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e 3 y-ié

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII , ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CEREMOWIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MOROJNI ROMANO


PRIMO AIUTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ

GREGORIO XVI.

VCL. XXXVII.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
UDCCCXLVl.
^s. .
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
-^©^•^

JUB JUC

JUBE DOMNE BENEDICERE. cere, e il coro risponde Amen; non


Versetto col quale si domanda la convenendo che il superiore doman-
benedizione primacominciare
di di la benedizione all'inferiore. Se
la lerione. La parola Jube sta qui però canta il primo in coro, per-
in vece di velis^ come nel prefazio chè non è superiore j dice Jube
nostras voces , ut adniitù fubeas ,
Domne ; ed il secondo in coro di-
per admitti velis. Donine per sin- ce le parole della benedizione, co-
cope di Domine. V. Nonnio Mar- me spiega ancora il p. Emmanue-
cello citato dal Macri, al cap. IV. le Ezevedo, Exercitat. de divino
Avverte il Gavanto sect. V, cap. Il, officio, Venetiae 1783, p. 116. Di
che dicendo alcuno l'uffizio da per ciò ne parlammo ancora agli arti-
se solo dirà Jahe Domine^ perchè coli Dio, DoM, e DoMiNus. Quan-
domanda la benedizione da Dio; to poi fa il Papa nella sua cap-
lo stesso osservandosi nella messa pella pontificia nel mattutino della
al vangelo dal sacerdote. Il Sar- notte di Natale^ lo si disse nel vo-
nelli nelle Leu. eccl. tom. IV, lume IXj o e III del Dizio-
p. 1 1

lett. VII, p. i5, spiegando tal ver- nario. Il Macri nel Hierolexicon e
setto, avverte che il lettore doman- nella Not. de' voc. eccl. dice che i
dando la benedizione al sacerdote greci ancora usano questo titolo
ebdomadario lo chiama Donine ,
, sincopato^ dicendo Kyros agli uo-
perchè quando si recita privata- mini e non Kyrios, che sì dà al
mente r uffizio si dice Domine ,
solo Iddio.
chiedendosi la benedizione imme- JUCA.TAN (Jucatan). Città con
diatamente da Dio. Quando poi il residenza vescovile nell'America set-
vescovo celebra l'uffizio e canta la tentrionale, chiamata ancora Meri'
lezione, dice Jube Domine benedi' day Emeriten , Merida o En>€rita
6 JUC JUC
Nova, neirindie occidentali. Jucatan Nuova Spagna, perchè assoggetta-
o Yucalan ovvero Menda è capo- ta alla monarchia di questo nome.
luogo dello stato di Jucatan nel Seguì lo stato i destini del Mes-
Messico o federazione Messicana. sico, cosi la città di Jucatan o
Giace in un'arida pianura, che dai Merida.
inedii colli si estende al golfo del La sede vescovile fu eretta per
Messico. JNon ha grande estensione, tutta la provincia del Yucalan, ad
ma è ben fabbricata, ed otto stra- istanza dell* imperatore Carlo V,
de rettilinee conducono tutte alla nel i547 dal Papa Paolo III; le
gran piazza centrale, che è abbel- fu assegnato per mensa ottomila
lita da diversi edifìzi, come dalla pezze, e dichiarata sulfraganea del-
cattedrale e dal palazzo del gover- la metropoli di Messico, come lo
no. Vi sono manifatture di coto- è tuttora. I Giovanni di
vescovi
ne e buoni artefici in rame. Vi 6. Francesco e Giovanni Porta, fu-
risiede la corte di giustizia per rono nominati ma non consecrati,
gli stati di Yucalan, Tabasco e di quindi il primo vescovo può dirsi
Chiapa. Lungo la via boreale del- Francesco di Toral, provinciale
la città per Bacalar s* incontrano francescano della provincia del s.

molti antichi ruderi, ed assai più Evangelo; fu preconizzato da Pio


e meglio mantenuti nella via me- IV, consacrato nel 1662, e mori
ridionale, per lo che può dirsi , nel iSyi. Fra i suoi successori
che il lato orientale dello stato di noteremo particolarmente il vesco-
Yucatan ne ridondò. 11 più con- vo Gonzalez de Salazar agostiniano,
servato è un grandioso edifìzio nominato nel 1608 da Paolo V:
quadrato, che i naturali chiamano governò la sua chiesa col massimo
OxmiUal , che misurato verso il zelo, ed occupossi particolarmente
\']5o si trovò di 600 piedi in in distruggere l'idolatria ; rovesciò
ognuna delle quattro faccie, e gli ventimila idoli,meritò e si gli e»
interni appartamenti, il corridoio, logi di detto Pontefice, che lo fe-

j pilastri sono lutti decorati di licitò con una lettera; mori nel
bassirilievi, che rappresentano ser- i636, dopo di aver convertito più
penti, lucertole, ed altri rettih. di quindicimila indigeni. Nel secolo
La prima conoscenza del Yucatan passato, dopo lunga sede vacante,
si deve al i5o2, ed a Cristoforo Benedetto XIV nel concistoro dei
Colombo, e Diaz de Solis che lo 6 marzo 174^ dichiarò vescovo di
accompagnava vi pose pel primo Jucatan fr. Matteo di Zamora fran-
il piede nel i5o8 ; ma la vera cescano, il quale ebbe seguenti suc- i

sua scoperta si attiibuisce a Fran- Nel 745 fr. Francesco di s.


cessori. 1

cesco Hernandez de Cordova, ric- Bonaventura y Texada, traslato da


co colono dell' Avana, che agli 8 Tricala in pavlibiis e dal sufiraga-
febbraio iSiy prese terra al capo nato di Cuba. Nel 1753 fr. Igna-
Caloche, ma con infelice spedizio- zio dePadilia agostiniano, traslato
ne ; ne vendicò
onor nazionale 1*
dall' arcivescovato di s. Domingo.
il Giovanni di Gnjalva.
castigliano Nel 1762 fr. Antonio Alcalde do-
Indi la conquista fu compita nel menicano. Nel 1772 Diego de Pe-
1527 da Francesco de Montejo, redo traslato da Cartagena. Nel
e la regione prese il nome di 1775 Antonio Cavallero y Gon-
JUD JUN 7
gora traslalo da Chiapa. Nel 1779 le pie fondazioni da lui falle, evvi
Lodovico de Pian-y-Mazo bene- l'abbazia di Painpont, nella diocesi
dettino. Nel 1797 Pietro Agosti- di Malo. Per prevenire una guer-
s.

no Estevez-y-Ygarte della diocesi ra pericolosa si lasciò persuadere


di Canarie. Per morte di esso il re- da Eligio a rendere omaggio a
.s.

gnante Papa Gregorio XVI, nel Dagoberto, e non andò guari che
concistoro de' 17 dicembre i832, fece ritorno al monastero di Gael,
dichiarò vescovo di Jucatan V o- ove visse nella pratica delle virtù
dierno monsignor Giuseppe Maria religiose, e mori la notte del 16
Guerra nato nel Messico, già arci- al 17 dicembre, circa la metà del
diacono di questa cattedrale e par- secolo VII. Neir878 le sue reliquie
roco in diverse cure. furono trasferite presso i benedet-
La cattedrale, ottimo ed elegan- tini dell'abbazia di Marne nel Poi-
te edifizio, è dedicata a Dio, sotto touj poscia detta di s. Giovino.
il titolo di s. Idelfonso, con fonte Egli è nominato a* 16 dicembre
battesimale, essendo la cura delle nel martirologio di Francia ed in
anime affidala a due lettori. 11 ca- quello de' benedettini ; ma l'antico
pitolo si compone di quattro di- calendario di s. Mevenno non ne
gnità, la prima delle quali è il fa menzione che il di appresso.
decano, e di diversi canonici, bene- JULTANIA. Sede vescovile del-
ficiati, oltre altri preti e chierici l'Armenia maggiore sotto il catto-
addetti all'uffiziatura delia medesi- lico di Sis, il di cui vescovo Gio-
ma. L'episcopio, edifizio di buona vanni fu inviato al Papa Gregorio
struttura, resta vicino alla catte- XIII, dal cattolico Azaria.
drale. Olire la parrocchia di que- JUNCA. Sede vescovile della
sla^ nella città vi sono altre chie- Mauritiana Cesariana , nell' Africa
se parrocchiali munite di batti- occidentale, sotto la metropoli di
sterio, un monastero di monache, Giulia Cesarea, di cui fu vescovo
alcuni conventi di religiosi, diverse Glorino, esiliato da Unnerico re dei
confia terni te, ospedale e seminario. vandali nel 4^4-
La diocesi è amplissima, estenden- JUNCA o JUNGA. Sede vesco-
dosi per circa mille leghe, ed ab- vile della Bizacena nell' Africa oc-
braccia più città e luoghi. I frut- cidentale, sotto la metropoli di A-
ti della mensa vescovile sono tas- dramito. Ne furono vescovi Valen-
sati ne' libri della camera aposto- tiniano che nel 4^ ' trovossi alla
lica in fiorini 33, ascendendo le conferenza di Cartagine; Tertullo
rendite ad 8000 pondtrum illius esilialo nel 4^4 ^^ Unnerico re
monetae. de' vandali Verecondo del 552 o
;

JUDICAELE (s.). Successe a suo 553; e Numidio che nel 64 1 sot-


padre. Judaele nella signoria di toscrisse la lettera del concilio Bi-
Domnonea nella Bretagna, e prese zaceno , all' imperatore Costantino
il titolo di re; ma nel 616 rinun- Eraclio contro i monoteliti. Ivi fu
ziò alla sovranità, ed abbracciò lo tenuto nel 524 uii concilio, conci-

stato religioso a Gael, monastero cilium Juncense, presieduto da s.

allora governato da s. Mevenno. Fulgenzio vescovo di Ruspa, e con-


Poco dopo fu costretto a ripren- tro il vescovo Vincenzo che avea
dere il governo del principato. Tra esleso la sua giurisdizione sopra
,

8 JtJN JUW
alcune popolazioni che non gli ap- Calcedonia; Iperio che sottoscrìsse
partenevano. Reg. tom. XI; Labbé la lettera de* vescovi di sua pro-
tona. IV; Arduino tom. II. vincia all'imperatore Leone; Gior-
JUJVOPOLIS o JONOPOLI. Se- gio che trovossi al sesto concilio
de Tcscovile della Paflagonia Me- generale ; Eraclio che fu al settimo ;
diterranea neir esarcato di Ponto , Antesio che intervenne all'ottavo;
sotto la metropoli di Gangres o e Gregorio che fu al concilio- di
Gangra. Fu eretta nel IV secolo, Fozio. Oriens chrisL tom. I, p. 5S^.

e fu detta ancora Jerapoli o Gi- Al presente Junopoli o Jonopoli


nopolL Altri dicono ch'essendo con- Jonopolilany è un titolo vescovile
sacrata ad Esculapio, chiamossi A' in partibus che conferisce il Papa,
bonotichos. Alessandro 1*impostore sotto l'arcivescovato in partibus di
che l'ottenne dall' imperatore, le Gangra. Lo portarono da ultimo i
diede il nome di Junopoli. Ne oc- prelati Carlo Francesco Magdonell
cuparono la sede i vescovi Petro- e Ferdinando Corbi napoletano
nio; Diogene che sottoscrisse la cappellano aulico del re delle due
contestazione di que' vescovi che Sicilie, il quale fu nominato dal
non volevano si cominciasse la ce- Pontefice regnante Gregorio XVI,
lebrazione del concilio d'Efeso pri- nel concistoro de* 3o settembi'C^
ma dell'arrivo di Giovanni d' An- i833.
tiochia ; Reno che fu al concilio di
,,

RAL KAL

I(

K
Moscovia,
ACHINA.
la cui
Città vescovile di
sede fu riunita a
tedrale di
di s.
s.

Nicola, e quella
Giuseppe, la chiesa
de* luterani.
quella di Tuver capitale del du- L' industria vi è attiva. A poca
cato, che Giovanni Basilowitz ag- distanza da questa città presso Za-
giunse agli stati del czar. widzc, il generale svedese Marde-
KADEZADELITA. Setta mao- feld fu completamente battuto e
mettana che si dislingue per al- fatto prigioniero dall' armata com-
cune cerimonie che pratica in os- binata agli ordini del re di Polo-
sequio de' morti, e nelle orazioni nia Augusto II nel 1706. Quanto
che si fanno per essi. Ne fu autore al palatinato, una porzione di esso
Burgali-Effendi. V. il Marracci nel fu unita alla Prussia nel 1773, ed
suo Prodromus ad refutationem Ai- il restante nel 1793- Colla pace
Corani^ tom. IV, pag. i5. di Tilsit venne incorporato al gran-
RALISCH (Callisien). Città con ducato di Varsavia , e quindi al
residenza vescovile nel regno di nuovo regno di Polonia.
Polonia, sotto il dominio della Rus- Kalisch o Ralisz, Calisia, è re-
sia, capoluogo del palatinato del sidenza del vescovo di Uladislavia
suo nome, Callisìensis palatinatus (P^edi), ed è distante dieciotto mi-
antica provincia della Polonia in- glia da quella città. La sede di
feriore. Giace su tre diramazioni Uladislavia, di cui è concattedrale
del fiume Posna, in una fertile e Ralisch, ebbe origine nel 1170,
deliziosa vallata. E cinta da un quando vi fu trasferita quella di
muro fiancheggiato di torri rovi- Gruxvis suffraganea della metropoli
nose, con quattro porte. Rinchiude di Gnesna. Ma poi Uladislavia e
dieci chiese, due monasteri di re- Ralisch furono dichiarate suffraga-
ligiose,un convento di religiosi, un nee dell'arcivescovo di Varsavia, e
ginnasio cattolico, una scuola mi- lo sono tuttora. Il vescovo di Ula-
litare dallaquale escono prodi uffi- dislavia ha due suffraganei, uno
ziali, e vi si contano duecento ca- in Uladislavia, 1' altro in Cuj'a'
detti allievi. Avvi un teatro, un vìay nel luogo di Cedano nella
bel giardino pubblico, una casa di stessa diocesi di Uladislavia. Al
carità, tre ospedali, una sinagoga. presente il suffraganeo di Cujavia
Le strade sono larghe e bene la- non vi è, essendo stato V ultimo
stricate, distinguendosi quella di Lodovico Gorski chierico regolare
Breslavia e di Varsavia ; molte an- delle scuole pie di Cracovia, fatto
che vedonsi fiancheggiate di albe- suffraganeo e vescovo di Cesaropoli
ri. Le case sono bene fabbricate in partibus da Pio VI, nel conci-
e fra gli edifizi più osservabili si storo de' 17 settembre 1781: se-
contano il palazzo della woiwodia, condo le annuali Notìzie dì Roma,
m, cui risiedono i tribunali^ la cat- lo era aacora nel 1828. Cujavia
IO KAM KAM
è capoluogo della provincia del sui tartari ; essa fu considerata lun-
suo nome, sulla Vistola, ai confini go tempo come il baluardo della
degli stati prussiani. Anticamente Polonia dal lato della Turchia. Fu
apparteneva al vescovato di Kruscli- quasi totalmente abbruciata nel
wilz o Cruxvis, Cruscviciurn ^ il di 1669, e resistette alle armate dei
cui vescovo portava anche il nome turchi , de* tartari , de* Iransilvani
di Cujavia. Una porzione della e de' vallachi. I primi la presero
provincia di Cujavia col capoluogo nel 1672, e non la restituirono
passarono il dominio della
sotto alla Polonia che per la pace di

Prussia nel 1773, epoca del pri- Carlowitz nel 1699. I russi vi en-
mo smembramento della Polonia, trarono il 20 aprile 1793.
ed il restante nel 1793. La sede vescovile fu eretta nel
RAMEINEG {Camecen). Sede arci- i4«4> col trasferirvisi vescovo la-
il

vescovile di rito greco unito. V. Ga- tino di Halits , sufFraganeo della


MiNiECK, e Leopoli cui è unita. metropoli di Leopoli, ma cessò di
KAMINlECK(Crt/7ie«eae«). Cit- esistere sotto il mentovato domi-
tà con residenza vescovile in Po- nio turco ; laonde i re di Polonia
lonia nel dominio russo, capoluogo nominavano un vescovo titolare.
del governo di Podolia e del di- Clemente XII nel concistoro degli
stretto del suo nome. Giace sul- II maggio 1733 vi traslatò il ve-
la riva sinistra dello Smokrycz, a scovo di Livonia Agostino Wessel;
qualche distanza dal suo confluen- indi nel 1739 gli diede per suc-
te col Dniester. È difesa da una cessore Wenceslao Sierakowski e-
fortezza situata sopra una roccia, gual mente trasferito da Livonia.
e che deve la sua forza più alla Benedetto XIV nel 1742 vi no-
natura che all'arte, ma una mon- minò Dembowski di Plosko,
Nicola
tagna vicina la domina. La città e Clemente XllI nel 1759 Adamo
è ben fabbricata, senza essere re- Rrasinski di Cracovia, a cui Pio
golare : gli edifizi più osservabili VI nel 1775 diede per coadiutore
sono la cattedrale cattolica, un an- con futura successione Giovanni
tico minaretto turco, su cui s'in- Nicola Dembowski di Plosko, che
nalzò una statua della Beala Ver- fece vescovo di Draso in paitihus.
gine in bronzo dorato, i cui piedi Dopo r intera divisione del regno
appoggiano sopra una mezza luna, di Polonia, negli ultimi anni di
e la cui testa è cinta di stelle; la Caterina II imperatrice delle Rus-
chiesa armena, i conventi dei do- sie, molto soffri la cattolica reli-

menicani e dei carmelitani, l'antico gione nelle provincie già apparte-


collegio de' gesuiti, ed il palazzo nenti a quel regno, ed il vescova-
dell'arcivescovo greco. Evvi un col- to di Kaminieck con altri fu abo-
legio, e gli ebrei sono assai com- lito, senza l' intervento della pon-
mercianti. Nelle sue vicinanze tro- tificia autorità; la mensa episco-
vasi uu lago salmastro da cui si pale, quella del capitolo, e le ren-
ricava molto sale. Questa città che dite de' religiosi de' due sessi sof-
alcuni credono corrispondere alla frirono lo spogliamento. Pio VI
Cledipava degli antichi, fu fondata ricorse all' imperatrice , e quando
nel XVI secolo da un principe di sembrava venire a negoziazioni mo-
Lituania, che conquistò la Podolia ri nel 1796. Le successe l'impe-
RAM REI II

ratore Paolo I, a cui il Papa inviò mila. I servi addetti al clero re-
per nunzio il prelato Litta, al quale golare de' due sessi, perchè eravi
1 insci riordinare le cose ecclesiasti- pure un monastero di njonache,
che, in un ^1 liprislinamento di erano mille settecentosessantacinque;
questa sede, ed alla diocesi di Ca- i capitali valutati in rubli io5,525,
niienecz si aggregò tutta la Podo- mentre le annue rendite si calco-
lia, al cui vescovo venne fìssalo lavano 15,779.
per assegnamento seimila rubli di RARLEL. Luogo della Scozia
argento, con un suffiaganeo. Laon- ove fu tenuto un concilio l' anno
de Pio VI a' i6 ottoìjre1798 ne 1 138. Anglic. tom. I.
dichiarò vescovo il nominato Gio. RASR o ROSR. Sede vescovile
Wicola già di Draso, essendo slato della provincia patriarcale o del
pur da lui fatto suffraganeo sino cattolico nella diocesi di Caldea
dal 1778 Ignazio Druski di Cra- presso Bagdad, che fu riunita a
covia, col titolo vescovile in parti- iSahatowan dopo essere slata de-
bus di Ebron. A Gio. INicola, Pio vastata dalle guerre. Oriens chrisC.
VII dichiarò successore l'odierno tom. I, pag. 1 177.
vescovo monsignor Francesco Bor- REIMBURGH Massimiliano Gan-
gia Machiewicz di Cracovia : a que- DOLFO, Cardinale. Massimiliano Gan-
sto Leone XII a' 28 giugno 1828 dolfo de' conti di Reimburgh o
avea dato per suflfraganeo Ignazio Rieimburgh ossia Ruenburgh, nato
Pawlowski, facendolo vescovo di in Gratz nella Sliria, ebbe la dis-
Megara in partihus. Quando Pio grazia di perdere nella sua fan-
VI istituì l'arcivescovato di Mobi- ciullezza i genitori. Portatosi in
le w, dichiarò questa sede sufTra- Roma atlese agli studi nel colle-
gauea di quella metropolitana e lo gio germanico, indi nel i643 ot-
è tuttora. In questa città non solo tenne un canonicato nella chiesa
vi risiede il vescovo , ma ancora di Eichstett, e nel i654 «n altro
un arcivescovo scismatico che pren- in quella di Salisburgo. Ritornalo
de il titolo di arcivescovo di Po- in Germania, fu promosso in detto
dolia e di Bratzlaw. Le parrocchie anno da Innocenzo X al vescova-
erano ottantuna, oltre tre succur- to di Lavant, dal quale Alessan-
sali, con cinquanlaquattro cappel- dro VII lo trasferì a quello di
le. Il numero de' sacerdoti ascen- Secovia ; finalmente il capitolo di
deva a centottanlaquattro. Vi a- Salisburgo nel 1668 lo elesse a
veano i loro conventi i francesca- pieni voti a suo arcivescovo, dove
ni del terzo ordine, i cappuccini, in tempo di carestia distribuì quan-
i domenicani, i carmelitani scalzi, to grano aveva ne' suoi granai ai
i francescani, i trinitari, con ven- poveri della città e della diocesi, e
ticinque conventi. Il seminario da somme immense di denaro. Fece
ultimo av^a^^uindici alunni. Il ve- edificare nella sua metropolitana
scovo godeva la pensione di sei- sei altari di nitido marmo, e in-
mila rubli. I servi addetti ai vil- trodusse nella città la divozione del-
laggi del clero secolare erano mille le quaranta ore e molte pie con-
novecentoquarantasei ; i suoi capi- fraternite Celebrava ogni gior-
.

tali ammontavano a ventunmila no con esemplare divozione il


rubh , le annue rendite a dodici- divino sacrificio ; teneva per sé
li KEI KEI
slesso le sacre ordinazioni, e pre- un nuovo edifizio di prodigiosa
dicava al popolo le evangeliche grandezza. In premio di tante be-
verità. Nel tempo stesso non la- nemerenze, Innocenzo XI ai 2 set-
sciò di promovere i buoni studi, tembre 1686 lo creò cardinale
di cui fu mecenate. Difensore acer- prete, dignità che solo godè per ot-
rimo della cattolica religione, cac» to mesi, essendo morto ai 3 maggio
ciò l'eresia non solo dalle città, ma 1687^ pieno di meriti, in età di ses-
eziandio dalle montagne e dai luo- santacinque anni. Fu sepolto nella
ghi inaccessibili e secreti. Som- sua metropolitana innanzi l'altare
ministrò all'imperatore soccorsi di di s. Francesco, nella cui cappella
denaro, di genti e di armi per la al lato sinistro fece costruire un no-
guerra contro il turco e contro bile monumento di marmo coH'ef-
la Francia. Provvide i suoi stati figie del defunto e magnifico elo-
di zelanti missionari, onde mante- gio il suo successore di Thunn.
nere nel suo vigore la fede, e fon- Ne descrissero le gesta il p.Ren-
do nuove parrocchie, assegnando sizio nella Germania sacra t. II,
al governo delle anime sacerdo- p. 822, ed il p. Mezger nella
ti dotti ed esemplari , essendo Storia di Salisburgo p. 974- Fu
premuroso che il popolo fosse nei principe di spirilo benigno e cle-
di festivi istruito ed ammaestrato, mente, amante della tranquillità e
Poco mancò che una morte ino- della quiete, cortese ed affabile
pinata troncasse il corso di tante con tutti, zelante difensore della
gloriose imprese; dappoiché stac- fede ortodossa che promosse con
catosi all' improvviso dalla monta- grande ardore, diligente custode dei
gna detta de' Monaci, clie sovrasta sacri riti e delle cerimonie eccle-
alla città di Salisburgo, un maci- sliche, amatore del decoro dei sa-
gno di smisurata mole, nel cadere cri templi. Protettore de'dotli, a
rovinò il seminario colla chiesa di vantaggio di essi lasciò una ma-
s. Marco e tredici abitazioni, col- gnifica biblioteca piena di ogni
la morte di duecento
persone; genere di ottimi libri. Singolare
r arcivescovo quasi oppresso dal- fu la sua divozione verso la ss.

le rovine, scampò per prodigio Vergine, alla quale edificò la chie-


da quell'orribile infortunio. Fon- sa detta della Madonna Consoia-
dò una collegiata in Sekunchen, trice presso Salisburgo, nel luogo
una parrocchia in Lungau e , chiamato Plain.
quattro monasteri di agostinia- KEINA (s.). Discendente da
ni non molto distanti da Salis- Dragano, principe di una parte
burgo , assegnando loro quattro del paese di Galles, menò vita da
buone chiese con rendite sufficienti, rinchiusa iu un bosco della pro-
ollre un orfanotrofio pei fanciulli vincia di Sommerset, il quale era
poveri. Fece edificare per comodo poco lungi da Bristol. I gallesi la
de'suoi canonici due magnifici pa- soprannominarono la f^ergine per
lazzi, e un terzo in vantaggio dei eccellenza. Dicesi che sia morta
suoi congiunti. Volle che la piazza nella sua patria nel quinto o se-
adiacente alla metropolitana fosse sto secolo. Parecchi luoghi del
lastricata di pietre quadrate, e la paese di Galles hanno dei monu-
iòrtezza della città ben munita eoa menti» donde scorgesi ch'ella era
REM REM i3
onorata anticamente con grande i45>4 o i45^j e fu sepolto nella
venerazione. La sua festa è ripor- metropolitana in elegante avello,
tata dal Butler agli 8 di ottobre. lasciando una memoria celebre per
REMP Giovanni , Cardinale. probità e dottrina.
Giovanni Kemp
nacque in Visa- KEMPIS (da) Tommaso. Pio e
cantiana o Vejacantiana, luogo dotto canonico regolare, nato ver-
oscuro d'Inghilterra j dopo aver so il i38o nella diocesi di Colo-
applicato con gran fervore allo nia, nella città di Rempen (
pro-
studio delle leggi nell' università vincia di Cleves-Berg nell' odierna
di Oxford, in premio di sua scien- PrussiaRenana ) da cui prese il
za ed erudizione, laureato in quella cognome, ma venne ancora di-
facoltà e resosi celebre per la stinto con quello di Heramerlein
straordinaria sua pietà, fu eletto che in tedesco significa malleo-
dall' arcivescovo di Cantorbery so- liiSf e nel nostro volgare mar-
praintendente di tutti gli affari tellino : nulla però ha che fa-

ecclesiastici della sua diocesi, ossia re con l'altro Hemmerlein sopran-


vicario generale, e dal re giudice nominato Malleolo, che
anch'egli
delle cause civili nel ducato di fiorì i444- ^^ furono ge-
circa il

Normandia, ed arcidiacono di Dur- nitori Giovanni e Gertrude, i qua-


ham. Fu quindi promosso da Mar- li vivendo del lavoro delle loro
lino V nel 142 1 alla chiesa di mani, l'inviarono nell'età di tre-
Londra j nel 14^2 a quella di dici anni a Deventer per istudiare.
Rochester, nel 14^5 all'arcivesco- Quindi Tommaso entrò nella co-
vato di York, e alla carica di munità de'poveri secolari fondata
presidente supremo e di gran can- da Gerardo il Grande detto Groot,
celliere del regno. Eugenio IV ai vi fece grandi progressi nella scien-
18 dicembre 14^9 nel concilio za e nella pietà nello spazio di
generale di Firenze lo creò cardi- sette anni ; poscia fu ammesso nel
nale prete del titolo di s. Balbina 1899 nella canonica de'canonici
e legato della santa Sede in Inghil- regolari sotto la regola di s. Ago-

terra ; indi passò sotto Nicolò V stino, del monte s. Agnese pn


al vescovato di s. Ruffina che quel Zwol o Zwolle della congregazione
Papa smembrò da Porto, e nel diWindhsaim nella diocesi d'Utrecht,
i45»2 lo fece arcivescovo di Can- dove Giovanni suo fratello mag-
torbery. Prima che lo divenisse, giore era priore.Tommaso ne ve*
ed essendolo Enrico, siccome que- stì i4o6, professò nel
l'abito nel
stipretendeva, sotto pretesto della seguente anno, e venne ordinato
sua dignità arcivescovile, di pren- sacerdote nel 14^3. Egli vi si
der la mano in pubblico parla- distinse per la sua pietà Somma
mento al cardinale, Eugenio IV e per la sua obbedienza e rispetto
scrisse una lettera ad EnricOj nel- a'suoi superiori, per la sua carità
la quale rilevò che la dignità car- verso i e per la
suoi confratelli,
dinalizia godeva la preeminenza sua assidua applicazione al lavoro
sopra non solo gli arcivescovi, ma ed alla preghiera. Morì in Olan-
ancora sui patriarchi. Dopo avere da nella città di Zwol in odore
il cardinale conseguito tanti onori, di santità il 24 o 2.5 luglio i47f-
morì in Cantorbery a' 22 marzo Nel 1672 r elettore di Colonia fé-
i4 KEM KEM
ce cercare suo corpo, e si rin-
il Quanto all'eccellente libro De ini'
Tenne quasi .incorrotto ; quindi nel mitatìone Christi, eh' è l' operetta
1674 le sue reliquie furono pro- più voluminosa che abbia lascia-
cessionalmente trasportate in Co- to, per consenso universale non
lonia nella chiesa del Corpus Do- vi è scrittore ascetico che gli pos-
mini de' canonici regolari, ed in sa essere superiore. Non vi si tro-
essa tuttora divotamente si custo- vano le sterili aspirazioni e la du-
discono. Abbiamo di lui moltis» rezza della disciplina ; ma colla
sime opere di divozione, le qua- soavità della dottrina insegnata da
li tutte ispirano una pietà te- Gesù Cristo, infonde nel cuore u-
nera, soda ed illuminata: le mi- mano una morale celeste, che per-
gliori edizioni si fecero in Pa- suade, consola e rapisce. Il succo
rigi nell'anno i549, in Colonia dell'antico e nuovo Testamento vi
nei 1680, ed in Anversa nel 1607. si trova impastato in questo pre-
Le opere comprese in queste edi- zioso trattato, colla dottrina teo-
zioni sono: trenta sermoni ai no- logica de' santi padri, colla storia
vizi ; nove discorsi a'suoi confratel- ecclesiastica, e con uno stile con-
li ; trentasei discorsi sull'Incarna- ciso e penetrante. Questo libro
zione ; alcuni trattati di pietà, in- venne tradotto in tutte le lingue,
titolati soliloqui dell'anima ; il giar- inche si occuparono molti uomini
dino delle rose j la valle de' gi- per sapienza chiari. Si fanno ascen-
gli ; i tre tabernacoli ; la disciplina dere a trenta i soli volgarizzamen-
de'claustrali ; il fedele dispensato- ti fatti in Italia, tra' quali primeg-
re; l'ospitale del povero; il dialo- giano quelli Remigio Fiorenti-
di
go de'novizi ;
gli esercizi spiritua- no, del caidinal Enriquez, e di
li ; il dottrinale o manuale deiil Antonio Cesari. Anche in Fran-
giovani; la compunzione del cuo- cia, oltre la classica traduzione di
re; la solitudine; la fragilità; i tutte le opere del Kempis fatta
manuali de'monaci, ec. ; l'elevazio- dall'abbate di Beilegurde, da. ul-
ne dello spirilo a Dio; il piccolo timo (\e\V /rnifftzione di Cristo fe-

alfabeto del monaco ; la consola- ce una nuova ed encomiata tra-


zione de'poveri e degli ammalati ; duzione l'abbate De La-Mennais.
sette orazioni ; l'umiltà ; la vita A tutti sono note le vive contese
buona e pacifica; la vita d'un ch'ebbero luogo per stabilire chi
buon monaco; le vite de' santi del ne fosse l'autore. Si attribuì a s.
suo ordine; la vita di s. Ledwi- Bernardo, a Giovanni Gersone o
ge lettere, orazioni ed inni. L'ab-
; Charlier, ed a Giovanni Gersen be-
bate di Choisy tradusse in france- nedettino. 11 primo che attribuisse
se una parte delle opere di Tom- questa opera a Tommaso da Kem-
maso sotto il titolo di continua- pis, fu il dotto Jodoco Badio
zione del libro dell'Imitazione ; ed Ascensio stampatore di Parigi, ma
il p. La Vallette della dottrina fiammingo di nazione, che fu poi
cristiana, sotto quello di Elevazio- seguito in tale opinione da altri.

ni a Gesù Cristo sulla sua vita e i Sebbene ormai sembri doversi ri-
suoi misteri, Parigi 1728. Queste petere il libro dell' Imitazione a

opere furono ancora tradotte in Tommaso da Kempis , mentre


idioma italiano^ ed in altre lingue. molti l'attribuiscono a Giovanni
,

REM REi\ i5
Gersen, per quanto si disse a- Kempis, trovasi la stessa dottrina,
gli articoli Gersejt e Gersone il medesimo stile e metodo, che
\Fedi)^ va profittato della let- si legge nel trattato àoW Imita"
tura di opera sì preziosa secondo zione. Varie delle operette del
il savio avvertimento dell'autore Kempis che prima non erano mol-
medesimo: Non cercale di cono- to conosciute, furono tradotte dal
scere chi parla, ma fate attenzio- lodato Cesarini, e di recente in-
ne alle sue parole. Il Cancellieri traprese una nuova edizione col
nelle eruditissime Notizie storiche testo latino a fronte e col titolo
e bibliografiche di Giovanni Ger- di Collezione delle opere minori
seny dà pure quelle di Tomma*
ci di Tommaso da Kempis, cui chia-
so da Kempis, cogli scrittori sopra ma venerabile.
il libro dell' Imitazione chiamato KENET. Luogo della Scozia,
volgarmente il Kempis, de'suoi co- ove si tenne un concilio neir84o.
dici, edizioni e traduzioni di tale Anglic. t. I.

libro. Tratta pure se debba pre- KENNESRIN. Seóe vescovile


starsi fede al Trilemio, che lo at- de' giacobili nella diocesi d'Antio-
tribuisce a Giovanni da Kempis chia, nella Siria, presso Aleppo.
fratello maggiore di Tommaso; Ivi o nelle sue vicinanze dal cele-
quando sia stato composto, e giu- bre monastero del suo nome usci-
dizi sulmedesimo: conchiude con rono molti patriarchi, e Dionigi
opportune autorità, che il Kempis neli' 819 ottenne da Ottomano
era copista di professione, come che gli fosse restaurato. Ebbe per
dichiarasi espressamente dal conti- vescovo Severo nel 63 o, gran fi-
nuatore contemporaneo della Cro- losofo, matematico, e versatissimo
naca di s. /Agnese, il quale dice : nelle scienze ecclesiastiche; era sta-
Scripsit Biblìani nostrani iotaliter, to maestro di Atanasio li, ordinato
et alios multos libros, prò dono, nel 684.
,€t prò pretio. Laonde opina che KENNOCCA (s.), vergine scoz-
il Kempis ne fu solo copista. Jl zese, unica figlia di nobile e ricca
parlamento però di Parigi, che se ne famiglia. Molti domandarono le
occupò, decise nel i652 a favore sue nozze, ma ella volle consacrar-
del Kempis, e tanto fu ripetuta si tutta a Dio, e si fece religiosa
questa contesa, che poche la egua- in un monastero della contea di
gliarono neir impegno letterario Tife. Tutte le virtù che si appa-
per cui si vuole che più di cento lesarono in lei sin dall' infanzia,
volumi siansi pubblicati sulla que- giunsero nel ritiro ad una subli-
stione, ed anche a' nostri giorni du- me perfezione, e il suo nome si
ra. Nel i835 l'avvocato Emidio rese celebre per molti miracoli
Cesarini ci diede la vita del Kem- che Dio accordò alle sue preghie-
pis, ed in essa sodamente e con re.Morì in età molto avanzata,
quel raziocinio che si ravvisa nel- Tanno 1007. Varie chiese le furo-
le sue opere di giurisprudenza, no intitolate in Iscozia, ove le sue
sono trattati tutti gli argomenti reliquie erano tenute in grande
contrari, e di tutti ne fa la confu- venerazione. Il suo nome si legge
tazione. Osserva questo chiaro scrit- nei calendario di Adamo King, e
tore, che in tutte le operette del nel breviario d'Aberdeen avvi una
i6 KEN KER
orazione in suo onore. Il Buller gregge dal veleno del pelagianismo
ne riporta la festa ai 1 3 di marzo. che avea già messo profonde radi-
KEJNT, Cantiurn. Contea marit- ci in Iscozia. Mandò inoltre parec-
tima dell'Inghilterra col titolo di chi de'suoi discepoli nel nord del-
ducato. Vi fu tenuto un concilio la Scozia , nelle isole d' Orkney,
contro i 617. Fuvvi
sassoni nel nella Norvegia, e nell' Irlanda per
determinato che Lorenzo arcive- dilatareil regno di Gesti Cristo.
scovo di Cantorbery, e gli altri Essendo stato il pio re Rydderch,
vescovi abbandonassero 1' Inghilter- suo parente e protettore, balzato
ra a motivo della barbarie e del- dal trono, il santo vescovo si ri-

l' apostasia de' sassoni dominatori parò nel paese di Galles, ferman-
della medesima. Reg. t. XIY; Lab- dosi a Menevia presso s. Davidde,
bè t. V; Arduino t. III. dal quale si partì in seguito per
RENTIGERNA (s.). Figlia di andar a fondare il monastero di
Kelly principe di Leinster in Ir- Elgwy. Verso l'anno 56o, rimesso
landa, e madre del santo abbate Rydderch sul trono, s. Renliger-
Foelan o Felano. Rimasta vedova, no ritornò alla sua diocesi, ove
passò in Iscozia, e vi prese 1' abi- non cessò mai di travagliare per
to monastico. Edificò le sue sorel- la propagazione della fede e per
le, specialmente colla sua umiltà e la riforma dei costumi. Morì nel
colla pratica dei maggiori rigori 601 in età di ottantacinque anni,
di penitenza. Mori nell' anno 728, e fu sepolto nella cattedrale di
ai 7 di gennaio, giorno in cui è Glascow, di cui fu il primo pa-
menzionata nel breviario d'Aber- trono. La sua tomba vi fu sempre
deen. in grande venerazione fino al fa-
KENTIGERNO (s.), vescovo tale stabilimento del calvinismo in
di Glascow, onorato dagli scozzesi Iscozia. S. Rentingerno è onorato
sotto il nome di s. Mungo, che ai i3 di gennaio.
vuol dire il Bene amato. Uscì dal KERRUR. Città vescovile del
sangue reale dei Pitti, e nacque patriarcato de'caldei, nella Turchia
verso l'anno 5 16. Fu posto sotto asiatica, pascialatico; capoluogo di
la condotta di s. Servano vescovo sangiacato, posta sopra una mon-
ed abbate di Culros, il quale in- tagna che mezzo di
s'innalza in
spirogli grandi sentimenti di dol- una pianura. E difesa da una for-
cezza e di pietà. Circa l'anno 54o te cittadella posta sopra una sco-
fu tratto dalla solitudine, in cui scesa altura, ai cui piedi scorre il

erasi ritirato per condurre auste- Rerkuk-soui. Una delle moschee


rìssima vita, e consacrato vescovo. è osservabile, perchè dicesi conte-
Egli stabili la sua sede a Glascow. nere il sepolcro di Daniele e de'suoi
La sua diocesi molto estesa ed as- compagni, non permettendo i tur-
sai poco istrutta, diede molto che chi che la visitino gli ebrei. Vi
fare al suo zelo ed alla sua pazienza. sono turchi, armeni, nestoriani e
Affine di spargervi sempre più la kurdi. Sembra aver occupato il
luce dell' evangelio, ne faceva so- luogo dell' antica Corcura, che pa-
vente la visita, e sempre a piedi. re sia la slessa che Demetrias o
Convertì innumerevoli pagani, e Memnis. Fu assediata e presa nel
seppe ancora preservare il suo 1741 da Nadir-Sah. Poco distan-,
KER KES tf
le è la sorgente di bitume di vescovile che nel XIII secolo si

Memnis, che vuoisi aver fornito il riunì a Kerry _, come Io è tuttora,


cemento per le mura di Babilonia, onde il vescovo s'intitola col no-
e che Alessandro visitò due giorni me di ambedue le sedi.
dopo la battaglia d'Arbella. Vi ri- La sede vescovile di Kerry, se-
siede il vescovo caldeo di Ker- condo Commanville, fu pur chia-
kuk, che da ultimo era monsignor mata Ardferta^ Ardferi o Ardart.
Lorenzo Kabra. Vi sono nove chie- Fu istituita verso l'anno 435 da
se, e più di 1700 cattolici. s. Patrizio apostolo dell'Irlanda,
RERRY (Kerrien). Sede vesco- indi fatta suffraganea della metro-
vile d'Irlanda con residenza del poli di Cashel,come lo è ancora. Il
vescovo, della provincia di Mun- medesimo Commanville dice che
ster, nella contea di Kerry, Ker- ne fu primo vescovo s. Ert, verso
riensis comitatus. La contea ha la fine del VI secolo. Da ultimo
una moltitudine innuraerabile di lo furono Geraldo Thehan di Cork,

porti e di capi. Oltre il lago di fatto vescovo da Pio VI nel 17875


-Killarney, celebre per la bellezza Carlo Sughrne nominato dal me-
pittorica delle sue rive, se ne tro- desimo Papa, cui per coadiutoria
vano pure alcuni altri, de* quali il successe l'odierno monsignor Cor-
più osservabile è il Lough-Curran nelio Egan, nel 1824 sotto Leone
al sud La parte meridionale è
. XII; epoca in cui l'avea fatto
montagnosa, ed il suolo del paese è coadiutore con futura successione*.
variatissimo. Sonovi miniere di Sono i cattolici della diocesi 280,000;
rame, piombo e ferro, nonché ca- le parrocchie quarantacinque, mol-
ve di marmo, di lavagna e di te sono le cappelle, i preti no-
carbon fossile. Questo paese che vanta, compresi i parrochi ed i
ebbe il titolo di contea da Edoar- vicari. Inoltre sonovi tre monaste-
do III si divide nelle otto baro- ri di monache della Presentazione,
nie di Clanmaurice, Corgaucuinny, il seminario, molte scuole per
Dunkerron, Glanerought, Iraghti- ambo i sessi, ed il monastero dei

connor, Iveragh, Magimihy e Tru- trappisti fondato verso il 1840.


ghanacmy. JN'è il capoluogo Tia- Vive il clero delle obblazioni dei
lea, ov'è una delle profonde sue fedeli e de' proventi parrocchiali.
baie. Killarney, città della contea KESLER Giorgio , Cardinale.
nella baronia di Magunihy presso la Giorgio Kesler o
Hasler tedesco,
riva orientale del lago Killarney, è nato miseramente, o come altri me-
la residenza del vescovo di Kerry, no probabilmente dicono da nobili
con circa cinquemila abitanti qua- genitori, addestratosi negli sludi
si tutti cattolici. Benissimo for- nell'università di Vienna, poi si con-
tificata, è florida, e molto fre- dusse in Roma dove fu fatto pro-
quentata a cagione del vicino la- tonotario apostoUco e cappella-
go. Si vedono in vicinanza le ro- no pontifìcio. Restituitosi in Ger-
vine dell'abbazia di Mucrass. Pri- mania, la grande sua erudizione
ma il vescovo risiedeva in Agha- gli aprì l'adito alla corte dell'im-
doe o Agadon, Aghadonen^ detta peratore Federico III, dove entrò
anche Jgadhoaj luogo della ba- per segretario e consigliere, nei
ronia di Clanmaurice, già sede quali uffizi acquistò molla riputa-
voi. xxxvii.
i8 RES KIL
zione. Perciò fu nominato canoni- da Capislrano, ma fu assai diver-
co di Colonia, e poi vescovo di so ne'costumi di quel santo, essen-
Erbipoli, di cui mai ottenne il do di naturale rozzo, di maniere
possesso pei contrasti del capitolo aspre, ed incolto, per cui fu da tut-
e degli stati. Per volere di Federico ti mal veduto.
III sostenne varie ambascerie, nel- RESSOGO (s.), lo slesso che s.

le quali fa ammirato per la sin- Mackessogo {Vedi).


goiar sua perizia nelle lingue, non RFARFU. Sede vescovile dei
che per la straordinaria sua atti- maroniti, ch'ebbe per vescovo nel
vità nel maneggio degli affari i 12 IO Teodoro, vicario del patriar-
pili ardui e delicati, fra'quali nel- ca Geremia, quando questi si por-
le Fiandre conchiuse le nozze tra tò in Roma.
Maria di Borgogna e Massimilia- RHUORZENO. Sede vescovile
no I figlio dell' imperatore. Alle della grande Armenia, sotto il cat-
replicate istanze di questo ultimo, tolico di Sis, al di cui concilio as-
ad onta dell* opposizione de'cardi- sistette il vescovo Filippo.
nali, su di che non conviene l'Hen- RILDARE {Kildarien). Sede ve-
«izio, Sisto IV a' IO dicembre scovile d'Irlanda con residenza del
i477 lo creò cardinale prete di vescovo, nella provincia di Leinster.
s. Lucia in Septisolio. 11 Papa a- La città di Rildare, Cellaqucrcus^

vea procrastinato questo onore, per- o Cella Barine^ sta nella contea
chè la condotta ed i costumi di del suo noitie, nella baronia di
Giorgio erano più militari che ec- Ophaly e Salt. E amenamente si-

clesiastici. Passati tre anni ebbe il tuata sopra un' altura, ma è pic-
vescovato di Passavia, e la consa- cola e rovinata. Vi si vede, fra
crazione dallo stesso Sisto IV. Ciò gli altri avanzi della sua antica
diede motivo a gravi e lunghe importanza, una bella torre roton-
discordie tra la città ed il capitolo da alta i3o una
piedi, e quelli di
di Passavia, che non volevano rico- cattedrale e di due abbazie Nella .

noscere il ed il Pontefi-
cardinale, pianura di Curragh vi si fanno
ce e l'imperatore , che lo soste- quattro corse di cavalli. Rildare
nevano. Si fulminarono censure, e era una antica piazza di guerra ;

le fazioni operarono stragi e tram- i danesi la saccheggiarono e l'ab-


busti, onde il cardinale mai fu bruciarono molle volte. Nel 1600
pacifico possessore del vescovato. fu quasi annientata e privata di
Mentre conducendosi in Austria tutti isuoi abitanti. Nel i643 era
tragittava il Danubio per abboc- già restaurala, e vi si pose una
carsi coll'imperatore, aggravandosi guarnigione; quattro anni dopo i

il male da cui era stato trava- ribelli se ne resero padroni, ma


gliato presso Melnix, finì di vive- fu loro tolta nel 1649. Gfinsor-
re nel 1482 dentro la barca, per genti se impadronirono nel
ne
cui alcuni scrìssero che si annegò. 1798, e non furono cacciati dalle
Ninno ne compianse la morte, e truppe reali, se non che dopo a-
fu sepolto in Vienna nella chiesa vervi commessi grandi eccessi. Que-
della B. Vergine detta della Ripa, sta cittàmandava due membri al
con breve iscrizione. Godè questo parlamento: contiene uno scarso
cardinale l'amicizia di s, Giovanni numero di abitanti quasi tutti
KIL KIL 19
cattolici. Carlow o CatJier logli j, cit- i8i5 da Pio VII, che 1819 nel
tà e capoluogo della contea del gli diede in Giacomo
successore
suo nome, è residenza del vescovo Doyle agostiniano; Edoardo No-
di Kildare. È
vantaggiosamente lan nel i834 dal Papa regnante
situata in un fertile paese, sulla Gregorio XVI, che a' io genna-
riva sinistra Barrow. Vi si
del io i838 dichiarò successore 1' o-
tengono le assise della contea. Que- dierno monsignor Francesco Healy.
sta città è assai lunga, non aven- Le contee di Kildare, Carlow e
do che una strada tagliata ad an- gran parte di quella della regina
goli retti da due altre. Ha un'an- costituisconoquesta diocesi, che
tica chiesa ed un seminano catlo- conta molte città e villaggi. I cat-
Jìco fiorente con più di cinquanta tolici della diocesi sono piìi di
alunni, un palazzo di giustizia, D.^o^ooOy le parrocchie quarantaset-
una una caserma di ca-
prigione, te, le cappelle centotredici. Le due
valleria,ed una piazza da merca- parrocchie di Sullow e di Carlow,
to. Vi si scorgono ancora le rovi- e la terza parte dell'abbazia di
ne di un'abbazia fondata, dicono, s. Sintano, formano la mensa ve-
nel 634- Carlow manda un mem- scovile. Il clero vive de* proventi
bro al parlamento. Si rimarcano parrocchiali e de'sussidii de'fedeli.
sopra un'altura che domina il fiu- Oltre il vicario generale, il vesco-
me le vestigia di un antico castel- vo tiene cinque vicari foranei nei
lo, che si crede fabbricato per or- rispettivi distretti. Vi sono più di
dine del re Giovanni. Conta 65oo cento preti, ed i religiosi agosti-
abitanti, e vi fu ultimamente fab- niani, carmelitani, domenicani, fran-
bricata una magnifica cattedrale. cescani e gesuiti. Quasi tutti i

La, sede vescovile di Kildare parrochi hanno uno o due coadiu-


fu come tutte le altre d'Irlanda tori. II collegio de'gesuiti conta da
fondata da s. Patrizio circa l'anno novanta alunni ; in Kildare vi è uà
435, sufifraganea alla metropoli di convento de'carmelitani ; i conven-
Dublino, di cui lo è tuttora. Com- ti de'domenicani sono in Newbrid-

manville dice che incominciò ad ge ; tre monasteri di monache


avere il vescovo nel 5ig, e che della Presentazione osservano la
nel VI secolo vi fu trasferita la clausura, insegnano e posseggono;
sede vescovile di Cealussalì, Cel- vi è un accademia ; in Kildare so-
la Auxilii. Nella metà del secolo no le sorelle della Misericordia ; ì
XVII vescovo di
il Leighlin fu monaci o fratelli laici di s. Patri-
sacrilegamente ucciso : passò la sua zio hanno una scuola in Tullow ;
diocesi in amministrazione al ve- vi è la congregazione di s. Brigi-
scovo di Kildare, e d'allora in da, dalla quale viene istruita la
poi, quantunque le due sedi ve- gioventù, e l'assiste nelle feste. In
scovili non sieno state unite, pure ogni parrocchia vi ha una libre-
di fatto il vescovo di Kildare si ria, e sogliono prestarsi i libri. Vi
dice ancora di Leighlin {^Vedi). sono le confraternite della ss. Eu-
Ne furono ultimi vescovi Daniele caristia, del sacro Cuore, e delia
Delany di Mountrath, diocesi di dottrina cristiana. Questo vescovo
Leighlin, fallo vescovo nel 1 784 ne'comizi che si tengono in Du-
da Pio Vlj Michele Corcoran nel blino occupa i! primo posto tra
20 KIL RIL
gii altri suffragane!. Colle limosine |835 il Papa regnante Grego-
die si raccolgono si fabbricano rio XVI r odierno vescovo
fece
nuove chiese, e si mantengono le monsignor Francesco O'Finan do-
antiche ; la fabbrica dell' ultima menicano, il quale trovasi in Ro-
chiesa costò 16,000 scudi. Nella ma; indi a* 3o luglio 1889 dichia-
prima domenica dell' avvento, 2 rò amministratore apostolico Tom-
dicembre 1827, in questa diocesi maso Feeny, col titolo in partibus
fu pubblicato il decreto del conci- di Tolemaide. Sono i cattolici del-
lio di Trento, de reform. rnalr. la diocesi circa 190,000, le parroc-
RILLALA {Alladen). Sede ve^ chie ventisei, molte coppelle. La
scovile d' Irlanda con residenza del diocesi ha sessanta miglia di lun-
vescovo, nella provincia di Con- ghezza e venti di larghezza. Ha il

naught. La città di Killala, Kil- capitolo ; ed i preti ascendono a


talea, Laberus o Allada, è picco- trentacinque. Vi sono più scuole
la, ed ha il porto di mare sulla pei cattolici. Il clero vive di obla-
costa nord est , nella contea di zioni de' fedeli, e de' proventi par-
Mayo, baronia di Tirav^^ly. I soli rocchiali. Tutte le terre spettano
edifizi osservabili sono il palazzo agli eretici, ed
appartenevano ai
"Vescovile e la cattedrale. Questa cattolici prima che ne fossero spo-

città cadde in potere de' francesi gliati sotto Guglielmo III. Questo

nel 1798, ma non la conservarono vescovato però è il meglio provve-


che per un mese. La pesca vi è con- duto della provincia, e ne gode
siderabile. Il vescovo fa la sua ordi- una pensione il nominato vescovo.
naria residenza inBallina oBelleek, KILLALOE {Laonm). Sede ve-
piccola città della stessa contea e ba- scovile con residenza del vescovo,
ronia, e giace sulla riva sinistra in Irlanda, nella provincia di Mun-
del Moy. Essa è assai bene fabbri- ster. La città di Rillaloe è nella
cata. Nel 1798 fu presa dai fran- contea^ di dare, baronia di Tul-
cesi sbarcati in Irlanda sotto il co- lagh. È piccola e giace sulla riva
mando del generale Humbert. La destra del Shannon, alla sua usci-
pesca del sermone vi è conside- ta dal Lough-Deirgeart. Assai an-
rabile. tica la sua cattedrale fabbricata
La sede vescovile di Killala fu sopra un' altura, ha un* esteriore
fondata verso l'anno 4^5 da s. imponente, e conta quasi settecen-
Patrizio, e fatta sufFraganea della to anni di esistenza. Evvi un pon-
metropoli di Tuam
ancora , cui è te di diciannove archi, al di sotto
soggetta. Fu chiamata ancora Cel- del quale una catena di roccia im-
laid e Tir Aniagdact , a cagione pedisce la libera navigazione dello
del territorio adiacente. Gli ultimi Shannon; onde rimediarvi si scavò
vescovi furono, Domenico Bellew un canale che va lunghesso al fiu-
d'Armagh, fatto vescovo nell' an- me. Il vescovo ha risieduto in
no 1769 da Clemente XIV; Pie- Market ed in Fergus, ora fa la
tro Waidron da Pio VII nel i8i4; sua residenza in Cast.
a questi Leone XII nel 1825 die La sede vescovile di Killaloe,
per coadiutore con futura succes- Cella Molvanij Laona seu Cen'
sione Giovanni Mac-Hale col ti- dalvan, fu istituita verso il 435
tolo di Maronia in partibus. Nel da s. Patrizio apostolo dell' Irlan-
KIL KIL 21
da, e fatta «uffraganea della me- scopio furono distrutti, e vi si ten-
tropoli di Cashell, di cui Io è an- gono due annue fiere. Rinvara
cora. Coramanville dice che ne fu posta ai confini di questa diocesi
primo vescosco s. Fanhan circa e di quella di Rilmacduagh, e che
l' anno 64o, il quale stabilì un'ab- è un villaggio, è la residenza del
bazia in Cella Molvani. Ne furono vescovo, che vive in una casa pri-
ultimi vescovi Michele di Pie-
fr. vala. Un* altra residenza è in E-
tro Mac-Mahon domenicano di Li- maystimon.
merìk, fatto vescovo nel 1769 da La sede vescovile di Rillfenora
Clemente XIV, quale Pio VI
al fu eretta da s. Patrizio circa l'an-
nel 1798 diede per coadiutore no 4351, sotto la metropoli di Ca-
Giacomo O'Schaughnessy, che poi gli shel, poi fu fatta suffraganea di
successe. Nel 181 9 Pio VII fece quella di Tuam, indi gli fu unita
suo successore e vescovo di Fesse la sede vescovile di Kilmacduagh
in partìbuSy Patrizio Mac-Mahon, [Vedi). Il più antico de' suoi ve-
che divenne efifettivo nel 1829. scovi che si conosca è Cristiano,
A questi il Papa regnante Gre- morto nel 1254 ^ Limerick, cui
gorio XVI nel i835 diede per gli successero nel i265 Enrico,
coadiutore e vescovo di Leuca in nel 1273 Fiorenzo O' Tigernach
parLìbus monsignor Patrizio Ken- abbate di Rilsana, nel 1281 Car-
nedy, che gli successe nel i836j lo decano del capitolo. Congallo
ed è l'attuale vescovo. I catto- C Loghlan morto nel 1 3oo, Si-
lici della diocesi ascendono a cir- mone O'Currim morto nel i3o3,
ca 33o,ooo, le cappelle sono mol- Maurizio O' Brien decano del ca-
te, le parrocchie quarantauove , i pitolo morto nel i3i9, Riccardo
sacerdoti cento. Vi sono due mo- O'Loghlain morto nel i359j Pa-
nasteri di monache; in Ennis ri' trizio del 1394, Dionigi O' Cane
siedono i francescani ed i fratelli che rinunziò nel i49i> Maurizio
della dottrina cristiana. Evvi una II O' Brien defunto nel i533, ec.
casa delle sorelle della Misericor- Gli ultimi vescovi poi sono, Nico-
dia, e le confraternite del Cuore di la Archdeacon di Cork, fatto ve-
Gesù e del Carmine. I proventi scovo nel 1800 da Pio VII, sotto
delle parrocchie e le obblazìoni del quale segui l'unione della sede
de' fedeli danno al clero come sus- di Rilmacduagh; monsignor Ed-
sistere. mondo French domenicano, dichia-
KILLFENORA (Finaboren ). Se- rato da Leone XII a' 24 agosto
de vescovile con residenza del vesco- 1824, che è l'odierno vescovo.
vo, in Irlanda, nella provincia di Mun- Questa diocesi ha quaranta miglia
ster. La città di Rillfenora, Fìnni- di lunghezza e nove di larghezza.
bora, detta ancora Corcumroch a I cattolici ascendono a 65,ooo. Le

motivo del territorio adiacente, op- parrocchie sono ventitré, i preti


pure anche Gellumabroch o Cel- trenta: sette parrochi hanno i lo-
vinabrochf come si legge nel pro- ro coadiutori, gH altri ne manca-
vinciale romano, è piccola, appar- no siccome impotenti a mantener-
tiene alla contea di Clare nella li. Nella diocesi di Rillfenora i

baronia di Corcomroe, sulla còsta luoghi migliori sono Ennistymon


occidentale. La cattedrale e Tepi- e Rillfenora, colle loro chiese, men-
-

22 KIL KIL
tre altrove non si trovano che Ulster. La Rilmore, Kìl-
città di

cappelle. Manca il capitolo e le mora^ contea, baronia di Longh-


prebende. Ogni parrocchia ha le Tee, giace sul lago di Nimty. La
sue scuole. Il seminario di Tuam, residenza del vescovo è in Coet-
il collegio di Maynooth e gli altri kill. La sede vescovile fu eretta da
collegi fuori del regno suppliscono s. Patrizio verso l'anno 4^^> *"^'

alla mancanza del seminario. 11 fraganea della metropoli di Ar-


vescovato è affetto all'ordine dei magli , come lo è ancora. Nel VI
predicatori. Le obblazioni de' fedeli secolo vi fu trasferita la sede di
mantengono il clero. Escluso un Triburna, Bresmiunij e Nicolò V
migliaio e più di persone addette nel 145*4 y^ ""1 quella di Ardach,
al commercio, i cattolici sono po- che poi ne divenne staccata. Ne
veri. In questa diocesi si trovano furono ultimi vescovi Giacomo Dil-
circa centoventi eretici, i quali han- lon di Armagh, traslato dal vesco-
no le loro cappelle rurali e quat- vato di Nicopoli in parlibus, in

tro ministri sottoposti al rispettivo gennaio 180 1 da Pio VII; questi


presunto vescovo anglicano. nel 1807 gli diede in successore
KILMACDUAGH (Duacen). Cit- Fergallo O'Reilly, al quale fece nel
là vescovile d'Irlanda nella pro- 18 19 coadiutore e vescovo di So-
vincia di Connaught contea, baro- zopoli in parlibus Patrizio Magni
nia di Riltartan. Vi si vedono le re minore osservante. Dipoi Leone
rovine della sua cattedrale, quelle XII nel 1827 dichiarò altro coa-
di un monastero e di molte cap- diutore con futura successione, cioè
pelle, ciò che indica la sua antica monsignor Giacomo Browne, fatto
importanza. La sede vescovile fuv- vescovo di Magida in partibiis, che
vi eretta da s. Patrizio verso l'an- divenne effettivo ed è l' odierno
no 4'5^> Celmacduacum seu Dua- vescovo. A lui il regnante Papa
cum, sotto la metropoli di Tuam. Gregorio XVI a' 20 febbraio i843
Nel secolo XVII fu unita a Clon- nominò coadiutore con futura suc-
fert, e nel corrente da Pio VII, cessione monsignor Patrizio Phe-
dopo essere stata nuovamente di- lan, col titolo vescovile di Carra
visa, fu unita alla sede di Killfe- in pariibiis. Questa diocesi abbrac-
nora [Fedi). L'ultimo vescovo di cia tutta la contea di Cavan, par-
Kilmacduaghfu Riccardo Luca Con- te di Meath, di Sirmanagh, Slejo
canen domenicano, fatto vescovo da e di Seitrim. I cattolici diocesani
Pio VI a' 2 1 marzo 1799. ^^ P*'^" sono circa 287,000 ; le chiese ot-
mo vescovo di Killfenora che portò tanta, le parrocchie quarantatre. I
pure questo titolo è Nicola Archdea- luoghi principali sono Bailliebor,
con di Coik. Nella diocesi di Rilmac- Coetekill, Virginia, Cavan, Baliy-
duagh i luoghi migliori sono Gort, haise, Ballyeoonell, Betturlut; Kal-
Kilchrist, Crangvi^ell ed Ardrachan lishandra, Rallinamore, Manorha-
che hanno la loro chiesa. La re- mitton. I preti sono novanta, oltre
sidenza dell'antico vescovo era in i religiosi francescani. V'è il semi-
Gort. nario vescovile. Il clero vive per
KILMORE (Kilnioren). Sede la pietà de' fedeli e per le rendite
vescovile con residenza del vesco- delle parrocchie. Ad onta della scar-
TO, in Irlanda, nella provincia di sezza de* mezzi sono stale fabbri-
KIN RIN 23
caleampie chiese. Nell'ottobre del da. Secondo che dice Deda, si i^or
1834 vi fu tenuto uq sinodo, do- so ad Alfrido , figlio primogenito
ve si presero degli utili provvedi- d'Oswi, che fu re di Bernicia, ed
menti pel clero e pel popolo. è fama che tutti e due vivessero
RILVARBIO o RILWARDBY in una perpetua continenza. Rima-
Roberto, Cardinale. Roberto Kil- sta vedova sul fiore degli anni, ab-
varbio o Rihvardby denominato bandonò il mondo, e andò a go-
Bibleri, inglese di nazione, religio- vernare il monastero di Dormund-
so domenicano, non francescano, e caster, ove diede l'esempio delle
professore di teologia nell'universi- più specchiate virtù. Le sue sorelle,
tà di Parigi, essendo uomo in cui che rimasero prive del loro geni-
la modestia e la scienza andavano tore mentr'erano ancora assai gio-
del pari , fu contro suo volere e- vanelte, consacrarono a Dio la lo-
letto provinciale suo ordine,
del ro virginità, e santificaronsi an-
nel qual ministero avendo perse- ch'esse nella vita monastica. I corpi
verato per un decennio, venne da di queste sante furono trasportati
Gregorio X
nel 1272 promosso a Peterborough, dove anticamente
alla chiesa di Cantorbery poscia ,
se ne faceva la festa a' 6 di marzo.
a' 12 marzo 1278 Nicolò III lo RINEDRIDA (s.). F. RmEBUR-
creò cardinale vescovo di Porto. GA (S.).

Insigne filosofo e teologo com'egli RINESWIDA (s.). r. RiNEBUR-


era, scrisse nell'una e nell'altra fa- GA (s.)

coltà un numero prodigioso di o- RliXGSBURY. Città della con-


pere. Impose con solenne pompa tea di Dorset nell'ovest dell'Inghil-
la reale corona a Edoardo I re terra, nell'antico regno de' sassoni
d'Inghilterra, e celebrò un sinodo occidentali, Kìngnesbiiriay Kingosbu-
in Londra, in cui stabilì savissime ria. Vi fu tenuto un concìlio dopo
leggi per la disciplina del clero, e Pasqua neirSSi, sotto il regno di
quantunque arcivescovo e cardina- Bertulto re di Mercia, per discu-
le,non lasciò giammai l'abito della tere intorno gli affari del regno e
sua religione, e nel visitare la dio- del monastero di Croyland, al qua-
cesi, come ancora iu altri viaggi, le furono accordati nuovi privilegi
volle andare sempre a piedi iu com- colla conferma di quelli che già
pagnia di due servi, e di due frati possedeva. Reg. tom. XXI; Lab-
domenicani, a' quali fabbricò uu bé tom. Vili; Arduino tom. V;
convento in Sarisbury. Mentre por- Angl. tom. I.

tavasi a Roma nel 1278, morì in RINGSTON. Città della contea


Viterbo dopo circa un anno di di Surrey, Kingosteniuni. Quivi sì

cardinalato, non senza sospetto di tenne un concilio nell' 838 sotto il

veleno, e rimase sepolto presso la regno d'Egberto re de* sassoni oc-


chiesa di s. Maria de' Gradi del cidentali, che vi assistette col suo
suo ordine, nel limitare dell' ora- figlio e coi grandi dell'Inghilterra.

torio della confraternita del nome Fuvvi confermata una donazione


di Gesù contiguo a detta chiesa. fatta alla chiesa di Cantorbery dai
RINEBURGA (s.). Figlia diPen- predecessori di Egberto. Reg. tom.
da, re pagano di Mercia, e sorella XXI ; Labbé tom. VII ; Arduino
delle sante Rineswida e Rinedri- tom. IV; Angl. tom. I.
24 KIN KIN
KINGSTON (Kin^stonien seu-fle- sta parte del mondo. Evvi ne* din-
gìpolitan ). Città con residenza ve- torni una sorgente salsa poco pro-
scovile dell'Alto-Canadà nell'Ame- duttrice, e cave di pietra da fab-
rica settentrionale , capoluogo del brica.
distretto di Midland, sulla riva si- La sede vescovile fu eretta nei
nistra del fiume s. Lorenzo. È se» primi 1826 da Leone XII,
del
de del corpo legislativo, di un go- dismembrando l'alto Canada dalla
vernatore, e di un tribunale di di- diocesi di Quebech, e dichiarando-
stretto, capitale dell' Alto-Canada. la immediatamente soggetta alla
Kingston o Kiogs-ton, Regipolis^ fu santa Sede. Non se ne fissò la sede
fondata nel 1783 sul luogo stesso in York perchè vi si era stabilito
dell'antico forte francese di Fron- il vescovo pi-otestanle. Quel Papa
tenac. Le strade sono in linea ret- a* 17 gennaio 1826 ne fece primo
ta per la maggior parte le case
: vescovo il vicario generale sufTra-
sono vaste, comode, e ben fabbri- ganeo ausiliare di Quebech, Ales*
cate in pietra, altre sono di legno. randro Mac-Donnell traslato dal ,

Fra gli edifizi pubblici stanno il titolo vescovile di Resina in partii


palazzo del governatore, la corte bus, dandogli per coadiutore a' 23
di giustizia, diverse chiese, un ospe- maggio Tommaso Weld inglese,
dale, un mercato, una prigione, vescovo di Amicla in partibus, che
dellecaserme per la guarnigione e Pio Vili creò cardinale nel i83o.
molti gran magazzini del governo. 11 Pontefice che regna Giegorip
Questa cittìi è l'emporio generale XVI sostituì per coadiutore con
del commercio fra Montreal e il futura successione monsignor Re.
Canada occidentale, dal principio migio Gaulin canadese, facendolo
della primavera sino al fine del- vescovo di Trabaca in partibus ai
l'autunno. Vi regna la maggior at- IO maggio i833: questo prelato
tività, onde si stabili una banca, agli II gennaio 1840 divenne ve-
la sola di tutto l'Alto-Canadà. Il scovo di Kingston, che attualmen-
porto è spazioso, comodo e ben te governa. La popolazione della
difeso, ma non può ricevere se non diocesi, senza comprendervi le tribù
navigli che peschino dieciotto piedi erranti, ascende a 35o,ooo ; essen-
d'acqua; l'ingresso è protetto da do i cattolici da 70,000 100,000.
ai
due batterie, l'una sopra la punta In sostanza la diocesi, tranne al-
di Mississaga, e l'altra sulla punta cune città abitate dagl' inglesi, è
Frederick : queste difese congiun- abitata da selvaggi. Le chiese e le
tamente ai bassi fondi che si pro- cappelle sono sessantatre ,
quattro
lungano innanzi della prima punta di pietra, le rimanenti formate di
bastano a proteggerlo. Sulla costa tronchi d'alberi. I luoghi dovè si
in faccia della città, fra le punte trovano le chiese di pietra sono
Frederick ed Henry evvi una baia Kingston , Toronto , Glingaris. I
formata dal lago Ontario, che po- preti sono circa trenta. Il semina-
trebbe contenere al sicuro da ogni rio vescovile ha comincialo a pro-
vento una flotta numerosa; quivi gredire ; ma vuol tempo perchè
vi
sverna d' ordinario la flotta reale fiorisca: ne fu istitutore il primo
del lago, e sulledue rive sta l'ar- vescovo. I gesuiti vi ebbero in que-
8<;aale della marina inglese in que- sta diocesi ubertose missioni. Nel
e.

KIO RIO 25
1839 due giovani di questa dio- portò una vittoria sui Petchenegui ; è
cesi furono ammessi nel collegio osservabile per la sua magnificenza
urbano di propaganda. e soprattutto pel sepolcro in mar-
RINNIA (s.), vergine dìrlanda, mo del suo fondatore : è uno de'piti
la quale fu battezzata da s. Patri- antichi e più belli templi della
zio che fiorì nel quinto secolo , e Russia. Ilconvento di san Miche-
ricevette dal medesimo il velo mo- le, che sta poco lontano, contie-
nacale. Nuir altro si sa di questa ne le reliquie di s. Barbara. Tra
santa ; ma la sua memoria è stata le altre dieci chiese che si trova-
assai per tempo venerata in Irlanda, no ancora in questa porzione di
le sue reliquie erano a Lowth nella Riovia , si distingue quella di san
parte meridionale d* Ultonia. Col- Basilio, fondata da Wladimiro il
gan e Bollando ne fanno menzio- Grande sulle rovine di un tempio
ne sotto il primo giorno di feb- degli antichi slavi ; quella di s. An-
braio. drea e quella della Natività della
RIOVIA o RIOW o KIEV B. Vergine, fondata pure da Wla-
Città arcivescovile della Russia eu- dimiro e dove questo principe fe-
ropea, capoluogo del distretto e ce deporre il corpo della sua avola
del governo del suo nome, residen- Olga. Il Podol, o città nuova o città
za sino agli ultimi tempi d'un ar- bassa, conservò il privilegio cheavea
civescovo metropolitano delle due ottenuto dai re di Polonia, d'essere
Russie; ed al presente del governa- governato dal suo proprio magistra-
tore civile e del governatore militare, to, che oggidì è ancora in qualche
non che d'uno dei quattro metropo- modo indipendente dai governatori
litani russi, e di un vescovo greco di Riovia. Vi si rimarca il gran
scismatico come il metropolitano sino collegio accademico, uno de'piìi im-
dal 1640. Sta sulla riva destra del portanti della R.ussia, e fondato nel
Dnieper, e sull'occidentale del Bo- i63i da Pietro Mohila, metropo-
ristene. Riovia si compone di quat- litano di Riovia ; Tedifìzio è in pie-
tro parti, cioè: la città vecchia, o tra e vastissimo: questo collegio suol
vecchia Kiovia^ situata sopra una contare circa millecinquecento allievi,

altura verso il nord il Podol o città


; ed una biblioteca di circa diecimila
bassa, al di sotto dell'altra nella pia- volumi. Il Petchersk o la fortezza è
nura; il Pelchersk o la fortezza, o la parte più alta e la meglio fortifi-
cittadella, sopra un'altura verso il cata di Riovia: è riputata una delle
sud presso del Dnieper; e la ciltà più forti piazze della Russia ; quivi ri-
di TVladimiro fondata dall'impera- siedono governatore civile e mi-
il

trice Caterina II. Queste quattro parti litare, e vedonsi le caserme, l'arse^
hanno ciascuna delle particolari for- naie, uno dei principali dell'impe-
tificazioni, e sono inoltre cinte da ro, ed i magazzini delle truppe. Fra
un vasto trinceramento, che le rin- le chiese si cita quella di s. Nico^
chiude tutte insieme. La città vec- la Taumaturgo eretta in legno so-
chia, un tempo residenza de'gran- pra un'altura, nel luogo o v'era il

duchi di Kiev, rinchiude la chiesa sepolcro del celebre Oskold. Vi si

cattedrale di s. Sofia, fondata nei vede pur anco il monastero di Pet-


IO 37 dal granduca Jaroslaw Wla- chersk, uno dei primi e più con-
dimirowitcb, nel luogo stesso ove ri- siderabili della Russia, fondato nel
.

26 KIO KIO
IX secolo, e rimarcabile per la bel- il numero di cinquemila ; molti fra
lezza e ricchezza de'suoi ornamen- loro vengono dalle contrade le più
ti, pe'suoi belli edifizi e vaste ca- lontane della Siberia , massime i
tacombe che rinchiude, nelle qua- ruteni scismatici. Qui noteremo che
li vi sono i sepolcri di molli santi il nome di ruteni suole adoperar-
di rito greco.Queste catacombe so- si esclusivamente per greci uniti

no divise in due parti; le une por- Si osserva un bel monumento in-

tano il nome di s. Antonio , che nalzato per ordine dell'imperatore


le scavò con dodici discepoli, e rin- Alessandro I, sulla fontana in cui fu-
chiudono i corpi di settantacinque rono battezzati i figli di Wladimiro.
santi; le altre chiamate catacombe Si contano in questa città da ven-
di Teodoro, ne contengono quaran- ticinque chiese greche, una cattolica
tacinque. Questo monastero era la ed una luterana, nove conventi gre-
residenza del metropolitano di Kio- ci, un ospizio per gli esposti, un a-
•via, possiede una biblioteca di cir- silo per gli orfani, tre ospizi pei
ca diecimila volumi, ricchissima di poveri, uno per gli ammalati, un
manoscritti greci ed altri, cosi pu- ginnasio e molte scuole pubbliche.
re una stamperia. Su queste ca- Gli stabilimenti d' industria sono
tacombe posseggo un libro raro poco importanti, fra' quali vi sono
di M. Johannes Herbinius: Religio- tre fonderie di campane. Il commer-
sae Kijovenses Cryptae^ sive KìjO' cio coll'interno dell'impero è assai
via subterranea, in quihus laby- attivo, e quello che si fa con O-
rinllius sub terra, et in eo enior- dessa da qualche tempo si è mol-
tua, a sexcentis annìs dìvoruni at- to accresciuto. Nelle feste di Natale
que heroum graeco-rulhenorum, et in Kiovia vi è un concorso dei pri-
ncc duni corrupta, corpora, ex mi possidenti polacchi e russi, che
nomine atque ad oculum, e IIA- vi si recano dai luoghi vicini ed
TEPlKfi sclai'onica detegit, Jenae anco lontani, per trattare affari sul-
impensis Martini Hallervordi, li- le biade, bestiami ed altre cose, si-
terisJohannis Nisii anno iGyS. Un no al valore di più raiUoni di ru-
sobborgo vastissimo è contiguo alla bli ; questa specie di fiera chiama-
fortezza; evvi un gran palazzo im- si i contratti di Kiovia. In vicinan-
periale, e molte chiese e conventi , za di Kiovia vi sono due giardini
fra i quali si distingue quello di imperiali. Non si sa niente di pre-
s. che ha una biblioteca
Nicola, ciso sull' epoca della fondazione
di cinquemila volumi; all'ingresso di questa città. Alcuni autori l'at-

di questo sobborgo vi è un lazza- tribuiscono ai sarmati che sarebbe-


retto. ro stati scacciali dagli slavi venuti
Kiovia è considerata dai russi dalle rive del Danubio; altri scrit-

una a cagione dei


città santa, tanto tori pretendono al contrario, che
molti edilizi religiosi e reliquie che sia stata fondata da tre principi
in essa vi sono, quanto perchè nel slavi. Secondo gli annali polacchi
suo seno Wladimiro il Grande si risale all'anno 43o di nostra era,
converti al cristianesimo con tutta ed apparteneva ai khozarii : due
la sua armata nel 989. Si assicu- principi famosi per le loro imprese,
ra che i pellegrini che vi si recano Oskold e Dir, avendo scosso il
ogni anno, oltrepassano di molto giogo de' khozarii vi regnarono pò-
KIO RIO 27
scia. Nel IX secolo, Rurik, capo col nome di Elena, Olga fabbricò
scandinavo, stabilì la sua potenza in Kiovia una chiesa in onore di
in Kiovia, che a quest'epoca diven- s. Nicola nel 956, e morì santamen-
ne la capitale della Russia meridio- te nel 969. Wladimiro il Grande
nale. Nel loSy fu eretta in capi- che regnò dal 980 al ioi4> ^^
tale di tutta la Russia dal grandu- caldo idolatra ricevette il battesi-
ca Jaroslaw, ed i suoi successori vi mo nel 988 e divenne zelante cat-
tennero la loro corte sino al i iSy. tolico. Fece abbattere gl'idoli di
Poscia provò grandi sciagure per Kiovia; i boiari ed i popoli a tor*
incendi e guerre, e dopo essere me ricevettero il battesimo alle
passata successivamente in potere sponde del Dnieper o Nieper. Miche-
di principi lituani, polacchi, tarta- le fu il primo vescovo dei russi e che
ri, e di un kan di Crimea, ricad- li battezzò. Eg4i era di Siria, e fu
de in fine nel 1667 fra le mani mandato da Costantinopoli nel 988
de'russi, ai quali ne fu assicurato il dal patriarca Nicola Crisobergo. Oc-
possesso nel 1686. Nel 1824 ven- cupò la sede di Kiovia, da lui
nero scoperte le rovine della famo- fondata, quattro anni, e gli suc-
sa cliiesa Dekiakinnaya, fabbricata cesse Leone o Leonzio, ed a que-
nel 996 da Wladimiro, e distrutta sti Giona o Giovanni. Nell'anno
nel 1240 dai tartari mongoli. Fu in io35 divenne vescovo Teopente,
questa città che il vescovo latino sotto del quale e del granduca
Zaluski era giunto a formare una Jaroslaw la cattedrale di s. Sofìa
biblioteca composta di duecento- di Kiovia fu nel 1087 innalzata alla
mila volumi che lasciò per legalo dignità metropolitana di tutta la
alla repubblica di Polonia, e che Russia, unita alla chiesa romana,
l'imperatrice Caterina II nel 1795 come lo erano allora i patriarchi
fece trasportare da Varsavia, dove di Costantinopoli da'quali era deriva-
trovavasi, a Pietroburgo, nella qual ta. I patriarchi però di quella chiesa
metropoli servì d' incomincia mento se ne divisero sotto Cerulario, mentre
all'immensa biblioteca imperiale che quella di Kiovia, e la chiesa russa
va annualmente aumentando. mantenne pii^i a lungo l'unione con la
La vera conversione della Prussia romana, che la sua sorella la greca.

alla fede cristiana cadde nel tempo Il vescovo di Kiovia divenne arci-
che si frappose tra Fozio e Ceru- vescovo, metropolita, ed esarca di
lario patriarchi di Costantinopoli, tutta la Russia, con dodici sedi ve-
pei primi banditori cattolici man- scovili per suffraganee; cioè Leopo-
dati dal patriarca s. Ignazio. Si dice li, Premislia Chelma , Msteslaw,
,

che primo loro giungere si fon-


sul Mohilow, Alicia o Hallicia, Luceo-
dasse in Kiovia la prima chiesa nel- ria, Wolodimira, Polosko, Wite»
r867, che fu poco dopo illustrata nel- peskj Piaski e Wilna, secondo Com-
1*879 da ^^^ martiri, Ascoldo e Diro. manville. In progresso di tempo al-
La pia granduchessa Olga, consorte cune di dette sedi furono elevate al
del granduca Igor che regnò dal 912 grado arcivescovile con suffraganei.
al 945, essendosi convertita al cristia- A Teopente nel io5i successe il
nesimo, questo non fu più persegui- virtuoso Ilario, eletto per coman-
tato, anzi venne trattato con larga do del granduca Jaroslaw dai ve-
hidulgenza. Ricévuto il battesimo scovi russi nel concilio di Kiovia, sea-
28 KIO KIO
za cooperazione alcuna del patHar- sendo andato a Roma, e rimasto
ca di Costantinopoli. Egli come i molto edificato di s. Domenico fon-
di lui successori metropolitani, cioè datore dell' ordine de' predicatori,
Giorgio del 1072, Giovanni I del nel quale s. Giacinto suo compa-
1080, Giovanni li del 1089, Efrai- triotta e Cracovia
canonico di
ino I 1090, e Nicola I del
del era entrato, domandò
santo al

1096, furono, quantunque greci, dal- fondatore ed ottenne Giacinto con


lo scisma del Cerulario del tutto tre altri suoi discepoli , che con-

alieni; che anzi diedero prove del- dusse seco lui in Cracovia. Diede
l' inlima loro unione con la Chiesa loro una chiesa, e tutto ciò ch'e-
romana e col sommo Pontefice, i ra necessario pel servigio divino,
cui legati furono dai russi ricevuti con promessa di farne costruire
onorevolmente, dopo aver scomuni- una più grande in onore della B.
cato l'infelice e perfido Cerulario. Vergine. Giacinto si affaticò per
In questo tempo la chiesa metro- la propagazione della fede cattoli-
politana di Kiovia venne chiamata ca in Polonia ed in Russia. Fu
per eccellenza il vescovato de'russi. ricevuto 1112 in Kiovia coi
nel
Fra gli altri metropoliti di Rio- suoi tre compagni domenicani, cioè
via nomineremo i seguenti. Gio- Godino, Floriano, e Bernardo o Be-
vanni III del II 64 si mantenne nedetto, colle dimostrazioni più
in amichevole corrispondenza col grandi di amore e venerazione;
Papa Alessandro III. Durava an- vi dimorò quattr' anni e fondovvi
cora la concordia tra la chiesa il magnifico monastero dedicato al-
russa e la romana ; i preti latini la ss. Vergine, il di cui governo
lavoravano tranquillamente a canto alla sua partenza dalla Russia fu
i preti russi, persino nel centro assunto da fr. Godino. Molli pre-
della loro chiesa di Kiovia. I ve- ti ed ecclesiastici di Kiovia, i qua-
scovi vennero in questa cit-
latini li in que' tempi doveano apparte-
tà per commissione e in compagnia nere alla chiesa greca, vestirono
de' principi cattolici dell'occidente, l'abito del novello ordine. Bernar-
ed ebbero ospitalissima accoglienza do fu fatto vescovo di Alicia o
dal clero e dal popolo del paese. Hallicianel i233 dal Pontefice Gre-
Venera ancora al dì d* oggi la gorio IX, ed ivi ottenne la palma

chiesa russa il pio monaco Anto* del martirio per la fede di Gesù
nio detto il romano, il quale ve- Cristo. La sede latina di Kiovia
nuto dalla parte di Lubecca in vanta per suo primo vescovo Ales-
Russia fondò un monastero sulle sio fatto dal Papa Benedetto Vili
sponde del Wolchof, a modello nel 1021 ad istanza di Jaroslaw
di quello delle grotte di Kiovia, duca di Kiovia, e perciò quel Pon-
e vi si adalicò instancabilmente a tefice fu fondatore del vescovato
propagare il cristianesimo. Il me- latino. Il secondo vescovo poi fu
tropolita Costantino fiorito nel 1
177 Gerardo domenicano fatto da Gre-
è venerato dai russi come un san- gorio IX, ed il terzo Enrico pur
to. Questa città ebbe pure i suoi domenicano creato da Giovanni
vescovi latini, sotto il patriarca di XXII. Il metropolita di Kiovia
Costantinopoli.Ivone successore di Massimo, nel 1299 trasferì la sua
Vincenzo, vescovo di Cracovia, cs- sede a Wladimiria ; ed il metro-
,

RIO RIO 29
polita Pietro, nominato nel i3o8, sto e dotto Gregorio Zamblak. Sì
la trasferì invece a Mosca. Alessio portò in Costantinopoli per rice-
arcivescovo di Riovia nel i353 fu vere dal patriarca e dall'impera-
forte difensore delia Chiesa roma- tore r istituzione canonica, ma non
na, e mori in odore di santità. Ai li trovò inclinati ad ascoltare le
tempi di Alessio fiorì il quarto universali lagnanze contro Fozio,
vescovo Ialino di Riovia, Giacomo ne dare retta alle preghiere del
domenicano dell'anno iSyy. La clero russo, perchè vedevano am-
concordia che regnò tra le due bedue il danno che loro proveni-
chiese sotto i metropolitani Pietro va per la divisione della sedia me-
ed Alessio, fu soltanto di passaggio tropolitana di Russia, la quale per
turbata dal Pimen,
metropolitano essi era una miniera inesauribile
il quale dopo morte del metro- la d'oro. Con tuttociò appena Grego-
polita Michele, che occupò soltan- rio ritornò a Riovia, i vescovi della
to pochi mesi la sede di Mosca e Russia meridionale si radunarono
morì nel 1379, si mise a conten- in Nowogrodek nel 1^1 5, e confer-
dere al pio e religiosissimo metro* marono a dispetto del patriarca di
polita Cipriano nel i38o il pos- Costantinopoli la nomina di Gre-
sesso di sua dignità; ma egli fu gorio, scomunicando Fozio, con so-
finalmente degradato dal clero e lenne atto in cui Riovia è chiama-
dal popolo in un concilio, e finì ta la madre delle chiese russe, la

di vivere in prigione nel 1389. madre di tutte le città russe. Io


Cipriano è lodato per uno de' piìi tale documento si dice, che antica-
leali amici e veneratori della Chie- mente avevano i vescovi il diritto
sa romana; si acquistò meriti im- d' istituire il metropolitano , e al
mortali presso la sua chiesa , e fu tempo del granduca Isaslaw elesse-
chiamato il ristoratore delle scien- ro e consecrarono Clemente. Con-
ze nella Russia. Al suo tempo tutte servare le tradizioni de' ss. padri,
le sedi vescovili russe di Lituania condannare l'eresia, venerare il pa-
passarono all' unità. Cipriano mo- triarca di Costantinopoli, avere la
rì i4o6.
nel medesima fede, ma solo rigettare
Dopo la sua morte sorsero lem* r illegittima autorità che si erano
pi turbolenti per la chiesa russa arrogati gì* imperatori greci, poiché
pei semi delio scisma sparsi da non il patriarca , ma l' imperatore
Pimen nel clero, che Cipriano a- ormai dava i metropolitani, facen-
vea soffocato. Per mala ventura do prime dignità
vile traffico delle

della chiesa russa, salì sulla sedia ecclesiastiche. Quindi per tale scon-
metropolitana, co* maneggi i più venevolezza essersi eletti da loro un
detestabili, l'ambizioso Fozio greco degno metropolitano. Da quell'epo-
avarissimo. Crescendo le sue ini- ca la sedia metropolitana di Rus-
quità, e divenuto peggior di un sia fu divisa in quella di Riovia

pagano, i vescovi della Russia me- e di Mosca la prima governò gli


;

ridionale, co' principi, boiari e gran- esarcati, ossia vescovati del mezzo-
di dell'impero, si adunarono in giorno ; la seconda quelli del set-
Riovia l'anno 14^4 ^ dichiararo- tentrione. Questo avventuroso av-
no Fozio decaduto dalla sua di- venimento preparò l* unione della
gnità^ sostituendogli il pio, mode- chiesa russa pel secolo XVL I me-
,

3o RIO RIO
Iropolitani di Mosca sì appigliaro- russi. Contemporanei di Gregorio
no a tutti i mezzi per riunire la furono Michele 1 e Andrea vescovi
sede di Rio via con la loro, ma in- Ialini di Riovia: sotto il secondo

darno. I metropolitani di Riovia avendo tartari in un alla città


i

sostennero la loro indipendenza, e spogliato la cattedrale verso il i4i6,


siccome i metropolitani di Mosca il vescovo latino Michele II la re-
spalleggiati dai loro granduchi si staurò e fornì di sacre suppellet-
mantennero nella loro dignità, così tili. A Gregorio nel i4^9 degna-
anche gli ultimi cercarono di raf- mente successe Gerasimo, al pa-
forzarsi nella loro per la protezio- ri del predecessore unito colla Chie-
ne de' principi di Lituania e dei sa romana, e non dimostrò mono
re di Polonia. Alla sede unita di ardore per propagare l'unione. Tut-
Riovia s'incorporarono le diocesi tavolta l'unione della chiesa orien-
di Bransk, Smolensko, di Permìs- tale, come anche di tutta la chiesa
lia o Premislia, di Turow, di Luzk russa non sortì il pieno suo effet-
o Luck, di Wladimiro nella Vo- to prima del concilio generale di
linia, di Polosko, di Clielma, di Firenze celebrato da Eugenio IV,
Haliz o Allicia e perseverarono, avendola ritardata T invasione dei
nella unione della Chiesa romana turchi. Contribuì di molto al con-
fino verso Tanno i52o. Qui no- seguimento di questo scopo tanto
teremo che quinto vescovo latino sospirato , la vacanza delle sedie
fu Filippo domenicano; e che" la metropolitane del nord per la mor-
restaurazione della sede vescovile ie di Fozio e di Gerasimo, il quale
latina in Riovia, si attribuisce a perì vittima d'un odio politico nel
Jagellone o Wladislao V re di Po- 1433. Il patriarca di Costantino-
ionia, ed all'anno i^ii. poli Giuseppe, zelantissimo dell' u-
L'imperatore Emmanuele TI Pa- nfone della chiesa orientale coll'oc-
leologo, ed il pio e dotto patriar- cidentale colse questa favorevole
,

ca Giuseppe di Costantinopoli mo- opportunità, e nominò nel 14^7


straronsi assai propensi ad accostarsi metropolitano di tutta la Russia
all'unione, quale fu conchiusa so- il non men pio che dotto ed elo-
lennemente mediante lo zelo del quente Isidoro di Salonicco o Tes-
metropolita di Riovia Gregorio già salonica vescovo dell'llliria. Per tal
mentovato. Questi fu nel i4i8 modo la sedia metropolitana di
mandato dall' imperatore alla testa Mosca fu di nuovo unita a quella
di venti vescovi greci, con uno splen- di Riovia, il che agevolò l'unione
dido seguito di principi e magna- di tutta la chiesa russa con la ro-
li,al concilio di Costanza presie- mana. Nel 1437 portatosi a Mo«ca
duto dal Papa Martino V; laonde vi fu ricevuto dal granduca Wa-
dopo poche sessioni fu celebrata silio o Basilio III, che indusse al-
l'unione di ambedue le chiese, il l'unione, ma
a malincuore accon-
Pontefice si mostrò assai amorevo- sentì che partisse pel concilio ge-
le, dichiarando i regnanti di Po- nerale, seguito da splendido accom-
lonia e di Lituania, probabilmente pagno di sopra cento ragguardevoli
ad istanza di Gregorio, vicari della personaggi, di ecclesiastici, boiari e
santa Sede, ciascuno nel proprio re- di altri grandi deli' impero, i quali
gno, nominatamente però negli stali tulli furono accolli con onorifiche
,

RIO RIO 3i
dimostrazioni. Nel concilio vi eb- meno, dotalo com'egli era di co-
bero principalissima parte l'attivi- raggio, si portò subito, preceduto
tà del celebre Cessarione arcive- dalla croce latina e da tre pasto-
scovo di Nicea, e lo zelo d'Isidoro rali di argento, alla chiesa della ss.
metropoli lano di Russia. JNel gior- "Vergine sul K rem li no, ove fu ri-
no della festa de' ss. Pietro e Paolo cevuto dal clero, dai principi e bo-
del 1439, il cardinal Giuliano Ce- iari, e da numeroso popolo. Ognu-

sarmi lesse il decreto di unione in no meravigliato per tale novità,


lingua latina e Bessarione in gre- era ansioso veder che ne sarebbe
co, con inesprimibile gioia del ma- seguito. Isidoro dopo aver ringra-
gnanimo Pontefice Eugenio IV. In- ziato Dio del suo felice ritorno
di volle rimeritare Isidoro di Rio- fece salir sul pulpito un diacono
via delle tante fatiche sostenute, che annunziò a' circostanti il de-
dichiarandolo con bolla de' 17 a- creto dell'unione del concilio fio-
gosto suo legato a Intere nella Li- rentino. Tutti scossero il capo, e
tuania, Livonia, Russia, ed in un senza manifestare pubblicamente il

al Bessarione a' 18 dicembre lo loro sdegno, se ne ritornarono alle


creò cardinale. Partito Isidoro da case pieni di stupore. Intanto Isi-

Firenze e giunto a Buda ,


quivi doro presentò al granduca Wasi-
scrisse lettere pastorali in Russia, lio ni un breve di propria mano

come metropolitano di Kiovia e di di Eugenio IV, concepito con pa-


tutte le Russie e legato pontifìcio, role cortesi ed afFettuosissime, con
e principalmente ai vescovi della cui lo esortava ad acconsentire al-
metropoli meridionale, nelle quali l' unione, accogliere benignamente
loro notificò T unione di ambe le il metropolitano, e consentirgli il

chiese di recente conchiusa in Fi- tranquillo e pacifico -possesso dei


renze, esortandoli ad accettarne il suoi diritti. Il granduca però non
decreto, ed incoraggiando a un tem- volle saper nulla dell'unione, seb-
po i vescovi latini di Polonia, di bene nel modo il più eloquente
Lituania e di Livonia ad amar i Isidoro gliela, rappresentasse assai
greci come fratelli, e mantenere profittevole albene e miglioramen-
con loro nelle cose di fede e nel to della Russia ; che anzi passali
culto divino perfetta armonia, non pochi giorni, fece prendere e tras-
badando alla differenza del rito ec- portare il metropolitano nel mo-
clesiastico. nastero di Tschudow , ove stette
Giunto in Kiovia il cardinal I- per due anni prigione in un con
sidoro, vi fu ricevuto con giubilo Atanasio e Gregorio monaci suoi
universale, non che dal popolo e amici, insieme a' quali a' i5 set-
clero, eziandio dai sovrani di Po- tembre i44^ g^> venne fatto fug-
lonia e Lituania. L'unione non in- gire in Roma al modo detto alla
contrò opposizione alcuna, tutti l'ac- sua biografìa, ove morì e fu con
colsero con piacere; ma non cosi solenne pompa funebre sepolto in
a Mosca, dove il cardinale si recò s. Pietro Vaticano. Ai di lui tempi
nella primavera del i44o> aspet- fu vescovo latino di Kiovia Gio-
tato per la precorsa fama della vanni, ch'ebbe in successore Cle-
conchiusa unione con generale ir- mente. Con la fuga d'Isidoro si

ritazione degli animi. Ciò nondi- divise di nuovo la sede melropo-


,,

32 RIO RIO
litana di Russia, per sìpoco tem- mefropoli medesimi diritti e pri*
i

po unita, in quella di Riovia e vilcgi che godevano i vescovi lati-

in quella di Mosca. Ad Isidoro ni del suo regno ; quindi Casimiro

fu sostituito il suo fedele ed inse- IV avendo unito Riovia a' suoi


parabile compagno, il pio e pacifi- stati, nel li^'jS vi fece nominare
co Gregorio, col di Gregorio nome Alberto in vescovo latino suffraganeo
II. Eugenio IV medesimo lo con- di Leopoli, colla qualifica di senatore

secrò in Pioma nel i444- Nell'an* del regno come gli altri prelati,
no seguente ritornò a Riovia elet* ma non fu che di titolo, dappoi-
to metropolitano di tutta la Russia, ché i cosacchi non lo vollero sof-
munito di lettere pontificie a Ca- frire, come scrive Commanville il ,

simiro IV re gran di Polonia e quale chiama Riovia capitale del-


principe di Lituania, ed a Casimi- l' Ukrania.

ro II duca di Lituania, cioè allo Giona metropolita di Mosca mo-


stesso re che qual principe di Li- vi 1461, ma le due metropoli
nel
tuania portava il nome di Casimi- entrarono in vicendevole lotta gl'im- :

ro lì. 1 tentativi del re per paci* mediati suoi successori nella sede
ficar granduca di Russia, e ri-
il di Mosca, non finirono mai di lan-
conoscere il nuovo metropolitano, ciare scomuniche contro i vescovi
andarono a vuoto. Wasilio III uniti con Riovia e con Roma
convocò subito i vescovi della me- chiamandoli apostati e traditori del-
tropoli a Mosca, e nel i447 ^^' la fede. A Gregorio II successe Mi-

mandò loro, senza punto consulta- chele Michal, il quale non fu


re il patriarca di Costantinopoli, meno giusto e pio del predecesso-
di eleggere un altro, che fu il fo* re. Portandosi in Roma nel 147^»

coso Giona per prepotenza nomi- presentò al Papa Sisto IV i soliti

nato. Il virtuoso e dotto Gregorio omaggi di fedeltà ed obbedienza


Il venne bandito nel 14^1 per de' vescovi russi. Autorizzato dal
la sua costante perseveranza all'ob- Pontefice nel suo ritorno in Rus-
bedienza della Chiesa romana, indi sia promulgò il giubileo dell'anno
portatosi mori nel
in Roma vi santo 1475 a spirituale vantaggio
1459. Giona, siccome nemico del- de' fedeli greci, e mori benedetto
l'unione, fece di tutto per assog- nel 1489. Giona I che gli succes-
gettarsi la metropoli di Riovia, per- se poco visse, COSI pure Macario I,
ciò il Pontefice Pio II con una onde fu eletto Giuseppe lituano che
lettera lo ripigliò con amari rim- difese l'unione e la propagò, cele-
proveri, e vendicò i diritti metro- brando nel i5o9 un concilio dei
politani della sede metropolitana di suoi vescovi a Vilna onde provve-
Riovia, come la più antica e come dere alla disciplina ecclesiastica.
la culla della chiesa russa. I re- Sgraziatamente dopo breve tempo
gnanti di Polonia e Lituania cer- morì, e la sede metropolitana di
carono con non minor zelo di quel- Riovia ritornò ne' successori di lui

lo de* Papi di mantenere stretta allo scisma, massime pel matrimo-


l'unione nella metropoli della Rus- nio di Alessandro I re di Polonia
sia meridionale. Il predecessore di con Elena figlia del granduca I-
Casimiro IV avea esteso con suo wan III, la quale operò secondo
editto agli uniti vescovi di questa gì' interessi e credenza del padre
,

KIO KIO 33
tlisprezzando iì cullo cattolico, e ne al mondo cristiano, nominata-
fovorcndo i greci scismatici ; quin- mente a* fedeli del loro rito, men-
di questi ebbero il predominio nella tre Giobbe col suo clero lanciò
Lituania, e l'unione si sciolse affat- orrende maledizioni contro le de-
to, ad onta dello zelo del Papa A- liberazioni de' padri di Bresta.
In
lessandro VI. 11 re Stefano Batto- questo tempo era XIV vescovo la-
li col suo attaccamento per la tino di Riovia, Giacomo duca Wo-
Chiesa romana preparò il glorioso roniecius, successore di Nicolao Pac.
ritorno della metropoli meridiona- JNell'anno seguente ivi i vescovi della
le di Russia all'unità, sotto il suc- metropoli di Riovia con Michele si
cessore Sigismondo HI; nel i589 radunarono in concilio ed inviaro-
Geremia patriarca di Costantinopoli no a Roma un'ambasceria per no-
essendosi portato in Mosca dichia- tificare a Clemente Vili la loro
rò il metropolitano Giobbe pa- riunione colla santa Sede, compo-
triarca di tutta la Russia per in- sta di due dotti vescovi.
trighi e donativi, ed insieme indi- Questi legati del clero ruteno
pendente da quello di Costantino- con numeroso seguito di ecclesia-
poli. Tultavolta l'erezione del nuo- stici e di principi polacchi e rute-
vo patriarcato della chiesa russa ni, furono accolti dal Papa cori
trovò grandi ostacoli non solo nel- amorevole cortesia in pubblico con-
la sede costantinopohtana, ma in cistoro. Ivi si lesse ad alta voce in
quelle stesse soggette al patriarca ruteno ed in latino la lettera dei
russo. L'orgoglio di Giobbe e di metropolitani e de' vescovi, cui ri-
Geremia trattarono tirannicamen- spose in nome pontificio il celebre
te Michele Nahosa elevato nel i589 Silvio Àntoniani poi cardinale. L'u-
alla metropoli di Riovia, ed i suoi nione si fece sotto le medesime
vescovi suffragane . Non potendo condizioni con che era stata con-
Michele più sopportare tante ves- chiusa nel concilio di Firenze. La
sazioni ed ingiurie, convocò i ve- Sede apostolica accordò loro tutti
scovi della sua metropoli in un i diritti, libertà e privilegi di cui
concilio a Bresta, e consigliossi con avevano sino allora goduto, e la-
loro a qual capo della Chiesa si sciò loro tutti i riti e Ife cerimo-
avesse ormai ad obbedire, se al re- nie nell'amministrazione de* sagra-
cente patriarca Giobbe di Russia, menti e nella celebrazione delle
ovvero al santo patriarca di tutta altre ecclesiastiche funzioni in uso
la Chiesa cattolica di Cristo il Pa- presso di loro innanzi all'unione,
pa. Tutti unanimamente dichiara- purché non ripugnassero ai dora-
rono, ch*essi in avvenire volevano mi della Chiesa cattolica. Il Papa
soltanto obbedire al sommo Pon- confermò il metropolita di Riovia
tefice di Roma , successore di s. nel suo possesso degli antichi di-
Pietro, e ritornare nel grembo del- ritti e giurisdizioni, compreso quel-
l' una, vera ed apostolica Chiesa. lo di consacrare i vescovi della
Dopo poche sessioni stesero li 2 sua metropoli, chiedendone prima
dicembre iSpS il decreto di deli- la conferma alla santa Sede, per
berazione dell'unione, in cui espo- mezzo del nunzio pontificio in Po-
sero con semplici, ma nobili e sante lonia, cui verrebbe comunicata per
parole, le ragioni di tale risoluzio- quello della congregazione di car-
VOL, xxxvw. 3
.,

34 KIO KIO
diiiali stnhilita per .questi affa- di gravi persecuzioni. Nel i6i3 fu
ri, che fu poi quella di propa- eletto Giuseppe Velamin, pel quale
ganda fide. D'ora in poi l'epi- sotto Urbano Vili quasi tutti i
scopato ruteno fu dipendente da ruteni uniti accettarono T unione
questa insigne e benemerita con- tranne pochi che rimasero nello
gregazione. L'elezione poi del me- scisma. 1 nemici lo perseguitarono
tropolita seguiva sotto la presi- a morte, e questa dierono al suo
denza del medesimo nunzio, il qua- amico Giosafat arcivescovo di Po-
le convocava lutti i vescovi della losko, che Urbano Vili beatificò.
metropoli , il proto archimandrita Paolo V a ribattere le menzogne
e i primari prelati del clero seco- degli scismatici, nel 16 1 5 confermò
lare e monastico in un concilio. il rito greco ai ruteni, ed invitò il

Fatta l'elezione il nunzio mandava metropolita a mandare quattro gio-


gli in lloma alla congregazio-
atti vani in Roma^ per essere educati
ne propaganda, la quale li pro-
di in quel rito nel collegio greco. I
poneva all'approvazione del Papa. re ed i vescovi di Polonia per con-
Se questi li confermava, il metro- discendenza ai reclami degli scisma-
politano veniva da lui preconizza- tici si trovarono costretti di lolle-
to in concistoro^ ed otteneva me- rare la loro gerarchia. Accanto del-
diante la congregazione medesima le sedi vescoviU degli uniti, gli scis-

la bolla d* istituzione ed il paUio. matici eressero e conservarono le lo-


Così dunque l'unione del clero ru- ro antiche denominazioni. Il metro-
teno con la Chiesa romana av- polita scismatico di Kiovia, per con-
venne, senza altra forza che quel- cessione del re Sigismondo III, eb-
la della persuasione della verità. be il medesimo titolo del cattolico,
Appena i legati ruteni ritornarono ed esercitò sopra il suo clero e po-
nella loro patria , tutti i vescovi polo i medesimi diritti anzi il re ;

ruteni si raccolsero a concilio in Ladislao o Wladislao VII nel i635


Bresta sotto la presidenza del me- approvò la celebre università di
tropolita, e ratificarono di nuovo Rio via , fondala per ammaestra-
l'unione e quanto si era fatto in mento del clero dal metropolita
Roma. Giobbe patriarca di Russia scismatico Pietro Mohila, uomo
convocò del pari un sinodo a Mo- dottissimo, ma altrettanto fiero ne-
sca, slanciò scomunica contro Mi- mico delia Chiesa cattolica ; la dotò
chele metropolita di Kiovja, e ma- di pingui rendite e d'una l'arricch'i
Icdì tutte le decisioni intorno al- stamperia ragguardevole, dalla qua-
l'unione emanate in Bresta; quin- le poi uscirono tante opere ingiu-
di scoppiarono le più crudeli per- riose contro l'unione e la Chiesa
secuzioni del clero russo contro il cattolica. A questa epoca era XVIII
ruteno. Costantino, potente princi- vescovo di rito latino di Kiovia
pe di Ostrog, si separò dall' unio- Buguslao. Giovanni Casimiro re di
ne, e vi persuase i vescovi di Leo- Polonia, già gesuita e cardinale, per-
poli e di Premislia. Michele morì mise al metropolita scismatico di
benedetto nel iSgg, e gli successe Kiovia di poter passare sotto la giu-
Ippazio già ambasciatore del clero risdizione del patriarca di Mosca
in Roma, che per zelare il man- Gli scismatici fatalmente ottennero
tenimento dell'unione fu bersaglio ancora la facoltà di erigere nuove
.

RIO RIO 3j
sedie vescovili, sebbene non ne ave- tino. De
episcopatu Kioviensi cti/us
vano adatto bisogno. Il metropoli- sedes olìm fuit Kioi'iae nunc vero
ta cattolico diKiovia Gabriele Cor- Zylomiriae Ukrania ejusque
in
sak, cacciato dalla sua sede per le praesulibus commcntalio
, brevis
turbolenze eccitate dal patriarca di quani ex Simonis Okolscii opere
Costantinopoli, che avea nominato et ex variis wiliquioribus menu-
lo scismatico, nel 1642 si ritirò in mentis descripsil ad praesensque
Roma. Però sotto il re Giovanni usque tempiis produxit, Christia-
III eletto nel 1674, le sedi vesco- niis Gottlieb Friesius. Quanto poi
vili di Leopoli e di Premislia tor- alla serie de'metropolitani ruteni
narono all'unità sebbene
cattolica, di rito greco-unito, è riportata nel-
la forza politica della Polonia fos- l'opera che citeremo del eh. padre
se allora notabilmente diminuita, Theiner. Si trova pure in quella
e perciò la risoluzione di tali ve- dell'abbate basiliano ruteno Igna-
scovi affatto scevra d'ogni basso ri- zio Kulczynski, intitolata. Speci*
guardo. Eziandio il vescovo di Smo- men ecclesiae rathenae ciim san-
lensko, città in quei tempi venuta ata Sede apostolica romana semper
in potere della Russia, si sottomise unitae, Romae 1733.
alia Chiesa cattolica. JVel 1678 al Nel pontificato di Clemente XIII
\escovo latino di Kiovia Francesco per un trattato imposto dalla Russia
Prazmovio, successe il celebre conte alla Polonia, i greci non uniti acqui-
Andrea Crisostomo Zaluski, XXVII starono gli stessi diritti civili e re-
vescovo latino, ed autore di mol- ligiosi degli uniti cattolici, stabilen-
te pregiate opere. Il metropolita dosi che le chiese dipendenti dal
di Kiovia Leone Kirszka nel 1720 metropolitano Kiovia apparte-
di
celebrò il sinodo nazionale di Za- nessero perpetuamente alla religione
raoscia nella waiwodia di Lublino, greca orientale. Nel 1772 la Russia,
sinodo confermato dalla santa Se- la Prussia e l'Austria sentenziarono
de nel 1723. Atanasio Scepticki la Polonia ad uno smembramento,
divenne metropolita di Kiovia nel quindi la chiesa greco- unita si tro-
1729, traslata lo da Leopoh, lodato vò esposta ai travagli ed alle per-
per le sue belle qualità. Nel 174B secuzioni della Russia. Ella oppose
gli successe Floriano Krebnicki già vigorosa resistenza, e gloriosamente
arcivescovo di Polosko, a cui gli pugnò per la sua libertà e salvez-
fu dato nel 1756 per coadiutore za. 11 clero secolare fece mostra di
con futura successione Feliciano eroiche virtìi, laddove i basiliani
Wololkowicz vescovo di Chelma, per conservare le ricche loro pos-
il quale diventò metropolitano nel sessioni stettero spettatori oziosi
1758. A questi sotto Clemente XIII Nella schiera de* magnanimi cam-
nel 1762 fu fatto coadiutore con pioni della fede si segnalarono gli a-
futura Leone Lodovico
successione lunni de' seminari pontificii di Vil-
Scepticki vescovo di Leopoli e Ka- na e Leopoli, perciò giustamente
nùenec dell'ordine di s. Basilio, che colmati di elogi dal prelato Ga-
nel 1778 gli successe. Nel 1763 rampi 2elanle e dotto nunzio di Po-
in Varsavia si stampò questo libro lonia e spettatore degli avvenimenti,
ora rarissimo, cioè la storia e la il quale con dolore biasimò l'infin-

serie de' vescovi kiovesi di rito la- gardaggine dei basiliani. Quest'or-
36 RIO RIO
dine religioso nei primi tempi si fin ddl sesto decennio di questo se-
avea acquistato molti meriti presso colo ruppe sulla chiesa unita, risve-
la chiesa greco-cattolica, ma negli gliò nel clero e nel popolo nuovo
ultimi per rilassamento di zelo cer- zelo per la Riconoscen-
religione.
cò di sottrarsi alla giurisdizione del dosi necessaria migliore educazio-
metropolita di Riovia, e mirò a ne nel clero , Massimiliano Ryllo
dominare il clero secolare. L'ordine basiliano di Rlusco diocesi di Vil-
era diviso indue congregazioni, una na, fatto coadiutore del vescovo di
della ss. Nostra
Trinità, l'altra di Chelma sino dal lySg, e più che
Signora o del Patrocinio della Beata benemerito della chiesa, fondò del
Vergine^ che ben tosto s'impadro- suo un seminario pei chierici della
nirono di tutte le dignità primarie sua diocesi, dotandolo di centomila
del clero secolare : i capitoli e le fiorini polacchi; nel 1779 era di-
collegiate , massime di Lituania ,
venuto vescovo di Chelma. JVe af-
giunsero a comporsi di soli basilia- fidò il reggimento a'basiliani della
ni, a fronte delle reiterate ammo- congregazione Lituana della ss. Tri-
nizioni della santa Sede da Bene- nità, chiamandovi gli uomini più
detto XIV in poi. 11 piti dei basi- dotti e più degni dell'ordine. Pio
liani erano polacchi passati dal ri- VI con breve del 1780 approvò e
to latino al greco, con intendimen- confermò questa fondazione, già nel
to di venir promossi a' vescovati, a precedente anno sanzionata dalla
ed altre dignità della chie-
pi'elature congregazione di propaganda Jìde.
sa greco-unita. Nel primo smem- Per mala sorte il metropolita
bramento della Polonia, la gerar- Leone durò poco e morì nel 1781.
chia della chiesa unita soggiacque Il suo successore Giasone Junozza
a notabili Ciò non per-
alterazioni. Smogorzevrskì, anch'egli basiliano,
tanto il metropolita continuò ad e- però si tenne nelle sue pedate e
sercitare i suoi diritti di giurisdi- governò col medesimo spirito; im-
zione su lutti i vescovi ruteni di plorò ed ottenne da Pio VI distin-
tutti e tre i regni, come innanzi al- zioni e privilegi in premio ai sa-
la divisione, e conservò sino all' ul- cerdoti secolari che si segnalavano
timo il titolo di arcivescovo di Rio- per tener salda l'unione. Nel 1785
via, di Halicz e di metropolitano gli fu dato a coadiutore Teodosio
di tutta la Russia. Il metropolita Rostocki ,
già alunno del collegio
Leone Scepticki calcando le orme greco di Roma, e vescovo di Chel-
del suo antecessore e congiunto A- ma non che basiliano. Successe nella
tanasio, si acquistò meriti immor- cattedra metropolitica nel 1787,
tali per la conservazione e restau- ed allora per sua pietà specchia-
la
ra mento della chiesa unita, reggen- ta e vasta erudizione e vivo zelo
do a un tempo anche la porzione spuntò raggio di speranza di poter
della diocesi di Ramienec rimasta cambiare in meglio il lagriraevole
alla Polonia. Meritò degne lodi per stalo della chiesa unita; per la qua-
avere, benché basii iano, chiamalo le non inlramise di adoperarsi in-
alle più cospicue cariche della sua defesso sostenitore. Il celebre statu-
diocesi in un co'monaci del suo ordi- to emanato nel 1791 dalla dieta
ne, più dotti e meritevoli del clero
i polacca, in cui si vendicarono i di-
secolare. J-a tempesta fuiiosa che ritti della Chiesa cattolica dell'uno
RIO RIO 37
e deirallro rito, fu distrutto dall'im- risiedeva un vicario generale. Questi
peratrice di Russia Caterina II . aveva il diritto di dare l'istituzio-
Questa nel 1798 divenne sovrana ne canonica e di consecrare i ve-
dei ricchi palatinali di Riovia, dì scovi, che doveano prendersi dai
Braclavia e di Podolia; il terzo monaci basiliani, presso i quali si
smembramento della Polonia ebbe poterono coltivare le scienze.
quindi luogo nel 1795. Intanto il A ridurre i greci uniti alla chie-
benemerito Teodosio Rostocki nel sa russa, Caterina II nel 1794 fe-

1794 fu da Riovia, con


strappato ce stabilire un collegio di missiona-
cui non potè più durante l'infelice ri scismatici dipendenti da un ve-
sua vita comunicare; dopo molti scovo della chiesa russa, al che no-
anni di cattività e di santa vita mori minò Vittore Sadkovpschi archiman-
vittima del furore scismatico in Pie- drita di Sluck, arcivescovo e vica-
troburgo, e con lui fini la metro* rio della metropoli russa di Riovia,
polia di Riovia. Prima in questa il cui palatinato perdette la maggior

città eranvi venticinque chiese catto- parte delle chiese. Poscia con appo-
liche, passate poi in potere degli sito editto Caterina II abolì per-
scismatici. Vi era un numeroso clero petuamente la metropoli di Riovia.
secolare, oltre i basiliani che vi a- Assunto air impero Paolo I nutrì
\eano molti monasteri. Eranvi pu- sentimenti più miti e più umani
re diversi conventi e pii stabilimenti per Chiesa cattolica e per la san-
la

di carità, così ruteni come latini, ta Sede. Non indugiò ad intavola-


tutti egualmente occupati dagli sci- re ti'attative con- Roma, richieden-
smatici, li metropolitano godeva ot- do a Pio VI un nunzio apostolico
tomila scudi di rendita; seimila ne per ricomporre le cose della chie-
assegnò Caterina II al Rostocki , e sa latina e rutena. Il Papa vi de-

tremila al sufFraganeo Butrimowicz. stinò monsignor Lorenzo Litta ar-


Qui noteremo, che la sua sede me- civescovo di Tebe, già nunzio apo-
tropolitica, con autorità apostolica stolico di Varsavia. Giunto il pre-
divenne vacante dopo che fu invasa lato nel 1797 in Pietroburgo, i
dagli scismatici. Negli ultimi tempi era punti sui quali particolarmente in-
in Rutomiria vicino a Riovia nell'U- sistette furono la restaurazione del-

krania. Il medesimo s'intitolava me- la metropoli greco-unita di Riovia


tropolita di Kiovia e di Alicia. La e di tutte le sedi vescoviU da Ca-
ragione è che due erano i principati terina lì aboHte; il ritorno del me-
di queste parti, Ukrania e Galizia, e tropolita Rostocki alla sua chiesa
due le capitali Ahcia o Halicia o e di tutti gli altri vescovi ruteni
Hallicia, e Riovia, e due i me- alle loro sedi colla primiera giuris-
tropoliti. Distrutta dalle ingiurie dizione, libertà di culto già pro-
de' tempi e armi Alicia, il
dalle messa da Ivano III e da altri prin-
principato di Galizia occupata Rio- cipi russi ai cattolici d'ambo i riti,

via si trasferì in questa città, do- e da Caterina II per ben tre vol-
ve pure andò ad abitare il metro- te solennemente giurata. Ma le fa-
politano di Alicia. Quindi avvenne vorevoli intenzioni di Paolo I e le
che uno solo rimase dei due metro- sollecitudini del nunzio non sorti-
che però conservò i titoli di
politi, rono in tutto il bramato effetto, pei

Riovia e di Alicia o Hallicia, dove duri intoppi che incontrarono nel


38 RIO RIO
COSI detto santo sinodo e nel nuo- se delle quali appartengono alla
vo arcivescovo di Mohilow Sie- storia ecclesiastica e civile della
strzencewicz, il quale secondò gli sci- Polonia. I successori si leggono nel-
smatici nel ripugnar il ristabilimen- le annuali Notizie di Roma e so-
to della metropoli rutena, siccome no i seguenti: Giuseppe Olendzki
avidissimo d'intitolarsi e dominare delle scuole pie, della diocesi di
qual metropolita della Chiesa catto- Chelma, nel 1763 fu fatto vesco-
lica d'ambo riti, giacché a fronte
i vo di Cambisopoli in partibus e
delle rimostranze pontificie, arbitra- suffraganeo di Giuseppe Andrea.
riamente ne avea assunto il conte- A questo ultimo nel 1774 succes-
gno e le veci. La Russia avea sem- se Francesco Candido Ossolinski
pre agognato l'assoluto conquisto minore conventuale della diocesi
della sede di Kiovia , culla del di Posnania, già coadiutore. Nel
cristianesimo nel reame ; la qua- 1775 fu dato a Francesco per
le stava molto a
cuore de' vescovi coadiutore con futura successione
russi j non tanto per
essere la più Gaspare Colonna Cieciszewski della
antica e primaria sede episcopale diocesi di Posnania, fatto vescovo
della Russia, quanto perchè loro ri- di Tebessa in partibus. Egli diven-
cordava continuamente la loro se- ne effettivo nel 1784; naa già si-
parazione dalla vera Chiesa di Ge- no dal 1781 era stato fatto da Pio
sìi Cristo. Ora per togliersi dinan- VI vescovo di Bardana in parti-
zi agli occhi questa ingrata rimem- bus Francesco R.emigio Zambrzy-
branza, e appuntellare la loro van- cki della diocesi di Polosko, e suf-
tata ortodossia, essi la vollero per- fraganeo del vescovo latino di Kio-
petuamente distrutta. Ciò nondi- via. Col termine del secolo XVIII
meno per la somma giustizia dell'im- finirono pure per le vicende dei
peratore e pel zelo indefesso del nun- tempi i vescovi latini di Kiovia,
zio, la chiesa rutena fu rianimata, nella cui sede fiorirono molti per-
onde si ristabilirono diverse sedi sonaggi chiari per santità di vita,
vescovili, come Polosko, Luck e dottrina, nobiltà cospicua, ed altre
Bresta. L'ordine de'basiliani fu re- singolari doti. Il capitolo latino
staurato; ed il nuovo nunzio Tom- componevasi di otto pielati o di-
maso Arezzo arcivescovo di Seleu- gnità, cioè il decano, il prevosto,
cia ridusse a compimento le cose l'arcidiacono, lo scolastico, il custo-
stabilite dal predecessore, sotto l'im- de, il cantore, il cancelliere e l'ar-
peratore Alessandro I. cidiacono, non che di undici ca-
La citata storia e serie de* ve- nonici. La cattedrale antica del ve-
scovi latini di Kiovia viene ter- scovo, capitolo e clero latino, era
minata con Gaetano Ignazio Sol- dedicata a s. Sofia; fu distrutta dai
tyk di Cracovia, già coadiutore di tartari e sebbene nel 1 4 1 2 la. restau-
Samuele de Ossa Ozga, e vescovo rasse Jagellone o Uladislao V, tornò
d'Emaus in partibus sino dal 1749- poscia a cadere in rovina, onde di
Quindi succede la vita del XXXIV nuovo fu rifabbricata. Allorché in-
vescovo latino di Kiovia, Giuseppe sorse lo scisma, vi ulììziarono i

Andrea conte Zaluski di Seldeck greci, ma la proprietà restò sem-


diocesi di Gnesna, fatto nel lySg, pre de' latini, finché nel i632 se
col novero delle sue opere, di ver- ne impadronirono sotto Pietro Mo-
,

KIO KIO 39
ad onta che il re di Polonia
Iiila, metropolitico di Kiovia le chiese
Sigismondo III vi ripugnasse, la- vescovili di rito ruteno, Leopoli,
sciando i greci l'antica metropoli Chelraa e Premislia. Nel 1809 Li-
di s. Michele. Servi ai latini an- so nski si elesse a successore Gregorio
che di cattedrale la chiesa de' ss. Kochanowicz vescovo di Luck, e lo

Pietro e Paolo edificata in legno, investì di tutti i diritti propri dei


e poi quella da s. Giacinto edifi- metropoliti : l'imperatore con suo
cata nell'area concessagli da Ulo- decreto approvò queste disposizio-
diniiro, presso la porla Kozomiacka ni. Gregorio morì nel 18 14, ed
o Ramiriana presso il monte lad- Alessandro I nominò metropolita
now. Giosafalte Bulhak, della chiesa gre-
Nel i8o5 essendo morto l'egre- co-unita nella Russia, esimio pre-
gio Rostocki senza essere slato rein- lato ch'era alunno nel col-
stato
tegrato ne'diritti di metropolitano legio Urbano della propaganda in
di Kiovia e di Halicz, l'arcivesco- R.oma, ed ordinato sacerdote nella
vo di Polosko Eraclio Lisowski chiesa di s. Atanasio del collegio
capo della sessione rutena del col- greco. Egli richiese alla santa Se-
legio cattolico fondato in Pietro- de r istituzione canonica, che i suoi
burgo nel 1801, a nome ancora antecessori Eraclio e Gregorio non
de'due vescovi suoi colleghi, sup- avevano potuto conseguire, e l'ot-
plicò r imperatore per la restitu- tenne nel 18 18 con bolla di Pio
zione del metropolitano della chiesa VII. Avendo egli inoltre supplica-
greca. Ne secondò l'inchiesta il nun- to il Papa a fare caldi uffizi all'im-
zio, ed Alessandro I per la giustizia peratore, perchè venisse tolto lo
della domanda malgrado le
l'esaudì sconcerto ripugnante a'canoni e alla
rimostranze del metropohta latino disciplina .ecclesiastica della Chiesa,
di Mohilow, e quelle dei scismati- di una metropoli indeterminata ed
ci del cosi detto santo sinodo. Lo errante, al modo che abbiamo det-
stesso arcivescovo di Polosko Li- to più sopra, e ove tal domanda
sowski a' 24 luglio 1806 fu no- non sortisse il bramato effetto, il

minato a metropolita di tutta la Pontefice supplisse coli' apostolica


chiesa greco-cattolica nella Russia^ autorità, confermandogli i diritti e

e rimesso nel possesso di tutti i privilegi goduti dai metropolitani


diritti e privilegi ecclesiastici di predecessori. Riuscendo vane le sol-
cui godevano i suoi antecessori. lecitudini della santa Sede a dare
Con tutto ciò, mercè un rapporto forma fissa e durevole alla metro-
del cosi detto santo sinodo all'im- politana greco-unita, per le oppo-
peratore, il Lisowski non riuscì ad sizioni del così detto santo sinodo
ottenere ne
sede, ne il titolo
la e del metropolita latino, Pio VII
di Kiovia, ma
venne solo chiama- conferì al Bulhak la dignità me-
to nell'imperiale decreto di nomi- tropolitica come delegato pontifìcio,
na, metropolita unìtaruni ecclesia- confermandogli i diritti e privilegi,
rum in Russia, col qual titolo do- riserbandosi in avvenire di provve-
vevano altresìnominarsi ì suoi suc- dere con le consuete forme. Bulhak
cessori. Pio VII col breve In uni- recatosi a Pietroburgo per assu-
versalìs Ecclesiae regimine^ de* 2 5 mervi la presidenza della sessione
febbraio 1807, ^^^^^ ^^^ diritto rutena del cattolico collegio eccle-
4o KIO RIO
siastico, governò in pace la sua Bulhak fu escluso da qualunqfie
chiesa sino alla morte del magna- ingerenza negli affari di religione ;

nimo Alessandro I, dal quale era resistette alle innovazioni, e riget-

tenuto in riverenza ed onorato, tb tutti gli artifizi e le lusinghe


Nel 1825 gli successe il regnante colle quali si procurò corromper-
imperatore Nicolò I, che tra le sue lo. Furono istituiti più vescovati
riforme decretò che l' offizio di scismatici, collo stesso nome degli
metropolitano si limitasse a puro antichi greco-cattolici, onde pro-
grado di onore, sostituendogli nel- durre la rovina delle metropolita-
la potestà il collegio ecclesiastico ne rutene della Russia Bianca e
di Pietroburgo, sotto la dipenden- della Lituania. I piti de' sacerdoti
za del ministro degli affari eccle- ruteni in un al popolo si segna-
siastici. Indi con altro decreto in- larono per eroica fermezza, ma
trodusse nella chiesa greco unita furono rigorosamente puniti; intie-
assai innovazioni funeste alla di- re ville e grosse terre furono co-
sciplina, alla ed alla
gerarchia , strette a cacciarsi nello scisma ;

costituzione della medesima. inutili i reclami e le preghiere di


Nel i832 la Polonia venne di- que' campioni di fedeltà religiosa,

chiarata parte integrante della Rus- preparati a morire anziché rinun-


sia, e gravissime sciagure piomba- ziare alla credenza verace degli
l'ono per disposizioni imperiali per avi. Siemaszko e Luzinski altro vi-
la Chiesa cattolica d'ambo i riti, sì cario metropolitano , agognando
nella Russia che nelle provincie veder scomparso ogni vestigio di
polacche. Il collegio ecclesiastico cattolicismo nelle loro metropoli,
ruteno ch'era stato incorporato al moltiplicarono corruttele e vessa-
sinodo scismatico, ebbe a presiden- ziotìi per trarre in inganno i pre-
te della sessione rutena del cosi ti piti deboli ed ignoranti delle Io-
detto santo sinodo, il prelato Giù- ro diocesi, facendoli soscrivere a
seppe Siemaszko vescovo di Litua- formale giuramento di non frap-
nia, uomo di smodata ambizione porre il più leggiero ostacolo al-
e di perduta coscienza, cui l'illu- l'unione di tutte le chiese rutene
stre metropolitano Giosafatte Bui- colla russa. 11 clero maggiore, sal-
hak fu costretto nominare suo vi- \o poche eccezioni, si mostrò di-
cario nella Lituania, ripugnandovi sposto di rinunziare all'unità cat-
lunga pezza perchè ne conosceva tolica ; solo il clero inferiore fece
i scismatici sentimenti. Giuseppe resistenza degna della sua vocazio-
giurò di domandare alla santa Se- ne, sfidando la morte per serbare
de l'istituzione canonica, ma poi il sacro deposito della fede: il co-
non arrossì di farsi spergiuro. Da raggio de' semplici sacerdoti e del
questo punto l' infelice chiesa ru- popolo ruteno giunse all'eroismo, e
tena diventò semplice parte della col loro martiiioredimevano il piis-
scismatica. I sinodaU d'accordo con simo popolo ruteno dall'orrendo mis-
Giuseppe formarono il vasto e de- fatto commesso dai suoi vescovi con-
plorabile disegno di ridurre allo tro Dio e la Chiesa. Tra gì' illu-

scisma tutta la chiesa greco-catto- stri confessori della fede primeg-


lica, con ogni maniera di macchi- giòil padre dell'apostata e inde-
nazioui. 11 rispettabile metropolita gno vescovo Siemaszko, il quale
,

KIO RIO 4i
in riguardo alle sue canìzie si con- ospitali sue porle agl'illustri sacer-
tentò di farlo portare in Siberia. doti ruteni. Il governo austriaco
Finalmente nel i838 ebbe luo- ricettò pietosamente le vittime sven-
go in Polosko l'atto d* unione di turate della persecuzione con pater-
professare pubblicamente Io scisma, na amorevolezza, provvedendo i mi-
che ad onta delle lusinghe, degli seri d'onorato sostentamento. Lo
ordini e delle minaccie il metro- scisma pertanto degli uniti, avve-
polita Bulhak ricusò sottoscrivere nuto nel 1839, può essere memo-
con ecclesiastica e mirabile intre- rabile negli annali ecclesiastici, co-
pidezza. Questo prelato dopo qua- me dicono i rappresentanti della
rantadue anni di episcopato, deco- chiesa russa, non già pel libero
ro e sostegno della chiesa rutena, ed unanime consentimento del cle-
nel declinar del i838 morì santa- ro e del popolo ruteno,, ma ben-
mente, e l'imperatore gli fece ren- sì per le inaudite ed inenarrabili

dere grandi onori con rito scismati- violenze, con che gli si diede la
co, e tumulare nelle tombe de'metro- mossa, e fu mandato ad efi'elto,
politani russi nel convento di Ales- il tutto diffusamente leggendosi
sandro Newski. Allora Siemaszko nella dotta opera del eh. p. Ago-
e i suoi colleghi non avendo più stino Theiner sacerdote filippino,
nulla a temere , deliberarono di intitolata Vicende della Chiesa
:

pubblicar l'atto della fatale unione cattolica di ambedue i riti nella


scismatica alla chiesa russa ; indi Polonia e nella Ca- Russia ^ da
a'2 febbraio 1889 emanarono il terinaII sino a' nostri di, prece*
Jagiimevole decreto di separazione dule da un rapido cenno sull'ori-
della sola vera cattolica Chiesa la gine e sulle relazioni della chiesa
romana, e di unione alla russa russa con la santa Sede sino ai
scismatica, e sommessamente obbe- tempi di Pietro il Grande, Luga-
diente al così detto santo sinodo no 1843 dalla tipografia Veladini.
di tutte le Russie. Siemaszko, qual Quanto fece per la chiesa greco-
rappresentante del popolo e cle- unita quanto deplorò il luttuoso
,

ro greco-unito, lieto di aver con- avvenimento della caduta de' ve-


seguito il sospirato intento, toIò scovi ruteni il regnante Papa Gre-
a Pietroburgo per fare approvare gorio Xyi [Vedi), r indicammo a
dall' imperatore gli atti del consu- quell'articolo. Egli nel concistoro
mato scisma, ond'egli e il così det- de' 22 novembre annunziò 1889
to santo sinodo li confermarono e al mondo avvenimento
il triste

lodarono , sottoscrivendosi *tra gli col semplice, commovente ed ini-


altri Filareto metropolita scisma- mitabil candore di verità, e lo tra-
lieo di Riovia. Si volle menar mandò al giudizio imparziale de'po-
trionfo di tanto avvenimento^ e so- steri con parole di carità soavissi-
lennizzarlo con grandissima pompa ; me verso de' miseri sedotti , e di
così passò la chiesa rutena nel coloro che cooperarono all'enorine
grembo della russa per opera prin- misfatto. Indi nel concistoro de' 22
cipalmente di Siemaszko, il quale luglio 1842 il medesimo Pontefice
fu perciò innalzato al grado arci- con moderazione evangelica mani-
vescovile. La Gallizia anche nel festò le crude piaghe della chiesa
.1839, siccome nel 1795^ aprì le polacca^ propugnando i diritti della
42 KIR RLE
Chiesa nella Polonia e nella Rus- lucìs et umhrae; Musurgid unwer'
sia violati dalla podestà secolare, salisj Obeliscus Paniphìlius, Oe-
con parole di verità svelò a tutto dipus Aegyptiacus; Obeliscus Ae-
l'orbe cristiano ed alla chiesa uni- f^yptiacus j Mundiis siibterraneus ;
versale i fatti di sì grave e dolo- China illustrata; Historia Eusta-
roso argomento. Quindi nel dicem- chio Mariana j Romani collegii mu-
bre 1845, nella venuta in Roma senni exposilnni a Georgia de Le-
dell'imperatore Nicolò 1, si narra pibus; Latiunij idest nova et pa-
che il medesimo Pontefice Grego- ralella Latii tuni veteris, tuni no-
rio XVI in coerenza delle cose fat- vi descriptio. Le altre opere sono,
te, collo stesso zelo, franchezza a- sull'arte di scrivere in con- cifre;
postolica e paterna dolcezza, aven- cordanze greche della versione dei
do affettuosamente perorato la cau- settanta ;
1' arca di Noè ; la torre
sa de' cattolici, il suo animo fu di Babele, ec. Egli parlava e scri-
confortato con lusinghiere speran- veva ventiquattro lingue diverse ;

ze dal cortesissimo monarca ; il in ciò superò gli antichi poliglotti,


quale restò commosso dalla beni- compreso Mitridate che ne parlava
gna presenza e dalle soavi parole dieciotto o ventidue, laonde solo ai
del venerabile capo della Chiesa nostri giorni è stato superato dal
cattolica. Da questo meraviglioso bolognese cardinal Mezzofanti.
avvenimento, tutto il mondo, mas- RIRLINGTON. Luogo dell' an-
sime i cattolici, ne hanno concepi- ticoregno degli inglesi orientali,
to un più lieto e glorioso avve- dove fu tenuto un concilio dopo
nire, f^. Russia e Ruteni. la festa di Pasqua dell'anno 977,
RIOVIA. Sede vescovile di rito in presenza del re s. Odoardo II,
latino in Polonia. V. Rio vi a, cit- e di Dunstano arcivescovo di Can-
tà arcivescovile della Piussia. torbery. Venne in esso prescritto
RIRCHER. Atanasio. Gesuita, na- un pellegrinaggio ad una chiesa
to a Fulda, dotto e filosofo che della Beata Vergine. luogo dove Il

si acquistò molta fama per la sua si che i la-


tenne questo concilio,
vasta scienza, profonda erudizione lini chiamarono Kirlingtonum^ chia-

e pietà. Egli insegnava a Wurz- mavasi altre volte Kirling o Ralla-


burgo nella Franconia quando gli gè.Reg. t. XXV ; Labbé t. IX Ar-;

svedesi turbarono il suo riposo nel duino t. VI ; Angl. t. L


i63i. Ritiratosi quindi in Francia, RLESSELIO Melchior, Cardi-
si fermò per qualche tempo nei nale. Melchior Rlesselio trasse nel-
collegio che i gesuiti avevano in l'Austria la sua origine da un po-
Avignone. Andò poi a Roma dove vero fornaro, quantunque non man-
nel Collegio romano fondò un ce- chi chi lo faccia di nobile -
stirpe.
lebre museo, che ancora ne por- Sortito avendo dalla natura un in-
ta il suo illustre nome, ed ivi morì gegno vivace e penetrante, ne die-
nel 1680 d'anni ottantadue, dopo de manifeste prove in Ingolstadt,
aver composto e pubblicate molte predicando dal pulpito con tal e-
opere della più importante erudi- nergia ed eloquenza che venne con-
zione. Le principali sono: Praelu- siderato quale altro Cicerone. Ot-
siones magncticaej Prim'uiae gno- tenne un canonicato di Uralislavia
monicae caloplricaej Ars magnae e poi la prepositura nella chiesa
KLE KLE 43
di Vienna, colla carica di cancel- minar Tanatema contro gli autori di
liere dell'archiginnasio di questa siffatto attentato, come avea stabi-
città. 11 suo naturale nato fatto lito di fare; non mancò però di
pei maneggi e pei costumi della spedire immantinente in Vienna
corte, gli diede agio d' introdursi l'uditore di rota Verospi, affmchè
nella grazia dell'arciduca poi im- seco portasse in Roma il cardinale.
peralore Mattia, di cui seppe così In Vienna per lo contrario si pre-
bene guadagnarsi raflfetto ed insi- tendeva, che da Roma si depu-
nuarsi per modo nel suo spirito ,• tassero giudici per procedere sulla
che quel principe si servì di lui faccia del luogo per la decisione
come unico mezzo per combinar della causa, onde il prelato ritor-
i suoi interessi, consigliandosi in nò in Roma senza aver nulla con-
ogni negozio importante e rimet- chiuso. Eletto nel 1621 Gregorio
tendo nelle sue mani gli affari i XV, ad istanza del sacro collegio
più segreti ; ond'è che qual direttore tornò a spedire il Verospi in Ger-
e presidente del dipartimento ec- mania, con ordine espresso di noa
clesiastico e primo ministro di sla- restituirsi in Roma se non col car-

to, di tutto disponeva a suo talen- dinale, ciò eh' egli eseguì con in-
to. Non meno insigne teologo che trepido coraggio. Dappoiché essen-
eccellente oratore, ridusse non po- do egli occupato nello scrivere la
chi tra gli eterodossi alle verità sentenza di scomunica contro il ma-
cattoliche, per cui gli riuscì facile gistrato che ricusava di soddisfar
essere promosso a vescovo di Vien- le sue istanze, esso atterrilo e com-
na, e di ottenere da Paolo V ad mosso dalla costanza del prelato,
istanza di cesare, che a' 2 dicem- gli consegnò il cardinale, che giun-

bre 161 5 lo creasse cardinale pre- to in Roma fu posto in Castel s.

te col titolo di s. Maria della Pa- Angelo. I supposti di lui delitti si

ce, oltre r amministrazione della ridussero alle venalità colle quali


chiesa di Newstadt. Passò sempre pretendevasi avesse corrotto mi- il

tra il cardinale, il re de' romani nisterio primario dell' imperatore


Ferdinando II e l'arciduca Massi- Mattia; e di larga indulgenza al par-
miliano pochissima corrispondenza; tito eretico, mediante l'esazione di
ed il millantare soverchiamente l'au- grosse contribuzioni. Risultò però
torità che godeva presso l'impera- dal processo fiscale, palese l' inno-
tore, con r abuso che talvolta ne cenza dell'accusato; quando già l'in-
faceva, gli procurarono l' invidia e ventario fatto all'improvviso delle
r odio de* magnati , massime dei sue sostanze nell'atto della cattu-
principi di casa d'Austria. D'ordi- ra, lo giustificavano talmente po-
ne di questi nella sera de' 20 lu- vero, che restarono smentite le in-
gho 16 18 fu arrestato nel palazzo colpazioni di cui l'altrui malignità
imperiale, forse nell'atto che da avealo diffamato. Esaminate le ec-
Presbourgh si restituiva a Vienna, cezioni fiscali de' testimoni , udita
con estremo rammarico dell' impe- l'eloquente perorazione del cardi-
ratore, di Paolo V e de' cardinali, nale, questi per sentenza del Papa
indi ritenuto in un monastero. Il fu dichiarato innocente e coli' ap-
Pontefice a persuasione del cardi- provazione rimandato alla sua chie-
nal Bellarmino, si contenne dai ful- sa di Vienna, Fu il Klesselio d'a-
44 KNI KOL
nimo granile e magnanimo, dota- chi, la sede vescovile restò vacan-
to d'incomparabile fortezza d'ani- te: questa al presente è suffraga-
mo, incapace di lasciarsi abbattere nea dell' arcivescovo di Colocza. Ne
dalle disgrazie, amatore de' poveri, furono gli ultimi vescovi, Giusep-
temperante nel vitto e di gran can- pe Carlo Zbisko di Strigonia, di-
dore di costumi. Mori in Vienna chiarato da Benedetto XIV nel con-
nel i63o in età di settantasette cistoro de' i5 dicembre iy55. Giu-
anni, e fu sepolto nella sua chiesa. seppe Pierer di Giavarino, fatto da
Non manca chi dica, che il cardi- Pio VI nel 1779. David Zsolnai
nale fosse propenso alle novità, e di Giavarino, nominato nel 1806
che a gran pregi unisse non pochi da Pio VII, il quale nel i8i5gli
difetti. diede per successore Ladislao Csa-
KNIN (Tinien). Città con resi- ky di Scepusio. Il Papa regnante
denza vescovile della Dalmazia nel Gregorio XVI in sua morte pre-
regno di Croazia, capoluogo di di- conizzò per vescovo a' 28 febbraio
stretto ,
giace sulla riva destra del i83i Alessio Jordansky di Casso-
Kerka ossia Tizio, Tìlìum, a'piedi via; e per quella di questo, nel
d'una ripida montagna, su cui è concistoro de' i4 dicembre 1840,
costrutta una fortezza importante fece r odierno vescovo monsignor
eretta dai turchi, ed alla quale i Martino Miskolczy di Galgocz, ca-
veneziani, che dal 1688 la posse- nonico della metropolitana di Stri-
dettero, aggiunsero qualche fortifi- gonia ed abbate della Beata Ver-
cazione, considerandola punto in- gine Maria di Koloss; abbazia e
teressante. I romani aveano fon- canonicato che con dispensa apo-
dato in questo sito il forte Arda- stolica gli sono stati conservati.
he, chiamata Arduha seu
onde è Ancora si vedono gli avanzi della
Tininium. Questa piccola città è chiesa cattedrale, sotto il titolo di
cinta da mura, con mediocri abi- s.Giovanni evangelista. Il vescovo
tazioni soggette alle inondazioni del non ha episcopio ne mensa vesco-
Kerka, le quali qualche volta co- vile , essendo i beni occupati dai
prono interamente il ponte di pie- turchi. Le sue rendite erano tas-
tra che i turchi vi aveano un tem- sate nei libri della camera apo-
po eretto. Gli abitanti sono circa stolica in fiorini centocinquanta.
mille, i quali combattono col cat- ROLLONITZ Leopoldo, Cardi-
tivo clima e colla penuria di acqua nale. Leopoldo de'conti di Rollonitz,
potabile. Knin è distante quindici nato nella fortezza di Camoromio
leghe da
Zara: Commanville la in Germania, di cospicua famiglia,
chiama Tinìa seu Qiierca. fu condotto in Vienna per appli-
La sede vescovile fu eretta ad car alle scienze e nel tempo istes-

istanza dei re di Croazia verso la so per trattenersi nella corte di


fine del secolo XI, sotto la metro- Ferdinando IV re d'Ungheria, fi-
poli di Spalalro. Commanville dice dove fece spic-
glio dell' imperatore,
che il suo vescovo deve essere care la sua costante pietà e reli-
stato il vescovo della corte dei gione, la pudicizia e modestia, ed
re croati , il quale dovea seguirla altre virtù che lo resero accetto a
ovunque fosse andata. Occupata tutti i principi. Mandato dall' im-
per lungo tempo la città dai tur- peratore Ferdinando 111 a milita-
,

KOL KOL 4^
re tra i cavalieri di Malta, essen- tenere i popoli nella divozione ed
do già ascrìtto al loro ordine, fece obbedienza al sovrano. Appartenne
prodigi tali di valore, che meritò al consiglio ecclesiastico imperiale,
di essere fatto castellano dell'isola, e successivamente fu vescovo di
nella quale occasione abolì il turpe Giavarino, nel 1691 e
di Colocza,
che facevano de' loro figli
Iraffico nel 1695 dell'altra metropolitana
a vii prezzo i maomettani. Per di Strigonia. Sono senza numero
queste ed altre gloriose azioni, al- gli eretici che convertì , gli ebrei
cuni invidiosi gli propinarono il ed i turchi che battezzò. In Tri-
i^eleno, quale essendo bevuto da navia fondò il collegio illirico, so-
altro, Leopoldo commosso dal pe- lendo dire ch'era in coscienza ob-
ricolo corso abbracciò lo stato ec- bligato estirpare l'eresia luterana
clesiastico. Dipoi nel 1 665 fu fatto dall' Ungheria, perchè uno de' suoi
da Alessandro VII vescovo di Ni- antenati ve l'avea introdotta. Do-
tria, chiesache dovette rinunziare po essere intervenuto alla elezione
perchè a cagione de' tempi non di tre Papi, mori d'anni settanta-
poteva governare a suo modo, on- sei a* 20 gennaio 1707 in Vien-
de fu traslata to a quella di Neu- na, da dove trasferito il cadavere
stadt in Austria. Kell' assedio di in Presburgo fu sepolto nella chie-
Vienna del i683 anziché fuggire, sa di s. Salvatore.
restò intrepido nell' angustiata cit- ROLLONITZ Sigismondo, Car-
tà, per cui recò ad essa gran gio- dinale. Sigismondo de'conti di Rol-
Tamento. Faceva da soldato, da lonitz, nipote del cardinal Leopol-
capitano, visitava intrepido le for- do, nacque in Germania nel 1677
tezze e i baloardi, i magazzini delle a' 28 maggio. Portatosi a Roma
munizioni; esortava gli assediati al nel 1693 fu ammesso nel collegio
pentimento delle loro colpe, ed alla germanico, ove si diede con fervore
perseverante difesa. Nella celebre allo studio delle scienze filosofiche
disfatta de' turchi, mentre tutti e- e teologiche. Restituitosi in patria
rano intenti al bottino, il prelato si pose sotto la cura e direzione
andò cercando pel campo i fan- delio zio, che gli conferì un ca-
ciulli ivi rimasti, ne potè riunire nonicato nella sua metropolitana
cinquecento che fece battezzare, ed di Strigonia, della quale poi ebbe
a sue spese cristianamente educa- la dignità di arcidiacono. Fu pro-
re. In premio di tante belle azio- mosso al vescovato di Vaccia, che
ni, a' 2 settembre 1686 Innocenzo governò con singoiar vigilanza ed
XI lo creò cardinale prete del ti- esemplarità, donde fu trasferito a
tolo di s. Girolamo degli Schiavoni, quello di Vienna di cui fu il pri-
ad istanza dell' imperatore Leopol- mo arcivescovo. Indi ad istanza
do I di cui era confessore. 11 car- imperatore Carlo VI, il Papa
dell'
dinale si mostrò sempre pieno di Benedetto XIII a' 26 novembre
zelo contro gli eretici, aiutò con 1727 lo creò cardinale prete col
tutte le forze l'imperatore nelle titolo de' ss. Marcellino e Pietro
guerre co' turchi ; e nelle ribellioni annoverandolo alle congregazioni di
dell'Ungheria si tenne sempre unito propaganda, del concilio, de' vesco-
con cesare, facendo efficaci esorta- vi e regolari ed altre. Fu fatto
zioni pubbhche e private per man- inoltre protettore della Germania
4S KON KON
e degli stati austriaci presso la santa nario, due ospedali, un orfanotro-
Sede, principe del sacro romano fio ed altri stabilimenti. Le case
impero, ed intimo consigliere cesa sono bene fabbricate. Ne* suoi din-
reo. Zelante pel decoro e splendo- torni vi sono i bagni minerali di
re del/a sua chiesa, per la disci Koukous o Roukous-bad. Fu que-
plina del clero e pei vantaggi del sta ci Ita presa dai prussiani negli
popolo, introdusse in Vienna la di- anni ly/p, i744j ^7^^ e 1762:
vozione delle quarant'orej persuase in questo ultimo anno fu moltissi-
I*imperatore a deputar pie perso- mo danneggiata, per essere saltato
ne, che invigilassero ne' sacri tem- in aria un magazzino del gover-
pli, massime nella celebrazione dei no. Questa città fu già l'appan-
divini uffizi, e che i giovani discoli naggio della regina di Boemia.
e le femmine cattive non recassero La sede ad istanza del-
vescovile
scandalo a' fedeli. Si mostrò pro- l'imperatore Ferdinando II fu e-
fuso co' poveri e generoso in sov- retla nel i655 dal Pontefice Ales-
venire gli ospedali ed altri luoghi sandro VII, dichiarandola suffraga-
pii. Fondò nel castello di s. Vito nea della metropoli di Praga, co-
presso Vienna una chiesa in ono- me lo è tuttora. A tale ell'etto il

re di quel santo, oltre un collegio Papa smembrò dalla diocesi di


che edificò in Gleystorf per l'edu- Praga gli otto decanati di Gradicz,
cazione della gioventù. Dopo aver Giezin, Bidzow, Glacz, Dobruska,
contribuito col suo suffrasio alle Credi n, Kostelcolz e Broncow, for-
elezioni Clemente XI
di e Bene- 1 manti in tutto duecento quaranta-
delto XIV, morì
santamente in tre parrocchie. Ecco la serie dei
Vienna agli ii aprile lySi d'anni vescovi di Ronigsgratz. Ne fu il

settantaquattro, e fu sepolto nella primo Giovanni Caramuele di Lob-


sua metropolitana con breve epi- kowiz cistcrciense, dottore di teo-
taffio, avendo lasciato suoi eredi i logia neir università di Lovanio ,

poveri pupilli e gli orfani d'ambo abbate Dessemberg nel palatina-


di
ì genitori. Io di Monserrato a Praga era :

KOLMOGORA. Sede vescovi- stato nominato da Ferdinando III,


le della diocesi di Moscovia sulla ma prima di essere ordinato ot-
Downa, distante v^nti miglia d' Ar- tenne nel 1657 dal medesimo A-
gel verso l'oriente. Vi fu unita la lessandro VII la sede di Campa-
sede di Vaga, cosi chiamata dal gna nel regno di Napoli. Traslata-
piccolo fiume di tal nome. to a Vigevano, vi mori nel 1682,
KONIGSGRATZ (Regino Gra- con flima d'uno de' più dotti pre-
diceli ). Città con residenza vesco- lati del suo secolo. Tutta volta per
vile in Boemia, chiamata ancora primo vescovo si considera Matteo
Kralowlhrades Reginae Gradi- , Ferdinando Bilenberg abbate be-
cium o Kradium Rcginae. E capo- nedettino di s. Giovanni a Skaleii
luogo di circondario al confluente e di s. Nicola a Praga ; fu ordi-
dell'Adler e dell'Elba, dieciotto le- nato nel 1659 e venne trasferito
ghe da Praga. E piccola città, ma a Praga nel 1668. Giovanni Fe-
fortificata, con tre sobborghi, di- derico conte di Waldestein suc- ,

verse chiese fra le quali primeggia cesse al precedente, indi traslato a


la cattedrale, un ginnasio, il semi- Praga. Giovanni Francesco Cristo-
5

RON KYR 47
foro barone di Talcubery, nomi- tassati nei libri della camera apo-
nato nel 1676, morì nel 17 io. stolica in fiorini 44^ > corrispon-
Giovanni Adamo di Vratislavia con- denti alle rendite che ascendono
te di Milrowilz, ordinalo nel i 7 1
1, a circa 9600 fiorini aliquibus o-
fu trasferito a Leitmeritz nel 1721. nerihiis gravati.
Venceslao Francesco conte di Koschin RORELA. Sede vescovile di Mo-
canonico e curalo della cattedrale scovia, unita presentemente a La-
di Olmiitz, ordinalo nel 1722. doga, nella provincia di Nowogo-
Giovanni Giuseppe de' conti di rod, ai confini dell' Ingria e della
Wratislaw, fatto vescovo nel 1733. Svezia.
Antonio de Przichowisky di Shwe, KRONLITSKIA. Sede arcive-
venne eletto nel 1754. Ermanno scovile di Moscovia, unita alle chie-
de Blumegen di Vienna, fu preco- se di Sarski e di Podonski.
nizzato nel 1764. Giuseppe de conti KYRIE ELEISON. Preghiera e
d'Arco di Salisburgo, creato nel parole greche che significano: Si-
1776. Gio. Leopoldo ab-Hay di gnor e, abbiale pietà di noi (Domi-
Fulneck, fatto vescovo nel 1780. ne, miserere nobis)j dalla parola
Taddeo a Trautmansdorffdi Gralz, Kyriof, Signore, e da elecin, aver
eletto 1795. Luigi Rrakowski
nel pietà, all'imperativo e/e/*o«, abbia-
de' conti Kollowrat fu da Pio VII te pietà. Il Kyrie eleison si dice
nel concistoro de' i5 marzo 181 nove volte dopo l'introito alterna-
traslato da Sarepta in partibiis. Per tivamente nella messa dal sacerdo-
la sua traslazione all' arcivescovato te col ministro, cioè tre volte Ky-
di Praga, il Papa regnante Grego- rie eleison 3 tre Chris te eleison, e
rio XVI, nel concistoro de' 24 feb- tre Kyrie eleison. Se il ministro o
braio i832, preconizzò l'odierno quelli che assistono al celebrante
vescovo monsignor Carlo Hanl del- non rispondessero esso solo do- ,

la diocesi di Leitmeritz,
canonico vrebbe dirli tutti e nove, come pre-
della metropolitana di Praga. scrive il Missal. Rom. par. 2, tit.

