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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIÀSTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI. ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII , ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


PRIMO AIUTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ

GREGORIO XVI.

VOL. XXV.

Bfterwrvfr, fio*.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXL1V.
*%^t. n
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO -E CC LE SI ASTICA

F
FIR FIR

r 1RENZE (Fhrentin). Grande, furono demolite nel i5iy quando


bella ed antichissima città d' Italia si vollero eguagliare alle mura,
con residenza arcivescovile, capita- mentre per cura di Michelangelo
le del granducato di Toscana, che Buonarroti sursero gli esterni an-
giace nell'amenissima valle dell'Ar- tiporti, e l'antica fortezza del Mon-
no, in una fertile e ridente pianu- te s. Miniato, anche Monte
detto
ra, attorniata da amene colline del re, che riuscirono vani propu-
tutte sparse di villaggi e castelli, gnacoli alla potenza delle armate
in poca distanza dalle falde dell'A- imperiali di Carlo V. Tuttora esi-
pennino, ed in forma di un pen- stono più ad ornato che a difesa
tagono. Il fiume Arno maestosa- le due fortezze erette dai Medici,
mente attraversandola divide il delle quali quella chiamata il ca-
minor tratto orientale dalla parte stello di s. Gio. Battista s'innalza
maggiore che si estende a ponente, all'ovest, l'altra detta di Belvedere
ove la città propriamente detta o di s. Giorgio all'est graziosamen-
anticamente restringevasi, mentre te siccome situata nella
torreggia,
oltre l'Arno noveravano tre di-
si parte montuosa della città, che tut-
stinti sobborghi, che nel declinar ta la domina, ed ha comunicazio-
del secolo XIII furono cinti di ne col real giardino de' Boboli ; e
mura, con che venne a compiersi de'bastioni che servirono alla metà
il perimetro di due leghe e mezza. del secolo XVI al granduca Co-
Lello ed imponente era il vedere simo I, per difendersi dagli assalti
tale recinto quando era munito di esterni, appena ne rimangono scarsi
torri, molte delle quali avevano avanzi. Prima
la città aveva sedi-
eretto gli architetti Arnolfo di La- ci porle, ora uè ha otto e una
po, ed Andrea Pisano, torri che postierla. Le quattro principali poi
,

6 FIR FIR
ricordano epoche ragguardevoli al- si trova poco prima della porta al
la patria istoria, e mostrano es- Prato, e conduce ai prossimi inoliai.
sersi fatte dove le belle arti ebbero Le strade di questa città sono per
costantemente illustre sede. La por- la maggior parte larghe, dritte, e
ta occidentale a s. Frediano per tutte ben lastricate; il Lung' Arno
a Livorno non solo rammenta le dalla parte di mezzodì, dal ponte
rivalità e le guerre delle due re- Vecchio a quello della Carraia, è
pubbliche fiorentina e pisana, ma bellissimo. Quattro grandiosi ponti
eziandio il solenne che
ingresso, agevolano col rimanente della città
all'Italia fu tanto funesto, di Car- le comunicazioni al quartiere di
lo Vili re di Francia nel 1 494- Oltr'Arno il più orientale è me-
:

La porta boreale a s. Gallo per a morabile per una delle paci o piut-
Bologna, fu eretta nel 1284, quin- tosto tregua de' guelfi e de' ghibel-
di ridotta nell'odierna forma l'an- lini che ivi fu segnata conserva il :

no 1661, quando vi passò col cor- nome del milanese da Rubaconte


teggio nuziale Margherita d'Orleans, Mandella podestà di Firenze, che
sposa del granduca Cosimo III ; nel 1236 vi pose la prima pietra,
l'elegantissima epigrafe del Salvini ed al quale si debbono pure il bel
ricorda l'entrata di Federico IV re lastricato delle vie : chiamasi però
di Danimarca, e l'arco trionfale che comunemente il ponte alle Grazie
risente nelle sue parti della celerità da una piccola cappella ivi eretta
con cui fu condotto a termine, a Maria Santissima sotto il titolo

quella del granduca Francesco II, della Madonna delle Grazie, fre-

il primo sovrano di Toscana della quentatissima dal popolo fiorentino,


dinastia di Lorena. La porta Ro- ed anche dai forestieri. Segue poi
mana al sud-est, denominata a s. il ponte Vecchio, l'unico che vici-

Pier Gattolini, rammemora come no alle antiche mura, prima anco-


nel i5i5 pomposamente fu rice- ra dell'epoca romana si crede esi-
Tuto in patria Leone X, mentre stito, ove di qua dall'Arno sorgeva
moveva ad incontrarlo, superati gli la statua di Marte, a piedi della
A pennini, Francesco I re di Fron- quale fu ucciso Buondelmonte; su
da; non che la venuta dell' impe- questo ponte sono a destra e a si-
ratore Cario V, massimo sosteguo nistra le botteghe degli orefici e
della stirpe de' Medici. La quarta dei gioiellieri. Quello a s. Trinità
porta è quella di s. Nicolò nel che sebbene desuma dal secolo
lato sud-est; si pregia dell'antichis- XIII l'origine, sopra tutti gli altri
sima basilica di s. Miniato posta in ponti si distingue, perchè dopo tre
cima all'ameno colle, che gli s'in- secoli fu maestrevolmente rifatto in
nalza a sinistra, basilica che pree- tre archi dall' Ammannati, ed è
sislendo al tempo dei longobardi, fu ornato all' estremità colle quattro
dotata da Carlo Magno. Le quattro stagioni bene scolpite. Dallo stesso
minori porte si dicono al Prato, a celebre artista fu pure rimoderna-
Pinti, alla Croce, a s. Miniato, o al to il ponte più occidentale alla
Monte, e tutte, se n'eccettui l'ulti- Carraia, che si disse anche Nuovo,
ma, non mancano di eleganza, e tutte per essere stato il primo del qua-
vantano nelle vaghe lunette pregia- le la repubblica ordinasse la co-
tissime pitture a fresco. La postierla struzione, allorquando esisteva il
I" ! R F1R 7

solo Vecchio. Anche le piazze sono di porta al paradiso. Se questo


selciate con pietraforte e macigno. magnifico tempio fosse nella sua
Noverare gli edilìzi ragguardevoli origine dedicato a Marte, o se piut-
sarebbe lo stesso che descrivere tosto sia opera dei longobardi , noi
Firenze dettagliatamente; belli e lo lasciamo indeciso, e concludiamo
sontuosi sono i suoi edilìzi, ricchi che le due colonne di porfido, del-

e doviziosi di molte pitture e scol- le quali raccontano tante storiel-


6i

ture eccellenti, non solo degli sta- le dal popolo, che sorgono laterali

bilimenti pubblici, ma pure di case alla più bella porta del Ghiberti,
particolari ; laonde accenneremo furono donate ai fiorentini dai pi-

brevemente le cose, e le fabbriche sani dopo la conquista delle isole

principali. Baleari, e che le statue di bronzo


Magnifiche e decottissime sono sopra i cornicioni delle porte me-
le numerose chiese di Firenze, che desime, sono opere di Vincenzo
il gesuita p. Giuseppe Richa egre- Dantù, di Vincenzo Rustici, e di
giamente illustrò colle Notizie iste- Andrea Contucci detto dalla sua
riche delle chiese fiorentine, divise patria il Sansovino.
ne' suoi quartieri, Firenze 17^4, Dalla contigua antichissima pieve
per non rammentare altri scrittori di s. Reparata, per opera di Arnolfo
di esse. L'antichissimo tempio det- di Lapo, sul finir del secolo XIII, surse
to di s. Giovanni, perchè dedicato in forma di croce latina la magnifica
a s. Gio. Raltista principale pro- metropolitana dedicata a s. Maria

tettore di Firenze, e nel quale è del Fiore, ove l'arcivescovo ha la


il fonte battesimale, sorge isolato sua sede. Di questo edilìzio che
dirimpetto alla cattedrale. E di vince in pregio e ricchezza tutti gli

lòrma ottagona, all' esterno incro- altri della città, e che con la sua
stato di marmi bianchi e neri, ed magnificenza attesta i tempi felici

è di marmi parimente pavimenta- della repubblica in cui fu innalzato,


talo. Il suo interno è fregiato di ne riparleremo verso il fine dell'ar-
sedici colonne di granito, di pre- ticolo. Fanno bella e maravigliosa
giati mosaici , sculture ,
pitture ,
mostra al di fuori i marmi tosca-
e del sepolcro magnifico di Bal- ni di vario colore, che rivestono
dassare Costa o Cossa, già Gio-
, l' intero edificio, tranne la facciata,
vanni XXIII,
eretto per opera essendo bianchi quelli che nell' in-
del Donatello, e d' un antico gno- terno formano la traforata ringhie-
mone illustrato dal p. Ximenes. Le ra che sovrasta alle pareti. Mira-
sue tre porte però superano ogni bile e famosa è la cupola del Bru-
elogio. Sono queste di bronzo, ed nelleschi; né ha pari l'altissima tor-
esprimono varie storie dei due Te- re campanaria accanto a tal tem-
stamenti. Andrea Pisano gettò nel pio, innalzata da Taddeo Gaddi col
i33o quella dalla parte del mezzo- disegno del suo maestro Giotto,
giorno; nel i/foo Lorenzo Ghi- ov' egli e tanti altri artisti eserci-
berti fece l'altra volta a settentrio- tarono i loro scalpelli ne' bassi ri-
ne, e quindi la terza a levante di lievi e statue che l'adornano; iso-
fronte alla cattedrale, la più mi- lata da ogni parte, ha centoqua-
rabile di tutte, e di cui disse Mi- rantaquattro braccia di altezza e
chelangelo : esser degna di servir cento di circuito, ed è incrostata
,

8 FIR FIR
di marmi di vari colori; i fonda- ditemi dell'architettura, che per le
menti di questa mole ebbero prin- quattro superbe statue che ador-
cipio nel 1334- Questa è tenuta nano mausolei, fra le quali si
i

per una meraviglia , e il Biondo distingue la Nolte, che gl'intelli-


disse eh' è il più bel campanile di genti tengono per unica ; final-
quanti forse ve n'abbia il mondo: mente divenuti i de Medici sovra-
dicesi che l'edilizio costò undici mi- ni, idearono, ma non totalmente
lioni di fiorini. Sette sono le cam- mandarono ad elfetto, il ricco edi-
pane, l'armonia delle quali risulta fizio chiamato la cappella de' prin-
concorde per le consonanze delle cipi, ciò eh' eseguì il granduca Fer-
ottave, delle quinte, e delle terze. dinando I, che per la sua splen-
La maggiore, fusa nel 1-475, si rup- didezza è tenuta qual meraviglia
pe nel 1704, e subito vi fu sostitui- italiana, per la quantità e preziosità
ta l'odierna di mirabil pregio. Al delle pietre e dei rari marmi : la
declinar del quarto secolo primeg- dipintura della cupola che Leopol-
giava la chièsa di s. Lorenzo già do I aveva allogata al celebre Mengs,
consagrata da s. Ambrogio, che poi fu portata a felice compimento dal-
nolPundecimo fu ampliata quando la perizia del cav. Benvenuti, per
già era fregiata del titolo di basi- ordine del granduca Leopoldo li.

lica, e servi talvolta alle adunanze V. la dotta Esposizione delle cap-


de' guelfi ; ma venendo distrutta pelle de' sepolcri Medicei in s. Lo-

da furioso incendio nei primi anni renzo di Firenze, e della grande


del secolo XV, cioè nel 1 4- T
7 > f" cupola ivi dipinta dal commenda-
dalla munificenza di Giovanni di tore Pietro Benvenuti, di Melchiorre
Bicci de' Medici, e quindi dal gran- Missirini, Firenze 1 836 ,
pel Ciar-
de Cosimo Vecchio suo figlio
il deili. Nell'annesso locale con la

ridotta con tre navate all' odierna celebratissima biblioteca Mcdicea-


eleganza e solidità, perchè costrut- Laur'enziana, che contiene i codici
ta tutta di macigno, egualmente in lingue orientali, greci, latini ed
coli' opera del Brunelleschi. In que- italiani, raccolti dalla munificenza
sta basilica si ammira la bella sa- dei de Medici, e degli altri gran-
grestia, che fu la prima a costruir- duchi. Il vaso della libreria è di-
si, perchè nell'incendio dell'ante- segno di Michelangelo, e vi si è
riore basilica, avea maggiormente unita ultimamente una nuova stan-
sofferto ; la principale cappella or- za per collocarvi una libreria di
nata dal granduca Leopoldo, ove i prime edizioni, raccolta dal conte
fini marini del pavimeuto gareg- Angelo d'Elei, e da esso donata
giano colle pietre dure, e co' lavori generosamente alla patria.
in bronzo dorato del magnifico al- Del grandioso tempio di s. Cro-
tare; l'altra sontuosa cappella che ce, la cui origine risale al i2g4j
da Leone X ideata, venne poi da ne fu architetto Arnolfo, e poscia
Clemente VII condotta a fine, e Giorgio Vasari nel i566 ne ri-
destinata ai depositi della famiglia modernò la cappella maggiore: ivi
de' Medici, che ora sono ne' sotter- sono primi dipinti di Cimabue,
i

ranei: quest' ultima cappella è uno di Giotto, di Lippi, padri della


de.' gloriosi monumenti del gonio scuòla pittorica di Toscana ; ed ivi

di Michelangelo, sì per la felio: ar- pure ammiransi le magistrali scoi-


FIR Fin 9
ture che decorano mausolei di i vo di Firenze, erettavi nel i *>88 :

Michelangelo Buonarroti, di Fran- Eugenio IV prima di ritornare in


cesco da Barberino, di Leonardo Roma consagrò questa chiesa. La
Bruni aretino, di Carlo IVIai zuppi- superba chiesa dei domenicani di
li!, di Giovanni Lami, di Galileo s. Maria Novella, che Michelange-
Galilei , di JN'icolò Macchiavelli ,
lo chiamava la sua sposa, fu inco-
dell' architetto Alessandro Galilei ,
minciata nel H2I sotto la dire-
del Nardini, del Fantoni, del Coc- zione e col disegno di fra Ristoro
chi, del Micheli, del Taranti, del da Campi, fra Sisto, e fra Gio-
Lanzi, del Filicaia, dell'Alfieri ese- vanni conversi del convento unito
guito dal Canova, del Magnifico, dello stesso nome. La facciata è
di Dante eseguito dallo scultore disegno di Leon Battista Alberti.
Stefano Ricci, e di tanti altri in- Su di essa stanno due monumenti
signi dotti ed artisti che rendono astronomici, eseguiti colla direzio-
quel tempio doppiamente famige- ne del p. Ignazio Danti, religioso
rato. L' interno chiostro poi de're- di questo convento che al pari ,

ligiosi conventuali, che l'hanno in della chiesa abbonda di egregi mo-


cura, presenta nella cappella della numenti di belle arti. Esiste nel
famiglia Pazzi eretta dal Brunei- primo una celebre fonderia e la ,

leschi i primi saggi del risorgi- chiesa guarda due piazze la Nuo- :

mento dell'architettura. Questa gran- va, ove si eseguisce la corsa dei


diosa chiesa e convento di s. Cro- cocchi, cui servono di mela le due
ce è un altro luminoso attestato guglie di marmo, e l'altra latera-
della pietà e splendidezza de' fio- le, detta la piazza Vecchia. Nel
rentini ; anzi sembra impossibile contiguo convento vi abitarono Mar-
come un piccolo numero di mer- tino V, ed Eugenio IV nella loro
canti abbia potuto erigere si costo- dimora in Firenze. Il primo a' 7
sa fabbrica, che può chiamarsi il settembre i4 2 o solennemente ne
Pantheon de' fiorentini ; i suoi nu- consagrò la chiesa ; il secondo co-
merosi altari sono tutti adorni di me il predecessore vi celebrò va-
tavole dei più celebri dipintori del- rie pontificie funzioni, e nella not-
la scuola fiorentina, come dicem- te del Natale i435 benedì lo stoc-
mo. Davanti questa chiesa esiste co e il berrettone , e donollo al
una bella piazza con una fontana, gonfaloniere della repubblica, men-
ove nei tempi antichi si eseguiva tre Martino V avea donato alla
il giuoco del calcio ora è circon- : signoria la rosa d' oro benedetta.
data di sedili ben disposti per go- Simile dono fece nel 1 4-3(3 Euge-
dervi il fresco nell' estate. nio IV a s. Maria del Fiore. Nel
Nella chiesa di s. Marco in ima convento di s. Maria Novella Eu-
medesima tomba giacciono sepolti genio IV tenne le conferenze e le

Gio. Pico della Mirandola, e Girola- dispute per le sessioni del concilio
mo Benivieni; nel lato opposto avvi generale che celebrò nella catte-
quella di Angelo Poliziano: l'ar- drale. In s. Maria Novella egli ce-
chitetto Giovanni Bologna salì ad lebrò l'unione colla Chiesa armena,
alta fama pel riordinamento di le promozioni de' cardinali, ed il

questo tempio, e per la sontuosa ricevimento degli ambasciatori del


cappella di s. Antonino arciveseo- re ci' Etiopia. Ultimamente nella
io Fia FIR
chiesa di s. Maria Novella è stato zo, e la statua equestre di Ferdinan-
eretto tutto di nuovo un magnifi- do I, fusa coi cannoni conquistati
co altare maggiore, che è costato sui turchi dai cavalieri di s. Stefano.

molte migliaia di lire, ricavate dal- Ove la repubblica ordinò nel i 284
la famosissima spezieria di quei re- un magnifico portico per servire
ligiosi. La magnifica chiesa di s. di mercato alle biade, esiste ora la
Spirito degli agostiniani, nella qua- chiesa preposituradi Orsanmiche-
le la sagrestia disegno del Crona- le,o s. Michele in Orto, che è
ca è un vero capo d'opera, ha tre una grandissima torre quadrata, la
navate con altare maggiore, e coro cui parte superiore serve per pub-
nel mezzo. E eseguita col disegno blico archivio, in cui si depositano
del Brunelleschi , ed è adorna di i protocolli si dei contratti, che dei
statue e bronzi : questa chiesa ed testamenti dello stato. La parte in-
il convento guardano una piazza feriore serve di chiesa, e vi si ve-
che ha la fontana. nera un'antichissima immagine di
La grandiosa e ricca chiesa del- Maria Vergine a cui l'Orcagna,
la ss. Annunziata, con convento che ridusse la loggia a chiesa, fece
dei religiosi serviti, è tutta incro- un sontuoso tabernacolo di marmi
stata di marmi, e stucchi messi a sul gusto gotico. L'esterno di que-
oro, contenendo una quantità di sta chiesa ricco di pietrami, è ador-
bellissimi quadri e statue. La sua no di sedici nicchie che contengono
cupola, lodato lavoro del Volterra- le statue dei santi protettori delle
no, la rende assai vaga. Si venera arti, alcune di bronzo ed altre di
in questa chiesa l' immagine della marmo, fra le quali si ammira il

beata Vergine Annunziata, oggetto s. Giorgio, scolpito in marmo dal


di particolare divozione del popolo Donatello, che si annovera tra le

fiorentino. La sua cappella fu dalla più pregiate statue moderne. Si de-


pietà dei granduchi Medici fatta ve deplorare la perdita del tempio
tutta incrostare di pietre dure, e di s. Maria degli Angeli, ordinato
vedesi arricchita d' un superbo al- da Filippo Scolari, tanto celebre
tare di argento, e di molti cande- sotto il nome
Pippo Spano , edi
labri, candelieri e lampade di si- dal Brunelleschi con un nuovo ma-
mile metallo, il tutto offerto dalla gistero insino al cornicione condot-
venerazione dei divoti. Il chiostro to,e che ove avesse avuto il com-
che serve d'introduzione alla chie- pimento sarebbe certamente ripu-
sa è adorno di superbe lunette di- tata l'opera di lui più perfetta.
pinte a fresco da Andrea Del Sar- Oltre alle qui noverate , Firenze
to, e nel chiostro laterale, oltre a possiede molte altre nobilissime
bellissime lunette di buoni mae- chiese degne di essere ammirate,
stri , si ammira pure la celebre al paro de' suoi stupendi palazzi,
Madonna detta del Sacco, dipinta adorni tutti di capi d'opera di bel-
dallo stesso Del Sarto, e che vie- le arti, tra' quali primeggia il pa-
ne giudicata come un capo d'ope- lazzo vecchio, colle annesse sue
ra dell'arte. La piazza adorna di fabbriche, e quello de' Pitti ove
tre belli loggiati, in uno de' quali risiede il sovrano, innalzato da Lu-
sta l'ospedale degl'Innocenti, con- ca Pitti rivale dei de Medici.
tiene due vaghe fontane di bron- 11 palazzo vecchio fatto edificare
FIR FIR ti

dalla repubblica per la residenza Quivi pure si vede la Giuditta in


de' suoi magistrati 1298, col
nel bronzo di Donatello, il Perseo
disegno del più. volte nominato Ar- egualmente in bronzo di Benvenu-
nolfo di Lapo, servi poscia di abi- to Cellini, ed il celebre gruppo del
tazione al duca Cosimo, che col l'atto delle Sabine, scolpito in mar-

disegno di Giorgio Vasari vi fece mo da Giovan Bologna. Contigua


superbi accrescimenti, fra i quali il sta la fabbrica e loggiato degli uf-

magnifico salone, adorno di statue fizi, eseguito d' ordine di Cosimo I

e pitture, uno de' più grandi ed or- da Giorgio Vasari, che seppe in-
nati d' Italia. Ora serve per le reali corporarvi l' antica fabbrica della

segreterie di stato, scrittoio delle regia zecca. 11 piano terreno dei


reali possessioni, uffizio dei sinda- quartieri corrispondenti a questi va-
cati, real depositeria e guardaroba sti loggiati serve per i tribunali,
generale, e per altri uffizi. Il piano il piano di mezzo per vari uffizi,

terreno dalla parte laterale è la ed alla biblioteca Magliabecchiana;


dogana della città. La torre di que- ed il piano superiore per la regia

sto palazzo è alta braccia 160. galleria, incominciata già dal car-
Lateralmente alla porta che guar- dinal Leopoldo, e sempre arricchita
da la piazza, sta la bella statua del dai successivi granduchi. Ne' suoi
David del Buonarroti, ed il gruppo vasti molte stan-
corridoi, e nelle
di Baccio Bandinelli, rappresentan- ze annesse si ammira una gran
te Ercole che uccide Caco. Accan- quantità delle più belle statue an-
to al palazzo vi è la gran fontana, tiche, fra le quali la Venere Me-
con un Nettuno di marmo di sta- dicea ec. ec, ed oltre i capi d' o-
tura gigantesca, fatto dall'Amman- pera dei migliori artisti maestri di
nati, che vedesi in un carro mari- pittura, in cui fra le tante classiche
no tiratoda quattro cavalli. II gran fra le prime si distinguono la Ve-
vaso della vasca è adorno di sati- nere del Tiziano, Giovanni di
il s.

ri, e deità marine tutte di bronzo Raffaello, la Madonna del Correg-


e di meraviglioso lavoro. In mezzo gio : quindi mirabile è la classifi-

alla piazza vi è la statua equestre cazione de' dipinti secondo le di-


pur bronzo di Cosimo I, lavoro
di verse scuole, e la camera dei ritratti
sublime di Giovan Bologna, di cui di artisti da essi medesimi eseguiti.
sono pur opera pregiata gli stupen- Evvi ancora il museo ed una magni-
di bassi rilievi che rappresentano i fica collezione di gemme, carnei, me-
fatti principali della vita di quel daglie, disegni, stampe, antichi mo-
sovrano. La loggia detta dei Lanzi, numenti egizi, etruschi, e di altri po-
innalzata dalla repubblica nel 1 355, poli antichi, bronzi, iscrizioni ec,
col disegno dell' Orcagna, è di so- che troppo ci vorrebbe per darne
li tre archi, e per la sua sveltezza, anche una succinta descrizione.
ampiezza e solidità si ammira come Nel 11 4o Luca Pitti ricchissimo
un miracolo dell' arte. Essa è ador- cittadino ordinò al Brunelleschi la
na di bellissime statue antiche e fabbrica del gran palazzo che pre-
moderne, tali essendo le quattro se il suo nome, e che dopo l'estin-
colossali di donne, e due leoni, i zione della repubblica fu venduto
che Pietro Leopoldo fece trasporta- da Bonaccorso Pitti nel i549 a
re da Roma dalla villa Medici. Cosimo I, non esistendo allora che
,1 FIR FIR
la sola porzione di mezzo. Cosi- le anatomiche preparazioni in ara
mo I colla perizi;! dell'Atti manuali ottenne sopra ogni altro celebrità

il rese degno di addivenire la re- ed eccitò in altri atenei nobile emu-


sidenza sovrana, non avendo ces- lazione. Vi è pure formato l'osser-
sato tutti i suoi successori sino al vatorio astronomico e non solo ,

dì d' oggi , di accrescerne le ma- può dirsi il tutto annesso al real


gnificenze, e di ridurlo a quell'am- palazzo, ma una praticata galleria,
piezza che si ammira. Il maestoso che attraversa il quartiere di Ol-
cortile riputato un' architettonica tr' Arno, ed il fiume sormonta so-

meraviglia , memorando per le feste pra il ponte s. Trinità o ponte


datevi, especialmente per la grandiosa Vecchio congiungc il medesimo
,

naumachia nelle nozze di Ferdinan- coli' altro palazzo della signoria o


do I, la collezione sorprendente di palazzo vecchio.
molti capo-lavori di pittura delle scuo- Fra i tanti pubblici stabilimenti
le italiane ed estere, ove primeggia di beneficenza di cui veramente
la celebre Madonna della Seggiola abbonda questa città, ci limitere-
di Raffaello, i pregevoli dipinti a mo a ricordare i principali. È am-
desco, fra' quali sono degni di men- mirabile la compagnia ed arcicon-
zione quelli della sala , in cui il fra tenuta della Misericordia, che
cuv. Benvenuti dipinse i fasti di accorre al soccorso di tutte le dis-

Ercole. Vanno pure ricordate le grazie della città, come morti, ca-
preziose sculture, e fra queste la scati ec, trasportando anche i ma-
famosa Venere di Canova, i qua- lati dalle case agli ospedali : ebbe
dri a mosaico in pietra dura, e le questa compagnia origine fino dai
sedute dell'accademia del Cimento tempi della repubblica da una so-
ivi 'tenute dopo il i65y sino al cietà di artigiani , e rese col suo
1667, P r ' ma ancora che Parigi e zelo ed esemplar carità grandi ser-
Londra adottassero una somiglian- vigi alla patria , specialmente in
te istituzione; e la palatina ricchis- tempo di mortalità o di pestilenza.
sima biblioteca, ove si accumulano Ella non ha punto degenerato dal-
ognora novelli tesori. A. compierne l'antico fervore e primiero istituto.
la decorazione intese il granduca In ogni stagione a qualunque ora,
Cosimo I, facendo costruire il ma- anche della notte, appena la cam-
gico e delizioso giardino de'Boboli, pana coi convenuti segni avvisa
aperto per concessione sovrana al doversi trasportare infermi dalle
pubblico passeggio, in un collo spa- proprie case allo spedale, o esservi
zioso anfiteatro, coll'eininente casi- feriti, caduti, colpiti da mali im-
no, e con tanti altri pregi ivi rac- provvisi, morti per la città e luo-
colti dalla natura e dall'arte. An- ghi circonvicini, accorrono prontis-
che di questo veramente reale sog- simi i fratelli a raccoglierli e render
giorno lungo troppo sarebbe il ad essi convenienti uffizi. E van-
i

descrivere le bellezze e sontuosità no anche a mutare malati nelle i

di ogni sua parte. Dall' inferior lato loro case, ed assisterli nella notte,
sorge il pregevolissimo gabinetto e non mancano in ogni occasione
di storia naturale, che le dovizie di dare ai bisognosi larghe limo-
inesauribili contiene de' tre regni Si ne. Questa benemerita società è
ordinatamente disposte, e che per una di quelle istituzioni sole prò-
fir l'in ry
prie del enttolieismo, e eh' egli solo straordinari. L'ospedale di s. (iio-

può ispirare e dirigere. Siccome vanni di Dio, duello dai religiosi

ì' istituto è celebratissimo e notorio, Lenii nielli, non riceve che uomini,
sono pochi anni che da «ina illu- i quali vi sono bene assistiti e cu-
stre capitale del nord furono man- rati. Lo spedale degli Innocenti,
dati a chiedere i di lei regolarne*- grande stabilimento incominciato
li. La compagnia della Misericor- anticamente, e poscia ampliato a
dia ha ultimamente fondato un spese dell'arte della seta per gli
ben inteso campo-santo vicino alla esposti nel secolo XV, mantiene
città fuori della porta a Pinti u per circa seimila individui sparsi la mag-
sepoltura de'fratelli. Al grandioso giof parte per la campagna in be-

arcispedale di s. Maria Nuova, ove nefizio dell'agricoltura. Annesso a


si cura ogni sorta di malattia ine- quest'ospedale sta l'ospizio di Ma-
dica e chirurgica stanno annesse le temila fondato da Ferdinando III

cattedre di tutte le scienze, che vi per l' istruzione delle levatrici, che
hanno relazione, un eccellente la- vi sono mantenute dalla comunità
bora toriochimico, un teatro ana- dello stato. A questo presiede un
tomico, un gabinetto patologico, professore, che dà lezione di oste-

ttua biblioteca a comodo della gio- tricia teorico-pratica ; e sonovi al-


ventù addetta agli stuelli medico- brasi delle stanze apposite in cui le
chirurgici , ed un orto botanico, povere donne sono ricevute a par-
Bello è il frontespizio pei scolpiti torire. Lo spedale del Bigallo rac-
marmij e pegli affreschi del Poma- coglie gli abbandonati. Oltre a mol-
rancio e de' suoi scolari: della fon- ti altri stabilimenti di beneficenza
dazione dell'arcispedale di s. Maria si annoveva una pia casa di lavo-
Nuova l'antica famiglia Portinai-i è ro, sotto il titolo di s. Ferdinando,
benemerita, e per tre secoli ne con- fondata da Ferdinando III: si man-
servo il giuspatronalo , finché nel tengono in essa circa mille indivi-
1617 la corona ne acquistò le ra- dui dei due sessi, tolti dalla men-
gioni, e ne imprese la tutela. dicità, che vi sono esercitati in arli
Nell'ospedale di Bonifacio Lupi e mestieri, ed anco vengono istruiti
fiorentino marchese di .Soregna,suo nel leggere, nello scrivere, nell'arit-
istilutore, egualmente magnifico, si metica, e nella letteratura e belle
curano i militari , e tutte le ma- arli, se mostrano per esse della ca-
lattie cutanee, e si mantengono in pacità. La congregazione di s. Mar-
separate stanze un numero di uo* tino pel soccorso de' poveri vergogno-
mini e donne incurabili ed invali- si, fondata dall' arcivescovo s. Anto-
di. In questo stabilimento è com- nino nel secolo XV, è forse la più
preso, quantunque in quartieri to- antica d'Italia. Quella di s. Gio.
talmente separati , lo spedale dei Battista distribuisce soccorsi ai po-
pazzi: dementi si tengono in
i veri, specialmente letti e vesti-
santa Maria Nuova, in cui con menti.
istupendi metodi si curano mol- Esiste in questa città un' acca-
tissimi di questi infelici. Presso al demia di belle arti, magnifico sta-
medesimo e sotto la stessa animi- bili mento eh' è situato in un gran-
nistrazione sta lo spedale di s. Lu- dioso spazio sulla piazza di s. Mar-

cia, per le purghe, e pei bisogni co. Vi si insegna disegno, scuola


*4 FIR FIR
del nudo, pittura, ornato, architet- ad essa fu riunita la suddetta uni-
tura, ed intaglio in rame: oltre versità fondala nel 1 438 : è suo
alle scuole ha due grandi e pre- scopo principale il conservare ed
giate gallerie una che contiene i
, affinare la lingua italiana. Notabi-
gessi delle più belle statue anti- le è pure l'accademia o sia la so-
che, ed in fondo alla quale esiste la cietà reale economica dei georgo-
famosa pittura a fresco di Giovan- fìli diretta ai progressi dell' agri-
ni da s. Giovanni rappresentante, coltura, delle arti e del commer-
la fuga in Egitto, che il granduca cio, i cui alti servirono di model-
Pietro Leopoldo fece trasportare lo alje agrarie adunanze che oggi
tutta in un pezzo dal regio giar- veggonsi in lustro ; il dipendente
dino della Crocetta. L'altra galle- giardino de' semplici è opportuno
ria contiene una serie di pitture alle sperienze di coltivazione. Fu
della scuola toscana , e di altre altresì sino dal r
744 istituita l'ac-

veramente pregevoli. Evvi una spa- cademia di Teologìa morale prati-


ziosa sala per le esposizioni de' qua- ca per cura del p. Ferdinando Ma-
dri in occasione de' concorsi. L'an- niglia ; ma oggi più non esiste.
nesso istituto è situato pure nella Fra gli studi della sopraddetta ac-
piazza di s. Marco; in esso sta una cademia delle belle arti, avvi quel-
biblioteca di belle arti , il cui bi- lo rinomato del lavoro in pietre
bliotecario è segretario dell' acca- dure e mosaico. Fioriscono inoltre
demia : vi sono pure dei professo- la società medico-fisica ; il lettera-
ri di meccanica e d'idraulica, chi- rio gabinetto , d'onde si diramava
mica applicata alle arti, disegno di l'Antologia ; il collegio diretto dai
fiori, contrappunto, musica, piano- chierici regolari scolopii, che hanno
forte e violino, oltre una scuola un bell'osservatorio astronomico: bi-
di declamazione. In questa floridis- sogna confessare che il maggior bene
sima denominata l'Atene d'I-
città in materia d' istruzione viene fatto
talia ed il giardino di Europa, il dai padri delle scuole pie, che oltre
Pontefice Clemente VI, con bolla i principii di scrittura e di aritme-
data ad Avignone a'3i maggio tica insegnano belle lettere , filo-

1 349, eresse l'università di Firen- sofia e matematica, ricevendo nel


ze, che ornò di privilegi: ne fu collegio a gratuita istruzione più
professore Francesco della Rovere, di mille individui. Tra i teatri no-
eh' ebbe nome di teologo acutissi- mineremo i quattro principali e
mo e di oratore egregio, il quale più magnifici quello degli acca-
:

nel i^fi divenne Papa col nome demici Immobili, detto la Pergola,
di Sisto IV. Oltre le quattro pri- i cui accademici sono i primi si-
marie biblioteche della città, si de- gnori della città, che fu ultimamen-
ve aggiungere quella del benefico te ristorato, e ridotto uno de' più
prelato Francesco Marucelli da cui belli d' Italia ;
quello degli Intre-
trae il nome , a profitto special- pidi, teatro nuovo di grande e lo-
mente dei letterati bisognosi. In devole costruzione, vagamente or-
Firenze ove le scientifiche e lette- nato e messo a oro; quello degli
rarie accademie ebbero principio, Infuocati, o del Cocomero, di bel-
tuttora fiorisce la Crusca restaura- la architettura; e quello di Gol-
ta, la cui origine risale al i58?. : doni.
Flit F R I i 5
E sede Firenze del granduca
la ove s'insegna leggere, scrivere e
di Toscana e della reale famiglia , l'aritmetica ai poveri ragazzi, oltre
dell'arcivescovo della diocesi e cit- ad alcune scuole di mutuo inse-
tà, eh' è metropolitano della To-
il gnamento , mantenute a spese di
scana , del vescovo di Fiesole (Ve- particola!" società. "Vi sono anche i

di), delle segreterie civili e milita- così detti asili infantili, ne' quali
ri , di tutte le direzioni ammini- s' istruiscono i teneri bambinelli
strative delle finanze, e di tutti i dell'uno e dell'altro sesso con ca-
tribunali, di un supremo consiglio rità,a spese dei benefattori, e vi
di ultime appellazioni per tutto lo s' istruiscono nella mattina, e si ha
stato, di una ruota civile per il cura eziandio della loro salute, e
circondario fiorentino , e di una diligentemente gli s'insegna oltre i

ruota criminale per tutta la To- primi erudimenti di leggere e scri-


scana, esclusa la provincia inferio- vere, la dottrina cristiana. Nel se-
re sanese. Firenze ha una came- minario arcivescovile, in cui è una
ra ed un tribunale di commercio, numerosa e scelta biblioteca , si
una cassa di sconto, una cassa di educano i chierici della diocesi.
risparmio , ed altre istituzioni. Il Mentre Eugenio IV nel i435 li o-
corpo dei pompieri è assai bene vavasi in Firenze, istituì una scuo-
esercitato per l'estinzione degli in- la di chierici, i quali dovessero as-
cendi: esso dipende dal gonfalo- sistere ogni giorno alle messe can-
niere, ed il loro magazzino è ben tate e agli uffizi divini, sotto un
provveduto di macchine e tutt' altro maestro che li potesse istruire nel-
occorrente. Tutte le comunioni re- la grammatica, nel canto gregoria-
ligiose vi sono tollerate, e gli ebrei no e ne' costumi. Dispose inoltre
,

e gli evangelici hanno i loro cimi- che dovessero abitare un locale vi-
teri ; i primi oltre il ghetto abi- cino alla cattedrale , nel quale sa-
tano pure in vari luoghi della cit- rebbero ricevuti all'età tra i dieci
tà. Vi sono vari conservatorii per e quindici anni, e vi si manterreb-
l'educazione delle fanciulle, fra i bero fino a ricevere il sacerdozio
quali è notabile quello della ss. An- dal vescovo della città ; che i con-
nunziata, fondato con regia muni- soli dell'arte della lana fossero gli
ficenza dal padre del regnante gran- amministratori delle rendite della
duca, aperto a' 24 ottobre 1823, scuola, con altre paterne ed uti-
e diretto da signore secolari , di lissime provvidenze. S. Antonino
cui la granduchessa n'è la protet- arcivescovo di Firenze, e lo Spon-
trice. Oltre la scuola esterna per dano vi osservano la pratica, o for-
le ragazze povere, che tengono an- se l'origine de' seminari dipoi pre-
nessa al loro conservatorio le mo- scritti dal concilio di Trento. Ma
nache salesiane, vi sono pubbliche siccome quel concilio ordinò che
scuole per le fanciulle povere nel- nessun chierico si possa promuove-
le quali s'insegnano tutti i lavori re agli ordini sagri , se non ha il
donneschi ; quivi le fanciulle che patrimonio o benefizio ecclesiastico,
dimostrano buona condotta e fan- ed avendo Eugenio IV autorizzato
no profitto nei lavori sono inco- l'arcivescovo di Firenze di ammet-
raggile con premi e sussidi dolali. tere i chierici della scuola agli or-
Ogni quartiere ha scuole gratuite, dini sagri, ad litulum paupertaiis,
i6 fir FIR
u' quali poidarebbe le
il capitolo Distinto posto meritano pure i pa-
cappellanie vacanti di suo patro- lazzi Uguecioni , Pandolfìni, Gino-
nato, cosi questo supplicò s. Pio V ri, vSalviati, Kucellai, Altovili. bor-
perchè confermasse il privilegio di ghese, Gherardesca, e quel d' An-
Eugenio IV, ciò che fece con bol- tella pegli affreschi che adornino la

la de' 24 ottobre 1567. facciata. Il palazzo ove attualmen-


Al complesso delle bellezze fin te sono le pubbliche carceri, chia-
qui accennate è d'aggiungersi la masi del Podestà, perchè questo stra-
memoria dei principali magnifici niero amministratore della giusti-
palazzi. E primieramente nella via zia ebbe lunga residenza
vi nel :

deliziosa Lung'Arno si ammirano i suo cortile alla promulgazione del


magnifici palazzi Gianfigliazzi, oggi codice Leopoldino furono bruciati
casino de' Nobili, Corsini e Ricaso- tutti gì' istrumenti che prima ser-
li e lo splendidissimo albergo di
,
vi vati alla tortura degli inquisiti.
Schneider, coi palazzi Lanfredini ,
Altre case si rimarcano in Firen-
oggi Corboli, e Riccardi, non che ze, che non per la struttura , ma
la casa de' signori della missione. per famose rimembranze esigono
Sulla piazza di santa Trinità, si e- speciale menzione. Così la casa di
leva la rara colonna di granito Dante al n. 647 nella piazzetta
orientale, che il Pontefice Pio IV de' Donati; quella di Beatrice Por-
tolse dalle terme Antoniane diRo- tinari da lui commendata , che fa
ma, e donò a Cosimo I, il quale parte del palazzo Ricciardi ; quelle
vi fece porre sopra il simulacro di Guicciardini, di Macchiavelli, e
della giustizia ; ivi dappresso è il d'Alfieri; quella di Mannelli abi-
magnifico palazzo Strozzi : tutto tata dal Boccaccio; quella di Ber-
questo recinto servì sempre di a- nardo Buontalenti, oggi Michelozzi,
menissimo teatro alle gaie feste po- in via Maggio n. 1888, onorata
polari di Firenze , ma fu sovente dalla presenza del Tasso; quella di
ne' bassitempi dalle stragi delle fa- Frosini in via de' Servi, ov' ebbe al-
zioni iniquamente bruttato. La via loggio e studiò Raffaello d'Urbino;
Larga vanta il magnifico palazzo quella di Michelangelo in via Ghi-
che i de Medici eressero quando ,
bellina n. 9588, coli' annessa galle-
erano ancora privati cittadini , è ria fondata dai suoi discendenti ;

che servì di seggio all' accademia l'altra di Leon Battista Alberti;


Platonica, e di albergo a molti so- quella di Galileo Galilei, oggi Nel-
vrani. Posseduto dipoi dai Riccar- li, in via dell' Amore ;
1' altra di
di, venne assai ampliato un secolo Vincenzo Viviani suo discepolo , e
addietro, onde per la ricca sup- quella di Amerigo Vespucci, distin-
pellettile ,
pei moltiplici oggetti di ta da una iscrizione nel convento
arte, per l'insigne galleria, per la di s. Giovanni di Dio; quella di
biblioteca Riccardiana , è degnò Federigo Zuccaro in via del Man-
della sovrana proprietà, che vi ha dorlo ; quella ove nacque e abitò
destinato alcune camere per le ses- pei primi suoi anni Benvenuto Cel-
sioni dell'accademia della Crusca, imi, in via Chiara nel popolo di
e vi ha trasportato diverse ammi- s. Lorenzo; quella di s.Filippo Be-
nistrazioni, del catasto, d'acque e nizzi, in via Guicciardini; del b. Ip-
strade , arruolamento militare ec. polito Galantini, in via della Sca-
Fin FIR 17
la , e quella dove abitò per qual- innanzi correva; e dando il «uo
che tempo l' angelico giovanetto nome a tutte le altre di che co-

s. Luigi Gonzaga in via degli Al- nio elleno si fossero, divenne qua-
fani ec, per non dire di altre. si moneta comune del cristianesi-

Le loggie che adornavano gli mo : ond' è che da grandissimi re


edilizi delle più stimabili famiglie, e principi in tutte le provincie fu

e che erano destinate al traffico, e battuto. Lasciando di ricercare se


specialmente alle operazioni del per puro provvedimento de' citta-
cambio, attestano qual cura i fio- dini, o per altro si deliberasse di
rentini sempre posero alla nego- battere il fiorino d'oro in Firen-
ziazione. I religiosi Umiliati, che ze, basterà solo il dire, fissando
da Milano si diramavano in To- l'epoca già assegnata a questa mo-
scana, avendo ottenuto nel I25i neta anche dal Borghi ni , eh' ella
il convento d'Ognissanti, furono si coniò la prima volta P anno
quelli che vi attivarono e perfe- 1252, nel mese di gennaio, al
zionarono le manifatture di lana. tempo di messer Filippo Ugoni
11 Muratori nella XVI delle Dis- da Brescia, cioè tornando i fio-

sertazioni sopra le antichità ita- rentini vittoriosi de' pisani e dei


liane, a pag. 178, tratta dei fa- sanesi. Da uno dei lati fu impres-
mosi banchieri fiorentini e della so il giglio, dall' altro s. Giovanni
loro mercatura. Narra l'esorbitante Battista. Chiamossi questa moneta
lucro che perciò colava nella cit- fiorino dal nome della città, e fu
tà di Firenze, onde giunse il po- secondo la maestria degli artefici
polo a tal potenza nel secolo XII di tempi egregiamente lavo-
quei
e XIII, che incominciò e seguitò rato. Avanti di tal tempo in Fi-
sempre più a dar legge ed impor- renze eransi coniate diverse mo-
re il giogo alle altre circonvicine nete, ed anche prima dell'impe-
città. Tornando in patria carichi ratore Federico I. Costumarono i
d'oro i cittadini, fabbricarono son- fiorentini in tutte le loro monete
tuosi palazzi, aumentarono le arti, di farci l'impronta coli' immagine
e dal buon regolamento di que- del loro protettore s. Gio. Batti-
ste procedeva poi l'aumento del po- sta da una parte, e dall' altra il

polo, e la necessità di allargare giglio ; e tal costumanza si vede


la e la forza del denaro per
città, essere stata praticata sino agli ul-
fare o sostenere le guerre. Quelle timi tempi della repubblica, senza
compagnie che da Giovanni Vil- averla mai sostanzialmente mutata.
lani sono dette degli Scali, de'Pe- Non sempre però espressero il
ruzzi, Acciaiuoli, Bardi, Amman- santo precursore in un atteggiamen-
nati ec. , tutte sotto nome di ban- to: ora lo rappresentarono in pie-
chieri specialmente si applicavano di, ora sedente in ornatissima se-

al traffico del denaro; e quando de o trono; e talvolta il solo bu-


sìfatte compagnie fallivano, veni- sto, tale altra nell' atto che nel
vano surrogate da altre. Il fiori- Giordano battezzò il Salvatore; quin-
no d'oro battuto in Firenze, per di col pallio o clamide oltre la tu-
la sua bontà e bellezza salì in tan- nica di pelle, e in atto di tenere
to pregio e stima che estinse o- una cartella svolazzante nelle ma-
gni altra moneta d'oro che per lo ni, come aveano praticato i greci
voi. xxv.
,

ij8 FI il Fili
nel figurare massime prò-
i santi., i parte vermiglia, die' egli, era l'au-
leti. II Papa Giovanni XXII, nel fica insegna la qna-
de' fiorentini,
i322, in Avignone battè il fiorino le ebbero dai romani: awegnaehè
d' oro a somiglianza di quelli eo- pel nome della città nel detto cam-
niati V. Denari, e Mo-
in Firenze. pò vermiglio portavano un fiore
nete, non ebe la dotta opera del di giglio bianco; e l'insegna dei
Vettori : II Fiorino d'oro antico il- iìesolani era un campo bianco en-
lustrato; il Villani 1. 9, e. 170; trovi una luna celeste; e levato il

l'Ammirato, p. I, 1. 6 ; e l'Orsini, giglio e la luna, fecero di quei


Storia delle monete della repub- due campi una sola insegna. Il

blica fiorentina, Firenze 1760. Burghini nel discorso delle armi


Nota il Muratori citato, nella delle famiglie fiorentine volle si-

dissert. XXVII ebe , Firenze per milmente additare questo cambia-


essere stata la prima a battere fio- mento di colori, il che fece pure
ri ni d'oro, divenne celebre per Francesco Belcario vescovo di Metz,
tutta l'Europa, e fino per l'Asia e ma non senza abbaglio, dicendo
per l'Africa; sem- che mantenne che i fiorentini cambiarono il gi-

pre monete,
la stessa figura di tali glio rosso antico ne' gigli d'oro di
se non ebe vi si cominciò ad ag- trancia. Parlano molti altri scrit-

giungere in uno scudetto l'arme tori di questo cambiamento di co-


uel gonfaloniere. Del sigillo della lori, e Bartolommeo Scala nelle
città di Firenze, il Muratori ne Storie fiorentine dice, che sciu-
parla nella dissertazione XXXV, brando al popolo fiorentino di a-
ed il Vettori a pag. 5 dice che ver già composto una ben ordi-
fu il giglio, antica insegna della nata repubblica , mutò l' insegne
città di Firenze , e fu primiera- della città di bianco in rosso, ri-
mente d'argento in campo rosso, tenendone i ghibellini sbanditi l'an-
Rimutossi poi nel it.5i nel giglio tico giglio di argento,
rosso d'oggi giorno in campo d'ar- La campagna che circonda Fi-
geuto, dacché segui la morte di renze, mirabilmente descritta dal-
Federico II imperatore, e seonfìt- l' Ariosto, e industriosamente col-

ti nel mese di luglio i pistoiesi tivata, può riguardarsi come una


cacciati ne furono i caporali ghi- continuazione della città stessa, per
bellini di Firenze, ed il popolo e le ville ed i palazzi in amena for-

i guelfi dentro ne rimasero alla ma sparsi qua e là e bellamente


signoria, ed allora si mutò l'arme disposti, oltre le magnifiche ville

del candido in rosso per


giglio Pog-
reali di Careggi, di Castello, di

contrario. Ricordano Malespini rac- gio imperiale, il celebre monastero


conta nelle Storie fiorentine , che della Certosa ec. Firenze o il Fio-
dopo la distruzione di Fiesole si rentino è la prima delle tre pro-
unirono le insegne de'horentini con vincie del granducato di Toscana,
quelle de'liesolani, per tenersi mag- di cui forma la parte settentrioua-
giormente in fede, e che fecesi le, ed offre un'amena varietà di

allora un'insegna divisa per lo lun- monti, valli e pianure; il clima è


go bianca e rossa, la quale si por- quivi generalmente sano, fertile è
tavu in occasione di qualche vit- il terreno, che racchiude miniere
toria sul carroccio a suo tempo. La di varie specie, non che cave di
FTR FIR ,
9
marmo, alabastro e pietra dura. scia fu sottratta. Indi narra co-
Fuori di Firenze si ammira la bel- me nell' anno i44^> ne ' ponti-
la fabbrica di porcellane del Gino- ficato di Eugenio IV, essendo il
ri. La provincia di Firenze che giorno di s. Gio. Battista, dopo un

prese il nome
suo capoluogo,
dal grande e spaventoso eclissi del sole,
contava ultimamente trentaquattro fu Roma da terremoti e pestilenza
suddivisioni e trentatre vicariati ; in tal maniera abbattuta che si ,

ma nel i838 con moto-proprio lasciavano insepolti i morti, parti-


reale de' i agosto, fu creato il colarmente i poveri, per le pubbli-
tribunale collegiale di prima istan- che strade. Mossi di ciò a compas-
za con giurisdizione mista civile e sione molti fiorentini, si riunirono
criminale, che decide in turni civili in compagnia, e invocando la pro-
e criminali. Nella divisione gover- tezione di s. Gio. Battista princi-
nativa sanzionata col real moto-pro- pale patrono di loro nazione, ca-
prio mentovato, il governo di Fi- ritatevolmente seppellivano tutti i

renze vi si legge diviso così : tre cadaveri che trovavano


abbando-
commissariati in città, e per il di- nati, laonde la compagnia prese il

stretto fiorentino sette vicariati, e titolo della Pietà de' Fiorentini, ed

ventuna potesterie. So'to l' impero assunse sacchi neri, che poi cam-
francese il Fiorentino formò il di- biò in turchini. Nel i448 fu loro
partimento dell'Arno, e la porzione concessa la chiesa di
s. Pantaleone,

orientale di quelli del Mediterraneo che per la sua vecchiezza e picco-


e dell' Ombrane. I fiorentini anche lezza demolirono, e nel 1488 ri-
in Roma fondarono pie istituzioni, fabbricarono. Michele fece per la
com'è benemerita Arciconfrater-
la nuova cinque disegni, e di quello
nita della Misericordia di s. Gio- scelto che somigliava al Pantheon,
vanni Decollato (Vedi), e la chie- ma non eseguito per la spesa, che
sa nazionale di s. Giovanni de' fio- dicesi fosse il più meraviglioso, si

rentini nel rione V Ponte, con ora- conservò sino al 1720 il modello
torio ed Arciconfraternita della nell'oratorio del sodalizio, poscia
Pietà de 'fiorentini ( Vedi). Oltre dichiarato arciconfraternita, come
quanto del sodalizio, della chiesa narra Ridolfino Venuti, Roma mo-
e dell' oratorio abbiamo detto a derna, tom. I, par. II, pag. 4 ?-6
quel!' articolo, non riusciranno su- e seg. Il disegno dell'attuale chie-
perflue le seguenti analoghe no- sa da alcuni si attribuisce al San-
tizie. sovino come prescelto da Leone
Il Bovio nella Pietà trionfante, X, da altri a Giacomo della Por-
o della basilica di s. Lorenzo in ta, tranne la facciata esterna edi-
Damato, a pag. 173, dice che fi- ficata da Clemente XII a mezzo
liale di essa fu la chiesa di s. Pan- dell' architetto Alessandro Galilei.
taleone, oggi s. Giovanni de' fio- Non si deve tacere che alcuni di-
rentini. La piccola chiesa di s. Pan- cono che al Sansovino fu data real-
taleone fu smembrata dalla basilica mente la cura della fabbrica, ma
di s. Lorenzo, ed in vece venne avendo quindi incontrate difficoltà
sottoposta alla chiesa de' ss. Celso non lievi nel fondare contro il fiu-
e Giuliano allorché fu eretta in me Tevere per circa quindici can-
collegiata, dalla quale ancora pò- ne, lasciata l'impresa fu questa prò-
ao FIR FIR
seguitada Antonio da Sangallo; ma Dal medesimo Panciroli si ap-
più tardi fa mutato 1' antico di- prende che nella chiesa si venera-
segno, e fu adottato quello di Gia- no parecchie reliquie, massime i
como della Porta. Rifatta la chie- corpi de' ss. martiri Proto e Gia-
sa i conflati la dedicarono al san- cinto quivi trasportati con solennis-
to precursore Gio. Battista, ed il sima pompa a' 21 giugno 1^92,
Panciroli ne' Tesori nascosti, a pag. per benigna disposizione di Cle-
357 aggiunge che pur la dedica- mente VIII, dalla chiesa parrocchia-
rono ai ss. Cosma e Damiano. le di Salvatore a ponte s. Ma-
s.

Carlo Bartolomeo Piazza, nel suo ria. Di questa magnifica processio-


Eusevologio romano, trattato V, ne abbiamo da Cristoforo Castel-
capo XXXVI, Del convitto eccle- letti un opuscolo intitolato: Tras-
siastico a s. Giovanni de'
fiorentini, lazione de' corpi de' beatissimi mar-
dice che nel i5i 9 avendo il soda- tiri Proto e Giacinto ec. , Roma
lizio ricevuta la conferma da Leo- nella stamperia Vaticana 1592.
ne X, i confrati perchè vi risplen- L' Alveri nella sua Roma in ogni
desse il divin culto stabilirono che stalo, a pag. 4oo e seg. della par-
dieci degni sacerdoti l' offiziassero, te II, non solo ci dà le notizie
ed avessero cura delle anime del- della chiesa di s. Salvatore eretta
la parrocchia che tuttora vi esiste.
, nel quinto secolo, e rifabbricata
Indi nel i564 i superiori del so- nel \^5 da Sisto IV, ma ezian-
dalizio affidarono la direzione dei dio fa descrizione della decoro-
la

sacerdoti come della chiesa a s. sa traslazione di detti sagri corpi


Filippo Neri fondatore della con- in giorno di domenica, col soda-
gregazione dell' oratorio, il quale lizio ed altri della
nazione fio-
co' suoi compagni e discepoli illu- rentina. V'intervennero pure tutti
stri santificarono il luogo, al mo- gli ordini religiosi di Roma, e i

do che descrivemmo all' articolo diversi cleri, molta nobiltà, la fa-


Filippini [Vedi). II santo si stu- miglia pontificia, il cardinal Aldo-
diò d'introdurre presso questa chie- brandini nipote del Papa. I santi
sa un convitto di ecclesiastici, fa- corpi furono portati dai prelati,
cendo delle regole pei dieci sacer- dai conservatori di Roma, e dai
doti chela servivano, per l'unifor- fiorentini sotto baldacchino di tela
mità di vivere , di vestire, come d'oro. Furono ricevuti da tutto il

di mangiare a comune mensa in sagro collegio, e le artiglierie spa-


refettorio, permettendo loro di ri- rarono nel passaggio di Campido-
cevere con tenue mensile paga- glio, e nel giugnere in chiesa, ove
mento altri sacerdoti o individui nel dì seguente fu celebrata messa
che bramavano divenir preti; ed solenne coli' assistenza di sei cardi-
uno dei dieci sacerdoti fu incari- nali, e del vescovo di Macon. Il

cato di assistere la suddetta ar- lodato Piazza nella medesima ope-


ciconfraternita di s. Giovanni De- ra, trattato II, capo XXVII, parla
collato. 11 convitto de'sacerdoti sus- dello Spedale de' fiorentini a stra-
sistette sino alle ultime politiche da Giulia, che nel 1606 eressero
vicende, ed al presente la chiesa i fiorentini garzoni di fornai colle
è uffiziata dai sagri ministri che raccolte limosine, quindi sottoposto
vi prepone il sodalizio. all' amministrazione dell'arciconfra-
,

F1R FIR ai
ternita della Pietà, presso la quale tante *. Vincenzo Ferreri, della
venne edificato. Vi pose nel 1607 scuola del Zuccari, forse del Pas-
la prima pietra con grande solen- signani ; nella seconda il s. Filip-
nità il cardinal Ottavio Bandini, po Benizzi fu colorito a Firenze;
coli' intervento dell'ambasciatore di il quadro di s. Girolamo della ter-
Toscana, e di tutta l'università del- za è di Sante Tito ; di fianco so-
la nazione fiorentina , ponendolo no due quadri del Cigoli e del
sotto l' invocazione della ss. Trini- Passignani, e gli affreschi li fece
tà, della Beata Vergine, e di s. Gio. Stefano Pieri. Nella quarta cappel-
Battista. Ne fu principale benefat- la il quadro rappresenta la Beata
tore Antonio Coppoli, non che An- Vergine, Gesù. Cristo, e s. Filippo
tonio Cepparelli, e Pietro Cambi, Neri, copia di quello del Maratta
tutti fiorentini, a' quali il sodalizio trasportato a Firenze. L'altare del-
per riconoscenza nella sala dell'ospe- ha il bel quadro di Sal-
la crociera
dale eresse marmorei busti con ana- vator Rosa de' ss. martiri Cosma
loga iscrizione. Oltre la comune e Damiano. Nella cappella appres-
sala, si tenevano alcune stanze se- so sagra alla Madonna della Mise-
parate pe' nazionali di condizione ricordia, la immagine coronò
cui
civile. Attualmente l'ospedale ha il capitolo vaticano ai 22 marzo
sei letti, riceve gl'infermi poveri e 1648, Fontebuoni colorì la di
il

nazionali che vi ammettono i su- lei ed il transito, essendo


natività,
periori dell'arciconfraternita, essen- il rimanente del Ciampelli. L'alta-

do le sue rendite unite con quelle re maggiore edificato con disegno


del sodalizio e della contigua chie- di Pietro da Cortona, e prosegui-
sa. Passando alia descrizione delle to da Ciro Ferri, devesi alla mu-
principali cose di questa, diremo, nificenza della famiglia Falconieri,
che delle statue che adornano il ed ivi riposano i corpi de' ss. Pro-
frontespizio della porta maggiore to e Giacinto martiri. Le sculture
ne fu scultore Filippo Valle; il rappresentanti il battesimo di Cri-
frontespizio è tutto di travertino sto , le Antonio Raggi ; la
eseguì
con alcuni ornati di marmo, divi- statua della Fede è di Ercole Fer-
so in due ordini di architettura, rata; quella della Carità di Dome-
ambedue corinti , con colonne di nico Guidi; gli stucchi sono di Fi-
travertini, e bassorilievi di marmo. lippo Carcano, Pietro Sanese, Fran-
Per corona poi e testata si veggo- cesco Aprili , e Michelangelo An-
no collocate sopra i suoi piedistalli guier : quest' ultimo, e Leonardo
sei statue di santi nazionali, e re- Reti, sono gli autori delle Virtù.
stano riservate le altre nicchie per La memoria sepolcrale del prelato
collocar le altre statue di marmo dei Corsini è dell' A lgardi ; l'altra del
santi più cospicui della medesima prelato Acciaiuoli è del mentovato
nazione, secondo l'idea dell'edifi- Ferrata. La seguente cappella è
catore. della famiglia Sacchetti : il Croce-
L interno della chiesa è a tre fisso di metallo fu eseguito sul mo-
navate divise da grandi pilastri dello Prospero Bresciano , da
di
con cappelle ricche di marmi e di Paolo Sanquirico parmigiano, il cui
pitture. Nella prima cappella a de- fondo è una tavola di un solo pez-
stra è un buon quadro rappresen- zo di basalto o nero antico ; le
22 F1R F1R
pitture della volta e de' suoi lati ed artisti, e fra questi nomineremo
sono del cav. Lan franchi, che vi Carlo Maderno, celebre arebitetto ;
effigiò vari fatti della vita e pas- vi sono anche i depositi dei cardinali

sione del Redentore, ed è lodatis- Lelio ed Alessandro Falconieri. Le


sima la di lui Ascensione al cielo, feste principali che quivi si cele-
sia per lo sfondo che per lo scor- brano, sono quelle della Natività di
cio: ivi sono sepolti i cardinali Giu- s. Gio. Battista, de'ss. Cosma e Da-
lio Sacchetti che papeggiò, ed Ur- miano, Proto e Giacinto, e di
de'ss.

bano Sacchetti di lui nipote. 11 s. Zenobio vescovo di Firenze. Al


quadro della crociera rimpelto a presente la chiesa è in restaura-
quella de' ss. Cosma e Damiano, zione, massime ne' fondamenti, per
dedicato a s. Maria Maddalena, è cui l'arciconfraternita fa l'uffiziatu-
di Baccio Ciarpi, o di Alfonso Pe- ra nel suo vicino oratorio di cui
trazzi : la cappella è della famiglia andiamo a parlare. L'immagine poi
Capponi. In quella che segue di s. miracolosa della Beata Vergine del-
Francesco d'Assisi, il quadro è del la Misericordia eh' è nella cap-
,

Tito, e le altre pitture del Poma- pella Nerli dalla parte sinistra
rancio. Il deposito del prelato Sam- dell'altare maggiore , ed ove ri-
miniato lo scolpì il nominato Val- posano le reliquie di s. Eugenia,
le ; e quello del marchese Alessan- la sottrasse la pietà del cardinal
dro Capponi fu lavorato da Stoldtz Bessarione dal tempio di s. Sofia di
co' disegni del cav. Fuga. Il qua- Costantinopoli, quando gli ottoma-
dro dell' altra cappella di s. Anto- ni s'impadronirono di quella città.
nio abbate è di Ciampelli; gli af- Questa immagine in seguito fu po-
freschi della volta colle storie di sta sulle pareti del vicolo della
s. Lorenzo sono di Antonio Tem- Palla, e da un sacrilego giuocalo-
pesti Gio. Angelo Canini colorì i
: re infuriato per la perdita che ave-
due grandi quadri co' fatti de' ss. va fatto , fu percossa nella guan-
Pietro e Paolo. Il gran quadro in cia destra con una boccia, per cui
cui è espressa la predica di s. Gio. ancora se ne vede la lividura. Dio
Battista, e eh' esiste presso la por- punì l'esecrando misfatto, col fare
ta di fianco, si reputa del Naldini. assiderare al reo il braccio colpe-
Quello nella cappella seguente di vole. Vedendo di non poterne ri-
s. Maria Maddalena de' Pazzi è del cuperar 1' uso, dopo quaranta gior-
fiorentino Corradi, di cui sono pu- ni prostrato avanti l'immagine con
re il s. Giuseppe, e la s. Anna dai un profluvio di lagrime contèsso
lati ; le storie a fresco di s. Egi- pubblicamente il fallo, e domandò
dio, e le altre pitture sono di Gio. fervorosamente perdono. Consegui-
Battista Cosci. Finalmente nell' ul- tolo colla liberazione del braccio,
tima cappella evvi il s. Sebastia- il popolo appellò l' immagine Ma-
no morto, di Gio. Battista Vanni, ria della Misericordia. Accorrendo
ed il fonte battesimale. tutti a venerarla, la nazione fio-

In Urbano VIII
questa chiesa rentina ottenne di poterla trasfe-
agli 8 maggio 1626 beatificò s. rire in questa sua chiesa, ov' è o-
Maria Maddalena de' Pazzi cano- , norata nella cappella anzidetta, di-
nizzata poi da Clemente IX. Quivi spensando di continuo grazie a chi
sotto sepolti vari illustri personaggi ricorre al suo patrocinio. La di lei
FIK F1R *3
mentovata coronazione con corona inenti della città, giacché le altre
(Ioro, seguì per le mani dei ca- mie vicende sono riportate all'arti-

nonici di s. Pietro Ugo Ubalditù colo Toscana (Vedi), non che del-
nipote di Leone XI, e Felice Gon- la sua sede arcivescovile, de' suoi
telori celebra tifisi ma per l'erudite vescovi e metropolitani, accenne-
sue opere. remo soltanto i suoi più celebri
Nel medesimo rione Ponte, poco cittadini, i Papi, e i cardinali fio-
fonge ila Ila chiesa di s. Giovanni rentini, essendo argomento lunghis-
de' fiorentini , entro il vicolo che simo il dovere trattare dei molti
conduce al banco di s. Spirito tro- santi e beati dei due sessi, tra' quali
vasi una piazzetta ov' è l'oratorio ve ne sono alcuni degni della più
della Pietà de' fiorentini. Quivi era gran celebrità, come dei fondatori
prima, come narrano il Panciroli e riformatori di ordini e congrega-
a pag. 7g5, ed il Bovio a pag. zioni religiose. Così non intendia-
1^3, la chiesa parrocchiale de' ss. mo neppure parlare dell' immenso
Tommaso e Orso ossia Orsola a numero di fiorentini patriarchi, ar-
Ponte, filiale della basilica di s. civescovi e vescovi, e di altri ele-
Lorenzo in Damaso , la cui par- vati a sublimi dignità ecclesiasti-
rocchia fu trasferita alla detta chie- che; dei marescialli di Francia, dei
sa di s. Giovanni. Il Venuti a pag. generali di armata di terra e di
4^5 narra che Clemente VII con mare, e dei ministri famosi. Innu-
bolla del i526 concedè la chiesa merevoli sono gli scrittori delle bio-
alla nazione fiorentina, ed al so- grafie de' santi e personaggi illustri
dalizio della Pietà, il quale la ri- dell' uno e dell'altro sesso, che do-
dusse al modo che si vede. Le viziosamente hanno illustrato Fi-
pittore a fresco nelle pareti sono renze, che sarebbe lungo argomen-
di Girolamo Sicciolante da Sermo- to se ne dovessimo trattare. Ciò
neta ; le storie della Passione nella che rende Firenze più famosa e ri-
volta furono condotte da Taddeo nomala, si è che nel suo seno prin-
Zucca ri ; e il quadro dell'altare cipalmente hanno avuto la culla le
della Beata Vergine, che sostiene lettere, le scienze e le arti belle, e
il Figliuolo morto , è del medesi- che da venne la
lei scintilla di
mo Sicciolante. Leone X nel i5i5 quel fuoco che dopo le barbarie
e nel 1 5 9 concedè
1
al sodalizio divenir fece1' Italia
la sede del ge-
l'uffizio annesso, col proprio nota- nio, portandola a tanta celebrità.
ro per le cause de' mercadanti e Dante, Petrarca, Boccaccio, i due
negozianti fiorentini in Roma, e Villani ec. squarciarono in gran
per le loro adunanze, col nome di parte le tenebre dell'ignoranza, e
Consolato, donde prese quello la Cosimo detto Padre della patria ,

•viaove sta: indi nel 1 73 r Cle- e Lorenzo il Magnifico, ambidue


mente XII, coll'autorità della co- della casa Medici , co' loro talenti
stituzione Exponi nobìs, che si leg- e colle loro immense ricchezze pro-
ge nel Bull. Rom. toni. XIII, pag. tessero ed animarono il vero risor-
159, restituì alla nazione fiorenti- gimento del valore italiano. L'Ale-
na tale uffizio notarile. manni, Adriani, il Berni, Borghi-
Prima di parlare dell'origine di ni, Cecohi, Compagni, Guicciardi-
Firenze, e de' principali avvem- ni, Varchi, Menzini, Malespini, JNar-
,

24 FIR FIR
di, Grazini detto il Lasca, Macchia - In quanto poi ai cardinali fio-
velli, Poggio, i Pucci, il Rucellai, rentini, secondo i computi del Car-
Salviati , Salvini, Segni, Velluti, della, e le ricerche da me fatte
Vettori ec. sono celebri istorici e sono i seguenti, che dividendoli per
poeti. Rinomati matematici e na- secoli , pongo avanti ad ognuno
turalisti celebri , nati pure a Fi- l' anno di loro esaltazione al car-
renze, sono: Bellini, Galilei, Maga- dinalato, ed ognuno ha la sua bio-
lotti, P. A. Micheli, Redi, Targio- grafìa in questo Dizionario. Non
ni, Toscanelli, i Viviani ec. Leon sono compresi gli aretini, i pisani,
Battista Alberti, Arnolfo di Lapo, i sanesi ec. , ma i soli fiorentini.
Andrea del Sarto, Bartolomeo
fr.

della Porta, Brunellesco, Buonar- Secolo XI.


roti, Cellini, Donatello, Finiguerra,
Giotto, Ghilberti, Masaccio, Orca- 1073 s. Pietro Igneo Aldobrandini.
gna , Tacca ec. , sono celebri nel- 1097 b. Bernardo degli Uberti.
l' architettura, pittura e scoltura,
ed anco nell' avere alcuni di essi Secolo XII.
dettati i precetti dell' arte. Firenze
diede pur nascita negli antichi tem- 11 38 Guido Bellagio.
pi a rinomati viaggiatori, ma ba- 1 175 Laborante di Panormo, o di
sti il far distinta ed onorevole men- Pontolmo.
zione di Americo Vespucci, che se 1 90 Gregorio Alberti.
1

non fu il primo a scuoprire una


nuova parte di mondo, fu certa- Secolo XIII.
mente il primo, che dietro le trac-
ce del sommo navigatore Cristofo- 1244 Ottaviano Ubaldinu
ro Colombo, scuoprì il vasto con-
tinente di quella nuova porzione Secolo XIV.
che dal suo nome fu detta Ame-
rica. Sei romani Pontefici sedet- 1342 Andrea Gini Malpighi , o
tero sulla veneranda cattedra di Malpigli.
s. Pietro. Leone X
de' Medici elet- i366 Pietro Tornaquinci.
to nel i5i3, che die il nome au- 1370 Pietro Corsini.
reo al suo secolo ; Clemente VII 1378 Bernardo Tarlati.
de' Medici creato nel i523; Cle- i38i Angelo Acciaiuoli.
mente Vili Aldobrandini subli-
mato al triregno nel i5g2; Leo- Secolo XV.
ne XI de' Medici che fu assunto al
pontificato nel i6o5; Urbano Vili i4o8 b. Luca Manzoli.
Barberini sollevato al trono del Va- i4o8 Ottaviano Ottaviani.
ticano nel 1623 ; e Clemente XII i4o8 b. Domenico Bianchini.
Corsini collocato sulla cattedra apo- 14.11 Alamanno Adimari: nel ca-
stolica nel 1730. V. X Ursulini, In- talogo de'can. fiorentini è re-
ditele nationi Florenlinae familiae gistrato al i42 5.
suprema Romani Pontificatila ac 1439 Alberto Alberti: nel detto
sacra cardinalatus dignitate illu- catalogo si dice cardinale al-
stratac, Romae 1706. l' anno 1 4 i-9 •
1

fui FUI a5
1489 Giovanni de' Medici poi Leo- 161 5 Carlo de' Medici.
ne X. 1621 Ippolito Aldobrandini.
1622 Ottaviano Ridolfi.
Secolo XVI. 1623 Francesco Barberini seniore.
1624 Antonio Barberini seniore.
i5o3 Francesco Soderini. 1626 Giulio Sacchetti.
i5j 1 Pietro Accolti. 1627 Antonio Barberini giuniore.
1 5 1 3 Lorenzo Pucci. i64' Francesco Maria Macchia-
i5i3 Giulio de' Medici poi Cle- velli.

mente VII. 1642 Lorenzo Magalotti.


i5i3 Bernardo Di vizi o Bibbiena. i643 Lelio Falconieri.
15 7 Giovanni Salviati.
1 i644 Neri Corsini.
i5i7 Nicolò Pandolfìni. 1644 Gio. Carlo de' Medici.
i5i 7 Nicolò Ridolfi. l652 Carlo Barberini.
1 5i 7 Xuigi de Rossi. i65i Baccio Aldobrandini.
i5 1 7 Ferdinando Ponzetti o Puo- 1667 Leopoldo de' Medici.
cetti o Poccetti. 1669 Nicolò Acciaiuoli.
i5ij Nicolò Gaddi. 1669 Francesco Nerli seniore.
1527 Benedetto Accolti oriundo 1672 Gio. Battista Bonsi.
d' Arezzo. 1673 Francesco Nerli giuniore.
i52g Ippolito de' Medici. 1686 Francesco Maria de' Medici,
i53t Antonio Pucci. che rinunziò nel 1709 per la
1544 Nicolò Ardinghelli. successione di sua famiglia.
i54g Giovanni Medici. 1686 Domenico Maria Corsi.
i552 Roberto Pucci. 1690 Francesco Barberini giuniore.
i55j Lorenzo Strozzi. 1690 Bandino Panciatici.
i55j Taddeo Gaddi. *
i55q Leonardo Deti. Secolo XVIII.
i56i Bernardo Salviati.
i563 Ferdinando de' Medici poi 1706 Lorenzo Corsini poi Clemen-
granduca di Toscana. te XII.
i565 Angelo Niccolini. 1706 Francesco Martelli : nel men-
1570 Giovanni Aldobrandino tovato catalogo si fa promos-
i583 Alessandro de' Medici poi so nel 1698.
Leone XI. 1724 Alessandro Falconieri.
1 583 Antonmaria Salviati. 1730 Alamanno Salviati.
i585 Ippolito Aldobrandini poi 1730 Alessandro Aldobrandini.
Clemente VIII. 1730 Neri Maria Corsini.
i5g3 Pietro Aldobrandini. 173 fr. Giannantonio Guadagni:

1596 Ottavio Bandini. Bernardo è detto nel catalo-


go de' canonici fiorentini.
Secolo XVII. 1734 Jacopo Lanfredini.
1743 Girolamo Bardi.
1606 Maffeo Barberini poi Urba- 1745 Antonio Girolami: Raffaello
no Vili. è chiamato nel predetto ca-
161 1 Pietro Bonsi. talogo.
16 15 Roberto Ubaldini. 1753 Luca Melchior Tempi.
a6 FIR F1R
1753 Giuseppe Maria Ferroni. cole Libio ; altri all'anno Hf) a-

1753 Luigi Maria Torregiani. vanti l'era volgare, con alcune case

17^9 Filippo Acciaiuoli. che si costrussero i soldati di Sii-

1 Giuseppe Agostino Orsi.


j5q fr. la. L'origine di Firenze tuttora in-
1777 Gregorio Salviati. certa, sembra però che abbia avu-
1794 Giovanni Rinuccini. Fie-
to principio dagli abitanti di
sole,che scendendo dal monte fie-
Secolo XIX. solano nella pianura a fare loro i

mercati, circa cento anni prima del-


I 84 1 Cosimo Corsi. l'era volgare, principiassero a fab-
bricarvi delle abitazioni, ed inco-
Firenze soprannominata la bella, minciassero a stabilirvisi , allettati

in latino chiamasi Florentia, e gli dalla comodità del sito, che vi at-
abitanti Firentini o Fiorentini, In- tirò in progresso degli altri abita-
vestigando il succitato Vettori don- tori. Quelli che attribuiscono ai

de Firenze fu cosi detta, dice che soldati di Siila i primordii di Fi-


ad essa tu attribuito tal nome, se- renze, narrano che quarantadue an-
condo che scrive Bartolomeo Sca- ni dopo l'epoca accennata, gli abi-

la, da quel prato ad Munionis ri- tanti di Fiesole scelsero ad abitare


parti,che germogliava fiori in ab- le case che avevano costruito per
bondanza, e precisamente gigli nel- tenervi i e che essi
loro mercati ,

la primavera ; sicché essendo stato chiamaronla Fluenlia, dal corso del-


racchiuso dentro le mura della nuo- le acque del fiume che costeggiava

va città per augurio di felicità, die la pianura detta Villa Amina, no-
poi il nome alla città stessa , e me che poi cambiò per quello di
quindi si prese l' insegna del giglio, Florentia, forse dalla floridezza del
che ancor oggi conserva. Non sem- sito. Altri infine dicono piuttosto
bra valutabile l'opinione del Ma- che le colonie sillane aumentarono
lespina e del Villani , che fecero la fìesolana emigrazione, ed amplia-
derivare questo vocabolo da un rono il nuovo paese, che andò sem-
certo Fiorino capitano de' romani. pre più prosperando. Secondo altri
II medesimo Vettori aggiunge che diventò colonia romana al tempo
il p. Stefano Menochio spiega la de' triumviri Ottaviano Augusto,
parola Florentia in questo modo : Marc'Antonio, e Lepido. Delle sue
Jlores liliorum in. candelabris ; e grandezze in epoca romana poche
che nella glossa interlineare si os- ed incerte vestigia vi sono, sebbe-
serva, che vi ha una specie di gi- ne avesse avuto terme, il campo
gli ne' candelabri, sopra i quali po- Marzio, l' ippodromo il campido- ,

nevano le lucerne gli antichi. Tut- glio ec. e gli altri edifizi propri
lavolta sembra che questa sia opi- delle colonie romane. Il suo mag-
nione più strampalata di quella del gior ornamento però consisteva nel-
Malespina, alla quale può almeno l'anfiteatro, di cui si hanno tracce
dar qualche tuono l'osservare, che nelle vicinanze Santa Croce, il di
i fiorentini han voluto chiamar quale a niun altro cedeva per am-
fiorino la lor moneta improntata piezza: evvi tradizione che in esso
«lei giglio. La fondazione di Firen- s. Miniato, e moltissimi altri mar-
ze alcuni ia fecero derivare da Er- tiri vi sieuo stati esposti alle fiere.
FIR F1R 27
Gli antichi e solidi acquedotti eb- glio del duca Gozzolone; nel io58
bero pure celebrità si recò a Firenze, e morì tra le
I primi abitanti di Firenze uni- braccia di s. Ugone abbate di Clu-
camente occupali a godere i van- ny a' 29 marzo, e fu tumulato
taggi di una deliziosa situazione di- in s. Reparata. V. Leone Ostien-
ventarono preda di tutti i barba- se 1. 2, Chron. Cassiti., e. 97.
ri, che scorsero ferocemente l'Ita- Nel suo sepolcro operò Iddio mol-
lia, e le vittime della gelosia dei ti miracoli, ed il suo nome tro-
loro vicini, segnatamente dei fie- vasi in alcuni martirologi col tito-

solani da cui ripetevano l'origine, lo di santo: anzi vivente ne operò


i quali più volte la molestarono due in virtù di Dio, venendo in-

ed inquietarono. Verso la metà del vaso dal demonio quel suddiacono


testo secolo, i soldati di Totila re che aveagli avvelenato il calice con-

dei goti, si dice, saccheggiarono e sagrato , come narrammo altrove,


rovinarono Firenze. Ai tempi di e quindi suddiacono dal
liberò il

Carlo Magno e dopo l'estinzione diabolico spirito con istupore dei


del dominio longobardico, la cit- fiorentini. Indi fu creato Papa Ge-
tà risorse sotto i di lui auspicii : rardo vescovo di Firenze, che pre-
venne riedificata, e cinta mura,
di se il nome di Nicolò II, il quale
decorata di chiese e palazzi ad i- nel 1060 fece ritorno a questa cit-
mitazione delle altre principali cit- tà, che pur visitò altra volta, e vi

tà d'Italia, giacché i fiorentini nel- lasciò di vivere a' 22 luglio tofii,


1' anno 802 poterono ristabilir il e fu sepolto nel duomo. Tuttavol-
municipio, e richiamar gli abitan- ta il Panvinio ueìì'Epit. Rom. Pont.
ti dispersi lungo l' Arno. La città lib. Il, p. 66 , sostiene che morì
si ripopolò rapidamente, e divenne in Roma, e che fu seppellito in
potente, erigendosi in repubblica : Vaticano. Il fatto si è che non si

già la Toscana governata dai con- trovano in duomo i sepolcri di


ti e dai duchi nel nono e nel de- questi Papi.
cimo secolo soggiacque al potere Intanto Firenze sempre più mi-
de' marchesi di Toscana, e pel pri- gliorando, nel 1078 si trovò nel-
mo di Bonifacio di Baviera, men- la necessità di ampliarsi con un se-
tre da altro nacque
Bonifacio condo circuito di abitazioni e di
la celebratissima Contessa Matilde mura. Nell'anno 1 104, o iio5,
(Vedi) , che ingrandì il dominio o 1 106 Firenze venerò il Pontefi-
temporale della santa Sede colle ce Pasquale II nel concilio che ,

sue donazioni. Nel io55 fu onora- ivi come diremo celebrò. Fu verso
ta la città dalla presenza di Vit- l'anno 1 io, che vinta Fiesole dai
i

tore II romano Pontefice, e del- fiorentini, quando che fosse, e gli


l' imperatore Enrico III. 11 Papa abitanti a poco a poco abbandonan-
vi fece ritorno nel 1057, ed ivi dola, e passando a dimorare in
morì a'28 luglio , venendo sepolto Firenze, si vide questa città andar
nella chiesa di s. Reparata, come sempre più crescendo, e meravi-
attestano il Papebrochio in Pro- gliosamente progredire in tutte le
pylaeo pag. 191 num. 3, , ed il virtù civili e militari , come nelle
Baronio a detto anno, num. 9. Gli scienze, nelle arti e nelle lettere.
successe Stelano X di Lorena, fi- ^ ero si è però che debbe priu-
*8 FIR FIR
cipaltnente, come abbiamo detto monte di voto al Papa, doveva in
di sopra, la sua grandezza ed o- questa città sposare una giovine
pulenza , alla mercatura ed alle della famiglia Amidei ligia all'im-
arti, essendo prima della scoperta peratore. Disuaso Buondelmonte di
di America, tra le città italiane cotal matrimonio , nel di di Pa-
l'emporio del traffico e della ric- squa fu trucidato da Mosca Lam-
chezza. Firenze, come dicemmo, con berti ghibellino: e seguirono in Fi-
la sua arte del cambio faceva gran renze trentatre anni di massacri.
commercio di denaro e l'arte del- , Per la grave discordia insorta nel
la lana e della seta mantenevano 1233 tra i sanesi ed i fiorentini,
gran numero di manifattori nel il Pontefice Gregorio IX s'inter-
popolo. La forma del suo antico pose a pacificarli. Nel 1256 i fio-
governo era repubblicana - demo- rentini avendo rotto i pisani a
cratica, ma per risiedere nel su- Val di Serchio, fecero quivi ta-
premo magistrato, composto di un gliare un gran pino, sopra il cep-
gonfaloniere e di alcuni priori, con- po del quale fecero battere il fio-
veniva essere ascritto alle arti, che rino d' oro , con allusione alla ri-
si dividevano in maggiori e mino- portata vittoria. Nell'anno 1258
ri, quindi anche i potenti nobili ai i4- di settembre i guelfi in
di contado vi si facevano ascrive- piazza di s. Apollinare empiamen-
re. Dopo che nel 1 1 1 3 Firenze te mozzarono il capo al beato car-
guerreggiò contro Enrico V impe- dinale Tesauro Beccaria, il quale
ratore, nemico de'Pontefici per la essendo legato per pacificarli coi
questione delle investiture ecclesia- ghibellini, a questi i guelfi lo cre-
stiche, la città annoverata tra fu devano favorevole. I fazionari non
quelle aderenti Papa, ed av- al si contentavano di spingere fuori
verse all'imperatore. Nel 1 1 38 il della patria gli emuli, inferocivano
vescovo Gotti fredo prese le armi contro i loro palazzi, torri e ca-
per difendere dai fiorentini pre- se, diroccandole sino dai fonda-
potenti le ragioni e beni del ve- menti, la qual detestabile frenesia
scovato, assistito dall'autorità di non poco sformò la bellezza di
Papa Innocenzo II. Firenze seb- alcune città. Ciò specialmente av-
bene sempre del partito guel-
fosse venne in Firenze, Bologna, Cre-
fo, parteggiando pel Papa, fu spes- mona, per tacere di alcune altre.
se volte travagliata dal partito ghi- Famoso è poi quanto fecero in
bellino , seguace dell' imperatore', questotempo i fuorusciti di Fi-
che tenevano alcune delle sue prin- Dacché essi ebbero nel 1260
renze.
cipali famiglie; quindi al prevale- a Monte Aperto data una gran
re di un partito erano frequenti rotta ai guelfi dominanti in Firen-
le espulsioni, le rilegazioni, gli e- ze , e furono vincitori rientrati
silii, gl'incendi, le confische, le uc- nella città , nulla men pensarono
cisioni, che tante volte barbara- che di spianarla tutta per toglie-
mente travagliarono questa città. re così ricovero ai loro avversari.
Fu nel 2 5 che le fazioni dei
1 1 Poco mancò che non eseguissero
guelfi e ghibellini incominciarono sì furiosa risoluzione ; ma costante-
a macchiare di sangue civile Fi- mente si oppose Farinata degli
renze, in occasione che Buondel- Uberti, uomo saggio, pel quale re-
.

FIR F1R 29
sto da quel pezzo furore de quel gran Pontefice esclamò ì
salva :

Firenze. V. Guelfi. Nel 1273 il fiorentini nelle cose umane sono il


b. Papa Gregorio X, accompagna- quinto elemento. V. Crist. Landi-
to dai cardinali , da Baldovino II no nella sua Apologia premessa
imperatore di Costantinopoli , da al Commento di Dante j Pietro
Carlo I d' Angiò re di Sicilia, e Monaldi, Storia delle famiglie fio-
da molti magnati, si condusse in rentine; Paolo Mini, Discorso del-
Firenze ove si trattenne tre mesi, la nobiltà di Firenze. Il Murato-
sperando di riconciliare perfetta- ri nella dissertazione LI, parlan-
mente i guelfi coi ghibellini, ch'e- do dell' origine e progresso delle
ransi divisi in bianchi e neri fazioni guelfa e ghibellina in Ita-
Sembrava che avesse raggiunto l'in- lia, osserva che grandi e continui
tento, per cui in s. Reparata ai furono gli studi della potente re-
12 giugno rese pubbliche e solen- pubblica fiorentina, che ognor più.

ni grazie a Dio di tal concordia; estendeva i suoi limiti per lo più


quando i guelfi, come più potenti, attaccata alla setta de' guelfi, per
furono i primi a rompere l'accor- abbattere la contraria, per incita-
do, il perchè molto ne soffri il re i collegati, ed anche i principi
buon Pontefice che tutto coruc- lontani a far fronte agl'imperatori.
ciato partì dalla città, che punì Non si può credere, quanto oro
coll'interdetto. Indi si recò in Lio- impiegasse in questo l' industriosa
ne a celebrale il concilio generale ed accorta nazione questo special- :

dopo il quale giunse a Firenze ai mente essa operò nei primi anni
17 dicembre 1275; e siccome non del secolo XIV, allorché calò in
vi voleva entrare per cagione del- Italia l'imperatore Enrico VII, in
l' interdetto,
nel passaggio che vi unione con Bologna, Lucca, Siena,
fece, perchè 1* inondazione dell'Ar- Modena, Reggio, ed altre città e
no gì' impediva tragittare per le guelfi. Il perchè nel i3i2 l'impe-
mura, e mentre traversava il pon- ratore in Pisa fulminò una fiera
te, col segno della croce assolve- sentenza contro i comuni di Firen-
va la città dall'interdetto, che poi ze, Siena, Lucca ec, perchè gli ne-
subito rimise e vi perseverò per gavano ubbidienza; di Bologna non
tre anni , finché morto Gregorio parlò come città pontificia. All'in-
X in Arezzo nel1276, a'21 gen- cominciar di questo secolo , e nel-
naio , il successore Innocenzo V l'anno i3oo crebbero in Firenze
riconciliò colla Chiesa i fiorentini le dissensioni tra i Bianchi [Fe-
e tolse l'interdetto a Firenze. di), e i neri. Prevalendo in Firen-
Nel 1 284 fu per la terza volta ze i ghibellini , spedirono i guelfi
accresciuta ed
ampliata la città, ambasciatori a Bonifacio Vili, ac-
come di presente si vede. A giu- ciò pel bene della città seguace
sta non si de-
gloria de' fiorentini del Papa, vi ponesse l'ordine. Quin-
ve passare sotto silenzio che nel , di Bonifacio Vili nel giugno spe-
1295 si trovarono davanti a Bo- dì a tale effetto per legato il car-
nifacio Vili dodici ambasciatori dinale Matteo d'Acquasparta, il qua-
fiorentini, inviati a congratularsi le voleva provvedere alle inimi-
col Papa per la sua esaltazione, a cizie de' bianchi e de'neri, eleggen-
nome di altrettanti potentati, on- do tra loro a sorte i priori, da
3o FUI FIR
cambiarsi ogni due mesi ; ma i favorisse i bianchi e i ghibellini,
bianchi che guidavano la signoria per cui parti dalla città lasciando-
della città, per timore di perdere la interdetta. Ritornato a Firenze
il potere non vollero ubbidire, on- bandì contro i faziosi pratesi la

de il legato lasciò la città coll'in- crociata; ma ingelositisi i guelfi


terdetto ecclesiastico. Il Papa aven- fiorentini , il cardinale vedendosi
do chiamato in Italia Carlo di Va- male corrisposto, parti a' 4 ghigno
lois per l' impresa di Sicilia , en- da Firenze, dicendo ai fiorentini
trò i3oi in Firenze colle
nel queste parole: » Dappoiché volete
sue genti onoratamente accolto ; » essere in guerra e in maledizio-
ma mentre si occupava di pacifi- « ne, e non volete udire, né ub-
care le fazioni, insorsero tumulti » bidire al messo del Vicario di
e cospirazioni contro il principe « Dio, né avere riposo né pace
francese dalla parte bianca, che » fra voi, rimanete colla maledi-
perciò fu umiliata, e messa in ban- » zione di Dio , e con quella di
do; ed allora andò pure con es- « santa Chiesa ". Scomunicando i
sa in esilio Dante Alighieri, che cittadini colpevoli, e lasciando l'in-
tutto l'animo rivolse alle lettere, e terdetto alla città.
divenne eccellente e sommo poeta. Partito da Firenze il cardinal
Successe nel pontificato Benedetto Alberimi, la città cadde in iscom-
XI, il quale bramoso di pacifica- piglio per le feroci cittadinesche
re i guelfi e i ghibellini, i bian- battaglie, e per l'incendio appic-
chi e i neri, creò legato il cardi- cato ad alcune case , narrando il

nal Albertini di Prato. Firenze lo Rinaldi che fra palazzi, torri e ca-
ricevette con festa a' io marzo, ed se ne perirono mille settecento e
egli nella pubblica piazza di s. Gio- più a' io giugno, per cui molte fa-
vanni, in un discorso dichiarò le miglie spogliate di tutto divennero
facoltà di cui era munito, ed e- povere. Giunto il cardinale in Pe-
spose l' intendimento paterno del rugia, ov'era Benedetto XI, si dol-
Pontefice per pacificare i fiorenti- se in concistoro di coloro che reg-
ni, massime quelli che reggevano gevano la città di Firenze, raccon-
la città. Questi allora gli diedero tando il disonore e il tradimento
piena autorità di accomodare le che avevano fatto alla santa Sede
cose, e di far priori e gonfalonieri. mentre occupavasi del loro bene :

Il cardinale quindi rinnovò l'or- ciò produsse l'indignazione del Pa-


dine di diecinove gonfalonieri so- pa e dei cardinali, laonde Benedet-
pra altrettante compagnie, secon- to XI formalmente citare sotto
fece
do 1' antico costume di Firen- pena scomunica i fiorentini, a
di
ze. Però alcuni potenti veden- mandare a lui procuratori ed al-
do con ira che ai fuorusciti bian- cuni caporali di parte guelfa e ne-
chi e ghibellini venivano resti- ra , che guidavano tutto lo slato
tuiti i beni e la libertà di ripa- della città. I fiorentini ubbidirono,
triare, provocarono grave tumulto, ma come dicemmo altrove, la mor-
per cui fu il cardinale consigliato te che seguì Papa si attribuì
del
a riconciliare insieme quei di Pra- a loro o ad altri. Né deve tacersi
to. Quivi ancora i faziosi provoca- che verso l'anno i3o6 il vescovo
rono dissidi, temendo che il legato Lottieri della Tosa, fattosi capo de.
,,

FIR FIR 3r
bianchi per difendersi dalla fazione vie e piazze di Firenze, animando
dei neri, ridusse il suo palazzo ve- i cittadini ad armarsi e seguirlo,
scovilead una piazza d'armi, riem- ed obbligò il duca a fuggirsene, e
piendolo di armati seguaci del suo restituire la libertà alla repubblica.
pallilo; armò la torre del vesco- Dipoi , come racconta il Vettori
vato a guisa di fortezza o rocca ,
i fiorentini dai conti Guidi com-
rizzandovi un edifizio in forma di prarono Monte Murlo, Lucca colle
manganella Inlanto inutilmente
. castella del contado, ed occuparo-

l'imperatore Enrico VII pose l'as- no Volterra e dal Rinaldi all'an- ;

sedio a Firenze, che si vide libera no 1376 abbiamo come il comu-


da potente nemico quando mo-
sì ne di Firenze avendo coli' autorità
rì nel 3 13 alla difesa di Firen-
1 : de' romani Pontefici acquistato la

ze si distinse con valore militare libertà, e dilatata la signoria, co-


Antonio d'Orso. Nel i3i5 i fio- minciò ad aspirare anche a quella
rentini vedendosi minacciati dal ghi- dello stato ecclesiastico, profittando
bellino Uguccione della Faggiuola dell'assenza da dei Papi che Roma
signore di Pisa e di Lucca, che si risiedevano in Avignone. Quindi i
nccampò a Monte Catini, invocaro- fiorentini stimolarono i vassalli del-
no l' aiuto di Filippo principe di la Chiesa alla ribellione, mandan-
Taranto, fratello del re Roberto, do loro stendardi } ne' quali a let-
che vi accorse col suo figlio Carlo tere grandi era scritto: Libertà. Ma
alla testa di cinquecento cavalieri Gregorio XI scomunicò i fiorentini
assoldati dai fiorentini. Nell'agosto per tali mene, per non aver rein-
si venne a memoranda battaglia tegrato la Chiesa dei danni fatti
nella valle di JNievole : Uguccione e per aver maltrattati legati apo- i

vi perdette il figlio , riportò vitto- stolici ; perlocchè li condannò se-


ria, e prese il castello di Monte condo l' ordine giudiziale di quei
Catini. 1 fiorentini ebbero morti tempi, alla confìsca di tutti i beni
Pietro fratello di detto re, il men- in favore di quelli che se ne fos-

tovato Carlo, e molti di loro, con sero impossessati, e abbandonando


numerosi prigionieri. Fra le inte- le loro persone a servitù. Gravi fu-
ressanti cartapecore che si custo- rono danni perciò sofferti dai fio-
i

discono nella canonica fiorentina ,


rentini, mentre si narra che il loro
avvi la bolla di Giovanni XX 11 ,
legato Salvadori, fieramente in Avi-
del 333, per la quale si sospende
r gnone rispondesse al Papa, che dal-
l'interdetto fulminato contro la cit- le sue censure appellava al tribu-
tà e diocesi di Firenze, ad istanza nale di Dio. Ciò accrebbe il risen-
del cardinal Giovanni di s. Teodo- timento diGregorio XI, ma placa-
ro per conto della pieve di s. Ma- to da s. Caterina da Siena, che i
ria Jmpruneta. Il vescovo Angelo fiorentini spedirono colle credenziali
Acciainoli nel 1 343 fu il liberato- di ambasciatrice in Avignone, il

re della città dalla tirannia del duca Papa restituì loro la pace, che di
di Atene Gualtieri, che reggeva la poi si turbò non agendo i fioren-
città pel duca di Calabria cui erano tini con sincerità , perchè il magi-
ricorsi fiorentini contro Uguccione.
i strato ingannò lui e la santa. A
Il vescovo dunque nel dì festivo a pacificarsi Gregorio XI co' fiorenti-
s. Anna, si mostrò a cavallo per le ni, nel 1
3yy, poco dopo di essere
,

3^ FIR FIR
giunto in Roma, li richiamò all'ub- ed in vece eletto agli 1 1 novem-
bidienza; ma essi in vece divenen- bre i4'7 Martino Y , il quale in
do peggiori, non solo disprezzarono appresso si portò in Firenze, fa-
l'ecclesiastiche censure, ma voleva- cendovi solennissimo ingresso a' 26
no uccidere s. Caterina, che per or- febbraio i4ic)> entrando per la
dine del Papa procurava il loro porta di s. Gallo, ricevuto da tutti
bene; e nei primi del 1378 si fece i magistrati, e da cento giovanetti
in Lucca un solenne parlamento di di nobili famiglie vestiti riccamente.
ambasciatori per riconciliare i fio- Indi con solenne processione del clero
rentini colla Sede apostolica. il Papa si portò al duomo. Mentre
Dopo la morte di Gregorio XI, quivi si tratteneva Martino V,il depo-
avvenuta in detto anno, i fioren- sto Giovanni XXIII, essendo sempli-
tini sotto Urbano VI ritornarono cemente Baldassare Cossa, fuggì dalla
all'ubbidienza della Chiesa, e nel sua prigione, e si gettò a' piedi del
lungo e lagrimevole scisma insorto legittimo Martino V. Fu da lui ac-
contro quel Pontefice, restarono a colto colle maggiori dimostrazioni
lui fedeli. Dipoi nel i4o5 fioren- i di tenerezza ed affabilità ; assolto
tini sottomisero Pisa alla loro si- dalle scomuniche , e perdonato di
gnoria; città che nel i4°9 conces- sua contumacia. Lo creò il Papa
sero per la celebrazione del conci- vescovo di Frascati, cardinal deca-
lio , a quei cardinali eh' eransi ri- no del sagro collegio, destinandogli
bellati a Gregorio XII, perchè con- sedia più. eminente di quella degli
tro le promesse aveva creato nuo- altri cardinali : siccome vuoisi che
vi cardinali, comandando inoltre i ottenesse tal dignità ad istanza dei
fiorentini che ninno più ubbidisse fiorentini, il Cossa fu poi chiamato
a quel Papa ed in vece riconob- , il cardinal Di questi
di Firenze.
bero Alessandro V eletto in quel onori il godè passati
Cossa poco :

concilio. Nel i4'0 colle armi i fio- sei mesi, di cordoglio o di veleno
rentini repressero gli sforzi di La- morì in Firenze a' 22 dicembre
dislao re di Napoli, che voleva do- i4'9 ? e gli furono fatte non nella
minare sui d 0111 i 11 ; i della Chiesa ,
chiesa di s. Gio. Battista , ma in
e ne furono lodati da Alessandro s.Maria del Fiore solennissime ese-
V, cui morto gli successe Giovan- quie per nove giorni, coll'interven-
ni XXIII. Sotto di questi Ladislao to della signoria, con tutti i ma-
minacciando occupare Roma , co- gistrati, i cardinali, i vescovi e tut-
strinse il Pontefice a fuggire nel ti i prelati della corte pontificia.

1 4 3
J : a' 22 giugno era a Siena, Bensì in s. Gio. Battista fu sepolto
quindi si trasferì a Firenze, e poi in ricco deposito, nella cui iscrizio-
nel principio della seguente qua- ne essendosi posto quondam Pa-
resima si recò a Bologna. Siccome pam, Martino V fece delle forma-
ad un tempo vivevano pure Gre- li lagnanze che si togliesse, essen-
gorio XII , e 1' antipapa Benedetto do morto cardinale, ma inutilmen-
XIII ,
per estinguere lo scisma fu te. Di questo sepolcro di marmo
celebrato il concilio di Costanza, ove ne riporta la figura l'Oldoino, tom.
Gregorio XII rinunziò al pontifi*- II, pag. 794, il quale soggiunge,
cato, Giovanni XXIII vi fu depo- essergli stato eretto da Cosimo de
sto, Benedetto XII I scomunicato, Medici il Vecchio, suo amicissimo
FIR FIR 33
che per merzo di Giovanni XXIII diversi governi a quella repubblica.

era divenuto l'uomo piti ricco che A Martino V successe Eugenio IV,
rilava ci fosse. Qui noteremo che contro il quale essendosi nel i434
dell' origine della famiglia Medici sollevati romani pei danni
molti ,

( l'edi), potentissima in Firenze, la che ricevevano da Nicolò Forte-


quale poi ne divenne sovrana , se braccio fuggì pel Tevere a Pisa ,
,

ne tratta a quell' articolo, come e nella vigilia della festa di s. Gio.


delle relative vicende che riguar- Battista onorato popo- da tutto il

dano questa città. lo fiorentino entrò in Firenze, ove


Narra l'In fessura nel suo Dia- da tutte le parti accorsero i pre-
rio, presso il Muratori, Script, rer. lati e i cortigiani per stargli dap-
uni. tom. Ili, par. II, pag. 1123, presso. Mentre che il Pontefice Eu-
che Martino V dimorò in Firenze genio IV risiedeva in questa città,
per due anni e due mesi ( altri di- siccome quando vi giunse trovò
cono soltanto dieciotto mesi); ed il vacante la sedia arcivescovile per la

Rinaldi dice, che mentre egli slava seguita morte Amerigo Corsini
di
per partirne, esaltò la chiesa vescovi- ultimo vescovo ed insieme primo
le al grado di metropoli , a' 2 mag- arcivescovo, per sé la ritenne qua-
gio, dopo aver cantato solennemen- si due anni, ne' quali fra le mag-
te la messa nella cattedrale; indi giori cose che operò a decoro di
il primo arcivescovo Amerigo Cor- essa, nomineremo l' istituzione del
sini ricevette il pallio in Roma agli collegio de' chierici dal suo nome
11 dicembre i/f^o, per mano del detto Eugeuiano, di cui parlammo
cardinal Rinaldo Brancacci. A' 9 superiormente; scuola che divenne
settembre 1420, secondo la richie- famosa ed assai utile
, pei chierici
sta fattale dai romani Martino V , onde formarsi ottimi ecclesiastici.

si pose in viaggio per Roma. Del- La fondazione la fece colla bolla


la sua partenza, e degli onori fat- Ad exequtndum Stimmi Pontificis
tigli dai fiorentini ne tratta Felice officii debitum spedita nel 1 435 ,
,

Contelori nella di lui vita. Il co- mentre con altra del i44 r a og' un "
mune elesse otto de' maggiori cit- se molte grazie ai chierici di que-
tadini, i quali accompagnarono il sta scuola ,
per la quale neh" isti-

Pontefice per tutto lo stato della tuirla assegnò la somma di nove-


repubblica, alloggiandolo splendida- mila novecento fiorini d'oro. Il p.
mente ne' luoghi ove si fermava ,
Ridia nel tomo VI, pag. 102 e se-
addestrandogli il cavallo il gonfa- guenti , non solo fa la storia di
loniere di giustizia allorché uscì per questa scuola Eugeniana, ma altre-
la porta di s. Pietro dalla città, sì della compagnia di s. Zanobi, e
mentre ventiquattro de' principali del cimitero. Intanto la presenza
cittadini sostenevano su di lui un di Eugenio IV in Firenze , valse
pallio d'oro : a detta porta Marti- nel i434 a d impedire lo spargi-
no V benedì que' signori , ed av- mento di torrenti di sangue a ca-
viossi per Viterbo alla capitale del gione di Rinaldo degli Albizii com-
mondo cattolico. Qui noteremo, che petitore del potere di Cosimo de'Me-
nel 1422 tre personaggi fiorentini dici, che per un anno patì il ban-
della famiglia Strozzi si ritrovaro- do dalla città. Il governo di Cosi-
no in Venezia ambasciatori di tre mo fu pacifico e prospero.
3
14 FIR FIR
Mentre Eugenio IV nel i435 di- cobiti, abissini ec.j vi morì nella
inorava in s. Antonio fuori le mu- confessione romana il patriarca di
ra della citlà, scampò un tradi- r
Costantinopoli, e vi fu condannalo
mento ordito da certo Riccio spa- il conciliabolo basileese. Mentre ce-
gnuolo, famoso per l'insidie, onde lebravasi in Firenze il concilio ge-
consegnarlo al suo nemico Filippo nerale, Eugenio IV a'18 dicembre
Maria Visconti duca di Milano. Stan- 1439 fece la terza promozione in
do in Firenze Eugenio IV, a' 9 a- cui creò dieciselte cardinali, fra i

gosto 1437, celebrò la seconda pro- quali nomineremo i seguenti. Isi-


mozione, .in cui creò cardinale il ce- doro di Tessalonica arcivescovo ru-
lebre Giovanni Vitelleschi. Le dis- teno di Kiovia. Bessarione di Tre-
grazie che incontrò questo Papa bisonda arcivescovo di Nicea. Anto-
appena trono, l'avevano
salito al nio Martino de Chaves portoghese.
costretto ad
approvare quanto si Giovanni Jeune francese, amba-
le

faceva nel concilio di Basilea {Ve- sciatore del duca di Borgogna al con-
di). Questo tuttavia si proseguiva cilio fiorentino. Guglielmo d'Estou-

con suo estorto consenso quando ,


teville, del regio sangue di Fran-

insorta discordia tra i padri conci- cia. Giovanni Turrecremata teolo-

liari sopra il luogo ove si aveva da go insigne , ed esimio canonista di


trasportare il concilio per la riu- questo concilio. Continuando Euge-
nione de' greci che avevano rifiu- nio IV a dimorare in Firenze, a' 11
tato Basilea, essendo alcuni di pa- giugno i44° f*ece a quarta promo- l

rere che dovesse adunare o a Fi-


si zione di due cardinali, cioè Lodo-
renze, o ad Udine, Eugenio IV tro- vico Scarampo Mezza rota, valoroso
vandosi in Bologna, il primo otto- militare ; e il proprio nipote Pie-
bre i437 ordinò che si trasferisse tro Barbo, poi Paolo Perchè poi li.

a Ferrara ( Fedi) ; ma ostinandosi questo concilio ricevesse maggiore


j padri di Basilea di non dipartir- autorità, Eugenio IV volle tener
si, e continuando co' loro perversi l' ultima sessione nella basilica la-
decreti , la loro adunanza divenne teranense, per cui parti da Firen-
vero conciliabolo. ze con ventiquattro cardinali , e
Mentre in Ferrara celebravasi giunse in Roma
o 22 set- a' 2 1

la continuazione del concilio gene- tembre i443, dopo aver impegna-


rale , fu la città assalita dalla pe- to a' fiorentini la sua mitra pre-
ste, onde il Papa che lo presiede- ziosa per quarantamila scudi , che
va fu costretto trasportarlo in Fi- diede a' greci per le loro spese. In
renze nel 14^9, ed egli vi si con- Roma Eugenio IV rinnovò la sco-
dusse nel gennaio. A questo cele- munica contro l'antipapa Felice V
bre concilio, come si dirà in fine, eletto dai basileesi, e contro Fran-
intervennero l'imperatore d'Orien- cesco Sforza invasore delle terre
te Giovanni Paleologo, che abitò la della Chiesa. E siccome egli veni-
casa dei Peruzzi, il di lui fratello va aiutalo dai, non ce-
fiorentini
despota di Morea, un gran nume- dendo ammonizioni del
questi alle
ro di cardinali e di vescovi delle Pontefice, gli mosse contro Alfonso
chiese latina e greca. Vi si pubblicò V re di Aragona, assolvendolo dal
il decreto dell' unione delle due giuramento di non invadere la To-
chiese, e quello pegli armeni, gia- scana, per mezzo del cardinal lega-
,

FIR FIR 35
to Scarnmpo. 11 re assalì nel 1 447 alla Di ritorno nel
sagra guerra.
i fiorentini nella speranza d' insi- i46o Pio 11 onorò di nuovo Fi-
gnorirsi della Toscana ; ma essi in renze di sua presenza, trattato nuo-
unione ai sanesi si difesero egregia- vamente con magnificenza, per la
mente, laonde altro non potè fare, quale mai aveva tanto speso la re-
che occupare alcuni piccoli castelli, pubblica. Nel 1468 morì Cosimo
e dar il guasto alla campagna. de' Medici dopo aver governato la

Pio II volendo abbassare la cre- repubblica più anni. Pietro suo fi-
scente potenza degli ottomani in- ,
glio fece ogni sforzo per continuar-

timò un general congresso di prin- la lui, ma vi si opposero anche i

cipi italiani da tenersi in Mantova suoi amici, perchè la signoria non


nel i4^9- Bramoso di presiederlo, si stabilisse in una famiglia, con
a' i5 aprile giunse a Firenze, trat- pregiudizio della comune libertà; e
tato con regia splendidezza da Co- cacciati in esilio dalla parte dei
simo de' Medici padre della pa- Medici ricorsero a Bartolomeo da
tria, allora reggente della repub- Bergamo, e venuti a battaglia, re-
blica fiorentina, ed il più opulen- stando dubbiosa se ne la vittoria,
to ed onorato signore de' suoi tem- partirono. Riuscì Paolo li nel a
pi. Stando Pio II in Firenze, ed 1468 di porre line a tali guerre
essendo morto l'arcivescovo s. An- cittadine, stabilendosi che Bartolo-
tonino, il gonfaloniere di giustizia meo da Bergamo prode e valente
Bernardo Gherardini, con eloquen- in armi, volgesse queste contro i

za e spirito, ins. Maria Novella turchi colla qualifica di capitano


ottenne dal Papa un fiorentino per generale della lega, e collo stipen-
successore nella persona di Orlan- dio di centomila fiorini d'oro al-
do Bonarli, pubblicato poscia nel l'anno.
concistoro che Pio li tenne in Bo- Nel seguente pontificato di Si-
logna a' 12 maggio. Il Papa or- sto IV le due famiglie potentissi-
dinò in s. Maria del Fiore a sue me di Firenze de'Pazzi, e de' Me-
spese pubbliche esequie al defunto dici che tutte le altre ecclissavano
arcivescovo, coli' assistenza de'car- per le loro ricchezze, si disputava-
dinali, de' vescovi, e della sua cor- no il dominio dello stato; i Pazzi
te, maniera che sembrò piutto-
in fondati sulla antichità di loro no-
sto una canonizzazione che un fu- biltà, e i Medici sulla preponde-
nerale, essendosi conceduta da Pio ranza del credito che gli avea acqui-
Il l'indulgenza di sette anni ed stato il loro avo Cosimo il Vec-
altrettante quarantene a tutti quelli chio, a cui la gloria e la prospe-
che fossero andati in s. Maria del rità erangli state senza interruzio-
Fiore a baciar il santo corpo, che ne compagne sino al sepolcro. Le
sulla sera fu trasferito nella chie- intestine guerre della repubblica
sa di s. Marco, dove per otto gior- nelle quali presero più o meno
ni dai religiosi si replicarono l'ese- parte le primarie famiglie di Fi-
quie. Dopo avere Pio II ricevuto renze, terminarono col portare al
in Firenze diversi ambasciatori supremo potere ed alla magistra-
per Bologna proseguì il viaggio a tura di essa la casa de' Medici, i

Mantova, ove nel congresso anche cui individui cransi distinti nell'e-
i fiorentini promisero contribuire sercizio delle virtù, e nella magni-
36 FUI FIR
licenza colle loro ricchezze, per cui era corso al palazzo per impadro-
il detto Cosimo, Pietro e Lorenzo nirsene , ed uccidere i magistrati
il Magnifico furono successivamen- che vi si opponessero, fu preso da
te principi della repubblica , seb- questi ed appeso ad una finestra
bene semplici cittadini. E fama che con altri pochi, che con lui erano
il Papa Sisto IV non potesse sof- in compagnia; quindi imprigiona-
frire de Medici, perchè frastorna-
i rono il cardinal Riario. I fioren-
vano l' ambizione del suo nipote tinidierono a Lorenzo de' Medici
Girolamo Riario divenuto signore una guardia per sicurezza, e Tarn-
di Forlì, e che per tal cagione i ministrazione del pubblico erario;
Pazzi ne avessero acquistata la di indi a di lui incitazione tentarono
lui benevolenza. Presero dunque di occupare alcune città dello sta-
questi la risoluzione di cospirar to ecclesiastico. Neil' istesso anno
contro la vita dei de Medici, ed i47$ Sisto IV die sentenza di
invitarono il giovane cardinal Raf- scomunica contro i complici di si

faele Sansoni Riario, altro nipote fatti delitti, e pose sotto T inter-
del Pontefice, a portarsi in Firen- detto la città di Firenze, col mo-
ze per osservarvi tutto il bello del- tivo della morte violenta dell' ar-

ia città, senza fargli cenno della ci vescovo di Pisa. I fiorentini non


trama. Il cardinal vi si portò, e dierono importanza alle pontificie
ricevè molte finezze e sontuosi censure, come se fulminate fossero
banchetti da Lorenzo e Giuliano per vendetta, né misero in libertà
fratelli de Medici, i quali assisten- il cardinale se non dopo lungo
do col cardinale alla messa solen- tempo; ed il Lami, nella prefazio-
ne che si celebrava nel duomo ai ne alle sue Lezioni di antichità
26 aprile 1478, al segno del San- toscane, parla di una contro sco-
clus , i congiurati si scagliarono munica, che il clero fiorentino sca-
contro de Medici , restando mor-
i gliò per le dette censure. Allora il
to nel tumulto Giuliano, e fé- Papa si collegò con Ferdinando re
rito leggermente Lorenzo suo fra- di Napoli , ed inviò contro i fioren-
tello maggiore, che si salvò nella tini un esercito composto di napo-
sagrestia tirando a sé la porta di litani comandati da Alfonso figlio
bronzo, che vi aveva fatta l'avo, e del re , e dalle sue milizie capita-
poi preservato dall'autorità del nate da Federico duca di Urbino:
cardinale, che sedando il tumulto ne fu conseguenza una forte lega
fece beu conoscere al popolo eh' e- che molti principi fecero in favo-
gli di tutto era insciente ; ma tale re de' fiorentini. Mentre l'esercito
fu la paura che provò, che quel faceva diverse conquiste sopra lo
pallore di cui si cuopri allora il stato della repubblica, il re Ferdi-
di lui volto gli restò per tutta la nando avendo più a cuore le cose
vita. sue, che la causa del Pontefice, trat-
La maggior parte de' congiurati, tò in Napoli la pace con Lorenzo

col capo loro Giacomo Pazzi fu- de' Medici, il quale riparò così l'im-
rono presi, e dati all'ulLimo sup- minente eccidio della patria. Nell'an-
plizio. Francesco Sai vinti arcive- no 1480 con tutta solennità spedi-
scovo di Pisa, uno de' più ardenti rono i fiorentini dodici cittadini am-
fra essi, e che dopo il massacro basciatori a Sisto IV, pregandolo
,

FIR FIR 37

riconciliarli colla Chiesa, offrendoci de' Medici figlio del defunto Loren-
ricevere con sommissione tutte le zo il Magnifico, e il di lui nipote
coedizioni che a lui fossero piaciu- Lorenzo aspirando al potere, a' 16
te. Ed è perciò die nella prima do- settembre i5i2 provocarono un
menica deli' Avvento gli ambascia- movimento, e costituirono capo del-
tori attesero in ginocchioni nel por- la repubblica Giuliano de' Medici,
tico di s. Pietro il Papa , il quale a cui associato Lorenzo
fu poi
gli assolvè leggermentebattendoli mentre nel i5i3 il cardinale dive-
con una bacchetta,, secondo il rito nendo Pontefice col nome di Leo-
consueto, e dopo aver ascoltata la ne X, consolidò il dominio nella fa-
messa , furono restituite le terre e miglia. Nel i5i5 dopo essersi ab-
castella ch'erano state tolte al co- boccato in Bologna con Francesco I
mune; dopo diche Sisto IV fece re di Francia, dice il Fellone, Dei
alleanza co' medesimi fiorentini e , viaggi de Pontefici, p. 282, prece-
col re Ferdinando contro i vene- duto dalla ss. Eucaristia passò a
ziani che assediavano Ferrara. Nel Firenze sua patria per trattenervisi
pontificato di Alessandro VI il ve- qualche mese, e finito il rigore del
scovo di Arezzo, Cosimo de'Pazzi, poi verno ritornò a Roma ove giunse
arcivescovo di Firenze sua patria, a* 18 o 19 febbraio i5i6. II Papa
nel iooi colle armi gagliardamen- era stato ricevuto solennemente in
te oppose a Cesare Borgia duca
si Firenze dal cardinal de' Medici ar-
Valentino, che marciava con po- civescovo, e suo cugino, alla testa
deroso esercito contro Firenze per del capitolo, che gli die a baciare la
metterla a sacco, e l'obbligò a ri- croce neh' ingresso alla porta Ro-
tirarsi; quindi Cosimo adempì util- mana. Il p. Ridia dice ch'entrò in
mente varie ambascerie per la re- Firenze a' 3o novembre i5i5 per
pubblica: in quella a Lodovico XII la porta di s. Pietro in Gattolino,
ottenne a' fiorentini la restituzione e tra il plauso generale venne con-
di Pisa; ed in quella al viceré di dotto alla cattedrale, nella quale da
Napoli Cardona, Prato dal liberò giovinetto era stato canonico. In
formidabile esercito spagnuolo. Firenze celebrò Leone X molte fun-
A Lorenzo successe nel reggi- zioni, come la solenuità di Natale,
mento il suo figlio Pietro de' Me- in cui benedì lo stocco e berretto-
dici, ma per la cessione di Fivizza- ne che donò al gonfaloniere Ridol-
no a Carlo Vili re di Francia, do- fi. Donò al capitolo una preziosis-
vette salvarsi colla fuga. Tornata sima mitra, valutata dieci mila du-
allora Firenze al governo popolare, cati d' oro, l'autorità di poter crea-
elesse gonfaloniere a vita Pietro So- re notari , e legittimare bastardi ;

derini, il quale avendo favorito gli gli aumentò le rendite , ed ai ca-


eserciti di Lodovico XII re di Fran- nonici concesse le insegne prelati-
cia_, si trovò poi esposto al risen- zie dei protonotari apostolici. Ai
timento di Giulio II, dal quale eb- sette altari di s. Maria del Fiore,
be origine il ritorno, e il nuovo assegnò in certi giorni le indulgen-
ingrandimento dei de' Medici ; col- ze che in Roma si lucrano in tem-
la deposizione del Soderini, venen- po di quaresima nelle sette chiese.
do dichiarato gonfaloniere tempo- Nella detta solennità di Natale il

raneo. Ma il cardinal Giovanni capitolo, ad imitazione di quelli di


,

38 FIR FIR
Roma, offrì al Papa il presbiterio, occuparono il supremo maestrato
consistente in un borsotto con va- uomini vilissimi, che usarono molte
rie monete fiorentine. Lo stesso tirannie. Rappacificatosi il Papa col-
capitolodonò 700 lire a monsignor l'imperatore nella lega di Barcel-
Adimari cubiculario del Papa, por- lona, venne stabilito di ripristinar
tatore della suddetta mitra. Ma in Firenze la sovranità di casa Me-
questa mitra ebbe breve vita, per- dare in isposa ad Alessan-
dici, e di

chè nel i529, in tempo dell'assedio, dro Margherita d'Austria, figlia na-
la repubblica la vendè, come nar- turale di Carlo V; ciò che fu con-
rano Varchi Storia Fiorent. e
il , fermato nel congresso tenuto in Bo-
il Migliore, pag. 46. Vedi l'Ammi- logna, ove il Papa incoronò l'im-
rato, Storia Fiorent, p. 3 18. JVel peratore, e nella funzione Alessan-
medesimo Fellone si legge che tra dro portò il globo imperiale; ed
gli accordi che seguirono tra Leo- intanto il principe Filiberto d'Oran-
ne X e Carlo V imperatore fuvvi go fu inviato all'assedio di Firen-
quello che il medesimo augusto ze. Clemente VII si fermò in Bo-
dovesse proteggere la sua famiglia logna finché Firenze fu domata dal-
de' Medici, edaccordare ad Ales- le truppe imperiali, e cambiato il
sandro un principato di dieci mila governo politico da repubblicano in
ducati di rendita; ma sul più. bel- monarchico, fu costretta a ricevere
lo delle sue speranze , la morte per suo signore e duca il suddet-
troncò i suoi giorni nel i52i. Al to Alessandro de' Medici, e suoi di-
breve pontificato di Adriano VI scendenti. Il Papa fu lietissimo del-
successe quello di Clemente VII nel l' umiliazione de' suoi concittadini
15^3, già Giulio de' Medici, figlio e dell'esaltamento di sua famiglia.
di Giuliano ucciso nella congiura Nel lungo assedio accaddero diver-
de' Pazzi, e cugino di Leone che X se aspre battaglie combattute dai
l'aveva fatto arcivescovo e cardi- fiorentini con coraggio, in una del-
nale legato di Firenze. le quali vi restò ucciso il principe
Nel i526 Clemente VII ammise d' Orange , che tanto male avea
nellaSagra lega che aveva conchiuso fatto a Roma nel famoso sacco.
contro Carlo V
i fiorentini, ma questi AH' assedio di Firenze sottentrò al
quando videro il Papa soccomben- comando dell'esercito Ferrante Gon-
te nella guerra, ed assediato in Ro- zaga, dopo la partenza del marche-
ma dalle truppe imperiali , torna- se del Vasto comandante supremo.
rono a cacciate i de' Medici da Fi- I fiorentinifurono condannati a
renze. Procurarono i fiorentini col- gravose contribuzioni ; e Malatesta
legarsi coli' imperatore, ma furono Baglione fu lasciato alla guardia
rifiutati^ e solo invitati di venire a della città con duemila fanti.Gli
concordia con Clemente VII ciò , amici della libertà furono esiliati,
che ricusarono anzi deposero il
, altri decapitati, fra' quali Francesco
gonfaloniere della repubblica Nico- Carducci. Alessandro primo duca di
lò Capponi ,
perchè proponeva la Firenze era figlio naturale di Lo-
pace. In vece fu eletto Francesco renzo II, e nipote, o, come altri vo-
Carducci uomo temerario che op- Clemente VII prima
gliono, figlio di
presse gli ecclesiastici , e commise che fosse cardinale. Questo giovine
sacrilegi coatro le cose sagre. ludi destro ed animoso s'impadronì del-
,

TIR FIR 3g
la suprema magistratura in unione galere contro i turchi, nelle quali
ad un senato, formato da quaran- l' ordine equestre de' cavalieri di

totto cittadini delle prime fami- s. Stefano, da lui fondato, si rese

glie,che rappresentavano 1' estinta formidabile e celebre per le sue


repubblica. Durò però poco la sua marittime imprese. Non deve ta-
rappresentanza e supremazia, men- cersi che il predecessore di s. Pio V,

tre o per gelosia di governo, o ve- Pontefice Pio IV Medici milanese


ramente perchè irritati i cittadini vantandosi del ceppo de' Medici
dal suo dispotismo e dalle sue de- fiorentini, nel prodigare a Cosimo I
pravazioni, sorse nell'animo di Lo- i suoi favori , la morte gì' impedì
renzo de' Medici detto Lorenzino , di conferirgli il detto titolo di gran-
il divisamente di liberare la patria duca; ciò che fece il successore
da questo tiranno; e tiratolo a' suoi malgrado l'opposizione degli Esten-
voleri , sotto pretesto di condurlo si e dell'imperatore Massimiliano li.

ad illeciti amori , 1' uccise nel suo Cosimo fabbricò Porto-Ferraio nel-
I

proprio palazzo in Via larga nel l'isola dell'Elba, asciugò le campagne


j 537 con l'aiuto d'un suo fido
,
di Val di Chiana, e di altri pae-
sicario e poscia se ne fuggì. Ri-
, si dello stato , e sebbene sempre
mase per qualche ora occulto il inquietato dai fuorusciti fin presso
misfatto al popolo, ed adunatosi il le mura della sua capitale, non vi
senato, non avendo il defunto la- fu opera che intraprendesse, che
sciata successione ad eccezione d'un non conducesse a buon termine.
figlio naturale, chiamò al gover- Erede delle ricchezze e del genio
no della repubblica Cosimo 1, figlio della sua famiglia, fece magnifiche
di Giovanni de' Medici detto del- fabbriche nella capitale Firenze, ed
le bande nere che giovinetto di ,
abbellì altre del granducato. Pro-
circa dieciotto anni viveva in Mu- tesse i letterati e gli artisti, e sot-
gello luogo originario della fami-
, to il suo regno fiorirono in Firen-
glia Medici, alla sua villa di Treb- ze que' famosi uomini , che fe-
bio sotto la cura di sua madre
, cero stare in forse se fosse tornato
eh' era una Salviati. Questo giovi- il secolo di Leone X.
ne di sommo ingegno e di gran- Cosimo I nel i5y4 rinunziò il

de animo , seppe governare il na- regno a Francesco Maria suo fi- I


scente stato, aumentarlo di terri- glio, cui nel 1587 successe Ferdi-
torio specialmente collo stato sane- nando I suo fratello , avendo per
se, ed in mezzo a molte congiure la di lui morte rinunziato alla di-
e pericoli, dopo aver vinto i fuor- gnità cardinalizia. Questo grandu-
usciti guidati da Filippo Strozzi ,
ca emulò la magnificenza paterna,
nella battaglia combattuta a Monte- proteggendo le lettere e gli artisti:
murlo il primo agosto dell' an- sotto di i6o5, al fioren-
lui, e nel

no i53j ebbe la ventura di


, tino Clemente VIII successe Leo-
fondare la dinastia sovrana nella ne XI de' Medici , cugino di Cosi-
sua famiglia, che dal grado duca- mo I, già arcivescovo di questa sua
le fu innalzata nel i56o, a quello patria. Indi nel 1608 a Ferdinan-
granducale dal Pontefice s. Pio V, do I gli successe il Cosimo
figlio II;
in benemerenza precipuamente dei a questi nel 1621 Ferdinando II,
servigi resi alla cristianità dalle sue principe virtuoso e magnanimo,
,

4o FIR FIR
che si distinse per l'amore ai suoi ebbe principio la dinastia austriaca-
popoli, specialmente nelle pestilen- lorenese, che domina tuttora nella
ze del i63o e i633 che furono le Toscana. Nel 1765 divenne grandu-
ultime a travagliare Firenze: que- ca -il figlio Pietro Leopoldo I, che
ste pestilenze furono descritte da nel 1790 abdicò per essere stato
Francesco Bandinelli, e stampate eletto imperatore. Il suo secondo-
in Firenze dal Landini nel 1634. genito Ferdinando III lo successe
Suo figlio Cosimo III nel 1670 eb- nel granducato : sotto di lui Pio
be a succedergli, ma dissimile dal VI detronizzato dagli invasori fran-
genitore, rese malcontenti i suddi- cesi fu a' 20 febbraio 1 798 strap-
ti; i contrasti con la moglie Mar- pato da Roma, e portato prigione
gherita d'Orleans portarono la lo- a Siena, ove il terremoto die gra-
ro separazione, ed accelerarono il ve scossa. Giuntane la notizia a
termine di questa dinastia. Nel suo Ferdinando III , spedì a Roma il
regno Cosimo III ebbe il dispiace- suo maggiordomo Manfredini al ge-
re di veder morire senza eredi Fer- nerale Saint-Cyr , proponendogli di
dinando suo figlio , principe che far trasferire il Pontefice nella Cer-
dava le più belle speranze. Nel tosa di Firenze, della quale si fe-
1 709 diede moglie al suo vecchio ce cenno volume XI, pag. 102
al
fratello Francesco Maria, che per- del Dizionario. Convenendovi il
ciò rinunziò la porpora di cardi- generale francese, Pio VI il primo
nale, ma non ebbe figli. II suo se- di giugno fu portato nella Certo-
condogenito Giovanni Gastone che sa, ed ivi subito fu a visitarlo Fer-
erasi ammogliato in Germania dinando III, confortandosi scambie-
però diviso dalla moglie, gli suc- volmente sui comuni disastri, ed a
cesse al trono , ma sempre visse soffrire le avversità che si presagi-
malato ed angustiato sin al 1737, vano. Il principe più volte visitò
nella quale epoca cessò di vivere, il Papa nella sua dimora nella
terminando in lui l' augusta e ri- Certosa, preveniva i di lui bisogni,
nomata famiglia de' Medici , meno e gli procurava ogni comodità e
il ramo stabilito in Napoli de' prin- religiosa soddisfazione.
cipi di Ottajano. Nel 1730 salì al Intanto Firenze era divenuta nel
pontificato il fiorentino Clemente 1 799 ricovero ad altri monarchi
XII Corsini, che regnò sino al 1 740. detronizzati. Carlo Emmanuele IV
La Toscana per i trattati tra le re di Sardegna fu costretto ad ab-
grandi potenze europee passò nel bandonar la sua reggia di Torino,
1731 all'infante di Spagna Carlo ed a passare in Sardegna colla re-
di Borbone, ma poscia fu in vece gina sua moglie la ven. Maria
,

data nel 1737 a Francesco di Lo- Adelaide Clotilde di Borbone, sorel-


rena, duca di Bar, che aveva spo- la del decapitato Luigi XVI , e di
sata l' arciduchessa Maria Teresa madama Elisabetta. Questi princi-
d'Austria , figlia ed erede dell' im- pi furono da Ferdinando III con-
peratore Carlo VI, che fu poi di- dotti a Pio VI, ed il loro incon-
chiarata imperatrice, assumendo il tro e colloquio riuscì veramente
granduca Francesco li, nel 174^, il tenero. Temendo però il direttorio
titolo e la dignità d'imperatore, ma francese sulla dimora del Papa nel-
col nome di Francesco I. Da questi la Toscana, e vicino a Roma, co-
F R 1 FIR 4*
me cagione di qualche rovescio ili no duca di Lucca, sotto la reggen-
guerra , risolse di condurlo nel za della madre Maria Luisa sino
cuore della Francia mentre nulla
, al 807
1 dopo la deposizione di
,

evirando la neutralità pattuita con Ferdinando 111 che divenne in ve-


Ferdinando III, lece entrare le sue ce duca di Salisburgo, e poi gran-
annate in Firenze intimando al , duca di Vurtzburgo. Mentre era
sovrano la partenza dai suoi sfati, regina di Etruria Maria Luisa, due
per cui il dovè colla fa-
granduca •volte Pio VII onorò di sua pre-
miglia reale passare in Germania. senza Firenze, cioè nel viaggio che
Dopo tal partenza il general Gaul- fece a Parigi. A' 5 novembre 1804
tier, ed il ministro Rheynard, che giunse il Papa alla villa reale pres-
avevano assunto il comando della so s. Casciano, alla cui porta ritro-
Toscana, si presentarono a Pio VI vò la detta piissima regina reggen-
nella Certosa , e con a^pri modi te; quindi alla chiesa di s. Gaggio,
gì' intimarono di prepararsi ad ab- un miglio distante dalla città ven-
bandonare quel tranquillo soggior- ne incontrato dal conte Selvatico,
no, che dovette lasciare a' 17 mar- da molta nobiltà, dall'uflìzialilà ma 2-
zo 1799 dopo aver dimorato nel
,
gioie, e dalle mute di corte, nelle
sacro recinto nove mesi e ventolto quali salì il Papa col suo seguito
giorni. Valenza di Francia fu il dopo aver fatto breve orazione in
luogo ove ebbero termine pati- i chiesa. Giunto in Firenze smontò
menti di Pio VI, perchè ivi a' 29 dinanzi alla chiesa di s. Spirito , la
agosto 1799 terminò di vivere. quale era perciò magnificamente, e
Pio VII, che gli successe, avendo do- con vaghezza illuminata: ivi fu ri-
mandato alla Francia il di lui ve- cevuto dall' arcivescovo Martini in
nerando cadavere, questo nel pas- piviale , e da sei vescovi che por-
saggio della Toscana fu per tutto tavano le aste del baldacchino sot-
ricevuto onorevolmente, e con di- to di cui fu accolto. Nella chiesa
vozione ma appena
: certosini di i si cantò con solennità il Te Deum 3
Firenze ne appresero la morte in , assistendovi in coretto la regina
attcstato di gratitudine alla singo- coli' infante Carlotta sua figlia, e
lare benignità con cui erano stati colle sue dame di corte , la quale
trattati dal defunto gli eressero sul- dopo la benedizione data dall'arci-
la porla principale ove abitò, un vescovo col ss. Sagramento espo-
busto marmoreo scolpito dal Belli, sto, partì subito per ricevere nel
con analoga iscrizione, ed a' 16 gen- suo palazzo il capo augusto della
naio 1800 gli celebrarono solenni Chiesa. Esso vi giunse tra la lieta
esequie ,nelle quali cantò la mes- moltitudine, il festivo suono delle
sa monsignor Eunnanuele De Gre- campane , e il fragore delle salve
gorio allora nunzio di Firenze, poi di a due ore di notte.
artiglieria
amplissimo cardinale. Nel dì seguente alle ore undici an-
Intanto Toscana dopo le tem-
la timeridiane, Pio VII cresimò il det-
pestose reazioni del 1800, fu nel to re Lodovico nella cap-
Carlo
seguente anno eretta in regno di pella eretta nella gran sala degli
Etruria a favore di Lodovico I stucchi , facendole da padrino per
di Borbone, duca di Parma, cui volere della regina il cardinal An-
successe Carlo Lodovico , odier- tonelli, come il più anziano de' por-
,

4-i FIR FIR


poratì che accompagnavano il som- medesima regina reggente di E-
mo Pontefice. Dopo questa sagra truria.
funzione il Papa ammise alla sua Pio VII a Roma
Ritornando
presenza , ed al bacio del piede giunse nuovo a Firenze a' 6
di
tutta la nobiltà di Firenze; in- maggio i8o5, al confine del cui
di avendo assunto gli abiti pon- territorio, come nella precedente
tificali, dalla loggia del palazzo Pit- gita, per parte della regina Maria
ti , tra le acclamazioni divole del- Luisa fu ad incontrarlo il senato-
l'immenso popolo fiorentino, com- re Salvelti, le guardie nobili ed il
parti a tutti T apostolica benedi- corriere. Alla real villa di Caffàs-
o
zione. Nelle ore pomeridiane Pio giolo la regina ricevette con osse-
VII in compagnia dei cardina- quio il Papa, ed insieme desinaro-
li Antonelli e Borgia salì in una no. L' arrivo del Pontefice a Fi-
muta di corte, e seguito dai pre- renze fu preceduto da quello del-
lati maggiordomo, maestro di ca- la regina, e nell'avvicinarsi sull' im-
mera , sagrista ed altri di sua brunir della sera alla città, il Papa
corte, col duca Braschi, e il prin- trovò le carrozze di corte su cui
cipe Altieri capitani delle guar- ascese col pontificio corteggio, ed
die nobili pontificie , si trasferì al ammirò poi Io spettacolo clie pre-
monistero delle monache di s. Ma- sentava Firenze tutta riccamente
ria Maddalena, scortato dalle sue illuminata. Pio VII smontò alla
guardie nobili , e da un distacca- chiesa di s. Maria Novella decoro-
mento di cavalleria regia. Si tro- samente illuminata , ricevuto dal-
varono a riceverlo la regina, ed il l'arcivescovo, dal clero, dalla pri-
nunzio monsignor Morozzo ,
poi maria nobiltà ed uffizialità: fu can-
cardinale, e visitò i corpi di s. Ma- tato l' inno della riconoscenza , e
ria Maddalena de' Pazzi , e della data la benedizione col Venerabile.
beata Maria Bagnesi quindi il Pa- ;
Terminato ciò, il Papa rimontò in
pa ammise al bacio del piede tut- carrozza coi cardinali Antonelli
te quelle monache, e le educande e di Pietro , e si condusse al pa-
che vi si erano trasferite da due lazzo Pitti, ch'era superbamente il-
conservatorii , ed alcune signore. luminato, ed ove con tutta la cor-
Nella sera fu illuminato splendida- te la regina in cima alle scale ri-
mente il palazzo reale, non che cevette Pio VII , e nei tre giorni
tutta la città, e vi fu il circolo a che questi si fermò in Firenze pran-
corte. Nella seguente mattina la re- zarono insieme. In questa dimora
gina, come nella precedente, col re il Papa visitò diverse chiese e ino-

suo figlio , e coli' infante Carlotta nisteri, ove sempre si trovò ad os-
sua figlia, ora duchessa vedova di sequiarlo la regina. Nella mattina
Sassonia, ascoltarono messa del la dei 9 maggio celebrò la messa al-
Pontefice, insieme al nunzio di Fi- l' altare della ss. Annunziata nel-
renze, a molti vescovi, e magnati la chiesa dei servi di Maria, am-
del regno. Indi tra le più di vote ministrando con generale edificazio-
dimostrazioni de' fiorentini, il Papa ne la comunione alla pia sovrana;
continuò il suo viaggio per Pa- poscia cogli abiti pontificali, da un
rigi , ed in Pistoia ricevette la loggiato del palazzo decorosamente
grata e inaspettata visita della parato, il Papa die al foltissimo ed
,

FIR FIR 43
esultante popolo l'apostolica bene- Questo temperamento la duchessa
dizione : la regina, la corte, la pri- lo prese, perchè allarmata del po-
maria nobiltà e il corpo diploma- polare di voto movimento per dove
tico la ricevettero sotto un padi- era passato il Papa, rifiutossi ve-
glione nel vicino terrazzo. Nella gliare sopra un deposito sì perico-
mattina de' io maggio Pio VII par- loso, che atterriva come l'arca por-
tì da Firenze per Arezzo e per , tata in trionfo dai filistei.

Roma. Nell'anno 1807 l'imperato- Quando poi col termine della po-
re Napoleone privò del regno di tenza di Napoleone le cose pubbli-
Etruria la dinastia borbonica di che si ricomposero, tornò il grandu-
l'arma, riunì Toscana all'impero
la ca Ferdinando III nel 1814 a feli-

francese, ne formò i tre diparti- citare i fiorentini ed i suoi stati ; e


menti dell'Arno, del Mediterraneo tranne l'inconsiderato movimento del
e dell' Ombrone mentre ne fece , re Murat, nulla turbò il pacifico suo
granduchessa la propria sorella E- vivere. Avendo Napoleone evaso
lisa, sovrana di Lucca e Piombino, dall'isola dell'Elba, ov'era stato
con-
e moglie del principe Felice Ba- finato, ed approdato in Francia per
ciocchi. Anche Pio VII non tardò impadronirsi di quel trono , da
ad essere dall' imperatore detroniz- cui era stato deposto credè be- ,

zato, venendo portato via da Ro- ne Pio VII di porsi in luogo di


ma a' 6 luglio 1809 precipitosa- sicurezza, partendo da Roma ai
mente, per cui grandi furono i pa- 22 marzo del i8i5_, seguito dal
timenti del Papa, sì perchè ebbe a sacro collegio corpo diplo-
, e dal
rovesciarsi la carrozza vicino a Pog- matico. Approssimandosi a Firenze
gibonzi, come ancora per essere sta- trovò alla distanza di tre miglia
o il

to rinchiuso una carrozza nella


in gran ciamberlano del granduca
stagione più calda, onde fu assalito una carrozza di corte , ed un nu-
in viaggio da una violenta colica. mero di persone del real servigio
In tale abbattimento di forze Pio con torcie accese per accompagnar-
VII fece il viaggio, ed agli 8 giun- lo. Con esse entrò nella città a tre

se alla Certosa di Firenze , ove ore di notte de' 20 marzo, in mez-


prese alcune ore di riposo, ma fu zo a numerosissimo popolo che
impedito a quegli esemplari reli- aveva illuminate le vie. Il clero in
giosi di parlargli. Colà fu alloggia- abiti sagri lo ricevè all' ingresso
to nell'appartamento stesso, dove della città fra il suono delle cam-
dieci anni prima era stato tenuto pane , lo sparo de' mortari , e gli
in ostaggio Pio VI; e riposò sopra evviva di tutti. Fermatasi la car-
quel letto medesimo usato dal pre- rozza al palazzo Pitti , il grandu-
decessore. Nel dì seguente di buon ca scese ad aprirne lo sportello
mattino si portò alla Certosa il ge- co' più sinceri ed ossequiosi atte-
neral Mariotti da parte della gran- stati di cordiale ospitalità; indi ac-
duchessa Elisa per dire al Papa, compagnò il Papa al preparato ap-

che attese le attuali circostanze do- partamento. Il giorno seguente es-


veva subito tirare innanzi nel viag- sendo la solennità di Pasqua di
gio di Pisa, siccome fece, venendo Risurrezione, Pio VII celebrò la
diviso dal cardinal Bartolomeo Pac- messa nella cappella di corte, alla
ca, col quale era partito da R.oma. quale assistè Ferdinando III ed il
4i Fi R FIR
suo nobile corteggio , e nel decor- no di tutte le campane annunziò
so della giornata ammise alla sua a Firenze V ingresso del sommo
presenza ed al bacio del piede il Pontefice. Alla testa del corteggio
pUro , la nobiltà , e comparti piti precedeva uno squadrone di dra-
volte la benedizione al popolo fio- goni, seguitato da un corpo di fu-
i-entino, massime verso il mezzodì cilieri, quindi tutto lo stato mag-
in cui sulla piazza si trovò il po- giore della piazza , in seguito la

polo eziandio delle vicine campa- muta ov' era Pio VII, e ai di lui
gne, perchè monsignor vicario ar- lati marciavano a cavallo il gene-
civescovile avea notificato al pub- ral Bava , e il tenente colonnello
blico cotal benedizione papale. Ce- d'Havet: chiudeva il corteggio al-
dendo il Papa alle istanze del so- tro distaccamento di fanteria. Per
vrano , ed ai voti de' suoi sudditi la spontanea illuminazione della
si trattenne in Firenze pure nel città, e per quei divoti fiorentini,
seguente giorno, e con mula di cor- che con torcie accese accompagna-
te si portò ad un monistero di da- rono il Papa al palazzo Pitti, la
me, chiamato la Quiete, tre miglia notte si trasformò in giorno. Alla
distante, e nella sera provò la sod- chiesa di s. Maria Novella super-
disfazione di vedersi raggiunto dal bamente parata ed illuminata si

cardinal Bartolomeo Pacca camer- diresse il corteggio. Ivi erano ad


lengo, e suo pro-segretario di stato. attendere il Pontefice gli arcive-
La mattina del 28 il Pontefice ce- scovi e vescovi di Toscana, il cle-

lebrò messa nella chiesa della


la ro di Firenze, i cardinali Opizzo-
ss. Annunziata, partendo la sera ni e Litja, e monsignor Arezzo in-
per Livorno, dopo i più affettuosi caricato una
commissione al
di
abbracciamenti seguiti con Ferdi- granduca. Pio VII si recò ad ora-
nando III. re avanti il ss. Sagramento espo-
Debellato nuovamente Napoleo- sto, e ne ricevette dall'arcivescovo

ne, e rilegato nell'isola di s. Ele- di Firenze la benedizione, dopo il

na, il Papa si dispose a fare ritor- canto dell' inno Te Deum con scel-

no alla sua capitale, e sentendo il to coro. Indi il corteggio colla ban-


granduca che si avvicinava alla da musicale si avviò al palazzo
Toscana, spedi ad incontrarlo alle Pitti, al cui ingresso riceverono il

frontiere i due ciamberlani cava- Papa, Ferdinando III coli' augusta


lier Ferdinando Riccardi ed il , famiglia e corte, non che il car-
priore Leopoldo Ricasoli. A' 27 Pacca che avea preceduto il
dinal
inaggio Pio VII entrò in Pistoia ,
suo arrivo: l'entusiasmo e il con-
ed a' 29 passò Prato donde si re- corso del popolo fu superiore a
cò a Firenze ove giunse alle ore qualunque racconto. Ricorrendo
nove. Fuori della porta di Prato nel dì primo di giugno l' ottava
si trovò a riceverlo colle carrozze d<'l Corpus Domini, il Papa si portò

di corte il gran ciambellano Ame- a dire messa in duomo, e a venerar-


rigo Antinori. Ivi la famiglia Ma- vi le ceneri e la testa di s. Zanobi,

gi e Turchini ebbe l'onore per la e poi passò nel capitolo, e ammise


seconda volta di ricevere Pio VII al bacio del piede i canonici, e il

nella propria abitazione, allorché clero, trattenendovisi in affabilissi-


scese dal legno di viaggio. II suo- mo colloquio ; nel giorno tornò al-
,

FIR FIR 45
ki metropolitana , e accompagnò Felice, che intervenne l'anno 3i3
con torcia Ja processione consueta. al concilio romano celebrato da
Nella seguente mattina il Papa ac- s. Melcbiade, soggiungendosi dal
colse benignamente i principali per- p. Richa, Notizie isteriche ec. toni.
sonaggi della città, e in quella ap- VI, pag. 267, che tutta volta Fi-
presso fu a celebrale la messa nel- renze può gloriarsi essere la prima
la chiesa dì s. Maria Madda- delle città toscane , che avesse il
lena ,
quindi al regio conserva- suo vescovo, imperciocché ne Pisa,
torio di Ripoli, e nelle ore po- né Siena, né Fiesole, né Chiusi,
meridiane a quello di s. Agata , e né altre città, stando a documen-
poscia si pose in viaggio per Ro- ti non hanno avuto un
autorevoli,
ma. Finalmente noteremo, che alla vescovo prima del quarto secolo
morte di Ferdinando 111, a' 18 giu- ed alcune anche più tardi. A ca-
gno 1824 gli successe il figlio Leo- gione delle irruzioni degli unni
poldo II regnante granduca la po- : de'goti, e di altri barbari, diverse
polazione supera cento mila abi- città toscane rimasero colla chiesa
tanti , senza noverare i numerosis- senza pastore o col pastoie senza
,

simi esteri, che di continuo si re- gregge. La prima lacuna della se-
cano ad ammirare Firenze, che nel de fiorentina fu di quasi cento an-
secolo XIV contava fra le sue mu- ni, vale a dire dopo il vescovo An-

ra molto più del doppio degli a- drea mancato alla metà del quinto
bitanti, poiché nella pestilenza del secolo, sino a s. Maurizio martiriz-
i348, piìi di novantasei mila in- zato nel 55o dai soldati di Totila.
dividui mancarono alla sola Fi- Dopo martire abbiamo la
questo
renze. seconda interruzione ancor piìi lun-
La fede cristiana sembra che sia ga della prima, non trovandosi ve-
stata predicata in Firenze, o dagli scovi sino al 676, nel quale si ha
apostoli, o dai loro discepoli, e si Reparato sottoscritto nel concilio
conoscono vari martiri fiorentini romano sotto Agatone, ed a Repa-
anteriori all' epoca di Costantino. ralo si trova immediato successore
Giovanni Villani seguito da altri ,
Specioso nel 724. Tommaso fu ve-
scrisseche s. Frontino , forse verso scovo nell'anno 743, e Rambaldo
l'anno 56, sotto l'impero di Nerone, nell' 826 : le sedi vacanti posterio-
insieme a Paolino, ambedue discepo- ri avvennero per qualche difficoltà
li ili s. Pietro, furono da questo man- insorta nell'elezione del vescovo, o
dati a promulgare in Firenze la re- per dissensione negli elettori. Fu im-
ligione di Gesù Cristo, mentre a memorabile privilegio dei canonici
Fiesole vi aveva inviato s. Romolo, della cattedrale di Firenze l'elezio-
ordinando per primo vescovo di ne del proprio vescovo sino a Cle-
Firenze lo stesso s. Frontino o mente VI, coll'approvazione dell'e-
Frentino. Con buone ragioni il Bor- letto dipendente dal Papa. Ma aven-
ghini alla pag. 358 del suo trat- do i canonici eletto nella sagrestia
tato Della chiesa e de vescovi della canonica nel 1 34 1 in succes-
che ciò non si può
fiorentini, dice sore al vescovo Silvestri
priore il

con sicuro fondamento affermare, Filippo d'Antella, nominarono quin-


ed in vece assicura che il primo di due deputati a Benedetto XII
vescovo di cui si ha certezza è s. per la pontificia approvazione , i
,, ,

46 Firn FIR
quali Io morto ed in
trovarono molte altre onoranze non è da o-
vece creato Clemente VI , che con mettersi quella ormai da lungo
bolla elesse in vescovo di Firenze tempo cessata , usata nel possesso
fr. Angelo Acciaiuoli , dichiarando de' nuovi vescovi, nella chiesa delle
nulla 1' elezione dell' Antella , to- monache benedettine di s. Pier Mag-
gliendo per sempre al capitolo il giore, la quale funzione è descritta
privilegio di eleggere il suo pasto- Richa nel 124 e se g- 5
p. t. I, p. Pc '

re. In seguito la repubblica fioren- suoi particolari pregi di antichità ,

tina principiò a supplicare i Papi e per quelli del suo clero ; laon-
per soggetti nazionali e degnissimi, de questa chiesa (rovinata nel 1772,
a mezzo de' suoi oratori in Roma. e quindi soppresso il convento ) nel
L' arcivescovo di Firenze gode possesso de' nuovi arcivescovi era la
singolari onori e prerogative, co- prima a ricevere in città il suo pa-
me il titolo illustre di principe del store, il quale nel suo solenne in-
sagro romano impero, che meritò gresso facendo la prima visita a
il primo per sé e suoi successori questa chiesa, dal suo priore e cap-
il vescovo Pietro Corsini dall' im- pellani era servito in tutte le sue
peratore Carlo IV nel 1 364- H se- funzioni ecclesiastiche, e dai mede-
condo segnalato onore fatto alla simi collocato in un trono a tal fi-

chiesa fiorentina fu l' essere stata ne al vescovo alzato, e con quel


innalzata al grado di metropolita- cerimoniale stabilito nel i385 dal-
na da Martino V nel i4 2 °> a 2 '
la signoria. Le principali cose del
maggio, riconoscente quel Papa alla cerimoniale consistevano come se-
graziosa accoglienza , ed ai moltis- gue.
simi contrassegni di filiale alletto I guardiani, o custodi, o visdo-
fattigli dalla repubblica fiorentina mini del vescovato e chiesa fioren-
nel di lui grato soggiorno in Fi- tina con corone di erbe in capo,
renze ; attribuendogli per suffraga- con guanti e bastoni si recavano
ne! i vescovi di Fiesole e di Pi- alla porta della città per la quale
stoia. In progresso simili suffraga- doveva fare il pubblico ingresso il

ne! si accrebbero , e Comman ville vescovo, che ivi trova vasi vestito
registra per tali i vescovi di Fie- de' sagri paramenti. Indi portavansi
sole , Borgo s. Sepolcro , Pistoia ad ossequiare il vescovo, il magi-
Prato, Arezzo, Montepulciano, Cor- strato della città, ed i cleri seco-
tona, San Miniato al tedesco, Col- lari e regolari, le croci de' quali
le, e Volterra, cioè nella provincia venivano baciate dal vescovo. Al-
fiorentina, giacché nota di esenzio- lora incominciava la processione in
ne Arezzo, Cortona, Montepulcia- cui il vescovo cavalcava sotto pa-
Al presente
no, Colle, e Volterra. lio o baldacchino, le cui aste sos-
cinque sono i vescovi suffraganei tenevano medesimi guardiani
i

dell'arcivescovo di Firenze, cioè di preceduto da un canonico a ca-


Borgo s. Sepolcro, Colle, Fiesole vallo, che vestito di camice o di
Pistoia unita a Prato, e s. Miniato altro paramento, pollava in mano
al tedesco. Il Papa Leone X con- il pastorale vescovile. Il cavallo,
cedè all' arcivescovo di Firenze il mula, o chinea veniva addestrata
privilegio di vestire di porpora in dai guardiani; e giunto alla porta
alcune solennità dell'anno. E tra le della chiesa, discendeva il vescovo
FIR FIR 47
dal cavallo, e subito i guardiani e passava a una ca-
desinare in

(altri dicono gli uomini della fami- mera del contiguo monistero, con
glia Strozzi) saccheggiavano i lini- quattro canonici, col priore, cap-
menti e sella del cavallo, ch'erano pellani, guardiani, e l' abbadessa,
ricchissimi, ed il cavallo cos'i nudo rimanendo ivi pure a dormire. Nel-
restava abbadessa e monache
all' la seguente mattina il vescovo por-
benedettine del monistero di s. Pier tavasi colla stessa formalità alla

Maggiore. 11 vescovo entrando in cattedrale di s. Reparata, ove do-


chiesa veniva incensato ed asper- po l' orazione si poneva a sedere
so di acqua benedetta dai sacer- sulla sedia a modo d' insediazione

doti e priore della medesima ; po- ed istallazione. Indi i guardiani


scia recavasi ad orare avanti l'al- l'accompagnavano alla chiesa di s.
iar maggiore, e veniva accompa- Gio. Battista, ove seguiva la terza
gnato ad un palco ove 1.' attende- insediazione, celebrando poscia la
vano l' abbadessa colle monache, messa, dopo la quale i guardiani
ponendosi a sedere su sedia ricca- giuravano fedeltà , vassallaggio , e
mente parata mentre quella per
, guardianeria, e restavano secolui a
la badessa era di nobile drappo di desinare, tornando poscia alle loro
velluto verde, ed ambedue sotto case. Giunto il vescovo all' episco-
baldacchino ricchissimo di tela d'o- pio, riceveva il ricco letto con tutti
ro. Dopo questa insediazione, l'ab- i suoi fornimenti di gran valore,
badessa si prostrava dinanzi al ve- ove aveva dormito, per donativo
scovo, che la faceva sedere alla sua dell'abbadessa. Tali erano le anti-
destra in detta chiesa, ed alla pre- che solennità dei possessi de' ve-
senza delle monache e di tutti gli scovi ed arcivescovi di Firenze, pre-
spettatori seguiva lo sposalizio del scritte dalla signoria e repubblica
vescovo colla badessa , figurandosi fiorentina, ed il p. Richa ne tratta
quello del nuovo pastore colla chie- al citalo tom. I, pag. i32 e seg.,
sa fiorentina. Perciò il vescovo po- cioè dello sposalizio ; ed il p. Pie-
neva un anello d'oro con ricco dia- tro Ricordati neWIstoria monasti-
mante, zaffiro o altra gemma in ca a pag. 368. In progresso di
dito all'abbadessa, la cui mano ve- tempo il pranzo e la dormita furono
niva sostenuta dai suoi parenti o tolti, e si lasciò sussistere il solo
dai più vecchi della parrocchia. La sposalizio in chiesa; indi anche que-
badessa rendeva grandissime grazie sto rito fu in appresso abolito da
al vescovo, e poi caldamente gli Gregorio XIII, essendo stato 1' ul-
raccomandava la chiesa fiorentina, timo quello figurato dall'arcivesco-
quella di s. Pier Maggiore, e il suo vo Altoviti, collabbadessa suor Bri-
monistero ; baciatagli la mano, e gida Albizii, secondo le testimonian-
ricevuta l'episcopal benedizione si ze di Modesto nel tom. Rastrelli,
ritirava dalla parte del coro. Tutte II, ig della Storia di Ales-
pag.
le monache con velo nero e bian- sandro de' Medici, Firenze 1781.
co portavansi a baciar la mano al Dal can. Domenico Moreni fu pub-
vescovo, ed a riceverne la sua par- blicato il libro: De ingressu Anlo-
ticolare benedizione. Dopo di che nii A Uovi ti archiepisc. Fiorentini,
il vescovo si alzava, benediceva il historica descriplio incerti auctoris,
popolo, pubblicava la perdonanza, Florentiae 1 81 5.
R

48 F 1 FIR
Seguendo l'ordine tenuto dal p. oblazioni. E nel cap. LIX asseri-
Ridia, registreremo i vescovi ed sce lo stesso Villani, clic circa l'an-
arcivescovi di Firenze santi. Ponte- no 3 20, nel pontificato di s. Sil-
fici, cardinali, ed altri celebri. Seb- vestro I, abbandonata la paganica
bene tal dotto scrittore, non con- superstizione, la legge di Cristo fu
viene, come si disse, sull'episcopato abbracciata ; onde a quel tempo si

di s. Frontino, pure facendosene deve riferire la consagrazione del


memoria a' i5 ottobre in vari mar- suddetto tempio di Marte in onore
tirologi, da lui incomincia le noti- di s. Giovanni. Dante chiamò la
zie sui vescovi ed arcivescovi santi. cilladinanza di Firenze ovile dì s.

