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DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
Al PRINCirALI SANTI, DEATf, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA OERARCIIIV
DELLA. CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALtA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE
\ OL. LII.
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLI.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
PAX PAT
r ATRlAllCFIlOoPATRIARCBIA, rato e gradevole, mentre lanciandosi fuo-
Palriarchìum. Residenza del palriarca, ri del tino in cui era accolta, abbruciò i
ivi recossi a prendere i bagni caldi, pei s. P/V;/'o, colla quale denominazione an-
quali Prusa andava fumosa, ed avendo- ticamente appellavasi cjualunque perti-
ne esso ritratto giovamento, per dimo- nenza della chiesa romana. Considerati
strarsi grato agli Dei, volle indurre Pa- nei primi secoli questi patrimoni anche
Iricio ad adorarli ed offrire uu sacrifizio per soli poderi, case e censi, o beni allo-
ad Esculapio. Irritalo per la fermezza del erano destinati principalmente al
diali,
santo vescovo, e per le ammonizioni che nianlenimento de'poi'me pei lumi (\&\-
gli fece, ordinò che fosse spogliato e get- la basilica di s. Pietro, ed il di più che
tato nell'acqua bollente; ma essa diven- rimaneva pel tesoro erario pontifìcio,
ne per il santo come un bagno tempe- ad uso del sacro palazzo patriarchio
4 PAT PAT
Jjateranense, residenza de' Pontefici. Né ni SI ùÙAmoFundusj l'aggregato di molti
mancarono luoghi o patrimoni negli stes- di questi fondi insieme uniti costituiva
si primi secoli, di tale interesse da me- una Massa j più masse insieme formava-
ritare le speciali cure dei Papi, i quali no un Palrinionium il nome di Fundus :
perciò al governo dei medesimi destina- è antichissimo, quello di Massa già era
vano non già fattori o altri ministri di introdotto nel IV secolo, l'altro di Pa-
bassa condizione, come sarebbe stato suf- trimoniuni, indicante beni ereditarli pa-
ficiente, se si fosse trattato di semplici terni, prima del VI secolo si applicò ai
tenute e fondi, fua distinti amministra- beni della chiesa romana, quindi al Pa-
tori, primari chierici della chiesa roma- irinionio delle chiese (F.). Non solo la s.
na e persone distinte del clero, come Sud- Sede possedeva patrimoni in occidente,
diaconi, Diaconi^IYotan, Difensori e Rei' ma nel IV secolo anche in oriente, che
tori{^V.^, che destinavansi a presiedervi, i per le turbolenze insorte essendosi dipoi
quali giuravano fedeltà alla tomba di s. resi di difficile esazione, dopo i tempi del-
Pietro, come notai ne' voi. XII, p. 23g, l'imperatore Teodosio I si fece permuta
XXXI, p. 202.Questoera l'uso che de'pa- coi patrimoni di Sicilia e Calabria. Piìi tar-
trimoni faceva la romana chiesa prima del di, ma inutilmente, anche s. Nicolò Ics.
temporale sovrano suo dominio, conse-
e Leone IX fecero vive rimostranze agl'im-
guito il quale, come nel principato più peratori greci, per essere reintegrati degli
grande divenne e rispettabile, tanto mag- occupali patrimoni orientali. Allorché e-
giormente fecealleoccasioni risplendere la sistevano, rendevano circa 5o,ooo scudi
pia sua liberalità nel cedere persino parte annui, come a (fermano, parlando de'patri-
de'suoi stati per sovvenire alle bisogne al- moni orientali, l'Alemanni, De Laler.pa-
trui. Il Papa s. Sotero del i yS accrebbe il rielinis, cap. 5, ed il Bianchini, in Anast.
pio e generoso costume usato dai suoi pre- Biblioth. t. 2, p. Sor . Nel pontificato di
decessori sino dalla nascente Chiesa, nel Pelagio 555, già la s. Sede posse-
I del
soccorrerecol patrimonio di questa anche deva il patrimonio Apulo o sia Puglia,
i bisognosidi rimotissimi luoghi e copio- ed il Siculo vastissimo che estendevasi per
samente, per cui flicevansi ancora le Col- tutta l'isola; di Pelagio II del 5'j'ò An-
Ielle di questua {V-). Malgrado le perse- tonino fu difensore del patrimonio di Si-
cuzioni, nel pontificato di s. Cornelio del cilia ;
grandi n' erano le rendite, onde s.
254> numeroso era il clero di Pioma, che Gregorio I del 5c)o, ordinò a Pietro sud-
colle persone povere era mantenuto dal diacono d'impiegare la somma di 5o lib-
patrimonio della Chiesa. Che Papi alle i bre d'oro per 1' acquisto di grani ad og-
chiese donassero de'fondi spettanti al pa- getto di spedirli a lioma, oltie quelli che
trimonio di s. Pietro, con l'obbligo di si erano raccolti dai fondi del patrimonio.
corrispondere e pagare annuo canone, ri- Dipoi patrimoni cambiarono nomi, co-
i
ture. 11 fondo semplice di ristretti conll- Sede possedeva 2 3 pingui patrimoni, cioè
PAX p A T :
ca, Liguria, Alpi Cozie, Germaniciana e gorio III, l'imperatore Leone l'iconocla-
Gallia. Questi patrimoni quasi tutti han- sta, si usurpò gli antichissimi patiimoni
no particolari articoli, ed in alcuni eser- di Sicilia e Calabria, i quali pagavano in
citò Gregorio I anche il dominio tem-
s. lioma alle chiese dei principi degli apo-
porale, governandoli ed esercitandovi le stoli la cospicua somma di 3 talenti e
regalie euperiori, mentre nel napoletano mezzo d'oro. Le
erogavano an-
rendite si
vi esercitò l'alto dominio: egli stesso di- che in soccorso dei poveri dei medesimi
chiarò di essere stalo costretto ad eserci- patrimoni. patrimoni della s. Sede iu
I
tare le funzioni di principe sovrano. An- Sicilia erano di 3 specie e stalo. Il i.°di
che ai tempi di Onorio 1 del 625 la chie- semplici masse e fondi di utile dominio e
sa romana continuava a possedere im- proprietà della chiesa romana, e questo
portanti patrimoni in Italia e fuori di es- durò fino a buona parte del secolo VI.
sa, con beni signorili e demaniali dipen- L'altro stato fu di regalie superiori, che
denti dalla medesima : quel Papa posse- in quei amplissimi territori! acquistò la
deva un fondo in Ceprano , un secolo s.Sede per difesa dei coloni che vi abi-
prima che questo per dedizione divenis- tavano e per l'amministrazione della giu-
se dominio temporale della Chiesa, ed stizia, che gl'imperatori greci di necessi-
altro nel territorio di Centocelle o Civi- tà concessero ai Papi per la quiete dei
tavecchia. I patrimoni di Sicilia e di Cala- popoli, non essendo possibile in tanta di-
bria furono sollevati dalle pubbliche gra- stanza di luoghi provvedere a tutto. A
vezze da s. Agatone Papa del 678, che s'in- queste regalie superiori tenne dietro nei
terpose coli' imperatore Costantino HI, medesimi patrimoni nel secolo VIII l'al-
ed il successore Giustiniano li anch'egli to e supremo dominio, che la chiesa ro-
si mostrò liberale coi patrimoni della ro- mana acquistò dalla pia generosità di Car-
mana chiesa con Papa Cenone del G86, lo Magno, pel dono dei ducati di Bene-
pei patrimoni di Abruzzo e Lucania. A vento e di Spoleto, il cui figlio Lodovico l
Giovanni VII nel 707 furono restituite aggiunse poi la Sicilia eia Sardegna: que-
le Alpi Cozie. II patrimonio di Cuma lo sto è il 3." stato o specie di patrimoni os-
ricuperò s. Gregorio II dai longobardi sia di supremo ed alto dominio. Papa s.
che lo avevano occupato, essendo perti- Zaccaria fu sollecito della ricupera delle
nenze del napoletano, come Sorrento, invase terre, come del patrimonio di Sa-
Miseno, Gaeta e l'isola di Capri. Osser- bina; così Stefano HI, e con miglior suc-
va l'Amiaui, i)7emone f?j\F^«o,p. 78, che cesso s. Paolo I del 757, già formanti par-
per essersi ribellate all'imperatore Leone te del principato della Chiesa.
risaurico le provincie italiane per la guer- Adriano I pel dono dei ducali di Bene-
ra che avea dichiarato alle sacre imma- vento e Spoleto, acquistò il titolo di so-
gini, onde l'impero non esigeva più da vranità nei patrimoni e altre terre che vi
quelle i tributi, furono unite all'erario e possedeva. La chiesa romana sotto Gio-
camera imperiale tutte le rendite dei pa- vanni VIII deir872 già possedeva i pa-
trimoni che possedeva s. Pietro e la chiesa trimoni di Traetto, di Chicli e di Campa-
romana in Italia, che ascendevano a 3,5oo nia, al presente nel regno di Napoli. Lun-
talenti d'oro. Fu sotto s.
Gregorio 1 1, mor- go sarebbe parlare di tutti i numerosi
to nel 73 1, che propriamente ebbe ori- e ricchi patrimoni della s. Sede, però non
gine la Sovranità i^oni\Cicia(f^.), aumca- manco di farne menzione ai loro luoghi.
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Is'e trattano il Cenni ne' Monumenta do- tro. Davanzali , Not. della chiesa di s.
minalionis ponlificìaej e t\c\\tt Note, alla Prassede p.Say, riporta che il Patrimo-
disseit. 69 di Muratori dei censi e del-
: nio di s. Pietro proveniente da Matilde,
le rendite spettanti una volta alias. Chie- contiene 8 luoghi, cioè Viterbo, Cii'ita-
sa romana; il Zaccaria nella dissert. io, vecchia, I\lontcfiascone, Orte, Nepi, Su-
De roinanac ecclesiae patrìnwiiiisj ed il tri,Bracciano e Cometa. L'ab. Artemi,
Borgia nelle Blemorie di Benevenlo^ nel- Lettera su Polimarzio, osserva che nella
la Difesa deldotnìnio temporale della se- provincia del Patrimonio sono oggidi 7
de apostolica, e nella Bre^'C istoria del do- vescovi che nel VI secolo ve n'erano al-
:
minio temporale della sede opost. nelle meno iG, cioè di Nepi, Sutri, Civitavec-
due Sicilie. Egli osserva la diversa con- chia, Toscanella, Bieda, Perento, Poli-
dizione dei patrimoni delle altre chiese, marzio, Orte, Civita Castellana, Galle-
da quelli della romana, i quali furono se, Bagnorca, Bolsena, Vulcì, Castro,
amministrati dai Papi senza dipendenza Orvieto e Bisenzo o Vesenlo (V.). Al pre-
alcuna, potendo alienarli insieme con l'i- sente si comprende nella provincia del
strumento loro senza il permesso impe- Patrimonio le delegazioni di Viterbo ,
llale', ciò che far non possono le altre Orvieto e Civitavecchia j facendo par-
chiese. L' imperatore Giustiniano I co- te del circondario di Roma e sua co-
mandò che al patrimonio di s. Pietro an- marca. Quando la provincia avea la zec-
che in oriente, e delle chiese di occiden- ca, segnavansi le monete con le chia-
te, non pregiudichi altra prescrizione che Chiesa e con la iscrizione:
vi erette della
la centenaria. Nella Difesa il Borgia, a S. Petr. Patrimomum, comesi vede nei
p. 125 dell'indice, dichiara 1' ampiezza denari di Benedetto XI ed in altri più
della giurisdizione esercitata da s. Gre- antichi, forse JDattuti dopo la metà del
gorio 1 sui patrimoni, con pieno gius fon- secolo XIII e riportati dal Fioravante,
diario e con 1' esercizio delle regalie su- Antiq. denar. p. 4^ 4^5 '^ ragione la ri-
periori, moderando leggi, decretando ca- portai nel voi. XLVl, p. 112. Onorio
stighi e procedendo alle pene capitali. A IH usando della consueta carità e mu-
s. Gregorio VII la gran contessa HJatil' nificenza della chiesa romana, 1227 nel
de {f^.) donò per la chiesa romana l'am- diede a Giovanni già redi Gerusalemme
plissimo suo patrimonio in sovranità, on- e benemerito della Chiesa, per sostenta-
de fu detto il patrimonio di JÌJatilde. Il mento di sua persona, il governo di tut-
Bussi nella Storia di Viterbo p. 46, nar- to il patrimonio che avea la Chiesa da
ra che la con lessa donò la Liguria e la Roma; altri dicono a
Badicofani fino a
Toscana alla Chiesa, in un alla provincia Viterbo usquead Montem Flasconeni.
detta del Patrimoniocollasua metropoli Già Gregorio V nel 998 avea concesso
Viterbo nel 1077, confermando la do- Ravenna e Comacchio all'arcivescovo del-
nazione nel I I o I a Pasquale li, il quale la prima, dopo la morte della pia impe-
volle d'allora in poi che la provincia di ratrice Adelaide, cui erano state assegna-
Viterbo fosse chiamata provincia del pa- te le rendite per soccorrerla nelle sue dis-
trimonio di s. Pietro, dichiarandone ca» grazie. Nelle coronazioni degl' impera-
pitale la città di Viterbo questa pro- : tori fatte dai Pontefici, come dissi a que-
vincia fu chiamata anche Toscana o E- gli articoli e nelle loro biografìe ( come
truria pontificia. L'Adami nella Sto- nel voi. XXXV, p. 270), gl'imperatori
ria di T'olseno t. 2, p. 77, dice che per prima di ricevere la corona giuravano
aver Matilde donato la Toscana de' ro- ai Papi di difendere la Chiesa e singo-
mani o pontificia al principe degli apo- larmente patrimonio di
il s. Pietro. V.
stoli, chiamossi il Patrimonio di s. Pic- Patrizio, Difensore della Ciiiesa.
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PATRIMONIO DELLE CHIESE. sussistenza. Nel 794'' eonciliodl Frauc-
Ceni, possessioni e rendile delle r.hiese e fort decretò che le ordinazioni senza titolo
delle flJense vescovili. Il Papa s. Simpli- fossero proibite; quello di .Avranches del
cio I del 467, con decreto presso Labbc', 1172 statuì che non si ordinerebbero
Condì, t. 4, p- I o6(^, e Graziano, De red- preti senza titolo certo. Nel concilio gene-
ditibiis ecclesiae , 15, ques. 2, cap. 28, rale Lateranense III, celebralo nel i l'jij
per la fabbrica della Chiesa, del Palazzo sua sussistenza, il vescovo sarebbe obbli-
vescovile, pei Pellegrini e pei Poveri, co- gato a somministrarglielo, fino a che glie-
me si può vedere a tutti i segnati artico- lo avesse assegnato iu qualche chiesa, op-
li, a Beni di Chiesa, IMìno, Mens.a. e altri pure avesse con che vivere del suo palri-
titolo del benefizio consiste nel possesso bolla di s. Pio V, Ronianus Ponti/ex; ed
pacifico di un benefizio sulllcieute pel Innocenzo XI rinnovò ai vescovi la pre-
mantenimento di colui il quale n'è prov- scrizione di non courerire gli ordini a chi
veduto. Il titolo di patrimonio consiste non avesse benefizio o patrimonio. L'Au-
in un bene il quale, di qualunque natu- dreucci, De liierarchia lib. 2, e. 4? trat-
ra egli sia, possa bastare alla sussistenza tò de patrimonio ad sacros ordines hypo-
:
eia, lo trasferì nunzio a Napoli, ove go- dell'uomo essendo stata creata dal demo-
vernò quella chiesa vacante con titolo di nio, doveasi odiare e distruggere, e ch'era
vicario, secondo l'Egss, ma niuna men- buona opera l'uccidersi da sé medesimo.
zione di ciò fa il Loreto nelle Memorie PATRIZIO (s.), apostolo d' Irlanda.
degli arcivescovi della s. chiesa napoli- Ne riportai la biografia a Irlanda, cioè
tana. Clemente XI
promosse nel 707
lo i nel voi. XXXVI, p. 88,94, 106 e seg.,
a tesoriere generale, e dipoi a' 16 dicem- dicendo pure del famoso /^ozso di s. Pa-
bre lyiS lo creò cardinale prete de'ss. trizio (anche quello d' O/wz'e^o, /^., così
di tratto, e«|uità, ed amore del pubblico apostolo e patrono dell'Irlanda, per gra-
bene, meritò di esservi confermato per tificare i cattolici irlandesi e promuover
Ire trienni, e pel primo dei legati vi la- sempre più la loro fedeltà al trono, non
sciò le ossa nella metropolitana, quando che la lealtà e la virtù. L'ordine si com-
morì con gran pietà a'29 luglio 1727, di pone del re, del lord luogotenente d'Ir-
anni 6q, dopo essere intervenuto a due landa come gran maestro, di i5 cava-
conclavi. Fu sepolto avanti l'altare di s. lieri, edi 6 cavalieri straordinari, fra'qua-
Maui'elio, con iscrizione. Appena uscita li non può aver luogo che un solo prin-
JaPorla Pia di Roma il cardinale for-
, cipe della famiglia reale. Per essere fre-
mò una deliziosa villa, come si leggeva giato di quest'ordine insigne, alla nobile
nell'iscrizione della facciata. Il disegno del nascita devonsi accoppiare le operazioni,
palazzo fu di Sebastiano Cipriani , con onde deveriguardarsiqual cavaliere sen-
grandiosa scala. Era ricca di boschetti, za eccezioni. Dopo la morte di un cava-
adorni di antiche sculture e di comodi liere si aduna il capitolo dell'ordine, che
viali. A'3 novembre 1744 ^' pernottò il per lo meno deve comporsi di 6 mem-
re di Napoli, poi di Spagna Carlo 111, al- bri, ciascuno dei quali propone 9 candi-
lorché col suo esercito inseguiva gli au- dati per succederlo: il red'Inghilterrapoi
striaci. Clemente XIV godeva in questa ha il diritto di eleggere quello che ottie-
villa ogni giorno di cpialclie ora di sol- ne maggior nimiero di suffragi, se lo giu-
lievo lino alia sera, nelle camere ilei bi- dica degno di conseguire dignità tanto
gliardo, riclolte nobilmente dal suo fo- ragguardevole. La decorazione consiste
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iu gran medaglia d'oro di forma ovale , Placito. Altro obbligo dell'avvocazia e-
avente nel centro una croce smaltata di rache nella Elezione deiPopi {^F.) non
rosso ed una pianta di trifoglio verdeg- fossefatta violenza dai romani, come nel-
giante, con l'epigrafe in giro : Qitis su- la loro Consagrazione (F.). Per la slessa
perahil ? La medaglia suole portarsi dai avvocazia i Pontefici adottarono diversi
cavalieri nella sinistra parte del petto, sovrani per Figlio (/^.). Per distinzione
sospesa a nastro di color verde ceruleo. verso patrono della Chiesa, Papi non
il i
PATRIZIO DI ROMA. Titolo cospi- battere monete, da una parte col di lui no-
cuo grado nobilissimo, che
di dignità e me e dall'altra il proprio, in segnosoltan-
nel secolo Vili e seguenti portava Tob- to di onore e confederazione tra la Chie-
bligodi sostenerci diritti della chiesa ro- sa e l'impero. Di tutto ciò parlai nei voi.
mana, difendere le ragioni della s. Sede, XXXlV, p. 1 1 7 a 1 2o, XLVI, p. 1 1 o,
della città di Romae dei poveri. Lo con- ed agli analoghi articoli. Questi diritti
ferivano i Papi col titolo di Difensore del- però non importavano sociale dominio
la Chiesa (^.), come protettore, avvo- nei re franchi e imperatori, si in Roma
catoe difensore della sede apostolicajcon- che negli altri dominii temporali : erano
sistendo in questo l'a vvocazia della Chiesa senza titolo di sovranità e di semplice
di cui furono investiti i re e gl'impera- protezione e mera avvocazia, che costi-
tori franchi, e poi gl'imperatori tedeschi tuivano il carico di patrizio de' romani,
di dette epoche. L'avvocazia principal- come provano l'Alemanni, De Laterali,
mente consisteva nel difendere la purità parici. j l'Acami, Della zecca pnnlifìciaj
della fede, gl'interessi della religione, i di- il Cenni, I\loniirn. doinin, pontif.j ed il
ritti e stali temporali della s. Sede; quin- Eorgia, Breve ist. del dominio della sede
di i romani e gli altri sudditi della me- opost. Benché a Padre parlai dell'origi-
desima giuravano riconoscere gì' impe- ne del senato di Roma e de' patrizi, ora
ratori come avvocati della Chiesa, cioè di uomini nobili e de' primi delle città, fa
non faje innovazioni in pregiudizio dei d'uopo qui dire chela dignità di patrizio
Pontefici. Anche i re franchi e gl'impe- diventò poi la sorgente della nobiltà pres-
latori giuravano di essere protettori e di- so diversi popoli, argomento che toccai a
lèuscri della stessa Chiesa, con forinola •Nobile. Romolo nel fondare Roma con
riportata dal Borgia e dall'Aleinanui, la l'aiuto di persone di ogni specie, cui ave-
quale si variò per gl'imperatori tedeschi, va accordato asilo e franchigie, tra di es-
con alcune dichiarazioni e cautele, per- se ne scelse alcuni che nominò patrizi,
chè non avessero a pretendere quella stes- gli altri nominò clienti o plebei. Romolo
sa autorità, che i Papi permisero ai Ca- per unire tra loro i patrizi ed i cittadini
rolingi di esercitare in Roma e nelle ter- semplici detti plebei con reciproci lega-
re della Chiesa, in benemerenza dell'am- mi, ordinò che ciascun plebeo eleggesse a
plificato dominio e di averglielo costan- j)adrone suo un patrizio à\ cui egli si ,
temente difeso e protetto. F. Imperato- chiamava cliente. L' ufljzio del padrone
re. La dignità del patriziatoe dell'avvo- era di diièndere il cliente e fare tutto ciò
cazia fece che per potestà delegata e di che il padre opera pei figli. Dovere del
consenso de'Papi, talvolta gl'imperatori cliente era l'aiutare il padrone colle pro-
esercitassero pei loro messi legiudicature prie forze e sostanze, e morendo i clien-
e placiti negli stati pontificii, in materie ti senza aver fatto testamento, i padroni
di controversie, ondesi facesse giustizia ai divenivano loro legittimi eredi e tutori
popoli, salva preminenza papale, ed
la dei loro figli. I clieuti lavoravano cam- i
auche per quietare le facili rivolte. P\ pi dei padroni e gli pagavano un tribù-
IO PAX PAT
to ; non potevano contrarre maliicnonio no r autorità di convocare i comizi , di
colle figlie (lei patrizi. I patrizi fuioiio creare i magistrati, ed anche di deporre
decorati del grado di senatore in nume- i consoli. 1 patrizi avevano gli auspici!,
ro di loo, col titolo di prt^n, stabilendo asili, altari, dei propri che poi si dissero
l\omolo che loro discendenti si denomi-
i penati, cioè le immagini de' loro ante-
nassero /?rt!ff73r, e per maggior onore m- nati che tenevano nei loro cortili, di che
genui. Essi furono divisi iu patrizi ma- parlai altrove. Si chiamò in R.oma P^ico
jonuii gentitim, ed in patrizi iiiiiwruni, Patrizio quella contrada che giace alle
cioè quelli plebei die divenuti senatori radici de'monti Esquilino e Viminale
pervenivano alla dignità di patrizio, non perchè Servio Tullio la consegnò per
il re
à'isstvo palresconscnpli. Altri danno que- tà; pei quali titoli e potere che godeva-
sto nome a quei senatori eletti dai con- no presso i cittadini e la plebe, essendo
soli e dai censori, perchè i nomi loro e in sospetto presso i re diPioma che potes-
quelli dei primi senatori furono inscritti sero resistere alle loro leggi, li collocarono
in un medesimo Ubro. Al dire di altri in detta conU'ada ond' essere facilmente
ecco come spiegano l'origine dei patrizi. oppressi in qualunque insurrezione. Tut-
]n Roma erano due ordini, de' senato-
vi tavia fu Servio Tullio che die ai patrizi tut-
ri e dei cavalieri, dopo venivano plebei i ta l'autorità del popolo, spogliandone la
to per suoi consiglieri di stato co perso- i 272, si legge il modo di creare patrizi i
naggi, li chiamò senalori, avuto riguardo romani, nelle persone del fratello e nipo-
o alla elàoalla prudenza ordinariamen- te di Leone X, ammettendosi ai privilegi
te propria de'vecchi: li chiamò pa-altresì del patiiziato, concesso dal senato e po-
ircs o per denotare il rispetto che aveva polo romano. Quanto poi alTorigine del-
per o per far loro conoscere che do-
essi, la dignità e grado di patrizio, donde de-
vevano essere protettori e quasi i pa- i rivò quella conferita dai Papi, ne vado a
dri del popolo. Dopo che i sabini furo- far cenno.
no ricevuti in Roma Romolo , aggiunse ;
Costantino il Grande fu quello che nel-
ai senatori altri lOO scelti dalle fiiuiiglie la traslazione della sede imperiale da Ro-
più nobili. Dipoi nell'anno i38Tarqui- ma a Costantinopoli, eresse un nuovo pa-
nio Piisco aumentò tal numero di sena- triziato, attribuendola qualifica di patri-
tri posteriormente eletti, furono chiama- Geutilicbiama la dignità somma, wzo ^/<-
ti pallidi rninoruiìi geìitiutn, vale a dire gnitatis cidnienelapexj e dice che le mo-
piccoli o secondi patrizi. Nei primi tem- chiamarono patrizicsse.
gli dei patrizi si
ponevano realmente il consiglio degl'im- ce!, che il Piazza nel Chcrosilogio chiama
peratori^ e la dignità godeva ancora di scarpe dipinte, ed osserva ch'erano por-
lutto il suo splendore allorché Odoncre tati per R.oma in sedia alta : nella Ge-
le degli eruli, distrutto nel 47^ l'impe- rarchia 488. parla dell'origine dei {>a-
p.
peratore d'oriente Zenone, acciò lo deco- l'abito del patrizio il rubbone che usa
rasse della dignità di patrizio romano e nelle solenni funzioni il senatore di Ro-
ne fu investito; quindi il suo esercito lo ma. A
Pettine ho dettOj che questo fu
proclamò re d'Italia. L'imperatore Ana- una delle insegne con cui 1' imperatore
stasio I nel 007 spedì a Clodoveo 1 re greco dichiarò patrizio il duca di Napoli.
dei franchi la patente di console onora- Il i.° Papa che con autorità apostoli-
rio e patrizio , onde assunse il titolo di ca creò il patrizio di Roma fu s. Grego-
augusto, si rivestì di porpora, e cinse la rio HI, quando nel r3i invocò ed olteu-
fronte col diadema : siccome altri dicono necontrogl'invasori longobardi ilsoccor-
che a Clodoveo fu conferito il consolato, 80 di Carlo 31arte!lo maggiordomo del
si leggailRinaldiali'anno 5o8,n.°i L'im- . legno di Francia, che dichiarò patrizio,
pt-ratore Costantino Copronimo conferì ed egli fu pure il i.° fra'principi a dimo-
la dignità di patrizio al re Adalgiso pri- strarsi pubblico difensore della chiesa ro-
mogenito di Desiderio re d'Italia, li pa- mana, ed ebbe ancora il titolo di Cri-
triziato erauna dignità anLlie nel regno stianissimo (V.). Stelano IH nel 7 53 si
di Gontrano, sovrano d'Orleans e della portò in Francia per domandare aiuto
Borgogna, dopo la metà del \I secolo : contro i longobardi al re Pipino, che iu
dopo che quel reame passò sotto il do- un ai Callo ?>Iagno e Carlomanuo
figli
ie nostre forze portare il peso del miai- Pontefice gli mandò le Chiavi {^V.) e lo
stero addossatoci da Dio, s'i elt-ggiamo Sundardo di s. Pietro {V-), e nel tricli-
in nostro aiuto e sollievo, e vi concedia- nio Lateranense s. Leone III fece dipin-
mo l'onore di essere in nostro luogo il di- gere s. Pietro in atto di dare a Carlo le
fensore dei poveri e della Chiesa. ludi lo insegne del patriziato, cioè il vessillo, co-
rivestiva del manto o sia della clamide, me .si ha dell Borgia, Memorie t. i
, p.
gli metteva l'auelJo nel dito indice della i3. Carlo ueirboo venendo dallo stesso
12 PAX PAX
Papa coronalo imperatole di occidente, Rojn. 6, par. 4j p- i3i, ad istanza di
t.
desse al patrizio le rendite della Chiesa nocenzo XI, ad istanza del re Carlo II, e-
ed i sovrani diritti, e ch'egli si conten- stese la concessione di Alessandro VII a
tasse delle decime e delle oblazioni. Per lutti i doniinii del re di Spagna, col bre-
queste tLirbolenze il successore Eugenio ve EximiaCj de'26 maggio 1679, Bull.
111 Tugg'i da Roma, e solo vi ritornò nel t. 8, p. 95, come Benedetto XIII la di-
ligiose presso il suo oratoiio, e parli da ri templi, comechè ben adorni, eminen-
Keris per vivere sconosciuto al mondo in temente risplende, poiché dai fondamen-
una Fabbiicò in seguito il mo-
solitudine. ti fu da ultimo riedificata. Il capitolo si
nasterodiCoIombieres, 5 leghe circa lun- compone di 5 dignità del priore arci- , ,
era dilFerente dal Figliuolo, e che per con- giuieconsullo xMagretti, al celebre medi-
seguenza si era incarnato, ed avea patito co Caglio, ed al sacerdote Pisciotta, filo-
la mortesulla croce per la redenzione del logo, grammatico e poeta. Il conte Rug-
genere umano. Furono anche detti Mo- gero di Sicilia pose le fondamenta di Pat-
narchici [t'^.). Papa s. Vittore del 194, I ti,dopo la strage dei saraceni. La foce
in un concilio condannò Crassea. delTimeto,che oggi dicesi Fiume di Nas-
PATTI [Pacten). Città con residenza so, si apre non Imige, e la costa termina
vescovile in Sicilia, nella provincia della colcapo d'Orlando. Nell'opposto lato del
Valle minore di Messina, da cui è i4 le- promontorio era V antica Agntyrna e ,
decorata da moderni palazzi. La chiesa gloriavano. Dalla foiza delle onde mari-
cattedrale, già abbaziale,con baltisterio, ne venne atterrata una parie della città,
con l'episcopio annesso, è sotto la invo- che assai era menomata in tempo della
cazione di s. Bartolomeo apostolo, pos- prima guerra punica. Tuttavia roma- i
sedendo tra le reliquie il corpo di s. Fé* ni vi dedussero una colonia, e quel capo
bronia vergine e martire patrona della serbò lungamente il nome di promonto-
città : per bellezza di architettura e ric- rio di Tindaro. Oggi uua chiesa addita
i4 PAX PAU
l'area precisa dtlla colonia Ti nei ari eia;, a nel i4i 5 Matteo li di Catania dome-
fr.
chiamasi s. Maria ili Tijularo. Patii ven- nicano; nel i43i fr. Antonio de Stabili l
ne distrutta da Federico li d' Aragona, de' conti di Palli francescano; nel 14^7
per essere del partito angioino, e quindi Giovanni IV Inlerbartoli nobile siculo; nel
rifabbricata, fu in seguito incendiata nel 1438 Giacomo II de'baroni Porco di Mes-
XV 1 secolo dai turchi, dopo il quale di- sina, ove fu Iraslalo; nel 1 4^0 Leonardo
sastro fu ristorata. Godo nobile messinese. Per non dire di
La sede vescovile f'i eretta nell'abba- tutti ricorderò nel 1451 fr. Corrado Ca-
zia di Patti, fondata da Iluggero conte racciolo nobile napoletano, che per ricu-
Roberto altro duce nor-
di Siracusa, e da sarsi come il predecessore dalla soggezio-
manno, dopo aver caccialo saraceni i ne del metropolitano di Messina, venne
dall'isola di Lipari, cioè la suddetta chie- interdettoedopo lite si pacificò; nel 482 1
vescovile al modo che dissi a Lipari , e canonici da Clemente Vili nel 1602, ed
nel ii5i d'ambedue dichiarò vescovo egli islituHa parrocchia in cattedrale, po-
Gilberto. Nel 180 gli successe Stefano,
i scia tiaslatoa Messina. Nel 1609 Vincenzo
cheLucioIII dichiarò sulfraganeo di Mes- 11 de Napoli nobile siciliano, benefico pa-
sina, come lo è tuttora. Tra cpielli che store e cappellano regio. Con questi il
dopo di lui occuparono le due sedi di Li- Pirri termina la serie dei vescovi, Sici-
pari e Palli, fr. Pietro di Pernis tedesco lia sacra t. I, p. 838. Nelle Notizie di
del 1 34t"> lu distinto lelleralo. Per sua Roma sono registrati i successori. Dal
morte nel 354 divenne vescovo il b. Pie-
1 1844 ^ vescovo nig."^ IMartinio Ursino di
tro li. Dipoi nel 39q con quelle bolle
I Catania. La diocesi è alquanto ampia e
IXseparò i ve-
citate a Lipari, Bonifacio contiene circa 3G luoghi. Ogni nuovo ve-
scovati, nominando vescovo diPatti Fran- scovo è lassalo in 200 fiorini, essendo le
cesco 111 Hermemir, ch'ebbe in successo- lendite quasi Gooo scudi, gravati di 4oo
re nel i4oi fr. Filippode Ferrari di Cal- oncie di perpetua pensione e di altri pesi.
tolo composto di 5 dignità e di 1 6 cano- che sia stato al concilio di Valenza f lei 374:
nici. La diocesi conteneva i20 parroc- se ne celebra la festa nel ."di febbraio, ma i
chie, divise in 3 arcidiaconati. Vuoisi che le sue reliquie nel i 56 1 ftnono disperse
sia l'antico Ocismuni, che Cesare chiamò dai protestanti, con quelle dei ss. P. esti-
Leone. La sede vescovile diceComman- tuto, Eusebio ed altri. Quanto agli altri
di Tours. Nefu i.° vescovo s. Paolo mo- ghissimo tempo vacante, nel concordato
naco che fiorì in santità e miracoli, sotto del ]8oi fu soppiessa da Pio VII. 11 ve-
la disciplina di Eltutio abbate; morìa' scovo portava il titolo di conte della cit-
1 7. marzo del 6oo. Pei successori ve- tà, ne possedeva il dominio a titolo di
dasi la Gallia christ., e Ch^nw, Arch. et feudo regio, avea 12,000 lire di rendila,
episc. Ne fu ultimo Gio.
Gallìae p. i 56. e pagava 4*^0 fiorini di tasse.
Francesco de la Marche di Cornovaille, PAULIANISTI o PAULICIANI o
fatto nel ijy^iquesli quando nel i8oi PAOLIANISTI. Eretici seguaci di Pao-
Pio VII soppresse la diocesi pel concor- lo di Samosata. Questo eretico, eletto ve-
dato, ricusò la sua dimissione, sottoscris- scovo d'Antiochia nel 262, negò con Sn-
se i reclami e proteste de'vescovi, emo- bellio la distinzione delle persone divine.
nio Londra nel 1807. ^' vescovo era si- Egli distingueva due persone in Gesù
gnor temporale della città, godeva 5,000 I Cristo, il Verbo e il Cristo, nato d' am-
lire di rendita, e pagava 800 fiorini di bo i sessi, puro uomo, e solo Dio per la
caslìnorum. Città vescovile del basso Del- pa s. Felice I lo condannò nel 272, ed
finato, nella Francia, dipartimento della il concilio di Sirmio del 357 condannòil
Drome. circondario. E situata sul pendio vescovo Folino di lui discepolo. I suoi
di una collina sulla Roubine, a 75 leghe maestri erano stati condannali da s. lit-
da Parigi. La cattedrale sotto l' invoca- tore 1 del 194- Lasciò molti partigiani
zione di s. Paolo suo patrono e vescovo, che sussistettero fin verso la metà del V
aveva un capitolo di 12 canonici; la dio- secolo, i quali cambiarono essenzialmen-
cesi comprendeva 35 parrocchie. Vi si te la forma che nel-
del battesimo; vuoisi
osserva un bell'edifizio, antico monaste- la Romania durassero lungo tempo. pii^i
ro (le'Jjenedettini ; e sonovi alcuni vesti- Altri eretici furonvi sotto la stessa qua-
gi di antichità, ed alcune fabbriche di si simile denominazione, come Pauli' i
lavori in seta. Fu colonia romana col no- ciani manichei, discepoli di Costantino,
me di Augusta Tricaslinoruni , perchè nato in Armenia del 688; Pauli-Joan- i
fondala da Augusto, detta poi Srbasta e nisli, eretici del secolo Vili, che aveva-
Diocìctìana, ed avea 3 torri per difesa ; no per capi Paolo e Giovanni armeni, e
era la capitale dell'antico Tricastin. Nel sostenenti gli errori di Valentino e Ma-
i6 PAU PAV
nele ed altri ; ed i Paulisti, specie di se- ra rimangono di quell* epoca 12 tor-
veriani del VI secolo. ri altissime (n'ebbe sino a 160), che alla
PAUSOLA, Pausolae. Città vescovi- città danno un carattere singolare. Fu-
le del Piceno, distrutta , eh' ebbe a ve- rono celebrati i suoi cimiteri antichissi-
scovo Claudio intervenuto al concilio di mi e assai vasti, chiamati di s. Gervasio,
Roma del 465. Italia sacra 1. 1 o, p. 1 58. di s. Giovanni in Borgo, e di s. Maria in
Se era situata ove suise i\Iont' Olmo o Pertica, nella cui cappella di s. Adriano
altrove, lo dissi ne! vol.XL,p. 207 e seg. si seppellivano i re longobardi. Troppo
Vedasi Gatteschi, Memorie del ducato di grande per la sua popolazione, è percon-
Spoleto p. 1 80. seguenza di aspetto liisfe, colle strade me-
PAVIA [Papien). Città con residenza glio distribuite che fabbricate, e le case
vescovile in Lombardia, capoluogo della per la maggior parte vecchie; ora è qua-
provincia del suo nome e di distretto, sede si intieramente riedificata, e vi sono pa-
di tribunali di i
.'*
e 2.'^ istanza, di came- lazzi convenienti. La principale contrada
strade entro a grandissimi acquedotti cbe versità che ha 4 cortili, tutti cinti di bel-
sboccano nel Ticino. Se non vi sono in lissimo portico a colonne binate. Il col-
Pavia avanzi della potenza e dominazio- legio Borromeo da Pellegri-
architettato
ne romana, e niente presenta di antico, ni e adorno di pregiati freschi dello Zuc-
veramente maestoso e degno della già ca- cari e del Kibbia fu istituito da s. Car-
;
pitale della Lombardia {^y.), vi sono pe- lo Borromeo coi beni del priorato di s.
rò templi insigni del medio evo, di archi- Maiolo e delle abbazie di Morimondo e
tettura rituale, fra i quali primeggia quel- di Calvenzano, con autorità dello zio Pio
lo di s. Michele (che non pare eretto da IV, che perciò tì concorse ha 32 pen- :
Costantino, ma dai longobardi come loro sioni gratuite, per lequalila famiglia Bor-
patrono, onde vi furono talvolta corona- romeo di Milano ha la nomina degli a-
ti i re d'Italia ); indi quello di s. Agosti- lunni. 11 collegio Ghislieri fondato da s.
no o di s. Pietro in Coelo aureo, ed anco- Pio V, del quale vedesi la statua inbron-
PAV PAV 17
zo nella piazza di contro a! collegio : es- braccio al vescovo di Algeri, che solen-
sendovi egli sialo religioso domenicano nemente Io collocò in Ippona, al modo
IG anni ad insegnare teologia nel suo con- dello a tale articolo. Il capitolo si com-
vento, ricordevole poi della lunga dimo- pone di 5 dignità, i.^ il prevosto, l'arci-
ra fatta in Pavia, eresse il collegio e gli die diacono, r arciprete, il cantore ed il de-
tale essendosi le reliquie del dottore s. batlislerio, e la cura delle anime si fun-
Agostino in duomo, è ila ammirarsi l'ar- ge dal prevosto e da due cappellani: l'e-
ca che le conteneva, uno dei più grandi piscopio, di antica struttura, è un edifizio
monumenti in marmo, con infinili bas- situalo incontro la cattedrale. In Pavia
strata con rami e col [Ano L'arcadi: s. succursali, o come dice rultima propo-
agostino in Pavia, monumento del seco- sizione concistoriale, 8 comprese le sub-
lo XI F, Pavia i832 pel Fusi. urbane e coli battisterio; il seminario
La cattedrale sotto l'invocazione della rifabbricalo per .le sollecitudini dell'ul-
Beala Vergine Assunta, di s. Siro vesco- timo vescovo Tosi ; 8 confraternite; l'o-
vo e di s, Stefano protomartire, fu so- spedale civile eretto nel i449 uno dei »
eretta nel V secolo, e di s. Maria Mag- monte di pietà ; l'ospizio per gli esposti ;
giore o del Popolo, edifìzio del secolo Vili, l'orfanotroilo maschile istituito nel i554
ambedue cattedrali : la i.^si ufllciava nel- da S.Girolamo Miani ; l'orfanotrofio fem-
l'estate, la a.^dopol'incendio di Odoacre minile; il pio albergo Pertusati pergl'ia-
fu fabbricata da s. Epifanio li ; furono di- curabili e mendiuhi d' ambo i sessi ina-
strutte per dar luogo al nuovo duomo. bili al lavoro ; l'ospizio di s. Maria per le
Questo è un grandioso edilizio, che in- traviate ; la pia casa d'industria e di ri-
comincialo nel 1488, sopra disegno del covero; l'istituto elemosiniero; quello per
pavese Rocchi, non è ancora terminato. la gratuita distribuzione dei medicinali,
II bellissimo campanile fu incominciato ed altri stabilimenti benefici ed accade-
uel i583. Si venerano insigni reliquie, mie letterarie, che onorano questa co-
ed il corpo di s. Agostino protettore di spicua ciltà. Il teatro grande e maestoso
Pavia, oltre quelli dei ss. vescovi. Nel voi. del Bibiena, tutto in colto, è poco armo-
1, p. 144 narrai, come il re Luitprando nico, e fu eretto nel 1773. Vi sono bel-
trasportò in Pavia quel prezioso tesoro lissimi bagni in pietra, di privata ragio-
del s. dottore, come poi fu riconosciuto, ne. Pavia fu una delle prime ciltà d'Ita-
e come Benedetto XIII terminò la con- lia ad avere un celebre Orologio (F.)
troversia tra i canonici regolari di s. A* pubblico, sopra uno dei torrioni del ca-
gostino che lo custodivano, ed i romita- stello : soprattullo celebre è essa per la
iii agostiniani che nenegavano la iden- sua università, della quale nel 1837 si
ticità. Si può vedere anche il Coleti, Col- pubblicò in Milano con figure, di Paolo
lecdo auclorum alane ailegatorum eie, Sangiorgio: Cenni storici sulle dueuni-
Veneliis 729. Benedetto Vili nel io 12
i versiià di Pavia e di Milano,
diede il braccio sinistro, cioè dall'omero La maestosa e celebre università di Pa-
al gomito, al b.Engeluoto vescovo di Cau- via credesi da molli che ripeli la prima-
torbery; nella cattedrale di Ragusi si con- ria origine dalle scuole ordinale ed eret-
serva l'osso detto alles; e Gregorio XVI te da Carlo Magno, che vi mandò il fa-
nel 1843 fece dare una porzione del moso irlandese Giovanni di Clemente
VOI.. Lil.
i8 PAV PAV
Scolo per istobilii e questo liceo e per in- rettore della facoltà medica, lutti nomi-
segnare le scienze, assegnandogli per a- ni sommi. Il suo gabinetto di anatomia
bilazione il monastero di s. Pietro. Al- è forse il primo d'Italia, perchè lutto pre-
tri ritengono che le scnole già esistesse- paralo sui pezzi naturali , fondalo dallo
ro, onde quell'imperatore le rinnovò ver- Scarpa, e miglioralo ed accresciiilo dal
soi! 791 Annoisi ancora clieriniperatore
. prof Panizza; bello il gabinetto di pato-
Carlo IV vi restaurasse lo studio generale, logia, così il nuovo gabinetto idraulico
ogli concedesse privilegi, ad istanza di Ga- fondato da Brunacci ; bellissimo e ricco
leazzo li e Bernabò Visconti signoii di quello di storia naturale, massime per la
Milano, quali fabbricarono
i le scuole ove mineralogia e pel complesso. Ha pure l'or-
esistono. Il Gatti, Hiat. gynm. Ticin. p. lo botanico, il gabinetto di fisica, il labo-
i44) scrive die fu assai favorita did du- ratorio chimico, la biblioteca, ec. Presso a
ca Lodovico il Moro, che accordò esen- 1000 sono gli scolari che la frequenlano.
zioni da ogni gravezza ai collegi de' giu- Questa città possedeva scuola milita-
reconsulti, artisti, medici e filosofi. Il Sas- re, scuola teorica di artiglieria e poligo-
si poi, Destitdiis lìJediolan. cap. g, alTer- no, fonderia superba di bocche da fuoco,
ma che la magnifica fabbrica si deve a ed arsenale, che più non sussistono, con
quel duca, ed il Coite ne'suoi epigrammi decadimento di ricchezza e {)opoIazione,
mento, e dopo di lui nel 1817 1' impe- denza dei re goti, longobardi e d'Italia,
ratore Francesco I. L'università divenne nonché de'conti del sagro palazzo d'Ita-
una delle più rinomale di Europa, ezian- lia, i quali forse ne ressero la provincia :
dio pei professori chela illustrarono, co- dopo il 1000, avendo i pavesi cacciali
me Felice Grammatico, Pietro 1-isano che questi conti, si ricoverarono a Lomello,
dicesi maestro di grammatica dello sles- donde prese il nome di Lomeliina la pro-
.so Carlo Magno, Lanfìanco pavese del- vincia, occupata poi dai pavesi,. che di-
la famiglia Beccaria, filosofoe teologo in- strutta Lomello divenne capoluogo IMor-
signe. Erano stati professori di quella u- tara. In Pavia ebbero natali uomini insi- i
iii versila Alessandro V e Sisto IV profon- gni per santa vita, dignità ecclesiastiche,
didoltori,edi cardinali Scaramuccia Tri- valore, arti e scienze. Furono pavesi il Pa-
\ulzi, Slondrati padre di Gregorio XIV, pa Giovanni XI F, V antipapa Gioi'an-
ed Alciali. Ma nel declinare del secolo ìli XVII, cardinali Bernardo, Grego-
i
decorso ebbero infelice fama pel smodo rio, Matengo, Pietro, Beccaria, Raniero,
di Pistoia (^ .), Natali, Tamburini e Zo- Lonafi e Beìlisomì, olire diversi vesco-
la giansenisti, cui inlervennero, e per a- vi e moltissimi della patria ; Menochio,
Ter fatto con altri rivivere il gianscniituo. Guidi poeta, Sacchi, Lanfranco che por-
1 corsi di medicina, nialemat'rca e scien- tò in Inghilterra la buona filosofia. Car-
ze naturali godono ancora di alta repu- dano primo inventore dell'insegnamen-
tazione pegli uomini di primo merito che toai sordo muti, Liutprando storico som-
ne sostennero la celebrità, come tia gli mo ne' secoli oscuri Xe XI, Brugnatel-
altri lo Spallanzani naturalista, Volta fi- Bordaj Bordoni, Gioita Garavaglia li-
li,
sico, Bordoni uialenialìco, e Scarpa di- no dei primari incisori d'Italia, che fon-
PA V p A V I
:
dò non scuola di disegno ove sono distin- sua origine e si perde nella oscurità dei
ti allievi. Il suo gran parco, ai tempi tlei tempi. Fu detto che certi popoli della Li-
duchi di Milano , conteneva animali di guria, slaliiliti verso il confluente del Tici -
ogni sorte pi^r le caccie ; aveva un cir- no e del IM, gettassero le fondamenta di
cuito di I 5 miglia, in capo del quale sor- Pavia poco dopo la fondazione di Ro-
,
geva la famigei ala certosa, clieavea più ma, e Tieinnni la chiamarono dal nome
di 5o,ooo ducati di annua rendila. Alla del fiume che lambisce le sue mura. Fti
distanza di 5 miglia da Pavia, sulla stia saccheggiata dai galli condotti da Bren-
da che conduce a Milano, esiste la ma- no, nell'anno 387 avanti l'era cristiana;
gnifica certosa soppressa da Giuseppe li; quindi da Annibale, come allenta dei ro-
la chiesa però ed il chiostro unito sono mani. Divenuti (juesti padroni della Gal-
ancora conservatissimi e formano l'ammi- lia Cisalpina, per la sua fetleltà ne fece-
l'azione degli artisti e dei conoscitori: bre- ro una delle prime città della repubbli
vemente la descrissi nel voi. XLV, p. 5 r ca,per rimunerarla del .suo affetto. Aliti
Narra il Gentile, che l'imperatore Lota- poi pretendono che fosse fondata dai le-
nete battute in Pavia nei secoli prece- tribìi Papia, e da tal nomechiamossi Pa-
denti e ne riporta il novero. Ed infatti via, abbandonandocosì quello di Ticinnni
il Muratori nella clissert. 27, p. 487, par- al fiume che le scorre vicino. Comun-
la della zecca di Pavia, e dice che il gius que di ciò sia, essendo già una delle piti
di battere moneta Io ripete dai goti che insigni città d' Italia, Auinisto vi si recò
la beneficarono ed ampliarono; aumen- nel tempo della guerra germanica, e vi
tò questa prerogativa sotto i re lougo- ricevette il cadavere di Druso, al quale
l)ardi, che vi fissarono la sede del regno fu fatto pid)blico pianto e solenne elogio
(V Italia; quindi vi battè monete Carlo funebre. Nel 409 mentre 1' imperatore
Magno, gli altri imperatori ed i duchi Onorio vi faceva la rassegna dell'esercito
di IVblano , essendo antichissima la mo- perchè andasse in oriente a combattere
neta di Pavia, come rilevai a Denari. Lo il tiranno Costantino, i soldali si amtnu-
stemma della città è una croce bianca. tinaiono, tagliarono a pezzi gli ullkiali,
gia città di Pavia, dall' incomineiarncn- saccheggio, in pari tempo patì crude-
to dell'era cristiana, sino all'epoca in cui lissima peste. Calato in Italia Odoacre
fu incoronalo re d' Italia Napoleone il re degli eruli nQ\ ^'j& , fugò nel terri-
Grande, Pavia 1 8 2 pel Galeani. Gualla, 1 torio pavese il patrizio Oreste, il quale
Sancluarium Papiae. Spelta, Storia de' si ritirò in Pavia. Odoacre la assediò, e
vescovi di Pavia. P. Ghisoni, Flavia Pa- dopo 40 giorni la espugnò e pose a fer-
pia sacra. Ughelli, Italia sacra, t. i, p. ro e fuoco, non risparmiando né le chie-
amante della religione. Per opera di s. morì nel 590 in Pavia, e fu sepolto in s.
Epifanio il fu in miglior forma ristora- Gervasio. Il successore Agilulfo edificò la
ta la parte del duomo detta s. Maria del chiesa col monastero di s. Bartolomeo,
Popolo, ed altre chiese. Teodorico re dei poi degli Olivetani, e vi fu tunudato. il
forte rocca o castello, e si fermò nella cit- lei edificata. Il re Rotari del 636 favorì
tà volontieri come nemica degli eruli. l'arianesimo, onde anche in Pavia pose
Risoluto di annientare Odoacre, confi- un vescovo di quella setta in s. Eusebio,
dò la moglie, figlie e sorelle a s. Epifanio mentre Magno cattolico avea la sede nel-
li; indi ucciso in Ravenna Odoacre, si la chiesa maggiore: però come divoto di
impadronì di tutta Italia, e dal .santo ve- s. Gio. Battista patrono di sua nazione,
scovo fece liberare i prigionieri condot- gli eresse un tempio nel borgo e vi ebbe
ro, edificata da s. Siro I. Nel 54o tro- sò la loro sorella, e divenne re di tutto
vandosi i goti senza capo, unitisi in Pa- il regno, ed alla morte il suo coi'po fu
lardi (J^.), nel 568, a poco a poco se ne questo re favorì le scienze, e come il pa-
rese padrone: nel 56c) s'inviò alla regia dre le sue ceneri ebbero riposo in s. Sal-
Pavia, che trovandosi forte e sicura, sos- vatore, così quelle del re Uiperto II o
tenne l'assedio piìi di tre anni e solo ce- Ariberto. Nel 7 12 montò sul trono il ce-
de nel fì'ji con vantaggiosi patti, e che lebre Liutprando, che espugnò Ravenna,
restassero agli abitanti i castelli, terre e cacciò 1' esarca e trasportò in Pavia la
fortezze del piacentino, donale ai pavesi bella statua equestre di bronzo detta dai
dai goti. Alboino perdonati i cittadini, vi pavesi Rpgisole, con altre cose meravi-
stabilì l'ordinaria sua residenza e sede gliose; altri attribuiscono ai pavesi stes-
principale, e centro del regno longobar- si e più tardi il rapimento di tale statua.
P AV PA V 21
niellile gli emuli raveunali tolstio a Pa- vasi in Francia venne a Pavia, trattò col
via 11* j)oitL' di bronzo. Esseutlosi inala- re , il «juale mutato pensiero si rifiutò al
venna, dopo aver manomesso parie del- locarvi i corpi santi rapiti nel territorio
la provincia, per rimuoverlo ilalla im- romano, ivi fu sepolto. JNel 7:56 per le
presa nel 743 da Roma si '.eco in Pavia premure ed autorità di dello Papa, odel
Papa s. Zaccaria, ad onta degl' impedi- fratello s. Paolo I, gli fu dato in succes-
menti dei regi ministri: a'28 giugno tro- sore Desiderio duca o governatore del-
vò al Po [)rincipali di essi, di malavo-
i l'Istria conquistata dal predecessore. Cou
glia andati ad incoiiliarlo. Inviandosi a ingratitudine Desiderio tornò ad invade-
Pavia, leiinossi in s. Pietro in cielo d'o- re le terre della Chiesa, travagliò Pioma
ro, allora fuori della città, per celebrar- e Papa Adriano I. Questi implorò ed ot-
vi hi messa solenne della vigilia dei ss. tenne il soccorso di CarloMagno,che com-
Pietro e Paolo, ludi entrò in Pavia. IN'el battendo i longobardi ne uccise 44>oo^j
dì seguente a preghiera di Liutprando però colla morte di 33, 000 franct-si, on-
nella medesima basilica compì i solenni de il luogo di BeIlaselva,ove si fece tanta
divini uJli/.i, vi pranzò col re e con esso strage, prese il nome di Mortara. Desi-
con magnifico accompagnamento si recò derio corse a rifugiarsi in Pavia, ed il fi-
al palazzo reale per tener seco congresso. glio Adelgiso in Vei'ona. Carlo Magno
Con le dolci sue maniere, s. Zaccaria vin- dopo aver presa questa, nel 773 o 774
se Liutprando, non senza rimproverar- indusse Pavia alla resa dopo 607 mesi
gli la infedeltà di sue anteriori promes- d'assedio, de^^olata dal contagio e dalla
se ; fu stabilito vantaggioso accordo e la fame. Imprigionò Desiderio, lo mandò al
restituzione dell'occupalo. Partito il Pa- monastero di Coibio presso Liegi colla
pa da Pavia, il re lo accompagnò al Po, famiglia, ove morì penitente, essendone il
e giunto in Roma nuovo la
celebrò di cadavere trasferito in Aquisgrana.
festa degli Apostoli, in rendimento di gra- Terminalo il regno dei longobardi,
zie pel ftilice esito del suo viaggio. Liut- Carlo Magno stabilì nelle città governa-
prando morì nel 744 ^ f'-' sepolto nella tori, ed in Pavia quali suoi luogotenenti
chiesetta di s. Adriano, nel mezzo elei ci- i conti Langosclii patrizi pavesi. Avendo
milerio di s. Maria in Pertica, donde fu s. Leone HI uell'i3oo ripristinato l'impe-
trasportato in s. Pietro in cielo d oro: ro di occidenle ne coronò imperatore
,
come di forme gigantesche e di smisura- Carlo Magno, avendo già Adriano I un-
to piede, la lunghezza di questo divenne to in re d'Italia il figlio Pipino. Giovan-
misura di fondi liei pavese. Il l'e AstoU'o ni Vili nelì'876 si recò coir imperatore
pose a ruba ed a sacco le terre della chie- Carlo il Calvo in Pavia, ma mentre ivi
uaccie in preghiere, con giuramento di talia tenne una dieta in Pavia, ove nel-
restituire 1' usurpalo, il Papa che rccu- 1*888 fu coronato re Berengario dall'ar-
22 PAV PAV
ti vescovo di Milano, e vi stabili la sua le possessioni che avea tra il Ticino e
residenza; dipoi i pavesi lo difesero, fa- Gran Vallone, ed ilpadre nel loi niolti r
cendo macello dell'esercilo dell' irnpeia- beni coi castelli di Rosasco, Selva Regia
tore Arnolfo die avea assediala la cillà. e Ponlesello. Corrado 11 fortificò Pavia,
Tutlavolta nemici di Lerengmio nel
i
ma tornato in Germania, la città gover-
c)2f m Pavia coronarono re d' Italia il nossi quasi a repubblica, e questa forma
re di Borgogna Piodolfo. Nel 924 Piivia ritenne per lungo tempo, professando ver-
fu presa, saccheggiata e bruciata dai fe- so gl'imperatori un apparente omaggio.
ioci ungari, tuttora idolali i. Nel 926 e- Promulgata nel 109^ la prima crociata,
Iclto re d'Italia Ugo d uca d'Orleans e con- 3 fratelli della nobilissima famiglia Bec-
te d'Arles, si fece coronare in Pavia, in- caria partirono per la Palestina. Intan-
di vi tetme prigione Raterio vescovo di to cominciarono nel i 107 le guerre coi
\ eiona. Lotario II suo figlio regnò pa- milanesi ed altri popoli convicini, e pel
cificamente in Pavia, e nel 950 fu sepol- terremoto che patì la città, concorse alla
to in Giovanni in Borgo presso il pa-
s. rifazione delle mura Ugone Beccaria. Nel
dre, dopo di aver assegnato ad Adelai- I i36 Lotario lì prese Pavia, che otten-
de sua moglie Pavia col distretto. II nuo- ne mediante contribuzione perdono del-
vo re d'Italia Berengario 11 s'impadroiù la resistenza fatta. Nel 1 1 54 ai'se più vi-
della città, e tiranneggiando! pavesi, que- va la guerra coi milanesi, e imploraro-
sticoir arcivescovo di Milano ed il Pa- no l'aiuto di Federico I, continuandola
pa Agapito II, chiamarono in Italia Ot- con diversa forlunfiil'imperatorenel 1 i58
tone I re di Germania, ma un partito concesse ai pavesi di eleggersi i magistrati,
port?) al trono Adalberto, e Pavia fu e- rettori e consoli sotto la protezione del-
sposfa. Nel c)5i Pavia dovette aprire le l'impero. Continuando i danni, le stragi
porte a Ottone I, dopo essere stata dan- e le sconfitte Ira' pavesi e milanesi, Fe-
neggiata. Nel cacciò da
997 Crescenzio derico I prese Milano e ne fece aspra ven-
l'ioma ne' primi di maggio il Pontefice detta, indi colla moglie si fece in Pavia
Gregorio V, che fuggì in Pavia, e gli so- coronare dal vescovo. Nella lega lombar-
Giovunni XYII cittadi-
stituì l'antipapa da i pavesi col Monferrato e pochi altri
no pavese e nato in Rossano. Frattanto restarono nella fazione imperiale, ma nel
nel 1002 Arduino marchese d'Ivrea esor- furono rovinati
! 175 molli loro castelli
lò gl'italiani a liberarsi dagl' imperatori dai «nilanesi, cui dovettero pagare 18,000
stranieri, per cui le città spedirono am- marchi d'argento. Nel i i83 ebbe luogo
basciatori in Pavia, liconosciula sempre la famosa pace di Costanza, tra Federi-
come sede e metropoli dei re d'Italia, e co I e la lega lombarda.
col consenso del Papa elessero re Ardui- Nel 197 Vigevano giurò
1 di essere di
no, che fu coronato in Michele dal ve-
s. Pavia, ma i milanesi presto se ne impa-
scovo, il quale ebbe dal re amplissime dronirono colla maggior parte della Lo-
rendite e prerogative. Ma l'arcivescovo mellina, onde pavesi giurata fedeltà a
i
di Milano, chiamato in Italia l'impera- Milano s'ebbero pace che poco durò. Ver-
tore s. Enrico II, a'iG alaggio looJ fu so il 1217 il legato apostolico die ai ca-
coronato in s. Michele. Tra le feste in- nonici regolari il monastero di s. Agosti-
rouo il capitanato a Manfredo Pallavici- bronzo. Alla morie di Filippo Maria sen-
no. Nel i3o7 pavesi elessero a loro prin-
i za discendenza mascolina, i pavesi ricu-
cipe Riccardo figlio di Fiiippone Lau- perarono la libertà, e poi si diedero a
gosco, il quale aveali difesi da Matteo Francesco Sforza marito di Bianca figlia
Visconti che aspirava a dominarli. Però naturale del defunto, indi duca di Mila-
nel i3 5 riuscì a IMalteo di edificare una
I no, sul cui Irono regnarono i suoi succes-
gran fortezza alla porla di Pavia, che nel sori, seguendone i destini la città e pro-
10-2.S ricevè Lodovico il Bavaro, ed esso vincia, già narrali a Milano. Nel Joo i
vi esercitò infinite estorsioni: alla sua par- Lodovico XII redi Francia s'impadronì
tenza la città si pose sotto il dominio di del ducato, facendo solenne ingresso in
Giovanni ve di Boemia, e nel i35G venne Pavia il i.° ottobre: concesse ai pavesi,
in Pavia Giovanni marchese di Monfer- che dalla cappella del castello trasferis-
rato, che condotti seco piìi della fami- i sero nella cattedrale le reliquie donate
glia Beccaria, vi lasciò per governatore dall'imperatore greco a Gio. Galeazzo,
Jacopo Bussolari agostiniano. Questi con fia le quali la sacra spina di G. C.; ma
falso zelo ne divenne il tiranno, massime portò in Francia famosa biblioteca ric-
la
contro i Beccaria. Nel 1 3 5c) Galeazzo e ca di mss. , e volle udire Giasone del
Bernabò Visconti signori di Milano, non jMajno famoso giureconsulto e professore
senza lesistenza presero Pavia e fecero fi- della università, allora frequentata da
nire in gabbia di ferro a fr. Jacopo i suoi 3,000 studenti. Fatto prigione il cardi-
giorni, in pena di tanti misfatti; quindi nal Medici, poi Leone X (altri dicono
i Visconti incominciarono a rendere pili che fuggì), nella battaglia di Ravenna, e
forte e magnifica la città. Galeazzo li portalo a Pavia per trasportarsi in Fran-
morì in Pavia nel iSyS, e fu sepolto in cia, dice il Gentile, che Beccaria e due al-
s. Pietro in cielo d'oro; e nel 1397 l'im- tri pavesi lo liberarono, poscia rimune-
peratore Venceslao creò il nuovo duca rali. Nel IDI 2 lo Sforza ricuperò il du-
Gio. Galeazzo Visconti conte di Pavia, cato, che ritolse nel i5i 5 Francesco I re
ed a'26 dicembre accadde uno strepito- di Francia, e fu a Pavia, ma nel id2i
so terremoto. Nel i4oo il famoso Baldo l'imperatore Carlo V lo restituì a Fran-
perugino professore dell' università com- cesco II.
pilò 'gli statuii per la città, e morendo I francesi avendo occupato di nuovo
fu sepolto in s. Francesco. A Gio. Maria Milano, vennero ad assediar Pavia, che
Visconti, crudelissimo tiranno, nel i4i2 patì ogni sorte di privazioni; ma a' 24
successe il fratello Filippo Maria ch'era febbraio i525 presso le sue mura fu vin-
conte di Pavia e dell'annessa Lomellina. to e fatto prigioniero dagl'imperiali e spa-
Poco dopo Facino Cane coi ghibellini gnuoli Francesco I re di Francia, preci-
saccheggiò Pavia, e consegnò alle fiam- samente nel vastissimo parco che circon-
me le case dei Beccaria, ricuperando Pa- da la città, e condotto prigione a Madrid:
-
24 PAV PAV
tra i prigionieri vi fu il nunzio <Vi Cle- le fil costretto dare Pavia in signoria,
menle VII, Aleandri poi cardinale. Que- sua vita natiu'ale durante, ad Antonio de
sta famosa battaglia e prigionia, che ac- Lcyva di lui nemico e capitano generale
cennai nel voi. XXVn, p. I I, fu descrit- dell'imperatore, onde Antonio pose a go-
ta da molli storici, ed espressa in 7 son- vernatore della città Gittcomo del Gam-
tuosi e superbi arazzi, disegnati da Ti- baro gitueconsulto bolognese. Nel i535
ziano, contornati sul disegno di Giulio colla morte del duca terminò la sua di-
Romano o di Tintorelto, tessuti a fil di scendenza, e secondo il suo testamento il
lana colorata, in oro e argento. Carlo V ducato passò in Carlo V, che nel i54f
li fece costruire appositamente in Fian- visitò Pavia, e nel i 547 ^ssai la fortifi-
dra, evi fu mirabilmente espressa la me- cò; anche il di lui figlio Filippo li ro di
morabile battaglia, ed in attestato di gra- Spagna fu a Pavia nel 1
549 ^ '^Si, in-
titudine ne fece dono ad Alfonso d'Ava- di nel I 554 prese l'amministrazione del
los marchese del Vasto (cugino di Fer- ducato, di cui era slato infeudato dal pa-
dinando Francesco d'Avalos marchese di dre coi discendenti. Nel 56a si fondò 1
Pescara, marito di Vittoria Colonna), uno in Pavia la celebre accademia degli Af-
dei comandanti dell'esercito imperiale,col fidati. La città già spopolata da Lautrec,
magnifico padiglione di Francesco un 1, in nel 1578 perde 16,000 abitanti per la
alla spada del re, ch'esso mar- consegnò al peste. Nel 58 con grandi dimostrazio-
1 r
za,ne furono due anni dopo aspramen- cato. Nel secolo seguente Pavia soffrì per
te puniti dal visconte Odetto di Lautrec nuova peste, e per le conseguenze di varie
peratore la difendeva Belgioioso, a'5 ot- via fu fortificata e ben difesa, sostenne
tobre 1527 presa la città, per 7 giorni nel i655 l'assedio di circa 53 giorni, e
l'abbandonò ad un crudele saccheggio, costrinse 1' inimico a levarlo, dopo aver
commettendovi soldati quanto la guer-
i diroccate varie chiese suburbane. Nuova-
ra badi pili orribile: da quel tempo vuoi- mente nel 1690 si riaccesero le guerre
si che la città ripeta l'origine del suo de- contro i francesi; poscia ebbe luogo quella
cadimento in popolazione e ricchezza, al j^er la successione di Spagna e del ducato.
che non potè mai riparare. In quell'oc- Ricaduta l^aviain potere dei francesi, nel
casione fu che Lautrec rovinò la parte del 1706 fu loro tolta dal duca di Savoia e
castello che guardava il parco, dove cor- dal principe Eugenio, in un al ducato di
re presentemente il naviglio , sicché ne Milano per l'Austria; ma primi la ri- i
limasero soli tre lati con due torri, men- pigliarono nel 1733,6 nel 1736 la cede
tre 4 erano.i lati e 4 torri. Carlo V che rono. Nel 1745 gallo-ispani la conqui- i
proteggeva il duca suo parente, nel 1 528 starono, togliendola all'A ustria, alla qua-
riprese Pavia, che nel settembre ricadde le la resti luirono un anno dopo. L'Austria
in potere dei francesi e nuovamente la sac- la conservò fino al 4 maggio 1 796, epo-
1
l' imperatore, questi collo sborso di scu- cesi. Avendo alcuni pavesi ordita una ri -
di ()00,ooo nel 1529 restituì il ducato voluzionc, spezzarono la statua Regisole
di iVlilanoa Francesco II Sforza, il qua- e fecero partire la guarnigione. Accorso
PA V PAV 25
Nopoloone maggio, soggiacquero al
;i'25 rio tedesco; nel 3ios. Anastasio I eletto
sac(;l)eggio e con isteiilo salvarono la vi- dal clero e popolo pubblicamente, pel
ta. Ili liiiilo disordine In rimarchevole, favore accordalo da Costantino alla re-
che l'università e la casa del prof. Spal- ligione cristiana. Per dovere di l)revità
lanzani fossero per supcriore comando di- solo registrerò i vescovi più rimarchevoli,
chiaruteinviolahili, per ciiirurono rispet- essendovi tra quelli che preterirò molti
tati i cattedratici. Ma il castello di Bina- pavesi e diversi della famiglia Beccaria.
sco. pet' aver preso paite alla sollevazio- Nel 377 s. luvenzio li; nel 432 s, Cri-
ne di Pavia, fa abbandonato alle fiam- spino 111. Nel 466 s. E[)ifanio li nobile
me. Quindi Pavia, come prima, segiTi i pavese, che per essersi interposto a pa-
destini di Milano (f^.), ed a' 6 maggio cificare i romani coi ravennati, questi ulti-
futuro; nel ì^5 s. Obbediano; nel i58 vero, che introdusse le litanie minori, o
Leonzio, che fece fabbricare chiese, ral- meglio le propagò. Nel 668 s. Anasta-
lentandosi la persecuzione contro cristia- i sio II, già vescovo ariano, dopo averne
ni ; nel i83 s. Orsicino o Urcisceno pa- abiui'ati gli errori, poichémentre Magno
vese; nel 216 s. Crispino I pavese della governava i in Pavia era
cattolici, egli
famiglia Negri, che fece abbellire la città stato pastore degli ariani. Nel 680 s. Da-
ed edificar la Martino; nel 2 53
chiesa di s. miano pavese dottissimo, della famiglia
s. Felice martirizzato; nel 2 56 s. Massimo Biscossi; nel 7 1 1 s. Armentario pavese,
I; nel 270 s. Epifanio I, che morì di do- al qual anno narra il Rinaldi, the essen-
lore per le persecuzioni; nel 275 s. Cri- dosi portalo in Roma s. Benedetto arci-
S[)ino II pavese, che fabbricò la chiesa vescovo di Milano per reclamare che il
de' ss. Cosma eDamiano, e la cappella vescovo di Pavia fusse suo sulfraganeo,
della Croce in duomo; nel 3o6 s. Daluaa- PapaCostaalino rispose, che la chiesa era
26 PA V PAV
slata sempre itumediatamenle soggetta gliildio T pavese, forse dei Malaspina di
alla sede apostolica. Nel 787 s. Teodoro Canossa, e nipote della gran contessa
1 ; nel 'j5i s. Pietro I cugino del re Liut- I\Ialil(k'; donò un cavallo, le insegne e
piando, che persuase all'acquisto del cor- armi da soldato, con uno stendardo alla
po di s. Agostino e collocazione in s. Pie- illustre casa pavesede'Confalonieri, aven-
tro da lui riedificata. Nel 766 s. Teodo- dogli essi giurata fedeltà, e di essere pron-
ro 11 pavese, protettore della città; nel ti alla difesa. Da ciò forse derivò il pri-
778 s. Girolamo
proclamato con di-
I, vilegio, che uno di tal casa nei possessi
Tino prodigio; nell'Hot s. Giovanni I pa- dei vescovi conduceva avanti il baldacchi-
vese; s. Deodalo fece trasportare il cor- no il cavallo, e ne restava poi possessore ;
po di s. Siro dalla chiesa di s. Gervasio di più un altro dei Gonfalonieri era ob-
in cattedrale a' 7 maggio 828. Nell'Sic)
i bligato ad accompagnarlo dalla chiesa di
s. Litif'redo I; neir85o Lintardo pavese, s. Maria Segreta sino al duomo, prece-
pel i.° fu decorato del titolo di conte; dendolo innanzi al cavallo, armato di sca-
ueir874 Giovanni II; nel 91 Giovan- i do, con stendardo morello, ov'eravi di-
ni 111 veronese, morto nell'incendio de- pinto lo stemma de'Confalonieri. Inoltre
gli ungari, in cui perirono 43 chiese. Nel i vescovi prendendo gli abiti pontificali
suo vescovato, Papa Anastasio III ad i- in delta chiesa, per privilegio dei re lon-
slanza di Berengario I re d' Italia, con- gobardi, una della casa Mezzabarba gli
cesse al vescovo di Pavia l'uso dell'om- poneva i sandali: dalla chiesa alla porta
bieìlo o baldacchino, del cavallo bianco e sino alla metà della strada nuova, lo
coperto di drappo, della croce avanti nei accompagnavano per privilegio due del-
•viaggi e cavalcando, e di sedere al lato la famiglia Giorgi. Nel io5 Guido III i
sinistro del Papa nei concilii, come atte- Pescari pavese, cui Papa Pasquale li con-
stano Sigonio, De regno Ital. lib. 6, an. fermò tutte le prerogative concesse ai
documento dice di aver letto: riporta tigiano dello scisma, come scrissero al-
pertanto all'anno 878,0." 33, che il l*on- cuni con r Ughelli, siccome rilevò il p.
tefice Giovanni Vili, trovandosi in Pa- Tosli uiiW J.Hoiia'della lega lombarda.
via, concesse ai vescovi della medesima, Nel ( 178 «.Lanfranco de'Beccari di Grup-
the ogni qualvolta chiamassero ai sino- pello, patì vessazioni dai consoli della cit-
di gli arcivescovi diMilano e di Raven- tà; nel I 195 s. Bernardo HI Babbi pa-
na coi loro suIìVaganei, tutti vi dovesse- vese, da Faenza; nel 121 5 il
tiaslato
ro onninamente andare. Nel c)2C) s. In- cardinal Gie«orio Crescenzi romano; nel
nocenzo pavese; nel 966 Pietro 111 Ca- 1271 s. Fulco Scotti piacentino, teneva
nevanova pavese, che fu creato cardina- ogni giorno 5 poveri a mensa, e mante-
i
le e nel 984 Papa col nome di Giovan- neva un maestro cogli scolari. Nel 1280
ni XI Y, cambiatoin venerazioneal prin- s. Rodobaldo II Cipolla, fece edificare
cipe degli apostoli V. Nome dei Papi.
: molle chiese e monasteri, fra quali quel- i
Gli successe il cardinal Guido 1 pavese lo di s. Tommaso con tempio; nel 129G
della famiglia Corti, coronò Ardoino re Guido V pavese dei conti di Langosco,
d'Italia: il Cardella non registrandolo fece gran doni alla chiesa, aumenlò le
Ira i cardinali, Tommisi.Nel 1008 Uber- rendile della mensa, e punì i preti con-
to Sacchetti abbate benedettino di s. Pie- cubinari; nel i33o Giovanni V Fulgosi
tro incielod'oro,feceristorare varie chie- piacentino, istituì il sodalizio de' morii ;
se rovinate dall'incendio. Nel 1073 Gu- nel i4o2 Pietro YU Grassi di Castel-
PA V PAV 27
nuovo, umiliato, e già vescovo di Cre- città i ministri degl'infermi, ed arricchì di
mona, fondò con rendite la cappella di s. argenteria l'aliare maggiore del iluomo;
Maria in duomo, ed ivi fece Tolgano nel ; nel 171 i Agostino C//5^?/u' inilauesecfirdi-
1435 Enrico II Rampini, già di Torto- n ale; nel i724F'>'a»cesco VI Per tosati mi-
na, poi arcivescovo di Milano e cardinale; lanese olivetano, che fondò il pio luogo del
rifece l'organo del duomo, e migliorò conferma degli antichi privilegi ctjlhi bol-
le possessioni; nel i4^4 Giovanni VI Ca- la Ail siipretìiam, de'i 5 febbraio I743j
sliglioni milanese cardinale, lasciò alla Bull. Bened. XIV, t. i, p. 24^, unendo
cattedrale una mitra preziosa, un bacolo inoltre il titolo arcivescovile di Amasia
pastorale di pregio ed alcuni paramenti. in parlibus (cui sono soggetti titoli in i
na il duomo, rifabbricò il nuovo, ponen- stivi vi lavoravano, e si rese pure per al-
dovi la I.'' pietra nel 148B. Nel i5o5fu tre cose benemerito. Nel 1769 Bartolo-
eletto vescovo il cardinal Francesco IH meo Olivazzi milanese e decano della ro-
Alidosi imolese ; nel i 5 1 3 il cardinal An- ta, sotto Giuseppe linei 1780
del quale
tonio Maria Ciocchi del Monte, che nel istituì inPavia un seminario generale
13 20 rinunziò al nipote Gio. jMaria Cioc- pei chierici di tutta la Lombardia, nella
chi i\e\ I\Ioiite, poi. cardinale, e nel i55o chiesa e monastero di s. Tommaso; indi
Giulio III, il quale nominò Gio. Girola- nel I 782 per disposizione dello stesso im-
mo de Robsi parmigiano, ad onta delle ver- peratore ebbe principio il collegio eccle-
tenze avute per anteriore rinunzia: questi siastico Germanico-Ungarico in s. Fran-
nel 1064 lo rassegnò al proprio nipote cesco; però nel 1796 fluì. L'imperatore
Ippolito de Rossi, che fa al concilio di fu due volle in Pavia, e nella seconda col
Trento, riparò il vecchio duomo, fabbri- re e la regina di Napoli nel 1785, men-
cò l'episcopio, e nel iSSt die principio tre nel i79t vi fu il successore Leopol-
al seminai io, mostrandosi assai benefico do li. Nel 1 792 Giuseppe Berlieri di Ce-
nella peste, e Sisto V lo creò cardinale. va agostiniano, trasferito da Como, che
Nel logi b. Alessandro Sauli genovese, lasciò eredi l'orfanotrofio ed il semina-
trasferito d'Aleria ; nel i593 Francesco rio neli8o7,dopo sede vacante Paolo,
;
Trotti alessandrino, che edillcò la casa ciali prerogative del vescovo di Pavia, lo
della missione, collocandovi i signoriosa- dichiarò suffraganeo della metropoli di
csrdoti di essa, introducendo pine nella Milano, e divise il titolo arcivescovile di
28 1^ A V PAX
Amasia (che restato libero, nel i8a4 Leo- agosto IOI2 o I030 da Papa Benedet-
ne XII io conferì all'amministratore di to Vili, che riprovò la vita licenziosa dei
Lione Gasloii de Pins), e nel i8u3 pre- chierici, obbligati alla continenza, e si
conizzò vescovo Luigi Tosi della diocesi trattò degli schiavi : l'imperatore s. En-
di jMilano, al quale nel i85o Pio IX die rico li aggiunse pene temporali a quelli
in successore mg/ Angelo Rainazzotli dei che non osservassero i canoni statuiti. Il
missionari oblati di sua patria Milano, 7.° nel 1046, di cui mancano gli alti.
conieiendogli nello stesso concistoro il L'8.° nel 049, dopo la settimana di Pen-
1
pallio. La diocesi èampia, e contiene 75 tecoste, da Papa s. Leone IX, coi vesco-
parrocchie. Ogni nuovo vescovo è tas- vi d Italia e delle Gallie, in cui furono
sato nei libri della camera apostolica in dichiarate nulle le ordinazioni dei simo-
fiorini 4oo, essendo le reudite scudi32 38, niaci. 11 9." nel 1062 contro l'antipapa
gravale di qualche peso. Onorio 10.° nel
1076, o concilia-
lì. Il
terie ecclesiastiche e sui penitenti. Diz. falso concilio dichiarò contumaci Ales-
de' cono. : in questo, nel Labbé e in Ar- sandro HI ed suoi fautori, per non es-i
duino si leggono gli atti de' seguenti. li servi intervenuti. Narra il Rinaldi all'an-
2.° nel febbraio 855, convocato da Lo- no 176,- n.° 12, che Alessandro IH e-
1
dovico li, cou l'autorità di Papa Bene- resse iu sede vescovile Alessandria edifi-
detto IH, e r intervento di tutti i vesco- cata in suo onore dalla lega lombarda,
vi di Lombardia. Si formarono ic) arti- ed umiliò Pavia divenuta sede di scisma-
coli per togliere gli abusi, fra i quali, tici, privando il vescovo della croce e del
che i signori laici di rado comparivano pallio. Il i3.°nel 14^3, secondo il de-
nelle chiese maggiori o parrocchiali, ad cretato di Martino V nel concilio di Co-
assistere ai divini uffizi. 11 3.° in febbraio Essendo generale, il Papa vi man-
stanza.
876 da Ansperto arcivescovo di Milano, dò ; se ne
tre legati fece l' apertura in
con 1 7 vescovi di Toscana e Lombardia, maggio, essendovi deputati di Francia, i
mondo, Cristo nostra vera pace; e nelsab- YlIIa' 19 novembre iGsc) lo creò cardi-
bnto santo per non essere ancora risu- nale prete di s. Girolamo degli Suhiavoni,
scitaloil Salvatore, che con tali parole ma non volle convenire che restasse suo
salutò i suoi discepoli. A Domijjus vobi- ambasciatore in Roma. L'imperatore se
scuM dissi come i vescovi in vece dicono ne prevalse a mantenere nella divozione al-
Pax vobisj e anticamenle Pax \'ohisciim, la casa d'Austria gli luigheresi, ed egli o-
perchè si dice il Pax roZ/Z^, e del saluto peroso contro l'eresia riuscì a convertire
Pax huic doinui. molti nobili. Riformò i costumi de'calto-
PAZIENTE(s.),vescovo di Lione. Ven- lici ne'4 sinodi tenuti nel 1 fiso, due nel
s,ti\e qualche tempo
ne innalzato a questa i63o, l'altro nel i633,coi vescovi di sua
avanti il \'}o, e secondo alcuni autori, po- provincia, in cui molto fece per la disci-
co' tlopo la morte di s. Eucherio, che av- plina del clero e ad esso fu di edificante
venne nel \^)0. il suo zelo non si ristrin- esempio. Pel mantenimento delle rifor-
se alla provincia di cui era niefropolila- me introdotte fondò in Presbuigo uu
no, ma abbracciò tutta la (jallia ; alzò collegio ai gesuiti e un monastero di s.
nuove chiese, rislaurò od abbelPi le an- Chiara con sufficienti rendite. Eresse in
tiche, enutrì quellich'erano nell'indigen- Trinavia, oltre la nuova chiesa principa-
za. Le sue cure e i suoi discorsi conver- leed un convitto de' poveri, nel 1619
tinjMO molli eretici eguadagnarononuo- una celebre università, che pose sotto il
vi figli alla Chiesa, fra cui i borgognoni, patrocinio di i\Iaria, e fornì di sceltissi-
ch'erano quasi barbari ed infetti degli er- ma biblioteca, non che due seminari per
rori di A rio e di Fotino. Assicura s. Sido- la educazione della gioventù ungherese,
uio Apollinare, ch'egli possedeva tutte le uno in Vienna nel 1628, l'altro in Tri-
\irtìi episcopali, e dice non sapere se do- navia nel 1624, ove celebrò un concilio
Tesse più in lui ammirare lo zelo per la provinciale nel iGag. Per l'educazione
gloria di Dio^ o la carila verso i poveri. delle finciulle fundò pii luoghi, con ren-
L'opinione più comune è che morisse ver- dite pel mantenimento. Fu leneramenle
so l'anno 4Boj ed è menzionato nel marti- divolo della Beala Vergine, di grande
rologio romano gioino I di settembre.
il I ingegno, di maturo giudizio, di eccellen-
PAZAL^^lNYni Pjtjasz Pietro, Cardi- te letteratura e di robusta eloquenza.Co-
7ia/e.Dei conli di Uibano, nacque a Vaia- ronò in Piesburgo solennemente Ferdi-
diuo neh' Ungheria, da una delle primarie nando II, poi Ferdiiiando 111, portandosi
famiglie, indi vesù l'abito dei gesuiti, tni dal quale, come estenuato da immense
i quali dopo aver in-;egnato nelle pubbli- fatiche sostenute a gloria di Dio, morì in
che scuole la filosofia e la teologia, da- delta città nel 1637, d'anni 64, lasciando
tosi con lervorc all'esercizio delle mi'isio- di verse opere teologiche. Fu sepolto presso
-
3o rAz PEC
S.Giovanni Elemosiniere, cui avea fatto ZA, Inferno, Limbo, Purgatorio, Para-
costruì re prezioso mausoleo di marmo, con diso, Battesimo, Pelagiani, Comanda-
urna e lampada di argento. Al semplice menti DI Dio e della Chiesa.
nome inciso sulla tomba, il viceré Esto- PECCATORE, Peccalor. Questo li
ras aggiunse significante elogio, ed il ni- tolo è frequente nelle antiche carte ed i-
pote conte Nicolò una statua di marmo scrizioni, come avverte il Du Cange, in
rappresentante lo zio. Glo<ss. Per umiltà se lodavano gli abbati,
PAZZI. Di essi feci parola a Ospiìd vie i vescovi ed altri personaggi anche laici,
Teano portare sopra loro mantelli un i nacque in Piacenza. Fino dalla tenera età,
ricamo rappresentante la figura di un sprezzate le vanità del mondo, lutto si
pazzo vestito di piccola giubba, con cap- dedicò a" Dio, e fu successivamente chie-
puccio tessuto di giallo e rosso con de' rico di s. Donnino, arcidiacono di Raven-
sonagli d'oro, calze gialle e scarpe nere, na, e nel 12 i5 passatoio Francia profes-
ed avente mano una tazza d'oro piena
in sò la regola de'cisterciensi. Peifezionato
radunavano cavalieri nella
di frutti. Si i nella monastica disciplina e nelle scien-
i." domenica dopo la festa di s. Michele, ze, fu eletto abbate delle TreFontane di
e doveano tutti trovarsi all' asseuiblea, Roma. Onorio III lo fece |)enitenziere ,
tranne gì' infermi e gli assenti oltre sei cappellano o uditore di rota, impiegan-
giornate da Cleves. Tutti vestivano con dolo in alfari di somma importanza. Gre-
abiti simili, per mostrare l' amicizia fra gorio IX nel I23i o nel 1234I0 creò
loro mantenuta, che se alterata, la socie- cardinale vescovo di Palestina, e lo spe-
tà faceva di tutto per riconciliare i dis- dì in Lombardia a pacificare i popoli guer-
sidenti. Venne stabilito, che se qualcuiìo reggiatiti, ove gli una
riuscì d' ijn[ìedire'
dei cavalieri non portasse ogni giorno la tremenda ballaglia. Rimandatovi dal Pa-
figura del pazzo sul mantello, sarebbe pa |)er islabilire perpetua concordia tra
multato di 3 grandi lire tornesi, le quali i lombardi e Federico I! questo lo ri- ,
sarebbero date ai poveri per amore di tenne alcun tempo prigione, indi consa-
Dio. S'ignora precisamente ti fine di que- grò la chiesa di Borgo s. Donnino. Con
sta istituzione, ed il p. Bonanni nel Ca- pari lustro e decoro sostenne la legazio-
talogo p. I I
4 ne parla, riportando l'im- ne di Ungheria, in cui prosciolse dall'in-
magine del cavaliere, eque!; ordims dicli terdetto il re Andrea 11. Nella legazione
aiuhonim, di Toscana pacificò i fiorentini coi sene-
PECCATO. V. Penitenza, Indulgen- si. Tornato in Rouia ne fu fatto vicai io,
PF. D PEn 3 I
gò una crociala con felice successo, ricon- cata alla B. Vergine e a s. Niccforo marti-
ciliando colla Chiesa il contedi Tolosa. In re, vescovo e patrono della città e diocesi,
Senlis convocata un'assemblea di vescovi, il cui corpo ivi si venera insieme ad al-
oUenne dalle loro rendile la vigesima a tre insigni reliquie : è iiiliziata da 4 ca-
favore del Papa, per la guerra con Fe- nonici, eprima eravi la dignità dell'ar-
derico II, ma nel \ii\i imbarcatosi con cidiacono, indi divenne concaltedrale di
due altri legati , vescovi e abl)ali sopra Gorizia. Plinio celebrò i vini di Pucinum
legni genovesi perrecaisial concilio La- volifarmenle Prosecco. La diocesi è ri-
teranense intimalo da Gregorio IX, fu- Sheila; contava i4 paiiocchie, e un mo-
rono impiigionali dai genovesi e pisani nastero di religiosi di s. Paolo i." eremi-
fautori di detto imperatore, ed egli ven- ta nel santuario di s. IMaria aLago, di-
cro collegio, fu anzi legfdaloda Federico tassa, ed anlicamenle era buona : sotto
II, che nell'alto di licenziailo il richiese Clemente VII, l'arciduca d'Austria Fer-
di sua amicizia, ed egli rispose, che lo sa- dinando, cui spellava presentare il ve-
rebbe, finché egli lo fjsse colla Chiesa. scovo, gli attribuì il monastero di s. Pie-
Anche Innocenzo IV lo dichiarò vicario tro in Selva. La sede vescovile fu istitui-
di Ptoma quando passò in Francia, aven- ta nel VI secolo, sufliMganea del patriar-
do concorso alla sua elezione, ed a rpiel- ca di Aquileia, che soppresso da Bene-
la di Celestino IV per la cpiale ebbe il
. detto XIV nel 17.52, erigendo Gorizia in
permesso di uscire dalla prigione e [)oi arcivescovato, a questo la sottopose. Ne
vi ritornò. In Paliano fondò un mona- fu I
." vescovo Marziano, che nel 079 fu
.stero di cisteiciensi, assegnando loro la alsinodo del patriarca Elia; indi gli suc-
chiesa di s. Pietro, che dotò di copiose cessero Uisiniano o Uisicino , che nel
,
rendite. Dopo aver dottamente predica- 6rq intervenne al concilio romano di Pa-
to nella basilica Vaticana perla festa li- pa Agatone, quindi s. Niceforo confes-
s.
tolare, chiuse piamente suoi giorni in i sore, cui corpo si venera in Omagio,
il
Roma nel 124^, con estremo dolore del castello marittimo. Fredeberto, che fu nel
A'isconli. che da vicino iieavea ammira- q35 alla consagrazione della cattedrale
lo l'edificanti virtù e sapere, ed era stato di Parenzo; Woldai ico, mentovalo nella
suo patrono e mneslio. Il venerando di lui donazione falla nel loBi ai canonici dal
corpo fu trasferitoa Chiaravalle in Fran- patriarca Poppo. Dopo lunga sede vacan-
cia, luogo del suo noviziato, e posto presso te fiorì Federico del i 74, ed registra- i i
fu riposta nella cattedrale di sua patria. L'ultimo del 1766 fu Aldi ago Antonio
PEDE^ìA , Petiiiuni. Città vescovile de Piccai di triestino, morto il quale nel
governo di Trieste, a 12
dell'Istria, nel i-SG non ebbe successore, e la sede fu
miglia da Piovigno e 22 da Pola, sopra riunita a Gorizia.
una montagna presso il fiume Arsia, chia- PEDERODIANA. Sede vescovile del-
uiata ancora Pisino , Cominada e Di- la BizHceua neU'.AfVica occidentale.
32 PED PEK
PEDICINI Carlo Maria, Cardinale. Dio nel ritiro. Fu priore del monastero
Nacque in Ijenevcntoa's novembre 7G0, 1 di Vincenzio presso Mans, eretto dal
s.
de in diversi carichi. Pio VII lo promos- pre copiosi frutti. S. Domnolo, dopo a-
se a segretario di propaganda, al modo ver fabbricato un monastero con uno
che dissi nel voi. XVJ, p. 260, ed a' io spedale in onore della B. Vergine, tra il
marzo 1823 lo creò cardinale prete, con- fiume della Sarta e la terra di Beaugc,
ferendogli per titolo la chiesa di s. Ma- vi mandò de'religiosi, di cui volle che
ria in Via, dacui passò a quello di s. Ma- Peduino fosse superiore col titolo di ab-
lia della Pace. Leone Xll lo fece prefet- bate. Esso governò con vigilanza e zelo,
to dell'immunità ecclesiastica; Pio Vili, dando insigni provedi carità e di pazien-
segretario dei memoriali, prefetto dei ri- ta. Mori verso la fine del VI secolo, ai
torie di sodalizi, chiese, congregazioni le- Gullaco, celebre eremita del Croyland,
ligiose, dell'ordine betlemmitico, di al- dopo morte del quale, verso il 7 19, si
la
anni 83 passali. Nella sua chiesa di s. Lo- Cina propriamente detta, capoluogodel-
renzo furono celebrate le esequie, ed ivi la provincia diTchi li o Ci-li e del di-
fu tumulato in mezzo alla chiesa, con o- partimentodi Chun-thian o Sciuu-thian,
uorevole iscrizione, siccome pio, integer- nel nord-est della Cina, a i85olegheda
rimo, ordinato in tutte le sue azioni, a- Parigi, i4oo da Pietroburgo, 730 da
uiorevole pastore, eretta affettuosamen- Calcutta ne\ìe Indie orientali [f-^.], e 12
te da Luigi de Gregori suo maestro di dalla gran muraglia, sopra le due spon-
camera. de del fiuniicello In-ho, che va a gettar-
PEDREDAN. Luogo d'Inghilterra, in si Pay-hoj tributario del golfo Tchi-
nel
cui fu tenuto nel 1071 un concilio per li formato dal mar Giallo. Si compo-
lanomina di alcuni vescovi. Labbc t. 1 1; ne Pekino di due città, la più setten-
Arduino t. G; Augi. t. i. trionale delle quali chiamata Ring-
,
PEDUmO o PAVINO (s.), abbate tchhing ciltà della Corte, forma (piasi un
nel Maine. Nato nel IMaine, abbandonò quadrato perfetto; e la più meridionale
il mondo in gioventù per consacrarsi a nonunala Vai-tchhing Vai-Io tchhing
PEK PEK 33
o città esterna , o semplicemente bor- no cinte di forte muraglia merlala. Il pa-
go del sud, ha la figura di un quatliila- lazzo imperiale è un prodigioso ammas-
tero rettangolo allungato, ed è alquanto so di fabbricati e di corti, di cui la eslen-
ii)inore della prima. Tra i diversi calco- sione forma il merito principale; nondi-
li della circonlerenza delle due città , il meno l'oidine regolare di sale immense,
più probabile è ch'essa sia di circa 6 le- la simmetria delle gallerie e porticati, la
ghe, senza i?. sobborghi. La città del-
i forma bizzarra dei tetti, i padiglioni sor-
\i\ Corte è cinta di muro guarnito con montati da palle dorate, le colonne ca-
merli, alto quasi 4o piedi e 21 di gros- riche di ornamenti, la ricchezza delle pit-
sezza. Le mura della città meridionale ture e dorature formano un complesso
sono più piccole e più semplici, cornale che non manca di magnificenza. L'inter-
altre città cinesi. Le porte di Pekino so- no degli apparlamenli è semplice. Parec-
no 16, ciascuna con piazza d'armi innan- chi edifizi sono destinati ai ministri, pel
zi cinta di muro: sopra ogni porta vi è tempo che passano alla corte. Gran par-
ini padiglione guarnito di artiglieria, e te del recinto impellale è occupato da
iiegrinicrvalli di essisonovi toriicellequa- vaste campagne e giardini, laghi artefat-
drate. Lna fossa ricinge le mura , con ti, passeggi deliziosi, padiglioni, chioschi
ponticello innanzi ad ogni porta. Giace circondati d'alberi sulle eminenze, ed il
una (olla selva, pei giardini e boschetti nell'isola di uno d^^i loghi è la pagoda,
attinenti ai cimiteri, e per gli alberi pian- o adoralorio degl' idoli Pe-ta, pei mon-
tali a viali presso ai conventi ed ai vii- goli luogo di divozione. Gli edifizi di Pe-
laggi propinqui. 11 suo aspetto bizzarro kino di maggior apparenza sono gli ar-
e gigantesco impone, e corrisponde al- chi trionfali che adornano la principal
,
l'idea della capitale di un grande impe- parte delle strade e piazze, eretti a perpe-
ro; ma nell'interno svanisce la grandez- tuar la memoria di qualche nome distin-
za, tranne le singolarità che si presentano to o notabile avvenimento. I templi per
agli occhi europei. Le strade sono detur- la più parte vanno adorni di colonne e
pale da case male livellale o rovinose: coperti di superbi tetti di marmo bianco,
la più bella chiamasi Tchbangankiai o essendone grandissimo il numero: i più
larga \'ia della tmnqidllilà. Le strade non rimarchevoli sono, quello di Fo, il più
s'illuminano, uè sono lastricate, essendo vasto e magnifico; quello abitato dal i.°
solido il suolo; sono intersecate da poz- dei tre gran sacerdoti della religione la-
zi e sporche. Le case hanno un piano, ed maica ; quello degli antenati della dina-
altre il solo pianterreno, di mattoni. Le stia Manciù oìMantsciura. Nella città del-
botteghe sono dipinte e dorate, ben for- la Corte imponente è Tedifizioportoghe-
nite di oguimercanzia, ed alcune con ter- se, convento tempio del mezzogiorno;
Le case che non
razzi di fiori e di arbusti. sono rimarchevoli la corte rus«a ed il con-
ne hanno sono fabbricate in una corte cin- vento della Purificazione coi) bei giardi-
ta cV alla muraglia, con tegole colorate ni ; così la chiesa di Nostra Donna del-
grigie o rosse, mentre gialle sono quelle l' Assunzione, dipendente da detto con-
dei templi e dei fabbricati imperiali, ver- vento ; l'antica casa dei gesuiti fiaucesi,
di quelle de'palazzi dei grandi. ove fecero passare il meridiano di Peki-
La parte più notabile di Pekino è la no ; l'antica casa di s. Giuseppe era abi-
città della Corteo città imperiale, così de- tata dai gesuiti di diverse nazioni, incen-
iiorainata perchè contiene il palazzo del- diata nel 1812. Della celebre Campana
l' imperatore, nella parte delta città sa- di Pekino, feci meuzionea quell'articolo.
£i\i r<?55rtj- questa e le altre due parli so- Fra eli slubilimenli delle scienze de-
VOL. Uh
34 PEK PEK
stinali all'istruzione, sono da citare: l'os- ri dell^impero o polizia ch'è attivissima
servatorio imperiale fabbricato nel 1279, e severa , e degli all'ari esteri. Tutte le
checonliene gli strumenti astroiiomici co- maggiori striide sono guernile di corpi
struiti verso il fine del secolo XVII sot- di guardia, cui sohlali vanno continua-
i
gran numero inseguano la rettorica ci- slani ivi residenti, sotterranei per circa
nese, ed in cui l'imperatore va a presen- 5o,ooo iiidigenli. Il popolo amai diver-
tare i suoi omaggi a Confucio , come a timenti un po' tumultuosi e con avidità
maestro e dottore della nazione ;
pareo- si affolla intorno ai giocolieri e comme-
rhie scuole di lingua manciù e cinese e dianti ambulanti; ma la folla sparisce al
della lingua russa; lo stabilimento dei passaggio dell'imperatore, cui non è per-
che aspirano ai gradi; un mo-
letterali messo ai semplici cittadini di mirare. Le
nastero con più di 3oo lama del Thibetj donne escono di rarissimo e col volto co-
the insegnano le lingue tibetana e lan- perto, non potendo camminare pei piedi
guto, la teologia tibetana, la dottrina di compressi, tranne le mantsciure, che u-
Fo, le matematiche, la medicina, la ret- sano grosse scarpe. Il clima di Pekino e
torica ed altre scienze; la casa pubblica sano, rare l'epidemie; l'autunno è la sta-
1622, e lar-
di educazione, fondata nel gione più piacevole.
gamente dotata. Vi sono bagni pubbli- Pekino, Pe-king o De-dsing, cor(e del
ci, parecchi stagni con pesci dorali, tea- nord, o Ring-sse, la capitale, fu fonda-
triove ogni giorno si rappresentano com- ta nel 1267 da Rhubilai nipote diGin-
medie e tragedie, copiosi pubblici granili. gis-kan ,
presso altra grande città fìib-
Pekino consuma molto e poco produce, bricata da uno dei primi imperatori del-
laonde è quasi nulla 1' industria; tutta- la dinastia Tchu, parecchi secoli avanti
via sonovifabbrichedi maioliche e di ve- r era nostra. 11 gran kan portò questa
tri colorati, taglio di pietre preziose, edu- città in un altro sito sul medesimo fiu-
cazione di bachi da seta. Dalle provincie me, perchè gli astrologhi lo avvertirono
meridionali e da Canton giungono con- che l'impero celeste eia minacciato da
tinuamente gli oggetti che bisognano: congiura. Si chiamava con nome mon-
immenso è il concorso di mercanti e di golo Cambalù , o città imperiale, in ci-
viaggiatori, e quasi tulli i luoghi presen- nese Ta-tu, grande capitale. Era di for-
tano una fiera continua. Vi sono in gran ma quadra con vie e piazze ben livel-
numero case di prestito ; non manca di lale e guarnite di belle case. La dinastia
importanza il commercio di libri, massi- mongola d'Yuan, da Khubilai fondata,
me di storia, che escono dalla stamperia continuò a risiedere in questa città sino
imperiale, la quale ogni due giorni pubbli- alla sua espulsione dalla 1367. Cina nel
ca una gazzetta contenente i più impor- Il 3.°
imperatore della dinasti a cinese dei
awenimeuti dell'impero. In Pckino
tanti IMing, Yung-lo, lasciò nel kj^i la sua
hanno sede ìG consigli o tribunali sovrani capitale Nankin {V.), e venne a stabili-
liell'impero, cioè degl'impieghi^ delle fi- re la corte a Pekino, che da quel tem-
nanze, dei riti, delle pene,delle opere pub- po mai cessò di essere la capitate della
bliche e della guerra, oltre allri secon- Cina la fece rifabbricare, l'abbellì di nuo-
:
parecchi milioni, ed altri caddero nel- scovo di Pekino fu mg/ di Argoli. A que-
J' eccesso opposto: compresa quella dei stosuccesse Bernardino Della Chiesa, che
sobborghi, il p. Gaubil la valutò due mi- a'So novembre 1701 scrisse alla congre-
lioni, e JMacarthy a trejessaè principal- gazione di propaganchifide, di aver pre-
mente composta di manciù o mantsciu- so possesso della chiesa pel procuratore
ri e di cinesi, le cui religioni sono domi- assegnatogli dalle pontifìcie bolle , indi
nanti, ed hanno templi. A Ci^a e ad In- esservibi recato: ad esso venne data fa-
die ORIENTALI parlai della introduzione coltà sulle missioni di Tarlarla e Corea,
del cristianesimo nella Cina e suo impe- qual delegato apostolico della s. Sede. Do-
ro , che pel primo si attribuisce all'a- po il 1 700 emersero gravi disordini pei
postolo s. Tommaso, e se esistesse nei se- liti cinesi : chi li sostenne meramente ci-
guenti secoli, (ìnchè nel iSi'j fu ravvi- •vili, chi li riprovò quali siqierstizioni. Di-
vato dai portoghesi e castigliani, poi dai visi partiti e crescendo ogni giorno ma-
i i
gloria della più efilcace e stabile intro- apporvi un rimedio, nel giornodi s. Tom-
duzione nella metà del secolo XVI, e del maso del 1071 consagrò nella basilica Va-
successivo incremento anche in Pekino ticana Touriìon in patriarca d'Antiochia
e Nankin, solTrendo purè nella prima di- e lo spedì nellaCina legalo alale/ e e \'ì-
verse persecuzioni ed espulsioni ; ma nei il quale approdò nel-
silalore apostolico,
primi anni del XVII vi si poterono sta- la Cina nel lyoS, e nel 1706 fu ben ri-
ta la Cina nella giù riedizione ordinaria sua legazione riuscì poco vantaggiosa, per
di Macao (^.), dichiarandola sulFraga- le sue pastorali stampate a Pekino, co-
nea di Goa (^.), per quei molivi che ri- me rilevasi dalla costituzione Ex quo, di
poilai a tali articoli e ad Ixdie orienta- BenedeltoXIV, avendolo Benedetto XllI
li, in un ad analoghe notizie anlerioii e fatto vescovo di Lodi. Anche le pastora-
posteriori, accennate a Nankin. parlando li Francesco vescovo di Pekino, del 6
di
degli smembramenti delle due immense luglio e 28 dicembre 788, meritarono i
diocesi, fatti da Innocenzo XII quando disapprovazione, come si legge dal breve
le ai vicari apostolici da lui i-
sottopose Jpostolicae soUcìtudinìs^ presso il citalo
stituiti; imperocché la provincia di Pe- Bull. t. 1, p. 109, ed emanalo da Cle-
kino componevasi di i35 città e 4 "^i'* mente XIl a' 26 settembre 1785 dopo
lioni di anime, equella di Nankin di io i la morie del vescovo. Benedetto X! V gli
de, ydppcnd. l. >., p. 83, colla quale gli lono nella persecuzione ai nominati ar-
prescrisse di uiiirormaisi al decielalo da ticoli narrata; così tutti i libri di religio-
Clemenle XI sulle cciiiiioiiie cinesi. Gli ne e gli attrezzi della stamperia: attesi
successero nella sede fr. Gio. Damasceno i gravi pericoli non si poteva, pi ima del-
della ss. Concezione , agosliniano scalzo ravveniinento che accennerò, conserva-
romano nel 1778,6 fr. Alessandro fran- re la ss. Eucaristia in Pekino. Quivi mol-
cescano del lerz'ordine di E vora nel I 782. te sono le vergini. 1 portoghesi vi hanno
A questo Pio VII nel i8o4 die in coa- nel convento chiesa aitlolica. Due ne han-
diutore Gioaccliino de Senza Sarai va del- no russi, in virtìi del trattato de' 1 4 giu-
i
cessore mg."^ Giuseppe IMarziale IMouly la diocesi diNankino, ch'è la piìi estesa
\escovo di Fessala in parlihus e vicario del celeste impero, con piii di 3o missio-
apostolico di IMongolia.A questi Pio IX nari, e seminario con So alunni cinesi.
nel 1849 assegnò '" coadiutore mg."" ve- JVel voi. 9, serie 2." i\e^Y\ Annali delle scien-
scovo in Abido in paitihas. Al presente ze rei. a p. i36, è riportalo il manifesto
Ja diocesi di J^ekino comprende la sola emanato agli 11 luglio i85o dall'impe-
provincia di Petche-ly, cui si dà una po- ratore della Cina, indifesa dei missiona-
polazione di 28 milioni di abitanti, men- ri europei. Posici lori notizie celeI)rano il
tre colle diverse sue parti furono da Gie- giovane imperatore favorevole alla reli-
goiio XVI istituiti vari vicariati aposto- gione cristiana, e chi la professa è suo
lici, descritti a Indie orieìvtali. I luoghi educatore.
ove Irovansi cattolici sono i2,cotnpreso PEL AG ALLO Carlo Andrea, Car-
Pekino e la missione francese, ed ascen- dinale. Dei conti Pelagallo fermani, nac-
dono cattolici a 38, 000, senza Cliaoua-
i que a' 3 I marzo 174? hi lioma , dove
choang eh' è una celebre cristianità. La lo zio paterno Giovanni (prelato dottis-
cattedrale posta fuori della città era sta- simo, amico e famigliare di Benedetto
ta presa dal governo, essendovi nella cit- XIV, cui servì di aiuto, specialmente
tà oratori! e cappelle private. Il clero si nel riconoscere le frodi del giansenismo)
componeva di 8sacerdoti francesi, q por- avea trasferito la famiglia di Kicola di
toghesi, 2 francescani e 7 cinesi. La casa lui padre e proprio fratello. Informato
dei gesuiti con chiesa, probabilmente è dagli esempi d' un tanto zio, e falli ego- i
passala ai lazzarisli. 11 tescovo ha diritto, iarn'.cnle gii sludi nel collegio romano,
PEL PE L 37
potè siipenire in essi suoi condiscepoli.
i
cattedrale furono celebrati i solenni fune-
Dedicatosi poscia alla giurisprudenza ci- rali, edivi restò sepolto.
vile e canonica, pei progressi ihc vi fece
PELA GIÀ (s.), vergine e martire di
si acffuistò fama di valente legista. Quin- Antiochia. Era iSanni, allor-in età di
di Pio VI lo ammise in prelatura, e pel ché alcimi soldati si recarono in sua ca-
credito che godeva in dottrina e senno, sa per arrestarla e condurla davanti
al
Jo deputò a comporre le controversie col- giudice. Ella prevedendo che la sua ca-
la Toscana per acque della Cliiana, ne-
le stità avrebbe dovuto sostenere dei fieri
gozio ch'egli destiainente condusse a fe- assalti, salì sul tetto e si precipitò al bas-
lice termine, come Io volle celebralo il so,rimanendo morta sul luogo. Ciò av-
granduca in una iscrizione marmorea. venne nel 3 La Chiesa l'onora come
r r .
rioma verso il 400. Passò iu Africa con soccorso della grazia. 1.° Che la grazia
Celestio suo correligioso ed il più famo- non è necessaria che per agire più facil-
so de' suoi discepoli, e di là nella Pale- mente e più perfettamente. 3." Ch' essa
slina. Essendo stalo denunziato al con- è data alle opere ed al pmprio merito
cilio di Diospoli, detto di Palestina, os- dell'uomo. 4-° Che l'uomo può egli stesso
sia diLidda (f''-), ivi condannò sé mede- giungere ad uno stato di perfezione, nel-
simo per non essere condannato, e ven- la quale non sia più soggetto alle passio-
ne assolto, ma l'eresia restò condannata, ni, né al peccato. 5.° Che non avvi pec-
come avea già fallo Papa s. Innocenzo cato originale; che fanciulli quali muo- i i
1, con Pelagio e Celestio. Nel 4' 7 fece iono senza baltesinio non sono dannali,
altreltanto il successore s. Zosinio, ed ot- e che godono di una specie di felicità e-
tenne che l'imperatore Onorio con edit- terna fuori del regno di Dio. 6.° Che la
to de'3o aprile 4'^ 1' bandisse dall'Ita- carità non è un dono di Dio. 7.° Che la
lia coi loro seguaci , dopo aver confer- preghiera non è necessaria per acquistare
mato il concilio di Cartagine, in cui 2 i4 la grazia della conversione o della per-
vescovi africani li avevano nuovamente severanza, perchè tutto ciò è in potere
condannati. Allora Pelagio si ritirò in del lihero arbitrio. 8." Che Adamo non
Palestina,donde pure venne espulso. Si era morto in conseguenza del peccato o-
ignora precisamente ciò clie fece dopo, riginale, ma per la sola condizione della
ma sembra che tornasse in Inghilterra, natura. Quindi furono acerrimi impu-
e quivi spargesse i suoi errori, ciò che gnatori dei pelagiani, che avevano mes-
messe i vescovi delle Gallie a mandarvi so in pericolo la religione in oriente ed
s. Germano d'Auxerre per confutarlo: in occidente, i Papi s. Sisto III, s. Leo-
ci resta di Pelagio una lettera a Deme- ne I, s. Gelasio I anche con un trattato
triade ed alcuni altri scritti. Vedasi del (si legge presso il IMansi, Conciliar, t. 8,
gesuita Jo. Gisbert: De Zosimo Ponti- p. IO i),e Giovanni IV. Quanto alla que-
p.ce in causa Pelagli et Celestii , fra le stione della grazia e del libero arbitrio,
Diss. seleclac, Parisiis 1688. Fra tulli i ed alla congregazione de Aitxiliis divi-
padri, s. Agostino comballè con maggior naegratiae, vedasi jMoLiNALuiGr,e Gian-
forza e fu il^ flagello di Pelagio e suoi senisti. Scrissero suH' eresia pelagiana e
settari : il Papa s. Bonifacio 1 ne ricevè coutrogli errori: Mario Mercatore, le cui
i libri che il santo gli avea dedicato, e opere furono stampate in Parigi nel iGyj
costrinse i pelagiani a star lungi da Pio- per il gesuita Garnìer, e poi con note dal
ma 00 miglia; quindi
1 s. Celestino I scac- Baluzio nel 1G84. Diego Alvarez dome-
ciò i superstiti dai confini d'Italia, facen- nicano, Hislor. de origine pelagianae
doli condannare nel concilio generale di haeresis, et ejns progressi!, ci damnatio'
Efeso del 43ijCome fecero altri concilii. ne per plures snmnios Ponlifices et con-
Inoltre s. Celestino I spedì missionari in ciliafacta , Tiani 1629. Tommaso Le-
Inghilterra, ov'era ritornato anche Cele- mo domenicano, Panoplia graliae, hact.
che la ridussero alla fede ortodossa:
stio, I De Pelagio etcjnserrorib.,Leoi\u 676.
