You are on page 1of 324

(^ 3 y^é

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
M PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRIj AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII , ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,

AI RITI,ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E


PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NOIf
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DI GAETANO MORONI ROMANO


PRIMO AIUTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ

GREGORIO XVI.

VOL. XI.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDGCCXLI.
,,

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

C
CAV CAV
VJAVALCHINI Caklo Alberto Gui- subito lo destinò suo prodatario, e
jyottoTiO, Cardinale. Carlo AlbertoGui- gli conferì il vescovato d' Ostia e
dobono Cavalcliini nacque a Tortona, governò assai lodevol-
Velletri, cui
nel i683, da nobile lignaggio. Dopo mente. 11 ponte d' Ostia, eh' era di
aver ottenuto la laurea, si recò a legno, fu da lui fatto costruire di
Milano, ove si rese celebre nel di- pietra ; il perchè quel pubblico a
ritto, e fu aggregato al nobile col- segno di riconoscenza gli eresse un
legio dei giudici e dottori di quella monumento nel palazzo della co-
città. Passò poscia a Roma, e qui mune. Mori a Roma, decano del sa-
nel I 7 1 6, da Clemente XI venne a- gro Collegio, nel 1774» ^' novanta
scritto tra gli avvocati concistoriali; anni e trentuno di Cardinalato, com-
e da Benedetto XIII, nei 1725, fu pianto per le sue virth ed egregie
fatto votante di segnatura. In se- doti. Il suo corpo, com'egli avea
guito ebbe le dignità di promotore ordinato, fu esposto e sepolto nella
della fede, vescovo, segretario della basilica de'ss. XII apostoli.
congregazione del concilio, canonista CAVALCHINI Francesco Gumo-
e correttore della penitenzieria, ed ai BONO, Cardinale. Francesco Guido-
9 settembre 1743, Benedetto XIV bono Cavalchini nacque in Torto-
10 creò Cardinal prete di s. Maria na ai 4 dicembre dell'anno 1755.
della Pace, poi prefetto della con- Recatosi in Roma neh' età di anni
gregazione dei vescovi e regolari tredici, sotto la direzione del pre-
colla protettoiia de' monaci celestini cedente Cardinale di lui zio, terminò
e cappuccini ; e, morto il Pontefice, i suoi studi nel collegio dementino,
gli sarebbe succeduto nel pontificato, quindi nell' accademia ecclesiastica.

se non avesse avuto 1' esclusiva dal- Nel 1779, Pio VI lo nominò came-
la corte di Francia. Clemente XIII, riere segreto soprannumerario, e nel-
eletto invece di lui nell'anno 1758, r anno appresso prelato domestico.
,

6 CAV CAV
Nel 1784 lo promosse a ponente sa, spirando colla tranquillità del-
di consulta, e ad assessore del go- l' uomo giusto. Questo insigne por-
verno, e nel 1787 a primo assesso- porato fu esposto, e sepolto nella
re criminale del medesimo tribuna- predetta chiesa di s. Maria in A-
le. Rimase in questa carica sino al quiro.
1791, in cui fu fatto chierico di ca- CAVALIERE. Eques. Grado e
mera. Di poi, nel 1801, Pio VII lo nome, che significa carica di milizia
nominò governatore di Roma, e nel o di dignità, derivante dalla voce
concistoro de' i4 agosto 1807, lo cavallo. Venendo la milizia divi-

creò Cardinal diacono, riserbandolo sa in uomini a piedi ed a ca-


però in petto. Ma nell' anno seguen- vallo ,
questa seconda fu riputala
te fu ari'estato dai francesi, che al- più nobile, ed i cavalieri acquista-
lora occupavano Roma, fu rinchiu- rono lustro e celebrità per aver
so per tre mesi in Fenestrelie, e militato pei principi, osservato de-
quindi rilegato nei dipartimenti me- terminate leggi, con governo e di-

ridionali della Francia. Ristabilito rezione degli altri, come definisce il

nel i8i4 il governo pontificio, egli Sansovino, Origine de cavalieri pag.


riassunse la carica di governatore I. Perlochè la dignità di cavaliere
di Roma, e la 6
esercitò sino ai è primo grado d' onore dell'anti-
il

aprile del i8i8, epoca in cui venne ca milizia, che da vasi con certa tal ce-
• pubblicata dallo stesso Pio VII la rimonia a coloro, i quali si erano resi

sua promozione alla sagra porpora, illustri, distinguendoli in siffatta guisa


col titolo diaconale di s. Maria in dall'altra gente di guerra. Così, sot-
Aquiro. Venne annoverato a nove to il nome di Ordini militari ed e-
congregazioni cardinalizie, oltre la questri, si debbono intendere alcu-
prefettura di quella del buon governo, ni corpi di cavalieri, fregiati di de-
alla quale il nominò nell'anno 182.5 corazioni, e di privilegi, che furono
Leone XII, alla cui elezione era istituiti da impera-
varii Pontefici,
intervenuto. Ma essendo stato non tori, re, e principi sovrani, per ri-
molto dopo sorpreso da incomo- munerare i servigi di quelli a'qua-
di, che non gli permettevano più li li conferirono, e per dare una so-
di uscire di casa, nell'anno 1827, ri- lenne e luminosa prova di benevo-
nunziò a sì laborioso uffizio. Eser- lenza e stima all'ingegno, alla fe-
citò tutte le cariche con energica deltà, al valore, e alla virtù. In
fermezza, massime quella di gover- questo Dizionario, ai rispettivi arti-
natore di Roma, e con tale inalte- coli, si ragiona dei diversi Ordini
rabile giustizia, che ancora viene ce- cavallereschi sì esistenti, che sop-
lebrata. Ornò la sua chiesa diacona- pressi.
le di ricchi arredi sagi-i, ed ebbe I Dizionarii della crusca, della
verso i poveri una carità quanto lingua italiana, e delle origini fanno
generosa altrettanto più lodevole varie distinzioni sulla voce cavaliere
dappoiché fu così segreta, che non o cavaliero, il perchè noi sol qui ri-
si conobbe che dopo la sua morte, porteremo quelle, che ci seinbi'ano
la quale avvenne ai 5 dicembre in proposito. E detto cavaliere co-
1828, dopo lunghissima malattia, lui, che è ornato di dignità caval-
e dopo aver ricevuto con tenera di- leresca, la quale è di jiiìi maniere.
vozione i sagrumcnli di santa Chic- Infatti in quattro mudi sun fatti, o so-
,

CAV CAV '7

levansi fare i cavalieri ; cioè cavalie- per Istituto doveano difendere gli
ri bagnali, cavalieri di corredo, cava- oppressi, e proteggere specialmen-
lieri di scudo, e cavalieri di arme. I te le donne. 1 cavalieri presso gli
cavalieri bagnati si facevano con gran- romani erano, come diremo, il
antichi
dissime cerimonie, e conveniva che secondo grado di nobiltìi dopo quello
fossero bagnati, figurando con ciò la de' senatori.
lavanda da ogni vizio. I cavalieri di Dice poi il Bonanni, nel suo Ca-
corredo erano quelli, che con la veste talogo degli Ordini equestri e mili-
verde bruna, e con la dorata ghir- tari,che alcuni cavalieri di milizia
landa pigliavano la cavalleria. I ca- sebbene applicati alle
ecclesiastica,
valieri di scudo erano coloro, che armi, sono cavalieri di religione, e
venivano fatti cavaheri, o dai popoli, di chiesa, come i gerosolimitani, i

o dai signori, e andavano a pigliare teutonici ec, ed altri sono cavalieri


la cavalleria armati, e colla bai'bu- di ordine, di croce, e di collana
ta, o elmetto in testa, I cavalieri di fatti dai principi, come quelli della
arme erano che nel princi-
quelli, giarrettiera, del tosone, dello Spiri-
pio delle battaglie, o nelle battaglie, to Santo ec. Non sono di vita mo-
non che dopo di esse, nelle pubbli- nastica, né fanno professione di rego-
cazioni di pace,o delle tregue, nelle la, ma solo sono sottoposti alla legge
grandi solennità della Chiesa, e spe- di cavalleria, fondata in termini di
cialmente nella pentecoste, nella con- onoi'e. Altri finalmente sono cava-
sagrazione, od iucoixtnazione dei re, lieri dello sperone d'oro,
che il ci-
nella nascita dei principi delle case tato Sansovino chiama comuni, dap-
regnanti ec, si facevano cavalieri. poiché in ogni città, da ogni prin-
Eranvi eziandio cavalieri di terra, e cipe erano creati di qualunque qua-
di mare, e ve ne furono poi anche lità e condizione , e talvolta non
di toga, come pure cavalieri eccle- degni del cospicuo grado Il Can- .

siastici. I grandi cavalieri si chia- cellieri, nelle sue Dissertazioni bi-


mavano vessilliferi , i minori bac- bliografiche, pag. 8, facendo il pa-
cellieri : tutti poi erano obbligati ragone se meglio applicarsi alle
sia
alla osservanza di molte cose, che lettere, oalle armi, e se più nobi-
trovansi notate negli scrittori di ca- li sieno queste o quelle, dice che
valleria. Porta il titolo di cavaliere certamente i dotti sono stati consi-
anche chi vive cavallerescamente, derati per eguali ai militi, o cava-
alla grande, con lustro, e da gentil- lieri, essendovi i milites litteratij i

uomo, e talora si estende infino ai milìtes clerici, senza parlare del-


re , l'/r nohilìs, patrìcius. Cavaliere l'antico detto, cedunt arnia togae.
di corte vale uomo di corte, e nella Vi ha una decisione di Bartolo, da
romana diconsi cavalieri di spada e cui rilevasi, che dopo un decennio
cappa, i camerieri secolari del Pa- d' insegnamento, un dottore di gius
pa, dalla spada che cingono al fian- era ipso facto cavaliere. V. Bettinelli,
co, e dalla forma dell' abito. Cava- Risorgimento ec, l. 122.
liere fu anche usato in significato
Origine de^ Cavalieri e loro diffe-
di nobile, e di condizione cavallere-
renti specie.
sca, equestris. Cavalieri erranti di-
consi da' romanzieri quelli di uu Si crede che l' origine de' cava-
certo Ordine di cavalleria , che lieri rimonti alla più remota anti-
,
,

^ CAV CAV
chità, e sia un ritrovato di quei ricchezza, ed altro della persona am-
primi, che erano mossi o da ingim'ia messa Ordine equestre, che per
all'

ricevuta, o da onesta volontà di ri- altro dovea essere fornita di valore,


cuperare il perduto, o da voglia di l'cligione, e belle doti, e più degli
conquistare, o di procacciarsi gloria. altri era obbligata a servire il prin-
Ne menzio-
riporta alcuni esempi il cipe con fedeltà.
nato Sansovino, aggiungendo che fra Volendo poi dire de' cavalieri ro-
i romani l'origine de' cavalieri si mani antichi suaccennati, essi divide-
deve a Romolo, dappoiché avendo vansi in tre ordini, o classi, cioè in
stabilito il suo stato, gli diede per senatori, in cavalieri, ed in plebei.
grandezza, e maggior sicurezza tre I cavalieri, come dicemmo, sino dal-
centurie di cavalieri, la prima chia- la fondazione di Roma , erano quelli,

mata Ramnense dal nome Ro- di che nelle guerre esercitavano la mi-
molo, r altra Tiziense da Tito Ta- lizia a cavallo, somministrato loro e

zio re sabino, la terza Luceria. Non fornito dal pubblico erario. Dopo
fa Tito Livio altra menzione di ca- r istituzione di Romolo primo re di
valieri:molto ne pai'la Plinio nel Roma, vennero ampliati nel numero
libro XXXIII
capo li, dicendo fra prima da Tarquinio Prisco quinto re,
le altre cose, che dopo molte mu- e poscia da Servio Tullio di lui
tazioni fatte dell' Ordine de' cavalie- successore, il quale li decorò di piìi
ri. Cicerone fu finalmente quello, splendido ed onorevole grado di di-
che stabili l'Ordine equestre nel suo gnità. In progresso, essendo salito il

consolato, e lo pacificò col senato, popolo romano al sommo di grandez-


gloriandosi anch' egli di essere usci- za e possanza per le vaste sue conqui-
to da loro. Il perchè appunto da ste, principiò a ricevere ne' suoi e-
quell'epoca l'Ordine equestre co- serciti la cavalleria delle vinte na-
minciò ad essere il terzo corpo nel- zioni, per lo che l'Ordine de' cava-
la repubblica, e s'incominciò nelle lieri soffrì vm notabile cambiamento :

iscrizioni ad aggiungersi al senato laonde all'epoca dei Gracchi, e nel


ed al popolo romano, mettendosi cominciar del consolato di Cicei'one,
dopo di questo siccome aggiunto di i cavalieri altro non erano che una
nuovo. Tuttavolta il Giustiniani ,
classe di cit,txdini doviziosi non ap-
Historie cronologiche degli Ordini partenenti alla milizia inferiore, né
equestrij pag. 4, chiama quelli isti- al ceto dei patrizi, superiore però a
tuiti da Romolo, dei Cornicularii quello della plebe , disfinguendosi
e fa menzione dei Rndiani, Ranicn- principalmente da questa per un a-
si, e Taziensi, tutti Ordini equestri nelio d' oro, che portavano lìel dito,
de' romani. L' intenzione pertanto di secondo il costume degli antichi
quello, che pel primo ordinò cava- cavalieri appartenenti all'esercito ,

lieri, fu per servirsi dell' altrui va- come meglio si dirà. Godevano i

lore militare, o per custodire la pro- cavalieri romani molli privilegi, e


pria persona, o per guardia del pub- molte preeminenze, una delle quali
blico. 11 valore militare fu adun- era di poter passaré^-n^novero d'.'sc-
que eletto dal principe come prima- natori quando il merito ne li rendeva
rio oggetto di essere esaltalo ed o- degni. A tal effetto ogni cinque an-
norato a questo grado di cavalleria, ni venivano passati in rassegna dai
senza punto riguardo alla nobiltà, censori, che rigorosamente ne csa-
,

CAV CAV 9
minavano le azioni, e trovatele de- li anelliper sigilli, come dicesi al-
gne (li castigo, o vedendoli an- l'articolo Anello {Vedi), e portandolo

dati in miseria a cagione dei vizii, i plebei di ferro. K. il citato Bo-


li privavano della cavalleria, e li nanni pag. XCIX, del cavaliere ro-
riducevano all'ordine de'plebei. Ri- mano antico.
guardo poi alle vestiinenta dei Succeduti alla romana repubbli-
cavalieri, siccome è nolo che i ca gì' imperatori, non solo conser-
romani usavano la tonaca cui so- varono gli Ordini equestri, ma ezian-
vrapponevano la toga, cos\ veni- dio ne istituirono di nuovi, come
vano distinti in diversi ordini dal- abbiamo dal citato Giustiniani pag.

l'essere essa pili o meno ornata, 4, notando per uno dei più cospi-
ovvero affatto semplice. Ed è per- cui quello de' cavalieri augustali i-
ciò, che i plebei vestivano toga li- stituiti da Tiberio, Di quest'Ordine

scia, i senatori ornata con grandi fregiò queir imperatore sì Druso suo
fregi di porpora, e i cavalieri con figliuolo, e sì Tito, Claudio, e Ger-

altrettanti ornamenti, ina di minor manico di lui nipoti, senza mento-


grandezza. Questa toga poi dicevasi vare altri personaggi. Seguì poscia
clava ta^ perchè gli ornati erano a 1' erezione dell' Ordine equestre del
foggia delle teste de' chiodi, sebbene cinto e speroni d'oro, poi cambia-
da molti si ritenga, che tali fregi to nel cinto della spada colf uso
altro non fossero che fiori, o liste di degli speroni, che nell' armare ogni
porpora di maggior o minor gran- cavaliere di onore si accostuma
dezza, a seconda dell' ordine della dai principi. Vuole inoltre il San-
persona. Certo è che la toga pei sovino, trattando della dignità dei
romani era come il manto ai gre- cavalieri, che gl'imperatori, ad imi-
ci, che assumevano sulla tonaca, la tazione degli antichi romani, pre-
quale solo cuopriva le ginocchia, miassero q'uelli, che si erano distin-
mentre quella essendo amplissima, ti per valore guerriero con co-
giungeva sino a terra. Alcuni asse- rone a proporzione de' fneriti; il
riscono, che la toga fosse chiusa di- perchè sono note le corone di quei*-
nanzi, e serrala ai fianchi con una cia, di gramigna, d'olivo, di mirto,
cintura; ma i più vogliono, che fosse d' oro ec, non che con donativi di
interamente aperta, e fermata solo cavalli, armi, ed abbigliamenti mi-
su di una spalla, per lasciar libe- litari, mentre chi li riceveva, diligen-
ro r uso del destro braccio, il che temente conservava tali onorevoli
vediamo ne' monumenti, che tuttora testimonianze a perenne memoria.
ci restano. Tuttavolta il principal GÌ' imperatori, a chi avevano distin-
distintivo de' cavalieri romani era to col nome di cavaliero, diedero il
l'anello d'oro, cui portavano nel titolo di commilitone, od altri no-
dito anulare della mano destra, il mi rispettabili per eccitare viep-
,

quale vuoisi che fosse semplice, a più la virtù e il coraggio in loro,


distinzione dei senatori, 1' anello dei e destare 1' emulazione negli altri.
quali aveva in mezzo una pietra. In Firenze vi aveva una compa-
Però alcuni sono di opinione, che gnia di volontarii, che erano de'più
s^i r uno che l' altro fossero intera- celebri giovanetti della città , e
mente simili, il che sembra più pro- chiamavansi cavalieri della bandai
babile, serveudosi gli antichi di ta- per un' insegna eh' essi portavano
, ,

IO CAV CAV
di colore rosso in campo verde. Il tare, una spada, e una cintura , e
Villani fa menzione tie' cavalieri ban- dopo averle benedette , ne cin-
'
deresi, e di corredo, de' cavalieri di geva il fianco del giovanetto, che
scudo, d' un cavaliere fatto dal sin- allora principiava a portarle. Questi
daco del popolo romano all' altare scudieri si dividevano in più classi:
di s. bagnato nella conca
Pietro, eranvi gli scudieri di onore, o del
del paragone, ove si bagnò Costan- corpo, cioè della persona del princi-
tino. Tale fu anco Cola di Rienzo, pe o della dama; eravi lo scudiere
famoso tiùbuno di Roma nell' assen- di camera, o ciambellano, lo scudiere
za de' Papi in Avignone, il quale scalzo, il coppiere, lo scudiei'e della
prese i pomposi titoli di candidato scuderia , della panettei'ia ec. Nei
dello Spirito Santo, cavalier Ni- combattimenti lo scudiere era atten-
cola Severo, clemente liberatore di to ai movimenti del suo signore
Roma, zelatore dell'Italia, amatore per somministi'argli, quando occorres-
del mondo, e tribuno augusto, e se, nuove armi, riparargli i colpi, rial-

con essi sottoscriveva le sue lettere; zarlo se caduto, e dargli un altro ca-
ed allorquando riportò una vittoria vallo, tenendosi solo nei limiti della
sui Colonnesi, prese di ciò argomen- difesa. Quindi all'età di ventuu an-
to per armare il suo figliuolo ca- no gli scudieri potevano essere pro-
valiere della vittoria. In Francia mossi al cavalierato. Ciò per altro non
prima di tal' epoca, già nel secolo siosservava per tutto. Dalle storie di
decimo, l'Ordine cavalleresco consi- Spagna abbiamo, Surita lib. 2. capo
steva in im' associazione di nobili 5, che i re d' Aragona giunti alla
uniti per la protezione dei deboli, età di venti anni, oppure contraendo
e per comune difesa contro gli a- matrimonio, erano armali cavalieri, e
busi, che derivavano dalla confusio- senza ricevei'e la C(«'ona erano chia-
ne dei poteri feudali , anzi nel de- mati re, il perchè Innocenzo III nel

clinare del secolo XI questa riunio- 1206, diede loro il privilegio di esse-
ne di guerrieri prese una forma le- re coronati; e quando Pietro III ve
gale insensibilmente, pei-chè illustrata d'Aragona meritò nel 1283 le cen-
dall' ei'oismo, e prese un posto fra Martino IV
sure ecclesiastiche di ,

le istituzioni. Ed è perciò, che sem- volle intitolarsi Pietro d' Aragona


pre più il titolo di cavaliere fu con- cavaliere padre di due re, e signore
.siderato una dignità, che dava il del mare.
primo rango nell'Ordine militax-e, e In progresso si crearono dai piin-
non conferi vasi se non per mezzo cipi sovrani cavalieri anche in tempo
d'una specie d'investitura, con ce- di pace, non perchè essi sieno milita-
rimonie e giuramenti. Sino dall'età ri, ma perchè come i militi fossero
di sette anni al giovane destinato a ornati di egual dignità, e relativi pri-
divenir cavaliere , davasi una edu- vilegi, e quanto più il principe è pos-
cazione guerriera e leligiosa . Il sente, tanto è più cospicuo il cavaliere
primo grado era quello di paggio fatto da lui. Fra le cerimonie, che
quindi di scudiero, e nel terzo lu- praticavansi nella creazione d'un ca-
stro dell'età i suoi genitori lo pre- valiere in tempo di pace, si faceva
sentavano con una candela all'altare precedere la fimzione dai digiuni
])er farne oblazione. Il sacerdote cele- e dalle preghiere, ed eranvi dei
brante toglieva dalla mensa dell' al- padrini per armarlo. Gli si poneva-
,

CAV CAV II

no gli speroni cominciando dai sini- » duces,el comites in militiae proveiit


stro, la corazza, i bracciali, le mano- " honorem , ter quemque perculiens.
pole, poscia gli si cingeva la spada, >' Trecenti co die percussi milites ".
dandoglisi da quello, che conferiva il Racconta poi il Platina, nella vita di
grado, tre colpi di spada sulla spalla Paolo li, che, ritornato in Roma Fe-
o sul collo, per significare tutti i tra- derico III, fu ricevuto «lai Papa con
vagli, ai quali doveva essere prepara- grandissimo onore, e eh' egli trovan-
to. Indi gli si diceva: zrt nome diDio, dosi in castello, li vide ambedue sotto
ovvero di un santo, io tifo cavaliero, un o baldacchino, mentre tor-
pallio
sii pio e coraggioso. Allora gli si pre- navano dal Laterano al Vaticano, e
sentavano il cimiero, lo scudo, la lan- clie il Pontefice si fermò, ed aspettò
cia, ed un cavallo, eh' egli montava sul ponte, finché l'imperatore creò in
air istante, e caracollava con leggia- quel luogo alcuni cavalieri. Dopo che
dria coir asta, o colla spada. Carlo V Bologna nel
fu coronato in
Quando gì' imperatori romani si 53o dal Pontefice Clemente VII, con
1

portarono a Roma
per essere corona- esso andò per la città in solennissima
ti dal Papa nella basilica vaticana, par- cavalcata, dopo la quale si recò alla
tendo quindi con solenne cavalcata per chiesa di s. Domenico, ove i canonici
venendo ac-
la basilica latei'anense, e lateranensi lo fecero canonico, quindi
compagnati sino a Castel s. Angelo lerminatd tal funzione, l'imperatore
dai medesimi Pontefici, giunti sul con- creò molti cavalieri. In una relazione,
tiguo ponte Elio, solevano creare al- che possedè mss. il eh. bolognese Gae-
cxmì cavalieri. Di fatti abbiamo fra tano Giordani, ecco quanto si legge
gli altri, che l'imperatore Sigismon- avendola riportata nella nota 67 nel-
do, dopo essei'e stato coronato nel l' illustrazione di Lettera inedita ec.
1433 da Eugenio IV, fermandosi sui Bologna i84i- sull'incoronazione di
ponte s. Angelo, creò molti cavalieri Carlo V »» l' imperatore colla spada
:

aureati tanto italiani che tedeschi, del- » nuda toccava la testa di chi voleva
la quale cosa parla l' annalista Rinal- « essere cavaliere dicendogli esto nii-
di, presso un codice mss. di Paolo Re- » les: ma allora tanti furono i chie-
nedetto maestro di cerimonie. Così « ditori affollati intorno alni, i quali
Federico III imperatore, nel 14^2, " dicevano Sire, Sire, : ad me, ad me,
dopo essere slato coronato in s. Pie- »» eh' egli costretto e stanco, sudando
tro, e accompagnato sino a Castello « persino nella per togliersi da
faccia,
da JNicolò V, nel traversare il ponte s. » quella calca, inchinò sopra tutti la
Angelo, fece molti cavalieri dello spe- w sua spada, ed esprimendosi verso i
rone d' oro, parlando dei quali il Bo- » cortigiani colle parole /io«/?oc?o max,
nanni che furono duecento set-
dice, » perfinire soggiunse; estote milites:
tantacinque, e il Novaes ne enumera » estote milites todos, todos: e cosi re-
duecento ottantuno nella vita di Nico- plicando, gli astanti si partirono cava-
lò V. Percuoteva l'imperatore ciascun » beri e contentissimi". Ritornato poi
cavaliere per tre volte colla sua spa- Carlo V alla sua residenza, fece cava-
da. Il Nauclero, presso il mentovato lieri quelli, che nella cavalcata avevano
Rinaldi ad annum i^5i, n.° 2, ecco portato le insegne o stendardi di Bo-
come descrive tal funzione: « Caesar logna, cioè i gonfalonieri del popolo,
» in pontem Hadx'iani profectus est, delti tribuni della plebe del primo
" ubi Albertum fiatrem, pKuesque quadrimestre. 1 sovrani creano oggi-
,

12 CAV CAV
di cavalieri per mezzo de' loro di- no, e di altri stati, per le speciali be-
plomi, e talvolta lo fecero anco col- nemerenze che aveva colla s. Sede, e
la viva voce, o di Ordini equestri da per la stretta parentela , cui le era
loro istituiti, o di altri preesistenti. congiunto. Confermarono tal privile-
Secondo il Sansovino, fu Paolo III, gio Giulio III, Gregorio XIII, e Sisto
che pel primo creò cavalieri in Ro- V, per cui il capo della famiglia Sfor-
ma, nomitiando a tal onore Nicolò da za Cesarini accordava tal distintivo, a
Ponte senatore veneto. Ma prima di quelle persone che, ne reputava degne
lui non mancano testimonianze, come per ingegno, e virtù, con diploma che
si potrà vedere ai rispettivi articoli spediva in Genzano o altro suo feudo.
degli Ordini equestri, anzi si legge 1^. Litlercp. aposlolicce quihus nonnulla

nella sua vita, che eresse un Ordine de equestri auratae militiae decernun-
di quattrocento cavalieri, i quali com- iur, che il regnante Papa Gregorio
peravano il loro posto, e ne avevano XVI emanò a' 3i ottobre i84i- Con
dalla dogana la rendita annuale di tali lettere ,• nel ritornare all'antico
cento scudi certo è però che con bol-
: splendore l' ordine dello sperone d' o-
la emanata nel i54o Paolo III con- ro ha
, il Pontefice stabilito anco i com-

fermò i privilegi dei cavalieri dello mendatori fissando per Io stato ponti-
sperone d'oro. Di siffatti cavaliew, che fìcio il numero di essi a centocinquan-
appartennero alla classe de' vacabili, ta, e quello dei cavalieri a trecento ; ha
ne furono di varie denominazioni, co- aggiunto al nastro rosso di seta il colo-
me di cavalieri di s. Pietro, cavalieri re nero, e sullo smalto bianco della cro-
di s. Paolo, cavalieri del giglio, j'ulii, ce, l'immagine di Papa s. Silvestro I ;
pii, laurelani, e simili. Fra' diversi di- ed ha derogato al pi'ivilegio che i pre-
stinti ceti della corte e curia roma- decessori aveano accordato ad alcune
na, come i famigliari nobili ed intimi distinte famiglie, di concedere cioè il

dei Papi, neir essere dichiarati conti medesimo ordine, acciocché in appres-
palatini, erano pur creati cavalieri so non abbia alcuna forza, e vigoi'e.
anzi concessero i Papi ai Cardinali le- Di quest'Ordine poi equestre, ed au-
gati, ai vescovi assistenti al pontificio rato, comechè se ne parli all' articolo
soglio, e ad altri personaggi, il privi- Sperone d'oro, diremo che vuoisi isti-
legio di crearne un determinato nu- tuito da Costantino il Grande, e con-
mero. Ed uno dei privilegi, che gode- ferito a quelli, che in privato e in
va la romana principesca casa Sforza pubblico facevano continuamente la
Cesarini, non comune a verun' altra guardia alla sua persona come le ,

famiglia, neppure pontifìcia, come os- guardie nobili, e gli svizzeri la fanno
serva il Ratti della famiglia Sforza, oggidì al Papa. In oltre legavano ai
Roma 1794 parte I, pag. 264, 265, piedi dell'imperatore gli sproni, don-
e ^.^Q, era quello di creare cavalieri de presero il nome e l'impresa i ca-
dello sperone d'oro, o milizia aurata, valieri, portando nel petto la croce
non che conti del sagro palazzo ed a otto punte collo sprone pendente.
aula lateranensc. Questa rara prero- S. Pio V volle ripristinarh sotto il no-
gativa la concedette a sì celebre e me di pii , ed ampliarli , prescrisse
nobilissima famiglia il sovrano Pon- che essere dovesse nobile la posterità
tefice Paolo Farnese, in conside-
III, di un cavalierato cui assegnò ren-
razione dei grandi meriti e lustro di dile, in seguito peròa continuò
essa, già sovrana del ducato di Mila- chiamarsi dello sperone d'oro. Vuol-
,

CAV CAV i3
si ancora, che l'Ordine dello spe- ladino Cardinal Priuli , che è del
rone d' oro fosseapprovalo da s. seguente tenore.
Silvestro I , e che ne decorasse lo Clemente XI assiso sotto baldac-
slesso Costantino istitutore. J\on ha chino sulla sedia gestatoria nella
guari in Roma si sono ristampale camera de' paramenti, e vestito di
le Memorie storiche siiW anticliilà , sottana, (àscia, rocchetto, mezzetta
ed eccellenza dell' Ordine aurealo, e stola , ricevette l' ambasciatore in
ossia dello spron d' oro. abito senatorio a' suoi piedi, accom-
Finché durò la repubblica veneta, pagnalo dai maestri delle cerimonie,
questa teneva un ambascialore a Ro- dopo aver fatto le tre consuete ge-
ma presso il Papa, e prima di par- nuflessioni , mentre due cappellani
tire dalla sua ambasceria veniva segreti ginocchioni ai lati del Pa-
creato cavaliere della milizia aurata pa, sostenevano l'uno il secchio del-
con quelle formalità e cerimonie, , l'acqua santa coll'aspersorio, e l'altro
che andiamo a descrivere, mentre la spada nuda d'oro ornala di dia-
è degno di osservazione, che a nin- manti. Clemente XI , deposto il ca-
no de' suoi ambasciatori la repubbli- mauro , si alzò in piedi, e servito
ca permetteva ricevere decorazio- di libro e candela da dvie arcive-
ni equestri , meno che dalle ma- scovi assistenti al soglio, benedi la
ni del Sommo Pontefice. La fun- spada colle preci del pontificale ro-
zione si faceva nel palazzo apostoli- mano, e ricevuto dal Cardinal de-
co abitato dal Papa nella camera cano l'aspersorio, la bened'i, ricevendo
dell'udienza privala , se l'ambascia- pure dal medesimo la spada, la quale
tore era incognito, e nella stanza pose nelle mani dell'ambasciatore di-
avanti la cappella segreta del Qui- cendo: » Accipe gladium istum, in
rinale,ed in quella del s. Offizio al « nomine Patris, et Filii, et Spiri-
Vaticano o nella camera de' para-
, » lus Sancii ad de-
, ut eo utaris
menti, se r ambasciatore aveva lat- » fensionem tuam, ac sanclae Dei
to il pubblico ingiesso in Roma « Ecclesiae, et ad confusionem ini-
nel qual caso adoperavasi la sedia '» micorum crucis Cbristi ac fidci ,

gestatoria, perchè la funzione si lé- » christianae, et quantum humana


ceva in pubblico, mentre nella pri- » fragililas permiserit cum eo ne- ,

vata , il Papa adoperava una sedia » mine in injusle la-das ; quod ipse
camerale. V'intervenivano, mediante » praistare dignetur, qui cum Patre,
pontifìcio invilo, i Cardinali veneziani, »> et Spiritu sancto vivit et nguiit
oltre il Cardinal segretario di slato, " Deus per omnia ssecula saeculoruni.
vestitii di sottana, rocchetto, mezzetta » Amen ". 11 piimo maestro delle ce-
e manlelletta, sedendo nei banchi, ed rimonie Cassina prese quindi la spa-
Alessandro \ 111 vi fece assistere an- da dall'ambasciatore , la ripose nel
che i Cardinali aggregati alla nobil- fodero, passandola a d. Carlo Alba-
tà veneziana, alla cui nazione egli ni nipote del Papa, che la cinse al
apparteneva. 11 Diario di Rovi a ^ fianco dell'ambasciatore, il quale al-
num. 3i3 dell'anno 17 19, riporta zatosi in piedi, dopo averla cavala
la funzione fatta da Clemente XI ,
dal fodero, tre volte spiritcsanienle
coll'ambascialore veneto nobile Duo- la mosse, ed avendola strisciala sul
do, il quale fu coi»dollo in carroz- b) accio sinistro, la ripose nel fodero.
za al palazzo apostolico, dal conci t- Indi il Pontefice pxese dalle muui
,

14 CAV CAV
del Cardinal decano una preziosa va che a' suoi sudditi , come di-
collana d'oro lavorata, con medaglia cemmo, si conferissero ordini eque-
.simile pendente col ritratto dello, stri, avanti che
mandasse quel- gli
stesso Clemente XI da una parte lo dello d'oro, cui sole-
stolone
e nel rovescio coli' immagine del Sal- va mandare a Roma contempora-
vatore in atto di sostenere la croce neamente al suo ambasciatore fi-e-
coH'epigrafe : factvs est principatvs giato dal Papa delle insegne del
Ejus svPER HVMERVM Ejvs. Il Papa la cavalierato della milizia aurata) , si

pose al collo dell'ambasciatore, dan- Cardinal Priuli al palazzo


restituì col
dogli l'abbraccio di pace
, dicendo : di s. Marco sua residenza. Nella
Pax L'ambasciatore allora
tecurn. mattina seguente l'ambasciatore pel
tornò a sfoderare la spada , la de- suo maestro di camera, mandò al
pose nelle mani del Pontefice, che Papa in donativo un quadi'o di
tre volte leggiermente gliela battè cristallo intagliato, rappresentante un
sulle spalle, dicendo : Esto miles pa- miracolo di s. Clemente ; ed il pre-
cificus^ strenuus, Jidelis, et Deo de- fetto delle cerimonie pontificie ri-
voluf. Ripigliata dall'ambasciatore la mise all'ambasciatore consueto ro- il

spada, e postala nel fodero, il Papa, gito da lui come protonotario apo-
dandogli un piccolo schiaffo, gli dis- stolico rogato, facendo fede della fun-
se : Exciteris a sornno malitiae, et zione seguita , ed aggregazione alla
vigila in fide Christi, et fama lau- milizia equestre aurata, alfine di go-
dabili. Ciò detto, il marchese Astal- derne le preeminenze e le prerogative
li capitano delle guardie del corpo relative. Talvolta è poi avvenuto, che
pose all' ambasciatore gli speroni la spada venisse cinta da un principe
d' oro di squisito lavoro (i quali in romano, o dal principe assistente al
uno alla spada siccome erano degli soglio, e che gli speroni, in man-
ambasciatori , dovevano precedente- canza dei capitani delle guardie del
mente mandare al palazzo apostolico), corpo o cavalleggieri , fossero posti
mentre il Papa diceva Speciosus : all'ambasciatore dal capitano della
forma prae Jìliis homimimj acciri' guardia svizzera pontificia, come si

gere gladio tuo super femur tuum, legge nel numero 8 3 del Diario 1

potentissime: indi Dominus vohiscuniy RonianOj che descrive quando Inno-


coll'orazione propria. Dopo di che, cenzo XIII nel ijii decorò dell'Or-
l'ambasciatore baciò il piede al Pon- dine equestre 1' ambasciatore veneto
tefice ringraziandolo ossequiosamente, Cornaro. Analogamente alle descritte
e ne ebbe amorevole risposta in lo- cerimonie, il citato Sansovino, par-
de della repubblica , e della di lui lando delle insegne de' cavalieri,
persona, e nobilissima prosapia Duo- pag. 8, dice che se l'anello era an-
do. Quindi il Cardinal primo dia- ticamente distintivo cavalleresco, po-
cono levò la stola a Clemente XI ,
scia i principi adottarono lo sperone
che, benedetti i Cardinali, e l'amba- d'oro, o di metallo dorato, e vuole
sciatore col suo corteggio, fl^ce ritor- che Filelfo, il quale fiori nel XV seco-
no alle sue camere, mentre l'aniba- lo, [)el primo chiamasse per tal'insegna
scialore avendo deposta la collana, i cavalieri aurcati e che il donativo ;

la spada, e gli speroni (che ritirò (ut <l('gli speroni voglia significare come
suo famigliare, per attendt;re the r uill/io del cavalicro dee fare asi

la repubblica, lu quale uou vulu- cavallo, col quale appunto si ado-


CAV CAV l'i

pera Io sprone. Anticamente, se il ferito da un Cardinale, con facol-


cingolo, o cintura che si pone , al tà compartitagli da Clemente XI, al
cavaliero, fosse stato perduto, egli re- cavalier Rusconi scultore, di quattro
stava privtìto dei privilegi e delle pre- statue degli apostoli per la basilica
rogative, che concedevano le leg-
gli lateranense. Fu eseguita quella fun-
gi; quindi è che il principe creando zione dal Cardinale nel proprio pa-
un cavaliere, gli cinge la spada, lazzo, sotto il trono, con rocchetto
ovvero con essa gli tocca la testa scoperto, cioè con sottana e moz-
per significare, che colla spada dee zelta. Nello stesso numero, pag. 24,
mostiare il suo valore, per cui è egualmente si legge, che i cavalieri
fatto cavaliero, e con quella difen- di s. Stefano, nella chiesa di s. Ca-

dere il suo promotore, dovendo terina da Siena, dopo la messa can-


perciò essere coraggioso e virtuoso. tata, diedero l'abito, e la croce, e
Riguardo poi al conferimento della posero gli speroni ad un
la spada e
collana, come particolar insegna di nuovo cavaliere; quindi nel numero
special favore, ricorda il detto San- 636 nel detto anno 1718, nei nu-
sovino, che i nobili romani usavano meri 199, e 200, legeesi il diploma,
nella giovanile età la bolla d' oro e la funzione dell'Ordine della Cro-
appesa al petto, e che Faraone vo- ciera fatto conferire dall' imperatri-
lendo esaltare Giuseppe, gì' impose ce, per le mani
del Cardinal Scrat-
al collo una collana d'oro; mentre tembach, comprotetton; di Germania,
gli stessi lomani nelle guerre dava- alla marchesa Lancia IJichi, dimo-
no ai loro confederati collane d'oro, rante nel monistero di s. Anna,
ed ai propri concittadini solo colla- nella cui chiesa ebbe luogo la fun-
ne d' argento, ciò che in seguito fu zione. Nel Diario dell'anno 1721
imitato dagl' imperatori, solendo do- viene riportato, che il priore dell'Or-
nare collane di due specie, chiamate dine di s. Stefano, nella chiesa di
duplares e simplares^ a proporzione s. Giovanni de' fiorentini, diede l'abito
dei meriti di quello cui volevano militare di cavaliere di giustizia a
onorare. E finalmente egli dice, che certo Valletti, il quale, secondo il

per riguardo al colore delle insegne costume, fece dispensare i guanti agli
di cavaliero, il rosso fu il principale. astanti. 11 numero 648 del medesi-
Gli altri, come le insegne, le deco- mo anno racconta, che il gran priore
razioni, gli emblemi, le croci ec. di R.oma dell'Ordine gerosolimitano
furono espressamente stabiliti dai fon- presentò ad Innocenzo XIII per ,

datori degli Ordini militari ed eque- parte della sua religione, due croci,
stri ,
pei motivi per cui l' istituirono, una delle quali gioiellata, pel di lui
siccome può vedersi agli articoli nipote d. Carlo, che il medesimo
rispettivi, ove si scorgeranno gli Or- Papa aveva dichiarato cavaliere mi-
dini equestri eziandio di donne. lite di giustizia; quindi il Pontefice,
I Diari di Roma riportano le dopo aver celebrato la messa, assiso
funzioni e le cerimonie praticate in trono in una delle sue camei-e,
nel conferimento degli Ordini eque- pose al petto del principe nipote la
stri in Roma, sia dal Papa, che croce di Malta. Il numero 729 del-
dai Cardinali, ed altri. Si legge, nel l'anno 1722 riporta la decorazione
numero 226 dell'anno 17 18, la fun- dell'Ordine della croce stellata , con-
zione pel cavalierato di Oisto con- ferito nella chiesa d'Araceli dal p.
i6 CAV CAV
Diaz teologo imperiale, per coin- Il sommo Pontefice crea i cavalie-
inissioiie dell' imperatrice presidente ri con breve apostolico, e i sovrani,
dell'Ordine, alla marchesa Acco- i gran maestri, e dignitarii degli i

ramboni del Drago. Nel 1782 Cle- Ordini equestri militari e religiosi,
mente XII fece decorare l'architetto li annoverano ad essi mediante di-
Ferdinando Fuga colia croce di ca- plomi, che da alcuni chiamansi an-
valiere, da monsignor Acquaviva che bolle. I Cardinali legati a laierc
maggiordomo, che gliela impose nel- conferivano, per indulto della Santa
la sua cappella, come si ha dal Sede, dodici cavalierati dello speron
numero 2362. Nel lySS Benedetto d'oro, e pel medesimo privilegio,
XIV, ad istiUiza del re di Sardegna, i vescovi assistenti al soglio ne con-
diede formalmente la croce di com- ferivano quattro, con diploma, la
mendatore dell'Ordine de' ss. Mauri- cui formula si legge nel Parisi, Istru-
zio e Lazzaro, al proprio nipote d. zioni, tomo IV, pag. 5, e seg., av-
Giovanni Lambertini, nel modo che vertendo egli , che siccome il cava-
descrive il numero 632 1; mentre il lierato è titolo secolare, tuttavia il

numero 8248, dell'anno 177 1, ri- diploma di solo conte palatino si


porta quando Clemente XIV creò dà anche agli ecclesiastici colle limi-
cavaliere aureato Nicolò Erizzo II, tazioni, che le parole aurata; mili^
ambasciatore della serenissima re- lice equitan si debbano tralasciare
pubblica di Venezia. I numeri io54, se la persona sia ecclesiastica, come
e io58 del citato Diario di Roma, per essi si omettono le parole enserii,
anno 1784, riportano, che Pio VI et aurata calcaria. Il Sansovino a
nella sala del concistoro, e colle pre- pag. 93, Origine de' Cavalieri, del-
scritte cerimonie vestì monsignor l'edizione del i566, tratta Degli sta-
Braschi suo nipote, che precedente- ed ordini convenevoli
hilimenli, leggi,
mente avea dichiarato gran priore ad ogni Del medesimo
cavaliere.
di Malta in Roma, dell'abito e della autore, ed argomento abbiamo altra
croce dell'Ordine de' ss. Maurizio e edizione in libri IV, colla data di
Lazzaro, speditagli dal re di Sarde- Yinegia i683, Ordini equestri, mi-
gna, per mezzo del ministro conte litari, ed ospitalari. In essa fa la

Valperga. Oltre la croce di brillanti, distinzione della cavalleria, Equiluni


gli diede quel monarca una couì- ordo, in mililare, regolare, onoraria,
n)enda coll'annua rendita di duemila e sociale.
duecento scudi, dichiarandolo inoltre CAVALIERI. Ordine de' presi-
suo gran ciamberlano. Furono pre- denti della Accademia
Pontificia
senti alla funzione i Cardinali pala- di s. Luca. La romana Pontifìcia
tini e nazionali, il ministro, e i accademia delle belle arti, veneran-
cavalieri dell'Ordine. Finalmente, nel da per la sua antica origine, chiaris-
numero 2o44 dell'anno 1794» evvi sima per famosi professori, e rispet-
la descrizione della seguita funzione, tabile per in)portanti servigi resi alle
in cui il gran maestro dell'Ordine arti liberali, meritava l'alta protezio-
gerosolimitano con diploma njagi- ne, e lo incoraggiamento de' Sommi
strale, e breve pontificio facoltativo, Pontefici, sotto i cui auspici, e quello
fece decorare della croce di divozio- de' Cardinali protettori Federico 13or-
ne di lai Ordine la dama Virginia romei, Paleotlo del Monte, dei due
Masliaui Severi di Rieti. Barberini , e poscia de' camerlenghi
, ,

CAV CAV tj
di s. Romana Chiesa, mi labilmente capitoli ; ciò che pur fece Urbano
prosperò e fioiì in modo
, che la , Vili, nel 1627, assoggettandole le
sua riputazione suona grande e ce- arti di Roma. Ci'cscendo successiva-
lebrata per tutta l' Europa, ed ovun- mente la fama dell' accademia nel ,

que si stima come supremo tribu- 1675 quella reale di Torino, sotto
nale nel fatto delle arti. Vantando Vittorio Amadeo II duca di Savoja,
r accademia la sua origine nel se- ne implorò, ed ottenne l'aggrega-
colo XIV, segna per principale me- zione; ciocche pur fece nell'anno
cenate Sisto IV, che nel 1478 l'in- seguente quella regia di Francia
novò le antiche costituzioni dell' u- colla sanzione di Luigi XIV , co-
ni versila, ciocche pur fecero il se- municata per mezzo del suo ministro
natore di Roma, e i conservatori Colbert, ove fra le altre distinzio-
del popolo romano. Paolo IH con ni concedute al presidente dell' acca-
suo breve nobilitò l' arte della scul- demia di s. Luca , evvi quella di
tura, dichiarandola scienza studiosa, potere in caso di malattia, o assen-
emula della natura. Ed il valente za del direttole dell'accademia di
pittore Girolamo Muziano ottenne Francia in Roma [Vedi), supplir-
dal magnanimo Pontefice Gregorio ne le veci col titolo di rettore. Ter-
XIII una bolla, datata ai i5 otto- minò il secolo XVII, con celebrarsi
bre 1^77, colla quale venne isti- nel 1690 il primo centenario del-
tuita r accademia romana di belle l'erezione dell'accademia di s. Lu-
arti, sotto la medesima invocazione ca con decoro e splendidezza.
,

di s. Luca evangelista, cui Sisto V, Incominciò il secolo XVIII assai


a mediazione di Federico Zuccari propizio per essa , stante i premii
si mostrò largo di grazie e favori e , assegnati alle arti dal dotto Cle*
con sua bolla del i588 approvò mente XI, e la prima pubblica pre-
quella dell' immediato predecessore. miazione si effettuò neir augusto
Quindi, nel i593, sotto il ponti- Campidoglio l'anno 1702. Fu pu-
ficato di Clemente Vili , lo stesso re nel medesimo pontificato, che
Zuccari fu eletto dagli accademici r accademia rinnovò la sua impre-
in loro principe, titolo che le acca- sa, rappresentandola in un triango-
demie d'Italia davano ai loro capi, lo equilatero,simbolo dell'egualità,
o presidenti; e fu egli il primo che, ed unità delle tre nobili arti, com-
ai i4 novembre di detto anno, pre- posto del pennello, scalpello, e sesto,
siedette allaprima accademia presso con entro il motto aequa potestas) :

la chiesa di s. Martina, con tutta e nel 1 1 4, coli' autorità dello slesso


7
formalità sedendo in luogo emi-
, Clemente XI, ne vennero modificati
nente collo scettro accademico
, e , gli statuti. Benedetto XIV, e poi
pronunziò analogo discorso suU' ac- Clemente XIII furono benemeriti
cademia del disegno, e sulle nobili della scuola del nudo in Campido-
arti della pittura, scultura, e ar- glio. Nel ponliftftalo di qjiest' ulti-
chitettura. Poco dipoi Paolo V, con mo, Pio Balesti'a nel 1762 istituì
breve del 1616, compartì all' acca- erede delle sue facoltà l'inclita ac-
demia il privilegio di liberare ogni cademia pontificia , in aggiunta dei
anno un reo per la festa del suo fondi destinati ai concorsi capitolini.
l^rolettore s. Luca. Gregorio XV Correndo l'anno 1782 seguì l'unio-
nel 1621 approvò gli statuti e i ne dell' accademia Clementina delle
VOL. Xf.
,

i8 CAV C \ V
belle arti di Bologna istituita fino pontificato, e il cui nome sarà iu

dal 17 IO in quella città, alla no- perenne benedizione anco presso gli
stra di s. Luca. Nel medesimo anno accademici. Dappoiché egli confer-
Papa Pio VI ridusse ad un sessen- mò nelle scuole ogni ramo di utile
nio due concorsi dementino e Ba-
i insegnamento nelle scienze del di-
lestra e fu nel 1793 che l'acca-
, segno, ciinsiderato sotto ogni aspetto
demico cav. Bartolomeo Cavaceppi delle Ire arti primarie, dispose pre-
istituì suo erede universale l' acca- mi annuali pegli allievi, e di mng-
demia. giori privilegi la distinse, e in ogni
Memorabile divenne per essa l'an- maniera la beneficò, come diffusa-
no l'jg^, e per la promulgazione mente racconta nelle citate Memorie
dello statuto, e per la celebrazione il Missirini.
del secondo anno secolare, ma più Finalmente eccoci a vedere prin- i

di tutto pegli amplissimi privilegi cipi o presidenti dell' accademia


,

conceduti dal generoso Pio VI , il creati cavalieri dal predetto sovrano


cui elenco riporta il chiarissimo Mel- Pontefice. L'anno 1806, fu eletto
chiorre Missirini, già benemerito se- a cuoprir la carica di principe del-
gretario dell' accademia, nelle applau- l'accademia il cavalier, ora barone
dite Memorie per servire alla sto- Vincenzo Camuccini, pittore roma-
ria della romana Pontificia acca- no a cui si deve lode per aver
,

demia di s. Luca, fino alla morte grandemente concorso co' suoi stu-
di Antonio Canova, pubblicate in di, ed esimie opere alla ristorazio-
Roma nel 1823 pei tipi de Roma- ne dell' eleganza, della nobiltà e di
nis. Fra tali privilegi merita di es- una perfetta filantropia nell' arte
sere ricordato quello, che niun li- pittorica, per aver egli sopra ogni
bi-o e scrittura, in cui si tratti di altro studiato sul divin Raffaello,
cose spettanti alle tre arti sunnomi- onde meritò, che ad onta dell' età,
nate, possa stamparsi in Roma sen- la quale non giungeva a quella vo-
za la revisione ed approvazione del- luta dallo statuto, fosse con nuovo
l' accademia di s. Luca. Importante, esempio concordemente proclamato
e del nostro argomento, è il ripe- principe. Toccò pure a lui pel pri-
tere quanto riguarda il principe prò mo la ventura di fruire le pratiche
tempore di essa, che il Pontefice fatte dal zelante predecessore An-
nel sanzionar lo statuto con breve drea Vici, per un segnalato onore al-
de' 12 giugno 1795, dichiarò co/z/e l'accademia compartito dal detto Pio
palatino per quel tempo che fun- VII, Chiaramonli, di Cesena, il qua-

geva l'ufficio, col diritto d'intito- le con isplendida e perpetua onori-


larsi tale, e di usare le insegne pro- ficenza, volle qualificare questo an-
prie de' conti palatini ne' pubblici tico stabilimento delle arti ; ed in
atti, e nelle funzioni accademiche. virtìi del breve aS settembre
de'
Pio VII fu benemerito dell' ac- 1806, si degnò creare im luiovo
cademia, per l' eminenza di gloria Ordine di cavalieri, detto 1' Ordine
cui portò il suo cupo, e per tutto de' Principi, o Pnsidenti della Pon-
quello che fece per essa nella pro- tificia Romana Accademia del di-
tezione accordatale, siccome largo e segno di s.Luca, con facoltà, eletto
benefico colle aiti belle, ch'ebbero che fosse un professore, im principe,
tanto incremento nel suo immortai o presidente dell'Accademia, di por-
CA V CAV 19
tare una croce di decorazione a i diletti figli membri attuali di
spicchi di smalto bianco , filettato detta accademia fatto presente,
d'oro, con testa di moro fascialo che il titolo di detta contea, spi-
bianco nel mezzo, essendo qiieslu rato il triennio del principato,
parte dell' insegna gentilizia de'Chia- cessa mentre sarebbe convenien-
,

rarponti, per cui alcuni volgarmente te, che chiunque ha goduto di


chiamano l'Ordine del Moretto^ con questo onore e di tal carica, do-
corona di alloro sopra, e nasti'o di vesse rimanere in pei-petuo insi-
fettuccia di seta rossa, con righe gnito alcuna decorazione
di e :

nere. Ed in oltre concesse il ma- perciò avendoci supplicato umil-


gnanimo Papa, che il titolo di ca- mente a volerci degnare di prov-
valiere, e la decorazione, anche ter- vedere a ciò opportunamente con
minato l'anno, il biennio, o triennio apostolica benignità; quindi è che
del principato, giacché eleggendosi amando noi distinguere gli oratori
ogni anno il presidente , si può con- con ispcciali grazie e favori, e le
fermare due volte, potessero usare singole loro persone assolvere da
r una e l'altra, loro vita durante. ogni censura ec., mostrandoci pro-
Il predetto Breve si esprime nel pensi ad annuire alle suppliche,
seguente tenore: conferiamo, a tenore delle pre-
.senti, coH'apostolica autorità, all'at-
» Pio Papa VII a perpetua tuale principe dell'accademia .sud-
memoria." detta, e ad ogni principe, che anche
quando abbia compito il triennio
» Pensando spesso fra Noi, che del suo pnncipato, possa intito-
» r onore alimenta le arti , e che larsi cavaliere durante la di lui
" animi generosi per mezzo delia
gli vita, e così farsi chiamare, e che
" gloiia s' incendono allo studio, di la croce equestre sia dell' esem-
" buon grado ci siamo mossi ad plare, e della forma esibitaci,
» onorare , quanto era possibile, di cioè a spicchi di smalto bianco
'> distinzioni e di premi, li profes- filettato d'oro, con testa di moro,
»> sori delle arti liberali. Ora sicco- fasciatabianco nel mezzo , con
» me fra le altre accademie delle corona d'alloro sopra in nastro
» arti in questa nostra alma città rosso con lighe negre, e che
« di Roma dai romani Pontefici questa possa portare pub-
croce
" nostri predecessori sapientemente, blicamente pendente dalle asole
« e provvidamente instituite, spe- del vestito vita sua natiu'ale du-
« cialmente ha primeggiato, e pri- rante; e così pure tutti gli altri
»> meggia l' accademia denominata accademici viventi , che prima di
M volgarmente di s. Luca, in modo questo tempo furono assunti al-
»j che Papa Pio VI nostro predeces- l'onore del principato dell'acca-
" sore volle accrescerla ed abbel- demia, possano godere di questo
« lirla di molli onori, fino a decre- titolo, e lecitamente portare detta
»j tare, che il di lei principe prò croce, né essere molestati ed im-
» tempore s' intitolasse conte pala- pediti ec, non ostanti le coslitii-

" tino, come dalle lettere patenti rioni contrarie ec. Dato in Ron)a
» spedite in forma di breve il gior- presso s. Maria . Maggiore sotto
» no 12 giugno 1795, ed avendoci l'aiìcllo del pescatore questo gior-
IO CAV CAV
« no 2 3 settembre 1806, del Nostro pò un anno, cioè nel 1687, lo fece
»» pontificato anno VII arcivescovo di Capua, dove lasciò in-
signi monumenti della pietà sua.
» Cardinal Braschi degli Cessò di vivere in Roma
1690 nel
"
« Onesti neir età di quarantadue anni dopo
quattro di Cardinalato. Fu sepolto
Gli ufficiali accademici di s. Luca nella chiesa di s. Maria in Araceli

assai grati a sì distinto favore, re- nella sua cappella gentilizia di s.


caronsi dal Santo Padre, deposero Gregorio senza alcuna memoria.
a' suoi piedi i sentimenti della loro CAVALIERI Jacopo, Cardinale.
eterna riconoscenza, e nel tempo Jacopo Cavaheri, nobile romano, nac-
stesso fecero i*egistrare ne' loro libin que nel i566. Peritissimo nelle leg-
onorevoli parole, e Andrea
le lodi di gi, fu prima referendario di segna-

Vici, che non solo fu caldo promo- tura ,


poi uditore di Ruota, ed ami-
tore di questa qualificazione, ma co ad Urbano VII! , divenne suo
volle di più soddisfare col proprio datario. Quindi, 19 gennaio del-
ai

alle spese del breve. Fu stabilito l'anno 1626, applaudendovi tut-


eziandio conseguentemente a ciò, che ta la curia di Roma , dallo stesso

la croce passasse da un principe Pontefice fu creato Cardinal prete


all' altro, ma
che spirato il tempo di s. Eusebio. Recatosi a Tivoli per
del principato, ove alcuno uscito da oggetto di salute, vi lasciò la vita

quella dignità volesse di lai fregio nel 1629, di sessantatre anni, e


insignirsi , dovesse a proprie spese tre di Cardinalato; ed ebbe tomba
acquistarne il segno. Finalmente cre- a s. Maria in AraceU nella cappella
diamo opportvino di ricordare, che di s. Gregorio, con nobile iscrizione.
Antonio Canova di Possagno, che CAVALLEGGIERI, GUARDIA pon-
fu il Prassitele de'nostri tempi, venne tificia. Milites Icvis armaturae. Que-

pure eletto principe dell'accademia, sta antica guardia del corpo dei

da lui già generosamente beneficata, Sommi Pontefici, fu succeduta nei

e non volendo esserlo effettivo per- primi del corrente secolo dalla
petuo, solo ne conservò il titolo con guardia nobile pontificia (Fedi), e
alcune preeminenze. Pertanto da al- dopo guardia svizzera, è la piìi
la

lora in poi il capo dell'accademia, antica di quelle, che servirono i


cioè 18 17, si nominò pre-
fino dal Pontefici sino alla nostra epoca ,

sidente, divenendo poi tale quello, dappoiché le lancie spezzale [Fedi)


che è eletto vice-presidente. e le corazze [Fedi) furono istituite
CAVALIERI Gaspare, Cardinale. nella corte del Papa dopo i caval-
Gaspare Cavalieri nato in Roma d'il- leggieri. Dallo stesso loro nome si

lustre prosapia, amabile per soavità di conosce, che erano militari a cavallo
costumi e per docilità d'ingegno, ebbe d' una cavalleria detta leggiera dalla
campo di esercitare, sotto Clemente X, sveltezza de' suoi cavalli, e dalla
la sua abilità nei tribunali di Roma. qualità degli abiti, che usavano. Nel
Ebbe la presidenza delle milizie del- possesso, cui prese del Laterano
io stato ecclesiastico ed ottenne altri Lpone X nel i5i3, si legge che
onorevoli incarichi. Il Pontefice In- l'ordine della cavalcata incominciava
nocenzo XI creollo diacono Car- dagli equites Icvia armaturae. Dalla
dinale di s. Maria in Aquiro e do- descrizione poi del dolt. Penni si ri-
,

CAV CAV ^i
leva che principiavasi la processio- Che poi fino da Innocenzo Vili
ne da duecento uomini a cavallo creato nel 1484 esistesse una guai--
armati con lance. Ma osserva il dia del coi'po del Sovrano Pontefi-
Cancellieri, ne' suoi Possessi, pag. ce, e forse degli stessi cavalleggieri,
II 8, che la prima menzione della si vedrà in seguito parlandosi dei
guardia de' Cavalleggieri, si fu nel loro quartieri. Leggo poi nel Bur-
solenne ingresso che fece in Roma cardo, Conclavi de' Pontefici, ed in
Marcantonio Colonna il Trionfatore, quello per 1' elezione di detto Papa,
ai 4 dicembre 1571, per ordine di eh' egli deputò Paolo Orsini co'suoi
s. Pio V, perocché dalla relazione soldati alla guardia, o custodia del
fattane dall' Albertonio si conosce , palazzo apostolico, col consueto sti-

aver preceduto ]Marcantonio il ca- pendio; che nel conclave per l'elezio-

pitano della guardia del Papa, colle ne di Alessandro VI, le ronde dei
guardie (forse i cavalieri fedeli o cavalleggieri facevano continuamente
della fede, o della colomba istituiti la ronda avanti il palazzo vaticano;
sotto Paolo IV, che in appresso di- e che il successore Pio III nel i5o3,
vennero Lande spezzate) e che , fece capitano del palazzo apostolico
seguivano il magistrato romano i il nipote marchese Giovanni Saluz-
Cavalleggieri del Papa, i quali zo , il essendo poco dopo
quale,
chiudevano la cavalcata. Tuttavolla, morto Papa, parti dal palazzo
il

leggiamo nei ruoli della famiglia apostolico, e passò ad abitare altrove.


pontifìcia, del luglio i555, nel pon- Rileviamo dal Lunadoro, Relazio-
tificato di Paolo IV, che già i ca- ne della corte di Roma, Bi'acciano
valleggieri esistevano a quell' epoca, 1 646, che il Papa aveva per guar-

giacché dopo i capitani di Castel s. dia della sua persona due compa-
Angelo, e della guardia, e prima gnie di cavalleggieri, composte ognu-
del capitano degli svizzeri, sono regi- na di cinquanta individui ; ed i due
strati due capitani de' cavalleggieri capitani, e gli alfieri di esse veniva-
capitani custodiae equituni levis no nominati dallo stesso Pontefice
orniaturae , con parte di pane e con apostolico breve ; che tanto i
vino, che ricevevano dal palazzo capitani, gli alfieri, ed ulfiziali dei
apostolico ; ruolo eh' è il più antico cavalleggieri , venivano in uno ai
degli esistenti in quell'archivio, laon- cavalleggieri pagati ad uso di guer-
de si può congetturare, che l'istitu- ra con emolumenti e mancie
,
e ,

zione di questa guardia pontifìcia che dodici cavalleggieri, e quattro


sia anteriore a Paolo IV, il quale lancie spezzate erano continuamente
ascese al trono ai 23 maggio 1 555, di guardia al palazzo apostolico. E
leggendosi ne' successivi ruoli, co- noto poi, che i soli ufficiali de' ca-
stantemente registrati fra i signori valleggieri erano nobili, e che ogni
della corte, due capitani.
i predetti nuovo Pontefice, se non confermava
Anzi abbiamo dalla vita di Sisto V, i capitani, ne dichiarava a suo pia-
creato nel 1 585, che avendo Nicolò cimento i primari signori, o i suoi
Azzolino, capitano de' cavalleggieri fratelli e nipoti, come rilevasi in di-
e parente del Cardinal Azzolino versi articoli di questo Dizionario.
cui il Papa amava teneramente, Appenanel 1676 divenne Pon-
ucciso con uno schioppo in una rissa teficeInnocenzo XI, che avendo in-
il sao alfiere, gli fece tagliare la testa. trodotto nel palazzo la moderazione,

k
, ,

-il CAV CAV


abolì porzione della guardia de'ca- devano il corteggio con lancie in

valleggieri, accresciuta senza neces- mano, per rimovere nelle strade gli

sità, con grave dispendio della ca- impedimenti; e che dopo i prelati, i
mera apostolica. Il Bonanni, Gerar- quali seguivano il Papa, cavalcavano
chia ecclesiastica, pag. l\^o, parlan- le compagnie de' cavalleggieri coi lo-
do dei famigliari del Papa, dice che ro capitani, ed il vessillifero colf in-
nell'anticamera vicina a quella dei segna della Chiesa l'omana. 7-^. Chat-
bussolanti, dopo la sala de' palafrenie- tard. Descrizione del Valicano, to-
ri, assistono alcuni cavalleggieri col- mo II, pag. i6o, e i6i, ove parla
r abito a seconda della figura, che delle anticamere,^ in cui risiedeva-
riporta al num. i4^» pag- 4^6, no i cavalleggieri. Neil' edizione poi
cioè sotto-abito ad arbitrio, ed una del Lunadoro, del 1774? viene con-
giubba, che tutti indossavano di fermato che i cavalleggieri erano di-
panno rosso, con maniche pendenti visi in due compagnie, coi loro ca-
sino al ginocchio, guarnita di oro ; pitani, e cornetti , dipendenti tutti

usando sempre stivaletti di drappo immediatamente dal prelato mag-


nero, cogli speroni, spada al fian- giordomo. Ma dopo l'invasione del-
co, bandoliera di color celeste tri- lo stato pontificio operato da' fran-
nata d' oro attraverso del corpo cesi, nel declinare del secolo decor-
ed una pistola in mano, che ripo- so, restando soppressa la guardia
savano sul braccio sinistro. Aggiun- de' cavalleggieri, ilnuovo Pontefice
ge, ch'erano divisi in due compa- Pio VII, nel 1800, con suo moto
gnie, comandate ciascuna da un proprio, approvò l' erezione del cor-
distinto capitano, con diversi uffi- po delle guardie nobili pontificie
ciali ; e che quando il Papa proce- fatta con decreto della congregazio-
de per la città in pubblico, alcuni ne economica del sagro palazzo a|)o-
cavalleggieri lo precedevano a ca- stolico, giacche molti nobili romani,
vallo ,
per {sbarazzare la strada e dello stato ecclesiastico si erano of-
da qualunque impedimento, mentre ferti di supplire alla guardia de'ca-
un drappello ne seguiva la carroz- valleggieri.
za, la lettiga, o la sedia, secondo che o I avevano due quar-
cavalleggieri
l'una o l'altra era usata dal Pontefice. tieri, con abitazioni, e scuderie pei
Il medesimo Bonanni, a pag. 477> »"i- cavalli tanto al Vaticano, che al
portando le testimonianze di diversi Quirinale presso la residenza del
celebri cerimonieri, osserva, che an- Papa. Il menzionato Chattard, al
ticamente nell'appartamento ponti» tomo III, p ig. 32 3, descrive il Quir-
fìcio, dopo r anticamera de' caval- tiar della n^al guardia del corpo,
leggieri, eravi quella degli scudieri; detta dti' cai>allegg!eri presso il ì^a-
ma dopo che Innocenzo XI regolò tìcano. Questo quartiere era situa-
le guardie delle anticamere, i»ella to presso la porta di Roma chia-
anticamera della bussola di dama- mata Posterula , che poscia per
sco eranvi di guardia i cavalieri questo oggetto prese il nome di
lancie spezzate, 1' alfiere e il tenen- porla Cai'alleggicri , in un luogo
te della gtiardia svizzera, i cornetti chiamato il predio Alagdlo o Ma'
delle compagnie de'cavalleggieri, i lo- cello , che vuoisi eretto da Inno-
ro capitani ed altri, e che nelle ca- cenzo Vili, ed ingrandito da di-
valcate alcuni cavalleggieri prcce- versi Pontefici, massime da Paolo V,
CAV CAV fc3

con lutli i comodi


opportuni pei- »» et vexilliferis splendide ornati ,

i' abitazione delle guardie, e per la »• omnes armati thorace ferreo, et


scuderia decloro cavalli. L'Alveri, •» superinduti sago manicato, pur-
Roma in ogni stalo, parte 11, pag. tjpureo, hastas praelialas defei'en-
24 1> dice che presso la porta Ca vai- " tes, in quarum summitate quae-
leggieri evvi l'abitazione perla guar- >» dam pai'va vexilla appensa erant
dia pontificia, fabbricata nei tempi »» flavi, et purpurei coloris ". Ab-
d' Innocenzo Vili; e il Cancellieri biamo, che nel possesso preso, nel
nel suo Mei calo, pag. 242 aggiun- i644> da Innocenzo X, la vanguar-
ge, che la porta Cavalleggieri è così dia de' cavalleggieri andò avanti per
chiamata dai vicini alloggiamenti di far isgombi-are i capi di strade, e- le

tal guardia, di cui soleva essere ca- piazze dalle carrozze. Dopo la letti-
pitano il nipote del Papa regnante, ga del Papa, seguivano due trom-
il quale gotleva i proventi della stes- due paggi
bette de' cavalleggieri, e
sa porta. Vicino poi al palazzo a- con lancie dorate, e giubbe ricama-
poslolico del Quirinale, nel 1732, te di velluto turchino, armati d'ar-
Clemente XII fece edificare il pa- me bianche, e cimieri in testa, con
lazzo della consulta per gli uffizi di ornamento vaghissimo di piume di
questa congregazione, per quelli dei vari colori, portando lo stendardo
brevi, e per le guardie dei cavalleg- di santa Chiesa, il marchese de' Ca-
gieri , e corazze, i cui quartieri ed valieri, ed andando avanti di esso
abitazioni sono ora occupati dalle i due capitani Panfilio, e Naro, con
guardie nobili, come le scuderie dai ricchissime giubbe di velluto cremi-
loro cavalli. sino tutte ricamate d' oro, seguitati
La guardia de' cavalleggieri, come dalle due loro compagnie de^ caval-
la guardia del corpo del Papa, finché leggieri colle cornette, cinti d'arme
esistette, sempre intervenne a tutte bianclie e casacche di scarlatto tri-

le tunzioni, e se ne fa menzione ai nate d' oro, banderole di taffettà


luoghi opportuni pei servigi, che ren- turchino e giallo in cima delle lan-
deva, particolarmente agli articoli Ca- cie.Nel possesso preso, nel lyy^,
valcate, CArPELLE Pontificie, e Tre- da Pio YI, precedevano a disgom-
ni. Solo qui avvertiamo, che se il
brare le vie alcune coppie di caval-
Papa andava in carrozza, i detti leggiericon lancie e cimiero di piu-
capitani il seguivano vestiti in abi- me bianche e rosse, vestiti di ca-
to nero, senza paggi, e senza vessil- sacche rosse, ornale di velluto cre-
lifero. JNei solenni possessi dei Papi misi, e galloni d'oro, seguiti da due
ciivalcaiono con abiti bellissimi, il lancie spezzate colie loro armatui-e
perchè ne daremo qui alcun cenno. di acciaro, ordinando la cavalcata.
Erano essi, che aprivano tal solenne Appresso poi la carozza pontificia
^ompa, ondesi legge nel possesso preso cavalcavano due trombetti de' caval-
nel 1090, da Gregorio XIV: Praei- leggieri, e quindi quattio paggi col-
bat ctnluria equiluni Lcvis arniaturae le lancie erette, precedute dai prin-
de custodia ss. quasi ad viain di- cipi Altieri, Giustiniani, Mattei, e
ri^endaiìi.Chiudendo la cavalcata :
Santa Croce, capita»! della stessa
» Demum quasi poslremum agmen guardia, con armature di acciaro ,

M mililes brevis armaturae de cu- e ricca sopravveste, in mezzo dei


»? studia ss. cum corum capitaucu, quali ciu à marchese Naro, vessilli-
. , 1

a4 CAV CAV
fero di s. Chiesa con bandiera spie- ctus Equilis Pontificii. Grado , e
gata , e i cornetti, e le compagnie dignità di quello, che nella corte
de' cavalleggieri. pontificia ha la cura generale dei

I menzionati capitani de' caval- cavalli del Papa, e di tuttociò che


leggieri, fino ai ruoli di tutto il ad essi appartiene, ulliciale palatino

pontificato di Pio VI, erano regi- della classe dei camerieri segreti di
strati nella categoria di Diversi si- spada e cappa laici. Il Muratori,
gnori della corte, prima del vice- nel tomo I, delle Dissertazióni so-
castellano, del foriere, e cavalle- pra le antichità italiane, nella quar-
rizzo ec, godendo ancora le por- ta degli uffizi della corte dei re an-
zioni di pane e vino ; ed il mae- tichi d' Italia, e degl' imperatori, di-
stro di camera nella distribuzione ce a pag. 32: " Trovasi nel palaz-
delle medaglie, ne dava loro uno zo dei re longobardi lo stratore,
d'oro e l'altra d'argento per ca- che oggi chiamano cavallerizzo,
dauno. P^. Ordini, e regole che _,
si il cui ministero consisteva in as-
dovranno osservare dalle compa- •> sistere il re allorché voleva sali-
gnie delle guardie de" cavalleggieri re a cavallo, con tenei'gli la staf-
di Nostro Signore Clemente XI, Ro- fa, ed aiutarlo in altra maniera;
ma 7 3 1 1 giacché non so se 1' uso delle
CAVALLERINI Giamacopo, Car- staffe, certamente incognite agli
dinale. Gianiacopo Cavalierini, no- antichi romani e greci, si fosse
bile romano oriondo di Modena , ,
per anco introdotto fra i longo-
nacque a Roma, nel iGSg. Avvo- bardi. Non pochi dei re de' seco-
cato della curia romana trattò le , li susseguenti ( tant' era la loro

cause forensi , ed ascritto ai pre- i riverenza a s. Pietro) non isde-


lati , le giudicò per destinazione > gnarono di tenere la staffa ai ro-
di Alessandro Vili , come luogo- mani Pontefici, e la briglia nelle
tenente dell' uditore di camera ; uf- > solenni funzioni. Talmente s'era
fizio , cui sostenne per venti an- stabilito quest' atto di ossequio
ni con tale integrità e robustez- verso i vicarii di Cristo, che Fe-
za, che Innocenzo XI lo ascrisse a- derico Barbarossa, allorché nel
I,

gli uditori di Rota , ed Innocenzo 1 55 , venne verso Roma per


XII gli affidò la nunziatura di prendere la corona imperiale, a-
Francia, durante la quale, lo stesso vendo ricusato di prestarlo ad
Pontefice, ai 1 2 dicembre del 1 695, Adriano IV, non fu ammesso al
lo creò Cardinal prete di s. Barto- bacio del piede dallo stesso Papa,
lommeo all' Isola, e prefetto della come si ha dalle memorie di
segnatura di giustizia; poi lo ascris- Cencio Camerario, e da altre sto-
se alle congregazioni del concilio rie, e s' imbrogliavano forse gli

dei vescovi e regolari, di Propagan- affari di questa contesa. Ma co-


da, e parecchie altre. Mori a Ro- tanto si adoperarono i più vecchi,
ma, 1699, ^' sessanta anni,
nel e e r autorità de' principi, con alle-
fu sepolto in chiesa di s. Carlo ai gare l'antica consuetudine, che fu
Catinari, innanzi la cappella di s. stabilito: quod domnus impera-
Paolo, tor prò apostolorum principis, et
CAVALLERIZZO maggiore del sedis apostolicac rcverentia exhi-
Pai'a. Praefcctus stabuli , Pracfe- beret statoris oificium, et strcugam
. ,

CAV CAV ri5

» domno Papae teneret ". In lin* essere antico l' uffizio di presiedere
gua longobardica lo slratore era , alla scuderia pontificia, osservando
chiamato marpahis , e clic fosso il Bonanni nella sua Gerarchia, pag.
questo un uffizio splendido lo , si 471, che nell'ordine romano nono
può dedurre da Paolo Diacono, il dell'anno 'Tqo, nel pontificato di s.
quale nel lih. 2. e. 9, scrive, es- Gregorio I, a carte 98, si nomina
sere stato Gisolfo , nipote del re prior stabuli. In im documento ri-
Alboino , vir per omnia idone.us portato dal Galletti , Del Priniicero
qui cidtni slraLor crat, queiii lin- pag. 2')8, del pontificalo di Bene-
gua propria marpahis appellont. detto Vili, che fu clelto nel io 12,
JVella corte de' principi di Beneven- si Martinus
vede sottoscritto certo
to pare, che vi l'ossero più d' uno slrator pontificalis Soggiunge il ,

di questi marpahis, trovandosene medesimo autore, che slrator pon-


menzione nella cronaca del moniste- tificalis era quegli, che sollevava il

ro di Volturno, nelle carte degli arci- Pontefice da terra, quando doveva


vescovi di Benevento, e nella cro- montare sul cavallo, eil indi tenen-
naca di santa Sofìa, tom. VII della do il freno lo addestrava per qual-
Italia sagra. Leggiamo nel Macri che spazio della strada E raccon- .

al vocabolo Slrator, essere esso sta- tando r Anastasio le onorificenze re-


to un uiìiziale della corte imperiale se da Pipino al Pontefice Stefano
di Costantinopoli, che aveva cura II detto III, dice che fece le veci
di mettere a cavallo l'imperatore; di slratore. Nel possesso preso da Leo-
ed il collegio di quei ministri era ne X nel i5i3, si dice che appres-
chiamato Scholae Stratorum^ ap- so a diversi principi e cavalieri pro-
pellandosi il capo prolo-stralor. Fin- cedevano dei maestri di stalla, con
ché durò il sagro romano impero, più di quaranta famigli di stalla
l'elettore di esso duca di Sassonia, vestiti di rosato.
avea la dignità di cavallerizzo per- 11 nome di cavallerizzo soltanto eb-
petuo del medesimo impero ; e lin- be origine nei primi del secolo XV III,
cile i vescovi furono sovrani delle come in progresso si vedrà. Stante le
loro diocesi, alcuni ebbero per ca- vicende de' tempi, ed il sacco di
valleiùzzo uno de' signori loro feu- Roma sotto Clemente VII, i più
datarii, come il vescovo di Cahors antichi ruoli del palazzo apostolico
(Fedi) e quello di Utrecht. Ed il non rimontano che al jiontificato di
czar di Moscovia, prima che Pie- Paolo IV, eletto nel 1 555. In essi
tro I diminuisse la giurisdizione del fra gli officiali maggiori sono regi-
patriarca di Mosca, teneva ad esso strati due maestri, ed un sotto mae-
la briglia e la stalFa. Sopra l' uso stro di stalla, mentre gli altri inser-
di tenere la staffa, F'. il Ducange vienti alla scuderia del Papa, si ri-

ad Cinnamunij pag. ^']o. Stefano portano all'articolo Famiglia Pon-


Estevc scrisse, De ritu tencndi frae- tificia. In altro ruolo si leggono
nunij et siaphades summis Ponli- tre maestri di stalla, che avevano
ficibus ah Imperatoribus pane e vino, ed altre distribuzioni
Dagli articoli Cavalli e Cavalca- dal palazzo apostolico, quattro servi,
te si vede quanto era antica la e cinque cavalli per loro servigio.
consuetudine nel Sommo Pontefice Si legge ancora, che il maestro di
di cayalcare, e perciò quanto debba stalla di Paolo IV ebbe nella co-
26 CAV CAV
Fonazione pel vestiario velluto nero, seguito i cavallerizzi ricevettero scudi
canne quattro e mezza, damasco leo- sessanta in compenso del cavallo a lo-
uato canne quattro, e raso cremesi- ro spettante. Cos\ nelle antiche note
no rosso cann« una e mezza, laon- delle medaglie, che il palazzo aposto-
de rilevasi il modo come allora ve- lico dispensava ai tìiinigliari pontificii
stiva.Evvi pure registrato, che certo in occasione del solenne possesso del
Nicolò de Belis, maestro di stalla di Papa, e nell' annuale ricorrenza del-
Giulio III, e Marcello II, procurò la festa dei principi degli apostoli ,

di entrare a servire Paolo IV, me- evvi assegnata fra quelle, che distri-
diante le commendatizie del Cardi- buiva il prelato maggiordomo di
Mal Pisano, loccliè dimostra eh' erano due medaglie d' oro, e didue d'ar-
amovibili. Quindi ne' posteriori ruo- gento pel cavallerizzo maggiore del
li i capi della pontificia scuderia Papa. Allorché il novello senatore
continuarono a chiamarsi maestri di di Roma fa la cavalcata nel solen-
e nel pontificato di Clemente
stalla, ne possesso, per cui il palazzo apo-
X, e dal 1675 in poi, si appellaro- stolico somministra il cavallo nobil-
no sopraintendenti alla stalla, finché mente bardato, incombe al cavalle-
sotto Clemente XII, si ebbero sta- rizzo maggiore presentarglielo, dopo
bilmente il titolo di cavallerizzi mag- che abbia ricevuto dal Papa lo scet-
giori con quarantacinque scudi men- tro. Finché venne eseguita la pre-
sili d' onorario, oltre la parte di pa- sentazione della chinea, o mula bian-
lazzo. Difatti si legge nella prefazio- ca magnificamente bardata, per cen-
ne dell' Istoria delle guerre avvenu- so del regno di Napoli al Pontefice,
te per la successione alla monar- siccome al cavallerizzo maggiore spet-
chia delle Spagne , del mai-chese tava detta chinea e sua bardatura,
Francesco Maria Ottieri, Roma 1828, così erasi convenuto coli' ambascia-
che essendo egli stato fatto da In- tore straordinario contestabile Colon-
nocenzo XI II soprai n tendente della na, che ogni volta il cavallerizzo ri-

«talla pontifìcia, il di lui successore ceverebbe trecento scudi in compen-


Benedetto XllI non solo il confer- so dell'una e dell'altra. Avanti di
mò nella cospicua carica, ma l' o- descrivere le incumbenze e preroga-
norò col titolo di cavallerizzo^ e per tive in vigore per questo primario
maggior decoro gliene fece spedire uffiziale della corte pontificia, pre-
il corrispondente breve apostolico in metteremo alcune notizie sull'inter-
data i4 luglio 1727, ed in luogo vento de' maestri di stalla ai solen-
dell' antico tenuissimo stipendio di ni possessi dei Papi, e gli onori fu-
novantadue paoli mensili, gli diede nebri resi loro in morte.
quello di cameriere segreto, tutto Rilevasi pertanto dai Possessi de-
confermando il successore Clemente scritti da Cancellieri, che in quello
XII, e gli altri Pontefici, preso al Laterano da Gregorio XIV,
Dagli sgravi della scuderia e stal- nel 1590, dopo gli scudieri, ince-
la pontificia del sagro palazzo del deva il maestro di stalla di sua
pontificato d' Innocenzo XIIl si ri- Beatitudine con diciotto chinee bian-
leva, che in morte di quel Papa ,
che, quindici coperte di gualdrappe
r Ottieri con ordine del Cardinal Al- di broccato d' oro ornate di piastre
bani camerlengo di.s. Chiesa, rice- intagliate, e di fornimenti d' argen-
vette in dono un cavallo; ma in to, e tre di relluto cremisino, con
,

CAV CAV !i7

Irine, frangio e fiocchi cVoro, gui- sessi Clemente XIII, Clemente


di
date a mano da diciolto fauiigii XIV, e Pio VI, che furono gli ul-
vestili di losso, seguiti da tre letti- timi a prenderlo in cavalcata, il ca-
ghe, e da monsignor prociuatore fi- vallerizzo vede cavalcare col fo-
si

scale. Ed in altra descrizione di tal riere maggiore, e sebbene Pio VII,


cavalcata in idioma latino il maestro nel 1801, lo prendesse in carrozza,
di stalla viene detto stabuli praefe- avendo avuto luogo la cavalcala
ctus. E poi singolare quanto si leg- prima de' camerieri d'onore, caval-
ge nel possesso preso da Leone XI, carono ambedue nel loro abito ne-
nel i6o5, che cioè appresso ai mae- ro di gran formalità. Allorché poi
stri di strada cavalcava Pompeo il Papa cavalcava, incombeva al ca-
Frangipani cavallerizzo maggiore di
,
vallerizzo maggiore di presentargli
sua Santità, mentre lai titolo in il cavallo, e di riprenderlo allorché
corte pontificia non era ancora in ne discendeva, supplendo al prin-
uso; ed è perciò, che in quello pre- cipe assistente al soglio, e al magi-
so nel medesimo anno da Paolo V, strato romano, quando non interve-
si vedono seguire le lettighe ponti- nivano, nel consegnargli le redini, e
ficie dal maestro di stalla Lelio Cin- tenergli la staffa.

quini. Per riguardo poi agli onori fune-


11 Lunadoro pei'ò nella Relazione bri resi ai cavallerizzi maggiori del
della corte Hi lioniOj stampata nel Papa , i Diari di Roma ne fanno
1646, dice a pag. i4, che un gen- la descrizione. Dal numero 3750
tiluomo di qualità era il maestro di dell' anno 1 74 1 abbiamo quella pel
stalla pontificio, dappoiché non era marchese Vasé-Pietramellara cavalle-
soUlo il Papa dare il titolo di caval- rizzo coadiutore di Benedetto XIV,
lerizzo a chi presiedeva alla sua scude- esposto nella chiesa pan-occhiale dei
ria. Pure Leone XI die il titolo di ca- ss. Vincenzo ed Anastasio a Trevi,
vallerizzo maggiore a Pompeo Frangi- con trenta fiaccolotti, e l'assistenza
pani, cavaliere principale romano. Ag- di tutta la camera segreta, e fami-
giunge poi il medesimo Lunadoro a gliari del Papa, cantandovi la messa
pag. 18 5, che nella corte de' Car- monsignor Boccapaduli elemosiniere,
dinali era vi il cavallerizzo maggiore coli' assistenza dei cantori , e mini-
al quale, fi'a le altre cose, incom- stri della Dal
cappella pontificia.
heva di aiutare il Caixlinal a mon- numero 8326 medesimo Diario
del
tare, e discendere dalla carrozza. Nel dell'anno 1771, si ha il funere ce-
possesso del Innocenzo XI,
1676, d' lebrato nella chiesa del Gesii al
si trova che vi cavalcò il maestro defonto conte Alessandro Petroni,
di stalla del palazzo apostolico. Nuo- cavallex'izzomaggiore di Clemente
vamente nel possesso di Clemente XIV, venendo vestito il cadavere
XI, preso nel 1700, si legge, che con abito da città di cameriere se-
col foriere maggiore cavalcava il cav. greto laico, contornato da quaranta
Spoleti cavallerizzo; e quindi, nel cerei. Monsignor Garampi, segretario
1611, , in quello d' Innocenzo XII, della cifra, cantò la messa, assistita
il marchese Otlieri soprastante, o dai musici, ministri e chierici della
sopra in tendente della stalla di nosti*o cappella pontificia, con l'intervento
Signore, che poi, come dicemmo, fu del prelato maggiordomo con tutta
dichiarato cavallerizzo. Indi ne'pos- la camera segreta ( Fedi ). E dal
,

a8 CAV CAV
numero 5i4> dell'anno 1779, si ha nità vi sono meiletti neri, per di-
la descrizione delle esequie e pompa stinguerlo dai camerieri segreti so-
funebre celebrata pel marchese Ge- prannumerari e di onore di spada
rolamo Serlupi Crescenzi , cavalle- e cappa: nel resto l'abito è eguale,
rizzo maggiore di Pio VI, nelle meno la collana, che si usa da questi
quali cantò la messa monsignor Stay ultimi. Così usa ancora il collare o
segretario de' brevi ai principi, coi bragiuole, con manichetti di merletti
cantori , e ministri della cappella bianchi, ed al fianco cinge la spada
pontificia, e coli' intervento dell'an- con impugnatura d'acciaro. Però il
ticamera segreta del Papa sì eccle- cavallerizzo usa inolti'e una nobile
siasticache secolare. montura di panno rosso ricamata
Attualmente il cavallerizzo mag- d'oro, con bavaro e mostre alle
giore del sovrano Pontefice, che mani, di velluto nero, cappello piu-
nelle sovrane corti secolari equivale mato con granoni d'oro, sotto abito
al grande scudiere, è il terzo came- bianco, calze di seta bianca, scarpe
rieie segreto di spada e cappa , co- con fibbie quando porta calzoni, i

me è il secondo iiffiziale nell'ammi- mentre usando i pantaloni si pone


nistrazione del palazzo apostolico, sotto gli stivali , e spada civile con
dappoiché non solo sopraintende alle elsa dorata. Questa montura è di
scuderie pontificie, e sue apparte- due specie, cioè una più nobile e
nenze, agli ufllziali ed individui di ricca dell'altra. La più bella è ado-
esse , ma in virtù dei motu-proprii perata da lui nelle visite de' novelli
di Leone XII, e del regnante Gre- Card'mali , od in occasione di qual-
gorio XVI, fa parte della congre- che solenne convito, che imbandisca
gazione amministrativa palatina, di il Papa, e l'altra nei viaggi, e nelle
cui è capo il prelato maggiordomo, villeggiature pontificie, mentre il sud-
prefetto de' sagri palazzi apostolici. descritto abito nero si porta sempre
Questo cospicuo impiego si concede dal cavallerizzo maggiore in tutte
liberamente da ogni nuovo Ponte- le altre sue rappresentanze ordinarie
fice ad un cavaliere fornito delle e solenni. Il Falaschi , nella sua
opportune cognizioni a sì vasta azien- Gerarchia ecclesiastica j e famiglia
da, solendosi talvolta da lui confer- pontifìcia j Macerata 1828, a pag.
mare quello del predecessore, come 125, parla di questo personaggio,
meritò di esserlo il presente caval- e ne riporta la figura in montura,
lerizzo maggiore barone Giuseppe vedendosi a pag. 127, quella di ca-
Testa Piccolomini romano, il qua- meriere segreto laico, in abito nero
le nominato all'onorevole carica da nel modo superiormente descritto.
Pio VII, ci venne confermato da Il cavallerizzo, oltre alcuni emo-
Leone XII, Pio Vili, e Gregorio lumenti, percepisce cinquanta scudi
XVI. al rnese per onorario, e gode l'uso
L'abito ordinario del cavallerizzo del frullone palatino, ricevendo nelle
di città è tutto di color nero, cioè suindicate epoche quattro medaglie
scarpe con fibbie , calze di seta di nonché le distribuzioni
argento,
calzoni e gonnella, corpetto, e abito delle candele, palme, Agnus Dei
di panno n(no nell' inverno, e di benedetti ec. Allorquando il Ponte-
seta nell'estate. Il mantello è sem- fice esce dal palazzo coi treni di
pre di seta, e sovr'esso nelle solcn- città, pubbhci, o nobili, il cavai-
,, ,

CAV CAV 29
Joiizzo precede in frullone palati- altre cose che il riguardano, e che
no foriere maggiore la cariozza
col pure vengono trattate agli articoli
del Papa, di cui apre e chiude lo Trem, e Camerieri del Papa, ed al-
sportello quando ascende e discende, tri, dicendosi a quest' ultimo dei privi-
uflizio che esercita verso il Pontefice legi, e delle prerogative accordate dai
anche nei viaggi, se egli fa parte del Pontefici ai loro cavallerizzi maggio-
seguito, non cedendo tal incarico che ri , siccome appartenenti alla fami-
ai sovrani, alle sovrane, ai Cardinali glia nobile, e precisamente al titolo
agli ambasciatori, ed al maggiordo- I, De" Camerieri segreti partecipanti^
mo, quando Papa porta il seco in e al titolo HI. AI cavallerizzo inol-
carrozza due Cardinali. Né si deve tre spetta la cura della portantina
lacere, che fino agli ultimi dei de- specie di lettiga, che portano i pala-
corso secolo, il cavallerizzo precede- frenieri e sediari pontifìcii, nella
va a cavallo la carrozza pontificia quale si asside il Papa quando gli

andando per la città, ed allo sportello sia di peso ascendere le scale, per
da
nei viaggi e nelle villeggiature, e cui il cavallerizzo va allo sportello,
ultimo andò anche nella seconda che apre e chiude, invigilando che
muta palatina. Prima che il Papa sia portata con sicurezza. Quando
esca dal palazzo, il cavallerizzo riceve non si usavano le carrozze, tanto i
le istruzioni dal prelato maestro di palafrenieri, che i sediari pontifìcii,
camera tanto per la strada che deve dipendevano dal cavallerizzo mag-
fare il treno, quanto pei luoghi ove giore; quindi ne' primi del secolo
si deve andare, ed allora ordina al XVIII vi restarono soggetti i soli
battistrada, che in un alle velette sediari,che poi nel secolo corrente
dei dragoni ne percori-a la via; per non lo furono più per le riforme
tutte le altre ingerenze proprie del della corte papale. Sopra questo
suo uffizio, egli se la intende con argomento possono consultarsi i se-
monsignor maggioidomo. Il cavalle- guenti autori, cioè per quello che
rizzo inoltre fa parte della camera riguarda pure gli uflici del cavalle-
segreta , e perciò in essa interviene rizzo nella corte dei principi , ed
tutte le volte, che il Pontefice esce anche il cavallerizzo, che esercita e
co' suddetti tieni , nonché pel rice- ammaestra i cavalli, e insegna ad
vimento di sovrani e sovrane, let- altrui a cavalcare, come il cavalle-
tura di decreti per beatificazioni, rizzo d'opera della pontifìcia scude-
concistori pubblici e segreti, imposi- ria che, prima in abito nero ed
zioni di berrette ai nuovi Cardinali, ora in montura , addestra la mu-
cappelle, processioni, e pontificali, la cui nei treni nobili cavalca
visita della basilica vaticana ne' ve- monsignor crocifero colla croce asta-
nerdì di marzo, ed in altre circo- ta del Papa: Claudio Corte, il Ca-
stanze per le quali il Papa si rechi vallerizzo, nel quale si traila dì
in quella basilica. Se egli vi va a tutiociò che riguarda i cavalli, e
piedi, il cavallerizzo Io precede cogli che a buon cavallerizzo si appar-
altri cubiculari, ma quando il Papa tiene, Lione 1578; d. Giovanni de
ascende la sedia gestatoria ( Vedi ) Gamba , La ragione dell' arte del
il cavallerizzo va presso di essa, nel cavalcare , Palermo 1606: ed An-
modo che dicesi all'articolo Cappelle tonio Locatelli , // perfetto cavaliere,
Pontificie {Vedi)^ ove si dicono opera corredata di stampe miniate,
,

3o CAV CAV
rappresentanti le varie specie dei della loro docilità ,
qualità ed al-
cavalli, Milano iS-zS. tro, il p. Menochio nel tomo 111 del-
CAVALLO , Eqnus , Caballux. le sue eruditissime Stuore, alle pag.
Questo vocabolo pei naturalisti in- 58 1 , 583 e 591 ; il Garzoni che
dica un animale quadrupede , che nel 1774 pubblicò in Venezia, V Ar-
facilmente si rende docile alla volon- te di ben conoscere , e distinguere
tà dell'uomo, e lo porta sul dorso, la qualità de:" cavalli j ma soprat-
e tira i carri, le carrozze e simili. tutto degna di leggersi T opera
è
Nostro scopo non è di parlare di stampata in Milano nel 1825 di An-
quest'animale tanto conosciuto , se tonio Locatelli intitolata, // perfetto
non se per dire di quelli usati dai cavaliere, corredata di un volume
Papi, e da altri della gerarchia ec- in foglio di stampe miniate^ rappre-
clesiastica. Tuttavolta ci permettere- sentanti le varie specie de' cavalli,
mo dire , che i cavalli si credono incominciando dal selvaggio, ed i

originarli della pianura elevata del- loro differenti mantelli. Quest'opera


l' donde si sono sparsi in
alta Asia, è ancora accompagnata dalla storia
tutto rimanente del continente, e
il naturale del cavallo scritta dal cita-
ci permettiamo ancora di riflettere to Buffon ; dalla scuola di cavalleria
col Buffon, che l'uomo per mettersi di Guerinlerc , contenente la cono-
in sicurezza, e per rendersi padrone scenza, r istruzione e la conservazio-
dell' universo vivente, si procacciò un ne del cavallo con nuove aggiunte
partito, fra mezzo agli animali, affi- tratte dai più recenti autori ; da al-
ne di apporlo a tutti gli altri. Quin- cune osservazioni sul tipo di bellez-
di conciliatosi l'amore del cane, che za fissato al cavallo dai più celebri
ha tutte le qualità per esigere la artisti sì antichi , che moderni , da
sua benevolenza, la più nobile con- tutti i migliori squarci con cui ce-
quista fatta poscia dall'uomo, è quel- lebrollo la poesia ec. ec, infine dal-
la del cavallo. Ora palpando l'uomo le memorie , e dalle descrizioni più
blandemente, ora sforzando e pun- notabili intorno al cavallo. Per quan-
gendo cogli spei'oni il puledro ge- to poi può riguardare l' erudizione,
neroso, lo persuade ad ubbidire al si possono leggere nella parte se-
freno, ed a condurgli il cocchio, ri- conda dell' opera stessa Dei primi
partisce con lui le fatiche della guer- domatori dei cavalli, pag. 5o i ; Dei
ra , e la gloria de* combattimenti cavalli attribuiti ai numi, e ado-
de' trionfi , e divide i suoi piaceri perati ne^ sacrificii , e nei giuochi ,
alla caccia , ai tornei , e alla corsa. ed onorati di tomba, pag. 498 ; Or-
V. Dav. Wendeler, Dominium ho- namenti, onori e fregi accordati ai
minis in creaturas infr-riores , Wit- cavalli , pag. 5 3 ; Elenco de' ca- 1

tembergae 1687. I' Reiskio scrisse valli pili celebrati, pag. 527; Di
Dissertatio de Irìumpho romano per alcuni cavalli fantastici, pag. 544-
eqiios candidos facto, Luneburgi Da ultimo nella stessa città di Mi-
1675. Innumerabili sono gli autori, lano, e nel i83i Luigi Fcrreri pub-
che hanno scritto sulla nobilt'i, bel- blicò con figure miniate l'opera del
lezza, coraggio, e grandi pregi del Passi na sul modo di conoscere dai
cavallo, trattandadi molte cose con- denti l'età dei cavalli.
siderevoli , e prodigiose de' piìi ce- I romani Pontefici pertanto pri-
lebii cavalli, degli onori resi ad essi, ma che fosse introdotto l' uso delle
y
,

CAV CAV 3t
carrozze, allorché si recavano a ce- » litudine cassidis ex albo fit in-
lebrare le funzioni nelle diverse ba- »» dumento, et lune demum ascen-
siliche e chiese di Roma, e in oc- « dit super equum suum, et valla-
casione di prendere il solenne pos- »> tor a judicibus etc. ". Onde os-
sesso , ovvero nei viaggi ordinarli, serva lo stesso Bonanni , che di-
solevano cavalcare vm cavallo bianco, cendosi ciò del Pontefice s. Leone I,

la groppa del quale era coperla nei abbiamo l'epoca del


44^, '»» cui fu
primi tempi con panno rosso. Di eletto. Ma il Galletti, nel primicero
questa usanza si trovano frequenti e secondlcero della Santa Sede
menzioni negli antichi rituali. Il Co- racconta a pag. i4; che ritornando
nanni nella sua Gerarchia ecclesia- il Papa nella mattina di Pasqua
sticaj cap.99, descrive il Pontefice dalla basilica liberiana al palazzo
a cavallo e dice , che l' uso dei
_,
laleronense ,
quando discendeva da
Papi di cavalcare rimonta al Pon- cavallo, era sostenuto dal primicero,
tefice s. Silvestro I, che fu elevato ed il secondicero gli toglieva dal
alla cattedi"a apostolica Tanno 3r4, capo la corona , per cui non si sa
locchè si deduce dalle antiche pit- comprendere, come il prior stabuli
ture , come è quella osservala dal fosse quello , che la imponesse al
Torrigio a carte 43o nella chiesa Papa.
de'ss. Quatti'o Coronati, edificala dal Nella vita di Papa s. Giovanni I
Pontefice Melchiade predecessore
s. si ha, che essendo partito da Roma
di s. Silvestro 1, e meglio lo si de- nel 525 per Costantinopoli , giunto
duce nell'oratono antichissimo dedi- che fu a Corinto, ed avendo pel suo
cato al medesimo s. Silvestro I, do- viaggio bisogno d' un cavallo un ,

ve si osservano alcune pitture del nobil uomo gliene somministrò uno


settimo, o ottavo secolo rappresen- mansuetissimo, che a tal effetto ado-
tanti le pie gesle di Costantino , e peravasi dalla moglie di lui. Ma do-
dove vedesi quell' imperatore , che po che il Pontefice l'ebbe usato, ri-
tiene il freno del cavallo del santo mandò il cavallo al padrone, il qua-
Pontefice. Così ancora nel palazzo le vedendo che era divenuto cosi
,

vaticano si vede la medesima dipin- indomabile da non permellere che


tura, coU'iscrizione, constantinvs im- ninno il cavalcasse, dopo aver ser-
PERATOR S. silvestri EQVIFP^ENVMTENET. vito al vicario di Gesìi Cristo, lo
Nell'Ordine IX del pontificale Sa- rimandò al Papa in dono. Tanto
li sburgense, riferito dal Martene, de. racconta s. Gregorio I ne' suoi Dia-
ritibus antiquis, pag. 407 ,
parlan- loghi, cap. 8, lib. 3, e viene riferito
dosi dell'elezione del Papa, si legge : dal Ciacconio. Da questo mirabile
» Egrediens autem inde, cum ad in- avvenimento vuoisi originata la tra-
» feriores gradus s. Petri descendit, dizione, che vm cavallo venendo ca-
» ibi stat equtis , vel sella pi-aeces- valcato una volta dal romano Pon-
« soris ponitur ei ad sedendum pa- tefice, non dovesse più servire al-
» rata , et accedentes pationi re- l'uso di verun' altra persona. Certo
» gionum uno incipiente, caeteris è, che dalle memorie dell'archivio
>' respondentihus in hunc modum, del palazzo apostolico ho letto, che
" canunt ei laudem etc. Hoc usque essendo morto il cavallo , cavalca-
" ter dicto, accedit prior stabuli, et to dal Papa, se ne concedeva il cor-
» imponit ei regnum, quod a simi- po, secondo il consueto, e per lo
32 CAV CAV
scortico, alla confraternita dei coc- palarzo , che gli aveva preparato.
chieri, ma la pelle si conservava in L' imperatore Lodovico II, nell'BSS,
memoria nella scuderia pontificia. recandosi ad incontrare il Papa Ni-
Anche Pontefici più santi han-
i colò I, prese il fieno del cavallo, e
no sempre giudicato, che alla mae- lo guidò per qualche tratto di stra-
stà del loro grado convenisse l'usare da, come riferisce medesimo Ana-
il

cavalli di bella corporatura. S. Gre- stasio. Nel 1099, venendo eletto


gorio I, Papa del Sgo, sebbene en- Pontefice Pasquale II nella chiesa
comiato per la sua umiltà, scrisse di Clemente, si legge, che depo-
s.

nondimeno a Pietro suddiacono pre- ste le vesti monastiche, ed assunte

fetto patrimonio, che la santa


del le papali equo albo ad ha lilìcae
,

Sede aveva nella Sicilia " Unum no- :


constantinianae porticnm perducilnr
» bis caballum miserum , et quin- comitantihns Cardinalihus , etc. Dal-
« que bonos asinos transmisisti. Ca- le cronache di Genebrando lib. IV,

» liallum illum sedere non possum, si ha l'ossequio reso ad Alessandro


» quia miser est ; illos autem bonos III, da Federico I imperatore, da

>' sedere non possum quia asini ,


Enrico lì re d' Inghilterra, e da Lo-
« sunt. Sed petimus, ut si nos con- dovico V re di Francia, sorreggendo-
« tinere disponitis aliquid vobis ,
gli la staffa allorché montava a ca-
» condignum deferatis, lib. II, ind. vallo. Eletto Papa nel 1294 s. Ce-
» X, ep. 32 ". S. Adriano I poi lestino V, egli entrò nella città del-
più chiaramente si esprime, scriven- l'Aquila cavalcando un giumento,
do a Carlo Magno l'anno 784, nel per la singolare sua umiltà adde-
,

ringraziarlo del cavallo, che gli ave- strato dai re di Napoli, e d'Unghe-
va trasmesso, e nel pregarlo di vo- ria ; ma nella sua coronazione ca-
lergliene mandare ancor degli altri, valcò un bianco cavallo. Il medesi-
che sieno i più belli. Alla detta let- mo ufficio, per non dire di tutti
tera di s. Gregorio I soggiunge il (trattandosene all'articolo Sovrani),
Mabillon ne' suoi Commenta riij pag. jn-aticarono ad Urbano V gì' impe-
128: Et id certe exigit Pontificia ratori Carlo IV e Paleologo , non
dignitas,sempre riconosciuta, e ve- che Venceslao a Gregorio XI. Dai
nerata dai monarchi, i quali vollero quali cenni non solo rilevasi la ri-
tonere il freno del cavallo, su cui il verenza , cui sempre le leste coro-

Papa montava, raccontando l'Ana- nate hanno avuto pel Sommo Pon-
stasio, che recatosi Stefano III nel tefice, ma eziandio l'uso costante di
753 in Francia a chiedere aiuto al andare il Papa a cavallo per le pid>
re Pipino, contro Astolfo re de' lon- bliche vie s\ nei viaggi, che per le
gobardi, fu incontrato dal figlio di città di Roma, Avignone, ed altre
hii Carlo, cento miglia lungi da ove dimorarono, massime nelle so-
Pontyon coi principali del regno, e lennità , e nelle sagre funzioni, con
poi il re colla moglie e coi figli addobbi, e pompa ecclesiastica, co-

usci per tre miglia a riceverlo , e ronato di mitra , o di triregno.


smontando il Papa da cavallo, tutti Che incedesse colla mitra, si legge
.si gettarono a' piedi di lui, e li ba- nell'Ordine romano § i3: mane
ciarono ,
quindi Pipino , come fosse quae dìci-
ipsius lertiae dominìcae,
imo scudiere, prese le redini del ca- t(irGaudcle , Papa equitat ad s.
vallo, e accompagnò il Poulcfice al PcLrum , et portai milram aurifri-
,

CAV CAV 33
sìatam eundo, et et nota redeundo, » missam coronatus redit ad pala-
quod casula est ornata perlis. " tium sicut inos est ".

Nel rituale di Cencio Camerario, Quando cominciasse


l' uso di co-

che porta la data del i 192, nel de- prirsi la groppa del cavallo pontifi-
scriversi al cap. 3 quanto il Papa cio di coperta rossa, non si rinvie-
faceva nella festa di s. Stefano, ecco ne presso alcuno scrittore ; si legge
quanto ci sembra opportuno ripor- però nel capo 3 del citato rituale
tare : » Induit se pianeta alba , et di Cencio Savelli , il quale fu poi
descendit de palatio usque ad Onorio III, che dovendo il Papa ca-
Porlicellum,ibique invenit equum valcare,»» invenit equum phaleratum
phaleratum cum novo scarlato, cum novo scarlato , ita tamea
ita tamen , quod secundum con- 5 quod secundum consuetudinem
suetudinem antiquam equus ipse > antiquam equus ipse Domini Pa-
domini Papa? non debet habere » p?e non debet habere collum pha-
collum phaleratum, et ascendens leratum, et ascendens equum, et de
5

equum et de manu adextrato- 5 manu adextratorum regnum l'eci-


rum regnum recipiens induit ip- 5 piens induit ipsum, sicque vadit ad
sum sicque vadit ad
, ecclesiara > ecclesiam beati Stephani in Coolio
b. Stephani in Coelio monte co- > monte coronatus ". Di tale usan-
ronatus ". za sitrova anche menzione nel ritua-
Nell'Ordine del medesimo Cencio, le pubblicato nell'anno 1271 per ordi-
cap. i5, si legge, che il Papa; » in ne di Gregorio X, ove nel §IX in cui
die Pasquae induit planetam al- si descrivono la cavalcata, e l'accompa-
bam, pallium , et mitram sole- gnamento, col quale il Pontefice si
mnem , descendensque de palatio trasferiva al Laterano per prendervi
usque ad exitum porticelli , ubi il possesso, fu prescritta la funzione
albus palafredus cum nacco scar- nel seguente modo : » Omnibus rite
latae superi mposito , et argenteo > pcractis , ipse Summus Ponti-
freno solemniter praeparatus est a » fex, et omnes Cardinales, et a-
magistro senescalco, et ab adextra- > lii pi-aelati ,
quilibct in gradu
toribus, imponitur ei regnum ab j suo indutus vestimentis pretiosis
archidiacono , et ita coronatus ' albi coloris, episcopi pluvialibus,
palafredum ascendit, et equitando 5 presbyteri casula, diaconi dalmati-
incedi t prascedentibus in ordine 3 ca, subdiaconi tunicellis, acolylhi
suo bandolariis etc. ". Neil' Ordi- » superpelliceis , et ahi capellani
ne Benedetto canonico, § 5 1 , par-
di > episcopi, archiepiscopi, abbates, et
landosi della funzione, che faceva il » patriarchaj pluvialibus , et judices
Pontefice nella seconda festa di Pas- j scriniarii, similiter praefecti et ad-
qua, in cui era la stazione a s. Pie- ) vocati erunt induti pluvialibus ;

tro , si dice " finita missa Papae co-


: j ipse in pluviali et mitra, et simi-
» ronatus ante basilicam s. Petri in lo- j liter superpelliceis, et Papa omnia
w co ubi ascendit equum, et coronatus j pretiosa ornamenta habebit , et
« cum
processione revertitur ad pa- pallium , et mitram optimam, et
« latium, idest lateranum". Altret- > chyrothecas, et annui um pastora-
tanto si legge nel § 63, tornando lem et sic cum omnibus venit
,

il Papa dalla chiesa di s. Maria ad > ad portam, si ve ad gradus eccle-


Mariyres^ detta la Rotonda : » post > sìjc, ubi prior diaconus Cardinaiis
VOI,. XI. 3
34 CA V CAV
>» exuit mitram , et ponit ei coro- pestati dalla cavalleria pontificia,
M nam, qiiae vocatur regnum in ca- insorse grave tumulto.
« pite, toto populo clamante Kyrie Ad tumulti andarono sog-
altri

« eleixon etc, et sic cum omni oi*- getti romani Pontefici, quando
i

" natu quilibet Cardinalis, et prae- alcuni, od il popolo volle impadro-


M latus equitant equum coopertum nirsi del cavallo da loro cavalcato.

M panno albo, subdiaconi vero, ca- Nella cavalcata, che fece nel i4i7
« pellani , scrinarli , et alii equitant Papa Martino V, per la città di

» ornate non tamen habent


vestiti, Costanza, per eseguire la funzione
» equos coopertos. Papa equitat e- del possesso, insorse contesa fra i

» quum magnum phaleratum , et famigliari del Pontefice, e il bor-


» coopertum tantum ex parte po- gomastro della città ,
pretendendo
« steriori, et de scarlato ; in par- ciascuno di appropriarsi il cavallo
« te vero anteriori non cooper- montato dal Papa, che alla fine fu
» lum ". aggiudicato appartenere al borgo-
Il Bonanni non potè rinvenire il mastro. Nel possesso pi*eso da Pio
motivo perchè il cavallo adoperato II in Roma nel i4^8> incorse egli pe-
dal Papa dovesse essere coperto nel- perchè i romani colle
ricolo di vita,
la groppa, e non avanti il petto, e spade nude si disputavano il cavallo
neppure perchè il cavallo dovesse da lui montato, per impadronirsene
esser bianco, se non forse perchè me- dopo la funzione. Egual pericolo
glio risplendesse la sua maestà. Per passò Innocenzo Vili quando, nel
molti secoli poi segui il costume, 1 484 >
prese il possesso, giacché i

che il Pontefice cavalcasse co' sacri romani, appena il Papa discese dal
paramenti , ma giudicandosi esser cavallo bianco alla chiesa di s. Cle-
meglio, che comparisse in pubblico mente con forte rissa lo rapirono,
,

per le vie con altre vestimenta, i come pur fecero della sedia, e del
Papi cominciarono a cavalcare colle baldacchino da lui adoperato. Nel
vesti domestiche, e con cappello possesso di Giulio II, nel i5o3, i
rosso orlato d'oro, cinto di cordone romani senza litigi s' impadronirono
simile, con fiocco, che pendeva sul del cavallo da lui cavalcato, e della
petto, nel modo che si vede nella sedia e baldacchino. Leone X, che
figura riportata dal medesimo Bonan- fu l'ultimo Papa a prendere possesso
ni a p. 365, assumendo però il cappel- coi paramenti sacri, volle prenderlo
lo pontificale nelle solenni cavalcate, agli 1 1 aprile 1 5 1 3, cavalcando quel
le quali , meno le principali , cessa- medesimo cavallo turco, sid quale
rono dopo r introduzione delle car- nello slesso giorno dell' anno prece-
rozze, e delle lettighe sostenute dalle dente era stato fatto prigioniero a
mule, o chinee (P^edi) bianche. Ravenna dai francesi, e sul quale
Pel primo ne fece menzione il Pan- fuggì, avendo un suo famigliare
vinio, nelle addizioni al Platina nel- tagliata la mano ed ucciso quello,
la vita di Sisto IV nel di della che ne aveva afferrata la briglia.
sua coronazione, cioè a' 25 agosto Collo adoperare Leone X lo stesso
1471 , raccontando che nel por- cavallo nel suo possesso, volle divi-
tarsi il Papa in lettiga a prende- dere in certa guisa con lui la gloria,
re possesso alla basilica lateranen- e l'onore del trionfo del possesso, co-
se, venendo alcuni del popolo cal- me nel Cardinalato ne aveva divise le
,

CAV CAV 3:5

fatlclie , e i pericoli della guerra. in Lione mentre prendeva possesso»


Però il Cancellieri nel descrivere a giacché rovesciandosi un mvu'o, egli
pag. 66 tal possesso, aggiunge che cadde da cavallo, andò per terra il
essendo stato fatto poi prigioniero triregno, e morirono dodici baroni.
in detta fuga, lo ricuperò per da- Nel codice poi della biblioteca Za-
nari dai nemici , e che gli divenne luski di Varsavia si rappresenta,
tanto caro, che comandò non fosse Casus, cjuem ss. D. P. Joannes
più da veruno cavalcato, e volle XXIII in monte Adula eundo Con-
fosse pasciuto, e tenuto con gran stantiam, e quadriga, et cum qua-
diligenza sino alla sua vecchiezza. driga prolapsuì iiditj lo che accad-
Giunto che fu Clemente XI sul de a' 23 ottobre \^\^, mentre ai

Campidoglio, nel possesso preso nel 28 di esso entrò a cavallo in Co-


1 700, affollandosi il popolo, il ca- stanza accompagnato dalla sua corte,
vallo bianco, che gli aveva donato che, oltre a nove Cardinali e molti
il principe Chigi, si spaventò al- prelati, consisteva in piìi di seicento
quanto, e poco mancò che il Papa persone.
ricevesse un colpo d'alabarda dallo Finalmente è a sapersi che negli
svizzero, che respingeva il popolo. ultimi tempi, nelle solenni cavalcate,
Ma il medesimo Cam-
nello scendere i Pontefici cavalcavano vestiti di fal-
pidoglio Clemente XIV, mentre ai da , sopra la sottana e la fascia
a 6 novembre 1 769 con maestosa di rocchetto, di mezzetta, e di stola
cavalcata si recava a prendere il preziosa, portando in testa sopra il

possesso, giunto vicino il carcere camauro il cappello papale di vel-


mamertino, il cavallo sul quale era luto o di raso rosso, con guan-
montato si pose in ardenza per le ti bianchi, e bacchetta inargentata
acclamazioni del popolo, e non es- in mano. Il cavallo poi era bian-
sendosi potuto fermare dai conser- co nobilmente bardato di val-
vatori di Roma, che alloia ne reg- drappa e sella di velluto cremisi
gevano secondo il consueto i cor- trinato d' oro, con ricami simili,
doni della briglia , lo gettò a ter- ed otto fiocchi pendenti dalla bar-
ra. Essendo la strada coperta di datura quadrata, ed anch'essi d'oro,
arena, il Papa non si fece gran venendo condotto al luogo ove mon-
male , onde lepidamente disse Non ; tava il Pontefice , dal suo cavalle-
vi è contusione , ma un poco di con- rizzo maggiore [Vedi). Neil' ascen-
Jìisionej e perciò entrato in lettiga derlo il principe assistente al soglio,
aperta , si recò in tal modo al La- siccome il più degno laico, presen-
terano. Rammentando poi questo tava al Papa le redini di seta cre-
avvenimento, soleva dire: Salendo misi e d' oro, e sosteneva la staffa
al Campidoglio, io sono comparso sinistra mentre tenevasi la staffa
come s. Pielroj piacesse a Dio, destra dal primo conservatore di
cìie essendo sialo rovesciato a ter- Roma, stando il secondo alla testa
ra, io diventassi come s. Paolo. del cavallo. Quindi il principe assi-
Corse pericolo di cadere da cavallo stente al soglio conduceva il cavallo
anche il Cardinal Pallavicini suo se- pel freno sino alla metà della piazza
gretario di stato. Egual disgrazia an- quirinale, o vaticana, secondo ove
teriormente era avvenuta con peggio- abitava il Pontefice, il quale allora
ri circostanze, nel 1 3o5 a Clemente V gli comandava che cavalcasse col
,

36 CAV CAV
governatore di Roma, restando a pe rosse, usandole prima di drappo
tenere il freno dai due lati i due bianco, con finimenti, e staffe di
primi conservatori, che a vicenda metallo dorato ; e che essendosi in-
col terzo, e col priore de' caporioni trodotte le carrozze, Giulio III, nel
continuavano sino al Laterano. 11 i55o, e poco dopo Pio IV eccita-
Papa veniva circondato dalla guar- rono i Cardinali a non profittarne,
dia svizzera, camminando alle staffe ma a continuare 1' uso di cavalcare.
i due maestri delle strade, le guar- Qui noteremo, che il Cardinale Sca-
die del corpo, i paggi, i mazzieri, i rampo Mezzarota, del i44o» fu il
cursori , e palafrenieri pontifici , col primo porporato a mantener un gran-
decano, e sotto decano, con due dissimo numero di cavalli ; ed inol-
ombrellini aperti, portandosi da due tre, che Urbano Vili concesse ai
paggi altro cappello, guanti, e bac- medesimi Cardinali di poter guar-
chette inargentate per uso del Papa nire i cavalli delle carrozze con se-
all' occorrenza. Se poi egli non ca- terie, fiocchi, e ciuffi rossi, potendo

valcava, andava in nobile sedia co- però usarli anco di lana. Distinti
perta di velluto cremisi trinata d'oro, sono i Cardinali decano, principi
portata da due mule bianche, con e marchesi, i quali godono le inse-
finimenti pure di velluto cremisi gne principesche, con seterie, fiocchi,
ricamati d'oro. Fino poi al pontifi- e ciuffi frammisti d' oro.
cato di Pio VI , la carrozza del La prelatura nelle cavalcate usa-
Papa era tirata da sei bellissimi va di mettere ai propri cavalli fi-

cavalli frigioni bianchi : ora però nimenti e valdrappe di panno di


sono morelli, come lo sono gli altri color paonazzo, cioè i vescovi ed i
della scuderia pontificia, oltre le primari prelati , e gli altri nero

mule bianche. Prima queste e quelli come nere erano le valdrappe e


erano in maggior numero, dappoiché i finimenti de' cavalli di altri per-
la maggior parte de'prelati, uffiziali, sonaggi della corte e curia romana,
ed altri addetti al servigio del Papa e della famiglia pontificia. Ripetere-
godevano l'uso di uno, o più cavalli mo altresì, che i quattro prelati di
secondo i gradi. V. Treni, e Pa- fiocchetti usano ai cavalli delle loro
lazzi Pontificii per le scuderie del carrozze i fiocchi e ciuffi di seta
Papa, ed altre notizie analoghe, paonazza, distinzione di che godono
mentre ad Eucaristia ss. si dice il oggidì pure i patriarchi, E dal nu-
rito, quale veniva essa portata
col mero 8488 del Diario di Roma,
.su di una mula, o chinea bianca, del 1773, si apprende, che Clemen-
quando i Pontefici usarono farla te XIV, con biglietto della segrete-
precedere nei loro viaggi [P^edì)^ ria di stato, confermò loro l'uso
e possessi alla basilica latcranense de' fiocchetti neri ai cavalli, essendo
{Fedi). verdi quelli dei vescovi allorcliè

L'uso dei cavalli nei Cardinali, si recano a celebrare qualche fini-

lo dicemmo Carrozze ,
all' articolo zione.
non che a quello delle Cavalcate : È noto, che i vescovi prendono
laonde sol qui rammenteremo, che il possesso della loro chiesa a ca-
Innocenzo IV, nel la/j.'T, impose loro vallo, e che il Pontefice Anastasio
di andare a cavallo; che Paolo li, IH, del (^11, concedette l'uso del
nel i464> accordò loro le valdrap- cavallo bianco al vescovo di Pavia,
CAV CAV 37
t come si rileva dalla vita di lui. quattro non avevano fiocchi. Ed il

L'Cghelli, nel t. II deìV Italia sa- numero 887 dei citati Diarii rac-
gra j in Episcop. 3Iat. n. 3r, ri- conta, nell'anno 1722, che il cada-
porta la storia di una gran contro- vere della principessa Orsini fu tras-
versia, nata fra i canonici, e il ve- portato alla basilica latei'anense en-
scovo di Modena pel cavallo usato tro una carrozza d'acciaio, i cui
da lui , mentre tornava in città do- cavalli portavano i fiocchi d'oro,
po sua consacrazione, giacché il
la avendo quelli della seconda carroz-
pretendevano giusta il costume. Di- za i fiocchi di seta nera, mentre
cemmo poi altrove che il barone, il non li aveano quelli delle due al-

quale addestrava la mula al nuovo tre carrozze.


vescovo di Cahors, la liceveva poi Si vuol qui ricordare l'antico co-
in sua proprietà. stume di fare uso ancora dei ca-
Il resto della romana prelatura valli nelle esequie dei morti, massi-
non può usare ciuffi e fiocchi ai me de' nobili e ricchi, come si può
cavalli, maestro di camera
meno il vedere presso Giulio Lavor, Varia-
del Papa. Riportammo pure all' arti- rum Luciibrat. pag. 89. Ecco quan-
colo Carrozze, che in Roma gli to in proposito ha scritto s. Gio.
ambasciatori, i principi assistenti al Grisostomo: Divile aliquo mortilo^
soglio, i principi romani e i mar- non servof solos, et ancillas, sed et

chesi di baldacchino usano ai loro equos nccessarii sacco amicientes y


cavalli fiocchi di seta celeste, e di et agasonibus tradentes, ad sepul-

ad oro, e che il
altro colore mista turam sequi jiibent, calamitalis ma-
magistrato romano gode la prero- giiiludineni oslentanles , Discor. par.
gativa di guarnire i propi'ii cavalli 2. png. 22. Vincenzo Borghini alcu-
con fiocchi, e ciulH di seta bleu, ni esempi ne reca, e dalla piccola
intarsiati con oro. Dai Diarii di cronaca manoscritta del IMoraldi, ab-
Roma del secolo passato si legge, biamo che nelle esequie di m. Ni-
che gli ambasciatori, i principi e colò di Jacopo degli Alberti, morto
le principesse inccdcvaiìo con caval- agli 8 agosto i38i, erano " otto
li ornali di fiocchi d' oro, alla pri- « uno delle armi del popolo
cavalli,
ma carrozza, e con fiocchi di seta « perchè era cavaliere del popolo,
nera a quelli della seconda, e della « ed uno della parte guelfa, perchè
terza carrozza ; e che gli ambascia- » ei"a de' capitani : due cavalli co-
tori, benché Cardinali, usavano i ca- " perti con le bandiere grandi con
valli della prima carrozza coi fioc- " r arme degli Alberti, ed un ca-
chi d'oro. Quando l'ambasciatore » vallo con un pennoucello, ed uno
veneto Cornare, nel 1722, si recò >» col cimiero, spada e sproni di
in forma pubblica da Innocenzo » oro : il cimiero, una donzella con
XIII, per essere decorato della mi- " due ali; ed un cavallo coperto
lizia aurata, componevasi il di lui » di scarlatto, e il fante con un
corteggio di nove cai'rozze : i cavalli » mantello di vaio grosso foderato;
della prima avevano i fiocchi d'oro, " ed un altro cavallo non coperto,
quelli della seconda di seta color » con un fante, con un mantello
d' oro, quelli della terza di seta e « di paonazzo, foderato di vaio
oro, quelli della quarta, e quinta » bruno. " Apiid. script. Rer. Ital.
di seta nera, ma i cavalli delle altre tom. XVII, col. 858. Andrea Gatta-
,,,

38 CAV CAV
ro descrivendo la pompa funebre di dell'Apostolo, tolto dalle corse pub-
Giovanni Galeazzo Visconti, duca di bliche: correte, o fedeli, in maniera
Milano, morto a' 3 settembre i4o2, che riportiate il premioj e difatti
narra che in essa furono veduti cen- nel sasso di s. Fiorenzo fanciullo
to cavalli coperti di zendado, e altra martire, vicino al cavallo è espres-
sorte di seta, colle insegne di venti- sa la meta, ove il corso si finiva;
sette città, e castella grosse, suddite come per esprimere un egual sim-
del duca di Milano ;ed oltracciò un bolo in alcuni sassi cristiani è scol-
cavallo coperto coli' arma imperiale pita una nave vicina ad una di quel-
la quale fu stimata valere quindici- le torri, che servono di fanali ai
mila ducati d'oro. porti, significando che quel fedele
II p. Lupi, nella Dissertazione dopo una travagliosa navigazione ha
X sopra i cavalli sovente scolpiti, o preso porto.
dipinti dagli antichi cristiani, di- Sulla benedizionede' cavalli per
ce , che non è difficile trovare la festa diAntonio, può vedersi
s.

negli antichi monumenti cristiani r articolo Camaldolesi, monache, a


r immagine di uno o più caval- cui appartiene la chiesa dedicata in
li, massimamente nei sepolcri dei Roma a quel santo. Il Cancellieri
martiri; ed in una cappella sotter- ne parla ne' suoi Possessi, a pag.
ranea del cimitei'O di Basilla, sco- 5 IO, focendo pur menzione di sì pio
perta nel 1726, la tribuna era di- uso lo Spengero, il Desieine ed altri.
pinta con immagini di cavalli sciol- II p. Fabrizio dell' Oi-dine de' pre-
ti, e che libei-amente pascolavano, dicatori , compose un' opera sulle
e ne riporta le immagini il Bianchi- Ricerche dell'epoca dell' equitazio-
ni nt Prolegomeni, al tomo III di ne, e dell' uso dei carri equestri
Anastasio. Al sepolcro antico di s. presso ^li antichi, Roma 1764. E
Valentino martire, e vescovo di Ter- poi troppo nota la sorpresa, il ter-
ni, erano dipinti due cavalli. 11 So- rore e r ammirazione che produsse
sio trovò due cocchi a quattro ca- negli americani la vista dei cavalli
valli dipinti nella volta di un mo- di Colombo, dappoiché supponeva-
numento nel cimitero di Priscilla ;
no il cavaliere, e il cavallo ambe-
ed altre somiglianti pitture, e scul- due ragionevoli, anzi credevano fos-
ture di cavalli si trovano negli an- se un solo animale, donde gli anti-
tichi sepolcri de' martiri, e de' cri- chi inventarono la favola dei cen-
stiani. Fra che si dan-
le spiegazioni, tauri, de'quali scrisse il Banier, Dis-
no a tali simboli, vuoisi che i cri- serlation sur i origine de la falle
stiani, i quali ebbero tal figura ai des centaures, dans V histoire de
sepolcri loro, appartenessero al col- V acad. des Ind. II. a 6.
legio, o al comune detto de' Giu- CAVE (Cavae), o Cavi. Borgo
mentari!, o fossero delle famiglie dello slato pontificio, nella Comarca,
che servivano alle stalle imperiali diocesi di Palestrina, appartenente
che si chiamavano Sacra Stabula alla casa Colonna. Esso giace in a-
ovvero che tali cristiani spettassero menissima posizione, ed ha pittore-
al servizio dei cerchi, ai quali era- schi dintorni. Si ammirano poco
no destinate molte famiglie. Tutta- distante, siccome avanzo della sua
voltail medesimo p. Lupi dice, che antichità, alcune mura ciclopee, i ru-
tal simbolo è secondo il precetto deri d'uu sepolcro piramidale, e il
CAV CAV 3t)

moderno ponte, eretto nel 1827, che del territorio ancora ne porta il

sopra sette archi scavalca un torren- nome.


te, il quale vuoisi derivare dal Trero, Alcuni autori vogliono, che nel
oggi Sacco, fiume che va a scaricar- 1 100, quei di Cave coi prenestini
si presso Ceprano nel Liri. Questo eleggessero contro Pasquale II l'an-
borgo desume il suo nome dai por- tipapa Teodorico, che di poi fu obbli-
tentosi cavi, o grotte, eseguiti fi-a le gato a prendei'e l'abito religioso : e
rupi, affine di far passare la via fra mentre altri sostengono, che l'anti-
i quali si trova. Fra Preneste e Ca- papa Gregorio Vili fosse rilegato
ve avvenne, l'anno 267 o 269 di nel menzionato monistero di s. Lo-
Roma, cii'ca cinque secoli avanti renzo, i più critici asseriscono do-
r era cristiana, la battaglia campale versi ritenere piuttosto il monistero
fra i romani comandati dal console della ss. Trinità della Cava presso
Caio Aquilio Tusco, e gli ernici, che Salerno, per luogo di sua penitenza.
furono compiutamente disfatti. Il Certo è che, nel 1 1 1 8, profittando
moderno paese fu costruito verso i Colonnesi della persecuzione ecci-
l'anno 998 di Cristo, e popolato tata dai Frangipani a danno di
per cura de' monaci di Subiaco. Pri- Gelasio II, tornarono ad impadro-
ma si chiamò il castello de santi nirsi di Cave, che in seguito ebbe
tre 3 dai titolari delle chiese ivi e- comuni le vicende colla vicina Pa-
difìcate : il primo era dedicato a s. lestrina, centro della potenza della
Lorenzo col contiguo monistero dei famiglia Colonna, ad eccezione che
benedettini, consacrato nel 1092, non andò soggetta alle distruzioni, co-
dal vescovo Prenestino Cardinal Ugo me quella città nel 1298, e nel i437,
Candido ; ma nello scisma di Cle- nei pontificati di Bonifacio Vili, ed
mente III, falso Pontefice, furono Eugenio IV. Però, nel 1482, fu
i monaci discacciati. Fu in detto an- stretta d' assedio dalle milizie ponti-
no, che Cave venne occupata da ficie nella guerra fra Sisto IV, e il

Pietro Colonna, il quale faceva la duca di Calabria, e dovette aiTen-


guerra a Papa Pasquale II, che ad dersi.
onta degli aiuti dal Colonnese rice- Per le gare fra i Colonnesi e i

vuti dal conte di Capua Riccardo, CarafTeschi nipoti di Paolo IV , i

lo ricuperò alla Chiesa insieme ad primi, nel i556, furono scomunicati,


altre terre concedendolo nel iioi, e vennero dati i loro stati ai secon-
per due terzi, insieme colla rocca, alle di, che fortificarono Paliano (Vedi).
monache di s. Ciriaco, il cui mo- In tal' epoca avendo citato l' avvo-
nistero era presso la chiesa di s. Ma- cato del fisco della camera aposto-
ria in Yia Lata, le quah ne otten- lica Filippo II re di Spagna, come
nero il possesso soltanto nel 11 25. reo di violato giuramento già px-e-
Abbiamo inoltre dal Martinelli, che stato a Giulio feudo del III, pel
una metà di questa terra insieme regno di Napoli, dichiarandolo de-
colla chiesa di s. Stefano e s. Sabi- caduto, il viceré di Napoli duca di
no, e due parti della rocca di Ca- Alba unì le sue genti ai Colonnesi,
ve, erano slate occupate da Calo- prese Cave, e Genazzano (Vedi)y
leo da Cave. Dipoi questo castel- portò il terrore ne' dintorai, e si ac-
lo si denominò il Castel de' santi costò col suo esercito a Roma. Ma
(inauro : il perchè una porzione dopo varie guerresche vicende, le
. ,

4o CEA CEB
truppe pontificie, guidate da Matteo vato onorario di rito greco, sotto-
Stendardo, valorosamente rivendica- posto alla metropoli di Atene, come
rono diversi conquisti senonchè, a : vuole Commanville.
mediazione di Giovanni III, re di Por- CEADDA (s.). Fu prima vescovo
togallo, fu segnata la pace in Cave, di Yorck, e ne adempiva con molto
per cui il luogo acquistò celebrità. zelo i doveri; ma tornato di Fran-
IlCardinale Carlo Caraffa, nipote di cia s. Wilfrido, che aveva un ante-
Paolo IV, a tal effetto col suo se- cedente diritto a quella sede, per
guito si recò da Palestrina a Cave, la elezione di Alfredo re di Nor-
venendo incontrato, nella pianura tumbria, seguendo anche il consiglio
detta gli olmi di Cave, dal duca di di s. Teodoro, arcivescovo di Can-
Alba, accompagnato pure dai suoi; torbery e primate di tutta la Chiesa
dopo il qual pacifico abboccamento britannica, cedette a quest' ultimo
si riunirono in Cave in casa Leon- r episcopato, dedicandosi alla vita
celli, oggi Mattei, presso la piazza solitaria nella badia di Lesti ngay.
di s. Stefano , ed a' 7 settembre Le virtù distinte di lui non permi-
1557, fu stipulata la concordia, i sero, che rimanesse lungamente ce-
cui capitoli si leggono nel Rinaldi lato, e non andò molto, che venne
a tal anno n. 14. Alessandro d'An- chiamato a succedere Giarumano
drea scrisse tre discorsi della guer- vescovo dei merciani. Egli fu il-

ra della campagna di Roma, e del primo tra i vescovi di quei popoli,


l'egno di Napoli, nel 1 S56, e 1 557, che stabilisse la sua sede a Letch-
stampati poi in Madrid, nel 1589, fleld, e tanto affaticò nel pastorale
e nella detta casa se ne legge la ministero, che s. Teodoro ebbe a
memoria per una isci'izioue. Attual- prescrivergli di moderare le zelanti
mente Cave ha dei regolari edifizii sue cure, affinchè la preziosa sua
e fra le chiese è degna
menzio- di vita fosse piùlungamente conservata
ne quella de' minori conventuali de- ai vantaggi della Chiesa. Portò sem-
dicata a s. Carlo Borromeo, ove pre un grandissimo affetto alla riti-
tì sono due colonne spirali ratezza , e riponeva le sue distra-
CAVERNA. Città d'Africa presso zioni nel conversare con alcuni mo-
Cartagine, in cui nell'anno 894 si naci, che abitavano presso la sua
celebrò un concilio sopra il vescovo cattedrale. Presenfi, per particolare
Primiano. Reg. III. Labbé, tom. II. inspirazione, la sua morte, e se ne
Arduino, tom. I, e Lenglet. dispose alla maniera dei santi. Morì
CAZINZARTANI. Eretici derivati il giorno primo di marzo dell'anno
dagl' iconoclasti. Ebbero origine nel 673.
secolo VII, ed agli errori di quella CEBARADISA. Sede episcopale
setta neaggiungevano qualcuno della Bizacena nell'Africa occidentale,
eziandio de' nestoriani. Prestavano sottoposta ad Adramito, il cui ve-
culto alla sola immagine della Cro- scovo Mustuto intervenne al conci-
ce; perciò si appellai'ono anche lio lateranense, celebrato l'anno G54
staurolatri. dal Pontefice s. Martino I. Ep. Syn.
CEA ( Tìicrmia , o Zea ) . Isola liisac.
del mare Egeo, una delle Cicladi, CEBRIAN, o CEVRIAN-Y-Val-
con città vescovile fino dal IX se- DA Francesco Antonio, Cardinale.
colo. Nel XVII divenne arcivcsco- Francesco Antonio Cebrian-y-Valda
,

CEB CEC 4»
nacque a' 19 febbraio 1734 nella bilitato di governare. Quindi fu fatto
città di s. Filippo di Xativa nella arcidiacono di Toledo, e nel conci-
diocesi di Valenza di Spagna, da storo de' 23 settembre 1816, il me-
una più distinte famiglie del
delle desimo Pio VII lo creò Cardinale
regno , godendo il grandato di dell'ordine de' preti, e perchè non
Spagna; il perchè ricevette una pro- si recò mai a Roma non ebbe ti- ,

porzionata educazione, che unita ad tolo Cardinalizio. Finalmente pieno


un carattere nobile, pio ed amabile, di meriti, amato dal re, che inoltre
gliprocacciò stima sino dalla sua tene- gli conferì la gran croce della Con-
ra gioventù. Nello studio fece profitto, cezione di Carlo III, rispettalo da
massime nella giurisprudenza civile tutta la corte, cessò di vivere in
e canonica nella università di Va- Madrid 8 febbraio 1820, nell'età
agli
lenza, ove dopo essere slato laureato di ottantaquattio anni. Era di pa-
in ambe le leggi, ne divenne catte- cifico carattere e mansueto, distac-
dratico, e rettore, e si acquistò cato dal mondo, amante de' poveri
riputazione per la profondità del e generoso con essi; per la qual cosa
sapere, e per le belle sue maniere. la sua memoria è in benedizione.
Ordinato sacerdote, fu fatto cano- CEBU' [Nomiiu's Jesu). Vesco-
nico della metropolitana di Valenza, vato nelle ìsole Filippine. V. Nome
e meritò di essere nominato vescovo DI Gesù,
di Tudela. Senonchè, avanti di ri- CECERITA. Sede episcopale della
cevere le bolle pontificie, venne di- provincia proconsolare d' Africa , il

chiarato vescovo -di Orihuela, col cui vescovo Quobulo si recò in Ro-
qual titolo ricevette l'episcopale con- ma al concilio di Laterano, adunato
sacrazione. Governò la diocesi con da s. Martino I.

gran zelo e prudenza, e per la sua CECCANO Annibale, Cardinale.


vigilanza pastorale procacciossi l'a- Annibaldo Gaetani da Gactani da
more e la venerazione del suo greg- Ceccano, luogo della provincia di
ge ,
particolarmente allorquando si Campagna , diocesi di Aquino ,

offrì vittima per esso, nell'assistenza d' ingegno acuto, magnanimo, esper-
personale, che prestò a' suoi dioce- to nel maneggio degli afEiri, dotto-
sani nell'epidemia da cui fu afflitta re nei canoni ed in teologia, era
la Spagna nel 18 12. Ritornato nel- arcidiacono di Arras, quando circa
l'anno seguente al trono degli avi i' anno Giovanni XXII
i326 lo
suoi il re Ferdinando VII, siccome promosse ad arcivescovo di Napoli,
conoscitore delle virtù di Cebrian, poi a' 18 dicembre del 1827 lo creò
lo nominò patriarca dell'Indie, vi- Cardinal prete di san Lorenzo in
cario generale dell' esercito, nonché Lucina. Nel i33i accomodò una
curato ordinario del real palazzo, e grave discordia tra il vescovo di
della regia famiglia; per le quali Parigi, e 1' università della Sorbona,
cariche e spirituale giurisdizione Pio perchè quel prelato avca multato
VII gli fece spedire le relative bolle. di quattrocento lire un cherico di
Ma non trovò pace lo spirilo del quell'accademia. Due volte nel pon-
buon prelato dimorando in Madrid tificato diClemente VI andò in quali-
presso la persona del re, sinché non tà di legato a comporre la pace alla
gli fu concesso di riimnziare la chiesa corte di Francia tra quel monarca e ,

di Orihuela, che vedovasi impossi- quello d'Inghilterra, cioè nel i344}


, ,

4tì CEC CEC


e nel i347. In Parigi egli fece la col celebre Petrarca. Inoltre eresse
solenne dedicazione della chiesa del un monistei'o ai celestini presso Avi-
collegio della Sorbona , a' 1 9 otto- gnone, e lo dotò generosamente.
bre del medesimo anno , e stabilì CECCANO Giordano, Cardinale.
una tregua di tre anni, rotta la Giordano Ceccano, nobile della Cam-
quale, MI tornò, ma inutilmente. Gli pagna, monaco cistcrciense, ed abba-
riuscì meglio la legazione in Ale- te di Fossanova, assai perito nelle
magna, nello stesso anno i347, ^ lettere umane e divine, ai 2 1 marzo
Carlo re de' romani, elettp impera- del 1 188, da Clemente III fu creato

tore invece di Lodovico Bavaro sci- Cai'dinal diacono, poi divenne prete
smatico e scomunicato. Andò a Na- di s. Pudenziana . Divoto alla b.

poli a determinare nel ducato di Vergine, 1' eresse magnifico tempio


Benevento i confini dello stato Pon- in patria. Ebbe la legazione di
tifìcio; ed in questa legazione do- Francia, dell' Alemagna, e da Inno-
vette molto soflerire, perocché segnò cenzo III quella della Marca, ove
una tregua di tre anni fra Lodo- raffermò quei popoli alla ubbidien-
vico re di Ungheria, e Giovanna re- za della Chiesa. Il medesimo Innocen-
gina di Napoli pena la scomunica
,
zo III, lo spedì con i5oo oncie di
coU'ammenda di 200000 fiorini d'oi'O oro a sovvenire ai monaci di Mon-
a chi l'avesse violata. Governò Roma tecassino assediati da Marcualdo ,

con amplissime facoltà nel giubileo del siniscalco al i-e di Sicilia, tutore
1 35o ; ma ristrette ai forestieri le del re pupillo, o meglio, invasore del
visite delle basiliche di Roma con regno. Morì Ceccano circa l'anno
il

danno dei mercanti , ed artigiani 1210, dopo un Cardinalato di ven-


corse più di una volta pericolo della tidue anni, e di essere stato ai comi-
vita, specialmente per la scelleratez- zi d' Innocenzo III.

za famoso Cola di Renzo, il


del CECCANO Gregorio, Cardinale.
quale con un dardo gli avea trafo- Gregorio Ceccano nacque a Cecca-
rato il cappello. 11 Cardinale lo sco- no di Soi*a da nobile famiglia. Se-
municò: perlocchè partissi di Roma gretario del Pontefice, a mezzo del
il Cola, e ricovrossi presso Carlo re Cardinal Gaetani poi Gelasio, venne
de' romani in Boemia. Poscia spedito da Pasquale II promosso al cardi-
il Cecca no in Ungheria per rimuo- nalato col titolo di s. Lorenzo in Lu-

vere quel sovrano dalla spedizione cina, e fu alla elezione di Gelasio


di Nàpoli, morì nel luglio del 35o
1 II. Approvò quella di Cahsto II

in Castello s. Giorgio nella Campa- avvenuta nel monistero di Clugny


gna, come si crede, avvelenato, do- nelle Gallie; e morì, secondo l'Au-
po 22 anni di Cardinalato. Fu se- bery, nel pontificato di Onorio II.
polto nella vaticana basilica, della CECCANO Stefano, Cardinale.
quale era arciprete, nella cappella Stefano Ceccano, era detto il Cardinal

dei ss. Lorenzo e Giorgio. Era stato di Fossanova, perchè vi aveva pro-
presente ai conclavi di Benedetto fessato la regola dei cistcrciensi
XII, e Clemente VI, e concorse divenendone priore, ed abbate. De-
col suo suffragio alla loro elezione. gno nipote al Cardinal Giordano
Come chiarissimo poeta, estese in versi dello stesso nome, nel 121 3, da
eroici le vite dei ss. Apostoli Pietro Innocenzo IH fu creato Cardinal
e Paolo, e teneva corrispoudenza diacono di s. Angelo, poi prete dei
CE e CEC 43
«s. Apostoli, e Camerlengo di s. X. Quindi datosi a patrocinar cau-
Chiesa. Alla sua presenza s. Dome- se, Gregorio XV lo associò agli
nico, di cui era amico gli
intimo avvocati concistoriali, lo fece suo ca-
risuscitò il nipote Napoleone mor- meriere segreto, uditore del Cardinale
to per una caduta da cavallo. camerlengo, che eia nipote del Ponte-
Si trovò alla traslazione solenne, fice, canonico della basilica vaticana,

che avvenne della immagine della e rettore dell' archiginnasio l'omano.


