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LOSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt
venerd 28 ottobre 2011
XVI

Unicuique suum
Anno CLI n. 249 (45.894)
.

Citt del Vaticano

Ad Assisi la testimonianza comune dei leader religiosi di tutto il mondo riuniti con Benedetto

Nuove vie per la pace


Credenti e non credenti insieme nel cammino verso la verit

Dio nella storia


Con una riflessione non scontata sulla presenza di Dio nella storia e sul ruolo importante di chi lo cerca Benedetto XVI ha offerto ad Assisi un contributo importante per appianare, secondo limmagine biblica, la via della pace. Un cammino accidentato e disseminato di difficolt troppo spesso sanguinose indegne delluomo e che oltraggiano Dio ma che gran parte dellumanit sogna e vuole percorrere. Come hanno con semplicit mostrato moltissime persone assiepate nelle stazioni di Terni, Spoleto e Foligno per salutare il Papa e le delegazioni che lhanno accompagnato. Per la costruzione della pace il Pontefice ha detto parole importanti, per nulla di circostanza. Dallincontro voluto da Giovanni Paolo II e tenutosi nella citt di san Francesco, alter Christus, trascorso un quarto di secolo. Cosa accaduto da allora, a che punto la causa della pace, si chiesto il Papa. Tre anni pi tardi, nel 1989, la pace sembr farsi vicina con la caduta del muro di Berlino: allora, infatti, venne superata, senza spargimento di sangue, la divisione del mondo in due blocchi contrapposti, cancellando i cattivi sogni della guerra nucleare di cui Paolo VI aveva parlato davanti alle Nazioni unite. Una vittoria della libert e della pace, in parte anche della libert di credere, una vittoria dovuta ha analizzato con lucidit Benedetto XVI a molte cause, ma avvenuta soprattutto perch dietro il potere materiale non cera pi alcuna convinzione spirituale. Lo sguardo del Papa sulla storia si poi esteso alloggi, alla libert priva di orientamento e ai nuovi volti della discordia e della violenza. Da qui la denuncia del terrorismo, spesso motivato e giustificato religiosamente. Ma non questa la vera religione ha scandito con forza pacata il Pontefice, ripetendo parole pi volte pronunciate in questi anni. E se vero che nella storia anche in nome della fede cristiana si fatto ricorso alla violenza, questo stato un abuso, ha riconosciuto Benedetto XVI sulla scia dei suoi predecessori, confermando la volont di purificazione incessante di cui a nome della Chiesa cattolica, e con lumilt che lo caratterizza, d ancora una volta esempio ripetendo lantica convinzione: Ecclesia semper reformanda. Con la fiducia che questo processo possa estendersi alle altre religioni ed essere compreso, attraverso la ragione, da tutti. Anche da quanti non si riconoscono in alcuna religione, ma sono alla ricerca della verit, come apparso chiaro dalla loro presenza ad Assisi, presenza che costituisce la grande novit di questo incontro. La purificazione anche la risposta pi chiara da dare alla critica nata dallilluminismo e che oggi viene di continuo rilanciata dai nemici della religione secondo la quale dalle religioni non potrebbe venire che violenza. Al contrario, sono proprio lassenza e la negazione di Dio a originare la violenza, come mostrano gli orrori dei campi di concentramento e ladorazione del denaro e del potere: un esempio la diffusione globale della droga, flagello spaventoso che distrugge la pace e che pi volte stato denunciato da Benedetto XVI. Smentendo ancora una volta stereotipi infondati, il Papa va avanti e ripropone con forza la causa della pace. Che si costruisce cercando lunico Dio. Per questo Benedetto XVI ha voluto ad Assisi anche intellettuali non credenti, togliendo argomenti agli atei combattivi ed esigendo dai credenti che purifichino le loro fedi e non diano scandalo, offuscando cos la trasparenza di Dio. Il cui nome, secondo le parole dellapostolo Paolo, Dio dellamore e della pace, il Signore della storia che vi si incarnato per salvare il mondo. g. m. v.

Dio non propriet dei credenti e nessuno in suo nome pu sentirsi autorizzato alla violenza nei confronti degli altri. Da Assisi il Papa lancia agli uomini di fede un appello a purificare la religione da abusi e travisamenti che ne snaturano limmagine, per mostrare a tutti in particolare a coloro che pur non credendo sono alla ricerca della verit il vero volto di Dio. La giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, che si celebra a venticinque anni dallo storico incontro convocato da Giovanni Paolo II nella citt di san Francesco, si aperta gioved mattina, 27 ottobre, con le testimonianze dei leader religiosi e di una non credente nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Giunti ad Assisi a bordo del treno partito dalla stazione Vaticana, i rappresentanti delle Chiese, delle comunit ecclesiali, delle altre religioni del mondo e dei non credenti si sono riuniti alla Porziuncola insieme al Pontefice per dare voce al comune desiderio di essere pellegrini della verit, pellegrini della pace. A partire dalla consapevolezza ha sottolineato Benedetto XVI che nellultimo quarto di secolo la forza irrefrenabile della libert dei popoli ha dovuto fare i conti con i nuovi volti della violenza e della discordia che ancora oggi continuano a minacciare la pace nel mondo. A giudizio del Papa, la stessa religione a divenire causa di violenza laddove viene adoperata per giustificare lavversione e lodio nei confronti degli altri: una strumentalizzazione avvenuta anche in nome della fede cristiana, ha riconosciuto coraggiosamente. Ma questa ha subito avvertito non la vera natura della religione; invece il suo travisamento e contribuisce alla sua distruzione. Per Benedetto XVI terreno fertile allo sviluppo della violenza anche la perdita di umanit che si verifica in conseguenza dellassenza di Dio, quando vengono idolatrati lavere e il potere o quando il desiderio di felicit degenera in una brama sfrenata e disumana. Allorch la violenza diventa una cosa normale ha ammonito la pace distrutta e in questa mancanza di pace luomo distrugge se stesso. A partire da questa analisi, il Papa ha invitato i credenti a un cammino di purificazione affinch Dio il vero Dio diventi accessibile anche a coloro che non hanno avuto il dono di credere ma sono in cerca della verit. Che essi non riescono a trovare Dio ha fatto notare dipende anche dai credenti con la loro immagine ridotta o anche travisata di Dio. Nel pomeriggio lincontro proseguito nel sacro convento di Assisi, dove Benedetto XVI e i capi religiosi hanno offerto una testimonianza di impegno comune per la pace. Prevista poi una visita alla basilica inferiore di San Francesco, dove il Pontefice e i capi delegazione scendono nella cripta per una sosta davanti alla tomba del Poverello. Al termine ritorno del Papa in treno in Vaticano, dove venerd 28, riceve in udienza i membri delle delegazioni intervenuti alla giornata di Assisi, i quali partecipano poi al pranzo offerto dal cardinale Bertone, segretario di Stato, nellatrio dellAula Paolo VI.
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A Bruxelles raggiunta nella notte unintesa globale per rispondere alla crisi del debito

I mercati promuovono laccordo salva-euro


BRUXELLES, 27. I mercati promuovono lintesa raggiunta nella notte dai leader europei per dare una risposta globale alla crisi del debito. Soddisfazione stata espressa da tutti i capi di Stato e di Governo presenti a Bruxelles. Anche Cina e Giappone hanno salutato positivamente laccordo. Per la Grecia si apre una nuova era ha detto il premier ellenico, George Papandreou. Ottimi progressi su questioni chiave ha commentato Londra. Le misure incluse nellaccordo come le ha definite JeanClaude Trichet, presidente della Bce sono decisioni estremamente importanti. LEuropa ha stabilito anzitutto di ricapitalizzare le banche di rilevanza sistemica, quelle gi sottoposte agli stress test: novanta in tutto. Si dovranno trovare entro giugno 2012 circa 106 miliardi di euro. Gli sforzi serviranno per portare il loro coefficiente patrimoniale al nove per cento. Il fondo salva-Stati aumenter la sua potenza di fuoco fino a raggiungere i mille miliardi di euro, come peraltro era gi stato anticipato. Lo far attraverso due opzioni: vendendo assicurazioni sui titoli dei Paesi e attivando uno strumento ad hoc che attirer fondi da investitori esterni e da istituzioni. Secondo la stampa, il presidente francese Sarkozy sarebbe pronto a chiedere la disponibilit della Cina. Per quanto riguarda la ricapitalizzazione delle banche esposte sul debito greco, laccordo prevede un taglio del valore nominale dei titoli del cinquanta per cento. Per tutti, tranne quelli detenuti dalla Bce. Accettando queste perdite, le banche assicureranno al debito greco di tornare nel 2020 a un livello sostenibile, ovvero al 120 per cento del pil. Obiettivo che sar raggiunto anche grazie a un contributo ulteriore del programma di aiuti. Leurozona soddisfatta degli impegni assunti dallItalia, ma chiede di presentare urgentemente un ambizioso calendario per la realizzazione delle riforme. Tra le misure incluse nella lettera inviata ieri a Bruxelles dallEsecutivo italiano ci sono gli aiuti alla crescita economica delle aziende entro la fine del 2011, il pensionamento di vecchiaia per tutti a 67 anni dal 2026, la riforma del lavoro entro il maggio 2012 (con una nuova regolamentazione generale sui licenziamenti), laccelerazione dei fondi strutturali per il Mezzogiorno nei prossimi quattro mesi, la liberalizzazione delle professioni e il rafforzamento della concorrenza nei servizi pubblici. Per quanto riguarda le pensioni, i leader europei prendono nota delle intenzioni italiane e chiedono che entro dicembre venga presentato un piano dettagliato.

NOSTRE INFORMAZIONI
Provvista di Chiesa
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Nuevo Casas Grandes (Messico) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Jess Jos Herrera Quionez, del clero della Diocesi di Mexicali.

Dalle Chiese Orientali


Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Arcivescovo Maggiore di Kyiv-Haly, col consenso del Sinodo Permanente, riunitosi a Curitiba in Brasile il 10 settembre 2011, ed avendo informato la Sede Apostolica, ha accettato la rinuncia al governo pastorale dellEparchia di Sambir-Drohobych degli Ucraini (Ucraina), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Julian Voronovsky, M.S.U., in conformit al canone 210 1 del Codice dei Canoni delle Chiese O rientali. Allufficio di Vescovo Eparchiale di Sambir-Drohobych degli Ucraini gli succede il Vescovo Coadiutore, Sua Eccellenza Monsignor Jaroslav Pryriz, C.SS.R.

Mentre lOnu vota una risoluzione per la fine della missione dellAlleanza atlantica

Coalizione internazionale per sostituire la Nato in Libia


PAGINA 3

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Montini ai salesiani sulleducazione

Non rinunciate alla sfida dei ragazzi difficili


CARLO DI CICCO
A PAGINA

Il presidente dellEurogruppo, Juncker, durante una conferenza stampa (Epa)

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LOSSERVATORE ROMANO
Il rapporto delle Nazioni Unite sullo stato della popolazione

venerd 28 ottobre 2011

Dossier annuale di Caritas italiana e Fondazione Migrantes

Un mondo pi vecchio e pi urbanizzato


NEW YORK, 27. Una popolazione con una vita media pi lunga, a cominciare soprattutto da quella dei Paesi pi industrializzati, e sempre pi urbanizzata, il dato pi macroscopico messo in evidenza dalledizione 2011 del rapporto Lo stato della popolazione mondiale, realizzato dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa). Il rapporto stato presentato in tutto il mondo ieri, alla vigilia della data del 31 ottobre, considerata convenzionalmente il giorno in cui il pianeta raggiunger i sette miliardi di abitanti, un miliardo in pi rispetto al 2000 e ben sei miliardi in pi rispetto al 1800. Il rapporto sancisce il positivo allungamento della vita media gli ultrasessantenni nel 1980 erano 384 milioni, mentre oggi sono 893 milioni e laspettativa di vita ha toccato il nuovo record di 69 anni (67 per gli uomini, 71 per le donne) ma sottolinea le ancora enormi disparit tra Paesi ricchi e Paesi poveri anche sotto questo specifico aspetto. Infatti lUnfpa parla di una popolazione al tempo stessa pi vecchia e pi giovane rispetto al passato, con un allargamento della forbice tra ricchi e poveri. Le persone con meno di 25 anni di et sono il 43 per cento degli abitanti del mondo, ma questa percentuale sale al 60 per cento nei Paesi meno industrializzati dove numero delle persone in et produttiva in grado di sostenere chi ha pi di 65 anni sar dimezzato. Questo produrr tensioni nei sistemi pensionistici e di previdenza sociale, pubblici e privati, lallarme lanciato dallUnfpa, anche perch gi oggi nel mondo 4 adulti su 5 in et pensionabile non percepiscono alcun reddito dai programmi pensionistici privati o pubblici. Secondo il rapporto dellUnfpa destinato a crescere il fenomeno dellurbanizzazione. La previsione del fondo delle Nazioni Unite che i prossimi due miliardi di persone saranno concentrate nelle citt e che gi nel 2025 il mondo avr altre otto megalopoli (citt con pi di dieci milioni) in aggiunta alle attuali dieci. Sempre secondo le previsioni dellUnfpa, fra 35 anni vivranno in citt due su tre abitanti del mondo. Questo sar anche il risultato di una sempre pi intensa mobilit umana che ovunque allinterno dei singoli Paesi e tra Paesi e continenti diversi porter a un costante espandersi delle citt, certamente con alcuni benefici, ma anche con costi altissimi a cominciare dallimpatto ambientale. Il fenomeno della crescente urbanizzazione e della mobilit interna riguarder anche i Paesi destinati a superare per primi i due miliardi di abitanti, cio la Cina e lIndia.

La chiave di volta dellintegrazione


ROMA, 27. I centocinquantanni di storia unitaria italiana sono fatti anche di una progressiva crescita del numero di stranieri immigrati nel Paese. Nel 1861 gli stranieri residenti in Italia erano 88.639, mentre oggi sono 4.570.317, secondo i dati dellIstat. Lo si si legge nel 21 dossier annuale sul fenomeno migratorio curato dalla Caritas italiana e dalla Fondazione Migrantes, presentato oggi. Lo studio dei due organismi della Conferenza episcopale italiana, intitolato Oltre la crisi, insieme, afferma di conseguenza che lintegrazione la vera chiave di volta di ogni politica di gestione del fenomeno migratorio che possa rivelarsi efficace. Secondo il rapporto, il ventennale lavoro di raccolta, elaborazione e rigorosa interpretazione delle statistiche mostra che la via della convivenza quella da seguire. Una sfida che esige maggiore coinvolgimento e politiche di ampio respiro. In Italia gli immigrati rappresentano almeno il 10 per cento della forza lavoro, assistono 2,5 milioni di famiglie, diventano sempre pi cittadini italiani (66.000 nel 2010 e oltre 600.000 nel complesso), incidono per il 7,9 per cento sul numero totale degli iscritti a scuola, si sposano con gli italiani (257.762 matrimoni misti fra il 1996 e il 2009), mentre ci sono 650.000 stranieri di seconda generazione nati in Italia. Le stime del dossier sono aggiornate al 31 dicembre 2010 e i suoi oltre cinquanta capitoli si soffermano sui contesti internazionale e nazionale e sono completati da quelli dedicati alle regioni, alle province autonome e alla capitale. Nella trattazione si tiene conto dei nuovi dati darchivio e delle ultime ricerche sugli aspetti del fenomeno migratorio, da quelli socioeconomici a quelli culturali e giuridici. Come di consueto, lindagine tiene conto sia degli stranieri residenti, appunto 4.570.317, sia di quelli (oltre 400.000) regolarmente presenti, ma non ancora registrati allanagrafe. In totale, 4.968.000 persone senza comprendere ovviamente gli immigrati irregolari cio un numero di poco superiore a quello dellanno precedente (4.919.000) e che porta dal 7 al 7,5 la percentuale di stranieri sul totale della popolazione in Italia. Il rapporto ricorda che a fronte di oltre mezzo milione di nuovi arrivi altrettante sono state le uscite, e attribuisce ci al fatto che molti immigrati rimasti senza lavoro, hanno perso i permessi di soggiorno (nel 2010 non ne sono stati rinnovati 684.413, due terzi per lavoro e un terzo per famiglia). Se dopo i sei mesi concessi dalla legge italiana per cercare una nuova occupazione non lhanno trovata, sono stati costretti ad andar via o a diventare irregolari. Larea territoriale con pi presenza di immigrati il nord ovest (35 per cento), seguita dal nord est (26,3 per cento), dal centro (25,2 per cento, con la capitale Roma che comunque la citt con la presenza pi alta), dal sud (9,6 per cento) e dalle isole (3,9 per cento). La comunit straniera pi popolosa quella romena (quasi un milione), seguita da quelle albanese (482.000), marocchina (452.000), cinese (209.000) e ucraina (200.000). Per quanto riguarda lappartenenza religiosa, c una maggioranza di cristiani (2.465.000, circa il 54 per cento). Seguono i musulmani (1.505.000, il 32,9 per cento), gli induisti (120.000, il 2,6 per cento) e buddisti (89.000, l1,9 per cento). Ci sono poi 61.000 fedeli di altre religioni orientali, 46.000 che fanno riferimento alle religioni tradizionali, per lo pi dellAfrica, 7.000 ebrei, mentre 83.000 sono gli immigrati appartenenti ad altre religioni non prese in considerazione. A questi si aggiungono 196.000 immigrati, il 4,3 per cento del totale, classificati come atei o non religiosi, in prevalenza provenienti da Paesi dellEuropa orientale e dellAsia, soprattutto dalla Cina. Allargando lorizzonte al contesto europeo e mondiale, il dossier ricorda che nellultimo decennio le migrazioni hanno sottratto alla povert estrema mezzo miliardo di persone, ma che ancora ne soffrono un miliardo e mezzo. NellUnione europea sono 32.500.000 i residenti con cittadinanza straniera, pari al 6,5 per cento della popolazione, mentre quasi quindici milioni sono diventati cittadini dei Paesi di accoglienza, attualmente nella misura di 776.000 lanno, per cui quasi un decimo della popolazione europea non nata nel continente.

Un edificio residenziale nella citt cinese di Wenzhou (Reuters)

concentrato l88 per cento dei ragazzi tra i 10 e i 19 anni. Sul piano economico, il risultato che in una regione come lAfrica subsahariana solo il 57 per cento dei giovani partecipa alla forza lavoro. Diversamente, nei Paesi ricchi il rapporto dellUnfpa fa riferimento a quelli aderenti allO rganizzazione per per la cooperazione e lo sviluppo economico una persona su

quattro ha pi di sessantanni. In alcune Nazioni, per esempio in Italia, dove il tasso di fecondit inferiore al cosiddetto livello di sostituzione (2,1 per cento di nascita annue rispetto al numero di abitanti), fra quarantanni gli ultrasessantenni saranno uno su tre. Pi in generale, llUnfpa d per certo che nel 2050 gli ultrasessantenni saranno 2,4 miliardi, mentre il

Irlanda al voto per eleggere il presidente


DUBLINO, 27. Si vota oggi in Irlanda per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Pi di tre milioni di elettori sono chiamati a scegliere il successore di Mary McAleese per il prossimo settennato e a votare su due referendum costituzionali. I candidati sono sette. Favorito lindipendente Sean Gallagher, dato dai sondaggi al 40 per cento, seguito dallex ministro laburista, Michael D. Higgins, con il 25 per cento, e da Martin McGuinness, del Sinn Fin con il 15 per cento dei voti. La complessit del sistema elettorale irlandese rilevano gli analisti politici potrebbe far slittare a sabato la diffusione dei risultati ufficiali: gli elettori, infatti, mettono i candidati in ordine di gradimento e, dopo lo spoglio, si procede a uneliminazione progressiva finch un candidato non raggiunge la maggioranza assoluta.

Il Cremlino ritiene che la moneta cinese diventer presto la valuta di riserva mondiale

A Mosca piace lo yuan ma non la Tobin tax


MOSCA, 27. Il Cremlino crede nello yuan: la moneta cinese diventer la nuova moneta di riserva internazionale, scalzando cos il dollaro dal suo storico primato. In unintervista alla vigilia del G20 a Cannes il consigliere economico del Cremlino, Arkady Dvorkovich, non ha escluso che in un futuro prossimo lo yuan possa diventare una moneta di riserva mondiale, quando Pechino toglier restrizioni sui mercati valutari e finanziari. Dvorkovich ha ribadito che Mosca punta a rafforzare anche luso del rublo, che a suo avviso una valuta forte e pu essere comparata a quella canadese o australiana. Anche per questo la Russia non approva il progetto di una tassa sulle transazioni finanziarie, la cosiddetta Tobin tax. Dvorkovich ha precisato che Mosca potrebbe anche trarre profitto da manovre fiscali del genere. Tuttavia ha spiegato il consigliere economico la Russia non ha bisogno di questa misura perch ostacolerebbe i suoi progressi nel rafforzamento del settore finanziario, dove vuole diventare un centro dimportanza mondiale nel giro di 4-5 anni. Il Paese, ha aggiunto il consigliere Dvorkovich, ha gi tasse molto elevate sul petrolio e sulle materie prime, e questo sufficiente per il momento.

America latina e Caraibi minacciati dalla povert


SANTIAGO DEL CILE, 27. La met della popolazione dellAmerica latina e dei Caraibi, circa seicento milioni di persone, rischia di ritrovarsi in condizioni di povert per limpatto della crisi economica e finanziaria mondiale. Un allarme in questo senso stato lanciato dalla Commissione economica per lAmerica latina e i Caraibi (Cepal), in un momento in cui i prezzi degli alimenti sono pi alti del 40 per cento rispetto a quattro anni fa e la volatilit dei mercati la pi significativa degli ultimi trentanni. Secondo uno studio condotto in 18 Paesi latinoamericani, lestrema povert gi colpisce fra il 14 e il 15 per cento degli abitanti, ma la vulnerabilit di fronte alla povert sale a circa il 50 per cento, come ha rilevato Martn Hopenhayn, responsabile dellufficio per lo sviluppo sociale della Cepal, intervenendo a un convegno a Santiago del Cile. Nella categoria dei vulnerabili i parametri dellOnu fanno rientrare le persone con scarsa istruzione, lavori precari, prive di beni immobiliari e pertanto maggiormente esposte alle conseguenze delle crisi. Dobbiamo costruire un sistema di protezione sociale non solo centrato sul pilastro contributivo del mondo del lavoro, ma anche su un pilastro di solidariet per tutta questa massa di gente che non tutelata attraverso il lavoro, ha sostenuto Hopenhayn, ricordando che lAmerica latina la regione pi diseguale al mondo: due terzi della ricchezza sono detenuti dalle grandi aziende e le differenze sul piano dellistruzione per una persona segnano gi quello che sar il resto della sua vita. Intervenendo allo stesso convegno, lesperta della Fao Adonimarn Sanches ha rilevato inoltre che lestrema variabilit dei prezzi dei generi alimentari nel 2001 ha avuto un forte impatto sulla povert e la sicurezza alimentare al livello globale. In America latina il 9 per cento della popolazione totale ogni giorno si sveglia con la fame.