: 1
quanto egli operasse contro questi ere- Noris (P'.). Gio. Gerardo Wo^slo, ffistO'
tici, lo dimostra Certi nella diss. 7.° del- ria pelagiana , Amstelodami 1701. L.
le sue Prose. Piad'renò s. Celestino I an- Potavillet, Storia del pelagianismo, As-
che Semi pelagiani [F.), quali ammet-
i i sisi I yo J.
tevano per mela gii errori dei pelagiani, PEL AGIO I, Papa LXIL Romano, fi-
e questi consistevano. i.° Che l'uomo glio di Giovanni Vicariano, fu crealo ar-
può operare alla sua salute colle sole fur- cidiacono casdinale das. Agapito I, venne
PEL PEL 3()
spctlito insieme con molli vescovi in Co- di s. Stefano protomartire, che poi con
si.-mtiiiopoli, legato all' imperatore Giu- solenne pompa ripose nella basilica di s.
stiniano!, per comporre le cosedella chie- Lorenzo fuori le mura, nella tomba di
sa romana. Perseverò colla stessa autori- quel santo. Agli i i aprile 5j5 fu eletto
tà neir esercizio ili sua legazione sotto i Pontefice, ma la plebe tumultuante ne-
pontificati di s. Silverio e di Vigilio, e gò riconoscerlo, credendolo traditore del
procurò che fòsse sostituito a Teodosio concilio di Calcedonia, per la condanna
patriarca di Alessandria, che ricusava dei tre capitoli che avea prima difeso, e
sottoscrivere il concilio di Calcedonia, gli uomini religiosi coi nobili cilladini
Paolo vescovo cattolico. Trasferitosi in dalla sua comunione si separarono, al
Palestina coi patriarchi d'Antiochia e modo dello nel voi. XVI, p. Si?.; men-
Gerusalemme ed altri vescovi , condan- tre nel voi. XXXI, p. i4<>, dissi comesi
nò il detto patriarca convinto di omici- purgò dalle accuse di fazione contro il
dio e lo spogliò del pallio. Restituitosi in predecessore Vigilio. Approvò come lui
Costantinopoli, ad istanza dei monaci or- il V sinodo o concilio generale, e per se-
todossi di Palestina, proferì sentenza di dare i tumtdli pei tre capitoli, procuiò
anatema contro gli origenisti, dopo aver- che li condannassero i vescovi africani ed
li pili volte ascoltati, e con isquisita dili- illirici nuovo gì' italiani. Perciò ai
, e di
genza esaminata la loro causa. Tornato francesi venne in sospetto di eresia, ma
a Roma 544) profittando l' impera-
nel egli si purgò colla professione di fede che
tore di sua assenza, ad istigazione di Teo- nel 557 inviò al re Childeberto I, e col
doro arcivescovo di Cesarea, promulgò condannare e scomunicare quelli che
mi editto, pel quale rimase condannato traviassero dalla dottrina dell'epistola di
Teodoro di Mopsiieste, colla lettera d'I- s. Leone I e del concilio di Calcedonia.
ba e gli scritti composti da Teodoreto Di tale accusa bravamente lo difese il p.
contro gli scritti di s. Cirillo. L'arcivesco- Berti, nella diss. 8.' di sue Prose. Dioesi
vo di Cesarea pretese con ciò vendicarsi aver Pelagio I ordinato agli ecclesiastici
del cardinale, che avea condannati gli er- la recita del divino uffizio, e che nei gior-
rori di Origene. Non mancò il cardinale ni di digiuno si celebrasse la messa con-
di allarmare i vescovi d' Africa ed altri ventuale dopo nona. In due ordinazioni
5460 54<)
contro l'editto imperiale. Nel nel dicembre creò 48 o 49 vescovi, 3 5
spedito legato a Totila re dei goti che o 26 preli e g diaconi. Governò 4 anni,
assediava Roma, dopo di aver distribui- IO mesi e 18 giorni. Morì a' 2 marzo
to viveri ai romani, gli riuscì di render 56o, o meglio come dissi a Cronologia,
piìimite ed umano quel fiero principe, e fu sepolto nel Vaticano. La s. Sede va-
ottenendo quanto domandava in favore cò 4 mesi e 6 giorni. i
mile col V sinodo che li condannava, per d'assedio Roma. Nel Sjq permise ad E-
cui l'imperatore iocacciò in esiliOjdal qua- lia di trasportare la sede patriarcaled'A-
le fu richiamalo dopo la morte del Papa, e quileia a Grado (f^.), che dichiarò pure
per secondare il di lui genio, sottoscrisse metropoli della Venezia e dell'Istria. In
dello sinodo che avea condannati i tre un concilio, che nell'islesso anno celebrò
capitoli, onde 5' ebbe in dono le reliquie Elia con i8 vescovi a lui soggetti, que-
4(> PEL PEL
sJi prelati scismatici nuovamente giura- di Fernfra (F.). D'ordine del Papa pub-
lono, che mai non avrebbero ammesso blicò la scomunica e la crociata contro i
il V concilio generale o sinodo, col vano veneziani, e confederatosi coi bolognesi,
pretesto ili non pregindicaie al concilio lombardi e fiorentini, presso Francolino
ili Calcedonia, su di diesi consulti Noris, li vinse colla strage di 6,000 uomini, li-
Diss. Just. (le synodo V ^ cap. f), § 4> berando il ferrarese dai luoghi occupali
P-
yog, t. I. Per cui Pelagio li, sperando dai veneziani e siccome la vittoria si do-
:
di ammollire la loro ostinazione, per suoi vette in gran parte ai fiorentini, il car-
legali e per sue lettere ( presso il Baro- dinale li prosciolse dall'interdetto fulmi-
nie ad aii. 586, n.° 29, 37, 44> ^^ 'l nalo dal cardinale Orsini, donando loro
Labbé, Concil. t. 5, p. 6 5 e g jo) pro- 1 per la chiesa di s. Gio. Battista le reliquie
curò di persuaderli a ricevere il V sino- dis. Barnaba, che bramavano. Indi il car-
do, e che Tre Capiloli [V .) giustamen-
i dinale si impegno a sedare e com-
die con
te erano slati condannali, né perciò si e- porre tumulti della Marca di Ancona,
i
Chiesa universale. Proibì agli arcivesco- elesse a protettore presso la s. Sede. Com-
vi e patriarchi d'usare il titolo di Uni- pose le discordie tra il vescovo ed il ca-
versale (^.); impose ai suddiaconi di Si- pitolo di Cahors, con rinunzia del primo
cilia il celibato, e di lasciare le loro mo- e pensione di 3oo lire. Fondò nella chie-
gli già vietate da s. Leone I; e costrinse sa di Chartres due cappellanie in onore
i preli, sotto pena di colpa grave, a re- di s. Giacomo e di s. Cristoforo. Nel con-
citare ogni giorno l'uffizio divino. Fu e- clave di Giovanni XXII si trattò di esal-
gli il I." Papa che nei diplomi notò il tarlo in sua vece, e morì nel 1 33 i.
per gli ospizi e spedali ivi eretti pei pel- Non è bene che religiosi e le donne va- i
si servi delle lettere comunicaforie, le si a Roma a farsi assolvere dal Papa, do-
quali si accordavano ai pellegrini ,
per vessero adempietela penitenza loro im-
far nota la loro fede cattolica, e ch'era- posta dai propri pastori. Nel Rituale ro-
no nella comunione della Chiesa ; le /e^ mano vi sono le henedizioni pei pellegri-
mate {y.), viaggiando erano ridotti alla stessi privilegi degli appellanti alla s. Se-
comunione straniera o pellegrina, della de, onde non può agire alcun giudice or-
quale parlai ancora nel voi. XV, p. i i i, dinario o delegato, sia durante la pere-
mentre a p. i iq dissi ove in R.oma pi- grinazione, che nell'andata e ritorno, nel
gliano la comunione pasquale. Piecaiido- qual tempo rimangono sotto la protezio-
si in Roma pellegrini provenienti da al- ne della medesima s. Sede: questo privi-
cun luogo di eretici, non erano ammes- legio si estende a quelli che per divozio-
sialla comunione senza la professione di ne si recano a visitare il Papa. Celestino
fede, con la quale si condannassero in par- HI non solo pose sotto la protezione del-
ticolare l'eresie che in quel luogo erano in la sede apostolica i pellegrinanti e loro
vigore. A Penitenza fo cenno delle lette- addetti,ma anche le robe e possidenze
re penitenziali di quelli che si portavano che loro appartengono, incorrendo sco-
a Roma, e dei pellegrinaggi per peniten- munica chi deruba ed oltraggia i pelle-
za pubblica imposta, e come vestiti i pe- grini, riservata in bulla coenae, che si e-
nitenti. Una volta non solo le donne se- stende tra i pellegrini slessi, se facessero
colari,ma anche le religiose erano prese altrettanto fra loro. Godevano
di queste
da questo pio entusiasmo; però il sino- disposizioni coloro che recavano al-
si
do del Friuli tenuto nel 791 vi prese la elezione dell' imperatore, e le godo-
provvidenza. Quello di Chalons sur Sao- no quelli che si portano al concilio ge-
nedell'8i3 decretò. »* Vi sono molti a- nerale. I girovaghi ed i profiighi non le
busi nei pellegrinaggi clic si fanno a Pio- godono. A Interdetto ho parlato della
ma, a Tours e altrove. Alcuni preti e eccezione che godono i pellegrini nei luo-
chierici pretendono in tal guisa di puri- ghi allacciati da tale censura. Vedasi il
ficarsi dai loro peccati e di dover essere gesuita Grelsero, De sacris pere^rina-
ristabiliti nelle loro funzioni. Certi laici tionibus; il MavlìneH'i, Etonomia, vo\, i,
là ilcTe pai ticolai ineiile escrcilaisi coi ss.Sacramento della basilica Vaticana tl.i
pellegiini cle'luoghi salili; e delle meda- Cristoforo Cabrerà spagnuolo nel i5f)i
glie che per divozione si atlaccano i pel- e i5c)8. A Eremiti ni I\om\ dissi come
legrini ne' vestimenti e cappelli. vi erano ospitati i forestieri nell'ospeda-
11 primo, più aniico e principale ospizio le e ospizio a porla Angelica, ora de'Aa-
dei cristiani in Roma /ii quello di IS'ovato li della Penitenza (^.). Tra gli ospizi be-
e Timoteo, ove alle radici d(!Ì monti Vi- nefici di Pvoroa [)ei pellegrini, primeggia
minaleed Esquiljno, nell'ampia loro casa l'Ospizio della ss. Trinità de'pfllc^rud
con bagni, solevano albergare pellegri- i (/^.) : vi è ancora l'ospizio de' sacenloti
ni d' oriente, come avea praticato il lo- pellegrini , del quale parlai a Ospizi di
ro padre Piidenle con s. Pietro. A Ospi- liOMA, i\e\\' Ospizio di s. Lucia de Gin-
zio, parlando dell' ospitalità, toccai di nasi. Gli Ospedali di Roma costituisco-
quella accordata ai pellegrini. Anche in no la pia opera dell'ospitalità, per tutti
questo si distinse la carità romana ed i i generi di malattia e per ambo i sessi.
l'api, e pelprimo s. Simplicio del 4^7 A Corona divoziowle, parlando dell'o-
ordinò, che una parte dellerendite delle rigine e di quanto la riguarda, raccontai
chiese s' impiegasse pei pellegrini e pei come nel secolo XIV presso detta basi-
Poveri (^.)j ciò che confermarono suc- i lica giàeranvi venditori di corone pei pel-
cessori. Da s. Gregorio I del ago ebbe legrini; ed a IMf.dagliebenedette rimar-
origine nel palazzo apostolico l'imban- cai che nel declinar del secolo Xll pel- i
terra. Per questo pellegrinaggio, sino dai attaccavano al cappello in segno di aver
primi secoli della Chiesa, presso la basi- visitalo le tombe de' principi degli apo-
lica Vaticana furono fondali gli Ospizi stoli, egualmente di privativa de'canoni-
di Roma (^'.), e molti nazionali, così in ci, portandole alle loro patrie col pro-
altre parli della città, ancora sussistenti prio nome inciso nella parte opposta. [
a vantaggio dei pellegrini , onde esservi Pa[)i donavano ad essi palme benedette e
ospitati, istruiti e curati se infermi, di che ponevano crociai loro colli. Anticamente
feci parola anche nel voi. XII, p. 286 e si costumava dai penitenzieri vaticani dì
seg. Vedasi l' Amidenio, De pietate roma- dare ad ogni pellegrino che si confessa-
na, p. 3 e ed il Piazza, Eusevologìo
I I ; va un attestato stampato colle immagi-
romano, ìì quale nel trai, i i, cap. 4, dice ni dei ss. Pietro e Paolo, sottoscritto di
dell'ospizio delle donne pellegrine povere propria mano e gratis, qual contrassegno
dell'abito di s. Francesco in Borgo Vit- de sacri linii/ii. 1 Gui-
dell'eseguila visita
loriOj fondato nell' arciconfrateruita del doni (F.) erano ministri del palazzo pou-
,
44 l'EL PEL
ti/ìciodie conducevano pellegrini pro- i e curati quelli che gli accoglievano e ave-
cessionalinente con candele alla visita dei vano cura. Nel Calogerìi t. ao, p. 32o,
luoghi sagli di Roma, spiegando loro le si legge la distinzione che facevano gli an-
cose più notabili, ed entrando nella ba- tichi romani fra il pellegrino e il citta-
silica Vaticana per la porta Guidonia che dino, con le leggi loro spellanti. Col no-
descrissi nel voi. XII, p. sSy. Nella bio- me ^?rrcgr/>io, e sino alla legge di Antoni-
grafia di s. Pio /^(perchè l'umal palaz- no s'indicavano quelli che non erano cit-
zo dels. oflizio) parlo della chiesa di s. Sal- tadini lomaiii e abitavano in Roma, es-
vatore delta da quelle che ivi
;/i oxsihics sendo peregriuus opposto di cittadino, e
si tumulavano de'pellegrini morti in Ro- tale gente aveva in Roma un pretore,
ma e provenienti dall'oriente ealtre par- che a diflèrenza dell'urbano appellavasi
ti : ivi Carlo IMagno (l'Alveri, Roma in peregrino. Tra il peregrino e il cittadino
ogni stato ì. 2, p. 242, spiega perchè di- era inlerclelto il matrunonio, né i pelle-
cesi eretta da s. Leone IV, mentre fu il grini potevano essere istituiti eredi e par-
III, il quale molli lo dissero pernii anti- tecipare altre cose. Dopo Antonino si dis-
papa di tal nome anche IV), pose ad uf- seio pellegrini quelli chenon erano ori-
fìziarla 12 canonici e 3 sacerdoti con l'ob- ginari o oriondi di Roma, benché filli
bligo d'introdurrei pellegrini nella basi- cittadini romani. Ne'bassi tempi si chia-
lica Vaticana per la loro porla, e che mò pellegrino quello nato in altra città
dovessero insegnar loro il piìi importaiile. o provincia diversa da quella che abita-
A Parrocchia ho parlato della coiifra- va; per ultimo si restrinse il nome di pel-
lernila esistente in Roma della Peisese- legrino alle genti ch'erano fuori dell'ini-
lan/a, che prende caritatevole interesse pero lomatio, laonde i pellegrini non po-
pei forestieri che sono negli alberghi, as- tefaiio essere ammessi al decuriunalo e
sociando i loro cadaveri se muoiono. A. alle magistrature tra gli antichi romani.
PalazzoLateranexse notai i triclinii do- 11 IMuratoii nella di.isert. 87 trailo de-
ve Papi ospitavano pellegrini, e nel
i i gli spedali de' pellegrini e altri iie'lempi
voi.XI, p. 226 notai che pellegrini si i di mezzo. Egli osserva che pure ne'secoli
ricevevano nei diaconico delle chiese. 7^. di fn-ro la munificenza de'crisliani ver-
Diaconie. Riporta Eernini, Isl. delle ere- fio i poveri era sì grande, che nostri non i
e dava loro il bisognevole, con pane bian- vo alle proprie necessità e luoghi di ri-
co e vino di più sorte, quindi può con- cetto, chiamandosi Xcnodochìa o Ospe-
siderarsi com'erano trattati i vescovi e dale (
f'.) quello in cui si accoglievano
gli altri Patrimonio della
personaggi. Il i pellegrini, gareggiando in Italia i fede-
Chiesa romana (f^.) fu sempre impiega- li per fondar simigliaiili case di perpetua
to in sollievo de'liisognosi di qualunque carità, non meno nelle città che fuori di
grado. Innumerabili poi furono gli aiuti esse. Non vi era quasi monastero ricco,
spirituali che Papi stabilirono in Ro-
i cui non fosse unito qualche ospedale, nel
ma ai pellegrini, massime con lo stabili- quale si dasse ricetto ai pellegrini e ai
mento nelle basiliche patriarcali di Pe- poveri, ciò che fu costituito per legge nei
nitenzieri [P'.) d' ogni lingua e nazione. concilii di Aquisgiana del 789 e 7()8 ;
Ad Ospizio ho detto della ospitalità usa- anche dai vescovi e canonici si pratica-
ta dagli antichi, e di quella praticata dai rono tali uflizi di cristiana carità, essen-
romani pagani, i quali chiamavano P^/r- do allora frequenlissirai i sagri pellegri-
rocchic (/^.) i luoghi ove in Roma si ri- naggi , ed in essa si distinsero i monaci,
cevevano gli ambasciatori e altri ospiti imperocché l'ospitalità fu loro partico»
PEL PEL i5
Ijinieiite inculcala dai canoni e dai prò- olia i ricchi, se abbisognavano di ricello
j)ri islitiiloii. L' ospizio de' poveri e dei ne'viaggi, otide nel /jHG il vescovo di Le
pellegrini si eresse eziandio presso le chie- IMans ]jerticluaniio fabbricò il nionaste-
se e oratorii del clero secolare, sotto la io di s. Germano pei poveri e pei nobi-
presidenza d'unr//V7<o//o,ondexiiralli Ilio- li, ed Alarico suo successore nel IX sc-
j)er lo più erigevansi ove dovevano pas- onde provvedere ai pellegrini the culli ,
sare i fìunìi senza ponti e valicare le ci- dalla notte, non potendo entrare in cit-
nie de'monti, per lo che neir855 in im là, erano obbligati restar fuori per di-
capitolare prese disposizioni Lodovico 11. fello d'osterie e pubblici alberghi; anche
É da notarsi che ue'secoli barbarici non di essi presero talvolta cura i monaci ed
pare fossero in uso pubblici ospizi, og- i i canonici. Come si debbano favorire i
gi detti osterie o alberghi, dove vi dasse forestieri, dai sagri canoni raccomandali
cibo e letto con pagamento ai viaggia- ni vescovi, onde non siano aggravati nei
albergo presso gli amici, onde furono in- Fea : Partre stili' aumtiilo delle; pigiala
ventale le tessere os[)ilali: a poco a j)0- delle rase. Atalarico re de' goli nel J^34
co si andarono formando a Roma lavcr- ordinò che il prezzo di cpiello che si ven-
ne e osterie per ricettare viandanti e i deva a' viandanti e pellegrini fosse ad
forestieri. Dal nome Jiospitcs, cioè alber- nibilrio de' vescovi; ed il re di Francia
gatori, derivò il vocabolo ostej ma nei Pipino nel 7^6 comandò che nulla si
seguenti secoli pochi vestigi si liovano esigesse dai pellegrini che andavano alla
di tali osterie per l'Italia, come rilevasi visita de'Iuoghi sanli. Delle provvidenze
da un capitolare dell'Ho?, di Carlo Ma- prese dai Papi alla sicurezza delle strade,
gno. Dipoi incominciarono taverne ove sui viveri e sulle abitazioni negli j4/iiii
là : nei nome di ospiti si compresero an- del 260; convertì alla religione cristiana
-
4G PEL PEL
iiu gran numero d'idolatri clie abitava- e Paolo, e divenne protettore di Scozia,
no iieH'Auxeiresej e diri la sua vita col d'Irlanda e de'girolamini. Quel Papa, per
mai tiiio, che si pone verso 1' anno 3o4, la sua dottrina e zelo ardente pel calto-
sotto il regno di Diocleziano. Usuo cor- licismo, l'ebbe in gran pregio, eia slessa
po fu sepolto a Baugy, dove fu marti stima gli professò Gregorio XI 1 1, cui riuscì
rizzatOjCcredesi che ora si trovi in s. Dio- carissimo, prevalendosi di lui in gravi alia-
nigi presso Parigi; altri vogliono che sia ri. Come procuratore della lega di Fran-
in s. Pietro di Roma o a Terni neirUm- cia, domandò inutilmente al Pontefice
bria. Trovasi menzionalo nel martirolo- che il re di Na varrà poi Enrico IV, ed il
presidente del regio consiglio e vice can- presso rimboccatura del ramo del Nilo
celliere del regno, all'assemblea del quale che porta il suo nome, da alcuni fu cre-
si recò. Nel 1 562 fu a quella del clero in duta Damiata o DanvtUa o Belbais, e
Orleans per esaminale i decreti del Tri- fu una delle principali fortezze militari,
dentino, indi nel i563 venne trasferito denominandosi anche Perenioun, Fara-
all'arcivescovato di Sens, dopo che si di- ina o Fournia per gli arabi, o luogo fan-
leguarono le false accuse di eresia, essen- goso, per essere circondata di paludi. Re-
do invece benemerito della religione. Ad gistra 8 vescovi r Oriens christ. l. 2, p.
istanza di Carlo IX, a' 1
7 maggio 1570 53 r . Commanvillediceche vi furono l'ar-
s. Pio \' lu creò cardinale prete de'ss. Gio. civescovo greco ed il copio, e che i lati-
PEN 47
ni vi eljbero un vescovo durante lo cro- IMenei dei greci, i quali nel loro onicio
ciale. Pelusio, Pcltisiaiicn, è ora un litolo gli danno il titolo di luce del mondo e
arcivescovile //i ^/7/7/^u5', coi dipeiideiili di modello de' monaci.
titoli vescovili di Taiiis, Efesto e Teiieso. PEN AFIEL o PENaFIEL DE SOU-
PEMENE o PASTORE (s.), abbate. ZA o PEi\HAElEL. Città vescovile di
Alolto celebre fia gli aiiticlii padri dei Portogallo, provincia di Minilo, capoluo-
deserto, circa l'anno 3811 si ritirò nella go di comarca a io leghe da Braga, in
solitudine di Sccti in Egitto, ove fu se- ])ella valle sul pendio d'una montagna,
gnilo dasei suoi fratelli, cui nomi era- i alla destra della Tamesra. Ila «rande e
no Anub, Paese, Simone, Alone, Neste- bella strada, magnifico edifizio costrutto
ros soprannominato poi il Cenobita, e da JMaria I; bella cattedrale e parrocchia-
Sarmazio il giovane. Pemene passava so- le, la cui (acciaia e le tre navi sostengo-
lente più giorni senza mangiare, e vie- no colonne ioniche; convento di france-
lava ai monaci l'uso del vino e la ricer- scani, ospizio della pietà con bellissima
ca di tutto ciò che poteva solleticare i chiesa, scuole di reltorica e filosofia. Ven-
sensi. A.Tendo alcuni baibari dato il gua- ne fondala nell'85oda d. Faynodi Sua-
sto al deserto di Sceti nel 3c)5, egli si rir rez discendente dai goti. Clemente XIV
tirò co* suol fratelli a Terenulh, e vi ri- ad istanza del re Giuseppe nel 1771 e-
mase più anni ,
governando la sua pic- resse la sede vescovile, ed a' 7 giugno i
cola comunità insieme con Anub. Delle [ireconizzò in i.° vescovo fr. Ignazio di
1 1 ore della notte ne passavano 4 a la- s. Gaetano carmelitano scalzo, nato in
vorare, 4 a cantar salmi, concedendo sol- Cliaves diocesi di Braga. Non ebbe succes-
tanto le altre 4 ^^ riposo. Il giorno la- sori e la diocesi fu unita a quella di Porto.
\oravano fino a sesta, indi leggevano ti- PENE ECCLESIASTICHE. Due sor-
no a nona, poscia raccoglievano delle er- la di pene sono distinte dal diritto cano-
be pel loro villo, l'emene evitava tutto nico, le spirituali e le temporali. Le pri-
ciò che poteva cagionargli la minima di- me comprendono le censure ecclesiasti-
strazione, ed era tanto staccato dalle cose che, le irregolarità, la deposizione, la de-
del mondo, che essendo sua madre ve- gradazione, certi esercizi di pietà che s'im-
nuta a visitarlo, egli senza aprire la [)or- pongono ad un ecclesiastico per correg-
la le chiese, scarnava meglio vederlo al- gerlo di qualche cattiva abitudine. Le
loia un istante, od essere eternamenle temporali sono le limosine, le ammende,
con lui nella vita avvenire, soggiungen- la privazione del rango in una chiesa, del
do che se ella soflocava questo suo desi- voto in un capitolo, de'frulli d'un bene-
derio, avrebbe godutola beatitudine del fizio, la prigione, il bando, la tortura, la
cielo. Confortata la donna da questa pro- galera, l'ammenda onorevole. La Chiesa
messa, si ritirò senza vederlo. Pemene u- abbonendo il sangue, le pene che impo-
so la stessa severità verso il govereiatore ne il vescovo o il giudice oufiìziale eccle-
della provincia, il quale lo slimolava a siastico, mai arrivano a tal punto. Quando
rendergli una visita Ptitornato nel deser- il delitto è enorme e tale da meritare una
to di Sceti, una nuova scorreria di bar- pena afflittiva o corporale, il giudice ec-
bari lo costrinse di nuovo ad uscirne con clesiastico, dopo di aver imposto la mag-
s. Al senio nel 43o, e mori circa il 45i. giore delle pene ecclesiastiche, ch'è la de-
La vite dei Padri ridondano di eccellenti posizione e la privazionede'benefizijdeve
massime di Pemene, che sono tante pro- ricorrere al braccio secolare. Avendo la
ve della sua saggezza, dei suoi lumi e Chiesa l'autorità d'imporre pene o peni-
della sua discrezione. Egli è nominato a' tenze, secondo la qualità de' delitti e la
ij agosto nel mailirologio romano e nei condizione dc'peni tenti, non ha però ella
48 PEN PEN
proceclulo nel corso degli 1 1 primi se- delli degli scalzetti (^.). Finalmente si
pena dinanzi a Dio, e che colla remissio- retici e molti ipocriti che si usurparono
stizia e alla Chiesa /^. Censure ecclesia- Dnlcinisti o Frati della vita povera, i
stiche. Carceri ecclesiastiche, Peniten- Fraticelli (/^.). Dell'uso dei penitenti di
za, Legge, Immunità e gli articoli relativi. battersi il pedo, tratta il p. Menochio,
PENI SCOLA. F. Paniscola. Slnore t. 2, p. 22G.
PENITENTI. Diconsi i religiosi del PENITENZA, Poeniten'.ia. Si puòcon-
lerz'ordinedis. Francesco, de'qua li parlai siderarela penitenza come una virtù par-
nel voi. XXVf, p. 70; I in origine partico- ticolare o come uno <ìc selle sagra menti
larmente(/^. Flagellazione) alcune Coii- della Chiesa. La penitenza considerata
fralernile [V.)^ le carmelitane scalze fon- come virtù, è un dolore iie'peccali che
date in Orvieto da Antonio Simoncelli, abbiamocommessi, contrilio, unito all'e-
per donne di cattiva condotta e ]\lcre- menda della vita ed al fermo proponi-
che volevano far penitenza; la
trici (F-), mento di soddisfare alla giustizia di Dio,
congregazione delle donne penitenti di per l'ingiuria che gli abbiamo fatta pec-
Roma, ora Conservatorio di s. Croce del- cando. Per tal modo la virtù della peni-
la penilcnza, V. ( il monastero che al- tenza rinchiude in sé tre cose: il dolore
le convertite fabbricò in Costantinopoli o pentimento del peccalo passato; la
il
loro che caduti nella colpa ne sono contri- ti in quaresima dovevano confessarsi, i
ti, che confessano i propri errori e si pro- preti almeno nell'avvento e nella quare-
pongono di soddisfarvi, mediante il mi- sima; della materia del sagramento, mi-
nistero d' un sacerdote che ha la giuris- nistro e soggetto della confessionc(quauto
dizione necessaria a tale effetto. 11 confes- al Diacono ch'esso anti-
ministro, dissi a
sore sostiene la persona di giudice e di camente mancanza del sacerdote udi-
in
le cerimonie e i gradi propri della peni- sacri canoni permettevano 1' ingresso in
tenza solenne. Così ogni penitenza soleu- chiesa: ivi potevano ascoltare le istruzioni,
ne era pubblica, ma ogni penitenza pub- la lettura e spiegazione della sacra scrit-
blica non era solenne. Si fece qualche u- tura e il sermone, ma veniva loro ordina-
so della penitenza pubblica, ma non del- to uscireavanli che cominciassero lepre-
la penitenza solenne, dal principio della ghiere, nello stesso tempo che uscivano i
Cliiesa fino verso la metà del 11 secolo. catecumeni e altri ch'erano compresi sotto
L'incestuoso di Corinto, scomunicalo da il nome generico di ascoltanti, non po-
s. Paolo, non rimase in penitenza che un tendo partecipare alle orazioni pubbli-
anno o poco più, e il giovane capo di la- che e suffragio del sagrifizio. Essi si rac-
dri, che l'apostolo S.Giovanni riconciliò coglievano presso alla porta o nella par-
colla Chiesa, vi rimase anche meno. Dal- te più bassa della chiesa o nartece o ve-
l'origine de' montanisti, nati nel li se- stibolo, cioè portico interno (delle diver-
colo , sino a quella de' novaziani insor- se parti della Chiesa e distribuzione dei
ti metà del III, la Chiesa usò u-
verso la penitenti secondo il loro sesso e delitto, non
na maggior severità verso penitenti, ma i solo parlai a quell'articolo, ma anche de-
però non gli obbligò alla solenne peniten- scrivendo le superstiti mi
anlìche chiese, e
za durante quel tempo, e siffatta peni- limito citar quella del voi. XXXlll,p. 66
tenza principiò dopo l'origine de' nova- e seg. ), coi catecumeni del più infimo
ziani. La penitenza solenne era divisa in ordine, e ne sortivano con essi quando
quattro classi o ordini o gradi di peni- cominciava l'orazione, all'intimazione del
tenti pubblici. 11 i." era quello de' pia- diacono, prima della messa delta de'ca-
gnenti o piangenti, il 2." degli ascollan- tecumeni. La 3." classe de'penitcnti pub-
ti, il 3.° dei prostratij ed il ^.° (\e consi- blici prostrati, oltreché venivano morti-
stenti.Anche gli Energumeni ed Cate- i ficati con opere servili e laboriose, rima-
cumeni (di cui parlai eziandio a IVeofilo, nevano in chiesa mentre recitavansi al-
V. ) , appartennero alla classe dei peni- cune orazioni per essi, ma sempre genu-
tenti. 1 ^j//7Hg<'/j// vestili di sacco ecoper- flessi colla faccia inchinata al suolo. Ri-
li di cilicii,ed il capo di cenere, tenevan- cevevano l'imposizione delle mani dal ve-
.si sotto \\ portico o o/r/o della chiesa, fuo- scovo o dai sacerdoti, ed era loro stazio-
li della porta, dove piangevano loro pec- i ne al sommo del nartece, cioè dalle por-
«ati e si raccomandavano alle preghiere te della chiesafino all'ambone, indi u-
i\t''fccìcU che di là passavano per recarsi scivano coi catecumeni del 2.° grado. I
alla preghiera pubblica, né aveano parte prostrati restavano in questo slato, fin-
alcima alla messa che si celebrava pe'ca- ché la Chiesa fosse persuasa di loro con-
tecumeni. Negli uffizi pubblici ed alla mes- versione : in questa 3.^ classe si ammet-
sa recitavansidelleorazioni particolari pei tevano anche energumeni. La 4-'' clas-
gli
cortili, {)erciò detti iemanti, come espo- e stavano in piedi cogli altri nelledome-
sti allo scoperto all'ingiurie del verno e niche; assistevano alla messa, ma non po-
altre stagioni. La 7..' classe de' penitenti tevano far Je oblazioni o offerte, né co-
ascoltanti uditori, i quali dopo essere municarsi. In questa classe talvolta \cn-
PEN PEN T f
nero ammessi quelli che per qualche col- latria, l'oraicidio, l'adulterio, fossero essi
pa più leggiera venivano privati della pubblici o secreli;altri non vi sottopon-
sacra Conìunione (^.). La penitenza so- gono questi peccati gravissimi che nel ca-
lenne non rimase in vigore in oriente se so di pubblicità: certo è che nelle .severità
non che verso la fine del IV secolo^ e nel- delle antiche penitenze, i peccati privati,
l'occidente sussistette sino al VI! inclu- toltane la solennità, si punivano cornei
sivamente. Nel secolo XI gli esercizi del- pubblici. 11 l^avcW, De'parrochì, avverte
la penitenza canonica commutarono in
si che la penitenza pubblica nulla avea di
altre buone opere, cioè ne'pellegrinaggi, comunecolla penitenza sagramentale, es-
crociate e limo'sine. Però abbiamo che sendo diversissima. Spesso uno era asso-
Onorio 111 Papa del 12 iG, ordinò a tut- luto sagrnmentalniente, e non lo era dal-
ti i vescovi che nel giovedì santo riconci- la penitenza pu])\}\'\cn i)ì facirni eccltsìae.
liassero colla Chiesa i penitenti pubblici; La penitenza pubblica stava in luogo del-
ed il Chardon afferma che sino al seco- l'odierna forca, galera, multeec; non s'im-
lo XIV durarono nella Chiesa vestigi as- poneva la seconda volta, né preti i vi s'im-
sai chiari dell'antica disciplina. Delle pe- mischiavano. Il vescovo senza prove non
nitenze date nel concilio di Laferano Vai poteva imporla : talora si serviva dell'ar-
cardinali ribelli a Giulio li, vedasi il voi. cidiacono e de'canonici diaconi per as<;ol-
la penitenza solenne nel dì delle Ceneri nitenza pubblica. I teologi non sono pa-
(F.), mentre l'altra pubblica poteva im- rimenti d' accordo intorno alla peniten-
porsi in ogni tempo. Nel V secolo poi e za solenne applicala al clei'o maggiore,
per tutto il VI, in molte chiese occiden- vale a dire preti e diaconi, che alcuni sos-
tali ebbe luogo una 4-* specie di peniten- tengono sottoposti al pari de'Iaici, duran-
za chiamata semipubblica, cioè mezza- ti primi tre secoli della Chiesa altri
i ;
na tra la pubblica e la segreta, come la pretendono che non vi sieno stati mai sot-
1 ilegazione temporanea ne' monasteri e toposti, a meno che essi non abbiano vo-
diaconie, con rigorosi digiuni. luto soltomeltervisi spontaneamente, e
Nessuna persona, di qualunque stato che le penitenze pubbliche del clero mag-
fosse, era esente dalle pratiche imposte giore, che avea peccato pid)blicamente,
dai sacri canoni a quelli che per delitti si riducevano a deporli ed a rinchiuder-
notori e scandalosi, come convinti giuri- li La penitenza solenne non
ne'monasteri.
dicamente, facevano la penitenza pubbli- si accordava che una sola volta, e quel
ca : l'imperatore Teodosio I n' è un lu- li che dopo averla compita cadevano nei
minoso esempio;aUro l'abbiamo ins. Fa- medesimi delitti, o in altri piìx enormi,
biola nobilissima romana. Alle femmine non vi erano più ammessi. Non si dispe-
però non si davano queste pubbliche pe- rava però del la loro salute e venivano as-
nitenze, ma privatamente piangendo le soggettati a far penitenza in particolare:
loro colpe, con digiuni, orazioni e altre venivano altresì privati della comunione
opere buone, impetravano da Dio e dal- eucaristica anche inpunto di morte, ma
la Chiesa 1' assoluzione di loro sciagure. questa disciplina non fu da per tutto u-
! teologi non sono d'accordo intorno ai niforme. Nella penitenza solenne eianvi
peccati ch'erano sottoposti dai canoni al- molte imposizioni delle mani e del cili-
la penitenza pubblica e solenne. Gli uni cio sulcapo la i.' facevasi dal vescovo
:
fetta poteva farsi nella chiesa dai sem- generali e locali che regolavano l'ordine
plici preti, col permesso del vescovo, o e il tempo della penitenza. 11 diritto dei
fuori della chiesa senza consultare il ve- vescovi era fondato non solo quali eredi
scovo in caso di necessità. La riconcilia- dell'autorità di Cristo, ma eziandiodel-
zione perfetta non facevasi mai dai sem- la sua carità, considerandosi a un tempo
plici preti, se non in caso di morte e col comegiudici, padri e pastori de'fedeli, esui
permesso del vescovo, ed anche dai dia- decreti de'concilii,alcunide'quali li auto-
coni in mancanza de'preti ecoli'imposi- rizzarono a prolungar la penitenza, se lo
zione delle mani. Il 3.° concilio Toleta- credevano vantaggioso a'peccatori. L'ac-
no ordinò che il vescovo ed il prete to- corciar delle penitenze, dice il Chardon,
sassero i penitenti pubblici. Alle persone die origine a\V lnclulgenza[F .),(\e:ierm\-
maritate si dava la penitenza pubblica nandovisi i vescovi eziandio per le soprav-
di loro consenso, perchè lo stato di pe- venute persecuzioni e per le raccoman-
nitenza impegnava la continenza. Nel- dazioni de' martiri. Nel voi. XXXVI II,
r85o il concilio di Pavia decretò che i p. i33, ricordai le lettere de martiri in
penitenti non potevano sposarsi nel tem- favore decaduti o /a^.si sottoposti alla pe-
po della penitenza. Alcuni hanno confu- nitenza canonica, dette anche libelli e ce-
so quanto era proprio della peni lenza pub- dole di pace; non che le lettere penilen-
blica colla penitenza solenne. Nel giorno ziali pei penitenti che recavansi a Ro-
delle ceneri i parrochi conducevano pub- i ma, per adempirvi la penitenza. Anche i
blici penitenti al vescovo per ricevervi la sacri Pellegrinaggi [V.), come ho accen-
penitenza (della quale è un vestigio l'im- nato, fecero parte delle penitenze cano-
posizione delle ceneri), indi nel giovedì niche e per lungo tempo a Cencio che :
santo per la riconciliazione: talora an- avea tentato di uccidere s. Gregorio VII,
che fra l'anno i parrochi conducevano i questi gl'impose il pellegrinaggio di Ge-
penitenti ai vescovi. Il libro pemtenzia- rusalemme ; altrettanto ordinò Clemen-
te serviva per l'imposizionedella peniten- te V a Nogaret che avea arrestato e ingiu-
za e per la riconciliazione dei penitenti; riato Boiìifacio Vili, al modoche riportai
àe canoni penitenziali o regole per le pe- nel voi. XXVI, p. 3o2. Questi pellegri-
ne da imporsi a'pubblici peccatori, par- naggi si facevano per ogni parte del mon-
lai nel voi. Vn, p. 32 1. Fu nel II se- do col bordone e lo scapolare, o altri a-
colo che la Chiesa stese delle regole, on- biti propri de' penitenti. Essendo la Chie-
de stabilire questo punto di disciplina in sa madre pietosa, quando delle peniten-
una maniera ferma e conveniente, e que- ze secondo gli antichi canoni penitenziali,
si denominarono appunto ca-
ste regole per giuste cause si rendeva impossibile
noni penilenziali, e furono da quel punto o almeno difficilissimo l'adempimento, si
in vigore sì in oriente, come in occiden- conimulavano;in luogo di digiuni a pa-
te. Le penitenze furono regolate confor- ne e acqua, s' imponeva al penitente la
me all'aulorilìi de'padrie dei concilii. S. recita inginocchioni di 5o salmi, dando
Basilio assegnò 2 anni di penitenza per in quel giorno da mangiare a un povero,
un furto, 7 per l'omicidio, la vita inlie- oltre l'astenersi dalla carne e dal vino;
PEN PEN 53
se non sapeva leggere,'prostrato a terra in roccasionedi patire pei nostri peccati. Co-
chiesa, dovea loo volte domandar per- sì permeile egli talora che noi siamo fat-
peccato, il 2." l'esame e la riforma del- nelle frequenti privazioni a cui andiamo
l'interno, il 3.° lo spirilo di compunzio- ci vengono o dal-
soggetti, le molestie che
ne. Essendo tutti i cristiani chiamati al- le persone,© dalle creature irragionevoli
la penitenza abbiamo grandissimo nu-
, eziandio, sono occasioni di far peniten-
mero di memorabili esempi riportati dal za. Su questo gravissimo argomento si
Baronio negli Annali. Le persone consa- possono leggere: il p. Gio. Morin, Coni-
grate alla penitenza e alla perfezione del- mentarius hist. de disciplina in admini-
la vila, in ogni tempo edificarono il cri- stratione sacramenti poenilenliae, trede-
stianesimo. JN' e' secoli iu cui sussisteva il ciin primis saecidis in ecclesia occiden-
rigore delle penitenze pubbliche, molti tali et hncusque in orientali obscrvala,
volontaria mente si sottoposero alla solen- Parisiis i65o. Sirmondi, Historia poe-
ne penitenza, per cosìfar conoscere la lo- nitentiae publicae Parisiis i65i. Orsi_,
,
ro reità e insieme il proprio dolore dei Dissert. hist. de capitalium criminum ab-
commessi falli. Altri vi furono, che senza solittioni, Mediolaui lySo. Joh. Lensaco,
essere rei di colpe soggette a penitenza De ecclesiastica satisfactionc poeniten-
canonica, 1'
abbracciarono per zelo e di- tiae,Lovanii i585. Coucina, De sacra-
vozione particolare. Nel pericolo di mor- mento poenitentiae, ejusque ministro, R^o-
te, senza gravi colpe, ma per istinto di mae 1750. Cìrnvàon, sacra-
éStoria de'
timor di Dio, anticamente fu fre{|uente menti t. Terza-
2, storia della penitenza.
di pigliar l'abito monastico in occasione ga, Istruzione per amministrare il sagra-
d'inlermità, per consacrare il restante dei mento della penitenza Roma 790. Coni-
, i
loro giorni alla penitenza se sopravvive- ment. hist. in adniinistr. sacramenti poe-
vano; come narrai nel voi. XLVl, p. 58 nitentiae, Anluerpiae 1682. Sulla peni-
e 73. Osserva Buonarroti uè f" etri anti- lenza, sagramenlo,. ordine e rito da te-
chi, che la peni lenza era solita darsi ai mo- nersi in amministrarlo, vedasi Diclich ,
to cominciò a piangere. Siccome le ope- gna, da nobili genitori. Educato nel ti-
re di penitenza si possofio ridurre in cer- mor di Dio, per le asprezze dello zio, pas-
io n)odo alla preghiera, al digiuno e al- sò in Ceuta di Barberia ad arruolarsi sol-
ì'<'lfino<>ina,lva gli altri mezzi pii di sod- dato. Militò anche in Italia e trovossi ai
disfazione ha pure il rassegnarsi alla
vi falli d'armi di Vellelri e Pizzighettone.
volontà di Dio se ci visiti con le afflizio- Avendo disertato fu mandato prigione in
ni e i travagli. Cosi per mezzo delle ma- Maiorca,ove per compassione tacque chi
lattie, delle ainizioni di spirilo, dei rove- gli avea rubalo l'archibugio. Ottenuta la
sci di fortuna, della perdila della roba e libertà, entrò al servizio del maggiordo-
delle persone a noi più care, Dio ci oOre mo dei cardinal Borbone arcivescovo di
,
54 PEN PEN
Toledo; qii«sli era solito portarsi ogni Salamanca per intendere la sua divina
anno dai domenicani di Segovia a farvi volontà, ivi si trovava presso i francesca-
yli esercizi spirituali, con tutta la fami- ni, santamente finto pazzo e muto. Aven-
glici, per cui Io seguiva pure Giovanni. do tutto la religiosa riferito al confesso-
Essendovi una grotta in cui è tradizione re, egli andò in cerca di Giovanni, lo chia-
vi avesse fatto penitenza s. Domenico mò per nome e invitò a lasciar la simu-
spesso Giovanni si ritirava a farvi ora- lala pazzia. Stupì Giovanni di essere co-
zione, ond'
ebbe da Dio forti ispirazioni nosciuto, ma ridendo si occultò. Allora
d'abbandonare il mondo e di recarsi in il p. Valcarze seriamente in rincontrarlo,
Salamanca. In fatti cambiate le sue ele- gli manifestò quanto Dio aveagli signifi-
ganti vesti con quelle d'un povero, con- cato nella grotta di Segovia e lo minac-
sistendo in lacero sacco che pose sulla nu- ciò di castigo se non ubbidiva; ma segui-
da carne, col capo scoperto e scalzo, l'ul- tando Giovanni la sua finzione evase, in-
timo del 1749 s'incamminò per ubbidi- di fece con lui la confessione generale con
re al Signore alla volta di
Salamanca; e sorpresa de'francescani che lo reputava-
per non essere molestato nel viaggio, si no mulo e pazzo, ed egli rispose essere
finse pazzo e muto. In questa condizio- ciò avvenuto per le loro orazioni. Gli fu
ne si portò al convento de'niinori osser- accordalo in convento uno stanzino, ove
vanti, dormendo sulla porla della chiesa passava la nòtte in orazione e flagellazio-
e ricevendo tra'poveri l'alimenlo. Avve- ni, impiegandosi la mattina a servii^e con
dutosi il Portinaro della pietà del credu- fervore tutte le messe.
to pazzo, l'impiegò a pulire il chiostro, e Il p. Valcarze dopo aver fallo diverse
perciò voleva soccorrerlo a parte, n)a e- prove su Giovanni, nel lySi gli svelò il
gli si contentò di restare dopo i poveri. segreto che Dio lo destinava fondatore
1 ben presto se ne servirono, ara-
religiosi di nuovo ordine a vantaggio de' fedeli.
mirandolo anche pegl'iusulti e derisioni Subito Giovanni fuggì dal convento e sa-
de'ragazzi, che sopportava con edificazio- rebbe partito dalla città se Gesù Cristo
ne: finalmente Dio volle far palese la vir- non lo avesse impedito, parlandogli la ter-
tù del suo servo, nel modo seguente. Sette za volta, la seconda essendosi manifesta-
anni circa prima che Giovanni andasse to al suo arrivo in essa. Tutlavolta il p.
a Salamanca, il Signore in visione avea Valcarze ritrovatolo procurò di persua-
mostralo a suor Rosa del Casliglio di Ge- derlo della replicata volontà divina, e
sìiNazareno,re!igiosadis. Chiara di quel- dopo vari abboccamenti lo indusse a tor-
la città, il volere che si fondasse un nuo- nare in convento e rassegnarsi, portan-
voordine di penitenza, dichiarandole an- dolo da suor Rosa di Gesù Nazareno che
cora gli esercizi che doveano praticare i gli consegnò lo scritto della rivelazione.
nuovi Penitenti ( F.), ovd'inaiìdoìe di scri- Ricevuta Giovanni la carta, nel giorno di
vere fedelmente l'udito e il veduto, co- s. Gio. Battista lySi coininciò ascrivere
mefececonsegnandolo scritto al suo con- la regola e la terminò in quello di s. Bar-
fessore p. Valcarze minore osservante e tolomeo :8 marzo 'jS'ì unitisi a lui
agli i
zioni. Giovanni restò nel suo proponi- Portogallo fondarono tre con-
i religiosi
mento e solo fu conlento che la regola venti, ma solo in Lisbona poterono rima-
era piaciuta al capo della Chiesa, speran- nere. Tornato Giovanni in Ispagna ebbe
do che Dio avrebbe cambiato il cuore ai un convento a Madrid, che durò Ireaimi.
sovrani. Parli per Napoli con due com- Ripassato il fondatore in Roma eresse
pagni per tentarvi una fondazione, la- un convento sul IMonte s. Angelo presso
sciando gli altri in Roma a vivere reli- Viterbo, poscia iu questa città traspor-
giosamente in una casa contigua all'o- tato : finalmente andato in Ferrara, in-
spizio de'benfralelli spagnuoli (ne parlai debolito e stanco pei continui viaggi per
XXVI, p. 126 ) presso s. Maria
nel voi. stabilire e dilatare l'ordine, Giovanni vi
Maggiore, alimentandosi di limosine ,
morì a'24 maggio i 769, d'anni 4^5, e con
(]uando la provvidenza condusse nell'a- fama di santità fu sepolto in s. Croce e
bitazione il cardinal Cresceiizi arcivesco- poi traslato in s. Apollinare. Progreden-
vo di Ferrara, ed informatosi del loro te- do l'ordine a fiorire, Pio VI a'2 mag- i
nore di vita, gl'invito a recarsi a pranzo gio 1784 col breve Injuiicti nohis, con-
da lui due per giorno. Per la stima che fermò le regole e costituzioni dell'ordi-
ne concepì, con beneplacito pontificio li ne, e con l'altro, Ex debito, ^W comuni-
stabiPi in Ferrara, prima nella chiesa dei cò le grazie e privilegi dell'ordine fran-
Sacconi, quindi in quella di s. Croce, don- cescano. Nel Ball. Ront. Coni. t.
7 , p.
de l'arcivescovo Mattei li trasferì nella 284 299, sono riportati brevi e le co-
e i
chiesa di s. Apollinare. Venuto Giovan- stituzioni, quali già erano state stampa-
ni in cognizione dell'operato dal cardi- tene! 784 in Ferrara, indi in R.oma col-
I
nale, si recò in Roma, e fu consigliato le y4ggiunle nel 1 790. Queste ultime tro-
di porre in pratica il prescritto dalla re- vate necessarie dal p, Giuseppe Crespo
gola, cioè di andare il superiore a chie- generale dell'ordine, con facoltà aposto-
der la limosina per la città colla croce lica si formarono da lui e dal definito-
sulle spalle. Ubbidì Giovanni e venendo rio, indi ordinate e disposte dal p. Anni-
abbondantemente provveduto dalla ca- bali da Latera minore osservante, furo-
rità de'fedeli, cessò co' compagni di an- no approvate a'20 luglio 1790 con de-
dare a pranzo nelle case degli altri re- creto della congregazione della discipli-
golari. Per falsi rapporti il cardinal Gua- na regolare, ed autorità di Pio VI, il qua-
dagni li fece partire da Roma, assicuran- le accordò ai religiosi l'uso del mantello.
doli che se fossero ricevuti altrove, co- Inoltre Pio VI coi bve\e Ejcposiliim no-
me in Ferrara, il Papa avrebbe appro- bis, de' 18 luglio 1797, Bull. cit. t. io,
vato l'istituto. Dopo essere Giovanni coi p. io4, concesse all'ordine il privilegio
suoi religiosi soggiaciuto a diverse peri- diseppellirei fedeli defunti nelle loro chie-
pezie, sì in Roma, che in Napoli, Mila- se. Dipoi Pio VII con breve nominò ge-
no, Piemonte, Alessandria e Brescia, do- neraleil p. Andrea Castellani romano, e
dicale quolidiananieute, che dove queste go circa dieci dita dalla parte posterio-
non bastino per vivere è loro permesso re, mentre uell' anteriore scende fino al
di fare le provvisioni pel futuro. Il sin- petto diviso in due estremi rotondi. I lai-
(jiazie, dipinta in tavola e coronata col dussero in miglior forma convento eil
divin Fif^lio lattante dalcapitolo Vaticano abbellirono la chiesa, iucui fanno risplen-
a'g f;iu{^uo i644> elicsi venera con par- dere il divin culto.
ticolare divozione, mentre negli altri al- Chiesa dis. ]\lariadegli Jiigeli in ma-
tari sono rimarchevoli il quadro di s. cello Martyrum, nel rione Monti. Dicesi
Francesco del Puccini, e quello dell' As- volgarmente alle Colonnaccìe per quel-
sunta di autore incerto; del convento o le due superstiti che sono quasi riinpet-
ospizio e spedule contiguo, ove dimora- to alla chiesa, ne'giandiosi avanzi del lem-
rono sino al lerinine del secolo decorso pio di Pallade o Alinerva, eretto nel suo
gli eremiti dell'Ascensiona, cui successe- foro da Domiziano ( dicesi demolito tla
ro gli attuali religiosi. Qui dunque solo Paolo 111), detto anche Palladio dal tem-
aggiungerò, che riporta il IWcó, De gin- pio cui appartengono delti avanzi, coti
biliii, p. i36, che in (juello del 1600 il fregio nel quale sono effigiate le inven-
fondatore del luogo Albeiizio vi alloggiò zioni atliibuilealla dea, e iiell'attico erasi
10,000 pellegrini. 11 Cassio, Corso delle ripetuta la figura stante di Pallade, che
acque, par. i, p. 386 e 4^''> na''^» che avea lutto l'onore del foro omonimo. La
fr. Francesco eremita rinvenne un capo chiesa appellasi pure ai P^z/iM/a dal vi-
copioso di eccellente acqua delta delle cino arco ed avtuizi del foro di Aerva, il
re degli eremiti, costituzioni e sua vita sero, il che non volendo essi fare, erano
stampate . Siccome gli eremiti eransi ri- o nel Colosseo abbandonati alle fiere o
dotti a due, il loro protettore cardinal In- portati nelle vicine carnifìcine pubbliche
iiico Caracciolo propose a Fio Villa sop» ad essere tormentati e uccisi, peroni ta-
pressione della comunità e di dare la chie- li luoghi si dissero macello de'martiri. Il
sa coir edilizio contiguo all'ordine della pili famoso fu quello che poi fu occupa-
penitenza, di cui fu fatto prolettore, col lo dalla chiesa per santificarlo e racchiu-
peso di ricettare e alimentare gli eremi- dervi nel mezzo il pozzo, nel quale si get-
ti esteri, quante volte capitassero al con- tarono moltissimi loro corpi e le cui ac-
vento, iu occasione di recarsi alla visita que sono riconosciute prodigiose. Dicesi
de' santi luoghi della città. Il Papa ap- che nelle nominate acque slagnanti e fan-
provò la proposizione del cardinale il 1." gose si Lullàvauo e tormeulavauo i sauli
53 PE x\ P EN
uiartiii, quindi sopra una pietra nera ili lica la fece restaura redal cav. Pietro Cara-
paragone si mozzava loro il capo, quale porese, indi fu riaperta alle sacie funzio-
pietra si venera nella stessa chiesa. For- ni e con solenne messa e Te Deum.a' j
se è questa la pietra scelleiata, sulla qua- maggio 1846. Quindi a' 17 vi fu l'espo-
le fu martirizzato anche s. Ippolito cava- sizione del ss. Sagrameuto in forma di
valiere i ornano, ed esisteva in questo luo- quarant'orecon nuova e bellissima mac-
go. La chiesa giù nel secolo Xll era sotto china, procurata dal zelo de'i'eligiosi, dal-
il titolo di s. 3Iarco in macello Marty- la pietà e carità de'fedeli, tra'quali il car-
rum, quindi prese quello di s. Maria de- dinal Carlo Aclou benemerito protettore
gli Angtii in macello ììlarlyrum, come dell'ordine (sino dal 1 843 per nomina di
regina de' martiri, probabilmente dalla Gregorio XVI), che avea provocato il re-
miracolosa immagine di Maria col Bam- stauro del tempio, e poi lo fece solenne-
1-iino egli Angeli che ivi è in gran vena- mente consagrare a' 2 agosto da rag/ Pichi
razione e dipinta in mino, coronata in arcivescovo d'Eliopoli.dedicandoloa Ma-
un al figlio a'3 luglio 729 con corone
I i ria ss. degli Angeli ed a s. Agata vergi-
d'oro dal capitolo Vaticano, come descri- ne e martire, come descrive il a.°64 del
ve il citato Dombelli l. 4) p- 4^- Leone Diario di Roma.
X nel iSiy die la chiesa all'università PENITENZIERE o PENITENZIA-
de'tessilori, ed avendo essi s. Agata per PiIO, Poenilentiarius, Praefectiis admis-
avvocata (
per la tradizione che avendo sis poenitentiwn cx/)iandis. Confessore,
appreso l'arte di tessere, con fare e dis- e propriamente quello che ha autorità
faie un velo, venne adeludere l'impor- d'assolvere da' casi riservali al vescovo,
tunità della madre, che la volea forzare stabilito nelle chiese cattedrali, che d'or-
a prendere marito, come rileva il Lau- dinario è una dignità à^'capiloli. 11 pe-
1 enti, Star, di s. Agata in Suburra, p. 4 '
>
nitenziere del vescovo confessa chiunque
nella quale chiesa sono le sacre spoglie a lui si porti, ed in qualunque luogo dei-
di s. Ippolito ), le eressero un altare e la diocesi, ricevendo la facoltà non ex com-
introdussero di chiamarla chiesa con tal missione, sed a jiire ( Lambertini, i^^'^-
titolo. S.Pio /^, Ghislieri, migliorò la con- dioec. lib. I, can. 4)- I Penitenzieri di
trada pantanosa e poco accessibile, con Roma [V.) sono soggetti al cardinal Pe-
nuove strade e le principali presero il no- idteiiziere maggiore {1^-). Nelle chiese in-
me di Alessandrina e Bonella, il primo signi e santuari vi souo pure i peniten-
per quello che avea portato da cardina- zieri, ed anche di diverse lingue, come
le e usato pure dal nipote cardinale, che quelli di Roma.iN'e'primitempi dellaCliie-
essendo della famiglia Bonelli in onore sa il solo vescovo confessava, ciò che ia
chiamala l'ai Ira via. Nel 784
di questa fu » punto di morte faceva ogni prete. Nel cre-
Pio VI donò la chiesa e la casa propin- scere del popolo fedele i vescovi depu-
qua all'ordine della penitenza, che vi po- tarono un prete cattediale canonico pe-
se la residenza del generale, della curia nitenziere che lo aiutasse. In Roma e ia
e del definitorio; ed alla coufrateruita dei Alessandria vi fu più d'un penitenziere:
tessitori lasciòil proprio altaie. Nel 1792 vi furono poscia altri confessori generali.
in Pioma pubblicò Isidoro Nardi, Bre^'e Con l'erezione delle Pievi o parrocchie
notizia della miracolosa immagine, di s. rurali si scemò la fatica del vescovo e del
Maria degli Angeli, o Macel de Marti- penitenziere. I penitenzieri antichi e mo-
ri, detta ancora de Tessitori. Da ultimo derni erano e sono confessori generali.
eper le ingiurie del tempo, bisognò chiu- Anticamente eravi la disciplina di appro-
derla al culto divino, onde con benepla- vare generalmente de'confessori, il di cui
cito di Gregorio XYI la camera aposto- potere esteudevasi iu tutta la diocesi, e
PEN PEN 5()
non era libero a ciascuno di scegliere in- al governo delle parrocchie, prima nelle
clilTerenleraente unocle'confessori appro- città grandi, come Roma e Alessandria,
vali; gli alili non potevano confessare che e poi nelle ville ; e per la penitenza de-
nel luogo assegnato. I vescovi determi- legarono la stessa facoltà a'monaci sacer-
navano confessori
i
;
gli uni pei laici, od doti, i quali si guadagnarono talmente le
tri per il clero, e gli altri per le religio- principi e signori gli elessero sovente per
che parlando de'/jtf/i/Ve«s/er/ vaticani. Ab- più ordinari amministratori di questo sa-
biamo dal Rinaldi all'anno 5(ì, n.°24) ^^^^ gramento, e qualche volta dinanzi a loro
a'tempi dell' imperatore Decio del 249 ed a"li altri sacerdoti, che si chiamava-
gi à vi erano sacei doli penitenzieri, qua» i no il senato o il presbiterio. Neil' oriente
li udivano le confessioni, ne lo negano gli la disciplina offre in ciò qualche differen-
stessi nemici delia penitenza, essendo ciò za. I vescovi avevano in ogni chiesa sta-
chiaro per l'autorità di Socrate e di So- bilitoun prete penitenziere, al quale a-
zomeno, islorici greci novaziani. Che in vevano rimesso almeno l'esame dei pe-
una chiesa fossero deputati più sacerdo- nitenti. La sua funzione era di ascoltare
ti penitenzieri a dispensare il sagramcn- le confessioni di coloro che potevano a-
to della penitenza, Io dimostra un'epi- ver bisogno del suo ministero pai ticola-
stola di Dionigio Alessandrino a Fabio re.A questo fine volevasi che l'eletto fos-
Antiocheno, quindi crebbe il loro nume- se di una discrezione e di una prudenzii
ro e si deputai onoa ciascuna chiesa. Che distinta fra tutti gli altri ministri dell.i
rita nell'ordinazione, e assegnar loro sud- i ché quanto alle assoluzioni riservate ai
diti, sopra cui debbano esercitarla. Quan- vescovi dalla parte de'preti, era già an-
to ai casi riservati ai vescovi e al Papa, ticamente ordinario costume riservare ai
si trovano Iraccie di queste riserve negli vescovi l'assoluzione de'pubblici peniten-
antichi rituali mss., ne'quali si vede che ti. Dal I ooo
in qua cominciò a tarsi que-
i sacerdoti, i quali ascoltavano i peniten- sta riserva anche ai vicari generali de' ve-
ti, anche nel giovedì santo, dopo avere scovi, quali ancora erano penitenzieri,
i
presenlarii al vescovo per tal effetto. An- penitenziere del vescovodi Parigi. V. Pe-
ticamente era permesso, come al presen- re ECCLESIASTICHE, ovc fcci parola de'due
te, ai monaci di ascoltar le confessioni gli furi penitenziali, interiore e esteriore. Den-
uni degli altri, ma 1' assoluzione era ri- tro i Confessionali (V.) si trova la nota
servala all'abbate. Vi sono degli esempi stampata de' casi riservati al Papa ed al-
di casi riservati al Papa, da più di nove la sua peuitenzieria. Un confessore sem-
secoli. Per 1' omicidio può vedersi negli plicemente approvato ad ascoltare le con-
atlide'sanli di Piedone. Quelli diesi man- fessioni , non può assolvere dai casi ri-
davano perciòal Papa, gli portavano let- servati, se non che in punto di morte, ed
tere del loro confessore, nelle quali gli si espresiamente lo dichiarò il concilio di
manifestava la commessa colpa : vedasi Trento, sess. i 4? e. 7.
Pellegri.v AGGIO. Piiccardo vescovo di Sa- L'istituzione de' penitenzieri maggiori
lisbury riferisce. « Quelli che si duigo- in ogni diocesi, propriamente risale al se-
no al Papa, portino seco lettere contenen- colo XIII, in un ad altri provvedimenti
ti la specie e circostanze del peccalo, e le che si giudicò a proposito di fare pel be-
csprimanosullìcientemente, oppure il con- ne dell'ecclesiastico governo, quali pos- i
fessore stesso vada a Pioma ". La storia sono vedersi nel Tomassini, Dt i'cl. et uo-
ecclesiastica ci dà un esempio mollo piìi va eccl. discip. Innocenzo 111 che Ilori nel
antico di assoluzione riservata al superio- jìrincipio di detto secolo, ordinò col cap.
reenarratoda Fleury. Giasone piete ac- De qffic. ordinar,, che lutti i vescovi te-
cusò un altro detto Lamponiano que- : nessero presso di loro continuamente un
Jili confessò il suo delitto, e fu perciò da penitenziere, per assolvere que' casi ri-
SìucnÌo separa lo dalle adunanze della chie- servali, cui non è permesso assolvere a-
sa. Egli mostrava colle lagrime il suo peu- gli ordinari confessori. Dei penitenzieri
timciilo, e il popolo chiedeva grazia per maggiori o generali se ne fa menzione nel
lui. Ma Sinesio stette saldo, e lo rimise concilio d'Ox.ford del 1289, ed in quel-
per l'assoluzionealla sedia episcopale, cioè lo di Chester pure del 1269. Il concilio
a Teofdo d' Alessandria. Solo permise a di Trento, sess. n^, e. 11, decretò. » Se
lutti i sacerdoti ch'erano presenti, di dar alcuno dirà, che i vescovi non hanno di-
la comunione a Laujpouiauo, nel caso che ritto di riservarsi casi, se uuu iu quanto
PEN Ht
alla polizia esteriore ; e quindi che que- che la loro vci'ga n bacchetta, in primo
sta riserva non impedisce, che un sacer- luogo indica Taulorilà superiore a qiud-
dote non assolva veramente dai oasi ri- la dignità degli altri confessori ordinari,
servali, sia anatema ". Quindi nella sess. loio comunicala e secondariamente, e-
;
24> e. 8, il medesimo concilio statuì. Il •> scludendo qualsiasi timore dal cuore dei
vescovo stabiluà un penitenziere, unen- penitenti, nell' accostarsi al gian sagra-
do questa funzione la prima prebenda, inenfo della penitenza, rappresenta quel-
che verrà a mancare, ed eleggerà per que- l'interna divina consolazione, che si co-
sto posto qualche dottore e licenzialo in munica a'medesimi, che sotfopongojio il
teologia di 4o anni circa d'età, o altra per- capo al tocco di essa, di cui sembra par-
sona che troverà più idonea per questo lasse il Piofela: Virga tuo elbactUns tiiu.i
te all'ofilzio nel coro ". Ed ecco l' origine co della medesima, come apparisce dal
della prebenda penitenziale e della peni- privilegio di Paolo V, confermalo da In-
tenzieria annessa ad un canonicato nel- nocenzo XII li 3 maggio 1695. E quan-
le cattedrali. hanno penitenzieri
Inoltre to ali indulgenze che si acquistano al toc-
eziandio le chiese insigni, come fra le al- co della bacchetta degli altri penitenzie-
nitenzieri colle solite facoltà pei casi ri- fo 'So, concesse altri 20 giorni d'indul-
servati, ed altri tre ve ne aggiunse Be- genza. Di queste indulgenze ne scrisse il
nedetto XIV. 'ÌSavva\\K\cc\, De'gitthilei, p. Siro, DUncitalio, ec. Che nelle pro-
p. 224, che in quello del \()i5 Urbano cessioni i penitenzieri si fanno precedere
Vili aumentò il numero de'penifenzieri da due chierichetti incotta, portanti maz-
vaticani con aggiungerveneprimaS e poi zi fori con in mezzo elevatala lunga
(\'\
altri 4) a' quali diede l'uso della cotta, bacchetta penitenziaria, ne feci parola nei
della stola paonazza e della bacchetta, che voi. VII, p. 298, e IX, p. 57. L'uso pe-
prima non avevano. Aipenitenzieridi Lo- rò della bacchella ai penitenzieri delle al-
reto, Benedetto XIII concesse che quelli tre chiese e cattedrali si concede dalla s.
a' quali avrebbero toccato il capo colla Sede, come rilevo dal Cecconi, Storia di
bacchetta penitenziaria, acquistassero 4o Palestrina p. 367, ,
al penitenziere prò
giorni d'indulgeiiza, essendo tale bacchet- tempore della quale la s. congregazione
ta o verga segno del loro potere spiritua- con decreto degli
de'rili concesse i no- i
chi ne riceve il colpo. Il Marangoni. Del ta, «e non rinunzia od è promosso ad al-
giubileo universale dell'anno santo, K 1 o, tro. Nel sacro collegio e curia romana,
del clero valicano e de'penilenzieri,dice secondo il p. Plellenìberg, Nolilta p. 49>
Gì PEN PEN
dopo n vice cancelliere e il camerlengo, Roma conilìtiiit quasi dloeceses propler
il penilenzieie maggiore è il 3.° amplis- haplismum, et poenitentìam, il che me-
simo uffizio autorevole ed onorevolissi- glio a Titoli cardinalizi. Acquistata la
mo. 11 De Luca, Del card, pratico p. 4o2, pace dalla Chiesa, penitenzieri si este-
i
osserva che nella chiesa romana fungeva sero anche per altri penitenti, onde ven-
aulicamente l'ufllzio di penitenziere mag- ne stabilito, che in ciascuna chiesa pa-
giore l'arciprete o i ."cardinale dell'ordi- triarcale di Roma fossero due preti, che
ne Att preti j lo chiama vicario o ministro avessero cura d' imporre la Penitenza
nelle cose divine per tutta la Chiesa uni- {f^.J, secondo canoni penilenziali anti-
i
versale, per supplire alPapa nell'asso! vere thissimie severi. Anastasio Bibliotecario,
dalle censure e casi riservati. Come qua -
parlando di s. Simplicio Papa del 4^7»
lunrjiic vescovo tiene sempre presso di sé chiaramente riferisce, che constitnit ad
lui Peiiilcnzierè ( P.) per assolvere casi i ri- sanctos Petrum, Pauluni et Laurentiuni
servati, cos'i il sommo Pontefice qual ve- hebdoniadas propter poenilentes et ba-
scovodi Romaecapodella Chiesa univer- ptisnium. Laande secondo lo stile ordina-
sale elegge il cardinal penitenziere mag- rio di Roma ne'gradi e negli uffizi eccle-
giore nominandolo con biglietto del cardi- siastici, aveano il loro
questi penitenzieri
nal segretario di stato, cui segue la spedi- capo che nomina vasi penitenziere maggio-
zione del breveapo^tolico; però avvertirò re e col quale dovevano conferire, quindi
coilNardi, Deparrochil. i, p.i83,che il questo uffiziale ne' bisogni e casi impor-
cardinal penitenziere di s. Chiesa confes- tanti si rivolgeva al Papa. Ne poteva es-
sa non solo chiunque si porla da lui, ma sere diversamente, poiché in Costantino-
può confessare in tutte le parti del mon- poli era vi un capo penitenziere, che a
do, colle facoltà sui casi riservati alla s. tutti gli altri penitenzieri sovrastava per
Sede, rappresentando in ciò il Papa. E- la penitenza pubblica. Quando poi il pe-
gli presiede al sacro tribunale della Pe- nitenziere maggiore cominciasse in Ro-
iiitenzierìa apostolica [f-^.), ai peniten- ma ad essere cardinale e solamente car-
zieri maggiori di essa, ed ai minori del- dinale, è assai incerto. Vi sono alcuni che
le patriarcali basiliche di Ruma. In que- a s. Benedetto II Papa del G84 attribui-
sta città sino dai primi tempi della Chie- scono questo uso, citati dal Pletteraberg.
sa vi furono parecchi penitenzieri, i quali 11 Zaccaria nelle note al Lunadoro, /Je-
si denominavano ,
presbiteri poeniien- lazione della corte di Roma, par. 2 , e.
tiiun. E indubitalo che sotto s. Cornelio i3, del cardinal penitenziere maggiore,
Papa del 254 parimenti eranvi peniten- opina, ommesso quanto può essersi pra-
zieri nelle chiese parrocchiali di Roma, ticato ne'tempi più antichi, che cessata
che assolvevano i caduti in tempo di per- o decaduta nell'occidenle la pubblica pe-
secuzione nell'idolatria e detti Lassi[V .), nitenza, venendo a Roma o in pellegri-
onde ne nacque lo scisma de' iV^oiv2s/rt/u naggio da più parti penitenti per esse-
(/^^.), che non li volevano ammettere al re prosciolti da certi peccati, che gli sles-
perdono. Furono perciò nelle Pance- si vescovi volentieri vedevano riservali
di Roma (T.) deputali preti, quali
citte i al Papa per qualche freno alla licenza,
prò modo culpae admissaiii poeniien- certamente dal solo ceto de' cardinali si
tiam inditlgercnt. Nato così l'uso de' pe- scegliesse uno idoneo che presiedesse a
nitenzieri, della cui origine parlai a Pe- nome del Ponlefìce alle cause e all'as-
nitenziere, s. MarcelloPapa del 3o4,per soluzione di tali penitenti forastieri, e
riparare i gravi danni da Diocleziano re- quindi ancora alla penitenza de'naziona-
cali a'Ièdcli, con distruggere i luoghi sa- li. Il Lunadoro, ediz. del 1646, p 32, del
gì i e coii(jscarnc i cimilcri, (ilulos in urbe sommo penitenziere, conviene che que-
slo importantissimo uffizio sia anticliissi- minò penitenziere maggiore il cardinal
tao, ma osserva che il Panvinio propria- Berengario Fredol giureconsulto cele-
mente ne trovò la prima menzione in bre. Essendo morto nel i32i o i323,
Gregorio X Papa del i27r,nelcap. Ubi Giovanni XXII delegò nel 32G I' au- i
nale dal successore Gregorio IX del i'ì'ì'j: ritto, e anno gli succes'^e col
neir i>tesso
avverto, che nel liportare la serie de'car- nome d' Innocenzo fi. Questi nel me-
dinali penitenzieri, che ho forniato, per desimo anno creò cardinale e penitenzie-
le loro notizie suppliscono le hiografie di re maggiore Francesco degli /4t!i, di sin-
ognuno, nellostndio principalmente del- golare dottrina : per sua niorte nel 1 36
le quali potei compilarla. Gregorio IX nominò penitenziere maggiore il cardinal
ebbe a penitenziere, confessore e capptl- Guglieln)o Bragose celebre professore di
hino s. Raimondo di PegnaHurt domeni- canoni. Nel iS^o Urbano A' fece il car-
cano, cui fece laccosliei e le decretali. l\el dinal Stefano de Poissy. Gregorio XI
1234 era poenilcntiario D. Papa Gre- nel 1373 il nipote cardinal Giovanni
gorio IX, Guglielmo de Cordella, come Crosso, dottore in diritto canonico, ma
si legge in Garampi, Sigillo p. 2g. Ma seguì poi l'anlipapa Clemente VII; per
tuli penitenzieri sembrano essere stati cui il Papa Urbano VI nel 1378 dichia-
piuttosto particolari penitenzieri o Con- rò cardinale e penitenziere maggiore E-
fessori del Papa (^.), come lo fu l'ago- leazaro de Sahrano , morto nel i3()4:
stiniano b. Agostino Novello di Termine, in questo tempo era prefetto della pe-
confessore di Nicolò IV, e penitenziere nitenzieria apostolica Agostino napoleta-
di Nicolò ni, Martino IV, Onorio IV, no, viie-tesorieie «rUibano VI, vescovo
s. Celestino V e Bonifacio Vili. 11 i.° di Penne e Atri. Al Subrano successero
penitenziere maggiore e cardinale certo, i seguenti cardinali. Francesco Carbone
Taranlasia profondo teolo-
fu Pietro di cistcrciensenominato da Bonifacio IX,
go domenicano, da Gregorio X nel 1273 morto i4o5; Antonio G aetaid t\>i{\.o
nel
creato cardinale vescovo d'Ostia e peni- da Innocenzo VII e morto nel i4'2;
tenziere maggiore, il quale Io successe nel Pietro Gerardi nominalo da Alessandro
i "2 j 6 co\ nomea' Innocenzo
7^. Nel 1278 V e morto nel i^i'j; Giordanoìe\\g\o-
Nicolò III creò cardinale vescovo d'Al- so della Mercede, fatto da Martino V
bano maggiore il suo cap-
e penitenziere nel )4i8 e come precedente stato an-
il
64 t^EN PEN II
ci suo zio gli successe per disposizione di ziando la chiesa di Bologna: essendo ca-
tal Papa e morì Bartolomeo
nel 1 547 ' duto in malinconia. Clemente X gli die
Giiicliccìoni scello III e morlo
da Paolo in coadiutore il proprio nipote Paluzzo
nel 1549; Ranuccio Farnese promosso Paliizzì, morendo il cardinal Albergati
dall'avo Paolo III, morlo nel i565; s. nel 16H7. Innocenzo XI gli sostituì Lean-
Carlo Borromeo fallo dallo zio Pio IV, dro Co//o/'e<7o filippino, che assistè il Pa-
e per sua assenza s. Pio V fece vice- pe- pa nell'ultima infermila, gli somministrò
nitenziere maggiore e poi penitenziere il Viatico e r estrema unzione e gli lesse
gorio XI II, questi surrogò Giovanni Al- zione. In sua morte, nel lyop Clemente
dohraudini , vnovio ne\ i^yS; laonde lo XI destinò Fabrizio Paolucci, che lo assi-
slesso Gregorio XIII dichiarò prima Sta- stè in morie: nel 172 i, a vendo rinunziato,
nislao Osio, morlo nel '^yp, indi Mar- Innocenzo XIII lo fece vicario di Roma,
co Sittico Allemps, o meglio il proprio conferendo il penitenzierato al fratello d.
nipote FWÌTppo Boncompagno, morto nel Bernardo Maria Co'j^/ cassi nese, che mo-
i585, dopo avere somministrato allo zio rì nel 1780 a'aS aprile nel conclave per
l'estrema unzione. E" certo che il cardinal Benedello XIII; questo Papa prima di
Altemps fu penitenziere maggiore, ma dare il consenso di sua elezione si fece
non mi è riuscito stabilire quando preci- assolvere da lui per la promessa fatta a
samente funse l'oflizio, probabilmente Dio di non ricevere dignità. Nel seguen-
avrà supplito nell'assenza del parente s. te nominato conclave, procedendo il sa-
Carlo e prima della nomina del cardi- cro collegio dopo 3 giorni alla scelta del
nal Alciali. Sisto V nel r58'5 conferì la pro-penitenziere, cadde su Vincenzo Pe-
carica ad Ippolito Aldobra/idini [qusle tra ,
già canonista e datario della peni-
penitenziere maggiore assistè il Papa mo- tenzieria, mediante 43 voti de' 53 car-
ribondo egli somministrò i sagramenli), dinali ch'erano in conclave. L'elettoCle-
fratello del precedente, e nella sua assen- menle XII confermò nell'uflìzio e ven-
lo
7,iere il cardinale Domenico Pinelli : l'Al- cardinale morì nel 1747» ^ ^^^ dotto au-
dobrandini divenuto nel Clemente
i ^q?. tore dell'eccellente opera sMapenilcnzic-
Vili, chiamò a succedergli Giulio Anto- ria. li cardinal Petra lasciò un fondo,
nio i^flH/ono, il quale poco era mancalo perchè il penitenziere maggiore potesse
VE i\ PEN 6j
nominare 4^ individui chierici e laici, sensazioni. A quest'indescrivibile, commo-
onde fare ogni anno gli esercizi spirilua- vente e gì ave spettacolo, per dovere rai
li nella casa della missione a Monte Ci- trovai presente (avendo vicino mg.' Co-
toiio. Gli successe per volere di Benedet- stantino Borgia cameriere segreto parteci-
to XI Vd. Gioacchino i?(^50zz/cistercien- pante e il p. Francesco Vauies penitenzie-
se, Diorlo nel lyjS, onde il Papa creò re valicano alfezionalissimo al morienle
penitenziere maggiore d. Andrea Galli Pontefice) come quello che giammai dì e
canonico regolare, che a Ini conferì sa- i notte mi distaccai dal letto del Papa in
gramenli e 1' indulgenza [)Ienaria in ar- tutto il corso della malattia. La penna non
ticulo morii Essendo morto nel 17^7,
f:. può esprimere come n'ebbi il cuore la-
Clemente XllI nominò Gio. Carlo Bo- cerato da acutissimo dolore, accompa-
schi, defunto nel 1788.. per cui Pio VI gnalo da dirotto e amaro pianto, doven-
gli surrogò Francesco Saverio de Zela' do fatalmente e in compendio perdere
(la: V\o A llgli assegnò per pro-peniten- qnaggiìi per sempre mio padre e signo-
il
]Mii liele di Pietro, e per sua morte nel anni in cui fedelmente Io servii con sin-
j 8'2 I Francesco Saverio Casliglioni: «jue- cero affetto, con quella indefessa cura e
sti prestò assistenza al Papa negli estre- indivisibile dal suo fianco, che il gran
mi del suo vivere eamniinislrò i sagra- Pontefice meglio dichiarò con breve apo-
nienti, facendo altrettantoconLeoneXlI stolico citato nel voi. XLIV, p. i43, e
al modo detto nelle biografìe di quei Pa- con tre testamenti olografi, l'ultimo dei
pi. Nel 1829 il cardinale divenuto Pio quali pubblicò la Gazzella privilegiala
J'III, nella i
.^ adorazione che ricevè dai di Venezia, coi n. 191 e 192 del 1846.
nominò penitenziere maggiore
cardinali Appena spirato il Papa, benignamente mi
Emmaniielede Gregorio, i! quale lo as- furono larghi di conforti i cardinali Lara-
sistè in morie. Passatoa miglior vita quel bruschini, Mattei esecutore testamenta-
degno porporato, Gregorio XVI nel de- rio, Patrizi, Bianchi e Anionelli, che tro-
clinar del 1839 dichiarò penitenziere varonsi presenti a quel supremo istante,
iDoggiore l'attuale cardinal Castruccio di che conservo perenne e grata memoria.
Caslracane degli Antelminelli. Trovan- Ora passerò a indicare le principali
dosi egli nel suo vescovato di Palestrina, facoltà e prerogative del cardinal peni-
mentre Gregorio XVI cadde infermo, tenziere maggiore, al quale concessero
dopo che il p. Proja soltosagrista ammi- larghissima autorità e podestà i Ponte-
nistrò al Pontefice lesti ema unzione, in ficiEugenio IV, Sisto IV colla costitu-
luogo del sngrista, egli fece fare la pro- zione Qiioniam nonnullì, de' 9 marzo
fessione di 'ÌGiie, adempì le veci del pe- 1484, Bull. Roni. t. 3, par. 3, p. 187;
nitenziere dolorosamente e Ira le lagri- Giulio HI colla bolla Rationi congniil,
me i! cardinal Lambruschini segretario dc'22 febbraio i55o, Bull. t. 4j P^r. r,
di stato ed amorevole antico amico del- p. 209, pubblicò quella di Paolo III cou-
l'agonizzante Papa, impartendo le solen- iermatoria della precedente; Pio IV ; s.
all'anima, penetrato dalle più profonde mediante la bolla t ?j6o«»5, de'i8 mag-
voL. in. ,5
66 PEN PEN
gio 10169, Bull. 4j pai- 3, p. 04, aven-
t. giare i semplici voti e dispensare anco-
do con altra, In Oìiiiìihiis, stabilito che il come mutando le ore ca-
ra dai riservali,
cardinal sommo penitenziere esser do- noniche, ed ingiungendo altre opere pie.
vesse prete e dottore di teologia o di sa- Il cardinal penitenziere ha inoltre spe-
gri canoni. Di questa ultima bolla e di ciale diritto di dispensarci religiosi dalle
altre che riguardano il cardinale peni- irregolarità di delitto odi difetto, di li-
tenziere maggiore, ne tengo proposilo a berare cautamente gli apostati delle re-
Penitenzieria. Non solo Gregorio X cer- ligioni, e di peimeltere il passaggio da
tamente nominò il i.° cardinal peniten- un ordine all'altro^ e similmente di con-
ziere maggiore che si conosca, ma nelle cederlo alle monache di là dai monti, e
leggi da lui composte pel conclai'c e sede di rimediarealle censure, ai difetti o pec-
vacante, dichiaiò che in tal tempo, inco- cati delle medesime, e di togliere gl'im-
minciando dalla morte del Papa, cessas- pedimenti impedienti di matrimonio; ed
sero lutti gli udizi ecclesiastici ei tribu- ha più altre facoltà descritte dal Daniel-
nali, fuorché il penitenziere maggiore li nella sua opera, delle quali facoltà ne
ed il camerlengo , i quali continuassero fa parte talvolta co'minori penitenzieri.
in tempo di sede vacante. Se in questa Fin qui Lunadoro. Soglionoi Papi con-
il
dinò che il sacro collegio eleggesse a plu- facoltà speciali per provvedere più facil-
ralità di voti il pro-penitenziere. Pio IV mente a'bisogni de'fedeli nell' orbe cat-
confermò il decretato di Gregorio X, di- tolico, oltre quelle contenute nelle bol-
chiarando però che i! penitenziere ed i le, decreti e rescritti pontificii; quali fa-
suoi ufTiziali spediranno soltanto ciò che coltà sono suddelegabili in caso di biso-
.•spelta al foro della coscienza. Clemente gno al prelato reggente del tribunale. 11
XII pre.scrisse che in sede vacante il pro- p. Plettemberg, Nat. cong. et tribuna'
penitenziere si eleggesse dopo tre giorni liiun cnriae romanac p. 1 69, de viajo'
dalla morte del penitenziere maggiore, e ripoenitentiario, ejtisque munerc, parlan-
che durasse fino alla creazione del nuo- do dell'autorità delle lettere del peniten-
vo Papa; inoltre autorizzò il penitenzie- ziere maggiore , dice pure delle diverse
re a spedire ancora le materie miste. Me- Fiatdespe-
sottoscrizioni, Fiat in forvia,
glio tutto può vedersi nel voi. XV, p. Fiat de expresso, e che sono sco-
ciali.
263, 7.67^ 271. Si apprende dal citalo municati quelli che impediscono l'esecu-
Lunadoro, annotato dal Zaccaria, che Be- zione di tali lettere, pei disposto della
nedetto XI V ridusse le facoltà del car- bolla pubblicata da Giulio 111; di più ag-
dinal penitenziere maggiore ai seguenti giunge, che al suo tempo (pubblicò l'o-
capi. Ad accordare l'assoluzione da tutti pera nel i6q3) l'officio rendeva al car-
i peccati e dalle censuie accennate nella dinale circa annui scudi 8,000, lo che
Lolla in Coena Domìnij ad assolvere i avea rilevato prima di lui il Lunadoro,
regolari prò utroque foro, e talvolta e- e lo trovo confermalo da un mss. del
ziandio i secolari; ad assolvere gli ereti- 1709. Al piesente rende l'oflìzio mensi-
ci occtdti parimenti e coH'istessa autori- li 1 65 scudi. 11 cardinal penitenziere mag-
tà, ma i pubblici nel foro interno sola- giore ha r ordinaria udienza dal Papa
mente, purché non sieno eccettuati dal- una volta la settimana, nel venerdì sera;
la stessa bolla in Coenaj a convalidare le e per sua assenza e impotenza si reca
provvisioni simoniache; ad alleggerire in all'udienza il prelato reggente. Vedasi il
penitenzieri maggiori, ne trattai ne' voi. clero precedendo il cadavere, dopo il qua-
3C, p. 3o4, XXV in, p. 5"?., avvertendo le prese luogo la famiglia d(!l definito in
che sebbene la cavalcata ora non suole vesti di lutto, indi la cavalcata, riceven-
farsi, occorre ogni volta dispensa pon- do tulli conveniente dispensa di cera se-
tificia. La negarono, Innocenzo X pel condo gladi. All'esequie intervennero
i
dal succitato mss. autentico, quale pres- celebròla solenne messa il prelato Al-
abiti e insegne, ne partirono per quella La cavalcata del cardinal Galli fu descrit-
del defluito con questo ordine. 11 capita- ta neln." 7 764 del Diario di Ramai 768.
no degli svizzeri a cavallo con due ufìjziali Il nuovo penitenziere maggiore pien-
e 5o guardie, le quali facevano ala alla de possesso della carica nelle tre peni-
cavalcata. Due mazzieri a cavallo, come tenzieriede'pcnitenzieri minori, delle pa-
i seguenti ; due maestri di cerimonie, il triarcali basiliche Lateranense, Vaticana
tesoriere Patrizi vescovo assistente al so- e Liberiana, nelle quali formalmente si
glio, in luogo del maggiordomo infermo reca a udire le confessioni o ad assol-
,
e dell'uditore della cameia pure malato, vere dalle censure e casi riservati, nella
col prelato vicegerente altro vescovo as- settimana santa; prima dirò del posses-
sistente; due protonotari apostolici par- so, poi delle confessioni e meglio. Il pos-
tecipanti, 6 cappellani comuni, 7 came- sesso il cardinale Io prende con treno no-
rieri extra, 8 scudieri, lutti famigliari bile e formalità de'servi a piedi, seguito
del Papa. Giunta la cavalcata all'abita- da tre carrozze, in cui prendono luogo, ol-
zione del defunto presso la chiesa dc'fi- treché nella sua,i prelati e ministri della
lippini, si unì alla pompa funebre che penitenzieria. Quanto indicherò si pra-
dovea associare il cadavere, composta tica eziandio nelle basiliche e peuiteuzie-
della croce parrocchiale, di 5confiater- rie Lateranense e Liberiana, il cardina-
iiite, di 5 ordini mendicanti, di 20 pre- le nel portico Vaticano viene incontra-
ti, del camerlengo del clero col parroco, to da qiiel collegio de'penitenzieri, colla
del capitolo di s. IMaria in Trastevere stola paonazza sull'abito religioso, che
litolare del cardinale con croce, ma sen- gli baciano la mano. II cardinale depo-
za padiglione. Il cadavere, vestito de'sa- sta la mozzetta e maulellelta paonazza,
cri paramenti, fu collocato sopra gran prende la cappa di questo colore, ed en-
letto coperto di drappo oloserico tessu- tra nella basilica ricevuto da 4 canonici:
to in oro, che piesero a trasportare i asperso sé e gli astanti, passa ad orare al
confrali, incedendo ai .[ lati palafrenie- i ss. Sagiamentoed all'altare papale ocon-
ri colle banderuole o flabelli funebri. La fe.-sione, indi si reca alla sedia o trono
processione si avviò per la strada papa- penitenziale, alquanto elevato per diver-
le, voltò al palazzo Massimi, e per la Can- si gradini di noce, come lo è il resto, a-
celleria e via del Pellegrino si portò a vendogli sciolta cappa il caudatario,
la
r>8 P EN PEN
iuuione nero. Quindi si legge la bolln di altri prelati in piedi, e genuflessi al teo-
nomina coi privilegi e facoltà dd peni- logo, segretari, ministri, sua corte nobile
tenziere maggiore; dopo di che, il car- e per ultimo ai penitenzieri. Postisi i no-
dinale riceve la Inicchelta o ferula o ver- minati a sedere ne' banchi in giro e in
ga dorala, con la quale toccando il capo forma di tribunale, il cardinale prosegue
de' prelati e altri della penitenzieria, e a toccare colla bacchetta il capo di quel-
di quelli che ne hanno di voto desiderio, li del popolo, che genuflessi concorrono
scancella i peccati veniali per l'indulgen- a prendere l'indulgenza unita a questo at-
^ za inerente al tocco, di cui è ancor egli to di umiltà.Ciò Unito, il cardinale con-
partecipe. Ad ogni nuovo penitenziere fessa chiunque s'accosta al suo tribuna-
maggiore, i penitenzieri, anche !>traordi« le, assolve i penitenti dalle censure ec-
nari, ricevono dalla penitenzieria in do- clesiastiche, come dai casi riservati, e se
no una stola paonazza. Nella domeni- ha dubbi consulta i suoi udìziali; se non
ca delle Paline il cardinal penitenziere si presenta alcuno, parte ringraziando i
si porta dopo le ore 1 1 alla penitenzieria prelati che l'hanno assistito, venendo ac-
La teranense, incontra to dal collegio e pre- compagnalo dagli slessi canonici che lo
sidente de'penitenzieri minori osservanti riceverono, ed aspettano finché è asceso
riformali, ricevendo 1' aspersorio dal p. in carrozza. Nel nìercoledi santo il cardi-
presidente genuflesso. Dopo esseisi leva- nal penitenziere si porta dopo le ore 2 r
()0, ho narrato die nella cappella ponti- ti Papi diedero tali strouienli a qual-
i
ficia il cardinal penitenziere maggiore che sovrano, come del martello fece Leo-
nel giorno delle Ceneri (^.) le injj)one ne XII. Piilevai inoltre che Benedetto
;il Papa, senza mitra e senza proferire XIII fece pubblicare un editto dal peni-
la forinola, ed in sua assenza anche ai car- tenziere per richiamare gli apostati e i
dinali ed a lutti (pielli che hanno luogo religiosi fuggiaschi.Vedi Cohellio, Nof.
in cappella, quindi canta la messa; come cardiiialalwi cap. :')4, de sunimo poeni-
nel venerdì santo mattina vi fa la fun- tendano j De Lucagli card, piratico, cni^.
zione, nella quale anticamente pronun- 4?., del cardinal penilenziario. Latino
ziava pure il sermone o deputava allri, Latini, Epistole^ cougcUiire e osserv. rac-
essendo affidata a lui la chiavetta del s. colte da D.° IMaci i contro l' opinione di
i^epolcro; e come per l'anni versai io dei alcuni e particolarmente contro Melchior
fedeli defunti vi canta la messa. Ad An- CanOj il quale ne' Luoghi teologici t. i,
ni SANTI e a Confessore notai, die nel- par. 2, p. 32 5, pretese rigettare 1' anti-
la medesima cattedra de' penitenzieri chità del penitenziere maggiore.
maggiori i Papi talvolta e specialmente PENITENZIERI DI ROMA. Dell'o-
rcgli anni santi recarono a udire le
si rigine de'penitenzieri in questa metropo-
confessioni, in diversi tempi anche pe- i li, parlai a Penitenzere e Penitenziere
nitenzieri maggiori. Inoltre ad Anm san- maggiore. Nel pontificato di Giovanni
ti, a IMartello, ne'vol. II, p. 10 3, 118, XXII era penitenziere apostolico in Ro-
1 34, Vili, 2o5, 208, 209, XXXN'II, p. ma Pietro Raiiialucci da Corbara frate
28G, raccontai come il penitenziere mag- minore, che nel i328 Lodovico il Bava-
giore nell'apertura della porta santa por- ro iiìce Antipapa Nicolò {V). Papa V
ge al Papa il martello d'argento per a- Benedetto Xll nel i334 avendo saputo
prirla, dandogli questi tre colpi e due il in Avignone, che a Roma eranvi alcuni
penitenziere, ed appena i muratori han- sacrileghi, i quali dai pellegrini presi per
no tolto i cementi, i penitenzieri vatica- interpreti onde confessarsi, non solo non
ni cinti di grembiale lavano con isponge intendevano i confessori, né da essi era-
lostipile, indi asciugano; comenella chiu- no intesi, ma pubblicavano i loro pec-
sura il cardinale con grembiale consegna cati, trovavano costretti pel-
per cui si i
tenzieii delle Ire basiliche di Giovan- s. Papi compartiscono per assolvere i casi
ni, di s. PieUo e di s. Maria Maggiore, riservati ai penitenzieri minori, ed in tali
cioè Laleranense, Vaticana e Liberiana, Giubilei (f^-), pel gran concorso di Pel-
che in queste anlicamente erano chia- legrini {V-), si suole al numero ordina-
mali penilen/.ieri que' confessori, che u- rio aggiungere penitenzieri straordina-
divano pubblicamente in esse le confes- ri, previo esame della penitenzieria. I pe-
sioni, ed erano sacerdoti deputati dal nitenzieri delle basiliche Lateranense e
penitenziere maggiore e scelti da diver- Liberiana, nell'apertura e chiusura del-
si ordini religiosi, quali abitavano nei
i le porle sanie, assistono al modo detto
loro monasteri e conventi, ma questi es- pei vaticani a Penitenziere maggiore,
sendo distanti dalle basiliche, riusciva lo- ai cardinali legali deputati a fare le fun-
ro di grande incomodo e distrazione nel- zioni. Se il Papa pontifica in dette due
le cose del proprio istituto. Ciò avver- basiliche, i penitenzieri delle medesime
tendo s. Pio V, e perchè fedeli massi- i v'intervengono in camice (il Lunadoro,
me pellegrini e forestieri avessero sem- ediz. del i64'3, dice che allora assume-
pre in quelle chiese insigni , in qualun- vano la cotta), cingolo e pianeta del co-
que ora penitenzieri stabili ,
presso cia- lore corrente: i penitenzieri vaticani non
scuna istituì le seguenti Ire penitenzierie solo assistono ai pontificali che il Papa
apostoliche con collegi di religiosi, peri- celebra in quella basilica o altre funzio-
li in linguaggi diversi e dotti, non che ni, ma ancora a quelle delle cappelle Si-
sperimentati idonei a regolare le coscien- stina del Valicano e Paolina del Quiri-
ze, onde soddisfare ad ogni nazione, con nale, ed aCappelle PONTIFICIE notai qua-
case provviste del necessario. In esse sot- lisono le funzioni in cui intervengono e
to un superiore religiosi osservano
i le quanto li riguarda. I penitenzieri late-
loro regole, perquanlo il comportino le ranensi ne'possessi de'Papi, dopo il capi-
continue occupazioni del confessionale, tolo gli baciano il piede sotto al portico,
proiI)endo loro s. Pio V sotto gravi pene vestiti di colta : il Cancellieri notò nei
di ricevere limosine per qualsiasi pre- Possessi, che ciò incominciarono nel i 5go
testo; e questi si chiamano prnìlenzieri e che talvolta assunsero le pianete e ri-
rimuoversi da Roma, dal loro ordine co- min. rif. penitenziere lateranense, Dilu-
me gli altri religiosi, come particolar- cidatio facuhaUun minoruni pociiiteiUia-
PEN PEN 71
Urhh^et praxìsexc'
rioriim hasìlicaruni Sotto Clemente XII, essendo in rovina
aUionnni ad Ulleras, ci racripla sacraa l'oialoiio e contiguo ediflzio , i peniten-
pofiìifentiariaej cunt instrucdonc pociii- zieri temporanea mente ne uscirono e quel
tcndarionini ordinarioruni ci cxtraoi'' Papa per 1' architetto cav. Fuga lo fece
separato e senza bacchetta, Io che notai capo, tenendo colla destra la croce e in
nel voi. XH, p. 202 e226. Ora dirò del- seno il divin Figlio parimenti coronato.
le tre penitenzierie e collegi apostolici A'piedi della Madonna stauno genufles-
Lateranense, Vaticana e Liberiana. Las. si in abiti pontilicali con aureola e bar-
basilica patriarcale di s. Lorenzo fuori le ba, a destra Calisto II , a sinistra Ana-
mura non ha penitenzieri. stasio IV; e sotto tali piedi si legge: Prae-
Penitenzieri Lateranensi o di s. G/o- sidet aethereis Plrgo Maria choris. Inol-
vanni. Dissi già della generica origine dei tre nella volta sono dipinti bar-
in piedi e
gere le immagini di diversi santi Ponte- II, s. Pasquale II e s. Gelasio II. Nell'i-
liei, e per due e più secoli servì di vestia- stessa forma dal lato dell'epistola vengo-
rio ai Papi, che vi celebravano messa. no rappreseatali s. Gregorio II, s. Alcs-
r-jl PEN PEN
Sandro li, s. Gregorio VII (sulla di lui le il collegio di questi penitenzieri si com-
barba non convengo per le ragioni addot- pone di 5 penitenzieri e del presidente,
te nel voi. XXXiljj). 2)2, pai laudo de- oltre due religiosi laici per assisterli 3 :
gli ultimi reslauii) e s. Vittore 111. Aven- sono perla lingua italiana, e gli altri 3
do parlalo in tanti luoghi di questo ora- per la francese, spagnuola e tedesca.
torio e celebrate pitture, era iudi>pensa- Penitenzieri Vaticani o di s. Pietro.
bile un cenno: del primo e delle secon- Oltre quanto di sopra ho detto generi-
de trattarono, il Sev,eraiio, iVemorie p. camente sui penitenzieri delle basiliche
562; Panvinio, De f^'ITeccles.j'iìaf,poiVì, patriarcali di Roma e di questi, prima
De hasilic. p. 285 e 348; Lambertini, De di parlare della penitenzieria e collegio
serv. DciWh. i, p. 363 ; Cajetanus /«r/- de' penitenzieri vaticani, riporterò cpian-
ta Gclasii II j Lucenti, De. t-piscopis 1 ia- to mi fu dato rinvenire degli anteriori
line; Da\Oa{\.o\iì,Hist. abb. Casin. p, i, penitenzieri della Chiesa di s. Pietro in
lab. lOj ed altri. Le descritte immagini Vaticano (^F'.),c\ìe Benedetto XI 1 dichia-
benedicono alla greca e alla latina, ed rò immediatamente soggetti alla s. Sede.
anche con mano aperta e alzaia. Inno- Sidone e IMartinelti benefiziati della me-
cenzo XII colla costituzione Roiìiamis desima, Della basilica di s. Pietro, lib. i,
."
Pontifcx, del i settembre i 72 i , Bull. p. 192, nel riferire che si dislingue dal-
Roni. t. I I
,
par. 2, p. 227 , concesse a le altre nell'amminislrare il sagramento
questi penitenzieri che godo- i privilegi della penitenza (lo toccai a Parrocchia),
no ministri provinciali del loro ordine
i riprodussero quanto scrisse il Panvinio,
fiancescano. Benedetto XIV consideran- il quale alFerma essere i penitenzieri va-
do clie il collegio della penitenzieria La- ticani più degni degli altri per le loro
teranense avea soli ^Go scudi d'annuo particolari e distinte prerogative, che ia
assegno, per cui i religiosi più dotti e di parte già indicai e delle altre lo farò qui
più merito ricusavano il penitenzieiato, appresso, quali alcune solo più tardi fu-
con la bolla Laboraiuìbus in i'iiica Do- rono accordate ai penitenzieri delle al-
mini, del i3 marzo 1747, Bull- Benccì. tre basiliche, ritenendo i vaticani di più
XIV^ t. 2, p. 117, gli aggiunse annui aulica isliluzione.In fatti rilevasi dal Bull,
scudi 200 dai proventi del sigi llatore del- basii. Fai. t. i
, p. 34^, che Clemente VI
la penitenzieria, ed altri 100 da quei su- nel 1352, colla costituzione Quamvis 0-
perflui della penitenzieria stessa, e tutte iini in Urbe, quando neile altre chiese
le sue multe ascendenti a circa 3o scu- non erasi stabilmente introdotta sì lode-
di. Perchè poi non sembrasse che nuo- il vole istituzione, e come nelle basiliche
vo assegno olTendesse in modo alcuno la Laleranense e Vaticana e nelle altre chie-
povertà religiosa ed evangelica de'mino- se di Roma eransi accresciuti i peniten-
li osservanti riformati, col moto- proprio zieri con particolari facoltà, in occasione
Decet ronianuni Fontificem, de'27 mag- del celebrato anno santo i 35o, richiamò
gio, loco citato p. 119, dichiarò che tale il primiero costume, due assegnandone
contribuzione si faceva ai penitenzieri a alla basilica Vaticana, uno istituendone
titolo di limosina. Grati i penitenzieri nella Lateranense, e rimovendo quelli
del restauro operato e deli' assegno ac- delle ai tre. CoU'andare degli aimi fu d'uo-
cresciuto da Benedetto XIV, nel 1746 po aumentare il numero de'penitenzieri
gli eressero memoria una lapide nel-
per delle !)asiliche, ma sempre fu maggiore
l'oratorio, ed altra nel 1750 nel propin- e piìi rispettabile quello della Vaticana,
quo Orlo: ambedue riporta il succitato Ap[)iendo dalle file de^ Papi, che Ur-
Cancellieri a p. ^09, avendo di essi par- bano VI nel 1878 creò cardinale il ro-
lalo anche a p. 322 e altrove. Alpresea- mano Ihiffini domenicano, già peuiten-
PEN PEN 73
zicie della Lnsilica di s. Pieiro e vesco- costiluì penitenziere minore nella basi-
vo d' Isernia, teologo dottissimo; e clie lica e per la nazione spygnuola. Ir. Gra-
Innocenzo VII nel i4o6 'u sepolto nella ziano di Villanova carmelitano. Nel de-
cappella di s. Tommaso, aulicamente co- scrivere l'anno santo i 5oo, celebrato da
mune alla tumulazione de'Papi, poi con- Alessandro YI, ricordai come abilitò i
di fica to questo ora tori oda Bonifacio \ III riservali al Papa (facoltà che in tali lem-
e restaurato da Aicolò V, Ai demolito nel pi in que'che non sono penitenzieri del-
iGo'j pel compimento della baMlica. In- le basiliche è sospesa); essendo poi nato
nocenzo VII nei i4o javea trasferito dal- ad essi dubbio sulla specie, Alessandro
la peiiitenzieria Laleranense a quella di VI colla bolla Caia in principio , de' 4
s. Pietro il p. Lorenzo di Sid)ina fiate marzo, determinò i casi ne' quali limitò
minore per onoiare
,
e pi emiare sì degno la concessione, escludendo: la congiura
religioso, distinguendolo col titolo di^c- contro di lui o lo stalo, la falsificazione
iiilciizicrc apoilolico nella basilica Vati- delle lettere apostoliche, il portare armi
cana. 11 successore d'iimocenzo V II, Pa- e altre cose vietate agl'infedeli, la per-
pa Gregorio XII, elesse 23 penitenzieri, cussionede'cardinali, vescovi, prelati e al-
cioè i8 per la basilica di s. Pieiro, 3 per tri superiori ecclesiastici. Bensì accordò
l'altra di s. Giovanni, e 2 per quella di ai penitenzieri la facoltà di ridurre le vi-
ne del i.° marzo \^o^, presso il Bull. e 7 ai romani, a condizione che doves-
cil. t. 2, p. G(). Da lultociò vuoisi rile- sero dare pel rislauro della basilica, jui- i
vare che nella basilica di s. Pieiro, risie- mi la quarta parte, secondi l'ottava di i
Corna Doinmi (ne feci parola anche nel casi riservati alla s. ijede. Sino al ponti-
voi. \ III, p. 295); se quivi dujique si de- ficato di s. Pio V i penitenzieri vatica-
cretava la pena, ragion vuole che vi si ri- ni furono sacerdoti secolari o regolari.
meltesse pure la colpa. Eugenio IV nel 11 Papa s. Pio V, prendendo partico-
i44^ notninò 11 penitenzieri vaticani, lare cura del sacro tribunale della peni-
periti nelle lingue per diverse nazioni; e tenzieria, e considerando che il collegio
nel 144S ^*^ce vescovo di Bagnorea jXi- dc'penitenzieri vaticani, perchè composto
colò Roggieri romano de' frati minori di preti del clero secolare e legolare, si
già due volte penitenziere vaticano, il regolavano con leggi diverse, li rimosse,
die si legge nel Bull. p. 100: da questo ne migliorò la condizione con onori e
inoltre si apprende, p. 2'jo, che Nicolò maggior stipendio, come si ha dal Petra,
V a' i4 marzo i447 *^''^^ penitenzieri De '•{icra poenitenliaria,pav. i,cap. 12.
vaticani fi". Cristoforo de Campo Coi;;n Quindi s. Pio V destinò a sì importante
edallri. Innocenzo ^ 111 a' 9 luglio 1488 ministero i gcsuili, come zelanti, eciiQ-
74 PEN PEN
canti e doU'i operai evangelici. Neislitm sarebbero scelti dal p. preposilo de' ge-
il collegio di i3, compreso il p. rettore, suiti, né che si potrebbero rimuovere
come sono tuttora, cioè due per la lin-
lo senza licenza del cardinal penitenziere
gua italiana, due per la francese, due per maggiore, alla cui giurisdizione
sono sog-
la spagnuola e portoghese, uno per la getti quanto all' uffizio, e meglio come
tedesca, uno per l'ungarica, uno per la riferisce il Piazza, Eusevologio romano
belgica e polacca, uno per l'inglese, uno trai. 5, cap. 23, del collegio apostolico
per uno per 1' illirica. JVe sot-
la greca, de'penitenzieri minori di s. Pietro; ed il
toscrisse nel i56q il relativo moto-pro- p. Sacchini, Hìst. soc. Jesti, lib. 6,p.
269.
prio o cosliluzione, ma per la sua mor- Il Venuti, Roma moderna p. 1088, de-
te restò in dataria non ispedito. Assegnò scrivendo questo collegio, dice che il p.
s. Pio V rendite al collegio de' peniten- Onorato Fabri francese gli lasciò la sua
zieri gesuiti , formò regolamenti per la biblioteca, e che nella basilica confes- i
sua direzione e loro concesse abitazione sionali di noce che appartengono a que-
sulla piazza Vaticana, ove al presente è sti penitenzieri, sono dalla parte sinistra,
ca, lo effettuò Urbano Vili. Nel i656 scrizione indica la lingua cui apparten-
Alessandro VII die lacura di eleggere i gono. L'origine di detti penitenzieri di
j 3 sacerdoti, per la lavanda e mensa del altriordini probabilmente derivò dal
giovedì santo, ai penitenzieri di s. Pie- dovere penitenzieri del collegio, ne'pon-
i
rendere la piazza Vaticana degna del- quentata sì dai romani che dai forestie-
l'augusto tempio, prima di demolire gli ri, onde ne'principali tempi e feste del-
edilìzi che l'ingombravano, ed erigere l'anno essi debbono esercitarvi 1' uffizio
il sontuoso portico colonnato, diede al di penitenzieri godendo le stesse facol-
,
rezione del collegio, nuovamente l'eres- cappuccino edun agostiniano scalzo. Cle-
se con la bolla In apostolicne dignitalis, mente XIV violentato dalle infelici cir-
de'22 febbraio iGSg, Bull. Roni. t. 6, costanze de'lempi, con ripugnanza e do-
par. 4, p- 280 pienamente lo confermò,
; lore del suo animo, nel 1773 soppresse
prescrivendo tutlociò che riguardava la la veneranda compagnia di Gesù, quin-
residenza, l'uflìzio, il numero prescritto di prima di morire concesse il collegio
de'penitenzieri e le rendite; ed in luogo de' penitenzieri vaticani (e quello di Lo-
degli 80 scudi d'oro mensili che gli pa- reto che i aveano ricevuto da Giu-
gesuiti
gava la camera apostolica gli stabili ,
lio III), ai suoi antichi confratelli «««o-
quanto dissi nel voi. I, p. 248. Oltre a ri coni'enliiali, colla bolla MiseraCor Do-
ciò, Alessandro VII ricevè il collegio sot- ììiinu9, 4 id. aug. i 774j che tuttora con-
sii. Da! Palazzo AposloUco (''.), prima mente VIIT, ceduto il resto dell'ahilazio-
i peiiilcnzieri aveaiio la parte di pane e ne e la chiesa di s. Pudenziana ai cisttr-
vitio. Appena è morlo il Papa, i peni- citnsi foglianti, il collegio invece ricevet-
tenzieri vaticani ne lavano il cadavere, te la casa e il giardino incontro la basi-
quindi reslanoa custodirlo, recitando l'nf- lica, già del canonico della medesima
iiziode'defunli, e l'acconipagnano dal luo- Ippolito Scarza, di cui restò in possesso
go dov'è morto alla basilica \'alicatia, su eridusse[)ei penitenzieri Denedelto XIII
di che si può vedere il voi. XX.VI1I, p. domenicano, colla bolla Emana runt^tlei
41 e i luoghi ivi citali. Alla penitenzie- \5 luglio 724, Bull. f.
1 i,p. 33 ,C(jn- I I
ria Vaticana sono unite quelle di Asisi fermò il decreto della congregazione del
eLorelo, dicui feci parola a I^emtenziere. concilio, sull'autorità del priore del sud-
Peni temieri Liberiani o di s. Maria detto convento sopra i penitenzieri del-
JÌIaggiore. Prima di pailare delle altre la basilica Liberiana, e poi di sua pre-
due precedenti penitenzierie apostoliche senza onorò la [lenitenzieria. Questi pe-
di Roma, nel dirne l'origine accennai nitenzieri non hanno altro obbligo die
ancor questa e quanto la riguarda per le di confessare in lingua italiana: nell'an-
pontifjcie funzioni, mentre a Pemte.\zie- no santo si aggiungono loro 8 peniten-
r.E MAGGIORE parlai quando si reca alla zieri straordinari, pure domenicani.
loro penitcnzieria. Si rileva dal de An- PEMTENZIERIA APOSTOLICA ,
XLj p. 2g7 e 2r)8), cioè l'assegnò a det- è l'istituzione della penitenzieria : il Ber-
to convento, con l'obbligo di sommini- nini, Isl. dell' eresie, \i\ riconosce dall'ope-
strare a 6 penitenzieri e 2 conversi per rato da Papa s. Cornelio contro nova- i
aiutarli,annui scudi 3oo. Per abitazione ziani, che vedendo allo scisma congiun-
concesse ad essi quella con giardino presso ta l'eresia, imperocché impugnando la
la chiesa dis. Pudenziana, che loro con- confessione e remissione de' peccati, ab-
segnò per custodirla, dismembrandola battevano tutta la religione, notificò gli
dal capitolo e mensa Liberiana. Ma essen- errori a tutti i vescovi perchè celebras-
done poi da Sisto V diroccata porzione sero concilii per condannarli con trasmet-
per ampliare la strada pubblica, die in terne a P\.oma le decisioni, e due egli ne
compenso ai penitenzieri le rendite del convocò in Roma, in cui scomunicò sos- i
canonicato teologale della basilica. Ve- tenitori dell' eresia, questa condannò e
nendo poi da Sisto V, altri dicono du Cle- chiamò nuovamente a penitenza i fède-
-6 PEN PEiX
li, volendo che si esponesse il fallo di- decretò che in sede vacante sempre agis-
sti nt;i mente in (òrma di su [ipliclie, le qua- se il tribunale della penitenzieria. Narra
li furono dette caiiones poeinlenliales, e il Marini, y^/r/uVrir/', t. 2, p. i44j che pri-
forse, dice il Bernini, in nulla diireriscono ma di Clemente V del i3o5 il uimiero
da quelle che in gravi casi da tulle le degli scr'iltori della penitenzieria era in-
parti si presentano alla sacra penilenzie- certo, e fu allora stabilito a 12, parendo
lia di Roma, siccome a lei riservale priva- a quel Papa che più non ci si potessero
tivamente per la s. Sede. Quando un pe- mantenere decentemente. Non ostante
nitente ha bisogno di ottenere dal P;ipa però tal decreto, coli' andar degli anni
una dispensa o V assoluzioiie di qualche costoro si moltiplicarono a tanto, cheMar-
censura, che riguarda il Irihiuiale della lino V del 141'j ordinò che a soli 1^
penitenzieria, in 'orma d'inienioriale può fosse il loro corpo ridcjtto. Nicolò V del
^crivere egli medesimo o far scrivere da i447 ''^*'*^^'"o^o
)
niantenere questo <^''
Tin altro, in qualunque lingua, con hre- numero, ed obbligato dcdl'altra parte per
Mlà e chiarezza, al cardinal penitenziere sue buone ragioni a riconoscere 8 di quei
maggiore del Pontefice, specificandogli che Felice Y avea nominati durante il
la cosa per cui desidera la dispensa e le suo breve antipapato, fece una bolla che
lagioniche ha per domandjrIa,edil caso trovasi nel suo registro. Inoltre il Mari-
di cui domanda l'assoluzione. Non è ne- ni riporta altre nomine di scrittori della
cessario d'indicare il proprio nome, uè penitenzieria, ed a p. i3q un breve del
quello del paese, ma basta assumoie il i4j5 di Calisto IH a certo Goltifredi
nome di supplicante; per esempio il sup- lìiag'siroin nìecìicina, poeiiileiiliariae no-
plicante ha fatto voto di castità per[)e- strae scriptori, el familiari nostro salii-
lua, ec. ha fatto voto di religione o di
, tciìi. Benedetto XII in Avignone pubbli-
castità pei'petua ed in seguito si è ma- , cò la bolla In agro clominico universali
ritalo ec, ha battuto gravemente un sa- erclesiae operarii, degli 8 aprile i338j
cerdote, e per questo delitto è incorso Bull. Reni. l. 3, par. 2,p. 25g, con la
nella scomunica, n'è assai dolente epen- quale prescrisse gli statuti e le leggi pel
lilo e ne domanda umilmente la dispen- buon regolamento della penitenzieria a-
sa o l'assoluzione; quindi si nota l'indi- poslolica e de' suoi ufliziali, e la forma
rizzo di colui al quale la risposta dovrà del giuramento che dovrebbero prestare.
essere mandata, dicendo : vostra eminen- Sisto IV emanò la bolla Quoniani non-
za avrà la bontà d'indirizzare la sua ri- ìiiilli, de'q maggio i4'^4. '^"^^- ^oni. t.