B. V., che si vuole dipinta da s. Lu- Urbano Vili lo ascrisse ai votanti
ca, dal monistero di s. Maria del- di segnatura, e nel i643, agli udi-
la Tome, che anticamente esisteva tori di Ruota, ed ai consultori del
presso la chiesa di s. a
Cecilia, s. Innocenzo X, nel i644> lo
offlzio.

quello di s. Sisto, la, quale immagi- fece datario, ed ai i4 novembre


ne a pie scalzi si pose sulle spalle. dello stesso anno, lo creò Cardinal
Cooperò alla erezione del magnifico prete di s. Sisto , e lo confermò
tempio dedicato a Dio in onore neir ufficio colla qualifica di pro-
dell' Assunta , e di s. Galgano in datario. Fu uno dei giudici nella cau-
Siena, cui arricchì generosamente; sa di Giansenio; intervenne ai co-
edificòuna cappella sotto T invoca- mizi di Alessandro VII, dopo i quali
zione di s. Maria della Rotonda, mori nel i656, di sessantotto an-
nella sagrestia della quale si vede- ni, e undici di Cardinalato, con fa-
va l'effìgie di lui in atto di vene- ma di dottissimo personaggio. A ca-
rare la Vergine santissima. Final- gione delle falsità del sotto-data-
mente, dopo i comizi di Onorio III, rio Mascabruni, il nostro Cardina-
e di Gregorio IX, mori nel 1227, le nel pontificalo d'Innocenzo X,
quindici anni dacché avea conseguito il sebbene di lui favorito, sofflù ama-
cappello, ed ebbe tomba nella basi- re vicende. Ebbe tomba nella basi-
lica liberiana con breve iscrizione. lica di s. Maria in Trastevere, ove
CECCANO Teobaldo, Cardinale. avea ornata la cappella della Ma-
Teobaldo Ceccano dei conti di Ter- donna detta di Viacupa.
racina, abbate nel monistero di Pos- CECI Pomponio, Cardinale. Pom-
sano va, consanguineo al Cardinal ponio Ceci, valente in filosofia ed a-
Giordano del medesimo nome , nel stronomia, ebbe un canonicato in s.
1275 fu ci'eato Cardinal prete da Giovanni Laterano e da Paolo III, ;

Gregorio X. Nel concilio generale nel i538, il vescovato di Orte e Ci-


di Lione, si rese celebi'e per molte vita Castellana; dipoi quello di Su-
legazioni assai decorosamente soste- tri e Nepi ;
quindi fu vicario del
nute. Vide la morte dell' angelico Pontefice, e da ultimo dallo stesso
dottore; enei 1279, lo seguì dopo Paolo III, a'3i maggio del i542,
quattro anni di Cardinalato. fu creato Cardinal prete di s. Ci-
CECCHINI Domenico, Cardinale. riaco. Ma dopo due mesi morì a
Domenico Cecchini, patrizio romano, Roma, e fu sepolto nella basilica
era fornito di bello spirito, e vi- lateranese, nella sua gentilizia cappel-
vace ingegno ; e laureatosi nella u- la dedicata alla nascita di Nostro Si-
niversità di Perugia, andò alla curia gnore, con semplicissima lapide a
di Roma presso Pamfily, e Ludovisi prirte destra della medesima, che
uditori di Ruota : questi divenne porta il nome di lui, con quello di
Gregorio XV, e quegli Innocenzo alcuni altri di sua famiglia.
, ,,

44 CEC CED
CECILIA (s.), romana, educata al- CECILIO (s.), africano di nascita,
la scuola del vangelo, (Ino da fanciul- fu convertilo alla fede di Gesù Cri-
la si mostiò adorna di rare virtù. sto, per le preghiere insieme e per
Quantunque uscita di ricca e nobi- le instruzioni di Ottavio e di Mi-
le famiglia,avea fatto voto di rima- nuzio Felice, che dalle tenebre del
nersi vergine per tutta la vita, ma, paganesimo erano venuti alla luce
costretta dai genitori, si legò in ma- del vangelo , e ne sostenevano con
trimonio con un gentiluomo, Vale- molta sapienza e forza le ragioni.
riano di nome, eh' ella seppe ritrar- Questo santo, che fu prete, ebbe il
re dall'idolatria alla religione del merito della conversione di san Ci-
vero Iddio. A questa conversione priano, il quale , per sentimento di
aggiunse anche quella di Tiburzio, venerazione e riconoscenza, volle in
suo cognato, e di Massimo, i quali seguito portarne il nome. Mori in
condannati a morte, perchè cristia- età molto avanzata ,e fu beneme-
ni, la precedettero di pochi giorni rito assai della i*eligione cristiana. Di

nella gloria del martirio. Credesi, che lui si fa memoria nel martirologio
cib avvenisse l'anno aSo, sotto A- romano.
lessandro Severo. CEDAMUSA. Sede vescovile di
Nel quinto secolo vi era in Ro- Sitifi in Africa, nella provincia della
ma una chiesa, dedicata a santa Ce- Mauritiana. Not. Jfr.
cilia. Il Pontefice Pasquale I ve ne CEDDO (s.). Questo santo prela-
eresse una nuova, nella quale tras- to era fratello di s. Chaddo ve-
feiù corpo di s. Valeriano, che
il scovo di Litchfield, del santo sa-
fu trovato unitamente a quello di cerdote Celino e di Cimberto, i quali
s. Cecilia, ed ivi ancora comandò si adoperarono ad illuminare nelle
che si trasportassero i corpi di s. verità della fede gli anglo-sassoni.
Tiburzio, di s. Massimo, e dei som- Il desiderio di restare nell' oscurità
mi Pontefici Urbano e Lucio; tras- e di attendere alla propria santifi-
lazione avvenuta nell'anno 821. Il cazione, lo indussero a ritirarsi nel
medesimo Pontefice fondò pure un monistero di Lindisfarne. Le virtù,
raonistero presso la nuova chiesa. ond'era adorno, gli meritarono l'ono-
11 Cardinal Paolo Emilio Sfondrati, re del sacerdozio , ed il vescovo di
nipote di Gregorio XIV, ne la ri- Lindisfarne gli affidò l' importante
fabbricò, e decorò riccamente, ed è incarico di ammaestrare nella fede
titolo di Cardinal prete. Le reliquie i popoli soggetti al re Pende, che
di questi santi furono riposte in una avea ricevuto il battesimo con molti
magnifica volta, sotto 1' aitar maggio- de' suoi ministri. La predicazione di
re, e si chiama in oggi la confessio' s. Ceddo ebbe un esito felicissimo

ne di santa Cecilia, come meglio imperocché si videro ben presto at-


dicesi all'articolo Chiesa, di s. Ce- terrati i templi degl' idoli, ed i loro
cilia [P^edi). Questa santa è assai cultori pi'estarono al vero Dio quel-
celebre nella Chiesa, e viene anche l'onore, che prima tributavano alle

nominata nel canone della messa. I insensate divinità. Ma un campo più


cultori dell'arte musicale l'hanno scel- esteso si aperse allo zelo di Ceddo,
ta a proteggitricc, perchè è noto, che il quale avrebbe ben volentieri sa-

questa santa accordava al canto del- crificata la vita per acquistare pro-

le divine lodi lu musica istroracatule. seliti alla cioce. Oswy re di Nor-


, ,

CEF CEF 4>


thumberland, mandollo con vm pi'ete eia proconsolare, sottoposta a Carta-
da Sigiberto re dei sassoni orientali, gine. Collalio Carili ng. i, cap. i33.
il quale avca abbracciato la fede di CEFALONIA e ZANTE {Ccplia-
Gesù Cristo. Le fatiche del santo lonien. , et Zacynthicn. ). Vescovati
apostolo furono da Dio benedette uniti sulTraganei di Corfù nelle isole
ed il numero di quelli, che si con- Jonie. Cefalonia, una delle isole de-
vertirono, fu veramente ammirabile. gli Stati Uniti delle isole Jonie, sog-
Recatosi in seguilo a Lindisfarne per gette all' Inghilterra, presso la costa
trattare col vescovo Finan intorno occidentale della Turchia Europea,
ad alcuni aflàri importanti, fu con- fra il golfo di Patrasso , e le isole
sacrato vescovo dei sassoni orientali. di santa Maui'a e quella di Zante
Insignito di questa dignità, andò tosto contiene tre città , e cento trenta
nella sua diocesi, e continuò l'opera villaggi , in un' amena , deliziosa e
che vi avea intrapreso. Fondò mol- fertile posizione. I monti ne inter-
te chiese, e tre monisteri : assistette secano la superficie, e su tutti pre-
al sinodo celebrato a Stx'cneshalch domina r Enos, celebre nell'antichi-
nel 664, ove stabilì che si seguisse tà, il quale conserva ancora il suo

la pratica stabilita dai canoni intor- nome. Fu primieramente conosciuta


no alla celebrazione della Pasqua. sotto i nomi di Sainos , o Snnih ,
Dopo qualche tempo fu colpito dal- poscia di Melaejin, indi di Tdcboa,
la peste, eterminò la sua carriera e in fine di Cefalonia , nome che
nel suo monistero di Lestingay nel prese dall'ateniese Cefalo, governa-
giorno iG ottobre. Il martirologio tore dell' isola. Sinovera Cefalonia
d' Inghilten-a ne fa menzione nel dì fra gli stati d'Ulisse, e fu anco do-

7 gennaio. minata dai corinti , e dai tcbani


CEDI A S. Sede episcopale d'Africa condotti da Arafitrionc. Dopo essere
nella parte occidentale, d' ignota pro- stata in potere dei macedoni, fu oc-
vincia. Di essa si sa soltanto, che il cupata dagli etoli, a' quali la tolsero
suo vescovo Secundeno nel t(u-zo, i romani comandati dal console Mar-
secolo assistette al concilio di Car- co Fulvio, 189 anni avanti l'era cri-
tagine adunato da s. Cipriano, men- stiana, e siccome nella città di Sa-
tre nel quinto ilvescovo Fortis do- mè trovò vigoi'osa resistenza, l'arse,
natista fu alla conferenza di Carta- la saccheggiò, e ne vendette gli abi-
gine. tanti. In tal maniera Cefalonia di-
CEDRENO Giorgio. Monaco gre- venne soggetta alla romana repub-
co, vissuto nel secolo undecimo. Ha blica, e seguì i destini dell' impero.
scritto vma specie di cronaca, o sto- Aveva dapprima adottato il reggi-
ria universale dal principio del mon- mento repubblicano chiamandosi ,

do fino all'impero d' Isacco Comne- allora tetrapoli a cagione delle sue
no, cioè fino allametà circa del se- quattro principali città , cioè Samè,
colo undecimo dell'era cristiana. Palis, Grane, e Cooni, che si erano
Quest'opera è una compilazione poco diviso il suo territorio. Figurò fra
assai giudiziosa; tuttavia Ritradotta le isole greche , e godette per un
in latino ed arricchita di note dal tempo il primato sulle Jonie.
p. Goar domenicano. Appartenne all' impero d' oriento
CEF AL A [Caephala). Sede ve- sino al 1 125, in cui per la decaden-
scovile d'Africa iiella prima provin- za di esso ebbe i suoi signori par-
46 CEF CEF
tìcolari. Quindi, Terso il ìì^S, sog- secolo divenne arcivescovato. I latini
giacque alle incursioni de' normanni nel XII secolo vi fondarono un seg-
e poi ancora ai despoti di Morea ,
gio vescovile, suffraganeo del metro-
i quali come vennero detronizzati politano di Gorfù, e nel XIII si unì

da Maometto II passò al dominio , a Zante ove passò a dimorare il


ottomano. Variano gli autori intor- vescovo , che tuttora vi risiede go-
no al tempo in cui passò l'isola vernando le duft diocesi, soggetto al-
sotto quello de' veneziani : certo è lacongregazione Cardinalizia di Pro-
però, che nel i499 il generale ve- paganda. F. Zante.
neto Benedetto Pesaro se ne impa- CEFALI]' (Cephaluden.) Città
dronì colla forza delle armi, e seb- con residenza v escovile nel regno
bene due volte i turchi la ripren- delle due Sicilie, nella provincia Val-
dessero, sempre veneziani la ricon- i le minore di Palenuo. Essa è po-

quistarono, rimanendone in possesso sta nell'angolo di un promontorio,


sino all'anno 1797» epoca in cui si im poco più basso del castello an-
estinse la loro repubblica. Passa- cora esistente, che formava 1' antico
ta alla Francia , nell' anno i
799 ,
paese. Varie cave di fini marmi ha
dovette essere ceduta alla flotta tur- nei dintorni, e fra essi merita men-
co-russa, ed in progresso seguì la zione la lumachella, marmo atto a
sorte delle altre isole Jonie, per cui stupendi lavori. Questa città cinta
manda otto deputali Cefaleni all'as- di mura, sembra che tragga il suo
semblea legislativa del parlamento nome dal capo vicino, il quale si
Jonio. chiama Celili, nome che deriva
L' isola Cefalonia è per la mag- dal greco, e vuol dire capo, o pro-
gior parte abitata da individui, che montorio, per cui i suoi abitanti si

seguono il rito greco. I cattolici ascen- dissero Cefaledi. Dai messinesi ven-
dono circa a duecento, non computan- ne un tempo distrutta, ed al re
dovi i maltesi, che sono in grandissimo Ruggiero I, come diremo, è dovuta
numero. Essa ebbe un vescovo greco e la sua riedificazione nel bel sito
un vescovo latino; ma la cattedrale si- dell' odierna area.
tuata in Argostoli, capitale dell'isola, Fino dai tempi, in cui la Sicilia
è ora distrutta. Argostoli è posta era dominata dai saraceni, in Ce-
in fondo ad un'ampia e sicura baia falù eravi un vescovo, e quello del-
nel lato australe dell' isola. Ha un l' anno 868 fu uno dei dodici ve-
liceo, ove si educano i giovani per scovi, che insieme a s. Ignazio pa-
l'università di Corfìi. Ne' suoi din- triarca di Costantinopoli si oppose-
tonii vi sono gli avanzi della città ro energicamente a Fozio, nell' Vili
di Grane , rammentando la ferace concilio generale, laonde rilevasi che
pianura di Palecchi 1' antica Palis ; i greci vi avessero istituito la sede
all'estremità, ov' è il Capo-scala, esi- episcopale. In progi-esso di tempo
steva l'antica città di Cooni, di cui la città, essendosi ridotta quasi al

non rimase vestigio. Nel quinto se- nulla, il normanno Ruggiero I, re


colo i greci della terza provincia di di Sicilia, la ritornò al suo primie-

Achea, nell'esarcato di Macedonia, ro splendore, ristabilendo la sua se-


vi eressero la sede vescovile colla de vescovile, nel 1 i3i, sottoposta a
residenza in Argostoli, sotto la me- Messina per opera dell' antipapa A-
tropoli di Corinto; quindi nel XYI uaclelo 11, di cui seguiva le parti per-
.

TEF GEL 47
che aveva ornato col titolo reale.
Io mensa è tassata ne' registri della ca-
Si racconta pertanto, che trovando- mera apostolica in fiorini quattro-
si tal principe in grave pericolo di cento.
naufragare nel mare di Saleino, fe- CELCHYTH {Celchytum). An-
ce voto, clie se ne usciva a salva- tica città d' Inghilterra nel regno di
mento, avrebbe fatto fabbricare un JNIercia, in cui si celebrarono due
tempio al Salvatore, ed agli Apo- concilii chiamati Celcliyterisi. Il pri-
stoli ;
quindi tornato il mare in cal- mo fu tenuto l'anno 794 per dotare
ma trovossi nel golfo di Cefalìi, nel il monistero di s. Albano, coli' in-

giorno sacro alla trasfigurazione del tervento di nove re, quindici vesco-
Salvatore. Disceso a terra, prima di vi, e venti duchi. Offa, re dei mer-
tutto edificò una chiesa in onore di ciori, per la venerazione che avea
s. Giorgio al piede della rocca, e per s. Albano primo martire d' In-
dipoi non solo volle riedificata la ghilterra, concesse al monistero molti
città, ma in esecuzione del voto vi beni e grandi privilegi. Angl. I. 11

fece innalzare una sontuosa catte- Lenglet, oltre questo concilio, pre-
drale col nome del Salvatore, fa- cedentemente , e all' anno 787, ne
cendo scolpire nella magnifica fac- registra un altro adunato in Celchyt
ciata questa iscrizione hoc s\crum : sopra la disciplina
TEMPLUM A. pio ROGERIO I SICILIAE secondo si convocò nell' anno
Il

KEGE AB. ANN. I I 3 I AD I 1 4^ FUN- 816 da Vulfredo arcivescovo di


DATUM ETc. In cssa chiesa fra le altre Cantorbery, che vi presiedette alla
cose si ammirano bellissimi mosaici presenza di Renulfo re dei merciori,
e il mausoleo di d. Eufemia reggente e di molti signori, intervenendovi
del regno nella minorità degli ulti- dodici vescovi, molti abbati, preti
mi sovrani del ramo aragonese. Que- e diaconi che fecero undici canoni.
,

sta chiesa era la quinta del regno Il secondo ordina, che le chiese
nell'assemblea degli stati. sieno benedette dal vescovo dioce-
Tuttora questa sede trovasi suf- sano dopo la loro edificazione, e
fraganea della metropolitana di Mes- che r Eucaristia sarebbe posta in
sina. Il capitolo della cattedrale, che una scatola , colle reliquie sotto
anticamente era regolare sotto l'Or- o in un luogo segreto della
l'altare,
dine di s. Agostino si compone di medesima chiesa. Il 4-° concede au-
quattro dignità prima delle qua-
, torità al vescovo di eleggere col
li è il decano, di otto canonici con consenso della comunità l'abbate, e
due prebende, ventiquattro mansio- l'abbadessa. Il 9.° prescrive al ve-
nari detti pi'ebendati, oltre diversi scovo di tenere registrati i regola-
altri preti, e chierici pel divin cul- menti sinodali da osservarsi da lui,
to. La cura nella cattedrale si eser- il nome dell' arcivescovo da cui di-
cita da tre cappellani eletti dal ve- pende, e gli altri vescovi della pro-
scovo, non essendovi nella città al- vincia. Il IO." comanda, che si dia
tra parrocchia. Vi sono peiò sei a' poveri , o si eroghi in opere pie,
conventi di religiosi, un monistero la decima parie de' beni del vescovo
di monache, un conservatorio, al- defunto, ed inoltre ordina preghiere,
cune confraternite, ospedale, mon- digiuni, e la liberazione degli schia-
te di pietà, seminario con alun- vi, pel riposo delle anime. Questo
ni , cimitene , episcopio etc. La concilio prese provvidenze anco sui
,

48 GEL GEL
costumi. Angl. tono. I. Conc. tom. tempo era favorito da Dio di molte
VII, pag. i484. grazie, massime dell' umiltà. Altri di-
CELENDERIS. Città vescovile cono, che si fece monaco benedettino
dcir antica Cilicia, e, secondo Com- nel monistero di Fai foli nella diocesi
manville, nella provincia d'Isauria, di Benevento, e chedivenutone abba-
nel patriarcato d' Antiochia , eretta te, fondare una
concepì r idea di
nel V secolo sotto la metropoli di nuova congregazione. In appresso
Seleucia. prescelse per più rimota solitudine
CELEPiINA. Sede vescovile del- il convento di Majella nell' Abruzzo

l'Africa occidentale , di cui s' ignora non lungi da Sulmona, ove, ad on-
la provincia . Sì sa soltanto , che ta del luogo orrido, in poco tempo
Donato suo vescovo, l'anno 4'Ij si formò, verso l'anno ii5^, una
si recò alia celebre conferenza di comunità religiosa, alla quale egli
Cartagine. Coli. Cari. serviva di regola e di esempio, pel
CELESTINI. Congregazione mo- penitente e santo tenore di vita.
nastica benedettina. monaci di que- I Né andò guari, che vedendo come
sl' Ordine furono dapprima chiamati ncir oratorio da lui fabbricato sul
Eremiti di s. Damiano, o di Mo- monte, non poteva contenere tutti
rene, non che Murroniti, o Morro- i suoi discepoli, ne edificò degli al-
niti, e" poi Celestini, allorquando il tri in quelle vicinanze.
loro fondatore fu assunto al ponti- L'Ordine, nel 1264, fu approva-
ficato col nome di Celestino V. to da Urbano IV, che lo incorporò
Questo santo nacque in Isernia, pic- al benedettino ; ma sentendo Pietro
cola città capitale nel contado di da Morone, che il Pontefice Grego-
Molise, nel regno di Napoli da ge- rio X, nel concilio di Lione, forse
ni toii di bassa condizione, che nel doveva sopprimere i nuovi Ordini
battesimo gì' imposero il nome di religiosi istituiti dopo il concilio la-
Pietro. Passati i primi anni nella teranense che ne vietava la molti-
pietà e nello studio, siccome aman- plicazione, andò a Lione, e malgra-
te delia solitudine, nell'anno i244j do la sua dispregevole apparenza
si ritirò sopra una montagna, e qui- ottenne colle sue austerità, e col mi-
vi dimorò per tre anni in una ca- rabile dislacco dalle cose tei'i-ene, e
verna, finche la sua santità gli at- con una vita tutta angelica, una
tirò molte persone a visitarlo, che bolla, colla data de' 17 settembre
l'indussero ad uscire da quel na- 1274, con cui Gregorio X confer-
scondiglio, e ad abbracciare lo sta- mò il nuovo istituto colla regola di
to ecclesiastico. Allora recatosi a s. Benedetto, e con alcune partico-
Roma, fu ordinato sacerdote, quin- lari costituzioni più rigorose, lo po-
di passò nella Puglia,fermando la se sotto la pontificia protezione, gli
sua dimora sul monte Moronc, per assicurò il possesso de' suoi beni, e
cui viene chiamato s. Pietro Cele- gli concesse alcuni privilegi, come la

stino da Morone. Quivi elesse per esenzione dalla autorità degli Or-
abitazione una buca, ch'era covile dinari ce. Dopo
l'Ordine si di ciò
di un gran serpente, e non molto accrebbe maggiormente, a segno che
dopo da un abbate fu vestito del- Pietro si vide superiore generale di
l' al)ito religioso, ed in quella stette Irentasei raonisteri, e seicento reli-

per lo spazio di cinque aoni, nel qual giosi, indi, nel 1 284? rinunziò al go-
GEL C EL 49
verno del medesimo, e del priorato da Bonifacio Vili in commenda il
di Majella , confermando l' uno e monistero di s. Giovanni in Vene-
r altro a ceito Roberto, per andar- re, colla sua buona maniera gli die-
si a nascondere in un'altra foresta, de r incarico di celebrare i funerali
ed ivi dedicarsi ad ulterioi'i peni- dopo la morte di Celestino V. Ag-
tenze ed assidue orazioni. Poscia, nel giunge il p. Croiset, nella vita di
capitolo del 1293, essendo il mo- s. Celestino V, che fra i Cardinali
nistero di Majella per la sua posi- italiani da lui creati, due erano mo-
zione troppo orrido e disasti'oso, fu naci del suo Ordine.
stabilito, che il monistero di s. Spi- il Papa si recò a mon-
In seguito
rito di Sulmona sarebbe stato il te Cassino, procurò che quei mona-
capo dell'Ordine, e la residenza del- ci benedettini abbracciassero il suo

l' abbate generale, che ve la fece si- istituto, mandandovi a questo eifct-

no a' nostri tempi. to cinquanta religiosi, i quali però


Nella morte del Pontefice Nicolò vi rimasero pochi mesi. Finalmente,
IV, per la discordanza de' Cardina- conoscendo Celestino V , che nel
li nel dargli il successore, dopo due pontificato non poteva attendere al
anni, tre mesi, edue giorni di se- raccoglimento e alla preghiera, ai
de vacante, mentre Pietro erasi re- i3 dicembre 1294, spontaneamen-
cato a Roma, per affari del suo te lo rinunziò, facendo ritorno alla
Ordine, fu a' 5 luglio 1 294, eletto sua congregazione nel monistero di
dai Cardinali nel conclave di Peru- s. Spirito di Sulmona. Indi fuggì
gia a Sommo Pontefice. A nulla nella Puglia, e con alcuni eremiti
valse la sua virtuosa ripugnanza, e vi passò tutta la quaresima del
partendo per Aquila , ivi si con- 1295; ma per timore di qualche
dusse il sagro Collegio , ed egli fu scisma a cagione della .sua santa
solennemente coronato a'29 agosto, semplicità,mentre tentava altra fu-
nella chiesa di s. Maria di Colle ga per mare, fu preso e condotto
maggiore, o Madonna di Collema- per ordine di Bonifacio VIII, prima
dio del suo Ordine, col nome di Ce- nel palazzo apostolico d' Anagni, e
& lestino V: il perchè, come dicemmo, poi nella fortezza di Fumone pres-
la di lui congregazione assunse quel- so Ferentino, ove rimase per dieci
lo di celestini. A' i4 settembre 1 294, mesi servito da due suoi correligio-
nella stessa città d' Aquila, Celesti- si, i quali si cambiavano ogni due
no V confermò ampiamente le co- mesi , finché santamente morì ai
stituzioni, che avea composte pei 19 maggio 1269, d'anni ottantuno.
suoi monaci, e pei monisteri suoi ,
In Roma gli furono fatte solennis-
ricolmandoli di grazie e privilegi. sime esequie coli' assistenza di Bo-
Nella promozione, che nel suddet- nifacio Vili, e dei Cardinali; e per
to mese fece in Aquila di dodici ordine dello stesso Bonifacio Vili,
Cardinali, oltre diversi religiosi, vi il suo corpo fu portato con solenne

annoverò Tommaso dell' Ocra, mo- pompa in Ferentino nella chiesa di


naco celestino ed abbate del cele- s. Antonio de' Celestini, che il de-
bre monistero di s. Giovanni in funto poco prima aveva fondata
Piano, e lo dichiarò anche camer- fuori della città, illustrando il Si-
lengo di santa Chiesa. Questo ve- gnore con molti miracoli il suo se-
nerando Cardinale, avendo ricevuto polcro. Dipoi, a'i5 febbraio 1327,
VOL. XI. 4
,

/)o GEL GEL


rimanendo il cuore di s. Pietro Ce- quali sono monsignor Francesco Ma-
lestino in Ferentino, ove si conser- ria Cipriani di Norcia, fatto vescovo
va nella chiesa delle monache di s. di Veroh da Pio VII, nel i8i4, e
Chiara, il corpo di lui fu trasferito monsignor Francesco Saverio Buri-
nella chiesa di Agata, donde ven-
s. ni di Chieti fatto vescovo di Marsi
ne trasportato monistero dei cele-
al dal medesimo Pontefice nel 1818,
stini di Aquila, nel quale egli era e poi trasferito alla sede di Aversa,
«tato consacrato Papa, mentre i ce- nel 1823. Con sollecitudine pasto-
lestini di s' ebbero la sua
Parigi rale governano essi il gregge alle
mascella inferiore con un dente bian- lor cure afTulato. L'Ordine ebbe e-
chissimo. ziandio degli altri vescovi, e molti
Dopo la morte di Pietro Celesti- dotti nella repubblica letteraria, fra
no, l'Ordine fu graziato di altri pri- i quali merita special menzione il

vilegi dal Pontefice Benedetto XI, e celebre p. abbate Couafede.


si diffuse per l' Italia , Germania ,
In vigore delle loro costituzioni
Fiandra e Francia, ove, nel i3oo, i dovevano recitare in coro
celestini
fu ricevuto dal re Filippo IV, il il mattutino due ore dopo la mezza
Bello, formando in seguito tali na- notte, né potevano mangiar carne
zioni tre Provincie, con più di cen- se non infermi. Nel monistero era
toventi monisteri. Fondatore di quel- loro proibito dimangiare nell* av-
lo d'Avignone fu 1' antipapa Cle- vento anche ova e latticini ed e- ,

mente VII, che nella sua morte rano tenuti a digiunare nei merco-
volle essere sepolto nella contigua ledì, e venerdì da Pasqua sino
chiesa, in cui gli fu eretto un bel alla festa della esaltazione della Cro-
deposito. I celestini di Francia, col ce, e in tutti i venerdì di quaresi-
consenso degl'italiani, e coli' appro- ma, e nel venerdì santo digiunava-
vazione, nel 1427, di Martino V, no in pane ed acqua. Consisteva 1' a-
e poi di Clemente VII, volendo po- bito de' celestini in una tonaca bian-
tevano fare nuove costituzioni pel ca, cinta con una fascia di lino
mantenimento della regolare osser- o di cuojo dello stesso colore, con
vanza, come k fecero nel secolo iscapolare o pazienza sciolto con un
XVII, e furono accettate nel capi- cappuccio nero ; ed in coro, e per
tolo provinciale del 1667. La con- la città incedevano egualmente in
gregazione di Francia componevasi cocolla e cappuccio nero, né pote-
di ventuno monistei'i, il capo dei vano usare camicia se non di saja.
quali era quello di Parigi, ed era In somma l' abito era eguale quasi
governata da un provinciale con au- a quello de' cistcrciensi, ma si rife-
torità di generale. Il Pontefice Pao- risce,che a tempo del fondatore, i
lo V, in considerazione del bene re- celestini vestissero di panno grosso
cato da quest' Ordine alla repubbli- color tanè. In Roma i celestini eb-
ca cristiana, accordò molle grazie
gli bero la chiesa, e il monistero di
e privilegi. Ma per le noie ultime s. Pietro IMontorio; senonchè, mos-
vicende soggiacque conseguenza alla so Sisto IV dalla santità del bea-
degli avvenimenti politici, e per for- to Amadeo francescano, lo chiamò
7s\. di essi si disciolsc. Si ammirano dal Portogallo in Roma, gli diede
però ancora due de' suoi membri la detta chiesa col monistero, e con-
&iu due risjicttabili seggi vescovili, cesse invece, nel i47'; "' celestini
GEL CEL 5:1

la chiosa di s. Eusebio [T'edi), e Latera nel suo Compendio , cap.


per monistero, nel 1476, accordò XXIX dell' Ordine de^ celestini .

loro il coiiligno palazzo, eh' era del L' annalista Wadingo, Ann. minor.
titolare. I monaci ne restauraro- tom. II, e. 3, e il p. Helyot, Storia

no la chiesa , e ridussero T edili- degli Ordini monastici, t. VII, e.


zio a monistero. L' una e 1' al- 4, riportano le notizie degliEremi-
tro però vennero sotto Leone XII ti celestini Ordine di s. Fran-
deli'
consegnali alla compagnia di Gesù. cesco, che dovevano vivere austera-
Avevano inoltre i celestini in Roma mente, e che ricevettero pur nome,
la chiesa già parrocchiale di s. Ma- nel 1291, dallo stesso s. Celestino
ria in anticamente
Posterula, detta V ma ; che per le persecuzioni po-
di s. Agata, nella via dell' Orso, col scia sofferte furono costretti a rifu-
contiguo palazzo, di cui per dispo- giarsi neir Acaja, e quindi si spen-
sizione del loro protettore Cardinal sero verso l'anno iSog.
Barberini, si servivano come di un CELESTINO I (s.), Papa XLV,
Collegio. La secondo il Pan-
chiesa, di nascita romano, era figliuolo, se-
ciroli, fu fondata da un individuo condo alcuni, di Prisco, e parente
della famiglia Posterula, ma l'Al- prossimo all' imperatore Valentinia-
eri nella sua Roma in ogni stato no. Creato diacono Cardinale da In-
tom. p. gì, dice non essere ciò
II, nocenzo I, fu innalzato al soglio
vero.La miracolosa immagine della pontificio ai 3 novembre del ^i3.
Madonna vi si crede collocata nel Sì crede ch'egli abbia introdotto il
i^yS. Il Cardinal di Parma la dotò salmo Introibo , le antifone dell' in-
di grosse rendite, e Clemente VII troito, il graduale, il tratto, 1' offer-
la concesse alla famigha Caetani, torio, e comunione nella messa,
la
dalla quale, in uno al palazzo con- la quale era prima cominciata dal-
tiguo ,
passò ai celestini col paga- le epistole di s. Paolo e dall'evan-
mento di dieciotto mila scudi. Da gelio. {V^- Bianchini in not. ad A-
ultimo fu data agli agostiniani ir- nast. tom. Ili) ; ma da altri ciò
landesi. Il venne pertanto
palazzo piuttosto si riferisce a s. Gregorio I.

edificato dal detto Cardinal di Par- V. Lambertini, Del sagr. della mes-
ma per sua abitazione, da cui prese sa. 11 Burio poi è di avviso aver
il nome il vicino arco, sulla spon- s. Celestino I prescritto la recita dei
da del Tevere. Quindi il palazzo cinque salmi per la preparazione del-
passò ai Caetani, e poi fu venduto la messa ; ma
anche questo da al-
ai celestini verso l'anno 1629, al* cuni si contraddice ; il perchè è a
lorquando i Caetani acquistarono vedersi il Bona, Rerum liturgie. 1. II,
il palazzo Rucellai al Corso. cap. 3 , dove lungamente tratta di
Di quest'Ordine, oltre il Ciacco- quanto riguarda il decreto di s. Ce-
nio, il Vittorelli, e gli autori degli lestino 1, in proposito o alle cose in-
Ordini monastici, tiattarono il Bo- trodotte nella santa messa.
nanni nel Catalogo di essi a pag. L'eresia di Nestorio [Fedi] diede
CIX, Bollando nel t. Ili, e nel me- motivo a s. Celestino I di far cele-
se di maggio; Becquet monaco ce- biare nel 4^ i 'l concilio generale
lestino, neW Istoria citila congrega- di Efeso, a cui intervennero duecen-
zione de' Celestini di Francia^ Pa- to vescovi e tre legati pontificii, e
rigi 17 19, e il padre Annibale da dal quale furono fulminate le ereti-
,

5i GEL GEL
che sentenze da colui empiamente santo Pontefice soffrire, che nova- i

sostenute. Di che avendo ricevuta ziani tenessero molte chiese aperte


notizia s. Celestino per lettere di in Roma, confinò Rusticola loro ve-
Costantinopoli, si diede premura di ri- scovo in una casa vile, e gli vietò
spondere ad esse, e le sue risposte so- di tener più adunanza de' suoi. Con
no in numero di quattro , tutte colla una lettera scritta inoltre ai vescovi
data del i5 marzo di quell'anno delle Gallie raffrenò gli eretici semi-
43 1. La prima è al concilio di Efeso, pelagiani , che passati dall'Africa in
vale a dire ai vescovi, che avevano Mai'siglia , screditavano la dottrina
oi'dinato Massimiano in luogo di Ne- di s. Agostino intorno alla predesti-
storio, mercecchè da sei mesi il con- nazione ed alla grazia.
cilio era sciolto ; la seconda è di- sono perdute alcune lettere di
Si
retta all' imperatore Teodosio , del questo santo Papa. Tale è quella
quale il Papa loda lo zelo per la di- che aveva scritta in risposta ai ve-
fesa della fede ; la terza è a Massimiano scovi, i quali gli avevano partecipata
vescovo di Costantinopoli, e la quai'- r elezione di Nestorio in luogo di
ta al popolo di quella città. Parec- Sisinnio , e quella, che aveva pure
chie lettere scrisse il santo Pontefice scritta al vescovo Fuenzio. Socrate
ancora durante quel concilio; ed altre a torto gliene attribuisce molte altre,
innanzi pure ne aveva scritte. L'una come anche v' ha chi senza fonda-
ai vescovi d'Africa nell'anno 4^6, con mento veruno lo crede autore di
cui ristabiliva, in conseguenza del suo alcuni decreti.
appello alla Santa Sede , vm prete Le lettere di s. Celestino sono
chiamato Apiario ; la seconda è in- d' uno stile incalzante e stretto , ma
dirizzata ad alcuni vescovi dell' llli- oscuro e talvolta confuso : loccliè
ria per raccomandar loro la som- forse procede dall' aver noi dovuto
missione alla Chiesa Romana, ed a ricorrere alle traduzioni state fatte in
quella di Tessalonica ; la terza , del Oriente a cagione dello smarrimento
25 luglio 4^^? ^ diretta ai vescovi degli originali.
delle Provincie di Narbona e di Vien- In tre ordinazioni s. Celestino
na, perchè correggessero certi abusi creò quarantasei , e, secondo altri,
introdottisi nella disciplina. sessantadue vescovi , trentadue pre-
Dopo il concilio d'Efeso persegui- ti , e dodici diaconi. Governò otto
tò i pelagiani, i quali, benché per anni , cinqtie mesi e tre giorni ; e
decreto di Costanzo imperatore fos- morì ai 6 aprile del 432. Era sì

sero stati costretti sotto Bonifacio I zelante dell' osservanza dei decreti
a star lontani cento miglia da Roma, sinodali, e delleusanze introdotte dai
pur Celestino I, volle che lo fossero suoi predecessori, che in veruna gui-
da tutta 1* Italia e contro Celestio
, sa sapevasi indurre a rivocare, od
loro capo, che s'era ritirato nella a sottoporre a nuovo esame ciò, che
Bretagna, spedì missionari, che dopo una volta fosse stato ordinato e de-
due anni ridussero quella regione ciso. Fu sepolto nel cimitero di s.

alla fede ortodossa. Dipoi inviò nel- Priscilla nella via Salaria, e quindi
la Scozia Palladio greco, primo ve- venne trasferito nella chiesa di san-
scovo di quelle isole, e neH'Jbcrnia ta Prassede. Vacò la santa Sede
o Irlanda s. Patrizio, che ne di- dopo di lui diecinove giorni.
venne i' apostolo Wè potendo . il CELESTINO 11, Papa CLXXII.
, ,,

GEL GEL 53
Nacque questo Pontefice di una fa- del ii44> 6 venne sepolto in Late-
miglia oriunda di città di Castello rano. Tre lettere ci rimangono di
nello stato ecclesiastico, ed innanzi Celestino II, e dopo di lui la santa
di salire al trono pontificio era per- Sede vacò tre giorni solamente.
ciò chiamato col nome di Guido del CELESTINO III, Papa CLXXXII.
Castello. Discepolo di Pietro Abailar- Era egli romano, e discendeva dall' il-
do , siccome sotto diavea
lui fatto lustre famiglia Orsini (Feo?/). Innanzi
sommo profitto nelle lettere, fu an- che salisse al Pontificato chiamavasi
co appellato il Maestro Guido dei Giacinto Bobò, o Bobone Orsini, e
Castelli, forse dalla sua famiglia, da Papa Onorio II fu fatto nel i 126
come opina il Panvinio. In seguito Cardinale diacono di s. Maria in
creato prete Cardinale di s. Mar- Cosmedin. Ai 3o marzo del iiqi,
co da Papa Onorio II, fu fatto go- venne eletto Papa, ed ai i3 aprile
vernatore di Benevento da Inno- fu ordinato prete, consacrandosi nel
cenzo II, e venne impiegato in di- giorno appresso in una maniera af-
verse legazioni. Alla morte d' Inno- fatto nuova, secondo il cerimoniale
cenzo II fu eletto Papa, e consacra- dell' Ordine romano, allora compo-
to ai 26 settembre ii^'i. La sua sto dal camerlengo di s. Chiesa
elezione riuscì non solo senza alcu- Cencio Savelli. Era egli assai vec-
na delle perturbazioni , onde molte chio quando fu assunto al Ponti-
altie addietro erano funestate; ma ficato, tenendo i più che avesse
si fece eziandio senza l' intervento ottantacinque anni, comunque altri
del popolo. suppongano, che ne contasse novan-.
Non appena Celestino si vide su- ta. Nondimeno lo spii'ito ed il cor-

blimato alla sede Pontificia, che dal po di lui non risentivano punto il
re di Francia Lodovico VII ricevet- peso di quegli anni; e di fatti il gior-
te ambasciatori di ubbidienza, i qua- no dopo la sua incoronazione, inco-
li lo supplicarono per la pace e per ronò r imperatore Enrico VI unita-
l'assoluzione dalle ecclesiastiche cen- mente air imperatrice Costanza mo-
sure contro quel re fulminate da glie di lui. Roggero Ovedeno (in
Innocenzo suo antecessore, coli' in- Annal. Augi. pag. 689 ) racconta
terdetto a tutto il reame di Fran- che accadesse tale funzione in que-
cia. Vedendo cosiffatto pentimento sto modo: » Sedeva il Papa nella
il Papa ebbe a riconciliarlo, secon- « cattedra Pontificale, ed avea tra
do che narra il conografo Maure- » i piedi la corona imperiale. In-
neacense in questo modo: » Alla » chinatisi l' imperatore e la impe-
« presenza di parecchi nobili dei , " per riceverla, il Papa la
l'atrice
» quali suol esserne copia in Roma, >j un piede , e la ro-
percosse con
»> benignamente si alzò, e colla ma- » vesciò a terra a significare essere
» no facendo il segno della bene- » in lui stata l' autorità come di
» dizione alla volta di quel regno, w dargli così di torgH la corona,
" lo assolvette dalla sentenza dell'in- " ove Enrico lo avesse meritato.
" terdetto, in cui era stato per tre an- » Ma i Cardinali, dice Roggero, rac-
>» ni. " Governò questo Pontefice cin- J3 cogliendo tosto la corona, la po-
que mesi e tredici giorni , nel qual » sero in testa dell'imperatore ".
tempo nell'unica sua promozione cx'eò Questo racconto per altro, sebbene
otto Cardinali. Morì ai 9 marzo creduto dal BaroniO} ad au. 1 1 61
, ,

54 CEL CEL
e dal p. Bianchi, tono. II, p. 368 ecclesiastica ordinò Celestino III, che
è slimato falso da Natale Alessan- i fanciulli offerti dai parenti a' nio-
dro (Z^wf. Eccl. toni. VI saec. XI, XII nisteri, giunti all'età adulta, potes-
cap. 2, art. i3), uè può accordarsi sero a piacer loro il che uscirne;
col leggere, che si fa nella cronaca confermò puranco il concilio Tri-
Reichespergense, che » Enrico fu dal dentino, quantunque fosse prima in
« medesimo Celestino III onorevol- uso, che né i padri irritar potessero
« mente consecrato e coronato in la data promessa, né i fanciulli la-

« Roma " come riflette il Miu'ato- sciare i monisteri. Cieò questo Pon-
ri, Ann. d" hai., tom. VII, an. tefice indue promozioni tredici Car-
1191. dinah; e dopo un governo di sei
Celestino fece promettere ad En- anni , nove mesi, e nove giorni
rico dopo la incoronazione di re- sentendosi prossimo alla fine, vo-
stituire la città di Tusculo ; il che leva rinunziare al Papato, mostran-
venne eseguito il giorno dopo, mar- do desiderio ai Cardinali di aver
tedì di Pasqua. Ma avendola il san- per successore il Cardinal Giovanni
to Padre consegnata ai romani, essi, di s. Paolo della famiglia Colonna,
per vendicarsi delle discordie passate, detto di s. Prisca. Ma essi non vi
barbaramente la distrussero , e gli acconsentirono, dicendo, che cosa era
abitanti privi di abitazione con fia- inaudita aver il Papa a deporre sé
sche ne' luoghi vicini fabbricarono stesso. Morì questo Pontefice nella
delle capanne 5 dal che il luogo pre- notte precedente agli 8 di gennaio
se il nome di Frascati , e diede I 198. Fu sepolto in Laterano pres-
origine a tal città , sede vescovile so s. Maria del Riposo. Non vacò hi

suburbicaria. Dipoi il Papa scomu- santa Sede.


nicò r imperatore, perchè riteneva CELESTINO IV, Papa CLXXXVI.
a torto in prigione Riccardo re d'In- Chiamavasi questo Pontefice prima
ghilterra. Ma prima di morire, or- della sua elezione Goffredo Castiglio-
dinò Enrico VI al suo figlio Fede- ni, ed era figlio di Giovanni (^tistiglio-
rico II di porre in libertà il mo- ni e di Cassandra Ciivelli sorella di ,

narca inglese, e di reintegrare la Urbano 111. Divenuto canonico, e


santa Sede nei diritti , che avea cancelliere di Milano sua patria, era
sulla Confermò Celestino
Sicilia . stato educato da s. Caldino, e fat-
HI nell'anno 1192 il militar Ordi- tosi monaco nel celebre nionistero
ne Teutonico [Fedi), istituito nel- di Altacomba, aveva ivi scritta la
l'anno precedente secondo la regola storia del regno di Scozia. Da quel
di s. Agostino in Acri o Tolemaide; monistero era stato da Gregorio IX
ed in queir anno canonizzò i santi tratto nell'anno 1227 contro sua
Ubaldo canonico regolare lalera- voglia , e creato poscia Cardinale
nense ( Vedi ), Giovanni Gualberto di s. Marco. 11 medesimo Papa Gre-
fiorentino ( Vedi), mentre nell'anno gorio IX il fece poscia vescovo di
antecedente avea canonizzato s. Pie- Sabina, e lo spedì come legalo in
tro vescovo di Taranlasia, e nell'an- Toscana, in Lombardia e finalmente
no appresso i santi Geraldo, e forse a Montecassino, ove si trovava l'ini-
5. Guccherio I, e s. Ladislao re di pcratore Federigo II afllne d' in-
,

Ungheria. durlo a somminisliare soccorsi in


Fra gli statuti per la disciplina sussidio di Tcna Santa. Dopo tanti
GEL GEL 55
impieghi, con somma sua lode sos- detta montagna di Morone, dalla
tenuti, ai 0.1 settembre i'24i , fu quale gli è derivato ilsoprannome
eletto Papa nel luogo chiamato Sette anzidetto. Lasciò questo ritiro per
Soli. Ivi dal senato e dai romani andare, cinque anni appresso, sul
rinchiusi furono a questo fine dieci monte di Majella nell'Abruzzo non
Cardinali; ma tre di essi non ebbero lungi da Sulmona, dove rifugios-
parte all'elezione, perocché uno mori si due solitari in una vasta
con
non senza sospetto di veleno, l'altro caverna. Colà si applicò ad imi-
che era de' Colonnesi fu fatto pri- , tare san Giambattista modello dei
gione dai romani qual fautore di solitai'i. Portava un cilicio tutto
Federico II ed il terzo, che prigio-
, sparso di nodi una catena di ferro
,

mero di Federico aveva da quell'im- sulla nuda carne, digiunava tutti i


peratore ottenuto di recarsi all'eie- giorni, eccettuata la domenica, fa-
zione del Papa, ritornò all'ai'mata ceva quaresime all'anno,
quattro
pria ch'essa fosse conchiusa. delle ne passava tre a solo
quali
Celestino IV, già molto avanzato pane ed acqua, pregava e lavorava
nell'età, ed indebolito dalla decre- tutto il giorno, e la maggior parte
pitezza, come
fu sublimato al trono, della notte. Secondo questi principi!
non più vi sedette che diciassette nel 1 244 fondò l'Ordine, che poscia
giorni, e morì agli 8 ottobre 1241 dal suo nome pontificio si chiamò
non consacrato, e senza pubblica- de Celestini [P^edi), e che ebbe si
re veruna bolla , avvegnaché quel- prospero successo da produrre du-
la diretta all' arcivescovo di Sens, rante la vita dello stesso s. Celestino
che il Marlene ed il Mansi attribuì- trentasei monisteri, e seicento reii-
rono a questo Pontefice, è piuttosto giosi. Quell'Ordine approvato venne
da assegnarsi a Celestino III. Fu da Urbano IV, che lo incorporò a
sepolto in Vaticano, e la santa Sede quello de' benedettini , e fu confer-
restò vacante un anno, otto mesi e mato da Gregorio X, nel 1274,
diciassette giorni dopo di lui, perchè nel concilio generale secondo di
i Cardinali temendo la furia dell' im- Lione.
peratore, che quasi tutti gli aveva I dissidenti Cardinali riuniti in
tenuti prigioni in Amalfi, non sape- Perugia all' elezione del Pontefice
vano risolversi ad eleggergli un sue- dopo la morte di Nicolò IV, per
cessore. opera principalmente del Cardinal
CELESTINO V Papa CC, (s.), Latino Malabraqca Orsini domenica-
detto in prima Murrone Pietro di no, vescovo di Ostia, elessero in fine
o Morone da un monte presso SuU a' 7 luglio 1294 Pietro di Morone.
mona ove condusse vita solitaria. Ma speditogli nel suo ritiro il decreto
nacque nel 1 2 1 5 da Angelario, sera- di tale elezione, ricusava costante-
plice agricoltore in Molise castello mente di accettare il sommo inca-
del regno di Napoli. Dell' età di rico, né si piegò se non vinto dalle
diciassette anni si fece monaco be- suppliche de'Cardinali e de' re Carlo
nedettino monistero di Faifoli
nel II di Napoli, ed Andrea III di Un-
nella diocesi di Benevento, e dopo gheria, i quali si recarono a lui
molti anni di penitenza straordina- per costringervelo colle preghiere, e
ria, andò a Roma dove ricevette il colla esposizione delle calamità da
sacerdozio. Nel laSg si ritirò sulla cui era afflitta la Chiesa. Francesco
,

S6 GEL GEL
Petrarca (lib. II de Vit. Solit. sect. agli affari temporali, conservando
HI, cap. i8) dice, che in sulle pri- un desiderio invincibile per la soli-
me voleva il Pontefice sottrarsi colla tudine, e non ignorando il malcon-
fuga; ma ne fu impedito dal gran tento de' Cardinali a cagione della
popolo accorso. Com'ebbe accettato, prima delle sue costituzioni, per la

partì alla volta di Aquila nell'Abruz- quale erano costretti a rinchiudersi


zo ove, mosso dalla singolare sua nel conclave per ovviare agi' indugi
umiltà , entrò su d' una giumenta ,
della sede vacante, in un concistoro,
addestrata due re di Na-
dai detti che riunì in Napoli il i3 dicembre
poli e di Ungheria, ed ivi, dopo 1294, rinunziò solennemente e spon-
r arrivo da Perugia de' Cardinali taneamente la pontificia tiara colla
fu coronato a' 29 agosto nella chiesa seguetìle formula:
dell'Ordine suo di s. Maria di Col- » Io Celestino Papa V, mosso da
lemaggio fuori delle mura, assu- » legittimi motivi, cioè per causa
mendo il nome diV. Celestino » di umiltà, di miglior vita, di
Quindi non più sopra un giumento, n coscienza illesa, di debolezza di
ma sopra un cavallo bianco entrò » corpo, di difetto di scienza, di
coronato nella città fra gli applausi » malignità del popolo, infermità
di duecento e più mila persone ac- " della persona, e per ricuperare la
corse a veder primo personaggio >} tranquillità della passata condi-
del mondo quegli, che poco fa era » zione di vita, spontaneamente e
umile romito. M liberamente cedo il Pontificato,
Nella medesima città d' Aquila il « ed espressamente rinunzio al luo-
nuovo Pontefice fece la promozione *> go, dignità, occupazione ed ono-
di dodici Cardinali, sette francesi, » re, dando libera e piena facoltà
e cinque italiani; indi si trasferì a » al collegio de' Cardinali per eleg-
Napoli; ma prima fece due costitu- M gere canonicamente un pastore
zioni. La prima rinovava quella di « della Chiesa universale". Spoglia-
Gi*egorio X, pubblicata nel concilio tosi pertanto di tutte le insegne pon-
generale secondo di Lione, relativa- con generoso e modesto por-
tificali,

mente al ritiro de'Cardinali in con- tamento si mise a sedere a' piedi


clave chiuso, per procedere all' ele- de' Cardinali. Vacò la santa Sede
zione di un nuovo Papa; la seconda dieci giorni, scorrendone nove per
dichiarava essere libera ai Papi l'ab- la prima volta, prima di cominciare
dicazione al pontificato. Passando il conclave, in virtù della legge di
per Sulmona concesse a fr. France- Gregorio X, da Celestino confer- V
sco da Apt, l'eligioso francescano, la mata, che tanti ne debbano scoi'rere
fiicoltà di conferire gli ordini minoi'i dopo la morte, o la rinunzia del
a Lodovico, figlio di Carlo re di Papa.
Sicilia; privilegio, che non ebbe più Così ritirossi nuovamente Pietro
esempio in un semplice sacerdote di Morone nell* eremo di Majel-
quale allora si era quel frate. la per darsi del tutto alla pi'eghic-
Ciò è quanto fece, degno di spe- ra , ed alla mortificazione. Il suo
cial menzione, senza mentovare quel- successore Bonifacio Vili, temendo
lo che operò pel suo Ordine, in cinque qualche scissura, non per opera del
mesi e otto giorni dopo la sua elezio- romito, ma per le seduzioni a cui
ne; imperocché conoscendosi poco atto la semplicità sua era esposta, volle
^ ,

GEL GEL 57
tenerlo in sua custodia. 11 santo, che quali si trovano i mss. di sua ma-
lì ebbe sentore, si nascose dapprima
no, sono state stampate in Napoli
per due mesi, indi, volendo passare nel 1640. Scrissero la vita di que-
in Dalmazia , spinto da una tem- sto s. Pontefice, Celestino Talera ab-
pesta approdò a Viesti, città della bate de' celestini, la quale fu premes-
Capitanata, ed ivi riconosciuto da sa alle opere del medesimo santo;
quel governatoi'e fu arrestato e
,
Giacomo Aliriense Celestino; Giovan-
mandato ad Anagni, ove si trovava ni Pinadelli negli Elogii de" Ponte-
il nuovo Papa. Là fu custodito in Jici, eh' ebbero il nome di Quinto
certa casa presso la camera del Papa, Roma i58i; Gio. monaco celesti-
ma venne poscia trasferito nel ca- no ; Lelio Marini, Fila e miracoli
stello di Fumone poco distante da dis. Pietro di Morone^MWano i63o.
,

Ferentino nella Campagna, ove lan- Paolo Reggio vescovo Equense con-
guì per dieci mesi in un carcere di tinuò la vita, che aveva lasciata il
aria sì morbosa, che era d' uopo Cardinal Giacomo Gaetani, e la pub-
cambiar ogni due mesi i due reli- blicò in volgare nel i58i, in Na-
giosi destinatigli a servirlo. Pure il poli, Pietro Cardinale d' Ailli, la qua-

Sitato vecchio sopportò quella pena le fu accresciuta dal p, Dionisio Fa-


sino all' età di ottantun anno, in bri priore de' celestini, e stampata
cui , formataghsi una postema nel nel iSSg in Parigi.
lato diritto , mori a' 1 9 maggio del Nel luogo poi ove mori s. Cele-
1 296, dopo un anno e cinque mesi stino V, e da lui perciò reso cele-
dalla sua rinunzia, e dopo dieci mesi bre^ già Onorio li, nel 1 1 24, ave-
di prigionia. 11 suo corpo per ordi- va rinchiuso 1' antipapa Gregorio
ne di Bonifacio YIII fu portato con \III, che vi morì miseramente po-
solenne pompa in Ferentino , e fu co dopo a' 28 aprile. Allora quando
sepolto nella chiesa di s. Antonio Bonifacio YllI pose nella rocca di
del suo Ordine, che poc'anzi aveva F'umone Celestino V, per evitare
fondata fuori della città. Ai i5 di turbolenze alla Chiesa, era coman-
febbraio del 1827 però fu traspor- dante della rocca Marco Tullio Lon-
tato nella chiesa di s. Agata della ghi, al quale venne poi donata da
medesima città, donde finalmente ven- Clemente V ; e benché nel pontifi-
ne traslérito al monistero de'celestini cato di Alessandro VI, Borgia, se
d'Aquila nell'Abruzzo, in cui egli era ne fosse impadronita la comune
stato eletto Pontefice. Il suo cuore ri- sotto Alessandro Vili la ricuperaro-
mase in Ferentino, e la sua mascella no i marchesi Longhi, i quali la
inferiore si conserva con un dente ridussero in buono stato, celebrando
sommamente bianco presso i cele- i descritti avvenimenti con analoghe
stini di Parigi. Per le sue virtù, e marmoree iscrizioni.
pei suoi miracoli canonizzato venne CELIA. Sede vescovile d'Africa,
in Avignone da Papa Clemente V
nella provincia di Numidia.
ai 5 maggio 3 3
1 diciassette anni
1 , CELIBATO ( Coelibalus ). È lo
dopo la sua morte. Egli ha lasciati stato di chi non è congiunto in ma-
alcuni opuscoli : Relatio vitce sucej trimonio, come è quello degli ec-
de Firtulibusj de Vitiìsj de Homi- clesiastici. I teologi, e principalmen-
nix vaiiitatej de Exemplisj de Sen- te Bergier, dimostrano che il celi-
lenliis Pali uni. Queste opere, delle bato propriamente è lo stato di quel-
,

5^8 CEL CEL


li,che rinunziano al matrimonio ca fosse proibita la verginità, e il
per motivi religiosi. Il celibato è celibato j e pag. iy8, capo Vili,
cosa grata a Dio, come si ha da se i sacerdoti della legge vecchia
diversi passi dell'antico testamento, erano obbligati a qualche tempora-
ma non per questo ne consegue, clie le continenza dalle mogli loro , e
sia riprovato il matrimonio. La ver- del celibato de" sacerdoti della leg-
ginità fu considerata come sagra ge nuova. Ma per quanto spetta al-
anche dai gentili, e perciò tanto la l' uso, ed alle leggi della Chiesa,
Chiesa orientale, quanto la occiden- non è mai stato permesso ai preti
tale imposero ai ministri del culto ed ai vescovi di ammogliarsi, quan-
l'obbligo di un qualche celibato. Tut- do avevano dichiarato nel tempo
tavolta, sebbene il celibato sia più della loro ordinazione , eh' essi vo-
perfetto del matrimonio, non è com- levano seguire lo stato celibe, cosa
preso nel diritto divino pegli ordini pure stata osservata in diverse chie-
sagri, cioè non vi è legge divina, se di occidente pei sotto-diaconi.
che ordinare in preti persone
vieti La differenza, che vi era tra la
aventi moglie, né ai preti di am- chiesa greca, e la latina rispetto al
mogliarsi. Certo, che il celibato è matrimonio dei preti è che nella
,

consentaneo alla ragione ecclesiasti- chiesa greca si sono ordinati a pre-


ca e politica, e lungi dall' essere ti e vescovi persone ammogliate,
dannevole alla società, torna anzi a purché fosse quella la loro prima
grandissimo suo vantaggio. Il celi- moglie, e che non avessero sposate
bato fu sempre in uso nella Chiesa delle vedove, senza obbligarli alla
latina, e fu proposto nel secondo divisione; mentre nella Chiesa lati-
concilio di Cartagine, come una leg- na non si sono mai ordinati né
ge ordinata fino dal tempo degli preti,né vescovi persone congiunte
apostoli. Di fatti non si poteva sta- in matrimonio, a meno che ambe-
bilire cosa alcuna più santa per im- due di reciproco consenso non pro-
pegnare il sacerdozio ad accostarsi mettessero solennemente di vivere
all'altare con purità, e renderlo più separati il resto dei loro giorni. Al-
proprio all'amministrazione de' sa- trettanto praticasi nella chiesa gre-
gramenti. Quindi chmnque insegna, ca pei vescovi , ma pei sacerdoti
che i preti, i diaconi, e i suddiaco- pei diaconi, nonché pei sottodiaco-
ni non sono obbligati alla legge del ni, si ordinano sebbene ammogliati
celibato, dev'essere annoverato tra senza obbligarli a dividersi dalle lo-
gli eretici. C. de Sen(. an. iSaB. ro mogli.
Decret. 8. V. Matrimonio, La diversità di tali costumanze
Mosè fece una legge espressa pel proviene dall'avere la Chiesa latina
matrimonio, ed in favore di esso; conservata l'antica disciplina, che
Licurgo si pronunziò contro i celi- era in vigore pure fra i greci nei
batarii ; Platone fu più mite, e li primi tempi, i però si
quali ultimi
tollerò con alcune restrizioni ed i , condussero ben diversamente su que-
romani onorando le vestali, multa- sto punto gravissimo, ed introdus-
vano, e tenevano in dispregio i ce- sero l'usanza, che tuttora sussiste
libi. V. il p. Gio. Stefano Meno- fra loro, mai però condannata dal-
chio, Stuorc tomo I ,
pag. 4^j ^^' la Cliicsa latina, neppure nel conci-
\>o XX\'lll, oc nella legge niosai- lio fiorenti 00. Abbiamo per altro,
,

GEL GEL 59
che il concilio neocesariense dell'an- Bercaslel, lom. II, pag. 23 1. Col
no 3i6, ordinò la deposizione di 33, o 36 canone venne pertanto
un prete, ch'erasi ammogliato dopo universalmente comandato da' ve-
la sua ordinazione. Quello d'Andra, scovi ai preti, diaconi e suddiaconi
del 3i3, permise il matrimonio sol- l'astenersi dalle loio mogli : legge
tanto ai diaconi, che si erano pro- generale, che però non era nuova,
testati contro l'obbligazione del ce- anzi una conferma della legge co-
libato, ricevendo l'ordine. canone 11 mune da immemorabile tenìpo os-
XXVI apostolico lo permetteva sol- servata dai ministri dell'altare, piut-
tanto ai lettori, ed ai cantori, se- tosto in virtù d'una tradizione apo-
condo l'antica tradizione della Chie- stolica, che di un espresso coman-
sa, che il concilio niceno stimò di do. Proibirono egualmente i padri
dovere stabiliie, e che oggi ancora di Elvira a qualunque ecclesiastico
si osserva nelle diverse sette orien- l'aver in casa pei'sona di dilFercutc
tali. V. Pompeo Sarnelli, Lettere sesso, olire la propria sorella, o la
ecclesiastiche , tomo VII , lettera propria figlia, le quali fossero ver-
XXIV, n. 26, che tratta del celi- gini e consagiate a Dio. Tal conci-
bato nella chiesa orientale, massime lio fu confermato da Papa 8. Siri-
nel tomo IX lettera XXIV, ove ciò del 385
una decretale scritta
in
parla del celibato de' preti tanto in ad I merlo vescovo di Tarragona
occidente quanto in oriente. In orien- nella quale proibì, che i bigami
te nel settimo secolo il celibato impedì), e gli ammogliati con vedo-
soffrì molto . Circa la finzione degli ve potessero ordinarsi, prescrivendo
eretici incontinenti, è a vedersi il ber- il celibato a' sacerdoti e diaconi. V.
iiini. Compendio deWcresie pag. i 1 8. De Marca, Cono. Sac. et Iiitp, cap.
I principali decreti ponlilicii , e 8, § 4> e Zaccaria nell' Antifchro-
canoni in occidente sul celibato nio tomo II. Osserva il Novaes, nel-
degli ecclesiastici , sono i seguenti. la vita di detto Pontefice, che sino
Si vuole pertanto, che il Pontefice a tal' epoca non erasi stabilita alcu-
s. Calisto 1, creato nell'anno 221, na legge, ne pubblicato canone al-
avesse di nuovo ordinato, che i sa- cuno, il quale sotto precetto, e con
ceidoti contraessero cogli ordini sa- pena canonica obbligasse i chierici
gri r obbligo di continenza, né po- maggiori al celibato. Vuole peiò il
tessero ammogliarsi; e che Papa san p Constant , nel tom. I. Epistol.
Lucio 1, eletto nel 255, comandas- Rom. Pont. col. 63 1, che sebbene
se nuovamente, che i ministri del- al decreto di s. Siricio non sia pre-
l'altare si eleggessero continenti , e ceduta alcuna ecclesiastica legge, era
che non potesseio coabitare con esso tuttavia di legge divina dall'A-
donne, meno quelle loro congiunte postolo intimata. Questo stesso de-
da stretta parentela. Certo è però, creto sulla continenza de' chierici fu
che il concilio di Elvira, il più an- rinnovato da Innocenzo I, nel 4^4»
tico di quelli che ci rimangano sul- nella lettera a Vitricio vescovo di
la disciplina, e che vuoisi celebrato Rouen, e ad Emperio ve-
in quella
l'anno 3oo, o 3 1 3, merita vma sin- scovo di Tolosa ; argomento , che
goiar considerazione per quanto sla- tratta egregiamente il citato Zac-
biTi su ciò che riguarda il celibato, caria nella Dissertazione del Celiba-
e la purità de' chierici, come rileva tOj E.oma 1773. p^. Vekgixi.
,

6o CEL CEL
In appresso si formarono canoni za de' chierici. In questo decreto »

sul celibato, dai concilii di Toledo cui denominò costituto, ordinò, che
nell' anno 4^9? da quello di Carta- le donne ree di prostituzione coi
gine del 419? <^' Oranges del 44'? preti entro le mura di Roma, in-
non che di Arles, Tours, Agde, Or- corressero pena di essere per l' av-
leans ec. Il Pontefice s. Leone I venire schiave per servizio del pa-
scrisse in argomento a Rustico, ve- lazzo lateraiiense. Stefano X, nel
scovo di Narbona ; Pelagio li, del loSy, proibì eziandio i matrimoni
578, impose a' suddiaconi di Sicilia de' chierici ; e Nicolò II, nel conci-
la legge della continenza, vietando lio romano determinò con-
del 1^09,
loro di più conoscere le loro mo- tro i Nicolaiti (così chiamavansi i
gli, ciò che pure avea proibito il difensori dei matrimoni degli eccle-
detto s. Leone l, coli' tpistol. 1
2, siastici), che il sacerdote, diacono,

cap, 4- S. Gregorio l, che nel 590, e suddiacono, il quale prendesse


successe a Pelagio II, si dichiarò moglie, o presa non l' abbandonasse,
sempre pel celibato dei chierici , e fosse subito sospeso dagli uffizi ec-
vi legò i sotto-diaconi, i quali fino clesiastici. Alessandro II confermò
a quel tempo non erano contati che i decreti di Leone IX, e di Nicolò
tra i chierici degli ordini minori, II, contro i chierici incontinenti, che
t. I. ep. 443 1- 4- ^P- 34- I centu- ebbe pure a condannare nel conci-
riatori di Magdeburgo, Heylin
, ed lio, nel 1067, tenuto da lui a Man-

altri Gregorio I abro-


dicono, che tova. In quello celebrato in Roma,
gò il decreto, cui avea fatto per ob- nel 1074, da Gregorio VII fu
s.

bligar tutti i chierici a continenza determinato, secondo i sagri canoni


e ciò asseriscono fondati sopra una e i decreti pontificii, che niun chie-
pretesa lettera di Uldarico a Papa rico potesse avere moglie, e che il
Nicolò I; ma questa lettera è alFat- sagra mento dell' ordine non fosse

to supporta, e per conseguenza non conferito se non a quelli, i quali


merita alcuna fede, non essendo sta- professassero perpetuo celibato, e
to Uldarico contemporaneo di al- che ninno potesse assistere alla mes-
cun Pontefice di nome Nicolò. Si sa dei sacerdoti, che avessero moglie.
leggano le lettere di s. Gregorio I ,
K. ì'epist. ad Olhoneni Episc. Con-
e vedrà in tutte parlare egli del-
si stansiens. apud Labbceuni tomo X,
la legge, che obbliga i chierici al Condì, col. 3 16, ed il Baronio al-

celibato, come antica e inviolabile. l' anno 10745 n. ^o.


Anche s. Eugenio I, eletto nel Anche Calisto II, nel concilio di

654, ordinò che i preti, i diaconi, Reims, del 11 19, proibì la moglie
e i suddiaconi osservassero perpetua ai preti ma per non dire di altri
:

Leone IX, nel concilio che


castità. S. decreti e canoni contro gli ecclesia-
celebrò in Magonza, nel 1049, ^"^ stici e religiosi, i quali non avessero
presenza dell'imperatore Enrico III, osservato il celibato, intorno alla qual
promulgò un decreto sopra la con- cosa presero provvidenza i re di
tinenza de' chierici ; quindi nel con- Plancia coi loro capitolari, che for-
che convocò in Roma, nel
cilio, mavano i vescovi ed ecclesiastici /nel-
io5i, depose Gregorio vescovo di le assemblee, conchjuderemo, che
Vercelli, adultero e spergiuro, e fe- nel concilio di Trento si propose
ce un altro decreto sulla conlinen- di accordare agli ecclesiastici la li-
, ,

CEL CEL 6i

berta dei matrimonio, ma fu inte- VI, emanato a Vienna, nel 1782,


ramente rifiutato. Sono dunque i sa- e diretto al vescovo di Brùim, sta-
cerdoti obbligati a conservare invio- bilisceed autorevolmente dichiara ,

labilmente il celibato, come lo stato che i regolari soppressi, i quali non


il più puro, e più conforme alla san- possono entrare in altri monisteri
tità del loro ministero, e gli ordi- si debbano considerare come mona-
ni sagri sono un impedimento di- ci attuali, né possano mai sperai-e

rimente al matrimonio. Questa è licenza di nozze, né di testamento, f^.


legge di disciplina, ma fondata sul- Dispense.
le massime di Gesù Cristo, e de- CELINIA, o CELINA (s.), ebbe
gli apostoli, perciò sulle intenzioni i natali nella città di Meaux. Alle-

della Chiesa primitiva, sulla santità vata nella cristiana pietà, poiché sep-
dei doveri di un ecclesiastico, e sul- pe essere arrivata nella sua patria
le medesime ragioni politiche. Fra santa Genevefl'a la pregò di voler-
,

le pretensioni poi fatte VII a Pio la accogliere sotto la sua direzione,


dall' imperatore Napoleone, prima di professando verginità, quantunque
completare l' invasione dello stato promessa innanzi in isposa ad un
pontificio, una fu quella dell'aboli- giovane di quel luogo. Delle memo-
zione della -vita celibe in avvenire, rie di questa santa pervenne sol-
ci

e l'abilitazione al matrimonio alle tanto, che fioriva nel quinto secolo.


persone consagrate già al culto del- Nella città di Meaux vi aveva un
la religione d'ambo i sessi, anche priorato del suo nome dipendente
in forza di voto solenne ; il perchè, dall'abbazia di Marmontier.
nel breve che diresse Pio VII su CELINA. Città vescovile nel Friu-
tale argomento al sagro Collegio li, ora villaggio Maniago, sulla ri-
disse, che quello era un articolo viera Celina, appartenente ai Carnii,
opposto alla santità della religione di cui fa menzione Plinio come di

stessa, ed alla promessa fatta a Dio un' antica città rovinata al suo tem-
dalle persone religiose con sagrifizio po. Quindi essendosi ristabilita, se-
volontario de meliori bona. condo il Noris, per avere Concordia
Nel i774> l'abbate Lami pubbli- ed altre circostanti città grandemen-
cò Della necessità del matrimonio
: te sofferto nell'incursione di Attila,

degli ecclesiastici, con una disser- i dispersi abitanti si rifugiarono a


tazione sul celibato. Nell'anno stesso Moniago, o Monjago. Certo è, che
l'abbate Francesco Antonio Zaccaria nel quiuto secolo fu eretta in Ce-
diede in Roma alla pubblica luce lina la sede vescovile, sufFraganea del
la Storia polemica del celibato sa- patriarcato di Aquileja.
gro da contrapporsi ad alcune de- CELIO Gennaro, Cardinale. Ce-
testabili opere uscite a questi tempi. lio Gennaro Cardinal prete dei ss.

E da ultimo, nel i833, egualmen- Vitale, Gervasio e Protasio, viveva


te in Roma il p. Emidio Jacopini nel pontificato di s. Gelasio I, nel
diede alle stampe II Sagro Celi- 494.
bato. Merita di essere consultato CELIO Giovanni, Cardmale. Ce-
anche il Dizionario enci-
Rergier, lio Giovanni Cardinal diacono, fio-

clopedico, all'articolo Celibato dei riva nel pontificato di s. Gelasio I,

REGOLARI, parlando di quelli


ove nel 494? ii^l''i regione settima, e de-
soppressi, dice che il breve di Pio cimaquarta.
y ,

6i GEL GEL
CELIO Lorenzo, Cardinale. Ce- cosi detto da una città di questo
lio Lorenzo Cardinal prete di s. nome sui confini della Libia; delle
Prassede, ed arciprete di santa Chie- Cellette, chiamato dalle piccole
cosi
sa, viveva nel pontificalo di s. Gela- celle de'solitari, che vi si vedevano;
sio I, nel
494- ed il terzo situato verso l'occidente,
CELIO Simmaco, Cardinale. V. cui la montagna Nitria avea dato
Simmaco (s.) Papa. il nome, detto anche Cellia, come
CELLA. Sede episcopale d'Africa si può veder nelle P^ite de'ss. Padri,
nella provincia proconsolare, sotto lib. I , cap. 6. In tutti questi luo-
la metropoli di Cartagine. ghi potevano recarsi a stare in so-
CELLA. Sede vescovile nell'Africa litudine quei, che già si erano lun-
occidentale, provincia di Maiiritiana, gamente sperimentati nel tenore di
sottoposta al metropolitano di Sitifi. vita religiosa nelle congregazioni.
CELLA. Camera dei frati, e delle Macario aveva una sua celletta in
monache. Cella pur dicesi ad una ciascuno di questi deserti. A Nitria
cappella ad un oratorio, Sacellurn.
, egli accoglieva, e istruiva i forestie-
Il p. Lupi, Dissertazioni tom. I, ri, ma abitava d'ordinario alle Cel-
pag. 12, parlando di quel luogo, il lette, ove fu innalzato al grado
quale nelle antiche basiliche chia- sacerdotale. Ciascun anacoreta ci

mavasi cella, riporta l'osservazione viveva sepai'ato interamente da'suoi


di un dotto autore, fatta in una fratelli, e non ne vedeva neppur la
Dissertazione sui tempi antichi di piccola ceHa , né usciva della sua
Roma, il quale chiama cella quella se non che il sabbato e la dome-
parte dei templi, che noi chiamiamo nica, nei quali giorni tutti si riuni-
nave di mezzo, e dice essere stata vano in chiesa per la celebrazione
destinata principalmente alle cerimo- dei santi misteri , e per la s. comu-
nie religiose. Questa stessa nondime- nione. Quando uno straniero volea
no dissacrata col semplice tirare di stabilire il suo soggiorno fra loro,
una cortina , la quale ruoprissc i ognuno offi'ivagli la propria celletta,

simulacri e le are, serviva dopo i e quindi se ne fabbricava altra colle


sagrifìzi per trattare gli affari pro- sue mani. Sappiamo in oltre, che
fani. Ecco le medesime parole del- il deserto delle Cellette era lontano
l'autore dal Lupi citato: » Bien que cinque leghe dalla montagna di Ni-
5> la partie du tempie appellée Cella tria, e questa lo era sedici da Ales-
" fùt destinée au eulte de la Re- sandria, e formava quasi uno stesso
" ligion , on ne laissait pas d' deserto; la chiesa di Nitria era gran-
» trailer des alTaires profanes après dissima, e ufliziata da otto sacerdoti.
*» les sacrifices, en tirant des voiles, Nel deserto di Scelti eranvi quat-
'» qui couvraient les statues et les tro chiese per uso de'solitari; un
" autels". decurione o decano invigilava sopra
Intorno alle celle degli antichi nove monaci, e un centurione so-
anacoreti, e solitari del deserto nel- pra dieci curie, e ciascun deserto
l'Egitto, leggesi nella vita di s. Ma- avea per solito un superiore gene-
cario d'Alessandria, anacoreta fiorito 11 Garampi,
rale. nelle eruditissime
nel IV secolo, eh' eranvi nel basso Memorie della b. Chiara, parla dei
Egitto tre grandi deserti, i quali si cellani o solitari, che abitavano le

toccavauo l'un l'altro, cioè di Scelti, celie delle monache Cella murato-
,

GEL GEL 65
rum, e delle carceri e celle rigoro- pei piccoli monisteri, chiamati gran-
se, ec. Che
cella fosse alcune volte de, vicarie, e priorati, appellandosi
appresso Gregorio I appellato il
s. i monaci, che abitavano tali obbe-

inonistero, o lutto il suo recinto, dienze obhedientari. Finalmente si


chiaramente si osserva dal Macii a disse celliota il monaco abitatore
tal vocabolo. Abbiamo dal Sarnelli, della cella , ed anche Cellnlanus,
tom. Ili, pag. 129, che di questo Syncellita , e Syncellus. Cellerario,
nome si valsero anche i monaci ( J^edi) chiamasi il camerlengo dei
benedettini, per denotare i piccoli monisteri.
monisteri , dipendenti dall' abbazia CELLA DEL Conclave. Camera,
principale, e però detti ancora nw- ed abitazione de'Cardinali, nel luogo
neisleriolij ahbatiolce vel obedienlice ove si rinchiudono in conclave per
quia majorihiis suberantj e che i eleggere il sommo Pontefice, il quale
monaci antichi chiamarono Laure dalla cella passa alla cattedra di s.

«omiglianli luoghi, equivalenti al Pietro, e al maggiore de'troni. Gre-


vico de' greci, dappoiché quelle cel- gorio X, per togliere i lunghi in-
le erano fra sé distinte e separate, ma dugi , che talvolta accadevano nel-
non con molta lontananza nel modo, l'elezione del nuovo Papa, nel con-
che ancora sogliono abitare i camal- cilio lionese del 1274, emanò san-
dolesi eremiti [l-^edi), ed hanno sem- tissime leggi, le quali diedero prin-
bianza d'una villa, o picciol borgo. cipio stabile al conclave ( Vedi).
Anche il Borgia, Memorie di Bene- Nella seconda di esse ordinò, che
vento tom. I, pag. 243, parlando nel medesimo palazzo, abitato dal
di quel monistero o cella di s. So- Pontefice defonto, si formasse un
fia, dice, che qualunque monistero, conclave, nel quale senza muro, che
o grande o piccolo che fosse, il separi uno dall'altro, senza lendine,
quale dipendeva da altro monistero o altro velo, tutti abitassero in comu-
maggiore, appellavasi d' ordinano, ne, riserbata soltanto una camei'a
o cella, o preposilura, ovvero ob- segreta. Ma questo rigore, stabilito
bedienza, ed anche monisleriolo. Vi da Gregorio X, per maggiormente
presiedeva un monaco col titolo di sollecitare i sagri elettori a compiere
preposi to, o di decano
dipendente il grande atto, fu moderato da Cle-

dall'abbate del monistero maggiore, mente VI, nel i35i, colla costitu-
a cui era tenuto di dare un an- zione Licet. Bull. rom. tom. I, pag.
nuo censo. Non era però questa 279, il quale non solo permise a
pratica così costante, che anche ciascun Cardinale due conclavisti,
nelle celle, o siano prepositure, tal- ma ad ognuno di essi concesse il
volta o per privilegio, o per altra letto dagli altri separato, per mezzo
cagione non si ponesse per reggerle di semplici tende o cortine; ciò che
un abbate. Quindi il medesimo au- poi venne confermato nella sessione
tore avverte, che talora presso gli XLI del concilio di Costanza , cele-
antichi anche i principali monisteri, brata agli 8 novembre i4'7> come
liberi da qualunque dipendenza, ve- si legge in tal anno nel Rinaldi.

nivano chiamati celle, come dicem- A seconda di tali prescrizioni si

mo col Macri. Né così accadeva celebrarono i successivi conclavi sino


della denominazione di obbedienza, all'elezione di Pio VI, seguita nel
la quale non si trova usata, che 1775, il cui modo andiamo a de-'
64 GEL GEL
scrivere. Fino a detta epoca si for- Leggo però nella Storia de Conclavi
mava il conclave nel palazzo vati- a pag. 5o, che, nell'anno i447> P^**
cano, con altrettante celle o camere l'elezione di Nicolò V, il conclave
quanti erano i Cardinali viventi. fu fatto nel convento della Minerva;
Cominciavano le celle dalla gran che i Cardinali abitarono le celle
loggia della benedizione sulla fac- loro toccate in sorte, e formate nel
ciata della basilica vaticana, e giran- dormitorio ; che esse non erano di
do pel lato sinistro per le due scale, legno ma di panno color verde o
regia e ducale, distendevansi fino violato, e che soltanto il Cardinal
alle stanze de' paramenti e delle Bolognese, pel suo curioso modo di
congregazioni. Queste celle erano pensare, volle farla addobbare di
quasi tutte costruite di legno, lun- color bianco. Dello stesso rispettivo
ghe palmi diciotto, e larghe quin- colore erano coperte le mobiglie
dici, discoste una dall'altra un buon della cella, cioè un letto, un tavo-
palmo. Tutte si distribuivano a sorte lino, un inginocchiatoio, alcune se-
secondo il decreto di Pio IV, e die, ed alcun' altra cosa necessaria,
Gregorio XV, nella sesta congrega- mettendosi in tutte queste coperte,
zione, che celebrano i Cardinali in come alla porta di ciascuna cella al

sede vacante, come tuttora praticasi, di fuori, lo stemma gentilizio del


col porsi in un' urna i biglietti col Cardinale, a cui appartiene. Delle
numero di queste celle, ed in altra suppellettili poi, che si adoperano
urna i nomi de' Cardinali; determi- nel conclave, tratta diffusamente il

nando la sorte dell'estrazione la cella Lavorio, De Conclavi, cap. Vili,


di cadaun Cardinale, sebbene assente tit. 3, pag. 291.
da Roma, estrazione che si fa dal- Nel 180Ò per le circostanze dei
l' ultimo Cardinale diacono. L'estra- tempi, il conclave si celebrò a Ve-
zione però delle celle, come si vedrà nezia nel monistero di s. Giorgio
in appresso, era anteriore ai men- Maggiore dell' Ordine benedettino,
zionati Pontefici, i quali colle loro e per ordine dell' imperatore Fran-
disposizioni la confermarono, e re- cesco, ogni spesa del conclave fu
golarizzarono. Appena i Cardinali fatta dal governo. 11 monistero poi
.sono venuti in cognizione della cel- fu diviso come segue. Venti celle
la, che loro toccò, lafanno addob- occuparono il dormitorio grande, sei

bare, e guarnire di mobiglie, ed la cancelleria, o foresteria, tre l'ap-


altro occorrente nel modo, che di- partamento dell' archivio, sei il no-
remo in appresso. Sino al Pontifi- viziato,cinque il corridore de' lettori,
cato di Pio VI , le celle si addob- ed in tutte furono quaranta celle.
bavano di saja, o panno paonazzo, La vasta libreria fu ridotta ad uso
dai Cardinali creati dall'ultimo Papa di chiesa, e il coro domestico servi
defunto, e di color verde dagli altri per cappella degli scrutini, donde
Cardinali. Tal varietà di colori fra sortì immortale Pio VII.
eletto 1'

i Cardinali dell'ultimo Pontefice, e Ma come questi mori in Roma, ai


quelli creati dai precedenti , ebbe 20 agosto 1823, nel palazzo quiri-
principio, come scrisse il Catalano, nale, riflettendo il sagro Collegio
Commentar, in Cccremonial. S. R. alla grande spesa , che occorreva
V. pag. i3, num. i5, nel conclave per la consueta costruzione del con-
dopo la morte di Giulio li, nel 1 5 1 3. clave nel Vaticano, dovendosi lòr-
GEL GEL 65
mare tutte le celle di legname, nella latosi di febbre terzana il Cardinale
congregazione tenuta nel palazzo del titolo di s. Cecilia, fu proposto
quirinale nel di seguente, coli' inter- di trasferirlo dalla sua cella alla ca-
vento di ventotto Cardinali, si sta- mera dello speziale del conclave ^
bili quasi a pieni voti di formarsi ma r impedì l' autorità del Cardi-
il conclave nello stesso palazzo nel nal Aldobrandino , nipote del de*
suo lato più lungo, cioè colle ca- fonto Clemente Vili , dicendo che
mere abitate dagli individui della le bolle il vietavano, non potendosi
famiglia pontifìcia pei coriidori detti cambiar la cella anche a cagione
degli svizzeri, che si estendono dall'a- d' infermità, e ciò per sollecitare l'e-

bitazione del maggiordomo a quella lezione. Attualmente le celle si com-


del capitano degli svizzeri, forman- pongono di quattro o cinque , ca-
dosi degli appartamenti in altret- mere, compresa la cucina, colle fi-

tante celle, in ognuna delle quali nestre dalla strada pia, quale è
la
dovesse abitare un Cardinale co 'suoi chiusa però alle due estremità da
due conclavisti, ecclesiastico e seco- sbarre, mentre le antiche celle non
lare, oltre vm domestico. Quindi avevano finestre , o almeno solo
nello stesso palazzo furono celebrati qualcuna , e le pareli invece di
i per l'elezioni di Leone
conclavi essere di mura erano di tavole j

XII, di l'io Vili, e del regnante e perciò ricoprivansi di saia , ciò


Gregorio XVI. che ora non si fa più. Sono poi
Ecco adunque quanto riguarda le le celle addobbate delle mobiglie
celle de' Cardinali in conclave a' no- e letti occorrenti, ricoprendosi cori
stri giorni. Dopo la distribuzione del- saia, o panno paonazzo o verde
le celle, fatta, come dicemmo, nella colle distinzioni suddescrilte, i tavo-
sesta congregazione , i Cardinali si lini, il letto del Cardinale, ed alcu-
lecano a veder quella, che loro è no vi fa ricoprire anche le sedie e
toccata, e qualora la rinvengano an- i canapè. La maggior parte de'Car-
gusta , od incomoda , nella congre- dinali nelle celle erigono la cap-
gazione del giorno seguente ottano pella affine di celebrare, ed ascol-
a quelle de' Cardinali, che per la tare la messa; cappella, che suo-
lontananza, vecchiezza, o altre ra- le formarsi al momento di ser-
gioni, non si recano al conclave, men- virsene. Tutti poi i Cardinali a-*

tre intervenendovi, debbono loro re- vanti la porta della cella tengo-:
stituirle. Questa ozionc segue per no una portiera di panno o saia
anzianità di Cardinalato, non di or- con fi'angia del colore competente
dine sagro , laonde i diaconi sono paonazzo o verde, coH'arme in mez-
preferiti ai vescovi e ai preti , se zo del Cardinale. Qualora poi il Car-
prima di loro furono elevati alla dinale voglia stare ritirato e non
porpora. Avviene talvolta, che due ricevere alcuno , si pongono fuori,
Cardinali si cambiano la cella, es- o sulla porta della cella, due basto-

sendo in libertà di essi il farlo. Tut- ni obliqui incrociati ,


grandi o pic-
tavolta queste permute anticamente coli della forma come la croce di s.

noti si ammettevano. Di fatti abbia- Andrea e perciò chiamasi tal segno


,

mo nella Storia de' conclavi^ pag. il Sant'Andrea, il quale è pure di-

460 , ed in quello , in cui fu nel pinto paonazzo o verde, collo stem-


i6o5 eletto Leone XI, che amma- ma gentilizio.
VOL. XI,
, ,

66 CEL CEL
Nelle celle si jecano i Cardina- r 898 , in progresso di tempo suc-
li dopo la formale entrata in con- cesse l'altro di depredare il palazzo,
clave, ed in esse la sera, avendo che il novello Papa abitava da Car-
una guardia nobile per cadauna cel- dinale; il perchè il concilio di Co-
la, ricevono vestiti di sottana, fascia, stanza , e vari Pontefici fulminaro-
e mozzetta , le visite della prelatu- no le censure ecclesiastiche contro
ra corpo diplomatico , nobiltà ro-
,
chi osasse di ciò eseguire. Inoltre
mana, ed altri personaggi, finché sia per molto tempo fu vigente l'al-

giunta l'ora della chiusura del con- tro abuso, che commettevano i con-
clave, che viene annunziata dall'ul- clavisti nel depredare la cella del
timo maestro delle cei'imonie, col Cardinale sublimato al triregno. Di
suono del campanello, in tre volte, che gli esempi giungono al secolo
dicendo nell' ultima extra omnesj : XVII. Però finalmente vennero re-
per licenziare i visitanti. Tal suono pressi e dalle proibizioni , e dalle
coir esclamazione, che va facendo cautele prese dai conclavisti dell' e-

passando innanzi alle celle, col dire: letto ed invece i novelli Pontefici
,

ìli celiarli Domini, il medesimo ce- adottarono la benigna e generosa


rimoniere ripete nelle sere susseguenti consuetudine di donare tutto quel-
ad ore tre di notte, nelle quali, seb- lo, che avevano nella loro cella di
bene per la clausura non vi sieno conclave , al cameriere conclavista ;

in conclave estranei, vuoisi invitare come eziandio praticarono Pio Vili,


ogni Cai'dinale a ritirarsi nella pro- e Gregorio XVI, del qual ultimo io
pria Evvi alcun Cardinale
cella. stesso sperimentai gì' indulgenti ef-

che per incomodi od altro si reca fetti.

nella propria cella prima del solen- Non si dee però tacere, che nel-
ne ingresso in conclave, come altri la citata storia del conclave per l'e-

dopo l'elezione del Papa vi riman- lezione di Nicolò V, dicesi a pag. 5i,
goJio anche a passare la notte. Que- che allora entravano in conclave
ste sono le celle o abitazioni dei
, soltanto due maestri di cerimonie
Cardinali in conclave, nelle quali si a' quali dopo la
venivano concesse ,

tratta dellagrande opera di dare nuovo Papa, per loro


ci'eazione del
un capo alla Chiesa ed un sovrano mercede, tutte le suppellettili, od or-
ai dominii ecclesiastici ; e quando i namenti della di lui cella. P^. il chi-
Cardinali per indisposizione non si rografo di Alessandro 29 Vili de'
possano recare alla cappella dello novembre 690 e la notificazione
1 ,

scrutinio, i tre Cardinali infermie- emanata a' 3 fjprile 1721 dal Car-
ri, con formalità vanno alle celle a dinal Albani, camerlengo di santa
prendere il voto per lo scrutinio, e Chiesa, riportata dal num. 585 del
vi ritornano per l'accesso, tanto nel- Diario di Roma di tal anno, con-
la mattina che nel giorno, ed in- tro quelli, che s' impadronissei'o di
contrandoli i conclavisti, fanno loro cose spettanti al conclave, ai Cardi-
come rappresentanti
la gonulk'ssione, nali, e alla camera apostolica, in se-
una corporazione. de vacante.
abuso di spogliare il palazzo
All' Fra celle abusivamente depre-
le

del vescovo defunto


, ed anche del date, da alcuni inservienti del
o
morto Pontefice abuso rigorosa- , conclave, o dal popolo neh' a jìertu-
mente vietato da Giovanni IX dcl- la di ciso, registreremo i seguenti
,

GEL GEL 67
casi, unendovi qualche aneddoto pu- suo padrone mille e cinquecento du-
re riguardante le celle. Si legge nella cati d'oro di camera da distribuir-
Storia de conclavi, a pag. 79, che siproporzionatamente fra tutti gli
dopo la morte di Calisto III, a'
19 e ne fu rogato istromento da
altri,

agosto 1458, segui 1' elezione di Pio un notaro della camera apostolica.
II, Piccolominì, di Siena, ed i mi- A pag. 176, pel conclave di Giulio
nistri de' Cardinali, ch'erano in con- III, celebrato nel i55o, si legge,
clave, spogliarono la di lui cella, e che prima di effettuarsi la di lui
bruttamente misero a sacco la sua elezione, furono sgombrale dalle sue
argenteria, benché poca, libri e le i stanze le suppellettili, ed altre cose,
vesti ; mentre la plebe l'omana non che vi erano, come suol praticarsi
solo saccheggiò, ma rovinò tutta la in simili casi, acciò i soldati di guar-
casa, togliendovi anche le pietre. dia al conclave non le togliesse-
Altri Cardinali furono danneggiati, ro alla di lui apertura. Riporta il

perchè stando il popolo sospeso e , Cancellieri, Notizie {storiche delle


sentendosi varie voci, che dicevano stagioni, e sili ove furono celebrati
essere stato eletto or questo, or quel- i Conclavi, pag. 44» che eletto Pa-
l'altro Cardinale, il volgo correva alle pa Marcello li in successore di
loro case e rubava ; ed essendosi nomi- Giulio 111, nella Cappella Paolina
nato il Cardinal genovese, in vece aWÀve Blaria, il Cardinal decano
del sanese, gli fu pi-esa una gran soggiunse,che nella seguente mat-
parte della sua roba. Si osservò nel tina, senzapregiudizio, si sarebbe
conclave, celebrato nel i5o3, per confermata con ischedule aperte;
l'elezione di Pio III, Piccolomini ma ritornando il Pontefice alla sua
nipote del precedente Pontefice, che cella, trovoUa già saccheggiata dai
il conclave fu fatto secondo il soli- conclavisti, perchè fu obbligato a
il

to nel palazzo vaticano con trenta- recarsi in quella del Cardinal di Mon-
nove celle^ le quali, come si legge tepulciano, e venendo rotte le porle
nella Storia de' Conclavi, a pag. del conclave, per la gran gente che vi
I 1
4, essendo state cavate a sorte entrò, se non l'impediva Ascanio
furono distribuite a' Cardinali , ed della Cornia, forse tutto il concla-
essendo toccata al Cardinal Piccolo- ve sarebbe stato saccheggiato.
mini la stanza, ove suole sedere il Anche nel conclave, in cui fu elet-
Papa, fu considerato un prodigio, che to nel 1590, Urbano VII prima ,

si confermò colla sua esaltazione al dell' elezione i conclavisti imbagaglia-


pontificato. rono le robe di maggior impor-
Che la cella del Cardinal eletto tanza, e sfornirono le celle, per te-
Pontefice venisse spogliata dai con- ma de' soldati ; anzi fattasi a viva
clavisti [Vedi), chiaramente risulta da voce r elezione ad ore 24> per co-
quanto riportasi nella predetta Sto- modo dei conclavisti, acciò meglio
ria de Conclavi, a pag. 1 38, per potessero compire i bagagli, coli' ap-
l'elezione di Leone Xj dicendosi, provazione del Papa, fu differita la
che i conclavisti congregarono, ed
si pubbUcazione Nel
al d\ seguente.
obbligaronsi, che quel conclavista, conclave i^gi, fu presagio fa-
del
il padrone del quale fosse eletto vorevole pel pontificato al Cardinal
Papa, fosse in dovere di pagare a- Facchinetti, che ne uscì Pontefice
gli altri conclavisti per la cella del col nome d' Innocenzo IX, l'essergli
, ,

68 GEL GEL
toccata in sorte nella distribuzione V, perchè nel tempo della di lui

delle celle quella foi-raata nel luogo adorazione, la cella gli fu svaligia-
ove si ei'ige il trono pontificale nei ta dai conclavisti, ed essendo notte
concistori, come osservò
Oldoino l' andò a dormire in quella del Car-
nelle y^ggm^^e al Ciacconio tom. IV. dinal Giustiniani.Similmente nei
col. 240. Memorabile si fu quanto conclave del 1 62
avvenne al Pon-
i ,

avvenne nel conclave del 1592, in tefice Gregorio XV, avendo i con-
cui si creò Clemente Vili, al Cardinal clavisti, e gì' inservienti del concla-
Santorio detto santa Severina. Men- ve spogliata la cella; il perchè fu
tre egli andava ad essere sublimato al obbligato a riposare la notte in
triregno, coli' avviarsi alla cappella quella del Cardinal Borghese. Nella
degli scrutini, contro 1' accaduto de- cella di questo, dopo l' elezione si ,

gli anteriori conclavi, in cui tutti recò, nel 1623, Urbano Vili, Bar-
sfornivano le celle degli addobbi, po- berini, fiorentino. Fu osservato con
nendo nelle valigie le cose di pre- grande ammirazione, che durante
gio, e mettendo il conclave sosso- il conclave dalla parte di Toscana
pra, egli,comunque nella sua cella venne uno sciame di api, e si fermò

Papa da un gran-
fosse stato salutato sulla fenestra della cella di lui men-
dissimo numero di Cardinali, e si re- tre egli faceva tre api per arma.
casse alla cerimonia dell' adorazione, Così, nel 1644} pei' l'elezione del
ninno de' conclavisti si pose in mo- successore Innocenzo X, Paniphily,
to , e presaghi tutti del successo essendo entrata in conclave una co-
guardarono con indifferenza lo sva- lomba, andò a posarsi sulla cella
ligiamento della cella di lui opei'ato di lui. Venne presa per felice pre-
dagli scopatori del conclave. Infatti, sagio, siccome facente parte dello
invece di aver luogo 1' adorazione ,
stemma gentilizio di lui. Anche nel
come erasi stabilito, cambiati gli i655, per l'elezione di Alessandro
animi, nemmeno nello scrutinio riu- VII, venendogli depredata la cella,
scì Papa, e dopo essere stati i suoi egliandò a ritirarsi in quella del
fautori per ben sette oi'e in cappel- Cardinal Gabrielli, perchè era di so-
la per guadagnargli i voti, tutto de mura, e non di legno. Senonchè,
fu inutile, e dovette solo ritornare come avviene ne' grandi avvenimen-
in cella. Trovatala saccheggiata, si ti, che tutti si confondono, essendo
commosse: per altro non andò gua- ilPapa esausto di forze, e bisogno-
ri, che ogni cosa gli fu restituita, so di cibo,appena potè avere un
andando a vuoto la sua meritata uovo malconcio, e quindi incomin-
esaltazione ,
per la certezza della ciò in essa a dare udienza. Eletto,
quale Cardinali protettori delle co-
i nel 1721Innocenzo XIII, pranzò
rone aveangli raccomandato i ris- nella cella del Cardinal Albani, ni-
pettivi regni, od altri domandate a- pote del predecessore Clemente XI,
veano non poche grazie. ammettendolo alla sua tavola indi ;

Nel i6o5, fu eletto Leone XI, recatosi alla propria , ricevette al


ed avendo i conclavisti spogliata la bacio del piede il re, e la regina
di lui cella, dopo l' adorazione fu d' Inghilterra con altri personaggi
condotto invece nella cella del Car- i lySo,
quali fecero altrettanto, nel
dinal Farnese. Altrettanto nel mede- per l'elezione di Clemente XII, nel-
simo anno accadde al successoi'e Paolo la di lui cella. Benedetto XIV, nel
.,
,

GEL CEL 69
1740, dopo la sua esaltazione, pran- gelo Celsi, nobile romano, e dottore
zò in cella del Cardinal Corsini in ambe nacque nel 1600.
le leggi,
nipote dell' antecessore; e da ultimo Appena venne ascritto ai
prelato,
nel i83i, il regnante Pontefice de- ponenti del buongoverno, e poscia
sinò in quella del Cardinal Zurla fu segretario di tal congregazione
onorando nelle rispettive celle di vi- Cardinalizia quindi nel 164') dal
;

sita il Cardinal Pacca decano del Pontefice Innocenzo fu promosso X


sagro Collegio, il Cardinal de Rohan, a uditore di Ruota, poi creato Cardi-
e il Cardinal Cristaldi infermo. nal diacono di s. Giorgio in Velabro

Finalmente nelle stesse celle , i ai i4 gennaio del 1664 da Alessan-


Cardinali prima della esaltazione al dro VII. Questo Pontefice lo ascris-
pontificato ricevono pubblicamente se anche alla congregazione del s.
dal sagro Collegio gli omaggi come offizio , con la prefettura di quella
già fossero Papi pratica molto antica,;
del concilio. Da ultimo, dopo i con-
che ha principalmente luogo quando clavi dei Clementi IX e X, a cui in-
r elezione è concorde in tutti i Car- tervenne, ilCelsi mori a Roma di
dinali anticipando le loro congratu- settantun anno, ed otto di Cardi-
lazioni, siccome fecero per Giulio nalato nel 1671, e senza memoria
II, per Leone X, cui baciarono con fu sepolto nella chiesa del Gesù,
riverenza le mani ,
per Clemente dentro la sua tomba gentilizia.
Vii, per Giulio III, per Marcello CELSO (s.). F. s. Nazar.o.
II, e senza dire di altri, per Grego- CE MERIDIANA. Sede vescovile
j'io XIII. V. Elezione de' Sommi Pon- dell' Africa occidentale , la cui pro-
tefici. vincia s' ignora. Solo sappiamo dalla
CELLERARIO { Cellerarìus )
Colt. Cart., che un suo vescovo fu
OfFizio tra i monaci, e altri religio- presente alla celebre conferenza di
si. Chi n'è insignito ha cura della Cartagine.
dispensa, delta Cellarìnin, e prov- CEMESCAZACUZ. Sede vesco-
vede il monislero del cibo pei reli- vile dell' Armenia maggiore , il cui
giosi. Dicesi Cellerario, e Cellerajo vescovo Hairabiet si sottoscrisse ai
il camerlengo de' medesimi moniste- concilii di Sis.
ri, quaeslor , dlsppjisator monaste- CENA. Sede vescovile dell'Africa
rionim j e chiamasi fra le monache occidentale , d' ignota provincia , di
Celleraia o Celleraria la camerlen- cui si fa menzione negli atti della
ga di esse, che funge 1' uffizio del- conferenza di Cartagine.
la celleraria . Ne' capitoli antica- CENA. Si adopera questo nome
mente il Cellerario era quegli , che dalla Chiesa per indicare quella, in
ai canonici ed altri distribuiva il cui fu da Gesìi Cristo istituita la
pane, il vino, e il danaro in pro- ss. Eucaristia, rinnovandosene la me-
porzione della loro assistenza in co- moria nel giovedì santo. Il cenaco-
ro ed avea eziandio l'incarico di
, lo o sala superiore, nella quale so-
,

altri affari temporali. Dice il Ma- levasi mangiare presso i giudei, e


cri, che il soprastante alle carceri dove Gesù Cristo fece l' ultima ce-
lateranensi chiama vasi Cellarius, e na co' suoi discepoli , la vigilia di
che con questo nome talvolta si de- sua passione, vuole una pia tradi-
nominò il Cellerario. zione, che da s. Elena fosse conver-
CELSI Angelo, Cardinale. An- tito in una chiesa. Diccsi inoltre
,

70 CEN CEN
cena la cerimonia, che ogni anno nore a Clemente Vili, canonico della
$i fa nel suddetto giorno ( Cotna basilica vaticana governatore di pa- ,

Domìni) dal Papa, dai vescovi, ed recchie città nello stato ecclesiasti-
altri , nonché nelle corti de' vari co e sotto Gregorio XV, nel 1621,
;

principi. All'articolo Cappelle Pon- vescovo di Jesi , e governatore di


tificienel § X, e al numero che Loreto, e della s. Casa per ben tre
riguarda le funzioni del giovedì san- lustri con piena ed univei'sale sod-
to , si tratta di tal cerimonia , ed disfazione . In quel tempo, ritrova-
altre cose relative, come al numero te le preziose reliquie di s. Settimio
in cui si descrivono le funzioni del- primo vescovo di Jesi, le ripose in
la notte di Natale, si dice della ce- pregevole marmorea urna. Da ulti-
na, che anticamente avea luogo in mo venne creato Cardinal prete di
quella notte nel palazzo apostolico s. Calisto da Innocenzo X a' 6 mar-
abitato dal Papa. Il Sarnelli , nelle zo del 1645. Governò la sua chie-
sue Lettere ecclesiastiche ^ nel t. Ili, sa da sollecito ed esatto pastore; la
p. 36 e 37, parla della cena del donò di una croce , e di otto can-
Signore come fosse fatta, rammen- dellieri argento di finissimo lavo-
d'
tando r antico costume di cenare ro vi fondò il monistero alle pe-
,

stando a giacere, mentre le donne nitenti della ss. Nunziata, le chiese


e i fanciulli sedevano, e ricordando di s. Rocco, e di s. Maria dell' Ol-
le vesti cenatorie. E nella lettera mo , accrebbe le rendite della men-
XXXII del tomo
Perche nella I, sa vescovile , ne ristorò il palazzo
(juaresima il i^espero si canta pri- e cos\ quello a comodo dei vescovi
ma del desinare , dice della cena presso Castel del Piano. Mori nel
quando facevasi nella quaresima, e i655, di settantatre anni, e oito di
quando negU altri digiuni; e che Cardinalato, e fu sepolto nell'anti-
la cena avanti la mezza notte non ca cattedrale.
seguita dal sonno, non impedisce la CENCI Baidassare , Cardinale.
celebrazione nel seguente mattino. Baldassare Cenci, nobile romano
L' erudito Menochio , t. I, p. SSg, nacque nel 1648, e per la sua pe-
delle sue Stuore
,
parla della cena rizia nella giurisprudenza, venne am-
del Signore , e delle cose in essa mirato da tutti. Fu giudice della
adoperate, e nel t. Il, p. 171, trat- congregazione alla fabbrica di s. Pie-
ta del cenacolo, nel quale si con- tro, e vicelegato in Avignone, quan-
gregarono gli apostoli dopo l'ascen- do Luigi XIV re di Francia, ed il

sione di Cristo al cielo. ven. Innocenzo XI vennero a tale


CENCHREA. Sede vescovile ncl- rotta, che occupavano lo
i francesi
l' esarcato di Macedonia , porto di stato Venaissino ed Avignone. Com-
mare di Corinto nell' arcipelago , poste poi le cose tra quel monarca,
ove approdò s. Paolo, da cui sap- ed Alessandro Vili, egli si ac([iii-
piamo che questa città aveva allora stò altissimo merito presso il Pon-
il suo vescovo. e Luigi XIV. Dipoi Innocen-
tefice
CENCI Cencio, Cardinale. V. zo XII lo creò suo maestro di ca-
GlOVANiVl X. mera arcivescovo di Larissa pro-
, ,

CENCI TiBEnio, Cardinale. Ti- maggiordomo ed ai 12 dicembre ;

heiio Cenci, nobile di Roma, sortì i 1G95, Cardinal prete di s. Pietro in


natali nel 1 58o. Fu cameriere d'o- Montorio. Quindi il Cenci ebbe il
, ,

CEN CEN 71
vescovato di Ferrara , cui cambiò se alle congregazioni dei vescovi e
poscia coli' arcivescovato di Fermo, regolari, del concilio, dell'immunità,
a motivo del clima non attempera- e della fabbrica di s. Pietro. Infer-
to alla sua costituzione. Governò la mò nel conclave del nuovo Papa
sua diocesi da ottimo pastore ; ri- Benedetto XIV, poi si riebbe al-
formò il clero ed il popolo ; prov- quanto, ma poco dopo fu trovato
vide alla scelta dei parrochi, dei morto nel proprio letto nel giu-
confessori, e dei cherici da promuo- gno dell' anno i f^o di sessanta-
versi agli ordini sacri, a' quali apri cinque anni, e sei di Cardinalato.
una pia casa, e li mantenne diretti Ebbe tomba nella chiesa del suo ti-

da eccellente persona ecclesiastica. tolo, rimpetto 1' aitar della Madon-


In processo di tempo introdusse i na , sotto semplice lapide , adorna
missionari con casa comoda e ren- del suo nome, e delle Cardinalizie
dite sufficienti ; aprì un collegio ai insegne.
nobili giovanetti guidati dai padri CENCI Baldìssare , Cardinale.
gesuiti ; accrebbe le rendite del se- Baldassare Cenci, nobile romano
minario; fondò un ospizio alle pe- nacque in Roma il dì primo
no-
nitenti, ed un altro alle pericolanti vembre 17 IO, e fatti regolarmente
donzelle; e promosse da per sé la i suoi studi , volle abbracciare lo
cristiana dottrina. Prendeva breve e stalo ecclesiastico, e porsi in prela-
disagiato riposo, era frugale la sua tura, ove con zelo ed intelligenza
mensa, e spesse fiale si flagellava e esercitò vari incarichi, a segno, che
digiunava. Da ultimo dopo il con- ottenne la rispettabile carica di se-
clave di Clemente XI, mori a Fer- gretario della congregazione Cardi-
mo nel 1709, pianto da lutti, che nalizia della sagra consulta. Ed in
lo teneano qual santo, e venne se- benemerenza di avere egregiamente
polto nella cappella della Madonna esercitato suo uffizio, il Pontefice
il

di quella metropolitana. Clemente XIII , nella sua quarta


CENCI Serafino, Cardinale. Se- promozione, ai 2 3 novembre /761,
rafino Cenci iGyS da
nacque nel il creò Cardinale dell' ordine dei
un' antica famiglia Roma. Cle- di preti, conferendogli per titolo la chie-
mente XI, nel 1701, lo ammise sa di s. Maria di Araceli , in uno
tra i prelati della curia romana alle congregazioni della stessa con-
poi tra i votanti di segnatura ,
quin- sulta, dell'immunità ecclesiastica,
di nel 1712 lo fiice vice uditore del concilio, dell'indice, e della re-
della camera. In seguito Innocenzo verenda fabbrica di s. Pietro. Con-
XIII lo spedì nunzio alla corte di fidando Clemente XIII del suo in-
Napoli, carico cui non potè ados- gegno, e della sua attività, avendo
sarsi per urgenti motivi ; il perchè concepitoil grandioso disegno dei
Benedetto Xill lo ascrisse tra gli disseccamento delle paludi pontine,
uditori di Ruota , dipoi Clemente ne affidò il difficile incarico al Cen-
XIl lo dichiarò reggente della pe- ci , il quale si recò a tale oggetto
nitenzieria; quindi nell'anno 1733 in Terracina ; ma essendosi da que-
lo fece vescovo di Benevento, e, ai sta città portato ad abitare il de-
24 marzo 1734} lo creò Car-
del palazzo del Cardinal Alessan-
lizioso
dinal prete di s. Agnese fuori delle dro Albani in Porto d' Anzo, quivi
mura. Lo stesso Clemente X li lo ascris- fu colpito da un accidente , ch« il
,

rji CEN CEN


condusse al sepolcro ai i marzo squale II contro Enrico imperato-
17G3. La sua immatura morte fu re , e mori nel i i 12.
generalmente compianta. Il suo cada- CENCULlANA,o CENCUSIANA.
vere fu esposto nella chiesa principale Sede episcopale della Bizacena nel-
di Nettuno ed in luogo di deposito
, r Africa occidentale , sottoposta ad
venne tumulato nella cappella dei Adramito, il cui vescovo Gennaro
patroni Evangelisti, e Fontana , de- si trovò presente, nei primi del V
dicata alla immacolata Concezione. secolo, alla conferenza di Cartagine.
Quindi il cadavere fu trasportato Coli. Cari.
in Roma , e tumulato nella sua CENEDA ( Ceneten. ). Città con
chiesa titolare di Araceli, cioè nel l'esidenza vescovile regno Lom- nel
sepolcro gentilizio di sua famiglia bardo Veneto, capo luogo di distret-
nella cappella di s. Didaco , come to , già appartenente alla Marca
risulta da un istromento rogato dal Trevigiana, e conosciuta anche sotto
Paoletti ai i6 febbraio 1764, ove il nome di Cenetense Castrii/n , e
si leggono le cariche esercitate dal più anticamente Acednni. Essa è
porporato. fabbricata alle falde de' monti che
CENCIO Cardinale. Cencio Car- la circondano, fra i due torrenti
dinal diacono di Maria in Aqui-
s. Montcgano, e Meschio, rinomato per
ro, promosso da Eugenio III nel la limpidezza delle sue acque. La
1 1 5o sottoscrisse una bolla
, spe- , città è aperta, e contiene diversi
dita dal medesimo Pontefice a fa- begli edilìzi , sebbene alquanto dis-
vore di Aidolfo vescovo d' Imola. giunti. In luogo eminente è munita
Sembra che abbia cessato di vivere di un castello, sparso di vecchi ru-
§otto Adriano IV, dopo quattro, o deri dell'antica sua rocca. Vuoisi,
cinque anni di Cardinalato. che Ceneda sia di antichissima ori-
CENCIO Cardinale. Cencio Car- gine. I romani la signoreggiarono
dinal prete di s. Lorenzo in Lucina, sino regno di Valentiniano, che
al
promosso da Eugenio III nel 1 1 5o ascese all' impero l'anno 364- Quindi
sotto Anastasio IV nel 11 53 fu ve- il feroce Attila re degli unni la de-
scovo di Porto, e di s. Rulìina. In- vastò nel 4^0, e Totila re dei goti
tervenne alla elezione di Anastasio nel seguente secolo la distrusse dalle
e di Adriano IV, e morì nel i iSg, fondamenta; ma di poi venne rifab-
dopo nove anni di Cardinalato. Al- bricata. Fu poscia governata dai
cuni Io credevano della illustre fa- duchi, e più lungamente dai suoi
miglia Cenci, non avvertendo esser vescovi, che da un vicino villaggio
Cencio il nome, non il cognome del desunsero anche il titolo di conti di
nostro Porporato. Tarzo, finché dal i347 in poi i
CENCIO Romano, Cardinale. Cen- veneziani se ne attribuirono il do-
cio Romano, Cardinal vescovo di minio. Segui quindi i destini, e le
Sabina , trovossi presente al conci- vicende della repubblica di Venezia.
lio di Guastalla, quando l' impera- Del dominio, che in altri tempi
tore lo imprigionò con Pasquale II, ebbe la santa Sede della città e
ove soffri moltissimo fino al 11 11, contea di Ceneda accenna
, alcuna
nel qual anno venne liberalo , e si re- cosa r Ughelli nella sua Italia sa-
cò al concilio di Latcrano. Segnò il gra tom. V , il quale dice che
primo la bolla V, emanata da Pa- questa città » suo prajsuli utroquc
,

CEN CEN 73
5> jure è soggetta principis titu- seni ad romonam ecclesiam spe-
M imperdocchc il \>cscovo prse-
io, ctanlem vìriliter ac polenter ex iii-
« tersacram tempoialem etiam i'asonim eriperet manibusj ed in
»> jurisdictionem, merunique, et mix- uno stromento del 1190, pressò il
« tum imperium ex aiiticjuissimis im- IVIuratori, Anliq. Italie, med. cev.

" peratorum largitionibus obtinet. tom. IV, col. 122, è scritto, che i

« Qua propter in gestis Stephani Pa- cenetcnsi soffrono, che le terre del
w pae 11 (al. Ili) lagimus civitatem vescovato sieno soggette alla giuris-
« Cenelensem esse de patrimonio dizione de' trivigiani. Così neppure
w b. l^etri ac siiperioi'ibus qui denti
: ne' libri de'censi roma-
della Chiesa
» temporibus episcopus utriusquc na del camerlengo Cencio Savelli,
" gladii potestate cum in ci vitate, non vi è alcuna memoria, the allora
» tum in circumjectis et vicinis op- Ceneda fosse tributaria alla santa
' pidis, et Iota diircesi, quae salis Sede. De'diritti posteriori parla Pie-
» ampia est, utebalur, nunc autem tio Giustiniani verso il fine del li-

» civitatem tantum una cum Tersii bro Xlll, rerum f cnetaritm ab urbe
w comitatu ( ruvinis et aiiquot vil- condita ad annuni \5']5, dicendo
" lis ) retinet, ab anno i347, fj"^ quando il popolo di Ceneda avanzò
" frater Fmnciscus episcopus princi- ricoiso contro il proprio vescovo
" peni Venetiai'um ( seu d. JMarci Cardinal Grimani, al senato veneto,
» procuratores ) accepto lidelitatis
, il quale pubblicò un decreto, in
» juramento, investivit, quam inve- fòrza di cui veniva il vescovo spo-
" slituiam Oiiverius successor anno gliato del dominio temporale della
» i4'4 lenovavit, uterque tamen città ; ma che avendo fatte il Car-
" sine sedis apostolica; confirmatio- dinale le sue vive rimostranze al
" ne. Rursus
anno 149^ die 24 Pontefice Paolo 111, questi si ado-
» octobris lata; inter cpiscopum ,
però in modo, che, annullato il de-
» senatumque \enetum conditiones, creto, vennero a lui restituiti gli
" ut manente libera jurisdictione antichi diritti. Quindi nel i547»
" civitatis penes episcopum, qui ve- Paolo 111 diede in amministrazione
" netorum principatum nulla in re la chiesa di Ceneda a Michele della
» agnoscat, sontes, et facinorosi, ne Torre, in un al civile governo della
?» impune evadant, liic inde resti- diocesi, nella quale IMichele ricompose
» tuantur ". le cose sconvolte dai precedenti avve-
Leggendosi però attentamente la nimenti. Distesamente poi Andrea
vita del Pontefice Stefano II, detto Morosini , Histor. Venet. lib. XV,
III, nell'anno jSi, inserita
eletto descrive la controversia insorta nel
da Anastasio Bibliotecario nel libro 1595 tra Clemente Vili e i vene-
Pontificale,non si trova "veruna ziani sopra Ceneda, che però rimase
menzione di Ceneda appartenente indecisa; indi si ravvivò nel 161 i

al patrimonio di s. Pietro, come nel pontificato di Paolo V, dicendo


asserisce il citato Ugbelli, Si legge Moiosini al libro XVllI
lo stesso
però nell'annalista Ilinaldi, all'anno che quando certo Bono entrò in
i338 § 9.9, che il Papa Benedetto Ceneda con sommo favore del po-
XII, residente in Avignone, provin- polo, ed ebbe visitato il castello e
ciam dedil Bertrando palriarchce la città, mise fuori un editto, col
/iquilejemij Ut comitalum Cenctm- quale annunciò, che sarebbe stato
74 CEN CEN
per render giustizia, e sollievo a bolla Suprema de'i5 gennaio 7^3, 1

tutti quelli, ch'erano oppressi dalla dichiarò Ceneda suftraganea della


forza de' potenti. Tuttociò venendo nuova metropoU; ma nel 18 ig il
in cognizione di Paolo V, somma- Pontefice Pio VII riducendo Udine
mente se ne lagnò col legato Mari- a sede vescovile, pose Ceneda sotto
no Caballio; ma siccome quello, che la dipendenza del patriarca di Ve-
erasi fatto, non recava ingiuria alla nezia. L'episcopio del vescovo è nel
Sede apostolica il senato veneto lo
, castello, e rileviamo da Comman-
sostenne, ed è perciò, che invece di ville, Histor. de les Eveschez ec,
un giudizio, se ne trattò cogli scritti, che un tempo il vescovo faceva re-
e la repubblica produsse tali ragio- sidenza in Serravalle, Seravallum.
ni, da poter dire apertamente al L'antica cattedrale di Ceneda era
Papa, che nella causa de'cenedesi, dedicata all'apostolo s. Pietro, ma
niente più vi era ad esserne i veneti l'attuale è sagra all'Assunzione in
disturbati, costando dai pubblici do- cielo della Beatissima Vergine, ed è
cumenti per serie non mai inten'otta un gi-ande, e bello edifizio. Il capi-
di tempo avere avuto i medesimi tolo si compone della dignità del-
veneti il possesso, e supremo co-
il l' arcidiacono, di nove canonici prov-
jnando della città. Ma Paolo V, veduti di due prebende, quattro
non volendo darsi per vinto, stimò mansionari, e di alcuni preti e chieri-
meglio cercare il benefizio del tem- ci. La cattedrale, ricca d'insigni reliquie
po, che venire ad una finale deci- possiede anche il coi'po di s. Tizia-
sione: anzi nella Relazione della no vescovo Oderzo, e patrono
di
corte di Roma, scritta nello stesso della città, ed è anche cura parroc-
anno 1611 da Girolamo Lunadoro, chiale, affidata ad un prete, non
sotto il capitolo del supremo Tribu- essendovi nella città alcun' altra par-
nale della Consulta eretto da Sisto rocchia. Evvi in oltre una confra-
V, si trova che la città di Ceneda ternita, il seminario, non che il ci-

nello stato di Venezia, non era sot- miterio, ma fuori della città; men-
toposta alia consulta di Roma , ma tre l'ospedale ora va ad ingrandirsi
chi governava in quc' luoghi n' era ed a meglio sistemarsi, mediante le
libero padrone, forse conteniandosi benefiche testamentarie disposizioni
la santa Sede dell' alto dominio su di monsignor Gio. Paolo Malanotti,

di essa. canonico della cattedrale, il qua-


La sede vescovile di Ceneda fon- le da ultimo lasciò la sua ere-
data nel IV secolo, vanta pel suo piìi dità in beneficio de' poveri, partico-
antico vescovo s. Evenzio, che vive- larmente infermi. Prima esistevano
va al tempo dell' imperatore Teo- in Ceneda due monisteri, uno di
dosio, .sebbene alcuni piuttosto vo- uomini, l'altro di donzelle, e nel-
gliano, che questi fosse vescovo di la diocesi contavansi cinque abba-
Pavia. Nel secolo V fu sottoposta zie . La mensa vescovile è tassata

Ceneda al patriarcato di Aquileja, nei libri della camera apostolica in


e vi rimase sino al pontificato di fiorini cento.
Benedetto XIV, il quale, per dare Questa illustre diocesi è stata go-

un termine alle controversie, sop- vernata da molti dotti, virtuosi, e

pres.se il patriarcato, e nell' erigere zelanti vescovi , alcuni de' quali fre-
Udine in arcivescovato, mediante la giati della dignità Cardinalizia, corno
,

CEN CEN 75
ftironoMarino Griinani veneto fi) Ito qunrcs'ma. In quel giorno il sacer-
vescovo nel 5o8 da Giulio 11
1 , be- dote segna la fronte de' fedeli colla
nemerito della catlediale per avervi cenere, che si ricava dai rami d'u-
costruito l'organo, ed il campanile; livo, i quali benedetti nell' anno pre-
Michele della Torre o Turriano d U- cedente e bruciati, debbono essere
dine sunimentovato il quale per , aridi, non a guisa di loto , come
poco non successe nel pontificato a dichiarò la congregazione de' riti con
Gregorio XllI, e che morì in Ce- decreto de' 23 maggio i6o3. E sic-
ncda nel i586, e fu sepolto nella come si distribuiscono queste ceneri
cattedrale; Marcantonio Bragadino in segno di umiltà, così per mezzo
veneto, fatto vescovo nel i633, da di essa abbiamo speranza della fu-
Urbano Vili; e da ultimo Jacopo tura gloria, designata dalla proces-
Menico della diocesi di Treviso, di- sione delle palme dalle quali si ri-

chiarato vescovo nel 1822 da Pio cava la cenere. Nelle chiese di rito
VII, indi nel 1827 traslatato alla ambrosiano non celebrandosi questa
chiesa metropolitana di Venezia da cerimonia nel detto mercoledì , si

Leone XII, e nel i833, dal regnan- distribuiscono invece le ceneri nel
te Pontefice meritamente sublimato primo giorno delle così dette roga-
onore della porpora. Inoltre Ce-
all' zioni, o litanie all' Ambrosiana. Ab-
neda fu patria di personaggi rag- biamo dal Martene, tom. IV 0. ,

guardevoli , e fra gli altri sono a 27, n. 4j che ancora nella chiesa
rammentarsi, ad onore della repub- latina, per le rogazioni anticamente
blica letteraria, il conte Girolamo si benediva la cenere, e si poneva
Lioni canonico della cattedrale, Gior- sul capo de' fedeli, digiunandosi ri-
gio Graziani, ed Antonio, e Vincenzo gorosamente, rito praticato un tem-
Piccoli. Dislinguesi poi fra i viventi po soltanto nelle diocesi di Toui-s,
monsignor Filippo Artico, celebre e di Salisburgo. Il rito di bene-
sagro oratore, già canonico teolo- dire e spargere le ceneri nei gior-
go della cattedrale, esaltato nell'an- ni delle rogazioni, è rammentato da
no 840 all' insigne sede vescovile
I
, Benedetto XIV a* suoi diocesani
di Asti. Lasciò egli in Ceneda una mentre era arcivescovo Bologna. di
bella memoria di sé, nell'orfano- V. Lamberlini, Notifìc. III. § 4> ove
trofioda lui fondato su di un ame» pur dice, che secondo un canone
no monte, sotto il titolo di s. Rocco. del concilio Aurelianense dovevasi
CENERI. Le ceneri sono simbo- nei dì delle rogazioni osservare un
lo della penitenza, ed il primo gior- rigoroso digiuno. Ripigliando poi
no di quaresima, detto dai padri questo discorso nel § 5 aggiunge,
caput jejìinii^ fu sempre l'iguardato che l'osservanza del digiuno è ri-
nella Chiesa come una grande so- masta presso i cavalieri gerosolimi-
lennità, e mi giorno di particolar tani, non che presso la chiesa am-
divozione, sia che la quaresima fos- brosiana, la quale " avendo voluto
se di sei settimane, sia che si pro- » mantenere il pio uso di digiuna-
lungasse a sette, ed anco ad otto »j re nelle tre logazioni, le celebra
settimane, secondo la diversità della » dopo la festa dell' Ascensione
disciplina de' tempi e de' luoghi. j> giacché, secondo l'universale di-
Quindi mercoledì delle ceneri, o dì » sciplina, oggi non si digiuna tra
«lolie ceneri, vale il primo giorno di » pasqua, e pentecoste ".
76 CEN CEN
In questo giorno delle ceneri i pec- Lungi pertanto dal credere, che
catori, secondo gli antichi canoni peni- in siffatta religiosa pratica vi sia
tenziali, entravano nel corso della pe- del superstizioso, che nel-
si rifletta
nitenza pubblica, in cui il vescovo ac- le divine Scritture abbiamo dai pa-
compagnato dal suo clero gì' inizia- triarchi, e dai profeti, che sicco-
va con certe preghiere, e coli' im- me il lavare il corpo e le vesti,
posizione delle mani, dopo di avere il dare profumi al capo, fu il sim-
sparso di cenere il capo ; rito che bolo della gioja, e della prosperi-
descrive p. Menochio, Siuore, to-
il tà, al contrario il segno di un
mo II, 294, nel capo 77, Della
p. profondo dolore era manifestato
cerimonia delle ceneri, che usa la voltolandosi nella polvere. Un uo-
Chiesa il primo giorno di quare- mo coperto il capo, i capelli, e
sima. le vesti di polvere annunziava in
Tale è r origine della funzione tal guisa il suo animo pieno di
delle ceneri, leggendosi nella vita amarezza e doloi*e originato da qual-
di s. Gregorio I, del Sgo, eh' egli che straordinaria calamità. Così gli
ordiiìò doversi mettere, nel princi- amici di Giobbe, penetrati della sua
pio della quaresima, sul capo dei estrema afflizione, misero un alto
ledcli le ceneri benedette. Quindi il grido, piansero, stracciaronsi le ve-
concilio di Benevento celebrato nel stimenta, sparsero in aria della pol-
1091 , decretòche tutti i fedeli vere per farsela ricadere sulle te-

andassero a ricevere le ceneri nel ste, e restarono seduti con lui sul- j
mercoledì precedente la prima do- la terra in cupo silenzio; esem- i
menica di quaiesima ; riportando il pi che fra gli orientali, massime
Burio , P.P. Brevis
R.R. nolitia fra i giudei e gli arabi, erano fre-
in vita Clemenlis VI, che questo quenti. Dalle stesse sante Scritture
Papa, nel i35-2, fece privilegiato si che la cenere fu segno di
rileva,
il mercoledì delle ceneri, ed ordinò penitenza, perchè i servi di Dio so-
che fosse trasferita in altro giorno vente r usarono per esprimere il
qualunque festa, che in esso cadesse. dolore e il pentimento di aver
,

11 Regino però, che scrisse nel seco- peccato. Il medesimo Giobbe quan-
lo IX, dice che nella feria seconda do si umiliò avanti a Dio, e gli do-
della prima domenica si accostava- mandò perdono per aver trattato la
no i penitenti ai cancelli del tem- causa della propria innocenza con
pio, coperti di cilicio, vestiti di sac- un linguaggio poco misurato, volle
co, e a piedi nudi, in un
che modo esprimere il pentimento, come avea
esprimeva la loro umiliazione e pen- mostrato il dolore nell' eccesso dei
timento quindi ad essi avvicina-
: suoi mali » Io mi accuso di me
:

vansi il vescovo, il penitenziere, o i » slesso, egli disse al Signore, e fo


preti, a' quali erano note le loro » penitenza del mio fallo nella pol-
manctinze. Il perchè imponevano » vere, e nella cenere. " Y. pur no-
loro una proporzionata penitenza, li to quanto si racconta di Giosuè e
aspergevano coli' acqua santa, e col- degli antichi israeliti, che si getta-
la cenere benedetta ec. Laonde quan- vano della polvere sul capo facen-
to pratichiamo oggidì, non è che do penitenza per calmare il Signo-
un avanzo di quello, che si prati- re, sdegnato del furto commesso da
cava nei primi tempi della Chiesa. Acan nella presa di Gerico. Si tre-
CEN CEN 77
va pure spesso ne' sacri libri , clie della morte, di cui ci viene dichia-
i profeti esortavano gì' israeliti a rato il pensiero nel giorno delle ce-
cuoprirsi di cilicio, e piangere amara- neri, e dopo i tripudii carnevaleschi
mente loro trascorsi nella cenere,
i come avvertimento salutare del-
vuì
quando aveano oiFeso il Signore, e la nostra mortalità, essendo questo
ad implorare misericordia con vivo lo spirito, e il significalo delle pa-
pentimento affinchè tornasse ad essi role, che pronùnzia il sacerdote nel
le sue benedizioni. Questo appunto farne la cerimonia, mediante un se-
fu il linguaggio, che rivolse Geremia gno di croce; » Ti ricorda, o uomo,
a Gerusalemme, e ai principi di che sei polvere, e in polvere ri-
Giuda, quando Nabuccodonosor po- tornerai ; Memento, homo, quia pul-
se a sacco l' intera Giudea in casti- vis es , et in pulverem reverterisj
go dei loro misfatti, dicendo ad essi : potendosi ripetere con Geremia :
cuopritevi di cenere. 11 re Davide, » terra già fosti, di tema vivi, e di
]ier esprimere la sua profonda af- '> terra hai da tornare. " V. V eru-
flizione, dice che mangiava la cenere dito Sarnelli, tomo IV, pag. 4»^ »

col pane; ed il re di Ninivc, alle pre- Lettera XXIV, Perchè dicendo il

diche del profèta Giona, si pose a se- sacerdote : Memento, homo, quia pid-
dere nella cenere, e venne imitato vis es etCy impone la cenere, non
dagli altri, per placare la collera di la polvere j Georg. Alb. Hagendorn
Dio. Così fecero ne' sovrastanti pe- Simonidis ad Pausaniaiii sapiens
ricoli, e per implorare 1' ajuto, e la dictum, Memento te hominem esse
misericordia divina, Giuditta, Ester, {exAeliani Var. Hist. lib. IX. e.
Mardocheo, Giuda Maccabeo , ed 4i delineatum) Altd. i6io; Mich.
altri. Ed è perciò, che il Redento- Alberti Dissertatio famigeratum
,

re ci volle rappiesentare questa a- Lemma: Memento mori comnien-


zione come un simbolo di peniten- dans, Halae Magd. l'J'^'J ed An- ;

za, quando parlando degh abitato- gelo Rocca, linde c'meres super ca-
ri di Tiro e di Sidone, disse a quel- put spargendi usus origineni tra-
li di Corozain e di Betsaida, che hat , et quid sibi velit ? in tomo I.
s' egli avesse fatto tra quelli i mi- Opp. pag. 217.
racoli, che aveva operato in mezzo Per la stessa ragione anticamen-
di essi, avi-ebbero fatto penitenza te, comesi avverte nell'Ordine XII,

nel cilicio e nella cenere. p. 175, il Cardinal vescovo più an-


Pertanto, con questo segnale di ziano nel dar le ceneri al Papa
penitenza, i penitenti de' primi seco- feria IV
in capite quadra gesimae,
li del cristianesimo, come dicemmo, gliela imponeva dicendo anche ad
venivano distinti dal rimanente dei esso la formula: Memento, homo
fedeli, ed aggiungiamo che Tertul- etc, che s' incominciò a tralasciare
liano li dice uomini vestiti di cili- sotto Urbano VI, eletto nell' anno
cio e coperti di cenere conciliciatì, 1378, come si rileva dall' Ordine
et concineratij la qual denomina- XV di Pietro ^61. Amelio pag.
zione allora era comune ad ogni Laonde anche oggidì spargono si

cristiano, giacché egli ripeteva, che dal Cardinal penitenziere maggiore


un cristiano è uomo nato per vive- le ceneri sul capo del Pontefice sen-
re nella penitenza. La cenere e la za dire quelle parole. Monsignor
polvere sono eziandio un emblema Antonelli nella dottissima lettera al
,

r8 CEN CEN
Cardinal Gentili, Dissertalo de rf- un' altra volta fu per essere cam-
Xu inspcrgendi Cineris feria //-^ , biata dal Cardinal di Jura, Raimon-
in capile jejunii, inserita fra gli do Perauld ,il quale nel dar le ceneri
opuscoli annessi Missale al Vetits a Giulio II, fu avvertito di tacere
Roiiianuin Monaslicum Laleranen- il Memento homo, secondo il ceri-
se, Clini notis etc.y pubblicato in moniale.
Roma, nell'anno 1754, dal gesui- Ma della benedizione delle cene-
ta Manoele di Azevedo, cercando ri , che si fa nelle chiese prin-
la che potè muovere i
ragione, cipali, e minori prima della messa
maestri delle cerimonie a trala- solenne da quello, che poi deve ce-
sciare una simile formula, consid(tra lebrarla, con paramenti violacei, e
che questo spargimento di ceneri della loro distribuzione, trattano le
colla recitata formula, è un venerabile opere liturgiche. Si deve avvertire
avanzo del rito, che nel mercoledì poi, che se oltre il celebrante non
delle ceneri si praticava co' pubblici vi sia altro sacerdote, egli genufles-
penitenti, a' quali si davano in tal so innanzi all'altare se le imporrà
giorno le ceneri sulla fronte, pro- da per sé sopra il capo nulla di-
ferendo quelle parole atte a ricor- cendo Quasi cineres a Deo im-
:

dare la nostra mortalità, e ad umi- mediate accipiat, cui onine geaujle-


liarci salutarmente con questa me- ctitur, et etiani quia genuflexio prae-
moria. Ed essendo la pubblica pe- sefert humilitatem, guae memoriam
nitenza, da cui questa cerimonia è mortis per cineres repraescntat. Co-
a noi pervenuta, una specie di ec- me pure Gavanlo , parte 4?
col
giudizio, al quale soggia-
clesiastico titolo da sapersi che le cene-
6, è
cer non deve il Romano Pontefice, ri alle femmine si danno dopo gli

fu risoluto che bastasse col fatto uomini, e non si pongono loro so-
cioè col solo spargimento delle ce- pra i veli, ma sopra i capelli, affin-
neri sulla chierica, rammentargli la chè non si perdano, f^. Acqua Be-
mortai sua condizione, senza eseroi- jftnETTA, ove si dice, che essa me-
tare sopra lui queir ombra di giu- scolata colla cenere e col vino, ser-
risdizione ecclesiastica, alla quale il ve pel rito della consaci'azione dogli
capo della Chiesa non è per alcun altari.
modo soggetto. CENNINI Francesco, Cardinale.
In qual maniera si faccia tal ce- Francesco Cennini nobile sanese, ma
nmonia, e come il Papa benedica, nato a Sartiano, nel 1 566, perito
e distribuisca le ceneri, si descrive nei canoni, fu vicario generale del
al § X, ed al numero rispettivo vescovo di Chiusi. Pervenuto a Ro-
dell' articolo Cappelle Pontificie. Su ma, dopo alcune vicende, fu alla
questo proposito il Cancellieri nella corte del Cardinal Bernerio udito-
Lettera filosofico-morale sopra la re , e nell'anno 1612, divenuto
voce sparsa di sua morte, a pag. uditore del Cardinale Borghese ,

27 riporta due curiosi aneddoti.


, fu poi eletto vescovo di Amelia.
Racconta pertanto, che la formula Ebbe la carica di sigillatore della
MemenlO) homo etc, fu variata nel penitenzieria secreta ; venne ascritto
darsi le ceneri a Porchette Spinola, ai prelati di consulta, e del buon-
arcivescovo di Genova da Bonifacio governo, e gli fu affidata l' azienda
Vili ; e che questa stessa formula del sagro palazzo, e della casa Bor-
1

CEN CEN 79
ghese. Per olio anni sostenne gravissi- che significa religioso, il quale vive
me fatiche, ebbe poi il titolo di pa- in comunità nel cenobio sotto una
triarca gerosolimitano, ed inviato regola comune, si compone da Koi'
nunzio alla corte di Spagna, ii Cardi- nos, comune, e da bios, vita.
nal Borghese gli scrisse, che si ac- Alcuni riferiscono al tempo degli
corgeva della benché
sua assenza, apostoli r istituzione della vita co-
le sue cariche fossero distribuite a mune dei primi fedeli di Gerusalem-
nove prelati. Gralissimo a Filippo III, me, e l'origine de'cenobiti. Per altro
e alla corte di Madrid, ottenne quanto a s. Pacomio, che viveva nei pri-
richiese, fino il G randalo , pel prin- mordi del IV secolo, si attribuisce
cipe di Sulmona, dìiricilissima gra- l'avere pel primo scritto una regola
zia ad ottenersi per piti rispetti. monastica, Antonio si può
come s.

