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A riveder le stelle Qualche giorno fa ho riesumato il mio telescopio, un 8" (20cm) newtoniano a corta focale (f:4), dal letargo

in cui ha giaciuto negli ultimi anni. Sconfortato dal crescente degrado della qualit del cielo nei dintorni di Roma, negli ultimi tempi le mie uscite osservative si erano progressivamente diradate, fino al pressoch totale pensionamento dell'onesto strumento in una "stanza magazzino" a casa dei miei. In anni recenti, al telescopio principale si affiancato un piccolo rifrattore da 7cm, molto comodo e trasportabile, col quale ho effettuato alcune estemporanee uscite "didattiche". Questo "giocattolino" mi ha pure accompagnato, lo scorso autunno, nel weekend "ciclo/astrofilo" culminato con l'osservazione della cometa Holmes dai dintorni del lago Trasimeno. Guardando pi indietro nel tempo, la "visione memorabile" degli ultimi anni stata quella del cielo dell'emisfero sud, dal Sudafrica, nel corso del viaggio di nozze. Anche l, per esigenze di trasporto, entrambi gli strumenti maggiori vennero "sacrificati" in favore di un binocolo astronomico 10x50, strumento modesto ma di ottima qualit, capace di regalare visioni emozionanti dei campi stellari della Via Lattea. Prima di quella ricordo un'appassionante nottata osservativa, sempre con l'ausilio di un binocolo, dalla Sardegna, nel 2005, ed ancor pi in l negli anni una memorabile, e a tutt'oggi irripetuta, osservazione dell'ammasso di galassie della Vergine proprio dalla cima di monte Nerone, in occasione del passaggio della cometa Hale-Bopp. La scarsa attivit degli ultimi anni non deve stupire, sono un convinto fautore della necessit di far "riposare" determinate passioni, per affrontarle in seguito con spirito diverso e pi maturo. Mi gi successo diverse volte con la fotografia, e non la prima volta che avviene anche per l'astronomia. Ma in questo caso il problema contingente drammaticamente reale, e non dipende da me. La qualit del cielo notturno infatti in costante peggioramento da anni, di pari passo coll'aumento scriteriato dell'illuminazione notturna, oltretutto effettuato con impianti luce inadeguati ed in completa assenza di regolamenti e semplice buonsenso. Il risultato un chiarore diffuso, lattiginoso ed onnipresente, che nasconde e fagocita le tenui trame luminose degli oggetti celesti. L'8" era stato "rispolverato" un paio di mesi fa, in occasione di un weekend ibrido "bici+stelle", e messo in opera nuovamente a Campo Felice, dove avevo potuto sconsolatamente constatare il progressivo e decisivo peggioramento dell'ultimo spazio comodamente raggiungibile da Roma. Nonostante ci, una decina di giorni fa, partendo per uno stralcio di vacanza alla volta di Cimbano, dove io e Manu abbiamo passato alcuni giorni ospitati dai suoi genitori, ho preso su lo scatolone del telescopio e l'ho ficcato in macchina,