La cattedrale, edifizio di antica 4, n. 2. Il sacerdote colle mani


struttura, è dedicata allo Spirito giunte innanzi al petto, ed in mez-
Santo, ed anche in onore di s. Cle- zo all'altare, dice alternativamente
mente. Il capitolo si compone del- col ministro, e con voce intelligi-
la dignità del decano, di otto ca- bile e ordinaria tre volte il Ky^
nonici compresi il teologo ed il rie, tre il Christe, e di nuovo tre
penitenziere, di sei canonici ono- volte il Kyrie. Avverte il Merati
rari, e di altri preti e chierici ad- par. 2, tit. 4> i'"b. 2,n. 8, che erra-
detti al divino servigio. La cura no quelli che incominciano il Ky-
d'anime della cattedrale, eh' è mu- rie prima di portarsi in mezzo al-
nita del battisterio, è affidata alla tare, e molto più ancora quelli che
dignità del decano. Alquanto di- non avendo ancora terminato l'in-
stante dalla cattedrale è l'episcopio. troito, partono dal messale per por-
Niuna altra parrocchia vi è nella tarsi a dire il Kyrie. Il sacerdote
ciltà, né religiosi ; viè il monte con questa orazione domanda a
di pietà. La diocesi è ampia e con- Dio misericordioso, di essere degno
tenente molti luoghi e parrocchie. intercessore presso la divina mae-
I fruiti della mensa vescovile sono stà per il popolo cristiano. Dicesi
48 KYR KYR
nove volle nella messa il Kyrie 5arre, che mentre il popolo faceva
eleisoìiy onore della ss. Trinità;
in tali divote acclamazioni, i cantori
ed è perciò che le Ire seconde s'in- dicevano mattutino di tre lezioni,
dirizzano a Gesù Cristo : Christe e- ed intanto al Papa si lavava i pie-
leisoriy cioè Gesti Cristo ^ abbiale di col basilisco, secondo il solito

pietà di Anticamente il nu-


noi. delle processioni lunghe, in cui essi
mero dei Kyrie non era fissato a andavano scalzi. Il Marangoni de-
nove, ma cantavasi finche il po- scrivepure le Lavande de piedi
polo fosse riunito, ovvero finché il (Vedi) dell'immagine sei volte,
celebrante faceva segno di cessare. cioè avanti l' ospedale di s. Gio-
Ciò che ha potuto determinare il vanni, avanti la chiesa di s. Cle-
numero de' Kyrie a quello di no- mente, di s. Maria Nuova , di s.

ve, aulicamente triplicavasi


è che Adriano, di s. Pra ssede, e la sesta

d'ordinario la Litania (Vedi)^ che avanti la chiesa di s. Giuliano. Qui


canlavasi andando processionai men- noteremo che il Galletti nel suo
te alla chiesa stazionale, cioè al PrimicerOy a pag. 117 e 118, narra
luogo indicato per cantare o cele- che Sergio III donò ad Eufemia
brare Ja messa, onde cosi prolun- abbadessa di s. Maria di Roma nel
garla in fino a che si arrivasse al- go5 alcuni beni, acciò le sue sacre
la ed ivi s'incominciasse la
chiesa, vergini ogni giorno recitassero per
messa ; maniera che ciascuna
di rimedio della di lui anima cento
invocazione, per esempio Sancta Kyrie eleison e cento Christe elei-
Maria y ora prò ìiobis, era ripetuta son. Nel 926 Giovanni X diresse
tre volte; una volta dal cantore, una Leone abbate di Su-
bolla a
un'altra dal primo coro , la terza biaco di conferma di un privilegio,
dal secondo coro, per cui questa coH'obbligo però, che debbano quei
Litanìa chiamavasi ternario. Nelle monaci dopo il mattutino in ogni
Litanie dunque, le quaU termina- tempo avvenire, per la redenzione
vano con Kyrie eleison , Christe della di lui anima, recitare cento
eleison, queste jiaroleerano tripli- Kyiie eleison e cento Christe elei-
cale e ripetute tre volte cadauna, son.
locchè produceva il numero di no- L' uso di diie i Kyrie eleison è
ve, che fu conservato in seguito. antichissimo nella Chiesa. Ariano, il

11 Marangoni w^W Istoria di san- quale vivea nel II secolo dell' era
cta sanclonun , e deW immagine nostra, dice espressamente nel cap.
del ss. Salvatore, a p. 1 16 e 148, 7 del lib. II della sua dissertazio-
parlando della processione che con ne sopra Epitelio, che i pagani
detta ss. immagine si faceva per invitavano la divinità col Kyrie e-
Roma, massime nella vigilia del- leison, Deiini invocantes precamur
l' Assunta, dice che posta me- la cum Kyrie eleison. Il Vossio è di
desima sulle scale di s. Maria Nuo- opinione che avessero imparato que-
va, tutto
il popolo genuflesso l'ado- sta preghiera dai cristiani, ma in
rava, e percuotendosi contrito il pet- vece il Rrisson sostiene nelle sue
to , gridava cento volte Kyrie eleison, formule, che fu dai pagani che
cento volle Christe eleison, ed al- l'appresero i cristiani : yò/i/cm hujus
trettante Kyrie eleison. Aggiunge precationis esse a paganorum con-
il Severano a pag. 5*] i Memorie suetudine. Il Macri nella Not. de*
RYR KYR 49
vocab. eccl. dice che i Kyrie elei- tre volte Kyrie eleison y dopo il

son furono introdotti nella Chiesa Gloria in excelsis y tre altre volte
dal Papa s. Silvestro I del 3i4; dopo Tevangelo, e tre volte dopo
ma che essendosi tralasciati, furono la comunione. A Lione non si dice
poi rimessi da s. Gregorio I Ma- che una sola volta Kyrie^ una vol-
gno 5go, com'esso medesimo
del ta Christe ed un'altra volta Kyrie.
scrive a Giovanni vescovo di Sira- Sull'antichità del Kyrie eleison nel-
cusa nell'epist. 63 del lib. 7, nella la chiesa latina, veggasi il Sarnelli,
quale il santo Pontefice si discolpa Leti. eccl. t. VIII, lett. 18, n. io.
della calunnia impostagli di avere Nella chiesa anglicana cominciò si

introdotti nella Chiesa latina riti a cantare l'anno


il Kyrie eleison
greci dappoiché al dire del Bel-
; mille circa, quando il vescovo s.
larmino, De Missa, lib. II, cap. 16, Dunstano volendo celebrare la mes-
erano in uso per tutta l'Italia cen- sa addormentò, e rapito in estasi
si

tocinquant' anni prima di s. Gre- udì angeli che lo cantavano alla


gli

gorio I. Scrive il Novaes che que- ss. Trinità, come si ha dal Macri,

sto Papa aggiunse alla messa no- citando Vincent lib. i4, cap. 85.
ve volte il Kyrie eleison, secondo Il medesimo Macri aggiunge che
alcuni. Si legge inoltre nel Le-Brun, da queste parole si formò il vo-
Della Messa part. II, art. 2, n. 2, cabolo Kyrilies j per denotare le

che nei primi quattro secoli della voci del popolo replicate nelle pub-
Chiesa in quasi tutti i riti delle bliche processioni, colle solite preci.
chiese greche si trova che questa Il Kyrie eleison s' indirizza alle
preghiera si faceva pei catecumeni, tre persone della ss. Trinità, e si

dicendo un diacono ad alta voce : ripete tre volte per ciascuna, per-
Catecumeni orate, che i fedeli pre- chè tutte e tre cooperano indivisi-
gano per voi, e dicono Kyrie elei- bilmente alla misericordia che si

son. Dipoi il concilio li di Vaison domanda a Dio con questa formo-


ordinò che in tutte le chiese delle la: il Padre mandando suo Figlio
Gallie, dove nel 529 non ancora per riscattare l' uomo ; il Figlio
dicevasi nella messa, in avvenire prendendo una carne umana, sof-
si dicesse non solo nella messa, ma frendo e morendo ; Io Spirito San-
eziandio al mattutino ed al vespe- to formando nel seno delia Vergi-
ro. Il terzo canone poi di detto ne l'umanità del Verbo, ed appli-
concilio nota che questa orazione candoci i suoi meriti coli' infusione
in Roma, in Italia, e in tutte le della grazia. V. s. Tommaso, par.
Provincie dell' oriente era in uso 3, quaest. 83, art. 4?^^ Innocen*
sino dal VI secolo. Il concilio 5i zo III, lib. 2, cap. una pa-
19. In
Bazas del i529 meglio stabiFi in rola il Kyrie eleison una pro- è
Francia V uso del Kyrie eleison. fessione di fede compendiata sul
Questo è spesso usato dalla chiesa mistero della ss. Trinità, come os-
greca nella messa ed altri divini serva il Bergier. Del resto non si

uffizi, così ancora nel rito ambro- deve far meraviglia che la Chiesa
siano. Nella chiesa greca però non faccia uso di queste parole greche
si dice Christe eleison , ma sola- nella sua Essa si serve al-
liturgia.
mente Kyrie eleison; e secondo il tresì, per un'usanza che deriva da-
rito della chiesa ambrosiana si dice gli apostoli, di alcune parole ebrai-
VOL. xxxvii. 4
,

So KYR KYR
che, come Amen, Alleluja, Ho^ dalla sacra Scrittura e dalle piìi
sauna ec. {Vedi), per far "vedere antiche liturgie , le quali furono
l'unione di tutta la Chiesa, mal- scritte in una di quelle tre lingue.
grado la differenza delle lingue, e V, il Barbosa, cap. XXXI, De Ky-
perchè queste tre lingue, l'ebraica rie eleisonj Christ. Goffridi Rra-
o caldaica, la greca e la latina fu- benier, Stricturae historicae de for-
rono in certo modo consecrate col mula Kyrie eleison, Dresdae I744ì
titolo della croce di Gesti Cristo ed il Giorgi tom. II, e. 12, p. 78.
è

LAB LAB

LiABADlSTL Erelici, discepoli all'altro; che l'osservanza del giorno


(liGiovanni Labadia o Labadie di di riposo è una pratica indifferente;
Bourg nella Guienna, fanatico e vi- che Gesù Cristo non proibì di la-
sionario del secolo XVII. Questi vorare in questo giorno, come ia
dopo essere sialo religioso, divenne tutto il resto della settimana; eh'
iTìinislro protestante calvinista in permesso farlo purché si lavori di-
Monlauban, capo d'una setta
fu i votaraente . 6. Distinguevano due
cui errori partecipavano di quelli chiese, una in cui il cristianesimo
di Molinos, dei calvinisti, degli a- ha degenerato e si corruppe, l'altra
nabattisti, de* lietisli e degli ernuti. ch'è composta di soli fedeli rigene-
Dopo essersi sposato alla fannosa rati e distaccati dal mondo. Am-
Schurman dotta nelle lingue, mori mettevano ancora il regno dei mille
in Holstein nel 1674. Ecco i prin- anni, durante il quale Gesù Cristo
cipali errori che sostennero Laba- dovea venire a dominare sulla ter-
dia e i di lui partigiani, i. Credeva- ra, convertire i giudei, i pagani, e
no che Dio possa e voglia ingan- i cattivi cristiani. 7. Non credevano
nare gli uomini, e di fatto qualche la presenza reale di Gesù Cristo
volta gl'inganni. 2. Secondo essi lo nell'Eucaristia; secondo essi questa
Spirilo Santo opera immediatamen- sacramento è soltanto la comme-
te sulle anime, o dà diversi
loro morazione della morte di Gesù
gradi di rivelazione come sono ad Cristo; e che questo si riceve sol-
esse necessari, perchè possano risol- tanto spiritualmente, quando si co -

versi e dirigersi da sé medesime raunica colle necessarie disposizio-


nella via della salute. 3. Accorda- ni. 8. La vita contemplativa, secon-
vano che il battesimo è un sigillo do la loro idea, è uno stato di gra-
dell'alleanza di Dio cogli uomini, e zia e di unione divina: la perfetta
pensavano bene che lo si das-
esser felicità di questa vita è il sommo
se a' fanciulli appena nati; ma con- della perfezione. Su questo punto
sigliavano differirlo sino ad un'età aveano un linguaggio di spirituali-
avanzata, perchè, dicevano, questo tà che la tradizione non insegnò, e
è un segno di essere morti al mon- che ignorarono i migliori maestri
do, e risuscitati in Dio. 4- Preten- della vita spirituale . I labadisti
devano che la nuova alleanza am- funestarono principalmente il paese
metta soltanto degli uomini spiritua- di Cleves.
li, e li ponga in ima così perfetta LABARO. V. Bandiera.
libertà, che non abbiano piìi me- LABBÉ Filippo. Gesuita nato
stieri di legge, né di cerimonie; che a Bourges nel 1607 d'una buona
questo è un giogo da cui Gesù Cri- famiglia. Insegnò teologia morale
sto liberò i veri fedeli. 5. Asseriva- per cinque aimi, ora in Bourges, ora
no che Dio non preferì un giorno in Parigi , dove morì nel marzo
-.

52 LAB LAB
1667. Aveva una memoria prodi- alla santa Sede, e 1' Ughelli, Italia
giosa, ed una estesissima erudizione, sacra t. X, p. 119, riporta la se-
che unite ad un assiduo travaglio rie de'seguenti dieci vescovi. Lumi-
fecero sì ch'egli pubblicasse nume- noso che fu al concilio Lateranense
rosissime opere, la maggior parte nel 649, celebrato dal Papa s. Mar-
delle quali però sono collezioni da tino I ; Pietro che intervenne a
lui ridotte in corpo. Tra le sue o- quello del 761 tenuto in Roma dal
pere nomineremo: Concordia sacrae Pontefice s. Paolo I; Lunisso che
et proplianae chronologìae annorum fu all'altro del 964; Benedetto sot-
5691 ab orbe condito ad annum toscritto a quello pur di Roma del
Christi 1628. Nuova
traduzione del 998; Domenico a quello roma-
martirologio romano. Galliae syno- no del 1029, ed a quello del 1087;
doruni conciliorumque brevis et ac' Giovanni che fu al concilio di Ro-
curata historia. De bysantinae hi- ma contro il patriarca d'Aquileia;
storiae scriptoribus publìcam in Pietro nominato
cardinal vescovo
luceni eniittendis protrepticon. L'an- nel io55 da Vittore II; Minucio
no santo de cattolici coi santi e le che sedeva nel 1 080 Bobone o Bobo ;

sante più rimarcabili. Regia epito- creato cardinale vescovo di Labico


me historiae sacrae et profanae ab da Urbano II ; e Bono che assistette
orbe condito usque ad annum 65
1 1 nel 1 1 1 1 all'incoronazione di En-
Specimen novae bibliothecae manu- rico V, fatta da Pasquale II in s. Pie-
scriptorum etc. Bibliotheca chrono- tro, e fece l'elogio di quel principe.
logica ss. Patrum theologorum seri- L'antica città di Labico fu così
ptorum ecclesìasticorunt. Concilio chiamata, al dire di alcuni, dal no-
rum general, national. prò linciai, me di Glauco figlio Minos, co-
di
dioecesanorum etc. hystorica synop- sì detto dallo scudo den-
militare,
sis. Bibliotheca bibliothecarum. Una trovi il bracciale o manico, il cui
collezione di concilii che usc\ com- uso egli pel primo introdusse in I-
pleta nel in XVII volumi. Li
1672 talia, chiamato dai latini Merubium
otto primi erano stampati quando e dai greci Ansa, che è lo stesso
morì il p. Labbé. Siccome erano che Labico. Altri dissero che fosse
principiati il IX e X, tutto il XII e edificato ovvero ampliato, onde ne
li tre seguenti, il p. Gabriele Cossart, prese poi il nome, da Tito Labie-
pure gesuita, non solo rivide tutta no legato di Cesare nelle Gallie e
l'opera, ma terminò i volumi prin- celebre capitano romano, o da qual-
cipiati e compì gli altri. che altro di sua illustre famiglia e
LABICO o LAVICO, Labicum, prima di lui. Certo è che fu no-
Lavicum. Sede vescovile non più bile colonia romana e città celebre,
esistente nella Campagna di Roma, che dicesi meglio fondata dai tu-
nella via Labicana, celebre negli sculani o piti probabilmente dagli
atti ecclesiastici e ne' martirologi albani. Alcune sue notizie le ripor-
pei tanti santi martiri che vi pa- tammo all'articolo Colonna (Vedi)y
tirono il martirio, e pei cimiteri che perchè alcuni credettero che il pre-
ancora vi sono rimasti in venera- sente borgo della Colonna ne oc-
zione. Nei primi secoli della Chiesa cupi il sito; altre le riportammo
e forse nel VI vi fu stabilita la sede all'articolo Frascati ( Vedi ), par-
vescovile immediatamente soggetta lando del Tusculo e luoghi convi*
LAB LAC 53
cini, ed a p. i8o delie sue chiese; biblioteca vaticana. Fu accettissimo
nel medesimo voi. XXVII, 3i5,p. a Guglielmo I il Malo re di Sici-
si disse come gli abitanti della Co- lia, innanzi, al quale valorosamen-
lonna festeggiarono il passaggio di te disputò,ed egli nel governo del
Gregorio XVI. Altri dicono che regno si valse de'savi consigli di
l'antico Labico sia la città di Val- Laborante. Morì nel 1190 con dis-
montone, ed altri Zagarolo; della piacere di tutti in Roma , dopo
prima ne tratteremo all'articolo Vel- essere intervenuto alle elezioni di
LETRij del secondo a quello di Ti- quattro Pontefici. Compose altre
voli. Il p. Kircher discorre di La- opere che riporta il Cave nel t. II,

bico nel suo Latium. Abbiamo da p. 245, della Storia degli scrittori
Francesco Ficoroni Le memorie : ecclesiastici.
vitroi'ate nel territorio della prima LABORANTI, Lahorantes. Chie-
e seconda città di Labico e i loro rici che avevano cura di seppellire
giusti siti. Roma 1 7 45. Questo dot- i morti, r. il voi. XXVIII, pag. 3o
to antiquario volle provare che La- del Dizionario.
bico fòsse sul Colle dei Quadri, LACABENA. Sede vescovile gia-
presso la sua patria Lugnano, co- cobita^ nella diocesi d'Antiochia.
mune soggetto al governo di Val- Ebbe per vescovi, Basilio deposto
montone; ma vi si oppose il Vita- da Atanasio VIII nel ii43; Eu-
le coll'opera che citammo al suddetto dossio che assistette all'elezione d'I-
volume, p. 169. gnazio 1222 ; Atanasio I tras-
II nel
LABORANTE, Cardinale.l.2ho- ferito 1246 alla sede di To-
nel
rante di Pontormo nella Toscana, lemaide; Aronne nominato da I-
si applicò con grande ardore agli slu- gnazio II; Gregorio Bar-Ebreo o
di neir università di Parigi, dove Abulfaragio, traslato da Guba^ au-
ottenne il titolo di maestro. Dalle tore della cronaca de'giacobiti, poi
Gallie si trasferì in Germania per vescovo di Aleppo; e Atanasio II
sempre piìi avanzarsi nella cogni- del 1253. Oriens christ. t. II, p.
zione delle scienze. Indi pe'suoi i5io.
gran meriti nel settembre del 1171 LACEDEMONE o LACEDE-
o 1 173 Alessandro III Io creò car- MONI A. Città vescovile della pro-
dinale diacono di s. Maria in Por- vincia Eliade o Achea, nella dioce-
tico e poi prete del titolo di s. si deirilliria orientale o esarcato di
Maria in Trastevere. Si rese insi- Macedonia, sotto la metropoli di
gne per molte e gravi legazioni che Corinto, eretta nel V secolo. Chia-
sostenne in vantaggio della Sede mossi anticamente Sparta o Heca-
apostolica sotto cinque Papi, non tompilosj perchè comandava a cento
meno che per la vasta sua erudi- città, di cui sole trenta però ne con-
zione nelle facoltà filosofiche, teo- servava a tempo di Strabone; in
logiche e legali, come lo dimostra oggi chiamasi Misistra o Mistra,
una ben disposta collezione di ca- città delia Grecia antica, capitale
noni da lui indirizzata a Pietro ve- della Morea , cosi detta dai for-
scovo di Pamplona, nella composi- maggi de'suoi dintorni. Sta una le-

zione della quale impiegò ben venti ga ovest dalle rovine della celebre
anni, avendola compita nel 1182 Sparta, i cui avanzi servirono in
che manoscritta fu depositala nella parte alla sua costruzione, in uoa
54 LAG LAC
amenissima situazione, in forma di ganee, cioè Chariopoli o Cheropo-
anfiteatro, sopra una collina del li,Messene, Amycla o Taigeta o
Taigete, presso un ruscello tributa- Vordonia, e Talamo ossia Brestene.
rio del fiume Iri. Domina una pia- La chiesa metropolitana è dedicata
nura coperta di gelsi ed olivi, ed è alla Beata Vergine. La serie dei
essa stessa dominata da un castello vescovi ed arcivescovi greci che oc-
fortificato. Cinta di mura quasi ro- cuparono la sede di Lacedemone,
vinose, ha due porte, con quattro si legge nel p. Le Quien , Oriens
sobborghi, uno de' quali occupato chrìst. tom. Ili, pag. 190 e seg.
dagli ebrei. E residenza d'un ve- Vi fu eretta anche una sede vesco-
scovo greco. I veneziani la presero vile di Aimone n' era
rito latino.
nei 1687, ma
poco dopo ricu-
fu vescovo 1278; Giacomo
verso il

perata da* turchi. Mollo soffrì per domenicano fu nominato da Inno-


parte dei russi nel 1770, e più le cenzo Vili nel 149" 5 Giovanni
furono funeste le ultime stragi che del medesimo ordine sedeva nel
Je cagionò l'armata egiziana a'no- 1 5oo. Oriens chrìst. t. III, p. 902.
stri tempi. Aveva alcune chiese gre- Al presente Lacedemonia, Lacede-
che ed armene, un collegio, una monien, è un titolo arcivescovile
sinagoga, e molti stabilimenti di in partibus che conferisce la santa
carità. Secondo la nuova divisione Sede, cui sono soggetti i titoli ve-
della Grecia è il capoluogo del di- scovili pure in partibus di Tena-
partimento di Laconia. Lacedemo- ria ed Amycla.
ne fu celebre ed antica città del LACEDONIA o LACEDOGIVA
Peloponneso, situata alla riva de- (Laquedonien). Città con residen-
stra ad occidente dell' Eurola. In za vescovile del regno delle due
questa città, dice Terpandro, regnò Sicilie, nella provincia del Princi-
il valore
padre della vittoria, la pato Ulteriore, capoluogo di canto-
musica maschia che lo ispira, e la ne. E situata a piedi degli A pen-
giustizia che sostenne la gloria delle nini in mezzo all' estremo picco
armi . Quantunque fosse quattro boreale del Monte Jarminio che ,

volte meno grande di Atene, des- guarda la pianura di Puglia tra il


sa la eguagliava in potenza e la sor- Carapelle e l'Ofanto. Ha una bella
passava in virtù. Stette seicento an- cattedrale, diverse chiese minori, e
ni senza mura, credendosi forte ab- due benefici ospizi. Fu un tempo
bastanza pel coraggio dei suoi abi- città di qualche considerazione, e
tanti . Si chiamò da principio Spar- sì chiamò pure Cedogna. La terra
ta, poi Lacedemone, indi Misistra. di Carbonara è stata creduta da
Per spartani s'intendono i cittadi- Ciuverio l'antica Aquilonia^ come
ni di Sparta, e per lacedemoni gli dal Cittadini e dall' Holstenio si è
abitanti della Laconia, tranne gl'i- attribuito un tale onore a Lacedo-
loti risguardati come schiavi. nia. Aqiiìlonia fu inoltre detta cit-

La sede vescovile fu dall' impe- tà sannilica, fra Benevento e Ca-


ratore Alessio Comneno eretta in nusio; altri la fissano presso Agno-
metropoU nel 1082; Commanville ne, ma le questioni restano indeci-
dice che ciò segui sotto il patriar- se,non rimanendone alcun vestigio.
ca Eustrato verso
1087, con il Nel 1497 Federico I re di Napoli
quattro chiese vescovili per suffra- in rimunerazione de' servigi prestati
LAG LAG 55
dal cardinal Ascanio Maria Sfoiva Allora Paolo IH fece amministra-
vicecanceliiere, l' investì della città tore il cardinal Antonio Sanseveri-
di Lacedonia, di Rocchetta e Car- no a* 25 febbi-aio: per sua dimis-
bonara, con suo diploma, la quale sione a' 24 settembre nominò ve-
ultima nell'anno seguente il cardi- scovo il suo parente Scipione Du-
nale la donò a Sforzino Sforza si- ra patrizio napoletano. Morto nel
gnore di Castell'Arquato, con ap- i55i, Giulio III dichiarò vescovo
provazione di detto re. Paolo Cappelletti piacentino, il qua-
La sede vescovile, secondo Com- le ebbe a successori nel 1 564 Gio.
:

manville, fu eretta avanti V anno Francesco Carducci nobile di Bari,


I loo, e fatta suftlaganea della me- illustre per virtù e dottrina. Nel
tropoli di Gonza della quale è tut- i584 Marco Pedacca Miran- della
tora. Però r Ughelli che nel tomo dola, abbate benedettino di s. Vi-

VI, pag. 838 deW Jialìa sacrane tale di Ravenna, peritissimo mate-
riporta la serie de' vescovi che qui matico. Nel 1602 fr. Gio. Paolo
riproduciamo, dice che il primo fu Palenteri di Castel Bolognese fran-
Angelo, quale assistette al conci-
il cescano. Nel 1606 Giacomo Can-
lio generale Laleranense IH, cele- dido nobile siracusano, insigne per
brato nel II 79 da Alessandro III. virtù e pietà, morto nel i6o8. Gli
Ne furono successori, Antonio del successe subito Gio. Girolamo Cam-
1265. Rogero del 1275. Nicolò che panile napoletano, che traslato nel
morì nel i345. Fr. Francesco de 1625 ad Iserniagli venne sostituito
Marzi francescano, fatto da Clemen- fr. Ferdinando Bruno fiorentino dei
te VI nel 1845. Paolo Manassei minori. Nel 1649 fu fatto vescovo
di Terni del i38i. Antonio del Gio. Giacomo Cristoforo della dio-
i386. Fr. Guglielmo Neritono fran- cesi Capaccio, che morì in Ro-
di
cescano, elettoda Bonifacio IX nel ma appena consecrato, e fu sepol-
i3g2. Giovanni trasiato da Galli- to in s. Maria in Aquiro. Nello slesso
poli dal medesimo Papa nel iSgG, anno fu eletto fr. Ambrogio Viola do-,
il quale ne lo privò nel 1899 so- menicano. Nel i65r Giacomo Gior-
stituendogli Giacomo de Marzi di dano di Trevico, abbate di Monte
Lacedonia. Adinolfo morì nel i4i8. Vergine, dotto ed erudito rifece :

Jaquinto canonico vaticano nomi- l'episcopio e V ampliò per l' abita-


nato subito successore da Martino zione de* famigliari. Pietro Antonio
V. Nicola i425. Anto-
eletto nel Capobianchi patrizio beneventano,
nio Cozza della diocesi di Bovino chiaro filosofo e teologo del i663.
del 1428. Giovanni che morì nel Benedetto Bartolo patrizio siciliano
i45>2. Giacomo de Cavallini cano- del 1672. Gio. Battista Morea di
nico di Benevento gli successe nel- Bitonto del 1684, di sommo zelo
lo stesso anno. Pietro fiorì nel e religione, per cui abolì le feste

1471. Giovanni de Porcari di A- quasi baccanali che il popolo cele-


cerenza di nobil gente, eletto nel brava nella vigilia dell' Epifiiuia :
i48r , morì nel i486. In tale an- a sua insinuazione fu riedificata la
no divenne vescovo Nicola Rubini cattedrale, alla quale solennemente
vicanus, cui Giulio li nel i5o6 pose prima pietra , e morì lo-
la
die in successore Antonio Dura no- datissimo nel 1710. Clemente XC
bile napoletano, che morì nel i538. nel 1718 nomiBÒ Gennaro Scala
56 LAG LAG
patrizio di Terlizzi. Gli altri ve- apostolica in fiorini cento, ascenden-
scovi del secolo passato e del cor- do le rendite ad annui ducati na-
rente sono notati nelle annuali No- poletani tremila circa, publìcis non
tizie di Roma. Mentre n'era vesco- deductis oneribus.
vo Francesco Ubaldo Romanzo del- L ACISRI,LANGISRI oLENCZY,
la diocesi diGonza, fatto vescovo Lancicia o Lencicium. Città della
da Pio VI nel 1795, ad istanza bassa Polonia, woiwodia di Maso-
del re Ferdinando I il Papa Pio via^ capoluogo di obvs^odia lunge
VII nel18 18 soppresse la sede dieci leghe da Gnesna, giace in
vescovile di Trevico (Vedi), e Tu- paese paludoso ; è cinta di mura
nì a Lacedonia. Inoltre Pio VII e rinchiude cinque chiese, due con-
nel 18 19 fece vescovo Vincenzo venti ed una sinagoga. Quivi fu-
Ferrari domenicano di Napoli. Leo- rono tenuti diversi concilii.
ne XII nel 1828 Giuseppe Botti-
cellide' minimi di Sora. Il regnan-
Concita di Laciski o Lanciski.
te Gregorio XVI nel i834 Mi-
chele Lanzetta della diocesi di Sa-
lerno, trasferito dà Oria ; nel i843 Il primo si adunò nel 1181 in-
gli diede in successore monsignor torno a diversi affari del regno.
Luigi Giamporcaro della diocesi di Il secondo nel 1 188 per doman-

Girgenli che avendo traslatato


,
dar le decime di sovvenzione per
a Monopoli nel i844) "^^ conci- far la guerra a Saladino sultano
storo de' 20 gennaio i845 preco- d' Egitto e di Siria , in favore di
nizzò l'odierno vescovo monsignor Terrasanta. Labbé tom. X; Ardui-
Luigi Napolitano della diocesi di no tom. VI.
Nola. Il terzo ebbe luogo nel 1197, in
La cattedrale è sacra a Dio, ed cui fu ordinato il celibato a' preti
in onore della Beata Vergine As- e prese provvidenze sui matrimo-
sunta in cielo. Il capitolo si com- ni. Ibidem.
pone di cinque dignità, prima delle Il quarto nel 1246 contro Cor-
quali è l'arcidiacono , di sette ca- rado duca di Masovia, usurpatore
nonici compreseprebende del le de' beni di Chiesa. Labbé t. XI ;

teologo e penitenziere, didue ca- Arduino t. VII.


nonici soprannumerari, di quattro Il quinto nel 1257 contro Bo-
mansionari e di altri preti e chie- leslao duca di Slesia, che teneva
rici addetti al servigio divino. Nel- prigioniero vescovo di Breslavia.
il

la cattedrale vi è il fonte battesi- Labbé t. XI; Arduino t. VII.


male, esercitandosi le funzioni di 11 sesto nel i285 a' 6 gennaio

parroco dall'arcidiacono. L'episco- dall'arcivescovo di Gnesna con quat-


pio è prossimo alla cattedrale, ol- tro sull'immunità della
vescovi,
tre la quale non vi sono parroc- Chiesa. Vi fu scomunicato Enrico
chie nella città. Esistono tre con- IV duca di Slesia per avere occu-
fraternite ed il monte di pietà. La pati tutti i beni del vescovo di
diocesi a più miglia si estende, Breslavia, e decime del
tutte le

comprendendo nove luoghi e ca- clero. Ibidem, e Diz. de concilii.


stelli. I frutti della mensa vescovile Il settimo nel i4^3 contro gli

SODO tassati ne' libri della camera ussiti. Chocleus, Hisl. hussit.
, ,

LAD LAD 57
L'ottavo nel i466 intorno ai strano dirigeva alla perfezione col-
costumi. le sue lezioni e co' suoi esempi.
Il nono e i523
il decimo nel Intraprese con dodici compagni una
contro Lutero. Rinaldi ad hunc missione in mezzo ai tartari cal-
annuni. muchi, seguaci o del dell' idolatria
LADISLAO d'Unghe-
I (s.), re maomettismo ; ma
che gli ostacoli
ria, figlio di Bela L Nacque nel incontrò per parte del governo rus-
io4i, e nel 1080 fu chiamato a so, impedirono il buon esito di
salire sul trono. Tosto si diede alla questa santa impresa. Ritornalo ia
riforma delle leggi e della disci- Polonia , si diede interamente al
plina. Ammiravasi in lui quella compimento dei doveri di sua pro-
castità, quella dolcezza e gravità, fessione. Dimostrò la sua consu-
quella tenerezza verso i poveri, e mata prudenza nelle cariche di
quello spirito di pietà che fin da guardiano del convento di Varsa-
fanciullo avea fatto la sua qualità via e di provinciale del suo ordi-
distintiva. Ripieno delle massime ne, e si acquistò grande riputazio-
dell'evangelio, aveva cuore affat- il ne come Mori a Var-
predicatore.
to alieno dalle grandezze e dalle savia nel i5o5. I polacchi ed i
ricchezze della terra. La vita che lituani, che ne conobbero i meriti
menava nel suo palazzo era auste- e la santità , lo scelsero per uno
rissima : seguiva a tavola le regole dei loro primi patroni. Il Papa Be-
d'una esatta sobrietà , e non face- nedetto XIV permise che Ladislao
va mai uso di vino. Nulla trascu- fosseonorato come bealo ; e l' or-
rava perchè si facesse ragione ai dine di s. Francesco ne celebra la
suoi sudditi senza parzialità, e fu festa ai 22 d'ottobre.
gelosissimo di conservare i diritti LADOGA. Sede vescovile della
della Chiesa, e di difendere il suo provincia di Noivogorod nella dio-
stato, cui aggiunse la Dalmazia e cesi di Moscovia, sotto l'arcivesco-
la Croazia ; cacciò gli unni, e vin- vo di Nowogorod e di Veliki-Louki.
se i polacchi, i russi ed i tartari. LADVOCAT Nicola. Dottore
Gli fu dato il comando della gran della casa e società di Sorbona
crociata contro i saraceni ; ma non soprannominato Billiad, pio e dot-
potè egli partire alla volta della to vescovo di Boulogne, dove mori
Palestina, essendo morto a' 3o di nel 1679. Abbiamo di lui: Fin-
luglio 1095. Fu seppellito a Wa- diciàe partlienicae, nella quale di-
radino, e i suoi miracoli persua- fende r assunzione corporale della
sero Celestino Ili a canonizzarlo Beata Vergine. Non bisogna con-
nel 1198. Nel martirologio roma- fonderlo con Gio. Battista Ladvo-
no è nominato ai 27 di giugno cat di Vancouleurs, professore di
giorno in cui si fece la traslazione lingua ebraica e bibliotecario di
delle sue reliquie. Sorbona, il quale ebbe parte nel Di'
LADISLAO DI GiEiNiow (beato). zionario geografico portatile. Scrisse
Nacque nel borgo di tal nome nella pure una lettera sui rinoceronti ;

Polonia, dipendente dalla diocesi di sul naufragio di s. Paolo ; la gram-


Gnesna, ed ebbe la bella sorte di matica ebraica ; ed il Dizionario
essere del numero dei religiosi fran- storico portatile diviso iu sette to-
cescani, cui s. Giovanni da Capi- mi. Ne furono fatte diverse edizio-
53 LAG LAI
ni, e tra le traduzioni italiane ci- cardinal Ivone legato della santa
teremo l'edizione di Bassano i8a4- Sede, per terminar diverse differen-
LAG ANI A. Sede vescovile della ze ch'erano insorte tra il vescovo
prima Galazia, nella diocesi di Pon- d'Arras, ed i religiosi dell'abbazia
metropoli d'Ancira. An-
to, sotto là di Marchienne. Labbé t. IX; Ar-
ticamente trovavasi nel centro della duino t. VI.
Galazia, e pare che sia la stessa LAGRIMANTI o GRIDATORL
città che Jerocle chiama Regalia- Eretici anabattisti, i quali credeva-
galìa. In tempo del concilio di Cal- no che non si potesse ottenere mi-
cedonia apparteneva alla prima Ga- sericordia da Dio se non colle la-
lazia. Ne furono vescovi Eretrio, grime e colle grida. Questi fana-
ed Eufrasio che sottoscrisse il con- tici comparvero verso l'anno i544'

cilio di Calcedonia e la lettera del- LAICO, Laiciis. I religiosi lai-

la sua provincia ali* imperatore ci sono quelli che negli ordini re-
Leone. Oriens christ, tom. I, pag. ligiosi in cui professano o eserci-
487. tano gli ulBzi minori, non possono
LAGANIA oLAGINA. Sede ve- arrivare al chiericato né agli ordi-
scovile della seconda Pamphilia, ni sacri, ed in alcune cose fanno
nell'esarcato d'Asia, sotto la me- da domestici a quelli che si chiamano
tropoli di Pirgi, eretta nel V se- religiosi di coro o padri, o sacerdoti
colo. Si conoscono quattro vesco- ed oblati, massime ai superiori non :

\i che occuparono questa sede. che ciò le regole prescrivano, ma


Zaccaria che fu al concilio in Trul- per una consuetudine introdotta
lo ; Costante al settimo concilio ge- per condiscendenza de'm edesi mi lai-
nerale; Eliseo al concilio che ri- ci, dappoiché alcuni di questi seb-

stabilì Fozio sulla sede di Costan- bene di famiglie distinte e colti,


tinopoli; Basilio che trovossi al per umiltà preferirono questa con-
suddetto concilio. Oriens christ. t. dizione, reputandosi non degni del
I, pag. io32. sacerdozio. Di questo sentimento
LAGNY, Latìnìacum. Città di edificante furono s. Francesco di
Francia, dipartimento di Senna e Asisi, e s. Francesco di Paola am-
Marna, capoluogo di cantone^ in bedue fondatori de'loro ordini. I
una situazione deliziosa, sulla riva frati laici destinati ai servigi ester-

sinistra della Marna. È antichissi- ni e interni de' conventi e mona-


sima^ e possedeva una celebre ab- steri, occupano unicamente nel-
si

bazia di benedettini fondata nel le cose e nei lavori puramente


VII secolo da s. Furcy. Presa nel temporali ; altri assistono ai divini
l358 dagli inglesi, fu poi tiran- uffizi, e fanno da sagrestani. Vi
neggiata da Laerico, indi nel i4i8 sono, giusta i diversi ordini, de'fra-
assoggettata dagli Armagnac. Asse- ti laici i quali non vanno mai al
diata dal duca di Bedford, il re coro, né assistono mai al capitolo;
Carlo VII la liberò. Poscia nella altri invece sono ammessi in coro
guerra della lega fu presa dal du- ed assistono al capitolo, senza aver
ca Alessandro Farnese. Ribellatasi però voce in esso. Vi sono pure
sotto Francesco I, aspramente la fratelli laici che esercitano gli uf-
punì il maresciallo Lorgcs. Nel fizi di Portinaro, cuoco, giardinie-
114*2 fuvvi tenutp un concilio dal re, speziale, infermiere, cei'CQDte,
LAI LAI 59
ed auche amministrano o e-
altri diede loro il titolo di laici, perchè
sercitano qualche altro importane a cagione di loro illelteratura non
te uffizio , secondo la loro capa- potevano diventar chierici, mentre
cità ed altitudine, ed il volere dei facendosi religiosi intieramente si
superiori, come di sindaco, ammi- dedicavano e venivano destinati
nistratore, ec. Alcuni fanno i tre intieramente al lavoro delle mani,
voti di religione, altri fanno i sem- ed al servigio temporale dei mo-
plici voti di stabilità o sia per- nasteri. Si sa che in quel tempo
manenza, e di obbedienza. I reli- la maggior parte de'laici non ave-
giosi laici ordinariamente hanno vano alcuna coltura di lettere, e
qualche distinzione nell'abito, che si chiamavano chierici tutti quelli
in qualche parte diversifica da che avevano fatto qualche poco di
quello dei padri. Di frequente que- studio, e che sapevano leggere. In
sto stato viene abbracciato da uo- un tempo in cui non molto fio-
mini di carattere pacifico e virtuo- riva il clero secolare, e i fedeli erano
so,che fuggono la dissipazione del ridotti a ricevere nella maggior par-
mondo e desiderano servir me- te dai religiosi tutti gli aiuti spi-
glio Dio in un chiostro. Parimen- rituali, era cosa naturale, che quel-
ti nei monasteri di donne, oltre li i quali potevano prestarglieli,
le religiose di coro, vi sono le so- vi s' impiegassero tutti , mentre
relle converse, accettate unicamen- quei religiosi che non n'erano ca-
te pel servigio del monastero, e che paci si occupassero del lavoro del-

fanno i tre voti di religione. Ma le mani, e nel temporale. Ai ri-


in certi ordini austerissimi, come spettivi articoli degli ordini e con-
presso le Clarisse, non vi sono so- gregazioni religiose d'ambo i sessi,
relle converse ; tutte le religiose a si dice quanto riguarda
e i laici
vicenda servono e lavorano nell'in- le sorelle converse. sono a Inoltre
terno della casa. Non sono chieri- vedersi gli articoli Converso, Do-
ci i religiosi benefralelli, né i fra- nato, Frate, Fratello. Auche tra i
telli delle scuole cristiane, ne quel- laici fiorirono un gran numero di

li nominati ai rispettivi articoli. santi, beati e venerabili servi di


Non lo furono per quasi due se- Dio, artisti di un merito distinto,
coH e mezzo i gesuati, così altri ed illustri per molte cose. S. Be-
religiosi. nedetto da s. Fradello, luogo della
Nel quinto secolo furonvi dei diocesi di Palermo, e moro, laico
monaci chiamati laici, benché fos- professo de'minori osservanti, ben-
sero religiosi di coro; si diede lo- ché laico meritò di essere fatto su-
ro il nome di laici perchè non a- periore del convento francescano
vevano ne ordine sacro, ne ufiìzio di s. Maria di Gesù in Palermo,
nel monastero, come osserva il p. in cui santamente mori nel i58g.
Mabillon, Saec. VI Bened. praef. Di quei laici secolari che in mor-
2, n. 2. V. Oblato. L'istituzione te si fanno seppellire con abito
però dei frati laici, come meglio religioso, e di quelli che avvici-
dicemmo altrove, cominciò nel se- nandosi il termine di loro vita si
colo XIj ed i primi che ricevette- facevano religiosi, si parla nel se-
ro nel loro monastero i frali laici guente articolo.
furono i monaci vallombrosani. Si LAICO, Lakus, Quegli che non
Go LAI LAI
è iniziato in alcun ordine ecclesia- sono permesse ai laici e proibite
stico, ne fatto abile a maneggiar agli ecclesiastici, ed altre invece
le cose sacre ; dicesi anche secolare, permesse agli ecclesiastici e vietate
ed è con tra I-io di ecclesiastico e reli- ai laici. Per esempio : è permesso
gioso, tranne il Laico {Fedi), che ai laici di ammogliarsi ; di essere
professa la regola d'alcun ordine magistrato tanto civile, che crimi-
regolare. Fuvvi un tempo, in cui i nale, di portar le armi, di andare
laici non avevano, per la maggior alla guerra, di trafficare, di eserci-
parte, alcuna tintura delle lettere, tare la medicina e la chirurgia,
non imparando nemmeno a legge- ec. ; tutte cose le quali sono comu-
re ; erano veri idioti, illiteralus^ nemente proibite agli ecclesiastici.
indoctiiSjprofanus ; che anzi chia- D'altra parte è permesso agli ec-
mavansi od ecclesiastici tut-
chierici clesiastici l'amministrare i sacra-
ti coloro che avevano studiato. La menti, benedire o consecrare tutto-
stessa parola laico significa ancora ciò ch'è destinato al culto divino,
talvolta qualunque persona indotta, predicare, ed istruire pubblicamen-
come indotto suol essere il popolo, te in materia di religione, posse-
comunemente privo di scienza; per- dere de' benefizi : le quali cose tut-
ciò ne' canoni de' tempi di mezzo te sono proibite ai laici.

è da osservarsi se ciò che viene Il Pontefice s. Silvestro I del


proibito ai laici possa talvolta in- 3i4 dicesi che proibisse ai laici

tendersi vietato solamente agli in- l'accusare gli ecclesiastici nel giudi-
dotti. Laico inoltre dicesi delle per- zio secolare. Il concilio di Cartagi-
sone e delle cose distinte dallo ne del 398 decretò col can. 94,
stato ecclesiastico, o da ciò che ap- che un laico non insegnerà alla
partiene alla Chiesa ; questo nome presenza de'chierici, se non per or-
viene dal greco Cosi laos, popolo. dine loro anche s. Leone I nel
:

chiamansi persone laiche tutte quel* 453, scrivendo a Massimo d'Antio-


le che non sono obbligate negli chia, vietò a' laici di ammaestrare
ordini sacri, né al chiericato ; be- il popolo. Papa s. Felice III detto
ni laici quei che non appartengono IV del 526, con l* 3 ad Cae-
epist.

alla Chiesa; potestà laica V autori- sar. Arelat., presso Labbé, Conc. t.
tà civile de'magistrati, per opposizio- IV, col. 1657, proibì che i laici
ne alla podestà spirituale ed eccle- potessero ordinarsi sacerdoti, senza
siastica. Pretesero la maggior par- che precedessero le prove convene-
te de' protestanti che nella primiti- voli per aversi certa sperienza dei
va Chiesa fosse sconosciuta la di- loro costumi. Il concilio di Tours
stinzione tra i chierici ed i laici, e del 564, col can. 4 proibì ai laici

che incominciasse soltanto nel ter- lo starsi presso l'altare, dichiarando


zo secolo per ambizione del clero. che la parte della chiesa ch'è se-
Ciò è falso; questa distinzione fu parata dalle balaustrate sino all'al-
introdotta dallo stesso Gesù Cri- tare non sarà aperta che ai cori
sto, e stabilita dagli apostoli. V. de'chierici che cantano. Il santuario
Clero e Ciherico. 1 laici sono per però sarà aperto secondo il costu-
gli affari temporali, come gli ec- me ai laici e alle donne per pre-
clesiastici per le funzioni spirituali; gare e comunicarsi, il che s'inten-
dal che ne deriva, che molte cose de dopo il tempo del diviuo uffizio.
LAI LAI 61
Avendo l'imperatore Maurizio nel benefizi della Chiesa, iu gran par-
5^1 pubblicata una legge, colla te furono usurpati dai laici, e da-
quale vietava che i curiali o sia gli ammogliali posseduti, cosi le
ministri, e li gravati di debiti col obblazioni de' fedeli alla Chiesa. I
principato, potessero essere ascritti laici benché
ammogliali ardirono
allo stato ecclesiastico, e che i sol- di essere abbati ed abitare ne'mo-
dati potessero riceversi alla profes- nasteri colle mogli e co'fìgli, come
sione monastica; s. Gregorio I Ma- deplorò il concilio Troslejano del
gno lodando coll'epist. 62, lib. 2, 909. S. Gregorio VII del 1078
la prima parte di questo editto, fulminò la scomunica a coloro che
che riguardava i curiali, ne disap- ricevessero dai laici in investitura
provò le altre due, ed ottenne dal- i benefizi ecclesiastici, ed i laici

l'imperatore di rivocarle. Nella se- che la dessero. Il concilio di Melfi


de vacante di s. Paolo I o prima del 1089 ^°^ ^^^' ^^ proibì ai
che morisse, 3*28 giugno 767 in- laici di dare ai monasteri le deci-
sorse l'antipapa Costantino: essen- me, ovvero le chiese che loro ap-
do ancor laico si fece ordinare dia- partenevano, senza il consenso del
cono nel seguente giorno, ed omes- vescovo odel Papa. Il concilio di
so il grado di prete si ordinò ve- Benevento del 1091 col can. 4
scovo e Pontefice a' 5 luglio. Ve- statuì che niun laico mangiasse
nendo deposto nel y68, il Papa carne dal giorno delle ceneri sino
Stefano IV decretò nel concilio La- a Pasqua, e in quel giorno tutti i
teranense, che nessuno fosse pro- chierici e laici, uomini e donne ri-
mosso al pontificato se non era cevessero le ceneri sul capo. Il con-
ordinalo cardinale diacono o prete. cilio di Clermont del 1095 col
Tuttavolta nel 963 l'antipapa Leo- can. i8 vietò a' laici di aver cap-
ne Vili essendo laico fu contro pellani che non sieno dati loro dal
Giovanni XII intruso nel pontifi- vescovo per la direzione delle loro
cato e consecrato; come ancora anime. Nel concilio generale Late-
Giovanni XIX detto XX da laico ranense II, celebrato nel 1 1 89 da
ch'era, e senza nessun ordine sacro, Innocenzo II, s'impose la scomuni-
nel 1024 fu eletto Papa, come af- ca a chiunque mettesse le mani
fermano Glabro lib. 4> e. i, presso sugli ecclesiastici di qualsivoglia
Duchesne, iScr/)^?. hist.francor. tom. condizione. Il concilio generale La-
IV, p. 4'j e Romualdo di Saler- teranense III, celebrato nel 1 1
79
no in Chron., p. 167; perciò il da Alessandro III, proibì ai laici,
primo che fu assunto alla catte- sotto pena di scomunica, d'insti-
dra pontificia senza ordine sacro, tuire o destituire chierici nelle chie-
come osserva il Pagi in Brevìar. se senza l'autorità del vescovo, o
BR. PP. in vita hujiis Pont. n. 2. di obbligare gli ecclesiastici a com-
Giovanni XII nel concilio del 964 parire in giudizio avanti a loro.
vietò ai laici sotto pena di scomu- Innocenzo III nel 1199 riprese
nica di assistere all'altare, e di en- l'audacia di quei laici che senza
trare nel presbiterio quando il sa- autorizzazione dei prelati delle chie-
cerdote celebra la messa. se si erano messi a predicare, do-
Nel lagrimevole secolo X i beni vendosi riputare siffatti uomini co-

ecclesiastici, i vescovati, e gli altri me seduttori, come lo furono tao-


,

62 LAI LAI
ti eresiarchi e loro seguaci. Lo abito religioso, narra quanto qui
stesso Pontefice nel 1204 riprese riportiamo. Fu vecchio costume che
i vescovi di Sardegna, perchè con quelli che non avevano passato la
detrimento della libertà ecclesiasti- vita regolare ne' chiostri,si procu-

ca litigavano avanti i tribunali rassero d'altra maniera simile van-


laici. Vietò Onorio III di portare taggio prima di morire. Vicini al
a baciare il messale a quelli che punto estremo si facevano portare
non fossero unti col sacro olio; in qualche monastero, di cui sup-
tuttavia si tollera che si porti a plicavano il superiore ad ammet-
baciare a' principi non a' laici in- terli nel ruolo de* monaci, e a per-
feriori. Il concilio di Reims del mettere che fossero vestiti delle lo»
i583 si contentò di ammettere ro divise, benché avessero passata
per ministri al sacerdote celebrante la vita in mezzo ai piaceri ed ai
clericos vel s alleni idoneos laico s, vizi, previa perpetua rinunzia alla
la quale permissione il concilio di separazione del toro coniugale. E-
Avignone del i594 non accorda rano ammessi monacai cocolla
alla
che nel solo caso di necessità. Con col rito particolare che diffusamente
tutto ciò in appresso restò dalla descrive il Marlene, Anecdot. t. V,
Chiesa tollerato anche senza occa- col. 1606. Nel decorso dell'infer-
sione di certo bisogno, per una mità si recitavano sopra il novello
lodevole connivenza al comodo del candidato alcune preghiere dirette
sacerdote e alla divozione del mi- a Dio per impetrargli la salute del
nistro. 11 Sarnelli nel t. X delle corpo, le cui formole si leggono in
Leu. eccles. tratta nella lett. XXV: alcuni libri rituali de' monasteri
Se il laico debba ammettersi per e nel p. Mabillon, praef. in saec,
ministro al sacerdote che celebra III Bened. n. 21. A distinzione
privatamente. Giulio 111 del i55o degli altri, erano questi denomi-
vietò a' secolari d'intromettersi nel nati monaci ad succurrendum, qua-
conoscere e giudicare punti di ere- si condotti dal timor della morte
sia.Urbano Vili, Benedetto XIII a soccorrere e a provvedere in tal
e Leone XII vietarono a' laici l'uso maniera alla propria salvezza, col
dell'abito ecclesiastico detto d'ab- divenire partecipi delle comuni pre-
bate. ghiere de' monaci, nel cui numero
Il Rodotà, Dell'origine del rito erano ascritti. Tal costume diven-
greco in Italia, tom. II, pag. 17, ne generale anche tra' re ed im-
parlando della venerazione che si peratori. Se passavano all' altra vi-
ebbe anticamente all'abito mona- ta, venivano registrati nel necro-
stico, dice che non fu mai lecito logio del monastero, ripetendosi la
di rigettarlo neppure da coloro i memoria nel d'i anniversario della
quali nel fine della vita avendolo morte, per eccitare i confratelli a
vestito per impulso di privata di- suffragar le loro anime. Se poi si
vozione, dall' infermità si ristabili- riavevano dall' infermità, non po-
vano in salute. Egli per porre in tevano deporre l' abito e ritornare
chiaro questo punto di disciplina, al secolo, altrimenti erano tenuti
dalla quale può avere avuto ori- per apostati.
gine il rito de' fedeli laici che in Quanto al rispetto che i laici
morte vogliono essere tumulati con debbono a' sacerdoti, solo ricorde-
,,

LAM 63
remo, che avendo l'imperatore Mas* che la storia e le cose ecclesiasti-
simo invitato s. Martino vescovo a che egregiamente illustrarono, sic-
desinar con esso , quando il mini» come si esprimo il medesimo Be-
stro offri la tazza al principe, que- nedetto XIV.
sti volle che prima bevesse il san- LAICOCEFALL Setta di uomi-
to, il quale dopo aver bevuto la ni che hanno per capo un laico
passò invece al suo prete , repu- nome che proviene da laicocefalo,
tandolo più degno del monarca. dal greco laos popolo, e da ce-
Quanto a molte cose vietate a' lai- phalè capo, ossia eretico che rico-
ci dall'antica disciplina della Chièsa, nosce un laico per capo della Chie-
in progresso di tempo furono o sa. Laicocefali pertanto furono da
permesse o tollerate, essendo un alcuni chiamali gì' inglesi scismati-
tempo vietato a' laici anche suonar ci , i quali all' epoca del funesto
le campane, molto meno il tenerle scisma del re Enrico Vili, furono
in casa. Di altre cose riguardanti costretti sotto pena di prigionia e
i laici, se ne tratta agU analoghi di confisca de'beni, di proclamar-
articoli. Avendo il senatore veneto lo capo del popolo e della chiesa.
Flaminio Cornaro mandato in do- Con questi mezzi violenti s' intro-
no al dotto Pontefice Benedetto dusse la pretesa riforma in Inghil-
XIV la sua Storia delle chiese ve- terra, onde poi i vescovi di essa
neiCf Composta in tredici volumi, e non senza stupore, si videro rice-
la Storia della chiesa di Torcello vere la loro giurisdizione spiritua-
in tre volumi, il Papa dopo averle le da una donna, la regina Elisa-
lette ed ammirate, col breve Jc" betta.
ccptissimum munus, de' 22 dicem- LAMBATH o LAMBETH o
bre 1 753, presso il Cornaro stesso LOMEITH, Lnmhaùia o Lamhetha.
tomo indìcum 3 pag. 263, gliene Luogo dell' Inghilterra , nella con-
rese grazie. Inoltre lo esortò a con- tea di Surrey , sobborgo di Lon-
tinuar le sue dotte ed erudite fa* dra, sulla riva destra del Tamigi,
tiche, alle quali voleva che altri in faccia a Westminster, con cui
ancora vi si applicassero ancorché comunica col ponte di Vauxhall.
laici come lui. Dappoiché, dice il Avvi un magnifico castello, residen-
Pontefice, questi studi sacri non za dell' arcivescovo di Cantorbery.
disdicono ai laici, avendone dato tra Questo luogo è celebre pei seguen-
gli altri ne'tempi antichi l'esempio ti concihi che furonvi celebrati.
Giustino, Atena gora, Arnobio, Di-
dimo, Lattanzio, Prospero d'Aquita- Concila di Lambaih Lamheth,
nia, Severino-Boezio, Cassiodoro, E-
vagrioed Epifanio. Ed altresì ne'tem- Il primo fu tenuto nel 1206,
pi meno antichi, aggiunge, li colti- da Langton arcivescovo di Cantor-
varono. Fiorentini, Buonarroti, Si- bery, nel quale furono fatti tre re-
gonio, Masini, Zani, Cappello, il golamenti sopra diversi punti di
procurator Giustiniani , Leonardo disciplina ecclesiastica. Angl. t. I.

Giustiniani, Foscarini, Diedo, Mo- Il secondo a' 3i mai-zo 1261


rosini, Loredano,
Laura, Quirini, sotto Bonifazio arcivescovo di Can-
Secundini, JVIaffei ed innumerabili torbery, nel quale si trattò della
altri fra' moderni, pure tutti laici, chiesa gallicana ; si ordinarono dei
64 LAM LAM
digiuni, delle pubbliche preghiere noi chiamiamo catechismo. Inoltre
e processioni per divertire l' inva- fu proibito alle religiose di star
sione de' tartari. Inoltre si fece un fuori del monastero, anche in ca-
regolamento per conservare la li- sa de* parenti, più di tre giorni per
bertà della Chiesa contro i tenta- ricreazione, e più di sei per affari.
tivi del re e de' giudici secolari. Si condannò di nuovo la pluralità
Si presero provvidenze sulla con- de' benefizi, massime senza dispen-
fessione, sui testamenti ec. Labbé sa, a cagione dell'abuso allora co-
t. XIArduino; t. VI ; Angl. t. I ; mune in Inghilterra. Venne proi-
Diz. de conc. bito a' religiosi l'essere esecutori te-
Il terzo nel 1280, da Giovanni stamentari, inculcato di studiare il

Peckam di Cantorbe-
arcivescovo diritto canonico, ordinato a* sacer-

ry : in esso fu ordinato che ninno doti di una una


diocesi di celebrare
potrebbe possedere alcun benefìzio messa per ildopo la
loro vescovo
in cura d'anime, se non era sacer- sua morte. Labbé tom. XI; Ar-
dote. Ibidem. duino tom. VII; Diz. de conc.
Il quarto nei 1281, dal medesi- Il quinto nel iSsG. Angl. t. IL

mo arcivescovo che vi rinnovò i Il sesto nel i33o. Simone Me-

decreti dell'ultimo concilio di Lio- pham arcivescovo di Cantorbery


ne , le costituzioni di quello di vi presiedette, e furono fatti dieci
Londra del 1268, e quelle del con- canoni risguardanti gli arredi sa*
cilio di Lambath precedente , ag- cri, i confessori, i sacerdoti in pec-
giungendovi le sue proprie in ven- cato mortale, cui proibisce di ce-
tisette articoli. "Vi si ordina di suo- lebrare la messa prima di essersi
nar le campane all'elevazione del- confessati, sotto pena di venir de-
l'Ostia, affinchè quelliche non pos- gradati; fu ordinato altresì di te-
sono assistere alla messa, si raetti- nere chiusi sotto chiave gli olii san-
no in ginocchioni tanto in istrada ti ; venne proibita l'alienazione de-
che nelle case. I prelati dando la gli effetti e dei beni della chiesa,
comunione, avvertiranno che quel se non col permesso del vescovo,
che si dispensa nella coppa è sem- e per un titolo di evidente utilità.

plice vino, perchè si possa più fa- Labbé t. XI; Arduino t. VII.
cilmente inghiottire il prezioso Cor- Il settimo concilio fu tenuto nel
po. » Non si ammetta nessuno al- i35i. Simone arcivescovo di Can-
la comunione, se prima non è con- torbery e legato della santa Sede
fermato. Quanto ai peccati enormi vi presiedette, e si lagnò fortemen-
e scandalosi, s' imporrà la peniten- te perchè i giudici secolari viola-
za solenne secondo i casi. Ogni cu- vano i privilegi del clero, condan-
rato spiegherà al popolo quattro nando a morte gli ecclesiastici col-
"volte all'anno in lingua volgare i pevoli di delitti. Ibidem.
quattordici articoli della fede, i die- L'ottavo del 1862, provinciale,
ci comandamenti del decalogo , i fu adunato da Islip arcivescovo di
due precetti del vangelo sopra la Cantorbery. Vi si fece una costi-

carità , le sette opere di misericor- tuzione, colla quale venne ripro-


dia , i sette peccati capitali, le sette vata l'avarizia e pigrizia de* preti j
virtù principali e i sette sacramen- e si tassarono gli stipendi per gli
ti ". Questo è all' incirca quello che anniversari ed altri uffizi. AngK
LAM LAM 65
tom. Ili; Reg. tom. XXIX; e Lab- fu inviato dall' imperatore a vari
bc tom. XI. principi italiani, per indurli a guer-
Il nono nel i368. Simone ar- reggiare contro la Francia per la
civescovo di Cantorbeiy \i con- successione di Spagna. Ritornato
dannò trenta proposizioni erronee. a Vienna, vi esercitò la carica di
Ibidem. consigliere di Leopoldo
Giusep- I,

Ildecimo nel 14^79 "^1 quale pe I e Carlo VI, ed ivi morì uni-
venne deposto il vescovo di Che- versalmente compianto a' 20 otto-
ster per errore. Harpfeld, Histor. bre 17 12, d'anni sessantuno.
fViclef. cap. 6. LAMBERGH (di) Giuseppe Do-
L'undecime nel 1476 contro gli menico, Cardinale. Giuseppe Do-
errori di Regnault vescovo di Che- menico de* baroni di Lambergh,
ster. nipote del precedente, nacque agli
LAMBERGH (di) Gunfilippo, 8 luglio 1680 nella Stiria, in un
Cardinale. Gianfilippo de' baroni feudo di sua casa. Dopo aver pro-
d'Otleinstein di Lambergh aleman- seguito i suoi studi in Besangon e
no, nato a'26 maggio i65ij dopo per alcun tempo in Siena, essendo
aver sostenuto con successo splen- in età di quattordici anni, nel 1694
dide ambascerie, addossategli dal- si portò in Roma nel collegio Cle-
l'imperatore, e tra le altre quella menlino. Ammesso da Clemente
di Polonia, in cui si adoperò con XI fu dallo zio net
in prelatura
,

ogni sforzo perchè l'elezione a quel 1703 fatto canonico di Passavia,


trono cadesse in persona di Fede- nel lyoS preposto della stessa chic- *

ricoAugusto di Sassonia , venne sa, ed in appresso canonico della


provveduto dei canonicati di Sa- metropolitana di Salisburgo. Nel
lisburgo e di Passavia, e nomina- 1
7 1 2 Clemente XII lo promosse a
to in seguito a quest' ultima va- vescovo di Segovia, donde nel 1723
cante chiesa, eh' egli visitò da ujn fu trasferito in Passavia. Ivi pub-
capo air altro , non mancando di blicò ottime e savie leggi per la
ornare ed abbellire i sacri templi salute spirituale del suo gregge,
con ecclesiastica magnificenza, e di vigilando specialmente sull'elezione
promulgare ottime leggi per la ri- de' parrochi, i quali voleva dotati
forma de' costumi, quale studiossi di singoiar integrità di costumi, e
d' introdurre nel suo popolo, assai di molto sapere. Visitò la sua va-
più coir esempio che colle parole. sta diocesi con somma cura e di-
Nella dieta di Ratisbona, come am- ligenza , non ritenendolo i rigori
basciatore cesareo^ seppe mantenere della stagione. Carlo VI in premio
illesi i di lui diritti, e stabilire la del suo zelo lo raccomandò a Cle-
pace dell' impero, il perchè 1* im- mente XII, il quale a' 20 dicem-
peratore Leopoldo 1 fece efficaci bre 1787 lo creò cardinale prete.
premure con Innocenzo XII perchè Ebbe in titolo la chiesa di s. Pie-
lo creasse cardinale ciò eh' ebbe , tro in Mon torio, e fu annoverato
luogo a' 14 novembre 1699, del- alle congregazioni del concilio, dei
l'ordine de' preti. Portatosi al con- vescovi e regolari , di propaganda
clave per l'elezione di Clemente XI, e de' riti. La nuova dignità rad-
questi gli conferì per titolo la chie- doppiò la sua sollecitudine pasto-
sa di §. Silvestro in Capile. Indi rale, peichè ovunque regnasse il
VOL. XXXVII.
66 LAM LAM
buon ordine, e rifiorisse l'ecclesia- dici , de' venti e de' quaranta , ed
stica disciplincT. Inti^epido difensore altri illustri nella pace, nella guer-
della sna chiesa, le comparai im- ra, ed anche nella santità. Gherar-

mensi benefici i
, con fondar sacri do Lambertini fu comandante del-
tempii nella diocesi, e nuove par- le truppe bolognesi nella spedizio-
roccliie, principalmente nelle mon- ne di Gerusalemme l'anno 1095.
tagne che n' erano bisognose. Ar- Ugolino Lambertini, uno de' fon-
ricchì la cattedrale di preziose sup- datori dell'ordine equestre de'frati
pellettili, e vi accrebbe il numero gaudenti, fiorì nel i233. Alberto
de' sacerdoti e de' sacri ministri. Lambertini fu arcivescovo di Mi-
Menò immacolata, mostran-
vita lano, fatto nel i 3 1 Balduiuo Lam-
1.

dosi religioso con Dio e caritate- bertini morì vescovo di Brescia


vole co' poveri, in sollievo de' quali nel 1348. La beata Imelda Lam-
diede fondo alle sue rendite. Incli- bertini, che il Marchesi nel suo
nato alla collera, sapeva frenaila Diario domenicano vuole domeni-
colla mansuetudine, e quando non cana, ed il Torelli nel Saec. 'Au'
potè superarla, domandava scusa e gust. tom. IV, an. 12 53, e tom. V,
largamente premiava chi lo avea an. i333, vuole agostiniana, mori
offeso.Finalmente dopo essere in- ancor giovane nel i333 di consu-
tervenuto ai conclavi per Benedet- mata santità, come si vede nella
to XIV e Clemente XI H, morì in sua vita scritta in volgare dal mo-
Passavia 3o agosto 1761 d'anni
a' naco Celso Sassoferrato , tradotta
ottantuno universalmente com-
, in latino ed in fiammingo da Giam-
pianto. Rimase sepolto nella catte- battista Lambertini nobile fiammin-
drale, dov' erasi apparecchiato un go, de' Lambertini bolognesi oriun-
mausoleo, venendovi scolpita un' o- do, che la pubblicò in Anversa nel
norcvole iscrizione. j638, e fu illustrala dal Bollandi-
LAMBERTIJSI Famiglia. Secon- sta Enschenio negli Acta ss, maii,
do Pompeo Scipione Dolfì, Crono- a' 12 di questo mese, tom. III, p.

logìa delle famiglie nobili di Bolo- i83. Della beata Giovanna Lam-
gna^ nell'anno 976 ebbe origine bertini, figlia di Rinaldo Lamberti-
la famiglia Lambertini da Lara- , ni, religiosa compagna ed imitatri-
berlo figlio del conte Mondo di ce di s. Caterina di Bologna, scris-
Sassonia, il crediamo a
quale se sero ancora la vita i Bollandisti
Filelfo venne coli' imperatore Ot- nel tom. II, Acta ss. mari. pag. 60
tone I in Italia, ed in Bologna si e 80, e a' 12 aprile in cui si ve-
stabilì, mentre l' Alidosio afferma nera.
cbc non con tal principe, ma con Per li servigi prestati a* re d'A-
im re longobardo si recò in Bolo- ragona ,
possedettero i Lambertini
gna. Nella serie cronologica di que- alcuni feudi nel regno di Napoli.
.«*ta famiglia, tessuta dall'Amadi fi- Egano II ebbe dagli anziani e
no dal detto anno 976, scorgesi ch'el- consoli di Bologna a' 23 maggio
la fiorì in quella città , con una i383 l'amplissimo titolo di con-
continuata discendenza di perso- servatore della patria. Guido An-
naggi insigni per gli onorevoli uf- tonio figlio di Aldagretto fu il pri-
fizi di ambasciatori, generali, capi- mo de' Lambertini che ai 12 no-
tani ,
governatori, senatori de' se- vembre i44> ®^^ *" mero e mi-
5

LAM LAM 67
sto impero la contea di Poggio Re- Ma quello che più di tutti illustrò
gnatico, Gapiara e Rognalica, col la famiglia Lambertini e che ha
consenso di Ceivato Cecco di Ca- lasciato nome immortale, fu Pio-
ravaggio , luogotenente di Nicolò spero, nato nel 1675 in Bologna
Piccinini pel duca di Milano, con- da Marcello Lambertini senatore
cesso ad esso dai legati pontificii e de' quaranta, e da Lucrezia Bulga-
confermato da Nicolò V a' 18 feb- rini, la quale dopo la morte di
braio 1 449" Cornelio figlio di detto Marcello passò in seconde nozze
Guido otleime di passaie nel 162 col conte Luigi Bentivoglio. Pro-
questa contea in marchesato. I sue- spero divenuto profondo giurecon-
cessoridi lui aggiunsero poi Villa sulto, prelato, vescovo e cardinale,
Cornelio a questi feudi, che tutti meritò che nel 1740 fosse subli-
insieme contenevano sci miglia di raato alla cattedra apostolica col
lunghezza e quattro di larghezza, nome di Benedetto XIV {Vedi).
I Lambertini possedettero in Bolo- Senza spogliarsi della sua antica
gna più case e palazzi con torri, affabilità e cortesia,, il magnanimo
Nel più antico palazzo loro fu rin- e dottissimo Pontefice, a tutti fece
chiuso Enzo re di Sardegna, figlio provare la sua benevolenza e ge-
naturale dell' imperatore Federico nerosilà, tranne i parenti co' quali
II, ed ancor si mostra per quella fu parco di beneficenze. Il celebre
elevata fabbrica, che è annessa al gesuita p. Azevedo nella lettera

palazzo del podestà ove precisa- , con cui gli dedicava l'edizione ro-
mente sta ordinato il generale ar- mana delle sue opere fatta nel ,

chivio civile e notarile. Un altro r747> ecco come si espresse per


palazzo con torre, ricco d'orna- riguardo ai di lui congiunti, m Nota
menti di terra cotta fino a' giorni est enim omnibus constantia illa,

nostri ammirati si riconosce an-, nota animi fortitudo atque severi-


cora nella via degli Orefici per una tas, qua uteris in Tuos cuna
finestra , in quel fabbricato che alienos omnes paterna quadam, ac
vedesi posto modernamente ad uso singulari cura complectaris quasi
di locanda del Leoncino d'oro. La essent Tui, bis vix adduceris, ut
ciisa La m ber ti ivi, nella quale nacque communia debitaque omnibus offi-
quegli che fu poi Benedetto XI V^, eia sollecitudinemque impendas ;
fa angolo al piazzale dinanzi la quam ego laudem nisi tantum
chiesa di Giacomo degli eremi-
s. esse fatear, ut in maximo ama-
tani agostiniani, ed ha il suo in- tissimoque principe sit omnium
gresso dal lato della via delle Cam- difficillima, communi videas homi-
pane , essendone al presente prò- num sensu judicioque carere ". A-
prietario il conte Ottavio Malvezzi- veva Benedetto XIV un nipote, d.
Banuzzi. A capo delle scale per Egano Lambertini senatore di Bo-
memoria fu collocala una lapide logna, al quale appena fatto Papa
co' seguenti versi. ordinò che non venisse a Roma
finché noi chiamasse, ciò che mai
Parva domus Betiedictum exce- fece nel suo lungo pontificato .

pi tnalrìs alvo Permise solo che nel 1752 venisse


Magnani parva cui maxima Ro- in Roma per educarsi nel collegio
ma fedi. dementino , il njarchesc d. Gio-
68 LAM LAM
Tanni Lambertini primogenito del potè d. Egano per sé e suoi discen-
mentovato nipote , allora di nove denti maschi in infinito con ordi-
anni ,il quale prima di entrarvi ne diprimogenitura , coi relativi
ahi lo con monsignor Millo datario pesi ed emolumenti. Morì il gran

e favorito del Pontefice, che lo a- Pontefice a* 3 maggio 1758 d'anni


vea preso in Bologna. Questo pre- ottantatre, e fu sepolto nella ba-
lato lo condusse a Castel Gandolfo silica vaticana nel consueto luogo.
alle villeggiature di Benedetto XIV, Il cardinal Gioacchino Ferdinando

il quale ivi lo cresimò facendogli Portocarrero sua creatura stabilì


da padrino il cardinal Colonna. celebrargli esequie anniversarie fin-
Grato Carlo Emmanuele III re di che fosse vissuto, ed offrì una con-
Sardegna al Papa per le conces- siderabile somma per erigere al
sioni fatte air ordine de' ss. Mau- defunto Pontefice un marmoreo e
rizio e Lazzaro, in segno di gra- magnifico deposito nella stessa ba-
titudine e della stima personale che silica. Questo saputosi dagli altri
faceva di lui, nel 17^7 conferì al cardinali creati da Benedetto XIV,
pronipote d. Giovanni una com- vollero ancor essi concorrere all'e-

menda dello stesso ordine eque- rezione del monumento, del quale
stre esistente in Civitavecchia, del- parlammo nel voi. XII, pag. 3oi
la quale ne accordò il patronato del Dizionario. Il deposito fu com-
alla casa Lambertini, non solo per pito nel 1769, e si scuoprì nel tem-
la discendenza mascolina agnatizia po della sede vacante cui die ter-
in peipetuo, ma che per una vol- mine l'elezione di Clemente XIV,
ta potesse ancora passare nella di* Pontefice che dichiarò il commen-
scendenza mascolina d'una femmi- datore d. Cesare Lambertini came-
na, figlia o sorella primogenita del- riere segreto soprannumerario, ed
l'ultimo possessore della stessa com- ablegato a portare la berretta al

menda. Inoltre il re dichiarò don cardinal de Cunha arcivescovo d'E-


Giovanni gran-croce dell'ordine, e vora. La Benedetto XI
ì^ita dì F
perpetuo gran piiore in Roma, con P. M, fu stampata in Venezia nel
l'annua pensione di duemila scudi. 1783. Nel tom. XI delle 71/emorze
Gli rimise una croce di brillanti del letterarie del Valvasense pag. 4^7
valore di seimila scudi, pregando si legge un succinto ragguaglio del-
Benedetto XIV che volesse dar l'a- le sue commendevolissime azioni e
bito e la croce al pronipote, ciò stimatissime opere, e si producono
che esegui nel di dell'Epifania del ancora l'epoche principali della sua
seguente anno. vita. Pel resto delle notizie della
Quanto Benedetto XIV fosse al- famiglia Lambertini, possono con-
si

tamente lodato dai medesimi acat- sultare il p. Gamberti , Specchio


tolici, pel suo disinteresse co' pro- della verità, Venezia 1719- Fran-
pn dicemmo alla citata
parenti, lo cesco Amadi d'Agostino, La no-
biografia. Quanto fece il Papa con biltà di Bologna, ivi i588. Bene-
Bologna sua patria, lo indicammo detto XIV LiUerae apostolìcae su-
,

all'articolo Bologna {Fedi). Essen- per approbatione et confirniatione


do restata vacante la custodia della privilegioriwi marchionatus Podii
Porta Angelica di Roma, Benedet- Rognaticìf et annexaruni genti et
to XIV nel 1700 la conferì al ni* famiUae de léambertinisj Bononiae
LAM LAM 69
1745. Il p. Wadingo, Annoi, mi- con tale fedeltà ed obbedienza, co-
nor, tona.X, par. 184. Ed il p. me avrebbe potuto fare un novi-
Contuccio Contiicci nella sua Ora- zio. Intanto gli affari dello stato
tio de Bened. XIV^ p. i4 e seg. avendo cambiato faccia, il falso ve-
ove accenna molti altri scrittori che scovo fu deposto Lamberto ri-
e
ne trattano. stabilito sulla sua sede nel 681 o
LAMBEUTINI Prospero, Cardi- 682. Egli riprese le sue funzioni
nalt. V. Benedetto XIV, Papa. con nuovo zelo , e le esercitò da
LAMBERTO (s.), vescovo di Lio- per tutto con maraviglioso succes-
ne. Nato nel paese di Terovanne, so. Siccome erano ancora molti pa-
d*una assai illustre famiglia, occu- gani nella Tassandria, provincia del
pò un posto distinto alla corte di Brabante, egli andò a predicarvi il
Clotario III, poscia abbandonò le vangelo, ne distrusse i templi e gl'i-
vanità del mondo per ritirarsi nel doli, e li convertì al cristianesimo,
monastero di Fontenelle goveraato locchè contribuì assai a incivilirli,

da s. Vandregesilo. Morto questo e a raddolcire la fierezza della lo-


santo abbate nell'anno ^'oQ, Lam- ro natura. Raccontasi in differenti
berto meritò per le sue virtù di maniere la morte di s. Lamberto.
essere scelto a succedergli : i suoi Alcuni dicono che fu assassinato
religiosi trovarono sempre in lui per opera di alcuni amici di Al-
un tenero padre ed un modello paide, avendo egli censurato la vita
perfetto di osservanza. Dopo aver scandalosa che Pipino di Heristal
governato dodici anni quel mo- prefetto del palazzo menava con
nastero, fu innalzato contro sua vo- quella femmina impudica , dal .cui
glia alla sede vescovile di Lione, commercio nacque Carlo Martello.
e morì l'anno 688. Onorasi la sua Altri attribuiscono la sua morte a
memoria ai i4 d'aprile. diversa cagione, e la raccontano
LAMBERTO (s.), vescovo di nel modo seguente. Due fratelli a-
Maestricht. Nacque a Maestricht da veano, in dispregio di tutte le leg-
genitori commendevoli per nobiltà gi, saccheggiato la chiesa di Mae-
e religione , e fu messo sotto la stricht , e continuavano ancora a
condotta del vescovo s. Teodardo tenerla nell'oppressione. Alcuni pa-
che lo informò nelle scienze e nella renti del santo si opposero alle lo-
virtù, e lo consacrò al sacerdozio. ro violenze , e trucidarono i due
Essendo stato s. Teodardo inde- fratelli. Questo avvenimento fece
gnamente assassinato nel 669, men- grande strepito, per modo che Do-
tre recavasi dal re Cbilderico II done, il quale era della famiglia
per ottenere la restituzione dei be- dei due fratelli uccisi, e parente
ni della sua chiesa da prepotenti si- di Alpaide, risolse di vendicarsi
gnori usurpati, Lamberto fu eletto sopra Lamberto, quantunque non
a succedergli. La rivoluzione che avesse avuto alcuna parte in quel
privò di vita Cbilderico II, tolse a fatto. Quindi con una ma-
lo assalì
Lamberto la sede, in cui fu intru- no di armata nel villaggio
gente
so un certo Fararaondo. Il santo di Leodium, ove fu poi fabbrica-
vescovo si ritirò nel monastero di ta la città di Liegi, mentre il santo
Stavelo, ed ivi visse selt'anni , se- vescovo tornava da mattutino. Esso
guendo la regola di quei religiosi proibì a quelli eh' erano cou lui di
70 LAM LAM
mettersi in difesa, poi si pose in gi- in Lambesa un concilio verso l'an-
nocchio a pregare pei suoi nemi- no 24.0, composto di novanla ve-
cij e lósto uno di essi trapassollo scovi, nel pontificato di s. Fabiano

con un giavellotto. La specchiata e contro Privato vescovo di questa


santità della sua vita fece riguar- città, accusalo d'eresia e di molti
dare come un vero martirio la sua Vi fu severamente condan-
delitti.

morte, che avvenne ai 17 settem- nato e punito anche per lettere del
bre del 708 o 709, e che fu se- nominato Papa. Cypr. cp. 89 ad
guita da diversi miracoli. Nel luo- Cor/2e/.; Regia, Lal)bé, Arduino t. L
go dov'egU era stato assassinato fu Attualmente Lambesa, Lanibcsitan,
eretta una chiesa, e s. Uberto suo è un titolo vescovile in partìbus
successore vi portò da Maeslricht sotto la metropoli pure in partihus
le sue reliquie nel 721, e trasferì di Cartagine. Ne furono per ulti-
pure nello stesso luogo la sede ve- mo Girolamo Stroynowski,
insigniti
scovile. Il venerabile Beda, che vi- e Matteo Gouzalez Rubio di Car-
veva al tempo di s. Lamberto, fe- tagena nell* America meridionale,
ce menzione di lui come di un decano in quella cattedrale e già
santo martire, nel suo martirolo- vicario capitolare, il quale ne fu
gio; nel che fu seguito da molti nominato dal Papa regnante Gre-
altri fino al romano moderno. La gorio XVI, nel concistoro del pri»
sua festa principale si celebra il mo febbraio 836. i

giorno 1 7 settembre , eh* è quello LAMEGO (Lamecen). Città con


della sua morte. residenza vescovile nel regno di
LAMBERTO (s.), vescovo di Ven- Portogallo, nella provincia di Bei-
2.a. Uscito da nobile famiglia stan- ra, capoluogo di comarca. Lame-
ziata nella diocesi di Riez, fu con- go, Lanibeca o Lamacwn, è città
sacrato a Dio fin dalla sua fan- antica, giace alle falde del monte
ciullezza nel monastero di Lerins. della Sierra Penuda, presso al con-
Si distinse egregiamente nello stu- fluente del Balsamao, che poco
dio, e le sue virtù gli meritarono lunge si gitta nel Douro, con fe-
di essere collocato sulla sede di race territorio. Cinta di mura, ha
Venza nel 1 1
1 4. Con zelo indefes- un vecchio castello- Si divide in
so governò la sua greggia per qua- tre quartieri e rinchiude molte
,

rant'anni, e rendè l'anima a Dio belle case. Il palazzo vasto è bello,


ai 26 di maggio 1 15/\. La sua san- e possiede una biblioteca; la cat-
tità fu attestatada diversi mira- tedrale fu fondata dal conte Enri-
coli avanti e dopo la sua morte. co, padre del primo re di Porto-
Celebrasene la memoria il 26 di gallo. Evvi una collegiata , diversi
giugno. conventi, un collegio, il seminario,
LAMBES A o LAMBESCA, L^r;/- due ospedali. Tolomeo fa menzio-
besa o Lampesa. Sede vescovile ne di questa città, chiamandola
della Numidia, nell'Africa occiden- Lama^ e se ne parlò nel terzo con-
tale, sotto la metropoli di Carta- cilio Cartagine. I saraceni o ara-
di
gine o meglio sotto quella di Cir- bi se ne impadronirono due volte,
ta Giulia. Al presente è un borgo massime nell'VIII secolo. Divenne
dell'Algeria distante otto leghe dal- famosa per esservi quivi tenuti
la città di Costantina. Fu tenuto molte volte gli stati generali o cor-
1

LAM LAM 7

ies, che per la prima volta vi si sionari di Francesco di Re^iuei-


s.

riunirono nel ii44 onde confer- zo. Morto il quale, a nomina della
mare l'elezione di Alfonso I al tro- regina Maria li, il medesimo Pon-
no di Portogallo, e gillar le basi tefice nel concistoro de' 11 gennaio
della costituzione di questo nuovo 1844 pieconizzò l'odierno vescovo
regno, promulgando visi le leggi or- monsignor Giuseppe de Moura Cou-
ganiche delia monarchia. Alfonso tinho dell'arcidiocesi di Braga, già
I nell'anno precedente avea ricon- decano della cattedrale.
quistato la città, togliendola al gio- La chiesa cattedrale, edifizio di
go de' saraceni. gotica struttura, è sotto il titolo
La sede vescovile già esisteva della Beata Vergine
Assunta ; è
nel V secolo , ed era suffraganea munita del sacro fonte, essendo af-
della metropoli di Braga, e conti- fidata la cura d' anime della par-
nuò ad esserlo sino all' invasione rocchia ad un rettore. 11 capitolo
de' saraceni nell'VIII secolo; que- si compone prima
di sei dignità^ la
sti venne reintegrala del suo
espulsi, delle quali decano è di dodici
il ,

vescovo. Per il primo ne fu nomi- canonici comprese le prebende del


nato d. Mendo dell' ordine di s. teologo e del penitenziere ; sex
Agostino, del convento di Croce s. cum medietate, sex tercenariis, otto
di Coimbra, che morì nel 1178. cappellani, sei cantori, ed altri preti
Quanto a' suoi successori noteremo e chierici addetti alla divina offi-

particolarmente, d. Giovanni fon- ciatura. Il magnifico episcopio è


datore dell' arciconfraternita di s. alquanto distante dalla cattedrale.
Giovanni Evangelista in Portogal- Oltre la parrocchia della cattedra-
lo, nei primi anni del secolo XIV. le, in città evvi 1' altra parrocchia
D. Giovanni Madureira , il quale della collegiata di Maria Mag- s.

governò la sua diocesi per sei an- giore de Almacave, che ha il Ixjt-
ni con tutta carità, e fu chiamato tisterio. Vi sono Ire conventi con

il padre de' poveri. D. Ferdinando religiosi, ed un monastero con mo-

de Meneses e Yasconcellos , della nache, un conservatorio ed alcune


famiglia reale, che fu poi trasferito confraternite. La diocesi si estende
a Lisbona. D. Alfonso Mexia, che per venti lunghezza, e
leghe di
venne trasferito dalla sede di Coim- cinque ad otto di larghezza ; com-
bra, quindi nominato governatore prende più luoghi e duecento ses-
del regno. Clemente XI avendo e- santa parrocchie. I frutti della mensa
retto la sede arcivescovile di Li- ad ogni nuovo vescovo sono tassati
sbona in patriarcato, gli fece suffra- ne' libri della camera apostolica in
ganea la sede di Lamego. La serie fiorini duecento, corrispondenti alle
de' suoi vescovi del secolo passato annue rendite di scudi tremila, mo-
e del corrente si legge nelle an- neta romana , che pagansi dal go-
nuali Notizie di Roma. Per morte verno.
del vescovo Giuseppe di Gesù Ma- LAMENTAZIONE, Lamentatio.
ria, il Papa regnante Gregorio XVI, Lamento con pianti e gemiti. La-
per nomina del re d. Michele I, mentazione dicesi ancora poema lu-
dichiarò nel concistoro de' 29 lu- gubre. Geremia ne compose uno
glio i833 successore fr. Giuseppe sullamorte del re Giosia, che si
dell'Assunzione dell'ordine de' mis- è perduto. Ne compose altro sulle
,

72 LAM LAM
disgrazie di Gerusalemme, diviso in no i cantori della cappella pontifi-
cinque capitoli , il quale esiste , è cia in questa, nel mercoledì , gio-

gli ebrei lo chiamano Echa, pri- vedì e venerdì santo ne' mattutini
ma parola del testo, ovvero Rin- delle tenebre, Io dicemmo nel voi.
nhot, lamentazioni. Lo stile di Ge- Vili, pag. 284 e seg. del Diziona-
remia è affettuoso, penetrante, pa- rio. La struttura è quella che vien
tetico. Le lamentazioni del profeta detta acrostica ed ahecedaria, per-
Geremia, che diconsi anche treni:, chè le lettere iniziali di ogni stro-
sono un libro canonico della sacra fa vanno secondo l'ordine dell'al-
Scrittura ; ed è una specie di poe- fabeto ebraico, Aleph, Bcth, Ghi-
sia composta da quel profeta sopra mei. Onde
che non potendosi
è
la distruzione di Gerusalemme. Que- ritenere nella traduzione de' treni
sta bella ed inclita figlia di Sion, in altre lingue il medesimo ordine
più e più volte punita, ma non dell'alfabeto,la Chiesa ha voluto
emendata mai costantemente, rima- che ad ogni strofa si premetta la
se alla fine arsa e distrutta. Ne ri- sua lettera ebraica, Aleph , Belh^
ferisce Geremia e ne piange le scia- Ghimel; di modo che i primi ele-
gure, effetto delle di lei molte pre- menti del parlare siano i primi e-
varicazioni; e benché parli della lementi del pianto, a fine d'ispi-
prima caduta sotto i caldei, fa ben rare i sentimenti di compunzione
conoscere che gli si presentava al- convenienti ai misteri che si cele-
lo spirito ancheseconda ed ulti-
la brano in que' santi giorni. Così il

jna, che segui sotto i romani. Imper- Mazzinelli nelF Uffìzio della setti-
ciocché di tale desolazione parla mana santa, che inoltre aggiunge ;
da non sarebbe risorta; quale
cui deplorò Geremia le rovine di Ge-
appunto e quella che ora prova rusalemme desolata per la perdita
questa sciagurata gente, in pena del- eziandio de'suoi abitanti; ma moltp
la barbara morte data, giusta la più deplorò i peccati, per li quali
predizione di Daniele, unto del
all' essa aveva provocata la divina ven-
Signore. La Chiesa si serve di quei detta. E poiché i peccati sono cagio-
lugubri e mestissimi cantici del pro- ne delle pene del Redentore, e delle
feta, che in nostra lingua sono detti nostre rovine, la Chiesa prende a
lamentazioni, perchè nelle pene di piangere la di lui morte, e nello
Geremia, e nelle lagrime di Gero- stesso tempo le nostre colpe, che
solima si vedono vivamente espres- lo hanno fatto morire. A tale ef-
se le memorie del Calvario. Que- fetto con un tenero intercalare sot-
ste lamentazioni, de Lamentatione to il nome ed allegoria di Gero-
Hieremiae, sono cantate in tuono solima, invita la Chiesa le anime
flebile ed in aria lugubre le la- : cristiane a pentirsi e convertirsi al
mentazioni o lezioni si cantano dai Signore : Jerusaleni , Jerusaleni ,
cantori secondo il costume delle
, convertere ad Dominimi Deuni
chiese, incominciando dai più gio- tiium.
vani, l'un dopo l'altro; il celebran- Chiama vansi in passalo giorni
te mai dice 1' ultima lezione, pur- delle lamentazioni i tre giorni della
ché non siano pochi gli ecclesia- settimana santa, in cui si cantano
stici, o non vi sia una consuetu- verso notte o di notte le lamen-
dine in contrario. Come le canta- tazioni di Geremia. In molli luo>
-

LAM LAM 73
ghi della Francia le lamentazioni patìbili colla mestizia propria di
si cantano senza Alephy Beth, Ghi- tali giorni nelle sacre funzioni, pub-
melj Daleth, ec. ciò praticavano : blicò un editto proibitivo, dalla
ancora alcune congregazioni bene- domenica delle palme, all'ultimo
dettine, cistcrciensi e premonstraten- giorno del triduo di Pasqua. Ma
si. Queste lettere in fatti trovansi avendo preteso gli esenti dalla di
nelle lamentazioni, oltre la spiega- lui giurisdizione di non restarvi
zione che abbiamo dato, anche per obbligati, ed il vescovo essendo ri-

tener luogo di cifra e di numero, corso a Pio V, questi con suo


s.

e per marcare la distinzione dei breve, dopo aver deplorato la ceci-


versetti, come se si mettesse inve- tà degli uomini, che non solo nei
ce 1,2, 3, 4> ec. Fu in uso presso giorni sacri, ma anche in quelli
gli antichi d' inserire talora il loro ne' quali specialmente si celebra la
nome, per acrostici, ne' libri, per- memoria della passione di Gesù
chè se si perdeva per accidente in Cristo, si lasciano trasportare dai
fronte dell' opera, i lettori potessero piaceri del mondo, condanna l'a-

raccoglierlo dall'opera slessa. Così buso introdotto in Lucca, appro-


vediamo fatto da Donizone nella vando l'editto del vescovo, cui sot-
vita della contessa Matilde ; e dal- topose lequantunque esen-
chiese
le prime sillabe di ciascun libro ti. Molti parafrasi e com-
fecero
della cronaca del Rolandino si ri- menti alle lamentazioni di Gere-
levano le parole Cronaca Rolan- mia ne nomineremo alcuni. Fran-
:

dilli data Paduae. V. il cardinal cesco Panigarola, Dichiarazione del-


Bona, De divina psalnwdia e. 1 6. le Geremia pro-
lamentazioni di
Sarnelli tom. IV, Lett. eccl. 6: Del- feta, Verona i583. Jacopo Cico-
le lettere ebraiche poste avanti i gnino, Lagrime di Geremia, Firen-
versi de' treni di Geremia. Bene- ze 1627. Benedetto Menzini, La-
detto XIV, Defestis p. 46. Il p. mentazioni del s. profeta Geremia
Benedetto Feiioo generale dell'or- espresse ne^ loro dolenti elètti e de-
dine di s. Benedetto di Spagna, nel a Clemente A/, Roma 1704-
dicate
suo Teatro inveisce con molto ze- Anton Maria Salvini le tradusse
lo contro le arie e recitativi che dal riformò coli' ebraico,
greco e
talvolta si sentono nel canto di Firenze 1727, e Venexia 1736.
queste lamentazioni, nelle quali o Felice M. Lampi, Parafrasi delli
si piange la desolazione di Geru- treni di Geremia, tradotti in ver-
salemme per li caldei, o la strage si volgari con annotazioni, Vene-
del mondo per li peccati, o l'af- zia 1756. Francesco de Sordi, Le
fhzione della Chiesa militante nelle lamentazioni di Geremia, Roma
persecuzioni, o l'angustia del Nostro 1779. Cristoforo Castri, Comnien-
Bedeutore ne'suoi martini. Nella tatio in Lanientationes Jercmiae,
Storia deWantio santo lySo, cele- Moguntiae 1616. Treni di Gere*
brato da Benedetto XIVj si legge mia tradotti da Fabio Devoti j
a p. 57, che Alessandro vescovo B.oma 1760.
di Lucca avendo osservato, che LAMI Giovanni. Professore di
nella settimana santa si facevano storia ecclesiastica a Firenze, cele-
musiche solennissime, da scelti pro- bre letterato ed antiquario italia-

fessori di canto e di suono, incora no, nato nel 1697 nella villa di
74 LAM LAM
s. Croce tra Pisa e Firenze, mor- Jelwvahy cioè la santità t nel Si-
to a' 6 febbraio 1770 in quest'ul- gnore j questa lamina era attacca-
tima città. Di lui abbiamo: i.^ De la ad un nastro che allacciavasi
enulitione apostolorum liher singii- dietro alla testa. Questo ornamen-
lariSf Firenze 1738. In essa l'au- to nella sacra chiamasi
Scrittura
tore mette in chiaro molte cose pure corona, come nell'Ecclesiaste;
risguardanti la dottrina, gli scritti, indi fu trasportalo dai sacerdoti
i sentimenti, lo studio, la cognizio- dell'antica legge, nel sacerdozio del-
ne, il bene, i costumi e le cerimo- la nuova più degno, cioè la mitra.
nie della prima Chiesa vi aggiun* : 11 Rinaldi all'anno 34, num. 29^,
se altresì due dissertazioni una , scrive che tale ornamento della la-
sugli abiti de' primi cristiani, e l'al- mina d'oro l'usarono i primi ve-
tra sui manoscritti del nuovo Te- scovi della cristianità, in segno del
slamento. 2.° L'edizione delle ope- sacerdozio reale, così chiamato da
re di Vincenzo Borghini, con osser- s. Pietro. Si può anche credere,
vazioni critiche. 3." Una raccolta che r istesso usassero gli apostoli,
che ha per titolo Ddicìae erudì- : come di s. Giovanni afferma Po-
tonim/\n diversi volumi, che con- licrate vescovo d'Efeso, nella episto-
tengono un gran numero di scritti Papa s. Vittore I, e
la scritta al
interessanti ed utili per la storia di Giacomo Alfeo vescovo di
s.

ecclesiastica. 4-'* Meniorabilia Ita- Gerusalemme lo attestano s. Epi-


lorum eruditione praestantiitm, qui- fanio, s. Girolamo, e quasi tutti
bus vertens saeculuni XVIII glo- gli che trattano delle cose ec-
altri
riatur. 5." Una dissertazione sulle clesiastiche. Le lamine d'argento e
antiche ciste mìstiche, ed un' altra d'oro istoriate e lavorate furono
sui serpenti sacri. 6.° Ebbe parte anticamente ed in gran copia do-
nel 1747 ad una nuova edizione nate alle chiese di Roma, princi-
del Meursio. palmente dai Pontefici, come si
LAMIA. Sede vescovile della pro- legge in Anastasio, nel Severano
vincia di Tessaglia, nella diocesi ed in altri scrittori.
dell' Illiria orientale, sotto la me- LAMO, LAMI, Lamus. Sede
tropoli di Larissa, eretta nel V se- vescovile dell' Isauria, nella diocesi
colo. Al presente chiamasi Lami- d'Antiochia, sotto la metropoli di
ndy situata sul piccolo fiume Ar- Seleucia, eretta nel V secolo. Stra-
girena, verso il golfo Zeiton. Ne bone la mette nella Cilicia Tra-
furono vescovi Secondiano che tro- chea, dove essa dava il nome alla
vossi al concilio di Efeso; Stefano Lamotide^ così il Terzi nella Siria
che sottoscrisse la petizione di Ste- sacra, p. 121, che spiega perchè
fano di Larissa, presentata al Papa fu chiamata Lamos, o da un figlio
Bonifacio lì nel concilio romano d' Ercole, o da una regina della
del 53 1. Oriens christ. tom. II, Trachea fondatrice di questa città.
pag. I 18. Fu poscia riunita all'lsauria, come
LAMINA D'ORO. Il sommo sa- si apprende dalle Notizie e dagli
cerdote degli ebrei portava per or- atti de'concilii. Eravi un solo ve-
dine di Dio sulla sua fronte una scovo per Lanio e Charadri. Si co-
lamina d'oro, sulla quale erano noscono due vescovi di Lamo, cioè
scritte queste parole : Kodesch-la- Numechio che sottoscrisse Te piste-
LAM LAM 75
la sinodica di sua provìncia all'im- zìo. Che sino dai primi secoli del-
peratore Leone ; ed Eustachio che la Chiesa i defunti furono onorali
trovossi al VII concilio generale. con lumi lampade,
di candele e di
Oriens christ. toni. II, p. io 17. si disse all'articolo Funerali ( Fe-

LAMPADA o LAMPANA o di). Si apprende dal Severano, che


LAMPADE. Lampas. Vaso senza le antiche lampade o Lampadari
piede, nel quale si tiene acceso lu- ( Fedi) furono chiamali Fari ,

me d'olio per illuminare, o per Cantari, Cerostatì, Corone, Del-


culto sacro, e sospendesi per Io fini, Licni, Licnuchi e Lucerne, se-
più innanzi a cose sacre , altari ,
condo le loro forme, tutti destina-
immagini, reliquie. Delle lampade ti a sostenere i lumi nelle chiese.
se ne parla in vari luoghi della Dichiara quindi il Severano come
sacra Scrittura. Il candelabro o lam- erano tali lampade. Dice che il

pada che Mosè pose nel santua- Faro era in forma di torre o co-
rio, e quelli che Salomone collocò lonna, sopra la quale si ponevano
poi tempio di Gerusalemme,
nel le lampade; Cantaro una lampada
erano Lucerne (Vedi) o lampade in forma di tazza, un lampadario
piene d'olio. Gli antichi adopera- in forma di colonna con tazza so-
vano le lampade o le lucerne, spe- pra ; Ceroslalo una lampada in for-
cialmente a tre usi: il primo era ma di corno; Corona o Delfino,
ne'templi, per gli atti di religione ; lampade che ne aveano la figura,
il secondo uso facevasi nelle case sebbene per corona talvolta s' in-
private, e specialmente nelle nozze tendeva il faro; Licno, Licnuco e
e ne' banchetti ; il terzo era riser- Lucerna significano la medesima
bato a' sepolcri,ne parleremo e cosa, sebbene l'Anastasio per lu-
all'articolo Lucerna, parlando del- cerna intenda molte volte il can-
le COSI dette lucerne o lumi per- delliere che lume, e per
sostiene il

petui. Antichissimo è I* uso del- licno o licnuco la lampada. Si dis-


le lampade accese nelle chiese ; se Cantlianis e Cantariuni il Can-
appendevansi esse alle volte ed alle delliere [Fedi), ovvero una sorta
cornici; se ne mettevano altresì su di lampada, la cui figura riporta
delle travi elevate, le quali attra- il Macri nella Notizia de vocab.
versavano r ingresso del coro , e cccl., dicendo che si vede nella
quasi da per tutto, eccettuala la chiesa di s. Clemente, e nelle ma-
tavola dell'altare. L'eretico Vigi- ni delle dieci vergini figurate nel
lanzio, che \isse nel III e IV se- mosaico della facciata esterna di
colo, ebbe l'ardire di condannare i s.Maria in Trastevere. Il medesi-
ceri o torchi di cera, e le lampade mo Macri alla voce Gahatha de-
solite accendersi di giorno nelle scrive e riporta la figura di im
chiese, e nelle veglie sulle tombe vaso piano e tondo, che antica-
dei martiri, come contrario al cul- mente serviva di lampiere, voca-
to delle reliquie. Lo confutò s. Gi- bolo di cui si fa spesso menzione
rolamo, e scherzando sul nome di nelle vite de'Papi, per quelli che
tale eresiarca, dice che invece di donarono alle chiese d'oro e d'ar-
chiamarsi Fìgilanzio, pel grande gento. Queste lampade gabathe fu-
amore che avea alle tenebre po- rono anche dette Saxicae, perch«
lca nominarsi piuttosto Dormitan* in forma di conchiglie o padelle
y6 LAM LAM
marine erano attaccate agli scogli o culto di qualche servo di Dio, col
sassi di mare. All'articolo Gaba- permettere che innanzi al loro se-
iJia (Fedi) abbiamo detto come polcro od immagine si accendesse
Paolo IV introdusse che nella cap- una lampada, come permise nel
pella segreta del Papa e avanti i6o5 Paolo V nella chiesa di s.
alla confessione di s. Pietro, nelle s. Andrea de'gesuiti di Roma, per

lampade ardesse cera in vece di s. Stanislao Rostka Neil' anno .

olio. Delle numerose lampade che 1 1 1 1, sotto Pasquale li, le mona-


ardono sempre avanti la tomba di che furono spedite incontro all'im-
s. Pietro, ne parlammo nel voi. peratore Eniico V, quando portos-
IX, p. 70 del Dizionario^ ed al- si in Roma: monachae quoque cen-
l'articolo Chiesa di s. Pietro in tum, lampadibus multis cuni darò
Vaticano. Numerose lampade egual- homìne sumptis, come attesta Do-
mente ardono continuamente nei nizone presso il Baronio. Allor-
santuari, come del santo Sepolcro^ ché nel 1877 Gregorio XI da
di Loreto ed altri^ ai quali furo- Avignone restituì a Roma la re-
no donate di preziosi metalli e di sidenza pontificia,dice il Novaes
pregiati lavori. Di
donate quelle che la basilica vaticana era illu-
alle principali chiese di Roma, mas- minata da ottomila lampade, che
sime dai Pontefici, ne discorre il il Cancellieri scrive dieciottomila
Severano nelle sue Memorie sa- ne'suoi Possessi. Questi nelle Me-
cre. morie delle sacre teste y tra le an-
Le lampade non solo servono tiche funzioni della basilica late-
pel culto ecclesiastico, ma per il- ranense, novera il rito di prende-
luminazioni, per feste, ed altre di- re nel sabbato santo il nuovo Fuo-
mostrazioni di gioia. Pel culto di- co (Fedi), da tre lampade nasco-
vino persone pie in vita ed in mor- ste fino dal giovedì santo in segre-
te lasciarono delle rendite per Lu- tissimo luogo del Sancta sanato-
mi [Fedi) perpetui in qualche rum. Rinaldi all'anno 55, num.
11

chiesa; cosi fecero i romani Pon- 8, parlando della venerazione dei


tefici, e per dire di due, s. Gre- sepolcri de'santi e de'martiri, la
gorio I assegnò trentacinque pos- cui polvere i fedeli pigliavano per
sessioni con oliveti, e s. Zaccaria divozione, cosi ed altre cose
i fiori
assegnò venti libbre d' oro annue, che li aveano toccati, dice che Dio
per l'olio delle lampade della ba* operò molti miracoli in premio
silica vaticana, nella quale arsero della loro venerazione; quindi la
que'lumi numerosi, anche con olio medesima ebbe l'olio delle
forza
miracoloso di odoroso spico e di bal- lampade, che secondo l'antico uso
samo, che facemmo menzione al voi. ardevano intorno a' sepolcri dei
XIIjp. 289 del Dizionario. Dai me- martiri. Laonde s. Agostino, De
desimo s. Gregorio I si apprende, co- civ. Dà, l. 22, e. 28, riporta l'e-

me S.Teodoro mansionario di detta sempio dei morto figlio di certo


basilica, levatosi di notte per ac- Ireneo, il quale, unto con esso, da
comodare le lampade, gli compar- morte a Teodoreto
vita tornò ; e
ve s. Pietro, dichiarandogli gradi- in Hist. ss. Patrii Jacoho, e. i\ 3 in
re la sua diligenza. Inoltre alcuni parimente riferisce grandissimi mi-
Pontefici riconobbero il pubblico racoU operati con l'olio delle lam-
LAM LAM 77
pade. Fu antico rito di porre nel* se ne donarono alle chiese di Ro-
la cassa del cadavere del Papa e ma, e massime dai Papi, come si

sotto alla testa un cuscinetto ri- legge in Anastasio Ribliotecario, nel


pieno di tutti gli stuppini di bom- Severano, ed in altri autori.
bace, che intinti nell'olio delle lam- LAMPADARIO o LAMPADISTA,
pade che ardevano nelle chiese sta- Lampadariiis. Ministro della chie-
zionali, e benedetti dal Pontefice sa di Costantinopoli, incaricato del-
che visitava la stazione, venivano l'illuminazione o luminaria di quel
da lui baciati, indi riposti per l'in- tempio, e di precedere nelle pub-
dicato uso. Congettura il Gallicio- bliche funzioni e durante il servi-
li, che da ciò debba ripetersi il gio divino, portando una candela
costume, che tuttora si pratica, di accesa avanti l'imperatore e l'ira-

distribuire alle persone pie la bom- pcralrice : il cereo lo portava sopra


bace intinta nell'olio delle lampade un candelliere elevato, con questo
che ardono avanti a qualche sacra però, che quello che portava in-
immagine o reliquia di cui sono nanzi all' imperatore era attornia-
divote e di cui hanno implorato il to da due cerchi d'oro in forma
patrocinio. Il Domenichino dipin- di corona, uno solo avendone quello
se mirabilmente nella chiesa di Grot- che teneva innanzi all'imperatrice.
tajeriata (Fedi), s. Nilo che colle I patriarchi pretesero in appresso
sue preghiere ottiene la liberazio- che si rendesse loro lo stesso ono-
ne di un ossesso, facendo da un re, e di là vuoisi originato l'uso,
monaco sacerdote con un dito in- propagato anche in occidente, di
tinto neir olio della lampada della tenere una candela accesa in ma-
Madonna ungere la gola delluide- no a fianco dei cardinali, degli
moniato. Il citato Rinaldi all'anno arcivescovi, vescovi ed altri prelati
573, n. 12, narra il miracolo del- durante l'ufficiatura. Disse Gesù
l' accensione delle lampade di una Cristo nel vangelo Abbiate sempre :

chiesa che un vescovo ariano voleva delle lampade ardenti alla mano j
usurpare. Nell'incendio della chie- imitate i servi vigilanti che atteu'
sa di s. Marcello di Roma, essen- dono il momento in cui verrà il
do caduta in rovina, restò illeso loro padrone a picchiare alla por-
il prodigioso ss. Crocefisso che ivi la, a fine di aprirgli prontamente.
si venera, e la sua lampada con Luca e. 12, V. 35. Voi siete la.
stupore fu trovata accesa. luce del mondo fate che sempre. . .

LAMPADARIO. Macchina, ordi- risplenda innanzi agli uomini^ ac-


nariamente di ferro, guernita di ciò che veggano le vostre opere
vario-foggiati pezzi di cristallo, a buone. Matteo, e. 5, v. 14. H cereo
più bracciuoli, dove pongonsi le acceso innanzi ai nominali digni-
candele ; e serve ad illuminare le tari della Chiesa è evidentemente
chiese nelle feste, le sale, gli ap- destinato a far loro sovvenire questa
partamenti, ec. Il vocabolo lampa- lezione di Gesù Cristo: in ciò
dario deriva dal greco lampas^ non v'è cosa che possa lusingare
lampada, face ardente, che si pren- l'amor proprio. Conveniva adun-
de anche per torcia. Lampadari di que assaissimo inculcare la stessa
argento, in forma di corona per verità ai signori del mondo, spe-
tener lampade, anticamente molti cialmente quando erano a pie de-
78 LAxM ' LAM
gli ;altari sono obbligali
eglino consecutivi al loro battesimo ve-
del nati che i pastori a dare buo- stivano di bianco in contrassegno
no esempio agli uomini. Per lo dell* innocenza e purità dell'anima,
slesso oggetto mettevasi un cereo che avevano ricevuto con questo
acceso in mano di quei che avea- sacramento. I greci chiamarono
no ricevuto il battesimo. All'arti- Lamproforo il giorno di Pasqua
colo Bugia (Vedi), strumento ove di Risurrezione, tanto perchè quel
si colloca la candela, dicemmo a- mistero spande la luce della fede
Ter questa altra origine, e rendem- nelle anime, quanto perchè in quel
mo ragione perchè al Papa si so- giorno le case venivano illuminate
stiene la candela senza tale stru- con gran numero di ceri e di lam-
mento: però non è permesso l'uso pade, simbolo della luce che il

della bugia al celebrante cardinale risorgimento di Gesù Cristo ha


o né ad alcun vescovo
vescovo, sparso in tutto il mondo,

alla d'un solo cardinale,


presenza LAMPREDO, Cardinale. Lam-
perchè qualunque distinzione deve predo fu creato cardinale prete di
ommettersi, assistendo alla messa s. Vitale da Innocenzo II, e sotto-

uno più degno del celebrante. Nel- scrisse una sua bolla nel 1 1
3g a
la corte degli imperatori greci favore dell'arciprete di Ferrara,
furonvi uffiziali chiamati lampada- LAMPSACOo LAMPSICOjLflm-
ri, soprastanti alla illuminazione psacus. Città vescovile della provin-
del palazzo. Furono delti lampadi- eia dell' Ellesponto, nella diocesi di
sii coloro che si esercitavano al Asia, sotto la metropoli di Cizico,
corso delle faci, cioè che correva- eretta in sede vescovile nel V se-

no con una face accesa nelle ma- colo, ed in arcivescovato onorario


ni, e non vincevano se non se ar- nel IX. Al presente Lampsaco è
rivando colla face accesa alla meta, un borgo della Turchia asiatica
LAMPEZIANI. Eretici, discepo- nell'Anatolia, sangiacato di Biga,
li Lampezio che comparve
di sul sullo stretto de'Dardanelli, in pae«
declinar del IV secolo, uno dei se ameno, bene irrigato e ferlilis-
principali capi de'marcionisti. Scris- simo. Era anticamente una città
se un libro intitolato il Testamento, considerabile dell'Asia minore nel-
nel (juale condannò ogni sorta di la Misia, prima chiamata Pithyusa,
voli, particolarmente quello del- e fu fondata dai focesi l'anno 653
l'obbedienza, come contrario alla avanti l' era nostra. Si accrebbe
libertà de'fìgliuoli di Dio. I lam- colle rovine della vicina città di
peziani permettevano altresì ai mo- Poesus, i cui abitanti vi si trasfe-
naci di vivere e di vestirsi come rirono. Vi si adorava in particolar
loro più piaceva, e di accordare modo Prìapo, come il Dio dei
alla natura tuttociò che essa chic- giardini di cui abbondava questa
deva, e rinnovarono alcuni errori città. Questa, col suo territorio u-
degli ariani. Molti padri scrissero bertoso di vigneti, Arlaserse asse-
contro di loro, come i ss. Cirillo gnò a Temistocle, perchè sommi-
Alessandrino, Flaviano d'Antiochia, nistrasse alla di lui tavola il vino,
ed Andlochio d'Iconio. Era vi un bel tempio dedicato a
LAMPROFORI. Antico nome Cibele. Siccome patria del fdosofo
de'neofiti, perchè ue'sette giorni Anassimene, la sua presenza di
LAM LAN 79
spirito la salvò dallo sdegno di monio che sottoscrisse la lettera dei
Alessandro. vescovi della sua provincia all' im-
Nell'anno 364 * vescovi semi-a- peratore Leone ; Costantino che fu
riani vi tennero un concilio o con- al VI concilio generale; Giovanni
ciliabolo, sotto il pontifìcato di s. al VII; Euschemone cui Teodoro
Liberio, e gl'imperatori Valenti- Studi ta scrisse una lettera, e se ne
niano I e Valente che gliene diede- celebra la festa a' i4 marzo. At-
ro licenza, duiando circa due me- tualmente Lampsaco, La/npsacen^
si. Vi annullarono tultociò che si è un titolo vescovile in parlibiiSy
era fatto a Costantinopoli coll'au- sotto l'arcivescovato pure in parti-
torità di Eudossio e di Acacio. Si bus di Cizico, che conferisce la santa
ordinò che non si avrebbe più ri' Sede. Ne fu uno degli ultimi a por-
guardo alla esposizione di fede dei tarloFrancesco Chierchiaro , ed il
vescovi occidentali , nota sotto il regnante Papa Gregorio XVI nel
nome di formula di Rimini : si degli 11 luglio i836 vi
concistoro
dichiarò che bisognava credere che nominò monsignor Giuseppe Crispi
il Figliuolo era simile al Padre della diocesi di Agrigento di rilo
nella sostanza ; la parola simile es- greco, per le ordinazioni e ponti-
sendo necessaria, diceano quei ve- ficali di tale rito nella chiesa di s.

scovi, per dinotare la distinzione Demetrio della Piana nell' arcidio-


delle Persone. Si decise che la con- cesi di Monreale per gl'italo-greci.
fessione di fede, ch'era stata pro- Lx\NA. Propriamente il pelo del-
posta nel 341 per la dedicazione la pecora e del montone lana , :

della chiesa di Antiochia, e sotto- lanilium. Lanificio, lavoro di lana,


scritta nel 359 in Seleucia, servi- lanificium. La storia fa risalire si-
rebbe di regola in tutte le chiese. no alla prima età del mondo l'e-
Dopo aver regolato a loro modo poca in cui gli uomini si applica-
e capriccio ciò che risguardava la rono ad educare e coltivare le be-
fede , ordinarono a vantaggio di stie lanute. La principale ricchezza
loro medesimi, che quelli eh' erano de' primi abitanti della terra con-
stali deposti dagli o anomei ano- sisteva in greggie di pecore. I ro-
raiani cioè ariani, sarebbero rista- mani riguardarono questo ramo del-
biliti nelle loro sedi ; dipoi citaro- la pastorizia come essenziale. Numa
no Eudossio ed Acacio, i quali non Pompilio secondo re di Roma, vo-
essendo comparsi, furono dichiarati lendo dar corso alla moneta, della
legittimamente deposti. Sozomeno quale egli dicesi l'inventore, vi fe-
lib. 6, cap. 7, p. 646; Reg. t. IH; ce stampare impronto di una pe-
l'

Labbé t. II; Arduino t. I. cora, come simbolo della sua utili-


Tra i vescovi di Lampsaco sette tà, e quindi Varrone dice derivalo
ne nomina il p. Le Quien, Oriens da pecude il nome di pecunia; di
christ. tom. I, p. 772, cioè: Par- là a seicento anni i censori avevano
tenio ordinato da Ascolio di Cizi- ancora la direzione di tutte le greg-
co, sotto Costantino Grande, di il gie di bianchi lanuti. Essi pronun-
cui celebrasi la festa a' 7 maggio; ziarono condanne e multe conside-
Marciano che presiedette al memora- rabili contro coloro che trascura-
to concilio del 364 J Daniele che in- vano le loro greggie, e all' incontro
tervenne a quello di Calcedonia; Ar- accordavano ricompense a quelli che
8o LAN LAN
si distinguevano per la loro indu- che in quelle provi nei e si cercò di
stria nello studio e nella ricerca di perfezionare la qualità e di au-
tutto quello che procurare poteva mentare la quantità di quel prodot-
lane migliori. Servivano quelle lane to colia introduzione di una razza
presso romani, come presso di noi,
i straniera, di molto superiore a quel-
a formare ogni specie di vestimenti. la delle Provincie medesime. La Ca-
Erano però i romani studiosi ri- stiglia dicesi debitrice ad Enrico IV
cercatori delle lane che superava- del i4'34^lcl'6 '^*^"6 '''^"6 ch'essa pos-
no le altre in finezza, in morbidez- siede; e si osserva che altre volte le
za e in lunghezza, e quindi trae- pecore rendevano annualmente al
vano i migliori loro velli (la lana tesoro della Spagna più di trenta
delie pecore, la pelle di pecora col milioni di reali. Avendo Odoardo IV

pelo non tosato) dalla Galazia, dal- re d' Inghilterra fatto venire dalla
la Puglia,massime da Taranto, Spagna coll'assenso di quel re tremi-
dall'Attica e da Mileto. Ne' tempi la lanuti bianchi, aprì agl'inglesi con
antichi si contavano tra le lane più questo mezzo una nuova sorgente
preziose quelle del territorio di Mi- di ricchezze. Le Indie orientali som-
leto e delia Ionia in generale, men- ministrarono agli olandesi sino dal
tre la Grecia europea non forniva secolo XVII una specie di arieti e
al traffico se non che alcune specie di pecore alte, lunghe e col tronco
di lane grossolane poco pregiate, e assai grosso, e quella razza traspor-
appena alte a fornir materia a qual- tata nelTexele nella Frisia orien-
che fabbricazione comune; se però tale, riuscì ottimamente. Gli svedesi

si eccettuino le lane dell'Attica, nel- ancora trasportarono nel loro pae-


la quale le greggie, simili a quelle se vari lanuti della miglior specie
della Spagna moderna, superavano di Spagna e d'Inghilterra, e le cu-
per la finezza dei loro velli quelle re da essi pigliate a questo riguar-
dell'Arcadia e delia Focide, come do trionfarono degli ostacoli che il

si da Ateneo nel libro li


raccoglie rigore del clima opponeva alla riu-
del suo Banchetto dt Deipno sofisti. scita della loro impresa. Benché le
Plinio e Columella vantano altres'i Gallie forniti avessero bellissimi vel-
i velli o le lane delle Gallie. Nei lia'tempi dei romani, le lane della
tempi più antichi i romani strap- Francia erano tutta volta ben lungi
pavano la lana dalle pecore e dai dal poter gareggiare colie spagnuole,
montoni invece di tosarle, e per colle inglesi e colle olandesi. Ma
questa operazione sceglievano la sta- un potente impulso dato alla indu-
gione in cui la lana si separa dal stria alla fine del passato secolo, fe-
corpo dell'animale, da questo alcu- ce che la nazione si risentisse della
pretendono derivare il
ni scrittori vergogna e del peso di un tri-

nome di vdlo dal verbo veliere che buto ch'essa era obbligata a pagare
significa strappare. agli stranieri Essa previde , che
.