In questa occasione Paolo V, a' 1 ritenere pel primo fondatore de'mo-


gennaio del 1621, lo creò Cardi- nisteri. Nel codice Teodosiano i ce-
nal prete assente di s. Marcello. Ri- nobiti sono chiamati Synoditce, pa-
tornato in Roma, supplicò Gregorio rola, che significa persone, le quali
XV a provvederlo di qualche en- vanno per una medesima strada.
trata, perchè era povero. Urbano L'abbate della Trappa Rancè com»
"Vili, nel 1623, gli conferì la lega- pose un trattato sui Doveri della
zion di Ferrara, e il vescovato di vita connine, o monastica.
Faenza, poi lo mandò all'ultimo duca CENOTAFIO. Sepolcro, o mo-
di Urbino, a tenerlo devoto alla Chie- numento vuoto innalzato in onore
sa, nei quali impegni riuscì a me- di un morto, altrove defunto: Mo-
raviglia. Dopo quattro lustri, rinun- nmnenlum vacuuni cadavere, tnmu'
ziò ad Urbano Ylll il vescovato, liis inanis, ut appellai Firgllitis, III

nel i643j e lasciato primo titolo,


il jEneid. v. 3o4, vel Honorarius,
ricevette nel i645, da Innocenzo ut Sveton. in Claud. cap. i, ad
X, il vescovato di Porto, e la pre- memoriam alicufus, qui alibi sepul-
fettura della congregazione del con- lus sit, colendant. V. Forcellini,
cilio ; dipoi passò in castello di Sie- Lexicon tolius latinilatis toro. I,
na , e dopo i conclavi di Urbano pag. 42i;Morcelli, De Stylo Inscrip.
YIII, e d' Innocenzo X, morì a Latinar. 1781, pag. 121, 34o, 344»
Roma, nel i645, di settantanove 376, 4' 3, tom. Ili, Patavii 1822;
anni, e ventiquattro di Cardinalato. Inscript. Comment. siibjectis , Ro-
Fu sepolto nella cappella Paolina mse 1783, V. pag, 124, et Pata-
della basilica liberiana a pie del suo vii 1823, tom. IV.
benefattore Paolo V. Nella chiesa Ne' tempi antichi s' innalzava un
di Marcello gli eressero i nipoti
s. cenotafio , o sepolcro vuoto alla
magnifico mausoleo con la statua memoria de'defunli illustri, dei quali
di luì. non si aveano potuto raccoglieie gli
CENOBIO [Coenohium). Luogo avanzi, o perchè erano naufragati,
dove si vive in comune, convento ovvero periti nelle battaglie. Quindi
o monistero dr religiosi. Quindi gli siha, che nei sacrifizi pubblici chia-
scrittori ecclesiastici formarono i vo- mati inferice, si spandeva su quella
caboli di Cenohiarca; superiore del tomba del vino, del miele, del latte,
cenobio, massime parlandosi degli dell'incenso, ed anche fiori soliti por-
antichi teuobili. La voce Cenobita^ tarsi nelle funebri cerimonie. Abbia-
,

8o CEN CEN
Ilio dal Cardinal Enrico Noris alcune altri diritti della reverenda camera
Dissertazioni sui Cenolafì, e da apostolica, nella camera de' tributi
Francesco Cancellieri, Cenotaphiuni al Vaticano; e l'indice alfabetico
Leonardi Anlonelli Cardinalis etc, semi-analitico della
Raccolta delle
PisfiLiri, 1825. K. Sepolcri. Leggi pontificie^ che in Roma si
CENSI APPARTENENTI ALLA SaNTA pubblica dalla tipografia camerale,
Sede. Qiiesli sono i tributi feudali, alle voci Censi Canieralij e Ca-
i canoni, e i vassallaggi di tutte le noni Camerali, ove pure si trova
terre soggette al sovrano dominio la disposizione sui canoni iscritfi, ed

della Chiesa romana, che si soddis- alienati dal regime francese, la for-

fanno niella vigilia della festa de' ss. ma e conseguenza del pagamento
Pietro e Paolo, nella camera detta de' canoni nella camera de' tributi ;

dei tributi nel palazzo apostolico e la vendita dei canoni camerali


valicano, al tribunale della reveren- ordinata da Gregorio XVI regnan-
da Camera Apostolica [Vedi), pre- te, per supplire alle urgenze dello
sieduto dal Cardinal camerlengo di stato. V. inoltre gli articoli Sovra-
santa romana Chiesa [Fedi), secon- nità' de'Romani Pontefici , e stati
do il registro contenuto nel Liber tributari DELLA SaNTA SeDE.
Censiutni, che autenticato da due Tre poi sono i principali , e più
segretari, e cancellieri della stessa antichi collettori delle memorie dei
camera, si pubblica colle stampe ogni censi della romana Chiesa, cioè il

anno. I censi, canoni, e tributi spet- Cardinal Deusdedit, Benedetto cano-


tanti alla Sede apostolica, che non nico di s. Pietro, e Cencio Camer-
sono validi se non sieno stipulati lengo. Del primo, che fu creato
con pubblico istrumento qualora Cardinale dell' ordine de' preti del
,

non vengano soddisfatti nel suddet- titolo Jposlolorum in Eudoxia da


to giorno, o nella mattina della fe- s. Gregorio VII, trattano a lungo i
sta, devolvono interamente al fi-
si fratelli Ballerini. La sua opera con-

sco apostolico,il perchè viene pre- tiene una raccolla di canoni ripar-
cedentemente ogni anno dallo stes- titi in quattro libri, che il Deusde-
so Cardinal camerlengo pubblicalo dit indirizzò a Vittore III. 11 se-
un analogo v'ditto, come il sovrano condo. Benedetto canonico di s. Pie-
Pontefice jiel recarsi al vespero pon- tro in Vaticano, compose un libro
tificale, e nella seguente mattina col titolo di Polypticus , e da altri
alla messa pontificale, dopo di es- chiamato Politucus ^ e Pollicitns
sa , riceve le citazioni formali di che indirizzò al Cardinal Guidoni
monsignor procuratore fiscale , e Papareschi, il quale fu poi nel i i3o
])rotosta solennemente sui censi e Papa Innocenzo II, da molti confu-
tributi non soddisfatti, di che trat- so con Guido de Castello che gli ,

tammo al § X dell' articolo Cap- successe col nome di Celestino li.

l'ELLE Pontificie, ai numeri,, che de- In detto libro egli inserì quell'Or-
scrivono il vespero, e la messa pon- dine romano, che il Mabillon die-
tificale per la festività dei principi de alla luce nel Mas. Ital. toni. II,
degli apostoli. F. la costituzione di pag. 118, col nome di Benedetto
Gregorio XllI, ad Romani Poiilifi- canonico di s. Pietro, insieme ad
ris, emanala il primo giugno 1^80, altre cose appartenenti alla S. Sede.
sul pagamento de' censi tanoiii ed , Tra queste vi era un indice, come
,, ,

CEN CEN Hi
fa ampia fede Albino di Gaetaj per de' registri degli antichi Pontefici
averlo dalle opere di Benedetto in- non che da da
quelli a lui vicini, e
serito nella sua raccolta, che ha per alcuni altri memoriali au-
libri e
titolo: " Incipiunt eijcerpta polytici tentici, aggiungendovi similmente i
» a presbytero Benedicto compositi censi fatti a tempo suo, e dando
>i de ordinibus romanis et digni- cosi egli l'esempio a' suoi successori
« tatibus urbis et sacri palatii." Al- di fare altrettanto a vantaggio della
bino fiori in B.oma nel pontificato Romana Cencio Camera-
Chiesa. P^.

di Lucio III , ed il suo scritto si rio, Liber censmmi Romance Eccle-


conserva nella biblioteca vaticana sice secundum
antiquorum pp. re-
tra i codici Ottoboniani num. SoSy. gesta j memorabilia an. 1192,
et
Questo è il codice donde l' abbate Exst. in tomo V. Antiq. Hist. med.
Cencio diede alla luce il libro Pro- nevi, fol. 852, go8 Lodovico Mu- ;

vìnciale, ed un breve registro dei ratori. Dissertano de censibus ac.


censi, ma non già quell' indice, che redditibus olim ad Ecclesiam Ro-
è inserito tra gli excerpta. Dopo i manam spectantibus. Exst. in t. V.
suddetti collettori dei diritti della med. aevi, fol. 79^ e 852. A bene
Sede apostolica, viene Cencio Ca- intendere questo punto storico, gio-
merlengo, che è il ed è an-
terzo, vera leggere tanto l'articolo XXIII
che il più noto, e famoso per es- quanto il XXXV del Giornale dei
sere stalo assunto al pontificato nel letterati di Roma dell' anno 1 75 r ,

1216 col nome di Onorio 111, co- ove restano appianate diverse diffi-
nosciuto anco sotto quello di Cencio colta critiche intorno l'antichità, ed
Savelli Camerario. Egli fu, che dai estensione del dominio
temporale
uno
vecchi registri dei censi ne formò del Sommo Pontefice. Dei censi o ,

nuovo, ma
metodo migliore,
con tributi di cacciagione, ed altri ani-
avendolo distribuito per modo, che mali, dovuti alla Santa Sede, si
spazio vi rimanesse per aggiungervi parla all'articolo Caccia.
quei censi, i quali si sarebbero ac- Di certo Zaccaria, maestro del
cresciuti usque ad exilum mundi Censo di Roma, fa menìiione il
alla Chiesa romana. Da ciò si ap- Galletti, Del Primicero, pag. 182,
prende il perchè in alcune copie di in una caria sublacense dell' 822
Cencio, come in quella stampata dal riguardante Trasmondo secondicero
Muratori, Diss. 69 Antiquit. Italie., della Santa Sede. Egli però opina
si trovino trascritti documenti , e che il maestro del Censo di Roma,
memorie con date a Cencio di mol- fosse uffizio secolaresco , consistente
ti anni posteriori. Di lui ecco come nel tener conto di quei censi o tri-
si esprime il Rinaldi all'anno 11 92 buti , che dovevano i romani di
num. 28 e 29. In questo anno Cen- quei tempi contribuire alla cassa
ciò canonico di s. Maria Maggiore, del comune della città . Aggiun-
camerlengo del Papa, per provvede- gè , che Zaccaria ei'a cartulario
re alle cose temporali della Chiesa cioè archivista dello stesso comune,
romana, cominciò \m opera molto e che certo Anastasio , sottoscritto
utile, mettendo in ilota censi, che i in altra carta sublacense dell' anno
le si pagavano, raccolti, come egli 85o, consul et magister Censi ur-
dice nella prefazione ,
per lui dai bis Romae, non avea che fare nel
tomi nominati carticinii, dai volumi ministero della Chiesa.
VOT.. XI. 6
,

S: CEN CEN
Vuoisi ciò qui perchè avvertire CENSURE Ecclesiastiche. Pene
nel commentare il citato Muratori spirituali inflitte dalla Chiesa a co-
il titolo di Cencio camerlengo, che loro, che non ubbidiscono alle sue
egli pubblicò, ove si legge composi- Ic^gi ; perocché avendo essa 1' auto-
tus antiquorum patrum
se.cunduni rità legislativa, ha ancora la puni-
regesta^ soggiunse malamente Ex : tiva. Queste pene sono di dillerenti
lìs fuit, ut opinar 3 Anastasius in specie, come lo sono le assoluzioni
Dei nomine consul et magister cen- dalle censure. Ma essendo questa
si urbis Romae. Dappoiché il ca- materia dei canonisti, ci limiteremo
merlengo delia Sede apostolica te- a citare gli articoli seguenti, ove si
nea conto de' censi, ch'erano dovuti parla delle censure ecclesiastiche :

alla medesima siccome altro seco-


, Assoluzione dalle cej^sure. Inter-
lare soggetto sopraintendeva alla ri- detti, Monitori, Scismi, Scomuniche
scossione di quei censi, che si do- ed V. il trattato stam-
altri relativi.
vevano al pubblico . Ora il Cardi- pato in Roma nel i ySS, Della nul-
nal camerlengo col suaccennato edit- lità delle assoluzioni ne' casi riser-
to, ogni anno invita ciascun inve- vali al Sommo Pontefice.
stito o enfiteuta a-eomparire per- CENTENARIA. Sede vescovile di
sonalmente, o mediante legittimo Numidia nell' Africa occidentale, sot-
procuratore deputato, per la festa toposta a Cirta Julia, il cui vescovo
de' ss. Pietro e Paolo nella camera Cresconio , a cagione d'infermità,
de' tributi, decentemente vestiti, per non si potè recare alla conferenza
prestare il dovuto omaggio e pa- , di Cartagine. Coli. Cart. et Concil.
gare nella medesima il tributo, cen- Milevit.
so, livello, canone, risposta o altro CENTINI Felice, Cardinale. Fe-
dovuto alla rev. camera apostolica lice Cenlini nacque in Ascoli da po-
in ricognizione del supremo e di- veri genitori nel 1570, e si rese chia-
retto dominio di quali sieno feudi, rissimo per iscienza, e castigati co-
tenute, ville, casali, laghi, selve, stumi. Professata la regola dei mi-
proprietà , beni , offizi , esenzioni nori conventuali, fu rettore del col-
immunità, privative, ed altri qual- legio di s. Bonaventura , e procura-
sivogliano beni , che si ritenessero tor generale del suo Ordine; quin-
in feudo, censo, enfiteusi, vicariato di consul tor del s. offizio , ove si

governo, ovvero sotto qualunque procacciò tanta gloria che Paolo V,


altro titolo, giusta le leggi delle in- ai 17 agosto del 16 r i, lo creò Car-
vestiture, e Sui censi
concessioni. dinal prete di s. Girolamo degli
spettanti alla Santa Sede va ezian- Schiavoni, e vescovo di Mileto ; quin-
dio consultato il dottissimo Stefano di 161 3 passò al
nel vescovato di
Borgia, poi Cardinale, nelle sue ope- Macerata , ove "eresse il seminario ;

re: Memorie istoriche del dominio ed ottenne ai canonici l' uso della
temporale della Sede Apostolica nel- cappa magna. In appresso ebbe da
le due Sicilie j Difesa del dominio Urbano VIII, nel i633, il vesco-
temporale della Sede Apostolica vato di Sabina, e dopo i conclavi
nelle due V. inoltre gli artico-
Sicilie. di Gregorio XV, e dello stesso Ur-
li o cExso che prcsentavasi
CniJfEA, bano, mori a Macerata nel i64i
al l'apa in tributo per detto regno, di settantuno anni, e trenta di Cardi-
e I'atrimonio della Santa Sede. nalato, e fu sepolto nella chiesa di

I
,

CEO CEP 83
s. Francesco Sel)bene Innocente,
. era necessario seguire la pratica
mori pieno di rammarico provato ,
della Chiesa romana. Affievolito dal-
per la dcca]>itazione del nipote Gia- la età e dalle fatiche, ottenne, mal
cinto Cenlini, il quale avea con al- grado ai suoi religiosi , di cessare
tri cospiralo conti-o la sacra perso- dall'uffizio di superiore, e deside-
na di Urbano VITI, colla speranza roso di visitare ancora una volta
che gli succedesse lo zio nel pon- prima di morire i sepolcri degli apo-
tificato. stoli, come avea fatto molto tempo
CENTURIA {Centtmen.). Sede innanzi unitamente a s. Benedetto
vescovile in partibiis , nella provin- Biscop, partì per Roma, ma si in-

cia di Numidia nell' Africa occiden- fermò Langres


a traversando la ,

tale , metropoli di
sottoposta alla Francia, ed ivi morì a' dì 25 set-
Girla Julia o Citra [F'edi), della tembre dell'anno 716, nella età di
quale abbiamo che il suo vescovo, scttantaqunttro anni.
chiamato Qiiod viilt Deus fu pre- , CEPHAE, o NEOCEPHAE. Se-
sente alla conferenza di Cartagine de vescovile di Mesopotamia , nel
e dal concilio di Milevi , dell' anno patriarcato di Antiochia, eretta nel
4o2 si proibì
, di comunicare col sesto secolo, e sottoposta alla me-
medesimo vescovo finché non fosse tropoli di Amido. Noè suo vescovo
stato giudicato il di lui affare, non si recò al concilio generale di Cal-
avendo voluto riconoscere i vescovi cedonia, e il sottoscrisse.
per giudici. CEPRANO, o CEPERANO, ed
CÈNTURIO. Sede vescovile di anco CiPERANO. Terra e capoluogo
Numidia nell'Africa occidentale, sot- di governo della delegazione di Fro-
to Cirta Julia. I suoi vescovi Gen- sinone nello stato Pontificio , resi-
naro e Nabor intervennero, il pri- denza del sopraintendente delle do-
mo alla conferenza di Cartagine, il gane di tutta la provincia di Ma-
secondo al concilio di Cirta. Optai. rittima e Campagna. Giace sulla de-
lib. 2. stra riva del Liri al confine del re-
CEOLFRIDO (s.). Nacque in Ber- gno di Napoli, e comprende sotto
nicia, e fu parente di s. Benedetto di sé le comuni di Falvaterra , di
Biscop che aiutò non poco nella
, Pofi, e di Strangolagalli. Le antiche
fondazione del monistero di s. Pie- iscrizioni, e gli avanzi di alcuni mo-
tro di Wirmouth, nella diocesi di numenti per testimonianza di gravi
Durham , fabbricato nel 674. La scrittori, sono documenti di remota

vita di lui fu una continua peni- celebrità , riconoscendovi nella sua


lenza. Fu capo per sette anni del area la famosa Fragella o Flagella
monistero di s. J'aolo di Jarrow ,
città de' volsci , distrutta dai roma-
ed in progresso di tempo anche di ni, che altri opinano essere stata ove
quello di Wirmouth . Scrive Beda ora sorge Pontecorvo. Si vedono
ch'eglisi mostrava distinto per gran- ancora gli avanzi di un superbo
de virtù e sapere, ed arricchì quei ponte, che fu restaurato dall'impe-
due raonisteri di ottime biblioteche. ratore Antonino Pio. La ricostruzio-
A Naitone, re dei Pitti, che lo do- ne del ponte sul Liri si deve alla
mandava, in qual tempo si dovesse munificenza di Paolo V, ed alla pe-
celebrare la Pasqua, e quale fosse rizia architettonica del cepranese A-
la forma della tonsura, rispose, che lossandio Bernardi, premialo dal Pa-
84 CEP CEP
pa coli" Ordine e titolo di cavaliere co , oltre otto canonici , a due dei
di Cristo. quali conferì gli offici di penitenzie-
Ne' fasti ecclesiastici Ceprano non re e di teologo. Tanto al primice-
manca di antiche e rispettabili me- rio,che ai canonici, il Pontefice be-
morie, d'illustri chiese e monisteri, nignamente concesse il distintivo d'in-
ed è sotto la diocesi di Veroli. Ce- dossare il rocchetto e la mozzelta
lebre fra le altre fu la chiesa di s. di saia paonazza, colle asole e bot-
Paterno o Paterniano , dove fu ce- toni di seta cremisi, ed all' arcipre-
lebrato il rinomato concilio, di cui te la mozzetta eaualmenlo
di seta
poi parleremo. A questa era annesso di colore paonazzo. Dodici poi sono
un monistero, ossia collegio di ca- i sodalizi di Ceprano. Primeggiano
nonici eretto avanti il secolo XII , per numero e pregi quelli di s. Ar-
il cui capo chiamavasi collo specio- duino, e di s. Rocco , e tra le al-
so nome di Arcicanonico , nome di tre cinque chiese di Ceprano, quel-
cui al voi. facemmo
VII pag. 2/^5, la di s. Francesco
fondata dal fu
pur menzione, come applicato ad un medesimo santo verso l'anno 12 io.
arcicanonico della canonica di
s. Gio- In oltre vi sono scuole elementari per
vanni a. porta latina. In progresso l'istruzione,ed un buon ospedale.
di tempo, essendo cessato quel con- Al secolo rimontano le
settimo
vitto canonicale di s. Paterniano, memorie di Ceprano riguardanti i
verso l'anno iiyS Alessandro III Pontefici, riferite dal Muratori nel
ne affidò la chiesa e il monistero tomo V delle Antichità italiane.
ai cavalieri templari , il Ordine
cui Passò Ceprano sotto il dominio del-
fu poi soppresso da Clemente V. la santa Sede colle città della Cam-
Altii due monisteri di canonici pre- pania nel pontificalo di s. Gregorio
sieduti da due abbati, erano addetti II verso l'anno ySo, come attesla-
alle due chiese di s, Nicolò, e di s. no r Orsi , e il Borghi ; e soltanto
Magno. La chiesa collegiata e par- brevi furono gl'intervalli cui per
rocchiale di s. Maria Maggiore ha l'invasione straniera, suo malgrado,
puie il vanto di vma singolare an- dovette talora soggiacere nelle vi-

tichità, e di essere una delle pri- cende di Dal citato Borgia,


guerra.
marie della provincia sì per l' ar- Storia del dominio temporale della
chitettura, s"i per l'ampiezza, sì pel santa Sede nelle due Sicilie p. 117,
corpo dell'inglese s. Arduino, che e i35, nonché dalla Cronica di
ivi si venera per essere morto in Romualdo Salernitano inserita nel ,

Ceprano nel secolo VII il perchè : tomo V degli Scriptor. rer. Italie.
si tiene dai cepranesi per loro prin- di Muratori si ha che ,il principe
cipale patrono, come s. Rocco n' è normanno Roberto Guiscardo, in
compatrono. Il regnante Gregorio Ceprano nel mese giugno 1080 di
XVI, colla bolla In eminenti opo- domandò perdono sovrano Pon- al
siolicae dignitalis solio, quarto nO' tefice s. Gregorio VII, per aver po-
nas mail i84i, ha ripiistinafo in sto l'assedio a Benevento ; ed il Pa-
detta chiesa matiice di s. Maria pa non solo lo rimise
ma
nella sua
I
Maggiore la collegiata, decorandola grazia e favore, gli concesse
delle dignità dell'arciprete, del pri- nuova investitura della Puglia, Ca-
micerio, cui è annessa la cura di labria e Sicilia, ef gli diede il ves-
anime anco della chiesa di s. Roc- sillo di s. Pietro.
,, ,
,

CEP CEP 85
Quindi, nell'anno iii4j '^ Pon- dello stato pontificio, e napoletano.
tefice Pasquale II, nel mese di ot- Memoranda fu la battaglia seguita
tobre nella chiesa di s. Paterniano nel 1265, presso le sue mura, tra
in Ceprano , celebrò un concilio Carlo di Angiò re di Sicilia, e Man-
cui intervennero molti Cardinali fredi tiranno di essa, che vi per-
arcivescovi, ed abbati, oltre
vescovi dette regno e vita, dopo la defezio-
Guglielmo duca di Puglia, e Rober- ne dei pugliesi. Che in Ceprano vi
to principe di Capua. In questo fosse una rocca con castellano, lo
concilio fu reintegrato della sua se- riporta il Marini, Archiatri tom. I ,

de l'arcivescovo di Cosenza, che da pag. 166, il quale dice che a' tempi
Pioggiero conte di Sicilia era stato di Pio II, era castellano della rocca
costretto ad abbandonarla, ed a pi- di Ceprano certo Pietro Paolo de
gliare l'abito di monaco a Monte Galerani, forse parente dell'archiatro
Cassino laonde col consenso del-
; pontificio. Aggiungiamo, che quando
l'abbate di quel monistero, lo de- Giulio II tolsea Cesare Borgia duca
pose a pie di s. Gregorio VII , il Valentino la provincia di Campagna,

quale confermò a Guglielmo la Pu- fortificò Ceprano con un recinto di


glia, e vi aggiunse la Calabria, col- mura, e pose il suo castello in istato
le rispettive Nel concilio
insegne. di validissima difesa. Poscia Clemen-
stesso fu deposto Landolfo arcive- te VII, con breve de' 18 febbraio
scovo di Benevento per affari pu- 1 53 1 , ristorò i cepranesi dei danni
ramente temporali, o, secondo altri, soffeiti nelle vicende della guerra
per aver attentato contro la ponti- con Carlo V, premiando la loro co-
fìcia autorità, per cui non essendosi stante fedeltà, colla conferma ed
potuto giustificare, fuggì a Monte- ampliazione de' municipali loro pri-
cassino, siccome racconta Pieti'o Dia- vilegi. Nel medesimo anno, a cagio-
cono, Chron. Cassiti, lib. IV cap. ne di distinzione, venne dichiarato
5i. V. l'annalista Baronie all'anno governatore perpetuo di Ceprano,
iii4} il Labbé t. X, l'Arduino Pietro Cardinale anconitano vescovo
t. VI , et Collecdo Con. Regia^ t. di Sabina; onorificenza, che godette
XXVI. Ceprano per vari anni, dappoiché
In Ceprano, nell'anno 1 1 44» segui vanta per altri suoi governatori i

l'abboccamento tra il Papa Lucio II, Cardinali Alfonso Petrucci ,Marino


e Roggero re di Sicilia, allora quan- Grimani, Francesco di Burgos, e
do si tentò di ristabilire tra essi la Vitellozzo Vitellozzi.
pace. Dipoi nel 1273 essendo stato Finalmente onorarono Ceprano
eletto Pontefice il b. Gregorio X, diversi suoi individui colle virtù
mentre si trovava in Soria, nel re- colla scienza disimpegno di
, e col
carsi a Roma, per Brindisi e per ragguardevoli cariche. Secondo il
Capua giunse a Ceprano, dove fu Vitaliani, capo VI, pag. 60, il Pon-
incontrato dai Cardinali e da una , tefice Onorio I, eletto l'anno 6i5
ambasceria de' romani, che lo sup- il cui padre Petronio era conte
plicarono a recarsi in Roma. della Campagna di Roma e di Ce-
Lungo poi sarebbe narrare i fatti prano , nacque in questo luogo.
di guerra, luogo presso
eh' ebbei'o Certo è, che la sua arma si vede
Ceprano a cagione della sua forte sopra una delle due antichissime
t'd importante posizione, frontiera torri di Ceprano, dove possedeva un
86 CER CER
fondo. Oltracciò quattro cepranesi vile dell' isola di Cipro, nella diocesi
divennero vescovi, uno de'quali ap- di Antiochia, la cui erezione rimonta
partenne alla nobile famiglia Fer- al IV secolo. Prima fu soggetta alla
rari, la quale da ultimo ebbe mon- metropoli di Salamina ,
poscia a
signor Pio decano de' chierici di quella di Nicosia.
camera. V. Antonio Vitaliani, Me- CERA UNO (s.), di nazione fran-
morie di s. Arduino i645j // Ce- cese, fioriva sul cominciare del V
prano ra\>vivato nel Lazio^ Roma secolo. Poiché ebbe venduto ogni
i653, pel Moneta, opera da pochi suo avere, e ne distribu\ il prezzo
posseduta. ai poveri, si dedicò al servizio di

CERA (della) Cardinale. V. Pe- Dio nella solitudine, che abbandonò


EEiRA Giuseppe. in progresso di tempo per assumere
CER AMO ( Ceramen.). Città ve- il ministero della predicazione del-
scovile in partibus dell'Asia minore, la divina parola . Percorse varie
sulla costa della Doride, nella pro- Provincie delle Gallie , e riportò
vincia di Caria, la cui erezione da per tutto grandi frutti in van-
rimonta al secolo V. Prima era taggio delle anime. Viaggiava alla
sottoposta alla giurisdizione ecclesia- volta di Parigi con alcuni suoi com-
stica di Afrodisiade, poi della me- pagni, che lo aiutavano nell'aposto-
tropoli di Stauropoli, situata preci- lato, quando fu colto da'masnadieri ;

samente alla metà del golfo chiamato egli consigliò i suoi amici a nascon-
Ceramico. Leone XII, nel concistoro dersi ,
pili curante della vita altrui

de' i5 dicembre 1828, dichiarò ve- che della propria, e privo cos\ di
scovo ceramense, per morte di Gio- soccorso, peri per le mani di quegli
vanni Davoast, l'americano d. Em- scellerati, vero martire di carità. 11
manuele Vienna, di s. Giacomo del suo corpo, raccolto dai compagni, fu
Chili ed il regnante Pontefice Gre-
, sepolto vicino a Chartres sopra una
gorio XVI, agli II settembre 1887, altura, che fu per ciò detta monta-
nominò a questa sede monsignor gna santa.
Andrea Carrutheres, vicario aposto- CERA UNO ( s. ) , fu successore a
lico del distretto orientale di Scozia. Simplicio nella sede episcopale di
CERAMUNUM, CERAMUSSA, o Parigi. Si rese altamente commen-
CERAMUNA. Sede episcopale del- devole per la pietà, per lo zelo, e
l'Africa nella Numidia, il cui vescovo per la carità verso i poveri. Devo-
Severiano trovossi presente alla con- tissimo com' egli era dei santi mar-
ferenza di Cartagine. tiri, divisò raccoglierne gli atti. Nella
CERASA o CERASE. Sede ve- lettera,che a lui scriveva Varnario,
scovile nella provincia di Lidia, dio- chierico di Langres , accompagnan-
cesi di Asia, eretta nel V secolo, dogli gli atti di s. Desiderio, vescovo
sotto la metropoli di Sardes, quindi di (juella città e dei ss. Spensippo,
della metropoli di Filadelfia. Elensippo e Melensippo, si hanno i

CERASUS [Chirisonda). Sede epi- più chiari elogi delle virtù del santo
scopale del Ponto Polemoniaco, eret- pastore. Sotto l' episcopato di s. Cc-
ta nel V secolo, sotto la metropo- rauno fu tenuto il quinto concilio
litana di Ncocesarca, nel secolo IX di Parigi nella chiesa degli Apostoli,
elevata al grado arcivescovile. che presentemente è intitolata a s,

CERAUNIA(Cm««). Città vcsco- Genovelh. Egli morì per certo pri-


CER CER 87
ma del 61 5 ,
poiché al concilio di disse per la visita delle chiese di
Reims celebrato in quell'anno, assi- Firenze nel giovedì e venerdì santo,
stette Lendeberto, suo successore. e in Roma alle basiliche de' santi
La memoria di lui è onorata a Pa- Apostoli per l'acquisto del giubileo.
rigi il giorno 28 di settembre. CERDANO Antonio, Cardinale.
CERBALITA. Sede episcopale di Antonio Cerdano nacque in Maiori-
Africa, di cui ignorasi la provincia. ca, e dopo aver rinunziato la dignità
Il suo vescovo Costanzo nell' anno di canonico, professò nell'Ordine del-
525 sottoscrisse al concilio di Car- la ss. Trinità della redenzione degli
tagine, schiavi . Chiarissimo filosofo, e da
CERCA, e CERCANTI. Stabilita Pio II appellato principe de' teologi,
dal Sommo Pontefice Urbano II, ebbe le migliori dignità dell'Ordine,
nel concilio di Clermont nel 1095, poi Eugenio IV lo elesse a suo ca-
la prima crociata o guerra santa, meriere, ed arcivescovo di Messina;
vi fu un gran numero di Cer- e Nicolò V, che avea studiato con
canti Papa, e dai
autorizzali dal lui, e lo amava moltissimo, nel
vescovi ovunque le
per pubblicare i449) ^o passò al vescovato di Lc-
indulgenze, e ad un tempo racco- rida , e intorno a quel tempo Io
gliere l'elemosine dalla pietà di quei creò Cardinal prete di s. Grisogono,
fedeli, i quali impotenti di far parte e legato della Mai-Cii. Fu spedito
de'crociati, contribuissero invece con inoltre in Sicilia ad Alfonso re di
largizioni pecuniarie, ovvero riedifi- Aragona, ed alla repubblica fioren-
cassero i sagri templi, e gli ospe- tina a conciliarvi la pace, ove do{X)
dali. Ma siccome in progresso di venti giorni gli venne sostituito il

tempo tali cercanti, o, per dir me- Cardinal LeJcun. Senonchè nel i4'^9
glio, alcuni di essi,abusaiono del dopo undici anni di Cardinalato,
loro ministero, vennero aboliti dal morì a Roma santamente, e fu se-

concilio tridentino nella sessione XXI, polto nel vestibolo delia sagrestia,
De reformat, capo V. Tuttavolta presso la basilica vaticana.
coiy autorizzazione della santa Sede, CERDONIANI. Eretici discepoli
molti religiosi, massime i mendican- di Cerdone. Costui era siro di ori-
ti, fanno la cerca raccogliendo limo- gine, e dapprima seguace di Simon
sine pei conventi, i confrati la fanno Mago , e di Saturnino. Ma in ap-
pei sodalizi o per qualche opera di presso, conosciuta la insussistenza
pietà, e i predicatori nelle chiese, del sistema de' loro errori, si separò
ove pure i vescovi permettono far- da immaginando che l'origine
essi,
sene alcuna in vantaggio della sa- del bene e del male nella natura
grestia, e pel mantenimento del di- si dovesse ascrivere a due contrari
vin culto. Dura ancoi'a la questua principi!, il buono, ch'ei faceva au-
pei luoghi di Palestina, per la libe- tore di tutto il bene , e così pure
razione degli schiavi, carcerali ec. della legge di grazia tutta spirante
Il Gararapi nelle sue Memorie pag. indulgenza e misericordia , l' altro
46 ,j all'erma che si disse cercare cattivo, autore d' ogni male e della
per girare e visitare, che cercare legge mosaica, perchè più dura e
dioecesim era la visita solenne fat- severa. Perciò bestemmiava che Ge-
ta dai vescovi di tutte le loro sù Cristo, figlio del principio buono,
chiese, e che Cerca o Circha si non avea assunto che un corpo om-
,, ,

88 CER CER
bratile, e chepatimenli i di lui stessi ebrei avevano molte leggi ce-
erano soltanto una cosa apparente, rimoniali, che furono poscia aboli-
che troppo crudele spettacolo sareb- te dalla predicazione del vangelo.
be stato pel buon principio, dicea, Il Pontefice Pio IV incaricò Ful-
se quelli veramente si fossero veri- vio della Cornia perugino, di rifoi*-

ficati sopra il corpo reale. E sic- mare il Ceremoniale romano. Sisto


come insegnava che i corpi, cosa V nel 1587 istituì la congregazione
troppo pesante allo spirito, erano pei sagri riti e cerimonie, cui fra
fattura del principio cattivo, così le altre cose diede incumbenza d^ in-
negava la resurrezione di questi, e vigilare sull'esatto adempimento dei
la perpetua loro unione indivisibile sagri riti, restituendo all'antico splen-
collo spirito. Prevenuto dal suo si- dore le cerimonie in disuso, e rifor-
stema, rigettava l'antico Testamen- mando, e migliorando il pontificale,
to, e del nuovo non ammettea che il rituale , e il ceremoniale, cui fe-
il vangelo di s. Luca, e questo a ce di nuovo stampare. Clemente
sua foggia mozzato. Cerdone, sotto Vili ordinò fosse emendato, e pub-
il pontificato d' Igino, insegnò i suoi blicato il cerimoniale dei vescovi
errori , ma non sempre pubblica- da alcuni dottissimi prelati, fra' qua-
mente. Scacciato dalla Chiesa, sem- li Luigi Torres poi Cardinale. Ta-
brò pentirsi; ma realmente non fece le ceremoniale venne ristampato an-

che mascherare una troppo dannosa che per ordine di Innocenzo X, e


ipocrisia,sotto della quale continuò di Clemente XI, col titolo: Caere-
a spargere le sue massime fino a moniale Episcoporum Clementis Pa-
tanto che di nuovo discacciato, mi- pae VIIIj Innocentu X, et Clcincnli
seramente morì. XI dicatuin.
CEREMONIALE, Cerimoniale e ,
Tuttavolta il Pontefice Benedetto
CiRiMONiALE. Libro, dove è conte- XIII, come quello che per cinquan-
nuto r ordine , e sono registrate le ta anni avea esercitato l' uffizio di
cerimonie, e i riti: Liber caeremo- vescovo, ed avea una profonda co-
niaritm, rilualis, caeremoniarum co- gnizione delle cerimonie sagre vol- ,

dex , ritualis liber. Trae origine le che il cerimoniale de' vescovi


questo vocabolo dal nome latino fosse ridotto nella forma degli an-
caeremonia, che significa culto este- tichi originali, e perfettamente cor-
riore intorno alle cose attinenti a retto , siccome appuntino fu ese-
religione. Si estende ancora il suo guito. Laonde colla costituzione Li-
significato a quegli atti di regola cei alias, Bull. Roin. tom. XII, p.
che si fanno dai principi o magi- 192, prescrisse, che di quello solo
strati nelle azioni pubbliche, e alle si servissero i vescovi per l' avve-
dimostrazioni reciproche, che le per- nire.
sone private si pi'aticano tra di loro Nell'anno i74'> affinchè fosse os-
per onoranza. Nel dizionario fran- servato il precetto dell' Apostolo il ,

cese delle origini, sotto il titolo di quale intima a tutti di darsi a vi-
Cerimoniale si accennano quelle de- cenda r onore dovuto Benedetto ,

corazioni esteriori, atte a distinguei'c XIV, mediante la costituzione Qtiod


ed a far riconoscere le persone co- apostolus, che emanò ai i5 mag-
stituite in dignità, che si dicono sta- gio, Bull. Maga. tom. XVI, p. 28,
bilite dalla più remota antichità. Gli prescrisse minutamente in undici c:.\-
, ,,

CER CER 89
piteli, il cerimoniale di civiltà _, e in gratitudine all' ospitalità de' cere"
convenienza, che si doveva praticare tani , chiamate cerimonie tutte le

cogli arcivescovi, \escovi ,


presidi, azioni sagre, che dipoi celebrarono.
governatori , vice-legati dello stato Parlando s. Isidoro dell' etimolo-
pontificio, e fra loro medesimi. Sul gia della parola Cerimonia, lib. ^\
cerimoniale poi delle lettere della cap. 9 de ofjìciis nnm. 28 tom. I
corte di Roma, va sopra tutti pie- Open, dice : " Caeremonia apud la-
ferito Francesco Parisi, il quale con tinos dicuntur sacra omnia, quae
un' opera in quattro volumi pubbli- ' apud graecos Orgia vocantur. Pro-
cata in Roma nel 1785, ed intito- » prie aulem visum est doctoribus
lata : Istruzioni per la gioventù im- > a carendo appellari caeremonias
piegata nella segretaria^ dà ogni ci quasi caerimonias, eo quod iis
nozione, e regola in argoménto, es- quae in sacris divinis otferuntur,
sendo il più compito ed encomiato 5 homines, quod
in suo usu carerent
cerimoniale epistolare. Sui Ceremo- > etiam nomen in usu est littera-
niali della Chiesa romana riformati, ' rum sanctarum. Alii caeremonias
o composti dai maestri delle ceri- > proprie in observationibus Ju-
monie Pontificie, si può consultare > daeorum credunt, abstinentiam
l'articolo Maestri delle Cerimonie quarumdam escarum se-
scilicet

Pontificie. cundum veterem legem, eo quod


CEREMONIE. La Ceremoniaèun observantes careant his rebus
complesso di diverse azioni, forma- quibus se abstinuerint ". Pompeo
lità, e maniere di agire, che servo- Sarnelli nel tomo II delle Lettere
no a rendere una cosa più magni- ecclesiastiche, lettera li. Delle eti-

fica e più solenne, e secondo la mologie della parola cerimonia, ri-

Crusca , essa è vm culto esterio- porta le definizioni della Chiosa, di


re intorno alle cose attinenti al- Valerio Massimo, del dottore s. Tom-
la religione. Altri definisce questa maso, di Macrobio, e dell'altro dot-
parola per un segno esteriore, od tore s. Agostino, e stima che la pa-
un' esterna dimostrazione de' senti- rola cerimonia derivi da Cere ca-
menti del cuore, secondo l'etimolo- pitale dellaToscana [Fedi), da un
gia che deriva di car^ her il cuo- tempo anteriore alla mentovata epo-
re, e da monco j avvertire, far co- ca, giacche ne' primordii di Roma
noscere. Le altre etimologie di que- dieci figliuoli de' principali romani
sta parola sono , o quasi Caereris furono mandati colà per appren-
viunia, oblazioni di Cerere, accom- dervi la religione in uno alla disci-
pagnate da grandi cerimonie ai co- plina delle cose sagre, che appella-
voni, alle biade, e ad altre primi- rono da cJiaere, caeremonìa, e ce-
zie della terra, che si offerivano a remonie. Anche il Macri, nel defi-
quella dea; o di Cere e munia^ da nire la cerimonia per un' azione sa-
Cere o Ceri città vicino a Roma, nella gra, e culto esteriore di religione
quale i romani ritiratisi colle vestali, la dice così chiamata da Cere, per
e sacerdoti allorché i galli invase- le descritte ragioni. K. il Burio Ono-
ro Roma , liberamente esercitarono masticon etym. in caeremon.
lutti i religiosi misteri , e sagrifizi La Chiesa ha ritenuta questa vo-
secondo la primaria istituzione di ce per indicare tuttociò, che appar-
JN urna ; il perchè vollero i romani tiene all' esercizio esterno della re-
,, ,

go CER CER
ligione, eh' è un indizio dell'inter- » nomen posse homines convenire,
no culto, che si deve prestare a Dio. » nisi aliquo signorum visibilium
Per tanto le cerimonie ecclesiasti- » nexu copulentur". Con ragione
che sono riti esterioi-i e religiosi pertanto il dotto vescovo Saussai
che accompagnano il divino servizio, impugnò la penna contro i detrat-
istituiti da Gesù Cristo, o dagli apo- tori delle cerimonie sagre, rammen-
stoli, o dalla Chiesa ,
pei* la neces- tandone molte istituite dal Salvato-
sità, o pel comodo, o per la decen- re, e dagli confermandole
apostoli, e
za e la pietà. Le cerimonie sagre coU'autorità di s. Agostino, di s.
sono d' istituzione divina, dappoiché Cipriano, e del terzo concilio Car-
leggiamo nel Levitico, che Dio pre- taginese.
scrisse a Mosè le cerimonie da os- Il medesimo Macri aggiunge, che
servarsi da' sacerdoti nell' offerire gli la ceriiuonia differisce dal rito , co-
olocausti. Gesù Cristo istituì la ce- me r acqua dalla lavanda , giacché
rimonia della sensibile insufflazione, la cerimonia, secondo il sentimento
ad infondere lo Spirito Santo, come del concilio di Trento , è l' azione
sta scritto in s. Giovanni ; '> Insuf- stessa, ed il rito è il modo pre-
» flavit, et dixit eis: Accipite Spi- scritto, col quale si fa l' azione sa-
» rilum Sanctum ". La qual ceri- gra. Il perché dividonsi le cerimo-
monia è pervenuta a noi, e si usa nie dai liturgici, in cerimonie es-
neir amministrare il sagramento del senziali, ed. in cerimonie accessorie.
battesimo ai fanciulli. 11 rimanente Le prime sono quelle, che appar-
de' sagri riti [l^edi) , e cerimonie tengono all' essenza del sagriflzio o
fu lasciato alla cura dei pastori del- dei sagramenti, e che per tal ragione
la Chiesa , come si esprime il cita- non possono variare, come le parole
to s. Agostino, Epist. 54 et ii8. della consagrazione dell'Eucaristia, e
Ed in fatti la maggior parte di della forma del battesimo ec; le secon-
quanto oggidì si pratica neh' eser- de 'o cerimonie accessorie sono quelle
cizio de' divini uffizi, ha avuto ori- che si riferiscono alla decenza, od al
gine dagli apostoli, secondo s. Giro- comodo del servizio divino. Esse so-
lamo, De eccl. doginat. cap. 3 i . Le no soggette a cambiamento, e sono
sagre cerimonie, dice Dionigio Areo- spesso differenti nelle diverse chiese
pagita nella Celeste Gerarchia, sono a seconda dei cerimoniali {^J^edi)
state istituite dagli apostoli, e dai e delle consuetudini, come si tratta
loro successori, acciocché " prò mo- nei relativi articoli del Dizionario. Il

» do ac ratione captus nostri figu- Quarti, ne' commentari alle rubriche


>} ris visibilibus quasi admìniculis del messale, dice che prende co-
si

» quibusdani ad mysteriorum au- munemente il vocabolo Cerimonia


» gustoium intelligeutiam subvehe- per rito accidentale, e che si può
» remur". Ed é perciò, che senza definire cosi : Est actio religiosa
ragione furono reputate dagli ere- ad cultuiii et decentiani sacrificii
tici come invenzioni moderne, e non ab Ecclesia iiistitula. La qual tlefi-
prescritte dal vangelo. Costoro pe- nizione si dà eziandio dal Suarez il ;

rò furono impugnati da s. Agosti- perchè chiaramente apparisce che si


no nel libro XIX, cap. ir, contro può confondere la cerimonia sagra
Fausto, il quale dice: » In nullum col rito accidentale, ma che non con-
» rcligiunis si ve verue, si ve fulsac vieue poi coli'csseuziale. 11 Mcrati
,,

CER CER 91
distingue le cerimonie dai riti , di- col mezzo di certe pratiche parti-
cendo, che i riti sagri consistono nel- colari, senza le quali non si crede-
le preci, epistole, evangeli ec. , le rebbe d' invocar utilmente i santi
quali, a seconda delle disposizioni anch'essa è superstiziosa ; ed essere
della Chiesa, si debbono recitare nel- un cadere nella superstizione il non
la messa, mentre le cerimonie con- seguire nel culto il quale si rende ai
sistono nelle sole azioni, colle quali santi, altre leggi, che la fantasia di
si dicono tali preci, giusta il coman- una divozione stravagante in vece
do della stessa Chiesa, a maggior di onorarli con veri sentimenti di
ornamento ed a decoro del sagri- religione e di pietà verso Dio. C.
flzio che celebrasi. Ed è perciò che de Malines, anno iSyo, Della su-
si chiamano cerimoniali que' libri, perstizione.
i quali prescrivono il modo di dire Sui vantaggi poi, che riportiamo
le orazioni e le preci : e viceversa dalle sagre cerimonie, è a conside-
rituali diciamo quelli, che contengo- rarsi eh' esse prestano, per così dire,
no le preci ossia le altre orazioni, corpo al discorso per renderlo più
che si prescrivono da recitare. Av- vivo, animato, ed espressivo; che
verte poi il Diclich, Dizionario sa- oltre il celebrare i divini uftlzi, e i

gro-lilurgico, pag. che se qual- ì/^S, santi misteri maggior pompa


con
cuno detraesse, o aggiungesse qual- maestà e riverenza, serve ad ispira-
che cosa alle cerimonie, anco devo- re ad essi maggior rispetto e vene-
lìonis causa, presumendo essere ciò razione per parte del popolo, il
meglio, allora peccherebbe ,
perchè quale non apprezza le cose quando
nella bolla di s. Pio V, si dice : non sieno rivestite di qualche appa-
Ne praesumant etc. ( Antoin. Mo- rato; che fanno comprendere l' ef-
lili. In instructione sacerdoliim tra- fetto degli stessi misteri, e provoca-
ci. 3, cap. II. § ultini. ). F; il ci- no le disposizioni necessarie per util-
tato Sarnelli tom. X, lettera XCI, mente riceverli, elevano lo spirito
ove tratta delle cerimonie supersti- ed il cuore alla contemplazione del-
ziose, e come si distinguano. Sulle le cose spirituali, confortano, e nu-
altre etimologie della parola ceri- trono la pietà de' fedeli, ravvivano
monie, si può consultare V Etimo- la loro carità e la fede, e princi-
logicoii lingnae lalinae, di Gei-ardo palmente li distinguono dagli infe-
Gio. Vossio. deli, e dagli eretici. Finalmente le
Riguardo alle cerimonie, che non cerimonie della Chiesa cattolica pro-
si debbono introdurre di privata au- vano la divinità della nostra reli-
torità, aggiungiamo, che siccome il gione, sono una professione di fede,
concilio di Trento avverte, che si una lezione di morale, ed un vin-
dee sopprimere ogni culto supersti- colo di società , che uniscono a
ci

zioso, prescrive ancora, che si deb- pie degli altari , e producono im-
bono risguardare come pure super- mensi vantaggi.
stiziosigli usi, e le cerimonie , che Su questo argomento possono con-
si praticano di autorità privata sen- sultarsi Chardon, Storia cle^ Sagra-
za essere appoggiate a qualche leg- menti toni. II, pag. 68, e seg., il
ge di Dio, e della Chiesa: che la quale tratta delle cerimonie militari
confidenza di vedere riuscire qual- sagrej Amalario, De Ecclcsiaslicis,
che avvenimento il quale si desidera. seu dìviais officiisj Le Brun , Spie-
,

9*^ CEfì CER


gazione delle preghiere e delle cere- tefice , si può consultare l' artico-
nionie della messa j Gavaiito, con lo Maestri delle cerimonie ponti-
le addizioni del Merati, Compendio ficie.

delle Ceremonie ecclesiastiche^ Ve- Fu questa carica ecclesiastica pra-


nezia 1761; Delle Sacre Ceremonie, ticata impo-
nella Chiesa greca, ed
Trattati proposti dal Cardinal Mo- staad un accolito che si chiama- ,

rozzo vescovo di Novara , al clero va Deputatusj ma poi passò all'or-


della sua diocesi, Novara 1827; dine diaconale, e fu uffizio assai co-

Banier, Storia delle Ceremonie re- spicuo e rispettabile, appellandosi


ligiose j CoUet, Trattato da' santi tal diacono Rememoratorius , come
misteri; Clemente Baroni di Gaval- si legge in una lettera della chiesa
cabò, Lettera intorno alle ceremonie di Lione al Pontefice Gregorio X.
e complimenti degli antichi romani, Era eziandio chiamato Suggestor,
Roveredo lySo; ed Angelo Rocca, perchè aveva per uffizio di assistere
nella prefazione del trattato, De il patriarca di Costantinopoli men-
Sacra Summi Pontiflcis communio- tre celebrava, e suggerirgli le ceri-

ne sacrosanctarn miss ani celebrantis, monie sagre , che doveva eseguire ,

Romae 16 io; et Thesaurus Pontifi- e le parole che doveva pronunzia-


ciaruni, sacrarumque antiquitalum, re : ond' era anche detto ammoni-
nec non rituunij praxiunij et cce- tore, f^. Macri, Notizie de" vocaboli
remoniarum, Romae 174^'. ecclesiastici, alle voci Deputatus et
CEREMONIERE, o Maestro dri- Suggestor. Nella Chiesa latina an-
1 E Cerimonie ( Magister caeremo- cora molte cose, attualmente prati-
niarnni ). Ecclesiastico cui incombe cate dai maestri delle cerimonie, era-
regolare le cerimonie e funzioni sa- no proprie dell'arcidiacono, come si

gre. Abbiamo da Paride de Grassìs, legge nel Hierolexicon delMacri,


die Pio II voleva, che i cerimonie- l'accolte dal cap. 2. Extrav. In Or-
ri fossero dotati delle corrispondenti dinationibus concilioruni, e si chia-
prerogative e qualità , ed è perciò mava Admonitor , eo quod omne id
eh' egli ordinò : « quisquis deslina- quod agendum erdt adnionere de-
>i bilur buie caeremoniarum disci- beret. V. Piscara, cap. IH, sezione
>' plinae , sit oportet in corpore I, capo I, Del trattato delle sagre
» robustissimus , in arte scientissi- cerimonie, ove descrive le funzioni
« mus, in mentis promptitudine cir- in cui hanno luogo i cerimonieri; e
» cumspectissimus, ut prò omnibus Bonanni, Gerarchia ecclesiastica, ca-
>» laboret, de omnibus ratiocinetur, po CXXV, De' Maestri delle ceri-
» et omnibus per omnia satisfaciat: monie.
j> ita regulariter sese in suis expe- In detto anticamente
Italia fu
» ditionibus gerens, ut quaecumque cerimoniere maestro delle ceri- il

" fecerit, flerique docuerit, exem- monie, e nelle corti sovrane si co-
» plaria sinl ;
quoniam sicut nihil nol>be la carica di gran maestro
j» sine doctore, et exernplo discitur, delle cerimonie. Nella Francia an-
» ita nihil sine usu , et experientia cora vi era non solo il gran mae-
>» docclur ". Il Diclicli ne riporta stro delle cerimonie , ma il mae-
gli obblighi , e quanto li riguarda ,
stro r aggiunto delle cerimonie
, e
nel suo Dizionario sacro-liturgico, medesime. La carica di gran mae-
mentre per quello del Sommo Pon- stro venne istituita dal re Enrico
, 3,

CER CER 9"?

III nel i585, mentre le altre due sede vescovile vi fu fondata verso
lo furono di poi, come quelle, che l'anno 960, sotto la metropoli di
regolavano l' etichetta , ed il cere- s. Severina ,
34'?- venne
quindi nel 1

moniale della corte. unita a Cariati, rimanendo concal-


CERENICO (s.). Apparteneva a tedrale. Senonchè, il Pontedce Pio
nobile lainiglia di Spoleto. Abban- VII, nel 1818, con bolla, De uli-
donata la patria, recossi a Roma in liorijla soppresse, ed incorporò a
compagnia di Sereno,suo fratello, ove, Cariali stessa, che è sulTraganea di
a cagione dei loro non ordinarii ta- s. Severina. La cattedrale, dedicata
lenti e virtù distinte, furono ambi- a Teodoro martire, aveva il ca-
s.

due ordinati diaconi Cardinali. La pitolo composto di quattro dignità


umiltà, che in sommo grado era in cioè il decano, l'arcidiacono, il can-
essi, mal comportava gli encomii tore, e il tesoriere, con sei canonici,
ben dovuti al merito loro, e pen- ed alcuni chierici. Oltre la cattedrale
sarono di andarsene in Francia, sta- non eravi altra parrocchia, ma i

bilendo il soggiorno nel villaggio di canonici per turno facevano da par-


Saulge, nella diocesi di Mans. Ce- rochi nelle quattro chiese semplici.
renico, che desiderava di vivere in- Eranvi due conventi, uno di dome-
teramente solitario , abbandonò il nicani, l'altro di francescani ; ed al-
fratello, e si ritirò nel territorio di cune famiglie greche erano ammi-
Ilyesmes. Egli dovette in appresso nistrate da un sacerdote del loro
mutare la sua cellella in un moni- rito. V. Cariati.

stero, non sofferendo la sua carità CEREO , o CERO ( Cereus ).


di licenziare quei molti, che usava- Candela di cera, che si mette nA
no di menar la vita sotto la sua di- candellieri, e che si accende duran-
rezione, e fondò una chiesa , dedi- te r esercizio delle cerimonie eccle-
cala a s. Martino, compiuta poi da siastiche , in chiesa ed altrove ,

Mi leardo, vescovo di Seez. Sentiva per uso antichissimo. F^. Candela,


egli così bassamente di sé stesso, e e Lumi.
tanto altamente del ministero sacer- CEREO Pasquaie. Gran cerco,
dotale, che non fu modo alcuno, che si benedice solennemente, e si
che il persuadesse ad assumerlo; accende il sabbato santo, e si pro-
visse tra la orazione e lo studio segue ad accendere durante gli ulli/i
dei libri santi, e mori l'anno 669, del tempo pasquale, cioè alle mes-
o in quel torno. La diocesi di Seez se e vesperi solenni, fino all' Ascen-
ne onora la memoria il giorno set- sione, in cui si estingue dopo il

timo di maggio. vangelo , secondo il decreto della


GERENZA, o GERENZIA {Ge- congregazione de' Riti de' i5 mag-
riinlia ). Città vescovile nel regno gio dell'anno 1607. Avverte il Ma-
delle due Sicilie, nella provincia di cri, che non si trova espresso dagli
Calabria Ulteriore seconda. E situata antichi scrittori tempo, che doveva
il

sopra una montagna, presso la riva stare acceso il Anticamen-


cereo .

destra del Lese in un paese mal te lo era soltanto durante l'otta-


sano. Vuoisi edificata da Filottete, va di pasqua. Negli annali dei fra-
ed anticamente si chiamò Palmento: ti minori si legge, che nel 126
so(Fr"i molto dalla peste nel iSaS, fu decretato si conservasse sino al-
e da quel tempo restò spopolata. La l'Ascensione, accendendolo nelle mcs-
94 CER " CER
se solenni, ed in altre chiese si cap. 8o, che tale tavoletta si ritenne
tenne acceso fino alla compieta del per simbolo del titolo posto sopra
siorno di Pentecoste. L' uso di ac- la croce, e che in essa si scriveva

cendere il cereo in tutta 1 ottava di pure l'anno del mondo, quello del-
Pasqua venne dal considerarsi essa l'incarnazione, l'cpatta, e l'indizio-
come una continuazione della festa, ne. Pertanto dalla benedizione del
e in tutte le domeniche perchè so- cereo derivò costume il di compu-
no riguardate come una ripetizione tare r anno nuovo.
della risurrezione di Cristo sino al- Non si può stabilire, per consenso
l' Ascensione. di tutti gli scrittori, l'origine del
L'origine del Cereo pasquale ri- cereo pasquale. quanto però
Oltre
monta al concilio niceno, celebrato si è detto air articolo Agnus Dei
l'anno St.S, nel quale essendosi sta- DI CERA BENEDETTI, cllC nci primi
bilito il tempo della celebrazione tempi della Chiesa si formavano col
della pasqua , fu incaricato il pa- medesimo cereo, aggiungeremo qui
triarca Alessandrino di pubblicarne alcune altre analoghe nozioni. Ve-
ogni anno il canone, od il catalogo, dendo romani Pontefici, che era
i

e di mandarlo al Pontefice, conte- ben difficile l'abolire gli inveterali


nendo anche le feste mobili, che si costumi del paganesimo ne' popoli , i

regolavano appunto colla pasqua, e quali avevano abbracciato il cristia-


si scrivevano, a guisa di calendario, nesimo, proposero di santificarne
si

sopra un grosso cereo, il quale ve- gli usi, esempio di Mosè, che
ad
niva solennemente benedetto in chie- neir antica legge aveva tramutate
sa. Si deve qui premettere, che nel- in un ragionevole culto agli ebrei
r antichità quando bramavasi che quelle cerimonie, eh' essi avevano
una cosa durasse sempre, s' incideva apprese dagli egizi. In cambio perciò
in marmo, o sul rame; quando si dell' acqua lustrale , che presso i

desiderava che durasse solo per un gentili era in uso, fu istituita nella
lungo tempo, scrivevasi sulla carta religione cristiana l'acqua benedetta;
di Egitto o sulla scorza degli alberi, gli Agnus Dei si fecero invece delle
ma quando volevasi , che durasse piccole figure di cera , che Ercole
solamente qualche tempo, si conten- insegnò agli italiani di consagrare in
tavano di scriverla sulla cera, ed luogo degli uomini, i quali crudel-
appunto sopra una colonna di cera, mente sagrificavansi a Saturno; ov-
che in origine non ardeva, si scrisse vero invece di quei presenti di cera,
il canone pasquale. In progresso di che gli antichi romani regalavano
tempo si scrisse il catalogo,© la ta- a' loro clienti nelle feste saturnali,
vola pasquale sulla carta, sulla per- secondo il decreto del tribuno Pu-
gamena, o sopra ima tavoletta, che blicio.Queste figure di cera, massi-
si appese quindi al cereo pasquale, me di forme tonde, si portavano
e che vi durava per un anno intero; appese al collo qual simbolo di li-
consuetudine, che fu proseguita dalle bertà; il perchè n'era vietalo l'uso
chiese di Roucn e di Tours, non ai servi. A tali figure si attribuiva
che dai cistcrciensi , e cluniacensi ec. . ima superstiziosa straordinaria virtìi,
^. il p. Papebrochio Conatus chron.j ed ci'ano delle specie di que' decan-
propylacum ad acta
i'cl sa. Maxi tati preservativi, chiamali dai latini

pag. c). Dice il Durando, libro 6, Àinulcla^ e Fascini, dai greci Phi-
CER CER 95
lacterìa, e dagli arabi Talismam'. è antichissima. matlina
Si fa nella

Ed è perciò, che introdotto il cereo del sabbato santo, nel modo, che
pasquale, e la sua benedizione, nel dicemmo all' articolo Cappelle Pon-
sabbato santo si benediceva il nuo- tificie, § X, al numero, che descrive
vo, e di quello dell'anno anteriore le funzioni di tal giorno. Prima
se ne formavano diverse particelle però si benediva la notte dello stesso
a forma di bolle coli' impressione sabbato, come si raccoglie dalle pa-
del divino agnello. Nella domenica role della benedizione Exiiliet jatn
in Albis, dopo la comunione veni- ec, le quali, secondo il Durando,
vano esse distribuite al popolo, che Rat. lib. 80, num. 2, si
6, cap.
divotamente le conservava contro i attribuiscono a s. Ambrogio. Tutta-
maligni spiriti, e le procelle. Quindi via osserva il Macri che quella del
vennero attaccale al collo de' cate- messale ambrogiano è diversa dalla
cumeni nel di del loro battesimo nostra. Altri affermano averla com-
qual segno di libertà, che Dio loro posta s. Agostino. Certo è ch'egli,
avea concessa colla remissione delle De civit. Dei, lib. XV, cap. 22,
colpe. scrisse in lode del cereo pasquale,
Gli /4gniis Dei si diedero a' fe- intorno qual cosa si può con-
alla
deli in memoria del trionfo, e della .sultare Baronio all'anno 4'^ § 7^-
il

risurrezione di Gesìi Cristo, di cui Né deve tacersi, che vuoisi attribuire


è figura il cereo pasquale, mentre eziandio a s. Leone I , del 44^^» o
dall' antica sua forma a guisa di a Pietro diacono monaco cassmese.
colonna si volle denotare, se spento, Alcuni finalmente pretesero, che uti
la colonna di nuvole , e se acceso secolo prima del pontificato di san
quella di fuoco, che precedette gli Zosimo, fosse introdotto il rito di
israeliti nel deserto. Ed è perciò, benedire il cereo nel sabbato santo,
che in molte chiese il cereo viene appoggiali suir inno di Prudenzio
collocato su di una colonna di mar- del IV secolo, che ha il titolo: Ad
mo, anche in memoria di quelle di incensimi Cerei Pasclialis. Ma aven-
cei-a, cui Costantino fece fabbricare do il p. Sirmondo, nelle annotazioni
'
perchè ardessero nella notte di pa- ad Ennodio Ticinense ( Opere tom.
squa, per lume a' fedeli, i quali I, pag. 1043), riscontrati gli anti-
celebravano i divini uffizi, sebbene chi codici , e veduto che quella non
altri sostengono che a ciò servisse è r iscrizione dell' inno, ma sì la
soltanto lo stesso cereo pasquale il , seguente: Ad
incensmn lucerna;, ha
quale continuava ad ardere sino alla fatto conoscere, che si parlava non
fine degliuflìzi del giorno di pa- del cereo pasquale, ma del fuoco
squa. V. Lattanzio lib. I, Ae Divini che ogni sabbato si ritoglieva dalla
uffizi3 cap. ?, i; Macrobio, àe Satur- pictrjj per accendere la lampada
nali, lib. I, cap. 17; il Pierio, dei nelle chiese , come riflettono il To-
Jeroglijlci lib. IV s. Gregorio Na-
; massino, De Feslis lib. II, cap. i4,
zianzeno, nella sua XL Oniilia sopra num. 18; Menardo nelle note al
s. Gio. Battista; Mureto nelle diver- Sagramentario di s. Gregorio pag.
se Lezionij ed il Baronio nelle note 90; e Marlene, De antiquit. eccles.
al Martirologio Romano^ al secondo pag. 4o5.
giorno di febbraio. Al .secolo V, e nel pontificato di
La benedizione del cereo pasquale s. Zosimo, eletto l'anno 4'7j ^^
, ,

96 CER CER
concesso alle parrocchie di usare il del Redentore, e si accende per in-

cereo pasquale, ciò che primn era dicare la risurrezione del divino suo
permesso soltanto alle magi^iori ba- corpo. Ma quanto spetta alla bene-
siliche, dediicendo da ciò Sigiberto dizione del cereo, ed al significato
in Chronìcon, che s. Zosimo fosse delle sagre cerimonie relative, ven-
l'autore del cereo, contraddetto pe- ne descritto nel citato articolo delle
rò da tutti, e principalmente da Ma- Cappelle Pontificie. Solo qui aggiun-
billon. De Gallicana lib. IT,
li turg. giamo, che Pierino del Vaga Buo-
pag. i4' ; da Martene, De Jnliq. naccorsi incominciò a dipingere i

Eccl. Discipl. cap. ^4; da Girolamo cerei , ch'essi si adornano con carte,
Gigli in Epist. s. Cathar. Sen. par. e talchi di colori diversi, e che nelle
ir, ep. 87, pag. 5^4; e da Lam- descrizioni di due benedizioni del
bertini, De Fest. Christi , par. I, cereo pasquale del secolo XII, tolte
§ 394, pag. 168, e frisi. Sg, pag. 197. dagli archivi di Montecassino, e della
Altri riti sulla benedizione del cattedrale Gaeta, riportate dal
di
cereo voglionsi attribuire posterior- Cancellieri capo VI della suri
nel
mente anco ai Pontefici Onorio 1, Appendice alla Settimana Santa,
del 67.5, e a Teodoro I del 64^; si legge che il cereo adornavasi di
leggendo nel Macri, che anticamente fiori e veniva acceso da una colom-
,

accendevasi col lume conservato nel ba. P^. Sarnelli, tom. X, pag. 170,
giovedì santo, e che nel sabbato Della benedizione del cereo pasqua-
santo, oltre il cereo pasquale, si le ^ ove spiega quella parte della
portavano in processione due altri medesima, che dicono felice la colprt
cerei minori, i quali prendevano il di Adamoj e Job. Andr. Schmid,
lume dal cereo maggiore, per deno- Programma de Cereo Paschali
tare come gli apostoli illuminati da Heimstadii, 1698. Il p. Andrea
Cristo sparsero da per tutto la luce Schot gesuita, nel 16 io, pubblicò
del santo vangelo. Pertanto il cereo a Tournai le opere di s. Ennodio
pasquale un emblema di Cristo,
è vescovo di Pavia morto nel 52 1, e.
che fu la luce del mondo, e che ci nel 161 1 l'altro gesuita p. Sirmondi
'risuscitò da morte. Lo benedice un ripubblicolle con eruditissime giunt;;
diacono per indicare, che non fu- e note, nelle quali vi sono due nuo-
rono gli apostoli, i quali imbalsama- ve formule per la benedizione del
rono il corpo di Cristo, né i primi cereo pasquale, con cui s' implorano
che annunziarono la risurrezione, le benedizioni del Cielo pei fedeli
ma i discepoli, e le sante donne. Lo contro i venti, le tempeste, e con-
stesso diacono infigge nel cereo tro tutti i mali, dei quali sono mi-
prima di accenderlo, i cinque grani nacciati dai loro invisibili nemici.
d' incenso in forma di pigne, quat- Da Ennodio pertanto sappiamo an-
tro inargentale, e quella di mezzo cora, che le goccie e particelle di
dorata, lo che può significare l'azio- cera, le quali cadevano dal cereo, si
ne Giuseppe d'Arimatea, e degli
di distribuivano perciò nella domenica
altri che imbalsamarono
discepoli , in Albis al popolo, e che i fedeli le
il corpo di Cristo con profumi pri- bruciavano per allontanale dalle
ma di collocarlo nella tomba, con- loro case e persone i cattivi influssi

siderandosi pei cinque fori ove si de' maligni spiriti. Né vuoisi riguar-
appongono i grani le cinque piaghe dare questa antica pratica come su-
,

CER CER 97
perstiziosa ,
perciocché non se ne r ed una delle dodi-
Italia centrale,
aspcllava già infallibilmente l' efiet- ci primarie città etrusche, che i pe-
to, ma lo si sperava dalla grazia lasgi ed aborigeni abitarono, e che
di Dio, la quale veniva dimandata da essi, o dai siculi venne edificata
unicamente dalle preghiere della quattordici secoli circa innanzi la
Chiesa, rivolte per mezzo delle bene- nascita di Gesù Cristo. Il Cerreta-
dizioni a questo fine. no emporio, ossia Santa Severa, Pyr-
CERETAPA, o CHAERETAPA. gij serviva a questa città di porlo
Sede vescovile della Frigia Pacazia- e arsenale, e ne rendeva attivissimo
iia, neir esarcato d' Asia, eretta nel il commercio. Soggiogala dai tir-
quinto secolo, sotto la metropoli di reni o etruschi /{gylla, prese il no-
Laodicea. me che significa buon gior-
di Caere,
CERETO (Ceretum). Città vesco- nOj togliendola al re Mezenzio, Que-
vile di Moldavia, nella quale risie- sti prese le parti di Tiu-no re dei
deva, nel secolo XIV, un vescovo rutuli contro Enea, e dopo la mor-
greco, riunito alla Chiesa Romana te del Trojano, il fiume Tevere se-

dai missionari speditivi da Urbano gnò il confine fra i latini, e i ceriti.

V. Abbiamo dal Rinaldi, all' anno Senonchè, vinti essi da Tarquinio


iSyo n." 7, che il duca di Molda- Prisco, il successore Servio Tullio
via Latzko, conoscivita la verità del- poi interamente li sottomise a Ro-
ia Chiesa cattolica per mezzo dei ma. Acquistò Ceri nuova celebrità
frati minori, abiurò lo scisma, sup- per l'esilio de' Tarquinii, e pel rico-
plicando il detto Pontefice a dichia- vero dato alle vergini Vestali, che
rare città Cereto nel suo ducato, nel quarto secolo di Roma all' ar-
nella diocesi llaliese, allora occupa- rivo de' galli vi nascosero il fuoco
ta da un vescovo scismatico, e quindi sagro, seguite dai Flamini, e dagli
a dargliene uno cattolico pel man- altri principali sacerdoti romani. Laon-
tenimento della fede. Laonde Urba- de ebbero poscia i ceriti diverse
s'

no V ne commise l'esecuzione al- distinzioni dalpopolo romano, dive-


l' arcivescovo di Praga, ed ai ve- nendo la città anche municipio. JVei
scovi di Wralislavia , e di Craco- tempi di Trajano si maiìteneva an-
via ingiungendogli ordinar vescovo
, cora fiorente.
di Moldavia Andrea da Cracovia Dalla vita del Pontefice s. Felice
de' frati minori, dotto e virtuoso II si rileva, che l' imperatore Costan-
personaggio, il quale ebbe, sino al zo, seguace degli ariani, lo rilegò a
i497, dodici vescovi per successori. Ceri nella via Aui'clia, diciassette
Quindi, verso l'anno i5oo, la se- miglia lungi da Roma, ed ivi pafi
de di Cei'eto fu trasferita a Baco- glorioso martirio a ii novembre
via o Bacow, ove Clemente Vili dell'anno 365. Trasportatosi a Roma
nel principio d^el secolo XVII, eres- il suo corpo, prima fu sepolto nel-
se la sede vescovile che tuttora e- le terme di Trajano, poi da s. Da-
siste, suffraganea del metropolitano maso I venne trasferito nella basilica,

di Colocza. P^. Bacow. che s. medesimo avea e-


Felice lì
CERI, CAERE, o CERVETERI. Aureha, donde poscia
dificata nella via
Sede vescovile nel vicariato romano. fu collocato nella chiesa de' ss. Cos-
Ceri, o Agylla^ fu una delle città ma e Damiano. Da quanto opina
più antiche, opulente e famose del- il Novaes, tomo I, pag. i3o, sem-
\0L. XI,
7
,

98 CER CER
bra che s. Felice II avesse in Ceri luì allorquando Ottone TU, nel 996,
una possessione di sua pertinenza, e si recò in Roma per tema che gli
quando, nell'anno ySo, il ducato punisse il figlio, perocché, impadro-
romano si sottopose volontariamente nitosi del Castel s. Angelo, domina-
a Papa s. Gregorio II, Ceri era nava sulla città; ma pur troppo
una delle sedici città, che lo com- quel figlio soggiacque al meritato
ponevano. castigo.
Ad onta delie vicende, che ac- Dopo tal' epoca, nel primo perio-
compagnarono la impe-
caduta dell' do del secolo XI, Cere andò sem-
ro di occidente. Cere conservò una pre in decadenza, e dal libro dei
sufficiente popolazione, dappoiché non censi della Chiesa romana del 1192
istava propriamente sulla menziona- si apprende, che il vescovato por-
ta via Aurelia, né sulla spiaggia del tuense pagava due marabotlini prò
mare. Di fatti per diversi secoli con- Castro Caere, giacché non avendo
servò i suoi particolari vescovi, che essa più il proprio vescovo, era sog-
portavano il nome di Epìscopux getta a quello di Porto. Sul princi-
Cerensisj Caerae Episcopus. Altri di- pio del secolo XIII, una porzione
cono conoscersene nove, e di otto del popolo si recò a stabilirsi sopra
ne dà il catalogo Y Ughelli, Italia un colle tufaceo del suo territorio
sagra^ t. X, p. 34; cioè s. Adeo- e questa nuova terra prese il nome
dato, che sottoscrisse al concilio ro- di Caere iwvuni, dandosi all'antica
mano del 499> ^^^ pontificato di s. città quello di Caere vetus, dal qua-
Simmaco; Pietro, che intervenne a le trae origine il moderno nome di
quello del 76 1 sotto s. Paolo I ; Cerveteri cangiamento, che già era-
;

Romano, che era vescovo nell' anno si operato nel i236, come si legge
826 sotto Eugenio II; Adriano fio- da una bolla di Gregorio IX a fa-
rito neir 853 Crescenzio dell' 869
; ;
vore del vescovo suburbicario di Por-
Anniso del 993 Stefano del 998
; ; to. Poco dipoi ne divenne signora
e Benedetto del 1029. Nel nomina- la famiglia Venturini, che il pos-
re però questi vescovi, il Piazza nel- sedette sino al 1470 circa, epoca in
la sua Gerarchia, p. 87, differisce cui Cerveteri tornò sotto l' immedia-
alquanto sulle epoche. ta dipendenza della Santa Sede, con-
Che Ceri fosse importante ne'pri- fèrnmndo Paolo II i privilegi del
mordi IX secolo, e che conti-
del comune.
nuasse ad esserlo almeno sino all'XI In seguito Sisto IV diede Cerve-
secolo, ne fanno testimonianza i di- teri al suo parente Bartolonuneo del-
plomi di Ludovico Pio dell' 817; di la Rovere, il cjuale nel 1487, lo
Ottone il grande, del 9G2, e di vendette a Francesco Cibo, nipote
Enrico II, del 10 14, dai quah ap- d'Innocenzo Vili, dopo essere slato
parisce, che direttamente spettava precedentemente saccjieggiato dai Co-
al dominio della Sede apostolica. lonnesi.Avendo Francesco sposato
Sul declinare del X
secolo la città Maddalena de Medici, sorella di Leo-
promiscuamente venne appellata Cc' ne X, questi, siccome amante della
rum e Cere, venendo occupata da caccia, nei mesi di settembre e di
Renedelto padre del famoso prefet- ottobre soggiornava spesso in Cer-
to di Roma Crescenzio, nipote di veteri; poscia il Cibo alienò Cer-
Giovanni XYH. Egli però la resti* veteri con altri castelli a Virginio
,

CER CER 99
Orsini, la cui iamiglia il vendet- ni conti di Anguillara, che verso il

te al marchese Ruspoli, nell' anno 1470, vi fabbricarono una nuova


1674? "' <liscendenti del quale tutto- rocca. Poi, nel secolo XVI, fu eret-
ra appartiene. Clemente XI, ai 3 ta in ducato, e passò alla nobilissi-
febbi'aio 1709, eresse Cerveteri in ma famiglia Cesi, dai quali pel ma-
principato, in benemerenza di aver ritaggio di Giovanna Cesi, col conte
il marchese Ruspoli armato nella Giulio Cesax'e Rorromeo, genitori del
guerra per difendere i confini del Cardinal Federico, pervenne ai Bor-
Feirarese, a sue spese un reggimen- romei. Questa ultima famiglia, nel
to di fanteria, non ostante la proibi- 1678, la vendette agli Odescalchi, i

zione testamentaria di Rartolommeo quali la possedettero sino al i833,


Ruspoli, autorizzando lui e i suoi di- nel qual anno ebbe ad aajuistarla il

scendenti a poterne assumeie il ti- duca d. Alessandro Torlonia col ter-


tolo. Del superbo palazzo di questa ritorio annesso. E siccome splendi-
famiglia già dei Caetani (Vedi) se do mecenate delle scienze e delle
ne parla a quell' articolo, e per l'al- arti, in progresso vi fece egli ese-
tro suo feudo si può consultare
, guire delle escavazioni coronate da
1' articolo ViGNANELLo. Da ultimo Jjuon successo. 11 perchè è a veder-
Cerveteri, eh' è sotto la delegazione sij Degli antichi monumenti sepol-
di Civitavecchia, ha dato ne' suoi crali scoperti nel ducato di Ceri
scavi molti oggetti antichi e prezio- negli scavi eseguiti da d. Alessan-
si del più grande interesse, massime dro Torlonia, Dichiarazione del cav.
di vasi etruschi, di utensili di bron- Pietro Ercole Visconti, Roma i836.
zo e di lavori di oro, che per una Per conoscere quanto appartiene
gran parte furono acquistati dal re- a Caere Agylla, Caere Velus, Ce-
gnante Pontefice pel museo Etrusco- re Vetere, Cerveteri, Caere novuniy
Gregoriano da lui formato nel Vati- e Ceri si legga il Nibby, Analisi
cano. dei dintorni di Roma, tomo I, pag.
]\on riuscirà poi discaro, che qui 145, e seg. Come ancora di Cerve-
si parli della terra baronale di Ceri, teri, e di Ceri, o Cere, delle loro
che come Cerveteri è posta sopra notizie antiche storiche ed ecclesia-
un colle di tufo, e forse ivi ne'tem- stiche, e delle loro chiese, tratta Car-
pi antichi fu uno dei paghi dipen- lo Rartolommeo Piazza nella Ge-
denti da Cere. Anticamente fu cit- rarchia Cardinalizia, pag. 80, e
tà cospicua, e si chiamò Alsium j seg. In oltre abbiamo dal cav. Lui-
ma distrutta dai ceriti confinanti, gi Canina la Descrizione di Cere an-
colla restaurazione ch'essi ne fecero, tica, Roma i838.
prese il nome dei nuovi dominato- CERILLO o GIRELLA. {Ceril-
ri, r antica metropoli de' quali si lus ). Città vescovile del regno delle
dis.se allora Cerveteri, e la moderna due Sicilie, nel paese de'bruzii, nel
Ceri nuovo , come si accennò di vicariato romano della provincia di
sopra. Fino dal 1346, apparteneva Calabria citeriore, oggidì rovinata
alla fan)iglia de' Normanni, e si as- non rimanendovi che pochi edifizi.

soggettò al famoso tribuno Cola di Es.sa è situata sulla riva del Medi-
Rienzo, essendo allora forte e ricco terraneo, presso la piccola isola del
castello. Indi, sul principio del seco- suo nome. Nei primordi del secolo
lo XV, venne in potere degli Orsi- settimo vi fu eretta la sede vescovi-
loo CER CER
le siiffiaganea della metropoli di opporsi principalmente a queste be-
Reggio, e negli atti del concilio lu- stemmie. Cerinto fini miseramente
terà nense celebrato dal Pontefice s. la vita sotto le rovine di un bagno
Martino I nell'anno 654, fra i cen- che gli cadde sopra. Lo storico IJer-
tocinque vescovi, che v' intervenne- nino, Storia dell' eres. tom. i, e. i,
ro, noverasi il vescovo di Cerillo. afferma che si trovava in quel ba-
CERINTIANI. Eretici discepoli gno s. Giovanni evangelista quando
di Cerinto, che visse nel primo se- vi entrò Cerinto, e ch'egli di subito
colo. Era egli di nazione giudeo, e, se ne partì dicendo : partiamoci di
secondo 1' opinione di alcuni, greco. qua per non rimanere sotto alle ro-
Si applicò alla filosofia, che allora vine. Infatti un orribile tremuoto
era un misto della filosofia Caldea ne rovesciò intieramente la fabbrica.

e delle idee pitagoriche e platoniche, CEROFERARI, o PORT ACE-


e pretese di riformarne i principii. RI ( Ceroferarii). Sono la stessa co-
Insegnò dunque, che un Dio esiste, sa che gli accoliti [Vedi). Debbono
autore dell'esistenza; ma questo es- essere insigniti dell' ordine dell' ac-

sere aver creato delle potenze o ge- colitato, richiedendo ciò il loro uffi-
nii, uno de' quali era stato il mini- zio, mentre il loro abito è sempre
stro della creazione del mondo, e la sottana, e la cotta. V. Rauldry,
tutti gli altri ne aveano presa a go- par. VII, cap. IV, artic. I, num.
vernare una porzione. Pensava ezian- 1. 1. ^. 5 e IO. Nelle Cappelle
dio, che la legge de' giudei fosse pontificie gli Accoliti o Ceroferari
produzione di uno di quegU spiriti, sono i prelati votanti di segnatura,
e che nel mstianesimo non si do- ma nelle funzioni ordinarie , fanno
vea del tutto abolirla. Aggiugnea, da Ceroferari i cappellani comuni
che Gesù era un semplice uomo del Papa ( Vedi). All' articolo Cap-
nato secondo la carne da Maria e pelle Pontificie si tratta degli uf-
da Giuseppe, e riempiuto di tutte fizi, che esercitano gli uni e gli al-
le doti nel suo battesimo; che anzi tri in tutte le sagre funzioni. V.
in queir istante il Cristo figliuolo Arci ACCOLITO, ed il Macri, Notizia
di Dio era disceso sopra di lui, e de' vocaboli ecclesiastici.
diveniva la ragion della sua sapien- CERRETO, o CERRITO {Cer-
za e de' miracoli. Di più, che code- nelum ). Città vescovile nel regno
sto Cristo nellacrocifissione si era delle due Sicilie, nella provincia di
separato da Gesù, e ritornato al Pa- Terra di Lavoro, capoluogo di can-
dre. Insegnava ancora, che dopo la tone, sul declivio del monte Male-
risurrezione getierale gli eletti avreb- se, presso la riva destra del Cusa-
bero goduti mille anni di piaceri no, influente del Voltiu-no, città ben
sensuali insieme con Gesù Cristo. fortificata, ed una delie più belle
Giusta l'asserzione di Pilastrio ( Hae- della provincia. Cerreto ha rimpiaz-
res. 36 ) , il concilio apostolico di zato il luogo dell'antica Cernelnm,
Gerusalemme nell'acquetare le dis- presso cui Pirro fu vinto da Curio
cordie di Antiochia , ebbe in vista nella famosa battaglia della guerra
di condannai'e eziandio gli errori tarenlina, combattuta l'anno 277
di Cerinto. Ma è certo, secondo avanti la nascita di Gesù Cristo.
quanto dicono i migliori padri, che Nel i656, la peste rapì quasi la
s. Giovanni scrisse il vangalo per metà della popolazione, e nel iGBiJ
,
. ,

CER 101
un terremolo rovi noi la grandemen- di certosini , cos'i chiamata dalla
te. La sede vescovile di Telese , e- gran "Certosa di Grenoble, che ha
retla nel secolo X, nell'anno iGii dato il nome a tutti gli altri mo-
fu stabilita a Cerreto, sufFraganea nisteri dei certosini (Fedi). S. Brii-
della metropoli di Benevento. Ma none costrusse nel 1084 alcune ca-
da ultimo il Sommo Pontefice Pio panne intorno ad una cappellelta
VII nel 1818, con lettere apostoli- dedicata alla B. Vergine Maria,
che, soppresse la sede episcopale di chiamata anche in oggi s. Maria de
Cerreto, e l' incorporò ad Alife, al- CasalibitSj ove si ritirò con alcuni
la quale è concatledrale Telese. Ma- suoi compiagni , e fondò l' Ordine.
gnifica è l'antica cattedrale, deco- Le straoi'dinai'ie neve alluvioni di
rata di superbe pitture, avente ol- avendo poi atterrale e sepolte le
tre una collegiata , e il seminario medesime capanne, venne formato
alcuni conventi, e due monti di pie- nel II 33 dal p. Guigues quinto ge-
tà. V. A1.IFE e Telese. nerale dell' Ordine, un nuovo edi-
CERRI Caelo, Cardinale. Carlo ficio in luogo più basso del primo,
Cerri nacque a Roma nel 1 61 i la cui chiesa fu consagrata da Ugo-
Nel 1629 si laureò nell'archiginna- ne vescovo di Grenoble, prima
e
sio di Roma, e fu annoverato tra monaco certosino. Quest' edifizio ha
gli avvocati concistoriali; poi da Ur- costato più di un milione, ed è di
bano Vili ebbe un canonicato nel- una architettura nobile e semplice,
la basilica vaticana ;
quindi fu fatto non meno che soda.
vicario nel tribunal della segnatura, Il generale dell' Ordine porta il
e nel iGSg uditore di Ruota; poi nome di priore della gran Certosa,
sotto Alessandro VII venne scelto e vi fa la sua residenza. Tale cele-
deputato della sanità, decano della bre edificio fu bruciato otto volte , e
ruota, esaminatore dei vescovi. Cle- fra le altre, nelle guerre di religio-
mente IX, a'29 novembre del i66g, ne del secolo XVI. Quindi dopo la
lo creò Cardinal prete di s. Adria- rivoluzione del declinar del secolo
no, legato di Urbino, e vescovo di XVIII, il governo per conservarlo
Ferrara. Visitò la sua diocesi, e la vi pose un custode, ed cenobio fu
il

arricchii di molto ; nella sua legazio- ristabilito ne' primi anni di quello
ne si rese ammirabile, segnatamente corrente dopo la restaurazione. Nel
nell'orribile terremoto accaduto in dizionario francese delle Origini si

Pesaro a' i4 aprile del 1672. Ma do- legge una poetica descrizione della
po il conclave di Clemente X, ove grande Certosa tratta dal libro di
ottenne ventitre voti pel Sommo Deslandes la natura selvaggia e
:

Pontificato, morì a Roma di settan- piltoresca. Ivi si descrive la Certo- •

tanove anni, e venti di Cardinalato sa, collocata su di una cima alpe-


nel 1690, e la sua cappella genti- stre, intorno alla quale regna il si-

lizia nella chiesa del Gesù ne ac- lenzio,ed i pii eremiti si chiama-
colse la fredda spoglia. Da Pietro no i compagni, o seguaci di s. Bru-
Sassi fu recitata l'orazione funebre none. Si dice quella essere una nuo-
per morte del Cardinal Cerri, e fu va Tebaide aperta al pentimento
stampata in Ferrara nel 1690. ove r uomo può tranquillamente
CERTOSA {Monasterium Car- vegliare sulla sua tomba già mezzo
thusianorumj Carthusia ). Monistero dischiusa. Nel tempio di s. Brunone
, ,

loa CER CER


si rappresenta un solitario ardente insieme ai discepoli, i quali in Ifaliji

di santo zelo, che curvato sotto la sisentirono da Dio chiamati ad ab-


cenere ed il cilicio, veglia, prega, bracciare il genere di vita del san-
e soffre. Sì dipinge poi l'orrore se- to, si ritirasse in una terra, da
polcrale dei boschi taciti e profon- Ruggiero conte di donataCalabria
di, il terrore muto de' chiostri lun- loro nella diocesi di Sqviillace ove ,

ghi, ed in parte bianchi, ed in par- edificarono sul modello della gran


te di color di marmo grossolano Certosa il monistero della Torre,
come è la volta del chiostro; il che fu il primo dal santo fondato
santuario oscuro, e le volte goti- dopo la gran Certosa, chiamandosi
che , le faci funebri , che impalli- la chiesa s. Maria dell' Eremo, p
discono nell'ombra; la voce dei del Romitorio. Questo monistero pe-
bronzi, che risuona nell' aria, e il rò era per quelli , che menavano
cimiterio su cui ciascun cenobita- una vita più austera, mentre un al-
in cella contempla meditando la tro chiamato s. Su^fano in Bosco ^ q

tomba, che lo attende, mentre tut- de Nemore era per quelli, che non
to scuote e commuove il suo cuo- potevano sostenere tanto rigore .

re pieno di spavento , e la morte Questi due monisteri erano quasi


stessa lo avverte dell' immortalità. contigui. Si diede il secondo nel i 192
Alla vista di questo quadro, diflici- a' cistcrciensi, ma Leone X, nel i5i3,

le sarebbe oltre modo il ravvisare lo restituì a' certosini.

molte delle moderne Certose, spe- S. Luigi IX, re di Francia, asse-


cialmente d'Italia, alcune delle qua- gnò ai certosini in Parigi l' antico
li si sono piantate presso alle città palazzo del re Roberto I , i quali
popolose, come a Roma, e a JVa- ne presero possesso nel lO.S'j. Il

poli. ì^. Raffaele Liberatore, la Cer- celebre Cardinal Talleyrand de Peri-


tosa di Napoli, Napoli 1 840 ; l'ar- gueux, che mori nel 364, fece edi- i

ticolo Bologna per la rinomata care la famosa Certosa di Vallechia-


Certosa di quella città; e Bercastel, ra in Perigueux.
Storia del Cristi anesiniOj lom. XIII, Nicolò Acciaiuoli, gran siniscalco
p. II. intorno ìa fondazione della de' regni di Sicilia, e Gerusalemme,
Certosa del Delfìnato nelle monta- nel 1864, eresse la Certosa di san
gne denominate Certose. Appren- Casciano presso Firenze, arricchen-
diamo da Bergier, che un tempo dola d'insigni reliquie. Fu in que-
ì' Ordine certosino ebbe cento set- sta che Pio VI, dopo essere stato,
tantadue Certose divise in sedici nel 1798 detronizzalo dai repubbli-
Provincie, delle quali qu^ appresso cani francesi, vi fu trasferito nel d'i

nominaremo le piìi rinomate. primo giugno, e venne ivi più vol-


Urbano II, già discepolo di san te visitato dal gran duca Ferdinan-
Brunone, sei anni dopo la fondazio- do III, e poi da Carlo Emmanue-
ne della Certosa, obbligò quel santo le IV, re di Sardegna, in uno alla
a recarsi in Italia, ailine di aiutar- sua consorte ven. Maria Clotilde
lo co' suoi consigli, ed essendo rima- di Borbone; laonde ])arccchi brevi
sto vacante l'arcivescovato di Reg- apostolici sono datati dalla Certosa
gio, il Papa lo nominò a quella se- di Firenze, ove il Papa celebrò al-
de. Ma egli umilmente si ricusò cune funzioni, e consngi'ò in arci-
il perchè Urbano lì gli permise, che vescovo di Corinto monsignore Spina
CER CER Jo3
poi Cardinale; quindi ai -27 marzo di s. Agostino, poscia nel 14^2 fu
I rgc), gli stessi francesi Io presero accordata che vi ave-
ai certosini,
dal sagro recinto della Certosa , e vano un comodo monistero, ed una
lo portarono in Francia. bellissima chiesa.
Presso venne fon-
I^isa, nel iSGy, Giacomo I, re di Scozia fondò ,

data la magnifica Certosa, da un nel i43o in uno de' sobborghi di


sacerdote chiamato Nino Pucci, con Perth una gran Certosa chiamata
bellissima chiesa ornata di colonne Valley, ossia Casa della virtù, e
e di superbi marmi. Gregorio XI ,
vuoisi, che fosse la più bella abba-
nel iSyS, tolse benedettini dall'an-i zia di tutta la Scozia, la quale venne
tico monistero dell'isola di Gorgo- devastata insieme ad altre Certose
na, e vi trasferì i certosini di Pisa, nella liforma religiosa del reame.
donando loro l'isola; ma molestati Finalmente il Sommo Pontefice
dai corsari furono costretti nd ab- Pio IV, con disegno di Michelan-
bandonarla nel pontificato di Marti- gelo Buonarroti, fece ridurre una
no V, e ritornarono all'antica loro parte delle vaste terme di Tito in
sede. Roma, ad uso di chiesa, dedicando-
Gio. Galeazzo I, duca di Milano la nel i56i a s. Maria degli An-
nel 1378, fece erigere la celebratis- geli, e chiamandovi alla custodia i

«ima Certosa di Pavia , e vi volle monaci certosini che abitavano il ,

essere sepolto. Le fabbriche, che monistero unito alla basilica di san-


compongono questo rinomato moni- ta Croce in Gerusalemme loro da-
stero, massime la chiesa edificata a to nel 1369 da Urbano V, ove
foima di croce, sono degne di ve- l'alia alloi-a era poco salubre, ed
nerazione. Nel parco grande, che insieme diede ad essi la contigua vasta
cinge la Certosa nel i535 fu fatto Certosa edificata dallo stesso Michel-
prigioniero dall'esercito di Carlo V, angelo , la cui corte o chiostro è
il re di Francia Francesco I. singolare per la sua grande qua-
Fra le numerose Certose, o ino- dratura, circondata da lUì portico
nisteri, che ì certosini avevano in sostenuto da cento colonne, avendo
Inghilterra, la più celebre fu quella intorno le celle i certosini, co' quali
di Gesù di Betlemme sul Tamigi risiede il procuratore generale del-
nella contea di Surry, fondata nel l'Ordine, ch'è sempre priore di que-
i4i4 d^l ^"6 Enrico V, ed egual- sta Certosa. F. il Rinaldi all' anno
mente rinomata fu l'altra di Lon- 1
')62, numero 189, e l'articolo
dra presso West-Smithfield, fonda- Chiesa di s. Maru degli Angeli,
ta dal cav. Waltero Manny, indi Nello stesso stato pontifìcio evvi an-
distrutta nel regno di Enrico Vili, che la Certosa di Trisulti presso la
seguita dalla strage de' religiosi in città di A latri. In una solitudine,
odio del catlolicismo. Dipoi aven- fra i boschi e i burroni, ove zam-
dola , nel 1 6 1 I , acquistala Tom- pilla un ruscello di acqua, si ritirò
maso Sutton , vi fondò un ricco s. Domenico Loi'icato nel secolo de-
ospedale. ci moprimo, fuggendo la barbarie di
L' isola delle lagune di Venezia, quel secolo, avanzo del precedente.
chiamata già di s. Andrea del Lido, Quivi egli fondò un monistero, che
e data ad abitare sino dai primi quale abbate governò per dieci an-
tempi della repubblica agli eremiti ni. L'abbazia prese il nome di san
5, , ,

io4 CER CER


Barlolommeo venne dedicata.
, cui RifTerio, procuratore generale de'cer-
Dopo averla lungamente posseduta tosini,non si fa parola delle osser-
i monaci benedettini, il sommo Pon- vanze delle monache forse per la ,

tefice Innocenzo III, verso l'anno conformità di quelle de' monaci ,


1208, la concesse a' religiosi certo- benché scriva il p. Tutin nella Sto-
sini, che vi formarono la Certosa, ria dell' Ordine certosino, che il b.
che tuttora è in florido stato. L'ospi- Giovanni- spagnuolo diede alle mo-
talità, cui essi esercitano, fa ammi- nache alcune costituzioni da lui fatte
rai'c ai passeggieri le loro virtù; ed pel monistero di Pre-Bajon, fondato
il maestoso ed insieme semplice edi- nel i23o. Osserva il Bergier che ,

lizio, che in sé raccoglie le incan- a' suoi tempi vi erano soltanto quat-
tatrici bellezze della natura , ed i tro monisteri di certosinein Fran-
conforti soavi della religione, merita cia, ed uno in Savoja, fondati nei
di essere ricordato. secoli XIII, e XIV. Il piccolo nu-
CERTOSINE. Ordine di mona- mero de' loro monisteri vuoisi di-
che. Non si conosce l'origine di que- pendere dall' estrema solitudine, che
ste religiose perchè non istituite da l' istituto prescrive, il quale non può
s. Brunone però si sa di certo
; in generale convenire alle donne,
cheilloi'o primo monistero fu fonda- ed è perciò, che le certosine hanno
to mentre viveva il p. Guigues quin- più orazioni vocali dei religiosi. Ul-
to generale de' certosini come si , timamente si contavano quattro ca-
legge nel catalogo de' monisteri di se di certosine, cioè di Salette pres-
quest' Ordine , inserito in fine degli so Lione PremoI presso Gre-
, di
Statuti stampati nel i5io, in cui noble, di Melan in Savoia, e di Gos-
pur trovasi quello delle Monache di nay presso Bethune nella diocesi di
Bertaud j eretto nel 11 16. Dalla Arras , ritenendosi per principale
cronaca del certosino Pietro Or- quello di PremoI. Però attualmente
^
landò inoltre si apprende , che nel le certosine hanno un solo moniste-
1207 nella Certosa di Destoges vi ro denominato di Croce di Beau-
s.

era una donna chiamata Marghe- regard, nella diocesi di Grenoble


rita, di santa vita, e che nel 1 2 1 poco distante dalla gran Cei'tosa.
Agnese priora di quel monistero fu Le certosine , per quanto è pos-
celebre per le venerande sue virtù, sibile, sono conformi ai certosini
e pei miracoli, cheDio volle ope- neir osservanza domestica e religiosa,
rare a di lei II Bonan-
intercessione. tanto neir uflizio divino, che nei ri-

ni nel suo Catalogo capo ,


XXXV ti e ceremonie della Chiesa, quan-
Delle monache certosine ^ coli' auto- to in molte austerità ed astinenze,
rità di Carlo Giuseppe Morotio, nel eccettuato però, che mangiano in-
Teatro cronologico eli quest' Ordine, sieme nel comune refettorio, e non
parte VI, dice che nel 1282 fu sono obbligate ad osservare con
fondato il monache
monistero di tanto rigore il silenzio e la ritira-
certosine nel Delfinato in un luogo tezza nelle celle. Una volta nel ri-
chiamato Prato Molle o PremoI cevere le fanciulle non prendevano
per opera del Delfino Ugo e di , dote di sorte alcuna, ma se ne am-
.sua moglie Beatrice di Monferrato, mettevano tante, quante ne poteva-
figlia di Pietro conte di Savoja. Ne- no mantenere le rendite del moni-
gli statuii scritti nel i258 dal p. stero. Avanti il concilio di Trento
,

CER CER to5


facevano la professione regolare di vicario che nominano in quell'atto
,

(lodici anni, ma di poi la ridussero insieme colla priora. Tal vicario or-
ad anni Siccome poi i cer-
diciotto. dinariamente abita con uno, o piìi
tosini hanno mantenute molte an- religiosi in una casa vicino al mo-
tiche pratiche della Chiesa, così an- nistero delle monache, per sommi-
che le monache di quest' Ordine nistrar ad esse i sagramenti , diri-

hanno conservata fino al presente gerle nello spirito, ed aver cura dei
l'antica consagrazione delle vergini, loro interessi temporali. Però negli
le quali, dopo aver fatto la profes- statuti dei certosini dell'anno i368
sione solenne, portano il velo bian- fu proibito ai medesimi di ricevere
co sino alla loro consagi-azione, che o d' incorporare nuovi monisteri di
non si fa prima di quattro anni di monache , il che dipoi venne ap-
professione , e di venticinque anni provato dal sommo Pontefice Inno-
di età. Secondo gli antichi Pontifi- cenzo XI.
cali, il vescovo, che le consagra, dà Le vesti delle religiose sono si-

loro la stola sacerdotale, il manipo- mili a quelle de' certosini , cioè di


lo nel braccio destro , l' anello nu- lana bianca , a cui aggiungono un
ziale, la croce, la corona, ed il velo manto bianco il velo nero e il, ,

nero, pronunziando a un di presso soggolo come quello delle altre mo-


le stesse parole, che dice nell' ordi- nache. Ne riportano la figura il cita-
nazione dei diaconi , e dei suddia- to Conanni, e il Capparroni nella sua
coni. Le vergini così consagrate can- Raccolta degli Ordini religiosi a
tano r epistola alla loro messa con- pag. 33. Quando parlano con per-
ventuale, usano la stola quando can- sone secolari , anche parenti, locchè
tano il vangelo all' ufllzio notturno si concede di rado, lo lànno in pre-

di dodici lezioni , non essendo vero senza della priora, ovvero di una,
che ,
quando cantano 1' epistola in o di due religiose, e coperte di ve-
altri tempi, assumano i sagri orna- lo neio. I loro monisteri hanno i

menti Bensì vengono dalle mona-


. termini come quelli dei religiosi
che conservati presso di loro, e con oltre i quali dai mentovati statuti
essi sono sepolte dopo la morte. V. è proibito con gravi pene ai vica-
il Pontificale romano, col commen- ri, ed alle priore d'intromettere i

tario del Catalano, Slilling Disser- religiosi destinati alla loro cura ,

talio de Diaconissis ed Arn. Raisse, senza la licenza del capitolo genera-


Origin. Carthiisianarum Beigli, Dua- le. Di quest€ religiose scrissero an-
ci i632. cora Pietro Sutore, nel suo trattato
Le priore e le religiose promet- sopra la vita àp' certosini, e Teodo-
tono ubbidienza al capitolo generale ro Petreo nella Cronaca della Cer-
dell' Ordine, e sono obbligate a man- tosa, lib. V, cap. 4-
dare ogni anno una lettera della CERTOSINI. Ordine monastico.
promessa ubbidienza. Sono inoltre S. Brunone fondatore di esso , na-
tenute le priore ad ubbidire ai pa- tivo di Colonia, era prima canoni-
dri vicari, che sono i direttori dei co di s. Cuniberto nella sua patria,
loro monisteri ; ma le altre mona- poi della chiesa di Nostra Signora
che promettono ubbidienza solo alla diReims, ed uno de' più dotti teo-
priora, benché tutte, anche le con- logi del suo tempo. Molti storici rife-
verse, professino alla presenza del riscono intorno a lui un avvenimento
,

io6 CER CER


impresso nelle sue Opere pubblica- rispetlo ed ammirazione, e venne-
te nel l 'ìi^y in Parigi avvenimen-
; ro abbelliti i ricoveri della peni-
to di cui trattano egregiamente i tenza, ed assegnate ad essi reudite
Bollandisti, y4ct. Ss. OrlohrÌM, t. Ili, cospicue. E ben il meritarono, es-
tit. 6. Si racconta che pertanto , scudo questo uno dei pochi Ordi-
trovantlosi Brnnone nel 1082 in Pa- ni, che non ebbero mai bisogno di

rigi presente all' esequie del suo ami- riforma Delle ricchezze loro face-
co Raimondo Diocre, dottore pari- vano un lodevole uso a vantaggio
gino, mentre gli si x'ecitava l'ufllzio de' miseri, e vivevano eglino sem-
de' morti, alle parole di Giobbe: pre colla mirabile frugalità prescrit-
Jlesponde ìmlii, alzò il cadavere il ta dalle rigide regole [V. Certosa).
capo, con voce tremenda disse:
e Adunque all'anno a[ 1086 1084, o
Al giusto tribunale di Dio sono ac- da s. Brunone e da' suoi compagni
elisalo j quindi nel secondo giorno si diede incoininciamento all'Ordi-
deir esequie , disse : Dal giusto gin- ne. Superando 1' asprezza, e la ste-
dizio di Dio sono stato giudicato j rilità della selvaggia posizione della
poi in quelle del terzo giorno , Dal Certosa, pieni di fervore incomin-
giusto giudizio Dio sono di stato ciarono essi a fabbricare la chiesa

condannato. Perciò Brunone si de- e nelle sue vicinanze alcune celle


terminò di abbandonare il mondo, distinte, e separate una dall'altra,
e ritirarsi a vivere religiosamente, a somiglianza delle antiche laure
Altri vogliono, che la di lui risolu- della Palestina, e degli eremi pri-
zione di recarsi in un deserto fosse mitivi di s. Romualdo. Quindi il
avvenuta dopo una visione, che ne santo prescrisse a' suoi monaci l'a-
lo invitava. Certo è che s. Bruno- stinenza dalle carni, sebbene infer-
ne si sentì chiamato da Dio alla mi, il lavoro manuale in ore deter-
vocazione religiosa, siccome afferma- minate, un perpetuo silenzio e ri-

no tutti gli autori dell'Ordine cer- tiramento, per attendere più libe-
tosino, e eh' egli, insieme a sei coni- ramente all' orazione , e alla medi-
pagni, andò a visitare Ugo vescovo tazione delle cose celesti, al canto
di Grenoble, Io consultò sul conce- delle lodi divine, alla mortificazione
pito disegno e gli domandò un
, del proprio corpo , ed all' esercizio
qualche deserto nella sua diocesi. Il di tutte le virtìi. Le celle de' cer-
ve^scovo lo condusse attraverso delle tosinisono tutte distribuite nel chio-
montagne in una vallata che gli stro maggiore, con una medesima
donò, presso un villaggio chiamato distanza tra loro, ti'ovandosi in cia-
dal nome delle montagne Cci-tosa ,
scuna quanto è necessario all'uomo,
che in denomina-
seguito diede la che rinunzia al mondo; cioè una
7Ìonc all'Ordine certosino o cartu- camera con camino, che serve
siano, pel quale denominati pur ven- anco per mangiare , altra camera
nero Certose monisteri, che in prò-
i per dormire, una piccola galleria,
gresso fondò quel santo, concorren- un gabinetto per lo studio, una sof-
dovi vari sovrani e personaggi con fìtta alcune guardarobe
, ed un ,

.sorprendente magnificenza. Perchè giardinetto. Quivi si danno loro


essendo allora in somma venera- lutti quegli strumenti , che richie-
7Ìone la vita ritirata e contempla- dono per lavorare, e tutti i libri,

ti va, que' monaci ottennero ovunque che bramano, non uscendo dalle.
CI'LR CER 107
celle che tre volte al giorno por stolico di Urbano II intanto che il

4-ecarsi in coro al mattutino , che lor fondatore gli animava a pi'ose-

recitasi a mezzanotte, alia messa guire nel primitivo fervore e peni-


ponventuale, ed al vespero. Nel ri- tenza mercè frequenti lettere. Ma
,

manente del tempo stanno i certo- non andò guari, che il medesimo
sini costantemente rinchiusi, e man- santo, annoiato dal tumvillo inse-
giano soli nelle celle ove per un , parabile da upa corte, in cui si

finestrino esteriore e chiuso è loro trattavano tutti i grandi affari del


somministrato il vitto necessario ,
cristianesimo con alcuni discepoli ,

fuorché ne' giorni festivi , ne' quali che avea adunati in Roma, passò
vanno in coro a dire tutte le ore car in Calabria, e si fermò nel deserto
noniche, e poscia mangiano unita- della torre, per dedicarsi all'orazio-
mente nel comune refettorio ove , ne, e all'osservanza del suo istituto,
però non mai viene dispensato il ed avendo ricevuto il territorio in
silenzio, venendo loro solo permes- dono da Ruggiero principe della
so in determinati giorni alcun ra- provincia, ivi .santamente movi nel
gionamento fra religiosi, nell' inter- I IO r.

vallo che corre da nona a vespero. S, Brunone non lasciò regola par-
In altri giorni dell' anno è ad essi ticolare ai del suo Ordine,
religiosi

accordato di uscire dal monistero ed i furono compilati


loro statuti
una volta la settimana per andare dal ven. Ouigiies, quinto generalo
a spasso fuori della città, o in luo- de' certosini formandoli a tenore ,

ghi appartati , non essendo lecito di quanto aveva veduto praticare


uscire in ogni giorno che ol supe- dai primi discepoli del .santo. Li
riore, e al procuratore pegli affari chiamò Co.sttnni della gran Cerlor
dell'Ordine. Alle donne è vietato sa, e li rese comuni alle altre ca-
di entrare anclie nelle loro chiese ^
se, che allora erano tre. Quindi s,
eccettuata quella di s. Maria degli Antelmo, settimo generale certosino,
Angeli diRoma, per non essere in- introdu.sse l' uso de' capitoli gene-
teriore , come lo sono quelle delle rali, che si celebrano .sempre nell;^

altre Certose. Certosa di Grenoble, ne' quali si fl^-


Decorsi circa sei anni dacché s. cero diversi regf)lamenti. La prima
Brunone esemplarmente viveva nella nppi'ovazionc dell'Ordine, per parte
Certosa di Grenoble, l'antico suo della Sede apostolica, attribuisce .si

discepolo Ottone da Chatillon , di- ad Urbano li , quando ordinò, col


venuto nel 1088 l'ontefjce Urbano summentovato suo breve, che i com-
li, il chiamò a Roma con precetto pagni di s. Brunone, partendo da
di ubbidienza per valersene nel go- Roma , fossero rimessi in possesso
verno della Chiesa, e della sua co- della Certosa di Grenoble; quindi il

scienza. Il santo fu .seguito da al- Pontefice Ales.sandro IH lo confer-


cuni compagni, a' quali venne nella mò ai 2 settembre i i 76. Quest'Or-
città assegnata una decente abita- dine professa molte regole .sue pro-
zione ; ma non poteiido .snifrire le prie, niente ha di comune cogli Or-
distrazioni, ed i disturbi, dopo al- dini segnaci di s. Benedetto , meno
cun tempo fecero ritorno alla Cer- ! iifìizio divino, eh' è (piasi simile a
tosa, il possesso della venne quale quello di detto .santo, pei' cui aflTatto

^d essi confermato da mi bieve apo- si con.sidera come un istituto parti-


io8 CER CER
col;\re, poiché quelli che il gover- scapolare sino a terra , ed ha nei
nano, hanno il titolo di priori , e fianchi due liste dello stesso panno
non di abbati. Il loro generale ri- bianco, le quali uniscono la parte
siede alla Certosa grande prende
,
anteriore, e la posteriore dello stesso
il nome di priore di essa , ed è scapolare , che chiamano cocolla.
inamovibile ed a vita. Diverse vol- Quando escono dal monistero fanno
te le costituzioni di quest'Ordine fu- uso di vma cappa nera col cappuc-
rono corrette, perchè sebbene fatte cio del medesimo colore. I conversi
nel capitolo generale, non hanno si lasciano crescere la barba , ed
forza di obbligare, se non sono con- usano la cappa di color bigio , o
fermate in tre capitoli parimenti castagno.
generali. Quelle , che attualmente Un tempo (juest' Ordine contava
sono in vigore , le medesime sono cento settantadne monisteri ( settan-
del iSyB, che corrette da una con- tacinque de' quali in Francia , di-
gregazione de' Cardinali furono pub- visi in sedici provincie )
, essendosi
blicate nel i58r, e poi confermate propagato nell' Italia, nella Spagna,
nel 1682 dal Pontefice Innocenzo nella Germaiiia, nell' Inghilterra,
XI. Secondo questi nuovi statuti, nella Francia, nella Fiandra, e in
alcune osservanze presentemente so- altre parti.
no più austere delle antiche, giac- Abbiamo inoltre che Innocenzo ,

cliè il canto, e l'uffizio de' certosi- UT, agli II febbraio i2o5, col
ni sono di rito particolare, essendo disposto della costituzione ^1 Solet
anzi lunghissimo questo secondo , e annuere. Rullar, t. Ili, par. T, pag.
seguendo ancora molte cerimonie e Ilo, approvò i religiosi di Val di
vili antichi della Chiesa. Oltre le Choux, Vallis Caullium, instituiti da
astinenze ed i digiuni frequenti, por- Viardo, monaco converso certosino
tano per camicia una tonaca di saja, di Lugny nella diocesi di Langres

loro è proibito il lino, e dormono nella Borgogna colla regola


, più
sopra un saccone con lenzuola di stretta de' certosini. Tal monistero
lana, e sulla nuda carne usano un era capo d' un Ordine poco consi-
cilicio ed una cintura di corda. derevole, il cui generale prendeva
Il Bonanni riporta la figura dei il titolo di priore. Tuttavolta il Car-
certosini al capo CVIII del suo Ca- dinal Giacomo de Vitri contempo-
talogo, facendo altrettanto il Cappar- raneo , nella sua Storia occidentale
roni nella figura X della Raccolta capo 1 7 , dice che questi religiosi
degli Ordini religiosi^ Roma 1826. piesero l'abito dei cistcrciensi, e ne
Componesi il loro abito di una to- seguivano gli usi. Il Chopin nel suo
naca di panno di lana bianca, le- Trattato dei religiosi, e dei moni-
gata con cintura di cuoio bian- steri, parlando di quello di Val di

co, o con una corda di canape. Usa- Choux, dice che aveva dipendenti
no la cocolla stretta, a cui è attac- ti'enta piccoli priorati. V. il p. He-

cato un cappuccio quadrato, che si lyot, Storia degli Ordini monasti-


mettono quando vanno a letto, e ci, t. VI, pag. 178.
quando stanno in letto; però nel Questo benemerito istituto ha da-
coro, ed in pubblico portano uno to alla Chiesa molti uomini grandi,
scapolare largo, che è il loro vero prelati e scrittori, come s. Ugo ve-
abito, o parte di esso. Scende quello scovo di Lincoln, canonizzato solen-
,

CER CER 109


nemente nel ìlio da Onorio III, consigliere. Creato Cardinale, e nel
s. Antelmo vescovo di Bellay , ed 1 %Q5 Papa col nome di Clemente
altri che in parte diremo. 11, certo- IV, al dire di Novaes, Dissertazioni
sino Ferrari scrisse un trattato per storico-critiche , tomo I ,
pag. 84 ,

qual ragione in quest'Ordine pochi anche nel pontificato conservò sem-


sieno i santi canonizzati, a cui rispo- pre le pratiche del certosino istituto.
se monsignor Sarnelli colla lettera Non si dee però tacere, che Clemen-
XCVIl , del tomo X , dicendo che te IV, lungi dall'essere stato di que-
per le canonizzazioni, oltre le virtù st' Ordine , fu piuttosto confuso con
in grado abbisognano an-
eroico, Fulcodio genitore di lui , che real-
che i miracoli , i quali per lo più mente tiopo la morte di Germana
non si fanno ad intercessione di que- sua consorte, entrò tra i certosini.
sti santi solitari, allìnchè non venga In fatti il p. Benedetto Trombi, nel
sturbata la loro religiosa solitudine tomo V, pag. 246 dd' suoi Annali
colla frequenza de' concorrenti. Di Certosini, stampati con grande cri-
fattisappiamo da s. Antonino, Hist. tica in Napoli nel lyyS, convenendo
EccL, tit. XV, capo 11 , § 2 , che sul monacato di Fulcodio , non la
un monaco della Certosa operando parola del figlio che non avrel)be ,

nel II 75 molti miracoli al suo se- ommesso per gloria del suo Ordine,
polcro, pe' quali grande era il con- se ne avesse professato la regola.
corso delle persone, essendo sturbata Certo è, che i tre seguenti Cardi-
la quiete di que' religiosi, il loro priore nali appartennero ai certosini cioè ,

andò al sepolcro del santo defonto, il b. Nicolò Albergati, il quale era


<• gli comandò, in virtù di santa ob- monaco certosino e vescovo di B(j-
bedienza che in avvenire non fa-
, logna sua patria, e nel 14^6 da
cesse più miracolo alcuno, come pun- Martino V fu fatto Cardinale. Be-
tualmente eseguì. nedetto XIV ne approvò per la
Senza mentovare letterati, e gli i santità di sua vita il culto immemo-
uomini illustri, che uscirono da que- rabile : Alfonso Luigi Duplessis de
st'Ordine, diremo che lo stesso certo- Richelieu , francese , fiatello del ce-
sino Petrejo pubblicò la Biblioteca de- lebre Cardinal di tal nome, visitato-
gli scrittori dell Ordine. , nel 1
609, re dell'Ordine certosino, e da Urba-
continuando altri autori a darci le suc- no Vili , ad onta della sua ripu-
cessive notizie. Al Vaticano, e alla gnanza , fatto vescovo , e poi nel
cattedra di s. Pietro diede questo 1629 Cardinale: Stefano le Camus,
Oidine Ottone Chàtillon francese di Poitiers, monaco certosino, ed ar-
Cardinal di s. Chiesa , e poi Papa civescovo di Grenoble per volere di
Urbano II, il quale dopo essere sta- Clemente X, e nel 1686 creato da
to monaco cluniaccnse , divenne di- Innocenzo XI Cardinale prete del
scepolo di s. Brunone , come si ri- titolo di s. Maria degli Angeli, ap-
riferisce nella sua leggenda nel bre- partenente al suo Ordine.
viario romano ai 6 di ottobre; e, Finalmente la storia di quest'Or-
secondo alcuni, anche Guido Gross dine, che tuttora fiorisce, viene de-
di s. Gilles, perocché dopo la morte scritta copiosamente dal Monastico
della moglie era entrato ne' certo- anglicano di Dugdale; da Dorlan
sini, da' quali uscì per le istanze di Cron. de Certos., da Petreio, Biblio-
Luigi IX re di Francia per esserne teca de' CerLosini, succitato, dal Mi-
no CER CER
leo Origines Carlhusianomni, Colo- nistcro di Palazzuolo nella diocesi
iiiae da Mcleagro Pentimalli
1609, di Albano (f^edi) ,
per ripararvisi
nella Fila di s. Brunone, colla cro- nell'estate, come in effetto ottennero.
nologia di tutti i priori della Certosa, Ciò non pertanto per l' inclemenza
Roma 1621 e 1622, nonché da al- dell'aria di s. Croce in Gerusalem-
tri autori della storia de^li Ordini me, nel capitolo generale del 14^9
religiosi. fu deciso rinunziare il monistero a

Lo stemma de' certosini si com- Papa Martino V, come narra il p.


pone di un globo sormontato da Trombi, al tom. VIII, § yS. Ma il
una croce, circondato da sette stelle, Pontefice lungi dall'accettare, gì' in-

ed avente sotto di sé, e d'intorno coraggi a rimanervi; laonde nell'ai- I


in giro, questa epigrafe: stat crux tro capitolo generale del 1 43 1, ven-
DUAi voLviTUR oUBis. lu Rouia i cer- ne stabilito a maggior decoro del
tosini tuttora stanno nella loro Cer- priore della Certosa di Roma , che
tosa di s. Maria degli Angeli , resi- dovesse in lui uniisi la carica di pro-
denza del procuratore generale, prio- curatore generale dell Ordine, conni
re di essa. Oltre quanto superior- poi si è stabilmente praticato. In
tnente dicemmo , aggiungiamo qui progresso di tempo i cei'tosini fissa-
sullo stabilimento de' certosini in rono ospÌ2,io in Roma avanti la chie-
Roma, che il Pontefice Urbano li sa e monistero, ora distrutto, dietro
diede a s. Briuione per residenza s. Pietro ia Vincoli, ove si trasferi-
de' suoi religiosi la casa annessa alla vano Croce in Ge-
nell'eslate da s.

chiesa di s. Ciriaco alle Terme diocle- rusaleunne finché assunto al pon-


;

ziane, come rilevasi da un breve pro- tificato Pio IV, 3 Tedici j milanese,
dotto dal citato p. Trombi. Così, non ai 27 luglio i56i inviò al priore
senza un' amnjirabile disposizione della gran Certosa, il breve, Mona- ì
della divina Provvidenza, questa con- sttria .si/ignln, e concesse a' certosi- 1
gregazione entrò sino d'allora in pos- ni , come dicemmo superiormente
sesso di questo luogo, che dopo quat- all'articolo Certosa, la chiesa di s.

tro secoli dovca servire di stabile Maria degli Angeli alle Terme di
abitazione a' suoi religiosi , i quali Diocleziano , facendovi erigere con-
ivi alzarono vni nobilissimo altare a tigua la Certosa , ove tuttora fio-

s, Brunone. riscono questi esemplarissimi re-


In questo sito il conte Napoleone ligiosi.

Orsini di Manopello avea stabilito CERVANTES Cardi-


Giovanni,
di erigere un ampio nionistero ai nale. Giovanni Cervantes nacque a
certosini; ma essendo morto nel i366 Lora di Andaluzia. Ottenne la lau-
il conte di Nola suo fratello, otten- rea in ambe le leggi; fu arcidiaco-
ne da Urbano V, a' i8 luglio iSyo, no di Siviglia, e dopo le chiese
ira breve, che dava facoltà ai cer- di Avila e Segovia, ebbe l'arcive-
tosini di poter fondare una Certosa scovato di Burgos. Poi nel i4'JO, ad
presso la basilica di s. Croce in Ge- istanza del re cattolico, da Nicolò V
rusalemme. L'aria insalubre però di conseguì quello di Siviglia; essendo
questo luogo faceva solfrire ogni anno già stalo creato Cardinal prete di
ai monaci , massime nell* estate il ; s.Pietro a' Vincoli, ai 24 maggio
perchè ricorsero essi a Bonifacio IX, 14-26 da Martino V. Eugenio IV, nel
afìinchè volesse loio concedere il ino- j446, lo trasferì al vescovato d'O-
,,

CER iTf
stia, colla legazione al concilio di volle poi erede di tutto il suo avere
Uasilea, col 1). Nicolò Carilinal Al- quando morì nel i5j5 dì sessanta-
bergati; e poi fu inviato a titolo di quattro anni, e cinque di Cardina-
onore da quei padri, che lo temeva- lato. Fu sepolto in quella metropo-
no assai, legato al Pontefice, e ad litana con magnifico elogio.
altri principi d'Italia, per sopire le CERVIA (Cervien.). Città con
differenze tra la repubblica veneta, e residenza vescovile nello stato pon-
Gianmaria Visconti duca di Milano. tifìcio, legazione di Ravenna, posta
Quindi venne spedito alla dieta di sulla spiaggia del mare Adriatico
Magonza, nel i43q, per gli aflàri con piccolo porto, al quale si giun-
del conciliabolo di Basilea, Della sua ge per mezzo d' un canale, avente
casa in Siviglia, fece uno spedale i dintorni lidondanti di slagni, dai
capace di ottanta infermi, dedicato quali si ricava molto sale, massime
a s. Ermenegildo, cui arricchì a suf- dalla palude chiamata Valle
vasta
ficienza; lasciò un fondo per l' an- di Cervia. L' aria è perciò alquanto
nua dote di dodici vergini da collo- mal sana, quantunque nel lyoSsia
carsi in matrimonio nella sua chie-
; stata trasportata la città, coll'erezio-
sa eresse una cappella allo stesso ne di vari
edilìcii nel luogo ove ,

santo con fpiattro cappellanie libe- ; trovasi,avendo gettata la prima pie-


rò dal duro assedio di Siviglia, il tra nei fondamenti il vescovo Ric-
re di Castiglia, e dopo essere inter- camonti ai 24 gennaio, nel pontifi-
venuto Eugenio IV,
alla elezione di cato d'Innocenzo XII. Era dnppriuìa
e NicolòV, morì a Siviglia, nel un quarto di miglia più discosta dal
1^53, contando ventisette anni di mare, in un sito ove l'aria era no-
Cardinalato , e fu sepolto nella sua cevolissima. Antichissima n' è l'ori-

metropolitana. gine, dappoiché Ficocle, o Phyroclc


CERVANTES Gasparo, Cardi- cui succedette Cervia, trae l'origine
nale. Gasparo nacque a
Cervantes dai pelasgi , a' quali si dee la sua
Cacei'es di Polenza nel 5 Eru- 1 1 i . erezione in vuio a varie altre città
dito nelle leggi, e nelle facoltà teo- della regione lungo la costa adriati-
logiche, era vicario generale dell'ar- ca, tutte floride e potenti. Cervia
civescovo di Siviglia, inquisitore del- si repula per una delle cinque città
la fede , arcivescovo di Messina sot- più nobili componenti la pentapoli
to Pio IV nel i56i ; poi nel i568 dell'esarcato di Ravenna. In quanto
ebbe la metropoli di Tarragona. Al all'origine del suo nome, è a sapersi
concilio di Trento fu altamente sli- che Cerere era la divinità più di
mato, trattò presso al Pontefice la tutte venerata in Ficocle in sontuo-
causa dell'arcivescovo di Toledo; e so tempio, i cui ruderi si osservano
a mezzo di Filippo li, lo stesso in Cervara possidenza de' vescovi
,

s. Pio V, a' 17 maggio del iSyo, lo cervesi, chiamata già Caereris Ara.
creò Cardinal prete di s. Bartolommeo Con egual denominazione corrotta-
ali Isola. Poscia nel iSya venne spe- mente denominossi la città, che surse
dito legato al medesimo Filippo a dopo Ficocle per trovarsi eziandio
conchiudere gravissimi affari. Anche nella via di Cerere ; laonde fu detta
a Tarragona celebrò un sinodo, sta- prima Caereria, quindi Ceraia. La
bdì un seminario e un noviziato ai opinione poi di alcuni, i quali ne fì\nno
gesuiti, ed una università, la <juak derivare il uome dagli acervi di sale.
112 CER CER
ch'ebbe sempre Ficocle, non è am- autore Ciistoforo di s. Marcello, vesco-
messa dai critici. vo egli pure di Cervia nel 1 43 i, cele-
Cervia soggiacque ai destini dell'e- bre non meno per dottrina, che per
sarcato , e alle vicende della Roma- la qualifica di nunzio apostolico presso
gna, perdendo i pregi, che la distin- il concilio di Basilea, ove si legge:
guevano. Fu
soggetta al dominio dei »» His accedit quod locum Fla-
in
bolognesi, poi dei forlivesi, indi di >» minum diis Phycoclensium sub
diversi polentani signori di Ravenna. « ethnica superstilione famulantiuin,
Appartenne in seguito ai Malatesta » promulgata jam Christi fide, suc-
signori di Rimini. Di fatti si ha, » honor .... Eleu-
cessit episcopalis
che il Pontefice Nicolò V, ai 29 ago- » therius qui ex Ravenna huc ac-
sto 1449 j naturalizzò Malatesta fi- » cessit, a sancto Apollinare episco-
glio spurio di Sigismondo, e dipoi, » pus ordinatus per octo fere annos,
ai 23 maggio 14^0, gli conferì il » ecclesiam Phycoclensem rexit ".
vicariato di Cervia , che aveva già Questa sede rimase suffraganea del-
dato al di lui genitore ai i4 giu- la metropoli di Ravenna ; senon-
gno i448j con annuo censo, ed inol- chè, avendo Gregorio XIII colla bol-
tre lo assolvette di quello da Sigis- la Universi, elevato al grado ar-
mondo non soddisfatto alla camera civescovile Bologna sua patria , vi
apostolica; ma in seguito con diplo- sottomise il vescovato di Cervia, al
ma primo marzo i4^2, aggiun-
del quale precedentemente, nel iSyg,
se alla città diCesena l'agro di Cer- avea estinto un censo, che gli paga-
via. Finalmente nel pontificato di va la camera apostolica. Di poi il

Clemente VII, e nell'anno 1527, Pontefice Paolo V liberò Cervia dal-


mentre l'esercito di Carlo V asse- la giurisdizione metropolitica di Bo-
diava Roma la repubblica di Ve-
, logna, e la restituì a quella di Ra-
nezia s' impadronì di Cervia , ma venna , di cui è tuttora sutlra-
dopo la pace conchiusa nel i53o ganea.
fra il Papa, l'imperatore e i vene- Cervia venera sugli altari due dei
ziani , Cervia tornò stabilmente al suoi vescovi , cioè s. Paterniano e
soave dominio della Chiesa Roma- s.Geronzio e , la sua sede illustre
na, sotto la quale incominciò ad es- venne occupata successivamente da
sere soggetta sino da quando nel personaggi chiari per virtìi , dottri-
secolo Vili l'esarcato divenne do- na e natali. E primieramente abbia-
minio de' sovrani Pontefici e nella , mo, che Eugenio IV nel i446 f^^e
ultima vicissitudine fu partecipe di vescovo commendatario di C«rvia il
quelle della Romagna. suo nipote Cardinal Pietro Barbo
E tradizione costante, avvalorata veneziano, che nel 14^4 salì sul
dagli statuti della città , essere ve- trono pontificale col nome di Pao-
nuta Cervia alla fede l'anno 5o del- lo II , mentre gU altri vescovi di
l' era cristiana ,
per opera di Eleu- Cervia fregiati della dignità Gu-di-
terio , che ne fu primo vescovo in- nalizia, sono i seguenti Antonio :

viatovi dall'apostolo dell'Emilia san Corraro veneto nipote di Gregorio


Apollinare, discepolo di s. Pietro. XII ; Isidoro Ruteno greco, chiama-
Provasi ciò con un manoscritto ap- to l'apostolo de' greci e ruteni ; Pie-
partenente al Cardinal Paolo Cesi, ve- tro Ficschi de' conti sovrani di La-
scovo di Cervia nel 1 69 j, di cui vuoisi vagna; Guglielmo Alidosi dei signori
CER CES ii3
d' Imola ; Paolo
ed Ottavio Cesi , sagra^ e Pier Luigi Galletti, Lettera
romani; Scipione, ed Ottavio Santa intorno alle serie de' vescovi di Cer-
Croce, pure romani ; Decio Azzolini via ^ Roma 1760. Abbiamo poi da
di Fermo ; Alfonso A^isconti mila- Giuseppe Pignocchi il Catalogo del-
nese; Bonifacio Bevilacqua di Fer- le notizie sinora rilevate dai libri
rara , e Gio. Francesco di Bagno storici, archivi e mss. sopra le sa-
mantovano. Furono poi nunzi della line di Cervia, e loro sali, i domi-
Santa Sede in Francia per la causa nanti suoi e gli appaltatori, Raven-
di Lotario I , il vescovo Giovanni na lySo, e da Pietro Antonio Za-
Tanno 86 1 e al concilio basileese
, nonio, De Salinis Cerviensibus car-
il mentovato Cristoforo ; mentre il mina, Caesenae 1788.
Cardinal Bonaventura Gazola, fino CERVINI Marcello, Cardinale,
al 1820, era stato vescovo di Cer- V. Marcello II.
via, donde venne trasferito alla sede CESARE DE BUS (ven.), Fonda-
di Montefiascone. tore della Congregazione della Dottri-
La cattedrale è un buon edificio, na Cristiana. Questo santo sacerdote
rifabbricata da ultimo dal zelante nacque li 3 febbraio del i544 a Ca-
vescovo Ignazio Gio. Cadolini, ed è vaillon o Cavaglione, città della con-"
dedicata ai santi suoi vescovi Pater- tea Venesina, ove altre volte avea
niano e Geronzio, ed il suo capitolo sede un vescovo, ed ora è soggetta
si compone di due dignità, cioè l'ar- alla diocesi Avignone. Il padre
di
cidiacono, e il prevosto, di dieci ca- di lui chiamavasi Giovanni Battista,
nonici con due prebende ,
quattro e la madre Anna de la Marc, am-
mansionari , e di altri preti, e chie- bedue discendenti da fami-
illusU'i
rici pel divino servigio. L'arcidiaco- glie. Questi conjugi, scorgendo in
no esercita di parroco
le funzioni Cesare le più felici disposizioni, si

nella cattedrale, die è l'unica par- diedei'o a coltivarle con ogni pre-
rocchia della città, sebbene in essa mura, e poiché si mostrò desideroso
vi sieno delle altre chiese ben orna- di abbracciare lo stato ecclesiastico,
te, e r episcopio è unito alla catte- lo mandarono al collegio di Avi-
drale. Sonovi un monistero di reli- gnone, ove si distinse per amore
giosi, l'ospedale, e il seminario da allo studio, ed alle pratiche di cri-
ultimo ripristinato nel 1828 dal pre- stiana mortificazione e carità. Egli
lodato vescovo. La mensa è tassala era fornito di pronto ingegno, e di
nei libri della camera apostolica in solido giudizio, modesto, compiacen-
fiorini duecento. te, e soprattutto geloso della purez-
Fra i cittadini di Cervia , che za. Pi'ima però che avesse compito
in essa fiorirono, merita qui spe- i suoi studi, fu richiamato dal padre
cial menzione Lorenzo Caleppi , a Cavaglione, a motivo delle tur-
il quale fornito di grande inge- bolenze insorte nella Francia per
gno, e delle più belle virtù, dopo opera degli Cesare pieno di
eretici.

luminosa caniera ecclesiastica, bene- zelo per la armò contro i


fede si

merito della Santa Sede, ne rice- nemici della religione, e non appena
vette il premio da Pio VII, che lo questi furono umiliati, fece ritorno
esaltò alla dignità Cardinalizia. alla casa paterna. Senonchè non an-
Sui vescovi di Cervia è a vedersi dò guari , che volle ripigliare la
rUghelli nel tomo II della sua Italia carriera delle armi , ed a tal fine
8
ii4 CES CES
recossi aBordeaux, ove suo fratello per meglio riuscire in questo divi-
Alessandro apparecchiava un'armata samento, pensò di ripigliare i suoi
navale contro la Roclielle, Dopo una studi, e di consecrarsi a Dio nello
grave malattia sofferta in cotesta stato ecclesiastico. Il vescovo di Ca-
città, per cui dovette ritornai'e in vaghone, conoscendo il merito di
patria, pensò di andare a Parigi, Cesare, gli conferì un canonicato,
ove si trattenne tie anni, menando e nel iSSa lo ordinò sacerdote.
una vita del tutto mondana. Ritor- Tanta era la divozione , con cui
nato a Cavaglione, perdette il pa- offeriva l' incruento sacrifizio, che il
dre, ed un fratello canonico della suo volto si accendeva , e gli occhi
collegiata di Salon, il quale lasciò suoi versavano lagrime di tenerezza.
vacanti alcuni benefizi ecclesiastici. 11 ministero della parola fu da lui
Cesare, quantunque cingesse la spa- esercitato con frequenza, ed egli

da, non ebbe orroi'e di entrare in ebbe il conforto di veder molti tra-
possesso di questi beni , e continuò viati rimessi sul sentiero della salute,

a condurre una vita oziosa e dissi- e molti eretici ritornati in seno al-
pata. Ma Dio, che lo avea destinato la Chiesa. La sua carità poi verso
a grandi mise in animo ad
cose, i peccatori era mirabile, e fu osserva-
una povera vedova di campagna, to, che sovente un solo suo sguar-
chiamata Antonietta, e ad un sem- do bastava a convertirli. Legatosi in
plice chierico, di nome Luigi Guyot, amicizia con Alessandro Canigien, pio
di adoperarsi a convertirlo, come di arcivescovo di Aix, intervenne ad un
fatti avvenne. Cesare aprì gli occhi concilio l'accolto da quel prelato, e cer-
.suir infelice suo stato, e cangiò te- cò di ridestarlo spirito di pietà fra i mi-
nore di vita. Ma per difendersi da- nistri del santuario. Fondò una con-
gli assalti de'suoi vecchi amici, recossi fraternita, che fu il modello della
ad Aix, donde passò ad Avignone congregazione della Dottrina Cristia-
affine di approfittare del santo giu- na, e ne fu eletto a superiore; si

bileo. Distaccato col cuore dai beni diede alla riforma dei monisteri ;

di questa terra, rinunziò tutti i suoi incoraggiò il vener. Giovanni de la


benefizi , e recatosi in patria , si Barriere a proseguire nell' impresa
diede alla pratica di ogni maniera di far rivivere lo spirito di s. Ber-
di cristiane virtù, senza punto ba- nardo nella sua abbazia di Feuillans;
dare alle beffe, che di lui faceano aiutò de' suoi consigli un commissa-
i seguaci del mondo. Meditava del rio incaricato dalla santa Sede a
continuo la morte leggeva le vite
, regolare in varie provincie l'Ordine
de' santi che molto aveano contri-
, di s. Francesco ;
provvide affinchè
buito alla sua conversione e si , fossero tolti alcuni abusi in un con-
mortificava con tanta asprezza , che vento di domenicani a Cavaglione,
ne cadde malato. Né contento di ove riformò anche il monistero di
faticare alla sua santificazione, si benedettine, e bandì gli spassi pro-
diede con mollo zelo a pi-aticare le fani del carnevale. Desideroso di
opere di misericordia. Gì' indigenti, attendere alla sua perfezione, si ri-

e gì' infermi furono gli oggetti del tirò pressouna cappella intitolata di
suo tenero amore, e coloro segna- s.Giacomo, posta sopra un monte 'IJ
tamente, che alle malattie corporali poco distante da Cavaglione. Ma
c^uellc aggiungevano dell'anima. K ben presto i fedeli mossi dalla sua
,,

CES CES ii5


santità, si recarono a quella solitu- e poscia in Avignone, e nelle pro-
dine, ed egli fattosi tutto a tutti vincie tutte della Francia meridio-
esercitava il santo ministero. Sei an- nale.
ni ei visse in tal guisa, e in questo Ma le infermità di Cesare anda-
tempo insegnò la legge di Dio nei vano di giorno in giorno auraen-.
borghi e nei villaggi vicini, e dedi- tando. Egli, anziché procurarsi qual-
cossi all'assistenza degli appestati in che sollievo, si mortificava, e rasse-
un borgo chiamato Tauro. Addolo- gnato alla volontà di Dio, reputa-
rato nel vedere, che l'eresia e la vasi felice di poter espiare così i

ribellione infestavano la Francia peccati della sua giovinezza. Da ul-


radunò alcuni suoi discepoli, e sta- timo, dopo aver predetto il giorno
bifi di fare con essi delle processioni, della sua morte, placidamente spirò
affine di calmai'e la collera del Si- li i5 aprile del 1607, in età di
gnore. Né a ciò, concepì
contento 63 anni. Il sommo Pontefice Pio
il disegno di fondare una società, VII, agli 8 dicembre 182 1, lo di-
la cui principale incunibenza fosse chiarò venerabile. Questo santo sa-
d' insegnare e spiegare il catechismo cerdote compose un libro intitolato :

del concilio di Trento. Ottenutone Istruzionifamiliari sulle quattro par-


l'assenso dal vescovo di Cavaglione, ti del Catechismo romano. P~. Ì)oT-
convocò i suoi confratelli nella chiesa TRINARH.
collegiata dell' Isola, e fece un di- CESARE {Caesar). Titolo, che
scorso per eccitarli a dar mano con si dà agi' imperatori, così detti dal
zelo ad im' opera di tanta impor- nome di Giulio Cesare. La Scrittura
tanza. Così ebbe principio la congre- indica ordinariamente V imperatore
gazione della Dottrina Cristiana ( Ve- regnante col nome di Cesare, senza
di) ne\ giorno 29 settembre del 1592. esprimere suo altro nome. Abbia-
il

Avignone fu la prima città in cui , mo dalla storia romana, che il pri-


si stabilì , e l' arcivescovo Taurigio mo a portare il nome di Cesare
ne ottenne dalla santa Sede l'appro- fu Giulio Cesare pretore nell' anno
vazione. Poscia fu propagata nelle di Roma 544- Comunemente si cre-
Provincie del mezzodì della Francia, de derivato questo soprannome dalla
e in appresso' Papa Clemente YllI nascita ed indicante un fanciullo
,

emanò un breve, con cui permise per la cui estrazione fu duopo apri-
se ne fondassero da per tutto degli re il ventre della madre, e quindi
stabilimenti. Dapprincipio i membri si disse: Ccesar a cceso matris utero.
di questa congregazione la governa- Tuttavolta non é chiaro se dopo
vano a vicenda; ma siccome colla quel Sesto Giulio, il quale appunto
bolla di conferma si ordinava, che fu r estratto dall' utero materno,
fosse eletto un capo stabile, tutti tutti quelli della famiglia Giulia
concordemente fregiarono di tal di- prendessero il nome di Cesare. P'.

gnità il santo istitutore. Questi ri- Il Propìnomio isterico ec. Venezia


volse le sue cure eziandio a fondare 1676, alla parola Cesare, ove si
una società di persone pie, le quali leggono le diverse opinioni sull'ori-
si occupasseio ad istruire le giovani gine di tal nome.
nelle cose di religione, e vi riuscì Allorquando poi il senato romaiìo
in modo che nel 1 592 ne fondò una ordinò con decreto, che il sopran-
congregazione nella città dell' Isola nome di Cesare portato da Cajo
n6 CES CES
Cesare dittatore, e primo imperato- nohiUssimus Imperntor nel Hierole-
re romano, sarebbe stato attribuito Xìcon del Macri Bononiae 1765, ,

all'erede dell' impero, questo nome ed il Porcellini Lexicon tothis lati-


divenne un distintivo, e un titolo nitatìs, Patavii 1827.
di onore. Quindi sotto i successori CESAREA {Ccpsa rea Julia). Città
di Cajo Giulio Cesare, essendo pro- metropolitana d'Africa nella Mauri-
prio degl' imperatori il nome di Au- tiana Cesariana , capitale un tempo
gusto ( J^edi ) ,
quello di Cesare fu della medesima, e già grande, illu-
deferito alla seconda persona dell'im- stre e celebre città, ornata da gran-
pero , senza che per ciò 1' impera- diosi edifizi , con magnifico porto
tore cessasse di portarlo. Si osserva, sul Mediterraneo. Gli africani la
che da Marco Aurelio, il quale di- chiamarono Tiqaident 3 o la città
venne imperatore l' anno di Cristo vecchia, e vuoisi che sia la Jole
i6i, sino all' imperatore Valenfe, rammentata dai più rinomati geo-
che lo fu nell'anno 364} nessuno grafi. Si pretende edificata, ovvero
venne dichiarato Augusto, avanti di chiamata Cesarea da Juba l'e della
essere nominato Cesare. Lucio Vero Numidia, perchè egli vi faceva resi-

è il primo ad esser chiamato Ce- denza, e situata presso il luogo chia-


sare avanti di essere imperatore. Il mato oggidì Tenes nell' impero di
p. Aicher, Chronol. iinù'ers. tom. I, Marocco, mentre altri credono che
pag. 2, ann. 189, parlando del ti- presentemente sia Algeri , Algerian.
tolo di Cesare non d' imperatore, sivc Julia Ccesarea, dal Papa re-
ma di successore nell' impero, ecco gnante nel i838 eretta in sede ve-
come si esprime : » Tuncque pri- scovile, e fatta sufifraganea di Aix.
>» mum Caesaris nomen imperatori- Siccome poi divenne la metropoli
» bus proprium, imperii tessera fuit, civile di una porzione della Mauri-
'> adeo ut idem esset Caesar, ac im- tiana nell'Africa occidentale, essa
" perii candidatus relieta , ipsis im- prese il nome di Cesariense.
M peratoribus prserogativa, ut Au- L' imperatore Claudio le diede il
"
» gusti dicerentur. titolo di colonia romana, mentre i

In progresso anche gli imperatori romani per la sua fortezza, larghez-


d'occidente adottarono il titolo di za, ed altezza delle sue mura non
Cesare, onde si dice Maestà Cesarea eranvi potuti giungere che per la
r imperatore. Prima che quello di via di mare. Allorquando gli arabi
Russia assumesse il titolo imperiale, scorsero vittoriosi tutta l'Africa, Ce-
portava quello di Czar, che alcuni sarea era considerabile non .«solo per
credono formato dalla corruzione la sua opulenza, ma per illustri ac-
del nome Cesare, attribuito agli cademie, da cui uscirono filosofi e
imperatori romani; mentre il primo poeti eccellenti, venendo saccheggia-
principe russo, che adottò il titolo ta , e ridotta quasi in cenere nel
di Czar fu Basilio, figliuolo di Gio- 873 da Firmo, ilquale prese il ti-
vanni Basilide, il quale nel i47o tolo di re; ma che poi dovette sot-
scosse il giogo de' tartari, e quindi tomettersi, allorché Valentiniano li
])ose i primi fondamenti di quella mandò Teodosio nell' Africa Cesa-

potenza, a cui è ora giunto il rus- riense. Tuttavia cinquanta anni do-
so impero. Chiama vasi poi Czarina po, mentre incominciava a rimet-
la moglie del monarca. V. Cassar, tersi dalle sue disgrazie, cadde in
CES CES 117
potere de' vandali, che barbaramente litana in parlibnsj vanlaggiosamen"
la bruciarono. te situata inuna bella pianura, a
Cesarea divenne metropoli eccle- piedi monte Argeo, distante
del
siastica della Mauritiana Cesariense quaranta stadi dal fiume Melas. An-
nel IV secolo, e Commanville ne ticamente si chiamò Mazaca ed ,

registra le sedi vescovili suffraganee, Eiisebia j e successivamente la do-


le quali ascendevano al rilevante minarono gli assiri, i medi, e i per-
numero di cento ventuna, delle quali siani, insieme colla Cappadocia, che
si fa menzione ai relativi articoli del avea i suoi re particolari i quali ,

Dizionario. Sappiamo, che Emerito continuarono a governarla ad onta


suo vescovo donatista, era uno dei che Alessandro il Grande avesse
sette famosa conferenza
attori nella reso indipendenti i cappadoci. Alla
di Cartagine pel partito di Donato, morte di Archelao, ultimo di tali

come si legge in s. Agostino, lib. de re, Tiberio um la Cappadocia al-


gestis Clini Emerito cap. i. E Deu- l'impero, e qual provincia romana
terio cattolico fu uno dei custodi la fece governare da un magistrato
delle tavole per i cattolici. Per ter- romano. Dopo essere stata la città
minare le differenze di questa chiesa, chiamata anche yépaniia, e Tisa-
il sommo Pontefice s. Zosimo spedi ria, ricevette
il nome di Cesarea
a Cesarea s. Agostino stesso, della ad onore Augusto, locchè av-
di
quale incumbenza questo dottore venne verso r anno 20 di Cristo.
parla nelle epistole 109, e 209, e Avendo essa adorato il fuoco nella
Possidio ne* fa parola in f^ù. s. Àti- persiana dominazione, e i numi della
giist. cap. 1 4. Grecia sotto i successori di Alessan-
CESAREA. Sede vescovile d'Afri- dro, si abbandonò poscia al culto
ca, nella provincia di Numidia, sotto degl' imperatori romani, il perchè
la metropoli di Cirta. Deuterio suo siebbe- il titolo di Neocere, o guar-
vescovo fu presente alla conferenza diana dei templi innalzati in onore
di Cartagine. Coli. Cari. di essi. Ricevette altresì il titolo di
CESAREA. Città vescovile dell'A- metropoli della Cappadocia, come la
sia minore, nella prima provincia principale città dell'esarcato del Pon-
di Bitinia, eretta nel secolo quarto, to, che comprendeva undici provin-
e sottoposta alla metropoli di Nico- cie nell'Asia minore, e nell'Arme-
media, situala secondo Tolomeo tra nia, essendo stata per lo più ordi-
il fiume Ryndace , ed il monte naria residenza dei re cappadoci .

Olimpo, molto prossima al mare. Poiché la maggior parte de' suoi


Fu chiamata anco Smiralca, ovvero abitanti abbracciò la religione cri-
Smirdeana. UOriens Christ. vi enu- stiana , e distrusse i templi ido-
mera sette vescovi, e quattro latini. latri, incontrò lo sdegno di Giu-
CESAREA, CAEPAREA, o CI- liano r Apostata , che la degra-
PARA. Sede vescovile di Tessaglia, dò de' suoi privilegi, obbligò gli abi-
la cui erezione rimonta al secolo IV. tanti a pagare duecento lire d'oro
E suffraganea della metropoli di La- al tesoro imperiale, e le tolse il nome
rissa, secondo Procopio fu riedi-
e di Cesarea, volendo che si chiamas-
ficata dall' imperatore Giustiniano. se con quello antico di Mazaca.
CESAREA Cappadocia [Ccesa-
DI Tuttavolta rifiorì sotto gl'imperatori
rea ad Jrgoeiim). Città metropo- greci, e quando nel VII secolo do-
, 4,,

ii8 CES CES


pò il regno di Eraclio V impero fu tolici, si adunò in Cesarea un con-
diviso in vari dipartimenti militali, cilio concernente la fede , come si

la Cappadocia con Cesarea sua ca- ha dal Fabricio in Synodico veteri.


pitale, fu compresa in quella del- Verso l'anno 535 , col favore del-
l' Armenia. Allorché poi fu saccheg- l' imperatrice Teodora, riuscì a farsi
giata da Sapore re di Persia, con- nominare arcivescovo di Cesarea
teneva quattrocento mila abitanti. Teodoro Ascida, il quale indusse
Distrutta , e rifabbricata per ben r imperatore Giustiniano a condan-
quattro volte, nel XIII secolo nuo- nare le opere di Teodoro di Mop-
vamente fu ristabilita per opera di sueste , la lettera d'Iba, e lo scritto
un sultano Selgiencide, ma più al diTeodoreto contro i dodici ana-
nord un quarto di lega dell' antica. temi di s. Cirillo. Quindi si condan-
Fu posseduta ora dai sultani d' Ico- narono i tre capitoli [Vedi), che Teo-
nio, ora dai principi della Carama- doro Ascida si era adoperato affinchè
nig ed in fine dal gran signore.
, fossero sottoscritti dai vescovi greci
Attualmente è piccola città cinta facendo punire quei, che si ricusa-
di mura, e dominata da un castel- vano. Recatosi a Costantinopoli nel
lo rovinato , ha alcune moschee , e 552 il Papa Vigilio, fulminò la sco-

si chiama Kaiseriech , o Kaj'serie. munica a chi ubbidisse all' impera-


Si vuole, che 1' apostolo s. Pieti'o tore, che ad intuito di Teodoro
vi abbia annunziato il vangelo, giac- avea emanato altro editto contro i
ché essendo certo, che lo diffuse per tre capitoli, e sebbene l' imperatore
la Cappadocia, non si deve dubita- procurò pacificarsi col' Pontefice
re, che lo abbia fatto anche nella Vigilio nel palazzo placidiano ai 1

capitale. Abbiamo inoltre da s. Lu- agosto scomunicò Teodoro, privollo


ca, Act. i8 , che quando egli da del vescovato , e della comunione
Efeso si recò in Cesarea, vi rinven- cattolica, ordinandogli attendere al-
ne già una chiesa formata, ed ai la penitenza; e ad onta di quanto
tempi di Costantino e di Costanzo fece Teodoro nel quinto concilio
suo figlio, i cristiani erano si nu- generale, i tre capitoli vennero con-
merosi e zelanti , che il mentovato dannati.
Giuliano s' indusse alla punizione Cesarea, chiamata anche Caìsa'
suddetta. Prima però di tal' epoca ,
rij e Kaiserièy divenne
metropoli-
questa chiesa soggiacque ad altre tana nel terzo secolo, e nel seguen-
persecuzioni, il perché leggiamo ii^ te esarcato del Ponto, coi seguenti
s. Basilio, epist. 70 al. 220, tomo III dieci vescovati per suffraga nei : Ni-
p. 164, che il Pontefice s. Dioni- sa, Canmlianay Thenna Basilica,
sio, il quale governò la Chiesa uni- Cissus, Teodosiofìoli, Evaissiis, Se-
versale sino all'anno 372, scrisse riasj Arathia, Epolia, e MetodiO'
lettere consolatorie all'abbattuta chie- poli. Non si conosce qual fosse l'au-
sa di Cesarea in Cappadocia, ed in torità del vescovo di Cesarea , nei
oltre inviò del danaro per persone tre primi secoli della Chiesa ; sem-
siciu'e , acciocché fossero riscattati bra però, che nei concili si sotto-
gli schiavi di essa. Indi nell'anno scrivesse pel primo, forse perchè
363 dopo la morte di Giuliano allora aveasi più riguardo all' anti-
essendosi il successore Gioviano mo- chità dell' ordinazione, che alla pree-
strato favorevole pcgU oppressi cat- minenza della sede. Ma già nella
CES CES 119
metà del terzo secolo , sì sa che raonisteri,ove dimorano quegli ar-
Firmiliano, suo vescovo, avea adu- meni scismatici, che vivono religio-
nato in Iconio iu un concilio i vesco- samente. Poco distante dalla città
vi di Galazia, e di Cilicia , ove si vi un villaggio chiamato Evohe-
è
decretò che il battesimo degli eretici rè, ove esiste un bello e ricco con-
essendo nullo bisognava ripeterlo. vento con chiesa sagra a s. Gio. Bat-
A stento i vescovi di Cesarea si tista, residenza del vescovo armeno

sottoposero al patriai'ca di Costan- di Kajseriè, con circa otto sacerdo-


tinopoli, pel canone XXVIII del ti detti Vartabet, ed il convento ha

concilio di Galcedonia; ma aven- circa ottanta camere. Quel villag-


dolo fatto prima di quelli di Efe- gio è abitato dagli armeni , e da
so, e di Asia, furono considerati pei pochi turchi. Nel vicino villaggio
primi metropolitani del patriarcato chiamato Belehgessi, vi sono la chie-
costantinopolitano ed è perciò, che : sa ed il convento di s. Daniele con
in mancanza del metropolitano di circa trenta stanze , abitandovi da
Eraclea , consagravano e intronizza- otto Vartabet , ma gli abitanti sono
vano il nuovo patriarca. I vescovi tutti armeni. Questi dimorano pure
di Cesarea portarono il titolo di neir altro villaggio Derevank, ossia
eccellentìssimiy distinguendosi fra essi convento della valle, ed hanno la
molti per dottrina e santità, fra i chiesa e convento di s. Sergio, già
quali meritano special menzione s. residenza di un vescovo armeno; in
Firmiliano morto nel 269, s. Leon- somma gli armeni ascendono a no-
zio che intervenne al primo conci- ve mila, ma lo ripetiamo ancora, so-
lio niceno, e da cui fu consagrato no tutti scismatici , dimorandovi i

il primo patriarca di tutta l' Arme- cattolici soltanto di passaggio.


nia, s. Gregorio Illuminatore , che Anche i greci scismatici vi han-
ricevette la sua educazione in Ce- no un villaggio chiamato Singilde-
sarea; e s. Basilio il Grande, che rè, ossia Valle-catena. Vi sono un
morì nel 379. convento, e la chiesa di s. Gio. Batti-
Questa città ebbe un arcivescovo sta, residenza del vescovo greco di
armeno ed un arcivescovo greco
, Cesarea , con sotterraneo , in cui si

per le rispettive nazioni, benché an- venerano le reliquie del santo, fre-
ticamente quello greco estendeva la quentato pei prodigi che in virtù ,

sua giurisdizione anche sugli arme- di Dio vi si operano. Presso poi la


ni. Tali arcivescovati, secondo Com- città, nella montagna chiamata Ali-

manville, avevano per suffragane! daghi, o monte di s. Basilio, si tro-


due vescovati, uno sotto il titolo di va una chiesa oretta in onore della
s. Maria Dei Genitrix, e l' altro beata Vergine Maria, e di s. Basi-
sotto quello d' Hisia. Difatti la chie- lio, uffiziata dagli armeni, e dai gre-
sa intitolata Maria Dei Geni-
a s. ci a un tempo, ma in due altari
trix, fu dagli armeni risarcita, ed separati. Si dice, che in questo luogo
ingrandita, neli834 nel qual an- s. Basilio vescovo di Cesarea vi me-
no restaurarono pur quella di s. nasse la sua vita anacoretica, tra la
Sergio, però piccola. Presentemente rupe della montagna, ed ivi morisse
gli armeni scismatici hanno un vi e fosse sepolto. Questo luogo è mol-
vescovo e tre chiese, oltre due al- to venerato da ambedue le nazioni.
tre fuori della città con due piccoli La santa Sede riguarda Cesarea
,

120 CES CES


di Cappadocia, come una metropoli tutti i giudei. Erode impiegò dieci
in parlibus, colle seguenti diciasset- anni per abbellirla con isplendidi
te sedi suffraganee: Maxiniianopoli, edifici, e rare magnificenze. Diven->
Arat, DiocossareayDora, Emao, ne pertanto metropoli della Palesti-
Jcifjfa, Lidda, Salda, Samaria, Si- na, fu onorata del titolo di colonia
gea, Terme, Tipasa, Tricomia, Zoa- romana, ed assunse il nome di Fla-
ra, Antipatra, Aze, ed Issa, alcu- via Augusta Caesarea. In seguito,
ne delle quali appartenevano a Ce- essendo fino dalla fondazione Cesarea
sarea di Palestina. Laonde i sommi unita alla Siria, l'imperatore Clau-
Pontefici conferiscono tali titoli ai dio donolla ad Agrippa, iiglio di
vescovi in partibus , come fanno Erode; ma alla di lui morte tanto
della metropoli Cesarea. Gli ultimi, la Giudea, che questa città, furono
che ne furono investiti, sono Anto- riunite al romano impero verso
nio Maria Trigona ; d. Carle Em- r anno 44 ^i Cristo, separandosi da
manuele Sardagna de Hohenstein esso soltanto VII secolo, per
nel
che dalla chiesa vescovile di Cremo- opera degli arabi. Al tempo delle
na dal regnante Pontefice, nel con- crociate, s. Luigi IX, re di Fran-
cistoro dei 2 1 febbraio iBSg , fu cia, fece rialzare le sue mura, di-
trasferito all' arcivescovile di Cesa- venendo il soggiorno dei re di Ge-
rea. Da ultimo, per morte del pre- rusalemme. Ma terminate le guerre
cedente, il medesimo Gregoi-io XVI de' crociati , per le gravi vicende
nel concistoro de' 27 aprile 1840, che soffri , poco a poco fu abban-
fece arcivescovo di Cesarea d. Gio- donata dagli abitanti. Questa illu-
vanni Emmanuele Trisarri e Peral- stre città , la quale dopo l' unione
ta, canonico decano della metropo- all' impero era divenuta capitale del-

litana di Messico, coli' indulto della la Palestina, servì di ordinaria resi-


ritenzione di tal dignità. denza ai governatori romani ma de- ;

CESAREA DI PALESTINA {Cce- cadde dal suo splendore, e mentre un


farea Palestine^, o Pyrgos). Città tempo era una delle più grandi e
metropolitana della Palestina, in una belle città dell'oriente, non ne ri-
vantaggiosa situazione lungo il mare, masero che rovine, conosciute sotto
chiamata già Tiirris Stratonis, fin- il nome di Caisar o Cassarla, ed
ché avendola rifabbricata Erode il anche Caisarich.
grande, le impose il nome di Cesa- Il principe degli apostoli s. Pietro
rea in onore di Augusto, facendovi vi recò pel primo la luce del van-
eziandio costruire un vasto porto, gelo, allorquando vi andò a battez-
ad onta degli ostacoli opposti dalla zare il centurione Cornelio , con
natura, che chiamò Sebaste. Sopra r intera sua famiglia. Cornelio, il

un' eminenza poi fece innalzare un quale era di guarnigione co' suoi
superbo tempio, in cui collocò una cento uomini nella città, fu il primo
statua di quell* imperatore, grande gentile, che ricevette il battesimo,
come quella di Giove Olimpico, a come osservano s. Gio. Crisostomo,
segno che Cesarea sembrava piut- Homil. 2 3 in Act. Aposlol. p. 609,
tosto una città pagana, che città e s. Girolamo, Ep. IX, pag. 74,
della Giudea. Infatti, nella guerra divenendo in seguito vescovo di Ce-
sotto Vespasiano, i numerosi pagani sarea, siccome abbiamo da Sangallo,
che r abitavano, fecero strage di Gest. Rom. Pont. tom. Ili, art. X,
CES . CES 1 9. 1

pag. IO 5. Laonde Cesarea fu costi- tervenlo di molti vescovi, ed in esso


tuita sede vescovile nel piiuio secolo fu stabilito,che la pasqua si cele-
della Chiesa. Quindi, dopo che Gerusa- brerebbe nella domenica dopo il i4
lemme "venne distrutta dai romani, della luna di marzo. Reg., Labbé,
i diritti metropolitani furono trasferiti ed Arduino tom. I, Eusebio in
in Cesarea, riguardata come la più Chronicon.
ragguardevole della Palestina, e vi Il secondo concilio, per altro non
rimasero sino alla metà del secolo V, riconosciuto, si adunò nell'anno 334
quando Giovenale di Gerusalemme dagli Eusebiani per giudicare s. Ata-

li rivendicò alla sua chiesa nel ge- nasio, il quale temendo delle loro
nerale concilio Calcedonese. Magni- violenze, non v' intervenne; il per-
fica fu la di lei chiesa , dedicata a chè Costantino imperatore lo trasferì
s. Tommaso apostolo, ed è noto a Tiro, acciocché il santo vi si di-
quanto grande fu il mimerò de' fe- fendesse con libertà. Eusebio di Ni-
deli, che vi sparsero il sangue pel comedia, ed Eusebio di Cesarea vi
vangelo, contandosi trentadue vesco- si trovavano. Arduino tom. I.

vi, i quali successivamente la gover- CESAREA Pancas. Sede vescovile


narono. Il profeta Agabbo, il dia- di Palestina nella Fenicia marittima
cono s. Filippo, Procopio, ed altri nel patriarcato d'Antiochia alla sor-
illustri personaggi l' ebbero per pa- gente del Giordano in Siria, eretta
tria. Commanville registra le sue nel quinto secolo, sulfraganea alla
trentaquattro sedi vescovili suffraga- metropoli di Tiro. Al tempo delle
nee ,
però egli dice che divenne crociate si chiamò Bellina, o Belinas,
metropoli nel III secolo, che nel fu presa da Folco successore di Bal-
tempo delle crociate la governò un dovino dopo la disfatta de' saraceni
vescovo latino, e che poscia fu un presso Antiochia nel 11 35, e ripre-
arcivescovato titolare greco. Il nome sa ai cristiani da Noradino allorché
pertanto de' vescovati sulfiaganei so- vinse Raimondo nel 1169. Ebbe un
no Gaza, Lidda , Ascalona, Bet-
: vescovo latino e poi fu rovinata
,

lemme y Joppe, Anlcdona, Diocle- dai successivi avvenimenti. Baudrand


zianopolij Eleuterìopoli , Neapolis, la chiama Cesarea di Filippo, Cae-
Samaria j Ebron, Dora, Alsur, Za- sarea Philippi ,
perchè Filippo il

nia, Nicopoli, Oniiz, Sozuza, Rha- tetrarca, figlio di Erode il Grande,


phia, Gerico^ Livins, Azoto, Syca- la fece edificare in onore di Cesare
niinon, Archclais , Zàbulon, Sodoma, Caligola. Portò anche nomi di Pan-
i

Petra, Toxus, Tricomi a, Regeon, caa, o Paniac, e quando lo cambiò,


Daron, Hippina, Ettilium, Salton, le fu aggiunto a quello di Cesarea
e Gè rasa. l'altro Germanica, in onore di
di
Germanico padre dell' imperatore.
Concila di Cesarea in Palestina. CESAREI LEONI Francesco, Cvr-
dinale. Francesco Cesarei Leoni nac-
Il primo fu celebrato nell' anno que in Perugia da nobile famiglia,
197, o 198, nel pontificato di san il primo di gennaio dell'anno lySG.
Vittoi'e I, sul tempo della celebra- Dopo di avere con lode compito in
zione della pasqua. Teofilo, arcive- Roma gli studi nella nobile iiccade-
scovo di Cesarea , e Narciso di Ge- mia ecclesiastica , sulla proposizione
rusalemme vi presiedettero, colf in- della sua provincia fu dal Pontefice
,
.