Si celebra pertanto lo strepitoso Giovanni, e Firenze la città del


miracolo di avere Iddio per suo Battista.
mezzo e col bastone di s. Pietro A s. Felice succede immediata-
risuscitato certo Gregorio, o Gior- mente nella cattedra vescovile Teo-
gio, come scrisse Francesco Maria doro pure santo: né si dubita pun-
Fiorentine, De sacra Etruriae an- to che s. Zanobi non fosse battez-
tiauitate: il Baronio attribuisce tal zato da lui, che poscia lo fece ar-
miracolo a s. Marziale, altro di- cidiacono. Sepolto Teodoro nel- s.

scepolo di s. Pietro. Quindi si fa l'antica catacomba in mezzo alla


memoria di s. Felice prete e ve- cattedrale, gli successe s. Zanobi
scovo fiorentino, il quale dilatò la insigne protettore della città, pro-
fede in Firenze con la predicazio- babilmente della famiglia Girolami.
ne, dottrina e santità de' suoi co- Dopo di lui fu vescovo s. Andrea,
stumi. Noteremo qui, che il Vet- sotto del quale sembra aver avuto
tori dice che i fiorentini abbrac- origine il capitolo fiorentino di do-
ciarono la fede cattolica in tempo dici preti, sebbene già esistevano
di s. Silvestro I, che nel 3 3 suc- 1 l'arcidiacono, il diacono, e il sud-
cesse nel pontificato di s. Melchia- diacono del vescovo. Nell'anno 55o
de, a' tempi appunto di s. Felice. il santo vescovo Maurizio patì glo-
Aggiunge il medesimo Vettori, che rioso martirio a' 28 giugno. Nel
volendosi sapere in quale epoca la martirologio romano a' 28 maggio

città di Firenze assumesse per suo è registrato s. Podio vescovo di


padrone, protettore , e tutelare il Firenze, figlio del marchese di To*
glorioso s. Gio. Battista, può ap- scana': il santo fece parecchie do-
prendersi da Giovanni Villani, il nazioni, come la badiola di s. An-
quale nella par. I, lib. I, cap. IX drea, e concesse alcuni privilegi al
della Storia, scrive che appena ab- suo capitolo, e morì nel 1002 se-
bracciarono i fiorentini il cristia- condo l'Ughelli. Nell'anno 1028
nesimo, che convertirono il culto governava questa chiesa il beato
di Marte in quello di s. Giovanni; Lamberto, che poi rinunziò al ve-
ed allora in vece di quell'abbomi- scovato. L' ultimo santo è 1' arci-
nevole tempio dedicato a Marte, vescovo s. Antonio che per la ,

uno ne consagrarono a Dio in ono- gracilità e piccolezza della perso-


re di s. Gio. Battista, chiama-
e na era suo ordine
chiamato nel
ionio duomo di s. Giovanni, or- de' predicatori frate Antonino: egli
dinando che si celebrasse la festa fu eletto arcivescovo da Eugenio IV,
il dì della sua natività con solenni a' io febbraio i44^> e ueue sue
FIR FIR 49
braccia il Pontefice rese l'anima a si legge nel Rinaldi all'anno io63,
Dio, essendo il santo e dottissimo n. 6 eseg.). Nicolò II riedificò il con-
arcivescovo suo confessore, ch'era vento e la chiesa, che pur consagrò,
della famiglia Frilli. 11 santo arci- di s. Felicita, alla cui badessa Tesber-
vescovo Antonino a' 3 dicembre ga con bolla gli donò beni sta-

1841 fu elevato al grado di com- bili , e gli concesse de' privilegi.


patrono della città e arcidiocesi di Con altra bolla diretta a Giovan-
Firenze dal regnante Pontefice Gre- ni priore de' canonici regolari di

gorio XVI, alle istanze del clero e s. Andrea a Mosciano, confermò la

popolo fiorentino, e specialmente donazione che avea fatto da vesco-


dell'attuale zelante arcivescovo. In vo della chiesa ai canonici, egual-
oltre il medesimo Papa ha accor- mente da lui consagrata e dotata
dato che si aggiunga nella messa perchè i canonici vivevano in co-
il simbolo Niceno. Oltre questi santi mune , come risulta da altra sua
vescovi si aggiunge preclaro lustro bolla. Da altra rilevasi aver fatto
alla chiesa fiorentina ne' seguenti consagrare nel io5g la chiesa dei
tre sommi Pontefici stati suoi pa- ss. Michele e Jacopo.
stori. secondo Pontefice arcivesco-
Il

il primo Borgo-
è Gherardo di vo Firenze fu Giulio de' Me-
di
gna o meglio savoiardo siccome
,
dici , cugino di Leone X, che lo
nato in Bethlaeis di Savoia ; nel- dichiarò tale nel giorno di sua
r anno 1046 fu fatto vescovo di coronazione a' 19 marzo del i5i3,
Firenze, si distinse e fece conosce- e nello stesso anno a' 2 3 settem-
re il suo gran merito nel concilio bre o a' 24 dicembre lo creò
ivi tenuto da "Vittore II, onde i Cardinale, indi nel i5i4 legato di
padri riconobbero in lui quelle Bologna e di Toscana. Giulio ot-
qualità che lo resero degno del tenne da Leone X segnalati onori
pontificato. Ripreso da s. Pier Da- e privilegi a' canonici fiorentini, e
miani d'un leggero difetto di giuo- salito al pontificato accrebbe nuo-
care talora agli scacchi, se ne asten- vi benefìzi al capitolo e stabili ren-
ne, e finche visse per penitenza la- dite. Nel i52o essendo comparso in
vò ogni giorno i piedi a dodici Italia un funestissimo male ,
pro-
poveri,dando loro limosina e ce- mosse la fondazione dell' ospedale
na. A' 28 dicembre io58 fu elet- degl'incurabili, dichiarandolo arci-
to Papa col nome di Nicolò II, spedale, colle analoghe prerogative.
ma per l'amore che conservava al- Si trova una piccola moneta col-
la sua chiesa di Firenze ne riten- l'arme de' Medici , e col cappello
ne il governo, visitandola due vol- sopra da cardinale , e l' iscrizione :

te nel suo pontificato ch'ebbe ter- iulius card, medices , e nel ro-
mine in questa città a' 22 luglio vescio l' effigie di san Gio. Bat-
J061. (Successore nel vescovato a tista. Sembra che la facesse batte-
Nicolò lì nel 1062 fu Pietro Ti- re da legato, con licenza della re-
cinese o di Pavia , infetto di ere- pubblica fiorentina, anco in rifles-
sia e di simonia, per cui insorsero so alla parte che aveva nei gover-
nella città grandissime discordie che no, mediante il favore di Leone X,
s. Pier Damiano speditovi da Ales- unito alla potenza di sua famiglia
sandro 11 non potè quietare, come de' Medici. A' 18 novembre i523
voi. xxv. 4
, ,

5o F R
I FIR
questo cardinal arcivescovo fu su- gliore a pag.
1 f>2 che se viveva
blimato al triregno col nome di più lungamente la cattedrale di Fi-
Clemente VII, ed agli 8 gennaio renze l'avrebbe elevata al grado di
anno i5i/\.
dell' fece arcivescovo patriarcale, ed in camera gli si
di Firenze il cardinal Nicolò Ri- trovò la relativa bolla incomincia-
dolfo' fiorentino. Sebbene il Papa ta. Supplicato agonizzante dai cardi-
fece perdere a Firenze la liber- nali a dar la porpora al nipote figlio
tà procurò mitigare il rancore
,
del fratello, sempre si rifiutò, solo
di sua patria con diverse grazie dicendo : Qttae utililas in sanguine
le quali furono il dono delle insi- meo dum descendo in corruptio-
gni reliquie che mandò da Roma, nem. Seguono i fiorentini cardina-
la libreria Laurenziana che aprì, i li , in numero di quindici tra ve-
privilegi, e le donazioni fatte a scovi ed arcivescovi,
non compresi i
s. Maria del Fiore, colle unioni di due precedenti Giulio ed Alessan-
chiese e benefizi alla mensa del ca- dro de Medici.
pitolo di s. Lorenzo, e finalmente Il primo cardinale vescovo di
le molteplici concessioni, che accor- Firenze fu Francesco Atti da Todi,
dò a vari monisteri, come di s. Sal- che alcuni vogliono cittadino fiorenti-
vi, di s. Clemente, di s. Giovan- no. Egli sembra che non prima del
nino ec. 1 354 fosse eletto vescovo, dignità che
Il terzo Papa già pastore e nel i356 rinunziò con dispiacere
concittadino di Firenze come il d' Innocenzo VI. Il secondo cardi-
precedente , fu uno de' piò illustri nale è Pietro Corsini, che fu da In-
arcivescovi di questa chiesa : egli è nocenzo VI trasferito nel i36i da
Alessandro de' Medici, ambasciatore Volterra a Firenze, e per le quat-
in Roma a s. Pio V ed a Grego- tro nunziature che egregiamente
rio XIII di Cosimo I suo cugino. disimpegnò in Germania con van-
Il secondo Pontefice prima lo fece taggio della santa Sede, e soddis-
vescovo di Pistoia, e dopo pochi fazione della
ottenne Germania ,

mesi a' i5 gennaio \5 rj/\ lo trasfe- dall' Carlo IV il me-


imperatore
rì all'arcivescovato di sua patria, morato diploma per sé e successo-
di i583, es-
cui prese possesso nel ri in questa sede , di principe del
sendo stato creato cardinale in que- sagro romano impero, come pure
st'anno dal medesimo Gregorio XI IT. il pregiatissimo privilegio allo stu-
Celebrò due sinodi diocesani nel dio fiorentino , che fu dichiaralo
i58g e nel i6o3; e consagrò le università generale, con autorità ui
chiese di s. Frediano, di s. Clemen- vescovi di addottorare in ogni scien-
te, di s. Elisabetta delle convertite, za. Ritornato in Firenze dopo sì

e nella compagnia di Gesù in s. gloriose legazioni , fu chiamato da


Croce l'altare maggiore. Nel primo Urbano V nel i36g in Montefia-
di aprile i6o5 venne creato Pon- scone, ed ivi creato cardinale : mo-
tefice, impose il nome di Leo-
e s' rì nel i4o5 Avignone, e trasfe-
in

ne XI. Presago della brevità del rito in Firenze per decreto della
suo pontificato, durato soli ven- repubblica fu collocato nel duomo.
tisette giorni, da giovine erasi scel- Chiamò a suoi -eredi il fratello Fi-

ta per impresa un fàscetto di rose, lippo, e il monistero di s. Gaggio


col motto Sivjlovui. Scrive il Mi-
: cioè s. Caio, fondato da Touimuso
4 1 , ,,

FIR F1R 5i
suo padre. Terzo vescovo di Fi- citata dal Poggio: il cadavere fu
renze e cardinale è Nicolò Accia- portato alla cattedrale di Padova.
inoli detto il secondo, fatto da Ur- Col settimo cardinale evvi ac-
bano VI nel i384 vescovo, e nel coppiata la dignità arcivescovile
i385 cardinale. Pei suoi grandi perchè Martino V eletto in Costan-
meriti fu molto occupato dai Papi, za agli 11 novembre i4*7> dipoi
e governò il regno di Napoli nel- nel 1420 dichiarò metropoli la chie-
la minorità di Ladislao, per cui in sa di Firenze come si disse. Nel
,

quel regno fiori la pace e l'abbon- 1 435 Eugenio IV fece arcivescovo


danza, ed in Gaeta quale legato di il patriarca di Alessandria Giovan-
Bonifacio IX coronò il giovine re : ni Vitelleschi, celeberrimo guerrie-
fu sepolto nella metropolitana , e ro, e ricuperatore delle terre della
poscia trasferito alla Certosa di Fi- Chiesa, che tolse ai debellati tiran-
renze fondata dal gran siniscalco ni ,
per cui Roma gli eresse una
Nicolò Acciaiuoli nel 1 364- Dona- statua in Campidoglio, e il Papa
to Acciaiuoli ne restaurò il sepol- nel 1437 lo creò cardinale. Colla fa-
cro, con l'effigie del cardinale in miglia fu aggregato alla cittadinan-
Il quarto cardinale è
basso rilievo. za , e se ne gloriava ;
di Firenze
Bartolomeo Uliari od Olivieri di ma abusando di sua grande auto-
Padova, de' minori osservanti, ebe rità, e venendo in grave sospetto
Bonifacio IX fece vescovo nell'anno ad Eugenio IV, col consiglio di Co-
1387^ e due anni dopo cardinale: simo il Vecchio fu da Firenze ove
morì legato apostolico in Gaeta nel risiedeva il Papa spedito a Roma
1 396. Il quinto fu Alamanno Adi- Luca Pitti per ordinare ad Anto-
mari nominato vescovo nel 140 nio Rido castellano di Castel s. An-
da Bonifacio IX mai ne prese pos- : gelo di arrestare il cardiuale vivo
sesso, e nel 1402 passò alla chie- o morto. 11 castellano nel passare
sa di Taranto. Il sesto fu France- il ponte s. Angelo tal cardinale
sco Zabarella di Padova , lettore calata la seracinesca della porta, ed
pubblico di canoni nello studio fio- alzata una catena, con diversi ar-
rentino, insigne in letteratura. Ales- mati s'impadronì del cardinale, che
sandro V nel 1409 lo prepose alla volendosi difendere colla spada, da
cbiesa fiorentina, e nel i4- 1 * Gio- molti soldati fu coperto di ferite
vanni XXlll l'esaltò al cardinala- e per forza tratto prigione in ca-
to. Il Papa l' inviò legato all' im- stello dove mentre si medicava
,

peratore per la convocazione del una gran ferita nel capo , Luca
concilio di Costanza, in cui venen- Pitti percuotendo colla sua mano
do deposti Gregorio XII, Giovan- la tenta ossia strumento col quale
ni XXIII e l'antipapa Benedetto il chirurgo esaminava la ferita, glie-

XIII, tutti i voti per l'elezione del la ficcò nel cervello, e subito mo-
nuo\o Pontefice riunivansi nel no- rì.Altro arcivescovo cardinale nien-
stro cardinale, quando Dio lo chia- te inferiore al precedente per fa-
mò a sé a' 27 ottobre 7 con 1 1 > ma militare si fu Lodovico Sca-
,

uuiversal dispiacere di quell'augu- rampi Mezzarola nominato arci- ,

sta assemblea, e dell' imperatore Si- vescovo da Eugenio IV nel 1 4^7 >
gismondo, che onorò le di lui ese- e cardinale nel 1 44°> perchè essen-
quie, e udì 1'
orazione funebre re- do amato dal Papa, era stato fat-
.

5a FIR FIR
to generale di sue truppe dopo la quale pel suo zelo celebrò quattro
morte del Vitelleschi: vinse il fa- sinodi, nel 1 656, nel 1 663, nel 1666
moso Nicolò Piccinino, e sconfisse enei 1669, nelqual anno Clemente
i turchi sotto Belgrado. In Firen- IX lo creò cardinale, e nel seguente
ze fece la solenne traslazione del inori in Roma , e gli fu data se-
corpo di s. Zanobi dall'antica cata- poltura nella chiesa di s. Giovanni
comba uuova cappella sotter-
alla de' fiorentini , nella cappella de' ss.

ranea nel fondo della maggior tri- Cosma e Damiano patronato di


buna e con immense fatiche alla
, sua famiglia. Gli successe il nipo-
celebrazione del concilio ecumenico te Francesco Nerli il giuniore, che
si adoperò per l'unione co' greci. Clemente X nel 1673 creò cardi-
I fiorentini per l'amore che a lui nale, e fece segretario di stato, e
portavano, gli donarono il palazzo morì nel 1708. L'ultimo cardinale
degli Ardinghelli, e lo ascrissero arcivescovo fu Jacopo Antonio Mo-
co' suoi parenti alla cittadinanza. rigia fatto 1682,
arcivescovo nel
In suo onore fu coniata una me- creato cardinale nel 1695, e pub-
daglia col suo ritratto, e nel ro- blicato nel 1698; assistè alla tras-
vescio con uomini a
una piazza lazione del corpo di s. Zanobi e di
cavallo che si avviano al tempio , s.Maria Maddalena de' Pazzi, non
coll'epigrafe: ecclesia kestituta ex che a quella di s. Andrea Corsini,
alto. Il nono cardinale, ed ottavo oltre la ricognizione dell' incorrot-

arcivescovo fu fr. Pietro Riario to suo Diede inoltre pro-


corpo.
dell'ordine de'minori, nipote di Si- va di sua cura pastorale in due si-
sto IV, patriarca di Costantinopoli, nodi, e nel desiderio di aprire un
e nel i47 2 arcivescovo di Firenze. seminario: mori nel 1708 vescovo
Fece la funzione dello sposalizio di Pavia.
dell'abbadessa di s. Pier Maggiore I vescovi ed arcivescovi di Fi-
nel suo ingresso nella città, e fece renze, singolarmente chiari per le

qualche vantaggio all' episcopio : virtù sono i seguenti. Da un di-


mori nel 1 474 m Roma, e fu se- ploma del vescovo Specioso del 724
polto in deposito di marmo ai rifulge la sua generosità, colla quale
ss. Apostoli. Il cardinal Pietro che dona alla chiesa e canonici di s.
trovossi alla congiura de' Pazzi, era Giovanni alcune possessioni. Il di-
suo nipote. Indi viene il cardinal ploma di Specioso è datato coiran-
Nicolò Ridolfi , cui Clemente VII no 724, anno XII del re Luitpran-
gli rinunziò l' arciyescovato come do, è una delle più insigni perga-
suo parente : altrettanto fece lui mene dell'Italia per la sua anti-
nel i532 con riserva ad Andrea chità, e per la notizia dell'esisten-
Buondelmonti, alla cui morte av- za de' canonici fino dal principio
venuta nel i542 ritornò il cardi- dell' ottavo secolo, checché ne dica
nale alla sua sede che nuovamente contro il Fleury, ed altri francesi.

nel i548 con riserva cede ad An- L'autografo, che tale è ad onta di
touio Altoviti, e mori nel i55o in qualche scrupolo del Muratori, che
conclave, nel giorno in cui i cardi- fu pubblicato più volte colle slam-
nali trattavano di crearlo Papa pe, e ultimamente dal Brunetti, si
Nel i65i da Pistoia fu traslalato conserva gelosamente nell' archivio
a questa chiesa Francesco Nerli, il segreto del capitolo fiorentino do-
,

FIR FIR 53
•viziosissimo di vetustissime perga- Buglione per la crociata : cadde pe-
mene. Il vescovo Grasulfo dell'898, rò nell'opinione che fosse nato l'an-
per le sue virtù ebbe dall'impera- ticristo, opinione eh' ei ritrattò sin-
tore Lamberto una gran quantità ceramente ai moniti di Pasquale
di terreno, che passò ai canonici lì. S. Antonino fu collocato tra i
i quali ne cederono parte a mo- primari scrittori ecclesiastici per ,

nache e frati , e parte a murar le tante ammirabili opere sue. In-


case. Il vescovo Raimbaldo altresì di è degno di grandi elogi Anto-
accrebbe nel o,3o l'entrale capito- nio A Itovi ti, e per non dire di al-
lari colla pieve di Signa, e nel- tri Francesco Gaetano Incontri, ce-

l' istromento si vedono pure sotto- lebre non meno che per la sua
scritti sedici canonici, sette de'quali pietà, per la sua dottrina che spic-
col titolo di preti cardinali. Stu- ca nelle sue opere, e specialmente
penda ancora fu la generosità d'a- ne' suoi Atti umani;
monsignor e
nimo del vescovo Ildebrando alla Antonio Martini fatto arcivescovo
basilica di s. Miniato da lui riedi- nel 1781 da Pio VI, fra le cui
ficata, e dotata: della liberalità di opere rammentiamo con distinzione
altri vescovi coi canonici parlere- la traduzione della storia dell'anti-
mo menzione del capitolo.
nel far co e nuovo Testamento sì com- ,

Andrea de Mozzi fu assai beneme- mendata da Pio VI, e che per la


rito del vescovato avendo ricupe- fedeltà della versione, per la op-
rato i beni della mensa dai pre- portunità delle note, e per la pu-
potenti cittadini, vera origine delle rezza della lingua italiana ha avu-
gravi malevolenze suscitatesi con- to già moltissime ristampe, e ne
tro di lui, in modo tale che nel ha tutto giorno. Al presente go-
1294 supplicò s. Celestino V di verna questa metropolitana il ze-
accettare la sua rinunzia , ed in lante, dotto e prudente monsignor
vece fu fatto vescovo di Vicenza. Ferdinando Minucci fiorentino, fat-
Il cardinal Morigia, e l'arcivescovo to arcivescovo da Leone XII nel
Tommaso Gherar-
de' conti della concistoro de'28 gennaio 1828. Lu-
dtsca furono impegnati per l' ere- ca Ceracchini ha dato:
ci Crono-
zione del seminario : il primo dopo logia sacra de vescovi ed arcive-
aver preparato il necessario per scovi di Firenze, ivi 17 16.
tal fabbrica, benedì la prima pie- L' episcopio degli arcivescovi di
tra, e la gettò solennemente nei fon- Firenze è sulla piazza stessa della
damenti a' 20 aprile 1687; Tom- cattedrale. Il magnifico palazzo e
maso ebbe la sorte di proseguirlo curia ordinaria dell'arcivescovato an-
con molta spesa, e di aprirlo con ticamente chiamavasi Palatium s.

festa nel 1 7 1 2 a'4 novembre, gior- Johannis, o Episcopium s. Johan-


no sagro a s. Carlo Borromeo alla nis, si ve sanctae Repara tae. Nei
cui protezione Io raccomandò. Fra i primi quattro secoli della Chiesa,
chiarissimi nelle scienze, va prima in cui la religione era perseguita-
notato Rinieri vissuto quarantadue ta, i vescovi ascondevansi nelle grot-
anni nel vescovato cui ascese nel te, nelle catacombe, e nelle selve,
1071 , eloquenza persuase
la cui massime in quella chiamata Elisbot.
duemilacinquecento fiorentini a par- La prima memoria che trovasi di
tire con Gottifredo o Goffredo di episcopio è nel 724 ; certa n'è l'è-
14 F1R F I II

sistenza al nono secolo ; nel deci- arsero la parte piti magnifica del
mosecondo era edifizio notabile ed palazzo verso e. Giovanni, meno
ampio, alloggiandovi l'imperatore la cella di s. Antonino: con que-
Baldovino II. Ebbe parecchi ingran- sto disastro restarono incenerite le
dimenti e dai visdomini, e dagli stessi più antiche memorie di Firenze,
vescovi una volta ricchissimi pei della Toscana, e di altri paesi. A
molti vassallaggi de' magnati fio- riparo di sì grave danno rivolse
rentini. I visdomini o vicedomini l'animo l'arcivescovo Andrea Buon-
custodi e difensori del vescovato delmonti, ma maggiori e più splen-
fiorentino, come di ogni altro ve- dide cose fece l'arcivescovo Alessan-
scovato, erano in sede vacante gli dro de' Medici con disegno del va-
amministratori delle entrate vesco- lente Gio. Antonio Dosi. Altri no-
vili
?
senza obbligazione di rendi- tabili operarono gli arci-
benefizi
mento di conti, facendo per solito vescovi Marzimedici, Niccolini, Ner-
delle rendite della mensa tre parti, ligiuniore, Morigia, Tommaso della
una applicandola alle esequie del Gherardesca, Martelli, ec Inquanto
-defunto vescovo, la seconda pei ri- ai visdomini fiorentini, si spensero
sarcimenti del palazzo, e la terza nel principio del secolo XVIII colla
per le spese dell' ingresso del nuo- famiglia Cortigiani cui apparteneva
vo prelato, il quale da essi ricevu- tal preminenza ed uffizio.
to alla porta della città, e servito Risponde nel cortile dell' episco-
come si disse per tutta la solenne pio la ragguardevole chiesa di s.
cavalcata, condotto finalmente era Salvatore nell'arcivescovato, la cui
dai medesimi al palazzo vescovile origine risale circa al mille, eoa
sino alla cappella di s. Vincenzo, parrocchia sino al i44 r > * a cm
ove a pie del vescovo sedente fa- restò semplice ma pubblica cap-
cevano i visdomini il giuramento pella dell'arcivescovato. Indi nel
di fedeltà e di custodia. Tale anti- i5j^. fu rinnovata dall'arcivescovo
chissima cappella esisteva nel i 199, Alessandro de' Medici, che la ornò
e nel 1
344 fu consagrata dal ve- di rare pitture a fresco colorite da
scovo Angelo Acciaiuoli, in riguar- Gio. Battista Naldini, rappresentan-
do che era cappella nella quale si do la tavola dell'altare il Salvato-
facevano varie funzioni dai vesco- re sedente con a pie la città di
vi, e massimamente dai visdomini. Firenze, messa in mezzo dalla Beata
Nel i32i i visdomini restaurarono Vergine, e da s. Gio. Battista in
ed abbellirono il cortile, e nel i/^i 1 atto di raccomandarla al medesi-
il vescovo Zabarella operò all'ester- mo Cristo ; rimpetto Sante di Tito
no alcuni restauri. Volendo poi la fece una Nunziata con arme dei
repubblica rendere l' episcopio de- Medici iu alto della tribuna, la
gna residenza d'un arcivescovo, ot- quale era inquartata con quella di
tennero da Pio II licenza d' impor- Gregorio XIII da cui il detto ar-
re sugli ecclesiastici una tassa di civescovo aveva ricevuto la porpo-
quindicimila fiorini, erigendo per ra. Ma a questa pittura, ed a quel-
gratitudine la sua arma nella tor- la in cui Naldini figurò il peccato
re, ove sonovi altre arme pontifi- de' nostri primi parenti fu dato di
cie. Nel i523 un incendio abbru- bianco nella splendida restaurazio-
ciò sì bella fabbrica, e le fiamme ne. Nel 1662 vi ebbe principio la
,

FIR FIR 55
congregatone de' sacerdoti del ss. Venendo ora a parlare della ca-
Salvatore, per lo zelo del sacerdo- nonica e del capitolo insigne dei
te Lorenzo Antinori, col fine d'i- canonici della cattedrale, diremo
struire ì chierici ne' ministeri eccle- che questi nei primi tempi convi-
siastici ed
di prediche, di missioni, vevano in comune, osservando san-
altri uffizi apostolici; come a dare te e rigide regole, laonde i zelan-

a' secolari, ed a' chierici ordinandi ti vescovi per tenere in vigore tale
gli esercizi di s. Ignazio, al quale esemplare vita, sino dal 724 scor-
oggetto fu acquistato il convento porarono talvolta, come accennam-
della Calza, già de' gesuati. Nel mo di sopra , i propri beni della
1737 l'arcivescovo Giuseppe Ma- mensa per con
unirli alla canonica,
ria Martelli dai fondamenti con replicate donazioni secondo , anzi
magnificenza la riedificò con dise- l'antica disciplina della Chiesa i ve-
gno dell' ingegnere Bernardino Ciu- scovi convissero coi canonici come
rmi che vi fece una cupolina che loro capi e direttori principali. Nuo-
dà grazia e vaghezza alia tribuna. ve entrate furono attribuite ai ca-
Questa fu data a dipingersi a fre- nonici dal vescovo Attone nel io36,
sco a Giovanni Ferretti, il quale col motivo lodevole di mantenere
vi colon all' altare la Natività di l' osservanza di vivere i canonici
Gesù. Cristo co' pastori, e fece pu- insieme, ed avendo egli a tal fine
re a fresco i dodici apostoli di chia- ordinate le abitazioni in comune
roscuro intorno alla chiesa , in e date loro nuove entrate, ne av-
mezzo alla quale dalla parte del visò il Papa Benedetto IX che tut-
palazzo vi è una deposizione di Cri- to confermò, insieme alle donazio-
sto colla Beata Vergine Addolora- ni de' vescovi predecessori. Ma nel
ta dipinta da Mauro Soderini, ed io63 raffreddatosi forse quel fer-
incontro si vede la Risurrezione del vore, Alessandro II ad istanza di
Signore, lodala opera di Vincenzo s. Pier Damiani, zelantissimo di que-
M eucci, di cui è pure lo sfondo sto modo di vivere , lo rinvigorì
della volta dove rappresentò l'A- con nuove e severe costituzioni,
scensione del Redentore. Pietro An- raccomandando il santo ai canoni-
derlini fece le pitture giottesche, e ci l'uso della disciplina. Altre co-
l'architettura della chiesa. Magni- stituzioni furono prescritte dal ve-
fiche poi sono le stanze a terreno scovo Ardigno nel I23i, il quale
dell'episcopio, aventi un ampio cor- volle che tutti avessero lo stesso
tile adorno d' iscrizioni, ed armi di refettorio e dormitorio, che ognu-
vescovi ed arcivescovi, de' visdomi- no facesse septimanam suam, tam '

ni, e degli Ughi avvocati dell'ar- in choro , quam ad altare secun-


civescovato. La primaria sala è dum ordinem suum; e che gli as-
quella dell'udienza, fatta circa il senti per cagione di studi, o altra
i3oo, e serve di foro alla chiesa da approvarsi dal capitolo, doves-
fiorentina,ove ammiravansi egre- sero sostituire un vicario, le quali
gie dipinture del Ferrucci, essen- costituzioni poi furono anche con-
done superstite quella della Beata fermate da Gregorio IX nel 1252,
\ ergine co' ss. Zanobi e Antonino. con bolla data in Rieti. Questa non
Sonovi altre stanze nobili pel vi- fu delle ultime cattedrali d'Italia
cario generale, l'archivio, ec. a lasciar l'uso di convivere insie-
, è
-,

56 FIR FIR
me, perchè, secondo l'Uglielli, gli cedendole privilegi, ricche pievi,
ultimi furono i canonici eli Peni- oratorii, ed eziandio la signoria di
già e di Gubbio tempo di Leo-
al terre e castella. Ad onta poi di
ne X, che vissero comune re-
in quel che ne cantò il Berni nel suo
gola claustrale come frati. Alla
i Orlando innamoralo, il capitolo fio-
mensa canonicale l'imperatore Lam- reatino è stato sempre adorno di
berto e Ageltrude sua moglie nel- uomini grandi: basti il rammenta-
l'8p,8 donarono il campo del re, re Marsilio Ficioi, Angelo Ambio-
oggi Camporeggi, ciò che coofer- gini di Poliziano, Leone Battista
marono altri augusti. Il luogo del- Alberti, Scipione Ammirato, Fiati-
la prima ed antica canonica sem- cesco Berni Lorenzo Panciatichi
,

bra che fosse nelle vicioaaze del- Francesco Ubaldini. Leone X nel
l'odierna. i5i6 con bolla data in Firenze
i34o si concesse
JNel al vescovo agli 8 gennaio concesse ai canoni-
Salvestri da Cingoli di edificar la ci alcuni privilegi anche giurisdi-
canonica verso piazza de' Bonizzi ,
zionali. Di poi Clemente XII a' i
ch'era quella che veniva
a lato gennaio 73 1 colla costituzione A-
1 ,

della chiesa di s. Benedetto: non postol. presso il Bull. Rom. tom.


essendo compita, nel i44$ Nicolò XIII, pag. 157, confermò la bolla
V per maggior comodo dei cano- di Leone X in favore de' canonici,
nici cresciuti di numero, gì' incor- principalmente il privilegio de' pro-
porò la chiesa di s. Pietro Celorum, tonotari della Sede apostolica, col-
istituito avendo delle entrate della l'uso del rocchetto, cappa magna
chiesa una cappellania in duooio paonazza, cordone rosso al cappe!
e abolito il titolo di parrocchia, lo, calze e collare paonazzo, eh'
ch'era una delle piò antiche cure appunto l'abito de' protonotari par-
di Firenze, dappoiché vuoisi edifi- tecipanti ec. : prima di Leone X i

cata dal vescovo Specioso o dal , canonici usavano le cotte e le ai-


re Luitprando ad imitazione di muzie.
quella di Pavia, e da quella dipen-» Anticamente il capitolo compo-
dente. In questa chiesa Beatrice ma- nevasi di quarantadue canonici, poi
die della contessa Matilde, nel 1072 si diminuirono a trentanove. Al
vi fecepromulgare la donazione che presente il capitolo si compone di
faceva a Trasmondo vescovo di Fie- cinque dignità, cioè dell' arcidiaco-
sole, con la solennità del porsi la no, dell'arciprete, del decano, del
carta dell' istromento sull' altare, prevosto e del suddiacooo, dignità
Questo^, luogo voleva dedicarsi a istituita nel 1293. Vi sono trenta-
pubblica libreria comune a tutti _, otto canonici comprese le cinque
gli abitanti di Firenze , il perchè dignità , le prebende teologale e
molti donarono libri pregevoli; ma penitenziaria, e due canonici ab
in vece venne destinato per l'archi- extra; sessantasei cappellani, che
vio del capitolo , che vi conserva formano un corpo detto la Carità,
numerose scritture originali molto e cento chierici cura è in ca-
: la

preziose, dalle quali si rileva come pitolo, ma l'amministra la secooda


parecchi Pontefici, imperatori, car- dignità dell'arciprete, assistito da
dinali, vescovi ed altri benefattori due curati amovibili, e da due ca-
furouo generosi colla canonica, con- nonici detti curaioli che ogni an-
FIR FTR 57
no si eleggono del rapitolo a voli rentini nel quinto secolo agli 8 ot-
segreti; e questi hanno curala
in tobre riportarono gloriosa vittoria

parrocchia della cattedrale, la qua- sui goti giorno,


in cui cade il dì
le non ha fonte hattesiiuale, per- natalizio della santa vergine e mai-
chè l' ha la prossima hasilica di tire Reparata, dipoi in memoria dì
s. Gio. Battista, di cui si parlò di quell'avvenimento accaduto nel gior-
sopra. La cattedrale è dedicata a no a lei sagro, gì' innalzarono il

Dio, ed in onore della Beata Ver- maggior tempio. Da un documen-


gine Maria, e di s. Reparata ver- to rilevasi che nel 1128 s. Repa-
gine. Ivi sivenerano insigni reliquie, rata da pieve già era divenuta duo-
fra le quali il corpo di s. Zanobi mo e cattedrale, non essendolo an-
patrono della città e di tutta la cora nel 1099. Né si deve far caso
diocesi, di s. Eugenio diacono, e che si trovino in s. Reparata indi-
di s. Crescenzio suddiacono. zi di chiesa cattedrale innanzi al
Avevamo promesso tornare a dire tempo in cui fu dichiarata tale, co-
qualche altra cosa di quel tanto che me la sedia episcopale murata, la
dir si potrebbe dell' immensa metro- visita che vi faceva il vescovo nel
politana fiorentina, uno de'più rimar- suo possesso prima di andare a
chevoli edilizi dell'Europa, e la s. Giovanni , due concili ivi pure
prima chiesa fabbricata fuori del celebrati, e parecchie funzioni fat-
gusto gotico, quantunque non tut- tevi dal comune. Imperocché o a-
ta all'atto nel gusto antico; ma es- vevano luogo proteste senza pregiu-
sendo di soverchio cresciuto in que- dizio delle antiche ragioni e dirit-
sto Dizionario V articolo Firenze ,
ti di s. Giovanni , o precedeva il

ed essendo altronde da mille par- consenso de' canonici che la riguar-


tidescritto il detto duomo, ci tro- davano come loro chiesa e concat-
viamo costretti a dare soltanto al- tedrale. Anzi il popolo riguardan-
cun cenno dello stato moderno , dola come sua chiesa la eleggeva ,

premettendo che riguarda l'an-


ciò per alcune feste, siccome adatta al-
tico, coli' autorità del padre Ridia. le cerimonie e sagre solennità. Con-
Nel principio del secolo Vili si tro- clude il p. Richa che il tempio di
va nominata come semplice chiesa s.Giovanni può riguardarsi come la
la cattedrale di s. Reparata ; e la prima fabbrica de' fedeli in Firen-
chiesa supposta antichissima del ze, e che l'antica chiesa di s. Pie-
ss. Salvatore, non sembra che sia parata fosse assai grande e magni-
stala mai cattedrale. Piuttosto s. fica.

Gio. Battista pare che si possa di- Divenuta nel secolo XII la chie-
re il primo duomo, o sia cattedra- sa di s. Reparata duomo e catte-
le Firenze dal quarto secolo si-
di drale della capitale di principato e
no decimosecondo. La chiesa di
al repubblica indipendente, e trasferite
s. Reparata, checché sia del suo le preminenze ad essa da s. Giovan-
principio, o nell'anno 4°8, o trecen- ni ,
questa divenne pieve. Quindi
to anni dopo, non trovasi che ab- sembrando conveniente di ridurre
bia goduto il titolo di cattedrale la Reparata a maggior
chiesa di s.

o di duomo prima del duodecimo grandezza e magnificenza, secondo


secolo, avanti il qual tempo trova- quanto avevano praticato varie cit-
si appellata pieve. E siccome i fio- tà d'Italia colle loro cattedrali, me-
58 Flit F1R
diante le buone regole di architet- cui se ne celebra Y annuale festa
tura, come ammiravasi in Firenze con 1' ottava , e solennemente col-
stessa nelle belle chiese del Carmi- l' intervento di tutto il clero , con
ne, di Maria Novella e di s. Cro-
s. tutti i priori e rettori delle chiese
ce, perciò con giusto divisamen- di Firenze, in segno di sua antica
to i fiorentini deliberarono di co- preeminenza. Oltre la repubblica
struire una fabbrica splendidissima, contribuirono alle immense spese
in un tempo che Firenze pel fio- del grandioso edifizio , V arte della
rente commercio, e per la riforma lana ed anche i capitani di Or s.
,

del governo era tenuta I' erario Michele le maestranze , fiorentine


d' Italia epoca che dai fiorentini
, delle ventidue arti le comunità ,

fu chiamata l'età dell'oro. Indi de' cleri e congregazioni religiose ,

nel 1294 s'incominciò a trattare e la pietà de' particolari cittadini,


di rendere la chiesa di s. Repara- accesa dalla liberalità delle indul-
ta, allora molto dì grossa forma ,
genze a tal fine concesse dai som-
degna di sì illustre nazione, rifa- mi Pontefici. Per morte di Arnol-
cendola totalmente di pianta , cor- fo proseguì la sospesa fabbrica ver-
rispondente alla maestà e grandez- so il 1 33 1 l'altro eccellente archi-
za della repubblica , venendo pre- tetto Giotto, e poscia vi operaro-
scelto 1' architetto Arnolfo di Lapo» no il Gaddi, 1' Orcagna, Filippo di
Se ne die partecipazione a Bonifa- Lorenzo, Filippo Brunellesco , che
cio Vili, che neprovò sommo con- voltò la bellissima cupola, ed altri.
tento e non potendo recarsi di
, La facciata eretta da Ar- esterna
persona a benedir la prima pietra, nolfo, la rinnovò Giotto nel i334» il

inviò a farne le veci un cardinale ma nel iSSS incominciò a disfarsi,


legato, che vuoisi sia stato Pietro onde fu proposta la demolizione.
Valeriani Piperno, ed agli 8
di Così deforme restò per varie cause
settembre 1298 ebbe luogo con tut- sino al i636, in cui dal grandu-
te le formalità la benedizione del- ca Ferdinando II fu gettata la pri-
la prima pietra. Però il Nelli nel ma pietra per la nuova, che lenta-
libro intitolalo, Piante od alzati mente venne proseguita. L' opera
interiori ed esterni dell' insigne chie- di s. Maria del Fiore ha cura del-
sa di s. Maria del Fiore ec. , con la conservazione dell' edifizio ; i de-
buone ragioni attribuisce tal funzio- putati e magistrati della medesima
ne all'anno 1296. Il titolo imposto ebbero privilegi e concessioni da
alla nuova chiesa dal cardinale nel- Gregorio XII, da Eugenio IV, da
l'atto di buttare ne' fondamenti la Nicolò V e da altri Papi. Pieno di
pietra, ad istanza della repubblica, venerazione Eugenio IV per que-
fu di s. Maria del Fiore, che allu- sta cattedrale, solennemente la con-
de al nome della città, ed all'ar- sagrò a' 25 marzo 1 4^6.
me della medesima, qual è un gi- Passando allo stato presente del
glio in campo bianco, come dicem- duomo, furono demolite nel 1824
mo superiormente. Il popolo non le miserabili casupole, che fiancheg-
potè dimenticare l' antico nome di giavano quel maestoso edifizio dal-
s. Reparata, e gli fu proibito nel la parte meridionale e vi furono ,

j4-I2, restando il nome della san- eretti, col "disegno del cav. Giovan-
ta solo contitolare alla chiesa, per ni Baccani ,
grandiosi palazzi, pre-
FIR FIR 59
bendo e abitazioni de canonici , e no stale dipinte con somma accortez-
da ciò -venne ad acquistare la sa- za, nel corso delle navate laterali, due

gra fabbrica nuovo lustro, e nuo- finestre per parte, che quantunque
va bellezza. Pocbi anni dopo soilo finte sembrano riflettere viva luce
uno de' nuovi palazzi furono collo- come le vere formate dai famosi
cate le statue colossali di Arnolfo vetri colorali. Vi è stala rivendi-
di Lapo e di Filippo Brunellesco, cata dal suo squallore, e circonda-
quasi contemplando l'uno il suo ta di vaghissima cornice l'antica
duomo., l'altro la sua cupola; com- pittura, che rappresene Dante, e
ponimento sublime, e lavoro am- nel campo da una parte l'antica
mirabile dell'egregio scultore Lui- Firenze, dall'altra un simbolo del-
gi Painpaloni. 11 duomo è stato le tre parti della Divina Comme-
ultimamente circondato per l'intie- dia , e sotto il famigerato tristico
ro, come da un cancello,- da cate- di Coluccio. Sono stati quindi più
ne, spranghe e colonnette di fer- simmetricamente disposti i quadri,
ro fuso nella reale oflicina di Ful- le statue, l'arche e le quattro pit-
lonica.In quanto alla facciata ri- ture a fresco , cioè Pietro Corsini
petiamo che non ha e aggiun- 1'
,
arcivescovo, Luigi Marsili teologo,
giamo non restarvi che leggerissi- Giovanni Acuto inglese, e Nicolao
me tracce di quella che in fretta da Tolentino, glandi capilani de' fio-
e furia fecero a fresco alcuni pit- rentini , trasportate felicemente in
tori bolognesi ,
per le nozze del tela suo nuovo metodo dal ce-
col
principe Ferdinando figlio di Cosi- lebre Giovanni Rizzoli della pieve
mo 111 nel 1688. Di questa pittu- di Cento, nell'anno 1842: sono sta-
ra cosi si trova scritto sotto l' an- te sospese le prime due nella cap-
no citato nel Pastoso, diario mss. pella della Madonna della Neve
della libreria de' canonici : costò sei nella terza tribuna, e le altre due
mila scudi, e perchè fatta in fret- una di qua e una di là sulle due
ta, e in tempi umidi, cominciò su- porte laterali alla porta maggio-
bito a guastarsi. Neil' interno, cioè re. E stato pure costruito un nuo-
nelle sagrestie, una de' canonici, l'al- vo coro per l'inverno nella detta
tra dei cappellani , nel grosso dei terza tribuna,ammirabile per la sua
piloni con gran fatica ed ottima struttura, e per il suo vantaggio.
riuscita si praticarono , non sono Ora si vanno ad abolire le due
molti anni, due comodi stanzini, la cantorie dei due organi per co-
mancanza de' quali era al clero di struirvene due che più armonizzi-
gran disagio, e di non poca brut- no colla moderna ristaurazione; e
tura al contorno del tempio. Nel facciamo voti che alla fine sia co-
ripulimento finalmente di tutta la struita degna tempio la
di tanto
chiesa, compiuto nel 1842, demo- facciata, il cui disegno venne or-
liti i due altari di fondo, e scari- dinato nel decorso anno, e perciò
cato il bellissimo coro di quella molti ne furono presentati da egre-
selva di colonne, che tanto fuor gi artisti. Fra questi nomineremo
di luogo parvero al gran Canova, quello pubblicato nell' istesso anno
e ridotta a miglior forma l' ara in Firenze con magnifica edizione,
massima, e sormontatala col celebre e belle stampe, pei tipi della so-
crocifisso di Benedetto da Majano, so- cietà tipografica, con questo titolo;
6o F1R FIR
Dimostrazione del progetto dell'ar- vatorio di Ripoli ebbe per fonda-
chitetto cav. Nicolò Matas, per com- trice la ven. Eleonora Ramirez
piere colla facciala l' insigne basi- Montalvi, dalla quale fu pure fon-
lica di s. Maria del Fiore, me- dato il celebre conservatorio ed
tropolitana della città di Firenze. educatorio, la Quiete, poco più di
Questo progetto fu da molti in- un miglio distante da Firenze per
telligenti grandemente encomiato. la porta di s. Gallo. Avvi pure il

Oltre la cattedrale in Firenze conservatorio in piazza detto di s.

sonovi trentaquattro parrocchie, sen- Felice per le mal maritate, e il

za fonte battesimale; quella di s. rifugio delle convertite in s. Am-


Lorenzo, basilica imperiale e reale, brogio, e il ritiro delle fanciulle
è pure collegiata insigne ; s. Fre- pericolanti presso la detta porta a
diano è semplice collegiata Or s. ; Orbetello per infelici sedotte, e
Michele prepositura. In tutta l'ar- vedove in borgo
l'ospizio delle s.

cidiocesi le parrocchie sono circa Frediano. Quindi il Bigallo per i

quattrocento sessantuna. V. Sta- poveri orfanelli d'ambo i sessi, l'or-

tistica ecclesiastica della città, su- fanotrofio di s. Filippo Neti, l'o-


burbio e pivieri dell' arcidiocesi di spizio de' poveri albergati in s. O-
Firenze, di Luigi Santoni primo nofrio. I monisteri e conventi di mo-
cancelliere della curia arcivescovile nache e religiosi sono i seguenti.
fiorentina, 184.2- Ad ogni nuovo Va però avvertito, che quantun-
arcivescovo la mensa è tassata nei que i cappuccini abbiano il loro
libri della camera apostolica in convento a Montughi fuori di Fi-
fiorini mille cinquecento quarantu- renze, abitano però anche negli spe-
no. Inoltre nella città evvi il monte dali di s. Maria Nuova, e di Bo-
di pietà, nove conservatorii o educa- nifazio, in numero sufficiente ad
torii per le donzelle, cioè la ss. An- assistere spiritualmente gì' infermi.
nunziata (eretto, come sopra accen- Monaci Monaci benedettini cassi-
:

nammo, dalla munificenza di Fer- nensi nella celebre badia. Vallom-


dinando III padre dell'attuale gran brosani in s. Trinità. Camaldolen-
duca), Ripoli, le Mantellate già Chia- si in s. Maria degli Angeli. Frati:
rito, s. Agata, gli Angiolini, il Con- Agostiniani eremiti calzati in s. Spi-
ventino, Giovacchine, Fuligno e
le rito. Domenicani in s. Maria No-
le Filippine. La ss. Annunziata, e vella. Domenicani della stretta os-
Foligno sono sotto donne secolari; servanza, o Gavotti in s. Marco.
Ripoli, le Mantellate, s. Agata, gli Carmelitani calzati in s. Maria del
Angiolini e il Conventino delle
, Carmine. Carmelitani scalzi in san
oblate, che però vi accenneremo Paolino. Francescani minori con-
tra gli ordini religiosi, le Giovac- ventuali in s. Croce. Francescani
cliine e le Filippine sono una spe- minori osservanti in Ognissanti. Ser-
cie di pinzochere, le ultime delle vi di Maria nella ss. Annunziata.
quali non sono riconosciute dal go- Chierici regolari: Padri delle scuo-
verno, e che si possono aggiungere le pie Giovannino, che han-
in s.

alle Filippine accennate da noi al no pure da pochi anni in qua casa


proprio articolo, perchè convivono e scuole in s. Carlo già de' barna-
6otto la regola di s. Filippo Neri, biti. Padri ministri degl' infermi in
da cui hanno il nome. Il conser- s. Maria Maggiore. Congregazioni:
FIR FIR 61
Signori sacerdoti delle missioni, o parecchi abusi, come gli scandali
di s. Vincenzo de'Paoli in s. Ja- prodotti da diversi vescovi ed ec-
copo oltr'Arno. Preti dell'oratorio clesiastici, nel costume e nella si-

di s. Filippo Neri in Firenze. Spe- monia. Si provvide con pena di


dali : I fate bene fratelli, o speda- scomunica al dissipamento de' beni

lieri di s. Gio. di Dio, in s. Gio. di di chiesa , alle alienazioni e do-


Dio. Vi sono poi molti ospizi di nazioni che ne facevano i prelati,
religiosiche hanno' conventi per
, laonde furono interdetti gli usur-
la Toscana. Monache: Agostiniane patori de' medesimi beni, rinnovan-
in s. Martino. Benedettine in s. A- dosi le anteriori censure e proibi-
pollonia, e in s. Silvestro. Carme- zioni. Vennero di nuovo condan-
litane scalze in s. Teresa. Carme- nati gli errori di Berengario, capo
litane o barberine della stretta os- degli eretici sagramentari. Diz. dei
servanza in s. -Maria Maddalena. concili; Regia tom. XXV; Labbé
Domenicane in s. Croce, volgarmen- tom. IX; ed Arduino tom. V.
te la Crocetta, e in s. Domenico Il secondo fu celebrato nel 062 1

nel Maglio. Francescane in s. Giro- contro l'antipapa Cadalao che a- ,

lamo. Clarisse in s. Elisabetta. Cap- vea preso il nome di Onorio II,


puccine riformate in s. Coletta. Val- protettore dei simoniaci, dei con-
lombrosiane in s. Spirito sulla co- cubinari, e degli incontinenti. Re-
sta santa Verdiana. Oblate: Inser- gia tom. XXV; Labbé tom. IX;
vienti all' arcispedale di s. Maria ed Arduino tom. V.
Nuova, e allo spedale di Bonifa- Il terzo ebbe luogo nelP anno
zio. S. Agata, conservatorio e edu- 1 104, 1 io5, 1 106, ovvero tra il 1099

candato. Montalva in Ripoli, con- e il 1 1 17, ed anche questo da alcuni


servatorio. Mantellate in Chiarito, scrittori fiorentini venne qualificato
conservatorio servite. S. Maria de- generale, forse perchè lo convocò
gli Angeli, o gli Angiolini, con- Papa Pasquale II, coli' intervento
servatorio e educandato. Terziarie: di trecento quaranta vescovi, ad
le Suore, dette le Suorine, in via onta dello scisma che sulle investi-
della Scala, francescane; le Vedo- ture turbava la Chiesa, sostenuto
ve in via de' Banchi, domenicane. successivamente da tre antipapi. Il

vescovo di Firenze Rinieri , non


Concili di Firenze. Fluenzio come altri il chiamarono,
vedendo sossopra il mondo per la-
Il primo fu tenuto neh' anno grimevoli avvenimenti, più per ipo-
io55, nella cattedrale allora appel- condria che persuasione si indusse
lata s. Reparata, verso la solenni- a predicare essere nato l'anticri-
tà di Pentecoste, cui alcuni scrit- sto , congetturandolo dal cumulo
tori fiorentini diedero il nome di de' disastri forieri della fine del
gpnerale, perchè celebrato dal som- mondo. Ciò recando grave pregiu-
mo Pontefice Vittore li, alla pre- dizio nelle opinioni, giudicò Pasqua-
senza dell'imperatore Enrico 111, le li di porvi riparo celebrando
e di Beatrice madre della contessa questo concilio , ove con quel-
Matilde, secondo il Fiorentini. Vi la dottrina e soavità che lo distin-
si trattarono molti punti di disci- guevano, persuase il vescovo del-
plina ecclesiastica; vi si corressero 1 errore, il quale domandò ed ot-
, ,

€a Fll\ FIR
tenne perdono ricredendosi for-
il 4-' era, se chi ha purgato vivendo
malmente delle sue assertive. Quin- le sue colpe, o non mai era in-
di il concilio dichiarò condannata corso in peccati, morendo andasse
tale dottrina come condannò e
, immediatamente in paradiso. E l'ul-
scomunicò Enrico IV. Dìz. de' con- timo di gran gelosia a' greci era ,

cili; ed il p. Mansi tom. II, col. se il romano Pontefice abbia il

32r e 222. principato della Chiesa universale,


11 quarto concilio tenuto in Fi- e sia il vero Vicario di Gesù Cri-
renze, fu una continuazione di quel- sto. A torre via dunque queste di-

lo adunato in Ferrara, ed è l'i- visioni, e per istabilire una perfet-


guardato generale ed ecumenico ta concordia, si presentò un'oppor-
fino alla partenza de' greci : il con- tuna occasione, la quale fu l'in-
cilio generale fiorentino è il XVI grandimento formidabile della po-
in ordine di concili generali , se- tenza ottomana, che riportando
condo il calcolo di quelli che non vittorie e conquiste sugl'imperato-
contano per tale il concilio di ri greci ,
quel!' impero , come lo
Costanza (Fedi). Ad intender me- splendore di quella chiesa erano
glio ciò che diede origine alla in decadenza. Ed è perciò che il

convocazione del concilio di Fer- saggio imperatore greco Giovanni


rara , e prosecuzione in Firenze Paleologo , e i prelati orientali si

vanno letti il citato articolo , non persuasero a riunirsi ai latini, dai


che gli articoli Basiiea e Fer- quali speravano potenti soccorsi
rara. Tuttavolta qui daremo un contro i turchi. Ripugnando i gre-
ulterior cenno delle cagioni che ci di portarsi a Basilea, perchè
indussero Eugenio IV a promul- l'adunanza era divenuta concilia-
gare il concilio di Basilea, indi a bolo, si portarono invece a Ferra-
trasferirlo prima a Ferrara, e poi ra da Eugenio IV, avendo alla te-

a Firenze. Era gran tempo dac- sta l' suo fratello De-
imperatore, il

ché la Chiesa romana od occiden- metrio despota di Morea, e il pa-


tale, per molle giuste cagioni erasi triarca di Costantinopoli Giuseppe,
separata dalla greca o orientale, con gran consolazione del Papa
benché lo zelo de' Pontefici avesse e dei padri della Chiesa latiua.
più volle tentato di convenire in- Dopo sedici sessioni tenute in Fer-
sieme ad una vera e stabile unità rara, la peste costrinse Eugenio IV
di fede. Cinque fra gli altri erano a trasferire il concilio in Firenze,
gli articoli che fomentavano la con^ con indicibile gioia de' fiorentini, i
9
turnazione dello scisma, i. La quali apparecchiarono lutto l' oc-
processione dello Spirito Santo dal corrente, per ricevere ospiti si au-
Padre e dal Figliuolo, biasimata gusti, venerandi e rispettabili.
da' greci, i quali mal consigliati la Cosimo de' Medici il Vecchio
predicavano come cosa incogni- siccome figurava il primo in Fi-
ta ai padri del concilio JNiceno. renze, per dimostrazione del suo
Il 2. verteva circa la consagra- animo pieno di religione e genero-
zione del corpo di Cristo in pane sità, a' 22 o 23 gennaio i438 ri-

fermentato. Il 3.° riguardava l'esi- cevè con grandi onori il Papa ac-
stenza del purgatorio, e se le ora- compagnato da tre cardinali, e da

zioni dei vivi giovino a' morti. Il molti prelati, servito alla porta di
,

FIR FIR G3
.«. Gallo dai priori tt dal clero fino venerabile Ciò non è
assemblea.
alla sala pontifìcia in s. Maria No-? vero, perchè mai sì preziose reli-
velia. A' 1 3 febbraio il medesimo quie, dopo che Urbano V dal Sari-
Cosimo andò ad incontrare il pa- età Sanctorum le collocò sul cibo-
triarca Giuseppe , uomo per l'età , rio che sovrasta l'altare papale del-
per la dottrina e pel grado molto la furono da
basilica lateranense,
venerando. Egli entrò in Firenze questo luogo rimosse, come dimo-
in mezzo del cardinal Colonna, e stra il Cancellieri a pag. 3o delle
del cardinal fermano di s. Maria Memorie storiche delle sagre teste

in Via Lata; passò per la piazza de' ss. apostoli Pietro e Paolo. Fal-
de' Signori discesi nella ringhiera, la parte del vangelo era vi il soglio
a nome de' quali parlò in greco del Pontefice, dopo del quale un pas-
Lionardo Aretino, e fu il patriar- so veniva il trono dell'imperatore di
ca onorevolmente alloggialo nella Germania vacante; seguivano lesedie
casa de' Ferrantini in Finii. Tre per otto cardinali, per due patriar-
giorni dopo giunse l' imperatore chi latini, a lato a' quali eranvi i
ricevuto con magnificenza conve- prelati ambasciatori di re e prin-
niente alla sua dignità, secondo il cipi. Seguivano otto arcivescovi, e
costume grandioso de' fiorentini nel quarantasette vescovi, quattro ge-
ricevimento de' principi. Tutti i ma- nerali de' regolari , e quarantuno
gistrati andarono alla porla della abbati, tutti della Chiesa latina,
città,ove pure il detto Lionardo componenti un maestoso semicir-
in idioma greco fece all'imperato- colo. Dall'altra banda, cioè dalla
re un elegante sermone; e per re- parte dell'epistola, vedevasi il tro-
sidenza imperiale dal gonfaloniere no dell' imperatore greco, di por-
di giustizia Filippo Carducci gli fu pora e d' oro ricchissimo, con alla
data tutta l'isola Pe-
delle case de' sua destra uno sgabello pel despo-
ruzzi; e poco dopo giungendo De- la suo fratello; di poi la sedia del
metrio fralello dell'imperatore, pas- patriarca di Costantinopoli, quat-
sò ad abitaie il palazzo de'Castel- tro palmi inferiori alla pontificia,
lani; ed a misura del grado si or- ornata di rosso, e coperta di por-
dinarono a tutti i prelati splendi- pora ; alquanto discosti da questa
de accoglienze. Circa al cerimonia- sedevano due vicari de' patriarchi
le tenuto nella cattedrale di s. Ma- assenti, dieciotto metropolilani, cin-
ria del Fiore nell' ordine delle se- que dignità ecclesiastiche, e sette
die di tanti personaggi, tolte alcu- abbati, tutti della chiesa orientale.
ne difficoltà mosse dall' imperatore Sessione I. Sedutosi Eugenio IV
circa il trono pontifìcio, si dispo- nel suo trono, andarono a baciar-
sero coll'ordine seguente. Sull'alla- gli la mano i greci e i latini. Qui
re tra i lumi eranvi le immagini noteremo che nel volume XIX ,

de' ss. apostoli Pietro e Paolo, in pag. 3o8 del Dizionario, ed all'ar-
mezzo alle quali era collocala la ticolo Exocatacoeli [Vedi), par-
sagia Scrii Una, quattro passi di- lammo dell'omaggio che resero ad
stante dall'altare. Diversi autori Eugenio IV i diaconi patriarcali di
scrissero che non le immagini ma Costantinopoli, e di grande auto-
le sagre teste de' principi degli a- rità, considerati come i cardinali
postoli furono esposte in questa della chiesa greca. Indi si cantò in
,

64 FIR FIR
greco l'inno : Veni Creator Spiri- no 1 4^9 della sua Storia ecclesia-
tus, dopo il quale il Papa celebrò stica. Egli pertanto dice, che nella
la messa. Siccome il patriarca di 11 e 111 sessione vi si aggirò la

Costantinopoli non potè intervenir- materia intorno alla processione


vi, essendo caduto infermo, tutta dello Spirito Santo. Giovanni di
la disputa passò tra l' imperatore Monte Negro sostenne la disputa
de' greci , il quale al riferire de- per parte dei latini, e Marco d'E-
gl' istorici era dotto, e il cardinal feso fu quegli che gli rispose a no-
Giuliano Cesarmi, già presidente me dei greci. Convennero da prin-
del concilio di Basilea ; e fu con- cipio ambedue che la voce proces-
chiuso, che si studierebbe da una sione si attribuiva egualmente al

parte e dall' altra qualche ripiego Figliuolo, e allo Spirito Santo, seb-
per riunirsi. bene si fosse dai teologi fatta pro-
Sessione II e III. Vi si aggirò pria dello Spirito Santo, ed al Fi-
la materia intorno alla processio- gliuolo si fosse attribuita la voce
ne dello Spirito Santo. Giovanni di Convennero pari-
generazione.
Turrecremata di Monte Negro pro- menti che lo Spirito Santo si di-
vinciale de' domenicani di Lom- ceva procedere da quella persona,
bardia, insigne teologo de' latini ,
dalla quale riceveva ab eterno, ciò
con sodi argomenti, colla Scrittura, che era. Ma quando Giovanni co-
e colla tradizione provò che lo Spi- minciò a provare che esso Spirito
rito Santo procede dal Padre e Santo riceveva il suo essere dal
dal Figliuolo. Spiegò dottamente Figliuolo come dal Padre, e che
che cosa si deve intendere pel ter- in conseguenza da esso ancora pro-
mine di processione, e disse che cedeva, e dimostrò che ciò si era
procedere era ricevere la propria chiaramente insegnato da s. Epifa-
esistenza da un altro. Marco ar- nio, Marco d'Efeso cominciò a so-
civescovo avendo questa
d' Efeso fisticare, e fu d'uopo per convin-
proposizione accordata, Giovanni ar- cerlo di replicare a quelle molte
gomentando da questa disse: » Que- sottigliezze e sofismi, che gli piacque
j> gli, da cui lo Spirito Santo ri- di produrre per non dichiararsi
:> ceve l'essere delle Persone divi- convinto. Così il Becchetti.
» ne, ne riceve anche la proces- Sessione IV. Lo stesso teologo
» sione; or lo Spirilo Santo rice- Giovanni mostrò in parecchi esem-
« ve l'essere dal Figliuolo; dun- plari di s. Basilio, ch'erano stati
>! que ei ne riceve ancora la proces- trasportati apposta da Costantino-
» sione, secondo la propria signi- poli, che il santo dottore dice in
di questo termine ". termini formali nel libro terzo con-
>' flcazione
Ma Marco avendo negato che lo tro Euuomio, che lo Spirito Santo
Spirito Santo riceve 1" essere dal procede non solamente dal Padre,
Figliuolo, Giovanni lo provò con ma ancor dal Figliuolo.
molti argomenti e confutò sì pie-; Sessione V, VI e VII. Si agitò
namente le obbiezioni di Marco ciò che risguardava l'autorità e le

che lo fece ammutolire. A maggior testimonianze di s. Basilio.

chiarezza di questo punto delica- Sessione Vili IX. Giovanni e


tissimo, non riuscirà discaio esporlo Turrecremata vi parlò lungamente
come si legge nel Becchetti, all'ali* con molta erudizione e precisione,
,,

FIR FIR 65
e fece vedere che di tutti i padri sti diversi pareri, niuno de'quali
greci che hanno parlato della pro- fu accettato d'ambe le parti. Dopo
cessione dello Spirito Santo, molti molti maneggi si stese una profes-
hanno detto , o in termini formali sione di fede sopra la processione

o equivalenti ,
procedere dal Padre dello Spirito Santo 3 nella quale è
e dal Figliuolo, e che tutti quelli detto: » Noi latini e greci confes-
che hanno detto: Procede dal Pa- m siamo ec. , che lo Spirito Santo
dre; non hanno mai escluso il Fi- m è eternamente dal Padre e dal
gliuolo. Inoltre spiegò come si pos- » Figliuolo, e che ab eterno ei
sono intendere queste due prepo- » procede da entrambi, come da un
sizioni , per ed ex , delle quali si » solo principio , e per una sola
fa uso per esprimere la processio- »j pi'oduzione, che chiamasi spira-
ne dello Spirilo Santo: e diede in » zione. Noi dichiariamo altresì che
iscritto il compendio del suo di- » ciò che hanno detto alcuni santi
scorso. « padri, che lo Spirito Santo pro-
I furono divisi
greci altri era- : » cede dal Padre per il Figliuolo,
no per la unione, tra' quali l'im- »> deve essere preso in questo sen-

peratore , e Bessarione arcivescovo » so, che il Figliuolo è come il Pa-


di Nicea e poi cardinale; gli altri » die, e unitamente con lui il prin-
vi erano contrari, e tra questi Mar- w cipio dello Spirito Santo. E per-
co d'Efeso. S'intavolarono de' ma- « che tutto ciò che ha il Padre
neggi, si esaminò lo scritto di Gio- » ei lo comunica al Figlio, toltane
vanni. Marco lo tacciava di eretico: m la paternità che lo distingue dal
Bessarione per lo contrario prote- » Figliuolo, e dallo Spirito Santo,
stò altamente, che bisognava dar « quindi è, che dal Padre suo ha
gloria a Dio, e confessare sincera- » ricevuto il Figliuolo ab eterno
mente che la dottrina de' latini » questa virtù produttiva, onde lo
era la stessa che quella degli an- »» Spirito Santo procede dal Figliuo-

tichi padri della chiesa greca ; e » lo non meno che dal Padre ".
che si doveano spiegar quelli che Questa definizione fu Jetta, ap-
aveano parlato più oscuramente, provata e sottoscritta agli 8 giu-
pegli altri che si erano spiegati gno dagli uni e dagli altri, tolto-
con più chiarezza. Giustificò poi ne Marco d' Efeso , il quale du-
in un lungo discorso che si ha , rò nella sua ostinazione. Poscia tut-
negli atti del concilio, il sentimen- ti si diedero il bacio di pace in
to de' latini sopra la processione segno della riunione. Terminato
dello Spirito Santo, confutò le ob- così questo affare, si trattò la qui-
biezioni de' greci , e conchiuse poi stione del pane azimo , e f greci
esortando i suoi confratelli alla riu- convennero, che si poteva consa-
nione. 11 suo parlare fu sostenuto grare anche con questa sorte di
da quello di Giorgio Scolari, uno pane egualmente che col fermenta-
dei teologi greci. to. Lo stesso seguì intorno alla cre-
L'imperatore essendo convenuto denza del purgatorio. Fu conve-
col Papa che si nominerebbero
, nuto, che le anime de' veri peni-
persone da una parte e dall'altra tenti morti nella carità di Dio
,

per deliberare intorno ai mezzi di prima di aver fatto frutti degni di


arrivale all' unione , furono propo- penitenza, sono purificate dopo la
VOL. XXV. 5
,, 6

66 FIR FIR
morte pene del purgatorio, e
colle cardinali, tre de' quali vollero ser-
che sono sollevate da quelle pene vire 1'
imperatore sino ai confini
pei suffragi de' fedeli viventi, come del territorio fiorentino; i greci ar-
sono il sagrifizio della messa, le li- rivarono a Costantinopoli il primo
mosi ne, ed altre opere di pietà. di febbraio i44o. Non solo l'im-
Si disputò lungamente intorno peratore compartì ai fiorentini mol-
al primato del Papa, finalmente i ti onori in gratitudine della cor-
vescovi greci stesero un progetto tese ospitalità, ma fece conte di
che fu accetto al Papa ed ai car- palazzo il gonfaloniere Carducci ,

dinali,ed è concepito cosi » Quan- : tolse la metà delle gabelle e pas-


w to al primato del Papa, noi con- saggi che i fiorentini pagavano in
« fessiamo , ch'egli è il Sommo Costantinopoli e in tutto il suo im-
» Pontefice, e il vicario di Gesù pero per le loro mercanzie , e do-
--> Cristo, il pastore e il dottore di nò alla nazione un'abitazione che ,

•> tutti i cristiani ; il quale gover- solevano avere i pisani pel conso-
" na la Chiesa di Dio, salvi i pri- le loro in Costantinopoli, oltre al-
« vilegi e i diritti de' patriarchi tre grazie e favori dispensate ai
m d' Oriente ". priori in compenso degli onori ri-

Dopo parecchie conferenze il de- cevuti da loro.


creto di unione fu steso, e fu mes- Prima di dire della continuazio-
so in netto in greco e in latino. ne del concilio, sia permesso nota-
11 Papa lo sottoscrisse, e dopo di re alcuna cosa intorno alle ultime
lui i cardinali al numero di dieci- operazioni de' greci, morte del pa-
otto,due patriarchi latini, quel di triarca, e contegno di Marco d'E-
Gerusalemme e quel Grado, due di feso. Matteo Palmieri oratore del-
vescovi ambasciatori del duca di la repubblica fiorentina, fu presen-
Borgogna, otto arcivescovi, quaran- te a tutte le sessioni elei concilio.
tasette vescovi quasi tutti italiani La concordia, o decreto di unione
quattro generali di ordini religiosi, delle due chiese fu pubblicata a'

e quarantauno abbati mitrati. Per luglio i4^9 nella cattedrale, con


parte dei greci l' imperatore Gio- tanto concorso di popolo, che non
vanni Paleologo sottoscrisse il pri- ve n'era memoria. La pubblicazio-
mo, ma con inchiostro rosso secon- ne si fece alla presenza di tutti
do 1' uso de' suoi predecessori e , quelli che facevano parte del con-
dopo di lui i vicari de' patriarchi cilio, in questo modo. Il Papa can-
di Alessandria, di Antiochia, e di tò solennemente la messa, e dopo
Gerusalemme. Quel di Costantino- la comunione, coll'ampolla gli mi-
poli era morto, come diremo , poco se l'acqua nel calice il gonfalonie-
prima. Parecchi metropolitani sotto- re di giustizia Giovanni Carducci.
nome, e a nome di
scrissero in loro Dopo messa il cardinal Cesarini
la
un Questo decreto fu
altro assente. ascese il pergamo, ch'era nel mez-
pubblicato in nome
del Papa , e zo del coro insieme ad un dotto
,

in data del nono anno del suo pon- vescovo greco, ed avendo in mano
tificato. I greci al numero di tren- una carta pecora, il cardinale lesse
ta partirono da Firenze a' 16 ago- le risultanze de' sunnominati cin-
sto i43g, associati sino fuori di Fi- que articoli principali, e ad ognu-
renze da tutto il sacro collegio dei no tutta 1' assemblea rispondeva •.
,

FIR FIR 67
esser contenti. Indi il vescovo gre- ed altri motivi, secondati dall'osti-
co prese !a detta carta, e in greco nato Marco d' Eleso , ritornati nel
la lesse a tutti i greci, che con loro paese riaccesero lo scisma con
alla voce rispondevano : esser con- maggior vo'enza di prima, abban-
tenti, allora di tutto fecero forma- donando vergognosamente la giu-
le rogito quattro notari greci, ed rata kàe, lo accenna il Ciacconio
altrettanti latini ,
poscia ebbe luo- all'anno i44^ con queste parole-
go un analogo discorso, e la fun- » Obii t Costantinopoli Joannes Pa-
zione durò sei ore, solennizzandosi ss leologus imperato» 1

,
qui concilio
in Firenze tal giorno come la do- m Fiorentino interfuerat , cui suc-
menica. Narra il Migliore, che il » cessit Constantinus XV, sub quo
decreto unione colle legali sot-
dell' » episcopus Ephesinus vix re versus
toscrizioni fu in una cassetta d'ar- » ad propria apostala vi t cum epi-
gento portato in palazzo dal car- » scopis qui cum eo Florentiam
,

dinal Cesarmi a donare alla signo- » profecti fuerant; inde ruina im-
ria, perchè restasse in Firenze la »j perii Constantinopolitani , expu-
memoria del grande atto; ed ag- » gnatio sequuta est, et multa il-

giunge che simile copia 1' ebbe poi » lis adversa successerunt ".
il cav. Zanobi Bettini, come la fe- La memoria e principali cose
ce pur fare Leone X per la biblio- storiche di questo concilio, Euge-
teca Vaticana, ed altra il cardinal nio IV le fece scolpire nelle porle
Nerli la fece eseguire per Clemen- di bronzo della basilica vaticana ;

te X. Inoltre si che due copie


sa e l' incostanza de' greci appena fi-

se ne procurò il convento di s. Ma- nito il concilio ,


quel Pontefice la
ria Novella , ed una i francescani espresse nella bolla , Post quam ,

di Fiesole. Di poi nel i49^ Costan- data Florentiae i44 r 'd. aprilis.

tino re de' giorgiani domandò al Ritornando alla continuazione


Papa Alessandro VI per mezzo del del concilio fiorentino, che il Papa
suo ambasciatore, copia del decre- ordinò dopo la partenza de' greci
to di questo concilio sulla condan- si tenne la prima sessione a' 14 di

na degli errori de' greci , e quello settembre i43o, ed i padri del ,

che stabilì la Processione dello Spi- conciliabolo di Basilea, che sacrile-


rito Santo dal Padre e dal Figliuo- gamente avevano deposto Eugenio
lo , e del riconoscimento del pri- IV, ed eletto l'antipapa Felice V,
mato del romano Pontefice su furono trattati come eretici e scisma-
tutte le chiese del mondo. tici. Nella seconda sessione, tenuta

Il patriarca di Costantinopoli a' 22 novembre, Eugenio IV fece il

Giuseppe morì agli 1 1 giugno 14^9, celebre decreto estesissimo per riu-
e fu sepolto con sontuose esequie nire gli armeni alla Chiesa roma-
in s. Maria Novella. La tristezza na. Questo decreto è in nome del
che produsse tal mancanza a' padri solo Papa. Oltre alla fede della
del concilio, fu compensata dalla Trinità e dell' Incarnazione , spie-
protesta sincera ed umile confessio- gate dai concili generali, che vi
ne di fede conforme agli articoli
, sono accennati, contiene ancora la
della Chiesa latina, da lui sottoscrit- forma e la materia di ogni sagra'
ta prima di morire. Che poi ve- i mento esposta alquanto diversa-
,

scovi greci per gelosia , incostanza mente da quel che sogliono i gre-
68 FIR FIR
ci, da quel che spiegano molti
e nella sua Defentio quinque capi-
teologi perchè l' esposizione non
,
timi ,
quae in sanata aeeumenna
risguarda la sostanza, ma il modo fiorentina continentur, pubblicata in
di esprimersi. Nella III sessione ce- Roma nel 1637; Giuliano Cesari-
lebrata a' 23 marzo i44° Euge- ni, nella Dissertalio de inserenda
nio IV dichiarò Felice V per anti- in Symbolum particula Filioque ,

papa, eretico, scismatico, e tutti i habita in concilio fiorentino, la qua-


suoi fautori rei di lesa maestà •
le fu stampata in Firenze nel 1762
promettendo tuttavia il perdono a dal dotto p. d. Rodesindo Aiuìosil-
quelli che dentro il termine di cin- la vallombrosano ; Orazio Giusti-
quanta giorni si ravvedessero. Nel- niani pubblicò gli atti del conci-
la IV a' 5 febbraio i44* s ^ece ' lio di Firenze in Roma nel i638
un decreto di riunione coi giaco- con questo titolo: Ada s. aecu-
biti, che fu sottoscritto dal Papa menici concilii fiorentini , etc. col-
e da otto cardinali. L' abbate An- icela, disposila, Regia illustrata.
drea deputato del patriarca Gio- tom. XXXII; Labbe' tom. XIII; ed
vanni , ricevette ed accettò questo Arduino tom. IX.
decreto in nome di tutti i giaco- Il quinto concilio , detto comu-
biti etiopi , e promise di farlo os- nemente delle lettere rosse, fu ce-
servare esattamente. Nella V ed ul- lebrato in Firenze 5i 7 dal
nel 1

tima sessione, tenuta a' 26 aprile cardinal Giulio de' Medici arcive-
i44 2 j ilPapa propose la traslazio- scovo della medesima , all' oggetto
ne del concilio a Roma, affinchè ri- di stabilire molti regolamenti nel-
cevesse maggior autorità, nella ba- la disciplina , che vennero appro-
silica lateranense ,come propria e vati da Leone X. Da questo con-
prima sede del romano Pontefice, cilio sommi vantaggi spirituali ne
laonde partendo da Firenze a' io derivarono, ed è perciò grandemente
marzo i443 con ventiquattro car- lodato dagli scrittori. Gli atti si

dinali, arrivò a Roma a' 21 o 28 stamparono in Firenze nel i5i8,


settembre, e con due sessioni a' i3 ed evvi pure la bolla di Leone X.
ottobre lo compì definitivamente. Mansi tom. V, pag. 407. Notano
Nella detta V sessione vi si fecero gli scrittori fiorentini che il quin-

de' decreti intorno la pretesa riu- to e sesto concilio di Firenze non


nione de' siri, de' caldei e de"" ma- sono che i sinodi 1 e II provincia-
roniti alla Chiesaromana. Da tut- li fiorentini.Hetruria sacra,
V.
tociò rilevasiquanto fece lo zelo F. Ildephonsi Moisio, Firenze
a s.

del gran Pontefice Eugenio IV per 1782 pel Cambiagi.


riunire tutte le chiese di oriente Il sesto concilio si adunò nel
alla santa Sede, volendole convin- 1073 per dare esecuzione al con-
cere colle testimonianze della sagra ciliodi Trento, essendo arcivesco-
Scrittura, de' concili e de' santi pa- vo Antonio Altoviti. Questo conci-
dri. A queste riunioni alludono quei lio, nel quale si tennero quattro
versi che sono incisi nelle suddet- sessioni, contiene sessantatrè articoli
te porte vaticane, e da noi ripor- relativi alla sacra Scrittura, ai set-
tati nel volume I, pag. 28 del Di- te sagramenti, al culto dei santi,
zionario. Veggasi Gennadio, detto alle indulgenze , alla supremazia
prima Giorgio Scolari o Scolarlo, della Chiesa romana , al rispetto
,

FIR FIR 69
dovuto alle reliquie ec. Trattasi vasse in essa la libertà, il buon or-

pure ne' medesimi articoli della ce- dine e le reciproche convenienze ;

lebrazione delle feste , della disci- a cui aggiunse due professori di


plina ecclesiastica , dei doveri del diritto canonico nell' università di
clero secolare e regolare ; come an- Pisa ,
quattro teologi e due segre-
cora prescrive molti regolamenti tari ,
questi per registrar le deli-

pel buon ordine dei monisteri , e berazioni e discussioni, gli altri con
per le procedure contro gli eccle- libertà di parlare, senza aver però
siastici. Mansi toni. V, pag. 9i5 e voce deliberativa. La riforma degli
seguenti. abusi introdotti nella disciplina, lo
L'assemblea poi de' vescovi to- stabilimento di buone massime per
scani, che nel 1787 si tenne in Fi- la istruzione del popolo , 1' unifor-
renze nel regno del granduca Leo- mità della dottrina e degli studi
poldo I, essendo arcivescovo di que- la quiete dello stato erano gli og-
sta città Antonio Martini, ebbe luo- getti che il principe proponeva in
go a cagione del famoso sinodo di generale ai suoi vescovi. L' assem-
Pistoia (Vedi), celebrato dal ve- blea venne fissata pel giorno 2 3
scovo Scipione Ricci, ardente segua- aprile 1787 in una sala del palaz-
ce de' giansenisti , che godeva la zo dei Pitti detta de' Novissimi , e
protezione del sovrano nel conve- molti vasti conventi della città fu-
nire sulle lagrimevoli innovazioni e rono allestiti per alloggio de' vesco-
riforme ecclesiastiche. Appena ter- vi. Gli arcivescovi erano quelli di
minato il nominato funesto sinodo, Firenze , di Pisa e di Siena ; e i

incontrò subilo nella stessa Tosca- vescovi quelli di Colle, di Fiesole,


na fortissime opposizioni, per sopi- di s. Miniato, di Pistoia e Prato, di
re le quali risolvette il granduca di Chiusi e Pienza, di Borgo s. Sepol-
convocare un'assemblea dei tre ar- cro, di Massa e Populonia, di Soana,
civescovi , e dei quattordici vescovi di Montalcino, di Arezzo, di Cor-
de' suoi stati , nella quale si pre- tona, di Montepulciano, di Volter-
parassero le materie da trattare in ra, e di Pescia, mancandovi quello
un concilio nazionale
3 e si dispo-
di Grosseto, che pei suoi incomo-
nessero quei prelati a favorire i di e decrepitezza non potè inter-
fatali cangiamenti che il Ricci de- venirvi.
siderava introdurre, ed a fare poi L' assemblea si disciolse dopo
in grande ciò eh' egli eseguiva in diecinove sessioni , a' 5 giugno ,

piccolo a Pistoia. Degli altri motivi non avendo voluto gli arcivescovi
che determinarono questa assemblea, e vescovi sentire parlare del sino-
degli ordini dati dal sovrano per la do pistoiese , mostrando contro di
medesima, ed altro che gli è rela- esso fortezza e petto sacerdotale.
tivo , ne tratta il continuatore del Dopo i preliminari usati in questa
Bercastel , nella Storia del cristia- assemblea, furono proposti i seguen-
nesimo , tom. XXXV, pag. 190 e ti ed altri articoli. i.° Che si rifor-
seg. dell'edizione veneta dell'Anto- merebbe il breviario ed il messa-
nelli. Il granduca con moto-pro- le, restando i tre arcivescovi della
prio de' 14 marzo 1787 elesse un Toscana incaricati di questo lavo-
commissario all' assemblea , accioc- ro. 2. Che si tradurrebbe in vol-
ché in suo nome soltanto conser- gare il rituale, perciò che riguar-
,

7o FIR FIR
da l'amministrazione de' sagrameli* ce stampare a sue spese quanto ri-
ti, ad eccezione delle parole sagra- guardava questa assemblea in set-
mentali , che si direbbero sempre te tomi in quarto, oltre altro in

in latino. 3.° Che i curati avreb- ottavo. Il primo volume contiene


bero sempre la preferenza sopra i i regolamenti inviati dal grandu-
canonici , anche della cattedrale. ca a' vescovi, colla loro risposta. Il
4-° Che la giurisdizione de' vescovi secondo, le deliberazioni dell'assem-
è di diritto divino. Ricci voleva di blea. Il terzo le memorie de' pre-
più, che si rendesse all'episcopato lati. quarto le risposte a queste
Il

ciò eh' egli appellava suoi diritti memorie. 11 quinto l' esame della
primitivi. Quattro de' suoi colleghi pastorale del vescovo di Chiusi so-
l'appoggiarono, ma gli altri ricusa- pra molte verità della religione. Il
rono d' intavolare una discussione, sesto l'apologia degli scritti pubbli-
messa sol per somministrar un mez- cati a Pistoia contro la censura
zo di querele e di discordie. Fu- che i quattordici vescovi ne aveva-
rono ancora discordi i suffragi sul no fatto. Il settimo un esame cri-
piano degli studi ; sulla moltiplici- tico di una lettera di monsignor
tà degli altari nella stessa chiesa Franzesi vescovo di Montepulciano.
ciò chesembrava al Ricci un abu- E l'ultimo l' istoria dell' assemblea
so enorme , che il medesimo non distesa, come lo poteva essere, dal-
poteva soffrire : sulla soppressione l' autore della collezione medesima.
degli altari privilegiati ec. Avendo Nel 1788 fu stampata a Firenze
questo vescovo proposto di cambia- in tre tomi V Istoria dell'assem-
re il giuramento che al Papa fan- blea degli arcivescovi e vescovi del-
no i vescovi nella loro consagra- la Toscana tenuta in Firenze l'an-
/ione, dodici de' suoi colleghi riget- no 1787.
tarono questa nuova riforma. 11 ve- FIRMIAN Leopoldo Ernesto,
scovo di Chiusi sperando di trova- Cardinale Leopoldo Ernesto di
.

re in questa assemblea de' giudici Firmian nacque da nobile famiglia,


meno severi che a Roma, sottopo- nella città di Trento, a'22 settem-
se la sua pastorale all' esame dei bre 1708. Compiti egregiamente
prelati : ma questi pronunziarono, i suoi studi, avendo inclinazione
come avea fatto Pio VI , eh' essa per lo stato ecclesiastico, si ordinò
era piena di errori, e di uno spi- sacerdote, e per la sua lodevole
rilo di scisma e di eresia , e colla condotta e cognizioni meritò di es-
stessa fermezza censurarono gli scrit- sere elevato al grado episcopale.
ti che il Eicci faceva stampare a Ed è perciò che il Pontefice Be-
Pistoia per pervertire l' Italia. Sic- nedetto XIV lo fece vescovo di Se-
ché vedendo questo disgraziato in- covia nella Stiria, donde il succes-
novatore, che nulla poteva sperare sore Clemente XIII, nel concistoro
dai vescovi attaccati alla santa Se- de' 26 settembre 17G3, lo trasferì
de, nemici dello scisma, della di- alla chiesa di Passavia. Quindi il

scordia , e che tanto piìi si crede- Papa Clemente XIV nella sua no-
vano obbligati a rintuzzare le in- na promozione cardinalizia, fatta
novazioni, quanto queste più erano nel concistoro de' 1 4 dicembre 1772,
protette, prese il partito di far scio- lo creò cardinale dell' ordine dei
gliere l'assemblea. Il granduca fe- preti, destinando monsignor Pietro
,,

F R I FIR 71
Antonio Tioli suo cameriere segre- detto il Confessore, gli fabbricò una
to e guardaroba, a portargli la ber- chiesa ove Faustiniaoo suo padre
retta rossa. In occasione poi che lo aveva seppellito, la quale fu de-
il Pontefice Pio VI nel 1782 si dicata alla santa Vergine. Questo
recò a Vienna dall'imperatore Giu- santo martire onorasi il 25 settem-
seppe II, nel concistoro che tenne bre.
in quel palazzo imperiale a' 19 a- FIRMINO (s.), detto il Confes-
prilc, impose al cardinale il cap- sore. Figlio di Faustiniano , uno
pello cardinalizio, dipoi fece la ce- dei primi magistrati delle Gallie
ìiuioiiia di chiudergli ed aprirgli il qualeavendolo fatto battezzare
la bocca, gli die per titolo la chie- da Firmino martire, volle che
s.

sa di s. Pietro in Mon torio, e l'a- portasse il nome di quello che Io


nello cardinalizio; indi nella sera avea rigenerato. Fu eletto vesco-
per monsignor Caleppt uditore del- vo di Amiens, verso la metà del
la nunziatura di Vienna rimise al quarto secolo, e governò la sua chie-
cardinale colle solite formalità il sa per quarant'anni. Sepolto nella
cappello cardinalizio, venendo re- chiesa della santa Vergine ch'egli
golato ablegato di una scatola
1' Gvea fatta fabbricare , fu di là tra-
d'uro contornata di brillanti. Poscia sferito alla cattedrale nel settimo
Pio VI lo annoverò alle congre- secolo, da s. Salvio. Otgero, vesco-
gazioni cardinalizie di propaganda vo d'Amiens, donò nell'893 parte
fide, de' vescovi e regolari, delle delle sue ossa alla collegiata di s.

indulgenze e sagre reliquie. Con Quintino, e il cardinale Simone le-


lode di vigilante
pastore, siccome gato apostolico, nel 1279 pose le
adorno molte belle virtù, morì
di di lui reliquie in un' arca nuova,
questo porporato nell'età di settanta- le quali furono verificate da Pie-
cinque anni in Passavia a' i3 mar- tro Sabbatier, vescovo della stes-
zo 1783^ venendo decorosamente sa città, nel 1 7 15. Alla fine del-
esposto, e sepolto in quella catte- l'ultimo secolo alcuui critici volle-
drale. Di questo insigne porporato ro contendere alla cattedrale di
vescovo e principe di Passavia, del- Amiens l'onore di possedere le re-
l'antichità di sua nobilissima fami- liquie di s. Firmino confessore
glia di Trento, e del celebre con- ma furono solidamente confutati.
te Carlo suo nipote fatto educare E onorato il primo settembre.
dal cardinale in Salisburgo, ne FIRMINO (s.). Nacque nella
tratta il Cancellieri a pag. 3i del- Gallia uarbonese, e forse a Narbo-
le Notizie della vita di monsignor na, da ragguardevoli genitori, che
Tioli, ec. lo posero, in età di dodici anni,
FIRMINO (s.)
,
primo vescovo sotto la guida di suo zio Norizio
d'Amiens. Predicò la fede nel ter- vescovo di Usez. Firmino corrispo-
ritorio di Albi, ad
Agen, poi in se pienamente alle cure di questo
Alvergna, neh' Angiò, a Beauvais prelato, per cui fu ordinato prete
ed in Amiens, e sparse il suo san- prima dell'età prescritta da'eanoni,
gue per essa verso l'anno 287. e di venlidue anni successe a suo
Scorgesi da' suoi atti, ch'ebbe per zio nel vescovato. L' orazione e la
patria Pamplona, ove è onorato co- mortificazione furono i principali
me principale patrono. S, Firmino mezzi di cui si servì per santifi-
72 F1R FIR
carsi nel suo ministero. Resse sag- ri, e specialmente nel celebre mo-
giamente la chiesa di Usez, assistè nistero di Catnpidona. Trasferito
al quarto ed al quinto concilio di dipoi qual nunzio ordinario anche
Orleans, nel 54 1 e 549, non cne nel Portogallo, dovette trattenersi
al secondo di Parigi, circa il 55 1. sui confini di quel regno e della
Mori agli 1 1 di ottobre del 553 Spagna per tutto il pontificato di
di trentasett' anni. La sua festa è Benedetto XIII, per motivo di al-
indicata in questo dì nei martiro- cune controversie insorte colla san-
logi, ed anche ai i di maggio, ta Sede. Clemente XII però lo pro-
senza dubbio a cagione della tras- mosse al vescovato di Aversa, ed
lazione del suo corpo. a' 24 settembre del l'jZi lo creò
FIRMINO, Cardinale. Firmino cardinale prete di s. Tommaso in
fu aggregato al sacro collegio dei Parione, il qual titolo cangiò nel
cardinali di santa Romana Chie- 1740 con quello di s. Croce in
sa da Alessandro II, col quale si Gerusalemme. Fu ascritto quasi a
trovò nel 107 1 in Montecassino tutte le congregazioni di Roma, ed
alla solenne dedicazione di quella ebbe la proteltoria della religione
chiesa. Fu il primo tra i cardi- gerosolimitana, e de' romitani di s.
nali pretiche sottoscrissero la me- Agostino. Ma sperimentato il clima
moria dell'anzidetta dedicazione. di Aversa poco confacente alla sua
FIRRAO Giuseppe seniore, Cardi- salute, rinunziò quella chiesa, e
nale. Giuseppe Firrao, nato di no- tornatosi a Roma fu eletto segre-
bile famiglia in Napoli, nel 1669, tario di stato in luogo del defun-
ancor giovanetto si recò a Roma, to cardinal Antonio Banchieri. Mo-
cominciò gli studi nel seminario, e rì nel 1744) e venne deposto nella
prosegui poi nella giurisprudenza, chiesa del suo titolo, nel sepolcro
di cui ottenne la laurea nell'archi- dinanzi maggiore, che vi-
l'aitar
ginnasio romano. Nel i6g5 s'in- vente ancora si avea preparato.
trodusse nella carriera prelatizia, e FIRRAO Giuseppe giuniore, Car-
poco dopo fu incaricato della vice- dinale. Giuseppe Firrao ebbe i nata-
legazione di Urbino, e del governo li da famiglia nobilein Napoli a' 20
di alcune città dello stato pontifi- luglio 1736, e corrispondente ne fu
cio, cioè Loreto, Ancona, Civita- l'educazione e gli studi. Bramoso
vecchia, Viterbo e Perugia. Com- di dedicarsi in servigio della santa
piuto quest'officio con soddisfazione Sede si portò in Roma, e fu col-
di Clemente XI, ottenne il posto locato nel collegio Nazareno; indi
di ponente di consulta e votante abbracciò la vita clericale, e fu
di segnatura, non che la carica di fatto Clemente XIII suo ca-
da
visitatore apostolico delle provincie meriere segreto soprannumerario ,
Umbria e della Marca. Nel
dell' e nel 17^9 dichiarato ablegato a-
1714 fu spedito nunzio straordi- postolico per portare in dono alla

nario alla corte di Portogallo, per repubblica di Venezia la rosa d'o-


recare le fasce benedette al prin- ro da lui benedetta. Annoverato
cipe del Brasile, edopo due anni nella romana prelatura fu dichia-
nunzio ordinario agli svizzeri, dove rato vicelegato a Ravenna , e suc-
molto si adoperò per ristabilire la cessivamente venne aggregalo tra i
disciplina ne' monaci e nei regola- prelati addetti alle sagre congre-
, ,

FIR FIS 73

razioni dell' immunità ecclesiastica, ni di penosa malattia, venendo tu-


e reverenda fabbrica di s.
della mulato nel sepolcro di quegli ar-
Pietro, non die ponente di quella civescovi nella chiesa metropolita-
di consulta di cui divenne decano, na. Francesco Cancellieri, che go-
e più volte fece le veci di segre- deva la stima di questo porporato,
tario. Il cardinal Casali diacono celebra i suoi pregi e quelli del
della insigne cbicsa di Maria ad s. fratello d. Tommaso principe di
Martyres, ivi lo nominò suo vi- Luzj, a pag. 487 de' suoi Possessi
cario. Il Papa Pio "VI prendendo de' Pontefici.
in considerazione le sue qualità FISCALE GENERALE, e Pro-
affabilissime maniere , e carriera curatone generale del fìsco della
prelatizia, nel concistoro de'2 5 feb- reverenda camera apostolica. V.
braio 1782 lo dichiarò arcivesco- Fisco.
vo Petra in partibus, .indi no-
di FISCHER Giovanni, Cardinale.
minollo nunzio apostolico alla re- Giovanni Fischer, soprannominato
pubblica di Venezia, da dove nel il cardinale Roifense, nacque in
1 792 lo richiamò in Roma per Boverlac, diocesi d' York ,
1' anno
farlo segretario della sagra congre- i45g. Ebbe grado di dottore
il

gazione de' vescovi e regolari, don- nell'università di Cambridge, e poi


de l'avrebbe promosso al cardina- ne fu cancelliere e presidente. La
lato se le note politiche vicende contessa Margherita, madre di En-
non l'avessero impedito. Finalmen- rico Vili, lo trascelse a suo con-
te ne premiò i meriti il successo- fessore , e direttore spirituale di
re Pio VII nel concistoro de' 2 3 tutta la famiglia. A di lui persua-
febbraio 1801, creandolo cardinale sione quella pietosa principessa e-
dell'ordine presbiterale, conferen- resse in Castiglia due collegi di i

dogli per titolo la chiesa di s. Eu- s. Salvatore e di s. Giovanni e-


sebio, e le congregazioni de' vesco- vangelista, non che la nuova catte-
vi e regolari, della residenza dei dra di teologia dommatica nell'u-
vescovi, della disciplina, e della sa- niversità di Oxford. Enrico VII lo
gra consulta, indi lo die in pro- volle a precettore del suo figliuo-
tettore alla terra di Belvedere nel- lo Enrico Vili, e nel i5o4> sotto
la Marca. Benché in progresso di Giulio II, lo nominò alla chiesa
tempo sia giunto ad primo
essere di Rochester , eh' egli poi ritenne
cardinale prete , siccome dimorò sino alla morte, rifiutandosi di ri-
quasi sempre in Napoli, non passò cever mai sempre qualche altra
al titolo di s. Lorenzo in Lucina, sede per la vista di migliorare il

che sogliono avere i cardinali pri- benefizio.Divenuto sovrano il suo


mi dell'ordine presbiterale. Visse discepolo Enrico Vili, non mancò
in quella città sino alla morte vi- di ammonirlo con sacerdotal li-
ta tranquilla e ritirata, e solo por- bertà per le scostumatezze oude
tossi in Roma pei sagri comizi in scandalezzava il suo regno, ed anzi
cui furono Leone XII, e Pio
eletti in un pubblico concilio raccolto in
Vili. Morì adunque in Napoli di York dal cardinal Volseo legato ,

circa novantaquattro anni di età d'Inghilterra, gli chiese conto della


e venlinove di cardinalato, a' 24 disciplina del clero, che per la in-
gennaio i83o, dopo quaranta gior- dolenza di lui andava sensibilmen-
,

74 FIS FIS
te declinando. 1" «[nello stesso con- dal consiglio di tutta la cristiani-
cilio rimproverò al legato il fasto tà cattolica , la quale non vede
eccessivo della sua corte, e gli stessi che il solo suo capo nel romano
suoi gravi del itti ; ma tanto zelo Pontefice. Sdegnatosi Enrico Vili di
ed amore pel bene della Chiesa , tanto valore, lo fece chiudere in una
fu appunto un grande incentivo oscurissima carcere, ordinò che gli
«Iella gelosia e della invidia, per fossero tolte tutte le rendite ve-
cui alla fine egli divenne l'odio scovili, e che non gli fossero la-
dello stesso monarca. Infatti avea sciate che alcune povere vesti, col-
scritto assai forte contro il dete- le quali appena si potea guaren-
stabile divorzio fatto dal re contro tire dal rigido freddo. Paolo IH
Caterina sua legittima consorte ;
fatto consapevole della di lui in-
e composto un erudito volume sul- trepidezza e del coraggio onde tol-
l'autorità unica e suprema del ro- lerava tanta persecuzione, nel con-
mano Pontefice in riguardo allo cistoro de' 2 i maggio 1 535 lo creò
scioglimento de' matrimoni , non cardinale prete di Pa- s. Vitale. 11

ebbe tema di sorta a presentarlo pa avevamira d' ispirar con


in
ai legati della santa Sede , che ciò una maggior venerazione per
forse in qualche parte propende- quell'illustre prigioniero, e d'im-
vano a favorire le parti del princi- pedire almeno che si attentasse al-
pe. E quando Enrico Vili, giunto la di lui vita. Ma questo passo al-
al colmo de' suoi eccessi , diehia- l' incontro non giovò che a rad-
ì-ossi capo universale della chiesa doppiare le diffidenze del principe,
d'Inghilterra, altamente
levò egli il quale ordinò di ricercare se il

la voce, e vi si oppose con tutto prelato avesse richiesto di sua vo-


il fuoco di un animo che null'al- lontàun tal onore, oppure se da
tro sentiva in fuori del bene della prima ne avesse avuto notizia II
cattolica Chiesa. E vero che da santo vecchio gli mandò a dire
principio avea prestato il giuramen- che grazia al cielo non aveva avu-
to di supremazia, senza ben cono- ta mai alcuna ambizione negli an-
scerne il delitto, ed aggiugnendovi ni suoi più floridi, e che quand'an-
questo correttivo, salva l'ubbidien- che vi fosse stato in altri tempi
za dovuta alle leggi di Dioj ma qualche sospetto, lo stato in cui si
poco dopo se ne pentì acerbamen- trovava, indipendentemente dall'a-
te, ed in pieno consiglio ricusò di vanzata sua età , la sua prigione
sottoscrivere l'atto legale, che sta- le sue catene, la morte di cui in
biliva codesto primato, adducendo ogni istante veniva minacciato, lo
con tutta fermezza che la coscien- giustificavano bastantemente. 11 re,
za, e l'amore della propria salute, lungi dal calmarsi ad una tal re-
e il dover dell'esempio non l'avreb- lazione, disse, insultando il Papa:
bero giammai permesso. Indarno » Ebbene mandi egli pure il suo
si tentò di vincere la sua costan- » cappello, quando più vorrà ; ma
za : e quando gli fu detto eh' ei » quando desso arriverà qui, sarà
dovea riformare la sua coscienza « caduta la testa che dee por-
ingannatrice sopra il gran consi- » tarlo ". Immediatamente fece fa-
glio del regno, rispose che dovea re il processo al santo confessore,
piuttosto guardarsi dal dividersi il quale quattro giorni dopo, cioè
, ,,

FIS Fi S fS
a' 11 di 8' u S n0 ^e' ! 535, fu con- ca ne abbandonasse poi tutta la
,

dannato al supplizio de' rei di le- gloria al suo principe. E questa


sa maestà. Al momento che si do- certamente la ragione per cui que-
vca compiere la sentenza , dicesi st'opera intitolata Difesa de selle,
eli' egli si \estisse de' migliori abi- sacramenti è stata messa alla te-
',

ti che avesse avuti, come un dì sta di quelle di Fischer, le quali so-


di allegrezza , esclamando eh' egli no raccolte in un \oluine in foglio,
doveva andare alle nozze. Monta- stampato in Wirtzburgh nel i5o,7.
to quindi il palco , e recitato il Era egli eccellente teologo, consu-
Te Deum, dichiarò pubblicamen- mato nello studio della Scrittura,
te che moriva in difesa della cat- de' padri, delle lingue dotte, pie-
tolica religione, e come di lei ub- no di buon senso e d'intendiinen-
bidientissimo figlio. Poscia raccol- to, uno de' più eruditi, de' più e-
tosi in Dio, raccomandogli calda- satti, de' più concludenti disserta-
mente il suo spirito, e pose subito tori del secolo decimosesto. S. Car-
il capo sotto alla mannaia del car- lo Borromeo avea per questo mar-
nefice. Quella veneranda testa, per- tire tanta venerazione quanta ne
chè fosse compiuto il sacrilegio or- nudriva pel dottore s. Ambrogio,
rendo, fu posta per quindici gior- ed anzi fece dipingere la sua im-
ni, appesa ad un'asta, sul ponte di magine per averlo sempre dinanzi
Londra, e corre tradizione che il agli sguardi.
Signore la conservasse cosi viva e FISCO. Deriva dalla parola la-
bella, come fosse stata nel vigore tina Jlscus, che significa un panie-
della più robusta gioventù. Aveva re di vimini ; e perchè in esso si

egli governata la chiesa di Ro- riponeva il denaro , i romani a


chester con somma edificazione pel tempo degl' imperatori chiamaro- ,

corso di trent'anni, emulando gli no Fisco il tesoro del principe, per


esempli e le virtù dei vescovi del- distinguerlo dal tesoro pubblico
l' età apostolica. Era ospitale coi chiamato sErarium, onde non con-
pellegrini, compassionevole dei po- fondere il tesoro degli imperatori
verelli, degl'infermi, de' carcerati col denaro destinato alle spese del-
liberale co' giovanetti di buon ta- lo stato. Per fisco s'intende: i.°
lento, protettore de' letterati, e de- l' interesse pubblico de' minori, de-
votissimo di Maria. Con sé stesso gli ospedali , delle comunità che
poi spiegava molla rigidezza , di- sono sotto la protezione del sovra-
giunando sovente e flagellandosi no e degli officiali a ciò da lui de-
senza compassione. La di lui dot- stinati ; i.° per tutti i beni appar-
trina pareggiava la sua virtù. A tenenti al principe, di qualunque
giudizio de' più dotti critici, egli natura ed in particola-
essi sieno ,

è tenuto per lo scrittore che me- re il regio patrimonio j 3.° il teso-


glio di ogni altro ha confutato gli ro dello stato. 11 Dizionario della
errori di Lutero, di Ecolampadio lingua italiana, definisce il fisco :

e degli altri novatori del suo tem- » Pubblico erario, al quale s' ap-
po. Si crede che avesse molta par- » plicano le facoltà, e le condan-
te nel trattato di Enrico Vili con- » nagioni de' malfattori, e le ere-
tro Lutero ed , anzi che avendo « dita di coloro che muoiono sen-
egli impreso a farne tutta la fati- » za legittimo erede ". Il fiscale è
,

yfi FiS FIS


ii capo e soprantcndente del fìsco. parte dell'eredità, e da esso sem-
Bella, dotta, ed erudita è la XVII bra eh' egli abbia preso occasione
dissertazione del Muratori, Del fi- d'istituire, secondo che ne scrive
sco e della camera de' re, vesco- Sparziano, l'avvocato del fisco. Bion-
vi, marchesi del regno dl'I-
(lucili, e do da Forlì, nella sua Roma trion-
talia, che riporta nel tom. I delle fante, tratta del fisco a pag. 188
sue Dìssert. sopra le antichità ita- e seg., ove dice che l'erario di Ro-
liane, della quale noi daremo qui ma fu nel tempio di Saturno, per-
appresso un sunto, unendovi l' e- chè nel regno di tal deità non fu
rudizioni analoghe di altri scrittori. commesso furto alcuno
ovvero ,

Dacché cominciarono sulla terra perchè ivi lo costituì Valerio Pu-


ad esservi de' re, ebbe origine an- blicola come luogo sicuro e forte,
che il fìsco, ed è sempre durato e perciò ivi pure custodi vansi gli
dipoi. Al tempo degli antichi im- atti pubblici, dicendoci Svetonio che

peratori romani si chiamava sac- Cesare bruciò tutte le obbligazioni


cus, cioè borsa o tesoreria del prin- di coloro eh' erano debitori al fi-

cipe, per distinguerlo dall'altro del- sco, ch'egli trovò nell'erario.


la repubblica appellato aerarium. L' avvocato Martinetti nel suo
Saccus in questo senso si trova Codice universale de' doveri, a pag.
adoperato da s. Agostino, e da al- 338, ci dà alcuni cenni sull'origi-
tri. All'articolo Sacellario {Vedi), ne del fisco e sua storia, come se-
parleremo d'uno de' primi ufficiali gue. L' idea del fisco e dell'erario
antichi della santa Sede che por- l'avevano pure i nostri antichi, non
tava tal nome, e che fungeva l'of- già il nome sinonimo , e per dir
fìzio di tesoriere. V. Tesoro pon- meglio essenziale che gli si dà og-
tificio. 11 Rinaldi all'anno 112, n. gidì, nel vocabolo camera, e beni
5, parlando del titolo fiscale, nar- camerali. Non s' incontrano tali e-
ra che il Papa s. Evaristo a detto spressioni nelle pandette, nel codi-
anno divise in Roma ai preti i ti- ce o nelle novelle, ina solo nelle
toli, per cagione dell'ingrandimen- costituzioni degli imperatori Fede-
to della religione cristiana. Quindi rico Enrico VII e Federico III si
I,

aggiunge che in quanto alla voce cambia la denominazione del fisco


titolo, pare che tale denominazio- in quella della camera, su di che
ne sia stata presa dalle cose fisca- va consultato Pietro Mullero nella
li, perocché soleva il fisco appro- dissertazione De camera principi».
priarsi i beni, e consecrarli, come Nelle quistioni o camerali
fiscali

dicevano, al principe con porvi il nacque quella, se in caso dubbio,


titolo. Erano questi titoli certi veli e nel procedimento di una verten-
con l'immagini o co' nomi degl'im- za contenziosa, debba il fisco o la
peratori, che s. Ambrogio chiamò camera eguagliarsi ai privati, e ser-
regie cortine ; ma appresso i cri- virsi del commi diritto, senza ac-
stiani il titolo con che s' applicava cordargli né privilegi, né rescritti.
qualche cosa al culto divino , era L'economia pubblica sembra deci-
la croce. Il medesimo Rinaldi al- dere la cosa contro il fìsco, e non
l'anno i34, n. 2, racconta che manca di autorevoli appoggi de-
1' imperatore Adriano fece 1' editto sunti dalla storia e dalle leggi. Au-
dell'applicarsi al fisco la ventesima relio Vittore, Epit. cap. 3g, ripor-
FIS FIS 77
ta che Ponipca Platina moglie di stit. princ. : Digna vox e$t maje-
Traiano, assai rimproverando V im- state regnantis, legibus alligatimi

peratore che autorizzasse le vessa- se principini profìteri. Adco de au-


zioni fiscali delle provincie , fece ctoritale j'uris nostra pendei et au-
l'arguto paragone del fisco alla cioritas , et revera majus imperio
milza: qued ea crescente arlus re- est submittere legibus prineipalum.
liqui tabeseerent. Egualmente face- Et orando praesentis nostri edicti,
to è il paragone tra il fìsco ed il quod in nobis licere non palimur,
ventre del poeta Corippo presso il aliis indicamus. E lo stesso Teodo-
Denipslero, in not. ad Rositi, oniiq. sio (1. 68, cod. De app. et con-
lib. 1, e. 36. venendo alle
Di fatti sult. ) consagrò il principio : Salva
leggi, si offre in primo luogo la enim nostrae reverenda majestatis ,

novella 161 cap. 2, che si attri-


,
jus nobis cum privatis non dedigna-
buisce a Giustiniano, ma che giu- i mur esse comune. Samuele Slriihio,
reconsulti Antonio Agostini ^ Enri- nella disserfazione che pubblicò nel
co Agileo, ed Enrico Scrimgero con i634 ad Piala, De scnlentia con-
maggior critica rendono all' impe- ila fìscum ferenda , strettamente
ratore Tiberio , ed in essa sono prova questi due precetti. 1 .° Che
belli precetti di vera economia pub- in un caso dubbio il fìsco non go-
blica. E tornando alla storia, Giu- de alcun privilegio né deve abu- ,

lio Capitolino nella vita dell' impe- sare di alcun rescritto per far pre-
ratore Antonino cap. 1 2 , riferisce , ponderare il giudizio a suo favore.
per lode Quod in compendio cait-
: 2. Che in dubbio il fìsco deve giu-
sìs judicans, numquam
Jisco fave- dicare con le regole del gius co-
ril. Lampridio parlando di Alessan- mune, e riputarsi come un priva-
dro Severo narra : Quod ad au~ to. Altra consimile dissertazione da
mm colligendiim attenta s, ad ser- Enrico Bergero venne stampata
vanduni cautns , ad invenienduni nel i635
a "WittemLerga con chie-
sollicitus fuerit , sede sine cujus- sto titolo De jure fisci in dubiis
:

quarn excidio. Plinio nel panegiri- quaestionibus, ove al § 1 3 ponesi


co a Traiano, non poco gli dà lode questa parola Fiscus quotìes res :

dicendo Praecipua gloria tua est ,


: ambigua discutienda est, ulitur ju-
saepius vincilur fiscus, cuj'its causa re comuni.
numquam mala est, nisi sub bono Ebbero non meno il loro fìsco i

principe. Né minor lode meritò re longobardi , franchi e tedeschi


Giustiniano nella 1.
7 , § 4 » c °d- in Italia
; e colavano colà i tribu-
De cad. toll. E siccome tale au- ti, per mantenere la corte, co-
si

gusto non abbandonò il parere di me per la difesa del regno, e per


Molestino, che interrogato un gior- altre occorrenti guerre. Sotto lon- i

no (1. io, § De jure fìsci) se nel gobardi spesso è fatta menzione


dubbio dovesse opinarsi per il fì- Curtis regiae : con questo nome
sco, rispose : Non cum delinquere, designavano il fìsco. Nella legge
qui in duliis quaestionibus centra 157 di Rotali, si ha : Si intendo
fiscum facile risponderli. Finalmen- fuerit centra Corfem regis. Nella
te gl'imperatori Teodosio e "Valen- 1 58 : Curdi regia ipsas duas un-
tiniano nell'anno
4 2 9 emanarono oias suscipiat. Nella 1 85 : Compo-
la celebre 1. 4, cod. De kg. et con- noni pio culpa in Curie regis so-
,

78 FIS
lidos ctntutn. Lo stesso significava bra al Muratori che non prima ,

la voce Palatiwn, e di quella so- di Lodovico li imperatore si co-


vente si servirono gì' imperatori minciasse ad usare la parola Ca-
francesi. In un privilegio concedu- mera in vece di fisco. V. Camer\
to nell'anno 83o, alle monache del- Apostolica, e Corti. Passiamo ora
la Posteria di Pavia da Lotario I a vedere, se oltre ai nominati mo-
imperatore è intimata ai trasgres- narchi godessero altri una volta il
sori la pena di sessanta libbre d'oro diritto del fìsco , o per dir meglio
ottimo da applicarsi mecìictatem
, della camera ,
perchè questa paro-
Palatìo nostro, et medietatem par- la pare avere avuto un significato
li cjusdem monasterii. Lo stesso più largo.
abbiamo in vari diplomi di Carlo Dopo che i re e gì' imperatori
il Grosso , di Guido e Lamberto ,
donarono e trasportarono ne' ve-
e di altri imperatori. Del pari u- scovi ed abbati tanta copia di re-
savano essi la parola Fiscus, e mas- galie , non è da maravigliarsi , se
simamente nelle donazioni fatte ai anch' essi giunsero ad avere la pro-
monisteri ed altri luoghi sagri, col- pria camera , a cui si pagassero i
la seguente formola che si legge , censi , i tributi e le condanne do-
in un diploma di Lodovico II im- vute prima al fisco regale. E pri-
peratore, con cui nell'anno 854 mieramente dacché i romani Pon-
conferma a Dodone vescovo di No- tefici ottennero da Pipino e da
vara tutti i suoi beni e diritti: Et Carlo Magno la restituzione dell'e-
quidquid de praefatae Ecclesiac sarcato ampliazione del loro
, e l'

rebus jus Fisci exigere poterai etc., principato, non è a dubitare, che
integrimi praefatae concedimus Ec- cominciassero ad avere la camera,
clesiae. Senza di questo privilegio o sia il fisco per li paesi soggetti.
allora beni della Chiesa avrebbe-
i Le memorie sono dubbie
anteriori
ro pagato tributo al fisco. Perciò per la strage che il tempo ha fat-
di tal formula ed indulto abbon- to di tanti documenti. Forse Ve-
dano tanto in Italia, che in Fran- stiarìum fu il nome significante una
cia e Germania i privilegi conce- volta lacamera pontificia; dappoi-
duti alle chiese. Anche ne' vecchi ché Adriano I in una bolla data
secoli per significare il fìsco fu a- nel 772 ai monaci di Farfa, ordi-
doperata la voce Camera. Viene na che in avvenire Priores veslia-
riferito da Eginardo il testamento rìi sanctae Romanae Ecclesiac
di Carlo Magno in cui quel piis- , sieno giudici nelle cause del moni-
simo monarca ordinò, che le chie- stero farfense. Ne' secoli seguenti
se e i poveri si compartissero tlie- l'arcidiacono della santa Chiesa ro-
sauros suos et pecuniam ,
quae in mana si osserva presidente della
illa die in Camera ejus inventa estj camera Nata una con-
pontificia.
et omnem substantiam, atque supel- troversia tra il detto monistero, e
ìectilemsuam, quae in auro, et ar- quello di Mica Aurea a' tempi di
gento gemmisque, et ornatu regio Alessandro II Papa del 1061, Do-
in Camera ejus inveniri poterat. Il minus Hildebrandus venerabilis ar-
Du Cange nel glossario latino scri- chidiaconus, l'ascoltò e decise. Acto-
ve , usata qui la parola Camera res ed Actionarii erano una volta
prò fisco imperiali. Tultavolta sem- appellati quei , che ora sono detti
,

FIS FIS 79
camera ( Ve di ). E sic-
Chierici di pure al donatore. Se anco i duchi,

come dicemmo , che il nome Va- marchesi, e conti avessero tal pre-

Ultima ne' vecchi tempi significava rogativa non apparisce chiaro. Non
il fìsco , di questo si servivano an- mancò però il diritto della camera
cora i sommi Pontefici. In una bol- o sia del fisco ai principi di Be-

la del Pontefice Benedetto Vili, ri- nevento, i quali se si eccettua il

portala cronaca farfense, si


nella titolo godevano l'autorità
di re,
legge lnsupcr et conipositurum se
:
regia non il nome. Altrettanto fe-

sciat auri optimi cenlum


libras cero di poi anche i principi di
medùtatrm in sacrosancto Lafera- Salerno, e i conti di Capua che
vensis Valatio, et medietatem in su- signoreggiavano una parte smem-
prascripto nwnasterio. Altra bolla brata del vasto ducato di Bene-
dello stesso Papa, spettante all'an- vento. Quanto ai duchi e marchesi
no io 17, fa espressa menzione del- di Toscana , essi ebbero la loro
la camera pontificia . Qui facete camera e fìsco, come si
particolar
hoc praesumpserit eie. , sciat se ha da documenti del e XI se- X
composilurum centvm aureos man- colo. Da questi apparisce eziandio,
cosos, medietatem Camerae nostrae, che non mancò ai duchi di Spo-
et medietatem, ec. Ter altro abbon- leto la camera. Però non si sa be-
dano le carte, nelle quali roma- i ne intendere, che qualora i duchi
ni Pontefici anticamente intimaro- e marchesi di Toscana tenevano
no non già pene pecuniarie, ma de' placiti, e decidevano liti, allora
bensì la scomunica contro i tras- imponevano la pena pecuniaria da
gressori de' loro decreti , donazioni pagarsi, non alla sua, ma alla ca-
e privilegi. Onofrio Panvinio fu di mera dell' imperatore. Forse ciò av-
parere , che sino dai tempi di s. veniva perchè i tributi, le gabelle,
Gregorio VII 1' arcidiacono della le condanne ed altre rendite del
santa romana Chiesa presiedesse a principato appartenevano al sovra-
questa camera; e che da fi in- no diretto, sia re o imperatore, ed
nanzi fosse istituito l'uffizio di Ca- è noto che gli stessi sovrani ne
merario, chiamato poi Camerlengo assegnavano la sua parte al mar-
di s. Chiesa ( Vedi). Trovasi in uno chese, al duca, presidente di tutta
strumento del 1 1 59 Dominus Bo- la provincia, e al conte governato-
xo venerahilis cardinalis ss. Cos- re della città, affinchè con ciò man-
viae et Damiani Domini Papae tenessero la loro famiglia e digni-
camerarius. tà. Se erano poi devoluti al fisco
Che anco alcuni vescovi ed ab- regio i beni altrui, i duchi o mar-
bati una volta avessero la loro ca- chesi ne disponevano talvolta a lo-

mera, si può provare colle antiche ro arbitrio, come di cosa propria,


memorie, cioè di quelli che aveva- e li donavano alle chiese. Proba-
no ottenuto il comitato delle città, bilmente anche i conti, cioè i go-
ed altre regalie, in vigore delle vernatori delle città, ebbero una
quali potevano esigere tributi ed specie di camera : si sa che la ter-
altri pubblici diritti. Par bene che za parte delle condanne pervenien-
certi vescovi godessero il diritto te al fìsco, apparteneva ai conti :

della camera, dove si portassero le di modo


che pare che il fisco fos-

rendite dianzi dovute al conte, o se del re od imperatore , ma in


Ho F1S FIS
certa maniera anche del conte. E s. Bartolomeo di quella città. Gi-
fuori di dubbio che i dogi di Ve- silari figlio del fu Gisone, qui cau-
nezia ne' vecchi secoli godessero i sani curtis domai regis peragebat,
diritti della camera e del fisco. produsse le ragioni assistenti al fi-

Nel tom. V dell' Italia sacra del- sco ; ma fu giudicato contro di


l' Ughelli, si legge un decreto di lui. In Roma sono i tre cospi-
vi
Tribuno doge di Venezia 3 appar- cui uffìzi, di avvocato generale del
tenente all' anno 982, dove è de- fisco e della reverenda camera a-
terminata la pena pagabile Came- postolica, che è sempre un avvo-
rae nostri palatii. Del pari in un cato concistoriale, prelato di man-
privilegio conceduto nel 11 16 da tellettone ; di procuratore generale
Ordelafo Faletro si legge , che il del fisco e della reverenda camera
trasgressore pagherà per pena om- apostolica, prelato di mantelleltone;
nia quae possidel fisco ducali, et e dell' avvocalo fiscale della ca-
regali. Come cosa distinta è detto mera capitolina, e tribuaale sena-
cpù il fisco regale, perchè già quel- torio, di cui si parlerà all'articolo
la repubblica avea conquistata la Seaato Romano ( Fedi) ; degli al-
Dalmazia e Croazia che portava- tri avvocati e procuratori ne fiscali

no la denominazione di regno. faremo qui menzione, con un cen-


Erano poi molti i ministri del no sul pontifìcio fisco.
fisco, deputati a raccogliere i tri- Roma la parola Fìsco equivale
In
buti, e gli altri proventi della ca- in gran parte a ciò che altrove si
mera regia, o imperiale, che si chiama pubblico ministero. Esso è af-
chiamavano Actionarii, Exactores fidato a tre uffìziali superiori di no-
tributorum Exactores reipublicae,
, mina sovrana con apposito breve
o pure Exactores rerum publica- apostolico; e sono un avvocato gene-
rum, Aclores fisci regii, Actores rale del fìsco e della camera apo-
patrimonii regii, ovvero curtis re- stolica, un procuratore generale del
giae, i quali ultimi, siccome anche fìsco, ed un commissario generale
sotto i primi imperatori, attende- della camera. Questo ultimo eser-
vano solamente ai beni patrimoniali cita le azioni dell' erario, ed ha tre
del principe, e ne riscuotevano le sostituti commissari. Il procurato-
rendite. Alla regia camera pare re del fisco è addetto alla parte
che fossero presidenti i gastaldi ,
criminale; esercita l'azione pubblica
eh' erano i ministri ,
procuratori per la punizione dei delitti, ed ha
ed economi delle corti, poderi ed un sostituto. L' avvocato generale
altri effetti patrimoniali del prin- è un consultore nelle materie di
cipe regnante. Né mancavano Ad- diritto, e specialmente ove trattasi
vocati curtis regis, cioè avvocati d' interpretazioni, applicazioni o in-
fiscali, che nascendo controversie, novazioni legislative, e degli affari
sostenevano i diritti della camera che riguardano le ragioni del go-
regia. In un placito tenuto nel- verno pontifìcio^ e della santa Se-
1'anno 806 da Guillerado vescovo ve. Anticamente esercitava inoltre
di Pistoia, da uno scabino , e da la carica di promotore della i'tàe,
un Vasso Domai regis , si dispu- ma Benedetto XIV nella sua co-
tava il possesso di una chiesa fra stituzione Inter conspicuos , sulla

la corte del re, e il mouistero di riforma del collegio degli avvocali


-

FIS FIS 81
concistoriali ne formò un offizio
, al volume Vili, pag. 219, ed al-
particolare, da conferirsi ad un al- trove, non che agli articoli Avvo-
tro membro del collegio. 11 com- cali concistoriali, Difensori, ed al-

missario è tratto dal collegio dei tri, volume IX, pag. 72,
mentre al

procuratori del sagro palazzo apo- 73, 76, 77, 81 e 82, come all'ar-
stolico ; il procuratore del fisco dal ticolo Chinea ( Vedi), si tratta
ceto dei giureconsulti addetti al delle solenni proteste che l' avvo-
foro ed alla magistratura crimina- cato e il procuratore fanno al Pa-
le; l'avvocato generale dal colle- pa nella vigilia e festa de' ss. Pie-
gio degli avvocati presso il sagro tro e Paolo pei censi e tributi non
concistoro. Tutti, come dicemmo, soddisfatti. Nelle Brevi indicazioni

godono del titolo e degli onori pre- per le attribuzioni de cerimonieri


latizi con veste paonazza chiamata pontificii, è notato che l'antica
manlelletlone, ben diversa dal man- protesta pei tributi dei ducati di
tellone, e simile a quella degli al- Parma e Piacenza, fu rinnovala
tri prelati, se non che piti lunga da monsignor Sabatucci fiscale, co-
e senza rocchetto. In Roma vi so- me anche la risposta del Pontefi-
no pure altri fiscali. La congrega- ce ; e che il quinto e sesto maestro
zione della rev. fabbrica di s. Pie- delle cerimonie debbono assistere
tro ha un procuratore del suo fì- alle esequie dell'avvocato de' pove-
sco, tratto dal ceto de' curiali del ri, dell'avvocato fiscale, del pro-
collegio degli avvocati concistoriali. curatore fiscale, e del commissario
Hanno inoltre i loro fiscali la ca* generale della camera apostolica,
mera capitolina ed il tribunale se- che sono i quattro prelati di man-
natorio, come si è detto, la sagra tellettone, cosi detti perchè come si

congregazione del s. offizio, e la avvertì, per distinzione da' prela-


congregazione del buon governo, ti di Mantellone ( Vedi), usano
e delle acque, finalmente la pre- questo più ampio e dignitoso. 11
fettura generale delle acque e stra- Cohellio, Nolilia cardìnalatus, a
de ha un fiscale tratto esso pure pag. 27, cap. XLV De Advoca-
dal ceto dei procuratori di colle- to , Procuratore Fisci, discu-
et
gio. Nelle provincie dello stato te questi punti: Àdvocatus fisci ab
pontifìcio presso ciascun tribunale Hadriano imperatore primum in-
vi è un procuratore del fisco di stitutus; offìcium differt ab officio
nomina sovrana, e presso ciascun procuratoris fisci ; officio ohm an-
governo distrettuale ve n' è un al- nale erat, deinde a Leone impe-
tro, che si nomina dal procuratore ratore prorogatum ; offìcium in
generale del fisco. Le di lui facol- Urbe perpetuum est et ordinis ,

tà sono limitate alla parte crimi- advocatorum concistorialium ; of-


nale. Per gli affari dell' erario vi fìcium in Urbe conceditur ab im-
è un procuratore camerale nomi- memorabili uni ex advocatis con-
nato ed amovibile ad mutuai del cistorialibus ;
preeminentia quales,
prelato tesoriere. qualeq. ipsius munus; àdvocatus
Dell'avvocato generale del fisco, quidam fìscalis a Paulo III vepre
e del procuratore generale del fì- hensus ; fisci procuratoris, et pro-
sco se ne parla ancora al volume curatoris Caesaris differentia ; fìsci
VII, pag. i4 e i5del Dizionario, procuratoris iu Urbe qualitates que-
VOL xxv. 6
,

82 FIS FIS
nam esse debeant, et de ipsius mu- che Giovanni XXII Papa residen-
nere; fisci procurator precedi t com- te in Avignone, a' dì i5 agosto
missarium camerae, del quale offizio i320, deputò Carlo de Madalberti
il Cohellio ne discorre a pag. 274, da Cremona, juris civilis professo-
cap. XLVI, De generali Cam. Apost. rem in Rom. Curia advocatum in
commissario. Quanto riguarda al fi- avvocato fiscale: te apud sedem
sco in curia romana, il Cohellio ne Apost, nostra rum et sedis ej'usdcni
tratta agli articoli Confiscatio, e Fi- fìscaliumadvocatum, nec non et
scus nell'Index rerum select arimi. crimìnalium causarum, c/ue per
Il De Luca egualmente nelle sue appellationes eoru/n, qui de terris
opere parla dell'avvocato del fisco, Ecclesiae Rom. existunt, ad sedem
del procuratore del fisco, e del com- deferunlur eamdem, audilorem con-
missario della camera. stituimus generalem, diclasque. cau-
Di questi tre rispettabili uffizi, sas appellationum audicndi ac
come di que' personaggi che l' e- edam termina/idi platani concedi-
sercitarono, erudite notizie ci dà mus potestatem. Similmente nel-
il cardinal Garampi ne' Saggi di l' anno 1 363 era avvocato del fi-
osservazioni sul valore dell' anti- sco pontificio Nicolò Spinelli. Ivi
che monete pontificie. A pag. 1 47 il Garampi avverte, che non deve
dice che antico si è nella curia confondersi, come fece il De Ru-
romana l' ufficio di avvocato del beis, Defensor rediviv. pag. 22 3
fisca Prima però noteremo, che coli' avvocato fiscale della camera
oltre Benedetto Caetani poi Papa apostolica, quello della camera fi-
Bonifacio Vili, furono avvocati ge- scale della città di Roma : nel qua-
nerali del fìsco, Lante, Santacroce, le offìzio vacato per la morte del
Baroncelli, che intervenne al conci- celebre Andrea Santacroce avvoca-
lio generale di Firenze ; Gabrielli, to concistoriale, fu da Sisto IV ai
autore delle celebri conclusioni di i3 dicembre i4?3, surrogato Co-
diritto ( opera che fu chiamata ronato de Planca parimenti avvo-
Calepinus doctorum); Silvestro Al- cato concistoriale, de' quali ambe-
dobrandini padre di Clemente Vili; due può vedersi il Cartari, Syllab.
Orazio Borghese fratello di Paolo adv. concisi, pag. 35, 54- Il det-
V, poscia uditore della camera; to Andrea, che annoverasi fra i
Cerasi poi tesoriere generale ; Bot- primi che cominciarono a coltiva-
tini uditore di Clemente X, ch'eb- re Io studio delle antiche iscrizio-
be tra i suoi discepoli Lamberti ni ni, compilò eziandio uno speciale
poi Benedetto XIV ; Sacripanti, e trattato per la spiegazione delle
Valenti poi cardinali un Burani,; sigle che in esse incontransi. Indi
un Benetti, ed un Barlolucci. Al a pag. 291 il Garampi dice che
presente è avvocato generale del fisco Francesco Cultello fu già commis-
e della camera monsig. Giuseppe Lui- sario genenerale della camera apo-
gi cav. Bartoli procuratore genera-
;
stolica ( del quale uffizio se ne
le del fisco e della camera, monsig. tratta pure all' articolo Tesorieri
Francesco cav Leggeri ; e commis-
. generali, Vedi), dal quale ufficio
sario generale della camera, mon- passò a' dì 3i gennaio i552 a
sig. Angelo Maria cav. Vannini. quello di procuratore del fisco.

Abbiamo dunque dal Gnrampi, Ne fu poi egli rimosso da Paolo


FIS FIS 83
IV che gli Alessandro Pal-
sostituì Notizie di Roma , eh'ebbero ori-
lantieri a' 3 di luglio 1 555, che poi gine nel 1716, si ha il novero
divenne governatore di Roma. 11 degli avvocati e procuratori del
Coltelli fu nuovamente restituito fisco della camera apostolica, come
all'uffizioda Pio IV nel dì i.° dell'avvocato del fisco della came-
maggio i563, e in esso morì;
del ra capitolina, e tribunale senatorio,
essendogli poi successo a'i3 set- e de' fiscali di alcune congregazioni
tembre 564 Giambattista Bizzoni
1 ai cui articoli pur" se ne tratta.

da Lodi. Per supplire la serie dei Noteremo che nel pontificato di


procuratori, che sono sovente e- Clemente XI li era Promotore del-
nunciati nei documenti riportati la fede ( Vedi ) monsignor Gaeta-
dal Gai-ampi nelle sue Osservazioni, no Forti di Pescia, il quale era
cade in acconcio di qui notare, che pure avvocato fiscale della R. C.
Nicolò degli Ariani, rassegnò que- Apostolica, e
domestico: prelato
sto ufficio nel dì i.° settembre del ma a cagione della precedente di-
1497. Ottennelo allora Mariano sposizione di Benedetto XIV, fu l'ulti-
Coccini romano, chierico coniuga- mo a riunire i due cospicui uffizi.
to, e procuratore in curia, cóme si Nella raccolta delle leggi e di-
legge ne' libri di Alessandro VI, e sposizioni di pubblica amministra-
sebbene nella sede vacante dopo zione dello stato pontificio, vi sono

la morte di quel Papa, Pandolfo le normequanto riguarda il fi-


di
da Sanseverino tentasse di compe- sco pontifìcio, l' avvocato fiscale, il
rale un tale ufficio, ciò non ostan- procuratore fiscale, non che l'avvo-
te il Coccini seguitò ad esercitarlo cato fiscale di Campidoglio, ed
sino all'anno i5i?.. In sua morte eziandio quanto concerne i procu-
lo successe Mario Peruschi di cui ratori fiscali e camerali, l' istitu-
si ha menzione nel 5 4> 1 1
e lie ' zione de' loro uffizi presso ogni
monitorii e sentenze pubblicatesi nel tribunale dello stato, sotto la di-
1527 contro i Colonnesi. Fu indi pendenza di monsignor tesoriere
conferito questo ufficio a Benedet- generale ec. ec.

to Valenti da Trevi, e se ne fa FISSANO. Sede vescovile d'Africa,


menzione nel i52g, e nel i54o. di cui ignorasi la provincia , facendone
Indi successero Pietro Antonio An- menzione la conferenza di Cartagine.
gelini, e Camillo Mentovati ; poi FISTOLA, o CANNA. Strumen-
Siila Goti destinatovi da Paolo III, to il quale chiamavasi anticamen-
nel i544j al quale successero Ni- te Calamus, Pugillaris Siphon, ,

colò Farfaro, il Coltelli, e il Pal- Armido, Pipa, Virgula, Cannolust


lantieri summentovati. Paolo IV Cannadella Nasus, come abbiamo,

rimosse il Pallantieri da tale uf- dal Du Cange, dal Carpentier, dal


ficio, e diedegli per successore a'7 Macri, e da altri, come dimostra
di ottobre i557 Sebastiano Atra- monsignor Giorgi nel tom. I, Lit.
cino. All'articolo Famiglia ponti- Rom. Pont, in disserl. de saero
ficia ( Fedi), si fa memoria del- ministerio, pag. 100, e nel tom.
l'avvocato e procuratore del fisco, Ili, pag. 164, il quale ha confu-
per la parte che un tempo ebbero tato il Dalleo che crede introdot-
dal palazzo apostolico, considerati to quest'uso dai cisterciensi, verso
come famigliari pontificii. Nelle il fine dell'XI secolo, quando fu
84 FIS FIS
proibito da Urbano II di distribui- non si chiama ivi comunione, ma

re l'Eucaristia intinta nel sangue confermazione. Dappoiché siccome


per impedirne la effusione. Questo il sagramento dell'unzione col sa-
canaletto o fistoletta fu adottata gro crisma , considerato come un
per sorbire il calice nella comu- tal qual compimento del battesimo,
nione appunto perchè non si ver- si chiama confermazione; così se-
sasse. 11 I3erlendi, Delle oblazioni condo la frase di quei tempi la be-
aW aliare antiche e moderne, pag. vanda del divin sangue, stante l'u-
89, parlando della comunione del so di allora di comunicarsi i fe-
calice che i primi fedeli facevano, deli sotto l'una e l'altra specie,
dice che in progresso, crescendo il consideravasi qual compimento del-
numero de'fedeli, non bastò un so- la comunione, e chiamavasi con-
lo calice, ma fu d'uopo di valer- fermazione. Delle dette fistole fa
sene tal volta di molti, ed allora ricordanza Corrado vescovo nella
prima che il divin sangue si di- cronaca di Magonza Erant fistu-
:

spensasse a' fedeli, il diacono dal lae quinque ad communionem


ar-
calice del sacerdote lo rifondeva genteae deauratae; ne parla Ditma-
in un calice chiamato mini-
altro ro Calicem cum patena simul,
:

sterialeo comunicale, a' quali cali- et fistxda deditt ed anche molti


ci negli ordini romani è dato il altri scrittori.

nome di bicchiere, Scyphus, ed a- Il medesimo Berlendi afferma


vevano due manichi a fine di po- che un tal rito si trova praticato
ter con più di comunità e sicurez- nella comunione pasquale fatta dal
za maneggiarli ed offerire per essi Papa anche nel secolo XIV, qual-
il divin sangue al popolo. Da que- mente si legge nell'ordine romano
5
sti calici ne tempi più. antichi i di Pietro Amelio vescovo di Sini-
fedeli immediatamente bevevano il gaglia : Diaconus remanet in alta-
divin sangue, con cui poscia anche ri tenendo cum manu sinistra super
si consagravano gli occhi, la fronte cornu dextrum altaris calicem, et
e gli organi degli altri sensi, rito cimi dexlera Jistulam , cum qua
che particolarmente praticossi nella dat ad bibendum omnibus, qui
chiesa di Antiochia e di Gerusa- communicaverunt de manu Papae,
lemme. Non bevevano però dal de Christi sanguine, dicendo cuili-
calice popolo i principi , ma
del bet: Sanguis Domini Nostri Jesu
erat consuctudo, dice s. Gregorio Christi cuslodìat aniinam titani in
Turonense, ut ad altarium vcnien- vitam aelernam. Amen. Vi era pu-
tesde alio calice reges communi- re la costumanza d'infondere in un
cent, etde alio populos. Tal co- vaso grande di vino una piccola
stume restò dipoi mutato, e sen- parte del vino consagrato, e così

za accostare a' detti calici imme- mescolato si porgeva a bere ai fe-

diatamente le labbra , si praticò deli, la qual infusione facevasi nel-


per mezzo di una fìstola, o sia la Chiesa romana dall'arcidiacono,

canna d' argento o d'oro chiamata secondo che prescrivesi negli or-
sifone, colla quale succhiavasi dai dini romani I, e III: Venit ar-
fedeli il divin sangue come si ha chidiaconus .... et refuso parimi
dagli ordini romani I, II e VI ri- de calice in scyphum. Nelle altre
feriti dal p. Mabillone, e questa chiese e luoghi ciò non facevasi se
,

FIS FIS 85
nou nell'incontro che il puro san- gati insieme da capo e da piedi,

gue consagrato non fosse stato ba- de' quali era più lungo quello di
stevole al numero di quelli ch'era- mezzo, col quale il Papa stando
no per comunicarsi, nel qual caso in trono sorbiva il sangue: aveva
si andava aggiungendo secondo il una tazzetta nella parte superiore
bisogno. Conchiude il Berlendi che con due buchi', che servivano per
il sorbire il sangue colla fìstola purificarla; nel mezzo aveva il po-
esponendo a pericolo d'irriverenza mo ornato da piccoli rubini e sme-
il Sagramento, e riuscendo di nau- raldi, colf iscrizione : Clemeits vii
sea al popolo, specialmente nel Pont. Max. An. vi. Lo stilo ossia
tempo di contagio, il dovere met- embolo era pur d'oro, con un zaf-
tere le labbra sopra il calice, o so- firo da capo. La fistola d'oro che
pra la fistola, ove altri le avevano al presente adopera il Pontefice
notte, fu una delle cagioni che a è eguale alla descritta, meno l'or-
poco a poco tralasciato il costume namento delle gemme. Le antiche
si contentarono i fedeli di comu- fistolefurono d'oro, di argento, di
nicarsi sotto la specie del pane, co- avorio, e di stagno, le usarono ed

me di poi ordinarono alcuni Pon- erano comuni a tutti i preti, ed an-


tefici e concili, massime quello di che come dicemmo ai laici.
Costanza nella sessione XIII, di Della comunione del Papa, e
Basilea nella XXX, e di Trento del sorbire ilsangue ch'egli fa col-
nella V, essendo solamente in qual- la fistola ne'pon tifi cali, e dopo lui
che chiesa restato l'uso in certe il cardinal diacono, e il prelato
circostanze, ovvero festività, di por- suddiacono ministranti, se ne trat-
gersi col calice dell'altare a' fedeli ta al volume IX, pag. 29 e 3o
il vino benedetto. L' uso generale del Dizionario. Angelo Rocca sa-
di comunicarsi sotto le due spe- grista pontificio nel tom. I del suo
cie durò fino al secolo XII, come Thesaurus ci ha dato il trattato :

meglio dicemmo nel volume XV, dir sacrosanctae Eucharìstiae me-


pag. 1 1 i e seg. del Dizionario, ove dietasj hoc est, Christi corporis et.

facemmo menzione del privilegio sanguinis pars a Summo Ponti/Ice,


che rimase ad alcune chiese e altera eorumdem pars ìnter dia-
monarchi. Oggi il solo sommo conum cardinalem 3 et subdiaco-
Pontefice sorbisce il sangue con num apostolicum dispertila in so-
una fistola d'oro, quando celebra lemni comunione ab eisdem suman-
solennemente , il qual privilegio tur ? Cur Sum/nus Ponti/ex ca-
fu concesso anco all'abbate di Mon- lamum in sumendo Christi sangui-
te Cassino, ove mostravasi una fi- ne adhibere soleat , nec non mi-
stola per la detta cerimonia non nistri, cardinalis videlicet diaconus
più usata. Ce ne dà la figura il et subdiaconus apostolicus inter so-
Berlendi, insieme a quella usata lemniter communicandum calamo
anticamente dalla Chiesa romana, eodem utantur. Veggasi il Lindano,
ed a quella ago o
del Papa coli' Panopl. evangelica I. 4* c - 56 ;

stilo d'oro per purificarla. Sino agli e Samuele Verner, De reliquiis


ultimi tempi nella sagrestia pon- per Eucharistiae administrationem
tificia si conservava la fistola d'o- remanentibus, ut ex fragmentis in
ro formata da tre cannellini, le- ifisa Caenae adminislratione in
ò<] FIS FLA
terrarn decìdentibus , Regioraonte ziandio II Davantria che nel gior-
1688. Del medesimo strumento no del giovedì santo, il Papa non
della fistola parla il Davantria nel si comunicava nel soglio, ma nel-
suo Cerimoniale mss. descrivendo l'altare, dove non adoperava la fi-
la comunione de' cardinali diaconi, stola prendendo il sangue dal calice,
i quali dopodi avere ricevuto il per imitare l'umiltà del Salvatore, di-
corpo di Cristo dalle mani del Pon- mostrata singolarmente in quel gior-
tefice andavano all'altare dove col- no. V, Joh, Voghtius, De hist.Jìslii-
la fìstola succhiavano il sangue dal lae eucliaristicae, cujus ope sugi solet
Calice (Fedi), sostenuto dal dia- e vinum benedictum, Bre-
calice
cono celebrante, il quale pronun- mae 1740: et in Nov. ad. erud.
ziava la forinola suddetta: Sanguis Supplem. tom. V, pag. 2 3 9. Ma-
Domini ec. E se nella cappella pa- billon in tom. II Mus. lidi, in
pale si trovava presente qualche Comm. praevio e. 9; Borgia, Meni,
re, faceva la
medesima cerimonia, ist. di Benevento tom. I, pag. 72
ed era accompagnato all'altare dal e 162 ; Cancellieri, De Secretariis,
secondo vescovo cardinale, chiamato pag. 399 ; De comm. Pont. pag.
sottopriore dal Davantria, il qua- 27; e Benedetto XIV, De festis
le inoltre testifica essersi praticata D. N. J. C. pag. 229.
questa cerimonia nel i355, a'tem- FITIA , FITEO , o FITEA
pi d'Innocenzo VI, quando nel gior- (Phytea). Sede vescovile della pri-
no di Pasqua si comunicò Pietro ma provincia della Frigia Saluta-
IV re d'Aragona, accompagnato dal re, sotto la metropoli di Sinnada,
cardinal vescovo Albanese all' al- che al dire di Commanville fu e-
tare. retta nel IX secolo, nella diocesi
Macri nella Notizia de' vocab.
Il d' Asia. Si conoscono due vescovi :

eccl. dice che la fistola fu chiama- Nicola che sottoscrisse al settimo


ta Pugillaris , per essere in forma concilio generale, e Teodegeto che
di quello stromento con cui si scri- intervenne al concilio di Fozio, nel
veva. Dice inoltre che questa fistola pontificato di Giovanni Vili, come
soleva tenersi involtata sotto il ve- abbiamo dall' Oriens Christ. tom.
lo con la patena dall'accolito, come I, pag. 844.
fa oggi il suddiacono che tiene la FLABELLO (Flabellum). Ven-
sola patena. Negli antichi statuti taglio o paramosche, detto da al-
de'monaci certosini si fa menzione tri Flabrum stromento e suppel-
,

della fistola : Ornamenta aurea, lettile sagra, che nelle festività usa
vel argentea praeter calicem , et il sommo Pontefice, e pochi altri
calamum, quae Sanguis Domini per Questo stromento
privilegio.
swnitur, in Ecclesia non habe- fu chiamato Ventilabrum ministe-
mus. Che si usava dai Certosini riorum , nella vita di s. Epifanio
lo afferma pure J. B. Casali, De vescovo, nella quale si legge : » Pri-
vet. sacris Christ. ritibus e. 81. *> mus observat diaconum ,
qui a
Secondo il sentimento del citato » sinistris tenebat ventilabrum mini-
Bocca, la fìstola significa la canna y> steriorum ". Tali ventagli o gran
con la quale fu dato l'aceto e il pennacchi sono composti di una
fiele nella sponga al moribondo lunga asta o bastone, lungo circa
Cristo confitto in croce. Scrive e- palmi nove, foderalo di velluto in
,

FLA FLA ò>


seta cremisi ossia rosso , ornato di senza flabelli , con baldacchino
una zagana d' oro a tortiglione rosso.
per tutta la lunghezza dell'asta, al- Annunziata, sedia gestatoria con
la cima in forma di ventaglio
cui flabelli senza baldacchino.
,

sono penne bianche di struzzo, a- Domenica delle Palme, sedia ge-


venti nell'estremità altrettante pen- statoria senza flabelli con baldac- ,

ne occhiute di pavone, insitate alle chino rosso.


prime in due ordini che fanno , Giovedì santo , sedia gestatoria
elegante comparsa da ambo i lati, con flabelli e baldacchino bianco.
e sono fermate su base coperta del- Venerdì santo, baldacchino ros-
lo stesso velluto delle aste, decora- so, senza sedia gestatoria e senza
ta da due galloncini trinati d'oro, flabelli.

e da una guida di fronde e fiori Pasqua di Risurrezione, sedia ge-


pure ricamati in oro e nel mezzo , statoria con flabelli e baldacchino
evvi un ricamo d' oro rappresen- bianco.
tante il triregno pontifìcio colle Ascensione , sedia gestatoria con
chiavi incrociate: le due estremità flabelli , senza baldacchino.
superiori delle aste sono guarnite S. Filippo, sedia gestatoria, sen-
di metallo dorato con fogliami , e za flabelli e senza baldacchino : il

le inferiorida un cerchio. 11 Papa Papa che regna in questa cappella


li usa soltanto incedendo nelle sa- fa uso dei flabelli.

gre funzioni sedente sulla sedia ge- Corpus Domini, talamo, 'flabelli
statoria, e quando sul talamo por- e baldacchino bianco.
ta processionalmente il ss. Sagra- Vespero per la festa de' ss. Pie-
mento per Corpus Do-
la festa del tro e Paolo, sedia gestatoria con
mini. 1 flabelli si portano ai lati flabelli, senza baldacchino : lo stesso
del Pontefice da due camerieri se- per quella di Natale. Però va av-
greti partecipanti, ovvero da due vertito che il regnante Pontefice
camerieri segreti soprannumerari o usa i flabelli in questi due ve-
di onore in abito paonazzo , vesti- speri.
ti di cappe rosse. Sono loro con- Ss. Pietro e Paolo, sedia gesta-
segnati dai palafrenieri e sediari toria, flabelli e baldacchino rosso.
pontificii portatori della sedia ge- Natività di s. Giovanni Battista
statoria , che li custodiscono insie- sedia gestatoria con flabelli, senza
me a questa nei luoghi ove si ado- baldacchino.
perano. Assunta, sedia gestatoria con fla-

Nota delle cappelle e pontificie belli, senza baldacchino.


funzioni ove occorrono i flabelli, o Natività della B. Vergine , sedia
puramente il baldacchino con la gestatoria, senza flabelli e senza
sedia gestatoria, secondo le antiche baldacchino.
e stabilite consuetudini, restando a S. Carlo , sedia gestatoria con
beneplacito de' Papi il comandare flabelli, senza baldacchino.
diversamente. Domenica prima dell'Avvento,
Cattedra di s. Pietro , sedia ge- baldacchino bianco, senza sedia ge-
statoria senza flabelli e senza bal- statoria e senza flabelli.
dacchino. Natale, sedia gestatoria con fla-

Purificazione , sedia gestatoria belli e baldacchino bianco.


