse nel e lilialmente nell'odierno ponlilìcato pel
congresso, servì opportunamente qual moto proprio de'27 novemhrei84o, fe-
nuova protesta contro l'usurpazione del cero altrettanto que'pochi che gliaveano
doininiolemporaledellas. Sede, all'equi- ritenuti, eclie enumerai all'articolo Pio
là de'soviani alleati. L'imperatore tentò IX, cioè Biuicciano, Soriano, Gallicano,
d'intavolare nn trattato col l*apa,e non Co/o'^^m^iManziana e Monte Roinano(di
riuscendogli lo rimandò nel i'6\\ imo- questi ultimi parlai a Roma descrivendo
vamente a Sa^-ona, alloKjuaiido Napo- la Coniarca). A' 9 giugno 181 5 il cele-
leone I, vedendo declinare la sua potenza, bie congresso di l'ienna decretò la resti-
gli restituì i dipartimenti del Tevere e luzione alla s. Sede delle 3 legazioni di
del Trasimeno colle loro capitali Roma Rologna, Ferrara e Ravenna, delle Mar-
e Spoleto, cioè parte dello stato ecclesia- che, ili Renevento e l'ontecorvo. Ma Pio
slieo, a condizione che dovesse cedere /'V/(/'^.)fecesolenni prote^te per la parte
il rimanente. Pio VII sempre fermo nel del Ferraresesituata sulla riva destra del
principio che il patrimonio di s. Pietro è Po, riunita dal congresso all'Austria, e
inalienabile, non volle acconsentire a ve- componente que'paesi che nominai a Ro-
runa rinunzia. Per altro rapidi avveiii- i guarnigioni tedesche stabilite
vir,();per le
menti che si successero, naturalmeule dal congresso nelle furlezze di Ferrara e
reintegrarono il P.ipa del suo piincipato di Comacchio (delle quali riparlai a Pto
teuipoiale, e quando Napoleone I stava IX); per Avignone e contado Venaissino;
per perdere il trono, decretò che Pio VII pe'ducali di Parma e Piacenza, e per altri
fosse rimesso in possesso de'suoi stati, a diritti e prerogative, di cui non fu reiiile-
seconda del trattalo di Tolentino, vale a grata Chiesa. Questo avvenimeulo fa
la

dire da Pvoma sino e inclusive a l'esaro. celebrato colla coniazione di due meda-
Frattanto gli austriaci occuparono le le- glie. A'ella i.'si vede l'elligie di Pio \ Il in
gazioni ossiano le provinciedi Bologna, piviale e triregno con l'iscrizione: BonO'
Ravenna e Ferrara; e Gioacchino re di nia, Ferrnrin, Aemilin, Piceno, Bfne-
Napoli, Bologna, Roma e le provincie (1- \'cn(o,Frt}^ellis pnnUfìriae potestaù restì-
nitime, oltre le Man he,
ne riparlai a e littis. ,J.D.iS\5. Nel rovesi:io sono incise
Sicilia. Pio \\\ a'i^ maggio fece il suo le6 [)roviiicie riloinalesotto il papale do-
Jngretso solenne in Roma {^r.) chefu ve- minio, indicato dal/;rt^//ij//o/ieco!le(7i/Vzi'i
ramente trionfale e glorioso. Ma Murat insegna ilella chiesa romana, e sono le le-

che aspirava ad ingrandimenti domi-


di gazioni diBologna, Ferrara e Romagna da
nio,goltanto restituì al l'apa quanto dissi un lato; dall'altro il Piceno, Benevento e
a Roma, ritenendo le I\Iarche e lasciando Ponte Corvo. iVella 2.'^ medaglia, olire il

Bologuang!iaustiiac',consensibiledis[)ia- simile riiratlo del Papa, vi è l'eiiigrafc:

cere di Pio VII, che non volle accondi- Constanlia Principis Pro\'inciae llece.'
scendere all'iuveslitura che vagheggiava ptae.A. 8 5. Nel rovescio è rnppresenta-
1 1

del regno di Napoli. Fra le diverse prov- ta la Chiesa radiata setlente, colla sinstra

videnze che il Papa giudicò di dovere a- appoggiata a colonna, sulla quale è il ta-
dotlare nel ripristinalo suo governo, vi fu beinacolo, riceve dalla Pace stinte con ra-
quelladi sospendere provvisoiiainente la ino d'olivo la carta topografica delle 110-
giurisiilzioue e duini buiouaii dtì7N;<a/t minute provincie liturnale al dumiuio
326 SOV SOV
ponlificio. in questa occasione il valente Pio VII, In cui narrava chealsuoappaii-
incisore Antonio Banzoavea segretamen- re era crollato il trono de'Borboni, per-
te scolpito in rame un disegno di Fran- chè non essendosi associati a' sentimen-
cesco lM;mno, esprimente Con- il cardinal ti della nazione, questa lo aveva invocato
salvi in atto di presentare a Pio VII le liberatore. Laonde voleva corrisponder-
Provincie di Bologna, Ravenna e Ferrara vi con onorevolequiete,co' vantaggi della
ricuperate, e personificate co'Ioro attri- pace,alla quale invitava sovrani per pro- i

buti. Lo descrive l'ArtaudiiSVor/ùt di Pio curare la felicità de'popoli, e proclama-