Ili CES CES


Pio VI nominato nel ì'jS^ uditore in progresso cherico, ed uditore di
del tribunale della sagra Rota ro- camera ; quindi nunzio in Francia ed
mana, e dal suo successore nel i8o4 Inghilterra, ove a meraviglia sosten-
fu dichiarato reggente della sagra ne i diritti della Chiesa. Martino V,
penitenzieria apostolica. Giunto ad ai 24 maggio del 1426, lo creò Car-
essere decano del medesimo tribu- dinal diacono di s. Angelo, donde
nale della Rota, Pio VII, Chiara- passò al titolo di s. Sabina; arci-
monti, nel concistoro degli 8 marzo prete della basilica vaticana ,
pro-
i8t6, lo creò Cardinale dell'ordine tettore dell'Ordine serafico , vescovo
de' preti, riservandolo però in petto: di Grosseto , e legato a latere, in
quindi lo pubblicò nel concistoro dei Germania e Boemia, a domare gli
5.8 luglio 1817, preconizzandolo nel- eretici ussiti, cui assali con nume-
lo stesso tempo vescovo di Jesi , e roso esercito ,
proponendo indulgen-
poi gli conferì il titolo presbiterale ze a chi guerreggiasse le guerre
di s. Maria del Popolo. Fu aggre- del Signoi'e. Cadde però negli a-
gato alle congregazioni Cardinalizie guati de' nemici, e nulla potè otte-
del s. officio, de' vescovi e regolari, nere. Dipoi, nel i43i, andò legato
del concilio , de' riti , e della laure- al famoso concilio di Basilea , ove
tana. Pio, benefico, amato dai suoi corse pericolo di porsi a capo dei re-
diocesani, dopo lunga infermità, vide frattari; senonchè per alcune vicende,
tranquillo avvicinarsi il suo fine, e ri- tornò in Italia ad Eugenio IV, che spe-
cevuti con esemplar divozione i ss. Sa- dillo ad incontrar Giovanni Paleologo
gramenti, spirò nel bacio del Signore imperator de'greci, presso cui ebbe tan-
ai 25 luglio i83o. Venne esposto, e to potere da condurlo a Ferrara
tumulato nella cattedrale di Jesi, e Fu poi al concilio generale di Firenze
lasciò degna memoria di se, come col patriarca di Costantinopoli, ed
sollecito e zelante pastore, dotto nel- altri vescovi, e principi d' oriente,
la scienza legale, e soprattutto aman- ove segnatamente a merito di lui
te della giustizia, senza alcun vima- si conchiuse per l' undecima volta
no riguardo , ed anco a discapito r unione della chiesa greca e latina.
de' suoi personali vantaggi. Dappoi fu spedito legato nei regni
CESAREO (s.). F. Cesario (s.). di Polonia e d' Ungheria, ad indur-
CESARIANA [Caesariana). Sede re re Uladislao ad armarsi con-
il

vescovile dell' Africa occidentale , la tro Amuratte gran signore dei tur-
cui provincia è incerta. Se ne fa chi, ed andato con quel monarca al-
menzione nella Carthag.
Coli. la funesta battaglia di Varna, restò
CESARINI Giuliano, Cardinale, con lui ucciso nel i444> di quaran-
Giuliano Cesarini, nato a Roma nel tasei anni, e diciotto di Cardinalato,
1 398, accoppiava alla più distinta essendo vescovo Tusculano. Altri vo-
nobiltà, non comune acutezza d'in- gliono, che escito dalle mani dei Tur-
gegno. Frequentò le università di chi, restasse trucidato dagli Ungari.
Perugia, Bologna e Padova, nella Divotissimo, esercitava molti atti di
quale ultima fu professore di dirit- cristiana mortificazione, per cui fu
to. Quindi passato alla corte del altamente commendato da parecchi
Cardinal Branda Castiglioni, andò gravissimi uomini, e da Pio li ap-
con lui in Boemia poi tornato a
; pellato coir epiteto di ammirabile.
{ionia, divenne uditore di Ruota, ed Venne da tutti compianto per la sua
,

CES CES 123


afiàbilltà, integrità, e scienza. La sacco di Roma fu dato in ostaggio.
vita di questo Cardinale raccol- Nel i53i pubblicò gli statuti sino-
ta da Vespasiano , fu pubblica- dali della chiesa di Pamplona ; ed
I
ta in Roma
nell'anno 1763. Se eletto assente dal conclave Adria-
ne ha un'altra da Giambattista Ale- no VI il sagro Collegio iiiviol-
,

giani, che nell'anno stesso fu divul- lo a Saragozza per esibire al Pon-


gata in Roma colla vita della beala tefice il dovuto omaggio a nome
Gabriela Sforza. V. Sforza, Ferviti, del venerando senato, e del popolo
Conti e Savdli, i beni prerogative, romano. Paolo III nel i537 lo in-
ed onorificenze de' quali vennero in viò legato a Carlo V perchè si con-
progresso ereditate dalla nobilissima gratulasse con lui della vittoria ri-

ed illustre famiglia romana Cesari- portata sopra i tunisini ; poi al re


ni, distinta colia qualifica di Gon- di Francia per riconciliailo con (ce-

faloniere perpetuo del popolo rO' sare, quindi coi Cardinali Campeggi
mano (F^edi). e Grimani ebbe ordine di tener iu
CESARINI GnjtiANO, Cardinale. dovere, e punire i ministri dello
Giuliano Cesarini, barone di Roma, stato ecclesiastico. Mecenate ai lette-
per la sua indole assai virtuosa rie- rati, ne albergava parecchi nella pro-
sci caro a tutti. Era protonotario pria casa ; fu uno dei deputati so-
apostolico, e canonico di s. Pietro, pra gli affari del concilio di Trento,
quando ai ar agosto del 149^3 A." e dopo conclavi di Adriano VI,
i

lessandro VI lo creò Cardinal dia- Clemente VII, e Paolo III, mori a


cono dei ss. Sergio e Bacco , arci- Roma nel i5^2, avendo compiti
prete della basilica liberiana, e nel venticinque anni di Cardinalato. Fu
i5oo vescovo Poi da Giu-
di Ascoli. sepolto nella tomba di sua famiglia a
lio II ebbe l'abbazia di Nonantola, S, M. in Araceli.
che rendeva mille e seicento fiorini CESARINI Alessandro, Cardinal
d'oro di camera ; ma nel 1 5 1 o mo- le. Alessandro Cesarini nacque a Ro-
rì a Roma, dopo i comizi di Pio ma nel 1590, e discendeva dai du-
III e Giulio II. Fu sepolto a s. Ma- chi di Civitanuova. Studiò nella uni-
ria in Araceli. versità di Parma, poi a Roma, ove
CESARINI Alessandro, Cardinale. fu laureato j divenne cherico di ca-
Alessandro Cesarini, romano, era ami- mera ,
governatore del conclave in
co al Cardinal de' Medici, poi Papa cui fu eletto Urbano Vili , che ai
Leone X ; fu protonotario apostolico, 3o agosto del 1627 lo creò Car-
e dal detto Leone X, nel primo luglio dinal diacono di s. Maria in Do-
1 5 1
7, fu creato Cardinal diacono dei mnica ; poscia ebbe l' altra diaco-
ss. Sergio e Bacco , diaconia cui poscia nia di S. M, in Vialata e nel ,

cambiò nel i5^i col vescovato di Pa- i636 fu vescovo di Viterbo, chiessi
lestrina, sotto Paolo III. Benemerito cui dopo trenta mesi rinunziò. Du-
della Santa Sede, consegui i vesco- rante il suo governo, gettò la prima

vati di Pamplona
Cuenca nella e pietra pel tempio di s. Leonardo
Spagna, nel 1 5 1 9 da Leone X ebbe fondò il seminario e l'arricchì. A
Oppido e Gerace; nel iS-ìG
quelli di Roma consacrò la chiesa delle mo-
da Clemente VII ottenne l'ammini- nache di s. Caterina nel Quirinale, e
strazione della chiesa di Alessano, e poco dopo morì nel 1644} di cinqnan-
dell'arcivescovato di Otranto. Wel tqquattro anni, e diciassette di Cai>
1^4 CES CES
dinalato. Fu sepolto a s. Maria in ad onore del santo martire la restau-
Araceli nella tomba di sua famiglia. rò e l* assegnò per diaconia al
,

CESARIO (s.) medico di profes- Cardinal Silvestro Aldobrandini suo


sione, compiti gli studi in Alessan- pronipote. Z-^. Cìdesa di s. Cesareo.
dria, passò la maggior parte della CESARIO (s.), vescovo di Arles,
sua vita alla corte dell'imperatore nacque nell'anno 4^9 o ^^'jo \n. Chà-
Giuliano. Il fratello di lui s. Grego- lons-sur-Saone. Giunto all' età di
rio di Nazianzo ne lo richiamò, per diciotto anni, abbracciò lo stato ec-
timore che il lungo usare con gente e poco dopo ritirossi nel
clesiastico,
pagana recasse danno alla purità monistero di Lerins, poiché deside-
della sua fede, e santità de'suoi co- rava di attendere alla propria san-
stumi, ed egli ben volentieri vi ac- tificazione. Ma non
andò guari che
consentì, restituendosi in seno alla venne da forte malattia, per
assalito
famiglia, in Cappadocia. Morto Giu- cui dovette abbandonare il suo ritiro
liano, tornò alla corte e fu appres- e recarsi ad Arles, ove fu accolto
so questore in Bitinia. Mori in sul con amore dal vescovo Eonio. Que-
finire dell'anno 368 , lasciando ai sti, non appena Cesario riacquistò
poveri ogni sua sostanza. La sana la salute, lo promosse al sacro or-
critica non permette au- di crederlo dine del sacerdozio, e poscia lo no-
tore di alcune opere, che a lui si minò abbate di un convento situato
vogliono attribuire, perchè in quelle a poca distanza dalla città. Le virtù
si fa menzione di autori , i quali esercitate da questo santo, gli pro-
scrissero molto tempo dopo lasua cacciarono la comune estimazione,
morte, e si parla di popoli , che a ed essendo rimasta vacante la sede
que' di non erano conosciuti. La vescovile di Arles, il clero lo elesse
Chiesa onora la sua memoria nel ad occupare quella dignità. Egli
giorno 25 febbraio. studiossi allora di rimettere in vigore
CESARIO o CESAREO (s.), mar- r ecclesiastica disciplina , e di prov-
tire, era diacono africano, e fiori- vedere con sollecitudine paterna ai
va nel secolo terzo. Egli recossi a bisogni del suo gregge, di cui si

Terracina, ove era in vigore la cattivò ben presto l' affetto. Senon-
barbara usanza di gettare in ma- chè uno scellerato congiurò contro
re un giovane dopo aver sagrifi- di lui, ed accusollo di tradimento
cato ad Apolline. Cesario , che un presso il re Alerico. Questi, senza
giorno fu testimonio di tale infa- esaminar la causa, lo mandò in esi-
me misfatto, non potendo contenere lio a Bordeaux, dal quale per altro
il suo zelo, inveì contro queste su- poco dopo lo richiamò, condannan-
perstizioni. venne
Arrestato perciò , do l'accusatore ad essere lapidato,
condotto innanzi al governatore, il la qual sentenza sarebbe stata ese-
quale avendo fatto arrestare anche guita, se il vescovo non si fosse in-
vm sacerdote di nomeLuciano, coman- terposto a vantaggio di lui. Cesario
dò che ambedue fosseio rinchiusi assistette a diversi concilii , e nel-
in un sacco, e gettati in mare. S. l'anno 5oG, trovossi a quello di A-
Gregorio // Grande fa menzione di gole in qualità di presidente; nel
una chiesa in Roma intitolata a s. 5 3 1 , andò a Roma ove ottenne il

Cesario , la quale poscia decadde pallio dal Sommo Pontefice Simma-


per la vecchiezza. Ma Clemente Vili co; e nel 524 celebrò un concilio in
, ,

CES CES 125


Arles. E celebre anche per avere CESENA {Cesenalen.y Città an-
stabiJito un nionistero di vergini in tica con residenza vescovile, dello
Arles, e per parecchie opere, che stato pontificio , nella legazione di
furono date alle stampe. Compì la Forlì, situata alla destra del fiume
sua carriera mortale ai 27 agosto Savio in perfetta pianura, sull'estre-
del 542. ma falda dell'ameno colle Garam-
CESAPiIO, Cardinale. Cesario, po, di cui segue l'incurvatura. Il

vescovo, Cardinal di Ostia, fu ascrit- rio Cesoia scoiare dall'alto, e dopo


to al sagro Collegio da Eugenio II , attraversato il suo recinto, va a con-
I che fu Papa dall' 824 all' 827. giungersi col fiume principale. Oltre

^ CESARIO (s.). Monache. S. Ce- la cattedrale, contiene begli edifizi,

sario, monaco prima di Lerins, e ed è degno di essei*e ricordato il pon-


poi nell'anno 5o2 vescovo d' Arles, te a tre arcate per cui si passa il Sa-
risplendette per santità, ed ebbe due vio, monumento di Clemente Vili,
sorelle chiamate Cesarie tma delle , Aldohrandini. Nella piazza principa-
quali, dopo essere stata maestra del- le esiste una bellissima fontana di
la regina santa Radegunda, fu de- marmo, con istupendi giuochi d'ac-
stinata abbadessa nel monistero , qua. La celebratissima biblioteca dei
che il fratello avea fabbricato in codici Malatestiani fa onore al fon-
Arles, e istituito con regole apposi- datore Malatesta IV, chiamato an-
tamente scritte , ed approvate dal che Domenico Malatesta Novello.
Pontefice s. Simmaco. Dopo la mor- Quella fabbrica fu eretta da Nuni
te di tale abbadessa. s. Cesario vi architetto di Fano, fu già in custo-
pose a reggerlo l' altra sorella. Le dia de' conventuali , e perciò detta
monache vestivano la tonaca bianca , di s. Francesco ; e durante il govei*-
che cingevano ne'fìanchi, e si ricuo- no Cisalpino , nelle nuove camere
privano il capo con un velo nero. si depositarono i libri delle soppres-
y. Ludovico Sammartani pag. 4^, se biblioteche religiose, e vi si tras-
all'anno 543, e il Bonanni, Cata- portarono dal pubblico ridotto i ri-
logo degli Ordini religiosi, p. XXI. tratti dei molti ragguardevoli cese-
CESAROPOLI {Caesaropolitan.). nati, i quali illustrarono la patria.
Sede vescovile in parlibus della se- Alla biblioteca Malatestiana trovasi
conda Macedonia nell' esarcato del unita quella della comvmità; e vici-
suo nome, eretta nel nono secolo no a questo non ha guari
edifizio
e sottoposta alla metropolitana di è stato eretto un locale per le pub-
Filippi. Gli ultimi suoi vescovi in bliche scuole. Fra palazzi merita- i

partibus sono Ludovico Gorski e , no menzione quello della comune


d. Giuseppe de' conti Pecci di Gub- nonché quelli dei Chiaramonti, dei
bio, prevosto della cattedrale di sua Dandini, dei Guidi, dei Chini, dei
patria, che il regnante Gregorio Romagnoli, de' Locatelli, e dei Ven-
XVI, nel concistoro de' 2 2 novem- turelli. Alla patria amorevolezza, ed
bre 1839, dichiarò vescovo di Ce- all'intelligenza dei due privati citta-
saropoli, coll'indidto di ritenere la dini Ragazzini e Guerra, si doveva
detta prepositura. Quindi il mede- la pinacoteca fondata nel convento
simo Pontefice, nel concistoro del del Carmine, cotanto utile per lo
primo marzo 1841, lo trasferì alla studio della pittura ; ma, attesa la
sede resideu/iale di Gubbio. morte dell' ultimo, e la partenza da
6s

126 CES CES


Cesena del primo, vi rimasero po- le recarono immensa rovina; e non
chi quadri. Una volta vi fiorirono potendo fare resistenza al numeroso
le accademie degli offuscati, dei ri- esercito di Totila, gl'invio Ignazio
formatori, poi imite ai fìlomati, ac- III suo vescovo, il quale mediante
cademici tuttora esistenti : sonovi an- fervorose preghiere salvolla dalla
cora una colonia arcadica, e le ac- totale distruzione, da cui era minac-
cademie filodi'ammatica, e filarmo- ciata. Soccorsa poscia da Belisario,
nica. La vede sul-
vecchia rocca si e liberata dalla straniera domina-
l'erta del monte, da dove i citta- zione, fu cinta di mura, e posta
dini discesero al piano, e vuoisi e- sotto il comando di Longino esar- _
retta dall' imperatore Federico II. ca di Ravenna, e rimessa sotto il

L'origine del nome Cesena, Cae- potere degli imperatori di Oriente,


senìa, si fa derivare da una selva non senza provare ulteriori disastri,
tagliata, e dal nome Caesennula da- mentre se da Narsete fu restaurata,
to ad un suo rivo, e nel Calli Luitprando la fece incendiare.
caesus, oggi Caliscese , parrocchia Divenuti i romani Pontefici, vei*-
suburbana lungo il Pisciatello. E qui so l'anno ySo, sovrani per volon-
appunto, come osserva il eh. Castel- taria dedizione dei popoli, allorché
lano, lo Stato Pontificio^ pag. 588, sedeva sulla cattedra di s. Pietro il

sembra doversi riconoscere la vasta zelante Pontefice s. Zaccaria, venen-


selva Lituana, ove i galli boi, 2 1 do minacciato da Luitprando l'e-
anni avanti l'era cristiana, riporta- sarcato di Ravenna, si pose sotto la
rono una strepitosa vittoria su ven- protezione del Papa qual amico di
ticinquemila romani capitanati dal tal re possente. A questo effetto

console Lucio Postumio, rovesciando Zaccaria nel 'j^Z si recò in Pavia


su di essi tutti gli alberi, che fron- alla corte di Luitprando , e si con-
deggiavano la via. Postumio vi fu tenne con tal destrezza, che lo in-

ucciso, ed il suo capo qual trofeo dusse a restituire alcuni territori a


fu collocato nel tempio di Giove Ravenna, e due parti del territorio
Dolicheno, situato sul monte Cese- a Cesena, obbligandosi inoltre di re-
nate. Divenuta colonia romana colla stituire la stessa città di Cesena, ed
residenza di un pretore, nel IV se- il rimanente del territorio, dopo il
colo Costantino imperatore 1'onorò ritorno degli ambasciatori da lui
coll'aggiunta di Flavia, come si pro- spediti a Costantinopoli. Non andò
cacciò dalla riconoscenza degl' italia- guari, che nel pontificato di Stefa-
li il titolo di ospitale. Nelle inva- no III, Astolfo altro re de' longo-
sioni barbariche soffrì più delle al- bardi occupò l'esarcato, e minacciò
tre cittàromagnole, ed essendo in i dominii della Chiesa romana; laon-
potere degli eruli, invano fu asse- de non potendo Stefano III indur-
diata da Teodorico, non potendo re il re a desistere dalle sue inva-
egli impadronirsene se non che do- sioni, né ottenere aiuto dall'impera-
po la morte del re Odoacre, perchè tore di oriente, si recò in Francia
Liberio, il quale la difendeva, glie- ad invocar quello di Pipino, e l' ot-
la cedette l'anno 49^ di Cristo. Al- tenne in guisa, che Pipino colla for-
la caduta del romano impero, Ce- za delle armi obbligò Astolfo a re-
sena .soggiacque al dominio de' goti, stituire r esarcato ed altre terre, il
dei vandali, e de' longobardi , che perchè nel yjy, a seconda della
,

CES CES 10.7

convenzione fatta fra il principe fran- Avignone contro di lui e gli altri

cese e il Papa, Pipino ampliò il nemici, nominò il Cardinal legato Al-


principato del Romano Pontefice boi'noz in capo dell'esercito crocialo.
colla donazione dell' esarcato , e di Giunto il Porporato in Italia , Or-
ventidue città dell' Emilia, fra le delaffi affidò la difesa di Cesena a
quali Cesena, come si ha dal To- sua moglie Maria, conosciuta ^otto
massini, De vet., et nov. Eccl. di- il nome di Cia, e figlia di Vanni
scipl. tom. Ili, dal Pagi, da Ana- Ubaldini, la quale fece prodigi di
stasio bibliotecario, dal Borgia, e da valore, degni di paragonarsi a quelli
altri. d' un gran capitano. Dappoiché, rac-
Sebbene questa città divenne do- chiusasi nella città con soli due-
minio della Sede Apostolica, ne' suc- cento fanti, e altrettanti cavalli,
cessivi secoli soffrì non poche disa- guerreggiò contro numeroso eserci-
strose vicende, venendo distrutta da to, disputando palmo a palmo il

Berengario, e rifabbricata da tigo- terreno, e dall'ultima torre, ch'era


ne duca di Toscana rovinata da , già prossima a rovinare , uscì con
Aiberico altro duca di Toscana, e onorevole capitolazione ai 2 1 giu-
dal Pontefice s. Gregorio ^11 rin- gno i3^ / >
e per altro tratto di
novata ed accresciuta nel secolo
, eroismo ,
preservò dalla prigionia
XI. Ora governò colle proprie
si tutti i suoi, offrendo piuttosto ai
leggi municipali, ed ora le ricevette lacci le proprie mani.
dai signori delle vicine contrade. Ne qui terminarono i disastri :

Si difese contro la forza dei bolo- che infuriando nuovamente le fa-


gnesi, dei polenlani, e degli estensi, zioni de' guelfi, e ghibellini per !a

i quali però in epoche diverse po- Romagna, il Pontefice Gregorio XI


terono dominarla. Prestò ajuto alla da Avignone spedì in questa pro-
repubblica fìorenlina molestata dalle vincia un corpo di truppe per con-
famose fazioni dei bianchi e neri. tenere i ribelli ,
nominandone le-
Si accrebbe lo stato agitato di Ce- gato il Cardinal Roberto di Gine-
sena pei tiranni , che volevano si- vra, poi famoso antipapa Clemente
gnoreggiarla, allorquando Clemente VII; ma questi non potendo otte-
V stabili la pontificia residenza in nere la pacificazione, si recò a Ce-
Avignone, sebbene Papi non man- i sena, ove soverchiamente condiscen-
carono di tenerla soggetta al do- dendo alla sfrenata licenza de' sol-
minio della Chiesa , deputandovi a dati brettoni, fu cagione che costo-
reggerla dei governatori, con titolo ro, autorizzati dalla sua dissimula-
di conti di Romagna. Ma anelando zione, provocassero i cesenati con
Cesena il libero reggimento, risolse insulti così gravi, che li costrinsero
di rieopeiaie col resto della pro- a prendere le armi. Questi uccisero
vincia la pristina libertà, la quale ottocento brettoni, sebbene il Mura-
però fu di corta durata, dovendo tori, Annali d' Italia, t. VIII, par.
piegare davanti la fortuna, e pei se- II p. 2 1 o, dica soli trecento. Per
greti trattati del prode Francesco tanto avvenimento il Cardinal legato
degli Ordelaffi, signore di Forlì. con buone maniere, e per mezzo di
Quindi avendo questi usurpato al- Galeotto Malatesta, quietò il tumulto,
tre città di ragione della romana si fece consegnare la rocca che for-

Chiesa, Innocenzo VI, nel iSSy, in tificò, ed indusse gli abitanti a de-
,, ,

128 CES CES


porre le armi, assicurandoli con giu- di Undesualdo tedesco , verso il de-
ramento con sicu-
di poter vivere clinare del secolo XIV. Carlo re-
rezza ma non passò molto che i
; , staurò r antica rocca , e fabbricò il

soldati brettoni esasperati per la bel castello Giorgio, del quale


s.

morte de' compagni , uniti ad vm non rimane che una semplice tor-
corpo d' inglesi, si scagliarono con- re ; l'andolfo l' accrebbe di nuove
tro i ne fecero
cesenati inermi , e mura dalla parte del nord , e dal
sì orrendo macello, che non perdo- di lui nome la porta Cerviense si

nando nemmeno a' bambini, donne chiamò pandolfina; finalmente Do-


e sacerdoti, uccisero tre, o quattro- menico Malatesta , detto Novello
mila persone. Tale fu la sficnata in Firenze ottenne da Eugenio IV
licenza militare, che i monisteri delle la conferma degli statuti della città,
sagre vergini stesse ne provarono eresse la summentovata biblioteca
i lagrimevoli effetti. Tutto fu posto di s. Francesco, e terminò il ponte
a ruba e a sacco , chiese , e case poi rifatto da Clemente Vili. Il

cose sagre e profane, tutto fu ma- Pontefice Nicolò V, a' 2q agosto


nomesso catastrofe , che si descri-
: 14495 confermò a Sigismondo Ma-
ve dal Chiaramonti nella Storia di latesta il vicariato di Rimini , di
Cesena, a p. 655, e da s. Anto- Cesena, e di altre città con deter-
nino, il quale paragona il legato ad minato censo, e poi con diploma
Erode e a Nerone, siccome già con- del primo marzo i452, aggiunse a
sapevole deli' ordita trama. Quindi Cesena l'agro di Cervia. Nel ponti-
per maggior sciagura, avendo i ce- ficato però di Paolo II, estinguen-
senati chiamato da Faenza Giovan- dosi la linea dei Malatesta vicari di
ni Aguto, questi col più nero tra- Cesena, questa città ritornò all'ub-
dimento, cogli ausiliari faentini pose bidienza totale del sovrano Ponte-
a ferro e a fuoco la misera città. fice nel 1 465 : il perchè vennero
Così maltrattata e distrutta in mol- nuovamente approvati i suoi statuti
te parti, fu Cesena da Urbano VI, e privilegi, fra' quali di poter con-
che nel iSyS era successo a Gre- tinuare a celebrare nella città ^ co-
gorio Xr, conceduta in vicariato ed me si praticava da un tempo rimo-
in investitura al menzionato Galeot- to, la giostra , o torneo con armi
to Malatesta, e a' suoi discendenti grevi da battaglia rappresentanti
iquali la conservarono sino al 1466. un' azione di guerra, con tutta so-
Tuttavolta leggiamo nella vita d'In- lennità e magnificenza a seconda ,

nocenzo VII, che nel i4o5 essen- de' capitoli medesima, stabilen-
della

do morto Fiancesco Ordelaffi signo- do il Pontefice Paolo II vnj premio


re di Forlì e di Cesena, queste due al vincitore; giostra, che descrive
città tornarono al pieno dominio il Fiumana nella sua Relazione ec.,
della santa Sede. di cui parleremo appresso.
Certo è , che i Malatesta conti- Assunto al trono pontificio Inno-
nuarono nel vicarialo e furono , cenzo Vili, nel i4^4> benevolo a
grandemente benemeriti di Cesena, Cesena, la distinse col glorioso epi-
perchè dapprima Galeotto fabbri- teto di Propugnacolo della Roma-
covvi le mura, e disegnò il piano gna. Quindi dall'immediato suo suc-
della piazza; ed Andrea vi eresse cessore Alessandro VI, lìorgia , sr»a-
la magniiìca caltedrulc sul di&cgno ynuolo, nella città fu posto un pre-
CES 129
sidio formato di suoi connazionali, gando alla costituzione di Paolo IH,
dipendente da Cesare Borgia suo ordinò che il collegio dovesse com-
figlio, al quale nel i5o2 donò Cesena, poi'si di dieci dottori chierici, e di
come avea fatto di altre città di Ro- dieci dottori laici, del quale fosse
magna per cui r avea dichiarato
,
priore perpetuo il vescovo, e nella
duca della provincia titolo e do- , sede vacante il vicario capitolare: e
minio, che perdette colla morte del distribuì gli uffizi ai dottori laici in
padre. Fu allora, che, assalita dai modo, che il più anziano dovesse
veneziani all' improvviso, conservan- supplire al governatore assente. Di-
dosi fedele alla santa Sede, valoro- poi colla bolla Ex
injuncto, loc.
samente fece loro resistenza; laonde cit. 392, dei 20 aprile 1725, ac-
p.
Giulio II in premio la chiamò fe- cordò all' accademia della medesima
delissima cìtlàj le condonò il dirit- città, la facoltà di dare la laurea
to daziario, e ne affidò il governo dottorale in teologia, non avendola
ai Cardinali, fra cui si annoverano fino allora se non che per 1' uno e
Alidosio, e Medici, il quale ultimo vi l'altro diritto, e per la filosofia e
eresse qualche edifizio, facendovi pu- medicina. Clemente XII, di lui im-
re ambedue la loro residenza. Quindi mediato successore, fu grandemente
nel i5i7 dal governo dei suoi parti- benemerito di Cesena, come si legge
colari legati passò a quello dei presi- nella bolla Per multa, a segno che
denti di Romagna, e poi all'altro dei i cittadini a perpetua memoria gli
legati apostolici della stessa Roma- eressero una statua di marmo, cui
gna, primo de' quali
il fu il Cardi- collocarono nel palazzo pubblico. Le
nal Cibo Malaspina. permise il teatro, die le era stato
Lo stesso Giulio II, ai 24 giu- sospeso, e la celebrazione della tanto
gno i5o4, concesse diversi privilegi rinomata giostra ; prese cura delle
al collegio dei giurisconsulti di Ce- fonti neglette, ampliò le facoltà del
sena, i quali furono approvati , ed governatore, rifece quello della sa-
ampliati dai Pontefici successori, co- nità, le donò quattro mila scudi per
me Clemente VII fece ai io feb- risarcire il ponte sul fiume Savio;
braio ì5i^, Paolo III ai 3o dicem- le restituì gli antichi maestri, che
bre i535. Paolo V ai 5 settembre per mancanza di stipendio erano di-
1610, Alessandro VII ai 9 dicem- minuiti nelle scuole , ed al senato
bi*e 16,57, ^ Clemente ai 28 X rinnovò il dominio sul porto Cese-
.settembre 1675. Siccome questo col- natico. Questo sta nel borgo Cese-
legio componevasi di venti dottori natico, costruito sotto Giovanni XXII
laici, avendo proibito Paolo III, che sulla spiaggia dell' Adriatico, ed è
vi fossero ammessi i chierici, poiché buon porto, col quale comunica un
il priore nell' assenza del governato- piccolo canale, il cui ponte nel 1578
re della città doveva farne le veci fu fatto edificare da Gregorio XIII,
( la qual cosa non è permessa ad in uno a diverse abitazioni. Nelle
un chierico ), nondimeno i chierici sue vicinanze si additano le Nuove
sempre procurarono di esservi am- Taverne cossuziane , eh' erano le
messi. Ed è perciò, che Benedetto frontiere cispadane della repubblica
XUI, agli II aprile 725, colla co-
1 romana. La rocca fu incendiata nel
stituzione Ecclesiae CalhoUcaej Bull, t8i3 dagl'inglesi, allorché vi appro-
rom. t. XI, par, II, p. 890, dero- darono; ma attualmente non è pih
VO!.. XI.
,, ,

r3o CES CES


seggetta a Cesena. F. la Relazione palazzo, dalla cui loggia compartii
di quanto opero Cesena in rendi- l'apostolica benedizione. Quivi, depo-
mento di grazie a Clemente XII , sta la formalità del suo grado, volle
di ci. Carlo Fiumana arciprete Ce- tutti i suoi congiunti a mensa, com-
senate, Venezia 1732. prese le donne e i fanciulli. Nel giorno
Divenuto Pontefice Pio VI, Bra- appresso celebrò la messa nella cat-
schi, di Cesena, nel 1776, per dare tedrale, lasciando ivi il prezioso calice
una prova di attaccamento alla pa- d' oro, e la ricca pianeta, ed ascoltò
tria, e per accrescere ne' concittadi- poi quella di monsignor Ponzetti cau-
ni r amore alle scienze, con un bre- datario, indi ammise al bacio del pie-
ve le donò la sua biblioteca, cogli de il capitolo, visitò i monisteri di s.

accrescimenti che vi avrebbe fatti Chiara, e di s. Caterina^ e nel se-


dui'ante il suo pontificato ed ac- ; guente venerdì, dopo avere ascoltata
ciocché potesse rendersi pubblica co- la messa nella chiesa de' serviti, pro-
me quella dell' istituto di Bologna ,
seguì il suo viaggio. Quindi vi ritor-
incaricò il suo architetto cav. Cosi- nò a' 29 maggio in giorno di mer-
mo Morelli di prendere le analo- coledì, ad ore ventitre ; visitò su-
ghe misure, e nel disegno velie imi- bito la cattedrale, di poi si recò
tasse la Casanatense di Roma tanto al proprio palazzo , ove trovò i
per la forma che pel resto, doven- suoi parenti. Nel dì seguente fe- ,

dovi essere annesse le abitazioni pei sta del Corpus Domini^ celebrò la

maestri e custodi. L' edifizio fu ese- messa nella cattedrale, ed assistito


guito, ma per 1' occupazione di Ro- dai monsignori Bandi e Locatelli
ma operata da' francesi nel
1798,! portò processionalmente la ss. Eu-
francesi medesimi subito
impadro- s' caristia, colla quale poi diede la
nirono della libreria privata di Pio trina benedizione. Volle inoltre con-
VI, e venne quindi venduta per sagrare la chiesa de' serviti essendo ,

il vile prezzo di dodici mila scu- stata rinnovata, e vi lasciò perpetua


di , mentre avea costato ingenti memoria della funzione, con una iscri-

somme. zione composta e scritta dallo stesso


Quando Pio VI, nel 1782, parfi Pio VI, che si legge nel Tavanti ,

da Roma per Vienna, martedì 5 Fasti dì Pio VI, t. I, p. i5i. Nella


marzo, giunse a Cesena, ed alloggiò sua permanenza in Cesena, il Papa
nel palazzo della propria famiglia assistette a un triduo di ringraziamen-
alla cui testa con dolce soddisfazio- to celebrato pel prospero ritc)rno nei

ne trovò il Cardinal Bandi suo zio, suoi stali, ed avendo praticato varie
sua sorella donna Giulia Onesti, e dimostrazioni di affetto, e beneficen-
tutto il nobile parentado. Smontò za co' suoi concittadini, partì da Ce-
alle ore 18 alla chiesa dei pp. ser- sena ai 4 ^^ gii'oii^-

viti ricevuto dal menzionato porpo- Accaduta nel declinare del secolo
rato, dal vescovo Francesco Agosel- XVI II la rivoluzione e la repubblica
)i, non meno che dai vescovi di For- francese, avendo essa decretato l'oc-
lì, Berti noro, Cervia, Sarsina ec. cupazione dello stato pontificio, su-
dalla magistratura, nobiltà, ed im- per compierne il dise-
scitò pretesti
menso popolo. Orò avanti l'allaie gno; laonde Pio VI dovette accet-
di s. Carlo, e sulla tomba de' suoi tare dure condizioni nell'armistizio
antenati, quindi a piedi andò al suo di Bologna, e coslretlo poi come
,

CES CES i3i


principe a respingere l'oppressione, la lenta marcia delle truppe austria-
oppose ai francesi un esercito. Que- che per gli stali della Chiesa, e per
sto fu da quelli sbandato sulle spon- le difficoltà, che apponeva Murat
de del Senio, per cui nel febbi'aio nell'evacuare i distretti occupali dal-

1797 il general Victor s'impadronì le sue truppe perchè Pio VII si


: il

di Cesena, che in un alla Romagna trattenne in Cesena sino ai 7 di mag-


dovette cedere Pio VI nella pace di gio. Finalmente nell' anno appresso

Tolentino, a' 23 febbraio di det- 18 i5. Cesena fu restituita al gover-


to anno; perlocchè nuovo or-
col no pontificio, e compresa nella pro-
dine di cose, Cesena prima appar- vincia forlivese, essendo stata tolta,
tenne alla repubblica cisalpina , e e resa alla Chiesa Romana sotto
poi al regno italico, come capo di due Pontefici cesenati.
circondario del dipartimento del vangelo fu predicato in Cesena
Il

Rubicone. Quando trionfalmente l'al- nei primi tempi della Chiesa, da s.


tro Cesenate Pio VIF, Chinramonti, Timoteo discepolo di s. Paolo, o da
nel 1814, fece ritorno /»e' suoi stati, s. Apollinare discepolo di s. Pietro,
Cesena era ancoj-a soggetta al do- divenendone primo vescovo s. File-
minio straniero: tuttavia accolse tri- mone d'Asia, altro discepolo di san
pudiante frale sue mura l'augusto Paolo, la cui morte si pone nell'an-
concittadino nel giorno 20 aprile. no 92 dell'era cristiana ; quindi la
Durante il suo soggiorno, nel dì sede vescovile fu dichiarata sufFra-
primo maggio, si recò al santuario ganea di Ravenna , ciò che alcuni
per coronarvi, come diremo, l'im- fanno incominciare nel terzo secolo.
magine della Madonna. Nel giorno Fra i più celebri suoi vescovi sono
5 maggio celebrò la messa nella cat- a rammentarsi principalmente , san
tedrale all' altare della b. Vergine Severo alemanno, fatto l'anno ^^'^•,
del popolo, quindi ammise nella s. Mauro romano vescovo del 934,
.stanza capitolare al bacio del piede nipote del Pontefice Giovanni IX;
le dame , e i nobili della città ; e Giovanni li di Cesena, il quale nel 1 042
recatosial palazzo comunale da , ai 2 di giugno, vi celebrò un concilio,
una ringhiera compartì al numero- e vi fondò una comunità di chierici
so popolo r apostolica benedizione. regolari pel servizio della sua chiesa,
A Cesena Pio VII ricevette il re concilio che il Lenglet l'egistra all'an-

Gioacchino Murat, e da Cesena scris- no precedente o4 11 Labbé ne tratta


i 1 •

se a Luigi XVII I re di Francia. nel tomo IX, l'Arduino nel tom. VI


Questi due memorabili avvenimenti e rUghelli nel tom. II. Il Garampi
meritano leggersi per la loio impor- nelle sue Memorie , a pag. 276, e
tanza, nella applaudita Storia di 3 IO, parla di tal convitto claustrale
Pio VII, tradotta in italiano dal de' canonici, che durò sino al r335,
Rovida, nel voi. II, alla pag. 2 33, in cui ai 9 novembre Francesco Oi-
e seg. Quindi ai 4 maggio da Ce- delaffi costrinse canonici ad abban- i

sena Pio VII diresse ai suoi suddi- donai'e la canonica. Il vescovo Ge-
ti una paterna allocuzione sulle sue bizo, Cardinale di s. Chiesa, nel
disgrazie, prigionia , liberazione , e 1078, e Folcuino di Fossorabrone fu-
sulle disposizioni militari in Italia rono spediti da Papa s. Gregorio VII,
che ritardarono il suo ingresso in quali legati apostolici, a Demetrio
Roma sino ai 24 maggio, stante principe di Dalmazia, e di Schiavo-
,

i32 CES CES


nia, per dichiararlo re di queste pro- pensa accordò a ciascuna di esse <li
vincia ed imporgli la corona, e le
, poter nominare un alunno cesenate
insegne Benno, o Bennone , dei
reali; per esservi ammesso gratis. Oltre
Coditi venne fatto vescovo nel i i 26 a ciò Bendetto XIII soppresse un
da Onorio li, e Cardinale ; Fazio San- piccolo convento degli agostiniani
torio viterbese, fu fatto vescovo e Car- fuori della città, perchè eranvi due
dinal nel 5o4 da Giulio II ; Mi-
1 soli religiosi, e la confraternita del
chelangelo Tonti riminese da Paolo V Rosario presso la chiesa de' dome-
venne creato Cardinale, e nel 6og 1 nicani, per le ragioni che dice nel-
vescovo di Cesena; Francesco Sacrati la bolla, applicando i beni di ambe-
ferrarese da Gregorio XV venne ele- due allo stesso seminario. E sicco-
vato al Cardinalato, e nel 1622 a que- me quando era vescovo di Cesena,
sto vescovato; Pietro Bonaventura aveva osservato la cattiva ammini-
Nosile di Urbino, nel i638, pubblicò strazione del monte di pietà, e dei
le Giovanni Ca-
ordinanze sinodali ; due ospedali del ss. Crocefisso, e di
simiro Denhoff, Cardinale d'Innocen- s. Tobia, COSI ai i5 agosto 1726,
zo XI, e vescovo Cesenate, dopo il col disposto della bolla Quotiescuin-
seguente, celebrò il sinodo dioce- que, Bull. Rom. tom. XII, p. ii3,
sano, che fu stampato nel 1698 stabiPi diversi regolamenti, co' quali
in Cesena. 11 Cardinal Vincenzo Ma- provvide ai danni anteriori ed al ,

ria Orsini , che da arcivescovo di futuro.Finalmente merita di essere


Manfredonia da Innocenzo XI , ai
, rammentato il vescovo di Cesena
22 gennaio 1680 fu trasferito alla Carlo Bellisomi da Pio VI creato
,

sede di Cesena, cui egli governò con anche Cardinale al quale nel con-
,

esemplar pietà , e zelo pastorale ,


clave per la di lui morte mancò un
dallo stesso Pontefice nell'anno 1686 voto per divenir Papa sebbene le ,

fu traslocato a quella di Beneven- votazioni in suo durassero


favore
to, e poi nell'anno 1724 diven- costantemente per più di trenta gior-
ne supremo Gerarca col nome di ni, ma sempre mancanti d' un voto

Benedetto XIII. Ricordando nel pon- necessario al compimento della ca-


tificato la sua antica diocesi di Ce- nonica elezione. Morì nel 1808, e
sena, come pure che il seminario pei dopo lunga sede vacante, Pio VII
da cento e più an-
chierici secolari gli diede in successore nel 18 16
ni fondato appena aveva centocin- Francesco Savorio Casliglioni di Cin-
quantatre annui scudi di rendita goli,ornandolo altresì della porpora
e che non essendovi gesuiti, o sco- Cardinalizia. Egli governò la diocesi
lopi, i quali potessero istruire nella con dottrina, zelo e prudenza , ma
pietà e nelle lettere la gioventù, era la dovette lasciare nel 1821 per
perciò più necessario di altrove che quella di Frascati, donde nel 1829
il seminario fosse in fiore, collii bolla ascese alla veneranda cattedra di s.
dei 3o maggio 1724, yid ^posto- Pietro col nome di Pio Vili. Allo-
lìcacy Bull. Roni. tom. XI, par. II, ra nel breve apostolico, che indiriz-
p. 4^2> ordinò che le confraternite zò alla città di Cesena, la chiamò
di s. Tobia, della Madonna del Suf- patria di adozione, per essere stato
fragio, e della Madonna del Popo- anteriormente acclamato patrizio ce-
lo, vi concorressero ognuna con cin- senate ed alla cattedrale mandò in
;

quanta scudi all'anno, ed in ricom- dono un calice d'oro per supplire a


,

CES CES i33


quello di Pio VI, eh' era stato de- ro ; ed altri preti, e chierici pel di-
rubato, non che alcuni ricchi para- vino servigio. Tutti
i mentovati pri-

menti sagri. V. Series epìscoporum vilegivennero concessi al capitolo


caesenatium, composta, aumentata, dai Pontefici Pio VI, e Pio VII,
e compita dall' Ughelli , dal Coleto, quindi Leone Xlf, nel 1828, li e-
e dal Zaccaria, Cesena 1779- stesea monsignor vicario generale
L'antica cattedrale fu edificata sul prò tempore. Nella cattedrale cvvi
monte Garampo, consagrata , e de- la parrocchia, amministrata da un
dicata in onore di s. Gio. Battista, vicario perpetuo eletto dal capitolo
dal Pontefice s. Eleutero nell'anno fra i suoi canonici, ed oltre a ciò,
igi. Quindi dovendosi rifabbricare ve ne sono altre undici nella città,

I nel pontificato
eresse quella, che ora esiste con ar-
chitettura gotica,
di

egualmente dedi-
Urbano VI , si compi'ese le suburbane. Il cimitero
è fuori della città, ed è costruito in
modo, che dopo quello di Bologna,
cata al s. Precursore di Cristo, ed è forse il più bello delle provincie
ove si venerano varie insigni reli- dello stato pontificio. La comune vi

quie, fra le quali una mano di san spese pili di trenta mila scudi ; ed
Gregorio Magno, ed i corpi dei ss. in capo all' arcata ettagona sorge
Severo e Mauro, già vescovi di Ce- una forma di croce
bella chiesa in
sena. Merita poi special menzione la greca, ed evvi qualche rimarchevole
nobilissima cappella, in cui venerasi monumento di marmo. L' episcopio
con singoiar pietà un'antica immagine è contiguo alla cattedrale, e la men-
della Madonna del Popolo, protettrice sa nei registri della camera aposto-
insigne della città, solennemente co- lica è tassata di 2 36 fiorini. Elsiste

ronata, come diremo, da Pio VI ai 3 tuttora fiorente il seminario, e vi sono


giugno 1782. Il capitolo si compone due ospedali, ma presentemente si con-
di tre dignità , cioè del prevosto tano due soli monisteri di monache
dell'arciprete , e dell'arcidiacono , di benedettine e cappuccine, nonché due
undici canonici, otto de' quali sono as- conservatori i per le donzelle esposte,
segnatari, cos'i detti perchè percepi- pericolanti , ed orlane , e diverse
scono un' annua pensione dal gover- confraternite. Sull'alto di fuori di
no, e tre sono di giuspatronato par- Cesena trovasi il celebre santuario
ticolare, fra' quali il canonico cura- della Madonna del monte de'mona-
to. I loro distintivi sono il rocchet- ci cassinosi , ove il Pontefice Pio
to, la cappa magna, la mitra bian- VII, coll'assumervi la cocolla mona-
ca, il canone, la bugia, il collare, e stica incominciò la sua carriera, e fu
il fiocco di seta paonazza al cap- visitato nella cella da Pio VI, il quale
pello però ne' pontificali usano la
: volle permutarla coli' appartamento
mitra ed ogni altro distin-
gialla , dell'abbate di governo, siccome troppo
tivo proprio de' vescovi, meno il pa- incomoda , esprimendosi, che fra i

storale. Sono vi inoltre tre mansio- cenobiti doveva l'cgnar sempre l'im-
nari, che hanno per distintivo la parzialità, e la condiscendenza. Me-
mozzetta di color violaceo, col ro- more Pio VII di questo suo anti-
vescio di seta rossa; otto cappellani, co monistero, per testamentaria dis-
sei sono assegnatari, e due
dei quali posizione gli lasciò la sua privala
di particolare giuspatronato, con si- libreria. Belle e grandi sono pure le
mile mozzetta, ma col rovescio ne- chiese di s. Domenico, di s. Agosti-
, ,

i34 CES CES


no, e de' Serviti, non che quella di Odone de' Fatlibonì, dopo il 1 1 3o,
s. Cristina, edificata, come diremo, creato da Innocenzo li ; Girolamo
da Pio VII. Dandini di famiglia patrizia, del
Cesena vanta non poche nobili i55i, di Giulio III ; Francesco Al-
e distinte famiglie , dalle quali usci- bizi egualmente patrizio cesenate
rono personaggi celebri per santità, del 1632, d'Innocenzo X; Gio.
per le ragguardevoli dignità soste- Carlo Bandi del lyyS, del nipote
nute nella ecclesiastica gerarchia, Pio VI; Romualdo Guidi del 1778,
per valor militare e letteratura. di Pio VI ; Romualdo Braschi One^
Conta di fatti tra i santi s. Manzio sii, del 1786, dello zio Pio VI;
martire vescovo d' Ebora , s. Ilde- Aurelio Roverella ferrarese, nato in
brando vescovo e protettore di Fos- Cesena, del i
794 j di Pio VI ; Fran-
sombrone, s. Urbano della congre- cesco Maria 180 3, Locatelli del
gazione cassinese, oltre a diversi' bea- di Pio VII; e Pier Francesco Ga-
ti claustrali. Per mezzo secolo la •
leri, del i8o3, egualmente di Pio
Chiesa universale fu governata da VII. Evvi chi enumera fra i Car-
due suoi concittadini , immortali dinali cesenati Gianfrancesco, e Ni-
Pontefici, il cui nome sarà in etei-- colò de' conti Guidi di Bagno; ma
na benedizione, Pio VI, Braschì, e il primo nacque a Firenze, e solo
Pio VII, Chiarainond j il primo fu ox'iundo dell'Emilia dei marchesi
creato nel l'/'jS, e il secondo nel- di Montebello, e il secondo nacque

l'anno 1800. I cesenati nella loggia in Mantova, o nei dintorni di Rimi-


del pubblico ridotto eressero al ni, ove la famiglia godeva dei feudi.
Bi'aschi una statua colossale di bron- Finalmente i cesenati illustri nel-
zo. Egli ingrandì la diocesi di nove la guerra, sono Teodoro Calisesi
parrocchie, dell' antica giurisdizione del 1266, Rinaldo Cinzio del i3o3,
riminese, e di quattro della raven- Agusello Aguselli del 353 , Ger- 1

nate. Il Chiaramonti poi prese cu- mano Buono , Polidoro Tiberi , e


ra della propria parrocchia, fabbri- diversi altri. Fiorirono fra i moltis-
cando la chiesa di s. Cristina ed , simi letterati, Ambrone Ugolini, cele-
imitando il disegno del Pantheon bre giureconsulto, Lambertino Ram-
romano, e ad essa , non meno che poni, da Cesena, An-
Fr. Michelino
alla cattedrale , e ad altre chiese, tonio Tiberti Giovanni Angniscio-
,

lasciò morendo preziose suppellettili la Carlo Verardi , Benedetto da


,

sagre. Ne deve tacersi, che Pio VI Cesena, Bonifacio Martinelli, Anni-


coronò l'immagine di s. Maria del bale e Giuliano Fanlaguzzi, Giaco-
Popolo con corona d'oro nella cat- mo Mazzoni ed altri. Sono pure
tedrale; e Pio VII fece altrettanto rinomati il pio e dotto canonico
con quella dell' Assunta nel tempio Rosi ni, il giurisconsulto Grazioso
di s. Maria del Monte. Compresi i Uberti, e, per dii-e dei celebri scrit-
detti due Pontefici, tredici Cardinali tori non molto lontani, rammente-
diede Cesena al sagro Collegio, che remo il dottissimo Scipione Chia-
sono ì seguenti Gehizzo o Gebiz-
: ramonti , monsignor Gio. Battista
zone degli Ottardi, fatto da s. Gre- Braschi vescovo ed il di Sarsina ,

gorio VII del loyS; Bennont del- conte Ercole Bernar-


Dandini. F.
la nobilissima famiglia de' Coeliti dino Manzoni, Caesenae chronologia,
del 1127 di Onorio li ; Gitone, o in qua Ecc. a/Uisdlcs, et civilatis
CES CES i35
domini ab origine ad haec usqiie giunse una copiosa appendice. L' o-
tempora recensenlur, civesque cae- pera di 1 Fontei è dotta , e ci dà
senates illustres , Pisis, i643. Gli la storia della famiglia Cesi sì cele-
autori, che scrissero la storia di Ce- bre nell'antica Roma sino all' Vili
sena, sono riportati dalla Bibliogra- secolo della Chiesa. Passarono poscia
fìa storica dello sialo pontifìcio : nella Francia , ed ivi conservato
laonde qui solo ricorderemo, Gio. r illustre tronco , s' imparentarono
Battista Braschi Memoriae caesena- co' duchi di Aquitania, e co' Carlo-
tes sacrae et prophanae per saecu- vinghi . Da essi discesero i Cesi
la dislributae , Roma e 17 38; Si- conti di Marsi , i principi dell' Um-
mone Chiaramonti, Cesena trion- bria , e di Spoleto, i fondatori del
fante apologetica ec, in difesa di aistello Aquilano, Cesi, ed altri, tra
essere stata Cesena stanza primiera i quali i duchi d'Acquasparla [Fedi),
de' galli senoni , e che la colonna che divennero i capi della famiglia,
dell' ospitalità non fu mai di Cese- i duchi Cesi, principi di s. Agosti-
na, ma Cesena 66 ;
di Bertinoro, 1 1 no, e di s. Polo, signori del castello
Scipione Chiaramonti Caesenae Hi- di Civitella Cesi, di cui parleremo
sloria ab initio civitatis ad haec per ultimo, marchesi di Monticelli,
tempora j Caesenae 64 1 ; e Zacchi- 1 Olivetano, Rignano, e Riano nella
roli Saggi sopra V aria del Cese- Comarca di Roma il quale fu nel ,

natico nel territorio di Cesena, Ce- iSyo comperato dal Cardinal Pier
sena 1782. Donato Cesi per settanta mila scudi
CESI Famiglia. Vuoisi che questa d'oro, e rimasto al ramo d'Acqua-
antica nobiUssima famiglia romana sparla venne poi acquistato dai Bon-
sia proveniente da Ceso figlio di compagno principi di Piombino. V.
Temeno re de' greci, i cui discen- Nibby, Analisi de'dintorni di Roma,
denti non conservando più che il tom. Ili, pag. II, dal quale si ap-
nome di furono discacciati dal
re , prende a p. i3, che Rignano posto
reame. Dicesi inoltre, che questi, egualmente nella Comarca di Roma
seguiti da alcuni parenti della pri-
( Fedi ) non appartenne ai Cesi ,
maria nobiltà siano discesi, in ma ai Savelli, da cui passò ai Muti,
Italia in quella parte, la quale si e da questi ai Massimi delti di Ara-
cliiama Magna Grecia, pel nome ira- celi dal palazzo, che in Roma han-
,

postole da loro, e poi fu provincia no presso la chiesa di tal nome , e


di Abruzzo, indi recarono anche
si i quali r eressero in ducato a favore
a Roma,
ove abitarono nel rione del primogenito della famiglia, che
de'monti nella rinomata contrada ha ereditato molte cose appartenenti
Suburra ed occuparono le prime
, ai Cesi.
abbiamo un Publio,
dignità. Ditàtti Però è certo, che il castello di
un Marco, un Cajo, un Quinto, nn Rignano , anticamente detto Ara
Lucio, e un Tito, ch'ebbero il pre- Jani, appartenne ai Savelli nel se-
nome di Cesi. Degli illustri perso- colo XVI, dai quali passò ai Bor-
naggi della famiglia Cesi, per quello ghese, per cui Paolo V l'eresse in
che riguarda i tempi antichi, scrisse ducato. Dai Borghese passò quindi
Gio. Battista Fontei, prisca Cce- De nei Muli a titolo di permuta, e dai
sioriim gente duo, Bononiae
libri Muli nei Cesi per titolo di dote.
i583, a' quah Giuho Jucoboni ag- Esliulasi questa famiglia nel 1799
,

i36 CES CES


in Federico Cesi juniore, passò Ri- gna, ilacquistato da' monaci
tutto
gitano in casa Conti
a titolo di di Antonio abbate di monte Li-
s.

ildecommisso, e dai Conti nei Cesa- bano, con chirografo di Clemente


vini, i quali lo vendettei'o al duca XIH, che autorizzò l'alienazione co-
Massimo di Araceli, succeduto già me fidecommisso, a benefìzio delle
al detto Federico in tutti i beni li- missioni d'Oriente; nonché l'altro
beri della famiglia Cesi, fra i quali palazzo situato nella via Maschera
si contavano molti fondi in Rignano, d'oro, incontro a quella casa, sulla
e la cappella di s. Caterina in santa facciata della quale si dipinsero a
Maria Maggiore, e di s. Francesco chiaro-oscuro Niobe, ed altre storie
nella chiesa del Gesù. per opera del famoso Polidoro da
Questa celeberrima famiglia ora Caravaggio scolare di Raffaello. Fu
estinta, che s' imparentò colle fami- questo il palazzo appartenente ai
glie d'Este, Varani, Liviani, Azzi, conti di Secondo di Parma , che
s.

Gaetani, Anguillara, Savelli, Orsini, nel iSGy, fu comperato dalla fami-


Colonna, Salviati, Pico, della Ro- glia Cesi; palazzo in cui nel i6o3,
vere, Altemps, Peretti , Ghislieri, il celebre principe Federico Cesi i-

Borromei, Conti, ed altre le più stituìl'accademia de' Lincei [Fedi),


illusti-i sì di Roma, che di tutta e si celebrarono da lui parecchie
l'Italia, vanta il gran Pontefice Sii- accademie; anzi dal contiguo giardino
estro II, creato l'anno 999, perso- ancora esistente, dal detto principe
naggio il più dotto de' suoi tempi, dedicato agli studi botanici degli ac-
Tanto affermano l'autore àeW Histoi- cademici furono tratte le super-
,

re des Conclaves, dell' edizione di be statue rappresentanti due re tra-


Colonia 1624, tom. II, pag. 899, ci, o numidi, fatti schiavi da Cle-
ed il Bzovio nella Fila di Silvestro mente XI, che le acquistò e pose
II3 di cui diffusamente descrive la nel Campidoglio. /^. Odescalchi
genealogia. Inoltre la famiglia Cesi Memorie islorico-critiche dell' Acca-
diede al senato apostolico cinque demia de^ Lincei, Roma 1806.
Cardinali, le cui notizie biografiche Sul palazzo Cesi aggiungeremo,
si riportano qui appresso. Il ducato che attualmente appartiene ai mar-
di Cesi posseduto da questa famiglia, chesi Pentini , avendolo acquistato
nella delegazione di Spoleto, è un Ulisse Pentini nel 179B da Angelo
cospicuo borgo, che forse ebbe origi- Cesi. La facciata esterna era dipinta
ne dagli avanzi ed è con-
di Garsoli, da Polidoro da Caravaggio come il

siderato come capo delle terre Ar- palazzo incontro; ma essendo assai
nolfe, dall'antico loro signore così danneggiata la pittura rappresentan-
chiamate, come disposero Alessandro te il ratto delle Sabine, fu ricoper-
VI, e s. Pio V. Fu governato lun- ta con imbiancatura. Ora vi è la

gamente dai cavalieri gerosolimitani Deposileria Urbana, ma la pro-


perchè eravi una rocca importante, prietà è dei Pentini.
e ha, che
si il castellano cav. fr. Per altre notizie su questa fami-
Giovanni era anco rettore delle glia si possono consultare Felice
terre Arnolfe. In Roma la famiglia Gontelori, Memorie storiche della
Cesi possedeva molti edifizi, come terra di Cesi, perciò che riguarda
era sua proprietà il palazzo presso la casa Cesi, Roma iG?*); Risposta
il Vaticano col contiguo orto e vi- a tale opera, stampata nel !{};^G
,

CES CES i37


in Najjoli per Giacinto Pass. Con- perciò, che a cagione di tal pro-
telori : Antirisposta apologetica per prietà Pio VII, con chirografo degli
le Memorie sloriche ec. Napoli 1680; II settembre 181 4, fece e nominò
Gio. Battista Fontei , De prisca principe di detto castello, e luoghi an-
Ccesiorium gente, Commentariorum nessi, il duca d. Gio. Torlonia, e suoi
libri duo, cum
Jacoboni ap- Julli successori con esso; concedendogli
pendice, Bononiae i583. Ma meglio tutte le singole prerogative, preemi-
di tutti,, tanto per la famiglia Cesi, nenze, ed insegne comuni agli altri
che per la famiglia Massimo erede principi , con privilegio apostolico,
in parte della medesima, egregiamen- e con suprema imperiale e reale
te trattò il conte Pompeo Litta, potestà. Neil' istituire poi il duca
Torlonia un'ampia secondogenitui'a

I nell'applaudita opera che


ca in Milano, intitolata Famiglie ce-
lebri d' Italia.
si pubbli-
a favore del figlio d. Alessandro,
unì per essa agli altri beni 1' ex
Per dire poi alcuna cosa del sum- feudo di Civitella Cesi ; ed in occa-
mentovato feudo di Civitella Cesi sione che d, Alessandro Torlonia
ora principato di d. Alessandro Toi- si unì in matrimonio colla princi-
lonia, è a sapersi, che il castello è pessa d. Teresa Colonna, il regnante
situato nella provincia del Patrimo- Pontefice in premio delle virtù, delle
nio, ora delegazione apostolica di benemerenze colla santa Sede, ed in
Viterbo. Fu edificato il castello pegno di sovi-ana benevolenza, con
•verso l'anno 1024 dai conti Bovac- onorifico breve de' 7 luglio 1 840,
cini o Bovacciani, sebbene altri cre- creò, nominò, e riconobbe d. Ales-
dono nel 1026 dalla flimiglia Mo- sandro, non meno che i posteri suoi
naldeschi. Quindi prese il nome primogeniti, in perpetuo principi di
anche di Cesi dai suoi possessori Civitella-Cesi.
Cesi, e le prime capitolazioni a fa- CESI Paolo Emilio, Cardinale.
vore degli abitanti furono fatte ai Paolo Emilio Cesi, nato neh' Um-
18 marzo 1608 dal duca di Acqua- bria nel 1481 da nobile famiglia,
sparta Federico Angelo Pier Donato fu notaio nel concilio lateranese sotto
Cesi, che n'era signore. Con chiro- Giulio li. Quindi divenne canonico
grafo de' 2 aprile 1674 d'Innocenzo nella basilica liberiana, poi nella va-
XI, dal duca l'acquistò il principe ticana, protonotario apostolico, prefet-
Giambattista Borghese; ma ai 4 giu- to della cancelleria, e da ultimo Car-
gno, e con altro chirografo pontifi- dinal diacono di s. Nicolò tra le imma-
cio, Civitella Cesi dai Borghesi passò gini, creato nel primo luglio i5i7
a Nicolò Pallavicini nobile genovese, da Leone X. Poi sotto Clemente
in favore del quale e de' suoi suc- Vii, nel i52 3, fu vescovo di Todi,
cessori, Innocenzo XI con motopro- e di Narni , nel i SiiS di Orte, nel
prio dei 7 del medesimo mese ed 1528 di Cervia, nel i52g di Massa;
anno, la stabilì ed eresse in nobile quindi ebbe le cattedrali di Lunden
e perpetuo principato. Finalmente nella Danimarca, e di Sion nella
nel 18 3, il principe r d. Luigi Pal- Vallesia , cui poscia ad istanza di
,

lavicini lo vendè a d. Giovanni Tor- Carlo V , Di più sotto


rinunziò.
lonia romano, con trasferirgli lutti Paolo III fu arciprete di s. Maria
i diritti, privilegi, immunità, domi- Maggiore , prefetto della segnatura
nii , e giurisdizioni annesse. Ed è di giustizia e di grazia , protettore
, ,

i38 CES CES


del ducato di Savoia presso la s. egli ne accrebbe due, formando così
Sede, vicepro lettore dei regni d'In- sei cappellanie ben provvedute, ed

ghilterra e d' Ibernia ,


giudice nella ivi eresse uno splendido mausoleo al

causa del Cardinal Soderini, depu- detto Cardinal suo fratello ; ed eres-
tato da Paolo III alla riforma de- se una cappella alla ss. Nunziata
gli ecclesiastici , ed al buon anda- in s. Maria della Pace. In appresso,
mento del concilio di Trento. Eres- ad insinuazione di s. Ignazio Loio-
se nella basilica liberiana la cap- la , fondò a Roma la chiesa di s.
pella di s. Caterina, ora della fami- Caterina de' Funari per le fanciulle
glia Massimi di Araceli, cui dotò ricca- povere, e le diede dote convenien-
mente, assegnandole anche quattro te. Lasciò in oltre altre opere pie

sacerdoti. Nel sacco di Roma soffrì e morì a Roma nel i565 di ses-
assai, essendo dato in ostaggio agl'im- santacincjue anni , e ventuno di
periali, ma per voto fatto alla Vergi- Cardinalato. Fu sepolto nella sua
ne ss. di Loreto, riebbe la salute. Se- tomba gentilizia alla basilica libe-
nonchè, dopo i conclavi di Adriano VI, riana, t^. Chiesa di s. Caterina dei
Clemente VII, e Paolo III, morì a Funari, e chiesa di s. Maria Mag-
Roma nel i537, di cinquantasei giore.
anni, e venti di Cardinalato. Egli CESI PiERDOXATo, Cardinale. Pier-
fu sepolto nella cappella di sua fa- donato Cesi, patrizio ronmuo, nacque
miglia nella basilica liberiana. Era nel i52i. Compiti gli studi nelle pri-
il vero amico degliuomini, l' uo- me accademie d' Italia, fu laureato
mo generoso, il padie dei poveri nell'università di Ferrara dal celebre
mecenate a' dotti , sostegno a chi giureconsulto Andrea Alcialo; poi fu
abbisognava di lui. alla corte del Cardinal Federigo suo
CESI Federico, Cardinale. Fede- zio, quindi Paolo III lo fece referen-
rico Cesi nacque a Roma nel i5oo dario delle due segnature, e nel i546
da nobile famiglia. Peritissimo in vescovo di Narni, e si trovò al con-
diritto, nel i534, Clemente VII lo cilio di Trento. Sotto Paolo IV di-
promosse al vescovato di Todi, cui venne preside di Ravenna, ed essen-
governò per dieci anni ; quindi fat- do Pontefice Pio IV, fu vicelegato
to chierico di camera, ai ly dicem- di Bologna , in luogo del Cardinal
bre del i544> Paolo III lo creò Carlo Borromeo. Resse da ottimo
Cardinal prete di s. Pancrazio. Giu- ministro e si guadagnò il favore
,

lio 111 nel i55o gli diede l'ammi- comune; sollevò i miseri, e benefi-
nistrazione della chiesa di Vultura- cò Bologna quanto poteva. Condot-
no ; ma nel i55i passò a quella ta r monti vicini, fece co-
ac<[iia dai

di Cremona cui rinunziò. Poscia


, struireuna magnifica fontana riu- ,

nel 564 sotto Pio IV fu fatto ve-


I scendo bella perchè l'adornò di me-
scovo di Porto , ed intervenne ai talliche statue; e rimpetto all'univer-
conclavi di Giulio IH, Marcello II, sità fece collocare una statua pure
e Pio IV, che lo elesse a giudice di bronzo a Pio IV, perchè compì
nella fumosa causa del Cardinal Car- il concilio di Trento: pei quali pre-
lo Caraffa. Era di ottima indole, e gi mei'itò gloriosi titoli di propa-
i

generoso, e nella cappella a s. Maria gatore della religione, difenditore


Maggiore, fondata dal Cardinal fra- de' poveri , ampliatore della cit-

tello Paolo con quattro cappellanie, tà. Lo stesso fece a Ravenna, ove
,

CES CES i39

I sedò
governava
gravissimi
la Chiesa
tumulti.
s.
.

Pio
Allorché
V, fu
i64i dal medesimo Urbano Vili
venne creato Cardinal prete di s.
cherico di camera, presiedette alle Marcello. Lo stesso Urbano lo asso-
fabbriche delle fortezze di marina ciò alle congregazioni del buongo-
per allontanare i corsari ; poi fu verno, di propaganda, dei vescovi e
nunzio ai principi cattolici per in- regolari, ed altre ; poscia lo spedi
durli a difender Carlo IX re di legatoa latere a Perugia nella guer-
Francia dagli ugonotti ; quindi a ra del Papa coi principi d'Italia;
Parigi sostenne tale incarico collo indi colla dispensa del Papa, ven-
stesso Carlo, e fu a merito di tante pre- ne nominato canonico di Toledo dal
stazioni, che ai 17 maggio iSyo, dal- re di Spagna. Dopo i conclavi d'In-
lo stesso Pontefice venne creato Car- nocenzo X , e di Alessandro VII,
dinal prete di s. Agnese nel Foro Ago- morì a Roma nel i656 di settantaim
nale , nonché deputato alla congre- anno e quindici di Cardinalato,
,

gazione della lega contilo il turco ed ebbe tomba in chiesa a s. Pras-


e a quella di alienare i censi della sede.
Chiesa, per le spese della guerra. CESI Bartolommeo, dei duchi
Nel Pontificato Gregorio XIII
di d' Cardinale
Acquasparta, Barto- .

ebbe la legazione di Bologna , ove lommeo Cesi nacque in Roma nell'an-


fece costruire alcune fabbi'iche ; con- no 1567, e fatti gli studi nell'u-
tribuì alla erezione della chiesa di niversità di Perugia, nel i587 ot-
s.Maria in Vallicella di Roma, cui tenne la laurea in ambe le leggi.

m ornò di volta e tribuna, ed acqui-


stò parecchie case ai preti dell'ora-
Dal numero
lici cui fu ascritto, fu
de' protonotari
anche
aposto-
avan-
torio. Amante dell'antichità, raccol- zato a quello de' chierici di ca-
se monumenti di marmo, e meda- mera, e da Sisto V venne promosso
glie a formare un museo, a cui ag- nel 1 1190 alla carica di tesoriere e
giunse scelta biblioteca di rari codi- collettore degli spogli dove dando
ci, e manoscritti. Alla fine, dopo la saggi di prontezza d'ingegno e zelo
elezione di Gregorio XIH , e Sisto per la giustizia, nell'età d'anni ven-
\, mori a Roma nel i586 di ses- tinove meritò d'essere creato nel-
-santacinque anni, e sedici di Cardi- r anno iSgG da Clemente Vili Car-
nalato, e fu sepolto in chiesa a s. dinale colla diaconia di s. Maria in
Maria in Vallicella. Portico, che in appresso cambiò col
CESI PiERno.WTo, Cardinale. Pier- titolo di s. Lorenzo in Lucina. Prov-
donato Cesi dei duchi di Acquaspar- veduto di molte e pingui abbazie,
ta, nacque a Roma nel i585 da e tra le altre di quella di s. Pasto-
nobili genitori. Affidato ai padri re nella diocesi di Rieti, fu ordina-
dell'oratorio, crebbe nella pietà e to sacerdote da Clemente Vili nel-
nelle lettere , e laureatosi in giuris- la s. Casa di Loreto nell' occasione
prudenza, ebbe tre pingui abbazie: che quel Pontefice si restituiva da
quindi Paolo V lo ascrisse ai pro- Ferrara a Roma. Nel pontificato di
toiiotari apostolici, e Urbano Vili Leone XI ottenne il governo della
nel i6'25 ai chierici di camera, colla città e fortezza di Benevento; ma
prefettura del porlo, e della fortezza nel pontificato di Paolo V , scor-
di Civitavecchia; poi nel i634 fu gendo che poco conto facevasi di
fatto tesoriere, e a' 16 dicembre del lui, se ne stette per lo più fuori
,,

r4o CES CET


di Roma. Mutossi però la scena nel morì nel mese di luglio del 1242.
pontificato di Gregorio XV, della Clemente XI, nell' anno 1 743, ap-
cui esaltazione era stato il Cesi vi- provò il culto, che da tempo imme-
vo promotore. Il Cardinale Ludovi- morabile si rendeva a questo servo
si nipote del nuovo Papa adope- di Dio.
rollo in commissioni impor-
molte CESSERON {Cesstroy o Cessa-
tanti non solo pubbliche, ma anche rion). Antica città della Gallia nar-
domestiche. Promosso era già stato bonese prima, nella Linguadoca ti'a
da Paolo V nel 1608 all'arcivesco- Agde, e Pezenas, in una valle pres-
vato di Conza, di cui dopo sei an- so l'Auraris, vicino ad un luogo
ni fece rinunzia. Gregorio XV nel distante cinque leghe da Beziers
1621 il passò al vescovato di Tivo- in cui s. Tiloerio, che il volgo chia-

li; ma non appena erano cinque ma Tubery, pàti il martirio. In


s.

mesi spirati , che mori nell' an- questo luogo appartenente alla dio-
no 162 pieno di meriti e di vir-
1 cesi di Ayde , eravi un' abbazia di
tù, nell'età d'anni cinquantaquattro e monaci benedettini denominata di
venticinque di cardinalato. Trasferi- s. Thibery, nella quale si celebrò
to a Roma, fu collocato nella basi- un concilio nell'anno 907. V inter-
lica di s. Maria Maggiore nella tom- vennero dodici vescovi, e vi fu di-
ba di sua famiglia. Fu egli il pri- chiarata la chiesa di Ausonne esen-
mo a promuovere l' introduzione te da un tributo , che pagava a
degli archivi tanto nel Vaticano che quella di Narbona. Gali. Christiana^
in Castel s. Angelo. V. ARCHivr. tom. VI, pag. 2 3.
CESLAO (s.). Religioso dell'Or- CESSITA. Sede vescovile di Afri-
dine di s. Domenico, discendeva dai ca. Vi sono due città di questo no-
conti d' Odrovans. Avendo abbrac- me, Cissita nella provincia cartagi-
ciato lo stato ecclesiastico, fu cano- nese proconsolare , sottoposta alla
nico di Cracovia, e poi conservato- metropoli di Cartagine. Coli. Casi.
re di Serdomir, nei quali impieghi e Cìssac nella provincia della Mau-
si per pietà, dottrina, e ca-
distinse ritiana Cesariense, sotto la metro-
rità verso i poveri. Nel 12 18, vestì poli Cesarea Giulia, Coli. Casi.
di
l'abitodomenicano in Roma insie- Nella conferenza di Cartagine v' in-
me con suo fratello Giacinto; poi tervennero i loro vescovi , Quod-
annunziò le verità del vangelo in vult-Deus, e Fiavolo.
Germania ed in Polonia; nel 1222, CESTRO, o CESTRA {Cistra
fondò due conventi in Pi-aga, e spe- seu Cistra). Sede vescovile d'Isau-
dì 27 religiosi del suo Ordine nella ria, nel patriarcato di Antiochia,
Bosnia affinchè vi predicassero la eretta nel XII secolo , e fatta suf-
fede, i quali subirono la palma del fraganea della metropoli di Seleucia.
martirio. In appresso predicò nella Epifanio suo vescovo intervenne al
Slesia, efermò lunga dimora in Bi'es- concilio calcedonese.
lavia. Per lui regni del nord fu-
i CETIVO Alano, Cardinale. Ala-
rono illustrati da parecchi pii per- no Cetivo nato nel 1407 dai signo-
sonaggi, e Bi'eslavia fu salvata dal ri (li Talliebaur nella Brettagna, pei
furore de' tartari. Questo santo uo- suoi meriti e talenti, da Eugenio IV,
mo, Dio
favorito da dello spirito di nel 1438, fu promosso alla chiesa di
profezia, e del dono de' miracoli, Quimper ; poi, nel 1 444> ^ quella di
,,

CET CEU i4i


Avignone, di cui fu 1' ultimo vesco- parlare, come riporta il Novaes
vo, perchè sollevata da Sisto IV al- tom. V, 143.
p.
l' onor di metropolitana. JXel i44i> CEUTA {Seplen. in Àfrica). Cit-
vi tenne il sinodo , e vi fece co- tà con residenza vescovile sulle co-
struire, a comodo dei vescovi, un pa- ste diBarbaria , e dell' impero di
lazzo; dipoi a' 19 febbraio del i44^5 Marocco, sotto il dominio della Spa-
Nicolò V lo creò Cardinal prete di gna. Occupa una penisola all'estre-
s. Prassede, lo fece protettore del- mità orientale dello stretto di Gi-
l'Ordine de' predicatori e si ado- , bilterra, la cui costa scoscesa esten-
però di quietare la controversia sor- dendosi semicircolarmente al nord-
ta sino dall'anno i436 contro i estper lo spazio d' una lega, forma
minori circa il - Sangue di Cristo. due baie poco profonde. La parte
Ebbe quindi 1' amministrazione di nord-est di questa penisola è coper-
Dol, e di Nimes; poi Calisto III ta dalla Sierra Almina, donde il
lo spedì, nell'anno 1/^56, alla Bret- monte Acho s' innalza ad una con-
tagna, per riconoscere il corpo di s. siderevole altezza. All'ovest di que-
Vincenzo Ferreri, cui avea canoniz- sti monti , ed in una bella pianu-
zato l'anno prima a' Ceuta propriamente
29 giugno; di ra, si estende
là andò legato a Intere a Carlo VII detta, formidabile piazza di guerra
re di Francia per indurlo alla guer- le cui inespugnabili fortificazioni si

ra sagra, ove dicesi, che colla sua prolungano sulla detta Sierra, e
eloquenza radunasse una flotta di ven- principalmente sommità del-
sulla
tiquattro galere, per cui si raccolse- l' Acho, per sorvegliare i movimen-
ro le decime del clero, ma morto ti de' mori, e i vascelli che passano
Calisto andò a vuoto. Poscia ac-
, lo stretto. La sua cittadella posta
compagnato Pio II nel viaggio di .sull'istmo è circondata da una fos-
Mantova, passò nuovamente in Bret- sa d'acqua, comunicando colla cit-
tagna, Savoia, e nel Delfinato a rac- tà per un ponte levatoio. La por-
cor decime per la guerra col turco. zrone della città,che estendesi sul-
Già fino da Eugenio IV si riguar- r Almina, e ne prende talora il no-
dava come vero Cardinale perchè ,
me, è piuttosto un delizioso sobbor-
quel Papa gli avea promesso di go, e residenza degl' impiegati e ne-
crearlo tale, se avesse ottenuto dal- gozianti.
la Francia che venisse tolta di Ceuta rimpiazza Seplem, o Septa,
mezzo la prammatica sanzione. Men- di cui non si fece menzione avanti
tre era vescovo di Avignone, si di Giustiniano I, che ascese all'im-
tenne il concilio provinciale , nel pero l'anno 527 dell'era cristiana..
quale tutti segnarono il decreto del Fu un tempo capitale della Mauri-
concilio di Basilea a favore dell'Im- tiana Tingitana, e dai romani fu
macolata Concezione di Maria Ver- chiamata Civita.f, volendo l' Orte-
gine ss. Da ultimo, dopo i conclavi lio, che possa essere l'antica Essilis-

di Calisto III, Pio, e Paolo II, e Si- sa. Dopo i goti, che la tolsero ai
sto IV, mori a Roma, nel i4745 romani, ne divennero padroni gli
di sessantaselte anni, e ventisei di arabi, finché la conquistò nel i^i5
Cardinalato, vescovo di Sabina, e fu Giovanni I i-e di Portogallo, che la

sepolto in thiesa a s. Prassede. Al- fortificò, e vi accrebbe gli abitanti. Il

cuni l'accusano di troppo libero nel Pontefice Martino V, per facilitare


,

i42
al pio monarca
nemici del
dire la crociata,
nome
CEU
la
cristiano,
il
guerra

perchè vennero
contro
fece ban-
i unita a Ceuta la sede
Tìngis, ed in seguito
soggezione di Lisbona,
CEV
di
fu tolta
e
Tanger

sottoposta
i
dalla

fatti in Africa altri importanti ac- alla metropoli di Siviglia, di cui è


quisti ; ma
per la morte del re Se- tuttora suffraganea. In Ceuta non
bastiano, e del Cardinal Enrico suo pochi missionari e cristiani sparse-
zio, occupava il trono portoghese il ro il sangue per la fede, e Leone
re di Spagna Filippo II: laonde X, con un breve del i5i6, ripor-
Ceuta passò in potere degli spa- tato Wadingo, Annal. Òrd.
dal
gnuoli nel i58o. Minor, tom. XVI, p. 7, approvò il
Dopo la rivoluzione del i64o, in culto dei sette martiri francescani,
cui il Portogallo si sottrasse dalla Daniele, Samuele, Angelo, Donno,
dominazione spagnuola, a questa Leone, Nicolò, ed Ugolino martiriz-
monarchia rimase Ceuta, e gliene zati nel 1221 in Ceuta di Mauri-
fu confermato il possesso nel 1668 tiana per la confutazione della setta
col trattato di Lisbona. Questa cit- maomettana. Poco dopo il loro mar-
tà e fortezza importante dovette sos- tii'io, Dionisio figlio primogenito di
tenere per parte dei barbareschi Alfonso II re di Portogallo, otten-
diversi assedi, massime dal 1694 al ne dal re di Marocco, che i coi-pi

1720. Fu Papa Clemente XI, che di questi martiri fossero trasportali


accordando al re Filippo grandi V nella Spagna, ove avevano incomin-
soccorsi dalle rendite ecclesiastiche, ciato ad avere culto, con celebrarne
liberò Ceuta dal continuato assedio la festa agli 8 ottobre, venendo le-

di circa ventisei anni. Finalmente gistrati i loro nomi nel martirolo-


riuscì alle truppe reali con diverse gio l'omano ai 1 3 ottobre.
battaglie sconfiggere i mori, e Fi- La cattedrale di Ceuta è ampia,
lippo V scrisse lettera di ringrazia- bella, e guarnita di sagre suppellet-

mento al Pontefice, e gl'invio al- ed è dedicata


tili, alla beatissima
cune bandiere guadagnate sui ne- Vergine assunta in cielo. Il capito-
mici. Da tal' epoca, Ceuta servi di lo si compone di quattro dignità
detenzione, o luogo di esilio, essen- la prima delle quali è il decano,
do lo stabilimento il più importan- di undici canonici senza prebenda
te, che gli spagnuoli hanno in Afri- di quattro benefiziati, e di altri sa-

ca, da loro appellato presidios. Ol- cerdoti, e chierici addetti al divino


tre un governatore militare, e poli- servigio, ed ufìiziatura. L' unica par-
tico, ha un tribunale civile e crimina- rocchia è la cattedrale, ove evvi il

le, ed un intendente di finanza. fonte ed il cimiterio.


battesimale,
La luce del vangelo fu predicata Non ha seminario, né monte di pie-
in Ceuta nei primi tempi del cri- tà; vi sono però due conventi di
stianesimo. Commanville vuole che religiosi, tre ospedali, ed alcune con-

la sede vescovile vi fosse fondata fraternite . L' episcopio trovasi in

nel quarto secolo, e soltanto rista- buon stato, ma è distante dalla


bilita, per le preghiere di Alfonso cattedrale. La mensa vescovile paga
V re di Portogallo, dal Sommo cento trentatre fiorini alla camera
Pontefice Eugenio IV nel i444> ^ apostolica, secondo le tasse.
dichiarata sufTraganea di Lisbona. CE VA Francesco Adriano, Car-
Quindi nel seguente secolo venne dinale. Francesco Adriano Cova nac-
,

e li A CIIA 143
que nel Mondovi del Piemonte nel scovile di Siria, nel patriarcato di
i585. Andò alla corte del Barberini, Antiochia, eretta nel V secolo, e
che fu poi Urbano Papa Vili, cui a- nel XII elevata al grado di arci-
vea seguito da Cardinale nella legazio- vescovato latino onorario. E conosciu-
ne di Francia , come da segretario, e ta anche col nome di Chinzerin , e
cui conseguì un canonicato nella ba- fu già capitale della Calcidica o Cal-
silica lateranese, e la carica detta il cidene in Celesiria. Ebbe per re
Concessum. In appresso fu segretario, Erode fratello di Erode Agrippa, e
maestro di camera, e nunzio straor- Giustiniano ne rialzò le mura ca-
dinario a Luigi XIII, per istabilire dute per la sua antichità.
la pace, e segretario di stato, quindi CHALCIS, o EURIPUS. Ne- A
lo stesso Papa lo creò Cardinal prete GROPONTE, e CALCmE.
di s. Prisca ai i3 luglio del i643. CHALCIS o CALCIDE. Sede ve-
Viveva sempre economicamente, ed scovile della provincia d' Europa,
era anche di mal ferma salute, e neir esarcato di Tracia, la cui ere-
dopo i conclavi d'Innocenzo X, e zione rimonta al nono secolo, sotto-
di Alessandro VII, morì nel i655 posta alla metropoli d'Eraclea.
di settanta anni, e dodici di Cardi- CHALONS SUR M\RNE [Catalau-
nalato. Fu sepolto nella sua cappella nen.). Città con residenza vescovile
gentilizia dedicata alla nascita di in Francia, nella provincia di Sciam-
M. V. nella basilica lateranese , cui pagna, conosciuta anche col nome
beneficò sommamente ove , sorge di Sciatoli sulla Marna, come ca-
a memoria di lui magnifico avello poluogo e prefettura del dipartimen-
con nobile epitafio. Gli eredi eb- to del Marna, Matrona, i cui pri-
bero a che dire sul testamento di mi abitatori furono i calalauni. Cha-
lui, perchè scritto da ignota mano, lons, città considerabile, è situata in
e da solamente sottosegnato il
lui , mezzo a vaste praterie sul fiume Mar-
perchè dubitavano dell'autenticità del- na, che nebagna ima parte delle mu-
la sottoscrizione; però si divisero poi ra, le quali circondano la città. Ol-
in buona pace quella pingue sostanza. tre la cattedrale, il palazzo della pre-
CIIADIRA. Sede vescovile della fettura è uno de' più belli edifizi
diocesi di Caldea, nella provincia di quello della città ha un' elegante
Babilonia, di cui si hanno poche facciata, e sono considerevoli la por-
notizie. ta detta di s. ponte
Croce, e il

CHALANT (de) Antonio, Cardi- sulla Marna costruito nel 1787. So-
nale. Questo nobile savoiardo, vesco- novi un'accademia agraria, una scuo-
vo di Sisteron e poi arcivescovo di la reale di arti e mestieri, ed altri
Tarantasia, fu fatto Cardinale dal- importanti stabilimenti
l'antipapa Benedetto XIII. Abban- Chalons sulla Marna è una an-
donato ch'ebbe quest'ultimo, fu ri- tichissima città e nel regno di
,

conosciuto per Cardinale da Ales- Giuliano r apostata figurava fra le


sandro V, che gli assegnò la diaco- pili distinte della Gallia Belgica se-
nia di s. Eustachio, dalla quale Gio- conda. Ebbe il nonie anche di
vanni XXIII lo passò al titolo di Duro- Catalaununi, come appartenen-
prete di s. Cecilia. Morì in Losan- te ai catalauni. Nelle sue pianure
na nel i4i8. Aureliano sconfisse il competitore Je-
CHALCIS, o CALCIS. Sede ve- trico nel terzo secolo, il quale es-
,,

i44 CHA CHA


sendo presidente dell' Aqiii tarila, era Calisto li nellaFrancia, adunò ai
stato proclamato imperatore dal suo 12 luglio mi concilio contro l'im-
esercito. Nelle medesime pianure peratore Enrico V, scomunicato dn
fu pure scondito l'anno 45 At- 1 Pasquale 11 per la famosa contro-
tila coi suoi alleati da Meroveo re versia delle investiture ecclesiastiche,
de' franchi. Francesco I vi operò rinnovando le censure. Labbé t. X,
molte fortificazioni; e nel 1592 vi Arduinoj tomo VI. Vi furono ce-
fu trasferito il parlamento di Parigi; lebrati diversi sinodi, negli anni
e pei'chè si era sottomessa, e con- 1559, 1641, 1647, 6 '" ^^*^^'i t^''^^"
servata fedele a Enrico IV, questo pi. La sua grande e bella cattedrale
re per riconoscenza fece coniare una di gotica architettura fu rinnovata,
fnedaglia in suo onore. Nel secolo e nel i47 consagrata dal Ponte-
i

XYI, molto soffrì per le guerre ci- fice Eugenio III, ma abbruciata nel

vili, e sono celebri le sue vicinan- 1 668, venne rifabbricata con abbel-
ze per la ritirata dell' armata prus- limenti nel 1672, colla facciata e-
siana nel 1792. Appartenne al ba- retta del regno di Luigi
nel fine
liaggio del Vermandese. Luigi XIII XIII, con greca architettura, e con
r eresse in baliaggio regio con sede due torri laterali di forma pii-ami-
presidiale, e dipoi fu dichiarata ca- dale. Essa è dedicata a s. Stefano
po di circondario e di cantone. protomartire, ed aveva un numero-
11 vangelo fu predicato in Cha- so capitolo, con nove dignità.Pre-
lons da s. Memmio l'omano, il qua- sentemente monsignor
n' è vescovo
le ne divenne primo vescovo. Mori Giuseppe Maria Francesco Vittore
in fine del terzo secolo ; il perchè de Monyer de Prillj' d'Avignone,
da molti si dice, che questa sede (atto da Leone XII nel concistoro
vescovile fu fondata nel IV. S. Po- dei 17 novembre iSaS, dagli atti
ma vergine, sorella di s. IVJemmio, del quale si rileva, che stante le
è altresì venerata in Chalons. Suc- ultime vicende non esisteva capitolo,
cedettero al detto servo di Dio nel- e che doveva formarsi dal nuovo ve-
la sede vescovile Donaziano, e i ss. scovo. Nella cattedrale avvi la cura di
Domiziano. Nel secolo governò V anime con parroco, ed altri preti in
questa chiesa s. Alpino, e perle sue suo ajuto; e presso ad essa esiste un
oi-azioni vide il suo gregge liberato conveniente palazzo vescovile. Nella
da Attila. S. Elafio, altro vescovo, città si contano altre cinque parroc-
fiorì verso la fine del sesto secolo chie, un inonistero di monache, due
ed ebbe in successore s. Ludomiro, ospedali, il piccolo seminario , che
che riposò nel Signore l'anno 626. contiene circa duecento alunni ; ed
Questa illustre sede fino dalla sua inoltre il monte di pietà, e diverse
erezione fu sottoposta alla metropo- confraternite. I frutti della mensa
li di Reim.s, come lo è tuttora. I sono tassati nei libri della camo
conti di Chalons cedettero i loro so- ra apostolica, in fiorini trecento sei-
vrani diritti ai vescovi, i quali di- tanta.
vennero anco duchi e pari di Fran- CHALONS SUR Saone. Città ve-
cia, col diritto di portare l' anello scovile Francia nella provincia
di

regio nella consagrazione dei re. di Borgogna, posta in una pianura


Neiraniio i 1 i5, Conone vescovo di fertile sulla destra riva del fiiune
Palestrinp , e poi legato apostolico di Suona, che vi forma un' isola, in cui
,

CHA CHA 145


è sifiialo il soblxjrgo di s. Lorenzo. suoi successori, rimanendo alla linea
Essa è il deposito delle merci , che Savary l'altra porzione. Guglielmo,
. dai porti del Mediterraneo , e del- discendente da questa, venne punito
l'ocenno sono dirette all'interno del- da Luigi il Giovane, che prese Cha-
la Francia, pel canale che congiunge lons, e le sue terre; ma rientrato in
la Saona capo luogo
alla Loira. E possesso de' suoi dominii, lasciò mo-
di circondario e di cantone , con , rendo una figlia per nome Beatrice,
tribunali, ed utili stabilimenti, e va la quale dicesi sposata da Alessan-
ornata di belli edifìzi. Chalons sulla dro di Borgogna. La figlia di lui
Saona fu chiamata con più nomi Matilde portt) in dote la contea di
cioè Cabìllonia , Cablilo , Aedue- Chalons a Giovanni figlio di Stefa-
riini ec. Le statue, i vasi e le iscri- no conte di Borgogna, che prese il
zioni, che si rinvennero negli scavi, nome di Chalons. Indi nel 1247,
e gli avanzi di un anfiteatro, ed Giovanni cambiò la contea per altre
altri edifìzi dimostrano la sua anti- terre con Ugo IV duca di Borgo-
chità. In origine fu un castello , o gna, alla quale in tal modo si unì
borgo degli edui, laonde si conosce Chalons, finché l'una e l'altra nel
anche col nome Castrum. Cesare vi 1477 *^^ Lodovico XI vennero riu-
stabilì i suoi magazzini, e vi mtm- nite alla corona di Francia. A nuo-
dava a riposare le affaticate legioni; ve sciagure andò soggetta questa cit-

poscia i romanimantennero una vi tà nel XVI secolo per parte degli


flotta per proteggere le due rive del- ungheresi, e dei calvinisti, che profa-
la Saona. Vuoisi che fosse distrutta narono le chiese , e ne derubarono
da Attila, e poi ristabilita, e che le sagre suppellettili , ed in seguito
abbia sofferto anche l'invasione dei fu a parte dei destini della Francia.
vandali. I re di Francia della pri- Il vangelo venne predicato in Cha-
ma stirpe la sottomisei-o al loro im- lons dai ss. Marcello , e Valeriano
pero: e sebbene Cramno figlio di martiri di Lione, i quali verso l'an-
Clotario I l'abbia posta a ferro e a no 1
79 patirono gloriosa morte. La
fuoco verso l'anno 555, pur si rieb- sede vescovile, sulfraganea della me-
be. Quindi Luigi il Buono la eresse tropoli di Lione, fu fondata nell'an-
in contea, e da' suoi conti partico- no 340, e vanta illustri vescovi, ed
lari discese la nobilissima casa di alcuni santi, fra' quali : s. Silvestro,
Chalons. Nell'ottavo secolo i sarace- che nell'anno 49» successe al beato
ni vi commisero orrende stragi e , Giovanni di Chalons sulla Saona;
nel nono fu incendiata da Lotario I s. Agricola, eletto l' anno 532 che ,

per vendicarsi del conte Varin, che governò sua chiesa sino al 590, e
la
avea salvato Carlo il Buono dalla s. Grato, il quale fiorì verso la me-

persecuzione de' suoi figli. Il primo tà del settimo secolo, e vuoisi che
conte di Chalons fu Lamberto , il morisse l'anno 652. Il reGontrano,
quale viveva sotto Ugo Capeto, po- ilquale faceva l'ordinaria sua residen-
scia si divise fra due famiglie, e za in Chalons, vei'so l'anno 590, vi fon-
Goffredo di Donzy
volendo recarsi , dò l'abbazia in onore di s. Marcel-
nella Palestina, verso l'anno 1097, Io distante un quarto di lega dalla
vendette à Góntiero vescovo di (cha- città, ove cessò di vivere il famoso
lons la sua parte di contea , sulla Abelardo, mentre era priorato clu-
tjuale dominarono poscia i vescovi iiiacense. Il vescovo per cinque se-

VOL, XI. io
, .

i46 e II A CHA
ebbe
coli il dominio di Chalons nel e molti religiosi d' arabo i sessi di
modo che dicemmo, col titolo di parecchi Ordini. Si noverano sei ab-
conte, e sedeva al parlamento di bazie nella diocesi , la quale sinché
Borgogna, e agli stati della provin- pagava duecento fiorini di
esistette
cia; ma nel concordato del 1801, tassa ad ogni nuovo vescovo che ,

il Sommo Pontefice Pio VII ne sop- godeva la rendita di quattordici mi-


presse la sede vescovile. La catte- la lire.

drale^ dedicata dapprima al proto- Finalmente in Chalons o Scialon


martire s. Stefano ,
prese il nome sulla Saona furono celebrati i se-
di Vincenzo martire di Saragozza
s. guenti ventuno concili, conosciuti col
verso l'anno 54 1, allorquando il re titolo di concili Cabilonensi.
Childeberto recatosi nella Spagna Il primo si tenne nell'anno ^'jo

da Saragozza trasportò in Chalons per eleggere il vescovo e il beato ,

le reliquie del santo. Giovanni eh' era allora arcidiacono,


Nel i8o5, quando Pio VII da fu il prescelto e consagrato dal me-
Parigi ritornava a Roma, dopo aver tropolitano di Lione s. Paciano. Lab-
coronato imperatore Napoleone Bo- bé, tomo IV.
napai'te ai 9 aprile giunse a Cha-
, Il secondo nell'anno Syg per co-
lons ove trovò la maggior parie
, mando Gontrano
del re contro i ,

degli abitanti della provincia di Bor- vescovi Solone d'Embiim, e Sagit-


gogna desiderosi di prestargli omag- tario di Gap, deposti per delitti di
gio. Vi si trattenne negli ultimi gior- lesa maestà ed altre incolpazioni.
,

ni della settimana santa , e cele- Gali. Christ. tomo IV, p. 866. IVIa
brò nell'antica cattedrale le funzio- siccome furono poi dallo stesso re
ni ecclesiastiche, ed il Cardinal An- a richiesta del Papa, e de-
ristabiliti

tonelli penitenziere maggiore celebrò posti di nuovo a Chalons, evvi ar-


quella del venerdì santo. In oltre gomento di credere , che in detto
Pio VII visitò l'ospedale di s. Luigi, anno vi fossero celebrati due concili.
e disse messa la mattina di Pasqvia Greg. di Tours, lib. V, Hist. e. 2 1
nella medesima cattedrale, non però 11 terzo vuoisi adunato l' anno
pontificalmente per mancanza dei ne- 589, o 590, in cui si esaminarono
cessari paramenti
arredi , e sagri. le accuse di Basina figlia del re Chil-
Terminato che ebbe il santo sagri- perico I , e di Cronielda figlia del
fìzio, si recò processionalmente nella re Amberto, religiosa del monistero
chiesa di s, Pietro, dove asceso il di Poitiers , contro V innocente ab-
palco eretto innanzi la porta, diede badessa Lubovora. Greg. di Tours,
ad un immenso popolo la solenne be- lib. IX, et X Hist.
nedizione, indi nel seguente lunedì Il quarto l'anno 594, sopra l'uf-

proseguì il viaggio per la città di ficio divino. Reg. XlV, Labbé t. V,


Macon. Arduino tom. III.

Il capitolo della cattedrale for- Il quinto r anno Co3 presieduto


mavasi di sette dignitari , oltre di- dal metropolitano di Lione, pegli
ciotto canonici , ed altri ecclesiastici intrighi della regina Brunelda. Vi
per l'ufficiatura. Nella città oravi mi fu Didiero o Desiderio,
deposto s.

celebre monistero, la collegiata di vescovo di Vienna, perchè le avea


s.Giorgio superstite al fuoco col , rimproverati i suoi disordini. Reg.
quale Lotario I incendiò Chalons, t. XIV, Labbè t. V, Arduino t. 111.
,,

CHA CHA i47


Il sesto nell'anno 644 ai 25 ot- veri. Gli altri vietano ai preti, dia-
tobre d'ordine di Clodoveo II, pre- coni, e monaci di essere fittaiuoli,
sieduto da Candorico arcivescovo di di ricevere più d'una volta la con-
Lione, che lo adunò nella cattedrale. fermazione ; esorta i sacerdoti a dare
Vi si fecero venti canoni sottoscintti penitenze proporzionate , condanna
da trentanove vescovi presenti da , quelli,che avendo avuto proibizione
sei deputati degli assenti, da altret- di mangiar carne e bere vino in
tanti abbati e da un arcidiacono.
, mortificazione delle loro colpe, pro-
Il primo canone comanda l' osser- curano deludere la disciplina della
vanza della fede nicena confermata Chiesa; ordina che in tutte le messe
nel concilio di Calcedonia; il quarto si debba pregare pei defonti ; pre-
proibisce l'ordinazione di due vesco- scrive la reclusione ne' monisteri
vi nella medesima chiesa; il quinto pei chierici degradati , condanna i

vieta ai laici dirigere le chiese , e pellegrinaggi sotto pretesto della re-


amministrarne i beni ; il nono proi- missione de' peccati, perchè era inval-
bisce di rendere gli schiavi cristiani so l'abuso di commetterli più fa-
agli sti-anieri, ed agli ebrei; il deci- cilmente , e in vece loda quelli in-
moquarto ordina ai chierici addetti trapresi con retto spirito ; ordina a
alle cappelle piena soggezione al ve- tutti i cristiani di ricevere l'Eucari-
scovo ; il decimosesto vuole la sos- stia nel giovedì santo, meno quelli
pensione de' preti, che si fecero or- cui era proibito pe' loro delitti ; proi-
dinare per danaro; il decimonono proi- bisce la celebrazione della messa
bisce alledonne di cantare canzoni nelle case private; ingiunge alle ab-
profane nel recinto delle chiese, per badesse di non far mancare il ne-
la loro dedicazione e feste, così le cessario alle monache , ed alle une
danze. Agapio, e Bobone vescovi di e alle altre vieta di parlare ad ore
Digne, vi furono deposti come vio- indebite sì cogli ecclesiastici, che coi
latori de' canoni, e Teodosio d'Arles secolari, proibendo in oltre alle ab-
vi fu .sospeso. S. Eligio , e s. Onco badesse uscire dai mopisteri senza
assistettero a questo concilio, che al- il permesso del vescovo, o del vica-
tri dicono celebrato nel 648 , ed è rio generale ; così espressamente vie-
il medesimo di quello, che alcuni ta agli ecclesiastici , e secolari l' in-
registrano nel 6 io. Gali. Ckrist. gresso ne' monisteri , tranne il caso
tom. pag. 898
I, FI. tom. VI , di necessità. Reg. tom. XX, Labbè,
Reg. tom. XV, Labbé tom. VI, t. VII, Arduino tom. IV.
Arduino tom. III. L'ottavo concilio si celebrò nel-
Il settimo si adunò nell'anno 8 3 1 r 889 su alcuni affari ecclesiastici
per ordine dell' imperatore Carlo e politici massime per calmare la
,

Magno, per ristabilire la disciplina rivolta di Luigi contro il padre Lo-


ecclesiastica , al qual fine si forma- dovico il Pio. Reg. XXI , Labbc
rono sessantasei canoni . Fu con- t. VII, Arduino t. IV.

vocato da tutta la Gallia lionese Il nono nell'SyS presieduto dal-

meno la provincia di Tours, che l' arcivescovo di Lione Remigio, fu


adunossi separatamente. I primi un- tenuto nella chiesa di s. Lorenzo, la
dici riguardano i vescovi , la loro quale venne restituita ai benedettini
istruzione, esempio, provvidenze, di dell'abbazia di s. Marcello. Reg.XXIV,
stabilire scuole, e di difendere i po- Labbé t. IX, Arduino tom. VI.
i48 CHA. CHA
II dorimo neir870j per i beni sieduto dal Cardinal s. Pier Damia-
dell'abbiizia bencdeltina di Tournus, ni, legato della Santa Sede , con
alla quale ne fu confermato il pos- tredici vescovi, in cui si corressero
sesso. Labbé toni. IX, Arduino diversi abusi, e vennero riconosciu-
lom. IV. ti e confermati i privilegi della ce-
L' undecime nell' 880, in cui il lebre abbazia di Cluny, violati dal
vescovo di Langres rivendicò la chie- ve.scovo di Macon, col quale si pa-
sa di s. Martino, e si confermarono cificò l'abbate. Labbé tom. IX. Ar-
i beni, che possedeva l'abbate di duino tom. III.
Charlieu. Gali. Christ. tom. IV, Il decimo ottavo nel 1064. Gali.

pag. G&. Christ. tom. IV, p. 43-


Il deciniosecondo nell' 886, con- Il decimonono nel 1072, in fa-
vocato ai i8 maggio da otto vesco- vore dei canonici di Romans. Mar-
vi per ristabilire la pace, e regola- lene in Thesauro, tom. IV. p. 445'
re gli affari della Chiesa, laonde 11 vigesimo nel loyS. Gali. Christ.

venne concesso il privilegio di esen- tom. IV, pag. 885.


zione all'abbate di Charlieu dell'Or- Il vigesimo primo nel 1 129, con-

dine di s. Benedetto, nella diocesi vocato ai 2 febbraio, nel quale En-


di Macon. Reg. tom. XXIV, Labbé, rico di Verdun per ,
consiglio di
tom. IX, Arduino tom. VI, s. Bernardo, rinunziò il vescovato.
Il decimoterzo concilio ebbe luo- Pagi ad hutìc an.
go nell'anno 887, per l'immunità, CHAMBERY, o CIAMBERI
e beni della Chiesa. Marlene , in ( Camborien. ). Città con residenza
The sauro tom. IV. arcivescovile degli stati Sardi, capi-
Il decimoquarto nell' 894 , adu- tale del ducato di Savoja, capohu>-
nato il primo maggio nella chiesa go della divisione e della provincia
di s. Gio. Battista^ presieduto da di questo nome, con residenza d'un
Aureliano di Lione, qual primate regio senato, d' un tribunale di pre-
di tutta la. Gallia. Il monaco Go- fettura di seconda classe ec. E si-

fredo di Flavigny si discolpò dalla tuata sul Leisse e svili' Albano fra
accusa di aver avvelenato il vesco- due montagne, e suU' orlo di una
vo d'Autun Adalgerio. Reg. tom. pianura fertile ed elevata, ove la

XXIV, Labbé tom. IX, Arduino frequenza dei gelsi dàle un aspet-
tom. VL to selvoso. La pubblica istruzione
Il decimoquinto nell' anno 9 1
5, della Savoia è regolata dal consi-
nella chiesa di s. Marcello, sopra le glio di riforma creato ai 25 novem-
differenze di alcuni curati. Fu re- bre 1768, che qui risiede, e vi è
stituito un podere alla chiesa di s. fondato il più illustre collegio reale
Clemente, ed altrettanto fece il con- della monarchia. La .società accade-
te di Macon per quelli , che avea mica non solo nel 1820 fu appro-
tolti alla chiesa. Reg. XXV, Labbé vata e poi, nel 1824, incoraggila
tom. IX, Arduino tom. VI, Marle- con dotazione dalla munificenza so
ne in The sauro tom. IV. vrana ma fu anche onorata cf>l
,

Il decimosesto nel io56 in favo- titolo di corrispondente dall' acca-

re dei canonici di Romans. Mar- demia reale delle scienze di Tori-


t^-ne in Thesauro tom. IV. no, Era questa città un tempo cin-
Il decinioseltimo nel io63 pre- ta di mura, e da una fossa e tut- ;
, ,

e II A CU A 149
torà la domina un castello foiiifi- trattato del 1 796. Incorporala al-
una bellissima chie-
cato, ovesj trova l'impero francese, fu dichiarata ca-
sa. Cliainbeiy è ben fabbricata, non poluogo del dipartimento del Monte
manca di rispettabili edifizi moderni, liianco, sino al secondo trattato di
di biblioteca pubblica, di magnifica Parigi de' 20 novembre
181 5, pel
caserma, ed assai vivo è il suo com- quale ritornò al suo legittimo prin-
mercio. cipe.
Non grande antichità la
risale a La sede vescovile di Chambery
sua origine. Trovasi denominata an- ad istanza del re di Sardegna Vit-
che Camberiacum, Civaro, Canieri- torio Amadeo III, venne eretta nel
nuni, e Laminconim, perchè diver- concistoro dei 18 agosto 1779» dal
si paesi ora distrutti si trovano de- Sommo Pontefice Pio VI, che la
scritti ne' rimoti tempi in questa con- dichiarò immediatamente soggetta
trada. Vuoisi che Civaro occupasse alla Santa Sede; quindi, in quello
r area Ciamberi e non lungi si
di , dei IO marzo
1780, vi preconizzò
trova Leminco, o Villa Lemensis per primo vescovo Michele Con-
ove prossimi Abissi di Mians fan-
i scil di Megera diocesi di Ginevra.
no testimonianza di altra città, che Dipoi Papa Pio VII, che ne' suoi
vi sorgea. Alcuni signori particola- viaggi avea onorato di sua presen-
ri la possedettero dal secolo decimo za Chambery, per le premure di
sino ai iiZo, epoca in cui fu ce- Vittorio Emmanuele re di Sardegna,
duta a Tommaso I conte di Savo- elevò la sede vescovile di Chambe-
ia, il quale su di una collina fece ly, con bolla de' 17 luglio 1817, al
fabbricare il castello, in cui risiedet- grado di metropolitana, assegnando-
tero gli altri conti, e principi della le per sufl'raganei i vescovati di Ao-

nobilissima casa di Savoia, sino alla sta, e di Annecy, mentre anticamen-

traslazione del loro governo a Tori- te «"a soggetta alla diocesi di Gre-
no. Questo castello fu incendiato nel noble nel Delfinato. Ne divenne pri-
i74t', e poi nel 1798,6 venne re- mo arcivescovo Ireneo Ivone Des-
staurato nel i8i>3. Vittorio Ama- solles di Auch, che dal medesimo
deo primo re di Sardegna vi si ri- Pio VII era stato trasferito dalla
tirò nel lySo, dopo aver abdicato chiesa di Digne a questa di Cham-
al trono. I fi-ancesi, e gli spagnuoli bery, sino dal concistoro de'22 mar-
s'impadronirono di Chambery, e di zo i8o5, da lui tenuto in Parigi.
una gran parte della Savoia nel 174^, In appresso vi fui'ono aggiunte per
ma la resti tmrono sei anni do- suffraganee anche le sedi vescovili
po. Quindi nel 1' anno 1 792 , i pie- di Tarantasia, e di s. Giovanni di
montesi, presso Sanparelliano, ten- Moriana. La cattedrale, bell'edifi-

tarono resistere all' armata repub- zio gotico, è dedicata a s. France-


blicana fi'ancese ; ma assalili nella sco di Sales vescovo e confessore , e
notte del 2 settembre dal general
1 vicino avvi l* episcopio. Il capitolo
Laroque, furono superale le gole si compone di quattro dignità, la

savoiarde , e a aprirono il passo maggiore delle quali è il prevosto,


Chambery, che dal general Montes- di nove canonici senza prebenda, ed
quieu fu tranquillamente occupata altri preti, e chierici addetti al di-
ai 24 settembre, ed in uno alla Sa- vino servizio. Oltre la cattedrale, che
voia venne ceduta alla Francia pel ha la cuia di anime, vi souo tre
i5o CHA CHA
parrocchie. Il cimiterio sta fuori Reims, e di Amiens; indi fu fitto
della città. Sonovi inoltre un colle- tesoriere di quella di Laon, cancelliere
gio de' padri della compagnia di Ge- di Filippo V
re di Francia, vescovo
sti, una casa de' fratelli delle scuole di Arras nel i3ao, epoinel iZiQ di
cristiane, un convento di cappuccini, Chartres. Da ultimo ai i8 dicem-
e tre monisteri , cioè delle dame del bre del i327, Giovanni XXII lo
sagro cuore di Gesù, delle sorelle del- creò Cardinal prete ; ma* dopo no-
la carità, e delle salesiane. Inoltre ve anni mori in Avignone nell' an-
vi sono diverse pie congregazioni di no i336.
ambo i sessi, e confraternite ,
1' ospe- CHARAGMOBA, o CHARACH.
dale, e il seminario. La mensa è MUCHA seu Parachmucri. Sede epi-
tassata ne' libri della camera apo- scopale della terza Palestina, nel
stolica in fiorini trecento settanta. patriarcato di Gerusalemme, sotto-
CHAMBRE (della) Filippo, Car^ posta alla metropoli di Petra , ed
ditiale. Filippo della Chambre, no- eretta nel nono secolo. Bollando re^
bile savoiardo, era parente della gistra due vescovi di questa, t. III
jegina di Fi'ancia Caterina de' Me- Jul. ad dieni 1 3.
dici, fu monaco benedettino, abbate CHARCAS. Arcivescovato nell'A-
di Gorbia, indi vescovo di Terovana, merica meridionale. V. Plata ( de
e poscia nell'anno i533 da Clemente la).
VII , nella sua decimaterza promo- CHARLESTOWN ( CarolopoU-
zione venne creato prete Caidina-
, tan. ). Città con residenza vescovile,
le di s. Martino a' Monti. Il Papa negli stati uniti nell' America setten-
permise a lui di portare nella Fran- trionale, la più ragguardevole fra le
cia e nella Savoia le vesti rosse, co- città della Carolina, e, dopo Nuova-
mechè monaco. Fu fatto nel i543 Orleans, la maggiore degli stati me-

vescovo di Frascati, e mori in Ro- e capoluogo del distretto,


ridionali,
ma nel i55o. che da essa prende il nome. Giace
CHANACH (de) Guglielmo, Car- su di una penisola e lingua di terra
dinale. Guglielmo de Chanach, nato formata dall' Ashley, e dal Cooper,
in Parigi di nobile famiglia, si fece che dipoi riviniti formano la bella
monaco benedettino, e più volte fu ab- rada con vasto e comodo porto. ,

bate e pubblico professore di canoni Dal lato del mare ne difendono l'ac-
neir università di Parigi. Eletto ve- cesso tre forti , e dopo gì' incendi
scovo di Chartres nel i 368, passò a del 1 796 e 1 797 , che distrussero
Mande nel iSyi. Fu creato poscia, le sue case di legno, la riedificazio-
nell'anno stesso, prete Cardinale di ne venne eseguita con opere lateri-
s. Vitale da Papa Gregorio XI, e zie. Sono osservabili i palazzi dello
mori in Avignone. stato, della comune, della dogana,
CHANIGIARA. Sede vescovile e la casa penitenziaria. Una volta
della provincia di Beth-Garmè, nella sivedeva sulla piazza la statua di
diocesi di Caldea, di cui si conosco- Guglielmo Pitt, conosciuto anco col
no due vescovi. nome di Lord Chatham. Vi hanno
CHAPPES Pietro, Cardinale. degli stabilimenti letterari , e sono
Pietro Chappes, o de Capis, appel- rinomati i collefji Charles-Town, ed
lato cosi dal luogo di nascita a il medico, nonché altre scientifiche
Trojes, era canonico delle chiese di società. Vivo è il commercio pel
, ,

CIIA CHA i5i


canale, che unisce il Cooper al San- ga, con un'alta torre di bella ar-
tec. Quantunque però Charlestown chitettura per le campane. Havvi
sia riguardata come il luogo il più un convitto di donne pie per l' e-
salubre dei bassi paesi degli stati ducazione delle femmine ,
partico-
raeridionali, la febbre gialla vi ope- larmente delle negre, non che un
rò grandi stragi , come è frequente seminario, ed il cimiterio pei cat-
anche quella catarrale. tolici sta nelle vicinanze. Nella Ca-
Charlestown, o Charleston, fu fon- rolina australe, in Columbia vi ha
data nel 1671 da coloni inglesi
, una bella chiesa ed un collegio,
sotto la condotta del governatore nella Carolina settentrionale vi so-
William Vogle, e da qualche emi- no due chiese , nella Georgia tre
grato bianco e nero, che sir John antiche chiese da ultimo restaurate,
Yeamans vi trasse dalla Barbada ed in Goergcstown avvi il collegio
isola la più orientale delle Antille; de' gesuiti.I cattolici superano i do-

ed il governatore britannico vi face- dici mila, e vanno sempre più au-


va r ordinaria sua residenza, prima mentando mediante l'attività del ve-
della proclamazione dell' indipenden- scovo, che per lo spiritual vantag-
za. che dopo questa
Nella guerra , gio della sua diocesi, si recò in Ro-
ebbe luogo, gl'inglesi tentarono più ma diverse volte. Il clero vive del-
volte di riconquistarla, massime ne- le pie oblazioni , che riceve dai fe-

gli anni
1776, e 1779, Clichè do- deli.

po un lungo assedio si arrese per CHARLIEU (Carilocus). Borgo


capitolazione al generale Clinton nel Bor-
della contea di Charolois nella
dì I I maggio 1780. gogna, diocesi di Macon, già abba-
La sede vescovile in Chai'lestoven zia e priorato de' benedettini. Nel-
fu eretta dal Sommo Pontefice Pio r anno 926 vi si celebrò un concilio,
VÌI , che la dichiarò suffraganea presieduto dall' arcivescovo di Lione
della metropoli di Baltimore, e per Anscherico, qual metropolitano di
primo vescovo vi nominò l' attuale Macon, ove si presero provvidenze
dotto e zelantissimo pastore, monsi- sui santuari rovinati dai ladroni e
gnor Giovanni England irlandese dai malvagi, ed ordinossi che fossero
mediante il breve apostolico spedito, all'abbazia restituite dieci chiese,
ad istanza della sagra congregazione eh' essa aveva in vari luoghi. Reg.
di Propaganda, agli 11 luglio 1820. tom. XXV. Labbé tom. IX, ed
A questo vescovo il regnante Pon- Arduino tom. VI.
tefice, per mezzo della stessa con- CHARLOTTETOWN ( Carolino-
gregazione Cardinalizia con breve dei politan.). Città con residenza vesco-
3o ottobre i834, diede per coad- vile nell'isola del principe Edoardo,
iutore con futura successione, mon- nella nuova Brettagna dell'America
signor Guglielmo Clancy della dio- settentrionale, ossia Città di Carlotta^
cesi di Corck, che fece inoltre ve- capo-luogo dell' isola di s. Jean, o
scovo di Oria in parlihiis. Questa del principe Edoardo, nel centro
diocesi comprende le Caroline del della quale è situata sulla baja di
sud e del nord, e la Georgia. La Hillsborug. E questa una città na-
chiesa cattedrale dedicata a s. Mi- scente, disegnata con regolarità, e
chele è fabbricata di legno , lunga situata vantaggiosamente pel com-
ottanta piedi, e quarantacinque lar- mercio. Il suo comodo porto è uno
,,

-')2 CHA CHA


de' migliori dell' America settentrio- particolarmente di grano e di lane,
nale ,
per cui forse venne chiamato ma non si distingue negli edifizi

un tempo Port de-la Joje. Vi si meno alcuni pochi; ha inoltre diverse


trova istituita la società di agricol- importanti antichità relative ai tem-
tura, ed ha pure delle buone scuole pi de' Druidi, e da ultimo vi fu eretto
normali. un monumento onorifico al suo
La sede episcopale, ad istanza della concittadino general Marceau,
sagra congregazione di Propaganda, Questa antichissima città, chiama-
fu istituita dal sommo Pontefice Pio ta anche Sciartres, CarniUum Au-
Vili, col dismembiare alcune regioni, tricum, era la capitale dei carnuti
che formano la diocesi , dalla chiesa e prima che i romani la conqui-
di Quebech, dichiarandola immedia- stassero, veniva considerala come la

tamente soggetta alla santa Sede. capitale della Gallia Celtica. Fu sede
Quindi, col breve apostolico degli del collegio de' sanguinarli sacerdoti
I I agosto 1820, vi nominò per pri- Druidi, che vi tenevano le loro assem-
mo monsignor Bernardo
vescovo blee, sotto il nome
Aulricum, di
Agostino Mac-Eacheru, traslato dalla proveniente da quello di Auturaj
sede vescovile di Rosa in pardbusj Eure, che nel IV secolo venne so-
e tanto il vescovo, che il clero vi- stituito dall' altro di Carnutum. Gli

vono delle pie oblazioni de' fedeli. abitatori di questi paesi, per conser-
Pertanto questa diocesi si compone var la propria libertà, con valore
dell' isola nuovo Bruns-
Edoardo, del resistettero ai romani, sinché diven-
wick, e dell'isole della Maddalena. nero loro alleati quando Cesare li

Neil' isola del principe Edoardo vi soggiogò. Chartres sotto i re della


sono dodici chiese di legno, due nel prima stirpe soggiacque a molte
nuovo Brunswick, e altrettante nel- vicende, venendo varie volte presa
r isola della Maddalena. 11 numero e saccheggiata, particolai-mente dai
quaranta
de' cattolici ascende a circa normanni negli anni 858, e 911,
mila, ed il numero maggiore è nel mentre nell' anno o 9 fu quasi i 1

nuovo Brunswick, e nella predetta ridotta in cenere. Nel secolo X di-

isola. venne contea ereditaria, e i suoi


CHARROUX.F. Caroffe\ conti lo furono pure di Blois, e di
CHARTRES
(Carnuten.). Città Sciampagna; poscia passò nel domi-
con residenza vescovile della Fran- nio della casa di Chatillon, indi fu
cia, nella provincia Orleanese, già acquistata nel XIV secolo da Filip-
capitale dello Sciartrese, e della po // Bello, re di Francia, che la

Beauce ed ora capo luogo di pre-


, diede al fratello conte di Vaiois, il

fettura del dipartimento di Eure e quale, divenuto re, l'aggiunse alla


Loir. Giace parte in feracissipia pia- corona. Nel regno di Carlo VI, gli
nura presso il fiume Eure, e parte inglesi ne impadronirono, e la
se
sopra un'altura, per cui si divide conservarono fino al i/jSa. Fran-
in alta e bassa, essendo cinta di cesco I la eresse in ducato nei

mura e fosse. Ha una società rea- i5i8 a favore di Renata di Francia


le di agricoltura, biblioteca pub- duchessa di Ferrara cui la donò,
blica, e parecchi scientifici stabili- dalla quale passò al duca di Ne-
menti, ed è patria di molti uomini mours, che la vendette nel 1623 a
dotti. Grande è il suo commercio, Luigi XIII; onde da quel tempo

I
,

CtìX CHA i53


venne conferita per appannaggio al Io è tuttora. Mentre però era ve-
secondogenito del duca d' Oileans. scovo Ciò. Battista Giuseppe de Lu-
Invano nel i568 V assediarono i lìcrsac di Limoges , pel concordato
protestanti, come partitante della fatto nel 1801 da Pio VII colla
celebre Enrico IV, nel 1591,
lega. Francia, venne la diocesi soppressa,
la prese, e vi si fece consagrare re avendo allora un capitolo composto
di Francia tre anni dopo, perchè di diciassette dignitari, e settantasei
Reims seguiva ancora il partito della canonici, senza comprendervi gli ab-
lega, che lo escludeva dal trono. bati di Cluny, e di s. Giovanni di
Nel III secolo vuoisi predicato il Vallea, che vi avevano una preben-
vangelo in Chartres, e fondata la da. Nelle solennità il decano vestiva
sua chiesa dai santi Potenziano, e di colore paonazzo, e i canonici di
Saviniano, che con s. Aitino furono rosso; il primo veniva nominato dal
mandati dalla santa Sede nelle Cal- capitolo, e i secondi dal vescovo, la
ile. 11 Butler dice, che s. Aitino con cui diocesi, fino al secolo XVII, era
s. Edoaldo si recarono a Chartres una delle più estese del regno, for-
ad annunziarvi la fede cristiana, mandosi dai suoi smembramenti il
mentre Commauville è di opinione, vescovato di Blois. Però nello stesso
che questa sede avesse origine nel pontificato di Pio VII sotto il re- ,

declinar del III secolo, o nei pri- gno di Luigi XVIII, la sede di Char-
mordi del IV. Tuttavolta altri dico- tres fu ristabilita , nominandosi per
no, che ciò avvenisse nel V secolo, vescovo nel concistoro del primo ot-
giacché quando vi si recò s. Cerau- tobre 18 17, Gio. Battista Maria An-
no, scarso era il numero de'cristiani. na Antonio de Latil , che poi Leo-
Essa fu illustrata da parecchi santi ne XII trasferì alla metropolitana
vescovi , come da s. Solenne eletto di Reims, e creò Cardinale.
nel cadere del V secolo. Ma essendo Attualmente la cattedrale dedicata
questi per umiltà fuggito dopo la alla beatissima Vergine che vuoisi ,

sua ordinazione, gli fu dato in suc- la più antica di Francia


, e la più
cessore s. Aventino, il quale, quando bella forse del regno per essere un
ritornò il predecessore a Chartres, capo d'opera di architettura gotica,
rimase corepiscopo. Nel 554, ^^ ^^' pel suo coro , confessione , e i due
scovo Eterio succedette s. Lubino campanili , ha il capitolo composto
dopo la morte del quale nel 55'j di dieci canonici titolari , e di altri
fu eletto in vescovo s. Caletrico. Ma canonici onorari addetti al servigio
Golfredo venendo deposto nel 1091 divino, ed ufficiatura della medesima.
da Urbano II, il clero, ed il popo- In essa si venera il corpo di s. Piato,
lo vollex'o per vescovo il b. Ivone, e vi è la cura amministrata da un
che recossi in Roma per farsi con- parroco. Ampio e bellissimo si am-
sagrare. mira l'episcopio, contiguo alla catte-
Dalla sua 1621 erezione sino al drale. Vi sono inoltre nella città
Chartres fu sullraganea dèlia metro- due parrocchie, diversi monisteri 'di
poli di Sens finché avendo Grego-
, monache, due ospedah, il monte di
rio XV ai 1 2 marzo elevata Parigi pietà , il seminario , e il cimiterio.
al grado metropolitico, fra i vesco- La lassa de' registri camerali ascen-
vati, che le assegnò per suffraganei, de per questa mensa episcopale a
vi comprese questo di Chartres, che fiorini trecento settanta ,
perchè le
- ,

1% CHA di A
rendite del vescovo si funno arrivare menia, nell' esarcato di Ponto, sotto
a quindici mila franchi. la metropoli di Keltezene, la cui
Tre concili furono in divei'si tem- erezionerimonta al nono secolo.
pi celebrati in Cliartres, sebbene, co- Commanville aggiunge che si um ,

me descriveremo , il Lenglet , nelle alla medesima metropolitana.


sue Tavole cronologicliej ne registri CHATEAU-THIERRY {Castrum
quattro. Theodorici ). Città della Francia
primo fu adunato l'anno 849,
Il nel dipartimento dell' Aisne, in riva
ed in esso venne data la prima ton- al Marna, inclusa un di nella Sciam-
sura a Carlo, minor fratello di Pi- pagna, ed ora capoluogo di circon-
pino re d'Aquitania , e nipote di dario, posta in una situazione deli-
Carlo j'I Calvo. Reg. tom. Vili, Ar- ziosa.Vuoisi fabbricata nel 720 da
duino tom, V. Carlo Martello. Ebbe il titolo di du-
Il secondo nel 11 28 sopra la di- cato, appartenne alla casa di Bouil-
sciplina. Mabillon, Jnnal. s. Bened. lon, fu presa dal duca di Mayenne
t. VI, p. 99, et 646. a nome della lega nel XVI secolo,
Il terzo nel 1 124, in cui si ordi- e saccheggiata dagli spagnuoli , ma
nò, cBe il visconte di Mans col toc- poscia venne decorata di ampli pri-
care un ferro l'ovente, dovesse assi- vilegi. Ai 1 2 febbraio 1 8 1 4, i fran-
curare di esser stato violentemente cesi vi batterono il general russo
espulso da una chiesa. Mansi t. II, Sacken. Neil' anno 933 mentre ,

p. 358, e Lenglet p. 32 3. 11 Dizio- Raoul assediava la città, l'arcivesco-


nario da' concila dice , che fu pre- vo di Reims Artaut vi celebrò un
sieduto dal Cardinal Pietro di Lio- concilio, in cui Ildegario fu consa-
ne, poi antipapa col nome di Ana- grato vescovo di Beauvais. Reg. t.

cleto li. XXV, Labbé, IX, Arduino t. t. VI.


Il quarto concilio, che alcuni chia- CIIATEAUX GOxNTIER ( Ca-

mano piuttosto un' assemblea, ebbe strum Goiiterii). Città di Francia,


luogo a' 2 1 aprile del i 1 4^ » nella nella provincia del Maine , nel di-
terza domenica di Pasqua, nel pon- partimento di Mayenne, capoluogo
tificato di Eugenio III. Si volle eleg- di circondario, e di cantone, situa-
gerne per capo s. Bernardo, ma egli ta sul Mayenne , e ben fabbricata.
si sottrasse costantemente. V'inter- E degna di menzione la sua chiesa
venne il re di Francia Lodovico VII, principale per l'architettura gotica.
con tutti i vescovi del regno e vi , Dicesi, che chiamasse Ba-
prima si

fu stabilita la crociata per la guerra silica^ che fu rifabbricata nel i3o7,


santa di Palestina. Reg. t. XXVII, e che molto soffrì nella guerra della
Labbè t. IX, Arduino t. VL Vandea. In essa furono celebrati i

Finalmente Chartres fu onorata cinque seguenti concili:


dalla presenza di diversiSommi Pon- 11 primo nell'anno 1221, come
Per tacere degli altri, l'icorde-
tefici. vuole il Bochel, Nomencl. Synod.
remo, che Pasquale II nell'anno 1 1 07 edit. 1609.
vi celebrò le feste di Pasqua ; e nel secondo nel i23i dall'arcive-
11

ii3r vi si recò Papa Innocenzo II. scovo di Tours, e da suoi suffraga


CIIARTZETUNA , o RARTZE- nei, per affari riguardanti la disci-

TANA scu Cortzena. Sede episco- jilina. Vi si formarono trentasetle


pale della quarta provincia di Ar- canoni, in cni fra le altre cose si
CIIA CIIA i55
dichiara : che i matrimoni clandesti- 11 quinto concilio fu tenuto nel
ni devono cssei'e dichiarati nuUi e , i336 egualmente dall' arcivescovo
che per prevenirh è proibito il con- di Tours, e dai suoi suffraganei, ed
trarli con parole, senza averli pub- in esso si pubblicarono dodici ca-
blicali prima in chiesa, giusta il co- noni. Venne pertanto proibito d'in-
stume : che i curati pi-esentati dai quietar quelli, che hanno affari pen-
patroni far dovessero giuramento di denti ne' tribunali ecclesiastici , di
non aver dato, né promesso cosa al- usurpare 1' ecclesiastica giurisdizione,
cuna per ottenere la cura, e quando di esigere pedaggi dai chierici; si
il vescovo gliela avrà conferita, giu- scomunica chi desse scandalo in chie-
rare di obbedirgli , e di conservar sa, e chi impedisse le oblazioni, ec,
i diritti della Chiesa : che in avve- Labbé t. XI.
nire non si provvederanno i cano- CIIATELUS (de) Almerico, Car-
nicati delle chiese cattedrali per la dinale. Almerico de Chatelus, co-
prima prebenda vacante e che i , sì si appellava dal castello di sua
monaci dovranno osservare le loro nascita nella diocesi di Limoges in
regole, e non si porranno soli nei Francia. Era consanguineo del Papa
priorati. Finalmente si rileva dal Clemente VI, e fu canonico di Li-
medesimo concilio , che gli usurai moges, presidente di Ferrara e ret-
si scomunicavano tutte le domeni- tore dell' Emilia. Fatto nel i323
che, che i tribunali ecclesiastici an- arcivescovo di Ravenna, nel i332,
davano moltiplicandosi , e che gli passò alla chiesa di Chartres, e fu
arcipreti, arcidiaconi, ed abbati go- latto uditore delle contraddette, e
devano di una giurisdizione partico- quindi nella prima promozione dei
lare. Labbe t. XI, Arduino t. VII. Cardinali fatta nel i342 da Cle-
Il terzo concilio fu celebrato nel mente VI in Avignone, fu ci'eato
1253 dall'arcivescovo di Tours, coi Cardinale prete di s. Martino ai
suoi suffraganei , nel quale si pro- Monti, legato a Roma, nella Tosca-
nunziò la sentenza di scomunica con- na e nell'isola di Corsica e Sarde-
tro quelli , che non osservassero la gna, che sovente procui-avano di mu-
costituzione Quia nonnulli di Gi'e- tar signore. Eletto amministratore
gorio IX. e vicario della Santa Sede nel re-
Il quarto nel 1268 convocato gno di Napoli e di Sicilia, fu inviai
dall' arcivescovo diTours, e dai ve- to, i335, per reggente nella
nel
scovi suffraganei, che vi formarono minorità di Carlo Martello figlio
otto canoni, in cui vengono scomu- del re Roberto. Mori in Avignone
nicati coloro , che si appropriano i nel i35o.
beni di Chiesa, o che disturbano la CHATILLON Odone, Cardinale.
giurisdizione di questa ; si privano V. Urbajjo II.

da un anno
della sepoltura quelli, che CHATILLON Ottone, Cardina-
erano scomunicati ; si vieta di spo- le. Ottone di Chatillon nato a Reims
ghar i priorati vacanti. Si rinnova- da' signori di Castiglione e Basoc-
rono inoltre i regolamenti de' prece- chio , nipote al Pontefice di questo
denti concili, e vi si trattarono altre nome , e monaco diClugny , era
cose riguardanti la disciplina ecclesia- specchiatissiino in pietà , non meno
tica. Reg. t. XXVI II, Labbé t. XI, che in sapere. Creato poi vescovc»
Arduino t VII. Cardinal d'C>stia dallo zio Urbano
,

i56 CHE CHE


II, consacrò a sommo Pontefice Pa- na ecclesiastica, la celebrazione del-
s({uale II ; intervenne al concilio di la messa, ed il sinodo da celebrarsi
Clermont per la spedizione di Ter- due volte l'anno, la proibizione dei
rasanta, sotto medesimo Urbano, e
il matrimoni incestuosi 1' esclusione ,

quindi santamente morì nell' anno dei bastardi alle eredità, l'abolizione
I lor. dei riti del paganesimo; s'ingiunge
CHATILLON Cherudini Francesco, l'adempimento de' voti, trattasi del-
Cardinale Francesco Cherubini. Cha- la confessione, della penitenza, e si

tillon nacque da nobilissima ed antica vietano le preghiere pei defonli im-


famiglia di Montalboddo di Sinigaglia penitenti. Spelman Cono. Augi. Reg.
nel i58i. Provveduto di buona eru- tom. XVIII. Labbé tom. VI. Ar-
dizione, dopo svariati offizi, divenne duino tom. III.
aiutante di studio al prelato Pamfili, CHELIDONIO (s), fu compagno
cui seguì come uditore nelle nunzia- a Emetero così nel servizio del-
s.

ture di Napoli e di Spagna ; il quale le armi romane in Ispagna, che nella


poi divenuto sommo Pontefice col gloria del martirio, sostenuto con
nome d'Innocenzo X, a' 7 ottobre istraordiiiario coraggio in Calahorra.
dell'anno 1647, creò il Cherubi- Prudenzio ci lasciò scritto di questi
ni Cardinale del titolo presbite- santi martiri, che nella Spagna era-
rale di Giovanni a Pòrtalatina, e
s. no in grande venerazione, ed ope-
Io confermò a prouditoi'e pontificio. ravano grandi miracoli a vantaggio
Quindi sotto Alessandro VII , nel di tutti quelli, che ricorrevano alla
i655, ebbe il vescovato di Sinigaglia, loro intercessione. Intorno all'epoca
cui governò per soli otto mesi, ma del loro martirio non ci è perve-
molto saggiamente, e si distinse assai nuto alcun che di sicuro, perchè i
nella tenera compassione verso i po- pagani mandarono alle fiamme i ve-
veri. Nell'anno 656 morì nella sua
1 ridici documenti , che riguardavano
patria, di settantacinque anni, e nove questi due santi.
di Cardinalato. Fu poi sepolto nella CHELLES (Calac). Borgo della
parrocchiale di s. Croce di Montal- Francia, nel dipartimento di Senna
boddo. e Marna, presso la riva destra della
CHATZINTZARIANI. Eretici, che Marna. La sua antica abbazia delle
rigettavano il Trisagio. Teodosio il monache benedettine, una delle piìi
Giovane li fece scacciare da Costan- celebri della Francia, fu fondata l'an-
tinopoli, dove si erano annidati. no 662 dalla regina s. Batilde ,

Questo accadde dopo finito il tre- moglie di Clodoveo II. Gli antichi
inuoto, che si è sentito sotto il di l'e Merovingi vi avevano un palaz-

lui regno. zo, ed il re Chilpenco I vi fu as-


CHA.VES Martini Antonio, Car- sassinato dalla sua moglie Fredegon-
dinale. V. Martini. da. Nel 1008 tredici vescovi ten-
CHELCHIT . Luogo del regno nero un concilio nel palazzo del re
d'Inghilterra, nella provincia di Roberto, il quale vi fu presente, ed in
Cumberland, rinomato pel concilio, esso si confermarono le donazioni
che vi si celebrò nell'anno 787 nel che quel pio principe avea fatte al-
pontificato di Adriano I. Ne' suoi l'abbazia di s. Dionigi, insieme ai
venti canoni si contengono molte privilegi concessi dopo la riforma del
provvidenze riguardanti la discipli- monistcro. Questo concilio si chiama
CHE CHE i57
Cnlcnse,o Kalense. Lahbè t. IX. Ar- mico del santo, con trentasei vescovi
duino l. VI. della sua Dizione, fece deporre quel-
CIIELMA, e BELZT. Vtscovafi r illustre padre della Chiesa, dando
imiti di rito greco ruteno nella Wo- a questo conciliabolo il nome di
linia. Chelnij o Chelina (Chelmen.), Sinodo della Quercia. Acacio di
città con residenza -vescovile della Berea, Severiano di Gabales, An-
Polonia, nell'impero russo, voivo-^ tioco di Tolemaide, e Ciriaco di
dia, sulla riva destra dell' Uber, pro- Calcedonia furono ad uno testimoni,
tetta da un castello edificato su di accusatori e giudici esaminando a ,

un'altura, fu già capitale del pa- capriccio le accuse degli altri nemici,
latinato del suo nome, era assai flo- le quali, secondo Fozio, erano divise
rida ,
quindi decadde principalmente in XXVII capi, e secondo altri in
pei saccheggi, e gì' incendi dei mo- XXIX. La maggior parte erano ca-
scoviti e dei tartari ; e nelle sue vi- lunniose, e maligne interpretazioni;
cinanze, agli 8 giugno 1794» i po come di aver chiamata Gezabele
lacchi furono sconfitti dall'esercito r imperatrice Eudossia ec; ma il
prussiano. più fiero de' suoi accusatori fu Gio-
La sede vescovile venne istituita vanni, uno de' suoi suddiaconi. Si
nell'anno iSyS, ed il vescovo lati- mandò a citare s. Gio. Grisostomo
no fu dichiarato sufFraganeo della acciocché si presentasse al concilio;
metropoli di Gnesna^ donde poi fu ma il santo avea nel medesimo
trasferito sotto quella di Leopoli, tempo un concilio di quaranta ve-
quando nel XV secolo fu fatto ar- scovi di varie provincie, sette dei
civescovato. Poscia il vescovo di Chel- quali erano metropolitani, adunati
ma portò la sua residenza in Cra- per ordine dell' imperatore Arcadio,
nostau Rranostaw, borgo della
o per giudicare lo stesso Teofilo ales-
diocesi. Vi fu pure un vescovo greco sandrino, contro di cui eranvi set-
sufFiaganeo di Kiovia. L'ultimo ve- tanta suppliche, senza che mai si

scovo latino fu Alberto Skarzewski fosse giustificato del contenuto, loc-


di Leopoli, fatto da Pio VI, ai 29 chè, a tenore delle leggi, il rende-
novembre 1790, avente per sufFra- va incapace di essere giudice in
ganeo Melchiorre Gio. Kochonowski persona, massime di Grisostomo suo
della diocesi di Cracovia, vescovo giudice naturale, e capo riconosciuto
di Dionisia in parlihiis. Presente- da tutto r oriente. Palladio , che
mente il vescovo di Chelma , e di riporta questo concilio, era di quel
Belzi o Belzi, è di rito greco rute- numero. Lungi il santo vescovo di
no, suffraganeo del metropolitano servirsi di questo titolo, fece rispon-
di Posnania, arcivescovato anch'esso dere, che era pronto a giustificarsi,
unito a Gnesna , sotto la giurisdi- purché Teofilo, Acacio, Severiano,
zione della sagra congregazione car- ed Antioco fossero tolti dall' assem-
dinalizia di Propaganda. V. Belzi. blea , e che altrimenti avrebbe ap-
CHENE. Borgo vicino a Calcedo- pellato ad un concilio generale. Non
nia, ove in una chiesa fu celebrato avendosi niun riguardo alle sue ri-
vm conciliabolo nell'anno ^oZ, con- sposte, vennero trattati indegnamen-
tro s. Gio. Crisostomo, arcivescovo te i deputati da lui inviati, e si
di Costantinopoli. In questo conci- pronunziò la sentenza di deposizione.
lialx)lo Teofilo di Alessandria, ne- Arcadio, in conseguenza della sua
i58 CHE CHE
piena deferenza per Eudossia , che fede, ed ebbe il conforto di illumi-
avea giurato la perdita del santo, nare molli idolatri, che ricevettero
ne confermò la deposizione, e lo il battesimo. Inoltre fondò vm mo-
esiliò nella Bitinia; ma questo esilio nistero per svia madi-e Liadana che
durò appena un giorno, dappoiché vestì l'abito religioso, ed in appresso
un terremoto, che sopravvenne, in- si condusse nella provincia di Cor-

cusse tale spavento nell' imperatrice, novaglia, ove visse da eremita presso
che prontamente spedì alcuni uffi- alla Severna, quindici miglia lungi
ziali per supplicarlo a ritornare in da Pakstow. Dopo aver ammaestrati
Costantinopoli, ove Crisostomo
il nella pietà alcuni discepoli, morì in
rientrò come ed invano
in trionfo, questa solitudine, nella quale fu in-
protestò di volersi fermare nei sobbor- nalzata una chiesa ad onore di lui.
ghi sinché fosse dichiarato innocente CHERANO (s.), abbate in Ir-

da un concilio. Pìiol. Cocl. 5c) fin. landa, fioriva nel secolo sesto. Era
Clirys. ad Intl. Ap. Pallad. p. i3. chiamato /"/ Giovane per distinguer-
Pallad. Dialog. pag. 54, 70. lo da un altro santo dello stesso
CHENERINO o CHIERANO (s.), nome, il quale viveva a' tempi di
vescovo detto dai bretoni s. Pirano. s. Patrizio. Entrato un giorno in
Nacque verso 1' anno 352 , secondo vma chiesa, sentì leggere un brano
alcuni nella contea di Ossory, e se- del vangelo , e ne rimase sì alta-
condo altri, in quella di Cork, Gl'ir- mente commosso, che decise di da-
landesi Io chiamano il primogenito re le spalle al mondo. Postosi per-
de' loro santi, e lo reputano il più tanto sotto la direzione di s. Fir-
insigne tra quanti fiorirono in Ir- miano , fece maravigliosi progressi
landa qualche tempo prima di s. nelle cristiane virtù , e non andò
Patrizio. Recossi a Roma in età di guari, che divenne fondatore di un
trenta anni, e dopo essersi in essa celebre monistero nell' isola d' Inis-
perfezionato, fece ritorno in Irlanda Aiugeau. Il re Dermizio, ammiran-
con Lugazio, Colombano, MeldanOj do la santità diCherano, gliene die-
Lugado e Cassano* che poscia fu- de la proprietà, ed inoltre contri-
rono insigniti della dignità episco- 1 buì colle sue largizioni alla fonda-
pale. S. Patrizio lo ebbe in tanta zione di un altro monistero fatta
estimazione, che lo innalzò all' epi- dallo stesso santo sulla riva del Shan-
scopato, e lo volle suo compagno non nel Meath occidentale. Questo
nel piantare la fede in Irlanda. S. fu chiamato Cluain-Macnois, e po-
Chierano si ritirò appresso in un luo- co dopo divenne sede vescovile col
go solitario vicino fiume Fua-
al nome di Clunes. S. Cherano mori
ran, e qui fattasi costruire una cella, ni 9 settembre 549, ^^ ^ venerato
si diede alle pratiche della cristiana col titolo di patrono principale nel-
perfezione. Ma divulgatasi la fama la provincia di Connacia.
di sue virtù, molti si recarono co- CHERSO, CHERSONA, o Cher-
là, e ben presto costruirono un mo- sonesìis Taurica Sede vescovile
.

nistero , clic fu chiaro per molto in parùlms , nella penisola europea


numero di religiosi. Quindi si fab- sulle paludi Meotidi, nell'istmo del
bricò ima chiesa , ebbe il
che poi Chersoneso di Taurica, che si avan-
nome di Sier-Keran. Questo santo za nel ponto Eussino, penisola che
convcrfi tutta la sua famiglia alla oggidì corrisponde alla Crimea o
,,

CHE CIIE i59


Tauride, I piti antichi suoi abitanti cato di Macedonia , di cui si cono-
(sono i Tauri, da cui ricevette il no- scono otto vescovi. Attualmente è
me. Mitridate re di Ponto se ne im- vescovato in parLihus me- sotto la
padronì. Quindi conquistata dai ro- tropoli di Candia o Creta, o Gor-
mani , venne da loro donata ai re tyna, pure inparlibus. ^.Baudrand,
del Bosforo, ed in seguito passò in e Mireo, pag. 181. Da ultimo il

dominio di alcuni principi della fa- Papa regnante Gregorio XVI, ai 17


miglia di Gengkis-Kan. Questa pen- settembre iSSg, conferì questa chie-
isola è stata celebre, nei primi se- sa con breve pontificio, a monsignor
coli della cristianità, pel gran nu- Giovanni Laurent, vicario apostolico
mero de' confessori di Cristo, che vi delle missioni settentrionali di Ger-
soffrirono l'esilio e la morte. Secon- mania.
do Baudrand ed altri , il quarto
, CHERSONESO ( Cliersonesus ,

Pontefice s. Clemente I patì il mar- Cherronesiis j o Cfiesronesui ). Gli


tirio nella terza persecuzione della antichi con questa voce indicavano
Chiesa, sommerso nel mare della una penisola , significando la voce
piccola Tarlarla ai 23 novembre Chersoneso Isola di terra , Isola
dell' anno 02 presso Chersoneso
1
,
Le più celebri sono Cher-
terrestre.

città del Ponto, vicino alla palude soneso Cimbrica nella Germania
Meotide, ove era stato esiliato; ed di Taurica o Cherso {Fedi), la pre-

il suo corpo fu trasportato in Roma cedente di Creta, o la grande, e di


nell'anno 867, nel pontificato di Tracia che è la seguente, mentre la
Adriano IL II Cecconi , Del sagro Chersoneso d' oro, penisola dell' In-

rito di consagrare le chiese, dice dia di là dal Gange, comprendeva


che s. Clemente I nel suo esilio, con- la penisola di Malaca ( Vedi), ove
sagrò molte chiese nel Chei-soneso. nel XVI secolo fu eretto un vesco-
Commanville asserisce, che Cherso vato, e quella di Sumatra che ne ,

o Chersonesus , città rovinata della fu poi staccata. Molti credettero che


Scizia nel Chersoneso Taurico , di- la Chersoneso d'oro sia VOpliir, ove
venne arcivescovato onorario sotto Salomone inviava i suoi vascelli.
il patriarcato di Costantinopoli, la CHERSONESO m Tracia {Cher-
cui erezione rimonta al secolo IX. sonesus Thraciae). Sede vescovile,
CHERSONA , o CHERSONESO nella penisola europea , che faceva
la Grande Chersonesus Magnus).
( parte della Tracia, rinchiusa dal gol-
Sede vescovile in partihus nella pe- fo di Melas, Mclanes Siniis, e dal-
nisola meno considerabile della Tau- lo stretto chiamato Bosforo di Tra-
rica e della Cimbrica, che stava sul- cia, avente da Abido sino all' Arci-
le coste dell'Africa. Scillace afferma pelago il nome di Ellesponto. In
essere in prospetto dell' isola di Cre- progresso fu separata dal continen-
ta o Candia altri la collocano sulla
: te per mezzo di un muro. Gli ate-
costa dellaMarmarica, poco distante niesi la dominarono quindi i re ,

dal promontorio Drepanum. Viene macedoni ; e dopo Alessandro Ma-


anche chiamata Chironis, o Spina- gno appartenne alla Tracia. La se-
longa y e nel quinto secolo fu fon- de di Chersoneso, suffraganca della
dala la sua sede vescovile suffraga- metropoli di Ei*aclea , fu chiamata
nea di Creta o Candia, ove si tras- pure Caelcn , o Carlos seu Cyla
icrì la metropoli di Gortina, nell'esar- e venne fondata nel nono secolo.
, ,

i6o CHE CHE


Tultavolta, siccome la penisola chia- molti sepolcri , fu fatta edificare
mossi poi Gallipoli, o della Ro- con un monistero di religiose, e
mania, e Commanville riporta fra sotto il nome di s. Verburgo dal
le sedi dipendenti dalla metropoli conte Leufric; poi Ugo il Lupo con-
di Eraclea, Gallipoli eretta nel IV te di Chester, nel 1094, ristabilì il

secolo, e divenuta arcivescovile nel monistero, e vi pose dei monaci, e


XVI ; sembra più probabile
così nel secolo XII divenne sede vesco-
che questa sia la vera sede vescovi- vile suffraganea di Yorck. Dappoiché
le della Chersoneso di Tracia, e ciò Pietro, vescovo di Lichtfield verso
si conferma dall' osservare che nel l'anno 11 33, vi trasferì lasua se-
conciliabolo Efesino celebrato nel de, i successori di lui si chiamaro-
449? allorquando Longino, vescovo no ad un tempo vescovi di Licht-
della Chersoneso Taurica ebbe dato field, di Chartres, e di Conventri ;

il suo avviso , Pietro vescovo di ma Enrico Vili dopo la riforma,


Chersoneso, parlò per Ciriaco di nel i54i, eresse la chiesa di san
Eraclea. Verburgo in cattedrale, separando-
CUESTER (Ceslria seu Chestria). la dalla metropoli di Yorck. I cat-
Città vescovile d' Inghilterra , capo tolici sono soggetti al vicario apo-
luogo della contea di tal nome, sulla stolico del distretto settentrionale
Dee, nel sito in cui questa riviera d'Inghilterra.
si allarga in forma di golfo; edifi- Tre concili furono tenuti in Che-
cata su di una altura in paese fer- ster. Il primo nel ix^'j sopra l'ab-
tile, e cinta da vecchi bastioni. Il bazia. Labbé tom. IX. Arduino
castello, che domina la Dee, fu eret- tom. VIL
to da Guglielmo il Conquistatore^ Il secondo, chiamato Cicestrense,

e racchiude la corte di giustizia, e sitenne nel 1 289, in cui Gilberto ve-


la prigione, bellissimo edilìzio. Que- scovo di Chester fece quarantuno ca-
sta antichissima città fu stazione ro- noni, o regolamenti di disciplina ec-
mana, e vi ebbe quartiere la ven- clesiastica, riguardanti i doveri dei
tesima legione, detta Falena Vi- parrochi, e la loro esemplar condot-
ctrix, per cui si rinvennero oggetti ta ,
gli abiti sacerdotali , la recita
di notabili antichità. Nel 908 gì' in- dell'uffizio divino, la visita degli
glesi vi celebrarono un' assemblea infermi, ec. Si proibì inoltre di ri-

generale per un re.