,,

88 FLA FLA
Funzione nella quale il novello » parva ammalia volilantia abigant,
Pontefice va a ricevere nella basi- » ne in calicem incidant ". L' istes-

lica vaticana la terza adorazione so rito si prescrive nella liturgia


sedia gestatoria. di s. Basilio. Laonde in tutta la
Coronazione e consagrazione del Chiesa orientale fu ritenuto questo
nuovo Papa , sedia gestatoria con costume, e appresso il Marlene, De
flabelli e baldacchino bianco che antìquis Ecclesiae ritibiis lib. I, cap.
prende neh' uscire dalla cappella 8, si riferisce l'ordinazione de' ma-
Clementina dopo il canto di Terza. roniti tradotta da Giovanni Mori-
Possesso, sedia gestatoria con fla- no, in cui fa menzione del venta-
belli e baldacchino bianco portato glio, dicendosi : « Episcopus preca-
dai canonici della basilica latera- « tur, diaconus procedi t in pace,
nense. » egrediuntur cum pompa decente
Apertura e chiusura della porta « tenentes thuribulum , et diaconi
santa, sedia gestatoria con flabelli. «flabella". Vogliono alcuni, che
Canonizzazione , sedia gestatoria sieno stati istituiti pel medesimo
con flabelli e baldacchino bianco ;
fine da s. Giacomo apostolo , e
i flabelli, il baldacchino e la sedia perchè furono prescritti o di pen-
gestatoriail Papa l'usa anche qua- ne di pavone, o di membrane sot-
lunque volta celebra pontificalmen- tili, o di pannicelli di lino, quindi

te per circostanze straordinarie. è proceduta la varia forma usata


La Sedia gestatoria ( Vedi) si in diverse chiese. I greci, maro-
i

usava anche in altre feste e fun- niti, e gli armeni


usano di lastra 1'

zioni, come si dirà a quell' artico- sottile di ottone o di argento in


lo, ma in esse non avevano luogo forma tonda, alla quale aggiungono
uè i flabelli, ne il baldacchino. Pe- campanelli o sonagli, con un velo
rò ne' concistori pubblici il Papa pendente dall' asta che li sostiene ;
usava la sedia gestatoria ed i fla- perchè riconoscono in essi le ali
belli ,
per cui questi ne' detti con- de' cherubini, come riferisce s. Ger-
concistori si pongono appoggiati al- mano patriarca di Costantinopoli,
la coltre o dossello lateralmente al in Theoria non eccles. , veduti da
trono pontificio, subito dopo i car- Isaia cap. 6, le quali coprivano la
dinali diaconi. faccia della maestà divina. 11 p.
I primi flabelli furono di penne Lupi nel tom. I delle sue Disseria-
di pavone , o di sottilissime pelli zioni ,
pag. 246» osserva col detto
o di finissima tela , coi quali il patriarca, essere ben di ragione
diacono scacciava le mosche dall'al- che si facesse a Dio nascosto nel
tare nel tempo del santo sagrificio Sagramento, quell'onore che a lui
della messa. La loro istituzione ri- nel trono eccelso della sua maestà
sale ai tempi apostolici, giacche nel- facevano i serafini veduti da Isaia :

le Conslit. Apost. di s. Clemente, « Dominum sedentem super solium


lib. 8, cap. 12, si legge : » Duo dia- « excelsum, et elevatum Seraphim
« coni ex
utraque parte altaris « stabant super illud sex alae uni,
» (cioè nel tempo, che vi si cele- » et sex alae alteri duabus vela-
» bra la messa) teneant flabella ex » bant faciem ejus ". 11 Novaes nel

» tenuissimis membranis, aut ex tom. I delle sue Dissertazioni, pag.


» pennis pavonis, aut ex linteo, ut 1 1 6, dice che i greci nel conferire
FLA FLA 89
l'ordine del diaconato, fra le altre naco nella vita di Eutimio abbate,
1

cose consegnano anche il flabello, coni' è registrato nell Analeclorum

leggendosi nella vita di s. INiceta ,


graecorum ,
pag. 60 , e si riferisce

presso il Surio, Vitae Sanctoium, dal p. Mabillon nel commento agli


die 3 aprìlis : » Sanctus vero Atha- ordini romani, pag. 47- Inerendo
* nasius assistebat cogitai ione et il citato Gaetano a questo antico
» mente tota intentus, minislerii costume, nel cap. 58 del suo ritua-
» flabellum tenens; erat eoi ni dia- le, che quando il Pontefice
dice
» conus ". I greci li formano di siede con la mitra »> si opportu-
sottili membrane, nelle quali dipin- » mira videbitur , is qui niitram
gono cherubini e nel tempo del
,
» servat stans juxta Pontificem, et
sacrifizio movendoli in due lati » flabellum tenens abigat ab eo
con maestosa cerimonia
deil'altaie, » muscas", e con ragione poiché
impediscono che le mosche volan- il Pontefice in tal tempo tiene im-
ti non cadano nei calici. Tanto ri- pedite le mani sotto una tovaglia
ferisce Durando de Rit. cap.lib. 1 « quam Pontifex semper habere
io, e perchè più chiaramente si » debet cura sedet " secondo l'an-
comprendine le diverse forme dei tico rito, ove si dice: » uno de aco-
flabelli, è a vedersi il p. Bonanni * lythis espandente supra gremium
nella Gerarchia ecclesiastica,
sua « ejus pulchram tobaleam etc. ".
il quale trattando al capo XCV1II, Che sia stato usato tal rito nel tem-
J
Dell'i ventagli, co quali suol essere po messa nella Chie-
di celebrare la
accompagnato il sommo Ponte/ice sa latina, tra altri ne fa fede
gli

portato in sedia, ci dà una tavola Uldarico nel lib. 3 Consuetudinum


con tre figure di flabelli, cioè il cluniacensium cap. 3o ; così dice
greco, il latino e l'arabo. Il pri- anche nelle consuetudini di s. Be-
mo consiste in un'asta alla cui ci- nigno Divionese cap. 12, non che
ma è la testa di un cherubino con Ilidelberto arcivescovo di Tours
sei ali; il secondo parimenti forma- nella lett. 8, il quale aggiunge che
si di un'asta alla cui estremità in siccome con questo stromenlo si
forma di sono due dop-
ventaglio cacciavano le mosche dai sagrifìzio,
pi ordini di penne occhiute di pa- cosi devonsi ributtare dalla mensa
vone; il terzo ha sull'asta un di- eucaristica gli assalti delle tenta-
sco cou lastra di ottone intorno al- zioni col ventolo della santa fede.
la quale sono quindici sonagli, con Presso i fungevano questo uf-
greci
velo o panno pendente da un lalo. fìzio i diaconi , ed appresso i lati-
Dal Gaetano a pag. 3o5 del Ri* ni qualsivoglia ministro, e in essi
tuale si ha che i flabelli usavansi perseverò l'uso sino al secolo XIV,
anticamente pure nella Chiesa la- come prova il detto Gaetano nel
tina , e per due ragioni una ad , cap. V del Rituale, in cui fa men-
refrigerandum aerem, l'altra ad a- zione di due ventagli , uno porta-
bigendas muscas e nella vita di , to dal ministro che conservava la
Fulgenzio antico vescovo ruspense, mitra, l'altro da un cappellano o
si legge, che essendo monaco spes- chierico minore. L'antichità del-
so s' impiegava in tessere ventagli l' uso de' ventagli la provò puro ,

con le foglie di palma, delle qua- nelle sue liturgie il cardinal Bona,
li fece anche menzione Cirillo mo- lib. !_, e. XXV. Che si usassero nel
90 FLA FLA
pontificato di ha dal
Nicolò V, si scovo di Vaison , che pubblicò
cerimoniale mss. di quel tempo, una dotta dissertazione su tali ven-
conservato nella biblioteca Barbe- tagli , De flabellis pontificiis seti

rini, in cui leggesi: » De his quae muscariis pavonicis , Vasioni et


« servanda sunt circa ministerium, Lugduni i652. Per essere questo
« quando episcopus cardi nalis mis- libro raro, ne riferiremo le prin-
» sae solemnia celebrai; referant cipali cose. Conviene siili' origine
» quoque aeslivo tempore flabella dai tempi apostolici, come prescrit-
» ad ejiciendas muscas in ministe- ti dalla liturgia di s. Giacomo, ri-
n rio". Al presente non si usano

ferita anche da s. Grisostomo,
Gio.
i ventagli o flabelli neppure quan- essendo altresì noverati tra le sup-
do il sommo Pontefice celebra la pellettili sagre della .chiesa Alessan-
messa solenne, ma solamente si por- drina, nel codice dei tempi di Era-
tano nel tragitto eh' egli fa in se- clio.Quattro ragioni rinvenne il
dia gestatoria^ dalla camera de' pa- Suarez sull'uso dei flabelli, la pri-
ramenti, o dal luogo ov' è asceso in ma per refrigerare l'aria ne' tempi
sedia, sino all'altare ove deve cele- caldi, principalmente nell'estate, e
brare la messa, fare od assistere e nel tempo in cui i sommi Pon-
altra funzione, non che alle sum- tefici solevano andare scalzi, vesti-
mentovate processioni del Corpus ti di pesanti addobbi sacerdotali, che
Domìni, Canonizzazioni , apertura perciò vi era l' uso nelle diverse
e chiusura delle porte sante ec. stazioni ove si fermavano di tener
IlMacri parlando di tali ven- pronta l'acqua calda, acciocché re-
tagli, nellaNotizia de vocabol. eccl. stassero i piedi mondati dalle soz-
riferisce che non solo sono usati zure raccolte nel viaggio colla pol-
dal romano Pontefice nelle solenni vere e il fango , adoperandosi an-
funzioni, ma anche dal priore con- cora il pettine per ripulire i capel-
ventuale dell'ordine gerosolimitano li dalla polvere: su di che può ve-
de' cavalieri di Malta, dall'arcive- dersi 1' articolo Letto de' paramen-
scovo di Messina allorché celebra- ti, giacché solevano riposarsi su
no pontificalmente, e dal vescovo dei letti. La seconda per tenere
di Troia nella Puglia, quando si lontane le mosche e altri anima-
celebra la processione della festa letti, massime quando vi era l'uso
del Corpus Domini. Aggiunge di nella Chiesa di partecipare ai laici
essere stato prescritto il medesimo il vino consagrato , che perciò si

rito nel cerimoniale de' religiosi do- usavano calici capaci di molto vi-
menicani al num. 6, ove si legge : no, che ad essi era distribuito, on-
>> Tempore quoque muscarum de- de tali animali solevano restare im-
» bet eas diaconus flabello amove- mersi in quello allettati dall'odore,
» re, ne molestent sacerdotem, et ma con il moto di tali ventagli
» abigere a sagrificio". Questa ru- n'era impedito l'accesso. La terza
brica però non fu praticata in Ita- ragione misteriosa, dice essergli sta-
lia, ma in alcuni luoghi della Spa- ta suggerita da ciò che scrisse a
gna. Dei flabelli molto ne parlò il Marcello s. Girolamo. « Quod au-
Sarnelli nel cap. 38 della sua Ba- » tem, et matronis offertis musca-
silicografia, e più. di ogni altro l'e- « ria parva, parvis animalibus even-
rudito Giuseppe Maria Suarez ve- » tilaudis, elegans siquidem signifì-
,

FLA FLA 91
» catio est debere luxuriam cito
,
caute , da cui è significato Iddio.

• restinguere, quia muscae moritu- Oltre di che, mentre il romano


» ne oleum sua vitata exterminant, Pontefice è portalo verso l'altare,

« Belzebut, nempe Deus niuscarum non potendo volgere gli sguardi nel-
« exponitur, quia ab crebras victi- le parti laterali, tiene fissi gli oc-
» marum caedes in ejus sagri ficiis chi verso il luogo ove deve offe-

- exundante largius animantium rire il sagrifizio, ed a quello tene-


» cruore infecta , et uda humus re la mira icon
suoi pen-
tutti

» respersumque et , madens pavi- sieri ed affetti. Cercando poi il


*> mentum, sordibusque immolatitii Suarez le ragioni per le quali piut-
» sanguinis iniquitatum niuscarum, tosto delle penne di pavone, che
« et culicum numerosas invitabat di altri uccelli sieno composti tali
». turmas ". Un'altra misteriosa ra- ventagli, dopo aver indicato molti
gione gli fu suggerita da Jobio mo- pregi di tale uccello, conclude es-
naco con le seguenti parole. » Do- sere proprietà di esso il porre in
» minico corpore proposito super fuga col suo canto i serpenti , on-
m sacra mensa, idcirco his, qui u- de insegnasi con le di lui penne
h trinque sacris ministrans flabella l'odio che si deve avere contro il
t» ex. alis facta prolatis veneran- vizio e il demonio, oltreché nel pa-
u dis misteriis admovent, quae sex vone ottimamente si esprime il me-
n alas habentium referunt fìguras ,
desimo Salvatore, come insegnò s.
« ut ne sinant sagrifìcos his, quae Antonio d'i Padova riferito dal Bo-
* videntur immorari , sed super sio nella Roma sotterranea. Però
» omnem materiam elatos mentis Domenico Macri nel Hierolexicon,
» oculos, et visus in invisibilem con- verbo Flabdlum, dice che le pen-
» templationem, et inexcogitabilem ne occhiute del pavone significano
» illam pulchritudinem, ut decui'- che il Pontefice deve camminare
*> rere valeant, praeparent; etenim molto circospetto nelle sue azioni,
« corporaliter adstanti Domino cum essendo attorniato da numerosissi-
» timore, ac tremore Seraphim in- mi occhi del suo popolo, che Io
ai serviunt; cujus timoris , ac tre- notano; e quali e quanti occhi gli

» moris signum esse factum per sieno necessari per non perder mai
»> alas motum, quem qui ministrant di vista gli affari di tutta la Chie-
» ciunt". sa. Il medesimo Macri nota, che i

A tutto ciò aggiunge l' erudito flabelli usati dai maroniti, armeni,
prelato, che sostenendo il sommo ed altri orientali con vari campa-
Pontefice le veci di Dio in terra, nelli, sono vicino al celebrante agi-
si manifesta al popolo la di lui tati da due chierici o diaconi, nel
dignità, mentre è circondato dalle pronunziare l'inno cherubico: San-
penne di pavone, conforme al det- ctuSj Sanctus ec, rappresentando
to d' Isaia profeta riportato di so- col tremore delle mani quello dei
pra. E simboleggiandosi ne' detti beati spiriti assistenti al trono del-
ventagli tremuli i serafini riverenti la divina maestà cum timore, et
al trono di Dio, vollero i greci e tremore, che in alcune chiese si

i maroniti alludere ad essi adope- esprime ancora col suono dell'or-


randoli con un moto di mano tre- gano. Al Pontefice Pio VII la mar-
mante attorno il sacerdote saqrifi- chesa Nicoletta Durazzo da Geno-
,
,

9» FLA FLA
va, nata Mari, donò chic flabelli tra gli ornamenti con cui gli antichi
che quel Papa usò nel 1 8 5 nel- 1 cristiani nelle feste addobbavano le

le sagre funzioni che celebrò nel chiese, vi ponevano dei flabelli sul-
Genovesato, ed in Roma nella cap- le colonne negli angoli, che i greci
pella della ss.Annunziata nella chiamarono che nella chie-
ripidi, e
chiesa di s. Maria sopra Minerva sa di s. Sabina di Roma, per imi-
nel 1816, in un alla sedia gesta- tazione di sì fatti ornamenti, ve-
toria di elegante e ricco lavoro devansi nelle feste, negli angoli fra
regalatagli dalla nazione genovese arco e arco, molti di questi flabelli

per mezzo del loro arcivescovo il fatti commesso


di di piccole lastre
cardinal Spina. di marmo.
Oltrenominati autori scrisse-
i FLAGELLANTI. Eretici che
ro sui flabelli il p. Pacciaudi nel comparvero a Perugia dopo la me-
Commentar, de umbella e gest ado- tà del secolo XIII, e propagaro- si

ne, Romae 1752; il citato p. Bo- no molte altre


in tutta l'Italia, e in
nanni, Numìsm. Rom. Pont. tom. patti dell'Europa,! quali furono così
II, p. 672 ; Sebastiano Pauli, De chiamati perchè uomini e donne im-
patena argentea Forocorneliensis s. modestamente, e sino a sangue si di-
Petri Chrisologi pag. 78; Sarnelli, sciplinavano pubblicamente andando
Lettere eecl. tom. X, lett. XLVI1I, per le città ed i villaggi. Essi spar-

Del ventaglio che il vescovo greco sero molti errori. Riprovavano l'u-
dà all'ordinato diaconoj il p. Me- so de' sagramenti, volendo che la

nochio, Dell'uso de' ventagli nella flagellazione supplisse per tutti, e


Chiesa 55, p. 86, centur. 6 del-
e. fosse vero martirio, perchè volon-
le sue Stuore; e Michele Ardito , tario, e che nessuno senza questa
Dissertazione sopra la materia, e si potesse salvare. Dicevano : 1 e-

l'uso de' ventagli appo gli antichi, vangelio avere da loro la perfe-
Napoli 1790. Dalla Storia de' so- zione ; cessata l' adorazione delle
lenni possessi del Cancellieri, a pag. croci e delle immagini ; aboliti i

36, si ha che in quello preso nel digiuni, fuorché quelli della vigilia
i/^o5 da Gregorio XII, avanti la di Natale e dell'Assunzione di M.
ss. Croce « duo eliani praemittun- V. l' acqua
; benedetta non avere
>; tur equites ,
qui in longissimis nessuna virtù; il battesimo d'acqua
-' bastis geminos cherubinos inge- essere inutile, e perciò necessaria
» runt, in qui bus cadesti um coni- la flagellazione; favola il purgato-
ti mercia regnorum repraesentan- rio; lecito il giuramento; e che
» tur ". Il Macri nel Hierolexicon con una flagellazione di trenta-
qui crede che
indicati i flabelli, quattro giorni acquistavasi il per-
talvolta furono chiamati Cherubini dono di tutti i peccati. Gerson
o Cherubini. V. il Goar neh' Eu- scrisse un trattato contro le fla-

cliologium. Nella descrizione poi del gellazioni pubbliche, ed il concilio


possesso preso nel 1 644 c' a Inno- generale di Lione II, celebrato da
cenzo X si legge che fu alzato in Gregorio X, condannò i flagellanti:
sedia gestatoria con due ventagli dipoi anche il Papa Clemente VI
di penne, con l' arme sue. Final- condannò questa setta nel i349-
mente riporta il Buonarroti, nelle De' flagellanti scrisse molte cose il
Osservazioni sui vasi di vetro j che p. Gretseio nel toni. IV delle sue
,

FLA FLA 93
Opere, de disciplinis. Ne scrisse an- piedi di montone, e allora il fla-

cora la storia Giacomo Boileau gellato spirava d' ordinario sotto le


della quale fece una bella critica percosse. All'articolo Disciplina pe-
il celebre Gio. Battista Thiers , a- nitenziale (Vedi), non solo si è
vendo l'opera questo titolo : JJistoi- detto della flagellazione volontaria,
re des J/agellans, Paris 1703. ma delle diverse specie di flagelli,

FLAGELLAZIONE ( Flagella- e di alcune opere che di essi trat-

tio). Questo cb'è l'atto di flagel- tano. Il p. Mamachi nel tom. II


lare, come punizione era in uso De' costumi dei primitivi cristiani,
presso gli ebrei; facilmente s' in- o pag. 288 e seg. discorre sulla
correva in questa pena, ma essa diversità de' flagelli co' quali erano
non era disonorante. Subivasi di battuti i cristiani dai tiranni; ed
ordinario nella sinagoga; il peni- il p.Ruinart negli Atti sinceri dei
mani ad
tente era attaccato colle primi martiri della Chiesa cattoli-
una colonna, o ad un pilastro ed ca, nel tom. I, p. i\ 3, parla della
aveva le spalle nude; d'uopo era flagellazione, tormento dei servi; a
però die a questa specie di disci- pag. 348, dei bestiari che prima
plina, assistenti fossero Ire giudici, si flagellavano; ed a pag. 37 1, dei
de' quali uno leggeva le parole condannati a morire a colpi di
della legge, un altro contava col- i scure. Sebbene non era lecito fla-
pi o le percosse, e il terzo inco- gellare, o battere con verghe un
raggiava l'esecutore, ch'era d'or- cittadino romano, questo riguardo
dinario il sacerdote ebdomadario. non si usò coi martiri del cristia-
Fu pure conosciuta la pratica del- nesimo i principi degli apostoli i
:

la flagellazione dai greci e dai ro- ss. Pietro e Paolo furono flagellati

mani, ma questo era supplizio più. prima del loro glorioso martirio,
crudele della fustigazione. Si fla- ad onta che il secondo fosse citta-
gellavano previamente coloro che dino romano. Qui noteremo che
dovevano essere crocefissi, ma non nel trionfo di M. Furio Camillo
si crocifìggevano tutti coloro che dittatore, vincitore dei veienti, fu
venivano flagellati. Gesù Cristo attaccato al suo carro trionfale una
prima di essere crocefisso fu aspra- campana ed un flagello, per av-
mente flagellato dagli ebrei. Si at- vertirlo a non insuperbirsi del suo
taccavano i delinquenti ad una trionfo, e a ricordarsi che poteva
colonna nel palazzo dove ammini- essere anche flagellato e condotto
stra vasi la giustizia, o pure si fa- anche al patibolo, costumandosi
cevano girare nei circhi i rei che appendere una campana piccola al
condannati erano alla flagellazione. collo di quelli che vi erano stra-
All' articolo Colonna relìquia in- scinati, acciò niuno si accostasse
signe Vedi ) parlammo di quella
( loro per timore di malefìzio.
su cui fu flagellato Gesù Cristo, e La flagellazione diventò poi una
dell' uso di flagellare. Era più igno- pena canonica. Narra il Rinaldi al-
minioso 1' essere flagellato, che non l' anno 5iZ, num. 5 e 6, che i
essere battuto colle verghe ; i servi flagelli furono adoperati ne' giudi-
erano battuti coi flagelli, i liberi zi ecclesiastici per far confessare
con verghe e bastoni. I flagelli la verità, e in pena; quindi dice
erano talvolta armati di ossa di che il Papa s. Ormisda trovando
,

FLA
gli eretici manichei ostinati nei loro non sembra ad alcuni scrittori che
errori, dopo averli fatti esaminare si desse luogo a flagellazioni volon-
per via di battiture, li mandò in tarie avanti il secolo XI; e questo
esilio, bruciando avanti la porta può riferirsi pure alla Francia
della basilica Costantiniana i loro perchè si citano s. Luigi, e s. Pop-
libri. Ecco qui la pratica del giu- pone, altri dicono s. Guyone ab-
dizio ecclesiastico, cioè cavarsi pri- bate di Pomposa, e s. Pompone
ma dai nascondigli somiglianti fie- abbate di Stavela, come i primi
re, e poi essere esaminati e flagel- che si sottoposero volontariamente
lati, perchè confessino la verità. a quella macerazione, e questi mo-
Né solamente a far confessare il rirono l'uno nel io4o, l'altro nel
vero, ma anche in pena furono so- 1048. Quello che più si distinse
liti i vescovi di adoperare i flagel- nella pratica della flagellazione vo-
li, come si vede appresso s. Gre- lontaria fu s. Domenico Loricato
gorio I in più luoghi, di che il ( Fedi ).

Pontefice stesso ordinò a Pascasio In Italia si conservò lungamen-


vescovo, che privando un tal Ilario te nei secoli bassi il costume della
dell' ufficio del suddiaconato, del flagellazione amministrata ai peni-
(piale n'era indegno, e pubblica- tenti dopo la confessione sagramen-
mente castigandolo con battiture, tale, e il celebre marchese Boni-
il facesse condurre ad esempio de- facio padre della contessa Matilde,
gli altri in esilio. Ma
benché fosse andando annualmente a deporre
a' vescovi ciò conceduto, pur non- le sue colpe presso l'abbate del-
dimeno sovrastava a tutti, siccome l' Pomposa, diceva che
abbazia di
discreto arbitro il sommo Ponte- quell'abbate punto non lo rispar-
fice, acciocché non usassero in que- miava, e che una volta specialmen-
sto troppo rigore. Ed è perciò che te lo aveva crudelmente flagellato.
il medesimo s. Gregorio l fece di- Da derivò secondo alcuni
questo
vieto ad Andrea vescovo di Fe- 1' uso tuttora sussistente, che pe- i

rentino, che per due mesi non nitenzieri, massime delle cattedrali
potesse celebrare messa, perocché e de' santuari, tengono una lunga
aveva fatto troppo crudelmente bacchetta fuori del loro tribunale
battere una donna. Assicura, inol- o confessionale, la quale però in
tre il Rinaldi che anco agli abbati oggi ad altro non serve se non
fu conceduto di punire con verghe che ad indicare le facoltà loro più
i colpevoli. Indi si flagellavano i estese di assolvere anche dai casi
penitenti ; ne' monasteri s'introdus- riservati. Ma del significato di ta-
se la .flagellazione, e questa soven- li bacchette è a vedersi 1' articolo
te si amministrò anche ne' tribu- Confessionale. Il p. Menochio nel-
nali di penitenza. In Francia tro- le sue Stuore, tomo II, pag. 553,
vasi sino dall'anno 5o8 stabilita tratta del flagellare come si faces-
la flagellazione, come pena applicata se dagli antichi. Che i flagellanti
alle religiose indocili, in una regola diedero 1' origine alle pie confra-
stesa da s. Cesario d'Arles. Molti ternite dei laici, lo si dice all'ar-
fondatori di ordini e congregazioni ticolo Confraternite (Fedi). Il Can-

religiose stabilirono dappoi la stes- cellieri Settimana santa, pag.


nella
sa disciplina nei loro ordini ; ma 106, descrivendo la lavanda del-
,

FLA FLA 95
l'altare che si fa nel giovedì santo ed ebbe l' educazione conveniente
nella basilica vaticana ,
per mez- al suo grado. Coltivate le scienze
zo di aspergilli fatti con rami di e particolarmente la filosofia, si

tasso o di busso, ma comunemen- esercitò pure nella eloquenza, per


te di sanguinella , tutti arricciati cui successivamente fu fatto giudi-
e aggiustati a guisa di diadema, ce nella quarantia, avogadore del
dice che secondo i liturgici pos- comune, censore, senatore, consi-
sono indicare la corona di spine gliere, correttore straordinario, dan-
messa sul capo del Redentore., ov- do in tutti gì' impieghi prove di
vero co' loro rami divisi e tagliati abilità, e di zelo per la patria. Si
in più fila, i flagelli con cui fu attribuisce a lui principalmente il

percosso. V. il Bergier, Dizìon. merito della proibizione de'giuochi


Encidop. , all'articolo Flagellanti. di azzardo, e la chiusura dell'abbo-
FLAGELLI. V. Flagellazione. minevole casa denominata Pudotto.
FLANDRIN1 Pietro, Cardinale. Essendo nel 1762 morta la mo-
Pietro Flandiini trasse origine in glie Laura Maria Donato, lascian-
Bourca, oscuro castello delle Gal- dogli una figlia per nome Cecilia,
lie, nella diocesi di Viviers, circa che poi maritò col conte Giulio
l'anno i3oo. Riuscì celebre nel di- Panciera, dimostrò inclinazione di
ritto civile ed ecclesiastico , e fu dedicarsi in servigio della santa
perciò eletto uditore di rota, de- Sede. La veneta repubblica il no-
cano della chiesa di Bazas, refe- minò a tal riguardo uditore di
rendario apostolico, e poi da Gre- rota per la sua nazione in Pioma,
gorio XI, nell'anno 1 37 1, diacono e Clemente XIV ne approvò la
cardinale di s. Eustachio. Ebbe la scelta, facendolo poi uditore Pio
commissione col cardinal Noelet- VI a' 2 6 febbraio 1777. Fu questa
ti o Noellet d' istituire processo la prima volta che la repubblica
contro 1' eretico fr. Pietro Bona- volle usare del privilegio accorda-
geta francescano; e così pure in Clemente XIII,
togli dal concittadino
società di altri personaggi ebbe l'in- mentre in avanti l'uditore di rota
carico di esaminare la dottrina per Venezia era scelto dal Papa
di Raimondo Lullo. Seguì il Pon- sopra quattro nomi di dottori citta-
tefice da Avignone a Roma, e fu dini a lui assoggettati dalla repub-
anche esecutore testamentario di blica. Si vuole che da Sisto V avesse
quel Papa, il crnale lo avea lascia- origine tale nominazione, ciò che me-
to vicario pontificio nella Toscana. glio si dirà all'articolo Uditori di ro-
Ma eletto Pontefice Urbano VI, il ta (Vedi).\n questo nuovo incarico si

Flandiini si ribellò, e aderì all'an- mostrò prelato di grande sapere in


tipapa senza lasciarci sicuri segni del giurisprudenza, e 'di molta integri-
suo ravvedimento. Morì in Avigno- tà nell'amministrazione della giu-
ne nel i38i, ed ivi pure fu sep- stizia.Per le istanze della repub-
pellito. blica Pio VI voleva crearlo car-
FLANGINI Luigi, Cardinale. dinale nella sua XV11I promozio-
Luigi Flangini nobile veneziano ne de'3o marzo 1789; ma poi si
da Marco conte del sagro romano ricusò finché la stessa repubblica
impero, e da Cecilia Giovanelli nac- non lo avesse provveduto di asse-
que in Venezia a' 26 luglio 1733, gnamento bastante a mantenere il
,

96 FLA FLA
decoro della porpora. Avendogli del doge Marco
Foscarini, Vene-
poi la repubblica assegnato per zia 1761; Lettera patriarcale per
provvista annui dodicimila ducati la sua assunzione al patriarcato,
il Papa nella seguente promozione stampata in Vienna nel 1802, ol-
dei 3o agosto lo creò cardinale tre altra pubblicata in Venezia nel
dell'ordine de'diaconi, e poscia gli 18o4 Apologia di Socrate scritta
;

conferì per diaconia la cbiesa dei da Platone, traduzione dal greco,


ss. Cosimo e Damiano, annoveran- inserita nel Corso ragionalo di
dolo alle congregazioni del concilio, letteratura greca dell' ab. Cesarot-
dell'esame de' vescovi, de'riti, e del- ti; Argonauti di Apollonio Rodio,
l'immunità. Indi passò alla diaco- traduzione in versi con note, Ro-
nia di s. Agata alla Suburra, e ma 178 Giovanni Lamen-
r. II p.
poi all'ordine presbiterale, ed al ti nella Storia della diaconia di
titolo prima di s. Marco, poi di s. Agata, a pag. LVII, descrive i
s. Anastasia }
intervenendo già sa- benefizi dal cardinale fatti a detta
cerdote nel conclave tenuto in Ve- chiesa, e delle due portiere di drap-
nezia all'elezione di Pio VII. Nel pri- po giallo, colle sue arme ricamate.
mo concistoro cbe questi tenne nel A pag. XI poi descrive gli uffizi

monistero di s. Giorgio Maggiore da lui esercitati prima di dedi-


a' i aprile, dall' ordine diaconale carsi allo stato ecclesiastico, e fa
trasferì al presbiterale il cardinale. il novero delle sue produzioni let-
Questo Papa, per nomina dell'im- terarie.
peratore Francesco II, fatta a'i 4 di FLAVIADOMITILLA(s.). Figlia
novembre 1801 lo dicbiarò pa-
, della sorella del console Flavio Cle-
triarca di Venezia e primate della mente, per
martirizzato la fede.
Dalmazia, cui l'imperatore aggiun- L' imperator Domiziano, tuttoché
se le onorificenze di conte del sa- suo parente, la bandi nell' isola
gro romano impero, di consigliere Ponzia; sulla costiera di Terracina,
intimo attuale di stato, e di gran dopo averne condannato a morte
croce dell' ordine di s. Stefano di lo zio. Ella visse in quell' esilio
Ungheria. Mori in detta città ai negli esercizi della pietà cristiana,

29 febbraio 1804, e fu esposto e co' suoi eunuchi Nereo ed Achil-


sepolto in quella chiesa patriarcale leo ; e le cellette nelle quali abi-
ora concattedrale di s. Pietro di tavano separati gli uni dagli altri,

Castello, ove la figlia e la sorella sussistevano ancora trecento anni


gli eressero un'onorevole iscrizione. dopo il martirio. Troviamo negli
Lasciò alcuni monumenti lettera- atti de' santi Nereo ed Achilleo,
ri del suo ingegno e coltura, che che Domi lilla andò a Terracina, e
pubblicò colle stampe; e sono: che vi fu abbruciata d' ordine di
Annotazioni alla corona poetica di Traiano, perchè ricusò di sagri-
Quirino Telpasinio in lode della fìcare agi' idoli. Le sue reliquie
repubblica di Venezia, sotto il suo si venerano in Roma con quelle
nome arcadico di Agamiro Pelo- di questi santi, che suoi servitori
pideo, Venezia 1750. Col medesi- in terra, furono fatti compagni del-
mo nome, Rime di Bernardo Ca- la sua gloria in cielo. Se ne cele-
pello con annotazioni , Bergamo bra la festa ai 1 1 di maggio.
1753; Orazione per l'esaltamento FLAVI ANO (s.). Prete e teso-
FLA FLA 97
riere della chiesa di Costantinopoli, ti per rappresentarlo . Agli 8 di

4 ue ^ v '°"
'

ne fu assunto alla dignità di arci- agosto del 449 s' a P ei se

vescovo 447- Questa ele-


l' anno lento concilio, ove dopo lunghe
zione dispiacque all' eunuco Crisa- contese Dioscoro pronunziò la sen-
fio, ciambellano dell'imperatore Teo- tenza di deposizione contro Flavia-
dosio il Giovane, e procurò in va- no ed Eusebio da Dorilea. I le-
rie guise la rovina dell'arcivescovo, gati del Papa protestarono contro

approfittando dell'ascendente che questa sentenza, e molti vescovi


avea sul debole principe. Avendo scongiurarono Dioscoro, allorché "si
poscia Flaviano, nel concilio da lui mise a leggerla, di non andare più
radunato a Costantinopoli l'anno innanzi ; ma egli lungi dal piegarsi

448, condannato gli errori di Eu- chiamò i commissari dell' impera-


tiche, eh' era parente di Crisafio, tore, e Proclo proconsolo d' Asia
l' odio di costui non ebbe più li- entrò seguito da una compagnia di
miti. Stimolò F imperatore di or- soldati con catene, bastoni e spa-
dinare la revisione degli atti del de. Il più de' vescovi spaventati so-
concilio ; ma
esame che se ne 1' scrissero, ma i legati del Papa fu-
fece non che a maggior con-
servi rono sempre fermi contro queste
fusione di Eutiche, e a gloria del- violenze. Flaviano consegnò ad essi
l' arcivescovo. Il perverso Crisafio, 1' atto della sua appellazione. Dio-
vieppiù adirato, scrisse a Dioscoro scoro furioso si avventò contro il

patriarca d' Alessandria, im- uomo santo, in un con Barsumas ed al-

petuoso e violento, promettendogli tri del suo partito, lo gettarono a


la sua amicizia e protezione, s'egli terra, e lo maltrattarono in modo
volesse prendere la difesa d' Euti- che ne mori poco dopo presso E-
che, e far lega con lui contro Fla- pipe, ov' era stato esiliato. L'anno
viano ed Eusebio da Dorilea che seguente, succeduta al trono Pulche-
l'avevano accusato. Poiché ebbe su- ria, dopo la morte di Teodosio, ordinò
bornato il patriarca, procurò di che il corpo del santo fosse solenne-
guadagnare l'imperatrice Eudossia, mente trasportato a Costantinopoli, e
la quale gli aderì per mortificare seppellito cogli arcivescovi suoi pre-
Pulcheria sorella dell' imperatore, decessori. Il concilio generale di
cui sapeva essere protettrice del Calcedonia nel 4^' annoverò Fla-
santo arcivescovo. Teodosio sedotto viano fra i santi ed martiri, ri- i

s'indusse a convocare un concilio ad mise Eusebio da Dorilea sul pro-


Efeso per la pretesa necessità di prio seggio, e condannò Dioscoro. Il
metter fine a tutte le contenzioni. Papa s. Ilario, il quale era stato uno
Ordinò a Dioscoro di recarvisi a dei legati di s. Leone I ad Efeso,
presederlo, e condur seco dieci dei avea tanta venerazione pel santo
suoi metropolitani, altri dieci ve- arcivescovo, che fece rappresentare
scovi e l'archimandrita Barsumas, il suo martirio nella chiesa ch'egli
eh' era tutto de' nemici di Flaviano. eresse in onore della croce del
Gli altri patriarchi ed il Papa s. Salvatore. La festa di s. Flaviano
Leone I furono altresì invitati al con- si celebra il 17 febbraio.
cilio ; ma il Papa non ebbe che FLAVIANO (s.). V. Monta-
assai tardi la lettera dell' impera- no (s.).

tore, tuttavia mandò quattro lega- FLAVIOPOLI o FLAVIA. Cit-


vol. xxv.
, ,

98 FLA FLE
là vescovile dell' Asia nella Cilicia, dell'Asia Bitinia nominata
nella ,

situata a' piedi del monte Tauro, da Tolomeo, e chiamata pure Cra-
ed assai vicina alla sorgente del tea, e Cratia. Nelle notizie eccle-
Calycadnus. Deve il suo nome al- siastiche è registrala nella provin-
l' imperatore Flavio Vespasiano. È cia di Onoriade, sotto l'esarcato di
chiamata Flavia* nelle notizie di Ponto. Fu eretta in vescovato nel
Jerocle, ed è verisimilmente la stes- quarto secolo, e dichiarata sufFra-
sa detta Flavìada nell' itinerario ganea di Claudiopoli.
di Antonino, ov'è marcata sulla FLECHIER Spirito. Vescovo di
strada di Cesarea di Cappadocia Nimes, nacque a Pernes nella dio-
ad Anazarbo. In oggi chiamasi pu- cesi di Carpenlrasso l'anno i63"2.
re Vico Filìopoli , in Caramania Entrò di sedici anni nella congre-
dominio della porta ottomana. Ap- gazione de' padri della dottrina cri-
partenne al patriarcato di Antio- stiana, nella quale era generale Er-
chia, ed seconda provincia ec-
alla cole Audifret suo zio. Quivi co' piìi
clesiastica di Cilicia. Nel quinto se- rapidi progressi si educò d'ingegno
colo vi fu eretta la sede vescovile e di cuore, essendosi dedicato spe-
suffraganea della metropolitana di cialmente allo studio delle belle
Anazarbo detta anche Aesar o Ac- lettere , e degli oratori antichi e
seraì. I suoi vescovi furono, 'A- moderni. Piattristato- poscia per la
lessandro che fu altresì vescovo di morte di suo zio, passò a Parigi
Gerusalemme sotto l' imperatore A- ove colle sue poesie, panegirici, e
lessandro Severo figlio di Mam- funebri orazioni rese celeberrimo il

mea; Niceta che intervenne ai con- suo nome. Per volontà del duca
cili di Nicea e di Antiochia ; Gio- di Montausier avea scritta la vita
vanni che fu al concilio di Calce- di Teodosio il Grande per am-
donia ; Andrea che trovossi al con- maestramento del gran delfino
cilio di Mopsueste, radunato per quando nel i685 fu sollevato al
ordine dell' imperatore Giustiniano vescovado di Lavaur. Ma non pas-
I a cagione di Teodoro di Mop- sarono due anni che contro la sua
sueste, e trovossi pure al quinto volontà fu trasferito a quello di
concilio ecumenico ; Giorgio che as- Nimes, diocesi ripiena di calvinisti.
sistè al sesto concilio ecumenico; Ma siccome suo carattere era la
ed Eustrato che venne designato mansuetudine, sua principale dote
patriarca di Costantinopoli dall'im- T eloquenza così nel suo regime
,

peratore Niceforo Foca. Al presen- riportò sopra di essi innumerevo-


te Flaviopoli, Flaviopolitan, è un li trionfi. Morì questo illustre, vir-

titolo vescovile in partibus, sotto tuoso , e saggio prelato a Mon-


la metropoli pure in partibus di pellieri nel 17 io, d'anni settan-
Anazarbo, che conferisce la santa totto, fra le lagrime de' suoi dio-
Sede. Ne furono ultimi vescovi cesani, e la slima degli stessi suoi
monsignor Giovanni Wilkychi e , nemici. Le principali sue opere
monsignor Epifanio Maria Tunisi sono: i.° Orazioni funebri ; i.° Fa-
di Cefalo, fatto dal regnante Pon- negiricij 3.° alcuni Sermonij /L

tefice nel concistoro de' 1 7 settem- Storia dell' imperatore Teodosio d


bre i838. Grandej 5.° Fifa del cardinal
FLAVIOPOLI. Città vescovile Coinmendoiu', tradotta dal Ialino
, ,

FLE FLE 99
ilei Grazi ani; 6." Vita del cardi- quel vescovo che gli fosse piaciuto.
nale. Ximcnes; y.° Pastorali, ec. L* osservanza regolare fu lungo
Fu pure autore di alcune Lettere, tempo in vigore in questa abbazia:
nelle quali si trovano cose curiosis- vi s' insegnavano le scienze divine

sime sulle turbolenze di Cevennes. ed umane , e questa casa fu sem-


La sua orazione funebre pel Tu- pre in grandissima venerazione in
renna è ritenuta da' dotti come la tutte le provincie vicine; ma le de-
principale fra le sue produzioni. vastazioni de' normanni avendo co-
FLEURY, o S. Benedetto sulla stretto molte volte i religiosi a sor-
Loira in Francia. Abbazia dell'or- tirne , il rilassamento s' introdusse
dine di s. Benedetto, eli' era situa- fra essi, non restando loro che il

ta in un borgo del medesimo no- nome di monaci. Quando s. Odo-


me, stilla riva destra della Loira ne abbate di Cluny presentossi lo-
nella diocesi d' Orleans ,' tra Sully ro per ristabilirvi la riforma, i mo-
e Targeau. Fu fondata verso la naci si armarono per respingerlo coi
metà del secolo VII da Leodebaldo vescovi che lo accompagnavano,
abbate di s. Aignan, sotto l'invo- come si trovassero ancora in
se
cazione di s. Pietro, ma in seguito faccia normanni. Quel savio e
ai
preso il nome di s. Benedetto, quan- prudente abbate seppe raddolcirli
do le reliquie di questo gran san- e potè ristabilire la regolarità e
to, patriarca de' monaci di occiden- gli con tanto successo, che
studi
te, furono ivi trasportate da Mon- furono ben presto invitati i religio-
te Cassino nel medesimo secolo, si di Fleury a fare negli altri mo-

dall'abbate s. Mommolo
per timo- nisteri ciò che aveva egli fatto
re de' barbari. Se il corpo od al- nel loro.
cune reliquie furono realmente da Secondo le antiche costumanze
Monte Cassino (Vedi) portate a in Fleury facevansi abbondanti li-

Fleury, lo si dice in quell'articolo. mosine. Questo insigne monistero


Certo è che in considerazione di ebbe fino a trenta priorati o pre-
tale prezioso deposito i Papi, i re positure nella sua dipendenza. Tal-
e molti prelati accordarono il loro volta ponevansi delle tasse sui prio-
favore a questa abbazia , la quale rati per comprare libri alla biblio-
fu capo dell'ordine, non
altre volte teca, a cui ogni scolaro era obbli-
solamente in rapporto ai moniste- gato di regalarne due alla fine dei
ri ch'erano da essa dipendenti, ma suoi studi. Si può quindi con fa-
altresì per la preeminenza che gli cilità quanto numerosa
giudicare
fu accordata dai sommi Pon telici esseredoveva quella biblioteca a- ,

sopra tutti gli altri monisteri. 11 vendo l'abbazia di Fleury avuto


Papa Leone VII la chiamava il sino cinquemila scolari. La biblio-
primo ed il capo di tuttii moni- teca fu saccheggiata nel i56i e
steri, ed Alessandro li accordò al- i56"2 dai calvinisti, che portarono
l' abbate la qualifica di primo tra via tutto ciò eh' era stato lasciato
gli abbati di Francia. Inoltre Leo- nel monistero dai satelliti dell'in-
ne VII esentò il monistero dalla degno cardinal Odet di Chatillon
giurisdizione dell'ordinario, e per- deposto da Pio IV , che era stato
mise all'abbate di farsi benedire, e abbate commendatario, e che avea
di fare ordinare i suoi religiosi da scandalosamente abbandonata la re-
ioo FLE FLE
ligione cattolica. La maggior parte pellier, la regina Maria Teresa d'Au-
de' libri di cui era composta la bi- stria per averlo più davvicino e
blioteca di Fleury , e che furono giovarsene del di lui sapere, lo le-
portati via e venduti a vii prezzo ce suo elemosiniere, e poscia il re
da quei fanatici eretici, dopo di a- di Francia stesso Io nominò a tal
verli acquistati la regina di Svezia carica ed alla badia di s. Maria di
Cristina, passarono poi nella biblio- Ripatorio nella Sciampagna. I suoi
teca vaticana. In seguito il moni- dolci modi e la sua bella modestia
stero di Fleury fu unito alla con- così gli guadagnarono l'animo dei

gregazione degli esenti, ossia no sa- grandi di Parigi, eh' egli potea di
cerdoti privilegiati, nel i588, quin- loro disporre a suo piacimento ; e
di a quella di s. Mauro nel 1627. in vero se ne valse non poche volte
In Fleury furono tenuti due con- per comporre le discordie recipro-
cili, il primo nel 1107 in occasio- che, e unire i cuori alla pace. Tra
ne della traslazione del corpo o ,
gli altri conciliò assieme i celebri
piuttosto delle reliquie di s. Bene- JBossuet e Fénclon , assai tra loro
detto,sebbene altri dicono essere discordi per la diversità delle opi-
accaduto il trasporto delle reliquie nioni in fatto di scienze che am-
nel settimo secolo. Il secondo con- bedue coltivavano e difendevano.
cilioebbe luogo nel ino risguar- Innocenzo XII gli conferì il vesco-
dante la chiesa di Mauriac. Ivo di vato di Frejus nelle Gailie, ed ivi

Chartres fa menzione di questi due si diede con uno zelo ripieno del
concili, nell'epistole 216 e 2 18; il fuoco di carità a correggere i gran-
Lenglet parla solo del secondo. Il di abusi di quella diocesi. Celebrò
p. Mansi nel tom. II, col. 241 e 242, un sinodo, e stabilì in quello la

dice che di ne tratta una


questo residenza de' parrochi sino allora
lettera del cardinal Riccardo lega- trascurata, e riformò la perieli tante
to della santa Sede, colla quale il ve- disciplina del clero. Seguì poscia
scovo di Arras con circolare invitò a celebrare il sinodo in ogni an-
gli abbati di sua diocesi a trovar- no, prendendo ad esame ogni ar-
si in quel concilio, colla minaccia, gomento, e nulla lasciando correre
in caso di renitenza, d' interdizione che offender potesse la delicatezza
da tutte le funzioni. tom. Baluzio di sua coscienza. Predicava al po-
V, pag. 35 delle sue Memorie. polo egli stesso, spiegava l'evange-
FLEURY (di) Andrea Ercole, lio, insegnava la dottrina a' fan-
Cardinale. Andrea Ercole di Fleu- ciulli, per animare gli ecclesiastici

ry nacque in Lodeve nella Lingua- a non abbandonare quest' impor-


doca l'anno 1680. Si applicò allo tantissimo ufficio, visitava la dio-
studio delle' lettere e delle lingue cesi e più di frequente dov'erano
nel reale collegio di Navarra , e maggiori i bisogni: cosicché in po-
spiegò poi qual profitto eccellente co di tempo la sua chiesa diven-
ne avesse fatto in quelle pubbliche ne una delle più ben ordinate e
conclusioni di filosofia che sosten- fiorenti della Francia. Fondò un

ne e difese nella greca lingua. La secondo seminario a proprie spese,


fama del di lui ingegno si sparse e audava in persona ad invigilare
assai presto, ed anzi avutone un
, sulla condotta e sul profitto dei

canonicato nella cattedrale di Mont- chierici. Vivea poi con molta ri-
,

FLE FLE 101

strettezza per giovare co' suoi ri« mo. Ricusò poscia nel 1722, per
spninii a' poverelli, che veniano da la stessa ragione, l'arcivescovato di
lui beneficati con grande liberalità, Reùns; ma riavutosi alquanto, ri-
e sovvenire gì' inFernii, le vedove, cevette da Luigi XIV le abbazie
le fanciulle esposte, per le quali di Tournus nella diocesi di Cavail-
fece aprire stabilimenti di lavoro lon, e di s. Stefano nella diocesi

del loro sesso. Glie se gli venia di Bajeux, e assunse l'educazione


fallo di sapere che un qualche ec- di Luigi XV figliuolo del re. Que-
clesiastico degno di premio per vir- sto monarca supplicò il Pontefice
tù e sapere venia trascurato per a crearlo cardinale , e infatti Be-
la villa de' natali, come general- nedetto XIII, nell'anno 1726 a-

mente da' superbi si usa, egli con gli 1 1 di settembre, con universa-
somma premura non dubitava di le soddisfazione gli conferì la sa-
sollevarlo al di sopra de' nobili cra porpora. Dipoi lo nominò suo
stessi. Subito che fu divulgata in primo ministro, e provvisore della
Francia la bolla Unigenitus , egli casa di Sorbona e del collegio di
ne dimostrò la sua obbedienza Navarro. In questo sublime posto
e impugnò con fortezza gli er- il Fleury diedesi tosto a pacificare
rori serpeggianti di Quesnello e la Francia sconvolta dalle guerre,
de' suoi seguaci. E quando la cit- dilatò il commercio, favorì le arti,

tà di Frejus fu desolata dalla guer- promosse le scienze, e sopra ogni


ra, non lasciò d' impiegare ogni cosa servi la religione , collocando
mezzo per impedire i disordini personaggi forniti di eminenti pre-
dei saccheggi , come infatto riu- rogative al governo delle abbazie
scì, ed è degna di essere ricordata e delle diocesi. Ampliò la bibliote-
la bella risposta che diede al re di ca reale per maniera eh' essa di-
Sardegna e al duca di Savoia, quan- venne una delle più rinomate di
do entrarono cogli eserciti nella Europa, e in ogni officio cosi res-
città e domandavano al vescovo il se il governo che la Francia risto-
giuramento di fedeltà. » Non sono rala per lui , dovrà benedire per
>» più di tre giorni, lor disse, che sempre la di lui ben augurata me-
>» voi siete nella mia diocesi, e for- moria. Infermatosi in Issy , luogo
» se non vi tratterrete molto a non lontano da Parigi, fu visitato
» lungo; non vogliate perciò ob- tre volte dal re, una volta dalla
»» bligare un vescovo a mancare regina e dal delfino. Ma era com-
»» di fede al suo sovrano. Voi stes- piuto il corso delle fatiche di quel
si si non vorreste che i vostri ve- grand'uomo egli nell'età : di no-
» scovi in simili incontri fossero vantanni spirò nel Signore , e fu
y» inconcussi ne' loro doveri "? In- deposto nella chiesa di s. Luigi del
fatti piegò così bene l' animo di Louvre, dove si eresse alla sua
que' principi, che non osarono più gloria un grande e magnifico mau-
di tentare quella illibata coscienza. soleo. Nei quattordici anni che go-
Governata quella chiesa sino all'an- vernò la Francia in qualità di pri-
no 171 5, ne fece rinunzia per mo- mo ministro, con centomila lire di
tivi di salute, che gì' impedivano rendita, viveva parcamente, distri-
di vegliare con quella accuratezza buendo il resto segretamente ai bi-
che domandava il suo grande ani- sognosi ; ed avea impiegate così
103 FLE FLE
le sue ricchezze, che dopo morte, tu/ione de' duchi di Borgogna, di
la vendita delle sue suppellettili Angiò e di Beni, ed intanto l'ac-
non bastarono neppure a supplire cademia francese lo scelse quale
ai legati ed alle spese de' funerali. nuovo suo membro in luogo del
Abbiamo le riflessioni storiche e La-Bruyère. Annoiato della corte si
politiche sulla condotta gloriosa del ritirò onde attendere con più di
Fleury, stampate in Utrecht nel calore e tranquillità ai suoi studi.
1741 ed il ritratto dello stesso
j Ma il duca d' Orleans, reggente
cardinale, composto da Luigi Fe- del regno, nel 17 16 lo chiamò al-
derico Hudmann, nelle Mèmoires la corte per confessore di Lodovico
de Trèvoux del 1739, pag. 284. XV, poich' egli non era, secondo
11 de Neuville gli fece l'orazio-
p. il detto di quel principe, né gian-
ne funebre, che tradotta dal fran- senista, né in ol ini sta , ne oltra-
cese in italiano , fu stampata in montano. Disimpegnò con tutta
Venezia nel 1747- saggezza e fervore l'assunto diffici-
FLEURY Claudio, nacque nel lissimo suo incarico, fino a che nel
1640 a Parigi, ed ebbe a padre 1722 per l'avanzata sua età fu
un avvocato al consiglio. Pel corso costretto a ritirarsi, e nell' anno se-

di nove anni si dedicò al foro, e vi guente a' 14 di luglio morì nell'età


si diportò valorosamente, forman- d'ottantatre anni, lasciando di sé la
done unico suo diletto ed occupa- gloriosa memoria di un uomo assai
zione giurisprudenza e letteratura. dotto. Abbiamo di lui i.° la Storia
:

Se non che vera umanità di costu- del gius francese j a.°i Costumi degli
mi, piacere al ritiro, e costante israeliti j 3.° i Costumi de' cristia-
pietà ne lo predispose alla profes- ni j 4-° il Catechismo storico, nel
sione ecclesiastica , nella quale en- quale dà una idea della storia
trò, e fu ben tosto sollevato al sa- della religione dalla creazione fino
cerdozio. Dopo tale mutazione di a Gesù Cristo e da Gesù Cristo fino a
statoabbandonò ogni altro studio noi. Non appena uscì quest'opera che
che non avea relazione alle scienze Arnaldo pregò Dodart ad obbligare
ecclesiastiche, e si diede a studiare l'autorea correggere quanto avea
a tutt'uomo la teologia, la sacra detto nella lezione 48 del catechismo
Scrittura , la storia ecclesiastica, il grande siili" attrizione. Impercioc-
diritto canonico, i santi padri, po- ché pareagli che 1' autore adottasse
nendo a parte il pubblico di quan- 1' errore di coloro, i .quali preten-
to rapidamente andava acquistando. dono che si possa essere giustifica-
Tale si fu in breve tempo la fama to nel sacramento della confessio-
del Fleury, che nel 1672 venne elet- ne col solo timore delle pene, sen-
to precettore de' principi di Conti za amore veruno ; cosa che non
fatti allevare dal re con monsignor si può sostenere, dice Arnaldo, sen-
delfino suo figliuolo; indi nel 1680 za dal fondo la
rovesciare mo-
gli venne affidata la guida del Quantunque sia ella
rale cristiana.
principe di Vermandois ammiraglio un'opera stimata, non è questo
di Francia ; dopo la morte del il solo difetto di esattezza, che si

quale il re propose all'abbazia


lo nota in questo catechismo; 5.° la

di Loc-Dieu. Nell'anno i68q co- l'ita della madre d' Arbuze rifor-

operò coli' illustre Féuélon all' isti- matrice di Fai di-Grazia j G." Irai-
FLT FLO io3
tato di-Uà scelta e del metodo de- Vedi il p. le Quien nell' Oriens
gli studi ;
j.° l' Insti tuzione al di- Christ. tom. II, pag. 327.
ritto ecclesiastico; 8." gli Obblighi FLORA e MARIA (ss.). Nacque
de' padroni e de' servi j g.° uà Flora a Cordova, di padre maomet-
corpo di Storia ecclesiastica. Il p. tano, ma di madre cristiana che
Biagi nelle aggiunte al Dizionario segretamente allevolla nella vera
del Bergier, fa un articolo su Clau- religione. Accusata da suo fratello,
dio Fleury storico della Chiesa, ed fu citata davanti al cadì, il quale
avverte che appena nel 1690 venne la fece vergheggiare, e tanto fu
in luce il primo tomo della Storia battuta nella testa, che le si vedea
ecclesiastica del medesimo, ne si- in molte parti scoperto il cranio ;

gnificò le sue doglianze in partico- quindi la consegnò al fratello per-


lare la chiesa di Francia, giudican- chè la inducesse a rinunziare al
do questa storia poco favorevole al- cristianesimo. Ella ebbe modo di
l' autorità ecclesiastica, e dannosa fuggire da lui, e si ritirò per qualche
al cristianesimo. Indi soggiunge, tempo ad Ossaria presso una sua
che proseguendo i lamenti de' cat- sorella. Ritornata a Cordova, andò
tolici rapporto a tale istoria, più pubblicamente ad orare nella chie-
di un francese pubblicò delle opere sa del santo martire Aciscolo, ove
in confutazione, e tra gì' italiani trovò Maria, sorella del diacono
confutatori della medesima nomina Valabonso che avea poco prima
il p. Zaccaria minore osservante, e sofferto il martirio. Queste due
monsignor Marchetti, con ragione- vergini piene di' zelo per la fede,
voli critiche. Anche il p. Orsi, poi convennero tra loro di presentar-
cardinale, nell' intraprendere la com- si alla corte del cadi. Ivi furo-
pilazione della sua Storia ecclesia- no chiuse in una oscura prigio-
stica, ebbe per singoiar iscopo di ne, e dopo un altro interrogatorio
opporsi alle falsità di Fleury, e fu condannate a perdere la testa. Ri-
seguito dal p. Becchetti, e dal p. cevettero la corona del martirio ai
Saccarelli, benemeriti come 1' Orsi 24 novembre dell' 85 r, e in tal
della Chiesa. Quindi il p. Biagi ri- giorno sono menzionate nel marti-
leva principali errori, ed avverte
i rologio romano.
che altre opere del Fleury furono FLORA o FLORENSE, Con-
proscritte dalla santa Sede. gregazione monastica. V. il voi.
FLIO (Phlius). Città vescovile XIII, pag. 217, 218 e 219 del
del Peloponneso, situata in mezzo Dizionario.
alla Sicionia secondo alcuni, men- FLORENTINIO ed ILARIO (ss ).

tre altri dicono che sia il Vico- Abitavano nella citta di Pseudun,
Yri, o 'Rupela. Forse fu suffraga- nella diocesi di Autun, della quale
li ea di Corinto, e si conoscono se- non rimane più che il villaggio di
dici Commanville dice
suoi vescovi. Semont, e facevano gara tra loro
che Flium fu una importante città nei digiuni, nell' orazione, e nella
d'Egitto,, presso Arsinoe, e ch'era pratica delle cristiane virtù. Allor-
abitata da gran numero di copti. ché piombarono i barbari sulle
Al dire degli arabi fu fabbricata Gallie, al cominciare del quinto
Flium sulla riva d' un piccolo brac- secolo, essi furono spogliati dei loro
cio del Nilo da uno dei Faraoni. beni e messi a morte per la fede.
.

io4 FLO FLO


I loro corpi furono trasportati a regia, ma da ultimo fu trasferita
Lione alla metà del nono secolo, poco distante, cioè in parte del
e deposti nel monastero di Aisnay. locale prima occupato dalla segre-
Furono in seguito fatte molte di- teria di stato ; per cui ora rac-
stribuzioni delle loro reliquie; la chiude la bella cappella del Pre-
parrocchia di Bremur sulla Senna sepio, con stupendi dipinti a fresco,
a una mezza lega da Semont, pre- che descrivemmo al volume IX,
tende di possedere il corpo di s. pag. 161 del Dizionario. Nella
Florentinio. Ricordasi il loro mar- floreria apostolica si conservano
tirio ai 27 di settembre. pregevoli registri antichi, e le pian-
FLORENZI o FIORENZI A- te delle cappelle palatine, come
driano, Cardinale. V. Adriano VI, delle basiliche e chiese di Roma,
Papa CCXXVI1I. ove il Papa suole celebrare ed as-
FLORERIA APOSTOLICA sistere alle sagre funzioni ordinarie
Guardaroba pontificia esistente nei e straordinarie; colla prescrizione
due palazzi apostolici vaticano e degli addobbi e di tuttociò che
quirinale, ove dal fioriere, uffìzia- deve fornire la floreria pontificia,
le palatino dipendente dal foriere anche per ornare e preparare le
maggiore, si custodiscono le mas- aule palatine pei concistori, con-
serizie, le suppellettili, i mobili, le gregazioni, prediche., ec. ec. Laon-
biancherie, le argenterie, i servigi de 1' officina della floreria è in
di tavola, le ramerie, gli addobbi, tutto l'anno in attività, suo ed il

e tutto l' occorrente per tutte le capo si chiama fioriere, addetto al


pontifìcie funzioni, in una parola Foriere maggiore [Vedi), primario
tuttodì) che di amovibile appar- ministro del palazzo apostolico, do-
tiene ai palazzi apostolici ; meno po il prelato maggiordomo del
gli arredi e paramenti sagri, la cui Papa prefetto de' palazzi apostolici.
custodia è devoluta a monsignor sa- Altrove, ed ai rispettivi articoli,
giisla, ed al p. sotto- sagrista; le mu- abbiamo detto , che in sede va-
nizioni di legnami, ferramenti, pietre cante la custodia delle florerie pon-
ed altri cementi che hanno parti- tificie, e di tutto altro appartenen-
colari custodi dipendenti pure dal te ai palazzi apostolici, è devoluta
foriere maggiore, e ciò che si ap- ai chierici della camera apostolica.
partiene alle scuderie e sellerie, af- Dal Bernini, Del tribunale della
fidate in consegna dal cavallerizzo rota pag. 124» si apprende, che
maggiore al sopraintendente delle nel pontificato di Severino eletto
scuderie pontificie. La vasta doreria l'anno 640, erano custodi della
del palazzo vaticano ha 1' ingresso guardaroba de' paramenti pontificii
nel cortile detto di s. Damaso, la i cappellani uditori di rota, come
cui descrizione in un alle pitture antichissimi cubiculari!. AH' articolo
che vi sono, si legge nello Chat- Vestarario (Vedi) diremo di que-
tard, voi. H. pag. 455, 468, e sto no hi le ed antico uffizio del pa-
4^4 della Nuova descrizione del triarchio lateranense, custode del
Faticano. La floreria del palazzo vestiario pontificio, e delle cose più
quirinale ha l' ingresso nel gran preziose, come delle ricche suppel-
cortile dell' orologio : prima stava lettili della chiesa romana, e. del

sotto alle due branche della scala danaro che si conservava pei biso-
FLO FFO to5
gni straordinari, massime per sol- vizio ed a quello del sagro palazzo
levare il popolo. All'articolo Sa- apostolico, dovendo firmare an-
crista [Fedi), parleremo del suo ch' esso con monsignor sagrista l' in-

uffizio di prefetto della sagristia ventario delle cose affidate alla lo-
pontificia, e di quello del p. sotto- ro custodia, con responsabilità ad
sagrista sotto-prefetto della medesi- entrambi. Già sotto Clemente X
ma, ambedue dell' ordine romitano si legge dal breve spedito nella no-

di s. Agostino, ed il primo deco- mina . del p. sotto-sagrista agosti-


rato della dignità di vescovo tito- niano il titolo sub praefecti sa-
di
lare. Ambedue sono custodi di tut- crarli apostolici j e siccome al
te le sagre suppellettili del sommo nominato fr. Carlo Bonetti fu im-
Pontefice, e delle cappelle pontifì- pugnato il diritto di votare nei ca-
cie. Questa custodia sembra che pitoli del suo ordine romitano, co-
incominciasse coli' origine della ca- me nelle congregazioni del proprio
rica di sagrista. quando cioè Gio- convento, due risoluzioni della sa-
vanni XXII nel 1 3
1
9 stabilì che gra congregazione del concilio ac-
un religioso del detto ordine romi- cordarono del 1674 ai pp. sotto-
tano dovesse esercitare gli uffizi di sagrista pro-tempore il controverso
bibliotecario della santa Sede cu- suffragio : attento servitio quod
stode de' suoi libri ( F. Biblioteca praestat sanctissimo Domino No-
Vaticana^, di confessore del Papa, stro. Talvolta Papi concessero adi

e di sagrista. Sotto Sisto IV que- alcun religioso anche agostiniano


sti tre impieghi furono tolti all'or- la coadiutoria con futura successio-
dine, ma Alessandro VI con bolla ne, al sotto-sagristato, il quale si
del ?497 restituì all' ordine il pri- nomina dal Papa con biglietto del-
vilegio perpetuo del sagristato pon- la segreteria di stato, come il sa-
tifìcio. Questa custodia si esercita grista, ambedue officiali del palaz-
pure in tempo di conclave, per cui zo apostolico , custodi della sa-
sì monsignor sagrista, che il p. sot- gra guardaroba. Del cameriere se-
to-sagrista sono ammessi in ser-
vi greto guardaroba se n' è parlato
vigio de' cardinali. Pio IV per la agli articoli Camerieri del Papa, e
prima volta ammise il sagrista in Famiglia pontificia (Fedi)j del
conclave colla nota bolla : Sacrista bussolante sotto-guardaroba, egual-
quoque cum uno clerico coadjutore mente n' è detto a quest' ultimo
se
in officio sacristiae. Dal Rocca si articolo,ed a quelli di Bussolanti,
apprende che dopo il 1600 fu isti- e Cappellani comuni ( Vedi ). Ma
tuito da Clemente Vili 1' altro of- al sotto-guardaroba non è rimasta
ficio di sotto-sagrista, sotto-prefètto che la custodia degli Agnus Dei
o sotto-custode della pontificia sa- benedetti, delle impronte per farli,
gristia, come allora di Cappel-
col ed attrezzi per la loro benedizione;
lano o compagno del sagrista ,
é la custodia della falda e della
concedendo a questo 1' aiuto di un stola pei concistori. Al medesimo
individuo da scegliersi anche tra il articolo Famiglia pontificia, si di-
clero secolare ; indi il cappellano ce di vari custodi di oggetti ap-
dai successivi Pontefici col nome di partenenti Papa, come dei roc-
al
sotto - sagrista di Nostro Signore chetti, ec, essendo il
delle gioie
tu annoverato al loro diretto ser- Maestro di camera (Fedi), il cu-
io6 FLO FLO
stode dell' anello piscatorio. Il pri- « Conviene però capere, che a
mo aiutante di camera del Pon- nessuno abitante in palazzo si som-
tefice è il custode generale delle ministrano li materassi, le coper-
sue vesti, biancherie, ed altro. Dal- ture, e le altre cose necessarie per
la canonizzazióne di s. Brigida fat- dormire, ma
deve prov- ciascuno
ta nel i3gi da Bonifacio IX, si vedersele del proprio nel modo die
legge che a cagione di certo inco- più gli piace. Inoltre questo deve
modo incominciò la funzione nella avere due servitori giovani forti, ,

cappella grande del palazzo vatica- idonei ed abili ad addobbine le


no, pel quale effetto fu parata da camere, il concistoro, il tinello (ti-
tutti i lati di panni, ed ornata di nellutn prò caenaculo), le cattedre
fronde di mirto dal Maestro del- ed ogni altra cosa, quando bisogna,
la floreria apostolica. Da ciò si secondo le occorrenze. Inoltre de-
rileva, che a quel tempo la guar- ve avere nel palazzo una camera
daroba pontificia già si chiama- adatta per conservare le suddette
va floreria ed aveva il capo
_,
cose, e alloggiamento (cioè abita-
col nome di maestro. Neil' opera zione) per sé e per i suoi servito-
del p. Galtico, Ada selecta caeri- ri. Inoltre anche ad esso appar-
vionialia, è riportato un codice va- tiene nelle chiese ove va Nostro
ticano, ove sono descritti gli offì- Signore, nella sua cappella, nelje
zi palatini al tempo di Alessan- camere papali, e in qualunque al-

dro V, eletto nel i4oc), del Fol- tro luogo, ove gli avvenga di a-
rarius Palatii, e della floreria, scoltare le messe, di pranzare, di
chiamata dal codice Folrarìa j ec- cenare, e di dare udienza, di pa-
co quanto si dice, che noi ripor- rare le cattedre con panni d'oro,
tiamo tradotto dal latino in italiano. distendere i tappeti, i panni rosa-
- In questo officio si deve porre ti, o di broccato ne' luoglii e nel-
un ecclesiastico o un secolare one- le pareti in cui fosse creduto de-,
sto e fedele, e idoneo a tale uffi- cente di porveli. Inoltre nel tem-
cio. Questo ha la custodia di tut- po invernale deve munire di stuo-
ti i paramenti per le sedie ponti- re le camere papali, e illumina-
fìcie o cattedre, dei sopra-teli, dei re le cappelle di notte; e nella
banchi, e dei parati delle camere, solennità quando il Papa mangia
delle seterie, dei tappeti , e di si- nel tinello , deve lo stesso tinel-

mili altre cose appartenenti alla lo ncir inverno coprire, e span-


persona del sommo Pontefice, ed dere il pavimento di fieno, e nel-
all'ornamento del suo palazzo. l' estate di erba verde . Inoltre
Inoltre ha la custodia dei letti, dei se per ragione di uffizio faccia
materassi, delle coltri, delle coper- delle spese, esempio come per
ture, dei cuscini, delle tele, dei per le cose sopraddette, per la
panni rosati e rossi, e di altre si- riparazione de' panni, o cose simi-
mili cose appartenenti tanto alle li , deve queste spese scrivere par-
camere di Nostro Signore, che al- tilamente, e almeno ogni mese pre-
le altre per uso del detto palazzo, sentarle al maestro del sagro ospi-
eccettualo però quelle cose che so- zio, o alle genti di camera. " Il
no specialmente commesse alla cu- medesimo Gattico col detto codice
stodia dei camerieri segreti ". descrive pure gli offizi de custode
FLO FLO ro7
'
vasellai, de magistro cerae, de cu- di N. S. Indi sotto s. Pio V e-

stode aharìortun, ce. ec. ranvi due furieri di camera; sot-

Marini ne'suoi Archiatri pon-


li to Sisto V nel ruolo del r58r),
tom. II, pag. 1G6, dice, che
tificii e nel paragrafo Foraria, sonovi
nelle bolle di Giovanni XX111 de- due furieri, e due aiutanti, ed un
gli anni i4io e i4ii se ne tro- servitore, indi il custode del pa-
vano due pel maestro della For- lazzo: in altri ruoli di Sisto V, la

raria del 'palazzo apostolico; por- floreria sta fra i Diversi maggiori.
tando poi il novero de'ministri ed Sotto questa categoria nel ruolo
officiali del palazzo di Pio II del del i5g7 di Clemente Vili sono
]/|.6o, de secundo tinello, dopo i scritti due forieri della camera e
custodi di prima porta, e gli scrit- tre aiutanti di foreria. Fra le iscri-
tori, registra: Jacquetus, Andreas, zioni sepolcrali, che riporta l'Alve-
lleuricus, Thomas, Johannes sartor ri nella s. Marta presso
chiesa di
de Foraria. Nota qui il Marini, ilVaticano, ve ne ha ima di Co-
che altrove si legge Andrea de sma Quarli florentinus, Clementis
Ferrarla D. N. e del maestro Fer- FUI ac Camerae Apostolìcaeflo-
rane, e che Foreria in questi mo- rerius. Nel ruolo del 6 5 di Pao- 1 1

numenti è chiamata quella che lo V tra gli offiziali di palazzo


ora dicesi Floreria. Nel Diario del è la Foreria, e i custodi del pa-
Burcardo leggiamo reposito in fo- lazzo. Nel ruolo del i633 di Ur-
reria Papae, cioè nella guardaro- bano Vili, tra gli officiali minori
ba, ed è un tal luogo citato dal sta Francesco Armanni fioriere con
Carpeiìtier, nelle aggiunte al Les- un servitore, ed un cavallo per
sico del Du Cange. Nel i4^4 sot- suo uso, e cibarie pel medesimo,
to Paolo II era presidente della la parte di pane, vino, olio, can-
foreria un Alessandro. Finalmente dele, sale, aceto, legna, ec., e scu-
il Marini a pag. 35g ci avverte, di tre pel companatico secondo
che Foreria diceasi la guardaroba l'antico sistema della corte ponti-
pontificia anche nel secolo XVI, e fìcia; più evvi Paolo de Statis suo
nell' archivio vaticano trovasi V In- compagno, con due aiutanti di
ventario della foreria della Sede floreria, indi sonovi i custodi di
apostolica fatto alli 3o aprile del Monte Cavallo ossia del palazzo
i524- Nel ruolo di Giulio III del quirinale; ed altro custode di pa-
i55o, nella categoria degli officia- lazzo. Nel ruolo del i643 tra gli
li de palatio a tutto vitto, dopo offiziali comuni si legge la flo-
lo scrittore delle spese sono nota- reria, il custode di palazzo, il cu-
ti due forerì della camera ; in stode di Monte Cavallo, ed il cu-
quello di Paolo IV del i555, nel- stode di robe vecchie. Sotto Cle-
la categoria maggio-
degli officiali mente X, nel 1675, quattro erano
ri, sono per ultimo segnati due fo- i forieri, due con scudi cinque e
reri della camera di N. S. Al- bai. 4 2 e mezzo per compana-
trettanto si legge nel ruolo di Pio tico, e due con scudi quattro e
IV del i56o; più si legge ch'era- bai. 62 e mezzo, più tre aiutanti.
no tre i custodi del palazzo in Ro- Pietro Gigli fu il fioriere di Cle-
ma. Nel medesimo pontificato sono mente XI nel 1700 con scudi cin-
notati quattro forieri della camera que e bai. 22 e mezzo per coni-
io3 FLO FLO
imttatico, e la solita parie di pa- no queste vendersi, e deputarsene
lazzo, più altra parte con' scudi il ritratto a favore del palazzo a-
quattro e bai. 62 e mezzo pel postolico, ed a disposizione di mon-
companatico, con tre aiutanti di signor maggiordomo , d'ordine del
f loreria con parte di palazzo e scu* quale potranno anche erogarsi col-
di tredici e baioc . 37 e mezzo pel V oracolo di Sua Santità a favore
companatico. Però nel 1 706 essen- delle parrocchie, de' luoghi pii, e
do diminuite le parti di palazzo de' poveri. 11 guardaroba riceverà
e solo restato alquanto pane, fu la consegna di tutte le robe per
stabilito il mensile onorario, com- mezzo di un esatto inventario, che
preso il compenso per la casa, al da lui sottoscritto si conserverà
fioriere scudi quattordici, e bai. in computisteria. Tale inventario
yi, a due aiutanti scudi sei e bai. sarà rinnovato ogni anno, ed in
60 per cadauno uno scudo me- , qualunque tempo a piacimento di
no al terzo aiutante, e scudi tre monsignor maggiordomo. Sarà in-
e mezzo al facchino. Più o meno, oltre obbligato il guardaroba di
così si procedette a tutto il secolo conservare e custodire da una sta-
passato. gione all'altra il vestiario della fa-
Pio VII nel 1800 col moto- miglia, facendone a ciascuno indi-
proprio: L'economia del pubblico viduo la ricevuta, la quale poi ri-
erario, nella generale riforma del- tirerà atto che consegnerà il
riell'

la famiglia pontificia, dispose: « La vestiario medesimo. Ricevuti che


floreria resta riformata a sem- avrà i vestiari suddetti, li esamine-
plice guardaroba, in cui altro non rà attentamente, e trovandoli in
si .dovrà ritenere, conservare e som- cattivo stato ne darà parte al mae-
ministrare, se non che le robe stro di casa, che resta incaricato
occorrenti per la sagra persona di di farli raccomodare per indi re-
Nostro Signore, per le cappelle, stituirli servibili alla fine delle ri-
concistori, altre sagre funzioni, e spettive stagioni ".
congregazioni, il mobilio per gli Ritornato nel 1814 Pio VII al-
appartamenti, e gli utensili per la la sua sede, la floreria apostolica
lavanda , e tavola degli apostoli per le cambiate circostanze dei
nel giovedì santo. Gli impiegati nel- tempi migliorò condizione, tanto
la guardaroba suddetta dovranno nel suo capo, che ne'suoi addetti.
essere un guardaroba colla men- Il primo riebbe il titolo di fiorie-

sual provvisione di scudi venticin- re, e nel pontificato di Leone XII


que, un giovane con scudi quindi- ebbe l' onore di essere pubblicato
ci, ed un facchino con scudi no- nelle annuali Notizie, di Roma, al-
ve, restando soppresse ed abolite l' articolo Famiglia pontificia; e
tutte le ricognizioni anche straor- sì lui che i suoi subalterni frui-
dinarie, che gli si somministrava- rono significante aumento di ono-
no anche dal palazzo apostolico rario. All' articolo Famiglia ponti-
in qualunque circostanza, sia in de- ficia (Vedi) di questo Dizionario,
naro, sia in generi. Resta inoltre essendosi riportato un cenno sul
stabilito, che allorquando si do- riordinamento dell'azienda ed am-
vranno scartare le robe, che si ministrazione palatina, mediante il
giudicheranno inservibili, dovran- moto-proprio de' 2 3 novembre 1824
FLO FLO 109
dì Leone XII, quello del regnatile guc il Papa quando vestilo di moz-
l'nntt'fìce Gregorio XVI, de' io zetto e stola recasi in qualche chie-
dicembre i832, le disposizioni del- sa, monastero, od altro luogo, co-
l'ottobre 838 per formare i pre-
1 me nelle cappelle palatine. Atten-
ventivi, e il regolamento per gli dendo l'ora della uscita, si ferma
uffizi eentrali dell'azienda palatina nella camera d'onore del pontifi-
pubblieato a' 2 maggio 184», si cio appartamento: e giunta quel-
vedranno le attribuzioni e prero- la, nel frullone con monsignor sa-
gative del fioriere, e quanto ad grista precede il treno del Papa,
CSM ed alla floreria apostolica ap- in un ad un ad un giovane, e
partiene. Questa ora formasi dal facchino di floreria per preparare
fioriere col mensile assegno di scu- nella chiesa ove portasi il Ponte-
di cinquanta, del primo giovane fice lo strato e i cuscini per ora-
con scudi ventiquattro, dèi secon- re; quando però si ritorna al pa-
do con scudi dieci, del soprastan- lazzo apostolico, il frullone segue
te ai lavori con scudi undici e il treno al modo che dicesi all'ar-

bai. 87 e mezzo, di tre facchini ticol Tkenf. L'abito del fioriere è


con scudi quattordici per cadauno, tutto nero e di panno, cioè sotto-
e di altrettanti soprannumeri con abito corto, gonnella, e vestito,
scudi sedici. Castel Gandolfo
In sul quale assume il ferraiuolone di
avvi il guardaroba con mensili seta nera; usa calze di seta nera,
scudi dodici e l' abitazione, ed il scarpe con fibbie, manicbelli e col-
sotto-guardaroba con scudi otto. lare di merletto. I giovani della
E qui va avvertilo che quando i floreria vestono l'abito corto di ne-
l'api si recano alla villeggiatura di ro, e i facchini l'abito comune a
quel palazzo, lo segue il fioriere quelli della bassa famiglia palati»
con un inserviente della floreria, na, consistente in vestito bleu, cor-
siccome pure fa ne' viaggi, prestan- petto, e calzoni corti simili con
do que' che disimpegna in
servigi asole rosse , cappello appuntato, e
Roma passiamo ora ad accennare
: calze rosse, con fibbie alle scarpe.
le sue principali incombenze; Pe- Dai citali registri di floreria si ri-

lò come si è dello al citalo arti- leva, che quegli inservienti di es-


colo Foriere maggiore, a questi sa che nelle pontificie funzioni do-
spetta il precedere il Pontefice nei vevano fare qualche cosa come ,

viaggi, la sopraintendenza generale lo scuoprimenlo dell'arazzo dell'al-


di essi, e il preparare gli alloggi e tare nel sabbaio santo, levare il ta-
tutto l'occorrente sì pel Pontefice lamo dopo la processione del Cor-
ebe pel suo corteggio: quando pus Domini, e simili, vestivano le boe-
poi egli non esercita tale uffizio mie di panno dette ancora zimarre.
viene supplito dal maestro di ca- Siccome il fioriere presiede agli ad-
sa del palazzo apostolico , e dal dobbamenti delle cappelle e chic-e
fioriere sotto l'immediata direzio- ove il Papa celebra od assiste alle sa-
ne di monsignor maggiordomo. gre funzioni, così in queste egli sem-
Il fioriere è un officiale palatino pre si trova pronto per qualunque
che appartiene alla famiglia nobi- occorrenza, e disimpegna tutte le
le pontificia, e fa parte di quella incumbenze proprie del suo posto,
camera segreta che precede e se- inerenti a quanto di sopra accen-
.

no FLO FLO
narnmo, il perchè ha molte re- FLOSCLLO o FLUSCOLO (s),
sponsabilità ed occupazioni. Ed è volgarmente s. Flou. Viveva verso
che gode 1' abitazione al 1' anno 4^o, e fu il decimo vesco-
perciò
quirinale, e l'uso del legno pala- vo d'Orleans. Trovasi il suo nome
tino, per quando deve adoperarti nel martirologio di Usuardo sotto
pel suo uflìzio. Partecipa delle di- il dì i Nel 1029 le sue
febbraio.
stribuzioni delle medaglie di ar- reliquie furono solennemente tras-
gento in numero di sei nella ri- portate per ordine del re Rober-
,

correnza del solenne possesso del to, nella chiesa di s. Agnan, dove
Papa, e per quella annuale della sono ancora custodite in un'urna.
festa de'ss. Pietro e Paolo prima : Egli è protettore titolare d' una
in tali epoche aveva una medaglia chiesa d'Orleans, appellata per lo
d'oro, ed altra di argento. Final- passato santa Maria, ed oggidì del-
mente il fioriere è custode del- la Concezione.
l' appartamento quando
pontifìcio FLOUR (Saint) (s. Fiori). Città
non è abitato dal Papa, come dei con residenza vescovile in Francia,
luoghi mobiliati. Altre notizie sulla nel dipartimento di Cantal, nell'al-
floreria apostolica e sul fioriere si ta Alvergna di cui Saint- Flour fu
possono leggere nei relativi articoli capitale, capoluogo di circondario
del Dizionario, massime Palazzi e di cantone, giace sopra una roc-
apostolici, e Famiglia pontificia. ca scoscesa basaltica ,
già detta
FLORIA, o FLOXIANUM. Se- Mons Iudirianus , alla quale non
de vescovile della Mauritialia Ce- si accede che per un solo lato. 11

sariana, nell'Africa occidentale, sot- fiume Auzon ne rade gli orli col
to la metropoli di Giulia Cesarea. suo corso. È pur sede della corte
Not. Afvic. di assise del dipartimento e del ,

FLÒR1ANI. V. Fioriani. tribunale di prima istanza e di


FLORO ( s. ). Poche notizie ab- commercio. Ha pure la conserva-
biamo della sua vita; ma è cer- zione delle ipoteche , la direzione
to eh' ei fu il primo vescovo di delle contribuzioni indirette, ed una
Lodeve, e l'apostolo di questa par- società di agricoltura. Avvi il col-
te della Linguadoca. Ei non. si con- legio comunale con biblioteca e ga-
tentò di predicare soltanto nella binetto di fisica. E patria di pa-
Gallia narbonese, ma penetrò fino recchi uomini illustri, come di I)u
alle Ce venne e in Alvergna. Si po- Belloy poeta drammatico, autore
ne la sua morte circa l'anno 339; dell'assedio di Calais, e del gene-
e nel luogo ove fu seppellito fab- ral Desaiz morto nella battaglia
,

bricossi una chiesa. S. Oddone vi di Marengo. Le minerali sorgenti


fondò una badia che poscia Gio- ,
di Rumhaud scaturiscono nelle sue
vanni XXII ridusse in vescovado. vicinanze, il perchè vi sono molle
Le reliquie diFloro sono nellas. fabbriche di oggetti di rame. È
cattedrale della città del suo no- pur chiamata Floriopolis , e Fa-
me. V. Flour (Saint). La sua nnia sancii Fiori.
festa si celebra a' 3 di novembre Questo luogo chiamalo prima
ed anche al primo di giugno, che Indiciax prese il nome di s. Flo-
fu certamente il giorno della sua ro che credesi abbia predicato il
,

traslazione. vangelo neh' Alvergna nel quarto o


FLO FLU ni
quinlo secolo, por cui fu a suo o- bus di Ortosia, ed alla restaurazio-

nore ivi eretta una cappella. Que- ne dei Borboni sul trono di Fi-an-

sta alla fine del decimo secolo es- cia mandato nell' istessa città
fu
sendo stata concessa al monistero colla nomina di uditore di rota.

di Soucillanges, dell'ordine di Clu- 10 però non lo trovo nel numero


ny, s. Oddone abbate cluniacense, de' prelati di quel rispettabile tri-
fece circondare di muro il borgo bunale, presso le citate Notizie di

di Saint-Flour, ed innalzovvi una Roma, che anzi a quell'epoca per


bella chiesa che il Pontefice Urba- la Francia era uditore di rota
no dedicò nel 1096. In progres-
li monsignor Isoard poi cardinale.
so di tempo il monistero divenne Certo è che Pio VII nel concisto-
assai considerabile, per cui il Papa ro de' 29 maggio 1820 il dichiarò
Giovanni XXII residente in Avi- vescovo di Saint-Flour, non aven-
gnone l'eresse in cattedrale, con do elfetto l' uditorato di rota es-
vescovo suffraganeo della metropo- sendo piena la sede.
li di Bourges, di cui lo è tuttora, La cattedrale è buon edilìzio sa-

hcIP anno 1 3 1 7 , la cui rendita fu gro a Dio sotto l' invocazione del
stabilita a dodici mila lire. 11 suo primo vescovo di Lodeve s. Floro.
capitolo restò regolare dell'ordine 11 capitolo non ha dignità, ne pe-

di s. Benedetto fino ai 1&6, ne ^ nitenziere. Esso formasi di otto ca-


quale anno fu secolarizzato da Si- nonici fra' quali
, la prebenda di
sto IV : i primi tredici suoi vesco- teologo; di alcuni canonici onora-
vi furono tutti benedettini. Il pri- ri, di per servigio della chie-
preti
mo fu Raimondo de Moustuejouls sa , pueri de choro (enfants
e dei
de Vehens, fatto dallo stesso Gio- de choeur). Prima era decorato di
vanni XXII, che nel i3 19 lo tras- tre dignità, e di diciassette canoni-
ferì alla sede di Saint-Papoul, e cati. Annesso alla cattedrale vi è
nel i3:>7 il creò cardinale del ti- l'ampio e decente episcopio. Kclla
tolo di s. Eusebio. Quanto ai suc- città vi sono due chiese parroc-

cessori fino alla metà del secolo chiali col sagro fonte battesimale,
XVI II -veggasi la Gallio. Christiana, due confraternite, tre monisteii di

nel tomo II ;
sono ripor-
gli altri monache, l'ospedale, ilgrande ed
tati nelle annuali Notizie di Ro- il piccolo seminario. Anticamente
ma. In principio del corrente se- eravi nella città una insigne chie-
colo molti vescovi furono successi- sa collegiata composta di un pre-
vamente nominati a questa sede, vosto , e di diciotlo canonici. Ad
senza però che ne potessero pren- ogni nuovo vescovo la mensa è
dere possesso. Finalmente fu nomi- tassala ne' libri della cancelleria a-
nato ed istituito canonicamente Lui- postolica in fiorini trecento settanta.
gi SifTreno Giuseppe di Salmon, FLUWE1NCISPA o flumen-
già internunzio del Papa Pio VI PISCA (Flumen Piscis). Sede ve-
presso il re Luigi XVI fino alla scovile della Mauritiana di Sitifì,

sua morte, poscia amministratore nell'Africa occidentale, sotto la me-


apostolico della diocesi di Rouen, tropoli di Sitifì. Se ne fa memo-
Lvreivx, Bayeux e Coutanccs; chia- ria nella conferenza di Cartagine,
nuito a Roma nel 1806 da Pio VII, perchè v' intervenne Vittore suo
Mime nominato vescovo in parti- vescovo.
,,

ii2 FOC FOG


FLUMEN-ZERITA. Sede ve- me dalla quantità di vitelli mari-
scovile della Mauritiana Cesariana, ni che vi si pescavano, perchè ph<>-
nell'Africa occidentale, sotto la me- ca in greco significa vitello inali-
tropoli di Giulia Cesarea. no. In oggi è un piccolo villaggio
FOCA (s. ). Abitava presso la chiamato Fochia o Foja vecchia ,

porta di Sinope, città del Ponto, per distinguerlo da Fochia nova


e vivea coltivando un orto. Nell'u- distante da esso sole dieci miglia.
mile sua condizione imitava le vir- La città di Focea ha la gloria di
tù de' grandi patriarchi albergava , aver data origine alla città di Mar-
i viandanti che non sapeano dove siglia , antica colonia de' focesi e
riparare, e sovveniva i poveri col porto di mare, ed a molte altre co-
frutto delle sue fatiche. Le sue vir- lonie greche stabilite sulla costa dei
tù vennero coronate dal martirio mare Mediterraneo in Italia, nelle
in una crudele persecuzione, che Gallie, ed in Ispagna. La sede ve-
crederi esser quella suscitata da scovile vi fu eretta nel quinto se-
Diocleziano nel 3o3. Gli fu dedi- colo sotto la metropoli di Efeso ,

cata poscia una chiesa, che diven- donde passò a quella di Smirne nel-
ne celebre in tutto l'oriente, e vi l'esarcato d'Asia. Dall' Orieits Christ.
si depose la maggior parte delle tom. I, pag. 736, abbiamo gli otto
sue reliquie. S. Asterio, véscovo di seguenti vescovi: Marco, Teotisco ,

Amasea verso l'anno 4°°» ne ^ P a " Quinto, Giovanni, Leone, Niceta,


«egirico di questo santo martire di- Paolo,, un anonimo che olfri il pae-
ce che il magnifico tempio di Si- se a Tamerlano come adatto alla
nope, ove si custodisce il suo cor- caccia. Il p. Bremond nel suo Boll.
po, conforta gli afflitti,, e reca sa- tom. Il, pag. 706, ed altri notano
nità agli ammalati; che tutti i luo- questi altri vescovi dal secolo XIV
ghi ove si serba qualche porzione in poi : Bartolomeo di Cassino
delle sue reliquie, sono celebri per Giovanni carmelitano, Giovanni de
molti miracoli e formano l' obbiet- Rubeis Nicolò da Todi, Luigi di
,

to della venerazione de' cristiani ;


Foro , Stefano Chaan , Egidio di
che i romani , possedono
i quali Porto, ec.

nella loro capitale il capo del san- FOELANO (s.). V. Felaxo (s.).

to, l' onorano nella stessa maniera FOGARAS (Fogaracsien). Cit-


che s. Pietro e s. Paolo; che ma- i tà con residenza vescovile in Tran-
rinai, tratti spesso per lui da gra- silvania capoluogo del distretto del
,

cantano degl'inni in sua


vi pericoli, suo nome, marca di Mundra, sulla
lode, e mettono in serbo parte del riva sinistra dell'Aiuta, che si attra-
loro guadagno che chiamano parte versa sopra un bel ponte di 864 pie-

di Foca. La sua festa cade a' 3 di di lunghezza. Fogaras o Fagaras


di luglio. e assai ben fabbricata, ed ha un vec-
FOCEA (Phocaea). Città vesco- chio castello fortificato, molte chie-
vile dell'Asia minore che Tolomeo se di diversi culti, una piazza bel-
situa nell'Eloide e la Jonia, sulla lissima, ec. Ebbe a sostenere due
costa meridionale del golfo di Cu- assedi 1661, uno dal prin-
l'anno
mes, con due sicuri porti. La dis- cipe Kemeni successore di Bar-
,

sero alcuni una colonia di atenie- skay, l'altro dagli ottomani che pro-
si, credendo che abbia preso il no- teggevano Michele Apaffi. Fogaras
,

FOG FOG n3
si rese a Remeni, e resistette ai ineffabile ed individua Trinità. Il

turchi ina morto questo principe


; capitolo si compone della dignità
nel 1662, non tardò a riconoscere dell'arciprete, di sei canonici, di
Apafli per padrone. Nel 1774 una quattro preti regolari e di alcuni

parte di Fogaras fu interamente chierici secolari addetti all' ufficia-

incenerita, laonde fu poscia rifab- tura del divino servizio. La cura


bricata sopra un piano migliore. delle anime della cattedrale, giusta
Tuttavolta il vescovo ordinariamen- la regola prescritta nella fondazio-

te risiede in Balasfalta , Balasfalva ne, confermata dal sovrano, e ra-


o Blascndorf, borgo del gran prin- tificata dal Papa Pio VII, si appar-
cipato di Transilvania, comitato di tiene ai canonici. In altra chiesa
Weissenburgo inferiore, al confluen- parrocchiale munita di battisterio
te del grande e del piccolo Kokel, la cura delle anime si esercita dal
in una fertilissima contrada'. E que- parroco del luogo , che da ultimo
sto il capoluogo della mensa del era un canonico della cattedrale.
vescovo di Fogaras. Vi sono due La chiesa cattedrale è fornita di
chiese unite, un ginnasio, ed una tutto l'occorrente , meno l'organo,
stamperia. A qualche altezza ve- non essendo in uso nelle chiese di
donsi ancora le rovine di un ca- rito orientale. Nella medesima si

stello. venera l'insigne reliquia della mano


La sede vescovile di rito greco di s. Gregorio Nisseno. L'episcopio
unito alla santa romana Chiesa, fu resta duecento passi distante dalla
eretta nei primi anni del secolo cattedrale, cioè tra gli avanzi del-
XVIII. La più antica notizia dei l'antico castello. Vi sono i monaci
suoi vescovi che mi è riuscito rin- dell'ordine di s. Basilio Magno con
venire, è di d. Giovanni Innocenzo loro monistero ed il seminario. Va-
Klaja dell'ordine di s. Basilio, nato sta è la diocesi ; ed ogni nuovo
in Transilvania nel 1700, e fatto vescovo in proporzione della men-
vescovo da Clemente XII nel con- sa, è tassato ne' libri della camera
cistoro degli 11 settembre 1780, apostolica in fiorini duecentottanta-
ove lo propose il cardinal Cienfue- sette.
gos come ministro e protettore de- FOGLIANTI o FUGLIENSI,
gli stati di Carlo VI imperatore Congregazione monastica. V. il vo-
che nominò tal soggetto al vesco- lume XIII, pag. 2ip„ 220 e 221
vato di Fogaras. I di lui successo- del Dizionario.
ri sono registrati nelle annuali No- FOGLIANTINE o FOGLTAN-
tizie di Roma , lutti suffragatici TI, Monache. V. il volume XIII,
dell'arcivescovo di Gran ossia Stri- pag. 225 e 226 del Dizionario.
gonia. Il regnante Pontefice per FOGLIETTO (di) Ugo, Car-
nomina dell' imperatore d' Austria dinale. Ugo di Foglietto, francese
Francesco nel concistoro dei i5
I, di nazione , fu canonico regolare
aprile del 833, dichiarò vescovo
1 nel monistero di s. Pietro di Cor-
di rito greco di Fogaras monsignor bia nella Sassonia , e priore di s.

Giovanni Lemeny, nato in Dezmer, Lorenzo d'Amiens, ovvero giusta


diocesi di Fogaras, nel 1780. La l'opinione di altri autori, monaco
cattedrale è in Balasfalta, edilizio di s. Benedetto nella Piccardia. La
di elegante struttura, dedicata alla profonda sua scienza, l'estesa erudi-
vol. xxv. 8

V CU 1 fi /
n4 POI FOL
zione, e Ja integerrima pietà così luogo del dipartimento dell' Ariege,
gli meritarono la stima universale, di circondario e di cantone, a pie-
che Innocenzo II, nel dicembre del di de' Pirenei , sulla* riva sinistra
i 1 4o, Io creò prete cardinale della dell'Ariege, al confluente del Lar-
S. R. C. Scrisse parecchie opere ,
get. Ha vari edifizi e stabilimenti
stampate in Parigi, le quali falsa- rimarchevoli vede l' antico
; vi si

mente vengono attribuite a Ugone ponte di due archi, che attraversa


da s. Vittore. S' ignora il tempo l'Ariege, e tre torri di gotica co-
preciso della di lui morte, e vuoisi struzione, situate sopra una ripida
che godesse soli venticinque mesi roccia che domina la città. Cre-
il cardinalato, sebbene alcuni lo dono taluni che questa città sia
fanno morire nel 1 1 64. stata eretta dai focesi, che gli a-
FOILLANO (s.). Figlio di Fin- vrebbero dato il nome di Phoccs,
tano re di Munster in Irlanda e , da cui sarebbe venuto per corru-
fratello di s. Ultano e di s. Fur- zione quello di Foix. I conti di
seo, dal qual ultimo ebbe il go- Carcassona fondarono la chiesa
vi

verno del monistero di Rnobbers- di s. Volusio, che divenne in pro-


burg da esso fondato nel regno gresso un'abbazia. Appartenne que-
degli angli orientali. Morto s. Fur- sta città al capitolo di s. Volusio,

seo, circa il 65o, passò in Francia ed conti di Foix, che successero


i

con Ultano. Leggesi in alcuni scrit- ai conti di Carcassona, non posse-


tori, che Foillano fece un viaggio dettero che il castello. Neil' anno
a Roma, e che vi fu consecrato ve- 1226 vi si tenne un concilio, do-
scovo regionario. Se ciò fu, non tar- ve il cardinal di S. Angelo, legato
dò peraltro a riunirsi a suo fra- del PonteficeOnorio III nella Lin-
tello, poiché si recarono assieme a guadoca, assolvette dall'eresia Ber-
Nivelle nel Brabante, dove s. Ger- nardo conte di Foix che avea se-
trude nel 652 donò ad Ultano un guito il partito degli eretici albi-
tratto di terra tra la Mosa e la gesi, e che finse per allora di con-
Sambra, ch'era l'abbazia di Fos- vertirsi e di far penitenza. Labhé
sej per edificare uno spedale ed un tom. X, ed Arduino tom. VII. Ce-
monistero, ed affidò a Foillano l'i- lebre fu la dispensa matrimo-
si

struzione delle religiose delle qua- niale che Martino V concesse a


,

li era badessa. Il santo si prese an- Giovanni conte di Foix come fu ,

che la cura d'istruire il popolo nei celebre il cardinal Pietro di Foix


villaggi vicini. Postosi in cammino fiorito nella prima metà del seco-
con tre compagni per andar a vi- lo XV.
sitare suo fratello nel 655, fu tru- FOIX Pietko, Cardinale. V.
cidato dai ladri o dagli infedeli nel- Fuxo.
la foresta di Sonec, oggidì Carbo- FOLIGNO o FULIGNO (Ful-
nera, .neh" Hainaut. Le sue reliquie ginaten ). Città con residenza ve-
si venerano nella chiesa di Fos- scovile dell'Umbria nello stato pon-
se, ed egli è onorato a' 3i di ot- tificio, delegazione apostolica di Pe-
tobre. rugia, che giace in mezzo alla fer-
FOIX (Fuxumo, Fuxium). Cit- tilissima umbra pianura ,
purgata
tà di Francia, antica capitale del- da ogni palustre infezione, per o
la contea di tal nome , ora capo- per a del sommo idraulico inligna-
FOL FOL kj
te Francesco Jacobilli. Da questa piono l' ornato , oltre la facciata

città antica e nobile, quasi da cen- esterna del duomo, e le due tor-
tro si spartono quattro grandi stra- ri destinate alle due maggiori cam-
de nazionali o corriere di Roma ,
pane del pubblico, e della mento-
Toscana, Marche per Loreto e Fa- vata cattedrale, il di cui principal

briano, Flaminia per il Furio e ingresso sì apre in una piazzetta

Romagna, oltre alle minori. Sorge poco distante. Di questa insigne

Foligno su di un'area presso che chiesa, e de' suoi notabili abbelli-

quadrata, cui quattro porte corri- menti e restauri ne parleremo ver-


spondenti nominati punti gli
ai so il fine di questo articolo, col-

danno l'accesso essendo cinta al-


,
l'autorità principalmente del Sag*

l' intorno da opportune muraglie: gio storico artistico della chiesa


anticamente erano sei le porte del- cattedrale di s. Feliciano di Foli-
la città. Il fiume Topino o Tinna gno, dell'ingegnere Antonio Rutili
scorre all'ovest lambendone colle Gentili, Fuligno tipografia Tomas-
sue acque il recinto, ed un manu- sini 1839.
fatto canale, che da quello si dipar- Dopo la chiesa cattedrale sono
te, reca una porzione delle acque meritevoli di speciale menzione le
per mezzo all'abitato, le quali dan- insigni collegiate di s. Maria infra
no moto ed attivano molte fabbri- Portasi e di s. Salvatore, la bella
che ed opifici, gualchiere, mole a chiesa del seminario già intitolata
grano ed olio, conce ec, e rendon- a s. Agostino, e quella di s. Do-
si opportunissime all' esercizio di menico ufficiata dai domenicani.
molte altre manifatture ed indu- Vincenzo Maria Fontana, de Ro-
strie, mentre con quelle del rapi- mana provincia ord. praed. ci die-
do fiume Menotre, e di varie for- de le Notizie storiche della chiesa
me e fossi vengono irrigati non e convento di s. Domenico. Vi so-
solamente i circostanti orti, ma al- no ancora le chiese di s. Nicolò
tresì condotta l'acqua sotto le prin- degli eremitani, di s. Agostino, e
cipali interne vie, le quali per tal di s. Giacomo de' serviti , oltre i

mezzo vengono assai facilmente al- diversi monisteri di monache , ed


l'uopo rese nette, e rinfrescate dal altre chiese minori, fra le quali è
corso di esse. Da ultimo le strade a nominarsi quella dell'oratorio del
nell' essere state perfettamente la- Ruon Gesù, ove adempie agli eser-
stricate con pietre quadrate, ven- cizi di cristiana pietà una congre-
ne accresciuto nuovo pregio alla gazione di preti secolari istituita

loro agiatezza, ed alla figura ret- dal p. Giambattista Vitelli. In am-


tilineacon che nel Trivio vengo- pio spedale sono curati gli infer-
no a concentrarsi, ed anche le subal- mi , ed hanno asilo ne' conser-
terne non lasciano a desiderare co- vatoci le orfane, e le donne peni-
sa alcuna per la regolarità e co- tenti, non che religiosa educazione
modo che presentano. La piazza le donzelle dalle orsoline dette della
quadrilunga è chiusa dai tre pa- Madre Paola, e dalle maestre pie.
lazzi governativo, municipale e ca- Sono pochi anni che il benemeri-
pitolare , essendo stato il secondo to sacerdote Simeone Fongoli cano-
non ha guari convenientemente ri- nico della cattedrale, fondo un de-
fabbricato: i ori vati edifizi ne com- cente ospizio, che mancava agli or-
,

n6 FOL FOL
fani maschi. Dell'istruzione pub- derni: della Barnabò ne
famiglia
blica erano benemeriti ab antico i tratta il Gamurrini nel tom. HI
chierici regolari barnabiti, che a- dell' Ist. gen. delle fam. umbre; e
vevano il collegio di s. Carlo, in di quella degli Orfìni, il Frenfa-
mancanza de' quali furono surro- nelli nell' Orazione recitata nell'ac*
gati maestri stipendiati dal comu- cademia Fulginea. I terremoti del
ne; però il seminario ha le sue i832 arrecarono a Foligno e suoi
scuole particolari. Non ha guari dintorni immensi danni, ma le po-
con beneplacito del Papa regnan- steriori riparazioni ne migliorarono
te, e sua benigna cooperazione, a l'esteriore apparenza.
cura e spese del comune stesso si Poche mediterranee posso-
città
è aperto, e si mantiene un vasto no vantare titolo di emporio
il

e ben adatto stabilimento delle tan- commerciale, che Foligno ha sino


to benemerite ed utili scuole cri- da epoca remota meritato, ed è
stiane per la morale e civile istru- ben difficile trovare altrove quella
zione de' giovanetti. Sono delizio- operosità instancabile con- e quel
se le esterne passeggiate del Pome- tinuato movimento industriale, che
rio, e molto più vaga quella in- ne forma il migliore elogio, e che
terna detta dei Canapè ornata di gareggiando colle cure indefesse
alberi, ove ottantuno sedili costrut- della classe agricola, vi moltiplica
ti di materiale circondano un am- a fronte anche delle avverse circo-
pio prato, nel quale nei giorni i4, stanze le sorgenti d'opulenza. Quin-
i5 e 16 settembre ha luogo una di parecchi sono i fondachi mer-
fiera detta di s. Magno, per ogni cantili , importanti le operazioni
sorta di merci, e specialmente di bancarie , estese le corrispondenze
stoviglie, mentre idonea sottostan- de' spedizionieri, ed incalcolabile lo
te località viene assegnata alla con- spaccio in dettaglio delle merci
trattazione del numeroso bestiame straniere , e dei generi coloniali
che vi concorre, e lungo la via importati, il perchè è di ciò il più
della passeggiata suol praticarsi le vasto deposito dell'Umbria. Vi so-
corse equestri dette del fantino no tuttora in prospero stato cin-
ed altre popolari feste. Un bel tea- que fabbriche di ottima cera lavo-
tro, negli ultimi anni fu eretto con rata, le quali verso la fine del pas-
architettura dell' ingegnere Luigi sato secolo erano tredici ; tra le al-
Fedeli, e coll'opera di Brizi d' As- tre fabbriche rinomatissime sono
sisi. Alle accademie letterarie degli quelle delle stupende confetture,
Umbri e de' Forlì è ora sostituita ed i minuti folignati tutti di zucca ro
l'accademia Fulginia, che tiene pe- sono perciò assai noti. Il Jacobilli
riodicamente le sue tornate. V. a pag. 9 del suo Discorso, riporta
Jacopus Blancanus, De Diis Topi- gli scrittori che celebrarono i con-

cis Fulginantium ad XII viros, ac fetti di Foligno. Tra gli opifici


caetutn fulginalìs academiae epi- primeggiano quelli delle cartiere,
stola, Fulginii 1761, typ. Feliciani che si estendono anche ne' subur-
et Philippi Campitelli. Fra i pa- bani villaggi di Vescia , Belfiore ,

lazzi si distinguono quelli di Bar- e Pale, essendo la più conosciuta


nabò , Candiotti , Orfìni , Gentili- la cartiera delle Ripe, ove l'abile
Spinola, Morotti, ed altri più ino- meccanico Antonio Rutili -Gentili
,

FOL FOL 117


siJIodatOj v'introdusse il metodo di zi, Stilla zecca, e sulle monete di
lavorazione oltramontana sì nelle Foligno dissertazione epistolare di-
macchine, che ne' processi special- retta ad Annibale Olivieri, Bolo-
mente per incollare al tinello, cioc- gna 1775. In questa zecca Pioli
ché non erasi in avanti praticato vi fece coniare monete d'oro e d'ar-

in altre cartiere dello stato ponti- gento, per la meditata spedizione


fìcio, per cui somministra carta di e crociata navale contro gli otto-
particolare bellezza. Abbondanti so- mani. Eugenio IV, e Pio II di-
no le produzioni de' fertili terreni, chiararono presidenti della zecca
pel qual complesso di cose in Fo- di Foligno, non che di quelle del
ligno da tempo immemorabile fu ducato di Spoleto, e di Roma fi-

istituita la celebre fiera de' Sopra- rn iliano Pier Matteo, e Costantino


stanti, che dal 21 maggio si pro- Orfìni nobili folignati. Il primo di
traeva al 21 luglio con immensi tali personaggi fu benemerito della
privilegi, fra' quali il massimo di patria per avere animato e favo-
cessare per que' due mesi la giu- rito la stampa nei primordi di
risdizione ordinaria de' governatori, questa importante invenzione , co-
devolvendosi in vece a cinque con- me pochi anni prima era stata lar-
siglieri municipali, investili anco del gamente protetta in Roma dalla
diritto di sebbene tal
sangue. E nobilissima famiglia de' Massimi. Fu
privilegio confermato da molti Pon- nel 1469 che Emiliano accolse il

tefici siasi mantenuto in pieno vi- tipografo tedesco Giovanni Numei-


gore sino al nuovo impianto am- ster in sua casa, ed ivi furono
ministrativo del 1816, eccettuata impresse e pubblicate per la pri-
soltanto l'epoca dell' invasione fran- ma volta le rarissime e nitide edi-
cese, pur tuttavia la fiera stessa in zioni delle Epistole di Cicerone, le
ciò che risguardava specialmente il opere di Leonardo Aretino, De bel-
numeroso estero concorso fin da lo italico adversus gotlws , e la
epoca remota passò quindi in An- Divina Commedia di Dante, la qua-
cona per comodità maggiore, e di le uscì quivi per la prima volta
là a Sinigaglia ove tutt'ora conti- alla luce nel i47 2 j poscia diffusa
nua con gran celebrità. Una terza per l'Europa. All'incominciar del
fiera si tiene tuttavolta in Foligno corrente secolo rimaneva ancora in
a' 25 febbraio, posteriore alla festa piedi la gran ruota della zecca
di s. Feliciano. Della processione messa all'uopo in movimento dal-
notturna poi in cui si porta il si- le acque del canale, per le quali
mulacro del santo patrono con sfar- movevansi pure molte mole da
zo di cerei offerti dalle diverse arti grano, da olio, da tabacco, mac-
e mestieri, con l'intervento delle chine grandiose di mangano, e gual-
magistrature e rappresentanze dei chiere. Fuligno diede ne' suoi con-
limitrofi castelli e ville fin d'anti- cittadini, santi, beati, Papi, cardi-
co tributari e dipendenti dal co- nali, vescovi^ valenti uomini d' ar-
mune, ne parleremo in fine del- mi , ed altri illustri personaggi nel-
l' articolo. le scienze e nelle arti. Federico
Da tempoantichissimo ebbe que- II imperatore, nato in Jesi, vi eb-
sta città l'onore della zecca, su di be l'educazione, e se ne mostrò con
che è a vedersi Giovanni Mengoz- suo autografo assai soddisfatto , e
n8 1 OL FOL
riconoscente. Lodovico Jacobilli ci monastero fondato dal santo con-
die la Vita di s. Eeliciano mar- cittadino in Sora, l' annua oblazione
tire, vescovo e protettore della città per le corde delle campane. Il b.
di Foligno insieme alle vite de 've- Paolo Trinci autore della riforma
scovi successori, Foligno 1626 pres- nel i368 de' minori osservanti, e
so Agostino Alteri. Ci die pure le fondatore di quattro conventi. La
Vite de' santi e beati di Foligno, beata Angela vedova, proteggitri-
ivi1628 pel detto tipografo. Ab- ce di Foligno, e celebre terziaria
biamo poi da Julius Lucentius, Ful- francescana, della quale parliamo
gor Fulginii in splendoribus san- all' articolo Francescano Ordine
ctorum, sive quae beatitudine eoe- [Vedi), e di cui si hanno vari
lilum, qua sanctimoniae laude il- scritti, fra' quali pienissimo di di-
lustrami personarum Fulgìnae ci- vota unzione ed affetto è l' opu-
vitatispropalarti edit sacra, qua scolo intitolato De libro vitae qui
cogitava elogia cum suis nolis, Ro- est Chrislus, volgarizzato di recen-
mae 1703. te (Torino pel Marietti i83g); e
Di Foliguo furono i santi mar- sua discepola fu la b. Pasqualina
tiri Eraclio, Giusto, e Mauro; fondatrice dei monasteri di s. A-
Messalina vergine e martire, tutti gnese di Foligno da lei chiamato
martirizzati nell' impero di Decio. della b. Margherita, e di s. Cate-
11 b. Tommaso martire francesca- rina di Spoleto, ambedue sotto il

no, che co' suoi compagni ridusse terzo ordine di s. Francesco. La


algrembo della Chiesa gran nu- b. Paola, una delle fondatrici dei
mero di eretici di Bulgaria ed monasteri di s. Elisabetta, e del
Ungheria, s. Rainaldo, e i beati Corpo di Cristo della città d' A-
Filippo e Giovanni, tutti e tre ve- quila. Il b. Pietro Cresci nobile
scovi di Nocera. I beati Ermanno laico, ed altri venerabili servi, e
e Leonardo discepoli di s. Fran- serve di Dio, oltre quelli di cui
cesco. Il b. Angelo fondatore del in appresso faremo memoria. Dalla
couvento di s. Agostino. Il b. Gi- famiglia Onofri, detta dell'Antico
rolamo degli Atti domenicano. Il Romano, trassero 1' origine i ss. Pon-
b. Placido fondatore del convento tefici Silvestro I, e Siricio. Par-
di Giovanni di Recanati. I beati
s. lando il Novaes di questi due Pa-
Matteo e Martino de' minori. Il pi, dice nelle loro vite che furono
b. Giovanni eremita fondatore del- romani , e soggiunge : pretendono
la chiesa ed eremo di s. Giovan- alcuni che s. Silvestro e s. Siricio
ni evangelista di Celano, e di al- sieno della nobile famiglia Onofri
tre chiese ed eremi. II b. Leviano di Foligno, dove passò nell' anno
il quale per divina ispirazione sep- 45 1 Valerio, della nobile famiglia
pellì nel Trivio folignate fuori di Ruffia romana, e che perciò in
porta Romana, il corpo di s. Co- Foligno continuasse a chiamarsi col
stanzo vescovo di Perugia. S. Do- cognome dell' Antico Romano, fin-
menico abbate di Sora, detto di Cu- ché da Onofrio celebre vescovo ,

culio per i motivi che dicemmo della medesima prosapia, dato a


alla sua biografia, ove celebrammo Foligno da Adriano II nell' 870,
la pietà degli odierni magistrati lo cambiarono con quello degli
civici di Foligno , nel restituire al Onofri, come si legge nell'Ughelli,
FOL FOL 119
Italta sacra, tona. I, 738. I
col. ponte che da lui prese il nome
cardinali di Foligno sono, Luciano respinse le armi di Federico I, e

o Lucino Trinci , creato l' anno stabilitosi a Milano, la sua discen-


S |da s. Leone IV ; Gio. Do-
~> denza si chiamò Castelli. Ranaldo
menico Trinci, fatto da Innocenzo figlio del suddetto conte Monaldo,
III nel 121 1 ; Giovanni Vitelleschi, occupò eminenti cariche sotto Fe-
il cui avo era di Foligno, che nel derico I, ed Enrico VI suo figlio.
1 354 andò ad abitare in Corneto Della stessa famiglia vi fu Gerardo
ove nacque Giovanni, che Eugenio di Masseo, da cui discesero i Trinci

IV fece cardinale nel 1 4^7 ; Pio signori di Foligno; essendo capita-

VII creò due cardinali folignati, no di Federico \, nel e 1 89 fu


Luigi Ercolani nel 18 16, e Vivia- fatto conte di Vignole già forte

no Orfini nel 1823. Le notizie di castello del territorio folrgnate. A-

questi cinque cardinali, sono ripor- brunamante altro figlio del conte
tate alle loro biografie in questo Monaldo, pel suo coraggio fu da
'
Dizionario. Corrado duca di Spoleto nel iio,5
La gerarchia episcopale conta un dichiarato generale ed economo,
gran numero dei vescovi di Foligno. dandogli in moglie la propria fi-
11 Jacobilli che pubblicò il suo Di- glia. Napoleone figlio del conte Ra-
scorso nel 1646, dice che trenta naldo, divenne capitano di Ottone
folignati furono vescovi della loro IV, e poi di Federico II, pel qua-
patria, quindi enumera altri foli- le si fece capo de' ghibellini di Fo-

gnati vescovi di diverse diocesi, ed ligno e dell' Umbria, conquistando


altri fregiati di parecchie dignità Il suo fratello Ar-
diversi castelli.
ecclesiastiche e civili. Nelle armi maleone, co' suoi figli fu fatto da
si distinsero principalmente i se- Federico II signore di vari luoghi.
guenti. Corrado generale di Adal- Corrado figlio di Trincia II dei
berto duca di Spoleto, che per Trinci nel i25o era capitan ge-
avere nell'anno C)i5 in una trin- nerale di Corradino figlio di Fe-
ciera trinciato e fatti in pezzi molti derico II, suo coppiere e mastro
saraceni presso il Garigliano nella giustiziere; il suo fratello Trin-
Puglia, si acquistò il soprannome di cia III nel 1254 qual capo dei
Trincia, per cui i di lui discendenti guelfi scacciò da Foligno i ghibel-
furono cognominati Trinci ; dal- lini, e sottomise la città al domi-
l'imperatore e da detto duca ot- nio della Chiesa romana. Naldo di
tenne alcuni castelli ne' territorii lui figlio capo de' guelfi e de' no-
di Foligno, di Spoleto, di Nocera, bili, discacciò da Foligno gli Ana-
e di Gubbio. Monaldo del conte stasi capi de' ghibellini, e de'popo-
Mainardo, pel suo valore, nel 1 i55, lani che la tiranneggiavano. Ugo-
con Napoleone suo figlio, fu creato lino figlio di Nallo nel i322 fu
dall' imperatore Federico I, conte generale de' perugini ; respinse nel
di Corco rone, castello da cui poi 1328 Lodovico Bavaro, e ven-
il

sorse Montefalco, e di altri luoghi, ne creato cavaliere, e capitano di


non che capitano principale nel- mille soldati da Lodovico I re di
l' Umbria. Robba Castelli conte di Ungheria nell' impresa del regno di
Gallano e di Castel reale fu nel Napoli. Il suo figlio Trincia IV
ii 58 generale de' milanesi, e sul nel 1371 da Gregorio XI venne
iao FOL FOL
nominato generale della Chiesa, co- tutto pregevolissima
« quella di
me lo fu poi il figlio Ugolino II Pietro Perugino esprimente il bat-
nel i3g5 da Bonifacio IX, rice- tesimo di Gesù, Cristo, che si con-
vendo in guiderdone Nocera, Be- serva nella piccola chiesa della «s.

vagna, Trevi, Montefalco ed altri Annunziata, cappella del comune ;


luoghi. Inoltre Ugolino II, col fi- ed il barone de' Gregori addita
glio Nicolò Trinci furono generali una sagra famiglia dell' immortale
de' fiorentini, conquistando Bettona, Raffaelloda Urbino, cui mancò di
Leonessa, Montecchio, ed altri luo- dare quel sommo l'ultima mano.
ghi dell' Umbria. E per non dire Il famoso quadro dipinto dal me-

di altri insigni guerrieri, Alessan- desimo, detto la Madonna di Fo-


dro e Giambattista Orfini furono ligno, al presente uno de' princi-
generali di credito, e il secondo pali ornamenti della galleria vati-
marciò col duca Valentino Cesare cana, sino al 1799 appartenne al-

Borgia al conquisto di Romagna. le monache di s. Anna, dette le

In lettere e dottrina uscirono Contesse, per le quali fu lavorato


da Foligno dotti teologi, filosofi, dall'incomparabile artista, a dili-
medici, giureconsulti, canonisti, let- genza di Sigismondo de Comitibu9,
tori di cospicue cattedre, predica- benemerito concittadino, storico in-
tori, istorici, poeti, ec, dandone signe, e segretario intimo di cinque
le notizie di molti lo stesso Jaco- Pontefici, il di cui ritratto vestito
billi nel libro De scriptoribus pro- di cappa rossa vedesi a pie del
vincìae Umbriae, e nelle Cronache quadro. Qui noteremo, che il det-
di Foligno. Da ultimo fiori il dot- to monastero di s. Anna fu fon-
tissimo cav. Feliciano Scarpellini dato nel i3g5 dalla b. Angelina
presidente dell'accademia de' Lin- contessa di Corbara e di Civitella
cei, la di cui biografia si legge nel nell' Abruzzo, per le monache ter-
tom. VII, pag. 337 Album,
dell' ziarie in osservanza, e sotto i tre
giornale letterario di Roma. Nella voti essenziali dei clauslri, che fu
pittura eziandio si distinsero non il primo eretto in Italia sotto tal

pochi folignati sino dal secolo XIV istituto ; mentre nel 1 4^5 nel mona-
e XV in cui acquistarono rino- stero di s. Lucia di Foligno princi-

manza un Andrea Cagni, Bartolo- piò la riforma del secondo ordine di


meo di Tommaso, Pietro Mazza- s. Chiara. Di altri uomini illustri

forti, Cristoforo e Nicolò Libera- di Foligno ne tratta il Frenfa-


tore, Pietr' Antonio Mesastris, chiu- nelli nella sua erudita Orazione
dendo quell' ultimo secolo Nicolò accademica.
Alunno, due quadri del quale si Fu dominata questa città da
ammirano presso gli eremitani di diversi signori, e primieramente dal
s. Agostino : questo celebrato pit- suo edificatore e suoi discendenti,
tore fu pure maestro a Pietro Pe- quindi dai re di Toscana, che ad
rugino, per lo che Foligno median- un tempo signoreggiarono tutta
te la mentovata scuola ebbe parte l'Umbria. L'anno 488 dell'edifi-
alla gloria del risorgimento della cazione di Roma fu sottoposta con
pittura in Italia. Molte altre eccel- tutta l' Umbria Toscana ai ro-
e
lenti tavole di famigerati pittori mani, che la dominarono sino al-
si conservano in Foligno e soprat- l' anno 7 1 o, cui successe Giulio
FOL FOL i2i

Cesare o gl'imperatori suoi succes- ciliari per nobiltà e valore : tal-

sori.Nel detto anno /{.SS Foligno volta erano eletti a podestà gli stessi
fu dai romani elevata al grado di cittadini di Foligno delle più be-
prefettura, e nel 49 2 a quello di nemerite famiglie ed , in seguito
municipio , divenendo una delle divenne si onorevole la dignità,
quindici città dell' Umbria confe- che l' esercitarono signori potenti,
derate de' romani , che nel 668 e persino imperatori, e re di Na-
aggregarono i folignati alla loro poli, invitandone i Papi i consi-
cittadinanza, e alla tribù Cornelia; glieri ad eleggerli. L' autorità e
indi, come meglio si dirà, Foligno tribunale del podestà era differen-
passò sotto il dominio degli inva- te da quello di capitano del po-
sori d'Italia, de' duchi di Spoleto, polo, e del gonfaloniere di giusti-

e de' romani Pontefici, signoreg- zia, o signore e poi governatore


giandola pure i Trinci, il Jacobilli della città ; poiché al podestà spet-
nel più volte citato Discorso, a tavano le prime cause, e quelle
pag. 4° e se g- riporta l' erudito sentenziar per giustizia : al capita-
cata ogo de* governatori e rettori di no appartenevano le appellazioni
Foligno,come di quelli che in vari delle seconde istanze, e però quan-
tempi hanno dominato la città. do verso il i4oo fu soppressa la
Nel governo dopo l' espulsione dignità di capitano, in sua vece
de' Trinci i Pontefici vi spedirono venne stabilito il giudice delle ap-
un prelato o vescovo coli' antico pellazioni. Al signore e poi al go-
grado di prefetto di Foligno, con vernatore spettava la cognizione
giurisdizione su Nocera ed altri definitiva delle terze istanze, come
luoghi dominati prima dai Trinci. il far grazia, segnar le suppliche,
Indi successero i governatori luo- e simili. In progresso di tempo fu
gotenenti dei cardinali legati, ve- ristretta l'autorità e la provvisione
nendo governo separato nel
fatto del podestà, continuandosi l'elezione
i5ig, perchè da Clemente VII
il dai consiglieri, mediante l'approva-
in poi fu retta dai governatori ef- zione della sagra consulta, o del
fettivi, siccome lo è tuttora. Il cardinale sopraintendente dello sta-
medesimo Jacobilli a pag. 5g e to ecclesiastico. Di poi anche 1' uf-
seg. ci dà il catalogo de' podestà zio e tribunale di giudice del-
di Foligno, avvertendo che i Papi le appellazioni restò abolito, con-
costumarono governare Foligno per centrandosi la giurisdizione nel go-
un prelato governatore, e per un vernatore della città.
dottore in legge di sperimentata Il magistrato civico della città
idoneità per podestà. L' offizio e il componevasi di sei priori del po-
tribunale del podestà fu eretto in polo, i quali vestivano di scarlatto
Foligno nel i i g8 con suprema rosso , con residenza nel palazzo
potestà di mero e misto impero. del comune, ove amministravano
L' elezione spettava ai consiglieri la giustizia : il consiglio de' nobili
del comune. Il podestà durava denominato centumvirale ammini-
nella carica un anno, indi soli sei strava quelle cose spettanti alla sua
mesi a beneplacito de' medesimi giurisdizione della città e territo-
consiglieri, promovendosi per 1' or- rio.Al presente avvi il gonfalonie-
dinario a tale offizio personaggi re capo del magistrato civico, coi
FOL
deputati e consiglieri, come hanno lo, Assisi t fiorerà, e Gualdo Ta-
tutte le città dello stato pontificio, dino (Fedi). Il proprio governo poi
secondo le odierne leggi. La città non comprende che gli appodiati
prese per arme un giglio d' oro in di Colfiorito, Rasiglia, e Scopoli.
campo rosso che
; altri dicono Novera poi nella sua amministra-
avendo i con ono-
folignati ricevuto zione municipale sessanta villaggi,
revoli distinzioni Carlo Vili re di fra i quali sono a ricordarsi Pale,
Francia, questi gli dasse per im- situato all' est in distanza di due
presa un giglio d' oro risplendente leghe, per le sue grotte ripiene
in campo rosso. AH' invasione de- di stallatiti, e pei diversi opifici
j;li imperiali francesi, nel 1809, Fo- attivati dal piccolo fiume Meno-
ligno divenne capoluogo d'un cir- tre, che nella sottoposta valle vi
condario del dipartimento del Tra- forma varie cadute d'acqua; Ca-
simeno, e sede d' un tribunale di podacqua, per elevarvisi dappres-
prima istanza. Vi fu poi stabilita so l' eminenza chiamata Colfonaro
la dogane,
direzione centrale delle ove nacque s. Domenico abbate; e
che tenne lungamente gli uffizi di s. Eraclio al sud con antico castello

amministrazione negli ameni casini e torre, ove le truppe acquartiera vali-


faldella, entro il piccolo villaggio si, perciò detta Statio Fulginas, per

di Pescara, lontano per una lega trovarsi ad una lega assai scarsa
all' est della città. Vi si istallò ezian- dalla città, sulla strada romana, ed
dio il tribunale prevostale pei con- essere ornato da due vaghe chie-
trabbandi di estesissima giurisdizio- se, tenendovisi fra l'anno parecchie
ne. Un liceo di privata fondazione fiere. Questo paese rispetto al mu-
militarmente organizzato nel con- rato esisteva ancora nel
castello,
vento eremitano di s. Nicolò ac- 3oo, giacché in quell'epoca vi fu
quistò in pochi anni qualche fama. martirizzato Eraclio, uno de'solda-
L' alta mercatura però, attese le ti pagani del castello stesso . Del
circostanze della guerra, decaduta territorio di Foligno, come di quel-
col secolo XVIII, non è più risali- lo della sua diocesi, de' principali
ta all'apice, che aveva sì felicemen- suoi prodotti, de' fiumi che l'in-
te attinto , e delle antiche casse naffiano, ed altre cose relative, ne
bancarie note all'Europa intera, discorre il Jacobilli nel menzio-
non rimane che l'onorevole rimem- nato libro, a pag. i i e seg. Nei
branza. Attualmente in Foligno suburbani dintorni di Foligno si

oltre il governatore distrettuale di trovano, il monastero cassinese in-

prima classe, avvi il tribunale di titolato a s. Feliciano, il quale fu


prima istanza, erettovi dal Papa posto sull' eculeo nella colonna di
che regna, per le cui generose con- marmo, che esiste alla croce bian-
cessioni non solo vi si è ampliato ca, e fu quindi trascinato sino a
il tribunale di commercio di anti- quel campo che denominossi Mor-
chissima istituzione, ma aggiunta monzone ove spirò, in memoria di
puranco una camera di commer- che a pubbliche spese fu edificala
cio, pregi i più singolari cui città la chiesa, e data poi ai monaci in
mediterranea possa aspirare. cura ; il monistero degli Olivetani,
Al distretto di Foligno appar- assai grandioso, posto in mezzo al-
tengono ancora i governi di Spd- la prima campagna, e detto perciò
3

FOL FOL 1^3

di s. Maria in Campis. Lodovico billi coi memorati tipi nel i653


Jacobilli ci Cronaca della
die la pubblicò la Cronica della chiesa
chiesa e monistcro di s. Maria e monistcro di s. Croce di Sasso-
in Campis, detta ancìie di s. Ma- vivo nel territorio di Foligno.
ria Maggiore fuori della città di Nel territorio di dipoli, fra i

Foligno, ivi i653 appresso Ago- monti, a tre leghe di distanza da


stino Alteri. Avvi il convento dei Foligno è il santuario di s. Pie-

minori osservanti posto su d' una tro detto de' Cancelli, ove pia tra-
vaga collina, e denominato di s. dizione addita una pietra santifi-

Bartolomeo da dove , varcandosi


,
cata dal contatto del principe de-
angusta valle, si giunge alla Fon- gli apostoli nel suo pio pellegrina-
te-Marana di limpidissime e salu- re, concorrendovi con fiducia ad
berrime acque; poco distante, ed in implorare la sanità le persone af-
situazione più amena ed elervata avvi flitte da malori reumatici. Non ab-
il convento de' cappuccini. Nel so- bonda Foligno di archeologici mo-
vrapposto monte vi è 1' antica ab- numenti, ma pure ne' dintorni di
bazia e monistero di s. Croce di s. Maria in Campis si sono ope-
Sassovivo, costruita verso il 1070 rati utilmente degli scavi, e si sco-

o 1080 da Mai nardo monaco cas- prirono alcune camere lastricate


sinese di santa vita, e di mol- a mosaico, gli avanzi d'un tempio
ta dottrina, istitutore di una ri- dedicato ad Ebe dea della gioven-
forma di monaci benedettini, che tù, avanzi di acquidotti , strade
poi divenne capo di congregazione, dette ab antico di ferro, iscrizio-

prendendo il nome di Congrega- ni, marmi figurati, e lumi eterni.


zione di Sassovivo di Foligno, con Di altri avanzi d'antichità ne par-
parecchi monisteri sotto di sé. In la il a pag. 17 del suo
Jacobilli
questa abbazia a' 17 luglio 1 3 1 Discorso, quale inoltre afferma
il

mori il b. Alana di Germania mo- che in questo antichissimo sobbor-


naco dottissimo, e tra quelli che vi go eranvi sontuosi casini di deli-
fiorirono rammenteremo il b. Al- zie, con amenissimi giardini, che
berto, Giovanni, Dionisio, Pietro, le belle arti avevano adornati ma-

Michele abbati e monaci della me- gnificamente. A due leghe dalla


desima, in cui menarono vita e- città per la via consolare di Noce-
semplarissima. Inoltre l'abbazia fu ra trovasi sul Topino il ponte Cen-
grandemente arricchita dai Trinci; tesimo designato da Giulio Cesa-
,

nel pontificato di Benedetto XII re per additare la distanza pre-


passò in potere de' cisterciensi, e cisa di da Roma.
cento miglia
quindi degli abbati commendatari, Dei pregi della città e diocesi di
fra' quali il cardinal Marco Barbo Foligno il concittadino Lodovico
che la divise in commenda cardi- Jacobilli, nel 1646, colle stampe
ed in abbazia monastica.
nalizia, di Agostino Alteri, pubblicò il me-
La prima fu da Pio VII riunita morato Discorso della città di Fo-
alla mensa arcivescovile di Spoleto, ligno, colla cronologia de' vescovi,
e la seconda fu dal regnante Gre- governatori e podestà ; ed il cata-
gorio XVI conceduta per aumen- logo de' suoi conventi e monisteri,
to di dotazione alla mensa episco- con l' indice de' castelli e villaggi
pale di Foligno. 11 suddetto Jaco- del territorio e diocesi folignate.
3

i*4 FOL FOL


Che Foligno In alcun tempo mai ed onorevoli di Marco Porzio Ca-
cercò fama prepotente di domi- tone di Marco Tullio Cicerone,
,

nazione sulle vicine città, ma solo di Giulio Cesare, e di altri tolgo-


ne' civili consigli della pace, negli no ogni dubbio a qualunque con-
studi piacevoli ed utili delle let- traria opinione, come di quegli sto-
tere, nelle laboriose investigazioni rici che ne attribuirono la fonda-
delle scienze, nell'attività dell'in- zione ai celti della Liguria, che
dustria, e che contenta si manten- poi si dissero umbri, 727 anni
ne di un nome onorato e tran- avanti l'origine di Roma. Il Jaco-
quillo, il dimostrò il patrizio fo- billi narra, coll'autorità di parec-
lignate Giacomo Frenfanelli, nella chie storie e monumenti antichi,
erudita Orazione, che nell'accade- che Foligno fu edificata dagli an-
mia Fulginia de' 6 aprile 182 tichi umbri, discacciati dai tirreni,
pronunziò per l'esaltazione del car- detti poi tusci o toscani , e che il

dinal Viviano Orfìni ,


pubblicata principale edificatore suo chiamos-
nel 1829 in Foligno dalla rino- si Fulginio , o Fulcinio, uno dei
mata tipografia Totnassini. loro primi capitani, donde ne pre-
Foligno o Fuligno, in latino se la denominazione, ovvero perchè
Fulminea o Fulginium , forse da ben presto rifulse e risplendette
fulgeo per Ja sua splendidezza, o tra le città e luoghi della regione.
Fulciaia , da fulcire, per la sua Assegna a tale edificazione 1' epoca
fortezza, nomi di cui rende ragio- dell'anno circa il 2482 della creazio-
ne il Jacobilli a pag. 3 e 4> d ne del mondo, al tempo di Tirreno
quale pur dice essergli derivato da re di Toscana, e poi d'Italia. Per il

Fulginio fondatore della città, ivi lustro che si procacciò la città vuoi-
riportando il nome degli storici si che dominasse sui popoli di
e geografi che parlano del sito ove dieci limitrofe città. Dicemmo già
sorge, e non altrove come alcuni che Foliguo venue dai romani no«
opinarono ; cosi a pag. 9 discor- verata tra le quindici città umbre
re della sua deliziosa posizione, mu- loro confederate, e ch'ebbe succes-
raglia, fortificazioni e temperatu- sivamente gli onori della cittadi-
ra, come della sua topografica di- nanza romana, con ascrizione alla
visione civile ed ecclesiastica. Tut- tribù. Cornelia, e i gradi di pre-
tavolta va notato , che il lodato fettura e municipio. I folignati som-

ingegnere Rutili- Gentili, nel suo ministrarono ai romani di frequen-


Saggio storico, ai capi I e II, con te armate genti, massime nella
giuste osservazioni ci dà molti spedizione africana di Pisone, ne-
interessanti schiarimenti sulla po- gli che questi portò a Pu-
aiuti
sizione dell'antica Fulginia, e sue blio Cornelio Scipione , e nel-
attenenze suburbane, alquanto di- la battaglia di Canne combattuta
versa dalle testimonianze de'prece- dal cartaginese Annibale. Lucio
denti storici, come della situazione Roscio da Foligno fu valoroso
e struttura del primitivo tempio. cavaliere , e generale di Giulio
3Von deve tacere che alcuni scrit-
si Cesare nella guerra contro le
tori contrastarono alla città di Fo- Gallie.
ligno una propria e rimota origi- Più volte la città fu saccheggia-
ne; ma le testimonianze veridiche ta e rovinata. La prima fu l'anno
,

FOL FOL 12J


di Roma 44^» quando i folignati serico re de' vandali nel 4^ 2 > At-
uniti ad altri umbri e toscani mar- tila re degli unni nel 4^3, Odoa-
ciarono contro quella città, e ve- cre re degli eruli nel 47^, occu-
nendo disfatti dal console Fabio parono un dopo l'altro, e rovina-
Massimo, questi portò poi la rovi- rono Foligno, come pur fece il re
na sui luoghi nemici, che rinnovò Teodorico. Totila re degli ostrogo-
l'anno 4^8 per essersi uniti i foli- ti nel 546 se ne impadronì , ma
gnati a danno de' romani anche Relisario la ricuperò all' impero
coi galli-senoni e coi sanniti. Dopo l'anno 55o, facendo altrettanto Nar-
che Annibale l'anno 536 di Roma sete quando la prese a Teia ulti-

Tinse i suoi eserciti , ed uccise il mo re goto. Alboino re Nel 571


console C. Flaminio, avviandosi per de' longobardi avendo occupato tut-
Roma punì la resistenza di Foli- ta l'Umbria, costituì il ducato di
gno con {smantellarne le mura, e Spoleto comprendendovi Foligno
manomettere il territorio. La città ove duchi mandarono a gover-
i

venne poi restaurata da Scipione narlo sino al 11 98 un luogotenen-


vittorioso de' cartaginesi. Nell'anno te e giudice. Agilulfo eLuitprando,
566 di Roma C. Flaminio figlio altri re longobardi, portarono dan-
del precedente, colle pingui spoglie ni alla città. Quest'ultimo portò la
delle vittorie che riportò sui ligu- rovina alle città di Foligno e di
ri frisinati ed apuani , edificò nel- Foro -Flaminio nella guerra che
l'Umbria, circa due miglia distante fece al duca di Spoleto Trasmon-
da Foligno, una città che dal pro- do , cui tolse il ducato per dovlo
prio nome chiamò Foro Flaminio; al suo fedele Ildebrando. Quindi
riedificò le mura di Foligno rovi- si può fissare la riedificazione di
nate dai cartaginesi , e dai suoi Foligno verso la metà o termine
schiavi fece lastricare la strada che Vili secolo. Questa città rice-
dell'

per lui fu detta Flaminia, incomin- vè notabile accrescimento dagli a-


ciata già da Roma dal di lui ge- bitanti di F01 o- Flaminio , la cui
nitore. Ricevè Foligno altri gravi città nel 740 fu pure rovinata dai
danni e saccheggiamenti dalle fa- longobardi, le cui vestigia si vedo-
zioni contrarie nelle guerre civili no tuttora ne' dintorni della rura-
de' romani, dappoiché nell'anno di le parrocchia, che corrottamente si