{•posla a N. dimorante in conliada N. 3, [lar, I
, p. I Hy, in cui dichiarando l'au-
«Iella città e provincia IN. Bisogna altresì torità del penitenziere maggiore, diverse
indicare il nome e le qualifiche del con- regole prescrisse alla penitenzieria. Al-
fessure, al quale si desidera che venga tre bolle spedite a! sommo penitenziere
indirizzata la lettera re.-ponsiva della sa- e concernenti pure qiieslo tribunale, a
tra penitenzieria, per esser posta in ese- quell'articolo citai. Paolo 111 del i534,
cuzione. Colui al quale è indirizzata una nulla ommetlendo pel bene della Chiesa e
lellera della penitenzieria,non può inca- per estirpare alcuni abusi che si erano
ricarne un altro per eseguirla, ma deve introdotti nel tribunale della penitenzie-
eseguirla egli medesimo nel confessiona- ria, foimò una congregazione composta
le, dopo aver ascoltata la confessione del dei celebri cardinali Cara/a, poi Paolo
penitente. Di tutto traila il p. IS'avar. IV, per piefello, Santacroce, Cresccnzi,
JNci citali articoli descrissi le provvi- Polo e Ardinghellij e de' prelati Luigi
denze pontificie per i penitenzieri e la pe- Ardinghelli vescovo di Fossombrone, Ca-
nitenzieria, e come Gregorio X neh 2^4 podilerro datario, Fabio Pellegrini reg-
PEN PEN 77
_
solio, de'4 maggio 1.562, Bull. t. 4j par. tori e prociuatori delle lettere di mino-
2,p. I 16, riformò con ottime disposizio- re grazia. Il de Luca notò, che per ta-
ui la penitenzieria.il de Luca, Del card, li disposizioni le facoltà del tribunale si
pratico, cap. 4^» ^<'^ card, penitenziere restrinsero al foro interno, alle dispense
e de suoi officiali, ministri a tribunale, d'irregolarità o altri impedimenti occul-
osserva, che la grande autorità del peni- ti, ed anco alle dispense matrimoniali so-
tenziere maggiore continuò sino a Pio pra impedimenti parimenti occulti, poi-
IV, il quale per la riforma della curia ro- ché i pubblici passarono alla Dataria ed
mana voluta dal concilio di Trento, dai secondo le specie; restando qual-
ai 5/ct'/,
principi e popoli , ricevè notabile dimi- che parte dell'antica podestà sui regola-
nuzione e riforma , togliendogli molte ri pel foro esteriore. Urbano Vili collii
impedimenti pegli ordini e benefizi; non facoltà del penitenziere maggiore; altre
che sul concedere il beneplacito apdslo- provvidenze si hanno di Clemente XII
hco nelle alienazioni de'beni di chiesa, nel- per la bolla j4pnslolatus offìciuin. Final-
leconfeimazioni apostoliche e altresimili mente benedetto XIV nel 1744 con la
pubbliche spedizioni, laonde sia per gli bolla Pastor Boniis^ de'i3 aprile, Bull.
emolumenti, come per occasione di gra- Bened. XI F , t. i
, p. 3 1
q, determinò di-
tificare ben affetti, sino allora si con-
i stintamente le facoltà del cardinal peni-
siderava il penitenzierato maggiore la pri- tenziere; e con allra. In Apostolicae,^.
ma carica di corte. 11 successore s. Pio 33o, dichiarò i doveri degli ufllziali del-
V molte leggi emanò sul tribunale: col la. penitenzieria , ne stabìh il numeio e
moto- proprio Cum sicut accepinius, dei il modo di eleggerli, non che doveri di i
cretò pene contro gli scrittori, .sollecitatori e 6 agli .scrittori. L'attuale onorario di
e altri offiziali di penitenzieria, se nellf tulli ì coaiponenii il tiibuiiale si legge
dispense matrimoniali avessero esposto a p. {\'] della Statistica di tutti ^Vimpic-
78 PEN PEN
ghi (iella V. Sede del i
849- Nel voi. XIX, minori, e vengono nominati dal cardina-
p. I 18, pollai ilella divisione delle tua- le ed eletti dal Papa; gli altri sono uHi-
leiie spettanti alla penitenzieria , da quel- ziali minori e ministri, e tanto questi che
ledella dataria e de'brevi, fatta nel i74'^j ' pi'inii non possono ricevere premio, né
spccifili, se l'interesse ha richiesto varie di dopo averle sigillate col sigillo le in-
tori e sigillalori, ed alcuno anco vivente. Hanno cura della distribuzione de' me-
Teologo. E sempre un religioso della com- moriali, dopo averli riferiti alla congre-
pagnia di Gesù, ed oltre lesue particolari gazione e segnatura e speditesi le lettere.
novich, Giorgi, Alfonso Muzzarelli : ri- com'egli slesso rimarcò nel Ctnolaphiuni
juislinata la compagnia fu l'atto teologo che fece a quel porporato, stampò e il-
8o PEN PEN
zrERE MAGGIORE, iion clie, Tiburlii ]\;ivni- lati ve possono leggere a Car-
erudizieni si
min. oss. rif. oiim poenit. in basilica Ln- ta,Pergamena, Diploma, Lettera, Ce-
tcr.: J\Ianu(luctio adpraxini cxccntionis reo PASQUALE, Lettere epistolari. Dit-
lilerarum sacrae poenilentiariae, Komae tici, LixGUA, Stampa. A'suoi luoghi pu-
1714- Vincentii Pelra poi cardinale e ,
re dissi, come nel concilio generale Vili
penitenziere, De sacra poenitcntiana a- di Costantinopoli,loq vescovi sottoscris-
posloUca, Womsi 1712; ma solo la 1/ sero condanna con penna intinta nel
la
vere di stili , e lo facevano su lavoletle losa; altri esempi li liporta Pagi, in Brev.
intonacate di cera, o con piccola canna lìom. Pont., in vita Tkeodori. L'impera-
o V intercodio d' una canna, servendosi tore greco sottoscrisse il concilio di Fi-
d'inchiostro o di minio o di altra tintu- renze con penna intinta in inchiostro
ra qualunque, Donati, Dediliici^. 24,
li rosso all'uso degl'imperatori greci. Ales-
dicendo degli strumenti che usarono gli sandro VI divise con un sol trattodi pen-
antichi per scrivere, nomina gli stillo gra- na sulla carta geografica, le conquiste fat-
fi, che i pili antichi talora erano grandi te dalla Spagna e dal Portogallo sull'A-
quanto icollelli, chiamati citlicUi seripio- merica : di questa memorabile linea par-
ni, alti anche a ferire, per cui furono laine'vol. H,p. o, e XIV, p.236. Ales-
I
vietati quei di ferro e introdotti d'osso; sandro VII finché vi.sse conservò gelo-
se ne fecero anche di metallo. Tali stili samente la penna con cui da prelato a-
da una parte erano appuntati per l'or- vea firmalo il famoso trattalo di Mnnster
mare le lettere e piatti dall'altra percnn- e Osnahrilck: dopo la sua morie tal pen-
celiarle. Portavansi insieme alle tavolet- na fu sospesa in una cappella di s. Filip-
te su cui scrivevasi, in astuccio appesi po alla chiesa nuova ds' filippini; come
alla cintola. In oriente vi sono de'[ìopo- fece Giusto Lipsio della sua nella cap-
li che si canne per iscrivere,
servono di pella della Beala Veigine di Hall. Leo-
poiché le canne sono adatte per iscrive- ne Allazio si servì per 4o anni continui
re l'arabo, così pure per dclineare ca- i della stessa penna, e quando la perde ne
ratteri delle lingue indiane ,
principal- rimase inconsolabile, stentando a tratte-
mente del sanscrilto. h' Egitto (/^.) for- nere le lagrime, come narra Mabillon,
niva ai romani i calami o penne, quan- Itili, hai. p. 60. Vedasi Davidis Clerici,
to il papiro sul quale si scriveva. Si pre- Laiulespennae, interejusdem Orationes
tende che Isidoro, fiorito prima del VII p. 94. Il Marini, Archiatri i. 2, p. 12I)
secolo, pel primo abbia parlato delle pen- riferisce, che gli scriniari pontificii veni-
ne,come strumento inserviente alla scrit- vano dal Papa investili della loro carica
tura; onde si crede che le canne e le per pelili ani et calaniariuni; e che il car-
penne fossero impiegate simullaneamen- dinal Rodolfo da Carpi legato in Fran-
te per alcuni secoli, ma che finalmente cia ebbe da Paolo III, agli 8 gennaio
,
nel secolo X ebbe a prevalere l'uso del- i53y, un breve facoltativo per creare
lepenne e furpiesto esclusivamente adot- due o tie notali apostolici, investendoli
tato almeno in Europa. Si fa quindi uso per pcnnani et calaniarc, e questi man-
per iscrivere non solo delle penne d'oca, dare poscia in Inghilterra a pubblicar
ma di quelle ancora di cigni struzzi ,
solennemente le notissime censure. Ab-
corvi, gallinacci e di molti altri uccelli, biamo di Rlartoielli, De theca cala-
come pure di acciaio o altro metallo. Re- maria.
PEN PE N 8
PENNA BILLI. Cina con resilienza chiesa parrocchiale di s. Panfilo vedova-
vescovile. V. Mote Feltro. siil marmo ora trasportato nel palazzo
lid. Vi fu nel i3o2 celebrato un concilio le due celle, e somiglianti a quelle di Cuti-
dal i.° aprile ai i3 maggio, presieduto lia ne'sabini. Vitruvio ne lodò lequalità
vesse farsi alla presenza de'preti o di al- mò la nuova fontana de' Bagni, che ri-
tri ministri della chic'^a; e di pagar la de- tornano a prendere l'antica celebrità. Ab-
cima degli acquisti legittimi ,
per rico- biamo di Vincenzo Gentili, Dell' acqua
noscere supremo dominio di Dio. Reg.
il Ventina et Virìuni di Città della Penna,
t. 28 ; Labbé t. i Arduino t. 8.r ; Napoli 1833. Altro illustre pennese fu
PENNE (Pennen). Città con residen- il famoso giureconsulto Luca di Penna,
za vescovile del regno delle due Sicilie, per non dire di altri. Vano è il rintrac-
nell'Abruzzo Ulteriore primo, capoluo- ciare la fondazione di Penne o Civita di
go di distretto e di cantone, posta nei Penne, Pinna Vestina, diversa da Pen-
confusi confini dei vestani e de'marucci- na Fucense o de'Marsi, essendo assai re-
ni, su due colline fra gli A pennini, ba- mota; fu decorata di belli edifizi e soc-
gnate dai flumicelli Tavo e Sino, che dal corse i romani contro i cartaginesi, ma
monte Corno scaturiscono e sboccano Siila la distrusse nella guerra civile. Car-
nel Salino maggiore, a 8 leghe da Te- lo ÌMagno la dichiarò capo della provin-
ramo e circa 5 da Chieti. Rinchiude qual- cia, econ diversi dominii l'assoggettò al
che bell'edifìzio. come l'antica cattedrale vescovo, l normanni, che vi scacciarono
e il prossimo episcopio. La cattedrale è de- igreci ed saraceni, vi fondarono il re-
i
dicata a s. Maria degli Angeli, e sotto l'in- gno poscia detto delle due Sicilie: Rug-
vocazione di s. Massimo levita e martire giero I dopo la prigionia d'Innocenzo 1[
patrono della città, il cui corpo con quello fu riconosciuto re e dichiarò Penne cit-
de'suoi compagni martiri edelb. Anasta- tà reale. Carlo V nel maritare sua figlia
sio vescovo ivi si venerano. 11 capitolo si INIargherita d' Austria gliela diede per
compone di 3 dignità, i." l'arcidiacono, dote con titolo di ducato, onde passò ai
l'arciprete e il primicerio, di 1 1 canonici Farnese duchi di Parma, e da questi a Car-
compresili teologo e il penitenziere, e di 6 lo diBorbone, che la cede al suo figlio
beneficiati, oltre diversi chierici. 11 fonte Ferdinando IV re delle due Sicilie.
battesimale è nelle 5 chiese parrocchiali, La fede vi fu predicata da s. Patrasso,
fra le quali quella di s. Gio. Evangeli- uno de'72 discepoli, e ne fu il i.° vesco-
sta è collegiata. Vi sono 4 conventi di re- vo la sede vescovile fu dichiarata im-
:
ligiosi e due monasteri di monache, con- mediatamente soggetta alla s. Sede, co-
fraternite, seminario, ospedale, monte di me lo è tuttora, venendo onorata dai Pa-
pietà e teatro. Sonovi diverse fabbriche pi con titolo di nobile e celebre. Il vesco-
e manifatture di fiori finti. Fuori della vo Romano fiori nel 499> q'J'ndi Ama-
VOL, LII. 6
82 PEN PEN
tleo o Amocleo cìeirS 7,clie ottenne unr tenziere, e 2 beneficiali, oltre altri chie-
privilegio da Lotario I e la conferma del- rici. Vi un convento di religiosi
è pure
le prerogative di sua chiesa, avendo as- e 2 monasteri di monache, confraterni-
sistilo alla di lui coronazione. Jacopo fu te, ospedale, seminario e monte di pie-
Tcscovo neir844> Hermanno o Helmoi- tà. Fra le abbazie della diocesi di Atri
Casanova, fondato da Berardo. Giovan- Beral lo o Beroaldo; neh 285 fr. Leonardo
ni, cui ad istanza dell'imperatrice Ade- Caio sanese servita, fatto da Onorio IV;
laide nel 963 Ottone 1 confermò pri- i nel i3o2 Bernardo d'Angers; Raimon-
vilegi. Indi sederono Berardo penne- do del i32i; Guglielmo di s. Vittore
se, morto nel o55; Giovanni Felertano
i francese del i 324; Nicolò cistcrciense del
monaco del io57,da Nicolò II ebbe la J 326, che per essere slato imprigionato
conferma de'beni di sua chiesa; Pampo dai canonici, destò il grave risentimento
del 1061; Aribertodel 1 1 12; Grimaldo di Benedetto XII. Nel 352 fr. Marco Ar-
i
nocenzo IH; ma per la sua condotta poi tro Scala domenicano; nel 393 Autonìo i
lo ammom acremente. Gli successe il b. trasferito da Teano; nel i4>3 fr. Pietro
Anastasio del i2i5disanla vita, che e- de Castro Velcri de' minori; nel i4i3
diflcòilconventode'francescani; nel 13 1
7 egualmente Giacomo Tordi fu uno de-
Gualtiero cassinese eletto dal capitolo e gli elettori di Martino V al concilio di
riconosciuto da Onorio 111, conferman- Costanza; nel 14^0 Delfino Nanni Goz-
dogli i privilegi Federico li : ridusse il zadini nobile bolognese, abbate commen-
numero de' canonici e lo approvò Gre- datario di Nonantola, lodato pastore. Tra-
gorio IX. Essendo vescovo Beroaldo, il .sferito a Fossombrone nel i433 gli suc-
cardinale CoUemczzo \egaio,co\ìa lette- cesse Giovanni de Polena uditore di ro-
ra Dei'otionis, nel 1 252 eresse in catte- la, traslato nel \^5f\ a Orvieto, donde a
drale vescovile (altri scrissero ripristinò) questa chiesa passò Giacomo Benedetti;
^tri (^•), e 1' unì a Penna, ciò che ap- nel 1456 Amico deBonamici; Antonio
provò Innocenzo IV nel i252 con le Probo d' Atri morto nel 1482. Gli suc-
Lolle Licei ea, e Honorem Ecclesiae, del cessero Troilo Agnesi beneventano; Mat-
i5 marzo. La cattedrale d'Atri, buon e- teo Giudici romano, morto nel i49^j
dificio con vicino episcopio, è dedicata indi Felino Sandei ferrarese uditore del-
jiU'AssunzionediMariaVerginejCon bat- la camera, poi di Lucca; nel i5o2 Nico-
listerio, e vi si venera il corpo della pro- lò Piccolomini di Lucerà, traslato da quel-
lettrice s. Reparala, ed avvi altra chiesa la chiesa; nel i5o3 Battista Cantalice sa-
parrocchiale. 11 capitolo ha 4 dignità, i." bino assai erudito; nel i5i4 Valentino
l'ai'cidiacono, 1' arciprete e 2 primiceri, Cantalice nipote del precedente, e co-
1 G canoiiici compresi il teologo e il peni- m'esso canonico di s. Maria in Via La-
PEN PEN 8ì
tn, inlervenufo ni concilio di Laterano l'attuale vescovo mg.'' Vincenzo d'Alfon-
V, e prndenlissimo ottenne da l'aolo III so, della diocesi di Monte Cassino. Le due
nel i53q, che le chiese di Penne e Atri diocesi imile si cstentlono a circa r 00 mi-
soggette alla s.Sede tornassero, poichèCie- f^lia, conlenenti più di 80 parrocchie. O-
niente VII nel i 526 l'avea fatte siilTia gni nuovo vescovoèlassatoiu fiorini 4o^j
ganee di Chieti. Nel i55r Leonello (Ji- essendo le rendite circa 3ooo ducati.
bo folignese 554 Tommaso Con-
; nel 1 PENSIONE ECCLESIASTICA. Por-
suberi beneventano, deposto da Pio IV zione de' frutti che si ricava da Beni eli
perchè gli fu imputato di aver coi Ca- Chieaa (^•), o da un Beneficio ecclesia-
lafla congiurato contro la pace d Italia, stico (^.), assegnala per tempo determi-
sostituendogli nel i56i Giasou)o Guidi nato e per una giusta causa ad un ec-
nobiledi Volterra eruditissimo, cheinter- che non lo possiede, da pren-
clesiastico,
venne al Tiidentino. Nel i568 Paolo O- dersi anche su quello che lo possiede. Le
ilescalchi di Como, uditore generale del- pensioni ecclesiastiche ebbero origine nel
la camera, nunzio pontificio in Austria e 45 I dal concilio di Calcedonia, il quale
Spagna, poscia impiegato nella lega con- acconsentì che Massimo, eletto vescovo
tro fuichi e in altre gravi incombenze.
i d'Antiochia in vece di Donno, a vantng
Nel 1572 Gio. Battista Benedetti di Of- gio di questi stabilisse una pensione sul-
di Policasfro, traslato ad Arles nel deposto dalla sede d'Efeso e 2.° a lui
; i
5qg il
dopo lunga sede vacante Nicolò Fran- dispensa pontificia, a titolo o di elemo-
cesco Franchi di Chieti; 1818 Dome- sina o di gratificazione, ma sono di (feren-
nico Ricciardonedi Chieti. Per sua mor- ti dallepensioni ecclesiastiche, bencliè de-
te il regnante Pio IX nel 1 847 preconizr.ò rivino da benefìzi ecclesiastici. Oliando
84 PEN PEN
esistevano i collegi vacahilisd de' cava- vile in partibus, sufTrnganeo di Bostra :
Jieri di S.Pietro, di s. Paolo, i Pii, Lau- Gregorio XVI nel 84') lo conferì a mg.^
1
retniii e altri, ognuno percepiva pensio- Carlo Uberto .Tea ntet quando Io fece coa-
ni ecclesiastiche, benché laici. I conclavi' diutore del vicario apostolico del Ton-
sii laici per privilegio possono conseguir- ckino occidentale.
le, gli ecclesiastici le godono e ne posso- PKNTAPOLI, Pentapolis. Nome del-
no rassegnare la quota prescritta dalla la regione di cinque città
e più luoghi ,
concessione pontifìcia. I cardinali che go- l'hanno portato. Deriva dal greco penta,
dono pensioni ecclesiastiche hannoii pri- e polis, la Pentapoli, regione di cinque
vilegio di trasferire la metà delle pensio- città, onde si disse regione Penlapolilana
ni, premessa la spedizione del breve fa- quella che le conteneva, e le città Pe/i-
coltativo. Anticamente quando beni ec- i tapolee. La Decapoli formavasi di die-
clesiastici erano in comune, benefizi e- i ci Giordano una città si
città di là dal ;
rano interi e senza diminuzione. Tra i disseMonopoli j due Duopoli j tre Tri-
Pripi che moderarono la permissione di poli come Tiro, Sidone e Arata, o Tri-
ti asferire le pensioni ecclesiastiche, nomi- polìtana j quattro Tetrapoli, come Lao-
nerò Urbano \IIF. La pensione eccle- dicea, Antiochia, ec. La Pentapoli della
siastica non è permessa e canonica, che sacra scrittura, comprendeva Sodoma,
alle seguenti condizioni, i
.°
Colui al qua- Gomorra, Adama Schoim e Segor^ la
,
ta sopra giuste cause, come sono la po- strutte formarono illago Asfaltite o il la-
vertà d'un ecclesiastico, una transazio- go di Sodoma. "La Pentapoli dell' Asia
ne sopra un diritto litigioso, la ricom- minore, al sud ovest, era abitata dai do-
pensa pei servigi resi o da rendersi alla rii e formavasi di Lindo, Jalisso, Cami-
Chiesa, la rassegna d'un benefìcio, pura e ro, Cos e Gnido, e quando nella confe-
semplice o a causa di permuta per l'uti- derazione entrava Alicarnasso, fu della
le della Chiesa, finalmente qualunque al- Esapoli. Ahia Pentapoli d'Asia fu nella
tro vantaggio reale della Chiesa. 3." E ne- Frigia Pacaziana. La Pentapoli d'Egit-
cessario che colui, il pen-
quale crea la to ebbe Ticelia. La Pentapoli della Ci'
sione, abbia la facoltà di crearla, quale renaica o Libia superiore abbracciava
concede il Papa, e secondo alcuni teolo- Berenice, Arsinoe, Tolemaide, Apollo-
gi anche i vescovi. 11 godimento poi del- nia e Cirene;altri vi aggiunsero la Mar-
la pensione cessa colla morte naturale o maride e altre popolazioni. Queste sono
civile del pensionarlo. Si possono legge- le Pentapoli d'oriente; ecco quelle d'oc-
re: Fatlinelli, De transl. pensionihus et cidente e tutte nello stato pontificio. La
responsa juris. Giganti, De pensionibns Pentapoli etnisca o Nepesina ebbe per
ecclesiasticis, Co\on\a.e i6i5. Tonduti, capitale ISepi (^-), succeduta a Faleria
Traci, depensionibus €cclesiasticis,hiìg' nel grado, con Sutri, Fescennio e Orte :
duni 1662. Clericato, Discordine foren- il Nardini, Della Pentapoli Nepesina, di-
ses dcbeneficiis pensionibns, Venetiis. ce che il Nobili registrò che venne for-
PENTACOMIA. Sede vescovile della mata da Fidene,Nep!,Falisca, Villa Ma-
i.^ Arabia, sotto la metropoli di Petra, gna e Ferenti; ma non conviene sulla pri-
eretta nel IX secolo. Altra omonima se- ma e ultima. Vedasi Degli Effetti, Me-
de della 1." provincia d'Arabia, ù sotto Wior/V', della Pentapoli Cisciininia, Fcien-
la metropoli diBoslra. Quesìa Pentaco- tana. Il Vittori, nelle Mem. di Poli mar-
mia, Pentaconiien, ora è un titolo vesco- zio, crede che questa, con Nepi,Fidene,
PEN PEN 85
Faleiiae Ferente formassero la Penlapoli Leone, quale complesso di dieci città. Da
Finisca. A Marca eEsARCATO parlai delle Riinini cominciava la Penlapoli marit-
due Pcntapoli maritlinia e terrestre, clie tima e si estendeva con Pesaro, Fano, Si-
spesso cambiaroiiolimile enome. La Peu- nigagliae A ncona; di poi si aggi unsero fu-
tapoli mariltiina o Piceno o Annonaria, mana o Umana ed Osimo. Le cittadel-
cdn Ancona per melropoli. La Penta po- la Penlapoli terrestre erano Urbino, Gub-
li montana o mediterranea o
terrestre o bio, Cagli, Fossombrone e Jesi. Tutte le
Flaminia Romagna, ebbe Ravenna a
in altre nominate nella donazione e resti-
melropoli, come lo era deirEsarcato. La tuzione di Pi|)ino, Carlo Magno e Lodo-
Peutiipoli ebbe origine dall'esarca Lon- vico 1, ed in altri monumenti antichi, do-
gino nel VI secolo, che alle provincie die po averle tolte ai longobardi, sono città
un sislema diverso dal precedente; e poi- della Penlapoli marittima o terrestre ag-
ché egli risiedeva in Piaveiina, questa fu giunte poi, come Monlefellro , Luceoli,
considerata non meno metropoli dell'^- territoriuni Balnense o Valvense (come
sarcato che della Penlapoli, il che diede avverte l'Orsi, Sovranità de' Pont.), Con-
motivo a diversi scrittori di credere che ca (oggi Cattolica nella legazione di Forlì,
hi Penlapoli fosse al di là di Piimini. Da ^. ), che in più luoghi registrai, come
principio le città costituenti la Penlapoli nel voi. XXII, p. 80. Sono di dilferente
tiuono cinque; aggiunte altre in proces- sentenza gli autori nell'assegnare le città
lapoli intervenuli al sinodo romano del Piceno Annonario o Gallia Senonia, non
680, furono quelli di Rimini, Pesaro, Fa- che gli articoli Pice.xo, e quelli delle città
no, ;'Numana o Umana, Osimo e Anco- Pentapolilane, massime Pesaro.
na; avendo erralo il Biondo, Hisl. p. 102, PENTECOSTE^ Pentecostes.Ye^ia a
die confuse Penlapoli con l'Esarcato;
la pasqua solenne in cui si celebra dalla Chie-
così il Rossi nella Storia di Piavenna, p. sa la venuta dello Spirito santo; il cui
194, ed il \ ignoli, Liber pontificalis, p. nome deriva dal greco Pentecoste , che
3o8, i quali composero la Penlapoli con significa cinquantesimo, e fu dato anti-
quelle città che nominai nel voi. XXV, camente dagli ebrei alla festa delle setti-
p. 2 1 3, cioè R.avenna, Classe, Forlì, Cese- mane, festum ehdomadarum, quinqua-
na e Forlimpopoli, Sui confini della Pen- gesima, perchè si celebrava sette settima-
lapoli oggi Romagna, dalla parte di le- ne dopo la festa dell' agnello pasquale_,
vante, trattò Fatteschi, Meni, del due. cioè il 5o.° giorno dopo il sedici del me-
di Spoleto, p. 170. Allargala la regio- se nisan, ch'era il secondo giorno della
ne verso i monti, si formarono due Pen- Pasqua (^.). Nella pentecoste essi offri-
lapoli, una marittima ch'era l'antica, l'al- vano le primizie della messe del frumen-
tra terrestre o moderna. Nel 726 Luit- to, onde fu àcìia festum niessis,festiimpri-
prando avendole invase ambedue, come- initiarum, la quale era raccolta a questa
cliè popoli delle medesime già eransi
i stagione. Tali primizie consistevano iu
sottoposti alla signoria e protezione del- due pani di pasta fatta colle nuove bia-
la s. Sede, il Papa s. Gregorio II le chia- de e col lievito, ciascuno di una misura
mò DecofJoU scrivendo all' imperatore di farina della assaron, ossia di tre pia-
86 PEN PEN
te di fallila. Oltre a questo si prtsenla- (pianto la legge di grazia è alla legge mo-
Viiiifi ul mac-
Icaipio selle agnelli seiizu suica, e quanto il compimento de'noslri
chia di (jucll'anuo, un vitello e due mon- grandi misteri supera tutto ciò che n'era
loni, da olTiire in olocausto j più due u- soltanto la figura, misteri che significati
i;tielli per osila pacifica, e un capro pei in detta legge, furono in Cristo adempi-
peccali. Questi sagrifizi erano comanda- ti. Gli apostoli, lasciate le ceremonie le-
li pel giorno delia pentecoste, e alcuni al- gali, cominciarono a celebrare in parie
tri per lutto il tempo della festa. La pen- la pasqua e la pentecoste, feste principa-
tecoste era una delle tre piìi grandi so- li degli ebrei, per modo che ritenendo i
lennità presso gli ebrei, in cui tutti i ma- nomi, venissero a celebrare più segna- i
schi erano obbligali a presentarsi davan- lati misteridi nostra fede in quelle adom-
ti al Signore nel tabernacolo, enei lem- brati. In questo grau giorno la Chiesa so- .
[liotjuando fu fabbricato: non trovasi che leiinìzza non solo la discesa miracolosa
ijuesla festa avesse ottava. Gli ebrei mo- dello Spirito santo, avvenuta di dome-
derni la celebrano per due giorni , che nica, ma la promulgazione dell'^Va/jg-e-
osservano come que'di pasqua, astenen- lo (^.)j e lo stabilimento della legge di
dosi d'ogni lavoro e faccenda, come nei Gesù Cristo. Che questa festa deve in-
subbati, salvo che accendonoil fuoco, ap- contrastabilmente la sua origine agli a-
prestano il pranzo, e portano da un luo- postoli, lo alferma ancora Benedetto XIV :
go all' altro quello ch'è necessario : Dio si distingue da tutte le altre poiché la ,
stesso avea proibito ogni opera servile in Chiesa in questo giorno celebra la sua pro-
questa festa che chiamò celeberrima e
, pria festa e come 1' anniversario di sua
santissima. Fu istituita per ringraziare nascita, l'ultimo prodigio con cui Gesù
Dio della terra che avea data al suo po- Cristo die l'ultima mano grande o-
alla
polo, e de'frutti che ne ritraeva; per ri- pera per cui venne sulla terra.
conoscere il di lui supremo dominio sul Gli apostoli si prepararono al ricevi-
paese che possedevano e sul mondo intie- mento dello Spirito santo col ritiro, con
ro,sulleloro persone e lavori; per ringra- purità di cuore, col distacco dalle cose del
ziarlo altresì della legge (ond'è anche det- mondo, con l'umiltà, colla carità frater-
ta /tv. /a della legge) loro data sul mon- na e coll'oiazione. A loro esempio la Chie-
te Sinai, in questo stesso giorno So." do- sa si preparò a celebrarne la festa fino
po la loro uscita dall' Egitto : perciò gli dai primi secoli, col digiuno, colla mor-
ebrei in questa festa preparano le sina- tificazione e colla preghiera. Secondo l'an-
goghe, ed ornano le loro case di fronde tica disciplina non ci era digiuno di pre-
verdi, di rose e altri fiori intessuti a for- cetto per tutti i 5o giorni del tempo pa-
ma di ghirlaude o corone in grau copia. squale, cioè da pasqua a pentecoste. Al-
La Chiesa cristiana celebra anch'essa la la fine però di tali giorni di allegrezza,
festa della Pentecoste 5o giorni o sette la vigilia della pentecoste per legge ge-
settimane dopo Pasqua, ossia dopo la ri- nerale, almeno dopo il IV e V secolo o
surrezione del Signore, in memoria del- forse prima, venne sempre osservata cou
la discesa dello Spirito santo in forma di digiuno di obbligo, affinchè cristiani me- i
lingue di fuoco sopra gli apostoli e di- glio si preparassero alla solennità, facen-
giuno della vigilia. Quanto alle cerenio- pentecoste ne fece la solenne benedizio-
nie particolari di questo sabbato nel rito ne, ed amministrò il battesimo a cinque
ambrosiano, si può vederle in Murato- ebrei e ad un maomettano, li cresimò e
rij diss. 57, Ànliq. Ital. t. 4- Avverte il benedì il matrimonio di due neofiti ne :
Macri, Not.de i'ocab. fcc/., che Penteco- riporta la descrizione il n."46 del Dia-
ste ne'prinii tempi si chiamò quello che rio di Roma. L'offizio dell'ottava di pen-
corre tra le due pasque di risurrezione e tecoste, come in quella di pasqua, è più
pentecoste; e che i cristiani ne' 5o giorni corto che negli altri tempi dell'anno, e
si astenevano dalle opere servili, per at- Bonifacio Vili permise che ne'Iuoghiove
tendere con maggior frequenza alla chie- fosse \'iuterdeHo,s\ potesse celebrarla con
sa e ricevervi la s. Eucaristia , astenen- porte aperte. La festa di pentecoste, co-
dosi dal digiuno e dall'orare geniifltasi, me quelle di pasqua e natale, è seguita da
per cui detti giorni erano denominali dies t\{ìefestCy così la sua vigilia come quel-
remissionis. I maroniti cattolici nel tem- la di pasqua chiamasi sabbatosanto. An-
po pasqua e pentecoste mangiano
tra tichissimo è r uso di festeggiare i priuii
carne ogni giorno in segno di allegrezza, comesi legge in Rinaldi
tre giorni, all'an-
il che osservano greci ne'primi 8 gior-
i no iog4jn-°2. In esso il vescovo di Co-
ni dopo pasqua. 1 greci chiamano Pen- stanza Gebeardo legato apostolico, nel
tecostario il libro liturgico, che contiene sinodo che celebrò, determinò che nelle
l'uffizio da recitarsi, cominciando dal gior- settimane di pasqua e pentecoste si ce-
no di pasqua sino all'ottava della pente- lebrassero soli tre giorni di festa , come
coste. Sulla varietà della disciplina dei praticavano molle diocesi ; poiché anti-
digiuni tra due pas(|ue, vedasi il Ga-
le camente prima duravano
le feste della
ra mpi, Memorie. Sul dubbio poi, se nel- l'intera settimana, quantunque ambedue
r anno in cui mori Cristo, la pentecoste le settimane dovessero avere la medesi-
s' incontrasse di domenica, ne tratta il ma osservanza. Chiamasi poi la penteco-
Macri. ste Pasqua per quanto dissi a quell'ar-
Ne'capitolari di Carlo Magno trovasi ticolo e Pasqua rosa o domenica rosa-
;
buisce che ilbattesimosolennenon si pos- ne parlai ne' voi. XII, p.i4i, XXII, p.
sa amministrare se non nelle domeniche 2 16. Come si rappresentava con llamel-
di pasqua e di pentecoste, disciplina an- le a Rouen, e con fuochi e una colomba
data generalmente in disuso, solo bene- in Orvieto, lo ricordai a Fuoco, e ad Or-
dicendosi il Fonte battesimale nel sab- vieto narrai come da poco tempo n' è
bato precedente tali solennità : tuttavol- stalo rimosso l'uso. Nel medio evo, in al •
88 PEN PER
la messa la prosa Veni sancle SpiriUis : abbiamo di Reicard : Dissert. de Pente-
Innocenzo 111 fu il i.° a polla in uso nel coste judaeornm,christianorunt et genti-
canl.0 ecclesiastico e si crede che ne sia linm, Jenae 1 693. VVinckler, De iis quac
stalo l'autore, secondo l'Ecckardo, in Ma- circa festuni Pentecosles memorabilia
Lillon, Saec. F Benecl. p. i8. Alcuni con sunt, Lipsiae 1734- Clauswitz, De ana-
Lenglet, Compend. citila storia t. 5, p. logia Pentecosles i>eteris et novi Testam.,
i47, la dicono composta nel secolo X da H.ilae 174'- Danzio, Program, de fésto
Roberto il re di Francia; ma il Platina, jndaico sepliinananim, et suhrogato fé-
in T'ita Gregorii V, crede che il le sia au- sto pentecostali christianorum. Del vespe-
tore del Sancii Spiritusadsit nohis gratin. ro e cappella papale di Pentecoste, vedi
Durando lib. 6, e. 107, osserva che nel il voi. IX, p. 4o. Del famoso concorso del
suono delle trombe si volle denotare il popolo romano alia Madonna del Divi-
gran romore, somigliante a quello d'un no Amore, nel luuedì seguente, vedi il
t. i,par. 2, p, 1276; e Benedetto XIV, vea fatto decapitare il fratello, pei moti-
Defestis Christi Domini, §519. Nel ce- vi detti nel voi. V, p. 3o2, per dimostra-
nacolo e nel giorno della pentecoste s. re che nulla avea contro la cospicua fa-
Pietro celebrò la i!" Messa (P\), allestaa- miglia (la colpa individuale non deve
dolo pure Pamelio, Lilurg. eccl.lat. t. i. nuocere ai parenti di chi la commette),
Ijcncliè il sagrameuto dello Spirilo santo a' i4 dicembre 1389 lo creò cardina-
o della Confermazione (F.), sia ammi- le diacono de' ss. Cosma e Damiano ,
nistrato in qualunque tempo dai vesco- poi prete di s. Pietro Montorio e gover-
vi, pure si è sempre riguardata la pen- natore di Tivoli. La sua modestia, illiba-
tecoste come il tempo più convenevole a tezza e candore de' costumi meritavano
questa amministrazione e come il suo pro- più lunga vita , che perde in Roma nel
prio giorno ne' pi imi secoli questa ce-
: 1099, d'anni 39, dopo essere intervenu-
lemonia si faceva con grande solennità to a 4 conclavi. Fu sepolto con elegan-
dopo il battesimo a pasqua ed a pente- te iscrizione nella chiesa di s. Biagio del-
coste. Non legge positiva degli apostoli l'Anello, cui lasciò pii legati.
o della Chiesa universale fissò il tem- PEPUZIANI. Eretici Catafrigi (F.),
po della pentecosle per la cresima solen- così chiamati perchè dicevano essere Ge-
ne, bensì lo statuirono alcuni sinodi pro- sù Cristo comparso ad una delle loro pro-
vinciali e per la chiesa di ÌNIilauo s. Car- fetesse, in Pepuza città della Frigia.
lo, acui si associarono altre diocesi, prin- PEPiADA. Sede vescovile di Bizace-
cipalmente per avere gli apostoli in tal na neir Africa occidentale, di cui fu ve-
giorno ricevutolo Spirito sauto. I vesco- scovo s. Germano, nel 4^4 fatto frusta-
vi la conferiscono cousolennità anche nel- re e con altri vescovi esiliato dal re Un-
la visita pastorale,ordinariamente nelle nerico, africa dir.
ore del mattino, perchè il vescovo deve PERAULD Rai.mo.^do, Cardinaie. Det-
essere digiuno, e straordinariamente in to Gurgense, nacque in Surgeres di Xaia-
qualunque tempo, ora e luogo, benché togne, di oscura condizione, alunno, poi
ugn sia digiuno. Su questo argomento dottore del collegio Navarra in Parigi
PER PER 89
priore <M s. Egidio nella propiiu pnliia, PEREGROSSl Pietro, Cardinale.DÌ
poi lotosi in Roma entrò in grazia di Pao- Milano, famoso giureconsulto, Giovanni
lo 11, Sisto IV e Innocenzo Vili, il cpia- XXI lo léce vice-cancelliere di s. Chie-
je lo nominò vescovo di Guike poi d'A- sa, Xicolò 111 gli die con altri ad esami-
griii. nunzio in Gei mania per raccoglie- nare la bolla spiegante la regola di s. Fran-
re le oblazioni [)er la guerra contro il tur- cesco, quindi nella vigilia della Penteco-
co, eh' egli distribuì arbitrariuuienle a ste 1288XÌC0IÒ IV locieò cardinale dia-
que* popoli per cattivarsi la benevolenza cono di s. Giorgio, poi prete della chiesa
dell'imperatore, al diiedi Ciacconio, mai di s. Marco, cui donò una campana. Col
Saoimaitanipositivamenteaireimanoche consenso di Ottone \ isconti arcivescovo
gli lurono rubate, difendendolo da tale di Milano, tolse gli umiliali dalla giuris-
calunnia. Indi Alessandro VI, per favore dizione degli ordinari , e gli assuggettò
di Massimiliano I, a'2 i agosto o seltem- immediatamente alla s. Sede. Fu a due
bie i4t)3 lo creò cardinale diacono di s. conclavi, morì in Roma nel I2C)5, e ven-
IMaria in Cosiuedin, poi prete di s. Vi- ne sepolto in s. Maria d'i\raceli^ con elo-
tale, indi di s. IMaria Nuova, quando nel gio sepolcrale che fu rimosso ne'restauri
1499 ^" biella iu titolo. Inoltre lo man- della chiesa, come nelle Memorie di es-
dò in Germania adettosoviano per con- sa dice il p. Casimiro, che riporta l'iscri-
Viterbo nel i5o5, d'anni 70, dopo esse- to a tempo al conclave d'Innocenzo XIII,
re intervenuto a due conclavi, venendo intervenne a quello di Benedetto XI II, e
sepolto nella chiesa degli agostiniani, con dopo aver governato santamente la sua
onorevole Lodato per eccellen-
epitaffio. chiesa, morì nel 1738, d'anni 76, e
ivi
ti immensa,
qualità, la sua liberalità fu onorevolmenlesepolto.
nella cattedrale fu
poiché donava quanto avea, e scrisse di- PER^ELLI Nicolò, Cardinale. De'du-
verse opere, il cui catalogo si legge nel chi di Monte Staracelo, nacque in Napo-
Torrigio, De script, card. p. 46. li a'22 ottobre 1696. Fatti egregiamen-
PERBENA. Sede vescovile della 2.' te gli studi, dichiarò vocazione per lo sta-
Pamfiliii, sotto la metropoli di Pirgi, eret- to ecclesiastico e di dedicarsi al servigio
ta neh' Vili secolo. Oriens dir. t. i, p. della s. Sede. Ammesso in prelatura, eser-
io33. citò lodevolmente diverse cariche e fu pre-
PERDICE. Sede vescovile della Mau- sidente della grascia, onde meritò che Be-
ritiana di Sitili, nell' Africa occidentale, nedetto XIV lo promovesse a tesorieie
sotto la metropoli di Sitifl. Afr. dir. gcueralc della camera apostolica. Clemeu-
9^ PER PER
le XIII in premio di sue faliclie, ai 34 un anno della morte del Papa, ne tras-
settembre ySg lo creò cardinale diaco-
i portò il cadavere dal Vaticano alla son-
no, indigli assegnò per diaconia la chie- tuosa cappella gentilizia nella basilica Li-
sa di s. Giorgio in Velabro. Lo annove- beriana. Delle copiose sue rendite fece
rò alle congregazioni della consulta, buon lodevole uso, e quale si prescrive dai sa-
governo, indice, acque, ripe e Tevere, fa- cri canoni e dalle leggi ecclesiastiche. D'a-
cendolo protettore dell'ordine basiliano. nimo grande, diede chiaro a conoscere,
Intervenne al conclave di Clemente XIV, che quantunque fosse nato in bassa for-
e compianto per le sue belle qualità, mo- tuna, aniuno fu secondo ingenerosità si-
rì in Pioma a'24 febbraio 1772, d' anni gnorile, imperocché mai alcuno gli do-
76. Il funerale si celebrò nella chiesa dei mandò limosina senza ottenerla; anzi due
ss. XII Apostoli, donde privatamente il fera mine, per aver domandato, una 5 scu-
cadavere fu trasportato in quella de' ss. di, l'altra 5o, la prima ne ottenne 5oo,
Gio. e Paolo, dove restò sepolto a teno- la seconda 5,000. Ogni anno dotava 100
re di sua testamentaria disposizione. zitelle , e di frequente pagava i debiti a
della eNovaes,chequalificano le sue Fi- olFrì la più preziosa suppellettile del suo
te de Pontefici, ed suoi Fasti i de' cardi- splendido palazzo. A quanto si è detto de-
nali, opere inesatte e parziali), il pro-zio vonsi aggiungere le frequenti e ragguar-
Sisto V (F.) lo creò cardinale dell'or-
."
devoli oblazioni alle chiese, di argenti
dine de'pretia'i3 maggio i585 nella 1 e pregievoli arredi, massime se dedicate
promozione , conferendogli per titolo la alla IMadonna, di cui era divolissimo, re-
chiesadi s. Girolamo degli Schia^oni, chia- citandone ogni giorno l'uffizio, e nelle sue
mato il cardinal Montalto, come detto feste raddoppiava le sovvenzioni alle po-
Papa quale nato a Grottamare ri-
, il ,
vere vergini. Oltre il digiuno che pre-
conobbe per patria d'origine, donjicdio metteva alle di lei solennità, ognisabba-
e educazione Moiitalto[V.). Nel iSBglo to visitava la basilica Liberiana e altre
fece vice-cancelliere di s. Chiesa, come chiesead essa dedicate. Al santuario di
dissi nel voi. I75,e perciò passò
VII, p. Loreto assegnò fondi per una messa quo-
al titolo della chiesadi s. Lorenzo in Da- tidiana nella s. cappella , e gli offrì due
inaso, ove istituì una congregazione di statue di argento, rappresentanti la pro-
sacerdoti. Inoltre Sisto V lo deputò so- pria figura e quella del fratello Miche-
pra tutti gli affari de'principi e sopra tut- le, del peso di i5o libbre. Recatosi a vii-
te le cause dello slato pontificio, quindi leggiare a Bagnala presso Viterbo, donò
magnificamente lo provvide di ricchi be- allachiesatli s. Maria della Quercia 6 cau-
nefizi e pingui abbazie, esercitando nel dellieri con croce d'argento, e 2 altri del-
villa che porla il suo nome, che descrissi 1625. il gesuita p. Brivio scrisse: Oratio
nel voi. XXVII , p. 1 5G. Per lo spazio in funere Alexandri cardinalis Peretti.
di c) anni esercitò la legazione di Bolo- Le virtù e azioni di questo magnanimo
gna, e fu protettore de'cassinesi, celesti- cardinale furono pure encomiate dal p.
ni, cappuccini, noncliè di Polonia. Le fab- Ten)pesli nella Fita di Sisto V, lib. 6,
briche che in Roma e altrove innalzò p. 99 con maravigliosa eleganza
e seg.,e
a'iuoghi pii furono moltissime. JN^el 1620 da mg.^ Oraziani, Descriptis invila Mi-
a'6 aprile passò al vescovato di Albano, nerva, t. 2, p. 2 30 e ^eg.
e sitrovò con influenza a 7 conclavi; nel- PERETTI BAROiM Andrea, C^/yZì-
1' ultimo però mostrò qualche ambizio- nale. V. Baroni Andrea, Cardinale.
ne al pontificato. La sua benignità, man- PERETTI MONT ALTO Francesco,
suetudine, liberalità e grandezza di cuo- Cardinale. Nacque in Roma, ultimo ram-
re lo resero la delizia d' ogni orditie di pollo della casa di Sisto V, di cui era pro-
persone, quantunquefosse di rozzo aspet- nipote, come figlio di Michele principe di
to, grave nel portamento, parco nelle pa- Venafro, e perciò nipote del celebre car-
role. Non si lasciava affascinare dalle a- dinale Alessandro. Avendo sentilo inti-
dulazioni, fu fedele mantenilore della pa- marsi dal padre di pensare seriamente
rola, nelle convei sazioni domestiche cor- a scegliersi una sposa, ad oggetto di tira-
lese , e in tutte le azioni si mostrò gelo- re avanti la casa, gli piacque fra tutte la
so della sua dignità. Fu assaislimalo dai principessa Cesi, dama per grazia e avve-
Papi e dai principi italiani, singolarmen- nenza incomparabile, di cui divenne ap-
te dal granduca Ferdinando I. Quindi pena scella a sposa appassionato aman-
non deve recar maraviglia, se caduto gra- te. Consentì il padre al matrimonio, ma
vemente infermo per abuso di gelati, poi- appena la vide ne reslò talmente inva-
ché usando bevande, cibi e medicine ge- ghitOjche volle ad ogni costo sposarla. Il
lale, il calore dello stomaco si eslinse, tut- figlio supplanlato dal genitore proruppe
ta Roma si mostrò afQitta e desolata; il in alte smanie, ed involatosi disperala
clero secolare e regolare fece pubbliche mente dalla casa paterna, si pose a viag-
preghiere e solenni processioni per la sua giare, e per non sentirsi mai più parlarti
guarigione ; il popolo corse a torme al di matrimonio, s'iniziò negli ordini sacri;
palazzo per informarsene; gli ebrei fece- quindi ad istanza del re di Spagna, Ur-
ro un solenne digiuno, distribuirono li- bano Vili a' IO o 16 dicembre 1641 '<>
mosine, e dalle loro vergini fecero fare la- creò cardinale pretedi s. Girolamo degli
menti e preghiere a Dio perchè gli pro- Schiavoni. Nel 1649 Innocenzo X lo di-
lungasse la vita. Questa a fronte di tutti chiarò arcivescovo di JMunieale, chiesa
irimedi terminò a'a giugno 1623, d'anni che governò con singolare vigilanza e ze-
53 circa. Divulgatasi per Roma la sua lo. Nel i65i die principio alla visita del-
morte, lutto fu lutto e cordoglio; si vide- la diocesi, e nel i652 convocò il sinodo,
ro correre per le strade a drappelli fan- non tanto per la riforma del clero, quan-
ciulli,vedove, artigiani e citladini , u- to per estirpale gliabusi radicati nel po-
lulando e piangendo ; ogni luogo faceva polo. Nel 1649 consagrò in P«.oma la ma-
eco ai lamenti per tanta perdila; si chiù- gnifica chiesa di s. Andrea della Valli-,
."^ero i palazzi , i tribunali e le chiese. 11 edificala dallo zio, e previo il beneplaci-
suo cadavere cou gran pompa fusepol- to nposlolico lasciò ad essa pensione di
t,2 PEK PER
amuii 2,000 sui benefizi da lui pos-
sciiJi te circostanza benché alcuni osservino
,
seduti, a line di ornarne Ja fiociata ester- nidla esservi di certo sulla prima inven-
na, lochefuuccordatoda Alessandro VII, zione. Tolomeo Soteio re tVEgitto avea
a condizione che non s'impiegasse il de- formata una biblioteca numerosissima.
naro finché Ira frutti e capitale tutta la Eumene II, ovvero Atlalo II re di Per-
somma arrivasse a 5ojOOo scudi. Mori gamo pensò di fare anch' egli una libre-
neliG55, d'anni 5q, dopo essere interve- ria. Saputosi ciò da Tolomeoe mosso da
uuloadueconclavi,efusepolto nella cap- invidia, proibì che si asportasse dall'E-
la di Sisto V, dentro la basilica Liberia- gitto il papiro, foglie di un albero su cui
na. Oltre alle sue belle qualità, per cui si scriveva e facevasi la caria, detta car-
era universalmente amato, imitò nella ge- ia papiracea, il cui uso era quasi uni-
nerosità in gran parte lo zio. versale ; imperocché tutti scrivevano o
PERFETTO (s.), prete e martire. Na- nelle tavolette o sulle foglie o carta di
to a Cordova ncH'Andaiusia, Cu allevato papiro, la quale fu la prima volta fab-
nella pietà (Va i [)reti che ullicia vano nel- jjricata a Menfi. Si costumò di scrivere
la chiesa di s. Aciselo, ed ivi apprese le su cose vegetabili, come frondi e scorze
belle lettere ed anche le scienze di cui gli di piante, ed i nomi di liber, codex,fo-
aralji facevano professione. Fu partico- lium,tabidae, iillura,philura, scheda, di-
larmente mollo versato nella cognizione notano le diverse parti delle piante su cui
delle sacre scritture, di modo che ac- seri ve vasi. Non avendo più un tal mez-
coppiando alla dottrina l'integrità de'co- zo il re di Pergamo, per fare i suoi co-
slumi, venne elevato al sacerdozio. De- dici ( anticamente il codice si chiamava
dicatosi ad ammaestrare e consolare fe- i catulejc, onde poi venne corft^x, che signi-
deli che gemevano sotto il giogo de'mao- ficapropriamente legno, perlocchè dagli
mettani, questi ultimi deliberarono di far- antichi furono detti codici molle tavole
lo morire per vendicare il loro falso pro- congiunte insieme e per quelle su cui si
feta, sulla cui vita e dottrina egli aveva scriveva ) o libri o volumi ( primi libri i
sccralo IMnometlo e l'Alcorano. I cristia- brane o fogli per lungo attaccati l' uno
ni portarono via il suo corpo e lo sep- all'altro, e si costumarono dagli ebrei, dai
])ellirono nella chiesa di s. Aciselo. S. Per- romani, dai greci, dai persiani e dagl'in-
fetto solFrì il martirio nellSGo, ai 18 di diani, e di questi si composero le Librerie
aprile, nel qual giorno è registrato nel anche qualche secolo dopo la venuta del
niartiroIojTio romano; e il di lui culto è Redentore) pensò al ritrovamento d'al-
passato nelle chiese di Francia. tra materia, per sostituirsi al papiro, ed
PERO A. PiRGi. /''. in tale occasione inventò a Pergamo la
PERGAMENA, Oliarla pergamena. preparazione della pergamena, circa al-
Cartapecora sottile, scritta, che prese tal meno 3oo anni awanti la nostra eia. Al-
nome percliè la migliore si fabbricava a tri con s. Girolamo attribuiscono V iu-
mice; quella falla con pelle di vitello è certe lavalurei caratteri degli antichi mss.
più fina e perciò delta velina; la perga- in pergamena e anche di raschi;irli, adi-
mena più slimata delle precedenti forma- ne di servirsene per iscrivere nuove ope-
si con pelle d'agnello o capretto tenero, re ealtie materie di poco momento, niii
vere sulle pelli è assai più antico, poiché ci e latini, e talvolta ancorasopra pre/.io-
i persiani scrivevano le loro storie sopra si autografi, fu eseguita talvolta con ne-
pelli, gli ioni scrivevano su pelli di mon- gligenza , cosicché con molta cura sotto
tone e di capra , ed i codici più antichi le nuove framezzo alle medesime
linee o
degli ebrei sono scritti sopra pelli di vi- possono distinguersi linee e frasi intere
tello o altrC;, che non sono preparale co- dell' antica scrittura. Questo lia dato o-
me le pergamene ; anzi probabilmente gli rigine alla ricerca, scoperta e lettura dei
ebrei tiassero siffatto uso dai loro più re- palinsesti , di che furono benemeriti di-
moti antenati, che lo aveano appreso tra versi paleografi ed eruditi; e con feli-
anche nell'elfetto,
ta simile all' egiziana li anticamente si scriveva, si può vedere
trovasi a poca distanza da Siracusa, in a Gaeta, Bolla, Beeve, Penna, Lidro ,
mezzo alle acquedel fonte Ciane; del pa- Codice, Libraio^ Notizie dei, giorno, ed
piro e dellepergamene parlai purea Di- altri relativi articoli, come Fabriano, ed
PLOMi ) neppure la carta bombacina o
, a CoLLEoioURBANO,del museo Borgiano;
cottunea o cutanea o di cotone, scriven- mentre fo altrettanto parlando de'prin-
dosi in tali regioni gli alti pubblici su per- cipali musei ebiblioteche. Vedasi ilTrom-
gamene. INel medio evo monaci esscn- i belli. L'arie di conoscere l'età dei codi-
do quasi i soli amanuensi o copisti, so- ci Ialini e italiani, Bologna 17^6, Napo-
venie non riuscì loro per scarsezza e ca- li i 780. Donati, De'diltici, cap. i
." delle
94 PE Pi PER
materie adoperale per formnrvi sopra i 1," vescovo di Pergamo fu Caio, ordina-
caralteri; cap. 2.° dello forma dei libri to da 5. Gio. Evangelista, il quale vide in
anticlii. Pergamo, nell'Apocalisse, uno de' sette.
PERGAMO. F. Pulpito. Angeli. Gli successero: Anlipo nominalo
PERGAMO, Perg'rtr7;r« o Perganmm. nell'Apocalisse e martirizzalo sotto Do-
Città vescovile dell'Asia minore, situata miziano; TeodolOj chenel dello concilio
nella Misia maggiore, sulle rive del fin- condannò l'eresia colorbasiana, sostenuta
irle Caico, i cui abitanti pretendevano di- da Colorbasio con affermare che la vita
scendere da Telefo fì"lio
o d' Ercole. Per degli uomini consisteva nelle 24 lettere
molto tempo si governò con proprie leg- e ne'7 pianeti, che tutti quelli che aspi-
gi, quindi cadde sotto la dominazione de' ravano alla salvezza dovevano essere bat-
re di Lidia, poi di quelli di Persia. Do- tezzati nel suo nome e in quello di Cri-
po la morte d' Alessandro il Grande fu sto; Carpo di Pergamo martirizzato sot-
soggetta ad Antigono, indi a Lisimaco, il to ValerianOj e gli altri presso I' Óriens
gia del celebre scultore Rinaldo Rinaldi, Leonoro dalla Pergola, Melchiorre, Ba-
con marmorea iscrizione clie dice come stardo Montaini, Guido Torello . Fran-
pel patrocinio e liberalità di quel Papa, cesco Lguccioni, Persio RIasi, e singolar-
Pergola fu aumentata, onde il munici- mente famoso Angelo da Pergola, al-
il
\i sono altre 4 chiese parrocchiali, altiet- glio si pure nelle armi, fu capi-
distinse
tanti conventi di leligiosi, due monaste- tano de'fiorentini, ruppe fiorentini e di- i
piosa popolazione, molto mercantile, at- teiati vanno distinti Paolo Pergolense in-
tese le fablwiche di cuoi e pannine assai signe filosofo, Andrea Paluzzi, Lorenzo
accreditate, con ricche famiglie, come lo Alberti, disse Leoni, Angelo Domeni-
è la comunità. Al presente gli abitanti su- chelli medico archiatro di Bonifacio IX,
perano i 6,000, compresi quelli delle ru- ed il conte Girolamo Graziani celebre poe-
rali adiacenze. ta e autore di pregiate opere, i." segre-
Da Pergola uscirono molti uomini rag- tario di stalo di Francesco 1 duca di Mo-
guardevoli nell'armi, nelle magistrature, dena, dalla cui famiglia uscirono altri uo-
nelle lettere enelle dignità ecclesiastiche, mini illustri. A Girolamo si attribuisce
in santa vita, come pure cavalieri illustri. l'istituzione dell'accademia de"li Imma'
96 PER PER
turi di Pergola, in cui egli avea per im- Savorgnani, co' della Genga (da cui usci
presa un rngno colla sua tela interrotta l'immortale Leone XII), co'Paduli (co-
e l'epigiaFe: LiccL internipla rctexam. Poi me rilevai nel voi. XL, p. '3..\i , nel rac-
1'accademia prese per insegna un cesto contare come Gregorio XVI onorò di sua
di nespole, col mollo Tempore, e venne presenza la villeggiatura del conte Gae-
regolata da un principe accademico, fio- tano Mattei in IMonte Cassiano) e perfino
rendo per soggetti virtuosi: nel 1807 n'e- co'duchidi Urbino,contò uomini assai co-
ra piincipe il marchese Francesco Lato- spicui: Filippo come benemerito della re-
ri di Pergola, autore di alcune opere lei- pubblica veneta ne ottenne la nobiltà per
terarie. 11 cav. Antonio Concioli eccel- sé e suoi discendenti; ed il conte Mario
lente professore di pittura (fratello del ricoprì luminose cariche ne'dominii del-
doti/ Concioli che fu vero conservato- l'imperatrice Maria Teresa. Nel n.°47 del-
re dell'antica scuola d'Ippocrale), autore le Notizie del giorno i843, si legge co-
di molte opere^ due delle quali sono in me Pergola deplorò la perdita del loda-
Pergola, riportandosi 1' elenco di alcune to prelato Mattei, il novero di sue virili
principali insieme alla biografia, a p. i43 e benemerenze patrie, tra le quali quan-
del Panornma di Roma del 1846, ope- to operò per 1' erezione della collegiata
ra artistica e letteraria del eh. prof Filip- in cattedrale, dichiarate ne'solenni fune-
po Mercurij cui piacque intitolarmi con rali con elogio del can. teologo d. Gio-
lusinghiera dedica, onde per gratitudine vanni Serra.
qui nefolicto ricordo. Abbiamo tra quel- Benché il cardinal Cappellari fosse con-
li di santa vita il p. Alessio cappuccino; trarioad assumere protetlorie, in consi-
noverandosi tra' religiosi illustri fr. Au- derazione che il celebre monastero d'A-
relio Mancini agostiniano, Nicola Merca- vellana de' suoi camaldolesi, di cui par-
to benedettino, ed fr. Bartolomeo Gol- i lerò in fine, era passato nella diocesi di
fi e Gaspare Golfi conventuali. Nelle di- Pergola , cede alle istanze de' pergoiani
gnità ecclesiastiche noterò, Costantino se- prelati fratelli Nicola e Mario Malici, ed
gretario di Giovanni XXIII, il nominalo accettò il protettorato della città. Nel
Gaspare Golfi vescovo di Cagli, il b. Fiori* i83i divenuto Gregorio XVI, alle loro
di arcivescovo di Cosenza, fr. Albertino preghiere e per quelle del municipio, per
vescovo Bergense, Delfino vescovo di Par- particolare affezione ritenne la protello-
ma , Ascanio Blasi vescovo di Salamina, ria per tutto il suo memorabile pontifi-
poi di Civita Castellana; Nicolò Antonel- cato. Volendo lasciare una memoria di
li cardinale,la cui famiglia crasi traspor- sua munificenza a Pergola, oltre quanto
tata in Pergola da Gubbio e godente il ho dello e riporterò in fine j col breve
feudo di s. Colomba, dalla quale fioriro- Pcrgulenseni cii'ifatem , de' 24 gennaio
no letterali ,
guerrieri e dignitari eccle- 1882, a postulazione del prelato Mario,
siastici, come il nipote di Nicolò, cardi- il donò alla città 5,ooo scudi in consolida-
nal Leonardo Anlonclli, nato però in Si- to fi'Ultifero d'annui scudi 200, quali di-
nigaglia, de'quali cardinali fece menzione vise: 100 al seminario, istituendo due po-
honoris causa Pio VII nella bolla Com- sti gratuiti per chierici poveri della città,
inissa. Nicola de'contiMattei, già arcive- da nominarsi dal capitolo; 5o al pubbli-
scovo di Camerino e da Gregorio XVI co ospedale; 5o al monastero di s. Orso-
fatto vescovo di Corneto e Monlefiasco- la, e altrettanti all'orfanotrofio delle don-
nc (^'.)- Dal conte Ranghiasci, Orazione, zelle, per l'erezione d'un posto gratis in
p. 36, si apprende che la famiglia de'con- ciascuno, a scella del municipio,d'una po-
ti INLatleij aggregata alla nobiltà di Gub- vera fitelladicivil condizione pel i.°, di
hio (^.), oltre le parentele contralte coi un'orfana pel 2.° Dichiarò il Papa che
PER PER .):t
rio XVI rallegrò Pergola con creare car- golato d'uve, ch'era ue'suoi primordi a-
dinale il concittadino Mario Mattei, del vanti la chiesa di s. Maria della Piazza,
quale parlai in molti luoghi, descrivendo- prima della sua fondazione o ampliazio-
ne le gesta onorevoli. Nel 1 834 morendo ne, ovvero perchè avanti di questa ivi
il cardnial Zuila lasciò quanto avea a dis- si facesse grandissimo mercato, detto da
posizione di Gregorio XV !_, che nominò Vul[)iano.e Calepino anche Pergnla. Cer-
il cardinal ^lattei a farne inventario e ad to è che il comune pose nelle sue armi
e^^eguiie le sueb('nefìchede^tinazioni del- la vite, che ha ritenuta sempre. Antica-
che con tanta lode e [irecisione avea dis- una vite che li cuopriva e quasi tulli cir-
impegnato l'incarico, il Papa lo destinò condava, come si raccoglie da uu antico
in vantaggio alternativo delle due dio- sigillo posseduto dal patrio istorico Gian-,
cesi unite di Cagli e Pergola, per un gio- nini, con intorno l'iscrizione: S. ConimU'
vane nobile che volesse dedicarsi alla car- nis Castri Collis Pergnlac. Posteriormen-
riera ecclesiastica. Queste e altre muni- te l'arme si formò di tre soli monti, uno
ficenze di Gregorio XVI su Pergola e Ca- sopra due, e dalla base di quel di mezzo
gli , si leggono a p. 6 del Prospetto del sorge una vite con tre grappoli d' uva^
saggio degli aliinm'del seminario di Per- cheliricopre,ein giro: Coniniunitas Per-
gola e studenti delle pubbliche scuole, Per- gidae. Credono alcuni che il luogo fosse
gola i83c),per Felice Lupi e compagno. edificalo da quei di Gubbio nel princi-
Nel supplemento delle Notizie del giorno pio del secolo XIII, sul fondamento di
lì" ic) del 1 846 viene descritto il coi do- due brevi di Gregorio IX, riportati dal-
glio de' pergolesi per la morte del loro rUghelli, Italia sacra^ in Callienses epi-
sovrano e speciale protettore Gregorio scopi, emanati ad istanza e sull'asserzio-
XVI, la predilezione e beneficenze da lui ne del vescovo di Cagli, poco informato
ricevute, ed funerali celebrali in catte-
i come luogo allora non appartenente al-
drale con solenne pontificale del vesco- la sua diocesi; laonde per cagione di tal
Gubbio, il Giannini la deduce dalla ga- secondo Tolomeo, e che gubbini intra- i
bella che i pergolesi da tempo immemo- presero l'ampliazione nel i 1 55, effettua-
rabile esigevano sulle merci di transito, la nel 1204 o nel i235. L'Amiani nel-
anche sugli eugubini. Dal Jacobilli, / t- le Memorie di Fono, dice che verso il
tc dtsauli dell' Umbria (nella quale G ia n- 12 33 alcuni cittadini di Cagli, Urbino e
nini pone Pergola, non nella INIa rea An- altre terre vicine, si rifugiarono in Se-
conitana, come la collocarono alcuni per ralta, che ci'ede poi chiamata Pergola ;
si ritirò, ma gli concesse i castelli del Col- de con diversi collegati ne minacciarono
le della Pergola e Monte Secco; dunque la distruzione. Gubbio invece con molla
1235 o 1236. A ciò si aggiunga la ven- Gregorio IX. Questo Papa ammonì Ca-
dila che nel
1237 fece signore di Bel- il gli a desistere dall'attentato e discioglie-
lisio, due miglia circa da Pei gola, del re la lega, come fece ai confederati sot-
suo castello al sindaco di Pergola, co- to pena di scomunica se molestavano
stituendosi nel medesimo tempo abitan- la comunità di Peigola, con brevi dati
te di essa, Castri Collis Pergulae,a mo- in luce dal Gentili, quindi le pretensioni
do degli altri nobili, e che i suoi sudditi di Cagli contro Pergola furono compro-
vi sarebbero trattati come
o gli abitanti messe nell'altro legato cardinal Fieschi,
castellani o cittadini del medesimo Ca- poi Innocenzo IV. Anche il Pieposati at-
stro Collis Pergiilae nella quale epoca
, tribuisce a Gubbio l'edificazione del Col-
se fosse slata da poco edificata non po- le di Pergola o Castello di Seralla, cos\
teva avere già nobili tali che un signore chiamandolo i brevi pontificii, dicendo
di castello volesse eguagliarsi a loro. Con- che il sito dove fu Pergola edificata, era
chiude il Giannini, che si volle confon- un colle e una campagna posseduta dai
PER PER 99
nobili eiigiibiul Ugolino di AlLciloeMar- blico consiglio per ordine del podestà Be-
iilione di ConacK); che fti incominciala raidelli eugubino, e si multarono pri- i
ad essere popolala non solo dalle genti mi per 5 aiini al pagamento di 28 fio-
dei castelli di Seralla,di Montajato e di rini d'oro. Nel 1 349 Galeotto Malatesta
Monte Episcopale, ma anche da i4o fa- conquistò Pergola.
miglie di Gidjbio, Ira nobili e plebei , e Nel 354 cardinal Albornoz confer-
I il
dantissimi polea trarre dal feracissimo cardinal Mezzarota legalo di Eugenio IV.
territorio ; che vari villaggi vicini venne- Nel i44^ circa Francesco Sforza essendo
ro demoliti a meglio popolarla, ed in bre- in. guerra col Papa, prese molti luoghi;
ve ora crebbe a segno, che non si conten- e come la Pergola per la sua fortezza vol-
ne fra le sue niura, ma spaziò largamen- le difendersi, quando l'espugnò l'abban-
te negli esternisobborghi; vi si sviluppò donò al saccheggio de'soldati, che vi fe-
chiesa di s. Francesco pei francescani cui commissaii a'29 ottobre 14^9 pose-
(Giannini la crede incominciala col con- ro il conte in possesso della Pergola e de-
vento nel 1277) e consitgrata da! vesco- gli altri castelli. Tutta volta j6o nella
nel i
vo di Gubbio nel i325, poi de'conven- guerra tra Sigismondo e Pio il primo11,
tuali ed ora degli agostiniani. Nel 1282 nuovamente l'invase, ma poco dopo le
il dominio ne fu contrastato a Gubbio milizie papali ne cacciarono i suoi, edili
dai duchi di Spoleto, avanti il cardinal premio di aver debellato il Malatesta, il
I oo VER PER
Cesare duca Valt'uliiio, per la smisura- scontro col duca, saccheggiò vari luoghi^
ta sua aiiiJjizione, colla prepotenza delle in un a Peigola^ che trovandosi senza
aiuii invase lutto io stato d'Urbino, e il soldati dovette airendersi. Essendo mor-
duca Guid'Ubaldo 1 si abbandonò alla fu- to Leone X nel i 52 i, il duca Roveresco
ga nel I 5o'2. Essendosi iuipadionito Ce- ricuperò suo stato e ne ottenne nuova
il
sare anche di Camerino, con simulazio- investitura da Adriano VI, dopo il qual
iiene chiamò in Uibiiio il signore Giu- tenqio Pergola segui i destini dei ducato
be Varani, coi figli Venanzio, Annibale d'Uibino, fu ariicchita di privilegi e pro-
e Pietro, ed a'25 agosto con tradimento segiù tranquilla nella soggezione Rove-
limandònella rocca di Pergola, ove bar- resca. Se non che, per mancanza di suc-
baramente li fece strangokue. Intanto cessione, Francesco Maria li ulliino du-
essendosi ribellalo ducato contro Ce- il ca d'Urbino avendo rinunziato al feudo
sare assente, anche Pergola ritornò al do- del ducato,queslo ritornò nel i(324 con
minio Feliresco, mentre Guid'Cbaido I Pergola imuiediatauiente sotto la signo-
riuniva forze e collegati per combatter- ria della s. Sede, ed Urbano Vili ne fe-
lo. Cesare ordinò alle sue milizie di riti- ce prendere possesso nel 1626 pel go-
rarsi a Rimini, ma per mancanza di di- verno, e nel i63i formalmente dopo la
fesa e infedeltà del castellano di Pergo- morte dd duca. IN'el pontificato d'Inno-
la, Michelolto Coreglia capitano colle sue cenzo XII il vescovo di Gubbio Rona-
genti vi entrò e fieiamente la saccheggiò, ventura a' 2 settembre 1691 fece la so-
ponendo guarnigione nella rocca. L' A- lenne traslazione delle reliquie de'ss. pa-
miani narra che in questa occasione fu- troni Secondo, Agapito e Giustina dal-
rono strangolali Varani, creduti auto-
i l'altare della Pietà al maggiore, ove lut-
ri della sollevazione. Rientrato Guid'U- loi'a sono in gran venerazione. Degli at-
baldo I ne'suoi slati, potè riprendere an- ti di questi santi e delle diverse loro no-
che Pergola e la rocca. Considerando tizie tratta il Giannini, dicendo della lo-
questo duca che le rocclie e le fortezze romiracolosa Iraslazioneseguila r.el 1 28 i
in vece di conservargli lo stato, gli avea- sopra un carro guidalo da lori indomi-
no recato maggior difficoltà in riconqui- li, dalla chiesa di s. Secondo presso Gub-
starlo, tranne alcune ordinò la demoli- bio, a quella degli agostiniani di Pergo-
zione di tutte, onde a'c) novembre fu e- la , ora ciltedrale. A questi religiosi fu
ziandiodistrutta quella di Pergola: i suoi dal comune nel ii5S concesso il sito per
pochi avanzi vedono nel più alto sito
si edificarvi la chiesa e il convento. Note-
della città, nel luogo chiamalo la Rocca. rò che nel XIV secolo esistevano in
I materiali furono dal duca donati ai per- Pergola monasteri delle monache di s.
i
golesi; nel secolo seguente l'area fu con- Giovanni e di s. Lucia agostiniane (ripri-
ceduta al comune per
1' erezione
d' un stinate sotto Gregorio XVI), e quelli di
monastero, che però non ebbe compi- s. Giacomo e s. Margherita. Nel i652 ,
mento, onde si formò un'abitazione dai per gravi molivi riportati dal Giannini,
Pelosi, che poi passò a'Graziani. ilcomune autorizzò priori di agire con i
Nuove sciagure patì Peigola ne'primi impegno, per fare erigere in collegiata il
del secolo X\l. Volendo LeoneX toglie- convento e chiesa di s. Agostino degli a-
re lo stalo d'Urbino a Francesco JMaria I gostiniani ; ma ciò si efleltuò più lardi,
della Rovere, per darlo al proprio nipo- non in detta chiesa , ma in quella di s.
te Lorenzo de Medici, fece legato della Andrea apostolo, da Benedetto XIV con
guerra il cardinal Divizi daBibbiena. Que- suo breve, e con capitolo di 1 2 canonici.
sti nel 17 mentre si recava poco meno
1 Dipoi lo stesso Pontefice, considerando
the in disordine a Pesaro, per evitare lo gli onorevoli pregi della terra di l'ergo-
PER PER 101
la nella diocesi di Gubbio, ch'era popo- mani Ponlificis, de'3i gennaio i8t8,c
lala da 5,000 abitanti, divisi ne'tre or- Conimi'isa tcnuitati, de' 1 8 gennaio 1819,
dini di nobili, cittadini e popolo; che a- Bull. Cont.L i4, p 5()3, et. 1 5, p. iST,
vea giurisdizione sopra un castello e 5 dismembrò Peigola e suo territorio da
/T j)a nocchie,
luoghi, con collegiata, altre Nonantola e da Gubbio, trasportò gli a-
6 conventi di religiosi, 3 monasteri di gostiniani nella chiesa e convento già dei
monache, conserva torio di orfane, 2 con- I francescani conventuali; tia sferì il capi-
(iaternite, monte di pietà e frumenfario, lolo e la collegiata nella chiesa di s. A-
non che pubblica biblioteca, colla bolla gostino, col titolo di Andrea apostolo,
s.
Gubbio, di dovrebbe
cui il vescovo vi gettando di nuovo Gubbio [F.) all' im-
risiedere alcun tempo e tenervi un vi- mediata soggezione della sede apostolica,
cario generale foraneo, con pensione an- liberandola da quella d' Urbino, elevò
nua da somministrarsi dalla nuova città, Pergola al grado di sede vescovile e l'u-
oltre 4^ scudi che la medesima dovesse nì in perpetuo a (pieMa di Cagli [F.),
annualmente somministrare alla cancel- acque prìncipaliler, della quale Cristo-
leria vescovile, in compenso degli emo- foro Cosci ci diede: De stala ecclcsiarwn
lumenti che andava a peidere pel novel- cii'italis Calli, et ejusdcm dioecesìs rela-
lo vicario. Con là stessa bolla Benedet- f/o, Romae 178?. Un saggio storico di
to XIV dichiarò la collegiata concatte- Caglisi legge nella Letlera di N. N. pa-
drale e confermò i privilegi concessi a trizio di Cagli ad un suo amico di Ri-
Pergola da Urbano Vili, con breve dei mino, Pesaro 1765. La città di Cagli è
i5 giugno iG33. Pergola nel 1781 pro- come la diocesi e sede vescovile, antichis-
vò gii elfelli del terremoto che tanto dan- sima e ragguardevole. L'antica città esi-
neggiò Cagli, pei quale Bertozzi pubbli- steva sul vicino colle, l'odierna è nel pia-
cò nel 1782 iu Venezia: Letlera sul ter- no s. Angelo alle radici del Monte Pe-
remoto accaduto iti Cagli li 3 giugno trano, presso le quali s. Romualdo fon-
,78,. datore de'cimaldolesi costruì alcuni ere-
Ne! declinar del secolo XVIII, benché mi. Nella diocesi di Cagli primeggiarono
Pergola fosse nella diocesi di Gubbio, le abbazie di s. Geronzio, di s. Pietro di
tuttavia il vescovo di Nocera vi godeva IMonte Nerone, dis. Maria Nuova di Mon-
Ja parrocchia suburbana di s. Onofrio, te l'Abate.
quello di Cagli la chiesa di s. Biagio e A voler far menzione de'suoi più cele-
prima quella pure di s. Lucia, ed in una bri vescovi, ne fui! i.° Graziano del oog,
piccola parte vi esercitò giurisdizione l'ab- cui successero Viticano del 5oo che sot-
bazia di Nonanlola. Pio VII nel 1802, toscrisse nel 3.° concilio romano nel pon-
col breve Exponi nobis, nel Bull. Coni. tificato dis. Simmaco, e Donato del 72 i.
deputando
della spezieria dell'ospedale, Croce di Fonte Avellana. Anselmo nel
in amministratore il protomedico di Per- I 2 I 7 fu consagrato da Onorio III. Fio-
gola; hnalmeote Pio VII colle bolle Ro- rì nel i25() fr. Morando celebre predi-
tm PER PER
calore donienicano, sollo di cui per le veslro Lodovico Paparclli d'Ascoli, i
754
funeste fazioni dc'gucl/i e ghibellini, Ur- Lodovico Berlozzi Fano. 1806 Alfon-
di
bano IV sottopose la città e diocesi al- so Cingari di Bologna. 1818 Carlo Mon-
l' inlerdeltOj poi Io tolse e perdonò. Gli ti d'Imola traslato daSarsina, il 1° ve-
signori d' Acquaviva castello che donò , per nomina di Gregorio XVI nel conci-
alla patria; dopo di lui Guglielmo Sa- storo de'32 luglio iS^^, l'attuale zelan-
siuni Mastini di Cagli nel iiS5, al cui te, esemplare, benemerilo e rispettabile
tempo le meinorale fazioni recarono l'ul- vescovo mg.*^ Bonifacio Cajani di Gual-
timo eccidio all'antica città. Papa INico- do Tadino, già professore di filosofia e
lo IV ne intraprese la riedificazione nel- rettore del seminario di Nocera, che lo
r area moderna, onde venne chiama- stesso Papa avea dichiarato vicario apo-
ta Cii'italis Po polis, o Cina papale di stolico delle diocesi di Cagli e Pergola
s. Angelo; quindi con la bolla Inlelle- nel i83g, per la cadente età e infermi-
clus (liligcnter, del i.° febbraio 1289, tà del predecessore. Nella cattedrale di
trasferii in essa la sede vescovile, confer- Cagli, tra le reliquie, si venerano i corpi
mando poscia i privilegi dell'antica col- de' ss. Ponziano e Vittore n)artiri, ed il
hi bolla Reducenles ad scdulae, nel 1291. capitolo si compone del prevosto e arci-
Altri vescovi degni pure di menzione fu- diacono dignità, di 12 canonici compre-
rono fr. Rogerio Todini di Cagli del 3og, i si il teologo e il penitenziere, e di 4 man-
Guido cittadino e canonico di Cagli del sionari. L'episcopio èpropinquo alla cat-
1346, fr. Tommaso Sferrato de'minori tedrale, ov' è la cura amministrata dal
del i353 che concorse olla riedificazio- preposto e da un vicario, con battisterio;
ne della cattedrale, iNicolò Marciari pe- avvi altra parrocchia, 4 conventi di re-
rugino del 1398 che costrm l'episcopio, golari, 2 monasteri di monache, confia-
Giovanni BonodeLuzi cagliese del i4'4j teinite, orfanotrofio, ospedale, monte di
Guido Boncheri canonico e cittadino di pietà e seminario. Le diocesi di Cagli e
Cagli del 1478 che rifece l'episcopio. Per Pergola si estendono 37 miglia ein circa
l'uccisione del pergolese Golfi, eseguila contengono molti luoghi. Ogni nuovo ve-
dalle genti di Cesare Borgia, nel i5o3 scovo è tassato ne'libridi camera in fiorini
%enne da Alessandro VI il pro-
sostituito 320; e come le rendite, depuratedaipesi,
prio confessore Lodovico de Logoria spa- ascendevano a più di scudi 200, Grego- i
gnuolo. Nel 1 5i 3 fr. Tommaso Albizi do- rio XVI vi aggiunse scudi 3oo di pensio-
menicano, nel \5i5 Cristoforo del Mon- ne annua al vcscovoattuale, anche in con-
te poi cardinale, nel 1 554 Gio. Battista trassegno di slima e benevolenza, da pa-
Toro Leoni anconitano, nel 1567 Pao- garsi dall'amministrazione delle rendile
lo Mario della Rovere pesarese,nel 1607 dell'abbazia di Lorenzo in Campo. Di
s.
Timocrate Luigi de Castro d' Apiculo questa Gregorio XVI, dopo la morte del
diocesi di Cagli, nel 1660 Castruccio Ca- cardinal Albani che n'era commendata-
stracana nobile di Cagli, nel 1694 Be- ne soppressela giurisdizione spiritua-
rio,
nedetto Loperti nobile di Cagli. La se- le,che aggiunse alla diocesi di Pergola,
rie de'vescovi di Cagli, l'Ughelli la ripor- mentre ne affidò l'amministrazione eco-
taneW Italia sarra l. 2, p, 808, registran- nomica ai monaci cistcrciensi, con la cor-
do per ultimo Alfonso Belliucini nobile risposta di alcune migliaia di scudi di
modenese del 7 o: la compirò colleiVo-
i i pensioni, e l'obbligo di somministrare
tizie di Roma. 1721 Gio. Francesco Bi- annui scudi i5o al seminario di Pergo-
sleti di Verpli.1726 fr. Girolamo Ma- la pel mantenimento gratis di 3 chierici
ria Allegri servita fiorentino. 1744 ^''' poveri scelti e nominati dal rispettivo ve-
PER PER io3
scovo ili Pergola ed apparlenenli ai co- ed enormi dirupi, è lutto di vivo scogho,
muni di s. Lorenzo, s. Andrea e INIonlal- di folla selva vestito, (juasi sempre cin-
f'oglio. Quanto alle notizie storiche di Per-
'
to sul vertice di densa nebbia, e talvolta
gola, abbiamo: Egidio Giannini, Memo- nel maggio è ancora coperto di nevi : per
rie ìsloriche di Pergola e degli uomini molti geologi e naturalisti ilmonte fu og-
illitslri di essa, Urbino lyS^. Gli fu ri- getto di profondi sludi , come conosciu-
sposto (daLuc'Antotiio Gentili di Torri- to contenere un copiosoe importante de-
cella professore di belle lettere in Gub- posilo d'interessanti cose: per tale lo rico-
bio ) con la Leltera coiUenenle la disa- nobbe ed egregiamente descrisse il camal-
ìuiiia delle memorie ìitoriche dì Pergola, dolese Bellenghi dottissimo. 1 monti d'in-
Gubbio 1733. Il Giannini (aiutato dal torno formano solitarie foreste, onde il
d/ Ginevri di Pergola) replicò con la Ri- luogo, veramente proprio della vita soli-
sposta dell'autore delle memorie istori- taria e contemplativa, sembra disgiunto
che di Pergola, alla Lettera della disa- dall'umano consorzio- Il monastero inspi-
mina delle medesime, Pesaro 17 34- In- ra tenera divozione, ed è chiamalo l'a-
di fu pubblicala (dallo stesso Gentili) la silo della più grande ospitalità, che mo- i
Difesa della disamina del signor N. IV. naci concedono cortesemente per tre gior-
viltadino di Gubbio, aggiuntoi'i un com- ni a chi si reca a visitare il santo luogo,
pendio cronologico degli ai'i'cnimenti del- oltre quotidiana dispensa di pane e
la
famoso Monte Catria,e già com'esso del- ti armadi di noce abbelliti da dorature,
l'antico territorio e diocesi di Gubbio, ed per le pitture della volta del celebre can.
essendo uno de' monasteri piìi antichi e Lazzarini pesarese; ivi si conservano de-
venerabili d' Italia, ne darò un cenno. corose suppellettili sacre e preziosissime
Prima \a notato, ch'ebbe varie deno- reliquiedi santi, massimequelladella vera
minazioni, cioè di s. Benedetto dell'Avel- croce, da Costantinopoli portata nel mo-
lana , di eremo di s. Andrea apostolo, nastero camaldolese dell'isola di s. Miche-
nel 1080 fu detto di s. Croce di Fonte le di Murano presso Venezia, e nel 1 8^3
Avellana ch'è l'attuale, mentre su di es- donata alla chiesa dal cardinal Zurla ab-
se può vedersi Avellana. Si eleva in for- bate generale de'camaldolesi. Di questa
ma di castello l'ampio fabbricato, sulla insigne reliquia esiste una dissertazione
falda del monte Catiia, chiamalo da Pli- del p. ab. Costadoni camaldolese, stam-
nio r altissimo fra gli Apennini, dal p. pata nella Raccolta del Calogerà t. 89,
Boscovich il più alto di essi, e dall'Ansi- p. io5, ed a parte in Venezia nel 1751,
dei si calcola il suo cacume sopra il li- e se ne parla pure nel t. 6 degli Annali
vello del mare circa 55oo piedi parigi- camaldolesi, ed in questi e nella Rac-
ni. Questo monte di spaventose balze colta si vede la stampa del reliquiario
io4 PER PER
die la contiene. Nella sagrestia vi è an- me e molto meno il canone, come avverte
cora una bandiera, con l'afTigie dell'im- mg."^ Alfieri, già oblato camaldolese, /li-
tani: ne'secoli XV e XVI era tale il pio 2.', si legge che di recente nella biblio-
entusiasmo per la festa, che il Valeman- teca della facoltà di Montpellier si tro-
uno stile sodo e pesante, e tutto il fab- vandosi, die Guido d'Arezzo ne ignorò
bricato è da riguardarsi per l'architettura l'esistenza. Giova avvertire, che altre vol-
solidissima, creduta dei secolo XVI cir- te si è detto d'essersi fatta tale scoperta,
ca. E assai ben costrutto il braccio del- senza che ninna se ne verificasse: spero
l'ospizio, ed è smisurata l'ertezza de'suoi che il Danjou autore di quella di Mont-
muri. Il refettorio forma un paralello- pellier, sia slato più fortunato de'prece-
grammo semplice e dignitoso, capace di denli rilrovatori. Nel monastero vi è il
ICQ monaci, avendo sopra l'ingresso un noviziato, ed una biblioteca fornita di va-
pulpito vaghissimo di noce per la lettu- sta raccolta d'opere di ss. Padri, di ca-
ra della mensa, corrispondente ai sedili nonisti, liturgici, ascetici, e di varia let-
di legno simile, sorretto da eleganti co- teratura. Nella gran sala contigua si ve-
lonnette ; ma l'oggetto piìi impoitanteè de il busto assai somigliante di Dante con
la pittura in tela, che comprende tutto analoga iscrizione, celebrante come quel
iln)urodi fronte, rappresentante il mar- principe dell'italiana poesia si rifugiò nel
tirio di s. Andrea, copia di quella di Gui- monastero, onde se ne mostra la stanza
do Reni esistente nella seconda chiesina da lui abitata, e vi compose gran parte
di s. Gregorio in Roma ed eseguita nel , della Divinacomniedia si vuole che quel :
j622 da Giorgio Giuliani di Civita Ca- sommo, con allusione alla topografia del
stellana, con maniera dignitosa e vaghe luogo rispetto al Catria, componesse il
tinte. Inoltre nel refettorio è un'antica im- verso, genie cui sì fa notte innanzi sera.
magine in tela di Guidone d'Arezzo, col- Anticamente fu estesissima la possiden-
r iscrizione h. Guido luijiis luonaslevii
: za del monastero, imperocché il suo do-
alninnus iin'enlor iti, re, mi, fa, sol, la. minio dal Catria si prolungava fin quasi
Ma il pittore si fìgiuò un musico della sua all'Adriatico, e la valle considerevole del
età, poiché la carta che gli pose in ma- Cesano, con le abbazie di s. Croce, di s.
c)<So o nel i ooo circa, discepolo di s. Ro- Enrico II, Enrico HI, Einico IV e Fe-
mualdo fondatore de' Cdiiialdolesi (K.) derico I. Quindi, come notai ad Avella-
e del monastero di s. Vincenzo di Citra na, Gregorio XIII nel 1578 applicò be- i
alle radici del Catiia, distante due niii,'!ia ni della congregazione Avellanense al
ricevette le costituzioni per l.i congrega- venne nuovo ricetto di santità e dottri-
zione dell' A^'cilana [V.) che istituì nel na. Nel i8o5 ne fu fatto abbate il p. d.
monastero con regola di s. Benedetto, dal- Albertino Bellenghi(lo celebrai nel voi.
la quale derivarono monaci celalimj i XXV, p. 3 16), che illustrò colle sije o-
quujdi il monastero Avellanense diven- pere, e pel credito che godeva conservò
ne scuola di sanlilà e di dottrina, fìoren- all' ordine il monastero nell' invasione
tissima per esemplarità e disciplina, [ier fiancese, salvando molti codici e perga-
cui r istituto mollo si prop:igò in altri mene delle vicine contrade. Per non dire
monasteri e priorati, princi[)aUnente pel di altri, ne fu pure abbate il p. d. Am-
suo monaco e poi cardinale s. Pier Da- brogio Bianchi, creato cardinale dal cor-
ììiianijaì cui tempo convivevano insieme religioso Gregorio XYI. Questi da abba-
1 2 santi. In segno di benevolenza verso te camaklulese vi fu due volte, la i.^ nel-
1320 fu dichiaralo abbazia da Giovanni done dimora nel suo memorabilee spi-
la
XXll, ed Ubaldo ne fu i
.°
abbate. Di- noso pontificato, soleva dirmi: /Ih! quan-
venuta commenda, l'ebbe il celebre car- to i'oloiitieri andrei a fare il sagrestano
dinale Bessarione, che abitò il monaste- all' A'.'ellana ! Nel n.° 74 del Diario di
ro. Altri attribuiscono questa erezione a Roma i83r, si legge il modo col quale
Giulio li, perchè conferì la commenda al i camaldolesi avellaniti festeggiarono l'e-
suo nipote cardinale R.overe, e fu bene- saltazione alla cattedra di s. Pietro del
merito dell' edifìzio, come rilevasi dagli virtuoso e dottissimo Gregorio XYI, in
stemmi. Pei molivi detti a Avellala, s. Pio un all'elegante iscrizione dettata per la
Y colla bolla Quaiiluni animus^ de' io circostanza dal p. d. Gianfoi te IMarini, di
zione esistente nel monastero, circa7G san- dolesi: \.uh\n, Abbat. Ttal.p.36; Sarti
ti, 55 vescovi, 4 cardinali, e Papi Cele- i camaldolese, De episcopis eiignbiiiìsj Fa-
stino II, Innocenzo III, s. Celestino V e rulli camaldolese nella Cronaca stampa-
Giulio Il,i quali vi erano dimorati in qua- ta in Siena nel i6o3; il p. d. Isidoro
lità di oblati. Privilegi insigni accorda- Bianchi nell' Elogio del p. Fromond fe-
rono a questo celebre ritiro Silvestro li, ce una belli>sima descrizione deli' Avel-
s. Gregorio VII, Eugenio 111, s. Celesti- lana, riportata in gran parte dal Lancet-
no V, ìMartino Y ed Eugenio IV; fra ti nella Biogr, degli scrit.crem.\o\. 1; p.
gl'imperatori benefattori del medesimo ab. Ecllenghi, Riflessioni sul granilo e
j
Fossili di-l Calila e de monti adiacenti re essi per la crociala di Palestina, il car-
Koma 1819; Articolo di alcuni oggetti dinale venne deputato in legato; ma per
inineralog'ci riin'ennti nel Catria, Fa- la morte del re francese non ebbe elFet-
Jjiiano1 82 ; Risposta ad un articolo, ec,
I lo. Incaricato con due altri colleghi di
ivi 1823. Giuseppe ]Marocco ^ Topogra- esaminar Cola di Rienzo, questi fu resti-
fìa e cenni storici del monastero Avella- tuito in libertà, forse a premura del Pe-
nense, Roma i832. Conte Francesco An- trarca, che chiamò questo cardinale ful-
zidei, Il monte Catria, versi, Perugia gida stella della chiesa militante. Fondò
i838. Conte Giovanni Marclielli, Una in Tolosa il collegio Perigord per istruir-
notte di Dante^cantica in terza rima, Fi- vi nella legge i giovani, poi perfezionato
renze 1839. da Gregorio XI, ed in Perigueux il ma-
PERIECIDE. Sei\e vescovile d'Egit- gnifico monastero di Vallcchiaia pei cer-
to. Oriens chr. t. 2, p. 639. tosini, con pingui rendite, istituendo nel-
PERIGORD TALLEYRAND Elia, la chiesa di s. Frontone 12 cappellanie.
Cardinale. De'conti sovrani di Perigord Con influenza fu a 4 conclavi, e morì in
die avea per capoluogo Perigueux , da Avignone nel i364) d'anni 63 circa. Il
arcidiacono di quella chiesa e poi di Ri- cadavere dalla chiesa de' francescani fu
chemond diocesi di York, nel 1 324 eletto portalo a s. Frontone di Perigueux.
\escovo di Limoges, e neli 328 consagra- PERIGORD TALLEYRAND Ales-
to dal Papa e trasferito ad Auxerre, come sandro Angelico, Cardinale. Nacque in
parente di quasi tutti i principi di Fran- Parigi a*i8 settembre ij^j e fu alleva-
cia, ad istanza del re, Giovanni XXII a' to nel collegio di Flèche e nel seminariodi
25 maggio i33i solo lo creò cardinale s. Sulpizio. Nel 1762 ebbe l'abbazia di
prete dis. Pietro in Vincoli, e Clemente Gard, indi cappellano del re e gran vi-
YI nel 1343 lo fece protettore de' mi- cariodi Verdun; nel 1
766 Clemente XIII
nori, e nel i348 vescovo d' Albano. A- lo fece arcivescovo di Traianopoli e coa-
vendo il nipoteCarloDurazzo, nipote pu- diutore di quello di Reims, ed il re nel
re di Carlo li re di Napoli, rapita Maria 1769 nominò all'abbazia di Haulvil-
lo
d'Angiò sorella di Giovanna I, perla pa- liers. Nel 1770 incominciò a supplire al
rentela il cardinale s'interessò per la di- coadiulo, e neli777gli successe; dimise
spensa. Quando poi fu ucciso Andrea ma- ie sue abbazie, ed ebbe quella di s. Quin-
rito di Giovanna I, il fratello del defunto, tino, affidando il suo seminario ai sulpi-
Lodovico I re d'Ungheria, credette com- ziani. Procurò asilo ai vecchi preti, soc-
plice Carlo cognato, ed anche il cardina- corse i miserabili, fondò il monte di pie-
le onde agevolare il trono al nipote, ma tà, ed in più modi incoraggi le manifat-
Clemente VI ne provò l'innocenza. Quin- ture. Fatto membro alla seconda assem-
di pel suo gran senno, valore, dottrina, blea de' notabili, poi deputato agli stali
prudenza e condotta irreprensibilesigua- generali, lottò contro le innovazioni, sot-
tlagnò tale imputazione che cooperò all'e- toscrisse le principali proleste del la lo
Papa Innocenzo VI. Questi lo destinò nel diritti della propria sede. I disordini del
] 356 legato a pacificare i re di Francia regno Io fecero ritirare in Aquisgrana e
e Inghilterra, e solo ottenne tregua; nel successivamenle ne' Paesi Bassi, in Wei-
1357 ritentò col primo, ma fu cacciato; mar e BrunsAvick. Allorché Pio VII pel
indi lo inviò legato nel i358 a restituire concordalo del 80 1 i gli domandò la dimis-
amici il delfino ed il re di Navarra, sen- sione, co qje altri rispose con dilatorie,ben-
za fruito. Pacificali da Urbano V i redi sì abbandonò la giurisdizione di Rciras.
VE R P]:R 107
luliiuto Luigi XVIM lifugialo iu ìMillaii, r.i,gli cdifizi non presentano che rimar- i
io chiamò nel suo consiglio, e nel i 808 chi di cui dirò. JNolabile anche perl'an-
lo dichiarò grande elcuiosiuiere. Ripri- lichitàè la cattedrale, sotto l'invocazione
sliiiato il i8i4 sul Irono, lo fece
re nel dis.Frontone vescovo e martire, sormon-
pari, e lo incaricò di propone soggelti i tata da una torre quadrata terminala a
pei vescovati. Nel i8iG riniuiziò alla se- piramide: ivi si osserva un rilievo di le-
de. Avendolo il re racconìanduto a l'io gno di prezioso lavoro, rappresontanle la
fatto cavaliere della legione d'onore, e la fizio di parroco, essendovi il fonte bat-
berretta per l'ablcgato nig."^ L'rancadoro tesimale, il quale lo hanno pure le allie
(nipote del cardinal omonimo); poscia nel due chiese parrocchiali. Vi sono 4 "k^*
1." ottobre lo preconizzò arcivescovo di nasleri di monache, alcune confraterni-
Parigi. Il grado, l'età e la esperienza lo te, l'ospedale, il seminario, il collegio co-
posero alla testa de' suoi Culleghi nelle munale con collezione di strumenti di
deliberazioni sugli all'ari della Chiesa ,
fìsica, biblioteca, museo di storia natu-
prevalendo il suo parere nelle più im- rale e di oggetti d'antiquaria, orlo bota-
portanti materie. Per le di/licoltà incon- nico, società d'agricoltura, teatro, bagni
trate pel concordato del 18 17, solo pre- pubblici e [)arecchi passeggi ne' contor-
se possesso della nuova sede nel iSrg. ni della città. Vanta florido comhiercio,
Fece vari regolamenti pel clero, si scelse abbondanza di commestibili, diverse fab-
in coadiutore Queleu, ristabilì ritiri pa- ; briche, ed i pasticci di tartudl si spedi-
storali, compilò un nuovo breviario ed scono per tutta la Francia. E' pallia di
incoraggi i piccoli seminari. Caduto in- diversi uomini illustri, del celebre car-
fermo, il re che 1' avea avuto a compa- dinal Perigord, dello sventurato Aymar
gno neir infortunio, gli diede segni d'af- de Ranconnel presidente del parlamen-
fezione e premura, ed principi del san- i to di Parigi, edi La Grange-Chancel anlo-
gue spesso circondarono il suo letto. IVIo- i"e delle venefiche Filippiche. Pei iguenx.
rì a' 20 ottobre 1821, d'anni 84, e fu è una città, che per così dire ha vissu-
con solenne pompa esposto nella metro- to tre volle, e le sue tre età si mostrano
politana ed umatonel coro accanto l'ante- con tratti dislinti nelle sue varie fabbri-
cessore cardinal Belloy. 11 prelato Frays- che. Ad ogni passo ivi s'incontrano fac-
sinous pronunziò l'orazione funebre, ed ciate che rammentano i diversi stili dei
il cardinal Bausset suo amico pubblicò secoli posteriori al XII. La fondazione
una Notizia storica. di Festina, alla quale succedette la cit-
io8 VE 11 PEPt
viislo (cniloiio e si conipiacqiicio in a- verlo trasferito all'arcivescovato di Relms
doiiiaila e abbellirla ; ma tli ludi gli aii- nel itS/Jo 5 sostituì mg.' Gio. Battista Mas-
lichi nionumenli, di rimarchevole più sonais, della diocesi diLeMans. Questo
non si vede che qualche vestigio d' un zelante vescovo, al modo che narrai nel
onfìtealro, eduna torre o vasta rotonda, voi. XXXIX, 184^ ristabilì
p. 62, nel
che credesi avanzo d'un tempio di Ve- nella diocesi la liturgia romana. La dio-
nere : oltre la celebre torre di V'esnna,è cesi è vasta e comprende il dipailimeu-
degno rammentarsi il castellodiBarriere, to di Dordoi^na. 0"ni nuovo vescovo è
pei vecchi rimasugli di lutti i tempi, ove tassato in fiorini 370.
lutti gli stili architettonici han lasciato le PERIODO GIULIANO e DIONI-
loro impronte, romano, gallo, gotico, del GI ANO. /'. Ciclo, Era, ed il voi. VI, p.
risorgimento e moderno. Perigiieux ca- 2 33.
pitale dell'antica provincia di Perigurd, PERISTACIO o PERISTASI. Sede
nel i5j5 per le guerre di religione, vi- vescovile della Tracia sulla Propontide,
<le dagli ugonotti rovinata anclie la cat- sotto la metropoli d'Eraclea, eretta nel
tedrale dis. Stefano, che sebbene in par- IX secolo. Divenne anche latina. Oriens
ie rifabbricata, poco dopo divenne cat- dir. t 3, p. 975.
tedrale l'odierna, già con monastero fon- PERITÉORIO. Sede vescovile della
dala ad onore di s. Frontone nel secolo provincia di Rodope, sotto la metropoli
"N II secolari/ziita nel XH, la mensa ab-
: di 'J'raianopoli, eretta nel secolo IX, poi
baziale fu unita al vescovato, ei due ca- unila a Xanlhia. Registra 5 vescovi [' O-
pitoli si fusero in uno, con 8 dignilà e 34 liciis rhr. t. i, p. i2o5.
tanonici. La città fu presa e ripresa utile PERM o PERMSKL Città vescovile
guerio segnatamente nel iG5i dal pi lu-
e di Russia, in Europa, capoluogo del go-
ci pe di Condè, però il suo presidio nel verno e distretto omonimo, a 33o leghe
i653 fu costretto rendersi a Bodin, pro- da Pietroburgo e 2 5o da Mosca, sulla
curatore della città, alla testa degli abi- sponda sinistra della Kama, al coniluen-
tanti. La sede vescovile fu fondata nel le del laguchikha. E regolarmente fab-
1
.°
secolo da s. Frontone, the vi promul- bricala, con belli edifìzi, due chiese e di-
gò il vangelo, ne divenne l'apostolo, il versi stabilimenti. I contorni hanno ric-
j .° vescovo e patrono : gli successero i re- che miniere scoperte nel i 723. Per la sua
gistrati dal Clienu e dalla Gallia cliiìst. posizione vantaggiosa lu eretta in città
t. 2. Guglielmo del io8i fu di santa vi- nel 1781, trasferitavi la sede del gover-
ta; Piinaldo nel loqq in Antiochia fu no e dell'arcivescovo di Pèrm e lekate-
ucciso sull'altare dai saraceni; Guglielmo rinburg , che prima la teneva a Wolo-
d'Auberoclie restaiuò il monastero di s. gda. I popoli che abitano la regione han»
Frontone; nel i23o fiorì il cardinal llai- no lingua e costumi particolari, ed ab-
moiulo de Foìisj nel i447 ^^'''^ Boi del- bracciarono il cristianesimo verso il se-
Ho poi cardinale. Le Notizie di Roma re- colo XVI. V Oritiis dir. t. I, p. i3i3,
gistrano dal 1 ySa gli altri. Nel i8oi pel parla di 3 vescovi: N. . .che mandato a
concoidalo Pio VII soppresse la sede, predicar in Pernt il vangelo fu scortica-
che nel 1817 ripristinò e confermò suf to vivo; Stefano che seppe aaimansare
fraganea di Pjordeaux e nel i.° otto- , il feroce caraltere de'permiani e persua-
bre preconizzo vescovo Alessandro Lo- derli ad abbracciar la religione cristiana,
dovico Carlo Pvosa de Lostanges di Ver- ed èoiiorato per santo da'moscoviti; N. .
(ora cardinale) di Besannon, che per a- sola di Lesbo, sotto la metropoli di Mi-
PER PER 109
lilenp, eretta nel IV secolo. Orlens dir. Discendeva da una famiglia senatoria e
t. I, p. 709. possedeva grandi beni, le cui rendite im-
PERPETUA (s), inailire. Giovine piegò ad utilità della Chiesa e a sollie-
clama di Cartagine, ch'era fra* catecu- vo degl' infelici. Collocato sulla sede di
meni quando fti arrestata dopo 1' anno Tours verso il /'[Ga, diedesi a tutto po-
702, con altri quattro di essi, cioè Feli- tere a far fiorire la pietà nella sua dio-
cita,ch'era allora incinta di 7 mesi, Re- cesi ; convocò molli sinodi, in cui instituì
cumeni nella fede. Perpetua aveva 2-2 cendone la solenne dedicazione a' 4 lu-
anni, era maritata ed aveva un bambi- glio 473. Nel suo testamento, lasciato in
no che allattava essa medesima. Confes- legato la sua bdjlioleca ed alcuni fondi
sò generosamente Gesù Cristo, malgra- alla sua chiesa, chiamò suoi eredi po- i
do le istanze della sua famiglia e soprat- veri. Morì a' 3o dicembre 49") ovvero
tutto di suo padre, che fece tutti gli sforzi agli 8 aprile 4<1'> ^ ^" seppellito nella
possibili per ismuovere la sua costanza, chiesa di s. Martino. La sua festa è in-
la festa di Gela, che 1' imperatore Seve- si varca sopra due ponti, al confluente
ro suo padre avea crealo cesare. Giunto della Basse. Vi sono tribunali di i." istan-
corpi erano ancora nel V secolo nella chia e citlà nuova, ed in sobborgo di No-
chiesa grande di Cartagine. I nomi di s. stra Signora ossia della IMadonna. Non vi
Perpetua e di s. Felicita sono stali inse- sono importanti edifizi, bensì è notabile
riti nel canone della messa. Queste due quello della cattedrale sotto l'invocazio-
sanie composero la prima parte degli atti ne di s. Gio. Rallista, di splendida strut-
del loro martirio e di quello de'Ioro com- tura antica, con fonte battesimale. Nel-
pagni, cioèfinoal dì innanzi laloromorte. l'ultima proposizione concistoriale si di-
no PER PER
capitolo: r finlico fuiiiiavasi ili 4 ('igni- con pseudo bolla de' 5 giugno vi convocò 1
bra l'alluale. Un parroco esercita la cu- dinali che l'aveano abbandonato, coi car-
ja delle anime : l'episcopio è contiguo al- dinalidi Grfgor/o A//. Egli nefecel'aper-
la cattedrale. Vi sono altre 4 chiese par- tura il i.°dinovembre,ed Alfonso patriar-
rocchiali con baltislcrio, essendo la prin- ca di Costantinopoli pronunziò il discor-
ci[)ale quella della ÌNIadonna. Delle i3 so; con questo e altri preliminari si disciol-
comunità ninna piti esiste; ed
religiose, se la i.^ sessione, stabilendosi l'altra pei
i gesuiti vi aveano collegio e seminario. 1 5. In essa non si fece che la professione di
In vece di questo ultimo evvi un colle- fede. Nella 3.^ a'2 k novembre 1' antipa-
gio con circa So alunni. Inoltre vi sono, pa espose tutto ciò che avea operato pei"
collegio comunale con gabinetto di fisi- la pace della Chiesa, e siesaminarono gli
ca, collezione di oggetti di storia natu- affari con 2 sessioni. Nella 5." a'5 dicem-
rale, pubblica biblioteca; scuole di dise- bre, l'antipapa domandò ai padri se ap-
gno, d'architettura e di musica; società provavano quanto sino allora aveva fit-
lio ili Cii'iilnle. Allora l'anlipapa per sos- devano ai canonici. L'antica abbazia dei
tenere il suo partito, nel sellei)i!)re i4o<) «anonici regolari della Madonna dt; la
creò i5anticarclinali the riportai nel voi. Reale inseguito fu secolaiizzata: nella
Ili , p. 2 "2 9. Ad Alessandro V successe diocesi eranvi 4 commende di Malta. Cle-
Giovanni XXIII, sotto il quale convocos- mente IX conferì la nomina del vescovo
peratore Sigismondo a' 18 luglio col fio- concilii Illiberitani,s\ può vedere la Gal'
re della nobiltà e 4ooo cavalieri partì Ha dir. l. 6, p. i63i. Ecco registrali i
da Costanza coi deputati del concilio, e si òaWe Notizie di Roma. 1742 Carlo Fran-
recò a Pcrpignano per invitale ad imi- cesco Alessandro de Cardeval de Goy
tarlo Benedetto XIII, ma inutilmente, ad d'Harincourt di Noyon. 1783 Gio. Ga-
onta che vi fossero per lo stesso fine Fer- briele d'Agay di Besancon, già di Canopo
dniando 1 re d'Aragona e suo figlio Alfon- in parlibiis, succeduto per coadiulorin.
so, colla più distinta nobiltà aragonese, I 788 Antonio Felice de Leyris d'Espon-
al modo che narrai nel voi. II, p. 209, di- chez di Ninies. Nel concordalo del i8oi
cendo pure come l'antipapa nel novem- Pio VII soppresse la sede, indi nel 181 7 la
bre col suo seguito e partigiani con 4 , vistabilì,'dichiarandola suifraganea di Al-
galere e con grosse squadre si ritirò a by e lo è ancora ; ma il vescovo lo creò
Panixcoln (^'.). Allora Ferdinando I, col nel 1823, ed è l'attuale mg."^ Gio. Fran-
consiglio di s. Vincenzo Ferieri, pubbli- cesco de Saunhac Bclcastel della diocesi
cò in Peipignano un editto pei suoi re- di Cahors. La ampia e contie-
diocesi è
gni, dichiarando l'antipapa scellerato e ne 23 luoghi. Ogni nuovo vescovo è las-
I
perturbatore della pace della Chiesa. Ve- sato di 370 fiorini, ascendendole rendi-
dasi Lod. Agnello, Istor. degli antipapi, le a 5,000 franchi.
I
co; e quale viceré di Napoli, nella chie- cacciò immensa lode dal tempo chesolo
sa di s. Chiara consegnò lo stendardo del- rende giustizia, imperocché in lui avven-
la lega a d. Giovanni d'Austria. Con dis- ne ciò che provarono molti, di essere com-
piacere di Gregorio XIII violò l'immu- pensa li per sì eroica moderazione con
nità di quell'arcivescovo, e fu minaccia- supposizioni esagerate all'eccesso, e per-
to di privazione del carilinalato ; tulta- ciò segno all'invidia bassa e ad irragio-
volta nel i 584 Malines lo trasferì al-
^^-^ nevole maldicenza. Trasferito in Besan-
la chiesa di Cesancon. Allorquando Filip- con fu sepolto nella chiesa de'carmelitani,
po lì passò alla concjuisla ilei l'orlogal- nella tomba de'suoi antenati, con lungo
lo, lo deputò al governo della njonarchia, epitalfioin versi. Questo grand'uomo, di
ed a supremo presidente del consiglio su- ingegno vasto e penetrante, fu uno de'più
gli aiìàri d'Italia. Eenedì le nozze del du- celebri politici del suo tempo amico fe- ;
spedali; acerrimo difensore della fede cat- ria del cardinale, che si vede in quella
tolica, mecenate de'Ielterati e promoto- liltér. cV Europe, e nelle Méinoires di Sa-
re delle belle arti.L'accademia di Besan- langre. Abbiamo però di d. Prospero Le-
con fu da lui fondata e riccamente dota- vesque, Mcnioircs pour servir à L'ìvsloi'
ta, per l'amore che avea alle scienze ed re da cardinalde Granvelle, ministre de
ai dotti, molti de'quali con ricca provvi- Philippe II rei d' Espagne, Pav\s lyìS.
sione chiamò a insegnare. In tal città
ivi PERRHA o PERTE. Sede vescovi-
fabbricò un sontuoso palazzo, che abbel- le della provincia d'Eufrate, sotto la me-
Ti di scelte statue e pitture con buon gu- tropoli di Gerapoli, eretta nel secolo V.
PER PER III
Ebbe G vescovi. Oriens chrisl. t. 2 , p. podestà pcclesiastica e secolare. Mirabile
043. nel convincere gli eretici, soleva dire pe-
PERRON DAVYGiACOMO, Cardina- io, che perconveitirli bisognava portarli
le.Nacque nel castello di s. Lo della bas- a s. Francesco diSales. Chiamalo dal re
sa Normandia, o in Ginevra nella con- ad assistere all' assemblea di Rohan, si
Irada del suo nome, o nel cantone di Ber- rese immortale con vari discorsi , come
na, da nobile famiglia calvinista. Ad eie- quello che fu chiamato V Agostino della
gante aspetto congiunse sublime ingegno, /^rrtnc/V?, flagello dell'eresia, fonte di sa-
prodigiosa memoria e dolcezza di par- era eloquenza, presidio e tutela della cat-
lare. Da suo padre, in età di io anni, ap- tolica dottrina. Nondimenodallesueope-
prese perfettamente la lingua latina e le re si apprende, che la sua facondia e la sua
matematiche, quindi senza maestri da sé vivacità erano maggiori della dottrina
solo si applicò allo studio delle lingue che contengono. Carico di virtuose azio-
greca ed ebraica, come della filosofia, e ni passò a miglior vita in Bagnoleto nei
divenne dottissimo. Per mezzo della let- sobborghi di Parigi nel 1618, dopo es-
tura de' padri, di s. Tommaso e di s. A- sere stato a due conclavi d' anni 62. ,
<\'Ossala Clemente f'/// per ottenergli riosi per le conseguenze, ne' quali i cri-
uel i6o3 lo creò cardinale prete e pub- guitati poi in particolare, fu la sorte che
Llicò a' 9 giugno i6o4 del titolo di s. A- toccò in tutti i tempi agli uomini dab-
gnese nel foro agonale, donandogli il bene : s. Paolo asserisce essere la perse-
proprio anello e chiamandolo uomo se- cuzione inseparabile dalla pratica della
condo il suo cuore. Si adoperò eflìcace- pietà, e Gesù Cristo dichiara beati quel-
mente sotto Paolo V per imporre silen- li che soffrono per la giustizia. Quindi la
7Ìo alle questioni sulla grazia e libero ar- pazienza io tali persecuzioni è l'ultimo
bitrio, ed ebbe molta parte nel comporre e il più perfetto grado della beatitudine,
le vertenze col senato veneto. Nel 1606 serbato a quelli che le soffrono con ras-
fu trasferito all'arcivescovato di Sen.s, segnazione, dolcezza e carità: le afQizio-
celebraudo il concilio provinciale in Pa- ni sostenute col vero spirito del cristia-
rigi nel 1612, in cui restò condannato nesimo chiamansi dietro tutte queste vir-
VOL. IH. 8
^
secoli della Chiesa,mosse contro di essa vando anche visibilmente gli elfetti del-
dai pagani ed infedeli, furono coronale l'ira del cielo; mentre martiri guadagna- i
da un immenso numero di Martiri {F.), vano immortali corone, loro nemici sof- i
ti^ V.) in cui s. Stefano protomartire sof- colta di dissert. di storia eccl. del Zacca-
frì in Gerusalemme martirio; la 2.* ria, ed il p. Menochio, Sfuore
il t. 1 1 ; t. 2j
fu mossa da Erode Agrippa, nella quale p. 3 1 5, delle 12 persecuzioni mosse da-
fu marlirizzalo s. Giacomo maggiore, e gì' imperatori romani contro la Chiesa.
i ss. martiri di Roma e le ss. Basilissa cendio dt. lui fallo di Roma, imputando-
e Anastasia. Nel volume dell'indice delle lo a'cristiani, di cui fece scempio deplo-
Vite de' padri, mai tiri e santi ^ di But- rabile, e durò 5 anni. La 2.'' di Domi-
ler, non solo si legge il volgarizzamento ziano , nella quale fu martirizzato Papa
di tìiason Fontana, del trattato eccellen- s. Cleto, e posto nell'olio bollente s. Gio-
te Delle morti de'persecutori, otiribuito a vanni apostolo, che durò non meno di 6
Lattanzio Firmiano (altro volgarizzamen- anni, dal go o prima, al 96. La 3.' di
gistro e indicazione per secoli delle di- non se ne facesse inquisizione, ma se ac-
verse persecuzioni parziali o generali pa- cusati per tali onde fecesi castigassero,
tite dalla Chiesa e dai fedeli dali.°a tutto tra gli altri morire s. Anacleto Papa du- :
il secolo passato, coi martiri d'ognuno, ri- rò circa if) anni, dal Cjj al 116. La 4-
mandandosi il lettore pel dettaglio alle i7te di Adriano, in cui Ario Antonio o Anto-
slesse con citazioni opportune. Sui perse- nino perseguitò crudelmente cristiani i
cutori vedasi \' annalista Rinaldi, m Mor- e li fece morire senza processo: durò cir-
te j Ruinart, /^tó de' martii i, in Persecu- ca 20 anni, dal i i8al 129. La 5.^ degli
zioni, ed in /F/or(/, funeste de'persecu tori imperatori Antonino eLucio Vero, quali i
ziano, Claudio Ermiuiano, Scllimio Seve- sagrificassero agli Idoli fossero senten
PKR p r. R 1 1
-^
ziali a morie, onde III flerissima : durò dalla regina Elisabetta; del GfV//j/?o/ie, del-
circa 1 7 anui, dal 38 al 53. Altri vi ag-
1 i la Cina, del Tonkino come dissi a Indie
giungono quella di Marco Aurelio dal 6 1 ORIENTALI, per non dire di altre narrate a
al I 74- La 6.'^ di Selliraio Severo, impla- Martiri, ed a' loro luoghi, sotto diverse
cabile persecutore de' cristiani per non forme e speciosi pretesti, anche di non
essere concorsi a vedere il suo trionfo: du- lontane epoche. Sulle persecuzioni si pos-
rò 12 anni, dal 199 al?, i i.La 7.^ di Mas sono consultare: Mamaclii, De costumi
simino: durò 3 anni, dal 235 31238.^8/" de' primitivi cristiani. Rinaldi agostinia-
di DeciOjil più tiranno fra i tiranni, on- no, De persectUionibus, quibus primo et
de naufragarono dalla costanza i caduti secundo aerac christìanae saeculo eccle-
o lassi : durò 2 anni, dal 249 al 25i.La sia exagitala est, Florenliae i745- F"
9.^ di Valeriano e Gallieno, benché il pri- ristampata nella raccolta, De disciplina
mo si fosse mostrato quasi favorevole ai popiili Dei, t. I, diss. 19. Lazzeri gesui-
cristianiquando fu assunto all'imperoidu- ta, Theses selectae ex hisloria eccl. de
rò 4 2573! 260. La lo.'^ di Au-
anni, dal perseciitionibiis in ecclesiani excilatisae-
reliano: durò circa 3 anni, dal 273 al 275. i'o apostolico, Romaei749- Vennero di-
L'i i.^ di Diocleziano e INJassiniiano, fa- fese da Dalbi gesuita nel collegio romano,
cendo il primo atterrare tutte le chiese e formano la 18.'' dissert. di detta r^rc-
de' cristiani, bruciare le scritture sacre, co//*^/. Simonetta, De Christ. fide etrom.
e parve in lui si commovesse tutto l'in- Pont, persecutìonibus , Mediolani i49'2.
tèrno: durò circa 20 anni, dal 284 al 3o5. Wolf Hermanni , Persectitiones ecclc-
Incominciata di nuovo, ebbe fine per siae, Ingolsladii i 54 ' • Giglio, Le perse-
l'imperatore Costantino, che vinto il ti- cuzioni della Chiesa, Yeuezia i 5'/3. Mu-
ranno Massenzio, donò la pace alla Chie- sculi, Gladius ac pugio impidatis, .sive
sa ed il libero pubblico culto del crislia- perseculiones ecclesiae cruentae ab idola-
nesinio, nel pontificato di s. Melchiade ; tria, et haereticus Neapoli i65i. Ror-
,
inoltre punì colla morte Licinio, perse- tholti, Dissert. de persecutoribus eccle-
cutore crudele e ignorante. Alcuni opi- siae prinìitii-ae sub imperatoribus etimi-
nano che i 33 Papi, da s. Pietro a s. Mel- r/f, Jenae 660. Gudii, Comment. decau-
i
chiade, abbiano acquistata la gloria dei sis oda paganoruni in christianos, et de-
martiri in difesa della fede, a cagione de' ceni persecudonum originibus, Lipsiae
travagli che sostennero, come meglio dis- 1741. Balduinus, In comment. adedìcla
sia Confessore della fede. La 12." di veterum principum de christìanis^a%\\evie
Giuliano V Spostala, cos'i detto per l'a- I727. Vossius, /« edictis imp. contea
postasia dalla fede, la cui persecuzione fu t. 4 Operum. Contro il Sis-
cìirislianos,
accompagnata dalla calunnia e dalla più mondi, quanto alle persecuzioni, negli
studiala politica durò circa 2 anni, dal : Ann. delle scienze rellg. voi. 8, p. 2 53,
36» al 363. Altre persecuzioni ebbero si legge la dissert. del p. Pianciani ge-
luogo in Persia nel 343, per ordine di suita.