1' elezione d' fiutare il viatico, o la sepoltura per
Quindi nel secolo XVII molto soffrì delitti occulti; s'ingiunse di sommini-
per essersi dichiarata a favor-e di strar la comunione il giorno di Pa-
Carlo I. Si racconta che quivi Ed- squa gratuitamente ; si comandò di
garo, uno de're sassoni, si facesse fornire le chiese di suppellettili, e che
condurre in una piccola barca dalla i fonti battesimali, col crisma sieno
chiesa di s. Giovanni sino al suo chiusi con chiave j si vietò il giura-
palazzo, nella quale, come suoi vas- mento di fedeltà, che gli ecclesiasti-

salli, remigavano otto re brettoni e ci esigevano dai religiosi , i quali


scozzesi , ed egliper mostiaie la sua presentavano ai benefizi prima di
superiorità, ne dirigeva il timone. essere istituiti, e si prese provviden-
La sua grande e bella cattedra- za sui matrimoni , e sui predicatori ;

le, che ha ima tori'e alta cento e si fulminò la scomunica ai sediziosi

entisette piedi, e che rinchiude ai calunniatori, agli invasori de' bc-


1 ,

CHI CHI i6f


ni di Chiesa ec. Labbé t. XI, Ar- metropoli, ma tutto lo stato, quel-
duino t. VII. la moltitudine di privilegi, onde
Il terzo concilio fu celebrato l'an- godette per tutto il tempo della
no 1292 dallo stesso vescovo Gil- dominazione spagnuola. Di poi, nel
berto, che vi fece sette canoni di- 1743, Benedetto XIV tolse Chiapa
sciplinari. Fu proibito di pascolare dalla soggezione di Messico, e la
sui cimiteri , di limitare le oflerte sottopose all'altra metropolitana di
volontarie del popolo alle chiese, e Guatimala; ma il regnante Grego-
si esortò a stare in queste con rac- rio XVI, col disposto della bolla Do'
coglimento. Non si permise la se- minìco gregi assidua sollicitudine ,

poltura nelle chiese a nessuno, tran- emanata nel maggio 1887, la resti-
ne ai signori, ai patroni, ai parro- tuì alla metropoli messicana. La
chij ai vicari, e si vietarono le cas- cattedrale, cospicuo edifizio, è dedi-
sette per l'elemosine nelle chiese, cata a s. Cristoforo, e il suo capi-
senza la licenza del vescovo. Labbé tolo componesi di quattro dignità,
t. XI, Arduino t. VII. delle quali il decano è la maggiore,
CHIAPA {de Chiapa). Città con di un canonico, e di diversi cap-
residenza vescovile dell'America set- pellani e preti in servigio della
tentrionale, nel Messico, volgarmen- medesima. Ha il fonte battesimale
te chiamata Chiapa de los espano- e la cura d'anime, che si esei'cita
les, e Ciudad real, capitale dello da un sacerdote col titolo di retto-
stato di Chiapa sull'oceano pacifi- re, ed ha contiguo l'episcopio. Nella
fico, posta in amena pianura, il cui città non vi sono altre parrocchie,
lato oiientale viene bagnato dal e vi hanno tre conventi di reli-
Zeldales, ed è di bello aspetto. Po- giosi, un monistero di monache il ,

co distante avvi una singolare sor- seminario, l'ospedale, e il cimiterio.


gente, che scorre, e si arresta con La mensa è tassata ne' libri della
una intermittenza di tre anni. La camera apostolica, per ogni novello
cittàfu fondata nel i528, sul luo- vescovo, di trenlatre fiorini.
go di una città indiana. Ricevette CHIARA abbadessa nacque
(s.),
prima il nome di Filla reale, poi in Assisi da genitori
distinti per pietà
di Filla-viciosa, quindi di San-Cliri- e per ricchezze. La sua fanciullezza
sloval-de-los Llanos, ed in fine quel- fu così un modello di santità, che
lo, che porta attualmente. facilmente potevasi argomentare co-
Il Sommo Paolo III,
Pontefice me Iddio l'avesse prevenuta colle sue
per le istanze dell' imperatore Car- benedizioni. Cresciuta cogli anni, le
lo V, monarca della Spagna, eresse fu proposto matrimonio assai van-
la sede vescovile di Chiapa nel taggioso; ma ella non volle altro
i538, non come dicono alcuni nel sposo che GesLi Cristo. Aiutata dal
i544 o ''^47> dichiarandola sulfra- consiglio di che con
s. Francesco,
ganea della metropolitana di Mes.si- lei aveva comune la patria, pensò
co. Uno de' suoi primi vescovi fu di abbandonare per sempre il mon-
il benemerito dell' umanità Barto- , do , e perchè quel santo non aveva
lomtneo di Las-Casas, il cui nome ancora religiose del suo Ordine, ve-
sarà sempre in benedizione presso stita d' un abito di penitenza, entrò
gli americani, e per chi ama le vir- nel monistero delle benedettine di
tù, poiché da lui ripete non solo la s. Paolo. Le po\'ere Clarisse contano
VOL. JK, 1
i62
«la
CHI
quest' epoca la data della fonda- domandarono ad
CHI
Innocenzo IV la
^
zione del loro Ordine. Molto dovette permissione di possedere dei beni,
ella soffrire per parte della sua fa- ella supplicò il Pontefice a mante-

miglia, che coi rimproveri e colla nere il suo nel privilegio della evan-
forza volea richiamarla al secolo; gelica povertà. Quantunque fosse la
ma il Signore la rese forte nel re- superiora, era tanto umile, che la-
sistere a somiglievoli tentazioni. La vava per sino i piedi alle converse,
nostra santa si ti-asferi appresso nel quando ritornavano dalla cerca, ser-
monistero di s. Angelo di Panso, viva in tavola, ed assisteva le ma-
poco lungi da Assisi, e seguita nella late, comecché fossero affette da
stessa vocazione da sua sorella A- malattie le più nauseanti. Neil' ora-
gnese, s. Francesco le allogò in una zione provava ogni conforto, e spesse
piccola casa, contigua alla chiesa di volte nell'atto che pregava, dal suo
s, Damiano, creando Chiara supe- volto usciva una luce, che movea
riora di questo nascente monistero. a divozione insieme e a maraviglia
Ella ebbe non poca allegrezza nel le sue figliuole. Per le preghiere di

vedere la sua madi-e medesima, e lei, Assisi venne da un liberata


molte altre donne delia sua famiglia esercito di barbari che le aveano ,

unirsi a lei per attendere agli eser- posto l'assedio. Non appena infatti
cizi di penitenza, e in breve tempo s. Chiara conobbe, che il monistero

la sua comunità fu composta di se- di s. Damiano, situato fuori della città,


dici persone tre delle quali appar-
, era stato assalito da' nemici, sentissi
tenenti alla illustre casa Ubaldini di ripiena della più ferma fiducia nel
Firenze. Non andarono molti anni, suo Signore, e fattasi condurre alla
che il novello Ordine ebbe monisteri porta del monistero con un ciborio
a Perugia, ad Arezzo, a Padova, a contenente il santissimo Sacramento,
Roma, a Venezia, a Mantova, a mise in fuga gli assedianti compresi
Bologna, a Spoleto, a Milano, a da subitaneo terrore. In altra cir-
Siena, a Pisa, e nelle primarie città costanza, mercé le sue orazioni e
di Alemagna. Le austerità praticate quelle delle sue religiose, Vitale A-
da s. Chiara e dalle sue figlie era- versa, generale di Federico II, levò,
no state infino allora interamente l'assedio da Assisi, che avea divisato
sconosciute fia le persone di quel di mettere a ferro e a fuoco. La
sesso. Camminavano piedi nudi, a pazienza di questa santa spiccò so-
dormivano digiunavano
sulla terra, prattutto nel tempo di sua malattia,
quattro quaresime, e non parlavano in cui conservava mai sempre la
se non quando la necessità, o la stessa ilarità , ed occupavasi con
carità le obbligava. S. Chiara alle maggior divozione a meditare i mi-
mortificazioni ordinarie ne aggiun- stei'i della vita e della morte del
se per sé delle particolari a tal figliuolo di Dio. Rinaldo, Cardi-
segno, che fu costretta dalla obbe- nal di Ostia, il quale divenne Papa
dienza a non portare più oltre le col nome di Alessandro IV, la ebbe
asprezze della sua penitenza. La sua in tanta estimazione, che le scrisse
meditazione era assidua intorno alla una lettera ed andò a visitarla.
,

vita e morte di Gesù Cristo; e la Anche Innocenzo IV volle vederla,


povertà così le era in grado, che e perciò da Perugia recossi ad As-
mentre tutti gli altri Ordini religiosi sisi. Neil' ultima malattia s. Chiara
1 ,

CHI CHI i63


confortò le sue religiose a perseve- CHIARAMONTE Francesco Gu-
rare nella pratica della santa pover- LiELMO, Cardinale. F. Clermont.
tà, e dopo aver impartito ad esse CHIARAMONTI. Famiglia. Se-
la sua benedizione, morì agli 1 guendo le eruditissime notizie, che
agosto 12,53, in età d'anni 60. Ai di questa illustre famiglia italiana
funerali di lei assistettero il Papa ci ha date il vivente chiar. Erasmo
Innocenzo IV, e molti Cardinali; e Pistoiesi , nella Vita del Sommo
Alessandro IV la canonizzò nel i255. Pontefice Pio VII, Chiaraniontì
CHIARA (s.) DI Monte Falco, di Cesena , pubblicata in Roma in
vergine, nacque intorno al l'xjS. quattro tomi colle stampe di Fran-
L'amore alla pietà ed alle peniten- cesco Bourliè dal 1824 al i83o, le
ze si manifestò in lei fino dai primi riuniremo compendiosamente ad ono
anni, ed ella, conosciuta la vanità r^degli antenati, donde uscì l'im-
dei beni di questo mondo, stabili di mortale Pio VII, le cui gloriose
rinunziarvi. Abbracciò pertanto la gesta saranno in eterna benedizione
regola delle religiose agostiniane, e nella Chiesa di Dio. Abbiamo dato
ben presto fu innalzata alla dignità la preferenza al lodalo Pistoiesi, dap-
di abbadessa, sebbene ancor giova- poiché da sicura sorgente ci fu dato
ne. Nessuno si avvicinava a lei sen- apprendere, che le notizie sulla fa-
za sentirsi acceso dal desiderio di miglia Chiai'amonti da lui scritte,
tendere alla pratica delle cristiane nel tomo I della citala opera sono ,

virili. La sua anima era costante- in tutto consentanee a quelle, che


mente unita al Signore, e ne me- poti'ebbonsi raccogliere, e dall'archi-
ditava mai sempre le infinite per- vio di tal famiglia, e da altri scrii-
fezioni. Morì a' 18 agosto del i3o8. tori. Tuttavolta ci permetteremo ag-
Il processo di sua canonizzazione giungere qualche nozione, che tro-
venne ordinato da Giovanni XXII, vammo in altri autori , e che por-
ma fu interrotto per la molte di tiamo lusinga non riuscirà super-
lui. flua, e del tutto inutile.
CHIARA MONTE Nicolò, Cardi- Incominciando dall'origine del co-
fiale. Nicolò Chiaramonte nacque da gnome Chiaramonti, si vuole, che
nobile ed illustre prosapia nella Si- certo Dalmasio, guerriero cristiano,
cilia, e lasciata ogni cosa, professò conquistasse dai maomettani nella
tra i cistcrciensi. Poscia nel dicem- Catalogna ,
prima dell' anno 1 000
bre del 12 16, Onorio III lo elesse dell' era nostra , un castello detto
vescovo Cardinal tusculano, e legato ClaramontCj dal quale egli prese il
in Germania a Federigo H, perchè soprannome, che divenne sino d'al-
promovesse la guerra sacra, ed in lora, ed in seguito particolar casato
appresso ebbe la legazione di Na- de'suoidiscendenti. Non deve tacer-
poli, ove nel 1222 consacrò solen- si,che nella famiglia de Clermont
nemente la chiesa di Cosenza. Da Tonnerre, uno della quale, Anna
ultimo, conseguita dal Pontefice ad Antonio arcivescovo di Tolosa, nel
abitazione, per se, e pei suoi suc- 1822, fu creato Cardinale da Pio
cessori nel vescovato tusculano , la VII, evvi costante tradizione, che
chiesa di s. Maria , detta del moni- i Chiaramonti d'Italia appartengano
stero,inori nel 1227, dopo undici a quelli di Francia e che tut- ,

anni di Cardinalato. ti provengane da uno stesso cep-


i64 CHI CHI
pò. In vei'O tal consanguinità non zione di questa casa in maniera
venne giammai stabilita perfetta- autentica.
mente, non bastando l'analogia del Moreri pretende, che i Cler-
Il

prenome Chiaramonti per dire ,


mont di Spagna discendano dal conte
che derivi da quello di Clermont, Manfredo di Clermont, ammiraglio
ad onta che nella famiglia Chia- di Sicilia , verso la fine del secolo
ramonti esista un antico ritratto, col- XIV. Nella vita di Onorio III si

r iscrizione Simone della fami-


: legge, che nel 12 19 creò Cardinale
glia francese de' Claraniond dif- Nicolò di Chiaramonte , nobile si-
fusa in tutta l' Italia. Un contrario ciliano.
argomento deduce dagli stemmi
si Trapiantata la famiglia in Fran-
gentilizii delle due famiglie, dap- cia, Napoli, e Sicilia, s' innestò per

poiché la francese porta due chiavi mezzo di nobilissimi maritaggi alle


incrociate, e quella di Cesena ha per reali famiglie d'Ungheria, e d'Ara-
arme tre teste di mori bendati, con gona, dappoiché Costanza figlia di
altrettante stelle. Aggiungiamo qui Manfredo sposò nel iSqo Ladislao
inoltre, che i Clermont ebbero un re d' Ungheria; ed Isabella figlia di
altro Cardinale, nella persona di Tristano, donzella di grandi speran-
Francesco Guglielmo elevato nel ze, si uni in matrimonio nel i44^
i5o3 alla porpora da Giulio li, con r infante d. Ferdinando duca
che divenne decano del sagro Col- di Calabria, figlio ed erede del re
legio. di Napoli d. Alfonso V, il magnifico,
Per conto dell'origine de' Chiara- d'Aragona. Un ramo però della fa-
monti, essa rimonta all' Vili secolo miglia Chiaramonti, a cagione di
nella Catalogna , una delle primarie militari imprese, si stabih da più
Provincie di Spagna, che in seguito di tre secoli a questa parte in Ro-
conquistarono; divenendo poscia, nel magna nella città di Cesena { Vedi).

secolo XII, signori d'una città d'Al- Essendo la discendenza de' Chiara-
vergna, rinomata pe'suoi molti con- monti di Napoli sicura, ed avendo
cili , e pel lustro della sua antica sempre percorsa la carriera delle
sede vescovile, la quale dal loro armi, si crede, che un esercito na-
cognome fu appellata in lingua pro- politano sotto le armi di Aragona,
venzale Clermont [Vedi). Inoltre i soggiornando verso il XV secolo
Chiaramonti diventarono celebri in negli stati della santa Sede, in cui
Barcellona pei segnalati servigi pre- servivano due membri di questa
stati marchese di Gi-
alla fede dal famiglia, si sieno stabiliti con van-
ronella, che equivale a Claramuntj taggiosi matrimoni nella detta città
contro i moi'i maomettani invasori di Cesena.
della Spagna. Raimondo III, detto Molli pure credono, che ai Cliia-
// vecchio^ conte sovrano di Barcel- i-amonti possa appartenere quella
lona, e figlio di Berengario II, nel- invitta donzella, di cui parla l'A-
l'anno 1068, diede a' suoi sudditi riosto nel suo Furioso ec. e dalla
un codice di leggi che fece appro-
, quale ebbe origine, sino dai tempi
vare dai grandi de' suoi stati, ove di Carlo Magno, la serenissima casa
si legge il nome di Bernardo figlio d'£ste. V. Signahlf, Storia de'prin-
di Amato Claramonte. Questo è cipi d' Esfej Ferrara i^yo. Altri,
r atto più antico, in cui si fa nicn- seguendo le opinioni di Fazzelli, di
CHI CHI i65
Bonfigli, e di Zazzeda, fanno deri- Tolomeo camaldolese Cosimo ed , e
vare i Chiaramonti da Enrico dei Angelo domenicani mentre Egidio ,

Chiaramonti, che perseguitato da Fi- e Girolamo appartennero alla com-


lippo /' audace, e sbalzato qua e pagnia di Gesù, come vi appartenne
là dall' avversa fortuna, illusti-ò
po- Giacinto, poi arcidiacono della catte-
scia la sua discendenza colla dimo- drale di sua patria dopo la soppi*es-
ra che, nell'anno 1 271, venne a sta- sione della compagnia felicemente
,

bilire in Italia. E primamente, in ripristinata I cappuc-


da Pio VII.
Napoli entrò al servigio del re Car- cinivantano due individui di questa
lo I d'Angiò, fratello di san Luigi famiglia, Stefano ed Antonio, come
IX re di Francia; però non andò i precedenti, chiari per sapere e vir-
guari, che il re s' invaghì della sposa tù. Stefano divenne ministro gene-
d'Enrico, e questi della figlia del rale del suo Ordine, il perchè Car-
re. Ma lo strepitoso avvenimento lo II lo dichiarò grande di Spagna
del vespero siciliano nel 1282, aven- di prima classe, e morì santamente
do posto fine, ovvero d'assai dimi- nel 1682.
nuita la possanza de' francesi in Fra gli uomini illustri di questa
Italia, né potendo Enrico ripatriare famiglia va particolarmente ricordato
per le sue vertenze colla corte, si Scipione filosofo, e matematico insi-
recò in Sicilia presso il re Pietro gne fondatore dell' accademia degli
,

III d'Aragona, che avea conquistati Offuscati in Cesena sua patria ed ,

que' dominii per le ragioni di Co' autore di molte opere date alla luce
stanza, figlia superstite di Manfredi. nello spazio di pochi anni nel secolo
Finalmente i Chiaramonti si fanno XVII, che in numero di ventitré sono
anco discendere da Simone, generale accuratamente riportale da M. Jaen
de'siciliani sotto il re d'Aragona, ov- Pierre Niceron, nelle sue Mcmoìres
vero, come altri vogliono, si credo- polir servir a V histoire dcs liommes
no stretti in parentela con quel ìllustres dan la republique des let-
Chiaramente colonnello nella guer- teres, tom. XXX, p. iSy. Fra tali
ra di Piemonte, diretta e coman- opere meritano menzione quella Della
data da de Ghisa. Altri poi dicono ragione di slato, l'Antiticone, o libro
che discendano da Gregorio, il quale delle tre nuove stelle , e la Scoria
combattendo con valore contro gli di Cesena divisa in XVI libri , la
svizzeri, sagrificò sé stesso per la quale'venne da Simone di lui figlio lo-
patria; ed altri infine da Muzio, o devolmente difesa nell'opera, che por-
da Virginio prodi capitani. ta il Contentio apologetica de
titolo :

Certo che dalle storie di Ce-


è_, Caesena triumphante adversus For-
sena si rileva, che un Lodovico Chia- tunì Lìceti oppositiones , in qua de-
ramonti fu vicario imperiale di Ro- fenditur patriae historia fideliter con-
magna ; un Agostino amministratore scripta a Scipione Claramontio in
della pubblica annona e un Scipio- ; lib. II divisa, quorum prior affir-
ne senatore e cavaliere di s. Stefano. mat Caesenani primuni Senonuni
Onorata memoria lasciò Cesare pub- fuisse sedeni, posterior probat colu-
blico lettore di leggi; così Giacinto mnant annulorunt, seu hospitalitatis
avvocato di gran merito, e France- nwnquam Caesenae, sed Bertinori
sco giusdicente in Bologna e in Ge- fuisse. Avendo vestito il sagro abito
nova. Meritano pur menzione un de' cappuccini quattro figli di Sci-
,

i66 CHI CHI


pione, volle anch' egli imitarli dopo Tournai elemosiniere del re Carlo
,

(li essere rimasto vedovo, ma nun IV il Bello, quindi creato Cardinale


gli fu concesso, ed in vece divenne nel 1342 da Clemente VI, le cui
fondatore d' una congregazione di gesta si possono leggere all' artico-
Filippini in s. Marino. Venuto a lo Leonardo Ghino. Favorito dalla
morte, a' 20 giugno i652, ne' suoi natura di un vivacissimo ingegno
funei'ali si vide il commovente e sin- essendo andato Paolo III a Perugia,
golare spettacolo, che i quattro figli recitò alla sua presenza un' eloquen-
cappuccini portarono sulle loro spal- te orazione , da tutti grandemente
le il feretro, il quale conteneva la encomiata , e tradusse dal greco la
mortale di lui spoglia. P^. Pier An- storia di Eliodoro delle cose etiopi-
tonio Serassi, che nella P^ita di Ja- che. Riguardo poi ai Ghilini , Ca-
copo Mazzoni j a pag. i58, fa l'elo- millo fu segretario di stato del duca
gio di Scipione ; vita che fu stam- di Milano ; Girolamo pubblicò di-
pata in Roma nel 1790, e la Cese- verse opere, e molte ne lasciò ma-
na trionfante del citato Simone Chia- noscritte ; e Pietro celebre giuriscon-
ramonti , pubblicata in Cesena nel sulto visse sotto Gio. Galeazzo Vi-
1661. Celebrò poi le virtù dei men- sconti,primo duca di Milano. Senza
zionati quattro cappuccini , il sud- dichiarare se appartengano a questa
detto arcidiacono Giacinto Ignazio famiglia, vi furono un Girolamo
Chiaramonti, colla composizione De : Ghinucci nobile sanese, che Paolo
majorum suoriim laude, excudebat IH creò Cardinale nel i535; ed un
Gregorius Blasinius, Caesenae 1786. Tommaso Maria Ghilini nobile pie-
La qual composizione Giacinto dedi- montese, che Pio VI nel 1778 fec^
cò al proprio fratello poi Pontefice, Cardinale. Prima di parlare dei figli,
ed allora Cardinal vescovo d'Imola. che nacquero da sì avventuroso ma-
Gli altri illustri individui della fa- trimonio, permetteremo dire quan-
ci

miglia Chiaramonti, che si distinse- to avvenne di Giovanna Ghini ap-


ro per lettere, per dignità, e santità pena rimase vedova. Essa subito ri-
di vita, trovansi descritti nelle Me- volse le spalle al mondo, e si recò
moriae Caesenates ec, le quali giun- in Fano nel monistero di s. Teresa
gono sino al 1700, e furono com- a prendere l'abito delle carmelitane
poste da monsignor Gio. Battista scalze; e nel 1763 fece la solenne
Braschi , vescovo di Sarsina , poscia professione, assunse il nome di Ma-
arcivescovo di Nisibi ,
pubblicate ir^ ria Teresa, e visse specchio di virtù
Roma nell'armo 1738, anno di sua vita,
sino al sessantesimo
Nel secolo decorso , capo di que- terminando santc^mente 1 suoi giorni
sta quanto antica altrettanto nobile ai 22 novembre 1771.
famiglia, fiori il conte Scipione, com- Da Scipione Chiaramonti, e Gio-
mendevole per le più rare qualità vanna Coronata Ghini , nacque la
di cuore e di spirito, il quale si uni seguente prole: i.° Giacinto Ignazio
in matrimonio con Giovanna Coro- prima gesuita, poi arcidiacono della
nata de' marchesi Gbini. L'anlica e cattedrale di Cesena 2.° Tommaso, ;

nobile famiglia Ghini è stata altre che si uni in matrimonio colla con-
volte distinta coi nomi
Ghino, e di tessa Marianna Aldini di Cesena, dai
di Ghilinj. In o
quella de' Ghini, quali discese l'odierna generazione,
Cini, vi fu Mn Andrea canonico di di cui poi parleremo; 3." Bainab^,
I ,,,

e II CHI 167
che divenne Pio VII ; 4° Grego- parente, il quale in seguito lo dichia-
rio , il quale per quel vivo inte- rò vescovo di Tivoli nel dicembre
resse, che dimostrò Pio VI pei del 1782, e poi lo traslatò al ve-
Chiaramonti suoi parenti, fu chia- scovato d' Imola, occupato prima dal
mato in Roma , e collocato nel- Cardinal Bandi zio dello stesso Pio
l'accademia ecclesiastica , a fare il VI, creandolo Cardinale ai i4 feb-
corso degli studi. Ma
avendo poscia braio 1785, e conferendogli il titolo
Gregorio manifestato non sentirsi presbiterale della summentovata chie-
chiamato allo stato ecclesiastico, pas- sa di s. Finalmente, per mor-
Calisto.
sò ad abitare con monsignor Ro- te di Pio VI, nel conclave tenuto a

mualdo Braschi nipote del Papa Venezia, fu eletto Papa ai 1 3 n)ar-


quindi si a Cesena, e morì zo del 1 800, e prese il nome di
restituì
celibe in Bologna ; 5." Ottavia egual- Pio VII, in memoria del suo con-
mente morta celibe in Cesena , già cittadino, parente, benefattore e pre-
delle Celibate di Rimini. decessore. F^. Notizie intorno alla
Barnaba Nicola Maria Luigi Chia- augusta persona del Sommo Ponte-
ramonti nacque in Cesena a' i4 ago- Jice Pio VII, Venezia 1800.
sto 1742, e dopo una saggia e re- Tale esaltazione del Chiaramonti,
hgiosa educazione, di sedici anni nel non che i lunghi penosi e insieme
monistero de' benedettini cassinesi gloriosi affanni sofferti da Pio VII,
di s. Maria del monte di Cesena vuoisi che fossero stati predelti nel
prese l'abito monastico nel 1758, monistero di Fano dalla degna e
ed assunse il nome di Gregorio. Fu veneranda di lui genitrice. Prima di
scelto a voti per alunno
concordi narrare il contegno tenuto dal Papa
nel primo chiericato della congrega- co' parenti, fa duopo avvertire, che
zione cassinese nel monistero di s. all'epoca della sua assunzione al pon-
Paolo fuori le mura di Roma. Ivi tificato , il di lui fratello d. Tom-
attese per un triennio agli studi di maso era morto, ed aveva lasciata
teologia, e di jus canonico, e al fine la moglie contessa Marianna Aldini,
sostenne con sommo applauso una dal cui matrimonio erano nati: i." d.

pubblica disputa nella chiesa di san Scipione , del quale riparleremo; 2.°

Calisto. Quindi lesse filosofìa nel mo- d. Nicolò tuttora celibe ;


3." d. Au-
nistero di s. Gio. Evangelista di Par- relia maritata al conte d. Camillo
ma. Poscia, essendo stato richiesto Carabetti Cesenale oriundo di s. Ar-

per maestro di filosofìa pei giovani cangelo, morti ambedue, le cui vir-
del suo noviziato dal p. abbate di tù rivivono ne' figli ;
4-° d-Barnaba
s. Paolo, tornò a Roma. Poco dopo tuttora celibe ;
5." d. Lodovico mor-
fu destinato alla lettura di teologia to celibe; 6.° d. Teresa maritata al
nel collegio di Anselmo, che con-
s. conte Antonio Gaddi di Forlì, i figli

tinuò per un intero novennio. Fu de'quali seguono gli edificanti esempi


poi promosso alla carica di priore de' loro defonti genitori; 7.° d. Elena
e sostenne la cattedra di diritto ca- monaca nel monistero delle bene-
nonico ; e per le premure della sua dettine, al secoloMaria Isabella, di
congregazione venne abilitato con un s.Maria della Concezione in Campo
breve speciale al grado di abbate di Marzo , della quale ancor vivente
reggimento di S. M. di Castel Buono facemmo onorata menzione al volu-
dal Pontefice Pio VI, Braschi, suo me IV, pag. 3o6 del Dizionario.
,

i68 CHI CHI


Appena Pio VII, racconta
eletto co al proprio fratello Gregorio in
il eh. ab. Giovanni Bellorno, Conti- Bologna.
nuazione della storia del cristiane- Tutta volta sebbene Pio VII non
simo, voi. I, pag. 5o, che distaccato volle giammai per un'eroica mode-
egli dalla carne e dal sangue, e mi- razione, che i suoi parenti si recas-
rando unicamente a promovere il sero a Roma, non lasciò di bene-
bene della cristianità, fece intendere ficarli, e permise il matrimonio delia
allavedova cognata, contessa Aldini principessa d. Teresa Barberini, col
Chiaramonti, che i suoi parenti non di lui nipote Scipione Chiaramonti,
si dovessero presentare a lui , se il quale ultimamente cessò di vive-
non chiamati. La lettei-a, che allora re , compianto per le sue egregie
fu pubblicata dalle notizie relative doti. Da tal matrimonio nacquero
al Pontefice Pio VII, inserite nelle i seguenti: i.° d. Tommaso; 2. " d.

Notizie del mondo stampate a Ve- Giovanna, che morì d'anni venti nel
nezia, e diretta dal Papa alla me- i835; 3." d. Beatrice; Z^." d. Co-
desima sua cognata, è del seguente stanza maritata al conte Giammaria
tenore » Essendosi degnata la di-
: Palletta di Camerino nel decorso
« vina Provvidenza di addossarci il anno 1840; 5." d. Ottavia maritata
grave incarico del supremo go- al conte Antonio Castracane degli
verno della Chiesa , non lasciamo Antelminelli di Cagli nel i838; 6."
di darvene l' avviso, come a no- d. Pio morto di anni diciotto nel
stra cognata, e diletta figlia in i83r; 7.° d. Urbano. Allora quan-
Gesù Cristo. Ciò noi pratichiamo do nel 18 14 Pio VII fece senatore
non già a fine, che ne facciate di Roma il marchese Giovanni Pa-
esultazione, ma a solo oggetto, trizi, il marchese Rinaldo del Bufa-
che uniate la confusione vostra lo della Valle , destinato a presen-
alla nostra nel vedere la nostra tare al santo Padre i riconoscenti
indegnità esaltata a così sublime sentimenti del popolo romano per
onore. Le vostre lagrime, e le vo- tale elezione, espi*esseancora il dis-
stre preghiere all' Altissimo ac- piacere di non aver avuta la sorte
ciocché sostenga la debolezza no- di avere Roma per senatore un in-
stra, saranno più accette a noi, dividuo della rispettabile di lui fa-
che qualunque voce di gioia e miglia, come più volte il senato ne
di tripudio, che noi non deside- aveva fatto istanza in nome dello
riamo. Vi avvisiamo esser nostra stessopopolo romano- L' edificante
volontà , che nessuno di nostra moderazione di Pio VII, e quella
famiglia si muova per venire a de' nobili suoi congiunti non fu mai
noi, senza essere da noi chiamato, menomamente alterata, e finalmen-
ed augurandovi dall'Altissimo ogni te il magnanimo ed inimortal Pon-
bene, vi diamo l'apostolica nostra tefice terminò la sua gloriosa car-
benedizione ". riera ai 20 agosto 1823, cioè ses-
Leggiamo poi nei Diari di Roma, santacinque anni dopo che nello
numero 3i, dell'anno 1800, che stesso giorno avea professato la re-
Pio VII scrisse due lettere di pro- gola di s. Benedetto. F. Pio VII.
prio pugno, partecipando con esse 1 di lui successori ebbero sempre i

la sua esaltazione non solo alla con- più alti riguardi alla famiglia Chia-
tessa Aldini di Cesena, ma ben an- ramonti , uno de' quali, Pio Vili
1

CHI CHI 169


Casliglìoni , nello stesso giorno di dopo Citeaux e Pontigny. Dicesi,

sua elezione, ai 3t marzo 1829, da alcuni fondata da Tibaldo IV,


scrisse di proprio pugno una lette- conte di Sciampagna, e secondo al-
ra di partecipazione, e benevolenza trida Ugo conte di Troyes, e dal
al conte Scipione nipote del suo mentovato abbate Stefano. Chiara-
benefattore Pio VII, in memoria valle pertanto divenne figliale del-
del quale ne avea assunto il nome, l'Ordine cistcrciense, elettiva, e re-
perchè egli i'avea fatto vescovo di Ce- golare. Fu visitata da diveisi Pon-
sena, Cardinale, e penitenziere mag- tefici, e da Innocenzo lì, nel 1 i3i,
giore ; tratto che onora la gratitu- ilquale collocò i suoi monaci nel
dine di Pio Vili, e la famiglia Chia- monistero dell' abbazia nulUiis de' ss.
ramonti. Giovanni Francesco Mas- Vincenzo ed Anastasio alle acque
deu, storiografo della Spagna, colle Salvie, dette le tre fontane, presso
slampe del Salvioni, pubblicò in Ro- Roma, di cui è abbate commenda-
ma Origine catalana dell' illustre
: rio un Cardinale, e lo era stato Cle-
funi iglia Cliiarantontì. mente VII.
CHI ARA MONTI Gregorio Bar- ChiaravaUe, celebre abbazia e mo-
naba, Cardinale. V. Pio VII. nistero de' cisferciensi , nella pieve
CHIARAVALLE. Abbazia. Tre so- di Donato, regione IV della dio-
s.

no le pili celebri abbazie di questo cesi di Milano, fu fondata da s. Ber-


nome, da cui uscirono molti grandi nardo nel I 1 35, arricchita dalle no-
uomini illustri per santità, virtù, e bili famiglie milanesi , i cui abbati
dottrina la prima in Francia ; la , vennero distinti con privilegi, e ado-
seconda nel ducato di Milano la , perati in affari importanti. Giovan-
terza nello stato pontifìcio. Appar- ni II, Visconti, arcivescovo di Mila-
tenevano esse ai cistcrciensi, ed ora no, nel 1 242 > dispensò i monaci
non più esistono per le note vicen- dal rito ambrosiano. Il primo ab-
de degli ultimi anni del secolo de- bate commendatario fu Gerardo Lan-
cimottavo , e dei primi del corren- driani de' Capitani milanese, creato
te ; il perchè ci limiteremo di ognu- Cardinale da Eugenio IV nel i43q.
na a' seguenti compendiosi cenni. Leone X, nel i5i8, conferì questa
Clairvaux , o ChiaravaUe, Clara- abbazia in commenda al suo cugi-
vallis Claraci'allense Coenohium.
_, no Cardinal Giulio de' Medici, che
Borgo considerevole di Francia nella nel i523 divenne Papa col nome di
Sciampagna, dipartimento dell'Aube, Clemente VII.
sulla sinistra del fiume di questo ChiaravaUe, nella delegazione apo-
nome, presso una vasta foresta, cinta stolica di Ancona nella diocesi , di
di boschi ed alture , nella diocesi Sinigaglia, è un bel borgo sulla si-

di Langres. S. Bernardo [Fedi) nel nistra riva del fiume Esino, celebre
1 1 5 vi fu mandato dall'abbate ci- anche essa per esservi stata fondata
stcrciense Stefano per primo abbate, nel II monaci cistcrciensi,
46 dai
e vi morì nel 53, per cui è co- 11 l'abbazia di Maria in Castagnuo-
s.

munemente chiamalo V abbate di la, che prese poi da Clairvaux il


ChiaravaUe. Divenne celebre abba- nome di ChiaravaUe. Sino da tempo
zia, e primo ceppo di una filiazio- immemorabile divenne commenda
ne di cistcrciensi, venendo conside- di vari Cardinali , col privilegio di
rato il terzo monistero dell' Ordine un vicario nullius dioecesis Si ve-
, .

J70 CHI CHI


dono ancora il suo grandioso mo- della bolla 53 Beatiis Chrisli, ema-
nistero, e la chiesa di architettura nata gennaio i568, volle
ai 23
gotica, con due magnifiche cappel- che perpetuamente rimanessero uni-
le. Siccome la coltura del tabacco ti, ed osservassero le costituzioni dei

sempre vi prosperò, nelle circostanti minori osservanti , come abbiamo


campagne ne fu eretta una vasta dall'annalista Wadingo, e dagli sto-
fabbrica, che divenne accreditata. V. rici degli Ordini religiosi.
Ciste RciEivsi. CHIARISSIMO ( Clarissimus )
CrilARENI,CHIARENlNI,o Clv Titolo di onorificenza, e distinzione,
HENiNi. Congregazione dell' Ordine di superlativo di chiaro, clarus. Rile-
s. Francesco, che prese il nome dal- viamo dalla Crusca, che per chia-
la Clarena, piccolo fiume della Mar- rissimo vuoisi intendere notissimo,
ca d' Ancona, ovvero dal suo fon- famosissimo, celebratissimo, nobilis-
datore Angelo Chiareno, da al-
fr. simo, ec. come anche glorioso, di
tri chiamato Cordon, religioso del- grande affare, leale, e simili.
l' osservanza. Nel declinare del se- Avverte Francesco Parisi , Istru-
colo XIII, egli fondò questa congre- zioni, tom. III, cap. II, Dei titoli
gazione colla regola di s. Fi'ancesco, in specie, che prima dell' impero in
i cui membri vivevano nell'eremo ap- Roma non adoperossi questo ag-
plicati soltanto alla vita contemplativa, giunto, se non per esprimere la chia-
ed il Pontefice s. Celestino V 1' appro- rezza del sangue , e delle insigni
vò nel 1294. Di poi fr. Angelo si uni qualità della persona. Plinio, nella
agli eremiti celestini, ed allorché fu- Epist. 33, lib. VII, chiama Claris-
rono essi dispersi, si ritirò presso il sinii i consoli ; e tali anche si di-
fiume Clarena , ove nei primi del cevano i prefetti del pretorio, ed i

XIV secolo, potè riunirvi alcuni di- rettori, i quali godevano anco il ti-

scepoli. Quindi , essendogli riuscito tolo d' Illustre, come si legge in piti

confutare le calunnie de' nemici. Pa- luoghi del testo civile. Il p. Lupi,
pa Giovanni XXII confermò la con- nel tomo II delle sue Dissertazio-
gregazione nel 1 3 1
7 , che in pro- ni, pubblicate dal Zaccaria, pag. 33,
gresso di tempo si dilatò nell'Italia; aggiunse, che i correttori dell' impe-
ma nel 1472 sotto Sisto IV, i re- ro romano ebbero il titolo di Firi
ligiosi, i quali sino allora erario stati Clarissiini in tempo, in cui il cla-
soggetti ai rispettivi Ordinari , vol- rissimato non si dava se non ai pri-
lero dividersi in due parti ; gli uni mi personaggi dell' impero. La di-
si unirono a' frati minori, gli altri gnità di correttore, che fu istituita

continuarono a vivere colle primi- nel secondo secolo, mentre regnava


tive regole, finché nel i5io Giulio l'imperatore Commodo, ed era un ma-
JI r incorporò agli osservanti , ed gistrato destinato al governo di una
essi conservarono il loro tenore di o più Provincie, col gius di giudi-
vita e formarono una provincia
, care in tutte quelle cause criminali
particolare. Ma allorquando s. Pio e civili, nelle quali in Roma giudi-
V riformò vari Ordini religiosi, sop- cavano il prefetto di Roma, o del
presse la congregazione Clarena pretorio, i consoli, i pretori , e gli

chiamata pure Amadea o della Bec- altri giudici a questi inferiori.


ca, forse per essersi gli amadeisti Verso l'anno 879, nella medesi-
ij'^cdi) uniti a loro, e col disposto ma Roma il titolo di Chiarissima
CHI CHI lyt
sì (lava dai privati persone no- a » niente v'era di senno; eccellen-
bilissime. Si legge pertanto, presso >ì tissimi quelli, i quali anche dai
il Galletti, Del Priinicero, p. 189, " principianti si superavano nella
che un certo Gregorio si chiamava " scienza. Difatti, mentre un tem-
vir cldrìssìinus^ e dal Zazzera, Fani, » pò Carlomagno imperatore dei
di s. Eustachio^ abbiamo che nel " romani nell' intitolazione del li-
ro^g il fratello dell'antipapa Bene- » bro, che dicesi aver scritto sulle
detto X, della famiglia de' conti del » immagini conti'o i greci, è con-
Tuscolo, così era chiamato. Inoltre » trassegnato coli' elogio di uomo
si sa che nel secolo XVI il chia- » eccellentissimo e ragguardevole ;

rissì'mo era un distintivo de' nobili » chi va oggi tra i dottori ombra-
veneziani; edil titolo di magnifico, » tici, cioè di cognizione, o di ri-
che era pure attributo di nobiltà, " guardo ec. ". V. il Bandisio,
non si pregiava quanto il chia- Disserlatìo de titulis illustris, spe*
rissimo, come osserva Piei*. Cat. ctahilis, clarissimi, magnifici y e. i,
Zeno, Note alla lett. -2.5 del Casa, §3.
tom. II, p. i63, edit. Venet. Quin- CHIARO (s.), martire, trasse i na-
di il chiarissimo poco a poco pas- tali in Rochester d' Inghilterra nel
sò ad esser proprio de* letterati vi- principio del secolo nono. Insignito
venti. Ma contro l'abuso di questo del carattere sacerdotale, si recò nel-
titolo, che impropriamente talvolta le Gallie, e fermò stanza Ves- nel
si dà a chi noi merita, inveì il ce- sino, diocesi Rouen. Univa alla
di
lebre Francesco Peranda, segretario vita contemplativa anche l' attiva, e
della casa Gaetani, in una lettera pieno di zelo per la salute de' suoi
ad Antonio Ambrosi, pag. 244> edi- fratelli, predicava ad essi le celesti
zione del Ciotti 1601. Altrettanto verità, Una rea femmina irritata
fece ancora colla conosciuta sua gra- perchè non avea potuto indurlo a
ziosa mordacità il Menchenio, Orai, soddisfare le sue brame, lo fece uc-
De Ciarlai. Erudit. pag. 20, edit. cidere da due malandrini verso
Lucen., di cui riportiamo il seguen- l'anno 894. Nelle diocesi di Rouen,
te brano tradotto dal latino: di Parigi e di Beauvais è celebre
» In vero mi sono spesso mara- il suo culto; e molti si recano a
» vigliato dell'ambizione de' nostri visitare per divozione illuogo ove
'» padri, giacché i nomi di illustri, egli subì la palma del martirio,
» chiari, e ragguardevoli un tempo nonché un romitaggio, nel quale è
" solo dati ai principi, ai re, ed ai fama che abbia dimorato. La ba-
» senatori romani , essi li traspor- dia di s. Vittore di Parigi ne so-
» tai'ono ne\\n scuola. Devi oggi lennizza la festa ai 18 di luglio, e
»» osservare, come parla Liental, uo- molte chiese della Normandia lo ve-
» mo di elegante ingegno, de Mach, nerano come patrono.
» Lit. 3, pag. i53, che molti vole- CHIARO (s.), primo vescovo di
« vano essere detti chiarissimi, '\
Nantes. Poche notizie ed incerte si
» quali sono affatto incogniti fuori hanno di questo santo, il quale il-

» delle mure della città; magnifici lustrò la Chiesa di Dio nel secolo
" quelli, ch'erano angustiati dagli terzo. I pili accreditati scrittori ne
»» altari domestici; pieni di consi- assicui-ano, eh' egli sia stato spedito
" glio coloro, nei quali o poco o nelle Gallie circa V anno 280 dal
,

17-2 CHI cm
Sommo Pontefice Eutichiano in una e di sciogliere, di aprire, e di chiu-
al diacono Adiodato. Né mancano dere il cielo, di governare la Chiesa
alcuni, i quali sono d'avviso, ch'egli universale. Chiave nella sagra Scrit-
sia lo smesso s. Chiaro di Aquitania, tura significa podestà, autorità pro-
il quale recossi nella Brettagna. pria,o autorità delegata come pro-
Quelli di Vannes ritengono che san pria. Abbiamo che Gesù Cristo disse
Chiaro sia morto e sepolto nella a s. Pietro, Matth. e. 16, v. 19: io

loro diocesi; per altro egli è certo ti darò le chiavi del regno de' cieli j
che le reliquie di lui vennero tras- e qualunque cosa avrai legato so-
portate all' abbazia di s. Albino di pra la terra, sarà legala anche nei
Angers nell' 878. La sua festa è cieli; e qualunque cosa avrai sciol-
stabilita al i, al io ed al i5 di ta sopra la terra, sarà sciolta anche
ottobi'e. nei cieli. Perciò l' origine delle chiavi
CHIARO (s.) , trasse i natali in è tutta celeste, ed è manifesta la im-
Vienna del Delfìnato, ed ancora fan- mensa autorità, di cui Gesù Cristo
ciullo rimase privo di padre. La ma- soltanto investì il principe degli a-
dre di lui, donna commendevole postoli primo Pontefice s. Pietro
e
per ogni sorta di virtù, diedesi con come fondamento e capo della Chie-
tutto l'impegno alla educazione di sa universale. E siccome nello stile

questo giovanetto, il quale dava di della Scrittura le chiavi sono il sim-


sé le più belle speranze. Dopo qual- bolo del governo, e dell'autorità, e
che tempo Chiaro entrò nel moni- il regno de' cieli indica la Chiesa ;
stero di s. Ferreolo e la madre , così è duopo conchiudere, che Gesù
rilirossi in quello di s. Blandina. Cristo diede a s. Pietro il primato
La fama delle virtù di Chiaro ben di onore, e di giurisdizione, tanto
presto si divulgò, ed il vescovo di sopra gli apostoli, che sopra tutta
Vienna lo elesse abbate di s. Mar- la Chiesa universale. E quindi sicco-
cello; e poco dopo gli fu affidata me questa santa società non può sus-
eziandio la direzione delle religiose sistere senza un governo , così è
di s. Blandina. Egli disimpegnò con pur forza convenire, che i Papi suc-
molta lode le sue incumbenze. Fu cessori di s. Pietro godono piena-
da Dio favorito del dono de' mira- mente della stessa di lui suprema
coli, e prima di morire, predisse ai autorità per divino diritto, e in vir-
suoi discepoli le .scorrerie dei van- tù dell' istituzione di Gesù Cristo
dali e dei saraceni, che dopo circa come osserva Bergier.
settanta anni infestarono la Francia. Adunque non è cosa fra i catto-
Verso l'anno 660, terminò la sua lici più celebre e veneranda della
carriera mortale, e fu sepolto nella promessa di Cristo fatta a s. Pietro
chiesa di s. Blandina. Le sue reli- di dargli le chiavi del regno de'cie-
quie furono poscia trasportate nel li, ed a suo tempo adempiuta, non
tempio di s. Pietro, ma vennero solo nella persona del santo aposto-
disperse dagli ugonotti nel secolo lo, ma anco de' successori i Ponte-

decimosesto. fici romani, a' quali di mano in mano


CHIAVI PoNTiFcciE. Chiavi della passa la cura del gi'egge di Cristo, e
Chiesa, o potere delle chiavi aposto- il governo universale della Chiesa.
liche, si chiama in un senso meta- Le chiavi del cielo, secondo varie
forico il pulcic spirituale di legare, spiegazioni, sono di più sorte. S. A-
,,,

CHI CHI 173


gostino diede questo titolo ali' ora- di, excludendos et ad-
altpie ìnter
zione nel seimone 226 de icmpore, miUendos discretio j ma o sia presa
mentre dice: Orado j'tisli clavis est la metafora dagli economi, o dai
coeli. In un simile senso parlò di portinari, sempre la medesima po-
quelle chiavi s. Ambrogio nel ser- destà di s. Pietro si significa, non
mone de jejunio qaadrag., dicen- ci che quella de' Pontefici suoi succes-
do, eh' erano la fede viva, ed eccel- SOl'i.

lente di s. Pietro. Eucherio ancora In quanto al numero delle chia-


iieir omelia de iialali aposloloruin , vi di s. Pietro, Mariano Vittorio
cercando come potesse s. Paolo sen- de Coiif. lib. IO, e. 12, ed altri dis-
za queste chiavi date a s. Pietro tinguono tre chiavi. La chiave della
penetrare sino al terzo cielo, ris- scienza, della potenza, e della giu-
ponde, che chiavi del cielo sono i risdizione. La prima significa la
meriti, e le virtù cristiane ; le qua- podestà di dichiarare le cose che
li chiavi sono comuni ai santi e sono di fede , e si chiama chia-
virtuosi, e ciascuno può adoperarle ve della scienza, a similitudine di
per aprirsi il paradiso. Altre più quella , che avevano il Pontefice
particolari chiavi essendo quelle, che o sommo sacerdote, e i dottori del-
furono, come dicemmo, da Cristo la legge antica, de' quali disse Cri-
date a s. Pietro, Giansenio primo sto al capo XI di s. Luca: Vae vO'
vescovo di Gand, al cap. 66, della bis legispcritis ,
qui tulistìs da veni
sua Concordia Evangelica, il Lin- scientiae etc. La chiave della pode-
dano Panoplia, lib. 1 5, cap.
nella stà significa la virtù coercitiva di
8*, ed il Bzovio lib. 18, de signis castigare contumaci, e quella della
i

Ecclesiae, cap. i, stimano che con giurisdizione^ il governo ordinario


i|uesta metafora di chiavi si signi- la facoltà di dispensar nelle leggi
lichi quello, che si fa dal padre di di amministrar i sagramenti, e cose
famiglia, o dal principe, il quale simili. Per questo forse s. Pietro si
all'economo, che governa la casa, soleva dipingere con tre chiavi, co-
consegna le chiavi delle stanze e me ha gli altri avverte 1' autore del-
delle officine, acciocché possa dis- le Annotazioni sopra il IV libro di
porre ciò che conviene, e piovvede- s. Pier Damiani, fondato su quelle,
re a' suoi tempi alle bisogna. Così che abbiamo dalle antichissime me-
Ciisto diede le chiavi metaforiche morie. Di fatti, fuori della cappel-
del governo della Chiesa, eh' è casa la della Madonna della Bocciata nel-
e famiglia di Dio, a s. Pietro, men- le grotte vaticane, si vede il mosai-
tre con somma podestà lo costituii co, che stava nell' atrio della basili-
suo vicario in terra. Il Sandero, de ca sopra il sepolcro di Ottone li
davi David, lib. i, vuole che la imperatore, rappresentante il Salva-
simihtudine sia presa dall' uffizio dei tore con s. Paolo alla destra, e s.

portinari, incarico de' quali è l'apri- Pietro alla sinistra con tre chiavi,
re ed il chiudere le porte secondo che pendono dalla sua mano. Que-
il bisogno ed il medesimo signifi-
; sto è stato illustrato dal Torrigio
cato si dà ad esse da s. Bernardo Grotte vaticane, p. 35, dal Ciam-
nel serni. 69 sopra la Cantica, men- pini, de sacr. aedif. lab. XXV, e
tre dice che le chiavi di s. Pietro da Filippo Dionisi, Sacr. Vat. Bas.
sono, potestas aperiendi et claudeu^ cryptaruni niouumcnta, tab. X, p. 24.
,

174 CHI CHI


Nicolò Alemanni, De Parielinis La- tri, Koma 1 66 1
, et in Biblici. Pont.;
teranensibus, p. 55, tab. VII, ri- da Roccaberti t. XII, p. 1 2 ; da Stef. 1

porta da un codice della vaticana de Nivibus, de davi pontificia Pa-


11.699, un'immagine di s. Pietro tavii 1697; da Bonanni t. I. JVu-
con tre chiavi in mano, e ne de- niisni. Pont. p. 234, ^^ ^^'j ^ ^^^
scrive un'altra consimile esistente nel Bollandisti nel t. V di giugno p.
Triclinio Leoniano, tab. Vili, p. 56, 453.
in pui ecco come ne spiega il si- Oggidì costantemente viene rap-
gnificato : Senserunt majores pote- presentato il primo Sommo Ponte-
statetn illam, quae ad conti nendarii fice s. Pietro con due sole chiavi
in officio christ. rentp. petra con- una d' oro, 1' altra d' argento ; colla
cessa est, jure
suo longe lateque prima vuoisi spiegare la chiave del-
manarCj extendique, qiiuni opus, ad la potenza, colla seconda quella del-
civilein quoque statum teniperanduni j la scienza, o, come dice il Molano,
qui tum opU'me teniperatus ordina- De Imoginibus, lib. Ili, capo 2 1
tusque putalur,quuni ne laluni quidcni quella d'oro significa la podestà di
ungueni a polestate discedit, qua fulminare le scomuniche. Queste due
una, et uno aniniarum bono civile chiavi sono inoltre chiamate da Teo-
omne negotiuni metiCur chrisliana doro Studila, nella Catechesi i5,
religio. Tertia igitur clavis munus Claves intelligibiles, cioè chiavi spi-
quod ex ligandi, alque sol-
est illudj ri tuali^ simbolo delle quali erano
vendi furo consequilur, nenipe sae- quelle chiavi d'argento, che secon-
cularia ad spiritualia dirigendi. Il p. do r autorità del medesimo Studita
Teofìlo Raynaud, nel t. X Oper. in siesponevano alla pubblica veneia-
corona super mitram Rom. Pont. zione. Altrettanto significavano quel-
Praenot. 4, nelle tre chiavi ricono- le piccole chiavi d' oro, che antica-
sce simboleggiata la scienza, il po- mente solevano farsi con rinchiuder-
tere, e la giurisdizione pontificia. vi entro la limatura delle catene di
Tuttavolta si osserva, che l'unio- s. Pietro [Vedi), e dai romani Pon-
ne delle tre chiavi può attribuirsi tefici si mandavano in dono a 'gran-
ad un arbitrio dei pittori, e mosaici- di principi, e personaggi distinti, in-
sti, trovandosi molti inoni unenti di cludendovi ancora alcuna parte del-
s. Pietro, con una, e con due chia- le reliquie insigni. Si legge perciò
vi, riportati dal citato Alemanni p. nella vita di s.Leone III, che es-
68, dal Ciacconio nei sigilli di Vit- sendo stato pregato da Carlo Mar-
tore II, e di Alessandro II, nel t. tello, re di Francia, di confermargli
I, col. 807, e 833, da Ant. Fran- il titolo di patrizio romano conferi-
cesco Gori, in Forileg. nocliuni co- togli da Gregorio III, il Papa gli
rylan., e. 8, p. 81, e dal p. Meno- mandò le chiavi di s. Pietro, e lo
chio nella parte VI delle Stuore ec- stendardo di Roma. Queste chiavi
cles. p. 1 63. Il Cancellieri, de secre- però erano teche con reliquie, e non
tariis, p. 44^} l'i porta i gloriosi ti- fu che la congettura di alcuni l'af-
toli attribuiti dai santi padri, e scrit- fermare che fossero le vere chiavi
tori ecclesiastici a s. Pietro per l'uso con cui si aprivano e serravano le
di queste chiavi, il cui simbolo vie- porte della basilica vaticana: molto
ne eziandio spiegato diffusamente dal meno davano diritto alcuno sulla ro-

p. Agostino Maccdo, De clavibus Pe- mana Chiesa, e sulla sovranità di


CHI CHI 175
Roma, come pretesero i novatori ,
ri di essa lettera, della quale il cita-
confutati dal Bzovio de Roman. to periodo ha dato luogo alle in-
Pont, appresso il citato Roccaberti, terpretazionidi molti ed eruditi
t. VII, p. ig, meravigliandosi che uomini, che meritano tutta la scu-
essi ignorino l'antico rito di man- sa, siccome son degni di somma lo-
dare tali donativi in segno di divo- de il Lambeccio , e il Genti lotti,
zione ad imperatori, e principi cri- bibliotecari anch'essi come il Tegna-
stiani, i quali non ebbero mai di- gelio, ma molto più diligenti ed
rittoalcuno sulla Chiesa Romana , esatti osservatori del medesimo co-
come scrissei'o altresì il Baronie ad dice, i quali con poca diversità l'uno
ann. 796, n. 16, e il Pagi nella dall' altro lessero il Lambeccio ad
critica in Annal. Baron. ad on. togam, ed il Gentilotti ad rogiim,
eunidem n. 4- parole ambedue ciedute indifferenti
Niuno però meglio del Cenni esa- dal Ducange, il quale con vari esem-
minò questo punto, giacche avendo pi di carte e monumenti dei bassi
il p. Orsi, nella sua Dissertazione tempi fa vedere che si adoperava
,

dell'origine del dominio, e sovrani- per supplica, o per memoriale, che


tà de" romani Pontefici sopra gli vogliam dire. Or si emendi sulla
stati loro temporalmente soggetti, fede di questi due valenti uomini
abbracciata ropinione di alcuni sul- un errore sì universale, e sì paten-
le mandate da Gregorio III
chiavi te con restituire ad rogum in luo-
a Carlo Martello, il medesimo Cen- go di ad regnimi, e si vedrà come
ni nella ristampa, cui fece nel 1724 cammina bene l' intiera sentenza.
di detta Dissertazione, in due note Propugna dunque il Cenni, che
che vi aggiunse , cos'i la discorre. le chiavi in questione altro non fos-

La prima lettera del codice Caroli- sero che reliquie. Che le chiavi fos-

no, descritto dal Tegnagelio, biblio- sero di due specie, lo insegnano s.

tecario dell' imperiai biblioteca di Gregorio I in molte lettere, e s. Gre-


Vienna, ove si conserva sì prezioso gorio di Tours, De Glor. Mart.
codice, pubblicato dal Gretsero, par- cap. 28 : il primo tratta delle chia-
la delle chiavi mandate da Carlo vi colla limatura delle catene di s.

Martello in questa forma: » Ne des- Pietro, solite a mandarsi, come di-


>» picias deprecalionem meam , ne- cemmo, a sovrani, a gran perso-
>» que claudas aurcs tuas a poslu- naggi, a vescovi rimoti, ec, e l'al-
»> latione mea. Sic non tibi prin- tro parla d' altra maniera di chia-
» ceps AposJolorum claudat coele- vi, che così descrive " Multi et :

» stia regna. Conjuro te in Deum M claves aureas ad reserandos can-


» vivum et veruni, et ipsas siicra- » cellos beati sepulcri faciunt, qui
» tissimas claves confessionis b. Pe- » ferentes prò benediclione priores
»» tri, quas vobis ad regnum dire- » accipiunt, quibus infirmitati tribu-
" xiraus, ut non praepouas amici- » latorum medeantur ". Ambedue
" tiam regum longobardorum amo- le maniere di chiavi, come è pale-
» ri principis Apostolorum ". Non se, erano sante reliquie, ma soltan-
altrimenti si legge nel Duchesne, to della prima sorte ne mandavano
che ristampò l' edizione del Gretse- i Papi ai personaggi illustri, perchè
ro, e cosìBaronio all'an-
lesse il le portassero al collo, facendo lare
no 740, num. 20, in due esempla- chiavi d'oro, in cui mettevano la
,

176 CHI CHI


limatura delle catene di s. Pietro, La presentazione delle due chia-
e dall'altare di questo santo cava- vi, una d' oro, l'altra d'argento, che
vano medesime chiavi,
le delle qua- il Cardinal arciprete della basilica
li riportano la forma i Bollandisli lateranense in un al vicario di essa
loco citato. E a consultarsi Adriano fa ad ogni nuovo Pontefice, allorché
I, nel lib. 5, epist. 6, per vedere ivi si reca a prendere il solenne pos-
quali termini usò affine di definirle sesso ( Fedi), vuoisi derivata dal-
del sepolcro di s. Pietro, contenenti l' antico rito misterioso di cingere
le sagre catene e venerabili reliquie, in tal funzione il novello Papa con
Lat. Conc. t. Vili col. 958, delle una fascia avente pendenti sette
quali espressioni fece uso parimenti chiavi, e altrettanti sigilli, forse rap-
s, Gregorio VII quando nel 1079 presentanti i sette doni dello Spirito
mandò una di tali chiavi ad Alfon- Santo, di cui l'eletto Pontefice doveva
so re di Castiglia, lib. VII, epist. 1. essere rivestito, e i sette sagramenti che
Conchiude pertanto il lodato Cenni, doveva amministrare, ovvero l'essere
che sovrani non ricevettero dai
i egli r agnello dell' Apocalisse. Ninno
Pontefici , se non che di tal sorta più eruditamente del Cancellieri scris-
di chiavi. A questa divozione per le se sui Papi, e sulla ce-
possessi dei
chiavi di s. Pietro, si può aggiun- rimonia delle chiavi. Egli dice per-
gere la pietà di quelli, riferita da tanto, che talora le pi'esentarono i

s. Gregorio di Tours, Miraculonun canonici , e talora il vicario della


lib. I, cap. 28, che mandavano chia- basilica in mancanza dell' arciprete;

vi d'oro al sepolcro di s. Pietro, e che fiu'ono presentate in un ba-


per ricevere in cambio quelle di cile pieno di fiori, figurando pure le

ferro,che avevano servito al me- chiavi delle porte della basilica, l'una
desimo sepolcro, e tenerle con ve- d'oro, e l'altra d'argento, con cor-
nerazione e divozione come reli- done tessuto d'oro, e d'argento, con
quie, per le quali il Signore operò due fiocchi simili intrecciati con fiori
non pochi mii-acoli, di cui ne racconta tessuti di seta, e di oro. Il gesuita
il citato Torrigio uno avvenuto nel lionanni, Numismala Ponlif., t. II,

589 avanti il re de' longobardi Au- p. 788, in una dissertazione sul ri-

tari, come si legge a pag. i35. Né to di presentare al Pontefice le chia-


qui deve passare sotto silenzio il
si vi basilica lateranense, con-
della
pio costume de' primi secoli della chiude che il principio di questo
,

Chiesa, ne' quali i principi deposi- rito sia incomincialo per lo meno
tarono l'omaggio della loro vene- dal tempo di Pasquale II, nel 1099,
razione sulla medesima tomba di s. dappoiché descrivendo Pandolfo da
Pietro, col rendere tributari i loro Pisa, suddiacono apostolico, l'elezio-
stati alla santa Sede , deponendovi ne di detto Papa, presso il Baro-
sopra le Quando poi Pipino
chiavi. nio all'anno iioo, dice che porta-
re di Francia nel ySS costrinse Ai- to questo alla basilica lateranense,
stulfo re longobardo a restituire alla »> baltheo succingitur cum septem
Romana Chiesa esarcato l' di Ra- » ex eo pendentibus clavibus, et
venna, mandò a Roma le chiavi >i septem sigillis, a quo sciai se se-
che furono collocate sul sepolcro di »> cundum septiformem Spiritus San-
s. Pietro, in signuni veri ci perpe- >i cti graliam sanctarum ecclesia-
,

tui dominii. » rum, quibus Dco auctore praeest


,

CHI CHI 177


>i regimini, in claudendo, aperiendo- sentare a lui , egli si fece trovare
5! qiie tanta ratione procedere de- vestito pontificalmente, col triregno
« bere ,
quanto solcrtius id quod in capo, e colle chiavi della Chiesa
» inlenditur operatnr". In fatti nel incrocicchiate in mano. Ed inoltre,
cerimoniale compilalo in tempo di siccome fino dagli antichi tempi il
Celestino III, verso l'anno1 191 da , segno delle chiavi fu frequente per
Cencio Savelli poi Pontefice Onorio denotare la sovranità ed autorità
111, eh' è il XII nella raccolta defi,li pontificia, lo stesso Garampi, citato
Ordini Romani pubblicati dal Ma- dal Bolgia, Memorie ist. t. Il, p.
billon, come nelTaltro che è il XIII, 289, avverte 108, che nei
alla pag.
fatto per ordine di Gregorio X cir- libri dell'archivio segreto vaticano,
ca l'anno 1271, con po-
alti-ettanto fra le spese del rettore pontificio
co divario viene prescritto: » ubi di Benevento fatte nel i33i, sene
» (nella basilica lateranense) prior nota una » prò XII biretis novis,
" basilicae s. Laui'cntii de palatio » et uno cappello prò servientibus
'» dat ei ferulam, quae est signum » curiae de panno rubeo cum cla-
>i regiminis et correctionis , et cla- " vibus Ecclesiae Romanae ed a ,

» ves ipsius basilicae, et sacri late- » pag. I 09 dice, che in un inventa-


" ranensis palatii , quia speciali ter " rio del i339 si fa menzione di
M Petro principi apostolorum data » panni XIV de serico prò paran-
» est potestas claudendi et aperien- " dis cappella seu consistorio, quo-
» di, et ligandi atque solvendi et ,
" rum campus est viridis coloris
>y per ipsum apostolum omnibus " seminalis ibidem armis Romanae
>> Romanis Pontifjcibus. Et cum ipsa » Ecclesiae sub figura circulari Bo-
» ferula, et clavibus accedi t ad al- » nifacii PP. Vili, et regum Fran-
'> teram sedem similem (una delle » ciac et Angliae " in altro del :

» tre sedie porfìretiche ove il Papa 1371 si legge: » tres cortines de


:ì sedeva) et ejusdem lapidis, et tunc » sindone rubea , folrate alia sin-
-•» reddit eidem priori tam ferulam, » done viridi ,
quarum altera est
« quam ipsas claves ".
Del qual ri- » ad arma Eccl. rom. , scilicet
to, e delle quali chiavi tratta anche » ad claves "; e finalmente in altro
ilGarampi nel Sigillo della Gar- libro di simili spese del i328, si
fagnanUj alle pag. 102, io6 e dice , che » consuctum est facere
107. » cialfardas seu biretos panni ru-
Sebbene questo autore asserisca ,
» bei, cum signo Romanae Ecclesiae
che il Papa teneva in mano le chia- " servientibus voctitis de cialfarda ".
vi soltanto in detta circostanza, ve- De' quali cilFardi parla il mentova-
diamo le statue di Bonifacio Vili, to Borgia, loco dialo, chiamandoli
e di Benedetto Xll nelle grotte va- Cijfardi Clavcsegnati. Macii poi Il

ticane, tenenti nella mano sinistra riporta , che Clavesìgnati vennero


le due chiavi papali ed inoltre ; anticamente chiamati i soldati del
abbiamo nella vita di Bonifacio Vili, Papa, perchè difendevano la giuris-
clic allorquando mentre stava nel
, dizione della Chiesa, portando negli
palazzo apostolico di Auagni, intese stendardi, e nelle sopravvesti il se-
che nel i3o3 Nogaret, con Sciarra gno delle pontificie chiavi , e cita
Colonna ed altri partigiani di Fran- il Riccard, ad ann. 1228, che descri-
cia, ad armata mano si voleano prc- vendo i soldati dell'esercito adunato
VOL. XI. 12
, ,,

178 CHI CHI


da Gregorio IX, couli-o Fetlorioo II, dotto malamente dal Bussi, p. 4'^»
dice Clavium signa gercbant.
: col quale concesse loro »> ultra ar-
Che le chiavi pontifìcie sieno stale » ma vestra propria, qua? habetis,
prese dalla Chiesa Romana per sua >» scil. leonem cum palma, vexillum
propria divisa , si rileverà ancora 5j et insignia Romanae Ecclesia? pro-
dalle seguenti testimonianze. Aven- » pe ipsum leonem "; e nel diplo-
do Innocenzo III spedito a Calo- ma stesso fu espressa in miniatura
giovanni re de' bulgari il vessillo la detta insegna, che consiste in vmo
di s. Pietro, notò, come leggesi nel- stendardo i-osso, il quale svolazza e fini-

le sue lettere presso il Ilinaldi , al- sce con due code, e da una gran croce
l'anno 1204, n. 36, che un tal ves- bianca viene diviso tutto in quattro
silloM praetendit non sine mysterio parti, e in ognuna vedesi una chia-
« crucem et claves, quia b. Petrus ve bianca. In progresso di tempo i

>» apostoluSj et crucem prò Christo romani Pontefici concessero l' inse-
>' sustinuit , et claves a Christo su- gna delle chiavi a città, istituti, cor-
» scepit ". Quindi nel mosaico del- porazioni ec, e Nicolò V eletto nel
l'abside vaticana fatta dal medesimo 1447 ^"" volle usare nel suo pon-
Innocenzo IH, vedevasi » mulieris tificato di altre insegne gentilizie
•>effigies manicata veste usque ad senonchè delle chiavi di s. Pietro
w talos demissa induta , ac super messe in croce. Indi poco a poco
» humeros birrum vulgo mozzetta furono adottate dalle famiglie che ,

» deferens ; caput quodain bireto ebbero un Papa inserendo ne' loro


« veluti ducali corona , redimitum stemmi (^Vedi) e sigilli le chiavi in-
« habel; in dextera manu hastam, crociate, e sovrastate dal padiglione,
« in summitate cruce insignitam, che è pure l' insegna della Chiesa
« gestat, ad cujus pedem vexillum Romana ; come ancora venne posto
« volutal, in quo duae claves expres- il triregno sulle chiave incrociate
» sae cernuntur ; altera vero manu una d'oro, e l'altra d'argento, riu-
)< librum ad pectus stringit. Quid nite talvolta con un cordone d' oro
« per hanc denotetur flguram, ap- con fiocchi; insegna, che si colloca
« positae ibi liltercC demostrant, sci- su tutte le cose appartenenti ai Pon-
» licet Ecclesia Romana ". Così de- tefici , ed alle loro arme gentilizie

scrive il Ciampini De sac. cedìf. , non che alla sede apostolica alle ,

cap. IV. Innocenzo IV, dopo di aver basiliche patriarcali di s. Gio. in


ricevuto nell'anno 1 248 sotto l' im- Laterano, di s. Pietro , di s. Maria
mediata sua tutela uno spedale del- Maggiore ec.
la diocesi morinense , gli concesse Anche nelle monete battute dai
per insegna sìgnutn clavis b. Petro Papi nel secolo XIV si vedono per
a Domino Salvatore nostro collatcCj insegna le chiavi , come riporta il

acciò fosse il segnale " quod idem Fioravanti, Denar, Pontif. pag. 4^^>
» hospitale ad jus et proprielatem e nel sigillo della curia pontificia
» b. Petri nullo mediante pertineat". del contadoVenosino dell'anno i3o6
Merita qui ricordarsi un diploma v' erano da una parte » iinpressac
che nel 3 6 concesse ai Viterbesi
1 1 » duae claves cancellata; ". Osserva
Bernardo di Cucujaco, vicario del il Borgia , Memorie istorichc della
patrimonio di s. Pietro, esistente nel- Pontificia città di Benevento , t. II,

l'archivio segreto di Viterbo, ripro- p. 287, il singoiar pregio di Bene-


,,

CHI CHI 179


vento, cioè che Ira tutte le città mentre quando il Pontefice prende-
possedute dalla Santa Sede , e che va il possesso con nobile cavalcata,
aveano il privilegio della zecca, nin- nell'asccndcre il Campidoglio, ivi il
na coniò moneta colle chiavi della senatore di Roma in un bacile gli
Chiesa prima di Benevento, anzi presentava le chiavi dello stesso Cam-
neppure gli stessi Papi, quantunque pidoglio. Il Cardinal Albornoz nel
la loro zecca sia antichissima, men- 1
367 presentò in Viterbo a Papa
tre le prime monete pontificie col Urbano V più carri pieni di chiavi
segno delle chiavi incominciano do- delle città, e castelli da lui ricupe-
po Benedetto XI eletto nel i3o3. rati al dominio della Santa Sede, e
In sede vacante, come dicemmo al- di già lo stesso Urbano V aveva ri'

l'articoloCamerlengo [Fedi), questi cevuto a Corncto dai deputali del


conia le monete d'oro e di argento popolo romano la presentazione for-
col proprio stemma gentilizio, e con male delle chiavi di Castel s. Angelo.
quello della camera apostolica , che Cesi quando Alessandro V ricuperò,
sono due chiavi incrociate, sotto il nel 4 o 'a signoria di Roma
1 ' ji ,

padiglione della Chiesa Romana. Non romani gli mandarono a Bologna


riuscirà discaro che qui si avverta, ove trova vasi , le chiavi delle porle
che fra quelli, i quali nella medesi- della città , i sigilli , e lo stendardo
ma sede vacante coniano medaglie del popolo romano ; e quando nel
per aver accesso al conclave , uno i5i% Adriano YI, eletto a.ssente dal
è il maresciallo del conclave [F'edi), conclave , fece per la porta di san
siccome custode di esso, e delle chia- Paolo il suo ingresso in Roma , ivi
vi esterne, per cui nel suo stemma il senatore, e i conservatori di Roma
pone lateralmente due chiavi d'ar- gli presentarono le chiavi di tal por-
gento, le quali in sua morte si pon- ta. /^. Nicola Boerio , De custodia
gono anche a' piedi del di lui ca- claviuni porlarwn civilatuntj in to-
davere ,
qual segno del suo uffizio ; mo XVI, Tract. jiir. univ. p. 281;
e siccome dall'origine del conclave Lor. Rice. Molin, De clavihus vete-
fino al 1^12 la famiglia Savelli avea rani , Upsalae iG84 ; Sallengre in
esercitato tal' insigne carica , donde tom. Ili ;
,
Mich. pag. 800 , Thes.
passò nella Chigi, così duca Sfor- il Anf de Chausse , De clavibus
la
za Cesarini, erede del cognome, del- tom. Xll, Thes Graevi, p. 929. In
le proprietà, e dell' insegne di quel- oltre Chrisliano Goltlieb Schwarzio
la nobilissima prosapia, nel suo stem- scrisse : De diis clavigeris ethnico-
ma gentilizio, usa le chiavi del ma- runìj Alterdorfii i528.
resciallato del conclave. CHICHESTER (Gcestria). Città
Finalmente , che le chiavi sieno vescovile dell' Inghilterra, capoluogo
segno di sovranità, lo abbiamo dal della contea di Sussex, situata sulla
vedersi piesentale formalmente a'mo- piccola riviera di Lavant presso al-
narchi nel loro ingresso nelle città la sua imboccatura, nella baja di
suddite, ed agli stessi Sommi Pontefici Chichestcr, che corrisponde coi ca-
quando si recano in alcun luogo, o nali di Arundel, e Portsmouth, i

città del loro dominio, o a visitare quali ne facilitano il suo importan-


le fortezze di esse, come avvenne di te commercio. E cinta di mura ro-
quelle di Castel s. Angelo, e di Ci- vinose, ha una bella e vasta catte-
vitavecchia ,
per non dire di altre ; drale di architettura gotica, sormon-
i8o CHI CHI
tata da un'alta toi-re. Fra gli al- successori, ma col diritto di esigere
tri edifìzi degni di particolare men- ilgiuramento di fedeltà, il che ven-
zione, conta il palazzo vescovile, quel- ne confermato nel i568 con decreto
lo della città ec. che Questa città, imperiale. La cattedrale di Chiem-
ha il titolo di chiamata
contea, fu sea, dedicata al ss. Salvatore, ed a s.

anticamente Rcgnum, dai regni che Sebastiano, aveva il capitolo di ca-


ne posero le fondamenta, e qualche nonici regolari di s. Agostino, il

autore crede, eh' essa occupi il luogo monistero de' quali era stato prima
di una stazione romana, anche pe- dipendente dal vescovo di Metz.
gli avanzi di un tempio, i quali vi CHIERANO (s.). V. Ciienerino.
si scuoprirono nel lyaS. Dopo es- CHIERICA, o CHERICA. Rasu-
sere stata saccheggiata. Cessa II, re ra rotonda, che si fanno i chierici
de' sassoni o di Sussex, avendola dei capelli [Vedi) in sul cocuzzolo
rifabbricata, le diede il nome, che del capo. V^. Tonsura. Anticamente
porta, e la fece capitale del suo l'egno. i Cardinali nuovi per farsi la pri-
In progresso divenne residenza dei ma doveano servirsi dell'a-
chierica
re sassoni meridionali , e sotto il iutante di camera del Cardinal ni-
regno di Guglielmo // ConquistalorCj pote, e nelle camere di questo. Nei
verso l'anno 1070, vi si trasportò Diari del maestro di cerimonie Pa-
la sede episcopale di Selsey, che era ride de Grassis, de' 21 dicembre
stata eretta da Cedwal nell' isola di i5oo, si legge descritto quest'uso:
questo nome, ora dal mare quasi Coronas autem nisi in die qua ad
interamente inghiottita. Fu sufFra- concistoriuni ire debent, vel in die
ganea della meli'opoli di Gantorbeiy. anteriori, non debent sibi facere la-
Nel 1180 sotto Riccardo I soggiac- tas Cardinales. Ma in progresso di
que ad un furioso incendio , che tempo, fu stabilito farsi questa chie-
interamente la distrusse. Oi"a i cat- rica nel giorno del concistoro d«illa
tolici di Chichester sono sotto la giu- creazione o pubblicazione quando
,

risdizione del vicario apostolico del il novello Cardinale si reca nelle


distretto di Londra, e la città ha stanze del Cardinale nipote , o del
il diritto di mandare due deputati Cardinal segretario di stato, per es-
al parlamento. sere da luiaccompagnato a ringra-
CtUEMSEk {C/ikmmm). Città ziare il Papa, e ricevere dalle sue
vescovile della Baviera , situata in mani la mozzetta, e la berretta ros-
una delle tre isole del la^o Chiem- sa.Ora però la chierica se la fanno
sea , anticamente Bayerisckcinsec , fai'e i Cardinali nuovi dal loro bar-
nel circondario dcU'Iser, fra Salisbur- biere, e più grande della preceden-
go e Monaco, avente sette leghe circa te, e nel recarsi dal Cardinale men-
di circuito. Il Pontefice Innocenzo zionato , cameriere la
lasciano al
III, neli2i4) per le istanze dell'ar- fascia, e il cappello che usavano,
civescovo di Salisburgo Everardo, assumendo allora la fascia, e cap-
e a cagione dell'ampiezza della sua pello usuale Cardinalizio: pagano poi
diocesi, eresse un vescovato suflVa- al medesimo la propina di scudi
ganeo alla metropolitana di Salisbur- venti, come se realmente loro facesse
go, a cui poscia venne unito. Lo la cherica, giusta l'anlicu consuetu-
stesso Everardo, benemerito di tal dine. V.Nola degli emolumenti, ec,
fondazione, ne lasciò la uoinìua ai che devono dare i novelli Cardi-
,

CHI . CHI i8i


nati, a seconda' del nuovo piano fa menzione del chierico, e dell' ar-
di rifonna, dalla quale si conosce cichierico. Di questo arcichiericato
che anticamente la detta propina egli ti-atta alle pag. 208, 278, e
era molto maggiore. 274. Osserva il Macri alla parola
CH1ERICA.TO, CHERICA.TO, o Clericus, che anticamente molti ab-
CLERICATO (Clericatus). Ordine bracciavano tale stato non per di-
che
chiericaie, università di chierici, vozione, o servigio delia Chiesa, ma
dicesi anche Clero [Vedi). Nel chic- per essere esenti dagli aggravi e
ricato vi sono diversi gradi, dappoi- tributi , o per non essere costretti
che col nome di chierico si com- di andare alla guerra. Laonde di-
prendono tulte le persone, che pel poi la congregazione dei vescovi
loro stato sono consagrate al servi- decretò, non dovere il clero eccede-
gio divino, dal semplice tonsurato re il numero necessario al servigio
sino ai prelati. I gradi pertanto del della Chiesa, per non pregiudicare i

chiericato sono i." lo stato


: di laici poveri. Ecco come si espresse
semplice tonsurato; 2.° quello di il concilio di Trento sulle qualità,
coloro, i quali hanno ricevuto i che debbono avere quelli, i quali
quattro ordini minori, come gli bramano essere ammessi alla pri-
ostiari, i lettori, gli esorcisti, e gli ma tonsura, e al chiericato, sess.
accoliti; il 3." comprende quelli, 24, cap. 4= ^c quibus probabilis
che sono negli ordini maggiori ,
conjectura sit, eos non saecularis
come sarebbono i suddiaconi, i dia- fndicìi fraude, sed ut Deo Jldelem
coni , e i preti ; il 4-" fìnalmen- cultuni praestent, hoc vitae genus
te si compone dei vescovi, degli ar- elegisse Quindi il p. Ledesma
.

civescovi, e di tutti quelli, la cui tom. IL De Sacr. ad e. 7, conci. 3,


dignità è al di sopra del sacer- è di sentimento, che pecchi colui,
dozio. Questi quattro gradi formano il quale abbia animo nell' ordinarsi
la gerarchia ecclesiastica ( Vedi), di non passare avanti negli ordini
Vuoisi che i monaci fossero chia- sagri , ma solamente
per lo faccia
mali al chiericato dal Pontefice san godere del privilegio del foro. Sono
Siricio, elevato alla cattedra aposto- anco ripresi da s. Gregorio Magno
lica nell'anno 385, il quale permi- coloro, che abbracciano lo stato
se ad essi di ricevere l'ordine sacci*- chiericale, per ottenere beni eccle-
dotale . Difatti si legge nella epi- siastici, rassomigliandoli alle turbe,
stola 63, § 66
Ambrogio, che di s. le quali seguirono il Salvatore, per-
i monaci cominciarono ad ordinarsi che avea miracolosamente moltipli-
sacerdoti sulla fine del quarto seco- cato il pane. In Job. cap. 3o. San
lo, essendo s. Atanasio il primo, Girolamo scrivendo a Nepoziano,
che dallo stato monacale diede sa- nella ep. 3, piange lo stato misera-
cerdoti al clero alessandrino, nella bile di costoro,
qual cosa fu imitato neh' occidente Quanto poi sia necessaria allo sta-
da s. Eusebio vescovo di Vercelli. to chiericale la dottrina sagra, si

Nella Sabina Sagra di Speran- rileva ancora dal chiamarsi antica-


dio, fra i ministri ecclesiastici della mente Clericatuni la scienza delle
chiesa Foronovana fondata dal prin- sagre Scritture ; anzi Chierici (
/Re-

cipe degli apostoli, e prima sede di) erano nominati i dottori, i Sa-
de' vescovi suburbicari di Sabina, si pienti. F. S. Ilieronymi, Epist. de
,

iBa CHI CHI ^_


vita clericorum
mae i74'-
, et sacerdotum, Ro- »
>j
trimonio
del Papa,
di s. Pietro,
consiglieri del
cappellani
Papa,
^H
CHIERICT, o CHERICHETTI. » e consiglieri della camera Aposto-
Serventi delle chiese , e de' loro » lica, " e più comunemente Chie-
superiori, non insigniti per lo più rici di Camera, Clerici Cainercej
d'ordine alcuno, che vestono collare, per distinguerli dagli altri chierici
sottana, e calze nere, e la cotta. addetti al servigio delle chiese di
Taluni però incedono con sottana Roma. Si chiamò udienza della ca-
d'una forma, e di un colore parti- mei'a , ed udienza del Pontefice
colare , proprio delie consuetudini quella, ch'egli dava particolarmente
delle singole chiese cui appartengo- nella sua camera , trattandovi gli
no, ed esei'citano uffizi minori, co- affaricon alcuni prelati domestici, i
me la nettezza di esse, l'ornare gli quali per ciò si chiamavano Chierici
altari, servire la messa, assistere alle della camera apostolica, quasi eletti
sagre funzioni, ed altro. Il Piazza a starenella camera dello stesso
nella sua Gerarchia Cardinalìzia Pontefice. Quindi si fa menzione
pag. 333, dice che i chierici minori nel tom. I, pag. 2 3 degli Archiatri
destinati al servizio delle messe, fu- del Marini Berengario de Su-
, di
rono da Anastasio chiamati Carnilli. curseto, nel Venaissino chierico di ,

Con questo nome i romani chiamava- camera, e vice-camerlengo di Papa


no quei giovanetti ingenui, quali i ser- Gregorio X, ai ic) luglio 1274-
vivano ne'sagrifizi ai Flamini Diah. Inoltre si legge presso lo stesso au-
CHIERICI DI Camera. Collegio tore, e a pag. 3c) , che alcuni per-
Prelatizio. Si compone di prelati sonaggi aveaiio la qualifica di con-
di mantelletta, che sono dei primari siglieri de' Papi, detti il piìi delle
della santa Sede ,
per le cospicue volte della camera apostolica, e che,
cariche esercitate da essi. Vestono secondo Anastasio bibliotecario eil

la sottana, la fascia, la .mantelletta, altri', nei secoli precedenti VI, VII


il collare, e le calze di seta pao- ed Vili, alcuni portarono il titolo
nazza, del qual colore e specie è di consiglieri della Sede apostolica,
il fiocco del cappello, con rocchetto. e de' sommi Pontefici.
Neil' inverno la sottana, e la man- Questi chierici di camera nei
telletta sono panno, mentre la
di primi tempi non avevano determi-
cappa di saia pur paonazza è fode- nate incumbenze, ma solo quelle,
rata in tale stagione di pelli di ar- che commettevano ad essi i Ponte-
mellini, e in altri tempi di seta fici. Però più particolarmente veni-

cremisi; ma nelle Cappelle Papali vano esercitati negli affari concer-


([uando i Cardinali assumono i pa- nenti il fìsco, il tesoro pontifìcio, e

ramenti sagri, essi invece della cappa i dominii della Chiesa romana, per
sul rocchetto, assumono la cotta, cui incominciarono a trattare le cose
facendo l' uffizio di chierici. presiedute dal Cardinal camerlengo.
La loro origine rimonta al XII Altra testimonianza certa della loro
secolo, e deriva dall'essere stali pri- esistenza anche nei primi del secolo
mari ed intimi famigliari del Sommo XIV, l'abbiamo nel protocollo degli
Pontefice, a cui nel palazzo aposto- atti del contado Venaissino, dominio
lico prestiirono servigio, donde ven- della sede Apostolica, e rogati negli
nero chiamati » Procuratori del pa- auui i3o2 e i3o3, nel pontificalo
CHI CHI i83
di Bonifacio \HI, dal barone Al- i368; Venerabilis vir dominus
»'

cotti iiotaro della curia del medcsi- » Guillclmus Alberti quondam apo-
iiio contado, ed esistente nell'archi- » stolicaj cameraj clericus, et the-

vio valicano Magisler Mnlhias de


: " saurarius omnium gabellarum ci-
Theaie clericux Domini Papce. Ac- » vitalis Avenionensis ( a que'tempi

cresciutesi progressivamente le mol- " residenza pontificia ) prò Domino


tiplici ingerenze del Cardinal camer- » nostro Papa specialiter deputatus."
lengo della santa romana Chiesa, Quindi nel 1 869 dovendo Gau-
massime sulla esigenza delle tasse, ccllino, tesoriere, rimettere a Papa
delle oblazioni, dello decime, dei Urbano V, allora residente in Italia,
censi, della battitura delle monete una somma di duemila fiorini, ne
ec. , e venendo il medesimo Cardi- stipidò co' banchieri il cambio de
nale di frequente fregiato della di- mandato Domini Nostri Papce, et
gnità vescovile, nei primordii del gentiuni suce cavicrce. Verso quel-
secolo XIV, incominciò egli a pre- l'epoca incominciarono i chierici di
valersi dell' opera dei detti chierici camera ad unirsi in corpo, ed assi-
assistenti al Pontefice, incaricandoli stere quindi ai contratti camerali, e
di incumbenze, tanto per
parziali a formare tribunale. Come ancora
Ja custodia delle robe ap-
diligente abbiamo dai capitoli della pontificia
partenenti al Papa, ed alla sua ca- zecca di Avignone del iSgS nell'an-
mera apostolica [Vedi), quanto alle tipontificato del falso Pontefice Cle-
rendite spettanti alla santa Sede, mente VII, che v'intervenne Pietro
giacché a quell'epoca per anco non Borrerio chierico di camera, e com-
ei'asi stabilito il tribunale camerale, ed missario specialmente deputato dal
i chierici di camera non erano che tre. camerlengo Francesco Conzy. Da ciò
In tal modo i chierici di came- si conferma la dipendenza dei chie-
ra incominciarono a dipendere dagli rici di camera dal Cardinal camer-

ordini del Cardinal camerlengo, e lengo, e r introduzione del rilevante


vennero riguardati quali consiglieri, uffizio di tesoriere , esercitato nella
e coadiutori dello stesso porporato, sua prima istituzione da un chierico
nelle mani del quale si esercitava di camera, il perchè in seguito i
la somma degli affari temporali. sommi Pontefici ne affidarono la
Che i chierici camera nel pon-
di carica quasi sempre ad un prelato
tificato di Clemente V, il quale di- di questo rispettabile collegio, come
venne Papa nel i3o5, fossero tre, afferma il Lunadoro, Relazione della
chiaramente si rileva dalla quietan- Corte di Roma, cap. XXXIH, Del
za , cui il Cardinal camerlengo Ber- Tesoriere, e come si può vedere nel
trando de Bordis fece al collettore Vitale, Memorie ùtoriche de' teso-
di Boemia, Ohligat. Canterai, tom. rieri generali pontijicii.
II, pag. loo, nella quale si nomi- I chierici di camera si aumen-
nano i chierici di camera, Magislro tarono , senza però determinarsene
Oddoni de Sernionetaj Johanni de il novero; ma Eugenio IV , il quale
Regio, et Johanni de F^endis. Nel divenne Pontefice nell'anno i43ij
rendimento di conti , che fece al e che avea esercitato tal carica per
camerlengo il chierico di camera volere delio zio Gregorio XII, col
Guglielmo Alberto, si legge nel Cod. disposto della costituzione 1 3 , che
Canterai. 4^8, pag. i,die 4 ^"g- incomincia, Inter cadera , emanata
, ,

i84 CHI CHI


in Ferrara nel i438, stabilì, che il trattavano gli affari, e le cause ca-
camera apo-
collegio de' chierici della merali, pure tal titolo , e tali inge-
stolica , dovesse essere composto di renze erano più proprie de' chierici
sette prelati: e già essi avevano una in modo, che essi costituivano un
certa norma ed attribuzioni di giuris- collegio . Espressamente , e ripetute
dizione. Nella detta costituzione Eu- volte ne' detti statuti si fa men-
genio IV chiama i came-
chierici di zione dc^ Padri chierici : Patruni rle-
ra suoi cappellani , adducendo per rìcorum collegio , non che del pre-
ragione della diminuzione de' chierici lato decano di esso , il cui ufficio
al numero settenario, che antica- così viene prescritto: » Essendo op-
mente, ad onta del maggior nume- »» portuno che fra chierici uno a i

ro e della frequenza di affari, pure » nome degli altri debba addossarsi


erano in minor numero di quelli da " le cure continue di varie cose,
lui stabiliti, e pei'ciò con più pingue >ì quello sarà meritamente che da
stipendio. Dipoi, nel i444) pubblicò '» più lungo tempo fu ammesvo nel
la costituzione In eminenti, per con- »> collegio ,
purché sia presente in
fermare gli statuti della camera apo- » curia : allorché poi sarà assente
stolica, la quale, come si esprime il » o infermo, gli verrà surrogato il

Pontefice, darà a trattare gli spiri-


si '> prossimiore di tempo col nome ,

tuali e temporali negozi delle chiese, '> di pro-decano Incomberà ad esso .

e de' monisteri, non che delle città, >t di obbligare chierici di camera
i

teri'e , castella, ed altri luoghi sog- » di numero, e quelli oltre questo,


getti alla R-omana Chiesa. I detti » di proporre le cose da trattarsi
statutierano stati compilati dalle » e di esigere i loro voti, e secondo
Genti di camera , col qual nome '» conchiudere e risolvere, eccet-
essi

allora si appellava il collegio de' mi- » tua te le cause fiscali e i tempi ,

nistri camerali, di cui avea il primo « in cui i chierici fossero occupati


luogo il Cai'dinal camerlengo, dopo » in affari maggiori. Il decano deve
il quale veniva il tesoriere, co' suoi » avere cura diligente dell'altare, e
assistenti , cioè i chierici di camera » delle suppellettili pel divino sagri-
emeriti e a maggior di-
promossi 5j ficio, e pel sacerdote, ed a tutto
gnità, i quali sebbene fossero usciti » ciò che queste cose riguarda il :

dal collegio ,
per consuetudine som- >j sigillo del collegio , e il volume
mamente lodevole, continuavano ol- » delle costituzioni si terrà presso
tre il collegio ad assistere al tratta- » di sé ; e finito l'anno, dovrà ren-
".
to degli affari riguardanti la camera jj dere ragione delle predette cose
apostolica , siccome rispettabili per Quindi gli statuti furono confermati
età, prudenza, ed esperienza in tali da Calisto III , e poi da Leone X ,

affari. Nella medesima costituzione il quale sanzionò altresì gli altri sta-

Eugenio IV confermò il numero set- tuti firmati dai chierici di camera


tenario de'chierici, e di molte co- essi nell'anno i5i8, colla costituzione,
se si leggono avere diligentemente Sictit prudens. Ma il Pontefice Ni-
e gravemente stabilite, che lungo colò V , successore immediato di
qui sarebbe descrivere. Eugenio IV , con costituzione da
Ma sebbene col nome di ^enti lui emanata , egualmente stabilì
di camera comprendessero
si tutti .
il numero de' chierici di camera, fis-

gli uiliciuii anche i più degni , ohe sandolo sollauto in selle individui.
, ,

CHI CITI t85


Poscia Leone X, mediante la bulla tanto necessarie al loro cospicuo po-
TJcet felicis , che è la XXIV delle sto, acciò poi non dovessero essere
sue costituzioni, ai giugno i^x'j, i7- inesperti nel deliberare le cose sì

acci'el)l)c il loro numero sino a do- ap[)artenenti alla camera apostolica,


dici, il quale fu approvalo dai suoi sì alle private persone. Dei chierici
successori, precipuamente da Pio IV, di camera
soprannumerari, che i
colla costituzione 88 ,
Qiium inler Papi solevano fare, si vegga la costi-
del 1 564 , colla quale ecco come tuzione di JNicolò V, qun jussil eos
definì r ufficio del chiericato di ca- e loco aiidicnliae cameralis exire
mera : 55 Olllcio clcricatus dictT ca- cluni negotia illic expediehanlur j
» merae quod in ipsa curia prima- quam constitutinnem refert, confir-
» rium existit , munus potissimum matque Calixtus IH , nova sua
" incumbat ejusdem camerac res rite, constitutionc , Quae laudahilis, etc,
" et recte administrandi, jura et red- Tuttavolta Gregorio XIII, che
dopo
r " dilus utiliter locandi, contractus-
" quo desuper neccssarios, et oppor-
» lunos. ineundi. quorum occasione
s.
di

dotti a sette,
lui

Pietro, trovando che


ascese sulla cattedra di
si erano ri-

ne accrebbe tre, laon-


}> ipsi clerici camerae procuratore» de il collegio si compose di dieci
}> patrimonii b. Petri, veriunque o- chierici di camera. Però nuovamente
" mnium totius status ecclesiae ro- per le promozioni, e per le morta-
'i manae custodes et praesidcs me- lità erano sette, quando Sisto V, nel

I " rito nuncupentur; nec non


» l'cddendi, et justitiam tam fisco,
" et privato, quam ipsis privatis , si
jus 1587, li fissò al
giacche lo stesso Gregorio XIII ad
numero

onta della suaccennata disposizione


di dodici,

» qua ratione de fisci interesse a- avea soppresso in seguito un chie-


5» galur, administrandi ". ricato, assegnandone i frutti, alla ca-
S. Pio Vj che successo a Pio IV, mera apostolica. Inpi'ogrcsso si man-
liaccrebbe fino a dodici, stabilendo tennero nel numero di dodici sino al
che fossero probi ed egregi uomi- pontificato di Pio VII ed essendo
,

ni, e che non vi fosse ninna dilfe- negli ultimi di esso ridotti ad un-
renza negli onori ,
privilegi , ed c- dici prelati, nei primi anni di quello
uìolumenti tra gli antichi chierici, e di Leone XII essendo rimasti a no-
gli aggiunti da lui, pei (juali volle ve, egli licon tal numero, in
stabilì
che la camera apostolica fosse ob- cui tuttora si mantengono, mediante
bligala, come si legge nella costitu- eziandio la conli^rma, che ne fece
zione 166, Ronianus Ponti/ex. Ma il l'egnante Pontefice, nelle provvi-
non andò guari, che per le ragioni de riforme legislative da lui emana-
addotte in altra costituzione, ridus- le. Tutti poi sono di egual rango, e
se a dieci i chierici di camera , i con eguale appuntamento. Questi
quali ancora chiamò i suoi cap- uffizi divennero vendibili , e si die-
pellani, e volle che il loro collegio dero a persone idonee, le quali som-
in futuro così rimanesse, e si chia- ministrassero delle somme pei bisogni
masse decemvirale. Qui poi va no- della santa Sede. Perciò si dissero
talo, die i chierici soprannumeri non uffizi [Vedi). Paolo IV
vacabili
votavano quando intervenivano agli per altro fece chierico di camera
affari ; e con una specie di novizia- senza alcun pagamento Annibale Goz-
to acquistavano le primarie nozioni zuti, che meritò, nel i56j, di es-
i86 CHI CHI
sere creato Cardinale da Pio IV ,
la, con che venivano a formare la
mentre era presidente della came- somma di scudi cinquantaseimila, ri-
ra. Abbiamo poi, che Fabrizio Ve- chiesta per l'uditorato, e pel tesoriera-
rospi, Cardinale di Urbano Vili, al- to. J^. il Cardinal de Luca nel Trat-
lorquando fu fatto chierico di ca- tato degli uffìzi venali della corte
mera, per non gravare la sua fa- di Roma. Sembra che in seguito
miglia del dispendio necessario alla venisse accresciuto pagamento per il

compera di questo posto, lo rinun- un chiericato di camera perchè si ,

ziò, ed in vece fu annoverato fra legge in un decreto fatto nella Da-


gli uditori di Rota. taria apostoHca ai i4 novembre
Nella riforma, che Sisto V fece 1670 nel pontificato di Clemente
degli uftizi vacabili , vi comprese X, che ogni chiericato di camera si
quelli del collegio de' chierici di ca- dovesse vendere per quarantadue-
mera, stabilendo per pagamento di mila scudi d'oro, pari gì scudi ro-
ogni chiericato la somma di qua- mani sessantatremila. Anzi abbiamo
rantadue mila scudi , avmientando , nella vita di Vili del
Alessandro
come dicemmo, da sette a dodici i chiarissimo Novaes tom. XI, p. 102,
chierici. Quindi, per non recare dan- che quel Pontefice dal 1689 al
no alla camera apostolica pei cor- i6c)t creò quattordici Cardinali,
rispondenti proventi, colla bolla Sii dieci de' quali erano cappelli va-
Immani de' 5 settembre 1087, ^"'^• canti lasciati dal predecessore Inno-
Ront. tomo IV, pag. 344> smembrò cenzo XI, e molti ne conferì a' pre-
camerlengo una rata
dall' ullizio del lati chierici camera, diquali, i

di scudi duemila duecento pei cin- avendo tutti comperato 1' uffizio e ,

que chiericati da lui aggiunti, e con perdendolo colla promozione alla por-
tal aumento di chierici, in sovveni- pora, il Papa potè ricavare da ogni
mento de' bisogni del pontificio era- nuovo chierico di camera la somma
rio, portò a questo la rilevante som- di scudi ottantamila a vantaggio del-
ma duecento diecimila, im-
di scudi la Santa Sede. Di fatti Alessandro
porto appunto dei cinque predetti VIII creò Cardinali del Giudice chie-
chiericati, a ragione di scudi qua- rico di camera ed allora gover-
,

rantaduemila per ciascuno. Vero è natore di Roma , Costaguti deca-


però, che siccome da questo collegio no dei chierici di camera prefetto
ì sovrani Pontefici non solo per lo dell'annona, Richi chierico di came-
più sceglievano il tesoriere generale, ra e uditore della medesima, Impe-
ma anche eminente carica
l'altra riali chierico di camera ed allora
dell' uditore generale della camera, tesoriere, Omodei chierico di came-
cui conferivano ad un chierico di ra, e Rarberini chierico di camera
camera, e siccome doveano pagare e uditore della medesima.
tanto r uditore che il tesorieic scu- Altra prova che il chiericato di
di cinquanlaseimila per tali posti in- camera nel secolo XVII pagava
si

compatibili col chieric-.ito, cosi ai pre- ottantamila scudi , fruttando però


scelti ai due menzionali ullizi , nel ognuno otto, o dieci scudi per cen-
rassegnare il chiericato, veniva di- to, si ha dallo stesso Novaes, t. XI,
falcata l'anterior somma sborsata di p. I9.0. Ma assunto al pontificato
quarantaduemila scudi, per cui paga- Innocenzo XII, Pignatelli, non po-
vano solluiilu i residui qua l lordici lai- tendo solfrirc che gli uffizi, i qviali
,

CHI CHI 187


davano potere di fare il bene, o il ne in alcuni del titolo, la loro au-
male fossero vendali, a' i5 ottobre torità, ed altro che li riguarda. F.
ìQc^'i colla costituzione 35, Ad hoc il volume VII, particolarmente alle
unxil DeiiSy Bull. tom. IX, liorn. pag. 7, 8, 9, i^, i3 e i5. Le cari-
p. 277, proibì per sempre che gli che poi, che oggidì si fungono dai
uffizi, de* quali si componeva la ca- chierici di camera, sono: i." di pre-
mera Pontificia, fossero vendibili, fa- sidente dell'annona e grascia; 2.°
cendo ad ognuno restituire quanto di presidente delle armi ; 3." di pre-
avea sborsato per conseguirli, com- sidente delle acque e strade; 4-" th
prensivamente ai dodici chierici di presidente degli archivi; 5." ili pre-
camera ; dappoiché il saggio e giu- sidente delle zecche e degli ulìizi del
sto Innocenzo XII altro non voleva bullo, degli ori ed argenti, e degli
dalla prelatura che i meriti perso- orefici ed argentieri dello stato pon-
nali, esemplar condotta, equità e tificio; mentre gli altri quattro chie-
^L dottrina. Si racconta che questo rici di camera sono membri della
^P Pontefice, quando era ancor vescovo congrega/ione di revisione [Vedi),
di Lecce, si trovò nell'anticamera del la quale è presieduta da un Cardina-
Cardinal camerlengo Paluzzi-Altieri le. Fu Pio VII che, colla costitu-
nipote di Clemente X, con un chie- zione Post diiUurnasj restituì al tri-
rico di camera. Or avvenne che es- bunale della camera il diritto della
sendo entrato quest' ultimo all'udien- revisione de' conti camerali.Quindi
za del Porporato prima di lui egli , l'immediato Leone XII
successore
non potè trattenQ»'SÌ dall' esclamare : pubblicò un moto- proprio sul me-
Come ? un chierico e più di un todo da tenersi dai chierici tli ca-
vescovo ? Pei'ciò vuoisi che prendes- mera nella revisione dei conti e ,

se tale avversione a' chierici di ai- negli affari di pubblica amministra-


mera, che divenuto Pontefice abolì zione, confermato con qualche mo-
la vendita de' chiericati. dificazione dal regnante Pontefice
Gli uffizi esercitati dai chierici di coH'editto dei 21 novembre i83i,
camera sino agli ultimi tempi e , ove fu dal medesimo istituito il men-
che per la maggior parte tuttora tovato Cardinal presidente. Non si

sono da essi goduti alcuni però , deve inoltre tacere, che spetta pui-e
come diremo riuniti, erano di pre- ad un chierico di camera la presi-
sidente dell'annona, chiamato an- denza dell' ospizio apostolico di san
co pre((;tto ; di presidente degli ar- Michele , in virtù di un chirografo
chivi , e di presidente delle carceri; di Pio VI, emanato nel 1794- In-
ulfici tutti descritti dal citato Luna- oltre i chierici di camera possono
doro al cap. XXXIV, Del tribunale simultaneamente esercitare alcune al-
della camera^ e dei chierici di ca- tre cariche , anche primarie, ed at-
mera, ec. , dal Cardinal de Luca, tualmente il chierico di camelea
Rei. Rorn. dir. Disc. 4o, ed il Car- Gaspare Grassellini, presidente delle
dinal Pratico capo XLI ; dal Plet- acque e strade, è anco pro-presiden-
temberg, e da noi ai rispettivi ar- te del censo. I cinque chierici poi
che li riguardano, avendo an-
ticoli addetti attualmente alle mentovate
che detto all'articolo Camera Apo- presidenze, giacché in quella del-
stolica, la riunione de' due uffizi in l'ospizio apostolico ora vi è un Car-
uà chierico di camera , la variazio- dinal visitatore, formano il tribuna-
,, ,,,

i88 CHI CHI


le della piena camera , il quale ri- anzianità nel chiericato di camera,
vede in appello le causo, in cui ha come da ultimo fece il regnante di
interesse il fìsco. Così ancora i chie- due decani. Altri analoghi esempi
rici di camera fanno parte di varie si possono vedere al citato volume
magistrature, e stabilimenti. Nella vi- VII del Dizionario, pag. i3.
gilia e giorno della festa di s. Pie- In sede vacante i chierici di ca-
tro, siedono col Cardinal camerlen- mera, come gli altri prelati, vestono
go nella camera de' tributi, a ricevere abito prelatizio tutto nero, con roc-
i censi dovuti alla Santa Sede; e per chetto liscio senza merletto, ed ap-
turno un chierico di camera assiste pena morto il Papa , il Cardinal
in abito prelatizio all'estrazione del camerlengo, come capo del tribunale
lotto nella loggia di Monte Citorio. della camera apostolica, coi chierici
Il decano è sempre prefetto dell' erga- di camera si reca al palazzo ponti-
stolo di Come to, di cui si parla all'ar- ficioper fare la ricognizione del ca-
ticolo Carceri Ecclesiastiche, è mem- davere del Papa [P^cdi); quindi pi-
bro delle congregazioni del buon go- glia possesso dei palazzi apostolici
verno, e della consulta; faceva antica- e si destina ad ogni sezione un
mente parte del tribunale criminale chierico di camera per assistere al-
del camcriengato , e di quello del l' inventario di tutto quello , che
vicarialo per l'esame dei parrochi. in essi esiste. Recandosi poi il Car-
E chiamato in tutte le congrega- dinal camerlengo, coi chierici di ca-
zioni speciali, ove hanno luogo gli mera, ed altri ministri camerali, nel-
altri decani dei tribunali superiori le stanze dello stesso sagro palazzo
supplisce a tutte le presidenze dei ove nei luned"i e venerdì, ed in al-
chierici di camera o per assenza, o tre occasioni si convoca il tribunale
per vacanza , o per morte ed ha , della piena camera oppure in quello
altre ingerenze ec. Prima allo stesso di sua abitazionCj in congregazione
decano, in vigore della costituzione si conferiscono ai chierici di camera
di Sisto V, Ad clavum j emanata gli ufTicii , che esercitano nella sede
nel 1 586 spettava la custodia di
, vacante, cioè la custodia delle sup-
una delle chiavi del danaro da lui pellettili dei Pontifìcii appartamenti
riposto in Castel s. Angelo; deposito la sorveglianza agli inservienti palatini
che sussistette sino agli ultimi del la custodia delie scuderie, giardini,
decorso secolo. Il medesimo Papa florerie, ed altre officine del detto
con chirografo dato
17 agosto ai sagro palazzo, di Castel s. Angelo,
1087, registrato per acta Martini del ruolo, de' soldati dell'armeria
noi. cani. , autorizzò il decano dei delle suppliche spettanti alla data-
chierici dicamera a fungere l'uifjzio ria, e alla segretaria dei brevi ce, e
del camerlengato per morte del
,
poi col medesimo camerlengo assi-
Cardinal camerlengo di s. Chiesa stono alla tumulazione del pontifi-
sino all'elezione del nuovo ovvero , cio cadavere. Durante l'esequie no-
del Cardinal pro-camerlengo. Final- vendiali intervengono i chierici di
mente, siccome dicemmo più so- camera ad esse , e durante
il con-

pra, sogliono i Pontefici elevare alla clave fanno per turno la guardia
sublime dignità Cardinalizia il piii alle ruote del medesimo, laonde per
anziano prelato del collegio, come disposizione di Clemente XII restano
decano, in considerazione della sua nel giorno del turno a desinare da
CHI CHI 189
monsignor maggiordomo, come go- dal voto, o discorso approvalo, e
vernatore del conclave. Però quel presentato nel iG55, ad Alessandro
Pontefice vietò a' chierici di camera VII, composto dal celebre giuriscou-
di fruire nella sede vacante emolu- sulto Pietro Francesco de Rossi, av-
menti straoi'dinari e inerenti agli vocato del fisco, e della reveienda
non essendo le loro cariche
iiflìcii , camei'a apostolica, in ocrasione del-
più venali dopo Innocenzo XII; co- la questione sulla precedenza degli
me proibì ai chierici di camera, che uditori di Rota nella cappella Pon-
l' erario pontifìcio pagasse loro le tificia, di che parleremo in appres-

vesti secondo l' antica


di corruccio so. Quale poi sia la ragione, per la

nsucludine, cioè a due chierici di quale i chierici di camera fossero


mera. chiamati cappellani del Papa, e del-
Lungo sarebbe poi il riportare la Sede Apostolica, l'espone il Che-

tutte le esenzioni, privilegi, e prero- rubini, Compcnd. Bull, ad Constit.


gative, che godono i chierici di ca- I Sixti IV, sch.
con queste pa- I,

mera per concessione de'llomani Pon- role »>


: Penso che così ciano chia-
tefici, il perchè ci limiteremo alle j mati perchè nelle cappelle ser-
principali, oltre quanto si è detto, e 3 vono in molte cose il Papa , co-
in seguito si dirà. E primieramen- 5 me apparisce dal cerimoniale, e
te abbiamo dal Vittorelli, nelle ad- 5 per r istessa ragione, se non mi
dizioni al Cincconio, f^it. Poiilif. 3 inganno, anco gli uditori di Ro-
tom. II, p. 985, che Papa Calisto > ta si chiamano cappellani del
III, colla costituzione, Quae lauda- » Papa ec. V. Uditori di Rota. Mol-
bili, agli 8 maggio i4^^> dichiarò 3 to più poi la dignità de' chierici
i chierici di camera famigliari del y> di camera risplendc ne' concilii
Sommo Pontefice, e cappellani di 3 generali, ov'essi ottennero un po-
esso, e dellaSede Apostolica, come a- 3 sto più distinto degli uditori di
veanli dichiarati Eugenio lY, ed al- 3 Rota ; imperciocché in esso gli

tri Pontefici ; per le quali qualifiche 3 assistenti al Papa siedono pnrati


sinché il palazzo apostolico distribuì 3 sopra i gradini del trono pontificio
giornalmente il pane ed il vino, 3 alla parte sinistra , i protonotari
conosciuto sotto il nome di parte di 3 apostolici, e i chierici di camera
palazzo, i chierici di camera costan- 3 alla destra: i suddiaconi poi udi-
temente r ebbero, siccome ho letto 3 tori di Rota, e i votanti accoliti,
nei ruoli dello stesso palazzo. Gre- 3 nella parte esteriore. Così fu fatto
gorio XIII, nel 1572, dispose che i 3 nel concilio di Pisa sotto -Alessan-
chierici di camera eletti vescovi la- 3 dro V, in quello di Costanza sot-
sciassero r uffizio, o rinunziassero al 3 to Giovanni XXllI, e in quello ge-
vescovato. Che il collegio de' chieri- 3 neralelatcranensesottoGiulioII,neI
ci di camera sia stato riconosciuto 3 quale fu deciso che i chierici di ca-
quale amplissimo magistrato della 3 mera sederanno come i protono-
curia romana, pegli adari che trat- ' tari secondo Paride de
apostolici,
ta della Chiesa romana, e della so- 3 Grassis, maestro di cerimonie, che
vranità, e governo pontificio, e che 3 lo scrisse a pag. 1 65 del suo Dia-
i suoi individui abbiano goduto il 3 rio. " V. Christoph. Marcelli in
titolo di cappellani , famigliari , e Caerenionial. Roman, impress, sub
commensali del Papa, si rileva altresì Leone X, lib. I, sccL lé^. cap. 3.
, ,

190 CHI CHI


Quindi i cliierici di camera siedono accrescere il culto dei principi degli
nel suddetto luogo ne' concilii, come apostoli, coir istituzione delle cap-
ofTiciali del concilio, ed in uno ai pelle prelatizie [Fedi), nell'ottava
protonotari apostolici spetta loi'o a della loro festa, prescrisse che a
scrutare i voti, e redigerli in for- quella, la quale nel quinto giorno
ma, siccome alTerma il Jacobacci di essa, cioè ai 3 luglio, si cele-
De concilio lib. I, artic. 5, num. brerebbe con pontificale nella basi-
8, et Traci, tom. i3, part. I. lica di s. Pietro in Finculis, do-
Alessandro VII poi avendo ese- vesse assistere il collegio dei chie-
guite varie riforme per le cappelle rici camera, a tenore della di lui
di
pontificali, nel i655, colla costitu- costituzione Admirahilis, del primo
zione Nuper, dichiarando suddiaco- aprile 1743.
ni di essa gli uditori di Rota, che Nelle cappelle l'ontificie il posto
godevano da remotissima epoca la dei chierici di camera è al penulti-
detta qualifica di cappellani pontificii, mo gradino del trono, dopo gli udi-
aggiudicò ad precedenza sui
essi la tori di Rota, ed il p. maestro del
prelati chierici di camera, su di che sagro palazzo, per cui nelle proces-
pendevano reciproche pretensioni , sioni incedono avanti ad essi, e do-
laonde venne accresciuto il decoro po i votanti di segnatura, recando-
delle stesse cappelle, coli' intervento si al trono a ricevere le candele,
de' due collegi, ubbidienti alla pon- le ceneri, le palme, e gli Agnus
tificia determinazione , Soddisfatto Dei benedetti appresso il p. mae-
Alessandro VII della docilità dei stro del sagro palazzo, e facendo il

chierici di camera sul punto di pre- simile all' adorazione della croce nel
cedenza, coll'autorità della costitu- venerdì santo.
zione Singulans fìilectoruni, emana- All'articolo Cappelle Pontificie
ta ai 18 novembre del medesimo (Vedi) si descrivono gli uffizi che
anno i655, concesse loro quanto esercitano nelle sagre funzioni i chie-
grandemente bramavano , cioè la rici di camera, come il porgere il
cappella domestica, e l'uso del roc- grembiale al Papa, e custodirlo quan-
chetto, che sino allora non godeva- do gli viene levato cioè quando ,

no sempre. Indi, nel 1670, Clemen- non siede, il portare processional-


te X coH'autorifà della costituzione mente lo stocco e beiTettone bene-
12, Roinanus Pontifcx, Bull. Rorn. detti tanto nella notte di natale
tom. VII, p. 34, emanata nel mese che nel d\ della festa, non che la
di giugno, concesse loro l'uso del rosa d'oro benedetta nella quarta
cordone, o fiocco di seta paonazzo domenica di quaresima, nelle quali
nei loro cappelli. Benedetto XIII circostanze siedono a sinistra del
nell'ottobre dell'anno 1725 assegnò decano della Rota, custode della mi-
cento scudi annui per ciascun pre- tra pontificia usuale, fra due ca- i

lato chierico di camera, che somma merieri segreti partecipanti; accom-


dipoi venne stabilita mensilmente pagnando un chierico di camci'a i
per disposizione di Leone XII co- , laici nobili quando versano l'acqua

me tuttora la godono a cagione del- sulle mani del Papa, ne' pontificali
la perdita di tanti proventi, ed c- ed altre funzioni, e porgendo al Pon-
molumenti che fruivano. E Benedet- tefice il zinale di tela bianca, il qua-
to XIV allorquando volle in Roma le gli vien levato dopo terminala
,, ,

CHI CHI 191


tale lavanda. Finché ebbero luo- Cohellio, Notula Cardinnlalus ec.

go le cavalcate i chierici di ca- , et Romanae Aulae Officialibus ,

mera v'intervennero, cavalcando do- Romac i653, dal capo XLIl al Lll
po votanti di segnatura, mule bar-
i inclusive. Va pure consultata la bolla
date di paonazzo, con finimenti si- citata di Pio IV, Cuni i/iter, ove si

mili, in sottana, rocchetto, mantelli leggono i privilegi, e le facoltà con-


con cappuccio, e cappello pontifica- cesse al camerlengo, al collegio e
le. Nelle cavalcale dei possessi dei persone de' chierici, ed altri uffiziali
Papi, quando questi li prendevano di camera, da Gregorio IK, Bonifa-
co' sagri paramenti, i chierici di cio Vili, Urbano VI, Martino V,
camera incedevano in cotta e roc-
v' ed Eugenio IV ec. Questo ultimo,
chetto, che portarono pure nei pos- nel i444> colla costituzione In emi'
sessi d'Innocenzo Vili, nel ì^S\, e nenti stabifi la loro ordinaria giu-
in quello di Leone X, nel 1 5 3, il i risdizione ,
emanarono
sulla quale
quale fu l' ultimo a prenderlo coi provvidenze diversi Papi, come si
paramenti sagri. Dipoi in tali caval- può vedere dalle bolle Disposilione
cate, ne' Possessi descritti dal Can- divina, de' 16 febbraio i^'j'i. di Si-
cellieri, non si fa più menzione del- stoIV; Quuni sicut, i5 kal. sept.
l' intervento di questo Collegio ai i485 d'Innocenzo Vili; Etsi Acì
medesimi, forse per le dispute di 15o2 di Alessandro VI Ex injun- ;

precedenza col tribunale della Rota rlo del i5o6 di Giulio II; non che
e solo nel possesso di Clemente IX, di Clemente VII, e Paolo 111, colla
nel 667, incominciarono di nuovo
1 costituzione Non siiie, emanata nel
ad intervenirvi, perchè appunto il i535; e dalle altre due di Pio IV,
predecessore Alessandro VII avea Ronianus Ponlifex , 6 kal. Junii
accomodate tali vertenze, siccome di- 1 562, et Inge.ns hiuneris nostris ,
cemmo, ed in seguito vi si recarono 8 idus august. iSG'). Quello poi
costantemente, come facevano nelle che riguarda il loro tribunale, au-
cavalcate per le cappelle dell' An- torità, ed altro secondo le ultime
nunziata, della Natività, e di s. Car- legislazioni e riforme, si legge alla
lo. Nelle cavalcate poi, che si face- voce Camera tribunale, e Camera
vano pel trasporto solenne dei ca- apostolica, neir indice alfabetico del-
daveri de' Cardinali camerlenghi , la Raccolta delle leggi e disposizio-
cavalcavano anche i chierici di ca- ni di pubblica amministrazione, che
mera, come si descrive a quell' ar- si pubblicano in Roma nella stam-
ticolo, ove pure si tratta di altre peria della camera apostolica. Che
cose risguardanti questo collegio, da poi i di camera anticamen-
chierici
cui sortirono amplissimi Cardinali in te intervenivano sempre nei conci-
grandissimo numero, alcuni de'quali stori ove si trattava la maggior
,

furono esaltati al pontificato, come parte degli affari, spettanti alla ca-
Eugenio IV, Innocenzo XI, e Cle- mera apostolica, per essere pronti
mente XII. alle domande e interpellazioni del
Della dignità de' chierici di ca- Papa, e secondo le
dei Cardinali,
mera , loro prerogative ,
piivilegi loro diverse attribuzioni amministra-
e di quanto può riguardarli , non tive, tuttora si rileva da quanto av-
che delle presidenze da loro eser- viene ogni volta che ha luogo il

citate , diffusamente tratta Jacobo concistoro. Allorché questo si aduna,


8 ,

igi CITI CHI


i chierici di camera
debbono por- si papale in Avignone; laonde da quel
ture nelle stanze che hanno nel pa- secolo si hanno memorie di loro. I

lazzo apostolico, affine di essere pron- chierici pertanto della cappella, sic-
ti, ed attendere se alcuna cosa oc- come addetti air augusto luogo dove
corresse al Papa. Sebbene ciò con- i Sommi Pontefici celebrano ed as-
sistaora in sola formalità, appena è sistono alle sagre funzioni, sono l'a-

terminato il concistoro, un cursoi'e inigliari del Papa, che li nominava


pontificio li avvisa, ed allora ri- prima con un breve, ed ora con bi-
mangono in libertà ; ma ai conci- glietto per mezzo di monsignor mag-
stori pubblici intervengono , assu- giordomo. Anticamente li presenta-
mendo cappa paonazza. V. Pra-
la va a detto prelato monsignor sagri-
tica della Curia Romana, Roma sta qual prefetto della sagrestia pon-
1 5, nel tomo II, capo XXVII
1 tifìcia, cioè due chierici, mentre il
i

Del Tribunale della Reverenda Ca- sotto chierico, eh' era anco custode
ìììera, ove si tratta di tutto ciò de' libri de' cantori pontificii, si no-

che riguarda i chierici di camera minava talvolta dal medesimo sagri-


j)iima delle ultime provvide legisla- sta, e talvolta dal collegio de' can-
zioni. tori, il perchè nel i5c)3, sotto Cle-
CHIERICI DELLA Cappella Pon- mente Vili, nacque contesa tra quel
tificia. Ministri addetti alle cappel- prelato e il collegio, pretendendo che
le papali insigniti del carattere ec- la nomina spettasse esclusivamente
clesiastico, i quali, come dicemmo al- ad ognuno. Furono (piindi divise le
l' articolo Cappelle Pontificie, ed al attribuzioni in due soggelli, una di
§ IV, De' ministri ec, sono diversi sotto chierico da eleggersi dal sagri-
dai ctippellani comuni che esercita- sta, l'altro di custode da sceghersi
no r ullìzio di accoliti ceroferari i, e dal collegio , come si legge in An-
si compongono di due chierici, di drea Adami, Osser s'azioni per rego-
mi sotto chierico, e di alcuni so- lare il coro de' cantori della Cap-
prannumerari. In detto articolo, e pella Pontificia j a pag. 35, il
nelle diverse funzioni sagre, si trat- quale inoltre a pag. 36 dice, che
ta delle incumbenze, che esercitano in tutte le facoltà e prerogati-
i chierici, il sotto chierico, e i so- ve godute dai cantori pontificii (uno
prannumerari della pontificia cappel- de'cjuali soleva essere il primo chi(!-
la, luogo che loro compete
e del rico, come rileva l' Adami medesi-
neir andare al trono del Papa a mo a pag. 98), vi si comprendeva-
prendere le ceneri, candele, palme, no eziandio al godimento i due chie-
e Agnu^ Dei benedetti, come agli rici, e il sotto chierico delle Cappel-
articoli Cappelle Cardinalizie, e Cap- le papali, godendo essi r onorificen-
pelle Prelatizie si dice; dell' assi- za di sup[)lire all' uillcio de' maestri
stenza che vi prestano, e molte co- delle cerimonie pontificie in mancan-
se che li riguaida, insieme alle di- za di essi. Né deve qui passarsi sot-
verse onoi'cvoli attribuzioni cui dis- to silenzio, che tali cerimonieri, siiiof
impegnavano . Essi ebbero origine al declinare del XV s'ecolo, e in par- i
colle cappelle istituite nei palazzi a- te del- XVI, si chiamavamo cliierici
j)ostoli(:i, Istituzione che rimonta al delle cerimonie pontificie. Dilàtli si

A' IV secolo, dopo che Clemcnle V, ha, che l'enea Silvio Piccolomini, il

fletto nel i3o5, stabilì la resideniiu quale poi fu il gran Poulclìcc Pio 11,

i
,
,

CHI CHI 193


nel «439^ >n qualità di chierico delle dei due suonava la campa-
chierici
cerimonie assistè al conclave in cui nella di palazzo per un quarto di
fu eletto Felice V antipapa; ed il ce- ora, e quindi i cantori intuonavano
lebre Burcai'do agli I t dicembre 1483, il divino uffizio ; il qual suono di

nel pontificato di Sisto IV, fu fatto campanella, ne' tempi più antichi,
chierico delle cerimonie pontificie, e serviva di segno al capitolo della
lo fu sino al pontificato di Giulio basilica vaticana, abitando i Papi il
II, detto nel i5o3, sebbene comu- contiguo palazzo ,
per incominciar
nemente venga chiamato maestro contemporaneamente l'uffiziatura. Da
delle cerimonie. questo uffizio, e dal suonare il campa-
Ne' ruoli del palazzo apostolico, nello quando il Pontefice viaggiava col
evvi registrato ss. Sa-
il chierico del ss, Sagramento, vuoisi derivato il no-
gramento, dal custodire quello che me di chierici campanari, come si
si conservava nella cappella Pontifi- legge in un cerimoniale antico di
cia, allorquando ogni giorno avea Avignone, non potendo essere altri-
luogo l'uffiziatura, colla messa can- menti, per non aversi giammai u-
tata; il perchè nei viaggi, o nei pos- sato il suono di campana o campa-
sessi ne' quali i Pontefici si fecero nello nella cappella del palazzo apo-
precedere dal ss. Sagramento, due stolico.
chierici della Cappella Pontificia ca- I due chierici della cappella han-

valcavano avanti al cavallo in cui no dal palazzo apostolico il mensile


portavasi la ss. Eucaristia, sostenen- onorario di scudi dodici per cada-
do due lanterne con candele di ce- uno. Al sotto chierico sono assegna-
ra accese, ed in cima ad mi' asta ti scudi sei al mese, e tutti sono
assicurate sulle stafle, come descrive posti a vita. Godono
emolu- di altri

il Rocca pel viaggio di Clemente menti ,


secondo
e dispensa di cera ,

Vili, nel 1597 mentre dal Can- ; le funzioni, nella creazione dei Car-
cellieri si trova fatto altrettanto nel dinali, quando cantano la prima
possesso, che prese Giulio II della messa in cappella tanto come del-
basilica lateranense, dovendo uno di l' ordine de' preti quanto come ,

essi suonare il campanello di tratto vescovi suburbicari, che per le loro


in tratto, per avvisare il popolo ad esequie; così quando canta la prima
adorare il Signore. L' altro chieri- messa in cappella un pati'iarca, o
co, che doveva essere sacerdote, nei vescovo assistente al soglio; ed ogni
luoghi di fermata, prendeva dal ca- volta che un Cardinale o vescovo ,

vallo il ss. Sagramento, e lo colloca- nelle cappelle pontificie, e cardina-


va sull'altare nelle chiese, e luoghi lizie canta messa, paga per le am-
ove si riponeva e dipoi tornava , polle bajocchi cinquanta, invece del-
dall'altare a collocarlo sul cavallo. la fiasca di vino, che prima loro si

I chierici della Cappella vennero dava. In alcune cappelle, come in


chiamati anche chierici campanari alcune straordinarie, e per quelle
clerici catiìpanarum , giacché nella di cseqviie de' Papi Cardinali, e ,

menzionata uiFiziatura quotidiana, fe- sovrani , i chierici si prendono le

riale e comune, che nella Pontificia candele dell'altare, e il sotto chie-


cappella ebbe luogo sino al
i 788, in- rico quelle della credenza. Tanto
tervenendovi privatamente talora lo poi i chierici, che il sotto chierico,
slesso Papa, alle ore sette e mezzo uno ed i loro soprannumerari, nelle ri-
VOL. XI. i3
«94 CHI CHI
correnze della festa dei principi degli dispensa degli Jgnits Dei beiiedelti;
apostoli, e pel possesso del nuovo nel vespero e festa dell'Ascensione,
Papa, l'icevono ognuno la medaglia non che della Pentecoste, della ss.

d'argento, che in tali circostanze si Trinità , del Corpus Domini, e dei


conia. Prima i chierici della cap- ss. Pietio e Paolo , della festa del-
pella non solo godevano dal palazzo l' Assunzione
Maria Vergine, cioèdi
apostolico l'abitazione, ma fruivano soltanto quando il Papa comparte
dal medesimo la cosi detta parie la solenne benedizione; nel vespero,
del palazzo 3 consistente in pane e e festa d'Ognissanti, nel vespero,
vino. notte e festa di Natale, e nelle due
Tanto i chierici della cappella, seguenti feste, non che per l'aper-
che il sotto chierico, e i rispettivi tura e chiusura della porta santa,
soprannumerari portano sempre il col- e pel solenne possesso, che il nuovo
lare di seta paonazza, e nelle cap- Papa prende alla basilica lateranense.
pelle vestono sottana di seta pao- Finalmente quando il Pontefice con
^
nazza con mostre di seta paonazza, solenne cavalcata si recava a cele-
che neir inverno è di saja, con fa- brare la cappella per la festa della
scia di seta di tal colore e cotta, ss. Annunziata,medesimi vestivano i

calze nere, e scarpe con fibbie; ma le sottane rosse, che pure assume-
senza la cotta, usano il mantellone vano, precedendo ne' viaggi, e possessi
di saja paonazza, come nelle proces- la ss. Eucaristia,
sioni di penitenza ec. Però nelle se- Ripetiamo ancora una volta, che
guenti solennità, e circostanze, in dei chierici della cappella del Pa-
cui adoperano la cotta, la sottana pa, si parla all'articolo Cappelle,
è di saja rossa, ma allora non por- e negli altri articoli ove si descri-
tano la fascia, la quale di simile vono le funzioni a cui essi assisto-
colore nel iSSg il regnante Ponte- no, e di essi fra gli altri trattaro-
fìce r ha concessa ai soli maestri di no ilLanducci sagrista pontifìcio, nel-
cerimonie pontificie, che nelle me- l' opera intitolata , CoUeclio eoruni,
desime festività e tempi assumono qiice ad prcvfecluni sacrarli Ponli-
contemporanea mente le sottane ros- jicii, et ad idem sacrariuin spe-
se, le quali nelle cappelle pontifìcie etani j non che il dotto gesuita
usano i soli cerimonieri, chierici, sotto p. Bonanni nella Gerarchia Eccle-
chierico, e soprannumerari. Ecco le siastica, particolarmente a pag.
49^>
funzioni ordinarie, e straordinarie, riprodotto da d. Vittore Falaschi,
in cui i suddetti vestono la veste la Gerarchia Ecclesiastica, pag. 3,
rossa di saja con mostre di seta de" Chierici della Cappella Ponti-
delmedesimo colore, oltre la cotta, jicia.
Quando il Papa celebra solennemen- CHIERICI della vita comune.
te la messa sia per la sua corona- Congregazione di chierici, o di ca-
zione, che per la canonizzazione, ec; nonici regolari, conosciuti ancora
negli anniversari della sua elezione, sotto il nome di fi'fiti della vita
e della coronazione; nel vespero e festa comune, istituita da Gerardo Groat,
della Circoncisione; nel vespero e festa o grande,
il nativo di Devcnier
dell' Epifania; nella Pasqua di resurre- presso il fiume Isaia nella Germania
zione, e nelle due seguenti feste; inferiore, diocesi d'Utrecht. Avendo
nel sabbato in Albis, quando si fa la egli compiuti gli studi nella univer-

J
CHI CHI
I sita di Parigi,
Utrecht e di Aquisgrana,
divenne canonico
e quindi
di naldo Buschio, ed altri autori, che
sioccuparono della storia degli Or-
»9^

rinunziando tali dignità, ed il suo dini religiosi.


patrimonio, si dedicò al vantaggio CHIERICI Regolari. Ecclesiastici
spirituale de' suoi simili. In Deven- uniti in congregazione, con voti,
ter adunò alcuni compagni , per viventi in comunità, e soggetti ad
istruire i fanciulli nella pietà, e una regola comune per adempiere
nelle vivendo con essi in
lettere, le funzioni del santo ministero, per
vita comune, col prodotto che rica- istruire i popoli nelle lettere e nella
vavano dal trascrivere i libri, non religione, assistere caritatevolmente
essendo per anco inventata la stam- gli ammalati nel temporale e spiri-

pa. Secondo che afferma il Mirco, tuale, fare le missioni sì nelle pro-
Gregorio XI, nel iSyG, approvò prie diocesi, che altrove, ed eziandio
questa congregazione di chierici colla nelle parti degl' infedeli. Questo nuo-
regola di s. Agostino, ed il fondatore vo genere di preti sorse nel XVI
mori verso l'anno 384- In seguito 1 secolo, sotto il titolo di Chierici Re-
Fiorando Radivivio, uno de' primi golari, e sono ecclesiastici, che in
discepoli di Gerardo,si diede a pro- differenti società e congregazioni vi-
pagare laonde ebbero scuo-
l'istituto : vono sotto una regola; alcune esi-

le, e case nel Brabante, nella Fian- genti i voti solenni, altre i soli sem-
dra, nella Gheldria nella Frisia, , plici,altre con un voto speciale, e
nella Westfalia ed altrove, e vi fio- con diverso tenore di vita, sebbene
rirono non pochi uomini distinti, in parecchie cose convengano. Ge-
che vennero celebrati da Tommaso nerale è poi l'oggetto del servigio
da Rempis, discepolo di questi re- di Dio , e della salvezza del prossi-
ligiosi , i quali furono inoltre arric- mo. I primi chierici regolari che
cliiti di privilegi e concessioni dai furono istituiti, sono i Teatini {Ved{)y
Pontefici Eugenio IV, e Pio II, nel la fondazione de' quali rimonta al-
XV secolo. Ma in progresso di tem- l' anno i524, mentre governava la
po si estinsero, essendo state le ul- Chiesa Clemente VII . Poco dipoi
time case, e scuole in Colonia, ed vennero altresì istituiti i chierici re-
in Bolduch, giacché sino dal i58t golari di s. Paolo, appellati Barnabiti
Ernesto duca di Baviera trasferì il [Fedi), quelli di s. Majolo, o So-
possesso di molle loro case nella maschi [Fedi), i Gesuiti [Fcdi)y
compagnia di Gesù; altre furono i chierici minori [Fedi)',
regolari
assegnate ad altri Ordini religiosi, i Ministri degl'Infermi [Fedi), co-
ed alcune furono convertite in se- nosciuti anche sotto il nome di Cro-
minari. Il Bonanni, che nel suo ciferi , chierici regolari della Ma-
Catalogo riporta a pag. 5'j , la dre di Dio [Fedi), e queUi delle
figura d'uno di tali chierici, dice Scuole Pie, chiamati comunemente
che nelle vesti nere assomigliavano Scolopi [Fedi). Alcuni autori anno-
a quelle de'monaci di s. Benedetto, verano tra i chierici regolari gli

però con maniche più strette, e Oratoriani, o Filippini, i Doltiinari,


cappuccio più largo. Di essi scrissero i Passionisti , ed altri, de' quali si

il p. Helyot, Storia degli Ordini tratta a'rispettivi articoli; ma questi


vìonaxtici, tomo II, pag. SSg, il sono piuttosto congregazioni religiose
Tritemio, Silvestro Maurolico, kx- che vivono in comunità, cui stret-
196 CHI CHl
tamente parlando non appartiene il mune, le cui nuove costituzioni poi
titolo di cliierici regolari, come si confermò a' 1 7 agosto 1 684 col
può vedere nelle ISotizie di Roma, disposto della costituzione i43, Sa-
al titolo , Ordini Religiosi. Il pad. crosancti y Bull. Rom. tom. Vili,
Tommasini, Disciplina della Chiesa, pag. 309. Sopra tali istituti sono
tomo I, pag. 1806, edi'/ione del pure a vedersi le costituzioni , che
1726, dice che la vita de' chierici il medesimo Pontefice pubblicò ai 7
regolari è moJto simile a quella giugno 1688, nello stesso tomo del
de'canonicì regolari. V* ha però una citato Bollarlo. Inoltre Innocenzo
XI,
differenza, ed «, che gli antichi ca- mediante la 126, /4d
costituzione
nonici regolari avevano i digiuni, Pasloralis, data a' 20 maggio 1682,
le astinenze, le veglie della notte, Bull. Rom. loco citato, pag. 283,
il silenzio dei monaci , mentre i approvò la congregazione de' chierici
chierici regolari abbracciarono nel regolari dell' Assunzione in Porto-
loro istituto tutte le funzioni della gallo, cogli stessi statuti, e ad imi-
vita ecclesiastica, e non le grandi tazione della congregazione dell'ora-
austerità de' religiosi consacrati alla torio di s. Filippo Neri in Roma, e
solitudine. Si chiamarono poi chiei'ioi dell'altracongregazione della Ma-
acefali quelli , che non vollero più donna dell'Assunta di Lisbona, appro-
vivere in comune col vescovo, sicco- vata dal predecessore Clemente ,
X
me ci vivevano dapprima , a diffe- a' 6 maggio 1671 , e a* 24 agosto
renza de' chierici canonici, i quali 1672. Dipoi Alessandro Vili, a' i3
continuarono la vita comune col settembre i6qo, colla costituzione
vescovo. 25. Bull. Rom. tom. IX, pag. 43,
CHiERICI sEGOtARi. Congregazioni confermò la suddetta congregazione
religiose, di cui a seconda dell' isti- de' chierici secolari dell'Assunta in
tuzione , oltre i sacerdoti e i laici, Portogallo.
potevano professare la regola , ed CHIERICI REGOLARI DELLA MaDRE
emettere i corrispondenti voti sem- DI Dio. Congregazione che l'eligiosa,

plici anco i secolari non ordinati in vanta per suo fondatore il venera-
sacris. Pei'ciò e da un genere di bile p. Giovanni Leonardi, nato nel
vita più mite, e dal professiu-e voli 1543 in Diecimo terra dello stalo
,

non tanto rigorosi, ed anche dal non di Lucca, da genitori onesti e timo-
emetterne alcuno, furono detti chie- rati di Dio, i quali nell'educarlo se-
rici secolari, o congregazioni in co- condarono la sua pia inclinazione, e
mimità , come i dottrinari o chie- , l'affidarono anco per l'istruzione ne-
rici secolari della dottrina cristiana gli studi ad un buon parroco. Gio-
istituti nel 1593, ed altre congre- vanni in tutto fece profitto , e si

gazioni simili mentre che alcune


; elesse a speciale protettrice la bea-
congregazioni di chierici regolari nel- tissima Vergine Maria ; ma sebbene
la loro fondazione erano state se- avesse disposizione alla vita religiosa,
colari. giunto all'età di diciassette anni, per
Innocenzo XI, colla costituzione 85, volere del genitore si condusse in
Creditae nobis, Bull. Rom. t. Vili, Lucca ad imparare l'arte del farma-
pag. I 33, ai 7 giugno 1680, appro- cista. In quella citfà si ascrisse alla
vò gl'istituti de' chierici secolari, che confraternita de' colombini , diretta
soggetti agli Ordinarli vivono in co- da uu zelante p. douienicauo, i cui
,

CHI CHI 197


membri si adunavano per eseguir fatta stampare, fu adottata nella dio-
alcuni esercizi spirituali in casa di cesi di Lucca. Mentre egli era tutto
certo Giovanni Fornaino loro capo. occupato in sì pii esercizi, a lui si
Questi era tessitore di drappi, e col unirono Giambattista Cioni nobile
prodotto delie sue fatiche alloggiava, lucchese, e Giorgio Arrighini, e con
e manteneva nella medesima i pel- questi incominciò a fondare la sua
legrini, e i poveri. Non andò guari, congregazione nella chiesa della Ma-
che il Leonardi ottenne di coabitar- donna della Rosa, della quale, e
vi, e siccome era bramoso di mag- della compagnia ivi eretta, fu di-
gior perfezione, domandò di essere chiarato cappellano , e poco dipoi
ammesso tra i minori osservanti di unironsi a lui i fratelli Cesare e
Lucca. Dio, che lo avea destinato a Giulio Franciotti , Lucca ,
nobili di
fondare un utile istituto, permise i quali co' due precedenti vengono
che i superiori non lo accettassero ; riguardati come i primari istro-
il perchè, sebbene contasse il Leo- menti della fondazione di questi re-
nardi ventisei anni , per consiglio ligiosi. Il venerabile Leonardi volle
del proprio confessore, intraprese il assoggettare la sua famiglia all'ub-
corso degli studi, interrotti per co- bidienza e direzione dei domenicani,
mando del genitore, né si vergognò i quali deputarono all' oggetto due
d' incominciare dai primi rudimenti loro religiosi, ma poscia costrinsero
grammaticah. Rapido ne fu il pro- lo stesso fondatore in virtù di ub-
fìtto, apprese la filosofia, e la teolo- bidienza a prenderne esclusivamente
gia dal p. Paolino Bernardino do- la cura.
menicano, ed, ordinatosi sacerdote Accresciuta di numero la congie-
compi gli studi sotto il dotto Pro- gazione , fu pregato il Leonardi a
spero Pampaloni, minoie osservante. scriverne le regole ; ma egli, pi'eso
Indi nel convento di s. Romano un foglio di carta, solo vi scrisse
de' domenicani, ad insinuazione del Ubbidienza , e lo fece affiggere al
Leonardi, furono istituiti alcuni eser- pubblico. Egli però esigette da' suoi
cizi di pietà, e conferenze ecclesia- compagni raccoglimento interno, as-
stiche, uve prevaleva la dottrina e siduità nell'oi-azione, e povertà, per
pietà del medesimo: il perchè meri- cui, benché fossero tenuti per voto,
tò, che fosse a lui affidata l'ufficia- e vivessero in comune, non possede-
tura della chiesa di san Giovanni vano nulla; esigeva rigoroso silenzio
della Magione, eh' era una commen- in refettorio, ed in ore determinate, e
da di Malta, ed ivi introdusse eser- dopo averli ammaestrati colle parole,
cizi spirituali, dispute filosofiche, e e coir esempio di profonda umiltà,
nella domenica l'istruzione della dot- r impiegava a vantaggio della sa-
trina cristiana ai fanciuUi, cose tutte lute delle anime^ che è il fine pre-
approvate, e lodate dal vescovo, che cipuo della congregazione. Si reca-
inoltre gli permise, insieme ad altre va ancoi-a il fondatore ne' villaggi
persone da lui scelte , d' insegnare suburbani con alcuni compagni per
la dottrina cristiana ai fanciulli, nel- istruire i contadini nella dottrina
le chiese e parrocchie della città. Il cristiana , istituendo a tal fine col-
Leonardi riuscì così bene in tale in- l'approvazione del vescovo, una con-
segnamento, e nell'organizzarlo, che fraternita sotto il titolo della dot-
la dottrina compendiata da lui, e trina cristiana, i cui fratelli, e so-
,

198 CHI CHI


relle doveano fare il catechismo ai compilarne le costituzioni, che fece
fanciulli ; sodalizio fondato nel 147^9 il ven. Leonardi, come anche di eleg-
arricchito d' indulgenze da Gregorio gere un superiore, e di ricevere tutti
XIII, e Sisto V, e che poi nel GSg j quelli, che avessero bramato farne
fu aggregato a quello di Roma. Ad parte. Stabilito l'istituto in congrega-
onta di ciò insorsero non poche per- zione, iu quell'anno medesimo si ce-
secuzioni contro il servo di Dio e lebrò il primo capitolo, nel quale fu
la sua congregazione, per cui \'en- eletto a superiore, col titolo di Rettore
nero costretti a mendica-
i religiosi Generale , il medesimo fondatore
re il vitto di porta in porla e a , che presentò le costituzioni ai pa-
subire gi-avi ingiurie; finché nel dri capitolari per l'approvazione, ed
i58o passarono dalla suddetta chie- il vescovo di Lucca per autorità
sa a quella di s. Maria Cortelandi- conferitagli dal Sommo Pontefice le

ni, ove Dio li provvide del mante- confermò. Indi il ven. Leonardi, la-
nimento necessario. Lungi il fonda- sciando il governo della casa al p.
tore di avvilirsi dalle traversie, pie- Cioni, per soddisfare ad un voto si

no di costanza, fondò ancora in Luc- recò a visitare il santuario di Lo-


ca una casa per collocarvi le fan- reto , donde passò a Roma amore-
ciullepovere e pericolanti, la quale volmente accolto da s. Filippo Neri,
divenne in seguito monistero chia- che lo presentò a Gregorio XIII ,
mato degli Angeli , in cui con au- da cui fu incoraggilo a proseguire
torità di Urbano Vili , impetrata nel bene spirituale, che faceva alla
dal p, Domenico Tucci, quarto ret- città di Lucqa. Restituitosi alla pa-
tore generale della congregazione, si tria, i malevoli rinnovarono le per-
fecero dalle monache i voli solenni secuzioni: laonde il servo di Dio an-
sotto la regola di s. Chiara, perchè dò nuovamente in Roma, dove pas-
già avevano assunto l'abito del ter- sò il resto di sua vita.

z Ordine di s. Francesco. Subito le virtù e I9 santità de(


La mentovata chiesa di s. Maria p. Leonardi riscossero in Roma ve-
Corlelandini era stata ceduta dal nerazione, ed egli venne in istima
rettore Giovanni Neri , ed avendo de' Pontefici , e della congrega-
la cura delle anime, il fondatore la zione de' vescovi e regolari , così che
fece esercitare dal p. Cioni, quan- fu mandato a Napoli col grado di
tunque ancora non fosse sacerdote, commissario apostolico , per termi-
ed i religiosi, che allora venivano nare alcune differenze insorte tra il
appellati preti riformati, v'introdus- vescovo di Nola, e il popolo di san
sero molte di vote pratiche. Segui tc^ Anastasio, lo che eseguì felicemente.
la rinunzia formale di tal parrocchia Fatto ritorno in Roma, si applicò
nelle mani di Papa Gregorio XIII, agli ulteriori vantaggi di sua con-
egli prima di unirla alla congrega- gregazione; primieramente ordinò «i
zione, volle che il vescovo di Lucca suoi religiosi di Lucca rivedere le

Alessandio Guidiccioni erigesse ca- costituzioni, e domandò a Clenten-


nonicamente la congregazione, locchè te Vili la conferma del suo istituto,

eseguì agli 8 di marzo i583 col che Papa accordò colla bolla 370,
il

darle il titolo di congregazione di Ex quo divina , emanata a' 3 ot- 1

chierici secolari della Beatissima Ver- tobre 1595, come si legge nel Bull.
gine. Quindi fu loro permesso di Ront. tomo V, parie III, /éppend.
1

CHI CHI 199


pag. 1 6, con voli semplici, con di- avendo deputato per primo protetto-
versi privilegi, e coH'esenlarlo dalla l'e di questa congregazione il celebre

giurisdizione de* vescovi, sottoponen- Cardinal Baronie, fu da lui nominato


dolo all'immediata protezione della rettore generale della medesima, ab-
Santa Sede. Quindi lo stesso Cle- benchè non accettasse se non per
j.
mente Vili nominollo commissario ubbidire a Clemente Vili. Avendo
apostolico per la riforma dell'Ordi- poi pei'fezionate le sue costituzioni,
ne di Monte Vergine, e nel 1597 il Cardinal protettore volle , che si

lo spedi a Lucca col carattere di convocasse in Roma una dieta per


visitatore apostolico della stessa sua esaminarle, avanti di sottoporle alla
congregazione, cui egli consolidò suprema sanzione del Papa. La dieta
maggiormente. Ritornato a Mon- le confermò, e siccome veniva dalle
tevergine per comando pontificio per costituzioni ordinato, che al rettore
vedere se eseguivansi i di lui decreti, generale si deputassei'o tre assistenti,
il vescovo di Aversa, dovendo al- col consiglio de' quali dovessero de-
lontanarsi dalla diocesi, lo pregò ad terminarsi le cose spettanti al go-
accettare l'incarico di amministratore verno della congregazione, ed un
di essa. Il p. Leonardi per ben al- ammonitore, che lo avvertisse dei
tre due volte fece ritorno a Mon- mancamenti cui poteva commettere
teveigine , ove celebrò il capitolo neir esei'cizio della carica , i padri
generale. vocali giustamente esentarono da tal
Adempiute tali incumbenze, affi- legge benemerito fondatore. Indi
il

ne di stabilire in Roma la congrega- presentarono a Clemente Vili le


zione, accolse l'offèrta del Cardinal costituzioni, che avendole esaminate,
Bartolommeo Cesi della sua chiesa altamente le encomiò, e di concerto
diaconale di s. Maria in Portico, e col Cardinal Baronio ne diede
col consenso di Clemente Vili ne l'assenso a' 24 giugno del i6o4 colla
prese possesso nella domenica fra costituzione, I/los , Bull. Rom. loc.
l'ottava dell'Ascensione
1601. del cit.pag. Il 3, permettendo alla con-
In questo anno medesimo, per la gregazione di potersi propagare in
gran riputazione, che godeva il Car- altri luoghi. Dopo la dieta, il ven.
dinal Giustiniani protettore dei val- Leonardi passò a Lucca a visitare
lombrosani, lo mandò a visitare i la casa religiosa, e tornato in Roma
monisteri di per questi monaci, e nel i6o5, quindi nel 1608, vi tenne
volere del gran duca di Toscana due congregazioni geneiali.
Ferdinando I, visitò pure l'eremo Nell'anno seguente afflitta Roma
di Monte Senario ove per altro , da micidiale influenza, il fondatore
nulla trovò, che avesse duopo di si distinse nell' assistere i discepoli,
riforma. Senza far menzione di altri che ne furono attaccati, e consu-
onoievoli incarichi con prudenza e mato dalle fatiche santamente mori
zelo disimpegnati, ricompose le dif- a' 9 ottobre «609 in età di QQ anni.
ferenze insorte fra la repubblica di A^enne sepolto nella detta chiesa di
Lucca, e il duca di Modena. Ad s. Maria donde poi fu
in Portico,
onta di questo benefizio, i concitta- s. Maria in
trasferito alla chiesa di
dini non lo riguardavano con quella Campitelli, operando Dio a sua in-
venerazione che riscuoteva da tutti, tercessione non pochi miracoli, per
massime quando Clemente VIII, cui dopo approvate le sue virtù in
9

aoó CHI CHI


gi*ado eroico, s' introdusse la causa della povertà, e con breve del 1 6 1

per la di lui beatificazione. Due diede facoltà ai superiori di variare


sole case lasciò erette, cioè quella le costituzioni per ciò che riguar-
di Lucca, e quella di Roma, ma dava l'ultimo voto aggiunto. Final-
dopo la sua morte ne furono fon- mente il suo successore Gregorio
date alcune altre, mantenendosi tut- XV, a' 3 novembre 1621, con breve
tavolta la congregazione sempre ri- apostolico, In supremo Apostolatus,
stretta, e poco numerosa. V. Carlo elevò la congregazione al grado di
Antonio Erra della medesima con- Ordine religioso, col poter professare
giegazione.Vita del venerabile -pad. i voti solenni, e gli accordò tutti

Giovanni Leonardi fondatore della quei privilegi ed esenzioni, che go-


congregazione de' chierici regolari del- dono tutti gli Ordini religiosi ap-
la Madre di Dio, Roma i ySS. provati canonicamente dalla Sede
Paolo V in seguito, col disposto apostolica, come si può vedere presso
della costituzione , Inter Pastoralis, il Sarteschi , De scriptoribus Congr.
volle, che questa congregazione fosse Matris Dei, art. I, pag. 3, et seq.
chiamata de' Chierici regolari della Nel pontificalo di Alessandro VII,
Madre di Dio, commettendole la e neir anno i656, essendo Roma
cura delle scuole pie introdotte in afflitta dalla peste, il senato romano
Roma da s. Giuseppe Calasanzio fece voto di collocare con maggior
sotto Clemente Vili, per l'ammae- ornamento e decoro la miracolosa
stramento gratuito de'giovani poveri; immagine, che ivi si venerava, di
ma i religiosi avendo pregato dipoi s. Maria in Portico, verso cui era
di essere esonerati da sifliitto mini- rivolta l'universale fiducia. Il Papa
stero, lo stesso Paolo V vi fece sot- annuì al voto, e ordinò che, demo-
tentrare l'altra nuova congregazione lita la primitiva chiesa sulla piazza
de' chierici regolari delle scuole pie, Campitelli appartenente a' chierici
ossia de'poveri della Rladre di Dio, regolari della Madre
Dio, dalle di
la quale però volle denominare Pao- fondamenta se ne erigesse una nuo-
lina de'poveri della Madre di Dio va, e volle che vi fosse trasferi la
delle scuole pie, che a' i4 gennaio l'anzidetta immagine unitamente alla
i6i4 aveva unita all' istituto del diaconia CardiiiaHzia , come seguì
vener. Leonardi; unione, cui sciolse nel 1662, e che si chiamasse di s.