Roma 663 aderì con altre città disse Forflamma


ed oggi s. Gio- ,

dell' Umbria ai marsi , popoli del vanni-Profiamma, restando una le-


Lazio, nella guerra sociale a dan» ga distante sulla destra riva del
no de' romani per cui L. P. Ca-
, Tupino : si racconta che neh' epo-
tone molto la danneggiò. Tre an- ca longobardica Foro-Flaminio so-
ni dopo aderì a Caio Mario, con- stenesse lungo con sommo assedio
tro il dittatore Siila; nell'anno 704 valore ed intrepidezza. Nel 781
di Roma parteggiò per Pompeo, Carlo Magno donò alla Chiesa ro-
ed otto anni dopo seguì il trium- mana il ducato di Spoleto colle ,

viro Marc'Antonio. Altri danneg- sue dipendenze , insieme a questa


giamenti provò Foligno nella no- città.
!
stra era , siccome posta in luogo Molto soffrì Foligno nell 84o dai
per cui si passa recandosi a Roma. saraceni, e dagli ungari nel 910 e
Alarico re de'visogoli nel 4 12, Gtn- nel 924. Yerso l'anno 1160, ai
iiG FOL FOL
tempi di Federico I imperatore, Fo- gnore della città; quindi l'augusto
ligno fu ampliata con altra contra- ne nominò vicario il conte Tom-
da allora fuori della porta dell'ab- maso, discacciandone Trincio di Be-
bazia, che però si chiamò nova ci- •
rardo capitano de' guelfi, i quali si-
vitas Fulminei, vcl nova civitas Ab- no al 12,54 furono infrenati dal
baliae, per essersi edificati gli edi- conte. Nel giugno di quest'anno,
fici presso un'abbazia de' benedet- Bonifacio Fogliani da Reggio di
tini, ch'era nella chiesa di s. Sal- Lombardia, rettore del ducato di
vatore. Divenuto nel i 198 Ponte- Spoleto per Alessandro IV, con l'a-
fice Innocenzo III rivolse il suo , iuto de' spolelini, de' perugini e di
grande animo a ricuperare alla Se- Trincio Trinci figlio del preceden-
de apostolica tutta l'Umbria, com- te e capitano de' guelfi , ritolse la
presa la città di Foligno. D'allora città agli imperiali per la Chiesa ,

in poi i Papi governarono il du- stabilendo suo vicario e vice-retto-


cato di Spoleto per un rettore, il re Trincio, che restituì guelfi che i

quale delegava governo di Fo- al n'erano stati discacciati. Anastasio


ligno un luogotenente. Di poi Cor- di messer Filippo Anastasi foligna-
rado Guiscardo, capitano di Fede- te, essendo priore delle arti e del
rico II, con grosso esercito entrò popolo, nel 1264 si pose alla testa
nell'Umbria, e per quell'impera- de' ghibellini, e con l' aiuto degli
tore nel 1227 occupò Foligno, e imperialioccupò la città reggen- ,

ne fu fatto signore, discacciando dola con molta asprezza col titolo


molti folignati di parte guelfa. Ma di gonfaloniere di giustizia del po-
nell'anno seguente il cardinal Gio- polo di Foligno sino al 1288, epo-
vanni Colonna legato di Gregorio ca di sua morte. Verso questo tem-
IX, alla testa delle milizie della po Foligno si collegò con Terni e
Chiesa , e coll'aiuto di questi foli- con parecchie altre città umbre, e
gnati capo de' quali Trincio di
, nel 1281 i perugini l'aveano posta
Berardo Trinci già capitano di O- interamente a soqquadro.
norioIII, discacciò Corrado dalla Dall'anno 1280 sino al 1291 si
città, e la restituì al dominio pon- fabbricarono le nuove mura di pie-
tificio. Non andò guari che nel I235 tre, da Moutaroni, luogo del-
tolte
la riprese Federico II , e vi lasciò la villa Dentro a que-
di Carpello.
per suo vicario e prefetto il me- ste mura furono inclusi tutti i bor-
desimo Corrado, che nel 1239 i ghi ch'erano fuori della città, mas-
guelfi dell' Umbria e di Orvieto sime le contrade del ponte di Ce-
espulsero, restituendo la città a sare , de'Pugilli abitato da quelli
Gregorio IX. Tuttavolta nell' istes- di Fuligni o Fulignano, e di Ca-
so anno Enzio re di Sardegna, fi- stel vecchio di Todi : vi fu pur
glio di Federico II , la sottopose compresa contrada dell'Abbadia
la
alla sua dominazione. Tommaso di fuori di porta Romana, colle anti-
Aquino napoletano, conte d'Acerra che porte della città delle quali se
ed avo di s. Tommaso, capitano ge- ne edificarono altre quattro. In tal
nerale di Federico II, entrò in Fo- maniera la città ad un tempo fu
ligno l'ultimo di gennaio 1240, in ampliata , abbellita e fortificata. I
compagnia dell'imperatore, che fu folignati dal r 289 in poi attribui-
ricevuto con grande onore qual si- scono al patrocinio del loro pria-
,

FOL FOL 127


cipale protettore s. Feliciano, che Trevi, Giano, Montecchio , Casta-
la città non fosse più rovinata. Ad gnola, Colle del Marchese, e della
Anastasio nell'oftìzio e tirannia suc- rocca del ponte di Cerreto nell'Um-
cesse il figlio Corrado , che domi- bria , coll'annuo censo alla camera
nò sino al 1 3o3 in un ai fratelli apostolica di mille fiorini d'oro.
Gerardo, Ermanno e Filippo, che Frattanto essendo i perugini stan-
essendo nemici de'Trinci, tra di lo- chi delle fazioni di Bucarino e Ba-
ro e guelfi e ghibellini successero spante ,
pregarono Bonifacio IX di
molte battaglie e danneggiamenti. consolarli colla sua pontificia pre-
Però a Nallo figlio di Trincio, coi senza. Il Papa vi si recò, e in pas-

suoi guelfi e perugini , nel luglio sando per Foligno fu da Ugolino


i3o5 riuscì di liberar la patria dal ricevuto col più grande onore. Giun-
giogo degli Anastasi : fu quindi se a Perugia a' 1 7 ottobre 1 392 ,

creato gonfaloniere e capitano del donde poi mal soddisfatto ne par-


popolo , con libero dominio sulla tì , fermandosi in Assisi sino a' 4
città e territorio di Foligno, pro- settembre 1 3g3 , donde per Foli-
fittando dell' assenza di Clemente gno fece ritorno in Boma a' i5
V che avea stabilita la residenza settembre. Grato Bonifacio IX agli

in Avignone. A Nallo nel 13^3 suc- omaggi ricevuti da Ugolino ed agli


cesse nell'offizio e nel dominio il aiuti contro i perugini, lo distinse
figlio Ugolino Trinci ed a questi , col donativo della rosa d'oro be-
nel i34H
il figlio Trincio Trinci nedetta. medesimo Ugolino il
Al
che divenne vicario della santa Se- Papa Giovanni XXIII nel i4i3
de. Questa qualifica nel i36o gli confermò il vicariato de' suddetti
fu confermata dal celebre cardinal luoghi, aggiungendovi le terre di
Egidio Albornoz spagnuolo, legato Bettona e di Montefalco , ed i ca-
d'Italia. Verso l'anno i3fio coll'au- stelli di Collemancio , Gualdo-Cat-

torità del cardinale fu eretta in Fo- tano, Castel-buono e Limisano. In


ligno una rocca, chiamandosi cas- oltre Ugolino acquistò Fiano, Stia-
sare con voce spagnuola , la con- no, rocche di Andolina, di Ga-
le
trada ove fu edificata : questa roc- lestro di Pasano e di Amandola.
,

ca fu demolita nel 1 4^9j dopo l'e- Ladislao re di Napoli ne cercò l'a-


spulsione de', Trinci. Urbano V ai micizia, e gli die a vita in gover-
3o novembre 1367 creò vicario di no Lionessa. Nicolò Trinci primo-
Foligno e suo contado per la san- genito di Ugolino gli successe nel-
ta Sede, il detto Trincio , coll'an- la signoria a' 2 giugno 1^1 5 ; indi
nuo tributo uno sparviere; ed
di nel seguente anno acquistò la ter-
il successore Gregorio XI, come di- ra di Nolfa, e i castelli di Melace
cemmo, lo dichiarò generale della e Polino: ma per la sua tirannia
Chiesa, e signore di Bevagna, Li- co' sudditi, 1 1 genna-
fu ucciso agli
misano e Giano. Nel 377 gli suc- 1 io i4 2r >
con Bartolomeo suo fra-
cesse nel dominio Corrado Trinci. tello, nella rocca di Nocera. Succes-
Ugolino primogenito di Trincio , Corrado II, il qua-
se l'altro fratello
dopo lo zio prese le redini della le nel i4^5 comprò la terra di Pie-
città nel i386: Bonifacio IX a' 7 1 deluco col suo lago, ed il castello
agosto 1 392 lo creò vicario di Fo- di Miranda, e nel i43i Vissuta.
ligno , di Nocera e di Bevagna Ma Corrado II per favorire ri- i
, ,, .

i 28 FOL FOL
belli di santa Chiesa , esercitando Foligno e del ducato di Spoleto,
duro dispotismo e tirannia co' sud- a'g settembre 1439, il cardinal Vi-
diti, determinò il Pontefice Euge- telleschi, il quale vi lasciò per luo-
nio IV di mandargli contro colle gotenente in Foligno, Pietro Vitel-
milizie ecclesiastiche il celebre e va- leschi cavaliere gerosolimitano, suo
loroso cardinal legato d' Italia Gio- parente. Nel i44° venne fatto go-
vanni Vitelleschi patriarca di Ales- vernatore e prefetto di Foligno, e
sandria, arcivescovo di Firenze, il di tutti i luoghi già dominati dai
quale co' famosi capitani di santa Trinci , Mattia Fusci vescovo di
Chiesa Rinaldo Orsini, conte Ever- i44 Loren-
Rieti, cui successe nel f

so dell' Anguillaia, Nicolò Vitelli zo di Andrea degli Atti da Todi


Paolo della Molara ed altri, mos- scudiere di onore di Eugenio IV.
se contro i Trinci con settemila Quando il cardinal Domenico Ca-
cavalli e cinquemila fanti, forman- pranica venne dichiarato legato di
do quattro campi , e si impadronì Perugia e del ducato di Spoleto
di Bevagna , Nocera e Trevi ; ma deputò in suo luogotenente e com-
Foligno sostenne vigorosamente per missario di Foligno Troilo Verdi-
lungo tempo l' assedio finché gli , lotti di Ascoli, ch'era giudice del-
stessi cittadini richiamando l'antica le appellazioni di Foligno. Nel i4^i
divozione, e stanchi della tirannica ne fu governatore Cesare Conti di
dominazione de' Trinci, risolvettero Lucca , marito di Caterina Lucani
darsi volontariamente al Pontefice sorella del Papa Nicolò V. Pier
sotto speciali condizioni espresse Luigi Borgia di Valenza nipote di
nella capitolazione ( il cui contesto Calisto III, e generale di s. Chiesa,
conservasi comunale,
nell' archivio fu nominato governatore nel 1^.56,
e finora mai pubblicato), che pro- 11 conte Giacomo Tolomei di Sie-

posta a detto legato, e pienamente na, cognato di Pio II fu da que-


da questo accettata, i medesimi a- sti nel i4% fatto governatore, e
gli 8 settembre i4^9 posero al nel 1460 gli die per successore l'al-

possesso di Foligno il cardinale le- tro suo congiunto Nanni Piccolo-


gato , che fece prigione Corrado mini sanese. Allorché era legato di
Trinci ultimo signor di Foligno ;
Perugia e dell' Umbria il cardinal
indi fece decapitare Corrado II R-affaele Riario, quale avea pre- il

co' suoi tre figli. Così Foligno con posto suo luogotenente in Foligno
tutti i luoghi dominati dai Trinci, Francesco Rutilioni , il di lui zio
tornò pieno e diretto dominio
al Sisto IV per la pestilenza che fla-

della Chiesa romana , dopo avere gellava Roma


compagnia di
, in
i Trinci signoreggiato in Foligno molti cardinali, a' 23 agosto i47^
per 1 34 anni. Dorio Durante scris- si recò ad Assisi, ed a' 27 detto a
se V Istoria della famiglia Trinci Foligno da dove s'avviò per Ro-
,

con memorie di Foligno Nocera ,


,
ma a' 7 ottobre. Il di lui succes-
Gualdo, Foligno i638 per Agosti- sore Innocenzo VIII vedendo che
no Alteri. INel 1648 si fece una ne'dominii della Chiesa i guelfi e
seconda edizione di questa genea- ghibellini rinnovavano le antiche
logica storia della potente famiglia fazioni, massime in Todi ed in Fo-
Trinci. ligno, nel 1488 invitò Massimilia-
Eugenio IV dichiarò rettore di no I re de' romani a porvi energi-
,

FOL FOL 129


co riparo. Indi nel i49° Innocen- vento di s. Agostino di Foligno
zo Vili fece governatore eli Foli- ove giunse alle ore 24. Fu rice-
gno, e sue pertinenze, non che di vuto colla debita venerazione da
Spoleto ed Assisi, il proprio fratel- monsignor vescovo Gaetano Zinan-
lo Maurizio Cibo genovese ,
presi- ni, da altri vescovi, e dal capitolo

dente dello stato ecclesiastico. Ales- e magistrato della città. Nella mattina
sandro VI fece governatore nel seguente ascoltò nella contigua chiesa
i4p,5 il cardinal Raimondo Pe- la messa, ammettendo in sagristia
rauld francese, vescovo di Gurck, al bacio del piede molti della no-
che nel i5oo tornò ad esserne gover- biltà di ambo i sessi, ed altre di-
natore. E qui merita pure di ve- stinte persone; indi alle ore 12 pro-
nire ricordato, come lo stesso Ales- seguì il viaggio. Reduce da Vien-
sandro VI , con moto-proprio del na arrivò a Foligno lunedì io giu-
i4g3 confermato da molti, posterio- gno ad ore 22, venendo incontra-
ri Pontefici., concedesse alla città di to alla porta del convento di s. A-
Foligno a feudo baronale il
titolo di gostino dai nominati personaggi, e
castello di Gualdo-Catlano, ed ai ma- dal cardinal Antamori vescovo di
gistrati il governo perpetuo del me- Orvieto : nella sera vi fu generale
desimo, il quale per effetto di devo- illuminazione. Nella mattina ap-
to ossequio, e per uniformarsi alle presso dopo avere assistito nella
sagge viste del nuovo impianto am- medesima chiesa al santo sagrifizio,
ministrativo del 1816, venne spon- e di avere ammesso nella sagristia
taneamente con solenne istromento al bacio del piede gran numero di
della medesima città riceduto, re- persone, asceso in carrozza si por-
stando tuttavia conservato al co- tò al palazzo pubblico , ove diede
mune l' onore del titolo baronale all'affollato popolo l' apostolica be-
su detto feudo. Nel i5iq Clemen- nedizione ; indi Pio VI continuò il
te VII nominò governatore il suo suo viaggio, fra le acclamazioni dei
parente Giacomo de' Medici di Fi- folignati. Questo gran Pontefice ter-
renze. Pio IV nel i56o conferì tal minò il suo glorioso pontificato col
carica al cardinal Lorenzo Strozzi vedere occupati i suoi dominii dal-
nipote di Leone X, il quale portos- le armi repubblicane di Francia.
si a risiedere in Foligno. Anche Nel 1797 i francesi fissarono in Fo-
molli distinti prelati, poi elevati al liguo il quartiere generale e per ,

cardinalato , furono governatori di la sua comoda situazione vi restò


questa città e suo territorio. Per per lungo tempo , divenendo per
la sua topografica posizione Foli- la sua centralità piazza d'armi. La
gno ricevette nelle sue mura un città si mostrò in tutte le calamitose
grandissimo numero di sovrani , e vicende amica dell'ordine e della pub-
di sommi Pontefici, de' quali ci li- blica salvezza,né le cittadine spa-
miteremo a menzione degli ul-
far de permisero, che i molti anarchi-
timi tre Papi che l' onorarono di ci ond'era circondata, s'insinuasse-
loro presenza. ro dentro le sue mura, ponendo
Recandosi nel 1782 Pio VI a anche a perigliosi cimenti l'ardita
Vienna dall'imperatore Giuseppe li, gioventù, le proprie vite, mentre i
pernottò la prima sera del suo seniori della patria sul di lei peri-
"viaggio } a' 28 febbraio , nel con- colo tenevano consulta. In Foligno
vol. xxv. 9
, ,

i3o FOL FOL


le truppe regolai-i di ogni nazione nuovamente i magistrati , capitolo e
vi ebbero sempre ospitale accoglien- clero della città. Nelle ore pomeridia-
za. Intanto la divina provvidenza ne il Papa permise che le monache
permise cbe al defunto Pio VI, nel di tutti i monisteri di Foligno in
1800 si eleggesse in Venezia per due più ampli e comodi si riunisse-
successore Pio VII, a cui venivano ro :portò a quello della ss. Tri-
si

restituiti doni ini della santa Se-


i i nità in Annunziata di francescane,
de, meno le legazioni. ove eransi precedentemente recate
Avendo Pio VII di re-
stabilito in processione coll'accompagnamen-
stituirsi a Roma,
da Venezia, parti to di parecchie dame, le religiose
ed ai 27 giugno, avendo seco in benedettine dal monistero detto di
carrozza i cardinali Doria e Bra- Betlemme, le domenicane da quel-
schi, giunse in Foligno tra il tripu- lo del Popolo, le agostiniane dette
dio de' cittadini , ricevuto dal ve- le Nere da quello di s. Elisabetta,
scovo Marc' Antonio Moscardini, dal e le altre dello stesso ordine da
civico magistrato, e dalle altre au- quello della Croce , le francescane
torità , non cbe da diversi perso- del terzo ordine da quel di s. An-
naggi massime della gerarchia ec- tonio, e le altre dette le Contesse
clesiastica.Recatosi alla cattedrale da quel di s. Anna, unitamente al-

all'adorazione del ss. Sagramento, le maestre pie della dottrina cri-


fi trovò il pio Carlo Emmanue- stiana, tutte ammesse dal Pontefice
le IV re di Sardegna, colla regina al bacio del piede. In questo istes-

sua sposa la ven. Maria Adelaide so giorno, vigilia della festa dei
Clotilde, e madama Felicita, i qua- ss. Pietro e Paolo, in considerazio-
li compiuta la sagra funzione , in ne del gran concorso de' forestieri,
cui il detto cardinal Giuseppe Bo- e ad istanza del vescovo Pio VII
ria die la benedizione colla ss. Eu- accordò l'uso de' latticinii ; e resti-
caristia, nell'atto che Pio VII sta- tuì la visita ai nominati reali per-
va per alzarsi dal genuflessorio sonaggi. E siccome nel giorno se-
con tanta prontezza e divozione guente ricorreva la festività dei
prostraronsi a baciare i di lui pie- ss. Pietro e Paolo, celebrò priva-
di, eh' egli non potè impedirlo, re- tamente nella cattedrale la messa
standone commosso ed edificato assistendovi i lodati coniugi. In
ciascuno de' numerosi spettatori. questa circostanza nella cattedrale
Indi il Papa si recò in sagristia comparve più risplendente la gran
ove s'intrattenne coi nominati tre statua di argento del patrono s. Fe-
reali personaggi , ammettendo al liciano, che da patrio zelo era sta-

bacio del piede diversi arcivescovi ta preservata dall' avidità repubbli-


e prelati, non che il capitolo, ma- cana degli stranieri invasori. Dopo
gistrato, nobiltà, e molti del clero la messa il Papa ascese il trono
e di altri ceti. Di poi il Pontefice eretto nella piazza, e comparti al-
passò ad alloggiare nell'episcopio in l'immenso popolo l'apostolica bene-
cui dette udienza a più distinte dizione; indi come nel giorno pre-
persone. La seguente mattina 28 cedente ammise alla sua mensa i
giugno ricevette varie deputazioni tre reali personaggi , i quali poi
de' circostanti luoghi , e gran nu- a' 2 luglio partirono per Roma.
mero di nobiltà d'ambo i sessi, e Nelle ore pomeridiane nel moniste-
4

FOL FOL .3r


io delle suddette francescane, ossia vita. Nel partire dal palazzo prio-
delle cappuccine di s. Lucia, si riu- rale, Pio VII vide nelle scale con
nirono le francescane di s. Cateri- gradita sorpresa, che il gonfalonie-
na , le monache urbaniste di s. re nobile Giacomo Frenfanelli col-
Claudio, ed i tre conservatorii del- la magistratura, aveano eretto una
le oblate di s.Orsola, delle o- iscrizione per eternar la memoria
blate filippine ed orfane, e delle dell'alto onore concesso al pubbli-
penitenti, vi si portò pure Pio VII co folignate. Ancora un'altra volta
e le ammise tutte al bacio del pie- Pio VII fu a Foligno, cioè nel i8i4j
de, insieme a molte dame ed altre ciò che andiamo a narrare.
donne : tornato all'episcopio ricevè Avendo gl'imperiali francesi pre-
la uffizialità sì imperiale austriaca, potentemente occupato lo stato pon-
che la urbana. Nella sera come tificio, nel 1809 osarono imprigio-

nelle precedenti ebbe luogo gran- nare Pio VII, trascinandolo qua e
de illuminazione. Pio VII benedet- là per cinque anni, finché nel 181
ti replicatamele i buoni folignati, fu restituito alla sua sede ed ai
continuò nella mattina dei 3o giu- suoi sudditi. Questo ritorno fu un
gno il suo viaggio per Spoleto. vero trionfo per la religione, e
Nel i8o5 Pio VII di ritorno da per quell'immortale Pontefice. Nel
Parigi , onorò nuovamente di sua viaggio che questi imprese per Ro-
presenza questa città, a'i3 maggio, ma, dimorò in Foligno nel palazzo
venendo incontrato dal vescovo Mo- della nobile famiglia Vitelleschi fat-
scardini, dal prelato Viviano Orfi- to preparare dal marchese Carlo
ni folignate, dal magistrato, e dal- Giberti, per le ragioni che si leg-
le altre autorità, avendo avuto luo- gono a p. 25 della Relazione che
go la presentazione delle chiavi del- citeremo, cioè ne' giorni 17, 19 e
la città. Smontò alla cattedrale, ove 20 maggio, con inesprimibile en-
ricevette col venerabile la benedi- tusiasmo di tutta Foligno per si

zione da monsignor Gregori, prima fausta circostanza, in cui il vescovo


dignità del capitolo, e passato nel Moscardini ebbe per la terza vol-
palazzo priorale, da una loggia ben ta la compiacenza di ricevere Pio
addobbata bened\ il popolo., e po- VII. Una deputazione di cavalieri
scia ammise al bacio del piede il si umiliò al Pontefice alla case
clero , il magistrato , le autorità ,
nuove; ed un miglio distante dal-
molti nobili, dame, ed altre perso- la città molti i più distinti
fra
ne, partendo dopo le ore 19 per cittadini, vestiti uniforme, stac-
di
SpoletOj tra il plauso de' folignati, cando i cavalli dalla carrozza pon-
il suono delle campane , e della tificia, con cordoni di seta
vollero
banda militare. Il magistrato ebbe tirarla sino la menzionato palazzo.
l'onore di servire di mensa nel sud- Si riunirono in quel punto ancora
delio suo palazzo priorale il Pon- tutte le confraternite con croci di
tefice: in altra tavola di sessanta argento, e toixie accese, le quali
coperte furono splendidamente trat- con banda musicale precedettero
tati tre cardinali, il nobile ponti- il treno pontificio processionalmen-
ficio corteggio ed altri personaggi ; te. Alla porta della città il ceto
mentre la seconda tavola più nu- nobile eresse un elegantissimo arco
merosa fu contemporaneamente ser- trionfale, con iscrizione analoga,
i3a FOL FOL
e statue simboleggianti una e l'al- l' dal mezzo una guglia con vasi e
tra podestà. Giunto Pio VII a det- fiori di minuto elegantissimo la-
ta porta fu ricevuto da monsignor voro, da cui pendeva un fanale. II
delegato, dal governatore, e reg- suo peso fu di duemila cinque-
genza provvisoria : ricevette alla cento libbre. Ai lati del gran tem-
custodia di sua sagra persona tren- pio semicircolare eretto nella mag-
ta guardie nobili vestite di unifor- gior piazza per rappresentare il

me nero, e con fascia traversa di trionfo della religione, sorgevano


seta gialla e bianca. Con questo gli altri due splendidissimi archi,
corteggio il Papa discese dalla formati con libbre quattromila ot-
carrozza, ed entrò nella chiesa del- tocento di candida cera, tratta in-
la confraternita di s. Maria del teramente dalla fabbrica Piermarini,
Pianto, ove adorato il ss. Sagra- dell'altezza di palmi 58, e della lar-
mento ne ricevè la benedizione. ghezza di palmi 34. Posavano poi su
Rimontato in carrozza e giunto al- quattro piedistalli dinanzi al tempio
la gran piazza, ove a spese dei altrettanti vasi di fiori, dell' altez-
signori mercanti era stato eretto za di palmi nove, ciascuno acqua-
un magnifico tempio sacro alla fe- li pesava trenta libbre, e sì egre-
de, e adornato delle statue dei ss. giamente lavorati in cera, che for-
apostoli , e da triplici iscrizioni, marono pel loro maestrevole lavoro
sopra un trono posto nel mezzo l'attenzione del Papa, al quale dal
del tempio compartì l' apostolica ceto de' mercanti vennero offerti,
benedizione all'affollato popolo esul- ed ne presentò poscia in Roma
egli
tante ; indi passò al suo alloggio. l' augusto suo ospite Carlo IV re
Nella seguente mattina il Papa ce- di Spagna. E qui va notato che a
lebrò la messa bassa nella catte- mezzo di monsignor Sala poi car-
drale, e recatosi al palazzo pubbli- dinale, Pio VII con onorifica let-
co, vestito pontificalmente benedì tera fece esternare a Domenico
solennemente il popolo. Ivi e nel Spezi, uno de' più. zelanti deputa-
palazzo di sua residenza ammise al ti del ceto de' mercanti di Foligno,

bacio del piede ogni ceto di per- il suo gradimento pel dono de'quat-

sone. Fra le molte grandiose di- tro vasi e per tutte le dimostrazio-
mostrazioni di giubilo, ed i nume- ni fatte dal medesimo ceto, e ad
rosi archi di trionfo, i vari obe- esso deputato rimise due medaglie,
lischi, e le altre superbe moli in- 1' una d'oro, l'altra d' argento, cul-
nalzate dal magistrato e popolo la sua pontificia effigie. Nella di-
folignate, meritano di essere cele- mora di Pio VII a Foligno am-
brati i tre magnifici archi costruiti mise alla sua presenza i primari
interamente di cera levantina. Il della città, visitò vari luoghi, e
primo arco era in vicinanza della benedì più volte il popolo a spe- :

chiesa del Pianto, poco lungi dalla se del pubblico fu incendiata nella
porta Lauretana, o dell'Abbadia, piazza dei Canapè una superba
e s' innalzava per 59 palmi, aven- macchina di fuochi artificiali , e
done 16 d'ampiezza, formando due lungo il passeggio vi fu corsa di
frontoni 1' uno a quadri, l' altro a cavalli. Si ritenne che la metà del-
cugni bianchi e gialli , soprastati l' Umbria, oltre i moltissimi tosca-
dai pontificii stemmi, e sorgendo ni e marchegiani, si recasse per
FOL FOL i33

sì fausto avvenimento in Foligno. omaggi d'ogni ordine di persone


1J sabbato 21 maggio Pio VII pro- della città, impaziente di venerarlo
segui il suo viaggio per Roma. V. tra loro. In fronte alla porta Ro-
la Relazione delle feste , e delle mana, un' epigrafe ciò confermava :

pompe Fuligno in occa-


fatte in il suo interno era decorato a festa,
sione del passaggio del sommo Pon- e la bella via che conduce alla
tefice Pio Papa FU
per la mede- piazza grande fu cospersa di fiori,
sima città succeduto nell'anno 1 8 4, 1
essendo ornate le finestre di da-
Fuligno 1814 pei' Gio. Tomassini. maschi. Ivi si eresse dal collegio

Tante dimostrazioni di fedeltà e de' mercanti, istituito dal medesimo


di attaccamento de' folignati ai ro- Gregorio XVI , un arco trionfale

mani Pontefici rinnovaronsi per tutto di cera levantina bianca e


ben due volte nel settembre 1841, gialla ( colori dello stato ), ridotta
al regnante Gregorio XVI, nel viag- a spugna col gettito nell' acqua,
gio intrapreso in alcune provincie con due analoghe iscrizioni. Gialla
de' suoi stati, per visitare diversi grezza la cera che costituiva tutto
santuari de' medesimi. Vari nume- il masso della costruzione ; bianca
ri delDiario di Roma, e della in gragnuola era quella che ne
Gazzetta universale di Foligno, formava le decorazioni. Inoltre ave-
(la quale ebbe principio nel 1799 va pilastrure con trabeazioni joni-
appenna cessata la repubblica, fu che. Scompartito nell' archivolto se-
interrotta all' invasione francese nel micircolare a cassettoni col fondo
1809, e venne ripristinata nel mag- giallo e rosoni bianchi foggiati ,

gio 1814 al risorgimento del go- a basso rilievo per la particolarità


verno pontificio, la cui giunta stra- dell' industria nel gettito delle cere
ordinaria con suo decreto la qua- il fregio dell' ordine, la fronte del-
lificò per fedelissima e degna di l' archivolto, e tutti gli ornamenti
particolar privilegio ) descrissero la del pontificio stemma. Quest' arco
dimora del Papa in questa città, fu disegnato e diretto dall' archi-
ma noi desumeremo il seguente tetto del comune Vincenzo Vitali.
compendioso racconto dall' opuscolo Lungo la strada Romana infini-
intitolato Brevi cenni delle pub-
: to era il popolo accorso dalle cir-
bliche dimostrazioni di esultanza costanti città e castelli : i paesani
in Fuligno quando la Santità di del castello di s. Eraclio avevano
Nostro Signore Gregorio XVI la eretto un arco a damaschi bianchi
onorava augusta sua presenza
dell' e rossi, decorato di bosso e di al-
nei giorni 4» 5, 6, 21 e 22 settem- loro con iscrizione, la quale in un
bre 1841, dati dal redattore della a tutte leche qui accennere-
altre
Gazzetta universale Francesco Sa- mo, dal zelante e benemerito fo-
verio Tomassini ai suoi signori lignate autore del citato opuscolo
associati. Venendo il magistrato ci- sono in questo riportate. Intanto
vico di Foligno in cognizione del il suono di tutte le campane, e
viaggio che intraprendevasi dal co- quello musicale della banda de' di-
mmi pache de' fedeli, e loro bene- lettanti della città, accompagnato
fico sovrano, allorché egli giunse dallo sparo annunzia-
de' mortari
a'3 settembre in Spoleto, una de- rono sul mezzodì de' 4 settembre
putazione presentò al Pontefice gli l'arrivo dell' augusto viaggiatore.
,

i34 FOL FOL


Alla porta Romana il gonfaloniere dal Papa di cordiali amplessi, e di
della città conte Alessandro Or- parole confortanti ed amorevoli.
fini gli presentò le chiavi su ricco Ivi pure trovossi il cardinal Mario
cuscino, con omaggio di parole di- Mattei segretario per gli affari di
vote e filiali, cui fecero eco le ac- stato interni, come sopraintendente
clamazioni del popolo giubilante. al pontificio viaggio, non che di-
Ivi pure trovaronsi ad ossequiar il versi vescovi limitrofi, e quello di
Pontefice monsignor Pecci delega- Nocera die col ss. Sagramento pre-
to apostolico della provincia, il cedentemente esposto, la trina be-
conte Ferdinando Dandini de Sylva nedizione. Quindi i canonici prese-
governatore della città, il presiden- ro le aste del baldacchino, sotto
te del prima istanza
tribunale di il quale procedette al palazzo mu-
avv. Francesco INicoletti, e le ma- nicipale il Pontefice, da dove be-
gistrature de' vari ordini, i capi nedi l'immenso popolo accorso,
della guarnigione militare, co' ri- consolandolo con atti e sguardi
spettivi corteggi. Frattanto un drap- benevoli. Decorosamente era ad-
pello di giovani appartenenti a no- dobbato tal palazzo , e nella sala
bili e distinte famiglie, vestiti a del medesimo chiamata delle ar-
nero , e cinti di fascio bianche e mi, per le pitture dei blasoni del
gialle, ottennero dal Papa d'essere patriziato, si leggevano sette gran-
sostituiti ai cavalli per trarne col- di iscrizioni non solo celebranti
le braccia la carrozza, che venne l'avvenimento, ma i benefizi con-
circondata da un coro di bellissimi cessi da Gregorio XVI ai foligna-
fanciulli inghirlandati, vestiti a so- ti col far rifiorire il tribunale di
miglianza di aerei genietti, i quali commercio, con quelli compartiti
spargevano a piene maui timi e nel i835 alla camera commercia-
rose; queste ed altri fiori a guisa le, co' soccorsi dati alla città nelle
di pioggia caddero dalle finestre, rovine cagionategli dal terremoto,
mentre le più. vive acclamazioni colla decorazione del restaurato
intenerirono il cuore paterno del palazzo pretoriale, cogli aiuti dati
Pontefice che con benedizioni ed
, allo stabilimento dei benemeriti
affettuosi modi chiaramente dimo- religiosi delle scuole cristiane, colla
strò commozione e gradimento. concessione nel 1842 del tribuna-
Giunto alla chiesa cattedrale, deco- le di prima istanza donde proven-
rosamente illuminata con sfarzo di nero ai cittadini tanti vantaggi,
cerei per cura del capitolo, trovò per mediazione del vescovo zelante
disposte ordinatamente le croci di che allora governava la diocesi
argento delle confraternite, molto ora cardinal Ignazio Giovanni Ca-
pregevoli per la squisitezza del la- dolini arcivescovo di Ferrara. Qui-
voro; fu ricevuto con ogni manie- vi con distinzione ricevette il Pa-

ra di ossequio dallo stesso capito- pa al bacio del piede la magistra-


lo, dal collegio dei beneficiati delle tura civica, giustamente esultante
due insigni collegiate della città, del compartitole onore, come di
dai seminaristi e dai chierici, es- vedere tanta benigna amorevolez-
sendo alla testa di tutti 1' ottimo za nel principe e padre.
vescovo monsignor Arcangelo Poli- Dal decoroso palazzo municipale,
dori, che meritamente fu onoralo Gregorio XVI si avviò all'episco-
,,

FOL FOL i3~


pio, tuo ospizio, ove ammise al ba- oblate filippine gli baciarono il

cio del piede il capitolo, gl'indi- piede. La pioggia impedì nella se-
vidui delle due collegiate, il clero ra la festa popolare disposta alla
secolare e regolare, i membri com- passeggiata dei Canapè, come l'in-

ponenti il tribunale di prima istan- cendio de' fuochi artifiziali. Nella


za ,
quelli della camera di com- mattina del giorno 6 il Papa s'av-
mercio ed altri pubblici funziona- viò alla volta di Camerino.
ri. La sera per la città vi fu ge- Tra le città, che nel memorato
nerale, brillante e splendida illu- viaggio ebbero la ventura di ac-
minazione, quasi tutta eseguita con cogliere nelle sue mura il Ponte-
mirabile profusione di cera ; pri- fice, soltanto Foligno ebbe quella
meggiando i principali edifizi si di riceverlo due volte. Restituen-
pubblici , che privati, leggendosi dosi egli in Roma, sul mezzodì del
sul prospetto di quello del tribu- 2 1 settembre ritornò tra i foligna-
nale di prima istanza il sentimen- ti, che con adatta epigrafe posta
to della curia riconoscente, con la- in fronte alla porta dell' abbadia,
tina epigrafe. Nella mattina seguen- ciò rimarcarono venendo incon-
,

te, dopo avere il Papa ammesso trato ossequiosamente dalle auto-


alla sua presenza diverse corpora- rità civili e militari, ed alla te-
zioni della città, si recò a visitare sta di queste ultime era il gene-
i moniste!? delle Clarisse di s. Lu- ral Zamboni, ed il maggior Ca-
cia, e di Claudio, e nuovamen-
s. raffa comandante della piazza. L'en-
te a benedire il popolo dalla log- tusiasmo nel popolo fu maggiore
gia del palazzo municipale. Fece della venuta, e l'esultanza fu per-
ritorno nella cattedrale a venerare tanto universale. Nel mezzo della
il simulacro di s. B'eliciano, e mos- piazza di s. Agostino ,
per volere
so dall'antica e pronfonda divozio- della confraternita di s. Lionardo,
ne che i folignati professano al si trovò eretta una statua equestre,
medesimo, per le istanze del capi- in cui figuravasi personificato il

tolo e della civica magistratura, celebre colle Quirinale , una delle


concesse nuovamente indulgenza ple- due residenze pontificie in Roma
naria perpetua ogni qualvolta ven- luogo da dove era partito e dove-
ga il simulacro esposto per qua- va ritornare Gregorio XVI : la sta-
lunque bisogno pubblica vene-
alla tua era armata a foggia cavallere-
razione , dichiarando il Pontefice sca, avente nelle mani le chiavi
che se ne facesse pubblica memo- insegna della Chiesa romana, leg-
ria, indicando precisamente la cir- gendosi nel basamento un'epigrafe
costanza del luogo, del giorno e dedicatoria dello stesso sodalizio.
dell' ora in cui 1' aveva concessa. Poco lungi dalla chiesa di s. An-
lodi restituitosi all'episcopio, s'in- na, il Papa vide con piacere altro
trattenne coll'amato vescovo, come monumento in cera ivi innalzato.
delizia del gregge
commessogli da Esso consisteva in un arco trion-
lui. Nelle ore pomeridiane Grego- fale tutto di cera bianca a opera
rio XVI rallegrò colla sua presen- finita, lucida e regolare. L'arco po-
za i monisteri delle monache della sava la sua curva semicircolare so-
ss. Annunziata, e quello di Betlem- pra otto colonne scanalate d' ordi-
me, ove le orfanelle in cura delle ne ionico antico, che sorgevano
, ,

i36 FOL FOL


grandiose da due plinte quadrate. regno in capo, in atto di maesto-
Alle colonne era corrispondente l'ar- samente benedire il popolo, di sor-
chitettura, ed il soffitto ornato di prendente lavoro. La sedia ezian-
grande rosone fra i quattro capi- dio tutta di cera, ridotta a piena
telli. L'arcata adorna di fascie re- cordellina, si vide decorata di belli
golari era costrutta a tredici gran- ornati,primeggiando nel postergale
di cunei, ai quali corrispondeva lo l'arma del Papa. 11 concepimento
scompartimento del soffitto in al- devesi al lodato Vitali, la direzio-
trettanti cassettoni con rosone. Di ne della statua all'ingegnere An-
glandi massi regolarmente distri- tonio Rutili-Gentili , e la meravi-
buiti in costruzione d'opera finita gliosa esecuzione a Filippo Berar-
e lucida sembrando marmo, erano di; mentre la sedia fu inventata
ambedue le fronti e i corniciaraen- ed eseguita da Vincenzo Agostini.
ti, essendo le fronti dell'attico a Ai quattro lati del basamento si
scaglioni. Dal mezzo dell'attico sor- leggevano in altrettante iscrizioni
geva lo stemma pontificio, e sui l' encomio delle principali virtù, e
fianchi in corrispondenza degl' in- i fastiGregorio XVI. La statua
di
tercolunni due grandi faci. Ad o- e l'arco di cera vennero mantenuti
gni fianco dell'arcata s'incrociava- otto giorni al desiderio pubblico ,

no due palme a ghirlanda. E le venendo da molti stranieri dise-


iscrizioni, e le palme, e i fregi del- gnati. Pieno di soddisfazione il

lo stemma vagamente dorati. Que- Pontefice nell' osservare la novità


st'arco tutto cera bianca, pure in- del difficile lavoro, dessa di molto
ventato e diretto dall'architetto del si aumentò, quando rivolgendo gli
comune Vincenzo Vitali, offri in- occhi in fondo alla istessa piazza,
sieme un monumento grandioso vide figurata la facciata esterna
svelto e robusto. Due brevi epi- della cattedralesua fortunata
di
grafi inaugurarono in nome del-
l' patria Belluno, ed al sopravvenu-
la a Gregorio XVI, il quale
città to cardinal Niccola Grimaldi ne
per la singoiar materia dell' arco, dichiarò le affettuose sensazioni che
come per la sua magnifica e ra- aveagli prodotto siffatta prospetti-
gionata forma, grandemente lo lodò va, e la corrispondente iscrizione.
ed ammirò. L' idea fu tutta del gonfaloniere
Fra spargimento de' fiori dei
lo conte Orfìni, che colla civica ma-
fanciulli, il suono delle campane e gistratura fece di tutto per solen-
della banda, le strepitose acclama- nizzare la presenza sovrana. Indi
zioni, progredì il treno pontificio il Padre ascese
santo al palazzo
per la via che dal Trivio mette comunale, per benedire il popolo.
alla piazza grande. Questa si vide Le illuminazioni della sera furono
abbellita da altro maraviglioso mo- più brillanti delle precedenti, e tra
numento in cera, eretto dagl'im- esse nomineremo 1' illuminazione
piegati governativi e camerali. Su della prospettiva della bellunese
di un gran basamento era una sta- cattedrale, quella della colonna a
tua colossale pur di cera, di circa spira del tribunale di prima istan-
diecisette palmi, raffigurante al vi- za e della curia, e le facciate della
vo lo stesso sommo Pontefice, ve- chiesa di s. Anna e dell'ospedale,
stito co' sagri indumenti e col tri- oltre quelle della cattedrale, delle
FOL FOL i3 7

canoniche, e de' palazzi di giusti- tefìce un elegante vaso di cera con


zia e del gonfaloniere. Per tanti variati e bellissimi fiori di tal ma-
lumi magico fu l'effetto della sta- teria, non che l'arco eretto dal col-
tua colossale del Papa, e tale re- legio de' mercanti, e la statua se-
sero l'arco le quattro faci di ceri dente sulla sedia, in piccole di-

che gli ardevano dintorno. mensioni ed egualmente di cera, il


La festa data al popolo nella Papa perchè tutto si conservasse ne
passeggiata dei Canapè riuscì bellis- fece dono alle monache camaldo-
sima, e molte faci rischiararono la lesi di Roma , facendo prima ri-
via che dalla porta Romana per cuoprire i tre oggetti con campa-
entro le mura conduce : un gran- ne di cristallo.

de arco di siile gotico a tre arca- Per altre notizie storiche su Fo-
te di verzura, illuminato, e sovra- ligno, oltre i citati autori, si possono
stato dallo stemma pontificio ne consultare i seguenti : Bonaventura
dava l'ingresso, per non dire di Benvenuti, Fragmenta fulginatis hi-
altre vaghe illuminazioni lungo i sloriae ab anno 1 98, usque ad 1

canapè. Le circostanti con


colline 1 34 1 cum notis doetissimi viri Justi-
,

frequenti fuochi, tre globi aposta- niani Pagliarini fulginatis _,exstat in


tici, ed un ben inteso fuoco arti- tom. IV Antiq. Ital. medii aevi; Filip-
ficiale accrebbero letizia alla festa. po Gregorii, Origine dell'officio del-
li Papa si degnò spargere varie la custodia di Foligno, con diverse
beneficenze e ricompense, ed inol- scritture concernenti la traslazione
tre dichiarò monsignor Felicissimo di esso ne' Gregorii di Foligno, e
Salvini decano del capitolo in ca- le prerogative spettanti al medesimo
meriere d'onore (da ultimo lo con le ragioni di esso a fa*
officio,
3
promosse al vescovato di Acqua- vore de suddetti Gregorii, 1 743 ;
pendente ), commendatore dell' or- Giorgio Marchesi, Della città di
dine di s. Gregorio il gonfaloniere Foligno, nell'opera intitolata : La
conte Orfìni, e cavaliere del me- galleria dell'onore ec, Forlì l'j'/S :

desimo Francesco de' marchesi Bar- tra le quattro famiglie che ricorda,
nabò. Onorò di medaglia i mem- parla particolarmente degli Orfini
bri della civica magistratura, quelli e Gamurrini nell' I-
Vitelleschi. Il

che si occuparono del regolamen- storia delle famiglie umbre, nel


to sull'alloggio dell'episcopio, i tom. I tratta della famiglia Bon-
quattro artisti del simulacro di ce- compagni, e nel tom. II di quella
ra ec. ; ed i giovani che aveano de' Giustiniani, parimenti folignate.
tirato la sua carrozza, e i fanciulli A questi storici si può aggiungere
che aveano sparso i fiori ebbero il dotto ed erudito Discorso, pro-
testimonianze di amorevolezza. Gli nunziato dal vescovo sullodato Ca-
ultimi nella mattina de' 11 settem- dolini li 4 gennaio i832 per la
bre alla partenza del Papa, in un inaugurazione del novello tribuna-
alle rappresentanze di vari ordini, le di prima istanza, che si legge
inaspettatamente trovaronsi alla por- nel voi. 42 e seg. delle Ope-
I, pag.
ta Fiorentina, e con riverenti versi re del medesimo prelato, raccolte
stampati gli dierono Y Addio.
No- e pubblicate da Francesco Saverio
teremo avendo
per ultimo, che Tomassini. Nelle note di tal Discor-
Vincenzo Agostini umiliato al Pon- so il chiaro autore ha riportato
i3tf FOL POL
preziose erudizieni sloriche su Fo- sa di s. Pietro. Gli successe nel
ligno, con critica e corredo di au- vescovato un di lui discepolo, a
torità: in esse parla dell'origine di questi altro soggetto nell'anno 1 3o,
Foligno, del suo municipio, de' suoi indi nel 174 fu creato vescovo di
pregi e vanti che lo distinguono, Foligno un uomo di somma pietà.
del novero di sue franchigie e pri- San Feliciano originario di Foli-
vilegi; degli uomini illustri che l'o- gno, ma nato in Foro-Flaminio
norarono in santità di vita, nell'e- nel j5g, meritò che il Papa s.
sercizio delle virtù, in dignità ec- Vittore I l'anno 197 lo consagrasse
clesiastiche, nelle scienze, nelle ar- vescovo di Foligno, e ne divenne
ti, e nelle armi ; dei fasti della poi anche il principale protettore.
chiesa Fulginate, la cui diocesi dice Egli fu un vero apostolo dell' Ita-
comprendere quattro antichi vesco- lia, e colla sua virtù, dottrina, pre-
vati, cioè di Ftdginia, di Foro- dicazione, e miracoli propagò il

Flaminio, di Spello, e di Plestia; culto del vero Dio nella sua città
del vicariato di Foligno dato dai e diocesi, insieme ai luoghi di cin-
Papi in signoria alla famiglia Trìn- que provincie limitrofe. Vuoisi che
ci, noverandone i luoghi che ne ottenesse da Dio che giammai nei
dipendevano, ec. ec. fulignati fosse denigrato l' illibato
La fede cristiana fu predicata in candore della fede cattolica, per
Foligno verso l'anno 5 / 1
di Cristo, cui si osserva che 1' eresia non mai
dai santi Bricio di Spoleto, e Cri- allignò in Foligno. E qui va nota-
spoldo di Foligno discepoli di s. to che i folignati furono religiosi
Pietro. L' Ughelli ed altri scrittori anche nel gentilesimo, e per tali
aggiungono che l'apostolo s. Pao- vennero celebrati da Cicerone. Nel-
lo divulgasse il vangelo nel terri- la vera fede la loro pietà fece tali
torio foligriate. 11 Jacohilli nel ca- progressi, che non dubitò il Pon-
talogo de' vescovi di Foligno, che teficePaolo 111 di chiamare Foli-
riporta a pag. 3i e seg. del suc- gno il Seminario della fede, ed il
citato suo Discorso , dice che s. santuario del cristianesimo. Il ve-
Crispoldo era di Gerusalemme , e scovo s. Feliciano fu martirizzato
che da s. Pietro per mezzo di s. a' i4 gennaio del 2 53 sotto Decio
Bricio, egualmente di Gerusalemme, imperatore, ed il suo corpo fu se-
vescovo metropolitano dell'Umbria, polto nella cattedrale che a lui fu
fu creato l'anno 58 vescovo di Bet- dedicata. Alcune sue reliquie si ve-
tona o Vetlona città dell' Umbria, nerano in Metz città di Francia,
aiìidandogli la cura delle chiese di ed in Minden città della Sassonia
Foligno e di Nocera ; e che poi inferiore. La sede di Foligno sino
nell'anno 93 Do-
sotto l'impero di dalla sua erezione fu dichiarata
miziano fu martirizzato a' 2 mag- 1 immediatamente soggetta alla san-
gio. Aggiunge che immediatamen- ta Sede, e Io è tuttora. Comman-
te lo successe nella cura pastora- ville nell' Hist. de tous les eveschez,
le di dette chiese, come di quel- assegna 1' erezione di questo vesco-
le di tutta l' Umbria lo stesso s. vato l'anno 4^4- Questo vescovato
Bricio, il quale mori a* g settem- fu soppresso con decreto de' 5 ago-
bre dell'anno 97 in Spoleto sua sto 18 io dall'imperatore de' fran-
residenza, ove fu sepolto nella chie- cesi Napoleone, mentre n' era ve-
FOL FOL 1
3o
scovo »ino monsignor
dal 1796 vescovo ioj7, intervenne al
nel
Moscardini., che continuò ad esser- concilio tenuto in Laterano da Ni-
lo, dappoiché il Papa Pio VII nel colò II uel 1059, contro l'eresia
18 15 dichiarò di niun valore co- di Berengario. San Bonfilio Bonfi-
tal decreto. liida Osimo monaco ed abbate be-
Il medesimo Jacobilli dà in suc- nedettino di s. Maria e di s. Sil-
cessore a s. Feliciano un suo di- vestro, fu eletto vescovo nel 1078
scepolo, ed a questi nell' anno 296 sotto s. Gregorio VII. Di poi pas-
Feliciano li dà Foligno, che in- sò in oriente con la crociata di
tervenne ai concili di Suessa del Goffredo di Buglione, ma temendo
3o3, e di Roma del 337. Paolo di soccombere nei disagi di quella
da Foligno fu creato vescovo l'an- spedizione fece ritorno a Foligno.
no 35o ; e Urbano da Foligno Donò molte terre e beni per la
l'anno ^5: questi assistè al con- mensa de' canonici della sua catte-
cilio adunato in Roma nel 4^7 drale; e ritiratosi in uu'abbazia di
dal Papa s. Felice II detto III. canonici regolari di s. Agostino, vi

Fortunato da Foligno divenne ve- mori santamente a' 27 settembre


scovo della patria l' anno 49§, e 1 1 venendo collocato il suo
15,
si trovò presente a cinque concili corpo in una chiesa edificata in
romani tenuti dal Pontefice s. suo onore presso Cingoli. Marco da
Simmaco, insieme a Bonifacio ve- Foligno creato vescovo nel 1128
scovo di Foro -Flaminio, e di altri eresse nel 1129 la facciata della
vescovi dell' Umbria. Il Papa s. cattedrale verso la piazza piccola.
Giovanni I uel 52 3 fece vescovo Benedetto monaco di Fonte Avel-
s. Vincenzo da Laodicea, che morì lana, fatto vescovo nel ii3o dal
ai 24 maggio del 55 1. Riportandoci cardinal Giulio romano legato apo-
alle serie de' vescovi folignati che stolico, a' io marzo 1 146 fece con-
ne fanno 1' Ughelli, il Jacobilli, e sagrare la cattedrale in onore di
le annuali Notizie di Roma, qui s. Feliciano. Anselmo
o degli Atti,
appresso ci limiteremo a registrare de' Nuti da Foligno de' signori di
i più insigni, e degni di special Rocca di Flebeo e del castello di
menzione. Floro da Foligno ne di- Pignoli divenne vescovo l' anno
venne vescovo Panno 676, e con 1 160, e come benemerito della Se-
Decenzio vescovo di Foro-Flaminio, de apostolica, nel 1 63 Alessandro 1

ed altri vescovi d' Umbria e d' I- III gli concesse anche il vescovato
talia nel 680 si portò al VI con- di Nocera ampliò la cattedrale,
:

cilio di Costantinopoli. Eusebio da e morì in Foligno nel 1201.


Foligno era vescovo nel 740 nel Egidio degli Atti di Foligno ,
pontificato di Gregorio III, quan-
s. monaco di Sassovivo, divenne ve-
do i longobardi assalirono questa scovo nel 1 2 1 o, ed eresse molti
città morì nel 760. Eurico da
: monasteri e conventi nella città e
Foligno personaggio di gran nome, diocesi. Fr.Paparone Paparoni d'il-
canonico regolare di s. Agostino, lustre famiglia romana, Clemente
creato vescovo nel io3t, donò mol- IV lo nominò vescovo nel 1264;
te possessioni e beni ai canonici introdusse i suoi religiosi domeni-
della cattedrale. Azzone degli Atti cani in Foligno, difese i folignati
folignate de' conti di Morano, eletto dal dispotismo dei Trinci, e li per-
,

i4o FOL FOL


suase a rifabbricar le mura della maggio i438. Il Boschari non si
città, comprendendovi i borghi: nel portò alla sua sede se non dopo
1285 fu trasferito a Spoleto. Be- la cacciata de' Trinci dalla città,
rardo secondo figlio Monaldo di operata d'ordine di Eugenio IV
de' conti di Antignano e di Ga- dal cardinal Vitelleschi legato a
gliole, detti poi de Comitibus di latere: cosi la città fu restituita al
Foligno, fratello del b. Giovanni pacificodominio della santa Sede,
vescovo di Nocera : essendo priore con general approvazione di tutte
della cattedrale, e cappellano di le classi de' suoi cittadini; quindi
Urbano IV fu da lui fatto vescovo il Boschari governò tranquillamente
nel 1280. Paolo figlio di Nallo la sua chiesa. Nel i444 g n succes-
Trinci da Foligno, fu creato ve- se Antonio di Nicolò Bolognino fo-
scovo nel i326. Rinaldo figlio di lignate, morì
a' i4 gennaio
che
Ugolino, e fratello di Trincio e di 1 46 1 : vacanza della sede
per la
Corrado Trinci signori di Foligno, la governò con titolo di vicario
essendo priore della cattedrale di- apostolico Bartolomeo d' Antonio
venne vescovo nel i363. Onofrio Tonti da Foligno canonico della
figlio di Trincio Trinci signore di cattedrale, che per la sua bontà e
Foligno, da priore della collegiata dottrina il clero 1' elesse in vesco-
del ss. Salvatore fu promosso nel vo, ciò che disapprovando Pio II,

i3g7 al vescovato. Fr. Federico questi nominò vescovo il beato


Frezzi folignate, provinciale dell'or- Antonio d' Agostino Bettini sane-
dine de' predicatori, nel i4o3 di- se , dell' ordine de' gesuati, il qua-
venne vescovo, fu al concilio di le fuggì a Milano per non accet-
Costanza, e mori nel 1416. Giaco- tare la dignità. Fu però suo mal-
mo Berti folignate, priore di s. Ma- grado ordinato, e fece ben to-
lia, vescovo nel 14^3, mori nel sto vedere eh' egli era dotato d'un
1437. Rinaldo Trinci, figlio di Cor- grandissimo talento per esercitare
rado ultimo signore di Foligno la dignità ecclesiastica a lui con-
pretendeva in questa occasione di ferita. Riformò in Italia i cister-

essere nominato vescovo di Foli- ciensi, e con permesso d' Innocenzo


gno ; quindi procurò che un gran Vili si ritirò nel convento di s.
numero di sediziosi suoi fautori lo Girolamo di Siena, ove d'anni or
eleggessero a' 18 settembre i4^7 morì a' 22 ottobre 1497, venendo
mentre era priore della cattedrale. tumulato in quella chiesa. Isidoro
Ma Eugenio IV non riconobbe la da Chiari nel Bresciano, abbate cas-
turbolenta e forzosa elezione del sinese di s. Maria di Cesena, di sin-
capitolo, e proibì che si consagras- golare bontà e dottrina, fu il terzo
se ; tutta volta Rinaldo col titolo di vescovo che Paolo III diede a Fo-
eletto governò sino agli 8 settem- ligno ; intervenne al concilio di
bre i4^9j epoca dell'espulsione dei Trento, e nel 1 548 pubblicò alcu-
Trinci. 11 Papa aveva in vece dichia- ne costituzioni sinodali. Gio. An-
rato vescovo Cristoforo di Berto Bo- gelo de Medici milanese, cardinale
scari o Boschari, poi de' Ruberti di del titolo di s. Stefano al monte
Foligno, de' conti del Poggio nella Celio, Paolo IV a' 25 giugno i5ì6
Val topina, monaco di Sassovivo, ve- lo creò vescovo di Foligno, chiesa
ueudo consacrato in Ferrara a' 18 che governò per mezzo d' idonei
1

FOL FOL 141


-vicari per circa undici mesi, con sto vescovato da Pio VI nel
78$, 1

ordine espresso, che tutte le ren- fu Iodato per virtù e dottrina. Per
dite della mensa episcopale fossero non dire di altri vescovi, d'alcuni

impiegate in sovvenimento de' po- de' quali se n' è fatta superiormente


veri, come narra il Cardella nel menzione, ci limiteremo per distin-
tom. IV, pag. 293 delle sue Me- zione a nominare monsignor Ar-
morie. Indi dopo avere alla dio- cangelo Polidori di LoretOj che per
cesi concesso altri benefizi, coli' as- la sua dottrina, pietà, e bel corredo

senso di Paolo IV, la rinunziò al di virtù, ad onta della sua ripu-


nipote Gio. Antonio Sorbelloni di gnanza, meritò che il Pontefice che
Milano. Gio. Angelo nel i55^ di- regna, nel concistoro de' 3o settem-
venne Papa col nome di Pio IV, bre i834, il dichiarasse vescovo di
e nell'anno seguente fece cardinale Foligno, ove morì nel generale com-
di s. Giorgio il nipote. Tommaso pianto, per cui gli furono celebrate
di Pier Orfino degli Orfini foli- solenni esequie, ed il pubblico lut-

gnate, essendo stato fatto da s. Pio to si manifestò colle iscrizioni ed


V vescovo di Strongoli, dopo aver- altre necrologiche dimostraziom
lo incaricato della visita e riforma pubblicate colle stampe. Tanta per-
delle chiese nel regno di Napoli dita venne dal medesimo Papa
e Calabria, poscia nel i568 fu riparata odierno vescovo mon-
coli'

fatto vescovo disua patria dal me- signor Nicola Belletti di Cesena,
desimo Pio V, e mori con fama
s. che nel concistoro de'jo, giugno
di rara fermezza d' animo e di i843 traslatò dalla sede d' Acqua-
gran bontà a' i5 gennaio i5y6: pendente. Fedi l'Ughelli, Italia sa-
venne sepolto nella cattedrale in cra tom. I, pag. 681 e seg., e toni.
nobile deposito, e fu egli uno dei X, pag. 2 65 e seg.
primi a pubblicar colla stampa La cattedrale è dedicata a Dio,
dotte ed utili costituzioni sinodali. sotto l'invocazione di s. Feliciano
Troilo Boncompagni folignate, Gre- vescovo e martire, bellissimo tem-
gorio XUI 58
nel dal vescova-
1 1 pio , d' interessante memoria. La
to di Ripa Transone lo trasferì in sua prima origine risale all' epoca
questo di sua patria. Porfirio di del tempietto, sacrario o testimonio
Gio. Battista Felieiani da Gualdo eretto da s. Feliciano nel suo pic-
Tadino,segretario delle lettere a'piin- colo campo, situato nel principal
cipi di Paolo V, che nel 1 6 1 lo fece sobborgo dell' antica Fulginia, che
vescovo. Gio. Battista Pallolta fu bordeggiava la strada principale
fatto vescovo nel 1684 da Inno- che da essa conduceva a Bevagna
cenzo XII. Giosafatte Battistelli ve- presso il trivio nominato negli at-
scovo di Ripa Transone, nel 1717 ti di alcuni martiri dell'Umbria, e

Clemente XI lo trasferì a Foligno, delle strade di Foligno, di Beva-


ove acquistò molta lode e rinomanza gna, e di Spello, nel quale s. Le-
per il suo sinodo reso di pubblica vanio folignate raccolse il corpo
ragione: a questi nel 1736 Cle- di s. Costanzo vescovo di Perugia.
mente XII die in successore Fran- Il trivio folignate, probabilmente
cesco Maria Alberici di Nocera, già destinato al martirio de' principali
vescovo di Città della Pieve. Filippo campioni della fede, sembra che
Trenta di Ascoli, promosso a que- fosse il luogo in cui s. Felician o e- •
ifa FOL FOL
rosse suo piccolo tempio, facen-
il scovo Marco riformò ed ampliò in
dolo seguo alla perpetua pietà del cattedrale, tolse al tempio la for-
popolo di Foligno. Lo edificò in ma di basilica, lasciando intatta la
onore di s. Gio. Battista, e si cre- confessione; rinnovò il prospetto e-
de che la confessione o sagro sot- sterno, ed il tutto con semplicità
terraneo dell'odierna cattedrale, sia e precisione; die finalmente alla
appunto il luogo del primitivo chiesa maggior longitudine ed e-
tempietto, il quale aveva l'ingresso levatezza, lasciando che alla con-
dalla parte della strada, volto al- fessione si potesse accedere diret-
l'occidente, secondo 1' antico stile tamente dalla banda della piazza
de' cristiani, ed ove probabilmente grande, pel suo primitivo ingresso.
fu sepolto s. Feliciano. Si dice che A questa epoca si attribuisce l'ere-
fosse munito di porticato per di- zione della torre campanaria o cam-
fendere le pitture di cui era or- panile, almeno sino ad una certa
nato, e quelli che lo visitavano altezza.
dalla pioggia o altre intemperie. Altro ingrandimento, cioè la co-
Oltre a questa chiesa, contempo- struzione del braccio verso la piaz-
rancamente in Foligno eravi la za grande, lo ricevette nell' anno
basilica palatina , forse la sala del 1201 dal celebre vescovo Anselmo,
palazzo pubblico de'gentili conver- insieme all' erezione delle due fac-
tita in chiesa, la quale andò di- cie esterna ed interna , abbellite
strutta per la rammentata guerra da intagli, basso-rilievi, ed ornati,
di Luitprando nell'ottavo secolo. molti de' quali simboleggianti a-
Alla riedificazione della città, del nimali, volatili, figure umane, vi-
pari si eseguì quella del piccolo ti d'uva, ed altre cose mistiche
tempio di s. Feliciano, ossia il suo e storiche, in un alle effìgie del-
ingrandimento, probabilmente coi l' imperatore Federico li, del ve-
materiali della vecchia basilica pa- scovo Anselmo, del podestà di Fo-
latina, tenendosi il tempio qual ligno, e del priore del capitolo.
segno centrico alla rinnovata città, E qui noteremo che nel medesimo
e nella forma ripartito in nave, secolo XIII fu decorato il battiste-
confessione, e presbiterio: la nave rio, vago ed elegante edificio di
era divisa in tre navate, da due forma ottagona-elittica, cui è fama
fila di colonne, in tutte otto, e la che ne fosse stato architetto il ce-
confessione si formò coll'antico tem- lebre Lapo. Ma la rinnovazione to-
pietto , elevandosi su di esso il tale della cattedrale si deve al se-
pavimento nuovo. In egual
del colo XV, avventurosa epoca del
tempo in forma ottagona gli fu risorgimento delle arti, coll'opera
dappresso eretto il battisterio , e del famigerato Bramante Lazzari,
la canonica in forma di casa forte che nel 1^.56 ridusse a volta tut-
o di castello, della quale struttura ta la fabbrica, ed eresse la cu-
se ne fa menzione in alcuni pri- pola o tribuna non senza stupore
vilegi concessi dall'imperatore En- degl'intelligenti, attesoché allora in
rico IV alla chiesa e capitolo di s. Italia esiteva la sola cupola di s.

Feliciano nel 108-2, e in altri do- Maria del Fiore in Firenze. Oltre
cumenti dell' antica canonica: pochi a ciò Bramante adornò l' interno
• avanzi ne esistono. Nel 1 1 89 il ve- della chiesa con pilastri dorici in
FOL FOL 143
riquadri, corrispondenti agli scom- stucchi i bolognesi Mazza e Pier-
parti del volto, ina per mancanza lana, e dei dipinti il Mancini.
di mezzi il compimento si procra- L' ultima rinnovazione della cat-
stinò oltre l'anno i5i3, e n'ebbe tedrale si deve al Vanvitelli, la ri-

il merito l'encomiato vescovo Luca forma al Piermarini folignate, e il

Borsciani folignate, creato da In- compimento al cav. Clemente Fol-


nocenzo Vili , che gli die il suo cili, tutti insigni architetti. 11 pri-
cognome Cibo, e lo stemma per- mo incominciò l'opera nel 1770,
chè era suo confessore: egli inter- il secondo la proseguì con miglior
venne al concilio generale lalera- successo ; e nel vescovato del ze-
nense V, Fu egli cbe ridusse la lante monsignor Stanislao Lucche-
cattedrale alla presente forma di si, 18 19, il cav. Folcili inco-
nel
perfetta croce latina, con erigere minciò il suo compimento, coll'ar-
di pianta il braccio destro verso ricchire il tempio di nuove bellez-
1' episcopio, secondo il progetto di ze, rimovendone i difetti; e sicco-
Bramante. Quindi successivamen- me per erigere il Bramante uno
te furono adornate le numero- de' contro-forti alla chiesa , venne
se cappelle con marmi , dipinti distrutto il battisterio , il cavaliere
ed altro. Verso la metà poi del- lo rifece , e iteli' esterior facciata
l' istesso secolo decimosesto il ca- eresse comoda loggia per la bene-
pitolo eresse la cappella del ss. dizione papale, come inoltre rial-
Sagramento, ossia curetta, una vol- zò il coro. Il pavimento di pietra,
ta dedicata ai ss. Feliciano e Fran- eseguito a spese del comune, si

cesco d'Assisi, attribuendosene il deve pel disegno all' esperto d.


disegno all' immortale Michelangelo Luigi Landini, con l'opera di Fran-
Buonarroti. La somiglianza della cesco Madami; essendo stato pritt-
cattedrale alla basilica vaticana, per cipal promotore degli ultimi restau-
la forma della croce latina e della ri e decorazioni memorate, d. Fi-
cupola, ispirò all'insigne pietà di lippo de' marchesi Barnabò , deca-
Dionisio Biscioli , il desiderio di no della cattedrale. I migliori qua-
vedervi iu mezzo trionfare, come dri che adornano questo tempio,
in delta basilica , la tribuna col sono s. Feliciano che libera Foli-
baldacchino, con davanti quel vano gno dalla peste, pittura del Gan-
a foggia dell'antica confessione, ac- dolfi ; la sagra Famiglia , colorita
cessibile dal piano della chiesa. Com- dal Lazzarini; s. Giovanni che bat-

mise pertanto al celebre Andrea tezza il Bedentore, opera del pen-


Pozzi architetto gesuita, la copia nello del cav. Vicar ; e il dipinto
fedele della tribuna vaticana, ciò del folignate cav. Trabalza, in cui
che a sue spese venne eseguito nel sono effigiati il b. Pietro Crisci, la
1698 con molte decorazioni. Cono- b. Angela, e s. Domenico da Fo-
scendosi in appresso il bisogno di ligno. In fondo alla tribuna eleva-
rinnovarsi con architettura moder- si la cattedra episcopale, per sin-
na l'interno della cattedrale, ciò fu goiar privilegio sopra sette gradini.
eseguito con ordine ionico da Salva- E qui rammenteremo il famoso
tore Cipriani, nella parte del coro, simulacro per la materia, per il

l'anno 1727, sotto il degno vesco- lavoro, e per la venerazione che


vo Battistclli, essendo autori degli gli tributano i folignati , cioè la
,

i44 FOL FOL


grandiosa statua tutta d'argento di quella di priore, poi vi sono il de-

s. Felieiano, che vestito cogli abiti cano, l'arciprete, già istituite fino
pontificali, è in atto di benedire. dalla più rimota antichità, a cui
Egli è sedente su mirabile sedia aggiunse il regnante Pontefice una

pur di argento con cesellature nei quarta col titolo di primicerio, do-
basso- rilievi di eccellente lavoro, tandola coi beni tutti della sop-
avendovi nel postergale il fiammin- pressa parrocchiale e priorale chie-
go Adolfo operata in rilievo la sa di s. Maria Maddalena, rovina-
storia del martirio del santo, che ta totalmente per l' orribile terre-
segui in compagnia dei santi re per- moto de' i3 gennaio i832, vo-
siani Abdon e Sennen, e della s. lendo che fruisse di tutti gli onori
vergine Messalina ; quindi ogni an- e privilegi , non che d' indossare
golo ridonda d'impareggiabili fregi mantelletta negra e rocchetto sulla
ed ornamenti, che vincono il pre- foggia delle altre dignità. Inoltre
zioso metallo. Questo ricco monu- componesi il capitolo con sedici ca-
mento di religiosa divozione, sovra- nonici, con le prebende di teologo
stato da una specie di baldacchi- e penitenziere, otto canonici ono-
no sostenuto da due angeli, viene rari, dieci mansionari, ed altri preti
trasportato con solenne pompa per e chierici addetti al divino servi-
le principali contrade della città gio. Questo capitolo gode di di-
alle due pomeridiane de' 2 3
ore versi privilegi e prerogative. Bene-
gennaio. Egualmente splendido è detto XIV con breve de' 2 3 mar-
l'apparato delle sette confraternite, zo 1741 concesse al priore della
che inalberano altrettante croci d'ar- cattedrale , e ai di lui successori
gento di squisito lavoro, essendo l'uso della mantelletta paonazza in
generoso lo sfarzo de' cerei , che tutte le funzioni ecclesiastiche si

consistono in corone di candelotti nella città che nella diocesi. Ai ca-


disposti in cerchio, sopra macchine nonici il regnante Gregorio XVI
ornate, di facile trasporto: tali ce- ha concesso l'uso della mitra , ed

rei ardono
con profusione, ed il altre insegne prelatizie ; fanno uso
numero delle macchine corrisponde della mitra bianca, in tutte le ec-
a quello delle diverse arti, cui ne clesiastiche funzioni quando indos-
fanno la di vota offerta. Inoltre nel- sano paramenti sagri, entro i li-
i

la cattedrale vi sono ampi sotter- miti però della diocesi. Hanno pu-
ranei, comodamente praticabili, per re il privilegio del canone e bu-
dar sepoltura ai defunti , ed ono- gia, e cantando la messa, del pre-
rarne con epigrafi e depositi la te assistente in piviale, e questo
memoria. Dei corpi santi e reli- anche fuori di diocesi. Le insegne
quie che conservano nella cat-
si prelatizie poi accordate dal Papa
tedrale con gran venerazione, oltre che regna al capitolo di Foligno
quanto si è detto noteremo che, consistono nel fiocco paonazzo al
ne parla il Jacobilli a pag. 7.5 del cappello, potendo i canonici dell'u-
suo Discorso, ove pur dice de' cor- no e dell'altro far uso in ogni tem-
pi santi e reliquie che sono nei po ed in ogni luogo, come appa-
diversi luoghi della diocesi. risce dal breve che si conserva nel
Il rapitolo si compone di quat- loro archivio.
tro dignità, essendo la principale La cura delle anime della cat-
,

FOL FOL i45


tediale è affidata al priore , e a celebra nel d'i della commemora-
tre sacerdoti a ciò eletti dal capi- zione detta, nella chiesa della con-
tolo. Nella città vi sono altre sei fraternita in cui si venera tale im-

parrocchie, ma senza Iònie battesi- magine. terremoto di Foligno


Il

male, ch'è nella sola cattedrale. Vi fu descritto in terza rima dal eh.
sono pure le due sum mentovate G. F. Rambelli, pubblicato prima
collegiate, sei monisteri e conventi dal giornale L' Amico della gio-
di religiosi, sei monisteri di mona- ventù, nel fascicolo 4^ e V 01 a >

che, due conservatorii, l'orfanotro- parte con lettera dedicatoria al cav.


fio, l'ospedale, il monte di pietà, Luigi Sassoli persicetano.
il seminario cogli alunni, ed altri FOLMARO, Cardinale. Folmaro
pii stabilimenti. II Jacobilli a pag. inVerona nel sabbato di Pentecoste
85 ci dà il catalogo de' luoghi di del 1 86 fu creato cardinale da Ur-
1

tutta la diocesi, la quale al pre- bano III; fu arcivescovo di Tre-


sente si estende per circa trenta viri, e legato nella provincia di
miglia. Il palazzo vescovile è pros- Sciampagna. S'ignora in qual an-
simo alla cattedrale, venne restau- no avesse fine la sua mortale car-
rato ed ampliato nei vescovati di riera.
monsignor Cadolini, ora amplissi- FOLQUINO (s.) Figlio di Gi-
mo cardinale, e di monsignor Po- rolamo, fratello del re Pipino. Ab-
lidori defunto. La mensa episcopale bandonò gì' impieghi che aveva alla
ad ogni nuovo vescovo è tassata corte, per abbracciare lo stato ec-
ne' libri della camera apostolica in clesiastico. Eletto nell' 817 vesco-
fiorini cento: questa mensa a cura vo di Terovana, corresse gli abusi
del prelodato cardinale e per mu- ivi originati dalle scorrerie dei bar-
nificente generosità del Pontefice bari, e rimise per tutto la purità
regnante , è stata considerevolmen- de' costumi e della fede. Egli ten-
te accresciuta nelle rendite, mercè ne dei sinodi, e assistette a parec-
la riunione alla medesima dei be- chi concili che si ragunarono a' suoi
ni del soppresso monistero dei mo- dì. Fece la traslazione delle reli-
naci Olivetani di Sassovivo. Diremo quie di s. Audomaro, il più cele-
per ultimo che questo zelante por- bre de' suoi predecessori , e per
porato pel flagello del terremoto timore delle incursioni dei norman-
pubblicò una notificazione per l' os- ni, nell' 846 nascose il corpo di s.
servanza del voto fatto dalla città Berlino sotto l'altare di s. Marti-
per tale peripezia, più un'omelia no. Morì facendo la visita della
piena d' unzione , e diversi editti sua diocesi a' i4 dicembre dell'855.
ed il tutto venne pubblicato colle Il suo corpo fu portato nel mo-
stampe nell' opuscolo Voto : solen- nistero di s. Bertino , e seppellito
ne della città di Foligno, fattosi il presso a quello di s. Audomaro ;
19 febbraio i832, Foligno, tipo- fu poi dissotterrato a' i3 novem-
grafia Tomassini. Il voto consiste bre del 928. La sua festa princi-
in un digiuno locale da farsi ogni pale si celebra a' 14 dicembre; ma
anno, per anni cento, la vigilia della egli è ancora onorato a' 7 di giu-
commemorazione della beata Ver- gno e a' 1 3 di novembre, in me-
gine del Pianto , e nell' assistenza moria delle traslazioni delle sue
del magistrato alla messa , che si reliquie.
VOL. XXV. io
i4<3 FON FO AF-

FONDI. Città vescovile del re- di Fondi), erano assai celebri tra
gno delle due Sicilie, nella provin- gli antichi,
e furono lodali da Stra-
cia di Terra di Lavoro, capoluogo bone, da Plinio e da Marziale ; ed
di cantone, e del contiguo villag- anche al presente sono rinomatis-
gio di San Magno ,
giace presso le simi. Vicoltivano da per tutto
si

frontiere dello stato pontificio dal- olivi e cedri. Presso la città si ve-
la parte di Terracina, in una pia- de la bella fontana detta di Pe-
nula bassa alquanto paludosa, ma tronio, e alcuni avanzi di bagni
deliziosa, ai piedi del sub-apenni- antichi. In vicinanza al lago di
no romano. E attraversata dalla Fondi , Lacus Fttndanus,
vede si

via Appia, eh' è assai bene conser- la grotta nella quale, secondo Ta-
vata e che ne forma la strada prin- cito, Seiano salvò la vita a Tibe-
cipale, incrociandosene altre due da rio imperatore,
angoli retti. La detta via vi man- Fondi era un'antica città mnni-
tiene il traffico, e ne rende meno cipale del Lazio nuovo, nel canto-
disaggradevole il soggiorno: parec- ne degli ausonii, indi appartenne
chi torrenti , ed un pestifero lago alla Campania. Alcuni dicono che
sboccano nel vicino mare Mediter- fosse una delle città degli aurun-
raneo. Il lago vi dà foce per due ci. La Chiesa romana ebbe fino
canali ; esso abbonda di anguille, e dai primi secoli grandi poderi nel
si estende per circa quattro miglia, territorio di Fondi, i quali trovan-
aventi le rive coperte di mirti e si mentovali da s. Innocenzo I clct-
pioppi . Fondi è di forma qua- to Papa nel 4° 2 > allorché diede ai-
drata, sono notabili le sue mura, la basilica di s. Vitale e de' ss. Ger-
perchè si pretende che la parte in- vasio e Protasio, edificata in I\o-
feriore di esse preceda l'epoca della ma per munificenza di Vestina il-
fondazione di Roma. La cattedra- lustre femmina, possessionem Fan-
le dedicata a s. Pietro apostolo è danensem in territorio Fundano rum
di gotico disegno: avvi pure una adiacentibus attiguis XV ,praestan-
collegiata, cioè s. Maria della Piaz- tem solid. CLXXXI , et tremisscm.
za, cui presiede un arciprete con Sopra di questi, e forse di altri
otto canonici, un monistero di he- beni, che la Chiesa romana pos-
nedettine, tre conventi di religio- sedeva in Fondi, ella acquistò l'uso
si, due case di carità, ed altri pii delle regalie superiori, le qunli poi
stabilimenti. mostra a'forestie- Si estese a tutto il territorio, ed anco
ri dai domenicani la camera ove alla città sino al grado di averla
studiava, e dava le sue lezioni di alla piena sua ubbidienza. Pon- Il

teologia il dottore san Tommaso teficeGiovanni Vili donò a Doci-


d' Aquino, come nella chiesa del- bile e Giovanni suo figliuolo, dil-
la ss. Annunziata un bel quadro chi ed ipati di Gaeta, e loro suc-
rappresentante il saccheggio dato cessoli in perpetuo, nell'anno 882,
a questa città dal pirata Earba- l'inclito patrimonio di Traclto, e
rossa. I dintorni sono fertili , ma la città e territorio di Fondi in
l'acqua stagnante rende l'aria mal- pieno dominio, acciocché gucrreg-
sann : i suoi vini , massime dei giassero contro i saraceni , come
monti Caerubi (cosi chiamando i poi fecero.Questa donazione fu Io-
romani le montagne dei contorni ro confermata dal Pontefice Gio-
,

FON FON i/Ì7

Maini X nei 916, il quale aiutato ino quanto segue. Restituita in Ro-
da eletti «lucili alla testa dell' eser- ma da Avignone da Gregorio XI
cito, interamente sarace-
sconfisse i la residenza pontificia , alla sua
ni, che da quaranta anni si erano morte nel 1378 gli fu dato poi-

annidati nel castello di Garigliano successore Urbano VI, contro il qua-


nella Terra di Lavoro. V. il Borgia, le poco dopo ribellaronsi alcuni car-
Breve istoria del dominio tempora- dinali, che portatisi in Anagni, osa-
le delia Sede apostolica nelle due Si- rono deporre il legittimo Papa ;

cilie,§§XXXIII, XXXIV e XXXV. quindi essendo stati cacciati dal po-


Quindi abbiamo dal Rinaldi all'an- polo di Anagni, profittando del dis-
no 12 12, num. 2, che la contea di gusto che eravi tra Urbano VI ed
Fondi fu donala alla Chiesa ro- Onorato Caetani conte di Fondi
mana. Racconta poi il Novaes nel- passarono in questa cittàj ove co-
la vita di Innocenzo III, che aven- gli aiuti di Giovanna I regina di
do questi scomunicalo nel 12 io Napoli, a' 20 settembre scismatica-
l'imperatore Ottone IV perchè a- mente elessero in pseudo-pontefice
vea usurpato molle terre della Chie- il cardinal Roberto di Ginevra che
sa , sciolse dal giuramento i suoi prese il nome di Clemente VII. Ciò
vassalli, onde i principi della Ger- saputosi da Urbano VI, a' 6 novem-
mania elessero in suo luogo Fede- bre lo depose e privò del cardina-
rico II re di Sicilia, il quale si mi- lato e dei benefizi ecclesiastici con
se subito in viaggio per Roma, e altre pene, scomunicandolo insieme
nel 12 12 fu ricevuto da Innocen- ai 16 cardinali adunati in Fondi,
zo III con somma onorificenza. Fe- ed ai principali autori dello scisma.
derico II allora confermò alla san- A' 29 dello stesso mese fulminò le
ta Sede ladonazione che poco pri- censure contro i fautori dell'antipa-
ma gli avea fatto della contea di pa, e contro Onorato Caetani, An-
Fondi, ed allre baronie il signo- , tonio di Caserta ed altri signori.
re di esse Riccardo dell'Aquila, che Clemente VII era stato coronato
in sua morte ne avea istituito cre- nella cattedrale di Fondi alla pre-
de la Chiesa romana. senza di Ottone di Brunswick ma-
In progresso di tempo Fondi fu rito di Giovanna I, del principe di
concesso alla nobilissima famiglia Taranto, di Nicolò Spinelli am-
Ca etani (Pedi), e mentre n'era basciatore di delta regina, del con-
conte Onorato, ivi fu eletto V Anti- te Onorato , e di molta nobiltà
papa Clemente VII (Vedi), al mo- del regno di Napoli. Dopo un fat-
do che dicemmo a quell'articolo, to d' armi tra le truppe pontifìcie
ed agli articoli Anagni ed Avigno- e quelle dell'antipapa, essendo sta-
ne ( Vedi). Per dar qui un cenno te le seconde disfatte, Clemente VII
dello strepitoso avvenimento, ch'eb- Fondi a' 18
risolvette di ritirarsi a
be per conseguenza il lagrime vole maggio 1379, nel qual giorno Ur-
scisma, che dal 1 378 ebbe fine nel bano VI rinnovò in Roma la sen-
1 4 1
7 colla rinunzia di Gregorio tenza di scomunica contro lui, t
XII, deposizione di Giovanni XX III, suoi seguaci ,
promulgando a loro
scomunica dell'antipapa Benedetto danno la crociata, con amplissima
X11I successore di Clemente VII, indulgenza a chi gli avesse impri-
e coll'clezione di Martino V , dire- gionati. Non vedendosi ClcmeuteVH
,

i48 FON FON


sicuro in Fondi passò a Napoli ; ma di. Questa città nel secolo XVI fu
ribellandosi poscia quel popolo, il donata da Ferdinando re di Spa- V
costrinsero a fuggire, laonde pas« gna e di Napoli, a titolo di feudo,
so in Avignone a fondarvi una cat- al generale Prospero Colonna. Nel
tedra di pestilenza. Intanto Urba- i534 fu sorpresa dai turchi, co-
no VI avendo deposto Giovanna I, mandati dal famigerato ammiraglio
die il suo regno al re Carlo III Du- Ariadeno o Arouch soprannomina-
razzo, colla cessione di varie signo- to Barbarossa, irritato per non aver
rie, e tra queste le contee di Ca- potuto rapire Giulia Gonzaga, bel-
serta e di Fondi, al proprio nipote lissima fra le donne qua-
d'Italia, la
Francesco Prignani, siccome si leg- le rimasta vedova
Vespasianodi
ge in Lodovico Agnello Anastasio, Colonna conte di Fondi, ivi stava
Istoria degli antipapi tom. II, cap. ritirata e piangendo la sua disgra-
XV. Morto Urbano VI nel i38 9 ,
zia. Il Barbarossa improvvisamente

non andò guari che dovette repri- di notte sbarcò sulla vicina spiaggia,
mere una ribellione che in Roma ed appena ebbe tempo la misera Giu-
avea tramata Onorato conte di Fon- lia di porsi in salvo. Furente perciò
di, ed altra superò nel
1397 pro- il mussulmano versò l'ira sua sull'in-
vocata dal re Martino d' Aragona tera città, mettendola a sacco, ro-
e dal medesimo conte, fautori del- vesciandone la cattedrale, e facen-
l'antipapa Benedetto XIII. Quindi do schiavi molti de' suoi abitanti.
nel i3gg Bonifacio IX ordinò un Ad un secondo saccheggio per par-
rigoroso processo contro Onorato te de' turchi, Fondi soggiacque nel
Caetani primario sostenitore dello 1
5g4 Appartenne poscia questa
.

scisma, dichiarandolo reo di apo- città colla sua contea, e col titolo di
stasia maestà , e di ribel-
, di lesa principato, alla casa di Sangro. Due
lione, e pubblicando una crociata volte ilPapa Benedetto XIII ono-
contro di lui. Tuttavolta Onorato rò di sua presenza Fondi essen- ,

nel seguente anno unito coi Colon- done vescovo Antonio Carrara di
nesi , tentò di occupare Roma , e Sora. Volendo nel 1727 quel Pa-
di arrestare Papa, ciò che sareb-
il pa visitare la sua antica chiesa ar-
be avvenuto, se le guardie del Cam- civescovile di Benevento, che anco-
pidoglio non l'avessero respinto al ra continuava a governare, partì da
primo assalto. Di poi il buon Pon- Roma a' 24 marzo. A Terracina si

tefice nel 1401 assolvette dalle cen- fece precedere dal ss. Sagramen-
sure i Colonnesi, Giacomello Caeta- to, ed al confine trovò il cardinal
ni figlio del defunto Onorato, e gli d'Althan viceré di Napoli, che pre-
restituì i castelli di Ninfa, Bassano se seco in carrozza sino a Fondi
e Sermoneta già confiscati e inca- dove restò a dormire nel conven-
merati ; e nel 1 402 creò cardinale to de' domenicani tra' quali era
,

Antonio Caetani de' conti di Fondi. stato religioso, e nel seguente gior-
Mentre il Papa Gregorio XII lot- no di sabbato, onorato dalle milizie
tava coli' antipapa Benedetto XIII ,
napolitane, prosegui il viaggio per
e con Alessandro V eletto nel i4°9 Itri.Nel 1729 Benedetto XIII si

dal concilio di Pisa , fuggitivo si recò a Benevento per celebrarvi il

recò presso Ladislao re di Napoli, terzo concilio provinciale, giungen-


passando per Ortona e per Fon- do a Fondi il primo di aprile, pren-
,

FON FON 149


derido alloggio, e riposando la not- sulla domanda del re Lotario I,
te dai medesimi domenicani : nel per celebrare un concilio a Metz.
dì seguente riprese il \iaggio suo. Giovanni che intervenne al conci-
Nel restituirsi a Roma , la dome- lio generale, che Alessandro III ten-

nica de' 29 aprile si fermò dai do- ne in Laterano nel 1179: a que-
menicani dove pranzò e dormì, ed sto vescovo Riccardo conte di Fon-
il lunedì passò a Terracina. di concesse alcuni privilegi, esten-
Dicesi che s. Sotero eletto Papa sivi ai di lui successori. A Daniele
a' 4 ma gS'° dell'anno 175, cui vescovo nel 1180 il capitolo die in
molti danno il pronome di Con- successore Giovanni de Pastina, che
cordio, nacque in Fondi; e che Innocenzo III riprovò, facendo in-
s. Paterno di Egitto soffrì il mar- vece vescovo Benedetto. Roberto di
tirio in questa città , de.ducendosi Pi perno ,
priore de' cisterciensi di
da ciò che la fede cristiana fu pre- Fossanova, dotto e virtuoso, diven-
dicala in Fondi sino dai primi tem- ne vescovo nell'anno 12 io. Leonar-
pi della Chiesa. Ignoto è il nome do Tacconi nobile di Piperno, illu*
del primo vescovo , e solo si sa stre per virtù., fu fatto vescovo nel
che il Papa
Antero l' ordinòs. 348 da Clemente VI. Sembra che
1

quando passò da Fondi, ritornan- al tempo dello scisma la sede fosse


do dalla Sardegna in Roma. Nelle vacante, giacché non dice 1' Ughel-
vite de' Papi si legge che s. Ante- li quando il vescovo Raimondo
ro fu eletto a' 3 dicembre dell' an- morisse notando che il successore
,

no 287, che creò un solo vescovo, fu Stefano de Sardis pisano, fatto


cioè questo per Fondi , e governò nel 1 3gi da Bonifacio IX. Rinun-
la Chiesa appena trenta giorni. Non ziò per entrare tra i canonici re-
si deve tacere che Commanville affer- golari di s. Antonio di Vienna nel
ma essere stata eretta la sede ve- 1399, l aon de quel Papa gli die in
scovile di Fondi verso l'anno 5oo, successore Domenico Astalli roma-
la quale venne dichiarata imme- no, che morì nel i4*4 m Roma
diatamente soggetta alla santa Se- in casa di Cristoforo Caetani, nella
de. L' Ughelli nell' Italia sacra
,
regione di Campitelli. Nel i47^
tom. I, pag. 719, aggiunge che Vi- Sisto IV dichiarò vescovo Pietro
tale fu il secondo vescovo, il qua- Caetani, che morì nel i5oo.
le assistè ai concili di Roma sotto Francesco commendatore di s.
il pontificato di s. Felice II detto Antonio in Roma, nominatovi da
III , e sotto il Papa s. Simmaco Leone X nel i520. Giacomo Pel-
negli anni 489, 5o 1 , 5o2 e 5o4. legrini, nipote di Nicola Pellegrini
Tra i vescovi di Fondi noteremo i
(
già vescovo di Fondi dal 1 5oo al
seguenti. S. Andrea di cui parla i52o), occupava questo seggio epi-
s. Gregorio I nel
3 , cap. 7 libro scopale, quando nel i534 i turchi
Dial. L' annalista Baronio lo dice saccheggiarono la città rinunziò a :

vescovo nel 585. Mariano il qua- Paolo III la dignità nel i537. Fau-
le depose nella cattedrale di Fon- sto Caffarelli romano eletto nel ,

di corpo di s. Mauro martire


il i555 da Paolo IV, intervenne al
d Àfrica. Giovanni che fu legato concilio di Trento, e morì nel 1 566.
pontificio in Francia, speditovi dal Matteo Cosenza, uno
Guerra di
santo Pontefice Nicolò I nell' 862 de' più dotti teologi che hanno as-
,
I jo F ON
sislito al concilio di Trento, nomi- che ammalatosi gravemente in I-

nato da s. Pio V nel i56j, fu poi spagna, dove avea implorata la


trasferito al vescovato di s. Marco protezione del re, si distolse dal
in Calabria da Gregorio XIII nel viaggio nella Grecia. Ebbe anche la
1576. Fr. Gio. Pietro da Teano, commissione di procedere contro
dell' ordine de' minori , confessore l' antipapa rifugiato in Ispagna ;
della moglie del viceré di Napoli, ma fosse la grave malattia, ovvero
vescovo nel 1640 fatto da Urba- le segrete arti del re di Aragona
no Vili, cessò di vivere nel 1661. che vi si opponessero, è certo che
Vittore Felice Conci di Todi, de- non se n' ebbe alcun buon effetto.
cano della cattedrale di Montelìa- Portatosi quindi a Ruma , venne
scone, Clemente XI lo fece ve- impiegato nella legazione di Napo-
scovo di Fondi nel 1703. L'ul- li, dove fu incontrato non solamen-
timo vescovo fu Gennaro Vincenzo te dalle galere del re, ma dallo
Tortora di Nocera de' Pagani, fat- stesso Alfonso d' Aragona, il quale
to vescovo da Pio VI nel concisto- avea concepito il disegno di occu-
ro de' 27 febbraio 1792, dappoiché pare le provincie di Napoli. 11 le-
nella nuova circoscrizione delle dio- gato però seppe richiamarlo a cou-
cesi fetta da Pio VII questi colle
,
sigli di pace, e diradare que' torbi-
lettere apostoliebe, De utiliori do- di che poteano produrre de' fune-
minicele, quinto Ralendas julii 1 8 18, stissimi effetti. Ma nel ritornare dalla
soppresse la sede vescovile di Fon- sua legazione, fermatosi in Vicovaro,
di, e 1' uni a quella di Gaeta [Ve- diocesi di Tivoli, per respirare un'a-
di). Il capitolo della cattedrale coni- ria più pura, ovvero per visitare
ponevasi di dodici canonici , com- il Papa dimorante in quel castel-
prese le dignità di primicerio, di lo, cade per accidente da una scala
tesoriere e di decano, non che del- del convento de' frati minori in
le prebende di teologo e peniten- cui alloggiava, e fu sì grave la per-
ziere. Il decano faceva da parroco cossa che ne riportò, che poche ore
nella cura della cattedrale. dopo passò di questa vita. La sua
FONSECA Pietro, Cardinale. morte accadde nel 1422. Trasferito
Pietro Fonseca, nato in Portogallo poscia in Roma fu , seppellito in
da illustre famiglia, fu creato pseu- una tomba di marmo adorna di co-
docardinale dall'antipapa Benedetto lonne e di statue, nella basilica va-
XIII. Però disingannatosi del suo ticana, al manco lato della cappel-
errore, nel 1 4 9
' si recò in Firen- la di s. Tommaso apostolo. Uà co-
ze a' piedi di Martino V, il quale desto luogo poi, nel 1608, fu tra-
lo creò diacono cardinale di s. An- sferito nelle grotte vaticane, presso
gelo, e commendatario del vescova- i sepolcri d' Innocenzo IV e Mar-
do di Siguenza, non che legato a cello II , dove si vede la sua efijgie
latere in Costantinopoli per la unio- in marmo cogli abiti propri del
ne della chiesa greca. Altri però suo ordine.
dicono che Martino V con diplo- FONTANA Francesco LuiGr,
ma primo agosto i4'8, dato
del Cardinale. Francesco Luigi Fonta-
in Ginevra, dichiarasse il Fonseca na nacque Casal Maggiore da
in
per vero cardinale. Tal legazio- pii, ed agiati genitori, il 28
onesti,
ne poi non ebbe il suo effetto, per- agosto 1750. Giunto all'età disc-
1 ,

FON FON ijl

dici anni seguir volle l' esempio di dello scrivere nelle tre difficilissi-

(lue altri suoi fratelli col consagrarsi me lingue, italiana, latina e gre-
al Signore nella congregazione dei ca , da gareggiare co' primi lette-

chierici regolari di s. Paolo, detta rati d'Italia allora viventi; e nel-


volgarmente de' barnabiti, nella qua- la greca singolarmente tanto si era
le professò i voti solenni l' anno addestrato, da giungere a
perfino

1 767, dopo ebe passò allo stu-


di comporre in quella estemporanea-
dio della filosofìa, e quindi a quel- mente in versi. E già scritte in cia-
lo di teologia, ne' quali fece mara- scuno de' detti tre linguaggi si hau-
vigliosi progressi. Nel 1772 chia- 110 alle stampe operette di lui, e in

mato dall'imperatrice Maria Teresa verso e in prosa, le quali vennero


il p. d. Ermenegildo Pini celebre assai bene accolte; ed è soprattutto
naturalista a visitare le miniere di degno di essere rammentato I' elo-
Ungheria, gli fu dato a compagno gio che scrisse di Benedetto Mar-
il giovane Fontana, alla salute del cello, posto dal Fabbroni nella
quale l' intensità dello studio reca- serie degli elogi che pubblicò, e

to avea qualche nocumento. Essen- trasportato poi dall' idioma latino


do egli Vienna conobbe vari
in nel!' italiano. In questo medesimo
letterati, tra' quali il rinomato Pie- tempo coltivò pure le scienze, e
tro Metastasio, e quantunque in particolarmente le sagre, nelle quali
età di soli ventidue anni la sua quanto fosse profondamente versa-
pietà, la sua prudenza, il suo sa- to, dimostrò iu seguito l' uso
lo
pere, il finissimo suo gusto in ogni che ne fece in vantaggio della
maniera di letteratura trassero in Chiesa di Dio. La sua congregazio-
ammirazione di sé ognuno che il ne, da cui assaissimo era stimato
trattò. Ritornato che fu dopo un an- e riguardato come un oracolo, at-
no in Italia, suo fratello d. Maria- tesa particolarmente quella rara
no, nome caro alle scienze ed alle prudenza con che soleva adoperar-
lettere (abbiamo dal p. Grandi, si nel disbrigo dagli affari più dif-
De vita et scrìptis Mariani Fon- fìcili e delicati, come per la dolcezza
tanile commentar. Komae 1 8 1 ),
del suo tratto, lo elesse a superio-
lo per circostanze scabrosis-
volle re della fiorentissima provincia di
sime socio nella reggenza del col- Milano, eh' egli governò in turbo-
legio di s. Luigi di Bologna già lentissimi tempi, cioè nell' invasione
de' gesuiti, in cui si diportarono i francese, e con successo tanto felice,
due fratelli in guisa da riscuoterne che salvò tutti i collegii di quella
comune applauso, in modo che la provincia dal minacciante univer-
congregazione poco appresso affidò sal naufragio in cui il governo de-
loro eziandio il collegio de' nobili mocratico tutti voleva avvolti i cor-
di Saverio, e il ginnasio di s.
s. pi regolari. Fu in Milano, e nel
Lucia. Poco dopo fu destinato 1790 che pubblicò le interessanti
Francesco ad insegnare l' eloquenza vite di molti uomini dotti italiani,
e la poesia prima nel ginnasio o inserite nei tomi IX, X, e XI del-
scuole Arcimbolde di s. Alessandro, le Vitae italorum doclrina prac-
e poi nel collegio superiore di Mi- slantium del Fabroni citato. Seda-
Inno , detto imperiale de' nobili te alcun poco le politiche vicende
dove tanto avanzò nella perizia di que' difficili tempi, ed eletto a
,5a FON FON
capo della Chiesa il glorioso Pio ecclesiastica, in negoziati di somma
VII, fu per opera dell'immortale rilevanza.Continuando però egli a
cardinale Gerdil, già alunno de' me- difendere con petto sacerdotale i
desimi barnabiti, chiamato nel 1801 diritti della santa Sede, sia col no-
a Roma il Fontana, siccome giusto tificare al cardinale Maury il bre-
estimatore del suo merito. Ivi giun- ve pontificio col quale venivagli in-
to appena fu fatto procuratore ge- giunto di abbandonare la sede di
nerale dell'ordine suo, indi consul- Parigi a cui 1' avea nominato Na-
tore de' riti, e non molto dopo an- poleone, sia col disapprovare il se-
che del s. offizio, non che segreta- condo matrimonio da questi con-
rio della correzione de' libri della tratto , fu posto in stretta prigio-
chiesa orientale ; e con unanime ne nelle torri di Vincennes, nelle
applauso il 1807 proposito genera- quali non è a dire quanto soffrisse,
le della sua congregazione. 11 Pon- ma con tal rassegnazione, che me-
tefice che vedeva nel Fontana un ritò dallo stesso custode della car-
uomo secondo il suo cuore, lo ama- cere il soprannome di virtuoso, e da
va con tenerezza, e seco il volle altri quello di santo. Stette in pri-
nel viaggio che fece a Parigi per gione il Fontana per tre anni e
coronare V imperatore Napoleone, tre mesi, avente per compagno fe-
in qualità di teologo. Egli però vi dele de' patimenti fratel Carlo Sam-
menò vita ritirata, né comparve biagio barnabita, che meritò la sua
mai ad alcuna pubblica cerimonia. stima fiducia ed affezione
, Non .

Ritornato in Roma, intraprese nel deve passarsi sotto silenzio, che fra
1806 unitamente al p. Scati, una i prigionieri che onorarono tal car-

edizione completa delle opere del cere, sono a nominarsi i cardinali


cardinal Gerdil dedicata al sommo Opizzoni, Gabrielli, di Pietro, mon-
Pontefice in venti volumi in foglio, signor de Gregorio poi amplissimo
colla vita dell' autore. Questa edi- cardinale, ed il barone di Geramb,

zione interrotta dalle vicende poli- al presente abbate e procuratore


tiche, fu più tardi continuala dal generale de' trappisti, come si legge
p. Grandi. Raccolse ampie memo- nell'Elogio storico del cardinal Etn-
rie per servire alla storia letteraria manuelc de Gregorio, scritto dal
di sua congregazione, ed avendo cav. Giulio Barluzzi, massime alle
fatto una dotta scrittura per il pag. 23 e 24» ove parla di tali
ven. Antonio Maria Zaccaria, la sua illustri compagni di sventura del
causa fu introdotta per la beatifi- Fontana. Questi riacquistò la liber-
cazione.Fu in seguito adoperato in tà quando le armi vittoriose dei
affari importantissimi per la santa sovrani alleati entrarono in Parigi.
Sede. Occupato nel 1809 dalle ar- Tornò egli in Italia con pensiero di
mi francesi di Napoleone lo stato ritirarsi a Monza, ove avea assunto
pontificio, e strappato dalla sua se- la veste religiosa de' barnabiti. Ma
de l'invitto Pio VII, il Fontana Pio VII il volle a Roma, dove su-
insieme cogli altri capi degli ordi- bito lo aggregò alla sagra congre-
ni religiosi fu tradotto in Francia, gazione della riforma, e nell' istesso
e ad Arcis-sur-Aube, da
rilegato anno 18 14 il fece segretario con
dove fu chiamato a Parigi per es- voto della congregazione sugli affa-
sere adoperato in una commissione ri straordinari della Chiesa, con
,

FON FON i53


quell'onorevole biglietto del cardi- quella di propaganda fide e sua
nal Pacca, che riportammo al voi. stamperia, alla quale si aggiunsero in
XVI, pag. i56 del Dizionario j seguito anche la prefettura degli stu-
non accettando 1* arcivescovato di di del collegio romano, e della
Torino, che venne offerto dal re
gli correzione de' libri della chiesa o-
di Sardegna, credendo di non me- rientale, essendo pur membro del-

ritar nulla. la congregazione del s. offizio, dei


Alla ricomparsa del detronizzato vescovi e regolari, della disciplina

Napoleone in Francia, e all'avvi- regolare, degli affari ecclesiastici, e


cinamento a Roma di Murat re degli studi. Sostenne egli tutti que-
di Napoli, obbligato per cautela a sti pesi senza mentovare i gravis-
partir di nuovo da Roma Pio VII simi straordinari, ed in particolare
nel i8i5, ed andarsene a Geno- l'arduo e scabroso di propaganda fi-
va, ebbe ordine di seguirlo colà de, in modo che la fama della sua
ancora il Fontana, il quale ciò fece integrità, della sua giustizia, del suo
in compagnia del p. reverendissi- amore per la verità, del suo disin-
mo Luigi Lambruschini, ora am- teresse, della sua prudenza, e del
plissimo cardinale segretario di sta- suo finissimo accorgimento nella
to, ed in allora correligioso, ed uno decisione degli affari furono cono-
de' maggiori più stimati amici
e sciuti ed ammirati in tutto l'orbe

del Fontana. Ritornata dopo non cattolico. Intanto oppresso dalle con-
molto tempo colla prigionia di Na- tinue fatiche andava decadendo ogni
poleone la calma, si restituirono il giorno di forze, fino a che assalito
Papa alla sua Sede, e il Fontana da una febbre acuta dovette soc-
a Roma, dove nel concistoro del combere sotto la gravezza del ma-
primo marzo 1816 lo creò cardi- le. Munito de' ss. sagramenti rice-

nale dell' ordine de' preti, dignità vuti con edificante pietà in mezzo
che accettò per obbedienza, e bello alle lagrime de' religiosi suoi figli,
fu il vedere bagnar di lagrime e di cui era vicario generale, e al
scaldar di baci la veste regolare, dispiacere di tutta Roma, rese l'a-
quando gli fu tolta di dosso per nima al Signore il giorno 19 mar-
ricoprirlo colla porpora, e pregò i zo 1822, alle ore 21, siccome pia-
suoi confratelli che in morte lo mente da più anni desiderava, giac-
tumulassero colla veste religiosa ; ché soleva dire, che se gli fosse
il medesimo Pio VII poscia gli die accordato di morire nel giorno sa-
in titolo la chiesa di s. Maria so- gro a s. Giuseppe, gli parrebbe que-
pra Minerva. Insignito egli di di- sto un segnale di futura felicità

gnità tanto cospicua, in nulla can- essendo quel santo protettore dei
giò il tenore di sua vita religiosa, moribondi. Egli fu sepolto come
continuando a vivere nella casa di avea desiderato in vita, colla veste
s. Carlo a' Catinari in mezzo ai di barnabita, colla quale celebrava
suoi figli e confratelli che tenera- privatamente la messa nella sua
mente amava, in piccole stanze cappella domestica. Così terminò il
addobbate con moderazione religio- corso di sua vita mortale il car-
sa, solo ricche di libri e di scritti. dinal Fontana , le di cui gloriose
Fu fatto prefetto della sagra con- gesta non mai si cancelleranno dal-
gregazione dell' indice, e poscia di la memoria de' posteri. Se di lui
i54 l'Otf FON
pub formarsi in tutto l'idea del quelli che rappresentavano. Il cardi-

perfetto cardinale, va commendato nale era in corrispondenza con vari


il paterno amore, la carità, l'affa- dei più distinti scienziati del suo tem-
bilità, e le benelicenze di cui fu po, fu membro di molte cospicue
largo in qualunque bisogno colla accademie, ed uno de' fondatori in
sua famiglia domestica. Mirabile fu Roma della celebre accademia di
il metodo e regolamento che ad religione cattolica. Il cardinale eb-
essa prescrisse nelle giornaliere e be lunga, costante , affettuosa sti-
serali orazioni, nell'assistenza alla ma, ed inlima amicizia col p. ab-
santa messa, nella frequenza de' sa- bate d. Mauro Cappellani camal-
gramene, e nella cristiana condot- dolese, ora Papa Gregorio XVI, e
ta, di cui
si faceva loro modello n'era in tutto corrisposto piena-
ed esempio, sino all' intervento nel- mente. Raro fu quel giorno che
le mentovate pratiche di pietà, od tra loro non conversassero. Ogni
alla celebrazione stessa della messa. giorno il cardinale recavasi a pren-
Prudente e modesto, fu alieno di dere l'amico colla sua carrozza, e
accettare protettone, e solo fu pro- innocente e breve sollievo del-
ìiell'

tettore de' monaci maroniti anto- l'autunnale stagione, che effettua -


niani del Monte Libano. In una vasi anche per ragione di salute
parola il Fontana ademp"i nel tem- ne* tranquilli e religiosi luoghi del
po stesso i doveri del cardinale e monistero di Grottaferrata de' ba-
del regolare, sembrando che si fosse siliani, e nell'eremo camaldolese di
proposto di copiar il modello che Frascati, il cardinale volle sempre
uvea suo compagno e
offerto del seco il abbate, trovando nella
p.
confratello cardinal Gerdil , il cui sua compagnia, amicizia e collo-
nome è un elogio , nella orazione quio, conforto, soddisfazione e te-
funebre che recitò e pubblicò colle nera compiacenza dappoiché la :

stampe componendo anche il di lui profonda ed estesa scienza, e le no-


epitaffio. Umile, quanto dotto, fe- te virtù del p. abbate erano al
ce lungo e severo studio de' doveri cardinale di pascolo ed ammira-
che a' cardinali sono propri, in zione sempre più crescente.
que' che ne trattano partico-
libri M 23 marzo nella chiesa di s.

larmente ; e siccome avea voluto Carlo a' Culinari de' barnabiti si

conoscere la storia di quelli che tennero le consuete solenni esequie


colle virtù avevano onorato la por- pel cardinale, coli' intervento del
pora, si rattristava in riflettere che sagro collegio, della prelatura, ed
di tanto numero Chiesa non ac-
la altri che vi hanno luogo, celebran-
cordò che a pochi il culto o di do la messa e facendo le solite as-
santi o di beati che noi enume- soluzioni il cardinale Emmanuele
rammo all'articolo Cardinale (Ve- de Gregorio; dopo di che, secondo
ili). E la stanza delle sue orazioni la disposizione del defunto, fu nel-
e de' suoi studi ne avea in altret- la medesima chiesa tumulato il suo
tanti quadretti l'effigie, fatte dipin- cadavere nel sepolcro de' suoi cor-
gere ad olio da lui, e nel guar- religiosi : a fianco poi della cap-
darle supplicava Dio di concedergli pella di s. Biagio, la sua congre-
1.» grazia d'imitare almeno alcuna gazione coll'opera del valenle scul-
delle individuali virtù praticale da tore cav. Giuseppe Fabro beu ai-
FON FON i55
fetto al cardinale, gli eresse un gazione de' barnabiti, e procurato-
marmoreo deposito, dal medesimo re di essa, ne scrisse la vita che
artista immaginato ed eseguito. Es- voleva stampare colle opere del de-
so consiste in una base che stando fuulo, ma la morte che colpi sì

a ridosso del destro pilastro della rispettabile barnabita ne impedì


cupola, regge il bassorilievo in cui l'ellettuazione. Questa la dobbiamo
è la Fama con un ginocchio pie- al p. d. Carlo Maria Narducci bar-
gato in atto di scrivere in carat- nabita, che nel 1823 pubblicò in
teri d'oro le virtù morali, i me- Roma coi tipi del Bourliè la Fitti
riti letterari, le cariche e le ono- ed operette divote del cardinal Fran-
revoli vicende del cardinale , ed cesco Luigi Fontana, dedicando
alludono a tali virtù gli analoghi l'opuscolo al cardinal Emmanuele
simboli ivi pure scolpiti. Sopra ev- de Gregorio. Inoltre il p. Grandi
vi in bassorilievo una specie di compose l' epigrafico elogio che si

sarcofago, il quale termina in cima legge nel suddescritlo monumento


con una sepolcrale cimasa ; e nel sepolcrale.
mezzo vi si apre una sferica nic- FONTANA o FONTANIS. Luo-
chia che racchiude il busto al na- go della diocesi d'Elna, ove nel-
turale del defunto, fatto dal me- l'anno 947 fu tenuto un concilio
desimo artista somigliantissimo per sulla disciplina ecclesiastica. Lab-
ossequio mentre era in vita il car- bé tom. IX; Arduino tom. VI;
dinale; termina il monumento in Lenglet, Tavolette cronol.
alto con frontespizio, ove nel mez- FONTANA o FONTE. Luogo
zo si vede lo stemma del porpo- donde scaturiscono le acque. UMil-
rato, il marmo. La stessa
tulio di liu definisce la fontana, luogo pre-
congregazione nel giorno 26 del parato dalla natura o dall'arte, nel
medesimo mese di marzo gli volle quale si riunisce l'acqua di una o
dare un pubblico attestato della di diverse sorgenti, affinchè servir
venerazione , alta stima e della , possa ai bisogni dell'uomo. Talvolta
profonda riconoscenza verso la sua sotto il vocabolo fontana s'indica un
illustrememoria, facendo celebrare edifizio destinato a ricevere, e a di-
nella loro nominata chiesa un so- stribuire acqua che vi è condot-
l'

lenne funerale onde pregar pace ta naturalmente o artificialmente.


alla di lui anima. Monsignor Pie- Le fontane erano uno degli orna-
tro Caprano arcivescovo d'Iconio, menti di cui le città greche pi-
poi cardinale, cantò la messa, do- gliavano grandissima cura onde ab-
po la quale il p. abbate d. Placi- bellire i diversi loro quartieri. I

do Zurla camaldolese, poi cardi- greci dierono a quelle fontane un


nale , lesse il funebre elogio del aspetto esteriore piacevole, affinchè
defunto, in cui con somma mae- si trovassero in armonia colle belle
stria,con soda eloquenza, e con statue, e i sontuosi edilìzi pubbli-
prudente finissimo giudizio rilevò ci che ciascuna città condecorava-
i raripregi, ed i meriti distinti no. Ciascuna di esse per lo meno
del medesimo, e che poscia fu pub- aveva una fontana celebre, consa-
blicato colle stampe. An- Il p. d. giata a qualche divinità, o indi-
ton Maria Grandi, pro-vicario ge- cata col nome del suo fondatore,
nerale pel cardinale nella cougrc- o con quello talvolta del luogo
i56 FON FON
in cui trovavasi situata; alcune fon- lo gettò pure la fonte a pie della
tane avevano anche un nome, scalinata del palazzo senatorio. Pen-
che alla memoria richiamava qual- ta I funzione Alessandro VII fece
che grande avvenimento che av- dispensar gran quantità di vino
venuto fosse nelle vicinanze. Pau- nel palazzo Per l'ele-
apostolico.
saniu parlò molto delle fontane zione Ferdinando
dell'imperatore
principali della Grecia; e di mol- III, il cardinal Maurizio di Savoia

te di queste fontane ne facemmo al suo palazzo a monte Giordano


menzione ai rispettivi articoli. Del- fece da un fonte uscir vino. Per
le odierne e più rinomate egual- quella del gran maestro di Malta
mente se -ne fa parola in parec- Zondadari, gettò vino la fontana
chi articoli di questo Dizionario, e del mascherone di Farnese. Che le
di quelle di Roma all'articolo Fon- fontane della piazza di tal nome
tane di Roma (Vedi). Ne si deve gettarono vino, lo dicemmo all'ar-
tacere che antichissimo è l'uso di ticolo Farnese Famiglia. Quando
distribuire il vino al popolo per nel 1841 il regnante Pontefice si
mezzo di fontane di vino, in occa- portò a Montefiascone, una fonta-
sione di gioia e di festeggiamenti. na gettava vino, per gioia e tri-
In Italia si fece scorrere sovente pudio di quegli abitanti. V. Acqua
il vino per le fontane nelle feste e Vino. 11 Ghezzi scrisse sulPOn-
puhhliche: sovente di fontane di gine delle fontane , e dell'addolci-
vino parlano i nostri storici, e que- mento dell'acqua marina, Venezia
ste vedevansi a Roma sino al de- 1742; ed il cav. Filippo Scolari
clinar del secolo passato, nella piaz- da ultimo nel 1840 ci diede l'e-
za o cortile ove abitava 1' amba- rudita Memoria delle lodi dell'ac-
sciatore del re delle due Sicilie, in qua comune, e del saper beveria
occasione della solenne presenta- e farne uso a presidio e riparo
zione al Papa del tributo della dell' umana salute.
chinea, per quel regno. Nei pos- Nella sagra Scrittura questo vo-
sessi de' Pontefici, e in quelli del cabolo fontana, fonte, o pozzo è
senatore di Roma, in questa città usato in diversi significati , cioè
più volte le fontane di Campido- per ogni sorta di sorgenti d'acqua,
glio gettarono gran copia di squi- ed anche con significato mistico
sito vino, e talora dispensavasi con- ed allegorico. Nelle medesime sa-
temporaneamente a' poveri il pane: cre carte si legge di varie fontane,
il vino poteva beverne chiunque. celebri alcune anco a' nostri gior-
Nelle relazioni dei possessi presi ni, come la fontana del Giudizio
della basilica lateranense da Leone o di Misphat, quella di Eliseo,
X, ed altri Papi, in alcuni luoghi quella di Agar, di Rogel, del Dra-
le fontane gettavano vino : in quel- gone, di Sansone, d'Etiope, la fon-
li di Urbano Vili, Innocenzo X, tana o pozzo di Giacobbe presso
Clemente IX, Clemente XI, Inno- la città di Sichem o Sicar, ed al-
cenzo XIII ec. le fontane dei leo- tre, come di Siloe ec. Il Rinaldi
ni di basalto che sono alla scalina- parla di molte fontane miracolose,
ta di Campidoglio egualmente get- delle quali se ne fa menzione in
tarono vino. Anzi ne' possessi di alcuni luoghi del Dizionario, e ne-
Clemente IX e di Clemente X, gli articoli delle Chiese m Roma:
,

FON FON i5 7
in quello della Chiesa di s. Maria XXV, num. 9, dice che stavano le
a Trastevere, si dice del fonte di fonti avanti la chiesa affinchè quelli
olio, prodigiosamente ivi scaturito che dovevano ricevere la ss. Eu-
alla nascita di Gesù. Cristo. V . caristia si lavassero le mani, per-
Fo^te Battesimale, ove dicesi di chè secondo gli antichi riti por-
quelli miracolosi. Eranvi già delle gevasi in mano anco de' laici , e
fontane avanti alle antiche chiese, per porsela in bocca, e per por-
destinate per lavarsi le mani ed i tarsela a casa, ed ivi conservarla
piedi. Oltre di quanto dicemmo privatamente, come rilevasi da s.
sull'uso di queste fonti, nel volu- Cipriano, De lapsis, ove riporta mol-
me XI, pag. 228 del Dizionario, ti esempi di castighi divini, dati
aggiungeremo che il Rinaldi al- a coloro che con indegne mani ri-

l'anno 57, num. io5, afferma che cevevano la ss. Eucaristia.


gli antichi cristiani oltre all'acqua Sì fatti fonti presso le chiese vo-
benedetta che tenevano nei pili glionsi eretti anco per comodila dei
all' ingresso delle chiese, solevano poveri ; tale fu quello che eresse il
edificare dappresso a queste le fon- Papa s. Damaso I nell'atrio della
tane, cioè avanti le porte delle chie- basilica vaticana. Questo fonte per
se, negli atri o portici, per lavar- comodo de' poveri e de' pellegrini
si le mani e la faccia prima di era diverso da quello dal medesi-
entrare nella casa di Dio. Cerimo- mo Pontefice e nell'istesso luogo
nia che derivò dai riti osservati edificato pel come av-
battesimo ,

dagli ebrei, che lavavansi le mani verte il Severano, Memorie sagre,


avanti di orare, ed i loro sacer- pag. j5 e seg. Dell'origine ed uso
doti si lavavano pure i piedi a- di questi fonti, colle testimonianze
vanti di entrar nel tabernacolo de' padri e degli storici antichi, il

e recarsi all'altare. Anche i genti- Severano ne parla a p. 62, dicen-


li si lavavano nel recarsi ai loro do che Papa s. Simmaco n'eresse
templi , essendo ammaestramento uno nell'atrio della Jxisilica di s.

di natura, non dover 1' uomo ac- Paolo, e che il Pontefice s. Uaio
costarsi a Dio se non puro: gen- i nel fabbricare presso il battisterio
tiliper le purificazioni fuori delle lateranense l'oratorio della Croce,
porte de' templi, in mancanza di dinanzi fece fare un fonte nel por-
fonti,tenevano vasi con acqua. Che tico, circondato di cancelli di bron-
costumassero i cristiani sì della zo, e di colonne di porfido forate,
Chiesa greca, che della latina la- le quali gettavano l'acqua nell'istes-
varsi le mani avanti l'orazione, so fonte. Il p. Lupi che nel tom. I
l'insegnano le antiche testimonianze delle sue Dissertazioni discorre eru-
degli scrittori ecclesiastici, sebbene ditamente degli antichi fonti delle
non mancano molti santi padri di de- chiese, come dei pili per l'acqua
clamar contro quelli che si lavavano benedetta, distinguendo gli uni da-
le mani, e non la coscienza. Altri gli altri, dice che tali fonti presso
opinano che in luogo del lavacro le basiliche furono pure chiamati
è succeduta l'acqua benedetta [Ve- bagni pei pellegrini e pei poveri
di), che tuttora si tiene nell'ingres- come fu quello del patriarchio la-
so delle chiese. Il Sarnelli ne! toni. teranense, della basilica vaticana di
VI delle Lettere ecclesiastiche, lett. s. Leone III, del monistero di s. Pao-
,

ìóltt FON FON


10 sulla via Ostiense, e in s. Loren- alla delizia, all'ornamento, al de-
zo al campo Verano. Circa il rap- coro della città, alla salute de' suoi
presentarsi dagli antichi artisti nel- abitanti, come Roma e le sue vil-
le pitture e mosaici delle chiese le e giardini. La natura, gli anti-
simbolicamente fonti e fiumi, il Se- chi romani , e i sommi Pontefici
vcrano ci dà la spiegazione de' fiu- cooperarono progressivamente con
mi e del fonte rappresentato nel indefesso zelo a rendere anche con
mosaico della tribuna lateranense. le acque , meravigliosa la capita-
11 Buonarroti nelle Osservazioni sui le mondo, ed ora del
del cri-
vetri antichi j dice che quando si stianesimo, ricca comunque di ve-
simboleggiano i fiumi del paradiso ne limpide e perenni, ed alcu-
terrestre che scaturiscono dal mon- ne di scaturigine incerta. Ne vi
te, in cui è Cristo, o l'agnello, si- ha abituro o cortile, non viale o
gnificano gli evangelisti ; nelle sue giardino senza che un sonante fon-
Osservazioni sui medaglioni antichi, te lo animi e rallegri. Svariate, ra-
a pag. 94 parla de' fiumi o striscie pide ed in buon numero sono le
rosse in certe vesti de' greci chia- sorgenti indigene delle acque, che
mate mandia. Parlando allegorica- la natura avea già predisposte nel-
mente delle fonti, con esse venne- le sue viscere, avanti pure che dal-
nero indicati i figliuoli e tutta la la vigilanza e munificenza de' Papi
posterità d' Israele ; la purità del- venissero di quando in quando rial-
la dottrina della Chiesa cattolica, lacciate tali vene. Contansi in fatti

quella cioè degli apostoli mandati tra le scaturigini proprie del suo
dal Salvatore; il santo battesimo, terreno molte vene serpeggianti nel-
la vera e celeste sapienza; la gra- le cisterne , le più profonde delle
zia santificante che ha seco la ca- quali sembrò ad alcuno che fosse-
rità e gli altri doni dello Spirito io quelle che si versano dentro ai
Santo, e per non dir di altre mi- pozzi del famigerato colle Palati-
stiche allegorie, fonti sono figure
i no, innalzandosi a mano a mano
di Cristo stesso, da cui derivano dentro gli altri non men celebri
tutte le salutifere e limpidissime colli Pincio, Aventino, Esquilino e
acque per dissetar coloro che vi- Viminale. Questi interni ruscelli
vranno eternamente. che sono pur limpidi e freschi, e
FONTANE di ROMA. Delle Ac- che poco o nulla di minerale con-
que ed acquedotti di Roma , come tengono in soluzione, nascono tutti
della Congregazione, cardinalizia dal suolo romano; ed è opinione
delle acque, ne parlammo a quegli dei naturalisti che il volume di
articoli.Volendo ora qui dire qual- tante acque basterebbe da per sé
che altra cosa sulle acque, e com- solo a dissetare gli abitanti, e ser-
pendiosamente trattare delle fonta- virebbe ai comodi ancora, quando
ne e fontanili della città di Roma, coli' opera dei noti pozzi artesiani

principalmente facciamo notare il fosse con giusta bilancia distribui-


comune opinamento, che non av- to. Anticamente le sorgenti indige-
vi città in tutta 1' Italia dove le ne erano in maggior numero e vo-
acque, le fontane, e i fontanili sie- lume, tutte però potabili per la
no più abbondantemente e più ric- loro saluberrima qualità.
camente all' uso pubblico esposti Scile sono le principali vene che
FON FON ì
r
u)

olire a ci?» manda fuori il suolo «li io la villa Marescotti, e che prima
Roma , le acque delle quali pure, messa a speco da Pio IV in picco-
chiare e dolcissime, si raccolgono Io fonte a porta Cavai leggieri, ma
in altrettante fonti ad uso pubblt- poscia smarrita, fu da Clemente XI
ro. La prima di queste si chiama ricuperata, e da Pio VII rintrac-
1* acqua del Grillo, perchè uscendo ciata di nuovo: fi-
e riallacciata
fuori ni la falda meridionale del col- nalmente Leone XII nel 1827 ne
le Quirinale cade in una fontana condottò una porzione dentro la
posta dentro al palazzo di proprie- città per uso del detto arcispeda-
tà de' signori Grillo, situato presso le , e per comodo pubblico nella
l'arco de' Pantani, d'onde tiene tal mentovata fonte di mezzo al por-
nome. Chiamasi la seconda di s. to ,
per suo ordine fabbricato in-
Felice, perchè nel fabbricato di quel contro il Altrove
palazzo Salviati.
cortile posto alla làida occidentale pur che dal Gianicolo pro-
si disse,

del Quirinale ed incontro la date- viene I' acqua Jnnocenziana , per-


ria, ove dimora parte della fami- chè incondottata da Innocenzo XI
glia pontifìcia, essendo stato il con- od isgorgare in una pubblica va-
vento de' cappuccini prima che pas- sca per comune utilità al principio
sassero ove sono, avevano essi costrui- della salila che conduce alla chie-
to la fonte, ed insieme al fabbricato sa di s. Pietro Montorio. La sesta
ed al cortile prese il nome dal acqua è poi quella di s. Damasp,
convento ch'era detto di s. Felice. di antico corso, come rilevammo in
Al principio della salita di s. Ono- alcuni articoli , e che circa un mi-
frio, che conduce sul celebralo col- glio distante dalla porta Cavalleg-
le Gianicolo , sorge fuori I' acqua gicri rinvenne nel quarto secolo:
si

Lancisiana dal suo ritrovatole


, di quest' acqua è il fonte del cor-
Lancisi archiatra di Clemente XI tile del palazzo vaticano detto per-
cos'i appellata. Siccome acqua uti- ciò di s. Damaso, ed anche delle
le persuase il Papa a concederla loggie di Raffaello, per quelle ivi

nel 1720 in vantaggio del vicino dipinte da quel sommo artista. In-
arcispedale di s. Spirito in Sassia ; nocenzo X la diramò nel 1649, ed
e siccome dicemmo altrove, per eresse il fonte in discorso. La set-
cura del commendatore di quello tima è Y acqua delle Api, che ha
stabilimento monsignor Antonio le scaturigini alle radici del colle
Cioia , in un recipiente al
sgorga Vaticano, pregevole per la salubri-
lato sinistro del porto Leonino a tà e leggerezza, fu scoperta nel
beneficio pubblico sino dal i83o, giardino papale nel 1 G37 sotto Ur-
essendo decorato delle armi mar- bano Vili, il quale la fece condur-
moree di Pio Vili, e del suo se- re in una fonte del portico del
gretario di stato cardinal Giuseppe gran cortile di Relvedere, e dal
Albani, al tempo de' quali il fon- suo slemma gentilizio scolpilo nel
te fu eretto. Qui però noteremo fonte chiamasi delle Api. Dopo ses-
che il porto Leonino ha nel suo santa anni dacché fu trovala la)
mezzo un altro fontanile, decoralo sorgente, venne quest'acqua deri-
da un gran mascherone di marmo, vata in parte fuori del palazzo va-
da cui discende la Pia : acrjua che ticano, e passa nell'atrio della vi-
sorge alla laida del Gianicolo, sot- cina chiesa di s. Maria delle Gra-
,

160 FON FON


zie presso la porta Angelica. Da perdersi nella cloaca massima. Di
ultimo, e nell'odierno pontificato, queste tre acque ne parlammo nel
mediante una macchina idraulica citato articolo Acque, per cui qui
l'acqua delle Api è slata distribui- faremo cenno dell' edilìzio delle due
ta in buona parte per comodo del- prime. L' acqua acetosa, così delta
le diverse abitazioni, facendola sa- dal suo sapore acidulo, ha la sor-
lire sino al tetto del medesimo son- gente fuori della porta Flaminia ,

tuoso palazzo, con grandissimo uti- lungo Tevere presso il ponte


il

le de' famigliari pontificii. Milvio , ed esce da tre bocche.


Tutte le suddette acque sono La fonte deve la sua costruzione
potabili, e devono reputarsi delle al cavalier Lorenzo Bernini , ed
migliori per le loro proprietà fisi- i Pontefici Paolo , Innocenzo V
che, di natura benigna, tersa e X, Alessandro Vìi, e Clemen-
limpida. Il eh. dottore Pietro Car- te XI , ebbero cura di mante-
pi professore di mineralogia e sto- nerla a vantaggio della città , i

ria naturale neh' università roma- cui abitanti gran numero vi


in
na, avendo analizzato le acque di concorrono nelle prime ore del
Roma trovò in esse qualità tali da mattino della primavera, e di esta-
annoverarle fra le acque potabili te principalmente, dappoiché si pre-
le più pure che si conoscono. Dal- ferisce di beveria ove sorge per
la sua analisi chimica pubblicata provarne gli utili effetti. Tre mi-
nel 1 83 r, risulta, che in una lib- glia circa fuori della portas. Gio-

bra medicinale delle medesime ac- vanni, nella Appia nuova, a


via
que, composta di grani 6912, tro- a destra, si trovano i bagni del-
vami appena da due a quattro gra- l'acqua minerale detta acqua santa,
ni di sostanze fisse, cioè di principii il di cui comodo locale è proprie-
stranieri che vi sono disciolti. Dal tà dell' arcispedale di s. Giovanni
che concluse quel dotto, analizzan- in Laterano. Questa è un' acqua
do ancora le acque avventizie, non che ha la sorgente in fondo alla
esservi città in cui le acque pota- valle, per le cui qualità è eccellen-
bili sieno tanto abbondanti e tanto te anche in bevanda, della quale
salubri quanto Roma. E la natura, ordinariamente se ne intraprende
che a largo mano profuse di che la cura nella stagione estiva. La
dissetare gli abitatori del suolo ro- detta acqua poi di s. Giorgio, che
mano, non fu avara nemmeno di molti bevono nell' estate ove sorge,
acque acidule e minerali alla pur- come limpida e leggera, vuoisi che
gazione de' visceri, ed a riacquistar sia 1' acqua medesima chiamata da-
la salute, anche usate come bagno gli antichi acqua di Mercurio, che
sono buone. Tali sono 1' acqua ace- scaturiva poco distante dalla por-
tosa, V acqua santa, e l' acqua di ta Capena. Dicesi ancora che sia
s. Giorgio : ma le chimiche quali- l' acqua celebre di Argentina, e
tà di questa, ultima non corrispon- quella che animava l' antico e no-
dono alla fiducia che ne ha il vol- to fonte di Giuturna. Il dottissimo
go, ed ha le proprietà dell' acqua avv. Fea commissario delle antichi-
naturale e comune. Il ruscello del- tà romane, trovò le due sorgenti in
l' acqua di s. Giorgio in VelabrOj un antico bottino situato nell'orto
presso la chiesa di tal nome, va a o vigna del monastero di s. Gre-
1

FON FON 161

gorio sul monte Celio, di proprietà gi, i regolamenti, l' istruzioni, e i

de' monaci camaldolesi. dettagli di Finalmente


esecuzione.
Le acque del fiume Tevere (Ve- 1' avvocato d. Carlo Fea, lume ed
di) che attraversa la città di Roma, onore anche di questo argomento,
potrebbero depurate in ci-
usarsi pubblicò in Roma nel i832: Sto-
sterne per bevanda, come ne fece- ria delle acque antiche sorgenti in
ro uso gli antichi romani sino al Roma perdute, e modo di ristabi-

quinto secolo di Roma. Più tardi lirle j e storia dei condotti antico-
1' usarono molti abitanti della re- moderni delle acque Vergine , Fe-
gione di Trastevere, ed i Papi Cle- lice e Paola, e loro autori. Con
mente VII, Paolo III, e Gregorio suggerimenti per aumentare le loro

XIII; acqua assai superiore a quel- acque, e migliorarne la qualità ;

le del Tamigi e della Senna, se- loro analisi chimica , unitavi quel-
condo le interessanti analisi del eh. la delle acidule e termali nelle vi-

Antonio Chimenti professore .degli cinanze della città. Con un codice


elementi di chimica nell' università diplomatico delle costituzioni dei
romana, pubblicate nel i83o. Ciò sommi Pontefici restauratori delle

è quanto la natura seppe insinua- medesime. Delle provvidenze prese


re di fluido nel terreno del suo- finora dalle congregazioni destinate
lo romano, e a meglio esprimersi sopra di esse, dai cardinali camer-
quanto il caso e l' industria seppe- lenghi, presidenze delle acque, ca-
ro trarre fuori dal suo seno. Ma mera capitolina ec. ; colla relazione

non se ne contentarono gli antichi, delle iscrizioni antiche, ultimamente


ai quali forse una maggiore popo- scoperte delle acque Claudia, o Tra-
lazione, o un timore d' incendio e iana ; ed altre moderne relative ai

assalto, richiedevano maggiori co- condotti attuali, parte inedite, parte


se. Trassero in fatti i sagacissimi stampate inesatte.
romani antichi tante' sorgenti di Le fontane pubbliche e monu-
acqua nella loro patria, che al dire mentali di Roma vengono alimenta-
degli idraulici più sensati, i loro te principalmente da tre diverse ac-

acquedotti conducevano tanto liqui- que, cioè la Felice, Paola, e la la

do in Roma, quanto ne conduce Vergine detta anche di Trevi. Pri-


giornalmente la Senna in mezzo a ma parleremo dell' acqua Felice,
Parigi, quando le sue acque non poi della Paola, indi della Vergine,
soverchiano il loro ordinario livello. e per ultimo delle principali fon-
Secondo una statistica, oltre i cin- lane pubbliche e monumentali di
que acquedotti, le fontane pubbli- Roma. Nel pontificato di Gregorio
che monumentali si fanno ascendere XIII, come indicammo di sopra,
a cinquanta, e le piccole fonti pub- gli abitanti della regione di Tras-
bliche a cento. Il Fontana ci diede tevere, ed erano costretti di
altri

in Roma nel 1647: Raccolta delle bere 1' acqua del fiume Tevere, che
principali fontane di Roma. Mon- i benedettini di s. Calisto, e i car-
signor Nicolò Maria Nicolai nel melitani scalzi di s. Maria della
1829 stampò in Roma : Opera sul- Scala, dimoranti nella slessa regio-
la presidenza delle strade ed ac- ne, pernon dire di altri, depurava-
que sua giurisdizione economica.
e no entro apposite cisterne: in tem-
Contiene il lesto delle relative leg- pi anteriori giravano per Roma i

vol. xxv. 1
,

iC 2 FON FON
venditori di acqua, anzi vuoisi che dotti. L' universal tripudio de' ro-
per mancanza di fonti ciò durasse mani per aver guadagnato 700 on-
sino a Sisto V, e il famoso tribu- de d'acqua, e la medaglia fatta
no Cola di Rienzo, era figlio di perciò coniare dal Papa colla sua
una donna che vendeva acqua l' effigie, e l'epigrafe: unda sempf.h fe-
per Roma. Fu pertanto nel i58i iix, resero più celebre questa ma-
proposto a quel magnanimo Pon- gnifica provvidenza. Le medaglie fu-
tefice di restituire ai colli di Roma, rono dispensate da Sisto V ai prin-
ridotti in gran parte disabitati e a cipali signori della città, a' suoi fa-
vigne, le acque che anticamente migliari, ed a quelli che avevano
godevano, progettandosi di far de- avuto parte nell' opera. Dal suo
posito presso le terme Diocleziane nome battesimale, il Pontefice cbia-
di quelle acque che copiosamente mò Felice tale acqua, ma non es-
scorrevano a rivoli nelle alture di sendo stato eretto nel condotto al-
Pantano de' Griffi dappresso al ca- cun purgatorio, come usavano gli

stello della Colonna, unendovi le antiebi, restò il difetto della sua


acque già servite all'acquedotto del- poca purezza, il quale aumentò
si

l'imperatore Alessandro Severo per dopo l'unione ad essa delle due ri-
le sue terme. Mentre il Papa vo- folte de' mulini di Pantano, una
leva mandare ad esecuzione il piano delle quali, cioè la nuova spettante
colla cooperazione dei conservatori al principe Borghese, fu tolta nel
di Roma, che ne volevano acqui- 1828, sotto Leone XII.
stare porzione per condurla al Cam- Nel 1621 Gregorio XV fece al-
pidoglio, morì nel i585. Gli suc- lacciare nel territorio della sua fa-

cesse Sisto V d' animo grande e miglia Ludovisi, oggi appartenente


nato fatto per strepitose imprese, ai Pallavicini , due vene di circa
il quale approvò il progetto con 4o oncie , tutte e due delle Pan-
alcune modificazioni , e si accinse a tanelle e fontana Galla , la quale
farlo eseguire per vantaggio della acqua buona fu ag-
riconosciuta
città, ed anche per servirsi di tali giunta alla Felice. Nel 1642 Ur-
acque nelle sei fonti della villa vi- bano Vili ne raccolse altre 3oo
cino alle terme Diocleziane da lui oncie in un bottaccio rimanente
fabbricata, ed ora del principe Mas- dietro la rifolta verso la mola di
simo, il quale nel 1 836 pubblican- Pantano e trovatele egualmente
,

done le Notìzie storiche, in argo- buone fece introdurle nel condot-


mentò ci die analoghe ed erudi- to. Da ultimo e nel 1 838 a cagio-
tissime nozioni. Quindi a'4 giugno ne della poca buona costruzione
1^87, dopo avere Sisto V visitato il condotto dell'acqua Felice, un
le sorgenti, a' i5 dello stesso me- miglio circa fuori la porta Maggio-
se l' acqua si vide fare magnifica re, rovinò un tratto ch'è nella vi-
mostra di sé sulla piazza di Ter- gna de' religiosi serviti. Il Papa
mini presso le terme memorate ne : che regna accorse a riparare il gra-
furono arebitetti Matteo Bartolani, ve danno colla direzione del va-
e Giovanni Fontana che compì l'o- lente capo degli ingegneri cav. Lui-
perazione, nella quale s' impiegaro- gi Brandolini facendo rifare di
,

no da due mila a tre mila lavo- nuovo quindici archi con ottima
ranti per le livellazioni ed acque- opera muraria. Accioccbè il hvoro
,, ,

FON FON itì3

progredisse con diligenza e pron- qua Traiana sono venticinque mi-


tezza, di frequente vi si porto Gre- glia lungi da Roma fra il lago Sab-

gorio XVI, non risparmiando ascen- batino poi detto Bracciano , e le


dere sull'acquedotto, ed incoraggi- terre di Bassano e dell'Oriolo, do-
re gli esecutori del lavoro : a me- ve si vedono le antiche allacciatu-
moria del benefìzio, sui nuovi ar- re ed i che riuniscono
ricettacoli
chi fu collocata una marmorea i- le acque presso Vicarello in uno
scrizione. Già sino dai 6 agosto speco comune. Questa acqua fu di-
i834 il medesimo Pontefice, col retta a Roma sul colle Gianicolo
chirografo L' evidente di/iiiiiuzione, ove giungeva per mezzo di un'ope-
diretto al cardinal Gazzoli, prefet- ra arcuata, le cui vestigia veggon-
to della congregazione delle acque si a sinistra fuori la porta s. Pan-
e strade, e presidente d'ella com- crazio, ed in Roma sotto il casino
missione deputata per l'acqua Fe- di villa Spada , dove l' acquedotto
lice ,
provvide all' uniformità del terminava formando una magnifica
metodo e regolarità di sistema da fontana. L' acqua continuò a flui-
osservarsi nella distribuzione del- re sino all'anno 537 dell'era no-
l'acqua Felice fra coloro che per stra, ed una parte di essa era
diritto ne godono l' uso. Di fianco particolarmente destinata a far gi-
alla fontana di Termini vi è il , rare le mole erette sulle falde del
nuovo castello fatto costruire dal Gianicolo, per cui Vitige all'assedio
lodato Pontefice, quando die ope- di Roma troncò l' acquedotto per
ra accennata distribuzione del-
all' privar la città di macinazione, ed
l' acqua Felice e sulla porta una
, obbligarla alla resa. Quindi Belisa-
marmorea iscrizione tramanda ai rio ristaurò l' acquedotto , che nel
posteri sì fatta misura. E qui no- 752 fu di nuovo troncato da Ai-
teremo che nella Raccolta delle leg' stulfo re longobardo , restando in-
gì e disposizioni di pubblica animi- terrotto vent'anni, finche Adriano I
lustrazione dello stato pontifìcio, nel 772 lo ristaurò, e cosi ristabi-
sono riportati altri regolamenti e lite vennero le mole. Nel secolo IX
provvidenze emanate negli ultimi l' acquedotto restò di nuovo inter-
tempi non solo sull' acqua Felice rotto, venendo nell'827 l'istaurato
ma ancora
sulle acque Paola e Ver- da Gregorio IV; e dopo le irru-
gine. sono pure riportati
Ivi re- i zioni de' saraceni dell' 846, essendo
golamenti e le provvidenze pub- di nuovo rimasto troncato , fu da
blicate per le fontane di Roma s. Nicolò 1 ristabilito. Altro non si
comprese quelle soggette alla giu- sa di questo acquedotto, che tutta-
risdizione del magistrato romano. volta proseguiva a fluire nel Vati-
L'acqua Paola è l'antica acqua cano nel i56i sotto Pio IV. Men-
Traiana che l' imperatore Traiano tre era in pieno deperimento , il
fece condurre in Roma onde for- grandioso Paolo V nel 1607 inco-
nire di acque salubri la regione minciò a trattare co' conservatori
trasteverina, la quale era ridotta a di Roma il ripristinamento di tale
servirsi dell'acqua Alsieatina, luri- acqua, che nell'anno seguente per
da e poco salubre, e ch'era sta- la maggior parte acquistò dagli
ta condottata da Augusto per la Orsini, mentre nel 6 1 1 portò a 1

sua naumachia. Le sorgenti dell'ac- compimento l'operazione a mezzo


,

164 FON FON


di Giovanni Fontana e di Carlo duta o regalata a parecchie vigne,
Maderno. Il Papa fece riedificare giardini e ville, fra le quali oncie
dai fondamenti porzione del con- 37 donate da Urbano Vili, e da
dotto colla spesa di scudi quattro- Innocenzo X alla villa Pamphily,
cento mila, in parte ricavati dalla della famiglia del secondo. Paolo V
vendita dell'acqua a scudi duecen- per la manutenzione dell'acquedot-
to 1' oncia , avendone donata mol- to e condotti assegnò in luoghi di
tissima. Cosi Paolo V ridonò il monti annui scudi 900, a cui ne
corso alla sola e pura acqua Traia- aggiunsealtri Innocenzo X; ma es-

na in once mille e cento, dirigendo- sendo poi diminuita tal rendila, la


ne 800 alla sua mostra principale supplenza venne ripartita a coloro
presso la chiesa di s. Pietro Mon- che usavano dell'acqua Paola. Alla
torio, e 3oo al Vaticano : due me- custodia di questa amministrazione
daglie celebrarono queste provvi- delle rendite fu istituita la congre-
denze, una col fontanone della gran gazione dell'acqua Paola, compo-
mostra , l' altra coli' acquedotto ri- sta dai prelati tesoriere, commen-
pristinato, oltre diverse iscrizioni in datore di s. Spirito , da un chieri-
marmo collocate in differenti luoghi. co di camera, e dal commissario
11 Fea, Storia delle acque,
nella della medesima , sotto la presiden-
dice Paolo V ricondusse in
che za d' un però questa
cardinale:
Roma la maggior parte dell'acqua presidenza Clemente XI la riunì a
Traiana, e che la comprò coi con- quella dell'acqua Vergine e Feli-
dotti antichi per ignoranza, o per- ce, sebbene l'acqua Paola conser-
chè non si volle valere del diritto vò 1' offizio separato di notare Nel
pubblico. 1659 il duca Ferdinando Orsini
Di poi essendosi rotti i condot- esibì ad Alessandro VII l'acqua
ti della gran mostra mentovata, del lago Sabbatino, detto dell' An-
insinuandosi l'acqua nel monte Gia- guillaia o di Bracciano, per nutrir
nicolo , cagionò la caduta dell' in- le grandi fontane della piazza Va-
ferior parte di esso con ispavento dei ticana. L' offerta
fu ricusata per
trasteverini, e pericolo della chiesa l' impurità acqua del lago , e
dell'
e convento di s. Pietro in Molito- poscia dal duca Flavio nel 1672
rio : Urbano Vili prontamente ne venne offerta, ed accettata da Cle-
riparò ildanno. In seguito le ac- mente X, nel quantitativo di mille
que si aumentarono, avendone nel oncie. Fu stabilito che giunta l'ac-

1646 raccolte buona quantità In- qua a Roma, la metà appartenes-


nocenzo X nel territorio dell' An- se al tribunale dell'acque, e le al-
guillaia, nel luogo chiamato Am- tre 5oo oncie a disposizione del
polline. Indi nel pontificato di Ales- duca. L' acquedotto camerale del-
sandro VII, venendo nel i658 mi- acqua Paola di circa 1809 oncie
l'

surala 1' acqua da Luigi Bernini due rami al luogo chia-


dividesi in
se ne trovarono oncie 1752 e mez- mato la Tedesca il ramo princi- :

za, cioè oncie 337 e mezza anda- pale si dirige a s. Pietro Montorio,
vano Vaticano, e 707 al Gia-
al per la gran mostra , distribuzione
nicolo, le quali venivano dimedia- agli utenti, movimento di mole,
te avanti di giungere alla gran mo- cartiere, gualchiere ec. , ed entran-
stra per la quantità d' acqua ven- do nella botte de' Sette dolori, si
,

FON FON iG5


sparge in moltissimi luoghi pub- fi-a le acque di Roma per la grata

blici e privati. L'altro ramo di on- sua temperatura. Siccome l'acque-


ce 780 si conduce al palazzo e dotto veniva fuori della città qua-
giardino Vaticano, non che ad al- si sempre sotterra, ebbe a soffrire

tri luoghi sì pubblici che partico- meno l'anno 537 ne l' a memorata
lari. Da
ultimo nel 1829 alle ac- devastazione di Vitige. La trascu-
que del lago Sabbatino si aggiun- ratezza però de' secoli seguenti ri-
sero quelle di un lago minore det- chiamarono la munificenza di A-
to Marsignano, alquanto più alto, driano che nel 786 lo risarcì in
I,

e ciò per supplire nelle stagioni di modo che restituì a Roma le ab-
gran siccità alla scarsezza delle ac- bondanti sue acque. Nicolò V, ver-
que del lago Sabbatino. so la metà del secolo XV ristaurò i

L'acqua Vergine si deve a Mar- suoi condotti prossimi ad essa an-


co Vipsanio Agrippa, il quale mol- dati in rovina, ed ornò la princi-
to operò essendo edile in vantag- pale fonte entro la città. I condot-
gio degli acquedotti per abbellire ti furono pure rislaurati da Sisto
i suoi deliziosi giardini che avea IV , e di poi Pio IV incominciò
nel Campo Marzio ne' dintorni del 1' opera di riportare in Roma l'ac-

Pantheon, e principalmente per for- qua Vergine dalla sua sorgiva di


nire di acqua perenne le terme ivi Salone , compiendone l' impresa s.
da lui edificate. Senza profittare Pio V, il quale diede corso a vari
delle acque già introdotte in Ro- ristagni dell'acqua Vergine, ossia
ma, costrusse un nuovo acquedot- di Salone, specialmente nelle vici-
to allacciando le sorgenti che for- nanze di monte Pincio , con che
mavano pantani nell'agro Lucullano, venne pure a purgarsi le strade, ed
otto miglia distante dalla città sul- a farsi migliore Questa ope-
l'aria.

la via Collatina, l'anno di Roma razione ebbe ad esecutori Luca Pe-


727, che corrisponde a 27 anni to, Giacomo della Porta, e Bar-
avanti la nostra era. Marco diede tolomeo Gritti. Quindi s. Pio V
a questa acqua il nome di Vergi- con moto -proprio del 1570 com-
ne, perchè andando i suoi soldati mise la custodia dell' acquedotto
in traccia delle sorgenti, una ver- l'amministrazione e la distribuzio-
ginella ne mostrò alcune che ser- ne dell' acqua Vergine a due car-
virono di guida a conoscere le al- dinali, ed ai conservatori di Roma,
tre. Questa è la stupenda acqua oltre tre cavalieri.
che viene tuttora in Roma in gran- Il successore Gregorio XIII nel
de abbondanza , ed è purissima : i574 cominciò e proseguì la distri-
comunemente chiamasi di Trevi buzione dell'acqua per tutta la cit-
dal nome della contrada dove og- tà, ciò che la morte impedì effet-
gi forma la gran fontana. L'acque- tuare al predecessore. Il medesimo
dotto ha circa quattordici miglia Gregorio XIII diresse la gran condot-
di giro, ed entra in R.oma moder- tura per sei ampi condotti subalterni,
na traversando il monte Pincio sot- esistenti ne' rioni di Ponte, di Pa-
to la villa Medici , indi alle Ter- rione, di Campo Marzio e di s. Eu-
me. Quest'acqua ch'era di livello stachio, in servigio de' privati e del
inferiore all'Amene vecchio, anche pubblico, come pure in ornamento
anticamente era la più apprezzata singolare di Roma. A Gregorio XIII
,