1^11, t. "ì, cap. 69, che inoltre rilevò a- va il più assoluto rispetto all' indipen-
vere il cardinale acquistato il rame me- denza delle altre nazioni. Essere dispo-
diante un piezzo assai considerevole, e sto a dargli sempreprove non dubbie del
quindi lodistrusse per modestia altridis- : suo rispetto filiale. Gli originali di que-
scrOjche siccotne le figure deponevano le ste lettere non pervennero al loro indiriz-
catene, poteva ciò essere un'allusione in- zo, e siponno leggere in Artaud. Nello
giuriosa agli ultimi suoi governanti, on- stesso tempo il cardinal i^efc/i fu accre-
de fu spezzata l'incisione. Certo è che gli ditato ministro imperiale a Roma, colla
esemplari impressi prima della distruzio- dichiarazione: Che l'imperatore non avea
ne del rame sono rarissimi. Ma innanzi alcuna pretensione sul temporale deJ Pa-
quest'epoca e nello stesso i8i5 eransi pajquanto al lo spi ri tua le al lene vasi al bre-
succeduti un rapido complesso di nuovi e ve di Savona, e che tutta la sua politica
gravi movimenti. Dopo l'abdicazione di tendeva alla conservazione della pace. Le
JVapoleone I gli era stata concessa l'isola tru[>pe di Murat furono vinte dagli au-
dell'Elba per suo soggiorno. Però ad onta striaci, riparò in Francia e poi perì. Indi
della sorveglianza inglese, a'a6 febbraio Napoleone I alhonlando a' 8 giugno in 1

partì per Francia con piccola flotta, e gli WaterloolearmatealIeale,fudebellatoal


riuscì riprendere il polere.In questo men- modo dello nel voi. L, p. 1 47, e datosi in
tre a Bologna si voci fero a ver detto la sua potere degl' inglesi fu rilegato nell'isola
sorella Elisa, che se Napoleone fosse ar- l di s. Elena, di cui parlai nel voi. XXXV,
reslalo.si sarebbe fatto prigioniero il Papa p. 20, ove morì e fu sepolto, donde più
I

come ostaggio. Fu allora che iMurat do- tardi fu trasferito in P^r/gi (A'.) in son-
mandò a Fio VII il passaggio pel suo stato tuoso monumento. Dichiarai già che pei*

di 2,000 uomini; ma il Papa vi si rifiu-


1 quanto riguarda la sovranità della s. Sede
tò, e appena seppe che napoletani erano i nei pontificati di Leone XII, Pio FUI,
giunti in Terracina, a'22 marzo abban- Gregorio Xf^I q regnante Pio IX, sono
tionò Roma
caduta nell' abbattimento, a vedersi tali articoli e R.oma, massime i

e passò in Genova, dicendo: Questo è un due ultimi per la rivoluzione scoppiata


temporale che durerà 3 mesi. Sbagliò di ne'primi di febbraio i83 i, mentre s'igno-
IO giorni. Napoleone I da Parigi per let- ra va la seguita elezione di Gregorio XVI,
tera del duca di Vicenza, nimislro degli indi propagata in diverse Provincie; e per
jidari esteri, fece sapere al cardinal Pacca la rivoluzione avvenuta nell'attuale pon-
pro-segrelnriodistato,clieavea riassunto 1848, tra ime
tificalo di lutto lo stato nel

l'impero, e si proponeva consolidarlo non Benevento e Pontecorvo, e successiva re-


con nuovi trionfi, ma con onorevole riposo, pubblica romana. Di questa e con dife-
n)edinnte una pace onorevole, rispettan- sa della sovranità pontilìcia abbiamo di
do i diri» li di tutte le al tre nazioni. In con- dotto autore: LaRepubblica Italiana del
ferma di tali sentimenti, e della pace che ìÒ^Q^, suo processo, Perugia 18)1,2.
regnava Ira l'impero e gli slati pontificii, edizione. Ripeto che a Roma e a Pio IX
a'zj. aprileNapoleonc 1 scrisse una lettera u narrai rmlerveuto armalo dell'AusUid,
SOV SOV 327
Fiancia, vSpagna e due Sicilie, per com- (1eIlccltl;i,equiviamn(iinisIr.nvanoI;i gin-
primere la ribellione cleli84y e listabi- e |)rofen vano le loro seuten/.e, senza
slÌ7.ia