con bolla de' 6 marzo 1617. ^. il Maria in Portico in Campitelli, della


Ragguaglio dell'unione, e disunione quale si tratta all'articolo Chiese.'
delle scuole pie, Scolopi, con la La medesima è uflizìata tuttora con
congregazione de' chierici regolari del- decoix) dai chierici regolari della
la Madre composto dal p.
di Dio, Madre di Dio, e vm religioso vi e-
Carlo Antonio Erra milanese reli- , sercita le funzioni di parroco. JVel

gioso della stessa congregazione della contiguo collegio risiede il rettore


Madre di Dio, e stampato in Roma generale della congregazione. La ca-
nel 1 753. sa annessa all'antica chiesa di santa
Il medesimo Pontefice Paolo V Maria in Portico, in oggi s. Galla,
concesse a questi chierici regolari sgombrata dai religiosi, che tutti
di aggiungere ai tre voti semplici passarono in Campitelli, fu da loro
di castità, ubbidienza, e perseveran- venduta agli Odescalchi, i quali la
za nella congregazione, anche quello convertirono in ospedale di s. Galla
7

CHI CHI 201


( Vedi ) , a vantaggio de' poveri , di saja nera della forma degli eccle-
che non hanno luogo per dormire. siastici, con piccolo collarino di tela
Concorse pure a tale acquisto Anna bianca, con cappello nero egualmen-
Moroni, che sotto la direzione del te ecclesiastico, usando in chiesa, ed
padre Cosimo Berlintani, chierico re- in casa la berretta clericale. I laici

golare, parroco di detta chiesa, e portano il medesimo abito ma più


suo confessore, fondò l' istituto delle corto, e gli uni e gli altri in chie-
monache del Bambin Gesù ( Vedi). sa assumono la cotta. Vanta questa
Questa fondatrice colle sue convit- congregazione un gi'an numero d'uo-
trici, finché visse, abitò a piazza mini insigni nella predicazione, non
Maigana sotto Ja parrocchia di s. che scrittori illustri, fm' quali il ce-
Maria in Campitelli, e vi mori a' lebratissimo p. Giandomenico Mansi,
febbraio 1675. Quindi nel 1679, '^ poi arcivescovo di Lucca sua patria.
dette conviltrici ne partirono, pas- Lo stemma, e il sigillo della con-
sando ad abitare il palazzo Cimarra gregazione consiste nel ss. Nome di
presso s. Lorenzo in Pane e Penìa. Maria in lettere greche, colla corona
Della paite, che i chierici regolari sopra.
della Madre di Dio ebbero nella CHIERICI BEGOLARi MmoRi. Que-
fondazione dell* ospizio apostolico di st'Ordine rehgioso fu istituito da tre
s. Michele a Ripa, se ne tratta a gentiluomini, cioè da Giovanni A-
queir articolo. gostino Adorno genovese, e da Ago-
Finalmente questa congregazione stino, eFrancesco Caracciolo napo-
si sarebbe più dilatata, se non aves- letani. primo, nato nel i55i, da
Il

sero i superiori ricusate le fondazioni, una delle primarie famiglie di Ge-


a cui erano invitati in diverse città nova , fu dalla natura dotato di
d'Italia, preferendo la pace, e la re- somma perspicacia d' ingegno. Col
golare osservanza, all' ingrandimento viaggiare, ed intrattenersi nelle va-
dell' istituto. Le loro pratiche religio- rie corti d' Italia, prese facilità gran-
se sono anche riferite dal p. Annibali dissima nella pratica degli affari po-
nel suo Compendio della Storia de- litici, per lo che, giovane ancora, fu

gli Ordini regolari, capit. IX, Della dalla vecchia nobiltà di sua patria
Congregazione de' Chierici regolari ec, destinato a far parte dell' ambasce-
e dal p. Bonanni nel suo Catalogo ria, che a Filippo II re di Spagna
ec. , a pag. 4 ' 5 i^ quale inoltre ne inviavasi per comporre alcune ver-
riporta la figura, e dice che nelle tenze insorte fra essa, e la cos'i det-
costituzioni viene ordinato, che dopo ta nobiltà nuova. Iddio però, che ad
il desinare recitino le litanie della altra carriera più luminosa avealo
b. Vergine, e dopo cena quelle dei destinato, fece, che nel fiorire degli
santi ; che nella festa della di lei anni pervenisse alla maturità de' co-
assunzione rinnovino i voti, e la stumi. Tornato in patria, si pose
celebrino solennemente, digiunando sotto la direzione del suo confessore
ad ogni di lei vigilia ec, che s' im- p. Basilio Pignatelli teatino, ed in
pieghino in vantaggio spirituale delle breve grande fu il profitto che fe-
anime , visitino gli ospedali e le ce nella pietà, e nelle virtù ; ed es-
carceri, si prestino nelle missioni, sendo stato trasferito il p. Pignatel-
e in altri pii esercizi. I loro sacer- li da Genova in Napoli , ad eser-
doti e chierici portano l'abito talare citarvi la carica di maestro de' no-
,

202 CHI CHI


vizi, l'Adorno risolvette di raggiun- vevano ; dopo di che l' Adorno, e
gerlo. Nel viaggio si fermò prima in Francesco Caracciolo si recarono a
Firenze, ove fece gli esercizi spiri- Roma per domandare al Pontefice
tuali, poi passò in Vallombrosa e- Sisto V la sua approvazione, non
sercitandosi nella penitenza, e nella che della congregazione, che brama-
meditazione delle cose celesti, per vano fondare. Il Papa ne lodò il
cui si sentì ispirato di fondare una pio divisamento, e deputò quattro
congregazione religiosa, ed ivi ne Cardinali ad esaminare ogni cosa, i
incominciò a scrivere le regole, in- quali sebbene trovassero l' istituto, e
di giunto in Roma si trattenne a la regola secondo i dettami del van-
\isitare i santi luoghi, ed a ricever- gelo, non istimarono rilasciarne ap-
vi la tonsura, e i quattro ordini mi- provazione a cagione del gran nu-
nori , finché arrivato in Napoli, si mero di Ordini religiosi di cui era
pose sotto r ubbidienza del p. Pi- provveduta la Chiesa universale ; pe-
gnatelli, si ascrisse alla compagnia rò passati due mesi, Sisto V, colla
dei Bianchi, che aveano per istituto di bolla Sacra Religionis, emanata il r

assistere i condannati all'ullimo sup- luglio i588, con autorità apostolica


plizio ,e ricevette gli altri ordini mag- permise loro di erigere la nuova
giori, e il sacerdozio. Fu allox'a, che congregazione di chierici regolari
con più caldo impegno si dedicò al- dandole a similitudine de' frati mi-
la salvezza eterna delle anime, ed a nori il titolo di Minori, benché l'A-
_,

pensare di proposito Ordine che ali dorno avrebbe prefei'ito quello di


si proponeva istituire, e ne ricevet- Mariani, per la tenera devozione, che
te r ultimo impulso da una divina professava alla Vergine Maria, e di
visione, mentre orava all' altare del- fare i voti solenni. Tornati ambe-
la ss. Vergine nell' ospedale degl'in- due a Napoli, ivi gettarono le fon-
curabili. damenta della congregazione nella
Col consigUo del p. Pignalelli si chiesa parrocchiale della Misericordia
determinò 1' Adorno alla fondazione, ottenuta da Agostino Caracciolo, che
invitandovi Fabrizio Caracciolo, che era rimasto in detta città cogli as-
poi assunse il nome di Agostino, ed piranti ad entrare nell' istituto.
Ascanio Caracciolo, che prese poscia Veramente questi religiosi brama-
quello di Francesco, co' quali in se- vano la chiesa di s. Maria Mag-
guito chiameremo. Questi pertan-
li giore, essendo abbate il p. Agosti-
to furono i due primi compagni no; ma non avendola potuta conse-
dell' Adorno^ e cooperatori con lui guire, andarono ad abitare presso
Dell' istituzione, e stabilimento dei quella della Misericordia i tre fon-
chierici regolari minori ; dappoiché, datori con nove compagni. Essi vi-
per dare il suo compimento alla re- vevano poveramente , l' abito era
gola abbozzata dall' Adorno, dopo di panno tessuto di peli, per cui fu-
varie consulte col p. Pignatolli, e col rono chiamati i Pelosi. Subito die-
p. Mario di Andria, gesuita, tutti e tre dero principio all'osservanza delle
si ritirarono nell'eremo degli cremiti regole, ad uffiziare la chiesa colla
camaldolesi di s. Salvatore di Napoli, recita delle ore canoniche, predican-
Quivi colle orazioni ed aspre peni- do la divina parola, amministrando
tenze, perfezionarono la regola, se- i sacramenti, o facendovi esercizi di
condo le divine ispirazioni che rice- pietà con tal zelo ed esemplarità,
5,

I che ben presto


JVapoli la
CHI
procacciarono in
si

generale estimazione. In
i5>94,
sotto il
fondò
titolo di
CHI
in Madrid una casa
s. Giuseppe, da cui
2o3

seguito, e nel 589, rimanendo in


1 in progresso i religiosi passarono a
tal città il p. Agostino, i pp. Ador- quella dello Spirito Santo: enei me-
no e Francesco recaronsi a Madrid, desimo anno 1 594, Clemente Vili
per diffondere l'Ordine nella Spagna; con bolla ad pcrpetuain rei meino-
ma per allora ciò non rii»scì . Pex'- riam, data apud S. Matcum die 1
ciò il p. Adorno ritornò a Roma, septanhrìs i594> confermò anch' e-
lasciando la casa della Misericor- gli questa congregazione. Nell'anno

dia sotto la direzione del p. Fran- seguente il p. Antonio Franchi in


cesco, il quale finalmente ottenne la Roma, per mezzo del Cardinal Ales-
chiesa di santa Maria maggiore, di sandro Peretti detto Montalto^ ni-
cui prese possesso co' suoi religiosi pote del Pontefice Sisto V, ottenne
9'9 febbraio Sg r mentre in Ro-
i , per la congregazione la chiesa di san
ma il p. Adorno otteneva da Papa Leonardo presso piazza giudea, fì-
Gregorio XIV la conferma dell'Or- gUale di quella dis. Agnese in piaz-

dine mediante i due brevi o bolle, za Navona, e posta dov'è ora il pa-
che incominciano la prima Ut ca,quac lazzo Costaguti ,
giacché , come di-
ad ri'ligionis propagalioiiein, la secon- remo , fu la chiesa demolita , do-
da colle parole /?o/7i«72«.9 Pontifcx, spe- po essere stata data alla confrater-
diti a' 18 febbraio del medesimo an- nita degli Scalpellini, come si legge
no. Con questi brevi furono concessi nel Piazza, e nel Panciroli: laonde
a' chierici regolari minori i privilegi il p. Franchi a' 25 novembre si
dei teatini Se non che fatto ri-
(^p^edi). trasferì ad abitare nella casa conti-
torno in Napoli il p. Adorno, vi mori gua alla chiesa, comprata e donata
in odore di santità a' 29 settembre dal mentovato Cardinale, insigne be-
1591, cui Dio confermò con vari nefattore dell'Ordine. Il p. France-
prodigi a sua intercessione operati. sco restaurò la chiesa di s. Leonar-
Allora prese il governo dell'Ordi- do co' sussidi, che potè riunire dopo
ne il p. Fiancesco Caracciolo, che fu aver fatto un altro viaggio nella
eletto in superiore della cqsa della Spagna ; e ritornando a Napoli, spe-
Misericordia, e poi i593, per nel di alla nuova casa di Roma otto
primo generale dell'Ordine, il quale studenti per incominciarvi il corso
principalmente riconosce da lui il letterario, onde questo fu il primo
suo maggior lustro ed incremento; collegio, in cui i chierici minori in-
giacché se il yen. Adorno gli diede cominciarono a professare le scien-
principio, il resto si deve al p. ze. Apprendiamo dal medesimo Pan-
Francesco per essere stato, come di- ciroli, Tesori nascosti di Roma ce.
remo, canonizzato, e perciò questi si che il lodato Cardinal Montalto co-
ritiene per fondatore se non il pri- me commendata-
vice-cancelliere, e
mo, il principale pel merito. Cle- rio della basilica di Lorenzo in s.

mente "Vili confermò di nuovo l'Or- Damaso, consegui da Clemente Vili


dine, colla bolla Sarrae religionis pro- per questo istituto la chiesa di s. A-
pagationem, nel primo giugno 1592. gnese in piazza Navona, eh' era tito-
Il padre Francesco poi lo propa- lo Cardinalizio, e figliale della detta
gò in molte città d' Italia, ed ezian- sua basilica, colla casa annessa, e sue
dio nella Spagna, ove recatosi nel rendile, mediante un breve aposto-
,

ao4 CHI CHI


lieo emanato a* i5>

per cui i religiosi lasciarono la chiesa


maggio iSgj li

bene
degli altri Ordini religiosi
fosse stato eletto
; e
perpetuo ge-
MM
sei

di s. Leonardo, la quale fu poi data nerale dell' Ordine, vi rinunziò mo-


all'università degli Scalpellini, e po- destamente, ma Napo-
nel recarsi a
scia demolita, mcutre i religiosi coi li, giunto in Agnone nell' Abruzzo,

settecento scudi, che ricavarono dalla ivi si ammalò nella casa de p. Fi-

vendita della contigua casa, risarci- lippini, e pieno di meriti, com' era
rono qviella di s. Agnese, alla qua- vissuto santamente, morì, a'4 giugno
le lo stesso Cardinal Montalto la- 1608, nella fresca età di quaranta-
sciò un mensile assegnamento, e di- quattro anni. Il suo corpo venne
venne residenza del p. generale. In trasportato nella chiesa di s. Maria
questa casa il padre Paolo Masio i- Maggiore di Napoli, e tumulato
stituì una congregazione di secolari presso quello del ven. p. Giovanni
sotto il titolo óeW Immacolata Con- Agostino Adorno. Per le sue eroi-
cezione di Maria Fermine, e nel che virtù, e pei miracoli, che Dio
i6o4, il
P-
Francesco Valletta im- fece a di lui mezzo, Clemente
petrò dal senato romano 1* annua o- XIV, nel 1769, solennemente lo
blazione alla chiesa di s. Agnese di beatificò, e Pio VII, nel 1807 ai
un calice d'argento, e quattro tor- 24 maggio, ne celebrò la canonizza-
cie ed in seguito
; il p. Fmncesco zione, concedendone l'uffizio e la mes-
Caracciolo ampliò 1' edifizio della ca- sa di rito doppio alla Chiesa vuii-
sa, aumentando il numero eziandio versale. La vita di s. Francesco Ca-
degli studenti e de' religiosi. racciolo fu scritta da Ignazio Vivez,
Per opera egualmente del Cardi- e stampata in Napoli nel i654 dal
nal Montalto, il Pontefice Paolo V p. Clemente Piselli chierico regola-
Borghese, nel 1606, concesse al p. re minore, pubblicata in Roma nel
Francesco la casa, e chiesa di san 1700; dal p. Agostino Cencelli del
Lorenzo in Lucina, ove agli i r medesimo Ordine, e stampata in Na-
giugno andarono trenta religiosi di poli nel 1769, e ristampala in Ro-
quelli, che abitavano in s. Agnese, ma per sua canonizzazione.
la F.
in cui ne rimasero sette, il perchè Frai\cesco Caracciolo (s. ), la sta-
Paolo V nel medesimo giorno sop- tua marmorea del quale eseguita
presse r antica collegiata, trasferen- dal valente scultore cav. Alessandro
do le rendite de' canonici, e i bene- Laboreur, fu da ultimo collocata
ficiati alla sontuosa cappella da lui fra quelle de' santi fondatori nella
fabbricata nella basilica lil)eriana. augusta basilica vaticana. Non riu-
In tal modo i chierici regolari mi- scirà poi discaro, che qui si faccia
nori ebbero l'antichissima chiesa di menzione del p. Agostino Cai'acciolo
s. Lorenzo in Lucina [Vedi), che è della stessa famiglia del santo, ma
il primo titolo Cardinalizio, e resi- di un ramo distirito, siccome terzo
denza del p. generale dell'Ordine, fondatore dell'Ordine, morto san-
non che parrocchia amministrata da- tamente nella casa di s. Lorenzo in
gli stessi religiosi. Quindi il p. Carac- Lucina ai i5 maggio 161 5, nell'età
ciolo ottenne dal medesimo Paolo di anni sessanta, senza aver mai vo-
V, che tutti i professori della con- luto accettare la carica di generale.
gregazione fossero partecipi de' pri- Innocenzo X, Pamphyli, volendo
vilegi accordati dai l'onlelìci a quel- rifabbricare la chiesa di s. Agnese,
, ,

tCHI ai
p.
i3 agosto
pieposilo
1 652,
Giacomo Penta di
fece intimare al
la-
niano
per espiare
I,

l'
CHI
dai fondamenti la
arbitraria e
restaurò
riprove-
20T

sciarla in uno alla casa, e di riti- vole deposizione del santo Pontefice
rarsi in quella di s. Lorenzo in Lu- Silverio, avvenuta per opera della
cina ; e sebbene i nipoti del Papa imperatrice Teodora nell'anno 537,
cui Innocenzo X donò la chiesa, e quando quel prode capitano liberò
l'edifizio contiguo, inclinassero a re- Roma dal dominio dei goti. La me-
stituirla ai chierici regolari minori, desima chiesa divenne parrocchia, e
ciò non ebbe mai effetto. Gli ven- nel 1573 fu da Gregorio XIII data
ne pure esibita la direzione del col- alla congregazione sotto il titolo del-

legio Pamphyli eretto nel nuovo e- la Concezione della ss. Vergine detta
difizio, per gì' individui dei feudi di dei Crociferi, così chiamati dal por-
tal principesca famiglia, di cui ri- tare sempre in mano una croce di
porta il dettaglio Francesco Can- argento, come e
nel suo Catalogo,
cellieria pag. 2o4 , e seg. nel a pag. 70 afferma Bonanni. Se non il

suo Mercato, ove fa la storia del- che diminuendo Innocenzo X, i loro


la chiesa di sant' Agnese in piaz- inonisteri che poi nel 1 656 furono
za Navona [Vedi). Avendo dun- soppressi da Alessandro VII, questo
que i religiosi perduto in Roma il Pontefice nell' anno seguente conse-

collegio per lo studio dei loro no- gnò la chiesa e casa di S. M. in Tri-
vizi, 1669, acquistarono per tre-
nel vio ai p. ministri degl' infermi, detti
dicimila scudi quello annesso alla eziandio crociferi dalla croce rossa,
chiesa de' ss. Vincenzo ed Anastasio che portano suU' abito , e quindi
a Trevi, la qual chiesa nel medesimo nel pontificato del menzionato Ales-
anno fu loro concessa, in uno alla cu- sandro VII venne ridotta la chiesa
ra parrocchiale, che sino al pontifi- nello stato attuale con disegno del-
cato di Leone XII comprese lo l' architetto Giacomo del Duca . Il

stesso palazzo apostolico del Quiri- suo interno è elegante, ed assai


nale. E perciò, che da Sisto V in poi, bene decorato, con dipinti di pre-
vi si debbono depositare o le viscere, gio. Dai ministri degl' infermi fu
prccordii de' cadaveri de' Papi, che assegnata l' annessa casa per resi-
terminarono di vivere al Quirinale, denza del procuratore generale del-
della qual chiesa parleremo al- l' Ordine, e del curato , ma sotto
l' articolo Ministri degl' Infermi (J^e- Leone XII, cessò di essere parroc-
dì), detti comunemente CRociFERr chia, ed ora è semplicemente nu
che attualmente vi dimorano, essen- ospizio de' chierici regolari minori.
do da quella passati i chierici rego- Ilmedesimo Papa Alessandro VII,
lali minori alla casa e chiesa di s. in compenso della cessione, cui i
Maria in Trivio nella stessa regione chierici regolari minori fecero della
di Trevi, della quale ci permettere- scelta che Fi-anccsco Ma-
libreria,
mo un La chiesa- di s. Ma-
cenno. ria II Rovere, ultimo duca
della
ria in Trivio è vma delle più an- d' Urbino, avea lasciata alla loro
tiche di Roma_, e prima si chiamava casa del Crocefisso di detta città di
s. Maria in Fornica, forse dai fòr- Urbania, cioè fuori le mura di essa,
nici, o archi del vicino acquedotto nella qual chiesa riposano le spoglie
dell' acqua vergine. Belisario, cele- mortali di un tanto benemerito prin-
bre generale dell' imperatore Giusli- cipe, secondo la di lui ultima vu-
,

9.o6 CHI CHI


iontà (libreria che fu dal Papa fatta 5> atque ethicae, quas in eadem uni-
trasportare nel!' università roma- » versitate peculiarium nonnuUoruni
na), promise di collocare in questa >j Ordinum professores obtinent: " ed
per cattedratico nelle facoltà filo- al § 67: Qua prima ex praedictis
»
sofiche, un religioso del medesimo « quinque cathedris vacante, supe-
Ordine, e di conferire ad uu altro in « rior generalis illius Ordinis , ad
perpetuo un posto tra i consultori » quem spectat, tres viros archi-
"
della congregazione Cardinalizia del- s> cancellarlo proponet.
l' Indice. Senonchè avendo la morte Finalmente è a sapei'si, che l'isti-

impedito ad Alessandro VII di effet- tuto principale di questi religiosi


tuare la promessa, il Pontefice Clemen- consiste nella vita attiva e contem-
te XI, agli 8 aprile i7i3, colla costi- plativa, fanno quattro voti solenni
tuzione, Ci /tanno fatto rappresen- di povertà, castità, ubbidienza, e di
tare ^ Bull. Rom. tom. X, par. I, non ad alcuna dignità fuo-
aspirare
pag. 332, mise in possesso i religiosi ri dell'Ordine, aggiungendo il giu-
tanto nel consulto rato, che nella cat- ramento di non provocarle nemme-
tedra. Ed oltre a tali prerogative, no in esso promesse che ogni anno
;

non si dee passare sotto silenzio, rinnovano nella solennità dell'Epifa-


che il Paolo V, sino dal-
benefico nia del Signore. Fanno quotidiana-
l' anno1620, diede il privilegio a mente in comune un' ora di orazio-
quest'Oi'dine, che nella cappella pa- ne, ed un' altra per turno al ss. Sa-
pale della Circoncisione, dopo il cramento, che da loro viene chia-
varjgelo della messa, un suo indivi- mata orazione circolare. Delle altre
duo pronunziasse in latino un di- pratiche pie e di vote, e del tenore di
scoi'so analogo alla festività, lo che vita, oltre gli storici dell' Ordine,

tuttora si eseguisce in cappa violacea trattano il p. Annibale da Latera


con pelli d' armellino , e berretta nel Compendio dflla storia degli
nera. La cattedra poi assegnata da Ordini regolari, al capit. XI, ed il
Alessandro VII a' chierici regolari citato p. Bonanni, nel Catalogo degli
minori fu di etica, in corrispettivo Ordini religiosi pag. 4^^ che inol-
, j

della ossequiosa docilità, con cui tre ne riporta la figura. Hanno al-
avevano essi ceduto a lui la celebre cune case dette di esercizi, ove pri-
bibliotecasummentovata. E allora ma li davano a' secolari, altre pei
quando Leone XII colla bolla, Quod novizi , ed altre con titolo di col-
divina sapientia, volle riformare sa- legi ,non che delle case appellate
pientemente gli studi dello stato pon- eremi pel ritiramento volontario
tificio, la detta cattedra di etica fu de' religiosi. Il generale dell'Ordine
annoverata li'a quelle, che formano doveva tenere in perpetuo il govei'-
parte integrale del coi'so di filosofia, no di esso secondo la istituzione, poi
comesi legge al § 2 1 3, Anno seciindo fu ridotto a tre anni, quindi tornò
nuni. I Etilica , riconoscendone , e ad essere perpetuo, e poscia limita-
confermandone il possesso all'Ordine, to ad un sessennio. Il titolo di pì^'
come rilevasi dal § 66: » A lege pnsito generale in quanto al sem-
" concui-sus in sola uni versi tate ro- plice titolo fu perpetuo ed eguale ,

" mana excipiuntur calhedrae S. a quello di generale; in quanto al-


" Scripturae binae cathedr.Tf! iheolo- l' esercizio è a sessennio. Quello poi
» giae, theologiac moralis cathedra; di cicalio generale cominciò allora
CHI CHI 207
quando il Pontefice Pio VII , ad Vestono questi religiosi quasi co-
istanza di Carlo IV re di Spagna, me gli altri chierici regolari, cioè
emanò la bolla Inter gravìores, dei sottana e mantello di saia nera, co-
12 maggio i8o4j colla quale venne me sono le calze, cappello ecclesia-
a concedere l'alternativa del supe- stico , e cingono la veste
soltanto
riorato generale in guisa, che per sei con cintura di cuojo ; ed hanno per
anni il proposito generale fosse spa- istemma il Redentore risorto avente
gnuolo e risiedesse nelle Spagne, e intorno l'epigrafe ad majorem resur-
per sei anni fosse di altra nazione, e GENTis GLORiAM. Fu dai Venerabili
risiedesse in Pvoma. Quando il supe- fondatori adottato perchè nell'ottava
riore generale eraspa gnuolo, in Italia della risurrezione del Signore essi

eravi il vicario generale, e così vice- emisero la solenne professione, e git-


versa. Alla qual crisi furono sotto- tarono cos\ la prima pietra fonda-
posti tutti gli Ordini esistenti nella mentale dell'Ordine . Si rappre-
Spagna. Ed è perciò, che parlando senta poi Carac-
san Francesco
de' nostri chierici regolari minori, ciolo principal con un fondatore
il p. Piccadori fu prima vicario ge- ostensorio colla s. Ostia tenendolo ,

nerale, e poi preposito generale, co- in mano, ovvero in atto di adorare


me ancora il p. Jacopini era sem- il ss. Sacramento ,
per significare la
plicemente vicario generale. Ora poi venerazione grande, ch'egli aveva al-
nel capitolo generale ultimo cele- ali' augustissima Eucaristia, la cui
brato in Roma nel decorso anno, perpetua adorazione diede a' suoi fi-
fu eletto il p. Gioacchino Meli roma- gli come caratteristica speciale del-
no a preposito generale dell'Ordine. l'Ordine. Oltre i fondatori, fiorirono
In principio i chierici minori si in virtù , santità e dottrina molti
governarono colla sola regola, e con religiosi, e diversi furono elevati al-
alcune lodevoli consuetudini in pro- la dignità vescovile. Da ultimo me-
...
gresso adottate, ma nel quarto ca- ritano lode per iscienza e pregi, il

pitolo generale tenuto in Napoli nel- p. Giambattista Piccadori, preposito


la mentovata casa di s. Maria Mag-
o e vicario generale dell'Ordine, pro-
giore, ed a' iZ ottobre 1601, col- fessore di etica nell' università ro-
r eleggersi in preposito generale il mana, consultore della congregazio-
p. Giuseppe Imperato, che trovavasi ne dell' indice, e qualificatore di
allora nella Spagna, venne determi- quella del s. offizio, di cui abbia-
nato che si compilassero le costitu- mo, Ethicce, et moralis phìlosophice
zioni , siccome fu eseguito dai pp. iiistitutiones, Romae i8'28. Come pu-
Agostino Caracciolo, Alfonso Manco, re merita lode il p. Emidio Jaco-
Andrea Albertini, Stefano Sirleto e pini, egualmente vicario generale del-
Lorenzo d' Aponte, tutti destinati dai l'Ordine , e professore di etica nel-
decreti capitolari; costituzioni che poi la detta università, non che con-
si approvarono nel capitolo generale sultore delle congregazioni cardina-
celebrato ai 18 ottobre iGoij, e nel- lizie di propaganda , e dell' indice ,

l'altro tenuto a' 8 ottobre 1 6 o 1 1 : ed esaminatore de' vescovi in sacra


tuHavolta furono accresciute, e me- teologia. Inoltre fra le opere date
glio ordinate dal p. Paolo Mario, alla luce da quest'ultimo, nominere-
quindi confermate dalla suprema au- mo a cagione d'onore: Etilica scic
torità di Paolo V a' i4 agosto i6u. moralis philosophia, voi. II, Romae
2o8 CHI CHI
i833 ,• Saggio Analitico sulV opera I chierici segreti vengono nomi-
del trionfo della Santa Sede, di d. nati dal Pontefice per mezzo del
Mauro Cappellari camaldolese, ora prelato maggiordomo, e la loro ca-
Papa Gregorio XVJ, Roma i833 ; rica è a vita dello stesso Pontefice.
Il sagì-o celibato riguardato sotto Anticamente, oltre l'onorario, ave-
l'aspetto religioso e politico, Roma vano dal pontificio palazzo la cosi
i833 ; e V Elogio di s. Barbara ver- detta parte di palazzo, consistente in
gine, e martire, protettrice delle ar- pane, vino ec. Presentemente l'ono-
mate pontificie, Roma i836. Per le rario mensile di cadauno è di scudi
notizie riguardanti questo beneme- dodici mensili, oltre alcuni emolu-
rito Ordine, sono a consultarsi: Au- menti, come nella creazione de' Gar-
berto Mireo , nel libro de' Regolari dinah. Vestono l'abito di mantelio-
viventi in comune; Ippolito Maracci, ne , cioè collare di seta paonazza,
ne' Fondatori Manata; Constitutiones e fascia simile, mantellone e sottana
congregationis clericorum regulariuni, di panno nell' inverno, e di tal co-
cum commentariis Alexandri Pere- lore, che nellealtre stagioni è di seta.
grini, Romae 1628 et 1676; Della Hanno luogo nelle cappelle pon-
vera religione de" padri chierici rego- tificie , e in tutte le sagre funzioni
lari minori. Lecce 16 2 5; ed il p. che celebra, od a cui assiste il Pap;i,
Clemente Piselli, Notizia istorica del- siedono dopo i cappellani segreti di
la religione dei padri chierici rego- onore si recano dopo di loro alla
,

lari minori , Roma 1710; Compen- adorazione della ss. Croce nel ve-
dium privilegiorum , facultatum , et nerdì santo, e al trono papale a ri-
indulgentiarum congreg. cler. reg, min. cevere dalle mani del Pontefice le
Romse 1726. candele, le ceneri, le palme e gli A-
CHIERICI sEGHETi DEL Papa, Sono gnus Dei benedttlì', vestono nelle dette
due ecclesiastici famigliari del Pon- cappelle e funzioni veste e cappa di
tefice , addetti alla sua cappella se- saia rossa foderata di pelli bianche
greta (Vedi), nella quale alternati- d'armellino nell'inverno, e di seta
vamente uno per settimana presta- rossa negli altri tempi mentre nelle ;

no il servigio, che consiste nel cu- processioni incedono dopo i cappel-


stodirla, ornare l'altare pontificio, lani segreti di onore e parlecipinli.
prepararlo per la messa, che vi de- Per la festività de' ss. Pietro e Paolo,
vono celebrare il Papa, e il cappella- e nel solenne possesso del Papa, go-
no segreto; ciò che pur fanno se il dono della distiibuzione delle me-
Pontefice recandosi in qualche chie- daglie d'ai'gento, che in tali circo-
sa, va a celebrare , o ad ascoltare stanze sogliono coniam. V. Cappel-
la messa bassa , che detta da un le Pontificie.
cappellano segreto, viene servita dal Allor(juando i Pontefici compar-
chierico segreto in collare, sottana, e tivano a' loro ìntimi famigliari sin-
fascia paonazza con cotta. Ma delle golari privilegi, vi comprendevano i

loro incumbenze, ed altro che li ri- due chierici segreti , come fece per
guarda, si tratta all'articolo Caim'El- ultimo Pio VI, mediante il breve
LANI SEGBETI DEL PaPA , Co' quali, e apostolico emanalo nel 1775. V.
col frullone palatino si recano al ss. Domini Nostri Pii providentia. di-
palazzo apostolico per adempiere al vina Papié VJ , concessio privilcgio-
loro ufHcio. rum piv nonnullis suis familiaiHms,
CHI CHI 209
Romac 1765, ex typographia reve- come il sagro Collegio tiene in atti-
renda; camera; apostolica;. A 1 iene- vità del suo servigio due chierici
placito de' sovrani Pontefici, i due de' quattro superstiti , l' italiano dal
cliierici segreti luiono incaricali tal- medesimo scelto, ed annualmente
volta di particolari incumbenze , e confermato, esercita l'uffizio ogni
vennero promossi a cappellani segreti, anno, mentre gli altri tre debbono
siccome fece da ultimo lo slesso re- fare l'alternativa, in guisa che un
gnante Pontefice ed appartengono , solo di loro esercita le incumbenze,
alla famiglia nobile, ed all'onorevo- che diremo. J^. Segretario del sa-
le classe de' pontificii cubiculari. gro Collegio.
Trattano de' chierici segreti del Pa- Gli altri tre chierici sono per la
pa, il cav. Girolamo Lunadoro, Re- Gei'inania, per la Francia, e per la
lazione della corte di Roma, ec. Brac- Spagna ,
prescelti dalle rispettive
ciano 1646, a p. 12, ed il p. Filip- nazioni, cioè dai loro sovrani, ed
po lìonanni gesuita , La Gerarchia approvati dal sagro Collegio de'Car-
ecclesiastica ec, Roma 1720. dinali i quali ogni anno ne eleggo-
,

I sotto-chierici segreti del Papa no uno per turno, in guisa che, se


sono gli aiutanti di camera (f^edi), nel corrente anno è il tedesco, lìel
addetti perciò anco alle cappelle se- seguente sarà il francese, cui succe-
gietc pontificie, dell'ufficio de' quali derà lo spagnuolo nel terzo anno,
e di ciò, che riguarda questa qualifi- dopo il quale s' incomincia nuova-
ca, si tratta al volume I, p. 68 e seg.1 mente l'alternativa; e ad onta che
CHIERICI DEL Sacro Collegio, sieno i .soliti .soggetti, ogni volta il

o DEL Concistoro, o Nazionali. Ec- .sagro Collegio li approva, e li sot-


clesiastici addetti al sagro Collegio topone pei'ciò alla ballottazione, la
de' Cardinali , ed al concistoro , di quale segue dopo il primo concistoro
nazioni diverse , alle quali spetta dell'anno nuovo, cioè quando il
eleggerli. Perciòdenominati sono Papa si è ritirato dall' aula conci-
Chierici Nazionali , oltre la primaria storiale, nella qual circostanza anco
qualifica inerente all' uffizio. V. Sa- il chierico italiano segretario del
gro Collegio, e Concistori. .sagro Collegio, soggiace alla ballot-
Anticamente cinque erano i chie- tazione, e conferma de' Cardinali. E
rici del sagro Collegio, cioè l'italia- da avvertirsi, che quel chierico na-
no, quello di Germania, quello di zionale, cui tocca r esercizio annuale
Francia, quello di Spagna, e quello dell'uffizio, allorché va presso l'aula
d' Inghilterra; ma dopo che questo concistoriale pel bussolo di sua per-
ultimo regno opera di Enrico
per sona , non incede coli' abito proprio
Vili si disunì dalla Chiesa cattolica della carica , ma vi si presenta in
nel pontificato di Clemente VII, ri- abito talare nero, e nell'uscire i Car-
masero quattro. L' italiano è sempre dinali dalla detta stanza, individual-
monsignor segietario del sagro Col- mente li ringrazia, ciò che pur fa
legio, che riunisce la carica conferi- il chierico italiano segretario del sa-
tagli dal Papa, di segretario della gro Collegio.
congregazione Cardinalizia concisto- Nell'anno del suo chiericato, deve
riale, seconda della disposizione
a il chierico nazionale del sagro Col-
di Urbano Vili, emanata nel 1626 legio dimorare in Roma, e interve-
colla bolla 53, Admonet nos. E sic- nire ai concistori segreti ( ne' ({uali
VOL. XI. '4
,

210 CHI CHI


però SlW extra omìies, deve anch' egli L'abito eli questi cliìcrici, allor-
uscire ) semi-puliblici , e pubblici che assistono ai concistori ed alle
non che ai novendiali de' Pontefici cappelle mortuarie de' Papi e Car-
defonti, de' quali si tratta al § YI dinali, nonché per la processione
delle Cappelle Pontificie , e de'Car- del Corpus Domini, è come quello
dinali defonti, della qual cappella de' bussolanti, cioè collare, sottana
egualmente si parla al medesimo e fascia di seta paonazza, sopra la
paragrafo del citato articolo. Si leg- quale mettono la veste di saja rossa
ce inoltre nel Diario di Roma del con mostre simili, e la cappa di
1721, num. 612, che i chierici del saja pure rossa, se non che il cap-
sagro Collegio intervenivano eziandio puccio deve essere un poco ritorto,
alla solenne processione del Corjms come rilevasi dai l'egistri concisto-
DoTìiini, dopo i cubiculari bussolanti, riali. Nel recai'si aied concistori
locchè si comprova dalla torcia _,
alle mentovate funzioni, sulla sottana
che tuttora riceve il chierico annua- di seta, possono assumere il man-
ie, di che si farà menzione in prò- tellone di saja paonazza, ed il col-
gresso. Inoltre incarico ed officio del lare di tal colore possono usarlo
chierico nazionale era quello di ac- anco coU'abito ecclesiastico. Del qual
compagnare il Cardinal camerlengo abito, e delle ingerenze de' chierici
del sagro Collegio [Vedi), in qua- del sagro Collegio, tratta il Luna-
lunque concistoro privato, o pubbli- doro nella sua Relazione della Corte
co, e di fare altrettanto nel resti- di Roma, cioè a pagine 2, 3, e 4
tuirsi che fa tal Cardinale al suo dell' edizione di Bracciano 646, ed 1

palazzo; locchè veramente non si pra- al volume II, a pagine Sg e /\o di


tica più oggidì. Il chierico o italiano, quella di Roma del 1774- Dice inol-
estero, trovandosi addetto al ser- tre questo autore, che il chierico
vizio del Papa, o di qualunque annuale del sagro Collegio gode la
Cardinale, prelato, sovrano, od am- qualifica di sostituto del pi'elato se-
per guisa che ne venga
basciatore, gretario dello stesso sagro Collegio,
mantenuto, secondo le costituzioni ed in sua mancanza dovrebbe sup-
e approvate
fatte dal sagro Collegio, plirlo, e fungerne gli uffizi , i quali
ai 19 febbraio i .^46 da Paolo III, sono rilevanti, ed assai onorevoli,
non potrebbe essere annoverato tra Anticamente 1' emolumento del
i chierici del sagro Collegio, e se lo chierico nazionale , che si trovava
fosse, dovi'ebbe essere ipso facto pri- nell' anno dell' esercizio, era di un
vaio dell'officio, dovendosi dai Car- rubbio di sale di prima sorte, volgar-
dinali procedere all' elezione di altri, mente chiamato sale dei Cardinali;
1 chierici del sagro Collegio debbo- due candele d' una libbi-a, l' una nel
no essere celibi, ecclesiastici, ed al- giorno della Purificazione della B, V.,
meno tonsurati; la loro condotta, e donate dal Papa siccome le godono
cognizioni debbono essere tali da tuttora, ed una torcia simile a quel-
poter prestare utili, ed onorati ser- la deCardinali nel giorno della pro-
vigi al sagro Collegio, e dopo la cessione del Coqms Domini^ donata
loro ammissione, prestano il giura- dal sagro Collegio, locchè ancora si
mento di eseguire i loro doveri, al pratica. Aveva inoltre dal palazzo
mentovato Cardinal camerlengo del apostolico la parte di solo pane;
sagro Collegio. nella morte d' ogni Cardinale venti-
CHI CHI 2.1
cinque fincati d'oro di camera, e serò essere ammessi dagli altri ve-
cinquanta nel giorno della sua pro- scovi senza le dette lettere. Pviporta
mozione al Cardinalato, delle quali ancora, che il patriarca di Costanti-
propine ora gode soltanto cinquanta nopoli, ed il primate di Cartagine
scudi per ogni novello Cardinale. godevano il privilegio di poter am-
Nell'anno lySG, convennero i tre mettere i chierici senza le mentova-
chierici nazionali, non compreso l'ita- te lettere dimissoriali ; e che clerici
liano, di dividersi a parti eguali tra portulantes vennero chiamali da s.
di loro tutte le propine, ed emolu- Cipriano coloro, i quali ricevevano
menti, che avrebbe percepito cadau- la provisione dal vescovo che, giu-
no. K. Sacri Sanctce Romance Ec- sta la disciplina di que' tempi, di-

clesice, episcoporum , preshyteronim, stribuiva al suo clero le decime, le

et diacononim collegii constitutìones, rendite, e le limosino fatte alla chie-


Romae, i833. sa, acciò fossero alieni dalle cure
CHIERICO, o CHERICO (Cle- mondane, e solo attendessero al di-
ricus). Persona ecclesiastica, e più vino servigio. 1^. Chiericato.
particolarmente colui, che aspira al
sacerdozio, puitliè abbia la prima Origine dei Chierici.
tonsuia. Come gli antichi usarono
la voce laico per denotare un idio- La primaria origine de' chierici
ta, così fecero uso della parola chie- rimonta al vecchio testamento, come
i-ico ad indicare un uomo
dotto. No- si ha dal libro dei Numeri e. 18 e

ta il Garampi nelle sue Memoiic, p. 20, e dal Deuteronomio e. 18, Quan-


280, e 282, che cherici furono det- do si fece il riparlo della terra pro-
ti i canonici, ed a p. 35 riporta e- messa agi' israeliti, Dio disse al som-
rudite notizie intorno al costume di mo sacerdote Aronne, ai sacerdoti,
appellare con tal nome gli uomini di ed ai leviti, eh' essi non entrerebbo-
lettere. llBerlendi, delle Oblazioni a no nel riparto cogli altri, dappoiché
pag. 121, adduce i molivi per cui egli medesimo sarebbe la loro por-
i canonici furono chiamati chierici rione, la loro eredità, com'essi reci-
ne'primi tre secoli della Chiesa. Intor- procamente savebbono la sorte, la
no a ciòpossono consultare anche
si porzione, il retaggio o l'eredità del
il Grancolas in Brev. Roman, par. I, Signore, che, secondo l'etimologia
cap. ult. ; il Sarnelli t. \ I, lettera greca, chierico, o ministro ecclesia-
XV, Donde abbiano angine i nomi stico, significa gente consagrata al
di chierico e laico, e come si pren- servigio di Dio, e vivente delle sue
dono in senso di letterato e idiota; offerte. Da ciò presero il nome i

il piazza neir Emcrologio a p. 21, chierici della legge nuova, perchè il

dell'origine, nome e ministero de'chie- Signore è la sorte e l' eredità lo-


rici ; il Zaccaria, Storia Lett. tom. ro, e perchè sono essi l'ei-edità del
VI, p. 483, e seg. Nel Macri poi Signore, al cui servigio interamen-
si legge che clerici girovagi, ace- te si dedicano e consagrano. E per-
phfìli, errones, hyppocentauri, vacan' ciò quando un chierico riceve la tonsu-
tivi, transfitgae ec. ,erano chiamati ra, proferisce le parole del salmo i 5 :

colorOj che vagabondi viaggiavano // Signore e la porzione dell' eredità


senza lettere dimissoriali , mentr' era che mi toccò in sorte ; voi, mio Dio,

in vigore la legge, che non potesse- me la restituirete. Aggiunge il Ma-


,, ,

212 CHI CHI


cri, che la parola chierico, o mini- Essendo Vilna spesso as-
la chiesa di

stro ecclesiastico, significa sorte, o salita dai dubitando quel


tartari, e
eredità, perchè il chierico lia per e- clero, se fosse lecito al vescovo, e
redità lo stesso Dio, ovvero perchè ai chierici di respingerli colle armi,

ottenne la felice sorte di essere come Alessandro VI rispose, potersi ciò


Mattia annoverato tra i ministri del- fare senza incorrere in veruna irre-
laCliiesa. Ecco poi come si esprime golarità, per la difesa della fede, e
s,Girolamo nell' epistola 2 « Si : della libertà ecclesiastica. Il concilio
» enim cleros graece, sors latine ap- di Lerida del 544? avea fatto im-
» pellatur, px'opterea vocantur cle- portantissimi canoni su questo gra-
» rici, vel quia de sorte sunt Domini ve argomento. J^. il citato Sarnelli,
" velquia Dominus sors, idest pars tomo X, XII, Se in un as-
lettera
" clericorum est. " In oltre opina salto d' infedeli i chierici, uccidendo
il Sarnelli, che la voce sorte fu pre- di quelli, divengano irregolari.
sa dagli apostoli, giacché s. Pietro,
Act. I, Giuda, sortitiis est
disse di Doveri dei Chierici.
sorteni ministerii hujus ; ed a Simo-
ne Mago, Act. 8, che voleva com- I principali doveri de' chierici so-
perare il dono di dare coli' imposi- no indicati in varii articoli del Di-
zioni delle mani lo Spirito Santo zionario. Questi sono ad essi impo-
disse Non est tihi pars, ncque sors
: sti dai Sommi Pontefici, dai conci- I
in sermone isto. Adunque tutti gli lii, e dai vescovi, ed un compendio
ecclesiastici si chiamano chierici, e di quelli comandati dai concilii si

clero (V^edi), perchè sono della sor- legge nel dizionario portatile de' con-
te del Signore, ed il Signore è la cilii, nella seconda parte della Som-
loi'o porzione. ma de' canoni, alla parola chierici,
Tale è l'origine de' chierici, di- ovvero ecclesiastici. Tuttavolta, per
gnità,che secondo s. Gio. Grisosto- rifei'ire qui le cose principali, dire-
mo, De sacerdotio, è superiore a mo, che primo dovere del chierico,
quelle delle potenze della terra le indicato dal medesimo suo nome, è
più eminenti, e le più formidabili ; quello di non attaccarsi che a Dio so-
ed è perciò che i Romani Ponte- lo, e di non avere altra cura da quella

fici, i padri, e i concilii accordaro- in fuori del suo servigio, I chierici


no ad essi privilegi, ed immunità, debbono portare 1' abito ecclesiastico
di cui si parla ai rispettivi luoghi. (Fedi), e la tonsura [Vedi), confor-
E per dire di alcuni, s. Silvestro I me agli ordini che hanno ricevuti
ordinò, che nessun laico potesse ac- e alle parziali costituzioni delle loro
cusare gli ecclesiastici nel giudizio se- diocesi. Tutti i chierici costituiti ne-
colare; nel concilio generale XI,Latera- gli ordini sagri, o provveduti di
nense venne rinnovato il decreto,
III, benefizi, debbono recitare ogni gior-
in cui era fulminata la scomunica no le ore canoniche, uniformandosi
a chiunque mettesse le mani sui nei riti a quelli della cattedrale cui
chierici di qualsivoglia condizione, e appartengono. Debbono essere fru-
furono condannati gli arnaldisti che, gali, esemplari, pii e modesti, e perciò
come fecero altri eretici, sosteneva- vengono loro proibiti dai concilii i

no non potersi salvare i chierici , i giuochi di azzardo, le caccie clamo-


quali avessero qualche possessione. rose, le danze, i teatri e gli spelta-
CHI CHI 2l3
coli, i conviti, la crapola, l'uhbria- seguenti concili, e parecchie di quel-
carsi,e le osterie, il frequentare le le assemblee nazionali, nelle quali si
donne, potendo coabitare colla ma- compilavano le celebri leggi cono-
dre, sorelle, ^ia, ava ec; è altresì ad sciute col nome di capitolari (Predi').
essi vietato il portare le armi, il nego- Il primo concilio Carisiacense si

ziare ed esercitare la mercatura , l'e- celebrò nell'anno 887, come registia


sercizio degli afTaii temporali; non Lenglet, ovvero nell'SSS, secondo di-
possono esercitare le arti meccani- versi autori, pei monaci d' Anisol, i

che , e molti uffici secolari come , quali ricusavano di ubbidire al vesco-


di giudice^ di avvocato, di notaio, vo di Mans. Gali. Christ. tom. VII,
di procuratore, di curatore, di me- p. 17.
dico, di chirurgo: devono astener- Il secondo nell' 849, nel quale
si dalle usure, dal viaggiare sen- Gottesalco fu condannato la secon-
za le lettere canoniche del vesco- da volta da Incmaro, arcivescovo di
vo, dal coltivare i capelli, e la Reims, con dodici vescovi ad essere
barbaj dal litigare avanti i giudici battuto, e rinchiuso in Haurvilliers,
secolari senza licenza del vescovo, ov'egli scrisse due professioni di fe-

massime per titoli criminosi, cosi de, nel senso dello scrittOj ch'egli a-
di morte, ed
dall'assistere ai giudizi vea presentato al concilio di Ma-
alle esecuzioni ec. Finalmente i
ec. gonza nel precedente anno. Reg.
chierici sono soggetti ad un gran tom. XXI, Labbé tom. Vili, Ardui-
numero di censure e pene canoni- no tom. V.
che ed ecclesiastiche, come di sos- Il terzo nell'anno 853, in cui al-
pensione, d'interdetto, di scomunica, cuni vescovi ed abbati sottoscrissero
di deposizione^ di degradazione, di quattro articoli composti da Incma-
reclusione ed anche prigionia ec; di ro contro Gottesalco. Diz. dé'con-
che si tratta nei luoghi relativi. V. cil. p. 263.
Moretti, De dando preshylcrium Pa- Il quarto si adunò nell' 856, ov-
pae, Cardinalibus, et clericis etc, Ro- vero neir857, nel pontificato di Be-
mae i74i- Fra i Pontefici de'tem- nedetto III, e sotto il re di Fran-
pi a noi meno lontani, i quali e- cia Carlo il Calvo, che lo fece con-
manarono utili provvidenze sugli ec- vocare per porre un rimedio ai
sono a rammentarsi par-
clesiastici, mali della Chiesa, e dello stato; il

ticolarmente Martino V s. Pio , , V perchè fu scritta Una lettera sinoda-


Urbano Vili, Innocenzo XI, Bene- le in nome del re ai vescovi, e conti
detto XIII e XIV, Clemente XIII, di Francia. Rcg. t. XXF, Labbé t.

ec. Vili, Arduino tomo V.


CIIIERSY, QUIERSY, o QUIER- Il quinto nell'anno 858, nel qua-

ZY (Carisiacum). Villaggio di Fran- le i vescovi suffraganei delle meti*o-


cia nella Piccardia, dipartimento del- poli diReims, e di Rouen scrissero
l' Aisne, posto sulla sinistra sponda una lunga lettera di rimprovero a
dell'Oise. E antichissimo, possedeva Luigi re di Germania, perchè si re-
un che fu ordinario
palazzo reale, cava in Fi'ancia invitato dai signori
soggiorno dei re della seconda stir- malcontenti di Carlo il Calvo, che
pe, e vi morì nell'anno 741 Carlo nel concilio si fece giurare dai suddi-
Martello. Sotto Carlo Magno, e i ti fedeltà. Diz. de' Concil. p. 264,
di lui successori vi si tennero i sei e Pagi tom. -IH, all'anno 858.
,, ,, ,

ai4 CHI CHI -


11 venne convocato
sesto concilio sima casa, nonché di una medesima V
ueirantio 868, per esaminare Yil- parrocchia, città, diocesi, metiopoli,
berto vescovo di Chalons-sur-Marne, patriarcato, di un medesimo regno,
secondo l'ingiunzione dell'arcivesco- e finalmente del mondo intero. Gli
vo di Reims Incmaro. Bibl. Sac. eretici del terzo e quarto secolo ri-
CHIESA (Ecclesia).La voce chie- guardavano la Chiesa come la so-
sa significa convocazione , e qui si cietà de' giusti, o come la riunione
prende i," per congregazione de' fe- de' virtuosi non macchiati di grandi
deli tutti; 1." in più stretto senso delitti, o anche come la società dei
pel clei'o, addetto al servizio della perfetti. Altri eretici poi dei secoli de-
chiesa, e al ministero delle sagre cimoquarto e decimoquinto dissero es-
funzioni, e a quanto si riferisce alia sere la Chiesa l'unione de'santi e dei
salute , e santificazione de' fedeli ;
predestinati, nel quale errore cadde
3." pel tempio de' cristiani dove si anche Lutero, escludendo dalla Chie-
celebrano il sagrifizio e gli altri uf- sa i peccatori; ed è perciò che il
fizi divini, e talvolta pel tempio cat- trattato della Chiesa é vastissimo,
tedrale, o la parrocchia del luogo ec. per le controversie agitate fia i cat-
Della chiesa nel primo significato tolici, e i protestanti, novatori, scis-
oltre quanto ai l'ispettivi articoli e matici ec.
luoghi si dice in proposito , accen- A norma del simbolo dichiarato
neremo compendiosamente e gene- dal concilio di Costantinopoli, la
ricamente poche cose soltanto, giac- Chiesa è una, santa, cattolica ed
ché è argomento de' canonisti e teo- apostolica. Capo visibile di questa
logi , e perciò estraneo al nostro Chiesa santa e cattolica è il Sommo
divisamento. Nella Chiesa adunque Pontefice vicario di Gesù Cristo, e
conviene distinguere tre diversi stali, successore di s. Pietro. E come tale
cioè di militante y pulsante, e trion- in ogni tempo è stato riconosciuto
fante. Si appella militante la società da tutta la Chiesa ; e in vero nel
de' fedeli sulla terra; pulsante quel- conciUo ecumenico di Calcedonia
la delle anime che stanno in pur- come si vede nell'azione IH, venne
gatorio; e tn'onfaate quella de' santi denominato vescovo universale. Teo-
in cielo. Venendo poi a parlare del- filo Raynaud nell' opera intitolata
la Chiesa militante^ essa dai teologi Corona aurea super mìtram rom.
viene definita » La società di tutti : Pontificia, dagli atfi dei concilii, dai
» i fedeli , colla professione della padri greci e latini, e dagli scrittori
" stessa fede partecipazione dei, e ecclesiastici raccolse da oltre a quat-
" medesimi sagramenti, colla som- trocento novanta titoli , coi (juali
»> missione ai legittimi pastori , e a gara vien denominato il romano
» principalmente al romano Pon- Pontefice, e che esprimono in tanti
» tefice , che n' è il capo visibile diversi modi la suprema autorità
" non formando che uno stesso cor- che per ha su tutta
diritto divino

pò, di cui è Gesti Cristo il capo la Chiesa. Meritano special menzio-
" invisibile ". 11 nome di Chiesa, ne quelli di centro dell'unità, origi-
che secondo l' etimologia greca si- ne deW unità, pastore de.' pastori, ve-
gnifica, come si è detto, convocazio- scovo de' vescovi , padre deJ padri
ne- o assemblea, preso in questo sen- pastore universale , capo ili tutta la
!>o, conviene ai ft'deli di una mede- Chiesa, ec.
,

CHI CHI 2i5


Nel concilio di Trento fu dispu- data da principio della Chiesa , e lo
tato, se sia lo stesso catholicce Ec- conferma il testo dell' Apostolo ad
clesìce episcopus, et lumersalis Eccle- Rom. cap. i o , vers. i o, in cui af-
sìce episcopus ; e fu detto , che la ferma essere necessaria alla salute
frase, sebbene fosse equivalente, era la orale confessione della fede; cosi
nondimeno dubbiosa, quando il no- Gesù Cristo, Luca cap. 12, vers. 8,
me di cattolico importa ancor fedele, minacciò coloro che si vergognava-
come nel testo di s. Agostino: qux no di confessare pubblicamente la
propterea sancta et catholica est, quia sua fede. La Chiesa è in oltre in-
recte credit in Deum. Laonde ogni non può perire, non
defettibile, cioè
vescovo de' fedeli si può dire in cer- può abbandonare la dottrina di Ge-
to modo, vescovo di Chiesa cattolica, sù Cristo, né pi'ofessare l'errore ; se
cioè, che rettamente crede ; ma il ciò fosse, le porte dell' inferno pre-
Papa si dice vescovo della Chiesa varrebbero contro di essa, ed allora
cattolica , cioè della universale. Né non sarebbe una, santa, cattolica,
questo senso di vocabolo nei con-
tal ed apostolica. La Chiesa cattolica è
cilii era nuovo, perocché nel sinodo santa per la santità della dottrina,
V generale, alla collazione quinta, e della legge ; santa perchè vi sono
riferendosi alcuni luoghi tratti dalle i mezzi di santificare , quali sono i
opere di s. Agostino, e da quanto sagramenti , santa pel suo capo, che
egli disse in un concilio cartaginese, è Santo dei Santi, e perchè molte
il

si riportanoquindi le parole se- sue membra sono sante; è santa perchè


guenti Augustinus episcopus Eccle-
: fuori di essa non vi è santità, né sal-
sia catholicce dixit ; in confermazio- vezza. L'autorità della Chiesa consiste,
ne di che alcuni notarono, che san come dice Bossuet, nella sua prima
Cipriano ricevendo al grembo della pastorale sulle promesse della Chiesa,
Chiesa alcuni, ch'erano stati eretici, nel fare un preciso e notorio te-
non solo faceva loro confessare che stimonio delle verità rivelate con-
Cornelio Papa del 254 era pastore ti'o nuovi errori. Non vi fu mai
i

Ecclesia; catholicce, ma voleva che eresia che non abbia ritrovata la


,

aggiungessero, id est universalis ; on- Chiesa attualmente in possesso


de nelle acclamazioni fu detto: Bea- della dottrina contraria. Questo
tissimo Pio PapcB, et domino nostiv è un fatto comune, pubblico, uni-
sancto, et universalis Ecclesice Pon- vei'sale, e senza eccezione. E facile
tifici, multi anni et esterna memoria. pertanto la decisione; è solo da
P^. Pallavicino, Storia del concilio di da dare un' occhiata alla fede che
Trento, lib. XXI, cap. 4- ha Chiesa menti'e nasce un
la
Dalla definizione della Chiesa si errore .... per dare ancora la
raccoglie, non essere membri di essa condanna ai pertinaci erranti ".
gì' infèdeh, gli eretici e gli apostati, La Chiesa è infallibilcj e la sua in-
perchè non hanno la fede della Chie- fallibilità è la certezza invincibile del
sa ; gli scomunicati, ed i catecumeni testimonio, che rende la Chiesa del-
non battezzati, perchè non parteci- la sua dottrina, e della obbligazio-
pano de' sagiamenti; e gli scismatici ne di ciascun fedele di acquietai-si
perchè non obbediscono ai legittimi ed ubbidire a quel testimonio, senza
paston della Chiesa. Che la Chiesa tema di faUire, per la suprema au-
sia visibile nasce dalla definizione torità data ad essa da Gesù Cristo.
,

ai6 CHI CHI


Per riguardo alle chiese diverse, nell'Oceanica ec; e questa conser-
ed alle principali, come dell' Asia, e verà sempre l' indefettibilità come
dell'Africa, sene paria ai loro arti- dote, per volere divino, essenziale
coli. In oriente v' ha la chiesa gre- alla Chiesa cattolica. Questa fu in
ca, e la siriaca, ove vi sono cattolici tutte le età la madre e la uìaeslra
romani , e "vi sono anche le chiese di tutte altre, e tale è chiamata anco
o società dei giacobiti, dei copti, de- dall' ultimo concilio generale : questa
gli etiopi, od abissini, dei nestoriani, è l'unica delle apostoliche, e chi non
degli armeni ec. Anticamente la chie- è vmito e soggetto al romano Pon-
sa latina e la chiesa greca forma- tefice ,
pastore della Chiesa univer-
vano una sola società, ma lo scisma sale, non è membro del gregge di
principiato da Fozio nel nono se- Cristo , per la di lui infallibihtà
colo, e compito da Michele Cerulario qual centro della cattolica comu-
nel decimoprimo , ambedue patriar- nione. Nella chiesa africana v' erano
chi di Costantinopoli, miseramente da ottocento sedi vescovili , ma le
separò la chiesa greca dalla romana, diocesi erano poco estese; e i goti
e ad onta che se ne procurasse dal- e i vandali infetti dall'arianismo, ne
lo zelo de' Papi la unione in varii sbandirono le religione cattolica nel
concilii e per mezzo dei legati, pure quinto secolo, indi nel settimo sa- i

anche dopo l' ultima unione fatta raceni invasori affatto vi distrussero
da Eugenio IV nel concilio fioren- ilcristianesimo. Il Fabrizio, neiropeni
tino, i greci si sono ostinati nello Salularis lux evangelica^ tratta dei
scima e nell'eresia sulla processione progressi, e delle perdite della Chie-
dello Spirito Santo. Anche le chiese sa cattolica.
greche di Russia, ed alcune di Polonia Finalmente si appellano chiese
sono nella stessa infelicissima condi- apostoliche matrici quelle fondate
zione. Hanno preteso i protestanti di dagli stessi apostoli. Tertulliano, De
aver la medesima fede degli orien- Prcescript. num. 21, dopo aver ri-
tali , ma è stato loro dimostrato il cordato, che la dottrina degli apo-
contrario, perchè la caduta di quelle stoli fu dottrina di Cristo, il quale
chiese fu sensibile, pubblica, solenne, con essa li mandò a predicare , e ad
avendo cagionato lo scisma. La chie- istituire le chiese, conclude; » consta
sa di occidente, ossia la latina, com- M perciò, che tutta la dottrina, la
prendeva una volta le chiese d'Ita- w quale cospira, cioè è uniforme in
lia, di Spagna, di Africa, delle Gal- M quelle Chiese apostoliche, matrici,
lie, del Nord, ec. Da ti'e secoli circa » originali j è da credersi vera; al
in qua V Inghilterra per lo scisma » contrario è da giudicarsi menda-
avvenuto per opera di Enrico Vili, » ce tutto quello, che è repugnante
una parte de' Paesi Bassi, molte del- » alle verità delle chiese , e degli
l'Alemagna, e quasi tutto il Nord, » apostoli". Il Pontefice Pelagio I di-
hanno composte le chiese riformate, ce, che s. Agostino riconobbe essere
cioè eretiche, separate dalla comu- sentenza di Cristo, che il fondamento
nione della romana, e separate e della Chiesa sono le Sedi Apostoli-
flivìse fra loro stesse. Intanto la ro- clic , e che non vi ha vera Chiesa
mana acquistò per mezzo de' suoi se non radicata ne' Pontefici delle
missionari dei fedeli nell' Indie, nel Sedi ÀpostoUche. Ma tutte le chie-
Qiappoue , nella Cina , in America, se matrici , fuori che la llomana ,
,

CHI CHI 217


hanno avuto fine, a cagione di er- cristiana. La gerosolimitana ebbe
rori diversi. Per chiese matrici vo- l'onorevole titolo di patriaraile, per
glionsi intendere quelle chiese pa- essere ivi nata la cristiana religione,
triarcali, che non ebbero anteceden- ed ivi promulgata nel celebra lissimo
temente altra chiesa madre anzi , giorno di Pentecoste, col miiacolo
produssero , o almeno poterono da della prodigiosa discesa dello Spirilo
esse derivare altre chiese; che i luo- Santo sugli apostoli, per cui la sala
ghi in cui furono quelle fondate ov'essi coi discepoli erano adunati,
non sieno prima stati occupati da raffigurava la Chiesa universale; ma
altia chiesa, dappoiché, come dice giusta gli antichi canoni fu soggetta
il Politi nel suo Jiis patriarchicum, al suo metropolitano. La costantino-
le chiese di Laodicea, Filadelfia ec, politana fu parimenti onorata del
sebbene apostoliche ,
pure essendo nome di patriarcato, per essere la
stale erette nei fondi della chiesa città imperiale; ma non fu patriar-
efesina, furono sotto la giurisdizio- cale nel senso di sopi'a esposto.
ne di questa. Posto ciò, egli nume- La Chiesa sussisterà sempre a
ra le dodici patriarcali, ossia matri- malgrado delle persecuzioni e de-
ci, fondate dai dodici apostoli in- gli scandali, e nelle prove soprat-
viati da Gesù Cristo a portare il tutto ella trionfa. Di fatti la prov-
vangelo in tutto il mondo. Tutta- videnza di Dio, rispetto alla Chiesa,
volta è noto, che l'enumerazione e non si mostra mai più chiaramente,
classificazione della fondazione delle che quando sembra non esservi piìi

chiese apostoliche del Politi , non spei'anza veruna ; il Signore fa


solo è inesatta , ma anche talora splendere allora la sua possanza, per
falsa , e perciò rigettata dai buoni mostrare agli uomini, che le sue
critici siccome contraria alla stessa promesse sono infallibili. Le perse-
storia ecclesiastica. Su questo argo- cuzioni, e gli scandali non impedi-
mento con precisione e verità scris- ranno r effetto della di lui parola,
sero altri autori, tra' quali merita e non abbatteranno l'edifizio, ch'egli
consultarsi lo Schelstrate nella ope- ha piantato col preziosissimo suo
ra Antiquitas Ecclesia;, tom. II, sangue. Egli non permetterà mai,
continens opus geograpìtico -hierarchi- che demonio gli rapisca il patri-
il

cum, Romae iGSy, nella quale a monio datogli dal Padre suo, né
pag. 54 e segg., si leggono gli an- che lo spogli di quel legno, che gli
nali della predicazione degli apostoli, è costato s'i caro. Il Padre avrà sem-
e nella tavola posta al fine della pre sopra la terra de' veri adoratori,
prima dissertazione a pag. 72, 78, i quali glorificheranno il suo nome
si trova come in uno specchio la sino alla fine del mondo. Le infàuste
fondazione delle principali chiese fat- vicende del secolo decimo per nulla
te tanto dagli apostoli quanto dai ,
contaminarono 1' illibato splendore
loro immediati discepoli, con tutti i della Chiesa romana; e la costante
documenti relativi. conservazione in essa della purezza
Tutte le chiese sono in realtà del domma, è una luminosa prova,
apostoliche, e non lo sarebbero se che le porte dell' inferno non pre-
non lo sono per
fossero cattoliche; valeranno giammai contro di essa.
la dottrina apostolicache deve es- , Parlando il eh. Albano Butler, nel
sere l'insegnamento di ogni chiesa suo trattato delle Feste mobili ec.
2.8 CHI CHI
della Chiesa Cattolica, delle bellezze Ella è la torre di Davide fah- ,

della Chiesa, ecco come si esprime. brìcata con baloardi impenctralnli,


» Noi non possiamo non sentirci da cui pendono mille scudi, ed
» tratti fuoi'i di noi stessiper lo ogni maniera d'armi per munir-
» stupore, allorché ci facciamo a ne i più valenti guerrieri, Cant.
« considerare la bellezza spirituale, IV, 4- Ella è esposta a contrad-
» e le altre prerogative della Chiesa dizionisenza numero, ma non
« di Gesù Cristo, i suoi ministri, il può mai esser vinta, anzi dee
*> suo sagrifizio, i suoi sagramenti, sempre trionfare delle persecuzio-
»5 le euiinenti virtù dei santi, ch'ella ni e dagli assalti dell'eresia e del-
ha formato in tutti i tempi, e l'empietà. Ella è la colonna e la
che di secolo in secolo hanno base della verità, avendo per fon-
onorato la dottrina del vangelo damento la pietra angolai-e, che
colla purezza della loro vita; in è Gesù Cristo, e questo titolo é
fine la sua universalità, e la sua dato dalle Scri-tture alla Chiesa,
perpetuità. Ella è la casa di Dio, perchè la divina verità non abita
raffigurata dall' arca di Noè, fuor in altro luogo del mondo, e in
della quale non v' ha salvezza. vano la si cercherebbe fuori di
Ogni uomo giusto deve necessa- essa. Fuori del suo seno non ci
riamente esseie ad essa unito, al- ha che tenebre, menzogna, erro-
meno col desiderio, ed esserne re, impostura, superstizione, gua-
membro, almeno col cuore. Noi sto e disordine. La Chiesa é fon-
non possiamo essere di Gesù Cri- data da Gesù Cristo, e sopra Gesù
sto, né a lui uniti, se non siamo Cristo ; ella é sommessa a Gesù
della sua Chiesa. Se noi da questa Cristo, e sempre diretta e assistita
ci separiamo, nello stesso istante dallo spiiito di Gesù Cx'isto. Ella
ci stacchiamo da Gesù Cristo, é la madre de' santi ,
generando
della guisa che un tralcio tagliato sempre de'figliuoli a Dio, ammae-
dalle viti non appartiene più alla strandoli, infirmandoli colla sua
vite. E chiunque s' incorpoi'a di divina parola, la quale é predi-
corpo e di spirito alla Chiesa, cata incessantemente da per tutto,
tosto è membro anco di Gesù dove essa regna, cogli esempli
Cristo. Ella é il corpo mistico di de'pii suoi fedeli, colla pratica di
Gesù Ciisto, il quale ci ama sino tutte le virtù, coi sagramenti, coi
al pimto di non risguardarsi come sagriQzi, colle orazioni sì pubbli-
giunto alla perfezione del suo stato che, che private. Ella é la sposa
> e della sua gloria, fin tanto che di Gesù Cristo, adorna di tutte
vivrà sej)arato da noi, che siamo le ricchezze della grazia ,
purifi-
•> sue membra. Egli presiede ad essa cata, santificata, glorificata dal
> come il capo al suo corpo distri- suo sposo senza macchia, senza
> bucndo ai fedeli i suoi doni, e ruga: è la delizia del suo diletto
> le sue grazie pel ministero che per sue belle qualità, e pe'suoi
le

5 ha stabilito, pei misteri che ha dolcissimi modi. La Chiesa é la


> operato, pei mezzi che ha istituito nostra madre comune, e la so-
> e moltiplicato senza fine, avendo rt'Ila della Gerusalemme celeste.
> egli nella sua Chiesa disposto tutti Ella è il tempio di Dio vivente
> i tesori della sua misericoi'diu. sulla terra, in cui egli viene ado-
CHI CHI arg
rato, servito, glorificato senza in- plaudita ed istruttiva, non che il

terrompiuiento cogli omaggi delle benemerito e celebre Giovanni p.


sue creature, coi loro sagiifici, Perrone della compagnia di Gesù,
colla loro ubbidienza, colle loro nelle sue Prcelectiones Tlieologicce,
laudi, col loro amore, e cogli di cui già in Roma si fecero due
alti di tutte le virtù. In questo edizioni, e parecchie anche altrove,
tempio si trova la sorgente delle trasportate eziandio in diverse lin-

acque vive, che scorrono in copia gue, nei trattati. De vera religione,
dal monte Libano, e che diven- p. II, e De Locis Theologicis, p. I.

gono per chi le beve fonti, che Per quanto poi riguarda la Chiesa
zampillano fino all'altezza della romana, e la Santa Sede, e tuttociò
vita eterna. Gesù Cristo cominciò che ad essa appartiene ec, se ne fo
a formare la sua Chiesa durante parola in molti articoli di questo
M la sua missione sulla terra, quan- Dizionario, che lungo sarebbe enu-
do raunò a sé i suoi discepoli, merare.
ed ammaestroUi di propria bocca. CHIESA, o TEMPIO (Mdes sa-
Ma la discesa dello Spirito Santo era, Ecclesia, Templum). Questo ter-

fu queir atto con cui egh consu- mine significa gli edifizii de' cristiani
mò la rivelazione e la promulga- consacrati al culto divino , i luoghi
zione della sua legge. Egli infuse della riunione de' fedeli , che sono
per così dire l'anima a questo destinali per pregare Iddio, pei" ce-
corpo mistico, e comunicogli un lebrarc il santo sacrifizio della messa,
principio di vita e di attività, per amministrare i sacramenti e ,

Da queir istante i ministri e gli per trattare le cose della religione,


interpreti di questa legge, rivestiti Questo nome di Chiesa materiale, o
per mezzo dell' effusione miraco- edifizio sacro , comprende appunto
Iosa dello Spirito Santo, d' una tutti que' luoghi dedicati al sacio
autorità tutta divina, si diedero culto, e deriva dalla dizione greca,
intieramente allo eseguimento del- Kyrìaca, che significa Domenicale,
le loro rispettive funzioni , ed is- che perciò la parola Kyrios viene

piegarono i doni e i poteri che mutata in latino Dominus ; onde


aveano ricevuto per governare e Kyriaca dominicalis s' interpreta ceto
per estendere il regno di Gesù di popolo ragunato per lodare il
Cristo, al quale nulla più man- Signore : Si ergo convenit universa
cava per esser perfettamente sta- ecclesia in unum, I Corinth. i4
bilito, secondo gli eterni disegni iZ. Dicesi anche casa , Z>077iu* , co-
di lui ". me diremo all' articolo Domo (Ve-
Lungi ancora di riportare le pò- di). Viene chiamata tempio dal-
lemiche su cui si dilFusero innu- la di lei ampia struttura, e dalla
merabili, e gravi autori, e le qua- magnificenza de' suoi preziosi orna-
li, come molte cose in rela-
di menti, con cui mirabilmente ris-
zione dell'articolo, pur sono trattate plende. Vari poi sono i vocaboli
in diversi altri articoli del Diziona- coi quali nella sacra Scrittura ap-
rio, possono consultarsi il Bergier pellasi il tempio, e tutti ordinaria-
ai vocaboli Chiesa, e la Biblioteca mente sinonimi, come si ha dai Pa-
S/igra di Richard, e Giraud, anche dri dei primi tre secoli principal-
nel SupplimentOj opera cotanto ap- mente, e dal Cod. Tit. de Fagnn.
,

390 CHI CHI


sacrif. et templis , per nulla aver Giuseppe Bingham , nelle «uè Orì-
di comune coi gentili. S. Zenone gini ecclesiastiche, tom. HI, lib. Vili,
vescovo di Verona nel IV secolo cap. I, e l'articolo Dittici sagri, i

de spintuali cedi/icaUonc Domiis quali erano certe tavole, che si pie-


Dei, distingue la chiesa dal tem- gavano, ed in cui scrivevansi i nomi
pio. Notarono i Ballerini, che il pri- di tutte le chiese.
mo fra tutti sia stato s. Ambrogio,
Epist. XX, n. 2, ad usare il voca- § l. Orìgine delle chiese, e loro uso.
bolo di Templum , per indicare le
chiese dei cristiani. Anco il Bergier Nella legge di natura, Noè, Abra-
rileva, che nei primi quattro secoli mo e Giacobbe eressero altari a Dio;
si astennero nominare
i fedeli dal in quella scritta per divino comando
le loro chiese, Tempia, Delubra, Fa- Mosè edificò il tabernacolo, con tal
na, perchè erano nomi consagrati magnificenza, che fosse degna della
presso i gentili. Si chiamò la Chie- maestà del Signore Facientque mihi :

sa pure basilica (F^edi), perchè de- sanctuarìuni , et habitabo in medio


rivando dalla parola greca Basilea, eorum. Che se Giacobbe dopo aver
in latino significa lo stesso che Rex pregato l'Altissimo allo scoperto della
et basis populi, ovvero sedes judicii. campagna, Mosè dopo di averlo sup-
Così nella storia sacra : Stetit in. atrio plicato presso il mare, e Salomone
domus regice, quod erat inteiìus can- nel segreto delle sue camere, pure
tra hasilicani rrgis. Più propriamente essi giudicarono interporre le pre-
però chiamasi basilica, perchè nel ghiere col fumo degl' incensi , con-
latino significando lo stesso che Reg- sumati avanti gli altari , i taberna-
gia, ella appunto è tale, mentre al coli, e nel tempio, chi vorrà giudica-
re de' regi ivi si presta tutto l'osse- re biasimevole, o superfluo l' invete-
quio e il culto. E poi a consultar- rato pio costume de' seguaci del van-
si quanto scrisse sulle basiliche, il p. gelo, neir impiegarsi ad erigere a
Casimiro da Roma, nelle sue Me- Dio oratorii [ì^edi), cappelle (F'edi),
morie storiche della chiesa di S. M. o sontuose chiese? Quindi con que-
d'Araceli a p. 23. Finalmente pres- sta, ed altre considerazioni i mede-
so gli antichi greci, e presso gli scrit- simi santi apostoli di mano in mano
tori latini, fu il tempio ancora chia- che andavano edificando la Chiesa
mato con altri nomi, come eccle- spirituale colla loro predicazione, la
siasterio, synodus, concilium, conven' moltiplicavano altresì colla fabbrica
ticulum, martyrium, menioìia, apo- delle chiese materiali, alìlnchè quel-
stolacnm, prophetacwn, coenaculum, le primizie del cristianesimo ivi ra-

confessio, trophaeuni, titulus , ec, e dunate ,


potessero formare di loro
nei bassi tempi tabernaculum , mo- stessi un solo cuore, ed una sola
iiastcriunif giacché in que' tempi la anima.
maggior parte delle chiese erano Che vi sieno state sino dal prin-
servite dai monaci, o perchè, come cipio del cristianesimo delle chiese,
dice il Berlendi , Dell' oblazione al- ossia dei luoghi, ove i fedeli si ra-
l' altare, pag. 126 e 127, i chierici gunavano per udirvi la divina pa-
ad esse addetti osservando la vita rola, ricevervi i sacramenti, pregar-
comune, erano in tutto conformi a vi, e lodarvi Iddio, chiaramente lo
fjiiella dei monaci e claustrali, f^. dimostra la stessa ragione. Non era
,

CHI CHI 221


affatto possibile l' adunarsi in qual- chiese. Nel secolo medesimo afferma
che casa privata, l'avervi una o più il Bercastel, tom. II, p. 102, che la
camere destinate al divin culto , e fede moltiplicava i suoi trionfi sotto
separatamente congregarsi in diver- il favorevole impero di Alessandro
se case pei detti fini. Avevano il bi- Severo. Il culto cristiano poi acquistò
sogno, il comodo, la possibilità, laon- di giorno in giorno un lustro mag-
de nulla mancava, perchè dobbia- giore, giacché si edificavano luoghi
mo ritenere antiche le chiese come lo stabili per l'unione de' fedeli, vale
è il cristianesimo, ma non per altro a dire le prime chiese, che sieno sta-

pubbliche e sontuose, a cagione delle te dopo la pubblicazione del van-


vicende de' tempi. Una dimostra- gelo. S. Ignazio nella mentovata let-
zione è la stessa autorità di s. Pao- tera esorta magnesiani a ragunar-
i

lo, I ad Cor. e. 1 1, v. 22, interpre- si in un luogo chiamato tempio di


tato dai ss. Basilio, Gio. Crisostomo, Dio, e neir cp. ad Philad. dice: » Una
Girolamo, Agostino ed altri. Aggiun- « è la carne del Nostro Signore Ge-
gansi l'autorità, e le testimonianze di >ìsii Cristo, ed uno il calice del
s. Clemente Rom. ep. I, n. 4o di s. ; M Sangue suo per la unione, uno
Ignazio, ep. ad Magncs. n. 7 ; di s. M l'altare, ed uno il vescovo col
Pio I, ep. ad Just.; di Clemente A- » presbitei-io ec. ". Da ciò si può ar-
lessandrino, Strom. 1. 7; di Tertul- guire, che anche in oriente nel pri-
liano, de idolatr. e. 7, tfe coron. mi- mo secolo vi fossero edificati dei
Ut. e. 3, per non dire di altri. E templi, e in tali luoghi fosse cele-
pertanto evidente, che dove i citati brato il sagrifizio della messa.
scrittori affermano, che i cristiani Tuttavolta nella Chiesa nascente
non avevano ne tempi, né are, in- poco durò tal felicità, dappoiché, co-
tendevano dire, che non avevano es- minciando ben tosto le persecuzioni,
si le fabbriche simili a quelle dei fui-ono distrutte le chiese, e venne
gentili. proibito a' cristiani offerire la loro
Da quanto narra s. Luca negli vittima, e fare assemblee con tanto
Atti apostolici, e. 20. V. 6, e seg. rigore, che venivano dai tiranni con
apparisce, che gli apostoli celebrava- tormenli costretti a palesare, se fra
no il sacrifizio nelle case private, loro si facessero ragunanze, come fiti

non essendovi ancora templi ove gli altri apparisce dagli atti del mar-
compiere i sagri misteri ; però, come tirio di s. Saturnino, e suoi compagni.
dicemmo, non andò guari che s'in- Presso Ruynart raccontasi che san-
cominciarono ad erigere delle chie- ta Tedica martire nei tormenti con-
se particolarmente in Roma ( F!
, fessò di aver celebrata la colletta
Chiese di Roma). Ve ne furono dopo quando fu presso di lei il sacerdote. S.
la metàprimo secolo, come ri-
del Diati vo rispose al proconsole di aver
porta il Baronio all'anno 5'/, n, celebrato Dominicum. In que' tempi
98, mediante le testimonianze dei per Domitùcum s' intendeva la mes-
santi Pontefici Pio I, ed Evaristo, sa, e per Colletta la radunanza per
non che di Eusebio, di Ottato, e la messa. Quindi convenne a' fedeli
de' gentili medesimi. Nel lib. II, s. celebrare occultamente i loro miste-
Ottato dice, che nell' anno 249, ri, e divini uffizi. Li celebi-avano
nel pontificato di s. Cornelio, si vi- pertanto nelle grotte sotterranee, nel-
dero in Roma fabbricvile quarantasei le catacombe [Vedi), nei cimiteri
, ,

a'Qsi CHI CHI


[Vedijf nelle carceri [Vedi), ec. Di alcuni vogliono, che la chiesa dcbKi
Éitti apprendiamo dagli atti del mar- fabbricarsia guisa di nave, cioè
tirio di Papa s. Stefano I, che nei grande e lunga ; altri che abbia la
nascondigli de' martiri di frequente forma di croce greca, o latina; al-

diceva la messa, e celebrava dei con- tri che sia rotonda; tutti però con-
cilii ec. Per le carceri, interessante vengono, che debba la fronte o fac-
è quanto scrive s. Cipriano nell'.^. ciata della chiesa riguardare l'orieu-
5, con che esorla i sacerdoti, e i te. Tale diversità di opinioni con-
diaconi a procedervi con cautela : tiene molti misteri, siccome spiega-
» Badate, die' egli, e provvedete che no gli stessi dottori, e i sacri litur-
» si possa fare con maggior sicu- gici. La chiesa in forma di nave ri-

« rezza, cosicché i sacerdoti, che ce- corda a' fedeli, eh' essa è il loro ri-
» lebrano appresso i confessori nel- fugio nelle vicende della loro vita;
M le carceri, vi vadano non sempre la forma di croce rammenta a' me-
»» gli slessi, né gli stessi diaconi ; ma desimi le rinunzie fatte nel battesi-
« ora l'uno, ora l'altro, acciocché mo, e che perciò debbono essere se-
M la A-ariazione delle persone dimi- guaci del Redentore crocifisso; e la
» nuisca il sospetto. " Per riguardo forma rotonda serve ad avvisare i

alla celebrazione della messa nei seguaci del vangelo, che la Chiesa è
primi secoli, allorché fu resa la pa- dilatata per tutto il mondo. Della
ce alla Chiesa, nell' anno 3 3 da Co-
i prima e seconda struttura si veggo-
stantino imperatore, nel pontificato no quasi tutte le chiese, che da ul-
di Melchiade, furono riedificati i
s. timo si sono edificate, e che si van-
templi e gli altari ; ed il concilio lao- no fabbricando; mentre dell'ultima
diceno tenuto l'anno 36 >, comandò maniera diverse ne sono in Roma
che né preti, né vescovi facessero in principalmente, come s. Maria rtr/iWar-
case private le oblazioni, il che fu tyres, già tempio edificato da Agrippa;
vietato a'monaci dai canoni arabici s. Bernardo come parte delle terme

del Niceno. Però non deve tacersi Diocleziane; s. Stefano al Monte Ce-

che nella Chiesa occidentale tal proi- lio, tempio già di Fauno; s. Teodo-
bizione non si estese subito, ovvero ro alle radici del palatino, già tem-
che ne fossero eccettuati i vescovi, pio di Romolo ; s. Costanza, già
perchè sappiamo, che s. Ambrogio tempio di Bacco ; e, come riferisce

celebrò la messa in casa d' una ma- Valfrido Strabone, l' imperatore Co-
trona. Se i templi pubblici fossero stantino colla sua madre s. Elena
in Roma innalzati avanti Costantino, fece edificare presso la città diGe-
e molto più sotto Diocleziano, T^. il rusalemme, dai romani chiamata E-
Zaccaria Storia letteraria, tom. VI, lia, im nobile e magnifico tempio in

pag. 570, e seg. forma rotonda, per racchiudervi il

santo sepolcro del Salvatore. La


§ II. Descrizione della struttura del- fronte poi, o facciata esterna della
le Chiese. chiesa, deve guardare l'oriente, non
perchè non possa farsi diversamen-
Varie sono le opinioni dei sacri te, ma perchè essendo ciò antica
dottori nel suggerire a' fondatori del- consuetudine, non lascia di avei-e i

le chiese, il disegno, la forma, e la suoi mistici significati.


struttuia delle medesime. Pertanto Oltre di che^ al dire di qualche
CHI CHI 9.23

autore, tale fu la maniera con cui architettura, così la seguente descri-


venne edificato il sontuoso tempio zione può servire anco per dare una
di Salomone, da cui molto prese la idea delle chiese latine, delle di-
architettura delle nostre chiese. Il verse forme delle quali parleremo
di lui ingresso era situato verso l'o- ai rispettivi articoli delle primarie
riente; da questo lato trovavasi il chiese di Roma. E poi da notaisi,
tabernacolo, ivi stava V altare, ed ivi che i molte delle cerimonie,
greci
si consumavano lutti i riti dei sa- di cui faremo menzione, tutlavolta
grifizi. Questa costruzione produceva ancor celebrano , sebbene attual-
il più mirabile effetto: le porte dei mente gli esistenti loro templi non
Ire erano situate una contro
atrii siano interamente della forma antica.
r altra, ma con linea retta, e dis- Ogni luogo dedicalo al Signore,
posizione tale che tutte andavano
, chiama vasi col nome di Dominìco,
colla fronte all'oriente, di maniera e non solamente la parte interiore,
che il sole col primo spuntar dei ma lo stesso vestibolo, quando anco
suoi raggi, andava a ferire il mez- non fosse chiesa ; quindi ogni sacro
zo del santuai'io, e colla stessa ma- tempio si divideva in tre parti, cioè
niera penetiando per le tre porte nella parte avanti di esso, dentro
degli atrii , e del tempio, ad un di esso, e nel sacrario, e queste in
trattosi vedeva quella reggia illu- altre parti, delle quali qui diamo
minata dal sole materiale, e santifi- compendiose notizie.
cata dai raggi del sole divino. Di- 11 luogo nel capo più cospicuo
fatti è ragionevole e misterioso, che del tempio denominavasi SintromOy
r ingresso della chiesa guai-di l'orien- cioè il luogo ove sedeva il vescovo,
te, perchè siccome dall'oriente acqui- o capo degli ecclesiastici.
stammo il principio della nostra luce Il Berna destinato a' soli ecclesia-

corporea, così dalle nostre preghie- stici era lo stesso che il SagrariOf

re è bene, che domandiamo su di santuario, o luogo chiuso dai cancelli,


noi la luce di chi già si disse: Ec- o balaustrata, vicino all'altare, ove
ce vir oriens. 11 Nisseno assegna in- il sacerdote ed altri ministri sagri
oltre un'altra ragione, cioè che le potevano entrare in tempo del santo
parti orientali furono la nostra pri- sagrifizio, così chiamato dai greci,
ma patria, e il paradiso terrestre, perchè ad esso si saliva per alcuni
ma da esso cacciali i nostri proge- gradini; ed è lo slesso lungo, che
nitori, supplichiamo l'Altissimo di po- viene detto Coro, o Preshiteiio, e
tervi fare felice ritorno. da alcuni cerimoniali antichi viene
Per dare un' idea degli antichi appellato Propitiatoihim. Il Berna
templi de' cristiani, descriveremo la conteneva inoltre il trono del vesco-
pianta della chiesa , secondo il rito vo, e le sedie pei preti; e siccome
greco, presso l' iconografìa tratta da si chiudeva in semicerchio, questa
Luca Olstenio, colla spiegazione del- parte era anche detta abside, e tri~
le parti del tempio. Siccome tali for- buna. Questa voce Tribuna è detta
me e parti erano in quasi tutto co- quasi Tribunal, perchè ivi era la
muni alle chiese latine, come anco- sedia di marmo del Pontefice, come
ra se ne veggono gli avanzi in al- in alcune chiese antiche ancora si

cune antiche chiese, e vai'ie parti vede, appellandosi eziandio Calcidica,


sono tuttora iu uso nella moderna Ileniiciclus, Trullus, e lliolus. 11 p.
224 CHI CHI
Morino, de Pcenìtent. lib. VI, cap. I, Cristo, situalo verso l'oriente, alla
§ X, parlando del Berna , pensa che cui direzione solevano pregare i cri-
Je prime chiese avessero due soli stiani,venne cos\ chiamato quasi
pavimenti, o separazioni : Antiqui Alta Ara, o Arca, il quale per me-
grceci, ut et latini, ecclesìas in duas glio significare l'unità di Cristo, era
tantum partes distinxerunt, in aiilani in ogni chiesa uno solo, come accen-
sive atiium laicoruni, et sanctuarium, nammo superiormente , e come si
in quo consistere episcopis, preshyte- raccoglie da molti santi padri, ed
ris, et diaconis tantum licebat. Da in particolare da s. Ignazio martire,
questo luogo, siccome tutto destinato il che accuratamente osservò il dotto

a' ministri di Dio, s. Ambrogio in- p. Cristiano Lupo, dicendoci che ne


trepidamente rigettò r imperatore fanno chiara testimonianza gli altari
Teodosio, il quale dopo l' oblazione delle antiche basiliche di Roma, nei
si era ivi fermato, come soleva fare quali si celebra dal sacerdote rivolto
in Costantinopoli, licenziandolo con al popolo , ed a' fedeli, che tulli
queste parole: Sacrarìum solis sa- stavano nello stesso luogo presenti.
cerdotihus pennum est, aliis omnibus Tuttavolta nelle iconografie delle an-
inaccessum; alle quali pai-ole del tiche chiese, come osserva il Berlen-
zelante prelato, prontamente ubbidì di, a 149, vi erano talora
pag.
ilpio imperatore, il quale poi tor- lateralmente alcune camere, chiamate
nato in Costantinopoli , ed invitato anche cellette, e monisteri, cubicula,
dal patriarca conforme il solito, ri- cioè come le nostre cappelle {Vedi)^
cusò di enti-are, scusandosi di aver non per celebrarvi messa, ma la
imparato dal gran vescovo di Mila- per ritirarvisi ad orare con
i fedeli
no, che non eragli lecito entrare nel maggior raccoglimento, ovvero ser-
santuario. Osservavasi con ogni pun- vivano per seppellirvi i defunti, sic-
tualità dai greci, e da tutte le na- come dicono s. Paolino, nell'epist.
zioni orientali , di cingere questo 12, § V , numero io, e nel suo
sacro luogo di tavole, e nel tempo Natale XI vers. 477, ed altri citati
della consagrazione chiudere anche dal Berlendi. Che se il Bona, e lo
Ja porta con un velo, per togliere Schelstratc dissero aver Costantino
la veduta dell'altare ai catecumeni, donato alla basilica lateranense Al-
e agli infedeli, e non si lasciavano ve- tana septem ex argento, si deve in-
dere i santi misteri nel tempo della tendere per altrettante mense, sulle
consagrazione, né si apriva fino a quali collocavansi le suppellettili sa-
che i diaconi avessero fatto uscire gre, che ognuna avea la sua mensa
i catecumeni, e gì' infedeli. Osserva distinta. Il rito pertanto di erigersi
Tertulliano, adv. Valen. cap. 2, 3, nelle chiese un solo altare, può cre-

che la Chiesa romana costuma fare dersi significasse che dovesse adorarsi

tutte le funzioni del sagrifizio aper- un solo Dio, seguire una sola reli-

tamente, per opporsi agli eretici gione, e professarsi una sola fede;

valentiniani , i quali nei loro riti, rito che tuttora osservano i greci,

imitando i segreti eleusiani, il tutto gli armeni, i moscoviti, gli etiopi, e

facevano con somma segretezza, e gli abissini. Ed è perciò, che per ogni

Telavano a tal fine tutte le porte. chiesa ordinavasi un solo sacerdote, dal

L'altare {Vedi), parte più emi- mimcio (Ic'saceidoli deduccvasi ((nel-

neule della chiesa, che signilica (icsìi lo delle chiese. In progresso di lem-
CHI CHI ^.nS

pò, come narra il Berlendi a pag. dente l'anno santo, e richiuse nel-
1G4, gli altari si accrebbero a lo stesso giorno
del seguente anno,
segno tale, che ai tempi di san termine del giubileo.
Gregorio I, lib. X, ep. So, trovasi I Cancelli del Sagrario servivano
ancora che in una chiesa t' erano per custodia dell'altare medesimo, e
tredici altari, com'egli scrive al ve- del presbiterio, come vediamo usato
scovo Palladio. in tutte le chiese, essere circondato,
II Cihoriuni presso i greci era un e chiuso da'cancelli. In oriente l'im-
padiglione alto sopra l' altare, soste- peratore pregava entro i cancelli,
nuto da quattro colonne, e la cui la quale usanza durò sino a Teo-
cima terminava in figura di torricel- dosio, a cui s. Ambrogio, come di-
la , come prova Du- Gange in Paul. cemmo, ne interdisse 1' entrata a
Silentiarium, pag. 569, contro Du- Milano. Dopo quel tempo il trono
rando ed altri autori, i quali hanno degl'imperatori era posto elevato nel
stimato essersi con questo nome sem- luogo dove erano gli uomini presso il

pre inteso la pyxis, nella quale si cancello, e quello dell'imperatrice era


custodisce l'Eucaristia. 11 santissimo meno elevato nel luogo ove stavano
Sagramento era anticamente custo- le donne, come descrive Sozomeno
dito in una colomba di argento, lib. 7, cap. 25. Nelle antiche basi-
appesa sopra l'altai'e, e dai greci liche il luogo, detto senatorio, era
appellata peristerion, o in un decente assegnato pei patrizi, pei senatori,
armadio, poco lungi dall'altare mag- e pei signori distinti; e le loggie in-
giore, come si vede anche in alcu- terne per le donne ,
per le vergini
ne abbazie. Il secondo concilio di consacrate a Dio, o per le monache
Tours, tenuto nel 567, oi'dinò che dei contigui monisteri, che assiste-
fosse custodito in un'arca o scatola, vano a' divini uffici , come vediamo
appiè della croce dell'altare. V. Ci- oggidì ne'così detti coretti colle gra-
DOKTo Tabernacolo, e PissmE.
, te. Il Cardinal s. Carlo Borromeo,
Le Porte Sante erano l'adito al arcivescovo di Milano, diligente ese-
medesimo altare, così dette perchè cutore de' sacri canoni, ordinò nelle
introducevano alla parte piìi santa sue visite diocesane ed apostoliche,
della chiesa, e dove si operano i che non solamente il presbiterio, e
più sacrosanti misteri della religione. coro dell' aitar maggiore si chiudes-
Così sante chiamaronsi le porte del sei'o con cancelli ma anche qual- ,

tempio di Gerusalemme, e quelle sivoglia cappella ed altare, per con-


che introducevano al Sancta San- servare verso di esso il dovuto ri-
ctorum. E dalla Chiesa romana pure spetto e decenza, facendoli demolire,
chiamansi Porte Sante [f^edi)^ quelle quando non erano capaci di tale
delle quattro basiliche patriarcali, le custodia, o cauta preservazione.
quali si aprono e si chiudono con I Prottesi, presso i greci, erano
solennissima celebrità nell'anno san- quell' altarino, sopra del quale pre-
to, venerate con somma divozione paravano con molte cerimonie il
da' fedeli massime quelle della ba-
, pane ed il vino per la messa, donde
silica vaticana, in ogni tempo, per poi li portavano nel tempo della
essere stale aperte, chiuse, o bene- consacrazione processionalmente al
dette dallo stesso Sommo Pontefice sacro altare. Tal processione soleva
nella vigilia del santo Natale prece- accompagnarsi dall' imperatore stes-^

VOL. xt. i5
2 5.6 CHI CHI
so, coperto con un manto tessuto di pus Domini attrectantem, et de sUr
oro, e colla corona imperiale in te- blimi loco Eucharistiam populo mi-
sta , e con un bastone, ovvero ferula, rdstrantcm. Altri spiegano la Solca
nella mano sinistra, venendo accom- per lo scalino avanti la porta del
pagnato da cento soldati armati, nel Sancta Sanctorum, con la congettura
giorno anniversario della sua consa- tolta da alcune parole di Simone
crazione, in cui un diacono intuo- Tessalonicense : Suhdiacouos et le-
nava queste parole : Recordetur Do- ctorcs sedere oportet extra Berna
miniis Deus potentice regni tiii in circa Soleam.
regno suo, uhique, mine, et semper, Il Naos, ossia Nave, era il mez-
et in scecula soeculorum. Amen. La zo del luogo ampio e spazioso, ove
quale antifona veniva replicata suc- stavano i fedeli ed i consistenti, cioè
cessivamente dai diaconi e sacerdoti, que' fedeli i quali stavano vicini al
che entrando nel suddetto Berna, santuario in piedi, cioè al di sopra
cantavano al patriarca la seguente : dell' ambone facendo orazione^ pre-
Recordetur Dominus Deus Pontifica- senti ai divini misteri,ed erano nel
tus tui , ubiqueeìc. Nel tempo della quarto grado de' penitenti, come dis-
santa comunione, che 1' imperatore se s. Gregorio Taumaturgo Consi- :

riceveva dentro i cancelli , come gli stentia est, ut cum fidelibus consi-
altri sacri ministri, pigliava il corpo stat, et cum
catechumenis non egre-
del Signore nelle proprie mani, ed diatur. Dall'uno, e l'altro lato sta-
il sangue dal calice tenuto dal pa- vano le donne, dandosi il primo luo-
triarca. Prima di comunicarsi incen- go alle vergini, il secondo alle vedo-

sava l'altare in forma di croce, in- ve, ed il terzo alle maritate, le qua-
di il patriarca, il quale ripigliando li dovevano stare affatto separate
il turibolo dalle mani dell' impera- dalle vergini. Parlando il citato Ber-
tore, gli rendeva il ricevuto onore lendi del bacio di pace della messa,
con incensai'lo. Levatasi poi la co- segno di pura carità, dice che non
rona dal capo, la consegnava a' dia- si dava che tra le persone di un
coni, e si accostava a ricevere la medesimo sesso, e che per questa ra-
santa Eucaristia. gione nelle chiese le donne avevano
Diaconico era un luogo vicino
11 luogo separato dagli uomini, chia-
alla chiesa , ove il vescovo riceveva mato Matroneo, di cui parlasi nelle
i pellegrini, e propriamente era la vite de' Pontefici s. Simmaco, di s.

sagrestia [Vedi), vicina al Iato della Leone III, e di s. Gregorio IV: //z
tribuna; sebbene per questo voca- aedihus sacris , dice 1' Altiiser-
bolo intendono ancora i greci quel ra, erat pars matronarum seu foe-
libro, nel quale si contengono tutte ìmnarum tabulato dislincta a parte
quelle cose, che negli uffici divini virorum, quae matronarum diceba-
spettano a' diaconi. tur; la qual lodevole divisione, co-
La Solca viene da alcuni autori me col progresso di tempo restò al-
creduta un Trono, o Soglio dal qua- terata, col ritrovarsi indilferentemen-
le, come da luogo alto, si distribuiva te confuso un sesso con l' altro, per
la comunione al popolo, per deno- conservare il decoro, e togliere ogni
tare la regia maestà di Cristo sacra- fomento d' impurità, verso la metà
mentato, come scrisse Girolamo
s. del decimo terzo secolo s'introdus-
contro i luciferiani; Episcopum Cor- se nell'Inghilterra l'uso di dare la
,

CHI CHI 227


pace con un istromento chiamato dicava la parte oblunga della chie-
osculatorio. J^. Bacio di Pace. La sa.Il Nartece pertanto, secondo Leo-

imperatrice s. Elena si sottomise ne Al lazi o, opusc. de Narlhece, era


a questa disciplina di stare fra le una parte della chiesa vicina alla
donne, pregando insieme con esse; porta, ma dalla parte di dentro,
lodevole uso che s. Carlo Borromeo nella quale dimoravano i catecume-
ristabilì a Milano, e che tuttora si ni, energumeni, e i pubblici pe-
gli
osserva in diverse parti. nitenti. Da s. Gregorio Taumatur-
L' Ambone, ringhiera, o quasi pul- go venne chiamato atidilio, ovvei'o
pito, luogo eminente nella chiesa, lociis audientium , dentro la porta
a cui si ascende per diversi gradi della chiesa, chiamandolo l'Areopagi-
abbastanza largo per capire molti ta sacro. Da esso erano caccia-
cantori e lettori. L' ambone viene ti i penitenti nel tempo della consa-
chiamato pur Analoghim, perchè in crazione : Extra templi ambitum col-
esso si legge 1' evangelio, ed è dif- locantur catechumeni, et post eos
ferente dal pulpito. I vescovi predica- energumeni, atque ii, quos antea-
vano ordinariamente sui gradini del- ctae viiae poenitet. Manent aidem
l' altare, ma s. Giovanni Grisostomo iij qui divinarum rerum, et aspe-
preferiva 1' ambone. È rimarchevo- ctu digni suntj et communione. Che
le, che comunemente due erano gli se altri scrittori hanno detto, che il
amboni nella medesima chiesa ; in Nartece fosse fuori della chiesa, in-
quello del lato destro si leggeva il tesero dire di quella parte, la qua-
testamento vecchio, e nuovo, e nel le era assegnata a' fedeli ; e nella
sinistro il solo vangelo; coli' avver- pianta, che riporta il Berlendi del-
tenza che questo si leggeva, o can- le chiese antiche, colloca nel portico
tava verso l'altare maggiore, perchè il Narthex esteriore, e presso il luo-
ne fu r autore Gesìi Cristo; il te- go audientium^ il Narthex interio-
stamento poi verso il popolo, perchè re.Vero è però, che alcuni catecu-
servisse di sua istruzione e intelli- meni per gravi delitti stavano fuori
genza ; il perchè un ambone era del Nartece, e posti nel luogo chia-
rivolto verso 1' altare, e \' altro verso mato locus flentium, di che ci dà
il popolo. Sugli amboni va letto chiaro indizio il concilio di Neoce-
quanto scrisse Nicola Ratti nella sua sarea Si quis ex perfectionibus ca-
:

dissertazione della Basilica Liberia- techumenis peccaverit, peccare cessans


na a pag. 17, nota 1. cum audientibus stet ; si ex audien-
La Porta Speciosa era
quella, per tibus est, et a peccando non absti-
la quale si entrava nello spazio del net in dejìcentium locumab Ecclesia,
luogo de' fedeli consistenti, cioè vi- extnidatur. Se dunque si discaccia-
cino al sacrario, che erano perciò più vano dalla chiesa, conviene dire che
vicini al sacrifizio ; la qual porta prima stavano dentro. Domenico
essendo più nobilmente ornata, di- Macri dice che, non essendovi piìi
cevasi Speciosa. a' suoi tempi nemmeno fra i greci
Il Nartece^ o Narthex, vocabolo catecumeni, veniva assegnato il Nar-
celebre presso i greci, era il luogo thex a'monaci laici, e nelle citata ser-
assegnato a' pubblici penitenti, ben- viva per le donne con alcuni cancel-
ché esso propriamente significhi la li, e gelosie di tavole, com' egli vide
ferula, laverga o il bastone, ed in- neir oriente.
,

228 CHI CHI


Il Battisterìo (Vedi), era un luo- Le Porte grandi erano quelle, che
go ed un fonte da alcuni chiamato dal portico, ove stavano quelli, che
cisterna, non già secondo la comu- piangevano, chiamato locus flentium,
ne voce ecclesiastica, ove soltanto si davano l'ingresso allo spazio della
rigeneravano alla Chiesa gì' infanti, chiesa, destinato per quelli, che po-
ovvero adulti col sacramento del san- tevano assistere alle sacre funzioni
to battesimo istituito da Gesù Cri- sino alla consacrazione, e poi erano
sto. I battistei'i prima erano fabbri- rigettati. La porta principale guar-
che esteriori e isolate come quel- dava all'occidente, mentre per lo più

lo lateranense, locchè si praticò sino l'altare era rivolto all'oriente, verso


al sesto secolo ; ed in questi pri- la qual parte gli antichi cristiani
ma di entrare in chiesa i fedeli , e solevano pregare, per esprimere la
consistenti, tutti usavano di lavarsi speranza, cui avevano di risuscitare
le mani e la faccia, come già avea- con Gesù Cristo. Ad esempio degli
no usato gli ebrei, col lavarsi le egizii, e dei l'omani, che ponevano
mani e i piedi avanti di entrare nel dei leoni marmorei alle porte dei
tabernacolo, cerimonia che significa- loro templi, e nel loro ingresso, gli
va la purezza interna dell' anima. antichi fedeli collocarono i simulacri
A ciò appunto serviva la fonte e- dei leoni alle porte delle chiese, af-
retta con magnificenza nell' atrio finchè tacitamente ricordassero a chi
della basilica vaticana. Eguali ceri- vi entrava il timore del giusto sde-
monie costumavano i gentili, i qua- gno di Dio, se alcuna irriverenza
li pili volte si lavavano avanti di in que' luoghi sacri si commettesse,
entrare ne' loro templi. Che pra- come meglio osserva il Borgia, nel
ticassero i cristiani tanto d'orien- tom. I, p. 267 e 268, delle sue
te,che di occidente, lavarsi le ma- Memorie sloriche. Il Ciampini egual-
ni avanti di orare, lo conferma- mente ne trattò, come il Marangoni
no le testimonianze antiche di gra- al capo LVIII, Delle cose gentile-

vi scrittori ecclesiastici, e fra gli alti-i sche delle Chiese j ove parla de' leo-
ecco come si esprime Tertulliano : ni adoperati ad oi'uamento fuori, e
Quce ratio est manihus quidem ablu- dentro alle nostre chiese, e di qua
tis, orationem
spiritu vero sordente e di là dagli stipiti delle porte.
ohircl E s. Gio. Crisostomo ratificò Il Portico era quello spazio di

questa usanza Ingres.viri templum,


: luogo, o vestibolo, talvolta chiuso
manus lavamiis. In luogo poi dei da mura, avanti le chiese, come ve-
battisteri o fonti, è succeduto l'uso diamo nelle antiche basiliche di Ro-
dell' acqua benedetta , che si tiene ma, sostenuto da colonne, dove sta-
neir ingresso delle chiese nelle pile , vano i Ingenti in abito vile ed ab-
colla quale i fedeli appena entrano bietto, i quali pregavano tutti quel-
in esse, si fanno il segno della cro- li, che entravano nella chiesa, come

ce. Sulle antiche fonti, o grandi va- abbiamo dal citato s. Gregoi io Tau-
si d* acqua presso le chiese cristia- maturgo Lucius est extra por-
:

ne, e sulle pile per l'acqua bene- tain oraloriij ubi peccatorent sian
detta presso le porte di dette chiese, tem oporlet Jidclcs introeuntes ora-
è a vedersi il p. Antonio Maria Lu- re, ut prò se pircenlur; ed è quel
pi, Dissertazioni, tom. I, p. 4^» e medesimo, che disse TcrtuHiano
Mandans sacco cincri incubare

J
seg. et
, ,.

CHI CHI 229


presbyteris advolvì, charis Dei ad- Alessandro VI concesse a chi li sa-
geniculariy omnibus fratribiis lega- liva in tal guisa, sette anni d' in-
liones deprecalioìiis suae injungere. dulgenza per ciascun gradino ; divo-
Ed era questo il primo grado della zione, che esercita vasi particolarmen-
penitenza presciitta dai sacri cano- te a' 22 giugno, come abbiamo dal
ni, da farsi sotto il portico delle Torrigio, Grotte vaticane^ p. 11^.
ove pure
I chiese,
cercare limosine. D'ordinario
tico era chiuso
i

da
poveri stavano a

tutte
il

le
por-
parti
Oggidì alcuni hanno per costume di
salire in
sa di s.
ginocchio
Maria in
le scale della chie-
Aracoeli, e della
da una specie di chiostro, sostenuto, chiesa dei ss. Michele, e Magno in
pure da colonne. Il concilio di Nan- Borgo, come anche la scala santa (/^e-
tes del 658, permise di seppellire i di). Si racconta che Giulio Cesare

morti nel vestibolo nel portico exC' e Claudio salirono in ginocchioni gli

draj cioè nelle fabbriche esterne scalini del tempio di Giove Capito-
non però nella chiesa. Circa questa lino. Sulla facciata, o prospetto ester-
regola trovasi però anche nel!' an- no poi delle antiche chiese, modella-
tichità fatta qualche eccezione alle te sul gusto de' templi pagani, si può
dignità ecclesiastiche, alla virtìi, e leggere il citato p. Lupi, Disserta-
al merito di qualche persona. Dei zioni, p. 26.
portici aggiunti alle basiliche cri- Finalmente, a migliore intelligenza,
stiane,ad imitazione dei portici, che faremo una breve ricapitolazione del-
adornavano i templi de' gentili, e lo- le parti principali degli antichi tem-
ro diverse forme e dei portici, o
, pli, e chiese de' cristiani. Avanti la
navate a due piani d'intorno ai ba- chiesa eravi un portico in cui sta-
gni presso alle chiese, egualmente va la prima classe de' penitenti, che
che ai battisteri, tratta eruditamen- si appellavano piangenti. Nella par-
te il p. Lupi, a pag. 23, e ii8, te interiore ve ne aveva subito im
così pure delle loggie, o portici alle altro appellato Narthex, ove erano
fiancate delle basiliche s\ gentilesche collocati i catecinneni, ed i peniten-
che cristiane, a pag. 29. ti, chiamati audienti, perchè ivi a-
Il Circuito era tutto quello spa- scoltavano le istruzioni dei pastori
zio, che girava intorno alla prima Seguiva la nave di mezzo, e nel-
nave della chiesa, ove da una par- la parte inferiore di essa giaceva la.
te stavano gli uomini, e dall'altra terza classe de' penitenti, che si chia-
le donne separate; nel tempo però mavano pwstrati; il restante era a
delle pubbliche penitenze non ci en- destra pei laici maschi , a sinistra
travano donne,
le per femmine. Nel mezzo della
le
I Gradini, per cui
si ascendeva ad nave eravi l'ambone o sia il pulpi-
alcune chiese, furono oggetto di ve- to pel lettore, e dove anche predi-
nerazione pei fedeli. Quelli dell'an- cava si.Il coro, ossia il santuario,
tico tempio vaticano erano venti- era ultima parte della chiesa, se-
1'

quattro di bianchissimo marmo po- parata dal restante con cancelli.


stivi da Costantino. I fedeli soleva- Quivi erano l'altare, la sede vesco-
no salirli genuflessi, baciandoli uno vile, ed i seggi dei preti, ed appel-
ad uno ; nel qual pio modo non i- lavasi absidi', perchè il coi'o era in
sdegnarono ascenderli Carlo Magno, e forma di semicerchio, intorno a cui
altri personaggi, massime dopo che erano quelle sedi. Il santuario ri-
23o CHI CHI
inaneva coperto da un velo, finché menica, pensando essi scioccamente
stavano in chiesa i catecumeni. Del- che Gesù Cristo dopo 1' Ascensione
ie principali parti poi delle descritte in cielo, avesse eletta per sua abi-
cliiese, si tratta ai rispettivi artico- tazione la sfera del sole, fondati sul-
li, mentre il più volte citato Ber- le parole del Salmo i8: In sole po-
lendi. Delle oblazioni all' altare, ri- suit tabemaculum suum.
porta a pag. Ichnographia i49 l' Passiamo a dire alcuna cosa sul-
ex variorum
niitìqui templi christìard le chiese moderne, oltre quanto già
auctorum descriptione; ed il Piazza si disse superiormente di esse. Do-
nella sua Gerarchia Cardinalizia, de- vendosi però parlare ai diversi arti-
scrivendo la diaconia di santa Ma- coli delle chiese di Roma, delle dif-
ria in Cosmedin, già scuola gre- ferenti loro forme architettoniche ,
ca, ci dà l' Iconografia della chiesa secondo i diversi tempi in cui furo-
greca. no erette, oltre quanto analogamen-
Ecco poi come il Macri al voca- te dicesi a' principali templi de' cat-
bolo Ecclesia si esprime. La chiesa tolici nei tanti relativi articoli del
anticamente era divisa in cinque Dizionario, solo ci limiteremo qui a
parti, come costumarono fare ai loro qualche generico cenno. In progres-
tempi i greci : cioè il portico fuori so pertanto di tempo invalse l' ar-
della chiesa, il nartece dentro le chitettura gotica, principalmente nel-
porte , assegnato a' catecumeni , la la fabbrica delle chiese , sebbene è
nave dove oravano i fedeli, il coro troppo noto, che la sua strana ma-
pegli ecclesiastici, e il sancta san- niera, impropriamente appellata go-
ctorum diviso con cancelli, nel qua- tica,non riconosce veruna patria,
le dimoravano i soli ministri sacri. né si può attribuire a verun popo-
S. Gregorio Taumaturgo, citato da lo, ed a nessuna epoca precisa. Vuoi-
Balsamone, divise la chiesa pure si dagl' intelligenti di tal nobile ar-
in cinque parti , chiamando Jletus te considerare come un risultamen-
il portico destinato a' penitenti pub- to, o del corrompimeuto dell'antica
blici ; auditio il nartece, ove i ca- architettura, o della mescolanza del
tecumeni udivano la parola divina; gusto oi'ientale, o moresco, con quel-
subiectio la nave nella quale sta- lo dell'architettura degenerata ; me-
vano i fedeli ; congregatio il coro scolanza, la quale operata dal caso
degli ecclesiastici; e partecìpatio sa- in tempi d'ignoranza, divenne poco
cramenti, il sancta sanctorum, ove a poco per abitudine, una specie di
entravano gli assistenti al divino sa- disordine ordinato. L' ai'chitettura
grifìcio. Siccome poi dicemmo di gotica non ricevette tal nome che
sopra, che gli antichi cristiani ora- in tempi posteriori, allora quando si

vano nelle chiese rivolti all'orien- principiò a rimettere in vigore la


te, aggiungiamo, che tal rito fu os- buona e l'antica ; e ciò nacque dal-
servato dalla Chiesa latina fino ai l' appellai'e col nome barbaro tutto
tempi di 8. Leone I, il quale verso quello, che allontanavasi dalle re-
la metà del quinto secolo, vietò ai gole prescritte dai greci e dai ro-
cattolici l'ox'are verso l'oriente ,
per mani. Il carattere essenziale dell' ar-

non sembrare di convenire co' ma- chitettura gotica consiste nell'arco


nichei, i quali adoravano il sole, in acuto, che da tutte le altre la di-

cuore di cui digiunavano la do- stingue, ed in ardita maguificcuza.


CHI CHI 23t
L'architeftura gotica non fu mai I templi de' gentili,, dice il citato
adottata in Roma, in grazia di Ro- Millin, ammettevano nel loro inter-
ma antica, e i monumenti gotici di no il concorso del popolo, che le

questa città , sono soltanto alcuni chiese de' cristiani , come dicemmo,
altarimaggiori isolati, detti confes- non ricevevano se non sotto i loro
sioni,o tribune, che veggonsi an- peristilli, e nei loro recinti accesso-
cora nelle chiese di s. Giovanni in ri. Quindi la forma, e la disposi-
Laterano, di s. Paolo fuori delle zione delle chiese moderne, non ha
mura, di s. Cecilia, e di s. Maria se non che relazioni molto lontane
in Cosmedin. Quivi però il gotico colla forma, e colla disposizione del-
Inon è già negli archi, i quali non le chiese primitive cattoliche; laon-
^sono acuti ; neppure nelle colonne, de merita l'attenzione degli archi-
che non sono pertiche, ma consiste tetti, la costruzione delle chiese
solamente in que' merletti, che con- per la loro destinazione , e pel
tinuano intorno agli archi, in quel- loro uso abituale. L'interno per-
le fronti piramidali, e in que' finali tanto delle chiese destinate alla cele-
aguzzi.Qualche ombra di archi acu- brazione delle religiose cerimonie fu
ii si vedono nella chiesa di s. Ma- ridotto, massime ne'tempi di mezzo,
ria sopra Minerva, ed in alcuni se- a contenere quattro parti, l'atrio, la
polcri in diverse chiese alla Mi- , nave, i laterali, e il coro. La na-
nerva, a S. Maria Maggiore, a S. ve è la parte più vasta, nella qua-
Maria d'Araceh, a S. Maria in le il popolo si riunisce per assistere

Trastevere, ed a san Grisogono. Si all'esercizio del culto; i laterali erano,


può prendere un' idea giusta delle principalmente nel medio evo, por-
diverse età del gotismo, che durò tici o gallerie sovrapposte talvolta
più di quattrocent'anni nell'Europa, le une alle altre, che circondavano
e delle diverse forme delle chiese la nave, e facilitavano l'accesso alla
erette con quel sistema di architet- medesima. Il coro è il luogo, ove i

tura, nell'opera del celebre Millin : sacri ministri celebrano le cerimonie


Antiquités nationalcs , ou recuil de e i riti religiosi, il quale ordinaria-
monumens, poiir servir a Vìiistoìre mente su di alcuni gradini
elevasi
generale, et particidiere de Ut Fran- al di sopra del piano della nave, af-
ce, tels que tombeaux , ìnscriptions, finchè possa il popolo vedere distin-
statues , vitraux , fresques , etc. li- tamente ciò che vi si fa. L'atrio è
res des abbayes monasteres
, cha- _, uno spazio, all' ingresso della chiesa,
teaux, et autres lieux, devenus do- praticato aflinchè le porte non cor-
maines nationnaux. Ma l'opera, che rispondano immediatamente sulla
principalmente dà gran lume sull'ar- pubblica strada. L' altare è con-
chitettura gotica , e sui diversi si- venevolmente situato nella parte an-
stemi, sulle differenti epoche, ed an- teriore del coro in faccia alla na-
cora sopra gli altri nell' architet- ve, e presso la medesima. Si dà al
tura , è quella che ci diede il dot- coro (P^edi) una forma curva, ov-
to cav. d' Argincourt , intitolata , vero semicircolax'e, ed anche semie-
Della Istoria delle arti, relative al littica nel fondo, e una volta di
disegno, e della loro decadenza, fi- diversa figura, perchè colà trovatisi
no alla loro rinnovazione sotto Raf- i cantori degl' inni , dei cantici , e
faello Sanzio. della ufficiatura; ed è perciò che
a32 CHI CHI
l'architelto dee costruire il coro se- Successivamente però fu permesso
condo le leggi dell'acustica, cioè di seppellu'e in chiesa nelle sepolture
quella scienza, che insegna a costrui- lontane dal luogo del sacrificio. Pao-
re un edifìzio in modo, che i suoni lo IV, siccome zelante dello splen-
si di fiondano in tutta l'area del tem- dore de' sacri templi ordinò che si ,
I
pio, nel miglior modo possibile, aven- togliessero que' depositi , o monu-
dosi riguardo anco al luogo ove si menti pendenti dalle pareti
eretti e
erige l'organo (Fedi). Da un lato de' medesimi, perchè pregiudicavano
del coro s' introdussero tre divisioni, alla dignità delle chiese. Tuttavolta
una quali chiamasi sagrestia
delle poi furono tollerati, e perciò se ne
(Vedi), destinata a conservare i va- veggono parecchi in alcune chiese;
si, i paramenti, gli arredi, e le sup- ma quelli , eh' erano stati innalzati
pellettili sacre per la celebrazione nel mezzo di esse, furono fatti de-
del culto; altra divisione può servi- molire da s. Pio V, secondo le pre-
re per formare le scale per ascen- scrizioni del Tridentino, facendo col-
dere sul campanile (Vedi), per le locare i cadaveri sotto il pavimento,
campane (Vedi), e nelle parti ele- o trasportare nei cimiteri. Quindi
vate della chiesa. La nave ha d'or- nuovamente venne stabilito che si

dinario la sua volta particolare, sos- tumulassero i defonti nei cimiteri,


tenuta da pilastri, o da colonne. Ol- meno alcune eccezioni e riserve ,
tre l'altare principale, la chiesa se- per riguardo a certe persone, e che
condo la sua capacità, ha un nu- quelli si erigessei'O non più presso le
mero di altari fìssi, a difierenza del- chiese delle città o luoghi, ma in
l'aliare portatile, il quale si fa per si- distanza , e fuori dell' abitato, ove
tuarlo nelle cappelle, nel mezzo del- per altro suol fabbricai*si contigua
la navata, od altrove, secondo i bi- una cappella, oratorio, o chiesa.
sogni. Il cimiterio (Vedi) poi fu Dio appellò il tempio, sua casa,

destinato sino dai primi secoli del suo trono, suo santuario, suo luof^o
cristianesimo per seppellirvi i fedeli, santo, ed è perciò che le chiese de-
che non potevano tumularsi dentro vono esser costruite con grandiosità,
la chiesa , giacché in essa seppelli- e religiosa maestà in tutte le parti,
vansi i cadaveri di quelli, ch'erano come pure negli ornamenti. Essa al
morti in odore di santità, i sacer- primo riguardarsi deve riscuotere
doti, e i vescovi, mentre gU altri venerazione dai fedeli, il perchè deb-

cadaveri si seppellivano nel circuito bonsi evitare i tritumi, e gli orna-


della chiesa, o ne' suoi portici. Dal menti staccati, che distraggono l'oc-

seppellire, che si facevano i defunti chio dal complesso : inoltre gì' intel-
nelle chiese nel terzo secolo, Ter- ligenti di tal genere di architettura
tulliano chiamò le chiese del suo dicono, che il carattere di una chie-
tempo, a cagione dei defonti ivi se- sa di perfetta costruzione, è la sem-
polti, Arcce sepulcrorum, laonde ven- plicità unita alla grandiosità. Nel-
nero chiamate cimiteri. Fu il con- l'epoca del decadimento dell'arte, si
cilio di Braga del 563, che concesse sono formate nei laterali delle chie-
di seppellire i defonti intorno alle se, massime più grandi, diverse cap-
muraglie delle chiese, dove dipoi per pelle, ciascuna con separalo altare;
maggiore religione furono erette cap- uso, che divenuto a poco a poco
•pelle per sepoltura de' particolari. comune, dall'arte viene ritenuto cosa
,,

CHI CHI a33


imbarazzante, dicendo gli architetti, magnifiche sono quelle di s. Sofia,
che le cappelle distruggono runità di s. Paolo di Londra e , le catte-
'del complesso. Finalmente, lo ripe- drali di Milano, Colonia, e Firenze ec,
tiamo ancora, una chiesa a prima superate tutte dall' augusto tempio
vista deve mostrare grandezza e di- Valicano in Roma. Per la conser-
gnità anche nel suo prospetto esterno. vazione di questo , fu istituita una
Talvolta sono d'ornamento a questa congregazione di Cardinali, chiama-
, le torri, e producono buon effetto ta della fabbrica di s. Pietro, la cui
anche le cupole. In Roma la chiesa prefettura è devoluta al Cardinal ar-

i «li

per
vanta
s.

Io
Agostino,
dal Cardinal d' Estouteville
dir meglio
la cupola,
eretta nel

da lui riedificata
che è la prima in-
XV
,
se-

o
ciprete della basilica, sino
dinal Gio. Battista Pallotta, per con-
cessione fatta da Sisto
i5g8. Per le altre chiese per lo
più incombe ai fabbricieri l'ammi-
V
dal Car-

nell'anno

nalzata in Roma, lodandosi l'esterno,


che comunemente chiamasi la fac- nistrazione delle rendite per la ri-
ciata, la più ragionata che siasi fatta parazione, e ristauro delle medesime.
in detta città prima di quella di
,
Il Santese ha la cura della chiesa,
s. Pietro. chiamato generalmente Mansiona-
Il Millini osserva inoltre , che i rio (Vedi), le cui attribuzioni sono
greci neibuoni tempi dell' arte ri- diverse secondo i .vari paesi, e tal-
guardarono l'ordine jonico, come il volta viene confuso col fabbricicre,
piìi conveniente per le loro chiese, e col sagrestano. Dal Macri appren-
e che questo converrebbe anco alle diamo, che chiama vasi Eeclesiarcha,
nostre, sebbene non debba del tutto il prefetto della chiesa, o capo di
disprezzarsi 1' ordine dorico. Il me- essa , officio particolare del clero di
desimo autore mostra il desiderio Costantinopoli. V. il Cecconi, // sa-
che le chiese fossero isolate, ed eret- cro rito di consagrare le chiese , il

te in piazze spaziose, e non con con- capo V Descrizione minuta di tutte


tigue fabbriche di monisteri, conventi, le parti d' una chiesa , e ciò che dì
canoniche ec. Nota inoltre , che i mistenoso in essa si contiene, con
primitivi cristiani celebravano i di- tutte le relative spiegazioni mistiche.
vini ufficii in sotterranei, e luoghi
nascosti, e che Costantino li trasse § ITI. Licenza del vescovo per l'ere-
da quei tuguri abbandonando loro zione delle chiese, e cerimonie sa-
alcune delle basiliche ove anticamen- cre pel gettito, e benedizione della
te si amministrava la giustizia , e prima pietra, e principio de' fonda-
che quindi le prime chiese cristiane menti.
dopo la persecuzione, furono presso
a poco fabbricate su quella forma. Non può il fondatore di qualche
Anche nel fabbricare la celebre chie- dìiesa, oratorio, o cappella, incomin-
sa di s. Sofia di Costantinopoli (Pedi), ciarne la fabbrica, senza espressa li-

si ritenne la forma dell'antica basi- cenza del vescovo diocesano , sotto


lica di s. Pietro. Ad imitazione della la cui giurisdizione ritrovasi l'area,
sontuosa chiesa di s. Sofia, si eresse e il suolo destinato a questo effetto,
quella di s. Marco in Venezia , e giacché il concilio Auivlian: dist. I
così venne introdotto nell' Italia il De Consecrat. comandò : edificare
gusto delle cupole. Le chiese poi più ecclesiani nemo poteste nisi auelori-
,

234 CHI CHI


vescovo adunque,
tate dioecesatìi. Il del suo fondatore, o padrone del
avvisato preventivamente , deve re- luogo, e poi col titolo di qualche
carsi a riconoscere il sito, e la ca- santo, come afferma il Baronie al-

pacità della fabbrica , deve atten- l'anno 112. Difatti in Roma vi so-
tamente considerarne la necessità, no ancora varie chiese antiche col
e particolarmente se da un tale edi- titolo de'fondatori, o proprietari del
fizio ne possa risultare utile al po- luogo, non che con quello del santo,
polo , ed aumento alla pietà de' fe- a cui furono dedicate. Tali fra le altre
deli, maggior gloria di Dio.
per la sono le chiese de' ss. Silvestro e
Alloi'a quando si rinvengano con- Martino nella regione de' Monti, che
corrervi tali circostanze, può libera- appellasi titidus Enuitii, de' ss. Nereo
mente concedere la facoltà di fab- ed Achilleo , detta titulus Fasciola,
bricare, e ponendo egli stesso pel e di s. Vitale, che viene chiamato
primo la mano all'opera, può dise- titulus Vestince. Confermasi tutto que-
gnare il pubblico atrio, innalzarvi sto dalle parole, che s' incidono nella
in mezzo la croce chiamata titolo lapide, in cui, oltre il nome del ve-
che anticamente solevasi benedire scovo , si leggono i nomi di quei
con solenni cerimonie, e disporre le santi, che devono essere titolari
cose necessarie per gettare nei fon- della chiesa. V. Orditi. Roman, de
damenti la prima lapide. Dice, il divin. offic. cap. de cedif. Eccl. ,
Macri , che l' erezione della croce pag. 107.
per parte del vescovo significa la , Riflettono in questo proposito i

sua giurisdizione , la quale erezione sacri dottori,che le chiese si fab-


dai greci veniva chiamata Stauro- bricano, e si dedicano direttamente,
pegium. e principalmente a Dio, quindi si
Viene ciò confermato coll'esempio dedicano e fabbricano pure in onore
degli antichi fedeli, i quali volendo della beata Vergine Maria , e dei
fabbricare luoghi sagri, li contrasse- santi. Si getta nei fondamenti la pri-
gnavano prima colla croce, per di- ma lapide alla gloria di Dio, a cui si

notare, che il sito destinavasi al culto deve il primo culto di latria, e bene
di Dio, e non poteva più servire ad lo dinotano le parole ivi incise: Deo
uso profano ; ed il Pontefice s. Gre- Opùmo Maximo; ma perchè anche ai
gorio I proibì di fabbricare le chie- santi si suole tributate un secondo
se ove già erano stati sepolti de' ca- culto, che dicesi di dulia, perciò vi

daveri, pel pericolo di confondere s' interpone 1' intercessione de'mede-


le reliquie dei martiri , colle ossa simi, come titolari del luogo. Sem-
degli altri. La prima lapide , che bra poi convincente la ragione, per-
gettasi ne' fondamenti, deriva dal chè se nella chiesa si offre princi-
sasso, che qual altare Giacobbe de- palmente al divin Padre l' incruento
dicò a Dio, e trasmutò in un' abi- sacrifizio del Figlio, quanto meglio
zione, che fosse degna della casa di saia questo piìi aggradevole ed efti-
lui Lapis iste, qiiem erexi in titu-
: cace, che nella intercessione eflicacis-
Luin, vocabitiir domus Dei; titolo che sima dei Santi, laonde l'evangelista
i dottori chiamarono titolo di pre- s. Marco edificò in Alessandria una
conio, di memoria, e di trionfo. A chiesa al suo maestro l' apostolo s.

suo esempio i fedeli intitolarono pri- Pietro.


ma di erigere la chiesa , col nome Ora diremo delle ccrimouie, che
CHI CHI 2a5
si fanno nel benedire, e porre la quale essendo stata stabilita dal mu-
prima pietra, o lapide nei fonda- ratore, il vescovo la benedice coll'ac-
menti della nuova chiesa, e de' vari qua, dicendo Asperges me etc, che
:

misteri, che rappresentano. Prima si seguita col salmo Miserere. Da


adunque di tal benedizione, fa duo- questa benedizione il vescovo passa
po eiigere una gran croce di legno a benedire fondamenti, aspergen-
i

nel luogo precisamente ove si deve doli coir acqua benedetta, se sono
situare l'altare maggiore. Ciò fatto, aperti, diversamente gira intorno ad
deve il vescovo vestirsi sopra il roc- essi già disegnati, e tutti gli asperge
chetto, e sulla cotta, se è regolare, in questo modo. La prima volta,
di amitto, camice, e cingolo, stola, aspergendo sino alla terza parte dei
piviale di color bianco, mitra sem- fondamenti, si canta l'antifona: O
plice, prendendo colla sinistra mano quam metuendus est locus iste! etc.
il pastorale. Quindi giunto al luogo col salmo Fundamenta ejus eie, e

dell' edifizio, depone la mitra, bene- si termina con una breve orazione.
dice il sale e l'acqua, nel modo Dipoi intonando le antifone Pax :

notato nel Pontificale romano. Ter- aeterna etc, asperge parimenti fino
minata la benedizione deli' acqua, alla terza parte de'fondamenti aperti,
con questa asperge il luogo ov' è o disegnati , e vi recita anche un'al-
stabilita la croce, dicendo colla mitra tra orazione. In fine intona l'anti-
in capo Signiim salutis pone. Do-
: fona : Bene fundata est domus Do-
mine Jesu Chrìste, in loco isto, et ne mita etc, che dal coro si prosegue
permittas introire Angelum percutien- col salmo Lcvtatiis sum in his; indi
:

tem, col salmo : Quani dilecta taher^ asperge l'ultima terza parte de'fon-
nacula tua etc. Dopo il salmo recita damenti medesimi, e ritornando ai
una breve orazione, quale
nella luogo ove avea posta la lapide, de-
nomina il santo, o la santa in onore posta la mitra, dopo breve orazione,
di cui edifica
la chiesa. Seguendo intona l' inno : P^eni creator Spirìtus,
anche senza mitra, fa la benedizio- e genuflesso sino alla fine del pri-
ne della prima lapide , con varie mo versetto, s'alza di nuovo, e ter-
orazioni; l'asperge coli' acqua bene- minato dice: Desccndaty qucesumus
detta , e collo scalpello fa in quella Domine Deus nosler, Spirìtus, etc.
un segno di croce, dicendo : In No- con altre orazioni. Dipoi ripresa la
mine Patris, et Filii, et Spirìtus mitra, si pone a sedere nel faldisto-
Sanati. Amen. rio, esorta il popolo a contribuire per
Si pone quindi su di un tappeto la fabbrica della chiesa , e compar-
il faldistorio,
indi il vescovo colla tendo la solenne benedizione, la.
mitra in capo genuflette, finché si pubblicare l' indulgenza, e quindi si
cantano tutte le litanie, dopo le prepara per messa, in caso che
la
quali intona l'antifona: Mane surgens voglia celebrarla, la quale deve dirsi
Jacob, erigebat lapidcm in titidum etc, di quel santo, in onore del quale
proseguendo il coro col salmo: Nisi viene fabbricata la chiesa.
Donùnus cedifìcaverit domum , etc. ; Questa funzione, che si fa dal ve-
tocca, e pone
piima lapide
la detta scovo, colla sua licenza si può fare
nei fondamenti, dicendo: In Jide da un sacerdote, col rito prescritto
Jesu Chrìsti coUocamus lapidem istum dal Rituale romano. Ne mancano e-
prìniaiiuiìi in hocfundaniento etc. , la sempi , che la facessero aucu i som-
236 CHI CHI
mi Pontefici, e per accennarne al- numero 4800 riporta la consacra-
cuno degli ultimi, Benedetto XllI zione, che di tal chiesa fece Bene-
ai 19 maiYO 1727, per la fabbrica detto XIV, alla presenza de' porpo-
dell' oratorio di s. Maria in Via, vi rati, e coir assistenza de' Cardinah
pose la prima lapide, la quale con- Cavalchini , e Gentili , nell' anno
sisteva in una cassettina di marmo 1748.
con analoga iscrizione sopra, dentro I Romani Pontefici non solo po-
la quale era vi una lamina di metal- sero la prima pietra nelle nuove
lo, con alcune medaglie e divozio- chiese, ma anco in altri sacri edifizi
ni, e l'iscrizione coi nomi della b. ad esse appartenenti, come le loro

Vergine, e del suo sposo s. Giusep- esterne facciate e sagristie. Difatti si

pe, a' quali dedicavasi V oratorio, con legge nel Diario di Roma numero
V epoca della funzione, e col nome 2553 dell'anno 1733, che Clemen-
di chi la eseguì. Lo stesso Pontefi- te XII, ad esempio di quanto pra-
ce, nel medesimo anno, pose ancora ticò Paolo V per l' ex'ezione della
la prima pietra nelle fondamenta del- sontuosa facciata della basilica vati-
la chiesa di s. Maria della Quei'cia a cana nel 1608, parato di stola e
campo di Fiori, la qual funzione leg- mitra, bencdìi,come prescrive il ce-
gesi descritta nel numero i582 del rimoniale romano, la prima pietra
Diaiio di Roma del 1727. Nell'anno pei fondamenti della magnifica, e bel-
seguente 1728, lo stesso Benedetto la facciata della basilica lateranense;
XllI, come descrive il numero 1696 pietra, che nel giorno appresso tì
del citato Diario, solennemente mi- pose colle consuete formalità il di
se la prima pietra fondamentale per lui nipote Cardinal Guadagni vica-
la nuova chiesa di s. Claudio dei rio di Roma. Dipoi il Pontefice Pio
borgognoni, pronunziando un eru- VI, neir erigere presso la basilica
dito sermone. Nella lamina, ch'ei'a vaticana la magnifica sagrestia, ai
dentro la detta pietra, leggevasi una 22 settembre 1776, collocò solen-
iscrizione riguardante il Papa, il re nemente la prima pietra con tut-
Luigi XV, e la nazione borgognona, te le cerimonie prescritte dal Ritua-
ed il santo in onore del quale si le romano, in una cassetta di mar-
erigeva, colla rispettiva epoca. Inol- mo ivi riposta, oltre gli Agnu^ Dei
tre Benedetto XIII pose nella det- benedetti, e le medaglie, in una del-
ta pietra a guisa di casset-
fatta le quali eravi la con
di lui efligie

ta, una pigna dorata, un' ampolla iscrizione composta dal beneficiato
d' olio santo, tre Agnus Dei grandi, Spalletti, e si legge a pag. 25 della
ed alcune medaglie, oltre quelle, che Sagrestia Valicana da , descritta
vi pose il Cardinal Polignac, amba- Francesco Quindi Pio
Cancellieri.
sciatore di Francia. Benedetto XIV, VI, a'i3 giugno 1784, bencdl so-
nel 1 742, benedifondamenta, e
le lennemente la sagrestia, e consacrò
la prima pietra della chiesa di s. A- il suo altare. Non deve tacersi, che
pollinare, che fece riedificare dal cav. talvolta i Pontefici benedirono la
Fuga ; funzione celebrata solenne- prima pietra senza collocarla nelle
mente, alla quale intervenne il sa- fondamenta, non che le medaglie,
cro Collegio, come si ha dalla de- eseguendone altri la funzione, sicco-

scrizione fatta nel numero 391 5 del me praticò Innocenzo X, Pamphi-


citalo Diario del 1742, mentre il ly, colla sua chiesa di s. Agnese,
,,, ,

e ri I CHI 237
in Piazza Navona. Difatti abbiamo adìvssee au prìncc elcctoral de Bran-
tlal diarista Gigli, che a'i5 agosti) debonrg, à l'occasion de la premie-
i652, giorno sacro all'Assunzione re pierre, qu' il à poseiì lui meme
della b. Vergine, fu gettata la pri- au fondemant da tempie, qu'on a
ma pietra ne' fondamenti di detta constndr pour le francois refugicr
chiesa, già benedetta prima da Inno- dans le quartier de Berlins, nomnie
cenzo X, che ve la fece porre dal Fridericlistadty Berlin 1 70 1 ;
Bernard
principino Gio. Battista Pamphily du- Nouvelle de la repub. des Lettres,
ca di Carpineto , con medaglia a- 170 1, octob. 45'8j non che il cita-
vente un'iscrizione, che riferisce il to Cecconi, al capo IV, Delle ceri-

Martinelli nella Roma ex Ethnìca monie, che si eseivitano nel benedire,


sacra, a pag. 4^^. Dopo recitate le e gettare la prima lapide ne' fonda-
litanie proprie della funzione, mon- menti delle chiese , e dei vari miste-
signor vicegerente vestito pontifical- ri che rappresentano.
mente, legò con una fettuccia la Dicemmo di sopra, che il vesco-
pietra benedetta dal Papa, e a po- vo, dopo aver terminata la recita
co a poco fu calata nelle fonda- delle preci proprie della benedizione
menta, passando il nastro per le dei fondamenti , e della prima pie-
mani del prelato, e del principino tra per le chiese, esorta i fedeli a
alla presenza di vari distinti per- contribuire per la fabbrica delle
sonaggi. medesime, ad esempio dell' erezione
La benedizione de' fondamenti del- del tabernacolo degli ebrei. I Ro-
la chiesa, l'imposizione della prima mani Pontefici invitarono fedeli i

pietra o lapide, cogli yia;niis Dei col premio delle indulgenze a con-
benedetti, e le medaglie, è piena di correre alla erezione de' sagri tem-
che eruditamente
mistici significati, pli, il perchè, a non dire di tutti,
descrive, e spiega Carlo Barlolom- Nicolò V fece promulgare l' indul-
meo Piazza nella sua Gerairhia genza per la fabbrica della chiesa
Canliiinlizia, alla pag. /\.'j(ì, e 4^*^» di s. Pietro in Saintes nella Fran-
nelle digiessioni, DrW on'giiie e mi- cia, come riporta il Rinaldi all' an-
stero ecclesiastico dì ponr: con so- no 14B1, n. g, anzi questo Ponte-
lennità In prima pietra ne' fonda- ai
fice, 17 giugno i45>3, concesse
menti delle chiese; e dell'uso, miste- pure l'indulgenza a quelli, che pie-
w, ed angine di porre ne'fondnnien- stassero aiuto nel ril'are le mura di
ti delle i^ran fablmche le mcdaf;lie Medina Sidonia, atterrate dai mori
descrivendo la funzione eseguita ai o maomettani della Spagna. Lo stes-

27 febbraio 1702 da Papa Clemen- so Rinaldi all'anno 1476, n. f), de-


te XI, nel porre la prima pietra scrive r indulgenza pubblicata da
alla basilica de' ss. XII Apostoli, da Sisto IV, da lucraisi da
che quelli,
lui (atta riedificare dal cav. Fran- concorressero all'edificazione di una
cesco Fontana, nella quale fece in- chiesa; e Giulio II la promulgò per
castrare tre medaglie, cioè di oro, di la Ixisilica vaticana , allora quando
argento, e di metallo. Inoltre su que- concepì il vasto disegno di renderla
sto argomentopossono consultarsi in incomparabile sontuosilìi
quella
Carlo Ancillon, Disserlalions sur Vu- che ammiriamo, come si legge pres-
sr/ge de nictlre la premiere pierre so il Pallavicini, Tlist. Concìl. Trid.
aufondcmant des Vedijices publitiucs, lib. 7, cap. 2, n, 7. Quindi il di
, ,

238 CHI CHI


lui successore Leone X, Temendo pro- se,secondo i bisogni di esse. Da ul-
seguire le grandiose idee di Giulio timo Leone' XII, ai 25 gennaio
II, non essendo sufficienti i tesori 1825, pubblicò un Enciclica f colla
della camera apostolica, ricorse alla quale invitò tutti i vescovi del mon-
pietà de' fedeli col premio delle san- do cattolico, ad accorrere co' loro dio-
te indulgenze, ordinando Cardinal al cesani, per la riedificazione dell' in-
Alberto di Brandemburgo, cbe per cendiata basilica di s. Paolo.
mezzo dei zelanti predicatori le fa-

cesse notificare nella Germania. Il

domenicani, § IV. Benedizione e consagrazione


Cardinale si servi dei
delle Chiese.
il che diede pretesto all'agosliniauo
Martino Lutero, per iscagliarsi fu-
riosamente contro le indulgenze, e Fabbricata che sia la chiesa, non
per dare principio nel iSiy alla si possono ivi cantare i divini uffi-
sua apostasia, ed a' suoi perniciosis- ci, celebrarvi il santo sagrifizio, e
simi errori. Natale Alessandro, Hi- le altre ecclesiastiche e sagre funzio-
stor. Eccl. tom. Vili, p. 3 2, num. 3 ni, se prima non venga benedetta
confuta le calunnie, che su tale ar- o consagrata. Si esige questa legge
gomento eransi inventate contro rigorosa, ma insieme giusta, per la
Leone X. santità di quel Signoi-e cui è desti-
Per riguardo a' restauri delle chie- nato luogo, tanto più che dagli
se, i Pontefici concessero eguali in-
il

esorcismi, i quali preventivamente \


dulgenze, e nel iSgo Bonifacio IX si fanno, si apprende la necessità di
concedette ad alcune città della Ger- eseguirli. Difàtti il vescovo colla
mania , che potessero acquistare moltiplicità delle croci, e colle asper-
quelle dell'anno santo , cui egli ce- sioni dell'acqua benedetta, intende
lebrava in Roma
mediante la vi- , purgare e santificare il luogo colla
sita di alcune chiese loro, e con da- forza degli esorcismi dai maligni
re quel danaro, che avrebbono spe- Con questa benedizione
spiriti. si

.so nel viaggio per recarsi a Roma, domanda a Dio tutto il bene in
per la restaurazione delle chiese di virtù della sua invocazione, ed aiu-
questa città. Il concilio di Yorck, to. Essa può eseguirsi dal vescovo,
celebrato nell'anno 1 9^,
1 prescrisse e da qualunque sacerdote, ma colla
col canone quinto, che se i titolari diversità dei riti , che andiamo a
trascurassero di restaurare le chiese, descrivere. Ove intervenga l'unzione
e provvederle di ornamenti, arredi, del sagro crisma, e dei santi ohi
e suppellettili sagre, vi sarebbe prov- la benedizione spetta al vescovo, e
veduto con ordine del legato apo- chiamasi solenne, reale, e costitutiva,
stolico, sopra le rendite delle chie- perchè ha il compimento di tuUe
.se. V^. V allocuzione di Benedetto le altre, e molto più perchè la ma-
XIV recitata nel concistoro dei 3 teria benedetta e consagrata non
marzo 17495 -^nnxis Jubilaei, e ri- può convertirsi in uso profano; più
portata nel suo Bollarlo, tom. III, rigorosamente poi dicesi consacra-
p. 121, nella quale con un'eloquen- zione. Se poi in tali cerimonie si

za ed erudizione tutta sua propria fanno solo alcune preci, ed orazio-


invitò i Cardinali a riparare^ ed ab- ni analoghe, la funzione viene ese-
bellire i loro tìtoli, diaconie, e chie- guita da un sacerdote, e chiamasi
, ,,,

CHI CHI 239


benedizione verbale, invocativa, e pri- pertanto, ad esempio di tali conces-
vata. sioni, ai 16 novembre 174^5 col di-
Dalla descritta distinzione elnara- sposto della costituzione Ex siiis

mente ricavasi la diversità, die pas- Bull. Mag. Appcnd. I, p. II, abi-
sa tra la benedizione, e Ja consa- litò l'abbate de' benedettini di Kem-
grazione della chiesa. Differiscono pten nella provincia di Magonza, a
tra di loro a riguardo della mag- consagrare la chiesa del suo moni-
giore, o minoi'e solennità , ovvei'o stero. In oltre non mancano esem-
dalla varietà de' riti. Qualora la pì, che i Papi autorizzarono i Car-
chiesa si benedice, si fa intendere dinali a con sagrare chiese insigni
ai che quello è il luogo de-
fedeli, nel loro nome, e come facesse la
stinato loro per ritrovare la propria funzione lo stesso Sommo Pontefi-
salute, per supplicare l'Altissimo, e ce. Da ultimo il regnante Gregorio
per ottenere il conseguimento delle XVI, col breve apostolico Ubi pri-
grazie che s'implorano. Ma quando mum magno cunt animi nostro, da-
poi si consagra, si dà un pieno at- tura in arce Gandulphi, sub annu-
testato del rispetto e della riveren- lo Piscatorio die XVIII mensis au-
za, che deve al santuario, e viep-
si gusti, anno 1840, deputò, e costi-
piìi si apprende V eccellenza della tuì ad eseguire le pontificie sue ve-
divina maestà. In fatti, che la chie- ci, nella solenne consagrazione del
sa sia consagrata, o benedetta, non celebre santuario della chiesa di s.

altera punto il carattere essenziale Maria degli Angeli, presso Assisi


che essa ritiene, di essere degna ca- rifabbricata dalle rovine del terre-
sa di Dio. Tale è, o sia purgata moto, il Cardinal Luigi Lambruschi-
colle benedizioni, o santificata colle ni ; concedendo a tal fine il mede-
sagre unzioni; non accresce la dif- simo Pontefice l' indulgenza plena-
ferenza di rito, e della cerimonia ria in forma di giubileo ; funzione
che maggior splendore alla medesi- che descrive il supplimento al num.
ma, ed obbligo più stretto a' fedeli 76 del Diario di Roma del 1840.
per rispettarla. Adunque la benedi- La detta indulgenza dai Papi per
zione può esser fatta da qualunque simili azioni fu concessa anche par-
sacerdote, colla licenza però dell'Or- zialmente, leggendosi nella vita di
dinario, ma la consagrazione spetta Urbano IV, eh' egli nel 1 26conr

al Papa, ed al solo vescovo. Per due lettere apostoliche, accordò a


conto della benedizione, il Rituale s. Lodovico IX, re di Francia, ed
romano la descrive distintamente. al suo primogenito, che fu poi Fi-
Va
qui avvertito, che al Sommo lippo III, il privilegio di conseguire
Pontefice s. Evaristo, creato l'anno un anno, e quaranta giorni d'in-
112, dobbiamo le cerimonie che ag- dulgenza, insieme a quelli, che in
giunse al rito delia consagrazione loro compagnia assistessero alla con-
delle chiese, passate dal vecchio al sagrazione di qualche chiesa e cap-
nuovo testamento; e che talvolta i pella.
romani Pontefici abilitarono ad e- Prima di passare a descrivere il

seguire la consagrazione delle chiese rito della consagrazione delle chiese,


anco ecclesiastici non insigniti della pi'emetteremo alcune cose necessarie
dignità episcopale, a seconda delle cir- ad essere qui accennate. Avanti per-
costanze, e de'luoghi. Benedetto XIV tanto di consagrare le chiese colla
24o CHI CHI
pienezza delle celesti benedizioni, e di tal dedicazione, sagrlficò ventidue
coir unzione de' sagri crismi, è giu- mila bovi, e ventisei mila montoni.
sto e convenevole che sieno rimossi Abbiamo inoltre che Giuda Macca-
tutti gl'impedimenti, quali potessero i beo , avendo purgato
tempio di il

cagionare il conseguimento di un Gerusalemme ed


dalle sue profanità,
tanto fine. Primieramente se la chie- immondezze, e fattosi un altare nuo-
sa fosse stata fabbricata per cupidi- vo di pietra, celebrò l'encenia, ed or-
gia di farvi acquisto di danari o dinò che si celebrasse ogni anno, della
robe, secondo il canone del conci- qual festa riparleremo al § VI. F^.
lio di Bi'aga, non può in veruna Paganucci il tempio di Salomone
maniera consagrai-si. Rimane altre- materiale e mistico, Roma 1787, e
sì impedita la consagrazione della Hieronymi Pradi, et Jo. Bapt. Yil-
chiesa, se vi fosse stato sepolto il lalpandi gesuiti Apparatus urbis ac
,

cadavere di qualche pagano, ereti- templi hierosolymitani, Romse 1 596.


co, o pubblico scomunicato, come Conchiudiamo con Durando, Ralio-
prescrisse il concilio Aurelianense al nal. qffic., che gli ebrei non offri-
canone 27; che se poi ai detti im- rono sagrifici a Dio che in luoghi
pedimenti si aggiunga il sapersi es- purgati e consagrati; e col p. Gal-
sere stata eretta co' mali acquisti di luzzi, pag. 5, ricavasi dai sagri ca-
traffichi illeciti ed alterati, non deve noni, che la consagrazione delle chie-
in verun modo consagrarsi, per quel- se nonsolo è approvata, ma coman-
le ragioni, che descrive il citato Cec- data, massime da quelli del concilio
coni a pag. 25, e seg., il quale in Niceno e dall' Ipponese , citati da
,

oltre conchiude , riportando un fu- Gi'aziano, de consacrat. disi, i, P^.


nesto esempio, che i vescovi appren- il capo IV del citato autore Di :

dano a dedicare a Dio la sua casa alcune cagioni di consagrarsi le chie-

con quelle cerimonie, leggi, e riti se, e delle cerimonie praticate nel con-
prescritti dai sagri canoni, ed appren- sagrarle. La
ne abbracciò il
chiesa
dano altresì i fedeli ad impiegare rito, e Gesù bambino
Cristo ancor
per le fabbriche delle chiese, cap- ne promosse l'imitazione, mentre la
pelle, ed oratori, il danaro giusta- sua capanna ed il presepio cangia-
mente acquistato. ronsi in tempio, nell'offerta che fe-
Il rito di consagrare le chiese è cero i re magi ; la spelonca perciò
antichissimo, non che pieno di gra- divenne tempio , e il presepio un
vi misteri, la cui origine rimonta altare. S. Cirillo ci avvisa, che dagli
coir erezione stessa de' templi ; dap- apostoli fu consagrato in chiesa il

poiché Giacobbe nel fobl)ricare un cenacolo ove avevano ricevuto lo


,

altare, pure il consagrò. Mosè nel- Spirito Santo, sala che rallìgurò an-
r erigere il tabernacolo per espresso che la Chiesa universale. Anzi, secondo
comando di Dio, volle anco consa- Niceforo Calisto, Hist, lib. 2, cap.
grarlo ; e Salomone, che dalle stes- 33, fu tale la sollecitudine degli
se mani di Dio ricevette il disegno Apostoli, che in ogni luogo ove pre-
per la costruzione del famoso tem- dicarono il vangelo, consagravano
pio di Gerusalemme, ottenne anche qualche od oratorio
chiesa ed è ,

r oracolo di celebrarne la Sagra : perciò che il Pontefice $. Clemente


Dedicavil domwn Dei rex , et I, creato l'anno 93, successore non

unii'crsus populus , e nel tempo meno che discepolo di s. Pietro, tra


, ,

CHI CHI 24,


le altre sue ordinazioni, decretò che teria, pure deve essere riconsagrata,
tutti i luoghi di Gl'azione fossero a anco se si dubitasse della sua con-
Dio consagrati. Certamente a tem- sagrazione, come stabilì Benedetto
po di s. Paolo le chiese erano con- XUI nel concilio romano, tit. 25,
sagrate, al che allude egli, come cap. 3.
vogliono alcuni dottori, scrivendo ai Sebbene la funzione della consa-
corinti al e. 1 1 : Aiit Ecclesiam Dei grazione della chiesa possa cele-
contemnilisl S. Urbano I, eletto nel- brarsi in qualunque giorno, doven-
l'anno 226, consagi'ò in chiesa la dosi Dio onorare in ogni tempo
casa di s. Cecilia, come riferisce il tutlavolta è più conveniente eseguir-
Metafi-aste ; s, Marcello I , creato la nel giorno di domenica, o in al-
l'anno 3o4, consagrò la chiesa di tro dì solenne ; sopra di che è a
s. Lucina, come racconta il Papa vedersi il p. Galluzzi gesuita, // Ri-
s. Damaso e. 21.
I, Vero è però, to di consagrare le chiese a pag.
che la solennità della pompa, con 5 e Q. Che la consagrazione della
cui si celebi'a oggidì la consagra- chiesa fu chiamata battesimo, quan-
zione, aumentò in progresso
si di tunque non ne sia che un segno ed
tempo, dopo che Costantino nel ri- un simbolo, lo abbiamo da Ivone, De
donare la pace alla Chiesa, fabbri- Sacr. Dedic Ipsuni tenipluni suo
:

cò sontuose chiese Anche i tem- . modo, et ordine haplizamus. De-


pli de' gentili già ricettacolo dei terminatosi adunque il giorno, deve
falsi numi, e nido menzogne, si di l'arcidiacono, o altro superiore, notifi-
convertirono in chiese, coli' appro- carlo al clero ed al popolo, affinchè
vazione del pio imperatore Teo- nel dì precedente si dispongano colle
dosio II, rimanendo purgati, e con- orazioni e col digiuno, a cui sono an-
sagrati colla santità delle venerande co tenuti il vescovo, e tutti quelli che
reliquie de' martiri; laonde il Pon- domandano la consacrazione della
tefice s. Silvestro I, a seconda del- chiesa. Si suole invitarvi i vescovi
le prescrizioni de' suoi predecessori viciniori, come lo fu s. Ambrogio
ne stabilì il rito solenne, il quale fu per la sagra di una chiesa in Bas-
amphato, e confermato da altri Pa- siano, pio costume che conferma s.

pi, massime da s. Felice III det- Gregorio I, nel Dialog. l. Ili, e. 33.
to IV. Dal Burio poi, Notit. Rom. Nella sera poi, che precede sì me-
Pont., si rileva, che s. Innocenzo I moranda giornata , il vescovo deve
stabilì, che le chiese non si consa- preparare le sagre reliquie per ri-

grassero più di una volta. Pon-


Il porle da consagrarsi , e
nell'altare
tefice s. Giovanni I, nel recarsi a devono esse chiudersi in una pic-
Costantinopoli, per le cose degli cola cassettina con tre grani d'in-,

ariani , consagrò in cattoliche le censo, e colla schedula, che indica


chiese degli eretici come si legge
, il giorno e l'anno della seguita con-
nel Bernini, Compendio dell'eresie, sagrazione, a chi si dedica l'altare,
pag. 170. Sui templi de' gentili con- di chi sono le reliquie, e il nome
vertiti in chiese, veggasi il Butler, del vescovo, che fa la sagra cerimo-
Vite ec, novembre p. i o. Ma se la nia ; di più deve la cassettina essere
chiesa consagrata in tutto , o nella diligentemente sigillata, dovendosi col-
maggior parte, venga distrutta, seb- locare in luogo decentemente ornato,
bene si riedifichi colla stessa ma- ovvero apperecchiato innanzi la por-
VOL. XI. 16
ji4« CHI CHI
ta della chiesa ; et super omafiim poste sci per parte, e a pie di cia-
feretnim decenter collocaiis cum duO' scuna vi dovrà essere una cande-
bus candelahrìs y et lumitiaribus ar- letta di cera. Finalmente deesi pre-
dentibus. Avanti le reliquie deve il parare vma comoda scala , per la
clero genuflettere tutta la notte, can- quale dovrà salire il vescovo, per
tando i notturni dell'officio di quei ungere col sagro crisma le dette
santimedesimi, de' quali ivi si ve- croci, mentre la pila per l'acqua santa

nerano le reliquie. sia netta, per porvela.