Scarseggia il lavoro nella City londinese


LONDRA, 27. Gli impieghi nella City londinese sono in calo. Leffetto della crisi si fa sentire e anche nel dorato mondo della finanza il lavoro scarseggia, tanto che stando alle statistiche diffuse dalla stampa si sta tornando ai livelli del 1998, dunque a dieci anni prima dello scoppio della bolla americana che ha innescato il crack mondiale. Secondo i dati stabiliti da una ricerca dellistituto Cebr i manager saranno in tutto 288.000: un calo consistente, se si pensa che nel 2007 superavano i 350.000. Il Cebr stima che nel 2012 laumento degli impieghi nel mondo finanziario britannico sar pari a tremila posti. Tuttavia, le perdite toccheranno quota 27.000. Gli analisti spiegano il calo con lentrata in vigore della nuova normativa sulla finanza. Normativa che infatti sar molto pi stringete che in passato, come stabilito dalla commissione Vickers, preposta alla riforma del settore.

Banconote statunitensi, cinesi ed europee (Ansa)

Quanto crescono i paperoni americani


WASHINGTON, 27. I redditi medi degli americani sono saliti del 62 per cento in trentanni. Ma i pi ricchi, i paperoni che rappresentano lun per cento della popolazione, hanno visto balzare i loro redditi del 275 per cento, secondo i dati diffusi dal Congressional Budget Office. I redditi delle classi abbienti ma che non rientrano nelllite dellun per cento sono saliti del 65 per cento. Lo studio in questione stato promosso dal democratico Max Baucus e dal repubblicano Charlers Grassley. lultima prova dellallarmante crescita della diseguaglianza afferma il democratico Sander Lavin. Certamente i risultati dello studio alimenteranno il dibattito politico, con i repubblicani alla Camera dei Rappresentanti che respingono le accuse del presidente Obama sul blocco del piano a sostegno del mercato del lavoro. Lo speaker della Camera dei Rappresentanti, John Boehner, ha sottolineato la necessit di agire subito e di non rimandare i piani alle prossime elezioni. Boehner ha messo in evidenza come la Camera dei Rappresentanti a maggioranza repubblicana ha approvato 15 iniziative che ora sono in Senato ad attendere.

Washington punisce i manager disonesti


NEW YORK, 27. Lex manager di Goldman Sachs, Rajat Gupta, si dichiarato non colpevole dei sei capi daccusa per insider trading che le autorit americane hanno mosso nei suoi confronti. Gupta, che si consegnato in mattinata allFbi, apparso in tribunale e il giudice ha fissato in dieci milioni di dollari la cauzione. Sessantadue anni, ex McKinsey ed ex direttore di Goldman Sachs, Gupta accusato in particolare di aver fornito informazioni riservate al finanziere Raj Rajaratnam, gi condannato a undici anni di carcere, sempre per insider trading. Rajat Gupta era una persona ritenuta fidata dalle istituzioni americane, sedeva nei loro consigli di amministrazione con manager e direttori, e riceveva informazioni confidenziali cos da poter offrire i suoi consigli e le sue consulenze nellinteresse degli azionisti, ha affermato il procuratore Preet Bharara. Gupta ha rotto il rapporto di fiducia ed divenuto gli occhi e le orecchie indiscrete nelle sale dei consigli per il suo amico e partner Raj Rajaratnam ha detto il procuratore. Le accuse del Governo sono senza fondamenta ha messo in evidenza Gary Maftalis, legale di Gupta.

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venerd 28 ottobre 2011

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Mentre lOnu vota una risoluzione per la fine della missione dellAlleanza atlantica

Coalizione internazionale per sostituire la Nato in Libia


TRIPOLI, 27. Una nuova coalizione, guidata dal Qatar, per sostituire la Nato in Libia alla fine della missione Unified Protector. Lipotesi spunta a Doha, dove ieri si tenuta una riunione di comandanti militari di diversi Paesi con il Consiglio nazionale di transizione per discutere del futuro della Libia, in particolare delle condizioni di sicurezza, considerate nonostante la caduta del regime e la morte di Muammar Gheddafi ancora precarie. A dare lannuncio stato il capo di Stato maggiore del Qatar, Ahmed Ben Ali Al Atia, che ha spiegato che la forza multinazionale dovrebbe aiutare la stabilizzazione politica della Libia e laddestramento sul terreno delle forze di sicurezza, ma ha precisato senza partecipare a operazioni di polizia. Il Consiglio di sicurezza dellOnu si riunir oggi per votare una risoluzione per mettere fine alla missione della Nato in Libia. Lo scrive lagenzia Reuters che ha ottenuto una copia della risoluzione, abbozzata dalla Gran Bretagna. Se, come previsto, il documento sar approvato, la missione dellAlleanza atlantica si concluder il 31 ottobre, nonostante le richieste del Consiglio nazionale di transizione libica di prolungarla fino a fine anno. La Nato ha intanto rinviato a venerd la riunione, prevista per ieri, per decidere sul prolungamento della missione oltre il 31 ottobre (data stabilita in via preliminare dal Consiglio atlantico la settimana scorsa) per dare tempo al segretario generale Anders Fogh Rasmussen di proseguire le consultazioni con lOnu e il Cnt. Da Doha infatti arrivato anche lappello allAlleanza del presidente del Consiglio libico, Mustafa Abdel Jalil, di prolungare la missione e la no-fly zone fino alla fine dellanno, una richiesta che potrebbe essere formalizzata nei prossimi giorni al Consiglio di Sicurezza dellOnu. Ora che i raid sulla Libia sono finiti, ha commentato comunque il ministro degli Esteri francese, Alain Jupp, i partner dellAlleanza atlantica devono pensare a un altro modo per accompagnare la transizione. Liniziativa del Qatar si inserisce proprio in questo nuovo contesto di sostegno alla transizione, ma soprattutto conferma la volont dellemirato di allargare e rafforzare la propria influenza politica, oltre che economica, in Nord Africa. Doha stata infatti la prima a riconoscere il Cnt come rappresentante della Libia sin dalle prime settimane della rivolta contro Gheddafi, ha sostenuto i ribelli con forniture di munizioni e aiuti umanitari e con la capillare copertura mediatica di Al Jazeera, ma soprattutto stato confermato ieri dallo stesso Al Atia con centinaia di soldati qatarini scesi in campo al loro fianco nelle operazioni militari. E ora intende guidare la futura coalizione di volenterosi. Sul terreno intanto continua la caccia al figlio di Gheddafi, Saif Al Islam, ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra insieme allex capo dei servizi segreti Abdullah Al Senussi. Fonti tuareg danno Saif in salvo in Niger, dove si rifugiato anche il fratello Saadi. Secondo il Cnt, invece, i due sarebbero pronti a consegnarsi allAja, anche se la Corte non ne ha alcuna conferma. Forse Saif preferirebbe un processo allAja piuttosto che fare la fine del padre e del fratello Mutassim, le cui immagini hanno fatto il giro del mondo.

La manifestazione delle donne nella capitale yemenita (LaPresse/Ap)

Due poliziotti egiziani condannati per la morte di un dimostrante


IL CAIRO, 27. Due poliziotti egiziani sono stati condannati a sette anni di carcere per lomicidio di un attivista politico, la cui morte contribu a infiammare la rivolta contro il presidente Hosni Mubarak. Il ventottenne Khaled Said fu assassinato nel giugno del 2010: dopo la diffusione di foto choc del suo cadavere brutalizzato dalle violenze, era nata su internet la pagina Siamo tutti Khaled Said che ha avuto un ruolo importante nel fomentare le proteste contro Mubarak. E una manifestazione per difendere la rivoluzione di febbraio e chiedere alla Giunta militare al potere in Egitto di trasferire i suoi poteri a un Governo eletto si terr oggi a piazza Tahrir, al Cairo. La manifestazione sar anche loccasione per ribadire la necessit che le elezioni parlamentari previste il 28 novembre siano libere e regolari e si svolgano in adeguate condizioni di sicurezza. Il partito salafita egiziano di Nour (Luce) ha siglato un codice donore con Giustizia e Libert, la formazione affiliata ai Fratelli musulmani, per evitare di danneggiarsi reciprocamente durante la campagna elettorale per il voto legislativo. Nour capeggia una coalizione di partiti ultraconservatori mentre Giustizia e libert rappresenta la forza principale di uno schieramento trasversale denominato Allenza democratica. Intanto, Hussein Tantawi, capo del Consiglio supremo delle forze armate egiziano, indicato come nuovo presidente della Repubblica. il messaggio, riferisce il quotidiano Masri El Youm, della campagna di una nuova formazione chiamata LEgitto prima di tutto, che ha affisso decine di poster al Cairo e ad Alessandria con limmagine di Tantawi, ex ministro della Difesa di Mubarak, e il logo il popolo chiede stabilit. I fondatori dello schieramento annunciano che nelle prossime due settimane cercheranno di raccogliere un milione di firme a sostegno della candidatura di Tantawi.

Dopo nuovi e sanguinosi scontri tra esercito e oppositori

Protestano le donne a Sana


SANA, 27. Il giorno dopo la dichiarazione del cessate il fuoco, non rispettato, tra lesercito yemenita e i soldati disertori che appoggiano lopposizione, un gruppo di donne sono scese in piazza nella capitale e hanno bruciato i loro veli tradizionali, in un fal di protesta contro il presidente Ali Abdullah Saleh. la prima volta in nove mesi di proteste antigovernative che si verifica un evento del genere. Un gesto altamente simbolico. Prima dellora fissata per la tregua almeno dieci persone sono morte in incidenti a Sana e a Taiz, 270 chilometri a sud ovest della capitale. Il cessate il fuoco stato firmato tra il Governo e il generale ribelle Mohsen Al Ahmar, fratellastro del presidente, quattro giorni dopo che il Consiglio di sicurezza dellOnu ha approvato una risoluzione in cui chiede a Saleh di farsi da parte dopo 33 anni di potere, accettando un piano di transizione proposto dai Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo Persico. Intanto, tre miliziani di Al Qaeda sono rimasti uccisi e sei sono rimasti feriti in un raid aereo eseguito probabilmente da un drone americano nel sud dello Yemen. Lo ha riferito lemittente Al Jazeera.

In attesa dei dati definitivi delle elezioni per lAssemblea costituente

Ennahdha pronta a governare in Tunisia


TUNISI, 27. Ennahdha ha vinto, anche se il dato ufficiale tarda ad arrivare ( nettamente in testa dopo lo spoglio dei voti di 14 delle 27 circoscrizioni e ha gi conquistato 85 seggi) e si prepara quindi a governare con Hammadi Djebali gi premier designato. Tutto questo in attesa che lAssemblea costituente, da qui a una dozzina di giorni, si riunisca e intraprenda il lungo e non agevole cammino che la porter prima alla redazione della Carta, poi, entro un anno, a passare la mano al primo Parlamento eletto del Paese. Le prime mosse, da vincitore ufficioso, di Ennahdha sono state allinsegna del pragmatismo, con dichiarazioni che hanno dato il segno di quello che vuole chiedere al Paese di fare. In un po tutti i campi, a cominciare dalla vita quotidiana. Su questo Rachid Gannouchi stato chiaro, toccando ieri, in una intervista radiofonica, campi diversi. Come, per esempio, la sua ferma volont che il Paese debba restare arabo, abbandonando le influenze lasciategli in eredit dal protettorato francese. Protettorato che, se ha dato la sua importante impronta in molti settori, secondo Gannouchi, continua a inquinare, con la lingua, la cultura del Paese. La Tunisia araba, ha detto ancora Gannouchi, e larabo deve essere la sua lingua. Ma il leader di Ennahdha ha anche parlato di economia, aprendo la porta agli investitori stranieri, senza mettere i paletti che qualcuno temeva. La stessa investitura di Hammadi Djebali a premier da parte di Gannouchi rientra in questottica perch il futuro premier uomo concreto, dazione, ma anche di pensiero. Sorprende, e molto, il fatto che Gannouchi parli gi del futuro presidente della Repubblica, facendo intendere che non sar lui, come credevano in molti e speravano tutti i sostenitori di Ennadha. Forse in questo modo intende ritagliare per s il ruolo di padre nobile del Paese, che si attaglia perfettamente al suo profilo. Ma c da fare qualche considerazione anche sulla situazione istituzionale del Paese che, con la nuova Assemblea costituente, elegger un presidente della Repubblica (lattuale, il provvisorio Foued Mebazaa, ha gi detto che si dimetter prima possibile) che sar nella pienezza delle sue funzioni. Djebali, da parte sua, ha gi ristretto la scelta a tre nomi e se i primi due, in fondo, non sorprendono (Mustapha Ben Jaffar e Moncef Marzouk) quello dellattuale premier, Bji Cad Essebsi, a sorprendere, visti anche i rapporti non sempre idilliaci tra lui ed Ennahdha. Lindicazione di tre possibili presidenti esterni al partito, quindi, un fatto inatteso, anche se politicamente ci sta, ma che non chiude la porta certo allipotesi che tutto il popolo di Ennahdha faccia appello a Gannouchi e lui, sulla spinta di questa forte richiesta, sia costretto, ad accettare, magari sperando che la futura Costituzione definisca il ruolo di capo dello Stato nellottica che lui ritiene pi confacente o funzionale ai programmi del partito.

La Giordania passer al sistema parlamentare


AMMAN, 27. A partire dalle prossime elezioni la Giordania passer al sistema parlamentare. Lo ha annunciato ieri Abdullah II bin Hussein re di Giordania, che in base alle leggi in vigore titolare del potere esecutivo e nomina il Governo, nel corso della cerimonia di riapertura dei lavori del Parlamento dopo la pausa estiva. Voglio sottolineare di fronte a questa Camera che siamo impegnati ad adottare un sistema parlamentare ha detto il re di Giordania di fronte ai deputati. Vogliamo che il sistema entri in vigore con il prossimo Parlamento, che vogliamo sia il prodotto di un ampio processo di trasformazione democratica ha aggiunto senza precisare la data delle prossime elezioni, che potrebbero tenersi nella seconda met del 2012, dopo ladozione di nuove leggi sui partiti e sul sistema elettorale. Le circostanze critiche e le trasformazioni nella regione ha spiegato il re di Giordania ci spingono a portare avanti la nostra convinzione che lunica via per lo sviluppo sia quello delle riforme, della partecipazione popolare, della correzione dei precedenti errori e del completamento di un sistema che assicuri la separazione dei poteri. Ieri Abdullah II bin Hussein re di Giordania ha approvato il nuovo Governo guidato da Awn Khasawneh, ex giudice della Corte di Giustizia internazionale.

Sostenitori del Partito islamico dopo il risultato del voto (Epa)

Elicotteri violano lo spazio aereo pakistano


ISLAMABAD, 27. Due elicotteri della Nato hanno violato ieri lo spazio aereo pakistano nel distretto tribale del Nord Waziristan, alla frontiera con lAfghanistan, dove sono dislocate le basi dei miliziani talebani. Lo hanno detto fonti militari ai giornalisti pakistani, precisando che i due velivoli hanno oltrepassato la frontiera e per circa un quarto dora hanno sorvolato la zona di Datta Khel. Di recente, la Nato ha rafforzato le truppe al confine del Waziristan settentrionale per una nuova offensiva contro i ribelli islamici. Intanto, sempre nel nord, nove persone sono morte in diversi episodi di violenza e incidenti. Nella Khyber Agency sono stati segnalati scontri tra militanti e milizie tribali anti talebane. Una fonte di intelligence ha riferito allAnsa che sono stati uccisi quattro insorti e un esponente della milizia Aman Lashkar. Nel distretto tribale di Orakzai, unesplosione in un negozio di armi ha invece provocato quattro vittime. salita la tensione anche a Peshawar, capoluogo della provincia nord occidentale di Khyber Pakhtunkwa, dove stamane lesplosione di una bomba rudimentale in un affollato mercato ha provocato tredici feriti, tre dei quali in modo grave. Sempre oggi, almeno sei talebani, tra cui alcuni comandanti, sono stati uccisi da un aereo americano senza pilota (drone) nel distretto tribale del Sud Waziristan. Tra le vittime rileva lagenzia Ansa ci sarebbe anche il comandante Hazrat Omar, fratello del leader talebano mullah Nazir. Il velivolo, pilotato a distanza dalla Cia, ha sparato una raffica di missili contro un veicolo che stava trasportando i miliziani. Il raid avvenuto nellarea di Azam Warsak, appartenente al clan dei Wazir e guidato dal mullah Nazir, che controlla circa la met del Sud Waziristan.

Nonostante i positivi colloqui a Ginevra

Per Panetta Pyongyang resta una minaccia


SEOUL, 27. Il segretario alla Difesa statunitense, Leon Panetta, dopo i colloqui in Giappone, a Seoul, nella sua seconda tappa della missione in Asia, ha dichiarato che la Corea del Nord rimane una grave minaccia per la sicurezza nazionale. Le forze militari americane e sudcoreane dislocate nella Corea del Sud sono quindi sulla linea del fronte, ha aggiunto Panetta, parlando dalla guarnigione di Yongsan. Il capo del Pentagono ha sottolineato come il regime comunista di Pyongyang continui a sfidare la comunit internazionale sviluppando armi nucleari e la sua capacit missilistica. Il segretario alla Difesa americano ha quindi aggiunto: Il messaggio che porto che gli Stati Uniti dAmerica rimangono impegnati a difendere la Repubblica della Corea del Sud. Panetta ha inoltre espresso il suo auspicio che la Cina continui a svolgere un ruolo importante per la denuclearizzazione della penisola coreana e per la riforma e lapertura della Corea del Nord. Panetta ha espresso anche scetticismo sulle consultazioni di Ginevra tra statunitensi e nordcoreani sul nucleare. Nel frattempo, per, commenti globalmente positivi della delegazione statunitense sono giunti ieri da Ginevra, al termine di due giorni di consultazioni con rappresentanti della Corea del Nord sulla questione nucleare. Lincontro si inquadra nel tentativo dellAmministrazione di Washington di riprendere i negoziati gi avviati per porre fine al programma nucleare nordcoreano. Abbiamo avuto colloqui molto positivi e, in generale, costruttivi, ha detto ai giornalisti il capo della delegazione statunitense, Stephen Bosworth. Abbiamo ridotto le differenze su diversi punti ed esplorato le nostre divergenze su altri punti, tuttavia ha aggiunto sar necessario pi tempo e pi discussioni. Bosworth si detto convinto che con gli sforzi sostenuti delle due parti sar possibile trovare una base ragionevole per lavvio di negoziati formali per la ripresa dei colloqui a sei (Corea del Nord, Corea del Sud, Stati Uniti, Giappone, Russia e Cina). Bloccati dal 2008 il regime comunista di Pyongyang unilateralmente li ha abbandonati poco prima del suo secondo test atomico i colloqui a sei mirano a ottenere il disarmo del regime nordcoreano. Le due delegazioni resteranno in contatto attraverso il canale della missione della Corea del Nord alle Nazioni Unite. La delegazione del regime comunista di Pyongyang alle trattative di Ginevra era guidata dal vice premier, Kim Kye Gwan. Bosworth era accompagnato dal suo successore allincarico, lambasciatore Glyn Davies.

Fuga da Bangkok alluvionata


BANGKOK, 27. Fuga da Bangkok, oggi, in quello che il primo giorno di un fine settimana di festa eccezionalmente lungo (durer cinque giorni), deciso per decreto del Governo per consentire alla popolazione di affrontare le peggiori inondazioni degli ultimi cinquantanni. Le alluvioni, causate da piogge monsoniche eccezionalmente violente, hanno gi ucciso 372 persone da met luglio e provocato enormi difficolt. La capitale, che conta dodici milioni di abitanti, si prepara a ricevere unenorme massa dacqua che inonda da settimane il nord e il centro del Paese; una massa che scende inesorabilmente verso il Golfo della Thailandia, forzando le dighe e facendo esondare fiumi e canali. Alcune parti del centro di Bangkok sono gi state completamente invase dallacqua.

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LOSSERVATORE ROMANO
Lappello di Giovanni Battista Montini ai salesiani sulleducazione dei giovani: Mettete alla prova il vostro metodo

venerd 28 ottobre 2011

Generazione orfana

Non rinunciate alla sfida dei ragazzi difficili


Il 26 ottobre scorso, nella Sala della Protomoteca del Comune di Roma, si tenuto un convegno di studio organizzato dalla Pontificia Facolt di Scienze dellEducazione Auxilium e dallIstituto Storico Salesiano su Fare gli italiani con leducazione, sulla base di due volumi editi per i 150 anni dellunit dItalia: Le Figlie di Maria Ausiliatrice in Italia (1872-2010). Donne nelleducazione. Documentazione e saggi, a cura di Grazia Loparco e Maria Teresa Spiga (Roma, Las, 2011, pagine 592); Salesiani di don Bosco in Italia. 150 anni di educazione, a cura di Francesco Motto (Roma, Las, 2011, pagine 512). Pubblichiamo stralci dellintervento del moderatore, vice direttore del nostro giornale e del contributo di Andrea Riccardi (universit Roma Tre), relatore al convegno con Giuseppe De Rita presidente del Censis e Marianna Picucci esperta di pedagogia. di CARLO DI CICCO Ad Arese, casa di rieducazione si legge nelle carte i giovani erano tagliati fuori dalle loro famiglie, messi al margine, per cui la rabbia e laggressivit era forte in loro, rinchiusi anche da anni senza grandi speranze per il futuro. Come si sa, la sfida fu vinta dai salesiani con il sistema preventivo fondato su ragione, religione, amorevolezza. Fu un atto di sfida alle diffidenze e di fiducia nella vostra pedagogia commentava Papa Montini nel 1969 la cosa riusc. Siamo riusciti. Siete riusciti. Pi volte avendo fatto visita ad Arese, ho visto la metamorfosi: il ragazzo disteso, circondato di affetto, senza durezza disciplinare, in modo che potesse respirare altra aria che lo facesse diventare buono e capace di altra vita. Ma soprattutto avete dato speranza. Voi avete rimesso nellanima del giovane la speranza nel nome di Cristo e di don Bosco. Vi ho addossato sulle spalle una croce cos grave che oso dirvi grazie non nel mio nome, ma nel nome di Cristo, e vale tutto. E ancora: Sono fiero perch avete dato ai ragazzi ci di cui avevano bisogno: il cortile, il movimento, il gioco, la palestra, lentusiasmo. E poi il lavoro: laboratori con ricchezza di macchinari, capi darte con tenacia specializzata, con didattica appropriata, con arte che vi qualifica maestri. E i giovani hanno ci che utile e ci che piacevole. LOpera vostra spicca tra le altre, per gli utili e sani risultati che d, risultati che possiamo dire miracolosi. Vi auguro di fare pi miracoli di santAntonio. In attesa di miracoli a favore dei giovani anche del nostro tempo, merita un cenno un miracolo gi avvenuto: la storia delle figlie di Maria Ausiliatrice. Dal volume si ricava solo indirettamente mancando unesplicita trattazione: il contributo delle suore salesiane al movimento di emancipazione della donna. Esiste una ragionevole convinzione che la carica propulsiva del sistema preventivo di don Bosco non sia ancora esaurita e che, se applicato, potrebbe venirne un beneficio per il Paese.