SaporelF, rinnovata più tardi da altri re; PER^SI A. Nona provincia ecclesiastica
nell'impero romano di nuovo dal 366 al della diocesi deCaldei{ F.), che compren-
'WS, per r imperatore Valente ariano ; de tutto il paese di Parso Farsistan o Par-
quelle de're fandati dal 437 al 5o4 in- distan colla Caramania. Schiraz o Sciras
terroltamente; degli ariani, massime nel- n'è la capitale quanto al civile, ma ignorasi
la Spagna, dal 584 ^^ ^86 degV Icono-; quale fosse la sua metropoli ecclesiastica,
clasti nelsec.oloVIll ; óeWIiivestilure ec- sebbene si trovino molti prelati col titolo
clesiastiche ne'secoli XI e XII; di Enrico di metropolitano di Persia, quali non eb- i
Vili re d'Inghilterra nel XVI, rinnovala bero forse mai una sede fissa. Riferisce
-
m6 per PER
Bar-Ebreo, die licusando i vescovi di Karniiuvanch con arcivescovo e 5 sedi:
Persia di riconoscere i' autorità del cat- di Surb-Narcavea con arcivescovo e 2 se-
tolico o patriarca di Sdcucia, il cattoli- di, e 3 arcivescovi onorari di Macu con :
a Jesuiab III, che visse molto tempo pri- civescovo e 7 sedi: d' Acthamar con ar-
ma di Timoteo I. Infatti si legge nella civescovo ed una sede: di Amida con ar-
storia monastica di Tommaso di Maraga civescovo e 8 sedi d'Harberd con arci-
:
molte lettere di Jesuiab III, risguardanti vescovo ed una sede: di Manuscate con
la disobbedienza de' vescovi della Persia, arcivescovo e 2 sedi: d'Erzerum con ar-
una delle quali lettere è indirizzata a Si- civescovo e 3 sedi, oltre un arcivescovo
meone, vescovo metropolitano di Ravard- onorario: di Sebaste con arcivescovo e
scir, cioè che ivi allora sedeva. I metro- 3 sedi: di Cesarea con arcivescovo e 2
politani di Persia conosciuti sono : Mah- sedi: di Tocat con arcivescovo e 3 sedi.
iia o INIaane, che fìon sotto il cattolico Inoltrele provincie armene latine di Na-
Jaballaha I ; Simeone, che il cattolico Je- xivan. Gaffa, Maraga, Tiflìs e Sulla-
suiab III ovvero Timoteo I, soggettò al- iiia (^.). In Persia furono tenuti 6 con-
nel catalogo degli scrittori nestoriani d'E- 377 e seg. Il i.° nel 499? piesieduto da
bed Jesus di Soba ; Babeo sedeva nel 780; Babà patriarca de' nestoriani, in cui fu
Giovanni, deposto dal cattolico Enos nel- concesso a' preti e monaci di maritarsi
1877, e ristabilito poi dal cattolico Gio- una sol volta. Il 2." fu tenuto dallo stes-
vanni III; Gabriele; Mares del 987; Sa- so Babà nel 544> sulla disciplina eccle-
lomone; Giovanni che diventò cattolico siastica. Il 3." sotto Giuseppe patriarca
cea il vescovo di Persia Giovanni v'in- fatti 3o canoni: venne ricevuta la fede
magi, Sullania, Tauris, ec. (f^-). A Pa- rori di molti monaci. Il 6." presieduto
fraganei. Provincia di Betchuu, con arci- tudine nord, e tra 42° e 62" di longitu
vescovo e 4 suffraganei e sedi vescovili: dine est. I suoi confini sono al nord il mar
di Hacbat con arcivescovo e 3 sedi : di Caspio, al nord-est la Tartaria indipeu-
PER PER 117
deute, al nord -ovest la Russia, all'ovest te sia atta alla coltura; molto ve n'è sta*
la Turchia asiatica, al sud il golfo Per- bilito pei pascoli, abitato dalle tribù no'
sico o Mar Verde formato dall' oceano madi o erranti colle loro greggie. Le pia"
indiano, dallo stretto d'Ormu;: e dal ma- nure di Schiras e d'Hispahan sono le più
re d'Oman, all'est l' Afganistan ed il feraci : vi si raccoglie eccellente frumen-
Belutchistan. Si estende nella lunghezza to, ottimo riso, dagli abitanti preferito ad
di 5oo leghe, su 4oo di larghezza. La ogni altro alimento; vi prosperano le vi-
dust sormonta la soggetta pianura d'Hi- suolo. Piccolo è il numero delle miniere;
spahan. L'Eufi-ate, il Tigri, l'Oxo, l'A- ve ne sono pure di rame, ferro, oro ed
rasse,l'Hinmend, il Gihon e l'Amurgià argento mescolalo con piombo. Abbon-
appartennero a questo impero ma le ; dano le pietre turchine, i lapislazzuli e
conquiste fatte dai vicini sul territorio altri marmi preziosi ; né mancano sor-
che n'è inalTiato, li fece passare sotto al- genti salubri di acqua minerale, ma tras-
tri dominii. Bagnano ora la regione il curate. 1 cavalli persiani sono i più bel-
Zendrud, il Bundamir ed il Kigil-Ozen li d'oriente, solo in velocità cedono agli
o antico Mardus. Tutta la Persia è un e- aiabi: la cavalleria persiana fu tenutala
levatissimo altipiano, che declina da una più valorosa di tutto l'oriente, ed in guer-
parte verso il golfo Persico e dall' altra ra suole essere assai numerosa. Vantag-
verso il mar Caspio, mentre sulle vette giosi sono i montoni coperti
cammelli, i
vincie sono fertilissime e deliziose, altre solo porto di Buscir , bensì alcune ca-
.sabbiose e sterili. La varietà del territo- 1 ovane si recano in Tartaria e all'Indie.
rio persiano vi costituisce tre diversi cli- Gli armeni invece, con molta attività e
mi -.si calcola che appena una decima par- nccorte7za, praticano il cambio colle nier-
ji8 l'ER PER
cieuropee e dell' Indie orientali, massi- sia, cui si presta multo la loro lingua. A-
me quelli d'Abuchei' e di Tiflis. sedi-Thusi nel tempo stesso aspirava al-
La statura de'persiani è vantaggiosa, di la gloria epica, ma in quell'arringo fu da
colore giallastro, oliva e bronzino : i li- to di coglierne la palma dopo lui all'im-'
neamenti sono regolari, la pinguedine è mortale Ferdusi, autore dello Sciali- na-
in pregio , il capo si rade e si lascia la méh, poema immaginoso, che compren-
barba riputata sacra. Le donne sono di de la storia antica di sua nazione. Sotto
siugolar bellezza. Fieri di natura , non il sultano Sindgiar, l'elegantissimo An-
mancano i persiani d'ospitalità e corte- veri fecegustarelegraziedi Lucullo; quin-
sia, doti solo esterne, poiché sempre cer- di Ftrid-Eddin e Sadi si distinsero fra
cano ingannare per trarne vantaggio, fal- i didascalici; le grazie d' Anacreonte si
agl'indigenti, perchè secondo tal princi- Giacnasp, Coja Nessir, IMaimon Rescid,
pio non si devono soccorrere i maledetti Avicenna e Aklandi, illustrarono dopo il
da Dio. Sono voluttuosi, amanti del lus- secolo XII le accademie di Balk e di Sa-
so e del fasto sino all'eccesso, essendo le marcanda ; Abdulu-Fa ed Aliel-Rusci
loro lunghe vesti, le fasce e le armi so- nel calcolo; Mansur e Abunestre nella
praccaricate di gemme; mirabile è la net- dialettica ; Hassein, Umarel Sufi, Eben
harem. Si
tezza delle abitazioni e degli Hussein nelle scienze esatte; Alfarabi ed
vantano della maggior penetrazione ed Abuzeltu nella musica si distinsero, e mol-
ingegno ; veiameute la letteratura per- te loro opere per cura de'traduttori, mas-
siana è la migliore di tutta l'Asia, a ciò sime Sacy e Chezy, sono in Europa sa-
molto contribuendo la forza eTuimonia life a rinomanza. Non si porta ora lo stes-
uzbeki,ora sotto quello de' turcoiuani e magi. Gli antichi persiani della setta dei
degli afgani, perseverarono nondimeno magi adoravano come divinità inferiori
nel! entusiasmo per le scienze e per le ar- i quattro elementi e soprattutto il fuoco,
ti, come sempre amanti dell' istruzione. mentre nella generalità si adorava il so-
La Persia si vantò della più gran cele- le, la luna, il fuoco, con altre false deità ;
brità nelle lettere e nelle scienze, quan- il dottor Hyde compose un'opera piena
ilo noi eravamo ingombri dalle .tenebre di erudizione sulla religione degli anti-
della barbarie. Fin dal o4o di nostra i chi persiani. Visi vede in qual modo Zo-
era, il sultano Mahmud Gazna man
di roastro, discendente dal sangue de're per-
teneva alla sua corte un copioso nume- siani, sovrano della Bactriana e riforma-
ro di poeti sotto la direzione del celebre tore del magisrao, l'abbia purgata da ciò
Ansari, che eternò co'suoi versi le gesta •ch'essa avea di grossolano. Essa è la più
del suo generoso mecenate, imperocché antica idolatria che si conosca; vi si am-
i persiani sono appassionali per la poe- metteva l'unità e l'immensità d'una di-
PER TER ii<)
V nilà supreniii. Il fuoco che si era roz- me loio ; in seguilo a questi i ministri,
zamente adorato fino a Zoroastro , non che sono : il sadriazeni o primo ministro,
era liguardato che qual rauiistro e slru- V ernia ud-doi'lel ministro delle finanze,
nieiilo della divinila : (|uel filosofo e ad ilnizainud-dovlcl n ministro dell'inter-
un tempo pontefice e profeta, ritenne un no, il lechgev niivis o segretario di slato
cullo del fuoco, ma pila rafluialo ; egli pel dipartimento della guerra, il darogha-
volle che si adorasse Maythras o Myhir, i dcfU'i' o esecutore delle confische , il
il fuoco celeste del sole ; lasciò pure sus- sadr o sceykli-ul-islnni o capo del pote-
sistere il fuoco perpetuo, ma abolì parec- re giudiziario e della religione. Non si
chi de'rili che erano osservati fino al si hanno che assai vaghi dati intorno alla
lora nel cidto di questo elemento. 1 gue- popolazione della Persia, che Jaubert va-
hii di Persia formano un popolo povero hilò 6,562,000 abitanti, non compreso
V disprezzato, e discendono dai maghi : il numero degl'individui componenti le
tali (f^.), e pretendono osservare ancora di opinioni dillerenti. Dal totale degli a-
l'antica religione, quantunque vivano tra bitanti, che alcuni calcolano otto o no-
gl'indiani idolatri. Gli odierni persiani ve milioni circa, bisogna sottrarre circa
professano il maomettismo, che colla for- 6O3O00 individui ,
per la porzione ulti-
ti seguaci della setta d' Omar; in con- persiani, mentre altri pretendono chesie-
seguenza sempre ebbero una maggior tol- no due popoli diversi. Senza far parola
leranza per tutti gli altri cidti , tranne della loro incerta origine, chiamavansi
quello de'guebri e parsi adoratori del fuo- persiani ne' tempi de' profeti, e parti in
co, che ogni dì più diminuiscono; quin- quello di Gesù Cristo. Una volta la Par-
di non perseguitano né cristiani, né gli i ila o Parta, e la Persia o Persa , sono
ebrei, quali sono miserabili per l'accor-
i stati regni dilFerenti, ed in qualche tem-
te/za dei persiani. po il nome Persia fu comune a que-
di
La forma governo è interamente dis-
del sti duestati, perchèambedue fuiono sog-
potica : il sovrano porta il titolo di tyc/rt/* getti ad uno stesso re, ed abitati da uno
(>Shoh, ed esercita l'autorità più asso- stesso popolo. Alcuni dividono la Persia
luta almeno sin dove estendere si può
, in 12 [)rovincie, suddivise in beglerbé-
il suo braccio ; parecchi capi di tribù ne gliks o governij cioè l'Aderbaidjan, l'.Ar-
esercitano una presso a poco indipenden- menia persiana, il Farsistan oFars (nelle
te dalla sua. Cotali capi portano il tito- notizie ecclesiastiche essendovi una pro-
lo di khan, che si dà eziandio ai begler- vincia sotto il nome A'\ Persia, a tale ar-
beg o governatori provinciali; il qual ti- ticolo parlai degli antichi ve^^covi di Per-
tolo è ereditario in parecchie famiglie, sia, de' suoi sei concilii , della chiesa ar-
ma spesso lo sciah lo conferisce ad indi- mena antica e di quella esistente nella re-
vidui i cui antenati decorati non n'era- gione), Ghilan, l'Irac-Adjemi, il Rer-
il
1)0. La dignità dell' impero più eminen- man, Korassan persiano, il Kuzistan,
il
principi del sangue, la cui qualità s' in- tale è Teheran, come Ispahan o Tlispa-
dica colla voce niiì'za^ posta dopo il no- han la maggiore cillà, Altri dividono la
120 PER PER
Peisiaiu occidenlale e orientale. La Per- Mekian provincia marittima persiana
sia occidentale o propria la dividono in soggetta Afgania, con Rieh. Ad 1n-
all'
il Mazaiideran con Sari ; 1' Irac-Agemi il palazzo reale fu una delle sette mera-
con Teheran, [lispahau ed il Curdistau; viglie del mondo : si dice che le mura e
il Kuzislau con Susler; il Farsislan o Per- le cupole degli appartamenti fossero co-
side con Scliiras ; ilLaristan con Lar; il perte d'avorio, d'ambra, d'argento e d'o-
Rerman con Kerman ; il Rorassan con ro : v'era la vigna di gemme e quel pla-
Mesched o Antiochia Margiana. La Per- tano SI grande, che secondo i racconti fa-
sia orientale o Afi^anistan o Afgania, volosi non faceva ombra neppure a un
è una contrada che dalla sua capitale grillo. Quindi sontuosa architettura, su-
prende anche il nome di regno di Ca- perbe scalinate, gran portici colonnati e
bill, ed è siala sempre soggetta a varia- sculture d'ogni sorte. Vedasi Sacy, Me-
zioni ne' suoi confini, a seconda de'suc- nioires sur diverses antiquités dela Per-
cessi delle propiie armi. Gli abitanti, ben- se, Paris 1793. Ora continuerò i cenni
ché della setta de' suonili, distinguon- sulla Persia e principalmente sulla Per-
6Ì come mussulmani meno fanatici non
i : sia occidentale o propria, la cui storia pri-
sono noti che dopo il 760 dell' era no- mitiva è un affastellamento di favole e di
stra. Taluni li fanno derivare dagl'israe- vanità, di fatti ampliati e travi.sati econ-
lili, altri dagli egizi e più probabilmen- tradditorii, eccettuato quanto si ha dalla
te dai sciti. Il sultano di Gazua fu il pri- sagra Scrittura, di cui premetterò alcune
mo a soggiogai li, ma nel 1720 scossero brevi nozioni.
il giogo della Persia , furono quindi di il nome di persiani in ebraico è pa-
nuovo sotlomessi dallo shall Nadir, e nel raschini, che significa cavalieri; ma il
ijie meglio dirò. Si fa ascendere il nume- nome di paraschim a cagione del costu-
ro della popolazione a undici milioni, non me che aveano, e ancora ui uso, di anda-
compresi gì' indiani. Alcuni li distribui- re quasi senqire a cavallo. Si dissero E-
scono così: afgani, 4j3oo, 000 ; belusci la/nilì,come discendenti da Elam figlio
ijOOOjOoo; tatari 1,200,000; persiani di Sem, e sotto un tal nome formavano
j,5oo,ooo; indiani 5,700,000 ; popoli uno stalo assai potente fino dal tempo di A -
misti 3oo,ooo. Le principali contrade so- bramo, più di 20 secoli avanti Gesù Cri-
no Cabul principale provinqia dell'Af-
: sto. Muse e gli altri autori sagri parla-
gania, con Cabul per capitale; Caudahar no di persiani al tempo di Ciro; Ezechie-
Randacar altra provincia dell' Afgania, le li pone tra le truppe di Tiro e di Gog
con Gazna ; Caflristan paese montuoso; principe di Magog; Giuditta per essere
Ghore distretto d'Afgauia ; lierat o Ho- rimasti stupiti del suo coraggio; Daniele
lassan Afganico ; Sigistan provincia dis- parlando della distruzione che doveano
membrala^ dalla Persia propria, con Ze- fare della monarchia de'caldei. 1 persia-
rang;MLdtan o Moultan gran paese del- ni stessi chiamarono schai per distin-
si
1 Afgania, con Mullan Cascemira bella ; guersi dai turchi, quanto alla religione,
provincia indiana , conquistata dagli af- dandosi i secondi per la stessa ragione il
gani, con Casceniira; Balk paese dcll'Af- nome di smini. Il nome di partì non si
gania, formato dell'antica Baltriana, con trova che negli Jtti degli apostoli , dove
Ualk Baclra; Bclutscistan, con Rclat; sembrano essere distinti dagli elamilij
PER PER 1 2 [
Jjciicliè in oiigine non fossero che il tne- Persia, che voleva co'suoi sudditi obbli-
desimo popolo la prima epistola di s.
: garlo al nuovo culto. La rinomata regi-
co die taglia, che divi de, o^ unghia o gri- ti l'era nostra, Fraorte re di IMedia con-
fone) o Iran o Sciahislan (paese dello quistò la Persia che nondimeno conti- ,
sciali) è quel regno d'Asia in cui i per- nuò ad avere suoi sovrani particolari,
i
siani divennero assai celebri dopo Ciro quindi incominciò a fiorire la dinastia de-
fondatore della monarchia persiana, che gli yìkheinenidi donde uscì Cambise, ,
prese Babilonia, impero che durò 206 an- ch'ebbe Ciro da Mandane nipote di A-
ni. La Persia adunque successe alla Me- stiage re de'medi.
dia, alla Susiana, allaPersiso Persia pro- Ciro trasse il suo paese dall'oscurità e
pria, alla Caramania ed ali hcania del- fondò l'imperio de'persi, dopo aver vin-
i'anlichilà. /appartenendo la Persia pro- to l'opulento Creso, le cui licchezze gli
pria ad epoca reniotissima, si è detto che apriiono la via alle conquiste. S' impa-
nella Scrittura viene nominata Paras o dronì per eredità o per usurpazionedel-
paese d'Elam. Si vuole capo della pri- la Media, dell' Asia minore, nel 538 a-
ma dinastia de' Pischdadiani Kajuma- vanti la nostra era distrusse l'impero di
rats re di Aderbijan o di IMedia, il quale Babilonia, pose fine alla cattività de'giu-
sembra aver dato ai popoli le arti, la ci- dei 5 restituì i vasi e le cose preziose al
vilizzazione e le leggi. Il suo i.° le vera- tempio di Gerusalemme, ne permise l'ac-
mente noto è Kliodorlahomor battuto da cesso, ed unì ai suoi slati anche regni i
Salomone della Persia, e dicono aver ap- 120 salrapie o governi, dall'Indo e dal-
partenuto a detta dinastia, conse Manu- rOxo fino all'Egeo, e dal Caspio al golfo
geher saggio che dopo
e benefico, linea Arabico. Inoltre Ciro riformò quasi bar- i
sinato. Nel 4^5 gli successe Aitaserse I peiatore Valeriano caduto in sue mani,
Longiniano, che terminò le gueire pel e scorticato vivo nel 260 dopo mille tor-
(lattato impostogli dall'ateniese Cinio- menti, umiliazioni e ignominie. La guer-
iie ; ma le iulestitie tliscoitlie ne perlur- ra continuò con varia fortuna sotto i se-
baiono il regno. Nel 4^4 fi"'i Seise II, guenti regni. Montarono successivamen-
e la moDarchia incominciò a declinare, te sul trono, nel 269 Ormus o Ormisda
così sotto il fratello Sogdiano, che dopo 1, nel 273 Vararaue I o Bahram nel ,
averlo ucciso visse pochi mesi; Dario !I 276 Vararane II, nel 2q4 Narsete, nel
o Noto del 4^3 Artaserse II Meninone
; 3o3 Ormisda lì, nel 3io Sapore II.
del4o4) '1 (juale represse la ribellione del Neil' anno 3.° del regno di Sapore II
fialello Ciro e fece con buon esito guer- i magi accusarono! cristiani a questo prin-
ra ai lacedemoni Artaserse ; III Occo del cipe di disprezzo alle divinità de'quatlro
o5g fu avvelenato dall' eunuco Bagua ; elementi, onde irritato, con pubblico e-
Arsame del 338 Dario III Co-
y\rse o ; ditto ordinò che s'imprigionassero tutti
vanti la nostra era. Inghiottitala Persia principali della Chiesa. Sotto di lui pati-
nell'impero di questo conquistatore, di- rono il martirio, oltre i Martiri dell'
A-
venne preda de'suoi venendo successori, diahenc (f^^.) , i ss. Sapore vescovo di
poi loro tolta, circa un secolo dopo, da Beth-Nictor, Isacco vescovo di Carca, Gio-
Arsace VI re de'parti. Per lungo tempo vanni vescovo di Belh-Seleucia, anche per
il regno persiano più non rappresenlòche aver edificato chiese^ ed ss. Maane, A- i
le parti di semplice provinciale come sog bramo Simeone. Abbiamo dall' Asse-
e
getti ai parti combatterono i persiani più mani, De Saporis II regis persecutioni-
volte coi romani. ìMentre la Persia era bus p. 69, in Praef. acia s^. MM. orien-
sotto il dominio de'parti, verso l'anno 44 tai, et occid. ,Vyom\xe 1748. Dopo orribi-
dopo la nascita di Gesù Cristo, l'apostolo li stragi, la persecuzione caloaòa media-
s. Tommaso pel primo vi predicò la fede zione di Tiridate li re d'Armenia, stret-
cristiana con successo, eziandio nelle vi- to amico dell'imperatore Costantino, an-
cine regioni della Media, Batlriana, In- zi per dirigere quella chiesa vi fu eletto
vero. Nel 238 gli successe Sapore o Scia- tera eloquente, nella quale esaltò i van-
pur Ij che valorosamente occupò l'Ara- taggi della religione cristiana, e gli spa-
bia ; ma dipoi nel 243 dichiarò guerra ventevoli disastri a cui erano stati sotto-
all'imperatore Gordiano, occupò la Sc- posti suoi persecutori , singolarmente
i
ria e prese Antiochia , indi nel 244 f"^' r imperatore Valeriano, più conosciuto
vinto dall'imperatore : più tardi oscurò dai persiani, per mano de' quali Dio lo
lu gloria riportala contro le armi roma- aveva punito. Nel 338 Sapore II confu-
PER PER 1^3
so per le orazioni ili s. Giacomo vescovo Iribut.u iodc'persiani. Tutta voi la il re nel
<Ii Nisibi, si partì dall' assedio di quella 543 riprese la guerra, e volendo abbat-
cillàetornò ili l'crsia. Paippe guerra con- tere la città di Sergiopoli, la difese s. Ser-
tro i romani sotto l'imperatore Costan- gio, onde spaventato si ritirò, e nel 544
zo nei 340, e nel 35g prese alcune for- Belisario lo costrinse alla pace. Portato-
tezze, onde fu fatta tregua con coudizio- si ad assediare Edessa, per miracolo del-
cui il 16 vendè assai cara la pace al suc- sti si dierono colla provincia all'impera-
cessore Gioviauo. 11 crudele Sapore 11, u- tore; indi a persuasiune dell'imperatrice
vendo in tempo di Costanzo ripresa la Sofia fece la pace per tre anni, vinto poi
persecuzione della Chiesa, imprigionò a da Tiberio li, moli di malinconia nel "79,
dere. iVel 389 Sapore li morìe gli suc- guerre coi romani il suo esercito fu su-
cesse A rtaserse 11,^ il quale con isplendidi perato da quello del duce Filippo, in vir-
Teodosio l.SaporelUglisuccessenel 384, Ormisda III venne balzato dal trono per
ed a questi nel 389 VararanellI: con- le sue tirannie, da Bararne suo generale,
tro del quale l'impeiatore Arcadio ripor- che avea offeso limetlendogli una veste
tò una miracolosa vittoria nel 3c)5. Nel di donna per non aver vinto i romani :
399 divenne re Isdegardel, gran perse- nel 590 gli fu sostituito il figlio Cosroe
cutore de'cristiani,assalì l'imperatore gre- li, il quale Io fece morire, perchè calpe-
co di Costantinopoli, ma Dio non senza stava quanto gli mandava in prigione. Al-
prodigio Io fece superare. Vararane IV lora il nuovo re fu abbandonalo da'snoi,
diveimerenel 4^0, indi nel 44^ Isdegar- anche per l'uccisione de' primari nobili,
de 11 molto alfezionato ai cristiani, per passando dalla parte di Bararne. Il resi ri-
cui il vangelo fece grandi progressi in Per- fugiò dall'impeiatore Maurizio, il quale
sia ; nel 4^7 'u re Firuz o Peroze , nel con donativi lo fece incontrare da Deme-
488 Balasc, nel 49 Cabade
I
; inquietan- trio vescovo di Melitene e da Gregorio
do la Persia gli unni cui senza effetto , vescovo d' Antiochia, che tentai ono di
combatterono Perosio e Valente, Caba- convertirlo e dilatarono la fede tia'per-
de li sconfisse, ma venne detronizzato da siani. Dai romani Cosroe II fu rimesso
Zambade. Rovesciò egli in breve l'usur- sul trono, sbaragliato l'usurpatore Bara-
patore, mosse guerra all'impero d'orien- rne, sotto il patrocinio della Beala Vergi-
te,e nel 5o3 ruppe l'eseicito di Anasta- ne; ed il re donò a Gregorio due croci
sio!. L'iniperatore Giustiniano I nel 527 preziose, fece regali a s. Sergio martire,
vinse i persiani] dipoi per la temerità dei onde si sparse voce di sua conversione,
duci romani liportarono vittoria, ma con ma per ragione di stato si confermò nel
tante perdite, che il re castigò il generale. l'idolatria. Pieno di orgoglio Cosroe II
ra. Questi spogliò le chieseecostrinse mol- origine tatara andarono togliendo agli a-
ti cristiani ad unirsi ai nestoriani. Di ciò rabi varie provincie, ch'eressero in mo-
non contento e ricusando sempre la pa- uarchie, e neir820 ricomparve un picco-
ce, nel 622, al modo detto nel voi. XVIII, lo regno persiano nel Rorassan, che do-
p. 236 e 237, Eraclio implorato il divi- po vaiie vicende si possedette dai Gaz'
no aiuto, si recò in Persia e quasi tutta nevidi. Fu alla fine del secolo X e nel
l'occupò spaventato Cosroe li si colle-
:
997 che Mahmudil-Ghiznevide innalzò
gò coi barbari contro l'imperatore, fece in questo paese il grande impero di sua
martirizzare s. Anastasio con altri 70 e dinastia, laqualein tutta la Persia e per-
fuggì coi tesori in Seleucia, ove volle co- sino neirindostan penetrò collesue armi.
ronare Mardesa suo figlio minore; ma il Versoli io38 ]Massuh successore di Mah-
maggiore Siroe nel 628 asceso al trono, mud perdette definitivamente la Persia
lo fece morire cogli altri fratelli e alla (altri dicono che il regno finì con Ormis-
Croce. Nel 629 il parricida Siroe fu uc- Sangiar, Mahmud 1, Masud e Moham-
ciso da Sarbaraza oSarbaro generale, il med II, nel I i58 IMahmud
1 160 II, nel
quale fece perire anche il figlio e succes- Solimano Sciah, nel 161 Arslan Sciai), i
sore Adeser impadronendosi del trono. e nel 77 Togrul II sino al i 187 in cui
i i
Nello stesso anno fu deposto e fino al 632 i sultani di Karisma s'impadronirono del-
regnarono Turandokht, Rosciansciadeb, la Persia e ne vennero cacciali daGen-
ste ai principi cristiani, per cui e a sal- anno fuiono successi da Sciali x\bbas I il
vezza di Gerusalemme l'imperatore Fe- Grande, cheieise pei- uà mezzo secolo glo-
derico domandò aiuti a Papa Grego-
Il riosamente i suoi popoli. Sostenne per-
rio IX. La Persia restò quindi separata sonalmente la guerra contro i turchi, cui
dai mongoli nel 1239 per Hulagu Kan, ritolse Tauris, e guadagnò sopra di loro
ceppo della dinastia de' Grv?g/.5A77'2/V//, cui parecchie battaglie ; s' impadronì della
successero nel i265 AbakaKan nel ,
Giorgia, togliendola ai mogoli, ed aiuta-
j aBaAhmed-Kan, nel 284ArgunKan, i to dagl'inglesi, tolse Ormus ai portoghe-
nel 1287 Kangiatu-Ran, nel 1292 Ca- si : favorì il commercio, le arti e la giu-
san-Kan, nel i3o4 Agiaptu , nel iSiy stizia, ma le sue ferocie e avarizia desta-
Abusaid.quindi fu straziata dall'anarchia no orrore.
nel 1 335 fino al 1 36o in cui la conqui Clemente Vili, ad istanza di Abbas 1,
sto Tamerlano. Dopo regnarono di lui nel i6o4 mandò in Persia per missiona-
gli altri mongoli, IMiraca nel i4o5j A- ri i carmelitani scalzi, che vi fecero pro-
Lu Saidnel 1451, nel 1469 Ussum-Cas- gressi, fabbricarono un convento con 10
san o prima, poiché il Papa Calisto III, religiosi e vi aprirono una chiesa: in se-
morto nel i!^5S, gli scrisse onde invitar- guito portarono gli agostiniani di
vi si
lo, coi principi d'Armenia e de' tartari, Goa, cappuccini di Francia, domeni-
i i
a muovere guerra ai turchi che si era- cani ed gesuiti, come meglio riferirò e
i
al sovrano di Persia, la quale nel i5oi li per gli andjasciatori e loro seguilo li
taggio di questi. Thamas suo successore, fossero le ore 23, 3o palafrenieri ponti-
principe indolente , lasciò ai turchi che ficii in busto e spadaj con torcie accese
facessero progressi nelle conquiste, solo di cera bianca, si unirono ad essa. Pro-
devastò il paese perchè mancasse ai vin- seguì la cavalcata per Borgo nuovo, piaz-
citori la sussistenza. Ismaele II del 1576 za di s. Borgo vecchio si fer-
Pietro, e per
si rese famoso per delitti ; nel 1577 gli mò Giacomo, ove gli am-
sulla piazza di s.
bergali nei palazzo Vaticano, perchè il colti con molta stima die loro un pa- ,
re che li mandava era maomettano (co- lazzo in Hispahan, allora capitale del rea-
me entrarono in Roma sotto Innocenzo me, dove fabbricarono convento e chie-
Vili ZÌ7Ìmo fratello di Bajazelle H e
, sa. Fu in quel tempo che colla medesi-
1' ambasciatore ottomano di questi, con ma qualifica di ambasciatori, il re di Fran-
splendide cavalcate, il primo alloggialo cia mandò due cappuccini, il re di Por-
gli scabelloni d'appoggio assisterono 20 proprio rito. Che i cappuccini per sollie-
cardinali col decano. Gli ambasciatori fu- vo degli europei cristiani aveano fondato
rono introdotti dai maestri delle cererao- un ospizio aBandarabassi,eche carmeli- i
nie; baciarono il piede al Pontefice, pre- tani scalzi eransi diffusi fino aSciras, 200
sentarono le lettere del re Abbas I , ri- miglia da Hispahan, e non solo vi apriro-
volle in più piegature di drappi colora- no comodo ospizio e chiesa, a vantaggio
ti, ed esposero il motivo di loro amba- ma ancora
de' dispersi persiani cristiani,
sciata, che per interprete e in italiano fu scuole scientifiche, per impugnare con di-
dichiarala Papa, il quale rispose in la-
al spute qualunque setta d'infedeli. All'arti-
tino, parlando agli ambasciatori. Oltre le colo Persia provincia ecclesiastica, ho no-
altre udienze avute da Clemente Vili, tato che Elia patriarca persiano nel 6i 1
gli ambasciatori furono ricevuti dai car- scrisse a Paolo V, Il successore Gregorio
dinali Aldobrandini e Passeri nipoti del XV anche per utile spirituale de'
istituì,
costume persiano, di riccbe vesti di broc- tuare, come notai nel voi. XXXII 1
, p.
cato e altre sorta di nobili drappi. Alla 246, indi si ottenne licenza di fabbri-
partenza degli ambasciatori restarono in care tre chiese.
Roma G servi che si battezzarono, e ad Abbas 1 morì nel 1629, e come avca
essi Clemente Vili assegnò buone parli fatto morire tulli i suoi figli, a lui suc-
di palazzo e 3oo scudi di entrata per cia- cedette il nipote Sefi o Mirza Sofi ma,
scuno, in tanti uffizi della cancelleria a- sì lui che i sofì o sciali del secolo XVII
poslolica. Racconta il Terzi, che Paolo V, furono imbelli, feroci e dissoluti. Sefi I
PER PER 1^7
11, elle ascese al Irono nel 66G. Papa i cattolici armeni. Finalmente Clemente
Clemente IX per soccorrere Candia as- XI, col breve Qiiaeaunque, de'9.6 luglio
sediata dai turchi, gli scrisse lettere pre- 1 714, loco cit.p. 437, ringraziò il re del-
gia ,
presso il passo di Derbent
portoe ,
de Albania, posta (ia il Caspio ed il Cau-
Caucasine ^unÌQ interessante. Noterò
,
caso, che gl'indiani conoscono sotto il no-
che dal i638 al i6c)3 le due chiese di me à\ pafant, aveano prestalo ad Abbas
llispahan e Babilonia furono governate I e a' suoi discendenti leale ul^bidienza ;
cui busto con quello dell'altro fr. Elia, IMahmud, profittando dell'anarchia del-
sono nel convento della Scala in Roma. le proviucie persiane, con un esercito si
Sefi 11 o Solimano fece la guerra agli presentò alle porte di Hispahan, che ri-
usbeki ed ai cosacchi, e nel 1694 gli suc- dotta alla fame, se neimpadronì nel i 722.
cesse il figlio Hussein, principe mite che Lo sventurato Hussein rassegnò all'usur-
si addormentò nelle delizie del serraglio. patore Mahmud lo scettro de' sofì, men-
Ebbe relazioni con Papa Clemente XI, tre il suo figlio Thamas venne procla-
onde al detto a Hispahan aggiungerò che mato reaCazbin, nell' IracAdjemi ,
né
Clemente XI col breve, Decel sane [Jllu- perdeva speranza di ricuperare la Per-
stris ac polenlissirne rex,salutein et lu' sia intera, che nell'interno era agitata da
men divinae gra(iae), de' 5 luglio 7o5, 1 1 civili discordie, e all'esterno dalle armi
Bull, de prop. fide Jppeiidix p. 366, , turche e russe combattuta. Mahmiul si
rinnovò le sue premure al re di Persia fece odiare e spegnere, onde la corona
in favore de' cattolici , e glielo trasmise passò al cugino e altro usurpatore Aschrat
per Israele Ory che raccomandò. Aven- nel 1725, che troppo grave trovandola
do poi saputo che questi in Persia per- propose la restituzione a Hussein che la
seguitava cattolici, col breve Ciim no-
i rifiutò.
stri^ùei marzo 709, i lococitato, p. 375, Intanto il principe Thamas, rifugiato
avvisò il re delle frodi di Ory e lo pregò ue'monti, vide ingrossare il suo partito.
128 l'ER PER
Nadir-Kuli, della tiihù degli Esciar. che pero persiano in orientale ed occiden-
nato da un pastore eia divenuto capo di tale. Continuando nella Persia propria o
un'orda di masnadieri, gli offn suoi ser- i occidentale la desolatrice anarchiaj riu-
vigi ed ottenne vari successi. Allora Tha- scì a Kerim-Rhan di riunire sotto la sua
mas rimunerò del proprio nome, on-
lo autorità l' Aderbaidjan, il Pars, il Rer-
de il valoroso condottiero si chiamò Tha- man e l'Irac, cui nella guerra civile fece
mas-Ru'i-Khan; rovesciò neh 729 la mo- godere qualche quiete, col modesto tito-
narchia effimera degli afgani e fece sali- lo diVakil o reggente sino al 1779- Do-
re Thamas al soglio de' suoi maggiori ,
po la sua morte nuove .scene di orrore
col nome di Sciah-Thamas. Mentre Tha • insorsero fra'di lui congiunti ed un prin-
mas-Kuli-Khan era marciato contro i tur- cipe del sangue Ali-Murat fu nel 1784
:
chi, lo sciali senza consultarlo conchiu- padrone del trono, ina per pochi anni.
se con essi un trattato : scontento il pri- Sconvolta la Persia, 1' eunuco Aga Mo-
mo di questo, alla testa dell'esercito nel hammed-Ran insorse contro Ali , dopo
1736 fece deporre il re, pose in suo luo- varie vicende giunse a sterminare la fa-
go Abbas Ili di lui figlio, che morto po- miglia, e divenne signore del paese e fon-
co dopo, eglivenne gridato sovrano col daloredell'odierna dinastia verso il i
792
nome di Sciah-Nadir. Questo bellicoso o 1
794 dei Nacljars, sopra le contrade
monarca fece rendere dai turchi le pro- che formano a un di presso la Persia at-
vincie che aveano usurpate , sottomise tuale. Nel 1796 nominò successore il ni-
durre a cangiar la setta d'Aly con quel- bui trasferì la sua sede: gli successe quin-
la de'sHnniti.e perì assassinalo nel i 74?- di Zeman, chefu da Mo*
poi detronizzato
La chiesa d' Hispahan che avea sollerto hammed Abbas Mirza
Sciah figlio di ,
una persecuzione nel 1712 dagli arme- che acclamato sovrano poco dopo fu de-
ni scismatici , sotto lo Sciah-iNadir ecci- posto per le sue crudeltà, cedendo il so-
tate inaudite crudeltà, quasi tutti i cat- glio afganistano a Sciali o Shah Sciogia.
re, Benedetto XIV stabili gì' interroga- bero per risultato nel 1827 la perdita
torii pei vescovi di Persia. SaPi al trono d'una parte della provincia d'Erivan. A-
nel 174? Ibrahim e nell'istesso anno I- vendo nominato principe ereditario il suo
smaele Sciah, ma di semplice titolo, lino terzogenito Abbas Mirza, a questi Papa
al 76 1 , imperciocché orribili turbolenze
I Leone XII scrisse due brevi, Suminos
Scudozi e della tribù de' Durani, coro- portava in Persia, per la libera predica-
nato re di Randahar fondò la monar- ,
zione del vangelo e ministero ecclesiasti-
chia degli afgani, con che si divise l'im- co, prefetto della missione, affidandolo al
PJ::ìI !?.<)
suo patrocinio , in un agli allri missio- sono tanto numerose quanto le stelle, e
nari e cattolici dimoranti nel regno. Col il cui inq)ero è a livello del cielo". Si
1° replicò il contenuto dcH'altio per mi- dice il re di Francia » sublime immagi-
glior sicurezza. La Persia nel i 'Ò'}.C)Q i 83o ncdelsole,il cui splendore eguaglia ([nel-
patì grandi stragi pelconlagiodcl clioleia lo de'cieli"; la corte francese » corte im-
morbus. periale emula al firmamento ". Per la
Abbas Milza picmorì al padre Fclh- suddetta morte di Mohammed subito in
Aly nel i833. Questi mancò di vita l'an- Tauris fu proclamato shah o sciah il
no seguente e gli successe il di lui nipote suo figlio maggiore regnante Welisat-
Mohammed o Mcliemcd, figlio d'Abhas Nerredin-Mirzn. Questi nel i85i perla
Milza, morto nel 1848 a Teheran. Le prima volta inviò un ambasciatore persia-
ultime notizie di Persia sono, che i mi- no alla corte di Londra. Le più recenti no-
glioramenti innumerevoli adottati dalla tizie finalmente delle missioni di Persia
Turchia, la determinarono a seguirla sul sono le seguenti, oltre ledette alIrsi'AiiArf,
aunmino dell'utile progresso; rpiindi ne il cui ultimo vescovo di rito latino nominò
conseguì la prosperità del regno, diven- Gregorio XVI, per cui dal 1837, come
ne*più importante la sua influenza in- amministratore apostolico del vescovato
terna ed esterna, meglio riunite le parti d'Hispahan e delegato apostolico di Per-
disparate, la forza più centralizzata, e lo sia, governa la chiesa di Persia e la mis-
spirito turbolento delle tribù nomade te- sione il vescovo di Babilonia mg.' Loren-
nuto 1)1 miglior freno, come reso impo- zo Trioche (da Pio IX nel 848 fatto ar- 1
tente cpiello delle straniere de'turcoina- civescovo neir elevar la sede al grado
ni e bclugi. llcommercio divennepiù flo- metropolitico, dichiarando sua suflrag^-
rido, sicuie le strade, le finanze in buono nea Hispahan). In questa missionesi tro-
slato, la truppa disciplinata all'europea, vano pochi cattolici di rito latino e non
numerosa l'artiglieria, l'istruzione pub- molti dell'armeno o altro rito orientale.
blica in aumento, spediti nobili giovani Ultimamente vi cessò l'uso del ripudio e
in Francia a compiere i loro studi ed e- dell'uccisione de' figli spurii, nelle quali
ducazione, stabilite tipografie in Teheran pieopereebbegran parte il nominato pre-
e Tauris, come e meglio si legge nel n.° fetto Derderia a. JNel 1834 sotto Grego-
36 del Diario di 1847. Roma ^'^^ "•" rio XVI si ottenne dal reo shah il per-
4o poi delle Notizie del giorno 1 847 e messo di predicarvi la religione cattolica;
nel n." i del 1848, si riporta il discorso onde oggidì il governo non pone alcun
fatto dall'ambasciatore persiano residen- ostacolo alla sua diffusione. Gli eretici
te a Parigi, al re di Francia, ampolloso però e gli scismatici, che vi abbondano,
secondo il costume orientale, i doni re- non lasciano cosa alcuna per impedirla.
cati al re, oltre le decorazioni del Sole e Un giorno molto giovarono a queste mis-
del Leone, e quelli per la famiglia realej sioni i rappresentanti delle potenze cat-
per cui Luigi Filippo conferì allo shah toliche. I re di Francia ne'trattali co're
il gran cordone della legione d'onore, del di Persia sempre v' inclusero condizioni
qualeordinedichiaròpure membro l'am- favorevoli ai cattolici. Eccoi luoghi prin-
basciatore. Nel discorso si dice » il mio cipali delle missioni di Persia.
sovrano , la cui potenza eguaglia quella Hispaìian. La giurisdizione di questa
della costellazione di Saturno, il Padi- sede vescovile di rito latino comprende-
chak di Persia [maestà imperiale del mol- va tutta la Persia, V Armenia maggiore
to ìiìagniflco sovrano dell Iran , lìleìie- e minore e la Giorgia; oggi seml^ra e-
ììied Jftah, così lo chiama l'ambasciatore stendersi alla sola Persia, essendosi pre-
dcir alta corte di Persia), le cui truppe se dalla s. Sede altre determinazioni rap-
VCL. IH.
9
i3o PER VE R
porto alle Armenie eil alla Giorgia. La ras o Sdras. Vi è una chiesa e alcuni
sua popolazione è di circa 60, eoo, ma cattolici europei; molti erano gli arme-
poche sono le ftimiglie cattoliche; in c) ni cattolici, passali allo scisma. Un villag-
anni si convertirono 62 persone: talvol- gio del Kurdistan ha tutti cattolici di ri-
ta vi si fermano i mercanti cattolici che to caldeo. Soulduze. Ha 6 famiglie cat-
vanno all'Indie. Gli armeni scismatici vi tolichee chiesa in Baburi. Malwana.^o-
ebbero 20 chiese, ma g sono le supersti- vera 4o con
cattolici convertiti di fresco,
ti. Vi risiede un loro arcivescovo di gran- chiesa. Ahiiscer. Nel golfo persico: ebbe
de autorità, che esercitala giurisdizione chiesa, ed è retta dai carmelitani. Vi a-
anche nell' Indie, ove spedisce ministri prì una scuola il famoso Wolf, che ebreo
immorali, che vivono di quelle ricchez- di oiigine, abbracciò il caltolicismo, e poi
ze. I carmelitani scalzi hanno in Hispa- si unì ai calvinisti di Basilea. Benderbu'
lian una prefettura apostolica, che ha pu- scer. Nel golfo persico: ebbe chiese con
re giurisdizione sulla Mesopotaniia vi : cattolici armeni e latini; i secondi sono
è ancora una prefettura cattolica arme- pochissimi. Rechi. Nella provincia di Ghi-
na e vi sono monaci antoniani del Monte lan: vi erano i gesuiti, ed ospizi ceduti
Libano. Parcelle sieno state ricuperale le nel 1760 ai cappuccini di Cassan e A-
case de'gesuiti, domenicani e carmelitani stiakan. Erivan con cattolici. Sciamaki.
situate nel sobborgo di Giulfa,non che al- Vicino al mar Caspio, avea luoghi di mis-
cuni fondi rustici. La benemerita famiglia sione con chiese. Amadan. Conserva an-
Sceriman donò un palazzo per residenza cora magnifica chiesa, vi era un vicario
del vescovo latino e dei missionari. Vi è e forse esiste un convento. Sidtania. Eb-
scuola gratuita. (jm//à. Ebbe 4 chiese, ma be armeni cattolici, che si divisero dalla
solo esiste quella già de'domenicani. Vi è vera Chiesa. Anche nelle provìncie di Ar-
un monastero di monache armene ereti- mahal e Perla esisteva il cattolicismo;
che, senza clausura, senza voti, senza con- vi erano i gesuiti con case e poderi. Del
dotta. Gli armeni hanno una
cattolici vi celebre arcivescovato di JYaxii'an, parlai
missione. Teheran. Vi èqualche ministro a queir articolo. Le città di Haderbe-
europeo con famiglie cattoliche. Di recente gian, Salmagt o Salrnasle Ormi hanno
vi fu costruito un palazzo per l'incarica- cattolici di rito caldeo, la prima con ar-
to di Francia, per la sua stabile residen- civescovo, le altre con vescovo, scuole e
za io mezzo ai giardini già di Mirza-
, chiese; in Salmast erano circa
i cattolici
Khan i quali formano l'ammirazione
, i54o : pei cattolici di si veda questo rito
degli stranieri, con cappella pel culto cat- Caldei, MESoroTAMiA,MossuL. APatriau-
tolico. L'incaricalo d'alfaii Sartiges, che CATo ARMENO riportai altre notizie riguar-
curò tale costruzione, si occupò d' uno danti la Persia, anche ecclesiastiche, di-
stabilimento alle suore di s. Vincenzo de cendo come Pio IX nell'assegnaresuffra-
Paoli, per la cura degl'infermi, con gran- ganci al primate armeno di Costantino-
de utile degli abitanti, spesso tormenta- poli, vi comprese vescovi di Erzeruni
i
ti allo scisma. Vi è una prefettura apo- vanni Dardarian (della missione latina
stolica e scuola. Eravi stato aperto un di Erzerum parlai nel voi. XVIII, p.
collegio ai lazzaristi,ma perseguitati dagli 108; di quella armena a 13 e i24> p. 1
scismatici si ritirarono. Tauris fu già ca- non che al suo articolo). Inoltre Pio IX
pitale di Persia, ed ora si considera, co- nel 1848 distinse la delegazione aposto-
me Ilispahan, la i."* città del regno. Schi- lica di Persia da quella di Mcsopofaniin,
PER PER 1 3 f
Kiiriliaed Armenia minore, onde sono dal 1201 al i4^9- Edoardo I ricostruì
sottoposte al delegato apostolico di Persia nel i2f)8 le sue mura eia fece residen-
le provincia dello stesso regno. Sulla sto- za de'deputali, cacciati nel i3ii da Ro-
abbiamo Histoìre deTIia-
ria di Persia : berto Bruce. Vi fu ucciso Giacomo I nel
mas-Kouli-Kan roi de Perse, aìigmcn- 1437 nel convento de' domenicani, da
tee d'un supplcnient, MWan i747- Jour- Roberto Graham. Nel i ^Jg la plebe di-
dain, La
Perse, ou tableau d'hisloire de strusse tutte le case religiose. Nel i644
la Perse, Paris i8i4- IMalcolm Storia ,
sene impadronì Montrose; nel r74'> il
della Persia dalla conquista degli ara- conte ìMorr e il pretendente vi stabili-
bi fino ai tenìpi presenti, tradotta da Da- rono il quarlier generale. Perth è cele-
\>ìd Pioma 1827. Jardot, /li-
Bertolottì, bre per gli I I concilii che vi si tennero
voluzioid de' popoli della Media, Asia, sulla disciplina ecclesiastica. Il i." nel
Persia, Tartaria , Thibet, Cina ec, Fi- 1201 sulla riforma del clero. Labbé t.
renze 843. Procopio, Storie
1 e guerre per- I r, Arduino t. 6, Angl. t. i. Il 2.° nel
siane, traduzione di Compagnoni e Ros- j 20G; il 3.° nel 12 il 4-° nel 122 i;
r I ;
della guerra fra turchi e persiani, Ve- nel 1270; r8.'' nel 280 il g.° nel 32 r;
1 ; i
riti cristiani, di F. Nork, Lipsia i836. circa 12,000 abitanti, con scuole pagate
PEPiTA. Sede vescovile della provin- dal governo: visone mir.istri anglicani,
cia di Licaonia, sotto la metropoli d'Ico- assai nemici de'cattolici. Dipendeva dal
nio, eretta nel IV secolo. Ebbe 3 vesce* vicario apostolico di Galles, che vi tene-
vi. Oriens chr.t. r,p. 1088. va un vicario. Avendo mg."^ Polding ar-
PERTH o S. JOHNSTOWxN. Citt^i civescovo di Sydneydimesso tutta la giu-
di Scozia, capoluogo di contea e sede di risdizione sull'Australia occidentale, Gre-
presbiterio, nell' ubertosa valle del suo gorio XVI a' 6 maggio i845 eresse la
nome, sponda del Tay,a i4
sulla destra diocesi diPerth suffraga nea di Sydney
leghe da Edimburgo. Ben fabbricata, ha (^.), erigendo in tal città la sedevesco-
diversi stabilimenti; il palazzo del gover- viledi detta parte dell'Australia occiden-
no rimpiazza l'antico edifìzio del parla- tale. Quindi a'25 maggio nominò i.° ve-
mento di Scozia, evi si tennero i4 par- scovo l'attuale mg. Giovanni Brady,che
"^
rente, vi affluiscono diverse minori ri- Relazione della visita fatta delle due
viere. La catena degli A pennini cinge dal strade che da Foligno portano a Can-
nord all'est la provincia del Perugino, tiano per Perugia e Gubbio e per l'altra
dagli estremi monti Feltreschi ai Suba- di Ponte Centesimo a Nocera, Roma
sio, e si dilata nel mezzo la pianura del- I 765. Memoriale con sommario alla s,
l'Umbria, aprendosi nel fianco occiden- e. deputata da Clemente XIII per tesa"
taleil rinomato e pescoso lago di Peru- ine del progetto del passaggio de corrie-
gia Tiasinieno, deliziosissimo per na- ri per Perugia e Gubbio, Roma 1768.
PER PER i3:ì
Altro pel passaggio de corrieri per Pe- nero un luogotenente a render giustizia,
rugia e Gubbio, per le comunità di Fo- rimpiazzato poi da un governatore di con-
ligno, Spoleto, Terni, Nocera e Fabria- sulta, quando rientrò direttamente sot-
//Oj Roma 17G8. Andrea Vici, Relazione to il dominio pontificio fino a'tempi del-
sopra l' acquedotto di Perugia, Roma le ultime invasioni francesi. Ora dipen-
l'SoB. Gabriele Caliiidri, ingegnere di de immediatamente dal governo di Pe-
Perugia, Saggio statistico storico del pon- rugia, e l'amministrazione comunale vie-
tifìcio stalo. Avv. Pietro Gabtellaiio, Lo ne sostenuta dal priore ed anziani, esten-
stato poniificio. dendosi alle vicine ville di Spedalicchio,
Costano e Ponte o Basiiola, ove solida-
Distretto di Perugia.
mente si è riparato alle piene, con che il
Bastìa, Insula Romana, Dasiiae. Co- rapido torrente Chiagio devastava le li-
mune delia diocesi d'Asisi. Qualche se- mitrofe sponde. Il recinto che racchiude
colo priaia di Gesù Cristo, lo scolo del- l'abitato ha 6 porle, e nella spaziosa piaz-
le acque, che da' monti rovesciansi sul- za sgorga copiosa fonie di pura acqua.
l'ampia valle Spoletina, e la stagnazione Altra fonte abbondante trovasi fuori del
de' tre torrenti vicini della valle Peru- paese sud, volgarmente detto Mon-
al
gina, (ormarono ne'dintorni il lago Per- ciovena, quasi lìJotis cioi'enani, con che
fortificata con ponti levatori e mediante te della rocca; scuole pubbliche, casa di
rocca ancora visibile, la quale era cir- maestre pie, monte frumentario e teatro.
condata da torri, baluardi e bastioni, nel- Vi sono altri e belli fabbricati. 11 paese
lo atterrarsi de' quali circa il XiV seco- è intersecato dalla strada consolare, che
lo, catubiò l'antico nome coll'altuale di da Foligno conduce a Perugia e quindi
Bastia. I ambulacri
ponti levatori e gli in Toscana, perciò sono importanti i suoi
sotterranei mantenevano la comunicazio- mercati settimanali e le fiere. Nel 1841
ne fra tutte queste opere militari del me- fu onorata Bastia da Gregorio XVI ai
dio evo: sussistono i4 bastioni, porta s. 20 settembre, reduce dalla basilica di s.
Angelo e la strada sotterranea in tutta Maria degli Angeli, festeggiato dal clero,
la lunghezza del paese, e danno un'idea magistrati e popolo. Dopo avere ricevu-
dell'antica costruzione. Colla distruzione vuto nella collegiata la benedizione del
di que' vecchi manufatti incominciarono ss. SagramentOj passò al trono eretto sot-
nel i3oo ad accrescersi verso l'est le a- to nobile padiglione nella piazza mag-
luogo che dicesi {'Aggiunta, ed
bi fazioni, giore, da dove bened'i il numeroso popo-
a poco a poco la Bastia prese forme di lo e molti benignamente ammise al ba-
floridissima terra, da ubertosi e ben col- cio del piede; indi visitò le monache. Di-
tivali campi circondata. Nel i566 s. Pio rigendosi per Perugia, il Papa si fermò
V la concesse in feudo ad Astorre e A- a ponte s. Giovanni sul Tevere, ove di-
driauo Baglioni di Pei-ugia, che vi tea- scese a benedire i devoti popolani. Ab-
] 34 PER PER
biaaio eli Tier Simone Antonini, Stadi' ciò Fortebraccio. Vi sono molli fabbri-
to dell' antica Isola Romana p ma ori' cati circondati di mura, con borgo. Nel
y,iiie, dipoi nomata Bastia y A&ìii 1773. territorio vi èia magnifica villa Oddi det-
Bctlona. Conìune della diocesi d'Asi- ta il Colle, ov'è un bagno veramente da
si,ed annessi Campagna , Cerreto, Col- sovrano.
leSala e Madralunga, Monte Bandito, Derida. Comune della diocesi di Pe-
Romito e Forte. Ripete la sua origine da rugia. Anticamente fu denominala Z)/7u'-
Tiiio Vetonio umbro circa l'anno 2000 da, poi Perugia vecchia. Fu cominciata,
dei mondo, divenne prefettura romana secondo alcuni, dai galli a tempo del re
e come dissi a Bettona sede vescovile. Tarquinio Prisco, e al dire di altri do-
L'Ughelii, Italia sacra t.io, p. 85, ne 1 po r assedio fatto a Perugia da L. An-
tratta, e dice che il suo i
."
vescovo fu s. tonio; ma allora Deruta eia piìisul mon-
Crispoldo del 56 o 58, altri credono del te, ove tuttora sono rama delle Perugia
4oo ; probabilmente pali il martirio nei \ecchia.Le attuali tre pariocchie esiste-
primidel IVsecolo, fu sepolto nella chie- \ano prima del i63. Si vuole che a'2 1
sa sotto la di lui invocazione, dichiaran- oltobre 1264 qwi morisse Urbano IV,
dosi patrono della città. Gli successe s. provenienle da Todi, ed il cadavere fu
Bricio apostolo dell'Umbria, di Gerusa- portalo a Perugia. Nel 1391 fu ordina-
lemme come il predecessore, su di che lo di fabbricarvi una rocca. Nel i4o8
meglio è vedere quanto notai nel voi. Braccio saccheggiò e incendiò il borgo,
XXV, p. i38. Gaudenzio vescovo sotto- ed assediato il paese vi entrò trionfante,
scrisse nel concilio romano del 465. Bel- indi nel 1428 vennero risarcite le mura.
lona anticamente dicevasi T ettona,e, la Eugenio IV nel i446 le concesse privi-
sua sede fu unita a quella d'Asisi. Come legi. Nel i45i ristretta la circonferenza
città popolala ed eslesa, per lungo tein- delle mura, furono queste rifatte. Nel
po guerreggiò con le altre città deU'Uui- i5oo passandovi gli spagnuoli , diedero
bria ; soggiacque ai perugini, ma ai i5 fuoco a più case, indi neh 523 si dovette-
luglio i352 la smantellarono per esser- ro restaurare mura. Vi sono molli e
le
si rihellala. Vi sono molti fabbricati cir- buoni fabbricati, con borgo popolato. Pri-
condati di mura, ampia piazza e picco- ma le fabbriche di maiolica erano assai
lo borgo. Per l'edificazione recente del- migliori e primeggiarono in Italia.
la collegiata di s. Maria Maggiore, si so- Marsciano. Comune della diocesi di
spese completamento de'canonici. Po-
il Perugia, cogli appodiati Cerqueto, Com-
to distante è la villa Penna, detta di Bu- pignano, Papiano e Spina. Ne'suoi pri-
tajone, la quale è vaga, signorile e vasta. mordi si chiamò Monte Giano, e venne
Cordano. Comune della diocesi di Pe- edificato nel 975 dalla famiglia di Bul-
rugia. Si prelendefoudata da Grano B.az- garo di jMonreale, al medesimo donalo
zeuuo Giano, prima di Peru-
figlio di dall'imperalore Ottone li. Nel 1075 era
lo IV, che tornava da Roma; in seguito sulla sponda occidentale del celebre lago
Del 1391 vi costruirono una torre per Trasimeno, in fertile territorio. Fu pur
frenare l'orgoglio del popolo. Nel secolo detto Castiglione Chiusino, Castulao Ca-
XV vi si fermò due giorni 1* esercito di stellio, e secondo Plinio, Chiusi Novo o
sciano, nacque Francesco Sforza, poi du- de rilevasi che ancora per quella parto
ca di Milano (V.)qìì\'^\ì(ì dique'sovrani. era la via maestra, che comunicava dal-
tenuto l'assedio nel i643 del duca di citato Calindri, è di metri 51,607, ''^
Parma, decadde dai diritti, onde fu poi superfìcie di metri i i,46i,25o, ed ele-
incorporato direttamente ai domiiiii del- vato al peto basso del mare metri 258: è
la Chiesa, finché Leone XII nel 189.8 lo alimentalo dalle pioggie e da 60 rivi e
nominò feudo camerale. Sotto l'impero torrenti che vi si scaricano. Il suo baci-
francese Castiglione era stato fatto capo- no è perfettamente piano, per la grande
luogo di cantone, e ritornato Pio VH sul quantità di torba, che annualmente vi
trono, ebbe speciale governo, dipemleu- si deposita e che ognor più lo innalza.
do da esso la comune di Panicale^ 1' ap- Abbonda di squisiti pesci, e specialmen-
podiato Mongiovino, ed 8 casali. La sua te di voraci lucci, eh anguille, di lasche
amministrazione municipale contiene, e di piccole tinche. Le regine vi furono
Laviano villa e contea della nobile fa- introdotte nel 1710 dal barone Ancaia-
miglia perugina degli Oddi ,
patria di ni, assai benemerito del luogo : se ne pe-
s.Margherita penitente; e asano, ove V scano di 4" libbre e le ordinarie sono
ha un palazzo e molta possidenza la men- poco minori; nel iBaS si è adoprato di
sa vescovile di Città della Pieve, nella cui introdurvi le trotte de! Clitunno. Cingo-
diocesi si comprende, come Laviano. E no ed ornano a guisa di vaga corona le
pure circondato Castiglione (la alcuni vil- sponde del lago vari paesetli che traggo-
laggi, fra 'quali Pozzuolo, ove si mostra no assai guadagno dalla pesca, massime
il fonte battesimale che rigenerò s. Mar- Castiglione e Magione. Sovrastano alle
gherita; G/o/c//<7, ov'ebbero casa i gesui- chiare sue acque tre isole distinte col
ti, i beni de' quali avocati alla camera, nome di Maggiore, Minore e Poh'ese o
passarono poi ai conti Baglioni; Pani- Palese. Nella sommità della prima esi-
carola, che ha vicino il santuario della ste un convento di minori osservanti, che
Rladonna della Carraia, eretto nel 1G61, fu edificato per conservar la memoria
e le tre Isole, la Maggiore, la Minore e di s, Francesco, che vi passò una quadra-
la Poh'ese, che sorgono nel Trasimeno, gesima in digiuni, penitenze e orazioni,
]e quali, massime la prima, si popolaro- la cui chiesa fu consagrata nel i543 da
no quando Annibale pose a ferro e fuo- Alessandro vescovo di Città di Castello.
co le terre e castelli alleati de' rotnani, Pel ristabilimento del suo ospedale, ope-
principalmente di donne e fanciulli: al rato da Pio VII col breve In sunimo
presente due sole sono le abitate. Il pae- apostolatus,rie\ i8o3 fu stampata in Ro-
se è chiuso da mura, con molti e buoni ma Orazione, recitata da Michelan-
ui\
fabbricati, fra' quali si distingue il pa- gelo Lugli consigliere della comunità:
lazzo della camera
che cominciato da
, Benedetto XI li avea assegnato suoi be- i
Gio. Paolo Baglioni, meglio terminò A- ni alla say: estia della cattedrale di Peru-
scanio della Corgna, con diseguo del Vi- già, mentre l'ospedale era stato formato
guola, ed eseguito dall' A lessi. con pii legati da Clemente VII sotto il
Il Lago Trasimeno , detto anche di governo della fraternità di s. Maria, le cui
Perugia, di figura irregolare oblungata, costituzioni approvò Paolo III. L' isola
famoso e amenissimo, è formato dalla Poh'csc, benché abitata da poche famiglie,
natura, lungc circa 2 5 miglia da Perù- pure è maggiore in estensione alle altre
PER PER .37
due, con chiesa tlis. Facondo e annesso molto cresciuto dalle pioggie inondava
nionostero di Olivetani. L'anlico nome con grave danno della coltivazione le cir-
del lago è l'odierno, che la favolosa tia- costanti campagne, per cui venne costrui-
dizione dice derivalo dall'esseivisi anne- to un emissario di sorprendente costru-
galo 77Y7i/mc//f)j giovane avvenente, con zione lungo metri 1,1 tf), con una ca- i
estiemo cordoglio della da lui amata nin- dente di metri ij34, fallo ai tempi dei
fa Anellina. Tullavolta fu detto Clilonio^ consoli romani avanti Slrabone: lo fe-
ytgilliiìo, riisdno, Slagni Lidei, ed Ju- cero scavare nelle viscere di un vicino
no. Quivi tremò il colosso della romana monte, presso il luogo ove poi surse il
j)0teu7.a, e daH'avveiiimeutoaccjuistò ce- monastero o castello di San-Savino, dan-
lebrità e incancellabile rinomanza; im- do così abbondante sgorgo alle acque,
perocché nelle sue vicinanze a'23 giugno dalle quali fu quindi irrigata una pianu-
537 di Roma, 21G o 217 avanti l'era ra per lo innanzi tulla arida, formando
nostra, il cartaginese Annibale diede san- il fiume che ancora si chiama Caina. Nel
guinosa battaglia al romano console Caio 142 1 Braccio Fortebraccio signoi'edi Pe-
Flaminio nel Campo Romano, valle si- rugia restaurò r emissario. Indi Pio II,
tuata dietro la sua sponda boreale que- : che volle visitare il Trasimeno, ed allog-
sto combattimento, che altri dicono se- giare una notte in vicinanza di esso e nel
guito in aprile, fu così accanilo, che niu- convento di s. Francesco, ne fece la de-
no de'guerreggianli si accorse del terri- scrizione ne'suoi commentari, ed assai se
bile teiremoto che rovinò varie città d'I- ne Innocenzo Vili nel 1490 riattò
dilettò.
talia e spianò perfino alciuie montagne. l'emissario. In seguilo apoco a poco riem-
La carnificma de' romani fu deplorabile, piendosi d'arena e di loto il vecchio emis-
poiché col console imprudente ve ne pe- saiio, loinòil Trasimeno a fare delle allu-
rirono 5,0001 e più, e secondo Eutro- vioni anche maggiori, inondando non so-
pio da 25,000, oltre quelli che morirono lo i campi, ma eziandio le castella vicine,
nel Iago ove furono incalzali ,tranne un finché Clemente VIII nel 1602, col mez-
distaccamento 6000, che si sostenne
di zo e industria del chierico di camera Bar-
nelle alture e un borgo, indi nel
poi in berini, poi Urbano Vili, lo ampliò, vi
Gneo Servilio ch'era nell'Emilia, il quale a Roma , e Pio VI voleva riunire il lago
perde altri 8000 combattenti. Ma in
^'i col fiume per renderlo più navigabile,
questa impresa Annibale vi perdette un ina le circostanze de'tempi ne impediro-
occhio e i5oo soldati cartaginesi e col- no l'effetluazione. Gelò tutto il la^o a'26
legali. La contiada denominata Sansoni- gennaio 1758, e durò il gelo 8 giorni, i
nelo contrassegna il luogo della strage essendo grosso looncie romane: altret-
principale, e molti frammenti d' armi tanto seguì a'3o dicembre 1788, ed al-
vasi cinerari e monete disolterrate ne fan- lora il gelo durò j 2 giorni. Così seguì nel
no fede: l'altro luogo pocodistante chia- gennaio i83o, e durò il gelo i4 giorni.
mato Ossala, fu così appellalo dalla mol- Panicale. Comune della diocesi di Cit-
titudine de'morti che vi restarono vitti- tà della Pieve, ed annessi. Borgo grazio-
me dell'implacabile africano. Questi din- so su ridente collina, che domina i luo-
torni furono pure macchiali sovente di ghi circostanti, con due piacevoli borghi.
sangue civile nelle miserabili contese fra Si ritiene che fosse un paese consagrato
i diversi ordini ile' cittadini di Perugia a Pane, deità de'pastori e pescatori, ed i
nelle fazioni. Il la^o Trasimeno talvolta suoi antichi vanti cominciano dall'avere
i38 PER PER
riparalo il popolo perugino, fuggendo lo nicipale perugina del grifo: di Boldrino
sdegno di Augusto trionfatore. Nel gì 7 Macerata (^.) e altrove. Oltre
parlai a
Berengario I imperatore Io confermò in Mongiovino e Taveriielle, di cui parle-
feudo al marchese Ugiiccione II Bourbon rò, nel territorio di Panicale vi sono di-
del ]Monte (della cui discendenza abbia- versi villaggi, Ira'quali merita menzione
mo il cardinal iVonte, /^.); quindi vari si- 3Iont(ilera, forte muralo presso al Tra-
gnori aretini ebbero il titolo di conti di simeno, già feudo de' Baglioni, oggi dei
Tanicale. Nel i i3i soffri molto dagli e- marchesi Cennini di Sarteano nobili sa-
serciti imperiali, quindi per le guerre ci- nesi, luogo già forse sacro a Giunone. In
vili più volte furono atterrate e come nel principio il castello appartenne ai Mon-
1276 e i479 ricostruite le sue mura. temelini;comprato poi nel 1289 dal co-
L'imperatore Carlo IV vi pernottò nel mune di Perugia, ne investì a terza ge-
i355, scortato dagli ambasciatori peru- nerazione Coppoli, che lo perdettero nei
i
gini, recandosi da Roma a Pisa, ed in ta- civili moti : l'ebbe dapprima in premio
le circostanza ne concesse il dominio a di servigi Nicolò di Pietro di Cola di Por-
Guglielmo di Beaufort nipote di Clemen- ta Susanna ; indi Biordo Michelotti ;
s.
te VI e poi fratello di Gregorio XI, il qua- dipoi Degli Oddi, spossessati finalmen-
i
III rei 1543 vi alloggiò, nel ritornare da tificò contro l'armata toscana.
Perugia a Roma per Orvieto. A'2 ottobre iMongiovino e Tai'ernelle. Appodiato
1642 lo saccheggiò l'esercito del duca di della diocesi della Città della Pieve. I\Jo/i-
Parma, e con quello del granduca di To- giovino è così detto perchè vi ebbe culto
scana ne demolirono tutte le fortificazio- Giove, onde presso il suo tempio atterra-
ni, dalla qual epoca diminuì di molto lo fu edificato da'perugini nel i3oo, ad
l'importanza. Fu patria del cardinal Gre- istanza de'popoli di Colle Calzolaro, di
gorio Sellati. Paolo V nel 1618 eresse s. Martino e di P'^alle di Nestore. Braccio
la chiesa di Michele arcangelo in col-
s. Baglioni lo saccheggiò; indi nel i643 vi
legiata, ove è una bella tavola della Nali- fu combattuta la battaglia tra le milizie
vità di Maria, attribuita a Raffaele. Nella pontificie comandate da d. Taddeo ni-
chiesa già degli agostiniani si trova una pote di Urbano Vili, e quelle del gran-
pittura di Pietro Perugino, del quale è duca Ferdinando li, condotte dal fratel-
mirabile quella di s. Sebastiano nella chie- lo Mattia: la perdita delle prime fu assai
sa de'gesuili, a'quali il panicalese p. Vir- rilevante, con 1000 morti, e prigionieri
gilio Ceppari fondò un collegio, poi con- il generale F. Vincenzo della Marra ed i
le pei poveri da Amico di Meo, d. Sal- gro cortonese. Sopra l'altra chiesa, ch'è
vatore di Meo pievano e Gregorio di Bar- ilenlro il castello, vedesi un Crocefisso di-
tolo di Vanera, ridotto poi a cappella nel jjinlo nel i^5i da Francesco Pievese. Il
i582 da Gregorio XIII. Nel i84i ^'28 ])el palazzo già de'Vitelli, è ora de'Cen-
settembre Gregorio XVI, da Perugia di- iiini ,
per acquisto fattone dal cardinal
rigendosi a Piegare per la via provin- Francesco, che da Perugia soleva recar-
ciale, si fertuò alle Tavernelle, ove il cle- visi nella stagione estiva. E cinto di mu-
ro, il magistrato e il popolo eransi riu- ra a foggia di munito castello, quali fu-
niti nella maggior piazza decorata con ,
rono restaurate nel i4Gij e lerminalenel
addobbi e arcate a foggia di portici. Nel j4'-7-
mezzo era collocato il baldacchino con Piegaro, Plagarium. Comune della
trono, donde il Papa benedi lutti, giuli- diocesi di Città della Pieve. Antichissi-
vi per la fausta occasione, e ne atumise mo borgo su di un colle, a pie del quale
molli al bacio del piede. scorre il Nestore, il cui nome vuoisi de-
rivato dal general Nestore ateniese che
Goveino di Cina della Pieve, distretto
vi morì, dopo aver col Foro di Merca-
di Perugia.
tello asciugato le vicine paludi, dirigen-
Città della Pieve [P'.).C\Uìì vescovile do Tevere le acque. Si dice fondato da
al
Giano, ovvero dalla pace di Giano. Si Chiusi vi ripararono sicuri, e molte don-
denomina dal 1 3 2 Padano JSuovo^ men-
1 ne del paese si maritarono a cavalieri ro-
ile nell'altuia ad un miglio di distanza mani, clie ivi poi slabilironsi terminata
Irovansi gU avanzi di Padano f^ecdiio, la guerra, governandosi con libero reg-
con torre merlala che dicesi la torre di gimento e consoli. Si crede che Anniba-
O riandò , tò. vicino unconventodi u)i-
ti le vi prendesse riposo dopo la micidiale
Dori osservanti. N'ebbe la signoria il mar- battagliadelTiasimeno. Ottaviano Augu-
chese Uguccioiie II Bourbon del Monte, sto vi si fermò nel dirigersi a Perugia, ac-
confermatagli da Berengario I nel 917, compagnalo dal sommo poeta Virgilio e
e r imperatore Carlo IV ne invesù nel da Q. Trebonio il quale rimastovi per
,
reduce da Perugia, fermandovisi, gli con- r ovest r ameno lago Trasimeno. Viene
cesse privilegi. Nel i84« Gregorio XVI, attraversato dallastrada corriera, con sta-
dalle Tavernelle recandosi a Città della zione postale. Antica è l'origine del pri-
l'ieve, giunse {)iesso Piegaro, i cui nbi- mo paese, che si denominò f'illa Car-
lanti rammaricati di non essersi ancora pini, situato al sud del presente, ed a-
effettuata la deviazione d' un tratto di vente ospedale che esisteva nel i2oq;nel
strada che conduce, e perciò defrauda-
vi qual secolo vi fu combinato un tratta-
ti della ventura di aver fra loro il Pon- to tra'perugini e corlonesi ; e come sito
tefice, si riunirono in uno spazioso luogo f irle venne disputato nelle civili discor-
della via, ove con busso e lauro aveano die. L'attuale borgo sorse dove aveano
piantalo un grande arco di trionfo fian- luogo i poco dopo la
cavalieri templari,
cheggiato da lunga traccia di colonne di loro soppressione avvenuta nel i3 12. Nel
verdura congiunte da festoni, con deli- convento de'lemplari successero cano- i
ziosa appariscenza. I piegarini attesero ivi nici del s. Sepolcro ( forse della congre-
il sovrano, che disceso fra gli applausi dal- gazione che desci
issi nel voi. VII, p. 264),
ta il cav. Sabatucci a p. 218 della Nar- cardinal Gio. Ballista Orsini, nel settem-
razione: ne fu autore il dotto prof cav. bre 1 5o2 si radunarono diversi signorot-
Antonio INIezzanotte, ed alluse alla bra- ti per stabilire una lega offensiva contro
mata e convenula deviazione della stra- Cesare Borgia figlio d' Alessandro VI e
da provinciale tra Perugia e Orvieto, pas- in favore del duca d' Urbino; cioè Gio.
sando presso alla terra di Piegaro. Nac- PaoloBaglioni, Antonio da Venaslro, An-
quero Ira gli altri in Piegaro Marcello nibale Bentivoglio, Liverotlo da Fermo,
Pignalltlli vescovo di Jesi e il fratello Ste- Ermea Bentivoglio per suo padre Gio-
fano cardinale. Il paese è cinto di mura, vanni, Paolo Orsini, Petrucci e Vitelli,
PER PER i^i
ner cui nel giungervi uno di essi, vuoisi no. Allorché vi transitò Annibale, il pae-
esclamasse sono pervcinito nlui dcsialn
: se era già abitalo , per cui vi appoggiò
magiont! ed allora crcdesi che il paese ab- snaarmata^ e forse qui
l'ala sinistra della
bia pieso il nome di Alagione. Altri aller- ebbero da tal corpo una rotta romani; i
niano che derivasse dai templari, che di- altri dicono invece che servi di rifugio ai
cevano il ritiro o convento AJnison, nel romani, scampati dalle fazioni sanguino-
loro idioma francese. Questo celehie con- se di Ossaia e Sanguinelo. Nel 917 lìe-
esso che i principali suoi membri, ilDor- chese Uguccioue li Bourbon dol Monte,
gia sagrillcò alla sua vendetta. Nel ìCì/\3 e nel 1073 vi morì s. Gio. Gualberto fjn-
vi stanziarono per due mesi le truppe datore de'vallombrosani. Tra'suoi disa-
granducali, avendo a Fronte le pontificie stri noterò, che nel i334 fii tlistrutto e
acquartierale a Cordano. Carlo Borbo- incendialo dagli aretini, indi verso il 1 39G
ne, poi Carlo in re di Spagna, nel i 73/}. restaurato; nel i470 '^ popolo fece vi-
alloggiò nel palazzo abbaziale, il quale è goiosa resistenza ai fiorentini; nel x^ii
in foggia di fortilizio. Contiene Magione solhì altro saccheggio, così nel ì57.'j; e
molli fabbricati, una torre ohe la signo- nel 1600 venne interamente rovinatodal-
reggia in cattivo sfato e due chiese. ]1 le acque del lago, le quali recarono an-
paese è molto commerciante, ed i suoi che gran guasto all'emissario. IVIolti sono
mercati settimanali ebbero conferma da i làbbricati cinti di mura. A mela del
,
gcllo, ed in tutta la contrada sono spar- bergo per quelli che visitano il Iago, che
si numerosi villaggi, i o de'quali si con- percorrono in leggieri schifi.
siderano uniti allo stesso borgo. In imo Tuoro. Comune della diocesi di Pe-
di essi, Monte del Lago o Fontegiano, tut- rugia. Si crede derivato il nome dall' e-
tora innalzasi l'antica rocca già dai par- trusco Tyrve o Ton>, ma non v'è memo-
titi combattuta, ove nobili e popolani pe- ria prima del i363, in cui fu occupato
rugini furono sovente respinti, a seconda dai nobili fiorentini, che assediati e pre-
dellapreponderanza delle fazioni: vi risie- si dai perugini, vcnnerodeca[)ilali i
7 ca-
de l'amministratore del lago Trasimeno. pi del disordine a* i 3 agosto. La chiesa
Lisciano. Comune della diocesi di Pe- parrocchiale che esisteva nel i238, fu
rugia. Si crede originato da certo Licia- duoccala nella fine del secolo seguente.
no che vi possedeva. Tenuto dai corto- Nel territorio vi è la villa di Baroncino,
nesi per molto tempo, nel 1200 venne in cui trovasi un ponte sul torrente Ma-
sottomesso ai perugini. Giace sul colle cerone, dove Annibale disft;ce il console
cinto di mura, ed in mia riunione di case, Flaminio.
situale al suo pie, sonovi ricche famiglie.
Distretto di Città di Castello.
Passignano. Comune della diocesi di
Perugia, con annessi. Eoigo posto sulla Città di Castello (F.). Città vescovi-
sponda nord-est del lago Trasimeno, da le con governo.
cui soilVe frequenti inonilazioni , circon- S. Giustino. Comune della diocesi di
dato nell'opposta parte dagli estremi de- Città di Castello, con annessi. Non si ho
clivi de' monti corlonesi. tempi
INe'bassi va memoria avanti il 14B1, in cui la fa-
fu chiamala città e della Passo di Già- miglia Dotti ne cede la signoria ai Ca-
i43 PER PER
slellani, indi Pio IV nel i563 ne inve- fosse l'antico Pitulum, che distrutto nel-
sfj la famiglia Bufalini, come contea. In l'invasioni de'barbari, trasse perciò il no-
questo luogo vi poetò la celebre Toni- me di Fracta. Plinio collocò i pitulani
na, e molte fiimiglie \\ fiorirono in armi nel Lazio, ed il Colucci presso l'odierna
e scienze. Vi sono ragguardevoli fabbii- Jrcevia, di cui parlai nel voi. XXXVf,
cati e la villa Bufaiini. Gli abitanti fan- p. 272 : forse una parte de'pitulani con-
no significante commercio di cappelli di corse a edificarlo. Credesi rifabbricato
paglia. nel 70,6 dai figli d'Uberto o Arimberto
O.v.^/7.7. Connine della diocesi di Cit- duca di Bouibon, parente di Carlo Ma-
tà di Castello. È mollo antica la sua o- gno e marchese ili Toscana. Si pose sot-
ligine, perclìèa'tenipi de'goti già era for- to Perugia a' 12 febbraio i i8q; indi nel
te, per cui la distrussero, venendo poi rie- 1326 in battaglia i perugini vinsero i te-
dificata dagli aretini. Nel i335 fu con deschi ; con questi vi fu altro fatto d'ar-
l'armi presa dai perugini. Nel pontifica- mi nel 38q, trionfando primi condotti
I i
lo di Urbano Vili sostenne sanguinosa da Malatesta. Nel i4o5 dal cardinale le-
guerra in difesa della s. Sede; questa guer- gato deirUiiibria venne distinta col lito-
ra, detta i5(7/7;cn/i<7, fu descritta dal sici- Io (li terra nobile, e nel i4o6 100 peru-
sedio di Caniscka o Canisia, città della bas- mura. Nel i5iQ il cardinal Passerini le-
sa Ungheria, con gran coraggio e valore galo dell'Umbria la chiamò insigne e Pao-
tolse di propria mano una bandiera agli lo 111 fetlelissima, di cui fu medico il cit-
e possidente famiglia e dalla virtuosa Mar- bel tempio rotondo di s. Giovanni, fatto
gherita Contucci nobile di Monte Pul- colleoiata nel i r65da Clemente Xlll. E'
ciano nacque mg.^ Marcello Orlandini che ancora in piedi la torre , ove il famoso
celebrai in altri luoghi ,
protcnotario e Braccio Fortebracciofunel 303 racchiu- i
delegalo apostolico d'Ascoli, di Frosino- so dal capitano Tuzio, e quindi dal ce-
ne e di Viterbo, ed altualuìcnle votan- lebre Biordo Michelotti umanamente li-
te di segnatura, ma meglio gli resero la berato. Lungo il corso del torrente Car-
meritata lode i concittadini nell'opusco- pino, che bagna il territorio , era il ca-
lo : Tributo poetico ec, Peiiigia i835. 11 stello di Giulio Umbro, Forum Jidii Con-
paese ha molti e vaghi fabbricati , alta cuhiense, col famigerato tempio di Vul-
torre e recioti di mura. cano situato nel trivio, che la via di Tur-
rena per a Tiferno formava aprendosi ,
Governo dì Fralla, dìsirello di Città
l'adito fra' monti per comunicare colla
di Castello.
Flaminia. E questo particolare culto de-
Fratta, Fracta. Comune della dioce- signava la perizia delle genti ne'Iavori di
si di Gubbio, con annessi. Borgo cospicuo ferro e nel trattare le armi, ond'ebbe spe-
edificato 200 anni avanti la nostra era, ciale rinomanza. IMantiene le sue fabbri-
dai miserabili avanzi dell'esercito roma- che di maiolica colorata di squisito gu-
no, rotto da Annibale al Trasimeno. To- sto, onde vivo è il commercio, cui con-
lomeo ed altri dicono che questo paese corre l'uberloso suolo. Vi è il ginnasio per
PEIl PER 143
h pubblica educazioneed altri stabilimen- pa, meritò il titolo di Alniae Urbis de-
ti. Nel suburbano trovasi acqua siilfiuea fensor, e morì nel i4o4 sotto le mura di
di fredda temperatura, sebbene bolla nei Aquila. Osserva il Calindri che potreb-
sotterranei ; ed il convento de'cappucci- be essere l'uno e l'altro, cioè che lo stipi-
Ili in deliziosa eminenza. Dopo i niuta- te de'Fortebracci realmente siaorigina-
menli del i8oc), Fratta fu capoluogo di riodi Montone, e che per accidentalità sia
cantone del circondario di Perugia, eoa in Perugia nato il solo Braccio Fortebrac-
giudicatura di pace, indi Pio "VII la di- cio, discendente dallo stipite del 100 i
rona, con borgate annesse nella sua co- : i marchesi Bourbon del Monte che fu ,
zione di Monte Corona, di cui trattai nel rono la signoria, che di poi si trasferì ai
voi. VI, p, 3o I e scg., nella diocesi di Pe- marchesi Vitelli quali vicari perpetui del-
rugia, da cui è distante 6 leghe al nord, la s. Sede, la quale destinò finalmente a
ed una al sud da Fratta. Il camaldolese governarlo un chierico di camera. Ag-
Gregorio XVI, benevolo cogli eremiti, al giunge il CastellanOjChe l'antichissima e
modo detto anche a Frascati (^ ), con nobilefamiglia de'Fortebracci conta isuoi
decreto degli 8 aprile i84J) reintegrò antenati (Va quelli stessi che edificarono
questi di ]\Ionte Corona nella ulllziatu- IMontone, e l'ariete che si vede nel loro
ra e nel padronato e possessi parrocchia- stemma , indica quale alto grado dessa
li, sulla chiesa dello loro abbazia di s. Sal- fra'superstiti arielini occupasse. Il primo
vatore , con quelle solennità narrate in però fra i Fortebracci, de'quali siaci per-
un articolo pubblicato dal n. "43 del gior- venuta memoria, è Ugolino nato circa il
nale V Osservatore del Trasimeno e stam- 100. 1 suoi successori tennero la parte
1
palo a parie. Abbiamo di Giulio Pre- guelfa nello scoppio dell'italiche fazioni,
muda, La historia Romoaldina, ovvero e serbarono sempre in favore de' peru-
eremitica di Monte Corona tradotta, Ve- gini parziale attaccamento. Ebbero san-
nezia i5f)0. guinose contese cogli Olivi da Montone,
Montone, Aries. Comune della dioce- che favorivano i potenti Ubaldini, capi
si di Città di Castello. Borgo aulico po- del partito ghibellino. Faziolo Olivi nel
sto in ameno colle, le cui falde sono ir- laSo entrò armala mano in Montone e
rigate dal Tevere e dall'influente Carpi- vi uccise il valoroso Fortebraccio Forte-
na. Dalle rovine di 6 castelli che i popo- bracci colla sua moglie , fratello e figli,
li arienati abitavano, il principale de'qua- ma p"oi fu spento egli slesso. Da tre pic-
li chiamasi Arie, crede presso a que-
si coli nipoti di Fortebraccio, prodigiosa-
sto eretto IMonlone verso r8oo, allorché mente scampati, conseguitò la successiva
Carlo Magno incoraggiva le genti a ria- progenie , famoso Braccio
nella quale il
versi dai disastri barbarici. Altri poi ac- si novera, che vive tuttora nell'immor-
certano che surse nel loo dalla fami- i tal nome lasciato e ne'diversi nobilissimi
glia Fortebraccio, che ne fu signora; ma rami da lui derivati. Oddo suo naturale
vi è chi si oppone a quelli, riflettendo che e Bernardino nipote furono anch'essi ce-
Braccio Fortebraccio nacque in Perugia lebri guerrieri. Vedasi Fortebracci Giob-
nel i368, fu capitano generale del Pa- bi, Lettera istorieo- genealogica della fa-
i44 PER PER
miglia Forlchraccì da Montone, Bologna gosliniani ne partirono col loro archivio,
i68q. Montone raccliiude due eminen- passando a Cantiauo. Sempre piìi deca-
ze, in una delle quali èrinsignecollegia- dendo. Pio VI riunì l'ospedale a quello
ta di s. Maria e s. Gregorio, ed eravi uu di Città di Castello. La chiesa matrice fu
vecchio fortilizio ; nell'altra sono con ven
i
• restaurata nel 000, e due chiese del ter-
1
tuali ed a poca distanza cappuccini. Nel- i ritorio lianno immagini miracolose della
la media valle èia piazzacircondala dal- Beata Vergine. Vi ebbe origine la fami-
le private abitazioni cinte da Qiura. Vi glia Fucci,che nelle lunghe guerre civili
sono due monasteri di suore, uno rista- tifernate lungamente bilanciarono la po-
Lililo, l'altro riedificato nel 1827. L'an- tenza de'Vitelli. Vi nacquero il b. Buc-
tico ospedale eretto a sollievo degl'indi- cio, due Ugolini vescovi di Città di Ca-
i
genti vaganti pel territorio, fu nel 1822 stello, ed Ugolini vescovo di Sutri. Alla
primo nome si designavano forse le pra- Gualdo Tadino {J-')- Città vescovile
terie irrigate dal Carpina che scaturi- , con governo. Papa regnante
Il vi ha e-
sce ne' vicini monti. Il borgo è alle falde retto la collegiata con capitolo.
dell'A pennino, con mura alcpianlo diru- Fossato. Comune della diocesi di No-
te : come la sua rocca, esisteva nel 700. cera. Vedi il voi. XXXllI, 78.
p.
Ebbe i suoi podestà e sino dal secolo XIII Sigillo. Comune con Sirca ed annes-
si sottopose per dedizione a Tiferno o sia si , della diocesi di Nocera. Vedi il voi.
Città di Castello, il di cui magistrato pre- XXXIlI,p. 79.
se il titolo di barone, e vi spediva il gius- Pieve di Compresfseto. Appodiato di
dicente ed il castellano con presidio per Gualdo Tadino, della diocesi diNocera.
la rocca , di cui vedono ruderi. Nel
si i Vedi il voi. XXXllI, p. 79.
1 267 vi fu stabilito un monastero di be-
Governo di Nocera.
nedettine, trasferito nel i574 a Città di
Castello. Nel 1287 avea il suo catasto in Nocera (F.). Città vescovile con go-
pergamena, e nel 348 gli Ubaldini ten- i verno.
tarono di toglierlo aitifernati, ma non vi Faltopinao Fai Sopina. Comune del-
riuscirono, avendolo difeso. Nel 383 ot- i la diocesi diFoligno. Dicesi anche Cer-
tenne l'esenzione di alcuni dazi, e nel I 4o2 qua, con territorio quasi tutto in monte,
si elesse il proprio capitano. 1 tifernati ed è piccolo paese.
coi toscani lo difesero contro Ladislao re
Governo di Spello.
di Napoli, ed i primi nel 14^8 anche dai
Biacccschi che aveano occupato e da
1' Spello {V.). Città vescovile con go-
Nicola Stella. Nel i^3c) vi furono spedi- verno.
ti contro il Piccinino 1600 soldati. Aven- Cannara. Comune della diocesi d'Asi-
dolo occupato le milizie pontificie, nel si. Fu
detto Carnerio, ed alcuni opinano
1482 Giovanni Vitelli le cacciò e resti- che Valerio Bnnieri perugino, ai tempi di
tuì il dominio ai tifernati. Anche gli a- Federico I, abbia edificato il paese, che
PER PER 14^
nel ìiqì si soUomisea Perugin. Ilo mol- seguito si governò da sé fino agli r i mar-
ti e ]>uoni r;\})brkali, con mura e boighi. zo i4')2, in cui Nicolò V la pose sotto
Colle Mancìo. Comune delhi diocesi Todi. Le mura sono ancora buone e re-
il'Aisisi. E" in monte ed in colle il lerii- golari, con borghelto. Ne furono parro-
torio, con pochi fabbricali, in parte cinti chi tre della famiglia de'duchi Cesi, due
di mura. de'quali divennero vescovi di Todi.
Massa. Comune della diocesi di To-
Distretto eli Todi.
di, ed annessi. Vuoisi che il riciis Mar-
^^^/^(F.). Città vescovile con governo. tis qui fosse. La terra fu eretta nel 780,
Baschi. Comune della diocesi di To- mezzo migliò dall'antica via Flaminia, e
di. Edificata neirSio dalla famiglia Ba- cinta di mura dai Bentivenga, e Io è an-
schi ,
originata da un figlio del duca di cora. Ha molti e belli fabbricali, con e-
Guascogna, che seguì in Italia Carlo Ma- slerni borghi. Del convento di s. Pietro
gno; fu già contea. Ha molti fabbricati, parla Antonio da Orvieto, Crono-
il p.
Attone nel ducato di Spoleto, derivando sente. Nel I 254 soffrì molto dalla caval-
da quel duca Ildebrando, Nel i25o fu leria guelfa, che vi scacciò il partito ghi-
Ire quadrate, e v'incomincia la minor via cente vennero rinnovate le fistole di piom-
parallela, che mette alla piazza Piccola o bo. La piazzetta che ddatasi innanzi la
ileiSopramuro, aprendosi verso il mezzo facciata principale del duomo, dicesi del
to laterale del duomo, dalla gran fonta- oltre insigni reliquie i corpi de' ss. Co-
na. I perugini restaurando gli acquedot- stanzo ed Ercolano li , vescovi e patro-
ti de'romani, a dar loro acqua pensarono ni della città, come le reliquie dell'al-
di abbellirli con magnifica fjonte, eretta tro vescovo e patrono s. Ercolano I. 11
scende al fonte per alcuni gradini di mar- scal[)ello del Pisano. Contiene nei suoi
mo, e sul piano delle scale si eleva una altari preziose tavole, fra le quali è la
gran vasca di marmo, ove ne'aS lati e- Deposizione dalla Croce di Barocci, s.
slerni, ciascuno diviso in due specchi, si Sebastiano di Orazio Alfani , uno -Nlen-
l'altareper essere dai divoti venerato, il la cattedrale vi sono altre 1 5 chiese par-
santo anello probabilmente di amalista rocchiali e con battislcrio. Prossimo alla
di Siria: ne narrai brevemenle impor- 1 cattedrale è l'episcopio: fu abitato da Ur-
lanle storia nel voi. II, p. 78^ e meglio bano VI, e vi scomunicò l'antipapa Cle-
nel voi. XllI, p. i6e I 7. iXelIa crocie-
I 1 mente VII. Fu restauralo nel t4'?.2, e
ra destra una stessa tomba di marmo ros- successivamente dai vescoviErcolani, car
so racchiude le ossa d'Innocenzo III, Ur- (linaiGallo, Gomitoli ed altri. Il vesco-
bano IV e Martino IV; mentie nella na- vo cardinal Corgna voleva ivi fabbricar-
vata sinistra è il mausoleo del vescovo ne altio nobile, ed il celebre archifetlo
Gio. Andrea Baglioni. Singolare è la tra- perugino Galeazzo Alcssi ne avea fatto
vatura del tetto, nel i633 eseguila da i disegni.
Guido Bettoli: il campanile è opera più Fra lechiesesi distinguono le scgucnii,
recente. Vi sono lavoii di scultura di S. Agostino pei preziosi quadri di Pieli o
Scalza d'Orvieto, il fonte battesimale in Perugino, come ilBaltcsimodel Signoie,
bronzo di Danti, e sul pulpito di inar- ilPresepio, Dio Padre, ss. Gio. e Girola- i
nìo è II adizione che vi predicasse s. Ber- mo, ed 8 quadretti in sagrestia : nel 1 8o3
nardino da Siena nel \f^i5 e i44o- '"^ fu restaurata dal cav. Cansacchi d'Ame-
una stanza del capitolo è rimarchevole lia. Il contiguo oratorio di s. .'\gostiuo è
una tavola Correggiesca j con le imma- ricco d'intagli e dipinti, di bella tavola
gini di Gesù e dei ss. Lorenzo e Coslan- di Alfani, ed in sagrestia la Madonna e i
?o. Dentro l'annessa libreria Domenichi- ss. Agostino e Sebastiano , della scuola
ui si conservano molti pregiati codici, del Peru»ino. La vasta chiesa di s. Do-
essendo il più raro il vangelo di s. Luca, menico, incominciata nel i3o4 con dise
scritto nel principio del secolo VI iu let- guo gotico dal celebre Giovanni da Pisa,
tere d'oro. Abbiamo del p. Calassi cassi- precipitò in gran parte nel 1624; fu rie-
li ese j Descrizione dflla basilica di s. dificata nel i632 sotto la direzione del
Lorenzo cattedrale di Perugia, delle pittu- ]Maderno, e adorna di marmi indigeni e
re che l'adornano, e di quanto si vedein stranieri, coi resti del precedente edifi-
essa di singolare, Venezia 1776. Essen- zio gotico, cioè nel coro, iu una cappcl
dosi determinatoli restauro, ed i miglio- la della nave a destra, e nel gran fine-
ramenti agli ornati, decorazioni e dipintu- strone a vetri colorati, disegno secondo
re di tale più che magnifica stupenda cat- alcuni di Gio. Pisano, il quale a spese del
tedrale, per attuarsi nel più breve spazio eaidinal di Prato scolpì il bellissimo de-
jjossibile di tempo, il zelante vescovo mg.*^ posito di finimarmi del b. Benedetto XI
Pecci nel 1
.°
agosto 1 85 1 eccitò ogni ordine ivi sepolto. Quanto al finestrone, esso ha
di cittadini e diocesani, a concorrere ad o- Id più grande invetriala dipinta che sia
pera così lodevole e santa, per un mae- in Italia, sorprendente lavoro di cristia-
stoso tempio che surse e progredì colla ge- na archeologia, che illusilo il dotto p. de
nerosa cooperazione de'vescovi,del clero, Ferrari domenicano, prefetto della casa-
del pati izialo e del popolo, con patria glo- natense, nella dis<^crlazionej]Mes^o\\ Gior-
5
i48 PER PE II
naie Arcadico t. io3, p. 35i. Il com- tro suo maestro. Questa chiesa col mo-
parli meulo formasi con uu albero, od nastero fu edificata sulle rovine del (em-
esecutore mirabile delle pitture fu fr. pio del Sole, in onore di s. Severo ve-
"Bartolomeo da Perugia domenicano, che scovo di Ravenna, forse dal magistrato di
le compi nel i4' •> ^ "on più tardi co- Perugia : i camaldolesi vi si trasferirono
me prelesero altri. Con concetto teolo- dal Iuoo;o chiamato la Trinità, fuori del-
gico vi rappresentò il Padre eterno, mol- la Porta s. Pietro, ed il vescovo Dionigi
ti angeli e santi. ^ i sono ancora il sepol- nel 1484 ne consagrò gli altari, ed il
lippo, eretta nella metà del secolo X\ li, dal Bevignate, della quale il medico pe-
novera tra i suoi quadri la iVativilà del- rugino AnnibaleMariotti nel 770 stam- I
di Raffaello e di altri, non che pregie- nasteri, diminuiti per le vicende politiche
voli freschi ed intagli nel vicino oratorio: che segnalarono il termine del secolo pas-
in chiesa vi è la tomba del gran giure- sato ed i primordi del corrente. Al pre-
consulto Bartolo di Sassoferrato, morto sente sonovi 18 conventi e monasteri di
nel I 36o j e nella sagrestia è il sepolcro religiosi, ed altrettanti monasteri di re-
di Eraccio Fortebraccio famoso guerrie- ligiose; 4 conservatorii di donzelle; di-
ro. La chiesa di s. Severo dei camaldo- verse confraternite; 3 ospedali, cioè quel-
lesi, posta nella più alta sommità, che lo per gl'infermi in s. Maria della Mise-
succeduto nel 1824 a quello die dei ma- Rasilio, beneficato successivamente ed
niaci era in Perugia nell'ospedale di Fon- anq^liato dai vescovi successorij compre-
terossa, la cuirinomanza cresce in ragio- so quello per ultimo detenuto.
ne degli eminenti vantaggi che si speri- Tra i civici edifizi, il più antico, come
mentano. Desso è situato fuori delie mu- il migliore si reputa il palazzo comuna-
ra, ov'era il monastero di s. IMarglierita. le e residenza governativa , incomincia-
Questo manicomio per ambo sessi deve i to sulle lovine della chiesa di s. Severo
la sua istituzione al lodato cardinale Pii- della Piazza, distrutta con autorità pon-
varola, ed a Pio VII, che nel 1828 con- tificia. La porta che guarda la piazza del
cesse i possessi delle benedettine col mo- Duomo è ornata da una parte da uno
nastero opportunissimo al sublime sco- smisuralo grifone di bronzo, insegna del-
po: sotto Gregorio XVI fu emanato il la città , dall'altra da un gran leone del-
icgolamcnto organico nel i83q. Ne fu- lo slesso metallo, insegna delpartitoguel-
rono altresì benemeriti , oltre il soprin- fo che difese la Chiesa, al quale grande-
tendente conte Vincenzo Ansidei, chia- i mente aderì popolo perugino. A pie-
il
ri dottori Giuseppe Santi e Cesare Mas- di di questi due animali furono colloca-
sari (ambedue decorati dell'ordine e- ti i ferramenti ed catenacci della portai
avea stampato altro), i83je i^?>6, pre- ferramenti e 48 insegne. Però inopina-
sentato al cardinale Agostino Rix'arola tamente alcune indisciplinate bande are-
istitutore e i'isilatore apostolico , Roma tine dipoi rimossero quei trofei di mu-
iS38. Eapporto triennale statistico me- nicipali contrasti sempre fatali ad Italia.
dico sulla casa de'pazzi in s. Marghe- II detto ingresso conduce alla gran sala
rita di Perugia per gli anni i84o, i84ij del palazzo, già detta papale pei ritratti
1 842, del dottore Cesare Massari medi- che nella volta conteneva di vari Ponte-
co direttore di essa , Perugia tipografia fici. Vi è un altro ingresso verso il mez-
Santucci 1843. Questo ultimo pubblicò zo della piazza, e piìi riccamente ador-
anche la Storia delle pestilenze di Peru- nato. Ai lati della porta sono due grifo-
gia. Ridussero opportunamente il mo- ni di marmo, che tengono tra gli artigli
nastero in manicomio, l' ingegnere Cer- alcune lupe in atto di lacerarle, ed essen-
rini, il cav. Poletti e l' ingegnere Fran- do la lupa arme di Siena, si volle rimem-
cesco Cellini, il quale con una sua vedu- brare la detta rotta ; di sotto sono due
tina ce ne diede erudita descrizione, col leoni guelfi di marmo. La porta è ma-
n." q {\e\\' Album an. 4-° Inoltre in Pe- gnifica e tutta ornata di marmi intaglia-
j ugia i pellegrini, gli esposti, gli orfani, i ti, con molte statuette e gigli, arme dei
mendici, !ederelitte,hanno tuitiuei con- re di Francia, cui Perugia fu molto di-
venienti ospizi rifugio. Vi è il monte di vola, avendone riportato grazie e privi-
pietà, primo o secondo di sì benefica
il legi. Altripretendono che gigli deno- i
edificato nel i47^- E''3 abitato dagli u- magistrati perugini impegnandosi nella
ditori di rota, uno dei quali chiamavasi creazione di uno studio generale, sembra
podestà. Nelle due piazze principali era- che questo nel 1276 vi fosse stabilito. Nel-
no le udienze dei collegi delle arti, le cui le pubbliche scuole già vi avea fatto u-
prime erano quelle della Mercanzia po- dire le sue profonde lezioni S. Tommaso
sta vicino al palazzo del governatore o d'Aquino, ed altri dotti domenicani: tra
comunale, e del Cambio , da essa poco gli studenti di esse vi fu il Mascio, poi
distante, con nobile cappella: nella sala Nicolò IV. Nel i3o7 Clemente V colla
terrena detta del Cambio si ammirano bolla Super specula, plesso il Bull. Reni.
squisiti dipinti dello stesso Pietro, che vi t. 3, par. 2, p. 117, la dichiarò studio
l'ilratise sé medesimo, e qualche lavoro generale, ciò che confermò nel i 3 18 con
del suo discepolo RalTaele. .\l presente in breve Giovanni XXIl, il quale accordò
PER PER i5i
pure il privilegio di couferire 1 gradi MeniovU ìslorlche della perugina uni-
accademici nel diritto civile e canonico; i'crsifà drglistudie de' suoi professori rac-
indi risplendendo la università pei- ripu- co/^e,Perugia 1816, presso Calindri, San-
talo sapere, singolarmente nelle discipli- tucci e Garbincsì stampatori camerali.
ne legali, con altro breve del i 320 Gio- Attualmente occupa il monastero degli
vanni XXII concesse facoltà di conferi- Olivetani, detto di ÌMonte Morcino, gran-
re il grado di dottore anche in medicina dioso ed elegante, la cui riedificazione fu
e nelle altre arti, cioè nelle scienze filo- disegnata dal Vanvitelli ed eseguita dal
sofiche. Inoltre Giovanni XXII, ad accre- IMurena. Sisto IV avea fatto edificare le
scere vieppiù il pubblico studio e facili- pubbliche scuole pei professori, decora-
tare il concorso copioso di studenti anche te di portico da! legalo cardinal Pinelli,
di lontane parli, 32 2 per-
con breve del i aumentando la dote dello studio Sisto V,
mise agli studenti ecclesiastici il godimen- percul gli fu eretta una statua in bronz<j :
to dei benefizi di chiesa, ancorché resi- a' nostri giorni Pio VII colla costituzio-
denziali, per un decennio, indulto che pro- ne Pluriniuni iiiesse momenti, de' 23
rogò ad altro decennio, ed il simile fece maggio 181,5, Bull. Roni. Cont. l. i3,
Clemente VI. Nel 1 355 l'imperatore Car- p. 367, concesse alla università il detto
lo IV con onorifico diploma arricciù l'u- monastero e chiesa. Leone XII nel 182 \.
niversità, i professori e gli studenti di nel riordinamento degli sludi di tulio lo
tutte quelle grazie, privilegi e favori on- stato, nominò visitatori apostolici della
de le altre imperiali università allora vi- università il p. ab. Cappellari poi Gre-
genti godevano. In quel secolo onoraro- gorio XVI, e l'avv. concistoriale Fusco-
no le cattedre perugine i sommi Gino ,
ui, ed anche con questa fu laigo di sue
Bartolo e Calilo; nei secoli seguenti e- provvide e benefiche cure. Nel 84B il 1
Innocenzo VII, Martino V, Pio III, Giu- collegi delle quattro facoltà, 1' univer-
lio II, GiuIioIII, Urbano VII, Giegorio sità viene decorata dall' accademia del
XIV, Clemente VIII, e Paolo V. Il Pa- disegno e da una cospicua pinacoteca,
pa Sisto V confermò i privilegi accorda- ove si ammirano pitture del Perugino,
ti ed Urbano Vili emanò un
agli scolari, di Configli, di Pietro della Fraiicesca, di
breve pel governo dell'università. Il ma- Pinturicchio e di altri maestri. Ad essa
gistrato perugino volle onorati profes- i dopo il 1811 furono riunite le rendile
sori del privilegio di cittadini, e ad essi ed il locale del collegio Gregoriano, det-
come agli studenti accordò immunità ed to della Sapienza vecchia, fondato dal
esenzioni dalle pubbliche gravezze. In cardinale Nicolò Capocci protettore di
quale rinomanza pervenisse la perugina Perugia (ove avea studiato) circa il 1 362
università, e di quali favori fosse ricol- (fondò pure 1' antico monastero degli
mata dai Papi, e dei suoi benemeriti pro- Olivetani nel luogo n)eniorato), per man-
fessori, si può leggere: Albericus Genti- tenervi allo studio dell' università per
ì'is , Laitcles acadenii'ae Pcrusiae Ha- , 7 anni 4o giovani italiani e forestieri, per
nov. i6o5. Lancellolti, Uomini illustri isludiarvi le scienze legali e teologiche,
della Marca, die hanno fiorito nella ce- da nominarsi dai loro vescovi: verso il
lebre università di Perugia^ con giunte 1373 ne fu rettore IMigliorati, poi In-
del Colucci, presso il t. 19 dell' Antichi- nocenzo VII. In questo locale fu trasfe-
tà picene. P. d. Vincenzo Cini cassiuesc, rito nel i^'ic^ il collegio Piano, di cui
,
vazione di Martino V (che aumeirtò la che Braccio Baglioni fece in Perugia ve-
dotazione) nel 1426 il collegio di s. Gi- nire gli stainpatori per inqjrimere le o-
rolamo o Sapienza nuova, per un con- pere legali del perugino Filippo Fran-
villo gratuito pei giovani poveri estra- chi,probabilmente prima del i47'- Le
nei da Perugia, che desiderassero in es- altreprime edizioni perugine sono, le
so studiare la legge e la medicina. Pio opere del Saliceto nel i47'>, del Bene-
IV modificò le disposizioni sulle ammis- detli nel 147G, del Cornia nel i477 •"'"
detto Piano. Ne prese benefica cura an- ria della tipografia peruginaj il Vermi-
che Leone XII a mezzo del p. ab. Cap- glioliparlòdella famiglia degli stampato-
pcllari Gregoiio XV^I, finché nel
poi ri cartolari. Del medesimo Vermiglioli si
lullegio civile Piano o Sapienza nuova di si uni alla precedente, degr/«.v;yy/Wi_, de-
Perugia. Per le vicende dei tempi resta- gli Eccentrici fondata nel 1 5G7 pel col-
rono soppressi il collegio della Sapienza tivamento delle scienze e delle arti, de-
Arniellina, il collegio dei conviUori, ed gli f/«wo/» principiata nel 1 56 1, del Z?/-
il collegio della Sapienza Bartolina, dei segno, degli Atomi: il Maslai loda la u-
quali tratta il Crispolti. uiversità,e la dice tanto insigne che non
Sulle biblioteche di Perugia il Ver- dubita di asserire, che dopo Bologna non
miglioli pubblicò: Cenni storici ec. La ha pari in Italia (forse in giurispruden-
biblioteca pubblica contiene circa3o,ooo za, e stampò l'opera nel 1792); aggiun-
volumi, compresi moltissimi rari mss. ge che vi fiorivano la colonia Augusta
una pregiata raccolta di primitive edi- degli Arcadi e l'accademia Anatomica,
zioni perugine, ed una serie di tipogra- che pei premi dispensava medaglie colla
lici lavoii del benemerito Aldo. ì:{e\\'
Ef- epigrafe, Accademia Augusta. Perugia
femeridi leu. di Roma 80G, p. 254,
del 1 ebbe la sua zecca si vuole che incoiniu-
:
i47i- li Muratori neWa diss. l'j ." dcscii- Già Pio I! avea concesso a tali magistra-
ve 5 sue monete, 4 toU'elUgie di s. Er- li la rubane di velluto nero o allro
veste
colano, col motto Augusta Pernsia, col drappo secondo tempi, o mantelli lun-
i
grifo alalo e colle chiavi ponlifìcie. 11 Vet- ghi di porpora, come dice il Crispolti,
tori, nel Fiorino, osserva che le sue mo- con collane d' oro benedette. Il secondo
lielc erano proibite.in Firenze, in un magistrato era quello de'consoli, uditori
a quelledi altre città, per ordine del gon- e camerlenghi, in ninnerò di 4<^j eletti
l'aloniero Ciotti del i33i. Narra Scilla, dai nominati collegi, eduravano (imesi;
Ltllf. monete pontificie, p. SGg, che il car- il il concilio di 3oo
terzo malvisti alo era
dinal Antonio del Monte legato, in tem- cittadini, dipoi diminuito a 4o, scelti 8
Grimani sotto Paolo 111, il grosso e mez- cipali. Allro magistrato era il tribunale
za doppia con suo stemma; ed il legalo della rota, composto
4 tloltori fore-
di
Gio. Maria del IMonte (dovrà dirsi o In- stieri o lontani da Perugia non meno di 20
nocenzo o Cristoforo, allrinicnti sarebbe miglia: durava il loro uffizio due anni
lo stesso Giulio 111), nel pontificalo di e prorogava per altri due. Il capo era
si
Giulio HI, mezza doppia con sua arme, podestà, usava il rubone, così gli altri;
duegiuli,ed un grosso con la rovere(stem- veniva preceduto da un paggio con stoc-
ma di Giulio 11 benefattore dei Del iMou- co in mano e con cappello di broccato
le). Il Crispolti afferma che Clemente VII d' oro alle spalle, mentre il podestà in-
nel i533 a' 7 seltendjre concesse a Pe- cedeva con scettro nero con palla d'oro.
rugia (0 confermò) di poter battere gros- i Fu Clemente VII che col breve Ex-
si d'argento e le monete dette Clementi. poni nobisjdeiS marzoi53o, Bull.Roni.