lire la sovranità tenjporale del Papa, oc- vernn apparalo di Irdxinali, di toghe, di
cupando quindi le provincie pontificie, arni. iti e di altro. I duci dell'esercito in
e Roma
espugnala dalle armi francesi
fu tempo di pace si esercitavano alla lolla

comandate dal generaleOudinol,al quale nelle piazze, mescolati agl'infimi fantac-


la municipalità romana fece solenni di- cini, ei più elevali personaggi da se me-
luoslra/ioni di gratitudine, oltre la conia- desimi coltivavano i campi. E' egli dun-
zione d'una medaglia,enon peròl'olFerla que cosa opportuna e giovevole spogliar
di una spada d'onore.Lione,laUoma delle queste classi del decoro di che l'opera stes-
Gallie, prese poi l'iniziativa d'otliire al sa del tempo le circondò, e Carle nuova-
prode e benemerito capitano una Spa- meiifediscenderealla rusticità primitiva,
da uìonumentale, e la descrissi in quel- e così dar nel genio del Socialismo (f^-)?
i'arlicolo con nozioni analoglie al qui ac- Questo per ceilo sarebbe mettere a re-
cennalo. pentaglio non lieve la pace slessa de'po-
II sommo Pontefice, riunendo la digni- poli, orbando d'ogni esteriore prestigio

là di sovrano temporale, ha un corteggio le persone poste ac.TpodeH'ordine civile,


imponente, che si fa distinguere per un in tempi di tanta lagrimevole spossatezza
complesso misto di sacerdotale, di regio, d'ideemorali,di tanta apatia e materiali-
di principesco e di sagro, che ispira mae- là d'nlfezioni. Dunque l'esempio dell'an-
sia e insieme venerazione. A quelli i qua- tichità in questo non va] nulla a dar nor-
li, nemici della Chiesa e del [lotere lem- ma a'costnmi presenti, avuto riguardo ai
poralede'Papi, e della conveniente pom- cambiamenlidalprogiessivoincivilirneu-
pa esterna che li circonda, sempre decla- to introdotti nella lìienfe, nel cuore, nelle
mano che ne'primi secoli del crislianesi- usanze tlegli uomini. Per lo meno a ri-
mo Papi non furono adorni di potere
i formare sul prisco tipo alcuna condizione
terreno, e che ostentando virtuoso zelo sociale, senzascompiglio universale, con-
insislono perchè torni alla prisca sempli- verrebbe far indietreggiale tutta quanta
cita, rintronando lenrecchiedi tutti colle la società verso i medesimi tempi, e fu'
più ridicole utopie, può rispondere. An-
si che ciascuna sua parte rioccnpasse d me-
che negli antichi e primitivi costumi non desimo posto di prima, acciò tutti reci-
ci furono tanteagialezze pei l'uomoetau- procamente serbassero medesima pro- la

ti ra (lina menti di comodità per la vita, ma poi zione,e quindi nel me-
si mantenessero
alla vetusta rozzezza non si fa appello per desimoaccordo. Tuttoè armonico nel si-
esso! Ogni condizione, ogni potere tra gli stema sociale, e gl'integrali che lo coin-
uomini, a misura che cresce la civiltà e pongono procedono di conserva nel loro
la grandezza de' popoli, va acquistando pi ogresso e andamento pacifico. La signo-

dignità e splendore, di cui non può spo- ria civile de' Papisi produsse per 1' o-

gliarsi dipoi, senza perdere ili venerazio- pera stessa del tempo insieme con tutte
ne e «piindi di autorità ed'infiiienza. Gli le altre novelle istituzioni della cristiana
antichi re viveano quasi a foggia di pri- coltura, coiringcnti|ir<i i costumi, col mi-
vati, addestravano all'a-
per ordinario si glmrare e ben definirsi i rapporti Itale
gricoltura e al governo pasturando le
, varie parli sociali, col generarsi i diversi
proprie greggie, passando così da pastori stali politici; e le mutale condizioni della
(l'agnelli ad essere pastori di popoli. Ili- società la rosero inili-pcnsabileall'escrci-
poria Omero, che la figlia di re Alcinoo zio della podolà pontificia , alla p.ite e
nudava a lavar i panni al iìiime. Cilian- tranquillità delle n izioni calluliclie. La
tichi giudici sedevano innanzi alle [luilc [)udcd(à Icinpuralc de' Papi non è la loro
39.8 SOV SOV
essenza, ma un protlolto dell'essenza, un na la storia del mezzo tempo, non quella
coslitutivo sostanziale, un accessorio ne- che foggiano a loro posta gli sci illori o
ccssario al libero esercizio del ministero negligenti o parziali ma sì quella che ,

j>onli(ìi"ile. Non apparve, né dovea appa- spontaneamente si deriva dallo studio


rire nell'infaiizia dellaChiesa, ma comin- comparativo de'documenti".AFAMiGLiA.
ciòsidjiloamanifeslaisijComeprima ven- pontifccia, e descrivendo le f'^tsli (/^.)j

iieessa su crescendo e propagandosi dopo insegne, indumenti e prerogative de' Fa»