Il paradosso del presente

l convegno di studio Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice da 150 anni accanto ai giovani in occasione dei 150 dellunit dItalia ha proposto una lettura critica, nel senso di capacit di discernimento e non semplicemente celebrativo, dei primi 150 anni di educazione realizzata dai salesiani e figlie di Maria Ausiliatrice nel nome di don Bosco. Un nome magico associato in forma indelebile ai giovani. Fatta lItalia si trattava e si tratta di fare gli italiani: uno sforzo ciclopico. Gli inizi del Regno dItalia sono coincisi con lopera educativa di don Bosco che, con la sua invenzione del sistema preventivo in educazione, ha vinto la scommessa di fare il bene. Oggi i salesiani e le suore di don Bosco nel bilancio retrospettivo documentato da due importanti volumi sullazione dei salesiani e delle suore salesiane valutano di aver fatto la loro parte per il bene dellItalia. Una parte non qualunque, a volte perfino determinante per fare delle nuove generazioni buoni cristiani e onesti cittadini. In 150 anni di storia, sul piano civile e religioso e nellambito della conoscenza e dello sviluppo sono accaduti eventi, progressi e drammi impensabili nel 1861. LItalia diventata una repubblica, la Chiesa dalla percezione dellassedio ha maturato una nuova capacit evangelizzatrice fino al dialogo tra le religioni e al comu-

Saggio ginnico Casa Maria Ausiliatrice di Torino risalente agli annti Trenta-Quaranta

ne impegno tra credenti e non no paura e inquietano. La loro credenti per la giustizia e la pace. violenza va decisamente rifiutata. Agli inizi dellItalia unita era le- Ma il fiume carsico della violenza gittimo attendersi un progresso giovanile come apprese don Boamico. La realt ha riservato inve- sco nel sogno dei nove anni ce ai giovani di ogni generazione non avr soluzione scommettendo rilevanti sofferenze e delusioni. sulla repressione anzich sulla meParlare adesso di salesiani e suore dicina della prevenzione che risalesiane, nati nella mente di don chiede agli adulti e alle istituzioni Bosco per contribuire a creare so- di raccogliere la sfida giovanile ciet in dialogo con i giovani, non pu Facile educare i ragazzi bravi avvenire senza fare i conti con loggi gioscriveva ai salesiani il futuro Paolo VI vanile. Bisogna misurarsi La giornata mondiale della giovent, con quelli non bravi, con quelli ribelli e originata in qualche con quelli pericolosi misura dalla crescente attenzione alla pastorale giovanile per decenni con capacit di ascolto, di correrestata marginale nella Chiesa, sponsabilit, perfino qualche sauna bella realt. crificio pur di salvare i giovani. Ma sotto gli occhi di tutti miDon Bosco con il suo esempio lioni di giovani nel mondo lottano di giovane sacerdote che si danna con privazioni e disagi; si contano lanima e si ammala fin quasi a centinaia di migliaia di giovani in- morire per la fatica di stare apdignati in occidente; altri giovani, presso ai giovani sbandati, emargiperfino ragazzi, combattono e nati, carcerati, sfruttati sul lavoro, muoiono in focolai sparsi di vio- deve tornarci alla mente. lenza e ingiustizia. Nel nostro Egli pensava di non aver fatto Paese cresce una domanda di giu- mai abbastanza rispetto allemerstizia, lavoro e dignit. genza giovanile. Benedetto XVI Gli stessi black block sono per di analogo avviso se ha rilanciato lo pi giovani e giovanissimi: fan- lemergenza educativa per un nuo-

vo umanesimo solidale e citt vivibili. Tra le mille pagine di storia, cifre e analisi dei due volumi editi dalle salesiane e dai salesiani, vorrei attirare lattenzione sulla storia di Arese difficile carcere giovanile perch stato una vera sfida emblematica allefficacia del sistema preventivo su cui trova senso, ancora oggi, lintera impalcatura salesiana nel mondo. Si tratt di una sfida suggerita alle autorit italiane gi dal cardinale Ildebrando Schuster e rilanciata poi dallarcivescovo Giovanni Battista Montini nel 1955. Se voi educate i ragazzi bravi, sono buoni tutti pi o meno scriveva ai salesiani il futuro Paolo VI Ma bisogna che vi misuriate con quelli non bravi, con quelli ribelli, con quelli pericolosi, con quelli con cui gli altri non ci riescono. Fate vedere, saggiate il vostro metodo.

poco servirebbe avere una grande storia da raccontare osserva don Pierfausto Frisoli, al convegno Fare gli italiani con leducazione se non avessimo una parola da dire, oggi, sulla condizione dei giovani, italiani ed immigrati, presenti nel nostro Paese. Nel suo intervento don Frisoli, consigliere regionale dei sales iani di don Bosco per lItalia, ha proposto una fotografia in cifre dellattuale presenza dei salesiani nel Belpaese: Siamo presenti in tutte le regioni italiane, eccetto il Molise, con 209 opere e 2691 confratelli. La tipologia delle opere esprime chiaramente la nostra opzione giovanile e popolare. I giovani sono una risorsa, non un problema, gli ha fatto eco Marianna Pacucci, descrivendo il paradosso di una generazione orfana per eccesso di genitori e per la diffusa mancanza di autorevolezza di una pletora di figure educative incapaci di rendere meno incerto il futuro e pi concreta la speranza. Per questo cos preziosa la figura di un educatore esterno alla famiglia. Le opere pi numerose continua don Frisoli sono gli Oratori e i Centri giovanili (160, di cui 121 annessi a Parrocchie salesiane). Le scuole sono 138 con 1066 classi e 25.703 allievi. I Centri di Formazione Professionale 49 con 18.619 allievi dai 14 ai 18 anni, nella fascia dellobbligo formativo, senza contare i partecipanti a progetti formativi specifici (apprendistato, formazione dei giovani a rischio, carcerati). Abbiamo poi 26 servizi residenziali per minori (comunit alloggio, comunit familiari, case famiglia) e 30 servizi diurni e preventivi per minori, 6 servizi resi-

Troppe figure educative prive di autorevolezza spesso non aiutano i giovani a crescere e a maturare una speranza per il futuro
denziali per tossicodipendenti, 15 servizi diurni preventivi delle tossicodipendenze, 17 servizi di prima accoglienza per immigrati. Infine abbiamo 36 residenze universitarie. Nel campo della ricerca e della Formazione superiore, la Congregazione presente con lUniversit Pontificia Salesiana. La storia di ieri e di oggi continua Frisoli conferma la opzione preferenziale in Italia, come nel resto del mondo, dei Salesiani per i ceti popolari e per i giovani delle fasce deboli, pi esposti al rischio della emarginazione e della devianza (poveri, abbandonati, pericolanti). La geografia parla da sola: Palermo Santa Chiara, Catania Salette, Locri, Corigliano Calabro, Napoli Rione Amicizia e Napoli Doganella, Torre Annunziata, Portici, Foggia, Bari Rione Libert, Roma Prenestino, Barriera di Milano, sono alcune delle presenze nei quartieri pi popolari, dove si esprime il carisma salesiano per le antiche e nuove forme di povert. Nella citt di Roma, siamo tuttora nelle periferie in particolare nella area sud est della citt, la pi popolata, al Tuscolano, al Prenestino, al Tiburtino, al Nuovo Salario, al Testaccio, alla Stazione Termini. Questo ci fa comprendere che Don Bosco non solo un grande personaggio della storia dellOttocento, ma un progetto vivo che suscita attrazione e genera vita e futuro per la vita e la speranza di tanti giovani in 132 nazioni del mondo. Pi futuro che passato, quindi, per prolungare e realizzare un sogno che non solo umano. Un antidoto alla cultura dominante che suscita indifferenza e apatia verso il domani, capace di costruire futuro, come sottolineano nel breve saluto il sindaco di Roma e i messaggi ricevuti dagli organizzatori del convegno (tra gli altri, la lettera del segretario generale della Presidenza della Repubblica italiana e il telegramma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone). Il convegno aveva appunto lo scopo di riaprire il dibattito sul contributo educativo di migliaia di educatori che in 150 anni hanno raggiunto ragazzi e ragazze di tutte le regioni dItalia, offrendo una formazione capace di prepararli alla vita. Lesperienza maturata in tanti campi di formazione si pone anche oggi in ascolto delle attese giovanili per offrire le risorse di uneducazione attenta a tutta la persona, capace di inserirsi positivamente nella societ. Giuseppe De Rita (presidente del Censis) con una interpretazione geo-statistica dei dati abbondantemente raccolti nei volumi citati durante il convegno ha proposto una sorta di studio di fattibilit per un nuovo patto fra le generazioni, rivolto alle comunit educanti, a quanti lavorano nelle istituzioni civili ed ecclesiali con attenzione alleducazione, nella consapevolezza che necessario operare in rete per favorire realmente linteresse per i giovani. Dalle radici, il futuro ha concluso madre Yvonne Reungoat, superiora generale dellIstituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, parlando del carisma allorigine della sua vocazione . Nel triennio in preparazione al bicentenario della nascita di quel genio educativo che stato don Bosco scommettere sui giovani mediante leducazione una sfida e una grande responsabilit. Vogliamo accoglierla con rinnovata passione.

Fare gli italiani in un Paese diviso

Imprenditori e imprenditrici del bene


di ANDREA RICCARDI Il grande problema della storia italiana stato fare gli italiani in un Paese diviso, polarizzato, in cui le masse sono entrate lentamente nella storia, spesso attraverso eventi drammatici come le guerre mondiali. Per scrivere una storia degli italiani necessario oggi ne siamo convinti, ma ieri pochi lo erano cercare itinerari non solo politici. Uno rilevante lopera delle salesiane e dei salesiani. A considerarlo, ci porta non solo loggettivit del loro lavoro educativo; ma anche il lavoro di validi studiosi raccolti attorno allIstituto Storico Salesiano, che hanno messo in luce la via salesiana in Italia. La congregazione di don Bosco ha unimpostazione educativa e non intellettualista, come il fondatore. Eppure la comprensione del presente si accompagna a una certa cultura storica. Cos era anche in don Bosco che non va dimenticato fu lautore di varie Storie, tra cui una Storia dItalia dai suoi primi abitatori ai nostri giorni, un testo divulgativo, non polemico, ma di grande rilievo nel formare la coscienza nazionale degli italiani del Risorgimento. Ma come don Bosco e i suoi, in tempi difficili di conflitto dello Stato sabaudo e italiano con il papato, riuscirono a fare gli italiani? Si potrebbe liquidare la questione con la risposta che lopera salesiana frutto di una furbizia abile e accomodante. Io credo che sarebbe riduttivo, perch don Bosco e i salesiani rappresentano una presenza che ha una fonte ispirativa, la Chiesa, un primato, quello della persona umana, particolarmente dei giovani, un orizzonte vissuto pienamente, la patria o lItalia unita. C, a partire da don Bosco, una strategia salesiana. Il fondatore con Pio IX, condividendone lintransigenza verso la societ moderna, la laicit, il liberalismo. Non un cattolico liberale. Eppure non estraneo al suo Paese, al suo futuro, che significa le giovani generazioni. Cerca gli spazi del possibile per lopera, mosso da un primato: il bisogno educativo e religioso dei giovani e dei poveri. Si devono trovare gli spazi del possibile per lopera, ma anche perch lItalia ne ha bisogno. Il fondatore guarda la storia con lesperienza umana della Chiesa, per cui le transizioni violente o traumatiche sono negative: Le rivoluzioni non fanno mai la felicit dei popoli. Don Bosco non un accademico e non ama discussioni intellettualistiche, ma ha una visione concreta, informata. Per lItalia del Risorgimento avrebbe sognato una transizione moderata, ma accetta la realt. Per lui lumanit italiana intrisa di cristianesimo, anche se non viene riconosciuto. Non solo una rivendicazione politica, ma una cultura a cui formare le giovani generazioni. Don Bosco capisce la politica, ma non si colloca politicamente. Il suo progetto intimamente cristiano, umano, ma naturalmente italiano. I 150 anni dUnit coincidono quasi con la fondazione dei salesiani e delle salesiane, e con la rapida crescita di un popolo attorno alle congregazioni e ai cooperatori, mentre si fa lItalia. quanto tenta uno Stato accentratore, che fa sentire la sua mano dura nel Sud, ma che realizza listruzione elementare obbligatoria e gratuita (laica) con la legge Coppino del 1877. Qui si colloca la geniale invenzione delloratorio per uneducazione di popolo. Non elite ma popolo: il coraggio di essere popolari, di creare un popolo di lavoratori, di buoni cittadini, di cattolici, di padri e di madri. In questo andare al popolo, partendo dai giovani, c il segreto della lunga scia lasciata nel Paese. Cos lo studio della diffusione capillare delle opere, nelle citt e nelle zone remote, rivela la scelta di radicarsi tra gli italiani. un popolo in cui si staglia una figura che ci pu apparire antica, ma ha la sua novit e carismaticit, la suora: per don Bosco vera religiosa ma anche libera cittadina. Si possono dire le limitazioni storiche a cui sottoposta la donna salesiana rispetto agli Albergo dei fanciulli-Istituto Maria Ausiliatrice, Genova, prima guerra mondiale uomini, ma linvenzione della suora otto-novecentesca una realt, di cui poco toposti a tensioni e gravi crisi. Una storia si sono tratte le conseguenze: presenza fem- dItalia, che non sia quella del palazzo, non minile in un tessuto sociale dominato dal pu non tener conto di queste reti che hanmaschile e talvolta dal militaresco, figura di no fatto gli italiani e che hanno indicato le madre in un mondo in cui gli orfani erano strade del futuro a milioni di donne e di tanti o le famiglie sottoposte a tensioni, uomini, fin dalla giovinezza. Non solo una educatrice al femminile, accogliente tra tan- grande opera, pragmaticamente realizzata, te solitudini, imprenditrice del bene e di ma una proposta di valore nella storia naDio. una riflessione che non riguarda so- zionale. Diffusa fuori dallItalia, porta con lo le salesiane, ma varie consorelle di con- s un pezzo dItalia. Litalianit salesiana gregazioni coeve che hanno realizzato un rifugge il nazionalismo, perch consapevole cattolicesimo al femminile che ha dato un che nei cromosomi della nazione sta scritta volto umano alla Chiesa. C un popolo sa- una vocazione alluniversale. un senso lesiano tra gli italiani, senza frontiere come nazionale e cattolico che piaceva a Giovangli oratori sempre aperti. A cento anni dalla ni Paolo II, immemore di tanti conflitti itapresa di Roma, nel 1970, gli studenti sono liani. Non solo una proposta educativa. Ma 27.000, gli oratoriani 50.000 (ma quante ge- anche un capitolo di cultura italiana, nerazioni passano!), i parrocchiani (spesso scritta, trasmessa, vissuta da un popolo. in ambienti popolari) 960.000, senza conta- Abbiamo studiato tanto i conflitti Chiesare quelli raggiunti dalla buona stampa e Stato o le dimensioni politiche dei cattolici. dalleditoria. Il popolo salesiano come una C unimportante conciliazione, non politirete, contribuisce a fondere gli italiani, tan- ca n ideologica, n accomodante, scritta to divisi regionalmente, ma poi sul lungo da questo capitolo salesiano della cultura periodo tiene insieme pezzi dItalia, sot- italiana.

venerd 28 ottobre 2011

LOSSERVATORE ROMANO
Non il patrimonio artistico ma il corpo del Poverello

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Il tesoro di Assisi
Alcuni affreschi giotteschi della basilica superiore ispirati dalla narrazione di san Bonaventura
di TIMOTHY VERD ON l ciclo di affreschi commissionato dallordine francescano ad Assisi nella chiesa che accoglie i resti mortali del suo fondatore illustra un testo, similmente commissionato dallordine: la narrazione di san Bonaventura della Vita Francisci, nota come la Legenda maior, Leggenda maggiore. Il testo di Bonaventura composto di quindici capitoli biografici con altri dieci narranti i miracoli di Francesco, fu accettato ufficialmente al capitolo generale dellordine a Pisa nel 1263; gli affreschi verranno comandati per le pareti della basilica superiore nei primi anni 1290. Sono vere e proprie illustrazioni, e sotto ventisette dei ventotto episodi sono ancora leggibili delle parafrasi dei relativi passi. Del testo bonaventuriano. Legenda maior va ricordato che nel latino medievale il termine legenda non aveva il senso che questo vocabolo ha assunto nelle lingue moderne ma conservava il significato letterale del verbo leggere, implicando nella forma gerundiale una necessit, quasi un obbligo: qualcosa che si deve assolutamente leggere. Nello stesso modo anche il ciclo daffreschi nella basilica superiore si presenta come qualcosa che si deve assolutamente vedere per conoscere san Francesco. Qui ne vedremo alcuni. Nella terza campata (per chi viene dallingresso della basilica, posto a est), il primo dei tre affreschi dipinti sulla parete sud raffigura la Morte di Francesco. il ventesimo episodio del ciclo, e segue immediatamente a quello nella campata pi a est della stigmatizzazione del santo. La didascalia rimanda al capitolo XIV, 6 della Legenda Maior: Come nellora del transito del beato Francesco un frate vide lanima di lui ascendere al cielo sotto forma di stella fulgidissima. Dopo limmagine del corpo che, animato damore, accoglieva le stimmate, lautore del ciclo il pittore Giotto, assistito da collaboratori sia romani che fiorentini ora fa vedere la salma del santo deceduto alla Porziuncola la sera del 3 ottobre 1226. Questo il primo di tre affreschi che, con pi o meno la stessa formula, focalizzano lattenzione sulla salma di Francesco, e va ricordato che il vero tesoro del santuario assisiate non consiste nellarte di cui esso abbonda, bens nel corpo del Poverello conservato allepoca di Giotto sotto laltare della basilica inferiore. La ripetizione visiva del corpo sdraiato nella morte ha cio la funzione di preparare i pellegrini a scendere nella cripta per venerare i resti mortali del santo. Altri temi reiterati qui e nelle scene seguenti sono: lindiscutibile santit del Poverello, lautenticit delle sue stimmate, e il ruolo dellO rdine nella gestione del culto del fondatore. In questo affresco, ad esempio, un frate inginocchiato in basso a sinistra, guardando su dal cadavere di Agostino e del vescovo di Assisi, comFrancesco, ne vede (al centro della pleta questo racconto, narrando di parte alta dellaffresco) lanima due visioni avute al momento stesso beata, in forma di stella fulgentissi- della morte del santo, che non viene ma, sollevarsi su una candida nuvo- raffigurato. nella scena che segue, letta e penetrare diritta in cielo (co- muovendosi verso laltare a ovest, me recita il testo di Bonaventura). che si torna allimmagine del corpo Al centro del primo piano in basso, di Francesco. Il tema come, Giapoi, Giotto pone la mano piagata cendo alla Porziuncola il beato del santo, tenuta teneramente da un frate visto da tergo; un Legenda qualcosa po pi a sinistra si vede, attraverso uno strappo nel saio, che si deve assolutamente leggere la ferita nel costato, mentre, a In questi affreschi destra, un primo frate contempla uno dei piedi di Frandiventa qualcosa cesco, un secondo ne bacia che si deve assolutamente vedere laltro. Sopra questo compianto dei confratelli, Giotto fa vedere infine un gran numero Francesco morto, messer Girolamo, di frati intorno al sacerdote che be- celebre dottore e letterato, muoveva nedice la salma. Questa fitta calca i chiodi, e, con le proprie mani, fruserve a coinvolgere i pellegrini, che gava le mani e i piedi e il costato del da sempre arrivano a Assisi in grup- Santo (Legenda Maior XV, 4). Dice pi: lartista rassicura la folla presente Bonaventura che dopo la morte di in basilica che la venerazione del Francesco, il suo corpo mediante corpo di Francesco sempre stata un miracolo mai visto anticipava unesperienza condivisa con molti al- limmagine della risurrezione. Il tri. Laffresco seguente, poi il ven- miracolo consisteva nel fatto che i tunesimo del ciclo, La visione di frate segni nelle mani e nei piedi del santo apparivano come chiodi connaturati con la carne stessa e da qualunque parte si premessero, subito si sollevavano, come dei nervi tutti uniti e duri [erano] neri, come di ferro, mentre la ferita del fianco era rossa e aveva laspetto di una rosa bellissima. Diffusasi la notizia di questo fenomeno, una marea di popolo accorse sul luogo: volevano vedere con i propri occhi il prodigio, per scacciare ogni dubbio della ragione e accrescere lemozione con la gioia. Nella folla cera anche un cavaliere dotto e prudente, di nome Girolamo, molto noto fra il popolo, il quale, sicLa visione di frate Agostino e del vescovo di Assisi (1290-1295) come aveva dubitato

Al nostro giornale il premio Bravo de Prensa


LOsservatore Romano stato insignito del premio Bravo de Prensa per il 2011 conferito dalla commissione dei mezzi di comunicazione sociale della Conferenza episcopale spagnola. La giuria del prestigioso premio si riunita lo scorso mercoled 26 ottobre a Madrid presieduta dallarcivescovo e co-principe di Andorra Joan Enric Vives i Sicilia. Con questa onorificenza la commissione ha voluto riconoscere lesemplare percorso di comunicazione, al servizio della Santa Sede e della Chiesa universale, che LO sservatore Romano, il giornale del Papa, sta realizzando da 150 anni, come pure il suo sforzo editoriale per raggiungere il maggior numero di lettori di tutto il mondo, con le sue edizioni settimanali in diverse lingue, fra le quali risalta quella che da quasi due anni viene distribuita in Spagna attraverso il giornale La Razn. Linformazione religiosa, politica e sociale offerta da LO sservatore Romano e i suoi lucidi commenti su quanto avviene quotidianamente nella Chiesa e nel mondo costituiscono un contributo importante per la nuova evangelizzazione. Finalit del premio, che viene conferito ogni anno dalla commissione dellepiscopato spagnolo insieme ad altri riguardanti i diversi settori della comunicazione sociale, il riconoscimento dellopera meritoria di tutti quei professionisti che, nei diversi media, si sono distinti per il servizio alla dignit delluomo, ai diritti umani e ai valori evangelici. I premi sono stati istituiti dalla Conferenza episcopale spagnola quarantanni fa, alla luce degli insegnamenti del concilio Vaticano II per manifestare lapprezzamento della Chiesa per le comunicazioni sociali. Nella lunga lista dei premiati negli ultimi quattro decenni vi sono prestigiose personalit del mondo della comunicazione e della cultura: a iniziare dal giornalista Manuel Lozano Garrido (Lolo), morto nel novembre del 1971 e beatificato il 12 giugno 2010, seguito, fra gli altri, da Pedro Lan Entralgo, Miguel Delibes, il padre gesuita Miguel Batllori, Joaqun Navarro Valls, Julin Maras, Olegario Gonzlez de Cardenal, Jos Jimnez Lozano, monsignor Antonio Montero, Paloma Gmez Borrero, Juan Manuel de Prada. Tra i premi conferiti questanno oltre a quello per il nostro giornale figurano: il premio Speciale assegnato alla Giornata mondiale della giovent di Madrid 2011; quello per la radio a Radio Exterior de Espaa; il premio per la televisione alla giornalista Inmaculada Galvn; quello per il cinema al film Degli uomini e degli dei; il premio per la musica allOrfen Donostiarra; quello per la pubblicit allannuncio di Casa Tarradellas; quello per le nuove tecnologie al sito www.rezandovoy.org della Compagnia di Ges nella diocesi di Valladolid. Infine il premio per il lavoro diocesano di comunicazione andato al sacerdote e giornalista barcellonese Jordi Piquer.