Vedasi il Bellini, De nioiietis, de moiietis t. 4, par. I, p. 89, concesse l'istituzione
Peiiisiaej e Gio. Ballista Vermiglioli, del tribunale della rota in Perugia, tal
Della zecca e delle monete perugine, l'e- quale sotto altre denominazioni si ave-
iugiai8i6. In questa città Papi da anti- i va in molte ciltà floride ed illustri, ed
co tempo fino a tulio il secolo passato vi anco con tal titolo nello slato papale, per
tennero i con erario. Nicolò
loro tesorieri conoscere e decidere le cause e liti. Ciò
della Valle romano, chierico di camera, fece ad istanza dei priori del comune, u-
fu tesoriere di Perugia dal 14^9 al '433 milia'a iti Bologna a Clemente VII dal
di Martino V ed Eugenio IV ; Luca de giureconsulto perugino Guglielmo Pon-
Leni romano, canonico di s. IMaria Mag- tano come oratore del medissimo, uomo
giore, chierico di camera, abbieviatore di valore e di matura prudenza. Risie-
e tesoriere di Perugia, morì nel i486 sot- deva nel palazzo di Sopramuro e pronun-
to Innocenzo Vili ; di ambedue parla ziava giudizio in prima istanza: gli udi-
il Maim'ì, Archiatrij p. 121 e 277: di tori prima erano collaterali del capita-
i
quelli divenuti cardinali ne tratto alle no del popolo, ma cessò col moto proprio
loro biografie; di Alfani poi dirò. Ab- del 18 16 di Pio VII. Fu ultimo udilo-
biauiOj Stalo attivo e passii'o della teso- l'e di sì celebre tribunale, eh' era com-
reria di Perugia dal 1.° maggio l'j^i a posto di 4 giudici uditori, l'avv. Tomma-
tulio aprile 1765, Perugia 1775. so Adriani (figlio d'Antonio, altro dottis-
Gli antichi primari magistrati di Pe- simogiurtconsulto, uditore della rota di
rugia erano decemviri; durava il loro uf- Lucca e padre dell'egregio cav. Vincent
fizio due m'esi, da Giulio II nel i5i i ac- zo fatto da Gregorio XVI cameriere d'o»
cresciuto a tre : si eleggevano dalle arti uorc e confermalo da Pio IX, cioè di quel-
ij4 ter PER
la illustre famiglia di cui feci cenno a 1 593. 11 Parisi, Istruzioni, l. 2, p. 3or,
LaNdriam cardinale), dal cui elogio fu- riporta la lettera de'priori di Perugia del
nebre si apprende la sua somma scienza 1 596 a Clemente Vili per avere un luo-
legale, probità, religione e attaccamento go nella sacra rota, sino allora diirerilo
alias. Sede. I collegi delle arti in Peru- dal medesimo: non ebbe il bramalo ef-
gia furono istituiti in nuuìero di 44^^'' fetto. Paolo V nel i6io nominò udito-
governo popolare, ancbe per firvi fiori- re Francesco Baldeschi; Urbano Vili nel
re le arti diverse: il principale era quel- if)26 Benedetto Monaldi 5<7W^.?f^/, poi
lo della ]Mercanzia di nobili, il secondo II Novaes, nella Pila di Ur-
cardinale.
quello del Cambio pure ragguardevole bano FUI liferiscCj che aggiunse per-
nei suoi membri, i quali tuttora fìoienli petuamente un cittadino di Perugia tra
esistono. Ciascun collegio avea la cogni- gliuditori della romana rota. Nel 1682
zione delle cause civili, spellanti alle ar- divenne uditore Alessandro Benincasa,
ti medesime, con particolari entrale, che nel 1720 Faustino Crispolli nel 1757 ,
pale uniforme alle altre città dello sta- che lo celebrai. Sebbene
alla biografia
to, al modo detto a Gonfaloniere ed ai il Bernini, citato dal IMariotli, non am-
no uditore nel celeberrimo sacro tribu- torato, contro i! cardinale De Luca che
nale della rota di Roma; ma poiché non la concede, in Cur. Roni. disc. 32, n.''
avvi alcuna pontifìcia concessione, e so- 20, tuttavia per vari secoli Papi alla i
abbiamo, come rilevasi dal Bernini, Del rio XVI 1842 crealo cardinale Cor-
nel
tribunale della rota romana, p. 5i e me-
, si toscano, fatto nel i8iq uditore da Pio
glio da Annibale Mariolli, 3Ieiìiorie iste- VII, nel dicenìbre gli sostituì il degno
riche de perugini auditori della sacra prelato Giacomo de'conli Oddi Baglioni
rota romana, Perugia i
787, presso Car- ponente di consulla e canonico Vatica-
lo Baduel. Nicolò Baldeschi fu fallo udi- no, da lui già fatto protonotario aposto-
tore nel i464da Pio li, Matteo Baldeschi lico e abbrevialore di parco maggiore:
nel 1484, Mariano Bartolini nel i5o4, iamialurameule morì a' 7 maggio 844) 1 1
Camillo Baglioni nel i5i8, Giulio O- assai compianto per le sue grandi viriti,
radini nel i55i. Mentre questi era udi- raeritamenle celebrale dal cav. (oramg.'^)
com-
tore di rola,il magistrato perugino Francesco Fabi Montani con I' Elogio
mise al suo oratore o ambasciatore Ra- epigrafico di mg.'' Jacopo Baglioni Od-
nieri Consoli di domandare a s. Pio V dij offerto dall' autore alla desolata fa-
nel i568, che nella romana rota per miglia, R.oma 1 844; ^ dall'ab. d. Raffae-
privilegio potesse sempre avervi luogo le Marchesi professore nel comunale li-
un dottore perugino, ma non l'impetrò. ceo di Perugia, Elogio funebre di mg.''
Tutta volta il successore Gregorio XIII Giacomo Baglioni Oddi uditore della
nel 1573 fece uditore Francesco Conluc- s.Rota, per Vesequie solenni celebrate in
ci, e Sisto V nel 1587 Napoleone Gomi- Perugia nella chiesa degli agostiniani,
toli; indi Gregorio XIV nel 1591 Fran- Roma I 845. Questo elogio con alTettuo-
cesco della Penna, morto uè' primi del sa lettera del eh. cav. Gio. Ballista Ver-
PER PE Pt I 5 >
mìglioli, venne dedicalo ai c(hU1 ^larco scrizione tldle pilfure di s. Pìc'ro di Pc-
Antonio e Fenetlelto egregi fralelli del- nii^ia, chiesa dei monaci neri dì s. Bene-
l'ilhislre defunto. A consolar l<) patria di delio, Perugia 77^) stamperia Costan-
i
so anno nominò l'alluale uditore di ro- Urbino, esistenti nel coro di s. Pietro in
ta perugino, mg.' Spinello de'conli An- Perugia, in numero loranv, Roma 1 8 i t
linori n;ito in Gubbio, già da lui fallo Gli ornati dclcoro della chiesa dì s. Pie-
ponente di consulla. tro de'inonaci casunesi di Perugia, in-
I diversi sobborghi di Perugia noa tagliati in legno da Stefano Bergamo "^o-
mancano di altri singolaii vanti e pregi. pra i disegni di Raffaele Santi da Ur-
Fuori di Poi in s. Pietro 9.] apitVawp'ìn via bino, ora per laprinia volta tutti raccol-
per a Todi, traghettando il Tevere al Pon- ti, incisi a contorni e pubblicali , Pioma
te Nuovo. Dopo lungo spazio di essa, s'ia- 1845. Aldestro lato della strada è l'a-
conUa a manca lo splendido monasteio meno [)asseggio detto del FroulonCj ove
di s. Pietro de'cassinesi, grandioso edili- nella parte più elevata sonovi folti grup-
zio con alla torre che serve di campani- pi di robusti elei, che oudjreggiano i se-
le, e trovasi esposta alla vista delle due dili di marmOjdestinali nella stagione c-
spaziose valli Spoletana e Tiberina. Fu sliva ai carmi degli arcadi. Lungo il bor-
cattedrale nei remoti tempi, ullìziata an- go sono due conservaforii delle derelit-
i
che da s. Ercolano, e cinque anni dopo te e di s. Anna. Più avanti per la scesa
l'innalzamento della nuova chiesa a Ire s'incontrala chiesa di s. Costanzo, sul qua-
navi, seguilo nel 960 , fu convellila io le può leggersi il Diario dell' invcìizioue
abbazia dal vescovo Onesto, che trasferì ritrovamento delle ossa di s. Costanzo
la sua sede a s. Lorenzo. La volta dell'au- martire, vescovo e protettore di Perugia^
gusto tempio è sostenuta da 18 colonne, avvenuto nel febbraio 178 i, Perugia pel
5 delle quali di granilo, e puògiusta nien- Costantini. Porta s. Costanzo si chiama
te chiamarsi un museodi pittura per ma- il vecchio arco, ove termina l'abitato. Vol-
gniljci dipinti e quadri, di cui ridonda- gendo dalla porta verso la via di Pioma,
no le pareti e gli altari , e primeggiano si trova il convento dei riformati di s. Gi-
Guido, di Doni, del Vasari, di
quelli di rolamo, che dà il nome alla vicina Por-
Wicar, de! Perugino, diSassoferrato, del ta, di cui r arco è tuttora in piedi. La
Parmigianino e di Caravaggio. L' allaie nuòva strada praticala entro la cillà, iu
maggiore è ricco di marmi orientali; mi- seguito alla via Papale, costeggiando a
rabdi sono le bellezze del magnifico e destra le mura nella disabitata parledel-
sorprendente coro, pei bassorilievi in no- ta il Campo, guida agiatamente per l'e-
ce degli stalli, disegnati da Ralfaele, di sterno pomerio alla Porta del Carmine,
cui vi sono eccellenti pitture, ed intagliati dove s'incontra altra spaziosa via,chemel-
da Benedello da ]Monte Pulciano e da te a Isoli la rio convento dei cappuccini, alla
tuonaci, quando la pittura era nell'infan- perviene non lungi dalla Porta s. Anto-
zia. Si hd del p. GalaSsi casiincsc, De- nio, ov'c la nuova via Eugubiua, a! cele-
i56 TER PER
Jjie inouaslero <ìi MoiilcLiicc,lacui chic- nella medesima. Vi fu eletta la di lui sta-
sn tu tla IMailioo IV ampliala e decora- tua di marmo, e la cap|)ella nella quale
la: ne fu 1/ ahbadessa la b, IMaigheiita dipinsero, come ne'fi egi dell'appartamen-
ilaSulmona, indi passato alle clansse eb- to, Doceno del Borgo Lattanzio della ,
be due alile badesse perugine, le bb. Fe- IMarca, Raffaele del Colle Adone Doni ,
|). io'7, parlando pure del superbo qua- scolpì gli stemmi. Il sitocomprende quel-
ilro, ch'era nella chiesa di Fratta a'i5: lo delle antiche case de'Baglioni, perchè
tigosto vi è molta allluenza di popolo al volle llaccarne la potenza, in un al palaz-
Perdono, per cui lungo la strada lateral- zo di Gentile Baglioui, ridotto ad abita-
niente mereiai aprono botteglie. Gli os-
i zione del castellano, con bella loggia, del-
servanti hanno un bel convento sulla e- la lumia di quelle vaticane e con grot-
ininenza superioie alla Porta s. Angelo, teschi dipinti. Fu già munitissitna di for-
fondato da fr, Elia i.° compagno di s. midabili artiglierie ed altro occorrente:
Francesco, perciò detto di s. Francesco al sotto Leone XII le fu toltala parie det-
Monte: vi sono pitture del Perugino ed ta Tenaglia, e perciò il conveniente luo-
una notabile biblioteca. Fra le due Po/Ye go per la polveriera. Nella cortina si ve-
di s. Carlo e del Rastcllo, dietro le mu- de r arco dell' antica Porta Marzia, coi
ra della fortezza, venne stabilita la va- suoi ornamenti rimurata. Ma questo f ir-
sta piazza pei mercati settimanali di be- te Paolino negli ultimi politici sconvol-
stiami e per la ricca fiera del 1 novem- gimenti ingran parte venne demolito nel
bre. Poco distante è il monastero di re- dicembre 1848 , al modo riportato dal
ligiose, con la chiesa dis. Giuliana, aven- Contemporaneo n.° 225, principiandosi
te in sagrestia un quadro del Perugino. l'atterramento il giorno 3, probabilmen- 1
ed incontro le due piazze principali, d'or- ta Sole parlerò a suo luogo. Vi sono io
dine Paolo
di III, e perciò dicesi Citta- Perugia alcuni tratti di mura di costru-
della Paolina : incominciata a'G o i 3 di- zione etrusca : ivi si rinvennero avanzi di
cembre 1 540 condisegno del celebre An- etrusche e romane antichità, e si vedono
lonio Sangallo, la terminò nel i 544) «' specialmente nel chiostro degli oliveta-
A'endovi cooperalo l'altro architetto Ga- ui. (ili scavi furono feraci di statue, iscri-
leazzo Alessi perugino. Il Papa ne alli- zioni, vasi, incisioni ed altre pregievoli
dò la direzione e conipimeulo al parente cose. Vedasi Jo. Baptista Passeri us , De
Crispi governatore di Perugia, poi car- antiqua vdciorum etruscoruni faniilia pe-
dinale e legato dell'Umbria: ne fanno la rnsina disserlatio, nel t. 3j Blns. Etr. di
descrizione il Crispolti e le guide di Pe- Cori: De ctriiscoriini sepidcris praeserlini
rugia. Ne fu cagione il lumulttiare della PernsinO; Igux'ino, et Tarqìdiiiensi dia-
città, ed il governarsi con troppa licenza, triba,ibidem. Gio. Battista Vermiglioli,
per cui Paolo III soleva chiamarla nuo- presidente del pubblico patrio museo, /-
va Perugia e lui fondatore, lo che espres- sciìzioni perugine raccolte , illustrate e
fce in diverse iscrizioni, accompagnate dal pubblicate, Perugia 1 8o4 pel Baduel. Le
suo stemma e da quello dei nipoti. Men- citateEffemeridi a p. i i5 ne danno un
Irepiogredi va la fabbrica e dopo termina- importante estratto : meritò l'opera una
la, sette voltesi recò in Perugia, quasi sem- 2.' edizione pegli stessi tipi nel i833.Dl1
pre in seltcaibre, alloggiando coi nipoti medesimo, oltre altre opere, abbiamo
PEPv PER 1T7
chcologico di proprie là (ìli II) at^istralo di ni che fiorirono in santità di vita, in di-
Perugia e situalo nelpuhìdico studio, Pe- gnità ecclesiastiche, nelle arnu, nelle ar-
rugia i83o pel Badiiel. Tra le cose prin- ti e nelle scienze ,
principalmente nella
cipali rinvenute nel corrente secolo, no- giurisprudenza. Oltre i nominati cquel-
minerò quelle notate dal Calinciri : il car- li accennerò qui princi-
di cui parlerò, i
ro etrusco di bronzo, coperto di laniiiie pali, non compresi cpielli che sono con-
d'argento istoriate; una tazza di finissi- siderati perugini per aggregazione alla
ma terra colla rossiccia, con teste, festo- cittadinanza o nobiltà. Alcuni prelesero
ni e maschere; la più copiosa iscrizione fare perugino Innocenzo VII Migliorali
lapidaria efrusca in pietra, che sia noia; di Sulmona, ma prova il contrario il pe-
il disco o patera manubrlata di bronzo; rugino e savio storico IMariotti, non es-
la statua metallica dell'Augure Mediceo, sendo certo neppure eh' egli avesse stu-
ora esistente Tavole pe-
in Firenze. Sulle dialo in Perugia, confutando il Vincioli,
1822 pubblicò unccm-
/7i5'//.'escoperte nel che Io annoveiò tra i cardinali perugini,
mento il Vermiglioli, poi una diversa in- e lo fece ancora con altri; bensì come
terpretazione Vincenzo Canipanari , ai ho rilevato fu 1 ettore della Sapienza vec-
quali tennero dietro altri con dotte le- chia. Certamente sono perugini e ne fe-
zioni ed osservazioni. Si legge nel n."! 2C) ci le biografie, i cardinali Ridolfo della
del Giornale di Roma i85ij che l'avv. Sta/fa, Stefano Normandis romano se-
relli, Breve notizia delle pitture e sculture tratti di 24 uomini illustri e di 24 cardi-
clic adornano la città di Perugia^ ivi pel nali della medesima rZ/tó, Foligno 780. 1
Anticamente Perugia contava maggior della patria, di Jesi Luigi A|[àni,di Or-
numero di abitanti e giunse si no a 4o, DOG, vieto Ercole Baglioni, di Narni Giaco-
ora coi suoi borghi è di circa iq,ooo. mo Mansueti, d'Ulicasuffraganeo di Man-
I perugini sono di sveglialo ingegno, a- tova Marc' Antonio Gradini, di Pesaro e
mano le Icllere, le scienze e le arti : \an- Asisi INIalalesta Baglioni, di Cagli e Or-
1 58 TE R PER
\ielo Niculò IMcrcuiri o Ughi, di eoceni Ugolino II ; Vinciolo Vincioli e Vincio-
Virgilio Fioienzi e Alessandro Yincioli, lo di Bevigiiate; Nicolò, Fiancesco e Gia-
di Grosseto b. Angelo domenicano, di como Piccinini, Grazino e Giacomo Ora-
Città di Castello e commendatore di s. ziani. Molti artisti e pittori, e fra'secon-
Spirilo Evangelista Tornioli, di Bologna di, Pietro Vannucci dettoli Perugino, m^
Giacomo Biioiicandji, di Firenze Giaco- di Città della Pieve, di cuil'encomiato
mo Ranuccio, di Trivento Paolo Bisuel- IMezzanoUe nel i836 stampò iu Perugia
ti, di Alatrl Ignazio Danti celeberiimo pel Baduel, Della vita e delle opere di
cosmografo e matematico, che celebrai Pietro Vannucci detto il Perugino; Gio.
:illrove, come a Palazzo Vaticano. Pre- Battista Caporali, Orazio Alfani, Cesare
lati governatori, nunzi, pronotari : Alber- Pollino detto il Francia, e Bernardino
to eFrancesco Baglioni, Fabio della Pen- Pinturicchio, dell juale il Vermiglioli scris-
na, Fulvio Paolucci, Gio. Battista Lau- se,Memorie del pittore, ec. Perugia 1887
li, Nicolò Baidcschi, Nicolò Biionlem- pel Baduel. Si può anche leggere sugli
j'i, Vinciolo Yincioli. Fiorirono in arnii. arasti: Lione Pascoli, l'ite dei pittori, scul-
Caio Ceslio detto \\ Macedonio, Andrea tori ed Roma lySi.
architetti perugini,
Montemelini de'conli di Marsciano R.a-
; Annibale Marietti, Lettere pittoriche pe-
Ranuccio li degli Ar-
iiicro Burgarelli e ; rugine, o sia ragguaglio di alcune me-
manni, og^i della StalTa, Armanno, Che- morie isteriche riguardanti le arti del di-
rubino e Nicolò, Giovanni, Nicolò e Gio. f^egno in Perugia, ivi 1788 pel Badaci.
Orso Montcsperelli ; Raniero Vibii con- Baldassare Orsini, Rispo^taalle lettere pit-
dottiero d'armi di Gregorio XII e Gio- toriche di Annibale Marietti, Perugia
XXIll degli Arcipieli, oggi della
•\anni ; 1791 pel Baduel. Nelle /f^gg/ cà'/Ve e ca-
Penna, Agamennone, Giacomo e Cinlio nonica si distinsero perugini, il sommo
i
geneiale di Clemente VII; Giovanni Gie- Bartolo Alfani nato in Sassoferrato, Bal-
gori. Evangelista Tosti, Diouiede Penna do Baldeschi forse il più celebre giurecon-
generale pontificio in Avignone de'Ba- ; sulto, Ascanio Scolti ; degli Alfani Ac-
glidni Astoirel, Adriano) detto IMojgan- curzio, TindaroBernardino; dei Bal-
e
te, Aslorre li, Adriano 11, Becello, Bi ac- deschi Amadeo, Angelo, altro Angelo,E-
cio generale di s. Chiesa, Braccioli, Car-
1 nea, Francesco, Gio. Zenobio, Pietro I,
lo Bacciglia, Gio. Paolo, Lodoxico, Rla- Pietro II ambasciatore patrio residente in
latesta 1, Malatcsta 11, Orazio, altro O- Roma presso Gregorio XII 1, e Pietro lì-
razio,Ridolfo II capitano generaledi Giu- glio del primo; Angelo e Baldo Perigli,
lio III, Malalesla IV, di cui nel i83g il Ariguccio Arigucci, Benedetto Barzi, Ba-
lodato Vermiglioli stampò in Peiugia, La glione e Raniero Vibii, Benedetto Bene-
vita e le ìinpi ese inililari^ niirrazioue.slo- delti, Baldo Bartolini, Benedetto e Dio-
iìcaj Ruggiero Ranieri, Ascanio I e Be- nigi Barigiani, Benincasa e Cornelio Be-
lardo della Corgna ; Ascanio della Pen- nincasao A nsidei. Cesare Gherardi, Conte
na oggi della Corgna ; Ligiero Andreot- Saccucci, Cesare, Federico e Pier Filippo
li, Biordo e Ciccolino Michelotli, Miccia della Corgna ; Cesare Fumagioli, Filippo
digli Oddi e Oddo di Ongaro; Bino, Fa- Franchi, Filippo Massini, Fabio Torretti,
brizio 1, Fabrizio lì, Giovanni, Leandro Gio. PetrucciolMonlesperelli, G. Vincen-
td Ottaviano Signorelli; Bartolomeo, Ca- zo Ondadei, Gio. Paolo Lancellotto, Giu-
millo, Gio. Battista, Montino, Pietro, U- seppe Neri, Ivone e Raniero Cop|)oli, Lo-
golino ed Uguccione Bourbon del Mon- dovico Senso, Lodovico Cenci, Lodovico
te; de'Crispolti Faustino, Crispolto e Cri- Aureli, Marc' Antonio OradinijMarcu Ros-
spollo lìglio di Pietro; dc'liigazzini Filip- sicui gli anconitani eressero una statua,
[)o, Giacomo 1, Giacumu 111, Ranaldo e Marc'Àulouio Severi, ftlarc'Anlouio Eu-
PER PER 1 >n
nieii, Risloro Castaldi, Rinaldo Ridolfini cii».e famiglie perugine abbiamo ; Com-
precettore di Cleaìente VII! e Paolo V, pilazione de'pri\'ìlegi e giurisdizioni del-
Rubino Monleinelini , Salustio Salusti, la famiglia Meniconi, Perugia «719 pei
.°
Sforza Doddo Tobia Nonio Ugolino
, ,
Costantini. Di Giacinto Vincioli : i Let-
IMontagntelli, Vincenzo Ercolani. Final- tera stdlii famiglia l'indoli, Macerata
mente nella teologia,Jìlosofia, poesia cA 17 12. 2." l'ite de'' nove soggetti della fa-
altre scienze,Andrea Calrani dooienica- lliiglia T indoli venerabili ed insigni in
110, Angelo generale dei francescani, A- santità e pietà, con altre nolizic di Pe-
gostino e Secondo Lancellotti abbati Oli- rugia, ivi 1734. Lettere con notizie del-
vetani, Alfano Alfani che fu 87 anni te- la famiglia Eugeni, Perugia 1733. Nel
soriere apostolico in patria e mori nel Sansovino sono le notizie de' Baglioni ,
155o, Andrea Cibo, Baldassare Ansidei, nello Zazzera quelle degli Oddi, come di
Francesco Coloaibo, Girolamo Baldesi hi, altre famiglie, e così nel Marchesi e nel
Guid'Ubaldo Bourbon del Monte, Giro- Litta.
lamo Bigazzini, Gio. Battista Danti, Gio- Perugia, Pernsia, per le sue antiche
vanni R.uscelli, Gio. Tommaso Gigiioli, e mura fu detta Turrena
turrite , indi
b. Giacomo da Cerqueto, Leonardo IMan- nel romano impero nobilitata col titolo
sueli generale de' domenicani , Malliolo di /^f/^/^^/a, poscia dai Papi chiamata per
Mattioli , Brumacci domenica-
b. Nicolò ispeciale privi!(-gio Città della D. l'er-
no, Nicolò Colombo maestro del s. pa- gine del Bosario. La prima >ua fondazio-
lazzo, Nicolò A lessi domenicano, b. Ra- ne si perde nel buio de'tempi: dicesi fab-
nieri, Tomassello domenicano, Taddeo bricata dai lidii, che fondarono le dina-
Bourbon del Monte generale agostiniano, stie della Etruria media , e peiciò circa
Pompilio Eusebi matematico, che proget- 5oo anni avanti l'origine di Roma; altri
tò a SistoV la erezione di un canale na- la vogliono edificata da Perugio troiano,
vigabile per le acque dell'Aniene da Ti- altri da Giano, ovvero da Perseo, o da-
cini, Scipione Tolomei, Cesare Capora- ca due terzi meno del presente. Nel fine
le, Francesco Beccuti, Filippo Alberti, della via Papale si vedono gli avanzi delle
Giacomo Grisaldi , R.icciardo Barlolini, sue solide mura dì grandi travertini in-
Vincenzo Menna, Lorenzo R.alti, Vincen- sieme commessi,! quali tracciano il vec-
zo Ugolini. Vedasi Caesar Alexius, Elo- chio recinto sinoalla suddetta Porta 3Jar-
gia liviurn ptrnsinoi'iint, Fulginiae 63 5, 1 zia, ove si leggono l'epigrafi di Colonia
Romae i652. Augustiuus Oldoinus^ z^- J ibia e di Augusta Pernsia, titoli dati
tlienatwn Augnslwn , in quo pcruxino- alla città ne'lempi romani. Di colà il re-
runi sciipla pitblice expomaitiir^ Pcru- cinto antico etrusco volge al fosso della
siae lyp. Ciani et Desiderii 1678. Gio. Cupa e si ricongiunge alla Poi ta Ekrusca
Battista Yeiniiglioli, l'importante Biogra- ben conservata, nel fine di via Vecchia
fìa degli scrilloii ptrugini e notizit delle e innanzi la piazza Grimana, ove si leg-
opere loro, ordinale e pubblicale, Peru- gono le dette iscrizioni. Perugia fu una
gia 1828 pel Baduel. Felice Ciatti scris- delle città etrusche, che fissando l'atten-
se:Paradosso isterico, nel quale si pro- zione dei romani, ebbe molto da fare con
va Perugia esicre patria di Sesto Au- tssij e centro di loro sostenne lotta mici-
1 Go PE R PER
tlialc , collegata con Arezzo e Cortona, ebbe origine la naturale scissura fra Pe-
per cui a cagione <)i possanza ottenne dui rugia e le altre città etrtische , e fu ca-
vincitori onorevoli tregue. Dopo la metà gione che quando l' impero rovinò, essa
(]el secolo Y di Roma a cpiesla soggiac- sempre tendesse a riunirsi ai latini ed ai
que, dopo comune ai volsinie-
la disfatta popoli che ad essi successero. Diviso nel
si alleati, venendo ammessa alia cittadi- secolo IV il romano impero in occiden-
nanza romana e alia tribù Tromenfina. tale ed orientale, e nel seguente distrut-
Sidislinsenelle guerre puniche, massime to primo,
il i perugini restarono fedeli al
nella seconda, e fu larga di vettovaglie e secondo dei greci.
di armali ai romani. Quando il cartagi- Invaso l'occidente dai barbari, igoti oc-
nese Annibale vinse la battaglia di Can- cuparono anche Perugia, che ne scosse il
ne, 460 valorosi perugini con 5oo di Pa- giogo; quindi! perugini con Costantino ca-
lastrina e pochi altri, custodivano Casa- pitano di Belisario, vinsero i goti presso le
lino, piccolo castello o città sul fiume Vol- sue mura. Non potè poi la città scampare
turno nella Cauipania, poi Casleilaccio. al furore di Tolda re dei goti che la cinse
Inutilmente quel fortunato eroe 1' asse- d'assedio; ma dopo ostinala resistenza, so-
diò due volte, e vinto dalla loro indescri- lo dopo 17 anni e verso il 546 venne in suo
vibile e valorosa resistenza e dalla fìuiie potere, ed allora vi esercitò la più cruda
che aveano sostenuta, accordò loro onore- vendetta, saccheggiò e misein fiamme, fa-
voli condizioni e li lasciò ripatriare, on- cendo decapitare il vescovo s.Ercoiano li.
de poi Perugia ebbe l'onore del munici- Dipoi ricuperò la città il greco capitano
pio. Nel fatale combattimento del Tra- Narsete, e per l'invasione de' longobar-
simeno, si crede che parte del disfatto e- dij verso il 579 si sottomise al loro do-
sercito romano si rifugiasse anchein Pe- minio, finché il greco esarca Romano nel
rugia. Vinti i cartaginesi, i perugini par- 598 ne cacciò i longobardi e la restituì
teciparono delie glorie e dei trionfi ro- impero. Di ciò sdegnato il re longo-
all'
mani. L'epoca del triumvirato riuscì dan- bardo Agilulfo, ne guastò il contado nel
nosa ai peruginijche parteggiando calda- 594, e s'impadronì della città, a fronte
mente a sostegno del partilo repubblica- de' soccorsi spediti da Gregorio prefetto
no, a pn le porte a'profughi guidati da Lu- di Roma, e vi stabilì un duca di sua na-
cio Antonio, fratello del triumviro Mar- zione. R^iuscì a'greci di riprendere Peru-
c'Antonio, che perdeva in Egitto il suo gia, e ne affidarono il governo ad un con-
tempoconCleopaUa.il vincitore Ottavia- te o duca imperiale. Intanto l'imperato-
no l'assediò, onde la città colla pili valida re Leone movendo fiera guerra alle sa-
resistenza e prodigi di valore provò tulli cre immagmi, Papa s. Gregorio 11 lo sco-
gli orrori della fame. Ridotta agli estre- municò e sciolse gl'italiani dal giuramen-
rai, fu costretta darsi a discrezione, ma to di fedeltà; laonde Perugia versoi! 727,
l'inimico vollesfogarvi il suo risentimen- ad esempio del ducato romanoedi altre
to : furono decapitati 3oo senatori, ab- citlà, si sottomise al temporale dominio
l)andonata al saccheggio ed alle violenze della sede apostolica, ciò che riconobbe
militari, quando Caio Cesilo Macedonio, poi e confermò Carlo Magno, quando re-
preferendo bruciare la propria casa allo stituì ai Papi le terre loro tolte dai lon-
.spoglio, r propagò dal vento
incendio si gobardi : tanto attestano il Crispoltì ,
il
per 1'
distrusse. Tut-
infelice città, e la Pellinied altri storici di Perugia. Ben-
tavolta nel lungo e pacifico impero di Ot- ché Rachis re dei longobardi avesse con-
taviano Augusto si riprodusse, avendovi venuto con Papa s. Zaccaria un tiattato
Vibio Pausa portata una colonia roma- di pace per 20 anni, volendo allargare i
na per popolarla e farla rifiorire: da ciò confini del suo regno, nel 479.con pode*
PER PER iG£
roso esercito all' improvviso pose i'nsse- coi guelfi orvietani la vinsero. L'impera-
dio a Perugia, miiiacciaiulo tutte le città tore Federico I, nellegravi dissensioni con
(Iella PfìitapoU. Trepidando Perugia di Alessandio III, fece vicario imperiale di
sua sorte, mosse da Pioma coi primari Perugia Lodovico Baglioni, e nel diplo-
del clero e della città s. Zaccaria, il qua- ma lo chiamò consanguineo suo e dei
le pieno di apostolico coraggio, tanto sep- duchi di Svevia. Alessandrolll si dichia-
pe dire, clic obbligò il re a desistere dal- rò ben contento della fedeltà dei perugi-
Tincominciato assedio, e tanto disprezzo ni, e dei soccorsida loro ricevuti, enco-
gli fece concepire delle transitorie uma- miandoli con suo breve. Nel i i85 pe- i
ne grandezze, che lo indusse a riuunziar rugini si recarono in aiuto dei guelfi or-
hi corona e farsi monaco a Monte Cas- vietani, contro Federico I, che li tene-
sino. La città in progresso di tempo, co- va assediati, avendo esso occupalo quasi
me le altre d'Italia, adottò libero sistema tutti i territorii di Todi, Amelia e Fo-
di governo municipale, e sempre tenne le ligno. Nel 12 IO per sospetto dell'impe-
parli dei Pontefici, eh' erano quelle del- ratore Ottone IV che sollevava l'Italia,
la propria indipendenza , contro le ger- Innocenzo 111 mandò il cardinale Gual-
maniche invasioni degl'imperatori. Mai tiero di s. Maria in Portico, legalo a trat-
patrizi, che sotto il nome di decurioni e- tar la pace tra i perugini, orvietani e to-
lansi già nell'epoca romana separali dai dini, conchiusa in Marsciano. Intanto la
plebei, crebbero di orgoglio ,
quando ni famosa lega lombarda divenne sostegno
governo democratico sostituiti consoli, i dei guelfi, dopo la protezione spiegata da
concentrarono in poche mani la somma Innocenzo III, liberatore dell'Umbria e
delle cose, funesto principio, che bastò ad del Piceno dagli stranieri, quali si pro- i
\ile. Equi noterò, chedal loooal 1198 III confermò ai perugini il contado di A-
prevalse la fazione imperiale, sebbene il gubbio, Chiugi ed il lago Trasimeno, pei
valore dei perugini sovente, non solo ne servigi prestali alias. Sede, anche nella ri-
scuotesse il giogo, ma alle vicine città si cupera dei suoi dominii. Nel voi. XXXV,
len desse terribile. p. 288, narrai perchè InnocenzoIII si re-
Nel I 080 perugini, colle milizie della
i cò a Perugia e vi morì a' 16 luglio 216 I
gran contessa Matilde ed altri aiuti, li- (dopo avere consagrata la cattedrale, al
berarono Firenze assediata da Enrico IV, dire di alcuno, e diversi altari), descri-
deposto e scomunicato da s. Gregorio VII. vendo pure il sepolcro : i perugini gli ce-
gio di dello anno al febbraio i23o, sup- Confraternite, che ben presto si propa-
plicato dai romani a tornare fra loro. Pe- garono in Europa altri riferiscono che :
rò nel i234j ad istigazione degli Anni- vi ebbe pui'e origine la setta dei Flagel-
baldi, con nuova sedizione romani vo- i lanti (f^.)- Il successore Urbano IV, re-
levano proclamar la repubblica, per cui duce da Todi, morì a Deruta,come at-
i perugini spedirono al Papa 800 cavalli, testa il Pellini, a' 2 ottobre 1264, don-
indi si avviò per la loro città, vi giunse de i perugini con sontuosissima pompa
nei primi di maggio, e la prese sotto la lo trasportarono e lo seppellirono nel lo-
prolezione sua e della s. Sede apostolica. ro duomo, ove vuoisi che Dio operasse
Quietò le differenze dei cittadini a cagio- prodigi a sua intercessione. Durò la se-
ne dei fuorusciti, per le fazioni guelfe e de vacante 5 mesi e 2 giorni, quindi nella
ghibelline ; ricompose gli animi con isla- canonica di Perugia a'5 febbraio 265, al 1
bilire le basi di conciliazione fra Raspan- i modo che riportai nel voi. XXI, p. 222,
ti o popolani ghibellini, ed i Patrizi. Nel- fu eletto Clemente IV, che la più parte
la chiesa di s. Domenico vi canonizzò nel degli storici dicono assente, e presso il
1235 s. Elisabetta, figlia del re di Un- conte di Monfort quale legato o in Boulo-
gheria. Nel laSy i roujani spedirono a gne o in Inghilterra. Intesa la sua esalta-
Perugia un' ambasceria , e vinto il Pa- zione, montalo in alcuni legni mercantili
pa dalle loro preghiere, fece ritorno tra per timore di Manfredi, sotto abito di le-
essi. Anche Innocenzo IV per le perse- ligioso mendicante, si portò in Perugia,
e si ritirò in Francia, mentre l' impera- 22 febbraio, il Pellini dice in Perugia, ai-
tore occupò gran parte dei dominii della tri in Viterbo, nella qualpoco dopo città
tore, Innocenzo IV tornò in Italia, e non alla lorodignità il rimanere in Roma, mai
fidandosi dei romani, a'5 novembre 25 i vi si recò Clemente 1 V, che dimorò ordi-
(in questa occasione ebbero origine gli nella guerra napoletana contro Manfredi.
stendardi dei santi, per quanto dissi nel Nel I 266 i guelfi rientrarono in Firenze
voi. VII, p. 3i4)> facendovi nel sabba lo per gli aiuti dei perugini, indi combat-
santo a' 1 9 aprile la promozione di tre terono in favore della Chiesa Todi edX-
PER PER iC3
sisi, dando 11 guasto ai dinlorni massime avendovi voluto concorrere i canonici ;
basciatori perugini ;
poi per di lui ordi- IV, che dopo essersi trattenuto alcuni
ne restituirono i perugini al duca di Spo- giorni in Perugia, si trasferì in Roma, ove
leto per la Chiesa , Gubbio , Nocera e a'i4 ricevè il sacerdozio. Dopo la morte
Gualdo. Nel 1276 fu rogato istromen- di Nicolò IV la sede vacò 2 anni, 3 mesi
to di convenzione fra fiorentini, orvie- i e 2 giorni, per le discordie de' i 2 cardi-
tani e perugini, che passando vicende- nali che allora componevano il sacro col-
volmente sopra propri territorii, niu-
i legio, divisi in due partiti, unode'quali,
no di essi dovesse pagare la gabella im- diretto dal cardinal Rosso Orsini, voleva
posta. Solendo perugini mandare il pe-
i un Papa di piacere a Carlo li re di Sicilia.
sce al Papa per la cena del gioved"i san- Aumentarono dispareri gl'irrequieti se-
i
to. Martino IV con breve del 27 marzo natori di Roma e le malattie da cui era
1281 gliene fisce richiesta, mentre dimo- afflitta la città, per cui alcuni cardinali
rava in Orvieto. Nel 1282 perugini parti- i passarono in Anagni, altri in Rieti e tre
rono per l'impresa di Faenza e Forlì ribel- restarono in Roma. Finalmente per con-
late alla Chiesa, e si posero sotto il coman- siglio degli arbitri destinali a stabilire il
do di Giovanni di Brion nipote di Mar- luogo del conclave fu scelta Perugia, on-
tino IV e capitano generale della Chiesa. de essere liberi nell'elezione, sicuri esani
Ma per la guerra contro i folignEiti, asse- per l'ottimo clima. Pertanto si rinchiu-
dio e presa della loro città, non che diroc sero nelle stanze del duomo in conclave,
caaaento di sue mura, tutto in disubbi- ma due i cardinali Colonna e l'Orsini ri-
dienza alle ammonizioni di Martino IV, da tardarono il suo fine, ad onta della dili-
questi nello stesso anno furono i perugini genza che posero perugini per riunire i
interdetti, levando loroed il ve- i religiosi i loro suffragi, facendo intendere agli e-
scovo. Neil' anno seguente implorando lettoli mali che ne derivavano alla Chie-
i
perdono, l'ottennero con imposizione di sa. Ciò non producendo effetto, ricorse-
grossa somma di danaro per risarcire i ro alle proteste di ritener loro i cibi or-
danni fatti ai folignati. Dispiacente il dinari, come alcune volte fecero. Si reca-
Pontefice del suo rigore verso Perugia, rono in Perugia Carlo II e Andrea IH re
deliberò di recarvisi, onde col soc^iorno d'Ungheria, per far risolvere i cardinali
della corte procurarle compenso. Mal- con esortazioni e preghiere ma senza ,
Trasimeno, che avea mangiati in copia nali si portarono all'Aquila per la consa-
nel sabbato santo, e ne morì nella notte grazioiie, non potendo pel caldo recarsi il
del mercoledì entrando il 29. Dopo fu- i Papa in Perugia, come onninamente vo-
nerali fu sepolto con l'abito de' minori levano i cardinali. Poco dopo rinunziò e
nella cattedrale a pubbliche spese, non gli successe Bonifacio Vili, il quale nel
,
1
64 PER PER
visilare Perugia le mostrò particolare af- mala de' cardinali in Francia, procurò
fezione. trattenerli a vantaggio d'Italia, per im-
Morto Bonifacio Vili nel palazzo Va- pedire la traslazione della residenza pa-
ticano, sebbene alcuni cardinali opinas- pale, imperocché cardinali nell'annun-
i
tati alla biografia, in un alla sua morte quali aveano acceduto moderati patri- i
di veleno a' 6 luglio i3o4, di che furo- zi, quindi l'assenza de'Papi e la loro lunga
no incolpati Bernardo minorità e Arnol- dimora in nuove
Avignone, consolidò le
polcro molti miracoli. Venne sepolto con consolare erasi surrogato quello de' io
grande onoie nella chiesa de'suoi dome- priori delle arti. La prima metà del se-
nicani, da luì principiata e chiamata di s. colo XIV segnò il colmo della prosperità
Ercolano, ma veramente di s. Stefano, di Perugia, che tenne posto onorevole fra
poi di s. Domenico , avendovi concesso le repubbliche italiane oltre limiti del- : i
ve e l'elezione a' 5 giugno i3o5 di Cle- cavalli a Firenze in aiuto di Carlo duca
mente V, che slava a Bordeaux, il quale di Calabria guelfo ; ricuperarono Città
dopo ricevuti i legati mandati dal con- di Castello loro tolta dagli aretini, dopo
clave di Perugia, chiamati i cardinali in varie guerre con essi, presero Chiugi o
Francia, ripugnanti vi si recarono, so- Castiglione, Citerna e altri luoghi. Nel
spettando che ivi avrebbe il Papa fissato i352 si collegarono co'florentini esanesi
la sede, come si verificò e vi rimasero sei contro il ghibellino Visconti, arcivesco-
successori, con pregiudizio fatale di Pto- vo Milano, che favorito da Cortona,
di
ma e d'Italia. I perugini custodi del con- questa danneggiarono. I perugini in gran
cia ve, per sollecitargli elettori a conchiu- numero concorsero alla crociata contro i
dere l'elezione, aveano usato ogni cura, turchi assediatori di Smirne, e nel 1 346
negando ai cardinali quella parte di vit- dispiacque loro assai che Clemente VI di-
to statuita da Gregorio X. Racconta il chiarasse Perugia immediatamente sog-
Crispolti che quando il gonfaloniere di getta alla Chiesa, agognandoiodipeuden-
Perugia Filippo Bigazziui seppe la chia- za per la sua fortezza e lontananza de'
PER PER i65
Papi. Intnnto in Roma insorse il famoso dinal Cabassole legato dell'Umbria, che
f libuno Cola di Rienzo, che pretese rista- morto in Perugia nel i 872, gli successe
bilire l'antica reptibblica, invitando a co- nel governo Gherardo de Puy parente
un a Perugia
stituirla le città italiane, in del Papa, abbate di Monte Maggiore.
che vi i347 inviando a Ro-
aderì nel , Questo governatore compì la fortezza che
ma IO ambasciatori. Questa improvvida abbracciava tutto il monte, cinta d'alta
adesione che disgustò il Pontefice, variò muraglia, essendone guardata l'entrala
la forma delle cose politiche ; fuoruscili i da tre torri e da ponti levatoi. Nel centro
si accostaronoal Papa, perchè seconda- vi fu eretto il palazzo papale, e per un
va le loro vedute, ed a questo partilo mol- corridore da essa si passava al duomo,
ti guelfi della classe agiata si unirono
,
comunicando coi palazzi del governato-
onde il reggimento municipale degenerò re, del podestà e de'priori ; passaggio fat-
in anarchia ; si moltiplicarono le congiu- to per andare sicuramente 1 governatori
re e ne conseguitarono debolezza e de- dalla loro residenza in fortezza, in qua-
cadenza, perdendo molti luoghi di loro lunque evenienza. Forse fu in questa cir-
giurisdizione come Cagli ma ; gli abitanti costanza che Puy fece demolire la ma-
di Heltona aderendo ai Visconti di Mi- gnifica tomba dedicata nel duomo dai
lano, furono puniti. Avendo Innocenzo perugini a Martino IV coll'opera di Gio-
VI mandato in Italia il legato cardinal vanni Pisani, con grave dispiacere della
Albornoz, alla ricupera dei dominii del- città. Altro corridore conduceva al cas-
la Cliiesa usurpati dai tirannetli e signo- sero o minor fortezza posta presso la Por-
rotti, Perugia lo fornì di poderosi aiuti tadel Borgo s. Antonio, ov'erano altre 6
(li gente da guerra. Nel 1867 recatosi Ur- torri con due ponti levatoi. Ambedue fu-
bano V da Avignone in Roma, fece una jono ben munite e guarnite di milizie :
Papa che voleva esercitar piena autori- rugini irritati sollevarono nel 1875,
si
tà sulla città, la quale invece ambi va man- mentre Giovanni Acuto, ch'era alla guar-
tenersi libera. Urbano V dichiarò loro dia di Perugia, erasi portato a reprime-
la guerra nel i 36q, soccorso da Giovan- re la ribellione di Città di Castello. Co-
na I regina di Napoli. Le fazioni si spin- strinsero i francesi soldati ad abbandona-
sero tanto, che Urbano V che stava in re la piazza e ridursi nelle fortezze, quin-
Montefiascone, per maggior sicurezza pas- di i perugini tagliati i corridori tolsero
sò in Viterbo, inseguito dai perugini che le loro comunicazioni, onde in pochi gior-
posero a ferro e fuoco i dintorni, laonde ni così isolati,furono costretti a cedere
li scomunicò e promulgò la crociata a lo- per capitolazione, partendone col castel-
ro danno. Tuttavolta la pace di Bologna lano e governatore Gherardo, cui allora
del i3 ottobre 1870 pose Perugia in- giunse la notizia di essere slato creato
teiamente sotto il dominio pontificio di cardinale.
Urbano V, che la fece occupare da'suoi Ricuperata la libertà, subito peru- i
legati. Il successore Gregorio XI, per te- dicembre demolirono dalle fon-
gini a'7
nere soggetta la città, nel 1871 e nella damenta le due fortezze. Era però im-
più alta parte di Perugia o iMonte di Por- possibile, che le due fazioni si contenes-
ta Sole, fece incominciare dal legato car- sero ed amministrassero concordi il ri-
dinal Burgense o Stagno (il quale secon- cuperato potere. I Raspanti ed i Nobili
do il Cardella avea presa la città per as- si lacerarono a vicenda, e solo ad Urba-
sedio) una fortezza, proseguita dal car- no VI riuscì di comporre gli affari, col-
j 66 TE n PER
lu risoluzione presa di dare a Perugia apposite convenzioni riportate dal Pel-
il caraltere di feudo, del quale mercè lini. Bonifacio IX partito da Roma a'ì'j
lieve tributo da pagarsi per la festa dei ottobre, colla corle, 12 cardinali, una
«.s. Pielro e Paolo in ricognizione dell'al- turba di parenti (onde si disse un bel
to dominio, il vescovo e il popolo ne fu- motto, riportato dal Poggio nelle sue
rono investili col trattato del 4 gennaio Facezie p. i3g), e 1000 cavalli, giunse
379. Né ciò fu bastante, poiché sebbe-
1 a Perugia accolto con isplendidi festeggia-
ne una generale amnistia richiamasse in menti, alloggiato nel palazzo de' priori e
patria cittadini d'ogni ordine,! piìi
i am- poi nel monastero di s. Pietro, per cui
non tardarono ridestar mo-
biziosi patrizi il Papa lo fece fortificare. Il Papa rice-
vimenti e fu d'uopo cacciarli di nuovo. vette la dedizione della città e contado,
Palliativa fu anche la tranquillila che confessando perugini appartenere al do-
i
Urbano VI procurò ricondurvi, mentre minio delia chiesa romana, con solenne
i nobili più caldi, assunto il nome di istromentode'3onovembie 1392, ripor-
Beccan'nij ricominciarono coi Raspanti tato a tale anno dal Piinaldi. Tuttavia
la lolla più sanguinosa. A' •?. ottobre a' 5 maggio
1 393 rinnovò Bonifacio IX
r
pello del Papa e solo a lui riuscì rimuo- fra i molti Beccarini morti si noverò il
verla e la die a un cappellano, il che fu loro capo PandolfoBaglioni; laonde dis-
tenuto per prodigio. Ivi scomunicò Ri- gustato de' Raspanti che avea fatti ripa-
naldo Orsini invasore di Spoleto e Or- triare, a'3o luglio 1393 nascostamente
vieto, l'antipapa Clemente VII, il re di partì di notte per Asisi, come afferma il
Francia, ed Ottone di Brunswick, non Marini, Arcluatrì t. 2, p. 52, che descri-
che altri, pubblicandone crociata, dando ve la Papa nell' andata
strada fatta dal
in questa occasione la solenne benedi- e partenza. I perugini mandarono am-
zione dall'episcopio. I perugini dichiara- basciatori al Papa pel suo ritorno, ma egli
rono cittadini tutti quelli del seguito del si scusò.
Papa, il quale concesse loro diverse gra- Si riebbe allora la fazione democra-
zie, parti agli 8 agosto 1 388, e per Nar- tica, e molto più quando vi si mise alla
iii andò a Tivoli; ma
io miglia lungi da testa il generale Biordode'Michelotli, già
Perugia la mula che cavalcava inciam- signore di Todi e d'Orvieto, e conte di
pò, cadde, ed Urbano VI restò malcon- città della Pieve,che nel 1394 ridusse
i:io in diverse parti del corpo. Frattanto Perugia in suo potere. Indi scorrendo
I perugini stanchi delle guerre civili del- la Marca ne fece prigione il governato-
le due pregarono Bonifacio IX
fazioni ,
re Andrea Tomacelli fratello di Bonifa-
di consolarli colla sua presenza ed egli ; cio IX. Questi quietate le cose ordinò al
malcontento del disprezzo de' caporioni vescovo di IVarni di riconciliare colla Chie-
romani, a'25 settembre «392 fece sape- sa i ribelli, e Biordo ebbe dal Papa l'in-
messo alla confìdenza di quel duce, du- se al comune Monte Malve, e liberò i cit-
rante un famigliare colloquio nella casa tadini da* sussidi focolari. Accordò pace
sua stessa, gli disse: Biordo, il popolo di a Braccio, l'investitura di Perugia e suo
Perugia non vuole tiranni, battendogli la territorio, e de' luoghi da lui conquista-
manosugli omeri. A quel convenuto se- li, con patto che ricupeiasse Bologna al-
gno gl'insidiosi pugnali passarono il cuo- la Chiesa, come fece. Braccio illustrò Pe-
re a quel valoroso guerriero. Il suo fia- rugia colla sua fama e possanza, la gover-
tello Ceccolino de'Michelotti, altro capo- nò saviamente, quindi le vittoriose sue
parte de'Piaspanti, vendicò tal morte col- anni giunsero fino a Roma, ove incomin-
l'uccisione de'parenti del Guidalotti, bru- ciò la guerra cogli Sforza, ch'esercitò il va-
ciandone le case e saccheggiando il mo- lore degl'italiani nelle pianure di Viter-
nastero di s. Pietro : riordinò alquanto bo e poi in tutta la parte meridionale
la somma delle cose, ma non conoscen- della penisola; perì combattendo contro
dosi abbastanza forte, invocò l'appoggio Giovanna II e Martino V che erasi dis-
straniero. Il popolo per sua sicurezza nel gustalo. Dopo la sua morte rimase Pe-
gennaio i4oo elesse a principe Gio. Ga- rugia in balia de'Beccarini, che lui assen-
leazzo II duca di Milano e gli diede il te aveano represso ed esiliati Raspanti, i
dominio della città, ch'ebbe breve dura- e si sottomise in tutto nel i4'24 ^ Mar-
ta. Indi dominarono Perugia Tomacel- i tino V e alla romana chiesa; solo inler-
li parenti di Bonifacio IX, Migliorati i roUamente fu alquanto dominata dallo
nipoti d'Innocenzo VII, ed il re di Napo- Stella nipote di Braccio e dai Piccinini.
li Ladislao, alternativamente con Cecco- Eugenio IV nel i43i conchiuse una ca-
lino.Se non che il famoso capitano An- pitolazione colla città; ed il successore
drea Braccio Fortebraccioperugino e si- Nicolò V con bolla de'i3 gennaio i/^'yi
gnore di Montone, nemico de' Raspanti stabilì le pene contro quei perugini che
e irritatodell'umiliazione dell'esilio e del- commettevano omicidi e altre malvagi-
l'ingratitudine di Ladislao, che disprezza ti tà, forse colla famosa acquetta di Peru-
i suoi servigi ne avea confermata la pro- gia j poscia a' 16 agosto i4^4 «riandò il
tudine gli fu eretta una statua di bron- nieattesla Marietti, Degli auditori p. 4o-
zo, sulla sinistra in allo della facciata e- Ammoni Gio. Paolo a restituirne il go-
sterna del duomo. Intanto i Degli Oddi verno, quindi vi spedì Guid' Ubaldo I
ed i Baglioni si disputarono lungamente duca d'Urbino, dichiarando luogotenen-
ilprimato, e dopo acerbi conflitti termi- te il di lui cognato marchese di Mantova,
che prese il governo della patria fu dot- a'23 agosto i5o6, preceduto dalla ss. Eu-
to, uomo d'alto merito militare e citta- caristia e dalle milizie,ed accompagna-
dino. Erano suoi figli Malatesta e Nello; to da 24 cardinali. Avvicinandosi a Pe-
ma quest'ultimo fu lasciato erede del go- rugia, Gio. Paolo Baglioni inabile a re-
verno di Perugia: da qui ebbe principio sistere e animato dal duca d'Urbino, si
la mortale inimicizia tra'Baglioni, che fu umiliò al Papa e gli consegnò liberamen-
ai discendenti cagione di tanti mali. Rao- te la città; fu rimproverato con parole
conta Novaes che Innocenzo Vili nel
, aspre per l'usurpata tirannia, e poi eb-
1488 mandò legato in Perugia il cardi- be il comando di 100 soldati. Giulio U
nal Piccolomini,poi Pio III, che il duca fu ricevuto a' 12 settembre con quell'ap-
di Bracciano temporaneamente s'in)pa- parato che si conviene al sommo Pon-
dronì della città, e che Alessandro VI tefice, e si fermò alcuni giorni in Peru-
nel 1495 temendo le armi
vi si rifugiò, gia : riformò tutti i magistrali, quello dei
di Carlo Vili, con animo di passare in dieci, come istituito senza licenza della s.
non avendo pih emuli a combattere, ri- legato cardinal Rovere fece donativo di
volsero le armi contro sé stessi, e giun- buona somma di denaro al collegio dei
se lo scandalo a tanto, che nel i5oo i dottori; nella chiesa di s. Francesco ra-
Baglioni dai Baglioni si videro barbara- dunati tutti i Baglioni ed i fuoruscili, li
mente trucidati. Ridolfo successore di pacificò, restituì agli onori e reintegrò dei
Nello fu insieme al figlio assassinato da beni; indi lodata la città con bolla, per
Braccio suo cugino e figlio di Malatesta, la via di Gubbio proseguì il viaggio.
the entrato poi al comando venne indi Avendo Leone X spogliato del duca-
scacciato. Carlo e Grifone vollero appia- to d' Urbino Francesco Maria I, questi
narsi colla strage de' congiunti la strada nel i5i7 ruppe guerra per ricuperarlo;
al supremo potere, ma non vi riuscirono; si avviò per Perugia sotto pretesto di ri-
che Gio. Paolo Baglioni, altro figlio di pristinarvi Carlo Baglioni fuoruscito, il
Ridolfo scampato dall'eccidio, collegatosi quale era nel suo esercito ed avea sol-
coi Petrucci, Vitelli e Medici, capitani di levato molti castelli vicini. Fu posto l'as-
somma fama, riuscì a scacciare i com- sedio alla città, che temendo il sacco, ai
petitori e tenne egli solo la signoria del- 24 maggio i5i7,se ne liberò con 10,000
li* patria. Fu però torbido, precario e ti- 100 some di gra-
ducati d'oro larghi e
PER PER iG;9
no. Gio. Paolo Baglioni, dopo avere guer- governo della Chiesa, il Pontefice vi si
reggiato con fama agli altrui stipendi, nel recò nel i535 stesso. Appena l'ordine
i52 fu chiamato a Roma come compli- erasi ricomposto, che l'incauto aumento
ce della congiura del cardinal Petrucci, del dazio del sale e la renuenza de'peru-
indi con sommario processo venne deca- gini in sottomeltervisi iaccese tumul- i i
pitato d'ordine di Leone X. Il suo figlio ti. La città soggiacque all'interdetto, gra-
Orazio tentò sotto Adriano VI e Clemen- ve censuia che inasprì talmente gli abi-
te VII di signoreggiare la patria, ma ven- tanti, che proruppero in aperta guerra,
fece loro sontuosi e splendidi funerali nel diverse accortezze per non far conoscere
duomoe in S.Domenico, ove restaiono tu- ai perugini la qualità dell'edifìzio che si
mulati nelcoro. Al termine del pontificato andava ad innalzare, e che i cannoni vi
di Clemente VII e nel 1 534 Ridolfo Ba- furono portati entro sacchi di paglia: di
glioni figlio di Malatesta commise un a- sopra dissi le diverse volte che Paolo III
tioce attentato, poiché entrato in Peru- ritornò a Perugia. Da ultimo si fecero
gia con forte drappello di soldati collet- parecchi scavi nell'area degli antichi e-
tizi, incendiò il palazzo apostolico, e fra difizi con qualche successo. Nel 1543 Pao-
quelli che restarono vittime del suo fu- lo III mandò a Perugia il cardinal Cer-
rore, vi fu il governatore pontificio. Il vini ,
poi IMarcello II per comporre le
,
nuovo Papa Paolo III spedi a Perugia le cose dell'università e delle gabelle ; e nel
sue milizie comandate da SaveHi,che do- 1548 per governatore di Perugia e del-
po un anno scacciarono Ridolfo ed ri- i l'Umbria il prelato Medici, poi Pio IV.
belli, quindi per meglio consolidurvi it 11 successore Giulio HI fu veramente
,70 PER PER
il pacificatore de' perugini ed estiuse il 1761 dichiarò, non competere a' prelati
seme delle cittadine discordie: nel i553 governatori di Perugia il diritto di segna-
leslituì loro l'arme e parte degli antichi tura, e vietò ad essi di conoscere le cause
privilegi, tolti da Paolo III, come pure di appellazione, tanto per riguardo alle
riorganizzò le magistrature ed il tribu- sentenze de' tribunali laici, che di quelli
nale della rota, soppressi per la guerra ecclesiastici. Al declinar del secolo XV IH,
del sale; laonde per grata memoria fu democratizzato dai francesi lo stato pon-
eretta la suddescritta statua con iscrizio- tifìcio, lo fu pure Perugia e suo territo-
ne, altre essendo ne'lati della base in o- rio e provincia: ne furono ultimi prela-
nore del cardinal Feltre legato di Peru- ti governatori, Giuseppe Morozzo e Gia-
gia e dell'Umbria, e del prelato Sanfeli- como Giustiniani, poi cardinali. A Dele-
ce governatore di Perugia edelI'Umbria, gazioni narrai come Perugia nel i 800 fu
ambedue sotto Paolo IH. Il suddetto Ri- da Pio VII costituita in delegazione apo-
dolfo Baglioni non solo lientrò in favo- stolica, ecome meglio regolata da Leo-
je a quel Papa, ma Giulio III lo fece ca- ne XII e Gregorio XVI: ne fu i.° dele-
pitano delle milizie, per la ricupera di gato Agostino R.ivarola, poi cardinale e
Castro. Nel 55g, per morte di Paolo IV,
1 protettore della città. Sotto il governo
vi fu qualche sedizione^ facendo eco a- imperiale francese, dal 1808 al i8i4j
gl'insorti romani. Nuovo campo si apr\ Perugia fu capoluogo del circondario
a Perugia, pacilìcamente dai Papi gover- del vasto dipartimento del Trasimeno,
nata, per farvi fiorire le arti e le scien- ritenendo però la supremazia nel ramo
?e. Che Pio IV si portò a Perugia, Io giudiziario, ivi decidendosi leappellazio-
dissi nel voi. XXIII, p. yS: vi fu an- ni correzionali degli altri 3 circondari e
cora Gregorio XIII, che alla Sapienza le cause di alto criminale. Allorché Pio
nuova condonò i censi decorsi e non pa- VII nel i8o5 ritornò da Parigi, la sera
gati alla camera, per conto d'un benefi- degliI maggio arrivò a Perugia, rice-
I
zio che nella fondazione le fu dato. Pe- vuto con ogni lieta e divota dimostra-
rò a cagione de' banditi che infestavano zione. Ai confini del Cortonese l' incon-
lo stato, impose alla città annui scudi trarono i deputati della città, e per due
2000 di gravezze, quali tolse Sisto V,che miglia in vicinanza di essa fu ornata la
pure aumentò la dote dell'università, via con colonne laterali di alloro e pira-
onde sulla porta di essa gli fu eretta una midi. Nella porta fu eretto un arco trion-
statua di bronzo, in atto di benedire. Ur- falecon orchestra; nella mattina del i3,
J)ano VIII affezionato ai perugini, con dopo aver celebrato la messa in duomo,
suo breve prescrisse il governamento del- fra le acclamazioni e lo sparo delle arti-
l'università,dichiarandone preside il ve- glierie, pari") per gli Angeli, come si leg-
scovo. Per morte del duca Fulvio della ge nel u.° 4° del Diario di Roma.
Corgna, la s. Sede rientrò in possesso dei Gregorio XVI nel i84i reduce dai
feudi dati a'suoi maggiori, cioèCastiglion santuari di Loreto, di Asisi e di s. Ma-
del Lago, Pancirola, Fattucchino, Pater- ria degli Angeli, per Bastia e Ponte s.
so, dai tipi Santucci; cioè Cenni storici suono di tutte lecampanee le salve d'arti-
con Carmen, e questo stampato anche a glieria del forte Paolino, arrivò alla gran-
parte, con allusione a Papa s. Zaccaria diosa Porta s. Pietro, che in tal ciicostan-
che a Perugia portò la pace e l'allegrez- zasi vide compita nel cornicione e nell'at-
za. Barone Pio Grazioli, Iscrìzionee So- tico sovrastato dal pontifìcio stemma, eoa
netto, Perugia 1 841, tipografia Battelli. ornati e iscrizione. Il gonfaloniere conte
Le altre iscrizioni e composizioni sono in Francesco Coneslabile della Staffa in mez-
gran parte riportate dalSabalucci, e dal- zoal magistrato municipale, presenti irig."^
l'autore della Memoria principalmente Gioacchino Pecci delegalo della provin-
(in cui sonovi citati i non che
loro autori, cia ed i consultori di governo, offri con
i nomi de'monu-
degli architetti e aitisli divote e affettuose parole le chiavi della
menli festevoli cheenumererò, come pure città in attestato di fedele sudditanza
le deputazioni speciali che dal municipio della medesima, omaggio cui flicevano
e lasciata l'antica via nazionale, si avan- lozza col Papa fino alla cattedrale. La
zò per la nuova da lui decretata ad istan- precedeva la banda filarmonica, i trom-
172 PER PER
belli cogli stendardi della ci Uà, i mazzieri tenuto dagli anziani del comune, si recò
del comune vestili all'antica; la circon- al palazzo delegatizio o comunale, pre-
davano i magistrati municipali e le al- parato col concorso de' cittadini nobil-
tre podestà amministrative ,
giudiziarie mente a sua residenza: prima però di
e militari, gli alabardieri del comune con giungervi, osservò l'esterno degli antichi
costume del medio evo. Un magnifico edifìzi,ed i portici ch'erano stati eretti
arco trionfale s'incontrò nella piazza del imitandone l'architettonico stile. In fron-
Corso, alla foggia degli antichi di Ro- te al palazzo un' iscrizione rimarcava il
ma, con due iscrizioni, eretto per parti- pontificio soggiorno. Ricevuto formal-
colare venerazione dai nobili collegi del mente all'ingresso del palazzo, nel suo ap-
Cambio e della Mercanzia. Tutti gli e- partamento ammise il Papa al bacio del
difìzi erano riccamente nelle finestre e piede tutti i personaggi che l'aveano ac-
balconi addobbati di damaschi, arazzi e compagnato, in un ai deputati nobili de-
tappeti, con decorazioni e abbellimenti stinati allacura della pontificia famiglia;
diversi. Così e a modo di trionfo fia le non che a quelli del suddeltosodalizio, che
*
empiva il vasto spazio e l'ampia via dei e varie deputazionidelle vicinecittà. Frat-
Corso in prospetto, con amorevole com- tanto la gioia del popolo, non solo della
piacenza le compartì di cuore l'aposto- città, ma perugino territorio,
dell'intero
lica benedizione. Apertosi a un tratto si manifestò nel modo il più vivo e sor-
il cui ingresso venne decorato dai magi- tra messa detta dal suo caudatario. Se-
strati giudiziari emunicipali, nonché dal- condo il suo pio desiderio era stato ivi
la curia, con istatue della Clemenza, Giu- collocato il santo anello pronubo della
stizia, Fortezza ePrudenza^ con allusione Beata Vergine, apertosi dal vescovo il ric-
alle maggiori Ira le virtù proprie di Gre- co e maestoso tabernacolo in cui si con-
gorio XVI, oltre i simulacri rappresen- serva l'insigne reliquia, il santo Padre la
a piazza Rivarola, con globi simmetrici la piazza, benedì con effusione l'immen-
di vari colori e festoni pendenti dalle pian- so popolo. Asceso in una carrozza a sei
te colonne trionfali decoravano la vasta
: cavalli del magistrato, e seguitodalla cor-
piazza avanti al forte, sul maschio del qua- te con altre del medesimo , il Papa fra
le grandeggiava irradiato da copiose fa- l'affollato riverente popolo, si recò all'u-
ci lo stemma di Gregorio XVI e il nome niversità deglistudi, ricevuto dal vescovo
a caratteri scintillanti, per segno di esul- cancelliere, dal magistrato municipale, dal
tanza del comandante cav. de Gregoriis pro-rellore av. Filippo Friggeri (poi de-
maggiore. Fu pure degna di osservazio- coralo della croce di commendatore del-
ne la luminaria della suddescritta loggia l'ordine di s. Gregorio), dal collegio de'pro-
e prospettiva gotica, la cui luce ribatte- fessori a pie della scala esteriore delia chie-
va alle velriate dipinte de'fineslroni del sa, in cui oròalquanlo. Enlrò quindi nelle
duomo. A questa universale festiva dimo- gallerie del scientifico istituto, luogo che
strazione si unirono due scelle orchestre richiamava a memoria del Pontefice un'o-
ed una eletta schiera di cantori, che con pera sua, ove la gratitudine de'magislra-
lielearmonie cantarono il mentovalo limo ti e professori non poteva essere dimo-
composto dal valente traduttore e dotto strala più vivamente , che rammentan-
commentatore dell'odi di Pindaro cav. dogli come la |ierugina università, mer-
Mezzanotte. Avendo il beatissimo Padre cè la protezione accordatale allorquando
disposto di celebrare la messa nella do- nel 1825, come visitatore apostolico di
menica alla cattedrale, questa e le vie fu- essa,ne impelròda Leone Xll la conser-
rono ridondanti non meno di perugini, vazione, onde a nuova vita risorse, e co-
che di provinciali, toscani e altri forestie- me a maggior prosperità era giunta, do-
ri, oltre le immense turbe del popolo di po che pervenuto al pontificio soglio l'a-
campagna per conoscere il supremo e tan- vea esonerata dalle annue gravezze e o-
174 P12P' PER
«orata di benevola protezione da questi : palazzo apostolico, benedicendo per lut-
sentimenti di gratitudine era dettala Vi- to il folto popolo ossequioso.
scn'zione, posta in fronte alla gran scala Nelle ore pomeridiane della stessa do-
che conduce alle gallerie superiori e ai menica , il Papa si condusse nel mona-
gabinetti. 11 Papa assai gradi tali espres- stero di s. Giuliana fuori le mura, facen-
sioni, indi si recò a visitare il gabinetto do liete quelle cislerciensi_, alle quali e-
di storia naturale, la collezione ornitolo- ransi unite lezitelledel conservatorio Be-
gica e quella di mineralogia donale dal nincasa; rientrando in città per Porta s.
perugino doti. Luigi Canali, gabinet- i Carlo, si recò dalle domenicane nel mo-
ti di anatomia e di fisica, di tutto ragio- nastero della b. Colomba, la cui reliquia
nando dottamente e facendo voti perchè gli offrirono, ed ove si erano portale le
rugia coi tipi del Santucci in questa av- sta notturna preparata, alla quale il Pon-
venturosa circostanza. Questo bel tratto tefice si scusò assistere e fece ritorno alla
colpì benigno animo del Papa e ne e-
il residenza, ove ammise alla sua presenza
sterno la più tenera compiacenza, am- molte distinte persone. L' illuminazione
mettendo con paterno affelfo al bacio del fu più abbondevole della precedente, di-
piede professori, non che il presidente,
i stinguendosi le facciate di s. Maria del
belle arti, a tulli volgendo parole sapien- co esterno, torre del campanile e altis-
ti e amorevoli. Partito dall' università, sima cuspide di s. Pietro , la cui strada
visitò il mirabile tempio di s. Agostino, presentò lo spettacolo di deliziosa e va-
il monastero delle francescane di s. A- riata luminaria nella piazza del Passeg-
:
gnese, le cui monache insieme alle ago- gio s'incendiarono cento fuochi, fra le me-
stiniane di s. Lucia ivi pervenute, ricevè lodie di due orchestre e il cauto degl'in-
al bacio del piede, come pure le povere ni e di appositi cori inonore del Pon-
fanciulle del vicino conservatorio della d'un globo areosta-
tefice, e l'elevazione
le; esortò molti alla pazienza, alla reli- s.Paolo venule a questo oggetto. Nelle
giosa rassegnazione, ed a sperare iiellecu- ore pomeridiane accordò privata udien-
re del zelante direttore cav. Massari, che za a molte deputazioni della città e dei
lodò in un al benemerito conte Ansidei comuni della provincia e delle altre prò-
direttore del medesimo, ciò che pur fece e divozione. generoso magistrato di-
11
nel gabinettodi mineralogia. Da qui pas- spensò poi medaglie d'argento edi bron-
sò alla sala ornata de'saggi de'giovani stu- zo a tutti gì' individui della corte ponti-
denti nellescuoledi trigonometria, di geo- ficia, i cui conii incise in brevissimo tem-
desia, di architettura, di prospettiva, di po perugino Filippo Martelli, lldritfo
il
paesaggio e di figura. Ivi ricevette corte- della medaglia ha 1' effigie del Papa in
semente dal dolt. Mezzanotte (poi deco- mozzetta e stola, con l'iscrizioneintorno:
rato dell'ordine di s. Gregorio) professo- Gregorius XFl Pont. Max. A. XI. Nel
re di lingua greca, un esemplare della 3. rovescio verso l'orlo è l'epigrafe: Consi-
edizione delle odi di Pindaro, esprimen- liarii Et IX Viri In Advenlu Sac. Prin-
done verace gradimento. Ivi finalmente cipis lìWCCCXLI.Edìu mezzo fra due
die a baciare il piede ai presidi del con- rami di fruttifero olivo si legge : Sah'o
vitto, ai professori ed alunni, rivolgendo Principe IV. Perusia Felix. Dipoi il san-
ai convittori parole di eccitamento allo to Padre ricevè altàbilmenle fino a qual-
studio, e congratulandosi coi primi per l'u- che ora della notte molto numero di pa-
tile sistema dell'educazione intellettuale trizi, dame e chiunque lo avesse deside-
e morale. Intanto l'alunno marchese Mo- ralo, mentre nella città si ripetevano le
176 PER PER
luminarie. Solo la pioggia caduta impe- già servala, msna
Titanophneja, Peru-
dì l'incendio de'fuochi ai tifìciali disposti siae 1611. Felice Gialli, Delle memorie,
a spese delle con fra terni le de'nobili sulla annali ed istorie delle cose di Perugia,
piazza del forte Paolino. Nella mattina distìnte in 3 partì, nelle quali si descri-
del successivo giorno martedì 28 settem- ve Perugia Etnisca, Romana ed augu-
bre, ilPapa, celebrato privatamenteildi- sta, Perugia 636- 638, per A ngelo Bar-
1 1
viu sagrifìzio, ed accolto con singolara- toli. Perugia pontifìcia, senza luogo ed
ruore e stima il gonfaloniere della città anno, rara. Pompeo Pellini, Dell'istoria
(che mai si discostò dal suo fianco nel sog- di Perugia per il corso d'anni 352 5, Ve-
giorno Perugia e meritamente venne
in nezia 1 57 2-1 664-
insignito del cospicuo ordine di Cristo), La
fede cristiana si crede abbracciata
ì magistrati dell'ordine giudiziario ed il inPerugia sino dai tempi apostolici. Sic-
vescovo, al quale abbracciandolo com- come anticamente molto vi fiorì la reli-
mise di compartire al suo popolo e con gione del gentilesimo, con pubblica scuo-
solenne rito la pontificia benedizione, si la di sacre cerimonie, nella quale roma- i
dispose a partire. Nella sua dimora fece ni recavano a imparare l'arte aruspi-
si
alcune grazie, dispensò donativi, meda- cina, così ebbe molti e magnifici templi
glie e divozionali, massime ai patrizi che sparsi anche nel territorio, sopra alcuni
nel palazzo aveano gentilmente assistilo de'quali furono erette chiese a! vero Dio.
la corte pontifìcia, ai deputati a prepa- Vuoisi che l'apostolo dell'Umbria s. Bri-
rare l'alloggio pontifìcio, agli anziani del cio vi predicasse il vangelo, indi propa-
municipio, a que' distinti giovani che a- gato dal suo parente s.ErcoIano. L' Ughel-
\eano tratta a mano la carrozza; fìnal- li, Italia sacra l. 1, p. 1 1
53 riportando
,
Cina della Pieve illustrala , lettere sto- s. Bricio, secondo Crispolti, il quale dive-
riche, Montefiascone i845, ove sono no- nuto metropolitano l'ordinò vescovo di
tizie anco di Perugia. Di questa scrisse- Perugia, imperocché vi è discrepanza degli
ro inoltre: Jo. Baptista La\xms,De Peni- storici sull'epoca di s. Bricio, e sopra i due
PER PER 177
sanli Ei'colani. S. ErcolanoII l'Ughelli eugubino del 1048; Ottocarionelio5«
Jo dice canonico regolare, lloiilo nel 534, fu alla canonizzazione fatta da s. Leone
e che gli fu troncato il capo sotto Toti- IX; Goffredo fiorentino del 0^9, quin- I
)n; mentre Crispolti il suo s. Ercolano I Io di Pietro; nel 120 Gennaro; nel 127
i i
sagrificato agl'idoli, nel 3o4-Quindi Cri- Giovanni già arciprete dottissimo nel ;
il decapitato da'goti, e che prima del ve- I concesse ampio privilegio, approvato da
scovato avea professato la regola bene- Papa Alessandro III. Nel 179 Viviano i
cui corpo fu trasportato in Francia dal gia i francescani, i serviti, gli agostinia-
Tescovo di Metz. Gaudenzio o Audenzio ni, e sotto di lui il cardinal Toledo edifi-
del 743; Epifanio intervenne al concilio cò alle cisterciensi il monastero di s. Giu-
di s. Paolo Teodorico a quello
I nel 76 1 ; liana. Nel 1 2 54 Bernardo Cario, aumentò
di Eunrenio II dell'SsG: Benedetto al ro- i canonici, ed impetrò da Giovanni XXI
mano deir879; Deobaldo deir887; Ro- la canonizzazione di
Bevignate peru- s.
gerio che trasferì il corpo di s. Ercolano gino; nel 1288 Giovanni della Campa-
li da s. Pietro fuori le mura in s. Ste- gna romano, sostituito da Nicolò IV ai
fano, ed eresse la chiesa di s. Lorenzo che due eletti dal capitolo nel 290 Bolgaro ; i
dichiarò cattedrale, quale consagrò il suc- Montemelini perugino, eletto da' cano-
cessore Onesto del 965, concedendo l'an- nici e confermato da detto Papa, ri-
tica di s. Pietro ai benedettini. Giovanni parò le chiese di s. Lorenzo e s. Dome-
del 964 Conone; consagrato nel 999 da nico, ed introdusse i carmelitani, dotò
Silvestro II, che l'assolse dalle imputa- vari luoghi sagri e contribuì all'erezione
zioni dell'abbate di s. Pietro circa la giu- dell'ospedale grande della Misericordia e
risdizione. Nel io32 i canonici e il clero sua chiesa. Nel 1 3 8 1 fr. Francesco Poggi
elessero Andrea, che approvò Benedet- lucchese domenicano, eletto da Giovan-
to IX, al quale confessò non avere alcun ni XXII per la duplice elezione fatta dal
diritto sul monastero di s. Pietro indi , discorde capitolo , dalla Bastia trasferì
fece alcune donazioni al capitolo del- con solennità a Perugia il corpo del b.
la cattedrale, perchè si mantenesse con Corrado da Offida, istituì varie proces-
mensa separata dal vescovo che sino al- sioni e quella di s. Costanzo. Gli successe
lora era stata comune. nel i33r Ugolino Gabrielli eugubino e
Leone già arciprete della cattedrale, abbate di s. Pietro, dottissimo commeu-
voi. ut. 12
in8 PER PER
ialore del gius canonico; nel iSSy U- silo di sua figlia Lucrezia Borgia, morto
golinode Vihii perugino, abbate di s. Pie- nel 1499 ^ sepolto con pompa in s. Ma-
li"0, di gran dotlrinn ; nel i338 France- ria della Febbre in Valicano. Nel i5or
sco Oraziani perugino,già arciprete della gii surrogò Troilo di Piidolfo Baglioni pe-
cattedrale che restaurò; nel i353 An- rugino e arciprete del duomo, ma ve-
drea Buontempi perugino, poi cardinale nuto in sospetto a Cesare Borgia, venne
e legato dell'Umbria e della Marca, da destituito in concistoro, e data la chiesa
Antcgnola trasferì il braccio e il capo di in amministrazione al cardinal France-
s. Ercolano I martire e vescovo in cat- sco ^e/»o//«o, indi fu reintegralo da Giu-
tedrale. Nel 1390 vi fu traslato da Pen- lio li. Questi nel 1 5o6 vi trasferì da Gub-
ne Agostino napoletano, poi nel i4o4 bio il cardinal Antonio Ferreri legato
passò a Spoleto, onde venne surrogato O- dell'Umbria. Nel i5o8 fu traslato da No-
doardo Michelolli perugino, fratello di cera Matteo Baldeschi perugino, dotto e
Biordo, già d'Asisi e Chiusi ; nel i4i i integro, pronipote del famoso Baldo. Nel
Antonio di Pucci IMichelotti perugino, i5o9 Agostino Spinola, poi cardinale,
abbate benedettino, eletto dal clero e po- sotto del quale Giulio li colla bolla In
polo, e confermalo da Gregorio XII e eminenti, \\ kal. maiii5i2, secolarizzò il
nel i4>3 da Giovanni XXII I, che come capitolo della cattedrale composto di ca-
ilprecedente fu zelantissimo della pace, nonici regolari di s. Agostino, i quali dal
placando Braccio,e die la chiesa di s. Ma- vescovo Ruggero vi erano stali trasferiti
ria Novella agii agostiniani. dall^antica cattedrale, cui fece diversi or-
Eugenio IV fece vescovo neli435An' namenti. A compimento di tal tempio, il
drea Gio. Baglioni perugino, che ottenne comune nel i52i decretò l'ingente som-
da quel Papa sussidio facoltativo per ripa- ma di 3o, 000 fiorini. Neil 528 il cardinale
razioni alla cattedrale e suo perfeziona- con regresso cede la sede al fratello Carlo,
mento, pel quale ofiiì 1000 fiorini, con- che morto nel r 535 riprese il cardinale.
coirendovi il clero secolare e regolare Gii successe nel i 537 il cardinal Giacomo
con 1 4oo questo vescovo introdusse nel
: Simonetta, CUI fu dato a coadiutore il pa-
monastero di s. Pietro cassinesi e li so- i rente Francesco Bernardino Simonella
stituì ai cluniacensi. Nel i449 Giacomo nobile milanese, e per sua morie neli53c)
Vannucci nobile di Cortona fu traslalo divenne effettivo, che lasciò alla catte-
daRimini, inlimo famigliare di Nicolò V, drale alcuni argenti , e alle derelitte i
chiaro per dottrina e negli affari, eresse suoi mobili. Giulio 111 nel i55o elesse
la cappella di s. Onofrio in cattedrale, ed il nipote Fulvio delia Cornia perugino,
in questa pose il santo anello ; nel i47 i indi cardinale , che ornò la calledrale,
ricevettespiendidamentein Perugia l'im- fondò il seminario, introdusse i gesuiti,
peratore Federico III, col cardinal Ro- e con regresso nel i 553 cede il vescovato
vere, poi Sisto IV, il quale lo fece arci- od Ippolito suo parente e concittadino,
vescovo di Nicea ,
quando
1482 ri- nel già come lui arciprete della cattedrale ;
le notizie de' perugini cardinali le ripor- governo, procurò subilo che fosse afiìda-
to alle biografie loro. Nel 1498 Alessan- to al celebre uditore di rota in Roma
dro VI nominò Francesco Gazzella mae- Giulio Gradini perugino. Questi fondò il
PER PE Pt I
7q
nollfi^io <le' chipiici col stJO nome, inlro- Baldeschì perugino, che cnstllu'ì suo vica-
(liisse i cnppnccinl, abbellì In cnttedrnle rio il fratello e arciprete Orazio, peratten-
e vi edificò la cappella dello Spiiito san- dere alla legazione di Bologna ; visitò la
Tossio milanese, già vescovo di Gravina sto neirUghelli si termina la serie de' ve-
unità di argomento parlerò a Ubbiivo, in valli marini, quasi in atto di gittarsi fuo-
un al contado di Pesaro e suoi antichi ridel pelaghettocheivi fa l'acqua, si po-
castelli, ascendendo soli abitanti della
i sano co'piè d'innanzi e col petto sopra la
città a circa i3,ooo, ed a più di 6,000 sponda del catino di marmo assai pre-
quelli del territorio suburbauo. Vi risie- gievole e mandano acqua ; 4 ti'itoni bel-
rocché dalla diligente coltura e prosciu- volto d'una stilla, quasi che avessero la
gamento delle acque stagnanti riportò virtù della probatica piscina. Sommini-
notabili miglioramenti. Città bella e va- stra ingran copia l'acqua a questa fon-
ga, popolosa e vivace, munita e ben fab- tana, come ad altre fontane diverse, un
bricata, con vie pulite ampie e ben lastri- bell'acquedotto opera de'romani.
cate; è cinta di regolari e solide mura, In questa piazza sono ragguardevoli
alternate da torreggianli bastioni, essen- palazzi; quello del comune isolato, sul-
PES PES i8i
Tangolo estremo ha una piazzetta, in fon- d' Annibale cartaginese, alcune cose di
do della quale si vede il palazzo de'conti Selini II, molte armerie di Francesco Ma-
3I;iniiani della Rovere, che tanto gode- ria I, i suoi bastoni e mazze preziosi del-
rono il favore de' duchi d'Urbino, dai le guerre che comandò, ed altii oggetti
quali ebbero la contea di s. Angelo in di sommo valore. Dall'opposta parte del
Lizzola, dominio che conservarono fino palazzo si leva quello fabbricato dai Ro-
a'noslri giorni: il priore di s. Stefano con- vereschi per gli addetti alla loro corte,
teFederico,avendosposataViolante Mar- chiamato Paggeria, al presente proprietà
Fano, divenne zio della princi-
linozzi di di diverse persone. Tra gli altii palazzi
pessa di Conti del regio sangue di Fran- rimarchevoli della città, oltre l'episcopio
cia e di Laura duchessa di Modena, da aderente alla cattedrale, sono da nomi-
cui nacque la moglie di Giacomo li re narsi, quello de'Mazzolari,quellode'raar-
d'Inghilterra. Da un fianco della piazza, chesi Antaldi, vasto, ben disposto, con
a destra di chi viene dalla strada Emi- superbe scale : vi si trovano buone pit-
lia, trovasi l'antico palazzo della signoria ture e fra esse 4 giaucli quadri di m/
ducale de' signori di Pesaro, ora a- Rosa espi i menti armenti. Diversi palaz-
poslolico e legalizia residenza del cardi- zi de' particolari posseggono riputate col-
nale. Fronteggia da un lato con impo- lezioni di quadri. Abbiamo di Gio. An-
iienle prospetto, al quale tulle rispon- drea Lazzarini celebre pittore pesarese,
dono le interne parti, e al di là dell'am- Pitture di Pesaro con una dissertazione^
[)io cortile sono le prigioni, al migliora- Pesaro 1785.
mento delle quali applicò le sue cure il La cattedrale, antico e solido edifizio,
delegato Pandolfì, poi cardinale. Questo è sotto l'invocazione della Beata Vergi-
edilizio ha innanzi un magnifico e spa- ne Assunta, ove sono belle pitture, fra le
zioso portico di 5 archi, i quali sosten- quali la Circoncisione e s. Girolamo di
gono la nobilissima facciata, la quale ai Guido Reni. Vi è in gran venerazione il
carattere dellaichitettura, non greca né corpo del patrono s. Terenzio di Panno-
romana, ma italiana, mostra la potenza e nia, martire sotto Decio, in luogo emi-
splendidezza dell'età in cui fu costiuito. nenlea destra dell'altare maggiore, in se-
11 p. Civalli, presso il Colucci, Antichità polcro dibel porfido, con la sua statua in
picene 25, p. lyS, descrivendo pre-
t. i abito militare, non che corpi della b. Se- i
gi di Pesaro e del convento e chiesa dei rafina Sforza e del b. Felice milanese, i
conventuali, narra come trovò il palaz- quali erano prima nella chiesa delle mo-
zo ducale allo spirare del secolo XVI, e nache di s. Chiara del Corpus Domini. \\
che nel i." claustro vi ammirò la statua capitolo si compone di due dignità , il
di marmo e armata di Francesco Maria preposto e l'arcidiacono, di i3 canonici
1 duca d'Urbino, eretta dal nipote Fran- compreso il teologo e il penitenziei'e, di 6
cesco Maria II; che visitò la superba e mansionari, e di altri preti e chierici pel
vasta libreria, con stanze dorate e ben servigio divino. La cura delle anime è af-
dipinte, rimarcando tra'preziosi libri un fidata ad un vicario curato, nominato dal
gran breviario tutto miniato dopo re- ; i capitolo e approvatodal vescovo, gon fon»
giaddobbamenti del palazzo, lo colpì l'ar- te battesimale. Oltre la cattedrale, nellq
meria d'incredibile valore, la ricchissima città souovi altre 5 chiese parrocchiali, ed
guardaroba ; aggiunge essere degne di una sola col battisterio. Vedasi Annibale
memoiia, fra le cose dell'armeria, la sel- Olivieri,Dell antico battisterio della chie-
la di Giulio II e la corazza indossata nel- sa pesarese, Pesaro 1 777 in casa Ga vel-
la guerra della Mirandola, due scimitar- li. Le chiesedi Pesaro sono circa 3o, tra le
re di Scanderberg , la celata di mistur? quali osservabili per l'architettura quelle
-
altre, di preziose tavole e dipiuti di Ba- vescovo Monacelli si deve quello degli or-
rocci, di Guido.di Paolo Veronese, di Laz- fani, pel quale concorse la pietà de'cilla-
zariui, di SicuoDe Coutariiii, detto Simon dini e l'annua prestazione di 4oo scudi
ila Pesaro. La chiesa yraudiosa di s. Do- del comune ; come ancora la migliore i-
menico vuoisi eretta sul tempio di Gio- slruzioue delle fanciuHeela riforma del-
ve, altri dicono che si elevi sulle rovine la casa dellemaeslrepie,al cui reggimen-
di esso la cattedrale. La bella chiesa di s. tochiamò maeslre daPiouia. 11 cav. Do-
Ubaldo, a lato del palazzo del comune, menico Mazza, ultimo superstite di sua
cui appartiene come edificata dal muni- nobile e antica famiglia pesarese, a'nostri
forma ottangolare, innalzata in
cipio, è di giorni fece erede del suo patrimonio l'o-
iscioglimeuto di voto quando l'ultimo du- spizio de'ss. Domenicoe Vincenzo pei po-
ca ebbe prole, lauto a lungo bramata e veri cronici e invalidi, insieme alla rino-
meo, coU'elligie incontro della moglie. Il to, ove le più diligenti cure sono prodiga-
Crocefisso di legno nell'altare maggiore è le con caritatevole filosofica accortezza,
un capo d'opera: il s. Ubaldo lo dipinse per richiamare alla ragione dementi, i
(che fu il vero autore della mentovala convento e chiesa del Carmine, in luogo
opera del Lazzarini, il quale solo prepa- salubre e delizioso, a vantaggio principal-
rò molta parte della materia ), Catalogo mente della provincia, ne fu benemerito
delle piuure che si conservano nelle chie- fondatore il delegato d'Urbino e Pesaro
se di Pesaro, Wi 1783 in casa Gavelli. Benedetto Cappelletti, poi cardinale, on-
Zaccaria, in Excursus Hit. s. Decentii vc' de ne prese il nome. Vi cooperò il gonfa-
tustissinnnn templuni. Han. OUverii, et loniere conte Francesco Cassi illustre pe-
Jo. Bapl. Passera laitdes, opera ab illis sarese, lodato volgarizzatore della Far-
edita, alia proinissdj eoruni niusea, ac saglia dì Lucano. L^altro pesarese mar-
monumenta j alia q uè incaeleris ibi serva- chese Antaldo Anlaldi, in mezzo a' suoi
ta. In Pesaro esistono 9 conventi e mo- nobili studi Catulliani, ordinò e distese
nasteri di religiosi, e 2 monasteri di mo- i regolameuli del pio luogo, aperto a' 5
nache: Pio Yllall'abbadessadi quello di febbraio 1828. Inoltre ne furono muni-
s. Maria Maddalena concesse l'uso di por- fici, Leone XI l per le molte singolari gra-
tare la croce d'oro sul petto, come l'ub- zie di cui volle privilegiarlo, ed il cardi-
badessa di Fano, col breve Religionis ze- nal Giuseppe Albani legalo d'Urbino e
htSjdd X. "giugno i8o4,-^"^'--^o//J. Cont. Pesaro. Questi uou solo portò a compi-
t. 12, p. 170. mento l'edifizio, con opere dell'eccellen-
Gli stabilimenti benefici e d'istruzione te architetto cav. Mancini, ma Pompeo
sono numerosi. Vi sono aconservatoriidi ne prof Domenico
affidò la direzione al
donzelle, l'orfanotrofio, l'ospedale, il mon- cav. Meli, né poteva darla a soggetto più
te di pietà, il seminario con alunni ; di- degno, essendo in lui alla profonda dot-
verse scuole, come di anatomia, velcri trina congiunta l'esperienza e lo zelo, la
naiia, diseguo. Kel 1837 dalla tipografia morte il generoso cardmale laaciò il prò-
PES PES i83
jiiiifjuo Piiichclto, come sua [nopiielìi, che ulilmenle slampa le t>ue esercilazioui.
allo stabilimento, cou somma iilililà cle- lIGaruflì,neir//.rtfc-ca<^/., pai la delleanti-
gl'infelici mentecatti, laonde gli fu eret- che accademie di Pesaro ; cosi il Mastui
to nell'ospizio un marmoreo busto di gra- Accad. d' Europa, p. 60, che
Ferretti,
titudine, come al cardinal Cappelletti e nairacomedopoiliSi 2 vi fu aperta quel-
a Leone XII sulla porta maggiore del me- la degli Stravaganti dai fratelli JMaria e
desimo era stata collocata uno bella iscri'* Lodovico Santinelli, rinnovata nel lySo
zioue latina, scritta dall'aurea penna del incasa del conte A nnibale degli Abati Oli-
prof. Luigi Crisostomo cav. Ferrucci e ri- vieri Giordani (della famiglia di questo
portata a p. 4' àeWe Iiiscrip[io/iui/ij Fa- benemerito einfaticabile letteratOja van-
ventiae i84c)' Presso il dilettevole passeg- taggio di sua patria Pesaro, eruditamente
gio di Porla Urbana soige il celebra to Pur- scrisse il Marchesi, dicendola originaria
tlietto de'ducbi d'Urbino, con nobilissi- da Brescia e imparentata con case illu-
mo giardino, che fu stanza a Dionigi A- stri, come la Sforza). Gli accademici Di'
lanagi, a Bernardo Tasso e al suo gran sinvolti pubblicarono nel 1649 le loro
fjglio Torquato che due volle ricovrò, poesie pel Gotti. Laura Gollifredi madre
donde l'Amadigi fu ispirato nelle sue poe- dell' Olivieri e illustre poetessa fondò iu
sìe; e fu rallegialo dai tanti dotti e arti- Pesaro la colonia Isaurica degli Arcadi.
siiche fecero cospicua la corte de'Piove- Il presidente d'Uibino Laute, poi cardi-
raschi. Ivi duchi Francesco I e Guid'U-
i nale, chiamò alla corte l'accademia eccle-
baldo conducevano a diporto coi Bem-
II si siastica fondala dal cardinal Salviati pre-
bo, coi Tasso, coi Muzii e coi tanti altri sidente, e il cardinal Stoppani legato del-
sapienti, che della patria di Rall'aele fa- la provincia d'Urbino ordinò le adunan-
cevano allora 1' Atene d' Italia. In mezzo ze ogni venerdì, ed ogni 4-° venerdì volle
a quegli orti il famoso architelto Giro- che si tenesse l'accademia teologico-sto-
lamo Genga edificò una casa con grazio- rico-dommatica. Non mancano bibliote-
sa artificiata rovina, adornata dal pen- che, come l'Olivieri e l'Antaldi, né anti-
nello di Ralfaele di Borgo s. Sepolcro, la chità numismatiche e lapidarie e vesti-
cui scala fu dal Vasari giudicata bella gia di antichi monumenti, come il ponte
quanto quella Belvedere in Vaticano.
di del Metaurod'un arcoarditissimosu! Fo-
Nel Parciietto adunque si assegnarono di- glia, costruito o da Flaminio il Censore, o
giunge una lettera sopra le medaglie gre- dro, Dominus Pisaurì \ ^5^;a\\.veco\\' \va-
che di Pesaro, le piìi antiche romane ed magine della Beata Vergine o di s. Te-
altre d'Italia. Il Tirabosclii avvede che renzio protettore. Il Reposati, Della zec-
l'origine di Pesaro assegnata dall'Olivie- cadi Gubbio, t. 2, in diversi luoghi parla
ri,di cui 6i gloriava il i.° autore, fu a- di quella di Pesaro sotto i Rovereschi,
vanli ideata dall' altro celebre pesarese, imperocché allegando la testimonianza
gran legista e filosofo, Tommaso Diplo- dell'Olivieri, rifeiisce :» Dopo che prin- i
stato piuttosto Pitino tergente che ven- lodelducalo Lorenzo de Medici, anch'es-
ne confuso col Pisaurense, \\ quale surse so fece coniar monete in Pesaro. Dopo
nelle vicinanze e sulle sponde del Pisau- la morie dell'ultimo duca R.overesco, re-
ro. Il p. Brandimarte parla dei due Pi- slate sospese le zecche dello stato d' Ur-
tini,PicenoAnnonario p.95, e crede che il bino, in un alia pesarese, solamente in
Pisaurense fosse presso Macerata Feltria, Gubbio si continuò sotto i Papi a batter
ed il Mergente nel luogo di Urbino Me- moneta, ma di puro rame. Vedasi il Beìiì-
taurense. F. Pitino, sede vescovile. liì, De monelis Pisauri, nell'opera Denio-
diversi modi, secondo i tempi e gli usi le anno, p. 2 i 2 e 2 kj. Ne darò un cen-
delle citlà italiane : ora si compone del no. Come le imboccature de'lìumi furo-
Gonfaloniere e ùe^W altri magistrali det- no i primi naturali porli d'un paese, co-
ti a quell'articolo ed ai relativi, unifor- sì viene riconosciuto il principio di quel-
me allealtie ci viclie magistrature dei do- lo diPesaro dui siculi, cheapprodando a
minii della Chiesa. Sull'amministrazione quel lido furono i primi abitanti e fon-
municipale e sui castelli, nel secolo pas- datori del luogo e del porto insieme. I\e
salo furono stampali degli opuscoli. Fio presero particolare cura i romani, quiu-
VI col l)reveC//cj^;«?/;ec/^/,de'2 3 settem- di trovasi ne'marmi pesaresi un collegio
bre 1780, Bull. Rem. C0/1M.6, p. 25 1, di navicalari e forse ve n' era anche di
confermò la lettera di segreteria di slato fabri navali. Si sospetta appartenere al-
sul bussolo de' magistrali ; e Pio VII col cune antiche fabbriche agli avanzi d'un
breve Patti na nostra, de' 7 settembre
i antico navale e {^ un faro j mentre il mu-
i8o4, loc. cit. 1. 1 2,p. 234» onde decora- .saico con ornati marinareschi forse ap-
la mazza e da alcune guardie municipali. tre magistrature; del maestro dello scalo
Un interno canale fu sei vire ai mulini^ a- e ingegnere, lo ricordano le provisioni del
ad altri particolari usi le ac-
gli opificii e i454) tosi di altri uHlzi, come di sopra-
que del Foglia, che rientra poi nel suo stante alle burchielle destinate al disc»-
letto. 11 canale dell'Isauro vedesi carico lico delle mercanzie e zavorre, che per
di navigli da pesca e da traflìco, chenon rugionedelloropesoe malagevolezza del
solo esercitano lungo la spiaggia adria- porto, non potevano entrareche allegge-
tica occidentale il piccolo cabollaggio, ma rite, essendo già in uso nello stesso por-
servono singolarmente al commercio con to antico Piomano, per benefizio delle na-
Venezia Trieste e colle coste illiriche;
, vi che doveano entiare nel Tevere il ,
1 8G PES PES
in Ire diversi sili e forse in un quarto an- fezione i5oo, quando fu ritrova-
dopo il
cora ;
prima il ponte sul Foglia ne diede ta la maiolica fina, per lo che grande ne
];i direzione, per cui si determinò quel si- fu il commercio che se ne fece, e ne de-
to, che sussistette sino al i6i4) essendo rivò a Pesaro ricchezzee lodi. Simili ma-
l'attuale opera del duca Francesco Ma- nifatture s'introdussero altres"i in Gubbio,
j ia li, ordinata nel 1612, ed eseguita a Urbino, Castel Durante o Urbania, ed in
sue spese sotto la direzione del capitano altri luoghi della provincia. L'eccellenza
Barignani e dell'architetto Sabbatini pe- delle pitture in maiolica di Pesaro, per
saresi. Avendo soiTerto gravi danni nel , lecure eziandiodi Guid'Ubaldo II, arri-
] Gqg ne fu commessa la riparazione al vò ad un grado veramente singolare, an-
celebre Cornelio Meyer o!andese;altre ri- che pei disegni Raffaeleschi, per cui e per
parazioni ebbe pure ne'posteriori tempi, altre qualità vasi dipinti poterono in
i
e nel lySo il cardinal Stoppani fece in- parte stare al confronto delle porcellane
cominciare il molo, ed eresse quelle fab- orientali e cinesi. Giacomo Lanfranco pel
briche e fonte di cui tratta il citato Bo- I
.° trovò il mododi porre l'oro sulle ma-
na mi ci. ioliche, per lo che riportò onorevole di-
L' industria vi è assai animata, ed in ploma dal mentovato duca. Il carattere
generale i popolani rifuggono dall' ozio, delle pitture per l'invenzione de'soggetti
essendovi camera di commercio , arti e e loro giudiziosa applicazione, secondo l'u-
manifatture, eh' ebbe nome di collegio, so alquale i vasi erano destinati, non po-
privilegi e statuti sino dai tempi di Cle- teva essere più opportuno e lodevole.L''ar-
mente VII, indi sempre protetta dai Pa- te poi fatalmente decadde verso il iSj^,
pi. Nel 1 53iCiislampa\.o,SiatiUÌ del col- ed suo nuovo risorgimento contribuì
al
ta, industriosameule divisa da molli tor- non è mollo ampio, ma fertile e delizio-
tuosi sentieri, che in picciolo spazio fanno so; si fa gran conto delle saporite frulla,
ino aspetto. Deliziose villeggiature sul fa- Pesaro fu sempre feconda madre di
moso Monte Accio, ov' è tradizione na- sublimi ingegni e d' illustri personaggi,
scesse Lucio Accio, che fu il i° tragico che fiorirono in santità di vita , dignità
dei latini, e die il nome di sua genie al ecclesiastiche, nelle armi, nelle arti e nel-
luogo natale. Questo monte a' dì nostri le scienze. Oltre i nominali e gli altri di
La preso nome dalla chiesa e monaste- cui farò poi menzione, solo ricorderò : i
penitente , scrisse la vita fr. ^Michele de bero gli Abati Olivieri cioè Francesco ,
Pardi. JNella spianata e sul dorso slesso eletto di Rieti e vescovo di Cai pentras-
dei monte, Alessandro Sforza signore di so, ed Agostino vescovo di Targa, poi di
Pesaro edificò un grandioso palazzo e vi Porfirio, sagrista pontifìcio. Tra' religio-
lu messa la i.' pietra dall'imperatore Fe- si, Eugenio da Pesaro agostiuiano, ce-
derico IH, dal ffi-iale tolse il uome d'Ii/t' lebre predicatore iu una quaresima al
-
dedei, Domenico Adalteri che dal greco r ispirato e sublime suo impareggiabile
tradusse Plutarco, Federico Comaudini genio. IMa l'encomiato cav. Ferrucci a p.
celebre matematico e maestro di Torqua- 45 della Panopea ad onore di
italiana,
to Tasso e del figlio di Guid' Ubaldo If, sua patria Lugo, avverte che il suo gran
Francesco Rangoni, Tiberio e Giambatti- rola degl' illustri del contado, pei Cenno
sta Almerici, il quale chiamaloscrittorein- biografico intorno Giovanni Branca di
defesso dall' indefesso Olivieri, lasciò 20 s. Angelo in Lizzala, del cav. Mancini,
volumi di Memorie pesaresi : inoltre gli solo ripeterò a gloria del nome italiano,
Almericiebbero Annibale ed Ettore poe- che venne celebrato il primo ad applicare
ta e cameriere d'onore di Sisto V. Tra i utilmente agli usi della meccanica il va-
medici, oltre Andrea Veronici chirurgo, pore, autore di varie opere, valente ar-
Sante Arduino, Camillo Leonardi oLu- chitetto e matematico. Quanto alle no-
nardi, ch'ebbe a fratello Gianiacopo I con- bili famiglie pesaresi ne trattano Sansa-
te di Monlelabate e celebre oratore di vino, Marchesi ed altri, come degl' illu-
Francesco Maria 1; AntonioNiu'sino, An- stri che vi fiorirono.
simo argomento avea scritto il dollissi- gusto. Ciò accadde per sventura di Pe-
moOlivieri, tratta della fondazione e del- saro, nell'anno yiS di Roma, poiché gli
ta favola il derivare l'etimologia del no- proprie case, campi e sostanze a sfrena-
me Pesaro, dai pesarvi l'oro e dividerlo te masnade di soldati. Augusto venulo a
i galli arricchiti dalle spoglie di Roma, battaglia. con M. Antonio, lo vindice fu
quasi a pesando auro. Piuttosto ha prò- acclamato imperatore. Si vuole che spo-
Inabilità la sentenza di quelli che fanno gliasse delle possidenze soldati del suo i
ripetere il nome della città dal fiume /- competitore, che aveano contribuito alla
sauro, ora Foglia, ad essa anteriore; tan- guerra , e pare che invece vi sostituisse
to più che il fiume si chiamò prima Pi' altra colonia a lui divota ^ altri opinano
sauro, e Lucano lo disse Isauro per ac- che Augusto al principio della guerra si
comodare il verso; Plinio, Siculo Fiacco guadagnasse il favore de' pesaresi, onde
ed Aggeno Urbico lo chiamarono Pisau- non volle disgustarli con nuova deduzio-
ro fluuiìni, come rilevò il p. Brandimar- ne. Plutarco narra che Pesaro fu rove-
te, Piceno Annonario p. i35. Le cam- sciata per un conquasso di terra e da que-
pagne della Gallia Senonia divennero do- sta restò assorbita , dopo la deduzione
minio romano nel 47 ')in una Pesaro che di L. Antonio; ciò viene rigettalo da O-
fu dichiarata prefettura; indi nel SGq vi livieri e da Colucci con buone ragioni.
dedussero la colonia, 184 anni avanti l'e- Il territorio si eslese fin dentro Fano, e
ra nostra , facendosi la solita divisione dal lato del mare dalla parte di Rimini
del terreno Ira' coloni. L'eseguirono i giungeva fino al fiumeTavoUo, elo è an-
triumviri conduttori della colonia, Q. Fa- cora. Prova che la famosa magarimine-
bio Labeone, Q. Fulvio Fiacco e IVI. Ful- se non die il nome al Foglia, e che que-
•vio Nobiliore, personaggi di sommo me- sto fiume non formava confine al terri-
rito. E
molto probabile che in processo torio di Pesaro, ad esso appartenendo
di tempo L. Siila vi facesse una deduzio- quello ove fu edificato il castello Callo-
ne militare, onde venne dato a Pesaro il lica (ora legazione i\\ Forlì, Z''.), fabbri-
cognome di Colonia Giulia Felice, ciò cato dagli uomini di Gabicce, Castel di
che altri negano. Catilina procurò gua- mezzo e Gianarola, castelli del pesarese.
dagnarla al suo partito, che Cicerone re- L'antica cillàdi Pesaro eia di figina (|ua-
presse. Giulio Cesare vi dedusse un'altra si quadrata e di piccola estensione, divi-
colonia e per suo ordine prese il cogno- sa in quattro lati, sussistendo gli avanzi
me di Giulia j fu militare onde assicu- delle antiche mura; ebbe il Campidoglio,
rarla al suo partito, onde fece parte del- il foro, l'anfiteatro, i templi diCerere, Gio-
le sue legioni, come ricca e per la posi- ve, Bacco, Ercole, Silvano, Vittoria, Bo-
zione, e ciòdopo il famoso passaggio del na, degli Augusti, ed al li e magnifiche fab-
Rubicone. Fu quindi governala da Pu- briche. Jl Colucci ragiona del porlo esi-
blio Valinio, oscuro demagogo, che nel stente ai tempi romani, di qualche capa-
bollore delle fazioni seppe in mezzo alle cità pure ai legni da guerra, il di cui si-
concussioni e alle rapine evitare il sup- to si mutò due volte; le fortificazioni con-
plizio e pervenire ne'suoi ultimi anni a- sistevano in palate, torri ed altro ; vi fu
gli onori consolari, ed eziandio del trion- la chiesa di s. Maria vcleris, in portus o
fo per la domala Illiria. Uu'allra deduzio- della scala, ed altra pure di s. Maria fon-
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tlatn nel i36o e tinta in cura al canml- là; mentre giuntovi Teserei lo fu s^i gran-
dolesi, dcmolila la quale, nel medesimo de il fiMoie de' goti contro di esse, che
luogo o poco Iiinge fu ai monaci fabbri- quali ribelli le incendiarono e dirocca-
cato il monnsleio echiesa di s. Malia de- rono, devastandone alties'i il territorio,
gli Angeli sussistente, piesso l'antico fa- come riporta l'Amiani, I\Ietìì. ist. di Fa-
ro del porto anteriore, il Colucci citato, no f. i,p. 53. Invece il Colucci, Della fon-
coll'autorità dell'Olivieri, nel dello t.
