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13 maggio ore 9.

25: il vantaggio comparato di Ricardo

E' da poco tempo che sono abbonato a questo sito, mi scrive un recente abbonato, e,
pur essendo un trader professionista sulle valute (dollaro in particolare), non sono
ancora riuscito a capire come mai il dollaro si è svalutato così tanto sull'euro (e
molte altre valute). Da questa mia incapacità di capire cos'è successo, ne deriva
anche l'incapacità di capire cosa succederà. Mi può aiutare a comprendere?

Lei (e gli altri lettori), probabilmente ricorderete la teoria del "vantaggio comparato"
di David Ricardo (economista inglese nato nel 1772), il cui libro principale (Principi
di economia politica), è ancora oggi un must per chi si occupa di faccende monetarie
e di scambi commerciali internazionali.

Fatemi spezzare un'arancia (espressione presa letteralmente da un mio amico che, in


passato, ci ha anche deliziato con il lampo di Eugenio) a favore dello studio dei
"classici": non si può, ovviamente, capire dove stiamo andando, se non sappiamo da
dove siamo partiti. Il moderno capitalismo è figlio del "mercantilismo" e delle
"riflessioni correttive" degli autori classici (Smith, Ricardo, etc..) che, oltre due secoli
fa, avevano già "immaginato" i problemi odierni.

Voglio dire, senza per questo voler offensivo ovvero judgemental (uno che giudica gli
altri), che molte domande e risposte di oggi, sono già scritte nelle opere di quegli
autori che, senza computers e senza internet, erano due secoli avanti dei propri
contemporanei. Leggerli è il minimo .......

la teoria del "vantaggio comparato", dunque, ci dice che se il Portogallo e


l'Inghilterra producono vino e tessuti (sto usando lo stesso esempio di David
Ricardo) è molto meglio per entrambi che il Portogallo si specializzi nella produzione
di vino (in cui ha un vantaggio comparato sull'Inghilterra) e l'Inghilterra in tessuti
(in cui ha un vantaggio comparato sul Portogallo).

Da quelle specializzazioni produttive, nate dai vantaggi comparati, ne deriva un


beneficio immenso per entrambi.

Fin alla caduta del muro di Berlino, questo è stato il "modello" di sviluppo
dell'economia occidentale (e gli Stati Uniti, ovviamente, sono stati i "sacerdoti" di
quella "funzione" quasi rituale). Caduto il muro, nuovi attori (Cina, Russia, etc..)
sono entrati in scena e lo ..... scenario è profondamente cambiato.

Oggi, gli Stati Uniti importano dalla Cina prodotti e servizi a basso prezzo, ed
esportano ....... debiti. La Cina, infatti, reinveste nel debito pubblico americano il
surplus commerciale derivante dagli scambi commerciali bilaterali.

Qual è il risultato pratico?

la domanda di dollari (derivante dal reinvestimento in oggetto) mantiene basso il


tasso cambio tra l'Usd e lo Yuan e, quindi, le merci cinesi continuano ad essere molto
convenienti. In tal modo il modello in atto (merci contro debito) si "auto-alimenta" e,
già oggi, la Cina "possiede" circa 500 miliardi di dollari di debito pubblico americano.

E qui arriviamo al nodo in questione: i cinesi non sono stupidi e, ovviamente, hanno
capito che il dollaro non è più la moneta di riferimento del pianeta. Sicché
diversificano e cambiano i dollari in euro.

Riepilogando: la Cina vende prodotti e servizi all'America; incassa dollari che


reinveste in titoli di stato americano. Da questa operazione deriva il tasso di cambio
(basso) tra l'Usd e lo Yuan. Successivamente, parte di quei dollari vengono tramutati
in Euro e, da ciò, deriva la rivalutazione della moneta europea.

Naturalmente ho molto semplificato i termini della questione (le forze in campo sono
più numerose ed articolate di quanto qui esposto), ma, in definitiva, questi sono gli
elementi essenziali del problema.

Adesso, proiettiamoci nel futuro: cosa succederà quando la Cina non avrà più bisogno
di vendere prodotti e servizi a basso costo all'America, perché avrà un "ricco"
mercato interno, in grado di assorbire gran parte dell'offerta cinese?

Non ci sarà più il flusso di dollari in andata e in ritorno dagli States e, quindi:

1. Lo Yuan si rivaluterà sull'Usd;


2. Gli Stati Uniti dovranno trovare altri "sottoscrittori" del loro debito pubblico;
3. Il greenback subirà ulteriori pressioni ribassiste, e si svaluterà ulteriormente;
4. L'inflazione statunitense aumenterà di molto;
5. I tassi d'interesse americani aumenteranno notevolmente;
6. Il dollaro americano verrà "ripudiato" come moneta di scambio internazionale;
7. Il dollaro continuerà a svalutarsi ed i tassi di interesse americani
continueranno ad aumentare;
8. L'America andrà in "depressione".

In assenza di significative novità internazionali, questo mi sembra lo scenario più


probabile.

Parentesi chiusa; veniamo al trading.

Dell'euro Fx (tanto per restare in tema) mi sembra inutile continuare a ribadire che
ci troviamo esattamente come eravamo......
E parimenti del Bund.....
Per quanto riguarda il future italiano, oggi (a meno di variante 4) è Short day .....
..... che si inserisce in uno scenario di medio periodo come sotto.
Notizie flash:

Gli analisti di Citigroup bocciano a metà Terna. IL broker ha rivisto il target price
sulla società guidata da Flavio Cattaneo, portandolo a 3 euro dai precedenti 2,85
euro, ma ha abbassato il rating a hold da buy.

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