Funerali di san Francesco (1290-1295)

di questi sacri segni ed era incredulo come Tommaso, con maggior impegno e audacia muoveva i chiodi e le mani del santo, alla presenza dei frati e degli altri cittadini, tastava con le proprie mani i piedi e il fianco per recidere dal proprio cuore e dal cuore di tutti la piaga del dubbio. Ecco, questo affresco narrante la verifica, da parte di uno scettico, dellautenticit delle stimmate serve a recidere dalla mente dei pellegrini la piaga del dubbio. Giotto inserisce la verifica compiuta dal cavaliere Girolamo (che vediamo in ginocchio accanto alla salma) nel contesto della solenne liturgia funebre del santo, facendo vedere anche il sacerdote in piviale nero che legge il rito affiancato da accoliti e circondato da ceri. Levento ambientato nella chiesa della Porziuncola, di cui si vede il catino absidale sullo sfondo; il catafalco di Francesco, ricoperto di un tessuto prezioso, sistemato appena davanti alla trave divisorio tra la navata e il presbiterio, presumibilmente uguale a quella che allepoca ancora divideva gli

spazi della basilica superiore. Nellaffresco la trave fa anche da iconostasi, cos che la salma di Francesco vista sotto immagini della Madonna col Bambino, della Croce di Cristo e di san Michele Arcangelo, a cui il santo era specialmente devoto; queste icone sono inclinate in avanti, verso il popolo, con meccanismi di sostegno analoghi a quello visibile nel Presepe di Greccio. Davanti alle immagini pendono due vasi eucaristici coperti di veli e una armatura metallica a paniere con sette lampade. Nella folla che Giotto rappresenta, oltre ai francescani vi sono anche molti laici. Bonaventura afferma infatti che i cittadini assisiani, nel pi gran numero possibile, furono ammessi a contemplare e a baciare quelle stimmate sacre. Giotto, le quattro scene rimanenti hanno in effetti il carattere di unappendice: narrano alcuni miracoli del santo per dimostrare la legittimit anzi, la necessit della sua canonizzazione.

Origini, vicende e tramonto di un popolarissimo settimanale

Cera una volta Il Vittorioso


cacio che ovviamente non sapeva leggere di RAFFAELE ALESSANDRINI allingresso alle elementari mancavano ancora Il nome de Il Vittorioso suscita solo sorrisi due o tre anni sfogliando le pagine del sete ricordi nel sessantenne che scrive anche se timanale e occhieggiandone le vignette chiein fondo, per lui, gli incontri con il settimana- deva notizie e delucidazioni su questo o quel le illustrato, furono piuttosto sporadici. Era personaggio; anche se nella memoria visiva una sorella pi grande che talvolta, sbrigati i rimasta impressa, chiss perch, soprattutto la sagoma di quel poliziotto dalla faccia di bamcompiti, si soffermava benevola, a illustrare al bino saputello col naso a patata e dal nome fratellino, le vicende mirabolanti di Pippo, tanto strano: Procopio. Pertica e Palla, del sagacissimo poliziotto Cip Si viveva quel settennio 1950-1957 definito Lo supponevo! era il suo immancabile periodo doro de Il Vittorioso da Giorgio commento al succedersi degli eventi; anche i Vecchio nel suo libro LItalia del Vittorioso pi imprevisti e paradossali del suo fido (Roma, Ave, 2011, pagine 248, euro 45). Un Gallina, nonch della pittoresca, irresistibile, volume che accanto al saggio dellautore, stovulcanica Signora Carlomagno. E il soldo di rico contemporaneista direttore del dipartimento storico delluniversit di Parma noto per diversi studi sulla storia dei cattolici italiani ed europei tra le due guerre e sulla Resistenza ha il pregio di riproporre alcune prime pagine del settimanale e specialmente otto complete storie a fumetti pubblicate in momenti diversi della storia de Il Vittorioso. Non va sottovalutato che Il Vittorioso ospit e, anzi, fu la culla di alcuni tra i pi grandi disegnatori e ideatori di storie a fumetti che lItalia del Novecento abbia avuto, e prima di tutti Benito Jacovitti. Questi, con la sua inesauribile inventiva preda di un horror vacui che talvolta fa pensare ai fiamminghi un misto surrealistico di Brueghel e Bosch scandisce il passaggio dai tempi magri, allinizio segnati solo dalla spina di pesce, ai tempi grassi con la perenne invadenza di salami che sbucano dai posti pi impensati. E poi c Gianluigi Bonelli il padre di Tex Willer; ma non vanno dimenticati Sebastiano Craveri, Raffaele Paparella il disegnatore di Pecos Bill! Franco Caprioli, Lino Landolfi, Gianni De Luca. Sfogliare queste pagine come affacciarsi da una finestra aperta sul passato: a partire dalle sofferte e coraggiose origini del settimanale. Sorse infatti per iniziatiUna delle prime pagine de Il Vittorioso curata da Jacovitti va di Luigi Gedda presidente della Giovent di Azione Cattolica, nel pieno del regime fascista: quando limpegno formativo dellAzione Cattolica dovette misurarsi con il peso della censura e dei condizionamenti, talora pagando un obbligato scotto alla retorica di regime. Emblematiche di questa prima fase sono le storie di guerra antibritanniche disegnate dalla matita raffinata di Kurt Caesar: tedesco italianizzato; interprete di Rommel; detenuto nel campo di Coltano dopo la liberazione, che nel dopoguerra diverr disegnatore delle copertine della collezione Urania. Una seconda fase coincide con la fine del conflitto, larrivo degli Alleati, la ricostruzione. La tragedia si compiuta; e anche lAzione Cattolica ha pagato un tributo pesantissimo di vite nella guerra di liberazione (1279 soci e 202 assistenti di Azione Cattolica per citare solo i caduti). Come scrive Vecchio tra il 1943 e il 1945 mentre i pi anziani (o i pi fortunati) studiano proficuamente, i pi giovani (o i pi sfortunati) combattono e finiscono nei lager. Il Vittorioso cerca di astrarsi dalla politica ma nel luglio del 1945 risalta il racconto illustrato da Paparella: I ragazzi di Piazza Cinquecento in 17 puntate, sulla Roma occupata, sugli scontri tra nazisti e patrioti e sullansia di rinascita. la fase successiva del settimanale in cui speranze e timori, si alternano con leggerezza, risalendo pian piano la china, fino agli anni Sessanta. Quando con levidente mutamento determinato dallavvento preponderante della televisione e dei suoi modelli, si riverbera anche il ricambio del tessuto sociale per effetto di quel boom economico che sconvolger abitudini e modelli dellumile Italia contadina del dopoguerra: l dove gli eroi dello sport, allora pi puro primo tra tutti Bartali saranno gradualmente sostituiti dai volti dei comici e dei cantanti del sabato sera. Ma allora si chiuder anche il ciclo del settimanale. Il Vittorioso vissuto dal 1937 al 1966: solo ventinove anni. Eppure tanto bastato per lasciare unimpronta indelebile nel panorama contemporaneo della stampa italiana per la giovent, cattolica e non. E per riscuotere un successo e una popolarit enormi presso alcune generazioni di ragazzi centinaia di migliaia contribuendo non solo a divertirli, ma a informarli e a formarli con messaggi onesti e positivi, con un umorismo spensierato, genuino e garbato, accanto a nozioni serie e attendibili nei racconti a sfondo storico e biblico. Non diremmo tutto se parlando de Il Vittorioso non ricordassimo qui il servizio pluridecennale prezioso e intelligente di una leggenda vivente delleditoria cattolica per ragazzi come Domenico Volpi. naturale menzionarlo rileggendo quanto dice il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, nella prefazione: Penso che sia tempo di riconoscere, anche con orgoglio, che Il Vittorioso fu una delle principali imprese culturali dei cattolici italiani del Novecento. Cultura nel senso proprio e nobile del termine.

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LOSSERVATORE ROMANO
Le comunit cristiane in vista della Conferenza promossa dalle Nazioni Unite Libro di padre Ugo Sartorio

venerd 28 ottobre 2011

Senza la minaccia delle armi


NEW YORK, 27. La diffusione illegale delle armi convenzionali lede la dignit e la sacralit della vita umana contribuendo a disseminare violenza. In vista della Conferenza delle Nazioni Unite sul Trattato sul commercio delle armi, prevista nel 2012, le comunit cristiane prendono nuovamente posizione esortando le nazioni a porre in atto una regolamentazione efficace e trasparente, ma soprattutto rispettosa della dignit umana. stato il segretario generale del World Council of Churches (Wcc-Consiglio ecumenico delle Chiese-Cec), Olav Fykse Tveit, intevenuto nei giorni scorsi in occasione di una cerimonia svoltasi presso la Church Center for United Nations, a New York, a indicare i contenuti di un impegno per la giustizia e il contrasto ai conflitti, rilanciato dallorganismo ecumenico, in particolare, durante la Convocazione ecumenica per la pace che nel maggio scorso ha riunito oltre un migliaio di delegati, a Kingston, in Giamaica. Sia che si rappresenti uno Stato membro delle Nazioni Unite, che una comunit religiosa o della societ civile ha sottolineato Fykse Tveit siamo tutti qui per dare voce ai bisogni della gente comune per promuovere un impegno che supporti gli sforzi per raggiungere un efficace controllo del mercato delle armi che minacciano quotidianamente la pace e la vita delle tualizza che le comunit cristiane sostengono il totale disarmo nucleare e il controllo della proliferazione delle armi convenzionali. Le comunit indicano dunque la strada della non violenza ai potenti. Infatti, scritto, siamo seguaci di Uno che venuto come un bambino indifeso, morto sulla croce, ci ha detto di deporre le nostre spade, ci ha insegnato ad amare i nostri nemici ed risuscitato dalla morte. Nel cammino verso la pace giusta, si conclude, c pertanto urgente bisogno di una nuova agenda internazionale poich siamo di fronte allimmensit dei pericoli che ci circondano. Il segretario generale del Wcc ha ricordato che la speranza di vivere nel mondo senza la minaccia delle armi fa parte di una visione della pace contenuta nei testi sacri di tutte le principali religioni e anche dei principi del diritto consuetudinario che vieta la minaccia o luso della forza nelle relazioni internazionali. Nel 2006 lAssemblea Generale delle Nazioni Unite aveva chiesto ai Paesi di esprimere la loro opinione circa la stesura di un Trattato sul commercio delle armi. Alla fine del 2009 stato deciso di convocare per il 2012 una Conferenza sul Trattato sul commercio delle armi, al fine di elaborare uno strumento legalmente vincolante, sugli standard comuni internazionali pi alti, per il trasferimento delle armi convenzionali. A tale riguardo i rappresentanti delle comunit religiose e delle organizzazioni collegate hanno firmato un documento con il quale si offre il proprio contributo di riflessione al processo preparatorio che dovrebbe portare, appunto nel 2012, allapprovazione di una regolamentazione globale del commercio delle armi convenzionali e a porre in atto interventi per ostacolare il mercato nero. Le comunit che aderiscono al Wcc, ha spiegato il segretario generale, sono presenti nella maggior parte dei Paesi interessati dalla questione del controllo del mercato degli armamenti e la forza del lavoro delle comunit a favore di un regolamentazione sta nella ricerca dellunione tra esse con le altre parti della societ e mettere questa unione al servizio del bene comune. Ora, ha concluso Fykse Tveit, giunto il momento di portare maggiore sicurezza attraverso il controllo delle armi e per prevenire la violenza subita dalle persone nelle comunit, che in definitiva una minaccia implicita per tutti. La portata e lefficacia del Trattato fornir ulteriori progressi nel contrasto al mercato nero delle armi. Nel 2006, lallora segretario generale, Samuel Kobia, si era congratulato con quegli Stati che sostengono tale progetto sollecitandoli a fare in modo che nel programma di controllo venissero menzionate esplicitamente le norme internazionali sui diritti umani. Dal Wcc si era pertanto evidenziata la necessit e lurgenza di un controllo mondiale sul commercio delle armi, poich ogni settimana, in ogni luogo, la proliferazione delle armi porta con s morti violente e sofferenze profonde.

Il cristianesimo che fa la differenza


Il cristianesimo ancora in grado di indicare la bellezza e la bont dellesistenza? questo il principale interrogativo che fa da sottofondo a Fare la differenza. Un cristianesimo per la vita buona, saggio teologico a firma del francescano conventuale direttore del Messaggero di santAntonio (Assisi, Cittadella editrice, 2011, pagine 256, euro 20). Del volume, in libreria da venerd 28, anticipiamo ampi stralci delle prime pagine. di UGO SARTORIO Non c pi la fede di una volta, si sente dire sempre pi spesso. Senza realizzare che parlando in questo modo si mette in conto al passato una quasi esclusivit nel vissuto in pienezza del cristianesimo. Eppure siamo convinti che un tempo non cera tutta la fede che si dice ci fosse, e che oggi non c tutta quellincredulit di cui ci si lamenta. Gi nel Nuovo Testamento la poca fede (oligopista) attestata come problema serio che affligge la cerchia dei dodici e le prime comunit cristiane, per cui ai nostri giorni non siamo irrimediabilmente in un tempo di decadenza e declino, quasi di involuzione risentita, ma piuttosto in un tempo di passaggio. Da dove veniamo? Forse dovremmo farne memoria con pi convinzione, senza per maggiorare i presunti fasti di ieri. Dove andiamo? L dove il Signore ci chiama, certamente in un esodo senza ritorno, verso una terra frutto di benedizione anche se non identificabile con la stabilit e ancor meno con la sedentariet. Dove siamo? In un cammino aperto, dove i punti di riferimento si sono in gran parte assottigliati ma restano sufficienti per fare strada insieme. C infatti bisogno e voglia di comunit, punto dal quale il cristianesimo, pena la sua stessa dissoluzione, non pu prescindere, intendendo con comunit un luogo dove la fede pu essere vissuta non solo come inquieta ricerca personale o dura scalata in solitaria, ma come condivisione di una quotidianit buona. Alcuni sostengono che i nostri giorni siano del tutto inospitali nei confronti dellannuncio evangelico; che la cultura ambientale sia sottoposta a estrema e irrimediabile frammentazione, mentre i soggetti moltiplicano strategie di flessibilit a tutela dellio e la religione, da parte sua, funzioni l dove utilizzata come acceleratore dellemotivit, scoprimento e liberazione del desiderio, riconversione al terapeutico, ritrovamento della via mistica dentro percorsi alternativi. Daltra parte c da chiedersi che ne sarebbe della qualit di un cristianesimo pienamente integrato e quindi a suo agio nella cultura dominante, in fin dei conti troppo corrispondente a bisogni umani contingenti e a volatili passioni civili o politiche. N lestraneit spesso alimentata anche dalla riscrittura della fede in codici naf n la cattura omologante, a quanto pare, sono situazioni auspicabili che portano a qualche tipo di fecondit. Entrambe le posizioni opacizzano ci che proprio del cristianesimo, vale a dire la sua capacit di fare la differenza. Anche se questa differenza non va subito pensata a livello morale, quasi che i cristiani possano affermare di essere migliori di altri (cosa alla quale pure aspirano, almeno per spirito di emulazione). Il mondo ci colpisce e ci umilia su questo punto perch convinto che noi si pensi in tal modo la nostra identit personale e collettiva. La differenza cristiana non ha nulla a che fare con il moralismo, non fissit o fissazione identitaria n tantomeno universalismo esclusivo ed escludente, quanto piuttosto universale apertura a tutto e a tutti secondo lo stile messo in atto e poi teorizzato da san Paolo perch il Vangelo sinnesti in ogni esperienza umana cos com avvenuto nella nostra, facendola fiorire. Con quale dinamismo? Anche il fatto che il terreno sul quale cade il seme dellannuncio pu non essere buono, non legittima il disperare, dal momento che linospitalit e perfino lostilit del terreno pu essere trasformata dalla forza del seme. Le aspettative legittime di ogni contesto non limitano la capacit insita nel Vangelo stesso di superare le attese fino a trasfigurarle e a sovvertirle. Quando si incontra il Van-

persone e questo ci consente di stabilire una connessione tra la nostra fede cristiana e lesortazione al rispetto dei diritti umani. Impegno che, come gi anticipato in uno dei passaggi del documento finale scaturito dallincontro in Giamaica, comporta una responsabilit quotidiana per prevenire e quindi evitare la violenza alla sua radice. Nel documento, fra laltro, si pun-

Un ulivo donato al Papa dal primo ministro israeliano

Segno di amicizia e di pace

Un ulivo proveniente dalla Terra Santa, dono del primo ministro dIsraele Benjamin Netanyahu a Benedetto XVI in segno di profonda amicizia, stato piantato mercoled mattina, 26 ottobre, nei Giardini vaticani. Nel viale degli Ulivi, il cardinale Giovanni Lajolo, presidente emerito del Governatorato dello Stato della Citt del Vaticano, ha asperso lalbero con acqua benedetta. Sono intervenuti il vescovo Giuseppe Sciacca, segretario generale del Governatorato, che ha rivolto un saluto ai presenti, i monsignori Peter Bryan Wells e Fortunatus Nwachukwu, rispettivamente assessore e capo del Protocollo della Segreteria di Stato, e una delegazione composta, tra gli altri, dallambasciatore dIsraele presso la Santa Sede, Mordechay Lewy, dal rabbino Arthur Schneier, dal presidente internazionale del Keren Kayemeth Leisrael, il Fondo nazionale ebraico che ha sostenuto liniziativa, Efi Stenzler, con Raffaele Sassun, presidente per lItalia, e da membri della comunit ebraica di Roma.

Grande partecipazione alle iniziative promosse dallepiscopato

Un pellegrinaggio a Lourdes chiude in Francia lanno della famiglia


PARIGI, 27. Si conclude con un pellegrinaggio a Lourdes lanno della famiglia promosso dalla Conferenza dei vescovi di Francia. Dal 28 al 30 ottobre sono attese al santuario un migliaio di famiglie da tutto il Paese, guidate da numerosi presuli, tra i quali il cardinale arcivescovo di Parigi, Andr Vingt-Trois, presidente della Conferenza episcopale. Sar presente anche il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che domenica mattina terr un discorso nella chiesa di Santa Bernardetta per poi presiedere, nello stesso luogo, una concelebrazione eucaristica. Famiglie di oggi, Lourdes vi invita, Maria vi accoglie: con queste parole il vescovo di Tarbes et Lourdes, Jacques Perrier, si rivolto ai fedeli, sottolineando che lobiettivo delliniziativa di proporre a persone di una stessa famiglia, ma di generazioni differenti, di vivere insieme le attivit proposte e di confrontarsi, una volta a casa, sullesperienza appena vissuta. Sono in programma giochi, incontri, dibattiti, momenti di preghiera, di ascolto, di riconciliazione. Le giornate di venerd e di sabato si concluderanno, rispettivamente, con una processione e una messa alla Grotta di Massabielle. I vescovi presenti guideranno, a turno, la catechesi e animeranno i gruppi di condivisione, chiamati a esprimersi su vari temi: dalla preghiera in famiglia allimportanza della messa domenicale, dalla preparazione al matrimonio al rapporto con i defunti (la prossimit del 2 novembre sar occasione per ricordare i propri cari scomparsi). Famille 2011 lanciato il 6 novembre 2010, con lapertura di un blog, da monsignor Jean-Charles Descubes, presidente del Consiglio episcopale Famiglia e Societ, e da Monique Baujard, direttrice dellomonimo servizio nazionale conclude cos il suo percorso. Quattro convegni (a Bordeaux sulla missione della coppia, a Lille sul ruolo sociale della famiglia come primo luogo di solidariet, a Strasburgo sulla sua missione educativa, a Parigi con lintervento di numerose personalit della cultura e della politica e una messa di chiusura nella cattedrale di Notre-Dame), due grandi incontri (la Festa delle famiglie organizzata in molte citt dalle Associazioni familiari cattoliche e appunto il pellegrinaggio a Lourdes), una partecipazione attiva dei cittadini a fatti di cronaca e a questioni di rilievo nazionale, soprattutto attraverso il blog: la Chiesa francese riuscita nellintento di conoscere le domande che si pongono oggi le famiglie, e di rispondere loro, in un moderno, attualissimo cammino di Emmaus.

gelo, e solo allora, si avverte il vuoto della situazione precedente, anche in modo drammatico. Sulla necessit, come cristiani, di fare la differenza, la dice lunga la stagnazione di molti battezzati dentro atteggiamenti che non sanno di conversione, che non conoscono il perdono e non sono intrisi di gratuit. Tuttaltro. Insomma, c lavoro da fare, cosa che non da intendere come automatico innalzamento del tono di voce per una comunicazione pi robusta di contenuti cristiani che si presume essere sconosciuti alla generazione contemporanea. Il problema non il volume ma la sintonia, e una volta indovinata questa almeno per approssimazione si dovr curare che cosa trasmettere (o meglio, a partire da quali contenuti realizzare interazione, visto che la comunicazione non pu essere monodirezionale) senza trascurare infine la modulazione comunicativa. Infatti, lo stile con cui viene annunciato il Vangelo deve profumare di Vangelo, di correttezza e cordialit, per non suscitare nellinterlocutore il sospetto che a essere al centro non il suo vero bene, quanto la nostra autoaffermazione. Rimanendo avvertiti che creare sintonia non significa essere condiscendenti, offrire cio un cristianesimo in saldo per piazzarlo a ogni costo, per il semplice motivo che la sintonia acquisita necessaria anche per dire, facendosi capire, il punto del nostro eventuale dissenso. Spesso il mondo nemmeno capisce il perch di certi no (che noi cristiani affermiamo essere dei s detti tenendo in conto la dignit profonda e lidentit vera della persona) proprio perch la nostra comunicazione nemmeno lo raggiunge. Al paolino guai a me se non evangelizzassi (1 Corinzi, 9, 16) si dovrebbe allora aggiungere un guai a me se evangelizzo in modo maldestro, superficiale, non secondo lo stile evangelico, senza curarmi delle leggi della comunicazione, con consapevolezza che la seconda affermazione gi contenuta nella prima. Enzo Bianchi nel suo prezioso La differenza cristiana parla di indifferenza religiosa che pone la Chiesa di fronte allo spettro della propria possibile insignificanza e inutilit, ma anche dellindifferenza di chi deluso dalla fine delle ideologie, degli ex credenti frustrati nella loro attesa di un rinnovamento ecclesiale, dellhomo technologicus convinto di poter dominare tutto attraverso la tecnica, unindifferenza religiosa massiva ed esistenzialmente penetrante che richiede ed esalta il dispiegarsi, possibilmente cristallino e leggibile ma non apologetico e tanto meno egemonico, della differenza cristiana. Grande servizio di umanizzazione in un contesto socio-culturale che sempre pi non-fa-la differenza, perch alla modernit come epoca del non ancora succeduto il postmoderno come epoca del qui e ora perennemente vorace e insoddisfatto, dove tutto schiacciato sul pre-

sente. Un cristianesimo generico, quasi un liofilizzato dei valori sulla bocca di tutti (bont, solidariet, accoglienza) ma privo dello spigolo della radicalit evangelica, del di pi che si sgancia e sbalza dal buonismo di maniera, non fa che contribuire alla diffusa cultura dellindifferenza, amplificandola. La questione di fondo, in ogni caso, come il cristianesimo intenda stare allinterno del mondo contemporaneo dopo che si completamente realizzato lesodo dalla cristianit: si dovrebbero forse rianimare culture ormai estinte, per starci dentro a proprio agio? Si dovrebbe far nascere, a partire dalla fede, una cultura nuova, per sfuggire a ogni forma di debito nei confronti del contesto dentro il quale il cristianesimo si trova a vivere? E in rapporto alla cultura nichilista, proprio vero che lunica forma di aggancio sarebbe data dalla testimonianza della radicale alterit del cristianesimo? Fondamentale, per ogni futura impresa evangelizzatrice nella nuova e inedita condizione, sar il richiamarsi e sostenersi delle varie forme di vita allinterno della Chiesa, riconoscendo che tutti hanno qualcosa da donare ma anche da ricevere. Un linguaggio anche nuovo che non possa per rimandare concretamente a nuovi stili di vita cristiana, non farebbe che accrescere il disagio e si rivelerebbe ben presto come presuntuosa e fallimentare strategia di marketing. Soprattutto in tempi di crisi planetaria e quindi di esaurimento di un modello non solo economico ma di convivenza, essere cristiani dovrebbe fare una certa differenza. Anche oggi, ogni volta che i cristiani hanno il coraggio di fare un passo avanti, di impastare la propria identit con i grandi e piccoli eventi della vita, si accende la scintilla del kairos evangelico.