4 dazione di Pesaro p. 220, dice che non
delle antichità, traila delle anlichìlà di avendo Vitige soldati da collocare in Pe-
Pesaro rilevale dalle iscrizioni illusirate. saro , sul bel principio della guerra rase
Da queste si apprende che Pesaro foi mò perla mela le murr-glie della città, e bru-
la sua repubblica o università di popolo , ciò le case per timore , come osserva
cioè comunità, divisain treordiui, decn- Procopio, chcoccupale dai romani Pesa-
rionale, auguslaleo medio, ed il plebeo: ro e Fano, non dassero a che lare al go-
J' ordine dccurionale si chiamò splendi- li. Belisario vinse e imprigionò Vilige, e
dissimo, cui.dcciuioni erano onorali de*
i per tenersi in difesa contro i goti , nel
gli ornamenti convenienti del davo e dei 540 non solo ciicondò di nuove mura
calzari senntoi'ii. Gli antichi pesaresi fu- ed eresse la fortezza in Fano, ma risto-
rono ascritti alle tribù Camilia, Palati- rale le mura di Pesaro, la fortificò e mu-
na e Sabatina nella guerra sociale mar-
: nì di presidio, restando sotto la protezio-
sica Tennero dichiarati cittadini romani, ne imperiale. In questo tempo Irovavan-
fd ebbero il gius del suffragio voto in siin Pesaro per l'imperatore, Artabano
rigore della legge Giulia, coi solili ma- eUldac imno, con certa banda di solda-
gistrati e ministri del culto. Ebbe i collegi ti a piedi ed a cavallo, i quali chiamati
artistici, avendo fiorito nelle arti e nelle dai fiinesi in aiuto contro i franchi che
scienze, non che gli onori di municipio. a vea no assediato la loro città, subito mar-
romano impero nelle
JNel dilatarsi il ciarono contro ilnemico^ quindi parte
Provincie cispadane, Pesaro aumentò la ne uccisero e il resto fugarono. Tutta-
sua rinomanza, governata dai pretori per volta elettore de'goli Totila nel 54 1, di
la repubblica e avvantaggiala dalla ce- poi ricuperò quasi tutta l'Italia, insieme
lebre via Flaminia, che da un capo al- a Fano e Pesaro (anzi il Marchesi, Gal-
l'altro r attraversava, come al presente. leria dell'onore, p. igS, pretende che la
Diviso l'impero in occidentale e orienta- rovinasse), indi prese e saccheggiò Ro-
le, finché si resse, Pesaro si tenne in pie- ma. Seguirono frequenti scorrerie d'im-
di vigorosa, ma le diverse barbariche in- periali e di goli; Belisario potè riconqui-
vasioni le recò continue stragi, saccheg- stare molte città, ma richiamaloin orien-
gi e rovine. Soggiacque ai goli e pel nini te, i tornarono a soggiogarle nel 548.
goli
governo de'loro ministri tumultuò. 11 re Ad istanza de'romani Giustiniano I man-
Vitige nel recaisi nel 538 all'assedio di dò in Italia con poderoso esercito Narse-
Roma, vi si fermò a dare alcune disposi- te, che nel 557. riportò vittoria su Teli-
zioni. Intanto l'imperatore Giustiniano I, la, il quale restò ucciso, bell'estate l'ar-
avendo spedito in Italia Belisario per li- mata passò in Pesaro e Fano, e tutta la
berarla dai barbari, Fano e Pesaro pub- provincia giurò fedeltà all'impero. Nar-
blicamente lo acclamarono. Allora Viti- sele battè anche Tela ultimo re de'goti,
ge indispettito di non poter espugnare che morendo wel 553 terminò il loro re-
Roma, nel 53q ritornò addietro per sal- gno in Italia.
var la provincia del Piceno e la propria Pesaro rifioriva, quando Narsele offe-
capitale Ravenna. Questo ritorno di Vi- so, per vendetta chiamò in Italia i longo-
tige fu la rovina completa delle due cit- bardi con Alboino loro re nel (i5'è , che
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in gran parie la conquistò, onde all'impe- no, fu sommersa da orribile tempesta.
ratoie solo restò Poma col suo ducato, Profittando i longobardi del cessato do-
la Pentapoli con altre VEsarca- città e minio imperiale, occuparono l'Esarcato,
(o in cui non furono comprese Fano e
, la Pentapoli e Pesaro nell'autunno. Ne
Pesaro, al diredi Arnioni, benché in qual- prese la difesa s. Gregorio II con implo-
che tempo gli esarchi vi estesero talvol- rare il soccoiso de'francesi e dei veneti,
ta il loro dominio. Longino i." esarca, ad onde l'Esarcato e la Pentapoli furono li-
esempio de' longobardi, creò nuovi ma- berate, ed il Papa nel 728 si pacificò coi
gistrati delti duchi, e ne assegnò anche longobardi. Luitprando tuttavia nel 780
a Pesaro e Fano, citlàdellaPenlapoli an- ruppe il trattato, ed occupò anche Pesa-
nonaria o Gallia marittima, cui era an- ro, usurpandogli antichi palrinioiii della
nessa porzione del Piceno. JNel ^72 Al- romana chiesa.
boino s'innoltrò nella Flaminia, ed arri- Benché s. Gregorio III invocasse l'a-
vato a Pesaro e Fano, collegatesi insie- iuto di Francia , la Pentapoli alternò il
me, gli fecero tanta resistenza, che non giogo degli esarchi e de'longobardi, indi
riuscì sottometterle, e continuarono a di- coli'Esarcato nel j^i se ne sottrasse, ma
fendersi dai longobardi. Dipoi s. Grego- per breve tempo. Allora deputati i di det-
rio I fece un trattato colTEsarcato per te Provincie, con quelli dell'Emilia e del
cacciare i barbari dall'Italia, federazione Piceno, nel 743 ricorsero a Papa s. Zac-
in cui sembra entrata anche Pesaro, ove caria, acciocché impetrasse la pace,al qua-
allora risiedevano ministri imperiali. Nel- le eflètlo si portò dal re Luitprando ia
l'attentato dell'esarca Platino contro Pa- Pavia, ricevuto nel passaggio ovunque
pa s. Sergio I, a questi spedi gran soccor- come padre e patrono, e subito l'otten-
si l'Esarcato e la Pentapoli, che per la pri- ne. Il successore Rachis tornò all'inva-
ma volta e scopertamente si dichiararo- sione e nel 745 prese Pesaro, ove coll'e-
no nel 692 difensori del romano Ponte- sercilo passò l' inverno. Continuando le
fice, benché soggetti all'impero, col quale conquiste, nel 749 pose
1' assedio a Pe-
poi li pacificò Papa Giovanni VI. Per le rugia ; ma recatosi prontamente s. Zac-
persecuzioni dell'imperatore Leone l'I- caria dal re, lo persuase a ritornare in Pa-
saurico contro la religione e il culto del- via e farsi monaco. In questa occasione
le sacre immagini, l'Esarcato, il Piceno, l'Esarcato, la Pentapoli e altre provin-
la Pentapoli, compresa Pesaro, acclama- cie,per mezzo de'loro deputati, si con-
rono il Pontefice s. Gregorio II nel 727, fermarono nell'ubbidienza al Papa, per
vero sostegno del caltolicisrao e della co- l'antica protezione loroaccordata, giuran-
mune salvezza. Il Papa insinuò a lutti di do fedeltà alla chiesa romana: sembra che
difendere la fede cattolica e la chiesa ro- il Pontefice, così nella Pentapoli, come
mana, anche con le armi, scomunicò Leo- nelle altre provinole, in segno di supremo
ne e sciolse i sudditi dal giuramento di dominio, ad ogni città assegnasse i pro-
fedeltà e dai tributi. Quindi Pesaro e tut- pri giudici. A Rachis successe il fratello
ta la Pentapoli, rigettati ministri impe- i Astolfo, che di genio feroce incominciò a
riali, si elesse il proprio duca, benché col- molestare la chiesa romana ed i suoi do-
le dette Provincie fosse nella divozione minii, senza riguardo ai precedenti accor-
pontificia:ducalo romano e 7 cittadel-
il di;mosse guerra all'Esarcato ed alla Pen-
la Campania, come minacciate dai lon- tapoli, eminacciò Roma Pesaro e le al- :
gobardi, spontaneamente si dierono al Pa- tre città della Pentapoli caddero in suo
pa, donde ebbe origine il dominio sovia- potere. Collegato con l'esarca Eutichio il
no temporale della s. Sede. La flotta im- re longobardo, non permetteva di vivere
periale giunta all'alture di Pesaro eFa- sollo il governo della Chiesa; laonde sol-
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levatosi il popolo in Ravenna ed appog- Fano; quindi a consolare quelle provin-
gialo dagli abitanti dell'Esarcatoe della cie costernate, vi si recò e passò in Ra-
Peiitapoli, costrinse alla fuga Eulicliioe venna a trattare con Desiderio per la di-
con esso terminarono gli esarclii. Papa fesa, contribuendo così al ritiramenlo in
Stefano li detto III, traversando la Pen- oriente della flotta. Continuando i lon-
tapoli, come avea fatto s. Zaccaria, fu co- gobardi ad aspirare al dominio delle ter-
me lui ricevuto dagli abitanti con dimo- re della Chiesa e di Roma stessa, Deside-
strazioni riverenti e festive, quando nel rio si mostrò offeso di Papa Adriano I,che
con litolodi giudici e di conti. Per qual- Papi investiti di quella città e altri luo-
che tempo la città stette in pace, e sotto ghi dell'Esarcato. Proseguì Pesaro a go-
la Chiesa procurò di stabilirsi con leggi e vernarsi col proprio conte eletto dal Pon-
forma di ottimo governo. Denchè il re De- tefice, mentre in Fano incominciarono le
siderio ottenesse il trono longobardo a me- fazioni cittadine, con la pretensione che lo-
diazione di Stefano III, con riprovevole ro spellasse la nomina del conte, a sug-
ingratitudine maliziosamente fece solle- gestione de'discendenti longobardi. Ver-
vare la Penlapoli e l'Esarcato, non me- so il fine del pontificato di Adriano I, es-
no per occuparli, che per alienare i prin- sendo i pentapolitani sudditi pontifìcii
cipi francesi dalla protezione "verso la s. protetti dalla corte di Carlo Magno, che
Sede. Fano potè resistere al di lui assedio ; regnava in gran parte d* Italia, si solle-
ma Pesaro, fatta lunga resistenza, ven- varono, non volendo più riconoscere giu- i
invasioni , facendo credere di ristabilire do di dar conto al Papa degli affari del-
il dominio greco, ciò che venne avvalo- le loro città Fano, Pesaro e altre città
:
dici, e ne elessero senza il consenso di Ro- precedenti, ebbe non poco a soffrire dalle
ma : s. Leone IH commise la causa dei truppe impellali spesso accantonate nella
pentapolitani a Gregorio suo cappellano, città, specialmente ne'quartieri d'inver-
il quale convinti icomplici della solleva- no. Nel I 187 vi passò l'imperaloie Lo-
zione, condanuò al supplizio molli citta- tario li, il quale soggiornò nella detta ba-
dini rei del misfatto, e tutta la provincia dia, e vi spedi un privilegio per s. Ma-
iiell'Hoo si restituì all' ubbidienza della ria in Porto di Ravenna. Col favore di
Chiesa. Nell'irruzione navale de'saraceni Federico marchese della Marca e resi-
d'Africa, Pesaro e Fano furono saccheg- dente in Fano, questa nel i4o ricupe- i
giate neir84'^5 6 P^i' alcun tempo infe- rò alcuni castelli che da luogo tempo ,
starono la provincia, che si difese brava- possedeva Pesaro, e pose termini ai con-
mente con learmi.Nelqi i le milizie pe- fini del territorio. Ciò fu causa di molte
saresi, unite ad altre penlapolilane, im- dissensioni e discordie civili tra'fanesi ed
pedirono che gli ungari saccheggiassero i pesaresi e altri confinanti. Più di tutti si
le città marittime. E" verosimile che Pe- risentì Pesaro, che dolente del territorio
saro verso il 980 s' incominciasse a go- perduto, confederò con altre cittàe eoa
si
ri, y://2/ja//t. 6, par. i,an.io47) morì nella faoesi de' danni loro recati. Nelle gravi
terra di s. Pietio presso Pesaro, nel mo- differenze tra Alessandro III e l'impera-
nastero di Tommaso apostolo, come
s. tore Federico l, a questi resistè bravamen-
afferma Ferlone, Dt viaggi de Papi, p. te Pesaro, finché come le altre vicine città
90:1! corpo fu trasportato in Bamberga si trovò costretta assoggettarsi nel i 167.
e ne parlai anche nel voi. XXIX, p. 98. Osserva Compagnoni, Reggia picena
il
Questo monastero è la celebre abbazia di p. 74, che nel 1 188 tra'crociati di Pale-
s, Tommaso in Foglia , fondalo dal ve- stina vi concorsero anche pesaresi. i
verse chiese del pesarese. Nel secolo XII resi si querelavano che Fano comaudas-
VOL. Lll. i3
194 i'ES PES
se a' suoi castelli Monte Baioccio e
di in Macerata o
tasserò al suo tribunale
]\oviIaia. Però Imiocenzo III commise Ancona, coucedendoad altra parte del-
al cardinal Ciiizio Cenci la riconciliazio- la provincia, ov' era Pesaro annoverato,
ne delle parli, die segui nel 202: in essa i il ricorso in grado d' appello al giudice
non fu compresa Pesaro, cui fanesi vol- i o vicario generale del rettore, residente
lero dichiaiar guerra. Il cardinale statuì a s. Lorenzo in Campo. Nella sede vacan-
che tolta ai consoli la suprema autorità te per l'elezione d'Onorio IV, per le me-
si trasferissenel podestà, lasciando ai pri- ne di Bertoldo Orsini, che aspirava al do-
mi solo il regolamento economico del lo- minio della provincia, nel 1285 si ribel-
ro pubblico. jN'el i2o5 il legato impedì larono alla Chiesa varie città e per la i."
che Fano progredisse ne'tenlativi di oc- Pesaro^ che Compagnoni chiama pre-
cupar Pesaro, ed a questa fece restituire clarissima e nobile, ne di minor fama
i due nominati castelli. Narra il Mura- per l'arte militare de' suoi soldati, che
lori, nelle Antich. Estensi t. 2, p. 89 ij per la perizia de'giureconsulti in ogni se-
che Innocenzo III nel 1208 investi Az- colo : pertanto riferisce, che i cittadini
Ancona, in cui si compi endevano Sini- rono dalla città i guelli e gli altri della
gaglia, Fano, Pesaro, Fossombroue, Ca- parte pontifìcia. Subito il rettore Gollre-
gli ec, e che col consenso d' Innocenzo do d'Anagni si portò in Fano per costrin-
111. nel 1210 l'imperatore Ottone IV gere i pesaresi e gli altri a ritornare al-
CUI) diploma allo slesso Azzo e in nome l' ubbidienza; né ciò bastando, appena
della Chiesa die in feudo la Marca d'An- creato Papa, radunò milizie per for-
il
può vedere Ferrara e Modena. 11 JMar- guenze nel 1286 invocarono perdono.
obesi attribuisce l'infeudazione di Pesa- Nel pontificato di Nicolò IV diversi
Jel Melauro, unitasi a Pesaro e Ilimini, rentini, riportò vittoria sui pisani : nella
desiderava' lo stesso goveino. Nel i3o3 sua assenza lasciò al governo di Fano,
o I 3o4 mon Giovanni il Zoppo d'infeli- Pesaro e Fossombrone il nipote Pan-
ce fama, per ruccisione di sua moglie dolfo lì figlio o fratello di Malatesta On-
Francesca Polenta e di suo fratello Pao- garo. Nel iSys Galeotto divenne signo-
lo che l'avea sedotta: l' amore e la scia- re di Rimini, e Pandolfo lì di Pesaro e
gura Dante celebrò con sublimi versi. Al- Fossombrone, e morto poco dopo, gli
lora i pesaresi elessero podestà Paiidol- i373 il piccolo figlio Mala-
successe nel
fo J, fratello del defunto e perciò altro fi- testa Malatesti che governò per 56 anni.
glio di Malatesta I, che sottomise nel Nel i4i5 Pesaro fu assediata e pre-
1 3o5 Pesaro, Sinigaglia e Fossombrone, sa dal celebre perugino Braccio Forte-
le qualifurono saccheggia te nel i3o6per braccio; e nel 1429 al'Malatesta succes-
qualche rimostranza (atta, profittando se il prode figlio Carlo, al cui tempo Pe-
che il francese Clemente V avea fissata saro si sottomise dopo il i432 ad Euge-
la sua sede iti Francia: così venne sta- nio IV, che nell'anno seguente ne inve-
bilito Pandolfo I, sotto lo specioso tito- stì lo stesso Carlo; ma Compagnoni di-
dovico il Bavaro imperatore non appro- sa, rese inutili gli sforzi degli assediaati.
vato dalla s. Sede, riconobbe il dominio Sigismondo si sfogò nel contado che ma-
di Pesaro ne'Malalesta. Innocenzo VI a nouiise, occupando Montelabate, Novi-
ricuperare i domiuii usurpati dai signo- lara Candelora Monte Gaudio ed al-
, ,
rotti, nel i355 spedì in Italia con mili- tri luoghi; indi nel i444s' fece la pace.
zie il celebre legato cardinal Albornoz, Intanto Alessandro Sforza figliodi Sfor-
che vinto e imprigionato Galeotto signor za il Grande e di Lucia da Torsano, fra-
di Pesaro, questa città ricuperò alla Chie- tello naturale del celebre conte France-
sa: dipoi il cardinale per accordi fatti lo sco Sforza poi duca di Milano, s\ quale
liberò, e con annuo censo l'investì qual articolo parlo dell' illustre famiglia, in-
feudo di Pesaro, dichiarandolo per un namoratosi perdutamente di Costanzafi-
decennio vicario per la s. Sede di Fano, glia diPier Gentile Varani signore di
Pviminij Pesaro e Fossombrone, con tri- Camerino e di rara bellezza, gli era stata
buto annuale di 6,ooo fiorini d'oro. Nel negata come cavaliere privato senza feu-
1 364 eletto Galeotto per capitano de'fio- do. A togliere questo ostacolo, e perchè
196 PES PES
gli stati dì Galeazzo non passassero in Cesco, con essi collegandosi : tutto narra
Sigismondo Malatesta, intercedette per il Reposati, t. I , p. I
77 e seg. In questa
lui il conte Federico, ad onta della con- guerra Francesco perde la Marca, e do-
trarietà dei Malatesta per gli Sforza. Es- \endosi Alessandro con Pesaro dare al
sendo Galeazzo avo materno di Costan- legato pontificio di Eugenio IV, con prov-
za, come nata da Elisabetta sua figlia, vido consiglio pensando a' casi suoi, nel
le assegnò per dote la metà di Pesaro, ed i446 abbandonò Francesco. Quietate le
il conte Francesco, allora signore di Ftt' cose dipoi si riconciliò col fratello e riac-
tuo, sborsò per l'altra metà a favore del quistò i castelli di Poggio, Tomba e Mon-
fratello 20,000 fiorini d'bro, il tutto per teluro nel contado di Pesaro, colla forza
opera di Federico. JN'è andò guari che delle loro armi. Nel i447 '' Papa Nico-
Galeazzo vendè tincora Fossombrone per lò V, non solo assolse il conte Federico,
13 1 3,000 fiorini d'oro al conte Fe- come unito al conte Francesco Sforza in-
derico, per cui quale aliena tore di be- vasore della Marca , ma con diploma x
ni ecclesiastici fu poi da Eugenio IV sco- kal. augusti, presso il Ratti, concesse ad
municato. Così il principato del ramo Alessandro Sforza Altendoli e suoi figli
cadetto dei Malatesta passò nel ramo ca- il governo di Pesaro, quale vicario tem-
detto degli Sforza. Vedasi oltre Rimini, porale per la s. Sede, che avea senza il
Olivieri, Notizie di Battista di Monte- consenso pontifìcio e perciò con dolo com-
ftltre moglie di Galeazzo Malatesta si- prata. Inoltre Nicolò V nello stesso anno
gnore di Pesaroj Orazioni in morte di 144? soppiesse l'abbazia di s. Tomma-
alcuni signori di Pesaro della casa Ma- so in Foglia, che aveva avuto 1 7 abbati,
latesta. Queste orazioni non sono del- e la uni al capitolo della chiesa pesarese,
l'Olivieri, ma a lui se ne deve la pubbli- Alessandro ottenuta da Nicolò V la
vita. Del resto Alessandro fu plaeido, ge- lasciando due figli naturali, Giovanni e
neroso ed intimo amico di s. Giacomo Galeazzo. L'Olivieri pel Gavelli nel ì/[8i
della Marca» Nel 1464 Pio li die ad A- pubblicò. Lettera sopra un medaglione
lessandro Gradara e Castelnuovo colle non ancora osservato di Costanzo Sfor-
fortezze. Mon Alessandro nel i/^jS a'3 za signore di Pesaro. Nel suo rovescio
aprile, lasciando naturali, Ercole,
Gine- si rappresenta tutta la pianta della cit-
vra ed Antonia, avendo maritata sua fi- tà e suoi borghi, quale era verso il 1480
glia Battista al conteFederico suo bene- in cui fu inciso.
che Sisto IV poscia dichiarò duca
ftittore, Gli successe Giovanni, nato dalla pe-
d'Urbino fu sepolto nella chiesa di s. Gio-
: sarese Fiore Boni, e la matrigna Camil-
vanni.da lui fabbricata, e nel i 785 l'Oli- la d' Aragona, alla cui prudenza e cre-
\ieri nestampòle 7l/i?/;ionecon appendi' dilo si dovette la conservazione dello sta-
ce. Gli successe il figlio legittimo Costanzo to. Sisto IV abilitò Giovanni a succede-
1, fornito di molto talento e valorosissimo re nei feudi e beni paterni, e insieme con
capitano. Il Garampi, Osseiv. stille mone- la vedova Camilla fu costituito vicario di
te p. I
73, riferisce che Sisto IV non solo Pesaro a' 2 3 novembre: regnò con essa
nel 1474 con bolla del i.° giugno lo con- fino al 1489J epoca in cui Camilla ri-
fermò nel vicariato di Pesaro, che allora nunziando il potere si ritirò. In detto an-
possedeva 24 castella, ma glielo estese no Giovanni sposò Maddalena Gonzaga
pei figli e nipoti maschi legittimi e na- de'marchesi di Mantova, sorella delladu-
turali, con l'annuo censo di 7^0 firn-ini chessa d'Urbino, indi nel 1490 chiese ed
d'oro di camera ; che in seguito essendosi ottenne da Innocenzo Vili nuova investi-
Costanzo I posto al soldo dei fiorentini ed tura. Morì la moglie dopo un anno senza
avendo guerreggiato contro il Papa suo prole: Giovanni passò quindi alle seconde
sovrano signore, decadde dal vicariato, nozze con la celebre Lucrezia Borgia (ol-
finché date a Sisto IV le convenienti sod- tre a questo articolo ne parlai a Ferra-
disfazioni, fu ristabilito negli onori e di- ra ed altrove) figlia di Alessandro VI,
ritti perduti, con bolla de' 26 agosto essendosi perciò recalo in Roma cum ma-
i48r. Ferdinando I re di Napoli lo adot- gno coniitatu episcoporum. Gli sponsali
tò nella sua famiglia d'Aragona, e gli die furono celebrali a' 12 giugno i493 con
in moglie Camilla Marzana figlia di sua magnificenza veramente sovrana nel pa-
sorella, il cui matrimonio fu celebrato in lazzo pontificio, dando motivo alle più
Pesaro nel 147^, con magnificenza tale, sanguinose e non meno calunniose sati-
che fu lo stuppre e la meraviglia di tut- re: può quanto ne scrive l'accu-
vedersi
ta Italia: di queste sontuosissime nozze rato Ratti. Ma dopo un anno, nati dissa-
il Ratti ricorda le relazioni che se ne fe- pori Ira 'sposi, Lucrezia se ne ritornò a
cero, ed il prof. Montanari nell' Album Roma, e passali 3 anni, il Papa dichiarò
an. IO, n.° 18 e 19, pubblicò la bella, nullo il matrimonio per supposta causa
leggiadra ed importante narrazione sto- d'impotenza; e se Giovanni, ch'era allo-
rica che ne fece Giulio Perticari, di al- ra in Roma, non fuggiva per avviso di
tre parlandone a p. 106 della citata Isto- Lucrezia, il Papa gli^avrebbe tolta la vi-
ria, come della recente edizione veneta ta: avrebbe poi perdutolo stato, se ve- i
del i836, del eh. Gamba. Costanzo I neziani non ne prendevano la protezione.
fu principe munifico, coltivò le lettere, Nel i5oo Cesare duca Valentino, altro
amò i sudditi, ed eresse in Pesaro a cu- figlio di Alessandro VI, furiosamente si
stodia del porto, con disegno di Brunel- scagliò con eserciti contro i principi vi-
198 PES PES
cari della s.Sede, per usurparne i domi- perito neir arte militare, protettore de-
ni! e formarsi un possente stato. Giovan- gli scienziatigovernò con moderazione,
;
inviati Giovanni per raccomandargli col- bito il consiglio ed il popolo acclamò si-
lo stato la propria persona, con voce al- gnore Galeazzo, e contro sua voglia ai
ta rispose il ducaj che pensassero pe- i 6 dello fu obbligato al solenne possesso.
saresi ad arrendersi: allora Giovanni par- Quindi lo stesso consiglio spedì a Giulio
ti e si ritirò a Venezia, non avendo for- 11 4 ambasciatori, a supplicarlo di con-
ze da opporgli. Avvicinate le milizie di cedergli la investitura, come per altri fe-
Cesarea Pesaro, gli abitanti aprirono to- ce il conte. Ma il Papn, sebbene nel suo
sto le porte egli prestarono giuramento passaggio per Pesaro era slato festeggia-
di fedeltà, onde il duca proseguì il cam- to da Galeazzo, volendo investire di Pe-
mino per Rimiui, come narra l'Amiani saro il nipote Francesco Maria I della
t. 2, p. 80. Nell'agosto i5o3 morì A- Rovere duca d'Urbino, restò inflessibile
lessandro VI, ed il potere del figlio su- e mandò il vescovo di Monopoli Miche-
bito crollò; l'esercito si disperse, onde fu le Claudio governatore di Roma a pren-
agevole ai principi il ritorno a'ioro feu- der possesso della città e contado in no-
di. Giovanni rientrò in Pesaro a' 3 set- me della Chiesa a' 22 agosto. I pesaresi,
teaibie, accolto coi maggiori segni di a- benché affezionati agli Sforza e singo-
more e di giubilo, avendo prima pesa- i larmente a Galeazzo, cessero alle minac-
resi cacciati gli spagnuoli e i guasconi ele pontificie, consegnando le chiavi al
dalle rocche di Pesaro e Gradara. Il du- vescovo commissario. Galeazzo privato
ca di Urbino e Giovanni fecero immensi del dominio, non era disposto di cedere
danni ai fanesi, per vendicarsi dei favori i considerabili beni allodiali, per cui mu-
prestati al Borgia; indi Galeazzo fratello nì la rocca e colla famiglia vi si ritirò,
di Giovanni riprese Novilara e Monte esigendo un giusto compenso. Erano ac-
Baroccio. Giovanni non trascurò la nuo campati sotto Pesalo il duca d' Urbino
va investitura presso l'eletto Pio HI, il ed il cardinal Gonzaga legato delia Mar-
quale prevenuto dalla morte lasciò a Giu- ca, per ridurre colla forza il conte. Pas-
lio li il merito di accordarla. Avendo sato qualche mese si convenne ad un ac-
Giovanni trovati infedeli alcuni pesaresi cordo di dare 20^000 scudi a Galeazzo
ed il celebre Pandolfu Collenuccio, per in compenso degli allodiali, o secondo
segrete intelligenze con Cesare, li fece altri 2,600 scudi d'oro d'annua rendita.
morire, rigore che die la taccia di crudele Galeazzo tra le lagrime sincere dei pe-
a Giovanni. Questo principe nel i5o4 saresi partì per ^lilano ove aveva un
,
sposò in terze nozze Guievra Tiepolo pa- palazzo, e morì probabilmente nel i5i3,
trizia veneta : fu dedito alla letteratura, lasciando la moglie Benti voglio senza prò-
PES PES .99
le: fu Iodato per buon militare e culto- il sacro collegio dei cardinali, di conse-
re delle lettere. Il Ratti, Della famiglia gnare a Francesco Maria I, in compenso e
Sforza, par. 2, p. 172, riporta le noti- soddisfazione dei suoi crediti, con pubbli-
zie d'Isabella naturale di Giovanni e ne ca ed autentica investitura, la città e ter-
cominciò a dichiararsi di volerlo priva- tesa la partita del duca, ed avendo occu-
re dello stato, perchè conferendolo al ni- pato tutto all'intorno lo stato, si accam-
pa, ma come sempre è accaduto, la giu- ria fortuna. Ingrossando l'esercito di Lo-
stizia restò oppressa dal potere; non tre- renzo, il duca andò guerreggiando pei
\ò patrocinatori, e tulli freddamente si domiuii della Chiesa , assediò Perugia ,
scusarono pei solili riguardi o pretesti di Fabriano ed altre terre, molle saccheg-
indifTerenlisQio, appena condolendosi del- giandone: si accordò con Ancona e Fer-
PES PES ?.oi
mo. Leone X costretto dalle circosfnn- reditò gli slati duca Guid'Ubal-
il figlio
re gli fece proporre una ricom[>ensa di do II, che nel i5\S colla maggior pom-
10,000 diicjiti d'entrata, dal legato car- pa e magnificenza celebrò suoi spon- i
natore di Fano; questa ricnsnla, il duca lo 111, per morie di Giulia Varani e-
solo convenne per la disparità delle for- rede del ducato di Camerino sua piima
ze, aspettando migliore occasione, di es- moglie; ed ottenne dal Papa la conferma
sere assoluto, di potercondor seco tutte della inveslilura dei suoi stati, compreso
]e cose mobili comprese le artiglierie, un Pesaro, per sé e pel primogenito in per-
perdono generale, ed il godimento dei petuo,coli' annuo censo di 2tc) ducati.
passò a Verona a servire la Francia con- tenne in corte, e perl'aftelto che gli po-
tro l'imperatore ed il Papa. Lorenzo mo- se lo infeudò della contea di s. Angelo e
li a'28 aprile i5ìt9, senza figli, e Leone gli die il proprio cognomee slemma. Al-
la venuta del nuovo Papa Adriano VI, avea condotto in Pesaro la sposa Lucre-
ch'era stato eletto mentre dimorava nella zia d'Este sorella del duca di Ferrara (del-
Spagna. Giunto in Roma commise al duca la quale parlai anche nei voi. XXIV, p.
la ricupera di Ri mi ni, che esegiù con le 143 e 145, XXVII, p. 1 58, e XXXIV,
Sole persuasioni. Nel 52 3 portatosi Fian- i p. 48 ),
per cui si fecero splendide feste;
cesco Maria I in Roma , Adriano VI Io altreebbero luogo in Pesaro nel i583,
assolse dalle censure e di bel nuovo fu , pel matrimonio di Lavinia soiella del
investito di Pesaro e degli altri stali, quin- duca col marchese del Vasto. Nel i5g8
di Pesaro ed il suo territorio sotto i Ro- recandosi Clemente VIII a prender pos-
vereschi seguì le vicende ed i destini del sesso del ducato di Ferrara, ricaduto al-
ducato di Urbino (U.). la s. Sede, avendo trattato gli accordi la
Nel i53S Francesco Maria I morì in duchessa Lucrezia, e partito da Roma ai
Pesaro, ed il suo corpo fu portato ad Ur- 1 2 aprile con grandioso seguito, fu ma-
lino, al quale articolo parlerò di altre no- gnificamente trattato dal duca nel pas-
tizie di lui e dei suoi successori. Ne e- saggio dei suoi stali. la Pesaro il Papa si
002 PES PES
fermò un giorno intiero, visitando la ma- integro e destro ne'grandi affari, il quale
dre del duca nelle sue stanze, con usare ricevette dal novembre
duca lettera de'4
ad essa ed al figlio ogni cortesia, ricor- 1623, per trattare con Urbano Vili la
dando loro che il proprio padre era sta- pacifica reversione dello slato di Uibino
to ai servigi di Guid'UlDaldo II, nel le mag- e di sua patria Pesaro alla s. Sede, al che
giori sue occorrenze. Poi si partì mollo contribuì l'altro residente Orazio Albani
soddisfatto dei trattamenti e dei doni ri- urbinate, per essere morto in principio
cevuti, ai quali però il Pontefice corri- Mamiani, che fu se-
del negozio Angelo
spose con altri donativi. Nel ritorno fe- pollo con onorevole iscrizione in s. Lo-
ce lo stesso cammino, e quasi nel mede- renzo in Lucina, come riportano Coluc-
simo modo e con sommo onore ilduca •ci e Reposati. Intanto avendo il duca af-
lo ricevè, arrivando in Roma a'2Q dicem- fidato il governo dello sfato ad otto cit-
bre. Essendo mortala duchessa Lucrezia tadini eletti dalle città , Pesaro scelse il
nel febbraio 1 5c)8 senza prole, il duca ragguardevole Giovanni Ondedei. A'20
venne persuaso a sposare una del sangue dicembre 1624 il duca cedette! suoi sta-
suo, Livia figlia del cugino Ippolito mar- ti ad Urbano Vili, autorizzando a go-
chese di s. Lorenzo e Monte Leone nel vernarli sua vita durante il prelato che
i5gg. Morì nel 1602 la madre, e fu se- vi avesse destinato. Questi fuBerlinghie-
polta con grande onore, incontro al duca ro Gessi poi cardinale, che col i." gen-
suo marito. La sposa il giorno di s. U- naio 1625 incominciò ilsuo lodevole go-
baldo partorì nel i6o5 in Pesaro il so- verno in nome del Papa, anche di Pesa-
spirato erede, che il vescovo battezzò col ro. Morì il duca a' 28 aprile i63 e fU i
nome di Federico : indescrivibili furono sepolto nella chiesa del Crocefisso fuori
le feste e conlentezze dei sudditi. Federi- di Castel Durante, ov' erasi ritirato; ed
co sposò Claudia di Toscana, ebbe dal pa - allora tutto lo stato si consegnò alla ro-
drela cessione del ducato, visse tra le dis- mana chiesa, e ne presero solenne posses-
solutezze è morì
Pesaro nel 1623, la-
in so i nipoti del Papa. Alle pretensioni del
sciando Vittoria sua figlia che fu promes- granduca Ferdinando II sposo di Clau-
sa al granduca di Toscana, con molto dia, Urbano Vili accordò alcuni castelli
dispiacere di Urbano Vili; laonde fu con- dai duchi di Urbino acquistali, con tutti
dotta band)ina in Firenze da! conte Fran- i beni allodiali. Continuando Pesaro nel-
cesco Mamiani e sua consorte, perciò ben la pacifica dominazione pontificia nel ,
ricompensati, poiché il granduca Ferdi- 1700 si rallegrò nel vedere innalzato al-
nando li in favore di sua nobile famiglia la cattedra di s. Pietro Clemente XI Al-
fondò nel 1628 il priorato dell'ordinedi bani, nato da Elena Mosca nobile pesa-
s. SlefanOjdi Parma e Piacenza, con venli- rese , il cui fratello Orazio avea sposato
mila scudi fiorentini di dote, chiamando Bernardina Ondedei, altra nobile pesare-
in mancanza di sua successione quella del se, dalla quale derivarono due celebri car-
fratello.Francesco Maria II per la morte dinali per le notizie degli Albani si può
:
del figlio non die segno di dolore, veden- vedei-e Palazzo Albani. Questo Papa tra
dosi però senza successione maschile in- le altre dimostrazioni di alfetto che die-
traprese importanti negoziazioni col Pa- de a questa seconda sua patria, fece rie-
pa, ed a tal effetto spedì in Roma per suo dificare la cattedrale, indi energicamen-
agente residente il (rateilo del detto suo te s' impegnò col granduca di Toscana
intimo favorito conte Mamiani pesarese, per la rottura delle chiuse, a mezzo delle
cioè il conte Angelo Mamiani della Ro- quali giravano suoi mulini, lo che pro-
i
vere, già gentiluomo di Paolo V, poi re- duceva grande influenza di malattie ai
ferendario di Gregorio XV, personaggio pesaresi, cagionate dal trattenuto corso
PES PES 2o3
del Foglia, le cui acque stagnando nelle siriaca la Bellona, fornita di 4^^ pezzi di
valli marcivano, restandone impedito il cannone, e dopo un trattenimento a Ma-
corso. Tra presidenti di Urbino e Pesa-
i lamocco , martedì 7
giugno pesaresi 1 i
ro, che governarono con maggior lode la scoprirono da lungi, e tutti si alFulla-
di marmo nella sala del palazzo pubbli- benché fosse stato conchiuso l'armistizio
co. Nel Diario del viaggio a Vienna di coH'Austria, e solo lasciò la città a' 5 a-
Pio VI, si legge che a'4 marzo, proce- gosto. Si recarono a ricevere il Papa nel-
dendo da Fano per Piimini, si trattenne la rada, il generale ìMillius , il commis-
alquanto in Pesaro nel palazzo apostoli- sario de Cavallar, i deputati del vesco-
co, consolando i giubilanti pesaresi coll'a •
vo ed il magistrato. Discese Pio VII in
postolica benedizione, che compartì dal- una feluca coi cardinali Giuseppe Doria,
la gran loggia nobilmente ornata. Dal Pignatlelli, Caprara, Borgia e Braschi,
u." 776 del Diario di Roma si ha che ri- e col ministio imperiate Ghislieri, anti-
tornando in Roma, da Rimini li
4 gì'»- cipò il suo approdo. Neil' avvicinarsi al
gno giunse in Pesaro alle ore i i, tra le lido, l'aria echeggiò dei più vivi applau-
salve dell'artiglieria della fortezza e le si, del suono delle campane, e delle ar^
acclamazioni dei pesaresi , ricevuto dal liglierie dei legni del porto e dei forti. Il
ce di Monte Fabali, già unita alla cano- telli, i nipoti ed i parenti, che accolse a-
nica di s. Eracliano di Pesaro e poi ai morevolmente, a tutti dando segni di pa-
vescovo, indi commenda : l'abbazia esi- terna gioia e gradimento. Salito in ctir-
steva nel I2i4j ed eranvi certi eremiti iozza, il Papa affatto non volle che se ne
che adottarono la riforma di s. Gugliel- staccassero i cavalli ,
per trarla a brac-
giorni prima di Natale, alcuni sediziosi banda militare, facendo ala la flmteria
favoriti dal generale Dambrowski procla- austriaca, seguito dal magistrato e dalle
marono eia repubblica, indi
la libertà carrozze degli altri, pervenne alla porta
spedirono a Milano per essere incorpo- della città, essendo le strade esterne ed
rati alla repubblica Cisalpina ed al dipar- interne adornate in vari modi festevoli:
timento dell'Emilia, benché nel trattato sul confine della piazzetta grandeggiava
di Tolentino fosse la città lasciata alla s. un arco trionfale, con analoga iscrizione.
Sede, ciò che toccai nel voi. XLVI , p. Alla cattedrale venne ricevuto dal vesco-
193 ed altrove. vo Beni, che essendo incomodato di sa-
Nel 1800 eletto Pio VII in Venezia, lute non avea potuto andare al porto, da
la prima città dei suoi dominii a ricever- altri vescovi e dal clero secolare e lego-
lo fu Pesalo; se ne legge la descrizione lare : ricevuta la benedizione col Santis-
nei n. 52 e 53 del Diario di Roma , e simo dal cardinal decano, il Pontefice sa-
nei Possessi di Cancellieri p.465. A Ve- lì all'episcopio, nell'appartamento prepa-
nezia il Papa s'imbarcò sulla fregata au- rato con magnificenza pel suo alloggio.
- -
zione. Accompagnatodalla cavalleriaau- quale fiorì nel 247, fece fabbricare la cat-
striaca, proseguì il viaggio per Fano, ove tedrale, e vi trasportò il corpo di s. Te-
la di lui madre avea piamente termina- renzio. Rimarcherò tra i successori, s.
nì all'unpero i dominii della Chiesa, di nel 649 Massimo che fu al concilio di La-
chiaiò Pesaro parte del dipartimento del tera no; Beato intervenne a quello romano
Metauro, e residenza del tribunale di 1.* del 680; Andrea fiorì nel 743; Domeni-
istanza e del vice-prefetto. Nel 1809 Pio co deli'826 fu al concilio di Eugenio II;
interveiiDe nel 1 lyy in Venezia alla ri- tare delle sacre Stinniiate nell' Alvernia,
conciliazione di Alessandro 111 con Fe- ma dell' antipapa Clemen-
qual fautore
derico l; Pietio 11 ottenne la dignità pel te i38i fu deposto da Urbano
VII nel
favore di ijuell imperatore, perciò scomu- VI. Francesco 111 visse dali 38G al 398. 1
nicato da Alessandro III, indi restìtitilo Nel 1407 Antonio C^i5(/// sanese, trasla-
al vescavato, ed ammesso nel concilio di to a Siena e creato cardinale*, gli succes-
Lalerano IH nel 79. Enrico del1
90,
i 1 1 se nel 1409 il fratello Bartolomeo 11 mo-
di cui SI ha un privilegio in favore del- naco ed abbate di s. Alustiola di Chiu-
la canonica, chiamala iloinus cìonicaia, si, che celebrò il sinodo, ove fece saluta-
la quale insieme colla principal chiesa ri decreti. Nel i4'9 Giovanni I Bene-
fu ediiìcata sulle rovine dell' allenato detti pesarese, che Nicolò V spedì ora-
tempio di Giove, ed in appresso si esle- tore ai sanesi, e morì nel i45j-Nel 1473
se sulle antiche mura della città, ed eb- Tommaso II Vincenzo Giagorelli nobi-
be il capitolo pesarese, il quale antica-, le fanese, pento nelle lettere greche e la-
mente praticò la vita comune, delia quale tine e nei canoni, caro al cardinal Bes-
in [>iù luoghi tengo proposilo. Indi di- sarione, abbate di s. Paterniauo di Fa-
venne vesc<jvo Pietro 111, secondo 1' O- no; eletto nell 474 vescovo di Terni, fu
livierijcnon conosciuto dall'Ughelli che Iraslato a Pesaro nel 47 5. Lorenzo Ca- 1
sede di Pesaro nel i536 al nipote Lodo- Fossombrone, profondo canonista ed au-
vico Simonetta, il quale creato cardina- tore di pregiate opere. Gregorio XV! nel
le da Pio IV lo trasferì a Lodi: in sua i83c) da Augustopoli in par-
vi traslatò
vece nominò nel i56o il nipote Giulio tibus Francesco de' marchesi Canali di
Simonetta che intervenne al concilio di B.ieti, che morto a'5 settembre 1846) il
Trento. Nel 1609 fr. Bartolomeo ili Gior- regnante Pio IX nel concistoro de' 12 a-
gi de'minori osservanti, preclaro pastore; prile 1847 scelse per vescovo l'attuale
nel 1612 IMalatesta Baglioni nobilissimo mg.' Gio. Carlo Gentili di Sanseverino,
perugino, di somma prudenza, profon- che essendo canonico teologo di quella
da erudizione ed altre virtù, onde fu cattedrale, professorenelseiuinariodi sa-
impiegato dalia s. Se(\e in diverse vicele- cra scrittura e di storia ecclesiastica, pro-
gazioni anche all'impeiatore; questo pre- vicario generale ed autore di dotte opere
iato per la sua rettitudine meritò l'atTel- (se ne legge l'elenco nell'opuscolo: Già-
lo e quanto il conte Francesco Mamia- dizii. sopra gli scritti di monsignor Gen-
ni la piena confidenza del duca France- fili), di patria istoria, avea me-
massime
sco Maria II, per cui ebbe la priucipal ritato che Gregorio XVI, ad onta di sua
parte nel lodevole contegno tenuto dal edificante ripugnanza, ed in premio e-
duca con Urbano Vili per la cessione ziandio delle molte sue virtù, nel 184^
del ducato: Malalesta da quel Papa fu lo donasse alla sede di Piipatransone, che
poscia trasferito ad Asisi. Nel 1688 A- dolente ne vide la partenza. La diocesi
lessaudro Avii nobile di Camerino, che di Pesaro è ampia, si estende per più di
celebrò e stampò il sinodo ne! i^oo, in- 2 5 miglia, contiene molli luoghi e 3c) par-
di traslato a Sanseverino. Gli successe nel rocchie. Ogni nuovo vescovo è tassalo io
1702, per destinazione di Clemente XI, fiorini 3oo ,rendendo la mensa circa
Filippo Carlo Spada nobile spoletino : 2,000 scudi. Sulla chiesa e diocesi di Pe-
con questi l'Ughelli e continuatori nel- saro si possono leggere le seguenti ope-
Y Italia sacraci. 2, p. 807, terminano la re : Olivieri, Lettera sopra alcuni vesco-
serie dei vescovi di Pesaro, proseguita vi ignoti all' Ughellij /Memorie della chie-
dalle Notizie di Roma, Iva i quali ricor- sa di s. Maria di Monte Granaro posta
derò i Marc'Autonio Conti dei
seguenti. fuori delle mura di Pesaro, l'J'J'j; Me-
duchi di Poli e Guadagnolo romano, e- morie della badia di s. Tommaso in Fo-
letto nel 774, pronipote d'Innocenzo
1
glia, Pesaro 1778; Memorie della ba-
Xlll.PioVI nel 1775 dichiarò vescovo dia di Croce di Dlonte Fahali nel pe-
s.
il cardinale Gennaro Antonio de Simone. sarese, Pesaro 779. Calisto Marini, Dis-
i
Pio VII nel 1806 nominò Andrea de' sertazione sopra l'antica immediata di-
conti Mastai Ferletti di Sinigaglia, chia- pendenza de' vescovi pesaresi dal Ponte-
ro per le sue virtù e per opere stampalo fice romano, detta neW accademia in Pe-
PES PES 207
sarò la sera de" 11 febbraio 17.58, nel t. cui porla, che è pure l'ingresso dell'epi-
6.° degliOpuscoli del p. Calogeià. Zac- scopio, si legge I 3oG. E in forma di cro-
coni, Lettera al conte Francesco Ginan- ce latina, con cupola, ed ha una sola va-
ni in data eli Pesaro li 1 5 giugno 1763, sta navata,con tribuna dietro l'altare
con la quale illustrò la chiesa pesarese, maggiore. La crociata ha due ciippello-
ed alcuni suoi vescovi, presso il t. 12.° di ni; quello a destia rappresentante un tem-
delti Opuscoli j nel 20.°poisi legge: Lui- pietto dentro un altro maggior tempio:
gi Giordani, /I/67/ior/er// 5. Ercolano ve- l'altare conteneva una preziosa tavola di
scovo di Pesaro e delle chiese in onore IiafFaele,poi trasportata alla galleria Pit-
di lui innalzale, letta nell'accademia di ti, ir mausoleo racchiude le ceneri del-
Pesaro la sera del 20 marzo 1 768. Oli- l'amico inlrinseco ed esecutore testamen-
vieri, Di s. Terenzio martire protettore tario di quel sommo pittore, Baldassare
principale della città di Pesaro, ricer- Turini da Pescia, datario e segretario di
che, Pesaro 1777. Acremente gli rispo- Leone X, e protonotario di Clemente
se il can. Antonio Slraniigioli, // vesco- VII. L'altro cappellone, padronato dei
vato di s. Terenzio martire e protettore Cecchi di Pescia, ha la tavola che rap-
della città di Pesaro dimostrato falso, presenta il martirio di s. Lorenzo del
Foligno 1787. 0\'iy\er\, HI emoric per la Gabbiani, che pure dipinse il sott' insù
storia della chiesa pesarese nel secolo dell'aico, esprimente l'Assunta, con arte
A7/7, Pesaro 1779- mirabile. Il capitolo si compone di 7 di-
PESCI A [Piscien). Città con residen- gnità, la i." delle quali è il preposto, in-
za vescovile del granducato di Toscana, di l'arcidiacono, il priore, il rettore dei
iu Val di Nievole, capoluogo di coniu- ss.Matteo e Colombano a Pielrabuona
nitàedi un vicarialo omonimo, nel com- con titolo di arciprete, mentre le altre
partimento di Firenze. Di figura quadi i- 3 dignità sono, il decano, il tesoriere ed
limga, è divisa in due corpi dal fiume Pe- ilprimicero] di 12 canonici compresi il
di arca le, as.sai più largo dell'antico. Il tea- t. i3, p. 363, il medesimo Papa accor-
tro fu riedificato più grandioso sulla fine dò alle slesse dignità e canonici la croce
del secolo passato. La calledrale, dedicala d'oro o medaglia con catena simile, colla
alla Eeata \ ergine Assunta, fu rifabbrica- elfigiedi Maria Assunta e di s. Gio. Batti-
la più magnifica sopra l'antica pieve nel sta, da potersi portare in ogni luogo. Tra
declinale del secolo XVU. Una parte ri- le altre chiese, due sole sono parrocchiali.
masta dell'antica facciata ha la maesto- La chiesa priorale collegiata de'ss. Ste-
sa lorre ad uso di campanile, sopra la fano e Nicola, costruita a Ire navate, è Ij
2o8 PES PES
hecoiiJa indignila; restaurata nel i32i, dedicata alla Visitazione. Pescia primeg-
fu pui dai fondamenti quasi riedincatu gia fra le città più manifattuneie del
nel 1748; esercita la rettoria il priore, granducato, anche per 1' utile immenso
terza dignità del capitolo. La chiesa di s. che riceve dalla fiumana del Pescia mag-
Michele nel borgo, di cui prese il nome, giore. Vi si coniano i 1 cartiere, la più
e fuori di Porta Lucchese, ha annesso il antica delle quali rimonta al secolo XV,
conservatorio già monastero di benedet- apparteneiile alla famiglia Torini. Utraf-
tine. Prima eranvi pure le domenicane, flco più esteso e perfeziona lo consiste nel-
le Clarisse, le carmelitane, i paolotli, i la trattura e preparazione della seta greg-
barnabiti, i cappuccini, i conventuali: gia, per le i4 filande e 6 valichi. Il ter-
Solo sussistono il monastero delle sale- ritorio riceve gran vantaggio dalle acque
siane, ed il convento de'minori osservan- delle trePescie, che qualche volta inon-
ti, oltre diverse confraternite. Altre chie- dano la sua pianura. La città ha fornito
se rimarchevoli sonOj quella grande di in tutti tempi personaggi distinti in let-
i
s. Francesco edificala nel 1211 dagli Or- tere, toga e spada,imperocché oltre no- i
landi pescìatini, cui la comunità aggiun- minali e quelli che dirò, senza contare il
se il vasto convento, e riedificata più bel- cardinal Ainniaiuiati che Lucca fa suo,
la nel 1720; non che la chiesa della ss. Coluccio Salutati che Stignano rivendi-
Annunziata, fabbricata nel 1600 dai bar- cherebbe per sé, come Galileo Galilei che
nabiti, benemeriti nel contagio del i63o. nacque dalla pesciatina Giulia Amman-
Il seminario si apri nel 17B4] t>el mona- nati, cello è che vi fiorirono Pietro One- :
stero di s. Chiara, e per le cure del ve- sti prof, di filosofia, lìaldassare Turini,
scovo Menchi migliorò assai nella scien- diverso dal summenlovato, luogotenen-
tifica istruzione, con scuole pei secolari e te nella Slesia, per Pio 11, nunzio in Un-
pei chierici, oltre gli alunni il vescovo : gheria e vescovo di Sirmioper Sislo IV;
Arcangeli nel 1762 avea incominciato Taddeo celebre maestro di grammatica;
pel seminario la più grandiosa e bella Matteo collaterale di Galeazzo Visconti;
fàbbrica di Pescia, ma dopo la sua mor- fr. Domenico domenicano compagno di
1667, convertì il suo locale in casino per fiscale della camera apostolica e promo-
la nobiltà nel 17 i4- Le fanciulle sono tore della Itìde; cav. Bartolomeo lialfae-
istruite dal convitto e conservatorio di s. li insigne giurisperito, e Francesco Forti
L'origine di Pescia risale ai primi an- nuova guerra coi pisani , i'quali furono
ni del secolo Vili, laoiule non ha fede la respinti nell'assalto che dieruno alla ter-
tradizione che la riedificasse Desiderio ra. Altra vigorosa difesa i pesciatini fe-
re dei lungoJjardi. Nel secolo IXeraap- cero nel luglio i43o, contro le soldate-
2)eiia un luogo o vico chiamato Piscia, sche di Fi anecsco Sforza ,
pel valore di
col qual vocabolo si espresse ancora tut- (riovanni Mnlavolfi, con vistosa perdita
ta la contrada percorsa dalle lìu mone di del" nemico. Più volte alcuni pesciatini
tal nome, signoreggiata da diversi, come tentarono di ribellare la patria ai fioren-
dal vescovo di Lucca e da Ugo de' Ca- tini, come nel r3r)6 per opera di Gra-
dolingi, ed il primo eziandio sul castello zia del Monte , o meglio di ser Paolo di
Bareglia, prima disgiunto dalla terra di Pino, e nel 1468 da Zanobi Orlandi per
J'escia, ch'ebbe due rocche. A proporzio- introdurvi il signor di Carpi ed altri ne-
ne chela popolazione della terra aumen- niici dei Medici ,
pel pretesto delle im-
tò , si estese il recinto di muraglie : nel poste fiorentine, mentre la popolazione
T 28 I era così florida, che nelle sue mura erasi ridotta a meno di 2,000 anime, o-
r.icchiudeva 16,000 abitanti. iVello stesso ra essendo quasi 7,000. Gli statuti di
anno i es[)Ugnarono e
lucchesi guelfi la Pescia, che già esistevano nel i3u8, fu-
bruciarono, per essersi data all'im^ìerato- rono riformati nel i4^9, in un a quelli
reP».odollol senza consenso del Papa: tut- di tutto il vicariato di V^al di Nievole e
tavolla nel 1286 gli anziani Lucca fece-
di Valle Ariana, i castelli del quale e le mu-
roreslaurarne le case,i templi e le mura, ra di Pescia nel 146? vennero riparale,
per cui tornò in buono stato. Pescia co- per provvisione della signoria di Firen-
me suddita , dovè seguitare la sorte di ze, oltre quelle favorevoli al commercio.
Lucca sua madrepatria , sia nel i3f4 Travagliata Firenze da vicende politiche,
quando se ne impadronì Uguccione, sia i pesciatini ne furono tranquilli spettato
allorché gli successe Castruccio, dopo la ri, non che dichiarandosi pei Medici
se
morte del quale variò di governo e di pa- e beneficalida Leone X, eressero loro i
droni ; poiché soggiacque ai tedeschi, al stemmi sulle [)orte che il vicario fece ,
la Scala signor di Verona, che ottenne il I 554) con licenza del marchese di Mari-
governo di Lucca per compra fattanedal guano , fiuono costretti darsi a Pietro
re, finché nel i33q Mastino fu costretto Strozzi, e poco mancò che non patissero
rinunziarne la giurisdizione alla repub- saccheggio. Cosimo I considerando Pe-
blica di Firenze, la quale a' 10 febbraio scia fra le pili fedeli, la chiamò Piscia :
vi spedì guarnigione epodeslà che rimi- Oj'pidum adeo fìddcjeà il granduca Co-
se in patria i guelfi fuorusciti ed espulse simo III a'ic) febbraio 1698 la elevò al
i ghibellini. I sindaci giurarono fedeltà a rango di città, ripetendo suoi principa- i
VCL. LII. li
aio TES PES
Maria Maggiore , una delle più antiche Gio. Battista Bossi di Signe diocesi di
pievi della diocesi Lucca , le cui me- di Firenze, trasferendo il quale a Pistoia e
morie risalgono almeno al secolo Vili. Prato, nel 1839 gli sostituì mg.' Vin-
Nel XIII avea buone rendite, e ne dipen- cenzo Menchi di Firenze, che nel i843
devanoTospedaledella pieve ed altri spe- traslatò a Fiesole. Essendo da quel tem-
dali, diverse chiese e la prioria di s. Ste- po vacante la sede, il Papa che regna nel
fano. Nel i5i9 Leone X per compiace- 1847 preconizzò l'odierno vescovo mg."^
re il suodatarioTurinipesciatino, smem- Pietro Nicola Forti di Pescia. La dioce-
brò dalla diocesi di Lucca non solo il pi- si si estende per 20 miglia, con 24 par-
viere di Pescia, ma le chiese della Val rocchie. Ogni vescovo è tassalo in fiori-
di Nievoli e di Valle Ariana che fosse- ni 191, con circa i 100 scudi di rendita.
de'i5 aprile. Quindi con altra de'2 3 set- lano vecchio e della cattedrale di Vale-
tembre i5ig, Leone X ordinò al vesco- ria o flJarsi detta pure di s. Savina o
,
vo di Pistoia di recarsi a Pescia, per istal- Sabina, trasferita nella città di Pescina,
lare il pievano Lorenzo Cecchi in prepo- e de'pregi e stato attuale di questa, se-
.sto. In queir occasione fu eretto il capi- guendo in tutto betiemerili marsicani
i
novembre i54i, Clemente VII e Paolo na,\ quali riportarono le notizie degli uo-
HI confermarono il Cecchi in preposto mini illustri che fiorirono nella regione.
della chiesa millius di Pescia, con la giu- Di questi uno per tutti qui solo ricor-
risdizione spirituale sopra i popoli delle derò, come accennai
Marsi, che vi eb-
a
comunità di Pescia, Monte Catini, Bug- be i natali (da padre palermitano oriun-
giano, Massa e Cozzile, Monte Vcttulini, do di Montaldeo nella Liguria e da ma-
lizzano e Vellano. La serie de' vescovi dre romana) il gran cardinale Giulioi^/(7z-
di Pescia è riportata dalle Notizie di zarini ( di cui e de' suoi in tanti luoghi
Roma. Benedetto XIII a' 20 settembre ragionai )arbitrodella Francia sotto Lui-
1727 per i.° vescovo dichiarò Bartolo- gi XIII e Luigi XIV, che emulò la glo-
meo Pucci di Montepulciano. Quindi nel ria del predecessore cardinal Richelien.
lySB Francesco Gaetano Incontri di Nella sua biografia lo dissi nato in Ro-
Volterra, trasferito a Firenze. 174^ Do- ma, secondo le lettere di cittadinanza^ ri-
nato Maria Arcangeli d' Arezzo. 1773 lasciate nel 1639, ovvero in Pescina e ;
nozioni lessi molti de'tanti biografi che de alborafe. TI fabbricato si distende d;tl-
raccolsero le memorabili gesta dell'insi- la cima del monte al piano ove sono i ,
gne porporato, e trovai che avvenne di migliori edifizi e la bella piazza decora-
esso come di Omero, di s. Tommaso ta di vaga fonte, sovrastata da obelisco
d' y\quino e di altri sommi ingegni, dei eretto in onore del patrono s. Antonio
quali vari luoghi si disputarono V onor di Padova. Fra principali edifizi van-
i
rato Cesarano, del seguente tenore. Die da Alessandro Mastroddi letterato e giu-
ì 4 tnensis /ulii anno 602, Julius Ray-
1 reconsulto distinto. L'antico palazzo ba-
mundus filius domini Pelri ]\Iazzarini lonale de' Colonnesi ha nella cappella
panornìilani, et d. Ortensiae ejus iixo- della Natività esilila loggia eccellenti pit-
r/.9, a me d. Pàschale Pj'/j-
haptizatusfiiil ture della scuola di Giotto. In questo pa-
pi. Questo documento sostanrialmente lazzo evvi l'educandato e le scuole delle
concorda con altro più autentico e cir- fanciulle, sotto la direzione delle suore del-
costanziato che nel 835 fece estrarre 1 la carità dell'istituto di Napoli, stabili-
dall'archivio capitolare di Pescina il ri- mento benemerito del luogo ede'circon-
spettabile mio amico e illustre pescinese vicini paesi. Esiste in Tagliacozzo un mo-
d. Salvatore Proia, il quale cortesemen- nastero di clausura di monache benedet-
te mi ha donato la copia conforme. Laon- tine, clfe secondo il rev. Maiolini fu e-
de è fuor di dubbio che il IMazzarini è pe- rello fino dai primi tempi dell'istituzio-
scinese per nascila, romano per adozione. ne dell'ordine benedettino, sotto la deno-
In addizione alle memorate notizie su minazione de'ss. Cosimo e Damiano, ed
Pescina e sulla diocesi di]Marsì,in que- anticamente sorgeva presso la chiesa di
sto articolo parlerò delle principali città s. Ciiovannidella Valle de' Varri, distrut-
e castella illustri soggettea Pescina quan- to dai saraceni. A! monastero è annessa
to alla giurisdizione ecclesiastica, Taglia- l'omonima chiesa, che al dire del loda-
cozzo, Avezzano, Celano, Carsoli e Ori- to scrittore trovasi parrocchia fino dal
cola, non che
famoso lago Fucino,
del primo momento della sua esistenza, e
riportando con esse altre analoghe noti- che quindi diventò matrice'per essersi po-
zie civili ed ecclesiastiche importanti e in- steriormente fondate sul suolo della me-
dispensabili al complesso dei tanti velati- desima altre tre chiede sotto l'invocazio-
vi articoli contenuti in questo Dizionario, ne di s. Pietro, di s. Nicola e di s. Egi-
eziandio per essere stato l'Abruzzo Pa- dio, che poi si eressero in parrocchie, po-
trimonio e dominio della chiesa romana. ste sull'alto del paese, mentre quella di
Tagliacozzo. Luogo illustre, già ca- s. Cosimo è verso il centro.Il monaste-
sandro: apologia per le parrocchie sile giosi. Altrechiese esistenti sono quelle di
sull'allodi Tagliacozzo.ec, cn'\^\co\' An- s. Antonio abbate , di s. Giovanni De-
gelo Persia rispose con l'opuscolo: Po- collato o della Misericordia, ora del Cro-
che parole a confutazione di alcune di- cefìsso, e di s. Maria del Soccorso eh' è
cerie, ec. contioii can. Maiolini. Le altre la.pii.i antica delle nominate. iVelle vici-
chiese principali, dopo le nominate par- nanze e sopra una collina in faccia al-
rocchiali, sono le seguenti. La chiesa di 1* oriente è il santuario di s. INIaria dei-
fi. Francesco edificata danna dama di ca- l'Orienle, la cui immagine è venerata in
sa Orsini nel 1228 o nel 1260, indi ac- antichissima e divota effigie dipinta a o-
cresciuta da Gio. Battista Orsini, essendo lio. in tela, ivi portata dall'oriente nella
ampia e bella; con molte reliquie vi si persecuzione delle sacre immagini fatta
venerano le ossa del b. Tommaso da Ce- dagl' iconoclasti.Il tempio e le sue cnp-
Jano francescano; l'altare del Crocefisso pelle furono restaurate iìcI 1686 e poste-
Ila questo scolpito in legno da un servo riormeiite, Tagliacozzo da alcuni antichi
di Dio e perciò in gran divozione, nien- e moderni geografi è fregiata del titolo
tre vuoisi che per rivelazione divina ese- di città, e lo meriterebbe per molte ra-
guisse la piaga del costato. Si credono ivi gioni , avendo pur dato uomini illustri
de dal 1824 per concessione del comune, paese fosse edificato dalle rovine dell'ao-
In essa annualmente si celebra una so- tica città Clastidiao Castaldia, ovvero
lenue festa in onore di s. Antonio di Pa- da quelle della colonia di Carsoli e dei
dova e in commemorazione del prodigio cliternini, o meglio che avesse principio
da lui operato a favore de' di voti ajji- dai marsi odagli equicoli, per le vie ter-
tanti. La chiesa e convento della ss. An- minali de' loro dominii, e per tultociò
nunziata é fondazione de'tagliacozzani e appellalo Tale-Equiliurn e Talieqnitiuni
PES
o TakacjuUiain. Vuoisi ancora che tal molte castella^ indi restaurata da Ri-
vocabolo gli dessero gli abitanti di voti del naldo Orsini ne'[)rimi periodi del secolo
]j. Eqtiizio abbate, lìorito ai teuipidi s. XVI. B\i Tagliacozzo anche cinto di for-
Gregorio I, avendo abitalo il monastero tissime mura dal re Ladislao, dopo es-
della Beata Vergine in Valeria e predi- sere stalo disfatto a lloccasecca. Si au-
cato il vangelo a'quei marsi die se n'era- meiitò pel palazzo baronale a guisa di
no allontanati. Non mancano chi fa de- da Piobcrto Orsini,
fortezza fabbricato
rivarne il nome dalla rotta data dai pu- decorandolo di maruii e pitture ([uesli :
gliesi e marsi ai goti orientali, con dirsi nel 3^5 fondò ancora la chiesa di *.
I
Taglia Goti il luogo ove l'orse accadde Gio. Battista, per commenda dell'ordine
lu battaglia, ma Tagliacozzo gii» esisteva, gerosolimitano. Tagliacozzo fu assai dau-
come aJFermano alcuni storici. Fiu^l- neggiato dalle civili discordie, massime
meule si narra che gli abitanti facendo tra gli'abitanti e gli Ai-goli signori di Ca-
strage degli scellerati the l'infestavano, ilel Marano e di altri feudi. Con titolo
iuìposeroal luogo il nome del più famosu di contea la dominarono Berardi gran-
i
di essi, credendo alcuno ciò avere forse conti de' Marsi. 1 grau-conti.de' Marsi,
relazione collo stemma comunale , che tanto celebri in Italia, per linea retta ii-
rappresenta due uomini armati, i quali conobbero l'origine da Carlo Magno e da
dividono un mantello; però sembra più
Sii Berardo suo discendente, come figlio di
probabile, che le due figure esprimano Pipino nipote di Bernardo re d' Italia,
due guerrieri custodi del sito in atto di figlio dell'altro Pipino nato da Carlo.
dividersiun paludamento, opinione fon- Egli ebbe da s. Leone 111 il dono di mol-
data sui trionfi riportati dai valorosi te terre nella Sabina e divenne signore
marsi per la colonia di Carsoli, s'è vero della provincia Valeria coi titolo di gran
che fondò Q. Cassio allorché dimorò
la conte de' Marsi. Nella sua cospicua stir-
nella medesima, per lo che Tagliacozzo pe si noverano illustri guerrieri, vescovi,
fu talvolta chiamato CitUÌ di Carsolì, cardinali, come B trai di o Bernardi,
i
laonde adottò la comune insegna del pa- gli Oderigo o Oderisio e gli altri alar-
ludamento. Tuttavolta quei che vanta- si cardinali, di cui parlai alle loro bio-
no fondatore il re Cottio o Q. Cozio il- grafie, insieme a Papa Viltort III, e altri
lustre cavaliere romano, asseriscono che personaggi insigni, il cardinal Giovanni
si dicesse Tale-Coliuni^cìot Tale- Cotinnt de' conti di Tagliacozzo, non che varie
oppidum est a Q. Cotlio.K pertanto cre- cospicue famiglie sotto diversi cognomi.
dibile che Tagliacozzo abbia principio Questi conti usarono del titolo di : Dei
da fatti illustri, cui corrisposero ognora graliae Marsoruni conies. Adessi ap[»ar-
i cittadini, essendo assai encomiati per tiene l'edificazione di Marsico vecchio e
isquisita e generosa ospitalità, di cui la di Marsico nuovo (F.)sede vescovile iit
Marsica è celebrata per eccellenza, per Basilicata. Negli articoli Marsi vescova-
nobiltà di sentimenti , coltura e genti- to. Conti fajugua, Innocenzo III e in
lezza di tratto, da non essere in nulla se- proposito dei duchi econti di
altri, tenni
conda a verun'altra città ragguardevole, Marsi, ed a chi sono rimasti titoli. Al- i
come io stesso colla mia famiglia assai lorché Papa Giovanni discacciò dai X
sperimentammo e ammirammo: tanto suoi stati i saraceni, molti ne perirono
dovea dichiarare per ossequio di grato tra Tagliacozzo e Carsoli, poiché i marsi
animo. Tagliacozzo ebbe già tortissima erano soggetti al supremo dominio del-
rocca, presso la quale fu la chiesa di s. la s. Sede, contribuendovi i tagliacozza-
Cecilia, riedificata nel i^Sg in forma di ui. Questi coi carsolani e altri marsi e-
torre da Aodrea del Ponte signore tli ziaudio cooperarono ucl pontificato di
2l4 PES PES
Giovanni XI alla scoufilla degli ungheri raco, Spidiuo, Cerchio, Colli, Pietra-Ve-
iuvasori, per cui si alliibuisce a tale vit- noia, Cappadocia, Rocca di Cerro, Allo
toria i due guerrieri dividenti la preda s. Maria o Poggiteli©, Castel -Vecchio,
tolta agli ungheresi, e t'oruianti lo stein- Scanzano s. Donato, Poggio-Filippo,
,
te, uno della quale, Andrea, accrebbe gli AqW antipapa Nicolò P'.), Magliano, Suc-
ediflzi del paese. Pare che i del Ponte ne ce, Àvezzano, Canestro, Meta, Civita d'
ritenessero il solo titolo, quando perdu- Antino, Civitella, Castel di Carlo, Ca-
tone dominio, questo acquistarono gli
il stello in fiume, Cese, Rocca di sopra, Gir-
Orsini del 4.° ramo che primeggiò sugli gtito,Rocca Randisio, Poggio S.Giovan-
altri, da cui derivarono gli Or^m/signori ni, Radicarla,Torre di Taglia, Capra-
di Bracciano {V.) e gli Orsini duchi di dosso, Lugo e la baronia di Carsoli. An-
Giavina del 5.° ramo e superstiti, come che altre terre e castella furono dello sta-
sini si confederò coi tiburùni contro i disposizione della regina Giovanna 11 era-
Colonnesi, ma nel i38i questi ultimi no stati in Odoardo fratello di Papa Mar-
rompendo guerra espugnalo
agli Orsini, lino V dichiarati duchi di Marsi e di Ta-
Tagliacozzo, ne' piani de' marsi ebbero gliacozzo e conti d'Alba nel i4'9» come
luogo battaglie e devastazioni di campi, raccontai a Colonna famiglia. Calato in
facendosi poi la pace nel 1882. La si- Italia Francia nel 1 494»
Carlo Vili re di
gnoria del luogo e dello stato l' ebbe o die Io stato di Tagliacozzo a Fabrizio Co-
per conferma o per nuova concessione lonna figlio di Odoardo, privandone Vir-
nel secolo XV
Gio. Giordano Orsini, per ginio Orsini. Indi nel 1496, per ordine
avere sposata la figlia di Federico re di di Federico 11 re di Napoli, in Tagliacoz-
Napoli, e goderono suoi discendenti,
la i zo si coniò moneta, privilegio che eser-
the dimorando tra' marsi, dal contado citò il paese anche sotto il viceré mar-
d'Alba de'Marsi e Tagliacozzo ricavava- chese del Carpio. Successivamente nel
no annui scudi 3o,ooo. Alfonso re di ^lonlifìcalo di Alessandro VI insorsero
Napoli inimicatosi cogli Orsini, si recò guerre tra Girolamo Orsini e Fabrizio
con l'esercito in Tagliacozzo, ove ricevuti Colonna per lo stato di Tagliacozzo, il qua-
gli ambasciatori fiorentini mediatori si le stato fu definitivamente tolto agli Or-
pacificò con essi. Sotto il dominio degli sini e dato ai Colonnesi nel iSaG. Que-
Orsini la contea di Tagliacozzo contene- sti fecero di Tagliacozzo la capitale dei
va le seguenti terre. Oricola, Piocca di loro feudi in Regno, ma negli ultimi tem-
Bolle, CoUeseculo, Castel-Maaardo, Te- pi ne perderono ìì/us feudale. Nel resto
PES PES 2i5
Tagliacozzo seguì i destini del reame di Celano, Cllternum, Cclanuni. Fu edi-
Napoli^ e nel luglio 1B49 ^^^^ guarni- cato presso l'antica Celano, nella sommi-
gione di circa 5,ooo uomini con 8 pez- tà del morite Tino, e secondo Corsigna-
zi di cannone. ni ha il titolo di città, con la qualifica
Avtzzaao. Capoluogo di distretto, o- di capo de' Marsi. Divenne contea e in
ve dimora un sottintendente colle auto- tempo del conte Pietro fu distrutto dal-
rità subalterne ;
già residenza de' duchi l'imperatore Federico H, spogliandolo del
di Marsi e di Tagliacozzo, è posto in a- contado che die a Francesco Conti fra-
niena, deliziosa e liirtile pianura. Ha e- tello d'Innocenzo III; indi riedificò Ce-
con magnificenza nel 1490» ^ guisa di 122 I l'imperatore fece assediare Celano
fortezza, da Viiginio Orsini (discenden- e s'impadronì della fortezza, ma il tutto
te dal ramo della nubilissima famiglia ben presto il conte liprese con le armi.
Pagliara) signore del luogo. Agli Orsini In seguito altri signori dominarono Ce-
neila signoria erano preceduti i Corsi ed lano,non che la s. Sede, come antico suo
i Vangelisti, ed ai primi succedettero i dominio; i Colonnesi ed Piccoloniini i
nio neir aumentarlo l'abbellì anche con gli Sforza Cesari/li quali eredi de'prece-
pitture, avendo poscia ornata la bella denli. La principale chiesa è sacra a s. Gio.
via pel lago di Fucino l'altro Marc'An- Battista, e fu già prepositura nullius, il
lonio vincitore a Lepanto de' turchi, di cui capitolo intervenne all'elezione del
che è memoria nel palazzo. In casa dei vescovo di Maisi, ed ora collegiata con
nobili IMaltei sono alcune iscrizioni anti- cura d' anime. Di questo celebre luogo
che. La collegiata occupa il luogo del tem- parlai in più articoli.
pio d'Augusto, è sotto l'invocazione di s. Carsoli o Carseoli. Terra e capoluo-
Ijurtolomeo apostolo e di s. Antonio ab- go di circondario , succeduta alla cele-
bate, restaurala nel i 1 56 e successivamen- bre città e possente colonia rouìana del-
te rifabbiicala, per le inondazioni del l'aulico Lazio e ne' marsi, presso il cou-
lago e pel terremoto: essa è magnifica fìne degli equi ed fiume Torano. Che
il
Bolle, Oricola e altri luoghi. Divenuta gelo, di Maria Maddalena (ove furono
s.
Carsoli baronia con a)olti luoghi sogget- in ampio monastero delle monache, poi
ti, fu poscia posseduta dagli Orsini, che passato ai domenicani), e quelle antiche
restauraiono il castello nel 1 343 per o- di Treinonli, di Carchio, de' ss. Martino
pera del cardinal Rinaldo. Verso il i^^.'jj e Barnaba, e Villa Maggiore rovinata
ricadde alla corona di Napoli, ilalla qua- nella conquista degli angioini, j)er cui gli
le fu concedo la a R.oberto Orsini, doa» abitanti accrebbero quelli di Magliano.
de passò a Fabrizio Colonna per conces- Fu ne'circostanli piani Palentini (giù Va-
sione di Ferdinando V le di Spagna. lentin!, così detti dalla chiesa di s. Va-
lìJai^iiano. Terra de'marsi, già sogget- lentino distrutta, indi piano di Palenta
ta allo stato di Tagliacozzo, giace su a- o cani[ii l'alcntmi), precisamente presso
menissimo colle, grande, ricca e fregia- Munte Carchio, a'24 o 2J agosto 12G8,
ta di altre prerogative, rimarcandosi tra ch'ebbe luogo la vittoria di Carlo I d'An-
i suoi fertili prodotti il zatlerauo e gli a- giò contro lo svevo Corradiiio, onde il
uisi chiamati finocchio dolce. La chiesa primo vicino alla Scurcola eresse un mu-
parrocchiale è sotto l'invocazione di s. guifieo tempio a s. Maria della Vittoria,
Lucia , ed i Carlucci vi edificarono la con monastero cistercieuse (poi passalo
chiesa di s. Gio. Battista. L'an.pio con- ai benedettini), in seguito diroccalo, for-
vento de'doraeuicani, conia graziosa chie- se nelle guerre o dal terremoto; e ciò
sa di Maria Maddalena, è fondazione
s. in adempimento al volo fatto, dotando-
de' maglianesi. Hawi pure il convento lo di pingui rendite per suffragio de'suoi
da' riformati con la chiesa di s. Maria e soldati uccisi nel conflitto. La statua della
s. Martino; mentre fuori diMagliano e- B. Vergine che Carlo I avea fallo veni-
siste la parrocchia di Nostra Signora. Tra re di Francia, rinvenuta nelle macerie
PES PES 217
tlella cliiesa, fu nel i5:/5 con manifcslo ronnsuccessivamenle Rcrardi gran-con- i
do ii geografo Magiui città degli equi- rito di Cecilia Colonna, i benedettini del-
coli, delti poi cicoli, onde la regione da l'abbazia di Subiaco (della quale nel se-
loro abitata si chiamò Ciculaiio (Fat- colo passato fu abbate Arrigo d'Emilio
teschi, Jlemoric del ducalo di Spoleto), orii.olano),gli Orsini, l'oricolano Adriano
pO[)oli valorosi che guerreggiarono più !\Juntaneodel i 3(S 1 (dettoil generale della
volte coi romani; già sentinella dell'an- JMotilagna) diesi distinse nellegnerre sos-
tica cillà manifatturiera di Civita Caren- tenute dai sublacensi contro tiburlini a
i
zia colonia romana, la quale ebbe mu- danno degli Orsini, cui occupò molle ter-
ra ciclopee. A contatto del confine dello re, esistendo memoria della sconfitta dei
stalo pontificio, dulia parte di Arsoli è tiliiirtini nella chiesa di s. Scolastica di
distante da Roma circa 38 miglia. E' ri- Subiaco; finalmente divenne dominio
nomata pel bosco Sesara, il quale negli de' Colonnesi duchi di Tagliacozzo. Psel
ultimi tempi degli antichi romani furiA suo territorio si trovano diverse antichi-
gran copia di legname per le costruzio- tà, iscrizioni, medaglie, idulelti, ec. Tra
ni navali. Nel i556 per la guerra contro le abitazioni sono le migliori quelle dei
Paolo IV fu piazza d'armi, difesa dall'Or- signori de \'ecchi , Ferrari e Laurenli:
sini contro un Culunna che erasi fortifì- oltre i nominati da Oricola uscirono al-
cato a Subiaco, il quale incendiò il pae- tri uomini illustri e Simone iNituglia fi-
se e vi lecò lagrime voli guasti. Giace sul- losofo. L' antica chiesa abbaziale e par-
sua antica rocca sono restate 3 torri, le questa è collegiale con arciprete e capi-
quali presentano un triangolo, ed alcune tolo, sino dal i588, epoca della riunio-
mura. Vi si ^ode eccellente aria e l'ame- ne delle parrocchie. Vi sono altre chiese
na vista delle circostanti montagne e pae- rurali ed il beli' oratorio pubblico dì
si, non che dell'ampia valle del Cavalie- giuspationato de'De Vecchi, dedicalo al-
re, bagnata dal fiume Torano e dal tor- l'Assunta ed ai ss. Pietro e Paolo, il cui
rente Ganiberano che si unisce al pri- altare fu nel 740 consagrato e nel
i i
746
mo. Il nome della valle lo prese dall'al- l'oratorio. La patrona del paese è s. Re-
bergo ch'è sull'ingresso della strada ro- stitula. 11suo territorio è ferace di ce-
mana, la quale introduce in Regno, già reali, mancano per altro in proporzione
via Valeria, edificato dai Colonnesi pei braccia per coltivarlo, poiché nel i^jG
viaggiatori, ad istanza d'un cavaliere (on- sulfiirono gli abitanti un' orribile strage
de ne prese il nome, secondo il Corsigna- nella chiesa di s. Tommaso di circa 700
oi), il quale essendo a caccia avea corso vittime, le quali si erano rifugiate in quel
pericolo diella vita se non era alloggiato tempio, onde evitare il furore de' Colon-
da un pastore. Meritò l'albergo d'essere nesi, che in seguilo ne divennero padro-
descritto dall'Olstenio, e dipoi vi fu col- ni, come ho detto.
locata uu' antica iscrizione. L-j possedè- Ltigo Fucino o di Celano. E' posto a
2,8 PES PES
nìezzogioino tra i tQonti Apeuuiui che la di Plinio il passaggio della famigera-
circondano con amena pianura i Marsi; ta acqua ISIarsia o INlarcia (sulla quale si
la sommersione delia già splendidissima estinto; come non è provato che le sue ac-
IVIarruvioo Marsi i critici convengono, que fossero state con acquedotto portale
non cosi delle altre due, che ritengono in Roma e in ampio fonte sulCampidoglio
A questo cele-
perite per altre cagioni. dal pretore Q. Marzio o dal re Anco IMar-
bre ed auaenissimo lago fanno mirabile zio,perciòchiaraata acqua /1/tìJrsi'a oMar-
corona in deliziosa situazione precipua- sia e poi Claudia dall' imperatore Glau •
mente le castella e terre di Orluccliio o dio (Tiberio Druse); bensì questo im-
Orligia Gissa, Trasacco, Luco, Vene- peratore nel 794 di R.oma fece eseguire
re, s. Benedetto, l'esciua, Avezzano, s. colla direzione di Narciso il famoso emis-
Polino, Paterno, e poco piti lungi Alba sario per diseccare o piuttosto restringe-
Fucense, Cerchio , Colle Armele_, Cela- re leacquedel lago, impiegandovi undici
no vecchio o l'antica Cliternia, che da vi- anni e l'opera di So, 000 schiavi, e trafo-
cino lo domina in bella eminenza. Le sue rando la montagna detta WSalviaiio per
onde dir le potresti col Petrarca, chiare, lo spazio di tre miglia. Il qual traforo e-
fresche e dolci acque, ma non già giove- seguito che fu, l'imperatore si trasferì da
voli a molte infermità ed usate nei ba- Roma Fucino e vi fece rappresentare
al
gni. Dalle analisi chimiche fatte dopo le lo spettacolo di una battaglia navale, con
descrizioni di Febonio e Corsignani, si 100 navigli rodiolti e siciliani, con mol-
è trovato che le acque non hanno pro- ta strage degli schiavi combattenti. Indi
prietà minerali ond'è credibile che le
; fu dato esito alle acque per l'emissario,
acque o cambiarono natura o perderono ma il successo non rispose all'espettazio-
le supposte virtù di guarire dai mali, nel- ne : pertanto venne approfondito lo spe-
la credenza che il Fucino fosse abitato co o piuttosto il canale di derivazione, e
da uu nume , a cui s' innalzarono tem- compiuto il lavoro Claudio vi ritornò e
pli e votive iscrizioni. Il lago è andato celebrò le feste de' gladiatori, e Agrippi-
soggetto a escrescenze e decrescenze, la na sua moglie abortì per lo spavento pro-
principale di queste nel8 1 6, forse per 1 dotto dal precipitoso impeto delle acque
la maggiore o minore quantità d'acijua incanalate , forse per malizia dell' ar-
che gli tributano monti e i circostanti chitetto, con troppa foga nell'emissario.
gli 8 fiumi che vi sboccano, ovvero dal- Dopo la morte di Claudio, sia per l'in-
la ostruzione dei naturali inghiottitoi che curia de' successori, sia per tutta altra
possono essere nel suo fondo. Rarissiraa- ragione , le opere di derivazione peri-
inente si congela la parte meno profon- rono, l'emissario si ostrusse in gran par-
da, nondimeno nel 1 167 il lago fu co- te e cessò dal suo officio. Nel secolo de-
perto di gelo, secondo la cronaca di Fos- corso qualche cosa vi fu operato, poiché
sanuova. Questo lago abbonda di stu- il Piranesi in due tavole incise la Dimo-
pendi pesci, fra' quali i barbi, le tinche, strazione dell' emissario del lago Fucino
i laltarini, ec. Fu anche detto Lago de {Raccolta t. 2 3), che dedicò al re Ferdi-
f^olsci, romani presso le sue
perchè i ri- nando! V,riportandovi una medaglia mo-
ve sconfissero 3o,ooo volsci. E' una fo- numentale con l'anno 779. Il lago Fu- 1
PES PES 21.J
cino celebrato da tanti scrittori, da ul- in un altro, per l'influenza del male. Pe-
timo lo fu pure dal professore di filoso- ste si chiamano quelle malattie al mas-
liei Liucei nel 1 834, indi pubblicala nel nesti e fanno spaventevoli stragi dell'u-
Giornale arcadico, ed a parte Ricerche : man genere, spopolando città e provin-
sul lago Fucino jV\.oma. i835 tipografia cie. Peste significa altres'i ogni sorta di
Boulzaler. Inoltre da questa ilAv/iomz si flagelli, castigo divino che mente a tutti
apprende come il regio governo per prov- salutare spavento e timore, scuotendo i
vedere ai danni provenienti dalle rinno- peccatori ostinati a verace penitenza con
vate e piìi forti escrescenze del lago, nel mirabili effetti, essendo i peccati la pé-
1825 imprese a spurgare e riaprire l'e- renne sorgente di tutte le avversità. Di-
missario e condotto Claudiano, affidan- ce s. Girolamo, che Dio manda suoi i
done il difficile incarico al valoroso in- generali castighi e flagelli perla sua inef-
gegnere Carlo Stefano de Piivera. Solo ci fdjile bontà, perchè gl'iniqui terminino
duole di vedere tuttavia un abisso di ac- le loro colpe, che altrimenti non si aster-
«|ue, dove per carila di patria 1' autore rebbero mai dal peccare; e perchè mol-
della Memoria prognosticava che avreb- ti se ne salvino, che in niuu' altra ma-
bero quanto prima biondeggiato le messi niera si sarebbero salvati, e tali li pu-
e pascolato i pingui armenti. L'intrapre- nisce in questo mondo per non punirli
quantunque condotta
sa restaurazixine, nell'altro (con eterne pene). Onde molti
a buon punto, fu poi abbandonata nel nel diluvio e nell'incendio di Pentapoli
I835, ed è fortuna che da quell'epoca in (della sacra scrittura), e nella sommer-
poi il minaccioso lago siasi contenuto tra sione degli egizi nel mare,e degl'israeli-
moderati confini. ti percossi nel deserto, stando per mori-
PESSINO o PESSINONTE o PES- re, si pentirono de'Ioro peccati, chiesero
SINUNTE, Pessinus. Sede vescovile di di cuoreperdono a Dio, sopportarono la
Galazia, la cui città fa assai celebre pel morte con pazienza, prendendola dalla
commercio e per un magnifico tempio divina mano in vendetta giustissima del-
sacro alla madre degli dei. L'imperato- le loro colpe, e si salvarono giusta il det-
re Teodosio 1 avendo diviso la Galazia to del salmista. In questo articolo non
in due provincie, Pessinonte diventò me- intendo fare la storia delle pestilenze,
tropoli civile ed ecclesiastica della 2.'^ Ga- parlando delle principali in tanti articoli
lazia nel V secolo, e nel XIII esarcato. con analoghe notizie; solo dirò di quel-
Ebbe a suffraganee le chiese vescovili di le più micidiali che patì Roma, massima-
Germia, Pitauisso o Petenisso, Sinodia, mente sotto Papi oltre qualche altra
i ,
Tucidide, che ci descrive la peste che de- boschi, ne dal riparo de' monti sino al
solò Atene e tutta 1' Attica, o«seiva che mare, poiché olire la proprietà che hanno
ebbe origine in Etiopia nel 5^i ,o secon- gli alberi in fivorire l'aria salubre, assor-
do altri dall'Egitto, passò quindi in Co- bono r idrogeno e il gas acido carboni-
stantinopoli e in diverse regioni, eserci- co. Perciò il Lancisi, De nativis, atque ad-
tando orribili stragi. Pel micidial mor- vrnt. codi rom. qualitalibus p. i 8, cotne
1)0 perirono in IMarsiglia 3^,000 indivi- disappiovò il taglio d'una selva e degli al-
duij secondo alcuni; in Alemagna e in beri lungo la spiaggia del mare Mediter-
due anni un milione di peisone, co-
circa raneo, che impedivano il soffio de' ven«
me riferisce Zach; in Basilea e in un an- ti del sud, eseguilo sotto Gregorio XIII;
no più di 12, ODO furono morti; in i così ne lodò un altro che fu fatto da Si-
Vienna per 6 mesi da goo a looo pe- sto V, 9 miglia da R.O-
alla distanza di
rirono ogni giorno; a Lubecca quasi o- ma, Iramoutnna, con dop-
dalla parte di
gui d\ circa lyoo vittime; in Eriurt pio vantaggio, poiché mentre fu tolto u:i
aoooal giorno, e per non dir di altri luo- asilo ai facinorosi che vi si ritiravano,
ghi, nel j348 in Inghilterra nel cimite- ii\ apet to un più libero ingresso ai ven-
ro de'religiosi di Citeaux s' inumarono ti salubri di settentrione, i quali però so-
da 5o,ooo cadaveri, e pienissimi erano no talvolta infesti, producendo raffred-
possono leggere
tutti gli altri sepolcri. Si dori e fiL'bbri inllaromalorie. Altre ragio-
in argomento, oltre l'articolo Medicina: ni delle pestilenze di Roma derivarono
Relazione del contagio slato in Firenze da febbri periodiche, prodotte dagli stra-
nel i63o e i633, col catalogo di tutte ripamenti del Tevere, da masse d' aria
le pestilenze celebri che sono state nel Djalsana delle Paludi Pontine (^''.), da
mondo, Firenze ifj ìi'\..Miìvalor\, Del go- materie putrefatte, da ristagui di acque
verno della peste, Uoma i r^i^- J- Papon, e da allre cause. Gli antichi romani e-
Della peste, a epoche ineinorahili di
le lessero sul Monte Palatino, in cui Roma
questo Jla gello, ed i mezzi per preservar- primieramente fu edificata, un tempio
sene, Marsiglia i8oo. \a\\\. Sulla peste alla dea Febbre e le resero il culto fi-
elle influenze di febbii accessionnli, per quali le matrone romane vennero ac-
cui gli stianieri Irctnarono al solo nonie cusate di aver propinato il veleno ai ma-
<\\ jt-bhri romane, conj'essi le apprllano. lili, e ben iGo di esse furono coudan-
Bipurterò un cenno molte influenze di nnle: questo fatto ci rammenta la colon-
di febbri accessionali e di ciò die si è na infame e gli untori nelle pestilenze di
[alto di piìi essenziale per ripararle, in Milano, nella quale città molti creduti
un alle piìi note pestilenze, ommettendo avvelenatori del popolo, dai tormenti fu-
le antiche avanti ai lomani, specialmen- rono obbligati confermare l'errore,, ben-
te (piella quando gli aborigeni scaccia- ché innocenti; ed a quello cui fu demo-
rono pelasgi dalle contrade d'J'alia, i-
i lita la casa, per memoria ivi si piantò u-
gnorandosene l'indole e l'epoca precisa. na colonna coli' epiteto d' ////(J'/ie. ìVelle
P. Italia, Lazio, Tevere, Monti e Mu- pubbliche calamità gli animisi sono sem-
ra ni Roma. pre esaltati, ed i tristi hannosempre pro-
iNeir anno 34 di Roma il contagio fittalo del disordine, restando soffocala
si eslese fino a Laurento; ed in quel- la voce de' buoni dal preponderante fa-
lo dell'anno 8." del regno di Nnma fu natismo. Abbiamo memorie delle pesti-
posto in venerazione Io scudo d Enea, ed lenze del 44ij 4j'7 ^ 4^0, d'influenze
islifuili sacerdoti salii in onore di Mar-
i di febbri perniciose, prodotte da alluvio-
te.Ai leinj)i di Tarquinio il Sirperho le ni del Tevere: eguali febbri formarono
acque stagnanti della palude del Vcla- i contagi del 544> -^47 ^ ^7'» generate
bro (ne feci parola ne'vol. 1, p. 7f),Xll, dal fetore di corpi corrotli. Quella del
p. i4, XX Y , p. iGojXXVI, p. 8, 9 ^77 attaccò principalmente la plebe e
cd'altrove), resero insalubre quella par- gli sdiiavi, lasciando i superstiti attac-
ad esse corso per
te della città. Egli die catida quartana. Nel 709 il mare gettò
mezso della celebre cloaca vias.ùma. ad Ostia un'immensa quantità di pesci,
Nel iri di Roma, forse per le Paludi che si corruppero e ammoibando l'aria
Pontine, Velletri e altri luoglii vicini per cagionarono influenza di febbri perni-
la pesliltMiza perderono da 9 decimi de- ciose.
Camillo; nidi seguirono quelle del 4^7) sdiiavi ed ailri. Sollo Papa s. Elcutero
222 PES PES
nel 189, la peste afflisse Italia e Roma, ne a Narra s. Gregorio I che
c/ji.sif/vnftó.
255 e durata 10 anni, ne'pontiflcali dei acque destinate al comodo ed al lusso del-
ss. Lucio I, Stefiino I, Sisto II e Dioni- la città di R.oma, per gli acc{uedolti ta-
sio. Nella mortalità pestilenziale d'uo- gliati e diroccati, furono abbandonate ;
abitanti, perchè sovente ritornò ne'luo- ordinava al secondo che percuotesse con
ghi dove avea fitto stragi; fu per que- la spada o spiedo che portava in mdno
sto ilagello che in occidente ed in Italia le porte delle case, e secondo il numero
"vieppiù propagò si la festa della Purifi- de'colpi, tante persone morivanonel gior-
cazione. Vi pure Ìi.\ la peste in Romanci no seguente non faceva egli, perchè
; ciò
566, nel pontificato di Giovanni III; mo- gli angeli nostri protettori non amano
rendo nel 5f)0 Pelagio lì di anguinaia, essere gl'immediati persecutori. Per una
allora epidemica, nel cui pontificato Ro- celeste rivelazione si venne a sapere che
ma ancora l'inondazione del Te-
soffrì la mortalità non sarebbe cessata finché
razione di s. Sebastiano per preservarsi tà, onde ne seguì nel suo esercito sì fie-
parte sinistra, nel 1.576 fu dicliiarato pri- so, che restarono insepolti, onde l'impe-
vilegiato da Gregorio XIII e trasferito , ratore non senza gran confusione partì
poi dovesi trova nella nave minore di da R^oma a'G agosto. A Lazzaretto dissi
detto lato, entrando incliiesa.Ne! 746, re- dell'origine (li oquesta specie di ospizio
gnando s. Zaccaria, vi fu in Pioma un'in- «pedale, prima pei lebbrosi, poi luogo per
fluenza di febbri perniciose. 1 1 citato anna- gl'infetti di qualunque peste e destinato
grande uccisione de'suoi. Nel pontificato con cui Dio punì romani ribelli a Gre- i
di Giovanni XIX, nel 1006, fu una ge- gorio IX. TuUavolta il buon Pontefice
nerale pestilenza, nella quale erano sepol- con pubbliche processioni e preghiere pro-
ti co'tuorti quelli che ancora non erano curò soddisfare la collera celeste. Nel 1270
spirati. Si vuole che Benedetto IX appro- nella Crociala [V.) morì di peste s. Lui-
dasse, o forse sotto di lui ebbe i primor- gi IX re di Francia. Martino IV chiamò
Lazzaro (F.) per cura-
di, l'ordine di 5. a Roma Ugone Atrato celebre medico,
re gU appestati di lebbra (poi si unì con per consultarlo sulle epidemie che face-
quello di s. lìJaurizio, /^'.). Verso il i0f)3 vano stragi, e nel 1281 lo creò cardina-
ebbe origine l'altro ordineospedaliere di le. Durando il contagio e trovandosi Ro-
s. Antonio, per la fìeia pestilenza che af- ma desolata per la lunga assenza de'Pa-
flisse r occidente, cìùmnnla fuoco sacro pi, provocata dagl' irrequieti romani, il
lono altrove, tranne Mascio che usò le ad onta delle cure d'Innocenzo VI, clie
precauzioni dette nel voi. XLVlll,p.i i.e fece cingere di mura la città, colla nior-
poi vi fu eletto col nome diNicoiòlV nel tedi (^cardinali, piìidi yo prelatiei 7,000
1288, quando freddi del verno dissi-
i persone, ne'4niesi che durò. Desolata R.o-
pando il contagio, i cardinali vi erano lua dalla lunga assenza de'Papi, nel i 873
ritornati. Continuando i romani a tur- soggiacque pure alla peste, per cui Gre-
Laie la quiete de'Papi, nel i 3o5 il fran- gorio XI da Avignone concesse per 6 me-
ccse Clemente V stabili la sua sede in si indulgenza plenaria a tutti quelli che
Francia e poi in Avignone, ove restarono ne morisserojed allorché nel iSyy vi ri-
sei successori, con grave danno di Roma stabilì la residenza, trovò che .soli 17,000
e d'Italia. Kon posso qui non ranimen- erano gli abitanti, de'quali pochi arriva-
tare per più lagioni, come nel i348l'l- \anoa'4oanni epochissimia'60. Coll'an-
falia, laFrancia e la Germania furono no i383 entrò in B.oma una mortale e-
desolate da fìerissima peste, cui tolse un pidemia, onde Urbano VI a'i9aprile si
terzo di abitanti: innumerabili furono ritirò in Tivoli, dove si trattenne un me-
perciòi convelliti a sincera penitenza, the se e poi passò alti ove. Nel iSgo fìeris-
tranquilli atteselo la morte. In detto an- sima pesteaffli.sse la Marca. Siccome iu
loro articoli non manco celebrare gli al- abitavano propinquo Djonastero, nel
il
tri religiosi, che con somma carità si pre- 1 438 ricorsero al marchese Leonello, ed
del secolo XV, che in molti porti d'Ita- passò a Viterbo e Bolsena, indi per mag-
lia , come a Genova, Venezia, Napoli e gior sicurezza a Corsignano sua patria.
Sicilia, furono fabbricati lazzaretti, affine Come nel i4^4 restò prodigiosamente
mente lungi dall'abitato de'sani seppel- quindi vedendo la città divenuta soggior-
lire i morti. Quindi ben a ragione il eh. no di morteedi desolazione, a'iogiugno
Hambelli, Lell. intorno invenzioni e scO' partì per Viterbo, ma essendovi penetra-
perle italiane, lett. 3 i, de'lazzarelli, rile- to il contagio, si trasferì a Campagnano,
va che questa utile e pietosa istituzione Amelia e altri luoghi, colla corte e 6 car-
dalle altre nazioni fu solo conosciuta as- dinali, rientrando inRomaa'aS ottobre.
sai dopo, ed in Francia non furono isti- Giovanni da Uri compose un libretto di
tuiti lazzarettiche al principiar del seco- tal peste. Per una grande inondazione del
loXVlII. De'lazzaretti lW Porli dello sta- Tevere, Roma venne afflitta dalla peste e
to pontifìcio ne discorro a' loro luoghi. vi faceva strage come ne'Iuoghi circon-
B.itornando alle pestilenze di Roma, vicini; a'2 I ottobre ne morì il cardinal
per quella e pei terremoti del 144^ ^ot- Conti, ed a'26 partì dalla città Alessan-
lo Eugenio IV, come dissi nel voi. XXV, dro VI, ritornandovi a'iq dicembi'e il :
p. iq, pel fiero morbo che mieteva a suo archiatro Pintor, di cui pni lai a Me-
migliaia le vite, in Roma alcuni fioren- dico, come della sua opera sulla pre^^er-
tini mossi a pietà di vedere abbandonati vazione e cura della peste, fu uno di quei
i cadaveri, posto in non cale ogni perico- tanti che contro la peste ed veleni cre- i
lo, assunsero la caritatevole opera di sep- devano efficaci le pietre preziose; egli in
pellirli e dierono principio a\V Arcicon- detta opera anche narrò diffusamente la
fraterniladella Pietà de^ fiorentini (f^.) natura ed origine della peste del mal fran-
meglio stabilita nel i44'^5 P^i' '^ peste cese,il quale cominciò in Romanci mar-
Marca; indi ueWantio santo \/[5o fu co- vo venne afflitta da pestilenza e vi si man-
stretto ritornarvi prima della festa de'ss. tenne anche nel seguente anno sotto Giu-
Pietro e Paolo, essendosi rinnovato il con- lio II, quantunque non sia nella serie dei
tagio per l'immenso numero de' pellegri- contagi d'Andrea Graziolo di Salò, Di-
ni, e vimorirono ancora alcuni famigliari scorso di peste, Venezia iSyS. L'altro
pontificii.Nel 1462 R.oma fu assalita da archiatro d'Alessandro VI, Gaspare Tor-
terribile pestilenzaj imperocché non es- rella , ultimo vescovo di
s. Giusta, sede
tesimo fatto da un mago greco per far p. 389. Nel pontificato Paolo IV, per di
cessare sì acerba pestilenza nel i522 ,
l'inondazione del Tevere nel i557,i ro-
di cui poi il popolo romano si penti. mani soffrirono la pestilenza. A Paolo IV
Pel detto contagio che afflisse Roma nel si deve la primaria istituzione della Con-
i522, ebbe origine 1' Arcìconfraternita gregazione della sacra consulta, cui fu
del ss. Crocefisso (^.), di cui parlai an- attribuito vegliare alla pubblica incolu-
cora nel voi. XII, p. 82 e altrove. Di que- mità di Roma e Provincie, anche sui con-
ste e altre pie istituzioni non solo in Roma, tagi, come sul taglio e diradazioni di sel-
ma per tutto, ch'ebbero principio per ca- ve anticamente apparteneva al cardinal
:
gioni di peste, trattai delie principali a'ioro camerlengo la sanità marittima e conti-
luoghi. 11 Marini, Ruolo de prof, della Sa- nentale. A s. Pio V dissi dell' epidemia
pieìiza^p. 43, parla d'un libro di Paolo che afflisse Roma, Nell'anno santo i575
Giovio archi al rodi Clemente VII, che per la peste imperversando nella Germania,
tale avea ripudialo ne' suoi Archiatri, Francia, Spagna e Italia, massimenel Ve-
.stampato nell' agosto i 524 '•
questo libro neziano e nel Milanese Gregorio XIII ,
di quattro carte contiene l'attestato della pose in opera ogni diligenza di guardie
virtù mirabiled'unoliocomposlo da Gre- e soccorse bisognosi quindi nel 1576 a
i
;
gorio Caravifa medico bolognese in Pio- piedi scalzi con tutto il clero e la corte si
quo jussu Clemenlìs VII periculum,eò. Maria del Popolo, per ringraziare Dio dei
era stalo adoperato felicemente contro luoghi preservati e supplicarlo della ces-
la pestilenza nel pontificato di Adriano sazione del morbo ne'Iuoghi infetti. Nel
VI. Al Giovio dobbiamo quest' opera : 1 579 il Papa si applicò a preservare Ro-
De esculentis et poculentis^'quae venìunt ma e Io stato dalla peste che desolava la
in mensa romani Ponùficìs , Venezia riviera di Genova, provvedendo alla ca-
1760. Lettere p. 58. Come Cervini, poi restia che talvolta la produce, con im-
il/flrrce//oi7,disingannòneli524Clemen- piegar 200,000 scudi nelle debite prov-
te VII sulla credenza chedoveasi rinno- visioni. Quanto Gregorio XIII fece per
vare il diluvio ,
per cui erasi ritirato a la malattia epidemica del Castrone, lo dis-
Tivoli, ne feci parola alla biografia. Nel- si nel vol.XllI,p. 256. Nel 1589 sotto Si-
l'anno santo 1 525 celebrato da Clemen- sto V la peste investì Avignone ed il conta-
te VII, in Roma fu poco concorso di pel- do Venaissino. A Gregorio XIV parlai
legrini, amotivo della peste che 1' infe- dell'orribile carestia che desolò Roma e l'I-
stava. Questa tornò ad infuriarvi nel talia, la quale come altre volte cagionò
1527, anno memorabile pel crudel sac- la peste: tra le vittime illustri vi fu il ge-
co di Roma: quindi nel 1 53o per ledi- suita s. Luigi Gonzaga, morto a'21 giù-
PES PES ?,?,7
gno i^igij che piima colpito dal conta- denze il Mario Chigi generale di
fratello
gio nel servire caritatevolmente gli ap- s. Chiesa, come commissario della sani-
pestati, poi lina febbre lenta lo rapi. Sic- tà, poiché con somma lode avea salvalo
come santo sui propri omeri recava al-
il Siena sua patria dal contagio, quando
V Ospedale della Co/25o/^z/o7ze gli appe- era giunto alle sue porte. Incaricò 4 ido-
stati, per memoria di sì eroica carità cri- nei prelati, cui poi aggiunse due altri,
stiana, in quella corsia fu posto un bas- per guardare d' ogni parte lo stato dal
sorilievo di Le Gros, ed i novizi gesuiti commercio co' regnicoli infetti o sospetti;
in tutto il mese di ottobre, tranne alcu- aumentò di 6 cardinali quella ordinaria
ni giorni, si recano nel medesimo ospe- della sanità, aggiimti ai 4 che la forma-
dale ad esercitar cogl' infermi opere di vano; quindi istituì una congregazione
misericordia, spirituali e corporali. Nel de' più attivi ed energici cardinali e pre-
Clemente VI II avendo nel
pontificato di lati di esperienza ed altri uomini di va-
1601 l'acqua Maiana Mariana supe- lore, onde con maturo consiglio ed opera
rato il suo letto, rese insalubre la regio- ctlìcace si dedicasseio al la salvezza univer-
ne del Monte Celio e moltissimi amma- sale e comune preservazione. Alla con
larono di febbri periodiche: il Papa fat- gregazione assegnò per capo il cardinal
to dare lo scolo all'acqua, tornò la salu- Giulio Sacchetti prefetto della Cofigrr-
brità negli abitanti. A Conclave, dicen- gnzioìie della s. Considla ( /^.), acciocché
do di quello di Urbano Vili, notai come di concerto con questa e con amplissime
s'infettò l'aria per l'influenza conlagiosa facoltà deliberasse quanto di pili conve-
ch'era in Roma per l'eccessivo caldo, on- niente icputasse opportuno. Di questa
de s'infermarono cardinali e conclavisti, congregazione di sanità il Papa volle che
con la morte di gran parte di questi e di facessero parte i prelati di fiocchetti go-
alcuni cardinali, molti de' quali stettero vernatore di Roma, uditore della ca-
in pericolo. Per le guerre del 1629 e i63o mera, tesoriere e maggiordomo; il se-
si dilatò la peste con numerosa strage nel- gretario di stato mg. ^Rospigliosi poi Cle-
le milizie e maggiore nel popolo: da Man- mente IX, il i.° conservatore di Pi.on»u,
tova passò il contagio aVenezia, dove por- ilmedico archiatro pontificio, il dotto e
tò al sepolcro 60,000 persone, e 000,000 bravo Mattia Naidi intimo amico del Pa
ne'dominii veneti; si propagò a Modena, pa, il fiscale ed alcuni egregi cavalieri ri-
Reggio, Bologna, Firenze e nella Roma- putati per senno : di questa congregazio-
gna, come pure negli altri stati della Chic ne di sanità fu segretario Cesare Raspo-
sa, a Milano enei Piemonte. Urbano Vili ni, come prelato segretario di consulla,
in sì lagrimevoli circostanze pose in ope- poi cardinale. Inoltre il Papa, per le al-
ra mirabili provvidenze e tutto il zelo per tre cautele usate in Roma, ogni giorno
sollievo e cura de'popoIi,non che di Ro- adunava in palazzo e talvolta avanti di
ma, dove istituì una congregazione di car- sé i ministri a ciò destinali col fratello ed
dinali e prelati per vegliare alla difesa il nipote cardinal Antonio Barberini. La
del dominio ecclesiastico, che provò gli congregazione si riuniva periodicamente
etfetti di tanta, vigilanza e sollecitudine. nel palazzo apostolico, emanando i più
Mentre era in Castel Gandolfo Ales- savi provvedimenti, che servirono poi di
sandro VII nel i656, gli giunse l'infau- iTioilello agli altri regni e nazioni a sal-
sta notizia che in Napoli era comparsa la vamento delle pestilenze. Si distinsero
peste bubonica proveniente dalla Sar- ancora nella desolante epidemia prelati i
degna, onde subito si recò in Roma, per commissari Agostino Franciotli arcive-
salvare possibilmente il proprio confi- scovo di Trebisonda e lucchese, Lorenzo
nante stato. Deputò alle relative provvi- Corsi fiorentino, Carlo Roberli roniano,
1^8 PES PES
Claudio Marazzani piaoenlino ( che a- per aver praticalo a Ripagrande con
Tendo a sorvegliare l'Umbria ebbe la ven- qualche compatriotto già infetto, prima
tura che il morbo non vi penetrò), i quali che fossero poste in opera le decretate
iirelali, chedopo aver esercitati molti go- cautele. Il male si attaccò ad altre per-
Corsi gli fu surrogato Annibale Bentivo- buendosi per altri conventi que' france-
glie arcivescovo di Tebe, il vescovo di scani che l'abitavano, anzi venne amplia*
Terracina Ghislieri perSezze, sostituen- ta d'un terzo. Per superare le diflìcoltà
dogli a Terracina Ottavio Roncione ro- che avea il popolo di Trastevere di re-
mano; altro commissario fu destinato stringersi senza coraunicazione^ improv-
per Rieti. Sopra tutti il genovese Girola- visamente furono mandati nella regione
mo Gastaldi, \iOì celebre cardinale, me- tre autorevoli cardinali, cioè Barberini,
rita i più grandi encomi, quale commis- Imperiali, ed Assia, il quale espose la sua
sario generale della sanità, poiché si ac- vita a benefizio degli appestati , come
quistò gloria immortale, confermata dal particolarmente deputato a vegliaresulla
suo applaudito trattato sulla peste e pre- salute del popolo romano. I cardinali con
servativi di essa, che citai alia biografia soldati per nove ore continue assisterono
ed a tutte le nazioni servì di guida per all'erezione delle mura e cinta, per se-
garantirsi e governarsi nel micidial fla- gregare la contrada dal resto della città,
gello. Non si debbono preterire di lode e come i rinchiusi non potevano procac-
per lo sfesso grave argomento e loro pre- ciarsi il sostentamento, Alessandro VII
stazioni i cardinali Azzolini e Aslalli, i somministrò ogni giorno 160 scudi. De-
pielati Negroni, Barbadigo e Cenci poi ve notarsi che prima, come dirò, si for-
cardinali, tutti destinati con particolari marono due lazzaretti fuori di Roma ,
incarichi alla cura degl' infelici appestati uno pei forestieri che si tenevano in pro-
ed al regolamento per frenare il morbo va di sanità, l'altro per quegl' inferrai
ed arrestarne fatali progressi. Adunque
i su cui cadeva dubbio di peste. Prese tali
la peste, uccidendo in Napoli per ben misure pel rione Trastevere, le provvi-
2,000 persone al giorno, per cui dall'a- denze adottate nel resto di Roma non si
prile allametà di agosto 656 si conta- 1 possono abbastanza congetturare, pei se-
rono circa 4oo,200 vittime, per qualche verissimi editti promulgati e per la sor-
bastimento si comunicò alle spiaggie del veglianza rigorosa d^ogni rione; fu im-
litorale pontificio vicino a Roma, cioè in pedito uscir da R.oraa ai medici e chi-
Civitavecchia e Nettuno. Nel primo por- rurghi, e fu loro imposto il modo di re-
lo si riparò il male per tempo, restrin- golarsi, come agli speziali, deputandosi
gendolo nel lazzaretto, ma in iS'ettuno per apposite levatrici per le appestate o so-
errore di medici imperiti divenne il con- spette.Ogni rione ebbe suoi deputati; i
tagio talmente irreraediabile, che ridus- chi non denunciava il proprio o l'altrui
se spopolata quella terra e si propagò al contagio era condannato alla pena capi-
borgo s. Lorenzo. Ciò che pose Roma in tale, commutata col servizio de' lazza-
sommo spavento fu un pescatore napo- retti ; i preposti a questi incedevano con
letano morto nell'ospedale del ss. Salva- bastone sovrastato da croce, onde essere
tore al Laterano, con segni epidemici, evitati nel contatto. Non pochi del volgo
PES PES 229
si querelavano di siffatte misure, ma i quello nominato s. Bartolomeo per la di
più esaltarono il Papa, che lungi dal ua- cura dei colpiti dal morbo due fuori ; i
scondere la realtà del contagio, quasi tol- di porla s. Pancrazio in luoghi elevati,
se Roma dalle fauci di morte, principal- Ville a dire uno presso la chiesa di dello
mente secondato dal fratello e dal nipo- nome, l'altro propinquo alla chiesina già
te, e rivolgendosi di frequente con pub- di s. Pio V (ora proprietà della prelatu-
bliche orazioni ad implorare la divina ra Pacca, /".), pei convalescenti. Il 4"
misericordia, se non congiunti nelle pre- venne collocato nel magnifico edifizio del-
ghiere ne' luoghi, bensì nelT intenzione. le carceri nuove, fabbricato da Innocen-
Piima dello sviluppo del morbo si arri- zo X e compilo con grossa spesa da A-
vò ad incolpare Alessandro VII di arti- lessandro VII, il quale si guardò bene di
fizio politico nel supporre l'esistenza del- dargli il suo nome, lasciandone l'intiero
niva corrisposto il benemerito e zelante ziandio e stemma, modestia che assai più
Pontefice: tanto è ingiusto e ingrato il giu- onore gli acquistò di quello che lasciava :
dizio della moltitudine, quando abbando- non essendo l'edifizio ancora abitato dai
nata la ragione si fa trascinare dalla pas- delinquenti, vi passavano i detti conva-
sione, anche a suo danno! Nel voi. XLV, lescenti ,
per prova ulteriore di sicura
p. 236, rammentai la congiura in questo guarigione. Il 5°
formò nel lazzaretto si
bileo universale, senza imporre proces- pestilenza, sotto la direzione del cardinal
sioni e visite di poche determinale basi- Azzolini. Di tutti i 5 lazzaretti poi era
liche per non accumularvi gente ordinò ; soprintendente geneiale con ampi poteri
a tutte le chiese collegiali e conventuali il lodato Gastaldi. Imperversando la pe-
analoghe orazioni, e vietò il concorso dei ste neir interno della città, a fronte di
fedeli per l'otta vario de'defunti alla chie- quanto erasi operato per impedirne la dif-
re infinite messe, ed in sulle due ore di lanza del cardinal Astalli, e quello del ss.
notte o meglio ad un'ora ordinò che col Salvatore al Laterano. In tutti gli altri
tempo da esso per un simile sospello.Nc tiflcia, i cardinali ripresero i loro nume-
solamente furono sospese le comunanze rosi corteggi e carrozze, avendo prima
geniali, civili e letterarie, ma anche le sa- usate quelle coperte di cuoio, e genera-
cre, come le cappelle pontificie, le proces- le fu l'allegrezza e i rendimenti di gra-
sioni, le pieadunanze, le solennità della zie a Dio. Ma al riscaldarsi della stagio-
chiesa, per impedire le numerose riunio- ne, fosse il mutamento degli abiti, for-
ni, in cui è facile lo sviluppo del conta- se contaminati d'infezione, o per altra i-
gio in tempi epidemici. Non minore fu la gnota cagione, dopo 4o e più giorni il-
sollecitudinedi Alessandro VII per la cu- lesi, s' incominciò a sentire alcun segno
ra spirituale degli appestati, pei quali as- di nuova peste, prima nelle vigne subur-
sai si prestarono i regolari : il Pa[)a volle bane, quindi nellaslessa città, il chemos-
che fossero scelti i robusti, ma molti ne .se il Papa a rinnovare i rimedi usati, i
perii ono. Molto pure si fece per le qua- hizzaretti, le congregazioni ed i bandi, con
lità de'cibi, per la nettezza delle vie, del- meno rigori. Andò contiHuando il male
le case e di ogni luogo, delle carceri, del con tenue progresso e poi con lenta de-
ghetto a cui fu assegnato soprinlendenle clinazione, quando nell'agosto in IMonte
ilNegroni, che ne restò conlento per l'ub- Fiascone ripigliò vigore e si comunicò a
bidienza che mostrarono giudei alle i Viterbo , ed avrebbe ivi e in tutta la
prescrizioni; e perchè vollero restar chiu- provincia fatto macello , se non vi fosse
si, ad onta della loro ristrettezza ebbero stalo spedito Buonaccorso Buonaccorsi
]Joche vittime. Come ho notato altrove, poi cardinale, il quale era slato flepulalo
jcadaveri degli appestati con carri e bar- a presiedere ai luoghi infetti propinqui a
chette si tumulavano in fosse nel campo Pi.oma, con pronto e felice risultato. In-
che s'incontra prima di giungere alla ba- tanto in Roma essendo di nuovo cessata
silica di s. Paolo fuori le mura, distin- l'infezione, il Papa nell'ottava della Na-
guendosi criatiaui dagli ebrei. Per qual-
1 tività di Maria tenue cappella nella chie-
che tempo bisognò alimentare ue'lazza- sa del Popolo a rendimento di grazie, pò-
PES PES ^31
sciaa'24 sellembre fu riattivalo il com- sua morte pericolava, se i capi delle fa-
mercio con le legazioni di Romagna, Bo- miglie Orsini e Colonna, stretti d'affinità
logna e Ferrara. Il Novaes, dotto storio- con la sua, non vi fossero accorsi. Ales-
grafo de' Papi principalmente d'Ales-
,
sandro VII, ancorché trovasse simili o-
sandro VII, dice che in Roma morirono noranze faticai suddctli suoi immediati
22,000 persone e nel resto dello slato predecessori senza verun effetto sinistro,
160,000; ed il Pallavicino contempora- come ai due antecessori di quelli era av-
neo narra, che essendo allora Roma abi- venuto, e ancorché il benefizio per cui la
tata da 1 00,000 anime, ne furono vittime città voleva rendere a lui questa grati-
circa 8,000, quasi tutti del popolo bas- tudine, fosse così manifesto e insigne che
so, pochi del celo civile e ninno illustre. assolveva quell'alto da ogni nota d'adu-
Si calcola che questa peste abbia rapito lazione, tuttavia dissentì con modestia, e
all'Italia un milione di abitanti; inasprita ringraziando dell'amorevole pensiero, si-
nel i656, verso la metà di dicembre a« gnificò non volere altro simulacro che
vea principialo a rallentare e diminuire quello il quale i romani gli conservasse-
di forza, parlando in generale. Alessan- ro ne'Ioro cuori. I cittadini più meravi-
dro VII consentì al senato e popolo ro- gliatiche soddisfatti della risposta, richie-
mano che si votasse di collocare con mag- sero che almeno fosse loro conceduto la-
gior ornamento la miracolosa immagine sciar di lutto memoria in un'iscrizione,
le pestilenze piìi Papi, massime Leone X doppia ripugnanza eroica, il senato a'25
e Adriano VI. Effettuato il voto nel dì marzo 1668 gli eresse in Campidoglio
della Concezione, lo esegui poi con edi- una statua di bronzo, con iscrizione in
ficare la Chiesa di s. Maria in Campi- cui si legge come a siffatta gloria egli si
tellijV. (può anche vedersi Ospedale di opponesse. Dobbiamo alle cure del dotto
s. Maria delLz Consolazione in Portico), gesuita Tito Cicconi la preziosa pubbli-
ove Alessandro VII solennemente tras- cazione della Descrizione del contagio
portò la prodigiosa immagine, alla cui che da Napoli si comunicò a Roma nel
ne della peste. Inoltre lo stesso senato e allora da Alessandro VII, estrntta dal-
popolo romano decretò d'unanime con- la {'ita del medesimo Pontefice die con-
senso, che io Campidoglio si erigesse una servasi mss. nella biblioteca Albani , ope-
statua al Pontefice, come a pubblico li- ra inedita del cardinale Sforza Palla-
beratore. I conservatori di Pioma signi- vicino gesuita, Roma 1887. Nella zecca
ficarono al Papa il decreto ,
pregandolo pontifìcia vi sono 3 diversi conii di me-
a consentirne l'esecuzione, avendo dero- daglieconialead Alessandro Vllcolla sua
gato Urbano VIII e Innocenzo X alla effigie: la i.^'coU'epigrafe: Ut Umbra II-
proibizione del senato, che in Campido- lius Liberarentur , e con allusione alla
glio niuno, sotto pena d'infamia, osasse cessazione della peste è inciso nn angelo
proporre innalzamento di statua a Papa fuggente che tiene nella destra la spada,
vivente. Avea mosso a questo divieto il nella sinistra un teschio umano, con mol-
popolo romano gli esempi di Paolo IT^ ti infermi giacenti avanti la basilica Va-
{V-), la cui effigie fu spezzata e oltrag- ticana , ed appare s. Pietro con
in aria
giata in sede vacante dal furore popola- le chiavi ; nella 2.^ medaglia si legge: Po-
re, non come d' un successore di s. Pie- puluni Religione Tuetur, e si esprime un
tro, ma quasi d'un Giuda ; e poscia del angelo appoggiato alla croce con freno
gran Sisto V (^.), la cui statua dopo la nella destra, reggendo con la sinistra ii
232 PES PES
\angelo, ed lia sotto i piedi la morte ; la Roma, ed alcuni cavalieri che ogni gior-
3." medaglia dell'anno 8.° iia l'iscrizione: no vi facessero la guardia , aprendole e
Jininaculalae Firgini Voi. Rornae, col chiudendole , rimettendone le chiavi la
prospetto del la chiesa di s. Maria in Cam- sera al palazzo apostolico. Simili precau-
pitelli. zioni e rigori mantenne il successore In-
Affacciandosi nel 1690 la peste nello nocenzo XI II fìnoa'i 5 ottobre 172 i, ve-
slato ecclesiastico per la parte di Napo- dendo che la peste sensibilmente andava
li, Alessandro Vili deputò subito Gior- cessando: inasprendosi alquanto, il Papa
gio Cornalo, poi cardinale, presidente del- agli 8 dicembre con la stessa processio-
lucamera, iti provvisore della sanità pel li- ne di Clemente XI e premio d'indulgen-
torale dell'Adriatico, con Francesco Tre- ze, invocò il patrocinio della Beata Ver-
visani, come l'altro veneto e parente del gine per l'estinzione del flagello. A Giu-
Papa, affinchè vegliassero a fermarne il bilei riportai quelli promulgati dai Papi
corso, comeloro riuscì secondando le pa- per l'epidemie e altri flagelli, come pur
terne pontificie intenzioni. Nel 1695 per fecero Benedetto XIII e Benedetto XIV,
una straordinaria inondazione del Teve- il quale a mezzo della congregazione del-
re e grandi pioggie, si riempirono le fosse la s. consulla nel 1743 e nel r744pi"oi'
di Castel s. Angelo, e le acque degli sco- hi le comunicazioni colla Sicilia e regno
li dei Monti Vaticani si corruppero nelle di Napoli che soggiacevano alla peste. Pio
cantine e ne' luoghi bassi di Borgo : in- VI nel 1778 pei sospetti di questo ma-
sorse fiera epidemiaaccompagnata da or- lore fece guardare lespiaggie dell'Adria-
ribile Terremoto {V.) e per le periodiche tico da un cordone sanitario di milizie,
perniciose pochissimi del Borgo restaro- troncandole lelazioni colla Dalmazia, ma
no vivi. A tutto accorse il pietoso animo il lemulocontagioprestosvanì.Nel 1 785
d'Innocenzo XI 1, non che come il prede- la Dalmazia e particolarmente Spalatro,
cessore a prevenire la carestia. Clemente lungi dalla spiaggia della Marca circa 80
XI rimosse a Pesaro le cagioni che pro- miglia di mare, di nuovo furono assaliti
ducevano influenza di malattie periodi- dalla peste , onde Pio VI tra le precau-
che : sotto di lui un'epidemia spopolò Or- zioni prese a tranquillità de'popoli, so-
vieto, le perniciose mieterono molte vit- spesela famosa fiera di Sinigaglia, ed al-
time in Baguorea ; Anagni e Ferentino la Porziuncula il celebre perdono. Di più
furono assalite da fatali febbri periodi- sotto di lui il castello di Bisenzo restò de-
che. Più si chiuse la cloaca nella quale serto, per l'influenza perniciosa prodot-
sfogavano le acque della Marana, e que- ta dall'asciugamento d'un laghetto presso
ste corrompendosi cagionarono influenza Bolsena, nel cui fondo si putrefecero gli
di periodiche, che l'archiatro Lancisi vin- insetti ed i vegetabili. Nel i8o5pel fon-
se con la china, ed il Papa ne rimosse la dato timore della peste suscitata in Li-
causa dando esito alle acque. Inoltre Cle- vorno, di febbre bilioso-maligna. Pio VII
mente XI soccorse Marsiglia desolata trovandosi a Parigi fece prendere dal car-
dalla peste, ed afljnchè nelsuostatoe in dinal Consalvi, come prefetto di consulta
Roma non penetrasse, non trascurò ve- e segielario di stato, tutti quei provvedi-
runa provvidenza, e per implorare il di- menti ad allontanare il contagio; si
atti
vino aiuto, con tutta la corte e clero si un cordonesanitario di milizie con
stabilì
recò processionalmente da s. Maria de- regolamento per la custodia delle spiag-
gli Angeli alla basilica Liberiana a'6 ot- gie pontificie del Mediterraneo, con altri
tobre 1720, concedendo indulgenza ple- salutari bandi. Altre provvidenze sani-
naria a chi v'intervenne destinò un car- : tarie Pio VII pose in esecuzione pel con-
dinale per presiedere a ciascuna porta di tagio del tifo petecchiale che afflisse Ro-
-
gialla che desolò la Spagna : tanlo Fio mi paesi di cui vado a far menzione. Nel
VII clie Leone Xll furono assai solleciti 1817 però que>lo terribile morbo, abbiia-
per la pubblica sanità, ed il secondo edi- donali i limili che sembrava essersi im-
llcò in Roma il macello pubblico, come posto da molti secoli, scoppiò all'improv-
iiaiiai alla sua biografia. Gregorio XVI viso in yJi«//7r(Y7; fatto questo primo pas-
poi superò i piedecessori nelle l'ggi J'er- so, non conobbe piìi freno. Xel 1818 in-
ciò emanate e riportate nella Raccolta vaso ch'ebbe tutte l'isole della Sonda, Su-
delle leggi e clisposizìoiii, che andrò ci- matra, Giava e lìorneo , tornò indietro
tando , accennando brevemente quanto donde era partilo e percorrendo con fu-
riguarda la pestilenza del cholera, di cui nesta rapidità l'immensa linea sud-ovest
fu eminentemente benemerito aven-
SI , del golfo di Bengala, si presentò sulla co-
done molli scritto, massime de! morbo, sta opposta del Malabar, scoppiando in
oltre quanto pubblicarono Diarii di Ro- i Calcutta e rimontando fino a Lioudjoy.
ma e Notizie del giorno, che pur cite- INel 1819 ripassò per l'isole della Sonda,
rò pel necessario laconismo. Solo pre- invase le IMolucche e fece orribili stragi
metterò su questo tremendo malore, che in quelle di Francia o isola lìlaurizio (/ .)
domina specialmente nell'estate e nell'au- e di Borbone in Africa (di cui parlai nel
tunno; che rapidi ne sono sintomi, a- i voi. XLV, p. 225). Si mostrò nell'anno
lo, quindi investe i muscoli ed i nervi: la velocità del fulmine quell' immenso im-
fìsonomia si sfigura , succede la diarrea pero dal sud all'ovest, da Canlon ;> Pe-
sierosa di feccie scolorate e inodorose; in- AvViO. Nel 1821 passòdalla parte opposta
di vomito, crampi all' estremità, algidi dell'Asia e fece strage in Persia, da dove
smo, abbattimento di forze ed altri sin- penetrò ueW'y^rabia, occupando nel tem-
tomi. Lo studio più esatto, le ricerche po slesso Bassora sotto al confluente del
minute non hanno potuto fin qui al-
j)iìi Tigri e dell' Enfiate nella sommità del
cuna cosa positiva far discoprire su que- golfo Persico, eBagdad. Valicata nel
sta fatale m.alattia, della quale la causa 1824 l'immensa catena del Caucaso, per-
del pari che la natura restano tuttora corse bordi del mar Casj)io e per quel-
i
sconosciute. Il morbo ha superato le bar- la via entrò infuriando ne' deserti della
riere ed i cordoni che gli sono slati op- Siberia. Disgraziatamente di là si fece
posti : viene senza che se ne conosca la strada per l'Europa, invadendo nel i83o
cagione e sparisce senza che se ne sappia la Russia, menando strage prima in Mo-
il motivo. In conseguenza tutte le con- sca e quindi in Pietroburgo. Nel seguen-
getture, tutti i sistemi sono slati succes- te anno il cholera si estese immensamen-
si va mente ammessi e ripudiati; in una pa- te, mentre da una parte gellosi nell'A-
iola l'arte ha mostralo in questo morti- sia e andò a occupar l'Egitto, dall'altra
liiro male tutta la sua impotenza, a fron- per gli avvenimenti della Polonia fu dal-
lazioni dique'dotlie intrepidi inglesi, che Parigi. Ncll'istesso anno i83i fu eleva-
l'aveano studialo sulle rive del Gange, to alla cattedra di s. Pietro l'impet tur-
gran fiume dell'Iudostanj nelle Indie o- babile Gregorio XYI, il cui meiuorabi-
234 l'i^^ PES
]e pontificato sarà sempre ìd Lenedizio- de'sudditi Gregorio XVI spedai apposita-
ne iie'fasti della Chiesa, che dovea lottare mente a Parigi una commissione di tre
colle vicende politiche fin da quando in- medici per istudiarvi la natura del mor-
colpato vi ascendeva, ed a corollario ven- bo, onde meglio prevenirlo e curarlo. Es-
nero a far prova di sue virtù e fermezza sa fu composta dei dottori Achille Lupi,
d'animo gli sconvolgimenti religiosi, dei Agostino Cappello e cav. Domenico Me-
quali trionfo o li frenò; quindi le pub- li. Questo ultimo pubblicò in Roma nel
bliche calamità ed i flagelli del terremoto, 1 833 : Risullamenti degli studi sul chole-
della carestia, delle alluvioni, dell'inon- ra fatti a Prt!/7g^/, che meritarono una 2.*
dazione del Teveie, dello straripamen- edizione, Firenze i835. IVello stesso anno
to del Po e della peste : al rimedio di tut- il cav. Meli pubblicò in Pesaro: Il cho-
to questo e senza quasi tregua e riposo lera asiatico in Italia. Oltie queste ope-
applicò tutto il suo instancabile zelo e va- re in argomento ne posseggo nove ano-
lore, con immense spese del già depau- nime e le seguenti. Barbacciani, Cholera
perato tesoro pontificio , che Gregorio del Cesenatico. Brunetti , Annotazioni.