Per lungo periodo di tempo ( il impossibile non sarebbe sostener il


che però dee intendersi dei secoli in concorso e la gara, e presentò in
cui la Spagna fu invasa dagli africani) questo modo un indizio della su-
la Spagna, l'Inghilterra, l'Olanda e periorità ch'essa avrebbe in appres-
la Svezia somministrarono al traf- so ottenuta. Indi nel i8o3 i fran-
fico europeo le lane più belle, per- cesi introdussero nelle loro ma-
,

LAN LAN St
tiifalture tìoacchine per scardassare gfan profitto una volta ri-
egli dice,

e filare la lana. Intanto con gran cavavano alcune città d'Italia ben at-
fervore si accrebbero nella Germa- tente a'propri vantaggi; mentre é
nia e nell'Ungheria le greggie spa- noto che nell' Italia il lavoro e
gnuole. L'introduzione nella Fran- commercio della lana non venne
cia di quelle macchine si deve in mai meno. Con molto studio l'arte
gran parte alle cure del celebre della lana era esercitata in Mode-
Chaplal ministro dell'interno, e ad na,come rilevasi da documenti del
esso dehbonsi ancora gl'incoraggia- i3o6 in poi. Ma particolarmente
iTientiben meritati che conceduti in Firenzedopo l'anno 1200, e sen-
furono agli inglesi Douglas e Co- za paragone dopo il i3oo crebbero
ckerill allorché questi si recarono l'arti della seta e della lana, impie-
in Francia a stabilire officine, nelle gandovisi migliaia di persone. Con ga-
quali costruirono macchine tanto ra non minore vi si applicarono i

belle e vantaggiose, migliorate in bolognesi, milanesi, veronesi, pado-


appresso. Non è vero, come scrisse- vani, ed altri popoli ; e tanti lavo-
ro alcuni, che la Francia non ebbe ri che l'Italia ne inviava
facevano,
più bisogno di acquistar lane dagli anche agli oltramontani; ma sog-
stranieri, bensì l'introduzione in giunge il Muratori, che a suo tem-
Francia delle macchine perfezionò po, a riserva di alcune poche città,
la fabbricazione de'drappi, e l'ala- comprava caro dagli stranieri quello
crità nel l'esercitare tal ramo d'in- che poteva fabbricar da sé stessa.
dustria fece sì che non avesse colà Quanto allo stato pontificio il Ca-
piìi a temersi né la concorrenza, né lindri nel Saggio statistico storico,
l'invasione delle manifatture stranie- parlando delle manifatture del me-
re. Ma delle lane non potè farsene desimo dice a p. 588 che ivi si
,

a meno, dacché il consumo de'drap- lavorano drappi d'ogni sorta, lane,


pi indigeni, e la perfezione di questi panni, che non invidiano le fab-
esigevano in particolar modo un briche di Francia, di Frisia, d'In-
quantitativo considerevole di lane ghilterra e d'Olanda, essendovi pure
estere,riguardando pure la quali- saie e scarlatti. Il Garampi nelle
tà più all'uopo per talune specie di sue Memorie ecclesiastiche p. 3g4
manifatture. Ne abbiamo su ciò un rileva che i religiosi Umiliati {^Vedi)

esempio recentissimo di molti ac- coltivavano l' arte di lavorare la

quisti seguiti nel maggio 1 845 nel- Germa-


lana che avevano appresa in
la fiera di Foggia nel regno di Na- nia ne'primi anni del secolo XI ;

poli per parte d'incettatori francesi, e che nel 1261 volendo il comune
come riporta il numero 44 del Dia- di Rimini introdurre in città periti
rio di Roma ; anzi in Roma nella artefici e professori di lanificio
stagione estiva del medesimo anno chiamò i frati umiliati, assegnando
può contarsi, che vennero asporta- loro chiesa con chiostro, ed abita-
te per la Francia tante lane per zione sufficiente ; altrettanto fece
oltre un milione di libbre. Perugia nel 1279. E noto che al-
Il Muratori nelle Dissertazioni cuni ordini religiosi tessono da per
sopra le antichità italiane, nella loro i propri abiti di lana^ massi-
XXX tratta delle arti della lana me Francescani ( Fedi ). Nella
i

e della Seta ( P^edi ), dalle quali, processione che in Roma si fece si-
VOI. XXX vn. 6
82 LAN LAN
no al pontificato di s. Pio V, del- dente il celebre cardinal
Prospero
l'immagine del ss. Salvatore, cui si Publicola Santacroce romano , ed
faceva la Lavanda de piedi (Vedi\ altresì concedendo ai consoli di que*
intervenendo in essa i consoli delle sta arte molti privilegi. Inoltre Si-
arti di Roma, il Marangoni vi re- sto V, al modo che dicemmo all'ar-
gistra pure i lanaìoli. Il Pontefice ticolo Colosseo (Fedi)j ivi voleva
$. Pio V contribuì considerabili stabilirel'arte della lana, ciò che
somme di denaro per far fiorire la morte gl'impedì effettuare.
nello slato ecclesiastico l'arte della Alessandro VII con chirografo
lana : concesse molti privilegi al col- dei 12 febbraio 1667 proibì l'in-
legio de' mercanti di essa, dichia- troduzione de'panni esteri nello stato
rando che i suoi consoli, nelle cau- pontifìcio, per vantaggio degli opi-
se tanto civili che criminali e mi» ficii concedendo sei mesi
nazionali,
ste, all'arte medesima spettanti, es- di tempo per smercio de'panni
lo

sere dovessero soli giudici, senza che già introdotti. Clemente IX con chi-
Terun altro tribunale potesse inge- rografo de'4 aprile 1669, Invigilali'
lirvisi, come si legge nella sua co- do noi, diretto al suo nipote car-
stituzione 43, Uladartis lanae, dei dinalGiacomo Rospigliosi, lo no-
5 marzo 1567, Bull, Rom. t. IV, minò primo protettore dell'antica
par. Il, p. 396. Il successore Gre- e nobile arte della lana, disponen-
gorio XI II confermò tali privilegi . do che protettori pro-tempore sa-
11 gran Pontefice Sisto V conside- rebbero stati i cardinali soprain-
rando le funeste conseguenze degli tendenti generali dello stato eccle-
uomini e donne oziosi che in copio- siastico, ovvero il cardinal decano,
so numero vivevano in Roma, de- presiedendo allora all'esercizio di
liberò procurar loro un mezzo di tale arte in Roma e suo distretto
occupazione e di guadagno, laonde il prelato tesoriere generale. Creò
vedendo l'arte della lana alquanto pure col chirografo un tribunale
negletta, volle restaurarla mediante composto di quattro presidenti ro-
il disposto della bolla, Cuni alias mani, di un assessore dottore d'am-
considerantes arleni lanae, emana- bo le leggi, di tre mercanti conso-
ta a' 18 dicembre i585, Bull. Rom, li, d'un sopraintendente e d'un no-

t.IV. par. IV, p. 171. Perchè dun- taro , con le rispettive facoltà e
que l'arte rifiorisse diede ad Ales- provvidenze. Nel pontificato d' In-
sandro Capocefalo e a Fenicio Ali- nocenzo XI ebbe origine il lanifi-

fano o Alfano, due mercanti di lana, cio dell' Ospizio apostolico (Vedi),
la somma di scudi dodicimila in che ingrandì Clemente XI ed i

prestito, coU'obbligo di restituirli do- suoi successori , come si dirà a


po dieci anni alla camera apostoli- quell'articolo. Questo Pontefice nel
ca, più ne die duemila loix) altri 17 19, con editto de'7 agosto, proi-
senza restituzione, onde poter met- bì che nello stato ecclesiastico s'in-
tere in ordine la fabbrica già da s. troducessero dall'estero panni e
Pio V cominciata presso alla fon- sete lavorate , tranne i panni so-
tana di Trevi nel luogo detto il praffini, pel danno che ne risenti-
purgo, e gli attrezzi necessari alla vano le fabbriche di tali manifat-
fabbricazione e tintura delle lane; ture nel medesimo stato diverse :

destinando a tutto in sopraiiUen- aoaloghe provvidenze di altri Pon-


LAN LAN 83
tefìci si possono leggere all'arlico- 1816 e primo aprile 1817, Pio
lo Dogane Pontificie, ed in quelli VII estese la fabbricazione de' drap-
analoghi. Avendo Tarte della lana pi di lana in Roma, in Àlatri, ia
in Roma rinnovato il suo statuto, Matelica, ed in altri luoghi dello
a tenore delle disposizioni di Cle- slato, a tal uopo avendo il cardi-
mente IX, supplicò ed ottenne da nal Pacca camerlengo emanato ai
Clemente XIII la sua pontificia ap- I
7 aprile corrispondente editto, de-
provazione, mediante breve Ad il cretandosi l'annua e solenne espo-
pastoralis dignitaiisy de' i5 settem- sizione de' drappi di lana de' fab-
bre 1758. Quindi pubblicò in
si bricatori romani. Quella de' 25 lu-
Roma coi tipi del Salvioni lo sta- glio 18 18 fu onorata dalla presen-
tuto nel 1759, e con questo titolo: za del cardinal Consalvi segretario
Statuti del nobil collegio dell' arte di stato, ricevuto dalla deputazio-
delia lana di Roma approi'ati e ne de' fabbricatori, che l'accompa-
conferinati dalla Santità di nostro gnò nelle camere di esposizione.
Signore Papa Clemente XIII. Di- Due giorni dopo vi si recò pure
poi Pio VI nel 1778 proibì agli ilPontefice, ricevuto dal cardinal
incettatori la comprita delle lane camerlengo, dal cardinal Ruffi3 pro-
maggesi, che nello stato pontificio tettore del nobile collegio de' fab-
sono eccellenti, affinchè le fabbri- bricatori de* drappi di lana, e dal
che potessero godere la prelazione senatore principe Altieri. Pio VII
e farne la scelta, e non passassero commendò gli sforzi de'fabbricanti,
in paesi stranieri con notabile pre- per vederli gareggiare coi migliori
giudizio de' suoi sudditi , eh' erano dell'Europa ; indi alla presenza del-
necessitali a ricomprarle a prezzo la deputazione si fece Tesperimen-
maggiore almeno del terzo di quel- to coi preparati chimici per ve-
lo che da loro stessi erano vendu- dere se reggevano le tinte, e si
te. Nel 1782 Pio Vi fece dare trovarono perfette. Nel suo ponti-
quattromila scudi al Conservatorio ficalo furono inlrodotte in Roma
Pio (Vedi), per l'avanzamento del le macchine pei lanificii, pel mi-
lanifìcio; poscia nel 1788 soccorse nor costo delle manifatture e pel
con generose somme di denaro le perfezionamento del lavoro, onde
fabbriche di tele, calancà, bamba- furono autorizzate non solo con leg-
cina e panni di lana sopraffini, sì ge de' 9 febbraio 1821, ma si proi-
di Roma che di diversi luoghi dello bì l'apertura di nuove fabbriche
stato. Dipoi nel 1802 il Miselli se non erano munite di macchine.
pubblicò in Roma colle stampe: Non le macchine, ma la mancanza
Memorie delle lane grezze dello dello smercio, fu talvolta la cagio-
stato pontificio. ne dell' inoperosità de' lavoranti la-
Pio VII nel 1804 per promuo- nari. In tale epoca Roma contene-
vere r industria nazionale, assegnò va cinquantasei lanificii^ e duecen-
dei premi a favore dei fabbricatori to erano quelli dello stato, fioren-
di drappi di lana, al quale ogget- do particolarmente in Cagli, A la-
to visitò l'opificio dell'ospizio apo- tri, Matelica, Piastra, Norcia, Nar-
stolico, e la fabbrica delle calancà ni, altri luoghi. Aven-
Spoleto ed
alleterme Diocleziane. In seguito do Papa Leone XII ordinato che
il

con moto-propri de* i o settembre l'accademia de' Lincei formasse una


,

84 LAN LAN
commissione onde proporre i mezzi conseguimento de' premi ; la forma
ai miglioramento delie principali della bollazione de' tessuti ; ia di-
manifatture dello slato , massime chiarazione sulla solennità della
de* tessuti filamentosi di lana, ca- premiazione annua in Campidoglio
nape, lino, seta e cotone, il mar- della miglior qualità de' panni ; l'e-
chese Luigi dei Gallo compose a- stensione deiraumento del dazio sui
naloglie memorie sulle indicale ma- panni esteri ai tessuti misti di la-
terie e specialmente sulla lana, ac- na e di altro genere; il regola-
cennando i mezzi di fabbricarle con mento per la verificazione e riscon-
economia di tempo e di spesa e tro de' tessuti di lana sul telaio
eon perfezione di lavoro: le me- e per l' esame ed apposizione del
morie furono pubblicate colle stam- bollo di premio ai drappi di lana;
pe e con questo titolo indu- : V le disposizioni sull'esposizione e pre-
strialismo ossiano cenni sull'utilità miazione de' tessuti di lana nazio-
ed il modo di stabilire le arti mec' nali ; il premio d'una medaglia d'o-
caniche e segnatamente quella del* ro di scudi sessanta a tutti i fab-
la lana nello staio pontificio^ ec, bricatori che presentano tre pac-
Italia i83i. cotte di panno consimile alle eccel-

Nell'odierno pontificato, per le lenti manifatture delle fabbriche e-

cure del regnante Gregorio XVI , stere ; e la forma del concorso e


furono emanale molte utili provvi- del giudizio delle pezze di drappo
denze sulla fabbricazione della lana, che si presentano per ottenere il

quali si leggono nella Raccolta del- premio. Il cardinal Pier Francesco


le leggi e disposizioni di pubblica Galleffi camerlengo, a' 27 luglio
amministrazione nello stato ponti- i836, con notificazione pubblicò
ficio j laonde ci contenteremo sol- le disposizioni sulla esposizione e
tanto di accennarle. A' 16 febbraio premiazione de' tessuti di lana , e
i83i il tesoriere generale monsi- forma del concorso, in sequela del-
gnor Mario Mattei ora cardinale , la precedente notificazione del pre-
emanò una notificazione sulla di- Nel numero 99 dei
lato tesoriere.
minuzione de' dazi, dichiarando che Diario di Roma i844) si legge la
l'incasso del dazio sull'introduzio- premiazione seguita in quell'anno
ne dei panni esteii veniva addetto ai fabbricatori di lane sì di Roma
ad incoraggire i' industria naziona- che dello stalo pontificio, di prima
le de' panni con premi trimestrali. e seconda classe, e di quella di e-
A' 21 agosto 1835 il tesoriere ge- mulazione e di paragone . Colla
nerale monsignor Antonio Tosti i845 monsi-
notificazione de' 2 luglio
ora cardinale, pubblicò una notifi- gnor tesoriere generale Giacomo An-
cazione sull'aumento del dazio so- tonelli confermando nel nome sovra-
pra i tessuti di lana, accordando no le premiazioni generose di circa
premi ai fabbricanti di Roma e del- annui scudi ciquantamila, stabilite a
lo stato, ad incoraggimento e so- favore dei fabbricatori di panni di
stegno dell' industria nazionale. In lana dalle notificazioni de' 2 i ago-
essa sono dichiarati i premi slabi- sto i835, e ir aprile 1842, Iia

liti sulla qualità e quantità della modificato il dazio d' introduzione


lavorazione de' panni ; le discipline sui panni, castorini, circassi e ca-
da osservarsi dai fabbricatori pei simiri, ec. per ogni libbre cento,
LAN LAN 85
scudi venticinque. In Roma vi è lavoranti di lana, che già la pos-
un officio di manifattura dei drap- sedevano nel 1600, come attesta il
pi di lana di Roma e dello slato; Panciroli, stampato in quell' anno,
esso aveva V ispettore generale fab- Tesori nascosti di Roma, p. 43o,
Lricatore. Quanto poi alla lana col- r università avanzò analoghi re-
la quale si formano i sacri palili, e clami contro siffatte pretese. Pio
delle diverse qualità di lana che si VI nel 1791 accordò all'università
usano per gli abiti degli ecclesiastici il privilegio della mano regia, con-
secolari e regolari d'ogni specie e tro que' padroni che ricusavano o
grado , non che dalle monache e rilardavano pagare le mercedi. Gli
da altri, se ne tratta ai relativi ar- uffiziali dell' università de' lavoran-
ticoli. ti dell'arte della lana sino a' 4
Il Piazza tanto nelle Opere pie, gennaio 1824 solevano annualmen-
come neir Eusevologio romano trat- te celebrare le loro adunanze e ge-
ta dell' università dell'arte della la- nerali congregazioni. Queste aveva-
na, con varie erudizioni sulla lana, no luogo in Campidoglio nella gran
e della loro confraternita eretta sala de' conservatori, con licenza di
nella chiesa di s. Lucia de' Ginna- essi. Ivi trattavano degli interessi
si, setto r invocazione de' ss. Biagio spettanti all'università, l'elezione e
ed Ambrogio. Cosi pure discorre nomina per bussolo del sindaco,
della confraternita de' tessitori eret- uffizialinuovi e ministri della me-
ta nel i5i7 sotto Leone X col pa- desima. Le adunanze si tenevano
trocinio di s. Agata, nella chiesa alla presenza e coll'assistenza dell' u-
di s. Maria degli Angeli detta in ditore del cardinale protettore del-
Slaccilo Martyrum. Noteremo, che l'università, che ordinariamente era
Plinio attribuisce l'origine dell* ar- il cardinal decano. Inoltre v'inter-
te del tessere agli egizi: le figure veniva uno de' fedeli del popolo^
che ci rimangono del IV e V se- lomanOj^delis inclyti populi roma-
colo, ci mostrano donne che fila- ni. L' università manteneva nella
no, ed che stirano la tela; i
alti*e suddetta cappella in s. Lucia il

tessitori stanno in piedi. Il Cancellieri cappellano ed una lampada per-


nelle Dissertazioni bibliografiche, ci petua, e celebrava la festa de' san-
dà alcune erudizioni sulla lana e tiprotettori. Finalmente nel me-
sui lanari. Nel registro originale morato anno 1824, avendo il col-
delle adunanze dell' università dei legio de' mercanti o fabbricanti del-
lavoranti dell'arte della lana, ho la lana di Roma, elevate delle pre-
letto le seguenti notizie. Sotto In- tese sul diritto di uffiziare tale cap-
nocenzo XI il collegio de' mercanti pella, cessarono le adunanze in Cam-
fece una concordia coli' università pidoglio, e l'uffiziatura della cappel-
de' lavoranti lanari sul prezzo e pa- la medesima.
gamenti delle mercedi stabilite. A- LANCELLOTTI Scipione, Cardi-
vendo il collegio de' mercanti nel nale. Scipione Lancellotti, di antica e
nuovo statuto dichiarata come pro- generosa famiglia romana (che secon-
pria la cappella sotto l' invocazione do l'Amidenio in origine era porto-
de' ss. Biagio ed Ambrogio, esisten- ghese, indi trapiantata in Avignone,
te nella chiesa di s. Lucia de' Gin- Bologna, Napoli e Roma), per la
nasi di Roma dell'università dei straordinaria perizia nell'uno e nel-
B6 LAN LAN
l'altro diritto , di cui otteìme la Napoli e nella Romagna
per cau-
laurea ia Bologna, ammesso da che si agitavano
se ni'<];entissime
Paolo III tra gli avvocati concisto- nella romana rota. Finalmente Gre-
riali, fino dalle prime mosse della gorio XIII in ricompensa di tante
carriera prelatizia diede tali con- fatiche, ai 12 dicembre 1 583 lo
trassegni di prudenza e valore, che creò cardinale diacono e poi prete
apri ai futuri Pontefici largo cam- del titolo di Simeone, dal quale
s.

po di valersi di lui in affari di Sisto V lo a quello di


trasferì
somma importanza. Paolo IV lo s. Salvatore in Lauro, di cui fu il
spedì nella Romagna e a Vene- primo titolare. Inoltre Sisto V lo
zia ; Pio IV a Milano affinchè as- dichiarò segretario de' brevi e so*
sistesse al primo concilio celebrato praintendente di alcuni affari dello
dal cardinal arcivescovo s. Carlo stato ecclesiastico , non che com-
Borromeo , e poi al concilio di missario a terminare sulla faccia
Trento, dove i legati pontificii nel del luogo le controversie nate tra i

i563 lo deputarono al conte di bolognesi ed Alfonso li duca di


Luna ambasciatore di Spagna, per Ferrara, intorno ai confini. Inter-
indurlo ad affrettare la sua venu- venne a cinque conclavi, e mori
ta a Trento, e quindi a Massimi- in Roma i^gSnel di anni set-
liano II romani e re de' di Boe- tantuno. Ebbe tomba nella basilica
mia, e ad Alberto duca di Ba- Lateranense , nella cappella di s.

viera, per trattare e conchiudere Francesco da lui fondata con ren-


con esso gravissimi affari riguardan- dite.
ti il medesimo concilio generale. LANCELLOTTI Orazio, Car-
Bestituitosi a Roma, il Papa nel dinale. Orazio Lancellotti patrizio
i565 Io annoverò tra gli uditori romano, nipote del precedente, il

di rota ; ma poco dopo il succes- quale essendo uditor di rota quan-


sore s. Pio V l'incaricò di trasfe- do fu creato cardinale, impetrò da
rirsi nuovamente
Trento al car- in Gregorio XIII che gli fosse sostituito.
dinal Madrucci vescovo di quella Dopo aver sostenuto quell'impiego
città, ed al suo capitolo, per com- con incorrotta rettitudine e giusti-
porre una grave differenza insorta zia per Io spazio di ventidue anni,
tra il cardinale, Ferdinando arci- a persuasione del cardinal Tonti,
duca d'Austria, cesare, g il duca di cui seppe guadagnarsi la grazia
di Baviera, che poteva avere con- in quel tempo in cui la godeva
seguenze funeste alla chiesa di pienissima da Paolo V, questi ai
Trento, ciò che felicemente eseguì. 17 agosto 161 I lo creò cardinale
Venne poscia destinato alla dieta prete di s. Salvatore in Lauro. Al-
di Augusta per assistere all'elezio- la dottrina ebbe congiunta un'in-
ne dell' imperatore col cardinal signe pietà cristiana ; ben dimo-
Commendone. Indi Gregorio XIII strandolo e il ristoramento della
lo deputò compagno e consigliere chiesa di s. Simeon profeta, ch'egli
al cardinal Orsini legato a lalere fece nel i6io, e il legalo di sei
a Carlo IX re di Francia, dove su- mila scudi lasciato nel testamento
però l'espettazione ch'erasi forma- ai chierici regolari della Madre di
ta della di lui abilità e saviezza. Dio. Morì in Roma sul declinar
Ritornato a Roma dovè recarsi a del 1620 in età di quarantauove
,

tAN LAN 87
anni, e fu sepolto nella basilica La- re di rota, indi avendo creato car-
teranense, nella cappella di sua fami- dinale nel 1786 il suo nipote Bra-
glia. Egli ebbe tre fratelli, de'quali schi ch'era maggiordomo, e lascian-
uno fu vescovo di Nola. Il nipote dì dogli questa carica col titolo di
questi Tiberio si ritirò collo zio in prò, nell'anno seguente per averlo
tal città, ove comprò nel regno di nominato segretario de' brevi, fece
Napoli una terra cbiamata Lauro, Filippo maggiordomo , rispettabile
che fu dichiarata marchesato e nel carica ch'egli funse. Poscia nel con-
1726 dall'imperatore Carlo VI cistoro de' 2 1 febbraio 1794 lo
principato, ereditando poi la fami- creò cardinale dell' ordine de* dia-
glia i beni e le prerogative di coni, ma poco sopravvisse, onde
Ginnetti di Velletri, che die al non potè conseguire la diaconia
sacro collegio due cardinali. I prin- cardinalizia. Passò dunque agli e-
cipi Lancellotti hanno in Roma un terni riposi in Roma dopo breve
palazzo nel rione di Ponte presso malattia, e munito de' sagramenti
la via 3e'Coronari, ed altro a piaz- della Chiesa e dell' apostolica be-
za Navona. nedizione, quasi all'improvviso, a' i3
LANCELLOTTI Filippo, Car- luglio dello stesso anno 1794 e
dinale. Filippo Lancellotti de' prin- d'anni sessantadue suo cadave- : il

cipi diLauro nacque in Roma ai re fu esposto ed ebbe i funerali


17 agosto 1782. Mostrando incli- celebrati dal cardinal Caprara, nel-
nazione per lo stato ecclesiastico, la chiesa di s. Maria in VoUicélla
fece i corrispondenti studi e quel- de'filippini, donde venne trasportato
lo abbracciò. Si mise quindi in in quella di s. Ignazio, ove fu se-
prelatura, e Benedetto XIV lo fe- polto nella cappella di s. Luigi
ce protonotario apostolico e cano- Gonzaga, juspatronato di sua no-
nico della basilica di s. Pietro. bile famiglia, per averla eretta con
Coltivando la poesia meritò nel quella magnificenza che si ammi-
1759 di essere proclamato principe ra. Buone furono le doti dell'ani-
dell'accademia degli infecondi, laon- mo , e robuste quelle del corpo
de nell'ampia sala del suo palazzo perciò dotato d'una forza singola-
ai Coronari, fatta magnificamente re : la sua perdita fu compianta.
adornare, da lui vi si tennero alcune LANCIA, Reliquia insigne. Stru-
solenni accademie, massime per la mento di ferro col quale Longino
Passione e per l'Assunta, l'ultima es- ferì ed apri il costato di Gesù Cri-
sendo stata nel 1776 e lo fu pure sto appena spirò sulla croce, per
dell'accademia, la non quale piti assicurarsi s' era veramente morto,
si adunò, a cagione della morte e ne uscì acqua e sangue. 11 p.
della principessa d. Ginevra Lan- Menochio nelle sue Stuore tom. I,
cellotti , la quale ne formava il p. 5o8, esamina : Chi fosse il sol-
principal sostegno, e per quella- del dato, che con la lancia aprì il co-
suo figliastro Filippo nostro. Di stato di Cristo, e se fu cieco e poi
questa accademia degl'infecondi, ca- illuminato, e se ferì il lato destro
rne del palazzo Lancellotti, ne ri- o sinistro del Salvatore. Questo
porta le notizie il Cancellieri nel Longino sembra clie fosse un sol-

suo Mercato. Pio VI sino dalfa- dato, che poi abbracciò il cristia-

prile 1779 ^^ promosse ad udito- nesimo, ^ patì il martirio a Cesa-


,,

88 LAN LAN
rea nella Cappadocia, ond* è comu- e per autenticarne la verità Dio
nemente venerato per santo a* i5 operò molti nnracoli, come afTenna
marzo. 11 Piazza nell' Enierologio il monaco Roberto, Hist, Hierosol.
di Roma, e nel Santuario roma' 1. 7, ed il Bosio, De triumph. Cruc.

noj dice che nella basilica vatica- e. 17. Dapprima fu portata in bat-
na si venera un suo braccio, che taglia dal legato apostolico innanzi
l'altro con gian parte del suo cor- all' esèrcito cristiano , che riporlo
po si conserva nella chiesa di s. gloriosa vittoria; indi venendo pre-
Agostino, altre reliquie di lui esi- sa Gerusalemme a' 5 luglio 1099,
stendo nelle chiese di san Marcel- ivi fu la reliquia depositata, donde
lo, di san Giovanni dei fiorenti- fu poscia trasferita in Costantino-
ni e de' santi Sergio e Bacco. La poli, dove non manca chi asserisca
lancia cogli altri strumenti della esservi già stata sino dal VI secolo.
crocefissione secondo il costume
, Sembra che in Costantinopoli il sa-
degli ebrei, furono sepolti colla Cro- cro ferro fosse diviso in due parti ; la
ce (Fedi)^ nel luogo ov'era segi,ii- punta fu collocata nel palazzo im-
ta. L* imperatrice s. Elena madre periale, la lancia 'nella chiesa del
di Costantino il Grande, porfatasi monastero di s. Giovanni della Pie-
in Gerusalemme l' anno 826, rin- tra. La divisione del sacro ferro si

venne la croce, i chiodi, la lancia attribuisce a Costantino V ,


per
e gli altri strumenti della passio- regalar la punta o cuspide a Car-
ne ; ed i Bollandisti scrivono che lo Magno; ovvero a Baldovino II,

la sacra lancia s. Elena la ritrovò di cui andiamo a parlare. Baldo-


a' i5 marzo, pag. 3 19. La lancia vino II, quinto imperatore latino
fu inclusa in una croce di legno ,
di Costantinopoli, che regnò sino
e collocata venne nel portico della al 1261 e mori nel 1272, tro-
chiesa del santo Sepolcro di Ge- vandosi in bisogno di denaro, n'eb-
rusalemme alla venerazione de' fe- be una somma dalla repubblica di
deli, come testifica il ven. Beda, Venezia, dandogli in pegno la pun-
De' luoghi santi e. 2. Dipoi invasa ta della lancia. Indi s. Luigi iX
la città dai saraceni , fu secreta- re di Francia parente dell' impera-
mente trasportato il sacro ferro in tore, col suo consenso, ricuperò dai
Antiochia e sotterrato. Nel 1098, veneziani la punta della lancia
narrano diversi storici , ivi si ri- pagando il denaro che avevano
trovò per prodigiosa rivelazione fat- sborsato, e la fece porre nella san-
ta da s. Andrea ad un chierico ta cappella da lui fabbricata nel
chiamato Pietro, al quale coman- 17.^1 in Parigi nel suo palazzo
dò che si recasse ai principi della reale, come si ricava dal Gretse-
prima crociata, e dicesse loro che ro, De Cruce 96, ri-
lib. I, cap.
cercassero la sacra lancia nella chie- portato dal Novaes nella vita d'In-
sa di s. Pietro sotterrata, indi con nocenzo Vili. Della punta della
essa marciassero contro i saraceni sacra lancia da Baldovino li data
che gli angustiavano col loro nu- in pegno ai veneziani, e dell'acquisto
mero, ed avrebbero ottenuto vit- che ne fece s. Luigi IX, ne tratta

toria. Cercata la lancia nel luogo ancora l'annotatore del Butler, Fi-
indicato dall'apostolo, si rinvenne te dei padri, ec, maggio p. 69
CQa gran giubilo d^' crocesiguati, edizione veneta del 1B24 di Pat-»
LAN LAN 89
taggia. Che Baldovino II donò al i due legali nominali dal Papa, cioè
detto re la Corona di Spine (Ve- l'arcivescovo d'Arles Rondano, ed
di), Io dicemmo a quell'articolo, il vescovo di Foligno Borsiani, fe-

insieme al pagamento che s. Luigi cero la ricognizione del sacro do-


IX perciò fece ai veneti d'un im- no, che poi portarono in processio-
preslito fatto all'imperatore latino. ne per la città, in cui fu concessa
lirimanente poi della lancia restò in indulgenza plenaria a quelli che vi
Costantinopoli anche dopo che intervennero: il vescovo ed il clero
,

IMaometlo II nel i453 s' impadronì anconitano avevano incontrata la re-


della città e dell' impero volendo , liquia. La sacra lancia sino a Ro-
che le insigni reliquie gelosamente ma fu portata con continue pro-
si conservassero coi tesori impe* cessioni, e al modo che si portava
riali. la ss. Eucaristia ne' viaggi de'Papi,
Maometto II essendo morto nel- dentro una nobile cassetta, sopra un
l'anno i48i,gli successe il figlioBa- cavallo bianco del Pontefice, prece-
iazelte II, cui disputò il trono suo dendo un lanternone acceso. Giun-
fratello Zizimo, del quale parlammo ta la preziosa reliquia in Narni la
all'articolo Costantinopoli (Vedi), riceverono i due cardinali legati a
ed altrove. Zizimo dopo aver tenta- lalere di s. Pietro in Vincoli Giu-
lo la sorte delle armi, si rifugiò liano della Rovere, e Giorgio Co-
in Rodi presso il gran maestro del- sta lisbonese; arrivata a porta Fla-
l' ordine gerosolimitano d' Aubus- minia di Roma, Innocenzo Vili ai
son. A questi si rivolse Baiazette 1 maggio,
3 festa dell'Ascensione, si

II, acciò gli custodisse il fratello, portò a riceverla dai medesimi, qua-
che assai temeva. Riputando il Pa- ranta passi fuori della porta, vesti-
pa Innocenzo Vili che assumendo to de' paramenti pontificali. Levatasi
lui tal custodia ne potesse venire la mitra divotamente la baciò, fa-

vantaggio al cristianesimo, la do- cendola rinchiudere in un bellissi-

mandò ed ottenne dal gran maeslro; mo vaso di cristallo. Quindi por-


per cui il principe Zizimo nel i4^9 tandola colle sue mani con solenis-
fece il suo Ingresso solenne in Ro- sima processione, dalla chiesa di s.
ma ( f^edi ) al modo detto a quel- Maria del Popolo, si recò alla ba-
l'articolo. Baiazette II prima tentò silica di s. Pietro. Intervennero al-

di far avvelenare il Pontefice ed la 'processione tutto il sacro collegio


il fratello, ma non essendogli riu- cogli abili sacri, il clero romano,
somministrò ad Innocenzo Vili
scito, il capitolo vaticano presso lo sles-
per la custodia del fratello quaran- so Pontefice , le arciconfiaternite
tamila scudi d'oro all'anno, donan- del ss. del Gonfalone,
Salvatore,
dolo dei prodotti piìi preziosi dell'o- della Annunziata ed altre, tut-
ss.

riente. Oltre a ciò Baiazette 11, per te con torcie accese, non che l'am-

mezzo dell'ambasciatore turco Clia- basciatore turco, che nel giorno pre-
misbuergh o Cassà-Begh, nel i49^ cedente avea fatto il suo ingres-
gli mandò in donativo la sacra lan- so solenne in Roma. Giunto il Pon-
cia, colla canna con-
spunga e la tefice alla loggia della benedizione
sacrate dalla passione del Redento- sopra le scale di s. Pietro, benedì
re. Nel giorno primo maggio giun- col sacro ferro l' innumerabile po-
se in Ancona l' ambascialore^ ove polo, facendo pubblicar l'indulgenza
90 LAN LAN
plenaria in latino dal cardinal Riu- trone e canonico valicano. Nell'al-
rio, in italiano dal cardinal Colon- tare eravi un'antica immagine della
na, ambedue diaconi. E perchè il Beata Vergine, che stava nell'altare
Papa stanco dal lungo viaggio fat- edificato nell'VllI secolo da s. Gre-
to a piedi e versando lagrime di gorio HI. Ma per la struttura della
divozione, non potè cantar messa nuova basilica, sotto Giulio II la
in s. Pietro, la fece cantare dal car- cappella fu distrutta, il ciborio fu
dinal Domenico della Rovere, con disfatto nel i5o7 e fu trasferito nel-
l'assistenza dei cardinali e degli l'ultima nave della vecchia basilica,
altri. non servendosi piìi pel sacro ferro,
Volendo il Pontefice fabbricare ma per mostrare al popolo l'altre
in detta basilica una sontuosa cap- reliquie della basilica ; dappoiché la
pella per ri porvi si insigne reliquia^ lancia fu collocata a* 22 novem-
la portò intanto nelle sue camere, bre col Sudario nel ciborio di Gio-
venendo assicurato dall'ambasciato- vanni VII, presso il quale fu eret-
re turco della sua identità, e che la to il sepolcro d'Innocenzo Vili. Nel
punta o cuspide di essa era presso pontificato di Paolo V ai 2 i mar-
il re di Francia. Passali pochi gior- zo 1606 la lancia fu col Sudario
ni, Innocenzo Vili fu assalito da trasferita dalla vecchia basilica, in
grave infermità, chiamò a sé car- i un pilastro della cupola, donde se
dinali, per esortarli ad eleggere un ne fa l'oslensione dalla loggia che
degno successore, e ordinò loro che resta sopra la statua di s. Veroni-
riportassero il sacro ferro alla ba- ca. Ivi stette sino al primo gennaio
silica di s. Pietro, ciò ch'essi fece- 1624, che per ordine di Urbano
ro a' i6 luglio, e lo collocarono Vili fu la lancia posta nel ciborio
in cui si conservava il
nell'oratorio, del pilastro opposto, ove conservasi
Sudario o Volto santo del medesi- la testa di s. Andrea, finche il luo-
mo Redentore. Mon Innocenzo Vili go fosse restaurato. Di li nel 1625
a'26 luglio i49^j "el suo deposito a'23 dicembre fu riportata con so-
nella basilica vaticana fu rappresen- lennità nel luogo del Sudario, nella
tato in bronzo dal Pollaiolo colla lan- qual traslazione sostenne l' asta del
cia inmano. Il suo nipote cardinal baldacchino con sette altri signori
Lorenzo Cibo, già canonico di s. l'arciduca d'Austria Leopoldo. Sic-
l^ietro, eseguendo la volontà dello come nel i52 7 pel sacco di Roma
zio, fece fabbricar nella basilica con operato dai scellerati soldati di Bor-
disegno di Bramante, e nell'antica bone, la reliquia della lancia tratta
cappella del Salvatore che restaurò, dal tabernacolo fu gittata in terra,
un grande e bel tabernacolo di onde il vaso che la conteneva ave-
marmo per riporvi la reliquia, nel va molto sollerlo, cosi il cardinal
luogo ove è ora l'altare di s. Lon- Francesco Barberini nipote di Ur-
gino, nelle grotte vaticane , cioè bano Vili ed arciprete della basi-
sotto la statua di tal santo, e fu lica,a*25 maggio i634 donò un
terminato nel i49^« Nel taberna- nobile vaso di cristallo di monte
colo o ciborio, chiuso da due por- di gran valore, legato in oro, onde
ticelle di bronzo, fu collocata la sa- cavata la sacra lancia da quello al-
cra lancia a' 12 gennaio i5oo, da quanto rotto d'Innocenzo Vili, nel
Andrea della Valle vescovo di Co- nuovo liiK*ipo§i{i e tuttora si con-
LAN LAN 91
serva. Benedetto XIV racconta, De' L'Infessura presso il Rinaldi all'an-
healìf. et canoniz. t. IV, p. Il, e. no i49'2. La costituzione 4 d' Ales-
3i,n. i3, che mentre era canoni- sandro VI, Bullar. tom. I, pag.
co valicano, fece venire da Parigi 468; e Sandini, f/ist. faniiliae sa-
la giusta misura delia cuspide del crae, de Christo Domino ^ cap. XV,
sacro ferro , che conservavasi in pag. 238 e 289, parlano delle
quella cappella reale, e che aven- reliquie della lancia, della canna e
done fatto il confronto colla lan- della spuiiga donate ad Innocenzo
cia spuntata, trovò che ambedue Vili. Torrigio, Le sacre grotte va'
le parti corrispondevano perfetta- ticane, p. 19,209 e seg., e 210.
mente, e con tanta uniforniità che Severano, Memorie sacre p. 160
escludeva ogni dubbio dell' identità e seg. Un'altra simile lancia si con-
del ferro e della verità d'ambedue serva in Praga, altri dicono in No-
le reliquie. Quanto all' ostensione rimberga, mandata dall'imperatore
pubblica e privata della lancia, ne Enrico I V Uccellatore, c\\e l'ebbe da
parleremo all'articolo Volto vSanto, Ridolfo II re di Borgogna, ed era
ove pure si diranno altre analoghe la medesima che usava l'imperato-
notizie. re Costantino il Grande, il quale
Sulla sacra lancia e sul donativo l'avea fatta fare a similitudine di
di essa si possono consultare i se- quella che ferì il costato del Reden-
guenti autori. Tommaso Bartolini, tore, col comune e con qual-
ferro
De lalere Christi aperto, Lugduni che de Chiodi [f^edì), che
parte
Bat. 1646. Gisb. Voeti, Disaertalio servirono per affìggerlo in croce, co-
de perfosso lalere Christi, in ejus Dis- me scrivono l'abbate Uspergense in
put. 195, Ultraj. i655.
//leo/., p. II, Chron. p. i53 ; Sigiberto in Clvon.
Gaspare Sagittario, Z^m^/V. ^e La/i- ad an. 929; e Luitprando, Hisc. lib.
cea qua perfossimi Christi latita, Je- IV, cap. 12. Di questa lancia ne
nae iGyS. Enoch Svantenio, Lan- parla il Severano a p. 632. Nel
cea militaris, qua Christi lata per- XIV opuscolo del p. Calogerà si
fossiun, Roslochi 1686. Jo. David esamina se Enrico I V Uccellatore
Roelerus, De imperiali sacrae Lati- acquistasse la sacra lancia. Gugliel-
ceae, Altorf lySi. Il Thiers riferi- mo Malmesbury, De gè siis Angiomi it
sce la superstizione di quelli che lib. I, e. 6, dice: Lancea Caroli
portavano indosso la misura del- M. ferehatur eadem esse, quae Do-
la piaga del costato di Gesù Cristo miiiico lateri, centurionis marni, fuit
per salvarsi da tutti i pericoli : Des ìmpacta pretiosi vulneris jactu Pa-
superstilions t. I, p. 3 12. Vittorelli radisuni miseris morta libns apernit.
nelle Aggiunte al Ciacconio t. HI, Cosi Baronio all'anno 929, n. 5.
il

col. 100, P'it. Ponti/., ove diffusa- Alcuni credettero che il centurio-
mente parla di questa reliquia, co- ne fosse il soldato che colla lancia
me della canna e della spiniga. aprì il costato di Cristo. 11 Sarnel-
Diario del Nantiporto presso il li, Lett. eccl. t. V, lett. XLI, parlan-
Muratori, Ber. Ital. t. Ili, p. II, do della sacra lancia, riporta quan-
I 108. Notice da journal de Bar- to il Rinaldi dice all'anno i354j n.
card par m.r de Brequignf, dans 18. Carlo IV imperatore ricuperò
les notices, et cxlraits des mss. de la la lancia del Signore ( devesi inten-
hible diL rei, Paris 17B7, p. 9-2. dere quella formala '
con parte dei
9-2 LAN LAN
chiodi ), ì cliiodi, e parte dollu ss» chiesa di s. Eustachio si conserva tra
Croce, e la fece tiasportare in Pra- le reliquie la lancia che usava quel
ga, capitale del suo regno di Boe- cavaliere romano, e tuttora si espo-
mia, con gran giubilo. Il Papa In- ne nel dì della sacra, in quello del
nocenzo VI ad istanza di Carlo IV santo e in altri giorni. S. Giorgio,
glidiede facoltà che le dette sacre che ha tanti ordini equestri sotto
memorie della Passione del Reden- il suo nome, è rappresentato in at-
tore si esponessero sull'altare alla to di ferire con una lancia il dra-
pubblica venerazione de'fedeli, ed go, come dicesi agli articoli di det-
instituì la festa della Lancia e dei ti ordini, spiegandosi in quello di
Chiodi nella feria VI ossia venerdì s. Giorgio di Rosmonte, perchè co-
dopo l'ottava di Pasqua di Risurre- sì viene lappresentato il santo.
zione, concedendo anche per quel LANCIANO (Lancianen). Città
giorno i' indulgenza ; diffondendosi coli residenza arcivescovile nel regno
il Pontefice nel suo diploma in en- delledue Sicilie, nella provincia del-
comi su detti strumenti, specialmen- TAbruzzo citeriore , capoluogo di
te della sacra lancia, che riporta il distretto e di cantone, posta parte
Sarnelli. Aggiunge questi, se tutte in piano e parte in colle, sulla de-
queste memorie sono d' una istes- stra riva del torrente Feltrino, e
sa lancia o se della stessa lan-
, sulla riviera del suo nome, che si

cia mescolata con altro ferro se ne getta quivi nel mare Adriatico, for-
fecero più lancié, conchiude bastar maiìdovi un piccolo porto. Ha due
che noi veneriamo non il ferro come sobborghi, alcuni cospicui edifizi ,

tale, ma la Passione di Cristo nel fer- distinguendosi Ira i sagri la metro-


ro. Il Marini, Archiatri t. Il, p. 4^) di- politana. Il suo commercio è flori-
ce che nella cappella o oratorio dello dissimo, e la gran fiera che vi si
spedale di Siena, tra le reliquie in- tiene nel maggio, e poscia nella
signiche possiede, vi è parte della prima metà di settembre, vi attira
sacra lancia. F^. Giovanni Gretsero, uno straordinario concorso. 11 suo
In Syntagniale de ss. Relìquiis^ et distretto contiene otto circondari o
regnlibus monumentis ,
praesertim cantoni , alcuni autori credettero
quadruplici lancea , Doniiiiica , essere stata questa città fabbrica-
Mduriliana, Conslantiniana et Ca- ta sulle rovine Ansanuni o
dell'

rolina. Ada s. Longini militis, cura Auxanuni o Anaxanuni, città dei


comm. praevio, et notis in r i martii. frentani, popoli del Sanuio, donde
Bollaud. p.376, et apud Surium i5 sembra averne preso il nome, chia-
martii pag. 177. Jo. Henr. a See- mandosi pure LausanOy Lancìana
len, Commentatio de festo Lan- o Lanzano.
cea et quibus Corpus
Clavoruniy La sede vescovile fu eretta da
Christifuit perfossuiUy in ducala Ère- Leone X nel i5i5, che ne fece
mense diu celebrato. Ext. in ejus pi imo vescovo Angelo Maccafani,
Mise. Luheccae 1734, par. I, p. dichiarandola immediatamente sog-
339. E noto che lancie con cui fu- getta alla santa Sede. Gli arcive-
rono trafitti tanti santi martiri, si scovi di Chieti mal sofferendo che
seppellivano co'loro venerabili corpi. la città di Lanciano, ch'era stata di
Il Piazza nel citalo Santuario Ro- loro dipendenza, fosse così sogget-
inauo, scrive a p. 317, che nella ta al Pontefice, fecero ogni sforzo
LAN LA.^ 93
per opporsi al vescovo, il quale minori spagnuolo, che pose la pri-

però sostenne vigorosamente la sua ma lapide alla chiesa di s. Bar-


esenzione contro di essi, e gover- tolomeo che fece consecrare dal
nò la chiesa con sollecitudine pa- vescovo d'Alba Marini, assistito da
storale. Portatosi nel i5i7 in Ro- quelli di Ortona e Valva. Grego-
ma al concilio generale Lateranen- rio XIII lo spedì delegato nella
se V, intervenne alla X sessione, Spagna per guerra contro il
la

indi morì nelfe calende di dicem- turco. Nel 1^79 divenne vescovo
bre. Ad istanza dell' imperatore Mario Bolognini nobile di Cajaz-
Carlo V, nel i532 Clemente VII fo, degno d'ogni lode; pose la

fece secondo vescovo il cardinale prima pietra nella chiesa di s. Ma-


Egidio Canisio da Viterbo a' io ria degli Angeli, e fu traslato a
aprile, il quale mori nel medesi- Colrone. Gli successe nel i588 Paolo
mo anno a' 12 novembre. Nel Tasso napoletano, probo e dotto, che
i533 gli successe Michele Fortini benedì la prima pietra per la chie-
belga domenicano, ed a questi Gio- sa di s. Maria della Sanità, ed eres-
vanni de Salazar spagnuolo, falto se la sepoltura arcivescovile nella
nel i54o da Paolo IH, che fu al cattedrale avanti l'altare della B.
concilio di Trento, e morì in Ispa- Vergine^ ove fece tumulare pre- i

gna nel i555. Nel seguente anno decessori. Da Minervino nel i6oe)
Paolo IV dichiarò quinto vescovo vi fu traslatò fr. Lorenzo Calati-
Pompeo Piccolomini d' Aragona, na de'minori, che fu succeduto nel
figlio delduca d'Amalfi, che a' 16 1618 da fr. Francesco Romerio
gennaio i56o Pio IV traslatò a carmelitano spagnuolo. rei 1621
Tropea; indi a' 26 dello stesso me- trasferito a Vigevano. Nel seguen-
se fece vescovo di Lanciano Leo- te anno fu arcivescovo Andrea Ger-
nardo Marini genovese domenica- vasi calabrese, zelante difensore
no, vescovo di Laodicea, personag- dell'immunità ecclesiastica : a pro-
gio cospicuo per virtù. A fine di prie spese aprì il monastero delle
far cessare le contestazioni coll'ar- monache Clarisse; rifece l'episcopio
cìvescovo di Chieti, il vescovo ed più comodo dell'antico; fu carita-
il Spagna Filippo II, otten-
re di tevole e giusto. Nel 1669 venne
nero da Pio IV che erigesse Lan- fatto arcivescovo fr. Alfonso Alva-
ciano in sede arcivescovile, ciò che rez Baiba carmelitano spagnuolo,
ebbe luogo a' 26 febbraio i562. traslato a Brindisi nel 1673; on-
II Pontefice non gli assegnò suf- de gli fu successore Francesco An-
fragane!, che non ha tuttora, ed tonio Carafa patrizio napoletano ,

il Marini fu il primo arcivescovo. celebre teologo teatino, che nel


Intervenne al concilio di Trento, 1675 passò a Catania. Fr. Em-
e nel i566 s. Pio V lo trasferì raanuele Torre spagnuolo,
della
alla sede d'Alba nel Piemonte; poi religioso della Mercede, divenne
nel i568 gli fece succedere Et- arcivescovo nel 1688, Gli successe-
tore Piscicelli nobile napoletano, ro nel 1695 Giovanni Monreale
vicecancelliere del regno. Nel 1570 di Brindisi, traslato nel 1696 a
s. Pio V traslatò a questo arcive- Reggio; nel 1697 fr. Barnaba de
scovato, dalla sede di Monte Ma- Castro toletano, assistente genera-
rano, fr. Antonio di s. Michele dei le degli agostiniani; nel 1701 fr.
94 I- A N LAN
Giovanni Uva di Melfi francesca- stante dalla cattedrale. Oltre la

no; e nel 1719 Antonio Paterno detta parrocchia, nella città ve ne


nobile napoletano. Con esso TU- sono tre altre, tutte munite del sa-
ghelli VI, p. 786 e seg.
nel tom. cro Vi sono due conventi
fonte.
óc\[' Jtalia sacra, termina la serie con religiosi un monastero con
,

degli arcivescovi, proseguita sino a monache, il conservatorio di s. Car-


noi dalle annuali Notizie di Ro- lo, otto confraternite, il seminario
ma . per ambedue le diocesi. La diocesi
Pio VII a' 6 aprile 18 18 di- unita comprende circa venti miglia
cliiai'ò arcivescovo Cv. Francesco di paese, contenendo molli luoghi.
IMaria de Luca di Ponticelli dio- I delle
fruiti rendite delle due
cesi di Napoli, indi colla lettera mense sono tassati ne' libri della
apostolica De utiUori^ V kal. julii camera apostolica in fiorini 34o,
1818, soppresse la sede vescovile corrispondenti a circa 35oo ducati
d' Ortona (Vedi\ ed in perpetuo moneta napoletana di rendita annua.
l'unì a Lanciano. Sotto il medesi- L ANGLE SPEZZATE
-
, Lances
mo arcivescovo, il regnante Papa Spezzatae. Antica e nobile guardia
Gregorio XVI colla bolla Ecclesia- pontifìcia di cavalieri ed altri ti-
rum omnium sollicitndojde 19 feb- tolati, a piedi ed a cavallo, all'in-

braio 1834, ripristinò la sede ve- timo e personale servizio del som-
scovile di Ortona, assegnandola pe- mo Pontefice, i di cui membri e-
rò in perpetua amministrazione del- rano chiamati Cavalieri della guar-
l'arcivescovo di Lanciano pro-tem- dia di Nostro Signore, e comune-
pore. Per morte del mentovato ar- mente Lande spezzate. 1 diziona-
civescovo, lo stesso Pontefice nel ri della lingua italiana e delle ori-
concistoro de' i3 dicembre 1889 gini, ecco come definiscono il vo-
preconizzò successore l' odierno ar- cabolo Lancia. » Strumento di le-
civescovo monsignor Lodovico Riz- gno di lunghezza intorno a cinque
7.uti di Bocchigliero arcidiocesi di braccia, con ferro in punta e im-
Rossano. La cattedrale della me- pugnatura da pie, col quale i ca-
tropolitana di Lanciano , recente valieri in battaglia feriscono. In
ed elegantissimo edifìzio, è sacra a appresso dai nostri antichi scritto-
Dio, in onore della Beata Vergine ri, lancia nominossi ogni specie di

Maria di Ponte. Il capitolo si com- arme in asta, ed alcuni parlarono


pone di due dignità la prima è , ancora di lancie manesche che si
Gl'arciprete, la seconda il primice- lanciavano, le quali dette furono
rio; di dodici canonici comprese poi più lanciotti. Lan-
comunemente
le prebende del teologo e del pe- cia si ancora talvolta un ca-
disse
nitenziere, noncbè di ebdomadari valiere armato di lancia, e il no-
ed altri preti e chierici addetti al me di lancia spezzata applicossi
servigio divino. L'arciprete memo- a chi assisteva alla persona del
rato ha la cura d'anime non nella principe". Che questi cavalieri lan-
metropolitana, ma nella chiesa di de spezzate erano compresi tia i

s. Maria
Maggiore ov' è il fonte cubiculari del Papa, considerati ca-
battesimale, venendo coadiuvato da merieri laici di spada e cappa per-
alcuni preli. 11 palazzo arcivesco- chè come questi vestivano essendo
vile, buon edifìzio, è alquanto di- in anticamera ; che assistevano alle
,

LAN LAN 95
cappelle dietro banchi de' cardi-
i istituita dopo quella à^: Cavalle f^^ie-
nali ; die cavalcavano per Roma ri (Vedi)j per lo più si coujpose di
quando usciva il Ponlefice , anche dodici cavalieri, ed era la più vi-
nelle solenni cavalcale, ed allora si cina per la custodia della persona
armavano; e che in origine, secon- del Tonlefice. Sivolle assomigliare
do il Bonanni, non erano nobili a quella che introdusse nel palaz-
divenendolo quando funsero V uffi- zo imperiale Sergio Galba , che
cio i cavalieri gerosolimitnni, lo di- anno 68 di nostra era diven-
nell'

cemmo al VII, pag. 39 e 4^


voi. ne imperatore romano, che al di-
del Dizionario. Veramente, come si re di Svetonio, quel principe : de-
dirà, in principio i membri di que- legit et equestris ordinis juvenes,
sto corpo furono nobili, poi sotto qid manente annuloruni aurtoruni
Clemente Vili erano tutti capita- usa evocati appellare ntur , excu-
ni riformati, indi tornarono ad es- hiasque circa cubiculuni smini age-
sere nobili, massime da Innocenzo renl. Questa guardia non trovasi
XII in seguito. Eletto nel 17^4 nominata prima di Paolo IV del
Benedetto Xill, per eccessiva umil- i555, il (jujjle avendo fatte molte
tà e moderazione volendo uscir grazie al popolo romano, si acqui-
di palazzo privatamente, e solo la- stò in modo la sua aflezione che ,

sciatosi persuadere dell'accompagno narra il Panvinio : ad testificanduni


di poche guardie, cassò come su- grati aninn sludiuni, solenmi de-
perflua questa delle la n eie spezza- cretO) statuani mar-
ei in Capìtolio

te. Ritornata in esercizio nel se- moreani aiiVqnaruni more erexit,


guente ponlificato cioè dodici , in et cenluni amplius cives et nobili-'

paga con molti soprannumeri , i tate electij qui sine stipendio ss.
quali poi per anzianità entravano Pontificis per vices perpetui custo-
in posto alla vacanza, terminò nel des novo exeniplo essent, equites ah
declinare del secolo decorso per le eo creati. Di ciò parla più ampia-
note politiche vicende. Istituita nel mente Pietro Nores nella storia mss.
1801 da Pio VII la Guardia no- della guerra di Paolo IV contro gli
bile pontificia {Fedi\ le antiche spagnuoli. Scrive egli che il Pupa
lancie spezzate conservando il loro il giorno 5 dicembre i 555, tenuta
onorario e rango di colonnello vi cappella, in essa creò centoventi ca-
furono ammesse con grado di esenti valieri tutti romani, chiamati ca-
della medesima, perdendo 1' antica valieri della fidi\G o della colomba.
denominazione e l'uniforme ; luna e Ad essi commise la guardia della
l'altra però continuarono a ritenere sua persona, facendo a tutti asse-
le lancie spezzate esistenti fuori di gnare stanze nel palazzo apostoli-
Roma. Quanto alle lancie spezzate co; ordinò loro di dividersi in do-
soprannumeri, furono anch'essi in- dici decurie, una delle quali mai
corporati alle guardie nobili col gra- ^i allontanasse dall'anticamera pon-
do di cadetti ed il rango di te- tificia, ina però tutti dovrebbero
nenti colonnelli, che già avevano, servire ed accompagnare il Papa
ma senza soldo, che dovevano solo quando uscisse in pubblico. Il dia-
percepire nel passaggio ad esenti. ristacontemporaneo Cola Colei ne
Questa guardia pontificia delle lan- nota il giorno che questa guardi.i
cie spezzate isembra fche sia stata cominciò a prestar servigio, cioè
,,
,

96 LAN LAN
agli dicembre, e dieci per gior-
1 1 i avevano quindici scudi al
quali
no. Poco darò questa dimostrazio- mese, oltre quanto gli passava il
ne di filiale affetto del popolo ro- palazzo. Ivi pur si narra che nel
mano verso Paolo IV , dappoiché palazzo apostolico facevano la guar-
sdegnandosi per le conseguenze del- dia dodici cavalleggieri e quattro
la guerra cogli spagnuoli, i quali ca- lancie spezzate, oltre cinquanta sviz-
gionavano gravi danni a Roma zeri. Dice inoltre il Lunadoro che
suoi dintorni ed altri luoghi dello ancora generali
i di Ferrara e di
stato, dimostrò con molti segni la sua Avignone aveano per distinzione
disapprovazione. Ed è perciò, come alcune lancie spezzate , s' intende
nel 1 558 scrisse l'ambasciatore vene- diverse dalle pontifìcie. Dai ruoli
to Navagero alla signoria, che Paolo palatini inoltre rilevasi che sotto A-
IV ormai appena guardava i cento lessandro VII nel 1657 e nel 1662
suoi cavalieri, il qual numero a poco erano sei le lancie spezzate ; in
a poco diminuì talmente, che soli quelli di Clemente X del 1675
due o tre comparivano. Ascanio venivano chiamate
cavalieri di
Cen torio, ne' Commentari delle guer- guardia, con scudo uno e baiocchi
re d' pAiropa par. II, lib. 3, p. 96, sessantadue e mezzo per cadauno,
parla di essi. In seguito si ridusse- ed il pane papalino; in quelli del
ro al numero di dodici con paga, 1679 d'Innocenzo XI sono pure
e vi furono ammessi anche di al- così denominati in numero di sei;
tre nazioni col nome di Laucie leggendosene sette sotto Innocenzo
spezzate. In fatti ne* ruoli della XII nel 1693; più tre con scudi
Famìglia pontificia (Vedi) di Sisto dieciolto e baj. cinquanta per o-
V del i585, si trova che due lan- gnuno. Ne' ruoli di Clemente XI
cie spezzate di guardia avevano dal del 1706 cavalieri di guardia a-
i

palazzo apostolico la parte di pa- vevano scudi diecisette e baj. cin-


ne, vino, ec. Già
Clemente sotto quanta per ciascuno, sei dei quali
Vili le erano tutti
lancie spezzate scudo uno e baj. sessantadue e mez-
capitani riformati, avevano la detta zo per companatico, e solo pane
parte, più scudi tre mensili pel com- avevano per parte. Ne' ruoli di
panatico. Nei ruoli palatini di Pao- Clemente XII del 1738 dodici e-
lo V del 6 1 5 si legge che sei
1 rano i cavalieri di guardia con ,

lancie spezzate avevano la dispensa scudi venti per ognuno, più due
della cera per la candelora. Sei e- soprannumeri senza onorario. Nel
gnalmente erano effettive nei pon- 1744 sotto Benedetto XIV erano
tificati di Urbano VJII ed Inno- tredici , eh' ebbero medaglie d' oro
cenzo X col godimento de' nomi- e d'argento per la festa di s. Pie-
nati proventi. tro; nel 1752 se ne trovano se-
Nella Relazione della Corte di dici registrati. Nel pontificato di
Roma^ del cav. Lunadoro, edizio- Clemente XIII, l'anno 1765 si leg-
ne di Bracciano 1646, p. 11 e 29, gono dieci guardie con scudi venti
parlando del generale delle guar- ognuno, otto senza paga perchè ,

die di sua Santità, e delle due soprannumeri. Finalmente nel pon-


compagnie di cavalleggieri, si dice tificato di Pio VI, l'anno 1778
eh' eranvi dodici lancie spezzate dieci erano i cavalieri lancie spez-
eh' erano tutti capitani riformati zate con scudi venti, con otto so-
LAN LAN 97
prannumeri senza nulla. Nelle an- viaggio. Nel possesso d' Innocenzo
nuali Notizie di Roma si pubbli- XI del 1676, dopo i cavalleggieri
cavano lande spezzate sotto la
le incedevano le lancie spezzate di Sua
categoria della Famiglia pontificia^ Santità, ec. Nel possesso di Alessandro
dopo i cappellani segreti, e prima Vili del 1689, dopo i cavalleggieri
dei camerieri segreti partecipanti cavalcavano due lancie spezzate di
dispada e cappa. Nelle notizie del Nostro Signore, con belli e ricchi
1798 i cavalieri di guardia, o sia- abiti e petti a botta, e bracciali di
no lande spezzate, erano nove^ i finissime armi bianche, ec. Nel pos-
soprannumerari otto, i soprannu- sesso d'Innocenzo XII del 1691,
merari d'onore ventitre: primi ed i due lancie spezzate a cavallo dopo
i secondi tutti romani, i terzi del- i cavalleggieri regolavano l' anda-
le città e luoghi dello stato ponti- mento della pompa, seguiti dai va-
fìcio, con qualche romano. Da ciò ligieri de* cardinali , ec. Nel pos-
rilevasi che i cavalieri di guardia sesso di Clemente XI del 1701 ,
effettivi ed i loro soprannumeri con ai cavalleggieri andavano appresso

successione dovevano essere roma- quattro lancie spezzate di sua San-


ni e lutti nobili. Ora riporteremo tità, regolando l' ordine prescritto
alcuni passi della Storia de' posses- dai maestri di cerimonie, ec; indi
si che i Papi presero della basili- ai due lati del cavallo cavalcato
ca Lateranense, del Cancellieri, ai dal Papa erano linee per lungo di
quah intervennero le lancie spez- lancie spezzate, paggi, mazzieri, ec.
zate; laonde vedrà come vesti-
si Nel possesso di Clemente XIII del
vano, il luogo ove incedevano, e 1758, appresso i cavalleggieri suc-
quali attribuzioni disimpegnavano cedevano quattro cavalieri della
in sì solenni funzioni. guardia di Nostro Signore , delti
Nel possesso di Leone XI del lancie spezzate, due de' quali re-
i6o5, dopo gli uditori di rota stavano in ordine di cavalcata , e
cavalcavano le lancie spezzate del gli due invigilavano pel buon
altri

Papa, armati di arme bianche, se- ordine, colle loro vaghe armature;
guendo l'ambasciatore di Bologna li seguivano il foriere e cavalleriz-
ed i consevalori di Roma. Nel pos- zo maggiori del Papa. Nel posses-
sesso di Gregorio XV del 1 62 1 so di Clemente XIV del 1769,
lances spezzatae armatae equitan- appresso i cavalleggieri procedeva-
tes ante et retro, ut equitatio pro- no quattro cavalieri della guardia
cederet. Nel possesso Clemente di di Nostro Signore , ec. L' ultima
IX del 1667, precedevano la pom- volta che v' intervennero fu nel
pa i cavalleggieri, seguiti da due 1775 pel possesso di Pio VI: dopo
lancie spezzate di sua Santità con i cavalleggieri con lancie seguiva-
bellissimi e ricchi abiti con petti no due cavalieri lancie spezzate con
a botta, e bracciali di fine armi le loro armature di acciaro, ordi-
bianche, quali distribuitisi per la nando la cavalcata, ed altri due di-
cavalcata, or qua or là scorrendo rigendola ; indi venivano il foriere
la regolavano, acciocché ordinata- e cavallerizzo. Nelle cavalcate so-
mente e senza fermarsi quelli che lenni colle quali i Papi si recava-

la componevano, seguissero con mae- no ad assistere alle cappelle della


stà e senza confusione il comiociato ss. Annunziata, di s. Filippo, del-^

VOL. XXXVII. 7
98 LAN LAN
la Natività, e di s. Carlo, incede- ora a Carlisle, ora a Landa fF, do-
vano pure dopo i cavalleggieri due ve fu trasportato il suo corpo sei-
cavalieri della guardia detti lande cento anni dopo la sua morte, suc-
spezzate, armatura di ferro
con ceduta a* 4 novembre 522. Tra i

dorato, mentre due altri aveano successori diDubrice è degno di


r incarico di percorrere avanti e special menzione Urbano arcidia-
dietro la cavalcata pel buon ordi- cono di Landaff, consacrato a* io
ne. Seguivano il foriere ed il ca- agosto I 107, morto in viaggio an-
vallerizzo. Presso al cavallo su cui dando a Pioma: fece fabbricare la
andava il erano altresì
Pontefice, cattedrale di Landaff, il palazzo ve-
alcuni cavalieri della guardia lan- scovile e molte case pei canonici;
cie spezzate. Il Bonanni nella Ge- ricuperò ancora molti diritti che
rarchia ecclesiastica p. 479» narra erano stati anteriormente rapiti o
che le lancie spezzate nelle solenni decimati alla sua chiesa. Landaff
cavalcate e nelle cappelle solenni è rinomata per la celebrazione dei
&i vestivano d'armatura, con cap- seguenti concilii.
pello ornato di penne , in mano un
Concila di Landaff.
bastone, la spada al fianco^ collare
di merletto e fascia. Il primo concilio fu tenuto nel
LANDAFF, Landavia. Città ve- 56o, in cui fu scomunicato Mou-
scovile d'Inghilterra, nella contea rico o Morcan o Morcanno re di
di Glamorgan, giace sulla riva de- Glamorgan, di cui Landaff* era ca-
stra del Taflf, che si passa un po- pitale della contea del suo nome,
co superiormente sopra un vecchio come reo d'assassinio. Reg. t. XI 1;
ponte di pietra. Si osserva la sua Labbé t. V; Arduino t. Ili; Angl. 1. 1.
antichissima cattedrale, vasto e bel- Il secondo nel medesimo anno,
lo edifìzio, e gli avanzi dell'antico in cui fu assolto il re Mourico dal

palazzo vescovile, che si crede es- delitto commesso. Ibidem.


sere stato distrutto daOwenGlen- Il terzo nello stesso anno, nel
dower. La sede vescovile fu fon- quale venne scomunicato Guidner-
data, secondo alcuni, verso l'anno to, che avea ucciso il proprio fra-
i8o, ad istanza del re Lucio; al- tello Merescione per giungere alla
tri dicono con Commanville nel V corona. Ibidem.
secolo, il quale aggiunge che il ve- Il quarto neirSSy, e vi fu sco-

scovo voleva conseguire la dignità municato Teuduro. Angl. t. I.


metropolitica sul paese di Galles, Il quinto nel Q^o, in cui venne

che la disputò lungo tempo colla ricevuto come penitente il reNou-


sede di s. David, ma in fine essen- gui, che avea saccheggiato i beni
dosi sottomesso, divenne suffraga- della chiesa : il re restituì al ve-
neo dell'arcivescovo di Cantorbery. scovo Patro il tolto, e di più gli
Il primo vescovo che si conosca è concesse una delle sue terre. Que-
Dubrice o Dubricio, che fu stnbi- sto concilio ed il seguente, nel Diz.
lito arcivescovo della provincia da de^ concila si dicono celebrali nel
s. Germano d'Auxerre e da s.Lu- 945. Reg. tom. XXV; Labbé lom.
po, quando portaronsi dalla Fran- IX; Arduino tom. VI; Angl. tom. I,
cia in Inghilterra pc?r combattere Il sesto del 955, relativamente
i pelagiani , e tenea la sua sede ad un diacono ucciso a pie dell'ai-
1

LAN LAN 99
tare, dov'erasi rifugiato dopo aver mandò la permissione di ritirarsi,
trucidato un contadino che avea- e sì portò a Laubac o Lobes, luo-
Jo ferito. Ibidem. go deserto posto in riva alla Sam-
Il settimo del 982 intorno ai bra, nel paese di Liegi. Molte per-
costumi. Angl. tom. I. sone pie si unirono a lui, e così
L' ottavo nel 988: fuvvi scomu- ebbe origine la celebre
abbazia di
nicato e messo in penitenza il re Lobes, la cui fondazione si colloca
Artmaele, finche non avesse espia- circa 654- Landelino, riguardan-
il

to il suo delitto commesso nell'aver dosi come indegno


di essere capo
ucciso il suo fratello Elised. Reg. t. di una comunità di santi, ne la-
XXV; Labbé t. IX; Arduino t. VI. sciò la direzione a s. Ursmaro suo
nono nel io34-' vi fu sco-
11 discepolo, e fondò un novello mo-
municato il re Mourico per aver nastero ad Aune, lungi una lega
violato i luoghi santi che serviva- dal primo, ed appartenente ali* or-
no di rifugio. Angl. tom. I. dine di Citeaux, donando all'ab-
Il decimo nel io56, in cui fu bazia di Lobes la maggior parte
scomunicata tutta la famiglia del delle terre che avea ricevuto dalla
re Cargucano, a motivo delle vio- liberalità dei re di Francia. In ap-
lenze che avea fatte contro il ve- presso, per menar vita ancor più
scovo di LandafF, insultando un ritirata, abbandonò i suoi mona-
medico di lui nipote. Reg. t. XXV; steri, ed insieme a Adeleno e s.

Labbé tom. IX; Arduino tom. VI; s. Domiziano si recò in una den-
Angl. tom. I. sa foresta dell' Hainaut tra Mons e
L'undecimo nel loSg: venne di Valenciennes, dove si fabbricarono
nuovo scomunicata la detta fami- delle specie di celle con rami d'al-
glia reale. Angl. tom. I. bero. Landelino, vedendo crescere
LANDELINO (s). Nacque nel ognor più il numero de* suoi di-
628 a Vaux nell'Artois, di nobile scepoli, fondò l'abbazia di Crepin,
famiglia, e la sua educazione fu della quale fu finalmente forzato
affidataa s. Auberto vescovo di a prendere il governo. Il suo zelo
Cambrai, Entrato nel mondo si per la salvezza delle anime facealo
scordò per alcun tempo le buone talvolta uscire dalla sohtudine, per
lezioni ricevute, e menò vita li- predicare nej^villaggi, ed istruirvi
bertina; ma la morte subitanea i poveri contadini, senza intramet-
di uno dei suoi compagni lo fece tere le sue pratiche ordinarie di
rientrare in sé slesso. Pentito dei mortificazione. Mori sulla cenere e
suoi trascorsi, si gettò ai piedi di sul cilicio nel 6B6, e leggesi il suo
s.Auberto, il quale lo allogò in nome nel martirologio romano sot-
un monastero, affinchè ne facesse to il giorno i5 di giugno.
penitenza. Tanto fu il fervore e la Non è da confondersi questo con
contrizione di Landelino, che si sot- un altro s. Landelino originario
tomise ad ogni sorta di austerità; di Scozia, il quale è qualificato
laonde dopo alquanti anni s. Au- martire a'2 di settembre in un an-
berto elevollo al sacerdozio, e gli tico martirologio di Usuardo, e di
commise il ministero della predi- cui la diocesi di Strasburgo, dove
cazione. Desiderando di piangere i fu ucciso, ne celebra la festa il 2
propri peccati nella solitudine, do- di settembre.
,00 LAN LAN
LANDERICO (s.)^ vescovo di na di marmo, con lunga iscrizione
Parigi. Succedette a s. Audoberto in versi.

verso la metà del VII secolo, e fu LANDI Francesco , Cardinale,


un pastore pieno di zelo e di ca- Francesco Landi patrizio piacenti-
rità.In una carestia distribuì ai no, nato a' 9 luglio i683, appena
poveri tutto quello che possedeva, si portò in Roma il cardinal Re-
e fece liquefare infino i vasi sacri nato Imperiali lo trascelse a suo
della chiesa per prestar loro assisten- aiutante di studio. Poco dopo il
za. Gli si attribuisce la fondazione duca di Parma Francesco lo man-
dei celebre ospitale di s. Cristofo- dò ambasciatore in Parigi al reg-
ro, eh' è i'Hòtel-Dieu, vicino alla gente del regno duca d' Orleans, di
cattedrale di Parigi. Sottoscrisse cui avendone incontrata la grazia,
con altri ventitre vescovi il diplo- il principe si valse de* suoi consi-
ma accordato da Clodoveo II nel gli e dell'opera sua in affari di som-
653 all'abbazia di s. Dionigi; ma ma importanza. Ritornato a Roma,
ignorasi anno della sua mor-
1' da Clemente XII fu nominato se-
te, che pongono nell'anno
alcuni gretario della disciplina regolare,
657, ^^*^'^ ^^^ é^^- ^" seppellito indi Benedetto XIV nel 1741 lo
nella chiesa di s. Germano d'Au- promosse all'arcivescovato di Bene-
xerre.La sua festa si celebra ai io vento, e quindi a' 9 settembre 1743
di giugno, ed ha un officio prò- lo creò cardinale prete, benché as-

prio nel nuovo breviario di Parigi, sente , dandogli poi per titolo la
LANDIFrancesco Cardinale, , chiesa di s, Onofrio. Oltre le assi-

Francesco Landi o Landò, d' illu- due e frequenti visite dell'arcidio-


stre famiglia di VeneJsia, dottore in cesi, celebrò ogni anno il sinodo,
entrambe le leggi, ottenne nel i4o8 e con questo mezzo recò infinito
da Gregorio XII il patriarcato di vantaggio a quella chiesa, non me-
Grado, e con questo carattere si no pel ristabilimento dell' ecclesia-
trovò presente ai concilii di Pisa stica disciplina,che per la riforma
e di Costanza. Alessandro V nel dei costumi ed impiegò somme
;

1409 l'insignì del titolo di pa- considerabili di denaro in abbellire


triarca di Costantinopoli , e Gio- ed ornare la metropolitana. Cono-
vanni XXIII a' 6 giugno i4ii in scendo però che il clima non si

Roma lo creò cardinale prete col confaceva alsuo temperamento, do-


titolo di s. Croce in Gerusalemme, pò aver governata questa diocesi
Martino V nel 14^0 Io fece ve- per lo spazio di undici anni, ri-

scovo di Sabina, ove celebrò il si- nunziatala si trasferì in Roma, do-


nodo, ed arciprete di s. Maria Mag- ve fu fatto prefetto della congre-
giore. In questa basilica edificò una gazione dell' indice. Con lode di
cappella alla Beata Vergine , cui versato nella sacra erudizione e di
assegnò buone rendite pel mante- zelante pastore, ivi morì agli ri
nimento di molti sacerdoti, in ser- febbraio 1757, d'anni settantaquat-
vigio e per onorare la medesima, Irò, con rammarico di chi l'am-
in luogo de* quali furono poi so- mirava. Fu sepolto nella chiesa di
stituiti de* beneficiati. Morì nel s. Maria in Portico, con lapide a-

1427, e secondo il suo volere ri- doma delle insegne cardinalizie e


mase sepolto nella basìlica io un*ur- di nobile iscrizione.
LAN LAN loi
LANDÒ o LANDONE, Papa nemente ne disapprovino i costu-
CXXV. Landò o Landone della mi e la libidinosa condotta. La san-
Sabina, nacque secondo il Suarez, ta Sede vacò circa quattro giorni.
Storia di Palestrìna^ in Monte Ro- LANDOALDO (s.), missionaria
tondo, dicono di Eieto, e Io
altri lo nei Paesi Bassi. Originario di una
.Sperandio nella Sabina sacra lo rispettabile famiglia longobarda ,

chiama figlio di Trano nobile e era prete della chiesa di Roma.


preclarissimo personaggio di Foro- Associossi a s. Amando , il quale
novo. Da canonico regolare fu e- col permesso del Pontefice s. Mar-
letto Pontefice circa a' 16 ottobre tino I avea dimesso il vescovato di
913. Ad istanza di Teodora, da- Maestricht per andar a predicare
ma senatoria e famosa meretrice, nei Paesi Bassi. Dopo avere am-
madre de. le pur famose Teodora bedue visitato diversi monasteri
e Marrozzia, il Pontefice dalla chie- di Francia, giunsero nel paese po-
sa di Bologna a cui era stato eletto, sto tra la Mosa e la Schelda, ove
trasferì Giovanni a quella di E.a- s. Remaclo, ch'era stato consacra-

Tenna, e poi col nome di Giovan- to vescovo di Maestricht, pregò s.


ni Xlo ebbe a successore nel pon- Amando di lasciargli Landoaldo,
tificato. Gotti fredo dice che Landò per essergli di aiuto nel suo epi-
interpose la sua autorità, perchè scopal ministero. Esso si applicò
Berengario e Rodolfo, figli del con- con gran zelo e pazienza ad istruire
te Guido, non facessero guerra tra i popoli e a sradicare i vizi che
loro, e che nuli' altro facesse nel dappertutto regnavano. Verso l'an-
suo pontificato degno di memoria, no 659 fabbricò una chiesa a Win-
a cui era stato innalzato pel favo- tershowen, e vi formò una piccola
re e potenza di Marrozzia, secondo comunità. Continuò poscia a ser-
Luitprando. Lo Sperandio dice che vire la chiesa di Maestricht sotto
Landò con Amadeo conte di Bor- s. Teodardo ch'era succeduto a s.
gogna ristabilì la chiesa di Foro- Remaclo. Childerico li re d' Au-
novo che i saraceni aveano in- strasia aveva per lui una partico-
cendiata e spianata. Col governo lare venerazione, per cui s incari-
di sei mesi e dieci giorni, mori cò di provvedere al suo manteni-
Landò verso il 26 aprile 9i4> e mento e della sua comunità. Morì
fu sepolto nel Vaticano. Il p. Ciac- verso l'anno 668, e fu riposto nel-
conio, Vitae Pont. t. I, col. 69, la sua chiesa di Wintershowen.
osserva che la vita di questo Pon- S. Landoaldo è onorato ai 19 di
tefice fu oscurissima, sì per la bre- marzo, e ai i3 di giugno.
vità del suo pontificato, che per la LANDOLFO, Cardinale. Lan-
scarsezza degli scrittori di quell'in- dolfo nel 1059 da Nicolò II fu
felice Anzi avverte che ve
secolo. creato cardinale prete, sebbene al-
ne sono alcu«i che non numerano cuni lo dicono fatto dal successore
Landò nella serie de' Papi lo no- : Alessandro li, col quale fu presen-
verano però Guglielmo Biblioteca- te alla dedicazione della basilica di

rio e Gottifredo. Con diversi an- Monte Cassino.


tichi scrittori, tutti i moderni cri- LANDONE o LAUDONE (s.),

tici annoverano Landò fra i legit- di Fontenelle. f^. Vandregesilo (s.).

tirui Pontefici, benché lutti comu» LANDRIANI de CAPITANI Ge-


,,

IO» LAN LAN


BARDO, Cardinale. Gerardo Lan- gio in qualità di segretario Fran-
drìani de Capitani nacque in Mi- cesco Landriani suo fratello, e che
lano da nobile famiglia ragguar- molto amava per essere uomo in-
devole, che poi dopo il i499 P^i' traprendente e di straordinario ta-
avere il re di Francia occupato il lento, vivamente pregò Eugenio IV
ducato milanese, a cagione dell'in- a creare Gerardo cardinale, ciò che
felice fine di Antonio Landriani il Papa fece nel concilio generale
generale prefetto dell'erario ducale di Firenze, al quale il prelato era
di Lodovico Sforza, emigrò in di- intervenuto, cioè a* 18 dicembre
verse città d' Italia, come in Par- 1439. Lo dichiarò dell'ordine dei
ma , Urbino, Vellelri e Perugia, preti , e per titolo gli conferì la
nella quale ultima città vi si sta- chiesa di Maria in Trastevere
s.

bili pel primo Alvise o Luigi; in indi lo nominò primo abbate com-
tale circostanza forse per la diver- mendatario dell' abbazia di Chia-
sità della pronunzia, il cognome ravalle di Milano, fondata da s.
venne alterato con aggiungervi la Bernardo nel ii35, distante due
prima lettera iniziale L; ma lo miglia da quella città, e legato a
stemma restò perfettamente simile. latere allo slesso duca Filippo, dal
Tuttociò si prova dalla Lettera quale però nulla ottenne di quan-
dUm giureconsulto perugino in or- to richiedeva. Anzi, come scrive il

dine alla famiglia Adriani di Pe- Galimberti, venuti in sospetto al


rugia, scritta ad un chiarissimo duca il cardinale ed il fratello
avvocalo milanese^ Foligno 1841, Francesco, vuoisi che li facesse av-
tipografia Tomassini. Gerardo dun- velenare ; onde il cardinale tornan-
que divenne canonico della chiesa do a Roma dalla sua legazione,
della ss. Trinità di Pavia, indi Mar- mori nel i44^ i" Viterbo con
tino V nel i4i8 lo fece vescovo dieciotto suoi famigliari pure av-
di Lodi, e con tal carattere inter- velenati, ed ebbe sepoltura nella
venne al concilio di Basilea, i cui chiesa di s. Francesco. In alcune
padri nel i^Zi lo spedirono lega- antiche memorie degli archivi del
to ad Enrico VI re d'Inghilterra, vescovo e capitolo di Lodi, viene
innanzi al quale recitò un'orazione il merito del cardinale esaltato con
in difesa di quel concilio divenuto grandi encomi, dicendosi di lui
conciliabolo siccome resistente ai
, che come nella dignità , così nel-
decreti di Eugenio IV, che si leg- l'esercizio delle cristiane virtù, si

ge negli alti del medesimo, a fine mostrò a tutti superiore.


di persuaderlo ad inviarvi i pre- LANFREDINI AMADORI Gia-
lati del suo regno. Dopo aver fon- como, Cardinale. Giacomo Lanfre-
date nella chiesa di Lodi le digni- dini A madori, nacque a Firenze
tà d'arcidiacono e primicerio, ac- da nobilissima famiglia a'26 otto-
cresciute le rendile della mensa e- bre 1680, indi ottenne dal gran-
piscopale, e compartiti alla mede- duca Cosimo III un canonicato in
sima altri insigni benefizi, siccome quella metropolitana. Fatti prodi-
obbediente ad Eugenio IV, fu da giosi avanzamenti nelle scienze,
questi nel i437 trasferito alla chie- e nelle lingue greca e latina, ap-
sa di Como. Filippo Visconti du- plicossi di proposito nel 1699 ^^^'
ca di Milano avendo al suo servi- l'università di Pisa, sotto la disci-
LAN LAN io3
plioa del dottissimo Giuseppe A- per la Amadori, il qual
prelatura
verani avvocato di gran nome e cognome suo. Innocenzo
associò al
fama, allo studio della giurispru- XllI conoscendone il sapere e la
denza, a cui lo portava la sua probità, lo deputò aio e direttore
naturale inclinazione, e poi ne ap- del suo nipote, e fattolo avvocato
prese la pratica in Roma, sotto la concistoriale, lo annoverò tra i pre-
condotta del celebre avvocato Pom- lati del buon governo. In seguito
ponio de Vecchis. Quale avvocato fu da Benedetto XIII fatto uditore
della curia romana, si diede a di- del camerlengato, e nel 1728 ca-
fendere le cause. Siccome alla dot- nonista, e poco dopo datario e si-

trina congiungeva una pietà singo- gillatore della sacra penitenzieria.


lare, una tenera carità verso il pros- Nel 1724 n^ea recitato avanti il sa-
simo e l'illibatezza del costume, tut- cro collegio l'orazione funebre per
to quello che ritraeva dal suo uffi- la morte d'Innocenzo XIII ; e nel
zio, tranne il suo parco e frugale 1730 recitò quella per l'elezione del
trattamento, distribuivalo generosa- Papa, ed ambedue furono pubblicate
mente a' poveri, e lo impiegava in colle stampe. In quest'anno Clemen-
altri usi pii, avendo donato in un te XII gli conferì un canonicato nel-
sol giorno alla casa della missione la basilica vaticana, e neiranno ap-

di Roma diecimila scudi. Nemico di presso lo dichiarò votante della se-


qualunque sollazzo, menava vita riti- gnatura di grazia, e segretario della
rata e di vota, anzi austera, siccome si congregazione del concilio. I nomi-
scorgeva dall'aspetto e dall'abito in- nati Pontefici lo impiegarono negli
collo e ruvido. A gara i clienti lo pre- affari più ardui e delicati della san-
gavano a trattar le cause, essendone ta Sede, si prevalsero sovente del?
nota l'industria e diligenza che vi po- l'opera e del consiglio del Lanfre-
neva; e diversi cardinali lo vollero dini, che per dava le sue
lo più
ad uditore, mentre il cardinal Ac- risposte con sopprimere
in iscritto,
ciaioli vescovo d' Ostia lo scelse a per modestia il proprio nome. Fi-
il cardinal Pao-
vicario generale, cosi nalmente Clemente XII, che gli ac-
lucci pelsuo vescovato di Porto. cordava la sua intima confidenza ,
Cosimo III egualmente lo nominò in premio di sue virtù e de' suoi
suo primo ^aditore, ma Giacomo meriti, a' 24 marzo 1784 lo creò
modestamente ricusò, accettando in cardinale diacono di s. Maria in
vece il carico di avvocato delle sue Portico e vescovo d'Osimo. Nell'e-
cause e di quelle di Giangastone sercizio dell' autorità vescovile, si

suo figlio in Roma. Ottenuta nel avanzarono contro di lui alle con-
1721 la prelatura Amadori per con- gregazioni di Roma molti ricorsi
corso, nel quale superati di gran colla taccia di severo, quali nou
lunga i suoi competitori, diportossi produssero altro effetto che quello
con tale valore, che con rispetto di far più risplendere la maschia
potè far osservare ad alcuni esa- sua virtù e specchiata religione.
minatori che lo aveano interroga- Visitò ogni anno la diocesi, e cin-
to fuori di proposito, rimettendoli que volte celebrò il sinodo, quale
sul giusto sentiero.Imprese quindi diede alle stampe in un alle sue
a difendere gratuitamente i poveri, dotte omelie pastorali. Predicava la
giusta robbligo che gliene correva divina parola al popolo, esageran-
io4 LAN LAN
do le proprie colpe, e pregandolo razioni sinodali e lettere pastorali,
a condonargli i mancamenti che in Jesi nel 1740-
commetteva nel disimpegno dell'of- LANGEAIS o LANGERS o
ficio pastorale. Quando poteva re- LANGETS , Langestum vicus al-
cava il ss. Viatico agl'infermi, con- bigensisy Alingavia, Langesium. Cit-
fortandoli air estremo passo con tà piccola di Francia nel diparti-
fervorose e paterne esortazioni. mento d'Indro e Loira, circonda-
Nelle parrocchie si portava ad rio e capoluogo di cantone, sulla
istruire i fanciulli ne'misteri della riva destra della Loira, ove ha un
fede, a fare il catechismo, ed a porto. Ha un castello fabbricato
vedere se si praticava quanto avea nel 992 da Folco di Nera conte
su ciò prescritto. Nelle feste di d'Angiò, e restaurato nel XIII se-

buon'ora recavasi alla chiesa del colo da Pietro de la Brosse, mini-


Battisterio, per fare teneri e sempli- stro di Filippo III. Si osserva sul
ci ragionamenti alle persone di territorio una
colonna di pietra •

Lassa condizione ; vi ritornava più estremamente dura, che si chiama


tardi predicando ai giovanetti, cui il pilastro di s. Marco, la cui co-
compartiva la comunione. Porta- struzione si attribuisce a Giulio
tosi in Roma per l'elezione di Be- Cesare. Nel 1278 Giovanni di
nedetto XIV, questi ve lo trat- Montsoreau arcivescovo di Tours
tenne, conferendogli oltre la pre- vi tenne un concilio co' suoi suf-
fettura della congregazione dell'im- fraganei, nel quale pubblicò sedici
munità a cui l'avea destinato Cle- canoni sulla disciplina e sopra al-
mente XII, l'incarico di visitatore tre materie ecclesiastiche. Labbé
dell'arcispedale di s. Spirito e del- t. XI; Arduino t. VIL
la fabbrica di s. Pietro, laonde ri- LANGHAM Simone, Cardinale.
nunziò il vescovato, a lui com- Simone di Langham o Longam,
mettendo il Papa la scelta del suc- nato in Inghilterra, monaco bene-
cessore. Abbattuto dalle fatiche nedettino nel monistero di West-
tollerate in servizio della Chiesa, minster, di cui diventò priore ed
mori in Roma d'anni sessantuno^ ai abbate, distinse per santità di vi-
si

i6 maggio i74i,e fu sepolto nella ta. Intimo amico del re Odoardo


chiesa da lui fondata ai signori III, fu da lui fatto tesoriere e so-
della missione presso Monte Cito- praintendente delle finanze o ren-
lio,che beneficò in vita, e insti- dite del pubblico erario. Quindi
tuì erede in morte di sue sostan- dopo essere stato promosso al ve-
ze. La sua vita fu scritta da un scovato di Londra, di cui non ri-
sacerdote della missione e stam- cevè l'episcopal consacrazione, ven-
pata in Roma nel 1761. La scris- ne trasferito a quello di s. Ely, e
se ancora il can. Salvino Salvi. Il decorato della carica di gian can-
dottor Lami ci diede nel 174? celliere. Nel i366 ottenne l'arcive-
J'eloglo storico del medesimo car- scovato di Cantorbery, che sponta-
dinale nel t. II de'suoi Memora- neamente rinunziò, secondo il Ciac-
hilia italorum praestantium. Le conio, ma viene confutato dal Balu-
sue Lettere pastorali furono stam- zio, che anzi dice, che mentre ne reg-
pate a Genova nel 1755, e a To- geva la chiesa cacciò dall'accademia di
rino nel 1768. La Raccolta di 0- quella città l'eresiarca WiclelTo. Ur-
,

LAN LAN io5


bano V a' 22 settembre i368 lo liabolo di Pisa con
fu riguardato
creò cardinale prete di s. Sisto, orrore da cesare e da tutta la Ger-
non pare di s. Prassede come scris- mania. Massimiliano I lo destinò suo
sero alcuni, ed il Davanzali nella ambasciatore ai re d'Ugheria, Boe-
storia di tal chiesa non lo nomina. mia e Polonia, per collegarli a lui.
Nel iSyS passò al vescovato di Giulio IIa'18 dicembre del i5ii
Paleslrina, sotto Gregorio XI, che Io creò cardinale prete, dandogli
Io confermò in legato ai re di Leone X per titolo la diaconia di
Francia e d'Inghilterra, senza suc- s. Angelo in Pescheria, dichiaran-
cesso. Fondò una chiesa in onore dola titolo finché ne fosse insi-
della Beata Vergine del Buonpas- gnito Matteo che di ciò l'avea pre-
so, e fece dono ai certosini. Mo-
ne gato. Intervenne al concilio genera-
ri Avignone nel iSyG, dopo es-
in le Laleranense V, e come procu-
re intervenuto al conclave di Gre- ratore di Massimiliano I approvò
gorio XI, e dopo tre anni fu tra- la cessione del ducalo di Milano ,

sferito a Westminster, e sepolto nel- fatta a Massimiliano figlio di Lodo-


la cappella diBenedetto, dellas. vico il Moro. Nel iSig fu eletto
chiesa monastero, in una
di quel coadiutore all' arcivescovo di Salis-
tomba d'alabastro con un lungo e- burgo, dove parimenti era stato
pitaffio in versi barbari. La sua ca- preposto. Avendo giovato Carlo V
rità verso i poveri e gli ordini re- nella sua impero
esaltazione all'

ligiosi, ed il complesso di molle questi lo nominò alla chiesa di Car-


virtù furono singolari in questo tagena nella Spagna. Sotto Paolo
cardinale, a cui scrisse parecchie let- IH nel i535 fu trasferito al ve-
tere Caterina da Siena.
s. scovato di Albano. Tenne copiosa
LANCIO Matteo, Cardinale. e brillante corte, e tra i distinti
Matteo Langio di Willenbergh, na- soggetti di Erasmo di
essa vi fu
to di nobili genitori in Augusta B.otterdam, famoso non meno per
nella Rezia, compiti con successo i la sua dottrina e vasta erudizione,
suoi studi nell'università di Vienna, che pei dannati suoi errori. Morì
fu fatto scgrelario delle lettere la- in Salisburgo suo arcivescovato nel-
tine dall'imperatore Massimiliano I, l'anno 1 540 d' anni settantadue ,

e coU'ellìcace mediazione de' duchi e rimase onorevolmente sepolto


di Baviera e Sassonia, ebbe la digni- in quella metropolitana Gover-
.

tà di preposito della chiesa di Au- nò quella diocesi con zelo e sol-


gusta, ad onta delle forti opposizioni lecitudine, essendo benefico, magni-
di quel capitolo, da lui vinte e su- fico, di singoiar prudenza e dot-
perate. Fu quindi da cesare nomi- trina fornito, non che amante del-
nato suo vicario per le cose d'Ita- la ospitalità. Di quattro concla-
lia, e nel i5o5 da Giulio li al ve- vi ch'ebbero luogo sotto di lui, solo
scovato di Gurck, donde poi prese fu a quello di Paolo 111. Accrebbe
la denominazione di cardinale Gur- di molti e sontuosi edifizi il palazzo
gense. Ebbe gran parte nella lega degli arcivescovi di Salisburgo e la
di Cambrai, e fu autore della pa- fortezza di quella città, donando al-
ce d'Italia, al qual oggetto Massi- la sua chiesa ricchi e preziosi ar-
iiuliano I lo spedì ambasciatore a redi. L'Hensizio nella sua Germa-
Giulio lì. Pesaci consigli il conci- nia sacra a p. 564 e seg. difende
io6 LAN LAN
questo cardinale dalle altrui calun- nuovo le antiche fortificazioni, alle
nie, e lo dimostra amabile e mece- qiuili si aggiunge una fortezza e
nate de'clotli. grandissimi lavori, specialmente dal-
LANGLEY Tommaso, Cardinale. la parte del mezzogiorno, la sola
Tommaso Langley o sia Armellino che sia di facile accesso. L'interno
nacque in Inghilterra. Dotalo dalla è assai ben fabbricato e rinchiude
natura di perspicace talento e di una cattedrale osservabile per la
singolare integrità, ed avendo ac- bellezza e singolarità di sua archi-
quistato una vasta erudizione in tettura, non che per il bell'oriz-
qualunque genere di letteratura, si zonte che gode dall'alto della
si

rese sopra tutto eccellente nella sua torre, che termina in una ba-
scienza di ambo le leggi, onde me- laustrata. Rimarchevole è la piazza
ritò di essere innalzato alla carica principale, come rimarchevoli mo-
di gran cancelliere del regno, e nel numenti sono la tribuna dell'anti-
i4o6 promosso al vescovato di chissima chiesa di s. Didiero, la
Durcham. Divenuto vescovo rinun- cattedrale, l' ospedale detto della
ziò il cancellierato ,
quale dopo Carità, la chiesa gotica, e specialmen-
undici anni dovette riassumere . te la torre piò recente della chiesa
In premio de' suoi meriti Giovan- di s. Martino, la facciata della ca-
ni XXIII a'6 giugno del i4i i sa comune della città, e l'edifizio
lo creò cardinale prete. Fini di vi- del collegio comunale. Avvi una
\ere nel i^i'j prima dell'elezione scuola di disegno, due ospedali,
(li Martino V, nella fortezza di Got- uno de'quali pegli esposti, una bi-
lieb presso Costanza, al qual conci- blioteca di circa 3o,ooo volumi,
lio era intervenuto. Ebbe sepoltura un teatro, essendo ameno passeg-
nella sua chiesa, nella parte occiden- gio quello presso le mura chiama-
tale chiamala Galilea. to Bianche- Fontaine. Questa città
LANGRES (Lingones). Città con è rinomala per la sua coltellaria,
residenza vescovile di Francia nel- e particolarmente per le sue for-
la Sciampagna, dipartimento del- bici, e fagran commercio di
un
l' A Ita- Marna , capoluogo di cir- mole per affilare, di pelliccerie ed
condario e di cantone. Vi risiede altro. Nei dintorni vi sono fucine
il tribunale di prima istanza e di di ferro. È patria di Giulio Sabi-
commercio, la conservazione del- no competitore di Vespasiano, e
l' ipoteche e l'ispezione forestale. della sua celebre sposa Eponina,
K situata in una delle porzioni di un numero ragguardevole di
piò alte della Francia, sopra un scrittoried artisti di riputazione.
piano elevato, da dove discendono Fra i primi figura pel suo gran
verso l'Oceano la Marna, la Mosa, genio Diderot, miseramente famoso
e verso il Mediterraneo l' Amance nel secolo passato; dopo di lui si
e la Vingeanne, di modo che in citano Barbier d' Aucourl, Elia
alcune parti i letti delle case ver- Blanchard, ed altri. Fra gli arti-

sano acque loro nei due mari.


le sti si numerano Riccardo e Gio-
L'aria vi è pura e salubre. È cin- vanni Tassel egregi pittori, l'inci-

ta di nuove mura, essendo le an- sore Gillot, ed altri piò moderni,


tiche fiancheggiate da torri, ed ha fra ì quali il pittore Ziegler, e lo
sei porte. Oggi si fabbricano di scultore Giuseppe Lescorne. Fra
. ,

LAN LAN 107


le numerose antichità che offre ro, museo che si arricchisce ogni
questacitlà, tanto del tempo de'galli, giorno di nuovi pezzi di antichità,
che di quello de' romani, si dislin- Langres, Lingonae, AadoniatU'
guono gliavanzi di due archi di nunij Andomaduniun Lingomun ,

trionfo, uno de'quali sembra essere pretendono alcuni storici, ma senza


slato eretto in onore dell* impera- ragione, che quest'antica città sia
tore Probo e l'altro di Costantino stata fabbricata nell'anno del mon-
Cloro. Veramente la destinazione do 2 161 da Longo, sesto re dei
primitiva di detti archi è molto gaulesi, e che da esso suoi po- i

incerta, uno de'quali sussiste anco- poli sieno stati poscia chiamati
ra oggi affatto inlatto, fuori del- longonensi, o lingonì e lingonensi,
che fu distrutto. A diverse
l'attico Plinio, Tolomeo, e
Cesare special-
epoche, ed ogni giorno ancora^ si mente commentari, fanno
ne' suoi
sono scoperti e si trovano avanzi di essa menzione. Tacito, Polibio,
preziosi, consistenti in istatue, pi- Tito Livio, Frontino, ed altri ne
ramidi, piedistalli, vasi, tombe, parlano pure vantaggiosamente, e
mine, ed altre romane antichità ; marcano le conquiste di quelli di
e nel 1770 si scopersero moltis- Langres in Italia^ al tempo di Se-
sìme medaglie d'oro, d'argento e goveso e Belloveso. Divenne repub-
di bronzo, molti vasi e strumenti blica alleata de' romani, ed al tem-
impiegati negli antichi sacrifizi, ol- pò di Giulio Cesare era la capita-
tré ali'esservisi rinvenute molte re- le dei lingoni, uno de'popoli gau-

mote iscrizioni, bassi rilievi, rovine lesi, che primi presero e non la-
d'edifizi, ed altri monumenti atti sciarono mai il partito di Roma,
ad illustrare la storia di questa Nello stesso tempo apparteneva ai-
città. Abbiamo di J. F. O. Luquet la Celtica, ma divenne una città
di Langres architetto : Antiquités della Belgica, Augusto, e vi
sotto
de LangreSy ivi stampale nel i838. rimase congiunta sino a che Dio-
A p. IX si legge aver egli nel cleziano la riunì alla Liouese. Di-
1834 formato per la conservazio- cesi che i suoi abitanti abbiano
ne delle antichità una società che avuto dall'imperatore Ottone il di-
fu approvata nel i836 dal mini- ritto di cittadini romani, nel primo se-
stro dell'interno, sotto il titolo di coiodi nostra era. Presso questa città
Société archeologique Langroìse nell'anno 3oi Costanzo Cesare dis-
II benemerito autore del citalo li- fece sessantamila alemanni. Dive-
bro e della mentovata società ab- nula città considerabile, fu esposta
braccio poi lo stato ecclesiastico, e come tante altre della Francia a
meritò di essere fatto dal Papa diverse rivoluzioni. Fu presa ed
che regna, vescovo di Esebon in abbruciata nei primi del V se-
partibus, e coadiutore del vicario colo da Attila nel suo passaggio
apostolico di Pondichery nelle In- e restaurata provò la sorte stessa
die Orientalìj al quale articolo ci- al tempo delle incursioni de* van-
tammo l'altra sua opera sulla con- dali, che vi uccìsero il suo vesco-
gregazione delle missioni straniere, vo s. Desiderio o Didiero, l'anno
In seguilo fu stabilito un museo, di Cristo 4^7» o 4» ^j o 4'^- Lnn-
collocalo nella parte conservala gres passò poscia in poter de' bor-
dell'anlichissima chiesa di s. Didie- gognoni, e continuò a far parte di
,

io8 LAN LAN


questo regno sotto i franchi, vin- Francia. I vescovi di Langres la
citori de' borgognoni. Toccò a Car- possedettero a titolo di ducato, fi-

lo il Calvo nella divisione dell'im- no alla rivoluzione che pose a soq-


pero tra i figli di Luigi I il Pio. quadro la Francia, nel declinar del
Ebbe poscia i suoi conti partico- passato secolo.
lari a che Ugo IH
ereditari, sino La sede vescovile fu eretta nel
duca di Borgogna, avendola acqui- HI secolo, e Commanvilie dice Tan-
stata da Enrico duca di Bar, la no 340, fatta suffraganea dell'ar-
diede verso l'anno 1
1 79 a Gau- civescovo di Lione, come lo è tut-
tier di Langres
suo zio vescovo tora. primo vescovo fu s. Sena-
11

in iscambio del dominio di Dijon, che reggeva questa chiesa al


tore,
e poscia Luigi VII la eresse in tempo di Valentiniano I impera-
ducato, col titolo di pari , unendo tore, verso l'anno 366. Nei cata-
la città alla corona. I prelati suc- loghi sono notati come successori
cessori di detto vescovo divennero di Senatore, s. Giusto, s. Deside-
assai possenti. Il vescovo di Lan- rio che essendosi portato suo col
gres era uno de' sei pari ecclesia- clero incontro ai barbari che da-
stici, e portava lo scettro nelle co- vano il guasto alle Gallie, per pie-
ronazioni de' re di Francia. Lan- garne la fierezza, fu anzi trucida-
gres fu fortificata a diverse epoche, to nei primi anni del secolo V,
come lo provano le quattro cinte come abbiamo detto. S. Gregorio
di muraglia, che vi sono state suc- eletto nel 5o6, dopo la morte di
cessivamente alzate dalla parte del sua moglie e dopo di avere go-
mezzogiorno. Nei tempi più mo- vernato con una rara equità il

derni fu provveduta di nuova ope- contado di Autun per quarant' an-


ra di difesa nel i362, sotto il re ni, visse sempre a Dijon, nelT e-
Giovanni II , onde opporre una sercizio di tutte le virtù vescovili.
barriera agli inglesi. Luigi XI ,
Scuoprì in Dijon s. Be- il corpo di
Francesco I e Luigi XIII ne au- nigno verso l'anno 5o7, e poi volle
mentarono le fortificazioni, che sic- essere sepolto presso di lui. Assistè
come abbiamo detto s' ingrandi- nel 5i7 al concilio di Epaona, e
scono tuttora con lavori grandiosi. nel 525 a quello di Clermont, fa-
Questa città, benché esposta alle con- cendosi rappresentare dal prete E-
tinue incursioni de' nemici della vancio o Evagrio al III d'Orleans.
Francia, e benché non abbia mai Morì santamente nel 539 o 5/^i.
avuto per diversi secoli altri di- Meritò di succedergli il suo figlio
fensori che i cittadini stessi, non s. Tetrico, il quale sottoscrisse al
fu mai presa. Perciò ricevette il concilio d'Orleans, assistette a quelli
nome di P«ce//e, che conservò fi- di Toul nel 55o, e di Parigi nel
no ai giorni di lamentevole memo- 555 in cui sottoscrisse la deposi-
ria del i8i4
i8i5, dove la sua
e zione di Saffaraco vescovo di quel-
sola guardia nazionale fermò per la città: s. Tetrico mori nel 572.
diversi giorni sotto le mura delia Rinaldo, che alcuni riconoscono au-
città ottantamila austriaci, e fece tore dell'inno Gloria, laus et ho-
dipoi con essi la più onorevole ca- nor libi sit Christe Redemptor etc,
pitolazione. Langres si segnalò sem- mentre i più lo attribuiscono a
pre per la sua fedeltà ai re di Teodolfo abbate Floriaceuse indi
LAN LAN 109
vescovo d'Orleans nel IX secolo: diede la sua dimissione nel 1802,
avverte il Macri, che Alcuino che quindi Pio VII nel 18 17 a' 28
mori prima di ambedue, fa men- luglio lo creò cardinale, e ripristi-
zione deir inno nel lib. I, cap. i4 nando il vescovato nel primo otto-
De divin. offic. Brunone di Roucy, bre lo preconizzò di nuovo e lo
parente del re Lotario, eletto ve- restituì nella sede di Langres.
scovo nel 980 , fu uà prelato as- Per sua morte Leone XII nell'anno
sai distinto , eh' ebbe gran cui*a 1823 fece vescovo Gilberto Paolo
della riforma de' monasteri dell'or- Aragonnes Dorcet di Clermont, cui
dine di s. Benedetto, che trovavansi il Papa regnante Gregorio XVI
nella sua diocesi, e morì nel ioi4 nel i832 die a successore monsi-
o ioi5 con reputazione di santo gnor Giacomo Maria Adriano Ce-
vescovo. Tra i suoi successori molti sareo Mathieu di Parigi , che poi
si resero commendabili per pietà, nel concistoro de' So settembre
zelo e dottrina. Mentre n'era ve- 1834 trasferì all'arcivescovato di
scovo Godefrido terzo priore di Besan^on che governa. Quindi il

Chiaravalle, ed uno de' primi di- medesimo Pontefice nel successivo


scepoli di s. Bernardo, il Pontefi- concistoro de' 19 dicembre preco-
ce Eugenio III, stato anch' egli ci- nizzò l'odierno vescovo monsignor
stcrciense, essendosi portato in Fran- Pietro Lodovico Parisis d'Orleans.
cia nel 148, si recò al suo anti-
1 Questo zelante ed ottimo vescovo
co monastero di Cistello, distante ha ripristinato nella diocesi la li-

quattro leghe da Dijon, indi pas- turgia romana, al modo detto a


sò a Langres ricevuto cogli onori Liturgia.
convenienti sublime di-
alla sua La cattedrale magnifica d'antica
gnità. Essendo in Langres a' 27 struttura , con coro di bellissima
aprile scrisse ad Alfonso VII re di architettura, è sacra a Dio sotto
Leone e di Castigiia, che gli man- l'invocazione di s.Mara mes mar-
dava in dono la rosa d'oro bene- tire. Il capitolo si compone di otto
detta, che soleva Papa portare
il canonici, senza le prebende teolo-
in mano nella IV domenica di gale e penitenziale, essendone in-
quaresima, funzione eh' egli forse servienti puerì de choro, e nelle
i

celebrò in Langres, da dove tor- feste solenni gli alunni del semi-
nato a Cistello, partì per l'Italia. nario. Prima il capitolo consisteva
Nel lySi Clemente XII dismem- in nove dignitari^ quarantadue ca-
brando Dijon {Vedi) dal vescovato nonici, e molti cappellani. La cat-
di Langres, l'eresse in sede vescovile, tedrale è munita del fonte batte-
restando per mensa al vescovo di simale, esercitando l'ufficio di par-
Langres l'annua rendita di tien- roco un canonico della medesima.
taseimila lire tornesi, colla tassa L'episcopio è comodo; l'antico è
camerale di novemila fiorini ad occupato fino a questo momento
ogni nuovo vescovo. Gli ultimi ve- dal seminario dei teologi, dove si
scovi di Langres furono i seguen- costruisce da diversi anni alle spe-
ti. Clemente XIV a' io settembre se del governo una bella fabbrica
1770 fece vescovo Cesare Gugliel- pel necessario aumento di questo
mo de la Luzerne di Parigi , che stabilimento di primaria importan-
fu cousacralo nel seguente ottobre: za. Il nuovo episcopio si fabbriche-
no LAN LAN
là in seguito, pure a spese del Furono altresì tenuti in Lan-
governo. Oltre la cattedrale fu e- gres alcuni sinodi memorabili, che
retta recentemente in nuova chie- alcuni chiamano concilii e sono i ,

sa parrocchiale l'antica e ragguar- seguenti.Il primo nel i4o4 sotto


devole chiesa di s. Martino, tutta Lodovico di Borbone: Rinaldi a
restaiu-ata da diversi anni con do- detto anno. Il secondo nel i45i
ni volontari di pii oblatori. Vi sotto Filippo arcivescovo di Vien-
sono quattro comunità religiose di na Labbé tom. XI. 11 terzo nel
:

donne, una confraternita, e due 1455 sopra la disciplina: Lenglet.


seminari con alunni, uno grande, II quarto nel i465 sulla discipli-
l'altro piccolo. La diocesi contiene na ecclesiastica. Il quinto nel 1622
molti luoghi, e si estende per cir- sopra lo argomento.
stesso
ca trenta leghe. Prima dell'erezio- LANGTON Stefano, Cardina-
ne del vescovato di Dijon, la dio- le. Stefano Langton o Langhloa in-
cesi di Langres era divisa in sei glese, che dicesi monaco benedet-
arcidiaconati e diciassette decanali tino di Cantorbery, fu cancelliere
rurali. Ogni nuovo vescovo è tas- della celebre università di Parigi
sato ne'libri della camera apostoli- e canonico secolare della collegiata
ca in fiorini 870. di s. Maria di quella città , mae-
stro nelle arti, insigne teologo e
Concila di Langres. principe tra i filosofi del suo tem-
po, e per lunga stagione professo-
primo fu tenuto nell'SSo, in
11 re in accademia. Innocenzo
detta
cui Alberico \escovo di Langres III nel 12 12 o 121 3 Io creò car-
vi confermò la donazione da lui dinale col titolo di s. Grisogono.
fatta al monastero di s. Pietro di Dopo gravissime controversie nate
Bezuencis. Labbé t. VII; Arduino tra Giovanni re à' Inghilterra (Ve-
tom. IV. di) per una parte, ed i monaci di
Il secondo nell'S^g a* 9 aprile. Cantorbery per l'altra, fu promos-
Bemigio arcivescovo di Lione e so a quella metropolitana. Ciò av-
Agilmaro di Vienna, vi presiedet- venne dopo la morte dell' arcive-
tero. Si fecero sedici canoni o sta- scovo Uberto, avendo Innocenzo
tuti, che furono approvati pochi III rigettata per ragionevoli motivi
giorni dopo nel concilio di Toul l'elezione fatta dai vescovi suffra-
o Savonnieres, ed in quello inse- gane e dai monaci nella persona
riti, l sei primi sono i medesimi di Reginaldo e poi di Giovanni
del concilio di Valenza sopra la Graio vescovo di Norwick che il
predestinazione. Labbé t. VII ; Diz. re voleva ad ogni modo arcivesco-
de'concilii. vo. Sul timore che i monaci pro-
Il terzo fu nel 1077 o 1080 cedessero ad una terza elezione, gli
contro le investiture de' beni ec- elettori in numero di quindici fu-
lesiastici. Labbé tom. X; Arduino rono chiamati a Roma, alfinchè
tom. VI. procedessero all' elezione del loro
Il quarto nel r 1 16, contro quelli metropolitano alla presenza del Pon-
che devastavano i beni .di chiesa, tefice. Fattosi quindi lo scrutinio
e sopra diverse materie ecclesiasti- sortì eletto canonicamente dalla
che. Ibidem. maggior parte de' voti Stefano, con
LAN LAN III
piena concordia e libertà di suf- tro Giovanni fu condannato; se
fragi, il perchè fu da Innocenzo non che, avendo egli mostrato pen-
III confermato e consacrato da lui timento venne assolto con patto ,

in Viterbo a' 5 giugno, ed ornato di non tornare in Inghilterra fin-


del sacro pallio. Kicusò il re di ché non fosse estinta la ribellione.
riconoscere Stefano per arcivesco- Intanto il re morì nel 12 16, ed il
vo, e pieno di furore cacciò i mo- cardinale fece ritorno alla sua se-
naci dalla chiesa, laonde il regno de, ove tranquillamente esercitò le
fu sottoposto all'interdetto, promul- pastorali funzioni. Nel giugno 1222
gato dai vescovi Guglielmo di Lon- celebrò un sinodo in Cantorbery, ove
dra, Eustachio di s. Ely, e Mau- fondò un sontuoso palazzo arcive-
gero di Vigorne, i quali subito scovile, nella cui sommità fece eoa
però partirono dall'Inghilterra. Du- gran spesa collocare l'orologio; e si

rò r interdetto quasi sei anni e mostrò assai generoso co' poveri.


mezzo , ed il re alla fine si vide Morì dopo tante peripezie nel 1228
costretto di obbedire alla santa Se- nel castello di Slindon, donde tras-
de, con ammettere l'arcivescovo al- ferito in Cantorbery fu sepolto nel-
la sua sede. Questi benché adem- la cappella di s. Michele nella me-
pisse tutte le parti di zelante pa- tropolitana, ove gli fu eretto un
store , motivo dell' ecclesiastica
a monumento. Intervenne airelezione
giurisdizione ebbe poi gravi con- di Onorio III e Gregorio IX; ed
troversie col medesimo re , che si il vescovo Rofifense Enrico di santa
mostrò sempre a lui contrario, che vita, predicando la divina parola
anzi spedì a Roma Pandolfo per annunziò al popolo che la di lui
oratore, acciò esponesse ad Inno- anima uscita dal purgatorio era
cenzo III le sue querele non solo ascesa al cielo. Sono senza numero
contro il cardinale, ma contro tutti le opere composte da questo dotto
i vescovi d'Inghilterra, che furono cardinale, particolarmente sopra la
citati a Roma per giustificarsi dal- sacra Scrittura , i cui libri quasi
le incolpazioni di avarizia e so- tutti illustrò di commenta-
eruditi
verchio rigore nell'esigere quanto ri , de' quali nell' Ateneo romano
loro era dovuto in tempo dell'in- deirOIdoino si ha un completo ca-
terdetto, come ancora di aver vio- talogo. Alcuni sono di parere che
lato i privilegi della chiesa angli- il cardinale fosse il primo a di-
cana. Finalmente colla mediazione stinguere la Bibbia per capitoli,
del cardinal Nicolò vescovo Tuscu- quale tuttora l'abbiamo, sebbene
lano, spedito al re per legato apo- non manchino altri che ne attri-

stolico , cessate le ostilità tra le buiscono invece l'onore al cardinal


parti, furono pacificati il re e l'ar- tigone.
civescovo. Non per questo ebbero LANGUISSEL Bernardo, Car-
termine i tumulti, dappoiché ren- dìnale. Bernardo di Languissel ve-
dutosi il sovrano odioso a lutti, i nuto alla luce nelle Gailie da il-

sudditi chiamarono al trono il re lustre prosapia, arcivescovo di Ar-


di Francia. Essendo di ciò creduto lesdove celebrò due conci Hi, me-
principale autore il cardinal Stefa- ritòche Martino IV a' 23 marzo
no, fu citato in Roma a giustifi- 1281 lo creasse cardinale vescovo
carsi, ma convinto di ribellione con- di Porto, e legalo nella provincia
,

113 LAN LAN


di Emilia agitala e sconvolta dal- ed a meglio stabilirla fondò il se-
le guerre civili, affinchè colla sua minario, e promosse energicamen-
opera la ritornasse in quiete. Tanto te per la città e diocesi il pio c-
ampia fu l'autorità conferitagli, che sercizio del catechismo e dottrina
la sua giurisdizione si estese sui cristiana. Sovvenne i poveri con
due patriarcati di Grado e di A- generose limosina, ed a' francescani
quileia, ad una parte deldominio riformati conimmensa spesa fondò
•veneto, ed a tutta la Lombardia, un convento presso la chiesa di s.
Toscana e Liguria. Collo stesso ca- Pietro sopra le acque, nella terra
rattere fu inviato alla repubblica di Massa. In Roma ebbe gran par-
di Venezia per ottenere aiuto a te nell'edificazione della chiesa di s.

Carlo I re di Sicilia. Mori in Or- Maria delle Grazie a porta Angelica,


vieto nel 1290, e rimase sepolto e della contigua abitazione pegli ere-
nella chiesa di s. Francesco, ove altrettanto fece con la
miti, e quasi
gli fu posta una lapide con iscri- chiesa di Maria Liberatrice, che dai
s.

zione, e lo stemma gentilizio, do- fondamenti avea fabbricata Miche-


po aver concorso alle elezioni di le Lante di lui avo^ come dall' i-

Onorio IV e Nicolò IV. scrizione posta sopra la porta del-


LANTE Marcello, Cardinale. la chiesa stessa, da pochi anni af-
Marcello Lante nobile romano, nac- fatto coperta da una cantoria ed
que da una famiglia originaria di organo, fattovi costruire forse dalle
Pisa, già sublime e distinta a' tem- monache oblate di Tor de' Spec-
pi di quella repubblica, che diede chi a cui appartiene la chiesa. Im-
a Roma un benemerito senatore piegò gran somme a favore dell'o-
nella persona di Pietro Lante, che spedale di s. Spirito, e di quello
fu appunto quello che ivi la tra- de' benefratelli. Eresse la chiesa
piantò; ma siccome tra le nobili fa- e la miglior parte del monastero
miglie cui s'imparentò la famiglia di s. Giuseppe a capo le case per
Lante, evvi quella della Rovere le teresiane, gittando la prima pie-
[Fedi), a quell' articolo ne tratte- tra nelle fondamenta del tempio.
remo; dappoiché i Lante dovette- Dimesso il titolo passò successiva-
ro assumere il cognome e Io stem- mente al vescovato d'Ostia e Vel-
ma della Pvovere, al modo che si letri, dove adornò il palazzo ve-
dirà in tale luogo. Marcello nel scovile di portici e di un atrio
pontificato di Clemente Vili fece maestoso verso la chiesa, e vi sta-
acquisto d'un chiericato di came- bih il seminario ; ed è a notarsi
ra, e poscia si rese degno della che in tante fabbriche e pie opere
cospicua carica di uditore generale di cui fu autore, mai permise che
della medesima. Paolo V suo pa- vi fosse suo nome, solo
apposto il

rente agli II settembre 1606 Io vi fu collocalo dopo la sua morte.


creò cardinal prete del titolo de'ss. In quarantasei anni di cardinalato
Quirico e Giulitta, non che vesco- godè perfetta sanità senza veruna
vo di Todi e prolettore dell'ordi- alterazione , e le somme che cu-
ne francescano. Pieno di santo ze- mulò, lungi d'arricchirne i parenti,
lo per giovare alla sua diocesi, ri- le distribuì ai bisognosi, e le impie-
dusse il clero a vivere secondo le gò in opere pie a vantaggio di
norme dell'ecclesiastica disciplina, chiese, ospedali, monasteri, confra-^
,

LAN LAN ii3


terni te e benefici stabilimenti, oltre basciatore veneto Giustiniani, nella
immense limosine che passò nelle sua relazione al senato, disse che
mani di poveri vescovi, nelle parli il cardinal Laute pieno d'integrità,
singolarmente di Germania e di di candidi costumi e di rette in-
Scozia. Soccorse pure vergini mi- tenzioni, mai attese di farsi amici
serabili, nobili caduti in bassa for- coir intenzione di salire al pontifi-
tuna, ad uno de' quali die tremila cato. Ne scrisse la vita Giangiaco-
scudi d'oro. Parteciparono di que- mo Rossi , che stampò in Roma
sta singoiar liberalità le famiglie nel i653. Quanto alla detta cap-
religiose e l'ospedale della ss. Tri- pella, essa fu eretta da d. Lucr^
nità de' pellegrini, per cui a buo- zia della Rovere Lante cognata del
na ragione fu detto il s. Giovanni cardinale, come rilevasi dall'iscri-
elemosinario de* suoi tempi. Alla zione eh' è nel pavimento della me-
morte di Urbano Vili ordinò che desima cappella.
ogni giorno finche durasse la sede LANTE Federico Marcello, Car-
vacante, si dassero venticinque scu- dinale. Federico Marcello Laute
di dì limosina pauticolare, acciò della Rovere nobile romano, nacque
chi li riceveva pregasse per l'otti- in Roma a' 18 aprile 1695, da
ma scelta del successore; laonde Antonio duca Lante della Rovere
vuoisi che impiegasse in opere pie cavaliere dell' ordine dello Spirito
un milione di scudi. Divotissimo Santo, e da Luisa Angelica de la
della Beala Vergine, nelle vigilie Tremoille , sorella di Marianna
delle sue feste osservava rigoroso principessa Orsini duchessa di Brac-
digiuno, e moltiplicava le limosine. ciano. Benedetto XIII nel 1728 lo
Si contentava di una mensa fru- fece governatore d' Ancona , dove
gale e di modeste suppellettili. As- strinse sincera amicizia col cardi-
siduo nella preghiera, ogni giorno nal Lambertini allora vescovo e
celebrava la messa, ed ogni vener- poi Benedetto XIV. Nel lySo Cle-
dì, ad onta di sua grave età e delle mente XII lo inviò nunzio straor-
rimostranze de' medici, si pasceva dinario in Parigi, a recare le fascie

con pane e vino in memoria della benedette al delfino, ricevendo dal


passione del Redentore. Essendo re Luigi XV segni di particolare
decano del sacro collegio d' anni , benevolenza, e regalato di preziosi
novant'uno mori in Roma nel 1 652 doni. Per tale missione, per essere
da tutti compianto. Ebbe onorata figlio d' una principessa francese
sepoltura nella chiesa di s. Nicola e per la potente influenza alla cor-
di Tolentino, nella cappella delle te della di lui zia la suddetta prin-
ss. Lucrezia e Geltrude, non da cipessa Marianna de la Tremoille
lui fondata come dice il Cardella, ebbe i seguenti benefizi ecclesiasti-
senza alcuna memoria come si è ci le abbazie de la Bianche
: e de
detto, ad esempio di s. Carlo Bor- la gran Selve, ed i priorati di s.

romeo. Intervenne ai conclavi di Mellaine, di Perpignano, di Lan-


quattro Papi e , nell' anno santo nenec e di Germitton,onde il totale
i65o apri e chiuse la porta santa delle di lui annue rendite ecclesiasti-
della basilica di s. Paolo. Il car- che ascese a circa tredicimila scudi.
dinal Bentivoglio lo lodò nelle sue Quindi fu fatto arcivescovo di Petra
Memorie, così altri scrittori. L'am- in partibus, e nel 1782 presidente
VOL. XXXVIf.
ii4 LAN LAN
d'Urbino, dove per la sua dolcez- gazioni ch'ebbero luogo ne'noven-'
za, umanità, giustizia e munificen- diali per
sede vacante in morte
la

za venne universalmente applaudi- di Clemente XIIT, il cardinale le


to e stimato; onde nella sala della presiedette come facente le veci del
Ragione Pesaro gli fu eretta una
in decano del .«acro collegio. In una
statua o busto marmoreo, con iscri- di esse i ministri dell'annona, te-
zione al piedistallo assai onorevole. mendo penuria del grano, sup-
la

La stessa stima ebbero per lui i plicarono perchè se ne facesse ve-


letterati e gli uomini eruditi, dei nire a Roma dall'estero. Non sem-
quali fu protettore e mecenate. Ne brando ciò necessario al cardinale,
compensò meriti Benedetto XIV
i ed insistendo {ministri nella ri-
a' 9 settembre 174^1 creandolo car- chiesta, nel calore della discussione
dinale prete del titolo di s. Pan- dicesi che il cardinale prorompes-
crazio; quindi nel 1768 divenne se in una espressione di disprezzo
vescovo di Porto e protettore del pei romani. Questi, venuti in co-
regno d'Inghilterra. Clemente XIU gnizione dell'accaduto, d'allora in
lo fece prefetto del buon governo poi videro di mal occhio il loro
ed abbate commendatario dell'ab- concittadino, ed in morte il basso
bazia di Faifa e s. Salvatore mag- popolo si permise inveire contro il
giore, che di frequente visitò, pren- suo cadavere.
dendosi cUi*a speciale del seminario LANTE Antonio, Cardinale. An-
dello stesso s. Salvatore maggio- tonio Lante nobile romano, nacque
re, che colla sua vigilanza e dire- in Roma a' 17 dicembre 1787, dal
zione diventò assai celebre, fiorente duca d. Filippo, e da d. Virginia
e più numeroso. Intervenne ai con- Altieri prima moglie di suo padre,
clavi di Clemente XIII e Clemente mentre dalla seconda nacque il se-
XIV che consacrò supplendo le guente fratello Alessandro. Fu pri-
veci del cardinal Cavalchini deca- mamente educato nel collegio di
no. Nel suo testamento lasciò un Torino diretto dai gesuiti, e quin-
fondo capace a somministrare onde di nel collegio dementino di Ro-
vivere a lutti i suoi famigliari, ma. Intraprese la carriera prelati-
quale dopo la loro morte volle che zia come reggente della cancelleria.
ricadesse all'ospizio apostolico di s. Dal cardinal Federico Marcello Lan-
Michele. Finalmente dopo trenta te suo pro-zio gli fu assegnata l'ab-
anni di cardinalato, in età di set- bazia di Farfa e s. Salvatore mag-
tanl'otto anni, mori in Roma a' 3 giore, con beneplacito di Clemen-
marzo 1778, e fu sepolto nella cap- te XIV. Molto si distinse nell'ab-
pella gentilizia di s. Nicola di To- bazia colle sue pastorali sollecitu-
lentino, ove fu collocata la sua ef- dini, poiché a sue spese restaurò
figie dipinta al naturale con orna- templi, mantenne in lustro il ce-
menti e distinto elogio. Ad onta lebre seminario di s. Salvatore mag-
delle sue belle qualità la plebe di giore, costruì ponti, e celebiò il si-

Roma commise delle insolenze nodo Farfcnse, che dopo la morte


mentre portavasi il cadavere alla del cardinal Francesco Barberini
chiesa. Vuoisi attribuire questo dis- non era stato più celebrato. Ven-
gustoso avvenimento a quanto an- ne destinato governatore di Bene-
diamo ad accennare. Nelle congre* vento, indi nel 1771 inquisitore
LAN LAN ii5
generale a Malia, donde dopo sette ta finché vivessero, lasciando di ciò
anni fu trasferito al governo della e di altre disposizioni esecutore
Marca ossia di Macerata. Nel 1785 monsignor Domenico Attanasio udi-
fu prona osso a chierico di camera tore del camerlengato. I funerali
colla presidenza delle zecche, e ne si celebrarono nella chiesa di s. Ni-
divenne decano nel 1801, assumen- cola di Tolentino ed il cadavere ,

do perciò la prefettura dell'erga- fu tumulato nella superba cappella


stolo di Corneto. Quivi si distinse gentilizia.
con una retta amministrazione, am- LAN TE Alessandro, Cardinale,
pliò e ridusse in miglior forma quel Alessandro Laute nobile romano,
locale penitenziario, rendendo meno nacque in Roma a'2 novembre
sensibili le pene dei detenuti. Co- 1762, dal duca d. Filippo, e da
me presidente delle zecche, nel 18 15 d. Faustina Capranica seconda di
contribuì alla sistemazione genera- lui moglie, e perciò fratello del
le degli uffizi del bollo per le ma- precedente cardinale. Dotato dalla
nifatture d'oro e d'argento, ed a natura di avvenente forma, d' in-
promuovere dei regolamenti legis- gegno acuto e vivace , favorito e
lativi pei fabbricatori e venditori sostenuto dalla più sana e delicata
di tali preziosi metalli. Nelle vi- educazione, non tardò mollo a dare
cende politiche repubblicane , e in presagio dell' alto gradoa cui sa-
quelle della seconda invasione fran- rebbe pervenuto. Placido di tem-
cese, soffrì con animo ecclesiastico, peramento, di cuore pieghevole
e benché fosse stato privato dei ed umano, passò i primi suoi anni
frutti de' luoghi di monte e delle tra' monaci cassinesi di Roma, for-
rendite dell'abbazia, di questa volle mando il suo spirito sui principii
sostenerne i pesi inerenti, come della religione, donde fu trasferito
sempre provvide al mantenimento nel collegio dementino della me-
de' suoi famigliari, continuando al- desima città, ivi applicandosi alle
tresì le limosine fjsse che avea as- scienze con successo. Datosi agli stu-
segnate a diverse persone povere. di legali presso i dotti giureconsul-
Pio VII nel concistoro degli 8 mar- ti avvocato Riganti e monsignor
zo 18 16 lo creò cardinale delTor- Carandini, poi cardinali, e fatta
dine de' preti, poscia in quello dei conoscere la sua abilità nella cu-
2t8 luglio 18 17 lo pubblicò, con- ria, nel pontificato di Pio VI e
ferendogli indi per titolo la chiesa nel 1787 fu annoverato tra' pre-
de' Quirico e Giulitta, di cui
ss. lati domestici, indi nominato dal
non potè
prendere possesso ; an- Papa canonico di s. Pietro: come
noverandolo alle congregazioni del- tale occupò tutte le principali ca-
la disciplina, indulgenze, fabbrica riche del capitolo Vaticano, nelle
di s. Pietro, e di Loreto. Poco go- quali die saggio de' suoi talenti
dè di questi onori ,
giacché dopo amministrativi, economici ed agri-
ottantasei giorni, per breve e tor- coli. Divenne successivamente re-
mentosa malattia morì a' 23 otto- ferendario delle due segnature, fa-
bre d'anni ottanta, lodato per vir- cendosi ammirare
per l'imparziale
ili, pietà ed integrità di vita. Dis- giustìzia
;
ponente del buon gover-
pose nel testamento che a' suoi fa- no, di cui lo fece segretario Pio
migliari fosse continuata la raesa- VII nel 1800, dopo averne speri-
1

1X6 LAN LAN


menlata l' abilità dimostrata qual risparmiò applicazione e fatica a
segretario della congregazione di tutte le molte relative provvidenze
riforma di governo, deputata al alla vasta azienda. Stabilì il siste-

riordinamento delle cose dello stato. ma dei rincontri di camera, incari-


Le comunità di esso provarono gii cati a invigilare sugli introiti e
effetti delle sue cognizioni ed atti- rivedere i conti di chiunque tene-
vità, procurandone il bene genera- va a fitto i proventi camerali. In-
le. In egual tempo coltivò l'amena trodusse eziandio il bene inteso
letteratura, sia colla traduzione metodo di percezione sulle contri-
delle opere del Venosino, di cui ci^ è buzioni dirette, obbligando gli am-
rimasto un abbozzo, sia colla com- ministratori a corrispondere con
pilazione di memorie relative alle un premio proporzionato l'intera
arti, alle scienze segnatamente ar- somma nei ruoli descritta, ed a
cheologiche, da lui lette in parec- versarla bimestralmente nell'erario
chie accademie. Nel settembre 1 80 pubblico ; oltre altre utili disposi-
Pio VII lo destinò con pubblico zioni ed ordini stabili per le con-
plauso alla carica cospicua di te- tribuzioni indirette. Né ommise di
soriere generale, e fu reputato op- rivolgere il pensiero ad altri mez-
portuno a riordinare l'amministra- zi di risorsa vantaggiosi non me-
zione, disorganizzata per le note no all'agricoltura ed al commercio,
"vicende repubblicane e straniera che alla popolazione ; incoraggi e
invasione, dovendo eseguire il nuo- protesse la coltivazione del tabacco,
vo sistema daziale e i nuovi me- liberandola in gran parte dail'ob-
todi introdotti dal predecessore car- bligo di ricorrere alia foglia estera.
dinal Litta, contro l'urto degli op- Per impedire egualmente l'emissio-
posti partiti. Aveva egli presente ne del denaro fuori di slato, ecci-
la massima de'primi ministri di tò alcuni intraprendenti all'erezio-

stato, cioè, che senza conoscere le ne delle nUove saiinre nella spiag-
cose e le persone non si può go- gia di Corneto, per riparare a
vernare. Quindi con particolare quelle decadute di Ostia. Attivate
cura volle internarsi nella perfetta tutte le rendite delle finanze, e
conoscenza d'ogni singolo ramo venuto a capo di fondare giudizio
delle attribuzioni delia sua carica, sulle risorse dello stato per di lui

e delle qualità de' subalterni mini- mezzo migliorate, sollecito si rivol-


stri, onde dal complesso riunito se alla soddisfazione del debito
delle parti, aver con certezza il pubblico, colle più acconcie ma-
dato generale dell'attività e passi- niere, e in proporzione dello stato
vità delio stato, e del modo da economico della pubblica cassa ;

condursi a dirigere l'amministra- ìndi con una quarta parte del


zione. Non si conosceva ancora in valore sborsato reintegrò gli ac-
questa amministrazione il bilancio quirenti de' beni nazionali, com-
di prevenzione, il rtndicouto gene- prati dal passato governo repub-
rale dell'anno col paraleilo dell'an- blicano. Allorquando nel 1806
tecedente, che additasse le cause l'ingresso di nuove truppe estere
delle variazioni nell'attivo e nel nello stato pontificio costrinse il

passivo ; fu suo merito di averlo governo a ragguardevoli disborsi,


per la prima volta iulrodolto, né non è da dire gl'ingegnosi partiti
LAN LAN 117
co'quali seppe soddisfare ai bisogni, vole testimonianza di questa bella
a fronte della mala corrispondenza operazione la piena soddisfazione
de' forni tori, e dell' imponenza del di Pio VII, e l'elogio fattone dalle
comando militare. Ma 1' operazione estere nazioni, ne adotta- le quali
che sopra tutte renderà perpetua- rono l'operazione, che avea resti-
mente glorioso il nome di Ales- tuito l'ordine al commercio, e ri-
sandro Lante, come ristoratore del- donato l'equilibrio nelle private e
la finanza pontificia, quella si fu pubbliche contrattazioni. A questi
certamente d'aver restituito il giu- grandi vantaggi aggiunse quelli de-
sto sistema della moneta. Era rivati dalla retta amministrazione
allora eccessivo lo sbilancio del delle dogane ai confini, secondo il
valore fra la moneta reale ossia piano immaginato già da Benedet-
d'argento, quella di rame, e quel- to XIV, e posto in esecuzione sot-
la di biglione. La soverchia crea- to il vigile governo di Pio VI
zione delle carte monetate da pri- dal zelante Ruffo tesoriere genera-
ma, e la sconsigliata moltiplicazio- le, poi cardinale. Con gabelle sul-
ne della moneta di rame da poi, le merci forestiere favori le fab-
avevano rovesciato in modo la bi- briche interne e l'industria nazio-
lancia di proporzione^ che più di nale, riparando molti inconvenien-
due terei ormai passavano di dif- ti. Fu
instancabile per assicurare il
ferenza fra l'una e l'altra specifica pubblico servigio dalla malizia e
rispettivamente. Gravissimi erano prevaricazione de'ministri, massime
i danni, che ai sudditi ed al com- sull'amministrazione de'lotti. Pro-
mercio dello stato pontificio da ciò tesse e favorì i benemeriti nelle
ridondavano; ma più gravi ancora manifatture e nel commercio ;

ne risentiva l''erario, posto alla ne- molte fabbriche ebbero per lui in-
cessità di non poter ricusare per cominciamento, altre si perfeziona-
il valor nominale nelle esigenze rono, principalmente delle lane,
de'dazi la moneta imperfetta, co- delle sete e di altri tessuti. Auto-
stretto per l'altra far le tratte rizzato dalla beneficenza sovrana
in moneta reale per le tante cir- sovvenne gl'indigenti, i conservato-
costanze dei rapporti, nei quali si rii, gli ospedali, ed altri luoghi pii
trova ciascun governo, e quei sopra bisognosi. Meritano perciò menzio-
tutto che sono in più articoli coll'este- ne le beneficenze compartite agli
ro in passività. Con sorprendente ospedali di s. Spirilo e di s. Gio-
rapidità l'opera fu condotta al suo vanni, oltre la costruzione d'un
fine nello stretto spazio di tre me- nuovo ospedale in Civitavecchia.
si ; ma più ammirabile fu il mo- Infestando i corsari le spiagge del-
do pel quale venendo la moneta l'Adriatico, ne eliminò le funeste
ricevuta al cambio per il saggio dilapidazioni e schiavitù, arman-
stesso, al quale rispettivamente do la costa con legni in mare
trovavasi ammessa ed accolta in e forza terrestre ; indi accorse a
commercio, altra nuova perdita non sollevar la languente umanità che
ne risentirono i possessori, oltre quel- in Roma e in altri luoghi cadeva
la che già avevano incontrata allor- vittima d' un male epidemico. A
ché ne vennero per la prima vol- lui deve il migliore stato dei
si

ta in possesso. Sarà sempre onore- condannali alle galere ed ai pub-


ii8 LAN LAN
blici lavori, la manutenzione dei crealo cardinale diacono dal Pon-
bonifici alle paludi Pontine, la so- tefice, il quale per diaconia gli as-

stituzione dei bufali al tiro delle segnò la chiesa di s. Eustachio, e


barche che rimontano il Tevere, per congregazioni quelle del conci-
che solevano fare gli uomini, ad lio, della consulta, del buon go-
onta d'inumani ed irragionevoli re- verno, e delle acque, facendolo pu-
clami de' vecchi conduttori delle bar- re protettore dell' arciconfraternita
che e de' mercanti. Fornì la cal- di Girolamo della Carità, del
s.

cografia camerale di nuovi rami monastero de' ss. Giacomo e Mad-


incisi ; concorse ad arricchire i mu- dalena alla Lungura, e della terra
sei, massime il Chiaramonti di di Bagnala. Restituite le legazioni
molti e stupendi oggetti di scul- alla santa Sede, si ripristinarono
tura antica, pei quali furono dal- ad esse i cardinali legati, ed a
l'erario spesi piti di centomila scu- quella di Bologna prescelse Pio
di; sotto di lui fu intrapresa l'es- VII il cardinal Lante, che come
cavazione degli archi di Costantino era stato modello dei tesorieri ge-
e Settimio Severo. Operazioni più nerali, lo divenne de'legati aposto-
grandi volgeva in mente, quando lici. Nel tempo del di lui arrivo
gl'imperiali francesi consumarono all'illustre sua residenza, che fu ai
nel 1809 seconda occupazione
la 29 settembre 18 16, la pubblica
dell' intero stato pontificio. In be- tranquillità oscillava ancora per
neficio de' poveri avea combinato conseguenza delle passate vicende.
con monsignor della Genga (che Fu suo primo studio il rassodarla,
sommamente reputava non solo conciliando i discordi partiti, e
pe' suoi lumi e talenti, ma per le tutta impiegando l'influenza ed
nozioni di fatti acquistate in alcune autorità sua, per inspirare amore
città della Germania) poi Leone e fiducia verso il governo. Accor-
XII, il gran piano d'istituto di ca- to magistrato politico, lungi dal
rità da stabilirsi nel palazzo Late- perseguitare alcuno per le anterio-
ranense, già presentato a Pio VII ri opinioni^ cercò di vincerli con
per l'approvazione, colla distinzio- la dolcezza, e di attaccare agl'inte-
ne dei mendicanti per necessità, ressi delgoverno que'medesimi, che
dagli oziosi volontari, pel diverso d'altronde onesti ed abili, non vi
regime che si doveva tenere con aveano un' affezione bastantemente
tali due classi differentissime di po- decisa. Però ben si guardò di la-
veri; ma le sopravvenute vicende sciar correre i perversi disegni dei
politiche soffocarono l'opera ne'suoi perturbatori della pubblica quiete,
princìpii. Trasportato il Papa da e ne colpì gli autori col rigore
Roma, imprigionati e dispersi i delle leggi, scompigliandone le pri-
cardinali e prelati, Alessandro si me orditure, e rompendo le fila

scelse a tranquilla dimora la con- d'ogni reo disegno. A prevenir gli


finante Toscana, l'animo pascen- effetti dell'ozio e dell'infingardaggi-
do ne'diletti suoi studi ed in nuo- ne di molti individui, riordinò le
ve cognizioni. Ritornato dopo un due case d'industria e di ricovero
lustro di patimenti Pio VII alla già da molto tempo stabilite in
sua sede, ripatriò ancora il nostro Bologna, con che tolse la pubblica
prelatesche agli 8 marzo 1816 fu mendicità ed il mal costume. Con
LAN LAN iig
l'energra e destrezza tutta propria sua morale, ed ogni azione rego-
del cardinale, rapidamente organiz- lata dai più sodi principi! di reli-
zò la polizia in tutta la provincia, gione. Sì magnanimo cardinale fu
il regolare stabilimento delle auto- troppo presto dalla morte rapito,
rità giudiziarie, l'ordinato sistema mentre non aveva oltrepassato l'anno
delle carceri, le decenti e comode cinquantesimosesto di sua età. Morì in
residenze de' governatori, facendo Bologna a' 1 4 luglio i8i8, compian-
con singoiar zelo disbrigare le cau- to vivamente da tutta la provincia.
se criminali ; la pubblica economia, I suoi solenni funerali, descritti dal
i riguardi di sanità, tutto impiegò numero 60 del Diario di Roma^
pei detenuti. Con opportuni mezzi si celebrarono nella metropolitana
provvide alla penuria cui era mi- di s. Pietro dal cardinal Opizzoni
nacciata la provincia, con utili la- arcivescovo, a cui assisterono mon-
vori di strade ed altre vantaggio- signor Adriano Fieschi vice-legato,
se riparazioni, sopra tutto veglian- al presente degno cardinale, i due
do alla riproduzione de' generi di capitoli della metropolitana e di
sussistenza, e sostenendo il libero s, Petronio, e tutte le autorità ci-
commercio, come quello che in vili e militari ; indi il cadavere
ogni evento solo può assicurare la fu deposto nella confessione della
sussistenza de' popoli. Dopo aver stessa metropolitana. Poco dopo in
provveduto alla penuria dei raccol- Bologna nella tipografia del gover-
ti, un nuovo campo si aprì alla no furono pubblicate le Memorìe
sua pietà e sollecitudine, nella ma- in onore d* Alessandro de' duchi
lattia contagiosa del tifo petecchiale, Lante inclito cardinale di s. Chic-
onde pose in opera tutti i mezzi per sa. Le calunnie sparse prima di
debellare il desolante, flagello. Pel essere promosso al cardinalato, e
miglioramento dell'agricoltura isti- che tentarono oscurare per poco
tuì r ispettorato de' boschi ; come la delicatezza del suo carattere, ot-
presidente delle risaie molte cose tennero la più completa confuta-
operò, come per la retta organiz- zione pel trionfo che riportò il
zazione delle comunità, che di per- trapassato di sue gesta. Ne premiò
sona Onorato dal governo
visitò. i dopo morto il Papa
meriti anche
della presidenza della commissione Pio Ylì, abilitandolo al godimento
del Reno, spiegò anco in questa de'frutti dell' abbazia di Casamare
sua rappresentanza un apparato di da lui conferitagli, oltre una som^
cognizioni che fece stupire gli stes- ma cospicua che fece somministra-
si ingegneri. Scelse ottimi soggetti re onde venisse dimessa la massa
pel disimpegno degli affari gover- de'debiti, che il defunto avea la-
nativi, premiò i buoni impiegati, sciato agli eredi, e di cui era stato
e rimproverò o castigò i cattivi. costretto gravarsi per le recenti
Mai superiore non fu più
forse spese dell'esaltazione alla sacra por-
affabile di lui con ognuno che ri- pora, e successiva legazione. Ese-
corresse alla sua giustizia, amando cutore delle beneficenze sovrane
essere 1' amico di tutti, veniva fu deputato l'illustre prelato Nico-
rispettalo e riamato. GH uomini la Maria Nicolai, il quale come
d' ingegno e di lettere formavano presidente accademia
dell* di ar-
l'ordinaria sua società; fu sana la cheologia romana, a' i3 maggio
120 LAN LAN
1819 lesse in essa, ed alla presen- del superbo pali otto di madreper-
za del lodato monsignor Fieschi, la che donò al Papa, esistente
il dotto Elogio del cardinal Ales- nella cappella pontificia tuttora.
sandro Lame socio onorario teste Dalla liberalità del nominato so-
defunto^ legato in Bologna. Questo vrano gli furono conferiti altri
erudito elogio fu stampalo in Bo- benefizi, fra' quali la celebre ab-
logna nella tipografia Nobili 1' an- bazia di s. Benigno di Fruttuaria,
no 1821. dove nel 1749 ^^^^ '' ^"^ domi-
LANZE (delle) Carlo Vitto- cilio e diede principio alla fabbrica
rio Amadeo, Cardinale. Carlo Vit- di una sontuosa chiesa, quale arric-
torio Amadeo delle Lanze o Lancie, chì di prezióse suppellettili, di ar-
nobile piemontese dei conti di Sales, redi sacri, senza che ad essi vi fos-
nacque in Torino il primo settem- sero posti i suoi stemmi. Inoltre
bre 17 12. Dopo di avere intrapre- fondò un ampio e magnifico semi-
so il viaggio delle piìi celebri città nario, dove a proprie spese mante*
di Europa, giunto a Parigi, deter- neva trenta alunni. Predicava al po-
minò di consacrarsi al divin servi- polo il vangelo, celebrava ogni an-
gio tra' canonici regolari di s. Ge- no il sinodo diocesano, e visitava
noveffa, e nel mentre che con e- con assidua frequenza la diocesi ab-
dificazione universale proseguiva nel baziale; recandosi dagli infermi di
suo fervoroso noviziato, ebbe Ordi- qualunque condizione, li consolava
ne dal padre di trasferirsi in Ro- nell'estremo punto anco coll'ammini-
ma, dove applicatosi con grande strazione de' sacramenti. Il suo ca-
ardore agli studi , volle iniziar- rattere candido, sincero, nemico del-
si agli ordini sacri. Accortosi poi la simulazione, zelante del buon
degli onori che ivi si andavano ap- costume e della religione, compas-
parecchiando per lui, parti per la sionevole co'poveri a' quali distri-
patria,dove si diede a menar vita buiva tutto il suo, soccorrendo con
ritira ta^ e tutta immersa nello stu- generosità gli ospedali, i luoghi pii,

dio. Carlo Emmanuele HI re di e le famiglie rendeva- miserabili,


Sardegna lo dichiarò suo elemosi- lo a tutti venerabile ed amato. So-
niere, colla provvisione della ricca brio, temperante, edi-ficava i suoi
abbazia di s. Giusto, nel qual gelo- canonici di s. Benigno, co' quali avea
so uffizio avendo incontrata la pie- comune la mensa. Eccellente nell'e-
na soddisfazione del re, fu dal me- rudizione, il suo parere veniva ri-
desimo fatto prelato della corte, cercato dagli uomini dotti, fra' qua-
pregando Benedetto XIV a crearlo \ì dal sommo p. Gerdil poi cardina-
cardinale. Ciò il Papa esegui a' io le. I re di Sardegna ne fecero gran
aprile 174?, annoverandolo all'or- conto ed ebbero in alta stima i

dine de' diaconi e conferendogli la suoi consigli, come fu assai ben ac-
diaconia de* ss. Cosimo e Damia- cetto ai Papi. Pio VI lo fece pre-
no. Portatosi in Roma passò al- fetto della congregazione del conci-
l'ordine dei preti ed ebbe in tito- lio, ed a sua insinuazione stabilì
lo la chiesa di s. Sisto, venendo an- che da quella segreteria lutto fosse
cora creato arcivescovo in partibus spedito gratis, compensando in altro
di Nicosia. Nel voi. Vili, pag. 189 modo gli della medesima
uffiziali

del Dizionario, si diede un cenno pegli emolumenti che perdevana


LAO LAO 121
Dopo essere intervenuto a tre con- dicea, ornandola di belli cdifizi. Pri-
clavi, pieno di meriti e di virtù mo- ma si chiamò Rìianiata e Ranihha
rì nella sua abbazia di s. Benigno, pel suo tempio consacrato a Mi-
d' anni settantadue, a* 25 gennaio nerva, nel quale gli abitanti, dice-
1784, avendo lasciato erede de' suoi si, sagrificavano una vergine tutti
beni il seminario, e fu sepolto nella gli anni. I greci la chiamarono Leu'
chiesa che aveva edificata , nella cale.
quale il un ma-
successore gli eresse Laodicea è città della Turchia a-
gnifico monumento. Avverte il No- siatica nella Siria, pascialatico, co-
vaes, ch'essendo il cardinale dive- nosciuta ora sotto il nome di La'
nuto primo prete, e perciò titolare dikieh o Lalakieìi. E in una ame-
di s. Lorenzo in Lucina, l'annua na situazione, sulla scarpa del ca-
rendita che questo avea la cedette po Ziaret, sopra un'altura sulla ri-

per la causa del ven. Benedetto va del mare, assai bene fabbricata
Giuseppe Labrè, morto santamente ed avente un buon porto alPovest
in Roma a' 16 aprile 1783. in forma di anfiteatro e che con-
LAODICEA, Laodicea ad mare. tener poteva una flotta considera-
Città vescovile della provincia Teo- bile; al presente è decaduto sebbe-
doriade, nella priuìa Siria, del pa- ne sia il porlo d'Aleppo, ed è di-
trarcato d' Antiochia, eretta nel V feso da un castello fortificato in
secolo ed in metropoli nel VI, quan- cattivo stato. Governata da un agà,
do l'imperatore Giustiniano 1 diede è sede di un vescovo greco, e resi-
alla provincia il nome di Teodora denza dei consoli di diverse potenze
sua moglie; furono dichiarate sue europee: vi è anche un convento di
sufFraganee le sedi vescovili di Pal- religiosi di Terrasanta con parroc-

tus o Boldo, di Balagnas che nei se- chia. I terremoti del i796e 1822
colo XII divenne vescovato onorario, grandemente la rovinarono, distrug-
e di Gibbe o Gabala, secondo Com- gendo molti edifizi. Allorché roma- i

manvilie. Ignorasi però se dopo l'e- ni fecero la conquista della Siria, era
rezione della provincia Teodoriade, ili già considerabile, e l'abbellirono di
questa città continuò a godere i di- nuovo; giudi cando dagli avanzi del-
ritti metropolitani, abbenchè il suo le mura e dei monumenti che vi
vescovo se ne attribuisse il titolo, si vedono, essa occupava
una su-
molto più che il patriarca d' An- perficie due o tre volte più grande
tiochia, da cui dipendeva questa se- che quella di oggidì, mentre i più
de, vi conservò la sua giu- sempre preziosi rimasugli dì antichità che
secondo Plinio,
risdizione. Laodicea, vi si vedono stanno verso il lato

è situata sopra un promontorio. meridionale della moderna città. Fra


Strabone dice che Antiochia presso questi si osserva un arco di trion-
Dafne, Seleucia nella Pieria, Apa- fo di bello stile, che si crede eret-
mea e Laodicea sul mare, erano to in onore di Cesare. Si vedono
quattro grandi città, che chiama- ancora sopra un'altura poco distan-
vansi sorelle, a motivo della buona te gli avanzi dell'antica cittadella
unione che regnava fra di loro ; di Laodicea. Sulle rive del mare
tutte e quattro erano state fabbri- si osserva altresì un prodigioso nu-
cate da Seleuco Nicatore, che die- mero di catacombe, sep^jlture dei
~de il nome di sua madre a Lao- suoi {>rimi abitanti. Dolubella ve-
,

122 LAO LAO


tlendosi cacciato da Cassio da An- Nella prima azione del concilio di
tiochia, si ritirò in questa città. Calcedonia fu lodato Eusebio pre-
L'imperatore Settimio Severo l'ono- te, mandato dal vescovo Macario.
rò del diritto italico, e privò An- Quanto agli altri vescovi di Laodi-
tiochia de' suoi privilegi, per aver cea fino a Stefano U, che trovossi
essa favorito il partito di Pescennio, al V concilio generale nel 553, Fedi
contro di cui gii abitanti avevano YOriens christ. t. Il, p. 789 e seg.
preso le armi ; volle che a
altresì I martiri di Laodicea sono i ss.
titolo di onore si chiamassero Set- Trafomio e Talo sotto il preside
tìniiani. JXell'anno 3SS avendo gli Asclepiade nella persecuzione di
antiocheni altamente offeso l'im- Diocleziano;Diodoro, Diome-i ss.

peratore Teodosio I, questi levò de e Didimo ancor essi patirono


ad Antiochia il titolo di metropoli il martirio. Inoltre la chiesa cele-
della Soria, ed in vece lo conferì bra il natale de'ss. martiri Teoli-
a Laodicea. Nel suo porto raccol- mo e Basiliano cittadini di Laodicea,
sero le vele i latini nella spedizio- a' quali i fedeli eressero un sontuo-
ne della prima crociataGof- sotto so tempio in riva al mare. Siria
fredo , essendo allora popolala di sacra^ p. 146.
fedeli, e sotto il dominio degli im- LAODICEA CABIOSA ad Liba-
peratori greci. Viene chiamata an- NUM. Sede vescovile della seconda
co Laodicea di Siria, e siccome la Fenicia, nella diocesi d' Antiochia,
prese Goffredo a'greci , vi nominò sotto la metropoli di Damasco, e-
un vescovo latino. Orietis christ. t. retta nel V fiume
secolo, presso al
HI, p. i66. Oronle e vicino al monte Libano,
La diocesi di Laodicea estende- nella Celisiria. Fu edificata da Seleu-
vasi fino alle porte di Antiochia, co Nicatore in onore di sua madre
cioè fino a Dafne sobborgo di
, Laodicea, e chiamata Libanica e Ca-
quella città: s. Epifanio parlando di llosa per distinguerla dalle altre.
Giorgio di Laodicea, dice ch'egli era Giace benché fra monti in ottimo
ancora vescovo di Dafne. Il primo ve- sito, e fu cara a' romani, le cui
scovo di Laodicea fu Lucio discepolo parti seguirono gli abitanti contro
degli apostoli, di cui parla s. Paolo i principi della Siria. L'imperatore
nella sua epistola a' romani; dun- Settimio Severo le accordò il go-
que fu la sede eretta nel primo se- dimento del diritto latino, onde ri-
colo, non nel V come vuole Com- compensarla del suo attaccamento
manville. Nel 3G3 divenne vescovo agli interessi dell'impero; la chiamò
s. Anatolio patrizio alessandrino libera e colonia Severiana. Si co-
che scrisse sottilmente nelle discipli- noscono tre soli vescovi di questa
ne filosofiche, commentò molti libri sede: Platone, Valerio e Giovanni.
ideila sacra Scrittura, e fiorì in vir- Oriens christ. t. II, p. 84^. Però
iti. Gli successe Giorgio, alla cui mor- il Terzi nella Siria sacra ^ p. i3o,
te subentrò s. Teodoro vecchio e dice che primo vescovo fu Socrate,
•venerando padre dei poveri, che in- indi lo furono Pegasio che inter-
tervenne al concilio JNiceno. Apol- venne al primo concilio di Costan-
linare visse negli anni di Teodosio tinopoli, e s. Pelagio che visse sot-
e scrisse con rara eloquenza tren- to Giuliano l'apostata, e fu presente
ta libri apologetici contro Porfirio. al VI concilio d'Antiochia nel 363.
LAO LAO 123
LAODICEA. Combusta o Abbru- delle città piìi ricche dell'Asia mino-
ciata, Exusta. Città vescovile del- re. Situata sopra un* eminenza vul-
l'Asia, che si crede aver ricevu- canica, era soggetta a frequenti ter-
to tal nome perchè il suo terreno remoti come tutti i luoghi circon-
oiFriva molte traccie di antichi vul- vicini.Rovesciata quasi per inte-
cani. Gli uni l'attribuiscono alla Pi- ro da un terremoto, si rialzò col-
sidia, altri alla Frigia , altri alla lesue proprie forze; fu poscia distrut-
Licaonia, ed anche alla Galazia, sic- ta, e le rovine de' suoi
templi e
come edificata ne'conlini di questi sontuosi che sono una te-
edifìzi ,

diversi paesi. Fu rovinala da un stimonianza parlante di sua celebri-


terremoto, onde appena si trovano tà, si chiamano dai turchi Eskìssar
frammenti dell'antica Laodicea. Al e stanno sulla costa di Siria, al sud
presente chiama Ladik o Laodi-
si d'Antiochia. Veggonsi tuttora in
cea Combusta^ città delia Turchia Laodicea gli archi di un magnifi-
asiatica nella Caramania, sangiaca- co acquedotto, gli avanzi di un va-
to, in una piccola valle a piedi di sto anfiteatro, che attestano l'esten-
una catena di colline: racchiude sione e la magnificenza antica.
moschee e bagni pubblici. La sede JVe*primi secoli del cristianesimo
vescovile appartenne all'esarcato o Laodicea possedeva una fiorente
diocesi d'Asia, sotto la metropoli chiesa, per l'incremento della qua-
d' Antiochia, eretta nel V secolo. le s. Paolo spiegò tutto il suo ze-
Ebbe quattro vescovi: Ammonio, lo, ed ebbe per compagno ne'suoi
Messaline, Teodoro e Conone. O- travagli Epafia, di cui fa l' elogio
riens christ. t. I, p. io 52. neire^/.y/. 4)C. i 2,ai colossensi; onde
\jkOD\CEki Laodicea adLycum. s. Paolo fu tenuto per l'istitutore
Città aici vescovile e metropolitana della sede di Laodicea eretta nel
della Frigia Pacaziana, nell'esarca- primo secolo. Il primo vescovo fu
to d'Asia. Dalla sua fondazione es- Archippo, s. Paolo esortò ad
che
sendo di pochissimo riHevo, diven- adempiere degnamente il suo mi-
ne poi una delle più considerabili nistero; e neWepist. a Philemone lo
città della gran Frigia, verso il chiama suo compagno nel ministero.
principio dell' era cristiana Essa . Dal medesimo apostolo si apprende,
dovette principalmente il suo in- che dimorando egli in Laodicea, a-
cremento alla fertilità del suolo vea scelta la casa di Nimfa, ch'era
che la circonda, ed alle donazioni pure di^ q^uesta città, per riunirvi i

considerabili che ricevette da perso- fedeli. Si legge negU atti degli a-


naggi opulentissimi. È situata pres- postoli, che s. Paolo due volte si
so il monte Cadmo, da dove scor- portò in Frigia, quando fece il viag-
re il Lieo giltandosi nel Meandro, gio di Galazia, e che vi predicò e
onde per distinguerla dalle altre fu confermò nella fede i novelli cri»
detta Laodicta ad Lycum. Il suo stiani. li libro delle rivelazioni o Apo-
primo nome fu Diospolis o Teo- calisse di s. Giovanni Evangelista,
Dio, indi Rhoas ; ma
poli, ciVtó di contiene una vera censura della tie-

dopo che fu ingrandita da Antioco pidezza e dello spiiito mondano dei


li re di Siria, chianiossi Laodicea, fedeli di Laodicea; li minacciò del-
per onorare sua moglie, che avea l'estrema rovina, ciò che poscia
juu tal nome; quindi divenne una precisameule si compì, mentre alio-
,

124 LAO LAO


ra nuotavano nell' opulenza. Dopo crope eretico, Nonnio, Aristonico, Nu-
la partenza di s. Paolo avea s. Gio- nechio II, Giovanni, Tiberio, Eu-
vanni preso cura della chiesa di stasio, N., Teodoro, Sisinnio II, Pao-
Laodicea, e fu perciò che gli venne lo, Simeone, N., Michele, N., Basilio,
comandato di scrivere al vescovo ch'e- N. e Teofilatto del i45o, le noti-
gli chiama Angelo di Laodicea: A- zie de'quali si leggono nell' Oriens
pocal. 3, 14. Al tempo delle cro- christ. t. I, p. 792 e seg. Al pre-

ciate Laodicea fu sovente visitata sente Laodicea, Laodicen, è un ti-


dai crocesignali con esito or tristo tolo arcivescovile in parlibus che
or prospero. Ivi l'armata cristiana conferisce la santa Sede, con Ire ti-

vide arrivare sotto le sue bandiere toli vescovili pure in partibus qua-
un gran numero di crociati, che si li sufFraganei , cioè Diocle , Eume-
erano ritirati ad Edessa e nella Cilicia, nia e Trapezo. Da ultimo furono
oche giungevano dalla Francia, dal- insigniti del titolo arcivescovile di
l'Inghilterra e di Germania. Quando Laodicea , Francesco Zucchini e ,

i principi, non potendo piti opporsi Vincenzo Garofali romano abbate


alle vive istanze della moltitudine generale della congregazione de'ca-
che la fame e la peste crudelmen- nonici regolari del ss. Salvatore la-

te straziava , decisero che l'eser- teranensi, consultore del s. offizio, dei


cito partirebbe da Antiochia nei riti, di propaganda yz<^e ec. Questo
primi giorni di marzo 1098, Boe- ultimo fu elevato a tal dignità dal
inondo accompagnò il suo primo Papa che regna Gregorio XVI, nel
comandante Goffredo di Buglione, concistoro de'24 febbraio i832, ìa
ed il conte di Fiandra Roberto IL premio della sue preclare doti, ed
La sede vescovile di Laodicea in contrassegno di antica amicizia
fu eretta come dicemmo nel secolo e stima particolare. Il ritratto e
primo, divenne metropoli ecclesia- biografia di questo dotto, esemplare,
stica nel quarto , ed esarcato della zelante ed insigne prelato
si possono

Frigia nel decimoterzo. Ebbe le vedere nel giornale romano V Album


seguenti trentaoinque sedi vescovi- anno VI, p. 178 e seg. Ivi sono e-
li per suffraganee. Colosso che di- ruditaraente riportate le qualità sin-
venne arcivescovato nel IX secolo, golari che lo resero celebre, i som-
Trapezopoli, Acmonia , Eumenia ,
mi servigi resi alla sua illustre con-
Sebaste, Cheretapa, Apira, Felle gregazione, il novero delle impor-
Silbium, Traianopoli, Atanasso, Ci- tanti opere di cui fu autore, e la
disso, Unsi, Ancira, Temisonio, Te- bella ed affettuosa iscrizione posta
beriopoli, Acada, Timenotiri, Bitoa- sulla sua tomba in s. Pietro in Vin-
na, Egara, Aliona, Nea, Filippopoli, coli di Roma, dettata dal canonico
Bleandro, Sani, Azana, Fanum Pa- lateranense p. d. Vincenzo Tizzaoi
meni, Lunda, Ancira Ferrea, Dioclia, attuale degno vescovo di Terni.
Aristea, Giustinianopoli, Coma, Tri- Il concilio di Laodicea è rinoma-
poli, ed Icrion 5 le quali sedi furono to per quanto vi si trattò. Intorno
nella maggior parte fondate nel V all'epoca non vanno d'accordo gl'i-
secolo, alcune nel IX. Furono di slorici. L'annalista Baronio lo pone
Laodicea suoi vescovi ed arcivesco- sotto l'anno 3 r4, altri nel 319, al-
vi, Archi ppo, Nimfa, N., Sagario, Si- tri sotto il pontificato di s. Liberio
siunio 1, Eugenio, Nuacchio I, Ce- del 352, altri nel 36o, nel 366,
,

LAO LAO il 5

nel 367 o nel 870, ed il p. Ar- tentare diuna refezione frugale quale
duino 372, per non riportale
nel convicnsi a' cristiani. Veruno poter
altre date, essendo incerto il tem- cantare in chiesa, senza essere cantore
po preciso. Fu composto di diver- ordinato, e montare sulla tribuna col
se Provincie della diocesi ed esar- libro. Tutta la disciplina stabilita da
cato d'Asia, e di trentadue vescovi, queslo concilio prova abbastanza che
ed è celebratissimo pei suoi sessan- la Chiesa essendo sullicientementc
ta canoni, o regole relative alla vita florida , e non gemendo più sot-
ed ai riti de' chierici, che furono to le persecuzioni, poteva occuparsi
rispettati da tutta l'antichità, dap- all'esteriore disciplina. Reg. t. II;

poiché vennero ricevuti dappertutto, Labbc t. I; Arduino t. I; Diz. dei


e messi nel codice della Chiesa uni- concini; Pithou incod. ca nomini ecci.
versale. Fra le altre disposizioni vol- LAON, Laudwium. Città vesco-
le il concilio, che l'elezione de' ve- vile diFrancia nella Picardia, ca-
scovi sia fatta di concerto col me- poluogo del dipartimento dell'Aisne,
tropolitano ed i vescovi circon- di circondario e di cantone. E sede
vicini , i quali devono aver per d' un tribunale di prima istanza
lungo tempo provata la fede e i delle direzioni demaniali e conlri-
costumi di quelli che sono eletti. buzioni, della conservazione delle
Non devono leggere nella chie-
si ipoteche e della sotto-direzione fo-

sa cantici particolari, ne altri libri restale della marina. Occupa il pia-


che le scritture canoniche dell'antico no elevalo d'una montagna isolata
e nuovo Testamento. JXon si
del ed assai ripida, onde l'aria vi è
devono celebrare in quaresima ne pura e vi si gode di una bella vista.
nozze né feste. I penitenti che
, Oltre la vecchia muraglia meglio
hanno perseverato nella preghiera la difende la situazione elevata e
e negli esercizi che furono loro pre- quasi inaccessibile. A piedi della
scritti, e che hanno dato argomen- montagna vi sono cinque sobbor-
to di perfetta conversione, devono ghi. Tra gli edifìzi é degna di os-
essere ammessi alla comunione, in servazione la sua antica cattedrale,
vista della misericordia di Dio, do- rifabbricata nel iii5, monumento
po che si avrà dato loro qualche gotico sormontato da quattro torri
tempo per fare delle soddisfazioni di un bel lavoro. Pvinchiude cinque
proporzionale ai loro peccati. Inoltre chiese, un piccolo seminario, uno
vi si trovano delle prove evidenti stabilimento delle sorelle della ca-
del sacrifizio della messa, del digiu- rità, due ospizi, uno de' quali di
no quaresimale, della distinzione del esposti, ed un deposito di mendi-
vescovo e del sacerdote. Il concilio cità. Evvi un collegio comunale
vietò a chierici d'imprestare a usura con gabinetto di fìsica , bibliote-
e di entrare nelle bettole; lo stes- ca, ec, il teatro, ec. E patria di
so ingiunse a' monaci ; proibì ai Carlo I duca di Lorenti , competi-
chiericied anche a tutti i cristiani tore di Ugo Capeto , di Anselmo
di bagnarsi con donne; inibì l'as- canonico della cattedrale fondatore
sistere agii spettacoli nuziali, ed ai d'una scuola che fiorì nel XII se-
festini accompagnano,
e danze che li colo, di Giovanni Marquelte che
prescrivendo l'andarsene prima del- scuoprì il Missisipì nel ^^JJ i
e
l'arrivo de' ballerini, e doversi con- dell'abbate Nollet.
,

126 LAO LAO


Laon più nnlicamenle chiamata s. R^emigio arcivescovo di Reims,
Lagflunum Clavatum^ dicesi fab- dismembrandola da Reims in fa-
bricata nel luogo dell'antica I^i- vore di suo nipote , e fatta sulTra-
brax, di cui parla Cesare nella sua ganea di quella metropoli. Il pri-
guerra delle Gailie, e si fa derivare mo vescovo di Laon fuGenebal-
il suo roedesìnno nome di Laon do, cui gli successe Latro o La-
dalle due parole celtiche lodi dati trone suo Dopo di avere a-
figlio.

che significano roccia montagna. vuto questa chiesa molti zelanti


Non era in origine che Un castello dotti ed esemplari vescovi , essen-
eretto sul dorso d'una montagna e done r ottantesimo ottavo Lodovico
chiamato Laodununi, dal nome co- Ettore Onorato Massimo de Sabran
mune fra i gaulesi a tutte le piaz- di Rieux, fatto da Pio VI a' 3o
ze di tal n£^tura. Clodoveo ne fece marzo 1778, la diocesi fu soppres-
una città, e s. Remigio vi fondò sa nelle vicende repubblicane degli
la chiesa vescovile nel 49^* Luigi ultimi anni del secolo passato e ,

IV d'Oltremare, dopo averla asse- nel 1801 alla conclusione del con-
diata due volte, vi morì prigionie- cordato da Pio VII. La cattedrale
ro nel 953, ed Ugo Capeto l'asse- sacra alla Beata Vergine, avea il
diò pure nel 988. Sostenne molti capitolo composto di cinque digni-
altri assedi nelle guerre fra gli Ar- tari, ottantaquattro canonici, e cin-
magnac ed i borgognoni. Nel 1419 quanta cappellani. In città eranvi
fu data agli inglesi dal figlio di tre collegiate ; le Gio-
abbazie di s.