venerd 28 ottobre 2011

LOSSERVATORE ROMANO
Lesperienza di una missionaria Colletta della Caritas per le popolazioni colpite dalla siccit

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Cos Dio insegna lumilt


di MARIA BARBAGALLO* Ritengo che ciascuno di noi pu parlare di unesperienza spirituale, come una conoscenza in continua evoluzione. Quello che si vive e si sente e che riguarda Dio, sempre qualcosa di inafferrabile e della quale noi percepiamo solo una piccola parte. Quando cinquantanni fa si era quasi alla vigilia del concilio Vaticano II sono entrata a far parte della congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore di Ges, quello che subito cercavano di insegnarci era che lesperienza di Dio passava attraverso losservanza delle Regole. E soprattutto lobbedienza. Si trattava certamente di argomentazioni molto importanti per la nostra vita religiosa, che da una parte coinvolgevano i nostri voti di castit, povert, obbedienza, e comportavano unascesi molto severa, unattenzione costante alle piccole cose non potevamo n dovevamo fare niente senza il permesso delle nostre superiore e perci un complesso di limitazioni che spesso snervavano, soprattutto se fatte senza lamore, su cui si insisteva molto. Questo sistema, tuttavia non ci toglieva la libert di fare molte cose che mettevano in gioco la nostra intelligenza, la nostra creativit, la nostra spontaneit, ma indubbiamente si trattava di una disciplina severa, che aveva lo scopo di liberarci dai nostri modi di vedere, dalle nostre inclinazioni, dalle nostre idee: veniva chiamato distacco. Era una parola molto usata dalla nostra fondatrice, che riteneva il distacco da noi stessi come una base importante per costruire la nostra identit cristiana. A mio modo di vedere santa Francesca Cabrini, nellorganizzare la vita del nostro Istituto religioso, aveva in mente un certo tipo di missionaria santa che lei chiamava la vera figlia dellIstituto perch disposta a perdere tutto, per essere tutta di Dio. A lasciare tutti i propri progetti, per abbracciare il progetto di Dio, e si capisce come questo comporti il sacrificio di noi stessi. Francesca Cabrini, nel suo modo di concepire la vita cristiana, parla di vero spirito. Insomma, tutto deve avere lo spirito del Vangelo, lo spirito di Ges Cristo, lo spirito di fede, di speranza, di carit. E in questo modo lei desiderava che la nostra vita fosse unificata da Ges, dal suo modo di vivere: Imparate da me che sono mite ed umile di Cuore. Questo sistema di vita, pi tardi, dopo il concilio Vaticano II, e dopo il rinnovamento della vita religiosa, la riforma delle nostre Regole, veniva molto criticato, perch si diceva non permetteva alla personalit di svilupparsi, di crescere e di affermarsi come persona. Io, tuttavia devo ammettere che quel sistema, sebbene facessi fatica a comprenderlo nella sua essenza, ha costituito una pedagogia di vita che mi ha aiutata molto a creare un certo equilibrio fra le mie potenzialit e ha contribuito, credo, a costruire una disciplina interiore, a usare il discernimento. Ho potuto cos interpretare i miei sentimenti santIgnazio parla del discernimento degli spiriti quelli che mi aiutavano a crescere e quelli che erano pi negativi. Questa soluzione contribu a garantirmi il dominio di me stessa di fronte a tante situazioni che pi tardi avrei dovuto affrontare, e mi ha aiutato anche a controllare le ambizioni, lorgoglio, a superare i conflitti. Ma soprattutto a confrontarmi sempre con il Vangelo. Molto di pi, mi ha aiutato ad affrontare lesperienza missionaria, che una sorta di allenamento a lasciare sempre parte di noi stessi per entrare a far parte di altre culture, altri metodi di lavoro, altri valori, amicizie, gusti. In sostanza, quello che si andava apprendendo nel distacco erano due cose. In primo luogo, lo spirito di povert, di cui si parlava moltissimo, perch pi che la povert materiale, ovvero il non avere, significava povert spirituale, spogliamento radicale, lasciarsi continuamente fare da Dio. Questo era difficile capirlo senza lesperienza missionaria, la vita di comunit, la preghiera, lincontro continuo con persone diverse. Faccio un esempio. Quando fui inviata in Centro America, io avevo circa quarantanni e mi mandarono come maestra delle novizie. Ero molto italiana, molto rigida anche, mi piaceva tutto non avevo difficolt ad adattarmi non criticavo niente, ma rimanevo chiusa dentro la mia cultura, le mie abitudini, la

Dal Brasile gli aiuti per il Corno dAfrica


BRASLIA, 27. Prosegue con risultati positivi la campagna di solidariet per le popolazioni del Corno dAfrica lanciata dalla Conferenza episcopale in Brasile nei mesi scorsi, che tramite la Caritas nazionale ha programmato una serie di interventi volti non soltanto a fornire aiuti di emergenza, ma anche a consentire alle famiglie colpite dalla carestia di riavviare le produzioni agricole. Finora, grazie ai generosi contributi dei donatori, sono stati raccolti 1.300.000 reais, pari a oltre 700.000 dollari. La campagna era stata avviata ad agosto, in occasione della riunione del consiglio pastorale dellepiscopato, che ha affidato il coordinamento degli aiuti alla Caritas brasiliana. Sono, secondo alcune stime, circa 13 milioni le persone colpite dalla siccit e 30.000 i bambini morti a causa della fame. Una tragedia di proporzioni gigantesche che ha unito gli sforzi di numerose organizzazioni caritative cattoliche e di varie confessioni cristiane. I bambini, gli anziani e le donne costituiscono la fascia pi debole della popolazione e soprattutto tra loro si contano le vittime pi numerose della siccit che imperversa in Paesi gi stremati da lunghi anni di guerre e povert. Dunque, lepiscopato del Brasile, assieme ad altri nel mondo, si trova in prima linea nel sostenere le popolazioni. Siamo molto soddisfatti ha commentato il direttore esecutivo della Caritas in Brasile, Maria Cristina dos Anjos dei primi risultati della campagna di solidariet che consente linvio degli aiuti soprattutto in Somalia. Il Corno dAfrica e lAfrica orientale in generale, ha spiegato la rappresentante dellorganismo caritativo, continuano ad aver bisogno del sostegno di una grande rete di solidariet. La comunit cattolica in Brasile, ha puntualizzato al riguardo, si dimostrata molto sensibile agli appelli lanciati dallepiscopato e per questo, ha concluso, dobbiamo ringraziare coloro che hanno compiuto questi gesti concreti di solidariet e incoraggiamo altri che ancora non lo hanno fatto a donare i propri contributi. In tutte le parrocchie del Paese sudamericano sono affisse le locandine che esortano i fedeli a contribuire alla colletta di solidariet. La Caritas in Brasile lavora in rete con la Caritas internationalis. In particolare, questultima sta distribuendo cibo, acqua e medicine alle popolazioni. Ma non solo. Infatti, limpegno maggiore si sta ora concentrando sui programmi distruzione scolastica e di formazione in campo agricolo al fine di sostenere anche in futuro la sopravvivenza e lo sviluppo nei Paesi colpiti dalla calamit naturale. I volontari delle organizzazioni caritative lavorano, fra laltro, per il programma Togo Wuchale Pond. Si tratta di uniniziativa incentrata soprattutto sul ripristino delle produzioni agricole. I volontari aiutano le popolazioni locali a costruire delle riserve idriche che serviranno non soltanto a fornire acqua da bere ma anche a irrigare i terreni. Si tratta di piccoli bacini idrici che consentono lirrigazione di terreni sui quali vengono poi effettuate le piantumazioni destinate a fornire alimentazione alle famiglie. Un sistema, questo, che consente di raggiungere un duplice obiettivo: sfamare le persone e dare loro la possibilit di apprendere e poi proseguire le tecniche di coltivazione ai fini del raggiungimento dellautosufficienza. I programmi nei quali impegnata la Caritas brasiliana includono altres corsi di formazione sulla salvaguardia dellambiente. Questo genere di programmi vertono sulleducazione delle persone riguardo limportanza di conservare il patrimonio naturale, in particolare le foreste e i bacini fluviali. In questo momento ha osservato Maria Cristina dos Anjos la priorit principale sviluppare programmi in grado di fornire la garanzia alle famiglie di poter contare sulle risorse idriche. Unaltra priorit individuata quella delladattamento delle popolazioni e della capacit di reazione ai mutamenti climatici. Dobbiamo aiutare le famiglie ha affermato il responsabile degli aiuti umanitari di Caritas internationalis, Alistair Dutton a superare il problema del sottosviluppo anche mediante ladattamento alle mutate condizioni climatiche che favoriscono linsorgenza delle catastrofi naturali. Gli aiuti inviati tramite la Caritas brasiliana serviranno anche alla ricostruzione delle strutture sanitarie e a fornire sussidi agli allevatori di bestiame. Lallevamento costituisce, infatti, una delle principali risorse per migliaia di famiglie. Oltre 10.000 capi di bestiame sono stati consegnati agli allevatori, mentre a coloro che hanno perso i raccolti sono state distribuite sementi resistenti alla siccit.

mia visione della vita, le mie valutazioni. Non crescevo. Ero bloccata. Furono le giovani novizie, a insegnarmi a mettere in pratica tutto quello che avevo imparato dello spirito religioso: compresi cosera il vero distacco, di cui parlava madre Cabrini, la vera carit. Io dovevo spogliarmi di alcune certezze, per imparare ad apprezzare altre cose. Era unapertura agli altri, era fare entrare dentro di me unaltra esperienza, fare delle sintesi interiori e arrivare a un altro grado di comprensione. A loro piaceva molto ridere, divertirsi, scherzare, pregare con canti, con riflessioni, con condivisioni: dovetti fare un esodo da me stessa, e mi resi conto che loro avevano una capacit di affrontare le difficolt, il dolore, molto alta, tanto da farlo molto pi facilmente di me. Entravano nella sofferenza degli altri molto pi facilmente. Con loro affrontammo un terremoto devastante, vivendo per alcuni mesi su un camion, con poco da vivere, da mangiare, nessuna comodit. Le novizie si svegliavano alle 5 del mattino, scendevano al fiume a lavarsi, ridevano e scherzavano, poi simmergevano nel lavoro in mezzo a interi paesi crollati, sotto il fango. Imparai a vivere tutto quello che avevo interiorizzato della vita cristiana, che avevo imparato nei primi anni della mia vita religiosa. Laltra cosa fondamentale di cui facevo esperienza era come lasciarmi incontrare da Dio. Certo tutta quellascesi che avevo imparato doveva essere una sorta di preparazione allesperienza di Dio, ma Dio dovera? Era difficile percepire lincontro con Lui nella sacra Scrittura, nellEucaristia, nella Chiesa, nei sacramenti, negli altri. Credo che quellascesi del distacco, mi sia servita sempre di pi a lasciare i miei schemi, le mie ricerche, i miei gusti: Dio era presente dappertutto. Ma dovevo sempre liberarmi da tanti preconcetti e pregiudizi. Ricordo una volta, che mi trovavo in una zona rurale del Guatemala, fra le montagne con un popolo indigeno; erano quasi tutte donne e analfabete. Si stava facendo una celebrazione della Parola e loro circa settanta perone ascoltavano, perch non sapevano leggere. Dopo una lunga pausa condividevano le riflessioni su quanto avevano ascoltato. E avevano veramente ascoltato, perch parlavano come se avessero avuto il libro della Bibbia sotto gli occhi. Applicavano la Parola alla loro situazione con una facilit straordinaria. Dio entrava in tutte le loro situazioni, nel dolore e nella gioia, nelle cose che capivano e in quelle che non capivano: Dio era l con loro, camminava con loro. Era come se lo vedessero. Ho imparato, cos, a veder Dio nelle situazioni, a intuirlo, proprio come ci diceva madre Cabrini. Nel nostro percorso, dobbiamo anche prepararci a vivere quello che madre Cabrini ci fa ripetere sempre: Tutto posso in Colui che la mia forza. La fiducia nel Sacro Cuore era il segreto di Madre Cabrini e voleva che fosse il nostro segreto. Ma noi dobbiamo fare un lungo cammino per imparare questa fiducia, dobbiamo camminare molto al buio, nellignoranza senza capire. Poi, quando smettiamo di combattere, Dio agisce con la sua straordinaria sapienza. Nelle piccole e nelle grandi cose. La spiritualit cresce cos tra il distacco e la fiducia in Dio. Anche la mia congregazione fa questo percorso, anchessa passata attraverso vari stadi e alternanze: il distacco, la fiducia in Dio. Al tem-

po della fondatrice era un percorso illuminato dalla sua presenza, cos carica di Dio. Dopo la sua morte, sembrava davvero tutto in pericolo: le suore erano come orfane. Ma abbiamo una lettera di una madre (Giuseppina Lombardi) che scuote le missionarie e la nuova superiora generale che non voleva accettare la responsabilit. Si riprende il cammino. Non si possono nascondere rigidezze, travisamenti, ma grandi figure di missionarie appaiono allorizzonte. Le suore vivono poi una grande esperienza: la beatificazione e la canonizzazione della fondatrice; la nuova missione in Cina, tanto desiderata da madre Cabrini; la morte di tante giovani missionarie; un continuo sviluppo di opere nuove. E poi, ancora, le guerre, le morti, e la crisi, la diminuzione delle vocazioni. Il concilio Vaticano II stato una grande luce per la congregazione. Si riprende, e almeno cinquanta nuove missioni nascono: sembra per che lombra della crisi non si allontani mai. Si impara di nuovo lumilt, il distacco dalle grandi opere, cos belle cos amate, frutto di tanti sacrifici, che devono essere vendute. Ma arriva lAfrica, arriva il coinvolgimento di tanti laici, nuove vocazioni laicali, volontari, fino al Capitolo generale del 1990. In questo Capitolo abbiamo introdotto lidea che i laici, nostri collaboratori, potessero essere anche portatori di una carisma missionario. Abbiamo provato a condividerlo con loro. La risposta stata ottima: sembrava quasi che stessero aspettando tutto questo, gi volevano far parte della nostra spiritualit. E questo un altro passo, nellevoluzione della nostra vita religiosa e missionaria. Oggi, i nostri laici ci aiutano a capire il mondo, ci sostituiscono nella gestione delle opere, e vogliono da noi una ragione per vivere, per lottare per il bene comune, vogliono una preparazione alla spiritualit. Nella spiritualit del Sacro Cuore, nel cui dinamismo nato il carisma di madre Cabrini, oggi i nostri laici stanno cercando di mettere in pratica questo insegnamento: portare lamore e la compassione di Dio nel lavoro, nella famiglia, nei rapporti interpersonali, nelle missioni pi povere e anche nel mondo degli affari e del denaro. Insomma, quello che ci ha insegnato santa Francesca Cabrini. Lesperienza dello spirito di povert, comunque, unesperienza che ci accompagna tutta la vita. Qualche volta ci fa sentire inutili, ci fa credere che le cose che facciamo e per le quali ci dibattiamo non abbiano nessun senso, che comunque tutto torner come prima. una tentazione. Dobbiamo sempre saper distinguere tra ci che scoraggiamento, sfiducia, pessimismo e ci che un percorso di umilt nel quale Dio si fa conduttore di noi stessi e ci aiuta a vedere che davvero senza di Lui non possiamo far niente. Dobbiamo apprezzare tutto quello che riusciamo a fare, ma senza farne idoli; certo la precariet si avverte di pi con let che avanza, ma la responsabilit della nostra missione, per quanto semplice, per quanto umile, rimane sempre un impegno del quale dobbiamo rendere conto, non solo a Dio che ci d la grazia di vivere, ma anche a chi rimane dopo di noi, che sta a guardarci e che si aspetta da noi uneredit, sia pure piccola, ma che pu essere un aiuto per vivere bene. *Gi superiora generale delle missionarie cabriniane

Congresso in Cile

I laici corresponsabili nella nuova evangelizzazione


SANTIAGO DEL CILE, 27. Un appello ai laici cattolici affinch siano corresponsabili della nuova evangelizzazione stato lanciato da monsignor Ricardo Ezzati Andrello, arcivescovo di Santiago de Chile, nel corso dellomelia per la messa celebrata in occasione del quarto Congreso Internacional Catlicos y Vida Pblica che si tenuto nei giorni scorsi nella capitale cilena. Nel corso dellincontro, che ha avuto per tema Limpegno dei laici di fronte alle urgenze del nostro tempo: da collaboratori a corresponsabili, larcivescovo Ezzati Andrello ha sottolineato come i cristiani siano chiamati a vivere come Chiesa i cambiamenti del mondo attuale con un atteggiamento di discernimento profondo per distinguere il permanente dal transitorio e per scoprire nel quotidiano ci che ci conduce a Ges Cristo. Tra i relatori, il filosofo Joaqun GarcaHuidobro ha analizzato il fenomeno della secolarizzazione della societ, osservando che i cuori di molte persone sono vuoti e insoddisfatti e ha invitato i cattolici a rafforzare la fede perch quando il cristianesimo debole tutto il resto decade per mancanza di moralit.

Messaggio dei vescovi colombiani in vista delle elezioni amministrative

Per un voto responsabile


BO GOT, 27. Una lettera pastorale, in vista delle prossime elezioni amministrative di domenica 30 in Colombia, stata inviata la scorsa settimana alle parrocchie di tutte le diocesi del Paese dal presidente della Conferenza episcopale e arcivescovo di Bogot, monsignor Rubn Salazar Gmez. Elezioni responsabili al servizio del bene comune il titolo del messaggio dei presuli che hanno voluto richiamare lattenzione dei cittadini colombiani sullimportanza della prossima tornata elettorale. Nella lettera sono sottolineate alcune linee guida per assicurare che le elezioni siano allaltezza di una nazione democratica, giusta e solidale. I presuli esortano i fedeli cattolici a fare attenzione nella scelta dei candidati che devono essere onesti e corretti e devono lavorare per il bene del Paese. Inoltre, ribadiscono lesigenza di denunciare la compravendita di voti, come pure altre azioni contrarie alla trasparenza. Al riguardo, Alfredo Palencia Molina, candidato governatore dello Stato colombiano di Atlantico, ha recentemente detto che alcuni colleghi offrono droga in cambio del voto, per condizionare lesito delle urne. C chi starebbe facendo campagna elettorale fra i tossicodipendenti, foraggiandoli. Nel messaggio dei vescovi, monsignor Salazar Gmez sottolinea che bisogna assicurarsi chi sono i candidati alle prossime elezioni. Occorre verificare la loro integrit morale. Dobbiamo votare con coscienza e assumerci le responsabilit, facendo molta attenzione alla propaganda ingannevole e alle manipolazioni di alcuni gruppi politici che mostrano di occuparsi del bene comune per trarre benefici. La Conferenza episcopale colombiana da diversi mesi ribadisce limportanza di questa verifica. Gi nel luglio scorso, in occasione della novantunesima assemblea plenaria, i vescovi avevano auspicato che le prossime elezioni per il rinnovo delle cariche municipali e provinciali possano essere unoccasione per il Governo di dare una risposta alle emergenze poste dalla estrema povert di una parte significativa della nostra popolazione, dallesclusione sociale che colpisce intere regioni e dalla mancanza di opportunit per molti cittadini. Sulla necessit di valutare i candidati alle amministrative si espresso anche larcivescovo di Cali, Daro De Jess Monsalve Meja. Bisogna eliminare ha detto il presule la corruzione e la compravendita di voti. necessario denunciare tutti coloro che cercano di corrompere gli elettori.

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LOSSERVATORE ROMANO
Nella basilica di Santa Maria degli Angeli lincontro con i membri delle diverse religioni e con i non credenti

venerd 28 ottobre 2011

Testimonianze per la pace


I rappresentanti delle diverse religioni e un gruppo di non credenti si sono riuniti con Benedetto XVI gioved 27 ottobre ad Assisi per la giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, a venticinque anni dallo storico incontro convocato da Giovanni Paolo II nella citt di san Francesco. Di seguito pubblichiamo una nostra traduzione italiana delle dieci testimonianze di pace presentate nel corso della mattinata nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Quella di Kyai Haji Hasyim Muzadi, che allultimo momento non ha potuto essere presente, stata letta da un suo rappresentante.

Ununica radice sotto tutti i rami


Sua Grazia Dottor Rowan Douglas Williams Arcivescovo di Canterbury Vostra Santit, Santit, Beatitudini, Fratelli e sorelle in Cristo, cari amici, un grande onore essere con voi a celebrare lanniversario della prima giornata di preghiera per la pace tenutasi in questo luogo sotto la guida del beato Giovanni Paolo II. Il defunto Pontefice credeva fermamente che la cura degli esseri umani per la giustizia e la stabilit nella nostra epoca richiedeva una testimonianza comune da parte delle persone religiose, escludendo ogni compromesso circa le proprie particolari convinzioni e tradizioni. Gli anni trascorsi da quel primo raduno hanno confermato questa convinzione nel modo pi deciso possibile. Le sfide del nostro tempo sono tali che nessun gruppo religioso pu pretendere di avere tutte le risorse pratiche di cui ha bisogno per affrontarle, anche se siamo convinti di avere tutto ci di cui necessitiamo nel campo spirituale e dottrinale. Di tal maniera, noi non siamo qui per affermare un minimo comune denominatore di ci che crediamo, ma per levare la voce dal profondo delle nostre tradizioni, in tutta la loro singolarit, in modo che la famiglia umana possa essere pi pienamente consapevole di quanta sapienza vi sia da attingere nella lotta contro la follia di un mondo ancora ossessionato da paura e sospetti, ancora innamorato dellidea di una sicurezza basata su di una ostilit difensiva, e ancora in grado di tollerare o ignorare le enormi perdite di vite tra i pi poveri a causa di guerre e malattie. Tutti questi fallimenti dello spirito hanno la loro radice in larga misura nellincapacit di riconoscere gli estranei come persone che condividono con noi lunica e medesima natura, lunica e medesima dignit della persona. Una pace duratura inizia l dove noi vediamo il nostro prossimo come un altro noi stessi e dunque iniziamo a comprendere perch e come dobbiamo amare il prossimo come noi stessi. Per i cristiani, il cuore di tutto ci la convinzione che in Ges di Nazareth Dio stesso si identifica con la natura umana, e quindi con ogni singola persona umana. Ogni volto, ora, appare in maniera diversa, per il fatto che Dio ha preso un volto umano. Nel nostro prossimo riconosciamo non solo qualcuno che ha in s limmagine di Dio in virt della creazione, ma qualcuno che ha in s anche la possibilit di portare la somiglianza di Ges Cristo in virt della nuova creazione. E se cos , non possiamo pi, in ultima analisi, essere degli estranei. Ci che interessa la vita di qualunque persona o comunit, interessa la vita di tutti. Tutti gli uomini religiosi hanno in comune la convinzione che noi, in ultima analisi, non siamo estranei gli uni agli altri. E se non siamo estranei, dobbiamo prima o poi trovare il modo di concretizzare tale reciproco riconoscimento in relazioni di amicizia vere e durature. Siamo qui oggi per dichiarare la nostra volont o piuttosto la nostra appassionata determinazione a persuadere il nostro mondo che gli esseri umani non devono essere degli estranei, e che il riconoscimento tanto possibile quanto necessario a motivo della nostra universale relazione con D io. Termino citando alcuni versi di un grande poeta cristiano della mia terra del Galles, Waldo Williams, maestro, uomo di profonda preghiera ed attivista per la pace nella sua vita adulta. Egli ha scritto un poema intitolato Cos luomo?, e questi sono i versi iniziali: Cosa significa essere vivi? Dimorare in una grande sala tra strette mura Cosa significa riconoscere? Trovare ununica radice al di sotto di tutti i rami. Cosa significa avere fede? Rimanere quieti al focolare finch siamo pronti a ricevere il nostro ospite. Cosa significa perdonare? Trovare una via tra le spine per stare accanto al nostro vecchio nemico. Possa Dio aiutarci a rispondere a queste domande in questa maniera, con le nostre parole e con la nostra testimonianza.