166 FON FON


pure si attribuisce il costoso lavo- gnante ). Dalla sua iscrizione rile-
ro del secondo ramo del condotto vasi che Claudio l' anno di Roma
annesso, il quale diviso in tre tubi 799, e dell'era nostra 46, avea ri-
uniti entro un masso di muro, dal- fatto dalle fondamenta gli archi
la botte in piazza di Spagna detta dell'acqua Vergine, distrutti dal
di s. Bastianello, si dirige lungo la suo predecessore Caligola impera-
via Condotti alla botte di Gaetani, tore. Ora passeremo a indicare, col
da dove per gli accennati sei tubi medesimo ordine alfabetico, le prin-
si diffonde in tante diverse parti cipali fontane pubbliche di Roma
della città; mentre il primo ramo fregiate di qualche decorazione, sen-
antico del condotto, di sotto il Pin- za parlare delle moltissime erette
cio passando, conduce l'acqua alla a solo comodo de' cittadini inco- ,

principale sua mostra presso al Tri- minciando da quelle alimentate dal-


vio. Va notato die il ramo dell'ac- l' acqua Felice , proseguendo con
qua Vergine proveniente dal Pin- quelle che derivano dall'acqua Pao-
cio , da Gregorio XIII diretto per la terminando con quelle nutrite
,

la via Condotti alla botte de' Gae- dall' acqua Vergine. Sulle località
tani , fu fatto scorrere entro tre ove sono erette tali fontane, sono
condotti, uno grande nel mezzo, for- a vedersi gli articoli delle chiese ,
mato da due lastre di travertino piazze ed edilizi presso cui sono.
1' una sull' altra
e due laterali di , Di altre fontane degne di speciale
terra cotta, detti doccioni, il tutto menzione esistenti in Pvoma, e luo-
circondato daun gagliardo masso ghi suburbani , ne' palazzi giardi- ,

di muro. Nel pontificato di Leone ni, ville ed altri edilizi, se ne trat-


XII però nella parte superiore
, ta a' rispettivi articoli, in molti dei
della via Condotti, venne sostituito quali facemmo pur menzione del-
ai trementovati condotti un solo le seguenti fonti. Per le fontane di
grosso tubo di piombo, e nell'odier- Roma, oltre gli autori succitati, e
no del regnante Gregorio XVI, nel- quelli mentovati Ac-
all' articolo
la parte inferiore della via stessa que, fra' quali si distinse Alberto
ad esso tubo se ne congiunsero tre Cassio , nella sua dotta opera che
altri pure di piombo, che cammi- trattando del corso delle acque an-
nando entro una comoda forma, tiche portate sopra quattordici ac-
vanno a far capo alla ridetta bot- quedotti da lontane contrade nelle
te Gaetani. E qui aggiungeremo XIV regioni o rioni di Roma, del-
che entrando l' antico acquedotto lemoderne e di altre nascenti nel
nel Campo Marzio sopra archi, va- 1757, parla con piena cognizione
ri monumenti contava, dove questi delle fontane di Roma; di queste
traversavano pubbliche vie, ed uno ne scrissero pure egregiamente Ri-
ancora ne rimane presso il collegio donino Venuti nella sua Roma mo-
Nazareno. Consiste questo monu- derna, ed Antonio Nibby nella sua
mento in un arco interrato di tra- Roma nell'anno 1 838 descritta,
vertino , analogo per la costruzio- opera mai abbastanza Iodata per
ne e per "io stile a quello grandio- erudizione e critica: nella parte
so dell'acqua Claudia a porta Mag- prima antica ha trattato degli ac-
giore ( il quale è stato isolato e reso quedotti antichi , e de' monumenti
al primiero splendore dal Papa re- superstiti relativi alle acque, castelli
FON FON 167

di divisione, fontane, ninfei, pisci- chia di mezzo contiene la statua


la ee. ; nella seconda moderna ha di Mosè, il quale accenna colla

descritto le fontane pubbliche di mano dritta le acque scaturite


Roma, con tavole incise delle prin- prodigiosamente dal sasso a risto-
cipali. In medaglie co-
quanto alle ro del popolo d'Israele, opera del-
niate per le fontane di Roma, sono lo scultore Prospero Bresciano. Se

a vedersi le opere dei niunismati Della Porta cadde nell' errore di

pontificii. rappresentare Aronne vestito degli


abiti sacerdotali, mentre il sacer-
Fontane dell'acqua Felice. dozio non era stabilito, Prospero
pose nella mano sinistra di Mosè
Fontana di Ter/nini. Forma la le tavole che non a-
della legge
mostra principale di tale acqua, ed veva ancora ricevute, ed in fron-
è situala nel rione Mónti sulla te que'raggi che Dio gli fece spun-

piazza di s. Susanna, lungo la stra- tare dappoi, e quel eh' è peggio


da che conduce a porta Pia. E esegui la statua più corta del bi-
chiamata corrottamente di Termini sogno, ad onta che ne fosse repli-
dalle vicine terme di Diocleziano. catamente avvertito nel lavorarla :

Sisto V la fece edificare dall'ar- quando si persuase del grave er-

chitetto cav. Domenico Fontana, rore, ne morì in giovanile età di


tutta di travertini, con l'ornamen- malinconia, perchè in' essa perde
to di quattro colonne ioniche, due l'onore ch'erasi acquistato colle pre-
di cipollino, e due di breccia gri- cedenti scolture. Per di sotto alla
gia, le quali coi loro contropilastri statua di Mosè ed ai due basso-
reggono l'architrave. Su di questo rilievi sgorgano tre grosse bocche
s'alza l'attico, terminato da una d'acqua, la quale va a cadere in
cornice sostenuta da due pierritti, tre vasche sottoposte , tramezzate
sopra la quale si vede l'arme Pe- da quattro leoni di marmo bianco
retti di quel Pontefice , retta da gittanti acqua dalla bocca, entro
due angeli, e sovrastata da una altre tre vasche poste innanzi alle
croce posta su tre monti, essendo prime. Questi leoni appartenevano
ai due lati due piccole guglie. In alla che la famiglia Cibo, già
villa
mezzo all'attico viene celebrata da signora di Carrara, aveva in Ca-
un'iscrizione l'acqua Felice, porta- stel Gandolfo, che essendo stata
la in Roma da Sisto V. Tra le acquistata da Clemente XIV, in
quattro colonne apronsi tre grandi un alle altre statue divennero pro-
nicchie sfondate e decorate : le due prietà del palazzo apostolico, per
laterali contengono altrettanti bas- cui Pio VII li fece insieme tras-
sorilievi in marmo, rappresentanti portare nel pontificio giardino del
quello a destra Gedeone, il qua- Quirinale. Da questo li rimosse il
le fa esperimento, dal modo di be- regnante Gregorio XVI, e li fece
re, de suoi migliori soldati, scolpi- collocare ad ornato del fonte Sisti-
to da Flaminio Vacca ; quello a no, in luogo di que' quattro leoni
manca Aronne che guida il po- che nella sua erezione vi si po-
polo alle acque sospintissime dopo sero, reputando quelli di grauito
lunga e crudel sete, scoi tura di piuttosto degni del Museo -Egizio
Gio. Battista della Porta. La nic- (Fedi), che in Vaticano ha eretto,
4

i68 FON FON


per meglio conservarli, per il loro chiesa di g. Carlino, e del palaz-
distinto pregio, e per le iscrizioni zo Albani. Le statue 6ono giacenti,
<> geroglifici egizi che hanno nelle di travertino, maggiori del vero,
basi; mentre gli altri due leoni per avente ciascuna dappresso un pic-
la loro decadenza non erano più. colo getto d'acqua, che si versa
convenienti ad ornare il fonte, per in sottoposta vasca di egual pietra.
cui a cagione del loro cattivo stato La prima statua l'appresenta la
furono posti nel detto giardino Qui- Fedeltà, che ha vicino il cane sim-
rinale. I primi due leoni sono di bolo della medesima ; la seconda
granito egiziano bigio, più duro del la Fortezza, che appoggiasi ad un
granito orientale; ed anticamente leone, e vicino una palma ed uno
stavano sulla piazza del Pantheon, struzzolo; la terza e la quarta fi-
e si crede che servissero di deco- gurano due fiumi, versanti acqua
razione al sepolcro di Marco Agrip- da un'urna, forse l'Aniene e il
pa. Gli altri due leoni sono di mar- Tevere. Pietro Berrettini da Corto-
mo statuario, ed esistevano ai lati na architettò la fonte sotto il pa-
della porta di Giovanni in La-s. lazzo Barberini; delle altre ne fu
terano, prima che Sisto V li to- architetto Domenico Fontana. Que-
gliesse per porli coi due altri leo- ste quattro fonti danno il nome
ni in questa sua fontana, che ha alla contrada, una delle più belle
all'intorno una balaustrata di tra- di Roma.
vertini. L' edilizio ha un aspetto Fontana del Tritone. Questo
nobile ed imponente. Il Novaes nel- vaghissimo fonte posto nel rione
la vita di Sisto V, tom. Vili, Colonna, si ammira in mezzo alla
p^g. n3 e 1
1 3
nel descrivere l'ac- piazza Barberini, così detta dal vi-

qua da lui Roma, e


portata in cino e sontuoso palazzo della fami-
questa maggior mostra della me- glia di tal nome, della quale fu
desima, dice che nella medesima Urbano Vili, che ivi la fece erigere
piazza di Termini eresse una pub- dal cav. Lorenzo Bernini. Questi
blica vasca d'acqua, affinchè in es- siccome spiritoso nelle invenzioni,
sa le donne potessero lavare pan- i pose quattro delfini colla testa in
ni comodamente. basso e le code rivolte in su, fra
Le quattro fontane. Sono nel cui sono due arme del Pontefice, e
rione Monti, agli angoli del qua- sulle quali collocò una gran con-
drivio formato dalle quattro stra- chiglia aperta. Da questa esce con
de, delle quali una conduce al Qui- tutto il busto un gigantesco trito-
rinale; l'altra a piazza Barberina, ne, il quale ha la faccia rivolta al
via Felice, e monte Pincio; la ter- cielo, e alzando le braccia dà fiato
za a porta Pia; e la quarta a s. vigorosamente ad una buccina, e
Maria Maggiore. Queste quattro da essa si slancia in alto con im-
fontane l'eresse Sisto V: ciascuna peto un grosso zampillo d'acqua,
è contenuta entro una nicchia sca- che con mirabile effetto ricade in
vata appositamente. Due di queste ispruzzo nella conchiglia, da dove
nicchie sono quadre, e due girate si versa dentro un'ampia vasca cen-
io arco: quelle stanno ai lati del linata, chiusa all'intorno con ispran-
palazzo Barberini, e del palazzo ghe di ferro, in parecchie colonnine
Galoppi, queste agli angoli della di marmo. Nella piazza medesima,
FON FON 169
sul canto destro di via Felice, Ur- d' una tazza di forma simile, ma
bano Vili eresse un altro minor di marmo bianco, ornata con cin-
fonte, pei bisogni del popolo. 11 que teste di leone. Su questa taz-
Bernini lo compose di una conchi- za ve n'è altra di simile marmo,
glia di marmo bianco, dentro la ma di forma rotonda, con suo pie-
quale dalle bocche di tre api sgor- de in cui sono le arme del senato
gano le acque, e nel cui coperchio, e popolo romano, oltre quelle di
che figura d' essere aperto, e per- Alessandro VII, che fece ristorare
ciò appoggiato alla parete, in me- la fontana, aggiungendovi in poca
moria del benefizio fu scolpita una distanza un abbeveratoio per pub-
iscrizione in cui essendo segnato blico comodo. In mezzo alla tazza
1'anno XXII del suo pontificato, e superiore vi è un gruppo di quat-
morendo il Papa prima che vi en- tro putti in marmo bianco, tenente
trasse, fu cassato un numero e ri- ognuno un' anfora, ed insieme sos-
dotto a XXI. Ciò die motivo ad tenendo sulle spalle tre monti, fa-
una satira del frizzante Pasquino, centi parte della stemma di Sisto
che il Novaes descrive nel tom. IX, V, mentre dal più alto monte sgor-
pag. 274 e seg. in un all'iscri- ga l' acqua in uno zampillo, rica-
zione. dendo poi nella tazza rotonda, e da
Fontana incontro a Villa Me- questa per quattro bocche di mo-
dici sul Pincio. Sotto un ombroso stri riversandosi nella tazza ovale.
cocchio di antichissime querce, e nel Fontana in piazza di s. Maria
rione Campo Marzio, si vede que- in Portico o Campitelli. Nel rione
sto fonte. Componesi d'una tazza di tal nome è tal piazza, nella, cui
di granito con piede di marmo, po- estremità orientale a' tempi di Si-
sato su d' un piedistallo simile ot- sto V fu eretto il fonte, con ar-
tangolare. Nel centro della tazza da chitettura di Giacomo della Porta.
una grossa palla, e prima da un Si compone un basamento otta-
d'
giglio, sgorga un getto d' acqua, che gono centinato, sul quale posa una
poi cade nella tazza, e da essa in tazza di simile forma, in cui sono
una vasca interrata di forma otta- le armi del senato e popolo roma-
gona con fasce di travertino. II no, il tutto di pietra tiburtina. Den-
fonte fu fatto erigere dal cardinal tro la nominata tazza ne sorge al-
Alessandro de' Medici, poi Leone tra rotonda di marmo bianco, il

XI, dinanzi alla villa di sua nobi- cui piede è adorno di qualche fre-
lissima famiglia, con disegno di An- gio : da questa sgorga in alto 1' ac-
nibale Lippi. qua, che poi si riversa nella prima,
Fontana del Quirinale. V. Obe- da dove per la bocca d' un mostro,
lisco Quirinale. cade poscia in un piccolo abbeve-
Fontane del Campidoglio . V. ratoio a vantaggio pubblico. Il fonte
Campidoglio. appartiene al senato romano, che
Fontana in piazza d' Aracoeli. più volte lo fece restaurare, ed è
Questa nel rione Campitelli rimane chiuso all' intorno da colonnine di
incontro al palazzo Muti-Bussi, e fu travertino, e spranghe di ferro.
fatta da Sisto V. Sorge nel
erigere Fontana detta delle Tartarughe.
piano sopra due gradini di traver- Fu edificata nel rione s. Angelo,
tino ovali e centinati. Si compone nel 1 585, dal magistrato di Roma,
i
7 o FO| FON
co' disegni di Giacomo della Porta. minore l' altra, e collocata sulla
Questa ed elegante fontana
bella prima, posandosi su piedistallo, da
esiste propriamente sulla piazza cui sgorgano quattro bocche d' ac-
Matlei detta delle Tartarughe, da qua per servizio del popolo, men-
quelle che adornano il fonte, ed tre il getto superiore serve di ab-
incontro alla porla che mette alla bellimento. Il fonte appartiene al
giunta fatta al ghetto degli ebrei da magistrato romano come si vede
Leone XII, come dicemmo a quel- dagli stemmi, e dal medesimo fu
l' articolo. Consiste in una vasca più volte ristorato, ciò che pur fe-
centinata di travertini, con basamen- ce Innocenzo XII. V. Chiesa di s.
to interno di marmo bianco a quat- Nicola in Carcere, ove parlasi di
tro faccie, con suoi ornamenti. Sul questo luogo.
basamento posa una tazza rotonda Fontana della bocca della ven-
J
<i cgual marmo con piede liscio ta. Nel rione Ripa, sulla piazza
ed alto. Ciascun angolo del ba- della chiesa di s. Maria in Cosine-
samento ha una statua in bronzo din, Clemente XI nel 1 7 i5 l'eres-
rappresentante un giovane intera- se con architettura di Carlo Biz-
mente nudo, e tutti e quattro sono zacchcri, con bella immaginazione.
in varie attitudini, tenendo ciascuna Sul piano della piazza si vede una
statua uo piede capo d'un del-
sul vasca amplissima di travertino cen-
fino, che sgorga acqua dentro la tinata, con sottoposto gradino di
sottoposta conchiglia di marmo egual pietra. Nel mezzo della vasca
bianco, e sollevando un braccio mo- è un aggruppamento di scogli,
stra di tenere una tartaruga di egregio lavoro di Filippo Bai : que-
metallo sul labbro della tazza supe- sti scogli servono di base a due.
riore, quasi per farla bere. Tanto giganteschi tritoni scolpili da Fran-
1'acqua che in questa tazza ricade cesco Moratti in travertino, i quali
dal getto saliente, quanto quella appoggiano le loro code sul masso
che rigurgita dalle conchiglie va a intrecciandole bizzarramente fra lo-
riversarsi nella vasca inferiore. Tut- ro, ed alzando le braccia mostrano
to il monumento è chiuso in giro di reggere sul dorso due conchiglie
ila spranghe di ferro, ferme in pic- aperte e congiunte, ove sono le ar-
cole colonne di travertino, e dalla me di Clemente XI. I monti, parte
parte del ghetto avvi congiunto un del medesimo suo stemma, sono
abbeveratoio per uso del popolo, nel mezzo delle conchiglie, e dal
nel 1750 eretto dal senato romano. più alto sgorga con impeto l'acqua
Matteo bandi ai modellò le quattro che ricade poi sulle conchiglie, e
belle statue dei giovani, ed Ales- nella gran vasca. Poco lungi, a
sandro VII nel 1661 fece restau- pubblico vantaggio, Clemente XI
rare il fonte. fece erigere un vasto ed ampio fon-
Fontana di piazza Giudea. V. tanile, per cui i conservatori di Ro-
EfiSSL ma proibirono 1' abbeverare gli ani-
Fontana in piazza Montanara. mali nel fonte nobile, che per cau-
Rimane nal rione Ripa, poco di- tela fu circondato da molte colonne
stante del teatro di Marcello, ed è di travertino. I canonici della men-
formata di due tazze di travertino, zionala chiesa celebrarono 1' erezio-
una maggiore sorgente dal piano, ne del fonie e 1' appianamento del-
,

FON FON ,
7 .

la piazza, con iscrizione in marmo, de, e per otto listole si diffonde


che posero sotto il portico. poi nella sottoposta vasca. Ne fu
Fontana in piazza di s. Maria architetto Carlo Maderno, per or-
de Monti. Nel rione di tal nome e dine di Paolo V che l'eresse.
sulla piazza di fianco a questa chie-
sa, nel pontificato di Sisto V il Fontane dell'acqua Paola.
senatoromano la fece erigere da
Giacomo della Porta. Su tre gra- Fontana o Fontanoni di s. Pie-
dini di pietra tiburtina, ricinti da tro in Molitorio. Dietro questa chie-
piccole colonne con isbarre di ferro, sa, nel rione Trastevere, sulla vetta
sorge la vasca ottagona di egual del colle Gianicolo, si vede questo
marmo, in cui sono scolpite le ar- imponente fonte, che è la mostra
mi del detto civico magistrato. principale dell'acqua Paola o Tro-
Dentro sono due tazze di travertino iana, la quale prende il nome dal
co' loro piedi 1' una sopra 1* altra : luogo. Questa amplissima fontana
dall'ultima più eminente, esce il fu fatta erigere dal munifico Pao-
getto d'acqua, che ricade in essa e lo V con architettura di Giovanni
si riversa poi nella seconda più Fontana e di Carlo Maderno. Il
bassa, da cui per la bocca di quat- suo magnifico prospetto è .tutto di
tro teste leonine piove nella vasca pietra tiburtina con l'ornamento di
ottagona. Dal lato orientale il fon- sei colonne ioniche poste sopra al-
te ha un piccolo abbeveratoio, nel te basi,le quali quattro sono di
quale sgorga l'acqua per tre monti, granito rosso, e due di bigio : tutte
porzione dello stemma di Sisto V. insieme sostengono l'architrave e i

Dal canto opposto, di rimpetto al suoi membri d' intaglio , nel cui
fianco della chiesa, esiste nella va- fregio è il nome del Pontefice, e
sca ottagona un distico fattovi scol- l'anno 1612, epoca in cui l'opera
pire dal senato romano, ed allusi- fu eseguita. Sopra l'architrave s'in-
vo ai restauri procurati al fonte da nalza un attico che ha all' estre-
Innocenzo X. mità due draghi, parte dello stem-
Fontana in piazza di s. Gio- ma Borghesiano di Paolo V, e nel
vanni in Luterano. V. Obelisco mezzo uno specchio o tavola di
Lateranense. marmo con cornice sostenuta da
Fontana in piazza di s. Maria due pierritti, ove si celebra V ac-
Maggiore. Nel rione Monti ed in- qua restituita a Roma, con analo-
contro alla facciata esterna di tal ga iscrizione. Sulla cornice dell'at-
chiesa, congiunta alla colonna, di tico elevasi una nicchia in arco
cui parlammo al volume XIV, pag. ornata ne' fianchi con cartocci ed
3 1 5 del Dizionario^ si eleva il fonte aquile, nel cui centro è Io stem-
sopra quattro gradini, cou vasca di ma di Paolo V retto da due geni
forma oblunga centinaia di traver- alati, e sovrastato da una croce
tino, avente nei lati maggiori due posta tra due fanali. Nei cinque
piccole tazze con getto d' acqua per vani che ricorrono fra le sei co-
pubblico uso. Nel centro della va- lonne, apronsi altrettante nicchie
sca sorge sul suo piede una tazza sfondate, tre maggiori nel mezzo,
rotonda, di mezzo a cui sgorga in e due minori dai canti. In fondo
alto un zampillo che in essa rica- alle prime sono tre vani, corrispon-
,

*7* FON FON


denti ad un amenissimo orto , e VI, e da Giulio li nel i5io. In-
per di sotto le acque sgorgano a di essendo rimasto privo d'acque,

guisa di tre fiumi in grosso volu- i conservatori di Roma lo nutri-


me, cadendo con fragore in tre rono con quelle della Felice, con-
conche sottoposte, da dove poi con dottevi pel ponte antico senatorio
strepito crescente si precipitano nel- rifatto da Gregorio XIII, ed ot-
l'immensa vasca di marmo bianco tenute in dono da Gregorio XIV
che dà finimento alla fontana, e nel 1 59 1. Però a cagione d'una
costruita con quelli del foro di furiosa inondazione del Tevere
Nerva. Le nicchie laterali minori spezzatosi il condotto, dovè risar-
contengono due draghi, dalla cui cirlo Clemente Vili, contribuen-
bocca esce l'acqua con prodigiosa dovi il romano magistrato, con di-
veemenza, e si versa nella gran segno del Fontana. Essendosi di
vasca. Dipoi nel 1691 Alessandro nuovo spezzato il condotto del pon-

Vili, volendo perfezionare l'opera te, Alessandro VII vi condusse l'ac-


meravigliosa di Paolo V, non solo qua Paola restaurando ed abbel-
,

fece purgar il condotto ed aggiun- lendo il ciò che pur fece


fonte,
gervi nuove acque, ma per accre- Innocenzo XII a mezzo di Carlo
scere la magnificenza di questa mo- Fontana, che totalmente lo rinno-
stra principale, dilatò l'ampia con- vò. In tal modo la fontana diven-
ca, ingrandì l'area dinanzi ad essa, ne una delle più ragguardevoli di
che stava sull'orlo del precipitoso Roma, sia per l'elegante forma, sia

monte, assicurandone il ripido de- per la copia e ragionata distribu-


clivio con parapetto di gagliardo zione delle acque. Dal piano della
muro; in memoria di che dentro piazza elevasi una gradinata otta-,
la nicchia di mezzo fu posta l'ar- gona di quattro scaglioni, circon-
me degli Oltobuoni, ai quali ap- data da ventiquattro colonnine, nel-
parteneva Alessandro Vili con , lapiù parte di granito bigio e rosso :

corrispondente iscrizione. Nel pon- su di essa posa l'ampia vasca di tra-


tificato del successore Innocenzo vertino a quattro facce con risalti ne-
XII , monsignor Paolo Borghese gli angoli, formanti quattro altre fac-
fece erigere un fontanile lateral- ce minori. Nel centro di questa vasca
mente al giardino, allora botanico, è una base coll'arme de' conservato-
oggi nobile sede dell'inclita Acca- ri di Roma, su cui posa il piede
demia d'Arcadia ( Fedi), per ab- d'una tazza rotonda di granito;
beverare le bestie onde non più dal mezzo della tazza elevasi un
ciò facessero allagran vasca che , grosso gettito saliente d'acqua, la
a meglio difenderla Con basse co- quale poi ricade e per la
in essa,
lonne di marmo la cinse, e saldi bocca di quattro teste di lupo zam-
ripari di ferro. V^. Chiesa di s. pilla in altrettante conchiglie da ,

Pietro Mortorio. dove si riversa nella sottoposta va-


Fontana in piazza di s.' Maria sca. Le conchiglie sono situate agli
in Trastevere. Nella piazza e rio- angoli, ed hanno il coperchio che
ne di tal nome, Adriano I eresse si rovescia in fuori , contenendo
un fonte, forse alimentato dalle nella parte esteriore quattro tar-
acijue del prossimo monte Giani- ghe ornate di festoni , il tutto di
colo, ristorato poi da Alessandro pietra tiburtina. Sotto alle targhe
FON FON i
73
si leggono quattro iscrizioni , che Fontana di piazza di Castello.
l'anno la storia del fonte. Sulla Nel rione Borgo, al principio della
stessa piazza ,
poco distante dalla Città Leonina (Fedi), dappresso il
chiesa, evvi un abbeveratoio pub- Castel s. angelo (Fedi), e tra le
con acqua abbondante.
blico, due strade di Borgo vecchio, e di
Fontana di ponte. Sisto. Accan- Borgo nuovo, cioè nell'angolo for-
to al ponte di tal nome , nel rio- mato dalla casa che le divide, è
ne Regola, incontro alla spaziosa la fonie edificata da Paolo V con
via Giulia, Paolo V feccia erigere architettura di Carlo Maderno. Dal
da Giovanni Fontana con 282 , piano della strada s'alza la vasca
once d'acqua condottavi sopra gli centinaia di travertino, incassata nel
archi del ponte. Ha il prospetto muro della casa, e chiusa innanzi
di travertino a bugne con grande con ispranghe di ferro, fermate in
nicchia sfondata e girata in arco, cinque colonnine di marmo, aventi
ai cui lati sono due colonne ioni- scolpito un drago, parte inferiore
che di marmo venato, le quali sor- dello stemma di quel gran Papa.
reggono l'architrave. Su questo s'al- Cade l'acqua nella vasca, rigurgi-
za un attico con ornato ai fianchi tando da una conchiglia superiore,
di cartocci , e terminato da un ove la versa, formando un venta-
frontespizio acuto, tagliato in mez- glio, bocca d'una maschera, or-
la
zo per contenere l'arme del bene- nata nei lati di cartocci , e sopra
fico Papa : nello specchio dell'atti- dall'aquila borghesiana. Più in al-
co vede una iscrizione monu-
si to, entro cornici, fregiata d'ornati
mentale. In fondo alla nicchia, nel- diversi, e sormontata dall'arme di
la parte superiore, sgorga il mag- Paolo V, avvi l'iscrizione a suo
gior volume dell'acqua per larga onore.
bocca, e dopo essere caduta nella Fontana in piazza dì s. Giaco-
sottoposta conca retta da menso- mo Scossa cava Ili. Nella piazza di
la, cade con molto strepito e bel- tal nome nel rione Borgo, rimpet-
l'effetto dentro la vasca di traver- to al palazzo Torlonia, già Giraud,
tino a centine, situata a livello con lodevole disegno di Carlo Ma-
della strada. In questa vasca en- derno, Paolo V
innalzò sì elegan-
trano pure i due violenti zampilli te fonte. Su due scaglioni di pie-
uscenti dalle bocche dei draghi a- tra tiburtina elevasi l'ampia vasca
lati, scolpiti nell' imbasamento del- sferica centinata, avente ne' quat-
le colonne, come pure vi si ver- tro lati altrettanti zampilli, che
sano quelle che sgorgano dalla boc- sgorgano in alto. Nel mezzo della
ca di due teste leonine, poste ai vasca , è un imbasamento quadro
lati de' draghi. Tutto il monumen- su cui è posta una tazza rotonda
to è cinto in basso da ringhiera cogli stemmi di Paolo V, veden-
di ferro, assicurata su sei mezze dosi nel centro una specie di pian-
colonne di granito rosso. ta acquatica da dove esce il getti-
Fontana del mascherone di Far- to saliente. La fonte è chiusa in
nese. V. Farxese famiglia. giro da sedici colonnine, quasi tut-
Fontana sulla piazza Farnese. te di bigio, munite di spranghe di
V. Farnese famiglia. ferro. A comodo poi del pubblico
Fontana dentro il ghetto degli il medesimo Papa fece erigere due
ebrei. V. Ebrei. .
174 FON FOX
fontanelle agli angoli del palazzo palmi sessanta di altezza, e pongo-
laterale, sulla via di Borgo vecchio, no mezzo degnamente 1' Obelì*
in
abbellite cogli ornati suoi stemmi. sco Vaticano (Fedi). La loro fi-
Fontane sulla piazza dì s. Pie- gura è ottangolare, e si compongo-
tro in Faticano. Questa magnifica no di una gran vasca centinaia di
piazza, posta nel rione Borgo, sino travertino, che gira 12G palmi, e
dagli antichi tempi fu ornata con siestolle dal piano della piazza poi-
alcune fonti. Una se ne ammirava palmi quattro. L' attorniano venti
nel quadri portico della prossima colonnette di granito con isbarre
basilica vaticana, decorata colla pi- di ferro, per servirgli di riparo.
gna e pavoni di bronzo, al modo Dal centro della vasca si un
alza
che si Chiesa di
disse all'articolo piedistallo a otto facce con arme,
s. Pietro in Praticano (Vedi). Di- negli specchi principali, de' Pontefici
seccata tal fontana Adriano I la , che le fecero costruire, cioè di Cle-
nutrì di nuove acque prese dal mente X in quella dalla parte del
lago Sabbatino, come scrissero al- s. offizio , e di Paolo V nell'altra
cuni, ma piuttosto da quelle Tra- dall'opposto canto. Posa sul piedi-
iane da lui ricondotte in Roma. stallo una tazza di granito orien-
Un'altra fonte rimaneva sulla piaz- tale di un sol pezzo, con suo pie-
za innanzi alla basilica , a piedi de rotondo, la quale ha palmi set-
delle sue scale , con tazza di gra- tantadue di circonferenza e cinque
nito , eretta d'ordine del Papa s. di altezza. In mezzo ad essa è col-
Simmaco. Una terza fonte nel mez- locato uno zoccolo o base, pure di
zo della piazza l' innalzò Innocen- otto facce, ornato ne' lati da quat-
zo Vili, assai bella ed adorna. Il tro cartocci a guisa di mensole ro-
successore Alessandro VI la ridusse vesciate , il quale sostiene un cap-
in miglior forma , e Paolo V con pello di marmo a squamine della
disegno di Carlo Maderno l'abbel- circonferenza di circa palmi cin-
lì, e coll'acqua Paola ne arricchì lo quantaquattro, e tre di altezza. So-
sgorgo. Di poi questa fonte fu da pra tale cappello scaturiscono per
Alessandro VII, colla direzione del molte fistole le acque salienti mi-
cav. Bernini, trasportata in quel la- rabilmente e con magico effetto,
to della piazza che risponde al pa- le quali a guisa d'impetuosa gran-
lazzo pontificio, ove oggi si vede, dine, tutte spumanti, per circa pal-
avendogli impedito la morte di co- mi trenta in aria alzandosi , rica-
struirne un'altra simile dall' oppo- dono poi sul cappello e nella taz-
sta parte. Ne eseguì però il conce- za, da dove con gagliardo strepito
pimento Clemente X, coli' opera del sonoro si rovesciano nella vasca in-
cav. Carlo Fontana, e nella vigilia feriore. Di queste lontane pure se
dell'anno santo 1675 gettò acqua ne parla al citato articolo, e mas-
con applauso universale. Alla po- sime al volume XII, pag. 166 e 267;
chezza delle accpie in proporzione notando qui clie quella dalla par-
di sì grandiose foriti supplì Inno- te del palazzo apostolico vuoisi più
cenzo XI, aggiungendovi nuove ac- regolare ne! disegno dell'altra, es-
que prese dal lago Sabbatino. Que- sendo la tazza di miglior gusto del-
ste due fonti sono eguali in tutto l'altra. Noteremo che nella piazza
e per tutto nella forma hanno ; Rusticucci, congiunta a quella Va-
FON FON 175
licann, e die gli serve quasi d'in- guerre che afflissero l'Italia. Rima-
gresso, quando nel i8?.5 venne sel- sero le tre bocche dell' emissario
ciata a spese della rev. fàbbrica disadorne, acqua in
versandosi T
di s. Pietro, fu rimossa la fontana semplice e bassa conca. Innocenzo
di pietra di forma quadrilunga, che XIII Conti de' duchi di Poli, nel
ivi sorgeva ad uso pubblico (che suo breve pontificato non potè se-
ora vedesi inoperosa dietro le fon- condare alle premure de' parenti
damenta della basilica vaticana), ed di ornare la mostra di questo fon-

in vece Leone XII eresse il fonte, te, il cui condotto scorreva nasco-
eh' è al destro lato dell'arco eret- sto lungo l'intero suo palazzo pa-

to da Pio IV al principio della stra- terno, del quale si parlò all'artico-


da, che dal colonnato di s. Pietro lo Conti Famiglia (Vedi). Nell'ul-
conduce a porta Angelica. Questo timo anno del suo pontificato, be-
fonte è incassalo nel muro; dalla nedetto XIII volendo nobilitare il
bocca d' un mascherone di marmo fonte, si propose di erigere sui tre

sgorga l'acqua, che cade su ampia canali la statua di Maria Vergine,


vasca semicircolare, mentre da due con allusione al nome dell'acqua;
minori cannelle esce quella per at- ma la morte ne impedì l'effettua-
tingersi a mano. zione. Gli successe Clemente XII,
che siccome d' animo grande, tro-
Fontane dell' acqua tergine vando disdicevole che mentre l'ac-
o di Trevi. qua Paola sul Gianicoto, e la Fe-
lice sull' Esquilino avevano ma-
Fontana di Trevi. Nel rione di gnifici monumenti la sola acqua ,

tal nome , e nella piazza dinanzi Vergine, sebbene più di quelle


alla chiesa de'ss. Vincenzo ed Ana- pregevole , e nel cuore di Roma
stasio, ammirasi questa sontuosa situata, si rimanesse assai negletta.
e principal mostra dell'acqua Ver- Quindi ordinò ai migliori architet-
gine o di Trevi. Avanti il ponti- ti un condegno modello per l'e-
ficato di Urbano Vili l'acqua Ver- dilìzio che voleva costruire. Molti
gine aveva il suo maggiore emis- esperti artisti avendo corrisposto
sario per tre bocche nel luogo al pontificio desiderio, ed esibite
stesso ove ora trovasi, ma rivolta al pubblico le loro opere, con ap-

all'occidente, quasi di fianco alla plauso fu prescelto il disegno di


chiesa di Maria in Trivio, giusta
s. Nicola Salvi romano, e
architetto
denominazione essendo corrotta , prefetto dell'acqua medesima. Dis-
quella di Trevi. (Di questa chiesa, posto l' occorrente , e condotta a
ora de' chierici regolari minori, è fine la maggior parte dell' edifizio,
a vedersi il volume XI, pag. 2o5 sperava Clemente XII di presto
del Dizionario). Però Urbano Vili farvi scorrere l'acqua al nuovo pro-
verso l'anno 1627, volendo render spetto,nel quale fece porre le sta-
l' emissario più. visibile ai passeg- tue che dovevano esservi, lavorate
gieri, lo volse dal lato meridiona- in istucco, finché fossero scolpite
le in cui sta ancora. Inoltre aveva quelle di marmo. Intanto nel 1736
stabilito di abbellire l'emissario o fece coniar la medaglia coll'epigra-
con parecchie statue, ma
castello, fe : FONTE AQUAE VIRGIMS ORNATO,
venne impedito d' eseguirlo dalle e sull' alto del prospetto ordinò
,
76
FON FON
che si collocasse analoga iscrizio- sto dal lato di mezzogiorno del
ne. Tuttavolta a cagione delle oc- palazzo Poli , ora proprietà del
correnti spese , nel 1 740 morì il principeBoncompagno. L' intero
Pontefice senza la bramata soddis- prospetto è murato in travertini,
fazione,dovendosi abbassare l'an- e sorge da terra su imbasamento
tico per renderlo capace di
speco a bugne, in cui apronsi parecchie
maggior quantità d'acqua, necessa- finestre con inferriate, rispondenti
ria a mostrar nella sua uscita il dal lato orientale nel castello del-
mare Oceano. Benedetto XIV che l'acqua e dall'occidentale in al-
,

gli successe, non potè sino al 1


744 cune stanze a terreno. L'ampia fac-
mandar l'acqua, accresciuta di vo- ciata è adorna ai fianchi di sei
lume, nella nuova e magnifica sua pilastri corinti e nel mezzo ove ,

mostra. Mentre però lavoravansi forma un risalto, da quattro co-


dagli scultori la maggior parte del- lonne simili, quelli e queste sorreg-
le statue in marmo, quel gran genti un architrave con fregio a
Papa passò nel 1758 agli eterni cornice, al quale è sovrapposto un
riposi. Appena Clemente XIII sa- attico finestrato nelle parti laterali,
lì sul opera
pontificio soglio, die ed in quella di mezzo un attico
all'ultimazione dell'edifìzio, che nel sporgente, terminato da balaustra-
1761 finalmente ebbe il suo splen- ta che ha nel centro lo stemma
dido compimento e fu discoperto , di Clemente XII, retto da due fa-
in sua presenza a' 22 maggio, con me, il tutto scolpito in marmo da
generale tripudio. Paolo Benaglia, e sotto la seguente
Questo imponente edilìzio è po- iscrizione :

CLEMENS . XII . PONT . MAX.


AQVAM . VIRGINEM
COPIA ET SALVBRITATE
. COMMENDATAM
. .

CVLTV MAGNIFICO ORNAVIT


. .

ANNO DOMINI MDCCXXXV


. PONT VI . . .

Nel fregio dell'architrave, proprio nella parte risultante, si legge:

PERFECIT . BENEDICTVS . XIV . PONT . MAX.

Framezzo ai pilastri, tanto da una laterali sono assai minori e di for-


banda quanto dall'altra, apronsi due ma quadra nel fregio che ricor-
:

ordini di finestre, che corrispondo- re su tutte tre le nicchie sono que-


no alle camere del palazzo. II ri- ste parole allusive al compimento
salto del centro del prospetto con- dato all'opera da Clemente XIII:
tiene tre nicchie scavate fra le co- POSITIS SIGNIS ET ANAGLYPHIS TABU-
lonne: quella di mezzo è in for- LIS JUSSU CLEMENTIS XIII PONT. MAX.
ma di tribuna, ed ha per ornato OPUS CUM OMNI CULTU ABSOLUTUM.
quattro colonne ioniche sostenenti A. domini mdcclxi. La nicchia gran-
l'architrave su cui girasi la calot- de ossia tribuna contiene la statua
ta abbellita da un gentile scom- colossale in marmo bianco, scolpita
parto di cassettoni. Le due nicchie da Pietro Bracci, rappresentante Ì'O-
FON FON 177
cenno. Egli personificato sta in pie- tue assai grandi, rispondenti al vivo
di sul carro composto di conchi- delle colonne, che significano le

glie, e sembra che in quel punto quattro stagioni co' loro attributi.
esca dalla propria reggia, in atteg- La Primavera fu scolpita da Bar-
giamento maestosissimo. Il carro è tolomeo Pincellotti , l'Autunno dal
tirato da due smisurati cavalli ma- cav. Queriolo , 1' Estate dal Ludo-
rini condotti da due tritoni, quelli visi , e l' Inverno dal Corsini. Dai

e questi pure scolpiti dal Bracci. lati del gruppo di mezzo e delle
Il a dritta dell' Oceano è
cavallo tre conche si allargano due immen-
in atto d' impennarsi, 1* altro pro- se scogliere bizzarrissime, sparse di
cede placido e quieto, con ciò vuoi- piante aquatiche e di arbusti, fra
si alludere all' incostanza del mare le quali in modo diverso scorrono
ora tempestoso ed ora calmo. Per acque abbondanti, ora in ruscelli
di sotto al carro scaturisce l'acqua nascosti,ora in zampilli palesi, sem-
in prodigiosa copia, la quale a so- pre però con varietà mirabile e bel-
miglianza d'un rapido fiume entra la distribuzione. L' edilìzio dalla
in una conca, da dove frangendosi banda d' occidente è chiuso da un
precipita in un' altra più ampia, e ricinto di piccole colonne di marmo
da questa entro una terza più bianco con isbarre di ferro, il quale
vasta ancora , cadendo poi nella prosiegue anche nella faccia meridio-
sterminata vasca inferiore con istre- nale, senon che in questo ve n' è
pito sempre crescente. un secondo, posto più in basso :

Nella nicchia laterale, a diritta di dal canto di oriente rimane chiuso


chi osserva, è collocata la statua da un saldo muro che sostiene la
colossale della Salubrità coronata strada, e forma parapetto. Al fine
d' alloro, ed avente nelle mani una di questo muro, verso la piazza,
verga ed una coppa in cui si ab- è un abbeveratoio per uso pubbli-
bevera un serpe; l'altra nicchia a co, con grosso gettito d' acqua, aven-
manca contiene la statua della Fer- done anche due altre copiose boc-
tilità, presso la quale è un vaso che per disotto entro il recinto. Dal
rovesciato versante acqua, mentre mezzo della faccia orientale per die-
essa tiene colle mani un cestello ci gradini si scende al piano ov' è

ricolmo di frutta d' ogni specie : la gran vasca centinata di marmo


queste statue furono scolpite da Fi- bianco in cui tutte le acque del
lippo Valle fiorentino. Sopra la fonte si raccolgono. La fontana di
Fertilità vedesi un bassorilievo qua- Trevi per l'imponenza dell'edilìzio,

dro esprimente Agrippa che osser- per l' incessante spettacolo del fra-
va la pianta degli acquedotti del- goroso gettito di fiumi d' acqua
l' acqua Vergine, scoltura di Gio. spumeggiante, e pel complesso dei
Battista Grossi romano; 1' altro suoi pregi, non dubitarono gì' in-
bassorilievo sopra la Salubrità rap- tendenti di giudicarla il più no-
presenta la vergine ninfa in atto bile e decoroso fonte, e forse l' u-
di mostrare agli assetati soldati di nico di tal genere che sia al
Agiippa la scaturigine dell'acqua mondo, sebbene i critici dell'arte
stessa, opera di Andrea Bergondi vi rinvennero alcuni difetti per di-
romano. L'attico sovrapposto al ri- chiararla opera perfetta. Dal fianco
salto del prospetto ha quattro sta- orientale poi della gran mostra del-
vo!, xxv. 12
i
7 B FON FON
l' acqua Vergine suo è situato il ta del livello della strada, che è la
castello, su cui è l'arme di Bene- nobile via del Corso.
detto XIV, con marmorea iscrizione Fontana di piazza Colonna. In
che ne dichiara la sua beneme- questa, nel rione del suo nome, ed
renza. incontro alla colonna di Marco
Fontana
piazza di Venezia.
in AurelioAntonino, ed al palazzo
Nella piazza di- tal nome, nel rione Boncompagno, Gregorio XIII di
Pigna, sotto il palazzo di Venezia, questa famiglia la fece erigere con
accanto alla porta dell' oratorio di gentile disegno di Giacomo della
s. Maria in s. Marco, evvi il fonte Porta. Su due gradini di traverti-
che componesi di un' urna ovale di no, muniti attorno con colonnette
granito rosso egiziano, versandosi di granito bigio a sbarre di ferro,
entro acqua per due tubi latera-
l' evvi una bella vasca ovale centina-
li. Questa preziosa urna balnearia, ia, composta di più pezzi di mar-
come dicemmo all' articolo Farnese mo detto porta santa, a quel tem-
Famiglia ( Fedi), fu trovata nel po trovato in abbondanza nell'isola
pontificato di Paolo III in una vi- sacra di Porto; ed ornata in giro
gna fuori di porta s. Lorenzo, ed con fasce di marmo bianco e teste
il cardinal Alessandro Farnese ni- leonine. Ai lati settentrionale e
pote del Papa ne fece l'acquisto, meridionale della vasca, sono due
onde surrogarla a quella che prima piccoli scogli , con sopravi due
ivi avea eretta Paolo II edificatore delfini per ciascuno intrecciati col-
del contiguo palazzo, e che il car- le code in una conchiglia rial-
dinale collocò nella piazza del suo zata , il tutto di marmo bian-
palazzo Farnese, accompagnandola co : i quattro delfìni gettano ac-
ad altra simile. Ciò essendo avve- qua dalla bocca, e di due
essa
nuto con beneplacito di Clemente zampilli n' escono ancora da due
Vili, e del magistrato romano, in colonnine situate ne' canti orientale
mezzo al prospetto semplice di ed occidentale della vasca. In mez-
marmo bianco, è scolpita l' arme zo elevasi una piccola tazza rotonda
del senato e popolo romano , con di travertino da cui scaturisce uà
analoga iscrizione. getto saliente. All' occasione che nel
Fontana detta del Facchino. Nel 1829 ne fece incominciare il re-
rione Trevi, all' angolo meridionale stauroLeone XII, fuvvi posta nel
del palazzo de Carolis, poscia Simo- mezzo la tazza rotonda, e vi furo- 1

netti, ed oggi Boncompagno, qua- no collocati i gruppi dei delfini,


si rimpetto alla chiesa di s. Mar- scoltura di Achille Stocchi.
cello , la fece erigere Gregorio Fontana in piazza della Roton-
XIII Boncompagno. SI compone da. V. Obelisco della. Rotonda.
d' una mezza figura di marmo Fontana in piazza di campo
bianco appoggiata alla parete, rap- de' Fiori. Nella piazza di questo no-
presentante un facchino vestito se- me, nel rione Campo Marzio, Gre-
condo il costume del XVI secolo, gorio XIII la fece erigere a bene-
il quale colle mani tiene avanti di fizio pubblico ; e perchè il livello

sé un barile, dal cui buco o coc- dell'acqua Vergine rimaneva assai


chiume esce 1' acqua e si versa in più basso del luogo, così l' archi-
una sottoposta conca, poco più al- tetto pose la fonte circa uà uomo
,, ,

FON 179 FON


sotterra. Su ri" un ripiano lastricato cocchiume entro una botte di mar-
di travertini,a cui si scende per mo bianco, posata in una specie di
due una tazza ovale di
scaglioni, è vasca, e contornata di alcuni scogli.
marmo bianco, con suo piede si- Fontane in piazza del popolo.
mile, ai lati della quale sgorga V. Piazze di Roma.
l' acqua per quattro bocche. La taz- Fontana del Babuino. Nel rione
za ha il coperchio di pietra tibur- Campo Marzio, nella via che dalla
tina con suoi corniciamenli, termi- piazza del Popolo conduce a piaz-
nato sull' alto da una palla. Gre- za di Spagna , a mezzo cammino
gorio XV la fece interamente re- dal manco lato, Gregorio XIII fe-

staurare; e lo scarpellino, di sua cela erigere. Nella parete di una


volontà o comandato, sulla cima del casa apresi una nicchia girata in
coperchio sotto la palla scolpì que- arco , ornata ne' fianchi con due
sta sentenza morale : Ama Dìo e pilastri a bugne rustiche sorreg- ,

non Fa
fallire. del bene e lassa genti una cornice architravata a cui
dire. MDCXXI. sono posti parecchi scogli sparsi di
Fontane di piazza Navona. V. piante acquatiche , ed abbelliti al-
Obelisco di piazza Navona. l' estremità da due grandi delfini
Fontana detta della Scrofa. Nel il tutto di pietra tiburtina. Nella
rione s. Eustachio, sotto al conven- nicchia è seduto su alcuni scogli
to de' religiosi agostiniani, lungo la un satiro in figura al naturale
via che da s. Luigi de'francesi con- presso cui è un gettito d' acqua
duce a Ripetta, e nella località del che si versa nell' urna quadrilunga
suo nome. Sì compone della tazza di granito bigio, retta da due pie-
di marmo, sollevata dal piano in di o zoccoli. La statua è di tra-
cui cade l'acqua, che sgorga dalla vertino, e per la sconcia sua figu-
bocca d' una piccola scrofa, scolpi- ra , il popolo la chiamò Rabuino
ta di basso rilievo in marmo , e nome che prese la contrada.
murata nella parete. Fontana detta della Barcaccia.
Fontana di Ripetta. V. Porto di V. Piazza di Spagna.
Ripetta. FONTE RA.TTESIMALE o SA-
Fontana sotto il palazzo Val- GRO FONTE. Rattisterio chiama-
dambrini. Nel rione Campo Mar- si l' edificio che contiene il fonte
zio ,
presso la chiesa di s. Rocco battesimale, il quale è un vaso di
Clemente XIV nel 1774 l'eresse pietra, di marmo, o di bronzo, in
nell'angolo settentrionale del nomi- cui si acqua benedetta
conserva l'

nalo palazzo, già de' Fioravanti, e che si adopera per battezzare. So-
del marchese Correa. Consiste in no bacini ordinariamente di forma
una nicchia quadrata con orna- , rotonda , ed elevati da terra, posti
menti di architetturaed analoga sopra una base o pilastro. I fonti
iscrizione. Dentro la nicchia è mu- battesimali sono chiamati fontes lit-
rata in alto una bizzarra testa di strales, fontes sacri, fontes bapli-
uomo, scolpita in marmo bianco smatìs. Nella Chiesa romana due
dalla cui sgorga l' acqua in
bocca volte all'anno si fa solennemente la
piccola tazza,da dove per due fi- benedizione delle fonti : cioè la vi-
stole cade in un imbuto o mastel- gilia di Pasqua di Risurrezione, e
lo che la trasmette pel buco o
, la vigilia di Pentecoste. Le ceri-
,

180 FON FON


inotiie e le orazioni che si adope- zetto di fiori freschi, che loro viene
rano sono relative all'uso antico di distribuito dal maestro delle ceri-
battezzare principalmente in quei monie nel venire che fa il clero
giorni ; e questa è una professione dalla cappella del fonte, il luogo
di fede eloquentissima degli effetti del quale è pure asperso di fiori
del battesimo, e delle obbligazioni e di verzure.
che s'impongono a quelli che l'han- Va però qui rammentato, come
no ricevuto. In fatti la Chiesa chie- si disse altrove, che il battesimo
de a Dio che faccia discendere sul- non solo conferivasi nei due sabba-
l' acqua battesimale la virtù dello ti santi di Pasqua e Pentecoste
, ,

Spirito Santo, e che doni a quella ed anticamente dai soli vescovi nel-
il potere di rigenerare le anime, la cattedrale, ma eziandio nella fe-
di cancellarne le macchie, e render stività Epifania (Fedi), per
dell'
loro la primitiva innocenza. Si me- cui è ancora in vigore in alcuni
schia con quest'acqua il santo Cri- luoghi e diocesi la lodevole con-
sma (Fedi), che è simbolo del- il suetudine secondo il rito greco
,

l'unzione della grazia; vi si aggiun- eh' è già il gregoriano romano an-


ge dell'olio de' catecumeni, per in- tico, di benedir l' acqua nella vi-
dicare la fortezza da cui dev' esse- gilia dell' Epifania. Dilatatasi la cri-
re animato il battezzato; vi s'im- stianità fud'uopo permettere non
merge il cereo pasquale, che colla solo che anco fuori di necessità
sua luce rappresenta lo splendore ogni giorno si amministrasse il bat-
delle buone opere e delle virtù tesimo, ma che altresì si estendes-
che il cristiano deve praticare, ec. se più oltre della cattedrale la fa-
Questa benedizione delle fonti è an- coltà d' amministrarlo , e quindi in
tichissima; e s. Cipriano dice che varie chiese della diocesi si eriges-
si usava nel terzo secolo, e s. Ba- se il fonte battesimale, dando ai
silio nel quarto la riguardava co- sacerdoti che presiedevano ad es-
me una istituzione apostolica. Es- se lo specioso titolo di decani. In-
sendo costume presso che generale di a tali chiese si die il nome
delle chiese, almeno romane, che di matrici, alle quali dovessero an-
nel sabbato santo celebrano con dar soggette tutte quelle che non
solennità la funzione della benedi- hanno il sagro fonte, benché par-
zione del fuoco e del Lumen Cìiri- rocchiali , ingiungendo ai decani
sti ( delle quali parlammo ai volu- de' parrochi il dovere di portarsi
mi VII, pag. 202, e VlII,pag. 319 nei detti due sabbati alla sagra so-
del Dizionario), di coronar l'asta lenne benedizione dell'acqua batte-
triangolare che lo sostiene dei fiori simale. Ed è perciò che in ogni
più odorosi e gai, cadendo tal fun- diocesi una legge sinodale
trovasi
zione appunto nei bei giorni di su tal proposito. E che non è pro-
primavera ; quindi nella stessa mat- prio se non delle matrici il bene-
tina avendo luogo la benedizione dir il sagro fonte , lo prescrivono
del fonte battesimale è costume , pure parecchi decreti della sagra
dei canonici e clero vaticano , che congregazione de' riti, riportati dal
dopo celebrata tale benedizione se Cardellini.V. Battisterii, e il vo-
ne ritornano in processione verso lume XI del Dizionario a pag.228,
il coro, portando in mano un maz- ove se ne parla.
FON FON 181
Il Marangoni, Delle eose genti- FONT-COUVERT (Fons Coo-
lesche e profune trasportate ad uso pertus). Luogo della diocesi di Nar-
ed ornamento delle chiese, tratta bona, ove fu celebrato un concilio
pure de' fonti battesimali, narran- nella chiesa di s. Giuliano martire,
do a pag. 2 1 1 come il fonte di l'anno 911, relativo alle questioni
Diana fu commutato in chiesa e insorte tra il vescovo d'Urgel ed
sagro battisterio miracoloso, men- un altro, per i limiti delle loro
tre a pag. 293 discorre di alcuni diocesi. tom. VI,
Gallia Christ.
fonti battesimali delle chiese, for- pag. 2 3 e 53 ij e Lenglet, Tavo-
mati colle urne, sarcofaghi e mar- lette cronologiche.
mi de* gentili, e del fonte di Fau- FONT-EVRAULT o FONTE-
no cangiato in battisterio dall'apo- BRALDO. Congregazione monastica
stolo s. Pietro. 11 Buonarroti nelle benedettina, composta di monaci e
Osservazioni de' medaglioni antichi, monache. Il beato Roberto d'Ar-
descrive le fonti adornate con te- brissel ne fu il fondatore nel 1 1 00,
ste di leone per bocchette , e coi il quale consagrò le sue fatiche alla

cervi dai romani Pontefici ne' bat- conversione delle zitelle dissolute ;

tisterii ; come ancora della bocchet- ne congregò un gran numero nel-


ta per i medesimi, fatta in forma l' abbazia di Font-Evrault, e loro
di maschera scenica. Alberto Cas- inspirò il proposito di consagrarsi
sio nel tora. II del Corso delle acque a Dio : si associò alcuni compagni
antiche, con l' illustrazione di mol- per cooperatori, che pure coi
riunii
te antichità, eruditamente ragiona voti monastici. Questo pio e zelan-
del fonte perchè vicino ai templi; del te uomo fece riflessione alla con-
fonte di Pastore ove situato dal dotta tenuta da Gesù Cristo sulla
Nardini ; de' fonti santificati dai croce, allorché vicino a spirare rac-
ss. Pietro e Paolo per battezzare in comandò a Maria Vergine sua ma-
via Lata, o nel carcere Mamerti- dre di prendere il suo diletto di-
110; simile di s. Felice IV Papa nel- scepolo, l' apostolo s. Giovanni,
per
la chiesa de'ss. Cosimo e Damiano, suo figlio, ed a questi di riguardar
non che di altri fonti. Per non di- quella per madre, e d' ubbidirgli
re di altri, abbiamo dall'annalista interamente. Volendo seguire que-
Rinaldi molte analoghe nozioni, co- sto esempio, costituì una religiosa
me dei fonti miracolosi battesimali. per direttrice e superiora generale
Sulla benedizione del sagro fonte di tutto l' ordine, o congregazione
veggasi il Diclich, Dìz. sacro-litur- da sé fondala, colla regola di s.

gicOj all'articolo Sabbato santoj ed Benedetto. Questa congregazione si

il Supplemento del Ferrigni-Piso- compose di molti monasteri d' uo-


ne, al medesimo articolo. mini e di donne che ubbidivano
FONTE AVELLANA. Congre- tutti alla superiora. I monaci assi-
gazione monastica ora monistero
, stevano le monache in tutti i loro
de' monaci Camaldolesi ( Fedi ). bisogni spirituali, e ciò non deve
Inoltre sono a consultarsi gli arti- recar sorpresa, sebbene in alcuni
coli Avellala e Pergola, nella luoghi ai religiosi furono sostituiti
cui diocesi esiste quell' insigne ed de' cappellani, direttori, e confessori
antichissimo monistero, tanto be- stipendiati, che assistevano i moni-
nemerito della Chiesa. steri delle medesime monache. Que-
FOiN
sii sacerdoti secolari erauo soggetti berlo nel 1106 ottenne l'approva-
al sistema e regolamenti dei mona- zione del 6uo istituto dal Pontefice
steri, né potevano da questi uscire Pasquale II, e prese il nome di
ed allontanarsi senza l' approvazio- FoiiL-Evrault Fons-Ebraldi, dal
,

ne delle superiori locali. Non erano primo monastero da lui fondato


stabili ma amovibili, e dipendenti nel 1100 nella foresta di tal no-
dai vescovi diocesani. Ciò che que- me, nella diocesi di Poitiers, a tre
sti sacerdoti facevano era per ac- leghe da Saumur, sui confini del
condiscendere a' loro prelati, mentre Poitou, Anjou e della Turrena.
dell'

i religiosi l' adempivano per istitu- Il medesimo Pontefice approvò nuo-

to, e sotto l'immediata dipendenza vamente l'ordine nel 1 3. Molte 1 1

del sommo Pontefice, e sotto la principesse posero sotto la dire-


si

vigilanza d' un visitatore apostolico. zione di questo santo uomo, il qua-


Il benemerito fondatore non andò le ispirò loro il disprezzo delle gran-
esente da calunnie, con cui fu at- dezze umane, per cui dopo la sua
taccato il suo ordine, contro il qua- morte alcune religiose, ed un gran
le scrissero Marbodo vescovo di numero di principesse, cercarono
Rennes, Geoffredo abbate Vindobo- religioso asilo in Fontebraldo, e vi
nense, e l' eretico Roscelino con- si consegrarono al Signore, laonde
dannato anche dal concilio di Sois- non è meraviglia, se quel moniste-
sous. Essi vennero confutati dal p. ro giungesse a possedere l' annua
Giovanni Mainferme, celebre religio- rendita di centomila lire. Dopo la
so di questa congregazione, in una morte del beato, divenne superiora
opera in tre volumi intitolata : Cly- generale la vedova Petronilla di
peus nascenlis Fontebralclensis ordì- Craon de Chemillé. Tra le sue
nis. Tuttavolta non si deve tacere trentasei abbadesse che hanno go-
che Marbodo e Geoffredo si disin- vernato l'ordine si annoverano quat-
gannarono, e divennero in seguito tordici principesse, cinque delle qua-
intimi amici del b. d'Arbrissel, e li della real casa di Borbone. Sono
suoi benefattori, come per l' addie- a ricordarsi s. Matilde figlia del
tro. Inoltre la condotta di questo conte d' Angers ; Giovanna di Bren-
santo, fu pure giustificata dalle na nipote di Roberto, figlia di Lo-
testimonianze degli storici contem- dovico VI re di Francia; Anna
poranei, dai Papi, dai loro legati d' Orleans sorella del re Lodovico
apostolici, dai vescovi, dai principi, XII, ed altre di nobilissimo sangue,
e da tutta la chiesa di Francia. rammentate dal Baronio all' anno
Avverte il Bergier che altra soda 1117. Va pure per distinzione ram-
apologia del b. Roberto, e del suo mentata l' abbadessa Maria Mad-
ordine contro i motteggi di Bayle, dalena di Rochechovalt, sorella del
fu stampata in Anversa nel 1701. maresciallo di Vivonne, morta ai
11 Roberto diede al suo or-
b. i5 agosto 1704. L'abbate Suger
dine la regola di s. Benedetto, con scrivendo a Papa Eugenio III, cir-

alcune particolari costituzioni da lui ca cinquantanni dopo la fondazione


aggiunte, e ne accrebbe la gloria di questa congregazione, narra ch'e-
col zelo delle sue predicazioni, colla rasi talmente propagato l'istituto, che
santità della sua vita, e col gran contava da cinque a sei mila reli-

numero de' suoi miracoli. Il b. Ro- giose. Di poi Sisto IV la riformò


FON FOR 183
d istanza dell' abbadessa generale, Indi nella 5i discorre
seg. pag.
e vi ristabilì la purità della rego- delle monache di Fonte-Ebraldo

la di Benedetto, con le costitu-


s. riformate, dicendo che il citato Ba-
zioni del fondatore. De' privilegi ronio racconta che mentre Maria
dell' abbedessa generale di Font- Brittanna era abbadessa di Fonte-
Evrault, ne tratta il p. Chardon, Ebraldo, a di lei istanza fu rifor-
Storia de' Sagramene, toni. II, pag. mata la congregazione con l'auto-
3o. L' ordine era diviso in quattro rità pontificia di Sisto IV, che a
provincie, cioè di Francia, d' A- tale effetto deputò gli arcivescovi
quitania, d' Alvernia, e di Bretagna, di Lione e diAvverte
Bourges.
ed in tutto comprendeva cinquan- che il b. Arbrissel dedicò tutti i
tasette priorati. A Font-Evrault monasteri dei monaci a s. Giovan-
mettevasi d'ordinario le dame di ni apostolo ed evangelista, e quelli
Francia, come le figlie dei re, per delle monache alla santa Vergine
educarle, durante la loro giovi- Maria, il perchè fu chiamato l'or-

nezza. dine della Madonna e di s. Gio-


11 p. Bonanni nel suo Catalogo vanni evangelista. Ivi ancora il p.
degli ordini religiosi parte I, pag. Bonanni riporta altra figura di det-
ii 4, trattando di quest'ordine ne te monache, ma con il mantello e

racconta 1' origine in questo mo- col velo nero su quello bianco del
do. Il monastero principale di que- capo. I romani Pontefici hanno
sti religiosi prese il nome da un accordato a quest'ordine, che cessò
l'onte elei luogo, che fu fondato da colle note politiche vicende, molte
un nobile giovane chiamato Ebral- grazie e privilegi, come si può leg-
do, il quale essendo di cattivi co- gere ne' seguenti autori che ne trat-
stumi, con alcuni compagni facinoro- tarono. Il suddetto p. Maio ferme
si infestava i viandanti ; ma per l'e- nell' opera mentovata ; il Martiro-
sortazioni dell' insigne predicatore logio gallicano ai 27 decembre ;

Roberto Blesio teologo parigino, Benedetto Gonone celestino, nella


non che monaco benedettino, chia- Crònica della Beata Vergine^ al-
mato pure Arbrissel o Arbicello, l' anno 1099; la cronaca di Tours;
mutò costumi verso l'anno iioo. Onorato Niquet, scrittore della sto-
Acceso quindi di menar vita au- ria di quest' ordine,ed altri. Font-
stera, fondò un monastero sì per Evrault al presente è un borgo del
gli uomini, che per le donne nel dipartimento di Maina e Loira, nel
pontilìcato di Urbano li. In quan- quale evvi porzione dell' antica ab-
to all'abito dice ch'era nero, e ne bazia, cioè quella parte avanzata
riporta la figura, come quelle che dalle distruzioni che soffrì, che serve
nel 1666 pubblicò il p. Lodovico di casa centrale di detenzione.
Beurrier celestino. Lo stesso p. 13o- FORANTONIANA (Forum An-
nanui nella parte II, a pag. 5o, tonianum). Sede vescovile della Bi-
parla delle monache di Fonte-E- zacena nell' Africa occidentale, che
braldo, e ne dà l' origine alle pa- Commanville chiama Foratiana e
role succennate del Redentore: Ec- Frontoniana, sotto la metropoli di
eo la madre tua j ecco il figlio tuo. Adramito. Forse è la medesima cit-
Ne riporta la figura vestita di ne- tà di cui si fa menzione dal Bol-
ro, con velo e sotloguLi bianco. lando nella vita di s. Fulgenzio,
184 FOR FOR
alprimo gennaio, sebbene me- il FOREST (de la) Pietro, Car*
desimo Bollando legga Forum Nun- dinaie. Pietro de la Forest nacque
tortini, ed il Surio Vintorum. Fe- in Susa, diocesi di Mans. Pare
lice è l' unico vescovo conosciuto che da principio fosse monaco e
di questa città, e trovasi notato poi archimandrita Dionigi e di s.

tra i vescovi della provincia Biza- professore del diritto civile ed ec-
cena, i quali nel 4^4> per un edit- clesiastico. Recatosi a Parigi , fu
to del re de' vandali Unnerico, fu- dichiarato dal re avvocato del par-
rono esiliati da Cartagine, per aver lamento, e canonico di quella cat-
con fermezza sostenuta la fede di tedrale. Nel i349 fu eletto vesco-
G. C. contro la setta de' donatisti. vo di Tournay, e l'anno dopo tra-
FORATIANA, FORTIA o FO- sferito alla chiesa di Parigi. Da
RATIA. Sede vescovile della Biza- questa sede, nel i352, passò a queb
cena nelF Africa occidentale, sotto la di Roan colla carica di Cancel-
la metropoli d' Adramito, chiamata liere del regno. Sostenne anche
pure Foria. Bonifazio, unico vesco- l'ambasceria del re cristianissimo
vo che si conosca, si trovò al con- presso la santa Sede. Fu creato a's3
cilio di Cartagine, celebrato l' anno dicembre 1 356 cardinale assente del
484j ed è il terzo dei quattro ve- titolo dei santi apostoli da Innocenzo
scovi che dichiararono ad Unnerico VI, dimorante allora a Villanova,ed
re de' vandali la professione di fe- il quale ad istanza de' due porpo-
de de' vescovi cattolici contro la rati legati nelle Gallie, gli mandò
setta dei donatisti. il cappello cardinalizio. Ebbe la le-
FORCHEIM o FORCHAIN. Cit- gazione nella Sicilia e nell' InghiU
tà della Baviera, circondario del terra per conciliare la pace tra -

Meno superiore, capoluogo di pre- questo regno e la Francia. Fu vit-

sidiale, sulla riva destra della Re- tima d'anni quarantasette del con^
gnitz al suo confluente colla Wie- tagio in Avignone, dove ebbero se-
sent. Prima apparteneva al circolo polcro le mortali sue spoglie nel
di Franconia, e dagli scrittori lati- i36r.
ni è chiamata Forchetta, Fartovia, FORFIAMMA o FORIFIAM-
Locoritum, Frutavia. E cinta di MA ( Forum Flaminii). Città epi-
mura e fosse, avendo qualche altra scopale antica d' Italia nell'Umbria,
fortificazione una collegiata,
: ha che fu rovinata dai longobardi ver-
due altre chiese, un ospedale ec. so l'anno 74° fu pur chiamata
:

Vi si tenne un concilio nell' anno s. Giovanni iti Forifiamma, e per


890, ed un altro nell'anno 1077 altre notizie va letto 1' articolo
a'i3 marzo, in cui Rodolfo duca Foligno, presso di cui giaceva, ed
di Svevia, in vece di Enrico IV, ove fu trasferita e riunita la sua
vi fu eletto re de' romani a' 1 5 di sede. Neil' Italia sagra del p.
detto mese, e consagrato a Magon- Ughelli, tom. X, pag. 101, sono
za dodici giorni dopo ; il Pontefice nominati due soli vescovi di For-
s.Gregorio VII per allora non ap- fìamma, cioè Bonifacio che inter-
provò la sua elezione, ma poscia venne nell' anno 5o3 al concilio
gli mandò in dono una real coro- che celebrò in Roma il Pontefice
na. Gallio. Christiana tom. Ili, pag. s. Simmaco; e Decenzio che nel
649, e Diz. de' concili. pontificato di s. Agatone fu al con-
,

FOR FOR i85


romano tenuto nell' anno rccchie ambascerie , specialmente
cilio ,

G89. Lodovico Jacobilli riporta per cose risguardanti l'interesse di


molte notizie di questa città e ve- quel regno. Rodolfo lo nominò da
scovato , nell' opuscolo intitolato :. prima al vescovato di Vesprin, e
Discorso della città di Foligno, poi a quello di Nitria. Nel iGof>

ec. suo territorio e diocesi, Foligno fu trasferito all' arcivescovato di

1 646. Commanville nell' Histoire Strigonia colla dignità di primate

de tous les archcvesehcz et ève- e gran cancelliere del regno


di

schez de Vunivers dice che Forum cosa che gli procurò non pochi
Flaminii fu fatta vescovato nel nemici. Ma la virtù che lo accom-
quinto secolo. pagnava in qualunque si fosse il
Il p. Brandimarte nel suo Pice- di lui avanzamento, seppe vincere
no annonario, a pag. l47> dice qualunque maldicenza e contrarie-
che Foro Flaminio rimaneva nella tà che avesse fatto sorger l' invi-

via Flaminia tra Bevagna e Pon- dia. Ad istanza dello slesso prin-
tecentesimo piccolo villaggio della cipe, Paolo V nel 1607 a' io di-
valle Topina, e precisamente pres- cembre, altri dicono nel 1608, lo

so la chiesa parrocchiale di s. Gio- creò prete cardinale della S. R. C,


vanni Profiamma, distante dall'o- e nell'anno seguente, metropolilano
dierno Foligno circa due miglia e dell'Ungheria e regio luogotenente.
mezzo : essendo situata in una pia- Celebrò il sinodo in Tirnavia con
nura,, venendo ridotti
e i campi grande vantaggio della ecclesiastica
a coltura, poche memorie vi si os- disciplina. Molto adoperossi per pa-

servano; e che dalle di lei rovine, cificare 1' imperatore colf arciduca

e da quelle dell' antico Fulgineo Maltia, ch'egli avea solennemente


ne sorse Fuligno , mentre i vesti- coronato, e indusse il primo a ce-
gi dell'antico si osservano intorno dere, regno di Ungheria all'arci-
il

alla chiesa di s. Maria in Campis duca. Fu causa eziandio che co-


distante quasi un miglio da delta desto principe emanasse nelle sue
città. Aggiunge che ivi trovanti provincie un severo decreto contro
anticaglie e pezzi dell'antiche stra- de* protestanti. Sostenne grandi fa-
de romane dette di ferro. Ivi pas- tiche per l'incremento della santa
sava la via Flaminia , e da Ful- Sede, e superò con molta fran-
gineo andava a Foro Flaminio. chezza tutti quegli ostacoli che san-
Dall' essersi discostata la via pre- no gli eretici opporre a' zelanti a-
sente dall' antica non contano
si postoli dell' evangelio. Morì santa-
più da Roma a Pontecentesimo mente ne' bagni di Santacroce in
cento miglia, ma cento quattro. Ungheria, l'anno 161 5, e trasfe-
FORGACH Francesco, Cardi- rito in Moravia, quantunque egli
nale. Francesco Forgach ebbe i avesse altrimenti disposto, fu sepol-
natali nel i566, nella città di to ad istanza del capitolo nella
Slrigonia, regno d' Ungheria. Sor- chiesa di s. Nicolò.
tito un felice talento e un'indole FORIERE MAGGIORE DEL
assai dolce, si affezionò 1' animo PAPA (Forerius major). 11 primo
dell'imperatore Rodolfo II, cosi che uffiziale palatino, dopo il prelato
ben volentieri affldogli affari di maggiordomo del Papa, ed il se-
grande rilievo, e lo incaricò di pa- condo cameriere segreto laico par-
186 FOR FOR
tecipante di spada e cappa. Anti- dal Papa a mezzo di un suo bre-
chissimo è il nobile uffizio del fo- ve apostolico è prescelto e nomi-
riere maggiore, come rilevasi dai nato alla carica di foriere maggio-
ruoli della Famiglia pontificia [Ve- re, presta il giuramento nelle ma-
di), ove in quelli di Giulio III, e ni dello stesso Pontefice genufles-
ili Paolo IV, che sono più an- i so, e vestito in abito di città, leg-
tichi degli archivi del palazzo apo- gendo la seguente forinola, e giu-
stolico, è annoverato tra i primi rando col tatto de' santi evan-
uilìziali della famiglia nobile del geli.

sommo Pontefice. In fatti si legge


ne' ruoli di Paolo IV, nella cate- » Juramentum Forerii majoris.
goria Diversi famigliari maggio*
ri, il Forerò. Sotto Pio IV, e sot- » Ego N. N. futurus Forerius
to s. Pio V
chiamò Foriere si » apostolicus major, ab hac hora
maggiore, venendo registrato fra »» deinceps fidelis, et obediens ero
gli scudieri. Inoltre sotto Paolo « beato Petro apostolo, sanctaeque
IV quattro forieri della
eranvi « Romanae Ecclesiae et Vobis Do-
camera Nostro Signore ; nel
di « mino meo Domino N. divina
Pontificato di s. Pio sono no- V » providentia Papa N. Vestrisque
tati due forieri di camera , che »> successoribus canonice intranti-
sotto s. Pio V, e Sisto V prese- » bus, ac officium Forerii majoris
ro luogo tra i Diversi maggiori o » a Sanctitate Vestra mihi com-
gli ufficiali maggiori. Nel ruolo di » missum promitto, et juro bene,
Clemente Vili, del i5g3, il forie- « et fideliter exerciturum , et ad-
re maggiore si vede registrato tra » ministraturum.
i camerieri segreti; ed il simile » Sic me Deus adjuvet, et haec
venne praticato ne' successivi pon- » sancta Dei evangelia.
tificati massime in quello del
,

j633 di Urbano Vili. In quanto Sembra che il ragguardevole uf-


ai due, o sei forieri
tre, quattro, fizio del foriere maggiore sia suc-
della camera di Nostro Signore il ceduto in molte incumbenze pala-
Papa, che leggonsi in diversi ruo- tine che prima si fungevano dal
li, essi erano famigliari addetti al Maestro del sagro Ospizio (Vedi),
sagro palazzo apostolico , ed alla essendo le sue principali ingerenze
cma e custodia delle sue camere sotto la dipendenza del prelato
e robe, per cui si leggono notati maggiordomo, non solo di fare
sotto la categoria di Offiziali di parte della congregazione ammini-
palazzo, e perciò nulla di comu- strativa palatina, ma di avere cura
ne col foriere maggiore, anzi da delle fabbriche dei palazzi aposto-
lui dipendenti come individui del- lici ed che gli appartengo-
edilizi

la Floreria apostolica (Vedi). Sic- no, e perciò deve verificare ed ap-


come questo rispettabile ministro provare i prezzi de' conti degli ar-
per impotenza, assenza, o vacanza tisti , in cui è aiutato dal busso-
di monsignor maggiordomo ne sup- lante sotto-foriere, come ancora si

plisce le veci nella direzione del- occupa della conservazione, rinno-


l'azienda palatina, e per essere il vazione di condotti» re, e concessio-
suo itnpiegu a vita, cosi allorché ni di acque. Sopraiuteude pure al-
,

FOR FOR 187


le suppellettili, mobili, masserizie prendere la berretta rossa dalle
ed altro de' medesimi palazzi apo- inani del Papa. Di altre mansioni
stolici, venendo in ciò rappresen- del foriere maggiore se ne parla
tato dal Nel voi. VII, a
fioriere. in parecchi articoli del Dizionario,
pag. 38 del Dizionario } dicemmo di come di Cappelle pontificie, Pran-
altre sue attribuzioni, anche risguar- zi, Palazzi pontificii ec. ed altri

danti i Viaggi [Vedi), e le Vii- i-elativi, Viaggi, ec, ne' quali è of-
foggiature de Papi (Vedi) 3 come flzio del foriere maggiore il pre-
ancora che nei tieni di città e cedere il Papa ne' suoi viaggi on-
nobile prende luogo nel frullone de allestire gli alloggi per la sua
col Cavallerizzo maggiore (Fedi), sagra persona, e per tutta la sua
terzo cameriere segreto laico par- corte, come fece il marchese Sci-
tecipante, col quale incede anche pione Sacchetti nel viaggio intra-
a piedi, e con lui ha comuni tan- preso da Pio VII quando si recò
to l'abito nero di spada, che le a Parigi a coronare Napoleone, nel
monture, essendo ivi descritto il quale il foriere maggiore ebbe l'in-
primo e le seconde. AH' articolo tero carico della direzione del viag-
Cavallerizzo , sono riportate di- gio ed alloggiamenti, e la soprain-
verse notizie che riguardano il fo- tendenza generale. Nel 1724 per
riere maggiore. Il foriere mag- impotenza del maggiordomo, il fo-
giore non solo nei treni di città riere maggiore d. Girolamo Colon-
precedeva a cavallo il Papa , ma na ne supplì le veci , in ciò che
nelle gite alla villeggiatura di Ca- ilmaggiordomo fa al cadavere del
stelGandolfo , egli col cavalleriz- defunto Pontefice prima di chiu-
zo maggiore cavalcavano agli spor- dersi la cassa, cioè nel cuoprire il

telli della carrozza del Pontefice : cadavere con drappi , e porre ai


ne' luoghi ove incombe al cavalle- di lui piedi le tre borse di vellu-
rizzo aprire tali sportelli, nella sua to colle monete e medaglie conia-
assenza li apre il foriere maggio- te nel suo pontificato.Qui notere-
re, non perchè sia minore in gra- mo che il maggiordomo quando
do gerarchico del cavallerizzo, ma vi è il cardinal nipote o padrone
perchè a lui spettava prima tale non cuopre il volto del defunto
uffizio; e quando il Pontefice in- ne pone le tre borse nella cassa
cede in carrozza con due cardina- toccando tali cose a farsi dal car-
li , lo sportello viene aperto dal dinale; almeno così praticavasi an-
prelato maggiordomo, come il pri- ticamente, come ho letto nei re-
mo magistrato della corte ponti- gistri della floreria apostolica. EJ
fìcia. Questo prelato a pie delle nel 1732 il foriere maggiore mar-
scale del palazzo apostolico, in com- chese Capponi pose la prima pie-
pagnia del foriere maggiore, apre tra fondamentale con alcune me-
lo sportello della carrozza ove so- daglie, nei fondamenti del maesto-
no i sovrani che recansi a visitare so palazzo della consulta sulla piaz-
il Pontefice ciò prima faceva il
: za del Quirinale. A' nostri giorni
foriere maggiore, il quale antica- poi, quando il regnante Pontefice
mente pure a pie delle scale del nel i838 volle affidare la custo-
palazzo apostolico riceveva i no- dia e cura del celebre museo Ca-
velli cardinali, che si recavano a pitolino d magistrato roumuo, sic-
,88 FOR FOR
come esso apparteneva alla imme- cavalcavano. In quello del iGGj
diata giurisdizione di monsignor di Clemente IX, si legge che mon-
maggiordomo, per questi esegui la signor Accarigi foriere maggiore
consegna marchese Scipione Sac-
il cavalcò co' camerieri d'onore in a-
chetti foriere maggiore, u' 3 otto- biti rossi, seguito dal guardaroba
bre, a tale atto specialmente de- e sotto-guardaroba. Lo stesso posto
putato, come diremo all'articolo presero Urbano Rocci foriere mag-
Museo Capitolino, ove riporteremo giore di Clemente XI, nel possesso
la formalità con cui venne esegui- che questi prese l'anno 1700; e d.
ta l'onorifica commissione. Il Can- Girolamo Colonna foriere maggio-
cellieri nella Lettera al dottor Ko- re d'Innocenzo XIII, nel possesso
rejfy in più luoghi parla del fo- da questi preso nel 1721, con bel
riere maggiore , per ciò che ri- cavallo bardato, e ornato di fet-
guarda il luogo che prese nelle gi- tucciecon nobile livrea: nel pos-
te a Castel Gandolfo come alle , sesso di Benedetto XIII, l'anno
pag. 123, 1 47> i5'> 180,186,225, 1724, il medesimo d. Girolamo ca-
228, 239 e 248, riportando gli valcò pure come foriere maggiore.
analoghi estratti de' Diari di Ro- Nel 1730 pel possesso di Clemen-
ma. A pag. igo e seg. poi ripor- te XII cavalcò il foriere maggiore
ta la descrizione del solenne con- marchese Gregorio Alessandro Cap-
vito imbandito sotto la direzione poni ; nel 1741 per quello di Be-
del foriere maggiore il marchese nedetto XIV, cavalcò il marchese
Patrizi Chigi Montori, nell'aula del Gio. Patrizi Chigi Montori, coa-
palazzo di Castel Gandolfo, per la diutore del maggiore, in-
foriere
consagrazione che Clemente XIII sieme al marchese Gio. Antonio
fece in vescovi, de' cardinali Erba Vasè Pietramelata, coadiutore del
Odescalchi , e Valenti ; quindi a cavallerizzo. Clemente XIII nel
pag. 204 dice che marchese a-
il 1758 si recò alla basilica latera-
vendo fatto rappresentare in due nense con nobile cavalcata per pren-
quadri la consagrazione ed il con- dervi il possesso dessa secondo il
:

vito, fece dono di tali dipinti al solito si apri dai cavalleggieri, dal-
Pontefice.' Nelle cavalcate pubbli- le lancie spezzate , dal marchese
che per le cappelle della ss. An- Gio. Patrizi Chigi Montori suo fo-
nunziata, di s. Filippo, della Na- riere maggiore, unitamente al conte
tività Maria Vergine, e di
di s. Petroni romano cavallerizzo, i quali
Carlo, in principio di esse dopo i erano succeduti dai valigeri de' car-
cavalleggieri e le lancie spezzate dinali medesimi soggetti in egual
: i

cavalcavano il foriere maggiore, e modo incederono nella cavalcata


il cavallerizzo maggiore del Papa, del possesso del 1769 di Clemen-
con abiti guarniti di maglia ossia te XIV. Nel 1775 pel possesso di
merletto nero, massime il mantello, Pio VI cavalcarono in tale luogo
indi seguivano due sopraintendenti il marchese Girolamo Serlupi Cre-
alle scuderie pontificie, e i came- scenzi cavallerizzo. Il marchese Sci-
rieri de' cardinali colle valigie. pione Sacchetti foriere maggiore,
Anche nelle cavalcate dei solen- ed il barone Giuseppe Testa Pic-
ni possessi de' Pontefici il cavalle- coloinini cavallerizzo, nel loro abi-
rizzo iu un al foriere maggiore to di maglia nera di gran forma
FOR FOR 109
liti», cavalcarono nel possesso che gli die per successore il marchese
prese nel 1801 Pio VII. Ne'susse- Scipione Sacchetti, allora suo ca-
guenli possessi non avendo avuto vallerizzo maggiore; promozione che
più luogo la cavalcata solenne, il meritò per le sue doti, e funse la
foriere maggiore ed il cavalleriz- nobile carica anche nei pontificati

zo precedettero come nei treni di di Pio VII, di Leone XII, di Pio


città e nobili la carrozza del Pon- Vili, e di Gregorio XVI, il quale
tefice, cioè nel solito frullone pa- in benemerenza delle sue egregie
latino in compagnia del prelato e- qualità, e di quelle del degno fi-

lemosiniere. glio marchese Girolamo, nel 1 838


A voler nominare alcuni forieri a' 26 gennaio glielo die in coa-
maggiori pontificii, di Pio IV fu diutore, e poi il successe a' 18 no-
certo Andrea; di s. Pio V, Alber- vembre 1839, come si legge nel
to Franchino ; di Sisto V, Girola- numero 94 Diario di Roma
del
mo Grassis; di Urbano Vili, Gia- di quell'anno; mentre il marchese

como Gittio ; d'Innocenzo X, Bac- Scipione cessò di vivere a'23 gennaio


cio Aldobrandino che nel 1602 del 1840. Le di lui esequie furono
creò cardinale ; di Clemente IX ,
celebrate nella chiesa di s. Giovanni
monsignor Clemente Accarigi ,
già de' fiorentini, coll'assistenza ed in-

coppiere del predecessore Alessan- tervento della famiglia nobile pon-


dro VII, continuando ad apparte- tificia tanto in abito paonazzo, che
nere ai camerieri segreti ecclesia- di spada. Il numero i3 del Dia-
stici partecipanti in abito paonaz- rio di Roma di detto anno ripor-
zo, e con titolo di monsignore. ta una bella necrologia di sì vir-

Alessandro Vili nel 1690 fece fo- tuoso signore, e la descrizione del-
riere maggiore Urbano Rocci, che le solenni esequie, assistite dal mag-
continuò ad esserlo con Innocenzo giordomo, dal maestro di camera,
XII, e con Clemente XI. Innocen- e dalle cariche palatine; avendo
zo XIII nel 1721 nominò foriere cantato la messa monsignor sa-
maggiore il suddetto d. Girolamo grista.
Colonna, che continuò ad eserci- La funzione delle esequie dei fo-

tare la carica sotto Benedetto XIII. rieri maggiori è descritta nei Dia-
Nel 1730 Clemente XII promosse ri di Roma, ai numeri che citere-
a questo uffizio il nominato mar- mo. Il numero 2068 dell' anno
chese Capponi, al quale nel 1740 1730 descrive quelle di d. Giro-
Benedetto XIV nominò in coadiu- lamo Colonna celebrate in s. Ca-
tore il marchese Gio. Patrizi Chi- terina de' Funari , ove cantò la
gi Molitori, che nel 1 746 diven- messa monsignor Leoni guardaro-
ne effettivo per morte del prede- ba, coll'assistenza de' cantori della
cessore, e servì pure Clemente XIII, cappella pontificia, e l'intervento
e Clemente XIV sino al 1772 in di tutta la camera segreta, com-
cui morì, ed il Pontefice ne riem- presi i camerieri di onore, e i ca-
pì la vacanza col marchese Camil- valieri di spada e cappa. Il nu-
lo Massimo generale delle poste. mero 4^4 dell'anno 1746 ripor-
Pio VI nel 177 5 fece foriere mag- ta la descrizione de' funerali fatti

giore il marchese Gio. Battista Col- nella chiesa di Giovanni de' fio-
s.

ligola, e nel 1794 per sua morte rentini al marchese Capponi, il cui
,

iqo FOPt FOR


cadavere fu esposto in alto letto una di argento), non che la di-
circondato da ventisei candele e stribuzione delle candele, delle pal-
quattro torcie: monsignor Bocca- me, e degli Agnus Dei benedetti :

paduli elemosiniere cantò la messa tanto il foriere maggiore,


che il
solenne, servito dai ministri, e dai cavallerizzo nelle canonizzazioni han-
cappellani cantori della cappella no per emolumento scudi cinquan-
con l'assistenza della
pontifìcia, e ta per cadauno. Tra gli uffizi del
camera segreta a cornu evangelii, foriere maggiore nelle funzioni che
e dei camerieri segreti e di onore celebra od assiste il Papa, va ram-
di spada e cappa a cornu epistolae. mentata la direzione della Sedia
Il numero 8384 dell'anno 1772 gestatoria (Vedi) sulla quale ve- t

narra il funere fatto nella basilica stito co' sagri paramenti dai pala-
di s. Maria Maggiore al marchese frenieri è portato il Pontefice. A
Patrizi Chigi Molitori, ove oltre quel tale effetto a lui incombe, dopo
reverendissimo capitolo, assistè alla che il Papa si è assiso sulla sedia,
messa di requiem tutta la camera ordinarne l'innalzamento colla pa-
segreta. Ed il numero 2020 del- rola alzate^ come l'abbassamento
l'anno 1794 ci dà la descrizione colla parola abbassale: precede la
delle esequie pel marchese Colli- stessa sedia, e diligentemente invi-
gola. Il suo cadavere vestito in a- gila che sia portata in piano, con
bito di città venne prima esposto uniformità e con sicurezza : altret-
nel suo appartamento, ove si eresse tanto dicasi della macchina o ta-

un altare per la celebrazione delle lamo, sul quale il Pontefice porta


messe, e che Pio VI dichiarò pri- il Sagramento nella processione
ss.

vilegiato. L' esequie ebbero luogo del Corpus Domini. Quando il


nella chiesa di s. Maria in Monte Pontefice incedendo a piedi in moz-
Santo da monsignor Dini prefet-
; zetta e stola, genuflette avanti il

to delle cerimonie pontificie gli fu ss.Sagramento chiuso nel ciborio,


cantata la messa solenne, accom- è uffizio del foriere maggiore por-
pagnata dai pontificii cantori, con gere e levare il cuscino per tal

l' intervento di monsignor Vinci genuflessione. Prima tanto il fo-

maggiordomo, e di tutta la came- riere maggiore,che il cavallerizzo


ra segreta, di cui il foriere maggio- maggiore godevano della parte di
re fa parte. palazzo consistente in pane, vino,
Il foriere maggiore ritrae dal pa- legna, ed altre cose, come
cera,
lazzo apostolico l' onorario mensile di cavalli e cibarie per il loro man-
di scudi settantaquattro , e gode tenimento. I privilegi e prerogati-
l'abitazione nel palazzo apostolico: ve del foriere maggiore sono in-

dell'abitazione del foriere maggio- dicali nel volume VII, pag. 27 e


re nel palazzo vaticano ne tratta 28 del Dizionario, e meglio al ci-
lo Chattard nel tom. Il, pag. 72 tato articolo Famiglia pontificia,
e 73 della Descrizione del palaz- ove sono pure riportate le prov-
zo apostolico vaticano. Nella dispen- videnze prese dai Pontefici sull'a-

sa annuale medaglie di ar-


delle zienda palatina , massime di Pio
gento, e per il possesso ne perce- VII, Leone XII, e Gregorio XVI,
pisce quattro prima ne aveva co- sia col moto-proprio de' io dicem-
(
me il cavallerizzo una d'oro ed bre i83?., sia colle dilucidazioni
FOR FOR 191
emanate nell'ottobre 1 838 che , debbono fare un' ora di orazione
col regolamento per gli uffizi cen- ncll' annuali divozioni delle qua-
trali dell'azienda palatina, pubbli- ran l'ore e del sepolcro, che si fan-

cato a' i maggio 1840. no nella cappella pontificia, sono


11 sotto- foriere poi è un uffìziale avvertiti con biglietto del segre-
palatino che appartiene alla famiglia tario della elemosineria apostolica,
Debile, ed alla classe dei Bussolanti la quale è incaricata delle spese
pontifìcii (Vedi), addetto inti- dell'illuminazione), come per quei
mamente quale aiuto del foriere bussolanti che nei palchi del corpo
maggiore. Ed è perciò che il diplomatico e delle dame, nelle
bussolante sotto-foriere invigila sul- funzioni che assiste e celebra il
la esecuzione delle fabbriche dei Pontefice, sono destinati a custodir-
palazzi apostolici e sue apparte- ne l' ingresso coi camerieri segreti
nenze, loro restauri ed' abbelli- e di onore soprannumerari di spada
menti ; ne riscontra e misura i la- e cappa ; quali biglietti il sotto-
i

vori, e rivede i conti degli artisti. fioriere rimette al decano della sa-
Allorquando il Papa va in sedia la pontifìcia, perchè sieno diramati

gestatoria, e sulmentovato talamo, ai bussolanti destinati alle mento-


siccome il foriere maggiore n'è il vate incombenze. Però va notato
regolatore, il sotto-foriere n'è il che pel servizio dell' anticamera del
sor vegliatore, per cui in veste ros- Papa, che si presta dai medesimi
sa con cappa, cioè coli' abito di bussolanti, n' è regolato il turno
bussolante, veglia nella parte di dal decano degli stessi bussolanti e :

dietro, perchè sia portata dai pon- che monsignor maggiordomo è quel-
tificii palafrenieri e sediari , con lo che stabilisce i bussolanti che
egualità e sicurezza. Col medesimo debbono assistere i sovrani, o prin-
abito nelle distribuzioni che fa il cipi sovrani, come altezze reali ec.

Papa delle candele e palme be- nelle sagre funzioni. 11 sotto-foriere


nedette, genuflesso sul ripiano del inoltre esercita altre onorifiche in-
trono in un ad altro bussolante, rice- combenze, gode 1' abitazione al qui-
ve dal sotto - maestro di casa le rinale, e l'uso del legno palatino
candele e palme benedette , che per quando deve adoperarsi pel
somministra al prelato chierico di suo uffizio. Partecipa delle distri-
camera, il quale le porge al car- buzioni delle medaglie di argento
dinal secondo diacono, e questi le in numero di tre, egode il mensile
presenta al Pontefice: altrettanto onorario di scudi cinquantacinque.
faceva prima degli Agnus Dei, pe- Prima il sotto-foriere, come gli al-

rò sono dati ora dal bussolante tri famigliari del Papa, godeva la
sotto - guardaroba all'uditore del- , parte di palazzo, consistente in pa-
la rota genuflesso. Allorquando i ne, vino ed altro, e talvolta ebbe
bussolanti debbono intervenire nel- la medaglia d' oro, come apparten-
la cappella pontificia, o in qualche ne al ceto dei camerieri extra mu-
basilica o chiesa per sostenere le WS, riuniti poscia ai bussolanti. Al-
torcie nelle processioni, incombe al tre notizie sul sotto-foriere si pos-
sotto - foriere il destinare con bi- sono leggere negli articoli che lo
glietto i bussolanti che debbono riguardano, massimamente in quel-
portarle («jue' bussolanti poi the lo della Famiglia pontifìcia.
nj2 FOR FOR
All'articolo Maggiordomo (Ve- Castellano nell'opera intitolata Lo
di), si riporta come il foriere stato pontifìcio, della legazione for-
maggiore ed il sotto-foriere accom- livese, dice che molti furono i no-
pagnano tal prelato nella visita mi, varie le vicende, ed illusili si-

eh' egli fa nella vigilia della festa no da remotissimi tempi le gesta


del Corpus Domini, dei luoghi per de' popoli, che oggidì compongono
dove nel dì seguente deve passare le quattro legazioni , cioè fra 1' A-
la solennissima processione, in cui pennino ed il mare, dai fiumi Po,
il Papa porla sul talamo il ss. Sa- Panaro e Conca circoscritte. Felsi-
grameli to. Ivi pur si dice come nei campi, da Felsina capitale, chia-
prima ciò facevasi con cavalcata, marono un lungo tratto di paese
incendendo a destra del maggior- gli etruschi fondatori delle dodici
domo il foriere maggiore, ed a si- città transapennine, edificate a si-

nistra un cerimoniere pontificio, e militudine delle dodici Lucumonie.


Ira gli scudieri e camerieri extra Nella posteriore irruzione de' galli
cavalcava il sotto-foriere. Inoltre si sull' Italia settentrionale, tutta que-
descrive la cavalcala che aveva luo- sta regione entrò a far parte del-
go se il maggiordomo non v' in- la Gallia Cisalpina, la quale at-
terveniva, in cui pei primi caval- traversata dal Po, subì la natu-
cavano il cerimoniere in mezzo al rale divisione di Traspadana e
sotto-foriere in abito paonazzo di Cispadana; e la parte Cispada-
soltana di seta con fascia simile, e na si distinse anche col nome di
mantellone di saia, ed al primo Gallia Togata , dalle toghe, che
giovane di floreria in abito di cit- que' barbari nell' apprendere il vi-

tà ed in collarone. 11 tutto estratto vere civile incominciarono ad in


dalle Brevi indicazioni per le at- dossare. Però secondo le diverse tri

tribuzioni ed esercizio dei cerimo- bù che vollero stabilirvisi, le diver


nieri pontificii, compilate dai mon- se parti assunsero un titolo specia

signoriGiovanni Fornici, e Giu- le ; verso la montagna i boi, e nel


seppe de Ligne, presso analogo e la marittima spiaggia i lingoni v

più ampio lavoro fatto da monsi- presero sede. romaQuando poi i

gnor Giuseppe Dini primo maestro ni vincitori incominciarono in tem


delle cerimonie di Pio VI. pò di pace ad edificare nei princi
FORLÌ' (Forolivien). Città con pali luoghi monumenti degni d
residenza vescovile nello stato pon- loro coll'opera de'propri operosi sol
tificio , capoluogo della provincia dati , fu il primo il console Caio
e legazione apostolica del suo no- Flaminio, il quale da Roma a Ri
me, della quale daremo prima un mini costruì la strada che pre
cenno storico, come della sua po- se il di lui nome, detta perciò Fio
sizione topografica. La legazione minia come la porta di Roma ove
apostolica e provincia di Forlì co- la via incominciava, anzi la stess;

fina al nord-est ed al nord con provincia Flaminia fu appellata


quella di Ravenna, all'est col ma- Poco dopo il console Marco Emi
re Adriatico, al sud colla legazio- lio Lepido edificò l'altra strada

ne diUrbino e Pesaro e la repub- Rimini a Piacenza, la quale per li


blica di s. Marino, ed all' ovest col- fu detta Emilia, nome che si este

la Toscana. Parlando il eh. avv. se anco alla corrispondente regione


,

POR FOR iq3

Le barbariche irruzioni ne cam- Luso, torrente anch'esso, che scor-


biarono i destini, e dopo l' eccidio re direttamente al mare; il Fiu-

de' goti, mentre i longobardi dispu- micino, famoso per le alte sue ri-

lavano a' greci gli spaisi brani del- membranze, tanto perchè presso la

lo sfaceli a to impero romano, spal- sua foce. la più probabile opinione


leggiati i cisalpini dalle milizie clel- pone l'isoletta triumvirale formata
\ Esarcato (fedi), e protetti dai dagli inlluenti Riosalto e Rigossa ,

sommi che meno Tallo


Pontefici, nel luogo detto oggi la Cagnona
dominio quasi nominale degli im- dal nome degli attuali proprietari
peratori greci, esercitavano sui po- del fondo, sì perchè nel più borea-
poli di cpiesta parte d'Italia la prin- le degli influenti suoi si riconosce
cipale influenza, si distinsero nella il celebre Rubicone ( celebrato con
fedeltà al nome romano, né cedet- quelle opere che sono registrate

tero che alle violenze del re dei nella Bibliografia storica delle cit-
longobardi Astolfo, dopo la totale tà dello stalo pontificio , alcune
espulsione degli esarchi, e n'ebbe- delle indicheremo parlando
quali
ro in premio il nuovo nome di di Savignano), che ritiene ancora

Romagna (Romandiola) che rima- presso la sua sorgente il corrotto


se alla contrada in perpetuo dopo nome di Urgone , e dicesi poi jRf-

il trionfo di Carlo Magno, sebbe- scialello dui fondo Piscinianuni y


ne in più stretto senso i soli abi- quando prossimo a confondere col
tatori del lato sud-est sieno chia- mare le proprie acque, volgesi al
mati Romagnuoli. E quella di Forlì sud per ingrossare il suo vicino.
la legazione più meridionale, che Attraversano inoltre il territorio di

ha il seguito dell'Apennino all'o- questa provincia il Savio, il Ronco t


vest ,
per cui dalla Toscana è di- il Montone, passando poi ad innaf-
visa, mentre l'Adriatico bagna al- fiare la confinante.
l' est la sua spiaggia , ed al nord I doni della natura sono profu-
una linea ideale tirata da Cervia a si per tutta la provincia forlivese
Faenza la separa dalla legazione a lax-ga mano, essendo il suolo fer-
Ravennate. Sono suoi fiumi il Con- tilissimo, e principalmente abbon-
ca già Cruslumio che scaturisce , dante di ottimo e vigoroso vino.
dai monti di Carpegna e per le , Sono dappresso i monti considere-
terre feltresche alla stazione posta- voli miniere di zolfo, e cave di
le della Cattolica discende, presso pietra : la industria manifatturiera
cui in riva al mare si veggono gli è assai animata. La legazione apo-
avanzi dell' antica città di Conca stolica di Forlì secondo l' ultimo
sommersa dalle onde. Gli altri fiu- riparto territoriale fino al i833^
mi sono l' Amavano che sarebbe , conta nella sua popolazione 194,399
un torrente se dalle pendici di
, abitanti, ne' tre distretti di Forlì,
s. Marino non si gettasse nell'Adria- di Cesena e di Rimini in cui è di-
tico senza rendersi d' altrui tribu- visa. Formasi della parte meridio-
tario il Marecchia, detto prima
; nale dell' antica Romagna ; e sotto
Arimino che sgorga dal toscano
, il regno italico costituiva la mag-
monte della Verna, e vicino alla gior parte del dipartimento del Ru-
foce lambisce le mura della città', bicone. P. Sigismondo Marchesi
che ne conserva ilnome antico; il Supplimento storico dell'antica cìt-
voi,, xxv. i3
,
94
FOll FOR
tà di Forlì , MI cui si descrive la lo di Bari , che dipende dal capi-
provincia della Romagna, cori la tolo della patriarcale basilica vati-

serie in fine delle armi gentilizie cana, perchè Meidola sta nella dio-
di tutte le famiglie nobili 3 e del cesi dell' abbazia di Forlimpopo-
catalogo de vescovi e governatori li. Sono famosi nella Romagna i

della medesima città, Forlì 1678 suoi mercati, che somministra il

per Giuseppe Selva. Da Giorgio territorio in gran copia tutti i ru-

Marchesi abbiamo : Monumenta vi- rali prodotti. I Malatesta signori di


rorum illuslrium Galliac Togalae, Rimini vi dominarono, indi la re-
Forolivii ex typ. Pauli Silvae, an- pubblica di Venezia per la cessio-
no 1727. Si può consultare Ange- ne che ad essa ne fece Pandolfo
lus Torzanus M., Orationes quae Malatesta, quindi tornò al pieno
de Umbriae , Romandiolaeque ce- regime de' Pontefici. Però Leone X
leberrimarum regionum Italìae, ur- ne investì Alberto Pio de' signori di
biumque suarum praecipuarum lati- Carpi, fratello di Leonello signore
dibus agunt, Venetiis i562. Il di- di Bertinoro, che l'ebbe poscia iu
stretto di Forlì contiene oltre For- retaggio. Meidola soffrì gravi disav-
lì', Bertinoro , Polenta , Forlimpo- venture dall'esercito di Carlo con-
poli, Meidola e Ci vi Iella. 11 distret- testabile di Borbone nel 1527 ,
to di Cesena, oltre Cesena contie- quando recavasi ad assediare Roma.
ne Cesenatico, Sarsina, Sogliano e Vuoisi che fosse l'antico Mutilimi,
Savignano. Il distretto di Rimini e Pasquale Amati nel 1776 pub-
contiene oltre Rimini , Verucchio , blicò in Bologna Dissertazione so- :

Sant'Arcangelo, Coriano, Saludec- pra il passaggio dell' Spennino fat-


cio e la Cattolica. Col medesimo to da Annibale, e sopra il castel-

ordine de' luoghi componenti tre lo Mutilo degli antichi galli. Essa
i

passiamo a dare di tutti


distretti, fu scritta contro la Dissertazione
un semplice cenno storico, incomin- sopra il passaggio dell' Apennino
ciando da quello di Forlì. per Modigliana fatto da Annibale
Bertinoro (Vedi), città vescovile. cartaginese, di Pietro da Modiglia-
Polenta. Villaggio piccolo ma fa- na, che l'avea pubblicata colle stam-
moso per aver da esso desunta l'o- pe in Faenza nel 1 7 7 1 Del suo .

rigine i Polentani che dominarono convento di s. Rocco ne tratta Fla-


Ravenna ( Vedi) dopo la cessazio-
minio da Parma, nelle sue Memo-
ne degli esarchi. Trovasi in ame- rie istoriche.

na altura innaffiata dal torrente Civitella. Borgo posto alle radi-

d'Avesa. Da Polenta dipende l'al- ci dell' Apennino , presso i limiti

tro villaggio di Collinella. della Romagna toscana , e bagna-


Forlimpopoli [Vedi), città ve- to dal Bidente, detto poi Viti, vi-
scovile, al presente abbazia nullius. cino a Meidola, che in fine presso
Meidola, Meldula. A sinistra del Forlì assume il nome di Ronco.
Ronco, che si trapassa per un pon- Civitella era luogo forte, ma delle

te di pietra, è situato questo bor- sue fortificazioni ora non si vedo-


go, il quale primeggiò fra i castel- no che avanzi. I forlivesi vi ebbe-
li de' bassi tempi. Non mancano di ro uno scontro favorevole, co' fio-
regolarità i suoi templi e gli edi- rentini capitanati da Guido Selva-
lìzi; vi è la collegiata di s. Nico- tico. Per questa terra corre la

!
, , è,

F R FOLI kj7
strada che da Forlì
provinciale
, Teodorico re d'Italia. Ad altro mi-
porta al gran ducato di Toscana glio sopra detto palazzo eravi l'in-

dalla parte di Galeata, servendo al signe monistero di s. Ellero, i cui


commercio di Romagna colla pro- abbati furono un tempo signori
vincia del Casentino. Questa strada temporali di questa contrada, mo-
nell' XI secolo chiama vasi Vìa Ro- nistero che il Papa Adriano I rac-
mipetarum perchè, come la più
,
comandò con lettera a Carlo Ma-
breve, era frequentata dai pellegri- gno. La collegiata rimase soppres-
naggi ; essendo allora a comodo dei sa nelle vicende repubblicane ; avvi
pellegrini fornita di frequenti ospi- un ospedale, e presso la sponda del
zi Secondo il
di gratuito alloggio. Bidente una sorgente d'acqua me-
dottor Savignano, per
Amati di dicinale. È sede di governo, ed ha
questa via passò Annibale nella me- soggette le comuni di Mortano ,

morabile sua spedizione contro Ro- paese con buoni fabbricati, coll'ap-
ma, e per questa passò il contesta- podiato Spinello ; di Predappio ,
bile di Borbone nel iSij quando ,
coli' appodiato Rocca d'Elmicij e
andava a guerreggiare con formi- di Fiumana. Dall' amministrazione
dabile esercito contro il Papa Cle- municipale poi dipendono gli ap-
mente VII. Dipoi nel 1642 Odoar- podiati Cuscrcoli , antico castello
do Farnese duca di Parma , alla de' conti Malatesta, stato poi sino
testa di cinquemila cavalli per ricu- al 1797 feudo de' marchesi Guidi
perare Castro, fece allo in Civitella, del Bagno di Mantova, e Valdop-
vi si trattenne tre giorni, e la sac- piOy distrutto forte degli stessi couti.
cheggiò, perchè dalla famiglia Ma- Cesena ( Fedi), città vescovile
la testa, che teneva le parti di Ur- e distretto cui soggiacciono i seguen-
bano Vili, gli fu ucciso un alfiere. ti luoghi.
E qui noteremo che quella fami- Cesenatico. Borgo importante
glia cotanto potente pel dominio lungo la spiaggia marittima, eh'
esercitato su varie città di Roma- attraversato dalla strada che con-
gna , restò già estinta colla morte duce da Rimini a Ravenna. Fu e-
del conte Lamberto , ultimo figlio difìcato nel pontificato di Giovan-
del conte Cesare, feudatario di Val- ni XXIIJ, nei primi anni del seco-
doppio, avvenuta nel 1757. Pel ter- lo XV , e nelle sue vicinanze al
ribile terremoto del 22 marzo 1661, sud-est si additano le nuove Ta-
Civitella rimase quasi interamente verne Cossuziane ( ad novas Ta-
distrutta ne' suoi edilìzi, colla mor- bernas Cossuntianas ) eh' erano le
te di cento venlidue persone ; solo frontiere Cispadane della repubbli-
vi restò illeso il santuario di s. Ma- ca romana. JNe' suoi dintorni è il

ria della Suasia. Concorse allora a luogo della città di Ficocle sulla
rifabbricarla il governo pontificio via Reginia , che dagli Apennini
coli' esenzione dai tributi per ven- giungeva all'Adriatico qui va no- :

t' anni il nominato


: santuario è di tato, come si disse all'articolo Cer-
molta venerazione e concorso. Sul via, che sembra questa città vesco-
confine toscano, alla distanza di un vile essere succeduta all' antica Fi-
miglio, vedevano le vestigia del
si cocle. Ha una rocca presidiata, che
palazzo, che per suo diporto verso gì' inglesi nel 1 813 in uno sbarco
l'anno 5 16 fece fabbricare il goto incendiarono. Su questo borgo e
,

i
96 FOR FOll
porlo del territorio di Cesena, Mat- do, che la romana famiglia Sabi-
teo Zacchiroli pubblicò nel 1783 niarta vi possedeva, la quale dal me-
un opuscolo in Cesena intitolato : desimo borgo antichissimo ripete
Saggi sopra l'aria del Cesenatico. la sua origine, e probabilmente da
Sarsina (Fedì), città vescovile. un Caio Sabino. Dapprima fu edi-
Sogliano, Sullianum. Borgo si- ficato il borgo nel rurale villaggio
tuato sopra un colle , a pie del che ora dicesi S. Maria in Castel
quale scorre il Fiumicino , che ad Secchio, e quindi trasferito nell'a-
una stessa foce col Pisciatello si get- rea odierna. V^i scorre il Fiumici-
ta nell'Adriatico. Secondo l'Amati, no, sopra il quale è il ponte di mar-
Sogliano deriva dalla gente Sullia, mo costruitovi da Ottaviano Au-
o da Siila , ovvero die cjuesta gusto nel suo settimo consolato, sot-
provenne da Sogliano. E cinto di to il qual ponte credè taluno che
muraglia ed ha una bella chiesa
, vi passasse l'antico Rubicone. Dal
parrocchiale, dedicata a s. Lorenzo, secolo XIV in poi si è menato gran
e nominata dal Pontefice Lucio li rumore per riconoscervi il Rubi-
in una sua bolla^ oltre alcuni edi- cone a preferenza del Luso rimi*
flzi di qualche rilevanza. Abbraccia nese e del Pisciatello. Viene loda-
le comuni di Borghi e di Ronco- to il dotto savignanese Basilio Ama-
freddo j l'etimologia di Roncofred- ti , che per amore di storica veri-
do venne da un'altissima torre che rità, nelle sue ricerche non conven-
quivi esisteva in tempi antichi , e ne colle opinioni del degno geni-
chiama vasi la Rocca fredda per la tore, né nella sentenza del rispet-
sua altezza; qui fu assassinato alla tabile arciprete Nardi, che aggiudi-
mensa il conte di Chiazzolo dallo cato sia per sempre il Rubicone
zio Patidolfo Malalesta neliZi^. a' savignanesi , invece si decise per
Vi sono gli appodiati Monte Co- 1' Urgone o Pisciatello, Piscinia-
druzzo, Monte Leone e Sarrivoli num. Vedi Pasquale Amati Dis- ,

non che vari montani casali qua e sertazioni tre sopra alcune let-
là sparsi. Dipendono poi dalla comu- tere del doti. Bianchi , e sopra la
nale amministrazione gli appodiati moderna iscrizione savignanese , e
Montebello, Monte Gelli, Monte Tiffì il Rubicone degli antichi, Faenza
e Rontagnano con diversi villaggi mi- 1761. Dissertazione seconda sopra
nori , oltre sette rurali parrocchie. alcune lettere del doti. Bianchi , e
Alberto Fortis, scrisse la Memoria sopra il Rubicone, Faenza 1763.
sopra la miniera di carbone di So- Gabriele Maria Guastuzzi, Confer-
gliano, Cesena 1790. Il p. Flami- ma e difesa del parere sopra il
nio da Parma, nelle sue Memorie Rubicone degli antichi. Lettera di-
isloriche delle chiese e conventi dei retta al p. Calogerà contro una
riformali della provincia di Bolo- lettera scritta al Randelli in con-
gna, stampate in Parma nel 1760, futazione della scrittura del p. Ser-
non solo tratta del convento di ra contro i riminesi ed i sarcange-
s. Croce di Sogliano, ma sull'ori- lesi in proposito del Rubicone. Si
gine, progressi e signori di Soglia- legge nel tona. nuova raccol-
I della
no stesso. Parere so-
ta degli Opuscoli scient.
Savignano, Sabinianum. Borgo pra il Rubicone degli antichi, Ve-
posto in piano, già esteso latifon- nezia 1749- A. carte tor v'ha la
FOR TQ7
descrizione del ponle di Sa vignano. per le sue mura. Insigne è la sua
Nella questione nata tra i cesena- collegiata di s. Lucia, alla quale do-
ti, i ri ni inesi e i savignanesi per nò Clemente XIII il quadro che
attribuirsi ognuno il Rubicone, il adorna l'altare maggiore; la chie-
Guastimi difende i savignanesi. 11 p. sa matrice è antichissima d'origine.
Gio. Angelo Sena gli si oppose con Vi sono pure altre belle chiese, co-
l'opera intitolata: Fiume Rubico- me quelle di Rocco, di s. Salva-
s.

ne difeso dalle ingiuste pretensioni tore, di s. Giuseppe ed un con-


,

delle due comunità di Ri/nini e vento di osservanti. Il succitato p.


s. Arcangelo, stampata in Faenza. Flaminio da Parma, nelle sue Me-
Abbiamo pure di Pietro Borghesi, morie, tratta del convento di s. Se-
Lettera in difesa della sua iscrizio- bastiano. Le strade , le piazze , i

ne posta al fiume diSavignano, con- frequenti palazzi abbelliscono ma- il

tro il dottor Giovanni Ciancili di Pii- teriale aspetto di Savignano. Co-


uiini. Checché ne sia, non abbiso- piose sono le benefiche istituzioni, e
gna Savignano di questi causali van- fra queste nomineremo il monte di
ti, per essere anuoverata tra le più pietà; l'ospedale già convento dei
celebri terre. girolamini; una fiorentissima biblio-
Nel secolo XIII Savignano era teca eretta nel secolo XVII, ed aper-
ben noto e popoloso ; ma verso la ta alla pubblica istruzione, dovizio-
metà del seguente venne per cura sa di più di diecimila volumi; una
del cardinale legato Albornoz cin- collezione numismatica forse la più.
to di turrite mura, e munito di completa d' Italia quanto alle me-
fosse per la pericolosa sua posi- daglie consolari, senza mancare del-
zione in mezzo alla via consola- l' imperatorie e d' ogni altro gene-
re. Queste fortificazioni ebbero fi- re, adorna il palazzo dei Borghesi;
ne nel i36i nel pontificato d'in- né manca di teatro convenientemen-
nocenzo VI. Fu assai lodevole l'an- te decorato. Il eh. Calindri nel Sag-
tiveggenza di quel gran cardinale gio statistico storico dello stato pon-
in que' tumultuosi tempi per la re- tificio , dice che il museo Borghe-
sidenza dei Papi in Avignone, laon- siano numismatico di trentamila
de il paese in seguito maggiormen- medaglie consolari ed imperiali ro-
te si aumentò mane, è stato trasportato a s. Ma-
s essendovisi dilatati
i due ampi borghi uno de' quali , rino, ove si è stabilito l'illustre
ne forma oggi quasi la miglior par- suo proprietario. Caldi di amor
te. Molti vani assalii furono suc- patrio i savignanesi, ed amanti del-
cessivamente dati a Savignano, e la coltura dell'ingegno, con lode-
ne fu respinto Barnabò Visconti vole divisamento hanno voluto e-
colle milizie pontifìcie guidate dal ternare la gloria dell'avervi avuto
conte Carlo di Davadola, il quale i natali il sommo filologo Giulio
però pagò cara la vittoria colla per- Perticari a' i5 agosto 1779, co ^ a
dita della propria vita. Tutta volta istituzione in suo onore dell'acca-
i viscontiani nel principio del seco- demia de' Simpemeni-filopatridi-ru-
loXVI gli diedero furioso sacco; e biconii, nella prima adunanza della
Francesco Maria della Rovere duca quale, tenuta a' 17 maggio 1825, s'in-
d'Urbino, co' suoi alleati chiesero nalzò l'analoga lapide del dotto e eh.
a moderate condizioni il passaggio Bartolomeo Borghesi savignanese.
,,

ic.,8 FOR FOR


In prossimità poi di Savignano Mutalio o posta antica ; che esistè
era l'antica Compitimi, o ad Con- intero sino al VI secolo, che va-
Jluentes , città secondo alcuni , o sto era il suo territorio, e che dal-
grosso paese secondo altri, situato l'immense monete ed anticaglie ivi
ove incrociando la via Emilia col trovate si formò il museo del lodato
Decumano , eh' era un ramo della letterato Borghesi. In poca distanza
via Regima , formavasi un ampio da Savignano vi è la superba vil-
quadrivio, su del quale sorgeva il la del conte Ginnani. Dipendono
magnifico tempio Compitale aper- dall'attuale governo di Savignano
to da quattro lati, nel quale a ce- le comuni Gatteo , di Gambet-
di
lebrare le compitali feste concor- lola, che viene generalmente deno-
correva la moltitudine: tal tempio minato il Bosco, e di Longiano
dicesi eretto due secoli avanti l'era coll'appodiato s. Mauro, e con mol-
volgare. D. Luigi Nardi nel 1827 te rurali parrocchie. Longiano si dis-
pubblicò in Pesaro, Dei Compiti, se ancora Lonzano, e si vuole fab-
feste e giuochi compitali degli an- bricato fra il VII e 1' Vili secolo
tichi, e dell'antico Compito savi- dagli avanzi Compitani, la cui pie-
gnanese in Romagna. La chiesa di s. ve antichissima era nel territorio ,

Giovanni in Compito n'era l'antica secondo il citato Calindri. Vi è un


pieve, ed ebbe il suo capitolo, che santuario del ss. Crocifisso nella
fu poi riunito alla collegiata di Sa- chiesa de' francescani , dipinto in
vignano. Rimase in fiore sino ai tela, di greca maniera, il quale si

tempi di Giustiniano I, e fu dipoi rese prodigioso nel maggio 1 49^.


nelle guerre de' longobardi distrut- Vi è una ricca e scelta libreria
to, essendo derivati dalle sue ro- fabbriche ed opifici. Nel territorio
vine i due paesi del nuovo e vec- seguirono molti fatti d'arme: i fab-
chio Savignano, e al dire di alcu- bricati sono belli e vasti, con mu-
ni Gaggio o sia Gaio, donde sur se ra all'intorno, e borghi all'esterno.
l' odierno Savignano. Negli scavi Ewi la collegiata di s. Cristoforo
fatti ne' dintorni trovaronsi anelli, 44- Ab-
martire, già esistente nel 1 r

armille, colonne scanalate del graiv biamo da Cristoforo Giovanni Ar-


tempio Compitale, idoletti , meda- naduzzi, Longiani devolutio , ad
glie e sepolcri. Il Nardi ci dà e- S. R. E. sub Gregorio XIII per
ruditissime notizie sull'origine, fe- Octavianwn Longianensem conscri-
fortezza, e vicende di
racità, pregi, pta narratio, quam ex apogranho
Savignano. Come ancora dichiara secretioris Tabularii Arcis Adria-
che Compitimi era un antichissi- nae depromsit. Exst. in tom. Ili
mo paese vicino a Savignano ; che Anedoct. litter.
fu grossissimo paese e municipio; Rimini [Vedi), città vescovile e
che sempre si appellò così, e chia- distretto cui sono soggetti i luoghi
mato pure Confluentes j che vi con- seguenti :

fluivano l'Emilia e la Regima; par- Verucchio. Città posta su di


la della sua amena situazione, del elevato colle in aria buonissima,
magnifico suo tempio, degli ogget- alla destra del Marecchia, assai
ti antichi ivi trovati ; cli'era cinto nominata nelle storie per essere
di grossemura, e termine del po- stato il primo luogo ove Ma la te- i

polo romano; eranvi de' bagni, la sti stabilirono il loro dominio, e


FOR FOR 199
fu primo seggio
il di Malatestino La principale piazza è regolare, ed

Mabtesta I, datogli dall' imperatore ha diversi moderni edifizi di bella


Otlone T, allorché venne questa fa- apparenza: vi è pure un'antica
miglia con lui dalla Germania: an- canonica di solitarii che più non
cora si vedono avanzi delle sue vi abitano. Qui nacque il b. Simo-

antiche fortificazioni. Nell'esteriore ne Ballacchi domenicano, ed un


villaggio di Corpolo, nell'estate si copiosissimo numero di uomini il-
ravvisano sgorgare salutifere acque, lustri , noverati con dottrina ed
1' uso delle quali si sperimenta ec- erudizione da monsignor Marino
cellente pei bagni. Antichissima è Marini prefetto del pontificio archi-
l' origine di Verucchio, credendosi vio vaticano, in una sua disserta-
da alcuni eretta dai popoli dell' i- zione letta nell' accademia romana
sola di Chio. Leone X prima, poi d' archeologia. Gio. Vincenzo An-

Clemente VII a'i5 settembre \5i5, tonio Ganganelli, oriundo di Borgo-


Paolo III a' 5 dicembre i53g, e pace, nella diocesi e distretto di
s. Pio V nel dì primo aprile i566 Urbania, a'3i ottobre 1705 nacque
la chiamarono e dichiararono città, in s. Arcangelo, progressivamente
anzi Leone X vi prepose a gover- divenne cardinale, e nel 1769 Pa-
natore e conte Giovanni Maria ec- pa col nome di Clemente XIV
cellente suonatore di lui. In questa (Vedi ) i concittadini per eternar-
:

città vi è la collegiata di s. Mar- ne la memoria gli eressero un ar-


tino.Di Verucchio, Veraculum, si co in marmo. A Sant' Arcangelo
ha da Filippo Antonini Discorso : soggiacciono le comuni di Poggio
in cui si ribatte l' opinione che i de' Berni, e di Scorticata, con pa-
Malatcsà abbiano avuto la loro recchi casali, otto de' quali vanno
origine da Rimini ; exstat a pag. uniti sua amministrazione mu-
alla

78 dell'opera seg. dell' istesso au- nicipale. Poggio de' Berni fu gover-
tore Supplemento alla cronica di
: nato dai duchi di Urbino sino dal-
ì e nicchio terra della diocesi di la più rimota età di quella possente

Ri/nini, Bologna 161 8. famiglia, che terminò di signoreg-


Santo arcangelo. Città il cui ter- giarlo nel i63i. E una terra la
ritorio è in colle e in piano di cui origine è assai antica, con ter-
aria ottima, posta sopra una colli- monte ed in piano. Nel
ritorio in
na alla destra «riva del Luso, non 1 765 reggenza di Toscana ven-
la
lungi dalla via Emilia. È di origine dè Poggio de' Berni alla camera
antichissima, e fu un vico della apostolica, nel pontificato di Cle-
colonia romana di Ri mini. Fu già mente XIII, per la somma di scudi
uno de' più fortificati castelli che cinquecentomila, comprensivamente
avessero i Mala testi ; e Leone XII ad altri beni allodiali.
la 8 agosto 1828.
fece città agli Coriano. Borgo posto nella pia-
Il tempio Giove fu consagrato
di nura innaffiato dal fìumicello Ama-
in chiesa nell' anno 345, venendo rano, e cinto di vecchie mura. La
dedicato a s. Michele Arcangelo. A principal chiesa matrice non manca
questo è dedicata l' insigne colle- di eleganza, né v' ha particolarità
giata. Nel territorio si rinvennero alcuna rimarchevole nei rimanenti
rottami di antichi edifizi, idoli, va- edifici. Presso il borgo è la villa
si lacrimali, monete, e statuette. de' conti Zollio, che inerita osser-
,

200 FOR FOR


vazione. comuni di
Abbraccia le quattro terre antiche della Ro-
più,

Monte Scucialo (da Clemente VII magna, essendo il suo archivio an-
concesso ai conti Bagno, con forte teriore di 37 anni a quello di Ri-
torre, e borgo con buoni fabbrica- mini vi fu di residenza un prelato
:

ti ), coli' appodiato Albereto j di s. di mantelletta, ed un tribunale di


Clemente, coll'appodiato Marciano ; segnatura, e ciò prima del 1462;
di Monte Colombo, con alcuni ca- a tal prelato fu ancora unito il
sali; Milano non lungi dal
e di : governo di Fano. Inoltre Saludeccio
mare ha due scaturigini d' acqua ha comuni di Gem-
sotto di sé le
dolce, limpida, abbondante e fre- mano , Giovanni in Mali-
di s.

sca. Vi sono poi direttamente com- gnano, fortificato nel i44 2 P ei cul »
"

presi a Coriano gli appodiati Ce- assediandolo il Piccinino noi potè


rasolo, e Mulazzano, con diversi prendere colla numerosa sua arma-
cinque de' quali fanno par-
"villaggi, ta, è cinto di mura con due bor-

te di sua popolazione. ghetti, e tra i suoi belli fabbricati


Saludeccio. Borgo situato in col- nomineremo la chiesa matrice, e
lina tra il Conca ed il Foglia, per l' altra di s. Maria della Scuola
l' noto nelle terre circo-
libertà assai spettante alla comune , e di Catto-
stanti ; e visi tengono grosse fiere di lica di cui parleremo qui appresso.
bestiami. E opinione di alcuni che Direttamente poi soggiace a Salu-
Decio imperatore essendo malato deccio l' appodiato Meleto. Ridon-
quivi si ritirasse per migliorare aria, da la campagna di sparsi casali.

e che allora nascesse il paese. Altri Cattolica. Villaggio posto nella


poi lo vogliono originato dall'essere a via Flaminia fra due torrenti, che
quell' epoca dieci miglia lungi dal precedono il Conca. Havvi una de-
mare, e che però debba chiamarsi Sai- cente chiesa parrocchiale dedicata
tusdecimus. Era questo un feudo a s. Apollinare, pochi rimasugli
deirantica famiglia Ondedei, passata delle antiche mura, con una porta,
poi in Pesaro. Si possono consul- e la stazione postale. Prese la de-
tare il Clementini, l' Adimari, ed nominazione di Cattolica allorché
il Grandi nelle vite dei beati Ama- quivi si ritirarono i venti vescovi
to ed Omodeo Omodei, corrotto in o padri cattolici, perchè seguaci
Ondedei. Tra i suoi belli fabbricati della dottrina ortodossa, quando si

va notata la chiesa matrice, ove separarono dagli ariani nel concilio


riposa il corpo del beato Amato. di Rimini. Vicino al mare sono le
Saludeccio, o Salodeccio è tutto rovine della città di Conca , la

cinto di mura, ed ai 18 agosto quale nella più, parte venne som-


i344 tornò al dominio dei Mala- mersa ; altri poi credono che quel-

testa.Novera le comuni di Mon- le rovine non sieno di Conca, ma


daino, ove sono avanzi di sontuosi bensì di Crustumio ; comunque sia

bagni molto antichi, da' quali do- la cosa, sembra certo che una por-
vè nascere questo paese, col suo zione di que' popoli fabbricarono
piccolo borgo; di Monte Gridolfo, questo paese. Accennate le princi-
edificato nel 337, perchè Tanti-
1 pali cose che riguardano la provin-
co paese crollò in gran parte ; di cia e legazione di Forlì, ed i luoghi
Monte Fiore, che nella sua origine principali esistenti ne' suoi tre di-

fu molto fortificato, ed è una delle stretti, passiamo a parlare della sua


1

FOR FOR 20
capitale, quanto antica, altrettanto volta posto l' orologio , opera di
celebre. irate Gaspare domenicano, profes-
Forlì, Forum Lh'ii, bella ed il- sore eccellente ed ingegnere. Di poi
lustre città, giace in una spaziosa, il famoso meccanico Arbario Praga
ridente, ed aperta pianura, alta di fabbricò il grande orologio della
sito, esposta a tutti i venti, che pubblica torre in cui segnava sette
col loro spirare allontanano ogni mostre, quattro cioè sulla facciata
cattivo vapore, e perciò in aria due all' arco prin-
della stessa torre,
mollo salubre. Questo monumento cipale della piazza in oggi atterrato,
della consolidata romana grandez- e la settima in mezzo alla gran
za trovasi fra i due fiumi Ronco volta del pubblico salone del palaz-
e Montone, ambedue presso gli an- zo governativo: nel 179J questo
tichi celebrati. Le vecchie .mura co- artefice restaurò l'opera sua. Nel
stituivano un tempo la sua difesa, 1824 si die compimento al locale
e le rocche di porta Ravaldina e pel giuoco del pallone, eretto nella
di porta Scbiavonia sono abbando- più parte colle offerte spontanee
nate. Grande per 1' area, e magni- de' cittadini, di fianco alla barriera
fica -pel disegno e pei nobili edi- di porta Gotogni oggi Pia. Nel
fìzi è la maggior piazza, la quale 1827, a spese del conte Domenico
ha vanto fra le più belle cY Italia. Matteueci, si terminò la facciata
Ne forma la principale decorazione dell' ospedale. Anco le vie ingran-
l'amplissimo palazzo governativo, dite e raddrizzate , specialmente
che deve la fondazione al valoroso quella del Corso, ne rendono l' a-
legato il cardinal Egidio Albornoz spetto imponente; e grato campo
spagnuolo, agli Ordelaffi ed ai Riari al giocondo trattenimento e pas-
molti abbellimenti, ed suo ridu- il seggio de' cittadini offrono i pub-
cimento nell'odierna maestosa ed blici giardini pochi anni addietro
elegante forma ai nuovi destini ed aperti. Dopo l'antichissima chiesa
onorificenze che le toccarono, dopo Ravennate, ha nella Romagna la
essere tornata al rango di metro- sede episcopale di Forlì i primi
poli provinciale e di legazione apo- onori, siccome diremo per ultimo.
stolica, e perciò residenza del car- La chiesa cattedrale risponde alla
dinal legato di Forlì. Il salone che maestà della sua destinazione, e vi
servivauna volta ai consigliati ra- si venera la prodigiosa immagine
dunamenti , era dipinto non da della Beata Vergine Maria detta
Raffaello, come molti crederono, ma del Fuoco, per essere stata preser-
da Livio Agresti , insigne artista vata dalle fiamme, verso la quale
forlivese, contemporaneo di
quasi massimamente coli' annua rimem-
Raffaele medesimo. Le pitture in branza, i circostanti popoli in gran
legno poste al soffitto vennero con numero concorrono. Sontuosa è la
moderni trova menti estratte per cappella che s'incominciò a costrui-
intero, ed altrove trasportate. Det- re nell'anno 1619 con disegno del
to salone ridotto a nuova foggia p. Paganelli domenicano, architetto
e oggi frapposto agli appartamenti di Paolo V, per gli ornati d'oro
occupati dal cardinal legato. e d' argento, per le dipinture, mar-
Nel febbraio i3c)4 sulla torre del mi, ed altri pregi il bolognese Car-:

pubblico palazzo venne per la prima lo Cignani col suo esimio pennello,
2oi FOk 1 OR
vagamente effigiò l'Assunzione della merita di essere, per fabbrica di
B. Vergine in cielo; e condotta al mattoni, fra le torri principali an-
suo termine vi si collocò la men- noverato, ed aggiungo che servirà
zionata miracolosa immagine. Deve a perenne testimonianza dell' opu-
avvertirsi che il Cignani dopo aver lenza e potere della città di Forlì
dipinto in Forlì la cupola, fu fatto in quei tempi. Le molte altre chie-
nobile della città, ove essendo mor- se sono pur grandiose, e ricca-
to ed avendovi piantato famiglia, mente dotate, molte essendovene
viene chiamato forlivese. Mentre in cura dei vari ordini religiosi di
era vescovo di Forlì monsignor ambedue i sessi, come poi si dirà.
Giacomo Teodoli, ai 20 ottobre Vi si osservano vari dipinti dei
i636 segui la traslazione di tal sa- forlivesiMelozzo, Palmezani, Livio
gra immagine nella tribuna costrut- Agresti , Francesco e Pier Paolo
ta appositamente, con apparato so- Menzocchi, Andrea Felice Bondi,
lenne di ecclesiastica pompa. Di non che di Guido, del Guerrino,
Giuliano Becci abbiamo II fuoco : del Maratta di Carlo, Felice, e
,

trionfante, racconto della traslazio- Paolo Cignani, e di altri eccelleiì-


ne della immagine delta la Ma- ti artisti; come pure opere di
donna del fuoco, solennizzata dal- scultura di Desiderio da Setignano,
la città di Forlì sotto il 20 otto- di Benedetto da Maiano, di Do-
bre i636, Forlì per Giovanni Ci- nalo fratello di Donatello, di Gia-
matti 1 636, con figure. Questo poe- como Tatti detto il Sansovino, del
ta ed oratore egregio, in detto li- Bernini, diLeandro Bilioski. e di
bro descrive pure la superba cap- Gaetano Lombardini. Le pie fon-
pella ov' è riposta. Fu per sì lieta dazioni, i benefici istituti offrono
circostanza, che nella piazza mag- asilo e sovvenimento di ogni spe-
giore fu eretta la colonna di mar- cie all'umanità sofferente. Il mon-
mo, colla statua Vergine della B. te della pietà eretto co'denari pub-
in bianco marmo di Carrara, ope- blici è un bel monumento della
ra di Clemente Molli famoso scul- sensibilità de' forlivesi verso i cit-
tore. tadini; l' edilizio venne cretto nel
Per la sua altezza e per la sin- i5l4. Gli istituti di beneficenza
golare sua architettura si distingue che ancora esistono in Forlì dan-
la torre che serve di campanile no una rendita di quarantaquattro
al tempio abbaziale eretto in ono- mila scudi. V. le Memorie sloriche
re del patrono della città s. Mer- intorno ai forlivesi benemeriti del-
curiale, già posseduto dai cliinia- l'umanità e degli sludi nella loro
censi, e dopo il i4$7 dai valloni- patria, e sullo stato attuale degli
brosani. Paolo Bonoli, nella Storia stabilimenti di beneficenza e d' i-

di Forlì, all'anno 1178 narra che struzione in Forlì, del conte Sesto
si principiò la fabbrica della torre Matteucci forlivese, Faenza 1 84-3
di s. Mercuriale
con architettura , pel Conti. Vi ha pure una cassa di
di Francesco Deddi, ed ebbe ter- risparmio, la quale fiorisce al pari
mine nel 180; edilìzio che per
1 di qualunque altraj serbata la de-
l' altezza, proporzione, e comodità bita proporzione in tutto.
di scale,, polendovi anche un giu- Nella pregiata ed interessante o-
mento salire sino alle campane, pcra del conte Sesto Matteucci si
FOR FOR ao3
fa la storia degli spedali di Forlì, o istituto accademico forlivese sta-
di quello degli esposti , del monte bilito 1818, ec. ec.
nel ,

di pietà, della congregazione gene- Il fiume Montone oltre irrigare le

rale dei pii istituti comunali ; del- mura della città dalla banda di mez-
le condotte mediche e chirurgiche zogiorno ed occidente, passa per
della città ; dell' istituto s. Carlo mezzo la città un canale delia sua
Borromeo , antica compagnia della acqua, che comincia dalla villa
carità ; dell' ospizio de' pellegrini ; Calanco da uno due rami o
de'
dell'eredità Orsi, cioè di quella la- fiumi, de'quali è composto il Mon-
sciata nel 1771 dal conte Checco, tone, e finisce nel fiume Ronco
con la quale dispose che si cele- nella villa detta Coccolia. Antica-
brassero delle messe, e si sovvenis- mente con un ramo, e poi tutto
sero annualmente poveri della i intero, il borgo Schiavonia attra-
città, ma Clemente XIV autorizzò versava , sopra la ripa del quale
che invece delle messe s'istituissero era situato il tempio della ss. Tri-
due mansionerie per la cattedrale nità, antico duomo, scorrendo sot-
col fondo di tremila scudi, ed e- to il ponte d' un sol arco, detto
gual somma si erogasse per le det- de'Morattim, per avere questa fa-
te limosine; dell'istituto de' men- miglia ivi intorno abitato: ponte
dicanti sotto il titolo di s. France- che per la sua bellezza mostra ,

sco Regis ; del conservatorio delle che fu fatto in quel secolo, quan-
mendicanti sotto quello di s. Anna; do all' ombra della grandezza ro-
dell'orfanotrofio d'ambo i sessi; mana fiorivano le scienze e le ar-
della congregazione generale de' pii ti più nobili. Egli era tutto di
istituti ecclesiastici; dell'istituto per sotto intonacato di marmo, e co-
dotare le zitelle; della spezieria pei sì bene unito, ch'era lodato da-
poveri; dei ricoveri privati Albici- gl'intelligenti, come si vedeva in
ni, Maioli e Matteucci ; dell'istitu- quelle partinon corrose dall'acqua
to Teodoli ; della cassa di rispar- e dal tempo: questo ponte è oggi
mio; Bea-
della confraternita della interrito, e se ne vede solo un
ta Vergine del fuoco. Delle scuole magnifico vestigio nel cortile d'una
normali; del ginnasio Cesarmi Maz- casa privata, posta sul menzionato
zoni ed unite scuole comunali; del borgo di Schiavonia. Questo pon-
seminario vescovile ; deli' eredità te di antichissima costruzione ro-
Tartagli] Mervelli; delle istituzioni mana formato d' un solo
essendo
per mantenimento di giovani a arco non poteva contenere che
studio ; della libreria pubblica ed le acque del torrente Acquacheta,
unita pinacoteca ; delle accademie ricordato dal poeta Dante nel XVI
letterarie de' Filargiti , di quella canto dell'Inferno. Siccome poi a
Ecclesiastica fondata nel 1699 dal motivo delle forti pioggie strari-
can. Maldenti, di quella dell'Odor pando innondava sovente la stra-
letterario istituita nel iyiodall'ab. da della città, Scarpetta II Oide-
Pellegrino Dandi, di quella degl'/e- laffi nel 1042 fece condurre l'ac-
neutici eretta nel 17^9, di quella qua di questo nell'altro in poca
di Giove Crelense fondata nel iy55 t distanza, chiamato Rabbi , e per
de' Monomonici eretta nel 1
784 , l'unione medesimi formando il
de'
de' Ponerasti, dell' ateneo forlivese corpo intero del fiume la figura
so; FOll la)!!
di una testa venne
di montone , rono nel 1616. Gli ordini, le

poi in seguito chiamato con tal leggi, le concessioni, e privilegi


nome. Il traflìco di Forlì è molto d(4 magistrato di novanta Pacifici
animato, sia pei prodotti del suo di Forlì, furono stampati nel l55q
fertile territorio, che il citato Bo- in Venezia, e nel 17 19 in Cese-
noli descrive al lib. f, sia per es- na. Per istemma ebbe Forlì dai
sere posto fra la riva adriatica ed romani, come solevano praticare
il confine toscano, il quale non è colle città da essi edificate, il cam-
lungi che due leghe dalle mura po vermiglio. Dall'aver fatto parte
della città, mediante la vallata di i forlivesi nel declinar dell' XI se-
Montone, ov'è il toscano distretto colo della prima crociata di Pa-
di Eliopoli o Terra del Sole. Og- lestina, per le prodezze ivi eserci-
gidì il detto traffico è pur assai tate, e pel combattimento
glorioso
ampliato per le fabbriche e ma- di Sigismondo Brandolini con un
nifatture introdotte , cui non è arabo, cui rapì l'impresa degli scor-
nostro scopo parlare. pioni,e cooperò alla vittoria di
Onorevoli prerogative vanta For- Ottone Visconte, che tolse l'im-
lì, ch'ebbe dominio e giurisdizioni presa del tortuoso serpente, insegna
sopra diverse città e luoghi intor- dell' abbattuto nemico, i forlivesi
no ad essa, e sino dai tempi an- ben a ragione aggiunsero al pro-
tichi fu appellata città potente, prio stemma la bianca croce, e do-
ed ai tempi di Augusto s'ebbe po il 124.1 l'aquila imperiale in
il grado di municipio romano. campo d'oro, per concessione di
Jn vari tempi Forlì è stato capo Federico II imperatore. La parola
della provincia di Romagna, e se- poi Liberlas che si legge nel me-
de de'legati, si è retta a repubbli- desimo stemma, 1' adottò Forlì in
ca, ed ha conseguito notabilissime segno d' essersi retta un tempo a
vittorie, e fu sì potente, che per repubblica. In segno di essere For-
soggiogarla partirono in diversi tem- lì tornata all'ubbidienza della san-
pi da remote contrade poderosi ta Sede, Onorio IV gli donò la
eserciti; è stata sede di principi, ed sua impresa, cioè il gonfalone col-
ha, come diremo, dato parecchi uo- le chiavi incrociate in campo ros-
mini segnalati per lettere e pel- so. Pei benefizi poi che la città
armi. Vuoisi che l'imperatore Fe- avea conseguito dal concittadino s.
derico II accordasse al magistra- Valeriano, non solo lo annoverò
to e senatori forlivesi di vestir tra i suoi protettori, ma lo effigiò
porpora foderata di pelli di dosso nel sigillo del comune, rappresen-
conforme vestivano; dipoi si dirà tandolo a cavallo , con lo scudo
del grande consiglio civico di For- in braccio, e su di esso scolpita
lì, sua istituzione , stabilimento e la croce; sull'elmo ha l'aquila, e
riforma. Gli statuti furono emen- nello stendardello della lancia la

dati o riformati, con giunta di parola Libertas. Intorno al sigillo

nuove leggi dai dottori Antonio prima eranvi queste parole: sigil-
Denti, Assalonne Savorelli, Pier- LUM COMMUXITATIS FOROLIVII, e po-
paolo Agostini, Ottaviano Aspini, scia sanctus valerianus
: martyr
e Bernardino Albicali , e dietro PROTECTOR C1V1TATIS FOROLIVII. Il me-
superiore approvazione si pubblica- desimo imperatore die facoltà alla
FOR FOR 2o5
città di battere moneta, laonde nel- Marchesi per cura di Ottaviano
l'anno «496 Caterina Sforza si- Petrignani segretario dell' accade-
gnora di Forlì, si valse di tal pri- mia, ha dato le Memorie isto-
ci

vilegio facendo coniare moneta di riche dell' accademia de Filargiti


argento e rame a diverse impron- di Forti, ivi 1 7 4 Inoltre nella 1 •

te e valore. V. Guido Zannctti, colta Forlì vi sono e fioriscono


Delle monete forlivesi, dissertazio- le accademie de Filarmonici, l'al-
ne, Bologna 1778. Dessa è dedi- tra da' Filodrammatici, e l'ultima
cata al duca Raffaello Riario Sfor- de'Filoginnaslici. Le scieme fisico-

za di Napoli, e nella lettera dedi- matematiche, 1' economico-morali ,

catoria vi sono delle note, le qua- le lettere ed arti, l'industria e mec-


li ci danno un saggio storico di canica occupano distintamente le
questa illustre famiglia un dì si- quattro sezioni de'Filargiti, né man-
gnora di Forlì , d' Imola, e di al- cano tutte le accademie d' intra-
tri luoghi. prendere dotte investigazioni ne-
Nel 1 574 essendo Forlì stata gli esercizi che chiamansi di espe-
sempre feconda di letterati, di o- rimento, ed offrile gioconde insie-
ratori e di poeti, si fondò la ce- me ed istruttive conversazioni ne-
lebre accademia de' Filargitì stata gli esercizi delti di turno, dando
molto utile all'istradamento dei gio- poi in solenni occasioni pubblico
vani disposti alle scienze, e da cui saggio de'commendevoli loro lavo-
ne uscirono ad ogni tempo uomi- ri. Tali accademie trovavansi riu-
ni di gran rinomanza; ove si so- nite nell'ateneo forlivese, che ri-
no fatte erudite adunanze al co- splendè pel novero degli scienziati
spetto di principi e gran prelati; che le composero. L' ateneo non
ove si sono esposte tante ingegno- esiste più, essendo stato soppresso
se imprese, e dati in luce tanti nel 1 83 1 : anche tutte le accademie
parti di felice ed alla ingegno ; recenti de' filoginnastici, dramma-
quale in fine non isdegnarono ve- tici, ec. sono egualmente soppres-
nire aggregati primi soggetti di
i se. In ogni tempo Forlì ha dato
Italia. In progresso di tempo es- personaggi chiari per santità di
sendosi diminuito il lustro di que- vita, per dignità ecclesiastiche e ci-

sta antica accademia, e quasi an- vili, per dottrina, per arti, per va-
data in disuso, fu con saggio con- lore nelle armi, e per altre egre-
siglio nel i652 ravvivata median- gie qualità lodati e famosi. Il no-
te le cure di molti virtuosi della minato Giorgio Marchesi ci diede
medesima, e particolarmente di Si- le Vitae virorum illustrium Foro-
gismondo Marchesi cavaliere di liviensium, Forolivii typ. Pauli Sil-
Pisa, e primo principe all'accade- vae anno 1726. In Forlì per An-
mia, laonde potè nel i655 cele- tonio Barbiani nel 1757 fu stam-
brare le lodi della detta Cristina pato il libro che porta per titolo:
di Svezia degnamente, ed alla sua Lustri antichi e moderni della
presenza quando passò per Forlì città di Forti, colle memorie dei
nel recarsi a Roma. Giuseppe Ga- suoi più celebri cittadini.
vulTi Malatesta, nella sua Italia A voler far menzione degl' illu-
accademica, ha trattato pure del- stri forlivesi sarebbe argomento as-
l' Accademia di Fora. Giorgio sai copioso, per cui qui ci limite-
206 FOR POR
remo accennare dopo i santi, beali, le notizie de* quali sono riportate
e cardinali, solamente i principali, nel Dizionario alle loro biografie;
mentre di altri se ne fa memoria e Paolo Orsi Mangelli dal regnan-
nel progresso dell'articolo. Molti te Gregorio XVI annoverato al sa-
forlivesi furono pretori, podestà, gro collegio nel concistoro de' 27
prefetti, governatori, e capitani del gennaio i843. Per la di lui pro-
popolo delle più nobili e potenti mozione al cardinalato il magistrato
città d' Italia, occupandone le prin- di Forlì colle stampe del Bordun-
cipalimagistrature. I santi sono s. dini pubblicò un opuscolo in cui
Mercuriale, s. Grato, s. Marcello, sono raccolti i poetici componimen-
s. Valeriano e compagni martiri di ti che celebrarono si meritata esal-
cui si parlerà, e s. Pellegrino La- tazione. Né va qui taciuto che sino
gosi de' servi di Maria. I beati so- dai 2 febbraio del 1822 siede ono-
no Marcolino Arnanni domenicano, ratamente nel sagro tribunale della
morto nel 1397, cui il vescovo Ni- rota il forlivese Giuseppe Bofondi,
colò Asti eresse un nuovo deposi- eh' essendone divenuto il decano ,
to Nicolò Solombrini minor con-
; giusta il costume de' benefìci Pon-
ventuale, morto in Cingoli nel i443 tefici, ancor lui sarà fregiato della
circa ; Bonaventura Tornitili servi- dignità cardinalizia. Questo rispet-
ta grande teologo e predicatore
, tabile prelato fu sostituito nell' u-
apostolico, morto nel 1490 io U- ditorato di rota, per la provincia
dine, da dove fu trasferito il suo di Romagna, a monsignor Zinuani
corpo in Venezia nella chiesa dei ravennate defunto in Cesena.
Servi i beati poi Geremia Lam-
: Il più antico illustre forlivese è Cor-
bertenghi comasco Giacomo da , nelio Gallo, dall'imperatore Augusto
Venezia, Giacomo Ungarelli pado- fatto pretore e legato o primo pre-
vano, ed altri servi di Dio, mori- fètto di Egitto, non che luogotenen-
rono in Forlì, ed ivi si venerano te e tribuno : armi
fu valoroso in
i loro corpi. I .cardinali forlivesi e nelle lettere, ma da favorito per
sono Alberto da
Teodoli crealo essere troppo libero nel dire cadde
Onorio 127 ; Gregorio Teo-
II nel 1 in disgrazia del principe, e si pri-
doli fatto da Innocenzo III nel 1 2 1 3; vò di Gerardo abbate gene-
vita.
Stefano Nardini promosso da Sisto rale de' monaci camaldolesi sinché
IV nel i473, fondatore in Roma visse. Tra migliori discepoli di
i

del Collegio Nardini, in cui i for- Giotto è notato Guglielmo degli


livesi godevano cinque posti ; Cri- Organi, fiorendo a quella età 1' al-
stoforo Numai, creato da Leone X tro pittore Guglielmo Baldassare
nel i5i 7; Francesco Paolucci, fatto Carfari. Andrea Saffi o Ziaffi dot-
da Alessandro VII nel 1657; Ste- tore in legge. Paolo Salazio fisico
fano Agostini, esaltato da Innocen- e chirurgo. Guglielmo Baletti arci-
zo XI
nel 168 1 ; Fabrizio Paoluc- diacono di Forlì, cappellano e lega-
ci, promosso da Innocenzo XII, nel to di Giovanni XXII. Rinalduccio
1697; Giulio Piazza, fatto da Cle- romitano di s. Agostino, teologo e
mente XI nel 1 7 12 ; Camillo Mer- filosofo. Checco di Mileto de Rossi
lali Paolucci, esaltato da Benedetto segretario di Francesco Ordelaffi il