Giovanni Senza-paura ;
gli abitanti vanni e di s. Vincenzo appartene-
li cacciarono e godettero pace fino vano ai benedettini della congre-
ai tempi della lega, di cui fu uno gazione di s. Mauro; l'abbazia di
de' sostegni ; finché dopo diversi s. Martino de'premonstratensi, le cui
combattimenti si arrese ad Enrico rendite erano unite alla mensa ve-
IV a' 1 agosto 1594, che vi fece scovile. Il vescovo era duca e pari
innalzare una cittadella che più di Francia, e portava la sacra am-
non esiste. Nel secolo II molto XV polla nell'incoronazione de' re. La
soffrì nelle guerre religiose e della diocesi conteneva quattrocento venti
fionda. Era la capitale del piccolo parrocchie, dieciotlo abbazie, com-
paese detto il Laonese. Il 9 e io mar- presa quella di Preraonstrato capo
zo 181 4 Napoleone vi battè il gene- di quest' ordine , sette priorati con-
rale prussiano Blucher, che avea ventuali , dieci collegiate ed altret-
un' armata assai superiore in nu- tantiospedali, nove collegi, un se-
mero, e che nella notte del 9 al minario e due celebri santuari, cioè
IO sconfisse il corpo separato del di s. Marcone e della Madonna di
duca di Ragusi Marmont. Nel 18 15 Liesse, dove solevasi andare in pel-
una parte dell'armata francese es- legrinaggio.
sendovisi ritirata dopo la battaglia
di W^aterloo, vi si mantenne sino Concila di Laon.
al mese di agosto, epoca in cui la
guarnigione ebbe l'ordine di con- primo fu tenuto nel 948 nella
Il
segnarla agli alleati. chiesa di s. Vincenzo nel quale ,

La sede vescovile fu come di- venne scomunicato Tibaldo conte


cemmo fondata nel 49^ o 497 da di Blois, che avea cagionato gravi
,

LAP LAR 127


danni alla città ed allo stalo. Fio- rale diEfeso; Demetrio a quello di
doardo in Chronicon. Calcedonia; Prosdocio che sottoscris-
Il secondo nel i i46 per la cro- se la lettera de' vescovi della sua
ciata contro i saraceni. Reg. tom. provincia all'imperatore Leone; Gio-
XXVII ; Labbé toro. IX j Ardui- vanni che si appellò al Papa s. Vi-
no tom. VI. taliano contro la sentenza che avea
Il terzo nel i23i o 12 3^, in a suo danno pronunziata Paolo di
favore di Milone vescovo di Beau- Creta, per cui fu dichiarato inno-
vais, e contro gli uffiziali del re s. cente, e poi sottoscrisse il VI con-
Luigi IX, che avevano usurpato i cilio generale ; Epifanio che si tro-
suoi diritti. Labbé tom. XI; Ardui- vò al VII. Oriens chrìst. t. Ili, p.
no tom. VII. 269.
LAOSINATTO. U/Tiziale della LARAManrico Alfonso, Cardi-
chiesa greca, la di cui incumbenza Manrico o Manriquez
nale. Alfonso
era di convocare il popolo per le de Lara, nato nella Spagna fino ,

assemblee , come anche i diaconi dagli anni più verdi applicossi agli
nelle funzioni necessarie. studi nell'università di Salamanca,
LAPITO o LAPATO o LEPI- dove pei rapidi progressi che fece
TO, Lapithus. Sede vescovile nel- divenne pubblico professore. Bra-
r isola di Cipro, sulla costa setten- moso di farsi agostiniano, Giovan-
trionale, nel patriarcato d'Antio- ni priore del convento di Siviglia,
chia, sotto la metropoli di Fama- di santa vita e di fino accorgi-
gosta , eretta nel V secolo , detta mento, non volle in alcuno modo
pure Lapalhios. Ne fu vescovo Di- esaudirlo, predicendogli che sareb-
dimo, rappresentato al concilio di be stato grande nella Chiesa di Dio,
Calcedonia da Epa frodilo di Ta- ciò che si verificò. In fatti Isabel-
masso. Oriens chrìst. t. II, p. 1067. la I regina di Castìglia distinguen-
11 Terzi nella Siria sacra p. 160, done il merito , lo nominò cano-
dice che Lapito fu cosi chiamata nico della metropolitana di Tole-
per la sicurezza del suo porto do, e poi vescovo di Badajoz. Do-
dappoiché essendo antica città fe- po alcune contrarie vicende, per es-
nicia, presso quei popoli Lapethus sersi dichiarato per Filippo arci-
corrisponde a Statio in latino. Ag- duca d'Austria, contro Ferdinan-
giunge che ivi si veneravano le re- do V, si portò nelle Fiandre presso
liquie di s. Conone di Nazaret, e Carlo V che lo destinò alla sede
che nel sinodo celebrato da s. Epi- di Cordova, indi all' arcivescovato
fanio, V intervenne Moisè della di Siviglia, colle dignità d' inquisi-
chiesa di Lcpilo , oltre Didimo a tore della Spagna e di regio consi-
quello Calcedonese. gliere. Ad istanza di tale imperatore,
LAPPA o LAMPE. Sede vesco- benché assai giovane^ Clemente VII
vile dell'isola di Creta, nella dio- a*22 marzo i53i lo creò cardinale
cesi dell' Illiria orientale , sotto la prete del titolo di s. Calisto, inoltre
metropoli di Cortina, a cui è vi- il Papa gli trasmise per distinzione
cina , eretta nel V secolo. Dione in Ispagna le insegne cardinalizie,
dice che fu presa d'assalto da Me- non essendo giammai uscito da quel
tello. Ne furono vescovi , Pietro regno. Si prevalse con sommo van-
che trovossi al primo concilio gene- taggio dell'opera del ven. Giovanni
,

1^8 LAR LAR


d'AviIa apostolo dell' Andalusia, in dlerna dal canto boreale, insieme
predicare nella sua diocesi la divi- ai campi larinati, ove le ar-
fertili

DM paiolo. Mori nelU Spagna per mi romane si opposero ad Anni-


una caduta da cavallo nel i538, bale fuggitivo da Capua , e dipoi
in età di vent'anni, se si avesse a vi accampò Giulio Cesare colle sue

prestar fede all' epitalìio posto sulla legioni nella guerra pompeiana. Ci-
sua tomba, ove certamente corre cerone difese Aulo Cluenzio citta-
grave fallo. dino larinate. Le vestigia d'un an-
LARANDA. Sede vescovile di fiteatro di quest' antica città del
Licaonia nell'esarcato d'Asia, sotto Saninìuni sono tuttora visibili. Il

la metropoli d' Iconio eretta nel , distretto di Larino si divide in otto


IV secolo. È situata vicino alla sor- cantoni.
gente di Cidno, poco lunge da Der- La fede vuoisi che sia stata

ba, verso i confini della Cilicia. Ne predicata in Larino fino dal tem-
furono vescovi Neone, Paolo che po degli apostoli. Nell'anno Q^'Ò
fu al concilio di Nicea, Ascolo a era già sede vescovile, che il Papa
quello di Calcedonia , e Saba in s. Vitaliano assoggettò a s. Barba-
quello che ristabilì Fozio. Oriens to vescovo di Benevento. Indi il

christ.tom. I, pag. io 52. Al pre- Pontefice Giovanni XI li dichiaran-


sente Laranda, Laranden, nell'Asia do nel concilio romano del 969
minore, è un titolo vescovile in Benevento metropoli, tra i vesco-
parlihus che conferisce la santa Se- vati che gli assegnò per sulfraga-

de, sotto r arcivescovato pure in nei vi comprese Larino, che lo è


partibus d' Iconio. tuttora. 11 primo vescovo di Lari-
LARGO (s.), martire. V, Ciria- no fu Azzone del 960 ; il secondo
co (s.). Giovanni che intervenne nel 1062
LARINO (Larinen). Città con al concilio beneventano, adunato
residenza vescovile del regno delle dall'arcivescovo Udalrico; il terzo
due Sicilie, nella provincia di Mo- Guglielmo che nel 1071 trovossi
lise, capoluogo di distretto e di alla consacrazione della chiesa di
cantone. E posta fra due riviere Monte da Alessandro
Cassino, fatta
che per mezzo di un ampio tor- II; il quarto Giovanni del 11 00;
rente vanno ad ingrossare il Bi- il quinto Pietro che fu al concilio
ferno o Tiferno che scorre a de- generale Lateranense III del 11 79.

stra; è da Benevento per la


lungi Fra gli altri successori solo nomi-
via di Morcone e Campobasso mi- neremo: Petronio, sotto il quale
glia quarantaquattro. Fra i suoi Nicolò IV nel 1291 nominò am-
templi primeggia il duomo. Ne fan- ministratore di questa chiesa il

no menzione Mela, Plinio e Tolo- cardinal Berardo da Cagli vescovo


meo ; Cesare e Livio la descrivono di Palestrina, legato nel regno di
come una particolare regione tra i Napoli. Fr. Bertrando traslato dal-
frentani ed i pugliesi. Patì diverse la sede d' Ampurias nel i365 da
calamitàjOnde i cittadini un miglio Urbano V. Fr. Giovanni Leoni ro-
distante fabbricarono la nuova città mano domenicano, nominato da
di Larino, in luogo dell'antica La- Eugenio IV nel i44o, insigne dot-
rinuni o Alariniun. Se ne vedono tore in teologia e sacri canoni
gli avanzi fuori del recinto dell'o- autore di un eccellente commenta-
-

LAR LAR 129


rio mss. che fu depositato nella rame l'istruzione; difese energica-
biblioteca Vaticana, ed intitolato : mente r immunità ecclesiastica, e
De synodo et ecclesiastica potestà- nel i656 abdicò la sede. Gli suc-
te. Fr. Giacomo Petriizzi di Chic- cessero Gio. Battista Quaranta na-
li francescano di lodatissima vita, poletano; nel 1686 Giuseppe Ca-
professore di teologia nell'universi talani; nel 1703 Gregorio Com-
tà di Napoli, fatto vescovo nel pagni traslato da Borgo s. Sepol-
i5o3. Belisario Baldini di Napoli cro ; nel 1706 Carlo Maria Pia-
famigliare di Paolo IV che lo no- netti di Jesi. Così r Ughelli, Ila'
minò nel i555; fu prelato assai Ha sacra t. Vili, p. 3o2 e seg.
dotto, intervenne al concilio di La serie de' vescovi successori sino
Trento sotto Pio IV, fece diverse ad oggi, si legge nelle annuali
costituzioni per 1' ottima ammini- Notìzie di Roma. Per morte di
strazione della diocesi, e morì nel Raffaele Lupoli della congregazione
1591. Gio. Tommaso Eustachio del ss. Redentore della diocesi di
di Troia, nobile e di eccellente Aversa, fatto vescovo da Pio VII
qualità, dótto, pio e penitente fi- nel 18 18, VII!il Pontefice Pio
lippino : Paolo V premiò il suo nel concistoro de'21 maggio 1829
singoiar zelo nel 161 2 colla digni- preconizzò Vincenzo Rocca di Cer-
tà vescovile che accettò ripugnan- ee arcidiocesi di Benevento; final-

te, per cui governò con prudenza mente Papa regnante in quello
il

e pastorale vigilanza. Restituì il de'24 novembre 1845 dichiarò l'o-


seminario al primiero splendore; dierno vescovo monsignor Pietro
tenne familiari esemplari ; illustrò Bottazzi di Lacedonia.
la diocesi colla predicazione ed La cattedrale posta in mezzo
amministrazione de' sacramenti; di- alla città, edifizio di gotica strut-
votissimo della Beata Vergine, com- tura, è sotto il titolo della Beata
pose diverse opere in suo ono- Vergine Maria Assunta in cielo.

re , e le eresse due cappelle ; li- Tra le reliquie ivi è in gran ve-


mosiniero e modello d' ogni virtù, nerazione il corpo di s. Pardo ve-
dopo qualtr' anni rinunziò il ve- scovo, patrono della città, il quale
scovato tra le lagrime de'diocesani; essendo stato cacciato dalla sua
si suoi filippini di Na-
ritirò fra
i sede nel Peloponneso, si ritirò ia
poli, morì santamente nel
ove un deserto vicino a Lucerà, dove
i64i- Urbano Vili nel 1628 fece morì in odore di santità si cele- :

vescovo Pietro Paolo Caputo no- bra la festa della sua traslazione
bile napoletano, referendario di se- a' 26 maggio, e quella dell'invea-
gnatura ; visse pochi giorni, e fu zione del suo corpo a' 1 7 ottobre.
compianto per dottrina ed egregie Il capitolo si compone di quattro
doti. Gli successe Persio Caracci dignità, essendo la maggiore l'ar-
di Guastalla, già rettore pontificio cidiacono, di otto canonici compre-
del contado Venaissino e di Car- se le prebende del teologo e del
pentrasso, assai benemerito ; fu con- penitenziere, di dodici mansionari,
sacrato in Roma nel i63i. Riparò e di altri preti e chierici addetti
ed ingrandì l'episcopio; dai fonda- all'uffiziatura. Nella cattedrale evvi
menti rifabbricò il seminario, e il battisterio e la cura parrocchia-
gli donò seimila ducati per miglio- le, quale si amministra da due.
VOL. XXXVII, 9
i3o LAR LAR
mansionari del capitolo. L'episco- portar la guerra ai greci, dopo
pio trovavasi all'elezione dell'attua- aver fatto la pace cogli illirii ed i

lo vescovo in cattivo stalo. Nella pannoni, scelse la dimora di La-


città vi è un'altra chiesa parroc- rissa, e con tal mezzo acquistossi
chiale, ma senza il sacro fonte; l'affetto dei tessali, che colla loro
un convento di religiosi, due con- eccellente cavalleria assai contri-
fraternite, ed il seminario riedifi- buirono ai suoi ambiziosi disegni.
cato dai fondamenti. La diocesi si Secondo Cesare, occupava Scipione
estende per circa venticinque miglia, questa città con una legione pri-
e contiene dieciotto luoghi. I frut- ma della battaglia di Farsaglia, e
ti della mensa sono tassati ne'regi- fu que§ta prima piazza in cui
la

stri delia camera apostolica in fio- pertossi Pompeo dopo la sua scon-
rini cento, corrispondenti alle ren- fitta. pure ritìrossi Acrisio
Quivi
dite dellamensa di 3ooo ducati re onde evitar la morte
d'Argo,
della moneta napoletana, publicis minacciatagli dall'oracolo. Il gran
deductis onerìhus. signore Maometto IV vi tenne la
LARISSA. Città arcivescovile e sua corte 1669, e siccome vi
nel
metropolitana della provincia di fu edificato un bel palazzo, anco
Tessaglia, nella diocesi dell'Illiria altri monarchi ottomani talvolta vi

orientale o esarcato di Macedonia. si recarono. I suoi abitanti erano


Larissa, Larìssus, al presente lenit- anticamente assai destri nei com-
scer, città della Turchia europea battimenti coi tori.
nella Livadia o antica Tessaglia La sede arcivescovile di Larissa
sangiacalo, giace sulla riva destra nella prima provincia di Tessaglia,
della Salembria, l'antico Penco, divenne metropoli nel IV secolo,
che si attraversa sopra un bel dipoi nel XIII fu elevata al gra-
ponte di pietra di dieci archi, e do di esarcato della seconda pro-
sulla riva sinistra della quale evvi vincia di Tessaglia. Le sedi ve-
un sobborgo. Cinta di muro ha scovili che furono suffraganee di
da lunge una bella apparenza, ma Larissa, sono le seguenti. Farsaglia
l'internoad eccezione del quartiere che divenne arcivescovato nel IX
dei bazar, di un gran numero di secolo; Demetriade, Zetune o Zeiton,
moschee e chiese greche, di tre Domoci, Cardica, Staghi,^Ratosbisdi,
bagni, e d'un pubblico orologio, Sciati, Litari, Agraf, Letza, Scar-
non ha altro rimarcabile. L'indu- fia,Esero, Colydri, Lamia, Cipara,
stria vi è assai attiva ; ma varie Trica, Metropoli e Gomphi. la
paludi ne rendono l'aria malsana. Larissa fu tenuto un concilio nel-
I dintorni sono deliziosi e fertilis- l'anno 53 1 o 55i per ordinarvi
simi, essendo le rive del fiume co- un vescovo. Baluzio in Collect. li

perte di belli giardini. Questa an- primo de' suoi arcivescovi fu s.

tica città capitale della Tessaglia, Achilio, in onore del quale fu de-
nella Pelasgiotide, che tenne un dicata la cattedrale^ celebrandosene
posto tanto distinto, era molto de- la festa a' i5 maggio. Ne tratta
caduta al tempo di Lucano. Dice- YOriens clirist. t. Il, p. io3, in-
si la patria d' Achille, chiamato sieme ai ventotto suoi successori,
perciò Larisse da Virgilio. Filippo sino a Gabriele del 1721. Questa
ir Macedone avendo risoluto di città ebbe ancora i suoi arcivesco-
.

LAR LAS i3i


\ì Ialini dopo la presa di Coslan- A cacio di Cesarea, e sottoscrisse la
tinopoli, falla dai francesi e vene- loro formola. Atlaccossi in seguilo
ziani nei primi del secolo XIII, co- agli ortodossi, e sottoscrisse la let-
me si può vedere nel medesimo tera del concilio di Antiochia al-

Oricns christ. t. HI, p. 979. An- l'imperatore Giovìano, che confer-


tonio Pignattelli fu fatto arcivesco- mava la fede nicena. Patrofilo in-
To di Larissa, e da Clemente X tervenne di Co-
al concilio primo
a' 4 "Ti^oS'o 1671 fu Iraslato alla stantinopoli,che fu successo da
chiesa di Lecce; Innocenzo XI lo Giuliano, da Melezio e da Dioge-
creò cardinale, e nel 1691 diven- ne. Altro vescovo fu Eusebio che
ne Papa Innocenzo XII. Al pre- sottoscrisse la lettera de'vescovi
sente Larissa, Larissen^ è un lito- della sua provincia a Giovanni di
Io in partìbus
arcivescovile che Costantinopoli, colla quale condan-
conferisce Papa, avente per suf-
il navano l'empietà di Severo di An-
fraganee le sedi vescovili, pur ti- tiochia e di Pietro d'Apamea. Ste-
tolari, di Terape, Tan)aco, Termo- fano sottoscrisse la lettera all'im-
poli e Tricala. Per ultimi furono peratore Giustiniano I. Oriens christ.
insigniti del titolo arcivescovile di t. II, 918. Siria sacra p. i o i
p.
Larissa Salvatore Maria Caccamo ; Questa ebbe ancora i suoi
città
Francesco Canali perugino, traslato vescovi latini, cioè Giovanni Fa-
dalla chiesa di Tivoli da Leone ber dell'ordine de' minori, nomina-
XII nel concistoro de*2 1 maggio to da Eugenio IV nel i437; Gio-
1827, poscia in quello de'23 giu- vanni II ; e Werboldo di Heyfs
gno 1834 pubblicato cardinale dal francescano, che sedeva nel i^'jo
regnante Gregorio XVI. Questi in- nel pontificato di Paolo II. Oriens
oltre nel concistoro de'22 giugno christ. t. Ili, p. 1 191.
1843 dichiarò arcivescovo di La- LARO o LARES. Sede vesco-
rissa monsignor Giuseppe Nowak vile della Numidia nell' Africa
di Semelino arcivescovo di Zara, occidentale, sotto la metropoli di

chiesa che rinunziò. Girla Giulia. Forse Larobo antica


LARISSA. Sede vescovile della città di Numidia nella Costantinia-
seconda Siria o Celisiria, nel pa- na, provincia di Algeri, fra le cit-
triarcato di Antiochia, sotto la tà di Cone e di Bona. Al presen-
metropoli d'Apamea, eretta nel V te Laro, LareHy è un titolo vesco-
secolo. Stefano compresa la prece- vile m partibiis che conferisce la

dente Larissa di Macedonia, nomi- santa Sede, sotto la metropoli pu-


nò undici città di questo nome. re in partìbus di Cartagine.
Questa giace tra Apamea ed Epi- LASSI, Lapsi. Caduti. Nei pri-
fania, distanteda ambedue sedici mi tempi del cristianesimo e nelle
miglia, già famosa pel tempio di persecuzioni erano quelli che do-
Giove Larisseo, dicendosi fondata po averlo abbracciato ritornavano
dai macedoni, sulle rive dell'Oron- al paganesimo, per timore de'tor-
te. 11 primo de' suoi vescovi greci meuti o per altri motivi. Distin-
fu Geronzio, che trovossi al con- gue vansi cinque specie di questi
cilio di Nicea. Il successore Zoilo apostati, che si chiamavano libel-
fu al concilio di Seleucia, dove u- laliciy traditori, sacrificati^ turi/i^

nissi a Giorgio d'Alessandria e ad catiy idolatri. Altri li chiamano li-


1

i32 LAS LAS


bdlaùcìy mittentes, thurijicatì, sacri- la Chiesa tennesaggiamente una
ficali, hlasphcmad. Per lihellalici strada mezzo tra questi due
di

s'intendevano quelli che avevano eccessi, ed il Papa s. Cornelio in


ottenuto per denaro dal magistra- un concilio di vescovi scomunicò
to un libello o polizza di sicurtà, Novaziano ed i suoi seguaci. San
ovvero attestato di aver sacrificato Cipriano vescovo di Cartagine, nel
agl'idoli, benché ciò non fosse ve- suo trattato De. lapsis, fa una
ro. Mittentes erano coloro che a- grande differenza tra quelli eh' e-
vevano incaricato alcun altro per- ransi offerti spontaneamente a sa-
chè sacrificasse in loro vece. Tku- crificare, quando la persecuzione
rificali quelli che avevano offerto era stata dichiarata, e coloro 1

incenso e culto agi' idoli ne'sagri- quali erano stati sforzati^ ovvero
llzi. Sacrificati quelli che avevano che avevano ceduto alla violenza
preso parte ai sagiifizi degli ido- de'tormenti; tra coloro che aveva-
latri, e mangiato ne'sagrifizi. Blas- no persuaso le loro mogli, figli e
phemati coloro i quali avevano domestici a sacrificare con essi, e
negato formalmente Gesù Cristo, coloro i quali aveano ceduto sola-
ovvero giuralo pei falsi Dei. Altri mente per mettere in salvo i loro
poi si dicevano traditori, per aver parenti, ospiti ed amici. I primi
consegnato ai giudici pagani i va- erano molto piìl colpevoli de' se-
si sacri, i libri sacri, gli arredi condi, e meritavano maggior seve-
delia chiesa, il catalogo de'fedeli, rità, ed è perciò che concilit i

onde per essi nacque lo scisma prescrissero ad essi una penitenza


de' donatisti. Chiamaronsi in vece più lun^a e rigorosa che per gli
Stantes tutti coloro che avevano altri. All'articolo Indulgenze [J^edi)
perseverato nella fede. Il nome di dicemmo come s. Cipriano si sca-
lapsi fu dato altresì a quelli che gliò contro la temerità di quei
consegnavano ai pagani libii san- i caduti, che senza aver fatto pro-
ti perchè li bruciassero. Tutti quel- porzionata penitenza impetravano
li ch'erano rei di alcuno de'men- l'intercessione de' martiri e de'con-
tovati delitti non potevano far fessori per esentarsene. Delle di-
parte del clero, e quelli che li a- verse sorta di libellatici tratta il

vevano commessi, appartenendo già p. Prilezschi negli j4cta et sciipta


al clero, venivano puniti colla de- s. Cornelii etc. p. 5, annotati.
gradazione ; si ammettevano però Veggasi s. Agostino lib. 7, e. 1 De
alla penitenza, ma solo dopo che Bapt. Baronio agli anni 253 e
l'avevano soddisfatta veniva loro 3o2. Lambertini, De servor. Dei
soltanto concessa la comunione lai- beali/, lib. i, cap. 2, p. 7. Bosquet,
ca. Vi furono due scismi a cagio- Eccles. Gallic. lib. 3, p. 232. Or-
ne del modo col quale dovevano si nella Dissert. hislorica de capi-
esser trattati lassi o caduti; a
i talium criniinuni ahsolulione, Me-
Roma l'antipapa Novaziano nell'an- diolani 1730. Chardon, Uist. sa-
no 254 sostenne che bisognava crament. Bebelio, Dissert. de vete-
privarli d'ogni speranza di riconci- rum in lapsos disciplina ecclesia'
liazione; a Cartagine in vece Fe- stica, Lipsiae 1687. Valchio, Hist,
licissimo voleva che fossero ricevu- eccles. p. 1 66 e seg. Corrado
ti senza penitenza e senza prova; Daniele Fiik, Dissert, de libeUa-^
LAf LAT i33
ticì's in Ecclesìa veteri, Lipsiae gnante Gregorio XVI; Il Triclinio
1694. Giannenrico Kraus, Dissert. LeonianOj cioè il musaico che a-
de lapsis primitivae Ecclesiae, Li- dornava uno de'suoi absidi ; V O-
psiae 1706. spedale del ss. Salvatore ad Sancta
LASSO Giovanni, Cardinale. Sanctonim; essendo decorata la
Giovanni Lasso di nobile prosapia vasta piazza del Laterano dal ma-
di Siviglia nella Spagna, professò gnifico Obelisco lateranense.
nell'ordine della Mercede, dove di- Laterano è un nome che deriva
venuto insigne teologo, col favore dall'antica, nobilissima, ricca e po-
di Alfonso XI re di Castiglia, da tente famiglia patrizia romana dei
Innocenzo VI fu nel fine del i356 Laterani, che possedevano delle
ivi

creato cardinale prete del titolo case, ed un palazzo grande e


di Maria in Trastevere, ciò che
s. magnifico, secondo le testimonianze
però non sembra certo. Morì in di Sesto Rufo, Publio Vittore,
Avignone nel 366.. 1 Giulio Capitolino ed altri, cioè
LATERAIVENSI* CONTI o CA- nella seconda regione CeUmontana,
VALIERI. F. Conte; Sperone dV presso la porta di tal nome, nel
Ro, ordine equestre; Pii, cavalieri. Monte Celio, Di tale famiglia fiori-
LATERANO, Lateranus. Luogo rono due Sesti, un Torquato, Lucio
celebra tissimo di Roma per me- che fu console insieme col-
Sestilio,

inorie ecclesiastiche e pontificie, r imperatore Lucio Vero , Aulo


venerabile ed illustre ne'flisti della trionfatore de'britanni, e suo nipo-
santa Sede, ivi essendovi tuttora te Plauzio. Questi benché fosse
in isplendore, come si descrive ai uno degli impuri amanti di Mes-
rispettivi articoli : la Chiesa di s. salina , talché campò dal furore
Giovanni in Laterano, ossia la pa- dell' imperatore Claudio a solo
triarcale arcibasilica del ss. Salva- contemplazione dello pure al-
zio,
tore, prima chiesa del mondo, Ec- cuni storici lo dipinsero personag-
clesiaruni Urbis et Orbis niater et gio pieno di onore e di patrio
caput, sede principale del sommo zelo per l'utile pubblico, tutto co-
Pontefice, per cui in essa prende stanza magnanimità e fortezza,
,

il solenne Possessoj la Chiesa di ed ebbe per zia Pomponia, che


s. Giovanni in fonte, ossia batti- professò la religione cristiana. Plau-
sterio lateranense, eretto dall'impe- zio era console designato nell'anno
ratore Costantino pel battesimo di 65 di Gesù Cristo, quando non
s. Costanza sua figlia ; chiesa che per desiderio di novità, non per
ha contigue le cappelle dei ss. torti fattigli dall'imperatore Nero-
Giovanni Battista ed Evangelista, ne , ma solo per bene ed amore
delle ss. Ruftina e Seconda, cos\ alla repubblica si unì con Pisone
de'ss. Lucia ed Andrea, de' ss, Ci- e Seneca ai congiurati contro di
priano e Giustina, oltre l'oratorio quel crudelissimo principe. Cadde
di Venanzio
s. il santuario
; della per questo ancor egli, in un al
Scala santa o Sancta Sanctoriimj il poeta Lucano e ad altri, vittima
Palazzo apostolico Lateranense, l'an- di Nerone, e con tal precipitazione^
tico Patriarchio già residenza dei che non gli fu permesso né di da-
Papi, magnificamente 'restaurato, ed re l'ultimo abbraccio a' suoi figli,

ora abbellito con Museo dal re- né la scelta della morte. Tacito
i34 l^AT tAT
nel lib. XV de*suoi Annali, si ?/rt, ovvero la casa di Fausta,
mostra quasi rapito dall'intrepidez- forse così detta perchè non tutto
za, con cui Plauzio Laleiano nel- il palazzo, ch'era amplissimo, ma
l'anno Gf ricevette la morte per parte di esso, o un'altra CJisa con-
mano d'im amico tribuno, a parte tigua, fosse assegnata a Fausta;
anch'esso della congiura, senza pun- perlocchè nella tavola marmoica
to rinfacciargliela e senza iscoprirlo, trovata sotto Paolo III e traspor-
mantenendo con generoso e co- tata in Campidoglio, ov'è delineata
stante segreto il silenzio. Anzi ag- Roma antica, si vede appresso alla
giunge Aciano, epist. lib. I, che casa di Laterano, un'altra casa se-
non essendo ben tagliata la testa parata da essa con questo titolo :

al primo colpo, Plauzio presentoUa Domus Faustae Constantini. Quan-


di nuovo colla stessa fermezza di do poi Fausta finì la vita vergo-
prima. La famiglia de* Laterani gnosamente, per la morte procu-
non si estinse con Plauzio, perchè rata a Crispo figlio di Costantino
Capitolino fa menzione dappoi del e suo figliastro, si lasciò di chiamare
nominato console Sestìlio ; né man- il palazzo o la casa col suo no-
ca chi difenda Plauzio, e solo at- me odioso, e riprese quello di La-
tribuisca a pretesto di Nerone la terano, che per sempre gli rimase,
sua incolpazione, onde impadronir- in un alle sue vicinanze, edifizi

si suo palazzo e beni. Nerone


del eretti posteriormente e siti conti-
dopo aver sventalo cotal congiura^ gui. Non si deve tacere che dopo
confiscò il palazzo, le case, i beni . documenti e monumenti incontra-
e gli orti de' Laterani presso il stabili sopra il nome Laterano,
campo Sessoriano, come attestano stranamente il Bergier dice essere
Giovenale nella satira io, il Cassio, probabile, che il nome di Latera-
Delle acque anticlie t. II, p. 72, ed no derivi piuttosto da later, qua-
altri. drello, che dal console Laterano.
Del palazzo perciò si serviro- lì Eeinesio fece malamente deriva-
no gl'imperatori romani per a- re la parola Lateranum dalle ra»
bitazione, fu considerato palazzo nCy avendo abbracciato l'etimologia
imperiale, come devoluto al fisco, curiosa e puerile, che ne diede il
continuandosi a chiamare Latera- monaco Ruperto lib. 9, e. iQ, De
nense dal nome degli antichi pro- dii^. offic » Nomen ipsum quod
:

prietari ; cos'i la contrada fu detta dicitur ad Laleranas, antiqua pro-


in Laterano, e per la sontuosità bra spurci Neronis accusai, qui
dell'edifizio, e per la memoria dei dedecorose potionibus usus male-
Plauzi Laterani, come si raccoglie ficis, illic, ut fertur, Lalens Raiias
dal verso del citato Giovenale : Et evomuit ". Ed il Rinaldi all' anno
egregìas Laleranorum ohsidet Ae- 3 12, n. 84, scrive, che si veneiò
des. Massimiano Ercole associato in Roma un idolo detto Laterano,
all'impero da Diocleziano nell'anno il quale sovrastava ai fuochi, così
28G e che regnò sino al 3o5j die- nominato a latercuUs, siccome bef-
de il palazzo di Laterano a Fau- fandolo disse Arnobio, Ads^ers.
sta sua figlia, che fu moglie del- gcnt. 1.4- Sopra le varie etimolo-
l'imperatore Costantino il Grande, gie di questo nome, e le famiglie
onde si chiamò il palazzo di Fan- Seslie Lalerane, patrizia e plebea.
LAT LAT i35
si possono leggere le ed
notizie che fece innalzare nel mezzo di
iscrizioni riportale dal p. Papebro- Roma una statua tenente in mano
chìo in Analectis de ss. Petro et la croce, con l'iscrizione di avere
Paulo V, Junii p. 477 » ^^^
t. in virtù di quel segno liberato la
]Marangoni neWIstoria di Sancta città dal giogo del tiranno Mas-
Sanctonim p. 2; dal p. Pennotlo senzio, e restituita la libertà ed il

in Hìslor. tripart. Later. p. 553, primiero splendore e grandezza al


e dal Cancellieri nella Storia dei senato e popolo romano. Tosto pro-
possessi de' Pontefici p. 52 e 385. 1 mulgò editti a favore de' cristiani
Da questo silo si pretende che abbia di Roma e di altre provincie, per
preso il nome una distinta fami- la restituzione de* beni delle chiese
glia, come s'industria di provare e per l' immunità de' chierici ; ed
Gio. Battista Nazari nel Discorso essendo stato avvisato da Anilino
intorno V antica ed illustre casa proconsole d'Africa, che alcuni ve-
Lateranense, ora detta Ladronescha^ scovi cattolici esposte aveano molle
Brescia i552. Il Volpi poi nel accuse contro Ceciliano vescovo di
f^etus Latiunìf t. Vili, p. 233, De Cartagine, volle che questa causa
reliquis Tusculanìs famiiiisy ac w- non altrove che in Roma fosse agitata
ris Romae illustrihus, dice che Ci- avanti il Papa s. Melchiade, non aven-

cerone nell* orazione in favore di do creduto che potesse essere di sua


Plancio, dichiara che la famiglia competenza il giudicare nella causa
Laterani era dell' antichissimo mu- dei donatisti, spettando al diritto ed
nicipio Tusculano. Aggiunge il autorità apostolica del Papa il giu-
medesimo Volpi, che ignora se dizio circa la legittimità e validità
questa famiglia tusculana sia quel- dell'elezione del vescovo di Carta-
la medesima di Roma. gine Ceciliano, contro di cui i do-
Dopo la morte dell' imperatore natisti avevano invece eletto Mag-
Costanzo Cloro, nel 3o6 il di lui giorino o Majorino. Avendo stabi-
figlio Costantino dall'esercito fu pro- lito s. Melchiade di celebrare nei
clamato imperatore, ed avanzatosi 3 1 3 per questo affare un concilio,
"versoB.oma, coU'aiuto celeste vinse chiamò a Roma Ceciliano e quin-
il suo competitore e cognato Mas- dici vescovi italiani, oltre Ire dalle
senzio nel 3 12. Che Costantino do- Gallie, secondo il desiderio di Co-
po la vittoria conseguita per virtii stantino, acciò con l'intervento di
della croce apparsagli in aria, a- questi si togliesse ai donatisti il

bilasse il palazzo Lateranense, può pretesto di sostenere, che i vescovi


ragionevolmente credersi, non so- i quali giudicavano la loro causa
lamente per essere unita , e parte nel concilio erano giudici sospetti.
di quello, la casa di Fausta sua I donatisti incolparono Ceciliano
moglie, ma per ciò ch'egli fece reo o complice criminis traditionisj
nel medesimo anno 3 12. Restò egli perchè era stato consecrato vesco-
talmente alienato dal culto delie vo da Felice vescovo Aptungilano,
false deità gentilesche, ed affezio- ilquale asserivano aver durante la
nalo alla cristiana religione, che persecuzione di Diocleziano conse-
sebbene ancora non l'avea per fini gnati i libri sacri ai magistrati gen-
politici abbracciala, nulladimeno in tili, per evitar la pena di morte
tutto favoriva i cristiani; dimodo- ordinala dagli editti imperiali. E'.
i36 LAT LAT
siccome questi Costanzo Cloro pa- di Fausta, e che avendo poscia
dre tli Costantino non li fece ese- ricevuto il battesimo nello stesso

guire nelle Gallie ove comandava, palazzo l'anno 324>lo donasse tutto
i vescovi di esse non potevano es- al di lui successore s. Silvestro I,

sere o dirsi sospetti. Di essi tra gli edificandovi la onore


basilica in
altri parla Ottato Milevitano nel del ss. Salvatore e de* ss. Giovanni
lib. 1, Parmeniamini epi-
cantra Battista ed Evangelista veramente :

scopum Carthagensem donatistam^ il titolo di questi ultimi la basili-

riportandone i nomi con quelli an- ca lo prese nel secolo XII. I cri-

cora italiani. E
perchè molto pre- ticiperò dubitano del preteso dono
meva all'imperatore di porre in del palazzo fatto da Costantino al
credito ed in maestà il sommo Papa, e ciò che dice il Baronio del
Pontefice de' fedeli , volendo che senato convocato dall' imperatore
questa adunanza de' vescovi e con- nella basilica Ulpia è preso dagli
cilio si eseguisse con tutto il de- atti apocrifi di s. Silvestro I, cosi

coro possibile, concedette per que- anche il che dicesi pro-


discorso
sto effetto al Pontefice il palazzo nunziato da Costantino in quella
di Fausta unito al Laterano, ove basilica. È cosa chiara che non si
anch'egli abitava, che è cosa in- il può parlare con fondamento di cose

dubitata per testimonianza di Ot- che trovansi appoggiate a monu-


tato Milevitano nel lib. I contro menti che sono di autorità alme-
Parmena, scrivendo che i vescovi no sommamente dubbia.
venuti a Roma a questo concilio: L'opinione del Severano sembra
Una convenerunt in domum Fau- fondata dal sapersi, che Costantino
stae in Laterano. Il Baronio al- dopo aver ad istanza de'gentili pro-
l'anno 3 12, num. 8o, ed all'anno mulgata nel 323 in Sardica la legge
824, num. 75 e seg., lungamente con cui concedevasi l'uso delle a-
tratta di questa donazione del pa- ruspicine, e di consultare gli au-
lazzo Lateranense fatta da Costan- guri, quelli di Roma incomincia-
tino al Pontefice s. Melchiade, di- rono ad insolentire contro i cri-

mostrando come volendo egli met- ad intervenire


stiani, forzandoli alle

tere in credito la religione di Gesù sacrileghe loro lustrazioni, per cui


Cristo, dal quale riconosceva la sua s. Silvestro I giudicò necessario di

ed il possesso pacifico del-


vittoria, ritirarsi ne' nascondigli del monte
impero, non permise che il som-
l' Soratte, sino al ritorno di Costan-
mo Pontefice abitasse altrove, che tino in Roma, ritiramento di cui
in un palazzo pubblico ed impe- fortemente dubitano i critici. Per
riale quale era il Lateranense , a- l'empietà di detta legge, e per al-
bitando pure in palazzi pubblici i tri eccessi, appena Costantino tornò

pontefici de' gentili. Oltre al palaz- in Roma, fu da Dio percosso colla


zo, Costantino assegnò al Papa ren- lebbra in tutto il suo corpo, ed
dite affinchè si potesse mantenere avendo rigettato l'orrido bagno sug-
con tutto lo splendore necessario geritogli dagli aruspici col sangue
al cospetto del gentilesimo. Il Se- d'innocenti bambini, meritò che gU;
verano nelle Memorie sacre p. 494» apparissero i ss. apostoli Pietro e
dice che l' imperatore donasse a Paolo, e gli ordinassero che ricer-
s. Melchiade la pfirte della Casa cato il Pontefice luggitivo, adope-
LAT LAT i37
rato avesse quelbagno che lui gli lazzo nel 324, ^ solennemente de-
proporrebbe, mediante il quale ri- dicata dal Papa s. Silvestro I.

cuperato avrebbe la bramata sa- 11 Panvinio nel suo libro delle Sette
lute, come seguì ricevendo il bat- chiese, dice essere di parere, che il

tesimo nell'anticamera del palazzo palazzo Lateranense altrimenti ap-


Lateraneiise, poi convertita da lui pellato Patriarchio, fosse inun me-
nel battisterio e chiesa di s. Gio- desimo tempo colla basilica- fabbri-
vanni in fonte, battesimo che altri cato da s. Silvestro Ij ma dall'o-
dicono somministratogli altrove, cioè razione fatta da Costantino mede-
in un sobborgo di Nicomedia, poco simo, che riporta il Baronio all' an-
prima di morire, come può vedersi no 3 2 4> num. 81, al senato nella
al voi. XI T,
17 del Dizionario.
p. basilica Ulpia, ove rese ragione di
Vuoisi che anco in quella circo- avere abbracciata la cristiana reli-
stanza Costantino abitasse parte del gione, sommamente lodandola, e
palazzo Lateranense, occupando l'al- persuadendo tutti similmente ad
tra s. Silvestro I. Non si ammette abbracciarla , si espresse di aver
dai supposto suggerimen-
critici il fabbricata la chiesa del Salvatore
to d'un di sangue de' bam-
bagno dentro il palazzo Laterano. Dal che
bini per essere liberato Costantino apparisce che il Patriarchio alla
dalla lebbra, dappoiché essi dicono medesima unito, non fu altra fab-
che le leggi risguardanti l' aruspi- brica dal medesimo distinta ed edi-
cira e gli augurii fatte dall'impe- ficata da s. Silvestro I. Terminata
ratore nel 32 3 non potevano me- ch'ebbe 1' imperatore la detta ora-
ritare il castigo penoso della leb- zione, gli furono fatte più volte le

bra, con cui negli atti apocrifi di acclamazioni, e poscia da tutta la


s. Silvestro vuol dirsi che Dio lo città fu accompagnato allo stesso
punisse. Quelle leggi piuttosto che palazzo con quantità di ceri e lam-
empie e tendenti a promuovere la pade ardenti. Nell'estremità del pa-
superstizione, erano anzi coercitive lazzo fu situato, ed anche al pre-
della baldanza e fraudolenza degli sente ritrovasi, l'oratorio di s. Lo-
auguri e degli aruspici, e non mi- renzo o Sancta Sanclorum. Molti
ravano se non che a tollerare per Papi dopo s. Silvestro I rinnova-
allora l'ariispicina, la quale non si rono e restaurarono le fabbriche
sarebbe potuta togliere di mezzo vecchie dello stesso palazzo Late-
con un colpo di autoi ita , senza ranense, e vi eressero oratorii, cap-
esporsi a grandi pericoli. Ne anche pelle, triclini e basiliche, afllne di
potrebbe provarsi che Costantino pili agiatamente praticarvi varie e
fosse percosso dalla lebbra per al- diverse funzioni, e specialmente nel
tri eccessi , mentre le incolpazioni portico sontuosissimo del palazzo ,

desunte da alcuni fatti della vita ch'era situato sopra la piazza verso
dell'imperatore per denigrarne la tramontana, e ne* siti dall'oratorio
fama, sono state convenientemente di s. Lorenzo sino al portico orien-
confutate dagli eruditi. Partito l'im- tale della basilica, i quali erano
peratore per r oriente, lasciò l' in- tutti occupati da somiglianti fab-
tero palazzo per uso de' romani briche, le quali poscia da Sisto V
Pontefici, colla basilica del ss. Sal- furono tutte atterrate coli' antico
vatore, eretta dentro lo stesso pa- cadente palazzo. 11 Severano ripor-
,

i38 LAT LAT


ta la pianta del palazzo, delle sue vasi il Papa Era pure
s. Marcellino.
parti e della basilica, non giù quale nella contrada l'Area Carboniana o
era ne* tempi di Costantino, ma Carbonara, dove stavano poveri a i

bensì ne* secoli posteriori, ricavala cercar l'elemosina. Vicino a s. Gio-


da Francesco Conlini arcbitetto, vanni era il palazzo di Flavio Co-
dal sito e vestigi di esso, dalla pian- stantino, e neir istesso sito quello
ta di Roma antica stampata dal eziandio di Marco Aurelio Antoni-
Bufalino in tempo di Giulio III, no imperatore, la cui celebre sta-
e dai disegui che sono nella biblio- tua equestre di bronzo sino al 1 536
teca vaticana; ed anche si esibisce stette appresso il palazzo Latera-
dal cardinale Rasponi neW Istoria nense, donde Paolo III la fece tras-

della basilica Lateranense. Nostro ferire al Campidoglio^ al quale ar-


proponimento in questo articolo è ticolo ne parlammo. Vi erano an-
solo di parlare de'concilii Latera- cora altri palazzi ed abitazioni di
nensi compresi i cinque generali nobili romani, i cui avanzi si rin-
trattandosi de' luoghi antichi e po- vennero nel pontificato di Sisto V,
steriori che si conoscono sotto il che nella piazza fece erigere l' o-
nome di Laterano nei succitati ar- belisco. Il Severano nel descrivere
ticoli. Tultavolta premetteremo al- le chiese di s. Giovanni in Late-
cune generiche erudizioni , riguar- rano, e del battisterio o s. Giovan-
danti i medesimi antichi luoghi ni in fonte, riporta i ricchissimi
aggiungendo qualche altra notizia doni che ad ambedue fecero diversi
di quelli ancora esistenti, in prin- Pontefici: nel battisterio Adriano I
cipio rammentati. del 772 vi condusse l'acqua Clau-
JVel monte Celio oltre le chie- dia. Dellaprima chiesa, oltre il citato
se che tuttora sussistono, eravi il suo articolo, tenemmo proposito an-
tempio e palazzo di Claudio, la cora ad altri, come agli articoli
chiesa ed il monastero di sant'E- Fexestrella Gregorio XVI. Il
e
rasmo. Nel sito eh' è dalla chie- Papa s. Ilario del 4^' edificò le
sa di s. Erasmo a s. Giovanni cappelle ed oratorii di s. Giovanni
in Laterano, erano molti altri edi- Battista e di s. Giovanni Evange-
fizi e case di persone principali che lista, non che l'oratorio o cappella
abitavano queste parti. Sebbene non della Croce contigua al battisterio,
si conoscano precisamente i luoghi della quale ancora se ne vedeva
particolari, si sa però che vi era porzione a tempo di Sisto V. La
la casa di Simmaco, personaggio cappella di s. Giovanni Battista
consolare, della quale ne* primi del l'adornò con mosaico d'argento e
secolo XVIl si trovarono molti mar- di pietre preziose, colla confessione
mi ed iscrizioni nella vigna incon- di argento di cento libbre , e con
tro la chiesa di s. Stefano allora una croce d'oro. Egualmente ornò
dei Teofìli. Giunio senatore ebbe la cappella di s. Giovanni Evan-
parimenti la casa in queste parti, gelista con mosaico d'argento e di
dove bruciandosi ogni cosa, si nar- pietre preziose, ponendo sopra la
ra che solo restasse illesa dal fuoco porta che vi fece di bronzo un* i-
r immagine di Tiberio. Ivi era la scrizione che Io chiamava suo li-
casa di Dionisio ove fu preso il beratore; vi fece ancora la confes-
nipote s. Pancrazio, ed ove ritira- sione o tabernacolo, e l' ornò con
LAT LAT 139
cento Ii})l)re d'argento, e con una Appresso l'oratorio della Croce,
croce d'oro. Inoltre s. Ilario presso ne fu cretto un altro in onore del
s. Giovanni in fonte o l)allisterio Papa Gregorio I, dove presso
s.

pose due archivi o l^iblioteche : l'altare conservava il suo letto.


si

un'ultra mollo maggiore fu nel pa- Poco limge dall'oratorio di s. Gio-


triarchio o palazzo Laleranense, se- vanni Evangelista lo stesso s. Ilario
condo il Panvinio , la (]uale forse edificò un oratorio in onore di s.
il Tiraboschi confuse colla Vatica- Stefano, con monastero di monaci,
na. L'oratorio della Croce l'edificò come affermano Giovanni Diacono
in forma di croce , e lo circondò ed il p. Mabillon. Contiguo al bat-
con un portico di colonne la por- : tislerio Giovanni IV dei 640 fab-
ta era di bronzo ornata di argen- bricò l'oratorio in onore di s. Ve-
to, e le colonne che sostenevano nanzio, nel quale coll'occasione che
l'architrave erano d'alabastro sca- i barbari infestavano la Dalmazia
nalate. Aveva quattro tribune, in sua patria , vi fece trasportare i
una era la detta porta, nelle altre corpi de' Venanzio,
ss. martiri
tre gli altari : la volta era ornata Donnione, Anastasio, Mauro, Aste-
di mosaico con quattro angeli sos- rio, Settimio, Sulpiciano, Lelio,
tenenti una croce. Tra le quattro Antiochiano , Pauliano e Cajano,
finestre in mosaico si vedevano le che ripose sotto l' altare ; facendo
imr^agini dei ss. Pietro, Paolo, Gio- dipingere a mosaico nella tribuna
vanni Battista, Giovanni Evange- le immagini loro con analoghi versi.
lista, Giacomo, Filippo, Lorenzo e Teodoro I immediato suo succes-
Stefano; e ne' muri delle tribune sore, avendone compito il lavoro,
coperti di marmi, gli enibleuìi e vi fu pur lui effigiato. JXel portico
segni della Crocè, in questa cap- di questa chiesa Anastasio IV nel
pella pure s. Ilario fece la confes- li 54 due tribune di mosaico
fece
sione e vi pose una croce d' oro con due altari, uno dedicato alle
gemmata di venti libbre col ss. le- ss. Ruffina e Seconda, i di cui cor-
gno della vera Croce. Fece in essa pi ivi pose; Andrea ed
l'altro a s.

le porte di argento di libbre cin- a s. romana, della quale


Lucia
quanta ; un arco d' oro di libbre correva la memoria quel giorno
quattordici, sostenuto da colonne che ne faceva la dedicazione a' 16
d'alabastro, con un agnello d'oro settembre, riponendovi il corpo e
di libbredue, una corona d' oro, quelli de' ss. Cipriano e Giustina
un faro con delfini di libbre cin- da lui come i primi trovati. Molle
que, e quattro lampade d'oro. A- funzioni facevano i Papi nel porti-
vanti a tale oratorio era un bagno co di Venanzio, particolarmente
s.

o ninfeo, ossia un fonte, nel portico, nel sabbato santo. Nel giorno di
circondato di cancelli di bronzo e Pasqua il Papa cantava tre vesperi,
di colonne di porfido forate, le uno nella basilica di s. Giovanni,
quali gittavano l'acque nell' istesso Tallio in quella del batlisterio, il

fonte. Giovanni canonico nel suo terzo neir oratorio Croce ;


della
libro de' Sanclis Sanctoruiiiy dice anche nel lunedì seguente si can-
che nel medesimo oratorio s. Gre- tavimo i delti vesperi. Nella vigilia
gorio I fece l'antifonario dettatogli di s. Giovanni Battista , la curia
da un angelo, ed altre opere. ossia il clero e la cappella del Pa-
1 ,

i4o LAT LAT


pa, cantava il vespero, e la notte di s. Giovanni , e si estendeva a
faceva la vigilia nell'oratorio di s. quella parte dell* islessa chiesa che
Giovanni in fonte ossia nel batti- guarda verso ponente, dove si vede
sterio ; ed i greci nella cappella del ora il claustro antico bellissimo
ss. Salvatore : il giorno poi della ed i vestigi di varie officine del
festa la curia faceva Io stesso nella medesimo monastero. In questo il
cappella del ss. Salvatore, ed i gre- Pontefice s. Leone I, a mezzo di
ci nel battisteri©. Erano come in- Gelasio che fu poi Papa s. Gela-
torno alle altre basiliche, di cui sio I nel 49*^ > ^' pose i Canonici

parleremo, e vicino a quella di s. regolari Lateranensi o del ss. Sal-


Giovanni alcuni monasteri di mo- vatore (Fedi)^ ma nel 58o o pri-
nache e di religiosi : cioè il mo- ma fu dato ai monaci benedettini
nastero de'ss. Maria e Pancrazio; di Monte Cassino, che vi restarono
il monastero Lateranense de' ss. sino al 718, epoca in cui vi furo-
Giovanni Evangelista , Battista e no ripristinati i canonici regolari,
Pancrazio, ov'è ora la sacristia. Il che vi restarono sino al tempo det-
secondo fu rinnovato da s. Grego- to al citato articolo, succedendo i

rio IH, che vi collocò una con- canonici secolari. Nel Palazzo La-
gregazione di monaci perchè offi- teranense [Vedi) vi era la basilica
s. Giovanni,
ziassero la basilica di Leoniana, anzi due, la maggiore e
beneficandolo con molti doni, tra ì la minore, edificate da s. Leone JII;
quali un calice d'oro gemmato di 1* oratorio di s. Silvestro ; la basi-
libbre ventinove , ed una patena lica di s. Zaccaria eretta da quel
simile di libbre ventisei. Onorio II Papa; le scale sante; la basilica
fu eletto Papa nella cappella del e Triclinio Leoniano, detto mag-
monastero di s. Pancrazio a* 2 giore, di s. Leone III; l'oratorio
dicembre 1 124. Il monastero de' ss. di s. Nicolò o Vestiario eretto da
Sergio e Bacco, eh' era dietro la Calisto II; l'oratorio di S.Cesario; la
forma dell'acquedotto del patriar- basilica Giulia, dedicata da s. Celesti-
chio, e fu rinnovato da s. Pasqua- no I; la basilica di Teodoro I, fabbri-
le I in esso era una congregazio-
: cata da quel Pontefice; l'oratorio di
ne di monache benedettine che s. Gregorio, e gli oralorii di s. Cro-
cantavano giorno e notte alle sue ce, della Beata Vergine, di s. Mi-
ore, inni e salmi nella basilica. Il chele Arcangelo, di s. Pietro, di
monastero de' ss. Bartolommeo ed s. Sebastiano , di s. Giorgio ;
1' o-
Andrea apostoli fu edificalo da O- ratorio o basilica di Papa Vigilio;
norio I nella sua propria casa, e ed il vice-domino o abitazione del
rinnovato da Adriano I ripristinan- vicario del Papa. Di tutte queste
dovi monaci benedettini con l'ob-
i basiliche, oralorii e luoghi celebra-
bligo che questi da un coro, e quelli tissimi, ne tratteremo al memorato
di s. Pancrazio dall'altro offiziasse- articolo. A quello di Triclinio par-
ro nella basilica Lateranense: que- leremo del mentovato eretto da s.
sto monastero era dov' è al presen- Leone HI magnificamente in onore
te l'arcispedale di s. Giovanni. Il di Carlo Magno, per festeggiare la
monastero chiamalo Lateranense di lui venuta in Roma.
principiava tra il portico di s. Ve- La basilica ed il patriarchio La-
nanzio e la tribuna della basilica teranense furono illustrati in dii'esa
LAT LAT i4i
delia cattolica religione e della ec- re e l'altra minore edificata da s.

clesiastica disciplina, con cinque con- Leone III, delle quali la maggiore,
ecumenici
cili! che ivi solamente al dire di Onofrio Panvinio, che
sisono tenuti, a preferenza d'ogn'al- sivedeva sino al tempo di Sisto V,
tra chiesa, oltre a molti particolari. era comunemente chiamata basilica
Dice il Severano nelle sue Memorie Leonìana o sala del concilio. Ma
sacre, quanti concilii e sinodi siano l'Alemanni nella sua Disse: tatio hi'
stali celebrati nel Laterano è im- storica de Lateranensibus parieli'
possibile a saperlo, essendovene al- nisj vuole che questa fosse la mino-
cuni fra i romani (de' quali
concilii re ; sebbene dalle sue ragioni e da
parlasi all'articolo Roma), di cui quelle che scrive Anastasio Biblio-
non si descrive il luogo dove fos- tecario, non pare che si possa nep-
sero congregati; ed è probabilissi- pure dire che fosse la minore pro-
mo che di questi, quando non si pria, eretta da s. Leone III, perchè
esprima apertamente, molti siano questa fu fabbricata In luogo basso
stati tenuti nel Laterano come resi- ed al piano della chiesa e della
denza de'Papi, massime dopo s. JXi- strada, mentre quella era in alto pia-
colò 1, poiché egli scrive. « È ve- no de'corridori e stanze del medesi-
nerabile poi la sacrosanta basilica mo palazzo. Può ben essere che s.
patriarcale Lateranense, col palazzo Leone IV, il quale restaurò la ba-
di Laterano, pei tanti sinodi anco- silica e le fabbriche di s. Leone III,

ra e concilii nazionali ed universali l'avesse alzata nel modo che descri-


che vi sono stati celebrati coli' assi- ve lo stesso Severano. Per dare un
stenza dello Spirito Santo; perchè saggio dei tanti concilii celebrati nel
sebbene ordinariamente questi si Laterano, faremo menzione di al-
solevano celebrare nella chiesa e cuni che sono assai celebri e noti.
nella confessione di s. Pietro, alcu- Li nomineremo con ordine di tem-
ne volle però si congregarono an- po e non numerico secondo il no-
che nella chiesa e palazzo Latera- stro sistema; come ancora nomine-
nense, e particolarmente dopoil Pa- remo per Lateranensi quelli cele-
pa s. Nicolò avendolo
I, il quale brati nelle basiliche ed altri luoghi
convocato, e cominciato nella pa- compresi nel Laterano.
triarcale basìlica di s. Pietro l'an-
no 863j lo trasferì poi e proseguì in Concila Lateranensi.
questa di Giovanni, per cagione
s.

del freddo che si pativa nel Vaticano, Il primo fu adunato nel palazzo
come lo stesso Pontefice ne scrisse Lateranense nell'anno 3i3 a'2 ot-
al vescovo di Costantinopoli ". E tobre, presieduto dal Papa s. Mel-
nell'istessoLaterano seguitarono per chiade, con l'intervento di dieciot-
l'avvenire gli altri Papi, tranne quan- to vescovi ,
per la causa dei do-
do per qualche occasione giudicarono natisti, di cui già dammo un cen-
bene di convocarlo o nel Vaticano no di sopra. Condannò Donato ve-
od altrove. L'ultimo generale lo tenne scovo delle Case Nere, Casae Nigrac,
Leone X, l'ultimo provinciale Be- sede della Numidia sotto Cirta Giu-
nedetto Xin. Dicemmo che due c- lia, nell'Africa occidentale, però di-
rano nel palazzo Lateranense le ba- verso da Donato il capo de'dona-
siliche Leoniane, una detta maggio- listi, i quali più tardi furono con-
i42 LAT LAT
dannali dalla Chiesa perchè negaro- essere prosenti ad un concilio nel
no la validità del baltesimo dato quale prevedevano facilmente, che
dagli eretici, e rigettarono l'infaUi- s. Atanasio e gli altri vescovi
bilità della Chiesa cattolica, ch'egli- cattolici perseguitati ingiustamente
no chiamavano meretrice. Donato ed oppressi da essi loro, sarebbero
vescovo delle Case Nere fu con- stati dichiarati innocenti. Regia t. Il;
dannato per avere consacrato ve- Labbé t. II.

scovo di Cartagine Maggiorino, con- Il concilio dell'anno 5o2 si ten-


tro il legittimo Geciliaiio. Il conci- ne nella basilica Giulia, dal Ponte-
lio inoltre dichinrò innocente Ceci- fice s. Simmaco in di lui favore.
liano vescovo di Cartagine, che i Lenglet e Severano. Va avvertito
donatisti falsamente avevano accusa- che prima e dopo tale epoca vari
to traditore, cioè apostata del gene- conciliiebbero luogo nella causa
re óe Lassi (Vedi), calunniandolo di s, Simmaco in diversi luoghi.
di avere consegnalo a' pagani i sa- Il concilio del 649 nella basilica
cri codici. Berti, Pro5e volgari p. 1 83, Lateranense secondo il Severano, o
dissert. VI. nel palazzo al dire di aduna-
altri,
Nell'anno 337 ^^ celebrato un to dal Pontefice s. Martino I, tenu-
concilio nella basilica Lateranense', to contro l'eresia de monoteliti, sic-
dal Papa Giulio I, contro gli aria- come gran difensore del domma
ni in favore della fede Nicena. Len- cattolico opposto all' errore di tali
glet. Tavolette cron.j Severaho 3Ie- eretici. V'intervennero circa cento
morie. Inoltre san Giulio 1 nel- cinque vescovi d'Italia, di Sicilia, di
r anno 342 tenne nel Latera- Sardegna e d'Africa. Si fecero cin-
no un altro concilio, in cui fu que sessioni o sia cinque secretari
pienamente giustificato s. Atanasio o consultazioni , la prima si ten-
"vescovo d'Alessandria, contro tutte ne a' 5 ottobre, e l'ultima a'3f
le calunnie che gli ariani avevano dello stesso mese. Il Papa vi espo-
avanzate contro di lui. Marcello ve- se dapprima gli errori del mono-
scovo d' Ancira parimenti, che gli telismo, introdotti da Sergio di Co-
ariani pure perseguitavano, dimostrò stantinopoli, da Ciro vescovo d'A-
in quel concilio la sua innocenza, lessandria, Teodoro vescovo Fara-
e cosi anche Asclepa vescovo di Ga- nilano, Pirro e Paolo di Costanti-
za. In questo concilio intervennero nopoli, che aveano insegnato che
cinquanta vescovi. Il Papa scrisse non vi è in Gesù Cristo che un'o-
da questo concilio la celeberrima perazione della divinità e della u-
sua lettera ad Eusebiano vescovo di manità, che chiamavano Theandrica
Nicomedia. Questi vescovi eretici, ossia divinoumana. Questo errore
conoscendo il ricorso che s. Atana- che confondeva in Gesti Cristo le
sio avea fatto al Pontefice contro due volontà e le due operazioni
di essi, che ingiustamente e senza (come due sono in esse distinte l'u-
autorità lo aveano deposto, doman- mana e la divina) in una sollan-
darono da principio che si tenesse to, discendeva dall' eulichianismo ,

un concilio per esaminare questa colla quale eresia s' introdusse e


causa ; ma chiamati poi e infilati si sostenne la confusione delle due
piti volte da s. Giulio I a venire, nature nel Verbo incarnalo. I mo-
non vollero portarsi a Roma, né noteliti erano potentissimi nella cor-
LAT LAX i43
te di Costantinopoli, la quale era dottrina dell'unità dì operazione e
divenuta monotelitica. Nella secon- di volontà. Si rigettò altresì e con-
da si denunciarono le accuse; si dannò ilTipo di Costante lì, che
lesse la supplica presentata da Ste- impose egualmente a'catto-
silenzio
fano vescovo di Dota ; e si fecero lici e ai monoteliti, e che in tal
entrare molti abbati, preti e mo- maniera metteva del pari la verità
naci greci,che domandarono fos- coll'errore. Al quale proposito i pa-
se anatematizzato il Tipo (Fedi) dri del concilio dissero queste pa-
di Costante II: « imperciocché in role. H È ben fatto che non ci siano
questo Tipo, dissero, si fa Gesù dispute intorno alla va fede; ma
Cristo senza operazione e senza vo- pur male il confondere dommi dei i

lontà, vale a dire senza intelletto e padri con que' degli eretici ....
senza anima; confermate dunque la Non occorre dunque punire indistin-
dottrina cattolica, che insegna due tamente quelli che inseguano la
"Volontà come due nature".Nella terza verità e quelli che insegnano l'er-
si produssero gli scritti degli accusali, rore, ma punire severamente coloro
e tra gli altri il libro di Teodoro ch'era che non confessano ciò che i padri
stato vescovo di Faran, e che inse- hanno insegnato. E regola della Chie-
gnava da per tutto una sola e la sa di non condannare al silenzio se
stessa operazione, della quale il Ver- non coloro che combattono la sua dot-
bo divino era il principio, e l'uma- trina ". Il concilio dopo aver recato in
nità n'era soltanto lo strumento. II mezzo una quantità di passi de'san-
Papa rilevò tutti questi errori che ti dottori, diede il suo giudizio in
rendevano immaginaria V Incarna- condanna
venti canoni, coi quali egli
zione, supponendo che Gesti Cristo chiunque non confessa che in Ge-
non avesse avuto un vero corpo sti Cristo vi sono due nature e due

solido siccome i nostri: spiegò con volontà. In conseguenza furono con-


precisione il termine di operazio- dannati Sergio, Pirro, Paolo vesco-
ne teandrica, la qual parola disse vi di Costantinopoli, capi della fa-
comprendere necessariamente due zione, unitamente a Teodoro vesco-
operazioni, e s. Dionigi© se n'era vo di Faran, e Ciro vescovo d'A-
servito per denotare la loro unione lessandria. Gli atti di questo con-
in una stessa persona. Ora è pro- cilio furono inviati dal Papa a tut-
prio di questa unione di fare uma- ti i vescovi cattolici, con una let-
namente le azioni divine, e divina- tera egualmente forte e soda, e que-
mente le azioni umane. Nella quar- sto concilio fu ricevuto da per tut-
ta si lessero le definizioni de'cin- to con gran venerazione, coi cinque
queconcilii generali. Nella quinta. si concini generali, e dopo questi fu di
lessero i passi de'padri;si fece profes- sì grande autorità, che venne inserito
sione di seguire in tutto la loro dot- nella professione di fede solita far-
trina; si svilupparono le sottigliezze si dai Pontefici, e nei giuramenti
dei monoteliti, e si stabilì con molta ch'essi facevano dopo la loro elezio-
sodezza il domma cattolico. Si con- ne, nei tempi prossimamente poste-
dannò come empia XEclesi ( Fedi) riori alla celebrazione del concilio,
di Eraclio, che dopo una confessio- giurando anche espressamente: prac'
ne di fede ortodossa sopra la Tri- sertim quae a sa. me. Martino u-
nità e l'Incarnazione, conteneva la niversaU Papa definita sunt, et de-
i44 LA^^ LAT
creta. L'imperatore Costante II ir- Angeli custodi , mentre tutti gli
ritato da qnL'sle decisioni e condanne, altri angeli i cui nomi non si tro-
crudelmente perseguitò s. Martino vano espressi nelle sante Scritture,
I (Vedi) che fu vittima del suo ze- li comprende nel 29 settembre, e
lo, corona del mar-
e meri tossi la gli onora tutti con uftizio e messa
tirio. Ileg. tom. XV; Labbc tom. la Chiesa. Reg. t XVII; Labbe'
VI ; Arduino tom. Ili; Dizionario t. VI; Arduino t. III.
de concila j Mansi, Suppl. Il concilio del 769 nella basili-
Sono considerati per concilii Late- ca Lateranense Papa Stefano
dal
ranensi quelli del 78 1 e 782 nella cau- III detto IV, nel mese di aprile,
sa degli Iconoclasti [P^edi)^ e tenuti da composto di quasi tutti i vescovi
s. Gregorio III, In quello principal- d'Italia e delle Gallie, contro l'an-
mente del 782 si pronunziò la sco- tipapa Costantino intruso nella cat-
munica contro i nemici del cullo e tedra di s. Pietro senza alcun or-
venerazione delle sacre immagini. dine sacro, che fu condannato a
IVellanno 743 il Papa s. Zaccaria penitenza perpetua. Decretò che
tenne un concilio quaranta ve- di nessuno fosse promosso al pontifi-
scovi, nel quale furono fatti quindi- cato, se prima non era ordinato
ci canoni riguardanti la disciplina cardinale diacono o prete. Fu al-
ecclesiastica, ed matrimoni illeciti.
i tresì ordinato che le sacre reliquie
Rcg. t. XVII; Labbé t. VI; Ar- e le sante immagini sarebbero o-
duino t. III. norate secondo l'antica tradizione,
Il concilio del 74^^ nella basili- e venne scomunicato il concilio te-
ca di Teodoro, celebrato dal Pon- nuto in Grecia nel 754 contro le

tefice s. Zaccaria contro Adalberto immagini ed il loro culto. Questo


e Clemente eretici, che scomunicò concilio trovato in un codice anti-
e depose dal sacerdozio, proibendo co nell'archivio capitolare di Ve-
il nominare e riconoscere per an- rona, fu per la prima volta pub-
geli tutti quelli che si veneravano blicalo ed egregiamente illustrato
per tali, tranne gli arcangeli Mi- dall'eruditissimo d. Gaetano Cenni
chele, Gabriele e Kafifaele, come con questo titolo ; Conciliuni La^
meglio dicemmo all' articolo Coro teranenseni Stephani III an. 769
degli Angeli (Fedi). Sì avverte eie. Roraae ex typ. Vaticana 1731-
j)oi che la Sede apostolica riprova 1787. Il Cenni vi schiarisce con
nel culto de' ss. Angeli il far men- squisita erudizione la disciplina ec-
zione con nome proprio degli altri clesiastica di que' tempi, e le sedi
quattro arcangeli che stanno da- di que'vescovi che v'intervennero.
vanti al trono di Dio ; non proi- Lateranense si considera il con-
bisce però verso Leone
i detti sette ar- cilio tenuto nel 799 da s.

cangeli un culto speciale, come III, coli' intervento di cinquantaset-


addicesi alla maggiore eccel-
loro te vescovi, contro Felice vescovo
lenza. Tuttora la santa Sede riget- Urgellitano che sosteneva Vadoptia-
ta l'indiscreta divozione che oggidì nisniOy dicendo Gesù Cristo solo
alcuno con falso zelo e petulanza figlio adottivo di Dio, e contro
vorrebbe di nuovo introdurre a Elipando di Toledo, ch'era caduto
favore di altri Angeli, essa non ri- nel medesimo errore. Baluzio in
conosceodo che i nominati^ ed i ss. notìs ad Jgobard.
LAT LAT 145
Il concilio dell' 86 r nella basi- s. Ignazio e la intronizzazione di
lica Leoniana, tenuto dal Pontefice Fozio nella di lui cattedra. Dicesi
s. I, contro Giovanni
Nicolò vesco- latrocinale quel concilio, perchè
vo di Ravenna, che maltrattava i s. Ignazio fu ivi violentemente spo-
suoi diocesani, che appellarono alla gliato delle sue insegne, percosso
santa Sede. Reg. t. XXII; Lab- e tormentato crudelmente, acciò
bé t. Vili; Arduino t. V. prestasse il consenso, ed allorché
Lateranense pure vuoisi il conci- era quasi esanime, fu costretto a
lio tenuto neir864 da s. Nicolò I, fare il segno di croce in una car-
nel quale furono nominati legati da ta, cui Fozio istesso aggiunse le
inviarsi a Costantinopoli nella cau- parole esprimenti, che Ignazio di-
sa dell' ingiusta deposizione fatta metteva il ed aderiva
patriarcato,
del patriarca s. Ignazio, cioè Ro- al decreto del Rodoaldo
concilio.
doaldo vescovo di Porto e Zaccaria dopo queste scelleraggini aveva in-
vescovo d'Anagni. Nello stesso anno formato il Papa, come se tutto si
il medesimo s. Nicolò I tenne pu- fosse fatto regolarmente in Costan-
re un altro concilio, nel quale alla tinopoli intorno a questa grave
presenza dell'ambasciatore dell'im- causa. Inoltre Rodoaldo prevaricò
peratore Michele dichiarò, ch'egli ancora nell' 863 nel concilio tenu-
non avea mandati i suoi legati a to in quell'anno in Metz, perchè
Costantinopoli per approvare la ivi sedotto dalla presenza del re
deposizione del patriarca s. Ignazio Lotario, non badò egli ad esegui-
e la consecrazione di Fozio, ma re gli ordini ricevuti dal Papa
che anzi avrebbe giam-
egli non come di lui legato nella causa del
mai consentito ne all'una, né all'al- matrimonio di Lotario istesso, ma
tra. Quindi in altro concilio di s. 10 favori in vece nell'impegno pre-
Nicolò I fu condannato e dichia- so per isposare Valdrada. Pertanto
rato nullo tuttociò che in Costan- contro la verità delle cose, per
tinopoli era stato fatto contro s. non disgustare Lotario, fu ivi con-
Ignazio e per la elezione di B'ozio. dotto in modo l'afTare come se
Neil' 864 Papa s. Nicolò I
dal Valdrada avesse avuti gli sponsali
il primo novembre si tenne un al- col re prima di Tieberga, e come
tro concilio , in cui fu deposlo se questa ultima fosse stata presa
e scomunicato Rodoaldo vescovo da Lotario suo malgrado per i-

di Porto, il quale era slato in- sposa. Nello stesso concilio Latera-
viato dal Papa come suo legato a nense fu probabilmente ristabilito
Costantinopoli, per prendere una Rotado vescovo di Soissons, e lo
sincera ed esatta informazione sul- fu poi anche più solennemente in
la deposizione di s. Ignazio patriar- un altro concilio tenuto dal mede-
ca e sulla elezione di Fozio in di simo s. Nicolò I, incominciato nel
lui luogo, e di renderne poi un dicembre dell' anno istesso 864 e
conto verace alla santa Sede. Ma finito nel gennaio 865. Rotado
Rodoaldo sopraffatto dai donativi vescovo di Soissons avea punito
intervenne al concilio latrocinale colle censure un prete della sua
che neir86i celebrò Fozio in Co- diocesi reo di un delitto capitale.
stantinopoli nel tempio degli Apo- 11 prete avea appellato ad Inc-
stoli, ed approvò la deposizione di maro arcivescovo di Reims, il qua-

VOL. XXXVII. 10
i46 LAT LAT
le avea Rotado di ri-
ordinato a sopra i vescovi di tutto il mondo,
stabilire il Rotado avendo
prete. e fu stabilito quanto occorreva per
operato secondo i canoni non vol- la celebrazione di detto concilio
le aderire, quindi Incmaro nel con- generale. Pagi a tale anno.
cilio tenuto in Soissons neU'SGi del 900 Benedetto
Nell'agosto
scomunicò il vescovo. Ma nel me- rV tenne un concilio in favore di
desimo anno si tenne in Pitres sur Argrimo vescovo di Langres, il
la Seine, a tre leghe al di sotto quale cacciato dalla sua sede per
di Rouen, un altro concilio nel , opera di una fazione ad esso ne-
quale Rotado appellò al Papa mica, domandava di esservi rista-
contro la scomunica pronunziata bilito, ciò che ottenne dal Papa.
da Incmaro. Carlo il Calvo fece Il concilio del 998 in una delle
trasferire il concilio da Pitres a basiliche del palazzo Laleranense,
Soissons neir862, ed in questo con- secondo il Severano, altri dicono
cilio Incmaro avendo fatto arre- in aula conci Hi, dal Pontefice Gio-

slare Rotado, onde impedirgli di vanni XV


detto XVI, per la ca-
andare a Roma per trattare il suo nonizzazione di s. Udalrico vescovo
appello, lo depose, costituì un altro d' Augusta. Questa primafu la

vescovo nella di lui sede, e lo fece canonizzazione solenne di cui si ha

rinchiudere in un monastero. Inc- la bolla del Papa, sottoscritta da


maro ottenne per sorpresa da piin- luì, da cinque cardinali vescovi
cipio che il Papa confermasse suburbicari, da nove cardinali del-
quest'ultimo concilio, ma tale con- l'ordine de' preti, e da tre di quel-
ferma fu ben presto rivocala dal lo de* diaconi. Questo è il primo
Pontefice, che inoltre comandò che esempio di solennità di canonizza-

si permettesse a Rotado di venire zione, non di canonizzazione in

a Roma per trattare la sua causa, generale, giacche la Chiesa anco


e fu restituito alla sua sede. Reg. ne più remoli tempi prescrisse il

t. XXII; Labbé t. Vili; Diz. dei culto ai santi, con autorità del
conciliU Pontefice. P^. Canonizzazione, Reg.
868 Adriano II cele-
Nell'anno t. XXV; Labl>c t. IX; Arduino
brò un concilio, che fu come una t. VI.
preparazione del concilio generale Il concilio del ioi5 odel iof6
Vili tenuto in Costantinopoli nel- nella basilicaLateranense da Be-
1*869 sotto l'autorità sua pontifi- nedetto Vili sopra l'immunità di
cia e colla presidenza dei di lui una abbazia. Labbé t. IX.
legati, allorché Basilio Macedone, il Neil' io5o s. Leone IX tenne
dopo avere ucciso Michele III^ s'im- un con cinquantacinque
concilio
padroni dell' impero, scacciò Fozio vescovi, contro Berengario e l'ere-
e volle che s. Ignazio fosse rista- sia che spai'geva, colla quale nega-

bilito. In questo concilio Latera- va la presenza reale di Gesù Cri-


nense furono confermati i decreti sto neir Eucaristia. Reg. t. XXV,
emanati dalla santa Sede sotto s. Labbé IX; Arduino t. VI.
t.

Nicolò I, contro Fozio, a favore di Il concilio del loSg nella basi-


s. Ignazio. Il Papa fece al concilio lica Laleranense dal Papa Nicolò
una celebre allocuzione, in difesa II, coli 'assistenza di centotredici ve-
dell'autorità della Sede apostolica scovi, in cui si pubblicarono tredi-
LAT LAT 147
ci canoni. Sì determinarono le scovi. Sì condannò l'eresia degli
pene contro i nicolaitì, cioè con- incestuosi, e de'giureconsulti, i qua-
tro il concubinato degli ecclesiasti- li pretendevano con l'autorità di
ci, ordinati in sacris, e contro gli Giustiniano I contare i gradi di
avversari della legge del celibato parentela per mezzo del diritto ci-
sacro. Sì fecero alcune leggi con- vile non del canonico, nella stessa
tro i simoniaci, proibendosi il com- guisa delle successioni. Ibidem.
mercio delle cose sacre. Fu fatta Il concilio del 1078 nella basi-
una professione di fede sull'Euca- lica Lateranense dal Papa s. Gre-
ristia, che Berengario per la terza gorio VII in novembre. Berenga-
volta condannato sottoscrisse, indi rio vi fece una professione di fe-
ritornò all'errore. Il Papa inoltre de, coll'obbligo di rendere minuto
vi emanò un decreto, che appena conto di sua dottrina in altro con-
vacante la sede i soli cardinali cilio. Venne scomunicato l'impera-
procedessero all'elezione del nuovo tore greco Niceforo Betoniate, per
Pontefice, a cui il clero ed il po- aver usurpato la corona a Michele
polo prestassero il semplice consen- Parapinace. In questo concilio i
so. In tal modo si preparò la via deputati Enrico IV e di Ro-
di
all'altro decreto, che poi fu fatto dolfo Svevia giurarono che i
di
solennemente nel concilio generale loro sovrani non si opporrebbero
Lateranense III nel 1179 sotto in nulla alla conferenza che i le-
Alessandro III, col quale decreto gati pontificii dovevano tenere in
il diritto della elezione del Papa Germania. Vennero in fine fatti
fu definitivamente privativo ed dei regolamenti per l'utilità della
esclusivamente proprio dei cardina- Chiesa. Mabillon in Analecl.
li. Reg. t. XXV; Labbé l. IX; Il concilio del 1079 "^^'^ basi-
Arduino t. VI ; Marlene in Col- lica Lateranense dal Pontefice s.
ica, t. VII. Gregorio VII in febbraio, con cen-
Il concilio del io63 nella basi- tocinquanta vescovi. Berengario a-
licaLateranense dal Papa Alessan- biurò nuovamente i suoi errori,
dro II, coir intervento di più di abbracciò la fede cattolica, doman-
cento vescovi. Venne ordinato ai dò perdono e fece penitenza. I
sacerdoti di celebrare una sola deputati di Rodolfo re de' romani
messa al giorno ; si confermarono presentarono le loro querele con-
i decreti di s. Leone IX e Nicolò tro le violenze che commetteva in
li contro i chierici incontinenti ed Germania Enrico IV. Reg. t. XXVI;
i simoniaci. I monaci vallombrosa- Labbé t. X; Arduino tom. VI;
ni accusarono di simonia e d'ere- Martene in Thesaur. t. IV.
sia Pietro vescovo di Firenze, e* si Il concilio del 1081 nella basi-
offrirono di provarlo col giudizio lica Lateranense dal Papa s. Gre-
del fuoco, ma il Papa non con- gorio VII, contro Enrico IV. Reg.
venne a tal prova, ne alla depo- t. XXVI; Labbé X; Arduino t. t.

sizione del vescovo. Reg. t. XXV; VI; Martene in Collect. t. VII ; e

Labbe' t. IX; Arduino t. VI. l'articolo s. Gregorio VII.


Il due concilii anno io65
dell' Il concilio del io83 nella basi-
nella basilica Lateranense dal Pon- lica Lateranense dal Papa s. Gre-
tefice Alessandro II, con molti ve- gorio VII, contro Enrico IV e
i48 LAT LAT
Tanlipapa Clemente III. Reg. t. ne a Brunone arcivescovo di Tre-
XXVI; Labbé tom. X; Arduino veri, perchè avea ricevuto l'investi-

t. vr. tura da Enrico IV Brunone ri- :

Il concilio del io85 nel palazzo nunzi(j la sede, ma tre giorni do-
Lateranense dal Pontefice s. Gre- po fu rimesso. Tuttavolta alcuni
gorio VII, contro Enrico IV e pretendono che il Papa non facesse
l'antipapa. V. l'articolo s. Gregorio nessun rimprovero all'arcivescovo pel
VII. Noteremo che questo magna- suo attaccamento a cesare, benché
nimo Pontefice dal 1074 al io8'j> questi fosse stalo piti volte scomuni-
tenne diversi concilii, e più d'uno cato e deposto; come neppur non
in un medesimo anno, ne' quali ne fece a s. Ottone per lo stesso mo-
principalmente le materie trattale tivo, quando lo consacrò vescovo
e concluse furono la conferma di Bamberga 17 maggio iio3,
a'

delle condanne di Berengario ; il come quello che mentre si era


celibato degli ecclesiastici difeso procacciata la stima di Enrico
contro i concubinari, che in tanto IV, non dubitò difendere i diritti
numero in quel tempo violavano della Chiesa con zelo. Ibidem.
ranlichissima legge universale del- Il concilio del io da Pasqua- i 1

la Chiesa latina; la proibizione del- le II, in favore dell'autorità vesco-


le investiture che i principi euro- vile. Fu proibito agli ecclesiastici
pei conferivano, violando la liber- di ricevere le investiture dalle ma-
tà della Chiesa nelle sacre elezioni, ni dei laici, sotto pena della sco-
e promovendo la simonia la con- ; munica, e della privazione delle
danna reiterata dall'antipapa Cle- loro dignità venne altresì dichia-
:

mente III, suoi seguaci e fautori, rato che la cura di tutti gli afKi-
e le gravi vertenze con Enrico ri ecclesiastici apparteneva ai ve-
IV, da noi trattate diffusamente scovi. Labbé t. X; Arduino t. VI.
in molti luoghi. Il concilio del 1 1 1 da Pasqua- 1

11 concilio del 02 nella basi- 11 le II, contro le investiture ed En-


lica Lateranense dal Papa Pasquale rico V. Ibidem. Il p. Mansi in ve-
II, contro Enrico IV. Reg. t. XXVI; ce nel Suppl. t. II, col. 261, dice
Labbé t. X; Arduino t. VI. che furono in esso consegnati i

Il concilio del iio5 nella basi- feudi che la Chiesa avea dell'im-
lica Lateranense, secondo il Seve- pero ad Enrico V, il quale da
rano, dal Pontefice Pasquale II, in parte sua rinunziò alle Invesliturc.
quaresima. Vi scomunicò il conte ecclesiastiche. Su di che meglio è
di Mculan Meulent, ed i suoi vedersi quell'articolo.
compiici^ ch'erano accusati di es- Il concilio del 11 12 nella basi-
sere cagione che il re d'Inghilterra lica Lateianense da Pasquale II,
Guglielmo II si ostinasse a sos- adunato per prevenir lo scisma
tenere le dannate investiture ec- che minacciava alla Chiesa l'estor-
clesiastiche scomunicarono
: vi si ta e violenta concessione del Pa-
anche quelli che gli avevano dato pa ad Enrico V. Vi si trovarono
ricetto.Fu in questo concilio, ov- circa cento vescovi, parecchi abba-
vero ad un altro tenuto in quare- ti e una moltitudine innumerabile

sima dell'anno precedente, che Pas- di chierici e di laici. Pasquale II


quale II fece una severa riprensio- vi revocò il privilegio delle inve-
LAT LAT 149
sllture, accordato nel precedente L' imperatore non vi fu scomuni-
anno all'imperatore Enrico V che cato, ma il Papa vi approvò ciò
Uf avea perciò imprigionato. II pri- che i legati avevano fatto ne' loro
vilegio fu cassalo, e tolto all'im- concilii, ne' quali l'imperatore era
peratore, come contenente che un stato più volte scomunicato. In
vescovo eletto canonicamente dal questo concilio venne pure deter-
clero e dal popolo, non sarà con- minato che il titolo di abbate
sacrato, se prima non ha ricevuto d(>gli abbati, che arrogavasi l' ab-
l'investitura dal re; la qual cosa, biite di Cluny, spettava al solo ab-
soggiunge il concilio, è contro lo bate diMonte Cassino. Inoltre il
Spirito Santo, e la istituzione ca- Papa obbligò Grossolano a rinun-
nonica. Enrico V vi fu scomuni- ziare l'arcivescovato di Milano, e
cato. Il Papa si purgò dal sospetto lo rimandò
suo vescovato di
al
di eresia, di cui s'incolpavano quel- Savona, avendo rappresentato che
li che favorivano le investiture, e non v'erano che due cause per la
fece la sua professione di fede in traslazione de' vescovi, la necessità
presenza di tutto il concilio. Ge- e l'utilità, e che la traslazione di
rardo vescovo d'AngouIéme venne Grossolano non che alla tendeva
incaricato di portare il decreto di perdita anime.
de' corpi e delle
revoca all' imperatore: il prelato Alla fine del concilio Pasquale II
adempì la pericolosa commissione accordò un' indulgenza di quaranta
con tal che disarmò la
fermezza , giorni a quelli ch'essendo in pe-
collera di Enrico V. Diz. de con- nitenza per certi peccati capitali,
ciIn' ; Labbé t. X; Mansi, ivi. visitassero le chiese degli apostoli.
Il concilio del 1116 nella basi- Ibidem.
lica Lateranense da Pasquale II ai Il concilio generale Lateranen-
9 marzo. Alcuni autori hanno da- se I de\ II23, celebrato n^lla ba-
to a questo concilio il titolo di silica Lateranense dal Pontefice
universale. Vi si trovarono vesco- Calisto lì. In questo primo con-
vi, abbati , signori e deputati di cilio generale ed ecumenico d'oc-
diverse provincie. Pasquale II con- cidente, vi si trovarono più di tre-

fermò il precedente concilio, e con- cento vescovij e più di seicento


dannò il privilegio delle investitu- abbati, in tutti quasi mille padri,
re da lui sottoscritto, con violenza non che gli ambasciatori dell' im-
dentro il Enrico V,
padiglione di peratore Enrico V. Di questo con-
sotto un perpetuo anatema, rinno- cilio non ci restano che ventidue
vando colla slessa pena il decreto canoni, la maggior parte de' quali
di s. Gregorio VII contro tutti i sono ripetuti dai concilii preceden-
laici che conferissero le investiture ti, molti riguardanti la disciplina
ecclesiastiche, ed i chierici che da ecclesiastica quasi annichilita dai
loro le ricevessero; tutto il conci- lunghi scismi. Fu tenuto per la
lio gridò, Così sia. Un vescovo pace della Chiesa, intorbidata da
avendo detto, che questo privilegio più di cinquant'anni sul diritto
conteneva un'eresia; il Papa rispo- della collazione de'benefizi, che gli
se, che la chiesa di Roma non a- imperatori pretendevano. Fu perciò
vea mai avuto eresia, che anzi le confermalo l'accordo fatto dai le-

avea ella sempre tutte fulminate. gati di Calisto II, e di Enrico V


iSo LAT LAT
in Worms nell'anno precedente, sul- Il 35 sotto il Pon-
concilio del 1 1

l'affare delle invesliture ecclesiasti- tefice Furono appro-


Innocenzo li.

che, terminando cosi la funesta vate le tregue del Signore, le qua-


controversia, che avea tenuto di- li consistevano nell' astenersi da
tìso il sacerdozio dall'impero. Ven- qualunque ostilità, dal mercoledì
ne pertanto che gl'im-
concluso^ a sera fino alla mattina del lunedi
peratori non darebbero più alcu- seguente. Gali, christ. t. I, p. 986;
na investitura di benefizi pel pa- Lenglet, Tavolette cronol.
storale e r anelloj ma che i vesco- 11 concilio generale Lateranense
vi e gli abbati eletti hberamente 7/ del 1139 nella basilica Late-
e senza simonia, riceverebbero le ranense , celebrato dal Papa In-
investiture de' feudi soltanto col nocenzo II a' 18 aprile. V'inter-
bastone o collo scettro . Furono vennero quasi mille vescovi, e se-
rinnovate le indulgenze che Urba- condo alcuni anche l' imperatore
no li avea accordato a coloro, i Corrado III. Il principale oggetto
quali prestassero soccorsi ai cristia- di questo concilio fu la riunione
ni oppressi dagli infedeli. Fu inol- della Chiesa dopo lo scisma dell'an-

tre prescritto ai crocesignati che tipapa Anacleto II, morto nel 1 138.
avevano deposto le croci che si Vi si fecero trenta canoni, in gran
erano messe sugli abiti pel viaggio parte eguali a quelli del concilio
di Gerusalemme e sacra guerra, di Reims del 1 1 3 1 ,
presieduto dal-
pena di scomu-
di ripigliarle sotto lo stesso Innocenzo II. Si proibi-
nica, onde sottrarre la Palestina rono i tornei; si minacciò di ana-

dalle mani degli infedeli ; come tema i canonici, i quali escludes-


pure trattossi della spedizione di sero dall'elezione del vescovo gli uo-
Spagna contro i mori e saraceni. mini religiosi; condannaronsi nuo- i

Fu proibito ai monaci dal canone vi manichei che seminavano anco-

XVll di amministrare pubblica- ra i loro errori, e quelli di Pietro


mente la penitenza; di visitare gli di Bruis e di Arnaldo da Brescia,
infermi ; di far le unzioni e di antico discepolo di Abelardo : egli
cantar le messe pubbliche. I ve- declamava contro Papa, i ve- il

scovi altamente delle


lagnaronsi scovi, chierici ed i monaci , e
i

prerogative concesse ai monaci, o blandiva solamente i laici; si con-


da loro usurpate, dicendo: w Al- dannarono pure i loro seguaci che
tro non resta se non che ci tol- sostenevano non potersi salvare i
gano la croce e l'anello, e di sot- vescovi che avessero regalie, i mo-
tometterci alle loro ordinazioni ; naci e i chierici che possedessero.
eglino possedono le terre, i castel- Vi si deposero i vescovi ordinati
li, le decime, le oblazioni de' vivi dagli scismatici; Innocenzo II H
e de* morti ". Sì rinnovarono le chiamò per nome, e strappò loro
scomuniche contro i nicolaiti ed i le croci, l'anello e il pallio, dopo
simoniaci. Il Papa vi canonizzò s. averli rimproverati de' loro falli;

Corrado vescovo di Costanza, e vi si abrogarono quindi gli atti del-


creò quattro cardinali. tom. Reg. l'antipapa, e questo condannato.
XXVI 1; Labbé tom. X; Arduino Fu proibito a' laici di possedere le
tom. VI; Martenem Collect. tom. decime ecclesiastiche, o fosse che
VII; Diz. de' concila. le avessero ricevute dal vescovo o
LAT LAT iSi
dal re, e si dichiarò che se non zione canonica del Pontefice, e per
lerendevano alla Chiesa, incorre- prevenire gli scismi fu stabilito,
vano il delitto di sacrilegio, e la che se nella elezione del Papa i
pena di eterna dannazione. Si de- cardinali non sono d'accordo per
cretò la scomunica a chiunque eleggerlo di unanime consenso,
persuaso dal demonio mettesse le si riconosca per Papa quello che
mani sopra gli ecclesiastici. Furo- avrà due terzi de' voti dei cardi-
no condannati i simoniaci, i nico- nali elettori presenti; e quello che
laiti, e quelli che ricevessero dai non avendo che il terzo de' suffra-
laici le investiture ecclesiastiche. gi o meno de' due terzi, osasse
II Papa viSturmio canonizzò s. prendere il nome di Papa, sarà
primo abbate di Fulda. Regìa tom. privato di ogni ordine sacro, e sco-
XXVII; Labbé t. X; Arduino tora. municato in guisa che non gli si
VI ; Marlene, Thesaur. tom. IV; accorderà il s. Viatico che negli
Diz. de' conciIli. estremi della vita, qualora sino a
Il concilio del 1167 il 68 questo punto fosse stato ostinato nello
nella basilica Lateranense, Celebra- scisma, e non si fosse pentito. Nel

to dal Pontefice Alessandro III ai secondo si condannarono molli a-


5, i4 e 19 marzo. Lo scismatico busi cui le frequenti appellazioni
imperatore Federico I che rigoro- aveano introdotti. Fu proibito di
samente assediava Roma, vi fu sco- esigere alcuna cosa pel possesso dei
municato, ed assolti i di lui sud- vescovi, abbati e curati, per le se-
diti dal giuramento di fedeltà, pri- polture, i matrimoni e gli altri sa-
vando il principe dell'impero, co- cramenti. I vescovi fecero de' gran
me sostenitore dello scisma e de- lamenti contro la sregolatezza di
gli antipnpi. Reg. tom. XXVII ;
alcuni ordini regolari, massime dei
Labbé lom. X ; Arduino tom. VI ;
nuovi ordini militari de' templari
Diz. de^ concila. e dei gerosolimitani o spedalieri.
Il concilio generale Lateranense Fu proibito a' religiosi di qualun-
III del II 79, celebrato dal Pon- que istituto di ricevere novizi per
tefice Alessandro IH. V'interven- denaro, di possedere peculio, sotto
nero più di trecento vescovi di tutti pena di scomunica. Si rinnovaro-
i paesi cattolici , Nettario abbate no i regolamenti per la continen-
che vi si recò pei greci, i cardina- za de'chierici; vi si proibì la plu-
li, il prefetto, i senatori ed i con- ralità de'benefizi. » Affine di prov-
soli di Roma. Ebbe
luogo per ri- vedere all' istruzione de'poveri chie-
mediare agli abusi che si erano in- rici, vi sarà in ogni chiesa catte-
trodotti nel lungo scisma sostenu- draleun maestro, a cui si asse-
to da quattro antipapi e di recen- gnerà un benefizio e sufficiente,
te sopito, dopo la concordia segui- che insegnerà gratuitamente; non
ta nel 1177 in Venezia tra il sa- si ricuserà la permissione d' inse-
cerdozio e l'impero, Alessandro III gnare a chi ne sarà capace". Inol-
e Federico I. In tre sessioni si fe- tre venne ordinato che i prelati
cero ventisette canoni. Il primo non potessero assistere ai banchet-
porla, che l'elezione del Papa fu ti, non usassero vesti preziose, né

dichiarata diritto esclusivo dei car- andassero alla caccia; che niuno
dinah. Quindi per la valida ele- senza il patrimonio non potesse or-
i52 LAT LAT
dinarsi diacono o prete; che niuoo adempiere al ministero ecclesiasti-

iosse eletto vescovo senza aver tren- co, i quali al pari di quanti altri

ta anni di età. Furono condannati fossero trattenuti da qualche im-


gli eretici valdesi, albigesi che si pedimento canonico, vi mandasse-
divisero in catari, patarini e pub- ro rappresentanti loro ammissibili.
blicani; seguendo gli errori de'ma- Ognuno osserverà ,
qcianto all' ac-
nichei rigettavano l'antico Testa- compagnamento sì in uomini come
mento, le preghiere pei morti, la in cavalli, le discipline del concilio
presenza reale di Gesù Cristo nel- di Laterano, in modo che ninno
l'Eucaristia, l'autorità della Chie- abbia seco maggior seguito di quel-
sa, ec. Trattossi della riforma dei lo consentito dal concilio stesso ;

costumi, e vennero annullale le bensì minore se vuole. Invitò gli

ordinazioni fatte dagli antipapi. Sì arcivescovi e vescovi d' ingiungere


rinnovarono i canoni de' preceden- a tutti i capitoli non solo delle
ti concilii circa la disciplina, e si cattedrali, ma delle altre chie<ie an-
repressero le violenze de' potenti. cora, d' inviare al concilio il prio-

Regia t. XXVII; Labbé tom. X; re, il decano o altra idonea per-


Arduino tom. VI; M^artene in Col- sona , avendovi a trattar di vari
lect. tom. VII; Diz. de'concilii. punti concernenti i capitoli stessi.

Il concilio del 1 1 80 celebrato Niuno però si porre o-


attenti di
da Papa Alessandro III. Furonvi stacoli spargendo zizzanie o facen-
confermate le tregue del Signore. do intoppi al viaggio. 11 medesimo
Gali, christ. t. I, p. 986. invito ebbe il capitolo patriarcale
Il concilio generale Lateranense di Costantinopoli e V imperatore
/Fdel 12 15, celebrato da Inno- d'oriente Enrico, dovendosi delibe-
cenzo III. Questo Papa a* 18 o 20 rare di cose che riguarderebbero
aprile 1 2 1 3 scrisse una lettera data l'utile e l'onore di questo ultimo.
dal Laterano, ai patriarchi, agli ar- In una parola Innocenzo HI in-

civescovi e vescovi, agli abbati e vitò al concilio l'oriente e l' occi-


priori, ai gran maestri degli ordini dente, i principi spirituali e tem-
equestri, ed a tutti i regnanti di porali; in tutte le parti del mondo
cristianità, loro esponendo la con- cristiano mandò inviti ed esorta-
dizione della Chiesa, il desiderio zioni. Al tempo stabilito si trova-
della ricupera di Terrasanta e della rono in Roma pel concilio quat*
riforma della Chiesa universale. Di trocento dodici, ovvero quattrocen-
avere perciò rivolto ferventi preci to ottantadue vescovi, ottocento o
e lagrime al Signore ; tenute fre- novecento abbati e priori, gli am-
quenti consulte coi cardinali ed al- basciatori degl'imperatori, dei re
tre prudenti persone , e di essersi e di quasi tutti i principi cattoli-
deliberato di convocare secondo la ci. V* intervennero due patriarchi
consuetudine de* santi padri un latini , cioè Gervasio di Costanti-
concilio generale per la salute delle nopoli e Paolo di Gerusalemme;
anime e bene del popolo cristiano, Giona patriarca de' maroniti ; il

da lì a due anni e mezzo a prin- patriarca d' Alessandria a causa dei


cipiar dal i2i3 stesso. Avvertì i saraceni appena potè mandare il
,

vescovi che in ogni provincia la- proprio fratello diacono; invece del
sciassero uno o due suiti'aganei per patriarca d* Antiochia infermo , ci
, 1

LAT LAT i53


venne il vescovo Ancherado ; set- ecclesiastici e secolari diede una
lantuno furono primali e i i nie- solennità forse mai veduta alla con-
Iropolitani, sopra i quali risplen- sacrazione che fece Innocenzo HI
deva il celebre Rodrigo di Toledo della basilica di s. Maria in Tras*
che pronunziò un discorso Ialino levere. Il concilio durò dagli 1

sulle prerogative del Papa, che ri- ai 3o novembre i2i5, perchè il

petè in tedesco, in francese, ed in Papa lo convocò pel giorno di s.


ispagnuolo, acciò tulli gli ascolta- Martino nella patriarcale basilica
tori l'intendessero. L'arcivescovo Lateranense, dove per la calca l'ar-
di Tiro vi accorse pure per espor- civescovo di Amalfi Matteo di Ca-
vi le condizioni di Terrasanta. Tra pua rimase soffocato sotto il ve-
i vescovi si notò che quello di Lie- stibolo, e fu sepolto nella basilica.
gi nella triphce qualità sua di con- Dopo che tutti furono raccolti, In-
te, duca e vescovo, si presentò nocenzo IH si assise in trono , e
nella prima sessione ornalo del data prima a tutti l'apostolica be-
manto e del berretto di scarlato nedizione, apri il concilio con gra-
nella seconda vestilo di verde, e ve ed eloquente orazione , della
solo nella terza coperto degli or- quale prese per testo le parole del
namenti episcopali. Oltre a tutti vangelo Desiderio desideravi hoc
:

questi, gli uomini più famosi pel Pascha manducare vohisciun. Poi
saper loro nel mondo cristiano si gli alti del concilio furono raccolti
trovarono in Roma pel concilio di per ordine del Papa in settanta
Laterano. Ulrico abbate di s. Gallo capitoli ovvero canoni, dopo i quali
intervenne al concilio come procu- vi è il decreto particolare della
ratore di Federico II re di Sicilia crociata, e nel medesimo tempo
e de* romani, mentre l'imperatore vennero tradotti in greco : gli ab-
Ottone IV, benché deposto e sco- biamo nei cinque libri delle de-
munica to^ vi mandò rappresentanti, cretali. Essi risguardano la condan-
per difendervi le sue ragioni. En- na degli eretici, la riforma della
rico imperatore latino di Costanti- Chiesa universale ed il ristabili-

nopoli, Filippo II Augusto re di mento della disciplina ecclesiastica,


Francia, Giovanni re d'Inghilterra, la pace tra* principi cristiani, ed il

Giacomo I Aragona
re Ugo I
d' , soccorso di Terrasanta, la riunione
re di Cipro, Andrea H re d'Un- de' greci co' Ialini. 11 patriarca dei
gheria, principi e grandi di tutti maroniti riunì i suoi connazionali
i paesi d'Europa, ed anche parec- colla Chiesa romana , e traltossi
chie città vi mandarono deputati. pure la questione della primazia
Duemila duecento ottantatre per- di Toledo. In sostanza questi ca-
sone assisterono a questo concilio, noni si aggirano intorno al dom-
altri dicono fra' quali mille due- ma, alla costituzione interna della
cento ottantanove -padri ; numero Chiesa, al servigio divino, alla di-
maggiore di quelle convenute al sciplina morale, alle giurisdizioni
concilio generale Lateranense III ; delle persone ecclesiastiche, ed al-
per lo che si vide Roma cattolica cuni diritti degli ordini religiosi, e
in questa congiuntura rispleuder finalmente alla condizione degli e-
di maggior lustro di Roma paga- brei verso i cristiani.
na. La presenza di tanti principi Il primo capo è l' esposizione
,

i54 LAT LAT


della fedo cattolica, falla principal- dopo il battesimo, dice il concilio,
mente in ordine agli albigesi ed alcuno cade in peccato, può essere
ai valdesi. Per questo vi è detto, rialzato per mezzo d'una vera pe-
non esservi che un solo Dio che nitenza ". Lo stesso concilio con-
fin dal principio fece dal nulla dannò il libro dell'abbate Gioac-
r una e V altra creatura spirituale chino (del quale parlammo all'ar-
e corporea, ed nuche i demoni, da ticolo GiOAccuiNo
abbate e fonda-
lui creati buoni, e che diventaro- tore della congregazione di Flora
no cattivi. La qual dottrina tende o Florense nella Calabria), contro
ad escludere due falsi principii
i Pietro Lombardo sopra la Trinità,
de' manichei. Per autorizzare l'an- e il Papa confutò la sua opinione
Testamento, vi si dice: »» che
tico» in questi termini. « Quanto a noi,
Io slessoDio che ha dato agli uo- coli' approvazione del concilio, cre-
mini la dottrina salutare per Mo- diamo e confessiamo, esserci una
sè e pegli altri profeti, è quel me- cosa sovrana, ch'è Padre, Figliuo-
desimo che fece poi nascere il suo lo e Spirito Santo, senza che siavi
Figliuolo dal seno della Vergine, in Dio quaternità, perchè ciascuna
affinchè ci mostrasse più chiara- delle tre persone è la stessa cosa,
mente la strada della vita ". Il vale a dire, la sostanza, essenza
concilio soggiunge : « Non v' è che ossia natura divina, che solo è il

una Chiesa universale , fuor della principio di tutto". 11 terzo cano-


quale ninno si salva : non v' è che ne pronunzia anatema contro tutte
im sagrifizioj cioè quel della messa, l'eresie contrarie alla esposizione
nel quale Gesù Cristo è egli me- della fede precedente , con qualsi-
desimo il sacerdote e la vittima. Il voglia nome sichiamino. Lo stesso
suo corpo e il suo sangue sono conte- canone dice, che se il signore tem-
nuti veramente nel sacramento del- porale, ammonito, trascura di pur-
l'altare, il pane essendovi cambiato gar la sua terra d'eretici, sia sco-
nella sostanza del suo corpo, e il municato dal suo metropolitano e
vino in quella del suo sangue dal- da' suoi comprovinciali, e se den-
la onnipotenza divina ; e questo tro r anno non dà soddisfazione ,
sacramento non può essere fatto se ne darà avviso al Papa, affin-
che dal sacerdote ordinalo legitti* chè dichiari i suoi sudditi assolti
niamente in virtù del potere della dal giuramento di fedeltà, ed es-
Chiesa, accordato da Gei.ù Cristo ponga la sua ferra alla conquista
agli apostoli e a' suoi successori
'*.
de' cattolici. E qui è da osservare,
)l termine di transustanziazione che a questo concilio assistevano
consacrato in questo canone, è slato gli ambasciatori di molti sovrani
poi sempre usalo dai teologi cat- i quali acconsentirono a nome dei
tolici per significare il cambiamen- loro padroni a questo decreto. Il

to che opera Dio nel sacramento concilio accorda a'cattolici che pren-
dell'Eucaristia; siccome la parola dono la croce per esterminare gli
consostanziale fu consacrata nel eretici, la stessa indulgenza come
concilio Niceno per esprimere il a quelli che vanno in Terrasanta.
mistero ineft'abile della Trinità. Lan- Scomunica i fautori degli eretici;
franco e Simone si erano serviti comanda di evitarli, dacché saran-
del primo contro Berengario. « Se no stati denunziati dalla Chiesa
-

LAT LAT i55


sotto pena di scomunica. « Ogni >» Nelle chiese cattedrali e col-
vescovo visiterà almeno una volta legiali, il capitolo eleggerà un mae-
all'anno per se o per altra perso- stro per insegnare gratis la gram-
na idonea, quella parte della sua matica e le altre scienze, secondo
diocesi, dove si dirà vi sieno degli la sua capacità. Quanto alle metro-
eretici ". La preeminenza del pa- politane avranno queste un teolo-
triarca di Costantinopoli sugli al- go per insegnar ai sacerdoti la san-
tri patriarchi e subito dopo il Pa- ta Scrittura, e principalmente ciò
pa, ch'era già stata chiesta al con- che risguarda la condotta delle a-
cilio di Calcedonia , fu ora con- nime, e si assegnerà a ciascuno dì
vertita in canone della Chiesa. Il questi membri la rendita di una
concilio nota il posto e le prero- prebenda". Si fecero alcune leggi
gative d'ogni patriarca con questo per r istruzione del clero ; si vietò
ordine : Costantinopoli, Alessandria, ai chierici l'esercizio della medici'
Antiochia^ Gerusalemme. Si con- na o chirurgia; il conferire bene-
cesse a delti patriarchi il diritto fìzi a persone indegne o a bastar-
di dare il pallio, dopo ch'essi l'a- di, e più che uno al medesimo
vessero ricevuto dal Papa ; il pri- soggetto; la santa Sede si riserbò
vilegio di farsi precedere dalla cio- poi di dispensare a questo propo-
ce astata, e la giurisdizione delle sito cogli uomini distinti per virtù
appellazioni, salvo quelle alla Sede e sapere. S'invitarono gli ecclesia-
apostolica. Vuole che si tengano stici alla sobrietà, a fuggire gli spet-
dai metropolitani ogni anno con- tacoli, astenersi dal tralhco e dalle
cilii provinciali ; regola la maniera taverne, vestir decente e modesto,
colla quale il superiore dee pro- osservar le ore canoniche, adem-
cedere quanto alla punizione dei piere tutti i doveri e gli uflìzi dei
delitti. Questo canone è celebre santo ministero. Venne proibito ai
e servi poi di fondamento a tutta chierici di benedire acqua calda o
la giudicatura criminale , eziandio fredda o ferri roventi in servigio
dei tribunali secolari. E proibito de giudizi di Dio. Pel culto delle
ai chierici di sentenziar a morte, chiese si fecero provvedimenti; si
ne di assistere a nessuna esecuzio- vietò il raccogliere limosine senza
ne sanguinaria ; ed ai principi di licenza del vescovo o del Papa,
far nessuna costituzione toccante i Vengono poi i canoni sopra l'ele-

diritti spirituaU della Chiesa. Quan- zioni, e i sacramenti della peniten-


to alla scomunica è proibito di za e dell' Eucaristia. Dopo il cele-
pronunziarla contro chiunque, sen- bre canone : Onmis uliiusqae se-
za prima avvertimelo in presenza jcuSy sopra la confessione e comu-
di testimoni, sotto pena di essere nione pasquale, soggiunge il con-
privato della chiesa per un mese. cilio, per occasione di queste pa-
» I vescovi eleggeranno uomini role al proprio sacerdote; che se
idonei per la predicazione , i qua- alcuno vuol confessarsi da un sa-
li visiteranno in lor vece le par- cerdote estraneo, ne ottenga prima
rocchie della diocesi, quando noi la permissione dal suo proprio sa
potranno fare da se medesimi; come cerdote, poiché altrimenti non può
pure per ascoltare le confessioni e uè legare né sciogliere, ^oa
l'altro
amministrare la penitenza ". è vero che questo sia il primo ca-
,

i56 LAT LAT


none nolo , che prescriva gene- si potessero ritrovare, se prima non
ralmente hi confessione sacramen- saranno state approvate dall' auto-
tale, la quale, come dice il concilio rità del Papa. L'indulgenza per

(li Trento : Ecclesia sancta utitur, la dedicazione della chiesa non du-
tt ab inìtio seniper usa est. 11 ca- rerà più d' un anno, e di quaranta
none, dicono diversi, che fu fatto giorni per l'anniversario, e così per
j)erchè assai di rado in quei tem- altri motivi. Quanto alla giurisdi-
pi i cristiani, parlando in generale, zione interna della Chiesa, non so-
si accostavano ai sacramenti. Gli lo il concilio confermò le prece-
albigesi che pretendevano ricevere denti provvisioni, ma pose limiti
la remissione de' peccati senza con- temporale nella
altresì all'ingerenza

fessione e senza soddisfazione, pos- sua costituzione, proprietà e disci-


sono anche aver data occasione a plina; nessun laico potendo essere
questo decreto, in cui, per nome arbitro in materia ecclesiastica. Gli
di proprio sacerdote, si deve inten- altri decreti versano intorno alla
dere il curato, come nel concilio simonia. Il concilio proibisce le tas-
di 12 12; salvo però il
Parigi del se per la consagrazione de' vesco-
diritto del vescovo diocesano ; e il vi, le benedizioni degli abbati , le

sacerdote straniero è il curato di ordinazioni de' chierici ; vuole che


un'altra parrocchia, ovvero qualun- i sacramenti siano amministrati gra-
<|ue altro sacerdote. Quanto alla tuitamente. Proibisce alle religiose
riforma de' monasteri, e in conse- di prender donzelle per denaro
guenza a diversi abusi, il concilio sotto prelesto di povertà. Quelle
prescrive. i.° Che gli abbati ovve- che avranno commesso questo fallo
ro priori tengano de' capitoli ge- saranno chiuse in altri monasteri
nerali ogni tre anni, ne' quali si di più stretta osservanza, per farvi
tratterà delia riforma e della os- perpetua penitenza, come per un
servanza regolare. 2.° Che lo stesso delitto de' più enormi. Lo stesso
far debbano canonici regolari.
i pegli canone cinquan-
uomini. Il

3." Non si dovranno stabilire nuo- tesimo quarto grado la


riduce al

vi ordini religiosi, affinchè la trop- parentela, che mette impedimento


pa varietà non apporti confusione al matrimonio; che prima conta-

nella Chiesa; ma si approvò l'or- vasi sino al settimo : si proibirono


dine de' predicatori istituito da s. i matrimoni clandestini. Dichiarò
Domenico Gusmano, nonché l'or- pure il concilio invalido il matri-
dine de' minori fondato da s. Fran- monio di Curcardo d'Avesnes con
cesco d'Asisi. L' ordine de' crociferi Margherita di Fiandra, per avere
fu ristabilito e dotato di privilegi: il primo goduto antecedentemente
molte questioni e liti Ira diversi de' benefizi ecclesiastici.
ordini religiosi furono esaminate e La maggior parte de' decreti di
definite. Un
abbate non potrà go- questo concilio servirono di fonda-
vernare più monasteri , né un mo- mento alla disciplina che si osser-
naco avrà figliuolanza in molte ca- vò in appresso, esono molto cele-
se; non si mostreranno fuori delle bri presso i canonisti. Del rimanen-
loro casse leantiche reliquie, né te sono tutti in nome del Papa.
si esporranno in vendita ; non si Dopo i canoni ci è il decreto deU
darà nessun culto olle nuove, che la crociata, in cui vi è stabiUto il
LAT LAT iT;
giorno per raccogliersi insieme, per impedire che gli ebrei non ispo-
Ja quale Innocenzo III fece di tut- gliassero con usure i cristiani, ri-

to per venirne alla vantaggiosa mise in vigore il divieto di qua-


riuscita, sia con accendere il fer- lunque specie di traffico tra ebrei
vore de'fedeli, sia nel procurare i e cristiani. Rinnovò il canone del
mezzij sia nel concedere privilegi concilio di Toledo, che dichiarò
a'crocesignati. Rinnovossi la male- gli ebrei incapaci d'ogni pubblico
dizione e r anatema contro tutti uffìzio. Essendo cadute in rovina
quelli che fornissero munizioni ai le quattordici sedi vescovili dell' i-

saraceni, o si mettessero a' loro sota di Cipro, furono ridotte a


stipendila o gli assistessero in qua- quattro, inculcando il concilio che
lunque modo. Innocenzo III con fossero occupate da vescovi latini
sua bolla data dal palazzo di La- anziché greci. La causa dell'impero
terano, assolvette da ogni peccato, fu disputata tra i deputati d'Ot-
dopo confessati e pentiti, quelli che tone IV e di Federico II, e giudi-
prendessero la croce, o contribuis- cata in favore di quest' ultimo,
sero alla santa impresa. In fine si che dall'emulo veniva chiamato per
proibiscono per tre anni i tornei, ischerno il re dei preti. Avendo
acciò non fossero d' impedimento Ottone IV violato il giuramento
alla sacra guerra. In questo conci- suo verso la Chiesa romana, non es-
lio, e trattando l'affare degli albi- sendosi curato di restituire le terre
ges'ìy negato a Raimondo VI
fu usurpate, ond'era stato scomunica-
conte di Tolosa, venuto al concilio to, e commesse diverse iniquità, il

accompagnato da suo figlio, e dai concilio approvò contro di lui l'e-

conti di Foix e di Comminges, la lezione di Federico II in re dei


restituzione delie loro terre, onde romani. Prendendo il Papa le di-
erano stati spogliati dai crociati, fese di Giovanni re d' Inghilterra,
per questa ragione, dice il Papa qual feudatario della santa Sede,
nella sua sentenza: « perchè la fe- scomunicò i baroni che il re avea
de e la pace non avevano mai po- provocato a ribellarsi, e Luigi di
tuto conservarsi nei paesi del con- Francia pegli armamenti a danno
te Raimondo ";e quindi lo dichia- del monarca inglese. Il concilio
rava escluso per sempre dalle sue finalmente si sciolse il giorno di
terre, sebbene pi'ovasse compassio- s. Andrea, e per ispiegarne i ca-
ne per lui_, specialmente pel figlio. noni e farne l'applicazione, furono
Fu lascialo alla contessa sua mo- poscia tenuti molti sinodi provin-
glie, in grazia di sue virtù, il go- ciali nella maggior parte degli stati,
dimento de' suoi fondi dotali, e al come a Genova, in Francia ed in
conte Simone di Monfort tutti i Germania. La maggior parte delle
paesi conquistati dai crociati^ salvi leggi fatte da questo concilio furo-
i diritti della Chiesa e delle per- no rinnovate in quello di Trento,
sone cattoliche. S'impose ai sara- e sono al giorno d'oggi generalmen-
ceni ed agli ebrei che portassero te osservate. Regia l. XXVIII; Labbé

un segno esteriore per distinguersi t. XI ; Arduino t. VI ; Diz. de'con-


dai cristiani , massime le donne ; cilii ; e l'articolo Innocenzo III.