Il conflitto nasce dallindifferenza


Sua Santit Bartolomeo Patriarca Ecumenico
I

Santit, Eminenze, Eccellenze, Rappresentanti delle diverse religioni del mondo, Signori e signore, cari amici, ogni dialogo autentico porta in s i germi di una metamorfosi da realizzare. La natura di tale trasformazione costituisce una conversione che ci fa uscire dai nostri particolarismi per considerare laltro come soggetto di relazione e non pi come oggetto dindifferenza. Perch, dallindifferenza che nasce lodio, dallindifferenza che nasce il conflitto, dallindifferenza che nasce la violenza. Contro questi mali, solo il dialogo una soluzione percorribile e a lungo termine. In quanto capi religiosi, il nostro ruolo soprattutto quello di promuoverlo e di mostrare attraverso il nostro esempio quotidiano che noi non viviamo unicamente gli uni contro gli altri, o gli uni accanto agli altri, ma piuttosto gli uni insieme agli altri, in uno spirito di pace, di solidariet e di fraternit. Ma per raggiungere tale scopo, il dialogo richiede un completo rovesciamento del nostro modo di essere al mondo. Sentiamo bene le voci di coloro che esaltano il protezionismo, poich la mondializzazione porta nella propria scia una corrente relativista che genera, per opposizione, dei ripiegamenti comunitaristi e identitari, dentro ai quali si nasconde linimicizia. per questo che il nostro impegno non deve limitarsi unicamente a un lavoro allesterno delle nostre comunit, ma opportuno che capisca anche le logiche ad intra. La nostra responsabilit risulta essere allora tanto pi grande e lorganizzazione di questo incontro per la pace ad Assisi assume tutta la sua importanza. Non si tratta, come alcuni insinuano, di fare del dialogo interreligioso, un dialogo ecumenico, in una prospettiva sincretista. Al contrario, la visione che noi lodiamo nel dialogo interreligioso possiede un senso tutto particolare, che deriva dalla capacit stessa delle religioni di impegnarsi nel campo della societ per promuovervi la pace. Questo lo spirito di Assisi, questa anche la via sulla quale il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli si impegnato da molti anni. Ancora oggi, venticinque anni dopo il primo incontro convocato dal beato Giovanni Paolo II proprio qui ad Assisi, dieci anni dopo i drammatici eventi dell11 settembre e nel momento in cui le primavere arabe non hanno messo fine alle tensioni intercomunitarie, il posto delle religioni tra i fermenti in atto nel mondo resta ambiguo. Noi continuiamo, in effetti, a temere laccresciuta marginalizzazione delle comunit cristiane del Medio Oriente. Dobbiamo opporci alla deformazione del messaggio delle religioni e dei loro simboli da parte degli autori di violenza. Sviluppare il religioso mediante il religioso stesso, questa lesigenza necessaria per promuovere la dimensione umanitaria di una figura del divino che si vuole misericordioso, giusto e caritatevole. per questo che i responsabili delle religioni devono farsi carico del processo di ristabilimento della pace. Poich il solo modo di levarci contro la strumentalizzazione bellicista delle religioni di condannare fermamente la guerra e i conflitti, e di porci come mediatori di pace e di riconciliazione. Santit, questi sono alcuni elementi che intendiamo portare alla riflessione generale nel quadro di questo nuovo incontro di Assisi, al convergere in favore di una riconciliazione globale delluomo con Dio, delluomo con se stesso, ma anche delluomo con lambiente. Poich laltruismo non pu limitarsi alle sole relazioni allinterno dellumanit. Chi dice essere in relazione, fa riferimento anche allesperienza estesa dellalterit, fino alla natura stessa in quanto creazione di Dio. Il nostro dialogo dunque riconciliazione. Tutti noi ci riconosciamo in questa espressione delle Beatitudini: Beati gli operatori di pace, perch saranno chiamati figli di Dio (Matteo 5, 9). Questa responsabilit non semplicemente verbale, essa attende da noi che siamo fedeli alla nostra fede, fedeli al disegno di Dio sul mondo, rispondendo a ci che egli chiede. Che noi possiamo essere i segni di questo impegno! Solo allora la pace di cui siamo alla ricerca, questo tesoro tanto caro da acquistare e purtroppo tanto facile da perdere, risplender nel mondo. Preghiamo Dio Nostro Signore che accordi al mondo la sua grazia e che ci ispiri ad essere pellegrini di verit e di pace.

Il saluto introduttivo del cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson

Come compagni di viaggio


Lincontro stato introdotto dal cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Del suo saluto in lingua inglese diamo il testo in una nostra traduzione italiana. Nellottobre del 1986 su invito del beato Giovanni Paolo II, capi e rappresentanti di Chiese cristiane, comunit ecclesiali e religioni del mondo, si riunirono qui ad Assisi, la citt di san Francesco, per digiunare e pregare per la pace. Essi vennero coscienti che la pace, come dichiar il Papa in quella occasione, ha bisogno di essere costruita sulla giustizia, la verit, la libert e lamore, e che le religioni hanno la necessaria funzione di aiuto per disporre i cuori umani cos che la vera pace possa essere favorita e preservata (Giovanni Paolo II, Discorso ad un gruppo di rappresentanti delle religioni non cristiane presenti ad Assisi, 29 ottobre 1986). Venticinque anni dopo questo storico incontro, ho il piacere di darvi un caloroso benvenuto ad Assisi, dove siamo convenuti su invito di Papa Benedetto XVI per celebrare la memoria di quel momento di fratellanza e preghiera e per disporci nuovamente come pellegrini della verit e pellegrini della pace. Siamo qui con la consapevolezza di una chiamata comune a vivere insieme in pace, quale profonda aspirazione che risuona incessantemente nei nostri cuori. Linfaticabile ricerca del conseguimento di questo desiderio ci rende compagni di viaggio. Provenienti da diverse tradizioni religiose e da diverse parti del mondo rinnoviamo e rafforziamo una ricerca della verit in cui ciascuno di noi, secondo la propria tradizione, si impegna incessantemente. Siamo venuti qui anche per testimoniare la grande forza della religione per il bene, per la costruzione della pace, per la riconciliazione di coloro che sono in conflitto, per riportare luomo in armonia con il creato. I venticinque anni del nostro sforzo comune per la pace hanno ampiamente dimostrato il nostro senso di fraternit e di solidariet a servizio del mondo e della famiglia umana. Ma questi anni sono stati anche pieni di sfide sul senso delluomo e della storia. Siamo entrati in un secolo di ideologie fondate su concezioni riduttive della persona umana e su visioni distorte del rapporto con lambiente naturale. La forte competizione dei popoli per le risorse, i problemi climatici, minacciano di distruggere, col tessuto sociale delle relazioni umane, lo stesso ordine della creazione che Francesco di Assisi lod nel suo Cantico delle creature. Per lui luniverso non tanto una collezione di cose da lavorare e consumare bens una comunit di vita in cui entrare profondamente, umilmente e creativamente. Grazie ai mezzi elettronici e alla globalizzazione, viviamo in un tempo di benessere, conoscenza e prossimit senza precedenti. E, tuttavia, non c forse maggior insicurezza, ineguaglianza e privazione? Spesso siamo divisi da intolleranze, ostilit e violenze. Lesempio del Poverello di Assisi sollecita a guardarci lun laltro con rispetto, amore, indipendentemente dallorigine e dal credo. Lesperienza di questi venticinque anni possa invitarci, ancor pi intensamente e con un grande senso di urgenza, a ri-impegnarci oggi, con la dote della ragione e i doni della fede, a diventare sempre pi pellegrini della verit e rendere il nostro mondo un luogo di sempre pi grande pace! Su tutti noi, quindi, possano piovere abbondantemente ricche benedizioni di verit e di pace!

Per una nuova visione del mondo


Sua Eminenza Norvan Zakarian Primate della diocesi della Chiesa apostolica armena di Francia Delegato per lEuropa Occidentale del Catolicossato di tutti gli Armeni A nome del Capo spirituale della Chiesa Armena, Sua Santit Karekin II, Catholicos di tutti gli Armeni, siamo lieti di esprimere la nostra pi viva gratitudine per questa eccellente iniziativa di invitare i differenti capi religiosi ad Assisi, in questa giornata del 27 ottobre, 25 anni dopo lo storico primo appello per la pace del beato Giovanni Paolo II, per riflettere nuovamente sullimportanza cruciale del dialogo e della preghiera per la pace e per la giustizia nel mondo. Cos la promozione della pace nel mondo costituisce parte integrante della missione se-

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condo la quale la Chiesa continua lopera redentrice del Cristo sulla terra. La Chiesa eleva gli uomini al di sopra della loro semplice condizione umana, per condurli verso lassoluto. Essa li allontana dallodio e dagli egoismi per radunarli insieme nel seno di una comunit aperta e generosa. Di fatto, la Chiesa in Cristo e pu costituire un sacramento, vale a dire un segno e strumento di pace nel mondo e per il mondo. La promozione di unautentica pace rappresenta unespressione della fede cristiana nellamore che Dio nutre per ciascun essere umano. Dalla fede liberatrice nellamore di Dio deriva una nuova visione del mondo, e un nuovo modo di rapportarsi allaltro, che si tratti di un individuo o di un intero popolo. Si tratta di una fede che cambia e rinnova la vita, ispirata dalla pace che il Cristo ha lasciato ai suoi discepoli. Sotto il potente impulso di questa fede, la Chiesa desidera promuovere lunit dei cristiani e al tempo stesso una collaborazione fruttuosa con i credenti delle altre religioni e, pi al di l, con tutti gli uomini in generale. Le differenze religiose non possono e non devono costituire una causa di conflitto. Piuttosto, la ricerca comune della pace da parte di tutti i credenti un profondo fattore di unit tra i popoli. La Chiesa esorta gli individui, i popoli, le nazioni e gli Stati a condividere la sua preoccupazione per ristabilire e consolidare la pace, insistendo particolarmente sul ruolo centrale del diritto delle genti. Il perdono reciproco non deve sopprimere le esigenze della giustizia n, meno ancora, impedire il cammino che conduce alla verit; al contrario, giustizia e verit rappresentano le condizioni concrete per la riconciliazione. Le iniziative tendenti ad istituire organismi giudiziari internazionali si rivelano opportune. Organismi simili, traendo profitto dal principio della giurisdizione universale e sostenuti da procedure adeguate, rispettose dei diritti degli accusati e delle vittime, possono stabilire la verit sui crimini perpetrati durante i conflitti armati e particolarmente sul crimine pi grave di tutti: il genocidio. Tuttavia, necessario andare al di l dellidentificazione dei comportamenti criminali, causati sia da azione che da omissione, e al di l delle decisioni circa le necessarie misure di riparazione, per pervenire al ristabilimento di relazioni di accoglienza reciproca tra popoli divisi, nel segno della riconciliazione. infine necessario promuovere il rispetto del diritto alla pace, al fine di favorire la costruzione di una societ allinterno della quale i rapporti di forza siano rimpiazzati da rapporti di collaborazione in vista del bene comune. Allora, con un cuore solo e una voce sola, possiamo dire con il salmista: Misericordia e verit si sono incontrate; giustizia e pace si sono abbracciate. La verit si levata dalla terra, e la giustizia si affacciata dal cielo (Salmo 84).

del ruolo che i giovani devono e possono svolgere sia nelle comunit di fede sia nel pi ampio contesto sociale. Senza questo, non saremmo qui oggi. Anche oggi, la pace nel mondo richiede le idee e il contributo dei giovani. Un grande ostacolo a una pace giusta oggi rappresentato dallalto livello di disoccupazione tra i giovani in tutto il mondo. Si ha la sensazione che stiamo mettendo in gioco il benessere e la felicit di una generazione. Abbiamo bisogno della visione e del coraggio dei giovani per i cambiamenti necessari. Vediamo come i giovani guidino oggi i processi di democratizzazione e di pace in molti Paesi. Anche quando essi diventano vittime della violenza e del terrore, com accaduto nel mio Paese, la Norvegia, questanno. Dobbiamo riconoscere che non siamo sempre stati capaci nel dare il giusto tributo e nel sostenere lapporto che i giovani possono offrire nelle nostre comunit. Noi anziani qui presenti abbiamo bisogno di lavorare insieme per la pace tra generazioni e di dare ai giovani in tutto il mondo una reale speranza per il futuro. Il mondo ha bisogno di incontri tra i capi delle comunit religiose. Nel mezzo di una guerra di cui Gerusalemme era la meta finale, Francesco venne per condividere esperienze di fede con il sultano in Egitto. Come molti crociati, egli venne per convertire laltro. Si trov invece cambiato, convertito, lui stesso. Siamo qui per lasciare che la conversione di Francesco ci parli e per fare s che la conversazione tra di noi divenga una sorgente di giustizia e di pace. C da guadagnare di pi mediante il rispetto per laltro. Una pace sostenibile richiede che vi sia uno spazio, uno spazio sicuro e senza pericoli, non solo per me, ma anche per laltro. I cristiani devono ricordarsi che la croce non per le crociate, ma un segno di come lamore di Dio abbracci tutti, anche laltro.

Per il Consiglio ecumenico delle Chiese un preciso impegno per i prossimi anni sar quello di lavorare per una pace giusta a Gerusalemme e per tutti i popoli che vivono in Gerusalemme e attorno a quella citt che ha Shalom Salaam nel suo nome. la citt che per il suo nome chiamata ad essere una visione di pace, ma che nel corso della storia divenuta cos spesso un luogo di conflitto. Mentre visitavo il Pakistan qualche giorno fa, mi sono reso conto di come altri popoli stiano soffrendo a motivo di scontri tra interessi diversi, come conseguenza del fatto che i conflitti attorno a Gerusalemme non sono ancora risolti. Questa citt, santa per ebrei, cristiani e musulmani, un simbolo visibile del nostro anelito, dei nostri migliori e pi alti desideri, del nostro amore per la bellezza e del nostro desiderio di servire Dio. Ma anche un potente richiamo a come le cose migliori possano anche volgersi al peggio. Nel corso della storia, gli esseri umani hanno trovato cos difficile amare senza cercare al tempo stesso di possedere in maniera esclusiva. Preghiamo, come leaders religiosi, per la giustizia e la pace per Gerusalemme e per tutti coloro che l vivono. In un modo misterioso, Gerusalemme non si limita a svelarci queste realt circa la condizione umana, ci sfida anche a confrontarci con esse. I cristiani credono che ogni essere umano sia creato a immagine di Dio, affermando di conseguenza linalienabile dignit umana di ogni persona e lunit dellumanit. Siamo chiamati a partecipare al ri-stabilimento della pace per Gerusalemme per ri-creare e riparare il mondo di Dio. Siamo responsabili davanti a Dio e gli uni davanti agli altri della pace nel nostro tempo e di ci che diciamo o che non diciamo per raggiungerla. Seguiamo insieme lesempio di san Francesco e di altri, giovani e vecchi, uomini e donne, per suscitare fra noi il coraggio di costruire una pace giusta.

Larca di No e la visione di Isaia


Rabbi David Rosen, KSG, CBE Direttore internazionale per gli affari interreligiosi, AJC Un pellegrinaggio , per definizione, molto pi che un viaggio. Le parole ebraiche per pellegrinaggio sono aliyah laregel, espressione che significa salita a piedi. Il concetto biblico di ascesa aveva un significato al tempo stesso letterale e spirituale. Letterale, poich si salivano i monti della Giudea sino a Gerusalemme, al santo Tempio. In ogni caso, il simbolismo fisico cercava di instillare nella coscienza del pellegrino una consapevolezza interiore di ascesa spirituale, di essere sempre pi vicino a Dio e, di conseguenza, un accordo con il volere divino e con i comandamenti. Questo concetto di pellegrinaggio, di ascesa, centrale alla visione profetica dello stabilimento del Regno dei Cieli sulla terra la visione messianica di pace universale. Nelle parole del profeta Isaia: Verranno molti popoli e diranno: Andiamo e saliamo al monte del Signore, alla casa del Dio di Giacobbe, affinch egli ci insegni le sue vie e noi possiamo camminare nei suoi sentieri; poich da Sion uscir la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sar giudice tra le nazioni e arbitro fra molti popoli; spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri e delle loro lance faranno falci. Una nazione non alzer pi la spada contro unaltra e non impareranno pi larte della guerra (Isaia 2, 3-4). E continua il profeta: Il lupo dimorer insieme con lagnello; il leopardo si sdraier con il bambino; il vitello e il leone pascoleranno insieme, e un piccolo fanciullo li guider. La mucca e lorsa pascoleranno insieme, i loro piccoli si sdraieranno insieme; il leone si ciber di paglia, come il bue. Un lattante giocher sulla buca di un serpente e un bambino metter la sua mano nel covo di una vipera. Non faranno del male n distruggeranno in tutto il mio santo monte, poich la terra sar piena della conoscenza del Signore, come le acque ricoprono il mare (11, 6-9). C un famoso commento del grande rabbino Meir Simcha di Dwinsk, vissuto un secolo fa. Egli osservava che questa visione di pace si era gi realizzata una volta nella storia religiosa dellumanit, allinterno dellarca di No. Una storia che gli ebrei di tutto il mondo ripeteranno nelle sinagoghe il prossimo Sabbath. L i predatori dovettero vivere da vegetariani e le loro potenziali prede poterono vivere in pace. Tuttavia, notava il rabbino, la profonda differenza tra la situazione dellarca di No e la visione di Isaia che nellarca di No non vi era possibilit di scelta. Quella era lunica opzione disponibile per gli animali, al fine di sopravvivere al diluvio. La visione di Isaia invece nasce dalla conoscenza del Signore: una visione che sgorga dalla pi intima comprensione spirituale e dalla libera volont. Per molti, nel mondo, la pace una necessit pragmatica e in effetti ci vero, non dobbiamo in alcun modo sminuire la benedizione che rappresenta per il nostro mondo un tale pragmatismo. Tuttavia, ci che gli uomini e le donne di fede cercano e ci a cui anelano, salire alla montagna del Signore, unidea di pace quale espressione sublime della volont divina e dellimmagine divina nella quale ogni essere umano creato. Per aver dimostrato questa aspirazione in una maniera cos visibilmente meravigliosa, qui in Assisi, 25 anni fa, noi abbiamo un debito di gratitudine alla memoria del beato Giovanni Paolo II e dobbiamo essere profondamente grati al suo successore, Papa Benedetto XVI, per aver continuato questo cammino. I saggi del Talmud ci insegnano che pace non solo il nome di Dio (Shabbat 10b, cfr. Giudici 6, 24), ma anche il prerequisito indispensabile per la redenzione, come sta scritto (Isaia 52, 7): Egli annuncia la pace... egli annuncia la salvezza (Deuteronomio Rabbah 20, 10). Inoltre, i nostri saggi sottolineano che non vi altro valore per cercare il quale siamo obbligati ad uscire dalla nostra strada, come

accade per la pace, come sta scritto (Sal 34, 15): Cerca la pace e perseguila. Possa lincontro di oggi rinvigorire tutti gli uomini e donne di fede e di buona volont per moltiplicare i nostri sforzi e fare di questo obiettivo una realt, la realt che porti vera benedizione e guarigione allumanit, come sta scritto: Pace, pace ai lontani e ai vicini e io li guarir (Isaia 57, 19).

Un pi profondo rispetto per la natura


Professor Wande Abimbola, Awise Agbaye Portavoce della religione Ifu e Yoruba nel mondo Permettetemi anzitutto di esprimere la mia profonda riconoscenza al Santo Padre, Papa Benedetto XVI, per avermi invitato a partecipare alla giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la giustizia e la pace nel mondo. Sono sicuro di parlare anche a nome dei capi e dei seguaci delle religioni indigene dAfrica, e pi in generale del mondo, nel dire che sono molto lieto di essere incluso in un momento cos importante e storico. Possa il Santo Padre crescere sempre pi in forza, compiere la sua missione e il suo destino verso i popoli del mondo. In secondo luogo, porto lomaggio e il saluto da parte dei popoli dAfrica e dei membri della religione yoruba nel mondo, di cui sono portavoce. Rran le rn mi w o o mi k mo rnr mi s dow en t rn mi w. Sono un portavoce di coloro che mi hanno inviato Non sto parlando da me stesso Lautorit spirituale con cui parlo appartiene a coloro che mi hanno mandato. venuto il tempo per i leaders di tutte le religioni del mondo di avere un nuovo quadro concettuale in cui alle religioni indigene venga dato lo stesso rispetto e considerazione delle altre religioni. Non possiamo avere pace nel mondo quando non rispettiamo, abusiamo, o disprezziamo i nostri vicini. Una condizione fondamentale per la pace, perci, che tutte le persone di fede abbiano rispetto e amore le une per le altre. Relazioniamoci alle persone per il carattere che hanno, non sulla base della religione che praticano o della denominazione cui appartengono. Lavoriamo tutti insieme per un maggiore rispetto, amore e giustizia, mentre al tempo stesso ci manteniamo fedeli alle dottrine delle religioni che abbracciamo. Dobbiamo sempre ricordarci che la nostra propria religione, cos come le religioni praticate da altra gente, sono valide e preziose agli occhi dellOnnipotente, che ha creato tutti noi con questa diversit e pluralit di vie di vita e di sistemi di credenza. Non sufficiente rispettare il nostro prossimo, uomini e donne. Abbiamo bisogno di sviluppare anche un profondo rispetto per la natura. Sino a quando alla natura, nostra Madre, non verr dato il giusto rispetto e onore nei nostri pensieri e azioni, gli esseri umani non potranno trovare la vera pace e la tranquillit che noi tutti andiamo cercando. Non solo, se continuiamo sullo stesso sentiero di non rispetto e distruzione della natura sul quale abbiamo camminato per secoli, quel sentiero pu portarci solo al disastro. Ader lawo Alrn Adtut lawo Ajfrngbogbol A df fn rnml If n lo l gblm tt nyw Ay If tut jomi lo Bara mi rg l If l gblm tt nyw Ay If tut jomi lo Adeyeri, Ifa, sacerdote di Alaraan Adetutu, Ifa, sacerdote di Ajiforangbogbola Questi sono i sacerdoti che divinano per O runmila
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Gerusalemme una sfida per tutti


Reverendo Dottor Olav Fykse Tveit Segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese Santit, Eminenze, Eccellenze, distinti leaders religiosi, San Francesco ci offre lispirazione su come la fede in Dio, il dialogo aperto e lincontro sincero possano portare a contributi significativi per una pace giusta. Il mondo ha bisogno di costruttori di pace a partire dalla fede. Le comunit di fede, come le 349 Chiese del Consiglio ecumenico delle Chiese, hanno bisogno di giovani portatori di cambiamento del mondo. Francesco era un giovane quando si arrese a Dio. La sua passione per la bont della creazione e lesempio di radicale audacia per la pace mostrano limportanza della fede e il coraggio dei giovani. Ci che Francesco ha compiuto da giovane, nei suoi ventanni, per noi un richiamo salutare allimportanza

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LOSSERVATORE ROMANO

venerd 28 ottobre 2011

Testimonianze per la pace


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Il giorno in cui egli stava per sposare Coleiche-si-bagna-nellacqua-fredda Come risultato, la vita di Ifa divenne pi fredda dellacqua Mio grande Signore, Erigi Alo, Ifa ha sposato Colei-che-si-bagna-con-lacqua fredda La vita di Ifa divenne pi fredda dellacqua. I versi appena citati si riferiscono a Olokun, lultima e la pi amata moglie di Ifa. Possano le fredde acque di Olokun, dalle profondit degli oceani, portare freschezza, amore, tranquillit e pace a tutti noi e al nostro mondo colpito da lotte, odio, guerra e intolleranza. Lavoriamo insieme per costruire e mantenere un mondo migliore.