Costantinol,esi spiegò pienamente dopo pi, anche come principi temporali, trattai
Carlo Magno, quando la Chiesa pervenu- della necessità che la pompa esteriore che
ta a stalo perfetto fu in grado di [)artorire li circonda sia maestosa, e tal fu pure ri-
siila {itd^., non piìi individui alla spiccio- dotta successivamente quella del divin
lala, ma intere nazioni; quando cui co- (^((//o, con preziosi Paramenli {^l^.)ei\\ivi
stiluirsi della nuova civiltà sotto le ispi- Utensili sagri (^J^.); ed a Russia ricordai
razioiiicristiane,cominciòessaad influire le spiegazioni date dal nunzio pontifìcio
non piìimediante gl'individui sulla socie- al czar, sui diibl)i quanto ad alcuni alti
là, ina mediante la società sugl'individui; di venerazione che si rendono al Papa, e

qu^uido col dividersi rEnro|)a in diversi del suo modo d'incedeie in sedia gesta-
stali cattolici, conjinciò la Chiesa ad aver /or/V/.Non vi è epoca che somigli alla no-
ptu' (ìglidi^lmli popoli e regni, e dall'alto stra nel zelo, onde il dominio temporale
fuor d'ogni loro dipendenza guardarli per de'Papi venne or combattuto or difeso,
tenerli senza scambievole gelosia ranno- Pare incredibile come in tempi di sì u-
dali nell'amor di fratelli, e scorgerli u- ni versale trambusto, ed in secolo però che
nilamente per le vie della verità e della vuoisi da alcuni appellare |)Ositivo, si a-
soprannaturale beatitudine
giustizia alla vesse agio e facoltà di discutere sì lunga-
delia vita avvenire.Arroge quanto il th. mente, esamiuareda tanti lali,approfon-
Paolo Mazio osservò nel Saggiatore Ro- dire con tanto senno una questione sì e-
vmiio t. 2, p. 227.» Più trascorriamo il levata e sottile. Né essa si agitò, come in
mezzo tempo e più vediamo aggrandirsi antico, dal solo filosofo, tra i solitari re-
(Ja seguita dedizione di Romadu- e suo pura speculazione, nel pacato
cessi della
calo alla signoria pontificale del Papa). eserenoaeredellescienze;ma venne mos-
partecon le donazioni de'principi, parte sa e trattala da uomini pratici e di stato,
con la sommissione de'popoli il dominio in mezzo a'più vivi interessi delle politi-

di s. Pietro, e più crescere ed allargarsi chedeliberazioni, tra le torbidee tempe-


le influenze politiche del pontifìcato ro- slose diatribe della tribuna parlamenta-
inano. Coudjatte alcuna volta con l'im- ria, nelle camere costituzionali. Traspor-
perio e ne trionfa, regola nelle diete le tata la contesa da'volumi e dalle accade-
elezioniji re che trasmodano infrena, iin- mie, ne'pubblici fogli e nelle discussioni
pugna le leggi che contrariano la religio- parlamentarie,lrovòcome sempre avver-
ne o che oppressano il popolo, rivede i maniera, ed aguz-
sari e difensori d'ogni
giudicati, difende il diritto del pupillo i- zò vivamente da una parte e dall'altra
schiavilo dal suo tutore, della moglie ri- lelinguee gl'ingegni. I più nebulosi e fa-
puliata senza cognizione di causa, intima natici declamatori si provarono con ogni
agl'inredeli la guerra, dola di privilegi e genere d'arti e di sofismi d'avvilupparla
una signo-
di terre le università, esercita e confonderla; i piùsublimi ed eloquenti
ria fondala nella opinione degli uomini dicitori si adoperarono con invitlie lini-
e nella dignità del ministerio che tanto pitii ragionamenti di chiarirla e appurar-
si allarga (pianto la cristianità : è questo la. Come a Dio piacque, la verità trionfò
un fallo lucidissimo per cliiunque esami- dell'errore, il diritto della violenza; e il
-

sov SOV 829


princlpalo civile della Sede apostolica fu mai 7 89. La prefazione e le noie sono del
da Ila sapienza euiopeau Ili versa melile ri I p.Tonimnso Soldati douienicaiio. Alfonso
coiiosciiito,come nel 83 ,dalle anni rat-
i i IMuzzaielli , Della civile giurisdizione e
toiiclie validamente assicurato nel 849- i iiìflutnza sul governo temporale esercita-
L'accanilo contrasto, l'atroce lotta, i di- ta da romani Pontefici, incominciando
sperali sforzi che gli convenne superare, dall'impero di Costantino, sino alla do-
iion*'alseio ad altro die a circondar di nazione di Pippino rede'franclti,l{uma
più Ince le sue ragioni^ e rendere pi il san- 1816. Luigi lianghiasci abbate de'cano-
ta la sua viiloria. A voler qui ricordare nici legolari , Bibliografìa storica delle
un numero di antichi propugna-
e recenti città e luoghi dello stato Pontifìcio, fvoma
tori della sovranità de'romani Pontefici I 'jc)2: Supplemento, Roma 793.Quesla
1