né mostrarsi in pubblico nella set- Il concilio del 12 16. Gallia


timana santa. Volendo il concilio chtist. t. Ili, p. 991.
i58 LAT LAT
Il concilio del r444 ^o'*^ '^ P^"* to cardinali ; i patriarchi titolari
tefice Eugenio IV: fuvvi deposto il d'Alessandria e di Antiochia, olire
vescovo di Grenoble. Rinaldi a det- a quello di Aquileia; cento quat-
to anno. tordici vescovi, con molli abbati, dot-
Il concilio generale Lalernnenfie tori, ambasciatori de' principi, ed al-
V del i5i2, celebrato nella sala tri personaggi. Non è affatto da por-
detta de'concilii del palazzo Latera- si in dubbio l'ecumenicità di que-
nense, da Giulio II e da Leone X. sto concilio. Il Bellarmino sostiene
Fu convocato con bolla de'iB lu- questo concilio per ecumenico, an-
glio i5ri da Giulio II per li 19 che altri teologi sono di tal sentimen-
aprile dell'anno seguente, onde op- to. Il Y)Q\y\2X^Prae.not. can. I. 2,c. 5,
porlo al conciliabolo di Pisa denun- dice, che nec apud nos usquequaqne
ziato da alcuni cardinali scismatici probantur hujus concilii acta. Trat-
Lodovico XII re di Francia,
fautori di tine alcuni francesi, perchè è di mol-
per impedire una specie di scisma to pregiudizio alle loro opinioni,
nascente, per rinnovare i canoni del- tutti gli altri reputano e venerano
la disciplina ecclesiastica, per unire il concilio Lateranense V generale
in concordia i principi cristiani, e ed ecumenico. V. Du Gharme, TheO'
per intraprendere la spedizione con- log. t. I, prolog. p. 89, ^10, de Con-
tro i turchi, con dodici sessioni. A- dì. Laler. V, q. 2. Si cerca in fi-

vendo Giulio II con una bolla di- ne da alcuni, se in questo concilio


chiarata irrita e nulla la simoniaca sia stato il concilio di Co-
riprovato
elezione de' Pontefici, perchè rice- stanza, circa le prime sessioni sulla
vesse maggior forza la fece leggere podestà del Papa e del concilio, o
nel concilio. Venne estinto lo scisma se possono conciliarsi X opinioni
eccitato in Pisa contro Giulio II, d'ambedue concilii. Per ordine di
i

e fu abrogata la prammatica san- Leone X, Giacomo Mazzocchi é-


zione, ch'era stata introdotta duran- strasse dai propri originali gli atti
te i torbidi di Basilea, e che offen- del concilio, e li pubblicò in Roma
deva diritti della santa Sede. Du-
i colle stampe in un tomo in foglio
rò cinque anni circa, dappoiché a- nel i52i con questo titolo: Sacr.
Tcndolo incominciato Giulio II ai Lateranen. conciliuni novissiniwn
10 maggio i5r2, avendone celebra- sub Jiilio II et Leone X ctlebratum.
to cinque sessioni, ed essendo mor- Quando Giulio II l'aprì era assisti-

to a* 2 I febbraio 1 5 1 3, Leone X to da quindici cardinali, essendovi


che gli successe agli 1 i marzo, lo presenti quasi ottanta arcivescovi e
continuò e compi con altre sette vescovi tutti italiani, e sei abbati o
sessioni a' 1 6 marzo 1 5
1 7
, terminan- generali di ordini regolari. Di poi
do le differenze col re di Francia. il concilio dopo morto altamente
Alle prime quattro sessioni presie- ne commendò le gesta.
dette Giulio II; alla quinta a' 16 Fece l'apertura del concilio con
febbraio i5i3 il cardinal Raffaele lungo ed eloquente discorso sopra
Rìario vescovo d'Ostia, decano del Io stato lagrimevole della cristiani-
sacro collegio, essendo aggravnto il tà, il p. Egidio Canisio da Viterbo
Papa da mortai malattia. L'inter- generale degli eremitani di s. Ago-
vento dc'padri fu or più or meno stino, siccome il più celebre predi-
numeroso, che arrivarono a dieciot- catore de'suoi tempi, che Leone X
LAT LAT i59
creò poi cardinale. Fra le altre co- prammatica, cioè prelati, princìpi e
se disse r oratore. « Può egli ve- parlamenti di Francia, per compari-
dersi, senza versar lagrime di san- re al concilio dentro sessanta giorni,
gue, la corruzione e i disordini del e addurvi le ragioni che pretende-
secolo perverso nel qnal viviamo, il vano avere per impedirne l'abroga-
mostruoso sregolamento che regna zione. V sessione li 16 febbraio
ne'costumij l'ambizione, l'impudici- i5i3, presieduta dal suddetto cardi-
zia, il libertinaggio, l'empietà trion* nal decano. Vi recitò un' elegante
fare nel luogo santo, donde cpiesli orazione Giovanni Maria Ciocchi del
vizi cosìabbominevoli dovrebbero es- Monte arcivescovo di Manfredonia, e
sere sbanditi per sempre '* Prima . poi Giulio 111: egli era nipote del
sessione li io maggio. Fu letto Tun- cardinal Antonio del Monte che avea
decimo canone del concilio di To- persuaso Giulio II alla convocazio-
ledo, sopra la modestia, il silenzio, ne di questo concilio. Si decretò un
l'unione che deve regnare in sifFa- nuovo monitorio contro la Francia,
te assemblee, e furono eletti gli uf perchè fosse risposto intorno allo
fìziali del concilio. II sessione li 17 stesso argomento. Dopo sei giorni
maggio. Fu letta la bolla di appro- mori Giulio II. li 27 VI sessione
vazione del concilio. Il p. Tomma- aprile. Il nuovo Pontefice Leone X
so de Vio detto Caj etano, dotto ge- vi presiedette. Vi si produsse il mo-

nerale de'domenicani, e poi creato nitorio intimato da Giulio II con-


cardinale da Leone X, vi parlò tro i fautori della prarnmatica, e
contro il conciliabolo di Pisa. Ili si domandò una citazione contro la

sessione. Si tennea a' 3 dicembre contumacia de' francesi in questa


motivo di certo male contagioso che causa; ma il Papa non volle accon-
avea costretto a ritirarsi da Roma sentirvi , avendo in vista di guada-
la maggior parte de'prelati. Vi si gnare i francesi colla destrezza e
rinnovò la bolla che annullava tut- colla dolcezza . In fìtti Lodovico
tociò eh 'erasi fatto a Pisa e a Mila- XII mandò ambasciatori al concilio,

no, ove i cardinali scismatici avea- con facoltà di dichiarare a suo no-
no trasferito il loro detestabile con- me, ch'egli rinunziava al concilio
gresso, e quella che avea sottopo- di Pisa e aderiva a quello di La-
sto il regno di Francia all'interdet- terano, con patto che i cardinali
to. Il vescovo di Guerck o Giurk degradati da Giulio II fossero ri-
dichiarò per parte dell'imperatore stabiliti, e fosse annullato tuttociò
Massimiliano 1, ch'egli appiovava il ch'era stato fatto contro il suo re-

concilio, e rinunziava e disapprova- gno. VII sessione 17 giugno. Si


li

va tutto quello ch'era seguito in Pi- lessero le lettere de' due cardinali
sa. IV sessione a' 10 dicembre. del conciliabolo di Pisa, Bernardino
Vi si lessero le lelleie patenti del CarvnjaI e Federico Sanseveriuo,
re di Fi-ancia Luigi XI, indirizzate Colle quali rinunziavano allo scisma,
al Pontefice Pio li, che abrogava- condannavano tutti gli atti del con-
no la prammatica sanzione. L'av- cilio di approvavano quelli
Pisa,
vocato del concilio fece un discor- del concilio di Latcrano, promet-
so contro questa prammatica, e ne tevano di obbedire al Papa Leo-
domandò la revoca. Sì decretò un ne X e riconoscevano che il
,

monitorio contro i difensori della pontefice Giulio II li aveva giù-


i6o LAT LAT
stamcnte recisi dal numero de* car- stanza, alzar capo contro la san-
il

dinali. ta Sede, imitando la superbia di


Vili sessione li 17 dicemìjre. Il Satana. Contuttociò il parlamene
Papa vi presiedette. Gli ambascia- to in questo fatto non avea altro
tori di Francia del re Lodovico in mira, si dice, che di mantenere
XII vi presentarono l'atto col qua- la libertà della chiesa di Francia,
le il re loro signore aderiva al e di difendere il suo diritto an-
presente concilio di Laterano, e nesso, in virtù del quale tutte le

rivocava il concilio di Pisa, trat- bolle, brevi , rescritti e mandati


tandolo da conciliabolo. Fu fatto apostolici per la collazione de' be-
quest'atto, il quale tra le altre co- nefizi, giubilei, indulgenze, dispen-
se diceva, che quantunque il re a- se di voti, di età, in somma tutte le
vesse creduto di avere delle buone spedizioni della corte o curia di Ro-
ragioni per intimare e sostenere ma e della legazione d'Avignone, non
il concilio di Pisa, contuttociò a- potessero essere eseguite senza la

vendo saputo che il Papa Leone sua permissione, e senza la sua


X non l'approvava, e questo Pa- ratificazione che chiama vasi annes-
pa avendogli scritto di rinunziare so. In fatti questo diritto è tanto
a quel concilio e di aderire all'al- antico quanto monarchia fran-
la

tro tenuto in Roma, come solo cese, ed era stato sodamente sta-
legittimo; e attesoché il Papa Giu- bilito in Provenza, come si vede
lio II essendo morto, cessato era mon-
dalla raccolta di scritture di
ogni motivo di avversione, e l'im- signor di Maussac consigliere del
peratore e i cardinali contrari al parlamento d'Aix, ivi stampata nel
defunto avevano rinunziato al det- 1727. E a dir vero, dopo la bat-
to concilio di Pisa, prometteva an- taglia di Marignano, eh' ebbe poi
ch' egli in suo nome di non più luogo a* i3 settembre i5i5, il

sostenere il detto concilio, e di far Papa essendosi dichiarato per la


cessare dentro un mese l'assemblea Fiancia, e il parlamento di Pro-
che tenevasi a Lione sotto il suo venza avendo data pubblica sod-
nome, i.'' Sopra l'istanza presen- disfazione al Papa, e chiesta l'as-
tata da uno de' procuratori del soluzione delle censure, il Papa
concilio, contro il parlamento di dal canto suo confermò questo di-
Provenza, il Papa decretò un mo- ritto d' annesso, e acconsenti che
nitorio contro i membri di quel il parlamento ne facesse uso in
parlamento, per obbligameli a com- avvenire. 2." Si lesse un decreto
parire in persona dentro tre mesi contro certi fi^losofii che pretendeva-
al concilio. lamentavano in que-
Si no, che l'anima ragionevole fosse
sta istanza, che quel parlamento mortale, e che non ve ne fosse
non volesse permettere che si das- più d' una in tutti gli uomini,
se esecuzione alle lettere di grazia contro al detto di Gesù Cristo nel
e di giustizia accordate da sua vangelo, che, non si può uccidere
Santità, senza previa licenza del l'anima, e. che quegli che odia Va-
parlamento medesimo, che si ar- e, ninia sua in questo mondo, la con»
rogasse sopra i chierici e sopra i serva per Veterna vita. E contro
benefizi un'autorità che non gli quello eh* è stato deciso dal Papa
conveniva ; il che chiamasi nell' i- Clemente V nel concilio di Viea-
LAT LAT i6i
na :che l'anima è veramente ed
»» distesoda Guglielmo de la Coste
essenzialmente per sé stessa la priore commendatario di Vaulvìse
forma del corpo umano ; ch'ella è diocesi di Ambrun, e canonico del-
immortale, e moltiplicata secondo la chiesa collegiale di s. Salvatore
il numero de'corpi^ ne' quali è in- di Montpellier. Inoltre si lesse un
fusa ". Dipoi Leone X ordinò a lungo decreto riformaintorno la

tulli i professori di filosofia, che della corte di Roma, il quale con-


per quanto potessero, procurassero tiene molti regolamenti di disci-
di provare l'immortalità dell'anima plina massime riguar-
utilissimi ,

anche dai principii filosofici. Veg- danti i ed i benefizi, l


vescovi
gasi la di lui costituzione Sposto- cardinali devono menar vita esem-
liei regiminisj nel Bull. Rom. t. plare, assistere all' ufificio divino,
I, p. 549; Bernino, Storia delle celebrare la messa, aver la loro
eresie, t. IV, p. 240 ; e Lamber- cappella in un luogo proprio e
tini, De serv. Dei beatif, lib. 3, decente; le loro case, i mobili, la
cap. 19. 3." Si ordinò che tutti mensa non devono spirare la pom-
quelli che sono costituiti negU pa del secolo; si contenteranno di
ordini sacri, dopo il tempo che ciò che conviene alla modestia sa-
hanno impiegato nella grammatica cerdotale ; riceveranno favorevol-
e nella dialettica, non lascino pas- mente quelli che vengono alla cor-
sare i loro cinque anni di studio te di Roma; tratteranno amore-
nella filosofia, senza applicarsi alla volmente gli ecclesiastici che sono
teologia e al gius canonico. 4-° presso di essi . ; non gl'impiegheran-
Si pubblicarono tre bolle, la prima no mai in servigi bassi e poco
diretta a' principi cristiani, per e- decenti ; prenderanno cura egual-
sor tarli alla pace e all'unione, e mente degli affari dei poveri e di
rivolgere le armi contro gl'infede- quelli de'principi ; visiteranno una
li. La seconda a' boemi, contenen- volta l'anno o per sé, o per mez-
te un salvocondotto per obbligar- zo del loro vicario, se sono assen-
neli a venire al concilio. La terza ti, le chiese del loro titola e dia-
per la riforma degli ufFiziali della conie; avranno cura de' bisogni del
corte di Roma, intorno all'esazioni clero e del popolo, lasciandovi un
che facevano per le provvisioni fondo per mantenere un sacerdote,
de* ed altre spedizioni,
benefici o facendovi qualche altra fonda-
oltre a quanto era loro dovuto. zione ; non dispenseranno importu-
Rinaldi ad an. i5i3, num. 91. namente i beni delle chiese, ma
IX sessione li 5 maggio i5i4- ne faranno buon uso ; avran cura
Si lesse un alto de'prelati francesi, che le chiese cattedrali, che avran-
col quale scusavansi di non aver no in commenda, siano servite dai
potuto intervenire al concilio di La- vicari o vescovi suffraganei ; avran-
terano, perchè l'imperatore Massimi- no un numero sufficiente di reli-
liano I, e Massimiliano Sforza duca giosi nelle loro abbazie^ e le fab-
di Milano aveano loro negato un briche delle saranno ben
chiese
salvocondotto. L'atto era sottoscritto mantenute; eviteranno il lusso e
da cinque Chalons sur
vescovi, di ogni sospetto di avarizia nel loro
Saonne, di Lisieux, d'Amiens, d'An- treno. Gli ecclesiasticiche stanno
goulème e di Laon, ed era stalo presso di loro, porteranno gli ahi-
VOL. XXXVII. II
i62 LAT LAT
li del loro stato, e vivrauno chieri- in avvenire alcun libro in Roma
calraente. L'immunità le godrebbero né in altre città e diocesi, se pri-
solo i loro attuali famigliari, e pel ma non sarà stato esaminato a
futuro i reali ed effettivi. Stabili- Roma dal vicario di sua Santità,
lonsi le pene contro chierici ed i e dal p. maestro del sacro palaz-
i
laici colpevoli di bestemmie e zo; e nelle altre città dal vesco-
di delitti enormi. vo diocesano, ovvero da qualche
X sessione li 4 maggio i5i5. dottore destinato dal vescovo, e
11 Papa vi presiedette ; vi si tro- che ci avranno posta l'approvazio-
varono ventitre cardinali, e una ne sottoscritta, e questo sotto pe-
quantità d'arcivescovi, vescovi, ab- na di scomunica,
bali e dottori. Yi lessero quattro XI sessione li 19 dicembre i5i6.
decreti. Il primo dichiarò che i Si ammisero all'obbedienza del Pa-
monli di pietà stabiliti in Italia e pa i deputati del patriarca de'ma-
altrove , i quali sono una spe- roniti, e vi si lesse la loro professio-

eie di banco pubblico, dove si dà ne di fede, colla quale riconoscono


in imprestito chi ne denaro a che lo Spirito Santo procede dal
ha bisogno pegno, il ,
previo il Padre e dal Figliuolo, come da
quale sì rende spirato che sia il un solo principio e da un'unica
tempo ; che questi monti di pietà spirazione ; che vi è un purgato-
non sono usurari, quantunque sareb- rio; ch'era necessario di confessar-
be più perfetto stabilire de' luoghi si e di comuni-
de'propri peccati
dove s'imprestasse denaro gratuita- carsi almeno una volta l'anno. Fu
mente. Il secondo concerne il de- letta una bolla che prescrive le
10 e il Papa ; prescrive eh» i ca- regole da osservarsi dai predicato-
pitoli esenti non potranno preva- ri nel predicare la parola di Dio.
lersi della loro esenzione per vive« Fu letta la celebre bolla che sosti-
re in un modo poco regolare, ed tuiva il Concordato tra Leone X
evitare la correzione de' superiori, e Francesco T re di Francia, fatto
In conseguenza permette a' vescovi a Bologna, alla Prammatica san-
diocesani di visitare una volta l'an- zione (P^edi). Questo concordato
no i monasteri delle vergini sog- contiene, è vero, parecchi articoli
getti immediatamente alla santa della prammatica, raa la maggior
Sede. Il secondo, che le cause con- parte furono sfigurati e parecchi
cernenti i benefìzi, purché non altri del tutto aboliti. Il primo ar-
Sjieno riservate, e che la loro ren- licolo era diametralmente contrario
dita non ecceda ventiquattro du- alla pramuialica. Questa aveva ri-
cali, saranno giudicate in prima messo il diritto dell'elezione, lad-
ìi»lanza davanti gli ordinari ; uè si dove il concordato porta che i ca-
potrà appellare dal loro giudizio, pitoli delle chiese cattedrali di
se non sarà prima uscita una sua Francia non faranno piii in avve-
sentenza definitiva, se non fosse nire l'elezione de' loro prelati, es-
che l'iuterloculorio contenesse un sendo vacante la sede; ma che il

aggravio, che non potesse essere re esibirà la nomina al Papa nel-


riparato tlalla sentenza definitiva. Io spazio di sei mesi, da contarsi
11 terzo è sopra la stampa de'li- dal giorno della vacanza della se-

bii : piescrivc di non imprimere de^ d'un dottore o di un licenziato


LàT LAT i63
in teologln, in età di ventisette aveano studiato e i nobili tenuti ;

anni per lo meno; e che il Papa a giustificare la loro nobiltà, e


lo provvedeià della chiesa vacante. tutti i graduati di dare ogni anno
Che se il re non dasse la nomina in quaresima copia delle loro let-
di soggetto idoneo, ne nominerà tere di grado, di nomina, di atte-
tin altro nello spazio di tre mesi, stati di sludi ai collatori, ovvero
dopo esserne stato avvertito, da patroni ecclesiastici, e di produrre
coniarsi dal giorno del rifiuto; in i loro nomi e cognomi ; e nel ca-
difetto ci provvederh il Papa. Con so che abbiano ommesso di farlo
questo trattato il Papa si riservò un anno, non potranno ricercare in
la nomina de' vescovati vacanti in quell'anno il benefizio vacante in
curia, vale a dire de'benefìziati che virtù de'loro gradi. Che se qualche
muoiono nella corte di Roma, sen- gradualo non ha prodotto, la col-
za aspettare la nomina del re. Il lazione sarà libera al col latore,
secondo articolo porta l'abrogazione purché il benefizio con vachi tra
di tutte le grazie aspettative, e le la prima insinuazione e la quare-

riserve pei benefizi che vacheranno. sima. I collatori nei mesi di favo-
il terzo stabilisce il diritto dei gra- re potranno eleggere chi vorranno,
duali, e dice che i collatori saran- tra i graduati nominati, ma nei
no tenuti di dare la terza parte due mesi di rigore saranno obbli-
de'loro benefizi a' graduali, ovvero gati di darlo al più antico nomi-
piuttosto che nomineranno de'gra- nato; e in caso di concorrenza, i

duati ai benefizi che verranno ft dottori saranno preferiti ai licen-


vacare ne* quattro mesi dell'anno, ziati, i licenziati ai baccellieri, tol-
cioè in gennaio e luglio a quelli tone i baccellieri formati in teolo-
che avranno insinuato le loro let- gia, che saranno preferiti ai licen-
tere di grado e il tempo de'loro ziali in diritto o in medicina, e i
studi, il che si chiama il mese di baccellieri in diritto ai professori
rigore j in aprile e in ottobre ai delle arti. Chiamavansi baccellieii
graduati solamente nominati, vale formati quelli che non avevano
a dire, che non avranno fatto in- preso il grado ptima del tempo,
sinuare i loro gradi ^ il che si ma secondo la forma degli statuti
chiama mese di favore. Il tempo dopo dieci anni di studio. Nel-
di studio necessario è fissato dieci la concorrenza di molti dottori o
anni per i dottori, licenziati o bac- licenziati, la teologia passerà la
cellieri in teologia; e sette per i prima. Poscia il diritto canonico,
dottori e licenziali in diritto ca- il diritto civile e la medicina ; e
nonico ovvero civile e in medici- in caso di concorrenza eguale, l'or-
na; e a cinque anni per i baccel- dinario potrà gratificare quel che
lieri semplici in teologia, e cinque vorrà. Bisogna ancora che i gra-
anni pei baccellieri in diritto cano- duati esprimano nelle loro lettere
nico ovvero civile, e se sono no- di nomina i benefizi che già pos-
bili a Ire solamente. È detto che seggono e il loro valore; che se
saranno tenuti a notificare le loro ne hanno del valore di duecento
lettere di grado e di nomina una fiorini di rendita, o che domanda-
volta avanti la vacanza del benefi- no residenza, non potranno ottene-
zio per lettere dell'università, dove re altri benefizi in virtù de'loro
i64 LAT LAT
gradi. Del rimanente i benefizi re- zione di appellare all'ultimo giudi-
golari saranno sempre dati a* re- ce omi'sso medio j ne d'interporre
golarij e i secolari ai secolari, sen- appello prima della sentenza defi-
za che il Papa ne possa dispensa- nitiva, se non fosse che l'aggravio
re. Le rassegnazioni e permute sa- della sentenza definitiva non si
ranno libere ne*mesi de*graduati : potesse riparare al definitivo.
Je cure delle città saranno conferi- I cinque articoli seguenti sono
te ai graduati. Finalmente si proi- simili in tutto a quelli della pram-
bisce alle università di dar le let- matica, cioè il sesto de' possessori
tere di nomina ad altriche a pacifici ; il settimo de' concubina-
quelli che avranno compiuto il ri; l'ottavo del commercio cogli
tempo prescritto degli studi. La scomunicali, che in certi casi non
diflferenza tra il concordato e la sono da evitare; il nono degl'in-
prammatica sanzione consiste, che terdetti ; il decimo riguarda il de-
questa obbligava tutti i collatori e creto de sublatione Clenientinae Ut-
patroni ecclesiastici a tenere dei terìs. Quanto agli altri due artico-
ruoli esatti di lutti i benefizi che li della prammatica concernenti le
fossero a loro disposizione, a fine annate e il numero de'cardinali, il

di conferirne d'ogni tre uno dei concordato non ne fa nessuna men-


graduati per giro ; laddove il con- zione. Si fece poi nel concilio la
cordato, conservando questo diritto, lettura della bolla che aboliva la
ha solamente tolto questo giro di prammatica sanzione, sulla pretesa
ruolo, ed ha riserbato a' graduati ch'ella fosse notoriamente nulla
i benefizi vacanti ne' quattro mesi per molti capi. Questa bolla fu
dell'anno accennati di sopra , e ricevuta da tutta 1' assemblea, ec-
questo diritto sussiste ancora di cetto dal vescovo di Tortona in
presente. Il quarto articolo dichia- Lombardia, ch'ebbe il coraggio di
ra, che il Papa potrà provvedere opporvisi. Egli protestò che la ve-
a un benefizio, quando il collatore nerazione che doveasi avere pel
ne avrà dieci da conferire, e a due concilio di Basilea ( conciliabolo
quando ne avrà cinquanta, purché quando si formò
prammatica), la
non sieno due prebende della stes- e per l'assemblea di Bourges( ove
sa chiesa j e che in questa colla- appunto la prammatica si slese nel
zione il Papa avrà il diritto di i438), avrebbe dovuto impedire
prevenire i collatori ordinari. 11 che non si mettesse mano in un
giusto valore del benefizio dev'es- affare di tanta importanza; e che
sere espresso nelle provvisioni, altri- quanto a se, non poteva egli ap-
menti la grazia sarà nulla. Il quin- provare, che punto si revocasse di
to concerne le cause e le appella- quello ch'era fondato sopra l'auto-
zioni 5 questo articolo è conforme rità di que' due concilii, e ch'egli
alla prammatica. Vi è detto che risguardava l'assemblea di Bourges
le cause devono essere terminate come un vero concilio, attesa la
sopra luogo dai giudici, ai quali sapienza di sue decisioni. Ma non
appartiene per diritto, per costume, si ebbe riguardo alle sue rimo-
o per privilegio di farne cognizio- stranze. Del rimanente é noto qua-
ne ; toltone le cause maggiori, che li forti opposizioni incontrasse il

sono espresse nel gius, con proibi- concordato per parte del parlamea-
LAT LAT 65
fo, della chiesa di Parigi, e delle II concilio finalmente del 1725
università; le modificazioni colle nella basilica Lateranense , cele-
quali fu ricevuto dal parlamento; brato dal Papa Benedetto XI IL
le dispute e le divisioni alle qua- Questo concilio con qualche diffu-
li diede occasione la sua esecuzio- descrivemmo nel voi. XV,
sione lo
ne. Fu anche letta la bolla intor- p. 172 e seg. del Dizionario. So-
no al privilegio de* religiosi, colla lo qui noteremo, che il concilio
quale il Papa stabili, che gli or- trattò cose riguardanti la fede, ì

dinari avranno diritto di visitare costumi, e la disciplina ecclesiasti-


le chiese parrocchiali che appar- ca e sua riforma. Fra le altre co-
tengono ai regolari, e di celebrarvi se si dichiarò per regola di fede
la messa ; che avranno diritto di la bolla Unigenitus di Clemente
esaminare i religiosi che vorranno XI, condannandosi tutti gli scritti
essere impiegati nel ministero; che contro di essa pubblicati. Avendo
quelli che si saranno confessati da concesso Giovanni XI nel 98 1 il
questi religiosi approvati dall'ordi- pallio ai patriarchi di Costantino-
nario, si terrà che abbiano sod- poli senza ricorrere alla santa Se-
disfatto al canone XJtrìusque sexus. de, questo concilio revocò la con-
Il Papa poi entrò in un minuto cessione, accordando solamente ai
dettaglio delle cose spettanti ai patriarchi orientali, che soltanto
regolari. dopo di averlo essi ricevuto dal
XII sessione li 16 marzo del Papa potessero conferirlo ai rispet-
i5i7. Vi si pubblicò una bolla tivi sufifraganei. V. Concilium ro-
che confermava tuttociò eh* era manum in sacrosancla basilica La-
stato fatto nelle undici sessioni teranense celebratimi anno univer-
precedenti, e che ordinava una sali jubilaei 1725 a sanctissimo
imposizione di decime da essere Patre et Domino nostro Benedicto
impiegate nella guerra contro i Papa XIII, Romae 1725. Filippo
turchi, la quale si decretò contro Federico Hane, De conciliisLate"
Selim I, nominandosi per capi della ranensik:s^ Riliae 1725. Gio. Fran-
spedizione Massimiliano I re dei cesco Budeo, De conciliis Latera-
romani, e Francesco I re di Fran- nensibus, Jenae 1725. Rasponi, De
cia; la morte di Cesare, e la na- basilica et patriarchio Lateranensiy
scente eresia di Lutero, che cagio- lib. II, cap. XI, De conciliis ha-
nò tante turbolenze in Alemagna, bitis in basilica Lateranense. Gior-
resero nullo quel gran progetto. gio Walchio, Conimentatio de conc,
In tal modo ebbe fine il concilio Later. a Benedicto XIII celebrato,
generale ed ecumenico Lateranense Lipsiae 1728. Formagliari, Dia-
V. Molti vescovi dissero, che vi rio del concilio romano tenuto nel
erano assai altre cose da regolare, 1725. Gio. Cristoforo Rlemmio,
e che non bisognava terminare il De conc. a Bened. XIII in Late-
concilio ; ma la pluralità de* voti rano habito Tuh'iogae 1729. Fran-
j

la vinse per la chiusura. Dopo di cesco Antonio Zaccaria, Difesa del


che un cardinale disse ad alta vo- romano tenuto nel 1725,
concilio
ce Signori andate in pace. Reg.
: Ravenna 1782.
t. XXXIV; Labbé t. XIV; Ar- LATGER Bertrando, Cacdinale^
duiao t. IX; Diz, de* concila. Bertrando Latger, nato nella prò-
,

i66 LAT LAT


\incia d'Alvergna, valente teologo dal fondo delle vesti cui erano at-
dell'ordine de' minori, e lettore del taccate. Siffatte liste, ossiano larghe
convento di Montpellier, fu pro- righe, sono altresì chiamate dagli
mosso nel 1345 da Cleraenle VI autori antichi, viae, virgae^virgulaef
al vescovato di Ajaccio nella Cor- tramite s^ liiieae e zonae. Essendo la
sica, da cui venne dallo stesso Pa- tunica una veste che portavasi più
pa nel 1348 trasferito a quello di abitualmente in Roma, essa ador-
Asisi. Avendo per lo spazio di ven- navasi coi davi per distinzione del-
ti anni con somma prudènza go- le classi fra' romani. L'ansruslicla-
o
vernata quella diocesi, passò nel vo era ornato di due liste strette
1 368 al vescovato di Glandeve in di porpora, collocate sul davanti
Provenza, finche nel maggio o giu- della tunica, le quali partendo dalle
gno 1371 Gregorio XI lo creò car- spalle, andavano fino ai piedi : il

dinale prete del titolo di s. Prisca, laticlavo avea una sola lista sul
e forse poi ebbe quello di s. Ce- petto. Alcuni dicono che i romani
cilia. Seguì il Papa nel viaggio che avessero ricevuto dalle isole Balea-
fece d'Avignone a Roma per resti- ri questa veste, che Tulio Ostilio
tuirvi la residenza pontifìcia. Inter- portò pel primo : diventò in se-
venne ai comizi di Urbano VI, che guito comune a tutti i romani, ma
quantunque lo facesse vescovo d'O- potevano vestire il laticlavo i soli
stia e Velletri, abbandonò per git- senatori, gli altri usavano l'angu-
tarsi al partito dell'antipapa Cle- sticlavo. 11 laticlavo era ciò che i
mente VII. Mori in Avignone nel greci chiamavano mesoporphyra,
1392, e rimase sepolto nella chiesa od ornato di porpora nel mezzo,
de' francescani. Scrisse un libro del- mentre la pretesta era periporphy-
lo scisma contro gli eretici. ra, o bordata con una lista di por-
LATICLAVIO o LATICLAVO, pora. 11 laticlavo portavasi sotto la
Latìclavius. ì^oào o liste, segni, or- toga senza cintura, mentre che con
namenti di porpora, di altro drap- la penula f mantello militare, ciu-
po o d'oro in forma di testa di gevasi la tunica. Inoltre si adorna-
cbiodo tondo o quadrato , ovvero vano di davi anche altre vesti dif-
striscia di tali materie. La toga se- ferenti dall'angusticlavo e dal lati-
natoria, per avere [il laticlavio, si davo; la penula medesima non
chiamò toga latìclavis. 11 davo era che un mantello od una ca-
clavus, presso gli antichi romani fu sacca bordata di davi. La tunica
un ornamento in rilievo, una spe- angusliclava, a liste di porpora, era
cie di bottone a foggia di largo in Grecia usata molto dai ricchi;
chiodo, d'oro odi porpora, che si portavano gli altri delle tuniche a
metteva a più file sulle tuniche, liste bianche. A Sparta erano proi-
le quali perciò si chiamavano Jn- bite le liste di porpora; a Taran-
gitsticlaveo Lalìclave^ secondo che to l'angustidavo era di una stoffa
le fascìe ornate
con quei chiodi leggiera e trasparente ; a Siracusa
erano strette o larghe alcuni le : usavasi cortissimo. Sul Laticlavo
collocavano orizzontalmente, altri ed Angusticlavo furono pubblicati
verticalmente. Pare piuttosto che i molti differenti sistemi, e tutti lun-
romani intendessero pe^' davi delle gamente discussi nell'opera di Al-
liste di stoffa di colore difcenle berto Rubens intitolala De re ve- :
LAT LAT 167
stmrìa , praecipite de lato davo ,
Alcuino habuisse lineai eoccincas
:

Anluerpiae i665. vel ut aia purpureos tramites^ vel


Il Sarnelli nelle Leti. eccl. t. II, davos pariter purpureos^ ut tuni-
p. 63, parlando della forma di alcune cae senatorum. Il Buonarroti nelle
vesti ecclesiastiche somiglianti a quel- Ossen'azionì sopra i vasi ahtidd
le degli antichi romani, dice che la di vetro riporta Varie ertidizioni
tunicella del suddiacono e la dal- sui davi^ che chiama frammenti e
matica del diacono sono simili al strisde di porpora nelle tuniche;
lato davo de' senatori, ed all' an- che ne portavano uno, e per
se
giisto davo de' cavalieri romani. lo piò due; che fu già in uso
Aggiunge che le tuniche degli an- presso gli ebrei anche pastori ;
tichi romani erano vesti quadrate, perchè di essi ne furono orna-
cioè vesti di due pezzi di panni te le tuniche de' profeti, del Sal-
quadrati che si affibbiavano sulla vatore e degli apostoli ; de' davi
spalla, e perciò aperte dai fianchi. Il usati dai pastori e dalle persone
davo o chiodo, secondo il Sarnelli, meccaniche, i quali forse non era-
altro non era che pezzetti di porpora no di rosso buono di porpora ;

rotonda , come teste di chiodi, cu- de' davi donne, e dalle


usati dalle
cili nel petto della tunica. Varro- vergini consagrate a Dio; de' davi
ne nel lib. 8 li chiamò : plaga- nelle dalmatiche; de' davi d'oro,
las j quod iis tunica^ ut rete pla- de' davi nelle penule ampie e pia-
gis di stili gneretur. I senatori gli nete ; deldavo detto la porpora,
usavano più grandi, e nella tunica e del davo creduto erroneamente
distinta. I cavalieri più piccoli, e ne' bassirilievi e statue non tanto
nella tunica cinta ; si€chè quei dei antiche, quello eh' è il seno supe-
senatori chiamavansi lati davi^ e riore della toga. Nel solenne in-
quelli dei cavalieri angusti davi. gresso fatto in Roma da M. An-
I davi di porpora non solo alle tonio Colonna nel 1571 , i capo-
tuniche, ma eziandio alle suppel- rioni incedevano armati con armi
lettili de' letti e delle inense si u- bianche, col laticlavo di velluto
savano; onde scrissero, Petronio: paonazzo foderalo di tocche d'ar-
latidavia mappa j Marziale lato : gento. V. Ottavio Ferrarlo, De
i^niata mappa davo ; e Lampri- lato clav»y nell'opera : De re vestia-
dio: pura et ctavata lintea. Alle ri aj e la Biblìogra pìtie curieuse du
tuniche palmate, e tutte di porpo- Clement, toni. Vili, p. 287. Del
re, si mettevano cuciti i laticlavi iato davo, nobilissimo ornamento
d'oro, come scrive Alicarnasso lib. de' romani, latus clavus, ne parla
3; però il medesimo Sarnelli, nel pure il Rinaldi all' anno 34, n. 78.
toni. X, pag. 43, dice che pei segni LATIER DE BAYANNE Al-
o che si ponevano sulle
laticlavi Foivso Uberto, Cardinale. Alfonso
vesti, queste chiamavansi palmate Uberto de Latier conte de Bayan-
se i laticlavi erano d'oro, verru- ne, nacque a Valenza di Francia
cate se di porpora. Conchiude il nel Delfinato, d'una delle più an-
Sarnelli che la dalmatica e la tu- tiche famiglie di quella provincia,
nicella sono simiglianti alle sud- a' 3o ottobre 1739. Fino dalla
dette tuniche , e quanto ai pezzi puerizia fu destinato al sacerdozio,
di poi'pora, riporta dò che disse divenendo successivamente vicario»
i68 LAT LAT
generale e dottore di Sorbona. pari.Nel processo del maresciallo
Fu nominato uditore di rota a' 20 Michele Ney, fatto nel dicembre di
oprile 1773, nel pontificato di Cle- quell'anno, come ecclesiastico si ri-
mente XIV, come si legge nelle cusò di dare il voto per la sua
annuali Notizie di Roma, e sotto condanna a morte. D' allora in poi
quello di Pio VI ne divenne il de- prese poca parte ai pubblici affari,
cano. Tale era quando Pio VII Io e visse ritirato, anco perchè era
creò cardinale diacono nel conci- divenuto afifatto sordo. Morì improv-

storo de' 2 3 febbraio 1801, pub- visamente in Parigi a* 27 luglio


blicandolo poi in quello de* 9 ago- 181 8, come si ha dalle annuali ci-
sto 1802; assegnandogli indi per tate Notizie, fu esposto pei funerali
diaconia la chiesa di s. Angelo in nella chiesa di s. Tommaso d'Aqui-
Pescheria, e per congregazioni car- no, indi sepolto nel cimiterio del p.
dinalizie quelle del concilio, de' riti, Lachaise di quella città. Il suo e-
dell' immunità e delle acque. Va logio fu recitato nella camera dei
notato, che appena Alfonso ebbe pari da Lemercier. Nella distribu-
notizia che sarebbe stato esaltato zione dei titoli ch'erasi fatta in prin-
alla porpora, divoto al suo re, cipio di quell'anno, il re l'avea
prontamente ne diede partecipazio- creato duca. Essendo uditore di
|ie a Luigi XVIII, ch'era allora rota, pubblicò in Roma nel 1793:
a Mittau, mentre la Francia era Discorso sopra la mataria e le
governata da Napoleone come pri- malattie che cagiona principalnieìi'
mo console, poi imperatore. Nell'an- te in varie spiaggie d'Italia. L'au-

no 1808 Pio VII lo incaricò di tore opina, che le esalazioni della


una missione in Francia, ove fu terra costituiscano quasi per inte-
perfettamente accolto dal governo ro il veleno della maKaria, e con-
imperiale, e dopo la quale restò siglia di non abitare se non luoghi
sempre a Parigi. Napoleone dopo il cui circuito sia selciato. Tale o-
averlo fatto grande uÒi-
conte e pera, siccome ebbe qualche voga, è
ziale della legione d'onore, lo nomi- divenuta rara. Dopo il 1772 era
nò senatore nel 1 8 1 3 ; quindi tut- Stato in diversi tempi provveduto
tavolta il cardinale nel seguente di tre abbazie, che gli davano una
anno, nel dì primo di aprile, votò entrata di sessantamila franchi, ma
la creazione di un governo provviso- la perdette all'epoca della rivolu-
rio, come ancora la decadenza dello zione.
stesso Napoleone e sua famiglia. H LATIL(de) Giambattista Maria
re Luigi XVIII il primo maggio Anna Antonio, Cardinale. Giam-
1814 lo fece pari di Francia; ma battista Maria Anna Antonio de
nel seguente anno alla ricomparsa Latil nacque il 6 marzo 1761, nel-
di Napoleone in tal regno, reduce r isola diMargherita, diocesi di
s.

dall'isola dell'Elba, nel primo di Frejus, in Provenza, ove il padre


giugno assistè alla messa celebra- era comandante. Destinato allo sta-
ta nel campo di maggio da M. to ecclesiastico, entrò nel seminario
di Barrai, per ordine dello stesso di s. Sulpizio a Parigi, ove ricevè
Napoleone. Tuttavolta nel ritorno i sacri ordini; indi passò nella co-
de' Borboni, da Luigi XVIII fu munità de' preti, posta nella stes-
cpnservatp nella lis(a e camera dei sa parroqchia , ch'era come una
LAT LAT 169
scuola pei giovani ecclesiastici per lo alla corte reale di Parigi ed al

fbiDiarsi al sacro ministero. All'e- consiglio di stato, ciò che diede


poca della rivoluzione di Francia luogo alla pubblicazione di vari
si dice che fosse gran vicario del scritti; non era ancora ter-
l'affare

vescovo di Vence, ma non è certo. minato, quando Leone XII lo tras-


Volendo partire dalla Francia fu ferì a* 12 luglio 1824 all'arcive-

imprigionato nel 1792. Restituito scovato di Reims, per nomina di


in libertà, passando in Germania Carlo X
già monsieur. In questa
$i fermò in Dusseldorf, dedicandosi metropolitana solennemente consa-
alla predicazione. Portatosi in In- crò il re a' 29 maggio 1825, di
ghilterra, vi fece la conoscenza con cui era sempre il confidente e l'a-

monsignor Conziè vescovo d'Arras, mico. L'avvenimento fu celebrato


che godeva la confidenza del con- con medaglia, di cui facemmo parola
te d'Artois, monsìeur, ù'aleììo di Lui- nel voi. XXVII, p. \^i del Dizio-
gi XVIII , allora ritirato in quel nario. Nel concistoro de' 1 3 marzo
reame, ed alla morte di quel pre- 1826 Leone XII lo creò cardinale
lato, verso il i8o5 o 1806, il con- ad istanza del
dell'ordine de' preti,
te lo prese per suo confessore, e medesimo Carlo X, e gli spedì la
non si separò più da lui. All'epo- notizia di questa promozione, ed il

ca della restaurazione il conte es- berrettino cardinalizio, pel marche-


sendo rientrato in Francia, Giam- se Giuseppe Melchiorri, una delle
battista funominato membro delle sue guardie nobili, al presente sot-
due commissioni formate successi- to-tenente col grado di brigadiere
vamente nel maggio e novembre generale delle medesime , il quale

181 4 per gli affari ecclesiastici, e fu dal re decorato del grado di


verso il medesimo tempo monsieur cavaliere della legione d' onore. Il

lo fece suo primo elemosiniere, ed Papa nominò ablegalo apostolico


ebbe l' abitazione nelle Tuileries; per la tradizione della berretta car-
indi segui il principe fuori di Fran- dinalizia in Parigi, monsignor Lo-
cia ne* cento che tornò a
giorni dovico Altieri, che a tale effetto
regnare Napoleone. Nel 1 8 1 6 a' 7 dichiarò suo cameriere segreto so-
aprile Pio VII lo dichiarò vescovo prannumerario, ed ora cardinale e
<l'Amiclea in partibiis, e nel seguen- pro-segretario de' memoriali. L'im-
te anno nel primo ottobre lo tras- posizione della berretta con solen-
ferì alla chiesa di Chartres da lui ne cerimonia la fece il re a' 22
ristabilita col concordato del me- aprile, indirizzando al cardinale le
desimo anno. Ma non avendo que- parole piìi lusinghiere, cui rispose
sto alloraavuto esecuzione , solo con sensi diprofonda riconoscenza
nel 1821 ai 3 novembre ne prese il porporato: questi discorsi sono
possesso, formando quindi il suo riportati òb\V Ami de la religion
capitolo, ed organizzando la dio- de' 26 aprile. Nel medesimo tem-
cesi. A' 3i ottobre 1822 Luigi po il cardinale assistè alla riunio-
XVIII lo elevò a pari di Francia. ne de' vescovi eh' erano in Parigi
Poco dopo, ad esempio di altre presso il cardinal de la Fare ar-
diocesi , volendo riunire la cura civescovo Sens, per redigere
di
della cattedrale al suo capitolo, il un Exposé des sentimens de Vepi-
piirropo Cha§le$ reclamando appel- scopai sur l'ìndépendancc des rois
I70 LAT LAT
dans Vordre temporel. Questa Espo- diocesi, allora divisa da opinioni
sizione fu provocala dalle esage- politiche. Oltre a ciò, cessò di abi-
razioni dell'abbate de la Menuais tare nelle Tuileries, e passò la più
e de'suoi seguaci. L'Esposizione ai gran parte del tempo successivo
3 aprile fu sottoscritta da quattor- nella sua sede arcivescovile. Ivi era
dici prelati, e fu presentala al re all'epoca delle ordinanze de' 25 lu-
ai IO aprile per una deputazione glio i83o, ed arrivò a Parigi il

di vescovi, alla lesta de'quali era 27, nel momento che quella capi-
il cardinal de Latil; successivamen- tale era in preda al tumulto della
te i vescovi del rimanente del re- famosa rivoluzione; in conseguen-
gno aderirono all'Esposizione. Per za egli era interamente straniero
la morte di Leone XII si recò a all'ordinanza, cui se ne attribuì lo
Roma, ove giunse a' 9 marzo 1829, sviluppo. Tuttavolta seguì il re nel
ed entrò nel conclave in cui fu suo esilio, prima io Inghilterra, a
eletto Pio Vili, il quale gli conferì Lullworth , ad Holyrood, e più
per titolo la chiesa di s. Sisto, an- tardi in Germania, per cui non
noverandolo alle congregazioni della potè recarsi al conclave in cui fu
concistoriale, del concilio, della re- eletto il regnante Papa Gregorio
sidenza de' vescovi e di propagan- XVI. Governò l'arcidiocesi a mez-
éaifide. Ritornalo in Francia, l'op- zo de* suoi gran vicari ; monsignor
posizione che minava allora il tro- Blanquet de Rouville , vescovo di
no Carlo X, dopo la restaura-
di Numidia in partibus , adempì per
zione mise sovente avanti il nome lui le funzioni episcopali, mentre
del cardinal Latil, perchè suppone- il sacerdote Gros venne incaricato
va in lui una costante influenza dell'amministrazione della sede. Fe-
politica sugli affari lo fece com-
; dele al suo re, nel i836 provò il

parire come capo d'una camarilla^ dolore di perderlo, dopo tanto tem-
alla quale attribuiva la secreta di- po che gli era sinceramente affe-
rezione degli affari ; questo motto zionato; questa disgrazia in un al-
i giornali lo ripeterono spesso, per l'aflìevolimento di sua salute, gli
disegnare talvolta l'alto clero, tale rese più penoso il suo esilio. Es-
altra il cardinale. Veramente que- sendo ancora morto monsignor Rou-
sti avea cessato d'essere confessore ville, il cardinale si recò in Roma,
del conte di Arlois quando diven- forse preso da scrupoli per ritene-
ne vescovo di Chartres, essendo re una sede di cui non ne adem-
slato rimpiazzato dal sacerdote Jo- piva lutti gli obblighi, onde fu
card; la sua influenza di molto consiglialo prendersiun coadiutore,
s'illanguidì dopo l'assunzione al eh' egli buon grado indicò in
di
trono di Carlo X, non perchè que- monsig. Gallard vescovo di Meaux;
sti diminuisse la propria stima e ma questi appena comparse in Reims
benevolenza per lui, ma perchè si che la morte il rapì. Non conve-
credette obbligato di cedere alle nendo più alla salute del cardina-
considerazioni politiche ed alle esi- le il soggiorno di Gorizia , lasciò
genze de' suoi ministri ; vuoisi pe- la famiglia reale di Carlo X, e
rò che presiedesse alle nomine dei passò prendere le
a acque di s.

vescovi di Francia, e sostenne con Gervasio in Savoia, indi ritornò


successo moliti difUcollà nella sua in Francia con l' intenzione di fls-
LAT LAT 171
sarsi ìq Provenza, a naori in Ge- che devonsi necessariamente auire
iiienos diocesi di Marsiglia, la nelle i padri greci coi padri Ialini per
del 3o novembre venendo il primo formare la catena della tradizio-
dicembre 1 83g.Fu esposto ne'funera- ne, e farla risalire (Ino agli apo-
li nella chiesa di Gemenos, indi tras- stoli. La riunione dei greci e dei
portato e sepolto, secondo l'idtima latini, fu inutilmente trattata più.
i>ua disposizione, nella sua nietropo' \olte , massime ne' conoilii gene-
Jitana di Reiras. Avendolo assistito rali di Lione II e di Firenze. la
il vescovo di Marsiglia nel punto tempo delle crociate e nel ponli-
estremo, in memoria gli donò il fioalo d'Innocenzo IH [Tedi)^ i

proprio anello. Fu
encomiato per latini, cioè gl'italiani e francesi col-
animo leale e costante, per la sua legali, nel 1204 s'impadronirono di
pietà e contrarietà alle novità , e Cosfanlinopoli (Vedi), e vi domi-
per altri meriti e pregi che distin- narono per più di sessanta anni sot-
sero la sua lunga ed onorabile car- to diversi imperatori della loro co-
riera. munione : eccone la serie. Baldovi-
LATINA CHIESA e LATINI. no I conte di Fiandra eletto nel
La Chiesa latina è propriamente i2o4; Enrico nel 1206; Pietro de
parlando la Chiesa romana, ovvero Courtenay nel 12 16; Roberto de
la Chiesa d'occidente, per opposi- CoLirtenay nel 1219; Baldovino II
zione alla Chiesa greca, ovvero al- nel 1228, che nel i23i ebbe a
la Chiesa d'oriente. Dopo lo sci- tutore Giovanni di Brienne già re
sma de'greci, incominciato nel IX di Gerusalemme: fu deposto nel
secolo e consumato nell'XI, i cattolici 1261, e mori nel 1272. Si nomi-
romani sparsi in tutto l'occidente fu- nò quell'impero de'lalini, perchè ia
rono detti latini, perchè hanno ri- sostanza era un impero greco che
tenuto nell'uffizio divino l'uso del- i Ialini smembrato avevano, e fon-
la lingua latina, l'antica lingua del dato in questo modo un nuovo im-
Lazio ( Vedi ) j mentre in vece pero sulla base dell'antico. Latini
quelli d'oriente conservarono l' uso dicevansi fino dai tempi remoti quei
dell'antico greco. Ed è dopo quel popoli à' Italia ( Vedi ) che abitava-
fatale scisma che la Chiesa latina si no il Lazio; passò poscia questo no-
considera sola come la Chiesa cat- me a tutti coloro che parlavano
tolica (Vedi) od universale; quin- la lingua latina, elatini in tempi
di sarebbe un abuso in fatto di posteriori, cioè dopo la caduta del-
dottrina, il volere opporre il senti- l'impero romano, furono detti qua-
mento della Chiesa greca a quello si tutti i popoli d'occidente. I som-

della Chiesa latina ; che però non ne mi Pontefici, come furono zelanti
consegue che sia inutile il sapere e gelosi mantenitori de'riti de' Gre-
ciò che pensavasi nella Chiesa gre- ci [Vedi), COSI lo #furono dei lati-
ca durante il corso de'primi otto ni, tranne qualche parlicolar con-
secoli, giacché in allora faceva essa cessione secondo le circostanze. Il
parte della Chiesa universale. Tan- Papa s. Pio V, colla costituzione
to osserva il Bergier nel Dizionario Providenlia, de'20 settembre i566,'
Enciclopedico y citando il Bossuet rivocò la facoltà già data ai latini
nella sua Difesa della tradizione di celebrare gli uffizi divini in rito
dei santi padri. Aggiunge il Bergier greco, siccome ai greci nel rito la-
172 LAT LAT
tino. Clemente XI nel 170^ ricu- dintorni della città che gli arabi chia-
sò di dispensare i missionari latini mano Asna o Isne ossia Siene. Laon-
a poter usare secondo il bisogno del- de Co m man ville crede che Latopolis
le cose sacre nel rito greco, conser- sia la Siene dei latini, o l'Isne dei

vata la libertà di tornare, cessata copti, avente molte antichità. Tre


la necessità, al rito latino, giacche vescovi ne occuparono la sede, cioè
com'egli dichiarò, questa variazione Isacco Meleciano; Ammonio che
si opponeva all'antica disciplina del- sedeva al tempo della persecuzione
la Chiesa cattolica, ai decreti de'con- di Diocleziano e di Massimiano ; e
cilii generali, e alla costante consue- Teodoro giacobita, che assistette al-
tudine . Per greci-uniti s' inten- la riunione de' vescovi della Tebai-
dono quei greci che sono in unio- de, i quali portarono le loro lagnan-

ne alla Chiesa latina, cioè alla* ro- ze contro i domestici di Cirillo II


mana o d'occidente. In oriente gii patriarca dei giacobiti. Oriens christ,
orientali chiamano franchi tutti gli t. II, p. 522.
europei, e latini tutti quelli che LATRIA, Latria. Culto di reli-
ne seguono il rito, ancorché sieno gione dovuto a Dio, cui solo, in at-
di diverse nazioni. testato del supremo suo dominio, e
LATOPOLI. Sede vescovile del della dipendenza nostra da lui, si

Basso Egitto, nel patriarcato d'Ales- offre l'incruento sacrifizio. Il culto


sandria, eretta nel V secolo. Stra- di latria ha i suoi atti interni ed
bone la dice città mediterranea e esterni: gli atti interni consistono
la chiama Lalonae civitasy altri la neir adorazione propriamente detta,
chiamano Leontopolis. Era la capi- per mezzo della quale onoriamo
tale di un nomo o prefettura, det- Dio in ispirito e verità come l'Ente
ta dal suo nome Latopolite^ assai supremo. Gli atti esterni consistono
vicina a Memfi da cui dipendeva, ne'sacrifizi che non possono essere
facendone anzi parte poi venne co- : offèrti che a Dio solo, perchè sono
nosciuta sotto il nome di Derote o essi stabiliti per fare una pubblica
Deironte. Dalla vita soltanto di s. confessione del supremo suo domi-
Pacomio si apprende che nella cit- nio e della nostra dipendenza. Il Ber-
tà di Latopoli nell'anno 34/ fu te- gier dice che la parola latria deri-
nuto un concilio. Si conoscono tre va dal greco servo, che in origine
vescovi che ne occuparono la sede, indicava il rispetto, i servigi e tutti
cioè Paolo che sottoscrisse il con- gli che uno schiavo rendeva
uffizi

cilio di Sardica; Timoteo, ed Apelle. al suo padrone; quindi si adoperò


Oriens christ. t. II, p. 522. questo termine per significare il cul-
LATOPOLIS. Sede vescovile to che rendiamo a Dio. Come ono-
della seconda Tebaide, nel patriar- riamo anco i santi pel rispetto do-
cato d'Alessandr^ia, eretta nel IV se- vuto allo stesso Dio, si chiamò
colo. Apparteneva la città alla pre- dulia il cullo reso ai santi, a fine
fettura o nomo Hermontite, sulla di testificare che questo culto non
riva sinistra od occidentale del Nilo, è eguale a quello che si rende a
£|l di là di Dendera. Quivi onora- Dio, ma inferioie e subordinato ; co-
vansi Pallade e Lato ; questo Lato, sì il cullo d'iperdulia è quello con
da cui forse prese il nome la città, cui si onora la Beata Vergine Ma-
è un pesce che trovasi nei Nilo nei ria. F. Culto.
,

LAT LAU 173


LATTANZIO Firmiapto. Celebre si può nondimeno scusarlo di di-
autore ecclesiastico, oratore, ed a- versi errori, dappoiché egli è indubi-
pologista della cristiana religione; tatamente millenario. Lattanzio per
secondo il p. Franceschini, ch'è l'ul- essere tra gli autori ecclesiastici la-
timo editore delle sue opere, ed al- tini il più eloquente, tranne Sulpi-
tri , nacque a Fermo ; il Baroni© ed zio Severo, fu chiamato il Cicero-
altri Io dicono in vece africano ne cristiano, ad onta che Gaspare
perchè studiò la rettorica a Sicca Scioppio voglia diminuirne il meri-
neir Africa sotto Arnobio, mentre to. La migliore edizione delle ope-
non solevano gl'italiani recarsi in re di Lattanzio è quella pubblica-
Africa ad apprendere le scienze. A- ta da Le Brun e Lenglet nel 1748
veva di già abbracciala la religione a Parigi, colla di lui vita.
cristiana all'epoca della persecuzio- LATUINO o LAIN (s.), primo
ne di Diocleziano cominciata nel vescovo di Seez in Normandia. Cre-
3o3. Fu chiamato in Nicomedia desi che si recasse dall'Italia nelle
per insegnare la rettorica, divenne Gallie, in compagnia di molti altri
precettore di Crispo figliuolo di Co- missionari , verso il pi'incipio del
^ntino, e ritirossi a Treveri, dopo quinto secolo; ma è assai malagevole
)a morte del suo scolare, ed ivi pro- fissare l'epoca del suo apostolato.
iDabilraente morì verso il 325. La- Egli però fu il primo ad annunzia-
sciò diverse opere molto bene scrit- re il vangelo ai sagieni, agli ozi-
te in latino, cioè: i.° Un libro sul- mieni e ad altri popoli vicini, e fon-
l'opera di Dio, nella quale prova dò la chiesa di Seez. Corre tradi-
la creazione dell'uomo e la divina zione nel paese che sia morto e se-
provvidenza. 2.° Un altro libro sulla polto lungi una
mezzo da lega e
collera di Dio, nel quale vuole egli Seez, ove gli fu dedicata una chiesa.
provare che Dio è egualmente ca- Il nuovo martirologio di Evreux ne

pace di collera, come di misericor- fa rimembranza ai 20 di giugno,


dia. 3.° Sette libri d'istituzioni di- nel qual giorno pure la chiesa di
vine, nelle quali prova la religione Seez ne celebrava la festa, che poi
cristiana, e confuta le difllcoità che vi nel suo nuovo breviario pose ai 19
si oppongono. Fece altresì l'epito- di gennaio.
me od il compendio dei prefati set- LAUDI, Laudes. Parte dell'uffi-
te libri delle istituzioni. Compose zio mattutino. Le laudi mattutina-
pure uà libro sulla morte de'perse- li, secondo la più comune opinione,
cutori. Questa opera ha per iscopo non si distinguono dal mattutino,
di mosti-are che gl'imperatori, i qua- per cui l'Amalario, 1. IV, cap. io,
li perseguitarono i cristiani, sono le chiama Malutinale offlcium, ciò
:

tutti periti disgraziatamente. Lattan- che si verifica dal terminarsi con


zio compose pure opere, ed altre l'istessa orazione del mattutino. 11

alcuni gli anche dei


attribuiscono vescovo nelle ordinazioni ingiungen-
poemi. Osserva s. Girolamo che do ai diaconi e suddiaconi il i-eci-

Lattanzio abbatte più il paganesi- tare il solo mattutino, usa queste


mo, anziché fortemente stabilire la parole ; Dicetis noclurnuni talis fé-
dottrina cristiana; e benché le sue riacj e non dice Alatiitiniim, per
opere non sieno piene di eresie, co- non comprendere anco le laudi. Le
me lo pretende il p. d'Arauda, noi» laudisono parti dell'uffizio mattutino,
,

174 LAIJ LAU


né si deblwno dire separatamente dai queHspnnìarnm Ecclexiis laudes post
notlurni, se non che per una giusta Apo^tolnni decantantur.Wena con-
causa, e quantunque si prenda il dannato questo rito dal medesimo
loro principio dal Deus in acljuto- concilio dovendosi cantare il prefa-
rhim, tultnvolta non sono un'ora dai zio dopo l'evangelio. Per le rubri-
notturni distinta. Si possono le lau- che della recita delle laudi si può
di separare dal mattutino, ed al- vedere la Rubr. gener. Breviar.
lora si terminerà quello con l'ora- Boni. t. i4; ed il Diz» sacro li-
«ione solita^ e Bcnedìcanius Domino^ turgico di d. Giovanni Diclich, al-

e senza commemorazione alcuna, se l'articolo Laudi.


Ti fosse da farsi dopo le laudi, ag- LAUDI ED AccLAMAziom. Una
giunta soltanto sotto voce l'orazio- volta i magistrati e vescovi veniva-
ne domenicale, come si legge nel no eletti dai voti e dalle pubbliche
Colti par. 2, tit. Laudes. Il Macri acclamazioni ; erano frequenti nei
però dice che in tal caso si questio- primi secoli della Chiesa nelle adu-
na se poi al principio delle laudi si nanze de' fedeli: inoltre queste si
debba premettere e recitare l' ora- praticavano nelle chiese e ne'concilii
zione domenicale e la salutazione per dare dei felici auguri! ai Pa-
angelica, come si costuma fare nel pi ed agli imperatori, o per ma-
principio delle altre ore canoniche. nifestare i voti dell'assemblea. Co!
Il Navarro tiene la parte affermati- mezzo delle acclamazioni vennero
va, pensando esso che le laudi sia- raccolti i suffragi dei padri del con-
no distinte dal mattutmo, insegnan- cilio d' Efeso, così in quello di Caì-
do essere otto le ore canoniche, De cedonia, e in due coùcilii romani,
erat. cap. HI,
64. Altri seguita-
n. uno tenuto sotto il Papa s. Ilario,
no la parte contraria, mossi dall'e- l'altro sotto il Pontefice s. Simma-
sempio di santa Chiesa , la quale co. Per acclamazione furono eletti

nella notte di Natale, separando le diversi Papi. Delle Laudi e litanie


laudi dal mattutino, non dice Palcr^ che cantano nel dì della coronazio-
né Ave Maria. Le laudi hanno gran- ne del Papa il caidinal primo dia-
dissima somiglianza col Tespero, e cono, gli uditori di rota suddia-
perciò si cantano colle medesime ce- coni apostolici, e gli avvocati conci-
vimonie ed altre solennità , come storiali; e nel dì del possesso del
il Caerem.epìsc. lib. II, e. 7.
prescrive Pontefice il cardinal primo prete
Sono dette Laudes^ non perchè nel coi medesimi uditori ed avvocati
fine del mattutino s'interponga l'inno sono a vedersi gli articoli Coronazio-
Te Dcum prima d'incominciare le ne e Possesso de' Pontefici. Il ri-
come hanno stimalo alcuni, se-
laudi, to delle laudi ed acclamazioni che
guitando l'opinione del Durando; ma dai memorati personaggi si recita-
perchè nelle laudi si recitano alcu- no nella funzione del possesso che
ni salmi, che contengono le lodi il Papa prende della basilica Late-
divine, con invitare le creature a rànense, sua principale sede patriar-
lodare il loro creatore, particolar- cale, è antichissimo. Allorché s. A-
mente nel cantico Benedicite. Nel gostino destinò per successore nella
concilio Tolelano IV il vocabolo Ltìfzf- propia cattedra d'Ippona Eraclio, fu-
des significa il prefazio che si can- rono fatte ad esso e agli altri vesco-
ta nella messa. In tiuibusdani quo- vi laudi ed acclamazioni, Com' egli
.

LAU LAU 175


stesso narra. « A notariis Eoclesioe, senza gli avvocali e concistoriali,
siciit cernitis, excipiuntur, qiiae dU che non Io furonoda veruno ia
cimus, excipiuntur, quae dicills; et qwello di Urbano Vili ; come pu-
me US sermo, et vestrae acclamatio- re, che talvolta le laudi furono
nes in terram non cadunt. Aptius cantate nella sala regia, aida ma-
nunc dicam. Ecclesiastica gesta con- gna, del contiguo palazzo Latera-
fìcimus... A populo acclamatum nense, sedendo in trono nella me-
est trigesies. Deo gratias, Chrislo desima sala il Pontefice. Descrive
laiide.Sj Exaiidi Christe. Angustino ancora le laudi fatte ai nuovi Pa-
viia^ tredecies; Te Patrem^
dictum, pi e cantate dagli ebrei di RomS,
Te. episcopiinij dictum est octies '*. nella presentazione della loro leg-
Continuarono i cristiani a seguita- ge, esclamando talvolta Benedictus :

re la tradizione apostolica, prose- qui venit in nomine Domini.


guendo ad invocare in queste ele- Di altre laudi o acclamazioni
zioni la divina assistenza, come già ne parlammo altrove, come all'ar-
gli apostoli aveano fatto nel Cena- ticolo Domestico; di quelle per gli

colo in quella di s. Mattia, dicen- imperatori agli articoli Coronazio-


do: Tu Domine^ qui corda nosti ne DEGLI Imperatori, Dominus, In-
lioniìniiìiìi etc. Di ciò trattarono fra gressi solenni in Roma, discorrendo
gli altri lo Scbarffii : Dispula tio delle pompe ed Immagini,
trionfali;

de Matlhìa rile vocato, Wittem- per quelle fatte alle immagini degli
bergae i652; ed il Bitlelmajori :
imperatori ed imperatrici. 11 Buo-
Disserlatio de Matlhia sorte ad narroti nelle Osservazioni sui vasi
apostolatum electOy Witlerabergae antichi di vetro, riporta erudita-
1676. Cencio Camerario nell'Ordi- mente diverse specie di laudi ed
ne romano XI l, §1, num. 2, do- acclamazioni che qui accenneremo.
po di aver riferito le laudi ed ac- Acclamazione a Cristo : IVica, che
clamazioni che si facevano al nuo- vuol dire Acclamazioni det-
vincit.

vo Papa, prima dell' epistola nel te senza connessione ed unione di

giorno della sua coronazione nella parole. Acclamazioni fatte dagli ar-
basilica vaticana, dal cardinal ar- tefici, e scritte nelle cose d'uso, e
cidiacono, dai cardinali diaconi, dai ne'regali de' saturnali, a nome an-
suddiaconi e dagli scrinarli, descrive che di donavano, essen-
quei che
ancora queste altre che gli ripete- done una Nugas vivas. Acclama-
vano nel suo ritorno ad Later, zioni fatte agli aurighi, simili a
Expleta mìssa D, Papae coronatur quelle fatte ai principi ; dette Lau-
ad ^portarli ipsìus ecclesiae ab ar- des e Gloria j ne* co» viti diveni-
chidiacono cum uno diacono, re- vano convivali di questa sorta
:

dilque cum processione ad pala- sono Fivas, Faleas, Vincas , la


tiujn. Tunc judices et ad vocali saecula saeculorxim. Acclamazioni
veniunt ei ohviani sub gradibus, et de'concilii fatte ai sommi Pontefi-
porticu, ihìque prior card. s. Law ci ed agli imperatori. Acclamazio-
renli foris inuruni cum judicibus^ ni a' consoli nuovi, fra le quali :

et adi'ocalis fnciunt ei laudes Bono reipublicae , et ìterum. Ac*


Avverte il Cancellieri nella Storia clamazioni delle nozze, una tra es-
de possessi, che in quello d'Inno- se: Utere fdix. Acclamazioni con-
cenzo IX le laudi furono cantate vivali scritte ne' vasi di vetix) :
176 LAU LAU
Anima dulcis ; Anima dulcis fruU' ed economo del capitolo. Il desi-
miir nos sine bile zeses ; Ante sae- derio di più alta perfezione il so-
cula rex benedicte j Bibas in pace spinse a ritirarsi in una foresta del
Deij Bibe et propina ; Dignitas Perche, verso l'anno 558; e ben
amicorum pie zeses cum tuisomni- presto si vide attorniato da molti
bus bibe et propinaj Dulcis ani- discepoli . Ma disturbato dalle trop-
ma vivas j Hilaris vivas cum tuis po frequenti visite, determinossi di
feliciter refrigeris in pace Deij Fi- cambiare con essi soggiorno, e si
vas cum caris tuis j Maxima vi' stabili lungi sei leghe da Chartres,
vas cum dextro. Acclamazioni fu- in un deserto, ove verso il 575
nerali de'cristiani verso de' morti fondò il monastero di Corbione.
scritte nelle lapidi, nella calcina Celebre pel dono dei miracoli e
che mura le lapidi , e negli anelli ; per uno straordinario spirito di
si conoscono perchè hanno il no- preghiera, mori a Chartres ai 19
me del defunto posto nel vocativo, gennaio del 598, nella casa del
ed invece di scriverle neHe lapidi vescovo, che alcun tempo prima a-
facevano talvolta che servissero vealo chiamato a se. 11 suo corpo
quelle scritte ne'vasi di vetro che fu deposto nella chiesa di s. Mar-
muravano per segno accanto a* se- tino in Vallata, borgo di Chartres;
polcri. Acclamazioni funerali notate e dopo varie traslazioni le sue re-
nelle iscrizioni : Accepta sis in lìquie furono abbruciate a Blois
Christo j Anima dulcis j Anima dagli ugonotti 1567, meno le
nel
innox cesquas bene in pacej Bene ossa d'un braccio che si conserva-
vixisti bene consumasti j Calenice rono in un'arca. Il di lui capo è
dulcis in pacej Dulcis bene ques- nel priorato di Maissac in Alver-
(juas j In pace et benedictione ; gna, che dopo il 912 porta il no-

Ispes in Requiescas in
Christo j me di s. Launomaro. Il giorno
pace; Sabbati dulcis anima pere della sua morte è sacro alla sua
et roga prò fratres sodales tuos j et ricordanza.
Spirilus tuus in pace. Acclamazio- LAURA. Dimora degli antichi
ni funerali usate anche dai gentili. monaci. Questo vocabolo deriva
Dice il Marangoni che Zeses, ac- dal greco, e significa piazza, strada,
clamazione solita a scriversi ne'fon- villaggio, casale o casolare. Il Ma-
di delle tazze da bere, può alcune cri nelle Not. de" vocab. eccl. dice
volte significare il nome di Gesù. che gli autori non sono tutti d'ac-
LAUNOMARO (s.), abbate, det- cordo sulla differenza ch'era vi an-
to volgarmente s. Laumer. Nato ticamente tra Laura e Monast^ro^
nel villaggio di Neuville-la Mare, e che dal nome greco villa o vil-
lungi Ire leghe da Chartres, passò laggio derivò il nome di Laura,
i primi anni di sua vita a pascer perchè la moltitudine delle celle
le greggi di suo padre^ santificando sparse comparivano da lontano co-
questa sua abbietta occupazione me un villaggio. Alcuni pretendo-
colla pratica di tutte le virtù cri- no che laura significasse un vasto
sliane . Apprese le lettere da un che poteva contenere fino
edifizio,
santo prete di Chartres, fu suo a mille monaci ed anco di più;
malgrado innalzato al sacerdozio, ma dalla storia ecclesiastica appa-
e divenne successivamente canonico risce che gli antichi monasteri del*
LAU LAU .
Ì77
la Tebaide non furono giammai o laura. Descrive le laure il Ri-
di una tale estensione. V. Cella. naldi all'anno 4^0, n. 22, e quella
Quindi l'opinione più probabile è di s. Eutimio; aggiunge all'anno
che i monasteri fossero, come quelli 477, n. 21, che tal santo dopo
d'oggidì, grandi fabbricati cioè, di- morto ordinò che si distruggesse la
visi in sale, cappelle, chiostri, dor- sua laura e tutte le celle, ed in
mitoi e celleper ciascun monaco; vece si fabbricasse un monastero.
mentre in vece le laure erano spe- LAURETANI o LORETANl,
cie di o casali, di cui cia-
villaggi Ordine equestre. Paolo IH istituì
scuna casa ovvero cella era occu- il collegio, o uffizii Vacabili [Fedi),

pata da uno o due monaci al più, de'cavalieri lauretani, perchè fosse-


i quali vivevano separati a guisa ro pronti alla difesa della città di
di eremiti ; e questo è pure il Loreto, dove si venera la santa Ca-
sentimento di Cirillo nella vita di sa ove incarnò il divin Verbo,
s. Saba. Laonde gli odierni mona- contro l'invasione de' turchi, senza
steri de' certosini sembrano rap- però l'entrata fissa per i frutti an-
presentare le antiche laure, e le nui de'medesimi cavalierati, lo che
case degli altri monaci corrispon- diede motivo a Gregorio XIII di
dono ai monasteri propriamente estinguere detto collegio in varie
detti. I monaci delle antiche lau- sessioni ed anni. Il suo immediato
re, com'anche i certosini ne' pri- successore Sisto V, allorché eresse la
mordi del loro ordine, congrega- sede vescovile di Loreto, volle rin-
vansi una sola volta per settimana novare nel i586 il collegio me-
nella chiesa per ascoltare la s. mes- diante la bolla Postquam divina
sa, ricevere la comunione, e reci- clementia t. IV, par. IV del Bull.
tare r uffizio in comune; quindi Roni., con duecento cavalieri lau-
mangiavano tutti insieme nel re- retani, per la somma di centomila
fettorio.Questo nome di laura è scudi, da pagarsi da quelli che
proprio soltanto degli antichi mo- bramavano esservi annoverati ; po-
nasteri d' oriente o d' Egitto, non nendo cavalieri
i sotto la prote-
essendosi mai usato parlando di zione della Beata Vergine di Lo,-
quelli d'occidente. La prima laura reto. Dipoi a' 21 luglio i588,
si vuole fondata da s. Cantone colla bolla Romanum decel Pon-
(Fedi), che alcuni dicono essere tifìcem, ampliò il collegio aggiun-
lo stesso che fu martirizzato sotto gendovi altri sessanta cavalieri per
Aureliano; mentre altri sostengono trentamila scudi, giacché ogni va-
in vece che fu un altro Cantone, cabile di cavaliere si acquistava
il quale fondò la sua laura alla coU'esborso di cinquecento scudi.
distanza di circa sei miglia da Ge- In queste due creazioni il Papa
rusalemme, soltanto dopo che s. assegnò ai cavalieri le rate sopra
Ilarione ebbe introdotta la vita le spedizioni di Dataria e Cari'
monastica nella Palestina. Delle celleria (Vedi)^ e specialmente
laure ne discorre il Sarnelli, Lett. sopra le dispense matrimoniali di
eccl. t. Ili, lett. XLIV. Non esse- minor grazia, che come più nume-
re credibile la gran moltitudine rose, compirono la tassa di scudi
de'monaci, da alcuni autori de- duecento per ciascun uffizio. I ca-

scritta anche in un sol monastero valieri lauretani, quantunque am-


vot. xxxvir. 12
^

lyS LAU LAU


mogliali, potevano godere pensioni trecentotrenla, aggiungendovene set-
sopra i benefizi ecclesiastici, sino tanta. Ciò fece in occasione di
alla somma di duecento scudi d'o- traslatare e commutare le specie
ro ; era loro permesso di lasciare de' monti vacabili, per minorazione
queste pensioni ai loro eredi, i de' frutti e per l'estinzione' de'capi»
quali avevano diritto di goderne tali. In progresso di tempo mancò
per tre anni, passati i quali esse lo splendore a questa ìiobile mili-
ritornavano alla camera apostolica. zia, ed al tempo del Bonanni
p.
Gli altri privilegi che Sisto ac- V più non esisteva, o almeno erano
cordò ai cavalieri lauretani erano divenuti ulfiziali della cancelleria
considerabilissimi, imperciocché go- apostolica. Così egli dice a p. LXIV
devano essi dell'esenzione da qua- del Catalogo degli ordini equestri
lunque gravezza, erano riputati stampato in Roma sotto Clemente
commensaU e famigliari del Papa, XI, ove ce ne dà la figura por-
e potevano portare le aste del suo tante appesa al petto una meda-
baldacchino in alcune occasioni, glia d'oro, insegna dell' ordine, a-

come nella processione del Corpus vente da un lato l'immagine della


Domini. I loro primogeniti aveva- Madonna di Loreto, dall' altro lo
no il titolo di conti di Laterano stemma di Sisto V che aveva con-
o Lateranensi, ed i secondogeniti cesso ai cavalieri tal distinzione.
di cavalieri dorati o aurati ; e se LAUREO o LAURI V^cenzo,
alcuno abbraccia-
tra' loro figliuoli Cardinale. Vincenzo Laureo o Lau-
va lo slato ecclesiastico, avea di- ri, nato in Tropea nella Calabria da

ritto di portare l'abito di notaro miserabili genitori, ma di onesta e


apostolico sebbene i cavalieri lau-
: bene educato per
civile condizione,

retani cessassero di essere parteci- opera di una sua sorella chiamala


panti, continuarono a godere il ti- Beatrice, presso Ferdinando duca
tolo di conti Lateranensi. A tali di Nocera, questi gli pose tale a-
privilegi era però annesso 1' obbli- more come a proprio figlio. Sino
go di difendere dai corsari le spiag-> dai primi anni diede manifesti se-
gie della Marca d' Ancona, dagli gni di straordinaria saviezza e gra-
assassini la Romagna, e di custo- vila di costumi, indi apprese con
dire la città e santuario di Lore- incredibile celerilà le lettere gre-
to. Il Giustiniani mW Historie de- che e Ialine da Giovanni Padilla
gli ordini equestri^ a p. 345» chia- spagnuolo, a cui il duca avea af-
ma questi cavalieri di s. Maria di fidato l'educazione morale e lette-
Lorelo detti ne at-
lauretani^ ma raria del suo figlio Alfonso e di
tribuisce r istituzione a s. Pio V, Vincenzo coetanei. Il Padilla, sic-

e che dopo la sua morte ebbe ter- come uomo quanto dotto alfrettan-
mine l'ordine, ciò che non é vero. to d'illibati costumi, pose ogni stu-
Quando Sisto premiò il Fonta-V dio d' istillarli ne'suoi allievi, par-
na per l'erezione dell'obelisco vati- ticolarmenle la divozione verso la
cano, lo creò cavaliere dello spe- Beata Vergine, colla giornaliera re-
ron d'oro, e gli donò dieci vaca- cita del suo uffizio, ciò che il Lau-
bili de' cavalierati lauretani. In se- reo continuò per tutta la sua vi-
guito Alessandro VII nel i656 ta. Col favore del duca, Vincenzo
crebbe il numero de' cavalieri a si trasferì a Napoli, e poi a Pado-
LAU LAU 179
va dove nelle facoltà filosofiche, che il Papa avea scritto alla regi-
mediche e teologiche fece tali e si na, celebrò il nunzio qual uomo
mirabili progressi, sino a ritene- di singolare e rara virtù, fornito
re a memoria la Somma dell' an- di dottrina e prudenza. Visitò la
gelico s. Tommaso, com'ebbe a te- città e diocesi di Mondovi, e sic-
stificare s. Pio V. Condottosi a come a cagione delle guerre reli-
Roma poco mancò che un fiero giose la trovò piena d'eretici, con
toro l'uccidesse presso la piazza di dolcezza e con rigore li bandì da
s. Marco, dappoiché sollevatolo in essa. Fondò il seminario, pacificò
aria colle corna, tuttavia non pati nobili e cittadini. Fu inviato nun»
alcun detrimento. Indi entrò nella zio ad Emmanuele Filiberto duca
corte del celebre cardinal Parisio, di Savoia, che per la venerazione
ove strinse amicizia sincera con che concepì, a di lui istanza espul-
Ugo Boncompagni, poi Gregorio se tutti gli eretici dal Piemonte.
XI II. Passò quindi in quella del Gregorio XIII, suo antico amico, lo
cardinal Nicolò Caddi, il quale ta- trasferì alla nunziatura di Polonia:
le stima prese per Vincenzo, che portatosi prima in Roma per la
levatosi un giorno dal capo il cap- morte del re, fu dal Papa accollo
pello cardinalizio, lo pose su quel- e trattato nel palazzo apostolico,
lo suo, dicendogli Ti auguro que-
: finché eletto per nuovo re Enrico
sto onore, che non dubito un gior- di Francia, partì per Parigi per
no conseguirai. Dopo la morte del congratularsene, e con lui passò in
cardinale, entrò nella corte del Polonia. Ivi con zelo promossegli
cardinal di Tournon, il quale per interessi della religione, combattè
segno di affettuosa stima gli rinun- gli eretici, guadagnò alla fede An-
ziò due pingui priorati di Polonia, drea Lorichio ambasciatore del re
che poi Vincenzo rinunziò a' ge- di Svezia, e persuase Giovanni re
suiti, coll'obbligo di mantenere nei di Svezia a ricevere il dotto ge-
medesimi due loro missionari. Tras- suita Antonio Possevino nunzio
feritosi col cardinale in Francia, pontificio, il quale impegnò Sigis-
fu richiesto dal cardinale Ippolito mondo figlio del re e tutta la fa-
d'Este legato a lalere in detto re- miglia ad abbracciare il caltolici-

gno. Ivi acceso di zelo per propa- smo. Dopo la repentina partenza
gare la religione cattolica, conver- del re Eurico dalla Polonia, per
tì parecchi calvinisti,, e concorse a salire sul trono di Francia, il nun-
confermare nella romana credenza zio senza effetto adoperò perchè
si

Antonio re di Navarra, che in pun- fosse eletto in successore Massimi-


to di morte persuase a ricevere i liano II re de' romani, ma non
sagramenti, in qualità di suo me- essendovi riuscito gli convenne riti-
dico. Piitornato a Roma col cardi- rarsi in Slesia. Divenuto re Stefa-

nal d'Este, che gli donò tremila no Batorio, il nunzio gli racco-
scudi, s. Pio V lo fece vescovo di mandò la fede cattolica, e la buo-
Mondovi e nunzio a Maria Stuar- . na corrispondenza con Ridolfo \\
da regina di Scozia. A cagione del- re de'romani; e nel concilio pro-
le politiche vicende di quella regi- vinciale di Petricovia ottenne a
na, dovè fermarsi a Parigi, indi fronte degli sforzi degli eretici, che
portarsi alla sua chiesa. Nei brevi fosse mantenuta illesa l'ecclesiasti-
,8o LAU LAU
ca giurisdizione ed immunità, e lauto pranzo, nel quale egli con-
che senza alcuna eccezione fossero tento di scarso alimento, tutto il

accettali i decreti del concilio di suo diletto riponeva nella loro con-
Trento; laonde il celebre cardina- versazione.Voleva però che a
le Osio assicurò il Papa, che per mensa sempre si leggesse qualche
opera del vescovo di Mondovi e- libro sacro. Riguardò i suoi fami-
rasi nella Polonia meglio propaga- gliari con amore pa-
e domestici
la la cattolica religione, ed accre- terno, occupato assiduamente nel
scinta l'autorità della Sede aposto- procurare loro vantaggi. Meritò
i

lica. Tornato in Roma a rendere di goder l'amicizia de' ss. Carlo


conto della sua nunziatura, quan- Borromeo , Filippo Neri , Ignazio
do pensava restituirsi alla sua chic- Lojola, Camillo de Lellis, Felice
sa, da Gregorio XllI fu deputato da Cantalice e Francesco Borgia,
prefetto della congregazione isti- Siccome poi avea goduto l'amici-
tuita per la correzione del calen- zia di Bernardo Tasso, la continuò
dario romano; se non che l'im- anco al figlio Torquato che seni-
matura morte del duca di Savoia pre accarezzò e favori, come rile-
r obbligò ad un nuovo viaggio per vasi dalle sue lettere. Giunto alla
esortare Carlo Emmanuele figlio età d'anni sessantanove, nell'ultima
del defunto a mantenere la pace, malattia, munito de' santi sacra-
Neir esercizio di questa nunziatura, menti, due volte benché grave-
benchè assente, Gregorio XIII ai mente infermo ricevè nella cap-
12 dicembre i583 lo creò cardi- pella domestica vestito da cardi-
nale prete, poi ebbe il titolo di s. naie il s. Viatico^ e con tal fer-
Maria in Via, e fu fatto prefetto vore, che sembrava un angelo. As-
delle congregazioni de' riti e dei sistito da s. Camillo de Lellis, che
vescovi e regolari , non che prò- ne predisse la morte, firn di vi-

tettore de'minimi, de'ministri de- vere in Roma nel 1592, con fa-
gl' infermi, e del regno di Scozia, ma universale di uomo dotto e
In tal qualifica riconobbe giuridi- santo. Fu sepolto nella chiesa di
camente il testamento dell' infelice s. Clemente suo secondo titolo, ove
regina Maria Stuarda decapitata gli fu eretto un monumento con
in Londra, da lei scritto in fran- l'arme gentilizia, e col di lui no-
cese il giorno precedente alla sua me scolpito in metallo. Lasciò la
morte. Il cardinale lo sottoscrisse suppellettile a' suoi famigliari e
e consegnò al conte di Olivares domestici, la biblioteca al collegio
ambasciatore di Spagna in Roma, romano, e l'eredità a' religiosi mi-
Si trovò presente a quattro con- nistri degl'infermi. La vita di que-
clavi, ma non giunse in tempo a sto pio e degno cardinale la scris-
quello in cui fu eletto Sisto V. Il sero il Castiglioni, e Ruggero Trik-
suo carattere e sincero,
schietto toni suo segretario in latino, che
non solo faceagli pronunziare con il Rossi stampò a Bologna nel iSgg.

senatoria libertà i propri sentimen- Si vuole che il cardinale compilas-


ti, ove la necessità o la giustizia se la vita del cardinal Tournon,
Io richiedeva, ma gli faceva ri- suo generoso benefattore,
guardar gli amici con affettuosa LAURERIO o LORKRIO Dio-
beuevplenza, trattandoli sovente a wisio, Cardinale, Dionisio Laure-
,

LAU LAU i8i


rio o Lorerio nacque
Beneven- in sta legazione da lui compiuta cou
to da miserabili genitori di oscura dignità e valore. Paolo III a' 12
condizione, che il INicaslro nella dicembre i539 lo creò cardinale
sua Pinacoteca Beneventana dice no- prete del titolo di s. Marcello, e
bili ed illustri. Professò in tenera nel i54o vescovo di Urbino. Il

età nell'ordine de' servili, dove la Papa per distinzione gli trasmise
sua singolare dottrina ed eloquen- la berretta cardinalizia per mezzo
za gli meritò le prime cariche. di Pier Farnese
Luigi duca di ,

Lesse filosofia, matematica . e teo- Parma e Piacenza cioè gli avrà ,

logia in Perugia, Bologna e Roma, recato la notizia della promozione


e come eccellente predicatore con ovvero la berretta de' regolari, giac-
molta gloria predicò in molti dei che solo a questi Gregorio XIV
più famosi pulpiti d' Italia. Enrico accordò la berretta rossa come l'u-
Vili re d'Inghilterra lo fece suo savano gli altri cardinali. Continuò
ministro presso la santa Sede in la suprema prefettura dell'ordine,
luogo di Tommaso Crammer suo sinché fu destinato legalo della
cappellano. Questi giunto in Lon- provincia di Campagna, ma riten-
dra mise in ottima vista Dionisio ne r arcidiaconato di Benevento ,
al re, alla cui corte d'ordine di che conservò fino alla morte. Si
Clemente VII dovette poi trasfe- narra che Dionisio trattando fami-
rirsi per urgentissime cause, e per gliarmente negli sludi di matematica,
affari di religione. Restituitosi a in cui era eccellentemente versato,
Roma, il Papa lo nominò generale col cardinal Farnese poi Paolo III,

del suo ordine , ma egli anziché gli predisse il pontificato, onde que-
prevalersi del breve di nomina sti gli pose subito in testa la sua
raccolto il capitolo rimase a pieni berretta cardinalizia. Lo stesso Pon-
voti nell'addossatogli ministero sta- e r imperatore Carlo V sog-
tefice,
bilito econfermato, quantunque ciò giornando in Lucca, d'unanime con-
dispiacque a lui solo, che ripugnan- senso incaricarono il cardinale di
te e piangente accettò. Spedito da portarsi in Firenze per indurre il

Paolo III nel i536 a Giacomo V duca a consentire alla celebrazio-


re di Scozia pel concilio generale, ne del conciho generale. Si trat-
con prerogative di legato a latere tenne tre mesi, parte co' suoi frati
e facoltà amplissime per visitare, in Firenze, e parte nel Monte Se-
correggere e riformare monasteri nario onde rimettersi in salute, e
di monache, conventi di frati, col- ricuperare le perdute forze : in tale
legi, capitoli, università, chiese di occasione ottenne che il duca fa-
sacerdoti secolaii e regolari, cosa cesse restaurare i bagni di s. Fi-
che non poteva cadere più in ac- lippo. Quanto il cardinale fu fa-
concio attesa l'apostasia di Enrico vorevole a Carlo V, altrettanto si

Vili dalla Chiesa romana, e con mostrò contrario a Francesco I


lui lutto il regno d' Inghilterra, il re di Francia, per cui una volta
quale come confinante colla Scozia con gran ardore perorò contro di
poteva agevolmente comunicargli i lui in pubblico concistoro, del che
suoi errori ; disordine a cui si pro- fu energicamente ripreso dal car-
curava di prevenire colla riforma dinal de Cupis decano del sacro
dell'uno e l'altro clero. Dopo que- collegio. Morì in Roma d'anni qua-
,

i82 LAV LAV


rantacinque nel i542, e fu sepol- celtuate messe dei morti, e in
le

to nella chiesa del suo titolo con quelle de tempore, dalla domenica
elegante iscrizione. Fu quasi d'o- di sabbato santo
Passione fino al
gni sorte di scienza a meraviglia exclusive; ma non
però nelle messe
ornato, prudente, grazioso nel con- votive de Passione e de Cruce
versare per la sua dolce eloquen- che nel tempo pure si celebrano
za, ond'era amalo da quanti lo pra- di Passione, come avverte il Colti,
ticavano. Dici, liturg. par. I, tit. Lavabo.
LAURIAC, Laurìacum. Luogo I certosini ed i domenicani reci-

di Francia nell' Anjou. Neil' anno tano il salmo Lavabo arrivando


843 vi si tenne un concilio, in cui soltanto fino al versetto Ne perdas
si fecero quattro canoni, de* quali cum impiis, inclusivamente. Quan-
i due primi anatematizzano coloro to all'azione della lavanda delle di-
che non obbediscono al re. Diz. ta, il sacerdote colle mani giunte
de* concila. si porta in cornu epìstolae, dove
LAUS TIBI DOMINE REX AE- infondendogli l'acqua il ministro,
TERNAE GLORIAE. Si dicono si lava le mani, cioè l' estremità
queste parole invece dell' Alleluja delle dita pollice e indice, dicendo
nel principio delle ore canoniche, il salmo ec, ed il Gloria Patri
cominciando dalla settuagesirna fi- nello stesso cornu epislolae. Nel IV
no a Pasqua, per decreto di Ales- secolo s. Cirillo di Gerusalemme ,

sandro II del 1061. Gem. lib. IV, Cath. Mystag. i5, e l'autore del-
e. 117; Baronio an. 1078. Con- le Costituzioni apostoliche \. 2, e. 8,
tengono il medesimo significato che n. II, osservano che quest'atto di
V Alleluja (Fedi), si pronunziano lavarsi le mani è un simbolo della
nondimeno in segno di mestizia purità dell'anima che devono ave-
in lingua latina, come più umile re i sacerdoti nella celebrazione del
e bassa dell'ebrea, come si espri- santo sacrifizio. La lavanda delle
me il Macri, citando Alenino, cap. mani poi che fa il sacerdote pri-
De septuag, V. il Cecconi, Disser- ma di vestirsi per la messa, o per
tazione dell' Alleluja, num. XI. altra sacra funzione, significa la mon-
LAVABO. Termine di chiesa che dezza esteriore, eh' è naturale alla
dicesi: i." dell'azione dei sacerdoti, convenienza ed alla riverenza che
i quali si lavano le dita celebran- devesi a' sacrosanti misteri che si

do la messa ;
2.** della parte della accinge a trattare , ed alle sacre
messa, in cui quell' azione viene funzioni ch'egli va a fare. Questa
fatta; S.** del pannolino con cui il esteriore mondezza indica pure la
sacerdote asciuga i diti, dopo es- mondezza interiore, colla quale si

serseli lavati, in seguito all' of- deve avvicinare ai tremendi miste-


fertorio; 4-" ^^lla carta su cui so- ri. Il p. Le Brun, Spieg. delle ce-
no scritte o stampate queste pa- rem. della messa tom. II, p. 343,
role. Lavabo inter ìnnocentes ma- nota le diversità assegnate al tem-
nus meas, ec. Anticamente in al- po per fare questa azione. Secon-
cune chiese recita vasi questo solo do r ordine romano si fa imme-
versetto Lavabo; in oggi si dice diatamente avanti l'oblazione; nel-
tutto il restante del salmo 25, da le chiese diFrancia e di Germa-
cui è tolto, col Gloria Patri, ec- nia immediatamente dopo ; in al-
,

LAV LAV ia5


cune si usa farla avanti e dopo. re sposando Anna di Lavai. Fu
V. le note del p. Morando sul Sa- presa per iscalata da Talbot gene-
cramentario di s. Gregorio I, p. rale degli inglesi nel 1466, indi
370 e 371. nell'anno seguente ripresa da' fran-
LAVAL o LAVAL GUYON cesi sotto la condotta dei signori
LavaUiuììiy Vollis Guidonìs. Città del paese. Molto soffrì durante la
di Francia nella bassa Maina, ca- guerra della Vandea, e fu presa
poluogo del dipartimento della nel 1793 dai vandeisti. Ne' suoi
Mayenne di circondario e di can- dintorni ebbe origine la cosi detta
tone, nella diocesi di JMans. E si- diovaneria, della quale i quattro
tuata sopra un colle alla riva de- fratelli Chovan, abitanti della cam-
stra della Mayenne, che la divide pagna, furono i creatori ed i pri-
dal più grande de' suoi sobborghi mi capi. Da ultimo il eh. J. Gre-
con cui comunica mediante il pon- ti Aeau Joly ci ha dato 1' Hisloire

te recentemente costrutto. Il vec- de la Vandee mìlitaire^ la cui XII


chio castello, sormontato da alta edizione aumentata di più di mil-
torre rotonda, fu un tempo la di- le pagine di nuovo testo, venne
mora dei duchi di Lavai, e poscia pubblicata nel i843 in Parigi dal
de'duchi della Tremouille. In fian- Gosselin.
co vi fu eretto altro bel castello. Nel 1242 vi si tenne un conci-
La chiesa della ss. Trinità, costrut- lio, che presiedette Giuvelio di
ta sull'area d'un tempio di Giove, Magonza arcivescovo di Tours, e
è di rimarchevole architettura go- vi fece alcuni regolamenti di di-
tica mischiata colla moderna ; quella sciplina. Il terzo de' medesimi sta-
de' francescani si distingue per la bilisce che gli abbati non potran-
volta di legno dipinta, e per le no cambiare i priori. Il quarto
sue trenlasei colonne, metà in mar- vieta agli arcidiaconi di trattare le
mo rosso, e metà in marmo nero; cause di matrimonio, o di simonia,
nel gran sobborgo si vede la chie- senza un potere speciale del vesco-
sa di Veneranda. La città è assai
s. vo, e di avere officiali fuori della
manifatturiera, massime di tele, città. Ilquinto richiama le pene
e vanta diversi uomini illustri. Si stabilite dai canoni contro gli ec-
crede fabbricata sotto Carlo il Cai. clesiastici che difendono cause nei

vo onde arrestare le scorrerie dei tribunali secolari. Il settimo rin-


bretoni. Divenne capoluogo di il nova il divieto fatto ai religiosi di
una delle grandi signorie di Fran- avere in proprietà del denaro per
cia, possedute dalla famiglia dei acquistarsi degli abiti. L'ottavo di-
Guy, e ch'ebbe per molto tempo chiara che colui il quale rimane
il titolo di baronia. Carlo VII nel scomunicato un anno, dev* essere
14^9 la eresse in contea colla di- punito coli'interdetto del luogo ove
gnità di pari. Edme di Lavai, ere- abita. Il nono ordina che coloro
de di questa signoria, portolla in i quali sono accusati di aver fatto
dote a Matteo II sire di Montmo- ingiuria alle chiese, e contro i
rency, il cui figlio prese il nome quali vi sono de'forti sospetti, si
di Lavai che lasciò a' suoi discen- purghino canonicamente, e venga-
denti. Ma nel i52i Francesco de no puniti se non riescono a farlo.
la Tremouille ne divenne possesso- Labbé t. XI; Arduino t. X.
i84 LAV lav
LàVAL MOINTMORENGY Lo- mento degli altari, che ci ricoi*da
dovico Giuseppe, Cardinale. Lodo- Gesù Cristo figurato dall' altare,
vico Giuseppe Lavai de Monttno- quando fu spogliato delle sue ve-
jenny, nobilissimo francese, nacque sti in tempo di sua passione do- ;

in Blaycler diocesi d'Angouléme nel po la lavanda il popolo suole ba-


1724- Ricevuta una educazione ciare gli altari. Sembra che questa
conveniente alla sua cospicua con- cerimonia della lavanda non sia sta-
dizione, egregiamente compì il cor- ta introdotta solo per pulire gli alta-
so degli studi, dopo i quali avendo ri, avvicinandosi la festa di Pasqua,
abbracciato lo stato ecclesiastico, come congetturarono il Battelli, De
meritò di essere nominato vescovo ritu ec. ; Vert, e Du Des cèrénio-
di Condom, sede a cui lo preconiz- nies de V Eglise t. I, p. 36, però
zò il Papa Benedetto XIV nel la ragione mistica dicesi figurare
concistoro de' i3 marzo lySS. Da la lavanda de' piedi fatta da Gesù
questo vescovato lo traslatò a quel- Cristo agli apostoli. Monsignor
lo di Metz Clemente XIII a 6 Cristoforo Battelli ci diede : Ritus
aprile 1761, indi fu dal re di annuae ahludonis altaris majoris
Francia dichiarato gran limosiniere sacros. bas. Val. in die Coenae
del regno. Ad istanza del re Lui- Domini explicatiis^ et illuslratus.
gi XVI, il Pontefice Pio VI nel Romae 1676 et 1072. Questo rito
concistoro de' 3o marzo 1789 lo che stolt<imente fu praticato in o-
creò cardinale dell'ordine de'preti. nore de' falsi Dei anche dai gen-
Inoltre Pio VI dichiarò il di lui tili, i quali con acqua lustrale ne
nipote Anna Pietro de Lava} Mont- lavavano con solenne rito le sta-
morency, cameriere segreto sopran- tue, ed aspergevano il popolo, le
numerario, ed ablegato apostolico are e le immagini degli stessi Dei,
a recargli la berretta cardinalizia. è in uso non solo presso i greci,
A cagione delle politiche vicende ma anche presso i latini, in tutte le
de'tempi non potè intervenire al chiese degli ordini de' predicatori,
conclave in cui fu eletto Pio VII, come attesta Cavalieri vescovo di
né in Roma a ricevere l'insegne, Gravina nella Staterà sacra, til.
,

il cappello e il titolo cardinalizio, IV, n. 127; e carmelitani comesi


restando sempre fedele ai Borboni, ha dal Fantoui, in Caerem. Carmeli-
per cui Napoleone nel 1806 nomi- tan. lib. II, p. 242. Ih alcune
nò alla sua sede di Metz Gaspare chiese gallicane e spagnuole si be-
JaufFret. Lodato per belle qualità, nediceva l'acqua e il vino che dove-
d'anni ottantaquattro mori in Alto- vano servire per questa lavanda,
na, nel mese di marzo 1808. che face vasi altrove coli' acqua di
LAVANDA o LAVaMENTO rose e coll'isopo mischiato all' ac-
DEGLI Altari. Cerimonia che pra- qua e al vino dai sacri ministri,
ticasi nel giovedì santo, nella ba- i quali si di bianco coi
vestivano
silica vaticana ed in alcune altre piedi ovvero assumevano i
nudi,
chièse, all'altare maggiore, mentre paramenti violacei, aggiungendo in
prima era più comune,, come de- fine la commemorazione del santo,
scrivemmo all' articolo Altare, § in onore di cui era eretto l'altare.
Vili, Lavanda dell' altare. Questa Ma in nìun luogo si eseguisce la
lavaada ha luogo dopo lo spoglia- funzione con più nobili cerimonie,
^,

LAV LAV i85


come uetla basilica vaticana, illu- gli aspergini vuoisi figurata la co-
strale Marlene, De ant. tccl.
dal rona di spine o i flagelli, con cui
rit. t. Ili; da Benedetto XIV, De fu coronato ^ percosso il Redento-
festis p. 139; e particolarmente re. Le spugne ricordano quella in-

con singolare dottrina da Giuseppe zuppata di fiele ed aceto, con cui


Suaeres vescovo di Vaison, vicario fu abbeverato Gesù moribondo;
della basilica, coll'opera intitolata ; ovvero quelle colle quali le pie
De ritu, qui ohsetvalur in has. Val. donne ne raccolsero il prezioso san-
qiLoUinnis in die Coena Domini gue. I tovaglioli co' quali asciugasi
ut sub occasum solis procedente l'altare possono significare la sacra
chorOy clerus omnis cuni aspergillus sindone o lo sciugatoio con cui
altare super Aposloloruin Confes- Pilato si asciugò le mani final- ;

sioneni extructum vino diffuso la- mente le candele smorzate rappre-


vet^ atque adspergat, et probatur sentano le tenebre, cui restò co-
esse antiquissiniuni usum, Romae perta la terra nellamancanza del-
1676. la vera luce, mentre il canto lu-
Varie sono le spiegazioni che gubre de' salmi dimostra la comu-
danno i liturgici di (juesli riti. Es- ne mestizia per la morte del Re-
sendo, come dicemmo, l'altare in dentore.V. Fr. Orlendi, Duplex
più luoghi della ScrilUua simbolo lavacrum in Coena Domini^ alte-
di Gesù Cristo, nel suo spogliamen- rum de sacra pedum lotione^ aite-
to intende la Chiesa di significare rum de expiandis altaribus ^YÌQven'
la sua nudità, come pure dichiarò tiae 17 IO. Riferisce poi il Galletti,
Melch. Inchofer, Epist. ad Anior- nelle Memorie del cardinal Passio-
tium de templorum denudalione nei, p. 109, che s. Leone IX con-
ext. cum Geor. A crepoli la p. ^zog. sacrò in Besangone una mensa di
Durando, Radon, divin. offìc. lib. altare, che servì alla chiesa di san
VIj e. 76, dice che l'altaie si lava Stefano, la quale poi rovinò. Quin-

coH'acqua e col vino per ricorda- di fu trasferita a quella di s. Gio.


re r acqua ed il sangue che sca- Evangelista metropolitana. Osser-
turirono dal costato di Gesti Cristo; vabile è il rito che quivi s'intro-
ovvero per alludere coU'acqua alle dusse, cioè di riempire di vino nel
lagrime, col vino all'unguento, co- giorno della cena del Signore, il
gli aspergini o rami di bosso ar- concavo di detta mensa, dal quale
ricciatiai capelli coi quali Maria i canonici traggono il vino per be-
Vergine lavò, unse, asciugò il cor- verlo per ordine, baciando prima
po dell' estinto figlio. Ruperto' e l'altare, ed altrettanto la poi il po-
Beleto si uniscono a credere che polo spettatore.
nel vino si rappresenti il sangue LAVANDA DE' CADAVERI, r.
con cui fu redento l'uman genere, Cadaveri, Funerali, Imbalsamare.
e nell'acqua il battesimo con cui LAVANDA DELLE MANI. Ol-
viene rigenerato. Lo spargimento tre quanto dicemmo all'articolo La-
del vino e dell'acqua per tutta la vabo, ed agli altri articoli Cappel-
mensa dell'altare, dicesi esprimere le Pontificie, e Famigliari de' car-
la comunicazione della virtù della dinali E PRELATI, sulla lavanda del-
Passione, e la santificazione della le mani del Papa, de' cardinali e
Chiesa, seguita per mezzo suo. Per de' vescovi, qui aggiungeremo alcu-
i86 LAV LAV
ne altre erut^izioni. Nelle funzioni dato dal cerimoniere Chiapponi, in

che celebra il Papa gli dà l'acqua Ada canoniz. sanctor. PUF, etc,
alle mani il principe assistente al pag. 227, conae riporta il Novaes
soglio, il senatore, i conservatori di nelle Dissert. storico criticlie ^ to-
Roma ed il maestro del sacro ospi- mo II, pag. i23. V. il Sarnel-
zio, al modo detto al rispettivi arti- li, Lett. eccl. tom. IX, pag. 22,
coli. Nell'esercilare detti personaggi lett. 2 i : iSe //laicOf che vuol ser-
questo onorévole uffizio, che prima vìre la messa, dee lasciar la spada.
disimpegnavano anche gli y^m^<7^ci<i!- In altre funzioni ove non hanno
tori (Fedi), sono accompagnati da luogo i conservatori di Roma, co-
un cerimoniere e da due mazzieri, me nel solenne battesimo che fece
oltre i prelati uditore di rota e chic- Clemente XI in s. Pietro, il prin-
rico di camera, porgitori, il primo cipe assistente al soglio ed il mae-
del pannolino o mantile sopra un stro del sacro ospizio versarono
piatto d' argento dorato, per ascia- l'acqua sulle mani, presentando il

garsi le mani, il secondo del grem- tovagliolo il cardinal decano. Nella


biale. Il cerimoniere ov' è la ,
messa bassa che il Papa celebrò,
credenza pontifìcia , pone sulle versò l'acqua sulle mani il came-
spalle di chi deve dare Tacqua riere segreto coppiere, ed il detto
alle mani un velo di seta bian- cardinale presentò il tovagliolo. Il

ca, a rossa, ec. secondo


paonazza maestro di camera ed il sagrista
il colore de' paramenti , guarnito assisterono nella messa il Pontefl-
con merletto d'oro; ed il creden- ce. Al pranzo il coppiere sommi-
ziere del Papa vestito in abito da nistrò l'acqua alle mani, ed il me-

città gli consegna un boccale con desimo cardinale l'asciugatoio. Quan-


acqua e bacile di argento dorato, to al presentare che fa il cardinale
L'acqua dev'essere prima pregusta- decano del mantile o asciugamano
ta dal credenziere. Chi somministra al Papa, monsignor Dini nel suo
r acqua ciò fa genuflesso mentre , Cerimoniale p. 253, dice che nel
il cardinal decano presenta sul piat- giorno delle Ceneri, dopo che il
to l'asciugamano. Frattanto che il Papa avrà imposte le ceneri, de-
Papa si lava ed asciuga le mani, tran- v'essere il cardinale primo prete il

ne cardinali e i vescovi, tutti deb-


i porgitore dell'asciugamano alla la-
bono genufleltere. Nelle messe bas- vanda delle mani, aggiungendo che
se che celebra il Pontefice, allor- questa variazione è oscurissima, ad-
chè si lava le numi, e quando pri- ducendo solo una risposta del ce-
rna e dopo si lava per dare o per rimoniale al quesito. /4n prior e-
aver dato la benedizione col ss. piscoporum debeat in die Purifica'
Sagramento in alcuna chiesa, solo tionis inservire prò ahlutione ma-
genuflettono viciniori a tale atto
i nuni sanctissinii, prout dicitur in
e quelli che
ministrano essendo , caeremoniali impresso; an potius
azione privata. Quello che porge prior presbyteroruni prout in die
l'acqua dev'essere senza spada, a Cinerum reperilur alias observatUm,
tenore della prescrizione del Cae- et secunduni opinionum Paride de
rem. Roman, lib. Ili, sect. 5, e. 4, Grassis sanctissinius ( Gregorius
e secondo il decreto di Gregorio XIIl i^yS) quod prò nunc ob-
XI U, De reform. cap. Ponti/. , ricor- servetur liber caeremonialis. La ri-
,

LAV LAV 187


sposta del quesito riguarcla il cVi sendovi cardinali ciò fa il mag-
della Purificazione, non quello del- giordomo, ed in vece somministra
le Ceneri. Delle Ceneri si adduce l'acqua monsignor maestro di ca-
soltanto , alias observatum. Ma mera. Ai detti personaggi porgono
questa osservanza è contraria al il piatto col manlile, ed il boccale

cerinooniale de' vescovi_, che nell'u- col bacile due camerieri segreti, in

no e l'altro caso dice , che la la- mancanza di alcuno di essi suppli-


vanda si fa more solito; e nel ce- scono gli aiutanti di camera. Se
rimoniale del Patrizi, che va sotto vi sono presenti cardinali diaconi,
il nome di Marcello, si dice, an- prima delle lavande che hanno
che nelle Ceneri, abluit manus mo- luogo avanti di pararsi e dopo
re consueto prout etiam siipra in spogliato, più antico leva e poi
il

Purificatione dictiim est . Per la mette la stola al Papa, in sua man-


Purificazione dice, prior episcopo- canza supplisce altro cardinale, o
rum; dunque anche nelle Ceneri. il medesimo che presenta il tova-
Dall'assertiva di monsignor Dini gliolo; non essendovi poi alcun car-
nacque questione tra il cardinal dinale, ciò fa il maggiordomo. La
Saluzzo primo prete ed il cardinal stola la riceve in consegna l' aiu-
Dugnani vescovo, nel pontificato di tante di camera, che poi la pre-
Pio VII, e fu convenuto che anco senta a chi deve imporla; egli ri-

per le Ceneri il presentar al Papa tira pure la mozzetla e poi la po-


1' asciugamano alla lavanda delle ne sulle spalle del Pontefice. Tal-
mani , spetta al cardinal vescovo volta i sovrani per atto di ossequio
pili degno ossia antico, e non al porsero ai Papi l'acqua sulle ma-
primo cardinale prete. Nella con- ni, o il pannolino per asciugarle:
sacrazione di vescovi e di altari ciò si dice ai rispettivi luoghi; al-
nelle benedizioni delle campane l'articolo Pranzo si descrive il ce-
degli agmis Dei, della rosa d*oro, ec, rimoniale di que' re ed imperato-
e nell'imposizione delle ceneri, al- ri, che mangiando col Papa ver-
lorché il Papa deve lavarsi le ma- sarono l'acqua sulle di lui mani.
ni, il chierico di camera, oltre il Quando Gregorio X nel 1272 pre-
zinale, deve credenza prende-
alla se il solenne possesso della basili-
re il piallo d' argento, con delle ca Lateranense, nel gran convito
fette di limone e di mollica di pa- ch'ebbe luogo nel contiguo patriar-
ne e bombace, colle quali ilPapa chio , Carlo I re di Sicilia dopo
si pulisce e netta le dita. Anche i avergli versato l'acqua sulle mani
vescovi nelle dette e altre funzioni gli presentò la prima vivanda. Nel
usano nelle lavande delle mani il 1389 l'antipapa Clemente VII co-
limone, il pane, la bombace. ronò in Avignone re di Napoli Lo-
Allorquando il Papa celebra la dovico d'Angiò; e Carlo VI re di
messa bassa, gli versa l'acqua sul- Francia che assistè a tal solennità,
le mani monsignor maggiordo- nella messa servì il pseudo-Ponte-
mo ( prima soleva ciò fare il cop- fice dell'acqua alle mani. Cristia-
piere, anche nel dì del Corpus no I re di Danimarca nel i474
Dominij ed allora vestito di cappa si recò in Roma ricevuto con di-
rossa), e l'asciugamano lo presen- stinzione da Sisto IV, al quale nel-
ta il cardinale più degno. Non es- le funzioni presentò il mantile alla
. ,

i88 LAV LAV


lavanda delle mani. Nel 149^ Car- qùam manibus Papae cum pria-
lo Vili re di Francia, dopo essersi ribus caeremoniis. iVel i5i5 nella
pacificato con Alessandro VI, iiella messa che Leone X celebrò in Bo-
Ijasilica Vaticana, nella messa so- logna, il re di Francia Francesco
lenne ch'esso celebrò, gli diede l'ac- I gli versò r acqua sulle mani, e
qua alle mani, avendogli baciato gli sostenne lo strascico del manto
prima il piede. Nella relazione del ad onta della ripugnanza del
Pa-
convito solenne ebbe luogo pel
eli' pa a questo contrassegno di vene-
solenne possesso che Giulio II pre- razione. A questo uffizio sono stati
se nel i5o3 della patriarcale ba- sempre destinati i più gran per-
silica Laleranense, si legge: Nobilior sonaggi , come si può vedere in
ex omnibus laicis, etiani imperatore Bomènico Giorgi, De liturgia Rom,
aiit ad lavandas ma-
reXy aqiiam Pont. lora. I, pag. 2 38. 1 Papi si

nus Papae deferat hoc ordine. Duo esercitarono, e tuttora si esercita-


scutìferi cuni torciis quatuor. Mace- no per umiltà in questo uffizio
rii quatuor, magisler domus, magi' co' poverelli e co' pellegrini, ser-
stcr caerenioniarwiiy duo alìi scutìferi vendoli a mensa o lavando loro i

cum torciisy utius canierarius, aut piedi, tanto negli anni santi , . che
nohilis cum mantili ad tergendas nel giovedì santo. Quando nel pa-
manus, et postea nohilis j aut prin- lazzo apostolico aveano luogo i quo-
ceps ad portandos fonles, idest ha- tidiani pranzi ai pellegrini e pove-
cilia duo papalia, adjuvante ma- ri, i Pontefici assistevano alla men-
gistro aulae, idest scalco, vel ali- sa , la benedicevano , e versavano
quo alio. Prior cardinalium et l'acqua sulle mani de' convitati. Ai
,

duo diaconi assistenles^ dep'ositis in relativi articoli ne portammo molti


manibus servitoruni suoruni mantel- esempli.
lis, sic in rocchetto sen'iant Papae, Sul genuflettere degli astanti
dum la\>at manus. Prior cardina-' quando il Papa si lava le mani
liuni aquani cum portatore infun- tranne cardinali ed i vescovi, ci i

dendoy et diaconi mantile hinc in- permetteremo una breve digressio-


de tenendo. Dum autem Papa la- ne, siccome argomento che più vol-
\'at manus, non praelati, sed lai- te diede luogo ad osservazioni. Nel

ci omnes genufleclunl. Cardìnales, cerimoniale della santa romana


et praelati stent capite nudo. Quuni Chiesa del Patrizi, eh 'è quello che
autem Papa laverit manus, recom- riguarda esclusivamente le funzioni
ponatur mensa ante eum et tres papali, si prescrive che allorquan-
,

cardinales, qui illi sennerunt, ca- do il sommo Pontefice nelle messe


piunt sua mantidla, et vadunt ad che solennemente celebra (non solo
loca sua, et lava nt etiamipsi, sed quando celebra solennemente, ma
stantes ante suas mensas, et dum anche quando si lava le mani in
carduialis lavai manus, unus ci altre funzioni, come in queHe della
servii de mantili, illud explican- Purificazione delle Ceneri, ec„ e ,

do et tenendo, dum alìus lavat. ciò perchè sono funzioni che fa il


Postquani omnes laverint Fini- sommo Pontefice, ossia funziona
. .

ta coena, fit secunda lavatio ma- esso stesso, dappoiché l'assistenza


nuum ; et tane secundus nohilis semplice non è che alla messa) si
laieus, etiamsi, rex siij portai a- lava le mani, tutti quelli che faa«
,

LAV LAV 189


no parte della funzione, oltre gli Papa «ollovoce, e dirette allo slesso
spettatori, secondo il loro grado e fine, sebbene diverse, e recitavansi
dignità, debbono prestare un atto stando genuflessi. Tralascialo poi
sia d'ossequio, sia di rispello, e sia questo che anticamente si os-
rito,

anche in segno di unirsi alle preci servava ( come è avvenuto di molli


del Papa , almeno di quelle che altri o tralasciati o variati, ripor-
prima recitava, e quindi o alzarsi tati dagli ordini romani e da molli

in piedi e scoperti di mitra, rite- autori liturgici) è restato il solo


nendo il berrettino come i cardi- atto di genuflettere, o di stare in
nali, o stare in piedi e scoperti piedi , o di scoprirsi , come si è
non solamente di mitra ma di ber- detto, secondo la dignità, ritenen-
rettino ancora, come i vescovi, o dosi così in parte un vestigio ed
stare genuflessi come i laici e tulli una memoria dell'antico intiero
gli altri tranne i cardinali, ed ec- rito, genuflettendo soltanto senza
cone le parole del cerimoniale. Fon- recitare alcuna preghiera , essendo
tifex maniis lavala omnes laici ge- la genuflessione per se stessa un
iw/Iectimfy praelaii vero siirgunt et atto proprio di chi prega ; ed é
stant sine mitra capite delecto : car- perciò che dal citato cerimoniale,
dinales deposilis tantum mitris sur- ed anche da quello de' vescovi, si
glint. Questa cerimonia è slata sem- prescrive tuttora , che nel tempo
pre premessa al santo sacrifizio della lavanda laici debbano ge-
i

come si raccoglie da tutti i litur- nuflettere. Questo è ciò che sem-


gici e dai commentatori. Si aggiun- bra doversi rilevare daJle espres-
ge poi dal Catalani nel commento sioni della nota riportata, sebbene
e note alle riferite parole del ce- né il Catalani, né il Marlene, né
rimoniale, che questa lavanda so- gli ordini romani, né l'Amelio, né

leva essere accompagnata colle pre- altri indichino la ragione di questa


ghiere: Qiiae etiani fieri solita erat genuflessione. Oraci sia permesso che
Clini precibus. Si avverte che dicesi per analogia di argomento pro-
solita erat, che era solito; se era, duciamo alcune osservazioni sul ge-
dunque ora queste preghiere si om- nuflettere quando il Papa com-
,

metlono, erano in conseguenza pre- parte la benedizione apostolica, ed


ghiere diverse da quelle che reci- anco perché non rechi sorpresa che
tava il Papa, giacché, come ognu- mentre si dichiara doversi genu-
no sa, tanto il Papa che i vesco- flettere allorché il Pontefice si la-

vi ed i semplici sacerdoti nel la- va le mani, non pochi si permet-


varsi le mani, si avanti la celebra- tano restare in piedi all'atto della
zione della messa, che nel tempo veneranda pontifìcia benedizione.
di questa, recitano tuttora l'orazio- Il memorato cerimoniale, Sacra-
ne Da Domine, cioè prima di
: rum caerimoniarum sive riluum en-
assumere le sacre vesti ; Lavabo, clesiasticoriim S. R. £"., parlando
dopo l'offertorio. Le orazioni per- di qualunque funzione del sommo
tanto che ora si ommetlono, deb- Pontefice, sia che Teserei li esso sles-
bono intendersi cfuelle che il clero so, sia che vi assista soltanto, al-
recitava una volta nel tempo della lorché parla della benedizione che
lavanda. E queste preghiere erano comparte il Papa o dopo l'omelia
analoghe a quelle che i-ecilaya il o in fine della messa, nulla affat-
,

1 90 LAV LAV
to accenna sopra la genuflessione flettere alle parole Precihus et me-
da farsi dagli astanti ; ma da ciò ntis, ma lo debbono nell'atto che
non si può ne si deve dedursi che il Papa benedice, come Io dimo-
non debbasi genufleltere neli' in- strano le riportate parole, giacché
dicata circostanza. Se nulla accen- dopo aver detto il cerimoniale che
na allorché appunto fa parola del- lutti genuflettono fuori che i car-
l'atto della benedizione, come sem- dinali ed i prelati, si aggiunge im-
brerebbe che dovesse parlarne, la mediatamente prelati tanien cum
ragione è che ne parla in altro incipitur, s'intende genuflectunt, Be*
luogo, ove dà la norma di molte nediclio Dei, etc, vel Benedicat vos.
azioni che accompagnano le parti- Per s' intendono in sen-
prelati poi
colari circostanze ossia le partico- so anche i vescovi, e ciò
ovvio
lari attribuzioni, e perciò appunto apparisce chiaramente dall'eccezio-
non ne fa parola quando descrive ne de' cardinali soltanto, eccezione
la benedizione suddetta, per non che non può applicarsi ad altri.
ripetere in particolare ciò che in Che anco i vescovi debbono genu-
generale in altro ed apposito luo- flettere nell'atto che il Papa bene-
go prescrive, potendo ciascuno dalla dice, e che sieno compresi sotto il
generale prescrizione argomentare nome di pielati, oltre il non essere
ciò che deve farsi ed eseguirsi di eccettuati come i cardinali, si de-
fatto da ognuno secondo il grado duce da altro principio: chi non
che occupa nella cappella. Si riscon- sa che i vescovi passando avanti
tri il medesimo cerimoniale nel lib. al Papa genuflettono? E se genu-
Ili, cap. Vili, de gemifleclionihus flettono in tale circostanza, perchè
in cappella, e sivedrà chiaramen- non debbono genuflettere allorché
te che ad eccezione dei cardinali , il Papa benedice? Sono forse essi
allorché il Papa dà la benedizione, esclusi dalla benedizione? O é me-
tutti sebbene in diverso tempo no il Papa allorché benedice, di
cioè chi poco prima e chi poco quello che sia allorché sta in tro-
dopo, debbono genuflettere nell'at- no ? E se genuflettono passando
to della benedizione. Eccone le pa- avanti al Papa, perché non lo deb-
role : Cam Papa dal hencdicùoneni bono allorché fa un'azione che per
post sermonem vel in fine missae, sé stessa esige un alto di maggior
cum incipit: Precihus et meritis etc.j riverenza? 11 non genuflettersi per-
vel: Sit nomen Domini^ etc, onmes tanto da tutti neir indicato atto ,

genii/lectunt praeter cardinales, et è un mancare alla prescrizione del


praelalos. Praelati tamen^ cum in- cerimoniale del sommo Pontefice.
cipitur: Et bcnedictio Dei, vel Be- Come parimenti è una inosservan-
nedicat vos, geniifleclunt. Apparisce za della prescrizione il non genu-
chiaramente , come ognuno vede , flettere quando chi fa il sermone
che i soli cardinaU non genuflet- recita Ave Maria, mentre così
l*

tono, e se si dice anche praeter termina il detto cap. VIH: Et gè-


prelatos, non sono essi eccettuati neraliter quotiescumque ille qui fa-
come i cardinali, a' quali soli si cit sermonem dicit, Ave Maria,
prescrive di chinare il capo, e que- omnes genujlectunt, tranne soli i

sta eccezione dei prelati consiste cardinali. Come siasi introdotta que-
soltanto che non debbono geuu- sta inosservanza, e quando, s'igno-
LAV L.W 191
ra; ma sicuramente dalTavei* la- la purificazione. Nella messa della
sciato correre la cosa dal principio prima domenica dell' avvento, in
che si mancò, o per poco corag- quelle del giovedì e venerdì santo,
gio e minor zelo di farlo avverti- ed in quella del Corpus Domini^
to, o dal non avere avuto presen- essendo sull'altare l'ostia consacrala
te quel prìnclpìis obsla^ che sono o per l'esposizione, o pel sepolcro,
le due principali cagioni che apro- o per la processione, il celebrante
no la strada agli abusi, quali una dopo la purificazione si lava le
volta introdotti si rende presso mani fuQii della predella e del-
che impossibile a sradicarli. l'altare, facie versa ad popolani.
I cardinali, i vescovi ed altri Essendo slato stabilito da alcuni
prelatij messe prima di as-
nelle maestri delle cerimonie pontificie,
sumere i paramenti sacri, e dopo che nella cappella papale, essen-
che li hanno deposti, con berretta dovi presente o assente il Pontefi-
in capo, avendo deposto la man- ce, dovesse somministrarsi sempre in
telletta, e la mozzettà quei che la piedi la lavanda, nacque in seguito

usano, in rocchetto e sedendo si il dubbio, se questa effettivamente


lavano le mani. L'acqua viene som- sia la regola che debba tenersi,
ministrata da un loro gentiluomo per cui il dotto liturgico segre-
ecclesiastico, al modo indicato al tario della cerimoniale e mae-
succitato articolo Famigliari : il stro delle cerimonie pontificie Gio-
tovagliolo o manlile lo porge il ce- vanni Fornici, fece il seguente e-
rimoniere e lo sostengono i ministri rudito voto. Se non essendo pre-
assistenti. Siccome queste due la- sente il Papa, e nelle cappelle
vande si fauno in sagrestia, il gen- cardinalizie debba somministrarsi
tiluomo che versa V acqua deve la lavanda dal gentiluomo o cap-
stare genuflesso,, perchè ivi non vi pellano in piedi o geniiflesso. « Al-
è altro superiore, mentre in cap- cuni hanno trovato ragionevole
pella deve slare in piedi. Noteremo questo dubbio: i." Perchè Fran-
che tali lavande hanno pur luogo cesco Cancellieri nella Descrizione
in altre funzioni, non che prima, delle cappelle pontificie e cardina^
e talvolta anche dopo di esse. In liziej nel cap. VI, diversità del ce-
cappella pontificia il gentiluomo rimoniale, quando si canta messa
nell'accesso e recesso deve far la in cappella senza l'assistenza del
. genuflessione all'altare ed al Papa. Papa, dice nella p. 34- I gentil- 1

Sulla credenza si pone il boccale uomini o cappellani che danno


coir acqua, il bacile e l'asciuga- da lavare le mani, genuflessi sos-
mano. I cardinali usano tali e le tengono il bacile e boccale. 2."
altre suppellettili doratp, e nelle Perchè nel vgl. X, /appendice al
messe di requie di argento; gli al- t. Ili, in una descrizione delle ce-
tri solo di questo metallo.Le tre rimonie delle cappelle pontificie,
lavande che nelle messe hanno si dice che quando il Papa non
luogo in cappelle, sono al faldi- assiste, chi somministra la lavanda
storio dopo che il celebrante ha sta genuflesso. 3." Perchè non è
letto l'offertorio, essendo egli se- per il trono, ma soltanto per la
dente suKmedesimo, ed in piedi a presenza del Papa, che non si de-
cortui epislolae al Lavabo, e dopo ve genuflettere, quando si dà la
19^ LAV LAV
Javanda. Per esaminare, se liittociò ter canonfcos, et praelatos, dehent
fosse sufficiente per allontanarsi dal genujlectere nìsi adesse t legatus, aut
principio fissato di versar l'acqua alter dignior episcopo^ quo casa
in piedi nella cappella papaie, o non debit permillere ut genufle-
presente o assente il Papa, ho cre- ctant. ( Nel cerimoniale stampa-
duto necessario di riscontrare il to sotto Benedetto XIV le pa-
cerimoniale di Marcello, e il ceri- role sono alquanto diverse, ma si

moniale che ha lasciato mons:ignor prescrive lo stesso, come si legge


Dini della cappella pontifìcia nel a detto capo, § io). Se dunque
suo t. Ili, voi. IX, p. 3o, esistente non deve permettersi che si genu-
nell'archivio de' cerimonieri ponti- fletta in questa '
azione, essendovi
fìcii. JXel detto cerimoniale della presente o il legato o altro piìi
Chiesa romana, tanto nel cap. II degno del vescovo, ne viene per
del lib. II Ordo seivandus quan-
: conseguenza che anco assente il
do cantatur missa ordinaria corain Papa e nelle cappelle cardinalizie,
Papa, quanto nel cap. seg. Papa siccome sempre il sacro col-
vi è
ahsenle. Si dice soltanto nel primo legio, non deve genuflettersi ne al
caso ; a mi-
exLraliantur chirotecae cardinale ne al vescovo. Non al
nistrisi ex sciUiferis portat
et uniis cardinale, perchè il cardinale stes-
aquani, qui primo facìt reverentiam so benché eguale agli altri, deve
Papae, dónde altari, tum celebran- scoprirsi di berrettino, quando vi

te cui dat aquam manibus j e nel siano tre soli cardinali, giacche tre
secondo : depoaantur ei chirotecae soli formano collegio, e deve allo-
lavai manuSj surgit deinde ec. ra un cardinale stesso distinguerli
Niente più di questo si rileva dal con questo atto di ossequio. Come
cerimoniale del Dini, seppure non dunque potrà esigere un atto di
avesse di ciò parlato altrove. « rispetto particolare alla sua perso-
» Non avendo dunque rilevato na essendo presente tutto il sacro
alcuna cosa sul proposito nel ceri- collegio, che collettivamente preso
moniale suddetto, e nella istruzione è superiore e degno del car- piti

di monsignor Dini, ho creduto op- dinale che celebra? Molto più va-
portuno di esaminare il cerimonia- le la ragione per un semplice ar-
le de' vescovi, ed i decreti cerimo- civescovo o vescovo, di cui non
niali fatti per la cappella pontifi- solo è più degno il sacro collegio,
cia, e mi sembra che da questi ma un cardinale solo, e perciò te-
possa evidentemente risultale, che nendo fermo quanto si piescrive
anche assente il Papa debba darsi nel cerimoniale, io sono d'avviso
l'acqua alle mani del celebrante in che mai debba darsi la lavanda
piedi, e che questo istesso debba genuflesso, non solamente assente
praticarsi nelle cappelle cardinali- il Papa nelle cappelle pontificie,
zie, benché il contrario venisse pri- ma egualmente nelle cardinalizie,
ma convenuto tra' cerimonieri. Ec- ed alla presenza di un solo cardi-
co poi quello che si prescrive nel nale. Si conferma questo mio sen-
Cerimoniale de* vescovi ( stampato timento da un decreto fatto dalla
sotto Clemente XI), cap. VIII, lib. congregazione cerimoniale. Nei ca-
Il, p. r66: Lavat manus, et tane pitoli per la riforma delle cerimo-
laici tantum, ci clerici onines, prae- nie nella cappella pontifìcia, riso-
1

LAV LAV 193


luti una congregazione deputala
in rono a edificare chiese pubbliche,
di cardinali, e confermati da Gre- negli atri di esse facevano un
gorio Xni nel iSyS, si legge an- dove prima d'entrare in esse
fonte,
che questo nella collezione auten- a fare orazione, si lavavano le
tica dei decreti cerimoniali pag. mani e il viso ; imitando in que-
1 . Cam cardinalis celebralurus sta azione il rito e l'uso degli e-
capii paramenia^ ahsente Fontifice, brei che facevano altrettanto in
vel cardinalibus^ sennanl cappella- quel fonte di bronzo, ch'era nel-
ni geniiflexi, alias stent. Presente l'atrio antico tra l'altare e il ta-
dunque il Papa o i cardinali, de- bernacolo nel tempio Gerusa- di
vono i cappellani del celebrante lemme [Vedi). E noto che gli e-
stare. Atqui tanto i paramenti , brei solevano lavarsi le mani, a
che la lavanda debbono sommini- mostrare d'essere innocenti del san-
strarsi nello stesso modo ,
perchè gue umano così fece Pilato quan-
:

egualmente è prescritto dal ceri- do fu condannato a morte Gesù


moniale. Dunque come si adsint Cristo. Avendo Paolino vescovo di
cardinales, non può il celebrante Tiro edificato un tempio, narra
prendere i paramenti dai cappel- Eusebio weWIst. l. X, cap. 4> che
lani neppure la
genuflessi, così fece un fonte fuori di esso, dove
lavanda. In fine perchè non è per- i cristiani lavassero le sordidezze
messo al celebrante cardinale o del corpo, con ricordarsi del bat-
vescovo, né ad alcun vescovo alla tesimo, erano state la-
nel quale
presenza di un sol cardinale l'uso vate quelle dell'anima. Molti padri
della bugia ? Perchè qualunque fanno menzione di quest' uso dei
distinzione deve ommettersi, assi- cristiani di lavarsi le mani prima
stendo alla messa uno più degno di entrare in chiesa o di far ora-
del celebrante. Lo stare genuflesso zione, come il Papa s. Clemente
avanti il celebrante è sempre una I, 1. 8, Const. e. 38; Tertulliano
particolare disti nzione^ la quale se- ed altri. Ma particolar-
dell' O/vzf.,
condo il prescritto dal cerimoniale mente Giovanni Crisostomo, il
s.

de' vescovi, e dal decreto cerimo- quale volendo mostrare al popolo,


niale deve ommettersi, sì adsint che per la purità dell' anima ed
cardinales, aut dignor epìscopo j emendazione della vita non basta-
dunque io credo che assente il va quella lavanda sola esteriore,
Papa nelle cappelle cardinalizie, neir homil. 52, cap. i5 di s. Mat-
ed alla presenza di un sol cardi- teo, dice le seguenti parole degne
nale, debba la lavanda sommini- di considerazione. >» In nonnullis
strarsi in piedi
'*.
jam ecclesiis hunc more corrobora-
Quanto all'uso degli antichi cri- tum videmus, ut diligenter multi
stiani di lavarsi le mani e la fac- studeant quoraodo manibus loti,

cia nelle fonti perciò erette a- candidisque induti vestimentis in


vanti e negli atri delle chiese, ne ecclesiam ingrediantur; quomodo
parlammo agli articoli Battisteri, autem animum,
atque raentem
massime agli articoli Chiesa, e suam puram, atque defecatam ot-
FoNT4NA. Il Severano nelle Me- ferant Deo, nuUam prorsus habent
morie sacre p. 62, osserva che curam. Haec dico non quia lavare
quando i primi cristiani comincia- manus prohibeamus; sed quia non
VOL. xxxvii. i3
194 LAV LAV
aqua solum lavarios velim, verum legrini fra i cristiani. Così vi furo-
etiam, at aequius est, omnis virtii- no bagni Vaticano, nel
presso il

tis numero, ec". E l'istesso dice patriarchio Lateranense, nel mona-


in altro luogo, liom. 'ji in fine: stero di s. Paolo fuori le mura, e

>i Ingressuri lemplus manus lavant, in Lorenzo al campo Verano,


s.

non autetn corda. Numcpiid enirn uhi lai^antar pauperes ffalres no-
manus loquuntur? Anima proferì stn\ essendo stati eretti e poi ri-

verba, in animam Deus inspicit". storati da vari Pontefici, come si

Per questo dunque, e per la com- ha dall'Anastasio. P^. Bagno.


raodità de* pellegrini, fece il Papa LAVANDA DE' PIEDI. Costu-
s. Damaso I quel fonte nelT atrio manza che praticavano gli antichi
della basilica vaticana, che descri- verso i loro ospiti^ e che nel cri-
vemmo air articolo Chiesa di s. stianesimo divenne una cerimonia
Pietro in Vaticano, il quale poi religiosa. Gli orientali lavavano i

fu ornato da altri Pontefici. Dei appena arrivati


piedi agli stranieri
fonti o grandi vasi d'acqua presso da un viaggio, perchè camminava-
alle porte dei templi de'gentili, e no ordinariamente colle gambe nu-»
delle chiese de' cristiani , i quali de, e con semplici sandali a' piedi,
se ne servivano per lavarsi e pu- ed anche scalzi: questa lavanda era
lirsi le mani, a fine di ricevere in indispensabile essendo in uso man-
palma la ss. Eucaristia, del qual giare a tavola sopra de' letti, onde
rito parlammo a quell' articolo, ne non lordarli. Così Abramo fece la-
tratta il p. Lupi, Dissertazioni t. I, vare i piedi ai tre angeli che rice-
pag. 4^ 6 seg.; ivi discorre pure vette in casa; Genesi e. i8, v. 4«
dell'acqua benedetta serbata all'in- Sì con Eliezer e
praticò lo stesso
gresso delle chiese, dicendo ripete- con quelli che lo accompagnavano,
re r origine dall' uso de'gentili di quando giunsero alla casa di La-
tenere grandi conche di acqua bano ; e così pure ai fratelli di
alle porle de'loro templi, ma esse- Giuseppe in Egitto Genesi e. 24, ;

re differenti i pili dell'acqua bene- V. 32, e. 43, V. 24. Questo eserci-

detta neir interno e vicino alle zio veniva comunemente esercitato


porte delle chiese, dalle fonti ester- dai domestici e dagli schiavi. Abi-
ne di acqua perenne, che cessaro- gail disse ai messi mandati dal re
no in molti luoghi per essersi rot- David che la voleva prendere per
te \e fistole e gli acquedotti. Ivi moglie, che si stimerebbe fortunata
il p. Lupi parla dei triclinii che di lavare i piedi ai servi del re;
l'ospitalità cristiana apri vicino alle Reg. e. 25, V. 4i. Gesù Cristo in-
diiese più cospicue nelle abitazioni vitato a mangiare in casa di Si-
de' vescovi a ricovero -de' pellegi'ini, meone il fariseo. Io rimproverò di
o anche a fomento di carità fra aver mancato a questo uffìzio di
i sacerdoti minori e il loro capo, Luca e. 7,
civiltà; v. 44- 1^° ^'^^^
che quivi in alcune principali feste Gesù dopo l'ultima cena che fece
tutti si refìciavauo. Osserva che i co'suoi apostoli, volle dar loro una
refeltorii gentileschi e cristiani a- lezione di umiltà con lavar loro i
vcano presso di se il bagno, dove piedi, perchè anch'essi camminavano
prima di porsi a mensa si lavava- scalzi ; e questa azione diventò po-
no i convìtuli fra i gentili, i pcl- sciìa un alto di pietà, che rinnovo»-
LAV LAV 19^
9ì in sua memoria. Li lavò pel gìe insegne e coperto di cilicio, fa-
primo a s. Pietro, e siccome que- ceva a più di centosessanta chieri-
sto per rispetto si ricusava, Gesìi ci la lavanda de' piedi, che asciu-

gli disse se non ti lacero: i piedi gava co' suoi capelli, come si può
non avrai parte meco, ed il prin- leggere in Martene, De antiq. eccl.
cipe degli apostoli subito si sotto- rit. disc. 280. Nella vita di s. Berta
mise. Tali divine parole fecero cre- ebbadessa vallombrosana è detto
dere a diversi antichi, che la la- che nel giovedì santo soleva lava-
vanda de'piedi avesse degli efTelti re i piedi alle monache. Fra le
spirituali, e che potesse cancellare risposte date dal Papa s. Zaccaria
i peccati, s'intende delle venialità. del 741 a s. Bonifazio apostolo
Questa commovente funzione chia- della Germania , una dice essere
masi Manda tOy perchè il Reden- lecito alle monache il fare in que-
tore ce ne ha lasciato l'esempio e sto giorno fra loro la lavanda dei
il comando perchè si facesse. Nella piedi, come flumo gli uomini. Noo
primitiva Chiesa, come dicemmo al- essendo questa funzione un atto
l' Battesimo (f^edi), lava-
articolo del solo sacerdozio , ecco perché
vansi i piedi ai- catecumeni o nuo- non si restringe a' soli Papi, ve-
vi battezzati, cioè prima di riceve- scovi e preti.Anzi vi furono al-
re il sacramento del battesimo e cuni che stando al sentimento delle
quando sortivano dal bagno sacro, parole : Et vos debetìs alter alleriiis
come testifica s. Ambrogio, lib. De lavare pedes, lavavano i piedi ai
myster. cap. 6. Ne ciò praticavasi loro sudditi, e da questi poi si fa-
soltanto dalla chiesa di Milano, ma cevano lavare ancor essi. Ecco qui
anche in altre d'Italia, delle Gallie, la rubrica di tale funzione , come
di Spagna, e d' Africa, lavandosi i si trova scritta nell' ordinario Re-
piedi a quelli che si dovevano bat- mense. "» Surgit Dominus archie-
tezzare il sabbato santo. T^. Viscon- piscopus a sede sua, et praecinctus
ti, De ritib. baplis. e. 17; Cornelio linleo lavat pedes archidiaconi, et
a Lapide ad e. i3 ; Calmet ibid. decani, et personarum. Postea re-
V. 8. sidens in sede sua praebet pedes
I vescovi, gli abbati, i sacerdoti, suos decano ad lavandum ". Alcu-
i superiori degli ordini religiosi, le ni fra gli antichi diedero il nome
superiore delle monache, molti so- di sagrumento alla lavanda de' pie-
vrani ed altri principi e principes- di, e le attribuirono la virtù di
se sovrane lo praticano tuttora in cancellare i peccati veniali ; tale
diversi luoghi, ed il Pontefice an- essendo il sentimento di s. Bernar-
cora. Nicolò li del io58, ad esem- do, ed anche di s. Agostino, il qua-
pio de' suoi predecessori, non passò le però fa osservare nell'epist. 129
mai alcun giorno del suo pontifi- ad Januar. che molti aslenevansi da
cato, che non lavasse piedi a do- i questa pratica, per timore che sem-
dici poveri; ed Onorio III del 12 16 brasse far parte del battesimo. Sic-
ordinò a lutti i vescovi , che nel come sì volle sostenere da alcuni
giovedì santo lavassero i piedi ai che la lavanda può ri-
de' piedi
poverelli, e facessero loro limosina. mettere i peccati mortali, vedendo
Elgado monaco racconta che Ro- il concilio di Elvira l' abuso che
berto re di Francia, deposte le re- facevasi di tale opinione senza fon-
,

196 LAV LAV


daraento, e la superstiziosa confi- veci di s. Pietro, leggendo il sa-
denza che popolo vi attaccava,
il cerdote : Fenit ergo ad Simoneni
col cap. 4^ "G ordinò la soppres- Petnun^ et dicit ei; allora parla

sione in tutta la Spagna. Questa s.Pietro: Domine, tu mihi lavas


cerimonia si fa nel giovedì santo pedesl II sacerdote prosiegue: jRe-
presso i greci, come anche nella spondit Jesus et dixit eij allora di-
Chiesa latina ; in Roma ha luogo ce il vescovo: Quod ego facio, tu
pure neW jdnno santo (Fedi) y di nescis modo: scies auteni postea.
frequente co' pellegrini che vi si Risponde l'economo: Non lavabis
recano d'ogni parte, massime nel- mihi pedes in aeternwn. Legge il
r ospizio o spedale dell' arciconfra- sacerdote, Respondit ei Jesus, e il ve-
ternita della ss. Trinità de' pelle- scovo dice Si non laverò te, non ha-
:

grini. Gl'imperatori di Costanti- hebis parteni mecuni. E seguita nel


nopoli facevano la medesima ceri- resto la funzione come la facciamo
monia nel loro palazzo prima del- noi, quando si canta la Passione
la messa, lavando ì piedi a dodici del Redentore. Il Baillet descrive
poveri, al modo che descrive il l'uso medesimo della Chiesa greca,
Codino, De offìciis aulae Constant, dicendo che s'imponeva il nome a
11 Sarnelli nelle Lettere eccles. t. ciascuno di que* poveri che rap-
Vili, lett. XX, n. 7, descrive il presentavano i dodici apostoli a ,

lavipedio del giovedì santo de' gre- cui si lavavano i piedi dal patriar-
ci, tra' quali un prete fa da dia- ca o dal vescovo, e ricusandosi da
cono. In quel giorno pertanto alla tutti il nome di Giuda Iscariote
lavanda un sacerdote greco legge si estraevano a sorte i nomi. Be-
l'evangelo, perchè secondo il ritua- nedetto XIV nel tom. 1, pag. 264
le greco, sostiene le veci dell'evan- Delle feste, e De feslis pag. 182,
gelista s. Giovanni. Mentre il sa- riporta le diverse opinioni degli
cerdote legge, il vescovo sta in pie- autori intorno al rito della lavan-
di,ed alle parole Exuit vestimen- : da de' piedi nel giovedì sauto, che
tasua, si spoglia del mandya. In- varia nelle qualità e nel numero
di alle parole, accepto linteo se delle persone a cui si lavano i pie-
praecinxit, si cinge di una lunga di ; poiché in alcune chiese sono
tovaglia, detta sahanon. Quando canonici, in altre ministri inferiori,
il sacerdote dice, mittìt acjuani in poveri in altre. Nelle chiese latine
peli^im, mette nella conca 1' acqua ecco come procede la funzione. Do-
tiepida ; quando dice, coepit lava- po denudazione degli altari, da-
la

re pedes discìpuloruniy comincia la to il segno con una tavola, ad ora


lavanda, principiando dall' ostiario, competente si radunano gli eccle-
che in quel giorno sostiene la per- siastici ad facienduni Mandatum.
sona di Giuda, perchè così i greci Il prelato o superiore vestito di
intendono le parole dell'evangeli- amito, camice, stola e piviale di
sta, quasi che cominciasse la la- color paonazzo, parte dalla sacre-
vanda da Giuda; ma i latini, co- stia preceduto dalla processione, dal
me dicemmo, tengono costantemen- turiferario col turiholo nel quale
te che cominciasse da s. Pietro. ha posto r iiicenso, dal suddiacono
Quando poi il vescovo greco vie- con la croce ( che il Bisso dice non
ne all' economo , che sostiene le doversi poi-tare) senza manipolo
LAV LAV 197
(che prende poi luogo della firn-
al Qui ci limiteremo a dire, che opi-
xione), tra i ceroferari, dal cerimo- nano alcuni sacri scrittori, che ciò
niere e dal clero, avente alla sini- si faccia perchè Gesù Cristo a tre-

stra il diacono apparato come il dici individui in fatti lavò i piedi,


suddiacono co' paramenti messali dì avendo invitato anche il padre di
color bianco. Giunta la processione famiglia , ove fece la gran cena ;
al luogo della lavanda, il diacono asserzione che viene smentita dagli
canta l' evangelo Ante dieni fe- : evangelisti, che dicono soltanto i
stum Paschae. Finito che sia , il dodici discepoli apostoli. Altri nel
suddiacono porta a baciare il libro decimoterzo vi rappresentarono s.

aperto al celebrante, il quale vie- Paolo; altri s. Mattia surroga-


ne incensato dal diacono. Indi il to a Giuda; altri per unire in
diacono e suddiacono depongono i una sola le due lavande che si

manipoli onde amministrare al ce- facevano anticamente in tal giorno,


lebrante, e questi si spoglia del pi- cioè una dai canonici ai piedi di
viale, si cinge di un zinale o grem- tredici poveri, per figurare la Mad-
biale di lino, e recasi a fare la la- dalena che lavò ed unse i piedi a
vanda de' piedi a tredici poveri o Gesù, e l'altra che si faceva dal
canonici, ec. col capo coperto e se- vescovo dopo il vespero a' suoi do-
denti, come ordina il cerimoniale dici canonici, per dimostrare quan-
de' vescovi, lib. 2, cap. XXIV, n. 2. to fece il medesimo Gesù a' suoi
Si lavano i piedi dal celebrante, discepoli, sebbene il Macri dice che
amministrando i chierici il bacile la lavanda per ricordar quella della
e l'acqua il suddiacono sostiene il
; Maddalena facevasi nel sabbato pre-
piede destro d'ognuno, e il cele- cedente la domenica delle palme.
brante lo asterge e lo bacia; pren- 11 Rinaldi all'anno 34, n. 38, ri-

dendo dal diacono il pannolino per leva che nel convito pasquale de-
astergerlo. Frattanto che il cele- gli ebrei, due erano le lavande. Di-
brante eseguisce la lavanda, si can- ce pertanto, che il lavar de' piedi
tano le antifone e le cose descritte tra gli ebrei si facesse dopo la ce-
nel messale; dopo che l'ha termi- na primieramente per»
dell'agnello ;

nata si lava le mani , riprende il che si ha da s. Giovanni, che ciò


piviale, dice il Pater noster, ec, e avvenne fatta la cena, e che un'al-
col medesimo ordine ritorna colla tra volta Cristo si levò dalla cena,
processione in sacrestia. Se a quelli e preso lo sciugatoio lavò i piedi
che si lavano secondo le i piedi, agli apostoli. Quanto all' uso di
consuetudini, si devono dare delle lavar i piedi nell' entrar in casa ai
limosi ne, un chierico porta il ba- convitati, s'intende mentre non si

cile monete, una delle quali


colle erano già lavati, come gli apostoh,
consegna al diacono, e questi al onde disse il Signore a s. Pietro:
celebrante, ilquale dopo asciugato Qui lotus esty non indiget nisi ut
il piede la dà al povero, che oltre pedes lavetj sed est mundiis totus.
la mano del celebrante bacia an- E certamente che fossero soliti gli
cora la moneta. Varie sono le opi- ebrei nella mensa pasquale lavarsi
nioni, perchè a tredici piuttosto che di nuovo i piedi e le mani, ben si
a dodici si lavano i piedi ,
quali vede nel rituale loro del che si :

riportammo al luogo che citeremo. assegna espressamente la ragione,


f9« LAV. LAV
perché d' un convito si facevano ne delle due antiche lavande che
due cene congiunte insieme, o se fa cévansi nel giovedì santo. Altri
dir meglio vogliamo, d'una cena finalmente dicono introdotto il de-
due mense, nella prima delle quali cimoterzo alla lavanda, per figura-
si mangiava V agnello, e nella se- re quell'angelo che s. Gregorio I

conda si faceva la cereraonia degli trovò tra que' miseri o pelle-


azimi. Però da un canone dello grini che ogni giorno trattava a
stesso rituale apparisce, che ancora mensa, somministrando loro po-
nelle altre grandi solennità, come scia anche l'acqua per la Lavanda

della Pentecoste, e della Scenope- delle mani (Fedi). Altri poi con
gia ossia de* tabernacoli ( in cui il riJgione più fondata, dicono che la
popolo per otto giorni abitava sot- Chiesa stabili lalavanda di tredici
to capanne di frasche e verdure), individui, ciò che confermò Sisto
si facevano due somiglianti cene, IV con suo decreto presso il Mar-
{la questa era la differenza tra es- cello, per rappresentare che Cristo
se, che nelle altre una sola volta col fatto e coll'esempio di somma
si lavavano i piedi, ma in quella umiltà volle istituire questa cere-
della Pasqua due cioè prima di , monia.
mangiar l'agnello, e avanti la se- Nel voi. Vili, p. 296 e seg. del
conda mensa e cerimonia degli a- Dizionario , descrivemmo la la-
zimi e conforme a questo fa me-
: vanda che nel giovfcd'i santo fa il
stieri dire, che la prima lavanda Papa dei tredici apostoli, sacerdo-
s'era fatta avanti che mangiassero ti o diaconi; gli antichi riti ese-
l'agnello, e la seconda dal Signo- guiti dai Pontefici; due lavande
le

re avanti la seconda mensa. Oltre di che prima si facevano; chi debba-


ciò, che la prima mensa dell'agnello si riconoscere per decimoterzo in-
fosse già consumata quando Gesù dividuo; come il Papa ad imita-
Cristo lavò i piedi ai discepoli, lo zione di Gesù Cristo che depose
dimostra lo stesso s.Giovanni, di- le vesti, e si cinse d'uno sciugatoio
cendo che dopo la lavanda de'piedi per dimostrare la sua grande umil-
il Signore ripigliò le sue vesti, cioè tà, essendo ciò proprio de' servi
depose la veste cenatoria e riprese la ( racconta Leone Ostiense che una
propria, volendo usare abito diverso pcirte di detto sciugatoio portato
nel nuovo convito in cui istituì la da alcuni monaci da Gerusalemme
ss. Eucaristia. Ma prima d' insti^ a Monte Casino, gettato nel fuoco
tuire il cibo divino lavò i piedi ai estinse 1* incendio e restò illeso :

convitati, parendo che ciò toccasse F. il Chifìlet, De liiiteis scpul-


a chi convitava. Pompeo Sarnelli chralibus), si leva il piviale e pren-

nel t. VI delle sue Lett. eccl.j ci de grembiale; e parlammo pu-


il

dà la lett. XXXllI: Onde è che re della tavola o mensa loro im-


santa Maria Maddalena si met- bandita ; e chi fa le veci del
te nelle litanie prima delle sante Papa per sua impotenza, ciò che
vergini. Il Sarnelli crede, che per pure dicemmo a p. 288. Qui poi
la lavanda de' piedi ch'essa fece a aggiungeremo, che se il prelato te-
Cristo colle sue lagrime, la Chiesa soriere o protesoriere (ancorché
adottò la lavanda di tredici indi- cardinale) è assente o infermo, le

vidui. Nel t, J, p. 58, rese ragio- medaglie ai pellegrini o apostoli


LAV LAV 199
cui il Papa ha lavato il piede, le cardinal della Somaglia decano ne-
sona ministra il prelato decano dei gli anni 1822, 1823, 1824, come
chierici di camera; ciò che fece si legge Diari di Romay uum.
i\Q

monsignor Giacomo A madori -Pic- 28, 25 e 3i. 11 tesoriere dà le


colomini decanode' medesimi nel- medaglie ai pellegrini o apostoli,
r anno i843, ora cardinale, hen- ed bussolanti portano i soliti ba-
i

chè si dicesse che ciò toccava far- cili^ cioè due il boccale coll'acqua

si da monsignor commissario ge- ed il bacile, e due coi bacili dei


nerale della stessa camera apo- pannolini e de' fiori. Terminata la
stolica, come quello il quale fa le lavanda, il celebrante torna al fal-

veci del tesoriere per sua impo- distorio, si lava le mani, depone
tenza o nella vacanza di esso, e il zinale e riprende il piviale^ de-
di aver ciò fatto nel pontificato pone la mitra e recita l'orazione
di Pio VII monsignor commissa- assistendovi i ceroferari . Ripresa
rio Pier Maria Gasparri. 11 cau- la mitra, si por-
co'sacri ministri
datario poi del cardinal diacono ta al ove depone i paramenti.
silo

che canta il vangelo, sulla croccia Questi apostoli sono stati preceden-
assume la colta. Anticamente le temente comunicati dal sotto guar-
medaglie che il tesoriere dà al Pa- daroba, il quale si reca a celebrar
pa, eguali a quelle de' pellegrini, loro la messa coU'abito di mantelr
il prelato gliele consegnava , dopo Ione, assiste alla lavanda colla veste
che Pontefice avea deposto i pa-
il e cappa rossa, ed al pranzo ripren-
ramenti, finita la funzione della de l'abito di manlellone, deponen-
lavanda. Assente il Papa, la fun- do la veste e cappa rossa. Ai 22
zione della lavanda la fa il car- di agosto 1818, dalla sacra con-
dinale decano del sacro collegio, e gregazione de'riti, in seguito di uri
per sua impotenza il cardinale ve- voto di monsignor Luigi Gardelli-
scovo suburhicario piti antico d'or- ni assessore dellamedesima, sopra
dine. Il celebrante con piviale pao- il dubbio promosso: Se i sacerdo'
nazzo e mitra bianca di damasco, ti di rito greco possano e debbano

col diacono e suddiacono assisten- comunicarsi cogli altri in azinìo,


ti si porta al luogo della lavanda, fu deciso affermativamente. Poiché
dopo aver messo l' incenso nell'in- nella costituzione di Benedetto XIV,
censiere, preceduto dalla croce a- Etsi pastoralisy de'26 maggio 742, i

stata^ sostenuta da un accolito^ per le regole da osservarsi dagl'i-


fermandosi al faldistorio. 11 van- talo-greci, nell'articolo 6, § i3, fu
gelo si canta dal detto diacono, loro permesso l'uso dell'azimo, al-
che bacia poi il celebrante de mo- lorché fuoii delle loro parrocchie
re. Incensato il celebrante, depone non trovano sacerdoti del loro ri-

egli il piviale, si cinge del greni» to, essendo assai conveniente che
biale di lino e procede alla lavan- i tredici sacerdoti rappresentanti
da colla mitra, dopo che mini- i i dodici apostoli si comunichino
stri suddetti hanno deposto i ma- tutti al tempo istesso e nello stes-
nipoli. 11 suddiacono solleva il pie- so rito, prima di passare alla la-

de ed il diacono porge il niantile vanda, avanti di cui si crede da


o pannolino. 11 celebrante fa la molli, che seguisse la istituzione

lavanda genuflesso: cosi fece il dell'Eucaristia; ed ancora perchè


200 LAV LAV
gli etiopi caltolici i quali nel re- poveH, ma a soli dodici facevasl
sto dell'anno consacrano in fermen- dai tre guardiani e camerlengo,
tato, ueWa feria f^ in Coena Domi- forse in riguardo all'antico cerimo-
ni celebrano in azimo, che si cre- niale. Sull'intervento poi alla fun-
de usato dal Salvatore, correndo zione del magistrato romano, ciò
allora la festa degli azimi. Fedi probabilmente provenne dall'alto
Decret. S, C. Kit. t. VI, p. 65. patronato che il medesimo gode
A quanto poi si disse a p. 3o2 e sulla cappella di Sancta sanato-
seg. della lavanda e mensa de'pel- rum e sue dipendenze. In fatti nel-
legrini in sede vacante, cui sole- lo statuto della nobile compagnia
vano intervenire i conservatori di estinta, stampato nel 1608, si leg-
Homa, vi aggiungeremo le seguen- ge che l'elezione annua delle cari-
ti notizie. Il calendario Capitolino che si doveva fare innanzi all'in-
ci conserva la memoria di un'an- tero magistratoromano, quasi che
tichissima funzione, che ebbe luo- la compagnia del ss. Salvatore, ove
go nell'arcispedale del ss. Salva- non erano ammessi che nobili cit-
tore al Laterano, almeno forse fi- tadini romani, fosse una cosa stes-
no all'epoca che nel declinare del sa e proveniente dal magistrato,
passato secolo apparve l'ultima ef- usando perfino i tre guardiani e
fimera repubblica romana. Pare camerlengo la toga senatoria ne-
che la sua origine risalga alla tras- ra simile a quella del magistrato
lazione della residenza pontificia romano (che abusivamente i depu-

da Roma ad Avignone, dopo es- tati dell'arcispedale usarono nell'an-


sersi tralasciato l'uso in cui il Pa- no santo 1825, in una funzione
pa lavava i piedi a dodici sud- fatta nella sacra cappella col capi-
diaconi o diaconi o cappellani, se tolo Lateranense). Non fa meravi-
pure non si voglia dire che il pri- glia dunque che il magistrato del-
mario oggetto dell'estinta compa» l'alma Roma pubblicamente vi as-
gnia dell'arcispedale, chiamata di sistesse, e non
come dice il solo
Sancta sanctorum^ fu di ricevere calendario Capitolino, quando non
i pellegrini, ed anco di curar gli vi è cappella papale^ ma era in
infermi; ma che dopo la porten- libertà del medesimo assistervi a
tosa istituzione concepita da s. Fi- piacere, mentre dai diari stampati
lippo Neri della arcicon fraternità degli anni santi, si rileva che non
della ss. Trinità de' pellegrini, tut- ostante vi fossero le funzioni pon-
te le cure della nobile compagnia tificie, il magistrato era intervenu-
si rivolgessero a curare gl'infermi, to alla lavanda nelle sale dell'ar-
e che restò l'annua funzione della cispedale Lateranense. Circa poi i