Con la forza della non violenza


Acharya Shri Shrivatsa Goswami Sri Radharamana Temple, Vrindavan, India Rappresentante della religione Hindu O infinito Dio fatto corpo! Io vedo TE in ogni mano e piede, in ogni occhio e testa, in ogni nome ed essere. Mi inchino a TE in ognuno di essi. Linduismo un pellegrinaggio dallignoranza alla verit, dalla morte allimmortalit. Questo pellegrinaggio ha due aspetti. Partendo dallesterno, noi siamo in cerca della verit che pu essere manifesta nel mondo fisico. Cerchiamo di rafforzare i sistemi ecologico, sociale ed economico. Lequa distribuzione di cibo e di altre risorse materiali una grandissima virt e pratica religiosa. Ma poi c il secondo aspetto: il pellegrinaggio interiore. Non potremmo sostenere il cammino esteriore se non fossimo in viaggio allinterno del mondo dei valori e dei principi che sostiene il comportamento umano. Verit e pace sono in cima alla lista di questi valori universalmente applicabili chiamati dharma. Per il Mahatma Gandhi, la verit era Dio. Quanto alla pace, c una caratteristica preghiera hindu proprio per questo dono. una preghiera per la pace nella terra e nel cielo, nella vegetazione e nelle piante, nellacqua e nellaria ma questo non tutto. La persona che prega questa preghiera, prega per la pace che viene nel processo stesso della pace. La pace non pu mai essere raggiunta con mezzi violenti. Da Krishna a Buddha, dal Mahatma Gandhi a Martin Luther King, al vescovo Tutu tutti questi pellegrini di pace affermano che non c una via per la pace. La pace stessa la via. Il nostro comune obiettivo di pace pu essere raggiunto mediante il nostro impegno per la verit satyagraha. Questo impegno, anche se ostacolato e impedito, trova ugualmente la propria via mediante la non-violenta noncooperazione. La storia rende testimonianza alla sua forza. Venticinque anni fa, qui in Assisi, il Papa Giovanni Paolo II ci fece iniziare il pellegrinaggio odierno. Adesso pertanto dobbiamo riflettere sul nostro progresso su questa strada. Perch non siamo arrivati pi vicini a dove egli voleva essere? Siamo mancanti nella parte interiore del viaggio? Il dialogo sar un esercizio futile se non lo intraprendiamo con umilt, pazienza e il desiderio di rispettare laltro e ci senza pretendere lo stesso in cambio. Questo ci render capaci di dire no allingiustizia di ogni tipo. Ci richiede molto coraggio, e quel coraggio verr solo dalla preghiera. Uniamoci perci alla preghiera di Sri Caitanya Mahaprabhu, grande maestro spirituale del XVI secolo: Non desidero ricchezza o piaceri mondani; nemmeno cerco fama, o un nome. Prego solo che possa servire gli altri con amore. Questo un compito arduo. Esige da noi di vedere nuovamente ci che lantico Veda dichiara: che la verit una e allo stesso tempo, che professata in molti modi differenti. Om Shantih, Shantih Shantih.

verit mediante la dottrina della Origine Dipendente. Come esiste una variet di fiori che fioriscono e appassiscono, cos anche voi ed io fioriamo e appassiamo. Ma ciascuna delle nostre vite preziosa, un fiore bellissimo che fa del mondo un unico fiore e lo rende un luogo glorioso e magnifico. Proprio come questi fiori, ogni essere senziente bellissimo e deve essere rispettato. Non c posto per la violenza o il terrorismo nella religione, che sottolinea come ogni vita preziosa e deve essere amata. Per questa ragione, vorrei proporre una Fraternit in favore della vita, il radunarsi insieme di persone di fede per eliminare le radici della violenza e della guerra condotta in nome della religione o dellideologia. Vorrei anche che vi uniste a me in una Fraternit in favore della pace, cos che la coesistenza armoniosa e il mutuo rispetto siano resi possibili in questo mondo, indipendentemente dalla religione, dalla razza e dalla cultura. Per di pi, dobbiamo accettare le nostre differenze culturali e superare i conflitti culturali mediante la mutua comprensione e la crescita spirituale. Dobbiamo convenire insieme in una Fraternit in favore della cultura. Dobbiamo anche realizzare una Fraternit in favore del condividere, per aiutare quelle persone che ancora soffrono per la povert, la fame e lingiustizia. In ultima analisi, ogni cosa gi perfetta e noi tutti siamo gi collegati come delicati petali di fiore. Infine, vorrei proporre una Fraternit in favore dellazione, affinch tutti possiamo sperimentare questa verit personalmente e aiutare a rendere questo mondo puro e profumato come un fiore. Cari leaders religiosi, la Dichiarazione per la pace religiosa dello Jogye Order del buddismo coreano promuove il mutuo rispetto tra fedi diverse. Facciamo voti perch, guidati dallamore, dalla benevolenza e da una grande compassione, sappiamo operare con le persone di ogni credo per aiutare coloro che soffrono a raggiungere felicit e pace. Insieme, possiamo diminuire la povert e le malattie, prevenire la violenza e la guerra, e porre fine alla distruzione ambientale causata da uno sviluppo indiscriminato. Attraverso lunione della nostra fede, possiamo far camminare lumanit in direzione della pace e dellarmonia. Possano essere felici tutti gli esseri!

La religione al di sopra degli interessi


Dottor Kyai Haji Hasyim Muzadi Segretario generale della Conferenza internazionale degli studiosi islamici (ICIS) e gi presidente di Nabdlatul Ulama (NU) In teoria, lessenza e la finalit della presenza di religioni su questa terra quella di rafforzare i valori e la dignit dellumanit, la pace e il progresso del mondo, dal momento che una tale presenza intesa non ad altro che a illuminare lumanit. Tuttavia, la realt dimostra che molti problemi tra gli uomini su questa terra derivano proprio da coloro che seguono una religione, sebbene ci non significhi che i problemi che sorgono dagli uomini appartenenti a una religione siano originati dalla religione stessa. Ci accade semplicemente per il fatto

che religioni autentiche, con i propri salutari insegnamenti, possono avere seguaci che non sono in grado di comprenderne il carattere salutare in maniera piena e completa. Una mancanza di comprensione piena e completa degli insegnamenti delle religioni si verifica quando i rispettivi seguaci ne possiedono una comprensione solo parziale e non comprendono le relazioni tra religioni. Non vi dubbio che lerrore nella conoscenza religiosa abbia portato alla distorsione della religione stessa. Per esempio, se una comunit religiosa comprende male i propri riti o i propri concetti teologici, tale errore avr conseguenze unicamente sui propri seguaci. Quando invece essi sbagliano nel comprendere gli aspetti sociali della religione, allora lerrore finisce per avere conseguenze non solo sui propri seguaci, ma anche sullintera societ, nella forma di tensioni sociali o perfino di conflitti sociali. E tali conflitti sociali possono scivolare persino in forme di conflitto tra Stati nel mondo. Ogni religione possiede la propria identit. Tra religioni vi sono somiglianze e differenze. Un carattere comune a ogni religione la speranza per la creazione di armonia tra gli uomini, pace, giustizia, prosperit e un migliore livello di vita. Ci su cui le religioni si differenziano sono le questioni di teologia e di riti. Per questo, al fine di ottenere una durevole armonia e coesistenza tra religioni, non si dovrebbe e non si deve forzare a cambiare ci che diverso, e non si devono imporre quei punti di vista che non sono condivisi. In questo modo pu essere garantito il mantenimento di una coesistenza tra religioni, in accordo con ciascuna singola fede religiosa. Oltre al fattore della mancanza di comprensione adeguata delle religioni, vi sono altri fattori alla base dei conflitti che sorgono tra credenti; fattori che sono basati su interessi non religiosi, che si ammantano di insegnamenti religiosi e strumentalizzano la religione per obiettivi non religiosi. Interessi al di l degli scopi religiosi possono essere di natura politica, economica, culturale, o altri

interessi non religiosi che sono presentati in modo da sembrare religiosi. Tali interessi possono nascere da gruppi specifici che dichiarano di essere animati da motivazioni religiose e si rifanno a temi religiosi. Il nostro dovere, come comunit religiose, di portare a tutti i credenti la libert di comprendere veramente il proprio destino e di correggere le comprensioni errate della religione che portano a conflitti sociali tra lumanit. Inoltre, dobbiamo essere saggi per discernere quei problemi che possono essere definiti come religiosi, da quelli che si presentano indebitamente come problemi religiosi. Molte volte, gli interessi delle autorit politiche sono etichettati come questioni religiose, mentre in realt sono ben lontani dallessere tali. A questo riguardo, dobbiamo identificare la religione come ci che al di sopra di tutti gli interessi. Se la religione sar posta al di sopra degli interessi, allora servir come un faro di speranza ricevuto dai nostri antenati. Al contrario, se le religioni sono poste al servizio di tali interessi, allora le comunit religiose saranno sempre in guerra tra di loro. Per questo motivo, larmonia tra i seguaci delle religioni deve iniziare dal cuore di ogni religione, presentato secondo un quadro pacifico, con lobiettivo di ridurre i conflitti in questo mondo.

D allet del sospetto allet della scommessa


Professoressa Julia Kristeva Cos lumanesimo? Un grande punto di domanda sulla questione pi seria? Luomo e Dio. nella tradizione europea, greco-giudaico-cristiana, che si produce questa realt, che continua al tempo stesso a promettere, ma anche a deludere, a rifondarsi. Le parole di Giovanni Paolo II, Non abbiate paura!, non sono indirizzate unicamente ai credenti, perch esse incoraggiavano a resistere al to-

Come fiori che sbocciano e appassiscono


Ja-Seung Presidente dello Jogye Order, Buddismo coreano Desidero innanzitutto ringraziare Sua Santit Papa Benedetto XVI perch mi d lopportunit di parlare in questa fortunata circostanza. Sono onorato di offrire le mie felicitazioni allassemblea di leaders religiosi del mondo riuniti qui in Assisi, un luogo molto santo, colmo di pace e riconciliazione. Cari leaders religiosi, nei 25 anni trascorsi dallincontro di leaders religiosi qui in Assisi, il nostro mondo drasticamente cambiato. Una nuova epoca sta rapidamente avvicinandosi. Lo sviluppo della tecnologia informatica pi avanzata e dei social networks ci ha dato la possibilit di connetterci e comunicare con qualsiasi altra persona nel mondo, in modo istantaneo. Come sappiamo dallesperienza, anche le ramificazioni di questa iper-connessione sono istantanee. Tutto interconnesso. Voi ed io non esistiamo come individui separati, al contrario, noi tutti siamo inestricabilmente connessi gli uni agli altri. Il buddismo ci offre una possibilit di comprensione di questa

talitarismo. Lappello di quel Papa, apostolo dei diritti umani, ci spinge anche a non temere la cultura europea, ma, al contrario, a osare lumanesimo: nel costruire delle complicit tra lumanesimo cristiano e quello che, scaturito dal rinascimento e dallilluminismo, ha lambizione di aprire le strade rischiose della libert. Grazie oggi al Papa Benedetto XVI per avere invitato per la prima volta in questi luoghi degli umanisti tra voi. un avvenimento. Lumanesimo del XXI secolo non un teomorfismo. N valore, n fine superiore, lUomo con la maiuscola non esiste. Dopo la Shoah e il gulag, lumanesimo ha il dovere di ricordare a uomini e donne che se, per un verso, noi ci riteniamo gli unici legislatori, unicamente attraverso la continua messa in questione della nostra situazione personale, storica e sociale che noi possiamo decidere della societ e della storia. Oggi lungi dalla demondializzazione, necessario inventare nuove norme internazionali per regolamentare e controllare il mondo della finanza e delleconomia globalizzate e creare infine unautorit mondiale etica universale e solidale. Lumanesimo un processo di rifondazione permanente, che si sviluppa unicamente grazie a delle rotture che sono delle innovazioni. La memoria non riguarda il passato: la Bibbia, i Vangeli, il Corano, il Rigveda, il Tao, ci abitano al presente. Affinch lumanesimo possa svilupparsi e rifondarsi, giunto il momento di prendere sul serio i codici morali costruiti nel corso della storia: senza indebolirli, per problematizzarli, rinnovandoli di fronte a nuove singolarit di uomini e di donne. Perch lumanesimo un femminismo. La liberazione dei desideri doveva condurre allemancipazione delle donne. Le battaglie per una parit economica, giuridica e politica necessitano di una nuova riflessione sulla scelta e la responsabilit della maternit. La secolarizzazione a tuttoggi la sola civilizzazione che manchi di un discorso sulla realt della maternit. Questo legame passionale tra la madre e il bambino, attraverso il quale la biologia diviene senso, alterit e parola, una reliance che, differente dalla funzione paterna e dalla religiosit, le completa, partecipando a pieno titolo alletica umanista. Poich risveglia i desideri di libert di uomini e donne, lumanesimo ci insegna a prenderci cura di essi. La cura amorosa per laltro, la cura della terra, dei giovani, dei malati, degli handicappati, degli anziani non autosufficienti, costituiscono delle esperienze interiori che creano delle nuove prossimit e delle solidariet inattese. Non abbiamo un altro modo che lesperienza interiore per accompagnare la rivoluzione antropologica, gi annunciata dalla corsa in avanti delle scienze, dai procedimenti incontrollabili della tecnica e della finanza, e dallincapacit del modello democratico piramidale a canalizzare le novit. Luomo non fa la storia, noi siamo la storia. Per la prima volta, lhomo sapiens in grado di distruggere la terra e se stesso in nome delle proprie credenze, religioni o ideologie, ma anche in nome della scienza e della tecnica. Ugualmente per la prima volta gli uomini e le donne sono in grado di rivalutare in completa trasparenza la religiosit costitutiva dellessere umano. Lincontro delle nostre diversit qui, ad Assisi, testimonia che lipotesi della distruzione non lunica possibile. Nessuno pu sapere quali esseri umani succederanno a noi che siamo impegnati in questa transvalutazione antropologica e cosmica senza precedenti. La rifondazione dellumanesimo non un dogma provvidenziale n un gioco dello spirito, una scommessa. Signore e Signori, let del sospetto tra le religioni e tra credenti e non credenti non pi sufficiente. Di fronte alle crisi e alle minacce che si aggravano, giunta let della scommessa. Osiamo scommettere sul rinnovamento continuo delle capacit di uomini e donne a credere e a conoscere insieme. Affinch, nel multiverso bordato di vuoto, lumanit possa perseguire ancora a lungo il proprio destino creativo.

venerd 28 ottobre 2011

LOSSERVATORE ROMANO
Quasi quattrocento passeggeri con Benedetto

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XVI

Su quel treno verso Assisi


Sono trascorsi cinquantadue anni da quando fu aperta la cancellata che separa i binari della ferrovia della Citt del Vaticano da quelli dello Stato italiano per consentire, per la prima volta, il passaggio di un treno con a bordo il Papa. Era l11 aprile del 1959. Un viaggio mesto perch su quel convoglio cera la salma di Pio x. Veniva traslata a Venezia. Questa mattina, gioved 27 ottobre 2011, quella grigia cancellata di ferro stata aperta ancora come in altre occasioni dopo quella prima volta per consentire la partenza del convoglio che ha portato Benedetto XVI e i rappresentanti di tutte le religioni del mondo ad Assisi, per celebrare la giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, nel venticinquesimo anniversario dellanalogo incontro convocato da Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986. Il segnale di partenza stato dato, per competenza di compartimento ferroviario, alle 8 in punto dal capo stazione di Roma Ostiense. Quasi quattrocento i passeggeri che hanno trovato posto nelle sette carrozze del Frecciargento che formavano il convoglio. Il Papa ha preso posto nella seconda vettura di testa, insieme ai rappresentanti delle principali Chiese e confessioni cristiane e ai membri del suo seguito pi ristretto. Tra i capi religiosi cerano il Patriarca ecumenico Bartolomeo I, Rowan Williams, primate della Comunione anglicana, il metropolita Aleksandr per il Patriarcato di Mosca, Sua Beatitudine Anastas per la Chiesa ortodossa di Albania, Sua Eminenza Norvan Zakaryan per la Chiesa apostolica armena, catholicossato della Sede di Santa Etchmiadzin. Tra i membri del seguito papale il cardinale Bertone, segretario di Stato, gli arcivescovi Becciu, sostituto, Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, e Harvey, prefetto della Casa Pontificia; il vescovo De Nicol, reggente della prefettura; i monsignori Gnswein, segretario particolare, Xuereb, della segreteria particolare, e Rudelli, della Segreteria di Stato; il gesuita Lombardi, direttore della Radio Vaticana, della Sala Stampa della Santa Sede e del Centro Televisivo Vaticano; il professore Polisca, medico personale del Pontefice, e il direttore del nostro giornale. In unaltra carrozza avevano preso posto, con altri esponenti della Curia romana e della Chiesa italiana, diciannove cardinali tra i quali il decano del collegio cardinalizio Sodano, il vice decano Etchegaray, i presidenti dei Pontifici Consigli della Giustizia e della Pace, Turkson, per il Dialogo Interreligioso, Tauran, e per la promozione dellUnit dei Cristiani, Koch, per la Cultura, Ravasi, il vicario di Roma, Vallini, e il presidente della Conferenza episcopale italiana, Bagnasco; una decina di arcivescovi e vescovi, e altrettanti rappresentanti dei movimenti e della vita consacrata impegnati nellecumenismo e nel dialogo interreligioso, tra i quali don Julin Carrn, Andrea Riccardi e Maria Voce. Giunto in auto alla stazione Vaticana, prima di salire sul treno, il Pontefice stato salutato dallarcivescovo Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Citt del Vaticano, con il vescovo Sciacca, segretario generale, dai monsignori Wells, assessore della Segreteria di Stato, e Balestrero, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati; dal ministro dei Trasporti italiano Altero Matteoli, dallamministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Mauro Moretti, e dal presidente delle Ferrovie dello Stato Italiane, Lamberto Cardia. Questultimo e padre Lombardi hanno donato al Pontefice lopera in due volumi Ottantanni della Radio del Papa. Durante il viaggio, durato circa un paio dore, ai passeggeri, assistiti da sette steward di Trenitalia, sono stati donati un biglietto ricordo in argento e una copia delledizione dellOsservatore Romano con la data di gioved 27 ottobre, in gran parte dedicata al pellegrinaggio. Lungo il percorso, durante il quale sugli schermi delle carrozze scorrevano le immagini di viaggi di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II in treno, uno speaker per interfono, salutando Benedetto XVI anche a nome delle autorit presenti, ha assicurato che oggi tutti i ferrovieri lo hanno accompagnato idealmente in questo pellegrinaggio. Il passaggio del convoglio lungo il percorso stato salutato da diversi gruppi di fedeli che esponevano striscioni e improvvisavano cori. Qualche opportunit in pi per quelli riuniti lungo le banchine delle stazioni di Terni, Spoleto e Foligno in prossimit delle quali il treno ha rallentato. Imponente la folla accorsa a Terni, tanto che il Papa si alzato per raggiungere il lato opposto della carrozza e rispondere al saluto dal finestrino. Stesse scene a Spoleto, dov stato salutato da un reparto di militari in divisa, e a Foligno, doverano tantissimi bambini delle scuole elementari e medie con palloncini colorati. Poco prima di questultima cittadina, il Patriarca ecumenico e il Primate della Comunione anglicana avevano lasciato i loro posti per un breve incontro con il Pontefice. Ad Assisi il convoglio giunto intorno alle 9.50. Benedetto XVI stato accolto dallarcivescovo Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi Nocera Umbra - Gualdo Tadino, e in rappresentanza del Governo italiano dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Gianni Letta, con lambasciatore presso la Santa Sede, Francesco Maria Greco. Tra le autorit locali, il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, il prefetto di Perugia, Enrico Laudanna, il sindaco di Assisi, Claudio Ricci, il presidente della provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi. (mario ponzi)