Si devono disporre in oltre nella Di buon mattino il vescovo col
chiesa su di una gran tavola il sa- suo abito consueto si reca in chiesa,
gro crisma, e l'olio de' catecumeni ; ove subito accendonsi le dodici can-
due libbre d' incenso, cioè una in gra- delette delle croci, e posto in mezzo
ni, r altra in polvere, il turibolo col- della chiesa il faldistorio, poco di-
la navicella , ed un braciere con poi il vescovo in uno al popolo ne
fuoco, diversi vasetti con cenere, sale esce , rimanendovi il solo diacono
e vino , l'aspersorio fatto coU'erba vestito di amitto, camice, cingolo,
d' issopo e non trovandosi questa
, e stola bianca. Chiuse quindi le
-erba, può usare di qualche altra,
si porte del tempio, e recatosi al luo-
pui'chè sia una di quelle ammesse go delle reliquie, recita il vescovo
dai sagri riti almeno nel vecchio
, con voce bassa, insieme al clero, i

Testamento, come sarebbero la ruta, sette salmi penitenziali, coli' antifo-

l'assenzio, la lattuga agresta , il ri- na : Ne reminiscarìs etc, senza le li-

gamo , e tutte quelle altre , di cui tanie, vestendosi intanto di amitto,


si fa menzione nella parabola di camice, cingolo, stola, piviale di co-
Cristo, potendo servire anche il ba- lor bianco, colla mitra in capo, e
silisco. In oltre debbono preparare
si col pastorale nella sinistra. Egual-
diverse tele ordinarie una copertina
, mente un secondo diacono si veste
incerata secondo la misura dell'al- di amitto, camice, cingolo, e stola
tare, cinque piccole croci fatte di bianca, ed il suddiacono fa altret-
candelette di cera , alcune piccole tanto, meno la stola; gli accoliti,

spatole di legno per rascliiare dal- ed altri ministri assumono le cotte.


l'altare le combustioni, o abbrucia- Terminata la recita dei sette salmi,
menti delle candelette, e dell' incen- il vescovo ritorna co' sagri ministri
so, ed un vasetto per collocarvi le innanzi la porta della chiesa, ed ivi

dette raschiatvu'e. Parimenti vi si pre- essendovi altro faldistorio sopra un


paia della calcina , arena , o te- tappeto, depone il pastorale, e la
gola in polvere, per fare il cemento mitra, e dà principio all'antifona:
due torcie di cera, un vaso coll'ac- Adesto Deus uiius etc. , che viene
qua, diversi mantili, alcune midolle proseguita dal coro; indi dopo breve
di pane, due libbre di bombacia, e orazione, ripresa la mitra, genu-
due altri vasi pieni di acqua, diverse flette, e si cantano le litanie, sino
tovaglie nuove , ed altri ornamenti al versetto: Ab omni malo, libera
necessari al servigio divino , della nos Domine etc. Allora il vescovo
chiesa e dell'altare. Nelle pareti poi alzatosi in piedi , fa la benedizione
della chiesa interiore devono essere dell'acqua, e del sale, come notam-
impresse dodici croci, nell'altezza da mo di sopra, e con quella asperge
terra di dieci palmi circa, cioè dis- sé, ed il popolo. Da questa benedi-
CUT CHI 243
xione, egli passa colla mitra in ca- sale colla cenere,
ovvero se la chiesa
po, preceduto da due accoliti con fosse molto grande, si possono for-
candellieri e candele accese, a bene- mare, in luogo della prima linea,
dire le mura esteriori della chiesa ventiquattro areole con egual distan-
nella parte superiore, ed anche il za l'una dall'altra, ed in luoga della
cimiterio, se vi fosse, incominciando seconda linea, se ne possono formare
dalla parte destra, e dicendo : In venti tre , tutte colla stessa cenere.
nomine. Patrìs etc. che Quindi finito Ciò fatto e compito, il vescovo ge-
abbia, si conduce alla porta maggio- nuflette colla mitra in capo, e si
re, e deposto 1' aspersorio e la mi- incominciano di nuovo le litanie,
tra, recita un'orazione; indi ripresa nelle quali si nomina due volte quel
la mitra, batte la porta colla punta santo, in onore di cui si dedicano la
del pastorale, ed intona: AttoUite chiesa e l'altare, e quei parimenti
portas prìncìpes vestras, rispondendo le reliquie dei quali si devono ivi
il diacono di dentro: Quis est iste collocare. Recitato il versetto: Ut
Rex gloHce? e quantunque il vesco- omnibus Jidelihus defunctis, il vesco-
vo replichi : Dominus fortis et potens vo alzatosi in piedi , e col pastorale
etc, lascia ivi il pastorale, ritorna nella sinistra dice con tono alto
, Ut :

la seconda volta dalla medesima locum istuni visitare digneris, etc, e


porta destra a benedire il cimiterio poi anche Ut in eo angelorum custO'
:

e la chiesa, ma vicino a'fondamenti, diam deputare digneris, etc, indi col-


dicendo come sopra , e batte anche la destra, forma sopra la chiesa, e l'al-
di poi la porta replicandovi i con- tare tre segni di croce, un dopo l'al-
sueti versetti. Indi passa alla terza tro, dicendo le seguenti parole: Ut
benedizione, che principia dalla parte Ecclesiam, et altare hoc ad honorem
sinistra nelle mura di mezzo, e pro- tuum, et nomen sancti N. consecran-
seguendo a benedire anco il cimite- da, benediccre digneris etc. : Ut Ec'
rio, in fine si conduce nuovamente clesiam et altare hoc ad honorem
alla porta, facendo le dette interro- tuum, et nomen sancti IV. consecran-
gazioni; finalmente apresi la porla, da, henedicere, et sanctijicare digneris
ed allora il con un segno
vescovo etc. Ut Ecclesiam et altare hoc ad
:

di croce, che fa colla punta del pa- honorem tuum, et nomen sancti iVI
storale sulla soglia, dice ad alta voce: consecranda^ henedicere, sanctificarey
Ecce crucis signum, fagiani phan- et consecrare digneris etc Deposto di
tasniata cuncta. poi il pastorale, genuflette sino al
Entrato in chiesa il vescovo con termine delle litanie, e dopo alcune
alcuni sagri ministri , annunzia la orazioni, che recita in piedi, intona
pace del Signore, e sichiude subito l'antifona: O quam metuendus est
la porta; indi il vescovo recasi in locus iste, proseguendosi col cantico,
mezzo della chiesa, depone il pasto- Benedictus Questo cantico si re-
etc.
rale e la mitra ,
genuflette sul ge- cita con pausa,
alternativamente
nuflessorio ivi preparato, verso l'al- mentre in questo intervallo di tem»
tare maggiore intonando l' inno
, :
pò, il vescovo, colla mitra in capo,
Veni Creator spìritus, che mentre si e colla punta del pastorale, comincia
prosegue dal coro, dai sagri ministri a scrivere sopra l' areole, l'alfabeto
vanno formandosi sul pavimento greco e latino , cioè dall' angolo a
due linee in forma di croce trasver- pie della chiesa, alla mano sinistra
,

i»44 CHI CHI


di chi entra, sino all'angolo destro, altare Dei, immergendo il pollice
verso l'altare, le lettere greche; e destro nella detta acqua, forma un
dall'angolo destro, alla mano di chi segno di croce in mezzo alla tavola
entra parimenti sino al sinistro, quel- dell'altare, dicendo Sanctificctur ìioc
:

le latine, la cui figura il Cecconi altare etc, e colla medesima acqua


riporta a pag. 4i' Terminata questa fa altre quattro croci nelle parti
cerimonia, si reca il vescovo avanti laterali del medesimo,
ripetendo in
l'altare che deve consagrarsi, e de- ciascuna croce Sanctificetar etc Col-
posta la mitra e il pastorale, genu- r aspersorio d'erba d'issopo, e colla
flesso intona il versetto: Deus, in medesima acqua asperge sette volte
adjutorium, si alza in piedi, e ri- la mensa e lo stipite dell' altare,
sponde il coro. Domine^ ad adjuvan- cantando il versetto. Asperges me
dum, senza VAlleluja. Ciò si prati- hyssopo etc, insieme col salmo Mise-
ca nella medesima maniera e nello rere, il quale dividesi per ogni asper-
stesso luogo per la seconda e terza sione in tre versetti. Dall' altare il

volta, con voce sempre più alta. Di vescovo passa a benedire tre volte
poi fa la benedizione dell'acqua, col le mura interiori della chiesa nella
sale, cenere e vino, incominciando seguente maniera. Intona l'antifona :

l'esorcismo del sale, e proseguendo Hcec domus Domini


est etc, col sal-
quello dell' acqua; benedice anche mo Lcetatus sum in his etc, e pro-
la cenere,
che viene mischiata col seguendo il coro, principia egli colla
sale in forma di croce, dicendo: Coni- mitra in capo dalla parte destra di
mixtio salis, et cineris etc. Preso poi dietro l'aitar maggiore, e girando
un po' della mistura di sale e ce- intorno le mura interiori, l'asperge
nere, la infonde tre volte nell'acqua nella loro parte inferiore, più vicina
in forma di croce, dicendo per ogni alla terra, ritornando sino al luogo
croce: Commixtio salis, cineris et a- dietro l'altare, donde partì. Inoltre
quce, etc; indi benedetto il vino, l'in- intonando r altra antifona: Exurgat
fonde parimenti in forma di croce col- Deus, col salmo, In Ecclesiis hene-
l'acqua, dicendo Commixtio vini, sa-
: dieite Deo Domino, avvertendo di
lis, cineris, et aquoe pariter fiat in no- lasciare il Gloria Patri, in ciascuno
mine Patris, et Fila, et Spiritus Sancii, di detti salmi, passa per la seconda
etc. Colla mitra in capo il vescovo re- volta e per la medesima parte
,

cita una lunga orazione sopra la pre- come sopra, ed asperge le pareti
detta acqua, e dopo le parole: Stahi- nel mezzo, ritornando in fine al
litas parictum, fa due cioci coli' e- , luogo da cui parfi. Per ultimo, co-
stremità del pastorale, una nella minciata l'antifona Qui luihitat, con
parte superiore, ed un'altra nella tutto il salmo, partendo dalla parte
parte inferiore, di dentro la porla sinistra, asperge le dette pareti, ma
della medesima chiesa , e deposto il più in alto di quel che fece la se-
pastorale, seguita la detta orazione conda volta, ritornando al luogo
avanti la porta; allorquando poi è donde era partito. Benedice anche
finita,torna avanti l'aitar maggiore il pavimento di mezzo, principiando
recitando altra orazione. dall' aitar maggiore, sino alla porta,
Indi
procede all'altare, ed inco- e dipoi j)cr traverso, da un muro
mincia la consacrazione del medesi- air altro, e intanto si aml.mo diverse
mo. Dopo l'antifona: Jntroibo ad antifone, le quali terminate, stando
CHI CHI 245
il vescovo in mitra nel mezzo della numei*o de' sacri ministri , e della
chiesa verso l'altare maggiore, dice: dote sufficiente al mantenimento del
Fidit Jacob scalam etc, che prose- suo culto e servigio, e fattone pubbli-
guesi dal coro, ed asperge coll'acqua co rogito, gli prega da Dio ogni
benedetta il pavimento della chiesa, bene. Si dice allora dal coro l'anti-
verso l'oriente, l'occaso, l'aquilone fona: Erit mihi Dominus, e quindi
e l'austro. Ciò terminato, deposta il vescovo colla mitra in capo passa
la mitra, e stando nel medesimo a segnare la porta esteriore della
luogo, rivolto però alla porta prin- chiesa col sagro ci'isma , dicendo :

cipale della chiesa, recita due brevi In nomine Patrìs, et Filii, et Spi-
orazioni, che vengono seguite col ritus sanctiy porta sis benedicta, snn-
canto del prefazio. Indi colla mitra ctificata, Domino Deo
consecrata, et
in capo, avanti l'altare, coll'acqua commendata, e procedendo la pro-
benedetta forma il cemento, che de- cessione, cantasi dal coro l'antifona :

posta la mitra benedice, e postolo Ingredimini sancii Dei, preparatii


in disparte, getta l'acqua avanzata est enini a Domino habitatio sedis
intorno la base dell'altare. vestrce , e terminatosi il giro per la

Dipoi il vescovo esce dalla chie- chiesa, si pongono le reliquie in


sa insieme col clero, portando seco disparte , vicino all' altare maggiore
il crisma, che viene collocato avanti con lumi accesi , dicendosi diversi
la porta della cluesa , si conduce salmi e Quivi il vescovo
versetti .

processionalmente al luogo delle re- colla mitra in capo consacra il se-


liquie , e sì prima che dopo l'ingres- polcro , o sepolciino , o confessio-
so a detto luogo, si recitano diverse ne dell'altare ove devono riporsi le
orazioni. Poscia colla mitra in capo reliquie, e col sacro crisma unge le
pone l'incenso nel turibolo, e procede quattro parti dello stesso sepolcro,
la processione nel seguente modo. dicendo in ciascuna Consecretur, et :

Precedono due ceroferari con cande- sanctificetur hoc ,scpulcrum. In no-


le accese, indi la croce, il turiferaiio, mine Patrìs, et Filii, et Spiritus San-
che di continuo deve incensare, al- cii. Pax huic domai. Indi, deposta
cune fiaccole accese, quattro sacerdoti la mitra, va a prendere la cassetta
portando la cassetta colle reliquie, delle reliquie sigillata, e con vene-
e per ultimo il vescovo con altri razione la ripone nel sepolcro, can-
suoi ministri. In questo tempo si tandosi dal coro l' antifona : Sub
cantano diversi versetti , e replicasi altare Dei sedes accepistis Sancii
il Kyrie eleison, mentre il vescovo Dei, etc, ed incensa le reliquie rin-
gira per la chiesa colle reliquie. Col- chiuse. Ripresa la mitra, piglia colla
locatesi queste in una parte più pro- mano sinistra la lapide, o" tavola,
pria del portico, presso la porta, il che deve chiudere il sepolcro, e di
vescovo siede sul faldistorio colla sotto nel mezzo forma la croce
mitra in capo, e pronunzia un scia- col crisma, dicendo: Consecretur et
mone analogo alla sagra funzione; in- sanctificetur haec tabula ( vel hic
di l'arcidiacono, o altri, legge con alta lapis) per islam unctionem, et Dei
voce i due analoghi decreti del con- benedictionem, indi pone la tavola
cilio di Trento. Termina il vescovo, sul sepolcro, cantandosi l' antifona :

interrogando il fondatore, o chi ha Sub altare Dei. Riprende il vesco-


presieduto alla fabbrica , intorno il vo la mitra, e col cemento, aiuta-
,

246 CHI CHI


to dai muratori, ferma la tavola, e Intonata l'antifona: Mane surgens Ja^
quindi fa il vescovo col crisma un cob, che prosegue il coro col sal-

segno di croce sulla tavola, o pietra mo: Bonum est corifileri, col me-
dell' altare , dicendo Signetur, san- : desimo olio de' catecumeni, forma
hoc altare, etc.
ctìjìcetiir per la seconda volta altre cinque
Cantandosi dal coro il versetto : croci, in que' medesimi luoghi, ripe-
Sletìt angelus j'uxta aram templi tendo come sopra: Sanctijicetur, etc,
habens thuribulum , etc, il vescovo ed incensa pure l' altare intorno.
colla mitra incensa l' altare nelle Comincia l' altra antifona ; Unxit te
quattro parti, cioè dalla destra alla Deus, che si prosegue dal coro col
sinistra, avanti, e di sopra, e dopo salmo Eructavit, ed in questo tem-
breve orazione va a sedere, e i mi- po fa cinque croci col crisma , col
nistri puliscono, con diversi panni, pollice destro, e coli' ordine soprad-
la mensa. Ciò fatto , di nuovo il detto. Finita tale unzione , intona :

vescovo incensa sopra la mensa a Dirigatur oratio inea, ed incensa


modo di croce , in mezzo , e nelle intorno l'altare una sol volta, prin-
parti laterali, pone altro incenso nel cipiando dalla sinistra. Eccitata unsi
turibolo , lo benedice , e lo dà ad breve d'azione, intona SanctijlcaviL :

un sacerdote, checomincia ad in- Dominus tabernaculum suum, etc.,


censare l'altare intorno, nella qual e si seguita dal coro col salmo:
cerimonia deve sempre continuare Deus, refugium nostncm, spandendo
sino all'ultimo della sagi'a , eccet- intanto sopra tutta la mensa del-
tuatone però il tempo nel quale il l' olio dei catecumeni e del crisma,
vescovo dee incensare, perchè allo- e colla mano destra diligentemente
ra, e solo in quel caso, desiste da procura di ungere tutta la mensa,
una si divota e misteriosa azione. cantando l'antifona: Ecce odor Ji-
Ritornando al vescovo, egli incensa lii mei, che il coro seguita col sal-

intoi'no cominciando dalla


l'altare mo : Fundamenta ejus ; indi into-
parte destra, e proseguendo per tre na, Lapides pretiosi, e seguitando il

volte coU'accompagnamento della re- coro col salmo : Lauda Jerusalem,


cita del versetto : Dìrigatur oratio colla capo principiando
mitra in
inea; e finita l' incensazione , canta dietro l'e seguendo dalla
altare ,

l'antifona: Erexit Jacob, col sal- parte destra, dà principio a forma-


mo Quam dilecta, e mentre si can- re in ciascuna delle dodici croci
ta dal coro, il vescovo infonde il impresse nelle pareli , un segno di
pollice destro nell' olio de' catecu- croce, col crisma, e dice Sancti- :

meni, facendo con quello cinque cro- jicetur, et consecretur hoc templunt :

ci sulla mensa dell'altare, in quella in nomine Patris, et Filii et Spi-


parte e luogo, ove si erano fatte le rilus honorem Dei et
Sancti, in
croci coir acqua benedetta, e ad alta gloriosae Maria e , atquc
Vìrginis
voce dice; Sanctijicetur, et conscrre- omnium Sanctorum, ad nomen, ei
tur lapis iste. In nomine Paliis, etc. memoriam Sancti N. Pax tibij e
Dipoi preso il tiu-ibulo dal sacer- dopo aver unta ciascuna croce, la
dote che incensava , vi pone e be- incensa tre volte. Ritornato all' al-
nedice altro incenso, e detta l'anti- tare, r incensa dicendo Aedijicavit :

fona Diriga tur, incensa intorno una Moyses, e benedice alcuni grani
sola volta l'altare dalla parte destra. d'incenso coli' aqua benedetta, e con
CHI CHr 247
quelli forma cinque croci , in quei lu/a, etc, con altre preci, ed ora-
luoghi medesimi già consacrati colle zioni. Sale intanto il vescovo all'al-

sacre unzioni. Sopra ciascuna delle tare, depone la mitra, fa riverenza


dette croci d' incenso, vi pone una alla ed intona l' antifona
croce , :

piccola crocetta fatta di sottile can- Omnis Deus, et psal-


terra adoret te,
dela, indi le accende tutte insieme, lat libi, psalniuni dicat nomini tuo.
e mentre ardono tutte con quell'in- Domine. Mentre si canta tale anti-
censo, deposta la mitra , canta ge- fona, il vescovo incensa sopra l'al-

nuflesso : Veni sancte Spi-


Alleluja, tare in modo di ci'oce, Io che fa
rilus, avvertendo che l' AUtluja si tre volte, ripetendo sempre in cia-
lascia quando fosse tempo di settua- scuna l'antifona , che termina con
gesima, o quadragesima. Consuma- due brevi Quindi si reca
orazioni.
to poi quel sacro e misterioso fuo- nella ove deposto il pivia-
sagrestia,
co, che si va accompagnando con le, si veste co' paramenti pontificali

alcune orazioni, per mezzo di uno di color bianco, e ritornando in


de' ministri si radono le ceneri chiesa dà principio alla messa so-
con ispatole di legno ,
per riporle lenne, che deve dirsi del giorno del-
nel sacrario. Ed il vescovo, dopo la sagra, ed infine comparte al po-

breve orazione, canta ad alta voce polo la benedizione, licenziandolo,


il pi'efazio , finito il quale intona colla pubblicazione dell' indulgenza ;
l'antifona : Coixfìrma hoc Deus ; e e recatosi in sagrestia, si spogUa dei
seguitando il coro col salmo Exiir^ paramenti sagri, e ripresi gli abiti
gat Deus, eie, colla mitra in capo prelatizi i , termina la solenne ceri-

forma anche quattro ci-oci col crisma monia.


sopra i quattro angoli , o congiun- Lungo sarebbe qui descrivere le
zioni della mensa col detto altare, mistiche spiegazioni, che i santi pa-
dicendo in ciascuna croce In no- : dri, e i dottori danno ai riti, e al-
mine Patris, eie, che termina con le cerimonie della sagra , o conse-
breve orazione, senza mitra. Indi i crazione della chiesa, che il Cecco-
ministri con diligenza asciugano l'al- ni riporta ai capi X e XI, ed il p.
tare, e il vescovo passa a sedere al Galluzzi, // rito di consegrare le
faldistoiio, presso l'altare, e ripresa chiese al capo IV , laonde diremo
la mitra, si lava le mani colla mi- compendiosamente le principali. I sa-

dolla del pane. cri dottori pertanto non dubitarono


Poscia ha luogo la benedizione di asserire, che la consacrazione del-
delle tovaglie nuove, dei vasi, ed la chiesa , è una delle più grandi
altri arredi e ornamenti della chie- sacre funzioni ecclesiastiche , come
sa, e dell'altare. Ciò fatto, si copre l'icavasi dai sermoni de' santi padri,
tutto l'altare con un panno di lino e dai trattati de' più ce- liturgici
incelato, e sopra si pongono le altre lebri dimostrando la ec-
autori ,

tovaglie bianche, con alcuni orna- cellenza e nobiltà, che racchiude si


menti benedetti, e in fine la croce misteriosa e bella funzione, tutta di-
co' suoi caiidellieri, mentre dal coro retta a far rispettare, e venerare
cantasi l'antifona : Circunidate, levi- la casa di Dio. Si premettono le vi-
tele, altaiv Domini Dei, vestile ve- gilie, i digiuni, e le orazioni affine
stinientis albis : estote et vos canen- di prepararsi agli esorcismi contro
tcs hymnuni novuni dicentes : Alle- il demonio. Le reliquie rappresen-
,, ,

a48 CHI CHI


tano i nostri santi, e perchè gli ab- L' alfabeto greco e latino figura l'an-
biamo sempre in mente, e nel cuo- tica unione de' due popoli, prodot-
re, ripongono nella cassetta con
si ta dalla croce del medesimo Reden-
tre grani ci' incenso. Si preparano tore ; e lo scrivere, che fa il vesco-
le descritte cose su d'una tavola, vo colla punta del pastorale, signi-
figura dello sposalizio, che celebra fica la dottrina, e il ministero apo-
il vescovo colla chiesa spiritualmen- stolico la forma poi di questa scrit-
:

te , rappresentando le diverse cose, tura indica la croce, che deve esse-


le principali virtù che abbiamo da re l'ordinario , e principale oggetto
esercitare, e la nostra santificazione, d' ogni scienza de' suoi fedeli, mas-
mentre la scala per la quale ascen- sime quando stanno ne' sacri tem-
de il vescovo alla unzione delle do- pli; significa inoltre la credenza, e j^

dici croci , ci ricorda che 1' ultimo fede di Cristo passata dai giudei ai
e primario nostro fine è il paradiso. gentili, e da questi trasmessa a noi.
Le dette croci, e le altrettante can- Tutte le benedizioni sono ripiene di
dele significano i dodici apostoli , i religiosi , e commoventi significati
dodici patriarchi, o i dodici profeti, come sono tutte le cose, che ado-
lo
che sono la guida della Chiesa. Inol- peransi nell' augusta funzione. Le
tre neir unzione delle dodici croci sacre unzioni, colle quali s'imbalsa-
in altrettanti luoghi distribuite sulla mano l'altare, e le pareti della chie-
muraglia, consiste formalmente la sa, significano la grazia dello Spi-
consacrazione , e diconsi la chiesa rito Santo, che non può arricchire
e le sue mura consacrate, come no- il mistico tempio della nostra ani-
ta s. Agostino lib. 4- contro. Cre- ma, se prima non è mondata dalle
scen. Gràmmat. e. ^o. Si chiude sue macchie, che ajuta la nostra de-
la chiesa per figurare la celeste Sion- bolezza, e ci facilita il peso della croce.
ne, ove non si entra , se non pur- Termina la funzione colla benedi-
gati da ogni imperfezione , e colle zione, secondo lo stile della santa
diverse preci s'invoca l'aiuto de' san- Chiesa, la quale sempre incomincia
ti , e il lume dello Spirito Santo. le sue azioni colla benedizione di
Il girare, che fa tre volte il vesco- Dio, e con esse le termina, giacché
vo, in uno al clero, per la chiesa, tutto principia da Dio , e in Dio
vuoisi alludere al giro, che fecero i finisce. Si compie col sagrifizio non
sacerdoti coU'arca, intorno alle mura solo per eseguire il pontificio de-
di Gerico , non perchè cadano la creto di perchè non è
s. Igino, ma
mura della chiesa, ma
perchè venga sacrifizio colla messa
compito, ove
fiaccala la superbia del demonio, e non si consuma interamente anche
la sua potenza, mediante l'invoca- la vittima , sebbene la messa non
zione di Dio, ed alla replica delle sia di essenza e necessità alla con-
sacre preghiere non meno efficaci sacrazione.
delletrombe degli antichi sacerdoti, Nelle chiese si debbono fabbrica-
o Le ti-e percosse, che dà il
leviti. re uno o più altari, secondo la ca-

vescovo colla punta del pastorale pacità, e la grandezza mede- delle


alla soglia della porta, ci dimostrano sime, i non debbono es-
quali però
la podestà del Redentore sopra la sere di legno, ma di marmo. Seb-
sua Chiesa, non che la dignità sa- bene poi, come dicono alcuni teolo-
cerdotale, che il vescovo esercita. gi, non sia di assoluta necessità il
CHI CHI 349
porvi le reliquie , ciò nondimeno è Luigi Poletli, architetto direttore del-
bene, secondo il p. Galluzzi p. 36, la risorta basilica. Volendosi pertan-
osservare la consuetudine della Chie- to dal medesimo Papa Gregorio
sa,che usa generalmente questo rito, XVI riaprire al culto divino, e al-
poiché per tali reliquie sono mag- l'onore del dottor delle genti , tal
giormente degne di venerazione le tempio costantiniano cioè la detta,

chiese, e gli altari consacrati. Sul nave traversa, col benedirla e con-
cerimoniale e rito di consacrare una sacrare l'altare pontificio sotto del
chiesa contempoi'aneamente a di-
, quale vi sono le spoglie mortali del
versi altari, si vegga la costituzio- santo apostolo, stabili per la cele-
ne Peracta a nobis^ emanata da brazione di tal funzione il d\ 5 ot-
Benedetto XIV a' 16 novembre tobre 1840, giorno anniversario del-
1748, Bull. Magli, tom. XIX, Jp- la coronazione di Leone XII , che
pend. I, p. i4) e diretta all'abbate lo aveva elevato al Cardinalato il ,

di Kempten. In occasione pertanto quale pure fu il primo ad ordina-


eh' egli consacrò la chiesa di s. A- re la riedificazione della celebratis-
pollinare, coU'assistenza di tutti Car- i sima basilica. La funzione s'inco-
tliiiali, per accrescerne la maestà, di- minciò dal p. abbate d. Giovanni
chiarò con molta erudizione, di aver Francesco Zelli del contiguo moni-
seguito r esempio di altri Ponte- stero di s. Paolo, fu proseguita dal

fici neir aver consacrato V altare Cardinal Anton Domenico Gambe-


maggiore, e di aver fatto consacra- rini, come vescovo suburbicario più
re gli altri altari dal Cardinal ve- il Pa-
atto alla lunga cerimonia, ed
scovo , consocio della consacrazio- pa stesso ne diede compimento, lo
ne, a cagione della debolezza delle che avvenne nel modo seguente.
sue ginocchia. Della benedizione poi La mattina precedente, il detto
della chiesa, e consacrazione del suo abbate benedettino, autorizzato con
altare principale, cominciata dagli pontificia facoltà, vestito degli abiti
altri, e compita dal sommo Ponte- pontificali, e preceduto dalla croce,
fice,ne abbiamo il recente esempio e da' suoi monaci cassinesi, si con-
cui andiamo ad accennai'e, non solo dusse nel nuovo portico, che intro-
per dar un' idea del come celebrasi duce lateralmente alla nave traver-
da un Papa la funzione , ma per sa, ove, come prescrivesi nel rituale
venerazione ad una delle prime ba- romano, diede principio alla sacra
siliche del cristianesimo. cerimonia della benedizione di essa
Incendiatosi, a' i5 luglio iSsS ,
nave, intuonando la prima orazione.
r augusto tempio della patriarcale Proseguendosi quindi col canto
basilica di Paolo nella via ostiense,
s. gregoi'iano dai prefati monaci, eb-
accorsero alla sua splendida riedi- bero luogo le aspei'sioni coli' acqua
ficazione, oltre la pietà de' fedeli, i benedetta nelle mura esterne ,
gi-
Pontefici Leone XII, Pio Vili, e randosi processionalmente al di fuo-
Gregorio XVI regnante, sotto di ri di quella nave : ed entratovi poi
cui si sono portati a felicissimo per la parte destra del portico il

compimento i lavori della nave tra- p. abbate, ne benedisse le interio-


versa, mentre quelli della nave gran- ri pareti. Alle quali aspersioni suc-
de pi'og redi scono con alacrità, an- cedettero le altre preci dette avanti
che essi sotto il magistero del cav. l'altare della confessione, con la be-
,

25o CHI COI


riedizione, cui il medesimo abbate della cappella pontificia , disponendo-
Zelli compartì dall'altare stesso. si in luogo appartato i cappellani
Quindi nel dìi seguente, fu dis- cantori, e di prospetto al presbite-
posta la basilica in modo di cap- rio, nella contrabside della basilica.
pella Papale, sì per la esposizio- In tanta ricchezza di apparecchia-
ne del ss. Sacramento nella cap- mento, l'altare della confessione, seb-
pella ove si adorava prima dell'in- bene affatto nudo secondo i riti del
cendio della basilica ; sì per la ca- pontificale, pure destava la più vi-
Inera de' paramenti sacri , nel sito va ammirazione e venerazione, nel
dell'antica sagrestia de' monaci; sì rimirarsi l'atto solenne, che vi do-
pel trono pontificio in quella stessa veva compire il vicario di Gesù
sedia di marmo ricca di ornati messi Cristo, sopra la nuova magnifica
a oro, stata da ultimo collocata nel mensa dell'altare medesimo, il cui
centro dell'abside ad imitazione del- superbo tabernacolo fu salvato dalle
le prime basiliche della cristianità, fiamme dell'infausto incendio del
e come ammiravasi nel medesimo 1823 per volere dell'Onnipotente,
tempio nell'anno 1600; e sì infine che non cessa di glorificare in tei'-
per la disposizione nell'abside stessa ra il suo diletto apostolo.
degli stalli pei Cardinali, e per tutti Giunta l'ora di dar principio alla
gli ordini ecclesiastici, e per gì' in- funzione, avendo preso posto a' ri-
dividui, che hanno luogo nelle pon- spettivi luoghi il sacro Collegio, e
tifìcie cappelle, a tal ell'etto prece- gli alti'i , il Cardinal vescovo Gam-
dentenieiite invitati dai cursori apo- beri ni si recò al faldistorio in un
stolici, Ad essi, per ispecial conside- lato dell' altare da consacrarsi ; ed
razione del Papa, furono in tal cir- assistito dai ministri della cappella
costanza aggiunti i monaci bene- pontificia parati in albis , da' cap-
dettini cassinesi, che vestiti in am- pellani accoliti, e dai chierici di
pia cocolla, ed aventi alla loro te- essa cappella, vestì gli abiti sacri,
sta, e in cappa il predetto p. ab- e diede incominciamento alle ceri-
bate Zelli, sedevano entro 1' abside monie colle solite orazioni, e colla
dietro gli stalli dei Cardinali dia- recita de' salmi penitenziali, che fu-
coni, a sinistra del trono pontificale. l'ono proseguiti dai cappellani can-
Inoltre ai lati dell' altare da con- tori. Indi, essendo il Cardinal ve-
sacrarsi su addobbate tavole si po- scovo prostrato avanti il faldistorio,
sero tutti i vasi, utensili, suppel- collocato dinanzi l'altare, si canta-
ed arredi sacri necessari al-
lettili, rono dai medesimi cappellani le li-

la cerimonia mentre il presbiterio,


, tanie de' santi, ripetendosi per due
che comprendeva l' area dell' absi- volte il venerando nome di s. Paolo,
de del tetnpio, al recinto intoi'- a cui onore novellamente si dedicava
no r altare della confessione , ven- l'altare, perchè, come dicemmo,
ne per tutta la sua vasta estensio- conserva le spoglie mortali di lui

ne , coperto di nobili e variati postevi dalla pietà e dalla religione


tappeti ed arazzi. Nella cappella sot- della piissima matrona romana Lu-
terranea di s. Timoteo , si pre- cina proprietaria del vasto predio,
pararono le vesti sacre pel Car- ridotto a cimiterio nella via ostien-
dinale, che doveva dar principio se; ma ancora il nome di san Timo-
alle cei-imouie, come pei ministri teo martire di Antiochia, perchè il
,

cin CHI 25i


corpo di lui non ha guaii era slato farne la combustione, insieme coi
riposto nella mensa dell'aitare sot- piccoli ceri posti pure a guisa di cro-
terraneo, siccome ve lo pose nel ci nei detti luoghi. Indi il Pontefice
i587 V. Recitate le dette li-
Sisto unse col sacro crisma le unioni del-
tanie, si benedirono il sale , la ce- la mensa dell'altare, col resto dello
nere, l'acqua ed il vino, e fattane sue architetture, e ne discese per
la mescolanza se ne asperse per
, porsi a sedere sulla sedia gestatoria
cinque volte la mensa, e per sette collocata dalla parte dell'epistola,
la base e la stessa mensa, accompa- affine di lavarsi le mani intanto che
,

gnandosi questi atti colle corrispon- dai ministri si astergevano la con-


denti orazioni. Dipoi s'incensò l'al- sacrata mensa, e tutte le altre parti
tare nel mezzo, e nelle quattro dell' altare. Stando il Papa sedente
estremità ove dovevano porsi gli olii nella sedia , benedi le tovaglie per
santi. Terminate tali cerimonie , il coprire la mensa, sulla quale appe-
Cardinale depose le sacre vesti nella na furono poste , si collocarono
cappella sotterranea, ed assunta la ancora i sei candellieri colla croce
cappa rossa, prese il suo posto negli nel mezzo, come pure si cuoprirono
stalli de' suoi colleghi. di nobile tappeto i cinque scalini,
Frattanto nella camera de' para- che fiancheggiano l'altare della con-
menti, il Pontefice Gregorio XVI, fessione col suo magnifico taberna-
assunti gli abili pontificali , con pi- colo. Finalmente, tornato il Ponte-
viale bianco, e mitra di lama d'oro, fice sull'altare, rinnovò i profumi

ascese la sedia gestatoria, e tra i dell' incenso, e ripetendo altre pre-


preceduto da tulli gì' indi-
flabelli, ci , diede termine alla funzione, di
vidui, che hanno luogo nelle cap- cui r istorico Eusebio, parlando del-
pelle pontificie, e vestiti de' consueti la dedicazione delle chiese , che i

loro abiti , non che dai Cardinali cristiani andavano edificando prima
fu portato nella basilica per la porta dell' imperio di Costantino, ebbe a
dal lato del chiostro del raonistero. dire : Quod c/uidem spectnculum ce-
Avanti la cappella, o v'era esposto il lebre appellatur, el clmstìanìs omni-
ss. Sacramento, si fermò la proces- bus optabile est, et veìiementer dcsi-
sione ad adorarlo, facendo lo slesso deratum.
il Papa al suo genuflessorio disceso Ritornalo quindi il Pontefice al
dalia sedia. Quindi rimontato in trono, pronunziò sedendo l'allocu-
questa , fu condotto al presbiterio, zione , Sacra inter monunieiUa ( che
ove passò ad assidersi sul trono pon- fu pubblicata colle stampe, e ripro-
tificale in cui ricevette all' obbe-
, dotta venne dal Supplìmento , al
dienza i Cardinali. numei-o 83 del Diario di Roma, il

Dopo che il Pontefice recossi


di quale inoltre descrive tutta la fun-
all'altare, che incominciò ad incen- zione), ponendo fine alla consacra-
sare, e ad ungere, recitando con- zione coll'apostolica benedizione, che
temporaneamente le belle oi-azioni compartì sul trono. Quindi autoriz-
proprie dell'augusta funzione. Sparse zò il Cardinal Gazzoli, primo dia-
poscia gli oli santi sulla mensa, be- cono assistente, a pubblicare 1' in-
ned'i r incenso, che indi pose a mo- didgenza plenaria ai fedeli presenti,
do di croce nel centro, e nei quat- ed a coloro, i quali o nello stesso
tro angoli della stessa mensa per giorno, o nel triduo seguente, aves -
,, ,

25-2 CHI CHI


sero visitato ed orato nella basilica ;
S. Urbano I consacrò in chiesa
alla quale indulgenza era aggiunta la casa di s. Cecilia.
l'altra parziale eli cinquant* anni, e S. Silvestro I edificò alla b. Ver-
di altrettante quarantene alla ricor- gine, la chiesa detta dai fedeli .y.

renza d'ogni anniversario della so- Maria Ubera nos a poenis inferni,
lenne consacrazione dell' altare del- e consacrò in onore di s. Pietro il

l' apostolo s. Paolo. Quindi il Papa carcere mamertino.


assunse gli abiti sacri per la messa S. Innocenzo I dedicò la basilica
bassa, che celebrò pel primo sull'al- de' ss, Gervasio e Protasio, secondo
tare consacrato, col rito di quella la testamentaria disposizione della
della dedicazione, mentre i cappel- pia matrona romana Vestina.
lani cantori fecero echeggiare il tem- S. Simplicio consacrò la basilica
pio de' sacri cantici , e i Cardinali di s. Stefano al Monte Celio, quel-
e gli altri rimasero all'assistenza. la di s. Stefano presso la basilica di
Non riuscirà poi discaro, che qui s. Lorenzo ,
quella di s. Bibiana , e
si riporti il catalogo di alcuni Pon- quella di s. Andrea apostolo presso
tefici, che consacrarono chiese, oltre la basilica libei-iana,
quanto dicesi agli articoli relativi S. Gelasio I dedicò le basiliche
mentre per quelle, di cui non si no- di s. Eufemia martire in Tivoli, e
mina il luogo, si deve intendere es- de' ss. JVicandro, Eleutcrio, ed An-
sere state eseguite nella città di drea, nella via Labicana.
Roma. All' articolo poi Chiese di Ro- S. Gregorio I consacrò la chiesa
ma (f^edi), si dice quali furono con- di s. Agata alla Suburra.
sagrate dai Sommi Pontefici, in uno S. Bonifacio IV, a' i3 maggio,
ai loro altari. consacrò il Pantheon alla Regina di
S. Pietro, principe degli Aposto- tutti i santi.
li, e primo Sommo Pontefice, con- Teodoio I edificò nella via Fla-
vertì e trasmutò in chiesa la casa minia, presso il ponte Milvio, il
di Teofilo in Antiochia, e vi stabifi cimiterio di s. Giulio, ed una chie-
la sua sede ; ed in Roma, ove tras- sa in onore di s. Valentino, e poi
portò la stessa sede, consacrò la ca- la consacrò.
sa di Pudente senatore, e sopra un Adeodato consacrò la chiesa di
altare di legno di detta chiesa ce- s. Pietro nella via portucnse.
lebrò più volte. Dono ristaurò nella via ostiense
S. Cleto trasmutò
sua casa in la la chiesa dedicata ai ss. XII Apo-
chiesa, che poi fu consacrata a san stoli, e nella via Appia quella di
Matteo in Merulana. s. Eufemia, consacrandole ambedue
S. Clemente I consacrò settanta solennemente.
chiese nel Chersoneso, ov'era stato S. Gregorio II consacrò in ono-
lelegato. re di s. Agata sua casa paterna
la
S. Pio I, a persuasione di s. Pras- ristaurò la basilica di s. Balbina, e
scde, trasmutò la sua casa in chiesa. la consacrò.
S. Marcello I stabih ed assegnò S. Zaccaria consacrò solennemen-
a venticinque chiese di Roma il lo- te la basilica di s. Benedetto a Mon-
ro titolo, e le consacrò , su di che te Cassino, coll'assistenza di tredici
però è a vedersi 1' articolo TiTOtt arcivescovi, e sessantotto vescovi.
Cabdutalizi. Stefano H, detto III, in Parigi
CHI CHI 253
consacrò nella cappella regia di san le chiese de' Martino, e
ss. Pietro,
Dionigi, un altare ai ss. Apostoli. JVicola; e la chiesa della b. Vergi-

S. Paolo I consacrò la chiesa di ne nel monistero di Bordelo.


s. Petronilla, poi demolita per l'ere- Pasquale lì consacrò l'altare mag-
zione della nuova basilica vaticana. giore della cattedrale di Modena,
S. Leone III consacrò in Aquis- la cattedrale di Palestrina, e in Ro-
ana, a'6 gennaio, una chiesa alla ma consacrò quindici chiese. In Par-
Vergine Paderbo-
; in quella di ma poi consacrò quella dedicata alla
na edificata da Carlo Magno, con- b. Vergine, in Capua quella ristau-
sagrò un altare, collocandovi le re- rata dall' abbate Desiderio , e in
liquie del protomartire s. Stefano: Gaeta la cattedrale.
con solenne cerimonia consacrò in Gelasio II in Francia consacrò le
Elesburg una cappella fabbricata pu- chiese di s. Cecilia, di s. Silvestro,
re da Carlo Magno; e per le pre- e di s. Stefano; in Pisa dedicò quel-
ghiere di Gerbaldo vescovo Leo- la di s. Maria, e in Genova solen-
diensc, consacrò due chiese alla b. nemente consacrò la cattedrale.
Vergine. Calisto II consacrò in Francia tre
Pasquale I consacrò la chiesa di chiese, cioè di s. Mauro, di s. Giu-

s. Prassede, collocandovi molti cor- lio, e di Antonio; ed in Roma


s.

pi de' ss. martiri. di s. Agnese in piazza Navona ai


Giovanni Vili consacrò solenne- 28 gennaio; nella diaconia di s. Ma-
mente la chiesa Sarone, pri-
del b. ria in Cosmedin un altare a' 6 mag-
mo abbate del monistero. gio 1124; nella basilica vaticana
Benedetto VII, detto Vili, con- quello dell'Annunziata; in Volterra
sagrò in Bergamo la basilica di san consagrò la cattedrale alla presenza
Giorgio, ed in Argentina quella di di dodici Cardinali, dell'arcivescovo
s. Pietro. di Pisa, e dodici vescovi, come an-
S, Leone IX consacrò due cappel- cora ivi consacrò altre chiese.
le, sulle pareti delle quali apparvero Eugenio IH in Treveri a' 3 1
miracolosamente i segni della sagra ;
gennaio consagrò la basilica di s.
e in Reims la chiesa di s. Remigio. Mattia; in Viterbo, e con rito so-
Nicolò II consagrò in Firenze la lenne, la chiesa di s. Michele, ed in
chiesa di s. Felicita. Francia presso Parigi, ad istanza del
Alessandro II consacrò la chiesa re, vma chiesa, nella cui messa so-
di Monte Cassino, ch'era stata riedi- lenne s. Bernardo fece da diacono,
ficata, alla presenza dei Cardinali, e Pietro Cluniaceuse da suddiacono.
di dieci arcivescovi, di quarantaquat- Adriano IV consacrò in Sora la
tro vescovi , e de' principali signori chiesa di s. Maria.
di Puglia, e Calabria. Ristaurò la cat- Lucio ITI consacrò in Bologna la
tedrale di Lucca, che consacrò col- basilica di s, Petronio, ed in Modena
l'assistenza di ventidue vescovi, e di quella di s. Geminiano.
molti abbati mitrati. Urbano HI in Verona consacrò
S. Gregorio VII ristaurò, e con- la basilica, e una chiesa alla beata
sacrò la diaconia di s. Maria in Vergine.
Portico. Celestino IH, che contava novan-
Urbano II consacrò la chiesa del- tun anno, consacrò solennemente la
la ss. Trinità della Cava; in Cluny chiesa di s. Lorenzo in Lucina.
aH CHI CHI
Innocenzo III consacrò la basili- menicani, e quello della chiesa di
ca di s. Maria in Trastevere con Milano a' 6 ottobre.1

pompa solenne; in Rieti le chiese Eugenio IV consacrò in Firenze


di s. Eleuterio, e di s. Gio. evan- la chiesa di s. Marco, e poi la me-
gelista; ed in Perugia e in Todi tropolitana.
alcuni altari, oltre quelli , che fece Giulio II, avendo incominciata la
consacrare nella basilica vaticana. nuova fabbrica della sontuosa basi-
Onorio III consacrò nella chiesa lica vaticana , vi gettò la prima
di s. Sebastiano l'altare ove ripose pietra nel sabbato in Albis nel
ti di lui corpo , la cattedrale di i5o6.
Rieti, la chiesa di s. Maria in Cam- Leone X, dimorando in Firenze,
pitelli, e la chiesa di Casamai'e nel- fece consacrare la chiesa della ss.

la diocesi di Veroli. Annunziata dal Cardinal Antonio


Gregorio IX consacrò la chiesa del Monte.
di s. Eufemia; quella di s. Adriano Clemente Vili consacrò, a' 16
a preghiera del Cardinal titolare; e luglio 1^94, l'altare maggiore della
nel 1228, l'altare maggiore di santa basilica vaticana alla presenza di
Sabina. trentotto Cardinali.
Alessandro IV restaurò la chiesa Urbano Vili, nel 1626, consagrò
di s. Costanza, già tempio
Rac- di la basilica vaticana, ai 18 novem-
co, e ne consacrò l' altare. Consacrò bre, cioè nel medesimo giorno in
pure la chiesa di s. Martina, quel- cui s. Silvestro I avea consacrata
la de' ss. Pietro e Marcellino, ed in la vecchia basilica.
Viterbo quella di santa Mai'ia di Alessandro VII solennemente gettò
Gradi. la prima pietra, in presenza del ma-
Clemente IV commise, che nel gistrato romano, della tribuna della
di primo di settembre, si consacras- nuova chiesa di s. Maria in Campi-
se in Assisi la cappella di s. Chiara, telli a' 29 settembre 1 660.
,

dal Cardinal Ridolfo vescovo di Al- Clemente XI non solo gettò la


bano, dal Cardinal vescovo Stefano prima pietra ne' fondamenti della
l'altare de' santi Cosma e Damia- nuova basilica de' ss. XII Apostoli,
no , ed egli consacrò l'altare mag- ma fece altrettanto in quelli della
giore. chiesa dell' arciconfraternita delle
Nicolò III consacrò la basilica Stimmate.
lateranense , e in s. Pietro l' altare Benedetto XIII in tutto il tempo
di s. Nicola. che fu vescovo e Papa , consagrò
S. Celestino V consacrò la chiesa trecentottanta chiese, ed all'età di
di s. Spirito di Sulmona, da lui 5o anni, ne aveva già consagrate
edificata avanti il pontificato, per la centonovanta. Nel pontificato, e ai
.sua congregazione de' celestini. 28 ottobre 1726, con rito solenne
R. Renedelto XI in Padova con- consacrò la basilica lateranense, che
sacrò la chiesa di s. Agostino. è la prima chiesa del mondo; perbj
Urbano V consacrò in Marsiglia r ufficio di questa dedicazione s'i peri
r aitar maggiore del monistero di la basilica, s'i per la Chiesa uni ver»
». Vittore. sale, Benedetto XIII stabilì, che sii

Martino V consacrò in Firenze celebrasse ogni anno a' 9 novembreJ


r aliai" principale della chiesa de'do- Oltre quanto dicemmo superiora
, ,
,

CITI CITI a 55
mente di nitri Pontefici, ed oltre racoll accaduti nelle consacrazioni
quanto dicesi agli articoli Altare, V.C.

e Cappella , aggiungiamo, che Be-


nedetto XIV consacrò ]' nlt;u'e pa- § V. Quando accade, che la Chiesa
pale della basilica di s. IVIaria Mag- si possa e debba di nuovo con-

giore , e nel lySG dal Cardinal sagrare: Chiesa violata, e sua ri'
Malvezzi arcivescovo di Bologna fece conciliazione.
consacrare quella cattedrale, nel di
lui pontificio nome, come si legge Siccome per consagrare la chiesa,
nel breve, 2]'I)i prò ccnteris, Bull. e necessario porre in esecuzione ciò,
Magli, tom. XIX, pag. 5,38, men- che nel precedente paragrafo si è
tre coir altro breve, che emanò ai descritto; dovendosi di nuovo con-
12 maggio 1756, Tarn inde, loco sagrare, o benedire e riconciliare,
222, si diffuse nella sacra
citato, pag. fa d'uopo che sieno considerate tutte
eiudizione sul rito della consacra- le condizioni, le quali si ricercano
zione delle chiese. Aggiungiamo an- per una tal cerimonia. A seconda
cora, che lo stesso Benedetto XIV delle prescrizioni de' sagri canoni
in occasione della detta consacrazio- tre sono i motivi, che possono in-
ne della metropolitana di Bologna durre il -vescovo a riconsagrare la
fra i preziosi doni che le spedì chiesa: i.° Se la chiesa fosse rima-
le inviò pure dodici croci di metallo sta offesa dal fuoco in modo che
dorato, destinate ad affiggersi nel tutte le pareti, o la maggior parte
giorno anniversario della sagra, so- fossero resfate deturpate e contraf-
pra quelle già consacrate nella de- fatte; 2." Se le mura principali della
dicazione. Inoltre diremo, che Pio chiesa fossero del tutto diroccate
VI consacrò la chiesa di s. Cassiano ovvero rifabbricate con altri, e dif-
d' Imola , e quella abbaziale di Su- ferenti materiali ;
3.° Se vi fosse
biaco, ponendo la prima pietra alla dubbio della di lei consagrazione
chiesa de'cappuccini di Tor tre Pon- in guisa che mancassero le memo-
ti, presso le paludi
ed a Pontine, rie delle scritture, pitture, lapidi, o
Terracina alla chiesa, che dedicò a r attestato de vìsu vel de audiln.
s. Pio V. /'. il
p. Francesco Maria Se adunque mancasse la notizia della
Galluzzi della Compagnia di Gesù, consagrazione della chiesa, o vi fosse
Il rito di con sagran' le chiese, colla dubbio , si deve tornare a consa-
Sila antichità, significato, convenienza, grarla, non potendosi dire iterata
prerogative, e motivi di rispettarle, in azione, quando non se ne abbia al-
occasione della, consacrazione della cuna certezza. Mollo più è necessaria
chiesa di s. Ignazio, Roma 1722; la nuova consagrazione, se la chiesa
ed il canonico d. Gio. Francesco venne rifabbricata, qualunque ne sia
Cecconi, // sagro rito di consagrare stata la cagione , regola eh' è ap-
le chiese, esposto, spiegato, e presen- poggiata sulla ragione, consistendo
tato al Sommo Pontefice Benedetto l' essenziale della consagrazione nel-
XIII, Roma 1728. Quest' ultimo le unzioni esteriori che fa il vesco-
riporta un catalogo delle chiese mira- vo sulle pareti, le quali tolte dalla
colosamente consacrate, delle chiese nuova fabbrica, si toglie altresì l'es-
ed altari consacrati per comanda- senza della consagrazione. Questa dot-
mento divino, e de' santi; de' mi- trina confermasi cogli esempi della
,

9.56 CHI CHI


basilica vaticana, la quale rinnovala descritto dal Pontificale , e Ritunle
dai fondamenti per la vasta mente romano, facendosi la cerimonia colla
di Giulio II, fu di nuovo consa- celebrazione della messa e coli' as- ,

grata a' i8 novembre 1626 da Ur- persione dell'acqua benedetta, mista


bano Vili ; come della basilica la- col sale, e colla cenere. Dicono le
teranense, la quale consagrata già rubriche del Rituale, che un sacer-
da s. Silvestro I nell'anno 324, es- dote può riconciliare una chiesa vio-
sendo poi stata rinnovata nella mag- lata, se non ancora era stata consa-
gior parte nell'anno 780 da Adria- crata dal vescovo, perchè da nessun
no I, e dai fondamenti restaurata altro si può riconciliare, se non che
ed abbellita da Innocenzo X, fu di dal Papa, o dal vescovo, e la ragione
nuovo consagrata ai 9 novembre per cui il vescovo non può delega-

1726 dal Pontefice Benedetto XIII, re un semplice sacerdote, ancorché


alla presenza del sagro Collegio, della vi fosse una consuetudine contraria,
prelatura, ec. ella è perchè il vescovo , sebbene
Oltre i suddetti motivi, che pos- possa commettere ad altri ciò che
sono e devono indurre il vescovo a spetta alla sua giurisdizione , tutta-
consagrare la chiesa, vi sono altre volta non può demandare quelle co-
ragioni, che diconsi di chiesa violata, se, che sono di ordine vescovile, co-
per le quali non è necessario ricon- me decretò la sagra congregazione
sagrarla, bastando solo che sia di de' riti ai 9 febbraio 1608 in Ca-
nuovo benedetta. Diverse pertanto meracens , il perchè un sacerdote
sono le ragioni e i casi addotti dai potrà riconciliare una chiesa consa-
dottori, principalmente dal Barbosa, grata dal vescovo, soltanto con fa-
e dal Monacelli , e le maggiori so- coltà pontifìcia. Quantunque poi si

no: 1° Se vi fosse stato commesso riconcilii una chiesa da qualche sa-


qualche peccato di adulterio, ovve- cerdote, r acqua deve essere sempre
ro consumata qualche sensuale sfre- benedetta dal vescovo, mischiata col
natezza, sive per copidam conjuga- vino, e colla cenere, secondo il rito
lem; 1." Se vi fosse stato commesso prescritto dal citato pontificale.
spargimento di sangue con feri- , Quello, che si disse della chiesa
menti ed omicidi; 3." Se vi fosse si può anche intendere dell' altare
stato sepolto un infedele, un eretico, per doveilo di nuovo consagrare,
o pubblico scomunicato, nel qual di che si tratta air articolo Altare
caso anche si radono le sagre pa- § VII SoONSECRAZlONE DELl' AlTARE.
j'eti. E però da osservarsi che tal , Sconsagrato però l' aliare, non lo è
ribenedizione si dee fare quando i me- la chiesa, ma bensì polluta o vio-
morati casi sieno pubblici e notori, lata la chiesa, lo è di necessità ezian-
perchè si chiama violata una chie- dio l'altai'e. Quello, che si è detto
sa propter scandaluin^ et ad fide- dell' altare può anche in-
fisso, si

liiun exeinplum, et terrorem; in caso tendere dell' altai-e portatile, come


contrario non vi è necessità di ri- dicesi al citalo articolo. Alla nuova
conciliarla o ribenedirla, mentre la consagrazione della chiesa , devesi
chiesa essendo in sé santa, non può unire anche la benedizione del ci-
soggiacere a macchia o violenza , miterio, come prescrisse Bonifacio
veruna. Violata adunque che sia la Vili in scxt. tit. 21. S'intende sup-
chiesa^ si deve ribeuedire nel modo posto, che il cimitcvio sia contiguo
,

e II I CHI 2^7
alla chiesa, che tocchi le pa-
cosi da Salomone nella prima fabbrica
reti, giacché, come dicono i doltoii, del tempio se n* era celebrata la glo-

la maggior parte trae a sé la mi- liosa solennità, cosi nella nuova fab-
nore. iU peliamo, che tali sagre ce- brica del medesimo tempio se ne
rimonie devoiisi celebrare quando videro rinnovati i sagri liti, e sta-
la violazione sia stala commessa pub- bilite le memorie. E questa festa
blicamente nella casa di Dio, allìn- dell' encenia , o sia dedicazione del
chè sieno i fedeli avvisati quanto ,
tempio , si osservava religiosamente
grave sia l' olFesa commessa contro dagli ebrei a tempo di Gesù Cristo,
r Altissimo nel suo tempio. Ne so- il quale non volle mancare d'inter-
no piene le sagre carte, e partico- venire all'anniversario della dedica-
larmente nel libro dei re, si legge zione del tempio, come riferisce san
il tremendo gastigo dato da Dio ai Giovanni evangelista capo X. Una al
figli del sacerdote Eli, per aver con- somigliante solennità, soggiunge s.
taminati i limitari del santuario con Agostino, altro non era che l'anni-
profanità e sfrenatezze sensuali, laon- versario della consagrazione del tem-
de rimasero vittime del fuoco. pio, mentre la parola greca Caiiion^
in latino è lo stesso, che nuovo, che
§ VI. Anniversario, e Dedicazione
perciò dagli ebrei celebravasi solen-
(ielle Chiese.
nemente quel giorno, nel quale ricor-
Considerati superiormente i miste- reva la dedicazione del tempio.
ri e significati della consegrazione A vista dunque di tante riprove,
delle chiese , sarebbe stato biasime- qual confusione sarebbe pe' cattoli-
vole il perdersi la memoria della ci se, dopo aver fabbricate le chie-

solennità, perchè i Sommi Ponte-


il se, e consagrate colla santità di tan-
fici , secondo gli esempi della sagra ti adorabili significati, ne perdes-
Scrittura, coniandarono la celebra- sero ima SI grata memoria, e in-
zione dell'anniversario della dedica- tenti solo alla ftibbrica materiale
zione, o consagrazione d'ogni chiesa. trascurassero i vantaggi dello spirito
Gli ebrei celebravano l'anniversario colla rinnovazione di giorno sì me-
della dedicazione del tempio di Ge- morando ? Giustamente però a se-

rusalemme per otto giorni. Abbia- conda dei pontificii decreti se ne ce-

mo poi che Giuda Maccabeo, avendo lebra la memoria col giorno anni-
distrutti e dispersi i nemici del suo versario, e se ne prosegue anche la

popolo, si applicò con religioso zelo solennità per otto giorni continui.
alla restaurazione del tempio, ed alla Aggiungiamo che Costantino Magno,
fabbrica dell'altare nuovo di pietra, il quale ne' primordi del quarto se-
avendo prima purgato lo stesso tem- colo diede la pace alla Chiesa, fece
pio dalle sue profanità ed immon- in Gerusalemme consagrare una chie-
dezze. Lo arricchì inoltre di prezio- soggiunge iNiceforo lib. Vili, cap.
sa, e
sissimi arredi , e santifìcollo coli' in- 5o, che il giorno di tale dedicazio-
censo delle orazioni sangue di , col ne, cioè il quattordicesimo di settem-
mille vittime, e coU'accompagnamen- bre fu
, da quel tempo liguardato
to di tutta la nazione ne festeggiò siccome festa nella chiesa gerosoli-
il trionfo, celebrandone l'encenismo, mitana. Secondo poi Eusebio, 1. X,
o sia l'encenia, ed ordinò che si ce- cap. 3 anco avanti Costantino e
, ,

lebrasse ogni anno. Siccome adunque dopo la morte di Massimino, i cri-

VOL. XI. 17
nSS CHI CHI
stiani celebrarono la dedicazione del- liturgico a tal voce, ed il p. Ga van-
le chiese, che edificavano. S. Ana- to, con le addizioni del p. Merati,
stasio del 340 ,
parla di questo co- Compendio delle cerimonie ecclesia-
stume TìeìV Epìslol. ad Constantin., stiche, pag. 44? > capo V , Del co-
e loda 1' esempio di Esdra. S. Am- mune della dedicazione della chiesa.
brogio, lib, I, epist 8, scrive di aver E poi noto, che nell'anniversario del-
tiovati i corpi de' ss. Gervasio e le chiese si accendono avanti le do-
Protasio, dopo aver dedicato una dici croci consagrate, altrettante can-
chiesa ; ed oltre a ciò fa un sermone, dele di cera.
che è l'ottantesimo nono, De dedi-
§ VII. Della venerazione, che si de-
eatione basiliccs. S, Agostino citato
ve alla Chiesa, e di altre notizie
ne fa vari ne' giorni delle consagra-
che la riguardano.
zioni delle chiese, o loro anniversari.
Finalmente s. Gregorio 1, nel lib. III Il Binghamo ci ricorda i se-
de' suoi Dialoghi , e. 3o, attesta di gni di rispetto e venerazione , che
aver dedicato un tempio, stato pri- usavano i fedeli nell' entrare nelle
ma degli ariani, e che Dio approvò chiese. I re deponevano le corone,
tale dedicazione con illustri miracoli. i soldati le armi, siccome luogo di
f^. Pompeo Sarnelli, Lellere eccle- pace, e tutti s'inchinavano profi)n-
siastiche, tom. Ili, p. 26, ove parla damente innanzi l' altare. I templi
della dedicazione delle chiese, e dei non servirono giammai ad usi pro-
prodigi in esse avvenuti, tom. Vili, fani , e i diaconi proibivano in essi
lettera XXIX,
Della dedicazione de- qualunque indecenza; argomenti tutti
le chiese e de' suoi misteri, ove pur dell'alta idea, che i cristiani avevano
dice che anticamente non si dedica- de' sagrosanti misteri di nostra religio-
vano, che al Salvatore. Osserva però ne. Della modestia, del raccoglimen-
il Grescimbeni, Istoria della chiesa to e della divozione, colla quale i fe-

di san Giovanni a porla latina, a deli anticamente stavano nelle chie-


pag. 61, e lo vedemmo ancor noi se, fa parola ancora il menzionato
superiormente , che ne' primi tempi p. Galluzzi, e. Ili, p. 1 3, ove di-
del cristianesimo le chiese si dedi- ce che Dio spesso pun"i gì' irriveren-
cavano a Dio, ma si denominavano ti con severi gastighi temporali. Il
anche da chi dava il luogo per fab- concilio di Sens del iSaS ordinò,
bricarle, o vi aveva alcuna attinenza, che dalle chiese si togliessero le pit-
come si rileva dai titoli di Pudente, ture indecenti, le quali rappresen-
d* Eudossia, d' Equizio, di Calisto, di tano cose da indurre al divagamen-
Damaso ed alti-i. to i fedeli. Clemente XI, volendo
Conchiudiamo con s. Tommaso, come padre comune osservare neu-
lect. 5 in cap. 10 Joan. , che la de- tralità nella guerra della successio-
dicazione è la stessa consagrazione ne di Spagna, nel lyoS, proibì che
fatta dal vescovo, che si ricorda ogni i ritratti dei due pretendenti si

anno, e questa è una festa più de- esponessero pubblicamente nelle chie-
gna di quella del protettore del luo- se nazionali di s. Maria dell'Anima,
go, e del titolare della chiesa. Per- e di s. Carlo al Corso. Inoltre tal
ciò che riguarda il comune della de- zelante Pontefice con decreto del
dicazione di una chiesa, si consulti 1701, Bull. Magn. t. VIII, p 4'>7,
il Diclich nel suo Dizionario sagro comandò che niuno di qualsivoglia
,,

CHI CHI 25:9


grado, eccettuate le persone di san- ginocchia piegate il ss. Sagramento,
gue reale , si facesse portare nelle ti evitassero i profani discorsi, il

chiese i tappeti coi cuscini per por- riso, il rumore, e il passeggio ; si

visi sopra ; e prescrisse che, laddove osservasse un pio raccoglimento ,


ciò avesse a succedere, si cessasse proibendo le questue per non impor-
subito dalla celebrazione dei divini tunare i fedeli dalla preghiera col
uffizi, e restassero scomunicati i ret- racconto delle loro miserie. Pel gran-
tori delle chiese che lo permette- de abuso poi, che in Siviglia si fa-
vano, e interdette le chiese stesse. ceva del tabacco, il perchè la cat-
Tale decreto fu provocato dai gra- tedrale ne. veniva lordata , Urbano
vissimi abusi, che allora vi erano Vili nel 1642 pose la pena di sco-
in argomento. Il canone 'j5 del munica a chi lo prendesse dentro
concilio Trullano prescrive, che i quella chiesa ; pena che Innocenzo
canti sieno decenti e divoti. II con- X nel i65o estese a quelli^ che fa-
ciho Trento, sess. 22, invita i
di cessero altrettanto nella basilica va-
vescovi a bandire dalle loro chiese ticana, cui egli avea decorata di no-
ogni sorta di musica nella quale bilissimo pavimento, di colonne e
o sull'organo, o in semplice canto, pilastri; ma nel 1725 Benedetto
entri qualche cosa di profano; co- XIII tolse affatto tali severe censu-
me pure i discorsi , i traltenimenti re. Il concilio di Cartagine, col ca-
vani, gli strepiti, e clamori ac- i , none 82, inculcò ai vescovi di non
ciocché la casa di Dio comparisca impedire a veruno di entrare in
veramente casa di orazione. Anche chiesa per edificazione, e per udir-
Benedetto XIV riformò le musiche vi la parola di Dio, sia giudeo, o
nelle chiese, e proibì a' superiori di gentile, od eretico, fino alla messa
esse, che tenessero banchi e sedie de' catecumeni. L' immunità' poi del-
nei giorni cui fosse la musica
in le chiese, per rispetto alla casa di
per qualunque irriverenza
evitare Dio, è antichissima, ed il Pontefice
alla casa di Dio. Anzi il di lui pre- Bonifacio V proibì che ninno ar-
decessore Clemente XI, per le pe- disse di estrarre per forza chi erasi
ripezie dei tempi e per ricordare , rifugiato nelle chiese, quale asilo di
a' grandi il niente delle cose umane, sicuiezza. V. l'annalista Baronio al-
sospese per cinque anni l' uso nelle l'anno &iS, num. 16. Dell'origine,
chiese dei genuflessori, e delle sedie. e del progi'esso degli asili, delle va-
11 Menochio, nel tom. III, pag.
p. rie specie e loro diritti, scrisse l'ab-
178, racconta perchè i poveri an- bate Raimondo Cecchelti un libro
ticamente non si lasciassero andai'e con questo titolo. Degli Asilij Pa-
mendicando per le chiese. Paolo dova lySi. Vi è ancora un Di-
IV proibì con pena di scomunica scorso sopra V Asilo ecclesiastico ^
che si passeggiasse nelle chiese, e stampato nel 765. V. \' Asseman?
1

che i poveri vi cercassero limosina ni. De ecclesiis, earumque reveren-


per non disturbare quelli, i quali fan- tia et asylo, Romae
1766. Leggia-
no orazione. S. Pio V, conforman- mo nel canone
19 del concilio ge-
dosi ai decreti di Gregorio IX, or- nerale lateranense del 1179, che le
dinò sotto pena delle censure eccle- chiese sono esenti dai pubblici ag-
.5iastiche, che nelle chiese si entras- gravi, eh' è proibito sotto pena di
se con divozione, si adorasse colle anatema ai rettori, consoli, e altri
a6o CHI CHI
magistrati delle città, d'imporre al- e aoo; Samuele Schurzfleisch, De
le chiese alcun aggravio , sì per ritu spargendi Jlores , Vittember-
provvedere alle o spe-
fortificazioni, gae, 1 69 1 ; Gio. Nicolai , De Phillo-
dizioni guerresche, per altro moti-sì bolia, seu Jlonim, et ramoriini spar-
vo. Il Pontefice Giovanni Vili sotto- sioìie in sacris, et civilihus rebus
pose alla pena di sacrilegio chi rubas- usitatissima. Accessit Jo. Cunv. Die-
se cosa sagra, ed anche non sagra, da terici, Dissertatio de sparsìone Jlorumj

luogo sagx'o. Dalla legge di Costanti- Francofurti, 1698. Il di Simeone


no, presso Eusebio in Vita Constant. scrisse: Glorìe de sagri templi, e del

lib. II, e. 3g, colla quale ordina che culto che ad essi si dei'e , Roma
si restituiscano alle chiese i beni ad 1734.
esse tolti dal fìsco in tempo della Finalmente, oltre quanto dicesi
persecuzione, si fa chiaro e manifesto ai rispettivi articoli riguardanti le

l'antichissimo possedimento de' beni chiese, sopra i templi dei cristiani

anche immobili presso delle mede- scrissero copiosamente i seguenti au-


sime. Ma se piendere una
si vuol tori : il Cardinal Bellarmino , De
giusta idea dei beni di Chiesa [Fedi), templis; il BuUengero , nel lib. IH,
prendasi da quanto decretò Carlo de templis ; V AUazio, de templis
Magno, Capitular. Reg. Francar, nel grcecorum, recent, et de nartliecc;
tom. I edit. Balutii, pag. Sii. La Pompeo Sarnelli Antica Ba-
nell'
congregazione Cardinalizia de' riti silografia, Napoli i684; Giovanni
( Fedi )
fu istituita perchè invigi- Ciampini, nel libro: De Sacris (vdi-
lasse che nelle chiese si osservassero Jiciis a Constantiiio Magno consiru-
diligentemente i sagri riti ec. , e la ctis; il Cardinal Bona, nel Hb. I

congregazione della visita apostolica Rerum Liturg. capo 19, ed ivi il


[Vedi) venne eretta per l'adem- suo commentatore Sala; il Mabillon
pimento di tutti i legati pii , e alla nel Comment. in ord. Rom. § 3 ; il

soddisfazione dell'obbligo delle mes- Grancolas, nel tom. I. Antiq. Sa-


se, anniversarii ed altri simili; men- cramentarii Eccl. pag. 2; il Zecch
tre la congregazione della fabbrica nel tom. I, de Jur. Rer. Ecclesiast.
di s. Pietro ( Vedi) ha la facoltà sect. I, tit. I; il Mazzocchi nella
di applicare tutti que' legati pii , che Dissertazione , De cathedrali eccle-
non fossero stati adempiuti , in be- sia neapolitana; l'Ildebrando, nel
neficio della fabbrica della chiesa libro. De pn'sccc et primitiva: Eccl.
vaticana. V, la bolla Firmandis, sacris publicis templis , et diebus
de'6 novembre 174^, Bull. Magn. festis, Helmstadii , iGSa; Urbano
tom. XVI, pag. 49 emanata da > Godofredo Sibero, De templor. con'
Eenedelto XIV, colla quale si di- dendor. et dedicandor. rilibus, Lipsiae
chiarò, che i vescovi possono visi- 1726, il quale anche scrisse. De
tare le chiese parrocchiali rette dai cane e templis exterminando j'uxta
regolari, eccettuate quelle nelle quali Icges ecclesiasticas , Lipsiae 1 7 1 2 ;

risiede il Ordine, di
generale dell' il Cabassuzio nella Diatriba de ve-
cui il parroco è religioso. V. Par- te.nim ecclesiarum silu, partibus, et
BoccHiE. Suir uso di gettare fiori e forma, nella sua Notizia Conciliar.
veizure nelle chiese, si possono con- pag. 345 , e nella JVotit. Eccles.
sultare il Cancellieri , Dissertazioni pag. 39; L'Ospiniano, de Templis,
epistolari hibliograjiche , pag. 199, eontni origine, progressu, usu, eie.
,

CHI CHI a6t


Tiguri .1609, et Genovae 1672; il della lega contro il turco, e a quella
Muratori, nella Dissertatio de tem- sopra l'alienazione dei censi della
plor. apud veteros omatu etc. , nei Chiesa. Dopo essere intervenuto al
suoi Anecdot. tom. I, pag. 178; il conclave di Gregox-io XIII, morì a
Fabricio nell' Oratio de templis ve- Pioma nel i5'j5 di cinquantacinque
ter. christianor. Helmstadii lyo/j.; anni, e sette di Cardinalato, ed ebbe
il Lorrequatio nell' Observatio de tomba nella chiesa del suo titolo rim-
narthece vetens ecclesice, nel suo li- petto all'aliar maggiore.
bro Adv. Sacrar, pag. ^"ì"] ; Lo CHIESA (della) Francesco Ago-
Schui'zfleisch , De templor. anti- stino. Vescovo di Saluzzo, fiorito
quitatibuSf Yittembergaj 1 696 ; il nel secolo decimosettimo. Ci lasciò
Veidling, De templis suminis sum- I. una storia cronologica dei Car-
ptibus extructis; Lencop. 1711, ed dinali, arcivescovi, vescovi ed abbati
altri presso il Fabrizio nella Bi- del Piemonte, Torino 164^; 2. Ca-
hliograph. antìcj. pag. 299. e seg. talogo degli scrittori del Piemonte e
non che l'opera di Francesco Mili- della Savoj'a; 3. // teatro delle don-
zia riguardante le Belle arti. Da ne sapienti.
ultimo, in Milano con magnifica CHIESA Giovanni Nicolò. Scrit-
edizione, furono pubblicate le storie, tore ecclesiastico del secolo decimot-
colle piante, spaccati, e prospettive, tavo. Di lui abbiamo alcuni libri as-
delle Chiese principali di Europa. sai devoti, i quali trattano sulla san-
CHIESA. GiANAjVGELO, Cardinale. tificazione dell'anima.
Gianangelo Chiesa nacque a Tortona CHIESE DI Roma. I sacri ed au-
f nel i52o da nobili genitori. Nelle
università di Padova e Pavia diven-
gusti templi dell'alma città di
sono degni della capitale del cristia-
Roma

ne perito in legge, ed in questa nesimo, e della residenza del Som-


iiltima si laureò nel diritto civile mo Pontefice, pei tanti e singolari
e canonico. Di lese da valoroso in loro pregi, pel loro numero, per la

Ispagna presso Filippo H, la quasi loro grandezza, magnificenza e son-


disperata causa del duca di Terra- tuosità , per la ricchezza e rarità
nuova , ove si conciliò per maniera degli ornati, in cui il fiore degli ar-
l'animo del re, e di tutto il con- tisti impiegarono l' ingegno sia nel
siglio che venne dichiarato
reale , concepirne i vasti disegni, che servi-
senator Milano, e governatore
di rono di modello ad altri , sia nel
di Pavia, cui resse per due anni; concorso felice di tutte le arti, che
poi vedovato di moglie, fu spedito fecero a gara di secondare la muni-
a s. Pio V a comporre le differenze ficenza de' romani Pontefici, Cardi-
tra il senato di Milano e s. Carlo nali, principi, corpoi-azioni religiose,
Borromeo. Il Pontefice lo ebbe caro e pii benefattori, i quali le vollero
così pei suoi costumi, e per la sua innalzate a Dio, alla beata Vergine ,

dottrina, che lo fece abbate in san ed ai Santi. Così venne distinto an-
Pietro di Mulegio a Vercelli, e a co pei sacri templi il centro del
mezzo di suo zio Serafino a' 24 , cattolicismo , la città eterna ove il

marzo del i568, lo creò Cardinal principe degli apostoli stabilì la sua
diacono, poi prete di s. Pancrazio, e sede, da qualunque altra eapitale
prefetto della segnatura di giustizia. d'imperi, di regni, e di stati. So-
Lo ascrisse anche alla congregazione prattutto poi sono celebri le chiese
,,, ,

a6ci CHI CHI


di Roma, pel gran numero, la cui M ostiense, presenteranno i tro-
li si

erezione per la maggior parte ri- " fei di coloro, die fondarono quel-
monta alla veneranda antichità M la chiesa ".
pei gloriosi monumenti che conser- Le chiese pertanto di Roma, for-
vano dei primarii atleti della fede manti la principale parte della sua
per le insigni reliquie che posseg- splendida grandiosità che andiamo ,

gono , e per tante cause che le pel maggiore numero, e per ordine
santificarono e illustrarono ; per cui di alfabeto a compendiosamente de-
sino da' piìi rimoti tempi , da lon- scrivere ne' seguenti articoli, si sud-
tane l'egioni vennero principi e po- dividono nelle basiliche patriarcìlli
poli a visitarle , e ad acquistare le nelle basiliche minori , nelle colle-
tante indulgenze , di cui col tesoro giate, nelle chiese de' titoli Cardina-
inesausto della Chiesa , le arricclù lizii, nelle diaconie Cardinalizie, nel-
la pietà de' Pontefici, onde per co- le sette chiese , nelle chiese stazio-
mun consenso Roma fu anche chia- nali, e nelle chiese parrocchiali, od
mata città santa. » Questa è vera- appartenenti agli Ordini religiosi di
« mente la città dicea san Carlo , ambo i sessi , e nelle chiese altresì
» Borromeo di cui la terra
, le , nazionali, di ospedali, de' sodalizi ec.
« mura, gli altari, le chiese, i se- Le basiliche patriarcali, come dicem-
» polcri de' martiri, e tuttociò che mo all'articolo Basilio v (radi), sono
» presentasi alla vista, incutono nel- cinque, così dette patriarcali, per la
» l'animo uq non so quale ribrezzo, dignità della Chiesa romana, e per
»j come esperimentano e provano r eccellenza del Pontificato , e del
5j quelli, che ben disposti visitano suo ministero in essa esercitato, di-
« que' sacri recessi ". Dappoiché va cendoci il Caietano nella vita di san
considerato quanto giovi a risvegliar Gelasio II: Sunt in Ecclesia Roma-
nell'animo pensieri devoti il visitare na quinque ecclesicc patiiarchahs; his
luoghi sì vetusti, ove in maravigliosa autem pntriarchalìlms ecclesiis prccfe-
guisa mostrasi la sublime maestà della cti sunt hi: Lateranensi prinms epi-
religione, e l'avere sotto gli occhi tante scopus collateralis, S. Mniix archi-
migliaia di martiri, che hanno san- presbytcr Cardinalis , s. Petro ar-
tificata questa classica terra col loro chipreshytcr Cardinalis , Ecclesicc s.

sangue, e recarsi alle basiliche, ve- Paidi ahhas Cardinalis , Ecclesiae s.


derne i titoli, e con dolce commo- Laurentii ahhas Cardinalis. Che gli
zione venerarne le tante, e preziose abbati di queste due basiliche anti-
reliquie. Il perchè esclamò s. Gio. camente erano spesso Caidinali, si
Crisostomo » Come il sole traman-
: vedrà a' loro articoli. Chiamansi tali
" da nel meriggio i suoi raggi la , basiliche patriarcali, secondo alcuni,
" città di Roma per que' due lumi anco perchè credonsi istituite in me-
» s. Picti'o, e s. Paolo diffonde per moria dei cinque patriarchi esistenti
» tutto il mondo la luce ". Ripete- nel cattolicismo, cioè il romano, il

remo inoltre con Caio, prete della costantinopolitano ,


1' alessandrino ,

Chiesa Piomana presso Eusebio


,
l'antiocheno ed il gerosolimitano ;

Stor. Eccl. lib. II, cap. 2: » Io poi ovvero, come dice Onofrio Panvinio,
" posso mostrare i trofei degli apo- perchè annessi alle cinque basiliche,
» stoli imperocché voglia tu an-
: eranvi i palazzi, o pntriarchii ove ri-
»» dure al Vaticano , o alla via siedevano i pati'iarchi forestieri (giac-
, ,

CHI CHI a63


che il romano Pontefice, come pa- silica lateranense è la cattedrale del
triarca d'occidente, abitava il patriar- Sommo Pontefice, ma osserva ilPan-
chio lateranense), quando si portava- vinio, che avendo i Papi costumato ce-
no in Roma per celebrare concilii, lebrare le loro pontificali funzioni an-
o per trattare affari ecclesiastici , ri- che nelle altre quattro basiliche pa-
guardandosi poi gli altri patriarchi triarcali, queste vengono riguardate
meno antichi^ quali patriarchi di pri- a guisa di altrettante sue cattedrali
vilegio. Le dette cinque patriarcali per la sua sublime prerogativa di
basiliche sono pertanto dei Salvato- supremo gerarca della Chiesa uni-
re, o di s. Giovanni in Laterano di , versale.
s. Pietro in Vaticano , di s. Paolo Le basiliche minori sono otto
nella via ostiense, di Maria Mag- s. cioè: Sessoriana, o di s. Croce in Ge-
giore o liberiana, e di s. Lorenzo rusalemme , s. Sebastiano s. Maria
,

fuori delle mura di Roma; basiliche in Trastevere , s. Lorenzo in Da-


che sono espresse nel seguente disti- maso, s. Maria in Cosmedin, Co-
co, che vuoisi composizione di Gio- stantiniana de' ss. Xll Apostoli, JEu-
vanni Cardinale di Piccardia: dossiana di s. Pietro in Finculis, e
Regina coeli, detta santa Maria in
Paulus , Virgo t Pctnis^ Laurentius, monte santo. Nelle processioni i ca-
atque Joannes pitoli Maria in Trastevere, e
di s.

Hi patriarchaUis nomea in Urbe di s. Lorenzo in Damaso procedono


tenent. uniti, ma ogni anno si cedono a vi-
cenda la destra secondo il disposto
Ognuna delle cinque basiliche ha di Benedetto XIV, che compose le

l'altare papale , cioè il principale dispute di preeminenza. Nelle pro-


in cui celebra il solo Sommo Pon- cessioni, le basiliche di s. Pietro, di
tefice , e per indulto apostolico un santa Maria IMaggiore, di s. Mai'ia
Cardinale, come dicemmo all^ arti- in Trastevere, di s. Lorenzo in Da-
colo Cappelle Pontificie § X, n. 4> maso , di s. Maria in Cosmedin , e
ove avverte, che nella basilica li-
si di s. Maria Regina coeli , oltre la
beriana avvi un secondo altare pa- croce, sono precedute dalle insegne
pale, cioè nella cappella eretta da del padiglione, e del campanello ap-
Sisto V, ove per privilegio pontificio peso ad una macchina di legno do-
in alcuni tempi possono celebrare i ralo, nella quale evvi il particolare
canonici, e i beneficiati ; e che nella proprio stemma di ciascuna basilica.
basilica ostiense ,
per la festa del- Ma la basilica lateranense per pri-
la commemorazione di san Paolo, vilegio, e per quanto dicemmo al-
per concessione di Benedetto XIV, trove, e diremo al suo articolo, si
celebra nell'altare papale un vescovo fa precedei'e da due croci da due ,

assistente al soglio. Aggiungiamo poi padiglioni, e da due campanelli.


qui, coll'autorilà dell' Ugonio Delle Le collegiate sono nove e tutte ,

stazioni di Roma, p. 1 53, che nell'al- con capitolo di canonici, e benefi-


tare maggiore della basilica dis. Lo- ciati ec. Queste chiese collegiate so-
renzo fuori delle mura, essendo pon- no di s. Maria ad Martyres o
:

tificio, celebra il solo Papa, se pu- Panthecjn di s. Marco , di s. Ni-


,

re per ispeciale grazia non concede cola in Carcere, di s. Maria in Via-


ad altri licenza di celebrarvi. La ba- lata , di s. Eustachio , di s. Angelo
, ,

a64 CHI CHI


iti Pescheria, de' ss. Celso Giuliano delle tante indulgenze concesse dai
in Banchi, di s. Anastasia e di san Pontefici, fuori dell' anno santo del
Girolamo degli Schiavoni. Oltre quan- giubileo. Allorché poi alcune di esse
to sulle collegiate diremo nel se- per inondazione incendio o altri
, ,

guente periodo, va qui avvertito che casi non si possano visitare, i Pon-

l'origine di esse è nata dai monaci, tefici vi surrogano delle altre, co-
i quali una volta quelle chiese uffi- me si vedrà a' rispettivi luoghi. V.
ciarono, nelle quali di presente sono Sette Chiese di Roma.
i prova
capitoli, e le collegiate; ciò lo Le chiese stazio'nali sono quelle
il Mabillon parlando dei capitoli di chiese di Roma, che secondo T isti-
s. Pietro, e di s. Giovanni. tuzione di Papa s. Ilario, si visitano
Le chiese titolari de' Cardinali da' fedeli per 1' acquisto dell' indul-
preti sono cinquanta, e le diaconie genza, in tutti i giorni di quaresi-
Cardinalizie sedici; ben inteso però ma, domeniche dell'avvènto,
nelle
che il Cardinal vice-cancelliere di nelle quattro tempora, nelle mag-
S. R. C. godendo sempre in com- giori solennità, ed in alcune ottave
menda il titolo Cardinalizio di s. Lo- privilegiate, ec. V. Stazioni di Roma.
renzo in Damaso, se appartiene al- Tutta volta va qui avvertilo, che si
l'ordine de' preti , o de' diaconi, tal legge nella vita di s. Cleto, creato
chiesa diviene perciò titolo o dia- , Papa nell'anno 80, ch'egli istituì le

conia. Qui solo dii'emo, che nei tem- pellegrinazioni urbane a'sacri templi
pi antichi non vi erano capitoli di di Roma, le quali poi furono chia-
chiese collegiate in Roma , ma nei mate stazioni.
dì festivi ai divini uffici! destinati Le chiese parrocchiali, che prima
tutto il popolo andava al suo titolo, erano Leone XII con
ottantuna ,

ove il prete titolare celebrava, e in bolla del i" novembre 1824, le

compagnia de' chierici addetti al ser- ridusse al numero di cinquantaquat-


vigio della chiesa, e di tutti i fedeli tro. V. Parrocchie di Roma. Si legge
concorsivi, celebravansi le vigilie, e nel Piazza , Gerarchia Cardinalìzia,
le ore mattutine e vespertine , non pag. 349 e 35o, che i parrochi
già le altre ore diurne, terza, sesta, delle chiese titolari ec. si chiamava-
nona , e il completorio ,
poiché no vicari, giacché il principal peso
queste ne' primi tempi si recitavano della parrocchia spetta al (iardinal
solamente da' monaci, i quali (come titolare; ma che siccome tali vicario
in maggior numero) potevano in per molti secoli, e forse dalla loi'o
Da ciò ne ri-
tutte le ore uffiziare. istituzione erano meramente ad nu-
sulta che le collegiate tutte non
, tum de' titolari, ovvero de' capitoli
sono di queir antichità, che alcuni s. Pio V, ad evitare le conseguenze
hanno pensato di dimostrare. V. pregiudicievoli, che ne seguivano per-
Titoli Cabdixai-izii. ciò col frequente cambiamento dei
Le sette chiese di Roma si com- vicari, con bolla del 1071 eresse le
pongono delle summentovate cinque medesime cure d'anime in vicarie
basiliche patriarcali e delle due
, perpetue, con istabile provvisione, e
basiliche minori di s. Croce in Ge- furono le seguenti dodici chiese: S.
rusalemme, e di s. Sebastiano, le Gio. in Laterauo, s. Pietro in Vati-
quali sette chiese si sogliono visi- cano, s. Caterina della Rota, s. Bia-
tare dai fedeli, pel conseguimento gio della Pagnotta, s. Pancrazio, s.
CHI CHI 26^
Maria Via Lata,s. Maria in Tras-
in Cleto, eletto nell'anno 80, avea già
tevere, s. Lorenzo in Damaso, s. convertita la sua casa in chiesa, che
Maria in Cosmeclin s. Angelo in , dipoi fu dedicata a s. Matteo, ed
Pescheria, s. Quirico, e s. Nicola in ebbe il titolo Cardinalizio di Meru-
Carcere: però in progresso di tempo lana. Ciò non pertanto il citato
accaddero delle variazioni, dappoiché Pompeo Ugonio, a pag. 161, è di
alcune furono soppresse, ed altre sentimento che la più antica chiesa,
sostituite, locchè si dirà ad ogni ar- o titolo di Roma che con tal no- ,

ticolo. me chiamata, è la chiesa


venisse
Delle altre chiese poi nazionali, di s. Pudenziana, luogo abitato da
degli Ordini religiosi d'ambo i sessi, s. Pietro nella sua venuta in Roma,

degli ospedali, e de'sodalizi ec, pall- Qual sia poi la prima chiesa in Ro-
iandosene a' rispettivi articoli, nella ma consacrata, se quella di Eudos-
seguente descrizione alfabetica delle sia, ossia di s. Pietro in Vinculis sul-
chiese di Roma, ci limiteremo a l'Esquilino, o di s. Pudenziana sul

solo indicarle. Noi non intendiamo Viminale, ovvero altra, non lo sa


far parola- di tutte le chiese di Ro- decidere il Cardinal Bona, Rer, Li-
ma, ma di quelle che appartengono tiirg. lib. V, cap. 19, § i, dicendo
alle descritte categorie, che in so- che la cosa è incerta. Ne tratta
stanza abbracciano le principali e però eruditamente il Florenlinio,
la maggior parte, rimanendo a po- Exerc. Il , ad diem i Aug., nel
che quelle di cui non crediamo* farne qual giorno vuoisi che il Papa san
una distinta menzione, a seconda Alessandro I, nell'anno 126, consa-
del nostro divisamcnto, e in relazio- crasse il tempio di s. Pietro in Vin-
ne delle che si trattano nel
cose, cidis. Certo è, che s. Pio I dedicò e
Dizionario. Di altre chiese poi ap- consacrò la chiesa di s. Pudenziana,

partenenti ad alcune università delle verso l'anno \^5, come dice 1' Ugo-
arti di Roma e ad alcune confra-
, nio, o più probabilmente verso l'an-
ternite di essa, se ne dà qualche no 162, come riporta l' annalista
cenno a quegli articoli. Rinaldi. Questo punto verrà più
Passando a pailare dell' origine criticamente trattato parlandosi del-
delle chiese di Roma, oltre quanto le nominate chiese.
si è detto nel precedente articolo Il Pontefice sant' Evaristo, dopo
(^. Chiesa o Tempio), è a sapersi, l'anno i 12, divise e distribuì a' preti
che essendo sepolto s. Pietro nel i titoli, cioè le chiese di Roma più
Vaticano, il Pontefice s. Anacleto insigni. Prima di lui s. Cleto, per
creato nell'anno io 3, essendo prete, oi'dine di s. Pietro, aveva ordinato
innalzovvi sopra un tempio, il quale venticinque preti in Roma, cioè la
terminò e dedicò fatto Papa. Nel divise in altrettante parrocchie; e
suo pontificato poi fondò un piccolo s. Clemente aveva istituito in Ro-
I
oratorio o cimiterio nella via ostien- ma sette notali per registrare nei
se, dov' era stato sepolto il corpo di fasti delle chiese gli atti dei martiri.
s. Paolo dopo il martirio solferto Il Pontefice s. Calisto I, nell'anno
alle acque Salvie, e poscia nel sito 224, fabbricò in Trastevere la chiesa
dell' oratorio, Costantino, ad istanza di Maria, la quale non solo è la
s.

di s. Silvestro I, edificò la basilica. prima, che in Roma fosse dedicata


Tutlavolta il suo predecessore san alle glorie della beatissima Vergine,
,

266 CHI CHT


ma essendo venerata per una delle minosi: Vincerai in questo tegno;
prime chiese erette in detta città, si prodigio che in un al principe vide
vuole che ciò avvenisse per rescritto r intei'o esercito,rimanendone tutti
dell' imperatore Alessandro Severo, incoraggiti. Quindi apparve Gesti
edificandosi dai cristiani in faccia Cristo a Costantino, e gli comandò
ai pagani. V. il canonico Saverio di farsi uno stendardo modello
sul
Marini, nella dissertazione, Se in della croce, che avea veduto, per
Ravenna vi fossero chiese pubbliche , portarlo nelle battaglie; bandiera,
prima che Costantino il grande desse che il principe chiamò Laharum, e
la pace a' fedeli, che è la V, nel poscia sì fece cristiano , facendo in-
tom. IX fi*a le dissertazioni ecclesia- cider sullo scudo de' suoi soldati, il

stiche raccolte dal Zaccaria, Roma monogramma di Cristo, secondo l'av-


1 794- Malgrado poi le persecuzioni, vertimento ricevuto da altra visio-
che tornarono a soffrire i cristiani ne. Per visibile protezione del cielo,
la Chiesa romana, nel pontificato di pieno l'esercito del piìi intrepido
6. Cornelio, contava quarantasei preti coraggio, presso ponte Milvio, ai
il

con altrettante parrocchie. Dal nu- 28 ottobre dell'anno 3 12, coman-


rncro dei quarantasei preti , ricava dato da Costantino, prodigiosamente
il Valesio, in not. ad Eusebiiini, hist. riportò su forze nemiche infinita-
eccl. lib, VI, cap. 43, che altrettante mente superiori, una compita vitto-
basiliche fossero allora in Roma, ria affogandosi Massenzio nel Te-
,

poiché a ciascuna di esse presiedeva vere, sullo stesso laccio, che avea teso
un prete, e sembra che s. Ottato, al suo competitore. Alcuni mesi dopo,
lib. II, cap. 4) confermi la conget- Milano Costantino, e Licino
riunitisi in
tura del Valesio, mentre afferma Augusto, pubblicarono verso la fine
che al tempo di Diocleziano si vede- di detto anno, o al principio del3i3
vano già più di quaranta chiese in nel pontificato di s. Melchiade, il
Roma. celeberrimo editto in favore del cri-
Mentre regnavano sul romano im- stianesimo, cui permisero si potesse
pero Costantino, e Massenzio, volen- liberamente professare, restituendo
do il primo porre un termine agli i luoghi ove
a' cristiani si raunavano

oi'rori e alle crudeltà, che commetteva per divozione, ad onta che fossero di-
il secondo, particolarmente in Roma, venuti proprietà altrui, in uno ai
rivolse le vittoriose sue armi per beni appartenenti alle loro chiese;
punirlo, dirigendosi verso la capitale lo che produsse la pace generale e
dell' impero, residenza di Massenzio. solida della Chiesa, la qual pace pro-
Siccome Costanzo Cloro padre di priamente fu la prima, eh' essa godet-
Costantino era stato sempre cristia- te appieno, dopo il suo stabilimento.
no nel cuore e nelle azioni, il fi- La libertà della Chiesa data dal-
glio ne ereditò la stima pei cristia- l' editto imperiale, unita alla parti-
ni, e rivoltosi al Dio d'essi, che suo colar protezione di Costantino, cam-
padre avea adorato, invocò fervida- biò in breve tutta la fàccia dell'im-
mente la sua protezione nel gi-an pero, ed ovunque furono innalzate
cimento della guerra, e fu esaudito. chiese ed altari, sì nelle città, che
Gli apparve pertanto nel cielo una nelle campagne prevenendo il reli-
,

croce sfolgorante di luce, nella quale gioso principe i voti dei popoli, e
leggevasi io caratteri non meno iu- dei vescovi più zelanti per la gloria
,

CHI CHI 267


della casa di Dio; econ una splen- de' piti dotti scrittori delle cose di
didezza, e magnificenza veramente Roma, tesse il catalogo de'templi
imperiale, vennero consacrate colla profani dedicati alle false divinità,
più pomposa solennità. Per lui si che in Roma furono convelliti , e
fabbricarono le chiese del s. Sepol- consacrati al culto del vero Dio, e
cro, dell'Ascensione del Salvatore ad onore della Beatissima Vergine,
sul monte Oliveto, ed un* altra in e de' Santi.
Betlemme. In Nicomedia fece fab- Delle chiese fondate in Roma daU
bricare vma basilica degna della città l'imperatore Costantino, veggasi Gio-»
imperiale, in Antiochia un'altra, che vanni Ciampini nella sua eruditissi-
per la ricchezra fu chiamata la chie- ma opera: Velerà inoninienta in qiii-
sa d'oro; in Roma presso il palazzo bus praecipuae musivac operae ,
lateranense , il quale donò ai Pon- sacrarum proplianarunique aediiau
tefice s. Melchiade, fece costruire la slructnra, ac nonnulli antiqui ri-

chiesa del Salvatore, chiamata poi s. tus disputationibuSj iconibusque illu-'

Giovanni in Laterano a cagione del strantur una cum synopsi historica da


suo battisterio, quelle di s. Pietro, sacri.9 aedijiciis a Constantino magno
di s. Paolo, di s. Croce in Gerusa- constructis, Romae 1690, in tre volu-
lemme, di s. Agnese, di s. Lorenzo mi in foglio. De' doni fatti da Co-
fuori le mura, de' ss. Pietro e ]\Iar- stantino a diverse basiliche di Ro-
cellino pure fuori le mura delia città, ma pel valore di annua rendita di
ove fu sepolta la sua madre s. Elena, solditrentunmila seicentottanta, che
dei ss. XII Apostoli, de' ss. Silvestro, monterebbero a circa trecentomila
e Martino a' Monti , di s. Pietro in de' nostii scudi, V. monsignor Bian-
Carcere, di s. Pieti'o Mon torio, di chini, nella prefazione al tomo II
s. Maria Liberatrice, detta ancora dell' Anastasio, dove ne fa lo spec-
di Silvestro in Lacu^ ed alcuni
s. chio, che il Zaccaria riprodusse neU
vi aggiungono quella di s. Grisogo- la Dissertazione Xj de Romana e
no, per tacere di altre nel rima- Ecclesiae patrimoniistomo II, Ful-
nente d'Italia, come in Ostia, in giniae 1761, pag. 76, e seg., ed il
Alba, in Capua, ed in Napoli ec. Vignoli nel Libro pontificale dello
tutte dotate con tal
ricchezza, che stesso Anastasio bibliotecario, t. I, p.
difficilmente comprendesi come un 77, e non che Gherardo Boselli
seg.,
sol principe abbia potuto supplire Della donazione dal magno Costan-
a tante immense spese. Vuol^-i pe- tino fatta alla Chiesa Romana, Bo-
rò che il saggio e religioso impera- logna 1640.
tore abbia trovato grandi mezzi nei Imitarono l' esempio di Costanti-
beni anteriormente confiscati sui fede- no i romani Pontefici, i Cardinali,
li eh' erano morti senza eredi, nelle i siccome dicemmo, e
principi ec. ,

rendite de'templi degl'idoli, di cui come si ha dalle storie, e dalle me-


giudicava di non poter meglio ripa- morie, che tuttora pubblicamente si
rare la profanazione, se non consa- vedono, i quali edifìzii foiunano am-
crandoli al culto del vero Dio, e mirazione, ed edificazione religiosa. A
nelle soppressioni de'giuochi profani, voler accennare i Papi, che principal-
che all' impero costavano somme mente fui'ono benemeriti delle chiese
grandiose. Il Piazza nella sua Gt- di Roma, ci limiteremo ad indicarli
raixMa, a pag. 707, coli' autorità qui con pochi cenni , mentile delle
,

268 CHI CHI


parziali notizie d'ogni chiesa di Ro- materiali per le grandi opere che
ma, si parlerà a'seguenti articoli, ove meditava, terminò di vivere. Eleva-
si di (Mostrerà chi le eresse, restaurò, to alla cattedra apostolica nel 741,
dotò, od Generalmente par-
abbellì. s. Zaccaria fu largo nell' abbellire
lando, incominceremo, oltre quanto di con magnificenza parecchie chiese
sopra si è detto, che il Pontefice s. di R.oma. Adriano
che morì nel-
I,

Innocenzo I, dopo che Alarico sac- l'anno 795, spese molto, e fu d'ani-
cheggiò Roma nell'anno 4iOj si ap- mo grande in adornare, e risarcire
plicò con ardore a ristaurare le le chiese : nella sola basilica vatica-
chiese, ornandole di nuovi lavori na spendè duemila cinquecento ot-
e di preziosi mobili d' oro e di ar- tanta libbre d'oro, e novecentosette
gento. S. Sistoli!, eletto nell'anno di argento; poco meno in quella di
432, lasciò molte degne memorie s. Paolo, e molto spese in quella di
della sua munificenza con diverse s. Maria in Cosmedin. S. Nicolò I
basiliche di Roma. Il secondo sac- dell' 858 fu pure munifico nel ri-
cheggio, cui soggiacque questa città, stabilimento delle chiese di Roma :

fu per opera di Genserico re de' van- Stefano V detto VI, eletto nell'an-
dali nell'anno ^55, in cui tolse al- no 885, consumò gran parte del suo
le chiese le dovizie più preziose, e i patrimonio in ornarle ; e Martino
vasi d'oro e di argento che Tito , 111, Papa del 94^, si rese commen-
avea trasportati dal famoso tempio devole nel ristaurarle.
di Gerusalemme. Tuttavolta per le Passando ad alcuni esempii meno
pieghiere di s. Leone I preservò antichi, si ha che il Sommo Pon-

dallo spoglio le basiliche di s. Gio- tefice Benedetto XII residente in


vanni, di s. Pietro, e di s. Paolo. Avignone, nel i334, mandò a Ro-
Papa s. Ilaro fu munificentissimo ma cinquantamila scudi per la ri-
colle chiese di Roma, cui fece mol- parazione delle chiese. Eugenio IV
ti preziosi donativi d' oro e d' ar- esaltato al pontificato nel i43i s'eb-
gento, particolarmente alle basiliche be lode di munifico, e grandissimo
nell'anno ^6ì. Per l'ornamento di ristoratore delle chiese di Roma, e
queste il Pontefice s. Simmaco ver- lo imitò r immediato successore Ni-
so il 5oo , impiegò millequattro- colò V, il quale fece rinnovare e
cento novantasei libbre di argen- da' fondamenti ristaurare quaranta
to, oltre le gem-
fatture, le molte chiese. Sisto IV 1471 rifabbri-
del
me, l'oro, e marmi preziosi. Ab-
i cò molte chiese minate , ed altre ne
biamo pure, che s. Ormisda, creato edificò dalle fondamenta. A Giulio II
Papa l'anno 5i4, impiegò per l'or- dobbiamo l'incominciamento del me-
namento delle chiese cinquecento raviglioso tempio vaticano. Pio IV,
settantuna libbre d'argento. Ono- s. Pio V, Gregorio XIII , Sisto V,
rio I, eletto l'anno 625, splendida- Cleinente Vili, e Paolo V, sono
mente volle in Roma erigere alcu- nomi di eterna benedizione ,
per
ne chiese, ed altre ne abbellì. Pa- quanto fecero colle basiliche, e chie-
pa Sisinnio dell'anno 708 fece cuo- se di Roma. Vanno pure special-
cere della calcina in gran quantità, mente commendati ed altamente
,

per la rinnovazione di molli templi lodati. Urbano Vili, Alessandro VII,


sacri di Roma, che minacciavano ro- Clemente XI, Benedetto XIV, Pio
vina; ma quando avea disposti i VI, e Pio VII. La risorta basilica
,

CHI CHI 26y


di Paolo poi onora la memoria
s. Martire Felini, Le nuove chiese
di Leone XII, di Pio YIII, e piiu- privilegiate, e principali della città
cipalmente del regnante Sommo Pon- di Roma, Roma. 161 o; Guida an-
tefice. gelica per visitare le chiese, che so-
P'inalmente termineremo con no dentro e fuori di Roma, feste,
quanto dice il p. Galiuzzi, capo V, reliquie , pii esercizii, ec. Roma
Di quanto sia conveniente, che sie^ 1681; Fioravante Martinelli, Roma
W no consacrate le chiese di Roma. ricercata nel suo sito, Roma 1769;
Se conviene a tutte le chiese del et Roma ex Elhnica Sacra, Romae
cattolicismo V essere consacrate, ciò i653; Ottavio Paiiciroli / tesori ,

conviene specialmente a quelle della nascosti neW alma città di Roma ,


città di Roma, metropoli del cristiane- Roma 1600; Giuseppe Partenio
simo, venerabili la maggior parte, non Appendice di sacre notizie, Roma
meno per che per le sacre
l'antichità, 1783-, Diario sagro, Roma 1779;
memorie ed. innume-
ecclesiastiche, Le sagre B asilidie , Roma 1781;
rabili reliquie che ivi si conservano, Le sagre vie, Roma 1780; Carlo
potendosi dire, che poche sono le Bartolomeo Piazza, Emerologio sa-
chiese, le quali non abbiano qualche gro di Roma cristiana, e gentile,
speciale prerogativa, e non siano im- Roma iGgoj Santuario, ovvero Me-
porporate col sangue de' martiri. Il nologio romano perpetuo per la vi-
Piazza poi, nella sua Gerarchia, di- sita delle chiese, feste, stazioni, e
ce a pag. 537, che alcune chiese di cose sagre memorabili di Roma ,
Roma fabbricate fuori dell' abitato, Roma 1675; Roma sagra antica
per mancanza della divozione de' fe- e moderna, figurata, e divisa in tre
deli nei visitarle, stante la loro lon- parti, Roma 1687; Giuseppe Vasi,
tananza, o per poca cognizione della Tesoro sagro, cioè le basiliche, le
memorie
celebri ecclesiastiche di esse, chiese, i cimiteri, e i santuari di
mancarono di venerarsi con quel Roma, Roma 1771; Renato Bona,
culto, di cui ne furono divoti i no- Ze quattro, sette, e nove chiese di
stri antenati. II catalogo delle chiese Roma illustrate nelle loro antichità,
di Roma consacrale, si riporta dal colla notizia della loro istoria, Ro-
Cecconi a pag. 175. Gli autori poi, ma 698 Gio. Francesco Cecconi,
1 ;

che scrissero delle chiese e basih- Roma sagra e moderna, Roma


che di Roma, sono pressoché innu- 1725; Pietro de Sebastiani, Viag-
merabili, laonde citeremo solo al- gio sacro, e curioso delle chiese piìt
cuni, che fecero la storia, o parla- principali di Roma, ove si nota il

rdno di tutte: Gasparo Alveri, Ro- pili bello delle pitture, sculture, ed
ma in ogni stato, parte I, Del sito altri ornamenti, Roma 168 3; Ma-
di esso pili moderno, delle chiese, riano Vasi, Itinerario istruttivo di
parte II, Roma i664; Giovanni Ba- Roma antica e moderna , Roma
glione, Le nove chiese di Roma, i8o4; Guglielmo Costan/i, L'osser-
Roma 1639; Luigi Contarino, L'an- vatore di Roma, ec, e de' suoi saa-
tichità di Roma, chiese, corpi san- tiiarii, Roma. i825; e Giuseppe Mel-
ti, reliquie, ec. Venezia 15^5; Co- chiorri, Guida metodica di Roma,
se meravigliose di Roma , dovi: si Roma 836- 1840,
e suoi contorni, 1

tratta delle chiese, stazioni, reliquie, non che A. Nibby, Roma nell'anno
» indulgenze, ec. Roma iSjS; Pietro i838, Roma 1839; Parte prima
270 CHI CHI
moderna, Delle basiliche^ delle chie- Perugia; Anastasio III nel 912 ne
se, ed altri luoghi sacri di Roma. accrebbe la magnificenza, e ne con-
Per le oblazioni poi annue biennali, sacrò l'aitar maggiore; ed essendo
e quadriennali, che il senato roma- stata profanata, di nuovo Pasqua-
no fa a diverse chiese di Roma in le II consacroUa . Da Innocenzo
calici d'argento, torcie di cera ed ni fu privilegiata dell* indulgen-
altro, oltre il parlarsene a' rispetti- za plenaria, per la festa ed ottava
vi articoli, può vedersi la Tabella della ss. Annunziata. Poscia, ad istan-
delle chiese di Roma, alle quali dal za di Stefano Cardinal diacono, il
senato romano si fa iti perpetuo Pontefice Gregorio IX, a' 17 marzo
V oblazione del calice e torcie , ec. 1228, solennemente tornò a consa-
Homa 1822. crarla , nel modo che descrive il
Piazza, Gerarchia, pag, 84 "3, dopo
S. Adsijno, diaconia Cardinalizia, essersi ritrovato sotto l' altare mag-
con parrocchia in cura dei reli- giore corpo di s. Adriano, e quelli
il

giosi della Mercede, nel foro ro- dei ss. Mario, e Marta coniugi, coi
mano, ora campo Boario ^ rione loro figli Audiface, ed Abacuc, ol-
de' Monti. tre quelli dei tre fanciulli Sidrach,
Misach, ed Abdenago, prodigiosa-
Vuoisi eretta questa chiesa, non mente usciti dalla fornace di Babi-
nel sito in cui stava il tempio di Sa- lonia.
turno , innalzato per voto del i"e Fuanticamente collegiata sotto
Tulio Ostilio, ove si conservava l'e- il Sergio e Bacco, di
titolo de' ss.
rario pubblico , come vogliono al- canonici secolari; e fino a s. Pio V,
cuni, ma sihbcne nel luogo della secondo il decreto di s. Sergio I del
celebre basilica eretta da Paolo Emi- 687, per le feste della Purificazione,

lio nel tempo della dittatura di dell' Annunziazione, dell' Assunzione,


Giulio Cesare, coi novanta mila scu- e della Natività di Maria Vergine,
di che questi gli diede per non il popolo romano si recava col Pa-

averlo contrario , rimanendone an- pa, e col clero dalla chiesa di s.

cora un qualche vestigio nella fac- Adriano in processione a s. Maria


ciata.Questa chiesa è una delle Maggiore. Tuttora poi dura la pro-
più antiche diaconie Cardinalizie, e cessione nel primo giorno delle Ro-
se ne trova menzione avanti il sesto gazioni, istituite nel 798 da s. Leo-
secolo, col titolo di s. Adriano in ne III, del clero romano, il qua-
tribus foris per la vicinanza dei tre le da questa chiesa va alla basi-

fori, romano, di Cesare, e di Au- lica di s. Maria IMaggiore. Nel pon-


gusto; o in tribus fatis per le imma- tificato di Sisto V fu soppressa la

gini delle tre parche, che vi si ve- collegiata, e la residenza de' cano-
devano dappresso, e si disse anche nici, restando la collazione di quat-
prope asylunt. Il Pontefice Onorio tro canonicati ridotti a beneficii
I la riedificò, e verso l'anno 63o semplici, al Cardinal diacono, e men-
la consacrò in onore di s. Adriano tre lo era il Cardinal Cusani mi-
martire. Quindi Adriano I nel 780 lanese, il V, coll'au-
medesimo Sisto
la ridusse
in miglior forma, e l'ar- torità della costituzione Cuni ex
con entrate e donativi, e con
ricch'i omnibus, emanata agli 8 aprile i589,
due porle di bronzo provenienti da Bull. Rom. t. V, par. I, p. 6, diede
,

CHI CHI 271


la chiesa, e il contiguo convento ai XI. Ma Giulio II nel creare pri-
religiosi della Mercede ( p'^edi), che mo fra i suoi Cardinali il vescovo
vi si trasferirono dalla chiesa delle di Narbona Francesco Clermont
s. Riiflina, e Seconda in Trastevere, gli conferì questa chiesa, che elevò
i quali ancora vi abitano, e vi eser- per allora al titolo presbiterale, don-
citano le funzioni parrocchiali. Lo de poi passò a quello di s. Stefano
stesso Cardinal Cusani, con disegno al monte Celio. Per la festa di s.
di Martin Lunghi // Giovane^ la Maria della Mercede, ogni quadrien-
fece rifabbricare ; in progi-esso i re- nio il senato romano fa l'oblazione
ligiosi non mancarono di abbellirla, a questa chiesa d'un calice d'argento,
perfezionandola, e facendovi una no- e di quattro torcie di cera.
bile cupola il p. maestro Idelfonso
de Sotomajor spagnuolo, e generale S. Agata alla Suburra, o de'' Goti,
dell' Ordine nel i654. Fu allora che ovvero Cavai di marmo, diaco-
Papa Alessandi-o VII fece traspor- nia Cardinalizia, del collegio ir-
tare alla porta principale della ba- landese, presso monte Magnana-
silica lateranense
menzionale bel-
le poli nel rione Monti.
lissime porte di bronzo antichissime
della porta grande di questa chiesa. Si chiamarono Suburra i luoghi
In seguito non mancarono i reli- presso la città dal latino Subnrbia,
giosi di farvi altri abbellimenti e ri- onde con vocabolo corrotto si disse
parazioni, non che esercitarvi con Suburra, sebbene altri fanno derivare
decoro il culto divino. Difatti vi si tal voce dalla parola soccorso, abi-
vedono diversi dipinti di pregio, e tando in questo luogo genti da soc-
marmi preziosi, ad onta che Sisto correre r Esquilie. Due furono le
V fece togliere dalle inferiori pareti contrade appellate Suburra, una in-
alcune lastre di porlìdo, che traspor- cominciava dal foro di Nerva, e
tò altrove. Nella cappella de' ss. Ser- terminava verso la via prenestina ;

gio e Bacco, di juspatronato dei l'altra, cioè questa, che a dilferenza


suddetti quattro beneficiati, essi vi della prima chiamavasi Suburra pia-
prendono possesso allorché dal Car- na, la quale aveva vicino il celebre
dinal diacono sono nominati al be- tempio cui i gentili eressero al dio
nefìzio. Silvano, tra i boschi adorato dai
Alberto di Mora di Benevento, pastori, volendosi inoltre che am-
nel II 55, fu fatto diacono Cardi- bedue le contrade fossero abitate
nale di s. Adriano da Adriano IV, dagl' individui della rinomata fami-
e poi nel 1 1 87 divenne Papa Gre- glia de' Subburrani. Vuoisi poi, che il
gorio Vili. Ottobono Fieschi di Ge- sito si appellasse in equo marmo-
nova fu dallo zio Innocenzo IV nel reo, da quello eretto a memoria del-
1253 creato Cardinal diacono di s. l'avervi abitato dappresso, in umile
Adriano, laonde assunto al pontifi- abitazione, il dittatore Giulio Cesa-
cato nel 1276, ne prese il nome, fa- re, per cui venne ivi posto un ca-
cendosi chiamare Adriano V. E vallo con sopra la di lui figura.

Gianfrancesco Albani di Urbino, nel In tal luogo pertanto, secondo il


1 690 porpora ricevette da A-
colla Piazza nella sua Gerarchia, p. 820,
lessandro Vili questa diaconia, e poi in onore di s. Agata vergine e mar-
nel 1700 divenne Papa Clemente tire , fu edificata una chiesa da
1 ,

272 CHI CHI


Costantino verso l'anno 325, la naie Carlo di Lorena, e il Cardi-

quale venuta in potere dei goti se- nal Gozzadini pure ne furono be-
guaci dell' eresia di Ario, da Ricime- nefattori Il . Cardinal Francesco
ro loro capo fu adornata, particolar- Barberini poi fece il nobilissimo sof-
mente nella tribuna l'anno 4? ' » fitto , e da Paolo Perugino, e da
con marmi, e con mosaici, colle im- Pietro da Cortona nella tribuna, e
magini del Salvatore, e degli apo- intorno la chiesa vennero per suo
stoli. Quindi s. Gregorio I la restaurò, ordine eseguite bellissime pitture :

e restituì al culto cattolico , consa- finalmente diacono Cardinal An-


il

crandola solennemente nel 5c)3 , e tonio Barberini fu generoso nelle


liponondovi le reliquie di s. Agata, riparazioni che vi operò, e per aver-
e di s. Sebastiano . Di quanto poi vi eretto un nuovo e magnifico al-
avvenne di prodigioso in tal nuova tare. L'organo fu fatto dal Cardi-
dedicazione, egli stesso ne parla nal Carlo Bichi , le cui ceneri ri-

ne' suoi Dialoghi, lib. Ili, cap. 3o. posano nel bel deposito, disegno di
Indi divenne una delle prime , e Carlo de Dominicis.
principali abbazie privilegiate, di Questa chiesa dal suo principio
quelle venti , i cui abbati assiste- fu governata dai preti secolari. San
vano al sommo Pontefice allorquan- Gregorio l la diede in cura a certo
<lo celebrava, mentre dal suo con- Leone accolito; s. Leone III l'affidò
tiguo ed ampio monistero fu cliia- ai benedettini , e fu forse la prima
mata ancora la chiesa di s. Agata badia eh' ebbero in Roma , finché
in 3Ionaslero, forse per la sua ma- verso il 98 passò nuovamente al
1

gnificenza stante l'indicata preroga- clero secolare, venendo eretta in


tiva di precedenza, che godeva l'ab- collegiata. Poco dipoi fu concessa
bate. Alcuni Pontefici la chiamaro- all'Ordine degli umiliati (Fedi), sop-
no basilica. S. Leone III le fece pressi quali poco dopo, e nell'an-
i

dei donativi, ed alcuni ristauri; s. no i579, Cregorio XUI la diede


Gregorio IV pure ne fu benefatto- ai monaci di Monte Vergine. Final-
re ; e s. Leone IX vi ripose i corpi mente Pio VII, nel 1820, pose nel
de' ss. martiri Ippolito, Adria, Ma- contiguo monistero le maestre Pie
ria,Neona, Paolina, e Dominanda. (Vedi), che il regnante Pontefice
Onorio III, nell'anno 1216, l'eresse trasferì nel i836 al collegio irlan-
in diaconia Cardinalizia, come affer- dese (Vedi) quale in vece tias-
, il

ma il Panvinio. In progresso di portò in questo luogo, da lui ono-


tempo il Cardinal Rangoni diacono rato di sua sovrana pi*esenza. Due
di essa l'adornò, e fece molti mi- suoi antecessori vi fecero anco breve
glioramenti al contiguo palazzo dia- residenza, cioè Sisto IV per ricrear-
conale, ed al giardino, ed Car- alli-i .si dalle molestie del caldo nella sta-
dinali diaconi ne furono benemeri- gione estiva; e Clemente VII quan-
ti, 11 Cardinal Pietro Gonzaga ri- do ritornando da Ostia a Roma
slaurò la navata sinistra ; il Cardi- non potendo andare al Vaticano per
nal Tolomeo Galli abbelb il detto r inondazione del Tevere, per due
palazzo; il Cardinal Federico Bor- giorni abitò il monistero. Alcune
romeo rifabbricò quasi tutta la chie- volte per mancanza di titolo vacan-
sa , e dai fondamenti la tribuna te, questa chiesa divenne titolo pres-
gh'era caduta nel 1592; il Cardi- biterale , come fece Alessandro VI»
,

CHI CHI 273


che nel i49^ '^ confeiì in titolo al Pontefice s. Liberio, che vi si ritirò

Cardinal Bartolomeo Martini, e nel dopo essere ritornato dall'esilio cui


i5oo al Cardinal Lodovico Podo- l'avea condannato l' imperatore Co-
catero. Da un breve di Clemente V stanzo. Sulla sepoltura pertanto del-
del 3 1 2 diretto al Cardinal Ber-
1 la santa, e a preghiei'a di Costanza
. nardo Gavo suo parente, e diacono sua figlia, come volgarmente si nar-
di s. Agata al cavai di marmo, si ra , Costantino impei'atore fabbri-
rileva che era allora parrocchia. Do- cò la chiesa, ed un monistero , ove
po una semplice facciata esterna, si entrò (Jostanza insieme ad altra Co-
discende in un atrio quadrato , che stanza sorella di suo padre, con al-
dà ingresso alia chiesa, il cui in- cune zitelle romane , dotandolo di
terno è diviso air intorno da sedici pingui rendite. Questo monistero sus-
colonne antiche di g/anito, con ca- sistette colla regolare osservanza sino
pitelli ionici, per cui ha tre navate. ai pontificati di Alessandro VI e
Di questa chiesa, la cui festa cele- Giulio II , i quali a cagione delle
brasi a* 5 febbraio, abbiamo: Dia- guerre trasferirono le monache in
conia s. Agathce in Suburra, a Flo- diversi monisteri di Roma.
ravante Martintllo romano descri- Poco distante poi evvi vm antichis-
pta et illustrata, Romae i638; d. simo tempio , uno de' più belli e
Giovanni Laurent!, abbate della con- conservati di Roma, eretto pure da
gregazione virginiana , Storia della Costantino per dare onorata sepol-
diaconia Cardinalizia, e monistero tura alla detta sua figlia Costanza.
abhazìale, di s. Agata alla Subur- Molti vogliono, che prima fosse un
ra, Roma 1793. tempio dedicato a Bacco, perchè si
vedono sulla volta della navata cir-
S. Agata de' Tessitori. V. Chiesa colare , in mosaico di smalto , dei
DI s, M ARU DEGLI AWGBH in Ma- putti con grappoli d'uva, esprimenti
cello Martynini. la vendemmia, la quale pure si ve-
deva espressa nei bassorilievi del-
S. Agata in Trastevere. V. Dot- l'urna di porfido, che fu trasportata
TRmARii, a' quali appartiene. nelmuseo vaticano. Da tutto ciò non
sembra inverosimile, che da tempio
S. Agnese fuori le mura, titolo Car- pagano Costantino lo riducesse a
,

dinalizio con parrocchia in cu- sepolcro, cui Alessandro IV convertì


ra de' canonici regolari lateranen- in chiesa, dedicandolo a s. Costanza, il

si, nel rione Trevi fuori di por- corpo della quale dalla mentovata ur-
la Pia. na di porfido trasferì sotto l'altare.
Questa chiesa ha cento palmi di
La via Numentana , o Figulen- diametro nella sua sfei'ica figura
se , è celebre nelle antiche memo- colla cupola sostenuta da ventiquat-
rie anche ecclesiastiche pei cimite- tro colonne di granito, d'ordine co-
ri ad Nymphas b. Petri , di san rintio. V ha infine chi sostiene essere
Nicomede, di s. Alessandro Papa e questo edifizio il battisterio, ove s. Sil-
compagni martiri , de' ss. Primo e vestro I battezzò le due Costanze.
Feliciano detto l'arenario, di s. Re- La chiesa di s. Agnese fu sem-
sti luto ec, e di quello di s. Agnese pre in venerazione pi'esso i cristiani,
vergine e mai tire, reso illustre dal e meritò le sollecite cure de' Som-
VOL. XI. 18
,

274 CHI CHI


mi Pontefici, il perchè, come dicem- riparazioni. Oltre a ciò il detto Car-
mo all'articolo Basiliche, essa ritie- dinal Sfondrati, comedivotissimo del-
ne ancora la forma di tali antichi la santa, affinchè il di lei corpo fosse
templi, avendo un portico a tre lati, per l'avvenire meglio venerato, lasciò
superiore alla nave di sotto, la qua- uu perpetuo legato in olio purissi-
le con sedici colonne antiche d'or- mo da darsi ogni anno dalle mo-
dine corintio sostiene la nave di nache di s. Cecilia in Trastevere
sopra , che con altre otto regge il perchè continuamente ardessero del-
soffitto. L'altare maggiore è decorato le lampade iutoruo il corpo di s.

d' un baldacchino sostenuto da quat- Agnese.


tro colonne di porfido del più fino Tanto
il cimiterio che la chiesa di

e bello , e da pietre preziose. Sotto s. Agnese, per alcun tempo furono


la mensa di esso si conserva il cor- sotto la cura de' Cardinali preti del
po di s. Agnese, la cui statua eretta titolo di Vestina, cioè di s. Vitale,
sopra l'altare, si compone d'un an- a' quali furono commessi sino da s.

tico torso d'alabastro orientale aga- Innocenzo I eletto l'anno 4o 2, per cui
tizzato, cui furono aggiunte l'estre- i detti titolari si facevano seppellire
mità , e la testa di bronzo dorato nel cimiterio, facendo altrettanto per
dal Cordieri detto il Franciosino. divozione as. Agnese molte matro-

Onorio I fu il primo, che verso l'an- ne romane. Quindi il Pontefice Giu-


no 628 splendidamente la instaurò, lio II, trasferendo altrove le mona-
e vi fece il mosaico della tribuna, che che l'avevano in cura, la diede
che tuttora si ammira, oltre il ci- invece ai canonici regolari del ss.
borio di bronzo dorato cui collocò Salvatore lateranesi, cui tuttora ap-
sull'altare, e il quale essendo caduto, partiene, sotto un abbate di gover-
Paolo V vi sostituì il suddescritto no. Ma avendo il Pontefice
dipoi,
baldacchino ed altare , ove pose i Innocenzo X sontuosamente rifabbri-
corpi di s. Agnese e di s. Emeren- cata la chiesa di s. Agnese in piazza
ziana sua sorella nel 1616, coll'assi- Navona (Fedì), soppresse il titolo
stenza del sagro Collegio. S. Leo- presbiterale Cardinalizio eh' essa ave-
ne III fece diversi doni si alla chie- va, e coir autorità della costituzione,
sa, che nominato monistero , ed
al Hodie, Bull. Roni.j tom. VI, part. Ili,
altri Pontefici furono larghi in bene- pag. 282, emanata a' 5 ottobre
ficarla; come anche Cardinali Paolo i 1654, trasportò il titolo alla chiesa
Umilio vSfondrali nipote di Grego- di s. Agnese fuori le mura , il cui
rio XIV, ed Alessandro de Medici, primo titolare fu il Cardinale Giro-
poi Papa Leone XI , sebbene non lamo Farnese romano, creato nel
ne fossero titolari non che il Car- , i658 da Alessandro VII. Finalmen-
dinal Fabrizio Verallo. 11 primo vi te Clemente XI la dichiarò parroc-
fece il soffitto, e la balaustra dell'al- chia , la quale viene amministrata
tare di s. secondo sgom-
Agnese; il da un canonico regolare lateranen-
brò attorno alla chiesa tuttociò che se. L' attuale abbate di s. Agnese
ne pregiudicava l'edifizio, e rifece il d. Vincenzo Tizzaiii, vedendo il pe-
monistero; e il terzo non solo operò ricolo cui erano esposti i neonati,
dei ristauri al monistero, ma ador- che si dovevano portare dentro
nò di pitture nave principale e
lai Roma per farli battezzare nella chie-
la tribuna, senza mentovare altre sa di s. Marcello, ha ottenuto dalle
,

CHI CHI 275


superion autorità ecclesiastiche, la primo cerimoniere ha ricevuti dal-
facoltà di fai'vi erigere un fonte bat- l'abbate, e su due cuscini di da-
tesimale, che presto si vedrà al fine masco rosso, pongono gli agnelli
dello scalone della chiesa. sulla mensa dell' altare, cioè uno
Non solo il clero e popolo ronfia- dalla parte del vangelo, l'altro da
no furono divotissimi sempre della quella dell'epistola. Indi cantasi dal
santa, ma gli stessi Pontefici nel di coro il versetto, Slans a dextrìs ejus
natalizio di essa, che cade a'2 1 gen- agnus nive candidior etc, e l'abbate
naio, e diverso dall'anniversario del recita le consuete orazioni e bene-
suo martirio, vi si recavano proces- dice gli agnelli. Terminata la fun-
sionalmente. S. Gregorio 1 vi re- zione, mansionari riprendono i due
i

citò due omelie, i cui brani più ri- li riportano in


agnelli, e sui cuscini
marchevoli sono riportati dal Piazza, carrozza, nella quale prende luogo
che parla di questo titolo a p. 607. il primo cerimoniere del capitolo
Tale festa, dice lo stesso autore, nel lateranense, e conducendosi dal Pa-
suo Menologio, a pag. Sp, si cele- pa, nelle sue camere glieli presenta
bra in memoria dell'apparizione, che coi mansionari genufiessi. Il Ponte-
fece s. Agnese a' suoi parenti e ge- fice benedice gli agnelli, e giusta il

nitori nell'ottavo giorno delle vigilie, costume, ordina che si portino al


colle quali onoravano la di lei se- decano degli uditori di Rota. Questi
poltura. Essa apparve loro accom- dipoi a suo beneplacito li manda
pagnata da vm coro di sante vergini, ad un monistero di monache per
avendo in mano un candido agnello, nudrirli e custodirli , finché nella
il perchè, come osserva Durando, settimana santa vengano dalle stesse
un' antifona dell' uffizio di tal giorno monache tosati della lana, che la-
è composta di queste parole : Stcìns vata e purgala fanno presentare al
a dexlris ejus agniis nive caiididior Papa, rimanendo a loro vantaggio
Chrislus Sili sponsanij et martyreni i due agnelli. Allora il Papa conse-

consecravit. Nella stessa chiesa, e in gna al prefetto de' suoi cerimonieri


questo medesimo giorno, i canonici tale lana , pei'chè con essa faccia
regolari lateranensì danno al capi- tessere i pallii, che benedetti solen-
tolo di Giovanni in Laterano due
s. nemente dallo stesso Pontefice do-
agnelli per pagamento d'un canone, po il vespero della vigilia de' santi
che debbono a quella basiHca, di cui apostoli Pietro, e Paolo, a suo tem-
la chiesa è filiale, colla lana dei po si concedono ai patriarchi, arcive-
quali poi si formano i sacri pallii. scovi ce. V. Pailj. Anticamente i
Siccome gli agnelli si benedicono due agnelli dalla chiesa al palazzo
con solennità e con gran concoi'so
, pontificio venivano trasportati dai
di popolo in detta chiesa, crediamo mansionari sopra un cavallo barda-
opportuno di farne la descrizione. to, ed ornato con fiocchi; la pre-
Celebra la messa pontificale l'ab- sentazione al Papa si faceva da due
bate del monistero , terminata la canonici della basilica, deputati dal
quale , i mansionari della basìlica capitolo, e poscia non al decano,
lateranense, prendono i due candidi ma al camerlengo degli uditori di
agnelli lutti infettucciati con orna- Rota si consegnavano gli agnelli
menti di fiori ed inghirlandature, cui spettava destinare i monisteri
che già a nome del capitolo il suo per farli nutrire. Bernardino Vestri-
276 CHI CHI
ni scrisse,Sopra Vuso sacro, e pro- mlneroli fornici di detto circo, sic-
fano degli agnelli , che si può vedere come luogo di prostituzione per le
nel t. VI, delle Dissert. dell' Accad. pubbliche meretrici, acciò fosse fat-
dì Cortona, pag. i35. Abbiamo poi to insulto alla di lei pudicizia; laon-
dal Martinelli, nella sua Roma ex de, e per esservi prodigiosamente
Ethnìca sacra, il quale cita l'autorità preservata per le fervide preci
che
dell' Ordo Romanus , che presso la rivolse a Dio, e per avervi sofferto
chiesa di s. Marcello anticamente era- glorioso martirio, in memoria vi fu
ri un monistero monache bianche,
di edificata una chiesa che in progres-
chiamato di s. Andrea dalle quali
, so di tempo divenne filiale della ba-
si nutrivano alcuni agnelli candidi silica di s.. Lorenzo in Damaso, fa-

senza veruna macchia , che nella cendone menzione Urbano HI nella


domenica in Albis si conducevano bolla ApOslolicce sublimitas dignila-
alla basilica di s. Pietro, e si lascia- tisj nella quale dai suoi sotterranei,
vano andare intorno all'altare, nel o antichi fornici, la chiama de cry-
tempo che nella messa pontificale ptis Agonis, come si legge nel Bo-
dicevasi dai cantori V Agnus Dei; e vio, Della basilica di s. Lorenzo in
che forse a quell' epoca colla lana Damaso a pag. \^^. Indi fu eleva-
di tali agnelli si formavano i pallii, ta a parrocchia, e poi da Leone X
che, tolti dall'altare di s, Pietro, si a titolo presbiterale Cardinalizio, giac-
danno a chi ne gode il privilegio. ché avendo egli nel iSiy in una
Del dare a monache gli agnelli per sola promozione creati trentuno Car-
tale oggetto , tratta il Leoni , De dinali, molte chiese decorò di tale
auctoritate et usu pallii. onore, conferendo questa di s. Agne-
se al Cardinal Andrea della Valle

Agnese
romano, come s. Pio V la diede in
S. in Piazza Navona , di
titolo al Cai'dinal Pier Donato Cesi,
patronato de' principi Dona Pam- che mori nel i586. Poscia, come
phily nel rione Parione.
meglio dicesi all'articolo Chiebici re-
golari MINORI, a questi l'affidò in
Nella grandiosa piazza, ove si tro- cura Clemente VHI nel 1^97, laon-
va questa magnifica chiesa, antica- de i religiosi nel i6o4 ottennero
mente eravi il famoso foro agonale dal magistrato romano a questa
eretto, o riedificato da Alessandro chiesa, l'oblazione annua di un ca-
Severo, la forma del cui circo è la lice d'argento , e quattro torcie di
stessa, che ora conserva. Fu chiama- cera, la quale ora però si fa ogni
to agonale a cagione delle feste ago- biennio.
nali ivi un tempo celebrate ad ono- Assunto al pontificato Innocen-
re di Giano, e poscia si chiamò la zo X, Paniphily, che da Cardinale
piazza Navona. Uno de' più belli abitava il contiguo palazzo di sua
ornamenti di essa è la chiesa di- , proprietà, volle sontuosamente de-
versa dall'antica, che vuoisi eretta corare la piazza, e l'ifabbricare la

dopo l'anno 304, siccome opina il chiesa riunendo la sua parrocchia


,

Panciroli, per quanto andiamo a a quella di s. Lorenzo in Damaso.


narrare. Santa Agnese vergine e Trasferì il titolo Cardinalizio alla

martire, per ordine del prefetto chiesa di s. Agnese fuori le mura


della città, fu condotta negli abbo- (Vedi), e facendo ritirare i chierici
5

CHI CHI 377


minori nel 1 65^ all'altra loro chie- di s. Agnese, vi è una scala per la
sa di s. Lorenzo in Lucina , a' 1 quale si scende nel sotterraneo, in
agosto di detto anno ordinò, che nei cui veggonsi le mura di costruzione
fondamenti si gettasse la prima pie- del circo antico, e quivi vuoisi sia
tra da lui benedetta. L'architettura illuogo, ove fu condotta la santa
fu affidata a Girolamo Rinaldi, che per disonorarla. In memoria di ciò
condusse l' interno sino al coraicione, si vede eretto un altare sopra del
mentre il cav. Bori'omino eresse la quale l'Algardi rappresentò in basso
sagrestia, la cupola, la facciata, e i rilievo s. Agnese fra due soldati, la
due campanili, ove il Papa fece col- di cui nudità venne coperta dalle
locare le belle ed armoniose cam- chiome prodigiosamente cresciute, e
pane della cattedrale 3i Castro. Tut- discese sino a' piedi.
to venne eseguito con tal magnifi- Finalmente essendo stata termi-
ficenza, che ammirasi come una del- nata la chiesa, il Pontefice Innocen-
le primarie chiese di Roma vaga e : zo X colla bolla Iti supremo mili-
maestosa è la esterna facciata di tra- tantis EccL, emanata a' 7 febbraio
vertino, con colonne d'ordine com- i653, dichiarolla di juspatronalo
posto. L'interno è in forma di croce della casa Pamphily con sei cappel-
greca, decorata di otto grandi colon- lanie con altrettanti cappellani amo-
ne corintie, tutte incrostate di buoni vibili da lui chiamati Innocenziani,
marmi. Nei quattro archi, che for- e poscia colla bolla, Illìus disponen-
mano la croce greca, vi sono la porta te clenienday die 8 kal. oct. i654,
principale, e tre gran cappelle, orna- le deputò un Cardinale per prolet-
te come le altre quattro, che restano tore. In appresso questi cappellani
sotto i peducci della cupola, di bas- furono aumentati fino al numero di
sirilievi , e di statue di marmo di quattordici , il decano de' quali è
valenti scultori. Le volte sono de- sagrestano maggiore e fa da par-
,

corate di stucchi dorati ; e la cu- roco nella casa da loro abitata, e


pola di belle pitture eseguite da nell'annesso collegio. 11 Cardinal pro-
Ciro Ferri, e dal Corbellini, men- tettore viene nominato dal principe
tre il Raciccio fece i peducci. La Doi'ia Pamphily, ed in virtù della
statua di Agnese della crociata è
s. suddetta bolla gode una privativa
di Ercole Fen*ara, il quale è pure giurisdizione, e sui cappellani men-
autore di due bassorilievi nella stes- zionati , e su tutti gli addetti al ser-
sa chiesa. L' altare maggiore è or- vigio della chiesa e della casa con-
nato da quattro colonne di vei'de tigua indipendentemente dal Car-
,

antico, e sulla porta principale evvi dinal da altri tribunali.


vicario, e
il deposito d'Innocenzo X, invenzio- Di questa chiesa scrisse eruditamen-
ne e lavoro di Gio. Battista Maini te Francesco Cancellieri, Il Merca-
cui r ordinò Camillo Pamphily ni- to, il lago dell'acqua vergine^ ed il

pote del Papa terminato


, poi nel palazzo Pamphiliano nel circo ago-
1677 sotto Giambattista figlio di nalcj delto volgarmente piazza Na-
Camillo, che in età di quattro anni, vona, Roma i8ii. La festa della
in uno al vicegerente di Roma, per santa vi si celebra a' 21 gennaio.
volere del Pontefice prozio, pose la
prima pietra nelle fondamenta della iS". Agostino j titolo Cardinalizio con
chiesa. Al lato sinistro della cappella panvcchia, in cura degli agosti-
,

278 CHI CHI


niani, o eremid di s. agostino, con piloni altissimi cui sono miste
nel rione dì s. Eustachio. colonne e pilastri. La sua cupola
poi è celebre, per essere stata la
Sino dal secolo XIII, in questo prima che fosse edificata in Roma,
medesimo luogo gli agostiniani, in per cui servi di modello ad altre.
onoi-e del loro fondatore s. Agostino, Vi sono molte cappelle ripiene di
edificarono una chiesa, nella quale buoni marmi, e di pitture stimate.
fu trasportato venerando corpo
il L'altare maggiore è adornato di
della di lui madre s. Monica, dalla bei marmi, e di quattro angeU di
chiesa d' Ostia ov' era stato tumu- diversi autori. medesimo Car-
Ivi il

lato l'anno 897 ; traslazione che si dinale Estouteville a.'i5


marzo i48a
effettuò con solennissima pompa a'9 pose la prodigiosa immagine della
aprile i43o, coU'intervento del Pon- beata Vergine, che nel ì^53 allor-
tefice Martino V, il quale rivolse un quando i turchi presero Costanti-
analogo ed eloquente discorso a'reli- nopoli, fu tolta dalla chiesa di s.

giosi. Quindi l' immediato successo- Sofia ov' era gran venerazione
in
re Eugenio IV, avendo canonizzato perchè vuoisi una di quelle dipinte
con solennità nel d\ primo di feb- da s. Luca, descrivendola il Piazza
braio 1446 , nella basilica vaticana nella Gerarchia a pag. 632. Poco
s. Nicola da Tolentino agostiniano, dopo afflitta Roma dalla peste , il

processionaltnente si portò in que- Pontefice Innocenzo Vili nel i485


sta chiesa col sacro Collegio, e col la portò processionalmenle alla ba-
clero, epopolo romano, e vi cele- silica di s. Pietro. Merita poi spe-
brò la messa solenne. Nel pontifi- cial menzione, fra le tante pregievoli
cato poi di Paolo II , il Cardinal pitture che contiene famigerato , il

Guglielmo d' Estouteville arcivesco- profeta Isaia con nuova


, dipinto
vo di Rouen, essendo piotettore del- maniei'a da RalFaello in emulazione
l'Ordine agostiniano, divisò con prin- de' profeti di Buojiarroti, nel terzo
cipesca munificenza di demolire l'an- pilastro nave grande. Come
della
tica chiesa loro, e fabbricarne quella, ancora entrando in chiesa per la
che orasi ammira, e verso il 1480, porta grande, a destra evvi la bella
ne fece gettare le fondamenta in uno statua della beata Vergine col bam-
al contiguo convento. L'architetto bino, scultura di Jacopo Tatti eletto
secondo i più fu Baccio Pintelli, il Sansovino, la quale essendo ora iti

quale si servì di un disegno pro- grandissima venerazione, è arricchita


prio di quel secolo. Sopra una spa- di preziosi donativi.
ziosa scala , avvi la facciata deco- Nel luogo dove ora sorge il ma-
rata del nome del suo fondatore, e gnifico convento, che è il primario

coperta di travertini, che alciuìi di- dell'Ordine agostiniano da ultimo ,

cono essere appartenuti al Colosseo; rifabbricato da Benedetto XIV con


e siccome di forma svelta, semplice architettura del mentovato Vanvi-
ed elegante, a quell* epoca si riten- telli, ed ove si contiene l' insigne
ne la più ragionata facciata che fosse biblioteca angelica ( Vedi), antiai-
in Roma. 11 suo interno però a ca- nienle eravi la chiesa di s. Trifone,
gione d'un incendio, nel i75o, fu che dicesi fabbricata , o ristaurata
rimodernato con disegno di Luigi verso l'anno y'TS da Crescenzio pre-
Vanvitelli , ed è diviso a tre navi fetto di Roma, e poscia fu uillziata
1

CHI CHI 279


da un collegio di preti secolari eoa che uno di questi nel 1676 la fece
arciprete , trovandosi sotto Onorio Questa chiesa, che, come si
riedificare.