XVI onde fu costretto contrarre
trovò, orogi, Cara. Cappello, Esperimenti, Lei'
debili,provvedendo al modo di soddisfar- ter a sulla storia. Discorso su quel di Ro-
li, sempre ripugnando al suo benigno a- ma. Ciani, Trattato. Cadel, Cholera di
iiimo imporre gravezze al popolo; di che Roma. Chevally deRivaz, Consigli. Del
e di altro meglio farà ragione la storia. cholera d' Ancona. De Renzi, Statistica
Subilo rivolse le sue paterne soUecitudi- di Napoli. Fenicia, Dissertazione. Fuma-
ui a preservare Ptoma e lo stato dal mi- soni. Criterio. Fedev'igo, Il contagio. Ghi-
uaccianle e tremendo morbo colerico. relli j Precetti. Galli e Luchini , Osser-
Pri mamente, come si liporta nella Rac- vazioni. Jonnes, Del cholera. Liuzzi, Ri-
colla citata, voi. 6, p. 6i e seg., Grego- flessioni e osservazioni su quel di Roma.
rio X\I fecepubblicarea'So agosto i83 i Poggioli, Catechismo. Primoli, Precau-
dal cardinal Bernetti segretario di stato zioni. Palmieri, Preservativi. Riccardi, /-
e prefetto della congregazione (^i consul- struzioni, contagio everme Tenia. Risto-
ta, il icgolanienlo con le norme e caute- ri, Del
Lettera. Selli, Perniciosa. Steer,
le da osservarsi onde prevenire qualun- cholera d'Ungheria. Sorda, Del cholera
que emeigenza contagiosa; ed ai 27 set- di Benevento. Terenzi Del cholera di ,
tembre i83i dal presidente delle strade e Monte Fano. Valadous, Précepts pour
ncque Lancellotti,le disposizioni risguar- le cholera non conlagìeux.
danti la nettezza di Roma, per allonta- Intanto mentre il cholera nel verno
nare le cause di mefitiche esalazioni. Nel 1833 sembrava estinguersi ed affliggere
j832 dal segretario di consulta Grimal- la sola Irlanda, da questo paese si dira-
di poi cardinale fece emanare ì'islruzio- mò poscia per tutta Europa: nella pri-
Ite popolare j con indicazione de' metodi mavera invase il Portogallo, ritornò in
per pieservarsi dal cholera morbus; dal Inghilterra, scoppiò andò in
a Londra,
Lancellotti \a notificazione con nuove in- Olanda Tolone e in
e nel Belgio; indi a
giunzioni sulla nettezza de'cortili, andro- tutta la Spagna, invadendo nel i834 Gi-
ni e cantine, a preservazione della pub- bilterra, la Nuova Orleans e l'isola di Cu-
blica salute ; dal governatore di Pioma ba in America, non che la Svezia. Nel me-
CappelleUi poi cardinale, notificazione desimoanno Gregorio XVI istituì \aCon-
con disposizioni analoghe alla preceden- gregazione speciale sanitaria ( /^.) pei- m - i
te del Lancellotti, per non dire di altre gliorare l'andamento degli affari sanita-
parziali provvidenze sanitarie della con- ri, amministrativi egiudiziari, con dispo-
sulla per Roma e lo stato. A vantaggio sizioni penali per impedire la cotuuuica-
PES PES aSi;
zicjiie del morbo contagioso, imperocché uionte, cioè in Nizza, nelle provincie di
Salus popoli siiprenia /e^'e^fo; commet- Cuneo e iMondovi ; si estese da un lato
tendole la liforina del codice sanitario e di fino a Saluzzo, dall'altro pervenne in Ge-
polizia de'porti: ne dichiarò prefetto quel- nova. Si presentò eziandio a Livorno e
lo di consulta, cardinal Gamberini segre- di là a Firenze un soldato Io portò nel-
:
tario per gli affari di stato interni, e pre- l'agosto in Algeri; nell'ollobre si svilup-
due aziende del ramo sanitario e della quasi tutte le provincie di quel regno fino
polizia de'porti, che si legge nel voi. 1
1, a Murata, piccolo paese confinante col
p. 295 della Raccolta ; mentre nel 12, territorio della s. Sede. In mezzo a que-
p. 96 è regolamento e melo-
riportato il sta generale conflagrazione difficilmente
do per l'attivazione de' cordoni sanitari poteva lo stato pontificio rimanerne ille-
terrestri e marittimi, con milizie di linea so ; fece quindi breve irruzione in Fran-
e collettizie; primi per separare qua-
i colino, nel Cesenatico ed in Avennle, pae-
lunque comunicazione con qualche limi- si delle legazioni di Ferrara e Forlì, e
trofo dominio, o luogo affetto sospet- delegazione di Macerata; ma piìi forte-
doni; mentre con appendice alle istruzio- da Gregorio XVI e da lui sostenuto per
ni sanitarie del i83i , p. Ili, si dispose rimuovere l'inconveniente delle tumula-
circa ai lazzaretti provvisori!, ai metodi di zioni nelle chiese di Roma che poteva
separazione, alle disposizioni e regole da produrre infezione, già dal cardinale be-
attivarsi alla manifestazione del cholei a, nedetto nel 835. Nel voi. i4 della /J^c-
1
236 PE S PES
zione del io settembre, con la quale il iialmente a p. 3 17, del cardinal Gambe*
Papa con amplissimefdcollà la coni-
istituì rini, la notificazione sulla nomina delle
missione straordinaria di pubblica inco- due commissioni militari fatte dal Papa,
lumi/a di Roma, per provvedere ai pos- per giudicare sommariamente le cause
sibili bisogni tdl'occasione che vi si manife- tli violazione de'cordonì sanitari maritti-
stasse il cholera, e porre in opera tutti i mi e terrestri, con norme e istruzioni.
mezzi preservativi e riconosciuti i più ef- Al gennaio 1 837, mentre il cholera oc-
ficaci a moderamela forza, composta dei cupava Monaco capitale della Baviera,
personaggi romani che lodai nel voi. XVI, ed altri luoghi della Germania, la Tran-
j). 274, con il zelante ed energico car- silvania e la Polonia, oltre l'Ungheria, si
dinal Sala per presidente, e l'attivissimo estese nelregno napoletano fino a Castel
e infaticabile rag/ Camillo Amici per se- Potè, distante due miglia da Benevento
gretario ; a p. i35 la notificazione e di- dominio della s. Sede. Frattanto sul fìni-
sposizioni penali a tutela della pubblica le del marzo e in tutto aprile Roma fa
incolumità contro gl'iufraltoi de'cordo- i afllilla dall'epidemia del grippe, ne furo*
lespontanee oblazioni, per le molteplici rico' medici della Kiippe, R.ouia i83i.
spese occorrenti a preparare il necessario Ternardini, De la grippe morbi, Roma
jjcr soll'ucaie il male o renderlo meno no- i83i. Steer, Cenni suW epidemia detta
tevole, ond'cssere di qualche aiuto al te- influenza o grippe, Milano i833. Cav.
soro pontificio gravato da molto tempo Meli, Ammonizioni al popolo sul catar-
d'ingenti spese a cagione del morbo co- ro epidemico volgarmente appellato grip-
lerico, e pel primo ne die esempio il Pa- j)e, Pesaro 1837. Mengozzi, Della febbre
pa ; a p. 5'jq y ordinamento del servigio catarrale o grippe, Roma 846. Nel mar- 1
bilite al soccorso de' miseri che sarebbe- Malta da un lato, dall'altro in Beneven-
ro percossi dal colerico morbo ( ed adì- to e Ponlecorvo altro dominio pontifì-
dite alla speciale vigilanza del cardinal cio. Due cacciatori della linea di cordo-
Mario Mattei presidente della commis- ne lo parteciparono ne'primi di luglio a
sione de'sussidii), e nomidi coloro che e- Monte s. Giovanni, ed a Ceprano nella
rano destinati a comporle, presiedute dai delegazione apostolica di Fresinone, in-
rispettivi presidenti regionari, facendo- tanto che continuava ad infuriare in Na-
ne parte prefetti regionari della com-
i poli, e andava declinando in Palermo, ove
missione de'sussidii, con medici, chirur- fece spaventevoli stragi, contandosi sino
ghi, speziali , infermieri ed altri inser- a 700 morti il giorno, con gran nume-
vienti, pel servigio d'ogni parrocchia; fl- ro di nobili, di magistrati e di ecclesia-
PES PES 23-
compreso l'arci vescovo cardinal Tri-
siici, to dalla corte : nel voi. XXX, p. 172 e
gona. Tuttavolta Gregorio XVI avendo 182 , dissi come in quella chiesa de' ge-
permessola fiera di Sinigaglia, questa eb- suiti Gregorio XVI a' io agosto si recò
be luogo, bens\ con quelle norme e re- a celelirare la messa, e senza badare ai
golamento obesi leggono nella Raccolta^ sospetti del contagio comunicò moltissi-
voi. i5, p.66 e seg. Propagandosi ilma- me persone; indi lo slesso Papa accom-
lore in alcuni paesi e città vicino a Ro- pagnò le altre edificanti e commoventi
ma, il Papa ciica il 20 luglio fece pnb- processioni, con le quali la miracolosa im-
])li(:are dal cardinal Odescalchi un in\'ito magine fu trasferita nella chiesa de'filip-
sacro, per esortare gli abitanti alla pre- pini, indi nella basilica Vaticana, e quan-
ghiera, onde come Gerusalemme che ri- do a'i5 fu riporlalaallasua basilica, ove
mase immune dalla pestilenza che inva- nel dì seguente celebrò messa e comuni-
se Dan fino a Beisabea, così la sede au- cò quelli che ne mostrarono divozione ;
gusta del cristianesimo, per l'intercessio- il tulio toccai pure nel voi. XII, p. i35.
ne della Madre di Dio, fosse preservata Nella stessa maltina deli 5, ricorrendo la
sviluppato il cholera; il n.'6i del i.°a- lanti illuminazioni e con preci, or l'una
gosto rettificò i sospetti, per Ire casi non or l'altra delle sue immagini sparse per
provati avvenuti tiell'ospedale di s. Gia- la città, per uno slancio spontaneo e uni-
como , confutando le malignità e le ca- versale di pietà, volle onorarle tutte in-
lunnie de' nemici della pubblica quiete, sieme con una straordinaria e generale
quasi che si attentasse alla sanità del po- luminaria, compreso il palazzo apostoli-
polo con avvelenamenti, li n.° 3i delle co. Tenterebbe l'inipossibile chi impieii-
Notizie del giorno del 3 agosto, narra la desse a descrivere la ricchezza, il gusto,
dissipata apprensione degli abitanti delle la varietà di sì magnifico e consolante spet-
contrade prossime al mentovalo spedale, tacolo.
e le illuminazioni fatte per gioia alle im- Roma dalla piìi viva allegrezza e fi-
magini pubbliche della Beata Vergine. ducia passò nel dì seguente al più gra-
JXel n." 64 del Diario si racconta la solen- ve abbattimento e timore, quando nel
ne processione con la quale la prodigio- n.° 66 del Diario de' 19 agosto si lessp,
sa immagine di s. Maria Maggiore (the che l'ansiosa dubbiezza de' giorni scorsi
egualmente per la peste s. Gregorio 1 por- sulle cause che aveano alterato lo slato
tò nella basilica Vaticana, come dissi nel sanitario di Roma, si era cambiala dis-
la sua basilica Liberiana a"6 agosto tras- professori dell'arie salutare, divisi fino
portata alla chiesa del Gesù , per invo- allora tra loro sul giudizio che dovesse
carne il possente patrocinio nel serpeg- farsi delle malattie dominanti nella cit-
giante morbo, unendosi ad essa avanti tà, per cui il Papa patì molte angustie,
il palazzo Quirinale il sacro collegio, il erano tutti unanimi in asserire, che mol-
senato romano ed il Papa accompagna- ti degli avvenuti casi sospetti erano di
238 PES PES
cholera asialico, meni re alili si caralleriz- zione nella basilica Laleranense le teste
zavano per febbri algide perniciose, non de' ss. Pietro e Paolo; nella Vaticana il
rare in R.oma nella stagione estiva. Riu- Volto santo e il dito di s. Pietro; nel-
nite insieme queste distinte cause tuor- la Liberiana il corpo di s. Pio V; in quel-
prima sarebbero slati intempestivi e pre- cello le miracolose immagini del ss. Cro-
maturi, spaventando e accrescendo le cefisso; in s. Pietro in Vinculis le sue
apprensioni dell' immaginazione in cir- catene; in s. Rocco il di lui braccio, e
costanze sifTatte, con funeste conseguen- quello di s. Francesco Saverio al Gesti ;
ze, poiché lo spavento altrove rapì per- in s. Andrea della Valle le ossa di s. Se-
sone quanto il flagello. Si osservò che bastiano, come pure tulle le più prodi-
l'indole del cholera era mollo meno ma- giose immagini della Madonna, e conces-
ligna di quella delle altre capitali d'Eu- se indulgenza plenaria a chi confessato
ropa, con non molli casi fulminanti, al- e comunicato visitasse una di tali chiese;
meno nel principio, e che di gran giova- ma fece sospendere le processioni per e-
mento sarebbero le ampie vie e le mol- vilare le perniciose riunioni, nelle quali
te piazze, in cui l'aria esercita liberamen- il contagio si sviluppa facilmente. Col 23
te la sua azione puriHcanle. Risultò pò agosto il Diario e le Notizie incomincia-
scia dalla Statistica de'colerici, che il i.° rono a pubblicare i bollettini sanitari dei
caso dubbio fu a'28 luglio, il 29 tre, il casi nuovi, guariti, morti e in cura.
3o selle, il 3 i tre: quindi il 3 agosto tre- Nel n.° 69 del Diario è la notìfìcazio'
dici, il 6 ventiquattro, il 9 cinquantuno, ne de' 28 agosto del cardinal Sala, in cui
il 12 sessantaquattro, il i5 centoven- rammentate le precauzioni prese pri-
t'uno, 19 dueeentodue, indi aumentò
il ma dell'invasione del morbo, avverte il
governatore di Roma mg.*^ Ciacchi ora Grisogoiio, della Tras|)onlina, e nella ca-
cardinale, contro gli spargitori di false vo- sa Marsuzziin Piazza Margana, essendo-
ci di avvelenamento. Il Papa intanto con si generosamente per l'assistenza
offerti
piena e paterna sollecitudine rinnovò pre- spirituale delle medesime gesuiti, che i
cisi ordini, che tulio si facesse e nulla eziandio si prestarono ovunque erano
SI risparmiasse per la generale salvezza ; chiamali, recando ogni maniera di soccor-
e tornando ad implorare il celeste patro- si e cure spirituali, temporali e sanitarie,
cinio, fece esporre alla pubblica adora- con iodicibile utilità de' colerici, e per-
PES P E S 239
ciò benedetti da tutti divennero sempre pi d'arti a riprendere i lavori col con-
più segno alla pubblica riconoscenza. A sueto numero di lavoranti, i quali cessa-
questi luoghi di cura furono poi aggiun- vano dall' appartenere ai lavori pubblici
ti come ospedali, monastero di s. Ca-
il di beneficenza, cui erano stati addetti dal
listo ed il convento di Gesù e Maria, ol- governo per impedire la riunionedimol-
tre quelli de'carabinieri, della linea, dei tcpersone negli opificii ed oOlcine. In con-
luoghi di pena e l'israelitico; finalmente ferma del progrediente miglioramento
la commissione straordinaria di pubbli- della salute pubblica, a' i?> settembre il
ca incolumità, d'oidine del Papa, alle prelato vicegerente tennenellabasilica La-
case de' poveri somministrò medicinali, teranense l'ordinazione generale e gli or-
limosine e sufFumigazioni. Direttore de- dinati furono 7q. Nel n.° Sg delle Notizie
gli ospedali colerici fu fatto il p. Bene- %\%\au\'^h\a notificazione òt\ cardinal Sala
detto Vernò romano, generale dei ben- de'26 settembre, con la quale prese elììcaci
fiatelli, digran zelo, sperienza e cogni- disposizioni per impedire chcalla cessazio-
zioni fornito. Ricorrendo agli 8 settem- ne del morbo disgraziatamente si ripro-
bre la cappella della Natività , non si ducesse; quindi ordinò col massimo ri-
celebrò. Col n.° ^74 del Diario ripro- gore di restringere ed isolare la malat-
ducendosi la nolificazione de' i3 set- tia entro il perimetro del luogo ov' è svi-
tembre del cardinal Sala presidente del- luppata, emanando perciò un analogo re-
co, nello scopo di migliorare l'aria, per all'eterna Roma, ne'primi di ottobre fe-
gì' inconvenienti che ne potevano deri- ce giungervi C. Pfeidlsr dottore in medi-
vare, ed inoltre s'invitò ad immergere le cina, come per soccorso ai propri sudditi
biancherie de' colerosi in un bagno al- ivi residenti, avendo egli in vari luoghi
lungato con cloruro di calce, ovvero nel- studiato profondamente l'indole del fla-
la lisciva, prima di darsi a lavare, per gello desolalore. L'ultimo caso nuovo av-
impedire la propagazione della malattia. venne il 14 ottobre, essendo succeduto i!
Kel suddetto giorno i !-i settembre gli at- penultimo il o, ed il n.° 4' *^*^"^ ^'^'
i
taccati dal cholera ed in cura furono tizie del 12 ottobre, non che il n.° 82 del
90, i
107, morti 70. Progre-
guariti i Z)/ar/o diedero il fausto annunzio del ces-
dendo diminuzione del contagio, a'2 i
la sato morbo asiatico in Roma, riportan-
seltembie in cui erano gli attaccati 87, do il Dianoia notificazione diigìì i,del i
i guariti 33, i morti i5, il governatore cardinal vicario, pei rendimenti di gra-
di Roma con notificazione riabilitò i zie a Dio e alla Beata Vergine, con in-
primari fabbricatori di drappi e altri ca- dulgenza plenaria, e pei suffragi delle
a4o PES PES
viltime del mortifero flagello, de' quali detenzione, ne'monasteri e conventi. Tra
parlerò; non che la nolificazìoiic de' 12 i religiosi si distinsero i ministri degl'in-
del cardinale Sala pel disinfettamento fermi rimunerati dal Papa, lienfratelli i
generale, tanto delle case in cui vi alli- pure compensati, ed eminentemente ge- i
gnò il morbo, che in quelle sospette, per suiti che ne ricevettero solenni dimostra-
la totale distruzione del germe. Perchè zioni dal senatoedal popolo, come ripor-
il pubblico rendimento di grazie pel som- tai nel voi. XXX, p. 1 83. Il risultato ge-
mo benefìcio della preservazione dal ca- nerale de' colerici fu di q372, cioè uomi-
stigo fosse più solenne, Gregoiio XVI ni 4444)tlonne49'2 8 ; de'primi guariro-
domenica mattina i5 ottobre si portò no i8q3 e morirono 2 55 1, delle seconde
colla corte alla basilica Liberiana, co'car- guarirono 2060 e morirono 2868; dun-
dinali in abito rosso eprelalura, quindi que le vittime de'due sessi furono 5419,
nazze, con tutti quelli che hanno luogo maggiordomo mg."^ Fieschi, ora cardi-
nelle cappellepapali, ad assistere alla so- nale, perle energiche precauzioni che pre-
lenne messa di requie, che cantò il car- se , laonde in quello Quirinale solo due
dinale Barberini, indi compartì sul fe- casi si verificarono e ne restarono vitti-
simi solenni suffragi furono nella stessa il cameriere del cardinal Lambruschini,
iriatl ina celebrati in tutte le suddette chie- già affetto da cronica malattia; più in s.
zione, come si ha dalla descrizione ripor- cero a gara i più celebri professori del-
tata nel n.° 94 del Diario. Altre esequie l'arte salutare di umiliargli, per l'univer-
si fecero dalle confraternite, da diverse sale venerazione che si era guadagnato
corporazioni e accademie, e dalla guar- colle sue magnanime azioni e virtìi : con-
dia civica; in alcune chiese si fecero tri- tinuò suo parchissimo ed esemplar mo-
il
dui di suffragi. INe celebrarono ancora i dello di vita frugale e temperante nel nu-
regolari, che gareggiarono in relo e ca- trirsi sobriamente, di che in altra opera
colerici, avendo già messo il piede sulla rito dell' assistenza agli appestali ; fece
soglia di quello del ss. Salvatore. Beusì ancora coniare una medaglia con la sua
si lasciò vedere spesso per la città, per i- effigie e nel rovescio in mezzo ad una co-
spirare coraggio e fiducia negli abbattu- rona di quercia l'epigrafe : Solnlori At-
ti abitanti, e fatta ilirmare la carrozza a- grotatoriim Annoi'ò'ò'j. Tali medaglie in
vanti ad alcune cane di soccorso, s'inte- oro e argento donò ai lodati benemeriti,
ressava del loro regolare audaiiieuto, vi- con il loro nome inciso intorno.
vamente raccomandandosi ai deputati ,
Progredendo il perfetto stato sanitario
acciò nulla mancasse all'aiuto, conforto e in Roma, GregorioXVI nello slesso me-
guarigione de' colpiti dal morbo. Benché se di ottobre a'22 e 2C) celebrò nella ba-
sospeso avesse le ordinarie udienze per mi- silica Vaticana le beatificazioni solenni
sure prudenziali, sempre fu accessibile ai de' bb. Giovanni Massias e Martino de
ministri e ad altri, ed a tutte l'ore al pre- Porres domenicani. Col finire del iHSj
lato Amici benemerentissimo segretaiio il cholera terminò non solo in Roma, ma
della commissione straordinaria di pub- in tutta l'Europa, che dopo aver percor-
blica incolumità, che pel suo fervido ze- so tutlo il globo, ed invaso successivamen-
lo ed uffizio sempre era a contatto coi co- te l'Asia, l'Africa, l'Europa e 1'
Ameri-
lerici ; riceveva pure spesso il p. Vernò ca, trovò allora la sua tomba nella capi-
direttore degli spedali colerici, per tutto tale del mondo cattolico; imperocché fa-
quello che poteva contribuire a solleva- talmente ricomparve in altre regioni, per
re e mitigale le sciagure degli amati suoi ahro meno feroce : nel giugno 1848 in-
sudditi e figli attaccati dal contagio, a- fierì nell'oriente, in Mosca e in Pietro-
vendo avuto la stessa sollecitudine per burgo, seguendo lo stesso corso di prima,
quelli delle provincie. A non
tale effetto poiché s'insinuò ne'palazzi de'ricchi e nel-
solo contribuì del proprio scudi 45OO0 le case de' poveri ; questa peste sembra
per oblazione, ma diverse altre migliaia ora confermare la teoria, che il cholera
di scudi pure del suo privato peculio fe- segua il corso de'fiumi. Per gli orfani di
ce consegnare ai parrochi per distribuir- ambo i sessi delle vittime del cholera, la
si ai bisognosi, tutto celebrando il n.° 73 carità romana ne prese cura benefica, a-
del Diario ed altri. Né trascurò gli ebrei vendo a principal munifico benefattore
da sempre riguardati coni: echio di a-
lui e patrono Gregorio XVI, che dal iSSy
morevole moderazione e beneficati in più al 1 846 somministrò del suo peculio pa-
modi, per quanto le costituzioni aposto- recchie migliaia di scudi. Quindi ebbero
liche glielo permettevano; anche in que- origine, il Conservatorio opia casa di ca-
sta circostanza del suo li soccorse e n'eb- rila ili- via di borgo s. Àgata[F.),\\ Con-
be la soddisfazione della rara gratitudi- servatorio o ritiro del sagro Cuore di Ge-
ne, affidandone la cura al principe d. Pie- sù alla salita di Onofrio [F.) detto
s. ,
tro Odescalchi, che lodai nel voi. XLVllI, Carolino dal benefattore d. Carlo Tor-
p. 268. Ad onta delle immense spese per lonia,per interposizione del servo di Dio
tante calamità, avanti il cholera, duran- d. Vincenzo Pallotti che lodai in delti
te il male e dopo, sempre ebbe a cuore articolij la cui bella biografia del prof d.
gli artisti ed i manuali, né mai sospese Salvatore Proia si legge ntW Albuni xvii,
le grandi ed utili lavorazioni, e gli splen- n.° 1 3, e la Pia società in soccorso de'po-
didi monumenti , coi quali vieppiù ab- veri orfani per il cholera, di cui parlai a
belh Roma e diversi luoghi dello stalo. Orfanotrofio, e de'quali si può anche leg-
In vari modi Gregorio XVI premiò quel- gere il Rapporto del i843 e i844) ^ pi'e-
li che nel cholera si erano prestati per ventivodel 1845, con discorso del segre-
la salute pubblica, essendo infinito il me- tario ing."^ Giovanni Corboli Bus<ii. Nel
voL. 1.11. 16
242 PES PES
gennaio i838 Gregorio XVI con circo- I sistemi di contumacia e quarante-
lare tlcl cardinal Gamberini
Raccolta , na della maggior parte degli stati euro-
Tol. iG,p. 12, nella suaclemenza assolse pei dilTerenziano 1"
uno dall'altro, prin-
dalla pena cui erano stali condannali gli cipalmente per le divergenti opinioni
ìnfrallori de'cordoni sanitari. Nello stesso scientifiche. In vari stati le prescrizioni
anno mg/ Camillo Amici colle stampe di contumacia basano ancora sull'an-
si
della tipografìa camerale pubblicò in sei tico sistema di medicina del secolo XV,
dimostrazioni la Statistica di coloro che in allri su quello de'moderni tempi. In
furono presi dal cholera asiatico in Roma un luogo severo n' è il regolamento, in
neWanno iSSy, umiliata alla S.diN. S. altro indulgente. Nel 1841 a Cunin Gri-
Papa Gregorio A/'/ dalla commissione daine ministro del commercio di Fran-
straordinaria di pubblica incolumità. cia, dietro il rapporto di Segur Dupey-
Grato Gregorio XVI al potente patro- ron, surse l'idea d'un conforme e oppor-
cinio della Beala Vergine, invocato nel tuno sistema sanitario per le quarantene
eliderà, a'i5 agosto i 838 solennemen- ne' lazzaretti delle diverse coste del iVe-
te coronò r immagine di s. IMaria Mag- diterraneo, per vantaggio e facilitazione
giore e del diviu Figlio con due corone al transito del commercio e della navi-
d'oro ricche di preziose gioie, a tulle sue gazione, ed a tutela della salute pubblica,
particolari spese, come descrissi ne' voi. anche per conoscere la natura e la for-
XII, 128 e, i35, XVII, p. 289 e seg.
p. ma in cui si sviluppano ne' diversi luo-
E per non dire altro di quanto operò Gre- ghi le malattie epidemiche e sporadiche,
gorio XVI per la pubblica sanità, ricor- onde applicarvi le prescrizioni sanitarie.
derò che nel i84o fece pubblicare il /r- Quindi nel i845 il d." IMelier nella là-
golamenio pel corpo sanitario delle mi- Culla medica di Parigi propose che ilgi)-
lizie pontificie. Finalmente il regnante verno francese dovesse prendere le trat-
Pio IX, col molo-proprio del i." ottobre tative colle altre potenze per un con-
1847)31 tribunal consigi io e senato diplo- gresso sanitario internazionale j nìa al
ma la sanità e salubrità, con dipenden- medico francese 13rus era riservala la
za dell'auto rilà sanitaria, cioè della con- gloria di determinarlo colle sue memo-
gregazione speciale sanitaria istituita da rie, oltre la circostanza che in molti punii
Gregorio XVI, che vi presiede per tutto scoppiò ultimamente per una seconda
Io stato, in ordine specialmente: i.° Alle volta il cholera e la febbre gialla colla
epidemie, contagi ed epizoozie, tanto col- più allarmante veemenza. Pertanto Lui-
le misure di prevenzione, che di soccor- gi Napoleone presidente della repubblica
so. 2.° Alle inumazioni e regolamenti pei francese vi annui e persuase le altre po-
locali delle sezioni de' cadaveri. 3.° Al- tenze marittime interessate ad abbrac-
l'asportazione de'cadaveri degli animali-, ciare l'idea d'un congresso o conferenze
ai depositi di concime, letamai, latrine, sanitarie internazionali. Avendovi ade-
ed allo sgombro di sostanze malsane. 4-° rito i governi d'Austria, due Sicilie, Spa-
Ai commestibili, bevande e medicamenti gna, Stalo pontificio, Inghilterra, Gre-
guasti e nocivi. 5." Alle provvidenze per cia, Portogallo, Kussia, Sardegna, To-
gli asfissiati, idrofobi, annegati, ed al scana e Turchia, vi spedirono i loro de-
premio di quei che si ritirano dalle ac- legati o rappresentanti (il Papa l'HIustrc
que. 6,° Alla inoculazionedelvaiuolo vac- edotto medico Agostino Cappello) in Pa-
cino. 7.° Alla disiofettazione dell'agro ove aprirono le conferenze a'2 3 lu-
rigi,
territoriale. 8.° Ad ogni altra provviden- glio i85i. Già ebbero luogo le discus-
za igienica. K Maestro dei le stbade dj sioni preliminari, nelle quali fu stabilito,
Roma. che il congresso dichiarerà obbligali tut-
PES PES 243
ti gli stali che vi prendono parte alle d'allora in poi fu talvolta colonia roma-
prescrizioni sanitarie clie saranno fissate, na, talvolta confederata, e tale altra cit-
e perciò esse dovranno essere il più ch'è tà municipale; alla caduta dell'impero ro-
possibile uniformi. Inoltre progetta la mano si conservò sotto la potenza degli
fondazione d'un arbitro tribunale inter- stranieri. Depredata nel f)3o dai sarace-
nazionale e la compilazione d'un codice ni e quasi distrutta dai normanni nel
sanitario per le coste del Mediterraneo. 1080, Pioberto Guiscardo ne demofi gli
PESTO, Paestinn. Antica città vesco- antichi edifizi, impiegando le magnifi-
vile d' Italia, nella Lucania o provincia che colonne di verde antico a decorare
del Principato Citeriore, nel regno delle una sua chiesa in Salerno. Le sue illu-
due Sicilie, a 6 leghe da Cara[)agna e stri rovine restarono dimenticate, finché
circa 2 da Capaccio, sul golfo di Salerno. nel 1745 ne parlò l'Antonini, nella sua
La Lucania, parte della Magna Grcciaj Lucania, e meglio in progresso di tempo
ebbe da prima a principale città la fa- per altri scrittori ed artisti con dotte il-
mosa Sibari, in appresso dai greci chia- lustrazioni se ne conobbero pregi. Nel i
mata Possidoiiirt, nome che dui romani voi. i5 della Collezione di Piranesi so-
se torri quadrate che le fiancheggiano, e e Modesto (Z"^.). Nel V secolo venne isti-
altre tra esse e le porte, due delle quali tuita la sede vescovile sulTraganea di Sa-
esistono , una però rovinata. 11 circuito lerno, ch'ebbe a vescovi, Fiorenzo o Flo-
della città racchiude quantità prodigio- lente che assistette ai concili! tenuti ia
sa di rovine, e le principali sono gran il Roma das. Simmaco nel 499 ^ 5i0i; Gio-
tempio, di cui il re di Napoli ordinò il vanni 1 intervenne a quello di s. Marti-
restauro, il piccolo tempio e la basilica : no l649; Giovanni li sedeva nel 954,
nel
i due templi sono di dorica architettura, Giovanni III, trasferito alla chiesa di Sa-
ed il foro è lungo i65 palmi, largo 120. lerno nel io47;Maraldonel 1071 fu alla
Sotto le sue mura sono quattro sorgenti consecrazione della basilica di Monte Cas-
minerali, tra le qualiuna petrifica. Tut- sino ; Celso viveva nel 156: indi fu u-
1
to quello che si può immaginare d'inge- nita alla sede di Capaccio. Ughelli, Ita-
gnoso, di delicato, di voluttuoso si trova- lia sacra t. io, p. \5'j. Ma col volgerà
va riunito in Pesto, congiuntamente al- de'tempi scaduta notabilmente la città di
l'esercizio delle più nobili arti. 1 romani Capaccio e l'aria del suo territorio essen-
solevano andarvi nell'inverno a godervi do addivenuta grave e malsana, rimase
la dolce temperatura e ridente posizio- a poco a poco deserta, per cui il vescovo
ne, di cui celebrarono gli antichi poeti e il capitolo furono per indulto aposto-
le delizie e la bellezza delle rose che vi lico assoluti dall'obbligo della residenza.
fiorivano due volte all'anno. Possidonia, Laonde nel 1 85o Pio IX eresse Diano in
secondo Mazzocchi, fu fondata dai dorè- sede vescovile, sostituendola a Capaccio,al
si e dava il suo nome al golfo Paestanìus modo che si legge nella bolla Ex quo im-
simis. L'ingrandirono sibariti sino ad A- i perscrutabili^ de'2 2 ottobre, indi a' 1 7 feb-
gropoli, che ne fu la cittadella. Cadde po- braio i85i nominò vescovo rag."^ Valen-
scia la città in manoai lucani che la con- tino Vignone arciprete della chiesa col-
servarono sino all' anno 4*^0 di Pioma ; legiata di s. Cristina di Diano.
,
Teseo vile della seconda Galazia,c forse lo losofìa e teologia. Avendo ripatriato, fu
.slesso che la famosa Pindinisso , di cui posto sotto la disciplina dell'arcivescovo
parlai nel voi. XLIlf, p. loo (seppure di Sorrento suo zio. Dedito sommamen-
non fu Petndisso, V.), suffraganea della te allo studio della giurisprudenza e dei
inelropoli di Pessinonte, ed eretta nel VI sacri canoni, si trasferì di imovo in Ro-
secolo. Oriens dir. t. i, p. ^C)o. Petenis- ma per meglio profondarvisi, a tal uo-
so, Pelenissen, è ora un titolo vescovile in po frequentando piti eccellenti avvoca-
i
parlihus sotto Pessino o Pessinonte. ti, ed entrando per segretario di rota pres-
te del titolo di s. Onofrio, e nel 1727 s7t, non lungi dal monte Aor giacciono :
prefetto di propaganda, la cui chiesa con- in mezzo,o per dir meglio stanno sepol-
sagrò, confereiitlogli la pingue abbaziadi ti fi a un labirinto di roccie erte, acute,
s. Malia de' Danzi nel regno di Napoli. tagliate a sbieco. Anfiteatri, palazzi, tem-
Nel conclave di detto Papa tu eletto ^ro pli sepolcrali, tutto è incavato a forza di
Pcniicnzicre maggior" (^F.), e Clemente scalpello entro il vivo sasso; in una pa-
XII lo confermò, ed inoltre lo annoverò rola, Petra è una città marmorea, sca-
a quasi tutte le congregazioni. Dopo il vata nelle viscere della rupe e perciò ve-
conclave in cui restò eletto Benedetto ramente singolare I magnifici avanzi
XIV, nel 1740 divenne vescovo di Pale- splendore e opulenza di Pe-
dell' antico
strina. Consumato dalle fatiche, avendo lra possono reggere al pari d«lle rovine
goduta l'alta slima de'Papi, morì in Ro- di Menfi, Tebe e Palmira, e forse le su-
ma d'anni 0)7, nel f 74''> ^ ^^^ sepolto nella perano in questo, che non sono erette
chiesa nazionale delloSpirito santo, avan- nel suolo, totì scavate nel granito, ope-
ti r altare maggiore, col semplice nome re monumentali che restano, come me-
inciso sopra la lapide sepolcrale, che vi- daglie, impresse nella natura. ^eW Album
vente erasi pi-eparnlo. an. V, n.°(^ e 27, sono riportati i dise-
PETRA, Pelra Deserti seu Gyriaco- gni e descrizioni d'un tempio e d'un an-
polis. Città vescovile capitale dell'Ara- fiteatro scavati nella roccia.
bia Petrea o 1' antica Idumea, e metro- La sede vescovile fu eretta ne' primi
poli ecclesiastica della 3.* Palestina, o tempi della Chiesa, e nel secolo V diven-
i.'' provincia d'Arabia, essendo della 1." ne metropoli, ed ebbe a suffraganei ve- i
Uosti'a, nel patriarcato di Gerusalemme. scovi diMonte vSinai, Faran, Elaso Ela-
E situata sulle frontiere della Palesti- ta, Afra o Gab, Adra o Hadroga, tutti
na e dell'Arabia, sul fiume di Safla che divenuti arcivescovi nel secoloXlI Au- :
gettasi nel mar Morto. Per metà rovi- gustopoli, Arindela, Ariopoli o Gerapoli,
nata, chiamasi ora Herac o Selah, voca- Zoara, Charachmucha o Parachmuchi,
bolo ebraico che significa roccia, cui cor- Mampsis,Eleusio Elusa, Blrosabon,Pen-
risponde la greca parola di Petra: altri lacomia, Mamapsora, Metracoraia, Sal-
nomi riporta il Terzi, Siria sacrap. 27^, timi Hieraticuni; ed altri vescovi regi-
come Crack, Monte reale. Arce. Dice che strati dal Terzi, come di Arath, Betsai-
vi regnò Recel, che fu vinto e ucciso da- da. Cafarnao, ec. Ne fu vescovo Asterio
gl'israeliti; vi nacque Ruth, dalla cui di- o Macario glorioso, che si separò dagli
scendenza uscì David. Il fasto delle sue eusebiani nel concilio di Sardica del 347,
grandezze la trasportò a insolenlissime e sottoscrisse la sentenza a favore di s.
ostilità contro
i giudei, laonde il re A- Atanasio: confinato dagli ariani e dal-
masia sanguinoso conflitto uccise o
in l'imperatore Costanzo in Africa, ritorna-
precipitò dalla sommità del suo scosceso to dal suo esilio, assistette al concilio di
masso 10,000 iduraei, e soggettò la cit- Alessandria nel 362, facendone menzio-
tà al suo dominio. Coi romani l'assediò ne il martirologio romano a' io giugno.
Scauro, e solo si ritirò a intercessione di Gli altri vescovi sono registrati nell'O-
Anlipatro e per le somme d'Are-
grosse riens chr. l. 3, p. 667 e 722; a p. i3o5
ta re degli arabi. Il nome di Petra fu parla di Guerrino vescovo latino, impe-
dato alla capitale dell'Iduraea, per avere rocché osserva il Terzi, che Baldovino
i suoi abitanti eretto o per dir meglio re di Gerusalemme, dopo conquistata
intagliate le case, i palazzi, i sepolcri, i Petra, vi ristabilì la sede metropolitana,
templi entro le viscere d'una montagna. con arcivescovi di rito latiuo. Di questo
246 PET PET
al presente Petra, Pttlren, è un titolo ar- ra, Ha 7 chiese cattoliche,
con sobborgo.
civescovile in parlibus, cui sono soggetti 2 conventi, un monastero, collegio e gin-
ì titoli vescovili di Aialh, Letsaida, Bo- nasio. Ivi vicino si vedono le rovine del
li uà, Cafarnao, EJeusa, Caminilza, Sina, castello, già residenza de' re di Polonia.
Arada, AriopoIi,Zoara. Pio VII nel 1822 In Petricaw furono tenutii seguenti con-
Ibce arcivescovo di Petra Alessandro Giu- cilia Il i.° nel i4i2, in cui si ordinò che
stiniani , cvealo cardinale da Gregorio si ridurrebbero in un solo volume gli sta-
XVI: questo Papa nel i833 conferì il tuti degli antichi sinodi di Gnesna, lo che
titolo a mgT Giuliano IMaria Hillereau, fu eseguitone! i4i 7 e confermati da Mar-
attuale vicario apostolico patriarcale pei tino V. Il 2.° nel i456 sulla disciplina;
latini di Costantinopoli, pei" nomina dello il 3.° nel i485 presieduto dall'arcivesco-
stesso Pontefice. vo di Gnesna il 4-° "el 1 49 1 ; il 5.° nel
;
PETPiA. Sede vescovile della provin- i53o; il 6.° nel i532; il 7.° nel i539
cia i.^di Palestina, suffraganea della me- pel mantenimento della fede; \'S.° nel
tropoli di Cesarea, eretta nel secolo IV. 1 540 contro gli errori di Lutero; il 9.°
Alcuni pretendono che da questa fosse- nel 1 542 contro l'eresie; il 10.° nel 1 55 1 ;
rI .°
nel 12.° nel 553 3.°
ro precipitati gl'idumei, di cui parlai nel 1 1 557. ; il 1 ; il 1
precedente articolo, e che a questa sede nel 1578, approvato da Sisto V, decretò
appartenga il vescovo Ario o Macario che non venisse eletto in re di Polonia
che sottoscrisse nel 34? il concilio di se non un vero cattolico; il i4-°ue! 62 i; i
Sardica, e che per aver favorito il rista- il I5.° nel 1 62 8. Tutti questi concilii eb-
bilimento di s. Atanasio fu rilegato nel- bero per primario scopo^la riforma del
l'Africa con Asterio vescovo di Petra del- clero, r estinzione dell'eresie e la libertà
I re di Persia la prese; ritolta dai greci la sua sorgente, ove prima stanziavano
e distrutta, fu poi riedificata. Orìens dir. sottoil nome di Quapaes o Ouguah-pa,
t. I, p. 1345 e i44'- Altre sedi vesco- dopo molte guerre sostenute con altre
vili di Petra furono quelle della i.^ Ma- razze, qui fermassero la sede. Simpatiz-
cedonia, eretta nel IX secolo sotto Tes- zarono sempre co'francesi e ne apprese-
salonica; della 2.' d'Asia, eretta nel IX ro civili modi e vita pacifica e laborio-
secolo sotto Smirne. sa, senza nulla perdere del nativo valo-
PETRl Guglielmo, Cardinale. F. re. Si trovano però sparsi anche nel ter-
GODIN. ritorio di Arkansas quei monticelli ed
PETRICA W o PETRIRAU, Pdrìco- ammassi di pietra, che presentano vesti-
via. Città di Polonia, woiwodia, capo- gia d'antica nazione indigena e molto ci-
di 5,000 per vivervi trancjiiillamente. ro inutile, perchè non è che la fede pro-
Vi sono pure sparse altre tribù d'india- pria che ci salva col battesimo; 2." che
ni erianli o fissi lungo le riviere. Visi r Eucaristia era un nulla e non poteva
organizzarono 7 contee, cioè Arkansas, essere materia di sagrifizio; 3.° che biso-
Clark, Hempstead, Lawrence, Miller, gnava distruggere le chiese, essendo una
Philips e PJaski. IMoIti emigrati euro- superstizione il credere che Dio fosse at-
pei ed altri profughi ripararono nell'Ar- taccato ad un luogo piuttosto che ad un
kansas, onde in tutte le parli sursero u- altro; 4-^ che bisognava spezzare ed ab-
tili stabilimenti, chiese e cappelle. Allor- bruciare le croci come orribili istruinen-
quando nel i8iq fu proclamalo il go- ti della passione e morte del Ptedenlore;
verno territoriale, fu edificata la città di 5.° che i sagrifizi, le preghiere, le elemo-
Pelricola, e presto divenne la piìt im- sine e tutte le opere buone erano inutili
portante del paese; vi si fondarono mol- ai morti. Questi eretici ammettevano al-
te case di commercio, che ogni giorno tresì due dei, al pari de' manichei. Pie-
progredisce, come il numero degli edi- tro il venerabile abbate di Cluny e s. Ber-
lizi sempre sono in aumento, così la po- nardo combatterono Pietro di Bruys Ca- :
tea di tal nome, fu edificata da' france- nò formalmente co'suoi seguaci ; laonde
si nel iG8o. La regione era nella diocesi condannato ad essere bruciato vivo, fu
di s. Louis (F.), New Gasco-
coi luoghi consegnalo al braccio secolare, e gli abi-
ni, con la chiesa Maria; Fort- Arkan-
s. tanti di Saint-Gilles circa il ii4^ ese-
sas, con la chiesa di s. Dionigi; Pine guirono la sentenza.
Bluffs, con la chiesa di s. Ireneo e le so- PETRO JOANNITI. Eretici così no-
relle di Loreto , oltre altre chiese e pii minali da Pietro figlio di Giovanni di
slabilimenli, anche di Pelricola. Il perchè Biron nel Perigord , che circa il i
197
fu mosso il 5.° concilio di Baltimora a insegnò che Gesù Cristo era ancor vivo
domandare alla s. Sede che il territorio allorché ricevè il colpo di lancia. Venne
d'Arkansas si formasse in diocesi separa- pure accusalo di aver difeso i sogni del
ta e che il vescovo risiedesse in Pelrico- b. Gioacchino, fondatore della congrega-
la.Quindi con breve de' 28 novembre zione di Flora (^.), e di aver sostenuto
1 843 Gregorio XVI separò il territorio che il battesimo era una ceremonia este-
da s. Louis, e lo elesse in vescovato suf- riore , la quale non compartiva veruna
fraganeo della metropoli di Baltimora, grazia; che l'anima ragionevole non era
dichiarando i.° vescovo di Pelricola l'at- la forma dell'uomo; ch'egli solo a vea la
tuale mg.' Andrea Byrne. Quanto a s, intelligenza del vero senso nel quale gli
Louis, secondo il proposto nell'ultimo si- apostoli aveano predicalo il vangelo.
nodo di Baltimora, il regnante Pio IX PETROCCHINl Gregoijio, Cardina-
li 4 "lagg'O 1847 lo ha ei-etto in arcive- le. Nacque da onesti genitori in Montcl-
scovato. paro nella Marca, ed abbracciato l'isti-
PETR0.J.RUS3I ANI.Eretici così chia- tuto agostiniano divenne celebre per Te-
e
ne mancavano. Compita la visita di essi poi è stato appellato dal suo nome Pe-
in Italia, per la sua equità e singoiar trockstow e per contrazione Padslow.
mansuetudine, divenuto a tutti veneran- Formò molti discepoli alla perfezione,
do, fu consigliato dal Papa a recarsi nel- mori il 4 giugno Qon si sa di qual anno.
la Spagna, dove colla sua saviezza siste- Secondo suoi atti, che però non meri-
i
mò gli affari dell'ordine e si guadagnò tano molta credenza, sarebbe stato con-
Ja grazia di Filippo II, che gli conferì al- temporaneo di s. Sansone, il quale fio-
cune migliaia di scudi di pensione. Tor- riva nel secolo VI. Avvi chi pretende es-
nato in Roma, proseguendo nell' eserci- ser egli vissuto più tardi, e fattosi mo-
zio di sue virtù e nello studio delle sagre naco a Bodmin. Quivi in fatti riposava il
scritture, con applauso universale Sisto suo corpo in una chiesa del suo nome ,
la a Bonifacio Vili suo insigne benelìit- ^cepola di t». Pietro e sua figlia spirituale,
loie, per la parte che prese nella con- Si celebra la sua lesta a'3i di maggio;
giura e sua prigionia in Anagni; vi ha »inominala pure nel martirologio di lie-
però chi con solide ragioni difende il car- da ed in quello che viene altribuilo a
dinaie da sì nera taccia, anzi nel concilio s. Girolamo.
stoli, e quantunque la sua storia non sia a successore di (|uesto sauto prelato. 'Pro-
stata trasmessa sino a noi, non per tanto \avasi allora Bologna immersa nella mi-
devesi stimare che la sua santità fosse al seria e nella desolazione per le devasta-
sommo specchiata, stante il nobile luo- zioni e saccheggi cui andò soggetta nelle
go che le si dà fra gli apostoli, proliiti i funeste invasioni degli unni e de' goti. S.
ed martiri. 11 suo nome, diminutivo di
i Petronio riedilìcò la cattedrale, che de-
quello di Pietro, ha fatto ci'edere ad al- dico ai ss. JXabore e Felice; fondò ori-
cuni autori ch'ella fosse figlia del priu- staurò molle altre chiese, Ira le quali si
Se s. Petronilla secondo la carne o lo spi- è onorato a Bologna [F.) come uno dei
rito fosse figliuola di s. Pietro. In que- principali patroni della città, celebran-
staseguendo Barooio e Gallonio, ritiene dosi la sua festa il giorno 4 di ottobre, iti
la crede dell illustre sangue de' Petroni Soana, e per la sua slret-
elesse vescovo di
e discendente da Petronio presidente di ta amicizia col padre Pandolfo liian-
Sonu e favorevole agli ebrei, solliiulo di- no e signore di Siena, emarilo d'Aurcha
25o PET PET
Borghese rinomala dama di tal famiglia, mori nel i522, d'anni 5o, nella villa di
il Papa a' 22 marzo i5ii Io creò car- Ribbiano diocesi di Siena, non solo senza
dinale diacono di s. Teodoro ed animi- essere compianto, per l'alterigia con cui
nislratore di Massa e Populonia. Morto l'avea governata e attesa la sua avarizia,
il padre, il cardinale volò a Siena e colle ma popolo infuriato scagliò sassi e pie-
il
armi ne contrastò il dominio al fratello tre sul cadavere: fu sepolto nella chiesa
Fabio,il perchè Leone X allontanò am- de'domenicani con semplice epitaffio.
bedue dalla città, e ne die il governo a PETRUCCI Pier Matteo, Cardinale.
RatFaele Pelrucci che poi creò cardinale. Nacque da ragguardevoli genitori in Je-
Perciò si accesela Alfonso fiero odio con- si, e sino dalla puerizia si die agli eser-
tro Leone X, quindi fuggito segretamen- cizi di vita divota, coltivò le scienze che
te da Ptoma a Siena, ne tentò la rivolta. più confacevano alla sua inclinazione
si
11 Papa gli scrisse con risentimento, ri- e nelle quali fu addottorato nell'univer-
chiamandolo a restituirsi subito presso sità di Macerata. Nel 166 1 convertito
di lui. Giunto in Roma pieno di vendetta, dal cardinal Cibo dalla vita rilassata che
risolvè di uccidere Leone X, alla cui e- avea cominciato a menare, come attesta
saltazione avea potentemente contribui- Novaes, si dedicò al di via servigio tra i
to. Procurò prima togliergli la vita a fac- filippini di Jesi, per cui si rese abile nel-
cia scoperta, ma non essendo riuscito, la dTvina parola. Perduta la madre, di-
tentò per mezzo del chirurgo che gli me- stribuì la propria eredità a' poveri, indi
dicava una piaga questa avvelenare. Co- nel 167C) eletto preposito di sua congre-
nosciutasi l'atroce congiura, il cardinale gazione, si die alla coltura delle anime,
fu carcerato nel Lazio, ed in pubblico col predicare ed ascoltare le confessioni.
concistoro processato e degradato, pri- Mosso Innocenzo XI dalla fama di sue
Tato di tutti i benefizi e strangolato in virtìj, nel 1681 l'obbligò ad accettare il
Castel s. Angelo o occultamente a'i6 lu- vescovato di sua patria, dove non lasciò
glio i5i 7, d'anni 27; indi di notte fu se- di assistere al confessionale e di bandire
polto in Campo santo, senza funerale. il vangelo al suo popolo; si applicò con
Nella biografia di Leone X e in molti fervore alla riforma del clero, per cui nel
luoghi parlai della rigorosa punizione dei 1695 celebrò il sinodo diocesano e foce
suoi complici, anche cardinali. quanto dissi a Jesì. In premio di sue a-
PETRUCCI Raffaele, Cardinale. postoliche fatiche e zelo, Innocenzo XI
Patrizio e canonico di Siena, nel i497 a'2 settenìbre 1 686 Io creò cardinale p re -
Alessandro Yl lo fece vescovo di Grosse- te del titolo di s. Marcello e lo ascrisse
Io, poi prefetto di Castel s. Angelo. Dal a varie congregazioni: la città di Siena
suo amico e compagno d'esilio Leone X riconoscendolo derivare dai Petrucci sa-
fu fatto governatore di Siena, rimoven- nesi, lo aggregò alla sua nobiltà. Indi die
done il precedente cardinale, agli 8 mar- alla luce alcuni libri ascetici, in tempo
zo i5i5, in un al fratello ed al Rorghe- che menavano alto rumore gli errori del
se suoi congiunti; poscia nel i." luglio laido Michele Molinos (^.), dannati dal
1317, benché assente, lo creò cardinale s. olìiiio. A questo tribunale denunziati
prete di s. Susanna, amministratore di gli errori contenuti in detti libri e quel-
Reitinoro e nel 1020 di Soana. Per l'a- li delle istruzioni della vila spiriluale
more che godeva del Papa ebbe rendi- stampate prima del cardinalato e igno-
te considerabili, come l'abbazia di S.Gal- rate dal Papa, dopo accurato e diligen-
gano, e gli donò l'uso della propria casa te esame, tali opere furono trovate infet-
presso il Vaticano. Concorse all'elezione te delle massime del Molinos e condau-
d'Adriano VI, che accolse in Livorno, e liate formalmente, in un alla Conlcm-
PET PET 2JI
plazione mistica, con decrelo 5 febbraio eia ai paramenti che il sacerdote deve in-
iG88,lo cbe recògruveleritaalla sua fa- dossare, perchè possa vedere se ha mac-
ma, quanluiu|ue con sincera e profonda chie in volto, se i Capelli [F.) sono com-
umilia si soUomise al giudizio della s. Se- posti, se i sagri indumenti stanno a do-
de, ed ottenne che i suoi libn fossero Jjru- vere, giacché i chierici non sogliono aiu-
ciati a riparazione del male fatto e per tare il celebrante nel vestirsi: il manipo-
poter ritornare alla sua Cliiesa. Foco vi puntano con spilla e molle spillo stan-
lo lo
\i si avendo conosciuto essere
trattenne, no puntale in cuscinelto appeso a' piedi
in disistima presso tutti, onde nel 1696 dello specchio. ì^tWd Storia delle inissio-
rinunziò il vescovato a Innocenzo Xll ìli del Chile, t. 3, p. 4oj osserva il Sallu-
che gli assegnò scudi 2,000 di pensione, sti, che quasi tulle le chiese e case ma-
ma non volle accettare la rinunzia della gnatizie di America si vedono adornate
porpora, come aveano fulto due prede- i di specchi,inclusivamenle alle monache
cessori. 11 cardinale tutto si diede alla vi- anco cappuccine, avendo egli veduto co-
ta edificante, alla preghiera, ai digiuni, perte di specchi nella loro chiesa diSanlja-
sedendo a mensa co' suoi servitori. Fu go le pareti di piti altari, l'intiera prospet-
deputato visitatore di diverse confiater- tiva de'legii e dei paliolti nobili (che nelle
iiite, come della ss. Annunziata, dell'o- solennità si preferiscono ai ricamati inoro
spedale di s. Spirito, della basilica di s. e formati di argento massiccio). Quest'uso
Paolo e amiesso monastero, e della dio- lu congettura derivalo da quei pi imi con-
cesi diSanseverino, dove applicatosi con quistatori o commercianti che penetrali
gran fervore alla disciplina del clero e del in America cambiavano colle lamine di
popolo, oppresso dalle sostenute fatiche, argento e oro loro specchi. Si apprende
i
morì in Montefalco a'5 luglio 1701, di da Buonarroti, De^ vetri antichi, p. igS,
anni 6Q, dopo essere intervenuto a tie che in essi fu rappresentato dagli antichi
conclavi, e fu sepolto avanti la b. Chiara cristiani 1' immortalità dell' anima culle
con breve e significante iscrizione. nozze d'Amore e Psiche, con uno specchio
PETTINE, Pec7e/i. Strumento da pel- rotondo di metallo bianco accanto alla
linare fatto in diverse maniere adi di- sposa per segno di nozze, come istrumen-
verse materie. Tra le suppellettili della lo particolare delle donne, essendo lo spec-
chiesa il Du Gange annovera ancora il chio principale attributo di Venere e del-
pettine, e ne adduce gli esempi di varie la virtù della prudenza. Il Tafuri, presso
antiche scritture de'vescovi, imperocché Calogerà t. 12, p. 354, ragionando degli
i sacerdoti primadi portarsi all'altare co- specchi d'argento e di bronzo degli anti-
stumavano acconciarsi la chioma ad ef- chi, ricorda cheDio comandò a i\Iosè,che
fetto di comparirvi con decenza e compo- degli specchi di bronzo ch'erano appesi
stezza maggiore. Il Nardi, £e//era5f///'»- nel tempio si dovesse formare il vaso per
so degli specchi epetlini (T adornanitnto l'acqua: egli crede che primo inventore
pressale antiche cristiane, Pesaro iBaS, degli specchi d'argento sia stato lo sta-
riferisce che nelle sagrestie de'cappucci- tuario Prassitele, e Plinio lodò assai quei
iii( almeno prima delle ultime vicende) di bronzo che si facevano in Brindisi, ove
si tiene il pettine pel detto uso { e forse senefabbricavanopuredi stagno: in Gre-
anche per rassettare la Barba, F.), pri- cia poi primeggiarono gli specchi metallici
ma di lavarsi le mani nel procedere al- di Corinto, perla celebrità del suo metal-
l'altare. A questo costume sembra rela- lo. Dagli specchi artificiali di metallo pri-
tivo quello di collocarsi gli specchi in ai- ma dei secolo XI H originarono quelli di
cune sagrestie. Nelle chiese di Spagna e vetro, poi di cristallo piombato; nondime-
Francia vj Sj^uo degli specchi grandi iu fuc- no si pretende che dalle oilìcine vetrarie
a5a PE T PIA
(iiSidoue uscissero) piinii specchi di que- Magno, cioè 1*88 del codice Carolino, ve-
sta materia, f^. Vetri. Kiaiaichevoli fu- desi che 1'
imperatore greco Costanliuo
rono gli stiigili o petliui di metallo dora- mandò due suoi spalarli o porta spade
to per raschiarsi ne'bagni, rinvenuti nel- ad Arichiso duca di Napoli, inviandogli
le tombe elrusche, come pure gli specchi per mezzo loro vesti tessute in oro , le
mistici, lisci, graititi e variamente ornati. forbici, una spada ed un pettine, per di-
Il Boldelti ne' suoi Cimiteri, I. 2, e, i4> chiararlo patrizioj pare dunque che il
riferisce che ne'sepolcri de'martiri spes- pettine potesse anche essere insegna d'o-
.so rilrovausi gli specchi ed i pettini che nore. Sul pettine degli antichi può veder-
loro servivano di ornamento e per la ne- si il Guasco, Dellt ornatrìcij sullo spec-
cessità di tenere raccolta la chioma. An- chio, Giacomo Antonino, Antico specchio
che dagli antichi cristiani si usava aiolto metallico, Perugia 1827,
seppellire qualche cosa di caro al defun- PUAEiMX oVhOENIX. Sede vesco-
to insieme col suo corpo, ed fanciulli coi i vile di Creta, sotto la metropoli di Cor-
loro giuochi infintili. Narra Cesario, Dia- tina. Orieiis dir. 268. t. 2, p.
88, che un superbo pet-
los^or. lih. 8, cap. PHAENUSoPHOENUS. Sede vesco-
tine da ornamento muliebre fu ritrova- vile dell' Idumea, sotto la metropoli di
lo tra le ossa d'una santa vergine e mar- Petra. Quivi molti cristiani furono con-
ine scopertesi in Colonia ; questi pettini daiuiati a lavorare nelle miniere regnan-
»;rano talora gemmati. La Cronaca ca- do Massimino li. Riporta 4 vescovi Ì'O-
maliacense aderma che il pettine era uà rieas dir. 74?-
t. 3, p.
arnese sacio nei secreUiri o sagrestie; PHASIaNA. Sede vescovile di Lazica,
così il Zaccaria nel suo Onoinaslicoii ri- sotto la metropoli di Trebisonda, eretta
tuale., verbo Pecleii.\\^ì<xcvì vxnì Hiero- nel IX secolo. Oriens dir. t. 3, p. i34i-
lexicoii ditnostra che i sacri ministri al PHELLUS o FELLUxM o FELLO.
celebrante ministravano l'acqua alle ma- Sede vescoviledi Licia, sotto la metropo-
ni e il pettine al capo. La regina Teo- li di Rlira, eretta nel VI secolo. Oriens
delinda donòal tesoro della chiesa di Mon- dir. t. I, p. 98 r.
dice che i ministri dopo levata al ve- ]\Iorcelli non si trova. Pia, Pianen, al pre-
scovo la mitra leggiermente gli assettino sente è un titolo \escov'iìe in par tibus sot-
colla mano i capelli (anche la Parrucca, to Cartagine.
fedi, a chi è costretto usarla). 11 Papa PIA UNIONE DI S. PAOLO. F. s.
sua moglie uno specchio d'argento ed un PIACENZA (Placentin). Città con re-
pettine d'avorio legato inoro. In una let- sidenza vescovile, capitale e capoluogo del
tera di Adriano I Papa del 772 a Carlo ducalo del suo nume, nello stato di Far-
IM A PIA ^r,
ina (^•), col quale avenfln fìivi<;o Io vi- ma dieta tenuta in questi prati fosse quel-
cende ed i destini, ivi parlai flelle prin- la nel 104? adunatavi dall' impeinfort!
cipali cose che riguardano la città, ildu- Enrico III. E' pure famosa l'altra dieta
sud va sino alla cresta degli A pennini sul senza che ninno osasse rontraddirgli, ap-
limitare ligure, ed all'est ha il ducato di partenere all'impero tutte le regalie, cioè
na è quella del Tidone , con eccellenti i molini, le pescagioni ed altri simili pro-
pascoli, quali sono pure nelle alte monta- Tenti ; le quali regalie furono poi ricu-
gne : molti canali diramantisi dalla Treb> perate dalle città londiarde, cogli altri di-
bia distribuiscono leacque. Questo bel du- ritti loro tolti, seguita che iu la famosa
cato abbonda di frumento , vino di più pace di Costanza nel i83, edall'impe-
i
specie delicato e salubre, bestiame, glos- l'afore ne rimase solo l'alto dominio. \ e-
si formaggi, ec. : può dirsi un vero museo dasi il p. Tosti, Istoria della lega lom-
di storia naturale ^ perchè contiene mi- barda.
niere, cavedi gessi, pietre diverse, ec; flo- La città di Piacenza, Placentìa,^nlìo
rida n' è l'agricoltura. Nel ducato e nel la duchessa Maria Luigia e sino al 1848
comune di MorlÌ7Z3, tra la Nure e il Po, era residenza del governatore, del tribu-
governatorato e diocesi di Piacenza e da nale d'appello per tutto lo stato, del tri-
questa 5 miglia distante, trovasi la villa bunale civile e criminale di camera <!i ,
ti deilostato nell'aperto dei campi, e l'as- conda pianura, sulla riva destra del Po,
semblea de'franchi ne'campidi marzo, poi poco sotto al confluente della Trebbia, a
di maggio. Questo luogo anche re d'I- i 3q miglia da Parma e 4o ^^^ Milano, iu
talia scelsero a convegno, ivi si piantava- clima salubre. Qiiestacitlà èdi forma o-
no padiglioni, fortificali con bastioni e fos- blunga e cinta da baloardi,dn fosse e dn
se, come ben munita città, ed i monar- moderne fortificazioni. Al sud-ovest era
chi vi chiamavano i vescovi, gli abbati ed il Castello o Cittadella con 5 bastioni, in-
i signori italiani che dall'impero dipende- trapreso con grandi violenze, gelosie di
vano od erano suoi feudatari, e con esso nobili ed oppressioni del popolo dal du-
loro consultavanodelle cose pertinenti al- ca Pier Luigi Farnese(da una fiiiestrn
lo stalo. Memorabile fra queste diete fu del quale fu gittato dopo trucidato ) nel
quella che lennevi nel 102(1 Corrado IF, 1 547 e fatto proseguire da Carlo \ : \l
dalla quale molti ripetono l'origine del Castello era in mano del pi esidio austria-
gius feudale per legge scritta, che prima co, in virtù del trattato di Parigi io gni-
non esisteva che per consuetudine; ori- gno 1 8 I
7, ma a'sG marzo 1 84<5) per es-
gine chealtri vorrebbero far salire al 584, sersi i piacentini dichiarati liberi, venne
allorquando i piccoli tiranni che si lene- sloggiato dai tedeschi , e quindi il go-
vano divisa l'Italia proclamarono Auto- verno provvisorio ne ordinò la flemoli-
ri in loro re. Altri opinarono che la pri- zione, quale si effettuò appena ebbe Ino-
254 PIA PIA
go la dedizione al Piemonte. Cinque so- mune duchi Alessan-
e rappresentanti i
de'lre che venneio gettati nel i6q8 da! colo XV e sul fine del passato compito
duca Francesco. E' ben fornita di acque- dall'architetto Lotario Tomba : sur un
dotti, alimentati dalle acque provenienti lato vedesi pure il collegio de'Mercanti,
dalla Trebbia ,
per cui vi si muovono i nobile edifizio cominciato nel 1677. La
mulini, e scaricano nel Po. Piacenza van- campana posta sulla sommità del palaz-
ta edifìzi magnifici, tanto civili che reli- zo del Comune pesa 10,000 libbre pia-
giosi, alti a mostrare la propria grandez- centine, ed il globo mobile sotto l'orolo-
za. ] palazzi Farnese, del Comune, del gio serve a indicar lefasi lunari; sono poi
Governatore, de'AIercanti, della Finan- fatture del conte Barattieri la meridia-
za, di Giustizia, degli Scolti da Fombio, na,' il calendario, il quadrante solare coi
degli Angnissola da Grazzano, de'Maraz- gradi di longitudine e latitudine, il tutto
7,ani, de'Somaglia, degli Scotti da s. Siro sulla facciata del palazzo del Governato-
oda Vigoleno, de'iMalvicini-Fontana, dei re. La piazza della Cittadella è la più spa-
Mandelli, de'conti Tedeschi da s. Fermo ziosa : vi grandeggia il magnifico palazzo
disegno del Vignola, de' conti Tedeschi- Farnese, fondato ne! i558 da Margheri-
Baldini, Rocca e Marufìì, e de'marchesi ta d' Austria, moglie del duca Ottavio,
Laudi e Fogliani : il duomo, le chiese di che vuoisi disegno del Vignola, ma piìi
de'Cavalli, della Cittadella e del Duomo. platea, onde al naturai pregio di esser mira-
Trovasi la i." nel centro della città, ve- bilnjenle armonica, olh-e agli spettatori
nendo così nominata per ledue statue co- de'palchi una visuale che cade retta al
lossali equestri di bronzo erette dal co- centro del proscenio o poco ne diverge.
PIA PIA 255
Ln calletirale o duomo nel i 122 fu col breve, Eomanornm Pontìfìcum, dei
lifablnicato suH'antico, (juiiuli prohabiU 16 febbraio 1819, Bull. Coiìlin.t. 1
5, p.
mente consagrato nel ijS'S da Innocen- 1 78, concesse alle dignità e canonici del-
zo li, sotto l'invocazione di Maria Vergi- la cattedrale 1' uso della bugia, di assu-
ne A.ssunta:ha tre navateeiafligma una mere la stola sulla cappa, il collare pao*
peilétta croce latina. Alle tre porle della nazzo e la fettuccia di tal coloie fascio-
facciala sono pronai formati di colonne lam al cappello. Confina colla cattediale
sorrette, quanto alla porlo maggiore, da l'episcopio, antico e solido edifizio. Altro
due grossi leoni di granito rosso, e quel- ragguardevole tempio a 3 navate è quel-
li delle altre da statuette rannicchiate: lo di Antonino martire della legione
s.
sull'arco del pronao della i / sonovi scol- Tebea e pationo della città, l'antichissi-
pili i segni del zodiaco. Ergesi sull'ango- ma cattedrale di Piacenza, che vuoisi fon-
lo occidentale ilcampanile,sulla cui pun- data nel 3243 restaurata nel C)o3dal ve-
ta della piramide si aggira a seconda dei scovo Everardo e rifatta nel 1 o4 dal i
venti un angelo di bronzo dorato, collo; vescovo Sigi fredo. L'antico ingresso o ve-
calovi nel i34i ; 'a gabbia di ferro che stibolo dello il Paradiso è di bella archi-
vedesi infitta in questo edifizio, fu costrut- tettura : pieziosesono le pitture del san-
ta nel 149^' da Lodovico il Moro, forse tuario e del coro, rappresentando il qua-
no in allo interiormente piccole gallerie ziosa reliquia si espone alla pubblica ve-
rette da colonnette. La cupola dalla gal- nerazione nelle funzioni solenni chesi fan-
leria in su è mirabilmente dipinta a (re- no pel santo, la di cui valida prolezione
scoda Guercino, meno due profeti: quat- i i hanno sempre nuracolosa-
piacentini
tro campi inferiori e pennacchi della cu- i menle sperimentala nelle pul)bliclie ca-
pola sono lavori di Franceschini e Qiiai- lamità; piamente si ri tiene che questo san-
ni valenti bolognesi. I quattro spartimen- gue a leu ne voi te abbia bollito, comesi ap-
ti della volta del santuario li dipinsero prende dall'inno che cantasi in onore del
Procaccino e Lodovico Caracci : il coio santo. K
uffiziato da una collegiata, con
è fregiato di stucchi dorali; stupendo di- prevosto e 22 canonici. In questa insigne
pinto e capolavoro di Caracci è la fascia chiesa, come ex cattedrale, vi è sempre al-
azzurra che s'inarca sul coro, con stelle zato il trono vescovile. Il gigantesco sop-
e angeli ; i sedili del coro hanno svaiiati presso tempio di s. Agostino venne in-
e mirabili arabeschi. essendo sopra la por- nalzato con disegno del Vignola dopo la
ta im quadro a bassorilievo ben intaglia- metà del secolo KVI, coU'annesso mona-
lo. Questo tempio ha altre belle opere a stero, suir area del vecchio castello di s.
diacono, arciprete, vicedomino, decano, croce greca con 5 navate maestose, es-
primicerojdi 27 canonici, compresi il teo- sendo quella di mezzo sostenuta da 34
logo e il penitenziere, di 4 niansionari, colonne doriche di granilo d'un sol pez-
di 3o beneficiati, ?. de'qualisono cerenio* zo : l'ampia cupola fasciata di rame reg-
nieri, e di altri preti e chierici. Pio VII gesi nel mezzo su 4 S''^"^^'
pilo"'- Sqm-
9.-S PI A PIA
site <;onn le decorazioni e ricco il mafe- l)clle pitture che l'arricchiscono sono nel
ilale; in sagrestia snnovi «stiipenrli bassori- coro, ogni seggio del quale contiene stu-
lievi. La chiesa di S.Giovanni in Canale ri- pende prospettive in tarsia. Il magnifico
sale all'epoca de'teraplari, indi vi furono mausoleo di Margherita d'Austria, di sti-
i francescani, ed i domenicani che rico- le borrominesco ha statue di Giacinto
,
gievole che gli sta dirimpetto esprimen- incontrarono la stessa sorte nel i285, e
te il viaggio o l'andata al Calvario, del vennero sostituiti dalle suore di s. Fran-
cav. Laudi. Magnifico è il deposito del cesco dettele Rinchiuse. Espulse dipoi es-
conte Orazio Scotti di IMontalbo, e splen- se pure da que'monaci, questi vi si rista-
dido quello del marchese Bernardino bilirono di pie fermo e si dierono poi a
JNIandelli. La soppressa chiesa del s. Se- riedifica re secondo l'attii al forma la chie-
polcro, opera del celebre Bramante, fu sa e il monastero, che divenne fra'pri ma-
eretta nel i5i3. 11 tempio di s. Maria di ri d'Italia e produsse uomini chiarissimi.
data fuori le mura nel principio del se- la facciata con vestibolo chiuso da can-
colo XV. All'attuale si die opera neh 5^2, celli è più recente. Ha tre navi, con ai-
dicesi da Bramante, a forma di croce gre- tar maggiore di finissimi marmi, con fi-
ca , mutata in latina nel fVQi a danno gure e fogliami di bronzo dorato ; sotto
delle pitture di Campi. Tra i bellissimi la ricchissima ui-na riposano i corpi dei
suoi quadri primeggiano s. Giorgio a ca- santi. Vi sono buoni quadri e freschi : il
dal duca Ottavio, i quali ne) i 095 l'edifi- randone prolettore il vescovo. Lo stabili-
carono, IO anni dopo l'erezione della con- mento possiede biblioteca di circa 20,000
tigua chiesa di s. Pietro: le scuole supe- volumi, e quadri di pregio sì nel collegio
riori contano i5 professori nelle facoltà che in chiesa, ove è il mausoleo in mar-
teologica, legale, medica e filosofica ; le mo bianco del benemerito fondatore. Da
macchine del gahinelto di fisica le donò questo collegio uscirono parecchi lette-
nel 1826 il detto marchese Mandelli, ol- rati illustri, fra'quali
1'
ab. Giuseppe Bi-
tre strumenti e lavori ottici e alquanli gnami; che nel i833 pubblicò un erudi-
libii giàdell'altroillustre piacentino Giu- to elogio del cardinale. Per lezitelle sus-
seppe Sacchini. Fu già antichissimo uno sistono i seguenti istituti. Il collegio di s.
I io Cerati, altro vescovo, che inoltre lo sovrano alle fanciulle di civile condizio-
provvide di biblioteca e di villeggiatura, ne, nel già convento dis. Agostino. Il pio
avendo a tal uopo acquistato e ingrandi- istituto Maruffi è nel già convento di s.
junni, che i numerosi convittori, pagano slramento di circa 3o ragazze della clas-
modica dozzina. L'insigne collegio fonda- se indigente : la fondazione si deve a Ma-
to dal celebre cardinal Alheroni ( di cui riaTeresa de'conti Maruffi Villa nel 829, 1
denti missionari, sono avviati per la car- ai giovani che diano segno di ben riusci-
riera ecclesiastica, ed istruiti gratis sotto re nella pittura, scultura, architettura,
la direzione de'preti della missione nel- agrimensura e nell'arte dell'argentiere;
le filosofiche e teologiche discipline per alcune di tali scuole sono nel palazzo del
9 anni , facendovi gli esercizi spirituali fondatore. La biblioteca è nel collegio s.
teche particolari, la sceltissima e ricca di tiva già era 'itala conceduta anche da En-
ben 36jOOo volumi, del marchese Laudi; jicoIV ed Enrico V: delle prime monete
r quelle del d/Sidoli e del preposto Vol- fa parola il Muratori neWa diss. l'j. Lo
pini. Il preposto Bissi possiede una colle- Scilla fa menzione del giulio e mezza
zione di monete delle zecche di Parma e doppia battuti con arine del cardinal
Piacenza, e delle medaglie degli uomini Salviati legato di Piacenza perCleraen-
illustri de'dtie ducati, da ultimo acquista- te VII. L'aulico stemma di Piacenza
le dal museo parmense, altra collezione consisteva in un quadretto d'argento in
di monete italiane e di medaglie pontifì- campo rosso nel secolo ; si aggiunse XV
cie, oltre le raccolte di opere e mss. dei una lupa, forse per accennar la dedu-
concittadini, e di epigrafi antiche e mo- zione in Piacenza della coionia romana.
numenti piacentini. Vene-
Il prof. cav. Vanta Piacenza un gran numero di
ziani tiene diverse buone macchine fisi- uomini illustri per santità di vita e di-
che; d. Carlo Borani, vari dipinti in te- gnità ecclesiastiche, de' quali traila il
la e più incisioni in rame; il conte Ba- Campi; oltre i Papi b. Gregorio X Viscon-
rattieri, stampe antiche e moderne, cose ti e Gregorio XI Vicedomini (^'^.),
ebbe i
chiesa ; quello delle orfane e marocche; rale Sforza Pallavicino nato aFioreuzuo-
Ja spezieria de'poveri istituita nel iSSj; la, R.afiaele Fulgosio onore della giuris-
gio Vall;ij Varini, Falconi, il conte Gas- con le notizie del ducato. Da ultimo l'av.
sola, Tommaso r>atlini-Tedesclii uno dei Anton Domenico Rossi, coi tipi Del Mai-
più dotti del suo tempo, Cornelio IMiis- no, pubblicò le Storie piacentine.
so vescovo di l'itonto, Donieniclii, Co- L'origine di Piacenza è involta nella
stanzo Landi, Parabosco anche maestro caligine del tempo : forse ai galli o agli
di cappella, Ferrante Pallavicino nato in etruschi deve attribuire, ma ai roma-
si
Hisloria universale con delle cose eccle- Ottone e Vitelliopatì molte rovine e l'an-
siastiche come secolari di Piacenza, del- fiteatro andò distrutto. Sinché il roma-
le famiglie nobili, e
dcU'hisloria drllafon no impero fu in maestà e potenza, a lui
dazione della città di Tito Oninsio pia- si tenne fedele Piacenza, crebbe di potere
centino, Piacenza 659, stamperia came-
i e di ricchezza, e molto ancora fu onorata,
rale del Bazachi. Proposto CristoforoPog- essendo stata ascritta alla romana citta-
giali, Memorie storiche, W\ fj^j, infor- dinanza, ed innalzata a metropoli delle
no alle quali un anonimo sotto il nome di colonie circumpadane, porzione della
Andreucci scrisse eleganti, erudite e cri- Gallia Cisalpina , e (\y\\u(\\ in municipio.
tiche lettere, e le stampò nel i jSS in Mi- Corse la fu luna delle altre città dell'E-
liino. Ab. Gio. Vincenzo Boselli , Storie milia, in cui eia compresa, come capitale
piacenlinfj 1798. Inoltre il Poggiali
ivi dopo che fu consunto l'impero di
di essa,
ci die, Ulemorie per la storia letteraria Roma, andando anch'essa soggetta alle
di Piacenza, ivi 1789: per la continua- dominazioni de'baibari invasori, eruli,
zione r encomiato Cella lasciò preziosi gnti^ fianchi, longobardi e greci. Totila
iGo PIA PIA
re de'goti nel 545 invano la strinse d'as- e piti assai ancora, Urbano li lo celebrò
sedio, bensì riuscì di prenderla al longo- sotto le tende in campagna: altri scrivo-
bardo Alboino nel 570. Come posta nel- no che la i.^ e la 3.' sessione si tennero
\ Esarcato [V.) seguì la sorte di questo, in apertacampagna. Inquesla celebre a-
quando sotto il Papa S.Gregorio II si pose dunanza gì' italiani diedero il primo e-
nella protezionedella s. Sede, meglio con- sempio all'Europa di addossarsi la croce
fermando la dedizioneal Pontefice s. Zac- per conquistare Gerusalemme dalle ma-
caria. Ricorrendo Stefano 11 detto III a ni de' saraceni : con solenne giuramen-
Pipino re di Francia, contro Astolfo re to fu il Papa dichiarato capo dell' u-
de' longobardi invasore dell'Esarcato, il nione de' crocesignali, e la croce ven-
primo restituì al Papa le terre occupale ne stabilita per stendardo; però questa
e ne donò altre per l'ingrandimento del 1.^ crociata di Palestina meglio fu sta-
principato della romana chiesa, e Piacen- bilita da Urbano II nel concilio di Cler-
za gli fu nel 755 consegnata dall'abbate mont. Nel concilio di Piacenza si presen-
di s. Dionigio ministro di Pipino. Cai lo tò l'imperatrice Adelaideo Prassede, e fe-
]Magno, Lodovico I ed altri imperatori cevi le più forti lagnanze contro il ma-
confermarono la sovranità temporale del ritoEnricolVchel'avea ripudiata, e pub-
Papa anche su Piacenza. Distrutto il re- blicamente lo accusò per le nere infamie
gno de' longobardi, Piacenza fu preda o che le avea fatto soffrire. Trattossi del ma-
premio di altri re o signori che tiranneg- trimonio di Filippo I re di Francia con
giarono r Italia. Neil' 891 Piacenza era Bertrada di Monfort, e vi ottenne una
soggetta ai ministri della s. Sede, come dilazione sino a Pentecoste; e dei mezzi
rilevasi da un diploma di Stefano V det- di soccorrere Alessio 1 Comueno impera-
to VI, dato a Bernardo vescovo della me- tore di Costantinopoli, minacciato dai sa-
desima, ove gli conferma tutte le passate raceni. Si rinnovarono le condanne del-
concessioni pontificie e imperiali, con fra- l'eresia di Berengario, e fu chiaramente
si di principe temporale e sovrano. Sem- definita la fededella presenza reale di Ge-
bra non potersi dubitare che la grau con- sù Cristo nell'Eucaristia; egualmente fu-
tessa Matilde fosse signora anche di Pia- rono condannati i nicolaili, gli ecclesia-
no dovuta alla Chiesa in compenso di RI an- ildigiuno delle quattro tempora, ed alle
tova; benché da Carlo Magno fino ad En- prefazioni della messa dicesi che Urbano
rico 11 del o 4 con pubbliche e solenni di-
I 1 Il aggiungesse quella della Beata Vergine.
chiarazioni fossero state riconosciute Par- Coiicil. t. IO, p. 5oi. Il Papa agli i i a-
ma e Piacenza co' loro territori!, in for- prile passò a Cremona, indi in Francia.
ma autentica e notoria, per appartenen- Nel I 120 o I 122 si portò in Piacenza
ti argomento toccato meglio
alla Chiesa, Calisto II e vi celebrò la Pasqua.
a Parma, anche pei seguenti secoli sino ai Non sì tosto che la podestà imperiale
presente. IlPapa Urbano lì si recò in Pia- trovossi afìievolita, che le città lombar-
cenza nel 1095 e vi convocò un conci- de si eressero in repubbliche: anche Pia-
lio per provvedere agli aifaii della Chie- cenza, in cui predominava il vescovo, reg-
sa, che durò dal i.° marzo fino ai 7. Non gevasi di già a comune nel 1 126. Poco
essendovi chiesa che potesse contenere i dopo e nel 1 182 vi si recò Innocenzo U
principi d' Italia, i magistrati delle città passata la Pasqua, che avea celebrala iu
libere, 200 vescovi, 4ooochiericij con pivi Asti, e vi tenne un concilio coi vescovi di
di 3o,ooo laici, che altri dicono 4oj00o Lombardia, Romagna e della Marca vi :
PI A PIA 261
scomunicò l'antipapa Anacleto fi, e veii donde una lettera ad Enrico VI,
scrisse
ne ordinato che non sarebbero ammessi altri dicono da Parma. Ma non per que-
alla penitenza tutti quelli, quali non vo- i sto migliorarono le sorli della repubbli-
lessero rinunziare al concubinato, all'o- ca piacentina, che spese il rimanente del
din o a qualunque altro peccato mortale. secolo XII e più della metà del W\\ in
Diz. dc'conc. Il Papa si portò quindi nel- guerre infruttuose, almeno co' milanesi,
le convicine parti, e nel luglio a Cremo- parmigiani ed altri popoli, e vide nel suo
na. Anche Eugenio III onorò di sua pre- seno suscitali fieri dissidii per l'insolenza
guelfi e ghibellini, insidiala dai cittaduii dell'Emilia come a sudditi anche nel
più potenti, come cupidi di dominarla, e temporale della Chiesa, per ricuperare
trascinata in guerre co' popoli vicini, o le città alla sede apostolica, insieme a
per gl'interessi della Chiesa o dell'impe- Piacenza, la quale pare che da lui di-
ro. Il feudalismo già molto ingigantito pendente si reggesse: nel voi. IX, p. 23o,
e la repubblica d'Italia ebbero una gra- dissi dell' interdetto fulminato per aver
ve ferita per che Federico ten
la dieta I Guglielmo Pallavicino spogliato il car-
ne nella famosa Pioncaglia; ne poterono dinal di Capua reduce dalla Boemia. Nel
l'ialzare il capo se non quando le città l'asti tumultuando fra loro piacentini, i
lombarde sorsero contro quell' impera- per essere state introdotte nella città mi-
tore, e piìi ancora quando fu costretto lizie forestiere, Gregorio IX vi spedì il
a sottoscrivere la famigerata pace di Co- vescovo d'Ascoli per porre riparo a tut-
stanza del 25 giugno ii83, i prelimi- to, come supremo signore di essa, che
nari della quale furono intavolati in s. governava pel cardinal Pecoraria ; nel
Antonino di Piacenza, ove egli a tale ef- l'i/fo il Montelongo comandava
legato
fetto spedi Guglielmo vescovo d' Asti, per detto P<q)a in Piacenza, per mezzo
Ridolfi ciambellano e il monaco Teodo- del quale Innocenzo IV mantenne po- i
vanza. Tre anni prima Piacenza era ri- Innocenzo IV bandì contro di lui la cro-
tornata sotto il dominio della s. Sede, ciata e le scomuniche, le quali rinnovò
venendo governata dal cardinal Pietro Alessandro IV nel 1257, anno in cui
diacono di s. Cecilia, ed il Papa Lucio III Oberto fu cacciato, in un al fautore li-
ron intervenne a detta pace, onde non bertino Laudi seguace di Corrado IV,
restò pregiudicata la Chiesa dei dominii che avea fatto Oberto suo vicario. Tor-
piacentini e parmigiani. Anche Papa Gre- nata la città alla pontificia ubbidienza,
gorio Vili si trovò in Piacenza nel i 187, Alessandro IV sollecilalo dalle ambasce-
263 P I A PI A
rie de'piacenliiii a riceverli in grazia, nel cui parli, come il suocero Fontana, se-
1258 commise agli abbati di Mezzano e guiva; però egli dopo Oberto Pallavici-
del s. Sepolcro di ammetterli al giura- no fu quello che portò maggiori colpi al-
mento ed assolverli di aver riconosciuto la libertà della patria. Questo vero mae-
a signore Pallavicino e giurato fedeltà a stro di politica cresceva di potenza con
Corrado IV figlio di Federico II. Matteo Visconti di Milano e sostenevansi
Continuando Piacenza a ubbidire al- l'un l'altro. Se non che, per le nozze di
la sede apostolica , e ciò non piacendo Galeazzo figlio di Matteo con Beatrice
al vescovo Fulgosio, nel 1261 la fece di Estense, che Albeito designava isposa ad
nuovo occupare dal Pallavicino, per cui un suo fìllio, ne sorse fiera nimicizia. Nel
Urbano IV citò il vescovo a presentarsi 1 3o2 cullegatosi Alberto con altri nemi-
a scomunicò Pallavicino, anche co-
lui, e ci del Visconti, portò contro di lui le ar-
me aderente a Manfredi usurpatore di mi e la fortuna glielo pose in mano nel
Sicilia, pubblicando contro di essi la cro- fìllio di Cavigiione, onde lo trasse prigio-
ciala. Poco dopo si recò a Piacenza il niero a Piacenza. Alberto s'inimicò i po-
cardinal Briè, poi Martino IV; Pallavi- tenti Toriiani milanesi, che uniti a Vis-
cino ne partì, ed egli vi elesse a podestà conte Pallavicino con altri della fazio-
,
Reginaldo Scotto per governarla indi ; ne che aderiva all'imperatore, furono so-
nel 1267 fece detnolire le case del Lau- pra a Piacenza, e riparò in Parma invi-
di e altri ribelli, per aver tramalo lega latoda Correggio che volea carpirgli il
contro il Papa, principe sovrano della dominio. Sorse ancora il barcollante go-
città. Continuando Ubertino Laudi con verno popolare, molti si mostravano di-
altri ghibellini a inquietare il comune, voti alla s. Sede, e perciò partigiani del-
con orribili guasti nel territorio, men- lo Scollo; altri seguirono i suoi parenti
tre per la Chiesa n' era legato Gugliel- Fontana, altri Laudi ed Fulgosi che
i i
lo,che anzi più baldanzoso apparve. In- e li sconfisse; cosa che abbassò la fortu-
darno essendosi intromesso per amor pa- na di Alberto, sicché i piacentini risolse-
trio il concittadino Gregorio X, onde con- ro eleggersi un altro difensore nel i3o8
ciliare Ubertino colla città, si risolse ri- in Guido della Torre. Covando lo Scot-
correre alle scomuniche, come già dissi to vendetta, nel maggio del seguente an-
nel voi. XXXII, p. 272 e 275, nel descri- no allo scoppio d' un ammurmamento,
vere le due volte che Papa si recò a Pia-
il ritornò alla signoria e i ghibellini furo-
cenza. Aspirando sempre Uberlinoal do- no espulsi. Pei tanti nemici pullulati con-
minio patrio, ed essendo trascorso il de- tro di lui, nel i3io fu costretto alla fu-
cennio, Carlo I nel 1281 rinunciò la si- ga, e poi Enrico VII pose in Piacenza
gnoria che avea tenuto per la Chiesa, si- un vicario imperiale. Tuttavia riuscì al-
gnoria che essendo per qualche anno am- lo Scotto, col mezzo di Galeazzo Viscon-
ministra la dal governo popolare, nel 1 290 ti, di avere per la terza volta la domina-
venne in mano di Alberto Scollo, qua •
zione di sua patria, ove non rimise pun-
le prolettore perpetuo con mero e mi- to dalla intollerabile usata crudeltà. Non
sto impero, per \ulcie della Chiesa, le riuscendo a Matteo Visconti di pacificar^
PIA PIA iG-ì
Io colla fazione ghibcUinn, di cui crn ca- compianto, succedendogli i zii Luchino
po Ubertino Laudi, fece andare ambe- e Giovanni. Desiderando questi legitti-
due in Milano, e quindi Galeazzo da po- mare l'usurpato dominio, spedirono am-
chi gliibeilini nel i3i3, in nome dell'im- l>asciafori a Benedetto XII per ottenere
peratore fu eletto signore perpetuo di in vicariato a nome della Chiesa roma-
Piacenza : Albei to si fortificò in Castel- na le signorie ch'essi avevano :'dopo ma-
rArf{iinfo, ma preso dai Visconti, fu fat- im-a consulta, per le suppliche de' pia-
to morire nel Castel Recale di Crema. contini e col consenso del sacro collegio,
Soltomettevansi mano mano aCaleaz- il Papa li costituì vicari di Piacenza per
zo tutti i luoghi del piacentino tenuti dai la chieda romana nel i34i,con tutte le
fuoruscili; ed infanto eh' egli allargava riserve e clausole per le lagioni della s.
il dominio, si accrescevano gli odii per Sede, col censo convenuto di io,noo fio-
le taglie grossissime che imponeva al po- rini d'oro nel giorno de'ss. Pietro e Pao-
polo, e pel suo contegno verso i frali e le lo, che pagarono nel i342. Il dominio
chiese.Fu col padre accusato e condan- di Piacenza nel i354 passò a i^Iattco II
nato dal tribunale iu([uisitorio creato a Visconti, e l'aimo appresso a Galeazzo
posta da Giovanni XXII residente in A- II, sotto il cui governo i piacentini pre-
vignone. In questo tempo Galeazzo aven- sero Pavia, fecero altre imprese, ed eb-
do tentato far onta al pudore della bel- bero danni dalle milizie papali; poiché
lissima Bianchina Landi, moglie di Obiz- il governo de' Visconti essendo degene-
zo detto Versuzio, questi volse I' animo rato in tirannide,opprimendo special-
a vendetta, e profittando dell'assenza del mente quelli che per particolari diritti
Visconti, nel i322 restituì Piacenza al appartenevano al dominio della s. Sede,
Papa, il quale lo nominò governatore e vi nel 1372 Gregorio XI ricevuto l'avviso
mandò a prenderne possesso il legato car- che piacentini avevano comincialo a
i
dinal Poggelto: inoltre Landi, in pre- il scuoterne il giogo, inviò loro nunzi per a-
mio di lai ricupera, d'ordine pontificio nimarli a perfezionare l'impresa ; ed es-
ebbe dal couìune 10,000 lire in terre feu- sendosi due anni dopo ricuperate dal-
dali. I piacentini spedirono ambascerie l' esercito della Chiesa molte terre e ca-
in Avignone a prestare il giuramento di stelli del territorio, e finalmente la slessa
ubbidienza, riconoscendo l'antico domi- Piacenza che di nuovo si sottopose nel-
nio della sede apostolica. Il Papa eserci- r utile dominio del romano Pontefice,
tò diverse beneficenze e alti di piena au- creò capitano generale del piacentino Da-
torità sovrana, concedendo alla città pri- niele del Carrello, sotto l'ubbidienza del
vilegi, il successore Benedetto XII nel cardinal Guglielmo diacono di s. Ange-
i334 ricevette solenne ambasceria dai lo, vicario generale della sede apostolica
piacentini, gli esortò a custodire la città, nelle cose temporali de'paesi d'Italia sog-
di cui fu deputato governatore da! vica- getti alla medesima. Inoltre il Papa con-
rio apostolico. Pagano Guaschi: indi il fermò ai fratelli Ziliani l'esenzione delle
Papa scrisse a'Visconti ed ai fratelli del- gabelle in tutto il distretto di Piacenza,
la Scala di non offendere Piacenza cit- per la cessione da loro fatta alla Chiesa
tà della Chiesa. Ma Francesco Scolto fi- del castello della Motta ; nel 1376 co-
glio di Alberto, inalberò il vessillo della rcando a Lupi Ricasoli capitano genera-
rivolta; si cacciarono i pontificii e i guel- le per la Chiesa nel territorio di Piacen-
fi dalla città, ed egli ne fu eletto signore za, che rendesse giustizia agli ArcelliFon-
nel i335. Poco durò in tal fortuna, per- tana e ad Ubertino Rizoli, contro An-
chè nel declinar del i33G fu soppiantato tonio Banditi, il quale nella rocca di OI-
da Azzo Visconti j che morì nel i34o zisio, che tenea per la sede apostolica,
264 PIA. PIA
avea essi e molti nobili piacentini sorpre- lore Sigismondo, a cui da Vignale per
si e posti iti servitù, e pel riscatto avea renderselo benevolo avea fatto dono del-
estorti 5oo ducati d'oro. la città medesima per tutto il tempo che
Dopo la morte di Gregorio XI succes- si fosse trattenuto in Italia. Ingrati ai
se il grave e lungo scisma, per cui ne beneficii del duca, gli Arcelli con tradi-
profittarono gli usurpatori de'dorainii ec- mento nel i4i5 s'impossessarono della
clesiastici, e nel 1878 Gian Galeazzo Vis- patria: ciò fatto, esercitarono crudeltà e
conti riprese Piacenza, vi si tenne saldo, depredazioni, massime contro gli Scotti,
e fecesi rispettare dai tanti suoi nemici. quindi per assodarsi nel dominio si po-
Allorquando mancò di vita nel i4o'a ,
sero in lega con altri tirannetti. Intanto
BonifacioIX e altri mostrarono il loro ri- il celebre concilio di Costanza, nell'estin-
senlimentocogli slati de'Visconti: si sca- guere lo scisma, restituì alla Chiesa tut-
tenarono le addormentate fazioni ,
gli ti dominii temporali, annullando le in-
i
Piacenza, e la tolse di mano agli Scotti; siccome i signori di r>Iilano aveano tra-
ina ben presto fu occupata dulie armi lasciato di soddisfarlo nel 1376, restò per
ducali milanesi, guidate da Facino Ca- conseguenza la romana sede reintegrata
ne, il quale poco appresso se ne fece pro- ipso JLire del possesso di Piacenza e Par-
clamare signore, ingannando cosi il duca ma, quindi Filippo Maria e gli altri ri-
Gio. Maria Visconti, a cui nello stesso guardati usurpatori di esse. Il celebre
anno la riacquistò il Terzi. Questi due Carmagnola tentò colle armi ducali nel
avidi capitani se la tolsero e ritolsero a 1417 di snidare da Piacenza novelli i
"vicenda di mano, più a sé stessi pensan- signori Arcelli, ma non bene vi riuscì ;
do che agli interessi di quel miserabile laonde il Visconti fece sortire dalla città
duca, che finì di vivere nel i4'2, e gli tutti gli abitanti, che ripararono a Pa-
successe Fdippo Maria. Alla morte di det- via e a Lodi, e così vuota rimase per lo
to principe. Piacenza trovavasi in pote- spazio d'un anno. Nel 1 4 B 1 tornò il Car-
re di Giovanni da Vignate signore di Lo- magnola sotto Piacenza, otferendo buo-
di, al quale aveala venduta Antonio di ni patti a Filippo Arcelli, se si arrende-
Hostendun, lasciatovi con presidio fran- va, i quali costantemente ricusò, e sna-
cese dal capitano Gio. Lemeingre detto turato com'era, lasciò piuttosto strango •
Bucicaldo, che nel precedente anno, abu- lare sulle forche sotto i propri occhi il
furono costretti lasciar i Italia, Massimi- >raiiità del dominio della sede apostoli-
liano Sforza riebbe il ducato di Mdano, ca, per la quale ogni anno iPapi tutto-
di Milano, e del Papa Giulio li. Gli ca Pier Luigi, i di lui successori ferma-
ambasciatori de'piacentini e parmigiani rono la residenza in Parcna. i>fel lySi i
giurarono fedeltà alla Chiesa romana in ducati passarono nella dinastia de' Bor-
mano del cardinale, e fecero il simile iu boni, sotto i quali sono memorabili le
concistoro pubblico, come antichi vassal- battaglie del 16 giugno 1746 seguita fuor
li della s. Sede, quando resero ubbidien- di Piacenza tra'gallo-ispani e gli austria-
za al Papa. Però dopo la morte di Giu- ci che rimasero padroni del campo; del
lio Il uel i5i3 tentò d'impossessarsene IO agosto presso Piottofredo; quella stre-
il duca, ma subito dovè renderla a Leo- pitosa seguila sulle sponde della Trebbia
ne X che la munì di presidio, facendo li I 7, i8e 19 giugno 1799 fra gli austro-
di Marignano del i4 settembre il duca toa ritirarsi; e l'altra accaduta alle porte
cede lo stato a Francesco 1 redi Fran- della città li 16 giugno 1800, per cui
cia, e altrettanto fece Leone X delle due gli austriaci l'abbandonarono al general
nel i5ii da Astorre Visconti, famoso pernottò, ossequiato in partirne dal ve-
fuoruscito milanese. In quest'anno me- scovo Cerati, né gli fu permesso di tra-
desimo Leone X potè ricuperare Piacen- versare la città, né si volle che i cittadi-
za, e vi mandò luogotenente generale ni ne uscissero, onde si stivarono divo-
Antonio Pucci poi cardinale. Non senza tamente sulle mura; eguale fu la pietà
inquietudmi vi continuò il dominio del- degli abitanti del ducato per dove tran-
la Chiesa sotto Adriano VI e Clemente sitò. Per timore che gli austriaci s'impa-
VII, sotto il quale il territorio fu in mil- dronissero del Papa e lo liberassero, Mon-
le angustie per la militare licenza. Pao- gen capitano de'francesi lo fece letroce-
lo 111 eresse Piacenza nel i545iu duca- dere al collegio, ma i piacentini l'obbli-
to , e con quello di Parma, con annuo garono a traversar Piacenza tra le più
censo alla camera apostolica di 9,000 alfelluose acclamazioni'; dopo aver dor-
ducali d' oro, uè investì la sua famiglia milo un'altra notte uel collegio, Pio VI
a(i6 PIA PIA
fu traspollato via, valìccindo la Trebbia, divomic Milfr.ig.Tncn di ìMiiano, Innocen-
e riposando a Castel s. Giovanni passò a zo III la sottopose a Ravenna, Gregorio
A'^oghera. Pel Irallato di Parigi dil 3o XIII nel 582 l'assoggettò aBoIognn, fi-
I
maggio i8i4, l'Austria ottenne di te- nalmente come dissi a Parma, la dichiarò
nere un presidio nella fortezza di Pia- sulfraganea di Genova, e poscia immedia-
cenza. ducato di Parma e Piacenza
Il tamente soggetta alla sede apostolica Pio
nel 18 1 5 fu dato in sovranità alla mo- VII colla bolla citata a Parma. II .° vesco- \
denza prole maschile, Piacenza passe- Antonino. Gli successe nel 37511 celebre
rebbe in proprietà del re di Sardegna. s. Sabino o Savino romano, dotto e pro-
Per le vicende politiche del 1848 i pia- f<)ndo erudito, che morì ne! ^7.0 lasciando
centini essendo insorti , costrinsero per fiorente la chiesa piacentina. Indi s. Mau-
convenzione le truppe austriache ad ab- ro I, il quale iece tiasportarc nella chiesa
bandonare la fortezza o castello il 26 mar- de' ss. Apostoli le rerK(uie de'ss. Gelasio,
zo, e subito ne cominciarono la demoli- Vi ttore e Sabino nel 43 3 e morì santa men -
zione i cittadini , i quali separandosi da te nel 44^ 'I b. Floriano I o Fiorano del
',
Parma si costituirono in governo prov- 449> niorto nel 4^1 de'successori nomi-
:
visorio, armando la guardia civica. Quin- nerò pili distinti. Domenico piacentino
i
zo 1849 successe il figlio regnante Car- Grosso i privilegi. Boso figlio di Ugo re
lo III, il quale a'2 febbraio i85i dichia- d'Italia del 94o- Filagato del 982 col
rò il principe ereditario Roberto suo fi- nome Giovanni Xf^II (P^.) diven-
di
glio prìncipe di Piacenza. Carlo III nel- ne antipapa nel 997, punito crudelmen-
l'agosto 1 85 1 dichiarò colori dello stato te da Ottone III. Sigifredo II benedetti-
per quelle di s. Antonino che vi patì il sio figlio del conte R.odolfo longobardo del
martirio presso la Trebbia. La sede ve- 1049, che fece diverse donazioni al mona-
scovile eretta al principio del IV secolo, stero di s. Sabino, ma aderì allo scisma di
PI/V P I A 2(^)7
Cadaloo vescovo di Parma, che consagrò Pavia. Gli successe Vicedomino Cassado-
in antipapa Onorio II. S. Bonizio o Bo- chi nobile piacentino, scelto dal capitolo
nizzone morto nel 089 martire degli sci-
1 e approvato da Onorio III. Nel I23G
smatici seguaci dell'antipapa Clcmenle Egidio monaco del monastero Colomba
III, dopo aver propugnato in difesa del rovinato da Federico II ; fu dotto e di
Papa legittimo. Addo o Aldo del iof)5 o santa vita. Nel 1242 [)er sua morte s'in-
1096, ricevette Urbano II e intervenne truse il vescovo di Venlimiglia Nicola,
al concilio, quindi accompagnò Pasqua' ma il capitolo elesse Giacomo priore dei
le II [f^.) Ili Arduino piacen-
Francia. domenicani. Innocenzo IV invece creò
tinoabbnte di s. Savinodel 1120011 22, vescovo nel 1244 '' '^- Alberto de Pran-
edificò il monastero cistcrciense di s. Ma- doni bresciano, il quale come sapiente
ria della Colomba, che Innocenzo II po- Piacenza che fece
istituì l'università di
scovo Isembrando Angnissola nobile pia- al suo tempo morì il b. Corrado da Pia-
centino, monaco e poi abbate di s. Maria cenza. Nel i38i Uberto Zagni Fontana
della Colomba, dotto, pio e prudente, che piacentino, abbate di s. Gio. Evangelislu
preferì pestare cistcrciense. Nel i 192 Ar- di Ravenna.
dicio piacentino, canonico regolare di s. Nell'ottobre 1 386 fu eletto Pietro Fi-
Agostino e prevosto de' ss. Apostoli. Nel largo de'minori, nel 1 388 traslato a Vicen-
I 199 Grumerio Grimeiio della Porta za, indi cardinale e Alessandro F[f^.).
del Castello Arquato nobile piacentino, Nel i4o4 Branda Castiglione cardinale,
abbate di detto monastero, eletto dal ca- come Gregorio XII
alla cui biografia dissi
pitolo e confermato da Innocenzo HI, il nel i4o8 lo spogliò del vescovato, elio
quale ratificò beni e prerogative di que-
i die a Bartolomeo Caccia domenicano
sta chiesa: a cagione degli eretici die milanese, e quando lo rassegnò nel i4' '>
sturbarono la chiesa di Piacenza, il Pa- tempo in cui terminò l'amministrazione
pa nel 1206 la privò della sede, che ri- di Caccia. Nel i44S Nicola Amigdanio
parti ai vescovi convicini, indi reintegrò cremonese, protouotario e vice-camer-
a preghiera del vescovo. Nel 1 2 i o s. Folco lengo e governatore di Roma, trasferito
Scotti nobile piacentino, confermato poi a Milano; nel i47^ Michele Marliano
da Innocenzo III dopo ricomposte le co- milanese, già di Tortona, dotto chierico
se ecclesiastiche e nel 1217 trasUito n di camera e governatore di Campanii e
268 PIA PIA
Spoleto, presentò la. rosa d'oro benedet- 5oo, con circa scudi 8,000 di rendite,
ta ad Alfouso V e lasciò le suppelletlili gravate di più pesi.
Trivulzi, aleni tempo e presenza fu pro- te larga e rotonda cuopriva tutto l'uo-
clamato duca di Parma e Piacenza e d.e- mo come una piccola casa. Vuole s. Gio.
coiato dell'insegne Pier Luigi Farnese. Crisostomo che la penula fosse una ve-
Ke! 1559 da Trani fu traslato il cardi- ste contro la pioggia e il sole, com' era
nal Gio. Dernardino Scottij nel iSGq il il Pallio (/^.j, e da tutte le auliche im-
Jj. Paolo Barali d'ilv'i teatino, cardinale, magini degli apostoli si deduce che tal
clie fondò il seminario e fece quanto dis- sorte di veste era famigliare a loro. Lu-
si alla biografia. Nel 1078 Filippo 6Vg-tZ ciano contemporaneo degli apostoli di-
cardinale , trasferito da Ripatransone. ce che i cristiani usavano il pallio, onde
Kel 1620 Giovanni Linali parmigiano, molti concludono chela \^di\o\a penula si-
tiasluto da Borgo s. Donnino, miseri- gnifica lo stesso che la parola /(^zcer/z;^, ov-
cordioso co' poveri, generoso colla cat- vero pallio otnozzetta, cioè una veste cor-
tedrale che abbellì, celebrò il sinodo e ta usata in viaggio, principalmente contro
introdusse vari ordini religiosi. Nel 1627 la pioggia e il freddo, e perciò erano queste
Alessandro Scappo bolognesenunzio agli penule di lana o di cuoio : fa simbolo di
svizzeri, già vescovo di Campagna, che viaggio ed angustia, il perchè s'introdusse
ammise in Piacenza i carmelitani scalzi nelle città in occasione di lutto e poi più
eibarnabiti,ecelebrò il sinodo. Nel 1634 generalmente, ma più ampia e di panno.