XIV nel 1743; Lodovico Merlini, grande; e Nerio Morandi segretario


creato da Clemente XIII nel 1759, dell' imperatore Carlo IV, ambedue
FOR FOR 207
legisti insigni e poeti famosi. Marco io Federico III imperatore, Giro-
vescovo Vandalense, celebre predi- lamo Riario, il duca Valentino ed
catore. Giuliano Numai medico e altri personaggi : in s. Francesco

filosofo: pure Giacomo Al-


tale fu (il Pantheon forlivese), nella sua
legretti, poeta egregio, che pubbli- nobile cappella è il suo bel depo-
cò una buccolica e molte composi- sito di marmo. Va qui notato che
zioni di Cornelio Gallo. Benedetto la chiesa fu fatta demolire dai fra-
abbate di s. Giusto, e Clemente ge- li per farla costruire sul disegno
nerale a vita, entrambi monaci ca- di altre esistenti in Roma, e il det-
maldolesi. Baiozzo Ponliroli caio a to bel deposito scolpito dal Bari-
Nicolò marchese d' Este ed a Gio- lotti di Faenza fu in parie traspor-
vanni XXI li di cui fu cameriere talo nel casino Monsegnani nella
segreto. Tito Torelli destro nelle pieve di Quinto, ed in parte nel-
ambascerie. Pietro Vitali dotto mi- la certosa di Bologna. Per della
nore osservante. Flavio Biondo se- demolizione perirono molti capi di
gretario di più Papi autore di clas- , opera tanto di pittura che di scol-
siche opere storiche, sì dell'Italia, che tura,massime del tempo de' primi
delle antichità di Roma, ove fu se- Ordelaffi.
polto in chiesa d' A racoeli. Carlo Nar- Nicolò Tornielli dottore in leg-
di ni arcivescovo di Milano. Nicolò Asti ge e grande politico; fu sepolto in
vescovo di Recanati e Macerata, già s. Domenico con molta pompa nel-
arcidiacono di Forlì di somma , la cappella degli avi suoi, nel sito
dottrina. Marco Melozzi o Melozio ove riposa il corpo del b. Giaco-
architetto valente pittore, massime mo da Venezia. Gianfrancesco Ber-
nella prospettiva e negli scorci ; in ti detto Codio, distinto letterato,
Roma sono varie sue opere. Mar- discepolo di Pomponio Leto. Paolo
co Palmeggiani, altro eccellente pit- Guari ni poeta e storico, e Madda-
tore, che servì i Riari e Caterina lena di lui consorte. Filippo Erco-
Sforza nelle loro cappelle. Guido lani vescovo di Alatri, ed Antonio
Peppo dello della Stella medico e Ercolani vescovo di Cariali ; il lo-
letterato. Leone Cobelli pittore ,
ro fratello Cesare divenne prode
storico e suonatore. Pace Bomba- capitano di Carlo V, e pel primo
ci il primo ricamatole de' suoi tem- ferì il cavallo di Francesco I quan-
pi, architetto di Alessandro VI, es- do' fu fatto prigioniero, per cui eb-
sendo suo disegno la canonica di be uno de' suoi speroni d' oro e
s. Sebastiano. Fausto Andrelini dot- una falda del giubbone l' impera- :

tore in legge, ristoratore della lin- tore lo creò barone Io decorò di ,

gua Ialina in Francia, e coronato privilegi, e dell' aquila imperiale ;

dal Lodovico XII con corona


re fu sepolto in Girolamo con ono-
s.

poetica di lauro. Palmerio versato revoli memorie. Lodovico Vannini


in molte lingue. Antonio da For- detto de' Teodoli morì vescovo di
lì gran letterato, canonico ed alta- Berlinoro al concilio di Trento.
rista vaticano. Guglielmo Lamber- Piergiovanni Aleotti fu guardaroba
telli dottore di legge ed uditore di di cinque Pontefici, e da Giulio 111
rota in quella istituita dal duca fatto custode del tesoro di Castel
\ alenlino in Cesena. Bartolomeo s. Angelo: divenne vescovo di For-
Lombaidiui filosofo e medico, cu- lì, e maestro di camera di Giulio
,

2o8 FOR FOR


III e di Pio IV; ebbe molta par- Padovani medici e letterati. Anto-
te nell'erezione de' Pacifici. Fran- nio Porri giurista , collaterale di
cesco Marcolini disegnatore, eccel- Campidoglio, sepolto in Aracoeli.
lente negli intagli di stampe a le- Piermartire Meritai ; Baldas «are ,

gno e tipografo erudito. Francesco Melchiorre e Guglielmo Gaddi, ed


Menzocchi insigne nel colorire. Li- Andrea Mangelli, tutti prelati. An-
vio Agresti si rese immortale nel- tonioMerenda enciclopedico. Bar-
la pittura , e fu sepolto in s. Spi- tolomeo Moraltini medico. Gio-
rito di Roma. Marcolino Monse- vanni Paolucci prode militare se-
gnani, e Pierpaolo Torelli prelati. polto nella cattedrale di Ratisbona.
Guglielmo Gaddi dottore in legge Tommaso Serughi altro valente ca-
ed uditore di s. Carlo Borromeo. pitano della Chiesa. Lungo sareb-
Francesco Gaddi medico e filosofo, be a tessere l'ulteriore elenco degli
e canonico di s. Maria Maggiore. uomini illustri forlivesi, tanto più che
Delia famiglia Padovani, già Mon- di alcuni se ne fa memoria nel de-
lirosi, fiorirono dotti medici. Girola- corso dell'articolo. Però rammen-
mo Mercuriali , onorato da Massi- teremo il principe degli anatomici,
miliano 11 imperatore in più guise, 1' uomo europeo dello scorso seco-
celeberrimo medico, e grande let- lo, Gio. Ballista Morgagni, medico,

terato: si mantenne splendidamen- letterato e filosofo insigne, profes-


te, e fece raccolta di superba gal- sore cattedratico all' università di
leria di quadri ; il magistrato l' o- Padova, membro di tutte le socie-
norò di visita nel punto estremo , tà scientifiche d'Europa, dichiara-
e gli decretò una pubblica statua to principe degli anatomici non so-
da erigersi in piazza. Fu sepolto lo dal celebratissimo anatomico ba-
nella cappella da lui eretta in s. rone de Haller , ma ancora dalle
Mercuriale , ove riposano le ceneri accademie di Londra e di Parigi
di questo santo. Delle sue opere e principato che niuno de' posteri po-
scienza ne tratta il Marchesi , Vi- tè mai contendergli essendo stato ,

tae vìrorwn iUustrium forolivensium. come il creatore della anatomia pa-


In santità fiorì il p. Francesco Or- tologica , avendo l' intera Europa
selli domenicano. Il vescovo di Cit- seguito le sue tracce, ed essendosi
tà della Pieve Fabrizio Paolucci : valsa de'suoi travamenti ed insegna-
morì in Roma e fu sepolto con menti immortali : onore tanto più
bell'epitaffio in s. Maria in Vallicella. singolare, in quanto che gli esteri
D. Aurelio Casali, tre volte gene- furono sempre gelosi della gloria
rale de' vallombrosani. Andrea Fac- italiana. Nel 1774 a spese del co-
chinei ; Livio Sordi; il p. Marcan- mune gli fu eretto un monumen-
tonio Macinelli gesuita; il p. Vin- to nella cappella della ss.Conce-
cenzo Serughi, altro gesuita, tutti zione, nella chiesa di s. Girolamo,
distinti letterati. Pomponio Mattei, ora parrocchia di s. Biagio. Inol-
per la scienza militare. Cesare Ros- tre il vivente cavaliere Giorgio Re-
setti medico. Clemente Merlali udi- gnoli forlivese cattedratico di cli-

tore di meritando un epitaf-


rota, nica chirurgica alla università di
fio da Alessandro VII al suo sepol- Pisa, del quale è un grande elo-
cro in s. Maria Maggiore di Roma. gio l'essere in essa cattedra degno
Giovanni Moratti ni ed Alessandro successore del famigerato Vacca
FOR FOR 209
Bcrlinghieri, è uomo assai beneme- vio pur Salinatore, ed uno di que-
rito della umanità per la sua dot- sti due die principio alla città di
trina, che gode dei
per la stima Forlì. Marco Livio Salinatore, fu
più grandi uomini de' tempi nostri, così detto dall' imporre pel primo
che è ascritto alle primarie scien- in Roma, essendo censore, il dazio
tifiche accademie d' Italia , d' In- del sale, ed il suo cognome passò
ghilterra, di Francia e di Germa- negli altri della famiglia. Marco
nia, e che in fine onora molto la dopo avere nell' anno 545 diRo-
patria per la fama a cui ha saputo ma superato il cartaginese Anniba-
arrivare. le, qual proconsole in Toscana fu
Antichissima è 1' origine di For- mandato con l' esercito ad unirsi
lì , per cui il Sigonio di Forlì dis- con Spurio Lucrezio pretore a Ri-
se esserne incerto l'autore, e Fla- mini, per opporsi a Magone, che si

vio la chiamò civitas vetusti nomi- diceva far quella strada per con-
nis ,
potendo essere stata fondata giungersi col fratello il formidabi-
con altro nome di quello che an- le Annibale nell' ultima Calabria ,

diamo a narrare, per molti anni ove l'Otto Asdrubale si era ritira-
innanzi, a cagione della memorata to. Essendo dunque stato M. Livio

fertilità del terreno , dolcezza del- in questa regione un anno e mez-


l' aria salubre, bontà delle sue
e zo senza far la guerra probabil- ,

acque. Si vuole che prima del Sa- mente avrà reso ragione ai soldati
linatore, Forlì fosse già di non or- ed ai paesani, e avrà a ciò desti-
dinaria considerazione, e forse ori- nato il foro ov' è Forlì, giacché
ginata dagli antichi etruschi. Cer- 1' autorità di proconsole era come
to è che il suo nome è Forum Li- quella del pretore. Caio Livio Sa-
vii, o come altri dicono Forolivìum linatore fu console conM. Valerio
o Forlivium, e nel nostro idioma Messala l'anno 562 di Roma; ven-
Forti, Furti, e Forolivio, cioè Foro ne in questa provincia con eserci-
di Livio, perchè ivi esistendo un to a rendere ragione essendogli ,

Foro (Fedi), fosse da un Livio toccata in sorte. Potrebbe essere


pretore, il cui officio era di ren- che Marco Livio cominciasse il fo-
der ragione e mantenere i popoli ro, e Caio Livio lo continuasse, cioè
delle provincie di Roma alla sua di- diciassette anni dopo del cui au- ,

vozione, o principiato o frequentato. mento non è da dubitare per l'a-

Si osserva che il nome di Fora ,


menità del sito. Incominciandosi
contiene le sole sillabe di Forum l'edificazione da Marco Livio, fu
romani per mez-
Livii. Debellati dai fondato Forlì 206 anni avanti la
zo di L. Emilio ed Attilio conso- nascita di Gesù Cristo. La mag-
li, l'anno di Roma 528, i galli boi gior parte degli scrittori danno
che possedevano queste parti, l'an- l'onore della fondazione di Forfì
no seguente fu ridotta la Roma- a M. Livio Asdru-
trionfatore di
gna, allora Gallia Togata, in pro- bale; quindi aggiungono che edifi-
vincia , massime per opera di T. cato il foro, nel partire Io donò
Manilio e Q. Fulvio consoli ; quin- ad Evonio suo centurione e solda-
di vi spedirono i ministri per go- to veterano benemerito; e ad altri
vernarla, fra' quali due Livii si tro- soldati vecchi, in premio delle lun-
vano, M. Livio Salinatore, e C. Li- ghe fatiche della guerra alcuni ,

vol. xxv. >4


,

aio FOR FOR


terreni distanti dal foro più. d' un lazzo pubblico, rappresentavano Au-
miglio e mezzo, secondo la consue* gusto e Livia sua moglie, benefat-
ta romana generosità. tori e ristoratori di Forlì, giacché

Lucio Ermio ricordevole del be- Livia discendeva dai Salinatori. Non
neficio , co' suoi compatriotti fece si deve tacere che prima di tale

fabbricare per loro stanza molte epoca , in questi luoghi erano ac-
abitazioni col nome di Livia ,
per cadute non poche battaglie e sac-
cui venendo il sito frequentato dai cheggi tra i partigiani di Mario e
popoli circostanti, divenne popola- quelli di perchè quivi erasi
Siila,

to e civile. Intanto allorché Au- contagiato Carbone, che colla Ro-


gusto recossi da queste parti for- , magna favoriva Mario, che poi re-
se quando mosse le armi contro stò perditore; ciocché produsse a
gli schiavoni ribellati, e contro i Forlì notabile decadimento ; che
pannonii , fece trasferire in Forlì per aver da Augusto ricevuto ri-
gli abitatori di Livia e di altre ter- parazione ed incremento, in riguar-
re vicine, per compiacere a Livia do di Gallo e di Livia, e da quel-
sua moglie ed a Cornelio Gallo la Livia riunita città furono an- ,

forlivese suo favorito. Di ciò ne che detti forlivesi Livienses e Li-


i

die cura al pretore Clodio, il qua- vìadae. In memoria di che il quar-


le , seppure non fu il popolo , ad tiere di s. Valeriano anticamente

onorare la memoria di Livio Sa- era appellato Livia, né mancarono


linatore, fondatore primario della chi suppose essere esistiti in quel-
città , eresse sulla piazza la statua le vicinanze gli abitatori della di-

del benemerito Livio , con questi strutta Livia, confermandolo il ri-

versi. trovamento ivi fatto di molte an-


tichità , iscrizioni ec. Da una di

Livhis ecce : fuit romanus con- queste volle dedurai essere stata

dì tor Urbis Forlì città, che reggeva con pro- si

Hujus, et liane voluti terram in- prie leggi e statuti,che fosse di-
coluisse Quirites chiarata municipio dai romani e ,

Magnanimos ; populisque deciti che quindi partecipasse degli ono-


cognomen et arma. ri e dignità di Roma. Alcuni di-
cono che Forlì fosse dichiarata cit-
Ed è perciò che Plinio parlando tà 35o anni avanti Gesù Cristo, e

di questa città nell'ottava regione, nell'anno ?.qi colonia romana, ve-


la chiamò Forum Clodii Livii per ,
nendo ammessi i cittadini con vo-
averla Clodio ingrandita, afferman- to nel senato, attribuendogli Augu-
dolo nelle correzioni pliniane Er- sto gli onori di municipio.
molao Barbaro, che aggiunse a det- Sinché la grandezza romana si
te parole, quelle di UH Populi ,
conservò formidabile al mondo,
perchè quattro luoghi e comuni Forlì sotto la sicurezza di quella
tra'quali Livia, concorsero all'ac- si mantenne e conservò. Ma tras-

crescimento di Forlì, de' quali luo- portando Costantino la sede del-


ghi se ne rinvennero poscia diver- l'impero in Bisanzio, e diviso esso
si avanzi ne' dintorni della città ; e in orientale ed occidentale prese- ,

le -pitture che sino al ifòi esiste- ro ardire le straniere nazioni ,


per
vano nella sala maggiore del pa- invadere la loro antica dominatri-
, ,

FOR FOR iti


ce , lasciata indifesa dai successori Teodorico re de' goti disfece O-
di Costantino, laonde i goti aven- doacre, cui ubbidiva la Romagriii
do invasa l' Italia, sotto la condot- e Forlì, e fissò come il preceden-
ta del loro re Alarico, presero Ro- te la sua residenza in Ravenna
ma nell'anno 4°9- Fra le provin- distribuendo il resto de' suoi goti
cie che soffrirono le barbarie dei nelle circonvicine città; laonde in
goti, una fu l' Emilia; ed in For- Forlì il borgo da loro abitato pre-
lì, saccheggiati i borghi, i prigio- se il nome di Gotogni. Renefico fu
nieri in numero di circa duemila il re Teodorico con Forlì, dappoi-
furono mandati schiavi nelle parti ché accrebbe privilegi alle sue leg-
della Spagna concesse dall'impera- gi municipali. Ma Giustiniano I col
tore Onorio ad Alarico. Questo re valore di Relisario liberò l'Italia
essendo mortalmente malato, aven- dal dominio de' goti, il qual prode
do ricuperato la sanità per le ora- condottiero premiò la prodezza di
zioni del santo vescovo Mercuriale, Rrando col dono della terra di Ra-
alle preghiere di quel santo rese gnacavallo ,
pegli aiuti che nella
la libertà ai nominati forlivesi im- guerra avea recato , nel far parte
prigionati, per cui essendo essi tor- del collegato esercito erulo.Rran-
nati con gran giubilo in patria, il do die origine alla nobile famiglia
borgo ove erano stati fatti schiavi forlivese, che chiamandosi Rrando-
prese il nome di Schiavonia che li e poi Rrandolini fiorì per molti
tuttora conserva. Ataulfo, che suc- celebri guerrieri. Frattanto nel 568
cesse nel regno ad Alarico, per av- venne istituito l'esarca di Ravenna
ventura di Forlì celebrò ivi con o supremo governatore, e Longino
pompa sovrana le sue nozze con ne fu il primo. Narsete disgustato
Galla Placidia , giacché gli furouo coli' imperatrice Sofia, chiamò in
restituite le sue leggi municipali ,
Italia il re Alboino co' suoi longo-
colle quali proseguì a reggersi. A- bardi ,
per cui l'esarca fortificò le
vendo l'imperatore Onorio stabili- terre dell' esarcato che governava
ta la sua sede in Ravenna, soven- per duci, fra le quali Forlì. Alboi-
r
te portossi a Forlì per la benigni- no conquistò la Gallia Cisalpina
tà dell'aria. In Ravenna pure abitò che per lui prese il nome di Lom-
il successore Valentiniano 111, sotto bardia, e Forlì che restò fedele
il quale gli unni infestarono l'im- agli imperatori d'oriente , soggiac-
pero in molte parti ed il feroce , que alle scorrerie longobardiche.
loro re Attila marciò alla volta di Infelice avvenimento fu per Forlì
Roma, veuendone però distolto dal l'assunzione al trono longobardico
Papa s. Leone I ; ma la città ben di Clefi, per opera di Rosmunda
presto soggiacque alle distruzioni vedova di Alboino, perchè soggiac-
di Genserico re de' vandali , dopo que a nuova e deplorabile inva-
la partenza del quale e la morte sione, dovendo sostenere periglioso
dell' imperatore, molti si fecero in assedio, da cui liberossi per celeste
Italia proclamar successori , che favore ; e mantenne di poi lunga
piuttosto accidentali imperatori, che fede agli esarchi ravennati, che in
occidentali potevansi chiamare, l'ul- nome degli imperatori d'oriente
timo de' quali, A ugustolo, fu depo- amministravano la cosa pubblica
sto da Odoacre re degli eruli. in queste parti. Nel 648 Lupo ca-
2i2 FOR FOR
pitano de' forlivesi agognava di sog- bolezza e perla forte provocazione
giogare l' Italia , ma colle truppe potè fare alcuna dimostrazione. Eu-
fu tagliato a pezzi dai bavari gui- tichio fu 1' ultimo esarca, perchè
dati da Caccano per ordine del re Astolfo re de' longobardi, insigno-
Grirnoaldo : i vincitori saccheggia- ritosi di tutto 1' esarcato, die termi-
rono quindi Forlì, ed uccisero con ne al dominio de' greci imperatori.
molti schiavi Arnesco figlio di Lu- Non contento di ciò occupò molti
po, che aspirava al ducato pater- luoghi spettanti all' immediato do-
no. Inoltre dicesi che Grirnoaldo minio della santa Sede. Il Pontefi-
in egual tempo saccheggiò Forlim- ce Stefano II detto III non poten-
popoli, come meglio si esporrà a do ottenere da Astolfo la liberazio-
quell'articolo, ed interamente la ro- ne dell' esarcato, che come dicemmo
vinò col ferro e col fuoco, il perchè era passato sotto la protezione del-
i superstiti abitanti ricoveraronsi in la Chiesa romana, e de' suoi do-
Forlì. Mentre Forlì ad onta di con- mimi occupati, domandò ed ottenne
trarie circostanze si aumentava ver- , il poderoso aiuto di Pipino re di
so l'anno 725 il re Luitprando oc- Francia, che prima coi trattati e
cupò quasi tutto l' esarcato , meno poi colle armi, neh' anno 755 co-
Ravenna, per cui le città come strinse Astolfo non solo a restituire
Forlì erano in continua agitazione, al Papa le occupate terre di ra-
perchè l'imperatore Leone l'Isau- gione della Chiesa, ma eziandio l'e-

rico e i longobardi a vicenda le


, sarcato., avendo conosciuto l'impo-
occupavano e perdevano ; ma Leo- tenza de' greci di mantenere in
ne per la persecuzione che dichia- Italia alcun dominio, e la dedizio-
rò alle sagre immagini , perde la ne alla santa Sede dei popoli dei-
più gran parte d'Italia, e il duca- medesimo. Così Pipino ingrandì il
to romano e le città di Campania principato della Sede apostolica con
si dierono al Pontefice s. Gregorio tutte le città dell' Emilia, e con
II , sotto del quale incominciò il altre ventidue città compresa For-
dominio temporale de' Papi. Dipoi lì, come leggesi in Anastasio Bi-
vedendosi l'esarcato in balia di e- bliotecario in Vita Stephani III,
ventuali dominatori, si pose sotto coli' autorità del diploma di Pipi-
la protezione del santo Pontefice no, che in gran parte si legge nel
Zaccaria. Questi dimenticando le Borgia, Memorie isteriche tom. I,

ingiurie ricevute dal perfido Leo- pag. Quindi Foldrado abbate,


18.
ne e suoi ministri , si adoperò in lasciato dal re di Francia all'ese-
guisa con Luitprando , che lo in- cuzione del pattuito con Astolfo,
dusse a restituire al greco dominio cogli ambasciatori di questi portò
ciò che teneva nell'esarcato. a Roma le chiavi de' luoghi rila-
Correndo l' anno 748 Zenone sciati, tra' quali Forlì; sebbene A-
capitano imperiale insolentemente stolfo ritenendo Faenza, Bagnaca-
baciò Faustina, moglie di Alberto vallo e Ferrara, i patti non adem-
Alvini nobile forlivese, mentre an- pisse interamente. Alla sua morte,
dava alla messa. Il popolo solle- coli' aiuto di Stefano III lo succese
vossi, uccise Zenone, e fece in pez- Desiderio, che ingratamente sotto
zi quasi tutta la sua compagnia, frivoli pretesti attaccò il Forlivese
né l'esarca Eutichio per la sua de- colle piazze vicine, e s' impossessi
Fon FOR 2.3
«li molte città. 1 Pontefici $. Paolo Pontefici in queste parti non eser-
I, e Stefano IV ricorsero al re di citavano ancora il loro pieno do-
Francia, e siccome nel 772 Deside- minio, principiarono le città a poco
rio minacciava l'eccidio di Roma stes- a poco a a repubbliche,
reggersi
sa, perciò Adriano I, implorò la pro- e a modo loro, insorgendo non po-
tezione di Carlo Magno, il quale chi tiranni a signoreggiarle. Ai fran-
vinse i longobardi, e pose termine chi imperatori successero i due
al loro regno coli' imprigionare nel italiani Berengari, che alcuni scris-
773 il re Desiderio; quindi Carlo sero di stirpe forlivese, per essere
Magno confermò alla romana Chie- stata in Forlì una famiglia di co-
sa le donazioni e restituzioni fat- gnome Berengari, e per altre' ragio-
tegli dal suo padre Pipino, come ni e testimonianze che si possono
dell'esarcato e della pentapoli. leggere negli scrittori, e nel Bonoli
La pentapoli eomponevasi di cin- al lib. II della Storia di Forlì, che
que città , cioè Ravenna, Classe, racconta come un Berengario Be-
Forlì, Cesena e Forlimpopoli, ed rengari avendo salvato la patria
era così delta con voce greca. Al- coli' aiuto de' principali cittadini
lora Carlo Magno
volle che la pro- contro le mire de' bolognesi, e per
vincia che prima si chiamava Emi- la generosità delle donne, in com-
lia e Flaminia, per l'avvenire si penso ottenne parte dell'esercito
nominasse Romagna, come fra tutte vincitore. Quindi postosi al soldo
le altre la più (Ida all' impero ro- de' franchi imperatori ebbe il du- s'

mano, per essere stata più costante, cato del Friuli in compenso, e po-
ed ultima ad uscire dalla sua si- scia fu elevato all' impero. Qui va
gnoria ; benché altri stimino che notato che tra gli altri Berengario
Romagna significhi quasi Roma ma- arrolò con alcune truppe un capi-
gna, che se quella veniva composta tano di Germania, chiamato Aloro
da sette colli, questa di sette città, dell' Affla ossia d' Alfia, che lasciò

compresa Forlì. In questa città e governatore delle armi in Forlì


provincia più tardi inviò la santa quando passò al ducato, mentre
Sede ministri ecclesiastici a gover- Aloro fu lo stipite degli Ordelaffi,
narla. Il Papa s. Leone III nell'an- cognome derivato da Aloro d' Alfia,
no 800 ripristinò in Carlo Magno che come si vedrà divennero po-
l' impero d' occidente, imponendo- tentissimi, e lungamente signoreg-
gli solennemente in s. Pietro la giarono Forlì ed altri luoghi.
imperiale corona. Dopo lunga guer- Inoltre si ha che Aloro tolse in
ra ch'egli ebbe
imperatore di coli' moglie l'anno 910 l'unica figlia
Oriente Niceforo, chiedendo questi di Tiberio Berengari, colla dote del-
la pace per ambasciatori, Carlo Ma- le terre Poggio, Cuimano e La-
gno ne spedì pur lui per confer- dino, e si stabilì in Forlì, ove nac-
marla, tra' quali Aigone conte for- quero tre figliuoli. In progresso
livese. Di questi conti in Forlì, tentò d' insignorirsi della città, ed
qual ne fosse il governo, non potè evitando il furore popolare si ri-
conoscerlo il Bonoli, che però av- fugiò prima in Bavenna, poi in
verte, sia per la lontananza de' mo- Venezia ove morì. temendoI figli

narchi francesi conservatori degli sla- insidie voltarono il cognome in Fa-


ti della Chiesa romana, sia perchè i ledro, che al rovescio suona Or-
214 FOR roR
deiafj ma richiamati a Forlì con sensloni, si studiò di tranquillare
la ricupera de' loro castelli e pa- e riconciliare il torbido degli animi,
lazzo de' Berengari, uno de'fratelli, con tanta soddisfazione del popolo,
di nome Filippo, restò a Venezia che lo elesse in proprio capitano;
e diede principio alla chiarissima dignità che seguitò poi lungo tem-
dinastia de' Faledri o Falieri, dal- po nella repubblica forlivese, e ven-
la quale tra gli altri uscì ilfamoso ne dalle primarie città d'Italia adot-
doge Ordelaffo Faledro. Dal rifu- tata. Narra il Bonoli che sotto il
giarsi 1' Aloro e i figli in Venezia, magistrato di Scarpetta decretossi
diversi storici dissero da quella cit- di Forlim popoli spianato
riedificare
tà originati gli Ordelaffi signori di come dicemmo dai longobardi, mos-
Forlì. Della famiglia Ordelaffi, tra si i cittadini dalle preghiere di
gli altri ne scrisse il Sanso vi no, que' pochi, che nelle sparse reliquie
Origine e fatti delle famiglie illu- di quella città erano rimasti, e
stricC Italia ; e 1' autore delle Gé- dalla gloria che
avrebbero perciò
nèalogies hist., Seigneurs de Forlì conseguita. Nel io44 s'incominciò
de la maison d' Ordelaffo . 11 il lavoro, benché poi non vi ritor-

Cancellieri riporta alcuni autori che nassero i cittadini in varie parti ri-
trattarono di questa famiglia, nella fuggitisi. Avverte il Bonoli che la
Dissert. intorno agli uomini dotati storia di Forlimpopoli non ammet-
di gran memoria, ec, a pag. 7, te che la riedificazione fosse opera
parlando dell' incendio del palazzo dei forlivesi, ma solo la ristorazio-
di Pino degli Ordelaffi in Forlì. Il ne, adducendo in prova che For-
citato Francesco Sansovino, nel suo limpopoli dopo la rovina cagiona-
Ristretto delle più notabili e famo- tagli da Grimoaldo continuò ad
se città d' Italia, parla pure della avere i suoi vescovi, e nel 709
città di Forlì. Questa città e terri- fornì considerabili soccorsi all'arci-
torio non solo furono confermati in vescovo di Ravenna ; però non
sovranità della santa Sede da Lo- manca di addurre altre prove che
dovico I imperatore, ma passato favoriscono la riedificazione di For-
l'impero dagli italiani Berengari nei limpopoli fatta dai forlivesi. Lo
tedeschi, altrettanto fecero Ottone Scarpetta fece pure tagliare il fiu-
I, Rodolfo ed altri imperatori, co- me A equa vi va, ed unirlo all'altro
me si ha da Giacomo Cohellio, ramo del Montone sopra Forlì mez-
nella sua Notitia. zo miglio, mescolandosi prima con
Neil' anno 997 tra alcuni prin- quello, passata la città verso set-
cipali della città di Forlì, anch' essa tentrione; e dove in parte scorreva
alle fazioni e guerre civili di quei il fiume, mandò poscia il canale,
tempi sottoposta, suscitaronsi tali sopra cui fabbricò due ponti con-
nimicizie e discordie che col favore tigui alla piazza maggiore, uno
di molti cittadini e parenti de' di- detto del pane, 1' altro de' cavalie-
scendenti d' Aloro, furono introdot- ri : quello del pane essendo caduto
ti Scarpetta e Sinibaldo Ordelaf- fu riedificato nel I2i4- Divenuto
fi, e fu allora che seguì la resti- imperatore nel io56 Enrico IV,
tuzione a tal famiglia de' suoi beni questi per la sua condotta s' inimi-
e castella. La prudenza però di cò colla santa Sede, che travagliò
Scarpetta lungi dal fomentar le dis- colle armi, e fu cagione di scisma.
,

FOR FOR 2i5


Era suo partigiano l'arcivescovo ili ti collocati nel cimiterio di s. Mer-
Raveuna, benché il resto di Ro- curiale, provarono gli effetti della
magna disapprovasse la sua con- divina vendetta. Indi nel 1087 il

dotta. Si vuole che l' imperatore borgo Gotogni per le orazioni


di
donasse all' arcivescovo la detta del b. Bernardo vallombrosano, poi
provincia, ovvero Forlì, Forlimpo- cardinale, restò liberato da furio-
poli e Sarsina ma tal donazione : so incendio. Alla crociata pub-
o non fu vera, o non venne rico- blicata da Urbano II per liberare
nosciuta dai popoli ; e quando nel dai maomettani i santi luoghi di
10)8 ravennati sorpresero Forlì,
i Palestina, Forlì si distinse tra le
benché la città fosse a cagione di città romagnole nell'inviarvi croce-
contagiosa malattia poco popolata, signati, fra' quali non pochi delle
essendosi ritirati buona parte degli famiglie principali ,non che pel
abitanti sui colli e nelle vicine vii- valore con cui si diportarono, co-
le, furono valorosamente con loro me si è detto parlando dello stem-
confusione respinti. In questo tem- ma della città. Presa dai crocesi-
po i faentini temendo l'audacia dei guati Gerusalemme , tra le alle-
ravennati prestarono soccorsi ai for- grezze che si fecero in Forlì, fu
livesi, né sembra probabile il favo- eretta in piazza una rocca di le-
loso racconto che i ravennati aven- gno, per figurar tale espugnazione,
do distrutto una parte di Forlì Indi nel 1099 si aumentò il tri-

vi seminassero il sale , e che i pudio de' forlivesi per l'esaltazione


faentini ne operassero la riedifica- al pontificato di Pasquale II, che
zione. Anzi forlivesi a quell' epoca
i gli storici forlivesi dicono nativo
fecero molte cose proprie alle cit- del distretto e giurisdizione di For-
là libere e potenti, e non temendo lì, dalla parte montuosa che mira
ie armi imperiali sovvennero il , verso Toscana, nel castello di Bie-
Pontefice s. Gregorio VII con gente da o Beda non lungi da Galeata:
ed altri soccorsi. altri storici fanno Pasquale II di
Nel 1080 i ravennati furono pò- Bieda nella contea Galliata, diocesi
sti in fuga dai faentini allorché di Viterbo, nella Toscana pontifì-
infestavano il proprio territorio; eia, e perciò non di Romagna, co-
già nel 1075 in uno scontro d'ar- me affermano Panvinio,Papebrochio,
nù avevano i faentini imprigionato Novaes ed altri, contro il Platina,
molti ravennati , a cui tagliarono I medesimi storici forlivesi aggiun-
le dita per levarne le anella, per gono che Pasquale II era stato
il che venne poscia decretato non monaco nero in s. Mercuriale, e
doversi più portare anella, massi- nel monistero di s. Maria di Fiu-
me in guerra. Nel 1084 Enrico maua, e che divenuto Papa creas-
IV fece eleggere in antipapa l'ar- se molti cardinali e vescovi di
civescovo di Ravenna Guiberto questa provincia e forlivesi ; ma il

che prese il nome di Clemente sottoscriversi che facevasi allora coi


III, indi s'avviò per Roma contro soli titoli e diaconie delle chiese,
il legittimo Pontefice, al quale ub- e la penuria di memorie certe, ne
bidivano i forlivesi. Avendo i sol* fanno ignorare i nomi,
dati imperiali manomesso gli ar- Cresceva intanto più che mai
menti che per sicurezza erano sta- la libertà nelle terre di Romagna,
216 FOR FOR
e per conseguenza la discordia fra cune strade, rifiutandosi bologne- i

loro, ed forlivesi uniti ai raven-


i si di pagar le gabelle pel sale di
nati marciarono contro i faentini. Cervia: l'imperiai protezione si spie-
Intanto in mezzo a sì fatto stato gò in favore de' forlivesi, onde Bo-
di cose, per assicurare nell'unione logna venne ad oneste convenzioni.
i propri interessi, nel 1 1 38 i for- Essendo Federico I imperatore in
livesi e ravennati convennero tra discordia col Pontefice Alessandro
loro con nodo ami-
di strettissima III, la Romagna aderì al primo,
cizia, in guisa tale che sembrò particolarmente Forlì e B.avenna,
Forlì e Ravenna riunite in una e imperatore mandò nella pro-
l'

sola città. Diede molto a sospettare vincia un suo residente col titolo
al resto di Romagna un tale ac- di conte, volendo con tal mezzo
cordo, nelnon facendosi
quale a poco a poco riassumere l'antica
alcuna menzione del Papa o della giurisdizionedell' impero in que-
romana Chiesa, suprema signora ste parti. nuovo ministro in pro-
Il

d'ambedue, sembra che da essa va di assoluto dominio, vedendo


allora avessero alieno l'animo loro, che Cesena non era molto affezio-
e che i Pontefici non esercitassero nata all'augusto, ivi fabbricò una
la sovrana autorità ,
per cui reg- forte rocca. Per accomodarsi alle
gevansi a talento. Nel 1 142 i for- circostanze , Guido arcivescovo di
livesi, i ravennati e i riminesi en- Ravenna si mostrò di voto all'im-
trarono in guerra coi faentini col- peratore che gli concesse giurisdi-
legati coi bolognesi, laonde ebbe- zioni sul Forlivese, Pompiliese, Sar-
ro luogo per Cesena e per Ca- sinatense, e Castelnuovo, città e
stelleone vari fattid'armi; inoltre luoghi tutti deldominio di Forlì,
i forlivesi aiutarono i ravennati come risulta da documenti, che
nella guerra contro i veneziani, ter- provano qual fosse ancora la po-
minata nel n45. In questo tem- tenza di questa città.
po Forlì, Ravenna, Rimini ed al- I ministri imperiali usando di
tre città meditarono la distruzione troppa autorità e modi severi fu-
del contado dei faentini, i quali rono cagione che molti luoghi si
soccorsi da Bologna e da Cesena ritirarono dalla loro amicizia; ed
uscirono a battaglia
e posero in i faentini senza far caso di tali
disordine nemico. Inaspriti gli
il ministri si prepararono nuovamen-
animi con nuovi conflitti, si riac- te ad assediare Castelleone, dai for-
cesero le antiche offese, il perchè livesi edificato in sito eminente, e
nel n 49 i forlivesi co' ravennati sì vicino a Faenza, che coll'onibra
per difender Cunio e
i conti di sua quasi ne cuopriva gli edifizi.
Bagnaca vallo ebbero nuova crude- Allora i forlivesi vedendo assediato
lissima pugna coi faentini e bo- Castelleone da forze collegate ed
lognesi, e fu tale che il rio ove imponenti, si mossero col loro e-
seguì prese il nome sanguinario sercito e gli aiuti de'ravennati, ri-
che porta, sebbene la vittoria ri- minesi, bertinoresi ed altri amici;
mase incerta. Nel 1 155 accadde in tanto bastò perchè pron- i faentini
Faenza un incendio distruttore, men- tamente abbandonassero l'assedio,
tre fra Bologna e Forlì seguirono e sebbene poscia fecero delle scor-
nuovi disturbi pel transito di al- rerie, si conchiusero pacifici aceor-
FOR FOR 217
di, anche vedendo avvicinarsi Fe- in Lombardia. Dipoi 6eguì pace la

derico I che ambiva il dominio generale, per cui nel 1 1 83 Fede-


d'Italia. Al suo arrivo molte città rico I fu lietamente ricevuto in
per amore o per tema si dierono Italia, meno che dai faentini, per
a lui, ma Forlì, Faenza, Imola e il che vennero puniti dai cesarei
i luoghi adiacenti negarono sotto- a'quali eransi uniti i forlivesi e i

porsi al suo dominio, preferendo cesenati.


mitigare con denari l'animo cru- Nel 11 90 divenuto imperatore
dele ed avaro di quel principe, Enrico VI, dichiarò il suo scalco
per cui parve si mostrasse in se- Marcoaldo duca di Romagna e mar-
guito più benigno a'romagnoli. In- chese d'Ancona, ciò che equivalen-
tanto ad Alessandro III essendosi do a feudo non toglieva a'popo-
collegatele città lombarde, Fede- li la propria autorità all'uso di
rico I riportò tali rotte, che con repubbliche, non avendo l' investi-
poca sua gloria ritornò in Ger- to che certe regalie, solite darsi
mania, e le città italiche alle pri- agl'imperatori. Divenuto però nel
miere discordie. Faenza minacciata 1198 Pontefice Innocenzo III, sic-
con assedio dai ravennati e bo- come dotato di molta energia, vol-
lognesi, fu soccorsa dai forlivesi, se l'animo alla ricupera delle an-
riportando a completo
s. Procolo tiche giurisdizioni e proprietà del-
trionfo de' nemici ; e grata al be- la sede Apostolica, mandando Car-
neficio ricevuto, convenne di pren- sidonio con un Roma-
esercito in
dere dai forlivesi il pretore ed il gna, i di cui popoli siccome avvez-
capitano nel 1169. Nell'anno se- zi alla ed all' ubbidienza
libertà
guente tornarono i bolognesi su degl'imperatori si mostrarono con-
Faenza, con poderoso esercito, e trari ; laonde dopo le scomuniche
col carroccio, di cui parlammo al- supplì alla deficienza di sue trup-
l'articolo Carrozze {Vtdi)^ la pri- pe con quelle de' bolognesi, i qua-
ma volta da loro adoperato: i faen- li e per abbassar la potenza di
tini ebbero la peggio, e di for- Marcoaldo, e per acquistarsi la gra-
livesi vi restarono prigioni Pietro zia del Papa uscirono col carroccio
di OrdelalTo Giovanni
Ordelaffi , pronti ad ogni tentativo, sotto il

Gherardini, Alberto degli Offizi, ed comando di Ubertino Visconti lo-


Ugo Berardenghi, che alla conclu- ro pretore. Indi Carsidonio prese
sione della pace furono restituiti. alcune castella, portossi coll'arma-
Nel 1
1
7 3 un incendio tra le altre ta ne'dintorni di Forlì, ma il po-
cose consumò gran parte dell'ar- polo si sollevò contro il preto-
chivio dell' insigne abbazia di s. re Roberto romano, che coi suoi
Mercuriale, mentre Cristiano arci- partigiani voleva introdurre gli
vescovo di Magonza, con grosso e- ecclesiastici nella città, e supera-
sercito imperiale per rendere le tolo 1' uccise , facendo il simile
città ossequiose a Federico I, ed col nipote del Pontefice ch'era en-
aiutato dai forlivesi e dal resto di trato in F01T1 per combinar gli

Romagna, die notabile rotta ai bo- accordi col pretore; oltre a ciò i

lognesi, concedendogli tregua per forlivesi si portarono a saccheggiar


sei anni quando dovè partire in il territorio di Ravenna, togliendo-
{.occorso dell' imperatore sconfìtto gli Cervia per essersi dati i ra-
3 1,8 FOil FOli
vcnnali col resto a
di Romagna ro intesa, sebbene altri storici at-
Carsidonio. Questi però congiunse tribuiscono ai bolognesi, che aspi-
alle sue le forze de' bolognesi e ravano a dominar sulla Romagna,
delle città che avevano riconosciu- il diroccamento di Castelleone, co-
ta la dominazione papale, astrin- stringendo di più faentini a pa- i

se anche Forlì all'ubbidienza, che gar mille lire ai forlivesi, non so-
nell'anno seguente concorse a co- lo perchè questi si preparavano
stringere Marcoaldo di cedere alla a nuovi attacchi, ma per aver il

Chiesa romana il dominio e le ra- vescovo dì Forlì fulminato la sco-


gioni che appartenetegli. Mitissimo munica, essendo il castello sua dio-
fu 1' esercizio della pontificia so- cesi ove possedeva casa che so-
,

vranità, dappoiché Innocenzo III vente abitava nelle turbolenze del-


si contentò del giuramento di fe- la città: per togliere ogni dissen-
dii là, d'un semplice tributo, e l'ob- sione pure il castello della Cosina
bligo alle città riconquistate di pre- fu demolito. Dopo la rotta che
slare all'occorrenza soccorso di mi- patirono i faentini alla Frattaria,
lizie: del resto le città di Roma- seguì la pace, restituendosi Cervia
gna continuarono come libere a ai ravennati correndo il 1202,
governarsi , ed a disporre della chiamato l' anno della fame per
pace e della guerra, per cui po- la carestia di tutta Italia. Frutto
scia ripullularono gli antichi ri- della concordia goduta dai forlive-
sentimenti colle città limitrofe e si fu la restaurazione delle mura
confinanti, come tra Forlì, Faen- della città, edificandole in quelle
za e Cesena
continuando però
,
parti ch'erano, di bastioni soltanto,
l'amicizia della prima con Ravenna. e condurre il canale per mezzo,
Non mancarono calamità che della città. In questo mentre l'im-
al principio del secolo XII l afflis- peratore Ottone IV mandò in Ro-
sero la provincia di Romagna, co- magna per suo vicario Leonardo 1

me del contagioso morbo che de- da Tricano col solo titolo di con-
cimò le popolazioni, pel flusso con- te; ma per la discordia suscitatasi
tinuo del sangue dal naso. Mo- col Pontefice svanirono i disegni
mentaneo fu il conquisto di Cer- de' ministri imperiali. Lunga lite

via fatto da' forlivesi per la prov- si agitò tra il pubblico di Forlì
visione de'sali, cui segui la guerra e Pietro abbate di s. Mercuriale al-

coi bolognesi e faentini ,


perchè la presenza di Oddone vescovo di
questi quasi sui confini del Forli- Cesena, e di Clemente abbate di s.
vese eressero il castello di Cosina, Lorenzo, giudici apostolici, intorno
e ricusarono demolirlo, se prima al campo dell'abbate, oggi piazza
Forlì non faceva altrettanto su Ca- pubblica si
, ove
faceva mercato.
stelleone,che sovrastava Faenza. L'accordo che seguì agli 1 1 dicem-
Varie furono le conseguenze della bre 1 2 1 2 nel palazzo del consiglio,
guerra, Castelleone fu preso e de- fu che l'abbate dovesse concedere
solato a' io ottobre 1202, ed è il l'investitura del campo alla comu-
presente Castione; il fortino di Co- nità di Forlì per cento anni, e
sina fu spianato dagli stessi bologne- questa pagare ogni anno nel mese
si disgustati dei faentini per l'ec- di marzo una libbra di cera al-

cidio di Castelleone fatto senza lo- l' abbate. Inoltre i forlivesi riedi-
FOR
ficarono le Caminate, terra nobi- tefice dall'Imperatore. Ritornato pei
le sui monti di Forlì, già distrut- conte diRomagna Blanderate, For-
ta dagl'imperiali quando vi espul- lì,Ravenna, ed altre città si di-
sero i Belmonti che n'erano i si- chiararono per Federico II, e la
gnori: edificarono pure o amplia- prima fornì il conte di soccorsi a
rono Melidonio o Melidolo forse danno de' bolognesi, opinandosi da
Meldola. alcuni essere allora Forlì capo di
L'anno 121 3 fu l'epoca in cui provincia. Nel i23o l'imperatore
Castrocaro fu debellato dai forlivesi. si recò in Romagna, fece il suo so-
Questo luogo detto Salsubium da lenne primieramente in
ingresso
un vicino fonte di acqua salsa, so- Foilì, e dopo lunga dimora passò
vrastando al territorio di Forlì, in Ravenna, ove intimò un consi-
considerandosi qual frontiera ne fu glio generale degli oratori e pri-
creduto spediente 1' acquisto. I for- mati della città, sotto pretesto di
livesi n' erano stati signori prima voler comporre le cose d' Italia. Ma
della discesa de' longobardi in Ita- essendo stato Federico JI scomuni-
lio, indi concesso in feudo ad una cato da Gregorio IX per mancan-
famiglia particolare, trovandosi dal- za ai giuramenti di partir per la

l' Anastasio enumerato tra i luoghi crociata di Palestina, e per invade-


dati da Pipino a Stefano III. Alle re le terre della Chiesa, i forlivesi
censure emanate da Innocenzo III implorarono ed ottennero le pon-
contro Ottone IV, seguì la sua tificie assoluzioni dalle censure per
deposizione, e l'elezione all'impero 1' arcivescovo di Ravenna. Non com-
di Federico lì. Non andò guari che parso alcuno al consiglio, l' impe-
i con altri collegati guer-
forlivesi ratore tornò in Germania, lascian-
reggiarono con Cesena che temendo .,
do conte di Romagna Carnesale o
soccombere si sottopose ai bologne- Carnevale, mentre la lega de' prin-
si, con riceverne il pretore, finché cipi di Lombardia preparavasi con-
il Papa Onorio III tranquillò gli tro di lui.

animi. I forlivesi divertirono poscia Trovandosi nel 1282 pretore di


il corso fiume Montone con
del Forlì Rinaldo di Belmonte signore
danno di Faenza ; e qui nuove dis- delle Caminate e Brisighella, tentò
sensioni si suscitarono, non senza di farsi città, ma ven-
signore della
spargimento di sangue. Nel 1220 ne prontamente espulso, ed uccisi
fu coronato in Roma Federico II, alcuni suoi fautori, quindi resi va-
il quale incominciò a ledere le giu- ni gli ulteriori sforzi di Rinaldo.
risdizioni ecclesiastiche particolar- Nel 1233 Forlì come altre città
mente in Romagna, di cui fece pagò sei mila scudi a Federico II,
conti prima Ugolino, poi Golfredo restando così affatto libera, per al-
Blanderate, indi Alberto vescovo di tro col semplice annuo tributo, in
Magdeburgo, che minacciò di guer- segno di ricognizione, di cento lire
ra i bolognesi e faentini che di- alla camera imperiale. Perchè poi
mostravansi alieni dal suo partito; Bologna, Faenza, Cesena, ed altri
giacché a quell' epoca le tremende luoghi di Romagna stavano per la
fazioni de' guelfi e ghibellini, vera parte guelfa divola al Papa, i for-
peste d'Italia, ripresero vigore, per- livesi siccome ghibellini in senato
chè favoriti i secondi contro il Pon- si unirono ai ravennati, riuiinesi,
o.xo FOR FOR
berli noresi ed altri, col patto di usurpò non poche terre della santa
reciproco soccorso ed unione in ca- Sede, il perchè inorgogliti i elu-
so di guerra, e per sostener o- bellini, in ogni luogo
l' prevalsero,
nore dell' impero in Romagna. La come in Romagna, meno Ravenna
momentanea irruzione su Faenza, che soggiacque al guelfo Paolo
il comporre le differenze de' ra- Traversare In questo tempo i for-
vennati, per cui i forlivesi furo- livesiavendo assediata Faenza, fu-
no dichiarati arbitri, e l'occupa- rono ed imprigionati e con-
rotti ;

zione del castello di Solarolo fu- temporaneamente il cardinal legato


l'oiio i principali avvenimenti di Montelonghi prese Ferrara, e de-
Forlì dopo 1235, castello che
il presse i partigiani dell' imperatore,
rilasciarono a mediazione de' bolo- in modo che la Romagna si con-
gnesi. La discrepanza degli storici, vertì in guelfa, eccetto Forlì in cui
particolarmente patrii, produce non risiedendovi il conte della provin-
poca contraddizione negli avveni- eia, questi vi conservava l'autorità
menti, facendo talvolta vincitori i imperiale.
perditori : così accade ne' fatti sue- Conoscendo Federico II necessa-
cessi tra Faenza e Forlì, nella fre- ria la sua presenza in queste par-
quenza delle loro discordie, né trat- ti, partì coli' esercito ; e fatta inas-
tandosi di erudizioni compendiate, sa a Forlì, ove molto si trattenne,
è facile mostrare la verità o alme- prese Ravenna, e gli altri luoghi
no la probabilità dei successi, in riconobbero la sua autorità, eccet-
tui parzialità, prevenzioni ed altro tuata Faenza che perciò venne da
diressero la penna di non pochi lui col figlio Corrado assediata da
scrittori. I ravennati coi forlivesi, tutte parti, co' soccorsi de' forlivesi,
forlimpopolesi, e bertinoresi nel Penuriando l' imperatore a tale as-
1235 predarono il territorio di Ce- sedio di moneta ne fece battere in
sena, ma s' ebbero la peggio, per- Forlì di corame, a condizione del
che i cesellati non solo li scompi- cambio in oro terminata l' impresa,
gliarono, ma fecero prigione Sclat- Superata Faenza, l' imperatore vi
ta Uberti pretore di Forlì, mentre mandò a governarla i forlivesi Te-
i faentini fecero saccomanno sino baldo Ordelaffi per pretore, e Su-
alle porte di Forlimpopoli e di perbo Orgogliosi per capitano del
Piavenna; quindi successero altri fatti popolo, volendo così premiare For-
d'armi tra i forlivesi, faentini ed altri, lì per la fedeltà, ed aiuti ricevuti ;

con diversa fortuna ma il castello : quindi eresse una rocca in Cesena,


delle Caminate fu dai primi spianato, depresse le altre città, ed accrebbe
in punizione di Rinaldo suo signo- di dominio, di riputazione, e di
re. Frattanto Gregorio IX senten- privilegi Forlì. La città di Cervia
do il vituperevole accordo fatto in passò in dominio de' forlivesi, così
Palestina dall' imperatore co' sarà- la loro giurisdizione dal giogo del-
céni, spedì con gente di Romagna l'Apennino, al dir del Ronoli, si

e di Lombardia all'acquisto per la estendeva sino all'Adriatico, e tut-


Chiesa della Puglia, Giovanni di to il paese frapposto a detti mon-
Brenna già re di Gerusalemme. Ciò ti ; Matelica e la via Flaminia tro-
saputosi dall'imperatore, calò in vavasi sotto la signoria di Forlì,
Italia, ricuperò il perduto, e si che di nuovo, col tributo ordinario
FOR FOR 221
di cento lire, Federico II aveva di- Rinaldo Delmonli ricuperò il diru-
chiarata libera, per cui pretendono to castello delle Cantinate. Morto
si reggesse a governo democratico. Federico II i forlivesi si solleva-

Tra questi luoghi eravi compresa rono e cacciarono dopo lunga con-
MeldoJa, terra nobile non solo sog- tesa la parte guelfa, giacché Forlì
getta, ma ancora aggregata e fatta poteva dirsi allora metropoli dei
territorio forlivese, durò sino
e vi ghibellini, nò sembra probabile che
al 1282, dopo il qual tempo ebbe soggiacesse al dominio de' bologne-
a soffrire or sotto Forlì e suoi prin- si, anzi forlivesi ricusarono da lo-
i

cipi, or sotto d' altri varie vicende. ro il pretore, che per solito se-
Seguì nel 1242 grave questione condo l'uso doveva essere stranie-
in consiglio tra senatori , ed in ro, per impedir le gare fra i cit-
piazza restarono uccisi Nicolaccio tadini per divenirvi. Rensì Rolo-
Segafèni, eMarino Rafhnelli. L'an- gna ad eccezione di Forlì e di Ri-
no seguente i veneti all'improvvi- mini, soggiogò le altre città di R.o-
so assediarono Forlì, ma usciti dal- magna. All'esaltazione all'impero
le porte gli abitanti, con danno ri- di Rodolfo d' Absburgo , nel con-
tiraronsi gli aggressori, i quali po- fermare alla satita Sede le sue pos-
scia gli tolsero Cervia : non si co- sessioni, vi comprese la Romagna,
nosce qual mira avesse la repub- ma non perciò gl'irrequieti ghibel-
blica di Venezia, e si congettura lini si quietarono, che in Rologna
che facesse ciò a persuasione del erano capitanati Lambertazzi
dai
legato del Papa, ovvero per am- amici de' mentre capi dei
forlivesi,
pliare il suo dominio, per cui len- guelfi bolognesi erano potenti Ge- i

tamente procurava insignorirsi del- remei. Questi volendo togliere ai


la Romagna, potendogli fare osta- ghibellini di Romagna i forlivesi
colo la crescente possanza de' for- debilitandone le forze, s'adoprarono
livesi. in senato perchè gli fosse spedito
Sconfìtto l'imperatore sotto Par- contro un esercito, e col carroccio
ma, e deposto nel concilio gene- portaronsi ad assediar la città, che
rale celebrato in Lione da Innocen- trovarono ben difesa da Guido da
zo IV, questi inviò in Italia il car- Montefeltro, perchè i forlivesi dai
dinal Ottaviano Ubaldini, il quale loro avevano penetrato la
amici
coi bolognesi e fuorusciti guelfi tempesta che gli sovrastava; laon-
tentò di ridurre la Romagna al de con qualche perdita dovettero
partito della Chiesa, e per la pri- ritirarsi bolognesi. Nel 1273 giun-
i

ma s'impossessò di Forlì, come se in Forlì Odoardo re d' Inghil-


sede principale de' ghibellini, ciò terra di ritorno dalla sagra spedi-
che agevolò 1' occupazione delle al- zione di Terra Santa, ed infruttuo-
tre città : i forlivesi capitolarono samente s' interpose a pacificare i

con onorevoli convenzioni , e rico- Geremei coi Lambertazzi. Tutla-


nobbero nel 1248 per legato del volta Guido da Montefeltro mar-
Papa il cardinale. Restituì questi ciò su Faenza, la prese in un a
i guelfi fuorusciti alla patria , ed Solarolo ov' eransi ritirati i Man-
espulse i più sospetti ghibellini ,
fredi, e fece molti prigioni.
praticandosi altrettanto nelle altre Intanto i Geremei provocarono
città ghibelline. In tale occasione una seconda spedizione contro Forlì,
222 FOB FOB
quando sul punto di partire il car- rono compiutamente il nemico il ,

roccio, la fazione contraria con perchè Cesena aprì le porte ai fol-


molti forlivesi si cacciarono sugli li vesi, giurò fedeltà ed obbedienza,
emoli, e seguirono gravi zuffe, lin- ricevendo in governatori l'Ordelaf-
cile giunta a Bologna grossa mano fi e l'Orgogliosi. Non restava al
di lombardi
guelfi i principali ,
partito guelfo di Bologna che Ra-
Lambertazzi colle loro famiglie fu- venna, al soccorso della quale mar-
rono discacciati, che accolti in For- ciarono i Geremei, ed anco per te-
lì molti di essi vi si fermarono. nerla nella divozione de' bolognesi.
Allora Bologna regolata interamen- Frattanto i forlivesi assediarono
te dai Geremei decretò la rovina Bagnacavallo, ed edificarono Coti-
di Forlì, la cui potenza sempre gnola, per assicurare da quella par-
bramò deprimere, congiungendo al- te il territorio faentino, e porre in
le sue forze quelle di Bavenna, di maggiori angustie detta terra. Nar-
Cesena, d'Imola, e de' fuoruscili ra il Bonoli che gli fu dato il no-
guelfi di Lombardia ed altre parti, me di nuovi
Cotignola perchè i

sotto il comando di Malatesta Ma- abitanti da Forlì dal


furono tolti
latesti di Bimini. A tanto appara- borgo di Cotogni o Gotogni , tal-
to i forlivesi fecero i maggiori sfor- ché Cotignola divenne colonia di
zi e continuando a tenere assolda- forlivesi : questa terra produttrice
to il prode Guido, caldo ghibellino, d'uomini segnalati die i natali a
gli associarono molti periti capi- Sfor/a Atlendolo, da cui derivò la

tani,non che Superbo Orgogliosi e polente e nobilissima casa Sforza ,

Teodorico Ordelalii forlivesi. Oltre che trasse origine da un ramo dei


il ponte di s. Procolo nel 1275 Calboli forlivesi colà mandato. Ma
seguì l' asprissima mischia, in cui su Cotignola, e sulla più antica sua
la vittoria si dichiarò pei forlivesi, edificazione, va letto quanto dicem-
che a pezzi
tagliarono ottomila mo al volume XXII, pag. 299 e seg.
nemici, s'impadronirono di tremila del Dizionario.
carri di bagagli e munizioni, e del Bagnacavallo non potendo soste-
gonfalone, la cui asta per molto nere l'assedio si die ai forlivesi, che
tempo fu conservata in s. Giaco- furono puniti coli' interdetto da
mo poi chiesa di s. Domenico. Il Bonifacio arcivescovo di Bavenna,
carroccio sul quale salì Montefel- perchè Bagnacavallo era raccoman-
tro, fu fatto tirare da cinquecento data a quella chiesa. Frattanto i

prigioni, e condurre a Forlì, con fiorentini raccolto numeroso eser-


quella pompa militare che vedesi ne dierono la direzio-
cito guelfo,
dipinta nella sala del general con- ne a Guido Selvatico conte di Bo-
siglio. Becatisi poi i forlivesi sul mena, che attaccò lo stato forlive-
territorio di Bologna, saccheggia- se dalla parte del confine , impa-
rono alcune ville, ed occuparono dronendosi di parecchi castelli, i

molte castella incendiarono Castel


; cui signori feudali erano guelfi
s. Pietro, e riconquistarono Cervia fuorusciti. Ma il senato forlivese
e la sua rocca. Indi mossero a si spedì a quella volta 1' esercito , e
danno di Cesena soggetta ed allea- non lungi da Civitella di tanto im-
ta de' bolognesi, s'insignorirono del peto venne assalito il campo ne-
castello di Bovcrsano, e sbaraglia- mico, che dopo poche ore di coni-
,

FOR FOR 11$


battimento, con propizia sorte dis- livesi,cooperarono presso il nuovo
siparono e ruppero; quindi all'au- Pontefice Martino IV di nazione
ra della vittoria agevole fu il ri- francese, a far sì che i fuorusciti
cupero delle castella, come l'ac- come perturbatori fossero totalmen-
quisto di alcuni luoghi di dominio te sterminati, che si dovesse umi-
fiorentino. Seguirono altri fatti d'ar- liar il soverchio potere de' forlive-
mi, tra' quali fu arso e spianato si, che spettando le città circostanti

Calboli, castello poscia dai suoi si- per antiche ragioni alla romana
gnori riedificato nel pontificato di Chiesa, non doversi i suoi nemici
Martino IV, come famiglia poten- proteggere da Forlì , e che sog-
te fatta ricca di privilegi dall'im- giogati i forlivesi, gli altri ghibel-
peratore Ottone III, ed in Forlì lini venivano ad un tempo doma-
capi della fazione guelfa. In vista ti. Il Papa pertanto bramoso di
di avvenimenti sì prosperi, resa a riprendere le antiche giurisdizioni
tutti potenza de'fòr-
formidabile la di santa Chiesa ( che i forlivesi im-
livesi , Ravenna
Rimini a loro e pugnavano riconoscendo solo l'im-
sicurezza e quiete pensarono strin- pero a superiore, né valutando le
gere secolei amicizia e confedera- confermate donazioni di Rodolfo
zione, e già l'arcivescovo Bonifacio siccome non coronato in Roma per
avea sciolti dalle censure i mede- mano del Papa )
, e cedendo ai
simi forlivesi. Allora i bolognesi guelfi s' indispose contro i ghibel-
implorarono il soccorso del Pon- lini, intimò guerra a Forlì, che a
tefice ìNicolo III, che inviò loro il mezzo de' suoi ambasciatori, lungi
nipote Bertoldo Orsini, il quale dal prendere perniciose brighe col-
rappresentando il padre comune, la Chiesa, voleva discendere ad o-
con molto zelo conchiuse la pace neste condizioni. Gli emuli de' for-
fra i guelfi e ghibellini di Bolo- livesi impedirono che gli oratori
gna. Dopo la morte del Papa si in Orvieto potessero eseguir col
riaccesero le discordie, e i ghibel- Papa la loro missione ; in vece
lini bolognesi cacciali rifugiati ven- nel pontifìcio nome fu fatto loro
nero dai forlivesi in Faenza, ma intendere, che se Forlì voleva pa-
poscia per diverse cagioni stacca- ce cacciasse i bolognesi Lambertaz-
rono questa città alla divozione zi, e non convenire al Papa pegh
di Forlì, che spedì il generale Mon- antichi diritti che avea su Forlì e
tefellro a saccheggiarne il territo- suo stato, capitolar coi sudditi.
rio,quindi fece altrettanto su quel Provarono i a Mar-
forlivesi inviare
di Ravenna, ch'era divenuta l'asilo tino IV ambasceria compo-
altra
de' guelfi e de' ribelli di Forlì sta di ragguardevoli personaggi, al-
anzi udita la sedizione di Faenza meno per assegnar alcun luogo ni
avea danneggiato i confini dello Lambertazzi per loro rifugio, ma
stalo forlivese. dalla fazione contraria, alla cui te-

Vedendosi i ravennati impotenti sta era Carlo d'Angiò re di Si-


I

a sostenersi contro Forlì, dopo va- cilia, non fu permesso avvicinar il


rie conferenze cogli oratori de'Ge- Papa, per cui i forlivesi si prepa-
remei, dei 3Ialatesta ed altri guel- rarono alla guerra. Teneva Mar-
fi, e più di tulli co' faentini che tino IV preparalo un ordinario
temevano un nuovo assedio dai for- esercito, in cui primeggiavano ot-
2^4 F0R FOR
tocento nobili ed agguerriti fran- né lasciò di profittare dell' interne
cesi; dichiarò generale e conte, os- corrispondenze de' guelfi, che disco-
sia presidente di Romagna Guido perti, furono puniti con inusitato
d' che altri erroneamente
Appia , supplizio. Quindi divise l'Appia l'e-
chiamano Giovanni di Pa o di A- sercito in due campi ne piantò ,

pia, uno de' primi capitani di Fran- uno a s. Martino, l' altro alla Ro-
cia, a cui il Pontefice avea
ed vere presso i prati del Cassirano.
dato in moglie una nipote: due Intanto Guido da Montefeltri ge-
furono i valorosi capitani pontifi- nerale de' forlivesi, dopo una gio-
cii di cognome Appia , il primo stra bellissima rappresentata il gior-
Guido , il secondo Giovanni , ciò no di s. Mercuriale, con la com-
die motivo che alcuni dissero es- parsa di trecento forlivesi a ca-
sersi Guido chiamato anche Gio- vallo riccamente abbigliati, profit-
vanni. tando del buono spirito ch'era nei
Guido per Firenze a
portossi suoi che fidavano ne' favorevoli
,

Bologna coli' esercito, spesato per prognostici loro dichiarati da Gui-


la più parte da Filippo III re di do Bonatti, volle provarsi a tentar
Francia che ivi s' ingrossò colle
, fortuna, e liberar la città già ves-
truppe de' bolognesi, imolesi, faen- primo mag-
sata dalla fame. Nel dì
tini, ravennati, perugini, de' Mala- gio Guido fece generale rassegna ,

testa, e del marchese Obizzo d'E- animò il popolo e l'esercito a spe-


ste, il quale mandò mille fanti fer- rar bene, e riflettendo non potersi
raresi, guidati da Ciaccolo Ciacco- superare un nemico con forze co-
li : tra i prodi capitani figurava tanto maggiori, senza qualche stra-
anche Taddeo Novello Montefeltri, tagemma, lasciando in aguato par-
cugino del conte Guido generale te de' suoi presso le mura, fece spa-

de' forlivesi , ma di lui nemico. lancar le porte dal canto di mezzo-


Dalla città di Forlì si allestirono giorno, e per quelle munite di s.

que' preparamenti che si potè mag- Biagio e di s. Pietro, in atto di


giori, per affrontare sì temuto e- fuga portossi sull'alba ad assalir il
sercito. L' Appia nel 1281 avan-
si campo alla Rovere, eh' era sepolto
zò all'assedio della città, incomin- nel sonno. Quelli del campo s.

ciando dalla porta di s. Valeriano, Martino avvedendosi delle due


il cui borgo fu dai francesi incen- porte abbandonate ne dierono av-
diato ; ma i forlivesi attaccando di viso all' Appia dicendo che il conte
fianco i papalini, dopo lungo con- era fuggito. Senza perder tempo
trasto , con grave loro perdita li l'Appia mosse il campo, e perven-
costrinsero alla ritirata. Pieni i for- ne a Forlì, nel tempo stesso che
livesi di contento per la vittoria, il conte attaccava l'altro campo. 1
la porta di s. Valeriano fu poi capitano francese dubitando di qual-
nomata della Rotta. Vedendo l'Ap- che inganno, fece occupare la por-

pia la difficoltà di prendere Forlì la Ravaldino, e far alcune esplo-


con assedio e di forza intese ad , razioni, quindi determinossi all'in-
averla per fame; laonde nel se- gresso , abbandonandosi i francesi
guente anno 1282 ne saccheggiò al saccheggio ed alla crapula , in
il distretto, e pose vari presidii ad cui furono imitati dagl'italiani, tra-
impedire l'ingresso alle vettovaglie, cannando a gara il vino. Stando
FOR FOR 2^5
il Bonatti vigilante, vedendo il tem- benedire, appellata perciò volgar-
po opportuno, die il segno conve- mente la Crocetta, che descrive il

nulo all'agnato, suonando a mar- succitato Giuliano Becci. Colle spo-


tello la campana maggiore su la glie de' francesi fu acquistato un
torre di s. Mercuriale Allora na- i podere, col frutto del quale ogni
scosti si gettarono con impeto sugli settimana a loro suffragio si cre-
sparsi francesi, ed aiutati persino brava una messa ; quando poi nel
dalle donne ne uccisero molti. 1616 alla cappelletla fu sostituita
In tal frangente l'Appia con una la colonna marmorea di cui par-
scelta mano de'più intrepidi, fecesi lammo, il pio legato venne sod-
forte in piazza, uccise duemila for- disfatto dai vallombrosani. Gli sto-
livesi, per cui gli altri erano per rici attribuiscono gran parte del-
darri allaquando giunse il
fuga, l'onore delle due memorabili vit-
conte Montefeltri vincitore del cam- torie, una in città, l'altra fuori, ai
pò alla Rovere, quindi inasprita consigli del gran filosofo ed astro-
la zuffa, questa durò tutto il gior- logo Guido Bonatti che pur fanno
no, e gran parte della notte, coin- forlivese; il Bonatti col Montefel-
battendo in confusione per le pinz- tri si fecero religiosi di s. France-
se e per le vie, su cui i vecchi e sco, e l'eredità dei discendenti del
le donne scagliavano sassi e tego- primo pervenne alla romana fa-
le.con orrendo danno de' nemici, miglia Rondoni, per essersi ad uno
che cedendo a tante forze unite, di loro impalmata la superstite Bo-
furono quasi tutti tagliati a pezzi, natti. Immensi poi sono gli elogi
fra' quali Guido Appia, e Taddeo che furono tributali alla sagacità,
Montefeltri. 11 numero de' morti antiveggenza e prodezza di Guido
d'ambe le parli ascese a dieciotto- da Montefeltro, il quale è altamente
mila. modo il Bonoli narra
In tal encomiato da Dante nella Divina
il d'armi tra Guido da Mon-
fatto Commedia, dall'Ariosto, e da altri,
tefeltro, e Giovanni d'Appia; ma Udita eh' ebbe Martino IV la
sulla più esatta veridicità può con- strage de' suoi ordinò nuova re-
,

sultarsi la descrizione che ne pub- colta di genti , e spedì s. Filippo


blicarono i fratelli Mamiani di Pe- Benizzi generale de' serviti a predi-
saro prima del i83o, coi tipi del care ai forlivesi l'ubbidienza; però
T
]N obili, tratta dalle cronache di Gui- non ebbe ascolto , e fu cacciato
do Bonalti qual fatto d'armi
(nel fuori delle mura da cento giovani,
vi ebbe grandissima parte) e ridotto tra i quali era Pellegrino Laziosi,
a buona lezione dal rinomatissimo uno de' nobili principali del paese,
Bernardino Baldi. Viveva a quest'e- il quale poi pentito di tale eccesso,
poca in Forlì il b. Giacomo Sa- vestì l'abito de' serviti , e meritò
lomoni domenicano veneto, al cui d'essere solennemente canonizzato
suggerimento i forlivesi eressero per santo da Benedetto XIII. Quin-
in mezzo alla piazza maggiore, in di il Papa dichiarò Giovanni d'Ap-
cui erano stali seppelliti molti dei pia generale dell'esercito, che fu
francesi uccisi, una cnppelletta, sul ingrossato colle truppe del re Car-
cui altare era una croce sostenuta lo I, e con tremila fanti de'bologne-
da un leone scolpito in marmo, e si, oltre gli aiuti di Ravenna, Faen-
nel mezzo una mano in atto di r.a e delle altre città guelfe. Di
voi. xxv. i5
226 FOR FOR
primo arrivo Giovanni scorse da usciti furono esiliati dalla Roma-
tutte le parti il territorio forlive- gna , ma la provincia non restò
se, dando il guasto all'imminente perciò tranquilla.
raccolto per affamare al più presto Avvezze le citta romagnole, ed
la piazza , e sovente occupando in ispecie Forlì, a comandare, mal
qualche sebbene i
castello vicino, soffrivano dispotismo dell'Appia,
il

forlivesi uscissero spesso a scaramuc- che col cardinal vescovo di Porto


ciare, non senza riportare de' van- legato in tutto s'intrigava, e dispo-
taggi, coli' uccisione di persone di- neva a capriccio delle cose, men-
stinte. Indi Giovanni sloggiando il tre per lo avanti la provincia non
presidio di Cervia, avendo corrot- era tenuta che ad alcuni piccoli
ti i difensori con sedicimila fiorini tributi , ed a somministrare se ri-
d'oro , se ne impadronì. Laonde i chiesta un contingente di milizie.
forlivesi stanchi, e mal ridotti dal- Conseguenza di che
furono violen-
la fame, dalla nuova guerra, e da ti avvenimenti. Malatesta da Rimi-
tanti nemici sovrastanti all'intorno, ni quantunque guelfo diede pel
allettati dalle lusinghe de' pontifi- primo il segnale al sollevamento
cii , determinarono arrendersi con de' popoli contro l'Appia. Già i for-
patti onorevoli, salvo le persone e livesi incominciavano ad ammuti-
gli averi, consegnata la terra di narsi, solo trattenuti dalle domesti-
Meldola ai fuorusciti ed al Monte- che discordie, e lo stesso dicasi dei
feltri. Con Forlì acquistatosi dal faentini; laonde trasferitosi Mala-
conte Giovanni anche il suo stato, testa a Forlì, riconciliò gli Orgo-
esiliò i principali ghibellini, rimet- gliosi ed Ordelaffi coi Calboli, quel-

tendo all'opposto i guelfi fuorusciti, li ghibellini, e questi guelfi , tut-


e poscia assediò que' ghibellini che te famiglie assai ragguardevoli. An
erano in Meldola, dopo aver scam- che l' arcivescovo di Ravenna era
ira
pato grave pericolo. Lieto Marti- malcontento, perchè dovette con
no IV per tali successi, mandò in gnar all'Appia le ricuperate caste I
Romagna il cardinal Girolamo ve- la di sua giurisdizione; si era com
m-
scovo di Palestrina, ed il cardinal posto co' forlivesi, e li aveva assol
Giacomo Colonna per comando ,
dalle censure pe' danni recati
de' quali, e secondo gli ordini del Tudorano, con ricevere novem ila
Pontefice, furono spianate le mu- lire di compenso. Agli accennati
ra, e riempiute le fosse della città di motivi di disgusto si aggiunse l'im
Forlì in castigo dell' uccisione di posizione di nuove gabelle , ond
Guido Appia , e privata di molte la provincia in gran parte diven
giurisdizioni e castella. Continuan- tumultuante. Sapendo l' Appia l

do Giovanni l'assedio di Meldola, mene del Malatesta, lo assalì me


costrusse a ricovero de' suoi solda- tre tornava a Rimini, fece prigi
ti un che dal suo cogno-
fortino , ne Giovanni Malatesta, indi sott
me fu chiamato Pietra d'Appio , pose a processura e condanne i fo:
ridotto poi a castello della giuris- livesi e faentini più caldi. Martin

dizione di Forlì. Guido di Monte- IV in sostenimento di sua autori


feltro dopo lunga resistenza si ar- tà inviò in Romagna considerabi
rese,ed umiliato a' piedi del Papa presidio francese, sotto la condott
n'ebbe il perdono, mentre i fupr- di Guido da Manforte; venne ri
,

FOR FOR 227


s cai tato il Malatesta, i faentini e ravennati e i riminesi, d'accordo
ferii vesi dierono cauzione, l'Appia coi malcontenti di Forlì, s'introdus-
si condusse con maggiore pruden- sero nella città, che elesse in pre-
za, ed il lutto restò pacificato. Se tore Guido Polentani, poi Mainar-
non clic morto nel 1285 Martino do di Susinana già pretore di Faen-
IV, l'Appia partì, restando al co- za. Udite Nicolò IV sì fatte rivolu-
mando di tutto il cardinale legalo zioni ed eccessi , spedì Ildebrando
•vescovo di Porto , che pel primo o Aldobrandino vescovo di Arezzo,
impose alla provincia un tributo che Mainardo accorto ghibellino ri-
per pagar le truppe di presidio. cevè con onore in Castrocaro, e gli
Onorio IV espulse di Romagna il donò il castello di Baccanano per
Montefellri che indisponeva i po- disarmarne lo sdegno, ed averlo fa-
poli, e benevolo con Forlì., gli die vorevole. Le stesse affettuose acco-
per insegna quella della romana glienze Ildebrando ricevè dal rima-
Chiesa, e nel 1286 spedì a gover- nente della provincia , ed in F01T1
natore, rettore o conte della pro- fu accollo con regia magnificenza,
vincia Guglielmo Durando sommo ove pubblicata la consueta adunan-
legista,ch'ebbe nella sede -vacante za, intervennero gli ambasciatori di
in successore Pietro di Stefano, che Ravenna. Il-
tutte le città, tranne
si mostrò severo co'Polenlani e Ma- debrando promettendo proscioglie-
latesta. Nicolò IV promosse al go- re i Polentani delle pene spiri-
verno della provincia prima Er- tuali e temporali, ottenne oltre la
manno Monaldeschi, e poi Stefano scarcerazione del conte, il compen-
Colonna in compagnia di Pietro
, so a questi di tremila fiorini. Ste-
Saraceno vescovo di Vicenza, le- fano Colonna e la famiglia a' 24
gato e superiore negli affari eccle- gennaio 1291 furono rilasciati. Indi
siastici e spirituali. Il nuovo conte Ildebrando intimò un'altra dieta in
convocò in F01T1 la dieta di pro- Forlì, in cui rese ostensibili le pon-
vincia, e ricevette dagli oratori del- tificie patenti di sua potestà , e si

le città de' luoghi al suo governo convenne dagli oratori a nome del-
soggetti , il giuramento solito di le città di estrarre dalla provincia
fedeltà. ventimila fiorini paga dei
per la
Stefano rimise i Malatesta in Ri- soldati, guardia del conte ed altre
mini , ma volendo toglier la rocca spese ; nello stesso tempo Ildebran-
di Ravenna ai Polentoni ,
per far- do vietò alle città d' imporre tri-
la custodire ai ministri pontifìcii, ai buti, acciò prive di danaro non po-
16 novembre 1230 fu imprigiona- tessero assoldar gente, e sollevarsi.
to colla famiglia, e gravi tumulti Dipoi Ildebrando conciliò in Imola
seguirono. I Malatesta insignoriron- i Nordilii cogli Alidosii, alcuni dei
si di Rimini, i Calboli sebbene per quali stabilironsi in Forlì, da dove
lo innanzi parziali alla Chiesa can- passarono a Siena. Di ritorno a
giarono partito, ed il vescovo Pie- Forlì Ildebrando dissimulò l'affron-
tro d'ordine del Papa pubblicò in to fattogli da Mainardo , nel chiu-
Forlì la crociala contro i contu- dergli in faccia le porte di Faenza.
maci e nemici della Chiesa. Ma ai Morto Nicolò IV i Polentani e Mai-
20 dicembre con pena potè salvar- nardo costrinsero Ildebrando a fug-
si colla fuga, quando faentini i , i gir colla parte guelfa in Cesena, che
»9Ò FOR FOR
subito assediarono, dopo aver im- tuale, non che conte nel fempora-
prigionato il di lui fratello conte le, Pietro arcivescovo, il quale ben
Aghinolfo di nomena : Malatesta diverso dai precedenti, colle «ne
consigliò Ildebrando a ritirarsi in maniere nella sessione provinciale
Castrocaro come luogo più sicuro, tenuta in Imola a' io aprile no5
e questi qual conte e legato della pacificò i Manfredi con Mainardo e
provincia colpì di scomunica i coni- gli altri ghibellini, rimettendoli in
plici di tante sedizioni, non che i Faenza; a Guido Montefeltri ginn-
bolognesi per aver occupata Imola to a Forlì, restituì i beni confisca*
ed espulsi gli sebbene poi
Alidosii, ti al tempo di Onorio IV. Ciò non
placato gliela concesse. Quindi segui- pertanto Pietro fu accusato al Pa-
rano multe e bandi della vita con- pa di favorir i ghibellini, e perciò
tro i principali ribelli. gli successe Guglielmo Durando,
Inutilmente s'intromisero i ho- stato altra volta conte di Roma-
lognesi colle città , siccome quelli gna, il quale trovò i guelfi avvili-
che aspiravano al dominio di no- ti, e i ghibellini ovunque baldan-
magna; soltanto i forlivesi elessero zosi per la presenza di Montefeltri,
nell'agosto 1292 a pretore per sei per lo più dimorante in Forlì, che

mesi il cardinale Napoleone Orsini, teneva in conto di patria. Gugliel-


che abitava in casa del pretore mo intimò il congresso di provini
Bandino Conteguidi, conte di Mo- eia in Cesena, dove riconosciuto
digliana. Faenza si fortificò, e coi ministro del Papa, poscia si con-
popoli circostanti pose in armi tren- dusse alla solila residenza in Forlì.
tamila fanti e mille cavalli, venen- Qual conte di Bomagna era pur
do considerata qual frontiera di no- marchese della Marca, come i pre-
magna, e facile ad essere attaccata decessori; laonde nel portarsi a vi

dai bolognesi : fu fatto generalissi- sitare la seconda, lasciò qui in si


mo il pretore Bandino, ma i bo- vece Guido vescovo di Pavia. Que
lognesi non fecero alcuna mossa, sii ricevè ordine di rivocare i bei
In Forlì ebbe luogo la riconcilia- al Montefeltri, e di togliere a li

zione con Ildebrando, giacché i col- ed a qualunque di sua famiglia


legati non desideravano l'espulsione dignità e magistrature che nell

dei ministri pontificii, ma solo di limi- provincia esercitavano. Ciò bast?


farne la preponderanza ; ma azzuf- per suscitar nuove turbolenze e ri

fati gli Orgogliosi e i Calboli_, que- voluzioni, come a provocare alla


sti vennero cacciati. Il Papa s.Ce- scoperta nuove confederazioni dei
lestino V rimosso Ildebrando, nel- ghibellini d'ogni
luogo; anzi a-
l' ottobre 1294 dichiarò conte del- vendo in non cale i bandi e le
la provincia noberto Gernaio: que- censure, per rendersi più. formida-
stisi portò a Forlì, poi a Faenza bili trassero al loro partito il mas
ed Imola ove destinò la provincia- cliese d' Este, che aspirava alla si-
le adunanza ma perchè esigeva
; gnoria di Bologna. Quindi nella
che il Pontefice fosse libero nel do- dieta generale tenuta in Argenta, i

minio della provincia, la Bomagna forlivesi e soci per compiacere all'E-


passò in aperta sedizione. Divcnu- stense si offrirono a procurar che
to Papa Bonifacio Vili costituì nuo- Imola si togliesse ai bolognesi, e fo*-
to rettore e vicario per lo spiri- sero iLambertazzi ritornati in patria.
,

FOR FOR 2>-9

Venuto Durando in cognizione vennero a rigorose condanne, mul-


di tanti maneggi, ne fece avvertiti te e processi ; inquisirono e pro-
i bolognesi che non seppero gio-
, cessarono molti forlivesi. Venendo
varsene perdendo Imola mentre
,
poi alla condanna generale, per la
Durando pubblicò rigoroso proces- particola! 1
punizione de' misfatti e
so, in cui comprese i principali for- delle pene inflitte, essa è descritta
livesi, e quelli delle altre città fe- minutamente dai Rossi nella storia
derate, alcuni de' quali posero in- diRavenna , e dal Ronoli al libro
tanto l'assedio a Castelnuovo del- quinto, essendo un documento in-
la famiglia Calboli capi de' guelfi, teressante. Nelle quali condanne ,
fuorusciti forlivesi. Questi allora im- ascendenti le multe a venticinque
maginarono il tentativo di sorpen- mila marche d'argento, non facen-
ilere per assalto Forlì, e rimettersi dosi menzione che della città di
in patria. Raccolti dunque gli op- Forlì e suoi abitanti, si deduce es-
portuni aiuti entrarono in città uc- sere stati i forlivesi capi e diret-
cidendo molti ghibellini, tra'quali un tori degli avvenimenti, anzi soli
Ordelafli ed un Orgogliosi. Avutosi disponenti del resto degli alleati _,

di ciò notizia dagli assedianti, Scar- per la fòrza in cui fioriva la città,
petta Ordelaffi assunse l' incarico di ad onta delle calamità soiferte nel
liberar lagiungendovi
patria, e pontificato di Martino IV.
precipitosamente, dopo lungo com- Di poca efficacia riuscirono le
battere col favore del popolo, fu- anzidette minacce, per esserne com-
gò ed uccise i nemici, fra' quali messa la esecuzione alla sbirraglia
due Calboli, in tutto mille e tre- semplicemente, laddove erano sul-
cento nemici, facendo così memo- le armi intere squadre. Indi Ugitc-
rando il 12 luglio 1296. Nel se- cione prese Lugo e Castel s. Pie-
guente anno i forlivesi fecero sul tro, ed ipredarono il ter-
forlivesi
territorio ravennate liceo bottino, ritorio di Rimini. A mediazione di
poscia praticarono altrettanto sul Bonifacio Vili seguì la tregua tra
bolognese. 11 Pontefice licenziato il gli alleati e i bolognesi, subentran-

Durando, creò conte Bologna e di do al comando dei primi Uberto


del resto di Romagna Massimo Pri- Malatesta ghibellino, cui successe
vernale, il cui fratello cardinal Pie- Zappettino Oberimi ; ma termina-
tro Duraguerra fece legato; ma sul- ta la tregua ebbe luogo tra i so-
le prime poco poterono operare, es- praddetti grossa scaramuccia al fiu-
sendo gli animi troppo esasperati me Silero, mentre Fulcherio Cal-
e la Romagna divisa in partili. Fu boli eletto generale della Chiesa per
in questo anno che Guido Monte- la spedizione della Marca, domò il
feltri con ammirazione di tutti, al- tiranno di Osimo, e ridusse la cit-
lorché la sua fazione predominava, tà ed altre terre all'antica domi-
vestì l'abito di s. Francesco. Entra- nazione del Papa. Finalmente nel
to 1297, al generalato del ghi- bolognesi pacificarono
il 1
299 i si

bellino Mainardo fu sostituito U- co' confederati, essendo nominati in


guccione Fagioli, continuandosi o- primo luogo i forlivesi; e nel se-
vunque le scorrerie e le conquiste guente anno il cardinal Matteo d'Ae-
sui guelfi. Non mancavano il con- quasparta legato di Romagna pro-
te ed il legato all'ufficio loro, e sciolse le città alleate dalle seuten-
2 3o FOR FOR
ze contro loro pubblicate, sommi- Morto Bonifacio Vili , e creato
nistrando opportunità maggiore a Benedetto XI ,
questi mandò conte
cancellare le colpe l'universale giu- di Romagna Tebaldo Brusati, ma
bileo ripristinato da Bonifacio Vili. con poca gente, operando allora i
Questa indulgenza trasse a Roma Papi e loro ministri più col mez-
Carlo di Valois fratello di Filip- zo delle leggi, che con quello del-
po IV re di Francia, che dal Pa- le armi. Ad onta di ciò Tebaldo a

pa venne nominato conte di Ro- punire Forlì di quanto fece al b.


magna , nello scopo forse d' infre- Rinaldo, e per l'ospitalità accor-
nare le timore di tanto
città col data ai bianchi j come pure a ren-
principe, essendo quasi tutte domi- derla ubbidiente, raccolse coll'assi.-

nate da particolari signori o dai stenza de' Malatesti un sufficiente


ghibellini meno Cesena ed altri
, esercito. Ma per la morte di Be-
luoghi. Carlo in sua vece mandò nedetto XI, il conte nella lunga se-
al governo di Romagna Giacomo de vacante sospese qualunque di-
Pagani vescovo di Rieti , munito mostrazione, ond' ebbero agio di as-
eziandio dell'autorità di vicario pon- sodarsi nel dominio delle giurisdi-
tificio nello spirituale; ma rimosso zioni di s. Chiesa i tiranni che le
nel i3o2, gli successe il b. Rinal- signoreggiavano, tanto più che l'e-

do Concoreggio vescovo di Vicen- letto Clemente V avendo stabilita la


za. Espulsi in questo mentre di residenza pontifìcia ad Avignone in
Firenze i Bianchi ( Vedi), tra cui Francia, non poteva per la lonta-
Dante Alighieri, dalla contraria fa- nanza tenerli in freno. Successiva-
zione dei Nerij ebbero tutti rico- mente Faenza ritornò al partito
vero in Forlì, giacché bianchi e guelfo, Forlì fu divisa da cittadi-
ghibellini erano una fazione. Per ne guerre , ed in Bologna i Lam-
ingerirsi il conte Rinaldo con trop- beitazzi di nuovo furono cacciati
po di libertà nelle faccende pub- tornando anch' essa a' guelfi eie ,

bliche e politiche, fu dal popolo che aumentò gli abitanti di Fori


geloso delpotere espulso di città pei ghibellini e bianchi fuoruscii
e mortalmente ferito. Bologna do- che accolse. Di nuovo i faentini
minata dai ghibellini strinse allean- vennero superati dai ghibellini
za coi forlivesi, faentini e Can del- quando Clemente V spedì in Ro-
la Scala, contro Carlo II re di Na- magna il cardinal Napoleone Orsi-
poli,per opera del quale erano sta- ni, in qualità di amplissimo legate
ti i bianchi da
cacciati Firenze, ed nello spirituale,anche della Lom-
intendeva allo sterminio del nome bardia, Marca, Toscana, Liguria ec,
ghibellino. Poscia fu fatto genera- e nel temporale qual conte e mi
le dell'esercito confederato Scarpet- nistro supremo sui luoghi del de
ta Ordelaffi forlivese, avviandosi a minio della Chiesa. Laonde foi i

soccorrere con seimila fanti ed ot- livesi fidati nella sua amicizia de
tocento cavalli i bianchi di Firen- posero ogni timore , e fu accolte
ze, ove era pretore Fulcherio Cai- con dimostrazioni di molto giubi
boli di parte nera o guelfa; ma es- lo nella città, ov' egli tenne la die
sendosi ritirati i bolognesi temen- ta provinciale. Trasferitosi a Bole
do le mire del marchese d' Este ,
gna per ricomporre gli animi,
inefficace fu tale spedizione. fu espulso per sospetto di aderei
, ,

FOR FOR a3i


ze coi Larabertazzi e coi bianchi, il la Romagna contribuivasi il solito
perchè in Imola il cardinale sco- danaro pei pochi soldati di sua cu-
municò i bolognesi, privandoli del- stodia. Questo conte vegliava con-
lo studio ed altri privilegi. Frat- tinuamente sui ghibellini , che fa-
tanto i Calboli furono tolti da Ber- cevano di tutto per reprimerne il
tinoro, che occupò Pino Ordelaffi potere , e coi forlivesi, non senza
valoroso capitano, e vi fabbricò strage, imprigionarono ih Faenza il
molte delizie per Ja stagione esti- pretore postovi dal conte. Per tut-
va; ed essendo in Forlì prefetto, tociò il Pontefice Clemente ve- V
ingrandì ed ornò il palazzo pub- dendo i suoi ministri di Romagna
blico. in disistima, odiati coloro che si

Il cardinal Napoleone nella se- mostravano papalini, e tiranneggia-


conda dieta di Forlì, luogo di sua te le giurisdizioni della Chiesa, die-
residenza, rappresentando il padre de per certo tempo la provincia
comune, trattò di rimettere i bian- in governo a Roberto re di Napo-
chi in Firenze , e per conseguirne li, che l'amministrò pe* suoi vicari,
l' intento si in Toscana. Fi-
recò ilprimo de' quali fu Nicolò Carac-
renze gli negò l'ingresso, onde sco- cioli,avendo il re con circolari am-
municata la fazione contraria, di monito le città all'ubbidienza. Gli
forza voleva introdurre i bianchi abitanti ricevettero con onore Ni-
nella città coll'aiulo di Arezzo; ma colò, che informatosi in Forlì del-
in questa si vide assediato da' fio- lo stato delle cose, piegò alla pace
rentini, laonde i forlivesi con Fe- gli Ordelaffi, gli Orgogliosi ed al-
derico Montefellri accorsero a sal- tri ghibellini , coi Calboli e guelfi
varlo. Assaliti però in istrada dai fuorusciti : altrettanto praticò in
guelfi aMontecchio, poi se ne ven- Faenza, tra i Rauli, Manfredi ed
dicarono incendiando ai cesenati Accarisi, comprendendo nella pace
Monte Saraceno, per pariglia cui Scarpetta Ordelaffi, che vuoisi di-
Malatesta signore di Cesena tentò venisse siniscalco del re Roberto.
l'occupazione di Bertinoro, ma vi Nelle altre città addimostrossi Ni-
perdette oltre i morti mille otto- colò tutto propenso alla quiete,
cento prigioni, che forlivesi porta- i perdonò le anteriori delinquenze
rono a Forlì in trionfo. Nel i3o8 e ad affezionarsi vieppiù
gli ani-
il fuoco divorò nel palazzo pub- mi, di consenso del re donò a mol-
blico molte preziose memorie sto- te famiglie i gigli d'oro coi rastel-
riche, continuandosi le scorrerie sul li rossi in campo azzurro, impresa
territorio di Cesena, finché la pa- di quel monarca, e
solita a dispen-
ce ricompose gli animi. In questo sarsi a quelli di fazione guelfa.
tempo abitava in Forlì il poeta I forlivesi in gran numero si de-
Dante, qual segretario di Scarpet- dicarono al servigio del re , parte
ta Ordelaffi, cogli altri bianchi fuor- in corte, parte negli eserciti, fra i

Nel i3o9 le città di Iesi e


usciti. quali si distinse Nardo Nardi va-
d'Osimo, col soccorso de' forlivesi loroso soldato, che divenne vice-re
riportarono gloriosa vittoria sugli di Napoli, e dalla cui scuola usci-
anconitani; essendo conte della pro- rono altri prodi capitani forlivesi.
Raimondo d' Aspello, che di-
vincia L' autorità del Caraccioli fu gran-
morando nel castello d' Oriolo, dal- de, ma breve perchè il re lo voi-
,

a3a FOR FOR


le presso di sé , sostituendogli Si- fanti e cinquecento cavalli entra-
mone de Bellox cavaliere gerosoli- rono in Forlì
giorno di s. Pao- il

mitano; ed indi a non molto Ni- lo; ma gli Orgogliosi ritiratisi nel
colò Gilberto Santillo di Catalogna, palazzo pubblico, tanto si difesero,
il governo fu aspro e severo.
cui che il Santillo ebbe campo di giun-
Giunse in questo mentre in Italia gere al soccorso, e tutti uniti cac-
nel 1 3 i Enrico VII per coronarsi
i ciar gli aggressori, colla morie tra
imperatore a Roma, colla brama gli altri di Viviani Calboli, e il fe-

di riassumere l'antica giurisdizione rimento di Luigi Calboli , uomo


imperiale, e con eleltrizzamento saggio e letterato.
de' ghibellini. Ciò indusse il re Ro- 1 trambusti di Forlì oscillavano
berto a spedir in Romagna buon in Romagna onde il re Roberto ,

nerbo di cavalleria e d' infanteria procurò spegnere quelle dissensioni,


catalana , con ordine al Santillo pacificando le nominate famiglie
che cacciali i bianchi e fuoruscili multandosi Calboli di diecimila
i

fiorentini, carcerasse i capi ghibel- lire di bologniui. Così il Santillo


lini, acciocché all'arrivo dell'impe- vide difesa la città dai ghibellini
ratore non avessero a tumultuare. ed oppressa dai guelfi tanto da lui

Furono dunque in Forb imprigio- beneficati ; del resto ambedue le


nati i fratelli Scarpetta e Pino Or- fazioni in cuore non erano né pa-
delaffi, con Bartolomeo' loro ni- palini, né imperiali ognuna aspi- ,

pote; non che Nero e Marchese rava a dominare, ed alla circostan-


Orgogliosi , Fulcherio e Nicoluccio za si mostrava nemica di quello,
Calboli, a' quali poi die il Santil- cui in apparenza figurava seguir-
lo i governi di alcune città per af- ne le parti, e talvolta per privali
fezionarseli: le fosse di Forlì ven- vantaggi da una fazione passava
nero riempite, e le nuove fortifica- all'altra. I nomi di guelfi e ghi-
zioni diroccate , per togliere cosi bellini , di bianchi e di neri non
ogni difesa alla metropoli de' ghi- servivano che a palliare le inten-
bellini. Il re Roberto spedì pure zioni e le passioni degli uomini del
molte genti di Romagna in favore secolo XI li, XIV e XV. Tutti era-
degli Orsini a Roma; ma Enrico no nell'animo nemici principalmen-
VII avendo inutilmente assedialo te ai ministri ecclesiastici , laonde
Firenze, morì nel 1 3 1 3, troncando faceva di mestieri alla quiete co-
le speranze de' ghibellini. Nel i 3 1 4- mune, ed alla sicurezza del princi-

gli Ordelaffi ebbero accanita baruf- pe estirpare entrambe le fazioni


fa coi Calboli , cui imputavano la ma sarebbe ciò stato un distrug-
loro prigionia. Intanto per la lun- gere le città. Tale era la condizio-
ga sede vacante cagionata dalla ne di quegli infelici tempi, che non
morte di Clemente V, insorsero in vedevasi di meglio che tenerli in
Romagna gran cambiamenti, men- modo equilibrali , che fossero gli
tre il Santillo era in Firenze per uni d'impedimento e freno agli al-

opporsi ad Uguccione Fagioli si- tri , ed impotenti alla ribellione.


gnor di Pisa ed ardente ghibelli- Vedi Guelfi, e Ghibellini. Ed et
no. Allora i Calboli per togliere co che nel seguente anno i3i5,
Forlì alla divozione del re, e ban- rottasi la pace, o per nuovi dis-
dire gli Orgogliosi, con diecimila gusti insorti, o stimolati da ambi-
FOR FOR 233
zinne c sete di dominare con pie- governatori disponevano del ci-

potenza, i Calboli concertarono di vile e del criminale, mentre che


sorprendere con nuovo insulto ed il prefetto, detto ancora capitano
improvviso assalto la patria , di del popolo, aveva cura ed era pre-
consenso cogli Ordelafli, e a dan- posto alle armi. D'ordinario avau-
no degli Orgogliosi. Questi infatti ti quest'epoca per capitani del po-
furono costretti a cedere colla mor- polo s' istituivano individui foie-
tedi Orgoglioso Orgogliosi; e seb- stieri ,
per prudenti riguardi ad
bene Scintillo co' suoi catalani sia evitare abuso di potere. Frattanto
subito accorso per reprimere i nemi- Marchese Orgoglioso, essendosi coi
ci appena entrati in città, vedeu- suoi ricoverato in Faenza, con l'a-
do la strage de' suoi , e il popolo iuto di Manfredi tentò scalare
in favore degli Ordelafli, voltò le le mura di Forlì; ma discoperto,
spalle e se ne parti. La vittoria molti furono dati a morte, men-
non fu senza tristezza, essendovi ri- tre Marchese di cordoglio mancò
inasto ucciso il celebre Riniero Cai- di vita in Faenza. Egli fu uomo
boli signore della rocca s. Cassia- per molli fatti illustre, ed escrci-
no, di Castelnuovo ed altri luoghi, tò la pretura e prefettura in mol-
ISè ebbe lunga durata l'alleanza te città principali, fra le quali Fi-
de' Calboli cogli Ordelafli, i quali renze. Scacciali i Calboli e gli Or-
aspirando al dominio assoluto, pas- gogliosi, i quali conteudevansi il pil-
lati due mesi scacciarono i Calbo- ino posto nella città, vennero, co-
li, incauti e lontani ad aspettarse- me si disse, invece innalzati gli
lo, dalla città, che restituirono al- Ordelafli, ciò che per la quiete del
l'antica divozione e preponderanza popolo fu mezzo più spediente e
de' ghibellini. sicuro.Nel i3i6 giunse in qualità
Cecco Ordelafli di Zampettino di nuovo vicario regio Diego della
fu fatto capitano a vita dai forli- Ralta spagnuolo, e sotto ì'ubbidien-
vesi, trovandosi per vecchiezza ina- za del re Roberto stavano solo Ce-
bile al governo Sinibaldo di lui sena, Bertinoro , Meldola e Ca-
padre, e dandosi in tal modo prin- strocaro , essendo i Malatesli più,
cipio al dominio degli Ordelafli in amici che sudditi. A questi unito
questa città, la quale, bencbè più ideando Diego l'attacco della città
tardi, seguì finalmente il destino di Forlì. l'Ordelaflò pel primo, coi
delle altre, col vedersi signoreggiata forlivesied alcune compagnie te-
dai propri cittadini. Dappoiché quan- desche licenziate da Uguccione, as-
tunque per alcun tempo tenessero saltò e prese la Pionla, castello dei
gli Orgogliosi il primo posto nel- cesenati ; indi Diego assalì i fol-
la repubblica e vi esercitassero mol- livesi astringendoli alla ritirala, e
ta autorità, non usurparonsi però portossi ad assediare
co' fuorusciti
mai l'assoluta padronanza, e il ti- Forlì. Durò per lungo tempo l'as-
tolo perpetuo di capitani del pò- sedio, con alcune scaramuccie, ed
polo. E prima
qui noteremo, che a cagione delle vendemmie, per l'en-
i pretori, poi formavano
i podestà, Irate grandi che si traevano dal
il magistrato supremo nelle repub- vino, si venne alla concordia,
bliche italiane, e di maggiore au- Nel pontificato di Giovanni XXIf,
tonta dei podestà. I pretori come l'anno i3i8, nuovo vicario in Ro-
234 ViJ & FOR
magna fu spedilo Rinieri orvieta- ec. Nel i3a8 le scorrerie delle
no, l'ultimo de'ministri del re Ro- squadre pontifìcie invasero i terri-
berto, essendo presso che al line torii forlivese e ravennate, talché
il termine degli ott'anni, accordato- temendo l' Ordelaffi la potenza del
gli dal defunto Clemente V all' am- legato alleossi coi Polentani. Questi
ministrazione della provincia. Sot- per assodarsi nel potere, quantun-
to il regime di Cecco Ordelafiì le que guelfi, s'unirono coi ghibellini
cose progredirono con molta quie- e coi forlivesi ,
perchè Lodovico,
te. governo del re, nel
Cessato
il che aspirava alle antiche imperiali
1 3 Giovanni XXII mandò per
1 9 giurisdizioni , mandasse i conti di
conte di Romagna Americo da Romagna. Subito furono esauditi,
Castel Lucio, il quale non ebbe tan- inviando Chiaramonti di Sicilia, il

to di forza d'impedire che gli Ar- quale da


Cecco e dai Polentani
ticlini, fuorusciti di Cesena, pren- fu ricevuto con regia magnificenza.
dessero il castello di Formignano; La prima impresa del conte fu
scelto a sua residenza Bertinoro, contro Cesena, benché il suo porto
vi una rocca, che oltre
fabbricò detto Cesenatico sia rimasto preda
la detta terra non teneva alla sua de' forlivesi e ravennati, che il co-
ubbidienza che Meldola e Castro- strinsero con ottocento cavalli ed
caro. Le altre appena sembravano ottomila fanti alla dedizione né ;

parteggiare per la Chiesa, dominan- paghi di ciò appiccatogli il fuoco,


do i Polentani in Ravenna e Cer- ed interrato il canale lo dirocca-
via, i Manfredi in Faenza, gli Or- rono affatto, acciò con la sua ca-
delaffi in Forlì e Forlimpopoli, duta crescesse di riputazione e
ed i Malatesta in Cesena e Rimi- traffico il porto di Ravenna. Ri-
ni. Nel i3s4 fu represso in Ce- tornato Lodovico in Germania, gli
sena un tentativo di Claudello Estensi d'ordinario partigiani della
Articlino, favorito dagli Ordelaffi Chiesa, con questa si composero;
ed ospite in Forlì, unico rifugio laonde scorgendo i Polentani l'in-
in Romagna de'ghibellini, per cui grandimento Papa a lui si
del ,

si accrebbero gli odii tra gli Or- vollero unire ,mandando il lega-
delafli e i Malatesti. Per le ver- to persona, che a nome della Chie-
tenze tra il Papa Lodovico di
e sa risiedesse in Ravenna. Solo For-
Baviera, in favore di questo im- lì, in cui dimorava il conte impe-
peratore molti stati d'Italia si col- riale, punto non temendo le forze
legarono, per il che i ghibellini ecclesiastiche, con 1' Ordelaffi per-
ovunque fecero audaci dimostra- sisteva contumace , e sarebbe sta-
zioni, ed in Romagna i forlivesi pre- ta stretta d'assedio dal cardinal Ber-
sero momentaneamente Lugo , ciò trando, se ad impedir il soverchio
che die guerra con
motivo alla potere di questi, i principi alleati
Faenza cui spettava. A mediazione di Lombardia, non gli avessero con-
del cardinal Bertrando Pouget, le- tro mosse le armi. Ma nel i33i
gato di Bologna si convenne alla , il legato, dopo avere ridotto alla
pace. Intanto i forlivesi inviarono sua divozione Rimiui, assediò For-
all'imperatore i loro ambasciatori lì iu due punti coi cesenati, rimi*
in Trento , ove comparvero quel- nesi, ravennati, faentini, imolesi e
li de' Visconti, Estensi, Scaligeri, bolognesi. Otto mesi durò l'assedio,
,

FOR FOR a35


e la città reggevasi da Francesco gato. Anche i Malatesti occuparo-
Ordelaffi fratello di Cecco defunto; no Rimini, mentre il legato man-
ma essendosi preso Folli mpopoli dava i rettori alle città, contro l'an-
a'26 marzo i33a capitolò la resa, teriore costume, secondo il quale
a condizione che avesse a restargli senza l'influenza del legato, o del
Forlimpopoli; ed il tutto si stabi- conte, si eleggevano i pretori solo

lì in Faenza, ove il cardinale ave- dalle città. Per mezzo de' ghibellini
va pubblicato la dieta provinciale. si ribellò pure Cesena, che istilla
Bertrando si portò a prender pos- pretore il conte di Ghiazzolo, e ca-
sesso di Forlì, con solenne ingresso pitano Francesco Ordelaffi, ambedue
equivalente ad un trionfo, col tre- di parte imperiale, anzi il secondo
no di mille cinquecento cavalli, ed corifeo del ghibellinismo, come lo
accompagnato da molta nobiltà. furono tutti di sua famiglia, ed
Cessate le guerre esterne , i for- inutilmente il cardinale soccorse la
livesi tornarono alle intestine di- rócca. B.avenna imitò l'esempio di
scordie, avvegnaché privati gli Or- Forlì, ed Astagio Polentani se ne
delaffi del dominio, i loro nemici rese signore in un a Cervia: Berti-
uccisero Paolo fratello a Francesco, noro eziandio fu tolta alla ubbidien-
ed Andrea Pontiroli loro congiunto. za pontificia. Il marchese d'Este po-
A nuovo conte in provincia giun- se l'assedio ad Argenta in compa-
se il conte d' Armagnac, mentre il gnia di Francesco Ordelaffo, il qua-
cardinal legato volendo occupare le per sospetti fece deporre il con-

in pieno dominio Ferrara, l'assediò te di Ghiazzolo dal pretorato di


con l'aiuto de' romagnoli, i princi- Cesena per governarla lui solo, giac-
pali de' quali, come Francesco Or- ché oltre la prefettura venne eletto
delaffi e il conte d'Armagnac, re- pretore. In tal guisa egli divenne
starono prigioni nella disfatta ebe padrone di quella città, cui ristorò
gli Estensi fecero degli ecclesiastici. le mura, e signore non solo di
A tale indiscreta aggressione si sa- Forlì sua patria e residenza, ma
rebbero ribellati i bolognesi, se Gio- di Forlimpopoli, loro castella ed al-
vanni re di Boemia, ch'era in Ita- tri luoghi, divenendo il più possen-
lia, non l'impediva. A rovesciar la te signore di Romagna; e sposan-
potenza del legato, l'Estense ri- do Marzia di Vanni Ubaldini di
lasciò i prigioni, specialmente i ti- Susinana, soprannominata Zia o Cia,
ranni di Romagna, con tacito ac- dunna di coraggio virile e degna
cordo di soccorrerli al riacquisto di tal marito. Vinta Argenta il
degli antiebidomimi. cardinale cadde di riputazione ; i
Il primo ad eseguir il concerta- bolognesi pure lo cacciarono, de-
to fu Francesco Ordelaffi, il quale molendo il forte Galliera che avea
appiattatosi in un carro di fieno, ai edificato per freno al popolo. Nel
19 settembre 1 333 s'introdusse in 1 335 fu creato pretore di Cesena
Forlì, ove gridatosi dagli amici il Giovanni Ordelaffi, nato dalla pri-
suo nome, si sollevò il popolo, che ma moglie di Francesco, il quale
espulse i ministri pontificii, ritenne guerreggiava con Francesco Calbo-
prigione Guglielmo Truello tesorie- li vescovo di Sarsina, signore tem-
re della provincia, lacerò ed arse porale di vari castelli, aiutato da
tutte le scritture e decreti del le- Francesco Consolila arcidiacono di
a36 FOR FOR
quella chiesa, nemico del vescovo, questo tempo fiori nelle aliai Pao-
per avergli tolto Monte Pielra. In- lo di Fulcherio Calboli pretore del-
tanto l' Ordelaffi signore di Forlì la repubblica di Siena; e nelle let-
si diportava con clemenza, amo- tere Riniero Arsendi, già uditore
revolezza, e rigore per farsi amare in Roma del sagro palazzo, lettore
e temere; tuttavolta cogli alleati nello studio di Padova, come gran
inutilmente assediò lungamente Mel- legista ; egli fu consigliere di Car-
dola, difesa pel Papa dai fiorenti- lo IV imperatore, e maestro del
ni. Indi prese Riolo in un all'arci- famoso Bartolo da Sassoferrato. In-
vescovo di Ravenna, che colla sua tanto l' Ordelaffi s'ebbe il castello
corte condusse a Forlì, ove intima- di Taibo, e da Nino Petrelano la

to un general consiglio, fece mori- rocca della città di s. Leo, che pe-
re diversi nobili forlivesi che vi rò cede a Nicolò Monteleltri oc-
erano intervenuti, per rendersi più cupatola di s. Leo. Avendo Ful-
temuto a' popoli; indi munì la roc- cherio Calboli, fratello di Onestina
ca di Cesena, e fece spianar le con- madre di Francesco Ordelaffi, ven-
tigue case dei canonici. duto per sei mila fiorini Castroca-
Benedetto Xll da Avignone nel so a Francesco Manfredi, l' Orde-
i33G mandò conte della provincia laffi che lo desiderava arùontemen-

Guglielmo dalla Quercia, cortese- te, pose Taxodio a Calboli ì.°n

mente accolto da Manfredi in Faen- munito Ja Fulcherio, che inoltre


za, ove pubblicò il congresso pro- eras» collegato ai bolognesi, estensi,
vinciale; ivi i più potenti conven- ed altri, in modo che per due fà-

nero di pagar lo stipendio dei sol- i nglie forlivesi tutta Romagna fu


dati per guardia del conte, gli
la ulle armi ; sinché a mediazione dei
altri di minor forza, e più divoti fiorentini, dopo un sanguinoso con-
alla santa Sede, giurarono ubbidi- flitto colia peggio dell' Ordelaffi, fu
re agli ordini del conte. Questi pas- conchiusa la pace. Comparendo nel
sò a risiedere a Meldola , incontra 1 34o in Trento Lodovico di Ba-
alla quale per disprezzo l'Ordeiaf- viera, il Papa Benedetto XII, ac-
fo eresse il forte di Castelnuovo, ciocché da esso non riconoscessero
ed acquistò Yaldinoce. Nel 1 337 Io stato che signoreggiavano molti
si fece sentire un orribile terremo- potenti de'dominii ecclesiastici, li
to, e morì Sinibaldo Ordelaffi. Al- dichiarò e confermò vicari , come
tro conte di Romagna fu Giovan- fece cogli Ordelafìi, venendo così

ni Ambuccio, e fatto il consiglio in tutti ad essere legittimi signori del-


Faenza ivi restò, divenuta Meldola le città e luoghi che occupavano.
mal sicura pel castello fabbricato Anzi molti si allearono contro Lo-
da Francesco Ordelaffi. Esso nul- dovico, come allacciato dalle censu-
ladimeno fu rimesso in grazia, ed re, e deposto.
insieme al fratello Alessandro, ven- In Romagna però l'Ordelaffi coi
ne dichiarato feudale, vicario per- forlivesi ostinati per la fazione ghi-
petuo di Forlì, Cesena e Folli m- bellina, si tennero dalla parte del
popoli col peso d'annui tremila
, Bavaro, uniti coi Visconti, Gonza-
fiorini d'oro in tributo alla Chiesa, ghi, Canari, e pisani, assoldando '

e di cinquecento fanti e duecento la compagnia di tedeschi comanda-


cavalli richiestone all'occorrenza. In ti da Gerneiio. Essendo per la Cine-
,,

roii FOR *3?


m rettore della provincia Petronci- da Avignone, ove erasi portato nel
no vescovo di Vercelli, Taddeo Po- i35o, trovò Manfredi in Faenza ri-
poli co' bolognesi mosse le armi bellato, ed unito agli Ordelaffi, ai
contro l'Ordelaffi, ma con sinistro Polentani, ed ai Pepoli che -vende-
successo. Nel 1 34 1 Bonifacio e Fi- rono Bologna ai Visconti. Poco do-
lippo de'Tornielli germani, famiglia po Bertinoro , il tanto bramalo
che nell'anno i?.54 mediante un Castrocaro, Meldola e Castelnuovo
Obizzo da Novara si trapiantò in caddero in potere di Francesco
Forlì, sposarono due sorelle figlie ed il primo e l'ultimo a mezzo
del cav. Lelio Berengari della ce- , del figlio Lodovico divenuto valo-
lebre famiglia mentovata superior- rosissimo. Nel ritorno il re d'Un-
mente. Nel i343 Clemente VI spe- gheria si trattenne due giorni in
dì conte di Romagna Almerico o Forlì tra i conviti, i festini e i

Armingone, cui unironsi molti di tornei. Indi Francesco mediante il

parte guelfa contro i ghibellini, tra' prode figlio e col solito di sua for-
quali primeggiarono Cesena e For- tuna , tolse lo stato al conte di
lì. 11 conte credendo agevole sog- Ghiacciolo. I Visconti, i Manfredi
giogarle, raccolto grossissimo eserci- e i Polentani, benché di opposte
to, un ai confederati da ambe-
in fazioni, temendo il risentimento del
due venne respinto. Nel i346 go- Papa si confederarono, e strinsero
dendo l'Ordelaffi senza disturbi la poi alleanza coli' Ordelaffi , e in-
signoria, il Papa nominò nuovo conte darno assediarono il conte Astorgio
Astorgio Duraforte; indi nel dicem- in Imola difeso dagli Alidosi.
bre del seguente anno passò per Ro- Nel i352 divenne Pontefice In-
magna Lodovico ìj re d'Ungheria, nocenzo VI, il quale con pieni po-
che andava a vendicar la morte di teri acciò ricuperasse in Italia lo
suo fratello Andrea re di Napoli. stato ecclesiastico usurpato dai ti-

Festeggiato in Bologna dal Pepoli, ranni, spedì legato il cardinal E-


venitegli fatta splendida accoglienza gidio Cardio Albornoz, perito nella
da Francesco Ordelaffi, che l'incon- scienza militare. Nel i353 Rober-
trò a' confini con trecento nobili to e Luigi principi di Taranto
giovani a cavallo, e cinquecento fan- fermandosi alcuni giorni in Forlì,
ti. Nel tempo che si trattenne in furono splendidamente alloggiati da-
Forlì il re, dichiarò cavalieri Gio- gli Ordelaffi, che poscia liberarono
vanni e Lodovico figli di France- dall' assedio Gentile da Mogliano
sco, quale volle accompagnarlo
il signore di Fermo oppresso dal
alla conquista di Napoli. Ma dovè Malatesta, ed a cattivarsi Bernar-
quindi correre in Romagna, perchè dino Polentani signor di Ravenna
il conte Astorgio aveva invasa la gli cederono le ragioni su alcune
città diForlì, pel censo dall' Orde- terre. Intanto il Visconti accolse
laffinon pagato ; laonde Francesco con isfarzo il cardinal Albornoz, che
subito pagò il tributo, invocò l'as- gli confermò Bologna coli' annuo
soluzione dalle censure, e la pace, tributo di dodici mila fiorini. Il

non potendo sperare in Lodovico legato avendo poi conquistata tut-


il Bavaro defunto, cui era succedu- ta la parte verso Roma, e la Mar-
to Carlo IV alieno dalle fazioni ca, e confermati vicari alcuni che
italiche. 11 conte Astorgio reduce rinvenne obbedienti, intimò a com-
a38 FOR l' OH
parire tra gli altri Mala testa , e leali. Sembra che anche Lodovico
l' Ordelaffi, i quali unironsi con pretore di Cesena fosse benemerito
Gentile da Mogli a no, che coll'aiuto di tal vittoria. Intanto Innocenzo
di Lodovico figlio del cognato Fran- VI, oltre le censure, bandì la cro-
cesco Ordelaffi, ritolse Fermo al ciata contro Forlì e l' Ordelaffi, a
cardinale. Trovandosi l' imperatore predicar la quale tra gli altri de-
Carlo IV in Pisa di transito per stinò Vitale Avanzi bolognese ge-
Roma, andarono l' Ordelaffi e il nerale de' serviti. Allora Francesco
Malatesta a visitarlo, e gli si di- fece demolire alcune fortezze per
chiararono suoi vicari, sperando a- non indebolirsi in tante difese, ed
iuto contro il Pontefice; ma resta- occupate non divenissero propu-
rono mal soddisfatti ,
giacché al gnacoli a' nemici, intimandosi dal
dire del Rinaldi non volle neppu- cardinale la guerra pel marzo i356.
re vederlicome nemici del Papa. Morto in Cesena Lodovico, con gran
In questo mentre il legato nominò solennità fu portato il cadavere in
suo generale Ridolfo Varani signo- Forlì, e sepolto in s. Francesco:
re di Camerino, avendo seco po- alcuni attribuirono tal morte al di
deroso esercito di spagnuoli, fran- lui padre, perchè il figlio lo con-
cesi, ungheri, bretoni e teutonici, sigliava a sottomettersi al Papa.
ed insieme condottieri di esperimen- Fortificatasi da Francesco Cesena,
tata bravura, fra' quali il nipote e la rocca sul vicino monte, con cit-

Gomez Albornoz ed altri personag- tadella per fosse e bastioni assai


gi gran valore. Il cardinale for-
di forte, lasciovvi in guardia la mo-
tificò Recanati assediato poi da glie Marzia, ed egli si restituì a
Galeotto Malatesta generale della Forlì, mentre il cardinale attacca-
lega, che dal Varani fu sconfitto ta la guerra scorreva ovunque per
e fatto prigione, laonde domandò affamare il paese, venendo però
per lui la pace, restituendo le cit- disturbato dal conte Landi a favo-
tà tutte al di là del Metauro, e re dell' Ordelaffi, che si dilatò sul
ritenendo per anni dodici a titolo Ravennate per punire i Polentani
beneficiario Rimini', Pesaro, Fano, rappattumati col legato. Inoltre il
e Fossombrone, ed unendosi col conte Landi cogli aiuti di Barnaba
legato contro 1' Ordelaffi. Fermo Visconti, indispettito per la pro-
fu ripreso, e Gentile imprigionato mulgata crociata , colle genti di
dai pontificii. Gli Ordelaffi uniron- Forlì piombò sul Riminese recan-
si Manfredi signor di Faenza, e
al dogli grave Faenza cede
danno.
maltrattarono vari luoghi dei Ma- mentre Francesco si pre-
al legato,
latesta. . parò a difendere Cesena, Forlim-
A' 17 agosto i355 seguì nel Ce- popoli, gli altri suoi castelli, e For-
sellate grossa scaramuccia coli' e- lì sino all' ultimo : fatta la rassegna
sercito legatizio ; ma essendo alla de' suoi, trovò ascendere le squa-
custodia di Cesena Cia o Zia mo- dre a novecento, i cavalli a quat-
glie di Francesco Ordelaffo, arma- tromila, non compresi i venturieri
tasi montò a cavallo, ed animando specialmente ghibellini che da molte
ilpopolo uscì con iscelta mano di parti accorrevano. In questo frattem-
gente contra il nemico, e lo rup- po giunse d' Avignone il legato
pe, colla morte di vari signori al- Androino abbate di Cluny, richia-
for FOR 23n
mando il Papa 1' Alboraoz per aver che avendogli esso ingiunto non
bisogno di lui, essendo infestato cedere la piazza senza suo cenno,
dalla magna compagnia del conte noi farebbe a costo della vita pre- :

Savoiardo ad istanza dell' Ordelaffi, so il padre da meraviglia se ne


che il tentò per distrarre le forze partì. Tanto ardire non diminuì
della Chiesa, o almeno per allon- quando i propri soldati, che sino
tanar d' Italia il valoroso ed accor- allora avevano esposta la vita, ve-
to cardinale. Ma essendo pregato dendo inevitabile la loro rovina,
dal nuovo rettore a ricuperar lo deliberarono di cedere ; il perchè
stato tenuto da Francesco, il car- Cia ai soli riflessi di vedersi ab-
dinale l'esaudì, e fatta mostra di bandonata, e amando di salvare
sue genti dichiarò suo consigliere chi per lei aveva sostenuto tanti
e commissario di campo Francesco travagli, in fine patteggiò col car-
Calboli vescovo di Sarsina, il qua- dinale di rendere la rocca, e che
le con tutti di sua casa, cogli Or- i soldati e gli altri fossero tutti li-

gogliosi ed altri fuorusciti di For- beri. Essa poi fu contenta rimaner


lì, trovavansi nell' esercito ponti- prigione col figlio Sinihaldo, la fi-

ficio. glia, i due nipoti Giovanni e Te-


Ai 5.4 aprile i356 incominciò baldo figli del defunto Lodovico,
la guerra all' Ordelaffi, occuparonsi che ebbe da Caterina Malatesta,
li

due castelli, si fecero scorrerie sul con tre nipoti Cecco, Pino, ed
altri
Forlivese, e si assediò Cesena, per Isabella nati da Giovanni , esso
cui gli abitanti all'insaputa di Marzia pure figlio di Francesco Ordelaf-
cedettero. Costretta essa a ritirarsi fi, e da Taddea sorella di detta
nella rocca, la da più as-
difese Caterina, non che con due altre
salti con stupore de' nemici, che nipoti, figlie di Gentile Mogliani, i

vedevano prontamente riparati i quali tutti perchè in tenera età era-


danni che facevano alle fortificazio- no affidati in custodia a donna sì

ni, diportandosi quella femmina illustre. Seguì la resa a' 1 1 giugno


egregiamente e qual valentissimo i357, ed a' 24 luglio quella della
capitano. Crollata la torre princi- rocca di Bertinoro, ceduta da Gio-
pale della cittadella, Cia passò vanni Ordelaffi, salve le persone!
nella rocca, che dal legato giorno Intanto i fiorentini mandarono ni
e notte con
macchine ed assalti legato poderosi aiuti, e con dispia-
venne battuta;
mentre l'invitta cere videro che il cardinale avea
guerriera con nuovi ripari prolun- promesso cinquanta mila fiorini al
gava la dedizione. 11 di lei padre conte Landi padrone della magna
Vanni eh' era al servigio del car- compagnia, acciò per un triennio
dinale , entrato nella rocca, dopo non molestasse lo stato della Chie-
aver altamente encomiata la figlia sa e quello de' collegati.
l' esortò ad arrendersi , facendogli Neil' agosto 1 357 f" posto l' as-
considerare im manchevole la per- sedio a Forlì, ed il cardinale e-
dita, grande l' indulgenza del car- sortò Francesco ad arrendersi, né a
dinale, e che già erasi resa abba- volersi ostinale contro le forze sì
stanza immortale. Cia rispose al ge- poderose Papa del , specialmente
nitore, che quando la concesse al per aver nelle mani la di lui mo-
consorte, 1' esortò all' ubbidienza, e glie e figli. Vuoisi che ne riportas-
240 FOR FOR
se por fiera che ti faceva
risposta, battere restò vincitore, con poche
meraviglia come per imporre di- perdite. Ripresi dai pontificii quar- i

cesse avere nelle sue mani la sorte tieri d'inverno, all'ultimo di apri-
della moglie, de' figli, e de' nipoti, le i3T8 s'accostarono di nuovo a
mentre che se egli avesse preso il Foilì, eprevedendo un lungo as-
cardinale, dopo tre giorni lo avreb- sedio un castello sul
costruirono
be fatto appendere per la gola. fiume Ronco, lungi due miglia dal-
«Si racconta ancora che una figlia la città, detto s. Croce, perchè l'e-
di Francesco, scongiurandolo ad rezione incominciò il giorno dell'In-
arrendersi per veder libera dal venzione della croce, in cui abitò
carcere la madre, l'uccidesse; ma quasi sempre ed un altro
il legato,
ciò non è sicuro. Il Rinaldi al- ne costrussero tra Forlì a Faenza
l'anno i355 narra le crudeltà e per impedire il transito de' viveri
bizzarrie dell' Ordelafìì, dicendo che nella città, e così più presto affa-

fece strangolare sette sacerdoti per- marla, trovandosi il resto dell'eser-


chè rifiutavano di violare l'inter- cito intorno a Forlì. Frequenti era-
detto cui soggiaceva, e scorticarne no gli indomabile la forza
assalti,
altri sette per mettere spavento ne- e costanza degli assediati, e grande
gli altri ; ed avendo saputo di es- l'animo di Francesco, che princi-
sere stato scomunicato, fece accen- palmente dimostrò quando respinse
dere un gran fuoco e bruciare i nemici, che a' 17 giugno per tra-
l'immagine del Papa e de' cardi- dimento di alcuni erano entrati in
nali ; e facendosi beffe delle scomu- città. Tra i prigioni nobili che fe-

niche, diceva ironicamente quelle ce 1' Ordelaffi , a quelli eh' erano


non mutare punto il sapore degli decorati di croce, con ferri infuo-
squisitissimi cibi, né punto offende- cati fece scolpir croci sulla fronte
re la sanità del corpo. Pressato il e sul petto, e ad altri fece trarre
cardinale con nuove lettere di ritor- la pelle. Più di fortuna ebbe il le-

nare ad Avignone, fu costretto par- gato nella presa di Meldola, e la

tire a' i4 settembre, rimanendo la rocca salve le persone poscia si

cura del conquisto di Forlì al det- arrese.


to abbate di Cluny, con l'esercito Almerico Cavalletti con una sua
composto di due mila cavalli e compagnia, col bottino fatto sul Ra-
venti mila fanti, il quale avea già vennate e Cervese ristorò i forlivesi
dato il guasto al contado forlivese già vessati dalla penuria de' viveri,
per indurre carestia negli assedia- i quali si accrebbero con altre in-
ti ma Francesco avea espulso dal-
: cursioni, giacché i pontificii eransi
la città più vecchi ed
i fanciulli, i ritirati dall'assedio e fortificati ne
a conservarsi più a lungo coi viveri luoghi vicini, onde le zuffe eranc
ch'avea provvisto. L'Ardoino o An- Vedendo il Papa Innc
frequenti.
droino dunque insieme al capitano cenzo VI non essere per anco dal-
Galeotto Ma la testa continuò l'assedio l' Ardoino presa Forlì, determinò,
in cui seguirono molte scaramuccie così consigliato da' cardinali in cor
tra gli assedianti e i forlivesi gui- cistoro, di spedir nuovamente il

dati da Francesco, il quale pre- cardinal Albornoz, che a' 17 di-

miando i valorosi, e tutti animan- cembre giunse in Romagna, accolte


do, tutte le volte che usci a com- magnificamente in Castel s. Pietr
,

FOR FOR ?4r


dilli' Oleggio signore di Bologna. pi, invocando perdono e misericor-
Venuta Ja primavera del i35g dia. 11 legato ripetendo le ingiurie
cinse nuovamente d' assedio la città, e 1' eresie dell' OrdelalFo, con le pe-
ed in una scaramuccia Francesco ne nelle quali era incorso, il privò
restò ferito d'una mazza nella testa, d' ogni dignità ed onore, gli fece
da >icoluccio Calholi guarito che ;
la convenevole riprensione, e per
fu operò altra sortita, ma sover- penitenza gì' impose la visita di al-
chiato da maggiori forze venne cune chiese in Faenza in certa for-
costretto a ritirarsi. Questo fu l'ul- ma ; e ciò fatto il legato cavalcò
timo sforzo dell' OrdelalFo, giacché ad Imola ove venne il signore di
stanco, e crescendo la fame nella Bologna, e dopo lungo colloquio,
città, cominciò tinalmente e pensar a' 1 7 luglio il cardinale coi con-
di cedere, e per mezzo dell' Oleg- sueti riti ricomunicò nella messa
gio si concluse l'accordo 'colle se- Francesco, e nominatamente tutti
guenti condizioni. Che Francesco i suoi fautori ed aderenti, e resti-
cedesse al legato Forlì e tutti i tuitolo agli onori della cavalleria,
presidii e castelli ; che il legato gli perdonò tutte le colpe il tutto :

rendesse all' OrdelalTo la moglie, i fu formalmente confermato in A-


figli e nipoti, ed il prosciogliesse vignone da Innocenzo VI.
dalle censure e scomuniche e gli ; Muniti i luoghi più forti e i
avesse a concedere per un decen- posti più considerabili, il cardinale
nio Forlimpopoli e Castrocaro (al- ordinò 1' arresto di dodici preti che
tri aggiungono Meldola e Bertino- neh' assedio di Forlì avevano osato
ro ), ma che le fortezze si mante- celebrare la messa nella città sco-
nessero col presidio in comune del municata, e con essi Giacomo Bian-
Papa e dell' Orde latto, il quale con chi che avea esortato i cittadini a
nuovo giuramento fosse tenuto di- non darsi al Pontefice. Assai piacque
chiararsi suddito della Chiesa: il al legato Forlì, talché la elesse per
Rinaldi dice che le fortezze doves- sua dimora, e vi riponeva la mo-
sero affidarsi alla guardia di amici neta esatta dai domimi ecclesiastici
comuni. Nella città di Forlì, 1' ul- pel Papa, e composevi varie leggi
tima dello stato pontificio ad ar- accennate di frequente nello statuto
rendersi, entrò il cardinal Albornoz di Forlì, col nome di Egidiane.
a' 4 luglio con letizia universale Edificò il pubblico palazzo, la cui
del popolo, debilitato dal lungo as- fronte venne poi decorata di por*
sedio ; ed arrivato alla porta del tico dagli Ordelaffi, e- più tardi
palazzo creò cavaliere Albertaccio perfezionato dal cardinal Donghi le-
Ricasoli fiorentino consultore di gato di Romagna. Lastricò pure la
guerra. Quindi ordinata la guardia piazza con puliti mattoni, e fece
alla città, e lasciatovi un suo vi- altre cose per le qua-
degne di lui;
cario,andò in Faenza, ed ivi in li, e per aver insignito molte nobili
pubblico parlamento, alla presenza famiglie di privilegi, loro donando
di parecchi personaggi, Francesco la sbarra cerulea del proprio stem-
Ordelaffò già capitano di Forlì ma, il cardinale si rese general-
umilmente riconobbe e confessò tut- mente oggetto di amore e di rive-
ti suoi falli ed errori
i commessi renza. Tentando Barnaba Visconti
contro la romana Chiesa ed Pa- i prender Bologna, 1' Oleggio la cede
voi.. xxv. 16
*4* FOR FOR
al legato, ricevendo in cambio Fer- dosi sicuro in quella città desolata,
mo con cinquanta mila fiorini. Al- da Bartolomeo vescovo di Forlì, Ro-
lora Barnaba dichiarata guerra
la berto vescovo di Bertinoro, e Gio-
al Pontefice, istigò Francesco Or- vanni Numai vescovo di Sarsi na
delaffo, proclive all' armi e d' indo- con divota pompa, e coli' interven-
le turbolenta, e Giovanni Manfredi to del senato forlivese fu riposto
a tentar la ricupera di Forlì e in s. Giacomo Strada, poi chie-
in
Faenza col molta gente.
dar loro sa di s. Lucia. Nel detto anno mo-
Il cardinal discoprì mene, punì le rì il vescovo di Sarsina Francesco
severamente traditori, ed intento
i Galboli forlivese, che con egual va-
alla guerra di Bologna, diede in cu- lore trattò la spada e il pastorale,
stodia Forlì a Malatesta Guastafami- riverito in pace e temuto in guer-
glia, colla dignità di pretore. L'Or- ra. Bologna era per essere superata
delaffi assediato in Forlimpopoli dagli Ordelaffi, senza il pronto aiu-
implorò l' indulgenza del legato, ed to dei Malatesta, che costrinsero il

ottenne salvacondotto di portarsi Visconti ad abbandonar l' assedio,


ad Ancona ove trovavasi il cardi- mentre l' una
Ordelaffo avea fatto
nale ; ivi rompendo la data fede fu scorsa su Lugo o Rimini. Ma nel
posto in carcere, e minacciato di pontificato di Urbano V, l' anno
vita,per salvarla dovè cedere asso- i362, seguì la pace, dopo aver il

lutamente Forlimpopoli e le altre cardinale sconfitto sul Modenese Vi-


ed essere confinato a Chiog-
terre, sconti, che restituìLugo. Nel 1 364
gia. di prigione ruppe di
Uscito il cardinale tornò in Avignone, e
nuovo gli accordi, ed accostatosi al il successe I' Androino divenuto car-
Visconti , fu eletto generale alla dinale, il quale è conosciuto meglio
guerra di Bologna, riuscendogli va- sotto il nome di Androino de la

no il tentativo fatto 6U Forlì. Le Roche o Rocca, ovvero della Ru-


ostilità dell' Ordelaffo furono imi- pe. Questi a mezzo del cav. Giret-
tate dai forlimpopolesi , resisten- ti rettore particolare della provin-
do al cardinale, che a tremendo cia , die esecuzione alle benigne
esempio delle altre città, nel 36o1 istruzioni di Urbano V nel man-
fece miseramente spianare Forlim- tener i patti del cardinal Albornoz,
popoli, e sull' area seminarvi il sa- col perdonare a' ribelli pentiti, re-
le. Gli annali forlivesi aggiungono, stituendo loro i beni tolti per la

che Forlimpopoli soggiacque a tan- guerra del Visconti, e ciò per quie-
ta pena, per aver i cittadini tu- te di Romagna. Fu perciò reitegra-
multuariamente ucciso il proprio to Francesco Ordelaffo il grande
vescovo Ugolino, mentre gli esor- di Castrocaro, e del territorio di
tava a rendersi al legato. Dell' ec- Forlimpopoli-, ma cessato di vivere
cidio di Forlimpopoli, e della pre- in Venezia, il di lui figlio Sinibal-
tesa uccisione del vescovo meglio se do e i suoi nepoti entrarono in
ne tratta all'articolo Forlimpopoli. possesso. 11 cadavere di Francesco
Gran parte de' forlimpopolesi si e quello di Marzia, Cia o Zia sua
ricoverò in Forlì, da cui soprattut- moglie furono poscia nel i38o da
to si fece acquisto del corpo di s. Sinibaldo trasferiti a Forlì con mol-
Rufillo primo vescovo e protettore ta magnificenza, e deposti nell' an-
di Forlimpopoli, che non creden- tico sepolcro degli Ordelaffi in s.
FOR FOR »4*
Francesco. Fatto nuovo rettore del- nivano riguardati, ed unendosi coi
la provincia, con titolo di vicario, Visconti dichiararono la guerra , fo-

1Vtioncino o Petruccino arcivesco- mentando segretamente la ribellio-

vo di Ravenna, convocò in Fori) ne de' popoli. Forlì disgustata de-


i provinciali, prestando visi per mez- gP inglesi fu la prima a dar il se-
zo di procuratori la solita ubbidien- gnale della rivolta nella vigilia di

za dai titolati e beneficiati della s. Tommaso, ad onta dei provve-


Chiesa in temporale, salvo il vigore dimenti dell'accorto legato: dopo
de* privilegi rispettivi. Praticarono essersi per quindici giorni retta a
altrettanto le città governate dal governo popolare, essendosi divisa
Papa a mezzo di governatori par- in fazioni, ghibellini richiamaro-
i

ticolari ; nel resto eleggevano i ma- no gli e Pino vi entrò


Ordelafìì,
gistrati loro a tenore del sistema a'5 gennaio i3y6 ; indi con molta
di prima. Nel 1 366 Urbano V gente Sinibaldo, con Cecco e Tebal-
fece legato d' Italia, e vicario di do nipoti. Ma oppostasi la parte
tutto Io stato ecclesiastico, il fra- guelfa, che prese a difendere il pa-
tello cardinal Angelico Grimoardi, lazzo e le strade con barricate di
mentre Forb godeva tranquilla pa- catene, ebbe principio crudel ba-
ce, e moriva Petroncino rettore ruffa colla peggio de' guelfi che
della provincia. Ma siccome cosa andarono espulsi dalla città, e Si-
di quaggiù passa e non dura, colla nibaldo qual figlio di Francesco
morte del Pontefice cessò la quiete Ordelaffi ne assunse il do-
pieno
clic aveva rallegrato tutta la Ro- minio. Nel tumulto furono sac-
magna. cheggiate le case, e proscritti i be-
Gregorio XI spedì legato in I- ni de' guelfi fuorusciti, i cui nomi
talia Pietro cardinale Bituricense ,
si leggouo in principio del settimo
il quale a suggerimento di Galeot- libro del Bonoli, Storia di Forti,
to generale della Chiesa prese a e pei primi i Calboli egli Orgo-

soldo Giovanni Aucuto inglese, ca- gliosi appellati pure Argogliosi.


po d'una compagnia, il quale ca- Chiamato in Faenza dal vescovo
gionò gravi disastri nella provin- tarragonese rettore della provincia
cia ed in Italia, e primieramente l' Aucuto j commise stragi e sac-
fece insorgere sospetti danno dei
a cheggi orribili, dai quali non an-
fiorentini, mentre in Forlì nel 1872 dò esente Cesena. 1 forlivesi re-
s' incominciò a fabbricar la fortez- spinsero gì' inglesi e bretoni, ribel-
za di Ravaldino. A Giovanni Nu- landosi i ravennati per isfuggir le
mai forlivese vescovo di Sarsina loro barbarie. Venuto Gregorio XI
fu restituita la temporale giurisdi- in cognizione di sì avvenimen-
fatti

zione che godevano i suoi prede- ti, mentre preparavasi stesso a


egli
cessori ; indi uel 1 37 3 il cardinal tornar in Italia restituendo a Ro-
Grimoardi fu di nuovo preposto a ma la residenza pontificia, nel giu-
legato, ma il suo contegno rigoro- gno 1376 spedì nuovo legato il

so , e quello de' soldati inglesi e cardinal Roberto di Ginevra, poscia


nazionali, cagionò malcontento. Col antipapa Clemente VII, con seimi-
negare ai fiorentini viveri nella ca- la cavalli britanni, detti bretoni, ed
restia che soffrivano, quelli si con- altri ottocento italiani, che uniti
fermarono del male umore cui ve- agi' inglesi, ed ai rinforzi de' pria*
244 FOR FOR
cipi amici, in tutto formavano cir- fiorentini, i quali protestarono aver
ca ventimila combattenti. I fioren- guerreggiato contro crudeli mini- i

tiniperò ed il Visconti mandaro- stri,non contro la Chiesa. Intanto


no a Sinibaldo loro alleato alcune Forlì procedeva tranquillo sotto Si-
compagnie di armigeri. nibaldo Ordelaflì, per aver saputo
La prima intrapresa del legato difender la patria dall' anglo furo-
fu diretta contro Bologna, ma sen- re ; la letizia si accrebbe quando
za frutto; onde per quartieri d' in- sposò Paola Bianca, figlia del già
verno distribuì letruppe a Faenza, Pandolfo Malatesta signore di Pe-
Bertinoro e Cesena, non che ne- saro e sorella di Galeotto, la cui
gli altri luoghi ubbidienti al Pon- condotta egregia per la santa Se-
tefice. L'insolenza de' soldati britan- de, gli avevano da essa procacciata
ni, tollerata dai ministri per man- la signoria di Cesena, acciò non ca-
canza di mezzi a pagarli, ridusse i desse nelle mani di principe nemi-
cesenati a tumultuare scannando co. In fatti Astorgio Manfredi che
ottocento bretoni ; fingendo il car- s' era insignorito di Faenza, col Vi-
dinaie di aver ciò gradito in re- sconti s'accinse a sorprenderla ; ma
pressione della militare rapacità, nel passar che fece pel territorio di
per tema che chiamassero i forli- Forlì, Sinibaldo se gli fece incon-
vesi e i fiorentini. Ma avendo in- tro col popolo armato, e Io costrin-
trodotto nella rocca l'esercito, que- se a retrocedere.
sto in vendetta commise tali atro- Galeotto a compensare il cogna-
cità che rifugge la penna descrive- to di favore sì grande, col Ponte-
re, già accennate all'articolo Cesena fice, appresso cui molto poteva, tan-
ed altrove : a cinque mila persone to si adoperò, che Sinibaldo Orde-
fu tolta la vita, il resto disperso laffi riebbe il favore pontificio, e
come narra Antonino. Partiti i
s. venne dichiarato nel 1
379 per do-
bretoni da Cesena, il legato pose dici anni vicario della Chiesa in For-
nella rocca un presidio d' italiani, lì, e confermato nella signoria di
ripatriando i miseri e superstiti Castrocaro, e territorio di Forlim-
cesenati. A'17 gennaio 1377, giun- popoli, conforme ai capitoli già con-
se in Roma
Gregorio XI, che ivi venuti col padre. Contemporanea-
morto nell'anno seguente, fu eletto mente Cecco o Francesco di Gio-
a succedergli Urbano VI, cui ben vanni Ordelaffi, e nipote a Sinibal-
presto ebbe a funestissimo compe- do, creato primo capitano dell'e-
titore il cardinal di Ginevra, col sercito veneto, da valoroso portava-
nome di Clemente VII; ilquale si nella guerra di Chioggia contro
ardi mantenersi nello scisma e , i genovesi , mi-né dava saggio
pseudadignità, coli' inviare contro nore di sua crescente bravura Gio-
il vero Papa il proprio nipote Mon- vanni di Lodovico Ordelaffi, cugi-
zoja coi suoi bretoni. Dessi furono no di Cecco, qual colonnello a quel-
tagliati a pezzi a Marino dal ro- la ed acquistò sì onorata
guerra,
magnolo Alberico conte di Barbiano rinomanza, che molti principi gli
colle truppe pontificie, e da Mo- affidarono i loro eserciti. La guerra
starda Perilio o della Strata, e dal di Chioggia in cui dai genovesi e
Brandolini esperti capitani forlivesi ; Carraresi si minacciava Venezia, fu
mentre Urbano VI pacificavasi coi famosa pel mirabile uso delle bona-
,

FOR FOft 245


barde, ivi adoperate per lii prima papa che aveva in Avignone stabi-
volta dai veneti, che come furono di lito una cattedra di pestilenza, alla

molto spavento al mondo, furono quale obbedivano varie città e na-


pure causa di vittoria ai veneziani, zioni.
i quali riacquistato perduto pa- il Grande si era il tumulto e spa-
cificaronsi coi genovesi. E quindi vento d'Italia per esercito così im-
una delle glorie di Forlì, che le bom- ponente, per cui il Pontefice spedi
barde, oggidì la forza più formida- in Romagna colla compagnia di
bile degli eserciti, si adoperassero s. Giorgio, Alberto conte di Cu-
la prima volta sotto il comando nio, il quale distribuita parte dei
di forlivesi. Nel i38o Sinibaldo co- soldati nei dominii de'Malatesti, con
minciò a riedificare Forlimpopoli, trecento scelti cavalli si pose in
ed ivi il giorno di s. Gio. Battista, Forlì, in faccia alle cui porte com-
tra molte feste si fece la corsa di parve l'esercito francese a' i 3 ago-
cavalli alla sua presenza ed a quel- sto. Po-
NenJico all'Ordelaffi, Guido
la di molti di sua famiglia e cor- lentani Ravenna aderiva
signor di
te aggregò Forlimpopoli al terri-
; all'antipapa Clemente VII e a Lo-
ed accorciò la citta-
torio forlivese, dovico, che da lui veniva provvi-
dinanza di Forlì ai pompiliesi ossia sto di viveri; Lodovico a
quindi
forlimpopolesi. Così Forlimpopoli suggerimento del Polentani attaccò
per ben due volte fu n'edificata dai Forlì dalla parte di porta Schia-
forlivesi, e in ambedue v' ebbero vonia, ma in vano perchè brava-
parte gli Oidelaflì: le castella delle mente difeso da Sinibaldo , da
Caminate e di Belfiore furono pu- Alberico e dai forlivesi, laonde
re ristorate per Sinibaldo, amante Lodovico si sfogò nel saccheggiar
di fabbricare . In questo tempo le ville; ma restò punito, poiché
Carlo III Durazzo, detto della Pa- inseguito da Alberico colle squadre
ce, del real ceppo di Roberto re del Papa e di Carlo III, fu disfatto
di INupoli, con l'esercito avuto dal in una battaglia, per cui dall'an-
re d' Ungheria, recandosi a soggio- goscia, e da una ferita riportata
gare di regno di Napoli ed a soc- mori Lodovico nel i384- Alberico
correre Urbano VI, a' 16 agosto venne salutato liberatore d'Italia,
passò pel territorio forlivese, e ven- e ristoratore dell' antica milizia
ne accolto con molto onore nella neh' istituzione della qompagnia di
città, alloggiato in s. Varano. Po- s. Giorgio in cui non erano am-
co dopo il senato di Siena elesse messi che italiani, i quali colle lo-
Giovanni Ordelaffi suo pretore a ro imprese dimostrarono
eroiche
e prefetto, e conservatore della pa- che non era più bisogno ricorrere
ce e del popolo sanese. La peste al venale estero braccio. Morì Giu-
nel 1082 fece strage in Modiglia- liano Numai, causa principale del
na, Castrocaro, e Forlìove mori- ritorno degli Ordelaffi, e Tebaldo
vano cento persone al giorno. In di questa famiglia. I Polentani fu-
pari tempo Lodovico d' Angiò con- rono scomunicati da Urbano VI,
tro Carlo III con poderosissimo esponendo la di lui signoria ch'era
esercito passò per la via di Roma- feudo della Chiesa, all'invasione e
gna, per conquistare il di lui re- dominio di chi la volesse; ed è
gno, essendo partigiano dell' anti- perciò che Galeotto Malatesta, eoa
, ,

246 FOR FOR


Pino Ordelaffi ed altri forlivesi Ordelaffi per ismania di dominare
occupò Cervia. Vacando la sede congiurò con Cecco di lui fratello,

forlivese, l'antipapa Benedetto XIII, simulando quando Sinibaldo loro


ch'era successo a Clemente VII, da zio per avvertenza di Giacomo Al-
Avignone nominò certo Ortando, legretti voleva metterli a parte del

e ciò per provare audacemente la dominio. Fatta numerosa congiura la


sua falsa autorità. Un soldato del notte de' 1 3 dicembre 385, mentre 1

principe di Conciato signore di Cosse, Sinibaldo colle sue genti erano im-
parente del re di Francia, nel di lui mersi nel sonno, congiurati for-i

passaggio per Forlì, vendè a Siili- zarono la porta del palazzo, e lo


baldo la testa di s. Donato vesco- fecero prigioniero nel forte Raval-
vo e protettore di Arezzo, fregiata dino. I nipoti vollero dallo zio i

d' oro e di gemme, e dal mede- contrassegni d'ogni rocca, e nel


simo depredata negli anteriori sac- giorno seguente scorsa la città ne
cheggiamenti al passaggio de' fran- vennero acclamati capitani e signo-
cesi per Arezzo coll'armata di Lo- ri; indi alla morte di Giovanni Nu-
dovico d'Angiò nel i384- L'Orde- mai vescovo di Sarsina s' impadro-
lafìi per pagamento fece carcerare nirono della città e luoghi vicini
ed impiccare il soldato. Indi Si- di cui poscia ne vennero per dodici
nibaldo scampò nel i385 per pro- armi infeudati vicari da Bonifacio
digio la vita alla caduta di parte IX nel i3go s' impadronirono pu-
:

del tempio delle monache di s. re del castello di Ciola ed altre


Giuliano, poi s. Caterina. Nel me- terre alla morte del vescovo di
desimo tempo
Pino celebrò con Todi Benedetto. Nel i386 si scuo-
pompa le nozze con Branca de' prì una congiura contro i fratelli,