Javanda e mensa, per provare alla soggetti rappresentavano gli


che
posterità il primo fine dell'istitu- apostoli, abbiamo dal Fanucci che
to. Comunque la cosa fosse, si co- descrisse le opere pie di Roma nel
nosce che la cerimonia era solen- 1601, opera che in gran parte ri-
ne e si faceva ogni anno nelle sale produsse il Piazza, che i dodici
superiori dell'arcispedale, e grande poveri erano sempre sei religiosi
era il romani; es-
coiicorso de' dell'ordine di s. Ambrogio ad Ne-
sendo notabile che la lavanda e mus che avevano in custodia la
la jnensa non a tredici individui chiesa di s. Clenjente, e sei religiosi
y

LAV LAV 201


gesuati ch'erano in ss. Giovanni e re della veste cenalorìa, che dai
Paolo, i quali religiosi forse saran- romani chiama vasi toga tricliniarìs,
no stati preferiti ad ogni altro, e molto usala dagli ebrei ; e perchè
perchè erano esteri e perchè di- la lavanda de' piedi fu fatta da Cri-
moravano nella parrocchia e regio- sto prima Nel t. VI,
della cena.
ne Lateranense. Estinti però questi lett. XXV, che la lavanda
n. 8^ dice
due ordini, il primo sotto Urbano de' piedi mai fu usata nella Chiesa
Vili, o meglio sotto Innocenzo X, avanti di prendere la ss. Eucari-
e l'altro sotto Clemente IX, la stia, ma dopo di essa e dopo il-
compagnia avrà scelto dodici sacer- battesimo. Nel t. Vili, lett. XXXVI,
doti poveri, come dice il calenda- Della sacra lavanda, parla eziandio
rio Capitolino. In Roma oltre la del Lavipedio del giovedì santo.
lavanda che fa il Papa, diversi or- Oltre a ciò 1711
il Sarnelli nel
dini religiosi d'ambo i sessi e pii colle stampeAntonio Barloli
di
istituti fanno egual funzione. Nel pubblicò in Venezia Sacra lavan- :

numero 27 del Diario di Roma del da de' piedi di tredici poveri che
1 80 1 si legge quelle lavande che fe- si celebra nel giovedì santo. Il Can-
cero i domenicani in s. Maria sopra cellieri ha trattato di questo argo-
Minerva, i carmelitani in s. Mar- mento nella sua Settimana santa,
tino a'Montij e quelle ch'ebbero ed a p. 37 e seg. delle Notizie
luogo in s. Omobono, ed in s. Ni- della venuta in Roma di
Canuto li
cola in carcere nelle stanze capi- e di Cristiano D animar-
I re di
tolari, dando anco il pranzo a do- ca. S. Cyprianus in Serni. de ablu'
dici poveri. Nel Rituale dell' arci- tìone pedani. Jacopo Gretsero, Po-
confraternita delle sacre Stimmate doniptnis, sive liher de more la-
di Roma^ stampalo nel 17.11, si vandi pedes peregrinorum, et ho-
prescriveva che nel giovedì santo spitunij Ingolstadii 161 o; et in
si lavanda dei
facesse in chiesa la t. II Oper. par. II Consuetudo :

dodici apostoli che dal sacerdote lavandi peregrinoruni pedes quoti-


avea celebrato la messa, unitamen- die Hierosolynds celebra nda, et
te ai guardiani. Questo uso è du- processio per ecclesiam s. Sepul-
rato fino al i8i3j in cui fu sospe- chn\ Venetiae 1623. Gio. Battista
so, essendo poi stato proibito con Franchi, L' acqua, diceria nella
decreto della s. congregazione dei solennità della lavanda de' piedi
riti de' 22 marzo, 1817, per ca- Reggio i644- Th. Ittigius, De pe-
gione d'un dotto ed erudito voto, diluvio D. N. J. C.j Lipsiae 1 699.
che si legge nel vqI. VI, pag. 12 A. D. A. Rrachevait, De pedilu-
e seg. del Cardellini, par. \, con- vio Christi, Rostochii 1707. C. G.
tro il luogo ove si faceva la lavan- HofFmann De vera et falsa pedi-
,

da, e le persone che l'eseguivano. luvii Christi imitatione , Vittem-


Il Sarnelli nelle Lettere eccl. to- bergae 1740- J- J- Kheukus, De
mo p. 57,
I, lett. XIII: Perchè nel lotione a Chrislo administrata. Pi-
giovedì santo si lavano dal vesco- card, Cérémonie de laver les pieds
vo i piedi a tredici, e non più to- à douze pouvres le jeudi sainl,
sto a dodici; e se dodici furono t. II, 20. Gio. Battista Frescobal-
gli apostoli, riporta molle analoghe di, Pediluvium, numero sive de
erudizioui. Nel t. Ili, p. 87 discor- paupevum, quibus lavandi sunt pe-
'J02 LAV LAV
des feria V in Coena Domini^ Lu- d. Livio Odescalchi come priore
cae 1713, r7i4> »7^o. Menochio, del pio luogo, e presentando il pan-
Stiiore t. II, p. 292, cap. LXXVI : nolino il cardinal Colloredo, il quale
Del costume di lavare i piedi ai gli avea già cinto il zinale. Quindi il

pellegrini. Inoltre si possono vede- Papa lavò i piedi a dieci pellegrini,


re gli arlicoli a questo relativi, assistito sempre da monsignor mae-
e Pellegrini. stro di camera nell' inginocchiarsi,
I romani Pontefici negli anni alzarsi e baciare i piedi ai pelle-
santi, oltre la consueta lavanda del Terminata
grini. la lavanda, Cle-
giovedì santo, in varie circostanze mente XI andò alla tavola de* po-
hanno umilmente lavato i piedi ai veri, rimettendogli il detto cardina-

poveri Clemente VII!


pellegrini. le il grembiale, e col principe die-
nell'anno santo iGoo, ad onta di rono a lavar le mani
Papa, poi al

sua grave età e delle sue infer- il cardinale slacciò cheil zinale
mità, più volte li lavò con una restò al nominato prelato, che alla
mano sola a cagione della chiragra tavola stette sempre presso il Pon-
che gli teneva impedita V altra, tefice porgendogli le vivande. Alla
servendoli poscia a mensa. Il Tor- funzione delle donne, il Papa as-
rigio nella HisLoria della chiesa sistette con camauro, mozzetla e
di s. Giacomo Borgo dice a in ^ stola,ed alle tavole ancora; alla
p. 20, che ciò fece Clemente Vili lavanda senza mozzetla e senza
nel palazzo del cardinal di Trento stola ; questa gli fu levata e ri-

in Borgo, rimpetto a (|uello dei messa dal primo cardinal diacono,


Campeggi, ove le compagnie o so- tutto il resto dal maestro di ca-
dalizi forestieri si alloggiavano, cioè mera ed aiutante di camera. Nel
ai poveri sacerdoti. Clemente X partire il Papa lasciò all'ospedale
non ostante ottantacinque anni di scudi quattromila in due polizze,
età, nell'anno santo 1675, per ben dicendo che quella di mille era del
dodici volte si portò all' ospedale cardinal Albani, cioèlui stesso. Que-

della ss. Trinità de' pellegrini affi- sta fu una


prime uscite edelle
ne di lavare ad essi piedi. Cle- i funzioni che Clemente XI fece do-
mente XI nell'anno santo 1700 po assunto al pontificato Dipoi .

fece altrettanto, ed eccone il ceri- agli li aprile 1701 il Papa si


moniale. A' 2 1 dicembre Clemen- portò in s. Sisto, ove lavò i piedi
te XI si portò al detto ospedale a dodici pellegrini un cardinale :

coi cardinali Noailles e Lambergh, levò la stola, pose il zinale, e die-


altri trovandosi nell'ospedale. Dopo de il tovagliolo; monsignor maestro
aver visitato la chiesa, passò alla di camera la mozzetla, che colla
tavola delle donne ch'erano servi- stola ritirò V aiutante di camera, e
te da principesse e dame, le am- d. Livio Odescalchidiede da la-
mise al bacio del piede sedente in vare. maestro di camera assistè
Il

sedia sotto baldacchino , indi dopo il Papa alla lavanda, ed alzò il


le solite preci del cappellano se- piede de' pellegrini nel chinarsi Cle-
greto, benedi la mensa. Si recò al mente XI per baciarglieli. Passò
luogo ov' erano i pellegrini per la- poi alla tavola donne , che
delle
var loro i piedi. Prima si lavò le benedì, e servi i a mensa poveri.
mani, versando l'acqua il principe Benedetto XIII nel recarsi nel 1727
LAV LAV 2o3
alla sua antica chiesa di Benevento iiscò, cx)n grave danno de' romani,
per la settimana santa, ogni sera e di aver quindi ottenuto la morte
si recò all'ospedale a lavare i pie- del mobtro^ onde in memoria la
di, e servire a mensa i poverelli. processione fu ripetuta, aggiungeu-
Benedetto XIV, a fronte della sua duvisi poi la lavanda coli' erba ba-
avanzata età, nell'anno santo 1750, silisco ed acqua rosata, che face-
a' 19 marzo si portò all'ospedale vano delle piante dell' imm;igìne i

della ss. Trinità de' pellegrini, ove sacerdoti. Questa lavanda sembra
lavò i piedi a dodici sacerdoti pel- derivata dall' esser mancato il prò-»
legrini, ed accompagnalo conke Cle- digioso scaturimento di quell'umo-
mente XI da ventidue cardinali, li re acqueo, che trasudava antica-
servi tutti a tavola. 1 suoi succes- mente la tavola ov' è dipinta l'im-
sori ne imitarono l'esempio. magine, colla quale molli infermi
Della lavanda de' piedi dell' im- conseguivano la sanila; e per la
magine del ss. Salvatore che si ve- divozione di tutto il popolo fu in
nera in Sancta Sanctorunij che vece sostituita questa lavanda, che
fncevasi sino al pontificalo di s. operò gli stessi effetti per virtù di-
Pio V nella vigilia della festa del- vina, y. la biografìa di s. Leo-
l' Assunzione di Maria Vergine in ne IV. Filialmente noteremo, che
Roma, coir intervento del magistra- i gentili si valevano di lavande
to romano, dei consoli delle arti nelle cose sacre, per confondere il

della città, e di altri, ne parlammo sacramento del battesimo, come


al voi. IX, p. 83 del Dizionario, Osserva Tertulliano, De coron. mi-
ed all'articolo Kyrie; il Marongoni li t, de baptis.
ne tratta pure a p. io3, delle Co- LAVAlNT {Lavantìn). Città ve-
se gentilesche e profane trasportale scovile con residenza inAndrea, s.

ad uso ed ornamento delle chiese^ della bassa Carintia, nel regno di


dicendo che della processionenon lUiria, sotto il governo di Lubiana.
ilPapa Sergio 11, ma piuttosto s. È Lavant
situala al confluente del
Leone IV ne fu istitutore, e che e della Drava, e pur chia-
viene
l'acqua della lavanda bevuta dogli mata Lavantz, Lavamund, Lavand-
infermi, conferiva loro la sanità. Mind, o s. Andrea, Lavaniunda.
E siccome il Martinelli scrisse aver La piccola ci Uà di s. Andrea o
luogo lavanda in memoria di
tale Audrastadt, egualmente nel circolo
quella che i sacerdoti della dea di Lubiana, giace nella valle di
Cibele facevano dell' idolo di essa Lavant, e sulle sponde del fiume
nel primo di aprile, il Marangoni che porta l'istesso nome, e die si
confuta questa asser2Ìone con giu- getta nella Drava. Predicò la ì^^ìÌq
ste dimostrando diverso il
ragioi)!, cattolica in Lavant s. Virgilio ot-
fine delle due lavande. La proces- tavo vescovo ed abbate di Salisbur-
sione dell'immagine del ss. Salva- go, onde popoli della Carintia
i

tole colla lavanda de' piedi ebbe abbandonarono gli errori del pa-
origine dall' aver s. Leone IV fatto ganesimo. Nel 775 s. Virgilio vi
portare processionalmente la me- mandò Modesto che ordinò ve-
s.

desima avanti una caverna presso scovo, il quale si stabilì in una


s. Lucia in Selce, ove erasi anni- piccola città chiamata Salina, dove
dato un pestifero serpente o basi- fabbricò una chiesa in onore della
2o4 LAV LAV
Beata Vergine; poco dopo fece e- sto col titolo di arcidiacono, e col
difìcare quella di s. Andrea nella privilegio di usare la mitra ed il

valle di Lavant, e molte altre nei pastorale. La diocesi di Lavant si

dintorni. Commanville chiama La- estende nella bassa Carintia e nel-


vant, Lavantum seu Fanum sancii r interno della Stiria, comprende
Andreae^ e crede che la città sia due chiese collegiale, l' una di s.
stala edificata sulle rovine dell'an- Bartolomeo a Frisa eh, e l'altra ar-
tica Salina o Solva, che qualche cidiaconale a s. Floriano o Fiorano
autore disse essere stata sede ve- nella piccola città dello stesso no-
scovile sino dal primo secolo. Eve- me j due belli monasteri di
più
lardo di Truchsen arcivescovo di domenicane, uno a Marnberg nella
Salisburgo eresse la chiesa di s. Stiria, r altro della Madonna di
Andrea in collegiata nel 12 12, Loreto presso Lavant, oltre altri
mettendovi dei canonici regolari, conventi e monasteri di regolari.
ai quali diede per primo preposto Tuttora la diocesi è sufFraganéa
il suo slesso cappellano Federico della metropolitana di Salisburgo,
Schalle, aggiungendovi il titolo di i cui arcivescovi tuttora nominano
arcidiacono della valle di Lavantz. i vescovi di Lavant.
Il medesimo arcivescovo ivi fondò Ulrico parroco di HaufT e cap-
a' IO maggio i223, altri dicono nel pellano dell' arcivescovo Everardo
1221, col consenso del Papa Ono- di Truchsen, fondatore di questo
rio IH, un vescovato che rese suf- vescovato, primo vescovo di
fu il

fraganeo della sua metropoli, riser- Lavant, ordinato nel i223 o 1228,
vando per sé e per i suoi succes- e mori nel i25o. Gli successe Car-
sori il diritto di nominare il ve- lo preposto di Frisach, che morì,
scovo, di confermarlo e di ordinar- nel 12^9. Tra gli altri vescovi che
lo, per autorità concessagli dal som- occuparono la sede vescovile di
mo Pontefice. I vescovi di Lavant Lavant, noteremo particolarmente
ottennero in seguito il titolo di Federico Theyl, che fu uditore
principi del sacro romano impero, della rota di Roma, nominato nel
ma senza volo e sessione nelle 1421 e trasferito a Chiemsée nel
diete, ed ebbero il diritto di bat- 1424- Lorenzo di Leichtenberg,
tere moneta. Tra i vescovati eret- già patriarca di Aquileia, morto
ti dagli arcivescovi di Salisburgo, nel i44^* Rodolfo di Rudisheini
questo di Lavant ed i suoi vesco- uditore di rota, e nunzio pontifi-
vi godevano il primo rango. L' e- cio in Boemia, trasferito a Bresla-
piscopio resta sopra un'altura vici- via nel 1467. Giovanni di Rotth
no alla cattedrale, e prima delle canonico della cattedrale d'Augu-
note vicende i vescovi possedevano sta ed uditore di rota, nominato
i tre castelli di Lavant presso Fri- nel i4^9) 6 trasferito a Breslavia
sach, Thurn distante una lega dal- nel 1482. Marco Ercole di Retti n-
la detta città, e Twinberg lungi ger, dottore in diritto, canonico
tre leghe dalla città vescovile. La della Augusta e di
cattedrale d'
cattedrale di s. Andrea ha il capi- Brixen, nominato nel i555, che si
tolo composto di dieciotto canonici distinse per la sua dottrina al
ed un decano, che hanno per di- concilio di Trento, e morì nel iSyo.
gnità ed alla loro testa un prepo- Giorgio Stubeo di Palmburg pi'us-
LAV L AV 2o5
siano, consigliere di Ferdinando ar- to 1799. Assai grande, sì di-
nel
ciduca d'Austria, e suo inviato al vide in vecchia e nuova città, ed
re d^ Polonia, morto nel
1618. in generale è bene fabbricala. La-
Leonardo Gotz dottore e canonico vaur, Vauriam o Castrum Vaii-
d'Augusta, cancelliere dell'imperato- ri,prima del 1098 non era che
re Ferdinando li, nominato nel un grosso borgo cinto di mura e
1619, morto nel i64o. Massimilia- di fosse, e protetto da un castello.
no Gandolfo conte di Reimbourgli Divenne una delle più forti piazze
o Kienbourg, nel i654 vescovo di del partito degli albigesi, e fu pre-
Lavant, nel 1666 di Secovia, poi sa nel 121 I da Simone di Mon-
trasferito a Salisburgo nel 1668, fort, che vi esercitò le maggiori
che il Pontefice Innocenzo XI creò crudeltà . li Pontefice Giovanni
cardinale nel 1686 , morto nel XXII a' 7 aprile i3i7 eresse la
seguente anno. Sebastiano conte di sede vescovile di Lavaur, che di-
Peltingj preposto e canonico della chiarò suffraganea della metropoli
cattedrale di Passavia, nominato di Tolosa, dalla quale dismembrò
nel 1668. Filippo Carlo conte di il territorio per formare questa
Furstemberg, cameriere d'onore di diocesi, stabilendola nel priorato
Innocenzo XII, morto nel febbraio de' canònici regolari di s. Agostino,
1718. Leopoldo Antonio Eleutero al dire di Coramanville, e secon-
barone Firmi an , signore di
di do altri de' benedettini, e dipen-
Gronmelz e di Meggl, ordinato nel dente dall'abbazia di Saint-Ponts
1718. IS'elle Notìzie di Roma è ri- de Tomières. Il suo capitolo era
portala la serie de' suoi successori composto di dodici canonici e quat-
sino al principe e vescovo monsi- tro dignitari. I religiosi della dot-
gnor Ignazio Francesco Zimmer- trina cristiana vi avevano quattro
niann di Windischfeistriz nella case religiose. La diocesi conteneva
Stiria^ fatto vescovo agli 1 1 set- oltantotto parrocchie, e fu soppres-
tembre 1824. Questo prelato è sa da Pio VII nel concordalo del
morto a*9 marzo 846, laonde in1 1802. Il primo vescovo di Lavaur
questo punto la sede di Lavant è fu Ruggero d'Armaynat, fatto nel
vacante. i3i8 da Giovanni XXII. I suoi
LAVATA. Sede vescovile di Pa- successori fino a Gio. Antonio di
trasso in Tessaglia, secondo il p. Castellane di Troischasteaux, fatto
Wadiogo, che dice avervi seduto vescovo da Clemente XIV nel
due vescovi del suo ordine de' mi- 1
77 1 , e che fu l'ultimo, furono tren«
nori, Giovanni cioè, ed Enrico di tacinque.
Apoldia, nominato da Giovanni
Concila di Lavaur.
XXII. Oriens christ. t. III, p. io 16.
LAVAUR. Città vescovile di Il primo fu tenuto nel ir 68.
Francia dell'alta Linguadoca , che Gallia christ. t. I, p. 1269.
avea già il titolo di contea, in og- Il secondo nel 12 12. Gallia
gi capoluogo della vice-prefettura christ. VI, p. 444-
t.

del dipartimento del Tarn, iti un II terzo nel 121 3 dall'arcive-


fertile territorio, e sulla riva sini- scovo di Narbona legato d'Innocen»
stra delTAgout, che si attraversa zo III, sopra le domande di Pie-
sopra un arditissimo ponte costrut* tro lì re d'Aragona protettore di
.

ao6 LAV LAV


Bni mondo VI conte di Tolosa e diesato appartenne alia casa di
degli altri albigesi, colle quali pre- Tufo. La cattedrale, dedicata a s.
tendeva che si rendessero ai conti Muuro, aveva il capitolo conT[)osto
di Tolosa, di Foix e di Commin- di quattro dignitari, l'arcidiacono,
ges le terre ch'erano sfate loro l'arciprete, il cantore ed il primi-
tolte. La risposta del concilio non cerio, con dodici canonici, oltre
fu favorevole ne all'una ne all'al- altri sacerdoti. Non vi erano altre
tra parte, attesoché il conte di To- chiese parrocchiali, e l'arcidiacono
losa avea violato spesso i suoi giu- faceva le funzioni del parroco. La
ramenti fatti in mano dei legati. diocesi consisteva nella città, ed a-
Lahbé tom. XI; Arduino tom. \ì; vea due conventi, cioè di osservan-
Diz. de^ concila. ti e di cappuccini; era suCfraganea
Il quarto nel i368 da tredici della metropoli di Bari.
Teseo vi di tre prò vi nei e, ai quali La
sede vescovile di Lavello di-
presiedette Pietro o Goffredo di cesi molto antica, ma il primo ve
Vairolles arcivescovo di Narbona. scovo che si conosca è Vincenzo,
Vi si pubblicò una raccolta di re- che fiori nel 1060 nel pontificalo
golamenti ecclesiastici, divìsa in di Nicolò II. Il secondo fu Seone
cento trentatre articoli, de'quali del io64j il terzo Bisanzio del
ima gran parte è tratta dai conci- 1069; il quarto Giovanni che in-
lii di Avignone tenuti nel 1826 e terveiìne nel al concilio ge-
i i
79
nel 1337. Vi è ordinato che il nerale Laternnense 111, celebrato da
ciu'ato dicendo la messa nella sua Alessandro Tra di lui succes-
III. i

chiesa, deve essere servilo almeno sori nomineremo fr. Filippo napo-
da un suo chierico in cotta; che letano domenicano, celebre nella
ogni chiesa cattedrale e collegiata teologia, prudente, ed ornato di
manderà almeno due persone del altri piegij che Clemente VI nel
suo corpo, per istudiar teologia o 134^ fece vescovo, e nel seguente
gius canonico, senza che per quest'as- anno trasferì all' arcivescovato di
senza perdano altro che le distri- Tranì. Stefano Capano patrizio
buzioni manuali. li resto riguarda napoletano, nato in Lavello, lodato
i beni temporali della Cbiesa, ì per dottrina e virtù: Sisto IV nel
suoi diritti e la sua giurisdizione. vescovo. Bernardino
1474 lo ft^ce
Labbé tora. XI; Arduino tom. VII; de Leis romano, canonico latera-
Diz. de' conc. nense, fatto i5o4 da Giulio
nel
LAVELLO, Lavellum. Città ve- II. Nel i5i5 Leone X fece ammi-
scovile piccola ed antica della pro- nistratore di questa sede il cardi-
vincia di Capitanata, presso i con- nal Francesco Surrentinus proba-
(
fini settentrionali della Basilicata bilmente Remolino il quale po-
, ),
distretto di Melfi^ cantone di Venosa. co dopo la rassegnò al suo segre-
Sta io ameno ed ubertoso territo- tario Pietro Prisco Guglielm uc-
rio, distante cinque miglia da Ve- ci di Amandola, chiaro per eru-
nosa. Quando i normanni divisero dizione varia. Ad esso nel iSSg
la Puglia nel io/j^ì, cedettero que- successe Gio. Vincenzo Michele di
sta città, che non era di molla Lavello, Iraslato nel i545 a Mi-
considerazione. Ebbe poscia il ti- nervino. Gio. Pietro Ferretti di
tolo di contea, quindi come mar- Ravenna, poeta laurealo, isterico
LAZ LAZ 'xoj

celebre, dottissimo scnttore, Paolo diocesi d'Iberia. Da un'antica No-


III i549 ^^ trasferì da Mileto
nel tizia pare che vi fossero quattro
a Lavello. Degnamente gli succes- vescovati sotto la metropoli di Fa-
sero, nel i554 Bartolomeo Orsucci si, Phasis^ città situata sul fiume
di Lucca; nel i558 Antonio Fio- del medesimo nome. Commanville
rabelli di Modena, ornalo di singo- di Ponto pone la pro-
nell'esarcato
lare erudizione; nel i56i Lucio vincia Lazica con Phasis per me-
Maranta venosino che fu al conci- tropoli, nel IX secolo trasferita a
lio di Trento; nel 1627 Placido Trebisonda, che nel secolo XIII
Padiglia napoletano, egregio predi- divenne esarcato di Lazica , con
catore celestino; nel i652 Giusep- dieciotto sedi vescovili per suffra-
pe Boncore napoletano, terminando ganee, fra le quali Phasiana del
rCJghelli neir Ilalia sacra t. VII, IX secolo. Il p. Le Quien dice
p. 74o, con Nicola Cerbini
la serie che la Lazica o la Colchide, detta
napoletano. Questi ebbe a successo- anche Bassa- 1 berla, chiamasi pure
ri que'vescovi registrati nelle an- Mingrelia. Avvi ui^ cattolico o pa-
nuali Notizie Roma, V ultimo
di triarca differente da quello dell'Al-
de'quali fu Gennaro Fortunato del- ta- berla,
1 il quale ha sotto di lui
la diocesi di Rapolla, fatto vescovo il metropolitano d'Imiretta, il qua-
da Pio VI nel 179*2. Dopo lunga le ha due arcivescovi ed un vesco-
sede vacante, nella circoscrizione vo sotto la sua giurisdizione. Il p.
delle diocesi delle due Sicilie, Pio Le Quien incomincia la serie dei
VII nel 18 18 soppresse la sede cattolici della Colchide o della
vescovile di Lavello, ed in perpe- Bassa-Iberia coi vescovi di Fasi, an-
tuo l'unì a quella di Venosa [t^edi). tica metropoli dei lazii o laziani.
LAZICA. Provincia dell' Asia, Giorgio sedeva al tempo dell' im-
che chiamasi anche Golchide, od peratore Maurizio, diventò poscia
almeno che faceva parte della Gol- patriarca d' Alessandria, dopo la
chide. I popoli della Lazica, chia- morte di s. Giovanni TElcmosinie-
mati o lazes, furono assogget-
lazii re. Ciro, uno de'principali difensori
tati romani, che se ne serviro-
ai deir eresia monolelita, governava
no onde reprimere gli unni, che la chiesa di Fasi nel 622 e 63o;
scendevano dal Caucaso, e si span- fa in seguito nominato patriarca
devano nella Lazica e sulle terre d'Alessandria dall' inlperalore Era-
dell'impero, mantenevano cojnmer- clio. Furono suoi successori Teodo-
cio coi romani del Ponto. Conser- ro, Gennadio, Giorgio
Cristoforo,
varono il loro nome antico, ed al Scolari, ec. V. il p. Le Quien,
presente abitano la Turchia asiati- Oricns christ. 1. 1, p. i336 e iZ^\.
ca hungo il mar Nero, nel pascia- LAZIO, Lnlium. Il Lazio o pae-
latico di Trebisouda. I popoli che se de'latini é una contrada nobilis-
abitavano il paese di Lazica, al sima, illustre e celebratissima d'I-
dire di Procopio, erano altaccalis- talia nello stalo pontificio, all'est
simi alla religione cristiana. Bau- del Tevere e
sud del Teverone,
al
drand colloca questa provincia dal- al di sotto dei sabini e in vici-
la parte del Fasi, Ira il monte Cau- nanza degli etruschi. L' antico La-
caso -ed il Ponto Eusino, ed era scio non occupava che una porzio-

una provincia ecclesiastica della ne di ciò che poi chiamossi Cam»


2o8 LAZ LAZ
pagna di Roma, cioè quello che Latio, et aborigìnibuS praefecit, et
trovavasi dopo il Tevere sino al more, quamvis tunc finientis aurei
capo Circeo, Circaeum promonto- saeculi, intra fines se quisque con-
riuni ( di cui parlammo all'articolo tinuit, Janus in Etrurìa, Saturnus
s. Felice). Ma dopo che gli au- in Latio, Tiberimque fines imperii
runci, gli ernici, gli equi, i volsci, esse instiluit ". E più sotto segue.
i rutuli e gli ausonii furono com- « Etruria a Janiculo Janus, Lati ura
presi sotto il nome di latini, i li- a Saturno Saturnus cognominavit".
miti del nuovo Lazio si estesero E sesto Aurelio Vittore, De orig.
sino al Volturno. Gli aborigeni ne gent.rom. dice: »lgiturJano regnan-
furono i primi abitatori^ i pelasgi te apud indigenas rudes , incul-
si unirono ad essi, ed i tirreni tosque Saturnus regno profugus,
approfittarono poscia della deca- cum in Italiam venisset, benigno
denza di questi ultimi. I siculi che exceptus hospitio est ". Che Satur-
da Plinio furono posti in quarto no edificasse la parte del Capitolio
luogo tra i priq^i abitatori d'Italia, ove si fabbricò Roma, con nome
Dionigio chiama
d' Aliearnasso li di Saturnia, lo dichiara Virgilio
popoli naturali del Lazio. Questo quando vuole dimostrare, che el-

memorabile paese da cui uscirono la indifferentemente nel Lazio e


i conquistatori del mondo, ch'ebbe nella Toscana era fabbricata, Ae-
Roma per capitale, e che secondo ned. lib. Vili. Ovidio poi, De fast.
alcuni autori un tempo diede il lib. I, così si esprime. »» Inde diu
suo nome a tutta Yltalia (Vedi\ gentimansit Saturnia nomen, dieta
secondo il Bochard fu chiamato fuitLatium terra latente Deo". Se-
Lazio per una voce ebraica che sto Aurelio dice : » Sed Urbem Sa-
significa magia, a cui erano assai turnus, cum in Italiam venisset,
dediti i latini. Molti però lo fan- condidisse traditur ". Lo conferma
no derivare da lateoj his quoniani ancora Giulio Solino, De orig. gent.
latuisset in oris Saturno fuggito rorn., con queste parole. » Quis igno-
dalle armi di Giove suo figlio, co- rat, vel dictum, vel conditum a
me si legge in Virgilio, Aeneide Jano Janiculum, a Saturno Latium,
Vili, 222; altri poi dal re Latino. atque Saturniam ". Ed Isidoro His-
Fabio Pittore, De aiir. saec. lib. palense lib. i5 eziandio: « In I-
I, registrando la venuta di Satur- talia autem a Jano Janiculum,
no nella regione, è di parere che a Saturno Saturnia, atque La-
Giano per divisione del regno con- tium conditum, eo quod ibi fu-

ceduto a Saturno, vi stabilisse co- giens latuisset ". Parimente Arno-


me per linea divisoria il Tevere; bio, Advers. gent. lib. 3 : " Ja-
patto osservato ancora molti secoli nus Janiculus conditor, et civita-
dopo per separazione tra' latini e tis Saturniae Saturnus auctor";
toscani al tempo di Ascanio, come opinione che seguono Bartolomeo
si ha da Livio, decad. I, 1. I ; Isernacense, De ant. rom. lib. I, e.
ecco le parole di Fabio: « Paulo 4; il Fazzello, De reb. Sicil. dee.
post frementibus undique contra 2, lib. I;lo Scotto, De origin. ur-

se armis^ toto prius perrerato Or- bis Rom.j il Perotti, epigr. 6, ed


be Saturnus ad Janum se contulit, altri, come il p. Tbeuli nel Tea-
eum comi hospitio JaDUs receptuiU; tro islorico di Felletri, pag. 10 e
LAZ La 2 209
seg. Sono quasi tutti conformi gli e Lanuvio. Verso la fine di questo
scrittori intorno all'origine del no- articoloparleremo di Laurenio, la
me del Lazio, affermando perchè prima capitale dell'antico Lazio, e
Saturno latuit, si nascose in esso. daremo qualche cenno eziandio di
Così dice Erodiano, De imp. rom. Lavinio ed Albalimga che lo diven-
lib. I: M Cujus etiam Saturnum nero dappoi, oltre quanto in progres-
ipsum ab Jove fìlio pulsum fiiisse sodovremo dire di trenta città la-
hospitem praedicant, quod et ibi la- tine.Quanto ivi diremo natural-
tuisset nomen Latio inditum". Pao- mente riguardano importanti noti-
lo Diacono, ^w/. mwc. lib. I : »Sa- zie del Lazio stesso.
iurnus, quia in Italia latuit, ab ejus Dopo la vittoria de' troiani so-
latebra Latium appellatum est ". pra Turno re de' rutuli, fu il La-
L'abbate Uspergense in Cliron., e zio accresciuto dal paese di questi,
Papia nel Vocah. lit. L , dicono lo che comprendeva Ardea la capitale,
stesso.
>» Latium pars Italia dictum, fondata dal re Pilumno, Afrodisio
quod Saturnus a Jove fugiens, ibi e Castel d'Invi, cioè del Dio Pane,
latuerit ". Paolo Merula, Chronol. come spiega Servio. Finalmente i
p. II, lib. 4> dice: « Latium di- romani ampliarono il Lazio anche
ctura putatur a Saturno, qui patria più, aggiungendovi i volsci, gli au-
profugus in bis locis latuisse fer- runci, gli ernici e gli equi. Il go-
tur". Finalmente il citato Perotti, verno dei re del Lazio fu monar-
epigr. 6 « Dictum Latium, quod
: chico, e tale durò sino a Numito-
illic latuerit Saturnus Jovera filium re , dopo cui morte presero i
la
fugiens". Dunque è provato che latini il governo repubblicano , e-
Latium dicatur a latendo, benché leggendosi ogni anno un dittatore,
alcuni opinarono cosi chiamarsi : di due de' quali si trova menzio-
Quia lalet iuter praecipitia Alpium ne, cioè di Cluilio e di Mezio Su-
et Apennlni. fezio. Dopo che Alba fu distrutta

Il Lazio
antico, cioè il Lazio da Tulio Ostilio terzo re diRoma,
prima venuta di Enea troia-
della e gli albani passarono in Roma, si
no e di Evandro, ebbe per città elessero i latini due dittatori , che
Ostia^ e Laurenlo detta terra Sa- altri dissero pretori, l'elezione dei
iurnìay il Gianicolo^ Gobio ^ Fre- quali facevasi ogn'anno al bosco di
nesie o Palestrina , Tusculo poi Ferentino, ove similmente si adu-
Frascati j LabicOj Ariccia o Ric- navano nelle maggiori urgenze della
cia^ Boriile e Ortona. Evandro vi repubblica, e così seguironsi a go-
aggiunse Pallanteo Tibiire, e Ca- vernare, finché furono soggiogati
tillo prefetto dell'armata navale di dalle armi romane , come si può
Evandro, Tivoli. I troiani venuti vedere nel cardinal Corradini, La-
con Enea vi fondarono Lavinia, tium velus tom. I, cap. 8, pag. 66.
ed Ascanio Alba. Qui va notato Nel Lazio antico non v'ebbero più
che la maggior parte delle città re ad un tempo, ma uno solo,
dell'antico e del nuovo Lazio han- però va avvertito che antichi e
no articoli nel Dizionario ; delle moderni scrittori diverse volte chia-
altre se ne parla agli analoghi ar- marono re latini tutti coloro che
come per esempio all'articolo
ticoli, hanno regnato di là dal Tevere
Genzano si parlò di Ardea, Nemi verso Napoli, come un re Sabino,
VOI. xxxvii. 4
,

2 10 L AZ LAZ
il quale verosimilmente avrà deno- v'essere stata centoquaranlasei anni
minata la Sabina, secondo clic di- prima dell'eccidio di Troia, il quale
cono alcuni ; un Dauno che fu re corrispondendo, secondo l' Usserio,
de' danni neUa Puglia; un Mur- all'anno delmondo 2795, sarà Gia-
rano collegato con Turno e re , no venuto in Italia l'anno del mon-
di un qualche vicino paese. Sem- do 2649. Venne egli dal paese dei
bra bizzarra l'opinione di Servio, gereti, popoli della Tessaglia, situati
che vorrebbe Murrano il primo re lungo il fiume Peneo , come dice
del Lazio. Quanto ai re del Lazio il Banier, Mitol t. VI, lib. 1, e. 6.
sino ad Enea, il Casella, De prim. Secondo l'autore delle Orìgini del po-
Hai. colon, p. 40) ^^ ^''*'' > dopo polo di Roma, fu Giano figlio di
aver falsamente assegnati al Lazio Creusa nata dal re d' Atene per ;

Enotro, Italo, Morgete e Siculo, lo che non è inverosimile che si


che regnarono nella penisola dei chiamasse Jone, e che questo no-
bruzi, fanno successore di Siculo il me nella pronunzia latina non si
re Osiri combattitore de' giganti cambiasse in Giano. Questo però
indi Lestrigone debellato da Erco- è diverso dal Giano de* greci , es-

le ,
Tosco figlio
poscia d' Ercole serido quello morto nell'Attica.
poi Morgenle figlio di Pùte, poi Dopo la morte di Camese^ Gia-
Sasio, quindi una regina Roma fon- no successe al suo regno. Ebbe
datrice della città che divenne si- Giano un ospite, cioè Sterce o Sa-
gnora del mondo ,dopoe di lei turno, che con nuova leva di gen-
Romanesco; ma queste non sono te approdò nel Lazio. Questi inse-
che favole. Ecco i veri re del La- gnò a' latini la maniera di coltiva-
zio. Narra Macrobio lib. I, cap. 7, re le terre e d'innestare le pian-
sulla fede d'Igino, che arrivato nel te. E quindi come Giano a Came-
Lazio Giano vi ritrovò il re Ca- se, a Giano successe Sterce nel
così
mese, che all'ospite Giano fece par- regno del Lazio, fabbricandovi egli
te del regno, e gli diede facoltà pure una città che fu delta Satur-
di fabbricarvi che dal una città, nia, di cui a' tempi di Varrone ri-

suo nome fu detta Gianicolo, con manevano de' vestigi.Dopo Giano


questo però, che tutto il paese si regnò nel Lazio Saturno, come at-
appellasse Regton Camascne. Euse- testano antichi scrittori greci e la-
bio non nomina il re Cauìese ; ma tini, poeti e prosatori, e gli slessi

oltreché paia che debba essere padri della Chiesa, come Eusebio
preferita l'autorità di autoii ante- e Latlanzio. Ma ciò non ostante
riori, forse l'avrà taciuto Eusebio, parecchi eruditi, ira' quali il p. Do-
perchè Giano oscurò la memoria menico Ricci chierico minore, nella
di Camese colle sue gesta, arrivan- Dissert. sopra Giano primo re de-
do fino ad essere venerato siccome gli aborigeni, vogliono che il Sa-
Dio. Anzi Giano fu Dio non solo turno d' Italia sia un sogno poeti-
de' latini, ma pure degli etruschi, co, essendo stato Saturno impri-
come lo mostrano molte loro mo- gionato da Giove e ucciso in Gre-
nete. V. l'Olivieri, nella raccolta cia, come si ha da Onìero e da
del p. Calogerà toni. XXI, p. 268; Platone, citati da Natal Conte, Mi^
ed il Maffei, Oss. leti. t. VI, p. 27. lol. lib. 2, cap. 2. Trattandosi però
La venuta di Giano io Italia de^ di due opposte sentenze, sembra che
LAZ 211
debba darsi la precedenza a quella, chiaramente adombrato Noè. Su
cioè alla prima, che ha per sé la questa controversia possono con- si

continua tradizione degli antichi sultare il Vossio, il marchese Maf-


scrittori, e eh' è confermata dalla fei, il Mazzocchi, il p. Theuli a p.

città stessa appellata Saturnia. A 8, cap. II, del regno del Lazio; il
comporre simile controversia , la Fourmont, Refi. crit. sur Ics Just,
migliore ragione pare quella di s. des ano. peup., tom. I, lib. 2, § 3,
Agostino, Deciv. Dei, 1. i8, cap. cap. 2, e gli autori che citeremo in
i5. >» De Pici patre Saturno viderint fine.
quid senliant talium deorum cul- Quanto alla venuta nel Lazio di
tores , qui eum negant hominem Evandro e di Ercole, quella del
fuisse, de quo alii scripserunt, quod primo pare ch'abbia avuto effetto
ante Picum suum fìlium in Italia sessanta anni prima dell'assedio di
regna verit, et Virgili us notioribus Troia, con piccola truppa d'arcadi,
literis dedit; sed haec poetica opi- quanti ne potean capire in due navi,
nentur esse fìgmenta, et Pici patre come narra Dionigi lib, I, regnan-
Stercen potius fuisse adseverent, a do Fauno figlio di Pico e nipote
quo agricola inventum
peritissittio dell' avolo Sterce. Accolto Evandro
animalium agri fae-
ferunt, ut fimo cortesemente da Fauno, gii fu as-
cundarentur, quod ab ejus nomine segnato il monte detto dipoi Pala-
Stercus dictum est, unde et hunc lino, in cui fabbricò la città appel-
quidam Sterculium vocatum ferunt. lata da Virgilio, Aeneid. Vili, 54:
Qualibet autem ex caussa eum Sa- Pallantis proavis de nomine Pal-
turnum appellare voi neri nt, certuni lanteum ; e tenne vi con picei ol di-
est tamen hunc fuisse Stercen, seu stretto, come dice Varrone, picciol
Stercutium, quem merito agricul- reame, avendo seco condotto la sua
turae ferunt Deum ". Dunque Ster- madre Carmenta. Sette anni ap-
ce è il Saturno d'Italia. Mercè i presso , e sotto lo stesso Fauno
benefìzi portali da Sterce ai latini, giunse nel Lazio anco famoso
il

credettero di vedere in lui tornalo Ercole, e vi uccise il celebre Ca-


un nuovo Saturno, e dopo la sua co nella spelonca detta poscia A-
morte come tale lo venerarono. La ventino. A Fauno successe il figlio
città fondata da Sterce sarà prima Latino, a cui sembra attribuirsi da
slata, com'è verosimile, dal suo no- Virgilio Jib. VII, %, Ja città di
me chiamata Stercene tramutato , Laurento. Ma accenna lo
altrove
poi in quello di Saturnia, tosto che stesso Virgilio essere stata questa
i latini fecero di lui morto l'apo- città più antica ancora di Pico fi-
teosi, e lo venerarono per Satur- glio di Sterce. Quanto al nome, è
no. Sembra perciò chiaro , che i naturale il derivarlo coH'autore del-
latini aveano idea di Saturno pri- le Origini de'romani, lib. I,c. 12,
ma della venuta di Sterce. In fatti e con Erodiano, dai lauri, de'quali
gli enotri avevano nella primitiva ve n' era intorno luogo a quel
Italia già introdotto il culto di Sa- grande abbondanza. venuta Della
turno, a cui si attribuiva la gio- di Enea in Italia e nel Lazio pur
vevole arte dell'agricoltura, e la vi è grave controversia. Strabone
bella età dell'oro fiorita nel regno nel lib. i3 fu forse il primo non
suo, sotto i quali racconli si vede a dubitare egli stesso di questa ve-
2 12 LA Z LAZ
nuta, come alcuni hanno creduto, potendoci egli esser venuto a tras-
ma a proporre gli argomenti che portarvi nuova colonia , ancorché
la rendono incerta, riportando in quella guerra non vi fosse mai sta-
ispecie ledue contrarie tradizioni, ta,né veri sieno stati tutti gli ag-
cioè quella de' greci, che descrive- giunti,che si dicono dello stesso
vano i principi di Scepsi sul mon* Enea. Le principali ragioni di que-
te Ida come discendenti da Etto- sti secondi sono, i." Il consenso di
re e da Ascanio figlio di Enea, e tutti gli antichi scrittori romani.
affermavano aver essi continuato il 2." Le tante romane famiglie, che
dominio della mentovata città sino si gloriano discese dai troiani, co-
a* tempi di Antigono e di Lisima- me la Giulia, l'Emilia, T Azia, la
co; e l'altra dei romani, che por- Cecilia, la Clelia, la Cluenzia, la

tavano con Ascanio la posterità di Gegania, la Giunia, la Memonia,


lui in Italia, e nel sepolcro di Et- la Nanzia, la Sergia ed altre ram-

tore e di Troia tutta chiudevano memorate da Igino; il che non


la discendenza di Priamo, alle quali avrebbero fatto, se non si fosse
due tradizioni aggiunge il riferito reputata certa la venuta de' troia-
Straberne che Omero egualmente si ni in quelle parti. 3.° L' autorità
oppone. Dopo Strabene sono pas- del senato e popolo romano , il

sati più oltre vari moderni, ne- quale anche ne' pubblici trattati ri-
gando affatto la venuta di cui si chiamava la sua origine dai troia-
tratta, cioè il Cluverio neh' Italia ni. 4'° Il sito medesimo ov*é fa-

antica lib. 3; Samuele Bochar in ma che si accampassero i troiani


una dissertazione alla fine del suo nel loro arrivo in Italia, chiamato
Canaanj de Segrais nel suo Vir- Troia; del che può vedersi non
gilio. Il Bannier e gli scrittori in- pur Livio, ma anche il greco Dio-
glesi della Storia universale incli- nigi 1. I. 5." Per fine l'attestazio-

nano alla stessa opinione, e in fine ne di più greci autori, cioè oltre
Erasmo Gesualdo nelle sue Osser- Dionigi grandissimo ricercatore del-
vazioni crìtiche sulla storia della le vetuste memorie, dell'antico Ar-
via Jppia, di d. Francesco M. Pra- tino e di Licofrone di Calcide, fio-
tilli, ha tutti sorpassato nella fran- rito prima che i romani avessero
chezza di deridere come favoloso alcuna storia.

l'arrivo che contro ver tesi. Per con- Le principali ragioni degli auto*
trario l'autorità di altri autori fa- ri contrari trovansi assai bene di-
vorisce la tradizione romana, tra i sciolte presso gli autori citati colla
quali sonosi distinti Teodoro Rikio tradizione, a' quali mi rimetto per
nel ììh.Depr.Htal. col. p. io, ii e amore di brevità, riferendone qui
12, e monsignor Bianchini nella sole due. La prima è tratta dal
Storia univ. p. SgS; il p. Catrou, sepolcro di Enea, che Agatocle Ci-
Diss. sul VII libro di Virgilio^ e ziense colloca con diversi autori
il Giannicoli, Tract. de orìgine et nella città di Berecinzia non lungi
pueritia linguae lai. 1. I; e. 9, coi da Troia, obbiezione confutata dal-
quali è più equa cosa il sentire. E lo stesso Dionigi , il quale e' inse-
da notare, che la questione della gna, essere stati eretti monumenti
venuta d'Enea in Italia prescinde ad Enea in più luoghi, de'quali ce
dalla verità delia guerra troiana, ne novera sette; dai che è stato
LAZ LAZ 2i3
facile credere sepolcro di Enea ciò ad accennare sotto qual re latino
che non ne era se non un'onorata venne Enea nel Lazy), e qual fu
memoria. La seconda è presa da ivi la sua sorte.

ElianicOj da cui si ha che Ascanio Sotto il re Latino, ch'era allo-


non regnasse nel Lazio, ma in Troa- ra in guerra coi rutuli, arrivò nel
de; di più eh' ei fabbricasse in Fri- Lazio Enea co' suoi troiani. Lati-
gia una città, dal suo nome chia- no accolse benignamente i nuovi
mala Ascania, lo insegnano Stefa- ospiti , diede ad Enea in moglie
no e Nicolò Damasceno. Ma ri- l'unica sua figlia Lavinia, e la fa-
sponde il p. Catrou , che l'Ascanio coltà di con
fabbricarsi una città,
del Lazio noa è nato ad Enea da patto di aiutarsi in guerra scam-
Creusa, che può lasciarsi in Troa- bievolmente. La città fabbricala da
de; ma il natogli da Lavinia, sic- Enea fu detta Lavinio dal nome
come con Dionigi afferma il Rosi- della sua sposa, e surse su d'un
ne nelle Antichità romane. Altri colle lontano circa tre miglia dal
io vogliono lo stesso, e circa la città mare, e il sito fu assai verosimil-
Ascania dicono col Brocbard, che mente ove ora è Patrica, come
non da Ascanio ebbe il nome, ma prova con assai buone ragioni il
da Ascenaz figliuolo di Gomer; marchese Lucatelli nella Disserta-
senzachè potè essere in Troade uà zione sull'antica città di Lavinio^
altro Ascanio, che niente avesse che inserita neltom. VI dell'accademia
fare col figliuolo di Enea. Ma della etrusca di Cortona. Per questi fatti
venuta di Enea nel Lazio, coll'au- incrudelì la nimicizia de' rutuli coi
torità degli storici piìi gravi, greci latini, mal soffrendo Turno loro re,
e latini, e tra i più moderni dei di veder data Lavinia, a se pro-
Fea e del IXibby sommi archeolo- messa, ad uno straniero; ma ve-
gi,ne parleremo all'articolo Roma, nuti a battaglia, furono dai latini
ove riporteremo altre notizie sui disfatti i rutuli, benché nella zuffa
Lazio. Si conoscerà per le attesta- rimanesse estinto il re Latino, che
zioni di vari scrittori, come degli fu poscia innalzato ai divini onori
aborìgeni, de* pelasgi e de' frigi ve- sotto titolo, come pensano alcu-
il

nuti con Enea in Italia, si costituì ni, Giove Laziale, ch'ebbe un


di
il popolo latino, stipite principale famoso tempio sul monte Albano
de' romani, giacche latini furono i o Laziale, di cui parlammo in di-
primi abitanti di Roma, latino Ro- versi luoghi,ed ove si celebrava-
molo che fondò l'eterna città; con- no le ferie latine, mentre poco
tro le dottrine del Vico, del j\ie- lunge e presso Marino si raduna-
Ijhur e di altri tedeschi e stranieri, rono i latini per consultare sui loro
ripugnando ai veri italiani, come affari. Dopo la rotta. Turno ricor-
si esprimono diversi nostri dotti , se al re di Cere Mezenzio, uomo
l'abbeverarsi alle sorgenti straniere empio e disumano, per attestazione
quando sono impure, sulle patrie concorde degli antichi scrittori la-
cose, non che straziar la fama del- tini; il qual Mezenzio marciò con
l'inclita Italia, come fatalmente fe- numeroso esercito a Lavinio per
cero talora alcuni, ri negando per assediarla. Ma Enea uscito alla te-
così dire il patrio cullo per ado- sta de* suoi troiani e de' suoi lati-
rare Iddii foraslieri. Ora passiamo ni, gli diede una battaglia, che du-
,

2i4 LAZ LAZ


rata per molte ore, divise in fine gliuolo di Creusa. Il certo ^\ è,
la notte. In questa mischia Enen che Ascanio si purgò dell'apposto
incalzato sponde del fiu- delitto dinanzi al popolo con giu-
fino alle
me Nu micio, cadde e vi perì ramento; e lasciando a Lavinia la
vi

dopo sei anni di regno, secondo. città di Lavinio, si die a fabbri-


Dionigi. Mezenzio dopo la battaglia carne una nuova, che chiamò al-
andò ad accamparsi in piccola di- ba-Longa, la quale dovette essere
stanza da Lavinio, per Io che A- ov'è ora Castel Gandolfo (Vedi),
scanio figlio di Enea tentò di ve- dalle cui rovine surse Albano [Fe-
nire a qualcheaccomodamento. Di- di), trasferendo colà regno dei il

venuto perciò Mezenzio ancora più o piuttosto dando quivi prin-


latini,

superbo, propose ai latini durissi- cipio ad un nuovo regno degli al-


me leggi, una delle quali era che bani. Solinoscrive, che Ascanio
mandassero annualmente, almeno
gli fondasse anche Fidene ed Amo.
come altri dicono, per molto tem- Morì Ascanio dopo trentaselte an-
po, tutto il vino del loro paese. ni di regno, secondo Dionigi e Sin-
Ascanio preso coraggio, ributtò le gello, lasciando due figliuoli Giu-
inique condizioni, e fece di notte lio ed Emilio, capi della gente Giu-

una sì felice sortita, che Mezenzio lia ed Emilia, de' quali ninno suc-

vi perde il figliuolo Lauso, e si cessegli, ma sì bene il fratello Sil-


trovò sì ristretto sopra una colli- vio.
na, che dovette egli domandare ad Pochi anni prima della guerra
Ascanio la pace, e Ascanio temen- di Enea co' rutuli, Diomede figlio
do di un rovescio dell' incostante di Tideo e re degli etoli, fu sbal-
fortuna, gli diede libertà di riti- zato co' suoi da una tempesta nel-
rarsi colle sue truppe, essendosi la Puglia sulle coste de' danni, ove
prima convenuti, che il Tevere sa- trovò Danno loro re occupato in
rebbe stato il confine degli etru- guerra co' messapi. Il re de' danni
schi e de' latini. La successione di pregò Diomede di dargli aiuto, pro-
Enea, secondo gli storici, cadde su mettendogli parte de' suoi stati, e
Eurilone suo figliuolo^ detto poi A- in moglie la sua figliuola. Diome-
scanio, ed anche Ilo o Julo, che de accettò r offerta , ed uscito in
ebbe Enea, secondo Cesare e Ca- campo co* danni e co' suoi, battè
tone, citati dall'autore delle Origini i nemici ; e distribuì poi tra le sue
romane, da Creusa figliuola di Pria- genti le terre donategli da Danno,
mo re di Troia , e secondo altri e vi fabbricò due città. Agrippa o
da Lavinia stessa , nel qual Caso Arpi, e Malevento poi Benevento.
non potrebbe essere stato questo Inoltre a Diomede si attribuisce
Ascanio il vincitore di Mezenzio. l'erezione della città di Lanuvio.
Lavinia essendole posto sospetto che Nata contesa tra Silvio e Giulio, i

Ascanio volesse privarla di vita latini aggiudicarono il regno a Sil-

fuggì a nascondersi in una selva vio, perchè egli era figliuolo della
presso Tirso o Tirro pastore, ove madre, alla quale apparteneva l'e-
die alla luce un figliuolo postumo, redità del Lazio ( lo che compro-
di cui fu lasciata incinta da Enea, va che Ascanio fosse figliuolo di
che chiamò Silvio questo sospet- : Creusa ). Insieme però trasferirono
to concorre a mostrare Ascanio fi- a Giulio il sommo sacerdozio, che
,

LAZ LAZ 2i5


nella genie Giulia rimase perpetuo. mini , e soperchiando insieme le
Dionigi nel lib. 3 e* insegna che i sponde il vicino lago Albano, ora
re di Alba fondarono trenta colo- di Castel Gandolfo , fu assorbito
nie con Roma. L'autore delle Orì- con tutta la casa , come racconta
gini del popolo romano ne nume- Dionigi lib. I. L'autore delle Ori-
ra dieci fondate nel regno di La- gini romane o sia Sesto Aurelio
lino Silvio lerzo re dopo Silvio, e Vittore, o meglio Dionisio, aggiun-
sono SiMo Palestrina
: , Tivoli , ge che Aufidio Domizio ha opina-
Gabioj Frascalij Cora, Pomeziaj to, che per terremoto anziché per
Crustiimioj Camerìa e Boville. Vir- fulmini rovinasse la casa di Alla-
gilio ugW Eneide
VI, 772, ne at- dio o Aremolo Silvio, con lui e
tribuisce allo slesso Latino altre precipitasse nel famoso lago; forse
cinque, Noniento, Fide ne. Colla- più veramente l' uno e l' altro ac-
ziay il Castel d'Jnvo^ e Boia. Li- cidente avrà concorso ultima
all'

TÌo nel lib. J, 33, ne aggiunge rovina della reggia e dell'empio


altre sei senza nominare il re fon- suo regnatore ; e il gonfiamento
datore, cioè Politoriunìj Tellenas, del lago può più che verosimilmen-
Ficanam, Cornicoliun , Ficulniani te dirsi originato dal terremoto o
o Fieunlani velereiìi^ Anieriolani. da un vulcano, su di che può ve-
Dionigi rammenta anche Medullio dersi il citato articolo Castel Gan-
e Labico. Alle quali se aggiungansi dolfo. Il re Aventino di lui suc-
Alba ed Amo, da Soli-attribuite cessore fu ucciso alle falde del mon-
no ad Ascanio, e di più Roma, ne te di Roma, che da lui prese il

resteranno ignote ancor cinque. Non nome d'Aventino, e vi fu sepolto.


però deve intendersi che i re di Allora sali sul trono Proca, padre
Alba fondassero tutte queste città, di Numitore e di Amulio, il quale
essendovene stata gran parte pri- divise il regno tra i due figliuoli.
ma di essi, come è chiaro ancora Amulio scacciò il primogenito Nu-
dal già detto; ma che le ripopo- mitore, ne uccise il figlio Egesto,
larono di nuovi abitatori, e le ri- e racchiuse tra 'le vestali la figliuo-
dussero in istalo migliore. Tra i re la Rea la quale dando poi
Silvia,
d'Alba, Tiberio o Tiberino si an- alla due gemelli Romolo e
luce
negò nel fiume Albula combatten- Remo, Amulio ne ordinò V ucci-
do, dal che cariibiò il nome con sione. I gemelli scampati da tal
quel di Tevere: [' Albula serviva condanna, e fatti adulti, uccisero
di limite tra i latini e gli etruschi. lo zio Amulio e riposero sul tro-
Allade o Alladio, che forse è l'A- no l'avo Numitore, indi fondarono
remolo nominato dall'auto-
Silvio la città di Roma.
re delle Origini romane, o
il Re- Ecco tre seiie cronologiche dei
molo di Ovidio, fu un empio dis- re latini e d'Alba. He latini. Ca-
pregiatore degli uomini e degli dei. mese. Giano regnò trentatre anni.
Per mettere terrore agli uomini e Sterce o Saturno ne regnò altret-
farsi riconoscere per un Dio, tro- tanti, Pico trentasette, Fauno qua-
vò maniera d' imitare i tuoni e rantaquattro, Latino treutasei, E-
fulmini dell'aria; ma sopratfatto nea sei, Ascanio Irentasette, Silvio.
da fiero temporale, e caduta sulla Ascanio col fabbricare la nuova
casa di lui una mano di veri ful- citta di Alba-Longa^ avendo dato
,

216 LAZ LAZ


principio almemorato regno degli destro del Tevere per le sue colo-
Albani, ecco la serie dei Re d'Al- nie, e il monte Capitolino per suo
ba. Ascanio che regnò trentasette albergo e reggia, col governo degli
anni, Silvio trenta, Enea trent'uno, aborigeni, restando egli nel Giani-
Latino cinquant'uno, Alba trenta- colo. Ambedue furono sì giusti nel
nove, Capeto -ventisei, Capi ven- governo, che Giano fu chiamato
t'otto, Calpeto tredici, Tiberino otto, Saturno, e questi Giano. Essendo
Agrippa quarant'uno, Allade dician- Saturno governo del Lazio, de-
al
nove, Aventino trenlasetle, Proca stinò a quello della Sabina Sabo
ventitre, Amulio quarantadue, Nu- suo figlio, onde per lui la regione
mitore due. Altra cronologia Re : prese il suo nome nell'anno 32 16.
del Lazio. Giano fiorì nell'anno Saturno fece a' suoi sudditi molti
i^5i avanti la nascita di Gesù benefizi, insegnando loro l'agricol-
Cristo. Saturno 1/^.1 5 anni di det- tura, i costumi, i riti, i sagrifizi;
ta era. Pico i382. Fauno i335. ne dirozzò gli abitanti, e pel suo
Latino i3oi. Enea i25o. Ascanio retto vivere (e giustizia i quaranta-
II 75. Silvio Postumo II 36. Enea due anni del suo regno furono de-
Silvio 1107. Latino Silvio 1068. nominati l'età dell'oro, e meritò
Alba IO 18. Episto Silvio
Silvio che il Lazio e l'Italia pigliassero
979. Capi Silvio 953. Carpento il nome di Saturnia. Alla sua mo-
Silvio 925. Tiberio Silvio 912. glie Opis o Rea fu alzato un su-
Archi ppo Silvio 904. Aremulo Sil- perbo tempio nel monte Capitoli-
vio 863. Aventino Silvio 844* Pi'oca no. E siccome Giano fece batter
Silvio 817. Amulio Silvio 796. La moneta coli' impronta della nave
terza cronologia è del p. Theu- colla quale Saturno era venuto in
li, che sebbene sembri esagera- Italia, questi fu fatto nume tute-
ta, egli vuol provarla con gran- lare degli erarii. A
Saturno o Cus
de erudizione ed autorità di scrit- fu nel Lazio eretto un tempio col-
tori , che per altro hanno del r epigrafe: saturno profugo sa-
favoloso; ma pure credo oppor- CRUM. E sotto il nome di Cus, Cu-
tuno indicarla per dare un cen- rino o Quirino uno glien' eressero
no de' tanti racconti che di quei i reatini nella loro città. Presso la
remoti tempi si fecero. Dice egli città d'Ostia esistono gli avanzi di
dunque che alla regione del Lazio un tempio detto comunemente di
di qua dal Tevere, diede il nome Saturno o di Giove. Si sa che in
di Lazio Saturno Caspio, o Saba- Ostia esistevano quattro templi
tio Saga, eh' egli fa pronipote di quello di Giove, Giove
quello di
di Noè, fuggito nella contrada dalle Patulcio ( cognominavasi
Patulcio
persecuzioni di Giove Belo suo ni- Giano), quello di Nettuno, e quello
pote, cercando ricovero presso il di Castore e Polluce. Giano so-
bisavolo Giano che molto prima pravvisse a Saturno, morto nel
vi era giunto : questo Saturno lo 3237 , e fece prìncipe del Lazio
Sperandio nella Sabina sacra, lo Ciano o Cronico suo figlio, onde
chiama Cus figlio di Cam e ni- fu detto Giano giuniore. Questi nel-
pote di Noè. Nell'anno del mondo l'anno 3260 ebbe a successore Au-
3195 Giano ricettò il nipote colla runco o Aurunno di lui figliuolo,
sua famiglia, gli assegnò il lato il quale die il suo nome ad una
LAZ LAZ 217
colonia nel Lazio che divenne fa- tino pigliato da Roma sua madre,
mosa. Avendo regnato quarantatre e fu acclamato da* latini aborige-
anni, Moloc Tagete gli successe, e ni col nome di Saturno. Avendo
dopo quarantadue anni di regno regnato anni seltant'uno gli suc-
Moloc fu succeduto dal figlio Sicano cesse Pico Prisco suo figlio, che fu
che pare regnasse trent'anni. Dopo il primo che dell' uccello pico si

di lui travagliarono l'Italia i gi- servisse negli augurii. Dopo cin-


ganti, per cui accorse dall'Egitto quantasette anni di regno gli suc-
a liberarla Osiride o Apis, stimato cesse il figlio Fauno Prisco chia-
figlio di Saturno. Pacificala la re- mato pur Giove, eh' ebbe in mo-
gione ne' dieci anni che vi regnò, glieo sorella Fatua, reputato il
ebbe allora termine il secolo d'o- primo inventore del culto degli dei
ro, e tornando in Egitto lasciò in nel Lazio; perchè avendo ucciso
Italia Lestrigone, e poi fu ucciso a Fatua sua moglie, poi 1' adorò per
tradimento da Trifone suo fratello. dea, sotto il nome di Fauna o di
Plinio dice che Lestrigone stabili dea Bona come fu conosciuta dap-
la sua sede in Formia per le sue : poi. Questo Fauno albergò Ercole
crudeltà, Ercole giunto nel Lazio quando dalla Spagna conduceva i
l'anno 3498 cacciò i lestrigoni, e bovi di Gerione, ma fu ucciso da
vi edificò alcune colonie , e regnò lui perchè soleva sacrificare gli ospi-
treni' anni in Italia. Gli successe ti a Mercurio di cui si credeva fi-
Tusco suo figlio, che vuoisi dasse il glio i:gentili l'adorarono qual se-
nome di Tuscia all'Etruria. Passati midio, con sagrifizi di capre. Fu
ventisette anni il figlio Altheo gli suo successore nel 3777 Amno
successe, terminando dopo selt'anni Faunigena che regnò cinquanta-
la discendenza di Ercole. Atlante quattro anni ; indi Vulcano che
Italo portatosi in Italia ne discac- visse trentasei anni, a cui successe
ciò il suo fratello Espero nell'an- Marte Latino detto Giano giuniore,
110 3573 ; ed il Theuli citando e fu il quarto ad aver tal nome,
Snida crede che la provincia ove governando ventitre anni. Dopo di
fondò il suo regno sia il Lazio, e lui regnò Cecolo, chiamato Satur-
che dasse la sua figlia Elletra per no giuniore, che vuoisi fondatore di
moglie a Gambo fratello o figlio Prenesle. Pico giuniore montò sul
di Blascone, principe de' toscani col trono nel 3926, che alcuni dicono
nome di Corito, chiamato ancora dasse alla Marca d'Ancona il no-
Giano giuniore, creando regina del me di Piceno. Dopo il governo di
Lazio e sue colonie Roma altra fi- trentaquattro anni pigliò la cura
glia minore. Da questa Saturnia del regnoFauno giuniore suo figlio^
prese il nome di Roma , cioè gli che cortesemente accolse Evandro
antichi alberghi di Giano e di Sa- con Carraenta sua madre, il quale
turno, non di Roma de' sette colli nel colle donatogli eresse Pallante
cinta di mura, che per coni un con- o Valentia. Di Marica poi adorata
senso fondò Romolo. Nel 36 ig suc- per dea dai minturnesì e Fauno
cesse a Roma il figlio Romanesso nacque Latino, il quale altri Io
e di Sicano re de' celtiberi, che fanno figlio di diversi padri come
conservò il nome di Roma alla di Ercole e d'Ulisse. Egli accolse
parte del Capitohno e dell' Aven- Enea cu' suoi tvoianì, che chiamò
2i8 LAZ LAZ
latini, die Lavinia sua figlia in mo- Roma 255 ebbe
luogo la prima
glie ad Enea che gli successe , as- guerra dei latini suscitata da Man-
soluto signore nel regno de' latini, lio o Ottavio Mamilio tusculano
del quale al parere di Giustino, (per cui ne parlammo all'articolo
liist. 43, ne fu capo per tre-
lib. Frascati, in un alle guerre tra' ro-
cento anni Alba , e lo conferma mani e latini ) genero di Tarqui-
Floro Alba lune eral Lalio caput.
: nio, che comandava l'armata lati-
Gli successero Ascanio, Silvio Po- na. Con sanguinosa battaglia gua-
stumo, Enea Silvio, Latino Silvio, dagnata da Aulo Postumio ditta-
Alba Silvio, Athi o Epito Silvio, tore, che comandava vicino al la-
Capi Silvio, Capeto Silvio, Tiberi- go Regillo nella Campagna di Ro-
no Silvio, Agrippa Silvio, Arenulo ma, terminò la guerra. Restarono
o Aremulo o Romulo Silvio, Aven- sul campo quarantamila uo-
uccisi
tino Silvio, Proca Silvio, Amulio e mini, cioè romani ed il
seimila
Numilore Silvii fratelli, e zii di resto latini compreso Manlio, con
Romolo e Remo . Questa è la la morte del quale la speranza dei
genealogia che dei re latini fa il Tarquini di ricuperare il dominio
p. Bonaventura Theuli nel Teatro di Roma fu totalmente estinta.
historico di V^elleiri insigne città e La seconda guerra tra' romani e i

capo de volsci. latini ebbe principio nell'anno 4^4


Romolo fondò Roma, Orhis coni' di Roma. Ne fu motivo che i la-
pendiunif e ne divenne il primo tini volevano avere il diritto di
re,secondo alcuni yoS anni avan- cittadinanza, ed entrare nelle cari-
tiGesù Cristo, nell'anno del mon- che. Furono i latini sconfitti da
do 323 1, e alla quinta età sua; Manlio Torquato e da Decio, am-
la fondò nel Lazio e sópra sette bedue consoli romani. 11 primo
monti, e ben presto estese la sua fece morire il suo figlio per aver
dominazione quasi sopra tutta la combattuto contro il divieto che
regione del Lazio, sia per conqui- n' era stato fatto, e l'altro si sa-
sta, sia per confederazione. Sotto il crificò alla morte per salute del-
terzo re di Roma Tulio Ostilio, e- l'esercito, gittandosi in mezzo a' ne-
Jetto nell'anno del mondo 33i3 e mici ; indi nell'anno 4 7
<^ la roma-
di Roma 83, Alba fu vinta, la cit- na cittadinanza generalmente
fu
tà di Roma accresciuta colle sue accordata ai popoli Tutta-latini.

rovine e co'suoi abitanti. Nell'an- volta i latini ardirono poi di sol-


no i5 dì Roma gli successe Anco
I levarsi per una terza volta, ma
Marzio, che fece la guerra a* lati- furono compiutamente disfatti, e
ni e ne riportò completa vittoria, per sempre sottomessi ai romani.
dilatando i confini del suo regno. Delle circostanze principali di queste
Nell'anno 139 divenne re Tarqui- guerre, come di altre de'latini, e
nio Prisco che sconfisse il resto di quanto li riguarda, lo ripetiamo,
de'latini, de'quali quasi annichilò an- se ne tratta ai rispettivi articoli

co il nome. Espulso da Roma nell'an- delle loro città, e in altri analoghi.


no 244 Tarquinio il Superbo, set- Del diritto dell'antico e nuovo La-
timo ed ultimo suo re, fu pro- zio, e cittadinanza romana, nella
clamata la repubblica, e stabilito facoltà di dare il suffragio ne'co-
il governo consolare. Neil' anno di mizii, purché stando io Roma i
LAZ LAZ 219
Ialini vi fossero invitati dal magi- lina (Vedi). La via Latina che con-
strato che vi presiedeva; e dell'e- duceva al Lazio partiva coll'Appia
stensione di tale diritto ad altre dalla detta Capena, e poco dopo
nazioni e città d'Italia, che perciò dividevasi. Aureliano ad ogni via
godevano altri privilegi , ne se fece una nuova porla, fra le quali
tratta ali* articolo Italia. La-
Il la Latina, che al presente è chiusa.
zio al presente viene compreso Ora passiamo a parlare delle an-
nelle provincie della Comarca di tiche tre capitali del Lazio, Lau-
Roma, di Frosinoney di Rieti, e di rento, Lavinio ed Albalonga.
J^elletri [Fedi). Il Lazio che nei Laureato, Laurens, Laiirentum,
remoti tempi abbracciava un pic- Città capitale degli aborigeni , la
colo distretto col nome di regno^ più antica del Lazio, e perciò la
era principalmente abitato dai lau- sua prima metropoli, una delle
renti, fra gli odierni paes". di Ci- più antiche e più illustri dell' Italia.

vita-Lavinia o Lanuvio ed Ostia. Laurento venne chiamata Troia


Crebbe il regno de* latini a spese seconda, e fu la nobile culla del-
dei rutuli colla morte del re Tur- Tinclito popolo romano. Laurento
no, con Alba
che ne divenne il- si chiamò pure il distretto marit-
lustre capitale, sottomessa poi co- timo del Lazio, e delle regioni a-
me dicemmo da Tulio Ostilio. I diacenli sulla riva sinistra del fiu-
progressi Tarquinio il Superbo
di me Tevere, che si estendeva, al di-
estesero il Lazio a vari possedi- re del Nibby, dalla foce ostiense a
menti de'sabini e de'volsci. Tal si sinistra del Tevere sino al confine
mantenne, non senza opposizione di del territorio anziate, e racchiuse
genti mal use alla dipendenza, e la regia città di Laurento. La eti-
specialmente de' tiburtini e pre- mologia di questo nome deriva
nestini, ma coi sempre accresciuti secondo il Ricchi dai boschetti di
acquisti del popolo re interamente lauro ivi recisi dal re Pico quan-
si domarono i volsci, gli ernici, do volle fondarvi la città, come
gli aurunci e gli equi, tutti si fu- scrive Pri sciano : Laurus ibi pri'
sero nel Lazio, che sotto la dit- munì inventa, duni Picus eam con-
tatura di Quinzio Cincinnato toc- deret. Il Nicolai osserva, che fu
cò r apice della sua grandezza. tradizione degli antichi che pren-
L'antica Campania poi detta Cam- desse il nome da un alloro
la città
pania Romana, di cui facemmo ritrovatovi da Pico, mentre fonda-
parola al citato articolo Frosinone, va questa reggia. Sono poi concor-
conteneva il nuovo e vecchio La- di gli scrittori che la città prese il

zio, e faceva parte alla sinistra nome Laurento dalla gran co-
di
del Tevere del ducato romano. La pia di lauri che spontanei cresce-
porla che da Roma si andava più vano nel suolo. Tali piante in
frequentemente nel Lazio era "la abbondanza continuavano ancora a
Capena ora Porla s. Sebastiano vestir questo luogo e la spiaggia
(Ftdi), forse la più celebre tra le sul declinar del secolo secondo del-
porte di Roma, perchè da questa l' era volgare, per testimonianza di
uscivano le vie Appia e Latina. Erodiano lib. I, e. XII. Questo
Alla poj la Capena per andare nel storico narrando la fiera pestilen-
Lazio, si sostituì poi la Porta La- za che afflisse Roma circa i' anno
220 LAZ LAZ
189, dice che l'imperatore Com- deriva dall' Ostiense circa teniutìi

modo, per consiglio di alcuni me- lapidem^ e va a terminare a Pa-


dici, e forse di Galeno che allora terno, eh' è il sito del vero Lau-
fioriva in B.oma, andò a ritirarsi rento, come dichiara espressamente.
a Laurento, villa amena per la Indi soggiunge essere certo che la
freschezza dell'aria, siccome adom- via Laurentina passava per Decimo,
brata di grandissimi alberi di lau- e per l'osteria della Santola al de-
ro, la quale sembrava essere un stro lato degli antichi acquedotti
luogo salubre ed opporsi al cor- fino a Paterno, ove si vedono gran-
rompimento dell'aria pel grato o- di vestigi. La celebre villa poi di
dore che tramandavano lauri e i Plinio secondo o il giovane, si vuo-
per l'ombra piacevole ch'essi da- le che fosse nel luogo detto vol-
vano. Nota l'Eschinardi, che l'im- garmente Piastra, vicino al mare
peratore Vileliio, fiorito nell'anno e ad Ostia, nella tenuta detta la
68 dell' era menzionata, quivi si Spinerba : egli desciive questa sua
ritirava quando temeva i fulmini, villa minutamente nell'epistola XVll,
stimando che ne andas-
gli allori lib. II, diretta a Gallo. Il marche-
sero immuni. L'autore dell' Orìgo se Sacchetti proprietario di detta
genìis ronianae^ Aurelio Vittore, o tenuta, nel 17 14 ^ece quivi scava-
meglio Dionisio, parlando dell'arri- re, e furono trovate gran vestigia
vo di Enea in Italia, dice che di magnifica villa in molte parti cor-
approdò ad eam ItaUae oram , rispondenti a quella di Plinio detta
quae ah arbusto cjiisdem generis Laurentina, diciassette miglia di-
Laurens appellala est. Oggi però stante da Roma fra Ostia e Lau-
benché il suolo sia coperto d'immen- rento, sulla spiaggia del mare, per
se boscaglie d' ogni specie, di alberi attestato di Plinio stesso, che av-
e di arbusti, gli allori non sono verte pure potervisi incedere per
molti. La denominazione di laU' le vie Ostiense e Laurentina, e che
renti si trova estesa a molli popo- dall' Ostiense deviavasi a sinistra
li del Lazio, ma
più propriamente airXI miglio, e dalla Laurentina a
al territorio Laurento, che a-
di destra al XIV. Gio. Maria Lancisi
vea per confini, come afferma il archiatro di Clemente XI pubblicò
citato Nicolai, dal territorio d'Ar- una dissertazione sulla villa Ani- :

dea o sia dal fiume Numicio sino madversiones in Pliiiianam villani


al Tevere. Matteo Vegio pone il nitper in Laurentina detectani, Ro-
fiume Numicio vicino a Laurento : mae l'ji^. Nota egli le piante che
Servio dice che fu un grosso fiu- vegetano nella spiaggia laurente, e
me, ma poi diminuitosi grande- gli alberi che crescono giganteschi
mente fu chiamato fonte. Questo sul suolo, e quali li ricorda Virgi-
flumicello ora è chiamato Rio-Tor- lio lib. i33, come esistenti
XI, v.

to. Laurentina si appellò la via nella selva laurente. Quindi Erco-


che da Roma conduceva a Lavi- le Corazzi ci diede la Dissertatio
iiio ed a Laurento, una delle più de physiologicis aniniadvcrsionibus
antiche, riconoscendosi ancora da Jo. M. Lanci sii in Plinianani vil-
essa la strettissima relazione che lani in Laurenùno deleclam. Exst.
passava tra nominate città. Dice
le cum duab. dis. ejusdem, IJononiae
l'Eschinardi che la via Laurentina typ. Rossi. La pianta della villa
LAZ LAZ 121
Laurentina la pubblicò monsignor dottiero, che si dice figlio cioè di-
Furietti : il p. ab. Revillas girola- scendente di Saturno, fondò non
mino pensò pubblicare un'operetta lungi dal mare Lauiento, circa ot-
sulla villa di Plinio, ma la morte tanta anni avanti la presa di Tro-
glielo impedì. Abbiamo inoltre da ia, cioè quasi XIII secoli avanti
Felibien de Ayaux, Les plants et
s. l'era volgare. Di questo Pico rac-
les descrìptions de deux des plus contasi, che la moglie di lui Pica
belles maisons de campagne de o Pomona o meglio Circe lo tras-
Pline le con^id, avec des remar' mutasse nell'uccello Pica, per Io che
ques, Londres 1707; fu tradotta i latini presero motivo di consul-

in italiano. Pietro Marquez, Fille tarlo per gli augurii, di farne una
di Plinio il giovane, Roma 1796. tutelare divinità e di cousecrargli
Carlo Fea, Relazione di un viag- altari e templi. Dopo un regno di
gio ad Ostia e alla villa di Pli- trentasette anni lasciò il governo
nio, detta Laurentina, Roma 1802. a Fauno suo figliuolo, il quale tol-

Nei citati autori si possono racco- ta moglie Marica n'ebbe Lati-


in
gliere notizie riguardanti all'aigo- no che gli successe nel regno, dap-
mento che andiamo a trattare, a- poiché per la monarchica forma
vendo Laurent© dato il nome alla di governo dei primitivi abitanti
\ia Laurentina. Partendo dal Pa- del Lazio, succedevansi i re da pa-
latino per la porta Lavernale oggi dre in figlio. Siccome Latino con-

s. Paolo, incominciava la via che tribuì molto all' incremento della


raggiungeva l'Ostiense circa il se- grandezza e magnificenza di Lau-
condo miglio al ponticello di s. rento, così molti gliene attribuiro-
Paolo, quindi al vico di x\Iessandro no la fondazione e l'imposizione
al terzo, se ne distaccava di nuo- del nome, che prese da uno spazio-
vo a sinistra e s' introduceva nel- so lauro che sorgeva nei penetra-
la via moderna di Decimo poco li della reggia, nome che si comu-
prima di Mostacciano. Quattro mi- nicò ai circostanti suoi campi ; ma
glia circa distante da Decimo si già dicemmo, che dai boschi di
trova Porcigliano o Castel Porzia- alloro que' campi si dissero Lau-
no, e poco appresso Tor Paterno, rentini e Laurento la città. La-
che autori gravissimi ritengono che tino dopo un regno tranquillo di
occupi il sito di Laurento, ciò che molti anni, mentre si riposava,
dimostreremo poi coll'autorità di comparve su questa spiaggia del
vari scrittori e principalmente della mar Tirreno la flotta de' frigi

Topografia dell' antica Laurento, profughi condotti da Enea. Que-


Memoria del eh. can. Raffaele sta approdò presso la foce del Te-
Lenti di Fossombrone. vere, e rimontando
fiume i tro- il

L'origine di Laurento si confon- iani posero campo sulla sponda si-


de nella storia del Lazio primiti- nistra di esso un mezzo miglio
vo, del quale fu la metropoli più lungi dal mare, dove poscia Anco
antica. Dopo che gli aborigeni u- Marzio fondò la colonia romana
niti ai pelasgi discesero dagli A- di Ostia. Esplorato il terreno, ed
pennini e discacciarono i siculi dal- informatosi chi vi abitasse e chi
la pianura, che per lungo tempo fosse il re. Enea non ottenne da
avevano occupato, Pico loro con- principio né ospitalità né sussi-
222 LAZ LAZ
dii. Foi^za fu quindi venire a Tarquini, narra Polibio che i ro-
"violenze,ed i frigi si diedero a mani nel trattalo famoso di com»
scorrere e depredare il paese, onde raercio conchiuso co' cartaginesi,
ottenere viveri, e di necessità gli volendo mostrare la loro supre-
indigeni difendendo le loro pro- mazia sopra tutta la spiaggia lati-
prietà si azzuffarono co' profughi, na e limitrofa, vi compresero tut-
e ne venne una guerra aperta, al- ti i popoli marittimi e perciò an-

la quale presero parte principal- che il comune de' laurentini, nel


mente da un canto i frigi, dall'al- quale intesero comprendere ancora
tro i laurentini, ed i rutuli loro li- quello de' laviniati. Laurento pochi
mitrofi. Dagli scrittori antichi sem- anni dopò insorse insieme cogli
bra potersi con chiudere che Enea altri popoli latini in favore dei
dopo qualche scaramuccia parziale Tarquini contro Roma, e Dioni-
venne a trattato con Latino, che sio enumerando tutti i comuni che
gli assegnò per dimora il colle og- presero parte in quella guerra so-
gi detto di Pratica, e gli accordò in ciale, nomina separatamente i lau-
moglie Lavinia sjia figlia ed ere- rentini, ied i laviniati.
lanuvini
de per mancanza di prole maschi- Finita quella guerra colla pugna
le de' suoi diritti. Cosa ne seguisse presso il lago Regillo, i laurentini
ne dammo un cenno di sopra e furono compresi nel trattato gene-
ne riparleremo discorrendo di La- rale di concordia e di alleanza, nel
vinio, nome del luogo della città quale i romani, che erano i vin-
da Enea ivi fabbricata e così chia- citori, mostrarono una moderazione
mata per onorare la moglie. Dopo degna di alto encomio. Laurento
la morte di Latino, Laurento ce- dopo quell'epoca non figurò più
dette a Lavinio il suo grado di tra le città rivali di Roma, e non
metropoli del Lazio; poi trenta an- entrò neppure nella lega dell'an-
ni dopo la fondazione di Lavinio no 4^7> quando tutti i latini pre-
e la morie di Enea, Albalunga sero le armi contro di essa, per
divenne la capitale de' latini. La cui i romani rinnovarono coi lau-
comune origine e la vicinanza rentini il patto sociale, yòefl?^?^ e ne
contribuì a mantenere stretta la fe- ordinarono la rinnovazione ogni
de e l'amicizia fra Laurento e Lavi- anno dopo il decimo dì delle fe-
nio, ed i successi dell'una furono rie latine. La prossimità di Lavi-
comuni all'altra; ed a vendetta nio, la vicinanza di Ostia a poco
dell'affronto de' laurentini, i lavi- a poco ne diradarono la popola-
niati uccisero Tazio re de' sabini. zione talmente che nell'anno 56 :>
Distrutta Albalonga , Laurento di Roma, i laurentini furono di-
come le altre città più cospicue menticati nella distribuzione della
del Lazio divenne un comune in- carne, che faceva nelle ferie la-
si

dipendente, almeno di nome. Ivi tine, dicendo Livio, che a questa


si ritirarono due de' Tarquini ,
omissione vennero attribuiti i pro-
Publio cioè e Marco, e di là ven- digi che in quell'anno successero,
nero in Roma a svelar la congiu- e che fatte le espiazioni dovute si

ra tramata da Mamilio e dal li- celebrarono di nuovo le ferie la-


ranno espulso, l'anno di Roma tine, considerandosi come irregola-
2 56. Subilo dopo l'espulsione dei ri quelle antecedentemente cele-
LAZ LAZ 11Z
brate. Noteremo, che iieirnccade- cendo questa bella parte d'Italia
mìa romana di Benedet-
di storia in quello slato di desolazione, dai
to XIV, 1753 il dotto Gae-
nel quale mai più potè risorgere.
tano Cenni recitò una dissertazio- Il luogo occupato dalla più an-

ne sulle Ferie latine^ poi stampa- tica sede del regno latino, che per

ta nel tomo II delle sue Disser- un tempo fu metropoli degli abo-


tazioni, pag. 219: Vedi l'articolo rigeni e de' latini, secondo Ja co-
Feria Sopraggiunsero nel secolo
. mune opinione degli storici ed ar-
seguente i lempi luttuosissimi e le cheologicianche moderni, è Tor
stragi della guerra sillana, e Lau- Paterno, dove sono rovine al di-
rento andò soggetta insieme colle re del Nibby d'una villa, forse
altre città marittime del Lazio al quella imperiale, ove Commodo
guasto dell'orde sannitiche condot- andò a ritirarsi nella peste di Ro-
te da Telesino a soccorso di Ma- ma, e probabilmente la forni di
rio. E da queir epoca Laurento acqua corrente coH'acquedotto lau-
sempre più decadde, onde Augusto rentino.Il casale che ha nome di

vi dedusse una colonia, col nome Tor Paterno (poiché la torre pro-
di Colonia Augusta Laurentuni . priamente detta fu smantellata da-
Ma non potè sostenersi, e di co- gl' inglesi nel 1809, quali fecero i

lonia divenne villaggio, e come vi- quasi scomparire ogni costruzione


cus lo indica Plinio il giovane rialzata nel medio evo sulle an-
nella sua lettera XVII citata, Fi- tiche rovine) è ora uno de' po-
cus Augustus. Finalmente Traia- sti militari che guardano la spiag-
no unì insieme due comuni di
i gia del mare Mediterraneo, e da
Laiu'ento e Lavinio in questa ulti- esso distante mezzo miglio. Opina
ma città, che chiamò Lauro-La- il Nibby essere costrutto il casale
vinio. Dopo quell'epoca Laurento di Tor Paterno sopra i ruderi del-
distintamente ricordasi nelT lline- la nominata, una di quelle
villa
i-ario Antonino e nella Carla
di che nelprimo e secondo secolo
Peulingeriana; e probabilmente il dell'era volgare coprivano la spiag-
vico, sebbene per le scorrerie dei gia, servendo di diporto nelle sta-
Ixirbari del V e VI secolo dive- gioni d'inverno e primavera. Esa-
nisse ancor più debole, qualche minando tali vestigia riconobbe che
popolazione però vi si sarà man- l'edificio più centrale, che si di-
tenuta che ne avrà conservato il rebbe una gran sala, è il solo che
nome, onde meritasse di venire in- offra una costruzione originale del
dicata in un libro postale, qual è secolo primo dell'era volgare, di
l'Itinerario d'Antonino, ed in una opera laterizia analoga a quella
carta itineraria qual è la Peutinge- neroniana del Palatino: il resto si
riana: altre analoghe notizie dare- compone di diversi ambienti di
mo parlando di Lavinio. Circa costruzione del tempo
degli Anto-
l'anno 7^0 Papa s. Zaccaiia volle mutilamenti e fab-
nini, travisati da'
rianimarla formandone una Doinus briche posteriori moderne. Dopo
eulta. Nei secoli IX e X le scor- la conserva in che metteva capo
rerie de* saraceni finirono di deva- l'acquedotto, presentasi primierar
stare tutta questa contrada e di mente un recinto che dircbbcsi
allontanare ogni popolazione, ridu appartenere al IV secolo dagli a-
^

2^4 LAZ LAZ


vanzi dell'opera. In fondo a que- re e colle tenute di Campo Asco-
st'area verso oriente è il salone di lano, Petronella Ro-
Nari, Castel
costruzione primitiva; mentre ver- mano, Monte di Leva, e Porciglia-
so occidente è un* altra sala a for- no o sia Castel Porziano. Il casale
ma di triclinio. A mezzodì del sa- è distante da Roma circa sedici mi-
lone verso oriente, dov* è oggi la glia, e vi si va per la strada di De-

caserma degli artiglieri, distaccasi cimo, ch'è l'antica via Laurentina.


una specie di torre rinfiancata ver- Il p. Bosco vidi nella sua corret-

so oriente emezzodì da contraf- tissima mappa pone Laurento ove


ed appoggiata verso occiden-
forti, è ora Tor Paterno. Monsignor Ni-
te ad un muro, eh' è il prolun- colai dice altrettanto nel tom. I,

gamento ddl' area, e che verso il p. i58 delle Memorie sulle Cam-
mare si vede troncato. Fra questo pagne di Roma, secondo la deci-
muro ed il triclinio, è la chiesuo- sione degli eruditi ; il simile affer-
la dedicata a s. Filippo Neri, di- ma il Eschinardi a p. 3 19 del-
p.
nanzi alla quale un capitello joni- la Descrizione delV Agro romano
co de' buoni tempi ricorda la de- confutando Rircher che disse
il p.
corazione primitiva della fabbrica : la Torre Lorenzo essere il
di s.

altri se ne vedono a Porcigliano luogo del vecchio Laurento, benché


trasportati di qua.
sono i Questi riconosca essere stato questo sette
principali che veggonsi a
avanzi, miglia lungi dal Tevere, mentre
Tor Paterno, e che sono tutti in- s. Lorenzo lo è circa venti distante
sieme uniti e legati fra loro, onde dalla foce. Neil' errore del p. Kir-
per la disposizione mostrano ap- '
cher cadde ancora il Ricchi nella
partenere ad un sol fabbricato co- Reggia de' volsci pag. 92 inoltre :

strutto in origine nel primo secolo, il Ricchi parla di Laurento ezian-


ingrandito nel declinar del secon- dio e delle sue glorie. Il marche-
do, ed allora fornito di acqua cor- se Melchiorri nella sua Guida me-
rente, restaurato verso il setten- Iodica di Roma e suoi conlorniy
trione nel quarto. Conchiude il Roma 1840, chiaramente dice a
Nibby, che il complesso di questi pag. 754, che gli avanzi di Lau-
ruderi ed il riparto delle camere, rento sono nella tenuta di Torre
facilmente dimostra che fu una Paterno, non Ostante la contra-
\illa, la quale ha qualche analogia ria esposta asserzione del Nibby
con quella di Plinio il giovane, ma prodotta nella sua dotta opera :

non medesima; che un tem-


è la Analisi della carta de' dintorni di
po restò convinto che Laurento Roma, massime all' articolo Lau-
sorgesse a Tor Paterno , ma che renlum t. II, pag. 189 e seg. Da
conosciuti bene i luoghi propende ultimo, a sostenere in favore di
per stabilire che
Capocotta abbia Torre Paterno e suoi luoghi adia-
rimpiazzato il luogo del celebre centi il vanto d' essere ivi stata
Laurento. Capocotta è un leni- Laurento, il summentovato can.
mento selvoso dell' Agro romano, Lenti pubblico la sua Topografia^
che appartiene alla principesca fa- che essendo encomiata per
stata
miglia Borghese. Si estende per lo criticaed erudizione, ne daremo qui
spazio di quasi 552 rubbia di ter- appresso un sunto. Laurento esten-
ra, e confina colla spiaggia del ma- deva la sua campagna sul lido Tir-
LAZ LAZ 425
reno tra la foce del Tevere ed giungesi che la Laurentina si
via
Anzio. Dalle antiche tavole itine- termina a Torre Paterno, mentre
rarie rilevasi che avanzando di via altra via menava alla villa di Pli-
versola parte occidentale, e non lun- nio. Onde il Volpi col Fabretti
gi dal lido prima s'incontrasse La- positivamente conclude, che secon-
vinio e poi Laurento. E se gli iti- do ogni sana critica non può la
nerari non ci fossero venuti guasti città di Laurento collocarsi fuori
dagli amanuensi,, non sarebbe mai di Torre Paterno. Veggasi il p.
insorta dubbiezza sulta topografia Volpi, Fetus Latiuni tom. VI, de
di Laurento e sarebbesi determi-
, Laureniihus, ed il Fabretti, Dis^
nato il punto dì distanza fra An- seriazione sopra il vero sito del-
zio ed Ostia, in mezzo a cui gia- l' antico Lazio contro il p. Kircher.
cevano le rocche laurenline. Ma Il can. Lenti continua col dire,

nell'antica tavola la serie dei luo- che chiarissimo scrittore (il Nibby)
ghi e delle distanze è la seguente: ponendosi con sé medesimo in
Roma-Hostis XVI. Laurento XVL contraddizione, perchè avea già stam-
Lavinium VI. Antium XVII. Nel- pato, che Laurento doveva fissarsi
l'itinerario però di Antonino di- in Torre Paterno, ha voluto in
versifica la descrizione Roma-Ho-
: questi ultimi tempi (nel iBBy)
stis XVI. Laurento XVI. Lavi- quella città nella Capocotta, affer-
nio XVI. Per lo che secondo que- mando però nel tempo istesso, che
ste tavole non può fissarsi punto
il di Laurento in quel luogo non
di distanzasegnato da Laurento rimane che il sito, dove un dì
fra Anzio ed Ostia. Certo si è pe- sorse. Lo argomenta perchè Vir-
rò che Laurento fu presso la foce gilio non ricorda la vicinanza del
del Tevere, testimonio Livioj Stra- mare, che quasi lambe Torre Pa-
bene, e meglio Dionisio; Virgilio terno. Ma se a Virgilio non gar-
poi dice, che per viaggio di terra beggiò la immagine del mare, che
dal Tevere vennero i troiani a vorrebbesi rimembrato, perciò egli
Laurento, e per una corsa di qual- lo escluse? Virgilio avea abbastan-
che miglio. Ma non fu a Torre s. za dipinto i mari, ed erano le pit-
Lorenzo, come dimostra pure e ture de' boschi, di campi e di ter-
chiaramente il Cluverio ; e ciò per- ra più confacenti alla varietà del
chè Plinio fissava Laurento di qua grande poema. Oppone quindi, che
dal fiume Numicio per chi da Ostia Laurento era situata secondo Vir-
muove ad Anzio. Ed il Numicio gilio in un colle, ed in prova ri-
è di là da Torre s. Lorenzo vici- ferisce quel verso Atque hingue :

no a Pratica. Per la qual cosa in vasta pallia, ardua nioenia


hinc
Torre Paterno, ove l'Olstenio po- cingimi. L'altezza mura non delle
neva la villa di Plinio, il Fabretti importerà mai l'idea di un colle;
dopo il Cluverio fissa Laurento. che se vuoisi accennare una pro-
11 che gli persuadono i moltissimi minenza, essa si scorge in vicinanza
ruderi , che per lunga tratta vi si al casale di Torre Paterno, dove
trovano, e che non ponno essere ruderi alzano in
antichissimi
si

di villa privata. Tanto più che la luogo rilevato, e dove forse era la
villa di Plinio, com'egli scrive^ era reggia di Latino, e quindi l'abita-'
usibus capas non sumptuosa. Ag- zione di Commodo e poi degli
voL. xxxvn. i5
22& LA.Z LAZ
Antonini. Si aggiunge, clie secon- rento a Capocotta, il can. Lenti
do quel verso manca la vasta pa- siccome per diversi anni passò in
lus. Lo che può solo affermarsi da Castel Porziano molto tempo cogli
chi non osservò in vicinanza un attuali signori del luogo, ebbe per-
terreno vallato, che il più dell'an- ciò tuttor agio e la comodità di
no è coperto di acqua, e che di- ponderare con diligenza e maturità,
cesi ancor oggi Lauro-pantano. Ma e di esclusivamente occuparsi su
contro tutte queste speciose osser- quanto ci ha dato nella sua Topo-
vazioni basta r esaminare, che la grafia.
via Laurentina, e l'acquedotto dal Nella distruzione degli avanzi
Cingolani pure denominato lauren- dell'anticoLaurento surse in vici-
tino, vanno a mettere capo in Tor- nanza Porcigliano o Castel Porzia-
re Paterno. Questi due monumen- no, vasto teuimento dell' Agro ro-
ti con troppa di evidenza stabili- mano, che comprende Torre Pa-
scono la vera topografia di Lauren- terno, posto fra le vie Ostiense e
to. Di piii : comunque prestissimo Laurentina, con titolo di baronia.
decadesse per la popolazione, pure Comprende rubbia 2102, e perciò
questa città e ricordata nel!' Vili uno de'qnattro più grandi teni men-
secolo, in cui il Papa s. Zaccaria ti del medesimo Agro. Confina col-
formò di Laurento una Domus la spiaggia del mare e colle tenu-

eulta. Or dunque se alla Capo- te di Fusano, Tra fusa. Decimo,


cotta fosse stata Laurento, ivi do- Tor de'Cenci, Trafusino e Capo-
vrebbero trovarsi i ruderi dell'anti- cotta. Il piccolo castello, situato
ca sede di Latino, de' palazzi degli sopra un diverticolo antico, che
imperatori, e alcuna traccia delia univa la via Ostiense alla Lauren-
grandezza romana, che sino da tina , ebbe nome da un qualche
Augusto toccava il sommo della fondo della gente Procilia, gente
perfezione nelle arti. Ma nulla di di origine lanuvina, della quale ci
tutto questo, se non qualche ope- rimangono frequenti medaglie bat-
ra laterizia non significante mai tute nell'ultimo periodo della re-
ne ne palazzo imperiale. Al
città, pubblica, onde da fundav Procilìa-
contrario Torre Paterno ridonda nus i moderni fecero PorcìlianOy
di marmi lavorati, di mosaici, di Porcigliano e Porziano. Il Nicolai
capitelli di ogni ordine, e di tutti dice che il luogo fu una villa già
i generi di antichità. Le opere la- appartenente all'antica famiglia Por-
terizie vi si ravvisano non solo dei cilia, e dedicata alla dea Cerere,
tempi neroniani, ma dei primi an- come si raccoglie da una lapide
ni di Roma, e a ma^o a mano riportata dal Volpi, ed aggiunge, che
secondo la miglioria dell'arte. Tut- questo è un argomento che vi do-
to contesta, che Laurento, il quale veva essere coltura de'grani. Carlo
secondo Servio maestro di s. Gi- Bartolomeo Piazza fece la visita
rolamo, a' tempi di Costantino si generale pel cardinal vescovo d'O-
confuse coi laviniali, e prese nome stia della diocesi ostiense, sotto di
di Lauro Lavinio, fu a Torre Pa- cui si comprei)de il lenimento in
terno. Giova notare, che se V ac- discorso, e dagli atti della medesi-
curato Nibby dice aver bene inve- ma de' 2 marzo j68f, pubblicò
stigato i luoghi per stabilir Lau- nella sua Gerarchia cardinalizia
LAZ LAZ 227
a p. 19 quanto segue.» Porclgìia- mo e distaccasi a destra della via
no castello. Giace ancora in buon Laurentina dopo quel casale. Da
essere (stampò l'opera nel i7o3) Castel Porziano una strada areno-
rispetto alle comuni desolazioni di sa di quattro miglia conduce al
queste spinggie, antichissimo come mare, trovandosi a sinistra Torre
si vede dai vestigi delle mura e Paterno, raggiungendo l'antica via :

dall'alta torre e palazzo, è lungi da questa traversa una parte della


Roma quattordici miglia, della nobi- selva laurentina.
le famiglia del Nero fiorentina, che La forma di questo castello si

vi mantiene il curato mercenario, accosta alla quadrangolare ; il suo


con lo stipendio assegnato di sei recinto è difeso da torri costrutte
scudi al mese, senz'altro peso che verso la metà del secolo XV. Due
del governo delle anime che arri- colonne di granito bigio dinanzi la
vano a settanta (ordinariamente al porta attestano antiche fabbriche
presente ascendono a 200, ed in avere occupato questo luogo. Il pa-
alcuni tempi dell' anno a 5oo), lazzo è in parte opera del secolo
quante appunto bastano per la XIH, in parte del secolo XV. È
coltura di quella fertile campagna. la torre altissima costrutta di sca-
Era questo castello anticamente glie de' poligoni di selce dell' anti-
una delle ville della nobilissima ca via spezzati, e forse anche an-
famiglia romana de' Forzi, da cui teriori al secolo XIII. Sulla piazza
uscirono valorosi capitani , dei addosso al muro delle case vi è
quali frequentemente se ne fa un bassorilievo tempo della
del
menzione nel!' istorie romane da decadenza, rappresentante un Eques
Livio, da Plinio, da Strabone e singularisy e presso di esso capitelli
da altri antichi scrittori, essendo di ordine jonico ben lavorati. Ivi
celebre la declamazione fatta da pure è la lapide sepolcrale che il
Porzio Latrone contro Lucio Ser- Nibby riporta a p. 600 dell'y^^^z-
gio Catilina , e le memorie illu- lisij parlando del castello. La chie-
stri di Poi-zio Catone, oracolo della sa è sotto r invocazione della Bea-
romana prudenza come pure da ; ta Vergine del Soccorso e di s. Fi-
s. Luca negli atti apostolici, ove lippo Neri, e sembra per la co-
fa menzione di Porzio Festo giudi- struzione opera del secolo XIV.
ce di s. Paolo ". Da Roma a Castel Essendo la chiesa nel 1837 presso
Porziano può andarsi per la via a cadere in rovina indusse l'attuale
Ostiense, deviando a sinistra alla patrono a porvi sollecito riparo, e
stazione di Malafede circa dieci a ordinare l'intera sua riedifica-
miglia e mezzo distante da Roma. zione. Così fu fatto conservando

Nel suo lenimento si trovano ru- neir interno medesima architet-


la

deri rivestiti di signino, avanzi for- tura dell'antica adornando


chiesa, e
se di antica piscina : due miglia l'esterno con una facciata di cui ,

dopo Malafede si gode una veduta prima era priva, secondo il dise-
magnifica della spiaggia, e quindi gno e la direzione dell' egregio ar-
incontrasi la cappella rotonda di chitetto Giuseppe Marini. Sotto il
santa Croce, e dirimpetto presen- cornicione evvi una lapide compo-
tasi Castel Porziano. Un'altra stra- sta dal eh. marchese Luigi Biondi.
da vi conduce dal canto di Deci- Neir interno vi sono cinque altari.
228 LAZ LAZ
Sull'altare maggiore si osserva la zo al signore del luo;go, dal prin-
statua (opera forse del XIV seco- cipe Sigismondo Chigi negli anni
lo ) della Beata Vergine titolare , 1777 6 seg. fino al 1784. E la
che con un fulmine nella destra è nota degli oggetti trovati, che fu-
già pronta a difendere un bambi- rono molti, può leggersi nell'opera
no, che si asconde sotto il di lei postuma di Carlo Fea intitolata:
manto dall'aggressione di un dra- Miscellanea filologica critica e ari'
go. Sotto r immagine del bambi- tiquaria, Roma i836, tom. II, p.
no vengono simboleggiati tutti i 2 3 e seg. Di alcuni se ne fa men-
1

fedeli, che implorando il soccorso zione anche da Giuseppe Antonio


della Vergine, sono da essa teso- Guattani : Monumenti antichi ine-
riera di grazie schermiti dalle in- diti, Roma 1784. Dagli oggetti tro-
sidie del demonio raffigurato sotto vati pare al Nibby potersi dedurre,
l'effigie del drago. Nel basamento che la villa appartenesse all' epoca
della statua si legge: Sancta Ma- degli Antonini. Fra gli oggetti ri-
ria succurre miseris. Gli altri quat- portati dal dotto Fea meritano
,

tro altari sono dedicati a s. Filip- special menzione le monete di bron-


po Neri protettore, a s. Carlo Bor- zo e di argento, le colonne di vari
romeo, al ss. Crocefisso ed alla marmi ed , alcuni preziosi ; altri

Madonna del Rosario. Nel iSSg marmi sono le tazze, il bassorilie-


fu felicemente la chiesa condotta a vo con battaglia , le teste di Aclria-

termine, e il dì 5 maggio di detto no, di Minerva, di Pallade etru-


anno venne solennemente benedet- sca, e di Giulia o meglio di Ti-
ta dal cardinal Bortolomeo Pacca dia Clara di eccellente scoltura; le
decano del sacro collegio e vesco- teste barbute di Omero di Elio ,

vo di Ostia e Velletri. Per si fau- Cesare, di Plutone; i busti di An-


sta occasione fu posta sulla porta tonino Pio, di Faustina Maggiore,
della sagrestia una lapide, scrit- d' un console e di Pallade^ e le

ta parimenti dal marchese Biondi. statue di Diana, d'un putto, d'un


Questa è la chiesa parrocchiale ;
Apollo di superba scoltura , oltre
vi sono poi altre tre chiese. Una le mutilate ma interessanti. Il luo-
è dedicata all'arcangelo san Mi- go di Castel Porziano col vasto te-
chele, ove si vede la Beala Ver- nimento, vuoisi anticamente cedu-
gine e vari santi dipinti a fresco to da certo Venatore ai monaci
nel 1492- Un'altra è dedicata alla cistcrciensi, per cui nell'archivio del
ss. Croce, ed un' altra , che sorge monastero di s. Croce in Gerusa-
presso i ruderi di Laurenlo, è de- lemme di Roma
debbono es- vi

dicata a s. Filippo Neri. Le prime sere analoghe memorie. In proces-


due sono officiate una volta l'anno so di tempo il castello col teni-
il giorno della loro festa; l'ultima mento passò in dominio all' arci-
in tutte le feste inclusivamente. spedale di s. Spirito di Roma. Par-
Molti altri frammenti di marmo, lando del commendatore del me-
rocchi di colonne, capitelli di or- desimo, dicemmo nel voi. XV, p.
dine composilo del tempo de' Fla« 72 del Dizionario f che il commen-
vi sono sparsi pel castello. Grandi datore Benedetto Cirillo, che fu
scavi si fecero entro questo teni- pure prefetto del palazzo apostolico,
mento, coi debiti compensi del ter- nel pontificalo di s. Pio V, per libera-
LAZ LAZ 229
**
re l'arcispedale dai debiti, vendette mondo ancor parla superba ;

ad Agostino Del Nero fiorentino il dappoiché nel luogo stesso il gio-


costello di Porcigliano, il Frunguet- vane vate , sino dall' età più te-
lo , il Pisciarello , la Dogana , il nera, aveva appreso a rispettarne
Quarto di s. Lucìa, Cerro Sovero le sue celebri memorie. I voti per»
e la naola di Decimo. I baroni Del tanto compirono, col contenuto
si

Nero di Firenze, forse discendenti nei Supplemento al numero 85 del


dalla famiglia di s. Filippo Neri, Diario di Roriia, quale interamen-
a questo eressero nel teni mento più te qui riportiamo.
altari, finché il barone Augusto Del >* Se una terra, una città, una
Nero ne! 1823, con istroniento per provincia grandemente si rallegra-
gli atti dell' AppoUonj, vendette il no come di nuova luce, qualvolta
castello e tenimento ali' attuale
il sono degnate della presenza del-
possessore barone Vincenzo Grazioli l'augusto suo principe, quanto non
nobile romano. Questi non solo ha avià a gioire ed esultare una fa-
ravvivato quelle campagne con utili miglia, cui sia dato il partecipare
bonifici, ma ha restaurato conve- di un tanto singolarissimo favore?
nientemente il castello, e nella sua (
questo fu l'argomento del secondo
pietà anche la chiesa con ornati ed sonetto del eh. Angelo Maria Ge-
abbellimenti, fornendola pure di bel- va genovese, e perciò allusivo al-
lissimi sacri paramenti
ed arredi. l'onore compartito alla famiglia Gra-
Formando il castello onesto sollie- zioli che qualificò " Piena d'ogni
,

vo al degno ed unico figlio del virtù , vuota d' orgoglio " ). Ond' è
barone Pio ( onorato dal regnante che ad ogni buon diritto può ire
Papa Gregorio XVI della croce e superba la nobil casa de' signori
titolo di commendatore dell'ordine Grazioli, che nella loro baronia di
di s. Gregorio, e del grado di te- Castel Porziano ebbero il gran van-
nente colonnello delle pontificie mi- to di accogliere la Santità di No-
hzie di riserva ), ed essendo l'amor stro Signore Gregorio XVL II dì
filiale una delle principali doti cui i5 di ottobre i845 sarà pei Gra-
si distingue, nel di 26 luglio i845 zioli giorno da ricordare con bel-
celebrò l'onomastico della barones- lissima gloria e pari consolazione.
sa Anna sua ottima madre, con Circa le ore quindici di quella
bellissimo componimento poetico di mattina entrava il santo Padre il

dodici stanze che fece stampare vasto lenimento di Castel Porzia-


dal Monaldi. Tali versi per la loro no, sotto a' confini del quale sol-

leggiadria, e per gli edificanti fi- leva vasi un ricco e maestoso arco
liali sentimenti, non si possono leg- di trionfo, nel cui sommo legge-
gere senza ammirazione e commo- vasi corrispondente iscrizione. Per
zione. E quanto
quasi presago di via tratto tratto segnata da ban-
avvenne ottanta giorni dopo, fece diere, giungeva al castello, sulla tor-
fervidi voti onde si ravvivassero le re del quale sventolava un maggior
glorie del luogo che die origine vessillo, che agitato dal vento, in
al popolo più grande del mondo, quell'ora impetuoso, sembrava, a
immortalato eziandio dai dolci ver- cos'i dire, sentir la presenza del-
si del maggior epico latino, e di l'augusto sovrano. Le acclamazio-
cui egli si espresse: >ì La fama al ni del molto popolo, che da Ro-
23o LAZ LAZ
ma ivi era mosso, ed il rimbom- che 1 Grazioli facevano, il vicario
bo de' militari strumenti , mentre di Cristo, il massimo de' principi.
festeggiavano l' arrivo del sommo Fralfanto il signor barone, la con-
Pontefice segnavano il momento
, sorte ed il figlio a loro grande o*
più avventuroso pei Grazioli. Ivi nore il ricevevano ( essendo il Pa-
alla porta massima del castello am- pa vestito di mozzetta e stola ) al-
miravasi la magnificenza di un se- la porta del tempio, la cui fronte,
condo arco trionfale con analoga abbellita di sfoggiate ornature, por-
isa-izione. Era il castello tutto, le tava una epigrafe celebrante l'av-
adiacenti abitazioni e le vie che le venimento. Dentro poi alla chie-
attraversano, messe a drappi, a fe- sa, parata a guernimenti non me-
stoni e ghirlandequanto , con no semplici che preziosi leggevansi
può farsi in segno d' una pub- sur una parete le seguenti parole
blica allegrezza, tutto ben rispon- (scolpite poi in tavola di marmo).
dendo alla solennità dell'accogliere.

GREGOBIVS . XVI
GRATIOLAM . GENTEM . SVO RECREATVRVS
. ADSPEClTV .

PRIV8QVAM . HOSPES AD DYIVASTAS


. VERGERET . .

HOC TEMPLO .

D O M . . .

PRECES PIISSIMAS
. FVDIT .

III . IDVS OCTOB . AN MDCCCXtV . .

Bicevuta la benedizione del ss. Sa- ove ergevasi un trono, ammise al


gramento dall'illustrissimo e rev.mo bacio del piede, con molti e rag-
monsignor sagrista ( Giuseppe Ca- guardevoli personaggi che ivi in-
stellani vescovo di Porfirio, cui fe- tervennero. Da una finestra, elegan-
cero da diacono e suddiacono i temente fornita a maniera di loggia,
monsignori Alberto Barbolani e , compartì il santo Padre l'apostolica
Francesco Piccolomini camerieri se- benedizione alla moltitudine che
greti), sua Santità si recò a piedi lietamente lo acclamava. Non guari
al vicino palazzo per via coperta dopo montato in carrozza s'avviò
di tappeto. Ne facevano l'accom- verso il mare, ove tutti lo segui-
pagnamento e il corteggio gli emi- rono chi a piedi, chi in legno, la-
nentissimi e reverendissimi signori sciando Castel Porziano come di-
cardinali Mario Mattei e Lodovi- serto. Traversando i famosi cam-
co Altieri, S. E. reverendiss. mon- pi laurentini scorge vasi nella faccia
signor tesoriere (Giacomo Antonelli), d'un ben acconcio muricciuolo ivi
con insieme la corte pontificia, e isolatamente piantato, l'epigrafe se»
i signori baroni Grazioli; i quali, guente (
poi scolpita in marmo nel
appena giunto nella sala maggiore medesimo luogo).
LÀZ LAZ 23l
LAVRENTVM
ROMAWAE . GENTIS . INCVNABVLA
HORTOS OLIM .

CABSARVM ANTONINI ET
. COMMODI AVGVST. . . .

QVOftVM HIC DEFOSSAE


. IMMAGINES
. EX AERE . . .

LATBVVM DECVS PERENNANT . .

GREGORIVS . XVI
BERVM . VETVSTARVM . CVLTOR . IMMORTALIS
CXMtfPlS . FERE . IPSIS . LAETITIAE . GESTIENTIBVS
CLEMENS . IVCVNDVS . VISIT

Bellissima a vedere rappresentavasi tuosissimo rinfresco; ed in quel


finalmente all' adorato monarca la mentre recitò il dottor Poggioli,
spiaggia del mare; ove drizzavansi con sovrana annuenza, un elegan-
tre vaghissimi padiglioni a diverse te latino epigramma, che allora
foggie e colori , da uno de' quali avea composto. Intanto alcuni pe-
entravasi per lunga tratta nel ma- scatori raccoglievano a sé le git-
re, mercè una via appositamente tate reti, e presentavano quindi la
costrutta di legnami con industrio- fortunata preda a sua Santità, che
so artifìcio congegnati e commessi li confortò di benigne parole. Ri-
assieme a forma di molo o di salito alla fine in carrozza si ri-

ponte, lungo passi centottanta. Per condusse al castello, ove giunse sul
siffatta via entrò il santo Padre in mezzogiorno , e dove s' intertenne
una scialuppa vagamente recata in benignamente coi signori Grazioli.
addobbo di festa, coronata, in bella Si degnò poscia d'accogliere l'of-
divisa, per tutto intorno, come so- ferta di una memoria sulla topo-
pra spianalo e teso un velo che grafia dell'antica Laurento , scritta
tutta la ricopriva, e dato de* remi e pubblicata per cura del canoni-
nelle acque per dieci marinai in co Raffaele Lenti (con questo ti-
bianchi abbigliamenti, fece un bre- tolo Ai signori baroni Grazioli
:

ve giro, seguitandolo altre adorne nella faustissima circostanza del


barchette, di dove eletti cori cre- XV ottobre MDCCCXLV, in cui la
scevano con dolci armonie letizia Santità di N, S, Gregogio XFI
alla festa, mentre una feluca ivi a onorava di sua augusta presenza
poca distanza salutava il supremo la baronia di Castel Porziano , e
Gerarca con raddoppiati colpi di visitava i campi Laurentinij Roma
artiglieria. Tutto si era qui mira- dal tipografo A. Monaldi i845^.
bile incanto, tantoché potevasi di- Noteremo che in questo opuscolo si
re in su quel punto col fiorentino contengono tutte le iscrizioni qui
poeta : riportate o rammentate , e i due
sonetti di cui va a farsi menzione),
Da poppa stava il celestìal nocchiero il quale saviamente a mo-
tolse
Talché faria beato pur descritto. strare, che la città di Laurento
era a Torre Paterno in vicinanza
Ritornato il santo Padre a quella di Castel Porziano, che che altri ne
specie di molo, calcato di cospicui pensi in contrario. Ricevette con
personaggi, fu apprestato un son- pari benignità le sopra riportate
1

!x3i LAZ LAZ


epìgrafi messe a stampa, ed un so- cademico della pontificia accade-
netto del Geva (ia lode di Lau- mia de' nobili ecclesiastici, coi car-
rento, cui gli fa dire; *> In me ri- dinali e prelati nominati, ed il re-
surse un combusta"), il
dì Troia sto della nobile famiglia pontificia),
quale fu poi declamato con altro ripassando per la sala maggiore in
suo sonetto, dall'autore medesimo che prima alzavasi il trono, trovò
alla presenza di sua Beatitudine, in quella vece un busto (
poi ese-
riportandone parole di special gra- guito in marmo ), ov' eia scolpito
dimento e di lode. Dopo pranzato ilsuo augusto sembiante, con sotto
(colla famiglia Grazioli, compresovi un' epigrafe marmorea, che diceva
d. Lorenzo nipote del barone, ac-

PARENTI . CATHOLICI . NOMINIS ET . . MAGISTRO


GREGORIO . XVI
QVOD . PRAESENS . PORTIANAS . AEDES . HONESTAVERIT
VINC. DYNASTES . GRATIOLIVS
H OSPITI AVGVSTO .

LVBENTISSIMVS
MNEMOSYNON . HOC . POgVIT

Preso alcun poco di riposo, com- l'universale compianto per la stima


parve poscia sua Santità alla suin- che meritamente godeva presso ogni
dicata loggia, e si piacque di assi- classe di persone, avendo perduto
stere alla partenza di molti picco- gl'indigenti e i mendici una ma-
li globi aereostatici, i quali dove- dre generosa e benefica. Nel nura.
vano formare il corteggio di un 1 3 del Diario di Roma del 1 84^
altro di smisurata grandezza, che sono descritti i funerali celebrati-
non potè aver luogo per la vee- gli decorosamente nella chiesa del

menza del vento. Dopo finalmente Gesù, ove il eh. p. Ercole Grossi
manifestati ai signori del castello della compagnia di Gesù, colla sua
i più affettuosi sentimenti di sod- nota valentia, pronunziò la fune-
disfazione e particolare benevoglien- bre orazione, nella quale tolse a
za, fra gli evviva del popolo, il lieto dimostrare, come la illustre defun-
suono di musicali strumenti ed il ta fosse stata lo specchio delle spo-
rimbombo de' mortari, circa le ore se, delle madri, e delle dame ve-
vent'una e mezza si mise il santo ramente Essa dal Monal-
cristiane.
Padre in viaggio per la domi- di fu pubblicata nel 1846 con
nante ". Di questo onore ricevuto questo titolo: Orazione detta nei
dalla famiglia Grazioli, se ne fa funerali di Anna baronessa Gra-
pure menzione nell'opuscolo inti- zioli al Gesù di Roma. Nel num,
tolato Jn morie della baronessa
: 52 delle Notizie del giorno 184^,
Anna Maria Grazioli, prosa e ri- sono riportate l' esequie celebrate
me, Roma 1846 pel Monaldi. Dap- in s. Maria in Via Lata, dai gio-
poiché inaspetlatamenie baro-
la vani delle scuole notturne, siccome
nessa mori la sera del io dicem- beneficati della baronessa. Nel num.
bre 1845, immergendo i suoi nel 49 del foglio di Napoli: 7/ Ci*
più intenso dolore, e riscuolendg cerone, colla necrologia della dq»
LAZ LAZ 233
funta, 8Ì dice del sontuoso fVme- il corpo madre sotto sale.
della
rale celebrato in quella città nella Quindi Enea fatto muovere il cam-
chiesa di8. Giovanni de' fiorentini. po ai troiani, ordinò loro che oc-
Finalmente nel num. i i del DiU' cupassero il colle, sulla cui som-
rio di Roma 1 846, si legge come mità incominciò a costruire i tem-
la repubblica di s. Marino, per pli agli dei, e con grande impegno
avere ascritto al suo patriziato la sì pose ad edificare la città, pro-
famiglia Grazioli, e per aver la cacciandosi gli attrezzi e i mate-
defunta donato ricchi doni al tem- riali colle scorrerie. L'improvvisa oc-
pio del santo protettore, volle ono- cupazione straniera e le depreda-
rarne con esequie la memoria. zioni riuscirono durissime agl'indi-
LauiniOy Lavinium. Tutti gli an- geni, che corsero con esagerate la-
tichi scrittori, latini e greci, s'ac- gnanze al campo latino ch'era al-
cordano a riguardare la fondazione lora in guerra co'rutuli, de' quali
di Lavinio, che alcuni confusero pur si disse Genzano^ali* articolo
con Lanuvio, come dichiarammo parlando della capitale Ardea. La-
all'articolo Genzano, nel descrivere tino re di Laurento, sospesa la guer-
Civita Lavinia, quale opera di E- ra, si mosse contro i troiani, senza
nea, e con maggior lume di storia conseguenze funeste , pel trattato
Dionisio, rigettando il JVibby le conchiuso fra le parti, essendo ap-
supposizioni fantastiche di alcuni parso al re Fauno genio del luogo
moderni, contro la venuta in Italia e ad Enea i dei penati, i quali
dell' eroe troiano. Narrammo già li esortarono alla pace. Lathno con-
come Enea dopo lunga navigazione venne che gli aborigeni avrebbero
giunse nella spiaggia laurente , e accordato a' troiani il terreno che
fra i segni che notò per riconosce- domandavano , e questi soccorso i

re essere questo il luogo destinato primi nelle guerre^, operar dovendo


al termine de'suoi travagli, vi fu di concerto i due popoli pel comua
pur quello di una troia gravida, vantaggio. Enea ottenne pure in
che isfuggita a' suoi, andò a ripo- isposa la figlia del re Lavinia, vin-
sarsi sopra un colle tre miglia distan- se cogli aborigeni i rutuli, e diede
te dal mare. Ivi una voce uscita il nome di Lavinio alla città che
dal luco vicino ingiunse al troia- edificava, per onorare la moglie,
no di arrestarsi e fondare una cit- secondo la tradizione la più rice-
tà, nella quale tanti anni sarebbe- vuta dagli storici nazionali antichi
ro rimasti i suoi, quanti fossero e dai greci più insigni. Dionisio
stati i porcelli venuti alla luce, ed narra che a'suoi giorni nel foro di
allora sarebbero partiti a fondare Lavinio si vedevano un lupo, un'a-
un'altra città felice e grande. Nel quila , ed una volpe di bronzo,
dì seguente la troia partorì trenta in memoria del prodigio avvenuto
porcelli, i quali da Enea insieme nell'erezione della città, nell'incen-
alla madre furono immolati agli dio della vicina selva. Certo e che
dei patrii e penati di Troia. Poi tali animali essendo insegne de' la-
si venerò in Lavinio la capanna viniati, furono poscia adottate dai
ove ebbe luogo tal parto straordi- romani, che discendevano da loro.
nario, e il simulacro in bronzo dei La fondazione di Lavinio si deter-
figli nati, conservando i sacerdoti mina due anni dopo la presa di
,

234 LAZ LAZ


Troia, verso l' anno i 1
98 avanti luogo chiamò Silvio. A quietare i
r era volgare, cioè 44^ prima di clamori de'lalini, Lavinia col neo-
Bonia. secondo anno dopo
ISiel la nato tornò ad abitare col figliastro,
fondazione di Lavinio, questa di- e vi rimase fino all'anno trentesi-
venne la capitale del Lazio. I ru- mo dopo la fondazione di Lavinio.
tuli nuovo contro La-
insorsero di Allora Ascanio volendo dar luogo
tino, da Turno cugino di
guidati al compimento della predizione fat-
Amala moglie di Latino la cui , ta al padre, o liberarsi dall'influen-
corte abbandonò percbè restò deluso za che la matrigna avea sul popo-
negli sponsali che doveva celebrare lo, si recò a fondare una nuova
con Lavinia: la battaglia fu acca- città alle falde del monte Albano,
nila, poiché da una parte cadde fra questo ed
il lago, e le impose
Latino, dall'altra Turno, la vit- il nome
Alba-Looga, come quel-
di
toria però rimase agli aborigeni ed la che dilungavasi molto nel dor-
ai troiani. Enea pei diritti della so che cinge il lago Albano verso
moglie successe a Latino, e traspor- oriente a pie della punta culmi-
tò la sede del governo a Lavinio, nante del monte. Lasciato Lavinio
ma per unire vieppiù i due popo- alla matrigna e al fratello Silvio,
li e cattivarsi meglio V affetto de- trasportò nella nuova metropoli la
gli aborigeni li fuse insieme sotto sede del governo, e tutti que'lati-
il nome di latini, onde onorare ni che lo vollero seguire in un
la Jiiemoria dell'estinto re naziona- agli dei penati di Enea ; questi pe-
le, almeno come riferisce il Nibby. rò avendo scelto per sede Lavinio,
Gl'irrequieti rululi uniti ai tir- vi fecero ritorno. Morta Lavinia
reni guidati da Mezenzio re dei la città divenne un cantone del

ceriti, vennero ad una fiera batta- regno albano, onde la sua storia
glia coi latini nelle vicinanze di con quella d' Alba confoudesi. Se
Lavinio sul fiume Numico, in cui non che una certa importanza re-
perì Enea, giacche essendo sparito stò a Lavinio per gli dei penati
si disse assunto dagli dei al cielo. che conteneva, per cui divenne
I latini gli eressero un eroo o tu- una specie di metropoli religiosa
mulo artifiziale con fila di belli de'lalini, come Alba n'era la capi-
alberi intorno. A lui successe il ; e questa importanza
tale politica
figlioEurileonle soprannomato A- continuò a godere anco sotto i ro-
Scanio e Julo, il quale ebbe a con- mani. Dopo la morte di Numitore,
tinuare la guerra contro Mezenzio. estintasi la dinastia de're d'Alba,
Siccome questi erasi unito coi ru- Romolo primo re di Roma come
tuli a condizione che gli cedessero suo reclamò i di-
discendente ne
lutto il vino dell'agro latino, i ritti, e con lui Tazio associato nel

Ialini l'offrirono a Giove, onde eb- regno. Avendo le genti di questo


bero origine le feste vinaliaj po- ultimo fatto una scorreria e de-
scia costrinsero Mezenzio alla fuga predalo i campi laurentini, ne pre-
dopo avergli ucciso il figlio Lauso. sero inutilmente le parti i lavi-

Temendo Lavinia duri trattamenti niati ,


perchè Tazio non ascoltò
dal figliastro Ascanio, si ritirò, co- i reclami. Non passò molto tempo
me di sopra dicemmo, nelle selve, che portatosi Tazio con Romolo
ove die alla luce un figlio che dal in Lavinio pel sagri fizio prescritto
-

LAZ LAZ 235


dagli del penati^ i laviniati I ucci- asserirsi che noa accadesse priaiu
seio. Quando poi sotto TulioO- di Traiano, come per argomento
slilio terzo re di Roma, avvenne positivo è certo che avvenne pri-
la distruzione di Alba , Lavinio ma dell' epoca di Adriano, ripor-
come gli altri cantoni dipendenti tandone le ragioni il JNibby, Ana-
da quella, riacquistò la sua indi- lisi t. 222, 223. Questi inol-
II, p.
pendenza. Tarquini da
Espulsi i tre osserva che i due comuni pre-
Roma, e creati Bruto e consoli sero il nome di Lauro- Lavinia,
Collatino, questo secondo andò a perchè laurente era il territorio di
fissare la sua residenza in Lavinio Lavinio, e Laurento era stato pri-
con tutti i suoi e vi terminò i ma di Lavinio la metropoli del
suoi giorni. Nella lega latina che Lazio; ed essendo trasferita Tarn-
prese le armi per ristabilire i re minislrazione comunale in Lavinio,
di Roma, i laviniati vi si lasciaro- si volle rendere men dura a quei
DO strascinare , ma soggiacquero di Laurento questa assenza, col-
alla rotta del lago Regillo. Lungo T associare il loro nome e premet-
tempo Lavinio stette in pace con lerlo a quello di Lavinio dove ri-

Roma per la rimembranza di E- siede va. Lauro-Lavinio municipio e


nea ed i penali comuni, anzi nella insieme colonia romana ebbe i suoi
scorreria di Coriolano i laviniati quatuorviri, i pretori, i cavalieri, i

soliosarono resistergli. Non man- pontefici, il flamine, gli auguri, i

tennero però questo attaccamento patroni o protettori, i difensori e


uelT ultima lega latina dell'anno i curatori, in sostanza tutti i ma-
41 5 di Roma, imperciocché si u- gistrati e sacerdoti che aveano le

uirono agli altri. città più cospicue dell' impero, in-

Nella guerra sillana Lavinio fu dizio di popolazione e prosperità,


devastalo dai sanniti difensori di Nel secolo IV durava ancora il
Mario, e sempre più decadde per costume che i consoli, i pretori, o
l'aria insalubre e per la vicinanza i dittatori municipali latini, nell'en-

della metropoli, solo sostenendosi di trare in andassero a


magistratura
tempo in tempo con colonie di vele- Lavinio a sacrificare agli dei pe-
rani, una delle quali fu quella di Ve- nati ed a Vesta, onde la popola
spasiano. Nello spirare del primo zione di Lavinio sostenevasi prin-
secolo dell' era volgare, ad onta di cipalmente per le cerimonie sacre
tutte le premure degl'imperatori, degli dei penali, che ivi aveano
Laurento e Lavinio erano caduti fissata la loro sede, mentie tutta
in tale desolazione, che fu di bi- la costa era divenuta spopolala,
sogno unire in un solo i due Soppresse poi queste cerimonie co-
comuni, e considerare l' ultimo, cioè me gli altri antichi riti del paga-
Lavinio, come rappresentante di nesimo nell'anno Sgi dell'era vol-
auibedue, che perciò Lauro-Lavi- gare, quindi rapidamente Lauro-
niuni dopo quel tempo si appella Lavinio cadde in squallore. Le suc-
dagli scrittori e nelle lapidi, come cessi ve scorrerie di Alarico nel 4o9>
Laiirentes-LaviniaLes gli abitanti, di Genserico nel 45*5, le guerre
Difllcile è determinare l'epoca pre- civili e i tumulti che accompagna-
cisa della comu-
riunione dei due rono la caduta dell' impero occi-
ui : può per argomento negativo dentale, che fini in Auguslolo Tan-
236 LAZ LAZ
no 47^> ^® devastazioni che per morto nell' 884. Nel secolo XII
dieciotto anni travagliarono i con- Patrica era castello murato, ed una
torni di Roma nella tremenda lot- porzione lo ritenevano i Baronzini,
ta con che i gotied i greci si contro i quali ricorse nel concilio
disputarono il dominio di questa Lateranense II, tenuto da Innocen-
parte d' Italia a puro suo danno ,
zo n, l'abbate Azone. Successiva-
compierono l'opera di distruzione, mente in parte ne furono proprie-
cos\ che Lavinio che nel 3g i era tari Godo di Nardo, Jacovello di

ancora città ragguardevole, nel 553 Branca ne' primi del secolo XV,
era presso a poco ridotta come chiamandosi Pratica, Casirum Pa-
oggi la veggiarao. E per una cir- tricha. Nel i432 esso apparteneva

. costanza fatale mai più fino ad ai Capranica, e ad altri, forse i


oggi potè questa riaversi, per le Branca, ed era riguardato come
ragioni medesime comuni a tutto Casale allora sinonimo in lingua
il rimanente della parte marittima notarile di Castrimi Praticae. Il

del Lazio, cioè dell'insalubrità del- succitato Piazza dice a p. 824,


l'aria, e delle scorrerie, prima dei dopo avere riportato le notizie di
saraceni, poscia de' barbareschi. Lavinio, che questa terra fu dei
Oia veniamo alla terra moder- Massimi, e da questi passò ai Bor-
na di Patrica o Pratica nella dio- ghesi, i quali ne sono dal seco-
cesi di Albano, distretto e comarca lo XVII tuttora i signori, dopo
di Roma, eh' è sorta dalle rovine averla quasi riedificata di pianta.
Lavinio. Enea dopo la
dell'antico Il colle sul quale sorse Lavinio è
morte venne onorato col nome di molto più monte Pincio
alto del
Palrìs Dei Indigetis, onde il Ni-, di Roma. De' superstiti suoi mo-
colai dice che sotto il titolo di numenti ne tratta il Nibby. La
Giove Jndigete ivi gli fu consacra- chiesa è dedicata a s. Francesca
to un bosco, che vuoisi ancora in romana canonizzata da Paolo V
parte esistere. Questo die il nome Borghese. La sua tribuna origina-
al latifondo attinente, che si sarà le sembra del secolo VI, restaura-
detto fiindus, praedium ed anche ta poi nel XIII verso
i tempi di
possessio Patris, dal quale derivò Innocenzo che confermò il pos-
III,

il nome della moderna Lavinio che sesso di Pratica ai monaci di s.


cìvilas Patrica ne' tempi bassi ven- Paolo. Il palazzo è opera dei Bor-
ne appellata. IVel secolo IV come ghese, dalla cui torre si gode un
nel IX. il fondo attinente a Lauro- magnifico panorama. Il circondario
La vi nio ebbe il nome di Patre. di Lavinio comprendeva luoghi
Nel IV secolo dice 1' Anastasio che classici, che furono soggetto d' in-

s. Silvestro I assegnò alla basilica vestigazioni erudite da circa tre se-


dì s. Croce in Gerusalemme di coli. 11 citato Nicolai parla di Pra*

Roma Patras sot-


la possessione di tica a p. i63.
to la città de' laurenti. Nel 1074 Alba ' Longa. Metropoli cele-
s. Gregorio VII confermò la città bre de'latini, fondata per testimo-
di Patrica con tutte le appendici nianza concorde degli antichi scrit-

e colla chiesa di s. Lorenzo al tori da Ascanio figlio di Enea,


monastero di s. Paolo, a cui l' a- trent'anni dopo la fondazione di
vea concesse Marino o Martino II Lavinioj circa i23o anni avanti
LAZ LAZ 237
l'era Tolgare, come dì sopra si è tradizioni che correvano su questo
veduto. Questa fondazione fu pre- popolo, sembra la piìi probabile
detta ad EneaEleno e dal da quella che gli aborigeni fossero u-
nume Tiberino, ed ebbe luogo fia na diramazione degli oenotri, e
il monte ed il lago Albano, presso perciò tanto più facilmente ammi-
il luogo ov*è il convento di Palaz- sero i pelasgi a comunanza ; e
fola, che descrivemmo all'articolo dall'altro canto questi gli aiutaro-
Albano. A cagione di quanto di no nella guerra contro i siculi,

uilba-Louga dicemmo a quell'arti- perchè derivavano dallo stesso sti-

colo , di sopra , all' articolo Ca- pite. Cogli aborigeni e co' pelasgi

stel Gandolfo ed altri analo- si unirono poscia gli epèi, ed in


ghi, qui ci limiteremo a brevi in- ultimo luogo i troiani venuti con
dicazioni. II piano di Palazzola Enea ; ed allora regnando Latino
ha però troppo ristretti limiti per sopra di loro a Laurento,o dopo
circoscrivervi la metropoli di trenta la sua morte per opera d'Enea,
città latine, e perciò convien me- furono chiamati in luogo di abo-
glio dire che quel sito probabil- rigeni, latini. Fondata da Enea
mente ne fece parte, ma fu ben Lavinio, suo figlio Ascanio edificò
lungi dal contenerla intieramente :
Alba-Longa, laonde la gente alba-
e forse su quella punta che può na si compose di aborigeni o ar-
riguardarsi come una delle citta- cadi oenotri, di pelasgi, di epèi, e
delle d^Alba fu il palazzo de' re, di troiani. Dionisio nel raccontar
donde derivò il nome attuale che la fondazione di Alba, ricorda il

si ricorda fino dal principio del prodigio avvenuto degli dei pena-
secolo XIII. Il Nibby riportando le ti, che non vollero cangiar la sede
osservazioni del dotto sir William di Lavinio, dove Ascanio fu co-
Geli, autore della Topography of stretto lasciarli sotto la cura di un
Rome and ils uicìnìly, e quelle di collegio di antistiti. Ascanio regnò
altri archeologi, parla eruditamen- trentott* anni ; a lui successe il

te delle ove sorse Alba-


località fratello Silvio figlio di Enea e di
Longa, erigendola Ascanio in sito Lavinia, e da questi tutti i re al-
ameno, ubertoso e forte. Gli abo- bani ebbero il nome di Silvio.
rigeni dopo essersi fissati nelle mon- Con Silvio contese del principato
tagne intorno a Rieti, spinti dai lulo o Giulio figlio di Ascanio ;

sabini e dagli umbri si ripiegaro- ma in fine si convenne, che la po-


no verso mezzodì, discacciando i testà civile fosse di Silvio e della
siculi dagli ultimi contrafforti de- sua stirpe, e la sacerdotale di lu-
gli A pennini , cioè dai monti ti- lo e de* suoi, cioè di quelli che
burtini e corniculani , e quindi poscia furono noti col nome di
dalla pianura fra questi ed il ma- luliio di gente Giulia. Silvio ebbe
re, 90 anni circa avanti la guerra per successore Enea Silvio, al qua-
di Troia. Primieramente edificaro- le successe Latino Silvio ch'ebbe un
no Antemne, Tellene, Ficulea e lunghissimo e regno di cinquan-
felice