e della s. Sede, oltre rammentali a Papa,


i è una preziosa e copiosi>sima raccolta di
n Roma, massime parlando degli scrittori autori di storie,clie Iraltaronodella ponti-
pive conlra della donazione di Costan- licia sovranità su Ho sta lo ecclesiastico, sue
tino 1, e degli ultimi avvenimenti puli- città e luoghi. A. Co^^pì, Roma destina-
tici, non che in altri articoli delle città e ta dalla pi ovvidenza di Dio per la liber-
luoghi de'dominiì della s. Sede, ampia- tà de' Papi, Romai8i5. Fu ristampala
mente, come di quelli in questo slesso giù nel n.'^84del G iornale di Rom a i\c\ 8)0. 1

mentovati, glialtri in parlesono seguen- i Marino Marini prefetto degli archivi pon-
ti. I nemici, calunniatori, non mi curo
i ti liei ,Nuovo esame dell' autenticità de' di-
i

qui ricordarli, poiché sono in gran parte plomi di L^odovico Pio, Ottone I, e Ar-
condannati dalla s. Sede e registrati iiel- rigo li sul dominio temporale de^ roma-
r//j^/ce de'libri proibiti. Bernardo Sac- ni Pontefici, dissertazione, Roma 1822.
chi, De Provinciarum propiielale,elRo- Carlo M." IN'ovelli, Lettera politica- mo-
manae ecclesiae amplifìcatioiìe:¥.^{.\n rale sul dominio temporale de' Papi, Fi-
Graevii, Thes.Antiq.elHist.X, 3. Jacopo renze 8 3 1 i . Dialoghetti sulle materie cor-
Grelsero, Commenta rioliis de imperalo- 83
renti nell'anno si dissero del conte
1 i :

rum, regiim ac principum chrislianoniin Monaldo Leopardi e ne conosco 4 ttlizio-


inSedeiìì aposloticam muni/icentia,] ngol - ni. La voce della ragione, giornale filo-
stadiiiGio.Gaelano Ctniù, fllonumenla sofico, teologico, politico, istoiico, lette-
(lominatlonis ronti/ìciae,si\'e Codex Ca- rario, Vef,aio 832-35,1. 5. Cenni al pò-
1 1

roUnuajiixtn aiitograpìiiim f iìidoboiieti' polo intorno la leligione e l'umanità del


se, epislolae Leoius Jll Carolo Augusto, liberalismo nelle nostre contrade: Dia-
diplomata Ludovici, Otionis et Ileiirici, logo e catechismo fra padree figlio, 832. 1

chartuld comitissae AJalhildae,et codex La sovranità temporale del Papa difesa


Rudolphinus inedilus, clironologia, dis- contro le imputazioni de' ribelli, con tre
sertaliotiibus, et notis illustrata ,J\owae dialoghi a disinganno de' giovani delle
I 760. Fr. Giuseppe Agostino Orsi, Del- quatti o Legazioni, 832.MarioFelicel'e- \

la origine del dominio e della soi'raiiilà raldi. Considerazioni politiche sul gover-
de'romani Pontefici sopra gli slati loro no dello stato Pontificio, Pesaro i832:
temporalmente soggetti , dissertazione jol- Conferenza sul temporale governo degli
tre le note e l'esame del diploma di Lo- ecclesiastici, Rastia 1 S/\o: Sugli istituti ec-
dovico Pio dell' ab. Gaetano Cenni, Ho- clesiastici e loro possedimenti. parole,^o-
ma I 742. La ?..^ edizione è del 1 704 colle ma I 85o: olti ealtre opere. Riflessioni sul