Brancaleoni di Castel Durante, don- alla cui testa era Giovanni, altro
na di singolare bellezza; ma Ga- nipote di Sinibaldo, per ristabilir

leotto Malatesta,personaggio d'im- questi nella signoria : molti furono


mortal memoria, finì di vivere. Nel puniti, altri fuggirono. Ai 28 ot-
giugno Sinibaldo con pubbliche al- tobre morì in carcere Sinibaldo,
legrie di giostre, corse e corte ban- non senza sospetto di veleno, e per
dita solennizzò il dì festivo di s. togliere forse con la sua morte o-
Donato, il di cui capo avea ripo- gni speranza e tentativo a riporlo
sto nella chiesuola del proprio pa- in signoria. L'ultimo regime di sua
lazzo con molta venerazione; e con- vita gli fa poco onore, ma del r<

fermò la consuetudine che si con- sto fu eloquente, affàbile, sagace,


tinuasse a celebrar il giorno di s. divoto, di acuto ingegno e di cuc
Mercuriale con torneamene, gio- re magnanimo; con solenne poi
stre e" pubblici spettacoli. pa il suo cadavere fu sepolto
Sinibaldo iniquamente si appro- s. Francesco. Gli aretini coll'intei
priò tremila lire ch'erano state ru- posizione della repubblica di Firer
bate ad Andrea Orselli, e con pre- ze ricuperarono la testa del loro
testi e falsità condannò questi a trono s. Donato, che fu riposta m
prigione perpetua, confiscando per l'antica sua chiesa con di vota coi
la stessa ingordigia i beni del fra- solazione di que' cittadini, come si

tello ; tal fatto attirò l'odio comu- legge nel Burali, Vite de'vescovi
ne sopra Sinibaldo , laonde Pino aretini pag. 88 ; e nel libro ititi-
FOR FOR 347
tolato Monumenti e notìzie istori- Cecco Ordelaffi nel i3()i si por-
che riguardanti la chiesa vescovile tò in Roma con Alberto d'Este,

di Arezzo p. 1 08, § XXXI, stampa- che nel ritorno in Ferrara si trat-


to inLucca nel 1755. Nel seguente tenne in Forlì. Divenuti gli Or-
anno 1 387 Pino e Cecco sconfis- delaffi signori Roversano, i Ma-
di

sero la compagnia dei conti Lan- latesta s' inimicarono, recando dan-

dò e Corrado, facendo prigione il ni al Forlivese. Tentò Pino sorpren-


secondo, perchè minacciavano oc- dere inutilmente Bertinoro, la cui

cupare F01T1 in unione di Giovan- rocca era in custodia di Antonio


ni Ordelaffi. 11 Visconti pel suo Tomacelli parente del Papa, il qua-
valore lo creò colonnello e gli die le gli scrisse con risentimento, non

facoltà di portarsi all' acquisto di cessando i Malatesta di nuocere ai


Forlì, ma inutilmente; passando al forlivesi. A terminar tali disunio-

servigio dei Malatesti signori di ni, Bonifacio IX spedì in Romagna


Rimmi. L'anno 1 388 Cecco Orde- il cardinal di Bari, il quale con
laffi sposò Caterina figlia del si- prudenza singolare compose gli a-
gnore di Reggio Guglielmo Gon- nimi alla pace. In Romagna il Pa-
zaga si celebrarono in Forlì gran-
: pa non possedeva libera che Ber-
di feste ed allegrezze, ed a palazzo tinoro, che vendere per pe-
volle
vi fu corte bandita; di queste cor- nuria di numerario. Gli Ordelaffi
ti bandite se ne parla all' articolo fatta una colletta generale per lo
Corte ( Fedi). Nel i38g si fecero stato, offersero ventimila fiorini, ma
nella città solenni esequie ad Ur- Antonio Tomacelli loro nemico im-
bano VI, il cui successore Bonifa- pedì che il Papa gli cedesse Berti-
cio IX partecipò la sua elezione a- noro, e ad onta della data parola,
gli Ordelaftì, quali vicari della Chie- per ventidue mila fiorini la fece
sa, come apparisce dalla lettera di concedere ai Malatesta. Egualmen-
proprio pugno, e da quella del sa- te per bisogno di danaro Bonifa-
gro collegio de' cardinali; per cui cio IX vendè ai fiorentini le ragio-
gli Ordelaffi spedirono a Roma ni che aveva su Castrocaro, e que-
Tommaso Pontiroli prete , detto sti nell' impossessarsene ebbero a sos-

per nobiltà domicello, e Baldo Bal- tenere gravi fatti d'armi. Nel 1 3<)t)
di notaio, per ambasciatori al Pon- si eccitò ne' popoli un fervore di-
tefice ad esternargli sensi di esul- voto , incedendo vestiti di bianco
tanza per la sua esaltazione. Bo- processionalmente di città in città,
nifacio IX concesse agli ambascia- di chiesa in chiesa disciplinandosi
turi la conferma per Cecco e Pi- e facendo orazioni con questo spi-
:

no intorno alla signoria di Forlì, rito di pietà e di perdonanza gli


Forlimpopoli, Sarsina, Castrocaro, Cjrdelaffi richiamarono in patria
Riolo ed altre terre, essendo de- molti esuli , tra' quali i Calboli e
corsi i dodici anni dell'investitura gli Orgogliosi , cui restituirono i

fatta a Sinibaldo. Riolo fu poi in- beni ; ed inoltre invitarono nella


vocato come giurisdizione della città e a parte della signoria il lo-
chic>a di Ravenna, uuliadimcno ro cugino Giovanni Ordelaffi di-
pubbliche e solenni furono le di- morante in Rimini ma poco so- ,

mostrazioni di giubilo in Forlì pravvisse; egli nacque di Lodovico,


per tal pontificia conferma. uno de' figli di Francesco il gran-
,

248 FOR FOR


de. Nel i4oi morì pure Pino, che un suo segretario gì' invitò ad ac-

conoscendo 1' inerzia del fratello cettar il figlio Antonio per princi-
Cecco, e quanto era odiato dai cit- pe. Sopraffatti gli astanti da sì ina-
tadini, prima di spirare diede i con- spettato discorso, mancò loro la pa-
trassegni delle fortezze al vescovo rola per contraddire ; ma usciti
di Forlì Scarpetta Ordelaffi, figlio di palazzo riflettendo all'odio che
naturale di Francesco, ed alla pro- portava il popolo a Cecco , e
pria moglie Venanzia; laonde di- vergognandosi che avesse loro da
visa la città in partiti , molti ac- imperare un giovane che ne' vizi
clamarono Cecco , altri Scarpetta ,
somigliava il padre, si dimostraro-
il quale più prudente, e calcolan- no malcontenti. Quindi passati ven-
do le conseguenze cede i contras- tiquattro giorni , che fu a 3 set-

segni ricevuti, ed allora fu promul- tembre, sparsasi voce Cecco esser


gato assoluto signore Cecco. Que- morto, il popolo entrò a forza nel
sto sul principio dissimulò lo sde- palazzo, ove Cecco giacente in let-
gno, ma poi pose nella rocca di to lottava colla morte. A tal vista
Ravaldino il vescovo ed oppresse , la plebe s' inasprì, strascinò per le

e rovinò molli cittadini ; dopo due scale il suo corpo che fra mille lu-
mesi il vescovo morì prigione ,
dibrii spirò infelicemente. In tal
e venne il cadavere trasferito in sommossa fu saccheggiato 1' erario
duomo. e il palazzo, imprigionandosi Cate-
Agli 8 dicembre r4oi Cecco eb- rina figlia di Giovanni Ordelaffi e
be da Bonifacio IX Ja conferma Francesca la madre : Antonio si

dello stato che governava: ricevet- salvò nella rocca di Ravaldino , e


te pure la notizia che Antonio di poscia trasportato a palazzo gli fu-

lui figlio naturale ,


giusta la fatta rono tolti i contrassegni di essa e
inchiesta, era stato espulso dall'or- di quella di Forlimpopoli, e quin-
dine gerosolimitano , onde poter di di nuovo tradotto prigione in
nella signoria succedere al padre Ravaldino. popolo assunse il go- II

in mancanza di prole legittima. verno della città, si giurò libertà


Immerso Cecco ne' vizi fece stroz- sotto la protezione della Chiesa
zare certo Pietro ministro delle cui protestarono pagare quel tri-
sue estorsioni ed angarie, avocan- buto istesso che Cecco annualmen-
do a sé i ricchi di lui averi ; indi te soddisfaceva; e si elessero dodi-
die l' unica sua figlia Lucrezia in ci priori pegli affari di guerra e
isposa a Malatesta , ma poco so- di pace, rivestiti perciò di poteri
pravvisse al matrimonio. Così per amplissimi in loro nome fu pre-
:

morì il padre Cecco nel


stravizzi sidiata la rocca , svolazzandovi il

i^o5, determinando che Antonio vessillo del pubblico.


suo figlio naturale diventasse prin- In tempo di tali rivolte Giorgio
cipe, prima rendere 1' ultimo re-
di Ordelaffi stimolato dai suoi aderen-
spiro , a cagione degli aspiranti al ti si avvicinò a Forlì, ma tentan-
potere, fra' quali eravi Giorgio Or- do l'ingresso in Forlimpopoli lo
delaffi figlio naturale del defunto impedirono i forlivesi , che a ca-
Tebaldo. Superata la congiura di stigo de' pompiliesi saccheggiaro-
questi, Cecco radunò nelle sue stan- no le case; così mira esito ebbe il

ze i principali della città, e per tentativo su Forlì, come fu repres-


ì

1 OR FOR 249
so quello de' fautori di Azzo di ta Sede. Nel 14.06 il Malatesta al-
Castelbarco figlio di Onesiina di
, leato del cardinale prese diverse
Francesco Ordelaflì. In Roma fu castella de' forlivesi, e questi gli re-

da Paolo Orsini ucciso Moscardo sero la pariglia sul Cesellate. Bal-


o Mostarda illustre capitano forli- do Baldi fece un tentativo in città

vese, già compagno d'Alberico ci a favore del Papa ma ne


, restò
Barbiano, nelle cui truppe, al dire vittima, ed aspra barufla seguì col
del Bonoli , introdusse pel primo saccheggio di varie case. A' 20 a-
1'uso d'armare i soldati di ferra ,
prile con sue genti tornò il cardi-
ebe prima lo erano di cuoio, don- nale all'assedio di Forlì., occupan-
de ne derivò il nome di corazze; do il castello di Riolo, nel mentre
servi per lungo tempo la Cbiesa e che ritornavano da Pioma gli am-
n' ebbe in premio alcuni castelli basciatori di Innocenzo VII, il qua-
nella Marca, giacebè espugnò Asco- le per tema che le repubbliche di

li ed Assisi, e meritò d' essere se- Firenze e Venezia assumessero la


polto nella basilica vaticana. Inte- protezione dello stato di Forlì, con-
sa la morte
Cecco, il cardinal
di cesse la pace alle seguenti condi-
Cossa legalo di Bologna, poi Gio- zioni.
vanni XXI II, si recò a Faenza, e Che venisse tolto l'interdetto;
quindi ordinò ebe si spedissero am- che la città rimanesse libera col
basciatori a Forlì a cbiedere la dominio delle sue castella, ma a
città per la Cbiesa, come ad essa contrassegno di ossequio e divozio-
devoluta per la mancanza de' suc- ne pagasse alla Chiesa l'annuo censo
cessori legittimi nella casa Orde- solito a pagarsi dagli Ordelaflì; che
laih"; ma fu risposto che avrebbe- in emergenza di guerra fosse tenu-
ro i forlivesi pagato alla Cbiesa lo ta prestar soccorso allaChiesa con
slesso censo degli Ordelaflì, ed an- fanti che Forlimpopoli,
e cavalli ;

co altri pesi salvo il regime at- come era attualmente, restasse nel-
tuale, quindi il consiglio e i priori le mani del Papa, e nella cui roc-
decisi di difendersi, inviarono am- ca si ponesse presidio per la Chie-
basciatori ad Innocenzo VII. A'i7 sa insieme e pei forlivesi; finalmen-
ottobre il cardinal per due trom- te che in Forlì avesse di continuo
bettieri intimò la guerra, togliendo a risiedere un oratore pel Ponte-
alcune castella ai forlivesi, mentre fice. 11 cardinale ritornò a Bologna
Forlimpopoli si die alla Chiesa. Il accompagnato da una squadra di
legato fece mozzar la testa ad A- forlivesi a verde, e da una
vestila
sloigio Manfredi che di tutto av- di faentini a bianco e rosso, e colà
visava i forlivesi, i quali pei loro per tre giorni vi si fece giostre e
oratori implorando soccorso e pro- torneamenti l'onore di cui ripor- ,

tezione dalla repubblica di Vene- tarono forlivesi sempre destri ne- i

zia, gli offrirono in dominio la cit- gli esercizi cavallereschi. Dipoi Gior-

tà, in più. luoghi della quale fece- gio ed Antonio Ordelaflì, il quale
ro dipingere l'impresa veneta di per la pace con bando perpetuo
s. Marco. Ma i saggi veneziani, co- erasi posto in libertà, senza suc-
me i fiorentini, si ricusarono, cono- cesso provarono occupar Sadurano,
scendo per esperienza essere van- indi abbandonarono
la Piomagna.
taggioso godere il favore della san- Vivevasi nella città tranquillamea-
,

:,m FOR FOR


te quando Giovanni di P. Largia- dosi Giovanni XXIII agitato dalle
uo fuoruscilo forlivese persuase il guerre, e dallo scisma che ancora
legato d'impadronirsi 18 luglio a' lacerava la Cbiesa, non solo perchè
della rocca di Ravaldino, ove spie- tuttora viveva l'antipapa Benedet-
garono la bandiera del Papa, ac- to XIII, ma eziandio perchè Gre-
clamando il di lui nome e quello gorio XII era sostenuto dai Mala-
de' guelfi , inlantochè avvicinavasi testa e da altri, compiacere
volle
col l'esercito il cardinale, con Albe- gli Ordelaffi dell'antico dominio o
rico di Balbiauo. Il popolo sopraf- per cattivarsi la loro amicizia, o per
fatto dall'inatteso avvenimento si non poter tra tante angustie divertir
sollevò, mentre il cardinale per la le sue forze a difesa di questo sta-
rocca entrò in città , che si vide to. Adunque agli 11 maggio 1 4-1 1

presa avanti di essere assalita. Il Giorgio ed Antonio Ordelafti furo-


legato subito fece decapitare i più no accolti in Forlì e riammessi nel-
pertinaci della fazione ghibellina la solita signoria, ed entrarono per
indi fece eostruire alla porta Sehia- porta s. Pietro con duemila caval-
vonia una fòrte rocca per meglio li, tutti esuli ghibellini, con letizia
infrenare i forlivesi , la quale po- universale; disputandogli poscia i

scia il cardinal legato Ri vaiola nel guelfi la consegna delle fortezze,


secolo XVII fece smantellare per per cui accaddero alcune baruffe e
abbellire la porta. Collocati i pre- morti. Assicurato in tal modo lo
sidiiebe giudicò opportuni, il car- stato, Giorgio meditò la perdita
dinal Cossa esiliò i cittadini prin- d'Antonio, e lo fece tradurre nella
cipali e più sospetti, e se uè tornò rocca di Ravaldino ; indi sposò Lu-
a Bologna, lasciando in sua vece a crezia di Lodovico Alidosi signore
governatore Guido Torelli capitano d Imola, al quale consegnò la cu-
del marebese Nicolò d'Este, confe- stodia d'Antonio. Nel i4-i3 Gior-
derato ed amico della Sede aposto- gio si trasferì a Forlimpopoli, ove
lica. Forlì per alcun tempo sotto ricevè il possesso della rocca tenu-
Gregorio XII, ed Alessandro V eb- ta ed al fanciullo che
dai guelfi,
be a godersi una quiete insolita; ivi nacque gì' impose il nome di
ma Giorgio Ordelalli, che vegliava suo padre Tebaldo. Nel 1 4 5 Gio-
sempre a' propri interessi, tanto si vanni XXIII o perchè di nuovo
adoperò che nel 1^.10 Forlimpo- aspirasse al dominio di Romagna,
poli si die a lui, cacciato il presi- o perchè questi popoli aderissero
dio ecclesiastico, e inutilmente tentò al suo competitore Gregorio XII
il conquisto di Forlì; più. tardi che risiedeva in Rimini, vi mandò
acquistò Fiumana e Riolo, come Braccio da Montone suo capitane
Faenza fu occupata da Giangaleaz- con l'esercito, il quale recò gravi
zo Manfredi. danni, e prese il castello di Sa-
Divenuto il cardinal Cossa Gio- durano, che Giorgio soccorso di
vanni XXIII , spedì in Romagna denari dal pubblico di Forlì po-
per legato e rivestito di estesi po- scia riscosse ; e riavuto il favo-
teri, il cardinal Lodovico Fieschi, re di Giovanni XXUI venne con-
il quale subito si accinse a pren- fermato vicario della signoria da lui
dere Forlimpopoli, ma non senza posseduta, purché riammettesse in
perdita dovette ritirarsi. Trovan- patria, e ne' loro beni gli esuli di
4 ,

FOR FOR a5'i

guelfo partito. Intanto nel concilio piacere de' forlivesi , che ne fe-

di Costanza adunato per togliere cero pubbliche rimostranze. Lu-


lo scisma, ed al quale Giorgio avea crezia esasperò gli animi con im-
spedito il forlivese fr. Guglielmo, prigionar Paolo Laziosi cittadino
celebre teologo agostiniano, Gio- riputato, sottoponendolo a rigoroso

vanni XXI 11 deposto ed impri-


fu processo. Caterina Ordelaffi moglie
gionato, Gregorio XII generosa- di Bartolomeo Fregoso pensò pro-
mente rinunziò, l'antipapa Bene- fittar delle turbolenze , comprando
detto XIII fu scomunicato, ed agli a tal effetto Castel Bolognese, ove
li novembre 1 1 7 fi* eletto di accolse i malcontenti. Ma i saggi
comun consenso Martino V Colon- cittadini considerando che il pas-
na romano. Questi per la via di sar da una femmina ad altra non
Ravenna nel marzo i4 x -9 giunse conveniva , per aver Tebaldo in
a F01T1, ove con molto onore ven- Forlì ricorsero a Filippo Maria
ne ricevuto da Giorgio Ordelaffi, Visconti duca di Milano, che aspi-
e per quattro giorni con somma rando al dominio d' Italia accettò
letizia trattenuto, scorsi i quali il la mediazione. Lucrezia però si po-
Pontefice prosegui il suo cammino se in guardia, mentre il cardinal
per Firenze. Alfonso Carillo legato espulse da
Siccome i bolognesi si mantene- Castel Bolognese Caterina col ma-
vano pertinaci contro il Papa, per- rito ; ma quando pronunziò sen-
chè sottratti dall' ubbidienza della tenza di morte contro il Laziosi
Chiesa nel 1^.16, 1' Ordelaffi e gli il popolo si sollevò, liberò il cit-

altri principi di Romagna spedi- tadino , chiuse in buona camera


rono oratori a Bologna a fine d'in- Lucrezia , trucidò molti de' suoi
durre quel senato a riconoscere cacciando gì' imolesi, ovunque pro-
Martino V
a supremo signore, al- clamando il nome di Tebaldo. In-
trimenti le loro forze unite a quelle di si elessero otto consiglieri di
della Chiesa tentato avrebbero colle cui fu capo Gianiaeopo Tor-
fatto
armi, quanto non ottenessero col- nielli per prender le redini del go-
le parole. Ma persistendo i bolo- verno in nome
Tebaldo Orde- di
gnesi nello stesso sentimento, il Pa- laffi, pari tempo a
avvisando in
pa aiutato dai predetti mandò l'e- Lugo le milizie del duca di Mi-
sercito su Bologna, per cui atterriti lano, i cui comandanti con quelli
gli abitanti si diedero tosto al le- dell'Estense occuparono Forlì per
gato apostolico. La quiete di Forlì Tebaldo, e la rocca di Ravaldino
cessò nel i4^i colla morte di Gior- dai milanesi.
gio, che lasciò sotto la tutela della Lucrezia fuggì per una finestra
moglie Lucrezia il figlio Tebaldo a Forlimpopoli, ed ivi si fece por-
d'anni dieci, e come dicono alcuni tar da Imola Tebaldo, per tenere
sotto la protezione del duca di Mi- in fede il popolo. I fiorentini vi-

lano, e del marchese di Ferrara. dero con mire del Vi-


rancore le

Lucrezia mandò Tebaldo ad Imola sconti, e subito si dierono a soc-


per l'educazione e custodia, indi a correre Lucrezia per cacciare i mi-
governatori imolesi consegnò l'am- lanesi, provocati eziandio dalle pre-
ministrazione, ed a' soldati imolesi mure dell' oratore pontificio, e dai
le fortezze dello stato con gran dis- Malatesta. Le milizie giunsero a
2 5; FOR FOR
Forlimpopoli inalberando le in- tritanti; indi assediarono Forlì, ma
segne degli Ordelaflì, e gridando furono interamente sbaragliati, e
il nome di Tebaldo, riè valse l'in- fatti prigioni i capi, fra' quali il

tervenzione per la pace del mar- Malatesta, ed altri uccisi. Seguen-


chese d'Este. Incominciata la guer- do Agnolo della Pergola il corso
ra sotto Forlimpopoli, i fiorentini della vittoria riacquistò a' forlivesi
ebbero la peggio. Allora i fio- Fiumana , le Cantinate, Belfiore,
rentini stabilirono di proseguir- ed altre terre; ebbe pure Forlim-
la con tutto il vigore, e taccian- popoli con la rocca, Berti noro, Sa-
do di parzialità il cardinale ne ot- vignano, Verucchio, Santarcangelo,
tennero da Martino V la remo- Dovadola, Rocca s. Cassiano, Por-
zione, che in vece vi mandò il tico, e Bagno con immenso botti-

cardinal Gabriele Condulmieri, ni- no. I fiorentini storditi di veder


pote Gregorio XII, e poscia
di disfatto un possente esercito, fecero
Papa Eugenio IV. Con un esercito molte alleanze, mentre altrettanto
di sei mila cavalli , e quattro mi- faceva il duca Visconti con Mar-
la fanti sotto il comando del ge- tino V, col Malatesta che liberò da
neralissimo Carlo Malatesta, i fio- prigione, e con Giovanna li regi-
rentini proseguirono la guerra. In na di Napoli; quindi dichiarò la
questo mentre duca Visconti al il guerra al Manfredi, il quale nei
suo comandante Cecco da Mouta- primi vantaggi che riportò si eb-
gnana, aggiunse Agnolo della Per- be molti prigioni forlivesi , che
gola , valoroso capitano., il quale coi fiorentini portò a Faenza.
con rinforzi arrivò a Forlì nel Francesco Sforza mandato dal
i4 2 4> ea a punire l'Alidosi vicario
*
duca Visconti per capitano, asse-
in Imola pel Papa e promotore , diò in detta città il Manfredi, ma
di questi disturbi, i milanesi sor- trasferita dagli alleati la guerra
presero la rocca, e s'impadronirono in Lombardia, fu costretto richia-
della città, mandando prigione a mar l'esercito di Romagna, ed es-

Milano 1' Alidosi che poi si fece sendo morto di peste in Ri mini
religioso francescano. Presa cosi Tebaldo Ordelafìi, consegnò al Pa-
Imola, venne tratto dalle carceri pa Forlì Imola e Forlimpopoli,
,

Antonio Ordelaffi , che recossi a nome della Chie-


delle cui città a
ringraziare il duca, presso il quale sa ne prese possesso il cardinale
restò alcun tempo. Jl cardinal le- Alamanni. Il Papa mandò poi pre-
gato fu dolentissimo per tanti av- sidente di Forlìj Imola, Forlimpo-
venimenti , ed il Papa come prin- poli, e di tutti i dominii di que-
cipe supremo vietò il passaggio ste provincie spettanti alla santa
tanto ai fiorentini che ai milane- Sede il celebre Domenico Caprani-
si; indi mandò a Bologna in luo- ca vescovo di Fermo, poi cardi-
go del cardinale l'arcivescovo di nale, il quale con applauso straor-
Arles cardinal Alamanni che fece dinario venne accolto in Forlì, che
al duca ogni male. I fiorentini con fece sua residenza nel 1426. Di-
più di calore continuarono la guer- poi nella notte de'4 febbraio 1428,
ra sul Forlivese occupando Fiuma- mentre il dottissimo Lombardino
na, e Sadurano da loro spianato da Ripetrosa insegnava pubblica-
per la resistenza opposta dagli a- meute umane lettere nella sua
FOR FOR 2^3
scuola, questa fu investila da un in Lugo colle genti di Visconti,
incendio. Ivi era l' immagine di Tommaso accrebbe il rigore, e fe-
Nostra Signora effigiata in carta e ce entrare in Forlì con molta sol-
sovrapposta su tavoletta, cui in ogni datesca Gattamelata generale del-
sabbato i discepoli recitavano le li- la Chiesa.
tanie, la quale prodigiosamente re- Nel i433 si macchinò nuova
sto illesa in mezzo alle fiamme congiura, che sollevando il popolo,
divoratrici che consunsero tutta la corse a palazzo, presero Tommaso
casa, anzi ne fu visto il luogo col- cui imputarono di voler cedere la
pito da celeste splendore. A con- città ai veneziani, e lo dierono in
siglio dei Capranica venne la sa- custodia ai Laziosi, i parenti dei
già immagine portata solennemen- quali erano stati da lui preceden-
te in duomo, ove a' divoti subito temente carcerati, mentre Gattame-
incominciò ad essere larga dispen- lata era passato a Bologna. Subito
satrice di grazie. In questa con- per corriere s'invitò Antonio Or-
giuntura la cattedrale intitolata delaffi, che si portò di notte in
alla santa Croce, a motivo di con- Forlì, tra i fuochi e le illumina-
servarvisi un grosso pezzo della ve- zioni fatte a gara dal popolo. Alle
ra croce, venne molto ingrandita preghiere dei Polentani il vescovo
per le pie largizioni de' fedeli a Tommaso fu lasciato andare in Ra-
detta immagine, che dal portento- venna, mentre il vescovo Caffarelli
so miracolo fu poichiamata la che avea impedito il riforno del-
Madonna del fuoco.qui da no- È 1' Ordelafli, si esentò dalla sede;
tarsi che nel luogo della casa ove per la qual cosa dal clero e capi-
fu l'incendio, nel 1819 a cura e tolo forlivese venne dichiarato imo-
spese del canonico penitenziere d. vo vescovo Giovanni Bevilacqua, a
Angelo Poggiolini si eresse un mediazione del quale Battista Ca-
tempietto ad onore della stessa poferri castellano della rocca Ra-
Madonna del fuoco. Intanto a mez- valdino, vedendo Eugenio IV im-
zo del Capranica Martino V ri- pegnato nella guerra contro Nicolò
chiamò a dovere gl'insorti bolo- Fortebraccio, il giorno ultimo di
gnesi, venendo fatta in Forlì la rac- dicembre la consegnò all' Ordelaf-
colta dell' esercito pontificio forte fi. Ne seguirono 1' esempio Forlim-
di dieci mila armigeri. Costretti popoli e le altre castella ; quindi
nel 1429 i ribelli all'ubbidienza nel marzo l'Ordelaffi tolse in mo-
de'ministri della Chiesa, ne fu no- glie Caterina Gherardo Rango-
di
minato vice-legato Giovanni Calla- ni, dal popolo festeggiata. Eugenio
relli romano vescovo di Forlì. Al- IV essendosi ritirato a Firenze,
l'insigne preside Capranica, succes- quivi spedì ambasceria 1' Ordelam,
se Tommaso da Venezia vescovo ad implorar perdono, e l' investi-
Traconense che all' elezione di
, tura dello stato, ma inutilmente,
Eugenio IV fece celebrare in For- perchè adirato il Pontefice sì per
lì straordinarie allegrezze. Mal con- l'intrinsichezza che Antonio avea
sigliato il nuovo preside divenne col Visconti, sì per aver privato
odioso, per cui si scoperse e pu- del vescovato Nuova-
il CalTarelli.
«1 la congiura che voleva dar la mente Bologna dai Cane-
ribellata
città ad Antonio Ordelaffi eh' era toli, e datasi Imola ai milanesi, il
s54 FOR FOR
Papa inviò un esercito in Roma- Carpentieri andarono ad ossequiar
gna, che presso Castel Bolognese il Pontefice, dal quale ne riporta-
restò disfatto da Nicolò Piccinino ca- rono la bolla che dichiarava l'Or-
pitano del duca. Allora Eugenio delaffi vicario della Chiesa, a con-
IV confermossi nell' alleanza coi dizione però del ritorno del Gaffa -
veneti e fiorentini, e vi aggiunse felli al vescovato, e della rifazione
i Malatesti e i Manfredi , dichia- de' danni a Tommaso vescovo Traco-
rando generale e gonfaloniere del- nense. Il gaudiosi raddoppiò alla na-
la Chiesa Francesco Sforza capita- scitaad Antonio d' un figlio, che
no di sommo valore, cui die nella chiamò Pino, tenuto a battesimo dal-
Marca grossa signoria con titolo di lo Sforza. Ma questi nel seguente an-
marchese; ordinandogli insieme di no i436 ebbe ordine di marciar con-
liberare il Lazio dalle incursioni tro 1'
Ordelaffi, perchè oltre di par-
del Fortehraccio, soldato di gran teggiare pel duca che avea rotto
fama, che unito a' Visconti operava la non eseguiva
pace., gli accordi .

a' danni della Chiesa, la quale in Forlim popoli, Ronco, e Fiumana


un agli alleati avea prodi forlivesi subito caddero in potere dello Sfor-
per capitani, come i Brandolini, za, ma Pietra d'Appio si difese va-
i Mostarda, gli Scaramuccia, e gli lorosamente. In seguito assalito For-
Arni uzzi o Za m peschi. lì fu vicino lo Sforza ad entrarvi,
AH' Ordelaffi nel i435 nacque ed in altra volta poco gli mancò a
un figlio cui impose il nome del restar prigione. Anche i fiorentini
genitore Cecco, mentre lo Sforza danneggiarono 1' Ordelaffi, e prese-
lasciato il patriarca Vitelleschi nel- ro Rocca s. Cassiano. Benché l'Or-
1 Umbria volò in Romagna per delaffi senza speranza di soccorso si

impedir 1' unione di Fortehraccio ostinasse alla resistenza, i cittadini


al Piccinino, e quando questi en- pensando ai danni che ricevevano
trava in Forlì egli giunse in Ce- dallo Sforza, e al pericolo evidente,
sena, indi seguirono reciproci dan- nel luglio arrestarono sul ponte del
ni : nondimeno per
venuta del la Pane Antonio Ordelaffi, e lo con-
Gattamelata, lo Sforza impedì a dussero in casa di Ducciolo Lazio-
Piccinino progredir più oltre, ed si, ove furono pur condotti la mo-
ambedue schivarono un combatti- glie e i figli, indi a mezzo di An-
mento, per tema di porre tutto a drea Becci capitolata la resa col-

repentaglio. Intanto il Fortehraccio lo Sforza, l' introdusse in città cor


nella Marca restò ucciso in un con- Renzio tudertino presidente del Pa-
flitto da Cristoforo da Forlì, essen- pa nella provincia. La fortezza Ra-
done conseguenza la pace, col re- valdino non fu consegnata, che
stituirsi dal duca Imola alla Chie- patto di lasciar libero Antonio col
sa, ed il ritiramento delle sue gen- le masserizie e famiglia, ritirandc
ti. A questo tenne dietro la ricon- si a Ferrara. Eugenio IV con giu-
ciliazione diAntonio Ordelaffi con bilo accolse gli ambasciatori forli

Eugenio IV, e lo Sforza he fu il vesi, e mandò governatore della

mediatore , laonde il Papa con città e di tutto il dominio di Ro-


paterno affetto Io assolvette da tut- magna monsignor di Capua vescovc
te le pene costituite contro i ribel- di Tropea, che con Riniero da To-
li per cui Onofrio e Mainardo
; di podestà fece solenne ingresso.
FOR FOR 2 55

Appena tornò Forlì sotto il re- tutto il primiero dominio. Poco dopo
gime della Chiesa, rimosso il bevi- il Piccinino tolse Bologna ancora
lacqua, fu dato a vescovo Lodovico all'ubbidienza della Chiesa, indi la-

Piranni forlivese, e Giovanni Caf- sciato in Romagna Francesco di

farelli ebbe la sede d' Ancona per lui figlio, si recò in Lombardia per
prudenziali riflessi : Lodovico fu servire il duca contro i veneti. De-
persona eccellente per bontà e dot- luso lo Sforza dalle promesse del
trina, per il che nel concilio inco- duca, si accostò di nuovo alla lega,

minciato a Ferrara, e compito in per la quale si recò in Lombardia,


Firenze, gli fu dato incumbenza sorprendendo Forlimpopoli, e sca-
con altri sei esaminare e
teologi di ramucciando intorno a Forlì, che
decidere le dispute de' greci in mol- abbandonò per portarsi al suo de-
ti punti riguardanti la fede. Frat- stino, secondo le nuove premure

tanto Nicolò Piccinino simulando della lega. Mentre il Visconti ebbe


amicizia col Papa, perchè lo Sforza due grandi sconfitte in Lombardia
suo capital nemico sembrava ade- e Toscana il cardinal Lodovico
,

rire al Visconti, si ridusse in Pio- Scarampi in questa capitano del-


magna sotto colori mendicati, sor- l'armata pontifìcia e fiorentina pas-
prese Ravenna, ma Forlì lo co- sò in Romagna, ove i Malatesta
strinse a ritirarsi con Antonio Or- tornarono alla divozione del Papa,

delaffi eh' eravi conlui accorso. Nel prendendo Massa, Lugo, Bagnaca-
i438 Eugenio IV vedendo male vallo, Mortano, e Castel Guelfo;
amministrato l'ospedale de' poveri quando i ravennati dai Polentani
della casa di Dio ( che suppone- e dal duca si diedero alla repub-
va juspatronato della comunità ed blica di Venezia. A tali avvenimen-
anziani di Forlì) fa col lizzò i frati ti il duca convenne alla pace ge-
e monache del terz' ordine di s. nerale, che si concluse senza 1' in-

Francesco ad assistervi gì' infermi, tervento del Pontefice.


come si legge nella bolla Eximiae Eugenio IV malcontento dello
devotionis affeclus eie, data in Fer- Sforza intendeva privarlo dei do-
rara nonis maji, e diretta agli An- mimi a lui concessi nella Marca,
lianìs et Consilio civitatis nostrae e voleva muover le armi contro
Forolivien. Dopo alcuni prosperi 1' chiamò al ruo soldo il
Ordelaffi :

successi del Piccinino nella Marca Piccinino che di buon grado ab-
sui domimi dello Sforza, alla sco- bandonò il Visconti, perchè avea
perta di nuovo nemico si chiarì dato la sua figlia Bianca in moglie
del Papa, e tentò l'acquisto di Ro- al suo emulo Sforza. Nel 4-4 1 *

magna. Presa Imola, con parte di Sigismondo Malatesta, e Francesco


sue truppe spedì Antonio Ordelaf- Piccinino fecero un tentativo su
fi verso Forlì, per vedere qual mo- Forlì, ma vennero respinti, e ri-

vimento facessero i cittadini ; di coverandosi in Forlimpopoli, questa


fatti la plebe assai affezionata al città fu poi ricuperata dagli Orde-
suo nome e governo, gli si offerse, laffi.Nel seguente anno i44 ? 1° -

e superati gli ostacoli l' Ordelaffi Sforza con la sposa Bianca passa-
col Piccinino entrarono in città, ed rono per la città onoratamente ,

il primo di bel nuovo fu proclamato accolti dall' Ordelaffi che inoltre ,

signore di Forlì, Forlimpopoli, e di gli die una squadra di forlivesi per


2Ì6 FOR FOR
la difesa dei dominii marchegiani, Francesco Sforza per la morte del
tanto più che il Visconti erasi di- Visconti ereditò lo stato di Milano,
chiarato in favore del Papa e contro quando i veneti gli dichiararono
il genero. Nel 1 447 morì Eugenio guerra, militando per loro Cecco
IV e gli successe Nicolò V, che per Ordelaffi, con una mano floridissi-
amore della pace, usando molta ma de' suoi sudditi, e per France-
indulgenza co' baroni e co' popoli sco l' altro forlivese Tiberto Bran-
tributari alla santa Sede, con di- dolini adottato nella famiglia Vi-
ploma 27 maggio dichiarò An-
de' sconti, che fece prigione Cecco:
tonio Ordelaffi vicario per la me- questi fu subito liberato a patto
desima della città e contado di che Pino e Cecco togliessero al go-
Forlì, con annuo censo determina- verno di Forlì Ugo Rangoni uomo
to, riconciliandolo colla Chiesa; ma severo e detestato. La famiglia di
iiell' agosto del seguente anno, An- Tiberto soggiacque a persecuzioni
tonio cadde vittima della peste. e confische, il popolo fece tumul-
Tale perdita fu pianta dal popolo to, e i pregiudicati reclamarono a
per la sua umanità, ed ebbe splen- Papa Calisto III, per essere gli

didi funerali da Cecco e Pino suoi fi- Ordelaffi feudatari della Cbiesa, che
gli, che gli successero pure nel prin- deputò nel i/±56 due cardinali per
cipato. Si ritiene che fosse Antonio 1' esame delle cose.
che cominciasse il palazzo del po- Cecco sposò Elisabetta di Astor-
destà, poi luogo di pubblica istru- gio Manfredi signore di Faenza ,

zione, lavorato con diligente preci- ma la gelosia di comando tra fra-


sione ; e vi furono posti il suo tellicompariva più scopertamente;
stemma e quello di Caterina Pian* indi nel 4^9 Cecco si portò a
1

goni sua moglie, a' quali i figli che Ferrara ad ossequiare il nuovo
ilcompirono, vi aggiunsero lo stem- Pontefice Pio li. Nel 1 465 Pino
ma de' Manfredi cui s' imparenta- dopo aver scampato gravissima in-
rono. Nell'anno i/f^o ebbe prin- fermità , di cui è memoria in un
cipio in Fornovo il magnifico tem- altare di Francesco, prese in mo-
s.

pio di s. Maria delle Grazie, di glie Barbara di Astorgio Manfredi


figura rotonda, per la manifestazio- con quattro mila fiorini larghi di
ne dell' immagine eh' era nella me- dote, la cui sorella teneva Cecco.
desima villa di Fornovo appesa ad Questi a'22 aprile i46fi> non sen "
un tronco ; e ciò principalmente za sospetto di veleno per le accen-
per opera di certo Pietro da Du- nate terminò i suoi
dissensioni ,

razzo città d' Albania d' Epiro, fa- giorni. Avvi medaglia di Cecco col-
moso corsaro, eh' erasi convertito la sua effigie^ ed intorno l' iscrizio-

per detta immagine, per cui ivi ne Ciccus III Orddaphus For-
:

cominciò a menare vita penitente livii P. P. ac Princeps; nel rove-


ed eremitica. E qui noteremo che scio è un Curzio nell'atto di pre-
questo Pietro detto 1' eremita por- cipitarsi nella voragine, coli' epigra-
tandosi spesso in Forlì esemplar- fe: Sic mea
Patria est mihivitali

mente, presso le mura costruì un a- carior aura. Terminati i fune


bituro con chiesuola, appellata la rati del fratello, Pino confermar
cel Ietta Zoppo, perchè zoppi-
dello do i sospetti di sua morte, toste
cava da un piede. In egual tempo ne fece imprigionare i figli Antt
,

FOR FOIl 2.7 7

Ilio o A ntonmarin, Francesco, e Lo- Manfredi .signore d' Imola , dotala


dovico spurio, i quali poi in un di amabili prerogative.
con la madre se ne fuggirono , e Il duca di Milano nel .{7 e- 1 1

con essi i Teodoli e i Bifolchi, fa- les^e Pino Ordelaffi suo generale
miglie principali e partigiane di in Romagna e conservatore de'do-
Cecco. Nel medesimo anno a' 7 ot- minii clic vi aveva, in quella par-
tobre mori Barbara moglie di Pi- te cioè che chiamano Romagnuo-
no, clic siccome bellissima e di bon- la, per lo che furono fatte pub-
tà impareggiabile, fu dal marito bliche dimostrazioni di allegrezza :

pianta a lagrime inconsolabili , fa- s'aggiunse aver Pino nel tempo stes-

cendola seppellire in s. Girolamo so rimesso gli esuli guelfi, e dato


con isplendidi funerali; e per ono- general perdono. Immuni per lun-
rarne la memoria gli eresse un go tempo queste parti dagli erro-
magnifico ed elevato mon.umento ri guerreschi, Pino volle far cono-

di marmo, colla statua giacente, scere essere la pace che conserva


ed analogo epitaffio. Nel seguente ed abbellisce le città e più ma- ,

anno mori madre


pure Caterina gnifiche le rende; dappoiché non
di Pino, ebe gli fece celebrare ma- avendo più le soldatesche che il
gnifiche esequie. Mentre la città gravassero di spese, diedesi nel ter-
godeva quiete sotto il governo di ritorio forlivese a ristorare le ca-
Pino, a' 27 agosto 1^6$ il fuoco stella dalle guerre ne' tempi anda-
distrusse nella torre del pubblico ti stranamente malconcio; fortificò
palazzo la campana maggiore del eziandio Forlimpopoli, e con som-
popolo e quella de soldati ; si scom- ministrare quattro mila lire del
pose l'orologio di bellissimo lavo- proprio fece restaurare le mura di

ro, e notabili furono gli altri dan- Forlì, ed ove mancavano le rifece.

ni. Nel i4^9 Paolo II continuando La piazza pubblica ornò di ampie


la guerra contro i Malatesta, per loggie sostenute da colonne lavo-
le forti alleanze da questo fatte, i rate con artifizio e spesa, ma ri-

veneziani compatrioti! del Papa lo maste imperfette le compì il car-


aiutarono con truppe sotto il co- dinal legato Donghi. Pino rese il
mando di Pino signore di Forlì palazzo copioso di stanze, abbellì
il quale unitosi all' altro forlivese le sale con oro e dipinture, e nel-
Zampeschi e agli altri capitani del- le finestre vi pose marmi foggiati
la Chiesa, s'ebbero la peggio, e da in varie guise , ove fece scolpire
offensori dovettero pensare a di- gli stemmi Ordelaffi, de' Manfredi
fendersi. Tuttavolta Pino spianò le sua consorte , e quello de' Rango-
Calumate, castello de'riminesi Bei- ni di lui madre sotto il portico.
monti, i quali davano asilo ai mal- Questo principe per la sua giu-
contenti di Forlì, e facevano scor- stizia , liberalità ed affabilità fu
rerie sul suo territorio ; quindi nel sommamente amato e caro ai sud-
gennaio i4?° partì per Roma ad diti; abbellì e beneficò molti luo-
inchinare il Pontefice Paolo II, da ghi pii , accomodò e lastricò varie
cui ricevette accoglienza molto ono- strade, cominciainento alla
diede
rifica, e conferma nella signoria di cittadella Ravaldino anzi con
di ,

Forlì. Ritornato in patria prese in immenso dispendio ne ricostruì la


moglie Zaffiro figlia di Taddeo rocca., ridicendola foltissima, come
VOL. XIV. «7
i58 FOR FOR
dal suo lato rese la città inespu- Pino, e che nel ricevere la ver-
gnabile. Nella prima domenica del ga di comando nel duomo di Ri-
i473 in s. Francesco furono lette mini, creò cavaliere Brunoro fi-
le bolle di Sisto IV, che in ampio glio d'Antonello. 11 Papa al con-
tenore confermavano nella città vi- trario, preso di alto sdegno, spe-
cario della Chiesa Pino e i di lui cialmente per aver riportata una
figli legittimi o naturali, e in loro sconfitta sul Perugino, privò lo
mancanza Sinibaldo di lui spurio. Zampeschi de'feudi s. Mauro, Ta-
Tal gaudio fu turbato dalla mor- lamello ec. investendone il pro-
,

te di Zaffira consorte di Pino, senza prio nipote Girolamo Riario, e col-


prole, come non l'ebbe dalla terza pito di scomunica il Malatesta gli
moglie Costanza de'conti Pichi della interdisse eziandio lo stato, per cui
Mirandola. Pino Ordelaffi nel i474 egli paventando l'ira del Pontefice
ricevette dal Papa il titolo di ge- rassegnò la carica di generale, che
nerale della Chiesa alla conquista i fiorentini diedero al forlivese An-
di Città di Castello, dentro la qua- tonello. In questo mentre contro
le Nicolò Vitelli ostinatamente si i fiorentini, co' veneti e milanesi,
difendeva contro Sisto IV; la città 1' Ordelaffo imperava in Toscana
dovette cedere, e l'Ordelaffi si man- alle schiere della Chiesa, colla so-
tenne nella carica militare ne' sus- praintendenza per altro di Girola-
seguenti anni. In Forlì nel i^j5 mo Riario; ma
ricaduto Pino ma-
venne stabilito un consiglio com- lato, a' io febbraio 1480 mori, la-
posto di quaranta individui i più sciando erede Sinibaldo suo figlio
distinti per nobiltà e prudenza, con naturale, cui essendo di pochi an-
approvazione del principe: tale si- ni destinò a curatori Sisto IV e
stema essendosi poi lasciato, nuo- Ferdinando re di Napoli, e a tu-
vamente fu introdotto da Caterina trice Costanza sua consorte. Lasciò
Sforza, e vi durò sin che la città vari pii legati , e il suo cadavere
al tempo di Giulio li venuta affat- in s. Girolamo con cinquecento
to sotto la Chiesa si formò poi il scudi per l'erezione del sepolcro:
consiglio al modo che trovasi. la quiete goduta sotto di lui dai
Pino nel i477 e etto genera- m l forlivesi si convertì in turbolenze,
le dei fiorentini con provvisione in e cambiamento di stato. Furono
tempo di guerra di sei mila scu- fatte correre per la piazza e vie
di, e di quattro mila in tempo di principali di Forlì a nome di Si-
pace; ma essendo Pino incomo- nibaldo alcune squadre di cavalle-
dato di salute, si fece rappresen- ria ed infanteria, che tal era in quei

tare dal forlivese Lodovico del- tempi la formalità praticata dai


l'Orso- Disgustato Sisto IV co'fio- principi novelli nel prender posses-
reutini, ciò fu causa che l'Orde- so dello stato; indi a cattivarsi la
laffi qual feudatario del Papa si nobiltà, Costanza scelse sedici gen-
togliesse dal servigio della repub- tiluomini -a consiglieri, e per sicu-
blica. Ma non così diportossi il ce- rezza si condusse con Sinibaldo
lebre capitano Antonello Zampe- ad abitare nella rocca. Il Papa
sebi, il quale si accostò ai fioren- ad attestare la sua gratitudine per
tini in un a Malatesta signore di la confidenza in lui riposta dal
Rimini, scelto generale in luogo di principe defunto, confermato Sini-
FOR FOR 2Ò9
baldo a Signore di Forili, spedì a giungessero i soccorsi del Papa o del
sua difesa cinquecento finiti, man- re di Napoli; ma colto Sinibaldo
dandogliene altrettanti la repubbli- da mortale infermità terminò di
ca di Venezia. Si credeva a tutto vivere nella rocca di Piavaldino ai
provveduto quando Antonio, Fran- i4 luglio 1480. Allora Sisto IV
cesco Lodovico Ordelaffì nipoti
e considerando devoluto lo slato al-
di Pino, che dopo l'espulsione vi- la Chiesa, non dovendosi valutare
vevano presso lo zio Galeotto Man- l' investitura di Paolo II a Cecco
fredi, cominciarono a tentare delle e di lui figli, ritenendosi più. valida
novità, a ciò stimolati dai Teodo- la posteriore a favor di Pino, la
li, bifolchi ed altri esuli, perchè cui linea era già mancata, e che
Cecco loro genitore, qual primo- le prime disposizioni dalle susse-
genito era stato infeudato co' figli guenti restano abrogate, spedì a
da Paolo II in signore di Fpriì. Forlì con l' esercito Federico duca
I forlivesi di mal animo si ve- d'Urbino. Avanzandosi questi con
devano da una donna governali, Roberto Malatesta , a Pozzecchio
e loro pur dispiaceva la fanciullezza disperse alcune squadre di forli-
di Sinibaldo che ritardava quegli vesi, e le inseguì sino alla porta di
spettacoli e feste di cui il popolo Gotogni. Vedendosi gli Ordelaffì
fu sempre avidissimo, da'quali spet- con deboli fòrze, ricoveraronsi a
tacoli era aliena Costanza. Questa Faenza, mentre i forlivesi spediro-
fatta accorta delle popolari macchi- no destri deputati al duca di Ur-
nazioni in favore de'tre fratelli, or- bino, col quale stabilirono con ge-
dinò 1' arresto di alcuni che poi nerale soddisfazione, che Gio. Fran-
fece rilasciare, raddoppiando però cesco da Tolentino assumesse il

le guardie alla piazza e al maggior possesso di Forlì per la Chiesa, con


palazzo. Finalmente i partigiani de- l'esenzione dalle gabelle di maci-
gli Ordelaffi, ch'eransi assembrati na, delle doti, delle divisioni, e da
in casa di Graziolo dell' Orso in ogni dazio di consumo, e che l'e-

compagnia di alcuni da Forlitn- sercito si allontanasse dal terri-


popoli, assalirono il palazzo, e tut- torio in vista de' danni che ne se-
ta la cittàad Antonio,
si diede guivano: a tutto si die esecuzione,
Francesco e Lodovico che falli , e il Tolentino se ne impadronì
consapevoli dell' avvenuto furono il giorno di s. Lorenzo. Costanza
subito in Forlì co' fuorusciti e le rese la rocca a patto che gli ve-
genti di Manfredi, incontrati dal nose lasciato libero il tesoro e sup-
popolo liipudiante. Le guardie di- pellettili di Pino, sicché portò seco
sperse, la rocca fu assediala dagli oltre trenta caira di mobili, e cir-
Ordelaffì , mentre quella di For- ca duecento mila scudi, in un
limpopoli stette fedele a Sinibaldo. alle scritture degli Ordelaffi, che
Si racconta che Costanza in vede- ripose nell'archivio della Miran-
re Anlonio all'assedio tentasse far- dola.
selo marito, donandogli le superbe Sisto IV impossessatosi di Forlì
divise militari del consorte, per e di Forlimpopoli come sotto la
cui l'assedio fu l'allentato. Altri di- sua giurisdizione, ne investì Giro-
cono che ciò fosse politica in Co- lamo Riario da Savona suo nipo-
stanza, per guadagnar tempo fin che te, perchè nato da Violante della
2 6o FOll FOll
Rovere di lui sorella, i) quale era paggi in vistoso numero in ricche
già generale della Chiesa, e signore livree, con altri uomini e palafre-
d'Imola avula per dote di Cate- nieri , sicché formavusi corteggio
rina Sforza sua consorte, e iìglia reale e maestoso. Fecero di tutto
naturale di Galeazzo Maria dùca i forlivesi per onorare i nuovi prin-
di Milano, nelle mani di cui era cipi, gli andarono incontro con tal

essa città pervenuta per le dissen- pompa ed apparato che maggiore


sioni de' Manfredi che n' erano si- non poteva farsi; quindi oltre gli

gnori. Dai forlivesi ad ossequiare archi, le statue, le pitture, gli em-


in Roma il novello principe ven- blemi, i carri trionfali, le musiche
nero spediti quattro ambasciatori, e salve d'artigliere, costrussero in
i quali riportarono la ratifica del piazza un castello di legno, che a
capitolato anzidetto, con altri pri- giubilo infinito degli astanti venne
vilegi ed esenzioni. Frattanto il Pa- assalito dalle lande spezzate e da al-

pa ed il re di Napoli pacificatisi cuni forlivesi, e preso in difesa da-


co' fiorentini ed alleati, Antonello gli uomini d'arme; ed il primo a
Zampeschi riebbe il favore di Sisto salirvi eriportarne il premio, seb-
IV, ed il Riario gli sborsò mille bene colla perdita d'un occhio, fu
ducati per s. Mauro e Talamello, Francesco forlivese marescalco di
castelli da lui posseduti, di cui lo Pino.
Zampeschi n' era slato signore. 11 Girolamo e Caterina sua moglie
conte Girolamo Riario nel 1481 alla porta della città vennero ri-

ordinò in Forlì che si edificasse la cevuti dal maestra to, che loro pre-
cittadella alla rocca di Ravaldino, sentò le chiavi; e circa un miglio
avendo poco progredito dopo la fuori del paese aveali incontri
morte di Pino, per cui l'onore del- il clero, ed una turba di gio\

la fabbrica viene giustamente at- netti vestiti a bianco e aventi


tribuito al Piiario. A' 14 di giugno mano rami d' ulivo. Molti noi
si ricominciò il lavoro dall'abile in abili di seta ricamali d' or<

architetto Giorgio Fiorentino, che portarono a vicenda le aste


avea servito gli Ordelaffi nella co- baldacchino , sotto il quale acce
struzione delle mura ed altri edi- scro il conte e la signora , che
fizi, e il conte Girolamo in Imo- scesa dallalettiga era montala su

la. Perchè poi venne Forlì dal no- d' una chinea learda con gual-
vello signore destinata a sua resi- drappa e bardatura d'argento: que-
denza, volle pure ingrandire il pa- sta fu donna veramente grande
lazzo pubblico, e in tutte guise a- per somma prudenza, viril valore
dornarlo. Indi ad emettere in perso- ed avvenenti forme, le cui gesta
na gli ordini più. opportuni, a ri- furono celebrate da parecchi scrit-
formare il governo e consolare il tori rammentati dal Bonoli, Storia

popolo di sua presenza si recò in di Fora, lib. IX. In sì lieta oc-


Romagna con la consorte ed una casione furono liberati tutti i pri-

comitiva di baroni, fra cui Gio- gioni, e richiamati gli esuli; indi si:

vanni Colonna, Giordano e Paolo riformò e diede sesto ad ogni bi-

Orsini, e Gabriello Cesarmi, e con sogno dello stato. Dipoi il conte


questi buon numero di armali dal fece annunziare una pubblica e so-

conte abbigliati superbamente, e lcnnissima giostra sotto la dire-*


FOR FOR a6(
rione Giordano Orsini, e Gio.
di cato dai veneziani, che per altro
Francesco da Tolentino, ed alla crasi unito ai fiorentini, al duca di
quale tra gli altri vi concorsero Milano, a Giovanni Bentivoglio si-

molli gentiluomini bolognesi abili gnor di Bologna, al marchese di


a tale esercizio. Dcssa ebbe riuscita Mantova, ed a Manfredi signor di
assai vaga, sì pel corredo de'cava- Faenza. A distornare il conte Gi-
iieri, che per l'ampiezza como-
e rolamo, gli alleati decretarono in-
dità della piazza di Forlì, molto vadere Forlì in unione d' Antonio
acconcia a spettacoli di simil sor- Ordelafìi, ma inutilmente due vol-
ta. 11 palio, che fu una pezza di le ne fecero il tentativo, avendo il
velluto cremesino con fodera di vaio, vescovo d'Imola Magnani, governa-
toccò a Giuliano uomo d'arme del tore della città, fatto suonare a
conte: questi protrasse per un me- martello la campana del pubblico,
se in Forlì la sua dimora, é per e i forlivesi non curando l'Orde-
tal tempo bello fu il vedere la si- laffo con gran valore bravamente
gnora e sue damigelle ogni giorno respinsero i nemici, finché ricevet-
cangiar vesti, ed il credenziere per tero soccorsi dal Papa e dai vene-
una settimana intiera variar sem- ziani, ed il conte gli mandò con
pre 1' apparecchio de' piatti e vasel- supremi poteri Gianfrancesco da To-
lami d'oro e d'argento, essendo lentino. Intanto la guerra progre-
immensa la ricchezza dei coniugi, diva, quando il Malatesta unitosi al
mentre il conte poteva dirsi, spe- Riario venne a Velletri alle mani
cialmente in molte impor- guerre colle truppe del duca di Calabria,
tanti, generale amministratore del- le sconfìsse interamente e ricuperò
lo stato pontificio, e Caterina po- le piazze perdute. Commosso il Pa-
teva moltissimo. Oltre a ciò, il pa della sorte dell'Estense si paci-
conte era stato erede delle ricche ficò, ed ebbe luogo la concordia
suppellettilied argenterie del car- tra le parti, rinunciandosi da Er-
dinal Pietro suo fratello, considera- cole I il Polesine di Rovigo a' ve-
to per isplendidezza e profusione neziani. Ciò avvenne al i483, me-
uno de' più ricchi di quel secolo. morabile ai forlivesi anche per l'or-
11 conte con quelli di sua corte ribile terremoto che li funestò agli
parti per Venezia, ove venne di- 1 r agosto ad un' ora della notte :

chiarato nobile di quella repubbli- suonarono da sé le campane di s.


ca, oltre varie altre onoranze ivi Mercuriale, la pigna del campanile
conseguite, tra le quali la di lui si aprì e bisognò rifare due torri-
aggregazione al maggior consiglio. cini ; caddero altri torricini e torri
Scopo di tal viaggio fu il dise- della città, un pezzo di chiostro che
gno di stabilire a nome del Papa a s. Francesco faceva lavorare il
la lega contro Ercole I duca di conte Riario, ed alcune chiese del
Ferrain, per cui nel 1482 Rober- contado. Questo flagello continuò
to Malatesta fu creato generale dai a farsi sentire per Io spazio circa
veneti, e il conte col grado di ge- d' un mese. Nel seguente anno ac-
nerale della Chiesa fu spedito da cadile la morte di Sisto IV, che
Sisto IV coli' esercito ai confini, per pose in profondo cordoglio il conte
impedire ad Alfonso duca di Cala- nipote, per cui passò da Roma al

bria d' aiutar i' Estense già altac- governo de' suoi dominii ed alla sua
,

2 6a FOR FOR
residenza in Forlì, ove erano tor- faele Sansoni-Riario , ricevuto con
nati i seguaci degli Ordelaffi, ed molto decoro, col quale eziandio fu
ove a ristorare alquanto il popolo trattato per quel tempo che si fer-
de' danni sofferti nella guerra pas- mò nella città. Il dispendio a questi
sata abrogò il dazio delle carni, e tempi del conte era veramente esor-
feceabbondante provvista di fru- bitante, dappoiché oltre la numero-
mento, essendovene penuria. Eletto sa corte, e la copia de' provvigio-
Innocenzo Vili, questi confermò il nati, maggiore di quando ammini-
Riario a generale della Cbiesa, e strava i redditi di Sisto IV, ed ol-
ne' feudi da lui posseduti in Ro- tre ai presidii aumentati per l'oc-
magna ; per la qual cosa si diero- cupazione improvvisa di s. Mauro,
no in tutto lo stato pubbliche di- spendeva eziandio in edilizi immo-
mostrazioni di giòia. I figli di An- deratamente. Fece la volta alla na-
tonello Zampeschi non valutando vata di mezzo della cattedrale, ove
la vendita fatta dal suo genitore al pose il suo stemma, cioè Ja rosa
conte delle ragioni di s. Mauro, lo inquartata alla vipera, arme di Ca-
invasero a viva forza, senza farse- terina, perchè la casa Sforza era
ne dal conte rimostranza, temendo adottata in quella de' Visconti. Die
che vi fosse intervenuto il consen- compimento al monistero delle mo-
so del Papa. nache osservanti detto della Torre,
Caterina si sgravò di un figlio, cominciato a' tempi di Pino Orde-
con molta pompa battezzato a s. laffi; altrettanto ordinò pel chio-
Mercuriale, col nome di Giovanni stro de' frati di il qua-
s. Francesco,
Livio per allusione a Forlì , onde le caduto in gran parte appena ter-
far cosa grata ai sudditi; al sagro minato, si rifece di nuovo. Ciò non
fonte fu tenuto dal duca di Fer- pertanto continuava il conte prin-
rara, dal marchese di Mantova, e cipalmente a dar opera incessante
dal Malatesta: il Riario trova vasi per compire la cittadella, facendo-
già padre di tre figli, cioè Otta- vi quartieri, spaziosi appartamenti,
viano, Cesare e Bianca avuti in ampie stalle, e fosse profondissime
Roma; in seguito ebbe in Forlì tutte selciate; lavoro in cui con-
Galeazzo e Sforza. Aveva Innocen- sumò immensa somma di danaro,
zo VIII intimata la guerra a Fer- per cui si ridusse ad averne penu-
dinando re di Napoli, perchè ricu- ria. Spinto dalla necessità adunò il

sava il pagamento dovu- de' censi consiglio, ove con acconcio discorso
ti alla santa Sede per quel reame; richiese i cittadini a volergli accor-
laonde per Forlì marciò il Sanse- dale i dazi già da lui annullati,
verino in aiuto del Papa coll'eser- ma che pagavano a Pino Ordelaffi,
cito ed Ettore Zampeschi
veneto , e comechè erasi cattivati gli animi
fece colla sua spada
altrettanto de' gentiluomini principali , ne ri-
per cui videsi confermato ne' feu- portò l'approvazione generale. 11

di di s. Mauro , Giovedio ec. , ciò popolo però vide ben diversamen-


che fu indizio del consenso ponti- te la cosa, sia per la sua istabilità,
!

ficio nell anteriore invasione del sia perchè dimenticando facilmente


primo. Nel 1 485 in compagnia di i benefizi si ferma a ciò che non

alcuni vescovi si recò a Forlì dal gli aggrada senza riflessione, e fo-
parente Girolamo, il cardinale Raf- mentatori non mancano per accen-
.

FOR FOR 263


dere le passioni. Incominciò dun- darono. Ma ecco che tremenda con-
que il popolo a guardar di cattivo giura ne fa vittima il conte, ed
occhio Girolamo, e ordire congiu- immerge lo stato in guai e peri-
re, che promoveva Antonio Orde- pezie.Nel 1488 Checco figlio di
laffi capitano de' veneti nella vici- Andrea del Deddo, che sopranno-
na Ravenna, macchinando sempre minato Orso, per essere di natura
il ritorno al paterno dominio. peloso, trasmise alla famiglia il co-
Nel 1
486 Caterina erasi portata gnome Orsi , andando debitore al
in Milano dai fratello Gio. Galeaz- conte di alquante rate dovutegli
zo che ivi l' avea invitata, ma la pel dazio delle carni preso in ap-
grave infermila che colse il mari- pallo da Andrea , aveva ricevuto
to in Imola, ov'eia andato nel tem- per tale morosità delle minacce dal
po dell' esazione delle gabelle in medesimo conte. Temendo egli del
Forlì , la richiamò in Romagna. loro effetto, o per altro motivo che
Intanto 1' ione-tese Innocenzo Co- non si conosce, determinò di ucci-
dronchi, capo de'provvigionati os- derlo. Trasse Checco nella congiu-
siano laucie spezzate del conte, oc- ra Lodovico di lui fratello dotto-
cupò la fortezza di Ravaldino, uc- re in legge, che fu senatore in Ro-
cidendone il castellano Melchiorre ma 1482, i
nel figli d'entrambi,
da Genova ; ma essendo corsa Ca- Giacomo Pionchi e Lodovico Pansec-
terina in Forlì, con promessa di co, già amici al Riario e consiglieri al
perdono potè ricuperarla, e darla riattivamento de' dazi. Quindi gli

in custodia a Tommaso Feo da Orsi empirono il loro palazzo di si-

Savona nuovo castellano. Di mag- cari e di partigiani armati senza


gior importanza e pericolo fu la nulla svelare ; e come potenti nella
trama ordita da Antonio Ordelaf- città avvisarono i molti parenti ed
fi, e avvalorala da Lorenzo de' Me- amici, ad esser pronti di loro aiu-
dici nemico del conte per la con- to, allontanando Orso vecchio ge-
giura famosa de' Pazzi, siccome uno nitore dalla città.
de' promotori di essa al modo che Era costume del conte termina-
narra il Giovio; in questa trama ta la cena licenziar i servi perchè
riuscì a Domenico Rolli impadro- si cibassero ,
ammetteva
e sovente
nirsi di porta Gotogni, ma con in- all' udienza qualcuno. Tal tempo
felice successo, e punizione di lui stabilirono i congiurati opportuno
ed aderenti, pel rigore che usò Ca- al loro pravo disegno, e nella sera
terina anche neh' esiliarne molti dei i4 aprile occuparono la porta
Misure tanto severe aumentarono e le scale del palazzo presso la tor-
la malevolenza contro il conte, il re che guidava all'appartamento di
quale ristabilito in salute era tor- Caterina. Checco, Pansecco e Ron-
nato in Forlì. A' 17 agosto 1 4^7 chi si avviarono alla stanza detta
da Caterina nacque un altro figlio delle Ninfe ove il conte con un
,

che si chiamò Sforza, tra le gran- gomito appoggiato alla finestra che
di allegrie che perciò «i fecero: in guarda la piazza ragionava con un
questo anno tra duca
il di Ferra- savonese. Checco entrò senza am-
ra e il conte Girolamo insorsero basciata, perchè usava parlare a
alcune differenze sui confini terri- quell'ora al conte, e come riguar-
toriali, che alcuni arbitri accomo- dato famigliare. 11 conte al di lui
264 F0R FOR
arrivo gli si fece incontro dicen- Era Girolamo Riario d" umore ipo-
dogli: e. che va facendo Chccco condria), e solo dalla ciccia pren-
mio? e n'ebbe in risposta ferita mor- •deva piacere. La sua effigie con
tale nel fianco destro ,
per cui al- quella della consorte , e a" alcuni
zando grida in atto di rifuggirsi in de'suoi figliuoletti si vede in s. Gi-
altra stanza , fu sopraggiunto da rolamo di Forlì dei minori osser-
Pausecco e dal Ronchi, e percosso vanti, nella cappella de'lliari, pei
di più colpi, talcbè
stramazzato sul dogli Acconci, dedicata a s. Caldi-
pavimento spirò. Sbalorditi il sa- na, in un dipinto di Marco Pal-
vonese , il cancelliere e un came- meggiani, il quale neh' istcssa chie-

riere cb' erano presenti dall'orren- sa effigiò Caterina in abito di pel-


dezza del caso, e per sé stessi temen- legrinaggio nella cappella di Giaco-
do, mancò loro lena di soccorrer- mo Feo, poi dei conti Gaddi.
lo. Intanto alle grida del conte tardi Checco dell' Orso e il rimanen-
accorsero molti di sua famiglia, ed te de' congiurali vedutisi all'aura
azzuflàronsi sanguinosamente coi del favore popolare instarono per
congiurati, i quali dalle finestre gri- l'adunanza del consiglio, e dei capi dei
dando libertà sollevarono il popoio; quartieri s. Mercuriale, s. Croce, s.

e per l' aiuto degli amici i corti- Pietro, es. Biagio. In presenza di essi
giani dovettero cedere colla morte i congiurali procurarono giustifi-
di alcuni. Non giovò a Caterina care il commesso omicidio, provan-
l'essersi assicurata in una camera, do con ragioni la necessità da cui
colla propria madre Lucrezia , coi furono guidati a pubblico bene, di-
figlie le damigelle prigioniera fu chiarando necessaria la morte del
condotta dai congiurati alla casa di conte; quindi per tema che Inno-
Cbecco. Ad avvenimento sì spieta- cenzo Vili avesse a x'isentirsene,
to, pendeva il popolo irresoluto, concordemente tutti conchiusero si
allorché Marco Scossaearro di For- avesse la -città a sottoporre alla
limpopoli e Carlo da Imola con Chiesa ; e vedendo propenso anche
altri sicari degli Orsi iniquamente il popolo a tal determinazione, in-
gittarono dalla finestra in piazza il viarono a Cesena un ambasciatore
cadavere del Riario : fu allora che per offrire Forlì a monsignor Gia-
la volubile plebe fattasi insolente, como Savelli governatore pontificio
senza ritegno entrò in palazzo, e di quella città. Saggiamente il pre-
con furia lutto pose a sacco , in lato titubò nell' accettare l'invito,
un ai denari della gabella e del non solo pel poco conto che deve-
salano, chiamando i congiurati con si fare d'un popolo ammutinato,
^schiamazzo liberatori della patria ma perchè ragionevolmente temeva
dalle mani del tiranno; ed il ghet- le lòrze dei duca di Milano fratel-

to degli quanto de-


ebrei fu lutto lo a Caterina, e di Govanui Ben-
rubalo dalla popolare rapacità ed tivogli tiranno di Bologna , quali i

ingordigia. Frattanto con edificante avrebbero sostenuto il partito e le


pietà la confraternita della morte, ragioni de' Ria ri, a nome de' quali
trasportò il sanguinoso cadavere del- custodivansi tuttora le fortezze. Ri-
l' infelice conte Girolamo all'ospe- flettendo poi che Caterina e i figli

dale, poi luogo delle monache con- potevano essere esposti a gravi in-
vertile , ed il ripose in sagristia. sulti, che forse in caso di rifiuto i
FOR FOR ^65
forlivesi nel calure della circostan- sposto dal castellano che sareb- si

za si sarebbero pillali nelle brac- be regolalo come Feo. Allora Ca-


cia di allro principe, e temendo la terina accortamente potè convince-
taccia di vile per ciò ebe riguarda re il prelato e gli altri, che se libe-
i diritti della Sede apostolica , ac- ra la lasciassero nella rocca di Ra-
cettò il partito e si condusse a For- valdino era sicura dell' intento, la-

lì, ove il popolo spiegate le papali sciando loro in ostaggio i figli. En-
insegne, acclamò per tutto il nome trata Caterina nella rocca dichiarò
«.Iella romana Chiesa . La prima non volerne uscire, se non veniva
cosa l'atta dai favelli fu una visita in guarentita da ogni offesa coi figli.

casa degli Orsi alla illustre vedova Scherniti così i congiurati condus-
ornerà, la quale siccome d'ani- sero alla fortezza Ottaviano e Ce-
mo invitto, ad onta del grandissi- sare figli di Caterina minaccian-
,

mo dolore di cui era trafitta, non dola di ucciderli se non mantene-


fece in tante sventure trapelar se- va la promessa. Si racconta che la

gno di avvilimento; per cui am- gran donna dai merli della rocca
mirando il Savelli la virtù di que- rispondesse che se le avessero spen-
:

sta eroina a maggior sicurezza e


, to i figli , non le era d ostacolo
per ogni buon bue, ordinò ebe as- V età a poter tornar madre , per
sieme ai figliuoli si custodisse nel- non aggiungere altre parole che ad
la piccola rocca di porta s. Pietro, essa attribuiscono alcuni storici. La
sotto la guardia di Bartolomeo Ca- verità poi si è, che temendo il ca-
poferri, Bartolomeo Serugbi nipote stellano che la vista de figli trion-
all'Orsi, Francesco di Filippo Den- fasse sull'animo di Caterina, finse
ti, ed altri. minacciare scarica di spingarde se
Tornato il Savelli a palazzo die- non partivano, essendo la signora
de opera a stabilire il governo del- a letto indisposta di salute; e al-
la città, eleggendo otto cittadini ri- lora i congiurati se ne andarono.
vestiti di ampio Vedendo
potere. Vedendo il Savelli che nulla con-
poi non potersi assolutamente man- cludevasi, risolvette prendere le for-
tener la città nello stato attuale tezze di viva forza ; fece venir da
senza le fortezze , monsignore coi Cesena artiglierie, nella cui rocca
congiurati progettarono di tentare rinchiuse i cittadini sospetti , e ri-
i castellani col mezzo di Caterina, chiamò quelli esiliati dal conte. Per
a questa coi figli promettendo la consolidare poi il tutto, si spediro-
liberazione se li avesse disposti al- no due ambasciatori al Papa per
la resa , e avvenendo il contrario rendergli ubbidienza a nome della
minacciarla di strazi e di più dura città, implorando conferma ai ca-
servitù. Condotta Caterina alla roc- pitoli stabiliti col Savelli, non che^
ca di Ravaldino parlò al castellano aiuto. Indi il Bentivogli per tener
Feo in senso de' mentovati, ma que- in freno gl'imolesi, e sgomen-
sti conoscendo ebe Caterina dissi- tare i forlivesi inviò un araldo mi-
mulava, ed essendo certo che i soc- nacciandoli se Caterina non fosse
corsi non potevano mancare, prese riconosciuta signora , e co' figli ri-
tempo a risolvere. Venne quindi lasciata libera. Ravaldino vigorosa-
condotta Caterina alla rocca di mente si difendeva, quando la roc-
Scbiavonia sul Montone , e fu ri- ca di Schiavonia si arrese salvi gli
266 FOR FOR
averi, le persone e il dono di mil- te era ritornato iu Forlì. Veden-
le duecento ducati al castellano. dosi popolo libero dai congiurati,
il

Tosto vi si inalberarono le bandie- diedesi apertamente a sostenere i


re colle chiavi di s. Pietro, e vi si Riari, gridando per le piazze il no-
pose il presìdio con due castellani, me del primogenito Ottaviano e
uno per la Chiesa l' altro per la , di Caterina,, per il che gli anziani
città. Poco dopo la rocca di For- recaronsi alla rocca ad ossequiare
limpopoli fece altrettanto. Ottaviano guidalo dal Serughi , e
Dalla Ravaldino non
rocca di a visitar Caterina, ed indi giunse
mancava Caterina di animar gli il Capoferri cogli altri figli che a-
aderenti, e di assicurarli che vici- veva in custodia, salutati meri-
no era il soccorso. Difatti un trom- tamente ambidue que' gentiluomi-
bettiere del duca di Milano intimò ni , liberatori e padri della patria.
la guerra, indi giunsero a Castel Le truppe dello Sforza erano già
Bolognese le truppe di lui e del pervenute alle mura della città, e
Bcntivogli, ascendenti a circa dodi- Caterina fatte entrare due squadre
ci mila combattenti, oltre un gran di cavalli ordinò di percorrere la
numero di venturieri allettati dal- città a nome di Ottaviano.
la speranza di saccheggiare Forlì. Accompagnata da una parte del-
Eranvi in persona Giovanni Benti- l'esercito, Caterina a' 29 aprile en-
vogiio, Galeazzo Sanseverino ed al- trò in città recandosi subito a reu-
tri prodi, che inutilmente tentaro- der grazie a s. Mercuriale del pro-
no un accordo, perchè attende vasi spero evento. Tosto vennero arre-
risposta e soccorso da Roma. Non stati monsignor Savelli e capitani i

vedendo il popolo nulla, preso da della Chiesa non che alcuni par-
,

timore pel pericolo imminente cui tigiani de' congiurali, Andrea Orsi
avealo esposto pochi congiurati, ces- e le donne di questa famiglia. Ca-
sò dal proteggere i sediziosi, i qua- terina ricevette le congratulazioni
li cumulate le cose più preziose, ri- dal Bentivogli, passò in casa di
solvettero salvarsi colla fuga, per- Francesco Numai, essendo il palaz-
chè l'inimico poteva entrar in cit- zo spogliato d'ogni arredo , e cu-
tà dalla rocca di Ravaldino. Pri- rando la cessione delle rocche, con-
ma però da disperati macchinaro- venne sulla salvezza delle persone
no di uccidere i figli del conte; ed averi; indi nel giorno seguente
quindi Lodovico Orsi e Giacomo ordinò nella chiesa di s. Francesco
Ronchi si presentarono alla rocca le esequie al defunto marito, dopo
di porta s. Pietro domandando in no- le quali fece trasferire il cadavere
me del Savelli di parlare ai fanciulli dal cimitero del duomo di Forlì
^prigioni ; ma i sunnominati custodi nella cattedrale d'Imola, nella cap-
penetrando il pravo disegno, e cal- pella de' Riari sagra a s. Maria
colando la rovina che sovrastava Maddalena, non giudicando conve-
alla patria si rifiutarono. Allora vo- nevole avesse sepoltura iu Forlì
lendo essi ricorrere alla forza, con barbaramente ucciso.
ov' era stato
questa furouo respinti malconci, e Venne poscia affisso un editto in
co' propri figli fuggirono a Cesena cui ordina vasi la restituzione degli
ed altrove, non curando la salvez- effetti tolti di saccheggio al palaz-
za del vecchio Andrea che innoceu- zo, e tutlo Caterina riebbe, Lamie
FOR FOR 267
alcune ricche suppellettili, cui di- essendo la sua tenera età atta al
cono portassero seco i congiurati ,
governo, Caterina di lui madre as-

contro i quali si emanarono ordi- sunse la di lui tutela e quella de-


ni pieni di rigore, e vennero im- gli altri figli, e l'amministrazione
poste grossissinie taglie. Intanto il dello stato, prestandosi a di lei gua-
palazzo Orso fu dato a sacco e spia- rentigia alcuni gentiluomini forlive-
nato, ad onta delle suppliche di si, essendo presente allatto il car-
Carlo Grati, onde venisse rispar- dinal Raffaele Sansoni-Riario , che
miata fàbbrica sì bella, capace a intese le descritte sciagure, erasi da
servire per alloggi e quarlierare le Roma trasferito a Forlì. Non è a
truppe: sulle di lei rovine si eres- dire con quanta equità reggesse lo
sero il monte di pietà, e la chie- stato Caterina, appellata d'ordina-
sa e casa dei filippini. Fecesi lo rio Madama, e con quanta destrez-
slesso alla vicina casa di Graziolo za si portasse co' principi, e trat-
fratello di detto Orso , il quale si tasse cogli ambasciatori affari di
condusse a veder la distruzione del somma importanza ed in guerre ,

suo palazzo, indi fatto morire ven- in congiunture pericolose; con quan-
ne trascinato attorno alla piazza a ta .amorevolezza accogliesse le sup-
coda di cavallo. Tal fu pure la fi- pliche degli infelici, e tutti rendes-
ne di Andrea nell'età di 85 anni, se contenti. Ordinò solenne proces-
infelice nella morte quanto avven- sione ed altre religiose funzioni a
turoso in vita ; uomo di tale au- rendimento di grazie de' pericoli
toritàche in sette rivoluzioni v'eb- evitati, piacendole così al suo regi-
be alcuna parte; rispettato da' prin- me dar cominciamento con Dio.
cipi , la di lui casa fu dichiarata Licenziò il Bentivogli colle truppe, e
luogo di sicurezza e d'asilo ; molto nominò governatore di Forlì Giam-
dovizioso di beni di fortuna , e di pietro Bergamini, stabilendo quattro
gran seguito in patria. Confiscali i squadre per sua guardia. Anche gli
di lui beni unitamente a quelli de- imolesi con giuramento riconobbero
gli altri congiurati, cui vennero pur Ottaviano a loro signore, il quale
spianate le case e fatte molte altre erasi perciò recato ad Imola col
cose di rigore. Tuttavolla Caterina Bentivogli, e da Papa Innocenzo Vili
soltanto la perdonò alle doune. 11 ebbe conferma di vicario di Forlì,
Scossacarro fu appiccato alla fine- per cui pubbliche furono le dimo-
stra per ove gittò il cadavere del strazioni di gioia. A consiglio del
conte , ed altri lo furono ai merli cardinal Riario , per guadagnarsi
della rocca, ed alle finestre del pa- vieppiù l'amore del popolo, Cateri-
lazzo del podestà: il bando fu da- na diminuì i dazi della pesa, del sa-
to a parecchi, morendo molti Del- le, e le tasse. In questo tempo
l' esilio. In grazia del Benlivogli fu in Lombardia restò ucciso France-
rilasciato monsignor Savelli co' per- sco Ordelallì , fratello di Antonio.
:

sonaggi ch erano seco , ritenendosi Nel i49° furono richiamati gli e-


le artiglierie condotte da Cesena. brei ch'erano partiti dopo il sac-
Di nuovo si riconobbe con giu- cheggio , con pregiudizio del com»
ramento Ottaviano signore di For- mercio; essi vi tornarono col pat-
lì, e a tale oggetto uno per ogni to che il comune li guarentisse da
casa si portò alla cittadella. Kuu ogni dauuo ed interesse, per gucr-
,

268 FOR FO II

ra o cangiamento 1491 tli stato. Nel marito di Caterina, e a sua inchie-


Caterina represse alcuni movimenti sta crealo conte e barone dal re
rivoluzionari in Imola ed iu For- di Francia, per cui oltremodo inor-
lì , essendo ne' secondi implicato goglito erasi a molti del popolo
l' Orde lafli al servizio de' veneziani; fatto esoso. Or mentre ritornando
indi ripristinò il consiglio de' qua- in carrozza dalla caccia Caterina ed
ranta istituito da Pino, cioè dieci Ottaviano, Giacomo li seguiva a
individui per ognuno de' quattro cavallo, quando giunse al ponte dei
quartieri. Nel seguente anno fu su- Brighieri poi de' Morattini venne
blimato al triregno Alessandro VI ucciso da Gio. Antonio e Dome-
Borgia , che da cardinale avea te- nico di Ghia imolesi, e da altri se-
nuto al sagro fonte Ottaviano: Ca- guaci. Irritata acerbamente Cate-
terina spedì due ambasciatori a con- rina, ne prese aspra vendetta cogli
gratularsene, ricevuti benignamente, uccisori e complici, non perdonan-
e rinviati cou un plenario giubileo dosi per l' estremo rigore neppure
per tre anni. ai fanciulli ; indi fece celebrare a
L'odio che Lodovico Sforza du- Giacomo un superbo funerale in s.

ca di Milano avea contro Alfon- Girolamo ov' ebbe sepoltura, ed


so re di Napoli, trasse Carlo Vili erigere una memoria di bronzo,
re di Francia in Italia ad invadere dicesi coli' opera del celebre scultore
quel regno, mentre Alfonso fece al- Donatello, nella rocca di R.avaldi-
leanza col Papa e coi fiorentini. Le no, poscia distrutta dai soldati del
parti procurarono guadagnar Cate- duca Valentino. Rallenne alquanto
rina, che tutto ponderato, e col il risentimento di Caterina 1' an-
consiglio del cardinal Riario, si unì nunzio della promozione in arcive-
agli alleati di Alessandro VI; ma scovo di Pisa di Cesare Riario suo
provando già i funesti effetti dei figlio,giovane di grandi speranze,
nemici francesi per sopravvenute che da pochi mesi erasi ,dato alla
circostanze, a questi e al signore Chiesa, ed il quale con Tommaso
di Milano suo zio si collegò. Nel Asti vescovo di Forlì recossi per-
passaggio delle truppe i francesi ciò a Roma a ringraziar Alessan-
videro con risentimento nella piaz- dro VI. D'ordine di Caterina nel
za di Forlì la memoria della Cro- 1496 si cominciò a demolir il pa-
cetta, contro Appia loro conna- lazzo dalla parte verso s. Gugliel-
zionale, di cui parlammo superior- mo, luogo ove nella congiura de-
mente. I più prudenti opinarono gli Orsi era rimasta prigioniera
per la demolizione del monumen- avendo in orrore l'abitarvi per la

to, ad evitare futuri affronti, altri memoria dell'ucciso consorte. Si at-


vi si opposero. Intanto nel i49^ terrarono pure altre parti, valendosi
si celebrarono le nozze di Astorgio dei materiali per la nuova fabbrica
Manfredi signore di Faenza con del Revellino, la quale unisce la porta
Bianca Riario sorella di Ottaviano, della citlà alla rocca di Ravaldi-
con molta soddisfazione de' sudditi. no ; luogo per la magnificenza e
A Tommaso Feo da Savona, Ca- bellezza da lei chiamato Paradiso,
terina avea dato in successore nel- e che scelse ad abitazione, come più
la casteilama di Ravaldino il fra- sicuro ad ogn' incontro ; ma di tal
tello Giacomo, che dicesi segreto fabbrica non ve ne sono più vesti-
Fon FOR 269
già. Dalla parte poi verso oriente vergognose, ella a mezzo del ve-

contigua alla cillà, Caterina fece scovo Tommaso Asti istituì la

costruir nell' esterno un parco pel- congregazione della Carità, e se ne


le fiere di più di tre miglia di cir- dichiarò preside. Nel i497 morì
conferenza, e nel mezzo edificò un Lodovico Orsi podestà di Camerino,
palazzo per 1' estate, dipinto a ver- uno de' congiurati contro Girola-
zura, con logge, e cinto all'intorno mo ; ed in Forlì dietro assenso di
da un boschetto di cipressi per la Lodovico Sforza e di Ottaviano,
caccia di lepri e caprioli. Caterina Giovanni
si rimaritò a
Valendosi Caterina del privilegio da chiamato Giordano dei
altri

accorciato da Federico II ai forlivesi, Medici, commissario de' fiorentini


di poter battere moneta, ne fece nel dominio che tenevano in Ro-
coniare in argento e in rame a magna, però con matrimonio se-
diverse impronte e valore. In al- greto, acciocché divulgandosi, se-
cune delle di lei monete eravi da condo le leggi non venisse esclusa
un latos. Mercuriale con le parole: dall'amministrazione. Subito n'eb-
S. MERCURIALE FORL. FROT. ed al 10- be un figlio di nome Lodovico, ma
vescio effigiata la fortezza e citta- colto poi Giovanni da grave malat-
della coli' iscrizione : cater. sfor- tia, spirò nelle braccia di Cateri-
tia vicecom. ; altre portavano la na il;di lui cadavere dal fratello
parola forumlivii, ovvero octavia- Lorenzo si trasferì a Firenze, e
nus riar. comes; ed alcune altre Caterina in Forlì pubblicò il ma-
un semplice C con un S a tenore trimonio, ed assunse la tutela di
della grandezza delle monete. Il Lodovico, facendone malleveria Ot-
Ratti nella part. II, pag. 5r, Del- taviano con Luffio Numai. Lodovi-
la famiglia Sforza, narrando l' e- co in memoria del padre si chia-
ducazione data dalla contessa Ca- mò egli pure Giovanni, e divenne
terina ad Ottaviano, massime nel- il più valente capitano della casa
la politica e nell'arte della guerra, Medici, e fu appellato delle bande
dice che mentre Ottaviano eserci- nere, Y invincibile^ ed il folgore di
tavasi armi sotto i fiorentini,
nelle guerra. Da lui e da una Salviati
fu coniata una medaglia avente nel nacque Cosimo il Grande, e sicco-
diritto 1' effigie di Ottaviano col me Lorenzo de' Medici detto Lo-
busto armato, ed intorno octa- : renzino uccise Alessandro primo
VIAN'US SF. DE EIARI0 FORLIVII, IMO- duca di Firenze, il quale morì sen-
iae q. c ., e nel rovescio il me- za lasciar eredi, dal popolo fioren-
desimo a cavallo avente nella de- tino fu eletto Cosimo I successore
stra una spada in atto di guerrie- in quel ducato, poscia da s. Pio
ro, e nell' esergo octavius ri. Di V dichiarato e coronato granduca.
due medaglie poi coniate in onore Laonde Forlì a buon diritto vanta
della contessa Caterina lo slesso che i Toscana della
granduchi di
Ratti ce ne dà la descrizione a gloriosa casa Medici, derivano da
pag. 44- £* e ' contagio e carestia uno, il quale in essa ebbe i natali.
che molti luoghi provarono nel Proseguiva la guerra con vario
1496, per la vigilanza di Caterina successo tra il duca di Milano e i

poco ne risentirono i sudditi ; ed fiorentini , contro i veneti , nella


a sovvenir le famiglie povere e quale ebbe qualche parte Caterina,
270 FOR FOR
che colla sua attività ben presto fece in persona assisteva all' opera delle

cessare il micidial contagio del fortificazioni. Pose idonee persone


1499. ^ e ' seguente anno alleossi nelle rocche, e alla difesa ile' luo-

Alessandro VI a Lodovico XII re ghi de'Riari, e fece molte altre co-


Francia, colla condizione che occu- se che lungo sarebbe il narrare.
pato il ducato di Milano, avrebbe Cesare Borgia duca Valentino,
soccorso il suo figlio naturale Ce- partitosi dallo stato di Milano oc-
sare Borgia al conquisto di Roma- cupato dai francesi, con trecento
gna, per motivo di non essere dai lande sotto il comando d' Ivone
principi di queste città stati pagati Allegri o Allegre, quattro mila sviz-
i censi dovuti alla Chiesa, e per- zeri sotto il bali di Digiuno, ed al-
ciò aver stabilito scacciameli per tre genti componenti un esercito
render poi Cesare duca di Roma- di dieci mila fanti e tre mila ca-
gna, di cui erane questi ambizio- venne in Romagna, ove per la
valli,

sissimo.Avendo Caterina appreso prima assediò Imola, la quale pel-


talimaneggi, e vedendosi priva di le dispari forze presto si rese, e la
appoggi perchè gli affari dello zio fortezza rovinata dalle artiglierie
duca dì Milano peggioravano, e si diede, salve le persone e le ro-
priva dell'appoggio del defunto ma- be, al Valentino. La caduta di que-
rito Giovanni su cui molto contava, sta piazza trasse seco quella delle
previde la catastrofe che avvenne. altre da essa dipendenti, per cui Ca-
Spedì al Papa in ambasciatore Gio- terina che in Firenze avea già posti
vanni dalle Selle, ma non fu rice- in sicuro gli altri figli e gli effetti più
vuto , ricusandosi da Alessandro VI preziosi, mandò colà anche Ottavia-
di ammettere in compenso quanto no, ed ella ritiratasi nella rocca, la-

Caterina doveva avere dalla Chiesa sciò il conte Alessandro Sforza (suo
in conto degli assegni dovuti a Gi- fratello ed uno de'naturali di Galeaz-
rolamo Riario di lei marito, somma zo Maria Sforza ) ad intendersela
d' assai maggiore al dehito preteso coi cittadini, ed a scuoprirne l'ulti-

dai ministri pontifìcii pei censi non ma loro intenzione, capo de' quali
soddisfatti. Conoscendo Caterina es- era allora Nicolò Tornielli. Questi
sere inevitabile la guerra, volle co- alla presenza degli anziani e prin-
noscere la volontà del popolo, me- cipali della città descrisse i spro-
diante un'allocuzione pronunziata porzionati mezzi di difesa della città
dai figlio Ottaviano, che tutti li contro nemico sì poderoso, sebbene
esortò alla difesa. Indi pose mano si avesse coraggio di tentar l' e-

a fortificar la città ne' luoghi più stremo di loro forze per serbar il

deboli, lavorandovi lo stesso Otla- dominio in potere de'Riari ; né fi-

viano, il quale esplorò eziandio l'a- darsi delle soldatesche, sì perchè


nimo degl' imolesi, e ad assicurarsi composte di molti francesi, sì per
vieppiù dell' amore della plebe tolse aver altri popolo
contrastato col
il dazio della macina e delle car- per la loro militare licenza, e che
ni. Fecesi la rassegna di tutte le faceva d'uopo consultare anche il
truppe, popolo co-
distribuissi al consiglio de' quaranta. Alessandro
razze, elmi e lande, e si fece prov- riferì tutto a Caterina, che ben
visioni di viveri, sovvenendo Cate- comprese non potersi sostener la
rina chi mancava de' mezzi, ed ella città, per cui volse l'animo a cu-
FOR FOR 271
stcnliie la sola fortezza di Ravaldi- la rocca dalla parte esterna della
110. Intanto i cittadini si decisero città, che fu sì gagliarda che diroc-
per la volontaria dedizione ed in- cò gran parte del muro i cui rot-
viarono al Valentino il vescovo Asti tami riempirono il fosso ; laonde
e Giovanni dalle Selle, e il duca ad onta dell' incredibile diligenza
ne fece prendere possesso in suo di Caterina, dopo lungo contrasto
nome da Ercole Benlivogli, Achille entrarono dentro i soldati del Va-
Tiberti da Cesena, e Bernardino lentino, che inoltre fece circondar
di Ghia imolese con alquanti ca- la rocca di cavalleria a debita di-
valli. Ad annunzio di tal sorta Ca- stanza. I difensori tentarono ripa-
terina prese a bersagliare la città rare nella cittadella, ma nella con-
non 1' artiglierie quindi a' 7 de- ;
i fusione alla rinfusa vi entrò pure
cembre 499 Cesare Borgia pre-
1 il nemico, mentre il castellano dan-
ceduto dall' esèrcito entrò in Forlì do fuoco alla polvere ne fece stra-
per la porta s. Pietro. Era arma- ge. Caterina rifugiossi nella torre
to e cavalcava generoso destriero, da quella parte chiamata Inferno,
una gran piuma candida gli
. sor- allorché uno delle lancie del bali
montava la berretta; stringeva nel- di Digiuno la fece prigioniera in
la destra sguainalo lo stocco, ed un alle sue donne a' 12 gennaio,
uno il precedeva col vessillo spie- giorno memorabile anche per la

gato della Chiesa. L'armata venne morte di diversi prodi cittadini, ve-
ripartita per la città con grave in- nendo tagliata a pezzi tutta 1' in-
comodo de' cittadini, ed egli prese fanteria; tra i prigionieri sono a
alloggio in casa di LulFo IVurnai. nominarsi Scipione figlio naturale
Prontamente incominciarono le del conte Girolamo, Giovanni da
soverchierie de' soldati, saccheggian- Casale castellano, il conte Alessan-
do le ^ptteghe intorno alla piazza, dro Sforza, e diversi nobili forli-
e distruggendosi dai francesi attor- vesi, tutti riscattati con somme vi-
no alla Crocetta le memorie del stose. Dalla parte del Valentino
trionfo contro di essi riportato ver- morirono circa cinquecento soldati,
so la fine del secolo XIII. Molti ed altrettanti feriti; tra le persone
cittadini furono maltrattati, tutti di conto vi perderono la vita Fer-
disarmati, e presa la rocca di Schia- nando dalla Maida portoghese se-
vonia il Valentino si accinse a bat- polto nella con pompa
cattedrale
tere l'altra, non essendo giovate le solenne, Perotino da Crevalcore
lusinge colle quali aveva invitato francese, e Giovanni Piccinino, che
Caterina a cederla, lusinghe che ebbero sepoltura nella chiesa del
non meritavano fidanza per la no- Carmine. Caterina in mezzo al du-
ta mala fede di quel fortuna- ca, ed all' Allegri fu condotta iu
to duca. Piantò sulla chiesa di san casa Numai, e la rocca di Forlim-
Giovanni Battista una batteria di popoli cedette, quando il castellano
settecannoni e dieci falconetti con- seppe caduta quella di Ravaldino.
tro il Revellino del Paradiso, ma Indi il duca confermò il consiglio
non se ne succedendo una
fece uso, de'quaranta, a condizione che aves-
sospensione d' armi. Entrato l'anno sero a cambiarsi annualmente, e
i5oo il Valentino fece piantare al- dispose che l' antico magistrato col
tra batteria contro la cortina del- nome d'anziani sussistesse iu uu-
272 FOR FOR
moro di dodici, che dovessero du- ro. Saputosi peiò che Lodovico Sfor-
rare in carica un anno ; e questa za marciava per la ricupera di Mi-
adunanza e magistrato rivesti di lano co' rinforzi di Germania, il re
supremo potere negli affari riguar- di Francia richiamò la sua arma-

danti il pubblico, i cui individui ta in Lombardia, laonde il Valen-


prestarono in mano al Valentino tino prese la via di Roma, ove a
il consueto giuramento di fedeltà, guisa di trionfo seco menò Cateri-
ed a tal effetto spedirono in Roma na avvinta con catene d'oro, pre-
ad Alessandro VI in ambasceria giandosi egli d'aver soggiogata que-
Gaspare Moratlini, Lodovico Or- sta rara donna più che qualunque
ceoli,Giovanni dalle Selle, e Ber- altro temuto guerriero. Fecela cu-
nardino Paulucci. stodire nel Vaticano dalla parte di
Intanto il bali di Digiuno tolse di Belvedere, forse nella torre Borgia
notte all'impensata Caterina dalle fatta edificare da Alessandro VI, ma
mani del Valentino, dicendo a lui avendo tentato di fuggire corrom-
appartenergli perchè arrestata da un pendo la guardia, il Papa ordinò
suo soldato, aver essa detto arren- che si trasportasse in Castel s. An-
dersi prigioniera ai francesi e loro gelo ed ivi fosse strettamente cu-
re, e non convenir il carcere a da- stodita, finché nel t5o2, per volere
ma di tanta onoranza, e vietarlo le del monarca francese, dopo dieciol-
leggi di Francia. Altamente ne re- to mesi, a' 26 giugno venne riposta
stò adontato il Valentino, a segno in libertà , ottenuta la quale si ri-

di ordinare agl'italiani e spagnuo- tirò a Firenze ov'erano i di lei fi-

li del suo esercito di vendicarne l'af- gli, dandosi interamente alla pietà;
fronto, ed altrettanto essendosi fat- ed ivi nel 1 509, non a' 24 ma a
to da' francesi, si schierarono tutti 29 maggio, terminò la vita, e ven-
sulla piazza in ordinanza guerresca. ne sepolta nella chiesa dell^ mona-
Mentre i cittadini trepidavano sul- che benedettine, tra le quali da
le conseguenze dell'avvenimento, da qualche tempo viveva in ritiro. Non
Forlimpopoli sopraggiunse l'Allegri, sussiste che Caterina avesse tentato
e seppe sì destramente operare, che avvelenare il Papa a mezzo d'una
il bali fu contento avesse il Valen- lettera, e nel forgiai il processo si

tino a ritener Caterina sinché la scuoprì la falsità dell'accusa.


chiedesse il re di Francia, e che Il Ratti succitato, a pag. 35 e
quindi la rimettesse al Papa. In fat- seg., riporta la biografia di Cateri-
ti per la legge in favore delle don- na Sforza con molte notizie riguar-
ne vigente allora in Francia, men- danti la nobile famiglia Riario. Que-
tre l'Allegri passò per Roma per sta gran donna sorprendente per
l'impresa di Napoli, ne ottenne co- bellezza, senno, eloquenza, virtù e
me diremo la liberazione, facendo- valore guerriero, è paragonata a
ne istanza a nome del re Lodovi- Marzia moglie di Francesco Orde-
co XII. Il duca allora, lasciando laffo il grande, anzi se non nel do-
governatore della città Ramiro del- minio, almeno nella prodezza un'al-
l'Orca spagnuolo, castellano di Ra- tra Semiramide e Zenobia . Dei
valdino Cousai vo Mirafonte, ed Er- di lei figli avuti dal conte Girola-
cole Bentivogli in custodia del pae- mo Riario, Ottaviano dopo la mor-
se, s'avviò alla conquista di Pesa- te d'Isotta Benlivoglio sua moglie,
FOR FOR 273
dalla quale non ebbe successione, coni, da Pio Vili fatto legato
abbracciò la vita ecclesiastica, e nel di dal regnante Pontefi-
Forlì, e
i5o8 da Giulio II fu fatto vesco- ce Gregorio XVI prima dichiara-
vo di Viterbo, pei* cessione fattane to legato di Urbino e Pesaro, e poi
dal cardinal Raffaele Riario; inter- camerlengo di s. Chiesa; e monsi-
venne al concilio generale latera- gnor Sisto Riario-Sforza nipote del
nense V, e governò saviamente quel- cardinale, dal medesimo Pontefice
la chiesa sino al i522, epoca di promosso a suo cameriere segreto
sua morte. Cesare oltre l'arcivesco- partecipante, e segretario d'amba-
vato di Pisa summentovato, fu fat- sciata, non che canonico della ba-
to patriarca di Alessandria, e nel silica vaticana. V. Rovere Fami-
i5i8 sotto Leone X dalla prima glia, dalla quale uscirono Sisto IV
chiesa per cessione del cardinal Ria- e il suo nipote Giulio II; e il Bur-
rio passò al vescovato di Malaga ; niel, Vita di Caterina Sforza- Ria-
mori in Padova e restò sepolto nel rio contessa d' Imola e signora di
convento de' frati di s. Antonio. Forti, Bologna 1793 in tre tomi.
Bianca come si disse sposò il signore Ritornando agli ambasciatoli for-
di Faenza. Per non dire degli altri, livesi che partirono per Roma,
che superiormente nominammo, Ga- quivi resero ubbidienza ad Ales-
leazzo tenuto al sagro fonte dagli sandro VI, venendo accolti con di-
ambasciatori del duca d'Urbino, di stinzione ed onore, ottenendo la
Lorenzo de' Medici, e del signore conferma de' soliti privilegi della
di Carpi (avendo avuto l'onore di città, di cui e delle altre che te-
recarlo alla chiesa di s. Mercuriale neva in Romagna il Papa nel me-
il nobile forlivese Sigismondo Erco- desimo anno i5oo ne creò duca
lani) continuò l'illustre discenden- Io stesso Cesare Borgia romano,
za della famiglia Riario, che fiorì duca del Valentinois in Francia,
nei duchi Riario-Sforza senatori di già cardinale. Indi portossi in Ro-
Bologna, e al presente, essendosi magna un commissario a pubbli-
la famiglia trasferita a Napoli, nei care tale investitura, ed insieme a
principi napolitani, dal primogenito recare ai forlivesi il breve ponti-
de'quali oltre di duca, si
il titolo fìcio delle grazie ed esenzioni ac-
porta il marchese di Cor-
titolo di cordate; cioè l'estinzione di alcu-
leto feudo della famiglia. In Bolo- ne gabelle, tra le quali le tasse
gna i Riari ebbero due palazzi, uno dei cavalli pe' pedag-
villici, ed il

ornato di belli fregi in terra cotta, gio del tragitto del Ronco devolu-
nella strada s. Donato, oggi de' con- to alla comunità a motivo di ri-
ti Scarselli; l'altro che fu già dei costruirvi il ponte, durando allora
Loiani nella strada maggiore, ador- quello di Schiavonia sul Montone.
no di un bel fregio dipinto da Gio. Dipoi in nome di Cesare, Baldas-
Battista Cremonini colle gesta di sare Morattini prese possesso di
Riario-Sforza, poi rimodernato a Sarsina, Meldola, e castelli adia-
spese del conte Aldini, ora possedu- centi consegnatigli da Pandolfo Ma-
to da Donzelli. Di questa cospicua latesta pel prezzo di cinque mila
prosapia Riario-Sforza, in Roma scudi; e Roberto Bancini commis-
sono il cardinal Tommaso Riario- sario del medesimo Cesare, prese
Sforza, primo dell'ordine de'dia- quello della rocca di Rimini per
vot. xxr. 18
,

2?4 F° R FOR
due mila cinquecento Nel ducati. dai veneziani; Pesaro chiamò Gio-
i5oi il duca s'insignorì di Faenza, vanni Sforza; Imola nella perples-
e godendo quindi momentanea quie- sità di darsi alla Chiesa, o di ri-

te la Romagna sotto un ,
solo prin- chiamare i Riari, non prese alcu-
cipe , nel 1 5o2 passò per Forlì na risoluzione; ma in Forlì, avutasi
Lucrezia Borgia sorella di Cesare, con astuzia la rocca di Schiavonia
che andava in Fei'rara sposa ad dal Palmeggiani a nome dell' Or-
Alfonso d' Este, primogenito del delaffi, venne tosto dai fautori di
duca Ercolefu incontrata da
I: questa famiglia acclamato il nome
tutte le truppe comandate da Fran- di Antonio, il quale non fidandosi
cesco Pontiroli, e da cento zitelle dei veneti, col soccorso de'fiorentim
vestite a bianco e paonazzo, con trovavasi a Castrocaro; per cui en-
un drappello di dame riccamente trò in Forlì a' 22 ottobre, fulmi-
abbigliate. Intanto nell'agosto i5o3, nando cannone sì la rocca di
col
come dicemmo agli articoli Ales- Ravaldino che la città, con danno
sandro VI , e Borgia famiglia enorme degli edifizi. Dal popolo
[Vedi), venne ecclissata la grandez- si prestò ad Antonio il consueto
za di Cesare per la grave malat- giuramento nella cattedrale, dopo
tia di questo , e per la» morte del di che creò suo capitano generale
Papa; laonde in sede vacante su- Nanni Morattini, e richiamò Lo-
bito gli Orsini e i Colonnesi riac- dovico suo fratello illegittimo da
quistarono il toltogli da Cesare Ghiaradadda , eh' era al servigio
serbandosi fedele la Romagna, co- della repubblica di Venezia. Alle
noscendo vantaggioso il suo domi- trincere intorno della rocca ala-
nio. Tuttavolta il duca ordinò al cremente si lavorava sotto la di-,

suo luogotenente Diagomiro spa- rezione di Girolamo Albicini é


gnuolo, d'imprigionare alcuni prin- Paolo Guarini, per rendere sicuro
cipali forlivesi per sicurezza del- da quella parte il paese, quando
la città ; e già Antonio Ordelaffi. per sospetto 1' Ordelaffi licenziò le

ancor vivente, col favore de'veneti truppe fioi'entine. Dopo ventisei


aspirava dì ritornar al dominio, giorni di pontificato morì Pio III,

come avea fatto in Rimini Pandol- a cui passati dodici giorni gli fu
fo Malatesta. dato in successore Giulio li. A
Assunto al pontificato Pio III, se questi Antonio spedì per amba-
non del tutto favorevole a Cesare sciatori Nicolò Tornielli , e Gio-
non eragli interamente contrario; vanni dalle Selle, onde impetrare
ma l'alleanza convenuta tra i vene- la conferma della paterna inve-
ziani, spagnuoli, Colonnesi, Orsini, stitura. Ed è perciò che in Roma-
Savelli, ed altri diede l'ultimo crol- gna al duca Valentino non resta-
lo al dominio del duca,
vacillante vano che le rocche di Forlì, Ce-
compiendosi la sedizione quando sena, Bcrtinoro e Forlimpopoli, la

i baroni romani fugando le trup- quale ultima indi a poco dal ca-
pe di Cesare, costrinsero questi a stellano venne per ottocento scudi
rifugiarsi con beneplacito del Pa- consegnata all' Ordelaffi. Tornati
pa in Castel s. Angelo. Cesena ri- gli ambasciatori riferirono che Giu-
tornò alla Chiesa, restando al du- lio II avea risposto, come non
ca la rocca; Faenza fu occupata potendo l'Ordelaffi tenersi sicuro del
,,

FOR FOR 27$


domìnio prima d' aver la rocca discordie. Gli Orsi temendo non
non poter egli per conseguenza con- tornasse la città a ricadere sotto i

fermarvelo. Essendo Berto di Gia- Riari, si opposero al partito eccle-


como Orioli tesoriere del Valentino, siastico,e con Lodovico, che non
sospetto ad
Antonio, ed essendo conosceva da tanto per difen-
si

fuggito, questi ne fece saccheggiar dere Forlì, proponevano accostarsi


le case. ai veneti allora potenti in Roma-
Frattanto l' Ordelaffi patteggiò gna ; dai Fiorini si parteggiava per
per quindicimila scudi con Consal- la Chiesa i Morattini e i Teo-
;

vo Miratònte castellano Raval- di doli esortavano il popolo in favo-


dino la cessione della piazza, quan- re d' Ordelaffi. In questo tempo
do Antonio preso da grave infer- tratto in inganno l' Ercolani con-
mità, con universale cordoglio mo- segnò a monsignor Giovanni arci-
ri 6 gennaio i5o4, e ^ ebbe se-
a' vescovo di Ragusi e legato del Papa
poltura nella canonica del duomo. la rocca di Forlimpopoli, al cui
Terminati i funerali gli animi dei esempio Nicolò Teodoli cede Pie-
cittadini erano incerti a chi avesse tra d'Appio, per cui in Forlì mol-
a devolversi la signoria : i Mo rat- to soffrì la di lui casa. Avvicinan-
tini e loro seguaci si dichiararono dosi le milizie pontificie, e ricu-
per l'illegittimo Lodovico Ordelaf- sando i veneziani ricevere l'offerta
fi, che subito corse in città; i Nu- città.Lodovico Ordelaffi per non
mai armata mano co' loro aderenti irritar di più Giulio II lasciò in
vi si opposero, ma arrestati e con- loro balia forlivesi, che spediro-
i

dotti nella rocca di Forlimpopoli no due oratoli al legato, col qua-


le loro case furono saccheggiate, le capitolarono la resa, riservando
incominciando così una terribile all' Ordelaffi alcune
per pensioni
guerra civile, che fu quasi lo ster- sostentamento di Lodovico. Allora
minio di Forlì. Divenuto principe questi diede l'estremo addio alla
Lodovico ordinò la liberazione dei città di Forlì posseduta sì lunga-
prigioni, e la restituzione del tolto, mente dai suoi maggiori ; casa no-
per cattivarsi famiglie sì potenti, e bile, illustre e di grande splendore

mentre da lui cumu lavasi il dena- al paese, che ne pianse la perdita,


ro per la resa della rocca , si co- stabilendosi poscia i discendenti in
nobbe che Cesare Borgia era stato Pesaro ed in Mantova.
mandato prigione in lspagna, mo- Dopo la partenza dell' Ordelaffi,

rendo poscia in Navarra e che , i Morattini percorsero la città per


Giulio II procedeva alla ricupera la Chiesa, il cvii vessillo venne dis-
di Romagna. Quindi gì' imolesi si piegato alle finestre del pubblico
dierono ai ministri pontificii , fa- palazzo, e nell'avviciuarsi di mon-
cendo il simile que' di Forlimpo- signor legato a prenderne il pos-
poli, meno la rocca custodita da sesso, furono ad incontrarlo il cle-

Bartolomeo Ercolani fratello uteri- ro e i conservatori. Intanto a' 6


no dell'Ordelaffi. Il Papa spedì sul aprile verso le ore ig insorse in
Forlivese con truppe Guidobaldo città grave sconvolgimento ,
pro-
duca d' Urbino, il quale danneggiò dotto dal temersi da alcuni che il

molti villaggi, scaramucciò con vari legato colla comitiva alloggiasse a


cittadini, tra' quali insorsero molte descrizione, o che il dominio da
276 FOR FOR
lui si prendesse non per la santa pentieri, e si divenne alla scelta
Sede, ma per consegnarlo ai Ria- degli altri ufficiali del comune. Il

ri. Raccontavano tumultuanti cer- i nuovo magistrato civico fece il so-


te pretese convenzioni tra il Pa- lenne ingresso, preceduto giusta il

pa, e i cardinali Ascanio Sforza e costume da una guardia d'alabar-


Raffaele Riario, credute per vere dieri in uniforme, da molti don-
dal popolo, per cui i nemici dei zelli in livrea , e da alcuni che
Riari, ed i fautori degli Ordelaf- portavano mazze d'argento, a guisa
fi pubblicamente se ne lagnavano, de'fasci consolari tenuti dagli an-
preferendo i secondi dopo il Pon- tichi littori ; avevano inoltre vari
tefice. Il legato impose ai capi tran- gonfaloni, trombettieri, ed altro.
quillarsi, e replicalamente assicurò A Giulio II si diressero amba-
tutti prendere la città esclusiva- sciatori Morattini, Bici, Xelio, e
mente per la romana Chiesa, cioc- Sassi, i quali riportarono la con-
ché attestò pure il commissario a- ferma de' convenuti capitoli, e va-
postolico. Gridandosi pertanto con che appartenesse
ine esenzioni, cioè
evviva il nome della Chiesa, il le- alla città terminar le prime e
il

gato entrò in compagnia di Gio- seconde cause d'appello, reclami,


vanni Sassatelli, e Ramazzotto ca- nullità ec, e le seconde ed ultime
pitani pontificii, ricevè alla porta al governatore o suo luogotenente

le chiavi della città, ed alla porta prò tempore, il qual governatore


del palazzo fu piantata la di lui deputato dal Pontefice avesse ad
bandiera; e compita nella catte- essere prelato, e si stipendiasse dal-
drale l' ultima cerimonia, si recò la camera apostolica; che la città
ad abitar in casa Numai. Indi il e contado fossero esenti da qualsi-
legato per quindicimila ducati ot- voglia dazio e gabella, vale a dire
tenne consegna della cittadella e
la di macina, bocche, ponti, doti, di-
rocca di Ravaldino, dal castellano visioni, e di tutto altro di vitto e
Consalvo in tal guisa la città di
: vestito, e liberi pure dalle tasse ec;
Forlì tornò sotto il benigno regi- che gli altri dazi e gabelle di
me della Chiesa, e non ne fu sot- inoliti di navi robe , trasporto di
tratta che al declinar del decorso e merci, ed altri proventi soliti ad
secolo , e al principio del corren- esigersi dalla città a questa pure
te per alcuni
, e per po- anni appartenessero : al comune poi la
chi giorni nella nota insurrezione macelleria, danno dato, e la balìa;
il

del i83i. Subito il legato si ap- che i contadini non venissero gra-
plicò agli affari governativi, ed alla vati d'alloggi militari ; che al co-
riforma del paese, compiacendo il mune fosse devoluta la metà d'o-
popolo che amava essere governa- gni condanna sì in città, che nel
to come tempi del cardinal Al-
a' distretto ; facendosi pure allo stes-
bornoz, ed adunossi il gran consi- so comune donazione di tutti i be-
glio presso di lui, che poi si sciol- ni e stabili già posseduti dai ces-
se quando Giulio II lo accrebbe e sati dominatori, per non dire di al-
confermò nel i5o8, poi riformato tre esenzioni fra i detti stabili ven-
:

nel 1 5 1 3 ; indi si estrassero in con- ne compreso il palazzo comunale,


servatori Baldi per capo, Micheli- come ricavasi dalla bolla di Gii
na Neri, Tornielli , Denti, e Car- lio II, data li 25 giugno i5o4.
FOR FOR 2-7
ftel resto la città sarebbe tenuta dimento, e fu salutare e gloriosa
pagar annualmente alla camera a* istituzione.
postolica mille fiorini d'oro in quat- Continuando Giulio II a ricu-
tro rate, il tutto rilevandosi dalla perare le Chiesa, e
ragioni della
suddetta bolla di Giulio 11, la cui quanto ad essa era stato usurpato,
copia s'inserì nello statuto della cit- a togliere Bologna ai Bentivogli
tà. Solo non accordò il Papa che con un esercito si parti da Roma
Forlimpopoli fosse giurisdizione e di- a' 2 3 agosto i5o6: per Cesena e
stretto forlivese, né com'era di stile Forlimpopoli giunse a Forlì con
precedente ,
gli si potesse mandare ventiquattro cardinali, molti signo-
il pretore, mentre il volle immedia- ri e prelati. Venne solennissima-
tamente soggetto alla santa Sede. mente incontrato ed ebbe presenti
Concesse però ai forlivesi .per det- ricchissimi dal pubblico, ferman-
ta terra, e dal suo territorio il dosi nella città circa quindici gior-
transito ed estrazione delle derra- ni, essendo ivi visitato da molti
te senza pagamento di gabelle. As- principi ed ambasciatori di vari
sodatosi in Forlì il dominio eccle- potentati ; il Papa fece al suo co-
siastico, i cittadini cui pei continui spetto convocare i principali par-
cambiamenti mancava il travaglio, tigiani, e confermar le paci delle
e la presenza insieme del principe sanguinose e tremende discordie
di massimo freno, e governati in che poc'anzi erano state sopite da
vece dai soli ministri che rinnova- monsignor Traiano Bertoni di Je-
vansi frequentemente, presero a su- si, vescovo d'Asti e governatore di

scitare le primiere adesioni di par- Forlì, tra i Morattini, Numai e


tito, e queste fomentate da sdegno loro numerosi e potenti seguaci.
d'alcune famiglie principali, conse- Intesa ch'ebbe Giulio II la fuga
guenza de' precedenti avvenimenti, di Giovanni Bentivoglio, lasciò Forlì,
che non è nostro proposito ripor- e per Imola entrò in Bologna ai
tare, benché diremo che talora si i o novembre , da dove ne partì,
usò anche le artiglierie, il barricare a' 20 o 22 febbraio i5o7. In que-
le strade, il saccheggio , lo spiana- sto ritorno Giulio II visitò la chie-
mento di case, proditorie uccisioni sa di s. Maria delle Grazie in For-
ed altri lagrimevoli orrori ; come no nel territorio forlivese, tratte-
ancora i diversi furibondi partiti nendosi alcuni giorni nel contiguo
facevano leghe con intere nume- convento, per cui ivi fu eretta una
rose famiglie, col nome di confra- memoria, e la sua effigie fu posta
ternita, con giuramenti, solennità, presso la porta della cappella mag-
rogiti notarili, lambendo il sangue giore. E perchè poi temeva che i

degli uni e degli altri, che face- cittadini di diversa opinione, giac-
vano stillar dalle loro braccia. E ché i nomi e le tendenze de'guelfi
siccome i magistrati facevano de- e ghibellini tuttora duravano, col
molir le case di quelli che aveva- frequente conversare ritornassero a
no diroccate le altrui , e la città turbar la pubblica quiete, Giulio
vedevasi in procinto di rimaner de- li ordinò principalmente ai Numai
serta, alcuni neutrali e saggi cit- ed ai Morattini, che si allontanas-
tadini eressero poscia il collegio sero dalla patria, laonde dieronsi al
de' Pacifici per arrecarvi provve- mestiere delle armi, e divennero
,

278 FOK FOR


eccellenti soldati. Giulio II intimò pria rovina, tranne le rocche di
pure una nuova erezione del gran Forlì ed Imola si arrese al nemi-
consiglio , in centotredici senatori, co, ed ai cardinali ribelli ch'eransi
individui di scelte famiglie allora adunati in conciliabolo a Pisa. Ta-
fuoruscite. Oltre al gran consiglio li sconvolgimenti porsero occasione

per grazia speciale ebbe Forlì an- in Forlì ad alcuni fuorusciti di ten-
che il consiglio detto segreto, per- tare delle novità a pregiudizio del-
chè scelto dal primo di molti se- la pubblica quiete, e a danno dei
natori, per trattar i pubblici affa- Morattini ed altri guelfi , i quali
ri. Frattanto il Pontefice entrato con uccisioni resero la pariglia ai
nella lega Cambrai formata
di ghibellini. Assunto al pontificato
contro i veneziani, non mancò di nel i5i3LeoneX, questi prescris-
usare le armi spirituali e tempo- se a monsignor Girolamo Campeg-
raliper indurli a lasciare quanto gi governatore di Forlì la riforma
in Romagna tenevano della Chie- del gran consiglio , il quale elesse
sa; indi da Francesco Maria della sedici idonei cittadini che lo ri-
Rovere duca d'Urbino, generale e formarono. Ordinò pure il Papa
nipote del Papa, que' luoghi ven- mediante Lorenzo de' Medici che ,

nero assaliti, e in breve nella mag- di nuovo dovessero pacificarsi i Nu-


gior parte ricuperati , e gli altri mai coi Morattini paci che ven- ,

avuti a legittimo diritto di guerra. nero stabilite in Castel s. Angelo,


Ma poscia come padre comune in presenza di Leone X, a' 7 lu-
Giulio li si ritirò dalla lega e pa- glio, indi ratificate e confermate in
mentre per giu-
cificossi coi veneti
; Forlì dinanzi a monsignor Nicolò
ste ragioni mosse guerra al duca Pandolfini vescovo di Pistoia, pre-
di Ferrara, ed acciocché procedes- sidente di Romagna e governato-
se con energia, volle il Pontefice re di Forlì, nel pubblico palazzo.
assistervi di persona, facendo ri- Siffatte concordie non ebbero dura-
torno in Romagna con quattordici ta, ed in seguito si tornò alle inimi-
cardinali nel 5 1 o ; e dopo 1 essersi cizie, uccisioni, stragi e saccheggia -
per alcun tempo fermato a Forlì, menti, e ad ogni genere di turbo-
sul finir di settembre passò a Bolo- lenze, incendi, ec, ad onta dell'au-
gna, figurando ne' suoi eserciti alcuni torevole interposizione de'presidi che
valorosi forlivesi; altri de'quali Giulio talvolta furono rimossi per le bri-
Une promosse, come un Morattini a ghe cittadine. Nel 1 5 6 non con- 1

vescovo di Bertinoro, ed un Teodoli tento Antonio di Giovanni Sassi di


in arcivescovo di Cosenza, ma que- aver ucciso il bargello perchè vo-
sti, come diversi di sua rispettabile leva arrestarlo, d'ordine del presi-
famiglia, essendo ghibellino, non fu dente e vicelegato di Romagna mon-
più creato cardinale com'erasi sta- signor Alessandro vescovo alessan-
bilito da Clemente VII. drino, tolse a questi e a tre di sua
Per le accennate guerre, in cui famiglia la vita, volendosi ricuo-
presero parte spagnuoli e francesi, prir il come effetto di ge-
misfatto
soffrì la Romagna non pochi gua- losia. Ammutinato giustamente il

sti, anzi dopo la famosa battaglia popolo per sì enorme e inaudite


di Ravenna in cui ebbero la peg- attentalo, il Sassi e correi fuggiro-
gio i pontificii, per evitare la pro- no, venendo spedito per nuovo pre-
, ,

FOR FOR 279


fidente monsignor Bernardo de' Ros- moderazione del forlivese Andrea
si da Parma, essendo governatore Serughi capitano nell'esercito ne-
di Forlì monsignor Antonio de' San- mico ; ma Meldola andò saccheg-
ti. Rallentate le ostilità per l'esilio giata. Roma come ognun sa vide

volontario di molti cittadini, come morto al primo Borbone, assalto il

partecipi della mentovata catastro- ma poi fu vittima del più barba-


fe, la quiete al solito ebbe corta ro spogliamento, come delle più
durata. Morì nel 1 5i Lepue Xi crudeli barbarie, colla prigionia del
con dolore de' forlivesi da lui bene- Pontefice. Acquistò la libertà sot-

ficati, che al successore Adriano VI to diverse dure condizioni , fra le

inviarono tre oratori, che furono quali la consegna a Carlo V di


fregiati de' privilegi con la confer- Ostia, Civitavecchia, Civitacastella-
ma delle grazie accordate .dai pre- na, e la rocca di Forlì. A Paolo
decessori ; indi nel i523 incomin- III i forlivesi spedirono i consueti
ciarono le zuffe colla peggio de'Mo- ambasciatori , e il conte Antonello
rattini, e perciò del partito guelfo, Zampeschi nel i535 permutò s. Ar-
restando uccisi sessanta di quel par- cangelo con Forlimpopoli , col di
tito nella prima baruffa , giocan- più di dieci mila scudi, sposando-
dosi a piastrelle mozza- colle teste si in Roma con Lucrezia Conti.
te, e demolendosi più di quaranta Dopo il i53g avendo i guelfi Pau-
case con dolore di Clemente VII lucci ucciso Francesco Teodoli pro-
che deputò presidente in Romagna de capitano, e Nicolò Bruni, resta-
Francesco Guicciardini. Fatti al so- rono morti due di loro, cui segui-
lito i processi vennero restituiti i rono carnificine tra i partigiani ;
fuorusciti guelfi, esiliati e morti ciò mosse nel seguente anno, in-
molti ghibellini , e spianato il pa- coraggiti dallo zelo del presidente
lazzo Teodoli edificato di recente monsignor Giovanni Guidiccioni
con superba munificenza presso s. diversi saggi cittadini all'istituzione
Domenico ; sulle cui vestigie i su- del celebre e benemerito collegio
perstiti Teodoli fabbricarono alcu- de' novanta Pacifici, di cui era of-
ne case , essendo stato dato il re- ficio sedar le discordie, conservare
sto agli agostiniani , a' quali tal in tranquillità il paese , alla circo-

famiglia fu larga di beneficenze stanza frapporsi colle armi* a ter-


e poscia fu trapiantata in Roma minar litigi, e tener lungi dalla pa-
ove da essa usci-
fiorisce, esseudo tria i sediziosi. A tal effetto for-

ti Alberto, Gregorio, e Mario Teo- marono un corpo di cinquecento


doli degnissimi' cardinali, ed altri , che al
soldati tocco della campa-
chiari personaggi. na a martello dovevano con l' ar-
Clemente VII non solo confer- mi accorrere ove li chiamasse il bi-
mò i privilegi de' forlivesi ,
gli sta- sogno, e secondo i comandi si de- ;

tuti ed ordini, ma pure il collegio stinò inoltre al palazzo una guar-


de' dottori, concedendo al monte dia perenne d'uomini forlivesi, che
di pietà le prerogative che gode- in divisa e con alabarde precede-
vano altri primari. Nel i527 re- vano il governatore e il magistra-
candosi a guerreggiare contro Roma to quando uscivano in forma pub-
il coutestabile di Borbone, Forlì blica. Il capo del collegio si eleg-
ne scampò le conseguenze per la geva ogni due mesi col nome di
a8o FOR FOR
priore, ed il comune assegnò all' i- Fattosi permanente il dominio
stituto molti slabili ed entrate, e gli della Chiesa, terminate le civili di-
ailidò le mura e porte della città, non pre-
scordie, la storia di Forlì
abbandonandosi alle sue paterne senta avvenimenti straordinari de-
cure. I Pontefici fecero frequenti gni di particolar menzione , e di
encomi a sì santa assemblea, e questi cenni , laonde ci limiteremo
Paolo III nel transitar che fece per accennar le cose più importanti.
F01T1 nel 1 54 volle esser chiama-
« Nel 1578 moti il forlivese Bruno-
to del numero; albergò nella loro 10 Zampeschi signore di Forlimpo-
residenza, concesse alla chiesa mol- poli ,
glorioso capitano , che sicco-
te indulgenze, e privilegi e grazie me l'ultimo di sua casa, i di lui
ai Pacifici. La pace da tanto tem- domimi ricaddero alla santa Sede:
po sbandita in Forlì, si riacquistò fu compianto dai pompiliesi, nella
per sì avventurosa istituzione che cui chiesa di s. Rullilo, Battisi ina
venne imitata con eguale vantag- Savelli di lui consorte gli fece eri-
gio da Ravenna ed altri luoghi vi- gere un magnifico monumento con
cini. Dopo la fondazione del col- statua equestre che lo rappresenta
legio Forlì fiori vieppiù per dovi- in atto di comandare l'armata. In
zie, popolazione, edilizi e uomini Forlì gli vennero celebrati solenni
illustri in lettere ed armi, essendo funerali , dai Numai , Asti ed Al-
divenuto Bello Belli castellano di bicini suoi stretti parenti. Indi la
Castel s. Angelo di Giulio III , e pestilenza , la carestia , i terremoti
Matteo Aleotti maestro di campo ed i banditi fecero provare non
di Paolo IV, ed altri al servigio di poche calamità alla Romagna. Es-
possenti monarchi. sendo nel i5g4 presidente di Ro-
Neil' aprile i5/\.t i beni tut- magna monsignor Fantino Petri-
ti degli spedali delle confraternite gnani , prelato di cortesissimi modi,
dette de' battuti, vennero uniti ed al palazzo pubblico si aggiunse l'ap-
assegnati all' ospedale della casa di partamento elegaute corrisponden-
Dio, in cui oltre la cura degl' in- te a piazza s. Carlo , chiamate ìp
fermi vi si allevavano gli esposti ; camere Fantine dal medesimo pre-
si conservò lo spedale di s. Pietro side, per averle abitate quasi in tut-
de' battuti bigi per albergo ai pel- to il tempo del suo governo. Mor-
legrini , ove alloggiavano le don- to il duca di Ferrara Alfonso II,

ne prive di abitazione, in un ai fi- quel ducato inun alla bassa Ro-


gli mendicanti. Eranvi pure in que- magna per mancanza di legittima
sto tempo il convento pegli orfa- discendenza fu devoluto alla santa
ni, e quello delle orfane spettanti Sede per cui recossi a prenderne
,

a' battuti bianchi; le case per le possesso Clemente VIII, il quale


femmine d' infelice maritaggio , e nel suo ritorno l'anno i5g8 pas-
quelle delle zitelle pericolanti det- sò per Forlì, ove si trattenne una
te di s. Giuseppe, erette e custodite notte alloggiato nel palazzo pub-
dalla famiglia dei marchesi Albicini. blico, accolto dai cittadini con in-
Alle confraternite poi de' battuti neri contro magnifico, e con pubbliche
incombeva la sepoltura de' forestieri dimostrazioni di archi trionfali ec
e persone estere uccise e morie nel- altri contrassegni di giubilo. Ne
le strade e piazze, e de' giustiziati. i6o5 la città spedì Antonio Don-
,,,

FOR FOR 281


ti Marciane» ambasciato-
e Nicolò il retroguardo del duca. Accesa così
ri al nuovo Pontefice Paolo V, ri- apertamente la guerra, tutto si po-
portandone grazie ed onori. Nel se in opera a difesa della cit-
1616 di ritorno da Lombardia tà, ove giunto il cardinal Antonio
passò per Forlì Cosimo II de' Me- Barberini fratello di d. Taddeo
dici granduca di Toscana, col car- dopo aver ivi con cerimonia solen-
dinal di lui fratello, e d'ordine del ne preso il bastone di generale, e
cardinale legato fu atterrata la me- l' amministrazione delle tre lega-
moria della Crocetta, ed in sua ve- zioni di Romagna, Bologna e Fer-
ce si eresse la colonna pur sudde- rara , volle il disegno della pianta
scritta. Dopo lunghissima quiete la topografica Forlì per porla in
di
guerra Urbano Vili contro O-
di grado di sostener gli attacchi del
doardo Farnese duca di Parma, ne granduca di Toscana cognato del
alterò alquanto la tranquillità. Farnese , ed insieme assicurare la
Con un esercito agguerrito di Romagna ; indi nominò castellano
quattromila cavalli , il duca si ac- il bolognese valoroso Macchiavel-
ciuse alla ricupera del ducato di li, e generale di Romagna il fran-
Castro, ne' pontificii dominii, quan- cese di Cotré capitano coraggioso
do nel settembre 1642, mentre i che risiedendo in Forlì ne fu fat-
forlivesi erano tutti intenti alla ven- to cittadino e gentiluomo. Fra i
demmia, essi non credettero all'av- forlivesi eh' ebbero grado militare
viso di star vigilanti nell' approssi- nell'esercito pontificio nomineremo
marsi del nemico , dato per parte a cagione onore Serughi, Orsi
d'
del cardinal legato Frangiotti resi- Monsagnani, e Fondi, il quale libe-
dente in Imola. Ad onta che non rò il cardinale quando fu circon-
si avessero mezzi sufficienti di dife- dato dal nemico. Così vanno loda-
sa , fu negato l' ingresso al duca ti Valeri, Agostini, Rolli, Mattei,
nella città, come il detto cardinale Stelladoro, Maldenti, Briccioli, Piaz-
glielo avea concesso per Imola e za, Aspini, Saffi ed altri, talché il

per Faenza , ciò che ignoravano i cardinal Antonio pubblicamente si

forlivesi, almeno in quanto alle con- disse soddisfattissimo de' forlivesi.


seguenze. Il duca irritato da tale La pure encomiata dal car-
città fu
ripulsa, avente l'esercito malconcio dinal Francesco Barberini soprain-
dalla pioggia, non si arrese alle ri- tendente di tutto lo stato ecclesia-
mostranze di alcuni deputati a pla- stico, e fece grandi allegrezze quan-
carlo , né del vescovo , ed allora do Urbano Vili creò cardinale Ma-
venne concesso l' ingresso e l'allog- rio Teodoli oriondo forlivese, per-
gio di transito, salve le persone, sonaggio di merito sublime, laonde
onore ed averi de' cittadini. Il du- a perenne monumento ne fu posta
ca abitò nel palazzo Paulucci già memoria nel pubblico pretorio. Sta-
de' Mercuriali , e tranquillamente bilita finalmente la pace, e morto
parti nel giorno seguente, prenden- il duca Odoardo, quantunque nel
do la volta di Mcldola; in questo pontificato d'Innocenzo X si susci-
mentre arrivò l'armata papale co- tassero altri germi di guerre, la
mandata da d. Taddeo Barberini Romagna non ne risentì danno.
nipote di Urbano Vili, per cui in- Nel i655 onoratamente ricevette
coraggiti i forlivesi danneggiarono Forlì Cristina regina di Svezia, che
2'8a FOR FOR
albergo nel palazzo pubblico, essen- terremoto del 1279 m cui restaro-
do incontrata con treno magnifico no diroccate tutte le castella di Ro-
dal cardinal legato Acquaviva, e dai magna, non ve n* era stato in que-
cittadini con quaranta carrozze a stiluoghi altro più micidiale.
sei cavalli due compagnie
, oltre Nel dì primo dicembre 1705 ri-
d'uomini d'armi, ed una di gen- mase afflitta Forlì per la morte del
tiluomini a cavallo, i quali con conte Luigi Paulucci de' Calboli ge-
monsignor Fulvio Petrozi gover- nerale delle armi di s. Chiesa, indi
natore incedevano di scorta alla re- a' 24 marzo 1 706 gli furono fatte
gia carrozza. Allorché fu sull'en- solenni esequie nella chiesa di s. Gi-
trare in città fu salutata da diver- rolamo ove poi gli venne eretto
,

si colpi cannone ,
di ed essendo magnifico monumento. Dopo la fa-
notte leerano decorosamente
vie mosa battaglia di Torino seguita
illuminate, coi regi stemmi e fuo- nel 1706, le armi austriache si ri-
chi d'artifizio, i quali s'incendiaro- volsero alla conquista di Napoli, e
no dopo che la regina giunta nel sebbene il Pontefice Clemente XI
palazzo fu ossequiata dalle princi- facesse ogni sforzo onde impedire
pali dame; il trattamento fu splen- il passaggio di quelle de' suoi sta-
dido, e la cattedrale fu addobbata ti, pure il giorno 23 maggio 1707
a festa, quando nel dì seguente vi giunsero a Forlì i generali Dahum,
ascoltò la messa. Nel i656 di ri- Paté e Wetzel con circa ventimila
torno da Roma la regina di Sve- uomini d' infanteria, ed il generale
zia lietissima del precedente tratta- Waubon con cinquemila di caval-
mento, transitò per Forlì accompa- leria. I primi furono alloggiati nei

gnata dal cardinal Acquaviva, e pre- diversi conventi della città, ed i


se alloggio nel palazzo del marche- secondi accampanatisi lungo il fiu-
se Giuseppe Albicini. Successero a me Ronco, riducendosi gli ufficiali
queste allegrezze quelle fatte per die comandavano in diversi casini
l'esaltazione al cardinalato del for- situati poco lungi al fiume istesso.
livese Francesco Paulucci, e di Ni- Il comune fu gravato di tutte le
colò de' Contiguidi Bagni patrizio spese pel vino, carne, legna, biade,
della città, per benignità di Ales- foraggi ec. Dopo tali vicende nac-
sandro VII. Nel 1661 pel terremo- quero le vertenze del ducato di
to le campane suonarono da per Parma Clemente XI e l' impe-
fra
sé, soffrirono le torri di s. Mercu- ratore Giuseppe I, il quale avendo
riale, di s. Agostino, del duomo e già pronte nello stato pontificio le
del pubblico; mentre nel territorio sue armate, a' 7 novembre 1708
v'ebbero da settanta chiese e case quelle papali si posero^ in fuga, ciò
totalmente diroccate, ed altre mol- che produsse grave timore negli a-
to rovinate, con morte di persone bitanti , ed ognuno procurò porre
e bestiame; indescrivibile fu la ro- in salvo le cose preziose. In fatti
vina delle torri più alpestri, e Ci- dodici compagnie nemiche seguite
vitella col suo territorio restò di- da altre fecero provare alla città
roccata affatto. Quello che accreb- gli effetti di una forza militare e
be la desolazione, e fece morir mol- prepotente; anzi a' 20 giugno 1709
ti di disagio , fu una pioggia ec- furono saccheggiate parecchie case,
cessiva e di lunga durata. Dopo il e malmenati diversi cittadini, che
-
,,

FOR FOR a83


dal governatore monsignor degli le dei vallombrosaui : per la morte
Onofri erano stati invitati a difen- del qual Papa la città celebrò so-
derle. Poco dopo fu eonchiusa la lenni esequie nel duomo , e spedì
pace tra il Papa e gì' imperiali oratori al successore Pio VI ad u-
che perciò ritiraronsi da Forlì, la miliare i voti di fedele sudditanza
quale sino al 796 godè d' una per-i anche a nome della popolazione.
fetta tranquillità. Nel 1728 forti* i Nel 1776 si condusse a compimen-
'
vesi festeggiarono per molti giorni ta il teatro comunale, e siccome il
l'ammissione fra il novero de' san- cardinal Rorromeo legato residente
ti del loro concittadino il b. Pelle- in Ravenna avea favorito l'erezio-
grino Laziosi ; e di poi nel 1759 ne di tal fabbrica , fu onorato di
quella tra il sagro collegio dell al- un busto sopra la sala maggiore
tro concittadino mousignqr Lodo- del palazzo apostolico, esistente tut-
vico Merlini presidente d' Urbino , tora. Questo teatro di poi nel 1809
al quale gli portò come ablegato fu ristaurato ed ampliato, non che
apostolico la berretta cardinalizia dipinto dai famosi Gaetano Rerto-
il suo parente monsignor Merlini. lani ornatista , e Felice Gianni fi-

Essendo protettore della città il gurista.


cardinal Enrico duca d' Yorck, vol- Nel 1777 si aprì il nuovo gin-
le egli stesso fare l' imposizione del- nasio di cui fu benemerito Cesarmi
la berretta al suo nuovo collega in Mazzoni, e la spezieria pei poveri
Forlì, nella cappella maggiore del- ordinata per testamento della con-
la chiesa di s. Pellegrino, a memo- tessa Eufemia Marchesi Pabizzi. Nel
ria di che , nella sala del comune 1779 i cappuccini celebraVono in
fu posta un' iscrizione che nel 796 1 Forlì il capitolo provinciale; mal-
fu tolta. Di poi nel 1770 rovinò il grado la siccità, il comune spedì
ponte sul fiume Ronco, costruito diecimila staia di grano abbon-
all'

fino dal ia63: era stato già di- danza frumentaria di Roma. Nel
strutto nel I745 dagli spagnuoli 1781 si ripetè il terremoto straordi-
nella guerra per l'occupazione del nario del 1778, e in modo il più.
regno di Napoli, battuti dai tede- orribile, scuotendo tutti i fabbrica-
schi a Campo Santo nel Modenese, ti le monache del Corpus Domini
:

quindi malamente ricostruito per ,


dovettero traslocarsi al seminario
lo che si provvide con edificar al- vecchio, già casa de' gesuiti ; e nel-
tro ponte di legno che sussiste. Nel le chiese di s. Agostino, di s. Fran-
1772 fu condotta a compimento cesco, e di s. Domenico si dovet-
ed inaugurata la chiesa dei poveri tero sospendere Nel i divini offtzi.

della Misericordia : i dipinti d' or- totale danni si valutarono a cir-


i

nato li eseguì il bolognese David ca mezzo milione di scudi. Monsi-


quelli di figure il forlivese Mar- gnor Dini nel Diario del viaggio
chetti; ivi il conte Ferrante Orsel- fatto a Vienna da Pio VI, nel
li patrizio della città raccolse più 1782, dice che a' 7 marzo da
di duemila reliquie autentiche. Nel- Cesena passò per Forlì e Faen-
l'anno seguente il vescovo Rizzarri za, recandosi a pernottare ad Imo-
prese possesso del collegio de' ge- la, donde nel ritorno a' 26 maggio
suiti , e Mercuriale Prati forlivese per Faenza e Forlì giunse a Cese-
fu fatto da Clemente XIV genera na sua patria. In questo tempo
28| FOR FOR
essendo tuorlo il vescovo di Forlì nici regolari renani di Forno avendo
Giuseppe Vignoli, il granduca di fatto acquisto dell' antico locale dei
Toscana Leopoldo I fece sapere al- gesuiti si portarouo ad abitarlo, sor-
l' arcidiacono Livio d' Aste vicario tendone i seminaristi che vi erano
capitolare di non ingerirsi per l'av- andati dopo che avea servito d' epi-
venire nelle chiese, parrocchie e po- scopio al vescovo Giuseppe Vignoli.
polo della parte di diocesi forlivese Dalla città si celebrò la centenaria
situata negli slati toscani, di cui ve- funzione della Beata Vergine che si
niva rimessa l'amministrazione al venera sotto il titolo della ferita,
vescovo di Borgo s. Sepolcro. Si in una delle due principali cappelle
finirono in detto anno le due can- della cattedrale, ed anche detta del-
torie di marmo fino nella cappella la canonica. Nel 1791 passarono
della Madonna del fuoco, si perfe- per Forlì le zie dell' infelice re Luigi
zionò l' organo, e si provvide det- XVI ; nell'anno seguente a cagione
ta cappella di musici. Terminaron- delle politiche circostanze Pio VI rac-
si anche di dipingere le chiese di colse truppe, e ne affidò in questa
s. Domenico e del Carmine, si re- provincia il comando al marchese
staurò la chiesa e cupola del Suf- Fabrizio Paulucci de' conti di Cai-
fragio, ornandosi con magnifici di- boli. Nel medesimo anno si presero,
pinti dal celebre Serafino Barozzi. parte col fucile e parte con basto-
Morendo il notaio Sebastiano Nico- ni, venti pellicani, uccelli straordi-
la Mazzoni lasciò quindici mila
, nari in questo clima.
scudi alla compagnia di Carità. 11 Nel Pontificato di Pio VI, men-
vescovo Mercuriale Prati forlivese, tre Forlì era governata da un pre-
nel 1785 a' 19 aprile fece aprire il lato governatore, e faceva parte
sarcofago di rozzo marmo, esistente della legazione apostolica di Roma-
nella cappella di s. Valeriano nel- gua, il cui cardinale legato risiede-
la cattedrale, ove si rinvennero le di va iti Ravenna, scoppiò la funesta
lui ossa e quelle de' suoi compagni, rivoluzione di Francia, rimbombò
coi teschi dei ss. Grato e Marcel- per tutta V Europa, e tra gli stali
lo, e furono riposte in altra ur- che ne provarono le tristi conse-
na di marmo finissimo. Nel 1786 guenze uno principalmente si fu lo
l' ex gesuita d. Pietro Michel ini stalo pontificio. Proclamata in Fran-
avendo ottenuto dalla santa Se- cia la repubblica, successe l'invasio-
de di ridurre sotto altra regola ne d' Italia, e s' incominciò quella
le monache cosi dette converti- dei dominii della Chiesa al modo
te , ne restaurò il monastero , e che dicemmo in tanti articoli, come
le mise in possesso del medesimo in quello di Ferrara [Vedi). A re-
a' i o dicemhre, volendo che assu- spingere la temuta invasione, il go-
messero il nome di Clarisse dell' a- verno ordinò nel 1793, che tutti
dotazione perpetua. A cura di que- gli uomini di forza dovessero essere
sto sacerdote ed a sue spese fu fab- pronti ad opporsi, al tocco della se-
bricato l' eremo di Montepolo sul conda campana della torre del pub-
territorio toscano non molto disco- blico, dato col martello. Nel 1793
sto da Forlì, ove si vuole che s. si vide per la prima volta giunge-
Antonio di Padova vi sia slato riti- re in Forlì la carrozza della dili-

rata alcun tempo. Nel 1787 i cano- genza dello stato a sei cavalli, del-
u

FOR FOR 28 >

la capacità di otto passeggieri ; e za. Allora le truppe francesi si ri-

Tenne istituita l' accademia dei fi- tirarono al di là del ponte del Se-
larmonici, di cui fu fatto primo nio presso Castel Bolognese, e nel
presidente marchese Francesco
il mese di luglio il cardinal Dugnani
Paulucci. Nel 1796 non potendosi legato di Ravenna, e il vescovo
contare duecento soldati del
sui Prati avvertirono i popoli che nin-
sagro numero per mantenimento no ardisse insultare i francesi. In
della quiete, si formò la guardia questo tempo vuoisi che nella città
civica, giacché i tumultuanti vole- diverse sagre immagini della Ma-
vano forzare il monte di pietà. In- donna aprissero gli Nuova-
occhi.
tanto il generale francese Aligera mente i francesi volendo porre ad
da Bologna si portò in Ravenna, effetto l'intenzione dell'occupazio-
ove tenne congresso colle deputa- ne di tutto lo stato pontificio, que-
zioni delle città romagnole, le quali sto si pose in guardia vedendo inu-
invitò ad unirsi colla Romagna in- tili gli immensi sagrifizi fatti nel
sieme al Ferrarese e Bolognese oc- trattato di Bologna; laonde con edi-
cupato dai francesi, e n' ebbe ri- to governativo degli 8 ottobre si
pulsa. Indi il generale passando per ordinò ai forlivesi, che al tocco del-
Forlì fu da alcuni insultato, e il la campana a martello, tutti do-
popolo di forza accorse al deposito vessero prendere le armi per op-
delle armi e se ne impadronì. La po- porsi agli invasori ; indi si pose in
polazione facoltosa spaventata dai circolazione la moneta erosa, per
sovrastanti pericoli, nella maggior far fronte alle ingenti spese dello
parte fuggì dalla città. Intanto al- stato. Intanto il Papa mandò trup-
cuni francesi spogliarono il monte pe ed artiglieria a Faenza, ed in-
di pietà del più prezioso del va- caricò il marchese Tiberio Albicini
lore di circa cento sessantacinque di Forlì, d' investigare quanti ar-
mila scudi, indi tassarono la pro- mati poteva fornire il territorio,
vincia di Forlì per ottanta mila con ordine a tutti i parrochi di
scudi, per essere questa la somma far suonar la campana a martello
che la città , territorio e distretto e a stormo al primo segnale, elegge-
pagavano alla camera apostolica. re un capo-massa, e tener pronte
Se ne pagarono ventidue mila scu- Je loro genti a disposizione del go-
di, ma dovettero i forlivesi sommi- verno. Avendo il governo ponti-
nistrar molte cose all' esercito fran- ficio esaurito tutti i mezzi di paci-

cese : le contribuzioni che allora ficazione coi francesi inutilmente,


ritirarono i francesi dalla Romagna, quindi volendo Pio VI tentare la
ed in ispecie da Ravenna, si calco- forza per respingere la forza, le
lano cinquecento mila scudi. sue truppe furono dal nemico fu-
La prima città che i francesi inva- gate a' 2 febbraio 1797 presso
sero fu Bologna, nella quale a*2 3 giu- il ponte del fiume Senio, al mo-
gno 1796 fu conchiuso colla media- do che accennammo all' articolo
zione della Spagna un armistizio, in Faenza ( Pedi). Fu allora che il
cui Pio VI oltre ad altri sagrifizi do- general Victor senza fatica s'impa-
vette convenire alla cessione delle dronì di Forlì, in cui a' 3 giunse
provincie e legazioni di Bologna e il general Rusca comandante della
di Ferrara, e della città di Faen- Romagna, e nel dì seguente il gè-
9.86 FOR FOR
neral in capo Napoleone Bonaparte ministrazione centrale dell'Emilia
preceduto da un migliaio di fanti, residente in Ravenna, per disposi-
e prese alloggio in casa del conte zione del generale in capo Bona-
Melchiorre Gaddi da Schiavonia. parte, trasportò la sua residenza in
Chiamò a sé il vescovo, la muni- Forlì a' 28 aprile del medesimo an-
cipalità, e i più notabili, a cui ener- no 1797. Tra che fece,
le cose
gicamente parlò, invitandoli a con- sciolse la guardia del sagro nume-
dursi pel pubblico bene, altrimenti ro, per essersi ricusata al giura-
avrebbe usata la forza. Intanto or- mento di fedeltà ; molti però si ar-
dinò alla giunta della repubblica rollarono tra i volontari della pri-
Cispadana di portarsi a Ravenna ma coorte dell' Emilia, e la guardia
per organizzarvi una centrale am- nazionale assunse il servizio della
ministrazione, ed ai 5 si recò a città. Indi a' 9 luglio il general su-
Cesena : alcuni militi dei tremila premo Napoleone Bonaparte riunì
dell'esercito d'occupazione erano ve- in una sola le due repubbliche da
stiti di verde, aventi lustri di otto- sé prima formate, Cispadana e Tras-
ne sul cappello in cui era scritto : padana sotto il nome di repubbli-
Rigenerazione italiana, libertà, o ca Cisalpina poscia regno d' Italia,
morte. Alcuni signori furono tras- di cui poi egli ne fu coronato re in
portati da Forlì a Bologna come Milano, divenendo Forlì capoluo-
ostaggi della tranquillità de' loro go del dipartimento del Rubicone,
concittadini. Da Ravenna giunse in nel quale si comprendeva anche la
Forlì il conte Antonio Colomhani, legazione di Ravenna. Provvistosi
memoro della centrale dell'Emilia, il governo di facoltà pontificie per

ad organizzare la municipalità. Il secolarizzare i regolari, intimò a


nuovo governo vietò le vesti cleri- questi di abbandonare le loro case,
cali a chi non era ecclesiastico, on- ove furono posti militari, uffizi, ed
de gli avvocati, procuratori, i i occupate in altre guise, quindi mol-
notari ec, comparendo in abito se- te chiese andarono demolite ; la
colaresco mossero il popolo alle risa. stessa sorte toccò alle confraternite,
Ai 22 febbraio transitò nuova- e ad altri luoghi pii. Decretò che
mente per Forlì il generale Bona- i cadaveri si trasportassero al se-
parte proveniente da Tolentino, ove polcro senza accompagnamento, e
aveva stipulato coi plenipotenzia- questo si vietò persino al ss. Via-
ri di Pio VI la cessione di questi tico ; fece consegnare alla coorte
alla sovranità delle tre legazioni di Emilia della guardia nazionale la
Bologna Ferrara e Romagna, e
, bandiera repubblicana; pose in ven-
progredì il suo viaggio per Campo dita i beni delle soppresse corpo-
Formio onde stipulare il trattato razioni religiose, che quel governo
colla casa d' Austria, dopo che i chiamava nazionali ; requisì tutte le

francesi avevano espugnato Manto- argenterie delle chiese, tranne le

va. In seguito i francesi emanarono necessarie ; abolì il dritto d' asilo


diverse provvidenze in Forlì, man- ed immunità ecclesiastica; coman-
darono 1' orologio pubblico secondo dò l'espulsione del vicario di For-
il metodo francese, ed ai 28 feb- limpopoli, e l' incorporazione alla

braio fecero piantare l'albero della diocesi di Forlì delle parrocchie di


libertà nella piazza di Forlì. L'ara- Busecchio, Carpena, Maiano, Gii-
,

Fon FOR 287


sognano, Collina, ed il Ronco ; Mel- Pio VII gli furono restituiti i soli

dola poi fu devoluta alla diocesi di domimi ritenuti dal predecessore


Bei l inoro. nel trattato di Tolentino, e si por-
Nel novembre 1797 essendosi tò dal conclave di Venezia in Ro-
abolite le centrali sovrane, la pro- ma. Non andò guari che avendo
vincia fu divisa nei due diparti- il generale Bonaparte salito le Al-

menti del Lamone e del Rubi- pi con settanta mila uomini, For-
cone, e capoluogo furono le città lì fu di nuovo occupato dai fran-
di Faenza e di Rimini , laonde cesi ,
pel generale Salignac, e di
Forlì spedì per rappresentanti, un nuovo fu eretto 1' albero della liber-
deputato a Milano, l'altro alla cen- tà , ed eletta altra municipalità.
trale di Faenza. In seguito della Passati pochi giorni i tedeschi ri-
nuova organizzazione territoriale presero Forlì, ma presto l'abban-
tutto il potere amministrativo e po- donarono ai francesi, onde la mal-
litico restò devoluto alla rappre- menata popolazione provvista di
sentanza municipale. Dalla chiesa differenti coccarde usava quella del-
di s. Agostino minacciante rovina, la circostanza. L'albero della libertà
si trasportarono le ceneri di s. Si- si rialzò, e i religiosi di nuovo furono
gismondo duca di Borgogna alla espulsi. Indi nel dicembre i tede-
cattedrale nella cappella di s. An- schi entrarono nuovamente in For-
drea Avellino, ove poi furono de- lì, innalzandovi gli stemmi imperiale
positate anche le ceneri di s. Se- e pontificio; ma nei primi del
verina vergine e martire, che più 1801 i francesi riposero piede nel-
tardi il legato cardinal Sanseverino la città, erigendo per la quinta ed
donò medesima cattedrale. Nel
alla ultima volta l'albero della libertà.
seguente anno a Forlì fu restituito Col trattato d'Amiens i francesi
il grado e prerogativa di capoluo- rimasti signori delle legazioni, isti-

go del dipartimento del Rubicone. tuirono in Forlì il tribunale d'ap-


Completatasi dai francesi V invasio- pello dipartimentale, e quello di-
ne di tutto Io stato della Chiesa, strettuale sotto il nome di pretura.
detronizzarono Pio VI, che a' 20 Nel 1 8o3 ebbe luogo per la pri-
febbraio 1798 tradussero prigionie- ma volta l' illuminazione notturna
ro in Francia dove morì. Nel dei lampioni, a' 16 aprile. La co-
maggio del seguente anno 1 799 i scrizione fu estesa nella provincia,
tedeschi s' impadronirono di Raven- che ricusandosi dovè somministra-
na, indi di Forlì, e nella prima re il doppio conlingente di mille
stabilirono l' aulica imperiale reg- e cinque, uomini. A' 25 maggio
genza austriaca . Allora i monaci i8o5 essendo stato coronato in re
e i domenicani, con autorizzazione d'Italia l'imperatore Napoleone, l'al-

del vescovo munito di apostoliche bero della libertà fu atterrato, ed


facoltà, ritornarono nelle loro case. elevata invece l' aquila napoleoni-
Si celebrarono i funerali al defun- ca, proseguendosi a governare For-
to Pio VI ; e redatto il conto del- lì per un prefetto . Continuando
la distrazione dei beni ecclesiastici le politiche vertenze tra l'impero
fatta dalla repubblica, si trovò ascen- e la santa Sede, le provincie resta-
dere a piò di quattrocento ottan- te a questa poco a poco furono

totto mila scudi. Eletto nel 1800 dai francesi occupate; ma non pò-
,

288 FOR FOR


tendo convenire Pio VII nelle esi- Neil' aprile 1 8 1 4, proseguendo il

genze politiche e religiose dell'im- Papa il viaggio per Roma, si fermò


peratore Napoleone Bonaparte, pre- alquanti giorni in Imola suo anti-
potentemente fu spogliato de' su- co vescovato, ove si recò una de-
perstiti stati, e nel 1809 qual pri- putazione del capitolo forlivese ad
gioniero tolto via da Roma. Sotto Ai 1 5 di detto mese
ossequiarlo.
il governo imperiale fu completa- un distaccamento di ti-uppa civica
ta la strada "dalla porta Pia al e una compagnia scelta di cac-
Ronco con filoni d'alberi; si for- ciatori, e monsignor vescovo Brat-
mò il Campo Santo fuori la por- ti col suo vicario generale e cap-
ta s. Pietro; si fece la strada al pe nere, si recarono al confine del
di là del ponte della Schiavonia comune alla volta di Faenza, ad
per non dire di altro. Nel settem- attendere Pio VII, che da Imola
bre 181 3 gli austriaci cogli ingle- procedeva alla direzione di For-
si occuparono Ravenna, ed ai 26 lì. Il Papa poco avanti al mezzo-
dicembre Forlì, essendo investito dì in vicinanza della città, fu pu-
del superiore comando il general re incontrato dal prefetto della
Nugent Ravenna, poi
residente in medesima, marchese Lodovico Bei-
fatto dal Papa principe romano. monti il popolo accorse in folla,
:

Fu cambiato il governamento del staccò con entusiasmo i cavalli


regno italico; ed i napoletani u- della carrozza, e volle tirarla a brac-
nitisi alle potenze alleate occupa- cia. Alla porta di Schiavonia il

rono nel 1814 i dipartimenti del podestà e corpo municipale, e tut-


Rubicone e del Reno, giungendo te le autorità civili e militari pre-
in Forlì nel febbraio il re Gioa- sentatasi al sommo Pontefice. Era
cbino Murat; indi i napoletani oc- un' ora pomeridiana allor-
circa
cuparono i dipartimenti del Tron- ché Pio VII fece il suo ingresso
to, del Musone , e del Metauro. in Forlì , annunziato dal suono
Non si deve tacere che nel detto generale delle campane. Scese al-
anno 18 14 comune donò al
la la cattedrale, e dopo avere ivi ora-
colonnello Gavenda uno stendardo to, processionalmente salì al palaz-
ricamato con l'effigie di s. Vale- zo attuale della legazione, ove pu-
vano e l'arme della città, perchè re risiede la magistratura, ed im-
questa col suo reggimento austria- partì all' adunata moltitudine 1' a-
co avea tenuto quieta. Avendo poi postplica benedizione; poscia andò
la provvidenza disciolto 1' impero a smontare alla casa del conte
francese, ed incenerilo il trono di Antonio Gaddi , allora in borgo
Napoleone, Pio VII gloriosamente Ravaldino, che aveva per moglie
fu restituito a'suoi sudditi restati- donna Teresa de' marchesi Chiara-
gli per la predetta pace di To- monti di Cesena, nipote del Papa.
lentino. Le truppe francesi con at- Nella notte la casa Gaddi ebbe
to solenne consegnarono alle armate sempre a continua guardia la trup-
austriache e napoletane alla linea del pa civica, che scortò Pio VII quan-
Taro presso Borgoforte, a' i5 marzo do alle ore nove antimeridiane del
1 8 4j
1 la sagra persona del Pontefice, e giorno seguente partì per Raven-
questa lieta notizia propagatasi a For- na, indi per Cervia giunse a Ce-
lì dispose il popolo a somma gioia. sena sua patria, ove battezzò una
FOR FOR 289
bambina, nata ai suoi nipoti d. Fu dunque nel 1815, che es-
«ScipioneChiara monti, e principes- sendo state restituite a Pio VII
sa d. Teresa Barberini ne furono i quelle provincie ritenute dopo la

padrino e madrina coniugi mar- i seconda invasione, e le tre legazioni


chese Luigi dei Calboli Paul ucci di Romagna, Bologna e Ferrara,
di Forlì, e la principessa donna quel gran Papa a voler meglio
Maria Beatrice Albani, e gli s'im- ripartire il governamenlo delle le-
posero i nomi di Maria Beatri- gazioni apostoliche, col moto-pro-
ce Pia Barbara Luigia Veronica. prio de' 6 luglio 18 16 pubblicò la
Si ha dal Placucci Memorie isto- , classificazione delle medesime lega-
riche sul passaggio della città di zioni e delegazioni apostoliche. Ed
Forlì disua Santità Pio Papa è perciò che delle tre legazioni ne
f II. Faenza 1822. Dai francesi furono formate quattro, cioè Bolo-
essendo passato il Forlivese come gna, Ferrara, Forlì e Ravenna, a-
la Romagna in potere degli au- venti ognuna un cardinale per legato
striaci, come si è detto, e poi agli residente in ciascuna delle mentova-
alleati napoletani, questi al termine te città, siccome capi-luoghi d' ogni
della guerra, essendo slato stabilito legazione. Così Forlì fu elevata al
Napoleone all' isola dell'Elba, la- grado di legazione con residenza
sciarono due dipartimenti del
i permanente d'un cardinale, co' ri-
Reno e Rubicone ritirandosi a , spettivi vantaggi che ne derivano, e
Pesaro, continuando ad occupare con quelle provvidenze emanale pu-
i tre memorati dipartimenti delle re da Leone XII, e dal regnante
Marche, Metauro, Musone, e Tron- Gregorio XVI , che dichiarammo
to. In Forlì ritornarono gli au- all' articolo Delegazioni e legazio-
striaci, onde tornandosi ad abolire ni aposloliclie dello slato pontificio
i prefetti, essi ristabilirono i delega- [Fedi). Però rientrata la santa Sede
ti di governo, secondo i loro si- in potere di Forlì, vi mandò per
stemi. Nel 181 5 Napoleone fuggì delegato monsignor Tiberio Pacca,
dall' isola dell' Elba in Parigi, il cui successe monsignor Cesare Nem-
re di Napoli Murat invase parte brini-Pironi poi cardinale, e por as-
onde Pio VII
dello stato pontificio, sessore civile l'avvocato Anton Do-
per sicurezza passò in Genova. Gli menico Gamberini, poscia elevato
austriaci furono costretti ritirarsi alla stessa dignità. Appena Forlì si

da Forlì, ove entrò il re Murat vide nuovamente sotto il pacifico


a'3i marzo, proclamando l'indi- regime pontifìcio, il clero spedì a
pendenza italiana; pernottò in ca- Roma una deputazione capitolare
sa del marchese Paulucci, e con- ad pedes Pontfficis ad umiliargli le
tinuò il viaggio per Bologna. Non proteste della duplice sudditanza
tardò molto ad avere i napole- ecclesiastica e temporale, e ne ot-
tani la peggio, e ai 22 aprile fu- tennero i canonici della cattedrale la
rono obbligati dai tedeschi a ri- decorazione d' una croce d'oro appe-
tirarsida Cesena, per cui di nuo- sa al petto con nastro rosso, avente
vo fu in Forlì impiantato il go- nel centro da una parte l' effigie del
verno austriaco. Caduto Napoleone a martire s. Valeriano, e dall' altra
Yaterloo,nel mese di luglio furono re- quella di Pio VII. Il nastro di egual
stituiti alla santa Sede i suoi domimi. colore per il cappello, ed il collare
voi. xxv. •9
ago FOR FOR
paonazzo ai detti canonici, fu dal 1829 i cardinali elessero in pro-
Papa pur concesso unitamente all'uso legato monsignor Giovanni Benedet-
della bugia per la celebrazione della to Folicaldi ora vescovo diFaen-
messa; la distinzione però del col- za; quindi il nuovo Papa Pio Vili
lare paonazzo venne estesa anche ai promosse a questa legazione il car-
mansionari e cerimonieri. 11 capito- dinal Tommaso Riario Sforza di
lo eresse per riconoscenza a Pio VII Napoli, della medesima sunnomina-
nella residenza capitolare, un busto ta famiglia che signoreggiò nel For-
marmoreo, con apposita epigrafe; che restò soddisfatto del go-
livese,
il comunale alla porta Co-
consiglio verno benevolo del discendente di
togni di Forlì impose il nome di Girolamo Riario e Caterina Sforza.
Pia, in occasione che ne venne in- Per vice-legato Pio Vili nominò
grandito il piazzale. Più tardi Pio monsignor Gregorio Caracciolo San-
VII ordinò che si ripristinassero le tobuono nel i83o, carica vacante
antiche istituzioni pie. Per primo sino dal 1826.
cardinale legato Pio VII spedì a Nella Sede vacante del i83o-
Forlì il rispettabile cardinale Giu- 1 83 1 i cardinali elessero in pro-le-
seppe Spina di Sarzana, che vi giun- gato di Forlì monsignor Lodovico
se a' 12 novembre 1816, e per vi- Gazzoli ora cardinale. Negli ultimi
ce-legato il prelato Lodovico Con- giorni della sede vacante scoppiò
ventati, al presente decano de' votanti in Bologna la fatale rivoluzione,
di segnatura; indi nel 18 18 nominò che pose a soqquadro la maggior
successore al primo l'applaudito car- parte dello stato pontifìcio, e che
dinal Stanislao Sanseverino napoli- si propagò anche in Forlì a' 5 feb-
tano, ed al secondo il prelato Gio- braio i83i; ignorandosi ne' paesi
vanni Rusconi. Morì il cardinal insorti che ai 2 dello stesso mese
Sanseverino in Forlì agli 1 1 mar- era stato eletto in sommo Pontefi-
zo del 1826 con dispiacere di tut- ce regnante Gregorio XVI; quin-
il

ti i forlivesi (che a lui intitolarono di come negli altri luoghi ribellati


una strada, essendo benemerito dei si costituì in Forlì e sua provincia

restauri ed abbellimenti del palaz- un governo secondo il notissimo


zo pubblico), per cui Leone XII nuovo ordine di cose, delle così dette
nominò pro-legato di Forlì mon- provincie unite italiane, il cui centro
signor Giovanni Antonio Benve- fu Bologna. Da tutte le parti i ri-
nuti di Sinigaglia ,
poi cardina- voluzionari armati accorsero a For-
le , ed in vice-legato monsignor lì, come a luogo centrale; indi ai
Giacomo Luigi Brignole, al presen- 12 febbraio maggior parte della
la
te cardinale. Qui noteremo che il turba armata marciò da Forlì a
Benvenuti nella sede vacante del Forlimpopoli, e quindi a Cesena,
1823 dal sagro collegio fu prepo- donde ad Ancona la occu-
direttisi
sto a pro-legato delle quattro lega- parono, e poscia si erano proposti
zioni di Bologna, Ravenna, Ferra- dirigersi alla volta di Roma. Intanto
ra e Forlì, con residenza in Bolo- recaronsi a Forlì Napoleone, e Lui-
gna. Allorché nel dicembre 1828 gi Napoleone figli dell'ex re d'Olan-
fu creato cardinale, assunse il gover- da, ora conte di san Leu, fratello
no il cardinal Macchi legato di di Bonaparte; il primo de' quali si

Ravenna. Nella sede vacante del infermò e morì. Ma in Ferrara


POR POR 2t)t

gli austriaci a' 6 marzo fecero ces- forlivesi. La ritirata delle truppe te-

sare il detto governo, ed il simile desche seguita nel luglio fu danno-


ottennero in Bologna a' 2 1 marzo, sa alle legazioni, dappoiché in quel-
mentre i ribelli in numero di cir- le di Bologna, Ravenna e Forlì, e
ca tre mila, compresi i fuggitivi di nella Romagnola soggetta alla lega-
Modena, condussero in Ancona il zione di Ferrara, per opera di al-
cardinal Benvenuti legato a Intere. cuni ebbero luogo delle sedizioni, e
Fino però dai 24 febbraio gli au- quasi una nuova rivoluzione. In
comandati dal general Gep-
striaci Forlì molta gioventù insorse in
per erano entrati in Forlì, inseguen- drappelli, e la lega anarchica si fe-

do ribelli a Rimini. Allora il Pa-


i ce più minacciosa, per cui il mar-
pa dichiarò il cardinal Opizzoni chese pro-legato a' 7 agosto si riti-
arcivescovo di Bologna legato a In- rò a Firenze, sebbene occupasse Ri-
tere delle quattro legazioni. In For- mini il conte colonnello Bentivoglio
lì e in altri luoghi si crearono le colle milizie pontificie. Intanto a lui
guardie civiche, per mantenimento successe nel comando il tenente co-
dell'ordine pubblico, presto però lonnello 22 dicembre
Barbieri, ed a'
manifestarono il loro spirito rivo- ripatriò il marchese pro-legato. Nel
luzionario ed esaltato, donde pro- seguente anno i832 essendosi con-
venne la così detta lega anarchica. centrate le truppe pontifìcie, in nu-
Il cardinal Opizzoni legato delle mero di quattromila circa, ai con-
quattro legazioni, nel giugno cessan- fini delle quattro legazioni, ebbero
do tal sua rappresentanza, dal Pon- ordine nel gennaio di marciare nel-
tefice in cadauna fu nominato un le medesime, onde porre termine
pro-legato e la congregazione go- ai disordini che vi accadevano, es-
vernativa, ed in Forlì fece pro-le- sendo stato dichiarato commissario
gato il marchese Luigi Paulucci de' apostolico delle medesime e con be-
Calboli, e consiglieri della congre- nigne intenzioni del Pontefice, Il
gazione l'avv. Luigi Pani, il con- cardinal Giuseppe Albani protetto-
teAntonio Albicini, il marchese Fer- re di Forlì. Questi si avanzò col-
dinando Ghini, e il conte Vincen- le medesime truppe, che i civici ri-
zo Mangelli ; mentre a vice-presiden- belli bolognesi, forlivesi ec, in nu-
te provvisorio del tribunale di pri- mero di mille cinquecento osarono
ma istanza prepose Luigi Petrucci. affrontare a Cesena, ma prontamen-
Già sino dai i3 maggio
DO la città di te disfatti e posti in fuga ; le trup-
Forlì aveva conseguito l'onore che pe dopo aver traversato Forlimpo-
la sua deputazione umiliasse al re- poli incominciarono il loro ingres-
gnante Pontefice l'omaggio di sua so in Forlì, ove nacque grave tram-
fedele sudditanza, non che le più, bustOj ignorandosene tuttora il ve-
vive e rispettose congratulazioni pel ro motivo: nella fucilita gli uffizia-
di lui innalzamento al pontificato. li procurarono contenere la solda-
La deputazione si compose di mon- tesca irritala, che onninamente vo-
signor Albertino Bellenghi arcivesco- leva sparare i cannoni sulla pubbli-
vo di Nicosia, vicario e • visitatore ca piazza, il perchè furono dal car-
apostolico della chiesa e diocesi di dinale richiamate truppe austria-
le

Forlì, e dei conti Vincenzo Savo- che a coadiuvar papali, che dal-
le

relli, e Francesco Mangelli patrizi la parte di Modena e di Ferrara


,

292 FOR FOR


entrarono nelle legazioni ed in For- minato per il cardinal Pa-
legato,
lìa'27 gennaio, e così fu dato rior- squale Gizzi di Ceccano. Tra i be-
dinamento alle cose pubbliche, riti- nefizi poi di cui il regnante Gre-
randosi le milizie pontificie a Pe- gorio XVI è stato largo con Forlì,
saro. II governo papale nominò i rammenteremo la ripristinazione del
nuovi consiglieri comunali, fece ar- tribunale di prima istanza, e dei
restare i faziosi che ciò stornavano, consultori di legazione, e la conces-
la quiete tornò nella città, e i con- sione del consiglio ed amministra-
sigli comunali ebbero il loro pieno zione provinciale sedente a Forlì.
effetto. Nel dicembre i832 nell'e- Oltre i citati scrittori delle cose di
remo di s. Bernardo di Lugano Forlì abbiamo i seguenti. Aunales
morì il marchese d. Ottavio Albi- Forolivienses ab anno 1275 usrjue
cini, ivi ridottosi a penitenza sotto ad annum i^jS anonymo auctore,
il nome di Valeriano. Nel commis- nunc primum prodtuntex mss. Codi'
sariato delle legazioni successe nel ce corni tis Brandolini de Brandolinis.
declinare del i832monsig. Giacomo Exst. in ter Rerum ital. Scriptor. t.