Tibur, o per meglio dire cinsero tun anni. Di Latino dice Livio che
di mura queste borgate, già abitate furono da lui dedotte alcune colo-
dai siculi, e quindi Laurent© sulla nie dette de' Prischi Latini ; e
spiaggia del mare Tirreno. Fra le fra queste l'autore dell' Origo gen-
«38 LAZ LAZ
tis romnnne nomina quelle di Pi'ae- e la metropoli si trovò di fatto
neste, Tibnr, Gabii, Tu.scnlum,Cora, dipendente dalla colonia. Intanto
Pomelia, Locri, Crnstumium, Ca- gli albani irritati da tanta umilia-
tneria, Bovillae, e termina col dire zione, si collegarono coi fidenati e
caeteraque oppida cìrcumqiiaquej coi La guerra ben presto
veienti.
quindi in Latino Silvio la potenza si acceseTulio punì esemplarmen-
;

di Alba salì all' apice della gran- te il traditore Mezio, e profittando


dezza, e meno Roma, che fu fon- dell* occasione die ordine di spia-
data dopo, forse da lui trassero nare Alba-Longa, trasportarne con
origine tutte le altre XXIX colo- tutti gli averi i cittadini a Roma, as-
nie, che dicevansi dedotte dagli segnando loro per stanza il monte
albani. Celio, e solo risparmiò i templi degli
La serie dei re d'Alba, e le lo- dei, che servirono 9 ricordare ai po-
ro principali gesta le riportammo steri il sito della metropoli di Ro-
di sopra; in Numitore Silvio si ma, e che si vedevano ancora in pie-
estinse la dinastia dei re d' Alba, di sei secoli dopo ai tempi di Augu-
dopo era stato reintegrato del tro- sto. Fra i templi di Alba ricordansi
no dai suoi nipoti Romolo e Re- particolarmente quelli di Giove, di
mo, che neir anno ^"òi dopo la Minerva, di Vesta, di Marte e di
presa di Troia, 7 53 avanti ì' era Venere. Tra le famiglie patrizie
volgare, dedussero la colonia alba- che si contavano come venule da
na in Roma, l' ultima delle trenta. Alba in Roma per tale catastrofe,
Morto Numitore, Romolo invece di Livio nomina la Tullia, la Servi-
succedergli rimase alla testa della lia, la Quinzia, la Gegania, la Cu-
colonia, esercitando però una certa riazia, e la Gloeha o Cluilia. Il

autorità sulla metropoli, col cangiar Nibby confuta l'opinione del Riccy
Ja forma del governo da monar- che disse essere esistita oltre Alba-
chica in aristocratica, riserbandosi Lons;a, un' Alba -Nuova nella cam-
la nomina del principe o dittatore pa sna albana. Sorse bensì una cit-
annuale, secondo Plutarco. Ma Dio- tà di Albano nel suo territorio,
nisio narra che gli albani da loro ma in tempi molto piìi bassi, ed
stessivennero a questo cangiamen- ora è sede vescovile di uno dei sei
to alla morte di Numitore, eleg- cardinali suburbicari, ed è residen-
gendo un magistrato annuale con za di un governatore, nel distretto
autorità eguale a quella dei re e di Roma e presidenza della Co-
col titolo di dittatore. Rimasero marca. Per una coincidenza singo-
Alba e Roma in perfetta armonia lare, come Lavinio dopo la fonda-
sotto i regni di Romolo e di Nu- zione di Alba-Longa rimase stret-
tria ; ma dopo morte del secon- la tamente unita a quella città, così

do, si suscitarono vertenze tali, che anche oggi il comune di Pratica


il re di Roma Tulio Ostilio ne succeduto all'antico Lavinio è uni-
prese motivo per fare Alba sog- to ad Albano, che sebbene sia tre
getta a Roma, e porre così 1' ul- miglia distante da Alba-Longa, nul-
tima delle colonie albane alla testa ladimeno la rappresenta. Ora dei
di tutta la confederazione Ialina. fondi più celebri compresi entro il
Dopo il combattimento degli Ora- territorio di Alba, e che dierono
zi e Curiazi, vinse la sorte di Roma, origine alla città odierna, meritano
LAZ LAZ 239
più particolare menzione quei di stas,che noi diressimo crepuscoli;
Clodio e di Pompeo, che diven- l'altra in fine e l'ultima nomina-
nero demanio imperiale fino dai vasi vesperc. Quanto alla divisione
tempi di Augusto, e furono noti dell'anno tra gli antichi latini,
col nome di Albanum Caesaris^ non è inverosimile che gli arcadi
villa frequentata da Tiberio, dove fermatisi in con Evandro vi
Italia
si ritirò Caligola dopo morte
la introducessero maniera del loro
la

della sorella Drusilla, e dove si anno; il quale come insegnano So-


fermò Nerone nel suo ritorno di lino, Macrobio e Plinio era di tre
Grecia. Questa fu poscia ampliata mesi, sicché quattro di questi anni
e magnificamente abbellita dall'ul- corrispondevano ad un anno sola-
timo de' Flavii che vi passò i suoi re. Plutarco nella vita di Numa
giorni, e sotto il quale vi fu sta- dà air anno arcadico quattro me-
bilito un campo di soldati preto- si ; dopo la venuta di Enea tro-
riani, che continuò ad esistere fino vansi usate due maniere d' anni
allo scioglimento di quella milizia fra' latini la prima quella
: de' la-
fatta da Costantino. A questa villa viniési che partivano l' anno in
imperiale, a questo campo deve la giorni 374 e in tredici mesi; l'al-

sua origine Albano, che secondo tra degli albani che avevano l'an-
Anastasio Bibliotecario esisteva già no di dieci mesi e di giorni 3o4,
sul principio del IV secolo dell'e- dimodoché sei di questi anni fa-
ra volgare. Veggasi Francesco Bian- cevano cinque anni solari di gior-
chini, De Albani aerìs salnhrita- ni 365. Secondo il Pontadera, An^
te. Exst. in Opuscul. varia ejusd. tìq. latinarum, graecarumque enarr.
Bomae edita 1 7^4 : Epist. ad Lanci- ep. 3i , ecco come distribuivano
sìum de profunditate Laci Albani, gli antichi del Lazio l'anno. Quel-
Ibid. Gio. Girolamo Lapi, Le- lo di Lavinio: mese I, giorni XXXI;
zione accademica intorno all'ori- II, giorni XXIX; III, giorni XXXI;
gine de" due laghi Albano e Ne- IV, giorni XXIX; V, giorni XXXI;
morese, Roma 1781. Athanasius VI, giorni XXIX; VII, giorni
Rircherius, Latium etc. Volpi, Ve- XXIX; Vili, giorni XXXI; IX,
tiis Latium t. VII de Albanis. giorni XXX ;X, giorni XXIX ;
A voler dire dell* anno e del XI, giorni XXIX; XII, giorni
calendario degli antichi latini, è a XXIII; XIII, giorni XXIV. Di-
sapersi che i latini dividevano il stribuzione dell'anno Albano. Me-
giorno civile in otto parti. La pri- se I , giorni XXII; li ,
giorni
ma parte era quella in cui si ac- XXXIV; III, giorni XXXVI IV, ;

costa la mezzanotte ; seguiva a que- giorni XXXI V; V, giorni XXXVI;


sta il gallicinio ; indi il diluculo, VI, giorni XVIII; VII, giorni
quando comincia ad albeggiare ;
XVI; Vili, giorni XXXVI; IX,
poi la mattina o il giorno chiaro; giorni XXXVI; X, giorni XXXVL
da qui saltavasi a mezzogiorno, poi Pare che de'due calendari quello de-
al tempo che restava sino a sera, gli albani abbia avuto maggior cor-
che dicevasi sol occasus, o solis so nel Lazio. Però alcuni popoli del
occasus ; poscia seguivano due al- Lazio seguirono un metodo d'anni
tre parti, la più vicina al solis oc- differente dai due mentovati, come
casus appel lavasi suprema tempe- espressamente lo attesta Censorino
LAZ
de'ferentinij.l. de die nat. e.
7 pittori che quando Roma nascerà
e i5, e può congetturarsi dagli dipinsero a Lanuvio, ad Ardea e
aricini, che avevano l' ottobre di a Cere con tal bravura, che per
XXXIX giorni. Il primo mese del- testimonio di Plinio le loro pittu-
l' anno albano era il maggio, a re attraevano l'ammirazione dei
cui seguiva il giunonio , indi il romani, eziandio nel primo secolo
marzo, l' aprile, il quintele, il se- dell'impero; furono dipoi i plasti-
stile, il settembre, l'ottobre, il no- catori, massime quelli della scuola
vembre, e il decembre. I nomi dei del Fregellate Turiano,
quale il

mesi laviniesi s' ignorano ; non è operò in Roma in servizio del pri-
però improbabile, secondo il cardi- mo Tarquinio e di altri; furono
nal Corradini, Laliiis vetus, t, H, per ultimi i monetieri, che prima
p. 176, che laviniesi ai due ul-
i del quinto secolo di Roma fabbri-
timi mesi dell' anno dassero i no- carono la moneta latino-romana
mi di gennaio e febbraio. La di- con sì eccellente magisteifo, da in-
Tisione poi di mese in calende, no- durre i moderni numismatici a
ne e idi era antichissima presso giudicarla moneta italo-greca. Qui
ì ed in uso prima di Ro-
latini, il p. Marchi mostrò la follia di chi
ma^ avendo latini appreso dagli
i oggi volesse ostinarsi nell'antica o-
etruschi il chiamar idi il giorno che pinione che toglieva la moneta la-

divide per mezzo il mese, come affer- tino-romana alle città poste tra il
ma Macrobio l. I, e. i5. Come chia- Tevere ed il Liri. Disse, il sistema
mavano gli antichi latini giorni che i di coloro che negano al Lazio e a
seguivano le idi, Varrone e Festo Roma ne'primi secoli le buone o-
c'insegnano, che i tusculani chia- pere d'arte, perchè Roma e il La-
mavano il tefzo giorno dopo le idi zio non ebbero buoni artefici se
triatro, il quinto quìnquatro, il se- non dopo che i romani, conquista-
sto sesatro, il settimo seltimatro o ta la Grecia, qua condussero i gre-
seltenatro ; sappiamo
e de' falisci ci maestri, non avere altro fonda-

dai medesimi autori che decimatro mento che le parole de'greci mil-
chiamavano il d\ decimo dopo le lantatori e i versi de'poeti: questa
idi ; è verosimile, che con somi- causa essere causa di puro fat-

glianti nomi chiamassero gli altri to ; nella mancanza di scrittori sì

giorni. contemporanei a giustamente de-


Il dotto
p. Giuseppe Marchi ciderla non potersi prendere nor-
della compagnia di Gesù, nel feb- ma che dai fatti: senza numero
braio 1846 lesse in Roma alla esserei monumenti di arte latino-
pontificia accademia d'archeologia romana prima del quinto secolo;
una parte delle illustrazioni, colle ma la provenienza quasi esclusiva-
quali intende accompagnare la nuo- mente latino-romana delle primiti-
va pubblicazione della cista del ve monete latino-romane, e la lib-
museo Rircheriano. Tra le altre bra duodecimale alla quale esse
,

cose dimostrò, che nel primo, se- tutte appartengono, essere due ar-
condo, e quarto secolo di
terzo gomenti sì evidenti ed incontrasta-
Roma, Lazio e Roma ebbero ar-
il bili, che il voler portare queste
tefici mediocri, buoni, ed anco ot- monete oltre i limiti del Tevere e
timi. Tali furono in prima quei del Liri sarebbe come il dire eu-
LAZ LAZ 241
vopei gli abissini, e il sostenere la tìnam lìnguam corripit. Il p. Theu-
libbra duodecimale che il fatto di- li osserva in proposito quella pa-
mostra esclusiva delle città e pro- rola, correxit et corripit, cioè corres-
Tincie situate al di là del Liri. Il se e riformò , non dice ìnstituit,
secolo quinto fu il secolo delle mag- perchè il parlar latino non ebbe
giori glorie delle arti romane, al origine dal re Latino, ma dalla
dire di Plinio. Nobilissimi giovani nobile regione del Lazio, come
romani si consacrarono all'esercizio piace a Sesto Pompeo, Fest. lib.
delle arti incon tale
quel secolo I o : Latine loqui a Latio dictum
alacrità di animo, che quel Fabio, est, quae loquutio adeo est eversa^
il quale dipinse il tempio della ut vix ulla pars ejus maneat in'
Salute, si slimò onorato di poter noxia. Lo conferma il Perotti nél-
aggiungere alle molte glorie della r epigr. 1^ de Naum: A Latio la-
gente Fabia il cognome di Pittore, tinus deducitur unde latina lingua.
Tanto si legge nel numero 20 del Da altri eruditi credesi formato
Diario di Roma 1846. il bellissimo e fluido idioma, non
Passiamo ora a dire alcuna cosa solo colla mescolanza del greco, e
della lingua latina, della maestosa massime del dialetto eolio colla
lingua dei vincitori del mondo, del lingua dei celti-upibri ,
giacche i
puro ed elegante idioma, che a- sabini discesi dagli umbri erano,
dottato da tutti gli antichi scritto- come pretende Latoùr d'Auvergne,
ri, si sparse per tutto l'universo, galli o celti-galli di origine, e che
e divenne per ultimo il linguaggio quindi col lasso però del tempo,
della Chiesa cristiana, e quello dei col commercio e colle guerre stra«
dotti. Il primitivo ed antichissimo niere, in questa lingua s'introdus-
linguaggio del Lazio fu lo stesso sero vocaboli di altre nazioni. Vo-
che il primo italico cioè il celtico, gliono alcuni scrittori, tra gli altri
come vuoisi dai più eruditi ; e la il Dacier nelle sue Osservazioni
alterazione del linguaggio nacque sopra Orazio, che a* tempi di Nu-
dalle nuove colonie che sopravven- ma Pompilio secondo re di Roma,
nero. La lingua latina sorse dal e pili di 5oo anni dopo di esso,
miscuglio della greca. Tutto il La- non si parlasse in Roma né gre-
zio fu all' intorno inondato dagli co né latino, ma la lingua de'ro-
enotrii e dagli ausonii, nazioni gre- mani fosse un dialetto composto
che. Gli arcadi condotti da Evan- di vocaboli greci e dì molte voci
dro nel Lazio stesso, e i frigi pure, barbare; il che ci ricondurrebbe
all' insegnare di Dionigi, condotti allo stesso principio di coloro, che
da Enea, parlavano greco ; quindi il latino credettero formato dalla
ne sorse una nuova lingua, cioè mescolanza della lingua greca con
la latina, da prima rozza, poi col- quella de' celti. Polibio dice in
l'andar de'secoli abbellita e perfe- qualche luogo della sua iSVor/Vz ro- •

zionata. Scrive Paolo Diacono, Hist. ìuana, che mentre si occupava a


miscel. lib. I: Regnante Latino^ qui scriverla, trovò solo a stento in
latinam correxit lingiiam, et latinos Roma qualche cittadino, che seb-
de suo nomine appellavit. Il che bene assai versato nell' antichità,
"viene confermato da Genebrardo, fosse in istato d'intendere e di spie-
in Cron. lib. I Filius Latinus la-: gare , Cora' egli bramava, alcuni
VOL. xxxvii. 16
242 LAZ LAZ
trattati che i romani fatti avevano mo loro carattere, il MafFei, Osserv.
coi cartaginesi , e ch'essi scritti a- lett, t. VI, p. 98, distingue tre
vevano nella lingua che allora si maniere nella forma dello scrive-
parlava. Dicesi pure che da prin- re latino. La prima e piii antica
cipio l'uso della lingua latina era è quella di cui non si è trovato
ristretto nella sola città di Roma, ancora esempio nei monumenti, e
e che i romani non ne concede- solo se ne ha notizia dagli scrit-
vano comunemente l'uso ai loro tori. Così Varrone 1. i, e 4> "•
vicini, e neppure ai popoli ch'essi io e 33 ricorda delle lettere lati-
avevano soggiogato. Conobbero es- ne antiche^ cosi Plinio I. 3g, e.
si dappoi di quale importanza io? parla di un'iscrizione, ch'era
era per la estensione e la facilità scritta antìquis litteris; e Livio
del loro commercio che la lingua hb. 7 init. di una legge priscis Ut»
latina si estendesse generalmente in teris^ verbisque scripta. La seconda
tutte le Provincie, e che tutte le maniera di scrivere latino è que-
nazioni suddite dell'impero unite sta che si vede nelle leggi, e nel

fossero con un medesimo linguag- senatus-consulto rimastoci de' tem-


gio ; imposero essi quindi ai popò- pi di Romolo, dove le lettere sono

li soggiogati l'obbligo di parlare molto ineguali, le righe affatto di-


latino, storte, la L somigliante all'etrusca
Delle memorie dell'antico idio- e i P simili terza per
ai greci. La
ina latino, ne restano poche pa- ultimo è quella regolare e pulita
role qua e là in Festo e in altri che nel fine della repubblica e
somiglianti autori , alle quali pos- sotto i primi imperatori fu posta
sono ridursi anche quelle che si in uso. Il Rinaldi all'anno 16, n.
hanno in Catone, e sono sempie 7> osserva che la lingua latina fu
passate per inintelligibili, con cui il onorata da tutte le genti ; che la-
volgo di Roma stoltamente crede- tinamente rispondevano a' greci i
va che si guarissero le slogature magistrati romani, e nelle provin-
e le fratture; In alio S. F. mo- eie parlavano per interprete quan-

tas vieta daries dardaries estata- tuuque sapessero la lingua. greca,


ries disunapiter^ etc. Veggasi il e ciò per rendere il parlare lati-
marchese MafFei, Osserv. lett. t. VI, no appresso tutte le nazioni più
p. 83, secondo cui non vogliono ragguardevole. Augusto sebbene fos-
altro significare, che lega attacca se perito nel greco idioma, se ne
stringi ferma ciò ch^ è smosso. Le astenne di parlarlo ; dovendo in
lettere latine nella forma furono senato proferire la parola mono-
anticamente le stesse che le greche, poliiim, ne chiese licenza vietò ai :

al dir di Plinio e di Tacito, ed soldati interrogati per testimonio


è comune opinione che le portasse '" greco, di non rispondere che in
Evandro ; ma ciò è incerto, non latino. Claudio cassò dal ruolo dei
constando quali greci sieno slati i giudici un personaggio greco che
primi a venire in Italia, se quei non sapeva la lingua latina, e lo
di Arcadia o quei di Tessaglia, o dichiarò pellegrino. Costantino nel
que'di Lacedemone o quei di A- concilio Niceno tra'greci recitò una
tene rammentati da Erodoto. Se orazione in latino, che poi fu tra-
conservarono sempre i latini il pri- dotta in greco, servendosi del latino
LAZ LAZ 243
idioma benché sapesse il greco, mana. Dipoi non solo ne'pontifica-
per la maestà dell'impero romano. li del Papa, ma anco tra'greci, eb-
Dopo la traslazione della sede del- be origine l'uso di recitare pub-
l'impero a Costantinopoli, gl'impe- blicamente in chiesa alle messe
ratori d'oriente volendo conservare solenni 1' Epìstola e 1' Evangelio
costantemente la qualità e il titolo prima in latino e poscia in greco,
d' imperatori romani , prescrissero come testifica s. Nicolò I Papa
che la lingua latina rimarrebbe dell' 858, nella lettera che scrisse
sempre in uso, tanto nei rescritti all'imperatore Michele III V Ubriaco
loro, quanto nei loro editti ed che avea insultata la lingua latina.
altri atti pubblici, come può veder- Avanti al sommo Pontefice, ai car-
si nelle costituzioni degl'imperatori dinali e prelati, con lui rappresen-
d'oriente, raccolte nel codice Teo- tanti la santa Chiesa, è in osser-
dosiano : i giudici parlando e sen- vanza di predicare in latino, es-
tenziando dovevano parlare il lati- sendo questo il linguaggio proprio
no. Ma poi quegl'imperatori trascu- del Papa, il quale quando ascolta
rando a poco a poco l'impero di le prediche in italiano, sta priva-
occidente abbandonarono 1' uso
, tamente dietro una bussola. L'ar-
della lingua latina, e permisero rivescovo e cardinale s. Carlo Bor-
ai giudici di pronunziare le senten- romeo, chiamò l' idioma latino col
ze loro in greco; l'imperatore Giu- nome di lingua ecclesiastica.
stiniano compose quindi in gre-
I Ad onta di quanto abbiamo det-
co le sue Novelle. Il medesimo to sull'origine della lingua latina,
Rinaldi narra come in lingua lati- non ci sembra del tutto inutile,
na si recitavano le lettere pontifi- quanto all'origine della letteratura
cie ne'concilii de'greci, e che que- latina e de' più antichi latini scrit-
sto idioma ebbe il primo luogo tori, ciò che si legge in Giuseppe
nelle cose sacre. Volendo l'impera- Maria Cardella, Compendio della
tore Marciano fare un' orazione storia della bella letteratura gre-
nel concilio di Calcedonia, benché ca^ latina e italiana^ parte II, della
fosse greco e stqsse in Grecia, la Letteratura latina tom. I, pag. 277
recitò prima in latino e poi in e seg. Egli pertanto dice, che la
greco Similmente i legati della
. lingua latina sembra non ricono-
santa Sede, che intervenivano ai scere una diversa origine da quel-
concilii celebrati anche in Grecia, la di Roma; cioè che essendosi essa
non permettevano che le lettere formata da varie e miste popola-
de'romani Pontefici vi si leggesse- zioni , le quali ne* suoi contorni
ro fuorché in latino, né si tradu- abitavano , così del pari anche il
cessero in greco, se non a petizio- di lei linguaggio altro non fu nella
ne di tutto il concilio. I legati a- sua primigenia formazione, che un
postolici benché greci, ne'concilii u- accozzamento di diverse favelle e
sarono il linguaggio latino; così dialetti dei popoli circonvicini, che
Giuliano vescovo Goense, legato di in essa si trasferirono, come i ru-
s. Leone I nel concilio di Calce- tuli, gli osci, gli aborigeni, ed in
donia, secondo il costante costume particolare i latini , i quali costi-
dei legati del Papa_, parlò in lati- tuendo la principal porzione dei
no per la maestà della Chiesa ro- novelli abitatori, ebbero altresì la
1

244 ^^'^ LAZ


principal parte nella formazione (Ti Roma, 1^1 avanti Gesti Cristo;
dell'idioma; e che in seguito poi compose tragedie e dirozzò e ripuPi
è stato accresciuto, migliorato e il latino linguaggio. Maggior nome

perfezionato coU'aiuto della greca riportò Gneo Nevio che morì Tanno
favella. Nessun monumento della 549 di Roma ; scrisse commedie e
, letteratura romana dei primi tem- tragedie. Nel 538 fiorì Fabio Pitto-
pi noi possediamo; ed infatti non re, primo scrittore di storia, e di-
poteva andar la cosa diversamente, lettossi di pittura ; fino allora i fatti
mentre a quell'epoca erano le scien- venivano registrati dal Pontefice
ze ivi del tutto sconosciute e ne- massimo ne^M^yé anali Massimi. Su-
glette, per la vita rusticana e guer- periore di gran lunga agli antece-
riera de'suoi abitatori, e pel di- denti poeti e storici fu Quinto En-
vieto che fece Romolo ai romani nio morto nel 584; scrisse trage-
di coltivare le arti e le scienze; a die, commedie, epigrammi, poemi
ciò aggiungasi che i romani dive- didascalicij ed i celebri Annali
nuti potenti disprezzarono gli aiuti delle cose romane. Si acquistò il

delle nazioni straniere per coltivar nome di padre dell' epica poesia
la mente e ingentilirne i costumi, fra* latini : Virgilio diceva di rac-
ripugnando a quegli altieri conqui- cogliere le gemme dall'enniane lor-
statori ricevere istruzioni da chi a- dure. Ma fin qui la lingua latina
vevano soggiogato. Tardarono an- non era uscita dalla sua infanzia ,
cora lungo tempo a fiorire in Ro- quantunque fossero in Roma fio-
ma le scienze e le belle arti ,
pel riti scrittori, che aveano contribui-
timore che avevano gli austeri se- to non poco al suo avanza^.iento.

natori, che l'amor delle lettere e Questa era di ferro fu cambiala


degli studi infiacchisse o estinguesse in argento da M. Accio Plauto, il

nel cuore de'giovani l'ardore guer- quale colla sua- maniera di scrive-
riero, e il vigor dello spirito e del- re fece sì che l' idioma del Lazio

le membra. Se si eccettui qualche pervenisse alla più fresca e vegeta


frammento del famoso codice Pa- giovinezza. Fu contemporaneo di
piriano, ossia prima collezione di Ennio, e fu celebre scrittore di com-
leggi, che si eseguì in Roma per medie: disse Varrone, che se le
ordine del senato sotto Tarquinio muse avessero voluto latinamente
il Superbo, ed in seguito alcuni parlare, non altro linguaggio avreb-
frammenti delle leggi delle dodici bero usato che quello di Plauto.
tavole, niun altro scritto a noi re- Intanto la prosa alzò in Roma la
sta per formare di que' tempi giu- fronte, e venne in competenza col-

dizio. Cosi passarono ben cinque- la poesiasua emula, sollevandola a


cent'anni, senza che Roma contasse questo onore M. Porcio Catone il
un autore, finché soggiogata l'Ita- Censore. Publio Terenzio coli' au-
lia, molti soggetti illustri per sa- reo suo stile ecclissò la gloria di
pere e per dottrina, trasferendosi tutti i precedenti poeti; per lui la

alla capitale, v'istillarono a poco commedia latina giunse al più


a poco il gusto pei buoni studi. alto grado di perfezione pel leg-
Il primo latino scrittore che si pre- giadro stile dell' idioma latino, e
senta in tempi così rimoti è Livio riportò anche il plauso de' maestri
Androuico, che fiorì nell'anno 54 del bello stile e dell'ottimo gusto.
,

LAZ LAZ 245^


cioè di Tullio, Va none, Orazio, me, che produssero opere immor-
Quintiliano e Cesare. E così pro- tali. La hngua latina è formata in
seguendo la lingua e le lettere parte sul modello della greca, e di
latine giunsero al sommo apice del- molti termini che sovente hanno
la gloria. origine ed etimologia greca. Gene-
Carlo Magno divenuto nell'Soo, ralmente parlando la lingua latina,
per dichiarazione del Pontefice s. maggiormente tendendo alla con-
Leone III, imperatore dell'occiden- cisione, che non la greca, si per-
te, ordinò che in tutti i tribunali mette un maggior numero di ellis-
supremi si pronunziassero le sen- si. La lingua latina piena di bel-
tenze e i decreti in latino e che , lezze, è grave, energica, sapiente,
i notari in questa lingua stendes- concettosa armoniosa e di
, dolce ,

sero tutti i loro alti. Questo uso tal indole che l'arte lapidaria ebbe
durò hingo tempo in una gran origine tra i latini. Essa perciò
parte di Europa, e generalmente giunse tra essi al più alto grado
fu adottato in Italia. In Francia di splendore, perchè le lingue mo-
non fu uso della lingua
abolito l' derne non si prestano egualmente
latina, se non che da Francesco I, al componimento delle Iscrizioni
il quale nel iSSg ordinò che tutte (Vedi) j e perchè, generalmente par-
le sentenze sarebbero da quelT e- lando, deljbesi ricorrere al latino
poca in avanti pronunziate , regi- per produrre in quel genere lapi-

strale e trasmesse alle parti nella dario componimenti eccellenti di


lingua materna francese, e non al- buon gusto. Il celebre Morcelli
trimenti , e ciò per evitare i litigi come pur notammo al citato arti-
che nascevano suU' intelligenza dei colo , ha trattato magistralmente
vocaboli latini. In Italia, nella Ger- questo argomento, e nella sua ope-
mania, in Ungheria, in Polonia, ed ra classica. Sullo stile delle antiche
in altre regioni più incivilite d'Euro- iscrizioni ^ ha fondato le sue osser-
pa, sicontinuarono a stendere tutti vazioni, e stabiliti i suoi precetti
gli atti pubblici, ed anche molti altri sugli antichi latini esemplari. No-
documenti in latino. Sì osserva a teremo, che il celebre d. Filippo
questo proposito che in Italia sin- Schiassi fece il Lexicon epigra-
golarmente , e massime nel secolo phicuni Morcellianum, estratto dalle
XVI, la lingua latina fu maggior- opere di Morcelli. Da questo Z-e-
mente coltivata che non in qua- xicon il eh. Michele Ferrucci ci

lunque altra regione; che molti diede: Excerpta e lexìco epigra-


libri, non solo relativi alle scienze, phico Morcelliano vocibus italicis

ma anche attinenti alla domestica in usimi tironuni digesta, Bononiae


economia, alle arti ed agli usi più i83o. Da ultimo poi, il eh. d. Ar-
comuni della vita , scritti furono cangelo Gamberini p.ubblicò in

nobilmente in latino; che in Italia Bologna nel i844 "^ P'^ como-
si ricercarono , si pubblicarono e do; Lexicon epigraphicuni Mor-
s' illustrarono con ogni maniera di cellianum vocibus italicis digestuni.

note e di commenti gli autori clas- Non possiamo qui non far menzio-
sicilatini ; che finalmente nel me- ne del tanto utile e celeberrimo:
desimo secolo XVI sursero in Ita- Totius latinitatis Lexicon Consilio

ha poeti latini di grandissimo no- et cura Jacobi Facciolati, opera et


^46 LAZ LAZ
studio Aegidii Forcellini seminarìi di quelli che sostengono che gli

patavini alumni lucubralum, in hac apostoli celebrassero gli uffizi di-

tertia editione auctum et emenda-^ vini col linguaggio del paese in cui
tum a Josepho Furlanetto alumno si trovavano, ^ certo che nella Chie-
ejusdem seminarìi , Patavii typis sa occidentale da essi si fece uso
Seminarii 1827. Degno è di os- del latino eh' era allora a tutti co-
servazione che di ninna voce for- mune, e che cessato di essere co-
marono gì* italiani tanti vocabo- mune, non si fece mai cangiamen-
li, quanto di quella d\ latino y e to nella sacra liturgia. F, Bene-
quindi dissero lati naie o latiniz- detto XIV, De sacrif. Mìssae lib.
zare il parlare o lo scrivere in la- Il, cap. II, n. 3 e 5. Ecco 1' anti-
tino; latinamente, latinismo e la- chità rispettabile dell' uso di cui
tinità r idiotismo latino ; latinante, ora sì ed ecco perchè non
parla,
latinista, latinizzante e latinizzato- è punto vero che sia stato* intro-
re chiunque parlava o scriveva in dotto a capriccio dalla Chiesa ro-
latino, e quindi gli avverbi latina- mana. Egli è un bisogno per la
mente, latinissimamente, latino, ec, società universale de' fedeli l'avere
il che mostra apertamente in qual universale il linguaggio nell'eserci-
conto ed importanza sia sempre zio del culto, onde i membri di
stala tenuta giustamente in Italia questa società da una parte all'al-
la sublime lingua del Lazio. Il tra del mondo, anche nell' idioma
Sarnelli nelle Lett. eccl. tom. IX, con cui pubblicamente si loda Id-
pag. i3i, n. 6, avverte che la la- dio, trovino un segno di quella
tinità del buon secolo è lodevole , unità cui appartengono; onde i
ma non la frase gentilesca. dommi e gl'insegnamenti morali
L'uso costantemente tenuto dal- che si ricordano nei libri santi e
la Chiesa occidentale di celebrare nelle pubbliche preghiere, e spe-
i divini uffizi in lingua latina, sen- cialmente forme essenziali per i
le

za far conto del vantaggio recato ss. Sacramenti, mediante una lin-
alla società nei secoli barbari, spe- gua morta cui non seguono can-
cialmente colla conservazione e fo- giamenti, men facilmente vadano
mento delle umane lettere, si può soggette a variazione di espressio-
con franchezza asserire essere pie- ne, la quale potrebbe portare un
namente conforme alla pratica della cangiamento nella sostanza, onde
Chiesa primitiva, ed il più giusto nelle stesse pubbliche preci non
e il più adattato all'esercizio del s'introduca giammai alcun che di
culto esterno. Il rimuoverlo sareb- superstizioso e di disconveniente. Il
be, siccome è stato solennemente non valersi dell' idioma volgare nel-
definito dalla Chiesa, un perturba- le sacre assolutamente
funzioni è
re l'ordine prescritto nella celebra- richiesto dalla dignità con la quale
zione de' sacri misteri, ed un ca- esse debbono essere da noi esegui-
gionare rilevantissimi mali nel cri- te: una lingua dotta, inlesa solo
stianesimo. Si conviene che al tem- dagli uomini istruiti, ispira sempre
po degli apostoli ne|le sacre adu- più rispetto, che il linguaggio po-
nanze cristiane si usava il greco, o polare. Ma di questo argomento
il siriaco, o il latino idioma, e ac- meglio se ne tratta all'articolo Lin-
comodandosi anche al sentimento gua.
LA2 LAZ %\7
Sul Lazio possono consultare
si gidensibus 3 "Romae 1742. Tomo IX,
i seguenti autori. Atanasio Kircher de Praenestinis et Gabinis, Ibidem
gesuita, Latium, idest nova et pa- 1743. Tomo Xy de Tiburtibus seu
rateila Latii tum veteris^ tuni nO' TiburtinibuSy par. I, Ibidem 1745'.
vi descriptioj con figure, Amstelo- Tomo Xy par. II, Ibidem i745>,
dami 167 I. Raffaele Fabretti, Dis- tutti con figure. L' erudizione di
sertazione sopra il vero sito del- questo corpo di storia antiqua-
l'antico Lazioy contro il p. Kìrche- ria è abbondantissima, la lingua
rio. Sta nelle Dissertazioni delVaC' latina propria e pulita, la cro<*
cademia di Cortona, t. III. Pietro nologia, l'istoria, la favola, la geo*
Marcellino Corradini, originario di grafia e topografia, la genealogia
Cori, nato in Sezze, poi cardina- delle antiche latine e romane fa-
le ,Fetus Laliuni profanum j miglie moltissimo illustrata. Ivi si
et sacrum. Tomo 1 in quo agitiir riportano e spiegano medaglie an-
de Lalio gentili Romae 1704. ^ tiche, lapidi antiche, riti antichi,
Tomo II, de Lalio gentili , et le loro origini, e luttociò che for-
signanter de Setinis et Circensi- ma la gloria del Lazio, a vantag-
husj con figure, Romae 1705. gio degli studiosi delle sue memorie.
Non potendo questo valente scrit- Ottavio Liguoro, Ristretto istorico
tore pe* suoi luminosi impieghi e deW origine degli abitanti dellaCam"
dignità cardinalizia dar compimen* pagna di Roma, e de' suoi re, con."
to all'opera intrapresa ,
perciò pre- soli e dittatori, Roma i753, ri-
gò ilgenerale de^ gesuiti a vo-
p. prodotta con notizie e correzioni
ler egli deputare uno de' suoi re- dal p. Nicolò Galeotti. Filippo Lui-
ligiosi , che colla scorta de' suoi gi Agri romani historia na-
Gilius,
scritti conducesse al termine bra- turalisy sivemethodica synopsis na*
mato il lavoro. Fu di fatti affida- turalium rerum in Agro romano
to l'incarico all'erudita penna del existentium, "Romae 1781. Pier Ma-
p. Giuseppe Rocco Volpi gesuita, ria Cermelli, Carte corografiche , e
il quale certamente lo condusse al memorie riguardanti le miniere e
desiderato fine, per quella parte che fossili per servire alla storia na-
risguarda soltanto la storia profa- turale della provincia del Patri-
na, con gloria del suo nome. Ec- monio, Sabina, Marittima Lazio,
co l'opera del p. Volpi, dedicata e Campagna, e dell'Agro romano,
allo stesso cardinal Corradini, cui Napoli 1782 con figure.
si ma-
dichiarò obbligato pei molti F. Leandro Alberti bolognese
teriali da lui ricevuti. Vetus La- nella Descrizione di tutta Italia,
tium profanum. Tomo III in quo pone Lazio o Campagna di Ro-
il

agilur de Antiatihus et Norha- ma nella quarta regione d'Italia;


nis, Patavii 1726. Tomo IF ^
divide quindi il Lazio in tre parti :
de Velliternis et Ibidem Coranis, 1.° Latium Roma, o Campagna di

1727. Tomo V, de Lanuvinis et Roma. II." Latium Littorale, o


Ardeatibus^ Ibidem 1732. Tomo Campagna di Roma lungo la ma-
Vii de Laurentibus et Ostiensibus, rina. III." Latium Mediterraneum,
Ibidem 1734. Tomo ni, de Al- o Campagna di Roma fra terra,
hanis et Aricinis, Ibidem 1736. contenente gli ernici, gli equicoli, i

Tomo Pili, de Tusculanis et Al^ marsi ed i gabii. Nella prima parn


a48 LAZ LAZ
te, Latium Roma Campagna di
o mare, come Ostia, Anzo^ Ardea,
Homa, l'Alberti narra come Satur- Lavinio, Laurento, Astura, Pontia,
no o Sabbatio Saga fuggendo le Longola, Gaeta, Fondi, Mamurri,
persecuzioni di Giove Belo re di Formia, Minturno, ec. Nella terza
Babilonia che voleva ucciderlo, pas- parte 1' Alberti descrive i luoghi
so in Italia ove fu lietamente ac- del Latium Mediterraneum o Cam-
coìto da Giano,
che chiama suo pagna di Roma fra terra, come
padre, quale lo dichiarò Corito
il Velletri, Cori, Sezze, Piperno, Al-
e principe sopra gli aborigeni e ba-Longa e suoi re, Aricia o Piic-
sopra il paese che da Saturno pre- eia, Lanuvio, Algidum, ec. Negli
se il nome di Lazio, cui secondo ernici Anagni, Ferentino, Frosino-
Strabone e Plinio gli dà questi ne, Veroli, Segni, Tivoli, ec. Negli
termini, cioè al Lazio antico: il equicoli pone Palestrina, Tusculo
Tevere, i monti Circei, il Gariglia- e diversi luoghi ; nei marsi Mar-
no, la Campania Felice o Terra ruvio, Valeria, ed altri luoghi;
di Lavoro. Abitarono il Lazio an- nei gabii Gabio ed altri luoghi,
tico gli aborigeni, arcadi, pelasgi, Finalmente enumera l'Alberti tut-
ardeati, siculi, aurunci, rutuli, voi- ti i popoli latini e tutte le città
sci, osci ed ausonii. Ne descrive le latine, e quelle che dipendettero
cittàj la loro origine e quella di dai latini.
B-oma e le sue parti, regioni, por- LAZZARETTO , Xenodochiumy
te, edilìzi, e da chi fu governata Nosocomium suburbicanum. Edilizio
l'alma città nelle sei sue età che pubblico in forma di ospedale per
chiama di argento, enea o di bron- ricoverare i poveri e gli appesta-
20, di stagno, di ferro, di piombo li. E
pure destinato a ricevere in
e d'oro. La prima età d'argento quarantena coloro che vengono da
da Camese ad Espero durò anni luoghi sospetti di peste. Quando
43o, nel qual tempo l'Italia fu nei passati secoli la lebbra infesta-
divisa in due imperii, di Elruria va quasi tutti i paesi d' Europa,
e del Lazio. La seconda età enea fu costume de' fedeli, sì per moti-
o di bronzo incomincia da Roma, to di carità che per buon politico
che edificò Roma, sino a Fauno governo, di formare spedali pei
giuniore, e comprende anni 4^4* lebbrosi, affinchè quegl'infelici vi-
La terza età di stagno principia da vesserò affatto separati dai sani;
Enea e finisce in Numitore, avente e vivendo ivi uniti formavano una
un periodo d'anni 4^7* L^ quarta specie di società. Da qui ebbero
età di ferro, da Romolo a Tar- origine i lazzaretti, così chiamati
qninio il Superbo, durando anni da Lazzaro protettore di quegli
s.

24o- La quinta età di piombo, fu infelici ; perchè tali ospedali furono


così detta per la gravità de'consoli prima istituiti pei lebbrosi , e
che governarono la repubblica sino poscia servirono agli appestati. Non
ad Augusto, e durò anni 5 io. La potevano i lebbrosi né entrare, né
sesta età dell' aureo secolo comin- abitare in città, affinchè non in-
ciò colla nascita di Gesù Cristo, fettassero i sani ; ed è perciò che
Nella seconda parte l'Alberti de- fu loro concesso il proprio parro-
scrive i luoghi del Latium Littorale co; che se abbisognando di pane
O Campagna di Roma lungo il ev^no forzati a mendicare, qua si
LAZ LAZ a49
accostavano ad alcun sano, ma la sua gloria. Quando giunse a
con un certo legno che faceva ru- Betania, Lazzaro giaceva da quat-
more , rappresentavano da lunge la tro di nel sepolcro : nondimeno
loro necessità. I re stessi ammala- resuscitollo. Commosso dal dolore
ti di lebbra, erano portati fuori di Marta e Maddalena e da quello
del loro palazzo, esclusi dalla so- del gran numero degli ebrei che
cietà e privati del governo ; cosi eransi portati da loro per confor-
fu di Osia re di Giuda, colpito tarle, volle mostrare di essere uo-
da questo male," per aver voluto mo con turbarsene e lacrimare,
mettere mano all'incensiere. I leb- Portatosi il Salvatore alla tomba,
brosi erano in passato frequentissi- comandò che si levasse il coper-
mi in Europa a cagione del com- chio, e dopo aver rivolto un'ora-
mercio cogli ebrei, e per i viaggi zione al suo divino Padre, alto
che al tempo delle crociate face- gridò: Lazzaro esci fuori j e to-
vansi sovente in Palestina, ed al- sto Lazzaro rizzossi colle mani e
tre Provincie d' oriente, sede prò- coi piedi legati da fasce e colla
pria di questo deforme e schifoso testa avvolta in un sudario. Gesù
morbo, specie di scabbia in sommo comandò di slegarlo e lasciarlo an-
grado, che fa bruttissima crosta dare. Parecchi degli ebrei, che
sulla pelle. con Marta e con Maria furo-
LAZZARISTL. Istituto o con- no testimoni di si luminoso mi-
gregazione di preti missionari, co- racolo, credettero in Gesù Cri-
nosciuti a Parigi sotto quel nome, sto e si posero fra'suoi discepoli;
perchè il principale stabilimento i principi de' sacerdoti e i farisei

era in addietro un priorato sotto all'incontro disegnarono farlo mo-


il titolo di s. Lazzaro. La congre- rire. Poco dopo^ e sei giorni pri-
gazione composta di chierici seco- ma della Pasqua, Gesù Cristo ri-
lari fu fondata nel 1625, da s. tornò a Betania, dove Lazzaro, da
Vincenzo de Paolis, sotto la prò- lui mangiò con esso ia
risuscitato,
tezione d'una privata famiglia. Ma casa di Simone il Lebbroso. Ciò
di questa illustre benemerita
e diede nuovo motivo di dispetto ai
congregazione di ne
missionari, principi de'sacerdoti, che risolvet-
tratlerèmo all' articolo Missione tero di far morire anche Lazzaro,
(f^edi). perchè molti ebrei seguivano Gesù
LAZZARO (s.), fratello di s. Cristo per di lui causa. Non pare
Alarla e diMaria Maddalena
s. tuttavia che essi abbiano eseguito
(Fedi). Dimorava a Betania, pres- il loro perfido disegno contro Laz-
so Gerusalemme, ed era amico zaro; e la Scrittura non fa più
particolare di Gesù Cristo. Essen- menzione di lui. i provenzali pre-
do caduto malato, le sorelle ne tendono, giusta una tradizione po-
i avvertirono il Salvatore, ch'era al- polare, che Lazzaro e le sue due
lora nella Galilea, facendogli dire sorelle, essendo scacciati dai giudei
che quello ch'egli amava era am- dopo l'ascensione del Salvatore, si

malato. Gesù Cristo tardò qual- rifugiassero a Marsiglia, e vi fon-


che giorno a recarsi da esse , per dassero una chiesa ; ed aggiungono
provare la loro virtù e per ma- che Lazzaro ne fu il primo ve-
s.

iiifestare con maggior splendore scovo. S. Epifanio dice che la tra-


a5o LAZ LAZ
dizione riferiva che Lazzaro avea assìsleTiza de*poveri lebbrosi negli
trentanni quando fu resuscitato, ospedali destinali a riceverli, si

e che ne visse poi altrettanti. 1 sparsero per la Palestina ed ebbe-


greci dicono ch'egli morì a Citia, ro il nome di ospitalieri. Il perchè
città di Cipro, dove vedevasi la furono spesso confusi con quelli di
sua tomba presso le mura della s. Giovanni di Gerusalemme, al
città; e che l'imperatore Leone il pari de'quali avevano un ospedale
Sapiente fece da colà trasportare in quella metropoli, che dai sara-
il corpo stesso ch'era rinchiuso in ceni disfatto, risoi'se quindi per la
un sepolcro di marmo, per collo- pietà de' crociati. Non ammetten-
carlo in una chiesa di Costantino- do i critici ordini equestri avanti
poli, eh' egli avea fatto innalzare l'epoca delle pare che,
crociate,
in suo onore verso l'anno 890. concordino nell'asserire che il no-
Ma questa opinione non sembra minato ordine fu diverso da quel-
essere sorta che dopo il secolo di lo di cui andiamo a parlare, e che
s. Epifanio metropolitano dell'isola l'ordine militare ed equestre di s.
di Cipro, il quale non avrebbe Lazzaro incominciò ad esistere in
mancato di parlarne se l'avesse co- Gerusalemme verso l'anno 11 19,
nosciuta. La chiesa di Marsiglia, fra i cristiani d'occidente divenuti
che reca a gloria di avere avu-
si padroni della Palestina; indi pre-
to Lazzaro per suo primo ve-
s. sero le armi in difesa de'principi
scovo, si vanta di averne il capo ; cristiani e de' pellegrini, senza tras-
e la chiesa di Autun, a lui dedi- curare 1' assistenza agl'infermi di
cata, pretende di avere il rimanen- lebbra. Pei loro segnalati servigi
te delle sue reliquie. I greci ed i goderono la protezione di Baldovi-
latini celebrano molte feste di s. no II re di Gerusalemme e degli
Lazzaro, e vari martirologi parla- altri principi di Terrasanta. Anti-
tio di 17 dicembre: è an-
lui ai camente non solo si ricevevano in
che onorato, insieme alle sorelle questo ordine cavalieri lebbrosi ,

Marta e Maria, a' 29 di luglio. ad oggetto di curare coloro che


LAZZARO (s.),Ordine equestre, di un tal malore erano tocchi, ma
Alcuni autori hanno preteso che ciò che più merita considerazione
l'ordine de' cavalieri Lazzaro di s. non si poteva eleggere il gran
di Gerusalemme abbia avuto ori- maestro, se non che fra i cavalie-
gine dall' ospedale magnifico che ri lebbrosi dell' ospedale Geru-
di
per gl'infermi d'ogni sorta, e spe- salerame. Laonde allorché nel i253
cialmente pei lebbrosi, fondò s. furono essi obbligati a partire da
Basilio Magno in un borgo di Ce- quella città, supplicarono Innocenzo
sarea verso l'anno 870, di cui par- IV acciocché tanto per questa ra-
lando Gregorio Nazianzeno lo
s. gione, quanto perché 1' infermità
paragonò in ampiezza ad una città, della lebbra avea cessato di afflig-
cioé neir orat. 20 de laudib. Ba^ gere 1* umanità, concedesse loro
sii. Si disse ancora che questo or- che potessero eleggersi un capo
dine sotto il titolo di s. Lazzaro non infetto da quella malattia, e
fosse approvato dal Papa s. Da- furono esauditi. 11 Pontefice Ales-
maso I, e ch'esercitandosi i cava- Sandro IV confermò 1' ordine dei
lieri caritatevolmente alla cura e cavalieri dell' ospedale de' lebbrosi
LÀZ LAZ a5i
di Lazzaro dì Gerusalemme, che
s. Giannotto. Sembra che nel ponti-
già aveva approvato lo zio Gre- ficato del successore s. Pio V, a
gorio IX, sotto la regola di s. A- cagione dell'ordine gerosolimilano
gostino, con bolla data in Napoli che ne possedeva parte de' beni,
agli 1 1 aprile i255, ìndi nel 1257 r ordine di s. Lazzaro soffrisse qual-
10 pose sotto la protezione delia che vicenda. Ma Gregorio XIII
santa Sede, e confermò ai cavalie- avendo nel 1572 approvato ad
ri le donazioni fatte da Federico Emmanuele Filiberto duca di Sa-
11 nella Sicilia, in Puglia, nella voia l'ordine di s. Maurizio ( Fe^
Calabria, ed altrove. Discacciati ì di ), col consenso del gran maestro
crociati e i cavalieri di s. Lazzaro Giannotto lo uni a quello di s.
dalla Palestina, dai potenti sara- Lazzaro, e dopo la morte di Gian-
ceni, i cavalieri seguitarono il re notto dichiarò il duca ed i suoi
di Francia s. Luigi IX, che ad successori gran maestri d'ambedue.
esempio de'suoi predecessori li pre- Indi nel i575, a'i5 ottobre, colla
se sotto il suo patrocinio, e lì po- costituzione Pro Apostolica servi-
se al governo dei molti ospedali tutis onere f loco citato t. IV , par-
del suo regno, per cui il capo te IV, p. Ili, confermò gli antichi
dell'ordine fissò la sua residenza a privilegi dell' ordine dì s. Lazzaro.
Boigny presso Orleans, terra che I cavalieri di Lazzaro facevano
s.

vuoisi donata all' ordine sino dal i voti ed oltre ai secolari


solenni,
li 54 dal re Luigi VII, da dove ve n'erano ancora de'religiosi spar-
esercitava ampia giurisdizione. Nel si in diverse parti d'Europa, ed

1479 seguì l'unione dell'ordine di in ispecie nella Svizzera, ove pure


8. Lazzaro, detto allora di Betlem- vi fu un monastero di monache.
me Nazareth, ciò che con-
e di II loro distintivo era una croce
fermò Innocenzo Vili nel 1490» verde posta sopra d' una soprav-
all' ordine Gerosolimitano (Fedi). veste bianca ; la qual croce nel pon-
Tuttavolta in Fi-ancia restò il gran tificato dì Leone X fu resa simile
maestro di s. Lazzaro, perchè i nella forma a quella dell' ordine
avendo ricorso
cavalieri al parla- di Malta o gerosolimitano, cioè
mento, fu decretato che 1* ordine con otto punte, conservando il suo
sussisterebbe nel reame separato primitivo colore. Indi nel 16 19 il
come prima. duca di Savoia ordinò che la cro-
Nel i565 Pio IV, ai 4 ™agg'o> ce dell' ordine de' ss. Maurizio e
colla costituzione Inter assiduas, Lazzaro pomata nel-
fosse bianca e
presso il Bull. Roni. t. IV, par. II, le estremità, con bande verdi ai
p. 21 5, e coir industria di Gian- quattro angoH, per memoria del-
notto Castiglioni suo parente, re- l' ordine di s. Lazzaro. Il p. Bo-
staurò, amplificò, e colmò di gra- nanni nel Catalogo degli ordini re-
zie r ordine di s. Lazzaro in Ita- ligiosi ed equestri, a p. LXV parla
lia, enumerando in delta costitu- del cavaliere dì s. Lazzaro, e ne
zione le grazie e i privilegi con- riporta la figura.
cessi all' ordine da altri Pontefici, Il memorato cambiamento ope-
e lo Spondano ne tratta a detto rato nell'ordine di s. Lazzaro non
anno, n. 16, 17. Inoltre Pio IV ne ebbe luogo in Francia, ove Emaro
dichiarò gran maestro lo slesso o Aimaro di Charlres dello il Cu-
a52 LAZ LEA
*to, cavaliere gerosolimitano, conce- stemma de' Borboni, in ciascun
d'oro,
pì il disegno d' ivi farlo rifiorire, angolo della croce, che appendeva-
essendo gran maestro del medesimo no ad un nastro di colore ama-
nel regno; ma morte gì' impe-
la ranto. L'ordine in Francia si estin-
dì di portare a compimento il suo se come gli altri, per le fatali vi-
divisamento. Filiberto Nerretano o cende politiche, che desolarono il
di Nerestang, gentiluomo di rare termine del secolo XVI II, mentre
virtù e capitano delle guardie del quello de' ss. Maurizio e Lazzaro
corpo, gli succedette in questo di- è nel suo splendore. Il p. Bonan-
segno, ed aiutato dai consigli del ni nel Catalogo a p. LXVI parla
p. Pietro della Madre di Dio car- del cavaliere di s. Lazzaro e s.

melitano scalzo, e predicatore del Maria del monte Carmelo Fran- in


Pontefice, impiegò sì felicemente cia, e riporta la figura del gran
il suo potere presso il re Enri- maestro coli' abito solenne. Una
co IV, che questo monarca nel storia compita dell' ordine di san
1608 lo fece gran maestro. Otten- Lazzaro fu pubblicata nel 1774
ne egli dal Papa Paolo V una da De Sibert, membro dell' acca-
bolla di unione all'ordine militare demia reale delle iscrizioni e belle
ed equestre del Carmelo o di s. lettere. V. il Code des loìx, sta--

Maria del Carmine (Vedi) coi tiitSy et reglements royaiix, mili-


medesimi privilegi dell' ordine di taires et hospitaliersde s. Lazarc
s. Lazzaro di Savoia, ed indipen- de Jérusalem, et de Nótre Dame
dente dal gerosolimitano. Il gran dii Mont Carmela Paris 1783. y,

maestro Nerretano fissò la sua re- la Bullae antiquorum privilegioruni

sidenza in Parigi, nel monastero di prò nonnullos Rom. Pont. Religio-


s. Lazzaro, già de'canonici regolari ni^ et Militia s. Lazzari HierosO'

di s. Agostino, e colie medesime llniit, Romae 1567.

cerimonie dell' ordine gerosolimita- LEA (s. ). Dama romana, la


no ascrisse molti cavalieri all' or- quale dopo la morte di suo mari-
dine, cui ricuperò i beni che pri- to rinunciò al mondo, e dedicatasi
ma possedeva. Tra le prerogative interamente a Dio, si ritirò in qa
che godevano i cavalieri, potevano monastero di Roma, di cui fu fat-
ammogliarsi e godere benefizi conci- ta superiora, e vi governò molte
storiali. Luigi XIV fece rifiorirel'or- vergini. Essa si diede alle più ri-

dine, ed duca d'Orleans un tempo


il gorose pratiche di penitenza, ap-
ne fu gran maestro, come ancora plicandosi continuamente a far sof-
altri principi reali. I cavalieri por- frire ai suoi sensi delle pene in
tavano sul petto e sul manto per opposizione ai piaceri che aveva al-

insegna una croce ad otto raggi, tre volte gustati. Coronò una così
simile a quella de' cavalieri gero- santa vita con una morte preziosa
solimitani, da una parte di smal- al cospetto del Signore nel 384,
to colore di amaranto o violaceo, ed suo corpo fu portato ad Ostia.
il

coir immagine della Beata Vergine Trovasi il suo nome nel martiro-
nel mezzo, e dall'altra di color ver- logio romano sotto il giorno 23
de con quella di s. Lazzaro. Cia- di marzo, e s. Girolamo parla di
scun raggio della croce avea la lei con lode.
punta d' oro, con un giglio pur LEANDRO ( s. ), vescovo di Si-
LEA LEB 253
viglia. Nacque a Cartagena da no- della Hturgia nella chiesa di Spa-
bili parenti, ed ebbe a fratelli s. gna, e travagliò nel rimanente di
Fulgenzio vescovo d'Ecija, e s. sua vita per bene della religio-
il

Isidoro che gli succedette nel vesco- ne. Morì, secondo l'opinione di mol-
vato di Siviglia; ebbe anche una ti, il i3 marzo 6oi, giorno in cui

sorella, per nome


Fiorentina, che se ne celebra la festa a Siviglia;
si cousagrò a Dio. Leandro entrò ma il Mabillon ha provato che
giovanissimo in un monastero, dal mòri invece ai 27 di febbraio 5g6.
quale non uscì che per salire alla S.. Leandro aveva composte molte

sede vescovile. 11 cangiamento di opere, delle quali non ci resta che


slato non gì' impedì di continuare la lettera a sua sorella Fiorentina,
a vivere fra le usate austerità, tut- appellata la sua Regola monacale^
toché gli fosse commesso il gover* inserita nella Biblioteca de' padri,
no d' un popolo numeroso, e la e in cui trovansi eccellenti istru-
cura di provvedere ai bisogni di zioni intorno al dispregio del mon-
quasi tutta la chiesa di Spagna. do e r esercizio della preghiera.
Egli profuse allora i tesori di sa- Havvi una sua arringa sulla con-
viezza e di dottrina che aveva am- versione dei goti, da lui recitata
massati nella solitudine del chio- dopo il terzo concilio di Toledo,
stro, e con gran zelo si accinse a in fine del quale essa trovasi. Al-
combattere l'arianesimo che da lun- cuni gli attribuiscono anche il ri-
go tempo contaminava la Spagna. to mozzarabico. S. Leandro è uno
11 re Leuvigildo, sdegnato per la de' più celebri vescovi d' occidente
conversione del suo primogènito per la sua dottrina, pietà ed elo-
Ermenegildo, cacciò il santo vesco- quenza.
vo in esilio con molti altri prela- LEBEDO, Lebedus. Sede ve-
ti cattolici l'anno 586 , e poscia scovile della provincia ed esarcato
condannò a morte il figliuolo per d'Asia, sotto la metropoli d'Efeso,
aver ricusato di ricevere la comu- eretta nel V secolo. Ivi si celebra-
nione dalle mani d'un vescovo a- vano i giuochi in onore di Bacco.
riano. Pentitosi del fatto, richiamò Vuoisi situata a mezzodì di Smir-
il santo vescovo, e lo incaricò di ne nella Natòlia, ov'é ora il vil-
istruire nella religione cattolica l'al- laggio Lebedizi o Lebitzi. Ne fu-
tro suo figlio Recaredo , il quale rono vescovi, Ciriaco che trovossi
poiché fu salito sul trono cooperò al brigantaggio conciliabolo di
all' estirpazione dell'eresia. S. Lean- Efeso, e fu forzato a sottoscriver-
dro, non pago di ristabilire la ve- lo; Giuliano che fu rappresentato
ra fede, diedesi ancora a corregge- da Stefano d' Efeso al concilio di
re gli abusi e ad accrescere il fer- Calcedonia e Teofilo che interven-
;

vore de'fedeli; quindi quelle sagge ne al VII concilio generale. Orietis


regole del concilio di Siviglia, che christ. t. I, p. 725.
egli convocò nel Sgo, e di cui fu LEBITONE. Abito antico dei
anima e capo. Assistette eziandio monaci e solitari d'Egitto e della
al terzo concilio di Toledo, il qua- Tebaide, che consisteva in una tu-
le fiece ventitre canoni per arresta- nica senza maniche, quasi simile
re il corso de' mali prodotti dall'a- alla tunicella de'diaconi, ed al co-
rianesimo; applicossi alla riforma lobio senza maniche.
,

•154 LEC LEO


LEBWINO (s.), detto TJefwhw sue mura gli danno un aspettò
nella lingua diagli anglo-sassoni ,
imponente, e per l'eleganza e re-
tra' quali nacque. Mostrò di buon'o- golarità degli interni edifizi gode
ra un grande amore alla preghie- il primato fra tutte le città di qua
ra, alle veglie, alla mortificazione dal Faro. Ha quattro porte ai punti
ed alle opere di misericordia. Or- cardinali, ed altrettanti sobborghi
dinato prete, passò nella bassa A- al di fuori, a piedi dell'Apennino.
lemagna per entrare a parte delle Possiede molte chiese, conventi,
fatiche di parecchi missionari che monasteri e grandiosi stabilimenti.
vi predicavano la fede, e fu inca- Maestosa è la cattedrale edificata
ricato andare con Marcellino
di da Goffredo, uno dei dodici figli

discepolo di s. Willibrordo ad an- del sire di Altavilla, nel secolo XI f.


nunziare il vangelo nel paese ora Lecce ha il collegio reale da ulti-
detto Ower-Yssel. Ebbe colà mol- mo fondato con gaio e moderno
to a soffrire per la resistenza de- teatro.Evvi il tribunale civile e la
gli idolatri ; raa le persecuzioni non gran corte criminale, oltre le pri-
valsero ad allentareil suo zelo, e marie autorità amministrative. Non
ne convertì un gran numero. Fab- manca d'insigni monumenti, tra'i
bricò una chiesa sulla riva occi- quali si distingue un chiostro spet-
dentale dell' Yssel, una lega circa tante ad un antico convento di do-
Tanno
lontana da Deventer, verso menicani, che pel suo grandioso a-
772, che venne poco tempo dopo spetto arresta subito l'occhio del
rovinata dagl'idolatri, quindi dai viaggiatore. Le più belle delle sue
cristiani nuovamente rifabbricata. larghe e ben selciate contrade, sono
Egli finì la sua vita in mezzo alle una piazza pubblica rimarchevole
fatiche apostoliche ed alle austeri- per la statua di Filippo li, ed un

tà della penitenza, in sul declinare vasto mercato. Gli edifizi sono so-
dell'ottavo secolo, e fu sepolto nel- lidi ed eleganti, fabbricati in tufo,
la chiesa di Deventer, ove si fe- pietra non men dura che abbon-
cero molti miracoli per la virtù che dante in questo territorio. Alcuni
Dio diede alle sue reliquie. È ono- sono d'avviso che Lecce, Aletiiimy
rato come patrono di Deventer, e la Alestiiim^ Lupine^ o LyLìa e Le-
sua festa si celebra ai \i novem- thirrij sia fabbricata sulle rovine
bre, giorno della beata sua morte. dell'antica Lapin j ma di questa
Bertulfo , ventesimo vescovo d'Utre- città non ne rimane vestigio alcuno.
cht, vi fondò una chiesa collegiata Altri la vogliono fabbricala dal crete-
in onore del santo. seIdomeneo, su quella spiaggia git-
LECCE { Lycien ). Città con re- tato dalle procelle,dopo la distru-
sidenza vescovile del regno delle zione di Troia. Non può contrastarsi
due Sicilie, nella Terra d'Otranto, la greca origine a Lecce, dacché ne
illustre capoluogo dèlia provincia. fanno fede le monete disotterrate
Giace tra due mari, l'Adriatico ed con greca epigrafe. Fu in questa
il Jonio, in mezzo a ferace pianu- città che si recò Ottaviano, allor-
ra, la quale si estende fino al ma- ché accorse d'Apollonia, avendo in-
re, e viene in tutti gli altri lati teso r assassinio di Giulio Cesare
dalle ardue montagne terminala suo zio che gli lasciò per eredità
essendo quasi pensile. Le turrite il mondo. Tancredi, uno de' discen-
,

LEC LEC 1^%


denti di Goffredo suddetto, vi nac- che ne riporta la serie de' vescovi,
que; e Federico II, principe non nel tom. IX, pag. Qj àeW Italia
meno famoso che sventurato, vi fu sacra, registra i seguenti. Pel pri-
educato, e la governò per molti mo nomina Oronzio martire; il
s.

anni. Dopo i greci ed i romani secondo fu il di lui nipote s. For-


dominarono in Lecce i saraceni ^ tunato nell'anno 68, ed ancor esso
quindi i principi normanni, i quali poco dopo patì il martirio. U ter-
)a possedettero col titolo di contea ; zo vescovo fu Donato fratello di s.
finalmente passò nel dominio dei Cataldo vescovo di Lupia, che fiorì
re delle due Sicilie, e diventò flo- nell'anno i63. Gli successe s. Leu-
ridissima pel commercio delle ric- co o Leucio martire. Quinto ve-
che produzioni del suo ubertoso scovo fu s. Dionisio martire, che
territorio e per l' industria mani- alcuni vogliono fosse lo stesso Pa-
fatturiera de' suoi abitanti, massi- pa s. Dionisio eletto nel 261. Il
me nelle seterie, e nell'eccellente sesto s. Biagio martire; il settimo
e rinomato tabacco di Lecce, che Leuco II. Dopo questo vescovo non
somiglia a quello di Spagna. Eb- se ne conoscono più altri fino a
be i suoi conti particolari, per cui Teodoro Bonsecolo di Lecce, il
ne suole portare il titolo un prin- quale ne occupava la sede nel
cipe della famiglia reale. Per ulti- loSy. Gli successe Formoso, il qua-
mo portò il titolo di conte di Lec- le nel iii4 aiutato da Gofifredo
ce il principe Antonio Pasquale, principe normanno e conte di Lec-
nato nel 1816, figlio del re Fran- ce, dalle fondamenta incominciò la
cesco I e fratello del regnante Fer- fabbrica della cattedrale, in onore
dinando II. E patria di diversi uo- della Beata Vergine assunta in cie-
mini illustri, tra' quali nomineremo lo. Dopo di lui fu vescovo Pene-
Scipione Ammirato celeberrimo isto- trano o Petureio, che nel 1179
rico, autore di molte opere, tra le intervenne al concilio generale La-
altre della storia di Firenze, ove leranense ITI, adunato da Alessan-
morì nel 1600. Sulla vicina spiag- dro HI. Nel 1180 lo divenne Pie-
gia del mare trovasi la torre di s. tro Guarini, sotto del quale Tan-
Cataldo, che quasi serve di porto credi conte di Lecce, che dal 11 89
a Lecce per T esterno traffico. al I 1
94 fu l'e delle due Sicilie

Vi predicò il vangelo s. Giusto eresse l'abbazia de' ss. Nicola e Ca-


di Corinto, discepolo dell'apostolo taldo fuori della città con ricca ,

s. Paolo, e quivi soffrì il martirio dote pei monaci benedettini. Nei


con s. Oronzio, che credesi sia sta- 1200 divenne vescovo della pa-
to il primo vescovo di questa cit- tria Fulco Bello, e nel 12 14 Ro-
tà, dicendosi ancora che fosse or- berto Vultorico pur di Lecce, di
dinato dallo stesso s. Paolo. Com- nobile famiglia ;
questi col consen-
manville dice che Lecce fu eretta so de' canonici concesse la chiesa
in sede vescovile non nel primo di Procopio a Pietro abbate dei
s.

ma nel terzo secolo, e che nel se- ss. Nicola e Cataldo, ed essendo in

sto si unì a Lecce la sede di Lu- rovina la chiesa cattedrale, nel


pia o S. Cataldo. Fu fatta Lecce i23o dalle fondamenta la riedifi-
suffraganea della metropoli di O- cò. Sotto di lui il Papa Innocen-
traulo , e lo è tuttora. L' Ughelli zo IV nel 1246 concesse la con-
:i56 LEC LEC
tea di Lecce a Marco Ziani figlio morto
nobile dì Lecce, nel 1484.
del doge di Venezia , e nipote di M. Antonio de'Tolomei nobile sa-
Tancredi. Tra i successori di Ro- nese, fatto vescovo nel seguente
berto nomineremo soltanto i se- anno, morendo nel i49^ lasciò e-
guenti. M. Gualterio raccomanda- teina fama di sé. Ne fu fatto am-
to dal capitolo di Lecce, Innocen- ministratore da Alessandro VI il
zo IV ne approvò l' elezione nel cardinal Luigi d'Aragona napoleta-
1253. Roberto de Noha nobile di no, figlio del re Ferdinando I, che
Lecce del i3oi, che consacrò la governò sino al i5o3. Col di lui
chiesa di s. Francesco de' frati mi- consenso nel i5ii fu fatto vesco-
nori nel 1339. Clemente VI nel vo Ugolino Martelli nobile fioren-
1348 elesse Roberto canonico e tino, dotto nelle lettere greche e
cantore della cattedrale di Lecce, latine ,che da Leone venne X
che alcuni dicono di nobile fami- trasferito a Narni nel iSiy ; con
glia di Lecce, o dei Noha o dei egual consenso fu fatto vescovo
Guarini; egli ricevette nella città Gio. Antonio Acquaviva di nobi-
i monaci celestini , nella chiesa e lissima stirpe. Allora il cardinale
monastero di s. Croce, edificato nel ebbe in commenda la chiesa di
i353 da Gualtiero Brienne duca Leuca, cbe avendola rassegnata ai
d'Atene e conte di Lecce. Nel i384 17 maggio, Leuca o Alessano fu
s'intruse in questa cattedra Nico- unita a Lecce. Il vescovo Alfonso
la, nominato dall'antipapa Clemen- de Sangro nobilissimo napoletano,
te VII. nel i534 rassegnò il vescovato di
Nel 1391 Bonifacio IX fece Lecce in favore del cardinal Ippo-
Tcscovo fr. Antonio da Viterbo, lito de Medici cugino di Clemente

insigne teologo francescano ; e nel VII, ch'essendo poco vissuto. Al-


i4i3 Giovanni XXIII gli die a fonso riprese la sua chiesa. Giulio
successore Gurello Ciccaro napole- III nel i55i da Fiesole trasferì a
tano, lodato per virtti. Martino V questa sede Braccio Martelli nobile
nel i4^9 dichiarò vescovo fr. Tom- fiorentino, per virtù e varia eru-
maso Ammirato di Lecce, di no- dizione chiarissimo, che intervenne
bile oriunda fiorentina,
famiglia al concilio di Trento. Pio IV nel
dotto e probo abbate de* ss. Nico- 1 56o nominò vescovo il cardinal
la e Cataldo, insigne teologo mo- : Gio. Michele Saraceni, che nel se-
rì nel 1438 e fu sepolto nella guente anno rinunziò al nipote
chiesa di s. Chiara, che col mona- Annibale, il quale zelante del suo
stero delle monache avea egli fab- ministero introdusse in Lecce i
bricata. In questa chiesa eresse la gesuiti, i teatini, e gli osservanti
cappella di s. Chiara, e vi fu se- francescani. Per sua rinunzia nel
polta Virgilia sorella del celebre 1591 divenne vescovo Scipione Spi-
scrittore Scipione Ammirato. A fr. na patrizio napoletano, degno di
Tommaso successe fr. Guido
o eterna memoria per avere retto
GuiduccioLecce de'rainori, tras-
di con plauso questa sede quaranta-
lato da Alessano, che Nicolò V otto anni ; divenne il decano dei
nel i45»3 trasferì alla metropoli vescovi, e magnificamente fece co-
di Bari. In sua vece il Papa pre- struire l'episcopio. Nel 1639 Luigi
pose a questa chiesa Antonio Ricci Pappacoda nobile napoletano fu
LEC LEC 2^7
Iraslato da Capaccio. Clemente X diverse reliquie di santi. Il capi-
a* 4 '"^gS'O 1671 dall'arcivescova- tolo si compone di tre dignità, la
to di Larissa in partibus trasferì prima essendo l' arcidiaconato , le

a questa chiesa Antonio Pignattelli, altre il cantore e il tesoriere ; di


di cui parlammo al voi. XI, p. ventisei canonici,comprese le pre-
187 del Dizionario. Indi Innocen- bende del teologo e del peniten-
zo XI Io creò cardinale, ed ai 2 ziere, non che di molti altri pre-
gennaio 1682 lo traslatò al ve- ti e chierici inservienti all' uffizia-

scovato di Faenza, divenendo Papa tura della chiesa. Un vicario per-


nel 1691 col nome d' Innocenzo petuo è il parroco della cattedra-
XII {Vedi). Nello stesso anno 1682 le, ov'è pure il battisterio: l'epi-
Innocenzo XI fece vescovo di Lec- scopio è prossimo alla cattedrale.
ce Michele Pignattelli di Cassano Oltre di questa, nella città vi so-
teatino, che essendo morto nel no quattro chiese parrocchiali, una
1695, nel seguente anno a' 3o sola delle quali però è munita del
marzo Innocenzo XII gli die in sacro fonte. Vi sono un convento
successore Fabrizio Pignattelli di di religiosi, tre monasteri di mo-
Monte Corvino, feudo di sua casa, nache, due conservatorii, alcune con-
che per molti anni fu pro-segreta- fraternite, l'ospedale ed il semina-
rio della congregazione della visita rio cogli alunni. Ampia è la dio-
apostolica, e governò la chiesa si- cesi, contenendo molti luoghi. I

no al 1734. Nel seguente anno frutti della mensa sono tassati nei
Clemente XII gli die per successo- libri della camera apostolica in fio-

re Giuseppe Ruffo di Bagnara rini cento, corrispondenti a circa


feudo di sua casa. Nel 1744 lo tremila ducati, quali sono le ren-
divenne Scipione Sersale napoleta- dite, puhlicìs dediiclis onerìhus.
no, traslato da Sora dal Papa Be- LECTIFREDO Ugo, Cardina-
nedetto XIV. Questi nel i75i ai le. Ugo Lectifredo nel 1128 fu da
i5 novembre trasferì a Lecce da Calisto II creato cardinale prete di
Vico Equense, Alfonso Sozi Cara fa s. Vitale del titolo in Vestina. In-
somascOj nato in s. Nicola a Man- tervenne ai comizi di Onorio II;

fredi feudo di sua casa, morto nel seguì per poco tempo il partito
1786. Pio VI nel 1792, dopo lun- dell'antipapa Anacleto II, ma ben
ga sede vacante, nominò vescovo presto si ridusse all'obbedienza del
Salvatore Spinelli napoletano cassi- legittimo Innocenzo II.

nese, traslato da Catanzaro, quindi LECTOURE , LEICTOURE ,

nel 1797 all'arcivescovato di Sa- Lacturay civitas Lactoriacum. Cit-


lerno. Dopo altra lunga sede va- tà vescovile di Francia, dell'Arma-
cante, PioVII nel concistoro dei gnac, nel dipartimento del Gers,
21 dicembre 18 18 preconizzò l'o- capoluogo di circondario e di can-
dierno vescovo monsignor Nicola tone. Giace in una situazione ame-
Caputo dei marchesi di Cerreto, nissima presso la riva destra del
nato in Napoli nel i774) g>à ca- Gers, sopra un monte quasi inac-
nonico di quella metropolitana. cessibile. E antica, e possiede un o-
La cattedrale è come dicemmo spedale che porta il nome del ve-
dedicala all'Assunzione in cielo del- scovo Narbonne Pellet suo fonda-
la Beata Vergine, ove si venerano tore. In una delle sue piazze, chia-
VOL. XXXVII. 17
258 LEC LED
mala il Bastion, si gode di una o Genio; non è però determinato
vista magnifica, che si estende si- se era il Papa s. Igino, eletto nel-
no ai Pirenei. Vi si vede un bel l'anno 154. Dopo questa epoca la
conciatoio che si dice il più rino- serie de' vescovi è interrotta fino al
mato della Francia. Fu patria di VI secolo, in cui fiori Vigilio che
parecchi uomini illustri, come di assistè e sottoscrisse il concilio di
Antonio di Roquelaure, e di Lan- Agde nel 509. A Vigilio successe
nes duca di Montebello, alla cui il vescovo Aleto od A lezio, che fu
memoria s'innalzò di recente una al quinto concilio d'Orleans nel
statua di marmo. Lectoure era an- 549. Ignoransi pure i successori
ticamente la capitale dei Lactora- di Aleto fino a Bernardo, che oc-
ti o Leclornti, uno dei popoli del- cupava questa sede l'anno 990.
la Novempopuliana. Al tempo del- Da quest' epoca in avanti non vi
l'imperatore Gordiano era colonia sono più lacune; l'ultimo vescovo
romana col titolo di repubblica. di Lectoure fu Lodovico Emma-,
Filippo IV il Bello, re di Francia, nuele de Cugnac della diocesi di
nel i3oo l'acquistò da Elia Tal- Chaors, fatto vescovo da Clemente
leyrand conte di Perigord. Nel XIV a'7 settembre 1772. La dio-
medio evo fu questa città cinta cesi conteneva setta ntanove parroc-

da triplice muraglia, di cui si ve- chie; il vescovo ch'era signore del-


dono ancora alcune vestigie, e di- la città col re, aveva dieciotto-
fesa da un castello fortificato. I mila lire di rendita. Ma la sede
conti di Armagnac la possedettero vescovile venne soppressa da Pio
in tutta sovranità e spesso l'abi- VII nel 1801 pel concordato. La
tarono,come capitale della contea cattedrale dedicata ai ss. Gervasio
d'Armagnac nella Guascogna. Cai*- e Protasio, aveva un capitolo com-
10 VII re di Francia vi assediò posto di quattro arcidiaconi, di un
Giovanni V di Armagnac, per pu- precentore, di dodici canonici e di
nirlo di aver sposato la sua pro- quattordici prebendati. Eranvi al-
pria sorella; lo stesso conte vi fu tresì i religiosi della dottrina cri-
assediato anche da Luigi XI, ed stiana che avevano il collegio; i do-
assassinato dopo la capitolazione. menicani, i francescani, i carmeli-
Nel castello vi fu condotto dopo il tani e le monache tanto Clarisse,
i632 duca di Mont-
lo sfortunato che urbaniste.
morency, preso nel combattimento LEDAN. Sede vescovile della
di Castelnaudary. Si trovarono in provincia di Gondisapour, nella dio-
questa città molte antichità roma- cesi de' Caldei. Ebbe un vescovo
ne; si vede ancora a' piedi della particolare prima che la sua sede
montagna una fontana chiamata fosse riunita a quella di Sis. Era
Hondelia^ e consecrata a Diana, posta nella provincia degli Elamiti
che vi aveva un tempio in vicinanza. o nel Churdistan. Paolo discepolo
Il vescovato di Lectoure fu e- della scuola di Edessa, si ritirò negli

retlo nel secondo secolo^ Comman- stati del re di Persia, quando que-
ville dice Tanno 5 io, e fatto suf- sta scuola fu soppressa per ordine
fraganeo della metropoli d'Auch. dell'imperatore Zenone, e fu fatto
11 primo vescovo di questa chiesa vescovo di Ledan. Oiicns chrisL
fu Euterio, al tempo di s. Igino t. II, p. 1190.
LEF LEF 259
LEDRA. Sede vescovile deiri- 1792,6 portalo con altri ecclesia-
sola di Cipro, nella diocesi di An- siici a Lavai. Col decreto de' 26
tiochia, sotto la metropoli di Fa- agosto essendo cessato Io stato di
magosta. E mediterranea, situata sua deportazione, risolvette di por-
in aria buona , ed in eccellente tarsi fuori della Francia, e recossi
territorio, bagnato da fresche acque, in Inghilterra, ove si occupò in
Si conoscono cinque vescovi che dare qualche lezione, e presso una
ne occuparono la sede, cioè: Tri- cappella di cattoHci. Nel 1795
filo discepolo di s. Spiri dione, che l'abbate Matignon dottore e pro-
coltivava le belle lettere, e sotto- fessore Sorbona, che avea
della
scrìsse il concilio di Sardìca. Ma- conosciuto a Parigi, gli scrisse da
cedonio che viene considerato come Boston in America, dove erasi ri-
un santo. Leonzio che viveva nel tirato, perchè colà si recasse. Non
i34o. Nicola del i470- S'ignora senza esitazione accudì all'invito,
il nome del quinto, che sedeva e giunse a JBoslon li 3 ottobre
nel 1570, e perì con tutti gli 1796; laonde nulla potè poi se-
altri cristiani durante l'assedio dei pararlo dal Matignon, col qua-
lurchi. Orìens christ. tom. II, pag. le strinse intima amicizia. Non andò

1075. guari che monsignor Carroil primo


LEFEBURE DE CHEVERUS vescovo di Baltimora, voleva inca-
GiovANNi, Cardinale. Giovanni Le ricarlo del governo della chiesa di
Febure de Cheverus nacque in s. Maria di F'iladelfìa, ma egli si

Mayenne a'28 gennaio 1768, ove ricusò, prestandosi van- però al


suo padre occupava una carica taggio spirituale de'fedeli col suo
giudiziaria. Questi Io mandò a sta- amico. Per loro si aumentò il nu-
diare nel collegio di Luigi il Gran- mero de' cattolici a Boston, e mol-
de a Parigi. Ancor giovine ottenne ** abitanti contribuirono somme
un beneficio semplice, per nomina per T erezione di una chiesa ; ma
di nionsicur poi Luigi XVIII, giac- ciò che fu piti mirabile si è che il

che si distingueva per l'applicazio- presidente degli Stati Uniti, John A-


ue, per la penetrazione, e per le dams, benché acattolico, volle por-
sue felici qualità, non che per la si alla testa degli offerenti. La chic-
pietà. Dichiarandosi per lo stato sa compita nel i8o3, e conse-
fu
ecclesiastico ,
passò nel seminario crata a'29 settembre dal nomina-
di s. Maglorio, degli oratoriani, e lo vescovo in onore della santa
si ordinò prete in Parigi nel Croce. Frattanto Giovanni andava
1790, con dispensa per l'età, indi visitando i cattolici de'contorni di
fece ritorno alla sua diocesi. Poco Boston, e due o tremesi dimorò
dopo nominato coadiutore allo
fu presso gl'indiani di Passamaquody de
zio Gautier curato di Nòtre-Dame Penobscot. Dopo il concordato del
a Mayenne; ma a cagione della 1801 la sua famiglia lo invitò a
rivoluzione allora scoppiata, si a- ripalriare, ed era per cedere a tali

stenne dal prendere il possesso, ed istanze, quando i bisogni de'cattolici


esercitò il suo ministero secreta- di Boston, suo attaccamento all'ab-
il

mente, in mezzo alle note terribili bate Matignon, e le ragioni espresse


vicende. Fu quindi obbligato a in una lettera di monsignor Car-
lasciare Mayeune nei primi del voil, lo decisero a rimanere in A-
,

26o LEF LEF


merica, facendo violenza all' amor il vivo desiderio di rivedere la pro-
patrio e del proprio sangue. Nel pria famiglia. Nel 1822 m. Hyde
1808 il vescovo di Baltimora im- de Neuville ambasciatore di Fran-
plorò ed ottenne da Pio VII Te- cia agli Stati Uniti, ritornando al-
rezione di quattro nuovi vescovati la corte di Luigi XVIII, parlò
in America , fra' quali quello di molto del vescovo di Boston, del-
Boston, cioè agli 8 aprile, e Bal- le sue virth e de'suoi meriti, e fe-
timora in arcivescovato. La sede ce nascere il desiderio di restituir-
di Boston per la Nuova Inghilterra lo alla chiesa alla quale apparte-
fu proposta da monsignor Carroll neva per nascita. 1828 fu Nel
per l'abbate Matignon , ma questi nominato vescovo Montauban, di
invece lo persuase a presentare ma questo fu un nuovo soggetto
alla santa Sede Giovanni. Questo di combattimento per lui. Cattoli-
fu preconizzato per tale da Pio VII, ci e protestanti si unirono per dis-
ma pel ritardo delle bolle la con- suaderlo di accettare. A'22 aprile
secrazione ebbe solo luogo primo il duecentoventisei abitanti notabili di
novembre i8io. L'abbate Matignon Boston scrissero al gran limosiniere
sua guida, si contentò di aiutarlo di Francia perchè fosse revocata la
nell'apostolico ministero. Giovanni nomina, ma inutilmente; anzi le
fece un'eccellente riuscita, poiché novelle istanze giunte di Francia
alla sua pietà e zelo univa una al vescovo, lo ^eostrinsero a partire
non comune coltura, ed una me- nel settembre , dopo reciproche
ravigliosa facilità per le lingue. dimostrazioni di affetto e di dolo-
Sapeva il greco e l'ebraico; par- re tra i cattolici ed il pastore, il
lava e scriveva il latino come quale lasciò agli ecclesiastici ed ai
nell'idioma nativo; inoltre aveva suoi amici tuttociò che non gli era
fatto uno studio particolare del- strettamente necessario. Giunto fe-

l' inglese. La sua elocuzione era licemente a Parigi, si portò a ri-

chiara, naturale, dolce e persuasi- vedere i suoi parenti, e colle sue


va. Allorché nel i8i4 ì^io VII maniere semplici, affabili ed affet-
fu liberato dalla sua prigionia, il tuose guadagnò la generale be-
si

nostro prelato ne celebrò a Boston nevolenza. A' 28 luglio entrò in


l'avvenimento. La sua conversazione Montauban, alla cui sede Leone
era piacevole, trattando tutti con XII Io avea preconizzato a'3 mag-
le analoghe convenienze. Sempre gio, ed ove fu ricevuto con parti-
era accessibile ed ospitaliere , si colari distinzioni, e mediante le
coi cattolici che coi protestanti sue maniere e grazie del suo spi-
di cui era il consigliere ; bene ac- rito, ben presto si guadagnò il
cogliendo gl'inglesi come gli ame- cuore di tutti. In una inondazione
ricani. Allorquando si formò a del Tarn mostrò quanto grande fos-
Boston un ateneo letterario, il pre- se il suo zelo pel proprio gregge,
lato donò ad esso dei libri per cui prodigò ogni sorta di consola-
la biblioteca. A' 1 9 settembre 1818 zione e di soccorso, e fu ricono-
provò il dolore di perdere l'abbate sciuto in lui un degno imitatore
Matignon; le sue occupazioni perciò di Fénélon. Il re Carlo X infor-
si accrebbero, e la sua salute alquan- mato della nobile condotta del
to si alterò ; allora si risvegliò in lui vescovo e de' generosi sacrifizi che
,

LEF LEF 261


avea fatti in questa circostanza delle autorità governative. Braman-
gli rimise con onorevole lettera do il regnante re de'francesi Luigi
cinquemila franchi. Nel 1826 ce- Filippo che fosse riparata la per-
lebrò il giubileo con viva divo- dita fatta di un cardinale francese,
zione, nel quale anno nel concisto- supplicò il Papa che regna Gre-
ro de' 2 ottobre Leone XII lo tras- gorio XVI ad
a questa elevare
latò alla sede arcivescovile di Bor- dignità quale si
l'arcivescovo, il

deaux, a cui il re lo nominò per mostrò renitente alquanto, contan-


riparare 1' immensa perdita del do sulla sua pochezza, e dicendo
predecessore monsignor d' Avian; che ad altri sarebbe stato meglio
indi fu fatto pari di Francia. In conferirla. Il Pontefice nel conci-
lui rivisse il lodato prelato, per sloro del primo febbraio i836 lo
r ammirabile condotta che anco creò cardinale dell' ordine de'preti,
in questo seggio egli tenne. Egli e gli rimise la notizia e il berret-
divenne propriamente il padre del tino cardinalizio per la guardia no-
suo clero, ospitando tutti i preti bile, ora esente, Francesco de'mar-
della diocesi che giungevano a chesi Bourbon del Monte, che dal
Bordeaux, non permettendo che re fu fatto officiale della legion
restassero negli alberghi. La poli- d'onore. Per la tradizione della ber-
tica era bandita dalle sue camere, retta rossa, il Papa nominò ablegato

per cui nella rivoluzione del i83o, apostolico monsignor Sisto Riario-
egli tenne il più profondo silenzio, Sforza suo cameriere segreto so-
saggezza che in più incontri di- prannumerario, che poi lo divenne
mostrò. In una grave circostanza, effettivo, indi vescovo d'Aversa^ ed
l'arcivescovo parve diviso di opi- ora arcivescovo di Napoli e cardina-
nione co' suoi colleghi ; di ciò ne le. La berretta fu imposta in capo
fu argomento l'ordinanza dei i6 dal re a'9 marzo colle solite cerimo-
giugno 1828. Egli non appro- nie. Il cardinale visitò poscia la sua
vò tale ordinanza , né la memoria famiglia, che da molti anni non
presentata allora dal cardinal Cler- avea riveduto, ed ancora la diocesi
mont Tonnerre in nome dell'epi- di Montauban, ove da ogni ceto
scopato. Avendo la camera de' de- di persone fu ricevuto con entu-
putali privato della parìa tutti siasmo. Poco dopo la sua salute fu
quelli che l'aveano ricevuta da deteriorata ed ebbe qualche attac-
Carlo X, l'arcivescovo dichiarò che co apopletico. Questo rinnovandosi
senza approvare questo atto, era a'i3 luglio volle confessarsi, e nel
ben contento restare estraneo alla seguente giorno perdette la cono-
politica, e che non avrebbe predi- scenza. Un canonico gli sommini-
cato che sommessione al governo. strò l'estrema unzione; in tutte
Tutto intento alle funzioni del le chiese della città fu ordinata la
suo ministero, ed in mantenere esposizione del ss. Sagramento, e
l'ordine e la pace, potè la sua ri- nella camera dell' illustreinfermo
putazione proteggere il clero in fu portata la reliquia di s. Carlo,
momenti pericolosi. La sua mode- che si venera nella cattedrale. In-
stia, bontà, carità, franchi modi utili furono i soccorsi dell'arte, e
e cordialità, gli guadagnarono pu- dopo avere il capitolo recitato le

re l'estimazione de' protestanti e preci dell'agonia, morì il cardinale


,,

262 LEG LEG


nell'età di sessantanove anni a* 19 cuno, l'erede è obbligato a darla,
luglio i836, fu esposto nella metro- come se il testatore glielo avesse
politana con decorosi funerali, e se- ordinato espressamente. Quando un
polto nella cappella del sacro Cuo- legato pio è ripudiato dal legata-
re di Gesù. Generale fu il dolore rio, il quale non vuole accettarlo
per Bordeaux e per tutta Tarci- alle condizioni per cui gli è stato
diocesi, avendo perduto un amico fatto, oppure perchè la destinazio-
ed un padre; ed il vescovo della ne del testatore non può aver luo-
Rochellé monsignor Yillecourt ne go , 1* erede è sempre obbligato
pronunziò l'orazione funebre. d'impiegare quel legato in opere
LEGATI e LEGATI PII. Le^ pie, a meno che il testatore non
gato pio dicesì di un legato o dis- abbia espressamente ordinato il con-
posizione fatta dal testatore per trario, prevedendo il caso di ripu-
V adempimento di qualche opera dio, ec. La ragione è, che il testa-
pia, ovvero in favore della Chiesa, tore volle distrarre dalla sua so-
dei poveri, degli ospizi, ospedali, stanza la somma legata e conse-
monasteri e di altri stabilimenti crarla a Dio, e che devesi quindi
religiosi e pubblici. E un furto il presumere, che se avesse prevedu-
ritenere un legato, qualunque siasi, to che il legatario doveva ripudiar-
ed è di più un sacrilegio il rite- la a motivo delle condizioni one-
nere un legato pio, come si espri- rose impostegli, oppure che la sua
me s. Antonino, par. II, tit. I. cap. prima destinazione non poteva aver
21, § 3. Quando un legato pio è luogo^ non avrebbe tralasciato di
determinato ad uno speciale uso dal destinare quella somma a qualche
testatore, non può essere converti- altro pio uso. Si può anche ag-
to in un altro , anche migliore giungere, che i testatori fanno molte
senza l' autorità pontificia. La ra- volte dei legati pii per soddisfare
gione di ciò è, che i beni dei de- a delle restituzioni. Un legato ap-
funti devono essere impiegati se- partiene al legatario, dal momento
condo la loro ultima volontà, a della morte del testatore; dal che
meno che i superiori legittimi , i ne consegue , che se il legatario
quali sono i soli interpreti della sopravvive pochi istanti al testato-
volontà di quei defunti, non tro- re, il legato passa agli eredi del
vino necessario di cambiarvi qual- legatario; che se invece il testa-
che cosa per delle giuste ragioni. tore sopravvive pochi istanti al le-

P^. Gregorio IX, in cap. Nos qui- gatario, il legalo è nullo, a meno
dem, 3." De tesLam. et uUìni. vo- che non si faccia luogo al jus ac-
lunL lib. 3, tit. 26. Quando un le- crescendi a favore del collegatario
gato contiene una condizione im- superstite. Quando un legato è
possibile, il legato appartiene sem- concepito in una maniera oscura ,

plicemente al legatario, perchè quel- che non può essere determinata da


la condizione è nulla e deve con- nessuna espressione, devesi in al-
siderarsi come non contenuta nel lora ricorrere alle altre prove o
testamento. Quando un legato è presunzioni e circostanze particola-
concepito in termini deprecatorii ri, le quali possano far conoscere
cioè quando un
testatore prega il la volontà del testatore. F. Con-
*uo erede di dare una cosa ad al- gregazione DELLA REVERENDA FAI5-
LEG LEG 263
BRIGA DI s. Pietro, die gode il sin- niente dispendioso^ si erano divisi

golare privilegio della gelosa cura gl'immensi tesori e i frutti delle


d' invigilare all'esecuzione ed esatto terre lasciate; onde conchiude che
adempimento dei legati pii nello le lasci te pie e le assegnazioni del-
stato pontificio, nonché il privile- le terre ai templi , sono state in
gio di applicare a tenore delle co- uso ne' tempi più rimoti. Circa i

stituzioni apostoliche, alla fabbrica donativi che i popoli etiopi, sa-


della basilica vaticana ì pii legati bei ed egiziani solevano assegnare
non adempiti, i legati pii incerti, per venuta del futuro Messia,
la

i ripudiati, quelli che non posso- è a consultarsi Abr, Calovio, Bibl.


no eseguirsi, quei lasciati a perso- illustr. tom. I, pag. io52, ediz. di

ne incapaci di riceverli, o per suf- Francfort 1672. L'uso di fare do-


fragi delle anime di coloro segre- nativi per testamento o per codi-
gati prima morire dalla comu-
di cillo è antichissimo. Si pretende
nione dei fedeli, senza aver dato di trovare nella Genesi gì' indizi

in morte segno alcuno di conver- di legati da Abra-


particolari fatti
sione, e quelli fatti per sgravio di mo a' suoi figliuoli naturali. Tro-
coscienza, o per restituzione di mal- vasi ancora qualche menzione più
tolto a
persone incerte, ed altri precisa dell'uso de' legati nel libro
contemplati dalle surriferite costi- di Ezechiele, giacche parlandosi in
tuzioni apostoliche. Quanto ai le- esso del potere che il principe a-
gati pii non adempiti, la congrega- veva di disporre de' suoi beni, si

zione quieta Ja coscienza coli' asso- prevede anche il caso in cui fatto
luzione e composizione, e supplisce avrebbe un lascio o un legato ad
per autorità pontificia de thesaiuo alcuno de' suoi servitori. Lo stesso
Ecclesiae y per giusti motivi; ed profeta ne insegna, che presso gli
opportune clausole emette, massime ebrei era permesso il fare de' le-
pei legati di messe, ed altri pii suf- gati agli stranieri; ma che i beni
fragi. F. inoltre Congregazione del- legati in questo modo, non pote-
la VISITA APOSTOLICA ED ADEMPIMEN- vano essere posseduti da' legatari
TO DEI LEGATI PII DI RoMA E SUO DI- stranieri o pure dai loro eredi se
STRETTO, con estese ed analoghe fa- non che sino all'anno del giubileo,
coltà, come a quell'articolo.
dicesi dopo il quale que' beni dovevano
Sui legati pii si possono anche ve- tornare agli eredi de' figliuoli del
dere gli articoli Congregazione del testatore. La libertà di disporre
CONCILIO, Congregazione de' vesco- de' propri beni per testamento, non
vi e' regolari, ed altri relativi. era egualmente indefinita; coloro
L'origine delle lascile pie, il Mar- che avevano figliuoli, non poteva-
tinetti nel tom. Ili, pag. 74 della no disporre de' loro beni stabili a
Collezione classica^ dice provenire perpetuità, se non che a favore dei
dai tesori e terre assegnate al tem- loro figli medesimi. Gli ebrei tras-
pio di Belo in Babilonia dai re misero questo costume agli egizia-

d'Assiria, in cui vennero adombra- ni, se pure da essi noi ricevettero,


ti i pii legati de' cristiani ; e nar- e gli egiziani lo comunicarono ai
ra come Alessandro il Grande scuo- greci, dai quali romani pigliaro-
i

prì che i maghi, mentre facevano no norma in una gran parte del-
all'idolo per pretesto un servizio la loro legislazione. La legge delle
264 I-EG LEG
dodici tavole, stesa sulle memorie ed a qualunque altro luogo sacro,
che deputati di
i Roma recate a« ciò che più fossegli stato a grado
vevano da Atene, fa menzione di per l'anima sua; ma volle inoltre
testamenti e di legati, e di questi esentare tali luoghi sacri dal cor-
si perpetuò la pratica , assoggetta- rispondere quel compenso che ogni
ta a vari regolamenti nel diritto donatario eia obbligato rendere al
romano. Neil' Italia numerosissimi donatore. Così pure quelle femmi-
furono i legati , massime ne' bassi ne, che vivendo nel secolo, indos-
tempi, e questi formarono sovente sato aveano l'abito religioso, furo-
il patrimonio delle chiese, e la ric- no da lui abilitate a disporre del-
chezza de' più antichi ordini reli- la terza parte delle loro sostanze
giosi. V. Beni di Chiesa. in opere pie, senza l'assenso del lo-
Chiamansi donazioni pie quelle ro tutore, senza cui non era alle
fatte, fra i vivi o per causa di femmine permesso l'eseguire verun
morte, a chiese, a monasteri e ad atto legale. Da queste dispense po-
ospedali. Dopo la legge di Costan- trà ognuno argomentare quanto
tino Magno, colla quale aveva co- grande sia stata la premura di al-
mandato, che alle chiese state spo- cuni re longobardi per l'accresci-
gliate delle proprietà, giustamente mento delle sostanze de' luoghi sa-
da esse possedute , di qualunque cri. Né in ciò Carlo Magno esser
natura fossero elleno state , venis- volle da meno di loro, avendo pub-
sero loro restituite; dopo le dona- blicato varie leggi favorevoli alle
zioni largamente da lui comparti- chiese; e gli stessi principii furono
te ai luoghi sacri, molti altri so- adottati dal suo figlio Lodovico I
vrani del medesimo spirito religio- il Pio, e da più altri re ed im-
so di quell'augusto investiti , sono peratori. Alle leggi i medesimi ag-

essi pure concorsi non solo ad a- giunsero il fatto, di cui tante sono
ge vola re colle loro leggi i mezzi le prove, quanti i superstiti loro
di potere le chiese, gli ospedali, i diplomi di donazioni ai luoghi sa-
monasteri ed altre simili fondazio- cri. Non pochi eziandio' tra loro,
ni fare dei grandiosi acquisti , ma dopo di avere con amplissime for-

ad accrescerli eglino stessi con li- me alle chiese assicurato le posse-


berali donazioni. Né minore pre- dute sostanze, vollero di più con
mura per la restituzione de' beni particolare privilegio esentar le me-
ai medesimi corpi e collegi invo- desime da qualunque pubblico pe-
lati per pragniatìcas sancliones aut so. In vista di tante e sì splendi-
constilutiones j mostrarono i due im- de donazioni pie dai principi ai

peratori ed Antemio , non


Leone luoghi sacri compartite, i privali
che Teodosio II, Valeutiniano III, pure fecero a gara nello arricchirli
Marciano, ec. Per facilitare sempre delle sostanze loro. Oltre le deci-
piti i pii legati e le pie donazioni, me, le obblazioni, le manuali li-
ed arricchire con essi le chiese, mosine da principio contribuite dai
Luitprando re de' longobardi pro- fedeli per il vitto del clero, per la
mulgò una legge colla quale non manutenzione de' templi e per l'or-
solo permise senza limitazione al- namento degli altari e dei sacri
cuna che potesse chiunque donare ministri emolumenti che hanno
,

o lasciare alle chiese, agli ospedali. continuato anche dipoi, non pò-
,

LEG LEG 265


chi fra* medesimi fedeli sonosi spo- legalo nella sua origine significa
gliati di tutte o di parte delle lo- quegli che è mandato da un altro
ro proprietà, mettendone al pos- per qualche funzione; ma nell'uso
sesso i luoghi sacri, alcuni libera- ordinario col nome di legalo s'in-
mente e senza veruna restrizione tendevano gli Ambasciatori (Vedi);
o compenso, ed altri con aversene secondo l'odierna Diplomazia (Ve-
riserbato l' usufrutto, vita loro na- di), ed al presente quei cardinali

turale durante, la quale pratica fu che con titolo di Legato apostoli'


da Carlo Magno confermata, e nel co (Vedi), il Pontefice manda a
secolo XI divenne assai famigliare. qualche principe sovrano, con ca-
Fra i vari titoli per cui facevansi rattere particolare di autorità e di
anticamente le pie donazioni o pii distinzione, o al governo di una o
legati, fuvvi quello in particolare più di quelle provincie del domi-
della redenzione de* peccali, e l'al- nio della santa Sede che si chia-
tro delta salvazione dell' anima mano legazioni. 11 Martinetti nella
propria^ a di quella de' propri sua Collezione classica, tom. Ili,
parenti. Neil' insigne opera di m. pag. 53, dice adombrata l'origine
Gaetano Marini, Papiri diploma- dei legati e nunzi pontifìcii , da
ticiraccolti ed illustrati, nelle pag. quel legato o vicario che il som-
254, 264, 296 e 3o7, vi ha riuni- mo sacerdote Onia I inviò a To-
to i pili belli esempi dell' antica lomeo Lago re di Egitto, chiama-
formola : prò redemptione peccato- to Ezechia e uomo grande, che ten-
rum meorum, ec. Sebbene poi le ne poi accreditato in quella cor-
donazioni pie il più delle volte sie- te. Presso i romani dicevansi legati
no state eseguite per testamento e le persone che 1* imperatore o i
legati ne' periodi estremi della vi- primi magistrati spedivano nelle
ta, alcune nondimeno lo sono sta- Provincie per esercitare in esse qual-
te lungo tempo avanti , e special- che giurisdizione. Allorché tali le-
mente da chi aveva ad intrapren- gatierano tratti dalla corte del-
dere lunghi perigliosi viaggi od an- l'imperatore medesimo, nominavan-
dare alla guerra. Contro le dona- si legati a latere o missi a lalere,
zioni religiose e pii legati, e le donde pigliarono il nome di legati
ricchezze indi derivate alle chiese, a latere in tempi posteriori anche
monasteri e benefici istituti, molti quelli spediti dal Papa; e questi
scrittori esercitarono il loro malta- tra i occupano sempre il
legati
lento, o per ignoranza o per ma- primo grado. Tra i romani aveva-
liziao per altri riptovevoli fini j no i proconsoli e propretori i le-
ben altri però seppero giustamen- gati dati o concessi loro dal sena-
te encomiare opere sì meritorie e to. Questi erano tre di numero
grate a Dio, dalle quali tanti van- che poi si aumentavano secondo
taggi derivarono al cristianesimo, la dignità del pretore e grandez-
come può rilevarsi agli articoli re- za della provincia. L'offizio dei le-
lativi. gati era di essere come vicari dei
lu^GkTOyLegatus, Orator. Am- loro presidi, ad effetto di prestar
basciatore. La parala legato deri- loro ogni assistenza col consiglio e
va da legare, delegare che signifi- colleopere; e questo officio era
ca mandare; quindi il vocabolo molto onorevole, come si legge nel-
,

a66 LEG LEG


Fautore del libro, De riti degli an- hilitatemquej et veneratìonem sa-
tichi romaniy citando Cic. ad Fani. cerdotis. Narra Livio, che a Caio
XIII. Sigonìo de ant. jur. proif, Fulcinio, Caio Giulio Tulio, Spu-
cons. 3. Eschinardi nella De-
Il p. rio Nautico e Lucio Roscio legati
scrizione di Roma, parlando a p. romani, uccisi dai fidenati, si col-
79 de'capitani che presiedevano a locassero in Roma le loro statue in
tutto Tesercito romano, dice che il pubblico, vicino al seggio de'rostri,
primo capitano che presiedeva al- per ordine del senato e popolo ro-
l'esercito era l'imperatore, in se- mano. Biondo da Forlì, nella Ro-
condo luogo i legati. Aggiunge che ma trionfante a pag. i8g, narra
i legati per lo più dagli stessi du- che i legati delle nazioni straniere
chi furono creati, ed il loro uffizio quando da qualunque parte del
si aveva per molto onorifico. Quan- mondo arrivavano a Roma, prima
to al numero de* legati, dice ch'e- di ogni altro luogo andavano al
ra vario secondo le contingenze, tempio di Saturno, dove si nota-
dappoiché Pompeo nella guerra vano i loro nomi dal prefetto del-
contro pirati si servì di venticin-
i l'erario, perchè questori aveano poi
i

que legati, acciò questi occupasse- la cura di mandare ad essi quello


ro tutto lo spazio del mare infe- che loro fosse mancato, e di go-
stato dai medesimi pirati. Cicero- vernarli se s' infermavano. Se mo-
ne proconsole della Cilicia nomi- rivano in Roma erano sepolti ono-
nò quatti^) legati spesse volte pe- ; revolmente dal pubblico. In pro-
rò si nominarono i legati secondo gresso di tempo, per la gran mol-
il numero delle legioni. Dovendo titudine de' legati che giungevano
i legati operare invece degl'impe- a Roma, fu ad essi tolto il mangiare
ratori, la loro potestà fu molto che loro dava il pubblico. Gli ebrei
ampia e ricercava gran fedeltà. Au- spedirono cinquanta legati ad Au-
gusto essendo imperatore, operò o- gusto, col permesso di Varo presi-
gni cosa per mezzo de* legati, e di dente della Soria, ed assistiti dagli
questi alcuni li chiamò consolari ottomila ebrei che abitavano in
che soprastavano a tutti gli eser- Roma, nel tempio di Apollo sul
citi, ed altri pretori che soprain- Palatino, supplicarono l' imperato-
tendevano a ciascuna legione. re di lasciarli vivere colle loro leg-
Il legato imperiale perchè iden- gi , soggetti solo ai romani. I le-
tificavasi col preside, legatus cae- gati delle nazioni erano sempre i
sarisj idest praeses^ si spiegò da primi del paese.
Papiniano ne' suoi responsi ; e Ve- LEGATO -APOSTOLICO, Le-
nuleo interpretava, legatum impe- gatus Aposlolicus. Ambasciatore del
ratorisj idest praesidem proinnciae^ Papa e rappresentante la sua per-
e si aveva per il maggiore di tutti sona appresso de' principi a cui è
dopo Cesare stesso, siccome per inviato per affari straordinari, ov-
massimo dai romani si venerò il vero preside d' una o più delle
legato da guerra, come pure affer- Provincie dello stato della santa
ma Dionigi, Hist. lib. Il : omnium Sede che chiamansi Legazioni. Le-
sacvatissimuni et honoralissinium gato significa ancora messo o nun-
apud romanos legatus ^ potestaLcni^ zio. 11 cardinal De Luca, // cardi-

et vim hahens imperantis, inviola- nale pratico^ cap. XVI, de cardi-


LEG LEG 267
nali legali e delle diverse specie sciatori il titolo e la parola di le-

di legazioni^ dice che la parola gati, imitando piuttosto i gramma-


legato nella lingua latina e secon- tici che i giureconsulti, senza ri-

do le regole grammaticali riceve flettere al modo di parlare, cagio-


un'ampia significazione, sicché sen- nato dalla diversità de* tempi e
za distinzione di ecclesiastici e di de'costumi. E sebbene si legge
secolari, ovvero di sovrani e di nelle storie ecclesiastiche e profane,
sudditi, si adatta a tutti gli am- che anco in questa carica di lega-
basciatori, nunzi ed altri
oratori, ti apostohci, chiamati perciò de
messi, dicendosi messo o messaggio, latere, si deputassero prelati ed
in latino nuntìus, internuntius . Però altri, i quali non fossero cardinali;
secondo l'uso corrente del parlare però la pratica moderna da alcuni
giuridico, e particolarmente nella secoli a questa parte insegna il
corte e curia di Roma, conviene contrario, per cui questa carica, al-
solamente a quei cardinali, che meno di fatto e per ragione della
dal Pontefice sono deputati come più frequente pratica, conviene dir-
suoi vicari e rappresentanti per si cardinalizia. Il p. Tamagna, nella
gravi urgenze ed affari, con piena par. 1, p. 177 dell' Origine e pre-
e straordinaria potestà, a' principi rogative de cardinali, dice che il
grandi e repubbliche, come per nome di legalo a latere non si

altre importanti occasioni ;ovvero diede mai che ai cardinali soltanto,


per il governo talvolta di alcune sebbene ad altri personaggi venis-
città o Provincie. Laonde gli altri sero le legazioni addossate, come
legati, o quelli cui nel senso gram- dimostra dopo molti altriLucio
maticale conviene l' istessa parola, Ferraris, Bibliothec, v. Legatus a,
si sogliono chiamare o spiegare n. 4 ^d 9. Questo titolo, dice il
con vocaboli diversi per distinguer- p. Tamagna, é antichissimo per quei
li, benché alcuni di essi avessero cardinali spediti dai Papi a tratta-
quelle istesse facoltà, le quali ai re di affari rilevantissimi o coi
legati competono e si sogliono con- principi, o nelle sacre adunanze,
cedere, come per esempio sono al- onde per tali circostanze i cardina-
cuni nunzi apostolici presso i re, lia distinzione di ogni altro detti
principi grandi o repubbliche, che furono a latere legati, perché co-
hanno tali facoltà, ma non si di- me riflette Eugenio IV nella sua
cono legati, appellandosi nunzi con celebre lettera, Constit. 19, § Sunt
potestà di legato ; e quei messi etiam, in fin., appartenendo eglino
di principi e di città, a'quali nella al corpo del romano Pontefice, si

suddetta larga significazione gram- dicevano staccati a latere sunimi


maticale o legale antica, cioè se- Pontificis. Si deve dunque ritene-
condo le leggi civili, conviene 1' i- re, che sotto il nome di legati
stesso vocabolo di Legalo (ì^edi), non vengono indicati i nunzi e gli
si dicono in latino oralori^ ed in ambasciatori ordinari e straordi-
italiano Ambascialori, Internunzi, nari,ma solamente quelli i quali
Residenti, Inviali ec. Avverte per- secondo l'uso corrente del parlare
ciò il De Luca, che vanno tacciati si dicono legati apostolici, di sfera
coloro che nelle materie giuridiche ed autorità molto maggiore, f^.
adoprano ne' nunzi e negli amba- Nunzio Apostolico e Cardinale.
268 LEG LEG
Diverse sono le specie dei legati, venerilis , queni a latere nostro
che alcuni li dicono di tre sorta; trans miss inius eas possit accìpere,
i legati a latere o de latere, i le- lib. 12, epist. 12. I legati missi,
gali missij ed i legati nati. I le- cioè mandati, si dicono quelli raan-
gati a latere o de latere sono i dati dal Pontefice, senza eh* essi
cardinali che il sommo Pontefice siano cardinali, come i nunzi e
manda ambasciata; chiamansi
in gl'internunzi. Talvolta questi pre-
legati a latere o de latere, perchè lati nunzi furono spedili dai Papi
siccome consiglieri del Papa do- con facoltà legatizia, come Dioni-
vrebbero stargli sempre a fianco e sio Laurerio, poi cardinale, che
dappresso, ma che si allontanano Paolo III nel i536 spedì a Gia-
per portarsi ad eseguire l' incari- corno V re di Scozia, colle stesse
co loro affidato. Macri alla parola Il prerogative de' legati a latere, lo
Legatus, dichiarando che legatus a che si può vedere alla biografia
latere è quel prelato mandato dal di tal cardinale. I legati nati sono
Pontefice per trattare qualche ne- quelli, ai quali non si dà alcuna
gozio importante coi principi cri- legazione, ma che alla loro dignità
stiani, il quale ordinariamente suo- è attaccato il titolodi legato apo-
le essere cardinale, aggiunge che si stolico. Il potere di questi legati
dice a latere, perchè prende Tinse- nati, che nei primi sette secoli
gna della sua carica e l'autorità della Chiesa era maggiore di quel-
dei suo grado, stando in piedi sot- lo dei legati niissi, è in oggi assai
to il baldacchino del Papa, e vici- diminuito; o per meglio dire, la

no al di lui lato, che perciò i qualità di legato nato non è or-


greci lo chiamavano Legatus afa- mai più che un titolo onorifico,
eie,come attesta Balsamone com- senza funzioni, e la loro autorità
mentando il sesto sinodo in Trul- non si estende piìi che a quella di
lo: Legati, qui a (ade dicuntur, un arcivescovo o di un primate;
qui et particulareni habent juris- poiché non possono portare la
dictionem, per la qual somma au- croce fuori della loro provincia. Il
torità furono paragonati agli anti- Zaccaria nelle note al Lunadoro,
chi romani proconsoli e presidi. Relazione della corte di Roma,
cap. 1 in sexto. Questo modo di t. II, cap. XXXVIII, dice che i

parlare era anche praficato dai legati nati sono quelli che hanno
principi per denotare un
secolari annesso tale grado di
titolo al
ambasciatore intimo e famigliare, qualche che
arcivescovile dignità
presso Marculfo lib. i, form. cap. sostengono: tali erano i Vicari a-
ult. Quatenus praesente misso no-
: postolici [Vedi), che Papi aveva- i

stro illustri viro ilio, quent ex no- no già nelle Gallie, nell'Illirico e
stro latere illuc prò hoc direxinuis. in altri luoghi ; e tali pure sono
Kella Chiesa
però è antichissima in oggi alcuni arcivescovi, come
questa formola, la quale si legge nelle Spagne quelToledo, nella di
nel registro di s. Gregorio I, men- Francia, secondo il Cabassuzio, quel-
Fran-
tré ordina ai collettori della lo di Reims, e nella Germania
eia, che depositino il denaro rac- l'arcivescovo di Salisburgo. 11 cita-

colto appresso qualche persona da to Macri aggiimge che alcuni le-


essi stimata idonea. A quo cuni gali sono intitolali nati^ perchè ar-
LEO LEG 269
civescovi di qualche chiesa metro- tratteremo all'articolo A- Sicilia.
politana, la quale per privilegio vendo Guglielmo I re di Sicilia nel
ha seco connessa la dignità di le- 1 i56 assedialo in Benevento il
gato; ma l'autorità di questi lega- Pontefice Adriano IV, lo costrinse
ti non si estende di più di quel- a concedergli che i Papi non po-
la arcivescovile o metropolitica o tessero mandar legati in Sicilia,

primaziale, poiché non possono se da lui o dai re suoi successori


farsi precedere dalla croce fuori non fossero richiesti : questo privi-
della loro provincia, cap. antiqua legio, estorto con violenza, fu poscia
de prìvìl. , né possono assolvere i interamente cassato da Innocenzo III.

pubblici percussori de' chierici ,


Delle diverse specie de' legati,
ancorché fossero loro sudditi, cap. ecco quanto riporta il citato cardi-
excommunicalìs 9, de offìc. legat. ,
nal De Luca. Diverse sono le spe-
se pure non avessero particolar cie de' legati apostolici : una è di
privilegio pontificio, come lo han- quelli i quali sono ovvéro preten-
no i legati a latere. Inoltre gode- dono essere fissi e perpetui, per-
Tano del titolo di legati nati, in chè la legazione è annessa alla lo-
Inghilterra gli arcivescovi di York, ro dignità, per lo che s' intitolano
di Cantorbery; in Iscozia l'arcive- legati nati, come si suppone che
scovo di s. Andrea; in Francia, siano alcuni arcivescovi grandi di
nella provincia di Vienna l'arcive- là dai monti, benché non eserciti-
scovo, in quella di Lione l'arcive- no la facoltà di legati, sopra di
scovo, dell' Aquilania superiore l'ar- che il De Luca niente affermando
civescovo di Bourges, dell'Aquitania lascia l'intiero suo luogo alla veri-
inferiore l'arcivescovo di Bordeaux, tà. Altra specie di legati é quella
ed in quella d'Arles l'arcivescovo di de latere straordinari, i quali per
Arles. In Asia l'arcivescovo di Tes- alcuni gravi affari della Chiesa,
salonica ; in Africa il vescovo di della repubblica cristiana, e della
Cartagine. Nella Spagna ossia nella Sede apostolica sono specialmente
Betica e nella Lusitania l'arcivescovo inviati dal Papa ai re e principi,
di Siviglia. Nella Polonia l'arcivesco- ovvero in qualche stato, regno o
vo di Gnesna ; nell'Ungheria l'arci- repubblica, come per esempio per
vescovo di Strigonia. In Italia l'ar- comporre le discordie de' principi
civescovo di Pisa, ed in Germania e pacificarli, ovvero per indurli in
anche gli arcivescovi di Magdebur- una lega contro gì' infedeli, o per
go e diMagonza, ec. Però il car- altro gravissimo affare della Chiesa,
dinal decano del sacro collegio o della religione, o della santa Se-
prò tempore, per disposizione del de, conforme ai tempi antichi si
Papa che regna Gregorio XVI, è legge che dal Papa fossero mandati
legato nato della legazione aposto- legati air imperatore di Costanti-
lica di Velletrij con giurisdizione nopoli, che particolarmente segui
il

civile e criminale. Si pretende che nella persona di s. Gregorio I es-


Urbano II nel 1097 creasse Rug- sendo cardinale,* con tanti somi-
gero I conte di Sicilia ed i suoi glianti esempi. La terza specie è
successori legati nati del Papa, colla di quei legati, i quali sono depu-
facoltà di crearvi vicari chiamati giu- tati a presiedere in vece ed in no-
dici della moaarchia, argomento che me del Papa ai concilii generali,
,

270 LEG LEG


conforme avanti che seguisse lo colo Anni santi, e in quelli delle
scisma de'greci e Ta divisione di chiese che nomineremo e di s. Ma-
quella Chiesa dalla latina, si legge ria in Trastevere, come a Decano
che si praticasse nei concìlii cele- DEL SACRO COLLEGIO ed altri relativi
brati nell'oriente ed anche in al- articoli ), sono dal medesimo crea-
cuni di quelli celebrati nell' occi- ti legati a fare la stessa funzione
dente, ove per lo più furono pre- d'aprire e serrare le porte sante
sieduti dal Papa in persona, e lo nelle tre basiliche di s. Paolo, di
insegnò pure quanto si praticò in s. Gio. in Laterano, e dis. Maria
Trento nelT ultimo concilio gene- Maggiore; essendo solito che per
rale. Noteremo che i legati aposto- la prima sia deputato il cardinal

lici, o fossero vescovi o preti o decano, e per le altre i due car-


diaconi, sedettero sopra i patriar- dinali arcipreti di ciascuna, qua- i

chi ed i primati. Acciò sia valido li da s. Pietro partono con solen-


il concilio generale abbisogna della ne cavalcata ( la quale ora non
persona del sommo Pontefice, o suole farsi, come dicemmo nel voi.
di un suo rappresentante, che pos- Vili, p. 200 e seg. del Dizionario
sono essere anche più, diversamen- riparlando di tal funzione).
te sarà un concilio acefalo, senza Nella quarta specie di legati, il

capo. Cos\ si praticò nel primo cardinal De Luca pone quelli che
concilio Niceno, che legati del Pa- il Papa destina ad incontrare l'im-
pa furono Osio vescovo di Cordo- peratore o qualche re che portasi
va, Vincenzo e Vito sacerdoti. La in Roma ( di che se ne tratta al-
necessità di questa personale pre- l'articolo Ingressi solenni in Roma),
senza del Papa o di un rappre- nello stato pontificio o per alcune
sentante^ senza tante dispute mira- miglia distante dalla città, ed a
bilmente stabilisce la primazia del complimentarli in suo nome, come
Papa, mentre il concilio generale Alessandro VII fece colla regina
senza il Papa nulla può decidere, di Svezia ; ovvero che passando per
ne in domma ne in disciplina. Il l'Italia qualche re o regina il Pa-
Pontefice s. Giulio I, non potendo pa manda ( ora non si costuma )
assistere in persona al concilio di un legato parimenti a complimen-
Sardica, vi spedi in suo luogo due tarli in suo nome, ciò che praticò

preti e un diacono con carattere Urbano Vili con l'infanta di Spa-


di legati. La quarta specie è di gna figlia del re Filippo III, che
quei legati, i quali per una funzio- passò per V Italia onde andare a
ne particolare sono deputati dentro sposare il re d' Ungheria, poi im-
di Roma, ovvero non molto di- peratore Ferdinando III; e nel
stante o al di qua de'montì, come pontificato d'Innocenzo X, quando
i tre cardinali i quah nel giorno dalla Germania venne in Italia
della vigilia di Natale di ciascun l'infanta del detto imperatore, spo-
anno santo (o in quel giorno che sa del re di Spagna Filippo IV
ha luogo l'apertura come la chiu- suo zio, per non dire di molti al-
sura ), mentre il Papa si accinge tri esempi. La quinta ed ultima
ad aprire la porta santa della ba- specie di legati , secondo il De
silica di s. Pietro ( ora si eleggo- Luca, è dei legati ordinari, i qua-
no prima, come dicemmo all' arti- li sono deputati pel governo di
,

LEG LEG 1^1


alcune provincie o raembri del pontificia dal i3o5 al 1376 fu
dominio temporale della Chiesa, co- in Francia ed in Avignone, Pon- i

me sono i legati dello stato d'Avi- tefici solevano deputare il cardinal

gnone, di Bologna, di Ferrara, di legato pel governo dell'Italia e di

Romagna e di Urbino ( al presen- Roma ( oltre quelli che destinaro-


te le Provincie che hanno i cardi- no per coronare gli imperatori En-
nali legati per presidi e governa- rico VII e Carlo IV, come si disse
tori, sono Velletri, Bologna, Fer- all'articolo Coronazione degli Im-
rara, Forlì, Ravenna^ Urbino e peratori, e per la celebrazione del-
Pesaro ). Con questa differenza, che l'anno santo 1 35o ), essendo stato
le ultime quattro legazioni per lo il più celebre il cardinal Egidio
più sono residenziali, sicché vanno Albornoz spagnuolo.
i cardinali legati personalmente ad Qui noteremo che anco il sacro
esercitare la legazione; ma la pri- collegio ne' conclavi deputò legati
ma d* Avignone ( al cui articolo a quello che avea eletto Papa, non
facemmo la storia di quella le- essendo in conclave. Nel 1271 i
gazione, come a quelli delle al- cardinali avendo inutilmente invia-
tre praticammo il simile ), come to cardinali Ottobono Fieschi
i

solita appoggiarsi a quel primo ed Ubaldini a s. Filippo Beuizi ser-


ministro del Papa detto soprain- vita per farlo Papa, ed avendo e-
tendente dello stato ecclesiastico, o letto Gregorio [Fedi), che si X
segretario di stato, si esercitava trovava in Soria, gì' inviarono legati
per uu vice -legato prelato, sup- col decreto di elezione. Egli non
plendo egli in Roma con 1' aiuto era cardinale, come non lo fu Cle-
d'una congregazione, chiamata la mente V, eletto nel i3o'> mentre
Congregazione d' Avignone (Vedi). era in Francia. 1 cardinali gli spe-
Alle volte, secondo l'arbitrio del dirono legati col decreto di elezio-

Papa e le contingenze delle occa- ne, cioè Guy


abbate di Beaulieu,
sioni, si sogliono deputare i legati Pietro di Monti chiello sagrestano
nelle provincie della Marca, del- della chiesa di Narbona , ed An-
l'Umbria, del Patrimonio ( si può drea d'Hugugio, tutti e tre uflìziali
aggiungere di Marittima e Cam- della chiesa romana e deputati del
pagna, di che si parlò all' articolo conclave. I legati manifestarono a
Prosinone, ed ancora di qualche Clemente V lutti gli atti del con-
cittào luogo dello stato pontifìcio, clave, e gli domandarono istruzio-

come si notò a' loro articoli), le ni per la sua partenza per Ptonia.
quali per lo piìi sono governate Ma il Papa secondando le insinua-
dai prelati con titolo di governato- zioni di Filippo IV il Bello re di
ri. Come anche alle volte porta il Francia, rispose loro. Che era be-
caso di deputarsi un cardinal le- ne onesto che le pecore seguitas-
gato per la città di Roma ( di che sero il pastore, e non convenire ad
si fa parola agli articoli Roma esso che mancandogli il gregge, iu
e Viaggi de' Papi ) in occasione cambio di bastone pastorale, do-
di viaggio ed assenza del Pontefi- vesse pigliar soldati in sua compa-
ce, come praticarono Sisto IV, e gnia, e però ingiunse ai cardinali
Clemente Vili quando si recò a che andassero a lui senza tardare,
Ferrara. E quando la residenza lasciando in disparte il dire, che
,

272 LEG LEG


la sanla Sede non
debbe pone- si pa Adriano VI. Questi a' 14 ago-
re altrove che in Roma, e che fos- sto nel porto di Livorno ricevè i
se troppo grave spesa e maggior cardinali Medici, Piccolomini, Pe-
fastidio, che tanta moltitudine di trucci, Cortona e Ridolfi che l'an-
gente si partisse dall' Italia. Rife- darono ad incontrare. A' 27 detto
rita dai legati l'ambasciata risolu- i cardinali Colonna ed Orsini con
ta del PonleficCj fecero i cardinali lettere del sacio collegio, l' incon-
a gara a chi potè più presto com- trarono a Civitavecchia ; ad Ostia
parire alla città di Poitiers nel- il Papa fu ossequiato dagli altri
l'Aquitania, ove trova vasi Clemen- cardinali e dai legati di molti prin-
te V. Nel 1862 in Avignone i car- cipi. Così la Storia de' conclavi^
dinali elessero Urbano V, benché pag. 148. Ma nella Descrizione
non fregiato della dignità cardina- del viaggio di Adriano F/, di Bia-
lizia, e gli spedirono il decreto per gio Ortiz suo cappellano , si legge
legati che lo ritrovarono a Firen- a pag. 7, che Antonio Studillo no-
ze o in Marsiglia; ma l'elezione si bile spagnuolo, gentiluomo del car-
pubblicò dopo il suo arrivo in A- dinal Carvajal, portò da Roma il
vignone. Nel i522 a' g gennaio nel breve della sacra elezione^ e giun-
conclave di Roma fu creato Papa se in Vittoria a'9 febbraio; che in
il cardinal Florenzi dimorante nel- Saragozza, ove il Papa era giunto
la Spagna in Vittoria. Dopo fatta a* 28 marzo, arrivò il cardinal A-
la consueta pubblicazione, i cardi- lessandro Cesarini che faceva le ve-
nali congregarono nella sala degli
si ci del sacro collegio, per esibire al
scrutini, e per fave bianche e ne- Pontefice il dovuto ossequio e ri-

re deputarono due legali ad effet- verenza.


to di mandarli al nuovo Pontefice, Il De Luca , ripigliando il filo

quali furono il cardinal Pompeo dell'articolo, dice che le altre spe-


Colonna e il cardinal Alessandro cie di legati, da quelli deputati al
Cesarini, indi fu subito aperto il governo delle provincie in fuori
conclave. Nel di seguente i cardi- sono principalmente cariche spiri-
nali elessero per terzo legalo il tuali ed ecclesiastiche, per fare al-
cardinal Franciotto Orsini, l'unico cune funzioni in nome del Papa e
ch'erasi opposto all'elezione; inol- capo visibile della Chiesa e della
tre decretarono i cardinali, che fin- religione cattolica ( come per fare
che non venisse a Roma il Ponte- sposalizi , battezzare o fare da pa-
fice, tre di ciascun ordine ogni me- drino, al dire del Macri, ed altro);
se governassero, residendo nel pa- laonde l'autorità e la giurisdizione
lazzo apostolico. Ai IO febbraio i de* legati principalmente consiste
cardinali Cibo e Grimani si scusa- nelle materie ecclesiastiche e spiri-
rono dal governo per le loro in- tuali ; onde quando il caso porta
fermità, e fu deputato il cardinal qualche potestà e giurisdizione tem-
Fiesco, quale similmente si scusò ,
porale, questa è accessoria ed ac-
ma la sua scusa non fu ammessa, cidentale; che ali* incontro quelle
laonde dovette accettare , sebbene della quinta ed ultima specie sono
non volle abitare in palazzo. A' io principalmente cariche temporali,
aprile Guglielmo per lettere cre- come di proconsoli ovvero di pre-
denziali pubblicò il nome del Pa- sidi delle Provincie, benché per la
LEG LEG 273
qualità della caricagli compela an- di Leone XII, come si è detto nel
cora qualche giurisdizione spiritua- voi. XXVII, p. 267 e 3i3; il car-
le; che però i legati sono i giudi- dinal Antonio
Benvenuti fu
Gio.
ci delle appellazioni e dei ricorsi dichiarato dal regnante Gregorio
dei vescovi ed arcivescovi, e degli XVI legato a latere per le Marche,
altri prelati ecclesiastici, cosi seco- cioè per le provincie pontificie pò
lari come con altre facol-
regolari, ste al di là dell* Apennino , per

tà maggiori o minori, che nella pacificare gì* insorti, come dicem-


loro deputazione se gli concedono. mo a* rispettivi luoghi ; ed il car-
Tuttavia questa è accessoria e con- dinal Carlo Opizzoni dal medesi-
secutiva, al che si deve avvertire mo Papa, a detta epoca e per lo
per molti effetti che da ciò risul- stesso fine fu fatto legato a latere
tano nelle cause del foro. Tutte per le quattro legazioni, come di-
queste specie di legazioni si prov- cemmo al voi. XXIV, pag. 170
vedono in concistoro, ma con qual- del Dizionario; ed altrove), sicché
che diflèreuza di forma e di solen- con essi non si praticano le solen-
nità, diche tratteremo poi, usando- nità solite usarsi coi veri legati a
ne qualche maggiore nella seconda latere, e tra essi quello di Avigno-
specie di que' legati a laiere, i qua- ne aveva qualche maggiore auto-
li si mandano di là dai monti per rità e giurisdizione nella coUazio^
atfari grandi. E lo stesso deve in- ne de' benefizi , nella facoltà di de-
tendersi circa le facoltà che si so- legare le cause nelle altre istanze^
gliono concedere, dipendendo dal- e molte altre cose che non com-
l'arbitrio del Papa, il quale per lo petono agli altri legati delle sud-
più è solilo di regolarsi dallo stile dette Provincie.
e dagli esempi passati; ma pari- Quanto al datario dei cardinali
menti le facoltà de' legati della sud- legati , oltre quello che dicemmo
detta seconda specie sogliono es- all'articolo Datario, leggo nel Ber-
sere le maggiori, per lo che come nini pag. i32, // tribunale della
per un' immagine dello stesso Pa- rota^ che tra le prerogative godute
pa portano seco un tribunale della da sì rispettabile tribunale, quando
dataria col datario, il quale suole alcun legato a latere si spedisce
essere un uditore di rota, e con dai Papi per gravi affari o agl'im-
altri ufiìziali, e con 1' assistenza di peratori o ai re , rappresentando
molti altri prelati con diverse ca- il legato la persona del medesimo
riche, come per una figura o im- Pontefice, e quasi seco portando
magine della corte romana , men- una piccola immagine della corte
tre i legati ed ultima
della quinta e curia di Roma, conduce in sua
specie sono piuttosto Governatori compagnia un datario per le spe-
(^Fedi)y o presidi di prò vi nei e con dizioni de' benefizi per indulgenza
questa onorifica nuncupazione e , de' Pontefici a se annessi, e come
con qualche maggior prerogativa che spesse volte i Papi sono soliti

de' semplici presidi, ma non sono di scegliere per loro datario uno
veri legati a latere (il cardinale de* prelati uditori di rota, così il

Antonio Pallotta a' giorni nostri datario de' legati sempre un si è


però lo fu nelle provincie di Ma- uditore della medesima , che con
rittima e Campagna per nomina suoi subalterni officiali compone
VOL. XXXVII. 18
,

374 LEG LEG


un tribunale somigliante a quello Pulciano. Antonio Grimani vesco-
di Roma. Onde nelle due spedi- vo di Torcelli. Francesco vescovo
zioni fatte da Clemente Xf, una in di Termoli teologo. Alessandro Giu-
persona del cardinal Carlo Barberi- sti uditore di rota datario. Gio.
ni, a Filippo V re di Spagna, che Giacomo Adorno referendario. At-
pertossi al possesso del regno di tilio Amalteo segretario della lega-
Napoli, e r altra in persona del zione. Vittorio Ragazzoni protono-
cardinal Giuseppe Renato Imperia- tario Lazzaro Mal vici-
apostolico.
li, all'imperatore Carlo VI, che no pronotario. Abbate Bandini.
da Barcellona per Milano passò a Paolo Alaleoni maestro di cerimo-
Vienna, fu ad ambedue destinato nie. Ritornato poi il cardinale in
per datario Bernardino Scotti udi- Italia, essendo Clemente Vili in
tore della sacra rota, poi dal detto Ferrara, fuori di quella città da
Papa creato cardinale. A prendere tutti i cardinali fu ricevuto, ed in

una idea della corte ed accompa- pubblico concistoro condotto, ebbe


gnamento di un cardinal legato dal Pontefice lodi e ringraziamenti
riporteremo qui quello del cardi- da non potersi facilmente dichia-
nal Alessandro de Medici, che nel rare.
i6o5 divenne Leone XI, quale si Sopra i trattamenti di questi car-
legge nel p. Ri eh a, Notizie istori- dinali legati coi medesimi re e prin-
che delle chiese fiorentine^ tom. VI, cipi grandi a' quali sono inviati, o
pag. 3oi. Il cardinal Alessandro pure coi vescovi ed altri prelati
de Medici arcivescovo di Firenze, del medesimo paese, anzi anche con
fu da Clemente Vili mandato le- altri cardinali non legati, che ivi

gato apostolico ad Enrico IV re di si ritrovano, sogliono essere fre-


Francia, per istabilire la pace tra quenti i dubbi al dire del lodalo
quel monarca e Filippo II re di cardinal De Luca, particolarmente
Spagna, nella quale legazione egli di là dai monti, conforme insegna-
talmente si adoperò, e con tanta gra- no cronache e i diari di tante
le

zia parlò, che gli riuscì di conchiu- legazioni ; e sopra di che un avvo-
derla con soddisfazione universale, e cato parigino compose un libro DeU
pubblicarla in Parigi a* 1 1 giugno la dignità del cardinale, in occa-
iSgS. Nel tempo che si trattenne sione della legazione del cardinal
in Francia ricuperò alla Chiesa ro- Flavio Chigi nipote di Alessandro
mana Carlotta principessa di Con- VII, a Luigi XIV re di Francia,
dé, che pubblicamente abiurò il ripigliando poco fedelmente
forse
calvinismo. Da un autentico mss. gli atti della precedente legazione

pertanto della libreria de* marche- ad Enrico IV del cardinal Aldo-


si Niccolini , che abbraccia fedel- brandino sotto Clemente Vili suo
mente tutta la storia di questa le- zio; e dell'altra al re Luigi Xlll,
gazione, tra le cose degne di con- figlio dell'uno e padre dell'altro
siderazione vi si leggono i nomi de* nominati re, del cardinal Bar-
de' prelati che fecero al cardinale berini sotto Urbano Vili suo zio.

una nobile comitiva, e sono i se- E siccome troppa digressione por-


guenti. Monsignor Gonzaga vesco- terebbe l'esaminare le ragioni delle
vo di Mantova nunzio apostolico. diverse opinioni, il De Luca con-
Spinello Bcnci vescovo di Monte siglia rimettersi ai ceremoniali ed
LEG LEG 275
ai maestri delle cereraonie. Il Co- ziosa, in qualitànondimeno di de-
sta neW Istoria delle rendite eccle- legati del Papa. Per questo la loro

siastiche e materie beneficiarie, nel- giurisdizione cessava, se avveniva


la part. II, pag. 4?, parlando del- che il Papa morisse mentre l'eser-
l'antico potere de' legati in Fran- citavano . Oltre a questi legati a
cia in sembra qui
quei tempi , ci latere^ ì quali non s' inviavano io
opportuno riportare quanto ne di- Francia se non istraordinariamen-
ce. Il potere de' legati a latere era te, v'era un altro legato a latere
grandissimo, e le loro facoltà sono in Avignone, il quale, come si dis-
espresse a lungo nelle lettere che se, esercitava la sua giurisdizione
dava loro il Papa, ma non ave- nella città di Avignone e nella con-
vano esecuzione, fino a tanto che tea Venaissina, nelle provincie di
il re non avesse riconosciuta la le- Vienna del Delfinato, d'Arles, d'Em-
gazione, e di più i ministri del re brun, d'Aix e di Narbona. Questa
non avessero registrate le dette lette- giurisdizione sì dava per l'ordina-
re di legazione, se non con le modi- rio ad un cardinale, il quale ave-
ficazioni e resti izioni che erano ad va un suddelegato o vice- legato,
esse aggiunte secondo il volere del che ne faceva tutte le funzioni. Co-
re, e conforme alle libertà e co- me anche circa la giurisdizione e
stumi del regno. I legati avevano la facoltà, opina il De Luca, che

dunque le medesime facoltà per conviene rimettersi a que' giuristi


tutto quello che riguarda i benefìzi e teologi, i quali di proposito han-
che hanno i Papi, cui rappresen- no composto delle opere sopra l'of-
tavano. Per questo erano molto in- fizio e potestà del cardinale le-
comodi ai collatori ordinari nel gato.
tempo della loro legazione, la qua- Dell'officio di legato i canonisti
le durava quanto piaceva al re. danno le seguenti nozioni. Sicco-
"V'erano nulladimeno certe cose, me il giudice delegato esercita l'of-
cui non potevano eseguire senza un ficio e le veci del delegante, così
mandato speciale del Papa ,come il legato fa le veci del sommo
le traslazioni de' vescovi. Non po- Pontefice nella provincia o governo
tevano nemmeno ammettere le ras- commessogli; non potendo il Papa
segnazioni in favoreniy purché ciò essere presente in tutti i luoghi
non fosse espressamente dichiarato del suo stato, invia a suo nome
nelle loro facoltà, e non si avesse dei legati. Veggasi il cap. post
a questo derogato nella restrizio- traslat.hoc iit. cap. ad eniinen- ,

ne che n'era stata fatta : bisogna tiam infra de senlent. excommunic.


consultare per questo le bolle del- Circa le facoltà che hanno i legali
la loro legazione, e la loro verifi- puossi ancora consultare il cap.
cazione parlamento di
fatta dal 4. Qiiod traslationem ex decre-
Francia. Doujat ne fece stampare tali Innocentii III^ Cincia car-
alcune nella sua raccolta, e tra le dinali apostolicae Saedis legato in
altre quella del cardinal Chigi, in Sicilia scripta. Questa decretale
cui si potrà vedere quali erano le dà la facoltà al legato di assolvere
loro facoltà in Francia , dove ese- dalla scomunica incorsa per aver
guivano l'una e l'altra giurisdizio- percosso un chierico. Per andare
ne, cioè la volontaria e la conten- pertanto al sicuro, secondo la pia
àyS LEG LEG
comune opinione, il legalo non cognizione di causa, e strepito giù
ha la facoltà di assolvere dagli al- diziario, ed è perciò che non può
tri casi Papa, come lo
riservati al esercitarsi fuori di giurisdizione dis-
prova il Tesauro, De poenis Ec- senziente il giudice locale ordina-
clesiast. par. I, cap. 24> § ^^ ^^' *'*0J poiché se col consenso del
gato. Opina tuttavia il detto Te- proprio giudice può giudicarsi un
sauro che il legato possa assolvere suddito alieno fuori del territorio,
dai casi riservati al Papa concessi come dal cap. nullus, 3, can. 9,
al vescovo dal Tridentino sess. 24, q- 2, molto più potrà giudicare
cap. 6 la forma
, osservata
ivi il suddito proprio fuori dei suo
mentre il legato concor-
prescritta, territorio col consenso del giudi-
re con qualunque ordinario, ed il qe locale, purché ne convengano
legato dicesi ordinario in tutta la le parti, ie quali loro malgrado non
sua provincia, cap. 2, De off. le- possono trarsi in estero territorio,
gaL , et cap. 1 eod. lit. in 6, ed abb. in cap. novit , num. i ; ma
ha piena giurisdizione come il ve- trattandosi di volontaria giurisdi-
scovo, Sanchez lib. 8 De malrini. zione che non esige procedura, né
disi, g, num. 25. Tal facoltà per cognizione di causa, può impune-
altro concessa nel citato cap. 6 de- mente esercitarsi fuori del pro-
ve intendersi estensiva ai casi ri- prio territorio; non
però un ve-
servati al Papa avanti il concilio scovo potrà scomunicare un suo
di Trento, non dopo. E fuori di suddito esistente fuori del suo ve-
disputa che il legato o nunzio a» scovato, come vuole il Navarro,
postolico, senza speciale facoltà non in Man. praelat. e. 27, n. 6, per-
può assolvere dalla scomunica in- che lo scomunicare una persona
corsa per la violazione dell'ecclesia- appartiene alla giurisdizione con-
stica immunità, come dichiarò la lenziosa. Tutto può fare per au-
sacra congregazione dell' immunità torità di quello che lo ha manda-
in PapieUy 11 luglio 1676, lib. I lo, eccettuate quelle cose che sono
Decret. Altovili p. io32, che in- specialmente riservate al sommo
giunse al vescovo che di nuovo Pontefice, come il trasferire ve-
coir autorità della detta congrega* scovi, cap. 2, De traslat. episcop.j
zione assolvesse il già assoluto dal V unire e soggettare una chiesa cat-
cardinal legato senza la facoltà a- tedrale ad un'altra, unire due
postolica : Giraldi, Espositio finis vescovati, o dividerne uno, cap.
Pontificii par. I, ex lib. I Decret. 3 et 4 ^^ sexlo; conferire una
sez. 1
7 1 ) nelle Annotaz. al capo chiesa non ancora vacante, cap.
Quod traslationem. Il legato può Dilectus de prebend. ; né
infra
fare quello che faceva il procon- le minori dignità, dopo il ve-
sole entralo in provincia, tot. tit. scovo, se questi prelati le aves-

ff".
de offic. proc. l. observata ; e sero assunte per elezione , cap.
la ragione perché il legato non 4> ^^ possono che i
dispensare,
può esercitare la contenziosa giù- figh de'preti direttamente succeda-
risdizione fuori della provincia de- no alla chiesa ov'è o dove è stato
stinatagli, ma la volontaria, si é il padre, cap. Dilectus de filiis
perchè la giurisdizione contenziosa praesbyl. Non possono rivocare le
non può esercitarsi se non con sentenze de' giudici delegati, cap.
LEG LEG 477
2 hoc tit. In tutto il resto far nali, vacando la Sede apostolica,
lo possono, ed è tale e tanta la non può richiamare il legato, se non
iTìaestà di questa legatizia dignità, per grave causa e vantaggio della
che dopo il sommo Pontefice è la Chiesa, e non cessa la legazione fi-

maggiore in provincia cap. 8 , no a tanto che il legato non ab-


hoc lìtui. Può suddelegare nelle bia officialmente saputo la revoca,
incumbenze che gli spettano, cap. leg. De concess. prathendae in 6.
abbatem de eleclion. in 6, ciò ch'è Per tempo quando la legnzione ab-
vietato ai delegati ; la loro giuris- bia stabilito il tempo di sua du-
dizione non cessa per la morte rata, cap. De caussis 4 ^^^' ^^ ^f'
del Pontefice, cap. ult. in fin. hoc fic. delegati. Per crtw^^j esaurita la

tit. , e cessata la legazione tutto causa per cui specialmente fu de-


quello si è fatto dal legalo dura stinata la legazione,
perpetuamente, e finché non viene
revocalo, cap. ult. Cessa la legazio- Altre notìzie sui legati apostolici;
ne per morte, revoca, tempo, e loro orìgine, e venerazione in
causa. Per morte del legato, quan- cui sempre furono tenuti; loro
do questo nominatamente ed es- estesa autorità; loro nomina;
pressamente sia destinato alla le- ceremonìali, concistori , insegne
gazione, essendo la destinazione per- legatìzìe , e cenni bibliografici
sonale, che se la nomina o com- degli autori che scrissero di
missione si faceva sotto il nome di questo importante argomento.
dignità o di officio perpetuo, non
cessa la legazione essendo reale, Sino dai più remoti secoli u-
cap. cjuoniam abbas, i4 de offic. sarono ì Pontefici d' inviare o nei
delegati. Non cessa la legazione per propri o negli stranieri paesi i loro
morte del costituente, avendo il legati apostolici. Il Plato, De car-
legato giurisdizione ordinaria, così dinalis dignìtale et officio cap. 32,
se muore il Papa non cessa la le- § i , de legalionibus cardinaliunij
gazione, a meno che il Papa aves- parlando dell' origine di esse, dice
se mandato il legato a suo bene- che incominciarono ne'primordi dei-
placito, in tal caso colla morte la Chiesa. « Christus Dominus ad
del Papa cessa, cap. si gratiose promulgandam, dilatandamque fi-
de rescriplis in 6 ; molto meno dem , quam ipse in terri agens
cessa per la morte del Papa, se non docuit, duodecim eligit viros, quos
a nome suo, ma a nome della Se- Apostolos nominavit, latine dictos
•de apostolica, che mai cessa, fosse Missos, seu Legatos a verbo greco,
fatta la legazione, cap. legatos, 1 id est mitto, seu lego. Ipsi quoque
in 6; ovvero se la legazione com- Apostoli in unum collecti in con-
petesse per ragione di dignità, in cilio habito Hierosolymis ad tol-
tal caso non sarebbe personale lendas nonnuUas controversias An-
ma reale, cap. i hoc tit. Cessa liochiae circa legalium observantium
per revoca fatta da chi ha costi- subortas, eo legatus miserunt. Fue-
tuita la legazione, cap. novit, et e. runt autem ad hoc sanctum, et

final. Iwc tit.j ma se qualche cosa augustum munus electi Paulus, et


avesse intrapreso deve proseguire Barnabas , et cum eis adjuncti
r affare. Il sacro collegio de'cardi- pariter Judas, et Silas, ut constat
378 LEG LEG
ex Act. Apost. cap. i5. Et licet ponendas arianorum turbas in Ae-
prioribus illis, et difficillimis Eccle- gypto, et prò diversis aliis confi-
siae temporibus, ob gentilìum et , cieiitlis negociis in Orientera mis-
tyrannorum persecutiones ipsemet sus tuit, ubi tamquam ejusdem Pa-
romani Pontifìcis in speluncis, et pae, et apostolicae Sedis legatus,
cryptis vitam degentes, sui muneris inter anno Srg, concilium
alia
partes per se ipsoSj quo melius Alexandrinum celebravit, eique prae-
poterant, si ne officialium, et lega- sedit. Idem Osius una cum Victo-
torum opera peragerent, praesertim re, et Vincentio ecclesiae roraanae
vero per epistolas ad episcopos, presbyteris, pariter legatis aposlo-
dum eos , aut alios christifideles licisanno 32^, primum oecume-
instruere vellent, convocatis etiam nicum, et generale concilium Nicae-
aliquando, modo, quo poterant, e- num habuit. «
piscoporum conciliis, rem christia- II Pontefice Liberio del 352
nam curassent : aucto tamen pau- spedi due vescovi legati all'impe-
latim fìdelium numero, et reddita ratore Costanzo perchè adunasse
aliqua Ecclesiae tranquillitate, cre- un concilio per conoscere di nuo-
ficentibusque negociis non valebant vo la causa di s. Atanasio, come
per se expedire, ad ea explenda si legge nel Baronio all'anno 353.
legatos mittere non omiltebant. Il Pontefice s. Felice II detto III,
Immo turbatis ferme Ecclesiae tem- essendo imperatore Zenone, nel4B3
poribus, nec minus desiderantur mandò a Costantinopoli per legati
legatorum exempla Theophilus e- : Vitale vescovo di Tronto e Mise-
nim Caesariensis episcopus ,
qui no vescovo di Cuma per frenare
concilio Romae anno 198 celebra- lo scismatico Acazio e l'eresia de-
to interfuit, a Victore I apostoli- gli eutichiani. In vece di essere
cus legatus in Palestinam decerni- accolti col consueto onore, furono
tur prò convocatione concilii epi- loro tolte le scritture, messi in pri-
scoporum super controversia cele- gione, essendo mandati incontro ad
brationis diei Paschatis , impera- essi, invece del clero con fiaccole, i

tumque concilium convocat , ce- soldati colle aste; in luogo dei canto
lebratque. Sic postea successi vis, de' salmi, si udì lo strepito delle
ad haec usque nostra, temporibus, catene ; in cambio di fauste accia -

romani Pontilìces per legatos suos mazioni, ingiurie e bestemmie; i

in variis Orbis provinciis ,


prout baci furono sputi, i saluti oltrag-

res exigebant, celebra vere concilia : gi, e finalmente in vece della chie-
Claudius et Vitus presbyleri, Eu- sa, nella quale solevano essere con-
genius et Cyriacus ecclesiae ro- dotti i legati, s'apparecchiò un te-
tnanae diaconi contra quartodeci- tro carcere. L'iniquo Acazio sedusse
manos, et donatistas in causa Cae- i legati, li liberò dal carcere, e gli
ciliani Arelatem mittuntur per s. indusse seco a comunicare. Ritor-
Sylvestrum tempore Conslantini Ma- nali in Roma Vitale e Miseno
gni: bine Baronius anno 3 14. Con- dalla legazione, e convinti di pre-
cilium Arelatense habuerunt. Eo- varicazione tradimento, furono
e
dem s. Silvestro summo Ponlifice nel concilio adunato dal Papn, per
Osius episcopo Cordubensis lega- sentenza di tutti, privati della co-
tione apostolica fungitur ad com- munione apostolica e della dignità
LEG LEG 279
episcopale. II Pontefice $. Gelasio I Nicolò l. Quei legati che nelle
del 49^ spedi ai vescovi del Pi- legazioni abusarono di potere e
ceno il cardinal Romolo o Roma- cercarono i propri interessi, diero*
no del titolo Tigridisj per soppri- no grandissimo scandalo. Alcuni
mere colla sua legazione gli ereti- vollero riscuotere le decime de' ve-
ci pelagiani. Il Papa s. Ormisda scovi e degli abbati, onde furono
nel 519, mandò i suoi legati al- assai biasimati. Il Papa s. Leone
l'imperatore Giustino I, per mez- IX, ad istanza dell'imperatore d'o-
zo del quale ottenne l'unione della riente, per estinguere lo scisma ca-
Chiesa greca colla latina, divise per gionato da Michele Cerulario pa-
lo scisma d' Acazio. I legati furo- triarca di Costantinopoli, mandò
no ricevuti con grandissimo onore in questa città una legazione com-
ed incontrati appena posero pie- posta dei legati cardinal Federico
de in Grecia da uomini chiarissi- Giuniano di Lorena poi Stefano
mi, e poi dieci miglia lunge da X, Umberto vescovo cardinal di
Costantinopoli da Vitaliano generale Selva Candida, e Pietro arcivesco-
dell' esercito imperiale, da Pompeo, vo di Amalfi. Ma ostinato il Ce-

da Giustiniano e da piìi altri se- rulario nei suoi errori, venne dai
natori ; entrati nella città, grandis- legali punito colla sentenza di sco-
sima fu la festa che gli fecero tut- munica, la quale fu da essi in
ti, e nel dì seguente l'imperatore iscritto collocata sopra l'altare mag-
diede loro in presenza del senato giore della basilica dis. Sofia. Do-

gratissima udienza, ricevendo con po di ne uscirono dalla


che se
molta riverenza le lettere pontificie. chiesa, scuotendo la polvere de'loro
Nel sinodo che il Papa s. Agatone piedi.
tenne in Roma nel 679, furono e- Scrive il Voigt nella Storia di
lelti i legati che dovea mandare Papa Gregorio VII^ che questo
al concilio generale III di Costanti- zelante e santo Pontefice fu bene-
nopoli, uno Giovanni
de' quali fu merito dell' autorità ed efficacia
vescovo di Porto. I legati furono de'Iegati apostolici. E però le istru-
benignamente accolti, spesati ed zioni ch'egli diede ai legati della
onorati dall' imperatore Costantino santa Sede, furono che promulgas-
Pogonato i legati nel concilio se-
: sero per ogni dove i suoi canoni,
derono nel luogo più degno, furo- gl'interpretassero e dichiarassero al
no i primi a proferire sentenza, i popolo delle ville e delle città,
primi a sottoscrivere, ed a fare al- convincessero le menti degli udito-
tre azioni proprie di chi ha l'ono- ri del gran bene che avrebbero
re del primato. Il Papa Conone prodotto osservati, e del gran male
spedì i suoi legati a Costantinopo- se vilipesi 5 s'introducessero nella
li, quali nel 686 dall'imperatore benevolenza de' vescovi, e quanti si
Giustiniano II furono fatti preva- rivolgevano a loro, rannodassero e
ricare. Nel 726 l'imperatore Leone combinassero insieme; gl'irresoluti,
risaurico esiliò e poi fece morire i i vacillanti, gli avversi raccoman-
legati di s. Gregorio II. I legati dassero ai proseliti, ai divoti, agli
della Sede apostolica non davano obbedienti; sorvegliassero alle sin-
mai, ma ricevevano il libello della gole chiese ed ai pastori delle me-
fede, come dichiarò il Pontefice s. desime; descrivessero al Pontefice
•xBo LEG LEG
lo stato delle diocesi, massìmamen- di Reims. Questi interdetto per
te il governo, il carattere e le in- contumacia, scrisse al Pontefice che
lenzioni degli ecclesiastici di eia- egli non avea voluto rassegnarsi
scuna provincia e di ciascun regno, alla citazione del vescovo Ugo, per
Nello stesso tempo s. Gregorio VII conservare il privilegio anticamen-
ricordò ai re, ai vescovi, ai baroni te accordato agli arcivescovi della
quale riverenza si dovesse ai legati chiesa di Reims, di non rispondere
della santa Sede, e voleva che le che al sommo Pontefice. Gregorio
loro parole fossero in quel conto VII confutò con lettera le ragioni
che di s. Pietro, e che dovunque di Manasse, dicendo che l'autorità
al comparire d' un di loro tutti i dei legati procede dagli apostoli, e
tribunali tacessero, ed a lui solo che quando pure un sommo Pon-
si rimettesse in prima ed ultima tefìce avesse accordato agli arcive-
appellazione ciascuna causa. La scovi di Reims il privilegio vanta-
missione de'quali, benché non di- to da lui, un altro Papa poteva
chiarata esplicitamente, per la stes- abolirlo, ove lo richiedessero le
sa ampiezza dell' autorità loro si circostanze di persona, di tempo e
rivelava. A Geiza re d'Ungheria s. di luogo. Allora Manasse si portò
Gregorio VII impose ut obedien- : a' piedi del santo Padre, e per
tiam legatis sanctae Ecclesìae ro- questa umiliazione fu ripristinato
manae exhibeat. Diverse volte usò nella sua dignità. Agli articoli s.