Giuseppe Giandemaria nobile parmigia- Vi fu gran disputa sopra le parole di s.
no consagrato dal cardinal Oltoboni poi Paolo, che nella lett. 2.^ a Timoteo dice
Alessandro Vili, ottimo pastore. La serie di aver lasciato in Troade la penula, on-
de'vescovi si legge neli'Ughelli,//«//a5tì!- de lo prega a riportargliela. Laonde i ss.
migiano, morto nel 848, cui Pio IX nel 1 toga da Commodo, più di 100 anni do-
] 849 die in succossore l'attuale mg.*^ An- po la morte di s. Paolo. Però il Buonar-
tonio Ranza di Piacenza. La diocesi si roti, nelle Osservazioni sui vetri, non con-
estende per 170 miglia, con 829 parroc- viene che dalla toga abbia avuto origine
chie. Ogni vescovo è tassalo in ilorini 1.1 penula, massime la nobile. Imperocché
PIA P I A 9.6f)
strascico, come tuttoia costumano i gre- le di Gesìi Cristo, in giro tessuta d;dla
ci. Baronie ed altri dicono che il vo- sua divina Madre, che s'imponeva per l'a-
sula, per la rotondità di sua forma, onde Inoltre la penula corrispondeva alla
poteva girarsi a piacere, somiglianti in ciò tunica crocea e di colore giacinto, the
ai pianeti celesti che si chiamano Sulera usava il sommo sacerdote degli ebrei, il
erranti a jG^ perchè ejus exlrema orahinc perchè la maggior parte de'ss. Padri o-
inde i?i Ira (Iva scapulasque rejecta er- pinarono, the trovandosi gli apostoli tra
rabiinda dejluxeral. La penula prezio- il vecchio e il nuovo Testamento, nelle
sa si adoperava nelle città dalle donne, cose esteriori adottassero alcuna cosa dei
indi pei ricami fu ridotta ad una forma riti sacri the si osservavano dai sacerdoti
molto particolare; ma alle donne era vie- nel tempio ; e come tale indumento si u-
tata la penula da viaggio, come più pic- sava nel sagrifizio preparatorio, giusta-
cola. Il liinaldi pensa che s. Paolo in- mente lo tradussero gli apostoli al sa-
tendesse per penula il volume del Testa- grifizio incruento della 3Iessa. JNegò l'A-
mento vecchio, detto penula con voce lemanni, De Laler. parici, p. Sg e seg.,
greca, perchè era involto, come lo ten- r uso della casula o penula agli aposto-
gono gli ebrei nelle sinagoghe; e siccome li; ma gli si può opporre l'immagine di
l'apostolo lecavasi in lioma, ivi polevasi s. Pietro ^estito ccn casula, riportata dal
fare la veste penula , ma non era facile Saussay e riprodotta dal Bonanni, essen-
trovarvi la Scrittura. Quanto al succede- do larga mancarono scrit-
e talare. ISon
re la penula alla toga, pare probabile tori the hanno ritenuto essere a tempo
che tempi de' primi imperatori la pe-
a' di s. Pietro e degli altri apostoli già in
nula non fosse molto in uso, dicendo uso anche la veste bianca lunga fino ai
il Bonanni che sotto Diocleziano fiorì il piedi, detta Jlba e oggi Camice (P .).
costume della penula abbandonando- , Dissi che le penule erano rotonde e chiu-
si quello della toga, riportando le figure se da tutte le parti, tranne il luogo per
di alcune penule. Citando Bulengero e cui passava la testa; in tal maniera co-
Ferrari, che scrissero su questa veste, il privano le braccia come tutto il resto
Bonanni la crede inventata dai lacede- del corpo, e per muovere le braccia rial-
moni, di lana grossa e pelosa, onderà zavasi dalle due parti sopra ciascun brac-
detta scortea, gaiisapina : cuopriva tut- cio : sebbene comune ai laici e chierici
ta la persona, chiusa per ogni parie, con per l'uso ordinario, sino dalla primitiva
una sola aperluia nella parte superiore, Chiesa sacerdoti e diaconi ebbero pe-
i
nella quale s'introduceva il capo, e per nule particolari, benché della stessa for-
cavare le braccia conveniva alzai'la; quin- ma, per l'aliare, quasi piviale o cappa,
di fu aggiunto il cappuccio, essendo i ro- però colla sola apertura della testa. 11
mani soliti tenere il capo scoperto e solo perchè nell' elevazione, alzando il sacer-
copi il lo con un lembo del pallio, nella dote le braccia, e le parti cadendo su di
pioggia quando il sole riscaldava trop- esse, con pena eseguiva l'azione, ond'eb-
po, per cui vi unirono il cappuccio onde be origine il rito ancora in vigore, di
-
270 IMA PI A
sollevar la penula ne! tempo dcireleva- e segnatamente nel XVI, per sollevare le
zione dall'assistente e ministri, come nel- braccia de' celebranti dal peso di ravvo-
j'incensazioue dell'aitale, continuato ben- glicie su di esse le parti laterali, s'inco-
ché cessata la causa che l'avea iiitiodot- minciò a tagliarne ciò che pareva su-
to. Per la maggior frequenza delle mes- perfluo ne' lati, finché a poco a poco ta-
se trovatasi la penula sacra riuscire in- gliandone sempre più, venne ad nprir- si
Avverte il Buonarroti, che l'odierna pia- Gregorio 5go, che Giovanni Dia-
I del
neta ebbe origine non immediatamente cono Cit%cv\veco\\a pianeta supra clalma-
dalla penula slretla pe'viaggi, ma bensì ticam caslanea, le immagini di Onorio I,
dalla penula ampia
panno, delta per- di s. Pasquale I e s. Gregorio IV, e di altri
ciò pianeta, ed annoverata Ira le vesti molti, come gli ordini romani presso il
sagre assai dopo il Camice o
la Stola , Giorgi, De liturg. Rom. Pont. t. i,p. 1
96.
alba, il Dalmatica (F.), le
Colohio e la Gli ultimi Papi rappresentati ne' monu-
quali sono più antiche, quanto all'uso menti con l'antica casula o penula della
tidottato pei divini uffizi. Il Donali, Dei pianeta, furono Alessandro VI morto nel
fUtlici sacri p. 2 19, afferma che la penu- I 5o3, Pio III e Giulio li eletti in quel-
la, chiamata casula capsula e poi pia- l'anno. Il Garampi nel descrivere la guar-
neta, già nel V secolo si teneva tra le daroba di Bonifacio Vili nel 1 295, enu-
ordinane vesti sagre, citando eruditamen- mera le pianele e le altre vesti sacre,
te molli scrittori che ne trattarono, ve- bianche, rosse, d'oro, violacee, nere, con
dendosene le antiche forme ne' monu- superbi ricami e tempestate di preziosis-
n>cnti e pitture de' cimiteri, ne' musaici sime gioie e perle, descrivendo eziandio
antichi, nelle pitture di diverse chiese e diverse pianete ricche di tali gemme,
nelle opere che le illustrarono. Quindi superbi ricami, stemmi e miniature sa-
se ne fecero di diversi drappi e colori, cre di figure. Talvolta nelle pianele si fa-
la forma della pianeta presso Ialini non i derata come il simbolo della carità e del-
diversifica punto quella del vescovo da l'autorità sacerdotale ; mentre nella mo-
quella del semplice sacerdote ; ma presso derna pianeta divisa in due parli, vuoisi
i non solo la pianeta si conserva
greci significare in ima l'amore verso Dio, nel-
neir antica forma intera e grande, ma l'altra quello verso il prossimo, e perciò
quella del vescovo è tutta sparsa di croci nell'ordinazione del sacerdote dice il ve-
e perciò detta inullìcruciuni, che rap- scovo: Accipe vesteni sacerdotale ni, per
presentano la gamma, onde que-
lettera cjuam charitas intelligilur. Deve questa
sto lavoro dieesi Gammadium, mentre veste essere ornata di croce, comincian-
invece quelle de' sacerdoti semplici non dosi dalla sommità del collo sino all'e-
ne hanno che una sola come le nostre. stremità, con diverso rito praticato nelle
Le pianele de' greci le descrissi nel voi. chiese latine, poiché ordinariamente il
sula. Egli dice che la pianeta è il com- cerdoti si alluse al portar della croce che
pimento dell' abito sacerdotale, senza la fece Cristo al Calvario, ne' vescovi per
quale non si può celebrare messa ; che portarla nel petto e nel cuore. Non es-
probabilmente era di tela di bianchissi- sendovi ne'riti della Chiesa cosa che non
mo lino o di bombace o di seta ne'primi includa significato, voluto dall'istituto-
tempi della Chiesa. Anticamente si cele- re degli slessi riti, anche la legatura della
brava con la sola casula o pianeta, come pianeta corpo del sacerdote ha il suo
al
si raccoglie dagli atti di s. Fulgenzio mor- mislerOjSpiegando Ivone Carnoteuse, De
to nel 533, e dalla vita di s. Martino di indum. sacr. con altri, significare le fel-
Tours morto nel 4oo, il quale si cavò la ve- tuccie la dipendenza de'divini decidi. A
ste sotto la pianeta per darla al povero, Caitelle pontificie, parlando de' tem[ii
rimanendo colle braccia nude. Sebbene la di Avvento e Quaresima, òhs'i quando i
ti quesl' epoca ed anche in tempo delle pianele piegate innanzi al petlo , invece
persecuzioni non mancano esempi di ca- della Dalmatica e Tonicella {P'), vesti
sule preziose, come la casula usata da s. che sotto la pianeta usano ne'pontifieali
Pellegrino vescovo d'Auxerre, ivi man- il Papa, i cardinali, i vescovi, gli abitali
dalo da s. Sisto260, la cui casula
II del mitrali ;quanto riguarda come loro
e i
Però le pianale piegale sono escluse nel- tate color ceruleo o meglio azzurro, tra-
la 3." domenica dell' avvento, nella 4-^* mezzate da raggi d'oro, con in mezzo una
di quaresima, e nelle ferie della sola set- piccola medaglia tonduio di smalto bian-
timana che segue la i.", perchè in quei co, in cui è scritto a lettere d'oro: Pins
giorni 'si dice la messa della domenica IX. La medaglia o tondino ha un cer-
precedente sempre che non cadano iu
, chio, nel quale con lettere azzurre è l'e-
essa le quattro tempora, giacché le pia- pigrafe: Firluti Fa Merito 4|f. Nel ro-
nefe piegale si debbono usare in tutti i vescio, sopra il medesimo tondino, pari-
giorni di digiuno, come dice il IMerati, menti smaltalo bianco, in lettere d'oro si
part.4, lil. I, n.° 4'i<5''*'6 si eccettuano legge: Anno r847- Di'^pose il Pontefice
dalla detta regola la vigilia di Natale e che i cavalieri di i.* classe debbano por-
le quattro tempora della Pentecoste, 06 tare r insegna o decorazione al collo ap-
soleìììnilatcm Spìritus ,?rt«f//, ne' quali pesa ad una benda o striscia o fascia o
giorni il diacono e suddiacono usano la fettuccia di seta azzurra o cerulea con li-
dalmatica e la tonicella. Su questo argo- nee rosse agli orli; che i cavalieri di 2.
mento si possono anche consultare Histo- : classe debbano portare la medesima de-
rìca clìsquisitio de re ve^tiaria hominis colazione, ma forma più piccola, al si-
di
Amstelodami 704. B. Bisso, i//e-
sacri, i nistro lato del petto, pendente da fettuc-
swe rei clii'inae pcractio opus. Gè-
ritrgia cia della stessa qualità, ma più stretta. In-
nuae 1G86. F. Fetami, Diariuin lìtur- olire il Papa per privilegio accordò ai
gicotheologicuni sive sacri rilus, Veneti is cavalieri di i.' classe di poter portare sul
i6S4- Jod. Chiictoveus, Elucidatorium sinistro lato del petto una gran medaglia
ecclesiasticuTH ad offìciimi ecclesiae per- o crar/irtf d'argento con l'istessa insegna
tinentìa, Paris 1 5S'Ò. Chiapponi, Ada ca- equestre, dichiarando che questi cavalie-
uoniz. ss., p. 281 e 282. Mauro Sarti, ri non potessero usaie lai medaglia o era-
Dìssert. de veteri casula diptyca, che il chat senza speciale facoltà sua e de' suoi
Dionisi, De'santi veronesi ,vìun crede che successori. Quindi Pio IX colla lettera a-
fosse pianeta, ma un velo per ornare la postolica Apostolico moderaniini coii-
,
Fermo e Rustico.
lonìba de'ss. i'e«//, del 21 giugno i847) i.° anniver-
PIANO, Ordine equestre, istituito dal sario di sua coronazione, come 1' altra
Papa regnante Pio IX con la lettera a- stampala nella tipografia camerale e sot-
poslolica Ronianis Fontificibus , de' 1
7 toscritta dal cardinal Lambruschini, qua-
giugno I
847, i.°anniversariodi sua pub- le segretario de'brevi e gran cancelliere
blicazione al pontificato, per incitamen- degli ordini pontificii, per dare un mu-
to e stimolo d'onore a quelli che si ren- nifico attestato di benevolenza ai ponti-
dono insigni e lodevoli per le loro gesta ficii cubiculari o Camerieri segre-
i laici
nella civile società, in premio della vir- ti e di onore del Papa (f^.), volgarmen-
iti, ripristinando con aumento di lustro te delti di spada e cappa, dichiarò che
l'ordine equestre de' cavalieri Pii [f^.), potrebbero essere insigniti dell'ordine e-
fondato da Pio IV, denominandolo Or- questre Piano, quante volte forniti della
da Pianus dal proprio nome. Divise l'or- nobiltà de' natali e pei loro servigi resi
dine in due classi o gradi, cioè di cava- al Pontefice ne venissero da questi cre-
lieri di i.^'classe edi cavalieri di 2.' clas- duti degni, e pei primi ne decorò il mar-
se. A quelli annoverati nella 1.^ conces- chese Sacchetti foriere maggiore ed il
stro nome, e lo dividemmo in due gra- classe,non più come per lo innanzi sia
di, uno de'quali da conferirsi ai cavalie- pendente dal collo, ma sia invece soste-
ri di prima classe, l'altro a quei di se- nuta nel fianco destro da una fascia di
conda, e concedemmo ai cavalieri di pri- seta alquanto lunga di colore parimente
ma classe il privilegio di tramandare nel ceruleo, avente all'estremità doppia li-
de' cavalieri. Più stabilimmo l'abito dei ticolare ed espressa facoltà sia stato con-
cavalieri, che di color ceruleo sia orna- cesso, senza di che a ninno giammai sa-
to alle estremità di rosso colore e con va- rà lecito ornarla di gemme. Tutto ciò ab-
ri ornamenti d'oro secondo ilvariogra" biamo stabilito, concesso e dichiarato, uoa
do Manifestammo an-
de' cavalieri stessi. ostante chiunque facesse il contrario, par-
cora che cavalieri di prima classe posso-
i ticolarmente poi nelle ricordate Nostre
no avere il privilegio di portare una gran lettere apostoliche del d'i i
7 giugno i847>
medaglia d' argento simile alla decora- le quali in tutto quello che non si oppo-
VOI. III. 18
274 P'A. PIA
ne o deroga a queste presenti lettere, vo- PIATTO CARDINALIZIO. Assegno
gliamo e comandiamo che debbano ri> d'annui scudi 4:000 che ilPapa concede
luaner ferme e nel loro pieno vigore. ai cardinali residenti in Pioma o impie-
» Dato in Gaeta sotto 1' anello del Pe- gati altrove in servigio della santa Se-
scatore nel giorno 17 giugno 1849, ^"" de , oltre quello che percepiscono dalle
1)0 3.° del Nostro Pontificato ". loro cariche (di che tratto a ciascuna),
PIATONE (s.), martire. Nato a Bene- tranne que' cardinali italiani o stranieri
vento, prete ripieno di zelo, si portò nel- che sono provvisti dai loro sovrani, e quei
le Gallie per predicarvi il vangelo. Si col- cardinali di famiglie signorili che vi ri-
loca la sua missione circa lo stesso tempo nunziano, secondo l'istituzione dell'asse-
che quella di s. Dionisio di Parigi e dei gno, ch'era pei soli cardinali privi di ren-
suoi compagni. Entrato nella Gallia Bel- dite corrispondenti a mantenere con de-
gica, converti al cristianesimo il territo- coro sublime dignità cardinalizia. Que-
la
rio di Tournay, e riportò la palma del sto assegno in rate mensili Io sommini-
martirio circa il 286, sotto Massimilia- stra la camera apostolica (a mezzo del
no Ercole. Conservansi le sue reliquie prefetto del palazzo apostolico, per dis-
nella chiesa del suo nome, nel borgo di posizione di Pio IX), oltre cento scu-
Seclin, lungi 2 leghe da Lilla, ed è ono- di annui in compenso delie franchigie o
come apostolo e protettore del paese.
rato esenzioni dai dazi e gabelle. Ad alcuni
Sembra che fosse onorato a Seclin pri- cardinali il Papa non assegna l'intero piat-
ma della scoperta del di lui corpo, fatta to, ma quella quota che manca a tal som-
da s. Eligio vescovo di Noyon nel VII ma nella rendita de'benefizi ecclesiastici
secolo,echeivi abbia consumato il marti- che il cardinale o già godeva o riceve dopo
rio, dopo aver molto sofferto a Tournay. la sua esaltazione. Sul trattamento pecu-
La sua festa è segnata il 1.° di ottobre. niario del sacro collegio si può leggere l'o-
PIATTI FLAMINIO, Cardinale. F. puscolo di mg.'^Peraldi, Sid temporale go-
Plato. verno degli eeclesiastici, Bastia i840, in
PIATTO e BACILE. Vasi di forma cui nell'art. 2 tratta:che mediante il go-
rotonda o oblunga, che si adoperano an- verno de'preti hanno i laici già in mano
che per usi ecclesiastici nelle sacre fun- più di quello otterrebbero per un nuo-
zioni. Il piatto, patina, è un vaso quasi vo ordine politico. Nel voi. XXVIII, p.
piano. Il bacile o bacino, mallimuni,le- 44 e 5q, dichiarai che nel secolo corren-
bes, vaso alquanto cupo. Questi vasi so- te morirono senza la-
diversi cardinali
no di metallo, di argento e d'oro, sem- sciare modo da
i funerali , onde vi
fare
plici, o più o meno ornati. Servono per dovettero provvedere Papi, come pur i
la Lavanda delle mani [V.) e per tutte fece Gregorio XVI il quale inoltre ac-
,
quelle cose di cui parlasi a' loro luoghi, cordò alle eredità de'benemeriti cardina-
come del boccale, batiociis. Anticamente li Mazio e Caprano, sopravvivenze sui be-
chiamavansi Gahata {V.) le lampade ed nefizi ecclesiastici chegodevano, onde pa-
i bacili o pialli che contenevano le lam- gare i debiti lasciati, poiché è noto a tut-
pade pei lumi nelle chiese. Papa s. Pa- ti, che modico piatto cardinalì-
col solo
sr|uale I regalò alla basilica Liberiana 6 zio non si può sopperire da un cardina-
gabate o bacili o piatti d'oro, con diver- le, ancorché viva frugalmente e ristret-
se gioie, da tenervi le lampade, per ar- to, alle spese indispensabili alla dignità e
dere d'i e notte avanti l'aitare maggiore: al necessario decoro. Nel voi. X, p. 17,
altrettanto fecero altri Pontefici con di- parlai delle rendite de'cardinali e diquan-
verse chiese , come riporta il Severano to alcuni Papi loio assegnarono, mentre
nelle Memorie. alle biocrafìe de'cardinali e relativi ar-
PIA P I A 275
licoli dico delle parziali munificenze dei gravezza, 3." Che toccasse ad essi il piov-
Papi a vantaggio de' cardinali slessi. Il vedere i benefizi delle chiese, che ognu-
"
vocabolo piallo cardmalizio esisteva nei no di loropossedeva.4 Cheil Papanoii
pontificato di Calisto III, imperocché nel potesse alienare i beni di chiesa, ec.
col nome di Pio II, ne parla come un'en- gli fece dare 10,000 scudi , quanto ap-
trata o piatto, presso la Storia de con- punto fruttava in due anni, termine d;i
clai'i. IN'el 1464 "loJ'le di Pio II, nel lui stabilito alle legazioni. Qui noterò che
P<^''
conclave cardinali formarono 18 capi-
i (juando GregorioXlI partida Iioma nel
toli per la buona amministrazione del 1407 vi lasciò per vicario temporale
pontificato, per chiuncpie di loro fosse e- spirituale il cardinal Stefancschi Annibal-
letto, con diverse cose a loro vantaggio, di colla provvista di scudi 5oo al mese,
quali lutti giurarono e si riportano dal indi Giovanni XXIII gliene assegnò 400
Quirini, Fiiidiciae Pauli II, p. xxii on- ; quando per lui fu legatoe vicario di Ro-
de nacque 1' uso di formare ne' concla- ma dopo aver approvalo alla madre i
,
li giurò Pio II. Avverte il Piinaldi al- , Pio IV assegnalo 100 scudi al mese; ma
l'anno i353, che Innocenzo VI avea de- per essersi il cardinale opposto in con-
cretato, che cardinali ne' conclavi non
i cistoro alle gravezze che si voleano in)-
l'autorità pontificia , come Gregoi'io X partito cattolico nelle gueire civili della
avea statuito che in sede vacante non po- Francia, contro il parere del Papa e dei
tessero disporre delle rendile del tesoro cardinali, alcuni ministri di ciò sdegna-
Di tutto parlai a Conclave. In
pontifìcio. ti gli fecero togliere l' assegno. Nondi-
quello del14^4 ^^i eletto Paolo II, che meno ilcardinale restò saldo nel suo pro-
come d'animo grande, non solo aumen- ponimento, il sussidio non (u imposto, ed
tò le prerogative de'cardinali, ma a quel- il Papa rientrato in ragione restituì al
li che non aveano di rendita ecclesiasti- cardinale la sua grazia e la pensione. Nel
ca 4,000 scudi annui, ordinò che came- la 1 566 s. V
appena eletto distribuì
Pio
ra apostolica loro somministrasse 100 80,000 scudi a 38 cardinali che aveano
scudi d'oro al mese (ognuno de'quali scu- tenui provviste; ed ai 6 che creò nel J70 i
di equivaleva a paoli 16 e mezzo), ciò donò a ciascuno 5oo scudi d' oro due ,
che volgarmente si chiamò il piatto del pianele, quattro portiere, bacile e bocca-
cardinale povero. Nel i4<^4> appena e- le, mazza d'argento, i finimenti rossi e
letto Innocenzo VIII confermò capi- , i e paonazzi per la mula, e loro assegnò an-
toli che tutti cardinali aveano giurato
i nui scudi d'oro 1200, quale straordina-
in conclave di osservare, per chi venisse ria provvista. Tra essi eravi il cardinal
eletto Papa: li riferisce il Burcardo pres- P eretti, poi Sisto V , il quale nella sua
so Rinaldi a tale anno n.° 29 e 3o, fra i
il vigna, poi filila Monlallo di Roma, eri-
quali: i.° Che si dassero dalla camera a- gendovi alcune fabbriche, un giorno pas-
postolica ogni mese 100 scudi d'oro ai sandovi GregorioXIll eciò vedendo, dis-
cardinali, che non ne avessero 4,000 di se se fabbrica non e cardinale povero,
:
beqefizi. 2.° Che fossero franchi d' ogni e gli levò il piallo cardinalizio dei 100
,
a-G V I A PIA
scudi al nieìe. Ma il cardinole per finire nel 170.4 creò cardinale Pipia domeni-
gli edifizi prese denaro in prestito e vi cano, ontle il duca nipote stabilì di pas-
concorse lo slesso arcliilelto Fontana. Nel sargli annui scudi Goo , e pregò lo zio
iSgo Urbano VII dopo la sua esaltazio- Papa a far perpetuo questo assegno al
ne, subilo beneficò i cardinali forniti di cardinal domenicano prò tempore, eser-
poche rendile. I cardinali Spinelli, Con- citando i diritti di duca di Gravina cui
ti, Del Bufalo e altri nel i6o4 creati da avea rinunziato. Racconta ilNovaes che
Clemente Vili, per non aver questi po- Benedetto Xlll nel 1726 riservò in pet-
tuto provvederli a cagione della morte, to 7 cardinali per non aver la maniera
vissero bisognosi. Nel i6o5 Leone XI che di provvederli, essendo risoluto di osser-
gli successe distribuì a' cardinali poveri vare lo statuto fatto ne'concla vi del i458
generose somme, protestando che non ne e i4*^4j con assegnare 4,000 fiorini al-
avrebbe creato finché non avesse avuto l'anno a que'cardinali che non avessero
modo di provvederli, onde non avessero altre provviste, la qual somma si valu-
bisogno del piatto di cardinali poveri tava allora allretlanti scudi, e al presen-
per essere vergogna del Pontefice aver te corrisponderebbe a 5,3oo. Nel voi.
dintorno caidinali poveri. Al tempo del VII, p. 85, parlai degli emolumenti det-
successore Paolo V, il piatlocardinalizio ti Rotolo, pei cardinali presenti in Romaj
era di i5oo scudi d'oro all'anno, e si da- regolali da Benedetto XIV. Nel 1789
va ai cardinali che non ne possedevano Pio VI creò cardinale F'iangini uditore
6000 di beni ecclesiastici, come si legge di rota per Venezia, promozione che ri-
nella citata Storia de' conclavi. Innocenzo tardò finché quella repubblica non gli
X nel i655, vicino a morire, volle rive- assegnò quanto occorreva pel suo deco-
dere il cardinal Cecchini, cui avea tolta roso mantenimento, al che essa ripugna-
la provvisione di cardinale povero, ma va. Che Napoleone assegnò ai cardinali
non gliela restituì. Alessandro VII nel per dote cardinalizia SojOoo franchi per
1657 riservossi in petto 4 cardinali e non cadauno, lo notai a Francia, cioè ai car-
li pubblicò per allora, e come dice il No- dinali delti ro^^/, lo che spiegai a Pio VII.
vaes, per non poterli provvedere de'con- 11 piatto cardinalizio di 4,000 scudi, co-
sueti 6,000 scudi somma sufliciente a
, me notai nel voi. IX, p. 817, i cardina-
mantenere lo splendore della porpora. li nuovi non lo percepivano finché non
Clemente X nel 1675 creò cardinale era slata loro aperta la bocca, cioè data
Howard Norfolk, e gli assegnò dalla ca- autorità di esporre il proprio sentimen-
mera apostolica annui scudi 10,000. A to, laonde talvolta passavano molti me-
FiLippucci dissi come nel 1706 avendo si senza rendite, dopo aver sostenuto le
ricusato il cardinalato, Clemente XI gli gravi spese del cardinalato. Rimosse que-
fece annuoassegnoepoi funerali. Il dia- i sta consuetudine Gregorio XVI, savia-
rista Cecconi narra,comeavendo tal Pa- mente decretando che ai cardinali appe-
pa creato if) cardinali a' 17 maggio 1706, na creati si somministrasse il piallo, sen-
dopo che apri loro la bocca a' 7 giugno, za attendere la nominata formalità.
a cadauno stabili l'annua rendita di scu- PIAZZA GivL\o,Cardinale. Nalod'an-
di ^5oo ; e che nel 1 7 1 1 fece dare scu- tica e nobile famiglia in Forlì, fu con-
di 20,000 per le spese al cardinal Impe- dotto a Roma in età ancor tenera e po-
riali, nominato legalo rt /a/ere ad incon- sto scilo la disciplina del prelato Camil-
trare l'arciduca Carlo redi Spagna, che lo Piazza suo zio, indi fu ammesso in pre-
veniva in Italia per passare in Germania, latura ed occupato ne' goveini delle cit-
come ricordai nel voi. XXXVII, p. ?.86. tà' dello stalo ponlilìcio, e poi spedito da
Benedetto Xlll Orsini, già domenicano, Innocenzo XI l interuuuzio a Brusselles,
PIA PIA 277
quindi arcivescovo di Rodi e nunzio di le, 1 monti di pietà raa si desidera il ;
(Joionicij donde per alcune dillerenze fu seminario, secondo 1' ultima proposizio-
costretto ritornare in Roma, ove fu fìll- ne concistoriale. L'istruzione pubblica è
io segretariodella cifra. Clemente XI nel affidata ai domenicani per le scienze mag-
di Vienna, non che vescovo di Faenza nel e ampioteiritorio. E noverata tra lebuo-
1710; finalmente a' 8 maggio 7 2 lo 1 i 1 ne città dell'interno di Sicilia; ha origine
cieò cardinale prete del titolo di s. Lo- antica vantandosi di essere colonia dei
,
renzo Pane e Perna,élo ascrisse alle con- greci di Platea {f'.), venuti a rifugiar-
gregazioni de' vescovi e regolari, dell'im- si in Siciliaj allorché fu distrutta dai te-
iiiuiiitàjdi propaganda e altre, nominan- bani la loro patria, e perciò chiama-
la
ruiias3 nella cattedrale onorevolmente vede che il sito, dopo che Guglielmo I,
PIAZZA (Platìen). Città con residen- quindi l'attuale fu fatta edificare dal re
za vescovile nel regno delle due Sicilie, Guglielmo II il Buono dei i 166, lunge
nella provincia della Valle minore di Cai- una lega dalla vecchia, indi continuò a se-
tanissetta, a 4 leghe da quella città e 2 i guire i destini di Sicilia. Piìi uomini il-
che, l'ospizio per le povere zitelle, l'orfa- Gregorio XVJ fu dato in ausiliare, e lo
notrofio, l'ospedale, diverse confraterni- è tuttora, ms' Vincenzo Vclardita di
278 Piv PIA
Piazza, che pur fece vescovo in paritbus iia IO, li IV.** Campo Marzo j8, il V."
di Gol lina, con ritenzione della dignità Ponte IO, il VI.° Parione i, il VII." i
te del predecessore, Pietro de' principi Trastevere iZ, il XIV.° Borgo 9. Di tut-
Naselli di Palermo, preposito de'filippi- te queste piazze ne trattano il Bernardi-
lìi di Piazza, indi fatto arcivescovo di ni, Descrizione cle^ rioni dì Romaj il Nib-
Leucosia; dopo sede vacante in cui go- by, Roma nel i838, e Alessandro Ruf-
vernò l'ausiliare, nel 1844 ii^o-'^ P'ci' fìni nel Dizionario etimologico - storico
Francesco Brunaccini de' principi di s. delle strade, piazze, borghi e vicoli del-
Teodoro di Messina, abbate cassinese del la ci tlà di Roma , \v\ 1847. Perdette
monastero di Piazza, traslato all'arcive- piazze ed altresì possono vedere gli ar-
nuovo vescovo è tassalo in fiorini 533, sime di Nicolò V, Sisto IV, Paolo IH,
essendo le reudite 802 oncie ossia ^5oo Pio IV, Gregorio XI II, Sisto V, Paolo V,
ducati. Innocenzo X, Alessandro VII, Clemen-
PIAZZE DI ROMA. Chiamasi Piaz- te XI, ClementeXII, Benedetto XI V, Pio
za quel luogo spazioso, circondato d'e- VI, Pio VII, Leone XII e Gregorio XVI
difizi, platea , area, campus j quel luo- che aumentò gli ornamenti delle piazze
go dove fa Mercato (^.), forum j piaz-
si di s. Gregorio al Monte Celio, Colonna,
za dicesi anche per luogo semplicemen- Porta Maggiore e della via del Porlo di
te, e piazzetta per diminutivo di piazza: Ripelta, coll'edifizio informa di emiciclo
piazza o piazza d'arme dice di città o .si ove prima esisteva il deposito di legna
terra fortificata e presidiata. Le piazze da consumo con pericolo d'incendio (co-
sono di ornamento e comodo alle città m'era altra volta avvenuto), che per la
e luoghi, ed ai loro articoli parlo delle sua elegante appariscenza ( non si corri-
principali. Poche sono le città che al pari spose alle provvide intenzioni del Papa
di Roma
abbondino di piazze spaziose e che bramava un gran fabbricato di case
bene ornale di stupende fonti, di mera- di tenui pigioni a sollievo di chi poco può
vigliosi obelischi e di magnifici monu- spendere) nell'anno X fu coniata la me-
menti e edifizi. Si può far ascendere il daglia colla sua effigie e nel rovescio il
tutte, tranne circa 5o monumentali, sie- indecora loco Ugna congesta proslahant
no degne di ricordo e meritevoli di una aedibus a solo extructis aucta Urbis,
descrizione; per Io che poi indicherò le commoda et ornamenta. Dipoi concesse
principali e più cospicue, citando in ca- parte dell'edifizio per le scuole artistiche
rattere coi'sivo e in piccole maiuscole dell' accademia di s. Luca, come si leg-
gli articoli in cui le descrissi, in un alle ge nella iscrizione marmorea posta so-
uotizie topografiche antiche. Solo qui re- pra la porta d' ingresso. La denomina-
gistrerò che il rione I." Manli ne con- zione delle piazze di Fioma ebbe origine
tiene i5; il II." Tre\>ì 16, il 111." Colon- dalla regione, da qualche principale edi-
PIA PIA 2 7«)
Piazza di s. Andrea nella l alle ne! due, il cui nome loro viene dal Palaz-
rione 8." Prende il nome dalla Chiesa di zo Borghese {F.); una di esse è chiusa
s. Andrea (F.) e dal Palazzo Falle e con colonne, sbari-e e catene di ferro, per-
Piazza della Falle {F.). chè contiene gli altri edifizi del princi-
Piazza di s. Apollinare nel rione 5." pe di tal nome.
Di foima quadrilunga e ampia, è deco- Piazza di Branca nel rione 7.°, prese
rata dal Palazzo Alieinps [F.) e dalia la denominazione dalla famiglia Branca,
Chiesa di s. Apollinare (F.), da cui de- di cui parlai nel voi. XXI, p. 34 ed al-
rivò il vocabolo. trove, che ebbe le sue case; qui è il
vi
Piazza de' ss. Apostoli nel rione 2." Palazzo Santacroce {F.).
Si prolunga moltissimo, prese la deno- Piazza di Campidoglio nel rione i o."
minazione d^lla Chiesa e Palazzo de" ss. r^.CAMpmOGLio, jMonte Capitolino e Pa-
XII Apostoli (F.): rimane abbellita dai lAzzi DI Campidoglio; con fonte, statua
Palazzi Colonna, Odescalchi, MuliPa- equestre di Marc'Aurelio collocatavi da
pazzurri o Savorelli^RuJfo e Imperiali Paolo III [F.) ed altri monumenti.
o Falentini (F.). Piazza di Campitelli nel rione 0.", 1
A
Piazza d' racoeli nel rione io. "Rice- di forma oblunga con diversi palazzi,
ve il nome dalla Chiesa di s.Mariad'A- tra' quali quello già del cardinal Pacca.
racoelij Mercato (^.), baia
vi si fece il (F.), la Chiesa dì s. Maria inCampi-
Fontana in piazza d' Aracoeli [F.), e telli (F.), e la Fontana di s. Maria in
oltre alcune buone fabbriche, Palazzi i Portico o Campitelli (F.).
Massimo e Muti Bussi [F.). Piazza di Campo di fiore nel rione
Piazza Barberini nel rione 2.°, di for- 6.°, cui si danno varie interpretazioni
ma quadra, già Grimana, prese l'attuale all'etimologia, cioè da Flora, donna a-
vocabolo dal Palazzo Barberini (F.)o\'è mala da Pompeo, che propinquo vi e-
la Biblioteca Barberini [F.); ne fa or- resse il suo teatro e la Curia (F.), co-
namento la Fontana del Tritone (F.), me dissi a Chiesa di s. Lorenzo in Da-
oltre altra fontana memorabile, e le è MAso; da Terenzia famosa cortigiana ,
propinqua la chiesa e convento de' Cap' che in morte lasciò i suoi beni e questo
puccini (F.). campo al popolo romano, il quale in suo
Piazza dis. Bartolomeo all'Isola nel onore istituì i giuochi floreali (ne feci
rione 1 2.°, quasi quadra, fra i due Ponti parola a Giuoco ed a Ferie ) e la pose
Fabricio e Cesilo [F.) è omonima alla : fra le seraidee ; o meglio perchè il luogo
Chiesa di s. Bartolomeo all' Isola [F.)y sino ad Eugenio IV era un prato, spes-
coti colonna in mezzo, di cui feci parola so coperto di fiori e perciò detto Campo
.,
giumenli de' contadini che porla vano in smi, giubilei, ec.Egualmenteapiè di tali
Boma a vendere commeslibili, finché lo stampe si legge questa formola Die, :
fece lastricare di pietre il cardinal Mez- mense et anno quibus supra, praesens
zarota vice-cancelliere, dopo di aver or- ediclum afjìxum et puhlicatum fuit ad
nalo gli edifìzi contigui al suo palazzo valvas Curiae Innoceniianae , in /4cie
della Cancelleria. Tuttavolta sino a Leo- Campi Florae, et in aliis locis solilis
ne XII vi si tenne il mercato di cavalli (massime sulle porte o colonne o pareti
e di giumenti in tutti sabbati dell'an-
i esteriori delle chiese) et consuetis Urbis,
no, tranne il mese di maggio che tal per me N. N. tribunalis E.mi Urbis card.
mercato nel lunedì si trasportava a piaz- Ficarii mandatariorum decanum. Que-
za Farnese. Keli 729 il mercato di Piaz- sta piazza è circondata di buoni fabbri-
za Navona fu trasferito in Campo di cati, tra' quali il Palazzo Pio {F .), e nel
flore per le feste che nell'altra preparava mezzo è la Fontana in piazza di Campo
il cardinal Polignac per la nascita del de' fiori {F.).
delfino di Francia. Un tempo in Campo Piazza di Campo Faccino nel rione
di fiore facevano ricapito tutti i servi- io.° già Foro romano (F.), con le Chie-
tori che cercavano di allogarsi, ciò che se dis. Adriano, de' ss. Cosma e Damia-
oggi fanno a piazza di Spagna, a piazza no, di s. Maria Nuova , di s. Sebastia-
Colonna ed a piazza di Sciarra. Yi eb- no alla polveriera, (i\ s. Maria Liberatri-
bero casa gli Orsini, e perciò ne' bassi ce delle monache Oblate di Tor de' spec-
tempi fu luogo centrale, mollo abitato e chi {F.), dis. Lorenzo in Miranda degli
teatro di diverse fazioni. Anticamente ivi Speziali (/".), ec. gli orti Farnese (F.);
;
si facevano le esecuzioni della pena ca- il Carcere [F.) Mamertino e chiesa del-
che tuttora vi si affiggono i solenni atti ne' voi. IX, p. 1 5i e 2 58, e XLVII, p.
del Papa e molti del cardinal vicario, dei 159; la Chiesa dis. Martina (/^.), edul-
quali feci cenno ne' voi. VII, p. i94> e tri monumenti. A Pipeeno dissi ancora
Piazza Colonna nel rione 3.° J^. mento. Ultimamente furono discoperti i
Colonna Antonina, Palazzi Chigi, Ni- gradini della basilica Ulpia, onde furo-
COLINI, Piombino, della Posta, Fonta- no eseguiti lavori opportuni per rende-
i
t. 4j P- 221, la chiamò centro fisico del- lazzo apostolico Lateranense, del Batti-
la Roma papale. sterio, deW Ospedale del ss. Salvatore e
Piazza Farnese ne] rione 7.", d'un bel diiW Obelisco Lateranense [F.) con fonte.
quadrato. F. Palazzo FARNEf.E, Fonta- Piazza Giudea nel rione 1 1 .° F. E-
ne SULLA PIAZZA Farnese, e Svezia per la Fontana in piazza Giudea, ed il voi.
BREi,
chiesa di s. Brigida. XX, p. 249, per la chiesa di s. Maria del
Piazza Fiammetta nel rione 5.", così Pianto.
delta, come notai allrove, dall' abitarvi Piazza di s. Ignazio nel rione 8.° F.
una Borgia figlio di
favorita di Cesare Collegio romano, per la chiesa omoni-
Alessandro VI, chiamala Fiammetta; è ma, ed il voi. XIX, p. 39, per la chiesa
oblunga e vi sono Palazzi Sacripante,
i di Maculo.
s.
2S2 y 1 PIA
la Chiesa di s. Marcello,
quale aili- al PiaT~n di Monte Citorio nel rione 3.*
colo pallai della pia matrona. Essa è tli- F. Monte Citorio e Obelisco di Monte
veisa da quella s. Lucina, discepola dei Citorio.
ss. Pieti'o e Paolo, di cui lagionai in più Piazza dì Monte d'oro nel rione 4''>
luoghi, come ne'vol. X, p. 284, XII, p. di forma quadra n'è incerta l'etimolo-
:
ne i.°: sono due, una dal lato del pro- Coppelle, come dico a Parrocchia infi-
spetto principale, l'altra da quello della ne ), poi trasportato ove trovasi , come
tribuna. F. Chiesa di s. Maria Maggio- dissi nel voi. XLVI , p. 258. Rendono
gli scrittori si uniscono in credere che prelati uditori,anche per impedire le in-
non solo fossero in questo circo celebra- cette de'frultied erbaggi, deputando mi
ti i giuochi agonali, ma altri ancora. Il governatore con apposito uffizio nella
JN'aidini giudicò che vi si facessero prin- piazza, per decidere le controversie che
ciprdmente l'Equirie o giuochi de'caval- insorgono ne'contratti, tanto ne'mercali
li e de'carri in onore di Giano, delti set- periodici che in quelli de'mercoledì; Per
timonziali, peichè Jgones furono detti la parte che lo riguarda, anco il tribu-
tutti i colli : ma su queste feste è a veder- nale delle strade emanò regolamenti sui
si Monti e colli di IIoma. De'giuochi del- venditori che prendono luogo in questa
le Equirie e degli Apollinari che ivi si piazza. La popolazione che vi concorre
fiicevano, ne parlai ne' voi. X, p. 88 eq4, forma un colpo d'occhio soiprendenle.
XI, p. 276 e 291, XII, p. f)3, e XXXI, In processo di tempo vi furono celebrati
p. 172, ove pur dissi che il circo vuoisi tli versi altri spettacoli , feste, con teatro
eretto o riedificato da Alessandro Severo, di ciarlatani, poi di burattini (de' quali
il quale avea vicino le terme. Ne' secoli parlai a Ottoeoni famigiia, dicendo del
di mezzo e fino al X\ I in questa piazza loro teatro di marionette). In varie cir-
si celebravano i famosi giuochi d'Agone costanze il mercato si fece anche altro-
e di Monte Testacelo nel giovedì grasso, ve, cioè a' 20 settembre ì55'J sino a' 7
neli'uitima domenica di carnevale e per novembre in piazza s. ALirco, per l'inon-
la festa dell' Assunta, prendendovi parte dazione del Tevere, che in Navona avea
le comuni d'Anagni, Corneto, Magliano, lasciato la malta o melma
o terra del su(»
Piperno, Sutri, Terracina, Tivoli, Tosca- fondo; a'i5 ottobre 1729 in Piazza di
nella, Vellelri e gli ebrei. Li descrissi nei Campo di fiore (f^.), a'3i detto a piaz-
voi. X, p. 84 e 88, ove lodai la bella o- za Colonna ,
prolungandosi in quella di
pcra di Cancellieri, XXXI, p. 17761 78, monte Citorio, e si continuò fino al ter-
e XLVI, p. 277, dicendo pure del sol- mine delle feste in Navona; per le mis-
lazzo della cuccHgna che ivi fu fatta, rin- sioni dell'anno santo, che ivi si facevano,
novala poi sotto il governo francese nel- a' iq luglio 1749) ' cristiani tennero il
vo la chiesa de'ss. Giacomo e Idelfonso de- ebrei nella propinqua piazza Pollarola,
gli spagnuoli,che trovasi nella piazza, rie- così delta dal mercato giornaliero di pol-
dificata nel i45o. A Mercato raccontai li d'ogni genere e di ova ; per le missio-
come nel i477 cessando in parte di tener- ni del 1783 nell'agosto tenute in questa
si sulla piazza di Campidoglio, d'ordine piazza ( in quelle date per gli anni santi
del cardinal camerlengo, s'incominciò ai I 7306 1825, coH'intervento di Benedet-
2 o 3 settembre a farsi ne' mercoledì in to XIV cLeone XII, vedausi i voi. II, p.
questa piazza dai venditori d'ogni sorta 137 e 142, e XXXVIII , p. 61), quello
di commestibili e altri oggetti , come li- ebbe luogo nella piazza con-
degli ebrei
bri , mobili , ferramenti , rami , veslia- ligua de'pollaroli, quello degli erbaggi e
284 PIA PIA
frutti nella parte superiore di piazza Na- ancora altre fabbriche assai buone, che
vona, verso s. Apollinare; a' i4 agosto la chiudono alTintorno, di mano in ma-
18 to il mercato si fece nelle piazze della no fondate sopra le rovine delle arcua-
Cancelleria e Pollarola, per lasciar libe- zioni dell'antico foro, il Palazzo B rase hi
ro il foro agonale alla corsa del fantino, [F.) ed il Palazzo Lancellotti ajchitet-
ossiad'uomini a cavallo, falla nel di se- tura di Pirro Ligorio, fatto fabbricare da
guente mentre di altre parlai nel voi.
, Ferdinando Torres di Granata (che qua-
X, p. 88 (divertimento che rinnovatoan- le incaricato del re Filippo il presentò la
Cora per l'imperatore Francesco I, riu- chinea a Paolo IV, onde in una sala fece
sciva meraviglioso per 1' effetto, ma per dipingere la pompa , indi stabib la sua
l'angustia delle estremità del circo, caval- f imiglia in Roma), e pel malriraonio di
li e cavalieri spesso restavano malconci una Tories passato ne'Lancellotti, tutto
e morti). Dopo delta epoca anche in altre ben bugnato ed egregiamente distribui-
c;rcostanzesi trasportò altrove il mercato, to ed ornato, avendovi già stanza nel i."
ed eziandio nella piazza di Campidoglio, piano \e accadepiie Tiberina e Filodram-
Ricordai a Granata le feste fatte in Ro- matica, da ultimo trasportate altrove; e
ma nel i49^ perla sua espugnazione, on- prima ve l'ebbe la famosa stamperia ca-
de in questa piazza ne furono celebrate merale del Mainardi, erigendosi un va-
con giostra e carri trionfali ; e nel voi. go teatro nella sua grandiosa sala j allo
XLV, p. 118, il torneo rappresentato a spirare del secolo passato. Avanti di par-
spese del cardinal Barberini, che poi vi lare dello spettacolo pubblico del lago
fi;ce eseguire altri spettacoli; cioè pei' la nell'allagare la parte meridionale di es-
regina di Svezia un carro trionfiile con sa, servendosi dell'acqua delle due gran
carosello e combattimento notturno, ed fontane che sono dell'obelisco e del
ivi
PIAZZA Navona (per quanto in questo luo- ma anlicae moderna, Roma 638, som- 1
go fu fatto alla santa, ne feci cenno al voi. ministra le notizie di due allagamen-
XLIV, p. 2 35) dissi com.e la riedificò In- ti, che da gran tempo sono andati in
nocenzo X, che dai Iati vi eresse il Pa- disuso e perduta la memoria. Narra per-
lazzo Paniphilj in piazza NaK'ona e il tanto che nell'estate le Fontane sulla
Collegio Pamphilj (F.) ed incontro in- piazza Farnese (^F.) allagavano la piaz-
nalzò [' Obelisco di piazza Na^'ona (F.) za con dilettevole vista e molto concor-
col sontuoso fonte (
per cui Innocenzo X so di gente a prender fresco e sollevarsi
tolse il Mercato, come notai nel voi. XXI, dal caldo: questo lago si sarebbe potuto
p. 40 ) ivi descritto, insieme a quelle che ingrandire, secondo il progetto del Pa-
abbelliscono la stessa piazza di Gregorio scoli, con atterrare le 6 isole di case che
rallegrare la ciltà sotto Innocenzo X ai tatori delle finestre e loggie una volta
(
1703 a' 4 agosto Clemente XI accordò Piazza Nicosia o del Clcnienlino nel
che il foro Agonale si allagasse come pri- rione 4-°f^- Collegio Clement^o.
ma per divertire i romani, come spasso Piazza dell' orologio della chiesa Nuo-
piacevole e lecito: il di lui medico Lan- va nel rione 5.° V. Filippini. L' orolo-
cisi, De nalh'is alqiie adventiliis ronìmii gio segna le ore ed i giorni del mese.
coeli qualitatibuSy dimostra innocuo l'al- Piazza Paganica nel rione 11." P^.
lagamento, quando nel dì innanzi e in Palazzo Mattei.
quello dopo si purghi la piazza dalle im- Piazza di s. Pantaleo nel rione 6."
mondezze. Nel 170JÌ le acque si fecero P^. Palazzo Massimo, Palazzo Braschi e
(come nel 1837 pel cholera fece Gregorio PIAZZA DI s. Pietro e Obelisco Vaticano.
XVI) fu sospeso da Denedelto XIV nel Piazza della Pigna nel rione 9.°, co-
I 743, ma dopo due anni d'intervallo, nel sì detta o dal rione omonimo, o per una
1745 lo fece rinnovare. Benedetto XIV gran pianta di pino o per parecchi pini
tornò a sospenderlo nel 1749 per le mis- che ivi un temposorgevano. /^. Arcicon-
sioni e nel 1730 per l'anno sauto, indi nel fraternità della pietà de' carcerati e
1751 lo fece eseguire; ma da questo anno Palazzo IMariscotti.
diminuì la concorrenza degli spettatori e Piazza della Piletta nel rione 2." P^.
quel fasto che ne fuimava ilprincipal or- i voi. XL, p. 73,6 XLV, p. 124. Dice il
Maria del Popolo (in cui dissi sulla o- DI Stefano de'mori, e per la cliiesa di
s.
(/-"'.), alla cui destra è l'edifizio delle du- convertendi, Palazzo Torlonia in Bor-
gaue, congiunto colle sale per l'esposizio- go, Penitenzieri Vaticani.
ne di opere di belle arti e col quartiere Piazza Sforza Cesarini nel rione 5.°
de'carabinieri pontifìcii, fabbi iche erette F. Palazzo Cesarini Sforza.
dall' architetto cav. Valadier, autore e- Piazza Sora nel rione 6.° F. Palaz-
ziandio de'due palazzotti d'uniforme di- zo Sora.
segno del principe Torlonia e del conte Piazza delle Stimmate nel rione g."
Clemente Lovatti; opere eseguile nel pon- F. Arciconfraternita delle Stimmate
lilìcato di Pio VII, per cui fu coniata una e 1^ alazzo Strozzi.
medaglia colla sua elììgie, e nel rovescio Piazza di s. Silvestro in Capite nel
la stessa nuove fabbriche ed
piazza colle rione 3.° F. Chiesa di s. Silvestro in
ornati, e l'epigrafe AreaFlaniinia Ex-
: Capite.
ornata. A. 1823. A questo imponente Piazza di Spagna nel rione 4-°j una
complesso di edilìzi si aggiunga lo sbocco delle più vaste di Roma, di forma qua-
delle magnillche strade dei Babuino, del drilunga, prende il nome dal palazzo
Corso e di Pupetta. degli ambasciatori di Spagna, che ha con-
Piazza di porta Portese nel rione 1 3." veniente e semplice esterno, con bel ve-
/^. Porta Portese e Ospizio Apostolico. stibolo ed appartamenti grandiosi. E' si-
Piazza del Quirinale o di Dlonte Ca- tuato verso il confine meridionale, aven-
vallo nel rione 1° V. Monte Quirlna- te a destra in fondo il palazzo e fabbrica-
LE, Palazzo apostolico Quirinale, I^a- to della Congregazione di propaganda
lazzo Rospigliosi, Palazzo della Consul- e collegio Urbano, ed incontro la piazza
ta , Fontana del Quirinale , Obelisco col palazzo Mignanelli, ove nella sua i-
Piazza della Rotonda nel rione 8.° fanno ricapito i servitori disimpiegati e
F^. Chiesa di s. Maria ad Martyres det- principalmente quelli detti ò\ piazza, c\\Q
ta LA R.OT0NDA, PaLAZZO APOSTOLICO DI S. prendono servizio co' forestieri. Da essa
P 1 A PIA 287
(liiamansi nove strade, senza contare Piazza di Termini nel rione i .": si può
l'imponente e grandiosa scalinata che considerare come mi-
divisa in due, la
conduce alla Chiesa della ss. Trinila al nore lungo la strada che menaPorta a
Monte Pincio {V.). Avanti a questa e in Pia, con la Fontana di Termini (nel
mezzo alla piazza, Urbano Vili, Barbe- i85i il municipio romano rimosse i
4
rini,con disegno del Bernini eresse la leoni postivi da Gregorio XVI, e li fece
bizzarra e .decorosa fonte, che essendo riportareal giardino Quirinale,sostituen-
in forma di barca è detta la Fontana del- dovene altri piìi grandi di bardiglio di
la Barcaccia, e venne dal severo Milizia (òrma egiziana con geroglifici nelle basi)
qualificata opera triviale. Impedito quel e le Chiese dis. Bernardo, di s. Susanna
Papa dalle guerre di ornare nobilmente e di s. Maria della Vittoria {V.); la mag-
la principal mostra dell'acqua Vergine giore amplissima, tutta piantata d'alberi
al Trivio, chiamato T/ci7, risolvette qui disposti in filari simmetrici, onde forma
costruire la fonte pubblica, passandovi i un ameno passeggio, contiene la Chiesa
condotti di essa, onde la via dirimpetto di s. Alaria degli Angeli, ^W antichi poz-
prende il nome di strada Condotti. La zi d'olio e gianari dell"^/?"0/;^/, ojTgi mu-
fontana si compone d'una gran vasca o- tati r\e\\' Ospizio di s. Maria degli Aniseli
vale, parecchi palmi sotto il piano della (V.), con stabilimento pei sordo- muti,
piazza, entro cui e quasi galleggiasse sui ed in casa o bagno di detenzione, di cui
maie è posto un bastimento tutto di parlai nel voi. XLllI, p. 33, e l'ingresso
travertino. Nella sua parte interna, tanto della Filla Massimo Montalto {V.).
da poppa quanto da prua, si vede scol- Il nome di Termini, come dichiarai in
pito il sole, stemma del Papa, dalla cui alcuni de' citati articoli, che si dà alla
bocca sgorga l'acqua a foggia di venta- piazza, è una corruzione della voce Ter-
glio, cadendo in una conchiglia sottopo- me, per gli avanzi magnifici di quelle di
sta e riversandosi poscia nel bastimento, Domiziano Tvi esistenti. Il grande ingegno
dove pur si versa quella del gitto salien- del perugino Pompilio Eusebi concepì il
te che vede nel centro uscite di mez-
si vasto progetto di formare un canale na-
zo, non più da un gran giglio, ma da un vigabile colle acque dell'Aniene, il quale
cannello, che per una vaschetta oblunga dovea partire da Tivoli e giungere in
cade nel bastimento. Parimenti da pop- Koma sulla piazza di Termini, la quale
pa e da prua ha per di fuori il bastimen- convertita in ampio bacino gli servisse
to le armi Barberini colle api, per di sot- come di foce e scolo, ed ove Sisto V a-
to ad ognuna sono iateral-
delle quali \ea edificato il suo palazzo e la sua villa,
Biente figurate due bocche di cannoni con la mostra principale dell'acqua Fe-
versanti acqua nella gran vasca, dove pur lice, nell'intendimento di provvedervi i
si raccolgono quelle acque che tlal ba- circostanti colli e renderli popolosi, a-
stimento rigurgitano: in tutte sono 7 boc- prendo eziandio per dette alture magni-
che d'acqua. UrbanoVllI, come elegan- fiche strade; imperocché avea osservato
te poeta, con allusione ai cannoni cele- il provvido Pontefice, che romani an- i
la morte del Papa troncò l'attuazione questa celebre e nobilissima stirpe, che
del grandioso lavoro. chiama albore smisurato pei- parentele e
Piazza di Tor Sanguigna nel rione adozioni, in sublimi dignità ecclesiasti-
5." F. ToERi. che, per santità di vita, per principali e
Piazza della Trinità de Monti nel rio- signorie, per magistrature civili e mili-
ne 4° F. Monte Pimcio , Chiesa della. tari e decorazioni equestri, non che per
ss. Trinità" de' Monti al monte Pincio, uomini che si resero rinomati nelle scien-
ed Obelisco della Trinità' de'Monti o ze e nelle lettere, e in fine per parentele
Sallustiano. sia colle case sovrane d'Aragona, di Sas-
Piazza della Valle nel rione 8." V. sonia, Appiani, Aldobrandeschi, Mala-
Palazzo Valle. All'intorno vi è qualche spina e Gonzaga, che perquellecoiconti
buona casa, oltre il palazzo Capianica, Guidi di Bagno, Mendoza, Abati signo-
che per di dentro si coiigiunge al Teatro ri di Grosseto, Ricasoli, libertini, Lam-
Valle. Ov'è ora la Chiesa di s. Andrea bardi, Bandini ed altre si italiane che
della Falle (F), prima era la piazza straniere; a cagionesegnatamente del suo
di Siena, cos'i detta dal palazzo de'Picco- principale ornamento Pio li, di cui ben
lomini di tal città. a ragione si disse fama super aethera no'
Piazza di Fenezia nel rione 7,.° F. tus. La vera e non adottiva stirpe de'Pic-
Palazzo DI Venezia e Palazzi Torlonia colomini è di riraota origine, di nobiltà
A piazza di Venezia, Rinuccint, Pampiii- gloriosa e d'ordine patrizio, che nel sa-
Lj IN piazza di Venezia e Grazioli o Got- nese in peculiar modo si propagò. Per
TIFRED1. sentenza di E. Vibiena, riferisce il IMala-
PICARDI o PICCARDINI. Eretici di volti,che quando Porsenna re degli e-
Boemia che comparvero nel secolo XV, truschi risolvettedi ripristinare nel trono
il principio de'qualiè incerto, imperoc- di Roma i Tarquinii, nel mandar loro in
ché alcuni li dissero valdesi, cui errori i aiuto varie milizie, Ira'capitani vi fu Bac-
seguono protestanti, non che adamiti;
i co Piocolomo da Castel Montone, cui af-
o meglio è un ramo de'beguardi o big- fidò 200 fanti e 5o scelti cavalli, dal qua-
gardi e per corruzione picardi e piccar- le questo legnaggio ricevè la continua-
dini, setta che si sparse in Italia, Fran- zione e il cognome. Incerto essendo rin-
cia, Germania, Paesi-Bassi e Boemia, ed tracciare gli eroi che negli antichi tem-
alla quale si diedero diirerenti nomi in pi si distinsero per le loro gesta, incomin-
quelle diverse contrade. Come il maggior cierò dal ricordare quelli che meritaro-
immero di que'che la componevano era- no gli onori dell'altare; essi sono : il b.
no ignoranti fanatici, fu impossibile che Ambrogio confondatore e 2.° generale
tutti avessero la medesima credenza, gli degli Olivetani; i bb. Bartolomeo e Al-
stessi costumi, professione di fede e co u- fonso dell'ordine de'gesuati; i bb. Nino
dutla. Alcuni confusero i picardi co' fra- e Gioacchino, il i." de' servi di Maria, il
Silvio, e Celio cardinale. Tra'vescovi ri- da Siena rifugiato suo padre, e restò su-
coideiò, A ideilo di Soana; due Girola- perstite de'suoi 18 figli, tranne due so-
nii, Alessandro e due Franceschi Maria relle Laodomia o Laudomia e Caterina,
di Pienza;Jacopo di Cremona, Francesco perciò l'ultimo rampollo d'uno de'rami
di Grosseto; Alessandro, Gio. Battista e di sua nobilissima stirpe. Dopo una splen-
Gabriele di Chiusi. Lepido gesuita, dot- dida carriera fu vescovo, cardinale e Pa-
to é rinomalo legista, ricusò la mitra di pa nel 1458 col nome di Pio II [F.).
Siena; Inoltro gesuita Francesco nel i
649 Allora si fecero conoscere una turba di
divenne 8.° generale della compagnia di Pannli (^.) e nipoti, che priaia come
Gesìi. A voler dire di alccuii baroni, ca- bisognoso non l'aveano curato. Onorò di
pitani e magistrati, Ranieri nella guer- sua presenza Pienza, Siena ed altri luo-
ra de'sanesi contro i Pannocchieschi, di ghi del sanese, che in più modi benefi-
gran potenza in Maremma, nel 1276 cò.Avendo la sorella Laodomia sposato
guidò la cavalleria. Salomone nel 1278 Nanno Todeschini, ricchissimo di Sar-
compio la terra di Modanella. Gabriele teano nella contea sanese, da essi nacque-
nel 3o3 fu fatto pretore e poi capitano di
1 ro Francesco, Antonio, Giacomo e An-
Volleria.Modanellacongrossesouimenel drea, tutti creati dal redi Spagna cava-
I 3 I 6 acquistò dalla repubblica saneseCa- lieri due primi che lo zio adottò nella
: i
stiglion di Valdorcia, ed altri Piccolomi- sua famiglia, col cognome e stemma, go-
ni ottennero idominii di Colle, della Tria- derono i saoi maggiori favori. France-
na e di molte castella situate in Alarem- sco lo creò cardinale, ed Antonio lo fece
nia. Moncada fu generale de'sanesi con- castellano di Castel s. /angelo e lo marilò
tro Città di Castello nel 1 3 1 7, e ne! i 3 iq a Maria d'Aragona, nipote di Ferdinan-
contro l'erugia. Cristoforo fu podestà di do I re di Napoli, con la dote del duca-
Orvieto; iJrandoligi nel iSiy venne e- lo ói' Amalfi e di Sessa, il marchesato di
letto pretore di Bologna, e di Volterra Capislrano, la contea Celanese (di cui par-
Io furono nel 329 Clone, e nel 33
i An- 1 1 lo a Pescina) ed altre terre, non che Ci-
drea. Menuccio godeva la signoria di Roc- cona in quel regno; inoltre il re gli die*
ca Albegna nel 34o, e Salomone quella
i de gran copia di moneta e lo fece gran
di Baltignano. Moncada divenne capita- giustiziere del reame; quanto allo stato
no i347- Tommaso si-
de' perugini nel di Celano, accordò pel* le ragioni che
lo
gnore di Baltignano comandò lacaral- su di esso avea la s. Sede, poiché con
leria di Lodovico 1 re d'Ungheria, quan- Soia e Arpino erano un tempo dominii
do si portò in Italia a vendicare il fia- Antonio fu generale della Chie-
pontifìcii*
lello ucciso nel i 345. Landuccio nel iSGg sa nella guerra dei Marsi e degli Abruz-
fu generale supremo de'sanesi, quali i zi contro gli Angioini e il Piccinino, ed
ciano. Inoltre Pio II creò cardinali /^or- ti), che celebrai (ne' voi. XXlll,p. 56,
tiguerri ( V.) ^ fratello della madre, e XX XIX, p.55 e 73, XLI, p. 177) qual
Amniannatì (f.), lucchese, nato in Vil- vescovo di Pienza e Montalcino, dotto
labasilica, che adottò per nipote, col pro- maestro delle cerimonie pontifìcie, au-
prio cognome e stenmia. Questo dolio tore di opere liturgiche ed altre, come
cardinale, oltre le opere citate alla sua siilLi venuta di Federico III imperato'
biografìa, scrisse ancorale Vile (ìe Papi, re in Roma sotto Paolo IIj della dieta
che andarono perdute, ed il libro: De. di Ralishona del i^'ji e legazione in.
il suo fratello barone Giuseppe Cavalle- diverse opere. Sci[)ione eseguì stupende
r zzo maggiore, nella quale carica meri- prodezze al servigio di Carlo IX re di
tamente fu confermato da Leone XII, P^rancia controletruppe ugonotte. Fian-
Pio Vili, Gregorio XVI e dal regnante cesco parente e contemporaneo di Ales-
Pio IX; con la sua morte si estinse il sandro insegnò la filosofia in Macerata,
ramo romano de' Tesla Piccolomini, a Perugia e Padova, e fu autore di alcune
lui appartenendo il palazzo in Roma ap- opere. Alfonso duca di Monte IMarciano
piè della discesa di INIonte Cavallo, ed e di altri feudi della Chiesa si distinse per
in Frascati la villa che descrissi a quel- valore, ma pel suo carattere violento, fat-
l'articolo, lidi lui funerale e tumulazio- tosi capo di avventuiieri e malviventi,
ne nella cappella gentilizia in s. Maria die il guasto ai dominiidella Chiesa e del-
della Scala, si logge nel n." 78 del Dia- laToscana, per cui Gregorio XIII lo sco-
rio di lìor/ia, 1 846. municò, Gregorio XIV gli confiscò il feu-
Paolo llj successole di Pio li, fece ar- do di Monte Marciano e ne investì il pro-
civescovo di Benevento ìVicolò Piccolo- prio nipoteErcoleSfondrati: riuscì a Vir-
mini francescano. Nel pontificato di Si- ginio Orsini di vincere e imprigionare Al-
sto IV il suddetto Giacomo eccitò peiico- fonso, che mandato a Firenze fu puni-
losi tumulti nel suo feudo di IMonle Mar- to colla morte. Silviod'Enea Piccolomi-
ciano. jNel 1483 morì Gabiiele arcive- ni d'Aragona signore di Sticciano e du-
scovo di Siviglia. 11 cardinal Francesco ca d' Amalfi discendente da Laodomia
,
meritò nel i5o3 di essere elevato alla sorella di Pio li, fu valoroso capitano di
cattedra di s. Pietro, mentre erasi por- Enrico 111 re di Francia e uno de'più ce •
memoria dello zio assunse il nome di Pio come profondo politico gli fu affidala l'e-
Mori a Vienna nel 1 656 senza prolej la- PICCOLOMINI Giovanni, Cardina-
sciando il titolo di principe e il ducatodi le. Nobile senese, nato nel 1
47 5 a'g otto-
Amalfi al nipote Francesco figlio del fra- bre, afline di Pio II e nipote di Pio III^
tello Enea d'Aragona, signore di Sliccia- come dottissimo, versalo in ogni genere
no Porrona, marito di Calerina Adi-
e di letteratura, digran mentee consiglio,
mari, da cui nacquero pure Silvio ed E- Alessandro VI nel i5oi lo fece 3.° ar-
Tandro valorosi come il padre. Per altri civescovo di Siena; indi LeoneX, benché
illustri Piccolomini si può vedere oltre , assente e contro la sua espeltazione, nel
V Arbore stampato di casa Piccolomini I
.f luglio i5i7 lo creò cardinale prete di
rUrgugieri nelle Pompe sanesi, ed il Gi- s. Sabina , non già di s. Balbina come
gli nel Diario sanese, che ne parla lun- scrissero Pecci e Fleury
formandosi lo :
gamente. Gregorio XVI nel i844 *^'eò stemma de'Piccolomini d'una croce con
cardinale prete e pubblicò nel 1845 Gia- cinque mezze lune, fu detto il cardinal
como Piccolomini di Siena, del titolo di delle lune. Nel i522 il sacro collegio lo
s. Balbina, avendolo già fatto chierico di deputò ad incontrare in Livorno Adria-
camera, di cui divenne decano, e presi- no VI, il quale lo fece vescovo di Sion,
dente delle aimi, per cui ne parlai a Mi- e legato alla repubblica di Siena, la
lizia. Non che fece mg."^ Francesco dei quale si prevalse di lui in molteoccasio-
conti Piccolomini d'Orvieto, piiina ca- ni, affaticandosi a sedare le discordie ci-
meriere segreto soprannumero e ablega- che l'opprimevano. Clemente VII per
vili
to apostolico perla tradizione della ber- nomina dell'imperatore Carlo V neh 5^3
retta rossa al cardinal Villadicani arci- gli conferì la chiesa di Aquila, che am-
vesiovo di Messina, dipoi cameriere se- ministrò santamente fino alla morte; e
greto e coppiere (confermato dal Papa nell'anno seguentegli affidò l'amministra-
che regna, che poi lo dichiarò prelato do- zione di quella di Umbriatico, che rinun-
mestico) e canonico di s. Pietro; e al di lui ziò nel i53o. Essendo principale consi-
fratello conte Tommaso conferì grado e il gliere di Clemente VII, nel furibondo sac-
la decorazione di commendatore di s. Gre- co di lloma del 1527 fu assai maltratta-
gorio Magno, il quale pubblicò le biogra- to dai fanatici eretici. Nell'anno preceden-
fie di Pio II e Pio HI da lui scritte, nel- te, venendo stretta Siena dalle numero-
PJC P C I 293
se milizie pontificie e fiorenline, esorlò i per la stima ed afTetto che avea per lui,
reggenti della repubblica eflicacenieiile a subito lodichiarò cameriere segreto, ca-
ricorrere alla Ideata Vergine speciale pa- nonico di s. Pietro e segretario de' me-
trona della cillìi,e ne provenne mirabi- moriali ( carica che poi conferì a Nico-
la città, nel i5aq ne rinunziò la chiesa l'Ungheria vessata dai turchi, che minac-
con regresso al nipote Francesco Bandi- ciavano r Europa. Se non che destatesi
ni. Nel i534 divenne decano del sacro gravissime controversie tra il re e l'im-
collegio enei i535 vescovo d'OstiaeVel- peratore, per avere i."ommesso alcuni
il
jelri, destinandolo Paolo III legalo « la- titoli scrivendo al 2.° poco mancò che
,
lingua latina, come dimostrò nelle ora- a vedersi l'erudilissimo G. Colucci, Delle
zioni che recitò in diverse accademie. Ab- varie metropoli del Piceno. Le citlà pice-
bracciato lo stalo ecclesiastico, Clemen- ne si qualificarono, secondo 1' ubicazione,
te XII lo dichiarò segretario delle lettere per montane, mediterranee e marittime:
lutine,ed in morte fu eletto dai sacro col- die ^5co/( prima e Osimo poi furono le
legio a pronunziarne l'orazione funebre. antiche metropoli e capitali del Piceno,
Henedello XIV lo nominò chierico di ca- lo dissi a quegli articoli. Un paese sì va-
mera e canonico di s. IMaria Maggioie ,
gamente varialo da colline e fertili pia-
divenendo decano della slessa camera e ni, non cede al rimanente d'Italia pre- i
VI Io creò cardinale nel dicembre i38i, diressero con auspicii creduti divini per
morendo vescovo d' Ostuni in Bologna niezzo la giogaia di que'monti e le oppo-
nel i383 mentre l'Alidosi lo
nel luglio, ste valli verso il mare superiore. Quivi
disse d'Ostia, confondendo questa chiesa la gioventìi sabina tirando a sé gran mol-
con Ostuni di Sicilia. Fu sepolto nella titudine di persone, col favore della sua
thiesadis. Proculo con iscrizione di lode. consagrazione, pervenne da piccoli prin-
PICENO, P/ce«zf/7j. Contrada d'Italia cipii a costituire una nuova gente ed una
nello stato pontifìcio, lungo mare Adria-
il cospicua repuublicà sotto nome di pice-
tico, i cui abitanti si chiamano piceni o ni.Slrabone e Feslo aggiungono che fu-
piccnti. La regione, conìpresa tra le ra- rono guidati da un pico, uccello sacro a
dici de'monti e dello mare, si estendeva Marte; Silio Italico trasformò quel vola-
Pie PiC 291:
lile in Pico re del Lazio e liglio di Sa- tutori d^ Italia, Roma 1840 ),
che da Fa-
turno favole immaginate perla confar-
; lerio eFescennio calali giù ne'campi do-
mi là del nome, da non distinguersi da ve poscia fu Pioma, tennero prima l'Ita-
quelle che volevano pelasgi di un loro rei lia di mezzo, donde traghettarono più tar-
Esio o Aso o Asone signore del l'iceno, di in vSicilia. Che il Piceno fu dominalo
ciò che ampiamente trattò il Colucci: De dai siculi e da' pelasgi a tempi anlichis*
i'ari nomi doli al Piceno. Presso il qua- simi, si apprende ancora dalla lapide rin-
le si legge pure la dissertazione del Ca- venuta nel 1848 in Acquaviva del Pice-
talani, Della origine de'piceni, già stam- no e pubblicala dal eh, avv. De Minicis
pata in Fermo nel i '^•77. Giuseppe Co- negli Annali di corrisp. archeologica, \ol.
lucci ci diede 3i tomi in foglio con ta- 21, p. 4' '• Colucci illustre piceno, di-
vole, dedicati a Pio VI, %u\\e Antichità pi- scendente dalla famiglia di s. jXicola diTo-
cene, che incominciò a pubblicare in Fer- lentino, nato a Penna s. Giovanni (voi.
mo nel I 786 coi tipi del Paccaroni , ed XL, p. 4) lo celebrai e celebrerò per la
3 1
agli articoli relativi ne profittai, trattan- sua colossale opera intrapresa per amor
do nel i.° tomo, ollie le citale disserta- patrio, quale gli fece superare le immen-
zioni, le seguenti. De'primi abitatori del se e laboriose fatiche pel grandioso lavo-
Piceno de' vari suoi confini
; de 'popoli ; ro che riuscì utilissimo all'archeologia e
diversi che l'abitarono; della condizione alla storia, segnatamente all'italiana, im-
delle città picene prima che si assogget- perocché la picena è ricca di gloriose e
tassero al popolo romano ; della società importanti memorie che si collegano eoa
stabilita dai romani coi piceni, e della fe- quelle di tutta 1' Italia. Sia dunque lode
deltà di questi verso quelli; delle prime tanto ai nepoti del defunto Colucci clie
guerre de'roraani co'piceni; della coudi- nel i844s'' eressero un elegante monu-
zione delle città picene sottomesse dai n'iento,ove il Genio de! Piceno è scolpi-
romani, e della confederazione degli anti- to in mesta positura, nella metropolita-
chi camerti o camerinesi coi romani. JNel na di Fermo, di cui fu vicario generale,
lygo fu pubblicato in Sinigaglia : Lette- come al eh. av. DeiVIinicis, che nel pub-
ra parenetica d' un cittadino sinigagliese blicarlo nel u.° 1 (\e.\V Album xvui rese
alfab. G. Colucci autore d'una disser^ al benemerito scrittore i più giusti enco-
tazione^.^ intitolata: De\'ari popoli die mi, rimarcando pregi singolari della sua
i
pelasgi, ma
anche avanti, e che questa confusero coW Umbria e si popolarono le
prima emigrazione fosse in un'età, che palli mediterranee; la 3.^ dopo l'arrivo
non è dato di poter determinare con cer- de' sabini e nel primo loro stabilimeuto
tezza. Sul grave argomento de' primi po- tra il Tronto erEsi;la 4-^ dopo la disce-
poli abitatori d'Italia si possono consul- sa de'g.aUi senoni nelle terre di là d'An-
tare le opere che citai nel voi. XXXVI, cona , onde piceni si dilatarono verso
i
ceno, giunta dichiarata puramente acci- giudicatura ossia giurisdizione della pre-
dentale ; la 6/ de'confìni del. Piceno do- fettura urbana, ossia dal vicario di Pvo-
po la divisione dell'Italia che fece Augu- ma. Il p. Brandimarte nel i8i5 pubbli-
sto, in cui per quinta regione di essa fu cò V IUuslrazione iuWa coHOgrafia dell'an-
dichiaralo il Piceno, fissandosi i termini tico Piceno, con)e trovasi nel lib. 3 della
meridionali Malrino ; l'agro gallico si
al Storia naturale di Plinio il Vecchio, l'a-
tolse con Rimioi al Piceno e fu attribui- vanzo più prezioso d'antichità riguardan-
to all'Umbria, determinandosi i termini te questo paese. Su questa illustrazione
settentrionali aiTEsi ; iinalmenfe l'epoca ilmarchese A iitaldi nel 182 3 stampò una
^/ rimarca la divisione del Piceno sotto Lettera ai conte Fiorenzl d'Osinio, nel-
l'imperatore Adriano, che nel 3i3 co- la quaje ligeltò o ritenne della lezione
stituì il Piceno, ì° in Piceno annonario, Pliniana del p. Brandiraarle ciò che gli
forse così detto perchè dovea contribui- parve o no ragionevole e consono alle ve-
re vettovaglie all'annona di Roma e soc- rità di fattoede'luoghi. Inoltre il p. Bran-
geva forse sino a R^avénna , che in una nia illustrata. In questo libro trattò di
iscrizione è delta capo del Piceno, poiché diverse città e luoghi del Piceno, del con-
conlenente Flaminia e l'Umbria; que-
la fine e nomi
del Piceno Annonario ; che
sta anticamente arrivandosino all'Adria- Piceno chiamala la GalliaSenonia, con-
fu
tico comprendeva, oltre il dello ducato, futando r Amiani, il quale sostenne che
anche Ravenna; 2.° determinò il Piceno fugati senoni la regione non si chia-
i
Suhiirbicario , contenuto fra fiumi ]\la- i mò Piceno, ma Umbria, e che Fano non
trino ed Esi, così detto suhiirbicario, co- fu mai compreso nell' agro Piceno ; che
me a Roma pili prossimo, pei possedimen- avendo Augusto fatto un nuovo riparto
ti molli che magnati romani,
vi aveano i geograficod'ltalia,laGallia Senonia per-
e questo ebbe sempre
dipendenza dal- la de il nome di Piceno e prese quello di
la giiuisdizione del vicario di Pioma; men- Gallia Togata, perchè fu compresa nella
tre l'Annonario era governato dal cor- sesta regione dell'Umbria; cangiala for-
rettore e dai giuridici, sotto la dipenden- ma di governo dall'iniperatore Adriano
za del vicario d' Italia, cui sovrastava il in tutta Italia, la Gallia Togata perde tal
prefello del pretorio d'Italia. Altri aliri- nome e riprese quello di Piceno; che que-
buirono a Costantino Magno la divisio- sto Annonario cominciava da Pescara e
ne del Piceno in Annonario e Subuibi- giungeva sino a Raveiuia, probabilmen-
cario, ma egli non fece che confermar- te capitale di esso. Vedasi Carlo Arduini,
la nel nuovo liparto delle provincie, in Nuova illustrazione dell' antico Piceno
mi alle rnagisfralure che avea ottenuto secondo Plinio seniore , Ripatransone
finche dagl'imperatori. Sidle diverse di- 1 844- ^^ queste lettere si parla dell'e-
visioni ò' Italia può vedersi quell'artico- stensione e vicende dell' antico Piceno ;
lo,ove parlai pure delle dignità dell'im- dell'ubicazione delle antiche città del Pi-
pero cui furono soggetti il Piceno An-
, ceno ; dell'origine romana della città di
nonario e il Piceno Suburbicario. Note- Fermo e della via Salaria.
rò che la divisione delle provincie d'Ita- I sabini che abitavano tra il Velino,
nostra era , e figurarono nelle loro fila tello, senza che si fosse accorto che Clan-
trionfanti. La guerra larentina di Pirro dio avea abbandonato gli accampamenti,
re d'Epiro inorgoglì i romani, onde tut- ai qualiin Ggiorni fece ritorno. IS'el 655di
li i popoli dell'Italia meridionale col lo- Roma di nuovo i romani e G. Pompeo
ro sostenitore perderouo la libei tàjeben- Strabone soggiogarono il Piceno dopo la
che in tale azione i piceni non avessero ficrissima guerra sociale, per essersi ri-
parteggiato, romani vincitori dichiara-
i l)cllali piceni e fatta lega con gli altri
i
rono loro la guerra. Nell'anno i6q avan- ilaliani , indi vennero ascritti alla tribù
li G.C. e di Pvoma 48 5, mentre le città pi- romana Velina con colonie, prefetture e
cene si reggevano a libere repidjblichecoi municipii. IVel 665 gli ascolani con gran
propri magistrali, il console P. Sempronio pa rie del le ci Uà picene per ricuperare l 'a n-
Sufo smantellò le miu'a di quelle che fece- tica loroliberlà si sollevarono contro i ro-
ro resistenza, quindi in campo aperto offrì mani, per aver loro negata la ciltadinan-
ai piceni la pugna. Essendo le armale a za di Roma, ma furono vinti dal console
fronte, un improvviso scuotimento fece Publio Valerio; laonde le cillàerepub-
tiaballare la terra,quando tutti attoniti bliche del Piceno non furono più consi-
all'aspelto del temuto prodigio, il console derate confederate e socie de' romani,
impavido promise innalzare un tempio ma rimasero nello stalo di prefetture e
alia dea Tellure , se fosse siala propizia perciò soggette al pretore urbano: tutta-
alle sue invocazioni, e tale fu la forza del- volta inseguito restituirono ad esseil titolo
lo scongiuro, che i suoi soldati rinfran- di repubbliche col governo delle proprie
cali nel coraggio irruppero con tanloin- leggi e magistrali , la qualifica di muni«
frenato valore, che riportarono compie- cipii e di colonie col gius del suffragio. la-
ta vittoria , comechè sanguinosa. Allora tanto arsero le micidiali fazioni di Mario
360,000 piceniabbassaronolearmi egiu- onde pure
e Siila, in questa provincia si
rarono fede a Roma: a Sempronio fuac- propagò la guerra civile ; sulle rive dei-
cordato l'onore del trionfo, venne spedi- 1 Esi Q. Cecilio Metello, che parteggiava
la una colonia picena nell' Apulia, dalla per Siila, ebbe unsanguinososconlro con
quale i discendenti si dissero Picenlini, Carino luogotenente di Carbone, e die a
che formarono la seconda regione d'//a- questo fautore della parie di Mario un
Ha, e quindi segnata la pace, nel Piceno colpo decisivo verso l'anno 6G9. Nel Pi-
vi si dedussero alcunecolonie, governan- ceno fece poi lunga dimora Pompeo il
,
298 p I e PIC
Magno, che fissala in Osimola residcii- menza nel Piceno circa la metà del III
73, vi si arrogò la pretura, e con le scel- secolo, ma anche i suoi alti non sono si-
le milizie picene poaipeiane intraprese la curi. Il Jacobilli, r\e Santi e beati del-
spedizione d'Egitto. Picene legioni furo- l'Umbria, riferisce che s. Feliciano vesco-
no ancora la XII delta fulininatrice, e la vo di Foligno, non contento di aver inaf-
XIII, che con Giulio Cesare passarono il fìata tutta la provincia dell'Umbria col-
Piubicone e cooperarono alle sue glorie. la predicazione del vangelo , volle sten-
Kel t. 2 del Colucci si legge la Disserta- dere l'apostolico ministero anche a prò
zione della origine delle città picene del Piceno e le sue città in un ad Osimo,
dell' a^'ì^izanteiito e decadimento di esse cioè un secolo e mezzo prima dell'epoca
sotto i romani, delle colonie e de' mimi- assegnala dalla tradizione osiraana al ve-
cipii. scovato di Leopardo, predicazione che
s.
La fede cristiana fu predicala nel Pi- in Osimo fece anche s. Marone antico a-
ceno nel i.° secolo di nostra era, e nel postolo del Piceno. Sembra poi indubi-
Tol. XL, p. 245, ne celebiai apostolo s, tato che ne'primi del IV secolo, dopo la
Marone, convertito da s. Pietro e ordina- conversione del gran Costantino, uscito
to da Papa s. Clemente 1, come fu il pri- il cristianesimo ancor nel Piceno dai suoi
mo suo martire, e ciò con l'autorità del nascondigli, inalberasse la croce per ogni
Blarangoni. Però il Vecchietti nella dis- dove il suo glorioso vessillo,mediante l'ab-
sertazione preliminare alle 3Iemorie del- batlimento dell'idolatria. .Alcuni scrittori
ta chiesa r^O-f/wo del Compagnoni, t. i, con Marangoni si persuasero chele città
p. IVI, vi ripugna alquanto, senza esclu- picene non avessero propri vescovi se non
dere affatto la sua predicazione nella pro- se verso la fine del V secolo, e che prima
vincia, dichiarando esser varia l'opinio- di tal tempo fosse stata ia provincia go-
ne de' dotti intorno all'epoca in cui le cit- vernata dai vescovi regionari ; opinione
tà del Piceno ricevettero il lume del van- di debole fondamento, che fu confutata
gelo, ogni chiesa avendo le sue partico- ed annientata dal Pannelli nelle Memo-
lari tradizioni ,
per le quali può vedersi rie di s. Leopardo ,'menlve non si sa com-
il p. Mamachi, Originie antichità cristia- prendere come il Marangoni ammelten-
ne, lib. 2, cap. 2 § 2, il quale è di pa-
I, tlo la conversione del Piceno al cristia-
rere, che siccome il principe degli apo- nesimo sino dai primi secoli, voglia poi
stoli in P\.oma prese a cuore la conversio- digerire la destinazione de' vescovi titola-
ne delle Provincie più remote, molto più ri o cardinali sino quasi al Vlsecolo, ed
è da credere che da lui si avessero in vi- essendo il Piceno sì prossimo a Roma se-
sta que' luoghi così vicini a quella me- de de'Papi che promossero tanti vescovi
tropoli, colla quale ebbe sempre il Pice- anche per lontane parti. Il Pontefice s.
no continue relazioni. Non è anzi fuori di Gelasio I del 492 si oppose al tentativo
proposito r opinare col Vecchietti , che d'insinuarsi nel Piceno 1' eresia pelagia-
s. Pietro fosse nel Piceno forse nell'anno na ; e Nicolò V e Paolo li estinsero nel
61 di nostra era a promulgarvi la fede Piceno l'eresia de' fraticelli, che assai e-
cristiana. Quanto a s. IMarone, tenuto a- ravisi propagata. 11 Colucci nel t. 3 delle
postolo del Picfeno, aggiunge il Vecchiet- Antidata picene ci diede la dissertazio-
ti che è a dubitarsi per gì' incerti suoi ne : Della origine, del progresso e dello
alti ; lo slesso dice di quelli di Caterve s. stabilimento della religione cristiana nel
venerato in Tolentino qual padre della Piceno. Egli opina che i primi lumi del-
fede: non mancarono altresì alcuni scrit- la fede cristiana ebbero dopo l'arrivo
si
tori, i quali si persuasero aver s. Emidio di s. Pietro in Roma e dopo il suo pon-
vescovo d'Ascoli sparsa 1' evangelica se- tificalo; che s. Marone non fu il i.° a re-
Pie P I C 2()<)
care la fede ai piceni, bens'i colla sua pre- marte che il Piceno Annonario nuova-
dicazione e martirio cooperò moltissimo mente mutò nome, e la [)!ute mnriltitna
ste furono erette dopo Costantino impe- vcnna si estendeva a tutto il tratto d'An-
ratore. Di esse parlo ai rispettivi articoli, cona e fino ad Osimo. La provincia dei
come de'primi apostoli del Piceno si An- Castelli, secondo il p. Berretti, che illu-
uonario che Suburbicario. strò la tavola corografica dell' Italia del
Quantunque le municipali repubbli- medio evo presso il t. io. Script, rer.
che picene godesseio la libertà de|le lo- Itaiicarni/i di Muratori , formavasi del
ro leggi, con propri magistrati, il meio contado di Fermo, così il Catalani, il
e nìislo impero con facoltà di punire col- Borgia e Pxalfaeli. Il p. Brandimarle in-
chiamare totalmente libere da Pioma cui tuata sopra la stessa Pentapoli, fosse com-
erano soggette, sovrastando all' intera posta dalla Gallia montana, cioè da Ca-
provincia un supremo capo con titolo merino, IMatelica, Atlidio, Tufico, Sen-
consolare di prefetto, oltre lo speciale tino. Alba, Ostra, Suasa Pitulo Jesi , ,
curatore che avea ciascuna repubblica. (delle quali parlo a; loro articoli oin quel-
Le municipali l'epubbliche picene paga- li che ne occuparono il luogo), anche
vano a Pioma annuo tributo, ed erano pel riflesso de' molti castelli che hanno
tenute in occasione di guerra a sommi- soggetti Fabriano, Arcevia e Camerino;
nistrare airomani un contingente di sol- bensì in appresso porzione della provin-
dati. Essendo la provincia suddita e tri- Marca Permana
cia de'Castelli fu detta
butaria degl'imperatori, anche dopo la e porzione Abruzzo. Altri in fine hanno
divisione óeW'inipero in orientale e occi- ciedutochela provincia de'Castelli com-
dentale, calati in Italia nel 4o5 circa la prendesse Umbria mediterranea, ab-
1'
prima volta i goti con Alarico loro re, indi bondante di castelli. La Pentapoli cam-
nel 425 e nel 45 1 gli unni, ed ig'o// nuova- biò spesso limite e nome; e quando vi si
mente nel ^'j3, tutti inondaronp anche unirono altre città e castelli, complessi-
ilPiceno e s'impossessarono eziandio di vamente si disse Decapoli, quando cioè
Ascoli e del vicino Abruzzo, praticando una nuova Pentapoli montana o medi-
per tutto eccessive crudeltà. Distrutto terranea vi fu aggiunta. Governando l'E-
nel 553 il dominio goto in Italia e co- sarcato Longino per l'imperatore d'o-
stituita Ravenna per città capitale àiìì- riente, nel 568 invase V Italia Alboino
y Esarcato [V.) j riferisce il p. Brandi- coi longobardi, ed avendo istituito poi il
3oo Pie Pie
ducato di Piceno
Spoleto e soggiogato il come principi eretici, si posero sotto la
circa il Syi, l'unì ed incoaporò a quel protezione è difesa del Papa, anche nel
ducato, cioè quella parte di Piceno che dominio temporale, e per tale volontaria
cotupreiule Osimoe Ancona, ossia quel- dedizione acquistò la sede apostolica la
la parte cli'era tra l'Apeiuuoo e l'Adria- signoria e sovranità di dette piovinciee
tico, colle loro città e luoghi : altri dico- specialmente del Piceno e del ducato di
no che Piceno di qua dal Musone fu
il Spoleto: tanto dimostra il Marangoni
n j)oco a poco assorbito dal ducato di nelle Memorie di Civitanova già Nola-
Spoleto nella longobarda oligarchia , i na nel Piceno. A s. Gregorio il nel 781
cui duchi o capitani si divisero le città successe s. Gregorio III, che possedendo
e legioni d' Italia e «vi commisero tante il ducalo di Spoleto ed il Piceno, prese
violenze ed empietà, che s. Gregorio I le difese di Trasamondo duca
di Spoleto
annoverò la loro persecuzione fra le più contro Luitprando, onde questi due vol-
crudeli della Chiesa. Laonde le repubbli- le mosse all'assedio di Roma; ma il Pa-
clie delPiceno sotto goti e sotto lon- i i pa coll'esercito romano aiulò Trasamon-
gobardi perderono quella libertà, che per ilo a ricuperare il ducalo dalle armi dei
indulgenza de' romani aveano consegui- longobardi. Nel 741 fu creato Papa s.
ta col titolo di municipii : gran parte del- Zaccaria, e come Trasamondo con nera
le antiche città picene furono atterrale ingralitudinesi mostrava infedele e usur-
e distrutte dai goti, massime da Alarico patore delle terre della Chiesa, ricorse al
e (la longobardi oltre il signo-
'Potila.
1 re Lui![)rando,che fallo prigione il duca
reggiare ducalo di Spoleto, che tanta
il restiUn al Pontefice il patrimonio della
parie di Piceno comprese, istituirono an- Sabina, di Nat ni, di Osimo e di Ancona.
cora ducati piceni d'Ancona, Osimo e
i Stefano li detto 111 non potendo soste-
Fermo, indipendenti uno dall'altro, ma nere l'iiupeto di Aistullo re de'longobar-
precariamente, cui terrilorii comprese-
i di, the occupalo l'Esarcato, laPentapo-
ro eziandio quelli delle città contermini li e altre terre della Chiesa, minacciava
ilecadute dal proprio splendore tra tante Roma, nel 704 si porlo in Francia dal
vicende politiche. Ad onta della possan- re Pipino per implorarne l'aiuto, che am-
za tie'iongobardi, gl'unperalori greci d'o- piamente ottenne. Poiché recatosi il re
riente, oltre l'esarcato di Pv.avenna, domi- in Italia, costrinse Aistulfo a restituire
narono interrottamente anche sullealtre l'usurpato al Papa, cui confermò la so-
parli del Piceno. Nel pontificato di s. vranità, aumentandone il pi'incipato con
Gregorio il l'imperatore Leone dichia- altri luoghi. E perchè l'imperatore gre-
rò guerra alle sacre immagini, sostenen- co venne in cognizione della vittoria di
do gì' /fo/jor/rt?» persecutori tli esse; e Pipino sui longobardi, fece istanza a Pi-
resistendo alle replicate ammonizioni del pino che consegnasse a lui le lolle pro-
de' longobardi per uccidere s. Gregorio cialo l'impresa, e perciò mai avrebbe per-
Il e fu allora che il ducalo di Roma e
, messo che al dominio di essa fossero tol-
le città della Campania si dierono con te le città e luoghi che le apparteneva-
spontanea dedizione al dominio della ro- no. Sotto Adriano I il re de' longobardi
mana Chiesa dopo il 726. Nello slesso Desiderio, dimentico che dovea il trono
tempo popoli delTEmilia e dell' Esar-
i airautoiilà di Stefano 111, non solo avea
cato, della Pentapoli e del Piceno scos- tilenuto Osimo, Ancona, Umana ed al-
sero il giogo imperiale e de' longobardi, tre cillà, ma con violenza ne occupò al-
Pie Pie 3o t
tre in un al resto ilei Piceno, medifantlo i dignitari preposti alla custodia delle
zione, confermata dal suo figlio Lodovi- vcnte marchese e duca, si rileva dalla
co I con nuovo diploma. Narra Anasta- lettera di Papa Giovanni XIII del 969
Pavia, ove l'assediò il re franco, popo- i rigine più antica, con aver dipendente il
li del ducato Spoletino, compresi i pi- marchese Fermo. Avvertono gli an-
di
ceni the nef.icevano parte dall'Apenni- nalisti camaldolesi, che alle Marche di
no al mare Adriatico, insieme alle città Fermo e di Camerino ne'monu menti an-
e ducati di Fermo, d'Osimo e d'Ancona, tichi si trovò spesso l'aggiunto di monar-
come di altri luoghi, portatisi al Ponte- chia, quale reputano essere termine cor-
fice, nuovamente alla sua nhbidienzii si rotto óì Diarchia per negligenza degli
diedero e giurarono fedeltà alla sede a- amanuensi. La Pentapoli reggevasi tut-
poslolica ed a s. Pietro, radendosi la bar- tora coir antico nome, quando verso il
ba ed i capelli lunghi che portavano al- 1080 s. Gregorio VII investì della pro-
l'uso de' longobardi, vincia picena Roberto Guiscardo prin-
iN'eir858 si trova un Suppone conte cipe normanno, leggendosi nelle ponti-
del Piceno, che vuoisi ne avesse ricevu- ficie lettere nomi di Marca di Fermo
i
to investitura dal Papa. Non solo gl'im- e di ducato di Spoleto. A questo Papa ed
peratori franchi, ma anco tedeschi co- i al successore Pasquale II la conlessa Ma-
minciando da Ottone I, confermarono i tilde nella donazione che fece de'suoi sta-
dominii della C'.;iesa e giurarono proteg- ti alla s. Sede, vi comprese le IMarche di
gerli, compreso il Piceno. Nel cadere ilei Camerino e di Fermo, di cui la Chiesa
iX secolo e nel principio del X gli uiigari era suprema signora. Ne! i io5 o prima
ed i saraceni posero la regione baibara- l'imperatore Enrico IV con poderoso e-
incnte a ferro ed a fuoco. A Marca parlai sercitoe qual nemico della Chiesa occupò
dell'origine di questo vocabolo e di quan- il Piceno e ne die l'investitura al mar-
do nel secolo XI fu appropriato al Piceno, chese Guarnieri, con titolo di marchese
e per la prima nel q'jS alla Marca Fer- della 31 arca Anconitana, che per lui si
ruaiia, di cui trattaipure a Fermo; co- disseancora IMarca di Guarnieri o di
inè delle altre Marche, de'suoi governan- TVerricrio, col qual vocabolo si nomi-
ti, dominatori e signori, delle principa- nò [iure la Marca Fcrmana. Così a po-
li vicende, e come venne qualificata nel- co a poco al nome di Piceno prevalse
incursioni de' normanni, avendo quasi tapoli, al i\\.Ki\\.o à' Urhir^o e a Ravenna,
ogni città i suoi giudici o conti. Insorte insieme alle successive politiche vicende,
le fatali controversie fra il sacerdozio e avendo toccato a Marca le principali dal
l'impero per V InveslUure ccclesiasiichc, secolo Xll sino a' nostri giorni. Nel no-
3oi P 1 G PIC
vembie iSjo Pio IX (F.) formò la le- te. Neil. 25 riprodusse con prefazione e
gazione delle Marche colle piovincie di noie. Nicolai Vevaxìzon'ì, De laudibus Pi-
Urbino, Pesaro, Macerala, Loreto, An- ceni sive Marchiae Anconitanae libel-
cona, Fernao, Ascoli, Camerino. Il Pice- lus. Delle zecche picene trattai a' loro
no o Marca ebbe molli illustratori, fra i luoghi: lo Scilla, Delle monete pontifìcie,
quali segmenti. Francesco Paniphiij, Pi-
i
p. 36c) e seg., enumera quelle battute in
ct'/mm, hoc est de Piceni quae Anconi- Macerata, Ancona, nella IMarca e in Ca-
tana \'nlgo Marcliia noniinalui\ et nohi- merino dai cardinali legali della Marca.
lìlate et laudibus, opus nane pviniiini in In Roma piceni o marchegiani hanno
i
liicem JaiiiDlatiliaci Durastantis edilum, la Chiesa de' ss. Venanzio e Ansuino dei
nato a Monte Fano, Sisto V di Grolla- Lo stalo geografico della Marca d" An-
mare, Clemente Vili come nato in Fa- cona, descritto per l' intendimento delle
no, Clemente XI d'Urbino, Leone XII tre bolle di Sisto F' sopra ilpiìi anzia-
di Genga diocesi di Fabriano, Pio Vili no cardinale della Marca, chiamato al-
di Cingoli e il regnante Pio IX di Sini- la protezione della cappella Sistina e
gnglia. Degl'illuslri piceni scrissero: G. de' collegi di Montalto e di s. Bonaven-
1). Llavetti, Saggi storici di nobiltà di tura, Pioraa 72 3.
I
drea Lazzeri, Memorie d'uomini illustri Francesco fondati in Parigi, nel villag-
r» I e PI G 3o3
i quali in Koma ebbero convento e cbie- n^ richiamare alla memoria la passione
sa, come narrai nel voi. XXVI, p. ly'T), ecrocefissionetlel Redentore, con pralica-
fondata dal sacerdote M.^Ginseppe Cou- re le opere di cristiana mortificazione e
drin , nato il i.° marzo 17G8 in Cous- reprimendo i loro sensi.
saylesBois diocesi di Poitiers, la quale Verso la fine del 1794 '« P'<t dama
città fu culla dell'istituto, dopo di aver Aymer della Chevalerie, appena uscìdal-
trionfato di tutti gli ostacoli die si frap- la prigione ove l'avca posta sua madre,
posero a s"i santa e benemerita congre- per aver dato asilo ad un prete caltoli-
gazione. 11 soffio impuro dell'irreligione co, si offrì all' ab. Coudrm onde impie-
avendo distrutto in Francia tutte le pie garsi, secondo il suo sesso, ai grandi di-
istituzioni e quelle della buona educa- segni che il Signore le avea inspirati. Per-
zione, dispersi i sacri ministri in lontane ciò le basi del pio istituto delle leligiose
regioni, la novella generazione in tiista furono bentosto gettate nelle pie Dame
posizióne, questa società inspiiala da Dio de^ss. cuori di Gesù e /Ilaria, diesi de-
fu destinata a rianimare la fede nel ctio- dicano all'adorazione perpetua del ss. Sa-
re per li santi esercizi delle missioni ; a gramenlo , alla educazione e istruzione
portare il lume del vangelo all'estremila delle donzelle : orinai conta più di venti
della terra ; alla perpetua adorazione del stabilimenti in Francia, due nel Chih ,
ss. Sagramento dell' altare nel giorno e uno a Valpaiaiso, altro a Santiago, tutti
nella notte, onde riparare le profanazio- diretti dai preti della tnedesima ccSngre-
ni d'ogni specie commesse in quel deplo- gazione.
rabile periodo di tempo; ed a formare Intanto l'ab. Coudrin ebbe la consola-
de'ministri del santuario ne'collegi e nei zione di guadagnare de' discepoli, il cui
seminari. Basato l'istituto sulla regola di numero non tardò ad accrescersi. Mg "^de
s.Benedetto, ha per iscopo di onorare Cbabot, antico vescovo di Saint-Claude,
in parlicolar modo le quattro età o epo- portatosi nel'iSoi in Poitiers e apprez-
che della vita di Gesù Cristo: cioè la sua zando l'istitutore e lislituzione, condusse
infanzia, l'epoca in cui visse poco cono- con lui l'ab. Coudrin quando passò alla se-
scinto, la sua vita evangelica, e la sua de di Mende, quale rinunziata nel r8o^
passione e crocefissione. Per onorare l'in- col medesimo si stàbili a Parigi, essendo
fanzia tiene scuole gratuite in vantaggio questa l'epoca dell'erezione della casa dei
de'poveri fanciulli, e collegi con convit- A'r/:»//^' nella via omonima, che divenendo
tori a pensione mensile, ne' quali sono la principale di tutta la congregazione,
ammessi gratuitamente un certo nume- con tal nome viene generalmente chia-
ro di fanciulli in proporzione delle rcn- mata. Nel 1806 mg."^ de Boischollet ve-
dile dello stabilimento, ed in preparare scovo di Seez confidò ai preti della casa
alle funzioni del sacro ministero i giova- de' picpus la direzione del suo semina
ni destinati al santuario. Tutti meni-
i rio. Nel i8i4 la congregazione de' sacri
bri della congregazione si devono dedi- cuori già contava diversi stabilimenti, a-
care a celebrare la vita occulta del Sai- vendo ricevuto l'ab. Coudrin più volle
\atore, riparando colla perpetua adora- l'incoraggimentodi Pio VII, il quale for-
zione del ss.Sagramento le ingiurie fatte malmente l'approvò 7. Fiorendo nel 18 i
preti che seguono la vita evangelica di Boiilogne vescovo di Troyes invitò pre- i
Gesù Cristo, si dedicano alla predicazio- ti della casa de'picpus a daie le missio-
ne del vangelo e alle missioni. In fine, ni in sua diocesi, che duraiono io anni,
lutti i membi della congregazione devo- Nel 1826 discepoli dell'ab. Coudrinin-
i
3o4 Pie P.IC
cominciarono le missioni nella diocesi di ne due vescovi, mg."^ Pietro Domenico
Piouen che proseguirono lino al i83o, sen- IMarcellino Bonamic vescovo di Babilo-
za interron)[)ere quelle di Tioyes, e nel nia e poi arcivescovo di Smirne, e mg."^
1 829 il cardinal Croy commise loro la cu- Rouchouze óeW Ocea-
vicario apostolico
ra del suo gran seminario di Piouen, che nia orientale. Ma
27 marzo di dettoai
tifìcie funzioni e in altro, per cui il car- l)ilimenti di case e scuole,ed in Parigi
dinal Croy si degnò mostrarsene grato. due seminari, uno in via Picpus, l'altro a
Con aumento di stima e di amore
tale Vaugirard nella via Grand Kue;due ca-
del cardinal Cappellari per la congrega- se ai Chih; una a Lione; due nel Belgio,
zione epel fondatore, divenuto Gregorio ima in Lovanio pegli alti sludi, l'altra a
XVI , nel i833 confidò alla società dei Enghien per l'educazione de'giovani. Ha
picpus la missione òeW Ocea?iia orienta- missionari apostolici nell' Oceania, cioè
le, in cui questi sacerdoti fecero e vanno nell'isole Sandwich e Marchesi, in Man-
operando immenso bene, con meraviglio- gareva, e negli arcipelaghi Garobier, del-
samente dilfondere il cristianesimo. l'isole della Società, in Tahiti, ec, aven-
AI cominciar del 1837 l'istituto si Irò- do questi benemeriti sacerdoti evangeliz-
vò propagato in Francia con molti sta- zato tutti quegli arcipelaghi.! membri del-
bilimenti, e fondata una casa in Valpa- l'istituto vivono regolarmente in comu-
raiso : mentre suoi i disce[)oli evangeliz- nità, sotto l'ubbidienza del superiore ge-
zavano ui::\\' Oceania la Polinesia, e potè nerale di tutta la congregazione e de'su-
contare fra i membri della congregazio- periori [>articolari. Fanno i tre voti per-
E j
PIE P l 3o
pehii ma semplici di povertà, caslilà e cipe del Piemonte, il cui titolo suole dar-
iil)I)i(lien/a, dopo un noviziato di 18 me- lo ad imo de' suoi figli o nipoti. Questo
si o almeno un anno, e devono essere for- nome trovasi usato da otto secoli addie-
niti d'uno spirito d'ubbidienza e d'abne- tro, ed esprime la qualità della regione
gazione, d'uno zelo sincero per la salute posta alla falda delle Alpi (come chi di-
delle anime, consagiandosi alla gloria di cesse, /ti piede de monti), che ne cingo-
Dio e alla pratica delle virtù religiose. no il bacino, e declinando in colline sem-
Nelle case dell'istituto si sogliono ammet- pre pili basse giungono ad una bella e
tere quali pensionari i preti e laici che fertilissima pianura, che il Po attraversa
desiderano vivere raccolti nel Signore e feconda in tutta la sua lunghezza. Con-
nell'esercizio della pietà. Anche le suore nord colla Svizzera, all'est col Lom-
fina al
diquesto istituto,chiamate eziandio Pie- bardo-Veneto e con Parma, al sud col
pus, fanno i voti perpetui ma semplici di ducato di Genova e contea di Nizza parte
povertàj castità e ubbidienza , e vivono degli stati sardi, all' ovest colla Francia,
in comune nelle pratiche regolari, sotto ed al nord-ovest col ducato di Savoia al-
l'ubbidienza del superiore generale di tut- tra parte degli stati sardi. Però l'intiero
ta la congregazione, della superiora ge- stato diTerraferma, che si chiama col
nerale delle medesime religiose e delle nome collettivo di Piemonte, comprende
loro superiore particolari delle proprie il ducato di Savoia, quello di Monfer-
VOL. III. 20
3o6 P I E PIE
misto d'italiano e di francese. TI Piemon- signore di Bressa per la moglie Sibilla.
te corrisponde all'ovest della Gnllia cis- Amedeo VI 343, detto il rerde, ri-
del i
rono ipopoli principali. /^. Italia eGiL- deo VII dell 383. Amedeo Vili, che fu
liA. Dai romani passò questa provincia il i.° duca, creato da Sigismondo impera-
ai goti, quindi ai lombardi ; a questi la tore nel i4i6, ebbe da Odone di Villars
tolse Carlo Magno, ed le d'Italia suoi i la contea di Ginevra, e da Filippo Vis-
riana, ne\ 999 data al conte Beroldo del- vranità di vari feudi del Monferrato e
l'antica casa di Sassonia, o da Ottone III del Piemonte ; riebbe Pinerolo e furon-
imperatore o da Ridolfo 111 re di Bor- gli ceduti l'Alessandrino e la Lomellina;
gogna. Il conte1048, perAmedeo I del poi nella pace d'Utrecht consegui il re-
la moglie Adelaide figlia di Manfredi gno di Sicilia, e rinunziato questo agli
marchese di Susa, ebbe questo marche- austriaci nel 17 18 ottenne quel di Sar-
sato col paese d'Aosta, insieme colle loro degna, ond' egli fu il i.° re di Sarde-
monte. Amedeo II del 1 060 ebbe la con- sovrano re di Torino o re del Piemonte.
tea di Savoia e il Bugey dall'imperatore Abdicò nel i 73o, ed a Carlo Emanuele
Enrico IV, e Umberto II del 1072 la Ta- III suo figlio furono ceduti il Tortonese,
delle Alpi marittime. Nella primavera alla mensa delle chiese conservate , le
del 1796 calati i francesi in Italia, occu- quali acquistando una più vasta diocesi,
parono quasi lutti gli stati di Terrafer- ottenevano perciò più abbondanti soccor-
ma; ed il re finalmente aderj col tratta- si.Pertanto il cardinale Caprara legato
lo di Parigi del i5 maggio a cedere la a Parigi fu dal Papa investito delle rela-
Savoia,! contadi di Nizza, Tenda eBeuil, tive facoltà, con iiolla del i.° giugno
e lasciar libero il passo in Italia per mez- 3 8o3, Gravissiniìs causis, presso il Bull.
zo del Piemonte alle truppe francesi. Per Coni. t. 12, p. 2 3.
sua morte divenne a' iGottobre 1796 re Il cardinale dopo essersi assicurato del
Carlo Emanuele IV, già principe del Pie- consenso dato nelle mani del Pontefice
monte, il quale fu costretto segnare in da vari vescovi, le diocesi dei quali ve-
Torino a 5 aprile 797 colla Fiancia il i nivano smembrate, mandò ad effetto la
trallato d'alleanza offensiva e difensiva; nuova circoscrizione, dichiarando in vir-
lultavolla a* 6 dicembre 1798 la repub- tù dell' autorità apostolica soppresse le
blica francese gli dichiarò guerra. Nel chiese vescovili di Alba, Aosta, Bobbio,
I 799in giugno gli alleati contro la Fran- Biella, Casale, Fossano, Pinerolo, Susa
cia occuparono in un alle altre provincie e Tortona; così le abbazie di s. Benigno,
d'Italia anche il Piemonte, discacciandone s. Michele, s. Vittore, s. Mau-
Coslanzo,s.
j francesi,] quali a poco a poco resero pure ro e della Chiusa. Furono queste com-
le fortezze, riducendosi solo a una parte partite tra le 8 diocesi conservale, cioè
delGenovesato. Ria poi nella primavera iieir arcivescovato di Torino e nei ve-
seguente Bonaparte ripassò il monte s. scovati di Saluzzo, Aqui, Asti, Alessan-
Bernardo e s impadronì di tulle le for- dria, Vercelli, Ivrea e Cuneo, nella quale
tezze dei Piemonte e della Lombardia, città venne trasferita la sede vescovile
comprese Genova e Savona. Nel luglio di Mondovi col capitolo e canonici che
1802 tutto il Piemonte insieme al Mon- lo componevano e col seminario vesco-
ferrato fu riunito alla Francia, formando- vile. Siccome poi 4 de' vescovati attua-
sene sei dipartimenti, Po, Dora, Maren- li, cioè Aqui, Asti, Alessandria e Ver-
go, Sesia Stura e Tanaro. 11 re abdi-
, celli, e 3 delle diocesi soppresse, vale a
cò e la famiglia reale passò in Sardegna. dire Alba, Tortona e Casale, dipende-
Inoltre Bonaparte dichiarò il Piemonte vano dalla giurisdizione metropolitana
27.^ divisione militare, e ne affidò il go- di Milano, ed inoltre quella di Bobbio
verno al suo favorito Menou Abdallah. dalla metropolitana di Genova, così di-
Gli affari ecclesiastici per colpa della pre- cevasi nel decreto de'ao febbraio i8o5,
cedente rivoluzione erano caduti in gran promulgato dal cardinal legato, che ia
disordine. Mancavano 6 chiese de' loro virlù delle facoltà a lui state accordate
pastori, ed i Ire vescovi di Alessandria, per tale effetto, e dopo aver dato lo spe-
Casale e Aosta aveano dato liberamente ciale suo assenso come arcivescovo di
la loro rinuncia nelle mani di Pio VII. Milano, ed ollenulo dall'arcivescovo di
Subito il governo fiancese ritrovò che il Genova il medesimo consenso, sottraeva
numero di 17 chiese vescovili eia esov- le delle diocesi dui due uieUopuiiluui e
PIE
le sottometteva alla giurisdizione spiri- ! due arcivescovati di Torino e Vercel-
liiale metropolitana dell'arcivescovo di li ed i seguenti 18 vescovati, computan-
Torino. La nomina de'nuovi vescovi si dovi quelli del ftlonferrato, quali rimar-
fece nel iSo5, e secondo il sistema na- cherò con carattere corsivo. Acqui, Al'
poleonico, detto di fusione politica, rltro- ha Pompai, Alessandria, Aosta, Asti,
varonsi rieletti alcuni degli antichi ve- Biella, Bobbio, Casale, Cuneo, Possano,
Aosta e di Tortona. Il
scovi, quello di Ivrea, Mondovi, Novara, Pinerolo, Sa-
vescovo d'Amiens Gio. Crisostomo Vii- luzzo, Susa, Tortona e Vigevano. Ado-
laret di Parigi, ch'era stato il riordina- gnuno di tali articoli feci ancora menzio-
tore delle chiese del Piemonte, venne ne de'principali uomini illustri piemon-
trasferito alla sede di Alessandria. Ma tesi,e de'Papi e cardinali che il Piemon-
r arcivescovo di Torino Buronzo stette te die alla Chiesa, e meglio alle loro bio-
(ermo a non voler accordare la rinun- grafìe, dovendosi aggiungere tra i car-
zia della propria sede. In quest'occasio- dinali del Monferrato, ad Alessandria G/u-
ne si osservò che nel Piemonte sussiste- liìu e Caselli, Ghislieri poi s. Pio V e
va ancora un avanzo degli antichi valde- Bonelli della diocesi di Tortona, ed a
sij quali nelle valli di s. Martino e di
i Casale i cardinali iV^z^rt e Tadini: altri
Lucerna aveano ottenute tre chiese con- cardinali piemontesi li registrerò a To-
cistoriali. Nel Concordato del i8o4 tra EiNo. Il vescovo di Sai uzzo B^-ancesco A-
PioVlI eia repubblica italiana, riportai gostino della Chiesa ci diede la serie cro-
quali chiese piemontesi furono fatte snf- nologica de' cardinali, vescovi e abbati
fraganee dell'arcivescovo di Milano. Nel piemontesi : S. R. E. card, archiep. ec,
i8i4 caduto Napoleone, il re di Sarde- Pedemonlanae regionis chron. hist., Aii'
gna Vittorio Emanuele, come tutti gli gustae Taurinorum 64'^. Abbiamo inol-
1
altri sovrani j tornò in possesso de' suoi tre di Andiea Rossotti, Degli scrittori pie-
za. Nel 1817 Pio VII colla bolla Bea- niae. Cenin intorno ai fatti istorici, mo-
ti Petri Sposto lo rum principisi Bull. numenti notevoli e particolarità natura-
li del Piemonte, Tovioo i838. Descri-
Cont.i. i4, p- 344. de' 17 luglio, ripri-
stinò con nuova cii coscrizione di diocesi zione de santuari del Piemonte, adorna
le summenlovatesedi soppresse nella do- delle vedale de' medesimi, Torino 1825.
minazione francese, eresse quella di Cu- Can. Palemone Luigi Bima, Serie cro-
neo, ed elevò al grado metropolitico quel- nologica degli arcivescovi e vescovi di
la di Vercelli. Laonde al presente nel di tutti gli stali di Terraferma ec, To-
Piemonte, non compresa Nizza, vi sono rino 1842.
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