Lincontro nella basilica di Santa Maria degli Angeli

Pellegrini alla ricerca della verit


dal nostro inviato MARIO PONZI La speranza della pace corre sui binari della storia. Forse lautore di quello striscione, appeso alle transenne sulla banchina della stazione ferroviaria di Terni, mentre questa mattina, gioved 27 ottobre, il treno della pace rallentava la sua corsa verso Assisi, ha colto il senso vero di un avvenimento destinato, ancora una volta, a lasciare un solco profondo. A bordo di quel treno Benedetto XVI, con i rappresentanti delle religioni di tutto il mondo, si dirigeva verso la citt di san Francesco. Tornava sui passi di Giovanni Paolo II per rilanciare un messaggio che, nonostante siano trascorsi venticinque anni da quando fu per la prima volta trasmesso, non ha perso dattualit, anzi sembra pi che mai necessario: Nessuna violenza in nome di Dio. Un colpo docchio straordinario quello offerto stamani dallassemblea raccolta nella casa del Poverello dAssisi, quasi a riproporre in tutta la sua concretezza limmagine di quel mosaico della pace evocato da Benedetto XVI mentre ieri in Vaticano guidava la preghiera della diocesi di Roma alla vigilia di questo appuntamento. Nella basilica di Santa Maria degli Angeli, quattrocento uomini si sono uniti al di l di ogni credo religioso, e anche a prescindere dalla fede. Hanno accettato linvito a farsi pellegrini alla ricerca della verit. E in questa ottica rientra anche la scelta di usare il treno per raggiungere Assisi. Nessuna concessione alla spettacolo ma volont di rimarcare la dimensione del pellegrinaggio. Partito alle 8 del mattino il convoglio ha attraversato lentamente le stazioni romane di San Pietro, Ostiense e Trastevere suscitando la curiosit tra i molti pendolari in attesa sulle banchine. Pi preparati a Terni, Foligno e Spoleto, dove era previsto che il convoglio rallentasse per consentire alla gente di manifestare al Papa affetto e vicinanza. Mancava qualche minuto alle 10 quando il Pontefice giunto alla stazione di Assisi. Giusto il tempo per rispondere alla calorosa accoglienza di quanti lo hanno ricevuto, e poi subito in macchina diretto a Santa Maria degli Angeli. Tutta una festa lungo i pochi metri percorsi per giungere alla grande basilica costruita da frate Elia sullantico colle dellinferno, ribattezzato poi del paradiso, da quando vi collocata la tomba di Francesco. Ad accoglierlo erano i ministri generali degli ordini francescani: Jos Rodrguez Carballo, frati minori; Marco Tasca, conventuali; Mauro Jhri, cappuccini; Michael J. Higgins, terzordine regolare. Poi lo hanno salutato i cardinali Turkson, Tauran, Koch e Ravasi con i presuli Toso, Celata e Farrell e monsignor Snchez de Toca y Alameda. Benedetto XVI ha atteso e accolto i capi delegazione. Solo quando sono entrati tutti ha raggiunto il palco allestito allinterno e ha preso posto in mezzo a loro. Ed iniziato il momento della testimonianza, anche di quanti pur non condividendo fede alcuna, hanno accettato di rispondere allinvito. La loro voce stata quella di Julia Kristeva. Nove leader hanno proposto analisi delle diverse situazioni vissute in vari Paesi del mondo ancora oggi, a venticinque anni dal primo incontro di Assisi. Non tutti i presenti avevano assistito in diretta agli eventi di quella storica giornata. Per questo, dopo lintroduzione del cardinale Turkson, stato proiettato un video che ha fatto rivivere i momenti salienti di quellincontro e riascoltare le parole di Papa Wojtya. Con esse si alternavano le citazioni che del suo predecessore ha fatto Benedetto XVI nel proseguire la sua missione di pace. Infine la rievocazione di quello spirito di Assisi suscitato dalla straordinaria testimonianza di Giovanni Paolo II e il rinnovarsi di quellaccorato appello, che fu gi di Paolo VI: Mai pi la violenza, mai pi la guerra. Del tempo trascorso sino a oggi ha parlato Benedetto XVI nel suo discorso, ripercorrendo il cammino, nella storia dellumanit, di quella speranza di pace che ha cercato e sta ancora cercando di farsi strada tra i mali del mondo. stata inseguita la libert ha detto in sostanza il Pontefice ma, una volta raggiunta, stata fraintesa come libert per la violenza, assumendo nuovi e spaventosi volti. Terrorismo e negazione di Dio sono i volti cui ha fatto cenno Benedetto XVI, ai quali si aggiunge lagnosticismo. Ma se luomo non riesce a trovare il dio che cerca, la responsabilit anche di quei credenti che danno di Dio unimmagine distorta e travisata. C bisogno di purificare la nostra coscienza, ha ripetuto il Pontefice, anche per gli errori del passato che hanno causato violenza e discordia. Per questo si ritrovano tutti oggi qui in Assisi. E vogliono rinnovare, ancora una volta e pi convinti che mai, rapporti di concordia tra le diverse religioni, come risposta forte ai fatti che tuttoggi attanagliano popolazioni intere di tutto il mondo, tenute sotto scacco della violenza e della discordia. Unidea precisa guida in tal senso il Papa in questa giornata: giungere insieme alla verit, senza escludere nessuno in modo tale da poterla restituire a tutta lumanit, cui del resto appartiene. stato proprio per rafforzare questa sua idea che ha invitato, oltre alla professoressa Kristeva, psicanalista, filosofa e scrittrice bulgara che vive in Francia dal 1966, anche Remo Bodei, ordinario di Storia della filosofia allUniversit di Pisa, Guillermo Hurtado, filosofo messicano, e Walter Baier, economista, membro del partito comunista austriaco i quali, pur non professandosi religiosi, si sentono comunque alla ricerca di questa verit e avvertono la comune responsabilit per la causa della giustizia e della pace. E non poteva esserci luogo migliore nel quale cementare questa convergenza di ideali se non nella casa di san Francesco. E lui, povero e umile, ha accolto di nuovo tutti nella sua citt, divenuta icona di fraternit e di pace. Voce se ne sono fatti i tanti suoi concittadini che allevento hanno assistito con uno spirito di partecipazione eccezionale. Festanti per il Papa, cordiali con gli altri leader, si sono fatti da parte quando cera da dar spazio alla preghiera o al silenzio. Una giusta cornice di spiritualit per un evento intriso di simbologia. Lo stesso pranzo con il quale si conclusa la mattinata, consumato insieme ai delegati religiosi nel Sacro Convento, stato frugale per restare immersi nello spirito del pellegrinaggio voluto e vissuto in piena umilt. Il popolo di Assisi, nel primo pomeriggio, ha accompagnato il lento incedere del corteo processionale sino alla piazza della basilica francescana, dove si concluse la giornata di venticinque anni fa. I giovani sono stati i primi a mettersi in cammino. In citt sono risuonati i canti guidati dal Gen rosso e dal Gen verde. Sono canzoni che parlano di amore, di fraternit, di testimonianza, di pace. E c curiosit tra la gente, per altro abituata a vestire i panni del penitente per seguire queste lunghe teorie oranti. Ma, per loccasione, avvertono di assistere a qualcosa di diverso, di inconsueto. In quella lunga e variopinta teoria che ha attraversato le strade della loro citt, intravvedono le sagome di unumanit che sperano davvero rinnovata.

Innumerevoli iniziative accompagnano la giornata

Spirito che soffia in tutto il mondo


D allItalia alla Francia, dal Regno Unito alla Spagna, dal Cile alla Colombia, dal Nepal allo Sri Lanka, al Pakistan: lo spirito di Assisi attraverso messaggi di auguri, incontri interreligiosi, giornate di riflessione e di dialogo soffia da giorni in molti Paesi del mondo, coinvolgendo Chiese, diocesi, comunit. In preparazione e in contemporanea con la giornata presieduta da Benedetto XVI, si sono svolte e si svolgono numerose iniziative. AllAngelicum di Milano si tiene oggi, gioved 27, un raduno interreligioso con cristiani, musulmani, ebrei, induisti e buddhisti, che prevede una tavola rotonda sul tema Terra, giardino da abitare e da condividere, una preghiera per la pace e unagape fraterna; vi aderiscono Forum delle religioni, Consiglio delle Chiese cristiane e molte comunit religiose. I giovani delle diocesi dellUmbria, ieri pomeriggio, mercoled 26, si sono invece ritrovati ad Assisi, presso il Pontificio seminario regionale Pio XI, per progettare insieme ai loro vescovi il sogno da inseguire nella vita: una piccola Gmg, intitolata I have a dream, che ha unito Madrid e Assisi, per riflettere sullimpegno di essere pellegrini della verit, pellegrini della pace. A Parigi, dopo la messa nella basilica del Sacro Cuore a Montmartre presieduta ieri dal cardinale arcivescovo Andr Vingt-Trois, si svolge oggi alle 18 un incontro dei rappresentanti delle grandi religioni che formano la Conferenza dei responsabili del culto in Francia. Al raduno che ha luogo nella piazza dei Diritti dellUomo, nella spianata del Trocadro partecipano, oltre al porporato, il vescovo ortodosso di Chersoneso (Patriarcato di Mosca), Nestor, il presidente della Federazione protestante di Francia, Claude Baty, il presidente del Raggruppamento dei musulmani, Anouar Kbibech, il gran rabbino di Francia, Gilles Bernheim, il presidente dellUnione buddista, Olivier Reigen Wang-Genh, e, in rappresentanza della Comunit di SantEgidio (che ha collaborato allorganizzazione delliniziativa), Mario Giro, responsabile delle relazioni internazionali. Accanto a un candelabro gigante illuminato in segno di fratellanza, prender la parola un rappresentante di ciascuna religione, prima di firmare un messaggio di pace che sar letto solennemente e consegnato, con laiuto di un gruppo di bambini, a rappresentanti della politica e del corpo diplomatico. In un comunicato, lAssemblea dei vescovi ortodossi di Francia ha sottolineato limportanza di perpetuare lo spirito di Assisi in un mondo in crisi come il nostro, ricordando come lapertura allaltro sia una necessit vitale non solo per pacificare gli spiriti e le memorie ma anche per poter agire insieme per la pace e il superamento delle tensioni. In Inghilterra i vescovi hanno inviato una lettera a tutti i fedeli, invitandoli a dedicare un momento di orazione e di silenzio per il dono della pace e suggerendo loro una formula di preghiera da recitare oggi e domenica prossima, 30 ottobre. In Spagna, a Barcellona, si tenuta ieri una cerimonia in ricordo dellincontro interreligioso convocato da Giovanni Paolo II nel 1986: promosso dal cardinale arcivescovo Llus Martnez Sistach e dalla Comunit di SantEgidio, lincontro aveva per titolo 25 anni dello spirito di Assisi. A Bydgoszcz, in Polonia, sar un convegno scientifico organizzato da trentadue universit europee, intitolato Il dialogo tra le culture, le civilt e le religioni nei tempi della globalizzazione, ad accompagnare il pellegrinaggio di Benedetto XVI: oggi la prima giornata dei lavori si conclusa con la diretta televisiva dallItalia. Lo spirito di Assisi soffia anche in Siria: la comunit monastica di Deir Mar Musa al-Habashi, situata nel deserto, propone a cristiani e musulmani la due giorni Pellegrini della verit e pellegrini della pace. In Cile, la Provincia francescana della Santissima Trinit coordina a Santiago la giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace, che prevede un incontro interconfessionale seguito da una preghiera per la pace nello spirito di Assisi. Partecipano la Fraternit ecumenica del Cile, la Conferenza dei religiosi e delle religiose, il Foro spirituale di Santiago per la pace; saranno presenti cattolici, evangelici pentecostali, musulmani, ebrei e buddisti. In Colombia, per la prima volta e proprio per ricordare i venticinque anni dello storico incontro nella cittadella del Poverello, i leader di tutte le confessioni presenti nel Paese si raduneranno nella chiesa di San Francesco, a Bogot. Da tanti altri Paesi (alcuni alle prese con gravi conflitti) sono giunti messaggi che invitano a non rassegnarsi alla guerra e a considerare la costruzione della pace come il dovere pi urgente.

Nomina episcopale
La nomina di oggi riguarda il Messico.

Jess Jos Herrera Quionez, vescovo di Nuevo Casas Grandes (Messico)


Nato a Mexicali, il 20 dicembre 1961, ha studiato filosofia e teologia nei seminari maggiori di Morelia e Tijuana. Nel 1997 ha ottenuto la licenza in teologia del matrimonio e della famiglia presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II a Roma. Ordinato sacerdote il 20 dicembre 1987, con incardinazione nella diocesi di Mexicali, stato: vicario parrocchiale, parroco di Santa Teresa del Bambino Ges e assistente diocesano del Movimento familiare cristiano. Attualmente era parroco del Perpetuo Soccorso in Mexicali, segretario cancelliere della Curia diocesana e Incaricato diocesano del Diezmo.

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LOSSERVATORE ROMANO

venerd 28 ottobre 2011

Nella basilica di Santa Maria degli Angeli il Papa parla ai capi delle grandi religioni mondiali che hanno raccolto il suo invito a partecipare alla giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia in corso ad Assisi

Il discorso del Papa nella basilica di Santa Maria degli Angeli

Il vero Dio accessibile a tutti


Dio non propriet dei credenti e nessuno in suo nome pu sentirsi autorizzato alla violenza nei confronti degli altri. questo lappello lanciato dal Papa ad Assisi in occasione della giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, apertasi gioved mattina, 27 ottobre, con lincontro dei leader religiosi nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Cari fratelli e sorelle, distinti Capi e rappresentanti delle Chiese e Comunit ecclesiali e delle religioni del mondo, cari amici, sono passati venticinque anni da quando il beato Papa Giovanni Paolo II invit per la prima volta rappresentanti delle religioni del mondo ad Assisi per una preghiera per la pace. Che cosa avvenuto da allora? A che punto oggi la causa della pace? Allora la grande minaccia per la pace nel mondo derivava dalla divisione del pianeta in due blocchi contrastanti tra loro. Il simbolo vistoso di questa divisione era il muro di Berlino che, passando in mezzo alla citt, tracciava il confine tra due mondi. Nel 1989, tre anni dopo Assisi, il muro cadde senza spargimento di sangue. Allimprovviso, gli enormi arsenali, che stavano dietro al muro, non avevano pi alcun significato. Avevano perso la loro capacit di terrorizzare. La volont dei popoli di essere liberi era pi forte degli arsenali della violenza. La questione delle cause di tale rovesciamento complessa e non pu trovare una risposta in semplici formule. Ma accanto ai fattori economici e politici, la causa pi profonda di tale evento di carattere spirituale: dietro il potere materiale non cera pi alcuna convinzione spirituale. La volont di essere liberi fu alla fine pi forte della paura di fronte alla violenza che non aveva pi alcuna copertura spirituale. Siamo riconoscenti per questa vittoria della libert, che fu soprattutto anche una vittoria della pace. E bisogna aggiungere che in questo contesto si trattava non solamente, e forse neppure primariamente, della libert di credere, ma anche di essa. Per questo possiamo collegare tutto ci in qualche modo anche con la preghiera per la pace. Ma che cosa avvenuto in seguito? Purtroppo non possiamo dire che da allora la situazione sia caratterizzata da libert e pace. Anche se la minaccia della grande guerra non in vista, tuttavia il mondo, purtroppo, pieno di discordia. Non soltanto il fatto che qua e l ripetutamente si combattono guerre la violenza come tale potenzialmente sempre presente e caratterizza la condizione del nostro mondo. La libert un grande bene. Ma il mondo della libert si rivelato in gran parte senza orientamento, e da non pochi la libert viene fraintesa anche come libert per la violenza. La discordia assume nuovi e spaventosi volti e la lotta per la pace deve stimolare in modo nuovo tutti noi. Cerchiamo di identificare un po pi da vicino i nuovi volti della violenza e della discordia. A grandi linee a mio parere si possono individuare due differenti tipologie di nuove forme di violenza che sono diametralmente opposte nella loro motivazione e manifestano poi nei particolari molte varianti. Anzitutto c il terrorismo, nel quale, al posto di una grande guerra, vi sono attacchi ben mirati che devono colpire in punti importanti lavversario in modo distruttivo, senza alcun riguardo per le vite umane innocenti che con ci vengono crudelmente uccise o ferite. Agli occhi dei responsabili, la grande causa del danneggiamento del nemico giustifica ogni forma di crudelt. Viene messo fuori gioco tutto ci che nel diritto internazionale era comunemente riconosciuto e sanzionato come limite alla violenza. Sappiamo che spesso il terrorismo motivato religiosamente e che proprio il carattere religioso degli attacchi serve come giustificazione per la crudelt spietata, che crede di poter accantonare le regole del diritto a motivo del bene perseguito. La religione qui non a servizio della pace, ma della giustificazione della violenza. La critica della religione, a partire dallilluminismo, ha ripetutamente sostenuto che la religione fosse causa di violenza e con ci ha fomentato lostilit contro le religioni. Che qui la religione motivi di fatto la violenza cosa che, in quanto persone religiose, ci deve preoccupare profondamente. In un modo pi sottile, ma sempre crudele, vediamo la religione come causa di violenza anche l dove la violenza viene esercitata da difensori di una religione contro gli altri. I rappresentanti delle religioni convenuti nel 1986 ad Assisi intendevano dire e noi lo ripetiamo con forza e grande fermezza: questa non la vera natura della religione. invece il suo travisamento e contribuisce alla sua distruzione. Contro ci si obietta: ma da dove sapete quale sia la vera natura della religione? La vostra pretesa non deriva forse dal fatto che tra voi la forza della religione si spenta? Ed altri obietteranno: ma esiste veramente una natura comune della religione, che si esprime in tutte le religioni ed pertanto valida per tutte? Queste domande le dobbiamo affrontare se vogliamo contrastare in modo realistico e credibile il ricorso alla violenza per motivi religiosi. Qui si colloca un compito fondamentale del dialogo interreligioso un compito che da questo incontro deve essere nuovamente sottolineato. Come cristiano, vorrei dire a questo punto: s, nella storia anche in nome della fede cristiana si fatto ricorso alla violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna. Ma assolutamente chiaro che questo stato un utilizzo abusivo della fede cristiana, in evidente contrasto con la sua vera natura. Il Dio in cui noi cristiani crediamo il Creatore e Padre di tutti gli uomini, a partire dal quale tutte le persone sono tra loro fratelli e sorelle e costituiscono ununica famiglia. La Croce di Cristo per noi il segno del Dio che, al posto della violenza, pone il soffrire con laltro e lamare con laltro. Il suo nome Dio dellamore e della pace (2 Cor 13, 11). compito di tutti coloro che portano una qualche responsabilit per la fede cristiana purificare continuamente la religione dei cristiani a partire dal suo centro interiore, affinch nonostante la debolezza delluomo sia veramente strumento della pace di Dio nel mondo. Se una tipologia fondamentale di violenza viene oggi motivata religiosamente, ponendo con ci le religioni di fronte alla questione circa la loro natura e costringendo tutti noi ad una purificazione, una seconda tipologia di violenza dallaspetto multiforme ha una motivazione esattamente opposta: la conseguenza dellassenza di Dio, della sua negazione e della perdita di umanit che va di pari passo con ci. I nemici della religione come abbiamo detto vedono in questa una fonte primaria di violenza nella storia dellumanit e pretendono quindi la scomparsa della religione. Ma il no a Dio ha prodotto crudelt e una violenza senza misura, che stata possibile solo perch luomo non riconosceva pi alcuna norma e alcun giudice al di sopra di s, ma prendeva come norma soltanto se stesso. Gli orrori dei campi di concentramento mostrano in tutta chiarezza le conseguenze dellassenza di D io. Qui non vorrei per soffermarmi sullateismo prescritto dallo Stato; vorrei piuttosto parlare della decadenza delluomo, in conseguenza della quale si realizza in modo silenzioso, e quindi pi pericoloso, un cambiamento del clima spirituale. Ladorazione di mammona, dellavere e del potere, si rivela una controreligione, in cui non conta pi luomo, ma solo il vantaggio personale. Il desiderio di felicit degenera, ad esempio, in una brama sfrenata e disumana quale si manifesta nel dominio della droga con le sue diverse forme. Vi sono i grandi, che con essa fanno i loro affari, e poi i tanti che da essa vengono sedotti e rovinati sia nel corpo che nellanimo. La violenza diventa una cosa normale e minaccia di distruggere in alcune

parti del mondo la nostra giovent. Poich la violenza diventa cosa normale, la pace distrutta e in questa mancanza di pace luomo distrugge se stesso. Lassenza di Dio porta al decadimento delluomo e dellumanesimo. Ma dov Dio? Lo conosciamo e possiamo mostrarLo nuovamente allumanit per fondare una vera pace? Riassumiamo anzitutto brevemente le nostre riflessioni fatte finora. Ho detto che esiste una concezione e un uso della religione attraverso il quale essa diventa fonte di violenza, mentre lorientamento delluomo verso Dio, vissuto rettamente, una forza di pace. In tale contesto ho rimandato alla necessit del dialogo, e parlato della purificazione, sempre necessaria, della religione vissuta. Dallaltra parte, ho affermato che la negazione di Dio corrompe luomo, lo priva di misure e lo conduce alla violenza. Accanto alle due realt di religione e anti-religione esiste, nel mondo in espansione dellagnosticismo, anche un altro orientamento di fondo: persone alle quali non stato dato il dono del poter credere e che tuttavia cercano la verit, sono alla ricerca di Dio. Persone del genere non affermano semplicemente: Non esiste alcun Dio. Esse soffrono a motivo della sua assenza e, cercando il vero e il buono, sono interiormente in cammino verso di Lui. Sono pellegrini della verit, pellegrini della pace. Pongono domande sia alluna che allaltra parte. Tolgono agli atei combattivi la loro falsa certezza, con la quale pretendono di sapere che non c un Dio, e li invitano a diventare, invece che polemici, persone in ricerca, che non perdono la speranza che la verit esista e che noi possiamo e dobbiamo vivere in funzione di essa. Ma chiamano in causa anche gli aderenti alle religioni, perch non considerino Dio come una propriet che appartiene a loro cos da sentirsi autorizzati alla violenza nei confronti degli altri. Queste persone cercano la verit, cercano il vero Dio, la cui immagine nelle religioni, a causa del modo nel quale non di rado sono praticate, non raramente nascosta. Che essi non riescano a trovare Dio dipende anche dai credenti con la loro immagine ridotta o anche travisata di Dio. Cos la loro lotta interiore e il loro interrogarsi anche un richiamo a noi credenti, a tutti i credenti a purificare la propria fede, affinch Dio il vero Dio diventi accessibile. Per questo ho appositamente invitato rappresentanti di questo terzo gruppo al nostro incontro ad Assisi, che non raduna solamente rappresentanti di istituzioni religiose. Si tratta piuttosto del ritrovarsi insieme in questo essere in cammino verso la verit, dellimpegno deciso per la dignit delluomo e del farsi carico insieme della causa della pace contro ogni specie di violenza distruttrice del diritto. In conclusione, vorrei assicurarvi che la Chiesa cattolica non desister dalla lotta contro la violenza, dal suo impegno per la pace nel mondo. Siamo animati dal comune desiderio di essere pellegrini della verit, pellegrini della pace. Vi ringrazio.

Nel pomeriggio la conclusione ad Assisi E venerd ludienza in Vaticano


Ad Assisi lincontro prosegue nel pomeriggio di gioved 27 al Sacro Convento, dove il Papa e i capi religiosi che si sono uniti a lui sono attesi per offrire insieme una testimonianza di impegno comune per la pace. In diretta televisiva, con le immagini trasmesse anche via internet, canti, coreografie e preghiere introducono il momento in cui, in varie lingue, i rappresentanti delle Chiese, delle comunit ecclesiali e delle altre religioni intervenuti rinnovano il solenne impegno per la pace. Il discorso di Benedetto XVI, il gesto simbolico della lampada accesa e lo scambio della pace concludono lincontro. poi prevista una visita alla basilica inferiore di san Francesco, dove il Pontefice e i capi delegazione scendono nella cripta per una sosta silenziosa davanti alla tomba del Poverello. Infine il Papa entra nel refettorio del Sacro Convento per una foto ricordo con la comunit religiosa dei frati. Al termine Benedetto XVI ritorna in treno in Vaticano, dove venerd 28, riceve in udienza i membri delle delegazioni intervenuti alla giornata di Assisi, i quali partecipano succesivamente al pranzo offerto dal cardinale Bertone, segretario di Stato, nellatrio dellAula Paolo VI.

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