IV nominato anche un arcidiacono. disse all'articoloARcicosrFBATERmTA


Nicolò V vi collocò le reliquie dei DEL ss. Sacramento m
s. Trifone,

ss. Trifone, Respicio, e Ninfa, ov- vuoisi da alcuni eretta da s. Gregorio


vero gran parte dei loro corpi; Si- II, l'anno 717, dipoi cessò di essere
sto IV vi pose gli agostiniani ; s. parrocchia, ma nel quarto giorno di
Pio V la stazione nel quarto gior- quaresima, in uno alla chiesa di s.

no di quaresima , dichiarandola Agostino, vi è la stazione, come di-


titolo Cardinalizio nel i566, essendo cemmo. Ci siamo permessi questa
già anco parrocchia. Ma nel iSSy, non del tutto estranea
digressione
Sisto V trasferì il titolo Cardinalizio al presente argomento, per rettifica-

alla vicina chiesa di s. Agostino, e re alcune notizie sulla chiesa di s.

poi nel 1589 l'assegnò pel primo al Trifone demolita, che alcuni fecero
Cardinal Gregorio Petrocchini, gene- comuni con quella a piazza Fiam-
rale degli agostiniani. Poco tempo metta. Finalmente la chiesa di s.

dopo, siccome la chiesa di s. Trifone Agostino fu da Clemente distintaX


per r antichità era cadente, avanti a' 3 settembre 1 67 i , nel farla an-

di demolirsi Clemente Vili fece tras- noverare dal magistrato romano fra
portare i detti sacri corpi alla chie- quei titoli, che ricevono l'oblazione
sa di s. Agostino, dove pure trasferì d'un calice d'argento, e di quattro tor-
la chiesa parrocchiale e la stazione, cie. Gli ultimi ristauri poi succennati,
lo che avvenne nel i6o4- Essendovi e nel generalato del p. Domeni-
fatti

nella chiesa di s. Trifone una con- co Valvasori, furono cagionati da un


fraternita sotto il titolo del ss. Sa- incendio che distrusse l' organo , e
cramento, cui poi si aggiunse quello deformò le pareti della nave destra.
di s. Camillo, venne allora traspor- La festa del santo titolare vi si ce-
tata neir antica chiesa di s. Salva- lebra a' 28 agosto, e a' IO settembre
tore in Primicero a piazza Fiam- quella di s. Nicola da Tolentino, con
metta nel rione Ponte, che secondo benedizione e dispensa di piccole pa-,
il Del Primicerio, pag. 364,
Galletti, gnotte. In onore di questo santo, il
non può determinare se 1' avesse
si magistrato romano, ogni due anni
fondata un primicerio della Chiesa fa l'oblazione a questa chiesa di un
romana, se vicino vi avesse abitato calice d'argento, e di quattro torcie
alcuno di essi, ovvero se fosse stata di cera.
di privata ragione del primicerio del-
la stessa Chiesa romana. La piìi antica Ss. Alessio e Bonifacio, titolo
memoria, che si ha di essa, è del Cardinalizio, in cura dei monaci
1 1 3 , in cui fu consacrata da Pa- Girolamini, sul monte AventinOg
squale li, mentre l'aitar maggiore nel rione Ripa.
lo consacrò Leone Marsicano Cardi-
nale vescovo d'Ostia. Verso la metà Tal monte essendo separato dalla
del secolo XV, era parrocchia , e città di Roma da una palude, per tra-
filiale di s. Lorenzo in Damaso, co- occorrevano le barche,
gittar la quale
me afferma il Bovio a pag. 181, si disse Ab
adventu navium , e fu
e n'era rettore e pairoco un monaco quindi chiamato il monte Aventino.
benedettino di s. Paolo; anzi dicesi Altri però dicono essergli derivato
a8o CHI CHI
quel nome perchè vi fu ucciso e nistero di benedettini, e divenne
sepolto Aventino re degli aborigeni. una delle venti abbazie privilegiate
Comunque sia, sopra le rovine del di Roma; ma nel i23i fu dato ai
tempio d' Ercole vittorioso, fu e- canonici regolari premostratensi.
retta la chiesa ,
pel motivo che Onorio III restaurò e consagrò la
racconta l'annalista Baronio all'anno chiesa, Bonifacio IX dichiarò presi-
3o5, dine diamo un cenno.
cui dente del monistero e della chiesa
S, Aglae, matrona romana, rimasta il Cardinal Cristoforo Marone arci-
vedova, avendo quivi il suo palazzo, prete di s. Pietro, per ricondurre
stabili di fabbricarvi una chiesa, e all' osservanza i canonici regolari ;

dedicarla a qualche santo martire. indi nel i4o4j dopo la sua morte,
Sentendo poi, che in Tarso di Cili- il Papa incorporò la chiesa e il
cia il proconsole Simplicio per cupi- monistero alla basilica vaticana; ma
digia vendeva i corpi de'ss. martiri, divenuta commenda del Cardinal
la pia matrona vi spedì il più fe- Stefano Carillo, questi nel 1426 l'af-

dele e religioso de' suoi servi per fidò alla cura de'monaci di Girolamo
s.

nome Bonifacio, il quale lepidamente della congregazione di Lombardia, i


nel partire le disse: Se in vece dì quali tuttora l'uffiziano. Sisto V nel
recarvi corpo di un martire, vi
il 1587 dichiarò la chiesa titolo Car-
fosse portato il mio, lo ricevereste dinalizio , cui conferì al Cardinal
con onore? A cui Aglae rispose con Gianvincenzo Gonzaga , dopo del
gravità, che badasse all'importanza quale l' ebbe da Gregorio XIV il
di quanto gli era stato ingiunto. Ma Cardinal Ottavio Paravicini, che ne
per divina disposizione avvenne ap- fu benefattore insigne, come il pre-
punto, che essendo stato martirizzato cedente, deve dire anche
locchè si

Bonifacio in Tarso, gli stessi compagni del Cardinal Gio. Francesco Guidoba-
suoi ne presero il corpo, e lo portaro- gni. Urbano Vili concesse a questa
no in Roma. Essendone Aglae stata chiesa la stazione nel primo giorno
avvisata da celeste visione , lo i"i- di quaresima per sette anni, ed i
cevette con sommo onore, e termi- successori di lui sempre ebbero a con-
nata la fabbrica della chiesa, lo fermarla. Quel Pontefice fu perciò il

ripose sotto l'aitar maggiore. Quindi primo, che a visitarla.


si recasse
essa si ritii-ò a far penitenza in un Il Cardinal Angelo Maria Quirini
monistero, e. vuoisi da alcuni che titolare, nel lySo, la restaurò, ed
anche il suo corpo venisse poi ivi ti'as- abbellì con disegno di Tommaso
portato. Nel medesimo luogo eravi de Marchis, in uno al monistero,
il palazzo del senatore Eufemiano, cotanto celebre pei santi personag-
j'icchissimo signore romano, dove gi, che vi fecero dimora. La chiesa
suo figlio s. Alessio visse diciassette è decorata di un doppio portico
anni sconosciuto, e colle vesti di ornato di colonne e pilastri, che
pellegrino sotto una scala. Poscia il forma ingresso ad un bel cortile
beato corpo venne egualmente
di lui quadrato, nel fondo del quale evvi
l'iposto sotto maggiore, anzi
l'aitar un altro portico con sei colonne di
per la sua celebrità la chiesa ne granito; l'interno è a tre navate di-
prese il nome, e fu chiamata dei vise dai pilastri, in forma di croce
ss. Alessio e Bonifacio. Il palazzo latina. L'aitar maggiore si distingue
di Eufemiano fu convcrlilo in mo- per quattro colonne di verde aulico,
,

CHI CHI 281


e per un tabernacolo di buoni mar- s. Nicolò del Tufo, ma Sisto IV
mi. Una scala conduce ad una cap- nel 1472 riunì la parrocchia a quel-
pella sotterranea , dove sono i cor- la di s. Lorenzo in Lucina, e con-
pi di san Bonifacio, di s. Aglae, cesse la chiesa alla nazione
lombar-
e di s. Alessio. Nella cappella Savelli da, che la restaurò
dedicandola a
si conserva la scala di legno, ove s. Ambrogio arcivescovo di Milano.
s. Alessio passò gli ultimi anni di Quindi dal 161 2 in poi, mediante
sua vita, ed in quella della beata la generosità dei Pontefici Paolo V,
Vergine si venera una immagine di Urbano VIII, Innocenzo X, Ales-
Maria Vergine trasportata da Edes- sandro VII, e dei due Clementi IX
sa, dove la pia tradizione narra che e X, non che colle sovvenzioni di
parlasse a s. Alessio, ilquale per mol- alcuni Cardinali , e di molti dovi-
ti anni mendicò la limosina sulla por- ziosi nazionali, fu eretta sontuosa-
ta della chiesa, in cui quella
immagi- mente la nuova chiesa con architet-
ne era collocata. Ultimamente il re tura di Onorio Longhi, la quale ven-
di Spagna Carlo IV ne decorò la ne proseguita dal di lui figlio Marti-
cappella con belli marmi , e con no, e terminata nell' interno da Pie-
due colonne. Santo Alessio, sino dai tro da Cortona, autore del disegno
secolo V, in cui Papa s. Innocenzo I della cupola. Ma la facciata, eh' è
ne permise il culto in questa vene- decorata di due gran colonne, e di
randa chiesa, riscosse dai suoi con- altrettanti pilastri corinti, fu archi-
cittadini grande e costante divozione. tettata da certo Menicucci sacerdo-
Si dice, che sia questa la prima chie- te, e da fr. Mario da Canepina cap-
sa, nella quale il popolo romano, per puccino, per munificenza del Cardi-
mezzo del magistrato, incominciasse a nal Omodei , il quale vi fece ese-
fare le oblazioni di torcie, e di ca- guire pure la cupola. Condotto al ter-
lici alle principali ed insigni chiese mine sì sontuoso tempio, venne de-
di Roma nel dì della festa, come dicato inoltre al Cardinal s. Carlo
tuttora pratica ogni anno. Pei di- Borromeo, altro arcivescovo di Mi-
stinti pregi di questa chiesa, di cui lano, il cuore del quale fu quivi tras-
fu divotissimo Ottone III, che le portato nel 1614, avendolo donato
donò il manto imperiale, non che ilCardinal Federico Borromeo arci-
per le celebri memorie dell'illustre, vescovo di Milano, cugino del san-
e famoso suo monistero, V. d. Fe- to. L' interno della chiesa ha tre
licis Nerinii abbatis hieronymiani, De navate, divise da pilastri corinti ; ed
tempio et coenohio sanctorum Boìii- è ben ornato di stucchi dorati , e
fcicii et Alexii historica monumenta, di pitture. Il quadro del grandioso
Romae l'jSi. La festa di s. Alessio altare maggiore dipinto da Carlo
si celebra ai 17 luglio, e quella di Maratta, rappresenta Gesù Cristo
s. Bonifacio ai i4 maggio. la b. Vergine, i ss. Ambrogio e
Cai'lo, ed altri santi. La più nobile
Ss. Ambrogio e Carlo, della na- delle cappelle è quella della crocia-
zione lombarda al Corso, nel rio- ta col quadro in mosaico, che rap-
ne Campo Marzo. presenta r assunzione di Maria Ver-
gine, coi quattro dottori della Chie-
Anticamente in questo luogo era- sa, copia del celebre dipinto di Car-
vi la piccola chiesa parrocchiale di lo Maratta esistente nella cappella
,,

282 CHI CHI


Cibo in s. Malia del Popolo. Con- patrono s. Ambrogio e il suo tito-
tiguo alla chiesa evvi l'oratorio del- lo, e perciò si denominassero chiesa,
l'arciconfraternita de' ss. Ambrogio ed arciconfraternita de'ss. Ambrogio
e Carlo de' milanesi [Vedi) y con e Carlo.
ospedale nella parte superiore del-
l' edilìzio, pei connazionali, di cui S. AidBROGio della Massima^ del-
fu largo benefattore Pio IV, mila- lemonache riformate del terzo
nese. La chiesa era uffiziata da do- Ordine di s. Francesco, V. Fran-
dici cappellani , il capo de' quali è cescane, ec.
rettore. Formavano essi un collegio
dipendente dal Cardinal protettore, S, Anastasia, collegiata, e titolo

che suol essere un lombardo , ed Cardinalizio nel rione Campì'


abitavano nell'annesso edilizio. Ma telli.

ora uftlziano la chiesa un rettore,


e tre sacerdoti. Il Pontefice Pao- Fu questa chiesa da A-
eretta
lo V, avendo soppresso il titolo Car- pol Ioniamatrona romana verso l'an-
dinalizio di s. Biagio dell' Anello, no 3oo, in una sua possessione
eresse in vece quello di s. Carlo dei per dar sepoltura alla martire san-
Catinari. Questo fu estinto li 6 ot- t'Anastasia, sotto il monte palatino
tobre 1627, da Papa Urbano Vili, al nord, perciò detta ad Palalium,
che lo trasferì in questa chiesa de'ss. o sub Palatio, tra il circo massimo,
Ambrogio e Carlo, e lo conferì al ove pure dicesi che fosse l'abitazione
Cardinal Desiderio Scaglia domenica- della santa. Si annovera questa in-
no, il quale lo ritenne fino alla sua signe chiesa ( che da s. Leone I e da
morte seguita ai 22 luglio i63g. altri Papi fu appellata basilica ) fra
D'allora in poi la chiesa non fu pia quelle, le quali sino dai primi tempi
conferita in titolo a verun altro Car- goderono il titolo Cardinalizio , es-
dinale. Nel pontificato poi di Clemente sendo enumerata fra i venticinque
XI, pei molivi che dicemmo all'arti- titoli meglio stabiliti da s. Marcello

colo Cappelle Pontificie § X, n. 89, I, creato Pontefice l'anno 3o4. Che

incominciò ivi a celebrarsi, ai 4 no- questa chiesa sia stata una delle
vembre per la festa di s. Carlo, la prime dedicate in Roma a' martiri
cappella papale, in cui il Pontefi- e forse la prima in onore di una
ce si reca in forma pubblica col matrona romana qual' era s. Ana-
treno nobile. La storia di questo stasia, si raccoglie da vari autori.
bellissimo tempio eruditamente fu S. Dainaso I, e s. Ilaro, adorna-
descritta da Carlo Bartolomeo Piaz- rono questa chiesa, ed il primo vuoi-
za, Ln
Gerarchia Cardinalizia a si , ne fosse slato anco titolare.
pag. 88 e seg. Di questo tempio
1 Verso l'anno 795, s, Leone III la
fu grandemente benemerito il detto restaurò quasi dai fondamenti, il che
Paolo V, che vi concorse per l'ere- pur fecero Innocenzo III nel 12 io,
zione con somme cospicue, l' arric- Sisto IV nel 147I5 il Cardinal San-
cln d' indulgenze, e dispose che tan- doval titolare nel 1606, ed Urbano
to la chiesa, che il sodalizio, sebbe- Vili nel i636. In quest' ultima epo-
ne in un modo più particolare, fosse- ca era caduto il portico e la fac-
ro dedicati, e stessero sotto gli auspi- ciata. Nel 1722 ricevette riparazioni
ca di s. Carlo, conservassero l'antico per opera del Cardinal Wuuo da
,

CHI CHI 283


Cunha titolare, secondo la descrizio- nel 1826 e nel 1828, si recò a ce-
ne, che ne fa il numero 743 del lebrare la messa bassa in questa
Diario di Roma di quell'anno, e da chiesa di s. Anastasia, dopo averla
ultimo molte ne fece nel 1817 Pio detta pontificalmente in s. Maria

VII, a cura del titolare Cardinal Maggiore, facendo altrettanto per la


Guardoquì, e di monsignor Tratti- terza nella basilica vaticana.
ni vicegerente. Il suo interno ha tre Non si conosce bene l'origine di
navate, divise dalle colonne del tem- questa collegiata , ma le memorie
pio di Nettuno, che si ritiene esse- rimontano all'anno iSyS. Essa si

re stato ivi vicino, ovvero del pa- componeva di sei canonici senza al-
lazzo di Publio, o del circo massi- cuna dignità , o particolari costitu-
mo, e nel suo altare maggiore ev- zioni, ne obbligo di ordine sagro, e
vi la statua della santa, lavoro di perciò per uso antichissimo potevano
Ercole Ferrata. ritenere pure altre prebende di re-
Allora quando, dopo la metà del sidenza. I canonici ,
per ordine di
secolo IV , s. Damaso I chiamò in anzianità, in cotta nei giorni stazio-
Roma il dottore della Chiesa s. Gi- nali assistevano messa cautata,
alla
rolamo, per servirsi di lui nell'apo- ed intervenivano consuete pro-
alle
stolico ministero, abitò quel santo cessioni del clero romano. Il sito per
dottore presso questa chiesa. La sta- l'abitazione de' canonici fu conceduto
zione da tempo antichissimo vi si da Giulio Altieri verso il i64'2, e
celebra nel primo giorno di quare- confermato da Clemente Papa X
sima, ove il Papa distribuiva le ce- della stessa famiglia. Ma nell'anno
neri, e faceva la colletta o rassegna 1828, il medesimo Leone XII, colla
del clero e popolo, per recarsi pro- bolla Ad cii'cumspectam y soppresse
cessionalmente a s. Sabina. Alti'a il capitolo, e ne incorporò le ren-
stazione vi ricorre il settimo giorno dite a quello di s. Maria in Cosme-
di quaresima ed altra nella solen-
, din, di mano in mano che andassero
nità di Natale alla seconda messa vacando le sei prebende canonicali,
all'aurora, nel qual giorno cade an- o per morte, o per rinunzia de' ca-
cora la festa della santa, ed altresì nonici proprietari. Le ragioni, che
nel martedì dopo la Pentecoste, sta- si adducono nella bolla, sono la di-

zioni che si vogliono istituite da san stanza dall'abitato della chiesa di


Gregorio I , per la gran divozione, s. Anastasia, il ristretto numero dei
che aveva a questa chiesa. Prima i canonici, ed i pochi giorni fia l'an-
Pontefici nel detto giorno di Natale, no nei quali erano tenuti ad uffi-

andavano a celebrare all'aurora la ciarla.Riguardo al capitolo di s. Ma-


seconda messa in questa chiesa, nel ria in Cosmedin si dice, che attese
qual giorno ricorre pure la festa del- le vicende de' tempi passati, avendo
la santa,come affermano gh Ordini le loro rendite sofferto qualche de-
romani. Anzi abbiamo, che, mentre terioramento, si danno loro in com-
nel 1075 Gregorio VII celebrava
s. penso le prebende di s. Anastasia
la delta seconda messa , fu grave- addossando ad essi tutti i pesi di
mente ferito , e rinchiuso nella sua questa chiesa. La nomina dei sei ca-
torre da Cencio figlio di Alberico nonicati di s. Anastasia, purché non
prefetto di Roma, e fautore di En- fossero stati affetti , apparteneva al
rico V. A' nostri giorni Leone XII Cardinal titolare prò tempore, il
1 ,

284 CHI CHI


quale, sebbene si dica nella citata S. Andrea nella Falle. V. Tea-
bolla, che gli si conservano tutti i di- tini, a' quali appartiene.
ritti, prerogative, e privilegi ,
pure
viene spogliato del diritto principale S. Andrea nella via Flaminia. V.
di conferire i canonicati vacanti, co- Volume VII, pag. igS, col. 2
me quelli , i quali devono venire del Dizionario.
soppressi di mano
che Ta- in mano
cano. Attualmente n' è rimasto uno Ss. Andrea e Gregorio al mon-
solo. te Celio de' Camaldolesi. V. Chie-
Vari altri Cardinali titolari e ca- sa di s. Gregorio al monte Celio.
nonici furono benemeriti di questa
chiesa. Per l'elezione di Onorio li Ss. Angeli Custodi. V. Arcico:^-
nel 1 24 era stato eletto Papa il FRATERMTA dei SS. Angeli Custodi,
Cai'dinal Teobaldo Boccadipecora cui appartiene.
titolare della chiesa , ma rinunziò
per la contrarietà de' Frangipani. Nella festa de' ss. Angeli , a' 2
Bonifazio IX«, creato nel iSSg, era ottobre, il magistrato romano, ogni
stato Cardinale prete della medesi- anno presenta a questa chiesa un
ma; e Pio IV, ^e Medici, prima calice di argento , e quattro torcie
di essei'e sublimato nel iSSg al tri- di cera.
regno, egualmente era stato titolare
di s. Anastasia. Nel 1629 Urbano S. Angelo delle Fornaci , par-
Vili, avendo dato alla basilica va- rocchia del capitolo Vaticano,
ticana un pezzo del legno della ss. fuori di porta Cavalleggieri, nel
Croce, che si conservava in s. Ana- rione Borgo.
stasia , donò in vece alla chiesa di
questa santa una croce di argento Questa chiesa fu eretta dai for-
colla medesima insigne reliquia. Nel naciai nel secolo XVI , e si disse
pontificato d' Innocenzo XI , e nel del Torrione per essere fuori della
1722 Filippo Cappello canonico di porta, che anticamente cos\ chiama-
questa collegiata, pubblicò in Roma vasi. Fu incorporata al capitolo di
colle stampe Brevi notizie dell' an- s. Pietro, e nel 1600 già era par-
tico 3 e moderno stato della chiesa rocchia, come afferma Panciroli. Leo-
collegiata di s. Anastasia di Roma, ne XII trasferì la cura nella chiesa
col Discorso dell' invenzione del cor- di s. Maria delle Fornaci poco da
po della santa, dello zio Domenico essa distante, e cosi detta dalle for-
Cappello, canonico decano della stes- naci, che sono nei dintorni ; ma po-
sa collegiata. scia per averla rinunziata religiosi i

trinitari scalzi , la parrocchia tornò


S. Andrea delle Fratte. V. Pad- nella chiesa di s. Angelo.
lotti, a' quali appartiene.
S. Angelo in Pescheria, collegiata,
S. Andrea al Quirinale. V. Ge-
diaconia Cardinalizia, con par-
suiti, a' quali appartiene.
rocchia nel rione di s. Angelo.
S. Andrea degli Scozzesi. V. Col-
legio DEGLI Scozzesi, a' quali ap- Secondo alcuni, antichissima è la

partiene. sua erezione, e forse avanti s. Sii-


,

CHI CHI 285


vestro I perchè si crede fosse una maggiore, scritta in caratteri bar-
di quelle da lui consagrate però era ;
bari, si legge il catalogo delle re-
piuttosto in sito poco distante, cioè liquie, che ivi si conservano , e si

nell'alto del prossimo circo Flami- rileva essere stata la chiesa consa-
nio, per cui chiamossi basilica di grata, senza dire da chi, nel primo
s. Angelo in summo circi. S. Sim- di giugno nell'anno della creazione
maco verso l'anno 5oo la riedificò, del mondo 6^63, dopo essere stata
e benemerito ne fu anche s. Boni- riedificata da' fondamenti da Teo-
fezio II, eletto neir anno 53o , il doro padre di Benedetto diacono
quale la dedicò a s. Michiele Ar- della stessa chiesa, nel pontificato di
cangelo. Questa fu la prima chie- Stefano li, detto IH summentovato,

sa di Roma consagrata al culto il quale era pure stato diacono Car-


del principe della celeste corte, dinale della medesima. In seguito
e del protettore della Chiesa Ro- s. Leone IH ne fu benefattore, fa-
mana, e si dice, che Gregorio I l'e- cendovi fabbricare il contiguo ora-
levasse al grado di diaconia Cardi- torio, e s. Pasquale I fece diversi
naUzia. Demolito il circo , ed ab- doni alla chiesa. Alcuni titolari vi

bandonata la chiesa, fu edificata la operarono non pochi restauri ed or-


presente dopo l'anno 7 52 da Ste- namenti, massime il Cardinal An-
fano II, detto HI, nel basso in mez- drea Peretti, che nel 161 i la resti-
zo all' antico portico di Ottavio, ov- tuì al primiero lustro rifacendo la
Tero del tempio di Giunone, di A- tribuna col disegno del cav. Mi-
poUo, o di Mercurio, di cui si chelangelo Buonarroti ; e il Cardi-
veggono gli avanzi. Da una chiesa nal Francesco Barberini che verso ,

della via Tiburtina vi si trasporta- il 1700, fra i tanti benefizi! che vi


rono i corpi de' santi Getulio e Sin- operò, decorò il soffitto con dipinti
forosa sua moglie , coi loro sette fi* e lumeggiature a oro abbellendo ,

gli, tutti nobili di Tivoli, che pa- inoltre la tribuna. Ma essendosi ri-
tirono glorioso martirio , onde pre- dotta per le vicende de' tempi in
servarli dalla rapacità de' longobar- istato veramente l'ovinoso, fu di nuo-
di. Ad essi il Piazza, Gerarchia, vo rista urata nel 1821 sotto Pio
p. corpo di s. Zo-
873, aggiunge il VII.
tico. Nondimeno parte di que' cor- L' interno della chiesa è di for-
pi da Gregorio XIII furono conce- ma quadrilunga, coi lati, e navi de-
duti ai tivolesi. Nel pontificato di corati egualmente , avendo eseguito
Sisto V, e nell'anno i587, vi furono ilquadro dell'altare maggiore il cav.
aggiunti i corpi de' ss. martiri Ci- d' Arpino. Questa chiesa diede il
ro Alessandrino medico, e Giovanni nome alla regione, e dicesi in Pe-
Edesseno militare, i quali tutti si con- scheria per la vicinanza del merca-
servano sotto r altare maggiore in to del pesce , e per la confraternita
un' urna di marmo bianco colloca- de' pescivendoli, eretta nel contiguo
tavi a spese di monsignore Pier oratorio nel 1571. Eressero quei
Benedetti allora governatore di Ro- pescivendoli nella chiesa un altare
ma, e canonico della collegiata, poi s. Andrea. Il Piaz-
al loro protettore
Cardinale. za, che chiama questa chiesa di s.
Non si deve tacere , che da una Angelo in Pescarla , o in Piscina
lapide posta nella parete della porta juxla lempliun Jovis , dice che la
286 €HI CHI
denominazione Piscina (comechè al- plico perchè fosse eretta la diaconia
cuni abbiano detto in Pisciniila ), in titolo presbiterale sinché egli l'a-
derivi o dal prossimo foro Pisca- vesse goduta in titolo, e il Papa
rio, o da una piscina , che stava glielo concesse, e lo fu sino al i535,
nel circo. La collegiata viene for* in cui passò al vescovato di Albano.
mata da otto canonici, numero sta- Gode questa chiesa nel dì della
bilito nel 1243 sotto Innocenzo IV, Apparizione di s. Michele
festa dell'
dappoiché essendo sempre stata la Arcangelo, l'annua oblazione del ca-
chiesa da tempo immemorabile uffi- lice di argento, e di due torcie dal
ziata dai canonici, questi prima di magistrato romano sin da remota
tal'epoca erano in numero as- epoca, pel seguente avvenimento.Men-
sai maggiore. Essi sono tenuti ad tre i Papi risiedevano in Avignone,
intervenire al servigio del coro nei Francesco di Vico, che fu prefetto
soli giorni festivi ,
governando la di Roma dal 1369 al 1377, come
chiesa sotto la dipendenza del Car- abbiamo dal Contelori, tiranneggia-
dinal diacono cui spetta la nomina va la città, por cui i romani eles-
ai canonicati ,
quando non sieno sero a loro capitano, e capo della
affetti alla santa Sede. Il canonico magistratura de' banderesi {Vedi)^
curalo, per essere questa chiesa una Savo Mellini, nobile e potente ca-
delle dodici vicarie parrocchiali isti- valiere rmnano, il quale con un
tuite daPio V, viene eletto dal
s. esercito di concittadini prese il pre-
capitolo fra tre, che ad esso sono fetto, smantellò Vico di cui era si-

presentati dal Cardinal vicario , in gnore, liberando Roma, e i luoghi


seguito della conseguita approvazio- circonvicini dalla di lui tirannia.
ne avuta nel concorso, in forza della Essendo ciò avvenuto agli 8 di
bolla emanata da Leone XII per maggio, in cui si celebra l' Appari-
la restrizione delle parrocchie di zione di s. Michele Arcangelo, i ro-
Roma. Non si dee passare sotto si- mani attribuirono al suo patrocinio
lenzio, che avendo Benedetto XIH la vittoria, e decretarono la detta
soppressa la parrocchia di s. Gre- oblazione a perenne riconoscenza.
gorio a Ponte quattro capi, 1' unì a Non sarà discaro, che qui si fac-
questa collegiata, mediante la costi- cia menzione del celebre archivio
tuzione Ex debito, Bull. Rom. t. di questa collegiata , le cui memo-
XII, p. 76, emanata ai 17 febbra- rie rimontano al iiif. In esso, ol-
io 1726. tre i libri di amministrazione ed
Fra i diaconi Cardinali di questa istromenti spettanti alla chiesa e al
chiesa, meritano ricordanza Grego- capitolo, vi sono venticinque volu-
rio Papareschi, che nel i i3o fu in- metti del notaro Antonio Lorenzo
nalzato alla suprema dignità col no- de Stefanelli de Scambiis , ed altri

me d'Innocenzo II, e che nel 11 35 notari di queli' epoca, scritti in ca-


conferì la diaconia al nipote Cardi- rattere gotico. In essi, oltre gli af-

nal Gregorio Papareschi-Matlei. A- fari riguardanti qjiesta chiesa , si

vendo poi Giulio II, nel i5i i, creato contengono pubblici istromenti di
Cardinale diacono di s. Angelo in famiglie particolari, che altrove non
Pescarla , Matteo Langio , vescovo si rinvengono , cioè dal 1 363 al
di Gurk, nel ricevere l'insegne della i4og. Vi è pure il pubblico istro-
dignità nel i5i3 da Leone X, sup- mento fatto fra i Cardinali, il se-
CHI CHI Ì87
nato e i capo-rioni di Roma nel 2 5 marzo il magistrato que-
fa in
Pontificato di Urbano V, in occa- sta chiesa l'oblazione di quattro
sione che le sagre teste de' ss. Pie- torcie di cera.
tro e Paolo furono collocate nella
basilica lateranense in busti di ar- Ss. Annunziata di Torre dei Spec-
gento : atto di cui in Roma noa chi. F. OuLATE di s. Francesca
vi è r eguale in autenticità , a ca- Romana.
gione delle devastazioni e degl' in-
cendi, cui andarono soggetti gli altri
Ss. AnnunziATELLA, Ss. Annun-
archi vii.
ziata, fuori di porta s. Paolo nel
rione Ripa.
Ss. Anna e Gioacchino alle quat-
tro fontane, nel rione Monti, già
de' Carmelitani scalzi ( Vedi), e Questa è una delle nove chiese
poi delle monache Adoratrici di Roma , che in onore de* nove
perpetue del Ss. Sagramento. cori degli Angeli , coinè spiega il

Fedi. Pànciroli a pag. 1 3 1 , divotamente


visitano i fedeli nella visita delle
S. Anna de' Funari
o de' Fale- , sette chiese (Fedi). Maggiore è poi
gnami, dell'ospizio di Tata Gio- il concorso del popolo nella prima
vanni. Fedi. domenica di maggio, perchè vi si
celebra la sagra, ed in quel giorno
S. Anna de' Parafrenieri in Borgo. evvi pure la processione nella vicina
F. Arciconfr ETERNITÀ di s. Anuu chiesa di s. Sebastiano. Questa chie-
de' Parafrenieri. sa è situata dalla strada, che con-
duce dalle tre fontane nella via
In ogni quadriennio il magistra- ostiense alla basilica di s. Sebastia-
to romano fa l'oblazione di uà ca- no. È per le sue reliquie
celebre
lice di argento, e di quattro lorcie poste nell' altare per le sue indul-
,

di cera , le quali offre pure ogni genze , e per la sua antichità. Nei
biennio quando il sodalizio non go- primi secoli del cristianesimo vi fu
de r altra maggiore oblazione. eretto uu ospizio pei poveri pel-
legrini, che visitavano i luoghi santi
Ss. Annunziata all'Arco de' Pan- di Roma. Da una piccola lapide in-
tani, delle monache dell' Annun- castrata nel muro si legge, che fu
ziata (Fedi), già chiesa di Ba- s. riedificata e consagrata ai 9 agosto
silio, come dicesi all'articolo Ba- 1270, e nel giorno della sua festa
siLiANi, voi. IV, pag. i86 del Di- l'arciconfra terni ta del Gonfalone, cui
zionario. In questa chiesa ogni appartiene, soleva dispensare al po-
quadriennio, ai ^5 marzo, il se- polo il pane benedetto, cioè nella
nato romano fa l' oblazione di prima domenica di maggio. Verso
un calice di argento, e di quat- il 1640, il Cardinal Francesco Bar-
tro lorcie di cera. berini, nipote di Urbano Vili, vi fe-

ce eseguire diversi ristauri.


Ss. Annunziata delle monache del-
l' Annunziata dette le Turchine S. Antonio Abbate, delle monache
(Fedi). Nel giorno della festa ai camaldolesi. Fedi.
288 CHI CHI
In ogni biennio, ai 17 gennaio, Questa basilica fu restaurata, ed
festa del titolare, il senato romano abbellita da altri Pontefici, cioè da
fa l'oblazione di un calice d'argento, s. Gregorio che rifece la tri-
III,
e di quattro torcie di cera. buna e il portico, da s. Paolo I, da
Adriano I, da s. Leone III, che ne
S. Antonio de' Portoghesi. V. ampliò il portico, da Stefano V che
Ospedale di s. Antonio de' Por- l'arricchì di molte reliquie, oltre i

toghesi. corpi delle ss. Eugenia e Claudia ,

da Martino V che non solo la rie-


Ss. XII. Apostoli j basilica con dificò , ma vi costruì l'annesso pa-
titolo Cardinalizio, e con parroc- lazzo per la sua famiglia Colonna,
chia in cura dei minori conven- e che fu abitato da lui, e da altri

tualij nel rione Trevi. Pontefici, massime nell'estate. Egual-


mente l'ampliarono e restaurarono
Nella piazza, che prende il nome Nicolò V, Sisto IV, il quale rin-
dalla chiesa , sorge questa basilica ,
novò la tribuna , e Giulio II , che
detta Costantiniana , perchè da ail- oltre diversi miglioramenti, vi costruì
cuni si vuole sia una delle tante di nuovo il portico davanti , e sul
fondate dal pio imperatore Costan- quale in appresso il Cardinal Bran-
tino Magno, erigendola in onore dei cacci, detto di Lauria, fece collocare
dodici Apostoli. Rilevasi da un co- le statue del Salvatore, e de'ss. Apo-
dice vaticano, num. 556o , ch'egli stoli. Sisto V pure la riedificò, am-
fece poiTe un
neir atrio calice di pliando il contiguo convento ove era
marmo per ornamento, ed uno si- stato religioso, ed erigendovi il col-

mile se ne vede nella chiesa di s. legio di Bonaventura (V^edl). Fi-


s.

Cecilia in segno della santità del


, nalmente, minacciando rovina l'edi-
luogo. Pelagio I, eletto Papa l'anno fizio , con Pontificia munificenza e ,

553, sotto imperatore Giustiniano,


1 con architettura del cav. Francesco
coH'aiuto di Narsete suo capitano, rie- Fontana, Clemente XI, Albani, nel
dificò questa basilica. Narsete diede 1702 incominciò a rifabbricarla dai
al Pontefice i marmi e colonne delle fondamenti ai 27 febbraio, dopo la
contigue terme costantiniane, ed afli- demolizione dell' antica, facendone il
dò a' ministri di questa chiesa la Piazza, Gerarchia, pag. 474 ^ s^g-
custodia della vicina colonna traiana. un' interessante descrizione. Di poi
Quindi Papa Giovanni
il 111, suc- Benedetto XIII nel 1724 solenne-
ceduto nel 56o a Pelagio I , come mente la consagrò, e siccome man-
si rileva dalla costituzione Quoniani, cava la facciata esterna al di sopra del
Bull. Roni., tom. I, pag. 99, compi portico, nel 1827, con disegno del cav.
l'edifizio, e lo consagrò nel dì primo Yaladier, vi supplì la pietà del duca
di maggio in onore de'ss. XII Apo- di Bracciano d. Giovanni Toi'lonia.
stoli, e particolarmente de' ss. Filip- II Cardinal Borgia volle far misu-
po e Giacomo comprotettori di Roma. rare il finestrone di questa facciata,
I corpi di que' santi furono quivi e si trovò, ch'era più largo della
trasportati, ed eretta venne la chie- porta del popolo , che è la princi-
sa in titolo Cardinalizio. Se il titolo pale della città di Roma.
fosse anteriormente assegnato in que- Il portico, eh' è quel medesimo
sta chiesa, lo diremo in progresso. della vecchia basilica, ha nove ar-
CHI CHI 289
chi, ed è chiuso da caticelU di ferro. pi il monumento sepolcrale , che
La chiesa è a tre navi divise da un ammirasi nel portico della basilica ,

gi-ande ordine di pilastri corinti, che nella quale pur furono nel i832 a
sostengono la gran volta ove nel Canova celebrate solennissime esequie
mezzo è dipinto il trionfo dell' Ordi- come pure in essa nel i564 erano
ne francescano, dal pennello del Ba- state celebrate all' immortai Michel
ci ccio. Il quadro dell' al tai-e maggio- Angelo, ambedue benemeriti ristau-
re, sotto il quale si venerano i cor- ratori delle arti belle. In questa chie-
pi de' suddetti apostoli ss. Filippo e sa vi sono inoltre i precordii di Ma-
Giacomo, è opera di Domenico Mu- ria Clementina Sobieski regina d'In-
ratori, e la volta della tribuna rap- ghilterra, alla quale Clemente XII
presentante il castigo degli Angeli nel 1735 fece celebrare un magni-
libelli, fu dipinta da Giovanni O- fico funerale.
dazzi. Nello spazio della tribuna si Il titolo Cardinalizio di questa
osserva a sinistra il deposito del Car- basilica è compreso fra i venticin-
dinal Raffaele Riario morto nel i520, que di s. Marcello I, eletto nell'an-
disegno di Michel Angelo Buonarro- no 3o4, locchè potrebbe indurre a
ti. Egli aveva fatta ornare questa credere, che ne sia stato Cardinal
tribuna con belle pitture di Meloz- titolare il Pontefice s. Agapito I,

zo da Forlì, e di Sandro Botticelli, predecessore del summentovato Gio-


le quali furono in gran parte distrut- vanni III. Furono Cardinali preti del
te, ed altre trasportate nella sagre- medesimo il Cardinal Ottaviano Con-

stia vaticana, mentre 1' Ascensione ti, che nel 11 38 divenne antipapa
del Signoi'e, dello stesso Melozzo, fu Vittore IV contro Alessandro HI;
collocata nel primo ripiano della sca- il Cardinal Roberto di Ginevra, che,

la principale del pontifìcio palazzo nel 1378, fu assunto all' antipapato


quirinale. Fra le belle cappelle, pre- contro Urbano VI ; il Cardinal Pie-
gevoli pei marmi e dipinti che l'a- tro Filai'go francescano , che nel
dornano, faremo menzione di quella 1409 nel concilio di Pisa fu eletto
a sinistra della tribuna, ove si vene- Papa col nome di Alessandro V; e
ra un crocefisso, di cui parla il ci- ilCardinal Lorenzo Ganganelli dei
tato Piazza a pag. 474- ^" ogni ve- minori conventuali, che elevato nel
nerdì di quaresima, e dell' avvento, 1769 al triregno, si fece chiamare
dopo la compieta, ha luogo quivi Clemente XIV. Siccome anticamen-
una di vota processione colla croce te eravi in questa basilica una col-
nuda, che dalla chiesa pel portico si legiata di diciotto canonici , così il

reca in detta cappella del crocefisso. Cardinal titolare si appellava pure


Inoltre in questa basilica evvi il de- arciprete, come ricavasi da una bol-
posito marmoreo di Clemente XIV, la di Onorio IV. Egli vi nominava
Ganganelli, il cui corpo vi fu tras- un per lo più fregiato del
vicai-io,
portato dalla basilica vaticana nel grado di protonotario apostolico ; e
1802. Autore di esso è il celebre fra le di lui prerogative^ sebbene ta-
Antonio Canova, che l'eseguì per lora sia stata disputata da altri ti-

commissione di Cai-lo Giorgi ; e sic- tolari, eravi quella di assistere, e ce-


come gliela procurò l'altro non men lebrare in tutti i giorni di domenica
celebre artista Giovanni Volpato, per suir altare papale della patriarcale ba-
riconoscenza Canova al Volpato scoU silica di s. Maria Maggiore. Per molto
VOL. XI. 19
, ,

ago CHI CHI


tempo la basilica fu matrice di al- ilsabbato delle tempora invernali,
tre sette parrocchie filiali; e Bene- e la quarta domenica dell' avvento.
detto XIV nel 1754 colla bolla Fi- Alessandro HI, con bolla data in
delisy che si legge nel suo Bollano, Anagni, Attendenles, aggiunse la sta-
nel t. IV, p. 189, dichiarò il Car- zione nel giorno della festa di san
dinale titolare de' ss, XII Apostoli Giacomo maggiore a' 25 luglio, come
e quello de' ss. Pieti'O e Marcellino, riferisce il Piazza. Abbiamo dall' IT-
giudici e conserratori del santuario gonio, che prima in questa chiesa
d' Assisi. facevansi gli scrutinii di quelli, i

Il Pontefice Pio II, nel 1462, af- quali dovevano ordinarsi nel giorno
fidò la cura di questa chiesa ai mi- seguente in s. Pietro, ed è perciò
nori conventuali dis. Francesco [J^e- che in tutti i venerdì delle tempora
di), perché che l'uffizia-
i canonici vi fu posta la stazione, come in
vano eransi a pochi, come si
ridotti tutti i sabbati di tali tempi evvi la
può vedere nel Panciroli a pag. 226, stazione a s. Pietro. In favore dei
il quale ne fa l'enumerazione nelle poveri della parrocchia, nel pontifi-
diverse epoche. Allora n'era titola- cato di Pio IV, fu eretta nella ba-
re il dottissimo Cardinal Bessarione, silica r arciconfraternita de' ss, XII
il quale dopo averla ottenuta dal Apostoli ( P^edi). Quindi Sisto V
Papa a' minori conventuali, con i- stabilì , che nella detta chiesa, ogni
splendida munificenza, fabbricò loro anno a'i4 luglio si dovesse celebrare
un convento capace di contenere nel- la cappella Cardinalizia in onore di
le antiche case de' canonici duecento s,Bonaventura [Vedi). Celebrandosi
religiosi. Ingrandito poi da' summen- poi nella basilica con solennità la
tovati benefattori, oggi è il princi- festa dell' immacolata Concezione
pale, e il capo di tutto 1' Ordine, e con precedente novena, nell'ultimo
fu già abitazione de' Pontefici Sisto giorno della novena medesima col
V, e di Clemente XIV avanti di sagro Collegio suole intervenirvi il

ascendere la cattedra apostolica. Nel- Papa, quale dà col


il ss. Sacramento
r atrio, che conduce al chiostro, fra la trina benedizione.
ì varii monumenti sepolcrali, evvi Quando alcun Pontefice abitò nel
quello del lodato Cardinal Bessario- contiguo palazzo, e quando i Papi,
ne; e nel suo primo cortile si vede che fissarono la loro residenza nel
un bel vaso di forma antica, cre- palazzo quirinale, non avevano eretta
duto quello eretto da Costantino in ancora la cappella palatina, ciò che
forma di calice, owei'o altro ivi fece Paolo V, si celebrarono diverse
collocato per conservanie la memo- cappelle pontificie in questa basilica.
ria. Da ulfimo, nel secolo decorso. Be-
Di questa basilica fu sommamente nedetto XIV, nel 1743, vi consagrò
divoto s. Gregorio I Magno, il quale in vescovo di Padova il Cardinal
in onore degli apostoli Filippo e Rezzonico, che gli successe col nome
Giacomo, vi recitò due omelie, cioè di Clemente XIII, e questi nel 1758
la XVII, e la XXXVI, e vi pose vi consagrò in arcivescovo di Co-
in più giorni la stazione , che vi si rinto, il Cardinal duca di Yorck,
celebra il venerdì delle tempora di figlio di Giaomo III re d' Inghilter-
primavera, il giovedì dopo pasqua, ra. Il p. Bonaventura Malvasia ci

ilvenerdì delle tempora autunnali, ha dato la Storia della veti, basilica


,

CHI CHI 291


de^ ss. XII Apostoti, Roma i665i. fatto Cardinale diacono di s. Maria
Ai 4 poi ^^^ mese di ottobre, ogni in Cosmedin da Gregorio XI , e che
anno il magistrato romano per la recatosi con lui in Roma nel 1377,
festa di san Francesco d'Assisi fa ebbe in commenda il titolo di s.
r oblazione d' un calice di argento, Apollinare, presso alla qual chiesa
e di quattro torcie di cei'a. fabbricò un magnifico palazzo. Al-
trettanto afferma il Cardella nel
S. Apollinare del Seminario Roma- tom. II, pag. 245, dicendo che il
nOf nel rione Ponte. Cai'dinal de Luna spagnuolo, andato
in Roma con Gregorio XI , stabili
Fu questa chiesa fabbricala nel- la sua abitazione a Tor-Sanguigna
l'anno 772 dal Pontefice Adriano I, a sant'Apollinare, nella quale fece
nel luogo ove Tito Livio dice, che notabili miglioramenti, donde il Ba-
furono i prati flaminii, nel mezzo luzio è di opinione, che avesse in
de' quali fu edificato un tempio ad commenda il titolo di s. Apollinare;
A polline, donde poi contrada chia-la opinione ch'egli appoggia all'auto-
mossi Apollinare. Si dice ancora che rità di due scrittori contemporanei,
ivi fosse stata una biblioteca pub- riportando eziandio 1' erezione d' un
blica, come attestano Vittore, e magnifico e sontuoso palazzo, che
Dionisio. poi, come diremo, fu incorporato al
Che nella vicina piazza Navona collegio Germanico. Tuttavolta il
si facessero, sino da dopo la strage Piazza ed altri autori, che scrissero
di Canne, i giuochi apoUinari, lo dei titoli, e delle diaconie de' Car-
abbiamo dal medesimo Livio, e dal dinali,non fanno menzione, né del
Biondo, per cui questi riflette che titolo diGuido, né della commenda
i luoghi circostanti chiamaronsi apol- del Cardinal diacono de Luna, ma
Adunque Adriano I, e per la
linari. solo riportano, che la chiesa era
denominazione di tali nomi, e pel una collegiata con alcuni canonici
tempio di Apolline, volle dedicare e con una dignità col titolo di ar-
la chiesa a s. Apollinare discepolo ciprete, e perciò comunemente ap-
di s. Pietro vescovo di Ravenna, e pellata s. Apollinare in archipresbi-
glorioso martire, acciocché cancellata terato. Quindi affermano, che nella
la memoria profana dell' anteriore famosa promozione di trentuno Car-
tempio, e dei giuochi, rimanesse in dinali, creati nel 1 5 1 7 da Leone , X
vece quella di un si illustre confes- questi dichiarò la chiesa titolo Car-
sore di Ci'isto, ponendovi inoltre la dinalizio, e lo conferì al Cardinal
stazione nel giovedì di passione. La Giambattista Pallavicini, che mori
chiesa antica avea i portici avanti, nel i524; indi Paolo 111, nel i544>
e per una collegiata, che vi era col lo assegnò al Cardinal Nicolò Ardin-
suo arciprete , veniva detta arcipres- ghelU dell'ordine presbiterale, che
biterato. Il Novaes, tom. Ili, pag. lasciò di vivere dopo tre anni. Sisto
24, nel riportare i Cardinali creati V in appresso tolse il titolo Cardi-
nel ii3o da Innocenzo II, registra nalizio, che restò soppresso, e la
un Guido Cardinale diacono di san stazione, ch'era stata levata, fu però
Apollinare; quindi parlando di Pie- da lui ripristinata ,
per risvegliare
tro di Luna, poi antipapa Benedetto divozione ad una chiesa tanto antica.
XIII, aggiunge che nel i'òj5 fu Dipoi questo luogo divenne prò-
CHI
piignacolo della religione cattolica padri gesuiti. P^. Collegio Germa-
per la Germania, contro la crescente kico-Ungarico.
eresia luterana, mentre dal collegio Leggiamo nel Panciroli, Tesori
che vi fu fondato, uscirono molti nascosti ec, stampati nel 1600, che
uomini grandi, per lignaggio, di- a quell'epoca, nell'entrare in chiesa
gnità, virtù e dottrina, i quali con di s. Apollinare, conveniva discende-
zelo apostolico sostennero la fede re, il perchè nella grande inonda-
in sì florida confutando
regione, zione del Tevere accaduta nel 1598,
l'eresia. Fra le molte gloriose opere per la sua bassezza molto soffri,
istituite in Roma da s. Ignazio, fon- laonde venne alzato il piano al pari
datore della Compagnia
Gesù, di della strada. Rileviamo ancora dal
evvi pertanto anche quella che, com- Panciroli, che allora era parrocchia,
passionando la misera sorte della e che i divini uffizi vi si celebrava-
Germania, divisò di radunare dei no con sommo decoro, accompagnati
giovani tedeschi, per istruirli in dalla più scelta musica ecclesiastica.
Roma nelle lettere e nelle contro- Ed il Piazza asserisce, che sotto l'ai-
versie, affinchè cos\ ammaestrati tor- tar maggiore già ivi si veneravano
nassero nei loro paesi a vantaggio i corpi di sei santi martiri armeni,

spirituale de' cattolici e de' sedotti. cioè Eustrazio , Oreste, Massenzio,


Laonde, col valido patrocinio del Nardario, Eugenio, ed Ausenzio, che
Cardinal Giovanni Moroni, legato patirono il maitirio sotto Dioclezia-
apostolico della Germania col per- , no e Massimiano imperatola. Di essi
messo e colle limosine di Papa Giu- fa menzione il Martirologio romano
lio III, e de' Cardinali , nel i55i a' 1 3 dicembre nel qual giorno in
,

diede incominciamento al collegio, questa chiesa si solennizza la festa;


che poi prese il nome di Germanico- anzi finché vi stette il detto collegio,
Ungarico. Morto però Giulio III, un alunno vi recitava analoga ora-
mancando il collegio di sostentamen- zione latina. Afferma ancora il me-
to, s. Ignazio pose gli alunni in desimo Piazza, che in questa chiesa,
diversi collegi di Ronia, e di altri in esecuzione del decretato dal conci-
luoghi, mantenendoli colle limosine. lio di Trento , s' incominciò ad in-
Se non che, avendo Dio subhmato segnare la dottrina cristiana, per
al pontificato il gran Gregorio XIII, mezzo di Cesare Baronio, poi Car-
questi siccome zelatox-e della purità dinale, il cui nome sarà sempre in
della fede , concesse, nel i Sy 3, a s. benedizione. F^. Eorterologìo, owcro
Ignazio pe'detti giovani la chiesa di s. le Sf^igre stazioni di Roma, pag. 325,
Apollinare col contiguo palazzo e e seg., Stazione a s, Jpollinare.
case, il primo, come dicemmo, edi- Merita specialissima menzione la
ficato da Benedetto Xill, le seconde miracolosa immagine della beata Ver-
dal Cardinal d' Estouteville arcive- gine , dipinta sul muro , alta palmi
scovo di Rouen; e soppressa la col- nove, larga sette, sedente col bam-
legiata, morte de'canonici, de-
alla bino, coi ss. Pietro e Paolo ai lati,
stinò le rendite, e le prebende in la quale si venera nella magnifica
favore del collegio , oltre quanto cappella, che forma vestibolo alla
generosamente gli avea dato, per chiesa. Tal divota immagine per or-
cui vi si posero cento alunni fra dine del Cardinal d' Estouteville fu
tedeschi ed imgheri, cou diciassette dipinta da valente pennello nel por-
,

CHI CHI 293


tico clelTa vecchia chiesa di s. Apol- che colle interamoite
mani venne
linare. Undici anni dopo la morte discoperta. Non è descrivibile il con-
di sì celebre Cardinale, recandosi Car- corso, il quale subito si manife-
lo Vili re di Francia in Roma con stò da tutte le parti della città
trentamila soldati per conquistare per venerarla, e quindi i miracoli, che
*- il regno di Napoli, cioè a' 3 r di- la divina onnipotenza fece, e le of-
cembre i494j nel pontificato di A- ferte ed oblazioni contribuite dal po-
lessandro VI, un corpo di francesi polo. Allora il p. rettore della chie-
prese quartiere a Tor Sanguigna, sa , e del collegio germanico-unga-
COSI detta dalla torre contigua al rico ottenne da Innocenzo di af- X
palazzo della Gemina, che
fìimiglia figgere i voti intorno alla immagine,
diede al Vaticano Leone VI, po- di erigervi innanzi un altare, di far-
scia chiamata Sanguigna, una delle vi arder delle lampade, e di cele-
pili antiche di Roma, che restò e- brarvi la messa, oltre l'indulgenza
stinta in Pantasilea Sanguigni, la plenaria pel giorno anniversario del-
quale si maritò a Ferdinando Tor- la prodigiosa manifestazione, conces-
res,che presentò la chinea pel re- sa con apostolico breve. Fattosi di
gno di Napoli a Pio IV. Occupò tutto legale processo, il capitolo va-
un corpo di francesi il portico di ticano determinò coronare con
si

s, Apollinare, ed il Papa fu costret- corona di oro tanto la b. Vergine,


to a venire a concordia col re. La che il santo Bambino, lo che fu e-
licenza de' soldati profanò quel luo- seguito a' i5 agosto i653. Il culto
go a segno, che gli ecclesiastici del- verso di essa si accrebbe, e costan-
la chiesa ottennero per grazia dal temente si mantenne a vantaggio di
comandante d'incrostare e ricoprire quelli, che ne impetrano il patroci-
di calce la di vota immagine, ed i- nio, come si vede tuttora dagl' in-
gnorandosi poscia l'avvenimento, in numerabili voti appesi. L'anniversario
diversi tempi fu per ben tre volte poi si celebra con molta solennità.
imbiancato il portico. Né più si ebbe Nella serale recita delle litanie, quelle
alcuna traccia della immagine Ac- del sabbato sono accompagnate dall'or-
cadde però che, a' i3 febbraio 1647, gano. J^. Raccolta delle immagini
nel pontificato d'Innocenzo X, vma della Beata Vergine coronate con
ten-ibile tempesta oscurò l' aere, e corona d'oro ec, pag. loi. Madon-
fra la pioggia e i turbini d' impe- na del portico di s. yépollinarej e
tuoso vento, uno dei tanti fulmini Notizie delV apparizione della beata
che caddero uccise una femmina di J^ergine di s. Apollinare j Roma
cattiva vita abitante presso s. Apol- 1827.
linare. Sbigottito sommamente il Finalmente nel secolo decorso
popolo, si rifugiò nel portico della Benedetto XIV volle rifabbricaie la
chiesa, implorando la divina miseri- chiesa per mezzo dell'architetto cav.
cordia. E mentre alzava fervide pi'e- Fuga, facendo costruire del proprio
ghiere, all' improvviso cadde sponta- denaro il sontuoso altare maggiore,
neamente r intonaco della parete e senza rimovere l'immagine della
che cuopriva l' immagine, e fra la Madonna dall' antico portico , fece
meraviglia e lo stupore di tutti, com- ridurre il portico medesimo a no-
parve la bella immagine della Ma- bilissima cappella, che quasi vesti-
donna, che rincorò ognuno a segno, bolo precede la chiesa, erigendo di
294 CHI CHI
contro all'immagine il fonte batte- S. Atanasio de' Greci. V. Colle-
simale. Il Pontefice con solennità, e gio GRECO.
alla pi'esenza de' Cardinali, a' 26 a-
gosto 1742, gettò la prima pietra S. Balbina, tìtolo Cardinalizio, nel
nei fondamenti, e terminata che fu rione Ripa.
la fabbrica, con altrettanta pompa ,
alla presenza del sagro Collegio, ed Questa chiesa nelle antiche me-
assistito dai Cardinali Cavalchini, e morie si trova collocata nella via
Gentili, volle consacrarla a' 24 ot- Appia, e in altre in quella Ardea-
tobre 1 748 ,
giorno in cui si ce- tina, ma ciò avvenne perchè la chie-
lebra la sagra. L' architettura è as- sa col suo cimiterio è confinante
sai gentile, ha una sola nave con colledue vie. Per le parole extra
sei cappelle sfondate, e nel presbi- urbem , o extra muros, che talvol-
terio evvi l'altare maggiore adorno ta si leggono negli scrittori, si de-
di bellissimi marmi, col quadro di ve intendere fuori dell' abitato del-
s. Apollinare eseguito dal bolognese la città, giacché il luogo ove fu e-
Graziani, avendone dipinto la volta retta la chiesa, prima era fuori del-
Stefano Pozzi. Sotto il detto pres- le mura di Roma, e poi vi fu com-
biterio avvi un sotterraneo , ove presa neir ingrandirne il circuito, il
si venerano i ss. martiri summen- che produsse nel Bosio, nell' Ugonio,
tovati. e in altri , 1' errore di credei* che
Dopo il 1773, in cui Clemente vi fosse ancora altra chiesa, e altro
XIV soppresse la compagnia di Ge- cimitero di s. Balbina, e di s. Mar-
sù, repristinata poi da Pio YII nel co Papa.
i8i4j la chiesa di s. Apollinare ri- Presso le terme Antoniane e di
mase cura del parroco
affidata alla Caracalla, ed alle falde dell' Aventi-
e del sagrestano, e per un tempo no, dalla parte meridionale, il Pon-
nel contiguo collegio fu collocata la tefice s. Marco nell'anno 336 edi-
pontificia accademia di s. Luca [F^e- ficò questa chiesa, la quale venne
di), finché Leone XII, colla bolla del chiamata del ss. Salvatore all' A-

I." novembre 1824, tolse alla chiesa ventino per avei-la a lui dedicata ,
la cura d'anime, che incorporò alla forse perchè ne' dintorni vuoisi a-
parrocchia di s. Agostino, e nel re- vesse esistito un tempio, che da una
stituire il collegio romano ai gesui- antica iscrizione si rileva essersi ap-
ti, trasfei-ì nel 1825 que' sacerdoti pellato Sanati Silvani Salvatoris in
che lo dirigevano, nel collegio e hortis A ventini s. Tuttora esiste una
chiesa di s. fondandovi
Apollinare, immagine del Salvatore, che la ti'a-
il seminario romano [Vedi), e col- dizione dice dipinta da mano ce-
locandovi in uno dei due contigui leste , per cui è in venerazione.
palazzi, il Cardinal vicario di Roma Ricorda essa 1' antico nome della
{Vedi), cogli uffizi dipendenti dal chiesa.
suo tribunale. Nella chiesa, oltre le Lo stesso Pontefice s. Marco e-
menzionate feste, a' 2 3 luglio si ce- resse il cimiterio, che prese il suo
lebra quella del santo titolai'e, e ai nome, e quello di Ealbina, giacché
21 giugno quella di s. Luigi Gon- vuoisi, che tanto il luogo della chie-
zaga, protettore della gioventù. sa, quanto quello del contiguo ci-
miterio, fosse la casa di s. Balbina,
,

CHI CHI 295


e di Quirino suo padre,
s. i quali dinaie nelle grotte vaticane, dalle
convertiti da s. Alessandro I, furo- quali fu traspoitato in s. Balbina
no sepolti nel cimilerio di Pretesta- nel i65o.
to, e poscia trasferiti in questo, ove Quindi la chiesa fu data in cura
pure fu seppellito s. Marco, secon- ai religiosi agostiniani eremitani, co-
do la sua disposizione. Il di lui me si vede da alcune immagini dei
corpo però in appresso venne tras- loro santi , e dal contiguo moniste-
portato nella chiesa, eli' egli pure ro , dove per un' antica tradizione
avea edificata a s. Marco evangeli- si ha che vi facesse penitenza, e me-
sta presso il foro di Ti'ajano. Il ci- nasse vita religiosa Guglielmo duca
mitero dipoi sonluosqmente fu ri- d* Aquitania, convertito da s. Ber-
stauiato dal Pontefice s. Nicolò I, nardo. Tra gli agostiniani di que-
come si legge in Anastasio Biblio- sto convento fiorì Cristoforo Perso-
tecario. na, priore di esso, che nel 14^4 ^^
Alla chiesa del Salvatore, Costan- fatto bibliotecario della basilica va-
tino, ad istanza di s. Marco, donò ticana. Indi Pio IV r affidò in-
una possessione, ovvero, come riferi- vece alla custodia del capitolo va-
sce il Ciacconio, cenluni sexaginta ticano, che suole uffiziarla nel dì
mireos coronatos annui censiis. Po- della stazione, e a' 3i marzo festa
scia vi furono trasportati i delti di s. Balbina. Clemente VIII vi fece
corpi di s. Balbina, e di s. Quiri- dipingere dal Fontebuono la tribu-
no, e collocati sotto l'altare mag- na, ed il Cardinal Pompeo Arrigoni
giore, con altri cinque corpi di san- titolare, vi operò alcuni ornamenti
ti martiri. Il Pontefice s. Gregorio e ristauri. Altro titolare fu il Car-
I, neir anno 600, la consacrò, e dinal Cibo, che assunto al pontifi-
dedicò alla vergine s. Balbina. E cato, pi-ese il nome d'Innocenzo VIII.
siccome stava per rovinare la chie- Finalmente il capitolo vaticano la
sa di s. Emiliana, che avea il ti- concesse sotto Innocenzo XII alla
tolo Cardinalizio, lo trasferì nella congregazione religiosa dei pii ope-
chiesa di s. Balbina, in cui inoltre rai di Napoli; ma ora in essa non
pose la stazione, che ancoi'a si ce- essendovi piìi, il medesimo capitolo
lebra nel martedì dopo la seconda da ultimo fece alla chiesa diversi
domenica di quaresima. Ne fu mol- miglioramenti, e vuoisi che i terreni
to di voto s. Gregorio III, che nel- contigui appartenenti allo stesso ca-
l'anno ySij la l'istaurò, facendovi pitolo pel mantenimento della chie-
degli abbelUmenti, e donativi sì s. sa, sieno parte di quelli donati da
Leone Gregorio IV, e sì
III, sì s. Costantino, che, secondo il Panci-
Benedetto III. Il Cardinal Pietro roli, concorse pure nell' edificazione
Barbo che, nel i464> divenne Pa- della chiesa. Dietro l'altare maggio-
pa Paolo II, la rinnovò dai fonda- re nell'emiciclo della tribuna, in una
menti, e le fece dono d'un croce- nicchia abbellita di mosaici, evvi la
fisso di marmo in basso rilievo, di sedia pontificale di marmo; e nel-
antico e nobile lavoro , eh' era in l'annesso giardino vi sono grandiosi
venerazione nelle grotte vaticane avanzi di edifizii, che si vogliono
<'d ora sia nell'altare a destra. Al- appartenenli a Cornificio. Oltre i

tri dicono , che il crocefisso avesse sum mentovali , furono benefattori


appartenuto ad un aliare di tal Car- di questa chiesa diversi Cardinali
,

296 CHI CHI


titolari, r ultimo de' quali fu l' otti- l'arte, come si ha dal Piazza, Ope-
mo e pio Cardinal Ercole Dandini re pie di Roma^
p. 63o. Sotto In-
i-omano, che nel suo testamento le nocenzo Xl,'Zenobio Masotti libraio
lasciò un calice d'argento, ed alcu- fiorentino la fece ristaurare ed ab-
ni sacri paramenti. belHre con disegno di Giuseppe Pas-
seri. Nelle cappelle vi sono buoni
Ss. Bambino Gesù' V. Bambino quadri eseguiti da valenti pennelli,
Gesìi, monache. fra' quali un' antica, e divota imma-
gine della b. Vergine , che prima
A' 25 dicembre, festa del ss. Na- stava nel pati'iarchio lateranense. Sic-
tale, in questa chiesa il senato ro- come il sodalizio ha un Cardinale
mano ogni biennio fa l' oblazione per protettore, membro delle con-
d' un calice d' argento, e di quattro gregazioni del s. olfizio, o dell' indi-

torcie di cera. ce, cos\ è da ricordarsi essere stato


uno tra i suoi protettori il Cardinal
S. Bàrbara e s. Tommaso cV Aqui- Ganganelli , che creato Papa nel
no della confraternita de' librai, 1769 col nome di Clemente XIV,
nel rione Parione, volle ritenerne la protezione. A' 4
dicembre vi si celebra la festa di
Questa antica chiesa vuoisi eretta s. Barbara con indulgenza plenaria,

nei primordi del secolo XIV verso e a' 7 marzo la festa di san Tom-
l'anno i3o6, in onore di s. Barbara maso d'Aquino.
vergine e martire. Vi fu collocato
parte del suo corpo, ed il velo che S. Bartolomeo de' bergamaschi. V.
ricuoprì la sua tomba. Divenne par- Arcicojvfraternita de' ss. Bartolo-

rocchia, e Giulio III nel i55i l'ele- meo , ED Alessandro de' bergama-
vò al grado di titolo Cardinalizio, scui, m s. Maria della pieta\

conferendolo al Cardinal Giannandrea


Mercurio, arcivescovo di Messina. S. Bartolomeo all'isola , titolo
Quindi nel 1^70, s. Pio V
asscgnoUa Cardinalizio con parrocchia in
al Cardinal Gaspare Zuniga Avel- cura de^ religiosi minori osservan-
laneda, arcivescovo di Siviglia , che ti, nel rione Ripa.
il Novaes e il Cardella dicono del-
l' oi'dine de' diaconi, e il Mai'angoni L' isola di Trastevere, tiberina, o
di quello de' preti. Però il Pontefi- licaonia, inter duos pontes , cioè il
ce Sisto V soppresse questo titolo Fabricio detto quattro capi, e Ceslio
e Clemente Vili gli levò la cura o di s. Bartolomeo , ove fu eretta
parrocchiale , affidando la custodia questa chiesa, ha la seguente origi-
della chiesa ai padri gesuati di san ne. Avendo il senato romano, dopo
Girolamo. Tultavolta nel medesimo il discacciamento del settimo ed ul-
pontificato, e nel 1600 l'ebbe la con- timo re di Roma Tanjuiiiio il su-
fraternita de' librai, istituita dal p. perbo, concesso tutti i di lui beni al
Gio. Maria Guangelli di Brisighella, popolo, questo in odio del tiranno,
.
maestro del sacro palazzo apostolico, gettò nel Tevere tutti i fasci del
il quale pi'ese a protettore s. Tomma- grano raccolto in uno de' suoi cauì-
so d Aquino, e poi vi aggiunse s. Gio- pi. E tale si fu la quantità, che
vanni di Dio, che ne avea esercitata uou ebbe forza il Tevere di traspor-
, 8

CHI CHI 297


tarla a cagione delle poche acque, li collocò nella chiesa di Adalberto,
che in quell'epoca aveva. Laonde e quello di Bartolomeo in un' urna
s.

si formò tin' isola , cui i romani di porfido. Tale e tanta fu la di-


diedero la forma di nave, e sta- vozione de' romani pel santo aposto-
bilirono con bastioni e argini, e poscia lo, che imposero all' isola il suo no-

abitarono. Neil' anno ^6i poi di me. Scrive Sigiberto che, nel iiSy,
Roma, facendo in questa città mol- in una grave inondazione del Te-
ta strage la pestilenza, il senato spe- vere , il corpo fu trasportato dalle
dì un' ambascieria al celebre tempio acque in un' antica chiesa posta su
d'Esculapio in Epidauro ; ed avendo di altra isoletta del fiume e che ,

ottenuto un serpente di bronzo sim- tutto intero fu ritrovato con alcune


bolo di quella falsa divinità , nel lamine di bronzo, nelle quali era
portarlo in Roma entro una nave, descritta in greco e latino la trasla-
essa nello sbarcare in quest'isola si zione del medesimo coipo di s. Bar-
smarrì, per cui il senato volle eri- tolomeo da Benevento a Roma. Sul-
gervi un tempio ad Esculapio , ed la questione del luogo , ove riposi
uno spedale. Nel fortificar l'isola, le il corpo del detto s. apostolo, par-

diede appunto allora la forma di nave lammo all'articolo Benevento, cioè


in memoria dell'avvenimento. Poscia al volume V, pag. 109 del Dizio-
vi furono innalzati anco due altri nario.
templi, uno a Giove Licaonio, per 11 Pontefice Pasquale II, nel 1 1 1
3,
cui r isola si chiamò Licaonia ; l'al- rislaurò questa chiesa , e ne lasciò
tro a Fauno, che Domizio Enobarbo memoria ne' seguenti versi scolpiti
fabbricò col ricavato dalle multe im- sull'architrave della porta principale:
poste a' mei'canti di pecore.
In questa isola pertanto , verso Teriius istorum rex translulit Otto
l'anno 988, nella chiesa dedicata a p rio rum
S.Adalberto, l' imperatore Ottone III Corpora, queis domus hcec sic re-
ripose un mar-
bi'accio di tal santo dimita viget.

tire, e vescovo di Praga, ornando Qitce domus isia gerit^ si pignora


la chiesa con molte gemme ed oro. noscere quceris^
In appresso l' imperatore l' arricchì Corpora Paulini sint , crede, Bar-
con due corpi de' santi, che poi fu- tholomm.
rono trasportati nella chiesa del Ge- Anno dominicce Incarnationis mcxiii.
sù , oltre quelli dei ss. Esuperanzio, Ind. yii.
Marcellino, Sabinio, Gilberto, e del-
la s. matrona Teodora. Ritornando Poco dipoi, creato Papa nel 1 1 1

quindi dal monte Gargano, ove fece Gelasio II , fece alcuni ristauri alla
la penitenza impostagli da s. Ro- chiesa, e ne accrebbe il divino culto;
mualdo, nel passare da Benevento ed Alessandro III non solo la rie-
come dice il Baronio all'anno 1000, dificò, ma volle solennemente con-
e confermano i mss. vaticani, prese sacrarla a' 21 marzo del 1170, o,
ivi il corpo di s. Bartolomeo apo- come altri dicono , del 1 1 74. Nel
stolo, lasciando a quella città la pelle contiguo convento anticamente era-
toltagli quando fu scorticato, e por- \i il palazzo episcopale e la resi-

tatolo in Roma, in uno al corpo di denza del Cardinal vescovo di Por-


s. Paolino vescovo di Nola, ambedue to, che avea giurisdizione su parte
193 CHI CHI
«Iella regione di Trastevere. Neil' i- detto, altare molte rehquie , e col-
sola fu ancoi'a la residenza dell' al- locò quelle di s. Paolino in una no-
tro Cardinal vescovo suburbicario bile cappella. Il Cardinal Tonti, al-
di s. RufFina, avanti che fosse unita tro litolare, ornò le cappelle; e nel
alia sede di Porto, cioè nel sito ove 1625 colle limosine del Cardinal
fu eretto l' ospedale di s. Giovanni Trcschio, e del capitan Zanelli fu
(di Dio [Vedi), incontro alla chiesa dorato il soffitto, e fatto l' organo ,

di Bartolomeo. In questa chiesa


s. concorrendovi pure il Cardinal Cien-
il vescovo portuense celebrava le sa- fuegos titolare.
cre funzioni, e conferiva gli ordini; L' ingrandimento del convento di
pd è che eravi il capitolo
perciò, s.Bartolomeo si deve al Cardinal
della cattedrale con canonici ed ar- Francesco Barberini, prolettore dei
ciprete, il quale godeva il privilegio francescani, e ne fu benemerito an-
della mitra. In progresso di tempo, che il Cardinal Antonio Barberini. La
cessata la .giurisdizione episcopale facciata esteriore, decorata con quattro
del Cardinal di Porto, e diminuite colonne di granito , fu architettata
Je entrate, la chiesa passò in custo- dal mentovato Martin Lungo. L'in-
dia di alcuni saceidoti, finché Leo- terno della chiesa è diviso da tre
ne X, nel i5i3, l'affidò alla cu- navate, con ventiquattro colonne, la
ra de' religiosi chiareni (P^edi). In- maggior parte di granito , che ap-
di il medesimo Pontefice, nel i5i'/, paitennero forse ad alcuno dei tre
l'elevò al grado di titolo Cardinali- templi summentovati. La festa di
zio, primo ne fregiò Dome-
e pel s. Bartolomeo vi si celebra a' 25
nico Jacobazzi , a cui Clemente agosto. Non si deve poi passare sot-
VII nell'almo i533 diede per suc- to silenzio, che nelle vicende poli-
cessore il Cardinal Giovanni le Ye- tiche e repubblicane 1798, a- del
neur. Il Panciroh dice, che nel i^ig vendo la licenza militare profanato
Leone X diede la chiesa di s. Bar- e derubato la chiesa , i venerandi
tolomeo minori osservanti , ai
ai corpi dei ss, Bartolommeo Adal- ,

quali il Piazza vuole che la conce- berto, Paolino, Esuperanzio, e Mar-


desse s. Pio V, allora quando incor- cellino ec., furono traspoitati nella
porò a loro i chiareni. f^. il p. Ca- basilica di Maria in Trastevere,
s.

simiro da Roma, Memorie storiche da dove poi con solennissima pom-


delle chiese , e dei conventi de frati pa, che descrive il num. 69 del
minori della provincia romana ^ Diano di Roma del 1800, regnan-
|loma 1744- do Pio VII, furono a' 24 agosto
I Cardinali titolari di quando in riportati a questa loro chiesa, in
quando non mancarono di abbellire, memoria del quale avvenimento dai
e ristaurare questa chiesa. II Car- minori osservanti si rilasciò alla ba-
dinal Giulio Antonio Santorio nel silica una reliquia insigne di s. Bar-
iGoi fece sull'altare maggioi'e un tolomeo.
nobile ciborio sostenuto da quat-
tro colonne di porfido; e con di- S. Bernardino. V. Francescane Mo-
segno di Martin Lungo, vi fece di- nache del terzo Ordine.
pingere la tribuna , edificò 1' altare
della Madonna, oltre il soffitto do- S. Bernardo alle Terme ^ titolo

ralo. Il Cardinal Tarugi ripose in Cardinalizio^ con parrocchia, in


, ,

CHI CHI 299


cura de^ monaci Cistercìensi, nel un antico calidario, o sferisterio del-
rione Monti. le dette terme, unico avanzo di es-
se, nel 1598, fece generosamente
Il ove si trovano la chiesa e
sitOj fabbricare una nobile chiesa in o-
il monistcro di s. Bernardo, col nore di Bernardo, abbate di Chia
s.

giardino annesso, quello ov' è pre- ravalle con comodo e contiguo mo-
sentemente la chiesa di s. Maria nistcro ; fabbriche, eh' ebbero com-
degli Angeli, colla Certosa ed altre pimento nel 1600. In quell'anno,
adiacenze, è quel medesimo nel qua- essendo morto ai 25 aprile il fon-
le un dì sorgevano le vaste terme datore p. la Barriere, la contessa
dell'imperatore Diocleziano, inzup- Sforza gli fece celebrare solennissi-
pate dal sudore e dal sangue dei me esequie nella chiesa di s. Ber-
martiri, che vi furono destinati al nardo, ove restò sepolto. Venendo
lavoro, e poscia trucidati. Rovinate poi anch'essa a morire ai 12 di-
le terme dai barbari, e dall'ingiu- cembre i6o5, volle essere sepolta
ria del tempo, l' immenso terreno in questa sua chiesa, di cui fu bene-
che le sostenne, dopo varie vicen- fattore anco il di lei figlio Cardinal
de, fu acquistato nel secolo XVI dal Francesco Sforza, il quale dispose
Cardinal Giovanni Bellay porporato essere tumulato sotto l' aliare di
di Paolo III, il quale lo ridusse a s. Bernardo. Rotonda pertanto è la

deliziosa villa, che prese il nome figura di questa chiesa nell' intor-

dal fondatore, ed è conosciuta sot- no, e i due grandi altari laterali


to la denominazione di Orti Belle- sono decorati da quattro colonne
jani. Dopo la morte di lui, T acqui- di verde antico. Oltre a ciò, nell'an-
stò per ottomila scudi il Cardinal nesso giardino, la medesima contes-
s. Carlo Borromeo, ma il di lui zio sa eresse una cappella o oratorio
Pio IV, avendolo fatto reintegrare in onore di s. Caterina vergine e
dalla camera apostolica , di tutto martire, la quale ora non più e-
fece amplissima donazione ai certo- siste.

sini, erigendovi la sontuosa chiesa Avendo il Pontefice Clemente IX,


di s. Maria degli Angeli. Indi i nel 1669, soppresso il titolo Cardi-
certosini ritennero il possesso degli nalizio di s. Salvatore in Lauro, il

Orti Bellej'ani i5g3, nel


sino al di lui successore Clemente X lo tras-
qual anno li vendettero a Caterina ferì nel 1670 alla chiesa di s. Ber-
de' nobili Sforza, contessa di Santa- nardo, conferendolo pel primo al

fiora, parente di Giulio III, la qua- celebre Cardinal Giovanni Bona, ab-
le, a' 3 I gennaio 1 594, ne fece ir- bate generale della stessa congrega-
revocabile donazione inter vivos ai zione de' Foglian ti , il quale aveva già
religiosi cistcrciensi dal p. d. Gio- ottenuto da Clemente IX, pei benefizi
vanni de la Barriere, fondatore dei ricevuti dal popolo romano da s. Ber-
bernardoni, o congregazione de'Fo- nardo, nell' epoca in cui visse, l'an-
glianti, ne' termini, e colle condizio- niversaria offerta del calice di ar-
ni che riporta Nicola Ratti, Della gento, con quattro torcie di cera, ai

Famiglia Sforza, parte II, pag. i g i 16 giugno 1669, cioè prima ancora
e seg. Quindi ai medesimi cister- che da lui venisse creato Cardina-
cicnsi, che da s. Vito erano passali le. Questo amplissimo personaggio
a s. Pudenziana, la pia contessa in beneficò largamente il suo titolo, ac-
,

3oo CHI CHI


crebbe i sedili del coro, collocb nn stesso Pontefice, s. Biagio fu con-
elegante tabernacolo sull' altare, e cesso contitolare alla chiesa di 8.

sulla tribuna eresse l' organo. Donò Carlo, cioè ai 2 1 maggio 1 6 1 8, on-
alla sagrestia varie suppellettili sa- de da questo giorno la chiesa di s.
gre, ingrandì il monislero, lo arric- Carlo fu chiamata de' ss. Biagio e
chì della sua biblioteca, e volle es- Carlo Catinari. L' ultimo titolare
ai
sere seppellito nel coro. Da ultimo fu Cardinal Giovanni Delfino
il

la chiesa di s. Bernardo, nel 1824, vescovo di Vicenza, che ne prese il


fu da Leone XII dichiarata par- possesso ai 2 settembre 1622, giac-
rocchia, ed in essa ai. 20 agosto si ché Urbano Vili, ai 6 ottobre 1627,
celebra la festa del santo titolare, trasferì il titolo alla chiesa di s.

'nel qual giorno tuttora si fa la sud- Carlo al Corso. Ma a quest' epoca


detta offerta. già la chiesa di s. Biagio avendo
sofferto in unera stataincendio
S. Behnabdo al foro Trajano _,
demolita, e in parte della sua area
dell' arciconfraternita del ss. No- eravi stato edificato il collegio dei
me di Maria. Vedi. barnabiti di s. Carlo. Paolo V tras-
ferì poi i privilegi, onori, preroga-
S. Bugio dell' Anello, già tito- tive, e rendite della chiesa di s.

lo Cardinalizio, ora non piìi esi- Biagio a quella di s. Carlo a' Cati-
stente. nari, in uno alla confraternita del
ss.Sagramento, che sotto Gregorio
Fu così chiamata questa chiesa , XIII era stata istituita in s. Biagio.
o dal conservarvisi 1' anello del san-
to titolare, ovvero dall' anello di S. Biagio della Pagnotta degli ar-
bronzo, che pendeva dalla cima del- meni. V. Ospizio della nazione ar-
l'arco de'Catinari, il quale venne mena.
chiuso nell'area della chiesa e colle-
gio di s. Carlo de' Catinari. Dice il S. BiBiANA all'Orso pileato, del ca-
Panciroli che Gregorio XIII diede pitolo di s. Maria Maggiore^ nel
la sua cura parrocchiale ai chierici rione Monti.
regolari barnabiti, per cui alcuni
di questi religiosi passarono ad a- Nel luogo detto anticamente ad
bitare una specie di canonica, o col- ursian pileatum, per un orso di
legio presso questa chiesa. A' i5 marmo ivi esistente con un cappel-
giugno 1587, Sisto V eresse la lo in capo, presso il palazzo del-
chiesa in titolo Cardinalizio, di cui l'imperatore Licinio zio di Costanti-
successivamente furono decorati ot- no, Olimpia matrona romana, verso
to Cardinali. Il primo fu il Cardi- l' anno 363, eresse una chiesa in
nal Ippolito de Rossi. Clemente YIII, onore di s. Bibiana, ov' era la casa
nel 1 596, lo diede al Cardinal Fer- di questa vergine e martire. Il Pon-
dinando Ninno de Guevara; ma a- tefice s. Simplicio, nell'anno 4^7,
vendolo trasportato Paolo V alla la consagrò, ma cadendo in rovina,
chiesa di s. Carlo a' Catinari, il se- Onorio III la rifabbricò, e nel 1224
sto litolare fu il Cardinal Ottavio la consagrò nel giorno della sua sta-
Bel mosto, che ne prese possesso ai zione, cioè il venerdì dopo la quar-
16 novembre 1616. Quindi dallo ta domenica di quaresima. Quindi
,

CHI CHI 3oi


fu magnificamente riedificata nel sto luogo v' era un monistero di
1625 da Urbano Vili, coli' opera monache, edificato dalla stessa O-
del cav. Bernini, il quale vi rinno- limpia, ov'ella santamente visse e
vò pure la facciata , venendo da morì. In progresso l'abitarono le
quel Papa decorata di stimabili pit- domenicane, ed ancora si vedono
tuie. E siccome i corpi delle ss. Bi- relative memorie nel pavimento del-
bìana, e Demetria sorelle, nonché la chiesa. Mancando ancora queste, per
della loro madre Drafosa dall' anti- lo stato rovinoso in cui trovavasi la
ca chiesa erano stati portati per chiesa,Eugenio IV fece trasportare
ordine di Eugenio IV nella basilica a Maria Maggiore, come dicem-
s.

di s. Maria Maggiore, il Papa so- mo, il corpo di s. Bibiana, e nel


lennemente li fece trasferire alla 1439 unì la chiesa a quella basili-
nuova chiesa, e vi ripose la stazione, ca, il reca ad uffi-
cui capitolo si

che per lo stato deplorabile della ciarla giorno della stazione, e ai


il

chiesa era stata tolta, e messa a s. 1 dicembre festa della santa. Nel
Eusebio. 11 suo interno è piccolo a 1627 Domenico Pedini dedicò ad
tre navi separate da otto colonne Urbano VIII, e pubblicò colle stam-
antiche, sei delie quali sono di gra- pe la vita di s. Bibiana vergine e
nito. Sull'altare maggiore evvi la sta- martire romana^ ed a pag. Sy e
tua di s. Bibiana, eh' è una
delle seg. , riporta la storia di questa
più belle opere del detto Bernini. chiesa.
Presso la porta si vede una colon-
na di marmo di rosso antico, alla S. BoNAVENTUHA V.
de' Lucchesi.
quale vuoisi fosse legata la santa Chiesa di s. Croce e Bona-
di s.

quando fu uccisa a colpi di flagel- ventura de' Lucchesi, e Confra-


li piombati; e nella chiesa si ve- ternita DI TAL NOME.
nera un'antica immagine del Salva-
tore. S. Bonaventura alla Polveriera.
Sotto questa chiesa evvi il cimi- V. Francescani Alcantarini.
lerio di s. Anastasio Papa, detto pu-
re ad ursuììi pìleatunij ove fu se-
polto in uno al Pontefice s. Innocen- S. Caio, già titolo Cardinalizio, delle
zo ed a Bifì^ martiri, oltre le don-
I, monache Carmelitane della ss.

ne e i bambini. Questo cimiterio fu Incarnazione, dette le Barberine.


fatto nella persecuzione di Giuliano
apostata da s. Flaviano, che studio- Il santo Pontefice Cajo, zio di
samente vi seppelliva i santi martiri, s. Susanna, quale fu martirizzato
il

ciò che continuarono a fare s. Bibia- a' 2 aprile dell'anno 296, sotto Dio-
na sua figlia, e s. Demelria sorella cleziano, di cui era nipote, fu sepolto
di questa, le quali poi vi furono se- nel cimiterio di Calisto. Quindi im-
polte insieme alla loro madre in mediatamente la sua casa fu consa-
un' ui'na di granito orientale dai ss. grata in chiesa, facendosi poi altret-
Giovanni e Pigmenio preti. E sic- tanto coir altra parte di essa, in
come s. Anastasio I restaurò la chie- onore di s.perchè am-
Susanna; il

sa e il cimiterio, e vi si fece sep- bedue queste chiese furono dette :

fiellire, fu chiamato col suo nome. ad duas domos; cioè nella prima
Si sa pure, che anticamente in que- chiesa eravi la casa di s. Cajo, nella
3oi CHI CHI
seconda, quella del suo fratello s. onorare il santo Pontefice loro con-
Gabino, padre di s. Susanna. Sì vuole nazionale, ed in rendimento di gra-
pertanto, che quel Papa in questa zie pei benefici da Dio a ricevuti
sua casa, nel tempo delle perse- sua Locché saputosi
intercessione.
cuzioni esercitasse segretamente le da Urbano Vili, ne agevolò il pio
funzioni sagre e pastoi'ali di capo desiderio, ed incominciati gli scavi,
della Chiesa , e forse fu anco ivi si rinvennero indubitati segni del-
dove pati il martirio, sebbene alcuni l'antica chiesa, e persino delle reli-
vogliano , che si sostenesse da lui quie di s. Cajo, e del fratello san
nelle catacombe di s. Sebastiano, Gabinio, che il generoso Pontefice
dopo quello del fratello e nipote. nel rifabbricare dai fondamenti la
S. Silvestro I ridusse poscia in mi- chiesa con architettura del Paparelli,
glior forma tanto di san la chiesa e di Vincenzo della Greca, ripose
Cajo, che quella di Susanna, giac- s. con gran pompa nell'altare mag-
ché per lo avanti, benché consagra- giore della medesima. Non restituì a
te , si tenevano occulte per timore quel luogo 1' antico titolo Cardinali-
de' gentili. In ambedue fu posta la zio, ma la sola stazione, nel suin-
stazione nel medesimo giorno, cioè dicato giorno, che tuttora vi si ce-
nel sabbato dopo la terza domenica lebra. Quindi lo stesso Urbano Vili
di quaresima. Cos\ fu posto il titolo uni questa chiesa al contiguo moni-
Cardinalizio in tutte e duej unione, stero delle carmelitane della ss. In-
che durò sino a s. Gelasio I, il carnazione del Verbo divino [F^edi),
quale li divise, e ne formò due, chiamate le Barberine. Ridolfino Ve-
uno col nome di s. Cajo Pontefice nuti, tom. I, pag. 179, dice essere
e martire, l'altro de' ss. Gabino e stato Alessandro VII, che concesse
Susanna, come rilevasi dalle sotto- la chiesa di s. Cajo alle dette mo-
scrizioni dei titolari ne' concili, per nache, le quali ai 22 aprile ne ce-
cui si legge un Asello prete de' ss. lebrano la festa, f^. Godefr. Hen-

Gabino e Susanna, ed un Benedetto schenii. De s. Cajo Rom. Pont. M.


prete di s. Cajo, un Agatone arci- Commentar, in tom. Ili 3 aprii.
prete della chiesa de' ss. Gabinio e Bolland. pag. i3. F. C, e Carlo
Susanna, ed un Severo arciprete Bartolomeo Piazza, Eorterologio,o\-
dell'altra, nell'anno 494- vero le Sagre stazioni di Roma,
Tuttavolta si ha, che s. Gregorio pag. 2 1 8, e seg.
I, nell'anno 600, trasferì il titolo
di s. Cajo nella chiesa de' ss. Quat- San Calisto, titolo Cardinalizio,
tro, ovvero, come dice il Piazza, in cura dei monaci Cassinesi, nel
in quella di s. Calisto; mentre per rione Trastevere.
r ingiuria de' tempi essendosi rovi-
nata la chiesa di s. Cajo, Pio IV Nel medesimo luogo ov' era la

ne trasportò la stazione in quella casa di Ponziano nobile romano, e


vicina di s. Maria degli Angeli. Non presso la chiesa di s. Maria in Tras-
sapendosi poi l' area ove avesse esi- tevere eretta dal Pontefice s. Cali-
stito la chiesa di s. Cajo, nel pontifi- sto 1 ,
questi si ritirava in tempo
calo di Urbano Vili, alcuni nobili delle persecuzioni. Avvenne poi nel-
dulmatini recatisi in Roma, fecero l'anno 226, che fu gettato con un
ricci che della medesima, afliuc di sasso al collo ucl pozzo, che trovasi
,

CHI , CHI 3o3


in una cappella di questa chiesa numero de' ventotto. Così deve an-
donde dopo dieci giorni, cioè ai i4 coi'a avvertirsi, che il palazzo fab-
ottobre, Io trasse uno de' suoi preti bricato dal Cardinal Giovarmi Mo-
chiamato Astei'io, il quale accompa- roni presso s. Maria in Trastevere,
gnato dal clero della Chiesa Romana di cui era titolare, poscia fu abita-
lo seppelFi appresso s. Calepodio nel zione de' successori , non dei titolari
cimitei'io detto di s. Pancrazio, da della chiesa di s. Calisto, come per
dove venne trasportato alla basilica Io più scrissero gli autori. Che poi
di s. Maria in Trastevere. Nel luogo tal palazzo sia diverso da quello
pertanto ove s. Calisto patì il mar- unito alla chiesa di s. Maria in
tirio, ed ove adunavasi coi cristiani Trastevere, lo dicemmo all'articolo
per celebrare i divini ufllzi, fu eretta Cassinesi, dopo che
che lo eressero,
in venerazione della sua memoria, Paolo V, in compenso del monistero
sotto r invocazione appunto di san cui avevano perduto sul Quirinale,
Calisto, una piccola chiesa o orato- per ampliare il palazzo apostolico,
rio, ove, ad onta delle persecuzioni, nel 1608, diede loro la chiesa di
si ritiravano i cristiani travagliati s. Calisto, e il palazzo del Cardinale
da esse, come vi si rifugiarono i Moroni , assegnando in vece ai Car-
ss. Mario e Marta persiani. Laonde dinali titolari di s. Maria in Tras-
questa piccola chiesa può conside- tevere che l'abitavano, annui scudi
rarsi come una delle prime di Ro- quattrocento venti per indennizzo.
ma , e della crescente cristianità Il Piazza, parlando del titolo di
nella regione di Trastevere, stata s. Calisto , dice a 562 che
pag. ,

abitata da s. Pietro, allorché giunse questo titolo per qualche tempo ri-
a Roma. Per le quali venerande mase vacante sino a Paolo V, ii
memorie, la chiesa di s. Calisto dal quale,dopo aver dato ai cassi nesi
santo Pontefice Gregorio III, verso la chiesa di s. Calisto, ne ristabilì

l'anno 74 1> fu restaurata. Siccome il titolo col conferirlo nel 1608 al


la detta chiesa di s. Maria in Tras- celebre Cardinal Lanfranco Maigotti,
tevere per essere stata edificala da che da aiutante di camera del Car-
Calisto I, fu detta titolo di Calisto, dinal Cinzio Aldobrandini lo eia ,

non si deve confondere con questa divenuto con Clemente VHI, e con
chiesa , la quale soltanto da Calisto Paolo V, riunendo la qualifica di
III fu dichiarata titolo Cardinalizio segretario, siccome valente nello stile
nel 1458, in luogo di quello sop- epistolai'e , e d' animo grande ad ,

presso di s. Cajo. E ciò fece Calisto onta della sua bassa nascita. Quindi
IH in onore del piedecessore di cui r ebbero i seguenti porporati , le

era divoto, e per rinnovare la me- notizie de' quali si riportano ai ri-

moria dell'antico titolo di Calisto, spettivi articoli: Vincenzo Costaguti,


che non piìi con esso, ma con quel- Tiberio Prospero CalFarelli,
Cenci,
lo di s. Maria in Trastevere nomi- Pietro Vidoni, Fabrizio Spada, Gian-
navasi. Pel primo lo conferì al Car- nantonio Davia, Prospero Maiefo-
dinal Ludovico Milano spagnuolo, schi, d. Leandro Porzia cassinese,
figlio di una sua sorella. Osserva il Enrico Osward de la Toui- d'Au-
Panvinio, che Calisto HI fu il pri- vergne de Buglione, d. Fortunato
mo Papa, il quale dopo s. Grego- Tamburrini cassinese,Uibano Pa-
rio I, aggiungesse nuovi titoli al racciaui, d, Gregorio Barnaba Ghia-
3o4 CHI CHI
ramontì , cassinese 800,
,
poi nel 1 stero presso la basilica di s. Paolo,
Pontefice Pio VII, Carlo Giuseppe celebrando la festa del santo ai i4
Filippo de Martiniana, Domenico ottobre. V. Pietro Moretto ; De snncto
Spinucci, d. Mauro Cappellari camal- Callixto Papa et M. ejusque basilica
dolese, ora regnante Sommo Ponte- s. Mance trans Tyberim nuncupata^
fice Gregorio XVI, il quale nel i83i Romae ,1 752 , massime il capo
creando Cardinale pel primo Luigi Vili, Aliamne ecclesiam extnixerit
Lambruschini barnabita, gli conferì trans Tfben'ni s. Callixtus? ed a
lo stesso suo titolo, e poi lo fece pag. 3 18, 319, e 320, ove riporta
segretario di stato, con le altre ca- le visite fatte in questa chiesa da
riche che registrammo all' articolo
, Clemente XI.
Barnabiti.
Non solo Paolo V diede in com- Ss. Carlo al Corso. V. Ss. Ambro-
penso ai cassinesi il suddetto palaz- gio E Carlo.
zo, e la custodia della chiesa di san
Calisto,ma, affinchè rimanesse que- S. Carlo alle quattro Fontane ^ det-
sta in maggior vista, e più comoda to volgarmente s. Carlino, dei re-
al popolo, apri due lunghe strade, ligiosi Trinitari scalzi. Fedì.
una che conduce a s. Francesco a
Ripa, ed a porta Portese, l'altra S. Carlo a' Catinart, con parroc-
alla chiesa di Cosimato, ossia ss.
s. chia in cura de" religiosi barna-
Cosma e Damiano. Di poi la con- biti, nel rione s. Eustachio.
gregazione cassinese nell'edificarvi il
vasto e contiguo monistero, coli'ope- I chierici regolari barnabiti, che,
ra dell'architetto Orazio Torregiani, come diremo, eransi stabiliti in Ro-
che lo fu pure del monistero, riedi- ma nella chiesa di s. Paolino, o s.

ficò ancora la chiesa, e l'ampliò Paolo decollato a piazza Colonna,


alquanto, rinchiudendo in una cap- volendo pei primi erigere una chie-
pella il mentovato pozzo ove fu sa in onore di s. Carlo Borromeo
precipitato s. Calisto, pozzo, che Cardinal di s. Chiesa, e nipote di
prima era fuori della chiesa, ed a Pio IV, acquistarono diverse case
cui andava il popolo ad attinger nelle vicinanze de' Catinari e della
r acqua anco per divozione al battesi-
, chiesa di s. Andrea della Valle dei
mo dato con essa da s. Calisto I a religiosi teatini, che per alcune ra-
Palmazio ed altri martiri, i quali gioni vi si opposero, mentre giti i

si numerano fino a quaranta. La barnabiti abitavano la casa o cano-


chiesa, è ornata di pitture, cioè nica presso la chiesa di s. Biagio
quelle del soffitto, e dell'aitar mag- dell'Anello, la cui cura parrocchia-
giore colla beata Vergine ed alcuni le da Gregorio XIII era stata loro
santi, che sono Avanzino Nucci.
di conceduta. Questa chiesa appellavasi
Negli altari laterali, il quadro col dell' Anello per l'anello di bronzo, che
martirio di s. Calisto, è di Giovanni pendeva dalla cima dell'arco de'Cati-
Bellinert fiorentino, e quello di san nari, che andò chiuso nell'area della
Mauro è del cav. Pierleone Ghczzi, chiesa e collegio di s, Carlo. Successe
I benedettini cassinesi ufficiano que- però una pacifica comjxìsizionc, com-
sta chiesa nell'estate, perchè nelle prando teatini le case di
i s. Biagio,
altre stagioni dimorano nel moni- ma mentre erasi stabilita l' area per
1 .

CHI CHI 3o5


edificare la chiesa, cioè nelle case eranvi de' fabbricatori di catini di
pi'esso s. Sebastiano alla Cloaca, si terra cotta, prese la volgare deno-
manifestò un furioso incendio, che minazione di s. Carlo a^ Catinari
distrusse varie case senza mai pro- L'interno venne formato d'ordine
pagarsi in quelle destinate per la Corinto, decorato di eccellenti pittu-
fabbrica della nuova chiesa; e fu re, con vasta cupola: e la facciata
mirabile che gli abitatori di esse nel è di Giambattista Soria, che l'ar-
difendersi dal fuoco, altro non sa- chitettò con due ordini, uno corin-
pevano dii'e che ajutaci : s. Carlo. tio, l'altro composto. L'altare mag-
Dopo tale avvenimento, i religiosi giore decorato con quattro colonne
presei'o possesso delle case compe- di porfido, ha il quadro di s. Car-

rate, cioè del palazzo Orsini, che lo dipinto da Pietro da Cortona,


occupava una parte del teatro di Nella crociata disegnata da Carlo
Pompeo e delle isolette presso l'ar- Rainaldi, vi è la cappella di s. Bia-
co de' Gatinari, chiuso il vicolo che gio, il cui quadro fu dipinto da
le divideva, loche fecero ai 29 set- Giacinto Brandi. Quivi si venera
tembre 1 6 1 , inalberando sul pa- una insigne reliquia di tal santo, in
lazzo una gran croce, in segno che onore del quale ogni anno, ai 3
era destinato ad uso sagro, secondo febbraio, il magistrato romano fa la
il disegno Gaspare Guerra ar-
di ofTerta nella festa di un calice d'ar-
chitetto. Quindi privatamente fu get- gento e quattro torcie.
tata ne' fondamenti la prima pietra Paolo V, nel 16(6, soppresse il

dal p. Costantino Palamolla prepo- titolo Cardinalizio di s. Biagio del-


sto di s. Biagio, ma la solenne po- l' Anello, istituendo invece quello di
sizione della lapide fondamentale fu s. Carlo a' Catinari, che conferì al
fatta nel 1612 nei pilastroni della Cardinal Ottavio Belmosto genovese,
cupola. Poscia in questa chiesa ven- il quale prese possesso nella chiesa di
ne solennemente esposto uno sten- s. Carlo a' 16 novembre. Ma dipoi
dardo coir immagine di s. Carlo, Urbano Vili, nel 1627, soppresse
dato da Paolo V, che lo avea ca- il titolo Cardinalizio di s. Cai'lo dei
nonizzato nel 16 IO, venendo poi Catinari che, sino maggio
dai 21
trasportato alla nuova chiesa appe- 1618, si dava pure come contito-
na incominciata sotto la direzione lare dei ss. Carlo e Biagio dell'A-
dell' architetto e scultore Rosato Ro- nello, ed invece pose quel titolo al-
sati di Macerata. L'edifizio fu eret- la chiesa de' ss. Ambrogio e Carlo
to con vistose somme date genero- al Corso, ove pure poco vi rimase,
samente a' barnabiti da molti fa- come meglio dicesi all'articolo Chie-
coltosi milanesi ; ma il principale fu sa m s. Biagio dell'Anello.
il Cardinal Gio. Battista Leni, no- Neil' antica chiesa di s. Biagio
bile romano. venne esegui-
Il tutto dell' Anello fu eretta nel pontificato
to coir autorizzazione di Paolo V, il di Gregorio XIII la compagnia in ono-
quale decretò il trasfei'imento in que- re del ss. Sacramento, e per la conver-
sta chiesa di tutti i privilegi, ono- sione de' peccatori,ma distrutta che
ri, titoli, ed entrate di s. Biagio del- fu la chiesa,venne trasferita in questa
l' Anello. Compito l'edifizio, fu de- di s. Carlo. Conta fra i suoi Car-
dicato al santo Cardinal Carlo Bor- dinali protettori Benedetto Odescal-
romeo, E siccome nella contrada chi, il quale eletto sommo Pontefi-
VOL. XI. 20
4

3o6 CHI CHI


ce nel 1676, e preso il nome di punto dovettero abbandonare quel-
Innocenzo XI, ebbe ad approvarla lo di s. Paolo in piazza Colonna.
, con breve de' 5 maggio 1677. p^. Il Papa diede loro in compenso la
Piazza Opere prc di Ronia^ pag. chiesa e parrocchia di s. Benedetto
543, Del ss. Sacramento in s. Car- in Clausura a piazza de' Catinari, la
lo de' Catìnari. Tale arciconfrater- cui parrocchia, beni e ragioni furo-
nita esiste tuttora in questa chiesa, no incorporati in quella di s. Carlo ;

anche col titolo di s. Maria della ed avrebbe dato maggiori compensi,


Neve, Il medesimo autore, alia pag. se nel 1667 non fosse stato colpito
708, capo X, tratta della congre- dalla morte.
gazione dell' Umiltà di s. Carlo, ap- Finalmente, sul declinar del seco-
provata da Paolo in s. Carlo ai V lo XVII, la detta congregazione di
Catinari. s. Cecilia si riunì ai barnabiti nel
L' illustre, e benemerita congre- collegio di s. Carlo a' Catinari, ove
gazione ed accademia romana di s. ottenne da essi il sito della cappella
Cecilia de' virtuosi di musica, della del ss. Crocefisso, presso quella di
quale si tratta all' articolo Musica s. Biagio, e fece costruire una nuova
SAGRA, istituita nel i566, sotto s. cappella a proprie spese, cui dedicò
Pio V, e canonicamente approvata a s. Cecilia protettrice della musica,
nel i584 ^^ Gx'egorio XIII pel facendone dipingere il quadro da
nobile e religioso scopo, che la mu- Antonio Gherardi. In questa chiesa,
sica sacra sia corrispondente alla oltre la festa del santo titolare a'
santità delle chiese, e alle divine novembre, si solennizza ancora con
lodi, risiedette in varii luoghi sotto gran pompa la festa di s. Cecilia
la protezione di un Cardinale, dei dalla prelodata congregazione dei
quali primo fu il Cardinal Gia-
il musici, con musiche appositamente
como Savelli romano, e l'odierno è scritte ogni anno, e ciò accade
il Cardinal Antonio Tosti pure ro- nei giorni 21 e 22 novembre.
mano. Prima la congregazione fu Il pio istituto, che tanto onora
stabilita nel collegio de' barnabiti in la curia Romana, al quale articolo
s. Paohno, o s. Paolo decollato a ne parleremo, sotto il nome di s.

piazza Colonna , e presso quel col- Ivo, e della ss. Concezione, per la
legio, racconta il Panciroli, Tesori generosa difesa, che prende nei tri-
nascosti j p, 648 , che i religiosi bunali dei poveri, ebbe pure inco-
avevano edificata una chiesa. Poscia minciamento nel XVI secolo nella
volendo in questo sito Alessandro suddetta chiesa di s. Paolo decolla-
VII innalzare il palazzo, che tutto- to, e nel iGTg, anch'esso seguì bar- i

ra ivi si ammira, tanto i barnabi- nabiti alla chiesa di s. Carlo ove ha


ti, che la congregazione dovettero un oratorio.
partirne nell'anno 1659, e la con- Da ultimo faremo menzione della
gregazione passò a risiedere nel con- magnifica ed elegante cappella, che
vento di s. Maria Maddalena. Va ora è stata riedificata, né riuscirà
qui notato, che i barnabiti incomin- discaro, che qui se ne faccia una bre-
ciarono l'erezione del collegio con- ve descrizione. All'antica e venerala
tiguo alla chiesa di s. Carlo verso immagine di Maria Santissima, che
il 1620, e lo compirono nel pontifi- dal 1734 in poi era conosciuta sot-
cato di Alessandro VII, quando ap- to il nome di Matcr Divinae prò-
CHI CHI 307
vì'dentiacj con breve di Benedetto Fino dall' anno 1 1 ^Q questa pic-
XIV de' 25 settembre dell' anno cola chiesa è parrocchia, unita al
1744» fu eretta una confi-aterni- capitolo di s. Pietro, il quale ai 25
ta, o pia confederazione. Costan- ziovembre (festa titolare della santa)
te fu la divozione del popolo verso vi si reca per la celebrazione dei di-
di essa, ma tal divozione si è dipoi vini uiFizii. Ha questa chiesa qualche
accresciuta nel 799, e specialmente
i pregio per marmi e pitture, nonché
nel 1814, al ritorno glorioso di Pio varie lapidi sepolcrali di uomini il-
VII, il quale a' 2 febbraio del se- lustri. Il quadro dell'altare maggio-
guente anno, si recò a visitarla, ne re è di Giacomo Zuccari.
dichiarò privilegiato l' altare, e com-
partì al popolo la benedizione col S. Caterina da Siena al monte
ss. Sacramento. Il regnante Pontefi- Magnapoli. V. Domenicane mo-
ce le concesse un nuovo titolo, cioè nache.
Auxiliuni Christianorunty erigendo-
vi e rinnovandovi la pia confedera- S. Caterina da Siena a strada
zione di Maria ss. Ausiliatrice come Giulia, nel rione Regola.
tjuella di Monaco in Baviera, di-
chiarando poi nel 1839 arciconfra- Nel i5i9, sotto Leone X, alcuni
ternita il sodalizio mentovato, ed sanesi eressero l' arciconfraternita in
eretto in questa cappella, colla pre- onore di s. Caterina loro connazio-
rogativa di centro, e capo di tutte le nale, nella chiesa di s. Nicola degli
altre; la qual confraternita vasem- Incoronati, prossima al Tevere nella
pre più propagandosi. Nel detto an- medesima regione, che vuoisi edi-
no la miracolosa immagine fu da romana famiglia Incoro-
ficata dalla
mano sacrilega derubata de'suoi pre- nati, e poi divenne anche parrocchia.
ziosi ornamenti. Laonde diversi ge- Quindi, nel 1 526, il sodalizio acqui-
nerosi e illustri benefattori in rein- stò questo locale , e vi fabbricò la
tegrazione vollero magnificamente chiesa, l'oratorio, e le case annesse.
rifare l'altare, e la cappella, la qua- Timoteo delle Vite vi dipinse a fresco
le coir architettura del romano Lui- le paretie Girolamo della Genga
,

gi Boldrini, è riuscita ricca, elegan- il quadro della risurrezione poscia, ;

te, e decoratissima di scelti e va- nel 1760, venne la chiesa ristaurata


riati marmi, intagli, dorature, e pit- ed abbellita con istucchi e dorature.
ture, metalli dorati, in una parola Il sodalizio è uno di quelli, che in-
è un complesso di belle cose; e quel trodussero in Roma l'esposizione del
che più rende venerato il santua- ss. Sacramento in forma di qua-
rio, evvi un deposito di reliquie in- rantore, e gode il privilegio concesso
signi. da Pio II, fino dal i4^8, alla sua
nazione sanese, mandare alcuni di
S. Caterina de' Funarì. V. Con- deputati a sostenere per un tratto
servatorio m s. Caterina dei di strada le aste del baldacchino
FuNARI. nella solenne processione, che cele-
bra il Papa nella festa del Corpus
S. Caterina della Rota, parroc- Domini. La festa poi della santa è
chia del capitolo valicano^ nel celebrata dall'arciconfraternita ai3o
rione Regola. aprile. V. Carlo Bartolomeo Piaz-
3o8 CHI CHI
za, Opere pie di Roma, p. ^76, va nel cimiterio di Pretestato, e di
cap. VI, Di s. Caterina di Siena Calisto, ed in fatti lo ritrovò in esso
de' sanesi. insieme a quelli dei ss. Valeriano
suo marito, Tiburzio suo cognato,
S. Caterina a Tor de' Specchi. V. e Massimo, e dei ss. Pontefici Ur-
Confraternita delle ss. Orsola e bano I e Lucio 1, non che insieme
Caterina. ai corpi di novecento altri martiri.
Il Papa portò con molta solennità
S. Cecilia i titolo Cardinalizio , in questi santi corpi alla chiesa di s.

cura delle monache benedettine Cecilia, alla quale concorse la mag-


Cassinesi, nel rione di Trastevere. gior parte del popolo romano, e li

collocò nella confessione sotto l'al-


Questa insigne chiesa fu eretta tare principale colla dovuta venera-
nella stessa casa della santa, della zione, ornò la chiesa con magnifi-
nobilissima famiglia de' Metelli, ed cenza, e le fece preziosissimi doni.
a* suoi prieglii dal Pontefice s. Ui*- Quindi di nuovo solennemente la
bano I i3o, che pure
"verso l'anno consacrò nell'anno 821, dedicandola
la consacrò, prima che s. Cecilia, a Dio, alla beata Vergine, ai ss. apo-
posta nel vicino bollente bagno, ve- stoli Pietro e Paolo, ed alle ss. Aga-
nisse dal carnefice percossa. In que- ta e Cecilia, ed in memoria di que-
sto luogo ei'a pui'e il foro degli sta riedificazione, fece eseguii'c in
ebrei sino dal tempo di s. Pietro, mosaico la di lui effigie, non che
giacché è noto essere il principe de- quella somigliantissima di s. Pietro,
gli apostoli arrivato in Roma l'an- oltre quelle di s. Paolo, di s. Ceci-
no 4^> e siccome ebreo, essere su- lia, e del Salvatore, ec. Tuttora si

bito stato albergato in questo sito, ammira pertanto nella tribuna il

da Augusto già concesso a quelli di bel mosaico, lavoro di scuola greca


sua nazione. Quivi fu ch'egli prin- rappresentante il Salvatore con cin-
cipiò in Roma a predicare l'evan- que santi, il Papa s. Pasquale I, che
gelo. Verso l'anno 55^2, mentre il regge la Chiesa cui indica questo
Papa Vigilio celebrava la festa di s. edifizio, e sotto gli agnelli, ed una
Cecilia in questa stessa sua chiesa, epigrafe metrica. Vi è di singolare
coU'asSislenza di tutto il clero, e distri- nel mosaico, che i detti agnelli sono
buiva i donativi o limosine , fu quasi in atto di uscire dalle porle
violentemente trasportato in Costan- di una città rappresentata nell'an-
tinopoli, per ordine dell'imperatrice golo donde comincia la linea del-
Teodora, a cagione dei tre capitoli. l'abside , e gli edifizi rappresentati
Vuoisi, che s. Gregorio I l'abbia in essa città possono servire di nor-
ristaurata e nuovamente consacrata ma per dare un' idea delle fabbriche
ponendovi la stazione XV di qua- antiche. Oltre di che si vogliono ad-

resima nel mercoledì dopo la secon- ditare le mura della celeste Geru-
da domenica. Ma minacciando rovi- salemme per le pietre ivi adoperate
na, s. Pasquale I splendidamente la di diverso colore, allusive alle pietre
rifece dai fondamenti, e mentre se preziose, nominate da s. Giovanni
ne stavano eseguendo i lavori, ebbe nell'Apocalisse.
una rivelazione della santa, la quale Inoltre il Pontefice s. Pasquale I

lo avvertì, che il di lei corpo giace- nel luogo chiamato Proto e Giacin-
,

CHI CHI 309


to, contiguo alla chiesa, fabbricò un tenervi cappella. Finalmente gli al-
monistero, che chiamò de' ss. Andrea tri titolari di questa chiesa subli-
e Gi'egorio, in memoria delle bene- mati al triregno Innocenzosono
ficenze da s. Gregorio 1 fatte a Vili, Cibo, nel i484j ^ Gregorio
questa chiesa, la quale venne da lui XIV, Sfomlrati, nel iSgo. Antica-
affidata alla cura dei monaci bene- mente il Cardinal titolare di questa

dettini, applicandole le rendite del- chiesa dovea risiedere nel martedì


l'ospedale di s. Pellegrino, che sta- pi'esso la basilica vaticana , incom-
va vicino alla basilica vaticana, per- bendogU l' uffiziatura.
chè ufììziassero con decoro ecclesia- In seguito la chiesa dai benedet-
stico. Sino dalla sua erezione era tini fu data in custodia a' sacerdoti,
questa chiesa titolo Cardinalizio, e o canonici secolari riuniti in colle-
di essa si fa menzione nel concilio giata, con un arciprete. Ad essi
romano celebrato nel 499 th^l Pon- Innocenzo III diresse la sua lettera
tefice s. Simmaco, in cui si sotto- 96, sebbene alcuni vogliono che vi
scrissero Bonifazio, e Marziano, pre- passassero ad uffiziarla i canonici
ti di s. Cecilia, dicendosi in un an- regolari. Poscia fu data, in uno al
tico epitafio, che la chiesaaveva un contiguo monistero, ai religiosi Umi-
arciprete verso l'anno 619. Nella ( Vedi), finché
liati Clemente VII,
parte sinistra della porta d'ingresso mentre stava assediato in Castel s.
fu sepolto il Cardinal Mosco, che Angelo, a' 25 giugno i527, la con-
visse nel pontificato di s. Gregorio cessead alcune monache benedetti-
III creato nel 78 1. Il suddetto ti- ne di Campo Marzo, che assunto
tolare di s. Cecilia Bonifacio si vuo- l'abito bianco secondo il colore di
le, che sia il Pontefice s. Bonifacio quello degli Umiliati, per le bene-
III, eletto l'anno 53o. Lo furono ficenze di Maura Magalotta dama
ancora il Cai'dinal Stefano, che nel romana, che avea loro ottenuto dal
768 divenne Papa col nome di Ste- Papa la chiesa, e il monistero, po-
fano III detto IV, mentre abitava terono ingrandire , e ristaurare il
nel contiguo luogo, come antica- monistero medesimo. Tuttora vi fio-
mente facevano i Cardinali titolari, riscono queste monache sotto la di-
e il Cardinal Desiderio, che nel 1086 rezione di un Cardinal protettore
fu eletto Pontefice col nome di Vit- che talvolta è il Cardinal titolare:
tore III. L'antipapa A'^ittore IV, det- tanto asseriscono l'Ugonio, l'Alveri ^

to V, era stato Cardinale titolare tom. 382, e il Piazza nel suo


II, p.
di s. Cecilia, e nel i i5g divenne Emerologio, tom. II, p. 699. Da
pseudo-Pontefice. Il Cardinal Simo- questo monistero nel i585 prese
ne di Brlè, nel 10.61, fu esaltato al- Sisto V tre monache, e le pose qua-
la cattedra apostolica col nome di li maestre nel monistero da lui isti-
Martino IV. Questi beneficò larga- tuito, presso la Vito, chiesa di s.

mente la chiesa, ne abbelPi il pres- poi trasportate a Susanna. s.

biterio, con sedia di marmo, nella Per gran ventura di questa chie-
quale sedette nelle solennità per la sa, il mentovato Gregorio XIV nel
celebrazione delle ftmzioni , e col- 1590 creò Cardinale il suo nipote
l'assistenza de' Cardinali ; perocché Paolo Emilio Sfondrati, e gli diede
anticamente il Papa col sacro Col- questo titolo, da lui già occupato
legio si recava in questa chiesa a nel Cardinalato, Appena egli ne fu
,

3io CHI CHI


titolare, l'animo suo gene-
l'ivolse ancora vi si osservano, posti dietro
roso a rista urarlo, ed a nobilitarlo a grandi lame parimenti di metal-
splendidamente senza risparmio di lo, è interessantissimo, per avere
spesa , e conservando le forme anti- una giusta idea del modo, che ten-
che come oggi si ammira. Fabbricò nero gli antichi per edificare i ba-
la sagrestia, istituì quattro cappel- gni. Nel secolo decorso furono be-
lani, e due chierici in servigio della nemeriti e splendidi benefattori di
chiesa, ampliò il presbiterio, l'ornò questa chiesa, e del monistero, i Car-

con preziosi marmi j e rese più ma- dinali Francesco, e Trojano Acqua-
gnifico il ciborio fatto da Martino viva, ambedue titolari di s. Cecilia,

IV. Volle Dio premiare tanta pietà la qual chiesa prima aveva la par-
generosa col ritrovamento de' corpi rocchia,con parroco eletto dalle
santi summentovati a' 22 ottobre , monache, ed approvato dal Cardi-
i599, con tripudio de' romani e di nal titolare.
Clemente Vili, che per celebrare Entrati nell'atrio, che precede
s"i fausto avvenimento, dopo aver r ingresso architettato dal cav. Fu-
fatto esporre per un intero mese ga, si vede un gran vaso di mar-
alla divozione del popolo il corpo mo, notabile per la sua grandezza
di s. Cecilia vergine e martire, ai e bella forma. 11 portico ha quattro
23 novembre con quarantadue Car- colonne, due delle quali sono di
dinali vi si recò a celebrare la mes- granito rosso. La chiesa nell' interno
sa, ed
a tenervi cappella Papale, ha tre navi, e siccome le colonne
dopo che quattro Cardinali diaco-
di accoppiate non erano più atte a sos-
ni portarono il corpo della santa alla tenere il peso delle pareti, da ul-
confessione, aiutando Clemente Vili timo il Cardinal titolare Giorgio
a porlo in una cassa di argento. Doria Pamphily le fece attorniare
Quindi il Papa ordinò al magistra- da pilastri , decorati di dorature.
to romano, che nella festa di s. Ce- Quattro superbe colonne di marmo
cilia dovesse fare l'offerta in questa proconesio bianco e nero, sostengo-
chiesa di un calice d'ai'gento, e di no il baldacchino sull'altare mag-
quattro torcie di cera, il che tutto- giore. scende nella
Sotto di esso si

ra ogni anno eseguisce. Inoltre il cappella sotterranea, dove sono quat-


Cardinal Sfondrati, dal celebre scul- tro altari, ed ivi riposano i corpi
tore Stefano Maderno fece rappre- de'santi Pontefici Urbano, e Lucio ^
sentare la santa in candido marmo e de' ss. Valeriano, Tibuxvio, e Mas-
nella positura, che si trovò nel se- simo. Le pitture del soflltto della
polcro, e la pose sulla confessione. nave principale sono del Conca, quel-
Di destinò un fondo perchè
piti le delle navi minori sono del Zan-
in perpetuo le ardessero intorno na, del Conti, e del Tarquinio vi-
cento lampade; ed in morte volle terbese ec. Neil' annesso oratorio
essere sepolto ai piedi della santa. eretto da s. Pasquale I, si uni la

Non deve tacere, che al ritrova-


si confraternita sotto l'invocazione del
mento del corpo di essa, fu con- ss. Sacramento, di santa Cecilia, e
temporaneo pure lo scavo del cele- di s. Andrea nell' anno i5j^. Ai
bre bagno appartenente alla di lei 22 novembre si celebra in questa
casa, che per le forme conservatesi, chiesa la festa della santa titolare.

ed in ispecic pei tubi metallici, che La storia del martirio di s. Cecilia^


,

CHI CHI 3ii


vergine e martire, e de* ss. Valeria- zo TU, risguardante i privilegi della

no, Tiburzio e Massimo fu pubbli- medesima, e le chiese filiali , dichia-


cata in Roma nel 1721. Abbiamo rando di averla sotto l'immediata
inoltre da Antonio Bosio, Historia sua protezione , e come si ha per
passionis b. Caeciliae virginis, Va- tradizione, la dichiarò eziando cap-
hrìaniy Tihurtii, et Maxìmi mar- pella Papale nell'occasione, che por-
tynim, nec non Urbani ^ et Liicii tandosi la notte del ss. Natale a s.

Ponlificuvi, et mari., etc. Romae Pietro per pontificare, sopravvenen-


1600; e da Giacomo Laderchi, do un' acqua dirottissima, credette di
j4cta s. m. , et trans-
Caeciliae v. et non piìi inoltrarsi, ed entrò in que-
iyberìana basilica saeculorum sin- sta chiesa col suo seguito, ove pon-
gulorum monnmeniis asscrta, ac il- tificò assistito dai canonici, come
Listrata, Romae 1722. Da ultimo quella che già era collegiata. Dipoi
l'attuai titolare della chiesa, e in- Papa Innocenzo Vili, con bolla dei
sieme protettore delle monache be- 24 agosto 148G, smembrò la cui'a
nedettine cassinesi, Cardinale Gia- di s. Salvatore in Lauro, e l'uni a
como Luigi Brignole di Genova, questa di s. Celso.
lesse nell'accademia pontifìcia di Ar- Questa chiesa a tempo di Alessan-
cheologia, un'erudita, e dotta disser- dro VI, o, secondo altri, di Giulio
tazione su questa insigne chiesa. II, fu ristretta per aprire la strada
de' Banchi, mentre allora si esten-
Ss. Celso e Giuliano in Banchi^ deva alla metà di detta strada.
collegiata e parrocchia nel rione Perciò fu ridotta ad una navata
Panie. lunga palmi novantanove, larga pal-
mi trentasette, alta palmi trentatre.
Dicesi questa chiesa in Banchi Era soffitta la, vi erano sette altari,
dal nome della via ove fu edificata, otto sepolture, e campanile con
perchè nel medio evo eranvi in essa quattro campane, la maggiore delle
diversi banchieri, e mercanti di fon- quali fusa nel i442- Oltre a ciò
daco. Attualmente vi è il banco di apprendiamo dal Piazza, Opere Pie
di s. Spinto. L'antica chiesa fu ivi di Roma, pag. 535, che in detta
fabbricata nel luogo ov' era l'abita- chiesa fu eretta nel i56o sotto Pio
zione di Marciano padre di s. Celso, IV la confraternita del ss. Sacra-
cioè quando i corpi de' ss. martiri mento, e nel i566 nel pontificato
Celso e Giuliano furono trasportati da di s. Pio V, quella dell' ineffabile
Antiochia in Roma, presso il ponte Nome di Dio, le quali poi si riuni-
s.Angelo, afiìne di riporveli decen- rono in vma. Clemente Vili, nel
temente insieme a quello di s. Ba- 1595, fece riportare i santi corpi
si lissa moglie di s. Giuliano. Ab im- di Celso e Giuliano alla loro chiesa,
memorabili y fu decorata del titolo dalla basilica di Paolo ove erano
s.

di parrocchia, e si crede consacrata slati dopo che


collocati in deposito,
dal Pontefice s. Celestino L II do- da Antiochia erano stati portati a
cumento più autentico, che si abbia Roma. Tuttavolta dovendosi riedifi-
di questa chiesa, è una bolla di care la chiesa, prima di demolirla,
Onorio HI de' 25 maggio dell'an- i detti corpi furono riportati a san
no 12 18, in cui conferma altra Paolo ove ancora stanno, ed il ca-
bolla del di lui predecessore Inno- pitolo fu costretto per alcun tempo
3l2 CHI CHI
a formare degli altari in alcune d'un calice d'argento, e di
l'offerta
case contigue per celebrarvi i santi quattro torcie di cera.
misteri, finché Clemente XII, nel
lySG, compì l'erezione dell'elegante S. CksareOj diaconia Cardinalizia
chiesa esistente, fabbricata con dise- nel rione Ripa^ detto in Palatium^
gno di Carlo de Dominicis. Il suo in Monasterium Corsarum^ ovvero
interno di forma ovale, ornato di di Tiirri nella via Appia.
pilastri scannellati, è d'ordine com-
posto. Racchiude sette cappelle, tre Questa è una delle nove chiese,
grandi quattro piccole, la mag-
e che Ic^ pietà de'romani eresse a san

giore delle quali è decorata egual- Cesareo diacono e martire, prima


mente alle altre due, ed ha la tribu- di arrivare alla porta s. Sebastiano
na col coro. La festa dei santi tito- presso il palazzo imperiale, cioè di
lari si celebra a'g gennaio. Non deve quel palazzo ove abitava impera- 1'

tacersi, che presso questa chiesa tore quando arrivava in Roma redu-
eravi un arco innalzato dagl' impe- ce da qualche guerra, trattenendosi
ratori Graziano , Valentiniano , e fino al giorno del suo trionfo, dopo
Teodosio, per ornamento dell' in- aver .iviricevuto le congratulazioni
gresso d'un magnifico portico, il qua- del senato, e degli ambasciatori.
le da esso principiava e passava sul Que.slo palazzo, secondo il Marliano,
ponte Angelo, seguitando sino alla
s. fu eretto da Autonino Caracalla, e si

basilica di s. Pietro per difesa dei vedono ancora gli avanzi anche delle
pellegrini , tanto ne' tempi di piog- sue terme. Sulla porta della chiesa
gia, come Nel gettar poi
di caldo. si legge l'antica inscrizione, s. Cae-
le fondamenta della chiesa , furono sarli in palalio. L'Anastasio chiama
trovate alcune colonne di verde an- questa chiesa, in Monasierio s. Cae-
tico, ed altri marmi preziosi. sareij quod ponitur in palatioj ed
Da
ultimo il Pontefice Pio VII eziandio ad Corsas , e de Corsis
concorse al suo lùattamento, siccome presso s. Sisto, per un monistero
avevano fatto i suoi predecessori, fabbricato per le i-eligiose dalla no-
dappoiché è ad essi immediatamente bihssima famiglia Corsa, la quale
soggetta. Il capitolo si compone di fu cosi potente in Roma, e così
otto canonici, primo de'quali è l'ar- fedele Gregorio VII, che nelle
a s.

ciprete, che è sempre il parroco, di vertenze con Eux'ico V, le sue case


quattro cappellani, e di altri addetti sotto il Campidoglio furono bruciate,
al divino servigio, tuttidi nomina e distrutte dai fondamenti. Per ri-
del Papa. I canonici hanno per di- guardo al monistero si sa, che Leone
stintivo sì nell'estate, che nell'in- IV lo restaurò, e in progresso di
verno, e nelle altre stagioni le al- tempo le unite a
monache furono
muzie di pelli di armellino con code quelle di Siccome poi il
s. Sisto.
Leone
nere. P)encficò questo capitolo celebre oratorio di s. Lorenzo nel
XII coU'accordargli un'abbazia delta palazzo lateranense fu chiamalo da
priorato de' ss. Gervasio e Protasio alcuni col titolo di s. Maria a Ce-
fuori di porla Portese, migliorando sareo in Palalio, vi fu qualche scrit-
le prebende canonicali. In ogni qua- tore, che il confuse colla chiesa di
driennio per la festa di s. Liborio, s. Cesareo. Finalmente fu detto an-
il senato romano fa a questa chiesa cora s. Cesareo in Tonv, per una
,

CHI CHI 3i3


contigua torre, che prima eravi ap- rare la chiesa, e nel concedere quel-
partenente al palazzo. la di s. Vitale ai gesuiti pel novi-
Questa atiticliissitna chiesa fu de- ziato, soppresse il titolo Cardinalizio,
dicata a s. Cesareo diacono di s. e invece tornò ad erigere s. Cesareo
Chiesa, nel luogo dove diede sepol- in diaconia Cardinalizia verso l' an-
tura a s, Flavia Domitilla martire no 1600, affidandola in custodia ai
ed a'suoi eunuchi, e dove s. Cesareo p. Somaschi a vantaggio del collegio
fu pure sepolto. 11 Pontefice s. Gre- dementino [Vedi), al quale donò
gorio I la dichiarò diaconia Cardi- tutte le possessioni spettanti alla
nalizia, sebbene vuoisi che già lo chiesa di s. Cesareo. Dipoi il Car-
fosse quando egli, nel Sgo, fu crea- dinal Baccio Aldobrandini nipote di
to Papa. I primi ad uffiziarla fu- Clemente Vili sebbene non ne , fos-
rono i monaci basiliani greci fug- se titolare, continuò a ristaurare la
gili dall' oriente nella persecuzione chiesa, e vi fece un nobilissimo sof-
delle sacre immagini. Ed avendovi fitto con vaghissime dorature, e pit-
essi eretto accanto un monistero ture della scuola del cav. d' Arpi-
altri dicono, che perciò si dicesse s. no, il perchè sopra il rastro, e stel-
Cesareo in monistero. Divenne la le, stemma della sua famiglia, in-
prima delle venti abbazie maggiori gegnosamente scherzò il p. Adami
di Roma, i cui abbati godevano il gesuita, coi versi che leggonsi in
privilegio di assistere il Papa quan- Ciacconio.
do celebrava pontificalmente. 11 Pan- L' ingresso di questa chiesa è de-
ciroli dice, che quivi, a' 5 dicem- 1 corato al di fuori di due colonne
bre dell'anno 687, fu eletto Pon- di granilo; suo interno è interes-
il

tefice s. Sergio I ; ed il Novaes ag- sante per l'antichità di alcune par-


giunge, che nella chiesa fu creato ti. La tribuna, la confessione e il

Pontefice, a' 26 o 27 febbraio 1 1^5, presbiterio sono decorati di mosaici.


Eugenio III, sebbene non Cardina- Il baldacchino viene sostenuto da
le, perchè ivi eransi radunati i sa- quattro colonne di broccatello: l'ab-
cri elettori. In seguito, essendo rovi- side è coperto in alto di mosaici
nata la chiesa, i monaci ne partii-o- eseguiti in una maniera grandiosa
no, ed il corpo di s. Cesareo fu appresso i cartoni del nominato cav.
trasportato all' altare maggiore del- d'Arpino, da uUimo rislaurati. Da
la basilica di s. Croce in Gerusa- un lato evvi il pulpito, o ambone,
lemme. Tuttavolta Leone X resti- decorato di pietre e mosaici ; e gli
tuì a questa chiesa la diaconia Car- altari laterali hanno colonne di pao-
dinalizia, la quale in progresso più nazzetto. Oggidì l' ha in cura un
volte divenne titolo. Per addurnc due eremita, e nel sabbato precedente
esempi, Paolo III nel SSg creò Cardi-
i la domenica delle palme. Clemente
nale prete di s. Cesareo Domenico Vili vi pose la stazione coll'indul-
Guidiccioni, uomo sommo; e poi nel genza plenaria, ad onta che già fos-
i544) Cristoforo Madrucci prete se nella vicina chiesa di s. Giovan-
Cardinale di s. Cesareo, detto il ni a Porta Ialina. La festa di s.
gran Cardinale di Trento, Di nuo- Cesareo è dal Piazza registrata al
vo la diaconia restò soppressa sotto primo di novembre, perchè in un
Sisto V, finche il Pontefice Clemen- sacramentario di s. Gregorio si ri-
te VIII, Alclobr andinij fece restau- leva, che in tal giorno, oltre la
,

3i4 CHI CHI


solennità degli Ognissanti, si faceva Trinci; e Clemente V, nel i3o5>
solo quella di questo santo martire. lo diede al Cardinal Stefano de
Suisi, che mori in Avignone nel
S. Chiara al Quirinale. ^.Cappuc- i3ii. Nella vigna de' certosini vi è
CIXE MONACHE. qualche avanzo della casa, e chiesa
di s. Ciriaco, e del suo battistcrio.
S. Chiara della confraternita di s.

Gregorio Taumaturgo. Vedi. S. Claudio de' Borgognoni V. Bor-


gogna.
S. Ciriaco alle Terme^ chiesa con
titolo Cardinalizio non più esi' S. Clemente, titolo Cardinalìzio y
stente. in cura dei pp. predicatori irlan-
desi, presso il Laterano, nel rione
Tal chiesa esisteva da antichissi- Monti.
mo tempo nelle terme Diocleziane,
ove ora è la chiesa di s. Maria degli Questa chiesa, una delle piìi an-
Angeli (Vedi), demolita per vec- tiche di Roma, ad onta dei ristauri
chiezza. Il perchè Sisto IV, nel che, come diremo, nel decorso se-
1478, trasferì il suo titolo Cardi- colo vi furono fatti, ancora conser-
nalizio a ss. Quirico e Giulitta, di- va r intera forma delle primitive
stribuendo reliquie, che in
le sacre chiese de' cristiani, il perchè volle il
essa veneravansi, a varie chiese di dotto archeologo A. Nibby pren-
Roma. Tuttavolta il titolo durò sino derla a modello della sua erudita
a Paolo III, essendone stato ultimo dissertazione sulle antiche forme dei
titolare il celebre Cardinal Pietro, templi cristiani. Iil questo luogo
che fu fatto da quel Pontefice dia- parte del monte Celio nella via
cono Cardinale di s. Ciriaco. In Labicana, eravi la casa paterna del
detto luogo fu la casa del santo do- Pontefice s. Clemente 1, a cui fu de-
ve battezzava i fedeli. Di tal titolo dicata, e perciò una delle prime
si fa menzione nel sinodo romano chiese, che vennero erette in Roma,
celebrato da s. Gelasio I l'anno 494> anzi, secondo il Piazza, fu convertita
con queste parole: Martianus pres- in chiesa, e consacrata dal medesi-
hyter in titulo s. Ciriaci in Ther- mo Pontefice. Ivi si vuole, che s.
mis Diocletianis, nonché ne' titoli Clemente I ricevesse l' apostolo s.
registrati dall'Anastasio sotto s. Igi- Barnaba quando si recò in Roma,
no, creato Papa nell'anno i54. Chia- e dopo che il santo Pontefice, nel-
mossi basilica dall'Anastasio in Gre- r anno gS di Cristo, mori sommer-
gorio I, Adriano I, Leone III, Pa- so nel mare della piccola Tartaria,
squale I, e Benedetto III, i quali vi fu trasportato da s. Cirillo, vesco-
tutti per la venerazione in cui la vo di Schiavonia, suo corpo nel
il

tennero, la l'estaurarono ed abbelli- pontificato di Adriano II, e con o-


rono. Abbiamo ancora che, nel 1 142, nore venne ri posto nella chiesa già per
Innocenzo II creò Cardinale diacono avanti a lui dedicata. Altri poi di-
Nicolò, che poi Celestino II dichia- cono, che lo stesso Adriano II lo
rò prete Cardinale di questa chiesa. donò almeno in parte all' imperato-
Innocenzo III, nel 12 ti, conferì il re Lodovico II pel monistero di
titolo al Cardinal Giandomenico Casaure da lui fondato nell'Abruz-
,

CHI CHI 3i5


zo. Su argomento tratta
quest' il d'Anagni, che avea ricevuto quel
Novaes, nella vita di s. Clemente I, titolo dal suo zio Bonifacio Vili,
riportando le diverse opinioni. In nobilmente rifece la chiesa, come
appresso vi fu collocato il corpo di in appresso si dirà. Eugenio IV ,
s, Ignazio di Antiochia, che soffrì il quando nel i43i fu creato Ponte-
martirio nel Colosseo. Anche su que- fice, era titolare di questa chiesa ,
ste reliquie va letto quanto dice lo ed in essa in luogo de' benedettini
stesso Novaes nel tomo XTI p. 233. collocò i religiosi di s. Ambrogio ad
Vi deposto poi anche il corpo
fu Nemus (Fedi), e Paolo IV, Caraf-
del mentovato s. Cirillo. fa, sublimato al triregno nel i555,
In questa chiesa, già risarcita da egualmente n' era stato titolare. Il

s. Silvestro I e da Costantino, nel- suo pretlecessore Giulio HI, mentre


r anno 4 "7» Papa s. Zosimo pro- n' era titolare il Cardinal Giovan-
nunziò il giudizio contro l' eretico ni Al va rez, unì questo titolo nel i55o
Celestio compagno di Pelagio, e seb- a quello di s. Pancrazio; ma nel-
bene Celeslio abjurasse ivi l'errore, r anno seguente il separò, e rimase
tornò poscia a seguir Pelagio. S. com' era prima, come meglio si di-
Leone I, del 44o> ristaurò la chie- ce a Chiesa, di s, Pancrazio. Essen-
sa, che sino dai primi secoli era do stati soppiessi i monaci di s.
titolo Cardinalizio ; e quando s. Gio- Ambrogio ad Nemus ^ la chiesa pas-
vanni nell'anno 532 fu eletto Pon- sò in custodia ai domenicani irlan-
tefice, era prete Cardinale di s. Cle- desi sotto Urbano Vili, i quali vi
mente. Egli pure vi operò dei ri- stanno tuttora, giacché se Pio VII,
stauri. A' tempi di Gregorio I, era nel 1818, li avea trasferiti alla chie-

in grande venerazione, che vi


sì sa di s. Maria della Pace, Leone
pronunziò quel Pontefice l'omelia 33 XII veli ritornò nel 1824. Nel se-
sugli evangelii nella festa di santa colo decorso il Pontefice Clemente
Maddalena, e la 38 nella domenica XI ridusse la chiesa nello stato in
vigesima dopo la Pentecoste, sull'e- cui si ammira con architettura di
vangelo di s. Matteo. Vi pose la Carlo Fontana, e ne portò il tito-
stazione nel XIII giorno di quare- lo anche in commenda il Cai'dinal
sima, e v'istituì la processione di Annibale Albani, suo nipote.
penitenza ; e siccome era uffiziata L'ingresso dell' ati'io è decorato
dal clero secolare, la diede in cura di quattro colonne di granito , e
ai monaci benedettini. Quindi la ri- l'atrio medesimo di diciotto colonne
fece Adriano I, e s. Nicolò I l'ab- della stessa specie. S. Gregorio scris-
bellì, e mentre n'era titolare il Car- se , che sotto questo vi stette per
dinal Raniero di Bieda, a' i3 ago- quasi sua vita s. Servolo
tutta la
sto 1099, furono celebrati i sa-
vi paralitico, con mirabile pazienza.
cri comizi, ed eletto Papa col no- L'interno, che conserva la sua in-
me di Pasquale li, poi l'abbel- tegrità per riguardo alle forme delle
lì, e ne fu beneflittore. Il Car- prime chiese, colle parli analoghe
dinal titolare di questa chiesa avea alle cerimonie ed ai riti che prescri-
l'obbligo di cantare la messa nel- veva l'antica liturgia, ha tre navate
r altare pontificio di s. Maria Mag- formate da sedici colonne di vari
giore in tutti i sabbati; ed il Car- marmi ; e in quella di mezzo si ve-
dinal Giacomo Touwnaso Gaetano de ancora esistere il recinto detto
3i6 CHI CHI
pi'esbiterio, più elevato, cliiuso nel- Ss. Concezione dei pp. cappuccini.
r interno e diviso dal popolo con , V. CAPPuccmi.
due ordini di sedili di marmo greco
pei sacerdoti, avente l'altare mag- Il senato romano in ogni qua-
giore isolato, coperto di baldacchi- driennio, per la festa di s. Felice da
no, sostenuto da quattro colonne di Cantalice, fa in questa chiesa l'obla-
paonazzetto. Vi sono altres"i i due zione d' un calice d' argento , e di
pulpiti, detti amboni, ornati di an- quattro torcie di cera.
tichi intagli, e di mosaici, dai quali
si leggevano l'epistola, e il vangelo. iS"^. Concezione a Campo Marzo.
Questo recinto fu fatto costruire da V. Benedettine monache, e ciuesa
Giovanni Vili, Papa che fiorì nel- m s. Maria sopra Minerva.
l'anno 872, ma i mosaici della tri-
buna furono eseguiti per ordine del Per la festa della ss. Concezione,
mentovato Cardinal Gaetani, qftindi ma a' 9 dicembre, in ogni quadrien-
ristorati nel pontificato di Urbano nio il senato romano fa alla chiesa
Vili, però le pitture vennero ristau- delle monache l'offerta d' un calice
rate sotto Giovenale da Orvieto, d'argento, con quattro torcie di cera.
che visse nel declinai'e del secolo
XIV. Oltre le altre pitture di va- Ss. Cosma e Damiano j diaconia
lenti artisti, le quali adornano que- Cardinalizia^ in cura dei pp. del
sta chiesa , merita special menzione terz' Ordine di s. Francesco , al
la cappella intitolata della Passione, foro ronianOy nel rione Monti.
e di s. Caterina, che si trova a de-
stra nell'entrare per la porta late- Il vestibolo di questa chiesa, di
rale, la quale è tutta ornata all' in- forma rotonda, vuoisi che fosse eret-
terno di eccellenti pittvu-e a fresco to dai romani alla memoria di Re-
del Massaccio, uno de' primi ristau- mo. Il suo pavimento era coperto
ratori della pittura, che maestrevol- di gran lastre di marmo, su cui era
mente vi espresse la passione di incisa la pianta di Roma coi nomi
Gesù Cristo, ed alcuni fatti della di Severo, e di Caracalla, per aver
vita e morte di s. Cateiina; pitture essi riedificato il medesimo tempio.
che incise da Carlo Labruzzi , nel Questa pianta di Roma si vede in
1809, furono pubblicate in Roma vari pezzi incassata nelle pareti del-
da Gio. dall'Armi. In questa chiesa la scala del museo capitolino. Ana-
si celebra la festa di s. Clemente I stasio bibliotecario racconta, che san
a' i3 novembre, e quella di s. Igna- Felice creato Papa l'anno SaG,
III,

zio vescovo e martire il primo fel> nel d'un altro antico tempio
sito
braio, V. Filippo Rondinino, De s. quadrilungo ad esso contiguo, che
Clemente Papa et jnariyre ejusque si crede fosse dedicato a Venere e
basilica in urbe /?omrtj Romae 1706, a Roma, eresse e dedicò una chiesa
opera che dedicò a Clemente XI. in onore de' due santi fratelli Cosma
In questa chiesa nel di della festa e Damiano dandole per vestibolo
,

del santo titolare, ogni quadriennio questo tempio di Remo. Il Fioren-


il senato romano fa l'oflcrta di un tini , in Adnot. ad Martyrol. Hie-
calice d'argento, e di quattro torcie ronyniianuni V
kal. oct. pag. 879,
di cera. e Bona, Rer. Lilurg. cap. 12, § 3,
CHI CHI 3r7
scrìvono che tre coppie di santi si l'io T, le stabilì alcune rendite, le
trovano dell' istesso nome Cosma o fece diversi doni, la riedificò, e fece
Cosimo e Damiano : una coppia di porre al vestil)olo le porte di bronzo
martiri nell'Arabia, altra di confes- antiche, che il Piazza dice, nel suo
sori nell'Asia, la terza di martiri, Eorterologio, pag. 208, dì aver a
che patirono in Roma. Tutti erano fatto venireda Perugia, insieme al
medici di professione, e senza mercè fregio ed agli stipiti dì stupendo
curavano gli ammalati. A' santi ro- lavoro di marmo, e alle due colonne
mani, de'quali senza dubbio si fa me- di porfido esistenti tuttora.
, San
moi'ia canone della messa, fu
nel Leone III, nell'anno 800, rifece il
da s. Felice IV dedicata appunto la tutto, e compartì vari donativi. In-
detta chiesa, ponendovi alcune reli- di,neir827, s. Gregorio IV, stiman-

quie per purgarla dalle profanità dosi indegno della suprema dignità,
gentilesche. Vuoisi ancora, che la de- si occultò dentro questa chiesa, do-
dicasse ai detti due santi fratelli ge- ve trovato dal clero, e dal popolo.
melli, per sostituirli alle superstizio- a forza vi fu estratto e collocato
ni di Romolo e Remo, ed a quelle solennemente sulla sedia dì s. Pietro.
di Castore e Polluce, altri gemelli S. Pasqviale I, suo predecessore, fu
che avevano pure qui i loro simu- largo di doni con questa chiesa, e
lacri. dalla basilica, che nella via Aurelia
Nell'anno 590, s. Gregorio Magno, avea fabbi'icato s. Felice II, vi tras-
per sottrarsi al pontificato cui si vo- portò il venerando corpo di quel
leva esaltarlo, si nascose in questa santo. Contiene inoltre questa basi-
t;hiesa ; ma scoperto da una colomba lica tesoi'i di reliquie de' ss. martiri.
volata sopra di esso, fu condotto a Ilgran Rolando Bandinelli, Car-
s. Pietro, e consacrato. Egli ebbe dinale diacono di questa chiesa, nel
particolar divozione all' immagine 111^9, divenne il celebre Alessandro
della b. Vergine, che ivi venera vasi, IH. Dipoi Papa Onorio III approvò
per avere a lui parlato, anzi con- la donazione, che fece a questa ba-
cesse al di lei altare il privilegio di silica il Cardinal dì s. Prassede Gio.
liberare un anima dal purgatorio Colonna, d'un territorio nella dio-
colla celebrazione della messa; ri- cesi dì Calcedonia, mentre trovavasi
staurò la chiesa, e vi pose la sta- in quelle partì legato apostolico. In
zione nel giovedì dopo la terza do- seguito Alessandro VI creò Cardinale
menica di quaresima . Inoltre egli diacono de' ss. Cosma e Damiano
ordinò nella istituzione della proces- Alessandro Farnese, il quale ottenne
sione delle litanie maggiori, che il da Giulio II, nel i5o3, che la
clero partisse da questa chiesa, dicen- chiesa, la quale era collegiata, per
doci egli stesso, che da qui partiva avere soli sei canonici, fosse data ai
pure la processione delle ancelle del fiati del terzo Ordine di s. Fran-
Signore. San Sergio I, del 687, la cesco, che poi vi edificarono il con-
fece coprire di lastre di bronzo, tiguo convento, e vi dimorano. Nel
eresse nell'interno gli amboni, e detto Cardinal Farnese fu
il i534, il
ciborio dell'aitar maggiore. Adriano eletto. Papa, e prese il nome di
I, nell'anno 780, elevò al grado
la Paolo III.
dì diaconia Cardinalizia, sebbene Disputandosi in tempo di Grego-
alcuni ciò attribuiscano a s. Grego- rio XIII fra due Cardinali Baro-
i
,

286030
3i8 CHI CHI
nio, e Santorio, se dovevasi, o no, i63a, la ridusse nello slato attua-
ritenere nome di Felice II nel
il le con disegno dell' Arrigucci. Es-
martirologio romano come Pontefice sendo poi soggetta la chiesa a
e come martire, a' 28 luglio i589,, nocevolc umidità, venne alzato il
vigilia dellasua festa, fu ritrovato pavimento con quattro sotten'anei
per puro accidente il corpo di lui piastroni, oltre ai pilastri minori.
in questa chiesa, con un'iscrizione, L' antico tempio di Remo, che ser-
che dichiarava esser egli stato Pon- ve di vestibolo, fu alzato nella vol-
tefice e martire. La storia di questo ta. Urbano VIII adornò la chiesa
ritrovamento vedesi appreso il pad. di belle pitture, con soffitto dorato,
Maffei , negli Annali di Gregorio e persino il chiostro a belli freschi.
XIII, tom. II, lih. XI, num. 18, Si discende nell'antica chiesa sotter-
pag. 275. Angelo Pontonaro, ap- ranea per comoda scala allato della
presso Sangallo, tom. Ili, pag. 5o5 tribuna, essendovi ancora in questo
dice invece, che il corpo di s. Fe- sotterraneo l' altare maggiore isola-

lice II si conserva nella chiesa di to, sotto cui riposano i corpi dei ss.

s. Antonio di Padova. Vicino al martiri, le cappelle, e alcuni ornati


corpo di s. Felice II, nella stessa e dipinti. Da questo sotterraneo si

chiesa de' ss. Cosma e Damiano, cala in altro più profondo, dove si

furono in pari tempo trovati i corpi vede r altare in cui s. Felice IV


de' ss. Marco e Marcellino, e di san celebrava, avente incontro una sor-
Tranquillino prete, non che quelli gente d' acqua detta di s. Felice.
Abbondio, ed Abbondanzio, che
de'ss. Di questa insigne chiesa fu Car-
Gregorio XIII solennemente fece dinale diacono Benedetto Odescal-
trasportare alla chiesa del Gesìi. chi, che nel 1676, divenne Papa
Quindi lo stesso Gregorio XIII ri- Innocenzo XI ; ed in essa a' 27 set-
fece il mosaico della tribuna, ove tembre si celebra la festa dei due
essendo guasto il ritratto di s. Felice Antonio Poma
santi titolari. scrisse

IV, fondatore della chiesa, vi fece della Diaconale basilica dei ss. Co-
surrogare quello di s. Gregorio I, sma e Damiano nel romano foro,
di cui era divotissimo. Tal mosaico detto volgarmente Campo Vaccino,
rappresenta il mistico agnello fra Roma 1727, e Bernardino Mezza-
sette candelabri , con vari angeli dri, Disquisitio historica de sanclis
che gli fanno corona, mentre quel- viarlyribus Cosma et Damiano, in

lo dell' abside rappresenta il Salva- diias partes distributa, in quaruni


tore con vari santi, e fu di recente prima S.S. M. M. acta continentnr^
accomodato. Poscia fu benemerito in altera expendunlur monumenta
ristauratore della chiesa Clemente lasìlicae, Romae i747-
Vili, finché il Pontefice Urbano Le notizie sulle altre chiese di Ro-
Vili con pontificia munificenza, nel ma, si leggeranno nel volume seguente.

FINE DEL VOLUME UNDECIMO.


BX 841 .n67

You might also like