Luigi Brignole, e nel principio del XXII. Hieronymus Foroliviensis


i833 fu dato tale incarico al car- Chronicon Foroliviense ab anno 1397
dinale Ugo Pietro Spinola, conti- usque ad annum i433, mine pri-
nuando nelle medesime legazioni i mum in lucem editimi ex mss. Co-
pro-legati secolari, tranne Ferrara, dice comitis Brandolini de Brando-
che aveva un prelato: in quest'an- linis. Exstat inter Rerum italic.
no a' 1 2 gennaio arrivarono iu For- Script,tom. XIX. Cristoforo Cicco,
lì ottocento svizzeri assoldati dalla Cronica di Forti, Venezia «574*
santa Sede. Nel i834 nelle legazio- Paolo Bonoli, Istorie della città di
ni furono istituiti i volontari pon- Forti intrecciale di vari accidenti
tificii, anno il car-
e nel seguente della Romagna e dell'Italia, F01P1
dinal Vincenzo Macchi ebbe la no- 1661, per il Cimati e Saporetti. Nel
mina al predetto commissariato, pas- 1826 il tipografo forlivese Bordandi-
sando a Forlì a' 3o settembre nel ni, caldo di amor patrio, ha ristam-
recarsi aBologna sua residenza. Fi- pato in due volumi la Storia di Fora
nalmente questo fu sciolto dal Pa- scritta da Paolo Bonoli, corretta ed
pa a' 16 luglio i836, che inoltre arricchita di nuove addizioni e ;

ristabilì i cardinali legati in Bolo- siccome questa celebre storia, che


gna, Ferrara., Forlì e Ravenna, e servì a noi di guida principale alla
i separati governi delle rispettive compilazione di quest' articolo, ar-
legazioni; ed i volontari pontifìcii riva sino all'anno 1661, il mede-
divisi in quattro brigate sotto la simo editore fa voti perchè sia con-
dipendenza di ciascun legato. Quin- tinuata, ciò avrebbe fatto
ch'egli
di Forlì vide con piacere eletto in se fosse stato un Aldo. Bartolomeo
nuovo legato il cardinal Nicola Gri- Riceputi, La verità rediviva a fa-
maldi di Treia, ch'ebbe a successore vore della città di Forlì, ovvero
il cardinal Alessandro Spada roma- difesa delle antiche ragioni dell' ì-

no; dopo il quale fu legato di Forlì stessa città già della Rediviva
il cardinal Luigi Vannicelli-Casoni Faenza del Cavina, Forlì 1673 per
d Amelia: finalmente nel corrente Gioseffo Selva. Giorgio Marchesi,
anno 1 844> '1 Pontefice ha no- Compendiuni kistoricum celeberri-
,

por FOR ao,3

rune eìvilalis Forolivii, i ! > i ci . 1722 fautore dell errore. Con s. Mercu-
excudebat Alexander de Fabiis. Il riale fiorirono i forlivesi ss. Grato
medesimo Marchesi nella Galleria e Marcello, 1' uno diacono ,
1' altro
deli' onore parla della città di For- suddiacono. Il santo vescovo Mer-
lì, e delle sue famiglie distinte, curiale dopo aver liberato per vir-
massime degli Albicini, Augustini tù di Dio il popolo da un orribi-
Manfredi, Marchesi, Numai, Orselli, le drago, volle visitare i santi luo-
Paolucci, e Torcili. ghi di Gerusalemme, da dove por-
La fede cristiana in Forlì è as- tò in Forlì preziose reliquie, come
sai probabile che sia stata predi- la mascella di s. Giacomo apostolo,
cata molto per tempo, come nei gran porzione del cranio di Gere-
suoi dintorni, dagli apostoli o dai mia profeta , le ossa di tre santi
loro discepoli, essendo poi certo che Innocenti ec. Queste reliquie si ve-
s. Apollinare discepolo del principe nerano nella chiesa già sagra a
degli apostoli s. Pietro predicò il s. Stefano, poi a s. Mercuriale, coi
vangelo di Gesù Cristo in Roma- corpi de' ss. Grato e Marcello, che
gna, mandatovi da quel primo Pon- morirono ancor vivente il santo
tefice. Non si trova fatta menzio- pastore, sebbene anche la cattedrale
ne alcuna dei vescovi di Forlì pri- pretenda possederli sotto l'altare di
ma dell'anno 35<), non devesi non- s. Valeriano. Forse avrà parte dei
dimeno conchiudere, che non ve loro corpi, come ha sino dal 1576,
ne sieno stati anche prima di tal e per opera del vescovo Giannotti
epoca, potendo anche per avanti es- un braccio di s. Mercuriale , un
sere stata Forlì decorata della cat- pezzo del legno della vera croce ,
tedra episcopale, fiorendo il primo delle ossa di s. Matteo apostolo ed
suo vescovo s. Mercuriale, nativo di evangelista, ed altre reliquie. Dopo
Albania d'Armenia, verso l'anno avere Mercuriale guanto Alarico
s.

4oo , ed alcuni sostennero avere re de' goti da gravissimo male, e per-


esistilo due ed anche tre s. Mer- ciò liberati circa duemila forlivesi
curiali. Secondo il Bonoli un s. Mer- tratti in ischiavitù , volò al cielo
curiale visse nell'anno i3o: sembra verso l'anno /\o6 a' 3o aprile, ve-
però più verisimile, che nei primi nendo sepolto nella detta chiesa di
secoli della Chiesa , tutta questa s. Stefano, che prese il di lui no-
provincia fosse affidata alle cure di me quando con molta magnificen-
s. Apollinare e de' suoi successori, za venne ingrandita. Non manca
e che solo dopo la pace data alla chi asserisce essere il cadavere di
Chiesa da Costantino avesse anche s. Mercuriale sepolto nella chiesa
questa città il proprio vescovo. Il della ss. Trinità, antico duomo, e
Marchesi ammette due s. Mercuria- poi trasferito in s. Stefano , certo è
li, il primo quello del secondo se- che ivi si custodisce la sua testa ;
colo; mentre l'altro santo vescovo fu poi traslatato il corpo di s. Mer-
di tal nome intervenne nel 35g al curiale dall' aitar maggiore di sua
celebre concilio di Rimini, con s. chiesa, alla cappella a lui dedica-
Ruffillo vescovo di Forlimpopoli , ta, e magnificamente eretta dal ce-
contro P ariana eresia protetta in lebre filosofo e medico Girolamo
esso dall' apostata Tauro ,
prefetto Mercuriali forlivese.
dell' imperatore Costanzo principal L' imperatore Valentiniano III,
,,, ,

s 94 FOR FOR
•verso l'anuo 4^i dispose che fos- Richelmo. Da una chiesa al suo
sero suffraganei della chiesa me- nome dedicata derivò quello della
tropolitana di Ravenna dodici ve- villa di s. Valeriano, poi s. Vara-
scovati, Rimini, Cesena,
tra' quali no, dicendosi in quelle parti mar-
Foriimpopoli, Forlì, Sarsina, Faen- tirizzato. La Madonna del fuoco
za, Imola, città di Romagna: que- s. Mercuriale vescovo, Valeriano s.

sti vescovati e la loro suffraganei- martire, e Francesco Saverio ge-


s.

tà a Ravenna, l' anno 5g4 furono suita confessore, sono i protettori


confermati con autorità apostolica della città e diocesi di Forlì.
dal Pontefice s. Gregorio I il Gran- secondo vescovo di Forlì che
Il

de. Sotto l'imperio di Maggiorano, si conosca è s. Crescenzio, che nel-


tra le rigidezze d'un eremo, fiorì l'anno 649 intervenne in Roma al
il giovine forlivese s. Valeriano, ce- concilio adunato dal Papa s. Mar-
lebre per miracoli , massime nel tino I ; in quello lateranense cele-
liberare gli invasi dal demonio brato dal santo Pontefice Agatone
come liberò un figlio d' Olibrio pa- nel 680, vi fu presente il vescovo
trizio romano
poi imperatore d'oc- di Forlì Vincenzo ,
prelato di sin-
cidente. Ciò saputosi da Leone I goiar fanno secondo
bontà. Altri
imperatore d'oriente Io chiamò in vescovo di Forlì Teodoro, che fio-
Costantinopoli perchè liberasse un rì nel 4^ 2 > dando poi per terzo
suo figlio o nipote ossesso. Avendo vescovo nel 648 il mentovato Cre-
Dio glorificato il suo servo Vale- scenzio. In quanto ai successori ne
riano colla bramata liberazione fa il catalogo 1' Ughelli nell'Italia
1' imperatore dichiarollo capitano sagra tom. pag. 5j^. e seg. e
II ,
,

contro gli eretici ed infedeli, in cui toni. X, pag. ?,65, continuato dalle
il santo operò non poche prodezze, annuali Notizie di Roma, oltre gli
conseguendo anche altri onori dal- storici della città e diocesi di For-
l' imperatore. Ritornato poi Vale- lì. Noi solo faremo menzione dei
riano in patria , fu destinato capi- vescovi di Forlì meritevoli di spe-
tano di una squadra in difesa del- cial memoria. Primieramente note-
la città e distretto; ma opponen- remo che Bartolomeo dell'887 ,

dosi egli a Leo Bachio proconsole e Paolo che fiorì nel 939, ambidue
nella provincia e governatore dì vescovi di Forlì , non trovatisi or-
Forlì, che siccome crudele e fana- dinariamente nel catalogo de' vesco-
tico seguace dell'arianesimo oltrag- vi forlivesi , come in alcun altro.
giava i cittadini nell'onore e nelle Neil' anno 910 al vescovo Rug-
robe, fu sorpresso dai satelliti di giero successe s. Apollinare o Apol-
costui mentre orava, con ottanta lonio. Nel g63 viveva Uberto for-
compagni. Quindi in odio parti- livese, vigilantissimo pastore : a tal

colarmente della cattolica fede, Leo epoca vuoisi che i vescovi soggior-
fece tutti tormentare, ed a' i4 ma g- nassero frequentemente in s. Maria
gio del 460 decapitare ; le loro ve- di Schiavonia , chiesa che dai ca-
nerande ossa furono riposte in luo- nonici fu lungamente ufficiata, fin-
go distinto, massime quelle di s. Va- ché furono tutti alla cattedrale ag-
leriano, nella chiesa di s. Croce gregati. Nel 11 16 Pasquale II, ad
che poscia nel 1267 furono solen- istanza della contessa Matilde, di-
nemente riconosciute dal vescovo chiarò vescovo di Forlì Pietro I.
FOR FOR ig5
Mentre era vescovo Alessandro I
,
se essere cittadino e nobile di For-
l'imperatore Federico I concesse ai lì ; che i forlivesi dovessero in
vescovi di Romagua il privilegio Romagna difendere la giurisdizione
di non poter essere costretti, nep- della chiesa ravenuate, e viceversa
pure dall' intei nunzio imperiale, ad questa proteggere la città di Forlì
alcuna angheria, tranne le cose ri- contro chiunque volesse opprimer-
guardanti opere pie e decretate , la, tranne il Papa e l'imperatore,
dalle antiche leggi: il vescovo Ales- ed altre cose che il Bonoli riporta
sandro I intervenne al concilio ge- a detto anno. Indi l'arcivescovo di
nerale convocato da Alessandro III Ravenna nel 1267 convocò in s.
romano Pontefice , dopo il quale Mercuriale il sinodo provinciale, e
cede s. Martino ed altri beni al con altri nove vescovi fu presente
convento di s. Mercuriale, donazio- alla consagrazione che fece Richel-
ne poi confermata nel 12 33 da Ri* mo dell' altare di s. Valeriano nel-
naldo commissario di Papa Grego- la cattedrale, apri l'arca e fece la
rio IX. Inoltre Alessandro I fu fat- ricognizione delle ossa di quel san-
to suo vicario nel 88 da Gerar-
1 1 to martire e glorioso patrono di
do arcivescovo di Ravenna, quando Forlì. Questo benemerito vesco-
parti per la crociata di Palestina : vo nichelino edificò 1' episcopio
nell'archivio di s. Mercuriale, pri- nell'anno 1260, in seguito am-
ma che si bruciasse nel 1173, esi- pliato dai Nel 1270
successori.
steva un istromento , in cui appa- gli successe Rodolfo I, che al capi-

riva che l'abbate di tal chiesa avea tolo e canonici di s. Croce cede la
date al vescovo di Forlì tredici tor- chiesa di s. Valeriano in Castruccio
na ture di terreno per fabbricarvi il con le sue pertinenze e ragioni che
palazzo episcopale , ricevendo iu aveva sulla pieve di s. Maria del-
cambio altrettanta terra dal vesco- l'Acquedotto. Nel 1285 o 1286 fu
vo presso la torre de' Fiorentini ;
fatto vescovo Rinaldo, e Bonifacio
tanto asserì Alessandro I ai più arcivescovo di Ravenna celebrò il
vecchi della città. Nel 122.5 fu con- sinodo provinciale nelle stanze di
sagrato vescovo Ricciardello Bei- s. Mercuriale, coll'intervento de' ve-
monti de' signori delle Caminate, scovi di Forlimpopoli, Cesena, Sar-
amato assai; e nel 1237 lo diven- sina, Faenza, Imola, Adria, e Ri-
ne il forlivese Enrico I di Pelle- naldo di Forlì , e de' procuratori
grino Bulgarello Carbonesi. de' vescovi di Parma, Modena, Bo-
Nel 1255 divenne vescovo Ri- logna e Cervia, tutte chiese suffra-
chelmo arcidiacono della cattedra- ganee. In esso si trattò di molte
le, che intervenne al sinodo di Ra- cose pertinenti al divin culto, alla
venna , per rimediare ai disordini immunità delle chiese, autorità dei
di quella chiesa, e delle suffraganee, vescovi e simili. Per morte del ve-
e per reprimere la violazione delle scovo Taddeo, venne eletto alla se-
giurisdizioui ed immunità di dette de di Forlì dal capitolo , Peppo
chiese, per cui i forlivesi furono Ordelaffi arciprete di s. Martino;
scomunicati dall'arcivescovo Filip- ma Rinaldo conte della provincia
po. Venuto il senato di Foiii nel vietò a nome di Bonifacio Vili ad
1264 ad un accordo coli' arcive- Obizzio arcivescovo di Ravenna di
scovo, fu stabilito eh' egli doves- consagrarlo, e di approvarne l' e-
8I

?9 6 FOR FOR
lozione: ancora dai pompi-
eletto lio di Costanza, e nel venerdì san-
liesi alla sede di Forlimpopoli, ven- to 1418 recitò una solenne orazio-
ne egualmente riprovato da Bene- ne latina, e fu fatto
vescovo di Co-
detto XI. macchio. Al detto Giovanni V nel
Nel 1 346 divenne vescovo di i4^7 successe Giovanni VI Caffa-
Forlì Raimondo, che non appari- relli romano, il quale fu al conci-
sce ne' cataloghi de' vescovi di que- lio generale di Ferrara; elesse in
sta chiesa. Nel i348 si dice vesco- vicario Ugolino orvietano, arcidia-
vo Pietro di Pino beneventano; ma cono di s. Croce, il primo del suo
questi o fu solamente eletto vesco- tempo nella scienza musicale, di
vo di FoiTi, o poco dopo la sua cui lasciò molti pregiati libri, e fu
elezione a questa cattedra fu tras- l' inventore delle note sugli artico-
portato a quella di Viterbo. Paolo li delle dita: sotto il vescovato del
da s. Rufììlloera vescovo nel 1379, Cantarelli accadde nel 1428 il pro-
e nel 384 ebbe a successore Si-
1 digio della Beata Vergine del fuo-
mone de Pagani da Reggio di Lom- co. Nel i433 Guglielmo Bevilacqua
bardia ,
già vescovo di Volterra ;
forlivese s'intruse nella sede, e fu
quantunque 1' antipapa Benedetto deposto da Eugenio IV. Nel i437
XIII a provare giuridica la pro- fu fatto vescovo il forlivese Lodo-
pria nominasse
scismatica autorità vico Pi ranni minore conventuale.
nel 3go certo Ortando, che quale
1 Nel i449 Maria*10 vescovo passò
intruso fu deposto da Bonifacio IX. alla sede di Sarsina, e viceversa il

Nell'anno seguente, a Simone fu vescovo di quella città Daniele d'A-


dato in successore il forlivese Scar- lunno da Lodi ebbe la cattedra ve-
petta Ordelaffi figlio naturale di scovile di Forlì; lodato per sapere
Francesco, che fece suo vicario l'ab- e consiglio. Gli successe nel 1 463
bate di s. Mercuriale Giovanni Numai Giacomo Paladini, nobile ed arci-
pure di Forlì, personaggio di som- diacono della cattedrale di Forlì,
ma prudenza
che di poi lo suc- , che venne consagrato con molta
cesse nel vescovato; intervenne al pompa in s. Francesco dai vescovi
concilio di Pisa nel i4°9> e morì di Bertinoro, Cesena e Faenza. Il
in Roma nel i4 ir > essendo anche di lui vicario Alessandro Numai for-
abbate commendatario di s. Mer- livese, di grande letteratura e già
curiale: fu sepolto in s. Maria Mag- arcidiacono di Forlì e protonotario
giore. In suo luogo Giovanni XXII apostolico, fu da Paolo II fatto ver
elesse il forlivese Matteo, che alcu- scovo nel 1470. Indi Sisto IV Io
ni dicono de' Fiorilli, e morendo nel spedì nunzio all'imperatore Federi-
1 4- ' 3> <] ue Papa nominò in sua vece
l co III, che al di lui fratello Luffo
Alberto III de'Boncristiani non potè
: concesse diversi privilegi : fu il pri-
prenderne possesso, giacché Grego- mo ohe in Germania accordò nel
rio XII ch'era in Ri mini creò ve- 1476 facoltà ai domenicani di pro-
scovo Giovanni Strafa imolese di mulgar la recita del rosario pub-
potente e ricca famiglia , il quale blicamente, e ciò alla presenza del-
essendosi presentatoprima dell'al- l' imperatore.
tro ottenne enei 1 4- il possesso, 1 Tommaso Asti forlivese nel i48t>
fu confermato da Martino V. Avan- fu fatto vescovo da Innocenzo VIIF,
ti questo Papa, Alberto nel conci- e pel suo sapere e destrezza fu dai
FOR FOR 3c,7

Pontefici adoperato in molti affa- pollo nella cattedrale ove al lata ,

ri; già si disse che sotto di lui eb- destro della pòrta maggiore fu col-
be origine la congregazione di ca- locata la sua effigie con onorevole
rità: mori in Roma nel 1 5 12, e iscrizione. Clemente Vili allora fe-

con onorevole memoria fu sepolto ce vescovo Alessandro de France-


in s. Tommaso in Parione presso schi romano, dell'ordine de' predi-
il collegio JVardini. Giulio II elesse catori e siccome di ceppo ebreo
,

in vece Pietro II Griffi, prelato egre- cognominato 1' Ebreino in fanciul- :

gio cui furono affidate importanti lezza fu conosciuto da s. Ignazio, e


nunziature e legazioni: morì in Ro- per umiltà ed amor di quiete pas-
ma nel i5i6, dove Leone X creò sati tre anni rinunziò. Inoltre Cle-

vescovo Bernardo di Antonio Me- mente VIII nel 1^99 e evo a que- '

dici canonico di Firenze} ma aven- sta sedeCorrado Tarlarmi di Città


do questi rassegnata la sede, Cle- di Castello , il quale coronò solen-
mente VII nel 5 ?.6 1 la conferì al nemente la Beata Vergine del fuo-
celebre cardinal Nicolò Ridolfi fio- co. Cesare Bartolelli perugino, nel
rentino, suo parente, perchè nato 1601 fatto vescovo da Clemente
dalla sorella di Leone X. Il Car- Vili, trasportò le ceneri di s. Mer-
della nelle Memorie sloriche dei curiale dall' altare maggiore
DO nella
cardinali tóm. Ili, pag. 267, dice nuova cappella erettagli nella chie-
che il cardinal Alessandro Farnese sa de' vallombrosani, e pose la pri-
poi Paolo III, fu fatto nel i533 ve- ma pietra della cappella della Beata
scovo di Forlì; altrettanto nella vi- Vergine del fuoco; governò trenta-
ta di Paolo III scrive il Novaes, ci- tre anni, fu prelato di grande ripu-
tando l'Oldoino nelle Acid, al Ciac,' tazione e dottrina, e governatore di
conio tom. Ili, col. 555. L'UghelIi Roma; morì nel i635, per cui Ur-
narra che il cardinal Ridolfo nel bano VIII elesse vescovo Giacomo
i59,8 rassegnò la chiesa di Forlì a Teodoli, già arcivescovo d'Amalfi,
Bernardo Medici nipote all'altro di ed oriundo forlivese, che abdicò nel
egual nome; e che rinunziando an- i665 lasciando diverse onorevoli
cor lui nel i55r, fu in vece elet- memorie essendo vescovo il Teo-
:

to il forlivese Pietro Giovanni Aleót- doli si riaprì il seminario di s. Giu-

ti, senza far memoria del vescovato liano, da qualche tempo quiescen-
del cardinal Farnese. Il vescovo Aleot- te, il di cui luogo ne' tempi an-
ti ebbe gran parte nell'erezione del teriori era lo spedale de' sacerdoti
collegio de'novanta Pacifici, donò alla itineranti sulla via Gatogni , alla
cattedrale molte suppellettili e il pre- qual misura si devenne in vista di
zióso tabernacolo, ed introdusse in trovarsi altro spedale a ciò destina-
Forlì Antonio Giannótti
i gesuiti. to, oltre l'ordinario de' pellegrini ; e
padovano cameriere di Pio IV, nel dopo pel seminario si scelsero a-
i563 fu da questi esaltato a que* cune case presso il monte di pietà,
sta cattedra , e ristorò e di molto come più comode alla cattedrale.
abbellì il palazzo episcopale. Sisto V Si fecero sotto il vescovo Teodoli
nel 1587 dichiarò vescovo di Forlì le solenni Beata
traslazioni della
l'egregio prelato Fulvio Teodoli ro- Vergine del fuoco, e di s. Pellegri-
mano, della famiglia oriunda di que- no Laziosi dalle antiche alle nuove
sta città; morì nel i5g4, e fu se- cappelle; la prima nel i636 e la 3
298 FOR FOR
seconda nel iG38. Alessandro VII mente vicario e visitatore apostoli-
lece vescovo Claudio Ceccolini di co, e uel concistoro de' 17 dicem-
Macerata, morto nel 1688. Inno- bre i832 preconizzato vescovo di
cenzo XI gli die a successore Gio- Rodiopoli in parlibusj quindi essendo
vanni de conti Rasponi di Raven- morto il vescovo Bratti in Capo
na, il quale fece il coro e il pul- d Istria ov' erasi ritirato, allora pel
pito nella cattedrale. Tommaso Lui- saggio e zelantesuo governo me-
gi Silvio Torelli di F01T1 fu elevato ritò monsignor Tomba che il me-
a questo seggio nel 1 7 1 4 da Cle- desimo Gregorio XVI nel concistoro
mente XI, e visse sino al 1760 del primo febbraio 18 36 lo dichia-
con lunghissimo vescovato; era nato rasse vescovo di Forlì che al pre-
nel 1673. Clemente XIII gli die sente provvidamente governa. Veg-
in successore il concittadino Fran- gasi {'Allocuzione che recitò in oc-
cisco Piazza. Altro forlivese fu d. casione del suo possesso solenne pre-
Mei curiale Prati monaco valloin- so a' 19 marzo 836, e pubblicata
1

Li osano, fatto vescovo nel 1784 in Forlì collestampe da Luigi Bor-


da Pio VI ; ed essendo morto nel dandoli. Questi co' suoi tipi die al-
1807 sotto Pio VII, gli successe il la luceOmelia che il medesimo
1'

canonico preposto Andrea Bratti di monsignor vescovo pronunziò a' 4


Capo d Istria, del quale vescovo, no- maggio di detto anno, giorno sagro
minalo dall' imperator JNapoleone, e ai martiri ss. Valeriano e compa-
riconosciuto dal Papa, e pubblicato in gni protettori della città.
concistoro, paria il Pistoiesi nel tom. L' antica cattedrale era dedicata
IH, pag. 193 della Fila di Pio alla ss. Trinità, l'odierna lo è alla
P II. Monsignor Bratti a' 2 sette- 1 ss. Croce dalla preziosa reliquia che
bie 1819 consagrò la chiesa una di questa ivi si venera, essendovi
volta dei carmelitani scalzi, sotto pure come si è detto i corpi di s.

il titolo di s. Anna, in oggi par- Valeriano e compagni martiri,ed


rocchia e chiesa dis. Antonio ab- altre insigni reliquie : vi sono pure
bate di Ravaldino: questo prelato reliquie della vera croce in altre
fu richiamalo in Roma, indi passò chiese della città. Questa cattedrale
in Fi lenze, e terminò i suoi giorni fu eretta nei primi secoli del cristia-
nella propria patria agli novem- 1 1 nesimo e prima dell'anno 572:
bre i835. Leone XII nel 1826 non pare tuttavia che la chiesa di
die a questa diocesi per vicario e s. Croce sia stata allora cattedrale,
visitatore apostolico Filippo de An- lo fu però certamente alcuni secoli
gelis d' Ascoli vescovo di Leuca in prima del 1000, e sembra che dap»
partibus, al presente cardinale, che prima fosse pure di forma basilica-
ebbe nello stesso grado in successo- le, come lo era ultimamente, per
ri nel i83o monsignor Albertino quanto si è potuto raccogliere da-
Bellenghi nativo di Forlimpopoli, gli scavi fatti per le fondamenta
arcivescovo di Nicosia in partibus, della nuova chiesa, che ora come
per volere di Pio Vili; e monsi- diremo si sta riedificando, ma di
gnor Stanislao Vincenzo Tomba del- assai minore capacità della presen-
la congregazione di Paolo detta
s. te. In seguito alzatosi il suolo della
de' barnabiti di Bologna, dal re- città, fu riedificata con disegno più
gnante Gregorio XVI fatto egual- ampio, sempre però a tre navi,
FOR FOR ago.

con archi a sesto acuto, siccome si buna nella cattedrale, ed ivi tras-
conobbe da alcuni di essi archi, portarla. Quindi a' 27 settembre
che ancora si scorgevano al di so- diedesi incominciamento all'edilizio,

pra delle volte. L' opera ebbe mag- col quale si aumentò il numero
gior incremento nei primi del se- delle cappelle della cattedrale. A
colo XV, quindi fu ingrandita no- tale lavoro si destinarono soprain-
tabilmente dopo il 1428, il perchè tendenti quattro gentiluomini for-

dal vescovo Alessandro Numai for- livesi, cioè i due canonici Mattei e
livese fu 20 marzo
consagrata a' Belli, e due secolari Denti e Mo-
i475. Questo tempio aumentò si ratlini. Grandi furono le oblazioni
progressivamente, massime per le pie che fece tutta la Romagna, per cui
largizioni fatte da' fedeli, per esser- la cappella riuscì magnifica : dal-
vi stata nel i4 2 °* detto trasportata l'Istria e da altri luoghi si fecero
la prodigiosa immagine della Beata venire i marmi lavorati da Gia-
Vergine del fuoco, di cui come del- como di Lanfranco da Caravaggio,
la sua cappella se ne tenne di so- e da altri scultori; essendo lodati
pra proposito. All' incremento della specialmente i fogliami capricciosi, e
cattedrale contribuì pure il favore le figure della porta che guarda a
de' magistrati, e principalmente di ponente, opera di Simone fratello

Monsignor Capranica allora gover- di Donatello. Ne furono secondo il

natore di questa provincia, il qua- Bonoli Pace Bombaci,


gli architetti
le concorse col suo peculio al- di cui è il disegno, Cesare da Car-
l'abbellimento della medesima. Fu pi Silvestro de' Sarti da Lago
,

in appresso che si aggiunsero le Maggiore, e Cristoforo da Forlì,


cappelle laterali, e principalmente perchè trascorse del tempo per por-
le due maggiori dette della Ferita tare a compimento la fabbrica, es-

o Canonica, e della Beata Vergine sendo terminata la cupola nel i52 1 :

del fuoco, che davano alla Chiesa non si deve lacere, che alcuni di-
una ceita cotal forma di croce gre- cono, che la cappella sia disegno
ca. Di poi verso il 469 a porta 1 ' del Brunelleschi, ovvero del pitto-
maggiore di questa cattedrale o duo- re Melozio da Forlì. Nel secolo
mo venne ornata delle statue dei XVII la cappella venne ampliata,
santi protettori Mercuriale e Vale- e fattovi 1' ornato di sasso con co-
riano, postovi nel luogo più alto lonne di paragone, essendo dentro
lo stemma degli Ordelaffi : la por- e fuori nel resto quasi tutta di
ta fu lavorata da Marino Cedrini marmo: questa è la cappella in cui
veneziano. L immagine della Beata officia il capitolo, e perciò chiama-
Vergine detta anche la Madonna ta la ed è la prima
Canonica,
della Canonica, per esser dipinta so- delle due cappelle maggiori 1' al- ;

pra un muro della strada antica- tra, come di sopra accennammo, fu


mente abitata dai canonici vicino incominciata nel 1619, e fu con-
alla cattedrale, facendo continui mi- dotta a termine con limosine pub-
racoli mosse nel i49° Caterina bliche e private. Fu fatta presso
Sforza contessa di Forlì, in un al a poco del medesimo disegno del-
divoto popolo che di frequente vi l' altra, e ne fu architetto il ram-
concorreva lasciando copiose limosi- mentato p. Paganelli faentino. Que-
ne, ad erigerle una magnifica tri- sta cappella fu di poi arricchita; e
feto FOfe FOR
la tribuna poi ove si venera de- pelle della Canonica, e di quel!
corosamente la Madonna del fuoco, della Madonna del fuoco. A tal
ebbe compimento nel i636, anno uopo si stabili di atterrare tutto
in cui segui ivi il suo collocamen- il corpo di mezzo della chiesa ,

to. Nel 1706 vi fu collocato il su- e di aprire un concorso di ar-


perbo dipinto, capo d'opera di Car- chitetti, onde presentassero un pro-
io Cignani ; indi nel 1716 il Car- getto di ricostruzione, con che ri-
dinal Fabrizio Paolucci vi fece l'al- manessero illese le due grandi cap-
tare di marmi preziosi, e di bron- pelle, e si riparasse a qualche difet-
zi dorati; e negli ultimi anni po- to di simmetria, che si scorge nel-
steriori, a spese dei divoti e del san- le medesime. Presentati i progetti,
tuario stesso, fu tutta la cappella e sottoposti al giudizio dell'accade-
rivestita di marmi e di stucchi mia pontificia di s. Luca, fu pre-
dorati, e sostituite alle due orche- scello quello del forlivese Giulio Jan-
stre di legno due altre di marmo. bianchi. Quindi ai 3 maggio 1841
Fra i vescovi benemeriti della cat- con solenne cerimonia ed ecclesia-
tedrale summentovati, Piergiovan- stica pompa, con gran concorso di

ni Aleotti medesima de-


donò alla popolo, pose la prima pietra nelle fon»
gli arredi sagri di valore, una cro- damenta secondo i consueti riti con
ce ornata di gemme preziose, ed una medaglia di argento appositamente
tiara o mitra gioiellata degna di
, coniata : questa da un lato ha scol-
un Papa, non che un tabernacolo pita la ss. Croce raggiante, sotto
per la custodia della ss. Eucari- la quale è 1' iscrizione : greg. xvi
stia, opera del divino Michelange- p. m. auspice. All'intorno si legge:
lo Buonarroti, tutto ripartito in va» CRUCI D. N. F0R0LIVIEIVSIUM PRAESIDIO
rie intarsiature di pietre finissime, coivsensu ord. et civ. Nel rovescio
abbellito da intagli, cornici, colon- poi avvi questa iscrizione: novum
ne e statuette : fu collocato all'al- TEMPLUM MAX. RITE INCHOATUM AS-
tare maggiore, e poscia trasferito NO MDCCCXXXX1. VINC. TOMBA. PONT.
nella contigua cappella del ss. Sa- n. praeeunte. Vi fu posta ancora

giamento, decorata dalle pitture del una piccola medaglia d'argento, che
valente forlivese Livio Agresti. Ne' porta 1' effìgie della B. Vergine del
Precetti di pittura di Giambattista fuoco, e di s. Valeriano, e che ha
Armenini, questo tabernacolo è lo- nel margine inciso intorno : v. ivo-

datissimo. Ma la cattedrale per la nas mah an. mdcccxli. Fu conia-


sua antichità minacciando rovinare ta nell'anno 1828 in occasione del-
nel 184° per l'abbassamento di al- la solenne centenaria celebrata con
cune colonne, e portare grave pre- grandissima pompa da monsignor
giudizio alla nobilissima cappella de Angelis, ora cardinal arcivesco-
della Madonna del fuoco, l'odierno vo di Fermo, ed allora vicario e
vescovo monsignor Tomba, pieno di visitatore apostolico, giacché a quel-
fiducia in Dio, nella B. Vergine 1'epoca fu trasportata la santa im-
del fuoco, e ne' santi protettori di magine all' altare maggiore dell'an-

Forlì, con religioso coraggio si pro- tica cattedrale magnificamente ad-

pose riedificarla, col consentimento dobbata sino a parere una nuova


del capitolo facendola demolire, ec- chiesa. Si celebrò solenne triduo
cettuandone le due sontuose cap- cui intervennero i monsignori Ca-
FOR FOR 3<ri

dolini vescovo di Cesena, ni presen- processione con un paliolto della

te cardinal vescovo di Ancona, e Beata Vergine simboleggiata por-


Falconieri arcivescovo di Ravenna, tante in mano la città di Forlì, e
ora cardinale. Alla detta piccola con un concorso grandissimo; l'al-

medaglia di argento fu incisa la tro in cui si fa l'ofhzio della tras-

memorata iscrizione nel iHzJt, al lazione della santa immagine mi-


momento del gettito della prima racolosa alla presente sua cappella,
pietra della nuova fabbrica del e quando occorrono tridui per al-
duomOj perchè si volle anch' essa cun pubblico bisogno. Ma nei gior-
porre ne' fondamenti, per dedicarsi ni poi della novena , e della fesla
il risorgente edifizio alla ss. Cro- solenne non è a dire quale e quan-
ce, e alla B. Vergine ed a s. Ya- ta sia J 'affluenza del popolo, e la

leriano. divozione e i trasporti di lui verso

La nuova chiesa è pure in for- Maria santissima. Già per tu Ito


ma di basilica, siccome la più con- quel tempo si tronca il carnovale,
veniente ad una cattedrale, e la moltissimi digiunano la intera no-
più adatta a nascondere le accen- vena, quasi tutti ne fanno la vi-
nate irregolarità delle due cappel- gilia e per lo più in pane e vino,
le superstiti. Essa è d' ordine co- tuttoché non sia obbligatoria, e
rintio, decorata di portico, e sì nel- ne osservano rigorosamente la fe-
l' interno, che neh' esterno ornata sta, sebbene non prescritta , colla

di marmi a maggior solidità ed chiusura delle botteghe, cessazione


eleganza di questo sagro edificio. de' lavori, assistenza alla messa ec,
Questo oggidì trovasi pervenuto e sebbene alcun anno, venendo
alla cornice ; e se la nota pietà dei presto la quaresima rimangono pri-
forlivesi non manca all'impresa, vi del carnovale, non per questo
sperasi di vederlo presto giunto al se ne lagnano o violano per nien-
suo compimento. Va qui altamen- te la novena, la quale per como-
te lodata la religiosa specialissima do delle {unzioni incominciasi sem-
divozione che il popolo forlivese pre il 24 gennaio e così poi vi ,

ha sempre professato , e tuttora sono disgiunti tre altri giorni di


ferventemente professa alla sua prin- gran concorso e divozione, cioè la
cipal protettrice Maria santissima Purificazione, la vigilia e la festa
del fuoco. E cosa commovente il nella quale quasi lutto il popolo
vedere il concorso onde si affolla si accosta ai ss. Sagramenti. Una
il popolo alla chiesa in tutti i gior- tale divozione si è latta poi vede-
ni della novena preventiva alla fe- re straordinaria in questi quattro
sta, che si celebra il giorno anni- ultimi anni, mentre dovendosi tras-
versario del miracolo, eh' è il
4 portare la miracolosa immagine
febbraio. Già in tutto l' anno la nei giorni della novena e festa
cappella del santuario è in tutte nella chiesa di s. Mercuriale, a mo-
l'ore frequentata, e specialmente tivo della fabbrica del nuovo duo-
poi nei due giorni 28 maggio e mo, che non dava luogo a con-
20 ottobre, nel primo de' quali si corso di popolo, pure è veduta ac- si

canta messa pel volo fatto pel ter- crescere la divozione, e il popolo in
remoto, e che cessato si continua folla accorrere lutto 'I giorno a
a solennizzare quel giorno, e vi è venerare la sagra inani, gine, e ve-
3o2 FOR FOR
gliarvi in parte la notte, e quasi dell'arcidiacono, del preposto, e del
per dir così la intera città uscire primicerio , oltre i man-
canonici e
ad accompagnarla nel trasporto, in sionari; quindi nel i5ig Leone X.
mezzo ai plausi, ed alle grida non vi aggiunse la dignità di arcipre-
interrotte di Viva Maria, ed al te. Oltre la cattedrale vi sono ita

pianto quasi universale: ne hanno Forlì altre sette parrocchie : prima


impedito questi segni di divozione del pontificato di Benedetto XIV
affettuosa ne' primi due anni le aveva il battisterio ancora la chie-
nevi a dirotto cadenti , che abbi- sa arcipretale della ss. Trinità, già
sognava portare la santa immagi- antica cattedrale, come rilevasi dal-
ne in carrozza , che anzi pareva l' iscrizione esistente nel luogo ove
che facessero a gara i di voti in era il battisterio, fatta dal p. Gua-
mezzo ai ghiacci e alle nevi a ti- stimi abbate camaldolese. Al pre-
rare la carrozza, e coi lumi e coi sente oltre il sagro fonte della cat-
plausi e colla molta folla del po- tedrale, ve ne ha uno nell'antica
polo addimostrare il loro fervore. chiesa primiceriale di s. Tommaso
Il capitolo della cattedrale si apostolo in s. Mercuriale, ed altro
compone di due dignità, cioè del- nella piccola chiesina dello Speda-
l'arcidiacono e del primicerio, i le, che serve soltanto per gli espo-
quali per privilegio vestono l'abito sti. Le corporazioni religiose che
prelatizio, di sedici canonici fra i sono ora in Forlì si riducono a
quali vi è il penitenziere ed il teo- sette di regolari, e tre di monache.
logo, di nove o mansio-
beneficiati I primi sono i domenicani, i mo-
nari, e di altri preti e chierici ad- naci camaldolesi, i carmelitani cal-
detti al servigio divino un cano- : zati, i Maria ripristinati
servi di
nico coadiuvato da un prete ha per le cure di monsignor Grati
la cura delle anime della cattedra- vescovo di Callinico del medesimo
la ,ov'è il fonte battesimale. In ordine nel santuario di s. Pelle-
quanto all' antico capitolo è a sa- grino Laziosi dietro rescritto pon-
persi, che sino al iit^S dal vesco- tificio, per cui fu subito ceduta la

vo di Forlì unitamente al legato chiesa ai serviti, i quali compra-


a lalere del Papa erasi stabilito ,
rono il contiguo convento; i mi-
che attesa la tenuità delle rendite nori osservanti, i cappuccini, e i

della chiesa, non si avesse ad au- gesuitiche hanno pubbliche scuo-


mentare il numero dei canonici a le con grande vantaggio della gio-

più di nove, compresovi l' arcidia- ventù. Le religiose sono le mona-


cono ; e tale decreto ebbe confer- che camaldolesi di s. Caterina, le

ma da Innocenzo IV. Poscia que- Clarisse del Corpus Domini, e le

sto Pontefice concesse facoltà di ac- francescane. L' origine dei religiosi
cettare in canonici due sacerdoti : d'ambo i sessi in Forlì , tanto di
conforme a tale licenza nomina- quelli sussistenti, che di quelli che
ronsi a cane liei un sacerdote ed a cagione delle politiche vicende
un chierico in minoribus, ed il Pa- non sono più, la riportiamo al ter-
pa cui si ricorse e ch'era Clemen- mine di questo articolo. Vi sono
te IV, nel 1266 approvò in Vi- pure due orfanotrofi, diverse con-
terbo tal elezione. In progresso il fraternite e pie istituzioni di ca-

capitolo s'\ compose delle dignità nta cristiana, l'ospedale , il monte


,

FOR FOR 3o3


di pietà, e il seminario: da ulti- re della città, gli furono concessi

mo nel 1 834 andò in attivila la dal pubblico molti privilegi ed e-

compagnia del Redentore nella chie- senzioni. Dipoi nel 12.40 venne il

siua dell' ospedale maggiore. Sugli monistero a miglior forma ridotto,


stabilimenti di beneficenza e d'i- e dichiarato dal vescovo Richelmo
struzione trattò il sullodato Sesto esente ed assoluto in perpetuo dal-
Matteucei. L' episcopio è distante la giurisdizione episcopale, per ro-
dalla cattedrale, ed ogni nuovo ve- gito di Giacomo Segaferri in data
scovo è tassato ne' libri della came- i3 ottobre. In seguito il luogo si
ra apostolica in fiorini centocinquan- appellò Camaldoli e Camaldolino
ta. Segue per ordine alfabetico lo dappoiché verso il 1 f\$o essendo
stabilimento dei regolari d'ambo i diminuito il monistero, venne ri-

sessi in Forlì. dotto dentro la città , e concesso


agostiniani eremitani. Antichis- ai monaci quello di s. Salvatore, già
sima è la loro introduzione in monistero di monache camaldolesi,
Forlì, ed ebbero la chiesa di s. Si- le quali restate poche di numero su-
gismondo detta poi s. Agostino. perstiti alla peste, furono aggrega-
In questa chiesa l'anno 1 38 1 fu- te al monistero di s. Caterina. In
rono celebrate solenni esequie ai tal modo rimasto s. Salvatore ai

cadaveri di Francesco Ordelaflfo il monaci crebbe e fu ampliato, tal-


Grande, e di Maria sua consorte ché nella riforma della congrega-
trasferiti da Venezia, coll'assistenza zione l'anno i5i 3, si annovera per
dei seicento agostiniani ivi adunati uno de'diciassette monisteri prin-
per la celebrazione del capitolo ge- cipali de' camaldolesi. E qui va
nerale ; ma venuti tra loro in gra- avvertito eh' erano in Forlì altri

te questione, nel giugno la chiesa due monisteri di monache camal-


e il convento fu dato agli agosti- dolesi, cioè di s. Caterina, e di s.

niani riformati della congregazione Mattia ; diminuiti questi per le ci-

di Lombardia. Questi religiosi au- vili discordie furoro incorporati a


torizzati dal cardinal Cossa legato quello di s. Salvatore circa il 4331 ;

di Innocenzo VII a' 2 maggio , in seguito per la peste, come di-


i4o5 rimossero il corpo di s. Si- cemmo, avvenuto altrettanto a quel-
gismondo martire e re di Francia lo di s. Salvatore fu unito a s.

o duca di Rorgogna, collocato sul- Caterina, Salvatore dato


e s. ai

l'altare principale posto nel mezzo monaci. All'epoca repubblicana le

della chiesa, e lo trasferirono nel ceneri del beato Geremia Lamber-


nuovo altare maggiore in capo alla tenghi, dalla chiesa del di lui or-
chiesa, a quella parte che si u- dine di s. Francesco di Valverde
nisce al coro. furono trasportate nella chiesa dei
Camaldolesi. Nel
1202 Oliviero camaldolesi, indi a qualche anno
Migliocci forlivese donò una pos- dopo, a cura e spese del canonico
sessione con casale ai monaci ca- Gaspare Guiducci, già provinciale
maldolesi, per cui con altri sussi- del terz'ordine, fatte depositare a
dii del vescovo Giovanni, eressero pubblica venerazione nella cappel-
il loro monistero con chiesa sotto la della Beata Vergine della Fe-
il titolo Maria, e nell'anno
di s. rita, detta comunemente della Ca-
seguente essendo Sanguigno preto- nonica, in cattedrale. L'epoca in
,

3o4 FOR FOR


cui tornarono i camaldolesi in For- Nel i564 i cappuccini tennero in
lì, dopo le suddescritte vicende, questo convento il XII loro ge-
appellati monaci bianchi dal co- nerale capitolo, in cui restò eletto
lore dell'abito loro, è il 7 luglio generale fr. Evangelista da Carnolio.

1822. Dopo che i cappuccini nelle politi-


Canonici regolari. Morto l'ere- che vicende andarono soppressi, ri-
mita Pietro Durazzo, di cui parlam- tornando in Forlì nel 1822 ebbe-
mo di sopra, la chiesa della Ma- ro non l'antico convento, ma quel-
donna ove quello di-
delle Grazie, lo dei religiosi trinitari del riscat-
morava ed ebbe onorata sepoltura, to, così delti della Madonna de' fio-
con l'abitazione e sue pertinenze, ri, fuori di porta s. Pietro, con la
1

da Pino Ordelaffi a 6 aprile 1 477 chiesa de' ss. Vito e Modesto, dai
fu concessa alla congregazione dei cappuccini acquistato dal marche-
canonici regolari del ss. Salvatore se Luigi Paulucci de' Calboli.
die a' 29 maggio ne domandarono Carmelitani. Nel 1 3 48 Peppo di
ed ottennero la conferma da Sisto Orabone Oraboni e Caterina coniu-
IV. Ne fu primo superiore d. Lo- gi , dierono incominciamento nelle
dovico Orlandiui da Forlì , di tal proprie case alla chiesa e convento
dottrina ed integrità di vita che della ss. Annunziata in Forlì , in-
dieci volte fu eletto generale di sua troducendovi i carmelitani ; questo
congregazione. Ricusò la mitra di fu il primo convento che tali reli-
sua patria, ed intervenne al conci- giosi ebbero nella provincia, la qua-
lio di Trento. In questo moniste- le comprende la Romagna e la
ro, come si disse, vi fu Giulio II Marca.
per alcuni giorni. Domenicani. Verso il 1229 que-
Cappuccini. Verso l'anno i55i sti religiosi incominciarono in Forlì

si stabilirono in città, mentre pri- il loro convento, in seguito accre-

ma stavano fuori le mura, non lun- sciuto ed abbellito, ed in cui fio-


gi a porta Gotogni nel luogo det- rirono religiosi insigni in virtù e
to i Cappuccini. Ebbero la chiesa letteratura. A mediazione del p.
di s. Gio. Battista, ove edificarono Tommaso Massa forlivese priore,
il convento con numerosa famiglia Giulio Antonio Fiorini eresse una
di frati. Molti forlivesi cappuccini magnifica cappella in detta chiesa
ivi si sono distinti per santità e dot- ai beati Marcolino e Carino, i cui

trina , come due frati Angeli , fr. corpi vi furono collocati nel 1659:
Modesto, fr. Giovanni ed in par- , in egual tempo in mezzo al chio-
ticolare Girolamo Torelli insigue
fr. stro fu eretta una colonna di mar-
predicatore, morto nel i566. Fr. mo, con sopravi la statua di s.Do-
Girolamo Paolucci, chiamalo l'apo- menico di metallo dorato.
stolo della Madonna, per la divo- Eremitani girolamini. Questi re-
zione che ne propagava, e per es- ligiosi di s. Girolamo della congre-

sere stato il primo a coronare so- gazione del b. Pietro da Pisa, nel
lennemente le sagre immagini, e i5io ebbero la chiesa di s. Maria
per avergli eretto chiese e cappel- fuori le mura vicino a porla Schia-
le colla sola limosina raccolta in vonia, ove edificarono il convento.
una predica, nelle quali era valen- Siccome poi da quel lato si domi-
tissimo: morì in Parma nel 1260. nava la città, perciò la chiesa e
1

FOR FOR fcl


convento nel i55i6 vennero demoliti un magnifico collegio. Indi nel
d'ordine di Antonio Caraffa nipo- i558 s'introdusse la compagnia in
te di Paolo IV e generale della Forlì dal vescovo Piergiovanni Aleot-
Chiesa, e ciò per sospetto di guer- ti forlivese, il quale gli fece dota-
ra, stante 1' esercito francese calato zione e dono tra le altre cose del
in Italia, e che poi si effettuò con prezzo di uno scrigno o sia studio-
quella che Fdippo Spagna
II re di lo già annesso, dicono, a quello che
dichiarò al Pontefice. Quindi a' 2 serve di tabernacolo in duomo, sti-

settembre i girolainini vennero in- mato dagli intendenti sei mila scu-
trodotti in città, e loro data la di , e venduto a Paolo III o IV che
chiesa di s. Michele de' battuti ros- lo mandò al re di Spagna. I gesuiti
si. Rifabbricata poi nel 1D70 la prima dimorarono in s. Gio. Bat-
chiesa fuori di Forlì sotto il titolo tista ,
poi dato ai cappuccini , indi
della Madonna del Voto, per vari nel 1567 dai battuti turchini che
prodigi ivi operati da un'immagi- trasferironsi alla chiesa di s. Ber-
ne della ss. Vergine, nel iS'jZ ven- nardo, per cui gli cederono la pro-
ne di nuovo con cura di anime pria chiesa di s. Antonio nel bel
concessa ai medesimi eremitani gi- mezzo di Forlì sulla contrada di
rolamini. Nel secolo XVII rovinata Schiavonia. Questa fu dai gesuiti
di nuovo la chiesa e il convento ampliata, dando cominciamento ad
dall'impeto del vicino fiume, si un nobile edifizio ed al collegio sot-
riedificò in forma più. angusta, ed to gli auspicii di s. Francesco Bor-
un solo vi rimase de' religiosi alla gia allora generale della compagnia;
cura delle anime, e questo tolto e fu il primo collegio che fondaro-
per decreto d' Innocenzo come X , no i gesuiti in Romagna, com' era
per altri dichiarati conventiui av- accaduto ad altre religioni che da
venne ad altre congregazioni reli- Forlì diramaronsi poscia per la
giose sì in Forlì che altrove, per provincia. Neli584 Dorotea figlia
cui ai girolamini restò il solo con- del duca di Lorena e moglie del i

vento di s. Michele in città. duca Enrico di Brunswick -Lune-


Filippini. Fabrizio dall'Aste pre- burgo, denò ai gesuiti di Forlì la
te forlivese fu il fondatore della statuetta della ss. Vergine detta di
congregazione di s. Filippo in que- Germania, la quale sagra imma-
sta città, erigendo colle sue indu- gine essendo in un monistero di
strie e sussidi sulle rovine del pa- quella provincia, che fu preso e pro-
lazzo Orsi l'elegante chiesa e l'an- fanato dagli eretici, fu da Dorotea
nesso convento: in odore di santi- involata. In occasione che nel 1600
tà morì nel i655. i religiosi dalla sagrestia trasferirono
Gesuiti. Nel \5Zf s. Francesco in chiesa la statuetta, si avvidero che
Saverio, uno de' primi soci di s. 1- racchiudeva un pezzo della destra
gnazio fondatore della compagnia manica dell'abito della B. Vergine
di Gesù, eletto poi per protettore Maria, la quale insieme ad un pezzo
di Forlì, portandosi a Bologna, si della fascia di Gesù infante, e ad
fermò nell' ospedale, donde lo tras- alcune anella della catena di s. Pie-
se a casa sua il canonico Girola- tro si stabilì esporsi alla pubblica
mo Casalini forlivese rettore di s. venerazione. Dei prodigi fatti dalla
Lucia, ove poi i gesuiti fondarono detta sagra immagine, ne tratta il

voi. xxv. 20
3o6 FOK
sommario stampato nel iGo3 dal Maggiore, detta di s. Lucia, cui
collegio Partenio di Forlì, e ne fa nel 1829 il più conte Domenico
menzione anche il p. libò gesuita Matteucci terminò la farcia ta esterna.
ed esempi della Ma-
ne' suoi Sabati Maria. \ uoUi che il
Servi di
dot ina. loro convento avesse principio nel
Minori conventuali. Il convento 19.84, e perciò uno de' più antichi
e custodia de'miuori conventuali di della Romagna. Ivi nella eliiesa fu
Forlì, già esistente in queste parti tumulato il corpo di Ir. Pellegrino
sino ai tempi di s. Francesco e s. Laziosi nel i34t>, poi beatificato e
Antonio, per beneplacito d' Inno- canonizzato, anzi il di lui corpo iu
cenzo., IV fu di fuori cb' egli era nel 1640 solennemente
trasferito
introdotto in città ; ed ebbero la nella magnifica eappella a lui eret-
celebrazione del loro capitolo ge- ta. In questo convento nel 1 5 1 1
nerale nel contiguo convento di si -tenne dai serviti il capitolo ge-
s. Francesco nell' anno 42 i e 1
nerale. Agli 11 novembre 1 83 5 i

nel i5ii. L'antica chiesa dei con- serviti furono ripristinati in Forlì,
ventuali era nella piazza di s. Fran- come si è detto, non neli' antico
cesco ; i religiosi la demolirono, e convento , ma nella casa attigua
ne fabbricarono una nuova, che alla loro chiesa, da essi religiosi
nel tempo dell' invasione francese acquistata.
fu distrutta. Terziari. 11 terzo ordine di s.

Minori osservanti. Nel 1422 fon- Francesco da esso fon-


nel 1*221
darono il convento nelle case di datore immediatamente istituito, da
Francesco Ordelaffì, dipoi accresciu- Nicolò IV confermato nel 1289, e
to, essendone stato fondatore il p. nel i3oo dichiarato ordine reli-
Giacomo Primadicci bolognese , di gioso, nel tempo stesso venne in-
«anta vita. Dipoi nel i65g il p. trodotto in Forlì, avendosi la chie-

Angelo Soriano guardiano di que- sa di s. Maria di Valverde dall'ab-


sto convento lo migliorò, e in det- bate di s. Mercuriale. Fra Pietro
to anno ivi si tenne il concilio pro- Negri da Sernia n'ebbe investitura
vinciale con molto concorso e so- a vita, del 1 4-7 2 n< Ambrogio da
lennità. Fedì Meni, islor. de'conv. Milano, e morto questi il p. Gio-
de'miuori riformati della provincia vanni da Verona generale l'ebbe
di Bologna, del p. Flaminio da con orti e case in dono per sé
Parma : del convento di s. Giro- stesso e suoi religiosi successori. I

lamo. Dopo le narrate vicende, re- religiosi rifabbricarono ia chiesa an-


stituendosi i minori osservanti in nessa, che fu poi consagrata, aven-
Forlì, non ritornarono in s. Giro- do nell'altare della ss. Annunziata
lamo, ma bensì nel locale o chiesa il corpo del b. Geremia Lamber-
di Valverde già dei religiosi Tre- teughi del medesimo ordine , in
beccanti, o sia del terz' ordine di elegante cappella.
s. Francesco. Vallombrosani. Pochi anni dopo
Paolotti. Nel 161 4 s'introdusse- la morte dì s. Gio. Gualberto fon-
ro in Forlì, edificando sul borgo datore della congregazione de' mo-
Gotogni ora Pio il loro convento naci vallombrosani benedettini, la

e chiesa : questa al presente è la quale verso il 1080 conseguì nel


chiesa paroccbiale di s. Giacomo territorio forlivese s. Manu di Fin-
.

FOR FOR 307


orano, e poi la pie\e di s. Stefano il i486 Girolamo Riario. Nel i653
<na s. Mercuriale e -già abbazia, ad ebbe principio il monastero delle
aiuunnUtrorvi sacramenti. Gio-i monache cappuccine sul borgo Go-
\ m tini Nomai \esco\o ili Forlì, mor- togni, e poscia la chiesa dedicata
to nel 141 1, era stato iibbate com- a s. Elisabetta regina d' Ungheria.
mendatario di s. Mercuriale, giac- monastero delle monache di
11

ché non essendosi monaci uniti i s. Febronia s'incominciò nel 166 1 ,


alla congregazione, quando questa mentre le monache di s. Chiara a
abolì le abbazie separale, l'abbazia tale anno diedero termine alla loro
di s. Mercuriale era stata dichiara- chiesa. Le monache di s. Febronia
la commenda . Così procederouo le dette comunemente le Paoline, nel
(<>>e tino ai tempi di Girolamo i8o5 furono concentrate ed unite
Riaria, allorché l'abbate Nicola Bar- colle monache di s. Cecilia in s.
loliui forlivese, nel 1487 ' a rinunziò Chiara, le quali non erano state
ccn pernione d'annui trecento du- soppresse neh' epoca repubblicana.
cali ai monaci della congregazione, Nell'anno 1810 l'imperatore Na-
i quali vivevano a Fiumana, ed poleone emanò il decreto della
allora tornarono ad abitare in For- soppressione de' regolari d'ambo i

lì. Nel contiguo monastero nell' a- sessi restati in Forlì, cioè dei mi-
prile del 1 5/yo i valìombrosani ten- nori osservatili di s. Girolamo, dei
nero il loro primo capitolo, in cui cappuccini, dei filippini, non che
si devenne alia elezione de' primi delie monache cappuccine , delle
generali di triennio. adoratrici del ss. Sagramento , e
In quanto alle monache, dei tre di queste di s. Cecilia in s. Chiara.
monasteri delle carnoldolesi, lo di- Vi ha monastero delle
pure il

cemmo parlando dei monaci delia monache del Corpus Do-


Clarisse
medesima congregazione. Ai 3 ot- 1 mini, francescane così dette perchè
tobre 1245 il capitolo di Foilì adoralrici del ss. Sagramento, eret-
accordò facoltà alle monache di s. to dall'ex gesuita d. Andrea Miche-
Domenico di edificare il loro mo- lini di Bologna nel 1786, onde
nastero, dotalo la prima volta dal- da lui furono pur chiamate Miche-
la comune; per cui le monache si line, nel luogo ove era quello delle
obbligarono somministrare al capi- monache convertite: l'antica chiesa
tolo una libbra d' incenso per la ristorata e la nuova, fabbricata
lesta dell' Invenzione deila ss. Cro- ebbero compimento nel 170,4.
ce, assuntosi tale obbligo F. On- FORLIMPOPOLI. Citta già ve-
dedeo lòndatore del monastero scovile, ed ora abbazia nullius del-
Questo monastero nel i5ì2, fu la basilica di s. Pietro, dello stato
soggetto alla riforma per introdur- pontificio, nella legazione di Forlì.
vi quella di Lombardia, per la qua- Questa antichissima città della Gal-
le vennero mandate dal monastero liciTogata, fu uno dei quattro Fo-
di s. Caterina da Siena di Ferrara ri sulla strada Emilia dei quali ,

selle monache, la prima delle qua- fa menzione Plinio, cioè Forum Li-
li fu Samaritana Calcagnine Pino vii ossia Forum Pompi Hi o
Forlì,
Ordelaffi cominciò il monastero Forlimpopoli, Forum Cornrìii o I-
delle monache osservanti , dette mola, e Forum Novum ora Forno
della Torre, che poi compì verso o Forno vo, ov'è il maguifico tempio
3o3 FOR FOR
di Maria delle Grazie, di cui
s. ben corredate confraternite, di cui
parlammo all' articolo Forti [Fe- alcuna numerosa di oltre a cento
di). Forlim popoli è posta in una individui. Possiede un dovizioso
pianura sulla via Emilia, a poca monte di pietà, un ospedale già
distanza dagli ameni colli di Ber- prima destinato a solo ricovero dei
tinoro, ad otto miglia da Cesena, pellegrini, e che ora per pia libe-
a cinque da Forlì per dove si at- ralità del suo cittadino d. Luigi Sal-
traversa sopra un ponte di legno laghi, defunto nel i832, può ricet-
(il quale si ha speranza che quanto tare e soccorrere tutti gì' infermi e
prima si rifabbrichi di pietra a invalidi della città e suo territorio.
mezza strada) il fiume Ronco, me- Altro benefico concittadino, il dot-
morabile per le vittorie de' forlive- tore Ippolito Massi, nel 1840 prov-
si sui Malatesta: a sinistra di esso vide largamente alla istruzione del-
era un forte castello detto del Ron- la gioventù, legando il suo ricco
co, ove stanziò Francesco Sforza mo- patrimonio di oltre quaranta mila
vendo contro gli Ordelaffi, essendo- scudi al mantenimento di giovani
vene vestigio una chiesuola. For-
in nei collegi ed università dello stato.
limpopoli fu una di quelle città in A premure del rispettabile capi-
cui i magistrati romani tenevano tolo vaticano ordinario, si ottenne
le loro corti di giustizia, ed una di dai pompiliesi e dal Pontefice Cle-
quelle de' quattro loro tribunali su- mente XIII, con sua bolla del pri-
periori. Ma distrutta, come diremo, mo ottobre 1767 l'erezione dell'o-
dai longobardi, e sebbene venisse poi pera pia, e l'erogazione dei redditi
dai forlivesi, ed anche dai Pontefi- di alcuni pingui benefizi ecclesiastici,
ci rifabbricata, e munita pure di di che piuttosto abbondava la cit-

fortificazioni, non potè più tornare tà, alla istruzione cioè di alcuni
all'antico suo lustro e florido sta- chierici in taluno dei più rinoma-
to. E tuttavia popolata nel mura- ti seminari. La sua piazza è vasta,
to suo recinto di un miglio da quadrata, adorna di regolari edifi-
ben duemila e duecento abitanti, zi, e le sue strade sono ampie, di-
oltre ad altrettanti sparsi ne! suo con- ritte, pulite. Vi si vedono ancora
tado, ristretto ma fertile assai di bia- gli avanzi della forte sua rocca, ove
de, vini, seta e canapa; laonde tra Giulio II e Paolo III pernottarono
per questo, e per la vicinanza delle nel transitare per questa città. Do-
altre città e terre per le comode po che Sinibaldo Ordelaffi riedifi-
strade che ogni di si restaurano, è cò Forlimpopoli, e dopo esservi ri*

fatta centro a floridissimi mercati entrata buona parte dei dispersi


settimanali, pei quali n'ebbe privi- cittadini, ciò che avvenne nel i38o,
legio fino da Giulio II nel i5o4- il Pontefice Urbano VI confermò
Ha una insigne collegiata sagra a il titolo di città che precedentemen-
s. Rumilo, il primo vescovo di cui te godeva, non come altri scrisse-

si abbia chiare notizie, con quin- ro , allora la dichiarò città, ciò


dici canonici con altre sette chie-
, che confermò pure Leone XII ai
se, e un monastero con educandato 2 3 dicembre del 1828, perchè tal
di monache agostiniane, unico or- titolo col tempo era andato in di-

dine regolare ripristinato dei tre menticanza. Della famosa abbazia


che prima vi erano. Conta dodici detta di s. Rumilo dal suo primo
.

FOR FOR 309


vescovo e patrono, già dell' ordine vanto di una azione che la repub-
di s. Benedetto, ora soggetta al ca- blica riputava a sé ignominiosa, e
pitolo vaticano , che vi tiene un che altamente rimproverò? E egli
vicario generale, la cui chiesa ere- a credersi che Popilio volesse per-
desi eretta sulle rovine d'un tem- petuarne memoria colla fondazio-
la

pio d'Ercole, e ricolmata di privi- ne di una città che avrebbe rinfac-


legi da Benedetto VII, Alessandro ciato a' romani la loro crudeltà, ed
HI ed altri Papi, non che da Ot- a lui slesso la propria perfìdia ?
tone III ed altri imperatori, se ne Quei popoli dopo la vittoria con-
tratta in fine di questo articolo. In seguita da Popilio Lena o Levate,
quanto alla città altri molti ponte- come altri il chiamano, gettate le
fici romani furono generosi di gra- armi si arresero al vincitore. E dun-
zie e privilegi verso d'essa, special- que a presumersi con maggior pro-
mente Giulio II, Leone X, Adria- babilità, che i liguri stessi edificas-
no VI, Paolo III, Pio IV, e Si- sero la città, e gli dessero un tal
sto V. nome in memoria del tragico av-
Forlimpopoli venne denomina- venimento. Ma sulla sua origine e
ta Popilia, o Foro di Popilio, o progresso si consultino queste ope-
Pompilio, e perciò suoi abitanti i re. Giacomo Besi, Bertinoro rimpro-
popiliesi o pompiliesi, dal suo fon- verante riflessioni sloriche sopra
,

datore di tal nome, su di che av- un discorso in difesa di Forlimpo-


vi questione, nel sapere cioè qual poli, composto da Matteo Vecchiaz-
questo Popilio o Pompilio,
fosse zani, Cesena "per il Neri 1660.
L'Ughelli néY Italia sagra toni. II, Matteo Vecchiazzani, Historia di
pag. 589 asserisce essere stato Mar- Forlimpopoli con varie rivoluzioni
co Popilio Lena, console per la quar- delle altre città di Romagna, Ri-
ta volta, che ne gettò i primi fon- mino 1647 pel Simbeni. Orazio il

damenti dopo aver debellato i li- figlio aggiunse alla parte prima il

guri, ch'egli vendette con tutte le catalogo de' consiglieri in allora vi-
loro sostanze anno 58 1 di
verso l' venti con il loro stemma. Matteo
Roma ; ma non erano
i romani Vecchiazzani, La verità difesa con-
ancora penetrati a quel tempo nel- tro Bertinoro rimproverante, rispo-
la Gallia, e non trovasi nella storia sta alle riflessioni istoriche di Gia-
alcuno di questo nome che moves- como Besi, Faenza pel Zarafagli 1 66 1
se guerra ai galli. Egli è vero che Forompopiliensi jurisdictionis, Ro-
Popilio vendette, come in pubblico mae typis Monetae 1776. E una
mercato, i prigionieri da lui fatti scrittura con quale si dimostra
la
nella guerra contro i liguri, e che contra il Besi, che sebbene Forlim-
quest'atto dispiacque sommamente popoli sia alquanto decaduta dal-
ai romani, i quali gliene fecero gra- l'antico splendore, non per questo
a i rimproveri, e lo costrinsero a ricu- deve perdere il nome di città ve-
perarli, ed a rimandarli alle loro ca- scovile.
se. La storia aggiunge che il senato Sebbene al citato e precedente
gli ordinò di uscire dalla liguria sen- articolo Forlì si siano compendio-
za dilazione, e di ritornare a Ro- samente narrati i principali avve-
ma. Quale apparenza pertanto che nimenti risguardanti Forlimpopoli,
questo console abbia voluto darsi pel legame che hanno con quelli
3 io FOR FOU
di Forlì, qui riepilogheremo con stretto abbandonarla; avendo i pom-
semplici cenni le cose meritevoli piliesi sostenuto il ribelle, e al di-
di particola!" menzione. Forlimpo- re di alcuni ucciso il vescovo fr.

poli seguA i! destino del romano Ugolino, mentre li esortava ad ar-


impero, e cadde con Ini. Grimoal- rendersi, la città fu spianata, se-
do re de' longobardi verso l'anno minandovisi il sale. Gran parte del
669 saccheggiò la città, uccise gran popolo ricov'rossi in Forlì, e la se-
parte de' cittadini, l'incendiò rovi- de vescovile fu trasferita in Ber-
nandola interamente; chi potè fug- tinoro {Vedi). Dipoi nel 1367 con-
gire si rifugiò in Forlì. Nel pon- siderando* Bartolomeo vescovo di
tificato di Stefano II detto III a- Sartina che venerando corpo di
il

vendo Pipino re di Francia li he s. Rullìi lo primo vescovo e patro-


rato questi luoghi dalla domina- no di Forlimpopoìi quivi non era
zione di Astolfo re de' longobardi, sicuro, giudicarono trasferirlo nel-
nel 7 56 restituì alla santa Sede la chiesa di s. Giacomo della Stra-
i luoghi di sua ragione, ed altri de, poi s. Lucia in Forlì, perchè
ne donò a s. Pietro, fra' quali si tal chiesa era sotto la giurisdizio-
novera Forlimpopoìi . In seguito ne deli' abbazia di s. Rufhilo di
circa l'anno ioj4 forlivesi alle ' Forlimpopoìi, e nella quale erano
istanze de' pompi liesi riedificarono le spoglie di s. Mercuriale suo com-
Forlimpopoìi. La storia pompiliese pagno in vita: veramente sull'epo-
però non ammette l'autorità di co- ca di questa traslazione gli storici
loro, che affermano essere stato dai sono un poco discordi.
forlivesi riedificato; ma pretende Ma sull'eccidio di Forlimpopoìi,
fosse solamente ristorato, adducen- e sulla pretesa uccisione del vesco-
do per ragione l'avere Forlimpo- vo, permettiamo una breve di-
ci

poìi a' tempi addietro vescovi, e i gressione. Francesco Ordelaffi nel


contribuito soccorso considerabile ai i36o fu assediato in Forlimpopoìi
ravennati in favore dell'arcivescovo dal cardinal Egidio Alboino/ lega-
nell'anno 709. I ribelli contro la to d'Innocenzo VI, il quale por
romana Chiesa nel 1 268 sorprese- vendicarsi degli Ordelaffi distrusse
ro Forlimpopoìi e Bertinoro. Nel la città, adeguandone al suolo le

1291 i Polentani disubbidienti al sagre e profane abitazioni, e so-


conte Aldobrandino ministro pon- pra seminandovi il sale, e disper-
tificio, da Vitale Bagnoli, fecero dendone gli abitanti. I principali
all'improvviso nel 1291 occupar di essi posero dimora chi in F01T1
Forlimpopoìi, non riuscendo fare come i Teodoli, i Belli, gli Artusini,
altrettanto su Bertinoro. Signoreg- gli Armuzzi, Salimbeni, ed altri:
i

giata Forlimpopoìi dagli Ordelaffi quali in Faenza, cioè i Ronda ni-


dominatori di Forlì, nel 1 33 1 fu ni, gli Avarisi, i Paganelli ec. , e
loro tolta dall'esercito del cardinal quali a Ferrara ed in Modena, (ili

legato Bertrando, e restituita nel- Spada ricoverarono in Val d'Arnio-


l'anno seguente a Francesco per ne, e furono stipite dell'attuale
convenzione. Nel cedere Forlì Fran- principesca famiglia Spada. Il ve-
cesco Ordelaffi nel i36o fu as- scovo poi, ch'era un tal Roberto,
sediato in Forlimpopoìi dal car- si rifugiò nel vicino Bertinoro ca-
dinal Albornoz, dal quale fu co- stello di sua giurisdizione, ove du-
for FOR 3n
rendogli profondo dolore per l'ec- Sinibaldo Ordelaffl signore e
cidio del suo gregge, e la rovina vicario pontificio di Forlì riedificò
della sua città, nel i36ì sponta- Forlimpopoli, ma in un giro più
neamente rassegnò il suo grado ristretto di due terzi, ciò eh' es-
nelle mani del cardinale legato di sendo terminato i38o in un nel
Urbano V, che fu pure il cardi- al recinto delle mura, Sinibaldo
nal Albornoz, come si ha dai re- vi celebrò alcune feste, aggregando
gistri vaticani. Da ciò ci pare evi- al territorio forlivese, ed accordan-
dente L'errore di alcun troppo cre- do la cittadinanza di Forlì ai pom-
dulo storico, che asserisce avere i piliesi, e fu allora che Urbano VI
forlimpopolesi in tali circostanze riconfermò alla ricostrutta Forlim-
ucciso il loro vescovo di nome fra popoli il titolo di città. Dopo la
Ugolino, mentre è fuor di dubbio, morte Cecco Ordelaffi, nel 1 4o 1
di
che questi era morto nel i35o, Forlimpopoli si diede nuovamente
cioè dieci anni avanti tal catastro- alla Chiesa, poscia la riprese Gior-
fe: e meno poterono aver com-
poi gio Ordelaffi, assediato indarno nel
messa tanta empietà nella persona i4io dalle milizie papali. Agnolo
del nominato Roberto I che in dalla Pergola nel 1 4^4 l'occupò pel
quell'epoca n'era realmente vesco- duca di Milano Visconti, in un a
vo, se questi viveva ancora nel Bertinoro; indi fu di nuovo assog-
l365, vale a dire cinque anni do- gettata dagli Ordelaffi, i quali nel
po; e a lui rinunciante venne so- i4^6 dovette consegnarla insieme
stituito Roberto li de' Resinelli , agli altri dominii al cardinal Ala-
come si rileva da una lettera del- mand legato di Martino V. Ripre-
l' Ughelli al Vecchiazzani che la in- sa dagli Ordelaffi, ad Antonio la ri-
serì nella sua Verità difesa con- tolse i436 Francesco Sforza,
nel
tro Berliiìoro rimproverante, pag. generale di Eugenio IV; ma nel
GH, e ciò dietro accurato esame 1 44 r Antonio la riprese. Dopo va-
dei registri del vaticano, e del li- rie vicende, fece parte dei dominii
bro delle provvigioni dei prelati dei Riari, e del duca Valentino,
sotto Urbano V. Dopo questa e- quando Giulio II s'impossessò del-
poca fatale a Forlimpopoli, si ri- la città e della rocca nel i5o4,
masero, come diremo, vescovi i in e nel i5o6 vi si portò in per-
Rertinoro, conservando però il ti- sona, mentre reduce da Bologna
tolo della vera loro antica chiesa nel seguente anno l'onorò un'altra
per buon tratto di tempo. In se- volta di sua presenza, fermandosi
guito vi aggiunsero anche l'altro alcuni giorni in s. Maria delle
di Bertinoro, come testifica il ci- Grazie di Forno. In seguito ne fu
tato Libelli, Italia sagra par. i, p. investita la celebre famiglia Zam-
323, 3^4, che riferisce vescovi suf- i peschi, l'ultimo de' quali Brunoro
fragane! al metropolitano di Raven- Zampeschi signore di Forlimpopo-
na nel 1647. Più tardi essi vescovi li, s. Mauro e Giovedio, mori nel
s'intitolarono unicamente di Berti- 1578. Ma la vedova sua consorte
noro, sebbene allo stesso diligente Battistina, figlia del principe ro-
Ughelli non venisse fatto di rinve- mano d. Gio. Battista Savelli, don-
nire alcuna bolla che stabilisca l'e- na virile e magnanima propo-
,

rezione di Berli noro in vescovato. stasi per modello la celebre Ca-


6 5 ,

3.2 FOR FOR


terina Sforza già signora di Forlì, Cisalpina, come anche del regno
alla testa di gente armata ebbe il italico del dipartimento del Rubi-
coraggio di resistere all'esercito ec- cone. Finalmente restituita nel 181
clesiastico portatosi per ordine di la Romagna a Pio VII (che nel-
Gregorio XIII ad occupare gli stati l'anno precedente nel restituirsi al-
di Brunoro devoluti alla santa Se- la sua sede si credeva avesse ono-
de per mancanza di successione. rato questa città di sua presenza,
Tuttavolta a mediazione dei car- per cui eransi preparate le maggio-
dinali Savelli e Farnese, Battisti- ri dimostrazioni di giubilo dai pom-
ria ottenne dal Papa la rocca, il piliesi; ma il di voto desiderio non
fìscOj ed altre prerogative a di lei ebbe effetto ,
perchè il Papa nel
vita. recarsi alla sua patria Cesena, pas-
Il Ratti nella Storia della fa- sando per Ravenna, lasciò fuori
miglia Sforza, parlando a pag. 3 1 Forlimpopoli), ritornò sotto la do-
e 34i della parte li della fami- minazione della romana Chiesa.
glia Savelli, osserva die Battistina La fede in Forlimpopoli sembra
non aveva tutti i torti di preten- predicata ne' tempi apostolici da
dere sull'eredità del marito. Dap- s. Apollinare discepolo di s. Pietro.
poiché non solo era stata lasciata S. Ruffillo la sua
greco di Atene, per
erede universale del medesimo, nel modestia da fanciullo fu dai
fino
caso che non avesse avuto figli 6uoi compagni chiamato il vescovo;
maschi, purché vivesse in istato ve- in pellegrinaggio si recò a Roma
dovile; ma con un moto -proprio ove colle sue virtù acquistò tanto
di s. Pio V de' g giugno i5ji gli credito, che dal Pontefice s. Silve-
era stato concesso governo e la ren- il stro I verso l'anno 33o fu creato
dita di Forlimpopoli sua vita duran- vescovo pompiliese, ove recatosi con-
te, sopravvivendo al marito; e ciò vertì molti gentili alla fede, facen-
tanto pei meriti di Brunoro, quan- do altrettanto nei dintorni. Il tem-
to principalmente per quelli di An- pio d' Iside lo ridusse in chiesa per
tonello Zampeschi di lui padre, e onorare il vero Dio, e la B. Ver-
rispettivamente suocero di Battisti- gine Assunta in cielo sotto il pa- ,

na, che tra gli altri servigi presta- trocinio del principe degli apostoli
ti alla Sede apostolica nel pontifi- s. Pietro. Nell'anno 359, con S- ^bsr-
cato di Paolo III, somministrò al- curiale vescovo di Forlì, s. Ruffillo
la medesima dieci mila scudi d'oro intervenne al concilio di Rimini, e
del sole per la guerra contro il con ecclesiastico zelo vi difese la
turco. I beni di Battistina esistenti credenza apostolica, e poscia santa-
in Romagna passarono al principe mente morì a' 5 luglio dell' anno
d. Paolo Savelli, che nel 1623 ai 383. Il secondo vescovo di Forlim-
28 gennaio li vendette per scudi popoli fu Grato, che fiorì nel 4^4i
settantacinque mila al cardinal Cap- indi gli successe Sabino nel 494 5

poni. Così Forlimpopoli ritornò pie- poi Agello che intervenne al con-
namente al paterno regime de'som- cilio romano celebrato dal Papa
mi Pontefici, cui fu tolto quando s. Simmaco l'anno 5oo, e quei ve-
nel 1797 i repubblicani francesi scovi che riporta l' Ughelli loco ci-
invasero la Romagna, facendo par- tato: qui faremo memoria de' più
te della repubblica Cispadana e distinti. Stefano che fu al concilio
,,

FOR FOR 3i3


provinciale di Ravenna del 649 ;
posito potè rinvenire l'Ughelli tanto in
Giovanni fiorito nell' 898, che fu ciò giustamente interessato. Sembra
presente al concilio celebrato da piuttosto ch'essi Pontefici approvas-
s. Nicolò I ; Guinicino del 980 sero la traslazione della sede di
sotto del quale il Papa Benedetto Forlimpopoli in Bertinoro, giacché
A II emanò un diploma in favore a lungo questi vescovi mantennero
dell'abbate di s. Ruflìllo; Sergio fio- il titolo solo della prima sede, co-
rito ne' primi anni del secolo XII, me è dimostrato più sopra. Sicco-
imo de' principali benefattori del- me poi la chiesa di Bertinoro fu
l' abbazia di s. Ruflìllo ; Ausarico unita a quella di Sarsina ( Vedi') ,

del 1 i52, e Gregorio suo successo- a questo articolo nomineremo gli

re; Guelfo Belmonti eletto nel i2o3, altri vescovi. Passiamo ora a dare
ed Ubertello che il successe ; Desi- alcuni pochi cenni intorno all'ab-
gnato che nel i25i alloggiò nella bazia di s. Buflìllo.
vigilia de' ss. Simone e Giuda il Essendosi dalla pietà dei ricono-
Pontefice Innocenzo IV reduce dal- scenti pompiliesi eretta fuori delle
la Francia Almerico camaldolese
; mura della città, sulle rovine d'un
abbate di Classe, promosso nel 1262. antico tempio d'Ercole, una chiesa
Peppo Ordelaffi eletto dal capitolo al -loro s. Ruflìllo, ove far deporre
di Forlì , non fu riconosciuto da le sagre sue spoglie mortali, fu pen-
Bonifacio VIII, indi scelto a proprio siero del vescovo Fortunato di affi-

vescovo dai pompiliesi venne egual- darne la monaci benedet-


cura ai
mente rigettato da Benedetto XI, il tini che quivi nel 582 fondarono
quale in vece creò vescovo di For- una loro abbazia. E questa col tem-
limpopoli nel 3o4 fr. Pietro del- 1 po, e pei privilegi e donazioni di
l'ordine de' minori , succedendogli tanti Pontefici , e specialmente di
Pietro abbate di s. Ruflìllo; Ugoli- Benedetto VII, di Alessandro III, e
no Gabrielli di Gubbio che nel , poscia di Onorio non che dei III ,

i323 ebbe in successore fr. Ugoli- vescovi locali Giumizio, Onesto,


no domenicano, traslato dalla sede Sergio ed Ubertillo come anche ,

vescovile di Sinigaglia dopo Ugo- ; degli imperatori Ottone III del 995,
lino per molti anni governò la dio- ed Enrico V del 1 1 1, che nel
1 loro
cesi il vescovo Roberto, sotto di transitare per Forlimpopoli abita-
J
cui r Ughelli pone l'eccidio della rono presso que monaci e ne ser-
città spianata al suolo, per cui ri- barono sempre affettuosa ricordan-
fuggitosi il vescovo in Bertinoro za, crebbe a molta ricchezza non
morì nell' afflizione l' anno 1 364- solo di beni temporali, ma fu ezian-
Sotto fr. Roberto de Resinella, ere- dio conferita ai suoi abbati giuris-
mitano di s. Agostino, seguì coll'au- dizione episcopale in molta parte
torilà del Pontefice Urbano V , e dell' in allora vastissima diocesi ,

del successore Gregorio XI ì' ere- che si estendeva fino agli Apenni-
zione della chiesa vescovile di Ber- ni , non che in tanta parte della
tinoro, coli' unione di questa di città , ove pur ebbero cura d'ani-
Forli inpopoli. Veramente si dubita me; il che si rileva dalle bolle
che Urbano V, Gregorio XI ed Ur- de' ricordati Pontefici, e dai diplo-
bano VI abbiano eretto il vescovato mi dei memorati imperatori. Do-
di Bertinoro, e niuna bolla in pro- po la riedificazione di Forlimpopo-
3i4 FOU Fon
li del i38o, per opera di Sinibal- postolica di cinquanta mila ducati
do Ordelaffi ritornarono anche i d'oro, che in varie epoche, e col
benedettini, ed eressero il loromo- frutto del cinque per cento avea
nistero ed il tempio a s. Ruffillo somministrati pei bisogni dell' era-
sulle rovine della cattedrale che lo rio pontificio (che altri fanno de-
da tempio d'Iside aveva
stesso santo bitore de! capitolo di soli quaran-
convertito onore pure
a chiesa in ta mila ducati d'oro), il Pontefice
dell'Annunziamone della B. Vergi- Pio IV, ottenendo dal capitolo la

ne. Fino ad un secolo circa dopo rinunzia suo credito, in compen-


al

tale epoca si trova sempre men- so l'investì in perpetuo dell abba-


zione del mouistero e dei monaci; zia e commenda di s. Ruffillo di

ma da indi in poi non si rinviene Forlimpopoli, alla quale aveva ri-

più parola di essi , ma sihbene di nunziato il commendatario Ales-


commendatori dell' abbazia di s. sandro Ruffini vescovo di Melfi.
Ruffillo, fra i quali nel 1^65 d'un Questa investitura al capitolo va-
Tommaso Aste vescovo anche
dall' ticano Pio IV la fece coli' autorità
di Forh sua patria, che incorporò della Insnpcr eminenti di-
bolla
nella propria diocesi la parrocchia gnitatis Apostolicae specula ema- ,

di s. Giacomo in Strada dentro For- nata a' 20 giugno 564 la q i,fd 1 >

lì, di pertinenza già di questa ab- bolla si conserva neh' archivio del-
bazia , e dove era stato traslato il la basilica vaticana , in un alle

venerando corpo di s. Ruffillo; di carte eh' erano appartenenti all'ab-


un Ascanio Raffini patrizio roma- bazia. In detta bolla non si fa pa-
no vescovo di Melfi, che nel i52i rola del trapasso dell' abbazia dai
eresse campanile dell'abbazia; del
il monaci benedettini ai commenda-
cardinal Alessandro Farnese, che tari
, solo si dice quanto accennam-
fu poi il Papa Paolo III, e ch'era mo sul credito del capitolo, rasse-
anco protettore della città: il no- gna di Marino ad Alessandro, e
minato Ruffini dall' Ughelli è chia- rinunzia di questi, dichiarandosi pe-
mato Marino, lo dice affine di Pao- rò dal Pontefice, che l'abbazia da
lo IH, prelètto della Mole Adriana regolare la ridusse a secolare: e
o Castel s. Angelo di Roma, ove qui noteremo che Alessandro Ruf-
morì nel i548. Marino aveva ras- fini avendo pure nel i5y4 rinun-
segnato suo fratello Alessandro
al ziato al vescovato di Melfi, Grego-
Ruffini l'abbazia di Fori im popoli ,
rio XIII lo nominò canonico della
eri il Papa aveva fatto questi coa- basilica di s. Pietro. Con tale dis-
diutore con futura successione al posizione di Pio IV il capitolo va-
precedente nella sede di Melfi, di- ticano venne in possesso deità giu-
venendone vescovo effettivo alla risdizione quasi episcopale di quella
morte del predetto Marino. metà di Forlimpopoli che fu già
Mentre dunque era abbate com- degli abbati e dei commendatari di
mendatario di s. Ruffillo il vesco- s. Ruffillo, mentre l' altra spettava
vo di Melfi Alessandro Ruffini ro- ai suoi vescovi in Rertinoro. Que-

mano, parente di Paolo III, sicco- sta circostanza di due ordinari iri
me il capitolo della patriarcale ba- una stessa sola ristretta città era
silica di san Pietro in Vaticano, cagione di molti inconvenienti ed
andava creditore della camera a- imbarazzi, per cui il Pontefice Pio
1 Oli I -OR 3i5
% li, con bolla de' 5 novembre 1816, «liliali Casoni, Braschi nipote di Pio
unì alla diocesi nullità la parte di VI, Fontana, e De Gregorio, i cui
città soggetta a Bertinoro, cóntro nomi fanno splendore al sagro col-
un compenso di parecchie parroc- legio, il vollero per intimo segreta-

chie di campagna, dal capitolo va- rio, uditore, consigliere, e confiden-


ticano a quel vescovo accordale. La te, essendo personaggio di maturo
bolla di Pio VII incomincia con consiglio, e di sperienza felice nei
queste parole: « In supremo A po- più. gravi affari. Il regnante Pon-
ti itolatus fastigio ex omnipotentis tefice Gregorio XVI da moltissimi
-•' Dei benigni tate immerentes
licct anni ebbe col canonico benevola
" constiluli legittima Ecclesiarum o- amicizia, e grandemente lo stima-
m mnium jura vindicari adigimur, ac va ; ed io mi vanto di avergli pro-
> prolueri, ne prava caeterorum ma- fessato servitù fino dalla più tenera
» cbinalione aut alterius commen- età, e di avere poscia appreso dal-
•> tatione fallaci non sine ammarimi le sue frequenti ed affettuose istru-
•' discrimine turbealur -•>. Di pre- zioni, non comuni nozioni riguar-
sente questa diocesi nulli us t oltre danti la nobile arte del segretario,
Forlimpopoli tiene nella sua giu- nella egli al suo tempo
quale forse
risdizione ancora la grossa e ricca tenne primo posto in Roma, ove
il

terra di Meldola, di cui parlammo fu assai compianta la sua perdita


all' articolo Forlì, e altre sei par- quando morì nel i833. Essa destò
rocchie, con una popolazione in tristezza profonda nell' amato e de-

totale di circa dodici mila anime. gno suo fratello il cav. Giuseppe
,

Diremo per ultimo, che di non Righini allora presidente del tri-

pochi uomini di rinomanza in ar- bunale prima istanza in Came-


di

mi, in scienze, e in lettere si glo- rino, ove per due anni fu pro-de-

ria Forlimpopoli , e fra essi più legato sotto Pi'o VII; e dipoi sotto
specialmente come di rinomati ca- Leone XII e Pio Vili luoaotenen-
o
pitani, oltre i ben celebri Zampe- te, riconosciuto mai sempre per in-

sebi,, anche di due Mignani, di un tegerrimo magistrato. Egual dolore


Agostino Mazzolini, dei due Giro- provò il cugino e concittadino Lui-
lami e Antonio Briganti, di un Gia- gi Righini, d' animo grande e be-

como Ricci Spazzoli ed altri. E nefico, vero genio nell' esecuzioni

nelle scienze ebbe chiari un Maz- più difficili dell' arte di edificare,
zolini fisico, un Vecchiazzani, un per cui meritò la grazia ed onore-
Camillo Uccellini eletto vescovo di voli commissioni dal celebre cardi-
Parma, e morto mentre avviavasi a nal Consalvi segretario di stato di
Roma per esserne consagrato. Fe- Pio VII nel pontificato di questo,
ce pure onore a questa patria il ed il sullodato Gregorio XVI lo
canonico dell' insigne chiesa e basi- propose alla cura dei lavori di ma-
lica di s. Maria ad Martyrcs o nutenzione e grandi riparazioni dei
Pantheon di Roma, d. Benedetto magnifici stabilimenti del Vaticano.
Righini (allievo e nipote del cano- Finalmente per ultimo faremo
nico d. Paolo Ossio di ancor viva menzione distinta del dottissimo ca-
memoria ), non solo per specchiata maldolese monsignor Albertino bel-
vita ecclesiastica, somma prudenza, lenghi arcivescovo di Nicosia , che
e vaste cognizioni, ma perchè i cai ebbe i natali in Forlimpopoli a'9.4
2

3i6 FOR FOR


settembre 17^8, come risulta dal- quilli i suoi giorni, la morte con
la fede battesimale della chiesa dispiacere universale li troncò a' 1
parrocchiale ed abbaziale di s. Buf- marzo i83g. Fu tumulato nella
filo, essendo stato il di lui primo cappella Salviati della celebre chie-
nome Filippo. Di questo egregio sa di s. Gregorio al Monte Celio
prelato ci diede una bella detta- , de' camaldolesi, e per le cure del
gliata ed interessante biografia il p. d. Ambrogio Bianchi abbate ge-
eli. cav. Francesco Fabi Montani, nerale di essi, ed ora cardinale, gli

che col novero delle di lui molte fu eretta onorevole e meritata iscri-
opere pubblicate, e somigliante ri- zione marmorea, che pur si legge
tratto, inserì neh' Àlbum, giornale nella ricordata biografìa. Il suo no-
letterario di Roma, distribuzione X me sarà sempre chiaro e conosciu-
del i83g, non che negli Annali to dai dotti, per le molte opere
delle scienze religiose, nei fascicoli da lui scritte, nelle quali ebbe o-
di settembre ed ottobre del medesi- gnora in mira o la religione, o la
mo i83g. Il Bellenghi appartenne pubblica utilità, siccome fornito di
a famiglia antica, civile, e possi- singolare e vasta erudizione d'ogni
dente di Forlimpopoli, ma siccome genere; profondo nelle teologiche
il di padre Francesco si trasfe-
lui discipline, nell'archeologia sagra e
rì in seguito a Forlì, dove apri profana, come nelle scienze natu-
casa, e fermò domicilio cosi fu , rali. Appartenne a quindici acca-
detto forlivese monsignor Bellen- demie, nelle quali lesse parecchie
ghi. Divenne egli non solo abbate dissertazioni e ne fu vero orna-
,

di governo della rispettabile con- mento. Lasciò moltissimi manoscritti


gregazione camaldolese, ma anche di varie materie, de'quali in un alla
vicario generale, e procuratore ge- collezione delle sue opere stampa-
nerale ; e del 1 isorgrmento di essa te, ed a tuttociò che possedeva, ne
dopo le note politiche vicende, ed fece donativo al monistero di s.
anco per altro, fu perciò beneme- Biagio in Fabriano di cui era sta-
rentissimo dell'ordine suo. Meritò to abbate. Ammiratore dalla più
quindi di essere fatto per nomina giovanile età delle virtù e del ra-
pontificia consultore di varie con- ro venerando uomo,
sapere di sì

gregazioni cardinalizie, e presidente ed onorato sempre di sua benevo-


del collegio filosofico in Peonia. Leo- lenza , mi sia graziosamente con-
ne XII lo elevò al grado arcivesco- donato se alquanto mi diffusi in
vile, nominandolo con ampie fa- questo cenno.
coltà delegato e visitatore aposto- FORMA. Sede episcopale della
lico nella Sardegna per riordinar- Mauri liana Cesariana, nell' Africa

vi la disciplina dei regolari ; inca- occidentale, sotto la metropoli di


rico che esercitò con zelo e pru- Cirta, presso la città d'Idcirca, For-
denza. Nel t 83o Pio Vili lo man- inenses ad Idcircam. Si conoscono
do a Forlì per vicario e visitatore tre vescovi: Urbano; Giusto, che
apostolico di quella diocesi ; ma morì nel 4 1 l mentre recavasi alla
mentre per annuenza del medesi- conferenza di Cartagine, alla quale
mo Papa che regna, già suo anti- in sua vece sottoscrisse Marziale
co ed alfettuoso compagno di vita vescovo d'Idcirca ; e Politicano, uno
monastica, in Roma viveva Iran- de' vescovi di Numidia esiliati da
FOR FOR 3i 7

Unnerico re de' vandali nell' anno sistente: « Super eo pluviale tem-


484. m pori congruum, sine tamen for-

FORMA. Sede episcopale della » malio ad pectus. " Il formale dei


Mauri tiana Cesariana , nell'Africa vescovi consiste in un fermaglio,
occidentale , chiamata Forma di ciarpa, bottone, o fibbia per chiu-
Missore, Formenscs Missoris, dal dere sul petto le due parti del pi-
nome del suo vescovo Missoreo viale. Si sogliono fare di piastra di
Messore. Questo vescovo è uno di metallo inargentato o dorato, di ar-
quelli di Numidia esiliati dal re gento e di oro , con una o più
de' vandali Unnerico, dopo la con- gemme o con bassorilievi rappre-
ferenza di Cartagine. Ritornò Mis- sentanti qualche sacra immagine. In
sore nella sua sede l' anno 5i5 ; Roma i vescovi non sogliono usar-
fu egli altresì primate di Numi- lo , meno, come diremo, sei car- i

dia, e ricevette diverse lettere da dinali vescovi delle chiese suburbi-


Bonifacio di Cartagine riportate carie, che ne fanno uso uniforme.
dall' Arduino, Concil. tom. II, pag. Non appartiene al prete assistente

1072; e negli atti del concilio di tale ornamento, perchè non è or-
Cartagine leggonsi varie sue let- namento semplice, ma misterioso,
tere a Bonifacio, assai importanti. figurando 1' antico razionale del
FORMALE. Gemma o lamina sommo sacerdote degli ebrei, e pe-
d' oro o di argento gemmata, la rò ne' rituali antichi, come si è det-
quale portano il Papa e vescovii to, venne chiamato Rationale. Cosi
nel petto, dove si ferma ed affib- il sommo sacerdote antico vestiva
bia il Piviale (Fedi). Il Macri nel- prima la veste di lino, indi la to-
J
la Notizia de vocaboli eccl., verbo nica di giacinto, sopra questa il so-
Formalium, dice che fu pur chia- praumerale, ed appresso il raziona-
mate Firmale o Firmaculum per- ,
le, che al sopraumerale si attene-
chè esso allude al razionale dell'an- va, su di che è a consultarsi s.

tico sacerdote, il perchè in alcuni Tommaso nella prima della 2, que-


antichi rituali viene chiamato Ra- stione 102, art. 5. V. Efod ove
tionale. Pompeo Sarnelli nel tomo parlasi del razionale.
HI delle sue Lettere eccl., lettera Il sommo Pontefice sino al de-
XXV, Del gioiello pettorale, che u- clinare del secolo passato usava tre
sano i vescovi adoperando il pivia- formali, cioèil formale usuale, nei
le, aggiunge che il Cerimoniale dei tempi che diremo parlando di quel-
vescovi chiama questo gioiello Pe- lo di Clemente Vili, il formale pre-
ctorale a riguardo del sito in cui si zioso, ne' tempi che diremo descri-
pone, dicendosi nel lib. II, capo I : vendo quello di Cosimo I, ed il for-
» Episcopus, etc. capiet sacra in- male preziosissimo di Clemente VII,
» dumenta, videlicet, amictum, al- nei vesperi pontificali, e nel recar-
« barn, cingulum, crucem pectora- si a celebrare solennemente la mes-
» lem, stolam a collo pendentem, sa, deponendolo col piviale dopo
« deinde pluviale cuna pectorali in essersi cantata l'ora di terza : al
>» conjunctura iilius, etc. " Quindi letto paramenti glielo mette il
de'
rileva che si chiamò Formalium cardinale primo diacono, e se ivi lo
dalla voce toscana fermaglio, lib. I, depone glielo leva lo stesso cardinal
cap. 7, laddove parla del prete as- primo diacono; al trono dopo l'ora
3i8 FOR POR
di tei-za il formale viene levato al d'oro, con lamine d'oro e
il legò
Papa dal cardinal diacono mini- d'argento iu cui ciano con finissi-
stranie. I cardinali suburbicari, che mo lavoro scolpiti i quattro dolio-
com'è nolo sono sei, quando nel- ri della Chiesa; del qual diamante
le cappelle pontificie assumono il soleva valersi il sommo Pontefice
piviale, usano il formale, il quale ne' solenni pontificali. Fedi il Tira-
formasi di tre pigne in linea per- boschi tom. X, pag. 3 12, nelle
pendicolare di metallo coperte di giunte al toni. II, par. Ili, pag.
perle orientali. Micbiel Lonigo, Del- 46o. Il Cancellieri nella Descrizio-
le vesti purpuree de cardinali ec, ni di tre pontificali, riporta la sto-
Venezia 1 6-23, a pag. 3i, dice che ria del formale preziosissimo, che
i cardinali assumono i paramenti Clemente VII lece fare al celebre
sagri bianchi, rossi e paonazzi nei Benvenuto Cellini. Rappresentava il
tempi che noia, e che i vescovi Padre Eterno sedente, sopra un dia-
cardinali suburbicari portano i plu- mante di tondo di 36 grani, cui 1

viali con il pastorale o formale di fingevano di sostenere vari angelel-


oro, coi trenodi di perle: da ciò si ti e cherubini fra due zaffiri orien-
apprende altro nome, come fu chia- tali di rara purezza, e due balasci
mato il formale ed altra forma , orientali con varie gioie. Il detto
dell'ornamento triplo A di perle. Vasari nella vita di tale artista,
pag. 32, come noi pure notammo nel descrivere questo bottone da pivia-
altrove, riferisce che anticamente ai dice che oltre il pagamento ebbe in
le,

vesperi solenni tutti i cardinali, ve- dono da Clemente VII l'ufficio di


scovi, preti e diaconi portavano i una mazza, cioè il posto di maz-
piviali del colore conforme al tem- ziere pontificio, che allora rendeva
po ed alla festa corrente. La più più di duecento scudi V anno. Fu
antica memoria del formale usato tanta la fama del merito di questo
dai romani Pontefici, è quella che lavoro, che 1' imperatore Carlo V
si legge nella vita di Lorenzo Gili- portatosi in Roma sotto il succes-
berto presso il Vasari, il quale nel sore Paolo III disse al Cellini, co-
tom. 78, File de' pittori, scul-
II, p. in' egli stesso narra nella sua cu-
tori ec, narra che Giliberto fece a riosissima vita, aver veduto quel
Martino V del 1 4i 7 un bottone bottone del piviale di Papa Cle-
d oro, che quel Papa teneva nel mente VII, dove avea falle tante
piviale, con figure tonde di rilievo, mirabili ligure. Questo formale fu
e fra tutte gioie di grandissimo guastato per ordine di Pio VI nel-
prezzo, essendo cosa molto eccellen- le lagrimevoli vicende in cui tro-
te. Il medesimo bottone è espresso vossi lo stato pontificio nel decli-
nel piviale della sua medaglia, ri- nar del secolo passato. Quando s.

portata Bonanni Numism.


dal p. , Pio V nel 1 569 dichiarò e coronò
Pontificum Rom. tom. I, p. 3. Am- granduca di Toscana Cosimo I ,

brogio Teseo racconta che il Cara- fra i regali offerii a quel Papa, e
dosso non avea l'eguale nella co- da lui disposti in vari bacili d'o-
gnizione delle gemme e pietre pre- ro, era vi pluviale formaho cani
ziose, e che avendo Giulio II ac- pretiosiisinto cum adamantìbus ma-
quistato un diamante pel prezzo di gnae aestiniatioiiis. Aveva due fi-
ventiduemila e cinquecento scudi gure d' 010 di Adiamo ed Eva, che
FOR I OR 319
«[elidevano le mani in alto di pren- dire nelle domeniche di quaresima,
dere il pomo vietato, e col nome ad eccezione della IV, in quella,

di Gesù Cristo in lettere gotiche, dell'avvento meno la 111, e nelle


tutto ornato di diamanti, rubini, e funzioni deve usarsi tal mi-
in cui
perle orientali all' intorno. Questo tra ; usa inoltre
il formale con le
formale chiamato il prezioso 1* u- perle nelle cappelle di esequie. Esso
sarono i Papi sino ed inclusive a è formato di una piastra ovale di
Pio VI in tutte le solennità, ma metallo dorato avente intorno l'or-

custodivasi con quello preziosissimo nalo di un perle, e di una guida


in Castel s. Angelo, coi triregni, e di fiondi di vite con grappoli d'uva,
colle mitre preziosissime : cjuesto e in mezzo tre pigne dello stesso
formale prezioso si adoperava dal metallo coperte di perle, le quali
Papa in tutte le solennità in cui pigne sono situate in forma trian-
portava la mitra di tela d' oro, golare. Il formale comune adope-
cioè in quelle non pontificali, in cui iasi dal Pontefice nelle altre fun-
si usava il preziosissimo, mentre le zioni, eccettuati i vesperi e messe
altre eccettuazioni le andiamo a pontificali in cui si usa il formale
dire nel descrivere il formale usua- prezioso. 11 formale comune consi-
le. Clemente Vili del 1-^92 fece ste una piastra di metallo do-
in
fare un formale detto usuale tutto rato, di forma ovale, decorato di
d' oro con un ramo d' olivo dello un perle, e di una guida di fion-
stesso metallo, smaltato di verde, che di di vite con grappoli d'uva, es-
serviva di ornamento, e circondava sendo scolpito nel mezzo sotto fi-
tre pigne grosse, composte di perle gura di colomba raggiante lo Spi-
orientali, (ormate in forma trian- rito Santo tra raggi, e la gui-
: i

golare, a differenza del formale dei da di frondi souo disposte in giro


cardinali vescovi suburbicari , che dodici pietre preziose, cioè rubini,
come dicemmo portano le tre pi- smeraldi ed amaliste Il formale .

gne ili perle in linea perpendico- prezioso che si usa dal Papa iu
lare. Questo formale Clemente
di tutti i vesperi e messe pontificali,
Vili nel 1781 iu rinnovato da Pio e in qualche altra solennissima
VI per usarsi nelle funzioni meno funzione dev'essere uno dei dodici
solenni, come nelle domeniche di formali, che possedeva il palazzo
quaresima tranne la IV, nella pri- apostolico o sagrestia pontificia a-
ma, seconda e quarta dell'avvento, vanti le accennale vicende politiche,
e nella commemorazione de' fedeli giacché nel di dietro ev'vi scolpilo
defunti, e iu tutte le ailre di ese- la Vergine del Rosario, e le
B.
quie e funerali. immagini di s. Domenico fondato-
Al presente il Papa usa tre for- re dell'ordine de' predicatori, e di
mali, cioè quello con le perle, il s. Filippo Neri fondatore della cou-
comune ed il prezioso, non essen- gregazione dell' oratorio, tutti pro-
dovi più alcuno de' suddesci itti : i tettori di Benedetto XIII, e perciò
formali hanno nella piastra di den- fatto sotto il di lui pontificato, e
tro due grandi uncinelli, i quali da lui uso; essendovi altresì scol-
servono per fermarli sul piviale. piti il cane e la torre, la rosa e
Quello con le perle lo usa quando le sbane, slemma dei domenicani
assume la mitra d'argento, vale a cui era egli appartenuto, e della sua
3ìo FOR FOR
casa Orsini, confermandolo l' iscri- minò secondo il libro pontificale,
zione: Anno Domini MDCCXX1X. che niun vescovo chiamato in Ro-
Questo formale prezioso di argento ma e ritornato nel suo vescovato,
doralo, rappresenta nel centro di vi fosse ricevuto senza presentare
una piastra cesellata ad arabeschi al popolo le Lettere apostoliche
in rilievo, lo Spirito Santo in for- (Fedi) chiamate formate, colle qua-
ma di colomba, abbellito di pietre li significavansi e mantenevausi l'u-
e gemme preziose, cioè di amatiste, nità della fede e e scam-
il mutuo
acque marine, smeraldi, giacinti, bievole amore capo e le
fra il

rubini ed altre gemme. Questo membra della Chiesa: aggiunge il


formale si ricuperò dalla eredità medesimo Novaes che furono dette
del cardinal Giuseppe Albani mor- formate o dal loro sigillo, o dalla
to nel 1 834- particolare forma con cui seri ve vasi
FORMATE. Lettere, litlerae for- ad impedire ogni frode. Il Rinaldi,
matele, che Macri nella Notizia
il Annali eccl., parla di queste lettere
de vocaboli eccl. dice pure chia- all'anno 142, num. 6, 7 ; ed al-
mate Cotnnauiicatoriae,o Canonicae, l'anno 3i5, num. 162 riporta
con le quali si mostrava la comu- (pianto su di esse ordinò il conci-
nione ed unione colla Chiesa e ; lio di Nicea,
per provvedere alla
dai greci nominate Pacificae, e loro idoneità, ed alle astuzie degli
da altri Ecclesiaslicae. Di queste eretici, dicendo che l'epistola chia-
parla Ottato Milevitano, dicendo: mata formata prese tal nome co-
Cam quo nobis totus orbiscom- me simbolo di comunicazione cat-
mercio formaturum in una com- tolica il contenuto. Indi spiega
munioiiis societate concordat, lib. i perchè dal concilio fu stabilita la
contra Parmen. Delle lettere for- formola colle parole narrate dal
mate parla pure s. Agostino, quan- Macri, dicendo che le lettere gre-
do scrive Quaerebam utrum epi-
: che iniziali dovessero essere quelle
slolae communicatorias, quas for- del Padre, del Figliuolo, e dello
mata* dirimila possent, quo vellent Spirito Santo per significare la ss.
dare. August. epist. i63. Erano Trinità contro gli ariani, e che la
chiamate queste lettere formate, prima del nome Pietro per deno-
cioè sigillate, coma dichiara la Glos- tare, che nella sede di s. Pietro
sa vaticana antica. La forinola di dimora il principato di tutta la

queste lettere fu prescritta dal con- Chiesa cattolica, per cui provavasi
cilio Niceno I e pubblicala da At- esser vero cattolico quello il quale
tico vescovo costantinopolitano, re- era unito per comunione col Papa
gistrata nel fine del concilio Cal- successore del principe degli apo-
cedonese, nella quale al principio stoli. Ed
ancora con quattro altre
di lettera ponevano queste pa-
si lettere greche s' indicavano i nomi
role : Pater, Spiritai San-
Filìus, della persona che scriveva di ,

ctus, Petrus, nominando il principe quello a cui si scriveva, dell' al-


degli apostoli per riverenza della tro su cui scriveva, e del luogo
Sede romana, secondo il Baronio, da cui si scriveva. A dichiararsi
su di che non conviene il citato meglio aggiungeremo che si pren-
Macri. Il Novaes nella vita di s. deva la prima lettera di chi scri-
Sisto I del i32, dice che deter- veva l'epistola, la seconda di colui
FOR FOR 3ai
cui si scriveva, la terza da chi la i latini formate, posero alla tortu-
riceveva, la quarta della città don- ra la critica dei dotti dell'ultimo

de si scriveva, e il numero dell' in- secolo; e che oggi però da tutti si

dizione corrente; e colla somma conviene eh' esse deducano il loro


dei numeri corrispondenti a cia- nome dal tipo o dalla forma del
scuna delle lettere greche inserite sigillo , che v' è impresso. Anche

nella formata, e nel fine ponevasi l'abbate Zaccaria nel suo Onotna-
Amen. 1 quattro caratteri , cioè sticon deriva dal suggello la de-
Padre, Figlio e Spirilo Santo, Pie- nominazione delle formate; è vero
tro, e YAmen non si dovevano mai che forma dicevasi qualunque im-
mutare; ma gli altri significanti i magine dipinta o scolpita , come
nomi di chi scriveva, di chi por- l'usò Onorio Auguslodonense , co-
tava la lettera, di chi la riceveva, sì forma appellavasi anche la figu-

del tempo ch'era scritta, e del luo- ra o tipo che imprimevasi sulle mo-
go dond' era scritta la formata ,
nete e suggelli, vedendosi in più leg-
mutavansi secondo le occasioni del- gi, formar le mo-
scrive Maffei, che
le persone diverse, de' luoghi, e nete valeva Tutta volta for-
effigiarle.

de' tempi. Trovò il concilio JViceno mata non si disse la moneta, bensì
questa nota Pater, Filius, Spiritus pecunia. Riflette il eh. Marini, che
Sanctus, Petrus, Amen, ad imita- se tante ecclesiastiche lettere da tut-
zione degli imperocché
apostoli ; to altro trassero il loro nome che
s. Paolo soleva aggiungere alle sue dal suggello, perchè le sole forma-
epistole Gratta Domini ec. ; e s.
: te lo avrebbero dedotto, che furo-
Ignazio : Amen, Grada. no una medesima cosa delle dimis-
Ma l'erudizione e la critica colla sorie , dette apolitiche nel canone
quale ha scritto sulle lettere for- XVII del concilio di Trullo, delle
mate monsignor Marino Marini nel- commendatizie ossia sistatiche, del-
la sua dottissima dissertazione inti- le pacifiche ossia ireniche e delle
tolata: Diplomatica pontificia, è ta* comunicatone? Anzi scriveva il me-
le da potersi congetturare dai se- desimo Maffei che a specie di ec-
guenti cenni che dalla sua opera clesiastici diplomi possono anche ri-

ricavammo. 11 Maffei nella Storia dursi l'epistole formate; e Sandini


diplorn. pag. 8g, scrive che dai sug- disse che le formate furono pur
gelli ebbero nome di formate le chiamate canoniche, comunicatone,
lettere per l'uso di autenticarle con ecclesiastiche e pacifiche; e questa
bollo o sigillo in cui erano figure; medesimezza delle formate con al-
derivando la parola formate da for- tre lettere fu riconosciuta da pa-
ma. Diversi autori ne' loro lessici recchi autori. Cosicché se alcuna
tanti altri significati danno alla vo- differenza le distingueva fra esse,
ce forma, che come sarebbe ridico- consisteva nel nome , in qualche
lo volere da alcuni di essi trarre espressione, ed in ciò che le com-
l'origine delle formate , cosi è in- mendatizie, le dimissorie, le forma-
certo, o anzi di quasi niun fonda- te si rilasciavano ai soli chierici e
mento,, debbasi dedurre dall'imma- a persone di maggior distinzione :

gine impressa ne' sigilli. I Manritti lis solis personis quae honoratiores
scrivono che le lettere ecclesiastiche, sunt praeberi oporlel, come prescri-
che i greci appellano canoniche e ve il canone XI d' un concilio del
vol. xxv. 21
322 FOR FOR
45 1 ; e le altre a tutti in testimo- unàm epistolam formatam habeant,
nianza della fede che professavano, sicut supra dictum est; mentre i
e della pace che aveano col pro- chierici dovevano almeno presentar-
prio vescovo. Per conseguenza le ne cinque. Si distingue dunque la
formate, che furono una cosa stes- formata dalle lettere sigillate; ne
sa di quelle lettere, non ripetono si allude nella glossa ai primi tem-
il loro nome dall'impressione del pi delle formate. Dopo avere il Ma-
sigillo, ma dall'affare su cui versa- rini parlato perchè le leggi e le
vano, dal fine a cui erano dirette, epistole degl' imperatori si appellas-
dalle persone e particolari circostan- sero forme, conchiude che le for-
ze che le qualificavano, concluden- mate cosi denominaronsi, sia che
do il prelato Marini, che le forma- si scrivessero con certe e stabilite

te neppure debbono trarlo, ma dal- formole; sia fosse in esse la for-


le formole, dall'argomento e dal mola ovvero simbolo alla fede che
fine proposto. si professava.
Sirmondo però scrive nelle Glos- Il Pontefice s. Gelasio I scrisse

se vaticane, Formatam epistolam, a Lorenzo vescovo di Macedonia :

s' interpreta sigillatavi , quale


del quia mos est Romanae Ecclesiae
sentimento è il citato Zaccaria; ma sacerdoti noviler constituto formam
il Garampi nella dissertazione sulle fidei suae ad sanctas Ècclesias
lettereformate recitata alla Miner- praerogare. Niuno credè mai di
va nel I747> nell'accademia del p. poter essere vero membro della
Mamachi , dice non doversi fare cattolica Chiesa, e per tale rico-
gran caso di quelle glosse, perchè nosciuto, ove non godesse di una
ignora a qual tempo appartenga- perfetta comunicazione colla santa
no, e perchè in esse la voce sigil- Sede: questa scambievole alleanza
latam non sta come spiegazione ma ed unità solevasi dimostrare coi
come aggiunto; e l'altra di forma presenti colle tre comunioni dette
vi ha due sensi, di scritta cioè, e ecclesiastica, laica e peregrina ; co-
di sigillata; e finalmente con mag- gli assenti, come dicemmo altrove,
gior ignoranza vi si spiega la voce dichiaravasi o col trasmettere loro
formata per firmata, attesa l'analo- del pane consagrato, ovvero con
gia che passa tra formare, e firma- uno scambievole commercio di ec-
re j che tutto al più da quelle glos- clesiastiche lettere, le quali servi-
se si rileverebbe, che quando esse vano per testimoniali della comu-
comparvero , si suggellavano le nione, che intendevasi avere con
pontifìcie lettere. A sostenimento quelli a' quali erano dirette. Non
del parere di Garampi, il Marini si può perciò adottare l' opinione
riporta quanto lesse nel codice va- di quelli che dai sigilli vorrebbero
ticano i5S6, a pag. 4°> ch'è una ripetere il loro nome. Tuttavolta
glossa anonima del decreto di Gra- non si nega che anco le lettere ec-

ziano, distin. 5g6, ove si dice: si- clesiastiche siensi dette un tempo
ne signatis apicibus ; addii auod formate, suggelli, sfragides in gre-
Sedes apostolica quamlibet legacio- co, che cotale denomina-
bolle; e
nem suscipere non solet sine litte- zione sia loro venuta dall' impres-
ris sigillatis ; e alla distinzione 397: sione del suggello dalla bolla pen-
hodie sufficit si singuli episcopi dente. Questa strana derivazione
FOR FOR 323
d'improprietà di nomi le rammen- pa s. Damaso I del 367 , ove si

tano Goffredo Yindocinense, e Mar- legge che l'arcidiacono della Chie-


col fo monaco , che vivevano nel sa romana rilasciava la formata ai
VI e VII secolo; laddove le for- vescovi, affinchè al clero a cui fa-
mate sino dall' incominciare del se- cevano ritorno, recassero testimo-
condo tali si appellavano, sebbene nianza di loro consagrazione. V.
allora di suggello non fossero mu- Sigilli e Diplomi Pontificii.
nite, che certamente prima non FORMIAE o FORMIES (ffor-
erano a suggelli raccomandate. Né miae). Città vescovile della Cam-
deve tacersi che il Buonarroti nel- pania, di antica origine, all'est del
le Osservazioni sui vasi antichi di golfo di ed all' ovest del
Cajeta,
vetro, a pag. 29, dice che le let- Min turno. Fondata da Lamur o
tere avevano il mono-
pacifiche secondo altri dai lacedemoni , fu
gramma di Cristo, conforme per l'antica dimora dei lestrigoni, po-
testimonio di Papia l' avevano le poli feroci e selvaggi. Discacciati
lettere formate, e ne' primi tempi e distrutti iFormies lestrigoni ,

s'intese sempre aver la pace del venne fabbricata dai laconiani, in-
Signore chi avesse la comunione di conquistata dai romani. Sotto
della Chiesa, significata come si di divenne considerabile, e
loro
disse anche a mezzo delle lettere, Cicerone aveva nelle sue vicinan-
la qualcomunione fu chiamata ze una casa di campagna chiama-
specialmente pace, onde nelle iscri- ta Formianum, e poscia Cicerone:
zioni de' cristiani in pace vuol di- ma gli arabi saraceni distrussero
re, che il defunto morì nella co- questa città nell'anno 84o. La sua
munione della Chiesa così il Buo- : sede vescovile eretta nel terzo se-
narroti. Che se queste lettere si colo, per tale disastro fu dal Pon-
dissero formate e formali, ciò non teficeGregorio IV trasferita a quel-
fu che ad imitazione degli antichi, la di Gaeta, la qual città si ac-
che da forinole particolari, e dal crebbe colla superstite popolazione
contenuto ne dedussero il nome, e di Formies. 11 piccolo borgo del
così dalle forinole e dalla forma molo di Gaeta è costrutto sopra
debbonsi denominarle. Finalmente una parte dell'antica città, in ame-
ad escludere la derivazione del no- nissima situazione. Undici sono i
me delle formate dal suggello, è vescovi citali dall'Ughelli nel tom.
noto che l'apposizione de' suggelli X, pag. 97 dell' Italia sacra. Il
fu posteriore di molto alla esisten- primo si chiamò Probo ignoran- ,

za di esse. Le formate rimontano dosi l'epoca in cui visse. Marti-


a' tempi apostolici, ove si vogliano niano è il secondo che intervenne
considerare una cosa stessa colle al concilio romano celebrato nel
Commendatizie, e colle Dimissorie. 487 dal Papa s. Felice II detto
Delle formate se ne ha menzione 111. Adeodato fu a tre concili adu-
in s. Sisto I al modo che dicem- nati dal Pontefice s. Simmaco in
mo anzi Coustant suppone che
, Roma. Bacuado fiorito nel ponti-
prima di quel Papa tali lettere fos- ficato di s. Gregorio 1, cui gli suc-
sero in uso. Della memorata pre- cesse nel 5g7 Albino. Indi Bonito
scrizione di s. Sisto I, è deposita- fu al concilio romano del 649.
rio il pontificale attribuito al Pa- Adeodato che nell'anno 680 in-
3a4 FOll FOR
tervenne, e si sottoscrisse al con- na, e ad alcuni personaggi in una
cilio di Roma di s. Agatone. Cani- congiura tramata contro Carlo il

pio Gaeta del 790. Giovanni


di Calvo, e contro lo stesso Giovanni
al quale successe Leone vescovo di Vili, come narrano il p. Turselli-
Minturno e di Formia nell' 840 ; e no nel libro 7 delle sue Storie , <;

Costantino dell' 846. l'Oudin nel suo Commentario degli


FORMOSO Papa CXIV, prima scrittori ecclesiastici a pag. 564,
chiamato Daruaso, nacque da Leo- opera che va letta con particolar
ne, e come afferma contro ogni al- cautela, come apostata della reli-
tra opinione 1' Oldoini nell' Ate- gione e della fede. Il Platina riferi-
neo Ligustico, pag. 181, nella che pen-
sce l'opinione di coloro,
Corsica. Altri lo dicono romano, o sarono essere stato Formoso con-
della città di Porto; e Luitprando sapevole della prigionia., in cui fu
di Pavia. Mentre era canonico re- stretto Giovanni Vili in Roma.
golare venne creato da s. Nicolò I, Atterrito Formoso della severità
nell' 864, vescovo cardinale della del Pontefice, ricusò di comparire,
chiesa di Porto. Cosa di non lieve per lo che irritato Giovanni Vili,
rimarco si è nella vita di Gio- comminò contro di lui l'anatema,
vanni VIK la scomunica cui ripor- e con sentenza provvisionale lo
tò Formoso da questo Pontefice privò del vescovato di Porto in un
essendo vescovo di Porto, ed è sinodo tenuto in Roma nella chie-
questa, per quanto sembra, la cau- sa di s. Maria ad Martyres, e ripor-
sa, che narra il Mabillon, in Praeph. tato dal Becchetti nella Storia ec-
ad saec. V : dicesi dunque, che clesiastica p. 4^7- Que-
tom. VI,
essendo stato Formoso legato di sta sentenza Papa confermò nel-
il

s. Nicolò I nell'866, insieme con la quarta sessione di un numeroso


Paolo vescovo di Populonia, a Mi- sinodo tenuto da lui, dopo il suo
chele re dei Bulgari ,
per istruire passaggio in Francia, in Troyes di
lui e il popolo nei misteri della Sciampagna nell' 878. Aggiunge il
fede, e per consegnare la risposta Muratori nel tom. V de'suoi An-
del Papa a centosei questioni , nali, parte I, che Giovanni Vili
avea costretto quel re a giurar- avuto nelle mani il cardinale, seco
gli, che dopo la morte di quel lo condusse nelle Gallie, dove lo co-
Pontefice non avrebbe riconosciuto strinse a giurare di contentarsi della
altro Papa che lui, ed avea ambito sola comunione laica, e di non mai
contro i canoni di passare dalla ritornare più né a Porto, né a Roma.
chiesa di Porto alla Romana, e che Sappiamo poi, come scrive l'Eggs,
anzi senza licenza del Papa avea Pontificium doctum pag. 273,
,

abbandonata la sua chiesa, cospi- che avendo il Pontefice Marino I


rando contro il bene della repub- o Martino II riconosciuta la di lui
blica e dell' impero. Fu ancora innocenza e la specchiata virtù, lo
il cardinal Formoso accusato al assolse dall' estorto giuramento e
Papa Giovanni Vili, cioè mentre lo restituì alla pristina dignità; co-
era nella sua seconda legazione di me pure fu distinto ed onorato
Francia, di altre gravi mancanze, dai due Pontefici Adriano III e
come di essersi unito a Gregorio Stefano V detto VI. II p. Nardi
Nomenclatore della Chiesa roma- nelle Vite de' Pont. tom. II, pag.
FOR FOR 3ì"
18, 23, in me77o alle tante e sì Fozio avea di sua voglia rinun-
variate opinioni sopra le accuse ziato al vescovato, e tutto al con-
contra Formoso, adduce tali ar- trario i vescovi di oriente , col
gomenti che ne lo giustifica va- pregarlo inoltre di ricevere alla co-
lorosamente da tutti delitti che i munione della Chiesa gli ordinati
gli furono imputati; conchiudendo, dal medesimo Fozio, Papa Formo-
che il tempo alla fine pose in chia- so ricevette queste lettere essendo
ro l'innocenza di quel cardinale, già morto il predecessore, e accon-
il quale dopo tante peripezie fu e- sentì alla preghiera de' vescovi, pur-
letto sommo Pontefice
19 set- a' ché gli ordinati da Fozio, protestasse-
tembre 89 r, il primo che da ve- ro in iscritto di aver commessa reità,
scovo di determinata chiesa salisse e ne domandassero il perdono. Ri-
al pontificato, come osserva il Pan- dotte a soqquadro nell' 8g5 le
vinio nelle annotazioni- al Platina, cose d' Italia, attesa la morte del-
pag. 112. E
ben lo meritava, co- l' imperatore Guido, Formoso chia-
me che nella legazione ai
quello, mò occultamente a Roma il re
bulgari eseguì il suo ministero con della Germania Arnolfo, per repri-
sommo decoro e riputazione, e mere la fazione che gli era con-
pari contentezza di que' popoli, di traria di Lamberto figlio di Gui-
cui ne guadagnò a Cristo una mol- do, e nell' anno stesso lo coronò
titudine innumerabile, ed essi di imperatore in benemerenza, che col
comun consenso a loro pastore con suo pontificio consenso avea preso
grandi istanze il richiesero a san la città di Roma, e scacciati i

Nicolò I, come riporta il Cardella suoi nemici. Tanto riporta il Pagi,


nella sua biografia, Memorie sto- Breviar. Pont., in Vita Formosi,
riche de' cardinali, tomo I, parte num. 12. Morì il Pontefice For-
I, pag. 5g e seg. Questi aggiunge moso a' 4 di do-
aprile dell'896,
che Flodoardo chiama Formoso po avere governato quattro an-
uomo religiosissimo, d'illibato co- ni, sei mesi e diciassette gior-
stume, per la scienza delle
illustre ni. Significante è l'elogio che a
divine scritture, chiaro per la san- lui fece Ausilio, ricavato da un
tità di vita. A tante difese sull'in- codice mss. fiscanense, in cui si
nocenza di Formoso, conchiude il afferma che Formoso in tutta la
Novaes nella sua vita, che non sa- vita non beve mai vino, né man-
rebbe lontano dal persuadersi, che giò carne, e morì vergine come
Giovanni Vili colla stessa debo- era vissuto. Fu sepolto nel Vati-
lezza, con cui restituì Fozio alla cano, ma Stefano VII con inaudi-
sede di Costantinopoli, condannò to sacrilegio fece dissotterrarne il

ancora Formoso, prestando subito cadavere, e fattolo vestir cogli abi-


fede alle calunnie che gì' imputa- ti sagri, l'insultò al modo che di-
rono, tanto più che i coetanei di cemmo ai volumi V,
67, e pag.
Formoso lo encomiarono come uo- VI, pag. 2o5 del Dizionario, ove
mo di gran virtù e religione. pure si descrisse come fu poi ono-
Formoso dunque succedette nel rato tal cadavere, e come viene
pontificato a Stefano V detto VI, scusato Stefano VII. Dopo la mor-
e siccome questi avea ricevuto let- te del Pontefice Formoso, vacò la
tere dall'imperatore Leone VI, che santa Sede sei giorni.
286031
3a6 FOR FOR
FORMOSO, Cardinale. V. For- forno fatto espressamente per cuo-
moso Papa. cere i pani destinati pel sagri-
FORNERIO o FOURNIER Ja- fizio.

copo, Cardinale. V. Benedetto FORO {Forum). Giurisdizione :

XII Papa. primieramente si distingue in foro


FORNO SACRO (Furnus Sa- interno ed in foro esterno ; il foro
cer). Presso i greci chiamavasi for- interno è il tribunale di Dio, il foro
no sagro una piccola apertura o ca- esterno è il tribunale degli uomini.
vità praticata sotto l'altare, e nella Vi sono due sorte di foro interno, il

quale deponevano le cose sagre, che foro della coscienza ed il foro della
erano usate o corrotte. Presso i cat- penitenza o della confessione sagra-
tolici in tutte le chiese avvi pure mentale. Per esempio 1' assoluzione
un luogo, dove buttano e ver-
si dalle censure pub darsi nel foro
sano le lavature dei vasi, dei pan- delia coscienza anche fuori della
ni o simili, che servono immedia- confessione sagramentale. Vi sono
tamente al sagrifizio, ed è quel luo- altresì due sorta di foro esterno, il

go chiamato Sacrario. Il p. Sicard civile e l'ecclesiastico. 11 foro ester-


gesuita dice che nelle chiese de' co- no tollera molte cose, le quali sono
pti avvi dietro le loro sagristie un condannate dal foro interno.

FINE DEL VOLUME V1GES1MOQU1NTO.


BX 841 .M67 1840
SMCR
fioroni Gaetano,
,

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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