il versetto dell' evangelio, s. Luca Gregorio VII ed Innocenzo HI si

io: Qui vos audity me audit : qui possono vedere il gran numero dei
vos spernìt, me spernit. Per tal legati che spedirono per atfari dei-
modo, secondo il Voigt, il sistema, la più alta importanza, per ogni
per così dire, delle legazioni fu parte.
creato da Gregorio VII ; e la san- Non si deve tacere che s. Ber-
ta Sede ebbe poscia un numero nardo, come afferma nel libro De
indeterminato di ministri plenipo- consideralione, che scrisse per Eu-
tenziari , i quali spargendosi per genio III, col quale istruì questi e
tutto l'orbe cristiano a giudicarle i successori nell'amministrazione del
controversie de'principi e delle na- pontificato, tra le cose ch'egli pian-
zioni, moltiplicavano la presenza geva e cui inculcava rimedio, fu-
del Papa, essendo i legati apostolici rono le frequenti legazioni, con le
i legittimi rappresentanti del vica- quali alcuni legati altro non cer-
vio di Dio, e per così dire, le cavano temporale guadagno,
che
anella della invisibile ma immensa Laonde nel lib. 3, parlando dei le-
catena che legava ciascun regno e gati eh' erano mandati nella Spa-
ciascuna chiesa al suo capo^ e che gna, così dice. « I vostri, li quali
tenuta dalla salda mano di s. Gre- così spesso visitano le terre austra-
gorio VII gli era strumento a reg- li, sanno mollo bene quello che
gere e moderare la terra. Ugo ve- passa, e vi possono informare. Vi
scovo di Die, legato nelle Gallie, vanno e vi tornano pel mezzo o vi
zelante promotore della riforma passano a costa. Ma che frutto
introdotta da s. Gregorio VII, nel v'abbiano finora fatto, noi non
concilio di Autun interdisse dalle l'abbiamo ancora udito, e per av-
were funzioni Manasse arcivescovo ventura l'avremmo inteso se per
, j

LEG LEO 28r


Toro di Spagna avvilita non si fos- perdita delle cose fu stimata ascen-
se la salute del popolo". INel 1 168 dere a più di trentamila scudi d'o-
Enrico 11 re d'Inghilterra andò in- ro. Il cardinal De Luca esaminan-
contro per due leghe ai legati spe- do se convenga o no il permette-
ditigli da Alessandro III e gli , re ai cardinali d'esercitar la carica
accompagnò all' alloggio. Quando d'ambasciatori, legati o oratori di
Celestino III nell'anno i igy nrian- re ed altri principi presso il Papa,
dò in Polonia suo legalo a la- dice ciò dipendere dalle circostan-
tere Pietro di Capua cardinal dia- ze, da alcune convenienze, e prin-
cono di s. Maria in Via lata, a cipalmente dalla volontà del Pon-
riformar quella chiesa, il legato fu tefice, dal cui libero ed assoluto ar-

accolto in Cracovia dal vescovo Ful- bitrio dipende permetterlo o ne-


il

cone e da tutte le chiese con gran- garlo, almeno


permissione e prov-
la

de onore e processione. Questa le- visionale acciò i negozi non pati-


gazione recò immensi beni, massime scano sino alla venuta dell' amba-
spirituali, a tutta la Polonia. Gre- sciatore. Tuttavolta molti furono
gorio XI nel iSyB circa decretò, i cardinali ambasciatori e ministri
che i patriarchi, arcivescovi e ve- presso la santa Sede; 1' ultimo fu
scovi non potessero portare la cro- il cardinal Haeffelin, inviato straor-
ce avanti, in presenza de' cardinali dinario e ministro plenipotenziario
legati, Croce PoNTrFiciA. Nel
y. del re di Baviera, ne' pontificati di
concilio di Costanza avendo Gre- Pio VII e Leone XII. Il cardinale
gorio XII nell'anno i4'5 rinunzia- Guglielmo d'Estouteville francese,
to al pontificato, fu dichiarato de- essendo stato eletto da Carlo Vili
cano del sacro collegio e legato re di Francia ambasciatore con al-
perpetuo della Marca. Nel i449 '"^ tri ad un re, diede quella risposta

premio all'antipapa Felice V, che che si legge nella lett. 48 del car-
rinunziò il pseudo-pontificato , il dinal Ammannati o Papiense che i :

Papa Nicolò V
decano del
lo fece cardinali di santa Chiesa non cfe-
sacro collegio e legato perpetuo del- vono ne sono solili servire, se non
la Savoia. Nel i473 il cardinal di legati al solo romano Pontefice
Roderico Borgia , poi Alessandro volendo piuttosto, come osserva il

VI, nella legazione di Spagna por- Papiense, dignitati propriae, quam


tandosi dall'Aragona a Madrid, vi alteri US gloriae deservire.
fu ricevuto con grandissimo onore Marcello II eletto nel i555, sta-

da Enrico IV re di Castiglia il , bilì che le legazioni delle provin-


quale nel camminare prese il car- cie dello stato pontificio non do-
dinal legato nel suo lato destro vessero durare più di due anni. Al
onore che si soleva dai monarchi presente durano tre, talvolta sono
rendere ai legati apostolici, come prorogate ad altro triennio, ed an-
osserva il Mariana, lib. 23, cap. i8. che ad un terzo triennio, secondo
La legazione non ebbe buon esito, la condotta de' cardinali legati, la
indi il cardinale corse pericolo di soddisfazione de' popoli e la vo-
naufragare, giacché perirono settan- lontà de' Pontefici. Marcello II men-
tacinque persone di sua famiglia tre da cardinale trova vasi legato
e tra essi tre vescovi, dodici e più a Intere presso Carlo V impera-
legisti, e sei cavalieri, mentre la tore, ricusò la pensione annua di
282 LEG LEG
diecimila scudi che voleva asse- ì Papidanno facoltà di fare pro-
gnargli ; dicendo all'imperatore ch'es- tonotari apostolici, cavalieri di spe-
sendo fino allora libero ministro del ron d'oro, dottori di ogni facoltà, e
Papa^ desiderava di esserlo anco- molti altri privilegi. Quando tor-
ra per Vavvenire, senza contrarre nano dalle legazioni, fanno la me-
legame alcuno con altri principi» desima cavalcata, sono visitati dal
Il Papa Pio IV con la costituzio- sacro collegio, poi i cardinali lega-
ne Etsi romanuni Pontificenif del- ti rendono la visita in abito. Ed
la quale tratta il Pialo a p. 357, in questo proposito da notarsi
è
proibì ai legati di procurare van- una cosa degna di memoria, che
taggi e dignità per loro o pei pro- in un anno solo il cardinale Melli-
pri parenti. Il Lunadoro, nella Re- ni ebbe tre concistori pubblici e a
lazione della corte di Roma^ del- tutti fu fatta la cavalcata. Il pri-
l'edizione del 1646, ecco quanto mo quando venne di Spagna, do-
riporta de' cardinali legati, a pag. v'era nunzio di sua Santità, fatto
219 e seg. « Quando il Papa di- cardinale da Paolo V, per il cap-
chiara un cardinale legato de late- pello. Il secondo quando fu desti-
;•<?_, e gli dà la croce lo fa nel con- nato legato alla maestà dell'impe-
cistoro segreto, e finito il concisto- ratore Ridolfo, ed al serenissimo
ro, quel cardinale che è dichiara- arciduca Mattia suo fratello. Il

to legato è accompagnato dal sa- terzo quando tornò dalla legazione,


cro collegio pontificalmente sino al- per opera della quale si dichiarò
la porta della città, se il concisto- il detto serenissimo arciduca Mattia
ro si fa a s. Pietro (palazzo va- re di Ungheria. Dichiara ancora
ticano); accompagnato sino a por- sua Santità pure in concistoro se-
ta Angelica, se si fa a s. Marco creto cardinali legati di città e
(
palazzo di Marco), o a Monte
s. Provincie sottoposte alleSede apo-
Cavallo (palazzo Quirinale), sino stolica che sono (
; Avignone finche
alla porta Flaminia, ora detta del esistette), Bologna, Ferrara, Roma-

Popolo; facendosi la cavalcata con gna, Marca, Umbria, Patrimonio


Diazze, valigie, e nobiltà, nel me- di s. Pietro, Campagna, Marittima
desimo modo che si fa la cavalca- e Sabina. Alla dichiarazione di
ta per un nuovo cardinale, che questi legati non si fa ne caval-
vada a pigliare il cappello, ed il cata ne cerimonia, e vanno in le-
cardinale dichiarato legato cavalca gazione quando lor torna meglio,
l'ultimo in mezzo ai cardinali pri- ed anco godono quel titolo ed
mi diaconi in ordine, e questo car- emolumenti, sebbene stanno in
dinalenon può lasciarsi vedere pub- Roma, le quali sono date loro per
blicamente per Roma, ne deve fare tre anni, con breve di sua Santità,
altra visita, nemmeno lasciarsi visita- ma per lo più hanno la conferma
re pubblicamente, ma quanto prima per quanto vogliono". Nel voi. XV,
andarsene alla sua legazione. E giun- p. 3 3 del Dizionario, non solo
1

to che sia lontano da Roma qua- parlammo del ceremoniale pubbli-


ranta miglia, che si chiama il di- cato dal Marcello, che si pratica
stretto di essa città, può alzar la in concistoro pei cardinali legati,
croce e dar la benedizione, ma non ma ancora della deputazioue del
prima. Ed a questi cardinali legati cardinal Barberini in legato a Wa-
LEG LEG 283
poli, fatta da Clemente XI nel slianità, subito lo disponga ad a-
1702; del concistoro segreto che dempire in sì urgenti necessità sen-
poi divenne pubblico, e della ca- za dilazione quelle parti, che a lui
valcala che fece. toccano di avvocato della Chiesa e
11 Sarnelli nel tom. IX, p. 170 difensore della religione ". Dicem-
delle Leu. eccl. riporta il breve mo che i legati apostolici destinati
di Clemente XI, de' 19 gennaio al governo delle provincie dello sta-
17 16, col quale destinò il cardi- to pontifìcio, si preconizzavano dal
nal Vincenzo Maria Orsini, arci- Papa nel concistoro segreto ai car-
vescovo di Benevento (poi Bene- dinali, laonde riportiamo qui la
detto Xlll) legato a latert all'im- formola con la quale Clemente XIII
peratore Carlo VI, per indurlo al- o nel declinar del 1766 o nei
la guerra contro i turchi, i quali primi del 1767, fece legato di
minacciavano la cristianità, non Bologna il cardinale Lazzaro Opi-
che r invasione dello stato eccle- zio Pallavicini genovese, in luogo
siastico e di Boma stessa, con l'assi- del cardinal Girolamo Spinola pur
curazione che in tempo né la
tal di Genova. » Bononiensis legationi,
Francia né la Spagna non lo a- quam a nobis ante hos quinque
vrebbero molestato, e ciò per la annos usque amplius, sibi ad trien-
lega fatta da Innocenzo XI col di nium demandatam dilectus fìlius

lui predecessore Leopoldo I. 11 dot- noster Hieronymus sanctae roma-


to Pontefice dice nel breve: « In nae Ecclesiae cardinalis Spinula, sic

questo stato di siamo consi-


cose administravit, ut justitiae, et sapien-
gliati anzi stimolati da tutti a far tiaelaudem sibi peperit, nobis in
gli ultimi sforzi per muovere l'im- animo est praeficeie dilectum fi-
peratore a risolversi, e ciò col mez- hum nostrum Lazarum Opitium
zo della sollecita spedizione a Vienna sanctae romanae Ecclesiae cardina-
di un cardinale, che sia dotto, pio, lem Pallavicinum, qui in Hispa-
forte, zelante, ed abbia appresso niensi apostolici nostri nuncii mu-
tutti la stima di essere veramente nere obeundo eximiam praestit
tale; onde nella maniera che si co- tractandarum gravissimarum rerum
stumava negli antichi secoli, e co- prudentiam, dexteritatem, et vigi-
me appunto fece quel cardinal le- la ntiam, et erga nos, et apostoli-
gato, del quale scrisse s. Bernardo cam Sedem egregium studium et
nel lib. 4) ^^ consideraiione ad singularem fidem. Quid vobis vide-
Eugenìum III, cap. V, il quale tur? Auctoritate omnipotentis Dei,
redivit de terra auri sine auro, sanctorum aposlolorum Petri et
transivit per terrani argenti^ et Pauli, ac nostra, declaramus, ac
argentum nescivil, possa portarsi a deputamus nostrum, et hujus san-
quella corte, non in curribiis, we- ctae Sedis legatum de latere Bo-
qiie in equis, sed in nomine Do" nouiae ad trieunium, praefactum
mini. E senza altro equipaggio, che Lazarum Opitium cardinalem Pal-
con quello delle proprie virtìi, con- lavicinum, cum facultatibus solitis
ci Hi tal credito la sua rappresen- et clausolis necessariis et opportu-
tanza, che in recare all'imperato- nis. In nomine Patris ^ et Filii
re con le nostre preghiere le la- ^ et Spiritus ^ Sancti. Amen'*.
grime ed i sospiri di tutta la cri- Al presente i cardinali legati pre-
-

784 ^^^ LEG ^

sidi dei dominii della Chiesa, non to XIV, consti t. Concredituni (Bull.
si preconizzano più in concistoro, Maga. t. XVII, pag. 284, de' i3
ma il Papa li nomina a mezzo di giugno 1748, con cui dichiarò le fa-

un biglietto del cardinal segretario coltà de' cardinali legati delle prò
di stato, indi gli fa spedire il cor- vincie) rinnovar possono le inve-
rispondente breve apostolico, e li stiture, enfiteusi, ec. de' beni isti-

munisce delle opportune facoltà. tuite dalla santa Sede; possono or-
Il citato Lunadoro ristampato dinare catture, condannare, priva-
nel 1774 i" Roma, col titolo: Lo re ancora de' feudi, ed assolvere
stato presente o sia la relazione rei a misura de* privilegi apostoli-
della corte di Roma^ nel tom. H, ci; seconda de' quali accordate
a
pag. 3i4, parlando dei legati apo- loro vengono, quali a vicari di sua
stolici, si il suo anno-
esprime così Beatitudine, tutte le spirituali e
tatore Zaccaria. Masero, De *» Il temporali facoltà, prescindendo pe-
legai, et mine. lib. 2, append. 43, rò da quelle, che a se medesimo ri-
44j è di parere che Gregorio XI servar suole ogni Pontefice". Nel
avesse lasciati in Avignone alla sua 1780 Pio VI eccitò i legali delle
partenza alcuni legati ( chi lasciò provi^ncie ad eliminare gli abusi
Gregorio Xi in Avignone partendo introdotti nell'esercizio dell* auto-
per Roma, e chi istituì la legazio- rità, dovendo stare a quei limiti
ne di Avignone, con qualche dif- stabiliti dai Pontefici e dalle leggi
fusione lo dicemmo all' articolo da loro emanate. Il Parisi nelle
Avignone ) ; e crede ancora che , Istruzioni pei segretari^ stampate
sino da quando i Pontefici risiede- in Roma nel 1785, riporta diver-
vano in quella città, deputassero se nozioni riguardanti i cardinali
diversi legati della Romagna per legati, che si leggono nell'indice a
reprimere la baldanza de' tiranni pag. 249, come quando un cardi-
e de' malvagi che la infestavano nale è destinato legato a chi lo
(che prima assai de' Pontefici di partecipa, come ai principi e mi-
Avignone Papi spedissero legati
i nistri dello stato confinante, ed agli
non solo in Romagna, ma in altre altri legati viciniori, non che agli
Provincie della santa Sede, sì per arcivescovi delle città se sono car-
frenarne gì' invasori, che per go- dinali; delle convenienze e com-
vernarle, agli analoghi articoli Io plimenti che i legati ricevono dal-
diciamo). La legazione poi di Bo- le comunità soggette alla loro le-
logna fu instituita dopo Giulio II, gazione; se e come nel dimettere
quella di Ferrara nel pontificato la legazione scrive il cardinal le-
di Clemente Vili, e l'altra di gato al Papa o a' suoi ministri pri-
Urbino sotto Urbano Vili, dopo mari; e dei privilegi dei legati, co-
che Papi nominati ebbero ricu-
i me di creare otto protonotariati, e
perato l'intiero dominio e posses- dodici cavalierati dello speron d'oro,
so di que' loro stati. I legati a di cui riporta le formole, privilegi
latere hanno maneggiare
diritto di che abolì poscia Pio VII. Questo
tutti gli affari civili ed economici Papa eletto in Venezia nel mar-
e politici de'popoli loro raccoman- zo 1800, a* 23 maggio destinò suoi
dati dal sommo Pontefice, e secon- legati a latere, che dovessero pre-
do i più recenti decreti di Benedet- cedere la sua partenza ed assumere
LEG LEG 285
il governo di Roma fìno al suo ta, e indi data a monsignor cro-
arrivo, i cardinali Albani, Rove- cifero, andò al bacio del piede,
rella e della Somaglia. delia mano, e all'amplesso del
L' ultimo legalo a late re spedilo santo Padre, che lo benedisse, e
dalla santa Sede presso un princi- così terminò il concistoro, al qua-
pe straniero, fu il cardinal Giam- le si trovò presente M. Ghachault
battista Caprara bolognese, invialo ministro di Francia a questa san-
da Pio VII nel 1801 alla repub- ta Sede, con molti altri di sua na*
blica francese, dopo il concordato zione, come ancora altra nobiltà
dal Papa stipulato con essa, e per sì estera, che nazionale, oltre del-
la sua esecuzione, e che poi restò la numerosa prelatura, ec. 11 do-

con tale carattere presso l'impe- po pranzo il cardinale andò alla


ratore Napoleone. Segretario di que- visita della patriarcale basilica di
sta legazione apostolica fu Giu- s. Pietro in ove lasciò
Vaticano,
seppe Antonio Sala, poi cardi- un'abbondante elemosina a' pò veri;
nale. Oltre quanto dicemmo di que- ed ora si va disponendo a partire
sta legazione all'articolo Francia, e per Parigi fra pochi giorni ". Nel
del cerimoniale alla biografia del libro intitolato: Concordai et re-
cardinale, crediamo opportuno qui ciiil des bulles et brtfs de Pape
riprodurre quanto pubblicò il num. Pie FU, ec, Paris 1802, si ri-
69 de\ Diario di Roma di det- porta a pag. 12 la lettera Quae
to anno. *> Dopo il concistoro segre- praecipuae fuerunt SS. D. iV., del
to tenuto lunedì scorso, in cui cardinale, con la quale pubblicò ai
sua Santità con breve e ragionata 9 aprile 1802 la bolla di Pio VII,
allocuzione dichiarò legato a hi' Ecclesia Chris ti, XVI li kal. sep-
tere in Francia l' eminentissimo tembris 1801, di conferma del con-
signor cardinale Gio. Battista Ca- cordato; a p. 46 il decreto Cuni
prara del titolo di s. Onofrio, e sanclissimus, del cardinale, dato in
vescovo di Jesi, dovea tenersi in Parigi a' 9 aprile 1802, con il

seguito il concistoro pubblico per quale pubblicò la bolla pontificia


dare dalla medesima Santità sua Qui Christi Domini, tertio kal. de-
la croce al detto porporato, come cembris 1801, per la nuova cir-
insegna della legazione; questo a coscrizione delle diocesi ; a pag.
tenore degl'intimi fatti precorrere io4 e iio le lettere apostoliche
fu tenuto giovedì mattina 27 del Dextera Altissimi, sub plumbo, e
cadente agosto. Circa le ore quin- Clini prò tua, di nomina del car-
dici adunato tutto il sacro colle- dinale in legato de latere ; a pag.
gio nella sala del concistoro, sua ii4 la lettera credenziale Defe»
Santità vi si portò dal suo ponti- ret iibij a Napoleone Bonaparte
ficio appartamento, accompagnato primo console della repubblica
dalla sua camera segreta, e po- francese; a p. 118 il breve Quo-
stosi in trono, intonò l'antifona: niam favente Deo, de' 29 novem-
In viam pacis, e recitato il salmo bre i8or, sulla potestà conferita
con le preci ed orazioni prescritte al legato d'istituire i nuovi vesco-
per tal funzione, diede al predet- vi ; a p. 126 il decreto del car-
to cardinal Caprara la croce pa- dinale, Sublata tandem, per la pub-
pale, il quale dopo averla ricevu- blicazione deir indulgenza plenaria
1

a86 LEG LEG


in forma di giubileo, ed a p. i58 percussioni, come osserva il Mann!
il suo indulto, jépostolicae sediSy nella Storia degli anni santi p. 107.
per la riduzione delle feste. Alcu- Aggiunge il Manni, ch'esso posse-
ne di dette lettere apostoliche so- deva un libro, dedicato da fra
no riportate nel Bull. Roni. Con- Leandro Alberti nel i53o al car-
tinuatio tom. XI, p. 200 e seg. dinale, ov'erano in bella miniatura
Abbiamo esempi che talvolta la i martelli. Abbiamo riportato qui
croce di legato fu anche manda- questa notizia perchè non si creda
ta per distinzione dai Papi ai le- che il cardinal Pucci fosse stato
gati che essi aveano dichiarati as- legato a latere per l'apertura del-
senti da Roma. Urbano VI nel la porta santa, essendo il martello,
1879 creò cardinale Giovanni secondo quanto andiamo a dire,
Oczko boemo, ed arcivescovo di una delle insegne de' legati. Scd-
Praga, a cui contro l' usato costu- ve pertanto il Cancellieri nelle
me mandò il cappello rosso, colla Dissert. epist. bibliografiche pag.
croce di legato della Boemia. In- 228. » Ai cardinali legati a la-
nocenzo IX iSgi creò cardi-
nel Cere suol consegnarsi nel concisto-
nale Filippo Sega bolognese nun- ro la croce con due martelli. Giu-
zio di Parigi, a cui mandò per stiniano Chiapponi nella Legazione
singolare e segnalata distinzione, del cardinal Renato Imperiali alla
per mezzo d'un ablegato pontificio, S. R. C. M. di Carlo III re delle
il cappello cardinalizio e la croce Spagne (l'arciduca Carlo d'Austria
di legalo a lalere. Merita special poi imperatore Carlo VI), Vanno
menzione il cardinal Giannantonio 1 7 1 , Roma presso Francesco Gon-
Sangiorgi piacentino, fatto legato a zaga 17 12, a pag. 77 dice: Si ri-
lalere da Alessandro VI nella sua mirava il crocifero vestito con so-
assenza da Roma, ed ancora da prana e suo cappuccio di color
Giulio II, allorché partì da tale al- paonazzo, portando la croce in
ma città, nella quale sublime rap- mezzo di due aiutanti di camera,
presentanza, per profonda riveren- i quali avevano in mano i due
za alla santa Sede in essa stabilita, martelli, che erano le insegne del-
da s. Pietro, non volle giammai usa- la legazione. Questo misterioso ri-
re del diritto di farsi precedere io, non ancora illustrato da veru-
dalla croce pontificia, insegna del- no, potrebbe essere un soggetto di
Tautorilà delegatizia. Lo stemma una bella e nuova dissertazione ".
della nobile famiglia Pucci di Fi- Per altre notizie sui cardinali
renze, consisteva in una testa di legati apostolici, si possono consul-
saraceno moro, cinta da una fa- tare i seguenti autori . Giovanni
scia bianca. Ad essa furono poi Nicolai dottore avignonese scrisse
aggiunti tre martellini, dopo che un libro intitolato : Enchiridion
il cardinal Lorenzo Pucci, essendo facultatuni legati. Andrea Barba-
penitenziere maggiore, ricevette nel- zia Tractalus de cardinalibus
: le-

l'anno santo i525 da Clemente gatis a latere, exst. Oceano


in
VII, il martello (che in quell'an- jur. voi. VI, fol. 61,71, Lugduni
no per la prima volta fu d'oro) i535. Bruni, De legationibus, Mo-
per finire d'aprire la porla santa guutiae i548. Patrizi pubblicato
del!a basilica Vaticana colle altre da Marcello, Sacraruni caerimO'
LEG LEG 287
niantm ec. Romae i56o, tit. Vili, tis et nuncìis apostolici^, Romae
p. 4^, de creatione legati apostoli- 1709 apud Plachi, tomi due in
ci de latere; p. 44> ^^ ^^^^ car- foglio. Gattico, Jcta e aer emonialia,
dinali vel legato redeunte vacante Romae 1753. Legatus quomodo
sede. Grìmani, De legatis^ Bononìae eligatur ; consultis cardinalibus ;

1602. Cohellio, Nolìtia cardinala- creatur a Pontifice pluviali indu-


titSj Romae i653. Legati de latere to; extra consistoria creatus; ad
ethimologia; legatorum cardinalium prandium excipitur a Pontifice ;

prerogati vae ; legati de latere ex ante legatura non delata crux;


collegio cardinalium tantum eli- quomodo a cardinalibus legatus
guntur; legati de latere quomodo discedens ab Urbe honoretur ;
eligantur; legatorum triplexspecies; mensis ei conceditur ad iter ca-
legatorum qualitates; legati de la- pessendum ; extra ditiones ecclesiae
tere jurisdiclio non expirat per signat ; non participat de dislri-
mortem Ponti ficis, quare, limita si butionibus ; sed de anulis defuncto-
ab Urbe nondum discessit legatus ; rum ;
quamvis absens praeponitur
de latere quibus ornamentis uta- fenioribus in promotione ad episco-
tur, legatione nomine alicujus prin- patum ; cum licentia Pontifìcis a
cipis laicis perfungi cardinalis non legatione redit; redeunti occorrunt
debel, adducuntur exempla; lega- cardinales;ducunt ad consistorium j
tus si in legatione moriatur sum- ubi narrat acta in legatione, quae
ptibus cujus sit parentadus, et in laudatPontifex ; visitai alios cardina-
quo loco^ Sesti ni , // maestro di les; eisque aliquid donai; sed a paucis
camera, Liegi i634, cap. XLI Del : visitatur.Legati ad Adrianum VI
modo cbe costumano i cardinali di missi ab imperatore missi ad con-
;

qualche città o provincia nell' in- gralulandum cum Pontifice de ele-


contrare, trattare ed accompagna- ctione. Commenlatio historico-cano-
re principi ecclesiastici che
tanto nica de legatìs et nuntiis Pontifi-
a Turri, De auctori-
secciai i. Jo. citm eoriimque fntis et potestalis,
tate, grada, ac terminìs legatorum 1785. Pratica della curia romana,
a latere, Romae i656. Plettem- Roma i8r5, cap. II, t. Il: di al-
berg, Notitia congregationum, Hil- cuni tribunali particolari dello sta-
desii i6g3. Legati de latere, et to delle legazioni. Nelle legazioni i

legati Urbium nominantur in con- legati fanno figura di principi as-


sistono; legati et nuncii cur mit- ed hanno due giurisdizioni ;
soluti,
tantur; quae inter legatos difFeren- una chiama ordinaria, e i'alUa
si

tia;
qualem prò sua diversitate suprema, a guisa di quella della
babent potestatem ; legati generatim segnatura di Roma ec, ec. Pialo
babentes ordinariam jurisdictionem e Tria , De cardinalis, Romae
spiritualem quotuplices sint; legali i836: vedi i due indici p. 4^9 e
de latere cur ita dicantur, et ad 468. Nelle biografie de' Papi e
quos, et cur mittantur ; legati mis- cardinali sono riportale le legazio-
si, .qui olira, quae inter illos et ni che funsero d' ogni specie, e le
alios differentia ; in quo differentia principali cose che in esse opera-
consistati legati nati quare ita di- rono ; ciò che pur dicesi agli arti-
cantur ; in quibus locis sint legati coli de' regni o stali, ed a quelli
nati . Pellegrino Maseri, De lega^ delle Provincie de' domini! pontili^
,

288 LEG LEG


cii. Il citato Plato a p. 34? ripor- mihii di essa. Provincie di prima
ta il catalogo di quei legati apo- classe. Cardinal legato di Bologna
stolici che meritarono, di essere scudi seimila. Cardinali legati di Fer-
esaltati alla cattedra di s. Pietro, rara, Ravenna e Forlì, scudi cinque-
iticotninciando da s. Ilario diacono mila per cadauno. Il prelato vice-le-
cardinale di s. Leone I, ed uno gato di Velletri ha scudi milledue-
de'suoi quattro legati al concilio cento. Provincie di seconda classe. I

generale di Calcedonia
4^*» nel prelati delegati di Frosinone, Viterbo,
poi eletto suo successore nel 46*' Perugia, Spoleto, Macerata, Fermo,
in questo catalogo vi sono com- Rieti, ed il presidente della Co-
presi anche i nunzi innalzati al marca di Roma, scudi milleduecen-
pontificato, essendo l'ultimo Michel- to per cadauno: il delegato d'An-
angelo Conti nunzio agli svizzeri e cona con porto di mare scudi due-
nel Portogallo, poi Pontefice Inno- mila. Provincie di terza classe. I

cenzo XI li nel 1721. Il catalo- prelati delegati di Camerino^ Asco-


go del Plato enumera settantun© li, ed Orvieto, scudi
Benevento,
Papi ch'erano slati legati o nunzi mille per cadauno il delegato di :

apostolici. A questi noi aggiugue- Civitavecchia con porto di mare,


remo Benedetto XIII legato a scudi millecinquecento. Il prelato
Vienna, Clemente XII nominato commissario apostolico di Loreto,

nunzio a Vienna soltanto, e Leone ha dalla santa Casa scudi cen-


XII nunzio in vari luoghi. toventi mensilmente. Queste mode-
Nella sède vacante essendo invita- ratissime provvisioni grandemente
ti tutti i cardinali al conclave, i lega- onorano il governo pontificio ed
ti ancora vi si portano, ed i legati i suoi ministri.
delle Provincie vengono suppliti LEGAZIONE, Legatio. Amba-
dai prelati pro-legati, eletti al mo- sceria, carica o funzione di Legalo
do che dicemmo nel voi. XVI, p. (Vedi)y ovvero luogo dove ha giu-
291 del Dizionario, Questi pro-le- risdizione il legato. F. Delegaziom
gati pel viaggio hanno in compen- e Legazioni apostoliche dello sta-
so scudi centocinquanta ; in tutto to Pontificio , ove pure si parla
il tempo della sede vacante, quel dei pro-legati , e dei prelati vice-

di Bologna ha scudi duecentocin- legati, che ora più non esistono,

quanta al mese ; gli altri, scudi tranne quello di Velletri.


centocinquanta, cioè quelli di For- LEGGE,
Lex. Regola stabilita
lì, Ravenna e Ferrara, come fu dall' autoritàdivina ed umana
praticato nelle ultimedue sedi va- che obbliga gli uomini ad alcune
canti, non essendo allora legazione cose, e ne vieta loro alcune altre,
Urbino e Pesaro. Quando Bologna per la salute eterna delle anime,
ebbe il prelato vice- legato, il suo e per la pubblica utilità. Il no-
annuo assegnamento era di scudi me di legge deriva oda ligare^

ottocento, e quando lo avevano legare, perchè è un legame che


Forlì, Ferrara e Ravenna, ognuno attacca ed obbliga a qualche co-
percepiva annui scudi cinquecento. sa, o da legere, leggere, perchè la
Ecco gli annui assegnamenti che legge deve leggersi sia ne'libri, se

hanno dal tesoro pontificio i legati si tratta di leggi positive, sia nel

e delegati della santa Sede ne' do- cuore, se Irultasi della legge nalu-
LEG LEG 289
vale, ovvero da elìgere , scegliere, La Mosaica fu abolita con
legge
perchè le leggi dimostrano ciò che la legge nuova, quella cioè di Gesù

si deve scegliere, e perchè devono Cristo. Questa si chiama legge evan-


essere fatte con una scelta giudi- gelica perchè contiene la migliore
ziosa,con una matura deliberazio- delle notizie ch'è quella della salu-
ne, e con una ponderata prudenza. te; legge nuova, o perchè essa rin-
La legge si prende o per il libro nova l'uomo spiritualmente, o per-
che la contiene, o per la religione chè essa è 1' ultima legge che suc-
che ha le sue leggi, o per ciò che cesse all' antica ; legge d' amore,
prescrive la legge, o propriamente ch'essa comanda sopra ogni altra
per la norma de'costumi j ed in cosa; legge di libertà spirituale che
questo ultimo significato la legge essa accorda, e che consiste nella
è un precetto comune, giusto, co- liberazione dal peccato , e dal gio-
stantemente stabilito e pubblicato go dell' antica legge; si chiama pu-
per bene generale di una comu-
il re legge di fede e di grazia. I
nità da colui che n'è il superiore. precetti della legge evangelica sono
Nessun uomo sensato può mettere di tre sorta, e riguardano i misteri
in dubbio l'esistenza delle leggi. I che devonsi credere , chee Dio
libri santi ed i profani le celebra- ha rivelati alla sua Chiesa ; i sa-
no egualmente, ed il sentimento cramenti che bisogna ricevere colle
intimo dei popoli i più barbari convenienti disposizioni; ed i co-
depone in loro favore. La legge si stumi, e sono i medesimi precet-
divide ordinariamente in legge e- timorali dell'antica legge, che Ge-
terna, naturale^ positiva divina, ed sù Cristo ha meglio spiegato. Fi-
umana. Questa divisione è giusta e nalmente la legge umana è uà
relativaalle due sorta di com- precetto comune, giusto, stabilito,
mercio di società, che l'uomo costante e pubblicato per il bene
deve mantenere con Dio e co'suoi generale di una comunità, da co-
simili. La legge eterna è la su- lui che n'è il superiore ecclesiasti-
prema ragione, la quale vuole che co o politico. La Scrittura ordina
tutte le cose camminino in perfetto che tutti siamo sottomessi alle po-
ordine. La legge naturale è quella destà superiori, perchè non avvi po-
che la natura imprime nell'animo destà che non derivi da Dio. La
di tutti gli uomini, e ch'essa loro tradizione de'padri, l' uso costante
comunica col mezzo di effusioni della Chiesa e delle due podestà,
della prima sorgente di ogni veri- l'essenza stessa delle due società,
tà, che non è altro che Dio, l'au- tutto assicura ai superiori il pote-
tore della natura. La legge positi- re legislativo. La legge umana si

va divina in generale è quella divide in legge scritta, o non scrit-


che Dio ha dato agli uomini per ta che chiamasi consuetudine; in
condurli ad un fine soprannatura- legge propriamente detta, ch'è e-
le. La legge Mosaica o antica, che manata da un sovrano, ed in legge
Dio diede a Mosè, non obbligava che chiamasi statuto, ch'è emanata
che gli ebrei : i piti santi perso- da principi subalterni, come sono
naggi fra questi l'osservarono reli- i vescovi; in legge civile e cano-
giosamente, e si santificarono; Ge- nica ; in legge favorevole, che è
sti Cristo stesso volle adempirla. emanata in favore di qualche per-
VOL. XXXVIJ. '9
390 LEG LEG
sona, e in legge odiosa od onero sa^ le più antiche, perchè il paese era
che contiene primieramente una pe- già governato con leggi, allorché
na o un peso, benché reversibile ricevette nel suo seno i patriarchi
al comun bene, come la legge dei padri degli ebrei; ma tuttavia le
tributi. La legge favorevole è o leggi Mosaiche sono le sole di cui
pubblica, quando essa ridonda in Tantichità sia ben certa e compro-
bene della comunità, o particolare vata, e le sole che conservate si

quando è a vantaggio dei partico- siano senza alterazione. Sì vuole


lari : chiama pri-
in questo caso si che ne* tempi favolosi siensi at-
vilegio. La impone un
legge odiosa tribuite ai due Mercuri le prime
tributo quando essa pronuncia una leggi dell'Egitto, il quale ne rice-
pena, ed allora si chiama legge pe- vette altre ancora da Osiride e da
nale; quando annulla un fatto o Amasi; ma non ci è rimasto ve-
un contratto è ciò che si chiama
, stigio di quelle leggi. La Grecia
legge irritante. La legge civile ha ebbe altresì ì suoi legislatori; ma
per fine la tranquillità ed il van- questi pure confondonsi sovente co-
taggio naturale della società, non gli eroi mitologia. Certo è
della
può avere per autori se non colo- soltanto che Sparta adottò le leg-
ro quali hanno la
i giurisdizione gi di Licurgo, Atene quelle di
temporale sopra quelli ai quali pre- Bracone, il di cui rigore eccessivo
tendono di dare simili sorta di fu corretto dalle leggi posteriori
leggi: tali sono i principi, i re, gli di Solone, e che a quest' ultimo
imperatori, ec. La legge civile si andò debitrice V Attica delle mi-
divide in legge scritta, e non scrit- gliori sue leggi, delle quali tutto-
ta. La
legge ecclesiastica o cano- ra rimangono alcuni frammenti.
nica, che regola le azioni de'cri- Quanto a Roma, essa non rice-
stiani, per rapporto al bene spiri- vette già dalla Grecia le primitive
tuale, ha necessariamente per au- sue leggi ; Romolo suo primo re e
tori i superiori ecclesiastici, come fondatore, seppe col mezzo d' isti-
il Papa in tutta la Chiesa, i vesco- tuzioni ingegnose formare un cor-
vi nelle loro diocesi, i legati nel po di nazione di una copiosa trup-
territorio delle loro legazioni, i pa di avventurieri, ch'egli associa-
cardinali nelle chiese dei loro tito- ti avea nella grande impresa; e
li o diaconie, gli abbati e prelati Numa col suo ingegno, colle sue
inferiori che hanno una giurisdi- virtù e colla sua destrezza riuscì
zione quasi episcopale, ec. colle sue istituzioni ad ingentilire
vocabolo di legge pigliossì
Il e meglio ad incivilire i romani
anche per lo studio della Giuris- primitivi. Non si può non ammi-
prudenza (Fedi), DaGchè un popo- rare quégli stabilimenti della politi-
lo potè erigersi in un corpo di ca più profonda, che col legarono
nazione, abbisognarono delle leggi tra di loro que' popoli coi legami
per governarlo. L* antichità delle più forti e più durevoli che mai
leggi medesime è sempre avvilu- sieno stali inventati per ritenere
pata nell'oscurità e nella incertez- gli uomini nello stato di una so-
za della storia dei primi tempi, ed cietà regolare ; la religione unita
anco de' tempi favolósi. Le leggi col governo, del quale essa forma
di Moséj secondo alcuni^ non sono il più valido appoggio » la solenni-
LEG LEG i^t
(à e la santità del matrimonio^ polo entusiastico riverenza alle le^-
introdotta a fine di fondare Io gi stesse, maggior propensione pel

stato di famiglia; la podestà pater- bene pubblico , e portò ad un gra-


na, di cui la forza, l'estensione e do eroico l'amor patrio. Però la
la perpetuità successiva formano di popolare instabilità fece riuscir va-
ciascun capo o padre di famiglia na talvolta anche l'autorità supre-
un sovrano domestico ; finalmente ma del dittatore. Vogliono alcuni
la distinzione e separazione degli che dopo l'espulsione da Roma di
ordini che nelle città assegna un Tarquinio il Superbo, Papirio ab-
grado diverso ai padri della patria, bia raccolta iu una le leggi fatte
ai senatori, ai patrizi, ai cavalieri, dai re di Roma, col titolo di leges
ed ai o alla classe mezzana
plebei, regiae, che furono chiamate in se-
del popolo, sono tutte sublimi in- guito /«.9 civile Papirìanuni. Sì crea-
venzioni , dettate da una mente rono dieci magistrati supremi che
politica, ed ottimamente accomo- nominati furono decemviri, e si
date al bisogno della popolazione, deputarono tre cittadini illustri, per-
ed ai fini che il legislatore si pro- chè si recassero nelle differenti cit-
poneva. Anco TarquinioMarzio, tà della Magna Grecia, in Atene
Prisco, Servio Tullio imitarono i ed a Sparta, e raccogliessero le leg-
predecessori Romolo e Numa con gi più convenevoli allo stato di
saggie istituzioni e nuove leggi que' tempi della romana repubbli-
intese al pubblico bene, all'ordi- ca: essi furono i senatori Postumio,
ne, ai ben essere dello stato, al- Sulpizio e Manlio. Sulla loro re-
l'ampliamento del dominio di Ro- lazione e coi lumi da essi proca-
ma, ed a consolidare il loro trono. rati, si stesero le leggi delle dodici
Tarquinio il Superbo, settimo ed tavole, alle quali due altre se ne
ultimo re di Roma, violando ogni aggiunsero, e quella legge propo-
diritto sociale, sostituì alle leggi il sta al pubblico, riunì tutti i suf-
proprio capriccio e la violenza ; fragi, e quindi diventò la legge ro-
co' suoi vizi e con quelli de' suoi mana per eccellenza. Si vuole che
aderenti rese odiosa e detestabile molte delle leggi Papiriane fossero
al popolo la regia autorità. inserite in quelle delle dodici ta-
Ma Roma provò ben presto una vole. Dopo le ricerche fatte da
rivoluzione nella proclamata repub- Jacopo Gotofredo, è probabile opi-
blica che rovesciò in parte e cam- nione degli eruditi, che la prima
biò la forma del suo governo, ri- tavola avesse per oggetto i proces-
voluzione che introdusse in prin- si ; la seconda i furti, e il brigan-
cipio una strana confusione nelle taggio; la terza gli ordini e i di-
leggi, come pure nella pubblica am- ritti dei creditori sui loro debitori;
ministrazione.Fu d'uopo stabilire la quarta i diritti de' padri di fa-
nuove o munire le leggi ca-
leggi, miglia; la quinta le eredità e le

dute in oblio o trascurate, di una tutele ; la sesta la proprietà ed il

nuova sanzione. Sul principio del possesso; la settima i debiti e i

governo consolare, con la condan- danni ; l'ottava i fondi rustici ; la


na a morte che fece il console Bru- nona il diritto comune del popo-
to del proprio figlio in obbedien- lo ; la decima i funerali e le ceri-
za alle leggi statuite, destò nel po- monie relative ai morti ; l'undeci-
292 LEG LEG
ma il culto degli dei e la re- era una delle piìi valide garanzie
ligione; la duodecima i matrimo- dell'ordine pubblico e della som-
ni e i diritti de' coniugati. La sa- missione alle autorità. La legge
viezza di queste leggi si rese fa- Remnia che tutelava l'onore dei
mosa, anco pel modo preciso e di- cittadini, ordinando che ai calun-
gnitoso con che furono espresse. niatori s' imprimesse sulla fronte
Quella legge che sembrò allora pi- con ferro rovente la lettera A", che
gliata come a prestito dalla Gre- allora in luogo della C era inizia-
cia, rappresentò per lungo perio- le della parola Kalunmìa. La leg-

do le leggi fondamentali dell'anti- ge pel delitto di parricidio cui ,

ca Roma, alle quali in questo mo- dopo seicento anni si vide in


solo
do si restituì la loro primitiva au- Roma il primo abbominevole esem-
torità. Ma non pote-
quelle leggi pio. La legge di LucuUo contro gli

vano tutto prevedere, ne a tutto usurai, che avevano pur procurato


dar norma da questo, e dall'ave-
; reprimere le leggi Duilia Maenia,
re decemviri abusato di loro au-
i Licinia Sexta e la Sempronia.
,

torità, ne venne che ai consoli da Special menzione meritano le leg-


prima, poi ai pretori si accordò gi De repetundis, contro i furti, le

l'autorità di supplire alla mancan- frodi, gli usurpatori, ec; l' Acilia,
za o alla imperfezione di quelle la Calpurnia, la Caecilla, la Cor-
leggi Coi loro editti, e sovente ri- nelia, la Giunia, la Servilia, la
cevettero esse ancora l' interpreta- Pompeia e la Giulia^ contro le pre-
zione de' dotti e de' sapienti. Nuo- potenze ed avarizia de' proconsoli
ve convulsioni vennero ancora a e questori delle provincie. Le leggi
turbare la costituzione della re- Frumentanae e le Sumptuariae^ la
pubblica. Il popolo propriamente prima riguardava il prezzo del gra-
detto o la plebe si separò dal pri- no, la seconda frenava il lusso e
mo ordine dello stato; creossi al- stabiliva un limite alle spese pub-
cuni magistrati particolari, cioè i bliche e private ; altre leggi furo-
tribuni, e formò nuove leggi, che no eziandio emanate su di ciò. Al-
nominate furono plebisciti^ sovente tre leggi provvidero alla cura delle
in opposizione coi decreti del se- strade, de' ponti, delle fontane, del-
nato che parimenti avevano forza le case, delle campagne ; alla pro-
di legge sotto il titolo di senatus cedura de' giudizii, alla milizia, al-
consulti. Vi ebbero dunque in quei la guerra ; le censorie che veglia-
primi tempi cinque differenti spe- vano sui costumi pubblici e privati
cie di leggi la legge per eccellen-
: delle famiglie. La saggezza delle
za o quella delle dodici tavole, le antiche leggi romane, più che la
interpretazioni de' sapienti ,
gli e- forza delle armi , contribuì a de-
ditti de'magistrati, i senatus consulti bellare tante nazioni, a stringere
ed i plebisciti. Oltre i plebisciti e ferme alleanze, e fece fiorire il com-
i senatus consulti vi erano le leg- mercio, le arti e la civilizzazione.
gi strettamente dette, cioè sanzio- I romani colla forza delle armi
nate nei comizi di tutto il popo- conquistarono quasi tutto il mon-
lo. Dopo le leggi delle dodici ta- do, e colla savia legislazione Io
vole sono degne di particolar me- governarono, per cui la loro sto-
moria, la legge MajesCatis, la quale ria contiene quella di moltissimi
LEG LEG agj
popoli, che le loro leggi in moclo comprende che quelle leggi colle
particolare, la loro letteratura, ed altre numerosissime promulgate dal
interamente gli usi loro talvolta adot- senato e dai magistrati, moltipli-
tarono. Non
deve tacere che i
si caronsi ben presto a segno di di-
romani ebbero leggi che vanno ventare una specie di caos, che im-
riprovate o per falsità religiose, o possibile era lo svolgere e l' ordi-
per soverchia durezza, o per l'adi- nare. Questo condusse naturalmen-
to che aprivano alle sommosse po- te gli uomini addetti a quello stu-
polari, ed agli ammutinamenti dei dio a classificarle ed a riunirle ia
soldati. TaU furono pur quelle che alcune collezioni. La prima fu quel-
davano una illimitata e dispotica la degli editti dei pretori, la di cui
autorità sui loro servi o schiavi; saviezza avea fatto conservare que-
che attribuivano ai padri ed ai ma- gli atti non ostante che cessata
riti il potere di uccidere i figli e le fosse la loro autorità, e questi for-
mogli; quelle che permettevano le marono la base del così detto edil'
stragi de'gladiatori, combattenti tra io perpetuo. Si feceit» in appresso
loro o con bestie feroci ; quelle delle simili collezioni delle ordinanze e
proscrizioni ; e quelle de' tribuni dei rescritti de' principi.
della plebe, eterni fabbricatori di Essendo stata dall' imperatore
discordie. Costantino Magno abbracciata ia
Ma le turbolenze di continuo ri- rehgione cristiana, e divenuta que-
nascenti per r agitazione della ple- sta la religione dell' impero, ne
be, contribuirono alla fine a faci- venne di conseguenza la necessità
litare l'usurpazione del potere so- di qualche cangiamento nelle leggi,
vrano; si sostituì alle forme re- le quali vennero depurate da quan-
pubblicane la monarchia assoluta to macchiava gran codice della
il

sotto la maschera delle forme me- romana Bandite dal


legislazione.
desime che si conservarono per
, Campidoglio le tenebre dell'idola-
qualche tempo almeno in apparen- tria, Roma divenne il centro della

za, come una debole immagine dei religione di Gesù Cristo; onde le
primiero stato di libertà. I capi leggi che erano barbare o super-
nuovi della repubblica sotto il ti- stiziose furono bandite, solo rima-
tolo d' imperatores , che assunto nendovi delle leggi romane alcune,
avevano, perchè posti al comando corrette quindi dal gius canonico.
e alla testa delle forze pubbliche, Dopo che fatta erasi la raccolta delle
promulgarono nuove leggi , rive- leggi anteriori al regno di quel-
stendosi dei titoli di quella magi- r imperatore, altra se ne fece di
stratura che ne avea altre volte il quelle che pubblicate eransi dai
diritto ; ma quelle leggi applicate suoi successori,dagli imperatori
a regolamenti generali, o a qual- cristiani. Questa ultima collezione
che nuovo oggetto dell'amministra- fu l'opera di Teodosio 11 il Giovane^
zione politica dello stato,furono ed a questa si diede il titolo di
appellate costituzioni , o pure ab- Codice Teodosiano. A tutte queste
bracciando decisioni relative a casi leggi si aggiunsero i lavori o le
particolari, invocate dai prefetti o interpretazioni dei giureconsulti più
dai presidi delle provincie ,
porta- celebri , autorizzati a rispondere
rono il titolo di rescritti. Beo si sulle materie di diritto, dei quali
,

594 LEG LEG


i giudici erano a seguire
tenuti equità, distinti dalla legge civile
le decisioni. Era questa una conse- dei romani, o dal diritto quiritario.
guenza della necessità di trarre le Ma in appresso Giustiniano 1 im-
leggi, tanto copiose che formavano, peratore, geloso di accrescere la
come allora si disse da Eunapio, il gloria delle sue armi, che respinta
carico di molti cammelli, dalla con- avevano l'invasione de' barbari del
fusione in cui giacevano ; si formò settentrione, e di aggiungervi quel-
quindi un ordine di persone studiose la di riformare e di classificare le
ed esercitate nella filosofia, che la leggi, da dieci celebri giureconsul-
professione adottarono d'interpreti ti , a capo de' quali niise Tribo-
o spositori delle leggi. Lo splendore niano, fece comporre da prima una
della loro dottrina e della loro raccolta o un codice delle leggi
profonda erudizione, fu quello che imperiali, poi fece riunire le rifor-
indusse i loro contemporanei a ri- me eh' egli avea fatte del diritto
vestirli di quella autorità. Siccome romano, che ascesero al numero
però allora Roma imperava a tut- di cinquanta; e queste incorpora-
to il mondo incivilito, e non co- te furono in una nuova redazione
municava le sue legji proprie, det- del codice delle leggi imperiali
te leges quirìlum, se non che agli che di suo ordine fu intitolato:
abitanti delle regioni che accetta- Codex repetitae praelecdonisj dopo
to aveano o ottenuto il diritto del- di che fece estrarre dai libri innu-
la romana cittadinanza; e siccome merabili de' giureconsulti , poiché
era d'uopo tuttavia amministrare sono tutti o quasi tutti anteriori a
i paesi conquistati, e introdurre in Costantino, le relazioni delle leggi
questi i giudizi è l' ordine giudi- e le decisioni più accertate, delle
ziario ; così i governatori o i pre- quali si compose l'enorme compi-
fetti e i presidi delle provincie lazione del Digesto e delle Pandet-
trassero dal diritto della natura e te, divise in cinquanta libri, conte-
delle genti le regole di qiieU' am- nenti un maggiore o minor nu-
ministrazione e di queir ordine giu- mero di titoli, ma d'ordinario as-
diziario tutto nuovo. Vi ebbero sai copiosi. F^. Digesto.
dunque allora due specie di legis- Finalmente Giustiniano I diede
lazione e di giurisprudenza ; la compimento all'opera sua col far
legge romana propria per paesi i compilare le istituzioni, le quali pre-
sommessi al diritto comune dei sentarono un'analisi di tutte quel-
quiriti, detta anche quiritario, e il le leggi, e destinate principalmente
diritto comune o naturale delle allo studio del diritto e delle ma-
genti per i sudditi dell' impero terie legali, ottennero altresì esse
non sottoposti al diritto romano. medesime la autorità e la forza
Quelle due specie di leggi e di di legge. In questo modo furono
giurisprudenza furono distinte nel raccolte, secondo i disegni e gli or-
codice Teodo.iìanOy che indicò se- dini di quell'imperatore, e secondo
paratamente i giureconsulti, le di la disposizione da esso stabilita, le
cui decisioni dovevano fare qualche leggi romane, alle quali si aggiun-
autorità; e ne'lavori di que' giure- sero le costituzioni chiamateiVbi'e//r,
consulti appunto veggonsi i prin- ossia novelle leggi di altri imperato-
cipii del diritto delle genti e della ri e di Giustiniano I medesimo, e
LEG LEG agS
quelle de'suoi successori, che pari- conquistatori , massime dei longo-
menti furono raccolte, ma senza bardi. Alle leggi romane tutta-
che la collezione loro ottenesse Io via che non furono totalmente ob-
slesso grado d'autenticità. Quel va- bliate, si sostituirono da prima nel-
sto corpo di leggi non ebbe tut- le Gallie i capitolari dei re della
tavia la sorte che Giustiniano I seconda dinastia, e in appresso vi
suo autore erasi proposta, perchè si aggiunsero le leggi consuetudi-
quando fu promulgalo, egli non narie, le ordinanze, gli editti, le

eia già più padrone di una gran dichiarazioni , e le lettere patenti


parte dell'impero d'occidente, delle dei re successivi. Nel secolo XII
Gallie, della Germania, e neppure del- Irnerio fece risorgere il codice di
la Spagna e della maggior parte del- Giustiniano in Italia , aprendone
l'Italia ; poiché il freno imposto a scuola in Bologna ad un numero
quelle provincie dalle sue armi e nuo-
incredibile di studenti. Così fu
dalle sue vittorie riuscito non e- vamente propagato il diritto civile
ra lunga durata. Non potè
di romano nella più gran parte di
dunque aver luogo la generale Europa, e continua anco di pre-
promulgazione di quel codice che sente a far testo di grande auto-
egli disegnato aveva; le sue leggi rità. Così sembra avverarsi, in
non poterono aver forza in quel- quanto alla famoso
legislazione, il

la regione, e le romane si ecclis- prognostico degli antichi romani,


sarono e caddero nell'oblio di ma- che la durata del loro impero sa-
no in mano che l'impero andò de- rebbe stata eterna. 1 romani Pon-
clinando. La Chiesa cristiana, come tefici di tempo in tempo compi-
dicemmo , fu quella che impedì larono a vantaggio de'loro sudditi
la perdila intera di quelle leggi; savie e paterne leggi, le quali men-
essa se ne impossessò in qualche tre erano conformi ed
alla giustizia
modo, le purgò e le sceverò dagli all'antico diritto romano, provvede-
usi propri dei romani ed anche vano al bene temporale dello stato
dalle sottigliezze de' loro giurecon- ecclesiastico, per essere dettate dal-
sulti, sommettendo il tutto, per l'evangelico spirito di carità, tem-
quanto ad essa fu possibile, all'e- peravano il rigore dell'antica legis-
quità. Ma l'invasione totale dell'I- lazione , e facevano convergere
talia e della maggior parte del- a un punto il bene spirituale al
l'impero portò di conseguenza la temporale, come dicemmo all'arti-
confusione e il disordine che soUen- colo Giurisprxjdeììza ed altrove. Dal-
trarono alle antiche leggi. In luogo le leggi ed istituzioni de* Papi, di-
di queste s'introdussero] le leggi o verse nazioni modellarono le loro,
Je consuetudini de'barbari, e i prin- e dell'une e dell'altre se ne parla ai
cipi! della feudalità, e non vi eb- rispettivi articoli. Conchiudiamo col
bero se non che alcune provincie, dire,che non si può senza leggi
massime nel mezzodì della Fi*an- formare adunanza di uomini, che
cia, che ritennero l'uso del diritto distinti in vari ordini vivano sen-
quiritario, sotto la forma però di za molestarsi e distruggersi a vi-
privilegio, e sotto il nome di leg- cenda. Se le leggi non fossero, nep-
gi municipali. Nell'occidente si so- pure esisterebbero diritti, non do-
stiluirctoo certe leggi informi dei veri cittadini, non società, ma tot-
9

^296 LEG LEG


to si troverebbe in confusione. Ma dì si Leggendario (Vedi) il
disse
un bellissimo, erudito e critico Cew- libro che contiene molte leggende
no storico sulle leggi romane^ da raccolte. Si disse inoltre leggenda-
ultimo ce lo diede il dotto e eh. rio anche l'autore di leggende ,

arciprete d. Giacomo Castrucci, o un raccoglitore o compilatore di


prima dignità dell'insigne collegia- molte leggende, auctor historiae
le e matrice chiesa di s. Simeone sanctoruni legendae. Il Garampi
profeta, lettore de'papiri ercolanesi nelle Memorie ecclesiastiche appar-
nel reale museo borbonico, prò» tenenti all'istoria e al cullo della
fessore di diritto in Napoli, ec. h. Chiara di Riminiy e dedicate a
Egli pubblicò colle stampe e dedi- Benedetto XIV, a p. i avverte
cò si utile opuscolo al cardinal che non solo per contraddistinguere
Sisto Riario Sforza arcivescovo di questa antica e genuina istoria
Napoli, in occasione della sua e- della beata, da quelle molte che sono
saltazione alla sacra porpora, fatta state date in luce, volle nel decor-
dal regnante Gregorio XVI a' 1 so dell' opera intitolarla leggenda^
gennaio 1846. Lo divise in tre ma eziandio per uniformarsi mag-
parti, cioè trattò nella prima, del- giormente allo stile e genio comu-
la giurisprudenza romana sotto dei ne di que'tempij ne' quali fu com-
re, e del diritto romano a' tempi posta, quando appunto a simiH i-

de're; nella seconda, della giuris- storiche narrazioni delle gesta dei
prudenza romana durante la re- santi attribuivasi un tal nome. Del
pubblica, del diritto romano dalla che possono consultarsene vari e-
istituzione de* consoli sino alle leg- sempli raccolti nel glossario del
gi decemvìrali, del diritto romano Du Gange, e nel vocabolario della
a' tempi de' decemviri, e del dirit- Crusca. Aggiunge che in questo
to romano dalla pubblicazione del- senso deve intendersi ciò che si
le leggi delle XII tavole sino alla ha del ven. servo di Dio Carlo
fine della repubblica ; trattò nella duca di Bretagna, cioè che erat in
terza, della giurisprudenza romana historiìs et sanctorum palruni le-
sotto gì' imperatori, da Augusto gendisj narrandis et esponendis di-
fino a Costantino il Grande, da Co- ligentissimus, come leggesi nel pro-
stantino fino a Giustiniano I, del- cesso formato nel 1372 per la
l'epoca di Giustiniano I, del di- sua canonizzazione. La storia dei
ritto romano in oriente dopo la santi è in parte il compendio del-
morte di Giustiniano I, e del dirit- la storia del cristianesimo, è la
to romano in occidente dopo Giur* storia delle grandezze di nostra re-
stiniano I. ligione santa e divina nella isti-

LEGGENDA, LibroLegenda. tuzione, nel dorama e nella mo-


di chiesa contenente le letture che rale , è inoltre la storia delle gesta
si facevano dell'uffizio divino, og- di tutti quegli eroi, che la Chiesa
gidì chiamate lezioni. Anche le vi- madre benefica innalzò agli onori
te de* santi e furono
dei martiri degli altari. Le vite de'santi deb-
chiamate leggende,
perchè si do- bono essere lette perchè fanno co-
levano leggere, legenda erant, nella noscere le glorie delia nostra reli-
lezione del mattutino, e nei refet- gione, conviene inoltre sieno at-
tori! delle comunità religiose, quin- tentamente studiate e meditate, co-
LEG LEG 297
me che sono
quelle una scuola ro opmaDO eh* egli non può a-
pratica delle più grandi virtù che vere avuto motivo che di
altro
conducono a Dio, perché fanno conformarsi al gusto che avevano
conoscere in quei fortunati ciò che i greci pel mirabile, vero o falso.
ilcredente deve fare e seguire. Il ven. Bellarmino dice schietta-
Abbiamo dal Bergier, Diz. enei' mente, che Metafraste scrisse al-
clop.y che Agostino Valerio vesco- cune delle sue vite, non come fu-
To di Verona e cardinale, scuoprì rono le cose, ma come hanno po-
una delle sorgenti da cui vennero tuto essere. La Chiesa però non
le false leggende, dappoiché nella obbliga alcuno a credere tutto-
sua opera De rethorica Christiana, ciò che si contiene nelle apocrife
osservò che si usava ne' monasteri o esagerate leggende. Al falso zelo
esercitare i giovani religiosi nelle male inteso, alle imprudenti cre-
amplifìcazioni latine, che avevano dulità, ripararono le immense e
da comporre sul martirio di un sorprendenti fatiche dei Bollandisti,
santo; questa fatica lasciava la e di altri benemeriti e gravi scrit-
libertà di far agire e parlare i tori, come il dotto Baillet, lo spa-
tiranni o i santi perseguitati nel gnuolo Vives, i giornalisti di Tre-
modo che ad
sembrava ve-
essi voux, per non mentovarne altri,
risimile , e si dava loro motivo che nelle loro opere separarono il
di comporre su tal proposito una vero dal falso con lodevole discer-
specie di storia piena di ornamen- nimento e profonde cognizioni, per
ti di pura invenzione. Quantunque cui possono essere consultati eoa
queste opere non fossero di gran sicurezza. F. Melchior Cauo, nei
inerito, furono messe da parte luoghi teologici.
quelle che sembravano le più in- LEGGENDARIO, Legendanwi
gegnose e meglio fatte. Molto tem- sanctorum col-
collectanea^ Vitaruni
po dopo si sono trovate tra i ma- lectio. leggende o di
Scrittore di
noscritti nelle biblioteche de'mona- vite de* santi, ovvero molte leg-
steri ; e com'era difficile dislingue- gende raccolte in un volume. ^.
re questi giuochi di spirito dalle Leggenda. Il numero degli autori
vere furono prese per atti
storie, agiografi, e compositori di leggen-
autentici degni della credenza dei de è grandissimo, ed i più noti
fedeli. Questa sorgente di errore compositori o compilatori o rac-
nella sua origine é stata innocen- coglitori di vite de'santi o leggen-
tissima. Non è lo stesso della me- dariisono i seguenti. Simeone Me-
ditata infedeltà del greco Simeo- che fiori verso l'anno 912,
tafraste
ne soprannominato Metafraste cioè e che fu gran logotete o control-
chiosatore e traduttore, che secon- lore generale delle finanze dell'im-
do i suoi accusatori, per secondare peratore Leone VI il Filosofo, e di
l'invito fattogli dall' imperatore Co- Costantino VI Porfirogenita. Abbia-
stantino Porfirogenita di scrivere mo di lui una raccolta di centoven-
le vite de' santi, siccome uomo tidue vite di santi, mentre le altre
dotto ed eloquente, con deliberato cinquecenlotrentanove che gli si

proposito riempì le vite de'santi attribuiscono non sono sue. Rifor-


di molti fatti immaginari e di mò lo stile delle opere da lui riu-
romanzesche circostanze; altri pe- nite, aggiungendovi fatti poco certi,
«98 LEG LEG
copiandoli senza critica da memo- compilazione fatta con troppa buo-
rie che rinvenne, con troppa cre- na fede. Pietro Caso, Bernardo
dulità, giacche la sua pietà lo Guidone o de Guy, Pietro Natale
scusa dalle incolpazioni dategli o de JVatalibus, ed altri, scrissero
principalmente dal Casaubono di pure leggende meno conosciute. In
avere inventato ciò che narra . generale gli scrittori de' leggendari,
Leone Allazio, Psellus, Niceforo come dicemmo nel precedente ar-
Callisto ed altri fecero 1' apologia ticolo, troppo leggermente ammi-
di Metafraste: i due ultimi si vo- sero le tradizioni popolari, onde
gliono autori di molte vite dei riflette il che ad onta
Bergier ,

santi che diconsi di Metafraste. Il b. che il dispregio che si ebbe per al-
Giacomo da Voragine, autore della cuni leggendari fosse fondato sulla

Leggenda d'oro o aurea, arcivescovo verità, fatalmente però produsse tri-

di Genova^ al quale articolo ne par- sti conseguenze. Col rigettare delle


lammo: suo è il primo leggendario opere in gran parte false, si con-
latino che si conosca ; dopo di lui trasse il gusto di una critica mali-
citasi Flodoardo canonico di Reims gna, puntigliosa, parziale, e sovente
che scrisse in XV libri le vite dei temeraria, che giunse a negare
santi per ciascun mese dell' anno. ogni credenza anche a fatti auten-
Lippomano vescovo di Verona, fio- tici e provati: i protestanti spe-
rito nel i55o circa. Lorenzo Su- cialmente diedero in questo ecces-
rio certosino di Colonia del i570, so, ed anco alcuni de'noslri scrit-
come il precedente, nella scelta tori non ne andarono del tutto
de'materiali usati mostrò poco di- esenti.

scernimento. Pietro Ribadineira ge- Vanno poi altamente encomiati i

suita, taccialo di poca critica e seguenti dotti e critici agiografi o


lodato per la maestria come scrisse : scrittori di vite de'santi ; cioè i

francesi, spagnuoli ed italiani fece- Bollandisti pei loro Ada sanctoruriiy


ro aggiunte alla sua opera, e co- con note critiche e con dissertazioni
me lui attinsero a fonti imperfette. erudite, opera della quale da qual-
Giovanni Capgrave eremitano di che tempo si è incominciato a curar-
s. Agostino, compose una leggenda ne la continuazione. Mabillon e Bul-
<le' santi d'Inghilterra, seguendo una teau che posero in eminente luce i
collezione di vite de' santi molto santi dell'ordine benedettino.LeNaia
anteriore a' suoi tempi, la quale e il p. Touron, a'quali dobbiamo le

pare che fosse il Sanctilogiuni di vite de'santi degli ordini cistcrcien-


Giovanni di Tinmouth monaco di se e di s. Domenico. Tillemont
S.Albano, fiorito nel i366. Anche che ci lasciò eccellenti Memorie
Goscelino monaco, chiamato in In- sulla storia ecclesiastica dei primi
ghilterra da s. Anselmo di Cantor- sei secoli della Chiesa. Il cardinal
bery verso la fine del secolo XI, Orsi che egregiamente dipinse i

scrisse molte vite de' santi, parti- padri principali della Chiesa. Il

colarmente di quelli inglesi. Ce- Ruinart editore degli Acta sincera


sario dell'ordine di Cistello nel marlyrum , che furono tratti dai
principio del secolo XIII scris- pubblici registri o composti giusta
se in dialoghi dodici libri di le relazioni di testimoni di vista e

miracoli e di storie maravigliose ; degni di fede. Stefano Evodio e


LEG LEG 399
Giuseppe Simeone Assemani, che rello nella maggior parte da Giovanni
ci diedero Ada martyrum orienia- Wenzel , non che dal Cleter e dal
liitm et occìdentaliurrif e la Bi' Salomon, sia con elegante semplici-
bliotheca orientale. P. Carlo Mas- tà e precisione, siacon bel chiaro
si ni Raccolta di vite de* santi
, scuro. Seppe ben pene-
il Bigioli
per ciascun giorno dell* anno. Vi- trarsi de' temi che con gusto ita-
gliegas , Il perfetto leggendario liano rappresentò , li rese carat-
della vita e fatti del nostro Si- teristici , espressivi , naturali : e
gnore Gesù Cristo e di tutti i quanto alla distribuzione eva-
santi y Venezia 1734. // sacro rietà delle figure, con sagace e-
leggendario della vita di Gesù conomia ne conseguì reffello. Laon-
CristOy e di Maria Santissima^ e de gì' intendenti dissero, che in
de' santi presso i bollandisli, Ve- queste tavole non si sa cosa più
nezia 1779. D. Giuseppe Brunati, lodare, se la facilità del creare,
Leggendario e vite di santi biascia' l'artificio del comporre i gruppi, o
ni, con note istorico-critìche, Bre- la sicurezza nel disegnare i contor-
scia 1834. Leggendario delle san- ni. Nel 1843 in Roma s'incomin-
te vergini , Roma 1839. Alba- ciarono a pubblicare a parte le
no BuHer, Vite de' padri, dei tavole, con breve descrizione italia-
martiri e degli altri principali na e francese che ne illustra il sog-
sanliy tratte dagli atti originali e getto; ed ivi nel medesimo anno
da' più autentici monumenti. Nel s' intraprese una nuova ristampa
1841 in Roma s' incominciò da dell'intero Leggendario
una società editrice a pubblicare LEGGIO. Strumento di legno,
in dodici volumi // pcfetio leg- : sul quale si sostiene e si solleva il

gendario ovvero vite de'sanli per libro in leggendo e cantando i di-


ciascun giorno delV anno ornato vini ufficii; pluteus, lectrinum, lectO'
ed arricchito di altrettante tavole riunii lectrum, leclreolum, legium,
aie acquarella. Questa opera fu lo- leginum e simili, che derivano tut-
data da diversi giornali letterari, ti da lego, legis. \\ Macri lo chia-

siccome morale, artistica, isterica, ma Leclricìuin, leggìo o pulpito


ed istruttiva, ove quasi in forma sopra del quale si canta il vange-
di galleria sono effigiate le più lo, citando Ruperto, De divin. off.
splendide gesta de' campioni della cap. 26. Altri lo chiamano pulpito
chiesa in XIX secoli fioriti. Riuscì portatile, tripodium^ analogium,
utile e decorosa, avendo compilalo exedra, gradus, tribunal, agnoste-
la maggior parte delle biografie rium, che fa le veci di ambone.
cinquantadue chiari collaboratori, Jo. Cristoforo Vilchius scrisse : De
molti de' quali sono nominati nel ambonibus veteris Ecclesiae, Lipsiae
numero 35 delle Notizie del gior- 1787. Il leggìo ordinariamente è
no di Roma dell'anno i843, oltre di legno di noce, o di legno tor-
quelle ristampate de'migliori auto- nilo e dorato; e suole ricuoprirsi
ri, e perciò vennero encomiate dal con un drappo secondo il colore
pubblico. Le tavole le inventò e corrente del parato, più o meno
disegnò con larga maniera e leggia- ricco, e talvolta ornato di trine di
dria»! pittore Filippo Bigioli, e furo- seta, d'ai'gento e d'oro.
no riprodotte con incisione all'acqua- LEGIO o LEGIONE, Sede ve-
3oo LEG LEG
scovile di Siria nella Galilea, sotto questi medesimi autori che un ta-
la metropoli di Petra, celebre negli le prodigio fosse effetto delle ora-
scritti di Eusebio e di s. Girolamo, zioni de'soldati cristiani; lo stesso
quindici miglia distante da Nazareth. Marco Aurelio lo attestò in una
Città mediterranea
che sorgeva sua lettera che scrisse al senato ,
nella tribù di Zàbulon, tra Sama- che in testimonianza del fatto die-
ria e Tolemaide. Al presente Le- de alla legione Milelina composta
gione, Lengonen o Lengioneriy è di soldati cristiani, il nome d'\ legione
un titolo vescovile in partihiis che fulminante. Siccome pagani attribui- i

conferisce la santa Sede, sotto l'ar- rono il prodigio ai maghi ch'erano


ci vescovato pure in partibus di Ro- nell'armata, nel bassorilievo della co-
di. Siria sacra, p. 283. lonna Antonina fecero scolpire Giove
LEGIONE. Specie di reggimento pluvio, il quale da una parte fa ca-
o di corpo, di cui erano composte dere la pioggia sui soldati romani,
le armate romane, formato di un e dall'altra lancia i fulmini contro
dato numero di fanti, e di minor i loro nemici. Il nome di Legione
numero di cavalleria. Furono di un Tebea poi fu dato ad una legione
differente numero di soldati secon- delle armate romane, che ricusò
do i diversi tempi, talvolta di tre- di sacrificare agi' idoli, e soffrì il
mila, talvolta di quattromila ed martirio sotto gì' imperatori Diocle-
anche di cinque o seimila. Le le- ziano e Massimiano, l'anno di Cri-
gioni composte di seimila uomini sto 3oi. S. Maurizio era il capo
comprendevano dieci coorti ; la della legione Tebea.
coorte cinquanta manìpoli; ed il LEGION D'ONORE, Ordine
manipolo quindici uomini. La qua- equestre. Nel 1789 la repubblica
lità di cittadino romano, che ri- francese abolì tutti gli ordini ca-
chiedevasi in tutti i soldati della vallereschi ch'erano in Francia,
legione, formava la principale dif- cioè dello Spirito Santo, di s. Mi-
ferenza tra questo distinto corpo chele, il reale e militare istituito
e le truppe ausiliarie. Erano loro da Luigi XIV ed approvato da
insegne le figure dell' aquila, del Luigi XV, di s. Lazzaro di Ge-
porco, del capricorno ec. La legio- rusalemme e della Madonna del
ne ebbe origine da Romolo. Della monte Carmelo, del merito mili-
legione fulminante leggesi in Eu- tare istituito da Luigi XV. Pochi
sebio, Hist. eccl. 1. V, e. 5, e ne- anni dopo l'abolizione di tali or-
gli altri scrittori ecclesiastici, che dini, che solevano conferirsi anche
Marco Aurelio in una guerra con- ai militari per ricompensa delle
tro i quadi che abitavano di là dal loro belle azioni e servigi , si co-
Danubio, in un istante trovossì nobbe dal governo la necessità di
circondato colla sua armata da surrogare qualche particolar distin-
questi barbari ; che i suoi soldati zione. Napoleone Bonaparte, uno
tormentati dalla sete, erano per de' primi generali delle armate re-
soccombere e sarebbero periti, se pubblicane, fece decretare ai solda-
non fosse sopravvenuta una tem- ti valorosi de' distintivi consistenti
pesta che somministrò ai romani in guarnizioni d'armi, ed in alui
onde dissetarsi , e scagliò fulmini segnali d'oro e d'argento; indi ap-
sull'armata nemica Aggiungono . pena divenuto primo console, per
-,

LEG LEG Boi


appagar le brame de'mllltari, man- buìre la decorazione a ciascun in-
dò ad efiètto il disegno concepito dividuo, secondo il suo grado. L'im-
di fondare un ordine militare ed peratore Napoleone per sempre piò
equestre, col titolo di Legion d'o- render dignitoso l'ordine da lui fon-
nore, onde premiare i bravi solda- dato, non ne fregiò che il vero me-
ti e i buoni cittadini, creando una rito, tanto tra' militari, che tra'cit-
distinzione fra coloro che avessero tadini e nobili, s' intende già quel-
bene servito la patria. Sulle prime li che per lui parteggiavano. Ma per
l'ordine non si volle approvare dal la breve durata del suo impero,
governo, ma recata la questione al corse pericolo che lo splendore
tribunato, dopo vivi dibattimenti dell'ordine tramontasse ; tuttavolta
restò approvato dalla maggioranza il re Luigi XYIII, tornato al tro-
de' voli. Quindi con decreto con- no de' suoi antenati, con decreto
solare venne stabilita l'istituzione de' 6 luglio 1 8 14 confermò l'dl-di-
dell'ordine della legione d' onore, ne della legion d'onore, però con
decreto che venne pubblicato il 3 diversi cambiamenti, massime nelle
messidoro, anno X della repubbli- insegne cavalleresche, e le pensioni
ca, cioè a' 3 giugno 1802. In esso vennero tolte o diminuite. Nelle
si ordinarono i modi con cui la vicende politiche del i83o, nel
legione doveva comporsi, le cari- nuovo ordine di cose, questo or-
che e l'amministrazione di essa. dine fu conservato e confermato.
Venne statuito un consiglio gene- Il re de' francesi è il capo prin-
rale,che dovea adunarsi una vol- cipale dell'ordine con suprema au-
ta per ogni mese, onde sovrain- torità. L' intera amministrazione
tendere a quanto poteva riguarda- degli affari dell' ordine è affidata
re più adunarsi ogni
l'istituto; al gran cancelliere . Questo or-
semestre per rendere note le nuo- dine si compone di cinque diver-
ve promozioni, e ricevere il giu- se classi, cioè i cavalieri, gli uffi-

ramento dai novelli legionari. Si ziali, i commendatori, i grandi


nominarono un gran cancelliere ed uffiziali ed i gran croce. Il nu-
un tesoriere generale; ogni coorte mero de* cavalieri semplici non ha
della legione ebbe i suoi capi; si alcun limite, e quello degli uffi-
provvide eziandio al tesoro,, alle zialinon può superare i duemila;
ricompense ed agli onori. Divenu- quello de' commendatori non deve
to imperatore Napoleone, nella essere più di quattrocento; quello
cappella degli Invalidi a Parigi, de' grandi uffiziali non può sor-
ricevette il giuramento dai legio- passare i centosessanta; quello dei
nari ch'erano in quella capitale, gran croce non deve trascendere
con gran pompa, a*i4 luglio i8o4, gli ottanta. Va notato, che i prin-
ossia 26 messidoro anno XII. In cipi della famiglia reale e gli stra-
questa occasione il gran cancellie- nieri non sono compresi in questa
re pronunziò un enfatico discorso ultima classe. L' insegna e decora-
dopo il quale i grandi ufficiali del- zione dell'ordine della legion d'o-
la legion d'onore giurarono. Prese nore formasi di una stella a cin-
quindi la parola Napoleone, e tut- que raggi doppi smaltati in bian-
ti i membri dell'ordine giurarono. co, tra l'uno e l'altro raggio vie-
Si venne poscia allatto di distri ne ricorrendo una corona di quer-
3o2 LEG LEI
eia smaltata verde ; nel centro gli altri nelle arti, nelle scienze e
della stella sì vedeva in origine nelle lettere. Per poter diventue
il ritratto di Napoleone da un uffiziale della legion d'onore biso-
lato, coll'ep^grafe: Napoleon Emp. gna essere fino da quattro anni
DEs Fbancais : dall'altro eravi l'a- cavaliere semplice; per essere as-
quila imperiale col moto in giro: sunto grado di commendatore
al
tìoNNEUR ET Patrie. Dopo la rc- conviene aver tenuto per due an-
staurazionede'Borboni, Luigi XVIII ni quello di uffiziale; non si giun-
tolse alla decorazione l'effigie di ge alla dignità di grande uffiziale
Napoleone, e vi sostituì quella del senza prima essere appartenuto per
re Enrico IV, ponendo nel rove- tre anni alla classe de'commenda-
scio i gigli di Francia e conser- tori; finalmente non si perviene al
vando il motto. Nell'indicata epo- grado di gran croce se per lo in-
ca 8el i83o, nella decorazione fu- nanzi non siasi avuta la dignità di
rono levati i gigli, ed invece si grande uffiziale, e sostenutala per
posero due piccole bandiere a tre cinque anni. Tutti i membri della
colori, restando nel resto intatta legione d'onore giurano fedeltà al
questa cavalleresca insegna. La re, e obbedienza alla carta costitu-
stella da una coro-
è sormontata zionale, come pure alle leggi del
na a cui si congiunge il nastro on- regno. All'ordine medesimo furono
dalo di colore rosso, da cui pen- congiunte le case di s. Dionisio
de la decorazione sul petto de'ca- (Fedi)y e i due istituti dipendenti,
Talieri. I cavalieri semplici hanno con cento pensioni, e ottocento po-
la stella d'argento, le altre classi sti gratuiti per le figlie de'cavalie-
)a portano d'oro. I grandi ufficia- ri della legione d'onore. La sopra-
li ed gran croce oltre la
i stella intendente dell'istituto di s. Dioni-
descritta, usano nella parte destra gio, le sei dignitarie, le dodici da-
del petto una gran piastra d' ar- me delia prima classe, le quaranta
gento, di maggiore o minor gran- della seconda, e le venti novizie,
dezza, nella quale è impressa la portano una croce, le novizie di
stella a cinque raggi tramezzati da argento e l'altre d'oro: nello scu-
piccole bandiere a tre colori, ed do è effigiata la Beata Vergine
avente nel centro il ritratto ip bu- assunta in cielo, nel rovescio ewi
sto di Enrico IV, col memorato l'iscrizione dell' ordine. Deve av-
motto intorno: Honneur et Pa- vertirsi, che le sole dame, le quali
trie, Ni uno viene ammesso all'or- per vent'anni abbiano occupato il
dine della legione d'onore, se non loro posto con zelo e diligenza,
che col primo grado di semplice possono viscire in pubblico ornate
cavaliere, salvo un'eccezione espres- della croce.
sa del re, dopo aver e esercitato LEIBNITZ Goffredo Guglielmo.
per vent'anni, in tempo di pace, Uno de'piìi belli ingegni del suo
funzioni civili, o militari in tempo secolo, nacque in Lipsia a* 2 3 giu-
di guerra, con distinzione, o dopo gno 1646, da famiglia nobile, dei
avere resi importanti servigi ai baroni di Leibnitz. Egli mostrò da
cittadini e allo stato, o fatta alca giovane un ardore incredibile per
na azione famosa, o ricevuto gra- lo studio, e lesse avidamente ogni
viferite, o essersi distinti sopra sorta di libri, che trovò nella ricca
LEI LEI 3oà
biblioteca ereditata dal proprio pa- Burcardi. Fu proibita dalla con-
dre. Poeti, oratori, storici, giure- gregazione dell' indice e posta ia
consulti , filosofi, matematici, teo- questo nel 1703. Leibinitz è inol-
logi, a lutto egli applicossi con tre autore di molti scritti di me-
ordine, ed in tutto riuscì mirabil- tafisica, di lettere, ec. sulla filoso-
mente. All'età di cent'anni fu ad- fia, la storia, ec. Telseck in Lipsia

dottorato ad AltorflF, e scrisse mol- pubblicò : Miscellanea Leibnitiana,


te opere in materia di giurispru- Da ultimo iù Parigi nel 184^ col-
denza, e tra le altre un progetto le nitide stampe di Le Clerc fu
per riformare lutto il corpo del pubblicato l'applaudito libro inti-
diritto. Fu consigliere dell' elettore tolato : Leibnizio ec. Systema llieo-

di Magonza , del duca di Brun- logicum ìnscriptum ; edente, mine


swick-Luneburgo, deli* elettore Er- primwn ex ipsissimo auctoris aii-
nesto Augusto, e finalmente consi- tographo, d. Pietro Paulo La Croix.
gliere aulico dell* imperatore. L*ac- LEIGHLIN (Leighlien). Città ve-
cademia delle scienze di Parigi lo scovile d'Irlanda nella provincia di
nominò primo fra i suoi membri Leinster, contea, presso e all' ovest
esteri, e quella di Berlino gli va di Leighlin Bridge. Leighliti si

debitrice della sua fondazione : essa chiama pure Old-Leighlin, Lagli'


fu formata nel 1700 sopra un niuni. La cattedrale, distrutta dal
piano da lui dato, ed egli ne fu fuoco nel 1060, fu ricostruita nel
presidente perpetuo. Morì d' anni 1232. Nel pontificato di Onorio II,
settanta, a' I
4 novembre 17 16, Ab- e verso il 1 1 3o fu eretta la sede
biamo di lui moltissime opere di vescovile; ma nella metà del seco-
ogni genere, tra altre nomine-
le lo XVII, altri con Commanville di-
remo. I." De suprematus ac
jure cono nel 1600, essendo stato il

legalìonis princìpum Germaniae, vescovo sacrilegamente ucciso, la


sotto il nome di Furstener, 1667. sua diocesi che nel secolo XV cra-
1° Coclex jiiris gentium dìploma- si unita a Fernes, passò in ammi-
ticusj con un supplemento a que- nistrazione al vescovo di Kildare
sta raccolta sotto il titolo: Mantissa (Vedi), e d'allora in poi, quantun-
codicis jurìs gentium diplomatici , que le due diocesi non sieno state
con belle e dotte prefazioni, 1693- canonicamente unite, pure di fatto
1700. Queste due opere sono una il vescovo di Rildare si dice anco-

eccellente raccolta di trattali di al- ra di Leighlin. Hachestown è la


leanza, di lettere, d' investiture, e parrocchia di Leighlin. Le diocesi
diplomi non solo spettanti alla di Rildare e di Leighlin sono suf-
Francia, ma anche alla Germania, fraganee della metropoli di Dublino.
e ad altri paesi. 3.° Scriptores LEI RIA (Ltirien). Città con re-
Bnisvicensia illustrantes, eccellente sidenza vescovile del Portogallo,
raccolta per servire alle storie di nella provincia dell' Estremadura
Brunswick Germania. 4-** ^<2"
e di portoghese, capoluogo di Comar-
crosancta Trinìtas per nova im'en- ca, forte città che occupa una
ta logicae defensa. 5." De origine pianura fertile e ben coltivata, ia
francorum disquisitio. 6." Historia amena e salubre posizione, cinta
arcana seu de vita Alexandri VI all'intorno da monti boschivi, ove
PapaCf excerpta ex Diario Jo. rigoglioso cresce l'abete, e dal fìu«
3o4 LEI LEI
me Liz irrigala nella riva destra, cato di Lisbona e poi creò cardi-
fiume che unendosi alla Lena, en- nale. Nel concistoro poi de' 1 6 a-
tra ben presto nell' Atlantico. Ha prile 1846 dichiarò vescovo l'o-
un sobborgo, ed è circondata di dierno monsignor Emmanuele Giu-
mura, non che difesa da un vec- seppe da Costa della diocesi di Vi-
chio castello, che fu un tempo la seu , parroco , vicario generale e
residenza del re Dionigi. Oltre la capitolare di tal diocesi. La cat-
cattedrale vi sono altri rimarche- tedrale, edifizio di magnifica strut-
voH edifizi. Non lunge si trova tura, è dedicata in onore dell' as-

una cospicua Tetriera, o manifat- sunzione al cielo della Beata Ver-


tura considerabile di cristalli, ed gine Maria. Il capitolo si compo-

acque minerali. Fu il detto re che ne di cinque dignità, la prima del-


sulle vicine colline fece piantare le quali è il decano; di undici ca-
gli abeti, onde impedire ai venti nonici prebendati, di sei semi-pre-
di trasportare le sabbie della spiag- bendati, di tredici benefiziati seu
gia sul suolo ubei'toso dell'interno. quartenarios , e di altri chierici
Leiria o Leira o Leria non è l'an- inservienti al coro, oltre il cantore,
tica CollìppOy come lo credettero principale dignità tra i quarlenari.
alcuni autori, ma è possibile essere La cura delle anime della catte-
stata fabbricata coi materiali di drale è affidata ad un canonico,
queir antica città. Alcuni dissero ed ivi è il fonte battesimale. Il

fondata Leiria dal romano Sertorio. palazzo vescovile è ampio e bello,


Il re Enrico la tolse ai mori e essendo situato presso la cattedrale.
fortificolla ; ripresa da essi ritornò Nella città non vi è altra parroc-
di nuovo in potere de'cristiani sot- chia, ma vi sono alcune confrater-
to il re Sancio I del ii85, e fu nite, monasteri di monache con-
la residenza di molti sovrani, come servatorio, ospedale e seminario.
del re Dionigi. Tra i suoi uomini La diocesi contiene quaranta par-
illustri, nomineremo il poeta Lo- rocchie. La mensa ad ogni nuovo
bo Rodrigues Francesco. vescovo è tassata in fiorini otto-

La sede vescovile fu eretta sotto cento trentatre, corrispondenti al-


il regno di Giovanni III, nel i544> l'annua rendita di seimila crociati,

dal Pontefice Paolo III, che la sot- moneta portoghese, seu ad tria fe-
topose alla metropoli ora patriar- re millia scutata romana a gii-

cato di Lisbona, di cui è tuttora bernìo persolvenda. Allorché Pao-


suffraganea. Ne furono ultimi ve- lo III eresse il vescovato, la rendi-
scovi Emmanuele de Aguiar di ta della mensa ascendeva a scudi
Evora, fatto vescovo nel 1790 dodicimila annui.
da Pio VI. Giovanni Ignazio Fon- LEITMERITZ (Litomericen). Cit-

seca Manso della diocesi di Evora, tà con residenza vescovile nella Boe-
fatto vescovo nel 18 19 da Pio VII. mia, capoluogo di circolo, distan-
Il regnante Gregorio XVI,
Papa te dodici leghe da Praga, e quin-
nel concistoro de' 3 aprile i843 dici da Dresda, situata sulla riva

preconizzò vescovo monsignor Gu- destra dell'Elba, che si attraversa


glielmo Henriquez de Carvalho di sopra un ponte parte di pietra e
Coimbra, che in quello de' 24 no- parte di legno. Fortificala e ben
vembre 1845 traslatò al patriar- fabbricata possiede una bella cat-
,

LEI LEI 3t)5

tedrale, diverse chiese, un'acccade- Paolo Zideck, prevosto di Praga,


mia e un ginnasio, ed altri stabi- vicario generale della metropoli,
limenti. Il suo comnaercio vi è at- eletto vescovo di Leitmeritz, ma
tivo, e consiste generalmente in non fu ordinato.
prodotti del suo territorio. Leit- Altri però
sono d'accordo con
nieritz chiamasi pure Leitomeriz e Commanville che la sede
in dire,
Leiitmeritz, Littomischel o Leitomi- vescovile di Leitmeritz fu istituita
chely in latino Litomerium. \\ No- o meglio ripristinata da Alessandro
vaes nella vita di Clemente VI, VII nel i655, ad istanza dell'im-
dice che questo Papa nel i344 peratore Ferdinando III, facendola
eresse Praga in metropoli e la nuovamente sufifraganea di Praga,
badia Leutmeritz de* canonici
di della quale lo è tuttora. Nella ri-
regolari premonstratensi in vescova- pristinazione di questa sede vesco-
to, che dichiarò suo suffraga neo. vile, il primo vescovo di Leitme-
Il capitolo si compone di un ab- ritz fu Massimiliano Rodolfo ba-
bate, di un priore, di un cantore, rone di Scihleimitz, nominato a-
di un custode, di un procuratore, gli 8 luglio del i658, morto nel
e di molti canonici regolari pre- 1675. Noteremo fra i suoi succes-
monstratensi. Ignorasi l'epoca in cui sori, Ugo Francesco conte di Co-

terminò questo vescovato con cle- nigseg consecrato nel 17 11, consi-
ro regolare; ma siccome non si gliere di stato dell'imperatore Car-
trovano suoi vescovi posteriori al lo VI e gran maestro della casa
143 1, così si crede che sia stato di Giuseppe Clemente duca di Ba.
soppresso per la stessa ragione, per viera, elettore di Colonia, che mo-
la quale restò vacante per sì lun- rì nel 1729. Il citato Novaes nel-

go tempo l'arcivescovato di Praga, la vita di Clemente XI narra che


per le turbolenze e per le crudel- nel 17 13 coir usato suo zelo apo-
tà degli ussiti e dei taboriti, che stolico riprese detto vescovo , il
invasero tutta la Boemia. Il pri- quale avendo in diversi modi vio-
mo vescovo di Leitmeritz fu Gio- lata r autorità della santa Sede
vanni ordinato nel i35o, che nel e l'immunità ecclesiastica ^ ed es-
i385 divenne vice-cancelliere del- sendo perciò incorso nelle censure,
l'impero, e poi vescovo di 01- avea osato tuttavia celebrare solen-
miitz. Suoi successori furono, Pie- nemente la messa nella cattedra-
tro Geliton cancelliere di Carlo le di Colonia di cui era deca-
IV re di Boemia^ che mori ve- no; laonde il Papa lo ammonì pa-
scovo d'Olmiitz nel 1 387; Alberto ternamente a correggersi , ed a
conte di Hernberg, fatto vescovo nel provvedere alla sua coscienza sen-
1871, morto verso l'anno i375; za indugio. Giovanni Adamo di
Giovanni marchese di Moravia, ve- Wralislavia conte di Mitrovritz
scovo dopo il 1375, andò poscia alla già vescovo di Konìgsgratz, trasfe-
sede d'Olmiitz nel 1387, quindi fu rito a Leitmeritz nel settembre
fallo patriarca d'Aquileia; Giovan- 1731 da Clemente XII. Ferdinan-
ni Bucca vescovo di Leitmeritz, do Kindermann a Schulstein della
poscia di Olmiitz nel i4'8, am- diocesi, fatto vescovo nel 1790 da
ministratore dell' arcivescovato di Pio VI. Venceslao Leopoldo Chen-
Praga e cardinale, morì nel i43o; mézansky di Koslitz, traslato da
voL. xxxvn. 20
-

3o6 LEL LEM


Cannea da Pio VII nel
in parlìhus Teodoro Lelio vescovo di Treviso,
1802. Questo Papa nel 181 5 gli nel 1468 a' 21 novembre fu da
diede per successore Giuseppe Fran- Paolo II creato cardinale, ma non
cesco Hurdalck della diocesi di Ko- ebbe tempo di vestire la sacra por-
iiigsgralz; e nel 1823 nominò ve- pora involatagli dalla morte, a cui
scovo Vincenzo Edoardo Milde di assistè lo stesso Papa, con paterni

Moravia. Questo prelato venendo dal suggerimenti al passo estremo. li


Pontefice regnante Gregorio XVI cardinale lasciò alcune opere che
traslato alla metropolitana di Vien- fanno testimonianza del suo sapere.
na, medesimo Papa nel conci-
il Il Ciacconio scrive che la dignità

storo de' 2 luglio i832 preconiz- cardinalizia tenne Teodoro per die-
zò l'odierno vescovo monsignor A- cinove mesi ; il Panvinio conviene
gostino Hille, nato in Sconau dio- cl^e fu fregiato di tal dignità; l'U-
cesi di Leitmerilz, canonico della ghelliche nell' Italia sacra parla
cattedrale. a lungo di lui, dice espressamente,
La bella cattedrale, di mediocre che bramò ma non ottenne la por-
grandezza e di recente struttura, pora cardinalizia.
è dedicata a Dio, in onore del pro- LEMMAJNDA o LEMANDA. Se-
tomartire s. Stefano. 11 capitolo si de vescovile che alcuni assegnano
compone della prima dignità del alia Libia Pentapoli, e Comman-
decano, della seconda dignità del ville sotto il patriarcato d'Alessan-
preposto, di sei canonici residen- dria; è la metropoli di Cirene, e-
ziali, di sei onorari , oltre le pre- retta nel V secolo. Ne furono ve-
bende teologale e penitenziaria, ed scovi Erone e Nasca.
altri preti e chierici addetti al di- LEMNO LEMNOS. Sede ve-
o
vino servigio. La cura d'anime scovile della prima Macedonia, nel-
nella cattedrale pel decano la di- l'esarcato del suo nome, nell' isola
simpegna un prete; in essa vi è dell'Arcipelago, nel governo turco,
il battisterio, e tra le reliquie si e nel sangiacato di Metelino, chia-
venerano i corpi di s. Vittorino mata ancora porto
Stalimene.
11

vescovo e martire , e di s. Felice Paradiso, e ilAntonio la


porto s.

martire. L'episcopio situato presso dividono in due penisole unite da


la cattedrale è un edifizio ampio un istmo. Il capoluogo dell' isola
e conveniente. Nella città vi è un'al- di Lemno porta lo stesso nome ed

tra parrocchia con fonte ha Itesi anche Myrina. Questa antica isola
Hìale j due conventi di religiosi, ed del mare Egeo era primieramente
il seminario cogli alunni. La dio- abitata dai pelasgi o sintii, popoli
cesi è vasta e contenente molli della Tracia. Divenne celebre pel
luoghi, castelli e parrocchie. I frut- suo laberinto, e per la favolosa fu-
ti della mensa ad ogni nuovo ve- cina di Vulcano, quivi forse situa-
scovo sono tassati ne' libri delia ta dai poeti, perchè vuoisi che i
camera apostolica in fiorini quat- suoi abitanti fossero stati i primi
trocento cinquanta, dicendosi ascen- a fabbricare le armi. Le fu pur
dere r annua rendita a fiorini dato il nome di Aethalia o bollen-
12,000 moneta di quelle parti, te. Divenne anche famosa nell'an-
senza aggravio di alcuna pensione. tichità pel soggiorno fattovi dagli
LELIO Teodoro , Cardinale. argonauti, e per quello di Filolte-
LEM LEM 3o7
(e abbandonatovi ferito in un pie- attualmente villaggio dello stalo di
de dai greci, che andavano all'as- Tunisi ; ma non si sa perchè la
sedio di Troia. In progresso slette lettera di detto Pontefice agli afri-

sotto dipendenza delia provincia


la cani, colla data deiranno 386, non
d'Asia. Fu presa dai persiani sot- sia stala ammessa che nel ^\^.
to Dario, e dipoi fu assoggettata Mansi t. II, col. 25 òeW Jppen-
da Milziade. Sotto il basso impe- dice.
ro appartenne ai veneti, che fu- LE-MANS (Cenomanen). Città
rono obbligati di cederla a Mao- con residenza vescovile di Francia,
metto li; indi la ripresero, e nel capoluogo del dipartimento della
1 657 dovettero abbandonarla ai Sarthe, di circondario e di tre can-
turchi. Quanto alla sede vescovile, toni, distante cinquantaquattro le-
Commanville la dice eretta nel IV ghe da Parigi, situata sopra una
secolo, sotto la metropoli di Filip- collina, vicino al confluente della
pi, e che nel IX divenne metro- Sarthe, che si attraversa sopra due
politana onoraria senza sufFraga- ponti antichissimi, un poco al di
nei. Nel concilio di Nicea v' inter- sopra del confluente Aune. Vi dell'
venne Strategio vescovo di Lemno, sono dei tribunali di prima istan-
tra i vescovi della provincia delle za e di commercio, una direzione
isole Cicladi conseguenza
, e per dei demani, una delle contribuzio-
sotto la metropoli di Rodi. He- ni indirette una conservazione
,

jìhaestia era anticamente la sede delle ipoteche^ ed una camera con-


del vescovo, il quale, dacché fu ro- sultiva di manifatture; è pure ca-
vinata, stabilì la sua dimora nel poluogo dell'undecima conservazione
monastero di s. Paolo. Hephacstla forestale. Assai estesa trovasi bella-
posta nella parte orientale delTiso- mente situata in gran parte sopra
Ja ne fu la capitale, e si crede cor- un colle ; la porzione che sta sulla
rispondere air odierna Stalimene, riviera è antica e mal fabbricata.
Lemno o Myrina. Silvano vescovo Le case fabbricate in pietra sono
diLemno approvò i canoni in Trul- coperte di lavagna, bellissimo so-
lo , quanto agli altri vescovi di pra tutto essendo il quartier nuo-
Lemno, fino a Joannice o Giovan- vo. Fra le piazze pubbliche è os-
nice, che sedeva nel 1 721, si può servabile quella de' mercati, vastis-
vedere il p. Le Quien r\e\\* Oriens sima ed assai bella. Sonovi due
christ. t. I, p. 95 r. passeggi, l'uno detto de' Giacobini,
LEMPTA o LEMPTE, Lepth i cui viali in anfiteatro presentano
parva. Luogo rovinoso della Bar- un bel colpo d' occhio , e l' altro
beria, già città del regno di Tu- chiamato il Cancelliere, che si esten-
nisi, sul Mediterraneo, un poco al de sulle rive della Sarthe, ed cui i

sud dalla baia diHammamet. Sem- viali formano una specie di labe-
bra che il concilio chiamato dal rinto. La cattedrale è un bellissi-
p. Labbé de Telepta, dal p. Anto- mo monumento di architettura go-
nio de Tela, da Ferrando deZelda^ tica, incominciato nel IX secolo, e
tenutosi nel 4 '8, e nel quale i ca- terminato nel XVI ; la torre ha
noni fatti in Roma dal Papa s. duecento piedi di altezza, e con-
Sirici© , furono approvati , debba tiene un orologio che è un capo
chiamarsi de Lempta, città celtica, d'opera. Si osserva pure il paiaz-
, ,

3o8 LEM LEM


zo della prefettura, quello della XV XVI, e la fame nel XVI!.
e
città, ed il teatro, uno de* più belli Avendo abbracciato il partito del-
della Francia. Questa città ha diver- la lega sotto Enrico III ed Enrico
si stabilimenti, come il collegio co- IV, questo ultimo l'assediò e la
munale , la società di agricoltura fece capitolare ; il duca di Beau-
scienze ed arti, la società reale del- fort voleva impadronirsene pel prin-
le arti con una biblioteca, un ga- cipe di Condé e pel parlamento;
un mu-
binetto di storia naturale, ma il governatore de Gevres la
seo di pittura una pubblica bi-
, sostenne sotto l'obbedienza del re.
blioteca con più di 4ij000 volumi Il IO dicembre 1798 l'armata van-
e 700 mss., e due altre minori deista rientrò nella città, ma fu
l'una nella prefettura, l'altra nel scacciata tre giorni dopo dai re-
palazzo dì giustizia; due ospedali, pubblicani; il i5 ottobre 1799.se
una società di carità materna ec. ne impadronirono i sciovani. Mal-
Vi sono fabbriche considerabili grado tante sciagure, oggi Le Mans
laonde corrispondente è il suo at- è in uno stato assai prospero.
tivo commercio. E patria di pa- La sede vescovile fu eretta nel
recchi uomini illustri, tra' quali no- terzo secolo, o nell'anno 3oo come
mineremo il conte di Tressan, De- dice Commanville, suffi'aganea della
nisot pittore e poeta, dei matema- metropoli di Tours, di cui lo è tut-
tici Laray e Marsenne, dello scul- tora. Questa sede pretese di essere
tore Pilon, di Giacomo le Pellet- proto-trono, non solo perchè la cit-
tier, di De la Croix du- Maine, ec. tà era la prima nelle Notizie an-
Le Mans, Suindinum o Vindi" tiche, ma ancora perchè il Papa
nuniy poi Cenomaniy Cenomania o accordò il pallio ad un vescovo di
civitas Cenomanorum era il capo • , Mans nell'anno 685. Questa illu-
luogo degli Aulerci Cenomani, e stre sede fu occupata da ottantu-
e del Basso-Maiese. È una delle no vescovi, tredici de' quali sono
più antiche città della Gallia Cel- venerati per santi , due cardinali
tica, e doveva essere considerabile ed un altro nominato a questa di-
sotto i romani, pel gran numero gnità premorì. Il primo vescovo di
di antichità che si trovarono tan- Le Mans è opinione comune che
to nel suo circuito che nei dintor- sia stato s. Giuliano; non sono
ni. Al tempo di Carlo Magno, era d'accordo gli scrittori quanto all'e-
una delle città le più grandi e ric- poca in cui governò, che pare ver-
che dell'impero. Nei secoli IX e X so la fine del secolo III, ed ebbe
fu saccheggiata dai normanni ; nel in successori s. Turibio, s. Parac-
XI sofferse in conseguenza delle elo o Parazio, e nel 34B s. Libo-
guerre del conte di Angiò e del rio che fondò molte chiese e le
duca di Normandia, e nel 109^ provvide abbondantemente di tutto
fu onorata dalla presenza del Pa- il bisognevole, morendo nel 897.
pa Urbano II ; nel XII fu incen- Indi divennero vescovi s. Vittore,
diata; Guglielmo il Conquistatore s. Vittorio, s. Principio, s. Inno-
la prese nel XIII secolo, e vi fece cenzo, è s. Donnolo che fu uno
costruire un che fu demo-
castello, de' più grandi vescovi de' suoi gior-
lito nel 161 7 dal conte d'Auver- ni : egli fondò l'abbazia di s. Vin-
gne ; la peste la desolò ne' secoli cenzo di Le Mans, in cui mise dei
,

LEM LEM 3o9


monaci fervorosi, e terminò quella che vi fondò un collegio, e morì
di s. Giorgio cominciata dal pre- santamente. Nell'anno ii88 fu te-
decessore. Fondò ancora un mo- nuto un concilio o piuttosto un'as-
nastero ed un ospedale tra Baugé semblea a Le Mans per fare una
e la Sarthe, e morì nel 58 1. Do- crociata. Il re d'Inghilterra Enrico

po la morte di Caldegisillo che Il ordinò in quel concilio, che tutti


avea governato da mercenario que- i suoi sudditi regalerebbero in quel-
sta chiesa, nel 586 fu eletto a suc- l'anno la decima parte delle loro
cedergli s. Bertranno, il quale fab- rendite e delle loro suppellettili,
bricò e dotò un gran numero di pel soccorso di Terrasanta. 11 p.
ospedali, e fece costruire e restau- IVIansi nel Sappi, alla collezione
rare molte chiese: credesi che mo- de^ concilii t. II, col. i o4 1 par-
,

risse nel 6a3. Duodecimo vescovo lando di un concilio di Mans del


fu s. Caduindo irlandese o france- 1237, dice non essere ben certo
se, eletto nel 625 ; restaurò parec- che quel concilio sia stato celebra-
chi monasteri, anche nella discipli- to ; ma che però avvi luogo a sup-
na, e fondò quello di Evron, mo- porre che sia stato tenuto , come
rendo nel 653. Neir832 fu fatto apparisce da due lettere, indirizzate
vescovo s. Aidrico, già primo cap- a Juello o Juvello arcivescovo di
pellano e confessore dell' impera- Tours e riferite dal p. Mar tene
tore Lodovico I il Pio. Quando il l'una nel t. VII de' suoi Monumen-
re di Francia Carlo il Calvo sog- ti antichi, l'altra nel t. III degli
giornò in Le Mans per ivi opporsi Aneddotij la prima dell'abbate di
alle scorrerie de* normanni, s. Ai- Marmoutier, che manda le sue scu-
drico Io pregò rimediare ad alcuni se per non potervi intervenire, col
abusi che commettevansi contro il pretesto di affari pressanti e spino-
culto divino e la podestà reale. Sì sissimi ; la seconda di W
riunirono perciò i vescovi neir843 arcidiacono di Penthievre,il quale

nel borgo di Coulaine, vicino ai prega il medesimo prelato di non


sobborghi di Le Mans, e fecero al- imputrrgli a colpa la sua assenza,
cune decisioni, che trovansi nella essend( si ammalalo gravemente in

raccolta de* concilii t. XXIII, ediz. cammino. Nel i5i i fu tenuto altro
reg. Aidrico stabilì un' esatta di- concilio in Le Mans, Gallia christ.
sciplina nel suo clero; questo il t. VI,
p. 249.
recò a fare una raccolta di cano- Questa sede vescovile fu soppres-
ni tratti dai concilii e dalle decre- sa pel concordato fatto da Pio VII
tali de'Papi, sotto il nome di Capi- colla repubblica francese nel 1802,
tolari d' Aidrico, monumento di cui onde ne fu ultimo vescovo France-
se ne compiange la perdita. Egli sco Gaspardo de Jouffroy Goussans
morì neir856. Quanto agli altri di Besangon, dichiarato vescovo da
vescovi di Le Mans potrassi con- Pio VI nel 1778. Però nel 1817
sultare la Gali, chrisl. tom. II, dal medesimo Fio VII fu ristabi-
par. I, pag. 5i2 e seg., e Claudio lito il vescovato di Le Mans pel
Roberto nella serie di questi ve- concordato conchiuso con Luigi
scovi : solo nomineremo i cardinali XVIII; laonde questo Papa nel
Teobaldo de Luxembourg del i474> concistoro de' 21 febbraio 1820
ed il suo figlio Filippo del i49^>" preconizzò in vescovo Claudio Mad-
3io LEN LEN
tlalena de la Myre-Mory di Pa- gire e vivere liberamente. Errò a
rigi,a cui Pio Vili nel 1829 die- lungo nella Germania e nei Paesi
de in successore Filippo Maria Te- Bassi, finche fissò la sua dimora
resa Guidone Canon di Renues. in Parigi, ove si famigliarizzò col-
Per sua morte il Papa che regna la Bastiglia e colle altre prigioni.
Gregorio XVI, nel concistoro de'20 Giunto all'età di ottantadue anni, pe-
gennaio i834, nominò l'attuale ve- ri miseramente sul fuoco nel genna-

scovo monsignor Gio. Battista Bou- io 1755. Abbiamo di lui un gran


vier, nato in Saint-Charles, diocesi numero di opere, tra le altre, i.**

di Le Mans, già superiore del se- Una edizione del Nuovo Testamen-
minario, vicario generale e capi- to in latino, con delle note stori-
tolare. La cattedrale,, antico ed am- che e critiche, 1708. 2.° Un'edi-
pio edifizio, è dedicata a Dio in zione del Rationariiim temporuni
onore di s. Giuliano, mentre anti- del p. Petavio, Parigi 1708. 3."

camente era sotto V invocazione di Commentario di Dupuis sul trat-


s. Pietro. II capitolo si compone di tato della libertà della chiesa gal-
tre dignità, la prima delle quali è il licana^ Parigi 1715. 4'° Confuta-
decano, di nove canonici compreso zione degli errori di Spinosa^ dì
il penitenziere, oltre diversi canoni- Fenelon^ di Lami e Boulainvìlliers.
ci onorari ed i pueri de choro pel 5.° Trattato istorìco € dogmatico
servigio divino. JVella cattedrale vi sulle apparizioni e visioni^ ij5i.
è il fonte battesimale, il canonico 6." Raccolta di dissertazioni sul
arcipiete fa le funzioni di parroco, medesimo soggetto,1752. 7.° Trat-
e si venerano tra le insigni reliquie, tato storico e dogmatico sul segreto
molli corpi de' santi vescovi di Le della confessione, 1738. 8, Diurno '^

Mans. Il palazzo vescovile è alquan- romano tradotto in francese col la-


to distante dalla cattedrale. Oltre tino a fronte, Parigi 1705. 9.°
questa nella città vi sono altre quat- Metodo per is indiare la storia, con
tro chiese parrocchiali co* rispettivi un catalogo de' principali storici,
battisteri, i fratelli della dottrina 1734. IO." Metodo per istudìare
cristiana, un grande ospedale ed la geografia. 11." Imitazione di
un magnifico seminario con cento- Gesù. Ciisto tradotta in francese.
cinquanta alunni. La diocesi è vasta 12.° Principii della storia per l'edu-
e contiene cospicue città e luoghi. cazione della gioi'entìi. i3.° Ta-
Ogni nuovo vescovo è tassato nei volette cronologiche della storia u-
flutti della mensa, dai libri della niversale sacra e profana, ecclesia"
camera apostolica, in fiorini trecen- stica e civile, dalla creazione del
tosettanta. mondo sino all'anno l'J^^- i4-"
LENGLET DUFRESNOY Ni- Laetantii Fi rmiani opera, 1748. i5."*
cola. Nacque a Beauvais a'3 otto- Storia di Giovanna d'^Arco, l'jSZ.
bre 6." Piano generale e
1674, e nel seminario di s. 1 della storia
Maglorio prese gli ordini sacri. Da particolare della monarchia fran-
questa epoca la sua vita fu un cese, Parigi 1754; oltre /nolte al-
tessuto di sventure, ch'egli provo- tre opere di ditferente genere. Di
cò colla sua penna caustica e col- molte delle mentovate furono fat-
la smania d' indipendenza. Esso te diverse edizioni altre veimero ,

pretendeva di scrivere, pensare, a- tradotte in ahri idiomi. Tutte le


LEN LEN 3ii
opei e Lenglet abbondano
di di dovizia di beni ecclesiastici , volle
dotte indagini, siccome dotato di pagare lutti debiti del defuntoi

menjoi'ia prodigiosa , di vasta e suo padre, quantunque non avesse


svariata erudizione. Aveva uno spi- adito all'eredità. Dopo essere inter-
rito vivo e focoso, il suo conversa- venuto nei conclavi di Gregorio
re era aninialo e ricco di aneddoti, XV, ed Urbano Vili, in età di
possedeva una meravigliosa facilità cinqualtro anni morì in Roma nel
di scrivere sopra ogni argomento, 1627, ed ebbe sepoltura nella sua
con stile franco e mordace che non basilica, ove fece costruire una cap-
risparmiava alcuno, e che gli atti- pella in onore di s. Gio. Battista,
rò tante cattive vicende. ed a cui lasciò una croce, con can-
LENI Giovanni Battista, Car- dellieri e vasi d'argento. Le pro-
dinale. Giovanni Battista Leni pa- prie sostanze le assegnò alla chiesa
trizio romano , resosi interessante di s. Carlo a' Catinari, per mezzo
per l'attinenza del sangue che lo delle quali magnificamente
si potè
congiungeva al nipote di Paolo V, ortìare ed abbellire quella sontuo-
cardinal Scipione Borghese, a cui sa chiesa, e costruirsi la superba
nel sembiante non poco rassomiglia- facciata. Fu questo cardinale uo-
Ta, fu nel 1608 da detto Papa mo di poche ma supplì a
lettere,
promosso al vescovato di Milelo, questo difetto coU'illibatezza di spec-
ed a' 24 novembre lo creò cardi- chiati costumi, incomparabile one-
nale prete del titolo di s. Cecilia, sta e onoratezza,
e protettore de'canonici regolari del LEiVOiN COURT (di) Roberto,
ss. Salvatore , e de* minimi. Nel Cardinale. Roberto di Lenoncourt
161 1 il Pontefice lo trasferì alla o Leoncourt, così detto dal suo
chiesa Ferrara ove celebrò il
di feudo posto ne'confini del ducato
sinodo, incominciando un lodevole di Lorena, nobilissimo francese, per
governo. Tutta volta fu in continue santità e dottrina chiarissimo, es-
controversie col clero e col capito- sendo priore dell'abbazia della Ca-
lo di Ferrara per materie benefi- rità dell' ordine cluniacense sulla
ciali, come ancora mosse lite con- Loira, indi abbate di Barbella o
tro alcuni de'principali di quella Sacroporto, fu da Paolo III nel
città, legittimi possessori di molte i535 fatto vescovo di Chalons,,
decime, comprate anticamente dai che poi nel i55o rinunziò al nipo-
loro maggiori, con che disgustò non te Filippo; venne quindi trascelto
poco la città, ed egli medesimo fu al ministero di ambasciatore di
sempre in travaglio. Nel 16 16 in- Francia presso l'imperatore Carlo
trodusse i teatini, i frati del ter- V pel ducato di Gheldria, e ad
zo ordine di s. Francesco, e gli istanza del proprio sovrano, Paolo
agostiniani scalzi in Ferrara. Per III a' 20 dicembre i538 lo creò
rinunzia del cardinal Borghese fu cardinale dell' ordine de'preti col
fatto arciprete della basilica Late- titolo di s. Anastasia, dal quale
ranense, di cui nell'anno santo del successivamente passò sotto Pio IV
giubileo del 1625 aprì e chiuse nel i56o al vescovato di Sabina,
la porta delta santa, ed alla qual Già nel i55i avea ottenuto da
basilica in morte lasciò considera- Giulio III in amministrazione la
bih doni. Essendo provveduto a chiesa di Metz, e da Paolo IV nel
3i2 LEN LEN
i556 quelle di Autun, Ambrum silio, non senza esagC"
e Girolamo,
ed Arles, e dallo stesso Pio IV razione notabile. Nel i562 gli u-
nel detto anno quella di Tolosa. gonotti ne abbatterono il mauso-
Col favore del cardinale i francesi leo, ed empiamente bruciarono e
nel i552 s' impadronirono della gettarono al vento le ceneri del
città di Metz, nel quale anno egli cardinale.
intimò r assemblea generale del LENONCOURT (di) Filippo,
clero, da tenersi in un certo deter- Cardinale. Filippo di Lenoncourt,
minato giorno. Essendosi sparsa in nato nel castello di Cupeuray
Roma la voce di sua morte, il presso Parigi, dal conte Nanteville-
cardinal Carlo di Lorena, che con Haudovin della diocesi di Meaux,
regresso avea a lui rinunziata la natura tale leggiadria di
«sorti dalla
chiesa di Metz, rientrò al possesso aspetto ed eleganza di persona, che
del suo vescovato j lo che saputosi venne detto comunemente il bellissi-
da Lenoncourt, rinunziò spontanea- mo tra cavalieri francesi. Provveduto
mente il governo di quella diocesi, fino da giovinetto di tal numero di
tanto più che per le sue abituali abbazie, che fecero dire agli autori
infermità era divenuto inabile alle della Gallia Christiana, t. XII, p.
funzioni episcopali. Fabbricò nel 338: sacerdotiorum mole oneratus,
monastero di Reims il sepolcro di quani ornatus, accompagnò il cardi-
s. Remigio con tanta eleganza, nal Roberto suo zio nel viaggio di
splendidezza e magnificenza , che Roma. Tornato in Francia fu pro-
destò l'ammirazione della Francia, mosso da Giulio III nel i55o al
e riuscì uno de' più belli monu- vescovato di Chalons, rinunciatogli
menti del regno. Intervenne a dallo zio, quale dimise dopo sei an-
quattro conclavi, e mori nel i56i ni. Trasferito nel i56o da Pio IV
in Metz, universalmente compianto a quello di Auxerre, dichiarato re-
per le sue egregie virtù e preclare gio consigliere, e nel 1579 ^^^^^
azioni, per le quali restò la sua commendatore dell'ordine dello Spi-
memoria in benedizione. Fu sepol- rito Santo, fu spedito dal proprio
to nella cattedrale di Metz, nella sovrano ad Enrica III re di Navarra,
cappella da lui fondata e alla qua- affine di esortarlo energicamente a
le assegnò convenevole dote come voler abiurare l'eresia, ed abbrac-
narra il Ciacconio; ma il Fieury ciare la cattolica religione, per po-
ed i Sammartani scrivono che il ter poi senza contrasti succedere
di lui cadavere fu trasferito nel- alla corona di Francia ; ma non
l'antica sua abbazia o priorato potè ottenere cosa alcuna da quel
della Carità. Tra le doti che mi- principe, sebbene per parte del re
rabilmente risplendettero in questo di Francia gli facesse considerare
cardinale prevalsero la pazienza, tutte le difficoltà che avrebbe in-
la benignità e la modestia, onde contrale se non dichiaravasì catto -

il Petramellara enfaticamente, più lieo. Ma Enrico III altro non ri-

oratore che storico, lo somigliò a spose che : ciò che non farà la re-
Giobbe nella sofferenza, a s. Egi- ligione farà la spada j e con tale
dio nella dolcezza, al Papa s. Aga- risposta se ne tornò in Francia.
pito I nella gravità, e per l'umiltà Indi ebbe ordine di trasferirsi a
e la dottrina ai ss. xVmbrogio, Ba- Roma nel 1 586 per affari pubbli-
j

LEO LEO 3i3


ci della corona. Sisto V 1' onorò quel masso col piccone. Alcuni an-
di sua benevolenza, e ad istanza ni dopo fu costretto ricevere dei
di Enrico III re di Francia, a' 17 discepoli, che abitarono in alcune
dicembre lo creò cardinale prete cellette disposte intorno la sua.
del titolo di s. Onofrio, non però Finalmente dopo ventidue anni di ri-
arcivescovo di Reims come col Ciac- tiro, prevedendo il suo fine, doman-
conio scrissero ag-
altri. Quello dò il santo Viatico , che gli fu
giunge che nel i588 il cardinale amministrato da s. Gregorio ve-
intervenne all'assemblea degli stati scovo di Tours, e morì in una
tenutasi in Blois, nella quale segui domenica di quadragesima dell'an-
la strage memorabile del duca e no 593. S. Gregorio di Tours
del cardinale di Guisa, contraddetto che ne scrisse la vita, racconta
dal Petramellara ; ma i Sammar- parecchi miracoli operati da que-
tani convengono col Ciacconio. Mo- sto servo di Dio. Celebrasi la sua
ri il cardinale nel 1592 in Roma festa ai 18 gennaio.
in età d'anni ; ed
sessantacinque LEOBAZIO (s.), abbate in Tu-
ivi ebbe sepoltura, quantunque al- rena. V. Orso (s.).
cuni pretendono che il corpo fos- LEOBEN o LEUBEN (Leobien).
se trasportato a Reims, e che a- Città vescovile della Stiria supe-
tomba
vesse la nella cappella della riore nella Germania, nel circolo
Madonna. dell'Austria, giace sulla riva destra
LENZUOLI BORGIA Roderico, del Mur o Muhr. Vi risiede una
Cardinale. V. Alessandro VI Papa. alta amministrazione delle sue nu-
LEO V. (s.). Monte Feltro. merose miniere, pel ragguardevole
LEOBARDO o LIEBARDO (s), traffico che ivi si fa del ferro, bi-
rinchiuso di Turena. Nacque in tume e carbone fossile: il bitume
Alvergna, e studiò umane lettere in fossile è nerissimo , lapis thracius.
pubblico collegio, addimostrandosi Nelle sue vicinanze era la famosa
sempre inclinato alla pietà e alla abbazia di Goss delle fanciulle.
divozione. Per aderire ai desiderii Nel 1692 fu saccheggiata dall'ar-
de'suoi genitori stava per prender civescovo di Salisburgo e da Otto-
moglie, quando la subitanea mor- ne di Baviera. Sebbene il vescovo
te dei medesimi sconcertò la cele- non vi risieda, dà il suo nome
brazione del maritaggio. Nell'anno e titolo di sede vescovile di Leo-
571 abbandonò il suo paese , e ben o Leuben. La residenza in
passata la Loira, andò a chiu(lersi vece del vescovo è in Goss o
vicino alla badia di Marmoutier, Goess, grosso borgo della Stiria in
in una celletta scavata sotto una riva al Muhr sulla parte destra
roccia. La sua applicazione alla let- con sontuosa catfedrale cui è an-
tura e alla meditazione della santa nesso il palazzo del vescovo; questo
Scrittura gli fece più fortemente borgo da Leoben è discosto per u-
sentire le verità di cui Iddio ave- na lega al sud. Leoben possiede
va già gittato ì semi nel suo cuo- belle caserme, magazzini da sali,
re. Ai digiuni, alle veglie, alla pre- e fucine importanti. Acquistò Leo-
ghiera, accoppiava il lavoro delle ben celebrità pei preliminari del
mani, il quale consisteva o nel co- trattalo di pace di Campoformio,
piare \ libri S9pti, e nello scavare tra gli austriaci ed i francesi^ se^
3i4 LEO LEO
guati nel 1797 dall* arciduca Car- tore. Furono inseguito fatte delle

10, e dal generale Bonaparte. ricerche dai ministri pontificii per


L'imperatore Giuseppe II nel tì- secondare le suppliche dell'arci ve-
sìtare le città e luoghi de'suoi do- scovo, e si da essi, che
convenne
minii austriaci , trovando la città Pio VI dovesse fare l'erezione del
di Leoben ed altri luoghi ad essa vescovato nuovo , concederne la
soggetti, dipendenti in spiritualibas nomina all' imperatore, ed all'arci-

dall'arcivescovo di Salisburgo, pen- vescovo T istituzione e consecrazio-


sò di liberarli colla città dalla ec- ne del nuovo vescovo. Quindi fu
clesiastica giurisdizione di tal pre- scritto all' arcivescovo che il Papa
lato, che voleva escludere da tutte sarebbe condisceso a concedergli
le parti dell' impero d' Austria, e l'istituzione e consacrazione di tal
restringere l'esercizio della sua giù- nuovo vescovo^ qualora da sua
risdizione al suo territorio. A tale Fintila si fosse eretto il vescovato,
effetto risolvette di fare erigere Leo- sopra di che era necessario farsi
ben in vescovato, con assegnargli la supplica. Rispose l'arcivescovo,
per diocesi quel territorio, ed al- che volentieri avrebbe obbedito se
tri luoghi del suo temporale do- avesse avuto ordine dall'iraperato-
minio austriaco, e di nominare re di far simile istanza , la quale
ancora il vescovo per governarli, per altro spettava non ad esso, ma
L'imperatore palesò la risoluzione all' imperatore, che bramava tale
a monsignor Girolamo CoUoredo vescovato senza intenzione e volon-
arcivescovo e principe sovrano di tà sua. I ministri pontificii invita-
Salisburgo, insinuandogli di erige- rono il nunzio di Vienna perchè
re Leoben in vescovato, confor- ne parlasse all' imperatore ma ,

me avevano fatto i suoi predeces- questi determinato nel suo primo


sori , che avevano eretti quattro sentimento nulla rispose. E però
vescovati ne' secoli precedenti. Si dal Papa fu replicata altra lettera
oppose l'arcivescovo, manifestando all' arcivescovo , ordinandogli di
a Giuseppe II i motivi pei quali nulla operare su tale oggetto, e di
non poteva aderire. Ma cesare fer- astenersi da ogni passo ulteriore,
mo nella sua volontà, tanto re- Nel tempo stesso il nunzio tornò
plico e scrisse energicamente all'ar- ad insistere presso T imperatore,
civescovo, che 1' obbligò a secon- acciò domandasse l' erezione del
darlo. L'arcivescovo pertanto tutto vescovato e la nomina del vesco-
manifestò al VI con
Pontefice Pio vo. Nulla fece cesare, bensì l'ar-

lettera di esponendo
agosto 1785, civescovo si astenne da ogni atto.
a sua Santità di essere a lui ben Allora Pio VI scrisse altra lettera
noto quanto aveva operato per al prelato, colla quale gli concesse
opporsi alla volontà di Giuseppe 1' istituzione e consecrazione del
11, alla quale finalmente trovavasi nuovo vescovo di Leoben, incul-
costretto cedere per evitare ogni candogli che procurasse che l'ere-

pregiudizio a danno alla sua chie- zione della sede vescovile si facesse
sa, e a sé medesimo. Supplicò dal Papa.
quindi il Papa a degnarsi conce- Non fu possibile di ottenere l'in-
dergli la facoltà necessaria per a- tentOj per cui avendo l'arcivesco-

derire alla risoluzione dell'impera- vo nuovamente supplicato Pio VI


LEO LEO 3i5
di tale erezione da farsi da esso^ scovo che delle dignità e canonici
e vedendo ancora Tiiiiperatore sem- del capitolo, il quale cosi venne
pre determinato a non domandar- formato. » In dictu
porro cathe-
la, scrisse un breve a mezzo del drali ecclesiae Leobiensi unum vi-
segretario de' brevi a' principi a* 17 carium generalem, qui post ponti-
marzo 1786, con cui die all'arci- ficalem major sit, cum uno cane-

vescovo piena autorità e flìcoltà di nicatu et una praebenda prò uno


erigere in nome della santa Sede vicario generali ,
qui caput capitu-
e del Pontefice Pio VI Leoben li dicto ecclesiae Leobien existat,
in vescovato, assegnargli il metro- iisque gaudeat praeminenliis,quae
politano di Salisburgo stesso e la sibi de jure competere possunt et
diocesi, concedendo la nomina al- debent; item unam praeposituram
l'imperatore e suoi successori, e di cum unu canon-icatu et praebenda
istituire e consecrare il nominato prò uno canonico praeposito, nec
in vescovo di Leoben. Munito di non unum decanatum cum alio
tali pontificie facoltà, a' 19 aprile pariter canonicatu et praebenda
con pubblico istromento, che si prò alio canonico decano, ao unam
conserva nell' archivio dell' arcive- custodia m cum cano-
alio similiter
scovato, l'arcivescovo e principe di nicatu et alia praebenda prò alio
Salisburgo Girolamo, pel maggior canonico custode ; ac alios tres
incremento della religione e como- canonicatus totidemque praebendas
do de'sudditi dell'imperatore, e per prò tribus aliis fuluris mere cano-
secondare le sue istanze, eresse la qui una cum quatuor vicariis
nicis,

sede vescovile di Leoben , colla in eadem cathedrali ecclesia Leo-


dotazione pel vescovo e pel capi- bien singulis diebus horas canoni-
tolo, e di fiorini 548 per la chiesa cas, etc. . . . teneantur .... volen-
cattedrale, acconsentendovi pure il tes tamen et eadem auctorilate me-
capitolo di Salisburgo ; dicendo di tropolitica monentes, ut futurus e-
ciò fare ad esempio de'predecesso- piscopus Leobien, in dieta cathe-
si Gebhardo e Eberhardo , senza drali ecclesia per nos erecta et
pregiudizio dei privilegi metropoli- instituta, unam iheologalem etalte-
tici, e delle chiese suffiaganee di ram poenitentiariam respecti ve prae-
Salisburgo, cioè Gurk, Chiemense, bendas ad praescriptum concilii Tri-
Secovia e Lavant. Pertanto soppresse dentini erigere et instituere cu-
"
la chiesa parrocchiale di s. Andrea ret.
apostolo fuori delle mura di Leoben, Il nominato dall' imperatore fu
e l'eresse in cattedrale sotto la me- consacrato dall'arcivescovo di Salis-
desima invocazione, con cura d'ani- burgo a'28 aprile, Alessandro con-
me, dichiarandola sufìraganea della te di Engl o Engel di Wagram
metropolitana di Salisburgo. Asse- diocesi di Passavia, in vescovo di
gnò per residenza del vescovo il Leoben, per la prima volta e cosi
monastero di Goss, già delle mo- in perpetuo. Il prelato occupò la
nache di s. Benedetto, e per men- sede sino al i8oo, quvindo morì.
sa episcopale 12,000 fiorini, da I tristi avvenimenti della guerra
pagarsi dall'imperatore e successo- che allora agitavano tutta l'Euro-
ri, liberi qualunque
da peso. Ad pa, e rovesciando egualmente tro-
essi concesse la nomina si del ve^ ni e chiese, impedirono il rimpiat-
3i6 LEO LEO
zo della sede rimasta vedova; an- governo della sua diocesi. Essendo
zi passando nel i8o5, in virtù morto l'abbate di s. Massenzio ver-
della pace di Presburgo, il terri- so il 65 1, Leodegario governò quel
torio salisburghese in dizione d'Au- monastero^ fino a che essendosi ac-
stria, e cessando perciò quel mo- quistata coi suoi consigli grande
tivo che diede l'esistenza a questo riputazione presso s. Batilde, che
vescovato, nel 1808 da parte po- reggeva lo stato nella minorità di
litica ne fu pronunziata la soppres- suo figlio Clotario III, fu chiama-
sione, e finché ne fossero fatti nuo- to alla corte, e nel 659 nomina-
vi accomodamenti 1' amministra-
, to vescovo di Autun. Il nuovo pa-
zione della diocesi di Leoben fu store ricondusse la pace nella sua
commessa al vescovo di Secovia diocesi, già da due anni lacerata
(Fedi)^ il quale tuttora la governa, dalle fazioni di due ambiziosi ec-
sebbene bramoso di vedere giun- clesiastici che aspiravano a quella
gere il tempo che termini questo sede. Egli sollevò i poveri, istruì
stato provvisorio poco consolante, il clero ed il popolo, decorò le
e dare luogo ad un regolamento chiese e le arricchì di sacre sup-
definitivo, più vantaggioso agi' in- pellettili, e con magnificenza re-
teressi della chiesa di Leoben. staurò il battisterio della cattedra-
LEOCADIA (s.), vergine e mar- le. Nel 661 o 663 radunò un si-
tire. Nativa di Toledo, si fece co- nodo ad Autun, dove si fecero di-
noscere pel suo zelo nel professa- versi canoni risguardanti la rifor-
re la religione di Cristo in tempo ma de' costumi e la monastica di-
della persecuzione di Diocleziano sciplina. Ebbe parte al governo
nell'anno 3o4. Venne arrestata, per dello stato sotto il re Childerico
ordine del governatore Baciano, e II, fratello e successore di Clota-
dopo aver sofferto orribili tormen- rio III. Lo zelo che mostrò per il

ti, fu condotta in prigione, dove bene pubblico gli suscitò molti in- J
passò di questa vita mortale. Ella vidiosi che tentarono di perderlo, 1

è patrona di Toledo, ove nel i58o e riuscirono di farlo rinchiudere


furono riportate solennemente le per ordine del re nel monastero
sue reliquie, che duranti le scorre- di Luxeul. Frattanto essendo sta-
rie de'mori erano state trasferite to ucciso Childerico nel 678, san
altrove. I martirologi notano la sua Leodegario ritornò ad Autun. E-
festa ai 9 dicembre. broino, avversario del santo vesco-
LEODEGARIO (s.), vescovo di vo, fece riconoscere per re un pre-
Autun, martire. Discendente d'una teso figliuolo di Clotario III, cui
delle più nobili famiglie di Fran- egli chiamava Clodoveo, e nello
cia, nacque nell'anno 616, e fu stesso tempo fece marciare nella
condotto giovanissimo da' suoi ge- Borgogna un'armata, la quale mos-
nitori alla corte del re Clotario li; se tosto contro la città di Autun.
poscia fu affidato alle cure di suo Il degno pastore, sapentlo che non

zioDidone vescovo di Poitiers, che volevano che la sua persona, si


vedendolo avanzarsi nella virtù e consegnò da sé stesso ai suoi ne-
nella scienza, lo ordinò diacono in mici, che barbaramente lo accie-
età di vent'anni, e poco dopo lo carono. Fu poscia costretto a cam-
fecQ arcidiacono, e gli commise il minare a pie nudi per vie aspre
LEO LEO 3i7
e difficili, gli furono tagliate le ve venne trasportato ad Ebreul,
estremità delle labbra e della lin- Sonosi fatti da Dio parecchi miracoli
gua, e spogliato de'suoi abili fu per l'intercessione di s. Leodegario, e
dato in custodia a Vaningo go- diverse chiese furono fabbricate in
vernatore del paese di Caux. Es- onore di lui. Jl suo culto è cele-
sendo costui uomo dabbene, trat- bre in Francia, e la sua festa è
tò onorevolmente il suo prigionie- notata ai 1 d'ottobre nel martiro-
ro, e lo ricoverò nell' abbazia di logio romano moderno.
Fecamp, ove passò tre anni, ed LEODEGARIO (s ). Fioriva sul
avendo ricuperato l'uso della fa- finire del sesto secolo, e gli fu com-
vella istruiva le religiose del mo- messo dal vescovo di Sciallon il
nastero, offeriva ogni giorno il san- governo della chiesa di Perlhe. A-
to sagrifizio, e faceva continuamen- dempì con molto zelo le sante fun-
te orazione. Ebroino, il quale si zioni delle quali era incaricato;
era fatto dare da Teodorico la di- unì lo spìrito di preghiera alla
gnità di prefetto del palazzo, ed pratica del digiuno e delle altre
era padrone assoluto della Neustria opere buone, e si rese sopra ttu Ito
e della Borgogna, s'infinse di vo- ragguardevole per la sua umiltà,
Jer vendicare la morte di Childe- dolcezza ed affabilità. Morì assai
rico, alla quale accusava falsamen- vecchio della morte dei giusti, e
te Leodegario di essere concor-
s. fu seppellito nella chiesa dìNosIra
so con Onerino suo fratello. Egli Donna di Perlhe. Riedificata que-
fece comparire i prelesi colpevoli sta chiesa dopo ab- essere stata
dinanzi al re ed ai signori del re- bruciala corpo del
dai barbari,, il

gno, e fece loro assai forti rim- santo fu disotterrato e deposto die-
proveri. Guerino venne appiccalo tro all'altare verso il g47, e nel
ad un palo e uccìso a colpì di pie- I 1 15 fu messo in una nuova cas«
tre: la condanna poi di s. Leode- sa. È onorato ai 24 d'aprile.
gario fu diiferita, infinchè fosse LEODORICIA, Loidoricmm. Se-
stato deposto da un sinodo. Rac- de vescovile della prima Tessaglia,
colti nel palazzo alcuni vescovi neir esarcato di Macedonia, sul gol-
corrotti, Ebroino vi fece condurre fo di Zeiton, sotto la metropoli di
il santo, il quale tuttoché prote- Larissa, eretta nel IX secolo. La
stasse la sua innocenza chiamando città al presente è un villaggio
Iddio in testimonio, fu degradato, greco chiamato Litari. Fu anche
e consegnato poscia nelle mani di sede d'un vescovo latino, e Giovan-
Crodoberto conte del palazzo, che ni XXIII vi nominò vescovo Ven-
aveva ordine di farlo morire. L'em- ceslao dell'ordine de'predicatori. O-
pio comando fu eseguito nella fo- rìens christ. 988.
t. Ili, p.
resta d'Ivelina, detta oggidì di s. LEON o
'
LEONE
(Regno di),
Leodegario, nella diocesi d'Arras, Legionense Regnum, e da quelli
sui confini di quella di Cambrai, del paese chiamato Reìno de Leon.
correndo l'anno 678. Il suo corpo Grande divisione della Spagna,
fu seppellito a Sarcin nell'Artesia, che rinchiude le sei moderne pro-
per le cure della moglie del conte vincie di Leone, Palencia, Sala-
Crodoberlo, e trasferito poscia nel manca, Toro, Valladolid e Zamo-
monastero di s. Massenzio, da do- ra, alle quali qualche volta si ag-
142092 '

3i8 LEO LEO


giungono le Asturie. Il suolo è in o Bermondo nel 797 Alfonso II
I,

generale montuoso, di un clima il Casto, nell' 84^ Ramiro I, nel-


sano^ quantunque in generale fred- 1' 85o Ordogno o Ordonio 1, nel-
do neir inverno e caldissimo nel- 1*866 Alfonso III il Grande, nel
l'estate. Abbonda di belle vallate, 910 Garzia I, nel 91 3 Ordogno II,
come quelle della Mediana e dei nel 928 Froila II, nel 927 Alfonso
BatJiceas, ed in pianure fertili. Le IV, nel 983 Ramiro II, nel 950
montagne rinchiudono miniere. Il Ordogno III, nel 915 Snncio I
Douro è il fiume primario. Ne il Grosso, nel 967 Raniero HI, nel
chiudono il lato boreale le Asturie, 988 Bermudo II, nel 99^ Alfonso
circoscrive la Vecchia Castiglia il V, nel 1027 Bermudo III che
canto orientale; dalla parte meri- morì nel 1037. Ferdinando I suc-
dionale ha la Nuova Castiglia e cesse nel regno di Castiglia a San-
FEstremadura, eviene all'occidente ciò III il Grande re di Navarra, e
limitato dal Portogallo settentrio- divenne re di Castiglia e di Leone,
naie e dalla Galizia. La maggior Ferdinando III re di Leone eredi-
parte di questa contrada era abita- tò dal suo minor nipote Enrico I

ta dai vettoni. Pelagio principe re di Castiglia, e uni nella sua


goto nell'anno 718 incominciò ad persona e pe' suoi successori que-
occupare la regione, poscia per una sti due regni verso Tanno 12 17.
sanguinosa battaglia conquistò Leo- Prima di ciò Ferdinando II, figlio
ne suimori nel 722, incomincian- di Sancio III di Navarra e di Nu-
do dalleAsturie ad estendere il gna di Castiglia, avendo ucciso in
suo potere, onde i suoi successori battaglia suo cugino Vermondo o
vi fondarono il regno di Oviedo, Bermondo III re di Leone nel
con titolo di re d'Oviedo, sino ad 1087, si era fatto coronare re di
Ordogno o Ordonio II che assunse questo stato e delle Asturie nel
il nome di re di Leone. Ma i ero- 1088. Quantunque riunito alla co-
nologisti nella serie dei re del re- rona di Castiglia, Leone non per-
gno Leon e delle Asturie in-
di dette il titolo di regno, e da ciò
cominciano da Pelagio che morì incominciò l'amalgama dei piccoli
nel 787, e gli successe Favilla, e statiche si erano stabiliti nel nord
dopo di lui: nel 789 Alfonso I il della penisola di Spagna [Feci).
Cattolico, nel ^5j Froila I, nel Leon fu il primo regno cristiano
768 Aurelio, nel 774 Silo, nel della Spagna.
783 Mauregato, nel 788 Bermudo

FINE DEL VOLUME TRIGESIMOSETTIMO.


BX 8i|l .M67 18^0 SMCR

MoRONi, Gaetano, 1802-


1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9it55

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