detteiVo/<',la3.'èdeli788,la4.Meli789. manifesto pubblicato a Rimino dai ribel-


Alfonso Muzzarelli, Dominio temporale li, 845. Relazioni della signoria tempo-
1

del Papa, opuscolo con prefazione di G. rale col primato spirituale ile' regnanti
G. N. prete della badia di s. llu/illo, Ko- Pontefici, Napoli 1 849Quesla opcraser-
33o SOV SO V
ve di Appendicea quella dell'Orsi, \ve\- ria mi Umilerò a riportare questi brani.
ìli, /ari mail conti o d ch'il principato " Chi resiste al dominio temporale coni-
tic Papi, Napoli i 849- La Cìk'ÌUÌi cattoli- pelenle allaChiesa,e per essa al suo padre,
ca, pubblicazione periodica, ^a^oW e Ro- capoereggitoresupremo il romano Pou-
ma i85o; in questa i. cillà piosicguea lelice,resisteairordine e preparazione più
j)iil)ljlicar>i applauditissima. Filippo Sco- che manifesta della provvidenza divina;
lai i, Roma t la santa Sede, BJcmoria con eil anche senza questcj resiste ai priucipii
ìllusti azioni a'IdCghi relativi della Divi- della sana ragione, a 11 autorità della Chie-
na Commedia, \ ti\e7Aa i 8 '
i. Il sunto di sa, a quella de'Padri, al convincimento dei
questa uienioiia, il cavaliere auloie,chia- pili sublimi intelletti, a quello di Dante
10 per laute opere pubblicate, egli stesso stesso, all'mtereS'ie di tulio l'orbe callo-
lo pose in principio della medesirna,del se- lieo, al massimo infine di lutla l'Italia e
guente tenore. >= Checosa è dPapa in sen- di Roma, donde necessariamente conse-
so della dignità ed autorità propria. Che gue: che chi oppugna il domino del Pa-
cosa è la s. Sc(\e. Che cosa è il Papa nel- pa non è uomo ragionevole; non è uomo
l'oidiue del sacerdozio, dell'universo cat- cattolico; si è il pessimo degl' italiani ...

tolico, politico, del principato civile. Se La storia del Pontificalo romano concor-
possa in uno slato non esservi religione re a dimostrare la necessità dell' unione
dominante, ecoiiiesia da inteuderela tol- e inseparabilità del dominio teoi[)orale
leranza de'culli. Cliesia da intendete per del Papa e della sua S[)iriluale suprenm-
beili della Chiesa, ed in che consista il do- zia. Lo sialo I omauodal medioevo m poi
uiiniotempuralede'l-'api. Cornesiada in- nulla lia fallo per costituire e dar vita a
temlere la sentenza: liegnuni menni non se stesso, ma egli è l'opera della benefica
csldcìioc niundo.Clìtt dovuto al Pon- sia e polente azione de'Papi, che primi lo sal-
tefice dall' orbe cattolico; al sovrano di varono dall'incursione de'barbari; fu poi
liouia dallo stato. Quanto sia ben pen>a- aggrandito ed assodato dalla religiosa li-

tostaccar il Papa dal lempoiale dominio. beralità de'ie franchi,edella contessa Ma-
Che sieiio diritto caiiouicu, immunità, fo- tilde, e di altri principi e testatori. In una
ro ecclesiastico. Se il clero possa e debba parola fu l'opera del catlolicìsmo, assen-
Soggiacere, a parila de'laici,al foro civile tila da tutte le autorità della Chiesa. Le
dello stalo. Se l'esistenza in Roma del Pa- fortune, il sangue e gli sforzi della cristia-

pa come sovrano sia ostacolo all'unità ed nità costituiscono il titolo e il diritto di


indipendenza d' Italia. Se l'esercizio del lutla rEuro|)a cattolica all'esercizio della
lempoiale iloniinio sia nel Papa impedi- so vi amia e giurisdizione, da essa deferita
mento all'esercizio del sacerdozio supre- al l^onlelice sullo stato romano; stato di
mo. Il Ponlt fice non può essere un prin- cui, se il papato non era, non esisterebbe
cipe costituzionale. Che valg;tno le parole De[)puie il nome, e l'eterna città non ve-
Jjio e Popolo negli atti della rivoluzione. diebbesi nep|)ur in piedi. lidominioteui-
Che sarebbe di Roma senza Papa o col il poiale del Papa, slato da prima l'eirello
Papa privo del temporale dominio. \ an- del sentimento grato e riverente de'fìgli
taggicliedal ponlilicatoderivanoal mon- verso il padre e de'Ieileh verso s. Pielro,
do ed all'llalia. Serie delle accuse date al che lo vollero circondato di dignità e di
Ponlifieatoeal dominio lemporalede'Pa- larghezza di mezzi; divenne poi un biso-
pi. Conhilaziotie d'una per una fatta da- gno assoluto «Iella politica religiosa e ci-
gli rdlri, e dall'autore. I\Iezzi pratici per \ ile di mondo: essendosi f<»tt(; ma-
tutto il

congiungeie l'indipendenza e la libertà nifesto, chela suprema autorità e poten-


del Pontefice con f>gni possibile maggior za spirituale del Papa su tulli, non poìeva
bene d'I tal lu.Conclnusione. Della ilic/wo- essere abbandona lu alla uiercè d'una uu-
sov SOV 33!
7.ione o dell'altra, e die tra il conianJaie la Chiesa intorno al possesso dei beni
el'olibetliie non essendovi via ili mezzo, temporali. ì p\li venerabili Papi, con se-
il Papa per poter rispondere autorevol- rie non interrotta per più di XII secoli,

mente a quelli che comandano, doveva reputarono la signoria tempcjiale della s.