pensando che avrei potuto utilizzarlo per mostrare ai miei parenti acquisiti un po' di oggetti del cielo estivo. Ad una prima serata osservativa svoltasi praticamente nel cortile di casa, in cui a farla "da padrone" era stato il pianeta Giove colto nel momento del transito della luna Callisto di fronte al disco del pianeta (fenomeno relativamente raro e perci inatteso), ne era seguita una seconda con tanto di grigliata dal vicino monte Arale. Di questa seconda nottata osservativa, oltre ai pochi oggetti chiaramente percettibili nell'immancabile chiarore diffuso, ed alle "narrazioni didattiche" dei fenomeni celesti osservati, penso che siano rimaste particolarmente impresse le mie ripetute e sentite lamentazioni sul degrado incalzante delle condizioni osservative. Dal punto di vista degli astrofili un'evidente beffa. Per decenni abbiamo osservato con strumenti grossolani ed oculari scadenti, dai progetti ottici calcolati a mano e trattamenti antiriflesso rudimentali, confidando che il "progresso" ci avrebbe messo a disposizione telescopi sempre pi potenti a prezzi compatibili con le nostre finanze. Ebbene quegli strumenti li abbiamo avuti. Ora possiamo permetterci telescopi molto pi efficienti di quelli disponibili trenta, quarant'anni fa... purtroppo non c' pi il cielo da osservare, perch nel frattempo il "progresso", o qualcosa che chiamano in questo modo ma di fondo non lo , ce lo ha fatto sparire! Ieri sera, contraddicendo l'idea di "persona di buon senso" che nutro di me, ho preso su il telescopio e me ne sono partito in macchina, da solo, alla volta del monte Nerone, saltando la cena. stato un po' come quei gesti "disperati" che si tentano quando non c' pi niente da fare, la scommessa di riuscire a trovare un cielo ancora scuro abbastanza da svelarmi i propri segreti. Dopo un breve vagare al crepuscolo in cerca di uno spiazzo aperto a sud e relativamente al riparo dall'onnipresente vento, ho fermato l'auto di fronte al rifugio "La Cupa", ovviamente chiuso, ed intabarrato in un giaccone invernale ho preso a "tirar su" lo strumento, sotto un cielo che andava scurendo lentamente. Detta in poche parole, stata la nottata osservativa pi appagante da molti, mooolti anni a questa parte. Non saprei dire esattamente perch, forse la prossimit ad un territorio poco antropizzato, forse la quota prossima ai 1500 metri, fatto sta che ho finalmente ritrovato un Cielo degno di questo nome. La Via Lattea appariva nettamente stagliata, con evidenti chiaroscuri tra le differenti aree. La zona del Cigno, allo zenit, appariva incredibilmente modellata, e per la prima volta nella mia vita ho potuto osservare con certezza, al binocolo, l'elusiva nebulosa Nord America... che "elusiva" non affatto, se osservata in condizioni decenti e senza le "fette di salame" dell'inquinamento luminoso davanti agli occhi.

Poi una scorpacciata di ammassi globulari, in gran parte risolti in stelle con notevole spettacolarit (quando gli stessi oggetti, sotto un cielo scadente, sono poco pi che chiazze diffuse a fatica distinguibili) e per finire "sua maest" la galassia di Andromeda, con la sua corte di galassie nane, pur ancora bassa sull'orizzonte si dispiegava in tutta la sua maestosit. Contemporaneamente entusiasmante e sconfortante la consapevolezza che questo cielo notturno, ripeto il migliore da molti anni (Sardegna ed, ovviamente, Africa escluse), sia ancora lontano dalle condizioni ottimali, che a questo punto non saprei davvero dove rintracciare, o se ci avverr mai. A met nottata si anche verificato un episodio imprevisto e straniante: rumori di rami spezzati da un boschetto sottostante che crescono d'intensit, quindi forme biancastre che si profilano nell'oscurit e lentamente si rivelano, avvicinandosi e sfilandomi davanti lentamente, per un branco di vacche. Non sapevo che i bovini pascolassero di notte! Per evitare di infastidirli e di provocare reazioni scomposte mi sono infilato in macchina ed ho atteso che il transito fosse completato. Intorno alle undici avviene il previsto "crollo". Un po' il freddo, un po' la cena saltata, un po' l'armeggiare al telescopio in posizioni spesso scomode, realizzo che ho raggiunto il limite fisiologico per smontare il tutto ed affrontare la discesa dalla montagna ed il rientro a casa in relativa sicurezza, senza rischiare che la stanchezza mi rallenti i riflessi e la lucidit. Ma sono ormai appagato. Appagato e riconciliato con la mia antica passione. Ma c' un problema. Monte Nerone a quattro ore di macchina da Roma, non c' modo di farne un punto d'appoggio regolare. Insomma, se vorr riprendere l'attivit osservativa un limite di cui dovr tenere conto. In compenso so cosa risponder al prossimo astrofilo che mi chieder consiglio per l'acquisto di un telescopio. L'esperienza del Nerone stata esauriente, il cielo stellato uno spettacolo incredibile in qualsiasi strumento, dall'umile binocolo al grande riflettore. Il consiglio che dar, d'ora in poi, sar: "non preoccuparti tanto dello strumento, pensa piuttosto a come procurarti un Cielo Stellato".

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