egli medesimo essere in posizione da co- Sede non pur lecita a esercitarsi da loro,
mandare da sovrano... La ragione e la sto- ma sommamente vantaggiosa, e per le

ria insegnano concordemente: Che Dio, mutate condizioni del mondo alfallo in-
dopo aver manifesto colle persecn7.ioni di dis[)enNabile al libero esercizio dell'impe-
hen 3 secoli, e col martirio di 33 l'onle- ro sacerdotale. 1 [)iìi sagrosanti sinodi ful-
fìci , che la Chiesa per sussistere e per minaronoaiialemi contro chiunque si at-
trionfare non ha bisogno degli uomini ; tendesse d'invadere e di violare il civile
ha voluto che il Pastore de'pasloii aves- principato delia chiesa romana, odi spar-
se una sede inilipendeute e sicura per una gere dotti ine ad esso contrarie. L'intero
temporale potenza, abbastanza modesta, ordine epis<;opale,la somma cioè de iiiae-
che innalzando Roma a capitale dell'orbe stri e pastori messi dallo Spirito santo ad
catlolico, non fosse tale da poter dar om- insegnare e reggere tnltoii gieggedi Dio,
bra a'potenlati del secolo, e fosse poi ga- B[)|)laude e sostiene la medesima senten-
raii/.ia teniporale e mezzo di sicurezza al za e vieta l'opposto errore. Tutti i dotto-
Pontefice, perchè dal Valicano potessero ridel cristianesimo, i teologi più eminen-
essere pronunziali liberamente, e difesi ti. gli uomini più versati in divinila, gl'in-
per lutto il mondo, gli oracoli della ve- terpreti più profondi delle divine leggi, il

rità e della fede". La Civiluì cattolica ri- senno in una parola più eletto de'fedeli
donda di articoli e di trattati che propu- mirabilmente >t'accorda a propugnare la
gna no eminen temente la sovra ni tàde'Pa- stessa verilii Laoiiile la sovranità de'Pa-
pi e della s. iJede, e confuta villoiiosa- pi, celeste a modo
sovrauma- di tiu e pel
niente i suoi nemici. Ne ricorderò i prin- nooperalo dalla divina provvidenza, nel-
cipali, per non dire di altri molti e tutti le sue mirabili origini, spontanea per par-

robusti edottissimi. Nel 1. 637, ^ "^'


1, p. te de'popoli riconoscenti, santa e benefi-
t. 3, p. 8c)e 20O, si legge: // Prmcipalo ci- ca ne'molivi e iie'mezzi, diuturna nella
vile dt Papi liiltla (Iella (ligmlàpersona- Secolare duiazlone, essa è ciò che vi li»

le. Nel t.
4, p- ' 53, si legge: Gli st/iii del- di piìi legittimo al mondo si nel pubblico
ia Chiesa e il loro vivd reggimento. A p. e SI nel privato diiillo. Filialmente me-
3c)3 commenda allamentequeste 3 ope- rita attenzione il tlicliiaratonel l.G,
p.82.
re. D. Agostino Ceccarelli, La DeuiogO' Che se i MUOVI l'iscolitori d'Italia guarda-
gin conjutaia in ordine alla sovranità no alla riuscita della loro vagheggiata u-
temporale della s.Sede,V\\n\\n\ 85o.Eu- i nità (lem ocra lica, a via II no avversa rio mai
genioAlbèri, Critei iodrlla <ilorin del Pa- sempre <piel potere che riunisce all' au-
pato e dell' //alia, Ni/za i <S lo. // Papa torità religiosa la temporale; scoglio ni
ilei secolo AIA.Ilisposia d'un prete uà- quale romperanno i (lutli ili loro contu-
liana a Giuseppe Mazzini, Homa 8 To. i macia, esseialu il trono ponliiìcale. Il con-
A p. 362e3g5 si legge: La Teomizia servare il Papa libero e indi pendente, s».

spauracchio de' regaligli e de' liberali. gnoie di sua volontà, non è interesse so-
Nel t. I p. 6i o, si liescrive come pio-
I
,
lo degl' italiani, ma di i|uanli sono cat-
rtdono le rivoluzioni moilei ne di cui , tolici al mondo. Lfi stona ci attesta, chi:
ILuropa ai di nostri è stala ed è anco- il piìi antico regno e di piii legittima o-
ra il luttuoso teatro, presenlando la so- rigiiie è pieienieinenle nel mondo quel-
tielà un quadro desolante. Nella 2.^ se- io del Papa, che nel decorso «li tanti se-
rie, l.
4j l>- 58, ài legge: Del diritto del- coli sostenne lauti urti di barbari e di
2
L0O\J I <-'

332 SOZ SOZ


cittadini, di polenlissimi imperntori e di secolo.Ebbe per vescovi: Longìano che fu
plebaglia li'ilonesca, di signuiolli e di vi- ah. "concilio generale di Coslantinopolt;
cini gelosi e cupidi del suo dominio ; e Severo sottoscrissei decreti di cpiello d'E-
pure questo scoglio non crollò mai, men- feso; Olimpio assistè al concilio generale
tre sparirono splendidissime monarchie, diCalce(lonia;Poliziano sottoscrisse la let-

e orgogliose e possenti repubbliche. Chi tera del concilio di Pisidia all'imperato-


non vede in questo solo mirabile fatto la re Leone, relativa alia morie di s. Prote-
ragione dell'odio che gl'italianissimi (dal- rod'Alessaiidria; Diogenanio fu al5.' con-
la Civiltà stessa altrove chiamati bastar- cilio generale; Zoilo fiorì sotto l'impera-
di) nutrono contro la signoria tempora- tore Maurizio; Paolo sottoscrisse al 6.°
le de'Papi? l^er negare l'indipendenza al concilio generale ed a' canoni in Trullo;
Papato, bisogna negare la sua autorità; Ignazio al concilio di Fozio. Orìens dir.
per negare la sua autorità, bisogna nega- 1. io44- Attualmente Sozopoli, «So-
1, p.
re la storia; e ()er negare la storia, bisogna zopolitan, è un titolo vescovile//i pnrti'
necessariamente dislruggere quel consen- bnnj dell' arcivescovato simile d' Antio-
timento di pressoché lutti popoli del i chia, che conferisce la s. Sede.
mondo dall'epoche più rimote (ino a'no- SOZUSA. Sede vescoviledellai.' Pa-
stri giorni, che la riconobbero e la rispet- lestina, nel patriarcato di Gerusalemme,
tarono. eretta nel V secolo sotto la metropoli di
SOZOPOLI. Sede vescoviledella pro- Cesarea. Ne furono vescovirBarachio che
vincia d'Eniinionte, nell'esarcato di Tra- trovossial brigandaggio d'Efeso nel 449»
cia, sotto la metropoli d'Adrianopoli, e- Leonzio sottoscrisse nel 5 8 la lettera si-1

letla nel V secolo, e nel IX divenne me- nodale di Giovanni patriarca di Gerusa-
tropoli onoraria, e si chiamò pure Soso- lemme a Giovanni patriarca di Costanti-
poliaSisopoli. jNel V secolo era miita al- nopoli contro Severo usurpatore della se-
la sededi .)o Debeiti, ma ne
Del/elltis (P de d'Antiochia ed eretico; fu pure al con-
fu separata prima del 680. seguenti ve- 1 cilio di Gerusalenìme contro Antimo nel

scovi greci neoccupaiòno la sede. Atana- 536. Altro vescovo fu Damiano, uno dei
sio vescovo di Sozopoli e di Debeiti, che 3 prelati che Eustochio patriarca di Ge-
sottoscrisse al concUio d'Efeso; Kutimio rusalemme mandò a Costantinopoli nel
fu al 7.° concilio generale; Ignazio inter- 553, perrappresenlarloal 5. "concilio ge-

venne a quello di Fozio; Teodoro al si- nerale. Oriens dir. t. 3,p. 595. Sozusa,
nodo del patriarca Calisto nel SSy; Gio- 1 Soznsen, è un titolo vescovile in parlihuSy
vannice diventò patriarca di Costantino- egualmente dell' arcivescovato in par'
poli nel 534; f doteo nel 564; Juasaph
i 1 tibiis di Gerusalemme, che conferisce il

nel 1 7 1 Orìens dir. 1.


. p. 1 8 Ebl)e 1 , i i . Papa.
puie de' vescovi Ialini, ed il p. Le Quien SOZUSA o S>OZ\Sk,Sozyza.Seàe ve-
iqiorta Ciuglìelmo francescano deli 356, scovile della Libia Pentapoli, nel patriar-
nel t. 962. Al presente Sozopoli,iS'o-
3, p. cato d'Alessandria, sotto la metropoli di
zopolitan, è un titolo vescovile in parli' Cirene, eretta nel IV secolo. Si conosco-
htt<i, sotto il simile arcivescovato //^ p«r- no vescovi Eliodoro che sottoscrisse la
i

tó//.sd'Adrianopoli,checonferisceilPapa. forma eretica di Giorgio d'Alessandria e


SOZOPOLl.Sede vescovile della pro- d' Acacie dLCesarea nel concilio di Seleu-

vincia di Pisidia, nell'esarcatod'Asia, sot- eia; e Zosimo che fu al 2.° concilio d'E-
to lanieUopoli d'Antiochia, erelta nel V feso. Oriens dir. t. 2, p. 6i8.

FINE DEL VOLUME SESSANTESIMOSETTIMO.


BX 841 .n67 1840
sncR
Moroni Gaetano
, .

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storie o-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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